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Full text of "La historia d'Italia ...: nuouamente rescontrata con tutti gli altri historici & auttori, che dell'istesse cose habbiano scritto: & ornata in margine con l'annotationi de' riscontri fatti da Thomaso Porcacchi da Castiglione Arretino. Con un Guidicio fatto dal medesimo, per discoprir tutte le bellezze di questa Historia: & una Raccolta di tutte le sententie sparse per l'opera: et con due tauole: una de gli auttori citati in margine; & l'altra delle cose notabili"

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^tbrar^ 


IN  THECUSTODY  OF  THE 

BOSTON    PUBLIC   LIBRARY. 


SHELF    N° 

ADAMS 


V 


^ 


/ 


LA   HISTORIA 

D'ITALIA 

riM,FRANCESCO  GVICCIARDINI 

GENTIL'HVOMO  FIORENTINO, 

■ 

suouamente  rifcontrata  con  tutti  gli  altri  Hiftorici  &  Auttori,  che  d'J- 

riflette  cofe  habbiano  fcritto  :  &  ornata  in  margine  con 
f  t<  T Annotationi  de'  rifeontri  fatti  da 

THOMASO     PORCÀCCHL 

DA    CASTIGLIONE   ARRETINO. 

Co&pn  Ciudicio  fatto  dal  mede  fimo,  per  difeoprir  tutu  le  bellezze  di  quefia 

Hifioria  :  &  vna  Raccolta  di  tutte  le  Sententie 

jparfe  per  l'opera  : 

«. 

Et  etn  due  TaHi'U :  vn&de gli  Ruttori  citati  in  margine  j  &  VaUta,  delle atfe  r,*t  abili* 

C  0^    V  RI  V  1  LE  G  1  0. 


IN  VENETIA,  APPRESSO  GIORGIO  ANGELIERJ, 


s 


— 


M.     D.     L-vxilli. 


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i.  • 


ADAMS  03.*?* 


kLL'ILLVSTRE   ET 

REVERENDISS-  MONS. 

SISTO  VISDOMINI 

VESCOVO    7)1   MODENA 

THOMASO  PORCACCHI. 


0  NON  baueua  anchora  dato  a  pe- 
na in  luce  i  due  libri  >  da  me  /cri tu , 
della  D^jbiltà  della  Città  di  (jomo, 
Patria  di  V.  S.  n^euerendijjìma^  quan 
do  con  mia  molta  contentezza  mac- 
corfì  d9  efere  fiato  come  indouino ,  ih 
quel  y  che  apparteneua  alio  Jplendor 
di  Ui>  &  dell'llluflre  fua  Cafi>  ba- 
uendole  augurato  konori>  O*  dignità  future .  J{j  tanto  a 
ciò  minduffe  U  commune  <ufi  di  cbifiriue,  che  è  dappìau- 
dere  molte  ruolte  con  termini  ecceffiui  alle  famiglie  >  &  a 'Si- 
gnori a  quali  fi  fcriue  $  quanto  <vn  non  punto  n>ano  giudi- 


CIO 


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SLLS5.  -_^5ZT^!I^  cL<JAAJJJlm  ^§y£_kì^L£JLTZ^^ 


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ESSiSSSSSE 


ffi:j^ni&isgs>mss§ 


ciò }  ch'io  feci  della  fingolar  dottrina  >  &  della  fiamma  bo.- 
tà>  e  innocenti*  di  nuita  di  V.S.  T^euerendiffima .  Et  qua*, 
tunque  io  njedeffi ali* bora  tantichifjìma  famiglia  ZJifdomi 
ni  j  priuilegiata  di  dominio  di  C a/iella ,  di  titoli  di  Conti 
fg)  di  giuri fidittion  d'acque  fiorire  in  quella  Città  per  la  a 
ud prudentiay  &  Senatoria  grauità  del  S.  £MEU^jA- 
P  AC  E  Padre  di  lei  di  nobihfifima  memoria >  gentil'buo- 
mo  /ingoiare  per  integrità ,  per  humanità ,  &  per  Jftlendi- 
de%^a  di  ruita;  &  per  tanti  Illufìri  figliuoli,  che  con  firn  ma 
<~vnione  ,  dentro  &  fuori  della  patria  \  ^viuono  con  la  ripu 
tatione  hereditariay  &  con  la  dignità  3  cbelor  richiede  $  non- 
dimeno (per  concluder  con  njerità  quel  ch'io  fìnto  )  più 
m  indù  fé  a  ciò  fìriuere,  qJ  predire  il  di/cor/o ,  ch'io  face- 
uà  /òpra  le  qualità  di  V.  S.  Reuerendijfima.  Percioche  ^ve- 
dutala di  tener  a  fé}  molto  gioitane tt a  età  difiaccarfi  dal  fì- 
colo,  fg)  dal  domeHico  fylendor  della  Capi.,  per  applicarci  al- 
la fàcrofant  a  Relligione  fotto  thabito  delgloriofo  Padre  San 
^Domenicoy  e>*  do  (per  dire  il^uero  )  con  qualche  contra- 
tto y  e>  repugnantia  del  Magnifico  "Padre ,  che  defideraua 
hauerfìla  appreso-,  giudicai  da  fimil principio ,  che  il  Signo 
re  T>  IO  non  <~voleua  y  eh  ella  rviuejft  in  grado  &  carico  di 
gentil  buomo  ordinario^  ma  che  afiendeffi  alle  dignità  Eccle- 
fìaBiche  &  fiacre:  delle  quali  tanto  più  mafjìcuraua ,  quan- 
to in  ciò  era  Hata  maggior  la  repugnantia  >  che  le  ne  fu  fiat- 
ta.  éMi  confermò  poi  maggiormente  in  quefìo  proponimen- 
to &  giudicio  il  njeder  con  quanto  ardore  fin  da  primi  an- 


ti  della  fiua  fanciullezza  ZJ.  S.  T^euerendif.  fii \mifie 'a  correr 
liberamente  per  taper  tifi/imo  campo  delle  fetenti*  :  nel  quale 
pafeo  tanto  innanzi,  che  auan^o  molti  più  di  lei  pr  ottetti  >  & 
con  fumati  ne  gli  (ludi  :  &  ciò  con  tanto  plaufe  d*ogmuno> 
ch'éjfendoancborgiouamuo^  &  battendo  nel famofe  studio 
di  Bologna  fio  flenute  con  fitta  7j.1v  lode  molte  concluponi^  le 
fu  per  ciò  offerta  in  quella  fìoriufjìma  Academia  public  a  let- 
tura :  ilqual  giudicio  runiuer fiale  sfondato  fià  la  nuirtu ,  & 
ft  la  dottrina  ,•  chi  negherà >  che  a  V,  S.  Reuerendijfma  non 
predicele  accrefeìmento  &  grandezza  ì  Quando  io  poi  co- 
minciai più  intrinfiì e  amente  a  conofecrla  3  &  per  ìamicitia 
prefia  contllluBre  fitta  fafià ,  a  efeer  molte  <-volte  ammeffo  a 
goder  la  dolala  >  la  bontà  ,&)  la  cor  te  fa  fitta  >  &  gufai 
con  quanta  prudentia  ella  ragiona  &  di/corre  >  con  quanta 
fòauità  di  gioconde  maniere 5  &  di  corufi  co  fiumi  trattiene 
&  accarezza  >  con  quanta  humana  granita  &  %raue  bum  a 
nità  lega  gli  animi  dogniuno  >  air  bora  io  jìimaipiu  ferma- 
mente^ eh  il  giudicio  mio  non  era  perdouermi  in  ciò  punto 
riuficir  fallace  :  di  che  il generofio ,  gf  magnanimo  Signor 
CORIOLANO,  fitto  fratello  3  tanto  Himato  3  (gjr  bauuto 
caro  da  Perfionaggi grandi fief  curo  te  limonio  Joauendoglte 
ne  io  molte  evolte  ne'  ragionamenti  familiari  qui  in  Vinetia 
con  altri  non  leggieri  argomenti  teflifiicato .  D^e  mi  man- 
cano ,3Honfignor  mio  llluslre  fé)  RttterendtfìmO)  altri  di- 
(corfiy  &  giudici/ y  cU  io  faccio  di  nuouofiopra  quel  che  di  lei 
h abbia  afiuccedere  stnebora ,  fermati  tutti  più  toHo  fiopra  i 

a     3         palli 


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rrinraniÉi 


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III  IHI  MI— ■  MI  M  UHI  ■■!■■!'■  rtg-Tl  il    fi  lA  V     II  -  — I 


73/dfii  fondamenti  della  dottrina  >  della  prudentia3  &*  del 
C  integrità  della  njita/ua  3  che  [opra  njane  congetture  ^  iqm 
li  potrei  pienamente  m  questa  lettera  piegare  ,  fi  frinendo 
bora  a  lei,  mentre  che  delle  future  grandezze  di  lei  ragio- 
na/fi^ io  non  baue/fi  temenza  d'effir  dannato  dadulatione  , 
tanto  più  e/fendo  V.  S.  l.{euerendt/fima  ornata  di  /ingoiar 
modesta  >  &  abbonendo  le  lodi,  le  quali  pia  &  relìigw fa- 
mente  tutte  riferifie  a/fimmen/a  bontà  del  Signore  'DIO. 
Hor  fi  come  io  mbo  fìmpre  rallegrato  di  ^vederla  crefier 
conforme  a  mmti  fùoi,  fg)  a  <-voti  >  ^)  pronoHicbi  miei  ,•• 
cofiera  mio  debito  di/coprirle  alcuna  nuolta  quesìa  mia  con- 
tentezza con  alcun  figna  efieriore ,  che  lungamente  poteffe 
perpetuare  y  come  è  quel  delle  Hampe .  Tero  ceduto  che 
tHiHoria  di  M.  Vr  ance  fio  Guicciardini  gentil*  buomo  Fio- 
remino y  che  ne  tempi  fitoi  fu  oracolo  dì  granita  j  di  pruden- 
tia>&  d  integrità^  &  che  fu  Gouemator  di  quella  Città,  di 
cui  V.  S n^euerendiffima  e  T>aftore>  e>  Vefcouo  ,•  per  la  bel- 
k^fa  .,  ($fper  l  eccellenza  fea  e  per  nuìuere  >  quanto  njiuerà 
il  mondo ,  ho  coluto  far  proua  >fè  con  effa  poteffinj'mif ca- 
re il  nome  mio  >  (^  l7  afe  tt  ione ,  Sfrutta  mia  nuerfo  V.  S. 
Illufire  &  T{euerendijfima  3  &  tutta  l'antica  &  nobili/firn  a 
Cafafea  .T^er  quejìo  hauendola  rifiontratacon  altre  bico- 
ne y  &con  altn  libri  3  che  in  alcun  modo  3  o  in  alcuna  parte 
del /oggetto  mede  fimo  habbiano  fentto  $  fèjfattouidi  tutti  t 
ri/contri  lunghe  <*Annotationi>  forfè  da  non  effer  del  tutto  di- 
ffrezgate $  honjoluto  aggiugnerà  quelle  ambo  runTtifior- 
fi 


Sg^^^A^v^AV^ 


f)  ,  r///0  le  firiffi /opra ,  (jfrf  ho  intitolato  Giudicio ,  affinchè 
jrvegga  ,per  quanto  ne  giudico  io,  che  queflaHifìoria  e 
veramente  da  effer  tenuta  infommo  pregio .  In  quefla  dun- 
que ,  oue  fon  le  fatiche  ,&le  <~vigilie  mie  certo  di  non  poco 
tempo  ,  e  fludio  $  ho  njoluto  effnmer  (allegrezza  da  me  fin 
tita  nella  promotion  ,  che  di  V.  S.  Reuerendijfima  fu  fatta 
a  Vefcouo  di  ^Modena  alcuni  anni  a  dietro  $  &  procurar  col 
rne^o  della  njirtu  di  conferuarmi  nella  gratta  di  lei ,  eh' è 
tanto  rvirtuofa  &  dotta  :  nella  quale  anchor  ciò  io  fàppia , 
che  lafua  bontà  &>  corte  fa  mi  conferua ,  &  che  il  S.  CO- 
RIO LANO  fuoda  me  r  merito  fratello  ,  0*  con  la  njoce 
&  con  le  lettere  non  ceffi  di  mantenermi  ,•  amo  però  còl  me- 
zp  della  rvirtu ,  q)  di  qualche  fèruitio  da  me  fattole,  d'ejjer 
parimente  confèruato  &  mantenuto .  Pero  non  mi  parendo 
di  poter  do  fare  in  alcun  libro  più  di  quefìo  nobile,  oue  fof 
fé  qualche  indicio  detf  induflria  &  della  fatica  mia  ,•  queflo 
a  ZA  Sig.  Reuerendiffma  ho  ^voluto  con  le  vigilie  mie  de- 
dicare sficuro  che  fé  per  lo  fìudio  Sfatica  mia  non  le  potrà 
piacere  $  almeno  le  piacerà  per  I eccellenza  dell 'Hifforìa  e> 
dell' hifìorico,  et  per  t antica  deuotionmianjerfò  lafìta  fem 
ma  bontà  (tj  dottrina  ,  ffl  njerfo  lllluflre  fùa  Qafa.  Jo  la 
prego  a  contentar/idi  quejìa  eflerior  demoflration  mia,  & 
da  e jfa  fare  argomento  dell'interior  dijfoftion  del  mio  ani- 
mo, inclinatifjìmo  afèruirla  &  a  riuerirla  :&  apprefS*  a 
profegmr  d'amar  mi, come  fin  bora  ha  fatto  $  quando  io  della 

a     4         grafia 


JgjRd     dee?  (<  (■T<4  5TfT^dfs|^iIK^ 


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grafia  fa*  faccio  [ingoiare  flìm  a .      1)1  V inetta  tlprim 
^didAgoJIo*         M     D     LXXIIIL 


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SENTENTIE     SPARSE 

PER     L'H  ISTORIA      DEL 

G  VI  CC1A  RDINO, 

€t  raccolte  à  (utile  de  gli  Studofì* 


O  N  fempre  gli  huomini  faui  difcernono>o  giudica- 
no perfettamente:  bifogna  che  fperTo  lì  dimoiìrino 
fegni  della  debolezza  dell'intelletto  humano .  Nel 
lib.i.  a  car.4.fac.2. 
Alle  fcelcratezze  fuol  condur  gii  huomini  la  fete  petti 
fera  del  dominare,  lib.i.car.  5. faci. 
Non  fempre  per  il  rimuouer  delle  cagioni;  li  rimuouono  gli  effetti , 

a  car.6.  fac.  2» 
Alle  deìiberationì  precipitofe  fi  conduce  non  menoageuolmenteil 
timido  per  la  difperationejche  fi  conduca  il  temerario  per  Tincon 
fideratione  :    Con  le  preuentioni,&  con  le  diuerfioni  fi  uincono  le 
guerre,  a  18. faci. 
E1  grande  imprudenza  l'obligarii  a  un  pericolo  perpetuo  fotto  fonda 

menti  non  perpetui,  a  3 1 . 
Niuna  cofa  è  più  necefTaria  nelle  deliberationi  ardue;  niuna  dall'altra 

parte  più  perìcolofa,  che  il  domandar  configlio.  332. 
Meno  è  neceffario  a  gli  huomini  prudenti  il  configlio,  chea  gl'impru 

denti,  a  32. 
Chi  da  il  configlìo,  fé  non  è  molto  fedele,  o  affettionato  a  chi  lo  do- 
manda, moflb  non  fblo  da  notabile  intereffe;  ma  per  ogni  piccolo 
fuo  commodojper  ogni leggier  fatisfattione  dirizza  fpefibil  confi- 
glio a  quel  fine,che  più  gli  torna  a  propofito,  o  di  che  più  il  com- 
piace, a  32» 
Ev  permeflb  a  ciafeuno  "il  defid erare  di  peruenirea  miglior  fortuna: 
ma  deue  ancho  ciafcùno  patientemente  tollerar  cjudlojche  la  forte 
fua  gli  ha  dato,  a  41* 

La 


La  natura  de' popoli  è  inclinata  a  fperar  più  di  quel  che  fi  debbe,  &  a 
tollerar  meno  di  quel  ch5èneccfTario,&  adhauerfc»p,preinfaPiidio 
lecofeprefenti.  a  48. 

Quafi  Tempre  è  congiunta  in  un  medefimo  fuggetto  l'infolentia  con 
la  timidità,  a  51. 

Non  è  meno  ufficio  del  ualorofo  Capitano  fare  operatone  di  fauio, 
ched'animofo.  a  68. 

Non  fi  poiTono  in  alcuna  maniera  chiamar  prudenti,  o  fauij  coloro, 
che  temono  del  futuro  più  che  non  fi  debbe.  a  78. 

Nell'antiche  8t  graia  nimicitie  è  difficile  fìabiiir  (cade  riconcilia- 
tione.  a  95. 

Spello  è  proprio  de  gli  huom'ni  farfi  facili  con  la  uoglia,  &  con  la  fpe 
ranza  quello,  che  CGnla  ragione  conofeono  effe r  difficile,  a  104. 

LaGiuiìitiaèlabafa,  e  il  fondamento  di  tutte  le  uirtù.  a  io>. 

Noè  parte  alcuna  di  libertà  in  una  cittadella  qual  le  fortezze,  &  l'ani 
miniftration  della  giufìitiafiano  in  potelìà d'altri,  a  106. 

Sono  inutili  i  configli  diligenti  &  prudenti,  quando  Teffecution  pro- 
cede con  negligcntia,  e  imprudentia.   a  108 

Ledeliberationi  delle  Republiche  non  ricercano  rifpetti  abietti  & 
priuati,  ne  che  tutte  le  cofe  fi  riferifeano  all'utilità;  ina  fini  eccelfi 
&  magnanimi, per  li  quali  s'augumenti  lo  fplendcr  loro,  &  fi  con- 
ferui la riputatione.  ano. 

E*  più  facile  opprimere  chi  ha  già  cominciato  a  declinare,che  chi  an- 
chora  fi  mantien  nel  colmo  della  fu  a  riputatione.  a  no. 

I  Francefi  fon  più  pronti  ad  acquiftare,  che  prudenti  a  confer- 
ii are.  ani. 

Vn  Imperio  nuouo  non  bene  ordinato,  ne  prudentemetegouernato; 
aggrauaipiu  toflo,chc  ei  faccia  più  potete  chi  facquilta.   ani. 

Sonorare  &  fallaci  l'occafioni  grandi:  &  è  prudentia  &  magnanimi- 
tà, quando  fi offerifeano;  l'accettarle,  a   in; 

La  troppo  curiofa  fapientia,  &  troppo  confideratrice  del  futuro;  è 

fpeflb  uiruperabile.  a   in. 
Chi  lafcia  il  ben  prefente  per  timor  del  pencolo  futuro,  quando  non 
fia  pericolo  molto  certo  &  propinquo;  fi  troua  fpeffo  con  difpiace 
re,c  infamia  fuahaucr  perduto  occafioni  piene  d'utilità  &  diglo- 
ria,per  paura  di  quei  pericoli,  che  poi  douentan  uani.  alla  med. 
Esproprio  ufficio  della  Prudentia  moderare  lofdegno  giufto  con 

la  ma- 


RELT.E    SENTENTIE. 


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^ovoy  c=^  y.«r 


la  maturila  del  giudicio,&  con  la  confideratione  dell'utilità  & 
intcrefle  publico.  a  in. 

Nelle  cofe  de  gli  flati  è  fomma  infamia,  quando  l'imprudentìa  e  ac- 
compagnata dal  danno,  a  in. 

La/ciarli  traportar  da  gli  fdegni  centra  l'utilità  propria,  è  leggie- 
rezza,  a   112. 

Stimar  più  i  pericoli  piccoli, che  i  gradifsimi  èimprudétia.  alla  med. 

Nelle  cofe  belliche  pofTon  nafeere  di  di  in  dì  molte,  &  inopinate  dif- 
ficoltà &  pericoli*  a  115. 

Poco  s'afpetta  (mcerità,o  opere  fedeli  da  chi  è  uenuto  f  cocctfo  de  gli 
huominijd'eiTerfalitoa  gouernarfì  co  duplicità,^  co  artificij.a  117 

A'  configli  celefti non  fi  può  refiftere.  a  119» 

I  Fràcefi  so  più  ipetuofi  neiraiTaltare,che  cottati  nel  pfeuerare.  a  120 
La  cófcientia  è  poté"tifsimo,&  certifsimo  flagello  di  chi  fa  male,  a  1 2  2 
Sono  incertifsimi  più  che  tutte  l'altre  attioni  de  gli  huomini,gli  euen 

ti  delle  battaglie,  a  137. 
Nelle  dirierentie  de' nomi,  &  de' confini  delle  Prouinciej  s'attende 

fempre  all'ufo  prefente.  a  140. 
Co  difauataggio  grade  Ci  fa  la  guerra  co  chi  no  ha  che  perdere,  a  1 54 
Non  battano  i  configli  humani  a  refiftere  alla  fortuna,  alla  med. 
E  poco  collante  la  profperjtà  della  fortuna,  a  155. 

II  piu  delle  uolteTaiiuerfità  non  uanno  fole,  a  i}?. 
Niuno  piu  facilmente  inganna  gli  altri,  che  chi  è  folito,  &  ha  fama 

di  non  ingannare,  a  165. 

Defidera  l'huomo  magnanimo  piu  tofto  d'hauere  al  prefente  la  fua 
fepokura  un  palmo  di  terreno  piu  auanti,  che  co'l  ritirarli  indietro 
poche  braccia,  allungar  la  uita  cento  anni*. 

L'imitation  del  male  fupera  Fettempio  fi  come,  per  lo  contrario  l'imi 
tation  del  bene  è  fempre  inferiore,  a  175. 

E*  molto  dittante  il  mettere  in  difegno  dal  mettere  in  atto,  a  176. 

E  uano  fperar  nei  fecolo  noftro  la  magnanima  reflitutionc  d'un  Re- 
gno, a  178. 

I  tempi  antichi  eran  difpotti  molto  piu,  che  i  tempi  prefenti  agliata 
uirtuofi  &  generofi.  alla  med. 

II  Popolo  fi  gouerna  fpeflo  piu  co  la  uolótà,  che  co  la  ragione. a  183. 
Ne  gli  animi  acciecati  dall'im  moderate  cupidità,  laprudentia  furlo- 

cata  dalla  temerità;  non  ha  parte  alcuna,  a  1 92. 

E  di  ;fe- 


TAVOLA 


E'  dirferentia  daamminiflrarla  guerra  per  fé  proprio,  a  commetter- 
la a  Capitani,    a  iy^. 

Ipopoli  fondandofi  fufperanze  fallaci,  &  difegni  nani, fon  feroci, 
quando  è  lontano  il  pericolo:  ma  perduti  preflo  d'animo,  quando 
il  pericolo  è  uicino;  non  ritengono  alcuna  moderatione.  a  195, 

La  Fama  è  maggior  della  uerità.  a   201. 

Non  è  cofa  alcunanaturalmente  più  fofpettofa,che  gli  flati,  a  2c$ . 

E'  natura  commune  de  glihuomini  temer  primai  pericoli  più  uicini, 
e  (limar  piuchenonconuiene  le  cofe  prefenti,  e  tener  minor  con 
to,  chenonfidebbe,  delle  future  &  lontane,  alla  med. 

Gli  huomini  non  fon  tutti  faui,  anzi  fon  pochifsimi  i  faui.  alla  med. 

Chi  ha  a  far  pronoitico  delle  deliberation  d'alti:';  debbe,  non  fiuo- 
lendo  ingannare,  hauer  in  confideration  non  tanto  quello,c  he  ue- 
rifimilmente  farebbe  unfauio,  quanto  quale  fìa  il  ceruello,  &  la 
natura  di  chi  ha  a  deliberare,  alla  med. 

SperTo  fono  cofinociuii  timori uani>  come  fianociua  la  troppa  con- 
fidenza, a  IO). 

Doue  s'accompagnano  più  Principi  che  pretendono  d'effer  pari  ;  na- 
fcono  facilmente  tra  loro  fofpetti,&  contentioni.  a.  205 . 

SpeiToi'imprefc  cominciate  con  grandifsima  riputatone;  caggiono 
in  moke  difficultà,  &  finalmente  douentano  Liane  alla  med. 

Spello  accade  ne'  corpi  ripieni  d'humori  corrotti, che  un  rimedio  ufa 
torperprouedere  al  difordine  d'una  parte;  ne  genera  dipiuperni- 
ciofl,  &  di  maggior  peri  colo.  ani. 

Preflamente  fi  raffreddano  gl'impeti  primi.  3215. 

Può  hoggi  communemente  più  la  forza  dell'oro,  che  il  rifpetto  del- 
l'honeflà.  a  216'. 

L'euentofpefTo  è  giudice  non  imperito  delle  cofe.  a  239. 

Lefperanzede'fuorufcitimifuratepiuco'l  defìderio,  che  conle  ra- 
gioni; riefconoquafifempreuanifsime.  a  259. 

Il  fondamento  de' Concillj  è  la  pace,   a  i6t. 

Speffo  le  cofe  piccole  non  hanno  minori  difficoltà,  ne  meno  difficili  a 
efplicarfl,  che  le  grandifsime.  a  277. 

La  neutralità  nelle  guerre  de  gli  altri  è  cofa  lodeuole ,  cV  per  cffa  fi 
fuggono  molte  moieflie,  e  fpefe,  quando  non  fono  fi  deboli  le 
forze, che  tu  habbia  da  temer  la  tintoria  di  ciafcuna  delle  par- 
ti, a  291. 

Niuna 

s 


DELLE  SEN  TENTIE. 

Ninna  cofa  è  più  incerta,  che  il  numero  de'  morti  nelle  batta- 
glie, a  304. 


I 


Niunacofa  uola  piu,che  l'occafione:  niuna  più  pcricolofa,che  il  giu- 
dicar dell'altrui  profefsioni,niuna  più  dannofa,  che  il  fòfoettaim- 
moderato,  a  3  1  6. 

.'NonfipuofcuTare,ncmerita.compafsione  chi  unauolta  ingannato 
dauno;tornaincautamenteaconfìdarTidilui.  a  324. 

Dairhatier  ottenuto  le  cofe  defiderate;non  fi  diminuifcono,ma  fi  ac- 
crefeono  femprei  difegni.   a  3  24. 

Le  cofe  feguenti  tirano  a  fé  le  precedenti,&  l'aumento  cuopre  la  par 
te  aumentata,   a  3  3  1. 

Da  caufe  &  da  accidenti  piccoli  fi  uariano  fpcfib  nelle  guerre  euenti 
di  grandifsimo  momento,   a  3  79. 

Nelle  cofe  della  guerra  s'aggiungono  Tempre  a'difordini  nuoui  di 
Tordini.  a  381. 

Non  tanto  idenari,quanto  altre  cagioni  mantengono  fpefTo  la  con- 
cordia &  l'ubidientia  ne  gli  elfcreiti.    alla  mcd. 

Le  cofe,  che  ne'  principiifi  rapprefentano  molto  TpauentoTe;  fi  uan 
no  di  giorno  in  giorno  diminuendo,  a  3  89. 

Sogliono  communemente  poter  più  ne  gì:  huominifenza  compara- 
tioue  gli  ftimoli  dell' intcreiTe  proprio,  che  il  rifpetto  del  benefi- 
cio commune.  a  391. 

Non  hanno  gli  huomini  maggior  nimico,  che  la  troppa  profferi- 
ti, a  398. 

La  natura  de' popoli  èdeuderofà  dicofènuoue.  a  40  3. 

Da  piccoli  accidenti  dependono  le  cofe  di  grandifsimo  momento 
nelle  guerre,  a  407. 

Nelle  guerre  fi  pèrdono  infinite  occafìoni,  perche  a  Capitani  no  fon 
Tempre  noti  idiTordini,&  le  difficoltà  de' nimici.  a  410. 

Può  aitai  la  malignità,  &  l'imprudentia  de'  miniflri  prefTo  a'  Prin. 
cipi.  3413. 

E  confideràto  communemente  da  gli  huomini  Teuento  delle  co/c, 
per  lo  quale  hora  con  laude,hora  con infamia,fecondo  che è,o  fé 
lice,  o  auuerfo  s'attribuiTce  Tempre  a  configlio  quel,  che  fpeffo  è 
proceduto  dalla  fortuna.  3414. 

L'ambitione  &  cupidità  è  propria,  &  naturale  di  tutti  i  Princi- 
pi, a  432.  . 

La 


TAVOLA 

■■  __-  •  —         -  '   ~    B35H  ■■  •-Jtf  "■ 

La  pace  è  deiiderabile  &  fanta,  quando  afsicura  da  fbfpetti,  quando 
non  aumenta  il  pericolo,  quando  induce  gli  huomini  a  poterfi  ri- 
pofare,&  allcggieririi  dalle  fpefè:  ma  quando  partorire  gli  effetti 
contrari;  è  fotto  nome  infidiofo  di  pace,  perniciofa  guerra,  è  Cotto 
nome  di  medicina  falutifera  peftifero  ueleno.  a  4$  2« 

Non  è  ufficio  di  fauio  Capitano  lafciarfi  mouere  dalle  uoci  popo- 
lari,  a  44i-  ££, 

E*  molto  difficile,  che  mediante  la  concordia,nclla  quale  è  mefcola- 
ta  la  difcordia,&l'ambitione;  fi  peruenga  al  fine,  che  commune- 
mente  fi  cerca,  a  441 . 

Il  fofpetto  cominciato  fa,  che  tutte  le  cofe  fi  ripigliano  in  mala  par- 

:   te.  a  454.       ... 

Niunauittoriaèpiuutile,  più  preclara,  più  gloriofa,  che  quella  che 
s'acquifta  fènza  danno,  &  fènza  fangue  de  Cuoi  foldati.  a  45  6, 

La  prima  laude  nella  difciplina  militare  confitte  più  nel  non  Ci  oppor 
re  fenza  necefsita  a*  pericoli,  nel  render  con  l'induftria,  con  lapa 
tientia&con  farti, uani  i conati  degli  auuerfari,  che  nel  com- 
batter ferocemente,    a  4$6» 

Alla  moltitudine  fogliono  piacere  più  i  configli  fpeciofi,che  i  ma- 
turi, a  463 . 

Il  far  beneficio  a  chi  Ci  perfuade  hauer  riceuute  ingiurie,  non  è  baftan 
te  a  cancellare  de  gli  animi  mal  di/pofti>c  inciprigniti  la  memoria 
delfoffefè.  a  464. 

E% più  defider abile  quella  grandezza,  che  Ci  confcruauolontariamen- 
te,che  quella  che  fi  mantiene  con  uiolenza.  a  466. 

I  configli  nuoui,c  inufitati  poffono  al  primo  afp etto  parer  forfè  più 
gloriofi,&  più  magnanimi,  alla  med. 

Niuna  cofà  è  più  breue,  niuna  ha  uita  minore,  che  la  memoria  de'  bc 
nefici.  3467. 

Qiielli,che  Ci  uergognano  d'efferfi  ridotti  in  luogo,  c'habbiano  hauu 
to  bifbgno  del  beneficio;  Ci  fdegnano  anchora  d'hauerlo  riceuu- 
to.  alla  medefima. 

Douec  l'infblenzaè  la  cecità:  doue  è  laleggierezza;  non  è  cogni- 
tion  di  uirtù,  non  giudicio  di  difèerner  l'attioni  d'altri,  non  gra- 
uità  di  mifurar  quello,  che  conuenga  a  Ce  fteffo.   a  467, 

Non  è  cofà  alcuna  più  difficile  a  fchifar,  che  il  fato,  neffun  rimedio  e 
contrai  mali  determinati,  a  476. 
E'  trop- 


S<^ — i~ 


DELLE   SENTENTIE. 


^ 


iHjsiiiii^ni 


^^ìì^^W^^W' 


E*  troppo  nociuo  il  prendere  una  uolta  tanto  cibo  che  lo  ftomaco 

non  (ia  potente  à  comportarlo,  a  48  3 . 
Dietro  al  fofpetto  vien  l'odio,dietro  all'odio  TofFe/c ,  con  TofFefe  la 

congiiintionc,  &  intrinfichezza  co'  nimici  di  chi  s'offende,  a  483 . 


IL  FINE  DELLA  TAVOLA  DELLE 

SENTENTI!. 


7 


€ 


UÈ  fcgfSfe    ^*"  fe  /fc/o  (n    £\  (c\  /r'( 


TAVOLA     DI    TVTTI    GLI 

A    V    T    T    O     R    I, 

CO' OVALI    THOMASO  PORCACCHI    HA 

CONFRONTATO     L'HISTORlA    DEL 

GVICCIARDINO,     E     I   <^V  A   L   I 

'  da  lui  fono  flati  citati. 


I 


'Sì. 


& 


>> 


Agnina  Fiorentino 
Monaco  Camaldole 
.,  fessila,  hi  Boy  io,  del 
lafua  BjlUgione. 
Agostino  Giuflinia 
ni  Ve  fono  di  2{e~ 
bio  negli  A$$à}  delle  co  fé  di  Genova. 
Aithofie  Armeno,  nel  libro  delle  cofi  de' 

Tartari. 
Alcmamo  Tino  neWhiftorie  di  Crema. 
AleJJandro  degli  Ale/findri  Dottor  7ia- 
politano  in  quei  [ito  libro,  ch'ei  chiama 
Di  Geniali. 
Meflxndro  Benedetti  Verone fc  >nell 'Opera, 
ch'egli  intitolo  Fatto  d'arme  del  Taro. 
Alfonfo  di  Cartagena  Vefcouo  Burgenfe 
in  quelT opera,che  tratto  de'  }{e  di  Spa- 
gna, degl'Impp.  Etmani,  de' Sommi  Po 
tefici,&de'  B\e  di  Francia. 
Alfonfo  Vlloa  nella  Vitandi  Don  Ferrante 

Gonzaga. 
Amerigo  Vcfyucci neUiquattro  T^auiga- 

tioni  da  lui  fatte,  e  fritte. 
Annali  Mafjìmi. 

Andrea  Alciato  negli  Emblemi.  . . 

Andrea  Cambini  Fiorentino  nell'origine 

de' Turchi. 
'Andrea  Mocenigo  neWhifiona  della  guer 

ra  di  Cambrai. 
Annonio  Monaco  neWhiftoria  di  Francia. 
Anfeimo  Gràdinico  Theo logo  della  Con-\ 


gregatione  de'Serui,  &  diottri  Iacopo 

della  Giudecca  di  Vinetia  in  un  fuo 

Diario,  che  comincia  dal  i^li.Ù'  uà 

fino  al  i  ?  15?,  accommodat orni  dall' E,c- 

cellcntijfmo~^lheologo  di  detto  luogo 

Macftro  R^affael  Maffci. 
S.  AntoninòÀArciuefcouv  di  Viorenia  . 
Antonio  Corna%$ano  ne'  'ire  libri  dell' ar- 

te  delltèguerra, fritti  in  iterf  uolgari. 
Antonio  di  TSìjbrifft  nelle  due  Deche  de' 

fatti  de'  Ej  FerdinandQeijabell-a. 
Antonio  V  al  crmit  aranci  libro  de'  detti, 

&  fatti  del  I{e  ifljonf, 
Antonio  Bocciardi  neWhiftoria  e*  Afola. 
Appiano  Aleffandrino  nelle  guerre  ciuìli 

&  efterne  . 
Ariftotcle  neli'Ethica. 
Arrigo  Glareano  in  quel,  che  feriffe  de 

gli  Sui%?eri. 
Arrigo  M  utio, ù4  altri  hi  forici  Tedefchi. 
Afcanio  Ceniorio  de  gli  H  ortensi)  ne'  Com 

mentxri  delle  co  fé  di  Tranfluania. 
Aido  Gelilo  nelle  jS^ptti  Athenie/ì. 
Aurelio  Cicuta  ?xl  libro  della  Difapli- 

na  militare. 
Aùfonio  negli  Epigrammi. 


BArtolomeo  Alartinengo  Conte  di  Vii 
lachiara mima  lettera  a  M .  Ho- 
no  fri  0  Bontiuntio  Veroncfc. 
Bartolomeo  Senareca  che  firìjfe  delie  co  fé 

di  ■ 


DE  GLI  AVTTORT. 


di  Geno  uà, 
Rani fui  Cannelita  nella  guerra  di  Can 

bruirci)' egli  elegantemente  deferiffe  in 

ucrfi  Litim, 
B.Plaùna  nelle  une  de  V ufi. 
Benedetto  Gioido  nel  libro,  che  fece  del 

fitoy&  de'  aBumi  de  gli  SwxggrL 
Bernardin')  Corio  nclCìnfroria  diMilano, 
BcrnardinoScard.eonenelChifdiPalo:ia. 
Bernardo  Vaiceli  ai  geni  il' huomo  fiorenti 

no  nell'hiBoria  de'  fatti  di  Carlo  8. 

B^e  di  Francia. 
Bernardo  Sacco  neWhifioria  di -V aula  , 

intitolata  della  uarietà3  &  clegantia 

delle  cefe  d  Italia, 
Biagio  Buonaccorf  Fiorentino  nel  Diario 

delle  cofcfucccffe  a'  fuoi  tempi. 
Ti,  Biondo  da  Forlì  nell'hiBorie, 
. ...  .  Bonftnio  nelle  fue  Deche:  il  nome  di 

queBo  auttor  non  mi  ricordo  per  ejjer 

alquanti  anniyche  non  l'ho  riletto. 


**J 


ì#r 


CEcco  Simonetta  nell'hrBoria  de*  fat 
ti  di  Fràccfco  S for%a ^chiamata 
la  S forti  ade. 
Celio  Calcagnino  che  deferiffe  la  uittoria 
.  del  Duca  Alfonjo  da  Efìe  contra  i  Vi 
niuatù  in  Va, 
Ce  far  e  infoimi  in  una  lettera  feruta  a 

Marcantonio  Micheli, 
ChriBoforo  Landino  nel  Commento  fopra 

Dante. 
Chn Ho foro  Vortio  fopra  l'InBitutioni. 
Commentari diuerfi  di  Scrittori  Greci, 
daudiano  Poeta» 
Clementine, 

Cipriano Maneti  da  Oruicto  nelle  fue  hift, 
Coriolano  Cepione  nel  libro  de  fatti   di 

Pietro  Mocenigo. 
Cornelio  Tacito  nell'hiBorie  Bimane. 


**C    D      &r 


D 


Ecretal  di  Bonifacio  ottauo, 
Demoftene  nelle  Orationi  Olinthiace 
Diogene, 


4OC     E     $&■ 


E 


Liano  nella  Varia  lùBoria, 
Ennio  Poeta, 
Euripide. 


<&$      F 


?-& 


FAuBo  Madalena  in  un  (iiBico>  che 
fecefopra  il  motto  del. Duca  Va- 
lentino. 

Filippo  Comineo tdetto  altramente  Mons. 
di  Argentone  nell'hiBoria  de  fatti  di 
Lodouico  XI.  B^e  di  Francia. 

Florio  Flateo  o  BuBrone  nelle  Croniche 
di  Cipro. 

L.  Floro  nell'Epitome  di  Liuio. 

Francefco  Guicciardini  in  molti  luoghi 
di  queBa  fu  a  mede f ma  hi  fi  oda  d'I- 
talia, 

Francefco.  !>{egro}che.fcrijJc  de  gli  Suin^ 
%eri. 

Francefco  Petrarca  nel  libro  de'  Bjmedi 
dell'una  &  dell'altra  fortuna. 


*OS 


G 


$& 


G 


Alea\?o  Capclla   ne'  Commentari 
per  la  reBituiione  di  Francejco 
Sfor%a, 
Gajparo  Bugato  nell'hiBorie, 
,  Gafpa.ro  Contarmi  nel  libro  della  Bjpu- 

bllca  Vinitiana . 
Giouanni  Antonio  Campano  Vefcouo  di 
Crotone  nella  Vita  da  Braccio  F  or  te- 
bracci  duetto  da  Montone, 
Gio.  Antonio  Panteo  nel  trattato  delle 

lodi  di  Verona. 
Gio.BattiBa  Gir  aldi  ne'  Commentari  del 
le  co  fé  di  Ferrarai& 'de 'Principi  d'Efte 
Gio.BattiBa  Pigna  neWhiBona  de'Prin 

cipi  d'EBe, 
Gio.  BattiBa  Poggio  Fiorentino  nella  Vi 

tadi  TyVo/o  Piccino. 
Giouanni  Boccaccio  nel  libi  ode  fumi, 
Giouanr.i  C. nella  Cronica, 
Giouanni  dalla  Colonna, 
Giouanni  Cujfii  alano . 

b  Giorgio 


T     A      V     O     L     A 


Giorgio  Giulio  ,o  Lilio  nella  Cronica,  de 

f(e  d'Inghilterra. 
G:\Gior7' o  Trifjìm  in  una  lettera  a  Lea 

dro  Alberti,  oue  defermc  U  CuoitoJo 

di  Cuftoggia, 
jio.lacopo  Gilmo  ne  Commentari  delle 

cofe  de"  (hot  trrn^i. 
Oh    ■<•:■  i  Ijoni  africano  nella  deferìt- 

tjon  del  raffina. 


imam»  Monaco^ 


Giouanni  'l\aacle.  o  T^bingtfe  nella  fua 
CromcXyche  comincia  dal  principio  del 
monto  fino  all'anno  di  Chrifto,  ifoo. 

Giouanni  Tierio    Valerìano  ne  Hiero- 

Giouanni     Tentano    nclVhiftorìe  della 

guerra  di  l^apjli  ne' libri  della  Vru- 

dentia. 
Qtouanm  Simonetta  nel  raccolto  delle 

cofe  fuccejje  a'  tempi  fuoi. 
Giouanni  Stumpfio  ne    Commentari  de 

gliSui%^eri. 
Giouanni  Tiglio  nella  Cronica  de'  E^e  di 
-    arancia, 
Giouanì  di  Thnro  zanella  Cronica  d'Vn 

gheria. 
Giouanni  Villani  neWhiftorie t  o  Croni- 
che delle  cofe  di  Fiorenza. 
Giorgio  Lu/trone  nelle  Croniche  di  Cipro 
Girolamo  Fracaftoro  ne1  tre  libri  fcritti 

in  uerji  hcroici  del  Mal  Francefe. 
Girolamo  7>{egro  Vinitiano  in  una  lettera 

a  M.  Marcantonio  Micheli. 
Girolamo  t{pjjì  neWhiftorie  di  ì{auenna.. 
Girolamo  \\ufcclli  nel  fopplimcnto  aWhi 

ftorie  del  Giouio. 
Girolamo  Sauonarola  nelle  fue  Vrcdi- 

che  fopra  E%echicl  Trofeta,  &  [opra 

lAmox. 

C*  Giulio   Cefare  ne*  Commentari  delle 

cofe  da  lui  fatte. 
Giulio  B^auillio  Rjjfo  ne  fucceff  d 'In- 

gì)ilterra» 
Ginfeppe  Hebrco  neWhìft.  delle  guerre 

de  Giudei^  nell'antichità  Giudaiche. 
Giufeppe  Horologi  nella  nita  di  Camillo 


S^^?V  c=££^ 


Orfino  . 
Gìuftìno  neWhiftorie  di  Trogo   Vcmpcr, 


HF.Hj*  Capriola  neWhiftorie  di  Ere- 

Hcro  loto  yllicarn  affeo  n. di*  hi  ftorie 
delle  guerre  de' Grecia  de' Ter  fi» 

He f  odo . 

Rettore  Voìocatharo  f  riffe  il  ì{Jtratto 
delTlfola  di  Cipro yVhiftorìa  de  Rj La 
tini  in  quel  Kegno3  &  la  ima  del  Bj 
Iacopo  Luf.gnano. 

Home,  o. 

Horatio  Toeta. 


4^      I      fi®r 


I^co-jo  bonfadio.  che  principio  l'hijto- 
rie  di  Genoua. 
Iacopo  Filippo  nel  Sopplimento  delle 
Croniche. 
Iacopo  Fontana  nella  guerra  &  prefa  di 

Bjoodifattada  Solimano. 
Iacopo  Sannazaro  nelle  fue  poefie  la- 
tin?. 


*9tj      L     §&* 


LÉandro,  liberti  netta    deferittien 
di!  Ita  Ha  t&  nelle -hi fio  rie  di  Bo  - 
logna. 
Leandri  Mutio  nel  libro  de*  coftumi  de 

gli  S iutieri. 
Leone   Vefcouo  Oftienfc    nella  Cronica 

Caf  ?iate. 
Libro  de  fatti  illuftri  dì  Sclim  Trinci pc 

de1  Turchi. 
Lionardo  jìrretìno  neWhiftorie  dì  Fìoren 

%aneWhiftoria  delle  guerre  in  Italia 

contra  i  Gothi. 
T.  Liuio  nelle  Deche  deWhiftoria.  J^p-' 

mana. 
Lodouico  Arìofto  nel  fuo  Toema  dell'Or 

landò  Furio  fò. 
Lodouico  Barthemato  Vartomate  ncll*I~ 

tinerario. 
Lodouico    Celio  da  Bj>uigo  nelle  Let- 
ti orti 


DE  GLI  AVTTORT. 


^IIlAMSMrdAMM^A^ 


tioni  antiche. 

Lodouico  Dolce  nelU  Vita  delVlmpera- 
tut  Ferdinando. 

Lodovico  Domenicìn  nella  Varia  hi- 
fi or 'ia. 

■Luci  Contile  nella  Vita  di  Cefarc  Mag 
gì  da  "Napoli. 

Luigi  d'*4uii a  CÓmedator  maggior  d* Al 
cantara  nel  Commentario  della  guer- 
ra di  Lamagna. 

Luigi  Correa  nella  guerra  di  TS[auarra 
ferina  in  lingua  Sbavw.ola. 

M.  .Antonio  Sabellict  nell'hiftorie 
Vimtiane}&  nelle  Enneadi. 
Marco  Gua%x?  nelVhiftorie. 
Mario  Eqiucola  d '  Jilueto  nelle  Croni- 
che dì  Mantoua. 
Mario  Tiìelfo. 
Al  art  in  ledono. 

Matteo  Stamler  patritio  Auguftano  nel 
l'opera  intitolata  I  dieci  Circoli  del- 
l'Imperi». 
Michel  Riccio  nell'opera  de'  J{e  Chrifr. 
Monf.Macone  nell'Or  atti  fatta  in  mjrte 
del  ì{e  Trance fcc  primo  di  Trancia. 


«tHJ 


HAT" 


NAuigationi  di  dine  fi  'Ruttori,  po- 
lle injie?n(y&  ridotte  da  liner  fé 
li  ri gu  e  nella  no jtYa  da  Gio.  Bat 
afta  Y\})amufo. 
2\jcùlo  Val 'ori Fiorentino ,  che  fcrifie  la 
uita  di  Lorenzo  de' Medici, 


«*$      0     1-^ 


Ol.ao  Ma^no  A 'reme -, 'co no  d'Vp/aia 
nelVhiftoria  delle cofe  Setten- 
trionali. 
Onofrio  Vannino  nf  II' aggiunta  alle  Vite 
de  Papi  del  Platina,  nel  lib.de  Co- 
tnitus  Imperatcrìjs.  nell'antichità  di 
Verona,  nel  libro  de' Cardinali,  nel 
libro- de' Principi  Rjmiani,  e  Italiani. 
ne'  libri  della  uaria  creaticne  del  Vo- 


te fice    Ibernano  ,    nella    Cronica  de' 

Vapi. 
0. -lidio. 


■■^v\i 


'P 


l&> 


PAndolfo   Collennczio    nel  Comp*;;- 
dio  dell' hi  fior  te  del  ì\egno  di  7\a 
poli. 
Paolo  Diacono   nelVhiftorie  de'  Longo- 
bardi. 
Paolo  Emilio  da  Verona  nel  l'i  ri  fori  a  de' 

ì\c  di  Francia. 
Vaolo  Fiorentino  Dottore  &   Thc^logo, 
che  fcrijfc  Vhift ori  a  dica  fa  Gonzaga  . 
Vado  Giouio  nelVhiftorie  unmerfali^pri 
ma  &  feconda  parte, 
nelle  Vite  de  gli  hnomini  illuftri. 
ne  gli  Elogi  de  gli  hnomini  illufrit 

cofi  di  lettcr eccome  di  guerra. 
nelle  Vite  de'Vrincipi  Otomani, 
nell'imprefe  militari  &  amorofe, 
nella  Defcr'mioa  del  Larh. 
nel  Confi  gito  per  far  l'imprefa  cantra 

i  Turchi. 
ntlf  jtrgomcto  dell  hered.it a  pententi 
ta  nella  famiglia  d'Orliens. 
Vaoh  Ihtèranìid  nel  riftretto  dell'h: fe- 
rie xii  Genóua. 
Pietro  E'-mbo  nelVhiftorie  Vinitiane. 


.  Orjtticttj atta  per  Papa  Leone  al 
D èg  c}  ó"  Co  ìfegio  di  Vm et ia. 

Viario  Binari 'nell'i hi  fona  d'Europa  dal 
Vanno  I  $6^.  fino  al  1570.  &  ncl- 
Voftra  De  ùccio  Cyprio ,  &  Van- 
nonico. 

Vietro  Delfino  Vini  ti  ano  General  della 
Rj>ììì'/:oit  de' 'Carnaiuoli  ne'  fioi  libri 
d'ypifud e  lettine. 

Vici,  o  Ciuf  ini  a;  io  :ielV  ift  .Vinui  ane . 

'Pietro  Mefianelia  Vita  di Maffimi Via- 
no L.  Imperat. 

Pietro  Spinò  nella  Vita  di  Bartolomeo 
Coglione. 

Vietro  SiibL-.Mu  nel  libro  de'  fatti  d1 'A 7 
fonfo  XI.  ;\r  ..i  ('affiglia.* 

P'V.d.i  o. 

k      3  'Pio 


TE 


TAVOLA  DE  GLI  AVTTORT. 


B^(^^^Éd<SSEK^nTZ 


f»«» 


EzL 


ì!ìmDàL>  )<  »■  wnwnzm. 


i 


'iVo  Secondo  T>apa. 

'pi. itone. 

"Plinio  Secondo  neWhiftoria  naturale. 

'Plutarco  nelle  Vite  de  gli  huomìnì  t  & 

Capitani  illuflri^  Greci  &  Romani, 

&  negli  Opufcolì. 
'Polidoro  Virgilio  ncW hi  fi.  dì  Inghilterra 
Pompeo  Ve/lini  neW  hi  floric  di  Perugia. 
ìJo,/ipo)iio  Mela  del  Sito  del  mondo. 
Pro  copio  neWìjiBoria  delle  co  fé  de  Gothi 


a 


Vinto  Curti)  de  fatti  dì Aleff an- 
drò Magno  . 

<*©£     K.    S«r 


i.  4 


R    Affaci  Maffei   Vo Iterano  nefuoì 
Commentari  Vrbani. 
Regi  fin  de' Papi  faluatì  nella  li- 
braria Vaticana. 
Ricciardo  Malajpina  Fiorentino  neWhi- 
fioria  delle  co  fé  della  Città  di  Fiorerà. 
Roderico  Arciuefcouo  di   Toledo  nella 
faa  Cronica  delle  co  fé  fatte  in  Spagna 
t    fritta  in  nouc  libri. 
F^uberto  Guaguino  neWhift.  di  Francia. 


-OS      S     &Cr 


Q^Ecretario  Fiorentino  ne 'difcor/l  t  & 
'  i3      altroue. 

Secretorio  di  Gifmondo  Malatefta  in 
unafua  lettera  delle  guerre  fatte  dal 
Turco  contrai  Vìnitiani: 
Seneca  nelle. Tragedie. 
Silio  Italico. 

Stefano  Lufìgnano  nella  Corografìa  di 
.    Cipro. 
.  5 'trabone  nella  Geografa. 

"*  Y^Heodonco  da  TS(iem. 

Theodoro  Spandugino  nelle  co  fé  de* 
Turchi. 
Thomafo  Auths  che  fcriffe  de'gouerni 
del?  Alemanna. 


Thomafo  Favellio  nelle  due  Deche  del- 
l'hi  ft  ùria  di  Sicilia. 

Thomafo  Guicardo  Rhodiotto  in  una  Ora 
tione  recitata  a  "Papa  Clemente  fetti- 
mo  intorno  allaprefa  di  Rjjodi. 

Thomafo  Vorcacchi  neWhiftoria  deWori 
gine  della  famiglia  Mala-pina, 
nella  uita  de  fatti  del  S.  A  fon  e  ta- 
glioni, nel  primo  uolume  delle  gue.  re 
antiche,  nel  libro  della  nobiltà  della 
Città  di  Como,  nel  libro  de' Funerali 
di  diuerfi  popoli  antichi,  nel  libro  del 
l'ifolepiufamofe  del  Mondo,  nel  Uh. 
de  Paralleli  d'hiftorie. 

Thucidide  neWhiftoria  delle  guerre  della 
Morca. 

Tolomeo  nella  Geografia. 

Tolomeo  da  Lucca. 

Torello  Santina  ne W hi ftorie %&  neW Ori- 
gine della  Città  di  Verona. 

M.Tullio  negli  Vffici,  e  in  molti  altri 
luoghi  delle  fue  opere. 


4*§      V     §*r 


Valerio  Marti  ale  Voeta  ne  furi  Epi 
grammi. 
Valerio  Maffimo  nel  libro  de' detti 
&  fatti  de'  Bimani  &  degli  Efternì . 
Vberto  Foglietta  ne  II' hi  fori  e  di  Genoua. 
Vecellio  Vecelli  nella  Defcrittion  del  pae 

fedi  C adoro. 
Verrio  Fiacco.- 
Vefcouo  Gerondcfc  nel  Taralipomeno  di 

Spagna  diuifo  in  dieci  libri. 
Vincenzio  Lupano  in  quel  che  fcriffe  della 
Corte  dì  Fracia,&  delgouerno  d'effa. 
Virgilio. 

«©$      X     £«r 

ii  i  „,  _ 

XEnofonte  ne  gli  otto  libri  di  Ciro 
minore. 

«OC    z    §& 


r  M  Accana  Giglio  Vicentino  nella  bre 
£_j.     uè  defcrittion  del  Mondo .. 


IL       F  I  21  E. 


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dir  ""ìiì 


fffe^y  ì> vyfr > >  » yi ^>  > ? >  *?** > ajjhl, 


SB 


ALLILLVSTRISSIMO, 


MO 


ET  ECCELL-  SIGNORE, 
IL  SIGNOR    COSIMO  MEDICI, 

DVCA   DI   FIRENZE,  ET   DI    SIENA* 

Signor -e 'ì&Tadrone  nofiro  Offeritane! ijfimo. 


O  i  habbiamo  finalmente, Illufrrisfimo,&Eccellen 
tisfimo  Principe,iifoluto  di  mandare  in  luce  la  Hilìo 
ria  delle  cofe  accadute  in  Italia  dalla  pafiata  di  Carle* 
OttauoRe  di  Francia  ,  infino  all'anno  M.  d.  xxvi. 
fcritta  da  M.  FRANCESCO  Guicciardini  noftro 
Zio:  parendoci  noftro  debito  fodisfareal  commune 
defiderioj&  alla  gloria  di  cofi  graue;&  giudiciofo  fcrittore,non  poteri 
do  ella  più  lungamente  tollerare  che  tale  opera  flefTe  fcpolta ,  perla- 
quale fi  può  facilmente  fperare  che'l  nome  Tuo  habbia  ad  efiere  perpe 
usamente  celebrato:&  ancor  che  al  prefente  non  fianoftra  intentione 
lodare  ò  1' Autore,ò  I'Hiftoria  fcritta  da  Itti ,  perche  l'uno ,  &  l'altro  di 
quelli  fi  faranno  per  fé  ftesfi  conofeere  chiaramente:  nonlafcieremo 
però  di  dire,  che  quelle  leggi,  che  fi  deuono  nell'Hiftoria  principal- 
mente offeruare,confiderata  l'opera ,  &  la  uita  dell'Autore ,  eiTerfi  da 
quello  inuiolabilmente  ofleruate,  approuando  ciafeunodi  quei ,  che 
lo  conobbero ,  lui  efiere  fiato  non  folo  prudente,  ma  fincero ,  &  buo- 
no, dalle  quali  uirtù  è  lontano  ogni  fofpetto  di  gratia,ò  d'amore ,  d'o- 
dio ,  ò  di  premio ,  ò  di  qualunque  altro  fi  uoglia  humano  affetto ,  che 
poffahatier  forza  di  torcere  dal  uero  l'animo  de  gli  fcrittori  :  onde  fi 
può  fermamente  credere  le  cofe  fcrittedalui  eiTeruere,  &cofife- 
gtiite  come  elle  fi  contano  :  perche  rari  fono  flati  quegli  in  quelli  tem 
pi ,  a'quali  fi  fia  porta  maggiore  comodità  di  fapere  il  uero  delle  cofe 
che  a  lui,  il  quale  eiTendo  nella  fua  Città  nato  nobile ,  &  dedicatoli 
da'primianni  fuoi  a  gli  fludi;  delle  lettere,  &conofciuto  da  molti  in 

fin  dal 


'ja^^Ja^Jk^/S^T^T^TàZ 


■«wwmBi 


fl~~~ .  -~7-3l±. JLà  ,  ~~-j 

ifindal  principio  della  fuagiouanezza  attisfimo a  trattar  cofegrandi, 
;  &  honorate,fu  adoperato  da'fuoi  cittadini  molto  per  tempo  in  faccen 
!  de  di  gran  momento,  doue  crefcendoinluiinfieme  cori  l'età  il  giudi- 
|  cio,&  il  faperc,fu  da  potentisfimi  Principi  con  /omnia  autorità  propo  ' 
■  ito  a  grandisfìmi  eflerciti,  agouernidiTcrre ,  cV  amminiflrationi  di 
proli  in  eie,  &  infommaquafipertuttalauitafuain  cofe  grandissime  , 
j  &  grauisfime  effercitato  :  laonde,  &  per  hauerne  egli  trattate  aliai, & 
|  ciTer  interuennto  doue  le  più  fi  trattauano ,  gli  è  fiato  facile  uenire  alla 
1  cognitione  di  molte  cofe,  che  à  infiniti  altri  fono  fiate  nafeofe  ;  oltre  a 
1  che  egli  fu  diligentisfimo  inueftigatore  delle  memorie  publiche  non 
I  folo  di  quella  Città,  doue  Cene  tiene  diligente  cura,ma  ancora  di  mol- 
ti altri  luoghijdonde  per  la  fua  autorità,  &  riputatione  ponete  ottene- 
j  re  quanto  uolle.  EfTendo  adunque  (rata  tale  &  ia  uolontà,  &  la  como- 
dità di  M.  FRANCESCO ,  posfiamo  credere  che  quella  opera  hab- 
;  bia  h'auuto  tutto  quello  fé  gli  afpettaua>  masfimamente  che  egli  mol 
,  to  tempo  innanzi  intento  a  quello  fine,  a'quello  con  tutto  1  animo  fi 
;  preparaua.Hora  che  le  cofe  fcritte  da  lui  fieno  da  eflere  filmate  mol- 
i  to,non  fa  meftiero  che  noi  altrimenti  dimoftriamo,perche  chi  èque!-  ! 
j  lo ,  che  non  fappia  dall'anno  M.  ccccxci  in.  infin'al  fine  della  ina  | 
Ridonacene  fono  circa  quarant'anni, eflere  in  Italia  nati  i  più  uarij  ac-  | 
eidetici  e  maggiorale  più  horribili.cx  più  atroci  guerre,  che  da  lunghi! 
fimo  tempo  in  qual  fi  uoglia  parte  del  Mondo  fieno  fratePle  quali  non 
(blamente  in  effa  fi  raccontano  ,  ma  le  cagioni,!  configli  la  prudenza  ,  i 
la  temerità,  lauirtù,  iuitii,  &  fortune  de  gli  huomini  principali,  che 
lunteruennero,  talmente  che  noi  pofsiamo  di  quefta  opera  ueramen 
te  affermare  quello,  che  dire  fi  fuole:   La  hiftoria  efler  tefiimonio  de* 
tempi  paflati,lucedeIuero,  uita  della  memoria  ,  &  finalmente  mae- 
itra  delle  humane  attioni.  Grande  è  adunque  il  frutto  che  di  tal  for- 
te di  fcritturc  fi  trae,  fé  con  bello,  &  diftinto  ordine,  con  graui,&  giù 
diciofe  fentenze  fi  deferiuono;  &  fé  bene  alla  intera  perfettione  fi  con 
ueniffe  un  leggiadro,  &  ornato  parlare,  ilqual  forfè  in  qualche  parte 
da  alcuno  farà  defiderato  nella  prefenteHiftoria,  diciamo  ciò  effere 
auuenuto  perche  M.Francesco  molto  prima  che  alla  fua  età 
non  pareua  fi  conueniife,  terminò  la  prefenteuita,  lafciando  quella 
opera  imperfetta,&  quattro  altri  ultimi  libri  d'efìa  più  preflo  abboz- 
zati, che  finiti,  i  quali  per  tale  cagione  non  fi  mandano  fuori  al  prefen 
te,  ondenonpoflettea  quefta  fua  figura  dare  quegli  ultimi  lineamen- 
ti, 


s 


ti,  che  a  perfetta  opera  Ci  conueniua,  benchceV  ancora  a  molti  huomi 
ni  di  buono  giù  di  ciò  foglio  no  parere  belle  molte  figure  non  cori  ri-  \l 


poti  ai  manaana  m  luce,  non  ci  e  conuenuto  itare  fofp- 
douefsimo  indirizzarla  ;&  dedicarla:  perche  efìendo  l'Autore  dato 
fempre  fcruitore  dell'Ululi.  Cafa  de'Mcdici,  &  particolarmente  di 
V.  E.  Illuilrifs.  &  contenendo  quella  Hiftoria  molti  egregii  fatti  de 
gli  anteceffori  di  quella,&  in  particolare  del  ualorofìfsimo  Padre  fuo: 
&  eiTcndogli  noi  tutti  humilifsimi,  &  diuotifsimi  feruitori,  non  pote- 
u amo  ragioneuolmente  pur  penfare  di  mandarla  fuori  fé  non  fotto  il 
felicifsimo  nome  di  quella,  fperando  gli  debba  eiTeregratifsima,  ha- 
uendola  col  fuo  fapientifsimo  giudicio  più  uolte  commendata.  Si  de- 
gnerà adunque  V.  E.  Illuftrifs.  riceuerla,&  accettarla  come  cofa  fua, 
non  folo  da  noi  tutti,  &  da  me  in  loro  nome,  ma  da  M.Francesco 
fteiìo  per  mano  nolìra,  afpettando  poco  apprefTo  gli  ultimi  quattro 
libri:  &  con  quefto  facendo  fine  aV.  E.  Illuftr.  baciamo  humilmen- 
tela  mano,  pregando  Iddio  che  la  conferui,  &  feliciti.    Di  Firenze 
il  giorno.  3.  di  Settembre.     M,     D.     L  X  I. 

Di  V.  Eccellenza  Illuftrifsima 

Humiiifsimo,  &  deditifs.  Seruitore 

Agnolo  Guicciardini. 


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ERRORI  OCCORSI  NELLE  ANNOTATIONI 

fopra  l'Hiftcria  del  Guicciardino  . 

A  carte  li. leggi  Duca  di  Candia  .  a  car.20.  fac.2.  Vefcouo  di  Nebio.  nel- 
la medefimaannotatione,  galee,  a  car.21.fac.  2.  fi  perfuadeua  .  a  23.  fac.  2. 
doue  dice  nella  prima  poftiila,  Giouanni,  aggiugni  quefte  parole,  &  fecondo 
il  Giouio,  Pietro  .  alla  medelìma ,  nefcit.  a  16.  fac.  2.  di  Braccio  .328.  uerfo 
ult.  commetreuai  gouerni. a  33.  fcriflTe lettere,  a  34  fac.2.  bella  moftra.  a  35. 
Geme.  336.  fac.2.  ilquale  foggiugne.  a  45'» fac.2.  Geme,  a  40. fac.  2  farli  te 
mer.a 50. fac.2.  Thotcanella.  a  72. di  quei,  a  105.  fac.  2.  mandato,  è  repli- 
cato una  uoltadipiu  :  però  uà  cancellato,  a  117.  Deos.  a  13 6. fac. 2.  Regno 
altrui. a  130. fac.2.  fu  i'hoftiafacra.a  142.  fac.2.  Cocchi  Albergotti .  a  1*3. 
già  che  per.  a  173. l'anno  ifoi.a  ipi.  Vberto  Foglietta  n'ha,  a  202.  fac.  2. 
Pietro  Giuftiniano.  a  208.  Coftantini.  alla  medefima  .  Bottiftagno.  alla  me- 
defima.  fac.2.  Lode,  &  precedentia.  a  23  8. muro  promurali,  a  230.  della  Sca 
la:  otto  libri,  a  257.  fac.  2.  cacciamogli  d'addoilb  .  a  260. uoce  falfa..  a  261. 
fac.2. altri  atti,  a  3 40.  nellib.6  hadettoj  che.  a  361.  fac.  2.  foli  foder morti. 
a  363.  fac.2.  fon  parole  ne!,  a  3  77.  fac.2.  fu  propofto  il  Duello  de  gli  Horatii. 
a  378.  fac.2.  piamente  fi  crede.  3383.  fac.2.  medicarlo  3  è  fcritto  quiui  pie- 
namente, a  3  88. fac.  2.  prouifiojii  a  ciò  attinenti .  a  402 .fac.  *.  Gouernator 
di  Como  •  . 


TAVOLA    DI    TVTTE    LE    COSE 

PIV    NOTABILI    CONTENVTE 

NELLA       PRESENTE       O  P  B  R  A  ; 

Clic  pervia  di  Alfabeto  fi  poiTono  ageuolmcnte  trouarelc  materie  più 

importanti  della  preferite  Hiftoria. 


Bbattimento  de' 
Guafconi.  car.131 
Abbattimento  di  tre 
dici  Fracetì,&altret 
tati  italiani,  in  capo 
chiufo  p  honor  del- 
3  ie  Joronationi.  1  $z 
A  bboccaméto  del  Re  d'A  ragona,  &  del 

Redi  Francia  in  Sauona.  199 

Abboccamento  del  Papa,el  Re  di  Fran 

eia  in  Bologna.  3  ^ 5* 

Abruzzi  (ottol'ubidiézadi  Spagna.  1^9 
Achiltede5  Gradi  al  Redi  Francia  207 
Accordi  nuouitra'  Fiorentini,  el  Redi 

Francia.  64 

Accordi  tia'l  Valentino  ,  e'1  Bentiuo- 

glio.  13? 

Accordi  tra'BoIogneiì:,e'I  VaIétino.i4S 
Accordi  trai  papali  Redi  Fràcia.365 
Accordi  tta'i  Papa,&  Francesco  Maria, 

&  Tue  conditioni.  386 

A  ccordo  tra'Colonneiì,  &  Oriìni,&  Tue 

conditioni.  104 

Accordo  ignominiofode'Vinitiani,  co' 

djfenforidi  lircfcia.  364 

Accordo  tra' Fiorentini ,  &  Renzo  da 

Ceri.  428 

Accordo  tra  Cefare,c'l  Re  di  Francia  e  i 

Capitoli  d'etto.  485 

Adorni,  &  Fregoli,  capi  di  parte  in  Gè 

noua.  191 

Adorni  fuggono  di  Genoua.  333 

Adorni  cicrtano  il  Duca  di  Milano3a  re 

ititu  irgli  alla  patria.  335: 

Adorni,&  EÌeichi,piglianoIaSpe^ie.335? 
Adorni,  &  Fiefchi  ailaitano  Genoua,  &  I 


lono  ributtati.  3^0 

Adriano  Cardinal  di  Tortola  Fiamin- 

go,fatto  i»apa.  42o 

Adriano  VI. entra  in  Roma.  4Z9 

A fFettione  de' villani  Vicentini,  uerlo 

Vinitiani.  248 

Agenti  di  Lodouico  Sferza licentiati  di 

Francia.  81 

Agoftin  Barbarigo  Doge  di  Vinetia,pe.r 

iuade  ad  accettar  Pila.  77 

Ago  fi  in    Barbarigo  Doge  di  Vinetia 

muore.  1 39 

A  amano  Sa fu iati.  226 

Alarcone  uerfo  il  Friuli.  34^ 

Alarcone3Pagol  Vittori,  Gfrolamo  Mo- 

ronc, Galeazzo  Vifcótc,  e'i  Generale 

di  Normàdia,trattanola'triegua.439 

'         ■     _     1  .  *>.  „  r : o  . 


Alberigo  da  Sanfeuerino. 


84 


*^ 


~--r=rr^"^f 


Alberto  'fio,  Ambaiciatore  del  Re  di 

Francia  al  papa.  *4  7 

Alberto  pio,e'l  paiifìa  a  Carpi.  2^7 
Alberto  Pio  /cacciar,  o.^i  Carpi  dal  Duca 

direrrara.  274 

Alberto  da  Carpi  nimico  del  Duca  di 

Ferrara.  349-3  5  4 

Alberto  Petra.  358.368 

Alexandria  prefa3&  Taccheggiata  da  Fra 

celi.  U? 

Aleilandria,&  Alti  pfo  da' Cefarei.  422 
Aleflandro  Bichi  mono.  4^4 

Aleflandro  Triulcio  difende  la  Mirati 

dolacontra  papa  Giulio.  ^65 

Aleflandro  Tnulcio  morto  ibtto  R  eg- 

gio.  385 

Aleflandro  Fregofo  fa  trattato  centra 

il  Duca  di  Ferrara.  394 

A         Allia 


JS  ^^£J^^Ì-ggO  : 


t    y.-r  -*rr.-m'tìm-Mm>mtém 


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^  ))i(  »±t)ZUMMJ 


L     A. 


-ili).;  Jiumc.uog^i  uccio  Ci.mnau.  i;i 
Alfonio  d'Aragona   fucciedc  al  padre 

nel  goucrno  del  Regno  di  Napoli. i  y 
Àlfonio  lafcia  il  Regno  al  figliuolo/ '<  li 

fugge  in  Sicilia.  \6 

.  AKonlò  Daualo  Marchefcdi  Prfcara.4? 
Alfonlb  de!  Mutolo.  226 

Alfonlb  Cardinal  di  Siena  nimico  di  Pa 

pa  Leone,cerca  d  attoflicarlo.       3  83 
Alfonlb  da  Ertele  1  Conte  di  Gaiar/zo^ 

Annibal  Bcntiuog  io.  ?? 

A'UonfoJ&  Ciamonte  fcòmunicati.  2  J7 
Alfonfo  da  Edi  à  Roma.  310 

Alfonfo  Duca  di  Ferrara,  notato  ^  mer 

cante,più  che  per  Principe.  394 

Allogiamentonuouo  de  Francefì,  intor 

noà  Pauia.  4j6 

Alterezza  di  Gurgenfe  moli  rata  a4  Car- 
dinali a'  Vinitianì.  270 
Altobello  Vefcouo  di  Polla  Legato  in 

Vinetia.  387 

A Itofaifo  Capitan  deg'i  Suizzeri.    33  1 
Aluiano,  peiche  cagione  .andò  al  Tolda 

di  Spagna.  164 

Aluiano  e  mandato  da  Confaluo  in  Pu 

'gl«.  174 

Aluiano  diuenta  Capitario  di  venni  - 
ra.  :  8  i 

Hi 


1 


Aluiano  è  accettato  da' Pi  (ani. 
Aluiano  ii  feoiia  da  Verona  no»  gli  cf 

fendo  riufeito  il  trattato.  330 

Aliano  fugge  alla  Tomba.  333 

Aluiano  batte  Verona.  333 

Aluiano  penfa  d'impedire  il  ritorno  a'  ni 

mici.  3;7 

Aluiano  fugge.  338 

Aluiano  rompe  i  Tcdéichià  Portone  n,  | 

&  lo  mette  a  facco.  34^! 

Aluiano  preferita  la  giornata  al  Vittrc.  j 

1*9  | 

A  luiano  torna  à  Padoua.  3  < o  ; 

Aluiano  à  Cremona.  358 

Aluiano  à  Lodi.  3  19 

Aìuiano  muore  à  Ghcdinel  Brefcia':o,  | 
e  fepolto  à  Vinetia  nel  M onalieno  di  j 
San  Stefano.  364' 

Ambafciatori  Vinit.ck  Aragoneil  j>tùà-  j 


dono  il  Papa  a  leticar  ragucira. 304 
Ambaiciaton  de'  Vinitiani  al  Re  di  Fra 
eia.  363 

Ambafciatori  dell' Imperatore  a  Fiorea 
za.  ?8 

A  mbricort  prigione.  iji»1?? 

Amerigo  Vefpucci  Fiorentino.        173 
Ammiraglio  di  Francia  cerca  di  coprire 
la  fuadapocaggine.  -  440 

Ammiraglio  di  Francia  prefenta  la  gior- 
nata a  gl'Imperiali.  44? 
Ammoniuoni   di    Lodouico  Sforza  a 
Pierdc5  Medici.  ? 
Anna  Reina  di  Francia  muore.         343 
^nna  Duchefladi  Boibone.             101 
Anault,e'i  Fracaifa  nella  fortezza  di  Vi 
cenza.                                            2  3  $ 
Andrea  Gritti  in  Brefcia.                  *20 
Andrea  Gntii  li  mette  alla  ricuper ado- 
ne di  Padoua.                                2z? 
Andrea  Gntti  à  Vicenza.                  236 
Andrea  Gntti  lacchi M »ù  Gua'(Ulla,8tfi 
ritira à  Montaguana.                      264 
Andrea  Gntti  liberato  di  prigione.  328 
Anchea  Gritti  Generai  del  Vai  mata  Ve- 
neta..                       I3^  sb  °      345; 
Anditi  Gritti, fatto  Doge  di  Venet.430 
Andrea  di  Burgo  Ciemencfe.           288 
Andrea  Bua.                                        374 
Andrea  Doria  acciuifta  una  Nane  i-ran- 
ctie.                                              327 
Andrea  Nauagiero.                           364 
Andrea  Rollo  Segretario  de'  Vinitiarii 
in  Fiancia.                                     488 
Anghiera5&  Arona5reflituitc  a  Buonro- 
nui.                                                 ni 

Anghiari  s'arrende  al  Vitelli, e'1  medell 
mo  ra  il  Borgo  a  San  Sepolcro,     i  43 

Angelo  Tiiuilano  General  dell'armata 
vmitiana.  221 

Angelo  Tnuifaro  piglia  la  terra  di  Fiu- 
me per  forza,  &  ricupera  Raipurchio. 
229. 

Ange  o  Triuifano  fi  falua  conio  flédar- 
do  principale  di  S. Marco.  238 


Annibal  Bentiuogiio. 

Annibal  Bentiuo°iio  a  Bologna. 


21 
426 


Annibal 


nàTHU 


T     A     Y     .O     L     A.- 


; 


Annibal  da  Camerino  rompe  il  Marche 
fc  di  Bi tonto.  83 

Annibal  Rangonei  Bologna.  416" 

Animo  curiuo  Jeilimp. del  Redi  Fran 
cia3&  de:  Papa  conti  a' Vinitiani.  2  12 

Animo  di  Papa  Giulio  uerfo  i  Vinitia- 

ni.  149 

Anno  dd  M.  CCCCXCIUI.  miie 

nbi'e  .il  I"  Italia.  ìj 

Anno  del  Giubileo.  1 16 

AnoiupiefodaTrancefi.  I  io 

Antonio  Fonicca.  47 

Antonio  Gtimano,  Capitan  dell'armata 

Vinuiaia.  4? 

Antonio  Giimano,  General  dell'armata 

Vinitiana  è  citatoà  Vinetia.  125 
Anton  Grimano  confinato  in  uita  in  Of» 

faro.  126 

Antonio    Grimano   Doge' di  Vinetia 

muore.  434 

Antoniotto  Adorno.  330 

amoniotto  Adorno,  creato  Doge  di  Gè 

noua.  426 

antonio  Landriano  uccifo.  1 2  1 

antonio  da  Leua.  1  ?  1 

antonio  da  Leua  Capitan    d'huomini 

d'arme.  ^04. 

antonio  da  Leua  in  Pauia.  421.437 
antonioda  Leua  toglie  artiglieric,&  mo 

nicionia'Fiancefì.  458 

antonio  da  Monte  feltro.  56 

aìiton  Maria  Palauifino.  81.1223  ^4 
antonio  Pucciin  Eluetia.  305» 

antonio  Giacomini  cjmmelTario  de  Fio 

rentini.  r  v<2 

antonio  Loredano,  &  Domenico  Triui 

fano,  A mbafciatori de' Vinitiani  al R.e 
di  Francia.  45 

apparecchio  de'  Francefi,  per  le  co/ed'I 

talia.  8r 

apparecchi  dsì  Redi  Francia  per  la  guer 

rad'Italia.  15-7 

apparecchio  delle  guerre  contra'Vinitia 

ni.  185- 

apparecchi  della  guerra  contra'Vinitia* 

ni.  216 

apparecchi  del  Redi  Francia,  difllmu- 


lari.  353 

aragonefì  fuggono  il  combattere.  84 
arcitiefcouo  di  Capua  a  Roma.  461 
arciucfccuo  Orflnoa  dircla  di  Perugia. 

arezzo  a fTcd iato  da' Fracefi, &  prefo.  1 1 5» 
a  rezzo  fi  ribella  a'Fiorentini.  141 

arezzo  Lfciato  da  Vjtellozzo  in  mano 
e  Francen.  14? 

arezzo  è  renduta  ^'Fiorentini,  ibid. 
argentone  tratta  la  pace.  6 r 

armata  del  Re  Alfonfoper  andare  a  Gè 
noua.  20 

armata  di  Cefarea  Grnoua5inuano.4o  : 


4? 
61 
80 


Il  il  o~~ollÈ 


22 


*** - 


^hife^ 


armata  de'  Francefi  a  ifchia. 
armata  Francefe  in  fuga, 
armata  Francefe  a  Gaeta 
di  mata  francefe à  Porto  Venere, 
armata  francefe  a  Genoua. 
armata  del  Redi  Fraciain  mare  Cotto 
Pietro  Nauara.  392 

armata  di  Francefco  Maria  rotta  dalla 
Ecclcfiaflica.  386 

armata  dèi  Re  Filippo  è  difperfaper  for 
tuna.  186* 

armata  della  Lega  a  Villa  franca.       85 
armata  Vinitiana  alla  Pulifeila.        237 
armata  de'  Vinitiani  rotta  in  Pò  da'Fer 
rarefi.  238 

armata  de'  Vinitiani  in  Pò,  percoflada' 
Ferra  re  fi.  260 

armata  de' Vinitiani  fi  fugge  a  Rauena, 
quali  rotta.  16$ 

arme  fpirituali  quanto  erano  anticamen 
te  temute.  64 

articoli  aggiunti  alla còfederatione.462 
artiglierie  in  Italia,  furono  primamente 
ulate  da  Vinitiani.  24 

artiglierie  di  f rancia ,  con  che  difficultà 
fi  paflauano  in  Italia.  3  5  <5 

afeanio  Sforza, Si  Lod.in  Milano.    127 
afeanio  Sforza  muore  di  pelle. 
afTediodi  Padoua 
aiìediodiBrefcia. 
afledio  di  Verona. 
afledio,&  guena  di  Pania, 
alblas'arrédcal  Marcheffdi  Ma:oua.222 

A      2         afparot 

w 


181 

364 
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TAVOLA. 


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A  fparot  in  Nauara.  3  ^9 

A ftor  Manfredi.  21 

A  rtorrc  Signor  di  «ranzain  tutela  di  S. 
Marco.  79 

A  (torre  Manfredi,&  Tua  morte.  154 
Aftutia  ufaca  da'Bologneii^per  far  dilog 
giare  i  fracefi  d'attorno  alla  città.  190 
AitutiediLautrcc3&  di  Profpero  Co- 
lonna. 42C 
Aner  fa  fi  ribella  da'Francefì.  61 

Auifi  di  Lodouico  Sforza  a  Papa  Alcf- 
fandro.  4 


B 


-OS     B     &©* 

— a » 

Aboneda  Btifighella  Colonellode 

Romani.  338 

Bagli  d'Amiens, agli  Suizzeri.  298 
Bagli  di  Digiuno,è  fatto  prigione  dagli 
Suizzeri.  69 

Baiafct  Ottomano  rompe  la  guerra  a' Vi 
nitiani.  119 

Baiateti  perche  non  continuò  la  guerra 
contra'Chriitiani.  367 

Baiocco  prefo  da  gl'imperiali.  209 

Baldailar  Biafcia  Capitan  delle  galee  dei 
papaàpifa.  28? 

BaldaflardaCaftiglione  al  Redi  Fran- 
cia. 304 
Baldes  Capitano  Aragonefe.  321 
Barti  Calvello.                                  378 
Bartolomeo  d'Aluiano,  Ce  Giangiorda- 
no  Orfino  incarcerati.  8? 
Bartolomeo  d'Aluiano  eletto  Capita  gè 
nerale  de  Vimtiani  in  luogo  del  Con- 
te da  P  itigli  ano.                          3  29 
Bartolomeo  Caprauica  morto           2  ^  ? 
Bafciano,&  Moroftico  taccheggiati..;  $6 
Bafciano  prefo  da'  V  in  ir  iani.  ^          237 
Bafciano  s'arrende  a'Tedefchi.         247 
Bafignano,  Voghiera,',aitel  Nuouo, po- 
tè Cen:one,s' arrendono  a'Fracefi  Ì19 
Baffignanajdettada  gii  antichi  Augura 
Bacienorum.                                  309 
Bartardo  di  Sauoia,  &  Galeazzo  Sanfeue 
rino.                                              422 
Baftn  prefa  dal  Nauarra.                  292 
Baitia  nprefa,&rouinata  dal  Duca  di 


Ferrata.  xfi 

Bacione  della  Ventura.  i%j 

Batteria  ci  Verona.  372 

Battifra  da  Vercelli  chinirgie*  faaiofo* 

Battiifa  Vifconte.  1%% 

Battirtino,c'l  Triulcioa  Noni.  93 

Battiftino  Fregofo  fi  riconcilia  col  Buca 
di  Milano.  98 

Bellmzone  terra.pfa  da  g'i  Suizzeri.  I  z? 
Bellona  prefa  dal  Ducadi  Branfuic.222 
Bellona  ritorna  l'otto  a'  Viniriani.  n? 
benrdetto  Cribrano  Cremafco,  dà  Cre- 
ma a*  Vinitiani.  3 19 

bentiuogli  rientrano  in  Bologna.       273 
b'ergamo,Orci  uecchi,Orci  nuoui3  &  pò 

te  Vico,  -prefi  da'  Viniriani.  29* 

bergamo  s  ..rrende  a  Celare.  3  3  3 

bernardo  Bibbiena.  314 

ber  nardo  del  Nero  Gonfalonierdi  Firen 

zè .  96 

bernardino  Adorno  muore  1  70 

bernardin  da  Corte  pauefe,  Cartella  del 

Cartel  di  Milano.  121 

bernabò  Malafpina  incolpato  d'hauere 

atteilìeato  Papa  Leone.  416 

beumonte  Capitano  de  gli  Suizzeri.  130 
beuré  C  amenere,  portai  Capitoli  al  Re 

di  Fràcia  della  l'uà  deliberatone.  468 
bianca  Maria  Sforza  Maritata  aMaflimi 

ìiano  Imp.&  tua  d<-'te.  13 

biagrarta  preiadal  Ducadi  Miiano.44r 
biaiciaGenoueie  Capita  delle  galee  del 

Papa  a  Roma.  305 

bifdomino  Maeftrato  de'  Vinitiani  cac- 
ciato di  Ferrara.  22  i 
bibbiena  prefa  dall' Aluiano  per  trattato 

108 
|  bibbiena  Cartello  in  Cafentino        ibid. 
'  b-'lgheri  Caitel'o  iacchergiato.  91 

bologna  uié  (otto  il  goueino  della  Chie 

fa.  $10 

bolognefi  fofpefìnel  riioluerfl  a  chi  do» 

ueuano  ubidire.  272 

bolognefi  fanno  in°iurh  aduna  (tatua 

di  Oronzo  di  rapa  Gì  lio  273 

bologna  è  battuta  da  FraiKcfi.  294 

Bolo 


V    o 


TJJ'"  '--. 


_ 

Bo!o2.n;ui:orna  Torto  la  Chiefa.  310 
Bonifacio  Vifconte  aiTataanimofamen 

te  il  Duca  di  Milano,^  lo  fenice^? 
Boniuet  capo  dell'eiVercito  France  e^paf 

fa  in  Italia.  436 

Borbone  fa  Lega  con  l'Imperatore^  fi 

ribeila  da  Francia.  ibid. 

Boi  bone  a  Mi 'ano,  fatto  Luogotenente 

Generale  dall'Imp.  443 

Borbone  fdegnato  col  Viceredi  Napoli, 

per  hauere  fenza  fu  a  (aputa  condotto 

il  Redi  Francia  in  Ifpagna.  471 

Borbone  alla  corte  dell'inip.  abortito  co 

me  infame.  478 

Borbone  all'Adda.  368 

Borghefe  Petrucci  liberato  dal  Re  di 

Francia.  168 

Borghi  di  Mifano  abbruciati.  363 

Bofco  Caitelio  prefo  dal  Triulcio.      94 
Brefcia  fi  da  a'  Francefi. 
B  eiciaprefada'  Venetiani. 
Brcfvia  faccheggiatada'  Fracefi. 
Brefcia  battuta  da'  V  initianj. 
Brefcia  in  poteflà  de'  Vinitiani,, 
Brefcia  s'arrende  a  Ccfare. 
Brefcia  a  ffediata  da'  Vinitiani. 
Brieuc  della  difpenfa  dato  a  Ce'fare  di 

poter  congiugnerli  in  matrimonio  co 

la  cucina.  481 

Briglia  fortezza  de'Genouefi.  19? 

Brione  caftelìo  preio  dalla  i-ega.  63 
Brighella s'arréde àgli  Eeclefiaft.  uà 
BrunorodaForli.  3^3 

Buonaualle  capitan  Francese.  401 

uuouolenta<ibbiiiciata dagli  5pagnuo- 

li.  337 


ZÌI 

*9? 
297 

3*9 

333 
367 


^ 


.-£» 


C>  Agionede.la  rotta  dell'eilercitodel 
j     la  Lega  al  Tarro.  J7 

Cagioni  perle  quali  pagol  Vitelli 
fu  condannato.  124 

Cagion  de  io  idegno  del  Papa  contro  a' 
Vinitiani.  21 1 

Cagion  della  difeordia  tra'l  papa,&  Fra 
eia.  235 

Cagione  perche  fi  negafle  l'affolli tione 


a'Vinitiani.  23 

Cagione  dello  fdegrto  di  Cefarc  cótral 

papa.  240 

cagioni  delle  guerre  tr3  Carlo.'V.ck  Fra 

cefco.I.  394 

cagioni  della  guerra  del  papa  contra  il 

Duca  d'Vrbino,  369 

eamariano.  64 

camil'o  Orlino.  377 

Camillo  pandone,  mandato  da  Alfonfò 

alTurco,inficmeco  Giorgio  Bucciar 

do .  n 

Camillo  Vitelli fo!dato  àcl  Redi  Fran- 
cia. 2? 
camil'o  Vitelli,cV  Mons. di  Gemei.  74 
Camillo  Virelìi  muore  d'una  fallita  83 
camino  de  gli  Suizzei  i  j  uenirc  ad  unir- 

ficol  papa.  2f2 

canaccio  da  prato  Vecchio  morto.  116 
canofa  s'artcndea'Fracefi  à  parti.  14  J 
capflla  di  Bergamo  fortezza.  3  36 

capino  da  Mantoua.  48 S 

capita  Frontaglia  mette  prefidio  in  Ter 

roana.  34' 

capitani  EccJefiaftici  deliberano  di  le 

uarfida  Parma.  408 

capitani  francefi  perfuadono  il  Re  ale* 

uarel'arTedio  da  Pauia.  45^ 

capitani  italiani,  &  Francefi  notati  di 

furto.  ibid. 

capitani  Cefarei,in  che  flato  pò  fero  It 

cofe  dell'Imp. in  Italia.  47o 

capitani  cacciano  il  Re  Ferdinado.  3  5 
capitano  Spirito  muore.  15  ' 

capitolationi  trai  Papa,  Cefare,  tel  Re 

Catolico.  347 

capitolationi  trai  Re  di  Francia  el  Pa 

pa.  199 

capitolatone  tra  Ctfare,e'I  papa.  480 
capitolationi  tra'l  Re  di  Francia,  &  C* 

fare.  177 

capitolarione  trai  Re  di  Francia,  quel 

d'Aragona, Se  Fiorentini.  215 

capitoli  delia  Lega  contra  i  Vinitiani. 

213. 
capitoli  della  pace  col  Reofieruati  da 

Lodouico.  70 

A      3         capi-j 


t     AVO!     A. 


Capitoli  dell'accordo  facto  in  Noion,tra 
Spagna, &  Francia..  371 

Capitoli  di  e  efare  mandati  al  Papa,  per 
le  cofe d'Italia.  487 

Capuani  cacciano  il  Re  Ferdinado..  3  7 
Capuaft  ribella  da'FrancefT.  61 

Capua  Taccheggiata  da'Francefi.  137 
Carauaggioprefo  da'Venetiani..  110 
Carauaggio  fi  dà  a' Francefi.  220 

Carauaggio  faccheggiato  da  gl'Impe- 
riali. 435? 

Carauaggio  prefodaGiouanni  de' Me- 
dici, 445 

Carbone  Capitan  Guafcone.  3  79 

Cardinal  di  San  Pietro  in  Vincolai  Lio 
ne.  16.23 

Cardinal  Valenzafugge  dal  Re  di  Fran 
eia.  3  6 

Cardinal  Fregofo.  46 

Cardinal  Santa  Croce  Legato  del  Pa- 
pa. 87 

Cardinal  di  Roano  Gouernatore in  Mi 
lano.  130 

Cardinal  Oriino,Rinaldo  Orlinoci  Pro 
to  nota  rio  Oriino,i*Aluiano,  &  Iaco- 
po Santa  Croce  fatti  prigioni.      1 40 

Cardinaliauelenatidal  Valentino.    162 

Cardinal  di  Roano  a  Roma  con  fperan 
zad'efler  fatto  Papa.  163.Z16 

Cardinal  di  Santa  Prafede  Legato  del 
Papa.  i'pp 

Cardinale  d'Aus  fattoprigionc  del  Pa- 
pa" *  2  $o 

Cardinal  di  Paula  condotto  come  pri- 
gione a  Bologna.  257 

Cardinali  chiamati  in  corte  dal  Papa, 
non uollono  ubidire.  2J7 

Cardinali  diueril,s'allontanano  dal  Pa- 
pa,con  fu  a  licenza,  ibid. 

Cardinale  A fcanio  prigione.  12^ 

Cardinal  di,  Pauiail  parte  di  Bologna 
incognito.  273.274 

Cardinale  di  Nantes  Brettone.       2  74 

Cardinal  SanfeuerinoJ.egato  del  Con 
cilio  Pifano  nell'efferato  Francefe. 
2^8.324 

Cardinali  pregano  il  Papa  a  far  pace  col 


Irci  S.  Angelo. 
Cardinal  di  Siena  ftrangoIato, 


Re  di  Francia.  3°4l 

Cardinali  priui  dei  Cardinalato,con  che 
cerimonie  furono  reihtuiti  al  grado 
loro.  334 

Cardinal  de5  Medici,  Gouernator  di  Fi- 
renze. 393 
Cardinal  de'Medi  ri  aU'efTercito.       452 
Cardinal de'Mcdici  a  Roma.            421 
Cardinal  Giulio  d eJMedici  afpira  al  Pa 
pato.                                            419 
Cardinal  Sedunenfe  uerfo  Milano.  359 
Cardinal  di  San  Sifto,  fu  maefìro  Tom- 
mafo  Gaietano  dell'ordine  de'Predi'ca 
tori.                                              400 
Cardinal  di  Siena  imprigionato  in  Ca- 

384 
ibid. 

Cardinal  di  Sauli  imprigionato  in  Ca- 
lle! S. Angelo,  ibid. 

Cardinale  Iurea  ritenuto  da  Profpero 
Colonnare  liberato.  419' 

Cardinal  Saluiati in  Ifpagna,  &fuecom 
miflìoni.  47? 

Cardinal  di  San  Pietro  in  Vincola  a  Sa- 
uoia.  p4 

Cardinali,  che  haueuano  Chiamato  il 
Concilio  a  Pifa,  fono  feommunicati 
comehererici.  283 

Cardinali  Francefi  difprcggìati  dal  po- 
polo come  feommunicati.  287 

Cardinal  de'Medici  prigione,  Si  Tua  au- 
torità nello  Tpirkuaìe.  307 

Cardinal  di  Santa  Croce,&  Sanieuerino 
uerfo  Roma.  326 

Cardinale  Eboracéfedi  grande  autorità 
appreiTo  il  Re  d'Inghilterra.        447 

Carelliain  Fiorenza.  q£ 

Carlo  s'apparecchia  alla  Juenuta  in  Ita- 
lia^ con  che  conditioni.  io 

Carlo  fa  capitolationeco'Redi  Spagna, 
pereffer  più  ifpedito  allaucnuta  in 
Italia.  i* 

Carlo  caccia  di  Francia  gli  Ambafciato 
ri  de'Fiorentini,e  i  miniftri  del  banco 
di  Piero  de'Medici.  17 

Carlo  per  careftia  di  danari  impegnale 
gioie.  22 

Carlo 


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Curio  Ite  di  ir  rancia,  paJTain  Italia  per 
l'Alpi  di  Mongmeura,  donde  paf>ò 
anco  Annibal  Cartaginefe.  23 

'Carlo  a  Piacenza.  27 

Carlo  a  Pontriemoli.  ibid. 

Carlo  uerfo  Firenze.  31 

Carlo  fcriue  a  Pietro  de'Medici  ibid. 
Carlo  entra  in  Firenze  armato.  ibid. 
Carlo  ài  Siena.  33 

Carlo  bacciai  piedi  al  Papa.  3J 

Carlo  a'xxj. di  Fcbraro  entra  in  Napo- 
li.. 38 
Carlo  paragonato  a  Giulio  Cefare.    3  3 
Carlo  s'ingegna  di  disfare  la  lega  de' 
Principi  d'Italia.]                            48 
Carlo  in  Roma.  50 
Carlo  fi  uota  a  S.  Dionifio,  &  a.S.  Mar- 
tino,nel  pericolo  del  ratio  d'arme.  \6 
Cario  a  Turino.                                   63 
Carlo  di  Borgogna.                     *  ibid, 
Carlo  è  citato  a  Roma  dal  Papa,  non-  fi 
partendo  d'Italia.                            64 
Carlo  ritorna  in  Francia.                     69 
Cado  in  Lione  fenza  penfiero  delle  co- 
fé  d'Italia.                                      7? 
Carlo  uà  in  polle  a  T or Ci3  &  a  Parigi  a 
fodisfarea'uoti.                               .80 
Carlo  di  Sanguine,3c  Don  Giuliano  del 
TOreno.  .                                         S<5 
Carlo  delibera  di  far  guerra  a  Genoua. 91 
Carlo  d'Orliens.                                 101 
Carlo  Orfino  prigione,  ^Antonello  Sa 
uello  ferito, cV  morto.                    103 
cario  Orfino,&  l'-Aluiano,  condottieri 
de'Venetiani.                                106 
cario  Orfino  a  Montatone.               113 
cario  Orfino  parte  da  Montalone,quafi 
rotto.                                             ibid. 
cario  Ortino,&  Sonzinjìenzone.     izìs 
cario  d'Ambuola  Luogotencte  del. Re 
in  Milano.                                      142 
cario  Malateiìa  muored'unafailata.208 
cario  Bagtione,Federigo  da  Bozoio,  & 
Sacromoro  Viiconte,  rotti  da'  Vinitia- 
ni,  &rimafc  prigione  cario,  e'i  Vi- 
feonte.                                           240 
cario  Re  di  Francia  mujre.             351 


cailo  d'Auitua^letco  imp.  377 

e  arlo  V.  Imperatore  coronato  in  A  quif 
grana.  397 

cario  di  Lanoia.  4*8 

cario  V. conferma  i  pri  uilegiia'  Fioren- 
tini. 419 

cario  V.che  cofa  fecct  hauuta  la  nuoua 
della  uittoria.  465' 

cario  V.fciiuedifuamanoal  Papa.487 

caruagial  fatto  prigione  da  Mercurio  ca 
pitan  de' Vinitiani.  335" 

calad'Auihia,  quati  Imperatoriha  ha- 
uuti.  n  392 

calai  Maggiore  s'arrende  al  Marchefe  di 
Mantoua.  218 

cafalecchio  luogo  memorabile  per  la  uit 
toriadi  Gio.Galeazzo  Visconte  cótra 
i  Fiorentini.  271 

calìel  JMuouo  s'arrende  a' Francefi  a  pat- 
ti. 44 
cattel  di  Milano  s'arrende  a  cefare.  43  o 
xaflel  di  Palaia.  71 
cafteldi  Milano  prefo  da' Francefi.  122 
caftel  Nuouo  di  Napoli  prefo  da  gli  Spa 
gnuoli.                                          ij8 
caitel  Nucuo  prefo  da'  Vinitiani.    237 
ca  (Iella  di  MiUno>&  di  Cremona  in  po- 
terti del  Duca  di  Milano.             339 
cartel  ài  Milano  inpotefià  de' Francefi, 
&  con  che  conditioni.                    3  63 
cartel  di  Cremona  s'arrende  a  Celare. 

444- 
caftel  Fraco  prefo  da  gli  Aragonefi.  83 
cafteldi  Monte  Baroccio.  376' 

Caterina  Sforza  Signora  d'Imola.  20 
Caterina  Sforza  s'accorda  co'Fràcefi.  25? 
Caterina  Sfoiza.  72 

Caterina  Sforza  moglie  di  Gìouanni  de' 
Medici.  104 

catino  doue  mangiò  Giefu  Chriito  al- 
l'ultima cena.  416 
cauai  leggieri  del  capitan  ceiuera  prefi 
dail'Aluiano.                                 349 
cauailier  deila  Vo!pe,il  Zitolodi  Peru- 
gia, <3c  Latrami  o  da  Bergamo.     i27 
e-  ualier  Cauriana  morto.  412 
caua.icr da  Culaie.                            457 

A     4         &h- 


* 


giisnsna 


Cctaloaia  3  anticamente  detta  Lei 

de.  15$  [ 

Ceri  Cartello,  &  fortezza,  antichi  ili  - 

ma.  i  ?  r 

Ccn  s'arrende  a  patti  al  Papa.        ibid.  j 
CcrrcM  di  Pauia.  424 

Celare  Borgia  fatto  Cardinale.  1$ 

Cefare  d'Aragona.  80 

Celare  Borgia  fa  ammazzare  il  fratello, 
&  gettarlo  nel  Teucre.  96 

Celare  Borgia  nnoncia  ti  Cardinalato. 
109. 

celare  Borgia  s'intitola  Duca  di  Valen 
za .  ibid. 

cefare  Borgia  genero  di  Mós.d*AÌibret. 
1 18. 

cefare  fa 'ft  a  re-  apparati  tutti  gl'Italiani 
dalla  corte  fu  a.  206 

celare  Fieramofca  fyalissiato  da  Renzo 
da  Ceri.  520 

cefare, el  Re  d'Aragona  difTuadono  il 
Papa  dalla  Lega  con  Fiàeia.  3  $  1 

cefare  a  Lambra.  308 

cefare  a  Trento.  3  69 

cefare  inclinato  alla  Concordia  con  Fra- 
eia^  perche.  451 

cefare  non  ratifica  i  tre  articoli  fepaiati 
dalla  capitolatione>&  perche.       470 

cefare  non  uuol  perdonare  a  Francefcc 
Sforza,  hauédo  ofièiò  ia  C  efarea  Mae 
ftà.  4g7 

chi  appena  difende  fé  fteiTo  da'  prefenti 
pericoli,  non  può  difendere  altrui  da 
q^eijche  gli  debbon  uenire.  29 

chi  è  mancato  una  uoka  di'  fede,  debbe 
efler  fempre  tenuto  a  fol petto.        7  4 

chiapin  VitelILa  Bologna.  155? 

chianciano,Torri:a,Jc  A  fina  lunga,  ca 
fteliidei  Senese.  74 

chi  è  una  uolta  ingannato  da  uno,  &  li 
fida  la  feconda  diluì,  non  merita  c^m 
padìone.  324 

ehi  offende  non  perdona  mai.  70 

chiiltoforo  Moro,&  Paolo  Capello,  Vto 
ueditoride'Venitiani.  311 

chriftofolo  Frangipane  occupa  Filìnio, 
&  Diuinio  neli  ittria.  222 


Xc^ 


cmiiiuio-o    frangipane   <  ccupa  Cauei 

ÌNllOUO;&  R«i(>UCchÌo.  220 

chriftofolo  Pahui>\no  decapitato»  4*4 
chiufaprefadaTedefchi.  372 

ciarnonte  richiama  i  Fracefi  dal  Valen- 
tino. 14° 
ciamonteper  comandamento  del  Re  in 

aiuto  del  papa.  180 

ciarnonte  intercede  perii  Vicentini.246 
ciamu  ntea  Lignago.  247 

ciarnonte  ritorna  a  Milano.  2,9 

ciarnonte  efferiice  nuoue  conditioni  al 

papa.  261 

ciamonte  muore  in  Correggio.  166 
ciarlotra  figliuola  di  Federigo.  100 

cintio  prefo  da  gli  Spagnuo  il.  359 

cmtio  al  Redi  arancia.  356 

Cipro,  quando  uennefotto  al  Dominio 

Vinitiano.  77 

citta  di  Romagna  fi ribellano  dal  Vaicn 

tino.  166 

cittadella  di  pifa,rendura  a'  pifani  dal 

caft-e  lan  Francefe,contrai comanda- 
menti del  Re.  75 
cittadella  d'Arezzo,  prefa  a  patti  da  gli 

Aretini,&  da  loro  disfatta.  142. 

clemète  vij.moftradi  itar  oeutraletra'l 

Redi  Fiicia.&rimp.  444.480 
coglioneria ,  caileiio   iacclieggiato   da' 

i  ranceil  80 

colonncfi  fi  dichiarano  foldati  del  Re  di 

Francia  2? 

comandatore  Erreraal  papa.  480 

comafchi  mettono  mfuga  Manfredi  pa 

lauifìno.  402 

cometario  Spagnuoloprelb,  &fuaiiggia 

to  i  Bergamo  daioidati  Vinitiani.3  3  5 
commeflionic'haaea  il  Vettori,  per  trat 

taiìe  coi  Redi  Francia.  488 

corno  piefa  da  Lodouico  Sforza.  12.6 
corno  laccheggiarodagli  Spagnuoii.4ij 
compromeilo  fatto  dall'imperatore, & 

Vinitiani  nel  papa.  330 

compromeilo  fatto   nel  pontefee,  tra 

iimp.e5  Vinitiani.  345 

concetti  di  Celare  per  le  cofe  d'Italia, 

inutili  &  uani.  278 

con- 


5sre=»xc=ay^57-^^i 


T     A     V 


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Loculo  ui  pria  trasferito  a  Milano.  287 

cócilioLaterancfequado  cominciò.  306 

concilii  prefuppongono  la  pace  de'  chri 
Ri  ari.  J^I 

concordia  tra'l  Re  de'  Romani ,  c'1  Re 
di  cartiglia.  i  ?  9 

concordia  prefa  dal  Triulzio.         2-71 

Conditioni  del  Re  ,propofte  a  Pier  de' 
Medici.  %9 

conditioni  trai  potefice,  e'!  Re  di  Fran 
eia.  3  ? 

conditioni  della  pace.  66 

conditioni  della  triegua  tra'l  Re  di  F  ra 
cia,&laLega.  66 

conditioni  de'  Francefì  offerte  a  Ferdi- 
nando perle  co  fé  del  Reguo.         85 

conditioni  dell'accordo  fopra le  cofedi 
pifa,pronunciate  dal  Duca  di  Ferra- 
ra. *  \6 

conditioni  della confederatione  tra  Fio 
renani, e'1  Redi  Francia  .  140 

conditioni  della  pace  tra  Spagna,5c  Fra 
eia.  184 

conditioni  date  dal  Re  di  Francia  a'  Gè 

nouelì.  J9? 

conditioni  dell'affblutione  de'  Vinitia- 
ni dall'interdetto.  241 
conditioni  offerte  dal  Re  di  Francia  al 

papa.  z$S- 

condiiioui  mandate  da  ciamonte  al  P3 

pa.  M9 

conditioni  della  pace  propofta  dal  papa 

al  Redi  Francia.  176 

conditioni  della  Lega.  283 

conditioni  propofte  da  cefare  al  Re  di 

Francia ,  perfar  tega  infieme.     323 
condirioni  propofte  ali  Imp.  dal  papa  , 

acciò  fi  piegarle  a  triegua,ò  pace.  472 
conditioni  prò  pò  uè  dali'imp.al  Re,  per 

lafualiberjtione.  468 

conditioni  offerte  dal  Re  di  Francia  al 

l  Imp. per  liberarli.  ibid. 

condottieri  de' Vinitiani.  135 

confederatione  tra  i  papa,  Vinitiani,e'l 

Duca  di  Milano.  6 

confcd erario ru  del  papajdcl  Re  de'  Ro 

manijdel  ile  di  Spagna  ,  de'  Vinitia- 


ni, &  del  Duca  di  Milano  .  47 

confederati  dell'Imperatore  nò  l'aiuta- 
no. 4Jo 
confederatione  de' Vinitiani  col  Redi 
Francia.  113 
confederatione  tra  l'imp.  i!  Re  di  Fran 
eia,e'l  Papa.in  che  dì.                 212 
confederatione  trai  Lucchese  i  Fioren 
tini.  21? 
confederatione  del  Papa,  del  Re  Catoli  j 
co,&  de*  Vinitiani.                     282 
confederinone  tra' 1  Papa,  &rtmp.& 
fue conditioni  contra  Vinitiani.  3  zo 
e  òfed  er  s  tio  ne  tra'l  Redi  F  racla*  e  j  Vi- 
nitiani, cóchiufa  da  And. Gì  itti.  318 
confederatione  dell'Imp.  del  Re  d'Ara 
gona,&degli  Suizzeri .              3*3 
confederatione  rra'l  Papa>e'l  Re  di  Fra 
eia.  362 
confederatione  tra'l  Papa,c'l  Re  di  Fra 
cia,&  fuecouditioni.                   377 
confederatione  tra  Papa  Leone,  &  Car- 
lo V.                                            400 
confederatione  tra'l  Papa,  &  l'Impera- 
tore, 461 
confederatione  tra  Francia,&  Inghilter 
ra.                                                47o 
còfeffionedel  Saonarolaal  torméto.ioo 
confusione  del  Regno  di  Francia>quan 
do  u'andò  la  nuoua della  rotta.     468 
congiura  feoperta  in  Fiorenza,in  fauo- 
re  di  Piero  de'  Medici .  06 
congiura  feoperta  in  Arezzo  da  Guliel 
mode' Pazzi.                                141 
congiura  del  Petruccijdel  Baglione,  & 
di  Bartolomeo  d'Aluiano,  contra  i 
Fiorentini.                                    181 
congiura  di'  Don  Giulio  da  Elie  >  &  à\ 
ì  trdinando  fuo  fratello,  còtta  Alfon 
io  Duca  di  Ferrara.                       190 
congiura  in  Bologna  in  fauor  de'  Ben- 
tiuogli.                                         207 
congiura  in  Padoua  contra  l'Aluiano 
('coperta.                                        3  4P 
congiura  contrai  Duca  di  Ferrara.  -94 
congiura  di  Borbone  co  tra'l  Redi  Fra 


cia/cqperta 


436 


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congiura 


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r  a   y  o  t   a, 


Congiura  icopcrta  in  Verona  in  fauor 
de  Vinitiani.  243 

Coirà,  terra  principale  del  paefe  de'  Gri 
gioni.  285? 

Confalo  Capitano  del  Re  Ferdinan- 
do. 60 
Confaluo  fugge  a  Reggio,  ibid. 
Confaluo  a  Caftrouilìare.  84 
Confaluo  allimprefa  dOftia.  03 
Confaluo,  &  Profpero  colonna  agli  fti 

pendii  del  Papa.  $z 

Confaluo  chiamato  in  Ifpagna.  lop 
Confaluo  Ferrando  in  Sicilia.  i$6 
Confa'uo  uerfo  Capua.  137 

Confaluo  in  Calauria .  138 

Confaluo  trattiene  l'ciTercito  con  paro 

le.  1J2 

Confaluo  non  accetta  le  commefiìoni 

d  Ila  pace  .  154 

Confaluo  a  Cirignuola.  155 

Confaluo  in  Napoli  .  1 5  6 

.Confaluo  con  -^efferato  aGieta.    159 
Confaluo  il  ritira  da  Gaeta  con  perdita 

di  gente.  ibid. 

Confaluo  al  Garigliano .  16% 

Confaluo  è  di   grandilTìmo  terrore  a' 

.Francefi,  ch'erano  rettati  in  Italia. 

174 
Confaluo  perche  non  feguitò  la  uitto- 

ria  contra  i  Francefi .  ibid. 

Confaluo  per  fai-  difpetto  all'Aluiano, 

aiuta  i  Fiorentini  cótra  i  Pilani.  1  8 1 
Configlio  de5  Vinitiani  dato  a  Piero 

de'  Medici.  32 

Coniglio  della  Republica  Fiorentina 

non  ammetteua  ia  vii  plebe  .  44 

Cófìglio  di  Beatrice  Sfoiza, d'unire  gli 

cfìerciti  della  Lega  interne.         63 
Confìglio  in  Francia  cerca  Jecofe d'Ita 

lia .  :  81 

Confìglio  de'  Francefi",  fopra  il  combat 

tere.,0  nò  .  1  j  j 

Confìglio  dell'Aiutano.  117 

Confìglio  de]  Còte  di  Pitigliano.  ibid. 
ConfìVlio  del  Triuizio  d'afiaitar  Mo- 

dona.  264 

Confìglio  del  Nauarra  perifpugnarBo 


1  .^ ói'ZAA..  ...  if"  1 ___J, 


5» 


logna.  203 

Confìglio  fopra  PafTediar  Parma  .  404 
Confìglio  di  Profpero  Colonna  d'aflal- 

tare  Piacenza.  40 y 

Confìglio  memorabile  del  Gran  Can- 

celliero,dato  alflmp.  475: 

Confulte  de' confederati  circa  al  dare 

il  pafiò  a'  Franeefi.  54 

Confulte  de'  Fiorentini  intorno  al  fe- 

guitare  di  pigliar  Pifa  per  forza.  i:8i 
Confulta  di  lafeiar  Pimprefa  di  Padaua 

al  Redi  Francia  .  240 

Confulte  de   Francefi  circa  l'aiìàltarei 

nimic*.  2^4 

Confìanrino  Buglione,  figliuolo,  &  ni- 
pote di  Gio.Pagolo  Baglione,  prefo. 

379 

Confulte  diuerfe  nell'airedio  di  Bolo- 
gna. 203 
Conte  Albertinoifquartato.  191 
Conte  di  Gaiazzo,  &  Francesco  Bernar 
dino  Vifconte.  53 
conte  di  Gaiazzo  in  Piacenza.  59 
conte  di  Gaiazzo  a  cotignuola.  J07 
contedi  Gaiazzo  al  foldo  de'  Francefi. 

in 
conte  Guido  Rsngonc  condottici  e  de' 
Vinitiani, prigione.  278 

conte  Lodouico  della  Mirandola  am- 
mazzato. 238 
contedi  Matelica  prigione.             z6o 
conte  di  Meleto,&  Alberigo  da  San  Se 
u  eri  no.  84 

contedi  Meleto  fueae.  1 5*1 

conte  di  Kemors  verio  Cirfgnuola.i  55 
conte  di  Pitigliano  ferito.  65 

conte  di  Pitigiiano  a  Rauenna.  114 
conte  di  Pitigliano  ad  Elei.  ibid. 

conte  di  Pitigliano  General  de'  Vinitia 

ni,&  l'Aìuiano  Gouernatorc.  117 
contedi  Pitigliano  difluade  l'Aìuiano 

a  combattere  .  120 

conte  di  pitigliano,  perche  non  uolfe 


combattere. 


ibid. 


conte  di  Pitigliano  giura ,  &  fa  giurare 

fedeltà  a'  Vinitiani. 
conte  di  pitigliano  muore. 


233 
240 

conte 


^^^^^^^^S^^^S^^^^^^^^^. 


conte  Rinuccio,  ci  Signor  di  piombino 
in  Mugello.  107 

conte  Rinuccio  ferito  .  123 

contedi  Virtù.  106* 

conte  di  Porenza,&  Fra  Lionardo  Na- 
politano caualier  di  Rodi.  133 

controuerfia  nella  elettione  dell'Impe- 
ratore. i$i 

conuentione  tra'  fiorentini, e'1  Re  di 
Francia.  32 

conuentione  de'  due  Re, circa  la  diuiìio 
ne  del  R  carne  di  Napoli.  133 

conuentione  trai  Valentino^  e  i  Fioren 
tini.  t£f 

conuentione  dell'accordo  tra'l  Valenti- 
no,^ i  congiurati .  148 

conuentioni  nuouetral'Imp.  e'1  Re  di 
trancia.  148 

Conuentione  tra  gli  Suizzeri,  &  Monsi- 
gnor della  Tramoglia.  342 

conuentioni  con  iequali  fu  dato  Rodi 
al  Turco.  4;o 

conuentioni  tra  l'Imp.  e'1  Re  d'Inghil- 
terra* 44  7 

corciano.  7f 

corcù  camerìer  del  Re  a  Firenze.     131 

coronatone  di  papa  Leon  X.  326 

cornata  cafteilo  prefo  da'  Tedefchi.3  72 

cofenzaprefa,  &  Taccheggiata  da'  Fran 
cefi.  14  $ 

cofano  necchio  de'  Medici ,  &  Aia  ma- 
gnificenza. 20 

coiimo  de'  razzi  Vcfcouo  d'Arezzo. 
141  m 

colturali  del  Marchefe  di  fefeara. 

coftumi  di  Leon  X. 

creationidi  papa  Leon  X. 

creatione  di  clemente  VII? 

cr^ma  rifornita  da'  Vinitiani . 

Cremona  s'arrende  a'  Vinitiani, 

Cremona,  cV  Bergamo  prefi  dalla  Lega  . 

Cremona  prefa  dall' Aluiano.  3  30  ! 

Cremona  ribellata  da'  Francefile  riprefa  ! 

da  loro.  41J 

Cremona  prela  a  patti  da  piofpero  co- i 

lonna.  426 


47S 
479 
326 
442 

121 


Cremona  battuta  da  Federigo  daBoz- 
zole.  439 

cremonio,&  Monfalconeprefi  da'  Tede 
{chi.  345 

Currado  Landò  piacentino  ,tradifce  il 
cardinale  Afcanio,  &  lo  dà  in  man 
de'  Vinitiani.  128 

«OS    D     Se»    ' 

DAnno  fatto  dall'artiglierie  del 
Duca  di  Ferrara  a  Rauenna  nel- 
l'eiTercito  nimico.  302, 

Demetrio  Giuftiniano,  &  pagol  da  No 
uè  decapitati.  196 

Defcrittione  della  nation  de  gli  Suizze 
ri  ,  2  8q 

Defiderii  di  papa  Giulio  di  muouer 
guerra  a'  Vinitiani .  187 

Determinattoni  fatte  nella  Dieta  di  Go 
ita  n  za.  2,01 

Dieta  in  Narbona.  .07 

.Dieta  in  Cambraitra  l'Imperatore,  e'1 
Redi  Francia  per  deliberare  la  guer- 
ra contrai  Vinitiani.  212 

Dieta  di  Mantoua,  &  fue  determinatio- 
ni. g  313 

Dieta  in  Noion  per  accommodare  le  co 
fé  tra  Spagna,&  Francia.  371 

Dieta  di  Germani  in  Coftanza.       196" 

DiiKcuItà  nate  nell'eflercito  Francefe  . 

83 
Difficultà  de  gli  accordi  tra  i  pifani ,  e  i 

Fiorentini.  106 

Difficultà  nelle  conuentioni  della  tric- 

gua.  %  ;  o 

Difficultà  nell'accordo  tra  l'Imperato 

re,ci  Vinitiani.  270 

Difficultà  nell'accordo  trai  Vinitiani , 

&  l'imperatore.  310 

Diilìculta  nell'accordo  tra  Celare  ,  e  i 

Vinitiani.  330 

Difficultà  in  che  fi  trouaua  reiTercito 

Ecclefiaftico,&  Cefareo .  400 

Difficultà  che faceuano difficile  i'impre 

fa  di  Napoli.  5? 

Difficultà  trai  Vinitiani,  e i  Fiorentini 

negli  accordi  di  pifa.  11? 

Difefa 


Ì3 


'àà!LiAim^L<%m:<i 


L    A 


3* 


Ditela  deli  infamia  di  Lodouico  Sfoi- 
za.  19 

;  Difefn  delia  fuga  di  Galeazzo.  i  ai 

Dionigi  diNaldo  .  107.13  2.252  ; 

Difco indiane'  capitani  Ecclefiadici.a  57  j 
Dikordia  nci'cflcrcito  Ecclefìafiico  . 

A8  r 
Difcord  e  citali  in  Firenze  perla  digni 

ti  de!  Gonfalonicr.  282 

Diìcor(ì  fopra  la  venuta  de'  F-ranceu* 

giudicata  dirHcdiflima,  &infruttuo. 

fa.  11 

Difeorfì  fopra  l'imprefa  di  papa  Giulio 

contra  i  Francefi.  185 

1  «^ 

Dilcorfì  de'  fiorentini  intorno  al  dare, 

ò  no  dare  aiuto  a'  Francesi  ncilaguer 

ra,  291 

Diicorfl  intorno  alla  cagione  della  per- 
dita della  libertà  di  Firenze.  318 
Difeorfì  ìopra  Iatriegua  tra  Spagna  y  ck 

Francia.  ^7 

Difcorfì  iòpra  re  cofe  dello  flato  di  mì- 
■    lano.  3  44 

Difcorfì  dd  pontefice  circa  alla  triegua 

di  Spagna,&  Francia.  3  45 

Difeorfì  de' capitani  Ecclefiaftici  fopra 

l'aflaltar  l'altra  parte  di  i-arma.  407 
Difcorduarii  circa  alla  ieuata  dell' erìer 

cito  da  parma.  408 

Dimorfi  fopra  le  promefle ,  &  di  quei , 

chedefiderauanolalega.  47  3 

Difeorfì  intorno  alla   nauigation  de' 

portogheG.  I72 

Difcorfo  dell'efferato  Spagnuolo  circa 

l'entrare  in  Lodi.  3  59 

Difegni  dì  Lodouico  Sforza  per  afììcu 

rari!  nello  (lato.  2,1 

Difegni  da'  confederati  contra  i  Fran- 

cefi.  47 

Difegni  di  Maflimiliano  fopra  il  Regno 

di' Napoli.  86 

Difegni  del  papa  per  infignorirfi  del 

Regno  dì  Napoli.  103 

Difegni  de'  Vinitiani  nel  conchiudere 

Ialega con  Francia.  n^ 

Difegni  uani  de'  Fiorentini  di  metter 

pifainifoa.  176 


Di  legni  del  Re  de  Romani  circa  dipré 
dcr  l'Imperio.  186 

Difegni  del  papa  per  abbafTar  la  polfan 
zaFiancere.  250 

Difegni  del  Re  di  Francia  per  far  guer- 
ra al  papa.  255 

Difegni  uani  dell'imperatore  per  ueni- 
rc  in  Itali*».  277 

Difegni  de'  Confederati,  per  diminuir- 
la poteftà  de'  Francefì  .  199 

Difegnod'afialtarerimperio  Tuiche 
fco.  388 

Diìegnodcl  Cartel  Nuouo  ài  Napoli.  j 
1  58 

Difienfìone  in  Firenze  fopra  i capitani 
Generali.  114 

Difputa  intorno  alla  concordia  delie  I 
cofe  d'Italia.  320 

Difputc  tra'l  papa ,  e  i  mandati  Cefarei 
l'opragli  articoli  della  lega.  481 

Di  flùalioni  d'alcuni  Senatori  Vinitiani 


d'accettar  pi  fa. 


lC 


Diii'uafioni  de'  Fraccu*  all'andata  d'Ita 

lia.  86 

Diuortio  trai  Re  1  uigi 3 &  la  moglie  . 

IOQ 

DiuiHoni  del  Regno  di  Napoli  %  perche 
fu  eletta  da'  detti  Re  di  Spagna  3  & 
Francia.  136 

Dogana  di  befliame  di  Puglia .  80 
Doge  plebeo  di  Genoua,  fugge.  1574 
Domande  del  Valentino  a' Fiorentini. 

135 
Domande  del  papa  a'  Vinitiani  peraf 

ioluerii.  236 

Domande  del  rapa  al  Re  d'Aragona. 

320 
Domande  fatte  dal  Marchefc  di  pefeara 

al  Duca  di  Milano.  476 

Domande  de'  Fiorentini  al  Viceré.  314 
Domenico  Triuifano  procurator  di  S. 

Marco,  difiìiadei  Vinitiani  a  reftitui 

re  Rimini, &  >acnza al  papa.     213 
Donato  Raftagnino  traditor  lolenne  . 

IIQ 

Donne,  &  delitie  di  lucuIIo  ouc  furo- 
no. 6i 

Don 


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Don  Aifouibiaiìttd,  Lubgocc nére  dei 

Duca  di  Milano.  47 

Don  Federigo  uà  con  l'armata  a  Napo- 
li .  19 
Don  Federigo  d'Aragona.                4f 
Don  Federigo  ,  &  Prospera  Colonna  a 
Gaeta.  S? 
Don  ferrando  a  gli  ftipendii  de'  Vinitia 
ni.                                                    98 
Don  ferrando  Andrada.                   ifi 
Don  Michele  fugge  a  Fano.           147 
Don  Michelefatto  prigione.            167 
Don  Pietro  Durrea,&  Gio.  sattifta  Spi 
nello.                                           314 
Don  Vgo  di  Cardona  prigione.       147 
IJon  Vgo  di  Moncada  prigione  .     4?  4 
Don  Vgo  di  Moncada .                    3  86 
Dota  ,  ehedauail  He  di  Portogallo  al- 
l'Imperato: e, perche  pigliallc  per  mo 
gliela  fua  figliuola.                     476 
Dragontera.                                      356 
Duca  di  Miiano  s'inchina  a  render  Pila 
a' fiorentini.  of 
Duca  di  Ferrara  rende  il  Cafteldi  Geno 
uaa  Lodouico.  07 
Duca  di  SuìToIc  decapitato.            186* 
Ducato  di  Bari ,  &  Principato  di  Rof 
(ano, dati  ad  Ifabella  d'Aragona  . 
12  i 
Duca  di  Bianfuic.                           220 
Ducadi  Calauria,  no  afpetta  i  francelì 
nel  paciè  dì  Roma  .  3  3 
Duca  di  Calauria  in  Ifpagna.           13  8 
DucadiCandia.                                84 
Duca  di  Candia  ferito  .                      92 
Duca  di  ferrata,  m  archefedi  Mantoua  , 
&  Gio.  Bentiuoglio  preii  in  protct- 
tionedal  Redi  trancia.              124 
Duca  di  Ferrara  ricupera  il  Polcfene  di 

Rullilo.  Z21 

Duca  di  Grauina,&  Pagolo  Or/Ini  Ihà- 
goiati.  ijo 

Duca  di  Milano  cerca  la  pace  co'  fioren- 
tini. 75: 

Duca  di  Milano  efoita  il  papa  a  confede 
rarlì  (eco.  1 :8 

Du.a  di  Sauoia^c'l  Marchefedi  Monfer- 


rato  neutrali.  9$ 

Duca  Valentino  centra  i  Vicarii  di  Ro 

magna.  nf 

Duca  Valentino  pigliala  città  di  Game 

rino.  143 

Ducad'Vrbino.  92 

Ducid'VrbinoySc  Gio. Piero  da  Goaza 


ga  prigioni. 


02 


Ducad'VrbinOjck  Carlo  Orfino,nel  Ca 

l'entino.  108 

Duca  d' Vrbino  ^TAliiiano,  Aborre  Ba- 

glionc,  piero  Mai  cello, &  Giulian  de' 

Medici  ih  Bibbiena.  114 

Ducad'Vrbino  co  Frjncefco  Maria  fuo 

nipote,  li  fugge  dello  flato.  142 

Ducad'Vrbino  ritorna  a  Vmetia.   148 

Duca  d'  Vrbino  Ci  ritira  a  Imola.     2  f  1 

Duca  d' Vrbino  fugge  da  Bologna  . 

Ducad'Vrbino  ammazza  il  Cardinal 
dipauia.  274 

Duca  d' Vrbino  afiblutodalì'homicidio 
del  Cardinale.  280 

Duca  d  Vrbino  contra  la  ca fa  de'  Me 
dici .  314 

Ducad'Vrbino  cerca  di  ritornare  in  (la 
to,&  muoue guerra.  374 

Duca  d' Vrbino  a  Mantoua  con  la  mo- 
gie^] figliuolo.  ,370 

Ducato  d' vrbino.  pefaro,  &    inigaglia, 
a  ubidicuza  della  chiefa.  ibid. 

Duca  d  vrbino  uerio  lo  itato  fuo. 
carte  37? 

Duca  d' vrbino,  pigliala  città  d' Vrbi- 
no. Sciacqui  (la  lo  it  aro.  ibid 

Duca  d' vrbino  s'oiFeriice  di  finire  Ja 
guerra  in   abbattimento  a  corpo  a 
corpo  con  Lorenzo    de'  Medici, 
carte  377 

Duca  d' Vrbino  racquith  lo  flato.  146Ì 
419 

Duca  d' vrbino  uerfo  5?cn3.  4"i 

L.uta  d' vrbino  capita  h  Genera'ed • .'  .1 
Republica  tìomi  ;  .a.  4-7 

Duca  d'vrbmo  cjnucitico  dello  itato. 


43 


o 


Ducad'vrbino,  &  piero  da  cha  peftro 


^S^ggs^g^slOP^Iiìfeg        :SSÌ!f 


^ 


1 


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• 


» 


l'roucdkor  de  Vinitiani  a  Milano  . 

4  43 
Duca  d'Albania,  fi  ferma  a  Siena  per  or 

dinarequelgouerno.  454 

Ducad  Albania  fi  ritorna  in  Francia. 


462 


i 


Duca  di  Ferrara. cauato  di  Roma  da  Fa 

britio  Colonna.  31  » 

Duca  di  Ferrara  in  campagna.        407 
Duca  di  Ferrara  ,  che  gitu ifdittione  ha 

fopra  Reggio,&  Modona*  4^3 

Du<>adi  Milano  a  Nouara.  329 

Duca  di  Milano ,  chiamato  ii  Moro,  fé 

ne  ttà  ài  Francia.  363 

Duca  di  Milano  ferito  fi  ritira  a  Mon- 

cia.  456 

Duca  di  Milano  a  Pauia.  4?° 

Duca  di  Milano  aflediato  in  Caftel:0. 

477 
Duca  di  Nemors  s'apparecchia  di  com 

batter  con  l  onlaiuo.  154 

Duca  di  Suffolc  parte  di  Francia  .    347 
Duca  di  Termini  Capitano  delle  lance 

del  ReCatolico.  248 

Duca  di  Traietto  a  Napoli.  45  3 

Duefrati,uno  di  San  Domenico,  &  Tal 

trodi  San  Francefco,  uoghono  entra 

re  nel  fuoco.  100 

Duello  di  Giacopo  Empfer  Tedefco,5c 

Zamudio  Spagnuolo, Capitani  uajo- 

roli.  303 

«»3     E     •&» 

ECclefiaftici  a  campo  a  Safiuolo  . 
260 
Elefanti  ueduti  in  Roma.        3  5 1 
Elezione  dell'Imperatore  perche  s'ap- 
partiene a' Germani.  :p3 
Elcttionc di  Papa  Giulio  TI.           \6$ 
Elionora  data  per  moglie  al  Re  di  Fi  an 
eia.                                               487 
Ernst  di  Pria.                                  3  5  5" 
Engiliberto  di  Cleucs  3  e'1  Bagli  di  Di- 
giuno. 55 
Entrages  Cartellano  della  Cittadella  di 
Pila.                                               71 
Entrages  sbandito  di  Francia.           7  8 


i 


poli . 


Entrata  del  Re  Catolico   ii  N; 

190 
!  entrata  del  Re  di  Francia  inGenoua. 

entrata  di  due  Re  in  Sauona  .  199 

ermes  Sforza,  e*  I  Propofto  di  Brofina 
Oratordel  Re  de'  Romani  in  Italia. 
140 

errore  di  P?go!  Vitelli  in  non  fluitare 
lauittoria.  °    12; 

errore  de' Capitini  Fnncefi,  che  fu  ca-  j 
gionc delle  diuuenr  re  loro  nel  Re- 
gno di  Napoli.  I1T 

errore  de1  Collegati  cétra  i!  Valentiro  , 

in  non  feguitare  !a  tintoria,'  &  cercar 

Tutile  proprio.  147 

errore  del  Marchefedi  Mnncoua.   228 

errore  è\  Ciamóte,  nel  procedere  al  foc 

corfo  della  virandola .  26*3 


errore  de  Vinfffani  in  non  feguitare  la 
uittoria  in  Lombardia  .  295 

errore  di  Profpero  Colonna,onde  fu  fat 
to  prigione  dal  Pallila.  3  e  6 

errore  dell'Imperatore  nel  perder  tem- 
po ad  Afola.  367 

erroredi  Profpero  Colonna  in  non  far 
prouifioni  opportune  pej-  aifed-are 
una  terra.  405 

efrore  della  Regina  di  Francia  nel  rite- 
nere i  danari  a  Lautreeh  .  4M 

errore  del  Re  Francefco  in  non  fi  uólcr 
leuar  di  Pauia.  ^6 

etrori  del  Redi  Francia  dopo  la  prefa 
di  Napo'i.  4'-! 

errori  de'  Franceil,  onde  furono  rotti  al 

\    Garigrlinno.  1  71 

efferato  Aragontfe  di.'oggia  da  San 
Germano.  3°" 

efìtreitodel'a  Legaa  Nouara.  59 

efferato  Franccfeà  Forfiuouo,  &  l'ita- 
liano alla  Ghiaruo'a.  55 

efferato  di  Papa  Giulio  per  andar  a  Bo 
logna.  1 89 

efìercito  Spagnuolo,  &  Ecc'efiaftico.in 
diffidenza  l'uno  dell'altro  .  35  S 

effercito  Francefe  sbigottito  dalla  Lc- 

U 
efferrito 


sa 


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caccia.  rrancclc  putta  n 'Fano.        55 
elTcrcttofranccfe  uerfo  Nola.  6z 

elici  eie .  francefe  fi  ritira  in  Puglia  .   84 
efferato  francefe  foteo  il  Tramoglia,  Li 
g'ii, e  Ti iui zio.  128 

etterato  francclcint  rn  >a  Pifa.  131 
eilercito  de'  francefi^martamo,  e  terre- 
llrt^per  lacquiftodi  Napoli .  136 
cì]eruto  de  franiceli  per  le  cofe  del  Re- 
gno di  Napoli.  \6  1 
esercito  francefe  nerfo  Roma  .  161 
cftepcito  francete  lì  ritira  in  Francia.  168 
.elTercito  rràncele  a  Rocca  Secca  .  ibid. 
efferato  tranceiè  a  Gcnoua.  194 
elici  etto  iranccic  palla  l'Adda.  217 
eif*r>.  ito  francefe  nel  Polefene.  244 
elTcrcito  francefe  ucifo  Bologna.  258 
eilercito  francefe  lì  leua  da  Bologna  . 

eilercito  fra  n  ce  fé  a  Laino.  271 

eilercito  f.tanccfe  lì  ritira  ne'  luoghi  for 

ti.  300 

eilercito  francefe  a  Nouara.  33  1 

calci  cito  francefe  uà  uerfo  Pernia  per  di 

fé  ud  eri  a.  40  6 

eilercito  de  fi  àcefi,  &  della  lega  all' Ad 


da. 


4M 
437 

44? 

449 
112 

i8f 


esercito  francefe  uè  fo  Milano, 
cjlcrcno  francefe  uerio  Nauana. 
eilercito  del  Redi  Francia, 
eiìa  cito  Fiorentino  atlalta  Pifa. 
eilercito  de'  Fiorentini  lotto  Pifa. 
cilerciro  di  Malumiliano  contra  i  Vini 

tiani.  232 

eilercito  Tedefco  a  Treuigi .  179 

eilercito  Papa  e  uerlb  Genoua.       2fo 
eilercito  Spagnuoloin  Romagna.   2,01  | 
eilercito  Spagnuolo  in  careftiadi  uuie- 

re.  3 16 

elTcrcito  Cefa  reo  a  Gcnoua.  426* 

eilercito  Imperiale  a  Bimafco  .       444 
eifeicito  imperiale  in  careitia  didana-  | 

ri,<3cin  iofpetto  al  Redi  Francia. 

3*?- 4ff 
eilercito  Imperiale  a  Marignano,uàper 

{occorrer  Paula.  4f? 

efferato  Impeliate  a  Villarino  .     4*7 


I  etterato  Ecdefiaitico  alia  Mirandola  . 
261 

efìcrcito  Ecelcfiaiìico  a  campo  alla  Mi- 
randola. 262 

efferato  Ecclcfiaftico.  292 

eilercito  Ecclefìaiiico  fi  leua  da  Parma, 
408 

eilercito  E  cclcfiaftico  lì  1  itirajquafi  fug 
gendo.  3 7p 

eilercito  Ecclcfiaftico  a  Cafal  Maggio- 1 
te,  41  a 

eilercito  Ecclcfiaftico  fi  ritira  a  Galbio- 
netta.  411 

elTcrcito  Ecdefiaftico,  &  Cefareo  a  Ma- 
lignano. 414 

elleicito  Ecdefiaftico  a  Sorbolungo  . 

378 

elTercito  Ecdefiaftico  pei  dubio  di  tu- 
multo fi  diuide.  380 
eilercito  Ecclcfiaftico  a  Bracciano.  $n 
eilercito  de'  Vinitiani  al  foccorfo  di  P  • 
la.  91 
eilercito  Vinitiano  in  Bibbiena.  113 
eilercito  Vinitiano  allOelio  .  a  16" 
eilercito  Vinitiano  a  Vciona.  aj; 
eilercito  Vinitiano  fi  leua  da  Verona. 

ibidem. 
elTercito  Vinitiano  a  Ficherolo.       l  j  7 
eilercito  Vinitiano  in  fuga.  a?8 

eilercito  della  Lega  a  Bologna.       192 
eilercito  della  Lega  fi  iena  da  Bologna. 

*91 
efferato  della  lega  a  Rauenna  .  3  00 
elTercito  della  lega  batte  Pauia.  3  o£ 
elTcrcito  delia  lega  uerfo  Milano.  308 
elici  cito  della  lega  aOftiano.  4ii 
esercito  della  lega  a  Milano.  414 

eilercito  Inglcfein  Inghilterra.       342 
efTortationcdel  Viceré  Francefe  a  tredi 

ci  fuoi  combattenti.  152 

ellortationedel  Cardinal  Seduncfeagli 

Suizzeri  a  còbatttr  co'  Francesi.  360. 

-  r-    -  T -       ---  ■     .  -         .1  __  ~ 


F 


Abiano  daGallefe.  376 

Fabio  Petujcci  Signor  di  òiena  è 

cacciato  nu  .  4  54 

faV  V 


*    A    V    O    t    A 


-— / 


Federigo  d'Aragona  ignorante  dell'ac- 
cordo tra  Spagna,&  Francia.        136 
federigo  d'Aragona  fi  ritira  a  Napoli . 


_--_.:  u.  ;    1  |  T,?l;^7p^J>r•|^aa^avia^^^J^^7•"  „— .^  „«,„ 

l'abntio  Colonna  iualiggh  Lodouico 

dalaMirandola,&  Alefiandro  ì  r;ul 

zio.  170 

Fabritio  Colonna,  &  Don  Vgo  di  Car- 

do.prigioni.  •  137 

Fabiitio  Colonna.  256.2,571 

Fabiitio  Colonna  prigione.  303 

Fabritio  Colonna  liberato  di  prigione. 


;io 
Fabritio  Colonna  piglia  la  Rocca  di  S. 

Seu crino,  .  85"  137 

Faenza  Ci  difende  contrai!  Valentino  . 
•     1 3  2 

Faenza  s'arrende  al  Valentino.  133 
Faenza  prerada"'  Vinitiani.  132.167 
Faenza  prefa-dal  Papa.  13  3.22 2 

Fama  communc  contra  Lodouico  Sfor 

za.  5  8  1 

Fano  battuto  d^ì  Duca  d' Vrbino.  3  16 
Fanteria  Italiana  peruiltà  non  uuol  da 

re  l'allah o  a  Pila.  183 

Fateria  Ita!iana,già  in  poca  ftima.  25:3 
Faietta,e'l  Grandiauolo.  :o: 

Far  guerra  contra  ehi  non  ha  che  perde 

re  è  pazzia.  1^4 

Fattezze  di  Carlo  Re  di  Francia 
Fatto  d'arme  del  Tarro. 
Fatto  d'arme  a  Seminara  . 
Fatto  d'arme  alla  Cirignola  . 
Fatto  d'arme  al  Garigliano  . 


Sé 

16% 

Fatto  d'arme  a  Mola.  170 

Fatto  d'arme  trai  Fiorentini^  l'Aluia 

no  alla  Torre  di  S.Vicenzo.  182  | 

Fatto  d'atme  nella  Valle  di  Cadore»  tra  ! 

l' Aiutano,  e  Tedeichi.  208  • 

Fatto  d'arme  tra  i  Francefi,  eie  Vinitia-  i 

ni  all'Adda.  220  1 

Fatto  d'arme  di  Rauenna  .  303 

Fatto  d'arme  tragiiSuizzeri ,  &  Fran- 

cefi,alia  Bicocca.  424.:  32, 

Fatto  d'arme  tra  Vinitiani ,  ex  gli  Spa 

$muo!i,nel  Vicentino  adi  vii.  Otto 

bre.  m.  d.  x  1  1  1.  338 

Fatto  d'arme  traglibuizzcri,  ei  Fi;m- 


cefi  a  San  Denoto. 


3«i 


Federigo  d'Aragona  fuccede  nel  Re- 
gno a  Ferdinando.  86 


federigo  s'accorda  con  Obignì,  &  Ci  par 
te  del  Regno  di  Napoli.  138 

federigo  d'Aragona  in  Francia .     ibid. 

federigo  da  Bozzolo  lento,  301 

federigo  da  Bozzolo.  374 

federigo  da  Bozzolo  piglia  una  parte 
di  mura.  416 

federigo  dà  Bossolo  fi  ritira  da  Parma. 
418 

federigo  Contarmi  ammazz aro  in  Bre- 
fcia.  296 

fedengo  Frego fo  254 

federigo  Marchefe  di  Mantoua, Capitan 
della  chiefa.  403 

fedcrÌLo  Re  oì  Napoli  caccia  del  Re- 
gno il  Prefetto  ài  Roma.  07 

feltro  prefo  dal  Duca  di  Branfuic.    *»:. 

feltro  prefo  da  Tedeichi  .  345 

ferrando  CahYiotca.  440 

ferdinando  Farnefe  morto  lotto  Faen- 
za. 134 

ftrdinando  fi  parte  del  Regno  d;  Carti- 
glia,&  uà  a  Napoli.  186 

ferdinando  Duca  di  Calauria  prigione  . 

ferdinando  Redi  Napoli  pian  fé  la  crea- 
tone d'AlefTandro  vi.  3 

ferdinando  cerca  fegretamente  la  pace 
dei  Redi  Francia  .  11 

ferdinando  elee  di  Roma  nella  medesi- 
ma bora  che  u'entra  CarJo  .  34 

ferdinando  Re  afpetta  i  Francefi  a  San 
Germano.  36 

-ferdinando  a  Capua.  36 

ferdinando  rotto  da  Ghigni  a  Semina 
ra .  60 

ferdinando  d'Aragona  in  Napoli .     61 

ferdinando  Re  ài  Spagna  a  Pcrpigna- 
no.  .  7S 

ferdinando  con  Jad;rpenfa  de!  Papati- 
glia  per  moglie  una  fua  zia.  6i 

ferdinando  perche  nò  fu  compreiòne'.- 
lalega.  79 

Ferdi- 


>Xg=3*C^X 


Ferdinando  in  Bencuento.  ibid. 

ferdinando  in  Foggia.  80 

ferdinando  aiTedia  Atella  .  84 

Ferdinando  muore  a  Napoli.  36 

filippino  dal  Fiefco.  12; 

filippo  Mons.di  Urefcia.  31 

filippo  Mons.a  ocnoua.  73 

fìlippo  Argentone.  J? 

nEippod'Aulìriarn  Francia.  154 

filippo  Decio.  298 

filippo  Duca  di  Sauoia  .  83 

filippo  di  Raueiten.  131 

fiippo  Rodo  rotto  dal  Prefetto  di  Ro- 
ma .  84 
filippo  d' A ufìria  fi  falua  in  Inghilterra 
dal  mare.                                        186 
filippo  Tornie!  Io  prigione.       413.424 
fili  berta  foreila  di  Carlo  Djci  di  Sa 
uoia,  moglie  di  Giuliano  de'  Medi 

ci-  5  n 

fine  della  confederatone  de!  Re  Ferdi- 
nando, di  Ga!eaz.zo  Du  ad?  Milano, 
&  della  Republica  Fiorentina.  2 

fine  della  guerra  de  gli  Su  zzeri  contra  i 
Francefi.  153 

fine  della  guerra  contrai  Duca  d' Vrbi- 
.no  ,  &  chegiudicio  fufle  fatto  d'effa. 
387 

finizano  prefo  per  forza  da'  Francefi  . 
28 

fiorentini  mandano  g^nte  nel  Pifano  . 

fiorentini  fi  prefentano  con  l'cfTercijo  al 
Borgo  di  S. Marco.  72 

fiorentini  rotti  da'  PifaniaButi.  88.  ab- 
bandonati da  tutta  Italia  .  89 

fiorentini  cominciano  a  difcoltarfi  dalla 
diuotion di  Francia.  102 

fiorentini  ratificano  l'accordo  fopra  la 
caufadiPifà.  11/ 

fiorentini  non  fanno  confederatione  né 
col  Re,  né  col  Duca.  118 

fiorentini  promettono  per  fcrittura  al 
Re  di  non  aiutare  Lodouico  Sforza  . 
119  • 

fiorentini  in  protettone  del  Re.     124 

fiorentini  di  nuouo  entrano  in  protet- 


tane del  Re  di  F rancia.  1 40 

fiorentini  muouono  guerra  di  nuouo  a' 

Pifani.  ibid. 

fiorentini  fi  ritirano  a  Monteuarchi  . 

14* 

fiorentini  danno    il  guaito  a'  Pifani  . 

fiorentini  danno  il  guado  a  Pifa.  176 
fiorentini  negano  d'alloggiare  i  Francefi 

cheandauano  per  la  guardia  del  Con 

cilio  di  rifa.  286 

fiorentini  ricercati  dal  R.edi  Francia  di 

foccotfo.  *9o 

fiorentini  ftàdo  neutrali  giurarono  a  chi 

manco  haueuano  obligo.  3  13 

fiorentini  s'apparecchiano  a  difenderti 

contra l'erfèrcico  della  Lega.  316 
fiorentini  entrano  in  Lega  col  Re  d'Ara 

sona  .  31? 

fiorentini  difendono  Perugia  contra  i 
Buglioni.  4*9 

fiorentini  ueifò  Perugia  .  421 

fiorenza  gouernata  confufamente.  95 
foderi,  altramente  zattere.  207 

foisfa  rifpettareal  Concilio,  ei  Cardi- 
nali. 288 
fois entrain  Bologna fenzafaputa de'  ni 
mici.  294 
fois  con  l'euTercito  a  Rauenn3.         300 
fois  morto.  303 
fortezze  de"  Fiorentini, con fegnate  al 
Redi  Francia.  29 
fortezze  rendure  a' Fiorentini.          6<} 
fortezza  di  Liuornorenduua  a5  Fioren- 
tini da  Saliente.  71 
fortezza  di  San  Leo,  &  altri  luoghi  dati 
a'  Fiorentini.                                 146 
fortificatìon  di  Padouacomc  lìaua»233 
fortezza  di  Vicenza  in  poteftà  de'  YTini- 
tiani.                                             236 
fortezza  di  Rauenna ,  s'arrende  al  Pon- 
tefice.                                              224 
fo (T'ombro ne  Taccheggiato.               583 
fra  Girolamo  SauonaroIa,&  fuo  credito 
in  Firenze.   .                                 44 
fra  Girolamo Sauonarola al  Redi  Fran 
eia.  5* 

B         fra 


feXc=^Cc^C 


V  ==rr.      -  -  ^ -  ~ZZ% 


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7 


Fra  Girolamo  bauonarola  predicando  , 
fa  che  i  Fiorentini  non  entrano  nella 
Lega  d'Italia.  %i 

fra  Lionardo  Napolitano  rotto,&  mor- 
to dal  Triulzio.  z68 

fra  Nicolò  d'Alemagna  in  lfpagna.  377 

frate  A  ndrea  Barbaro  Agostiniano  ,  ec- 
cellente Predicatore.  42.2, 

fra  Nicolò  del!aMagna3&Gio.Mattheo 
Giberto,  Configlieri  di  Clemente  . 
480 

fracaffa  Capitano  del  Duca  di  Milano  . 
to8 

fracafTa  fatto  prigione.  140 

francefi  pentiti  di  paflarein  Italia.     22 

franceli  per  natili  a  più  pronti  ad  acqui- 
fere ,  che  prudeuci  a  conferuare  . 
in 

francefi  a  Mortera.  121 

francefi  a  campo  a  monte  Chiaruco-'i . 
130 

francerchetto  Cibò  uà  ad  habitare  a  Fio 
renza.  4 

francefeo  Sforza  occupò  con  l'armi  lo 
flato  di  Milano.  13 

francefeo  Secco  Condottier  de'  Fioren- 
tini. ?o 

francefeo  Gonzaga  ,  General  della  le- 
ga, n 

francefeo  Sforza.  101 

francefeo  da  Narni.  151 

franceico  PiccolominiSanefe  eletto  Pa- 
pali! fece  eh  limar  Pio  Terzo.      164 

francefeo  da  Cartel  di  Rio.  zìi 

francefeo  Bolani  è  morto  a  Porto  Fino. 
251 

francefeo  Vettori  Ambafciator  Fioren- 
tino a'  Cardinali  Francefi.  287 

francefeo  Guicciardini ,  Oratore  per  la 
città  di  Fiorenza  al  Re  d'Aragona. 
291 

francefeo  Guicciardini  Gouernator  di 
Modona.&  Reggio.  401 

francefeo  Guicciardini,  Gouernatore  di 
Parma.  416 

francefeo  Guicciardini  fcuopre  i  dife- 
gni  di  Renzo  da  Ceri.  437 


franceico  Primo  creato  Re  di  Francia, 
1      352 
francefeo  Maria  in  Tofcana  di  nuouo  . 

38* 

francefeo  Maria  nella  Marca .  383 

franceico  Sforza  Duca  di  Milano  ,  pafla 


nel'»  flato  fuo. 


4*3 


wmmmL\~ 


2^m^S>» 


francefeo  Sforza  entra  in  Milano.  424 
francefeo  Sforza  accettarinueftituradel 

Ducato  di  Milano.  474 

francefeo  Sforza  hafofpettione  dell'Ini 

peratore  ,  &  de'  Capitani  Cefarei . 

francefeo  Impellale  Siciliano,  fatto  pri- 
gione. 43  S 

francefeo  Maria  Duca  d'Vrbino,  Gene- 
ral àt  Viniciani.  ibid. 

franceico  Maria  ueifo  Tofcana.        381 

fiancefeo  .viaria  ringratia  l'efferato  , 
&  fcuopre  la  perfidia  di  maidonato  . 
382 

francefeo  Triu!zio,&  Galeazzo  Palaui- 
fino.  131 

rraceltche  ragione  habbino  nel  Regno 
di  Napoli.  6 

franciaha  la  nominatione  de'  beneficii 
ecclefiaft  ci  .  7,66 

francefeo  Valori  morto.  100 

francefi  dari  a  piaceri.  45 

francefi  furono  il  combattere  con  gli 
Aragonefi.  26 

francefi  combattono  le  fìrade  di  Napo- 
li.  6\ 

francefi prefentano  lagiornataagli  Ara 
gonefi.  80 

francefi  muouono  guerra  a  gli  Spagnuo 
li  nel  Regno  di  Napoli.  141 

franeefi  fualiggiati  in  Caftellaneta  da' 
terrazzani.  152 

francefia  campo  a  Sals.  168 

francefi  dileggiano  tumultuofamente 
dal  Gaiigliano  .  1  70 

francefi  fortificano  milano.  202 

francefi  rotti  da'  Vinitiani  a  montagna - 
na.    •  255 

francefi  prefentano  la  giornata  agli  Ec- 
clefialcici.  258; 

francefi 


nr*B 


frane,  li  rari  nuoue  prouiuoal  peroi* 

.'ere  lo  (lato  Eccle  aiHco  .  264 

fiaticeli  rotti  da'  Vinitiani  alla  Scala. 

franeefiaflTaltano  Rauenna.  300 

francefi  C\  ritirano  da  Rauénacon  perdi 
ta  de  fuo-,  morendo  poco  dipoi  Ciac 
tiolione,&  Spinola  Capitano  dell'ar- 
tiglierie* R>i<f. 

francefi  cominciano  ad  elTer  cacciati  d'- 
Italia. 3°9 

francefi  in  Italia  per  racquiftar  milano  . 

francefi  ritornano  di  là  da'  monti .   332. 
francefi  rinonciano  al  Concilio  pilano  . 

544 
francefi  impauriti  difegnanod'abbando 

Dar  milano.  3^8 

francefi  in  ordinanza  peraiTaltare  lal- 
tra parte  di  Parma.  4*7 

francefi  pigliano  la  Rocca  di  Nouara  . 
4?.? 

francefi  fi  leuano  da  milano.  44* 

Cv^nc^Ci  CeguitaticU'  Celarci,  fanno  per- 
dita di  molte  cofe.  44^ 

francefi  cacciati  d'Italia.  ibid. 

francefi  uerfo  Amano  .  83 

franco  Capitano  degli  Stradiotti  pn 
gione.  io4 

francete  prefo  dagli  Aragortefi.       '  8$ 

frangipane  prigione  condotto  a  Vinc- 
ila.  3  4^ 

fruitele  del  Redi  Francia  per  cauardana 
ri  di  mano  a' Fiorentini.  4r 

friuliracquiftato  dall'  Musano.  _    ibii. 

fuoco  impizzaro  neli'Arfenal  di  Vinc- 
tia,con  incendio  grande  .  ì  io 

fuoco  caduto  dal  ctelo,  eiT'endo  fereno, 
abbracciata  poluere  del  Caftel  di  mi-  ( 
lano,  &  fa  gran  danno  .  4oà  1 

fuor'ufci:i  di  milano  ,  uengono  a  qui-  ( 
i?;ion  tra  loro  .  4l° 


«fift 


ber 


Abriei  Malaf'pma.  *3 

Gaeta  taccheggiata  daFrancefi.  6\ 

Gaeta  prefa  da  Conlaluo  a  patti.171 

Gaioìò  Spagnuolo.  3  74 

Galeazzo  da  S.  Seuerino  mandato  al  Re 

di  Francia.  1 5.  Solleuator  dei  popolo 

Pifano.30.ad  Aiti.ji.ailaèifefa  del- 

I  ■  Rato  di  Milano.  l  19 

j  Galeazzo  da  Birago  prigione*  43 6 

j  Galeazzo  Palauilino.  3  3° 

Galeazzo  dal  Pontefice.  *97 

Galeazzo  fugge  d'Aleifandria  fegrcta- 

mente.  120 

Galeazzo  Sforza  grande  fcudieredelRe, 

a!l  Imperatore.  -19 

Galeazzo  V'ilconte  a  Maflimiliano ,  & 

a  gli  Suizzeri  per  trattare  l'accordo  . 

iÌ7 

Galeazzo  Vifconte.  373 

Gailizanti.  3T3 

Gorgofa,&  Ciuitella.  ^  4  3 

GarFafco   prefo  dal  Duca  d'Vrbino. 

Gafparo  Maino,  rompe  duo  mila  Italia- 
ni,foidati  del  Redi  Franerà.         4*7 
Gafton  di  Fois ,  quando  pafrò  in  Italia . 

Gemino  Ottomar.no  fratello  di  Baifct 

Re  de  Turchi.  3* 

Gemino  Ottomanno  muore.  4? 

Genouefi,Santfi,  &  Luccht  fi,  aiutano  1 

Piiini.  13 { 

Genoucfi  non  accettano  i  Pifani.per  uo- 

Iontàdel  Redi  Francia.  177 

Ge-v  uefi  fi  ribellano  da  Francia.  191 
G.nouefi  \\  euano  da  monaco.  i£3 

Genouefi  plebei  merli  in  fuga  dalla  foia 

prefenza de' Francefi.  i$>4 

Genouefi  fi  danno  al  Rei  diferettione. 

*9$ 
Genouefi,ck  Lucchefi  Ci  sforzano  di  uet- 


touagliar  i/i. a. 
tnoua  ritorna 

eia. 

Gencua  prefa  dalli  Spagnuoli. 


Genoua  ritorna  alladiuotion  di  Fran- 
cia. 33° 


B      E 


416 
Genti 


m*+— 


Genti  de'  f  iorentini  al  Poggio  Impe- 
riale. lo6 

Genti  de'  Vinitianiin  Cafentiao  in  mof 
ti  ìncommodi.  icp 

Genti  del  Valentino  Taccheggiate.   167 

Genti  de'  Vinitiani  uerfo  Modona.  260 

Gentile  Baglione  ,  cacciato  da  Già.  Pa- 
go! di  Perugia.  396 

Germania  moglie  del  ReCat©lico.,data 
per  moglie  a  Ferdinando  Duca  di  Ca 
lauria.  429 

Gherardo,  &  Francefco  Maria  Ranto- 
lìi-    ■    m  ?si 

Ghibellini  danneggiano  i  Guelfi  in  di- 
uerfi  luoghi  d'Jtalia.  96 

Gianiacopo  Triulzi ,  e'1  Conte  di  Piti  - 
gliano  Gouei  natori  di  Ferdinado.  ip 

Gianiacopo  Triulzi,Gouernatore  in  mì  ! 
lano.  I2($; 

Gianiacopo  Triulzio  Marifciai  di  Fran  ! 

eia.  166 

Gianiacopo  Triulzio  muore  in  Francia.  ! 

300  | 

Gianiacopo5&  Pandolfo  Petrucci .     $6  \ 
Gianiacopo  Medici  da  M:lano,Caft'eIlan  ' 
di  mus  ,  piglia  il  Catteilano  di  Ghia- 
uenna.  457 

Gierolamo  Adorno.  330.401 

Gierolamo  Adorno,  &  fu3  preitezza. 
422 

Gierolamo  Adorno,&  Riccardo  piacco 

a  Vinetia.  420 

Gierolamo  Adorno  muore.  430 

Gierolamo  Cabauiglìa  ,  Orator  del  ile 

d'Aragona  in  Francia.  2570 

Gierolamo  Donato.  241 

Gierolamo  Douaro,Orator  de'  Vinitia. 

ni  appretto  ai  Papa  .  2  j  8 

Gierolamo  Donato,  Orator  Veneto  al 

Papa,  muore.  283 

Gierolamo  Doria.  2?o 

Gierolamo  Ghinuccio  Sanefc  in  Ingiul 

terra.  46*1 

Gierolamo,  &  Gian  Fermo  da  Triulzi 

prigioni.  4  5"z 

Gierolamo  Guicciardini  morto.       406 
Gierolamo  Morone  a  Nouara,è  ratto 


prigione.  4?j 

Gierolamo  Peppoli  prigione.  427 

Gierolamo  da  Praga,abbruciato  nel  Co 

ciliodiGoftanza.  205- 

Gierolamo  Sauorgnano.  247 

Gierolamo  Vic,Òratore  al  Papa.  3 1$ 
Gierolamo  Vie.  2*4 

Giefualdoprefoda  gli  Aragonesi.  84 
Giliberto  Mornpenfìeri  Capitano  della 

uanguardia  del  Re  Carlo.  27 

Giliberto  Mompenfieri,  Luogotenente 

Generaledel  Regno.  40 

Gio.Badoero  Orator  Veneto  in  Fran- 


cia. 


4SI 


379 
fi 
72. 


Gio.  Bartolomeo  cadinara  .  462 

Gio.Battifta  Caftaido  fcuopre  a  Cefare 

in  nome  del  Marchefc,il  trattato  con 

tra  di  lui  in  Italia.  474 

Gio.Battifta  Caracciolo  in  Setta  .  80 
Gio.  Battitta  Caracciolo  General  delle 

fanterie  de' Vinitiani.  146 

Gio.Battifta  Ridolfi,  &  Pagol' Antonio 

Soderinia  Vinctia.  11  j 

Gio  BattiftaRidoifiGófalonier  di  Fio- 
renza. ->x8 

Gio.Battifta  Smeraldo  da  Parma  .438 

Gio.Battifta  daStrabbia. 

Gio.Bentiuoglio  entra  nella  Lega. 

Gio.Bentiuoglio. 

Gio.Bétiuoglio  perfuafo  a  muouer  guer 
ra  a' Fiorentini.  1Q4 

Gio.Bcntiuoglio,&  Alettandrofuo  figli 
uoloalfoldo  de  Fiorentini.  104 

Gio.Bentiuoglio  in  protettion  del  Re 
di  Francia.  i:o 

Gio.Bétiuoglio  fa  ammazzar  molti  del- 
la famiglia  de'  Manicotti.  135 

Gio.Benciuoglio  fi  parte  diBologna,  Se 
lalafciaai  Papa.  1$p 

Gio.Cabaneo,5t  Mons.diBaiardo  mor- 
ti* 446* 

Gio.  Cabaneo  chiama  in  duello  il  Mar- 
ch e  fedi  Pefcara.  4Ij 

Gio.Cornaro,&  Luigi  Moccnigo  Orato 
ri  Veneti.  230 

Gio. Corii  Orator  Fiorentino  a  Cefare . 
453 


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Gio.Fianceico  Còte  di  Uaiazzo,  Galcot 

to  Picco  dalla  Mirandola!  Se  Ridolfo 

Gonzaga  Capitani  del  Re*  io 

Gio.Francefco  Pico  Conte  della  Mirado 

la  mandaco  dal  Papa  a  Ciamonte.2  ?o 
ciò.  Frangiani  morrò  a  tradimento  dai 

nipote.  149 

g io. Fregolo  nel  porto  di  Genoua.  2  ?4 
gìo.  Galeazzo  Duca  di  Milano  cugino 

del  Redi  Fracia  ammalato  in  Afti.26 
G io. Galeazzo  muore.  ibid. 

G 10. Gioacchino  da  PaiTano.  448 

G io.  Gonzaga,  &  Gicrolamo  Moronc. 

3 6z  . 
Gio.Goz^dino  a  Firenze.  20S 

Gto.Gradenigo  morto.  104 

Gio.  Greco  Capitano  degliStradiotti , 

rotto,*5c  pre.'o  da  Gio.  Vitelli.       222 
gìo.Hus  abbia  ciato  nel  Concilio  di  Go- 

flanzi.  305 

Gto.Lodouico  Palauifino.  4^6" 

Gto.Lodouico  Palauilìno rotto  dagl'Ini 

perialia  Cafal  Maggiore.  457 

Gio. Luigi,  Giouan  Vitelli,&  Renzo  da 

Ceri»  242 

Gio.Manueile.  402 

Gio.Manueilepartedi  Roma.  429 
gìo. Maria  Martinengo  decapitato.  256 
ciò.  Mari  a  Varano  Duca  di  Camerino.- 

419. 
C io. Matteo  Giberto  Vefcouo  di  Verona 

al  Redi  Francia.  4?i 

cioan    Pagolo  Manfronc  a  Vico  Pifa- 

Tio.  -83 

Gto.'Pag.  I  Baglione,  Fabio  Orlino  }Sl 

Pietro  de'  Medici  in  Arezzo.  141 

gio.  Pagol  Baglione  fugge  di  Perugia. 

i4p- 

ciò.  pagol  Baglione  entra  in  Perugia  • 
10*2  . 

ciò.  Pagol  taglione  al  foìdo  de  Fran- 
celì .  1 6 j 

e  io.  Pagol  Baglione  è  notato  di  poca  fe- 
de, ibid. 

gìo.  Pagol  Baglione  è  fatto  Capitan  de' 
Fiorentini.  176 


gìo  Pago!  Baglione  per  cordìglio  di  Pan 
dolfo  Petrucci  nnóciail  ioldode'  Fio 
rentini.  i3o 

gìo. Pagol  Baglione  General  de'  Vinitia 
ni.  *42 

gìo.  Pagol  Baglione,  Malatefta  SogUa- 
no,e'l  Caualie»  della  Volpe  in  Trcui- 

gi.  _  334 

Gio.PagoI  Baglione  in  Perugia.  38.2 
ciò. Pagol  Baglione  celimene  con  Frati 

cefeo  Maria.  383 

ciò.  Pagol  Baglione  decapitato  in  Ro~ 

ma.  397 

Gio.PagoI    Gradenico   Proueditor  de. 

Friuli.  22y 

Gio.PagoI  Manfrone  in  Brifìghella.  222 
Gio.PagoI  Manfrone  rotto  dal  Foisal  Fi 

nalc.èfatto  prigione  27  1 

giouan  Pagoi  Manfrone  a  Montecchio  . 

3J7 
gìo.  Piccinino  3  &  Galeazzo  da  Correg- 
gio. $7 
ciò. Piero  Stella  Segretario  de' Viniriani 

aìl'Imp.  116 

Giorgio  d' A mbuofa   fatto   Cardinale. 

iop 
Giorgio  Bucciardo.  46" 

Giorgio  Cornami  l'Aluianoa  Cadore. 

208 
Giorgio  Frondfperg,  Capitan  Tedefco. 

424 
Giorgio  Pietrapianta.  63 

Giorgio  SoprafaflTo  Suizzeroalfoldo  del 

RediFrancia.  242.404 

Giouanna  d' A  ragona diuenta  pazza,ma 

non  in  tutto.  108 

Giouannida  CapuafaluaFerdinando,5c 

egli  uiene  uccifò.  60 

!  Giouanni  da  Cardona morto.  4M 

Giouanni  da  Calale.  260 

Giouan  de'  Medici  Capitan  de  cauai  le^ 

gieri.  40  5 

•Giouande'Medici  rompe  gli  Stradiotti  . 

411 
Giouan  de'  Medici  pafTa  l'Adda  a  caual- 

"io.  413 

B     3  Giouan 


^L 


^TTTP/^^z^^. 


^ 


: 


Giouan  de'  Medici  a Sorbolungo.  378 
Giouanni  de'  Medici  al  ioldo  di  Fran- 
cia. 423 
Giouan  de'  Medici  rompe  ottanta  cauai 
Francelì.  4-p 
Giouan  de'  Medici  a  Marignano.  444 
Giouan  de' Medici  coutra  1  ioccoifo  de' 
Francelì.                                          44^ 

Giouan  de' Medici  a  gli  ftipendiidiFrà- 

cia.  4?4 

Giouan  de'  Medici  ferito  dun'archibu 

giara.  458 

Giou.ni  nobili  Vinitiani,uannoa  Pado- 

ua  per  difenderla.  23  1 

Giovanni  da  Poppi  fegrctario  ài  Loren 

zode' Medici.  577 

Giouanni,  Renzo,Giulio,  &  Frangiotco 
Orfìni.  iyi 

Giouanni  Gonzaga.  83 

Giouanni  SaiFateiio^  Rinier  dalla  Saf 
fetta.  z  j  4 

Giouanni  Saflatello  ofFerifce  Imola  al 


Triu'zto. 


274 


Giouanni  Saflatello  ali'efpugnatione  d  - 
Aicflandria.  ^zl 

Giouanni  Saflatello  in  Romagna.  442 
Giouanni  Sauello.  72 

Giouanni  Sforza.  8? 

Giouanni  Smardo  Duca  d'Albania. 4  5 1 
Giouan  Vitelli.  269 

Giouan  Vitelli,  5c  Iacopo  Simonetta  a 

Montepulciano.  277 

Giouanni  Vittorio  Soderini .  314 

Giouanni  Vmuri  Proueditor  de'  Vini- 

tiani  prigione.  346 

Gifmondo  Principe  di B  felli.  138 

Giubileo  mandato  da  Papa  Aleflandro 

oltrai  Monti.  1^ 

Giudiciodi  Papa  Leone  intorno  al  com 

'  promeflb  non  ha  effetto  alcuno.   3  4  j 

Giudicio  degli huomini  fopia  i  Capirò 

ii  dell  accordo  trai  imperatore,  e'i  Ke 


di  Francia. 
GiUftVc  Borgia. 
Giuiianuoua  facche^'iata» 
Giulian  de'  Medi»,  i  a  Bologna . 


486 

79 
74 


oiulian  de'  Medici  s'ingegna  di  lirornfc  1 
re  nella  patria.  i;4 

Giulio  Colonna  rompe  i  caualli  Orfìni 
alle  tre  fontane.  461 

Giulio  Orfino,Fregofìno,  ex  Orlandino 
Fregofì,  fatti  prigioni.  24 

Giulio  Oi fino  al  foldo  del  Re  di  Fran- 
cia. 164 

Giulio  de'  Medici  a  Roma.  305 

Giulio  de'  Medici  non  legittimo.      357 

GjuIj®  nangoneallaita  Ja  montagua  di 
Modona.  409 

Giulio,  Fabio, &  Organtino  Orfìni,  & 
Murio  Co!onna,fanno  mouiiutiito  in 
terra  di  Roma.  15  o 

GÌu!io,&  Kenzo  Orfici,  e  Troi!o  Sauel- 
lo. 2  \6 

Giulio  Varrano  prigione  eie*  Fracefì.  61 

Giulio  Varrano  coi?  due  figliuoli,  ihan- 
go'ati  dal  Valentino  .  143 

Giuflinian  Morefini  Proued'tor  de'  Vi- 
nitiani.  88 

Giuiiini.i  Morefini,ViteI  vireffi,&  Vice 
2.0  di  >Jalaos'oppógonoa  Fr.icdì  217 

Gii  huomini  fauii,  non  hanno  umpie 
perfetto  giudici©, &  diicorfo.  1  f 

elih  uomini  fi  piom  erto  no  cóla  uoplia, 
&  con  là  fperanza, quello  eh  è  dima  t- 
a  con i<i;uir  per  ragione.  103 

GÌi  huommi  hàno  naturalméte  più  pau 
rade  pencoli  uicini,  &  pielenti,  che 


de'fucun,&  .ontani. 


20 


Gloria dclFoiSjond'hebbe principio  297 
Gonzaga,  Carrara,  &  Scala  ,  iono  fami- 


glie diiccie  da*  Germani. 


245 


Goiiantin  Baghone  rìg.iuolo  ,  &  nipote 
di  Gian  Pagol  Bagiionc-,prefo.     379 
Goiiantin  Boccola  Albanefc.  374 

Goiìantindi  Macedonia.  225 

Goiiantin  di  Macedonia  in  Vicéza. 222. 

Gouernator  di  Granopoli  tormtntato. 
345 

Gouei  no  della  balia  de'  Cinquanta  in  Fi 

lenze.  318 

Gran  Cancelliere  non  uuole  fcriuere  1 

Capitoli 

a. 


:^\xx\^x>;x^X^^  ] 


Capitoli  dcH'accordojin  prciudicio  d  1 
Celare.  48* 

Gran  Capitano  muore.  $66 

Gran  Ciambellano  ammazzato.  34* 
Gran  Maeitrodi  Francia, &  Mons.di  Ce 
uresa  aiompolieri.  191 

Gratiano  di  Guerra  a  Gaeta.  8J 

Gratitudine  de'  Vinitiani  uerfoi  faldati 
loro.  •  61 

Grigioni, Signori  delle  tre  Leghe.  _  280 
Grillo  Contarmi,  General  de'  Vinitiani 
contro  a  Genoua.  2?o 

Grotta  di    Mafano  prefada'  Tedefchi . 

246. 
Grotta  Gouernator  di  Lignago.       2J6 
Grugni  Capitan  Francete  muore,      ifi 
Gualfmara  prcfadall'Orliens.  Jt 

Gualchi,  coli  detti  i  fanti  foldati  dal  Na- 
uarro.  3  $  ì 

Gua  (coni  infofpettiti  ài  Lorenzo  de'Me* 
dici,&del  Papa.  3  75? 

Guafparn  daSanfeueiino,&  Anton  Ma 
ria, Capita  de'  Franccfiin  Genoua.20 
Guerra  del  Friuli.  *z9 

Guerra  córra  i  Fiorentini  pei* rimettere 
i  MeJici  in  Firenze.  314 

Guerra  de  gl'Inglesi  contra  Francia. 321. 

340 
Guerra  nuoua  di  Pifa.  130 

Guerra  di  Francia, e  i  luoiprogrefsi,fot- 
to'l  Duca  di  Borbone.  448 

Guerre  nel  Friuli.  3 4 *> 

Guicciardini, &  lo  Scudo  a  parlamento. 

401. 

Guid'Antonio  Vcfpucci  Ambafciatore 

de'  Fiorentini  prei'o  dallo  Sforza  .  70 

Guid' Antonio  Vefpucci.&Bernabò  Ru 

celiai  Fiorentini,  Oratori  a  Vinetia  . 

1  &f . 

Guido  Rangoae  alla  guardia  di  Pefaro . 

378 
Guido  Rangone,&  Baldaffar  Signorcllo, 
prigioni.  196 

Guido  Rangone.4oi.4Q7.affa!taIa  mon 


tagna  di  Modona, 
Guido,3c  Ridolfo  Bagiioui. 


410 
73 


Guido  Vaina  a  Siena.  4*  * 

Guìd'V baldo  Dura  d'Vrbino.  74 

Guineguafle  di  Piccardia.  17 

Guglielmo  Budeo  Parigino  huomo  lite 
rati  (Timo.  3*4 

Guglielmo  de'  P3zxi  commiffaiio  Fio- 
rentino. io3 
Guglielmo  de'  Medici  >  fratel  di  Papa 
Leone  x.  eletto  Capitan  della  Chie- 
fa.                                                 S11 
Gurgenfe  Orator  Cefareo  al  Papa.  267 
Gurgenfe,  Don  Pietro  d'Vrrea,  e'1  Ve- 
fcouodi  Parigi  a  Mantoua.  269 
Gurgenfe  in  Bologna.                      ibid. 
Gurgenfe  parte  dal  papa  malcontento  . 

270 
Gurgenfe  in  Italia.  3 1 3 

Gurgenfe  cforta  il  Viceré  all'attedio  di 

padoua. 
Gurlinoda  Rauenna. 


33* 
122 


*>*5     H    $•* 


Ercole  da  E fte  Cardinale. 


98 


HHercole  da  Elle  fatto  compromef- 
fario  da'  Vinitiani ,  &  Fiorenti- 
ni fopra  le  differenze  di  pila.       xif 
Hercole  Cant elmo  decapitato.         237 
Hermes,&  Sacre  moro  annegati.      338 
Hippolito  da  Efte  Cardinale.  0$ 

Honorio  SaucIIo  morto  fotco  Faenza. 

131 


4*$     1     §4r 


I  A copo  d'Appiano.  40 

Iacopo  d'Appiano  Signor  di  piombi- 
no fugge  in  Francia.  1  ?  8 
Iacopo  vjrauilla  Ammiraglio  di  Frida 
■di  (Iliade  limpreia  di  Napoli.         io 
Iacopo  Neiìi.  3° 
Iacono  R  e  di  Scoria  rompe  la  guerra  al- 
l'Inghilterra.                                 3  4o 
Iacopo  Ro  ilei  co  da  Cittì  di  Cartello, 
mandato  a  Vi  bino  da  Lorenzo  de' 
Medici.                                         37  S 
Iacopo  Santa  Croce  prigione.          1 49 
Iacopo  Staffileo.                               321 

B     4         Iacopo 


* 


TAVOLA 


/4t_Lc--Lci-£>— ^Q-^^.^.A_/^   -s:j~  jclJ 


Iacopo  Stafflier  Capitan  Generale  de  gli 
Sii  i  zzerà  368 

Iaiob.  290 

ianus  Fregofo  condottierde'  Vinitiani, 
che  fu  poiDogedi  Genoua.  \ìo 

lanus  Fregofo  &  Gian  Corrado  Orlino 
alia  Rocca  d'Anfo.  367 

I  buoni  configli  lentamente  efeguiti^di 
uentano  fpeiló inutili.  108 

1  cattiui  configli  de'  Principi  fon  nociui 
alor  medefirn^cka'loribdditi.         1 

1  configli  de'  Capitani  non  aiutati  dalla 
fortuna  ibno  IpeiTo  fallaci.  107 

I  difordini,  &  le  difficulta  de  gli  nimicl , 
no  Tono  Tempre  noti  a'  Capitani.  4.0 

leu*  città  Taccheggiata  da  Franccfco  Ma- 
ria .  385 

I  Fioiétini  sforzano  i  facerdoti  a  celebra 
re  nell'interdetto.  282 

I  nobili  Genouefi  fi  mettono  in  fuga . 

1  Colpetti ,  &  le  ambitioni  de'  Principi , 
gli  ftimlano  molte  uolte  a  cole  peri 
colole.  203 

I  fucceili  delle  guerre  dependono  il  più 

delle  uolte  dalia  riputatione.  67 

II  Bagli  di  Digiuno  diiìuade  gli  Suizzen 
a  pigliar  foido  dall'imp.  202 

Il  baftardo  di  Borbone  è  fatto  prigio- 
ne .  60 

il  Contedi  Fois.  $f 

Il  Capitan  di  Pefchiera,  e'J  figliuolo, per 
ccmàdamentodel  Re,impiccatiper  ;a 
gola.  221 

11  far  beneficio  ad  uno,che  tu  habbia  in 
giuriato,in  tempOjehe  paia  che'l  bene 
ficio  fia  fatto  più  per  necefsità,che  per 
amorcuoiezza,  par  che  ha  cofaiouer- 
chia.  464 

11  Pois  fi  prefenta  alla  faccia  de  gliSuiz 
fceri.  250 

11  Foisal  foccorfo  del  Cartel  di  Brefcia. 

li  fondamento  principale  delle  confede- 

rationi  è  la  fede*  1  $ 

11  Giouio  nota  di  poca  fede  il  Conte  di 


ss^^s: 


Gaiazzo,  ei  fratello  detto  il  Fracaiia, 

co  dire, che  poteronofar  molto  male: 

a'  Fracefi,&  non  Io  fecero,anzi  gli  foc 

corfero  di  uertouaglia  a  Tortona  .  f  9 
Il  gouernarfi  folamentecon  J'eflcrnpio 

d'altri,  fenza prudenza  particolare,  è 

fpeifo  pericolofo.  28 

11  Gran  Capitano  è  lodato  di  fomma li- 
beralità. j^8 
Il  Gritti  fugge.  3  .8 
Il  Legato  del  Papa  prigione.  30? 
Il  Limano  rompe  i  caualli  Ecclcfiarti 

ci .  52 

11  Liuiano  liberato  di  prigione.         328 
Il  Manfrone  rotto  da   fcrcole  Bentiuo- 

glio  8» 

Il  Pallila  con  licenza  dell'Imperatore  fi 

ritira  nel  Ducato  di  Milano.  23  % 

Il  Papa, e  l  Re  Alfonfo  s'abboccano  a  Vi 

couatro.  \y 

Il  Papa  fi  fugge  in  Cartel  S. Angelo.  3  4 
11  Papamuouegutnaagìi  (jrhni.  91 
Il  Papaie  ne  torna  a  Romana!  iodisfac 

to  del  Re  di  Francia.  193 

Il  Papa  non  fi  sa  rifoluere  circa  la  pallata 

deli'imp. in  Italia.  201 

li  Papa  nega  il  uenire  all'Imp.in  ItaJia 

coni  esercito.  lc6 

llPapa  dubbioio  d'entrare  nella  Lega. 

213. 
Il  Papadà  udienzaa  gii  Oratori  Vinitia 

ni.  224 

Il  Papa,&  Ciamontefoccononoi  Ferra 

refi.  237 

|lì  l-apa  rtimolail  Red'Inghilterraafar 

guena  a  Francia  .  240 

Il  Papa  iaiopre il  iuofdegno  al  Duca  di 

Ferrara.  243 

11  Papa  non  accetta  il  cenfo  del  Duca  di 

Fei  tara.  2jo 

11  Papadintiouoartalta  Genoua,  254 
Il  Papa  delibera  di  render  Monte  Pulcia 

no  a'  Fiorentini.  277 

11  Papaefortato  a  non  far  pace  col  Re  . 

207 
Il  Papa  non  accetta  la  pace ,  &  feommu- 

mea 


— — — 1 1  r  1 1  1 


1^2 >^^^ .> .  L  -. ^ A-^hca^ 


*M—r  3 


O    L    A 


nica  il  Re  di  Francia.  ibid. 

Il  Fontano  Oratore eccellentifsimo  no- 
tato d  inftabilità,&  ingratitudine. 45>" 
Il  popolo  fi  gouerna  fpeiìo  più  con  la  uo 
lontà  che  con  la  ragione.  183 

Il  Regno  di  Napoli  fi  follieua  cótra  Al 

fon  lo.  35 

Il  regnare  depende  fpcfib  dalla  Fortuna, 

ma  l'è  (Tei-  buon  Recondite  Tempre 

nella  bontà  dell'huomo.  1  37 

II  Re  Luigi  ricerca  che  lacaufadi  pila 

(ìa  rimetta  in  lui.  Iìo 

Il  Re  d'Aragona  fi  parte  di  Napoli  per 

tornare  in  Cartiglia.  198 

Il  Re  di  Francia,  e'I  papa,  fanno nuoui 

Capitoli  infieme.  214 

11  Re  Catolico  patta  in  Italia.  100 

Il  Re  Catolico  fi  purga  d'alcune  querele 

fatte  di  lui  dal  Re  di  Fràcia,&  dall'lm 

peratore.  26*1 

IlSàfeuerino  à  Trecascontra  Fracefi.J2 

11  Safeuerino  fintila  in  Alexandria.  Up 

Il  Sauli  liberato  di  prigione, &rcitituicn 

al  Cardinalato.  3B4 

Il  Ti aniogiiam  Italia.  127 

Il  Tiamoglia  General  del  Re  di  Francia 

in  Italia.  161 

lì  Triulciouaatrouareil  Redi  Francia 

àCalui.  37 

Il  Triulcio  al  feruicio  del  Re  Carlo.    46 

11  Triulcio,  e'I  Viteiii  configliano,che  fi 

feguiti  la  uittoria  .  ?7 

Il  Triulcio  contra  gli  Suizzeri.  2  %  z 

Il  Viceré,  &  profpero  Colonna à  campo 

a  Bergamo.  3  ?o 

Il  Vicerè.&profpero  Colónaà  Spuri.ibi. 

Il  V  alitino  leua  il  campo  da  Faéza.  1 3  2 

Il  Valentino  alpira  al  Ducato  d'Vrbino. 

142. 
Il  Valentino  al  Re.  14? 

Il  Valentino  piglia  Vicouaro.  1J1 

Il  Valentino  all'alta  lo  (tato  di  Giangior 
danoOrfini.  1  ?o 

Imbalt  Capitan  Franccfe.  143 

Imola  s'arrende  al  Valentino  per  accor- 
do. 12  jf, 


Imperio  nuouamenteacquiltato,  &mal 
gouemato  >  dura  poco  ,  à  chi  l'acqui 


il 


2. 


fife. 


1  n 

87 
234 

ibid. 
ibid. 

2, 
ibid. 

374 


» 


Impcrator  (1  ferma  a  Vigeuenc. 

Imperatore  à  Rimini. 

Imperatore à  Vicenza. 

Imperatore  a  Verona. 

Imperatore  alla  Chiula. 

Imperatore  ritorna  a  Trento. 

Imperatore  giurala  pace. 

Imperator  MaiTimii.efortato  a  far  creare 

Re  de'  Romani  Carlo  d'Aufhia.  390 
Imperiali  afTaltano  Padoua.  234 

Imperiali  chiedono  di  combattere.  441 
Imperiali orTerifcó  al  papa  l'accordo. 461 
Incendio grandiifimo  in  Vinetia.  34? 
Infamia  di  Bernardin  da  Corte  ,  &  fua 

morte.  *2& 

Infirmila  neirelTercitode'Fiorétini.i  2  3 
lnglefi  fi  tornano  à  cala, (degnati  cótra  1 


Re  d'Aragona. 
Ingltfi  à  campo  a  Tornai. 
Inico  Daualoin  lfchia. 
lnnòcentio  viii.&  fua  morte, 
lnfolenzadegli  Suizzeri . 


3Z2, 

4f 

2. 

Inftabiltà  de'  foldati  Italiani.  2  j 
Ippolicoda  Elle  Cardinale  fece  cauar 
gli  occhi  à  Don  Giulio  fuo  fratel  natu 
rale3&  perche.                                 184 
I  Tabella  d'Aragona, il  raccomanda  al  Re 
di  Francia.  26 
Ifoladi  Nento3hoggi  Santa  Maura.  172 
iuo  dvAJlegri,e'l  Bagli  di  Digiuno,Capi 
tanidel  Valentino.                        12? 
luo  d'Allegri,e'lfigliuol  Viuerroe  mol- 
ti •                                        3<>3 


I 


LA  concordia  3  &l'ubidienza  non  fi 
mantengono  tanto  per  danari  > 
quanto  per  altre  cagioni  ne  glicf 
ferciti.  3Sl 

La  d»fperatione,&  la  temerità  inducono 
aitruià  precipitokdeliberationi.    12 
Laino  Camello.  84 

L'Aluianoà  poppi.  i°8 

L'Ai- 


T    AVOLA  " 


^ 


'I      I 


\C  U-fcsJ&JoJji^r  fo.„Jr\Jcd£ol 


*"    - 


L  A  .limo  foccorre  gli  Spagnuoli  allo- 
giati  al  Cì  origliano.  170 

l'Aluiancdefìderadi  combattere  .    120 

l'Aluiano  prieicne .  ibid. 

lamenti  fatti  m  Francia  dopo  la  nuoua 
della  rotta  ai  Gangitano  .  173 

la  malignità, &  la  imprudenza  de'  mini 
Ari  quanto  poiìono  appreso  a'  prin- 
cipi. 413 

lamo?ta  proferirà  è  giandiilìma  nimi- 


ca aii'huomo. 


399 


la  mutacion  de'  coftumi  antichi  è  cacio 
ne  ctelin  rouma  de  gli  flati.  1 

Lancia  impugno  Camillo  Vitelli .      71 
Lanire  Capitan  del  Re  in  Tófcana.143 
lanterna  di  Genoua,  disfatta  da'  Geno- 
uelì.  348 

la  Pergola ,  &  FoiTombrorie  Cartelli  del 
Ducad'Vrbino  iaccheggiati,       247 
la  portanza  dellafoituna  fi  moftra  mag- 
giore ne'  cali  di  guerra,che  1  altro*  j  7 
la  prefadi  molti  Signori.  304 

la  prudenza  de  gouemare  i  principi  3& 
,     non  la  temerità.  204 

Tarmata  de  Vinitiani  neli'Adice  rotta 
dal  Duca  di  Ferrara.  222 

Lattantio da  Bergamo  uccifb.         2^3 
laudi  di  Prospero  Colonna.  443 

l'Auttore  tìen  per  faifo,  che  Firenze  fuf- 
fe  riedificata  da  Carlo  Magno.       17 
Lautrech  ferito  a  morte.  303 

latitrech  Generale  del  Re  di  Francia  in 

lautrech  ritira  reiTercito  da  Verona.  3  71 
lautrech  trartienei  Vinitiani  con  paro- 
te.  ibid. 
lautrech  leua  i!  campo  da  Verona  .  27  ; 
lautrech  in  Italia  aditela  di  Milano. 

403 
lautrech  a  Parma.    .  407 

lautrech  batte  1  aJloggiamento  de'  mini- 
ai. 411 
lautrech  fi  fugge  a  Como.  41  e 
iautrech  diflegnad  aflaltar  Parma.  41 6 
lautrech  all'Adda.  423 
lautrech  afledia  Milano.                  ibid. 


lautrech  a  Pauia  *  424 

lautrech  a  Cremona  .  427 

le  congiure  non  efeguìte  pretto,  fpeflo  lì 

difeuopre.  icu 

legatra'I  Papa,ck  Ferdinando,  comincia 

auacillare,&  perche.  14 

lega  tra  Papa  Aieilandro,  &  Alfonfo  He 

di  Napoli.  jj- 

legatione  di  Francia  dannofa  alla  Corte 

Romana.  122 

lega  tra  Spagna,3c  Francia  feoperta.  136 
lega  nuoua  tra  l'iniperatore,  &  il  Redi 

Francia.  261 

legato  del  Papa  fi  lamenta^  mfofpetti- 

fee  del  Viceré.  25? 3 

legato  del  Papa,  &  Fabritio  Colonna  in 

Ronciglione.  92 

lega  tra'f  Re  di  Francia,  e  i  Vinitiani. 

lega  tra  Francia,  &  Suizzeri.  $66 

lega  tra  Francia,Sc  Inghilterra.  3  8# 
legatra'I  Papa,  &  l'Imperatore  contra 

Francia  400 

legati  A  poftolici  con  i'eiTercìto.  4 1 2 
lega  tra  Papa  Adriano,  Carlo  Quinto,  & 

altri.  43  j 

legge  Salica,antichiilìma  leggcnel  Rea- 
me di  Francia.  3^2 

le  guerre  fi  uincono  più  tolto  col  prene- 
nire,che  con  l'effèr  preuenuto  .       i3 

legni  de'  Vinitiani ,  col  Proueditor  loro 
prefi  dal  Duca  di  Ferrara.  2  5 6 

le  Mugne.  63 

l'entrata  di  Ferdinando  in  Napoli  fu  a' 
vii.  di  Luglio, fecondo  il  Giouio  .  61 

leone  defiderofodi  pigliar  Ferrara.  345? 

leone  compera  Modona  da  Cefare.  ibid. 

leone  in  trauaglio  per  la  guerra  mofla  al- 
lo ftato  d'Vrbino.  374 

leone  in  fofpetto  al  Re  di  Francia.  3  Se 

leone  dato  a' piaceri .  3V8 

leone  e  confortato  a  rimettere  i  Bentiuo 
gli  in  Bologna.  381 

Leone  afpira  alla  concordia  col  Re  di 
Francia  contra  l'Imp.  399 

leon  X.muore.  415 

le 


^  /Z-JùJ^Ji_iJ~ 


r\.  t^\  ris    «-X    ,-\  y)L 

■11        m  •  •  ■      1  1  *    r  >■ 


A   'V    O    1    A. 


Lt.jM^iZciic  tuoi  muti,  .011  urìlurfttC 
più  col  defiderio,chc  con  la  ragione  , 
c<  però  fon  nane.  259 

lettere  del  Valentino  a  Confaluo,che  | 
conrencuano.  .   '^' 

lettele  di  MafTimiiiano  a  Papa  Giulio. 
200 

Ih  uomo  quando  s'auieinano  gl'infortu- 


3° 

48 

107 

386 

147 
3*3 
33' 


mi, perde  la  prudenza 
libufatta preià da'  Pifani. 
Iibrafatta  prefa. 
libreria  d'Vrbmo. 
lignago  prefò  da'  Francefi. 
Hgnago  dato  da'  Francefi  all'Imp 
lignago  prefo  da'  Vinitiani. 
Lignì,  Obignì,  ci  Triulzio  in  Italia  co* 

Francefi.  m        l]9 

lianì  s'oppone  alle  delibcrationì  del  Re 

"di  fauonre  i  Fiorentini,  51 

l'imiration  del  male,  lupera  fempre  l'ef- 

(èmpio.  17  5? 

l'Imperatore  a  Lomtl lina.  9l 

i'imperatot  promecte  d'abboccarli  co  iì 

he  di  Francia,  &  gli  manca  .  2*5 
l'Imperatore  a  Pome  di  Brenta.  231 
l'Imperatore  aflèdia  Padoua.  232 

l'Imperatore  ,tì  r e  s'u nifco.no  infieme 

contra  Vinitiani.  &43 

lionardo  Drefina.       ^__  Zl1 

lioneilo  fratello  d'Alberto  Pio  ricupera 

Carpi.  4$f 

liuerotto  da  Fermo  in  aiuto  de'  Pifani. 

Liuianorompei  caualli  Ecclefiaftici.  01 
liuornofu  comperato  da'  Fiorentini  da 
Tommaiio  Fregolo.  3° 

lodi  del  Gran  Capitano.  199 

ludi  diPadou3.  a.?* 

lodi  di  Cario  Ke  di  Francia.  3*1 

lodi  Città  piefa  da'  Francefi.  4  59 

lodi  Citta  prefa  dagli  Spagnuoli,  ck  tac- 
cheggiata. 4zf 
lodi  degi'inuentori  delie  nuouc  nauiga- 
tioni.  173 
lodouico  Conte  di  Pitigliano.  $  5  8 
iodouico  Sforza  trattiene  gì  Italiani  con 


lperanza»  ^  mantiene  lamicala 
Francefi.  *4 

lodouico  Sforza <&  Beatrice  uanno  atro 
uate  il  Re  cario  in  Ani.  24 

iodouico  Siorza  dichiarato  Duca  di  Mi 
-    iano.  a  7 

lodouico  Sforza  ritorna  a  Milano.       20 
lodouico  Sforza  aiuta  i  Pliant  contrai 
Fiorentini.  a  9 

lodouico  Sforza  s'abbraccia  con  Maflìrri 
liano  Lmp.a  Manzo.  80 

lodouico  Sforza  fi  delibera  d'aiutar  i  Fio 
rentinialla  ricuperati,  ndi  Pila.    101 
lodouico  Sforza  nega  il  palio  a'  Vinitia- 
ni. ioi 
lodouico  Sforza  è  abbandonato  da  tut.i 
i  Principi  d  Ita  ia.  118 
lodouico  bfoizis  apparecchia  di  torna- 
)     rea  Milano.                                   1 16 
ilodouico  Sfoiza>fuege  in  Germania  1  zi 
ìlodouico  Sforza  intorno  a  Nauara.  r  * 
lodouico  Sforza  elee  di  Nouara  in  habi- 
todi  Suizzero.  1*8 
lodouico  Sforza,  Galeazzo  Sanfeuerino, 
Fracaila,  &  Anton  Maria  fatti  prigio- 
ni.                                               »bid. 
lodouico  Sforza  confinato  nella  torre  di 
Locces,&  iua  morte.  1 29 
lodouico  da  Marnano  prigione.  88 
lodouico,  Federigo, &  Giouanfrancefco 
dalla  Mirandola.                            149 
lodrone,&  Altor  abbruciati  da'  Vinitia- 
ni.                                              367 
lolanto  fiume.         \                        140 
Iona  s'arrédeal  MarchefediMacoua.  22 
londauiila*  e'1  balilla  al  ioccorlo  di  Ter 
roana.                                            3.41 


lepes  Vrtado  a  Roma.  47* 

lorenzo  de'  Medici  muore.  4 

lorenzo,  &  Giouannide'  Medici  contra- 
ri! alla  grandezza  di  Pietro.  17 
lorenzo, &  Giouàni  de'  Medici  al  Re  27 
lorenzo  de  Medici,iua autorità  in  Firen 
ze.                                                  345 
lorenzo  de'  Medici  Generai  de'  Fioren- 
tini*                                              35^ 

lorenzo 


1 


mS^*^^^ 


£ 


»•- 


Lorézo  de  Medici  al  Re  di  Francia.  3  61 
Lorenza  àc  Medici  fatto  Duca  d' Vrbi- 
tio.  j7o 

Lorenzo  de'  Medici  à  Cefena  .         3  7  ? 
Lorenzo  de'  Aledici  ferito  d'un'archibu 
giata.      >  380: 

Lorenzo  de'  Medici  in  Francia.       389 
Lorenzo  de' Medici  muore.  35>3 

Lofanoprefo  dagli  Spagnuoli.         iji 
Luca  degli  Albici commentario  Fioren- 
tino preti  da'  Te defehi.  131 
Luca  Piumi,c<  Marchiò  Triui  fa  no,  Pro 
ueditonde' Vinitiani.  53 

LucaSaueilo.cercaditirareiPifaniaMi 
..  lano.  !7p 

Luca  Sauello,Condottier  de'Fiorentìni. 

Luca  <communicata,per  hauer  riceuuti  i 

Cardinali  Francefi.  287 

Lucio  Maluezzo  conduce  danari  in  Pa~ 

doua.  234 

Lucio  Maluezzo  mandato  a  Pifa  Iacopo 

d'Appiano,6c  Giouanni  Sauello.  4 1 
Lucio  Maluezzo  notato  di  poco  animo. 

252 

Lucretia  Borgia,  moglie d'Alfonfo  da 

■Efte.  138 

Luoghi  ritornati  alla  deuotionc  de  gli 

Aragonefi.  40 

L'ufficio  del  ucro,  &  ualente  capicano,é 

eiTereanimofo,ck  fauio.  68 

Lugano, &  Lucerna  ifpianati.  373 

Luogo,&  Bagnacaualio  pfi  dal  Papa.2  u 
Luigi  Duca  cVOrliens  in\3enoua.2o.fuc 

ade  nel  Regno  di  Frania  .  o$> 

Luigi  d'Ormaguaca  Viceré  in  Italia  per 

Francia.  141 

Luigi  Mocenigo, prigione.  279 

Luigi  d'Ars  in  Venofa.  173 

Luigi  Gaetano  prigione.  411 


*©3     M 


£€** 


M 


Achina  fatta  da'  Genouefi,permi 
nare  la  Lacerna  di  Genoua,che 
fola  fi  teneua  per  Francia  in  ha 
ha.  ìl9 


Madama  d '  Alanlbn  in  ifpagna. 
Maddalenadi  cafa  Bologna.  38^ 

Maddalena  de5  Medici,  forella'di  Papa 

395 


Lione  X. 


Madonna  Chiara  donna  bellilTìma  1 

Milano.  44! 

M.     D.     V.  1751 

Magnano.  ^G 

MalateftaBagltone.  180 

MalateftacaSogliano.  245 

MaldonatoSpagnuolo.         •  574 

Maldonato,  Suares,  &  due  altri  Capita - 

ni,farti  paflare  per  le  picche.         3  8 1 

Malfracefe,quado  cominciò  in  Italia.  6^ 

M.     D.     XVIII.  487 

Mammalucchi, cklordifciplina  nella  mi 

litia.  .  388 

Manfredonia  s'arrende  per  la  fame.     8? 
Manfredi  Palauifino,  e'1  Matto  di  Brin- 
dili. 40, 

Manfredi,  e'1  Matto  di  Brindifi,&  Barro 
Jomeo  Ferrerò  ifquartati.  402 

Manuel  di Benauida.  iyi 

M.     D.     XIIII.  34; 

Marano  prefo  da' Tedefchi.  335? 

Marc' Antonio  Colonna.  2J0 

Marc' Antonio  Colonna  fi  falua  l'eflerci 
».  fcfi 

Marc'Antonio  Colonna,  &  Giouan  Vi- 
telli allaguardia  di  Modena.         2f6 

Marc'Antonio  Colonna,  &  Ramazzot 
to,  mandati  a  dare  il  guaito  a'  Bolo 
guefi.  27^ 

Marc'Antonio  Colonna  a  Rauena.  300 

Marc'Antonio  Colonna  dà  la  Cittadcl 
ladi  Rauennaa'  Francefi,falue  lepcr 
fone&iaroba.  304 

M.     D.     XXII.  4lo 

Marc'Antonio  Colonna, &  Camillo  Tri 
ulci  morti.  42  j 

Marchefe  di  Pefcara  morto  a  tradimen 
to.  Si 

Marchefe  di  Mantoua.  jf 

Marchefe  di  Mantoua  General  dell'cffer 
cito  de'  Vinitiani  uerlò  i  iòldati  lo 
ro,  63 

Mar 


QCoy<=s 


VOLA. 


Marchefe  di  Mantoua,Bernardo  Conta- 
rino,Francefco  Bernardino  Vifconte, 
Mons.di San^MalòjlOrangeSjil  Mari- 
fcial  di  Gies,Tienes,  &  l'Argentò  trat 
tano  la  pace.  5? 

Marchete  di  Mantoua  nel  regno.         80 

Marchefe  di  Mantoua  , perche  fu  licen 
ciato  da' Viniciani.  5)8 

Manchefe  di  Mantoua  dichiarato  Gene- 
rale dell'Imperatore,  del  Duca  di  Mi- 
lano. 107 

Marchefe  di  Mantoua  a  gli  ftipendii  de' 
Viniciani.  ibid. 

Maichefe  di  Mantoua  fi  parte  dal  Re  di 
Francia.  169 

Marchefe  di  Mantoua  orinone.        228 

Marchefe  di  Mantoua  cauato  di  prigio- 
ne, zn 

Marchefe  di  Mantoua  Gonfalonier  del- 
la Chiefa.  ^<)6 

Marchefe  di  Mantoua  e  di  fofpetto  a'  Vi 
nitiani.  260 

Marchefe  di  Mantoua  General  del  Pa- 
pa,©^ de'  Fiorentini.  43  5 

marchefe  di  Mantoua  loftiene  Piacenza 
perla  Chiefa.  419 

marchefe  di  Mantoua  a  Pauia.  430 

marcheiì  Maiefpini  fcacciatida'  Fioren- 
tini dal. a  Verrucola.  88 

marchefe  del  Guaito,  Gouernator  dell'I 
loia  d'I fchia.  138 

marchefe  di  Rotelino,  Baiardo,  &  Foiet 
ta  prigioni.  341 

Marchehno  Stampa.  104 

marcheie  della  Palude,  &  Andrea  Caraf 
f a .  318 

marchefe  di  Pefcara,  persuade  à  conti- 
nuare la  guerra  di  Lombaidia.      4?2 

marchefe  di  Pefcara,  rompe  ilBaiardo  à 
Rebecco.  444 

marcheie  di  Pefcara,&  fua  diligétia.45  8 

marchefe  di  Pei  cara, &  della  Palude  pri- 
gioni. 303 

marchefe  di  Pefcara,fi  tien  mal  fodisfat- 
to  di  Celare.  47  2. 

marchefe  di  Pefcara  General  dell'Impera 
tore  in  Italia,  ibid. 


020% 

marchefe  di  Pefcara  difegna  di  leuareil 
Ducato  a  Francefco  Sforza.  476~ 

marchefe  ài  Pefcara  notato  d'infamia. 
477 

marchefe  di  Pefcara  tenuto  di  poca  fe- 
de. 476 

marchefe  di  Pefcara  muore.  478 

marchefe  di  Saluzzo    Viceré  in  Italia. 

M.     D.     II  II.  171 

marchefediSaluzzo^andricort,  e'  Bagli 
delia  Montagna  muoiono.  ibid. 

marchefe  di  Saluzzo,  Capitan  dell'arma- 
ta Francefe.  454 
M.     D.     IX.  z\6 
Marco  calzolaio  capo  del  popolo  in  Tre 
uigi.                                               22  j 
Margherita  è  repudiata  da  Carlo  ,  &  pi- 
glia Anna  figliuola  di  Francefco  Du- 
ca di  Borgogna.  3 
Marian  Sauello.                                    80 
Marino  Abbate  di  Nagera  al  papa.   4?  1 
Manfcial  diGes  prefidente  di  Gannai, 
&  l' A  rgentone  al  Duca  di  Milano. 69 
M.     D.     VI.                                  186 
Maro  (lieo  s'arrende.                         247 
Marino  Caracciolo  Orator  Ccfareo  à  Ve 
netia.                                            43° 
Marfilia  attediata  dall'efferato  Cefareo. 

448 
Martino  LuterOj&fuaherefi1.  39 $ 

Martin  Lutero,  fccmmunicaco  da  Leo- 
ne. $96 
Malia  tolta  ad  Alberigo  Malafpina.   130 
Maflimiliano  paifa  in  Italia.         85. 208 
Maflimiliano  è  ptrfuafo  à  prendere  la  tu 
tela  di  Pifa.  85 
Maflimiliano  à  Pifa.                            9° 
Maflimiliano  uerfo  Milano.                 9l 
Maflimiliano  notato  dinftabilità,  &  di 
leggierezza  torna  in  Germania,     ibi. 
M.     D.     II.                                    139 
Maflimiliano  deli Jera  di  paflare  in  Ita- 
lia à  coronarli.                                144 

M.     D.     Vili. 

Maflimiliano  pafla  in  Italia.  85 

Maflimiliano  fece  ardere  un  libro,  do- 

u  erano 


IMMMMNMf^ig 


Al 


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gna>&  Tuo  effetto.  2^4 

Minacciceli  Celare  a'  Miianefi.  36is 

Mine  udite  prima  in  Ita'ia  da'  Genouciì. 

158. 
Mmturne Città,  dou'era  giafituata.16'8 
Miolans  Capitan  dell'armata  France- 

fc.  U 

M    D    X  I.  z6i 

Mirandola  prefa  da  Papa  Giulio  II.  263 
Mifene  di  Caia  d'Aragona.  138 

Modena  prefa  dal  Papa.  251 

Modenefi  un  danari  per  difenderli  cótra 

il  Duca  di  Ferrara.  438 

M-.dena  è  reftituita  all'Imperatore.  z66 
medi  del  Marchefc  di  Mantoa  per  rencr- 

fi  neutrale.  266 

modi  del  Cardinal  de'Medici  per  tratte- 

nerfi  i  Fiorentini.  282 

Molardo  Capitan  de'  Guafconi.  247 
Molardo,  &  Mógirone  Capitani  di  Gua 

feoni.  276" 

Mommoransì,  &  Federigo  da  Bozzolo. 

434- 
Mompenfiero  Capitano  deli'auanguar- 

dadel  Ke  Carlo.  28 

Mópeniiero  Luogotenente  general  dei 

Regno.  49 

Mompenfiero  à  Salerno.  62 

Mompenfiero ad  Adriano.  74 

Mompen lìero fi  ritirai  Circelle.  83 

Monaltcnodi  S.Franccfco  preio  dal  Mar 

chefedi  Mantoua.  6$ 

Mondo jfo  battuto3&  prefo.  3  80 

Mondrogone  fi  ribella  da  Francefi.  61 
Mongirone,&  Ricco  mar  pi  igieni.  273 
Monitorio  ipirituaie fatto  dal  Papaà  Ve 

netiani.  218 

Monitorio  Papale contra  il  Duca  d' Vi* 

bino.  3  69 

Monopoli  prefa  da' Vinitiani.  61 

Monlìgnor  di  Ligni3&  luo  Mons.  d' Al- 
lega àCftia.  34 
r.,onlignor  diLila,  cacciato  da' Sancii 

per  forza.  5 1 

Monfignord'Arbano  Capitan  dell'arma 

ta  Francefe.  62. 

M.     D.     X.  240 

Monlì- 


u'erano  icnttcl'irìgiurie  fatte  da  Fran 
eia  all'Imperatore.  139 

M n filmi 'ianohfcia  il  Marehef-'diBian 
diborg  alla  guardia  di  Verona.     23  *" 
Mafiimiliano  cerca  di  far  trkgua  co  Vi 
niriani  interponendotene  il  Papa  per! 
mezzo  del  Vefcouo  di  Pefaro       239 
MaiTimiliano  adcrifceal  Concilio.    3  z  1 
M.     D.     XVI.  34J 

MaiTimi:!ano,e']  Re  Catolico,  aiutano  il 
papa  contrai  Ducad'Vrbino.      376 
Maflìmiiiano  muore, &  fue  lodi.       391 
Ma  emiliano  Sforza  fatto  Duca  di  Mila- 
no. 3*1 
Materia  delle  calamità  d'Italia.  f1 
Mattia  Re  d'Vngheria.                      187 
M.     D.     XX  ili.                           43° 
Medici  ritorn  ino  in  Firenze,  5c  occupa- 
no il  paiazzo.                                 31 8 
Melfi  prefa  dal  Marchefedi  pefeara.   45- 
Meloriafccglio  nominato.                   9° 
Memoranti  in  Francia.                       472 
Mefiri,Marghera,&  Lizzafufina,  faccheg 
gisti  ,  ck  abbruciati  dagli  Spagnuo- 
H.                                                  337 
Michele  Riccio  a  Genoua  per  nome  dei 
Re.                                                 19* 
M.    D.    VII.                                     193 
Michele  Riccio  à  Firenze  in  nome  del 
Re  di  Francia.                                210 
M.    D.   XXl^i  I.                            443 
Michel  Agnolo  Marchefedi  SaIuzzo.44ì> 
Mi'anefi  chiamano  i  Frane efi.            121 
M.    D.    XIIJ.                                 323 
Miianefi  defiderano  il  dominio    Fran- 
cefe.                                       327.423 
Milano  in  potefià  de'F rancefi.           329 
Milano  fotto  Maflìmiiiano  Sfotza.    3  $z 
Milano  fida  ai  Re  di  Francia.   362.41  ? 
MJlitia,&artedi  Pagol  Vitelli.         108 
MÌlitia,  inanzialla  uenuta  di  Carlo  Ut- 
tauo  in  Italiajcom'era  fatta           443 
MÌlitia  Ecciefiaj}ica,riputata  infame,  fe- 
condo il  uulgo.                               214 
m inaccie  del  Duca  di  Milano  al  Duca 
d'Oilieiis.  $i 
Mina  marauigliofadel  Nauarra  à  Bolo- 


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I.    ■■        1 T"  -  -~ *"*  — 

Monfignor  d'Albigion  al  foldo  de  i  Fio 
lentini.  90 

Monfignor  della  Tramoglia  il  Contedi 
Fois.  SS 

Monfig.  di  Clefi  prefo  da' Vmitiani  240 

in 


Mjnfignordi  Nanfau  in  Francia. 


1 


Monfignor  d'Alanfon  fiTaluacon  la  Tua 

retroguarda.  4?9 

Montetèiice  prefo  da'Tedefchi.  248 
Monte  Fortino  è  prefo  da  Francefi.  36 
Monte  San  Giouanni  prefo  per  forza  da' 

Francefi.  36 

Monte  Lione  Taccheggiato  da  Virginio 

Orlino.  79 

Monte  Pulciano  renduto  a' Fiorentini. 

278. 
Monte  Falconeprefoda  Tedefchi.  339. 

34^. 
Monte  S.  Sonino,  Cafhglione,  Cortona, 
preiè  da  Vkeliozzo.  143 

M.    D.    X  V.  3  fi 

Monza  ricuperatada  gl'Imperiali.    44 1 
Mordano  prefo  da  Francefi.  25? 

Morgante da  l'arma,  &  Gianniccolo  de 
Lanzi.  440 

Mormorati  jni  de'  Fiorentini  còtraPier 
defedici.  28 

M.    D.    XXV.  454 

morte  del  Re  Ferdinàdo  d'Aragona.  1  s 
morte  di  Pietro  Bembo.  61 

morte  di  Alfonfo  d'Aragona.  61 

morte  di  Mompenfìero,&  delle  lue  gen- 
ti. Ss 
morte  di  Francefco  Secco.  88 
morte  di  Giouanni  Principe  di  Spa  - 
gna.  27 
morte  di  Filippo  Duca  di  Sauoia.  ibi. 
morte  di  Nicolò  Borgheil.  106 
M.  D.  I.  133 
morte  dei  Conte  Rinuccio.  137 
M.  D  III.  142 
morte  del  Cardinale  Orfico.  1 49 
morte  di  Nemors.  Ij6" 
mortedi  Don  Vgodi  Cardona.  ifo 
morte  di  Folengo  d  Aragona.  178 
morte  J'E.ifabcua  Reina  di  Spagna.ibi. 
morte  di  Filippo  Re  di  Cartiglia.      190 


morte  del  Duca  Valentino.  191 

morte  di  Giouanni  Bentiuoglio.       207 
morte  del  Cardinal  di  Roano.  247 

mortedi  Luigi  Auogaro.  297 

morte  di  Maliìmiiiano  Imperatore,  & 
fuelodi.  292 

morte  d'alcuni  Capitani  de' Fracefi. 304 
M.     D.     XII.  321 

morte  di  Filippo  Copola.  323 

morte  d'alcuni  Signori  nel  campo  Fran- 
cete .  362 
morti,&  prigioni  onorati  nella  rotta  del 
Vicentino.                                       338 
morti,  &  prigioni  nella  giornata  di  Pa- 
llia.                                              4f9 
motta  Francete.                                 40 1 
mottino  Su izzero morto.                   332 
motto  di  Fabritio  Colonna  contra  Pro- 
spero,                                             ij  6 
motto  di  Lodouico  Sforza  a  Pier  de'  Me 
dici  29 
M     D.     XXI.                                398 
monitione  dell  effèrcìto  Vinitiano  ab- 
bruciata.                                      272 
M.     D.     XVII.                            37; 
Mutio  Colonna,  Oc  Lodouico  Contedi 
Pitigliano.                                     353 
muIocco  Taccheggiato  da  gli  Suizzeri. 

M.     D.     XXVI.  481 


«©§     N     $&> 


N 


q  n  DJ  - 


Apo:itaniuogliono  Taccheggiar  le 

Italie  del  Re.  38 

Napolitani  fi  ribella  da'  Fracefi. 61 

Natura  del  popolo  nello  fpendere.      44 

Natuia  del  Papa,  &  del  Valentino,  uol- 

tatain  proueibio.  160 

Natura ded'Aluiano  inquieta  &impat:é 

te.  isi 

Natura  di  Clemente. vii.  480 

Naufragio  dell'armata  Imperi  le.       90} 
Naurragiodeil'armata  Vi  Htiana.      2^4 
Naufragio  delle  galice  d?'  Fiorentini  à 
Rapa. le.  28 

Nauarro  prefo.  303 

Nauigatione  degliSpagnuoIi  fotto  Chri 

!  '  n  "ri  "TrXv'l    ■'-  ■ 


ì±_Adjì  nn  HMi- 


I, 


ì^ìI!aJJM^M       "^^SgS^rgTTTO 


•  ',■ 


Jtofano  Colombo,  quando  comìncio. 

175 
Naupat  jOggi  Lepanto  171 

Nelle  infirmiti  lenti,  non  s'accelerano 

le  medicine pericolofe.  77 

Ne  farti  d'arme  è  meglio  ciTcre  affai tato, 
che  all'altare  per  necetfìtà.  219 

Nettuno  a  (Tediato  da  gli  Aragonefi.  i  J 
Nicccrla  Orlino  Capitan  del  Papa  à  O- 
ftia.'  18 

Niccolo  Borghefe.  106 

Niccolò  Capponi  orator  Fioretino.  3  1 1 
Niccolò  Ma,cchiauel!i  à  Piombino  ,  per 
trattar  l'accordo  tra'  Fiorentini,  e  pi- 
la ni.  Z2Ct 
Nicco'ò  Scotto,rotto,  prigione,&  mor- 
to.                                                 3  fo 

97 

m 

74 

66 

94 

24 

*8 

218 

304 

3°4 


Nobili  Fiorentini  decapitati. 
Nomi  de  gl'Italiani  uincitori. 
Nocera  prefada  Ferdinando. 
Nouarra  lafciatada'Francefi. 
Nouarra  prefa  dallo  Sferza. 
Noni  prelb  da'  Francefi. 
Numero dell'elTercito  Francefe. 
Numero  de'  morti  al  Tarro. 
Numero  dell'elTercito  Veneto. 
Numero  de'morti  à  Rauenna. 
Numero  de'Card. creati  da  Leone. 
Numero  dell'elìaci  co  Francefe,8c  Impe 


riale. 


441 


Nunciidtl  Papaà  diuerfi  Principi  Chri 
ftiani  perlimprefa  cótra'Turchi.  380, 


^     O     &&* 


gBsetodal  Fielco.  46 

V>  Obignì,SiniicalcodiBelcari3ck  Ora 
tiano.  49 

'  Obignì, e'1  Conte  di  Gaiazzo  in  Roma- 
gna, zi 
Obignì  abbandona  la  Calauria,  e  torna 
in  Francia.                                       85 
Obignì  prigione.                                 i$S 
Obignì  piglia  le  torri  de'CoIonnefi.137 
Obignì  alla  Piaue.                             278 
Occalionc  di  prender  Milano  perduta 
da'Francefi.                                   437 
Odetto  Fois,&Iuo  Allegri.             2^2 


T\rZHZ^^^,<  <2l<,É  <  <%y 


sa 

Oddi  entrano  in  Perugia. 

oddi  perche  cagione  perderono-  Peru- 
gia, ibid. 

offerte  di  Lodouico  a'  Fiorentini  per  ti- 
rargli (eco  in  Lega.  118 

opinione  dementili  intorno  a  quei,  che 
moriuano  per  la  patria*  230 

opinione  del  Cardinal  de'Medici  circale 
genti  Vinitiane.  41  i 

Oratio  Baglioneàgli  (tipendiidc'  fìo 
reatini.  427 

orationedi  Carlo  da  Barbiano  à  Carlo 
Redi  Francia,  efortandoloall'impre- 
fa  dei  Regno  di  Napoli.  8 

orationedi  Pagol' Antonio  Soderini  nel 
Senato  Fiorentino,  trattando  de.'la  for 
ma  del  nuouo  gouerno  de'la  Città.  4 1 

orationedi  Guid5  Antonio  Velpucci  cit- 
tadin  Fiorentino,  contraria  a  quella 
del  Soderini.  43 

oratione  di  Mons.  dalla  Tramoglia ,  d  i- 
feorrendo  la  pace.  66 

oratione  del  Principe  dOrange.^pei  Tua 
dendo  la  pace.  61 

oratione  di  Marchiò  Triuifano,  diiTuadé 
do  fa  Lega  co  Francia.  11 1 

oratione  de'  Genoueli  al  Re  di'  Francia. 

19S 

oratione  di  Niccolò  F o (carini  neJ  Sena- 
to Vinitiano.  202 

oratione  di  Ma  (Umiliano  Imperatora' 
Principi  di  Germania,  efortandogltà 
muouer  guerra  al  Redi  Francia.  106 

oratione  d'Andrea  Gritti  in  Senato  Vi- 
nitiano,perfuadendoioà  non  fi  parti 
re  dalla  confederatone  col  Re  di  Fra 
eia.  .  204 

oratione  d'Antonio  Giuffiniano  fatta 
dinanzi  à  Mailimiliano  per  pacificar- 
lo coi  Vinitiani.  223 

orationedi  Lionardo  Loredano  Doge 
di  Venetia.  230 

oratione  de' Vicentini  a'  Capitani  Fran- 
celljchiedendo  perdono  dedaribcllio 
ne.  244 

oratione  d'Andrea  Gritti,  Doge  di  Ve- 
netia, efortando  ii  Senato  a  non  fi  par 

tir 
ì? 


SShiirm 


rn"»m"~ner 


,  tji^ 


"  '■  "  —  — —  -  — — -*" 


tir  dalla  Lega  cou  Francia.  431 

Oratione di  Giorgio  Cornaro  nel  Sena 
co  Viniiiano,efortandolo  alla  confede 
ratione  con  Carlo  V.  432 

Oratione  del  Vefcouo  d'Ofma,confeiror 
di  Carlo  V.  rallegrandoli  deila  uitto- 
ria,&.  inoltrando  à  che  fine  egli  la  do- 
ucua  indirizzare.  46? 

Oratione  di  Federigo  Duca  d'Alba,  à 
Carlo  V.  inoltrandogli  che  non  era  be 
ne  liberare  il  R  e  di  Francia.  466 

Oratione  di  Mercurio  Gattinara  ,  Gran 
Cancelliereidiiluadendo  Cefare  à  fa- 
re accordo  col  Re  di  Francia,  &  per- 
suadendolo a  far  Le^a  col  Papa,  &  co' 
Vinitiani.  482 

Oratione  del  Viceré  di  Napoli  all'Impe 
ratore  ,  perfuadendoio  à  far'  accordo 
co!  Redi  Francia^  liberarlo.     483 

Oratione  del  Triuìcio  diiluadendo  i'an 
dare  ad  inaurare  gli  Ecclc.'iaiticine'lo- 
ro  alloggiamenti.  265 

oratione  di  Pietro  Sederino  Gonfalonie 
re,efortando  i  Fiorentini  à  ferii  irli  de 
danari  della  Chiefa,  per  difenderli  dal 
la  guerra  s  molla  loro  dalla  Chieia . 

284 

crationedi  Galton  di  Fois  all'ciTercito, 
prima  che  lì  comiuciallè  il  fatto  d'ar- 
me à  Rauenna.  301 

oratione  del  Gonfaloniere  di  Firenze  in 
Senato  j?  deliberare  deila  rifpofta  che 
fi  doueua  dare,  à  chi  domàdauala  fua 
depofitione.  3  1  $ 

oratione  di  Mottino  Suizzero  ,  efortan- 
do  i  fuoi  à  combatter  co1  Franceii" . 

oratori  de' Vinitiani  al  rapa.  179 

oratori  Spagnuoii,  licennati  dal  Re  di 
Francia.  177 

oratori  di  Ma  (Umiliano  al  Re  di  Francia. 
186 

oratori  di  Maflìmiliano  à  Vinetia,à  do- 
mandare il  paflbperlui,  &  per  lo  Tuo 
cflercito.  18  3 

oracoli  de' Genouefi  al  Redi  Francia.! 

l9* 


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7 


I 


oratori  de'-Genouefi  al  Re"  di  Francia. 
194 

oratori  di  diuerfe  nat.ioni  all'Impera- 
tore. 201 

oratori  Vinitiani  à  Roma.  225? 

orator  Fiancefe    licentiato  d'Inghiltcr 
ra.  _  2^7 

oratori  Fiorentini  in  Tortona.  85? 

orator  de'Fiorencini  al  papa.  98 

orator  de' Vinitiani  al  Re  Luigi.       w> 

oratori  di  diuerlì  Principi  al  Redi  Fra-n- 
eia-  124 

oratori  del  Re  al  papa.  *£ 

orator  Milanefe  cacciatoci  Napoli.    1 8 

ordine  di  eleggere  il  Gonfaloniere  in  Fi 
renzeà  uita.  144 

ordini  del  papa,  ck  dell'Imperatore  per 
ali  aitar  Milano  feoperti.  401 

ordinationi  di  Papa  Giulio  auanti  che 
moriiTe.  3:.^ 

ordinanza  de'  Francefì  nella  giornata  di 
Rauenna.  3^1 

ordinanza  dell'eflercito  Ecclefiafìico  nel 
la  giornata  di  Rauenna.  302 

ordinanza  dell'esercito  Spagnuolo  nel- 
la giornata  di  Rauenna.  *  ibui. 

origine   della  difeordia   tra  Lodouico. 
Sforza,e'l  Re  Carlo.  30 

origine  della  guerra  tra  Cclónefi,  &  Or-; 
Imi.  io  3 

origine  delle  difeordie  tra  Spagnuoii,  & 
Francefì.  140 

orliens  piglia  Nauarra  per  trattato.     %  2 

orliens  preiènta  la  giornata  alla  Lega, 
ibidem. 

orliens  in  prefentia  del  Re  dà  una  men- 
tita ad  Oranges..  62 

orliens  in  Lione.  85 

orliens  11  partiua  mal  uolentieri  di  Hgn 
cia,&  perche.  04 

ofoppo  battuto  da'Tedefchi.  34  <$ 

oftia  è  preiàà  patti  dal  papa.  19 

oftiaprefa  da' papi  ili.  93 

ottauiano,&  Polbattifta  Fregoli,     ibid. 

ottauian  FregofofuggediBologna.273 
ottauian  Fregolo  Doge  di  Gencua.  3  3  3 
ottauian  Fregolo  fa  Lega  col  Re  di  tran. 

C         eia 


3<^._^~^^ji^iisaajj^\  ^/f^5^^^gggjggiMs^^J 


? 


TÀVOLA. 


cia,&  con  checonditioni.  374 

Ottauià  Fregolo  Doge  di  Genoua  muo- 
re. 426 
Ottocéto  Tedefchi  alfoldo  d'Aragone- 
fi  tagliati  a  pezzi  per  loro  temerità. 80 

Ti  Ace  trai  Re,e'l  Duca  di  Milano.  68 
-**    Pace  trai  Papa,Sc  gli  Orfini.  93 

Pace  tra  Francia,  &  Inghilterra  confer- 
mata. 109 
Pacetra'l  Re  di  Spagna, e'1  Redi  Fran- 
cia, no 
Pace  tra'l  Re  de  Romanici  Re  di  Fran 
eia.                                              xij 
Pace  tra  Francia,&  Spagna,  &  Tue  con  di 
tioni.                                            1^4 
Pace  pr^mefla  al  Re  di  Francia,  non  fu 
mantenuta,5c  perche.                    157 
Pace  u~  Eairfet^e'Vinitiani.              171 
Pace  ti  a  Francia,&  Inghilterra,&fuecó 
ditioni.                                          347 
Pace  tra  Francia,  &  Inghi!terra,difpiace 
a'Principi  <  hriftiani,&  perche.    348 
Pace  rra'I  Re  d'Inghilterra,  Francia  ,  & 
l'Arciduca.                                   351 
Pace  tra  Francia,  &  Suizzeri,  &  fu  e  con- 
dii ioni.                                         358 
Pace  tra  l'imperatore, c'J  Redi  Francia,  j 

e'Vinitiani.  373 

Pace,  &confdcratione  tra  l'imperato 
re,e'Vinitiani.  43  + 

Pace  tra  Francia,5c  Inghilterra,ratiflca- 
ta.  488 

Padoua  ,  &  uerona  ritornano  all'impe- 
rio. 222 
Padoua  libera  dall'aflTedio.               336 
Pagol  Fregolo,  &  Obietto  dal  Fiefco 
fuor'ufcitù  i3 
Pagol  Luzzifco.                              440 
Pagol'  orfino  rotto  àSerezana.     18.73 
"agol'Orfinoà  Imola.                      147 
Pag j1  Vitelli  in  Vico  Pifano.             7 1 
Pagol  Vitelli  ferito.                             72 
Pagol  Vitelli  dà  nell'imbofcata  del  Mar 
chele.  8  J 
pagol  Vitelli  General  de'Fiorentini.  103 


Pagol  viteliia  Buti.  104 

Pagol  Vitelli  à  Vico  Pifano»  ioj 

Pagol  Vitelli  à  Librafatta.  107 

Pagol  Vitelli  in  Cafentino.  108 

Pagol  Vitelli  entrain  fofpetto  a'  Fioren 
tini  della  fede.  114 

Pagol  Vitelli  ne!  Contado  di  Pifa.    1 1 7 
Pagol  Vitelli  à  Cafcina.  122 

Pagol  Vitelli  è  decapitato  da'  Fiorenti- 
ni. *2  4 
Pagolo  Vitelli  leua  il  capo  da  pifa.   124 
Pagol  di  Noue  Doge  di  Genoua.     193 
Pagol  Vettori  Fiorétino  in  Fràcia.  488 
Pagol  Vetrori,  Anton  Francesco  de  gli 
Albici,&  Bartolomeo  Valori,  cauano 
il  Gonfalonier  di  palazzo.              317 
Pagolo,&  Giulio  Orfini,  Vitellozzo,  & 
Gianpagol  Baglioni  Capitani  del  Va- 
lentino.                                         132 
Panciatichi,  &  Cancellieri  capi  di  parte 
in  Piitoia.                                       132 
Padolfo  Malatefta  Signor  di  Rimini.ibi. 
Pandolfo  Petrucci.                     lotf.ifo 
i'apa  nel  foro  spirituale  difende  i  vini- 
tiani.                                              23? 
Papa  AlelTandroà  Oruieto.  jo 
papa  AleMandro,e'l  Valétino,à  che  mo- 
do furono  auuelenati.                    161 
papa  Alellandro  muore.                    ibid. 
papa  Giulio  entrain  Perugia  fenza  for- 
ze.                                               188 
papa  Giulio  eforta  il  Re  di  Francia  ànó 
muoucr  guerra  a'Genoucfl.           192 
papa  oiulio  ignobile  di  fangue.        193 
papa  Giulio  atìalta  le  terre  di  Romagna. 

222 
papagiulio  torméta  un'huomo  del  Du- 
ca di  Sauoia  pei  colera.  zff 
papa  Giulio  alla  Concordia.  261 
papa  Giulio  uà  in  pedona  alla  Mirando 
la.  ibid. 
papa  Giulio  à  Bologna.  277. 269 
papa  Giulio  citato  al  Concilio  di  Pifa. 

174 

papa  Giulio  intima  il  Concilio  in  Ro- 
ma. 277 

papa  Giulio  giudicato  morto.  *  79 

papa 


©    L    A* 


*nsnza2n332m&&a&En2ng. 


Su 


nsnsnc 


Papa  Giulio  alpira  à  rimettere  !a  Cala 
de  Medici  in  Firenze.  3 T  3 

papa  Giulio  muore.  32f 

papa  Leone  fofpetto  al  Redi  Francia. 

3x3 

papa  Leone  defideraua  che  i  Franceii1 
non  haueflero  Imperio  in  itali?,  & 
perche.  .        .*«*. 

papa  Leone  eforta  diuerfl  principi  aila 

concordia.  343 

papa  Leone  in  fofpetto  al  Redi  Francia. 

371 

papa  Leone  eforta  il  Re  di  Francia  al- 

rimpréfa  di  Milano.  3  48 

papa  Leone  impaurito  della  paflata  de 
Francefi.  3*7 

papa  Leone  in  fofpetto  al  Re  di  Fran- 
cia. ^  $é? 
papa  fi  lamenta  de' Principi  Chnftiani. 

488 
papa  Adrianomuore.  437 

papa  Clemente  difluade  al  Re  di  Fran- 
cia l'imprefadiNapoìi.4J*.4  53  -*6°' 
470.474.487. 
paris  Scoto.  301 

parole  d'I  Tabella  d' A  ragona  al  pad  re.  5 
parole  de  gli  Oratori  Franceii  nei  Sena- 
to di  Firenze.  l6 
paro  ledei  papa  àgli  Oratori  Francefi.16 
parole  del  Cardinal  di  San  Pietro  in  vin 
cola,perfarch'ei  feguitaile  l'imprela 

d'Italia.  z* 

parole  del  Cardinal  di  San  Piero  in  vin- 
cola a  Pifani.  3° 

parole  del  Re  Ferdinando  giouane  a'  Na 
poiitani  nel  partirli  di  .Napoli.         3  7 

parole  di  Francefco  Soderini  vcfcouo  di 
voi  terra,  rifpondendo  ali  accufe  de 
Pifani.  4o 

parole  di  Don  Federigo  à  Carlo.         4  ? 

parole  de  vinitiani  a'Confederati,lamen 
tandoll  che  Pifa  s'abbandonaua.     $9 

parole  de  gii  Oratori  Fiorentini  in  Sena 
to  Vinitiano.  To? 

parole  diLod.  Sforza  al  popolo.        120 

parole  dei  Conte  di  Gaiazzo  al  Duca, 
in 


paiole de'Fiorctini al  Redi  tràcia,  i4J 

parole  delia  confederatioue  trai  Re  di 

Francia,e'l  Bentmoglio,  come  furono 

interpretate  diuerancnte.     140.146 

paro  e  dei  Valentino  à  Pagoi'Orfino. 

147 
parole  di  Confaluo  à  coloro,  che  lo  per- 
fuadeuanoà  diloggiare  dal  Ganglia- 

no  *69 

paro  e  di  p.ipa  Giulio  a'  Bologne!!  ,  per 
tcneili  fermi  nella  tuadiuotione.  272. 
parole  di  tturgundio  Lolo  Pifano  alla 
prtfeozadci  Re  Carlo,  lamentandoli 
de .  gouernode'Fioreìituii.  40 

paro  e  del  Fois  a'  iuoi  ioldati  nel  dar  Taf 
falto  a  Brefcia.  *°6 

parole  di  Fabricio  Colonna  contrai  Na 
uarra.  ;  ìoz 

parole  del  Re  di  Fracia  a'fuoi  Capitani, 
manifeltàdodiuoier  fallare  in  Italia 
all'acquilo  dello  ttato  di  Milano.  448 
parole  di  Girolamo  Morone  a'Mtlaneu*. 
donandogli  à  darli  a'  Franceii.      449 
parole  di  Confaluo  a'fuoi.  if* 

parole  d  Antonio  Grimani  nel  Senato 
di  Venetia,  pervadendo  la  Lega  col 
Re  di  Francia  contra'l  Duca  di  Mila 
no.  no 

paliffa  à  Cartel  Nuouo.  *7& 

palma  uerfo  Milano.  3°^ 

paten  diuerfì  fopralacofìdentia  de'  due 
Re,&  qual  folle  maggiore.  199 

pareri  d  merli  in  Firenze  incorno  alla  de 
polmone  del  Gonfaloniere.  3  1 T 

parma  afled  lata  dal reiTercito  della  Chie- 
la,&dill  Imperio.  4oJ 

parma  battuta.  406* 

parma  prefa  da  gli  Ecclefiaftici.         407 
parma  prefa  dal  Vitelli.  4i  5 

parma  adaltata da' Franceii  in  più  luo- 
ghi. 4ió 
parmi,perche  non  fu  foccorfa  nel  peiieo 
lode  Francefila  gli  amici  uictni.4T9 
parma,&  Piacenza  fi  danno  al  Pótcfice 


310 


i — rr~ 


parma,  &  Piace:  za  tornano  fotto  l'Im- 
peiio  de  Due  li  idi  Milano.  3*5 

e   a rar~ 


^^masS^f^^^m^™^ 


l'ai  tira  del  Re  dtFrancia  d'Italia.  2.^ 
Pauia  s'arrende  al  Re  di  Francia.  $5  7 
Pauia,&  Parma  tornano  alla  diuotìone 

del  Duca.  1  27 

Paflauolantede\Pifani,  chiamato  Buffa- 
lo. 123 
Peloponneso, hogoi  la  Morea.          172 
Penitenza  data  a'Vimtiani  dal  Papa. 

241 
Penfieridi  Cefare  d'alienarli  dal  Re  di 

Francia.  279 

Pendei  i  del  Re  di  Francia  intorno  alla 

pace  col  rapa.  281 

Perault  uccifo.  271 

Perche  ii  papa  non  fauoiì  i  Fiorentini 

nell'imprefadi  Pifa.  104 

Perone  di  Baccie  eforta  i  Vinitiani,  e' 

Fiorentini  allaconfederatione  co  Fra 

eia.  14 

Perone  di  Baccie  à  Genoua.  69 

Perpignanoè  rédutoàgli  Aragonesi.  12 
Persi, e'I  Liuiano,eVun  Capitano  degli 

Suizzerià  Ferdinando.  >        8? 

Perfino,  e'I  principe  diBifignano  uerfp 

Napoli.  .  6z 

Perfino  impedifee  Ja  uittoria  a'Pran- 

cefi.  83 

Perfuafionide  gli  Italiani  al  Redi  Fran 

cia,à  far  lega  co'  Vinitiani.  113 

Perfuafioni  Uiiie  de  gl'Italiani  al  Re, 

che  palli  in  Italia.  82 

Pertinacia  del  Redi  Francia  contragii 

Suizzeri.  281 

Pertinacia  di  papa  Giulio  nell'oppugna- 

re  la  Mirandola.  263 

Pertinacia  del  Redi  Francia,  &  de  gii 

Suizzeri  circa  alle  cole  di  Milano.  3  44 
Perugia ,  affaltata  &  preia.  da'  Baglioni. 

4  *o 
Pefaro,&  Rimini  prefe  dal  Valétino.3  2 


Pefaro,&  Tuo  fito. 
Pefchiera  prefa  da  Francefi. 
Pefchiera  s'arrendeà  Cefare. 
Pc  lì  ilentia  grand  illima  in  Roma. 
Peftegrandiflimain  Milano. 
Pìenza,  &  Chiufi,  s'arrendonoal  Valen 
tino.  u  ijo 


376 
zzi 

333 
429 

44J 


Piero  ac  ftit(.:iu  j  igija  ìigouerno  della 
Republica  Fiorentina.  * 

Piero  de'  Medici,  e'I  Duca  di  Calauria, 
difegnano  d'occupar  Roma.  6 

pier  de'Medici  perfuadeà  Ferdinando, 
che  lo  ftare  in  amicitia  con  Francia 
non  gli  nuoce.  14 

piero  de'Medici  afpirauaà  fard  prìncipe 
aiìbluto  di  Firenze.  17 

pier  de'  Medici  fa  in  bel  modo  fentire 
all'Orator  Francete  i  fegreti  di  Lodo 
ui co  Sforza.  2.1 

pier  de'Medici  fi  rifolue d'andare  à  tro- 
uai  e  in  perfona  il  Re  di  Francia.     29 

p;er  de'  Medici  lì  fugge  di  Firenze,  di 
chiarato  rubello.&con  lui  Giuliano, 
&  Giouanni  Cardinale.  30 

pier  de' xVi edici  tenta  di  ritornare  in  pio 
renza.  72 

pier  de  Medici  difegna  d'entrare-in  Fio- 
renza. 96 

Pier  de  Medici  à  Siena.  ibid. 

piei  de  Medici  nel Bolognefe.  135 

Pier  d  e'  M  edici  affoga  alla  foce  del  Gari- 
gliano.  I?I 

Pier  Capponi,*  fue  parole  al  Re  di  Fra 
:<ia-  32.88 

Pietro  Bembo  fegrctario  del  papa.   3  49 
|  P!viOj.?i  Giuliande'Medici.  107 

|  Pu  i«j  OaraL  scolta  fupic  di  Pifa.       123 

pieio  Sodermi, eletto  Gonfaloniere  a  ni 
tam  Firenze  14.1.262 

Piero  Marchtie  del  Monte à  San*a  Ma- 
ria di  Tofcana  muore.  22© 

Piero  Guicc.aid .ni  Amba'ciatorde'Fio 
renrinia  Maflimiiiano.  234 

pierbodenniiì  fugge  a  R augìa.        3  17 

pictralanta,  &  Mucrone  uenduti  a'Luc- 
chefi, &  à  Fiorentini".  1$9-3S9 

pietra  Dolorolà.  iof 

pietra  fortezza  nel  Trentino.  209 

Pietro  Nauarra  a  guaidia  di  Canofa  s'ar 
tende  a'Franceli  a  patti.  14? 

Pietro  Nauarra  co  una  mina  prende  Ca 
ftel  dell' Vouo.  jj8 

Pietro  Nauarra  con  l'armata  del  Re  d' A 

280 


ragonain  Italia. 


Pietro 


^TR^(<<!<U<(jj^^^fi/vVVSV)>Vy>>y!)»^^y^W^^ 


Pietro  Nauarra  alla  battia.  292. 

Pietro  Nauarra  a  gli  ftipendiidi  Fràn- 

cia,&  perche.  .  $Shl6l 

Pietro  da  Bozzolo, ci  Cauriana,  prefi. 

4*6 
Pietrafanta  à  Beumonte.  1  $0 

Pifani  à  campo  à  Librafatta.  131 

Pifani  fi  uogliono  dare  à  Genouefi. 

177 
Pifani  fi  lamentano  de'  Capitoli  dell'ac 

cordo, &  de' Vinitiani.  116 

Pifani  chiedono  la  libertà  al  Re  di  Fran 

eia.  f  30-35? 

Pifani, &  Fiorentini  reftano  fenza  rifo- 

lutionedel  /(e.  J3 

Pifani  difperati  di  foccorfo.  117 

Pifani  fi  fottomettono  uolontariamente 

al  /{e di  Francia.  130 

Pifani  alle  Kjp°marancie  Cartel  de' Fio- 
rentini. 136 
Pifani  (becorfi da diuerfi  popoli.  176 
Pifani  abbandonatida'uicini.  200 
Pifani  ridotti  quafi  in  ultima  difperatio- 

ne.  il  ? 

Pifa  fottomelTa  a' Fiorentini.  224 

Pifa,e!ettape'l  Concilio,&  perche.  274 
Pio  III.  muore.  16$ 

Piombino  s'arrende  al  Valentino.     1 3  8 
Pocointefta,&  Battifta  da  Vercelli  fquar 

tati.  $84 

Polbattifta  Fregofo  occupa  Ventimi- 

glia.  60 

Po  iefine  di  ^puigo  in  che  modo  rimafe 

a' Vinitiani.  11 

polefine  racquietato  da' Vinitiani.    238 
Pompeo  Colonna,  &  Antimo  Saueilo, 
folleuano  il  popolo  Romano.       280 
Pompeo  Colóna  ritiene  li  danari  hauu- 
tidal  R_e di  Francia.  306 

Pópeo  Colonna  fdegnato  co  alcuni  Cai* 
dinali  ofFerifce  al  Medici  di  farlo  Pa- 
na. 441 
Ponte  di  Sacco.                             64.83 

■ 

Ponte  a  Vegliano.  72J 

Pontefice  fofpetto  al  Re  di  Fracia.  371} 

pontefice  fi  laméta  de  Principi  Chriftiaj 

ni,&  del  Duca  dVrbino.  37CT' 


pontefice  ioccoriò  dal  R$  di  trancia. 
377 

Pontefice  in  fofpetto  al  Re  di  Fracia. 3  69 

pontefice  fi  lamenta  de' Vinitiani.    258 

pontriemoli  faccheggiato  da  gli  Suizze 
ri,contra  la  fede  data.  53 

pò  fiume  primo  d'Italia  douenafce.356 

popolo  di  Genoua  fi  foilcua.  contra  i  no- 
bili, ipi 

porto  Veneree  battuto  da  gli  Aragone- 
(ì  in  natie.  ao 

potito,3c  Calici  Vecchio.  107 

pratiche  finte  perla  pace  tra  Spagna  ,  & 
Francia  127 

pratica  dell'accordo  tra  Inghilterra,  oc 
E  rancia.  347 

pratica  tra'l  I{e di  Fracia,  e'1  KeCatoIi- 
cojdiucnder  pifaà  Fiorentini.     211 

prato  prefo,  &  faccheggiato  da  gli  Spa- 
gnuoli.  317 

preianni  Ammiraglio  del  Re  di  Fran- 
cia. 251 

preianni  prouenzale  Capitan  delle  ga- 
lee fran  ce  1.  151 

preluca huomo  dell'Imperatore»  Vine- 
tia  a  trattare  la  triegua.  205* 

principe  di  Salemo,&  Monfignor  di  Sc- 
renon,Capitan  dell'armata  fracefe.29 

principe  di  Koflano,  e*l  Cónte  di  pepo 
liberiano  in  prigione.  3  8 

Principi  di  Bifignano,&  di  Salerno,  c'I 
Conte  di  Capaccio  a  Napoli.  %6 

principe  di  Bifignano  ferito  da  un  Gre 

.co\  .  .23 

principe  di  Salerno  fugge  di  Napoli,  ibi. 

principe  di  Salerno  perde  lo  fiato.       97 

principe  di  Bifignano,  e'I  Conte  di  Me- 
leto prigioni.  136 

principe  di  Bifignano  al  fuo  flato.     84 

principe  d'AnaUit,  efpugna  Cadore  nel 
Friuli.  229 

principio  deilcrouine  de'Francefl  in  Ita 
Ita.  250 

pricipi  di  Germania  defiderano,chel'Im 
paratore  fi  caui  di  cafad'Auitria.  391 

principi  d'Italia  danno  danari  a  Cefa- 
rci,per  aflicurarfi  ne  gli  flati.        464 

C      ?  Fri 


TAVOLA. 


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Jfngionitaui  nella  preladi  Brefcia.297 
Progrefli  de'medcfimiin  Romagna.  167 
Progrefli  di  Maflimiliano  nel  Friuli. 208 
Progredì  de' Vinitiani  contro  agl'Impe 
Hall.  ibid. 

Progrdì]  de' Vinitiani  contro  à  francefì. 

Progrefli  de'  Vinitiani  nel  Friuli,  &  in 

Lombardia.  336.279 

Progrefli  dell'Imperatore  in  Lombardia. 

Progrefli  dell  Erefia  luterana.         396 

Progrefli  dell'Imperiali  contra  i  Fran 
cefi.  44? 

Progrefli  dell'Imperatore  contra  Fran- 
cerco  Re  di  Francia  di  là  da'  monti. 
446 

Pronoftico  di  Lorenzo  de'  Medici  circa 
i  coflumi  di  Piero  Tuo  figliuolo.      20 

Prosperità  dell'Italia  nel  M.  CCCC 
XC.  1 

Profpero,&  Fabritio  Colonnefi.  6       19 

Profpero  Colonna  notato  di  troppa  tar- 
dità. -  409 

Profpero  Colonna,  e'1  Marchcfe  di  Pe- 
fcara,emuii  nella  guerra.  405 

Profpero  Colonna  à  Vauri.  413 

Profpero  Colonna  parte  lodato,  &  parte 
biafiraato  circa  la  militia.  41 4 

Profpero  Colonna  à  guardia  del  Regno 
di  Napoli.  49 

Profpero  Colonna,  &  Fabritio  al  foldo 
di  Ferdinando.  61 

Profpero  Colonna  à  guardia  di  Napo- 
li. 137. 1  j8.à  Efenengo  346.  in  Par- 
migiana. 40?.  liberato  di  prigione. 
3  67. muore  d'una  ferita.       371.442 

Profpero  Colonnafoccore  Pauia.     424 

Prouincie  del  Reame  di  Napoli.       140 

ProuincieprtfedaSelim.  387 

Piouedimenti  del  Re  di  Francia,per  foc 
correr  Milano.  403 

Prouifioni  del  Re  di  Francia,  per  diucr- 
tire  i  dilegni  di  MaiTìmiliano.      206 

Prouifioni  del  Guicciardino  contra'FràJ 
tefì.  401 

Prouifioni  della  madre  del  Redi  Fran- 


»■»- 


eia,  per  la  faluté  del  Regno,  &  per  la 
liberatone  del  figliuolo.  4^P 

■rj*4     Q.    $& 

QVel,ch'è  defiderato  da  molti5  rare 
uolte  fuccede.  144 

*•  Querele  del  papa  contra'l  Re  di 

Francia.  106 

Querele  del  Papa,contra'IDuca  di  Fer 

rara.  244 

Querele  dell'Imperatore  contra'l  Redi 

Francia.  297 

(Querele  del  Re  d'Aragona  contrai  Con 

federati.  326 

Querele  di  Carlo  V.  contra  papa  Clemé 

te.  453 

Quefta  Gentildonna  fi  chiama  Anna  So 

lera  fecondo  il  Giouio.  63 

Quello  Don  Giulio,uiiTe  in  larga  prigio 

neper  fino  all'ultima  uecchie/za  del- 

laquale  fu  cauato  l'Ann. M.  D.  L  X. 

da  Alfonfo  Duca  di  Ferrara,  &  coli 

morì  libero.  191 

Quintana  Secretarlo  del  Re  Catolico  al 

Re  di  Francia.  344 

4*$    R     $&■     . 

RAfael  de' Pazzi  prigione.  273 

Rafael  de'  Pazzi  morto.  304 

-  Rafael  Riario  Cardinal  di  San  Gior 
gio,  imprigionato  in  Caftel  S.  Agno- 
lo. 384 
Ragione  dell'Imperatore  nello  flato  di 
Milano.    .  101 
Ragione chauea la  Reina  Elifabetta nel 
Regno  di  Cartiglia.                       178 
Ragionamento  tra'  Re  d'Aragona  ,  oc 
Francia.                                         200 
Ragionamento  dell'Imperatore  co  Cia- 
monte.                                         235: 
Ragione  che  pretendeuano  i  Cardinali 
di  chiamare  il  Concilio.               27  J 
Ragioni, che  pretendeua  Carlo  Impe- 
ratore nel  Ducato  di  Milano.        400 
Ragioni,c  haueano  i  Francefì  nel  Duca 
todi  Milano.                                  101 
Ramondo  di  Cardona  Capitan  delle  ga- 
lee 
=  =V 


Ice  di  Spagna.  i  jo.283 

Rapolano.  74 

Rapale  prcfa  dagli  Aragonesi,  fotto  la 
guida  d'Obietto  dal  Fiefco.  24 

Rauenna  prefa  dal  Papa.  231 

Rauenna  prefa,&  Taccheggiata  da'  Fran 
cefi.  3  04 

Raueikn  Gouernator  Regio,  fi  parte  di 
Genoua.  ipi 

Re  Carlo  Torfi.  98 

Re  Carlo  à  Parigi  per  prouederfi  di  da- 
nari alla  pallata  d'Italia.  81 

Re  Carlo  muore.  5,9 

Re  de'  Romani,  e  1  Cardinal  di  Roano 
in  Trento.  130 

rc  de  Romani  chiamato  in  Italia  da  Lo 
douico  Sforza.  82 

Rede'ivomani  à  Liuorno.  pò 

Re  di  Francia  muoue  guerra  in  Ifpagna. 
i  60 

rc  di  Francia,  &  di  Spagna,  s'accor- 
dano adailaltare  il  Regno  di  Na- 
poli. 133 

Redi  Francia  fdegnato  contrai  Fioren- 
tini Se  gli,  Suizzeri.  .  134.242 

Re  di  Fi  ancia  richiama  il  Tuo  esercito  à 
Milano.  176 

Redi  Francia  afpira  alla  pace  col  Papa, 
&  con  checonditioni.  30? 

rc  di  Francia  inchinato,  alla  pace  . 
30;'. 

Redi  F rancia eforta  il  papa  a  far  Lega 
feco.  3  5  r 

aedi  Francia  comanda  al  Valentino,che 
lafciafrar  Giangiordano.  150 

Redi  Francia  nega  ilfoccorlo  a'  Fioren- 
tini. 181 

Re  di  Francia  ("occorre  i  Pifani.        21  e 

rc  di  Francia  acccta  la  cófederation  del 
Papa.  i§7 

Re  di  Francia  in  Italia.  1 43.440 

uè  di  F  rancia  attedia  il  Calici  di  Milano. 
4Jo 

Redi  Francia uerfo  Pania.  i\)id. 

re  di  Francia  piglia  in  protettione  il  Pa- 
pali Fiorentini.  451 

re  di  Francia  domanda  il  pafTo  al  Papa, 


per andareà  Napoli.  4^2, 

redi  Francia  dato  all'ocio,  &  a'  piaceri. 
4?6* 

re  di  Francia  in  Italia.  377 

re  di  Francia à  Marignano.  3  j  8 

rc  di  Francia  uerfo  Italia.  3  e 3 

redi  Francia  inchinato  alla  pace.      306 

redi  Francia  in  penderò  di  fare  lim pre- 
fa  di  Napoli.  366 

redi  Francia  afpira  all'Imperio.       301 

redi   Francia  ha  fofpetto  di  Papa  Leo- 
ne, &  della  (ha  beniuoIenz.u       309 

redi  Francia  fatto  prigi  jne.  4*0 

re  di  Francia  in  pericolo  della  uita  ,  per 
gran  dolore.  47C 

re  di  Francia  liberato,  Se  in  che  modo  (ì 

-.fece  il  baratto  de  la  fu  a  perfona,  & 

de'iuoi  figliuoli.  488 

regno  di  Francia,  in  che  modo  fu  falua- 
to.  34z 

regno  di  Granata  uenne  fotto  l'Imperio 
di  Caviglia.  178 

regno  ò  Muria  del  Papa,mandatoà  Fio 
renza.  rcp 

regnicoli  inviabili.  48 

re  d'Aragona  (1  fcrue  di  due  frati,  per 
trattare  la  pace  con  Francia.     324 

re  d  Aragona  muore  hauendo  regna- 
to anni  xlij.  $66 

re  d'Inghilterra  muoue  guerra  a  Fran- 
cia. 312 

re  d'Inghilterra  fdegnato  contra'l  fuo- 
cero.  346 

re  d'Inghilterra  difluade  Francefco  a  paf 
fare  in  Italia.  3?? 

re  d'Inghilterra  j  che  ragioni  p  ettnda 
fopra  il  Reame  di  Francia.         447 

red'Inghilt  rra  in  foipetto  ad  Impera- 
tore. 4  y  r 

re  d'Inghilterra,  &  fua  ambiti  me, circa 
l'elTer  giudice  delle  differenze  .ra'Prin 
pi  Chriitiani.  4^9 

re  di  Spagna  afpira  all'Imperio,  &  per- 
che.  302 

re   Carolici  perfuade  l'Imperatore  ad 
abbracciare  la  pace  uniueriàlc. 
z6j. 

C     4         Reggio 


Reggio  fi  dà  alla  Chiefa. 
Reggio  prefodal  Duca  di  Ferrara.  438 
Renzo  da  Ceri  àBrefcia.  330 

Renzo,&  fuo  ualore-  346* 

Renzo  à  Bergamo.  3J0 

Renzoefciedi  Bergamo  co  accordo,  ibi. 
Renzo  al  foldo  del  Papa.  3  $ 9 

Renzo  nel  San efc.  427 

Renzo  fi  lieua  di  Siena.  ibid. 

Renzo  aflalta  Orbatello.  428 

Renzo  a  fluita  Rubiera.  437 

Renzo  à  Vigeuene.  444 

Ricaicnfio  Catalano,Capitan  dell'arma- 
ta di  Spagna.  60 
Riccardo  Pacceo.                            448 
Ricchezze  del  Cardinal  di  Volterra,  pre 
loda!  Papa.                                  43  $ 
Ridolfo  Gonzaga  muore.                   j<£ 
Sforma  nuouadel  gouerno  di  Fioren- 
za.                                               317 

vimini,  &  Faenza  fono  richiefteda!  Pa 
paa'Vinitiani.  zi3 

Kigaultà  Milano.  81 

Pinuccio  condottier  de'Fiorentini    103 
Pinuccio  da  Marciano ,  Condottier  de' 
Fiorentini.  73 

i^inucio  da  Marciano  in  Capua.       137 
Pinuccio  da  tarnefe,  &  Bernardin  dal 
Moncone.  j8 

Kjnuccio  in  ual  di  Nieuole.  lof 

isjnaldo  Orfino  prigione.  1 40 

Rinaldo  Zallo.toglie  il  Cardinal  de'  Me- 
dici a'Francefi.  309 
rifpofta  de' Fiorentinià  gli  Oratori  Fran 
cefi.  17 
Riipofta  del  Ligni  a'  prigioni.            $0 
rifpofta  de'Fiorentini  alflmp.             89 
rifpofta  de' Vinitiani  a'Fiorentini.     ioj 
rifpofta  de  Fiorentini  al  Duca  circala  co 
federar  io  ne.                                   1 1 8 
rifpofta  de' Vinitiani  all'Oratore  Apodo 
lieo.                              .                166 
rifpofta  de'Fiorentini  alle  querele  del  rc 
di  Francia.                                     210 
rifpofta  de' Vinitiani  all'Araldo  France- 
se.                                               z  1 8 
rifpofta  del  Principe  d' A  nault  à  gli  Ora 


tori  Vicentini.  246 

rifpofta de'Bolognefi al  Papa.  27* 

riipofta  del  Viceré  alle  querele  del  Le- 
gato. z9i 
riipofta  del  Viceré  a'  Fiorentini.        314 
riipofta  di  Giouan  Corfi  alJ'Imp.  in  dife- 
fa  d  i  Papa  Clemente.                    4  j  3 
rifpofta  del   i^e  di  Francia  a'  Capitoli. 
4<58. 

rifpofta  magnanima  d'un  CaualieroCa- 
ftigliano  all'Imperatore,  che  gli  do 
mandaua  il  fuo  palazzo,  per  alloggiar 
Borbone.  478 

rifpofta  di  Carlo  V.all'Orator  Vinitia- 

no.  A6$ 

rifpofta  de  Vinitiani  a  Cefarefopra  ia 

dimanda  della  Lega.  477 

ripa  Tran  fona.  398 

riuolta  prefa  da'Francefi.  2  19 

rizzano  Capitan  Tedeico  ferito.       3  46 
roberto  Orfino  ritiene  gii  danari  delle 

paghe  al  /<jc  di  f  rancia.  306 

rocca  Bianca  prefa  da  Lautrec.         409 
rocca  di  Gaeta  s'arrende.  4^ 

rocca  Guglielma.  p$ 

roccalbertino.  j^i 

rocca  Perotta.  376 

rodilfola,prefa  da'Turchi.  429 

roma  in  tumulto  percagion  del  Valenti 

no&degliOrfini.  164 

roma  in  tumulto  nella  morte  d'Alefian- 

dro    VI.  162. 

tofa  abbruciata.  444 

roftio  e/orca  gli  Suizzcri  à  tornarfene  à 

cafa.  3^2 

rotta  de  gli  Aragonefi  a  i^apallc.  24.77 
rotta  deL'armata  Francefe.  60 

rotta  de'Francefi à  Laino.  84 

rotta  de'Papifti.  91 

rotta  de'Fiorentini  a  San  regolo.  104 
rotta  de  gli  Orfini  à  Monticelli,  ibid. 
rotta  de'  Pifani  à  Calcina.  1  o  j 

rotta  delle  genti  del  V  aldino  à  Cagli. 

147 
rotta  de?  rrancefia  Terra  nuoua.       1 5;  1 
rotta  de'Francefi à  Seminara.  1  j  y 

rotta  de'Francefi.  1 5  6 

rotta 


TAVOLA 


'Vofc^X 


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^^? 


Rotta  de'  F ranceli  a  Moia.  «  7o 

rotta  de  Francefi  al  Garigliano,  da  che 
fu  cagionata.  171 

rotta  der  Francefi  aNouara.  332* 

rotta  de' Fiorentini  a  Ofole.  180 

rotta  dell' A  luiano.  182 

rotta  de  gli  Ecclefiaftici  alla  Baftia.  267 
rotta  dell' enercito  della  Lega  al  Ta 
ro.  17 

rotta  de  foldaci  Vinitiani,  eV.diGio.Pa 
golBaglione.ai  Magnanino.        196 
rotta  dell'esercito  Ecclcfiaftico,  &  Spa 
gnuoio.  3°3 

rotta  de' Vinitiani  a  Marano.  345' 

rottadegliScozzefial  Tuedo.         34 * 
rottade'Tedefchi  a  Battano.  34  5" 

robertodi  Vefte,Came;ier  del  Re  man 
dato  a  fare  la  reftitucione  delle  for- 
tezze a' Fiorentini.  78 
ruberta  Marcia  Tedefco ,  &  fuo  ualore  . 

ruberto  Orlino  in  Germania,nuncio  A- 

pòltolico.  39- 

ruberto  Bufchetto  al  Papa.  381 

rubiera  prefa  dal  Duca  di  Ferrara.   439 

Rubos  prefo  da  Confaluo,doue  il  Palif- 

fa  fu  fatto  prigione.  1  ?  2. 

rutti  ottenuto  d'accordo  da  gli  Ecclefia- 

fiici.  2" 

ruiTi  prefo,  &  faccheggiato  da'  Fran 

cefi.  3°° 


*©S     S     J>«r 


SAcromoro  Vifconte  uettouaglìa  il 
Caftel  di  Milano.  3*9 

Salazart  prega  il  Re  per  la  libertà  de' 
Pifani.  11 

Salerno  Malti,  &  la  Caua,  alzano  le  ban- 
diere A  ragonefe.  60 
Salmo  primo.  38 
Sals abbruciata  da'  Francefi.  93 
San  Bràdano  Lucchefe  Coneftabile  de' 
Fiorentini  in  Librafatta, s'arrende. 

131 
Sanefimuouono  guerra  a'  Fiorétini.  88 

Saneii  hanno  loipetto  de'  Fiorentini  . 

carte  4*1 


San  Felice,  e  i  Finale  dati  ai  Duca  di 
Ferrara.  430 

San  Germano  fi  ribella  da  gli  Arago- 
nefi.  138" 

Sanfeueiino  prefo  da' francefì.  74 

San  Giouanni  della  Vena.  io? 

San  Goftanzo  Caftello  facche°oiato  da' 

00 


Guafconi. 
San  Malo  in  Lione. 
San  Rimedio. 
Sartirano  prefo  da'  Cefarei. 
Sauonarola  feommunicato . 
Sauonàrola  impregionato. 


380 

83 

7z 

44* 

99 
100 


Sauona,6c  Varaginc  s'arrendono  a'  tran 
cefi.  4J4 

Scala,  CocolIo,&  Bafciano  prefi  da'  Vi- 
nitiani. 239 
Scaramuccia  grotta  tra  i  fiorentini,e  i  Pi 
fan i  al  fiume  Ofole.  180 
Scaramuccia  grotta  tra  i  Genouefi,  ei 
francefi.                                           194 
Scaramuccia  grotta  tra  i  Vinitiani ,  ci 
ferrarefialla  Polifella.                   237 
Scaramuccia  grotta  trai  papìfti,  e i fol- 
dati difrancefeo  Maria.                  384 
Scelerattzzc  ufate  in  Capua  da'  fran- 
cefi .                                            137 
Scudo s'apprefenta a  Reggio.         401 
Scudo  a  Rauri  .                                 413 
Scudo  a  Coringo.                              402 
Scudo  in  R aggio, Motta  francefe.     401 
Scudo  torna  in  francia.                     426 
Scufe  de' Vinitiani,  p^rno  collegarfi  nel 
le  guerre  d'Italia  con  perfona  >        1 8 
Scufcdi  papa  Clemente  con  l'Impera- 
tore.                                            460 
Sdegno  del  Valentino  contra  pier  de' 
Medici.                                          13 1 
Sdegno  d'Alberto  pio  uerfo  il  Duca  di 
ferrara .                                         249 
Sebeto  fiume  molto  celebrato  per  le  ri- 
me del  Sannazaro.  éi 
Seci  etezza  notabile  de'  fiorentini .  27  j 
Segni  appariti  innàzi  alle  calamità  d'Ita 
lia.                                                   22 
Selim  principe  de' Turchi.              387 
Se'im  muore.                                   380 

Sere- 2: 


1 


^^AmrTAC.^^, 


-  Ws^AK^&ZMFMPW  X 


Serezana,8t  Serezaneìto.  iS  \ 

serezana  darà  a'Genonefi  per  danari  dal 
Baiìardodi  Bienna.  78 

ser  Iacopo  d'Appiano  no!aio,diuentaSi 
gnor  di  Fifa.  40 

sforzo  ultimo  de'  Pifani5pcr  foccorrer 
Pifa.  114 

stena  in  protetticnede'  FranceG.       5 1 

siena  uenduta  dall'Imperatore  al  Papa. 

32?. 464 

Sigismondo  CabalIoj&  gìo.  Forte,  fug- 
gono in  Cotogna.  3  ;o 

sigifmondo  Malatefta  occupa  Rimini > 
428 

sigi  biódo  Segretario  d'Alberto  da  Cor 
pi  ammazzato.  474 

signora  di  Forlì  fatta  prigione ,  è  man- 
data a  Roma.  116 

signor  di  Piombino  >  &  Gio.  Pagol  Ba- 
glioni,Capitani  de'  Fiorentini .  104 

signori  d'Italia  confederati  contra  il  Va 
lentino.  147 

siluio  Sauelloa  Vmbriano.  546 

siluio  rotto  da  Renzo  Capitan  de'  Vini 
tiani.  336 

siluio  rotto,  &  poflo  in  fuga  da  Renzo . 

sin  giare.  356* 

sinibaldodal  Fiefco.  416 

soccorfo  della  Lega  mandato  al  ponte- 
fice. 49 
soccorfo  nuouo  di  Francia  mandato  al 

FOÌS.  2£c 

soccorfo  mandato  a  Bologna  da  Galton 
di  Fois.  294 

soccorfo  de'  Francefi.  44  j 

soldati  d'F.gitto ,  in  che  modo  fi  creaua- 
no.  388 

soldati  Fiorentini  fualiggiati  da'  Vini- 
tiani.  3 1 1 

Solimano  fuccede  nell'Imperio  aSelim 
fuo  padre.  389 

Solimano  entra  in  Rodi.  450 

solatolo  prefo  da  gli  Ecclefiaftici.     222 
sommadi  danari  domandata  dall'Impe 
ratoreal  Duca  di  Milano,  peri'inue- 
toura»  473 


sonzino  Benzone  da  Crema  impiccato. 

248 

:  sofpetti  del  Re  di  Francia,nel  maneggio 
1     della  pace  uniuerfale.  z6% 

sofpetti,  chaueua  il  Papa  del  Re  d'Ara- 
gona.  z8o 

soletti  del  Re  di  Francia  cótra  l'Impe- 
ratore .  288 

Spagna  diuifa  tra  fc,s'unifcc  contra  Fra 
eia.  3pp 

spagnuoli  pofti  in  difordinc  da'  Fran- 
cefi .  151 

spagnuoli  a  Terra  nuoua.  ibid. 

spagnuoli  padano  il  Garigliano.      1 70 

spagnuoli  furono i primi  in  Italia,  che 
comincia  (fero  a  uiuereadiferetione 

m 

spagnuoli  fuggono  nella  fortezza  di 
Bergamo.  3*0 

spagnuoli  tornano  nel  Regno.         387 
spefe'dc'  Vinitiani  nelle  guerre  di  Lem 
bardia.  373 

stampace  fortezza  de'  Pifani.  122 

stampace  prete  dal  Vitelli .  123 

stampace  abbandonata  dal  Vitelli.  1  23 
statichidati  agliSuizzeri  dal  Tramo- 
glia  fi  fuggono  in  Germania.       343 
«tetano  di  Vers,e'l  Vefcouodi  San  Ma- 
lo ,  efortano  il  Re  all'andata  d'Ita- 
lia, io 
strade  dell' Apcnnino  per  uenire  in  Ita- 
lia.                                              3*f 


strage  fatta  in  Brefcia . 


196 


stratagema  de  gl'Imperiali  per  metter 
danari  in  Pauia.  45-5- 

stratagema  imaginata  da'  Pifani,  per  op 
primerei  Fiorentini.  225 

suares  Spagnuoio ,  &  Oratio  da  Fermo. 
37.8  . 

suizzeri  dichiarati  ribelli  dell'Imperio . 

117 

suizzeri  paiTano  dal  campo  Francefc  al- 
lo Sforzeico.  Ù7 

suizzeri  inftabili  nelfcruire  in  guerra  . 

123 

suizzeri  molcftano  il  Re  di  Francia  in 
Lombardia.  1  $  \ 

suizzeri 


M 


I  suizzeri  fan  Lega  coi  Papa .  243 

suizzeri  ucrib  1  etterato  della  Lega  . 
4I2 
suizzeri  s'unifcono  con  I'ettèrcito.  ibid. 
suizzeri  fi  partono  da'  Francefi.       413 
suizzeri  itmiati  poco  fedeli.  368 

suizzeri  al  ponte  a  Ti efa.  ayi 

suizzeri  iì  ritornano  a  caia.  z$z 

suizzeri  s'apparecchiano  di  pattare  in 

Italia  in  fauor  del  Papa.  285? 

suizzeri  fi  ritornano  alia  patria  .  2510 
suizzeri  fd.eg nati  contra'l  Papa.  307 
suizzeri faegnati  contra  Francia,  ibid. 
suizzeri  fanno  la  mafia  a  Coirà.  308 
suizzeri  s'unifconocon  l'cflcrcito  Vini 

tiano.  ibid. 

suizzeri  chiamati  liberatori  della  Chie- 

fa.  312 

suizzeri ,  &  loro  armi  in  molta  riputa- 

tione .  323 

«uizzeri  non  uogliono  accordo   alcuno 

con  Francia .  324 

suizzeri  difendono  brauamente  Nouar 

ra*  .  33 J 

suizzeri  adirati  contra  i!nome,&fat- 

tion  Francefc.  341 

suizzeri acampo'a  Digiuno.  342 

suizzeri  s'offerifeono  al  Papa  d'aiutar- 
lo contra  Francia.  3?i 
suizzeri  fi  sforzano  d'impedire  iJ  palio 
de'  monti  a'  Francelì.                  35? 
suizzeri  trattano  d'accordo  con  Fran- 
cefi.                                            3  y  7 
suizzeri  temerariamente  affaltano  Fra 
cefi.                                             361 
suizzeri  fi  ritirano  ucrfo  Milano  in  ordi 
tìanza.                                        ibid. 
«uizzeri  s'accordano  con  Francia .  373 
suizzeri  in  Italia  al  foldo  di  Leo  X.  305» 
suizzeri  al  foldo  di  Frauda,  per  l'acqui- 
fto  di  Milano.                       422.424 
suizzeri  fi  tornano  a  cafa.                 42  S 


*&$ 


&C 


TAranto  prefb  da' Viniriani  erendu 
toa  Ferdinando.  91 

Taranto  s'arrende  a  Confaluo  per 


accordo.  1 3  rf 

Tarlatino  entrain  Pifa.  I31.  180 

Talbot  Capitan  di  Calès.  341 

Tarlatino,&  Pietro  Gambacorta,Cnpi 

tanide' Genouefi.  J93 

Tauernelle.  96.579 

Tcdcfchi  per  non  efTer  pagati  abbando 

nano  il  campo  Francefe.         84.  309 
Tedefchi  aflaltati  da  gli  Spagnuoli  nel- 
l'alloggiamento. 381 
Tedefchi, &  Grigioni  uengono  nel  cam 

pò  Cefareo.  404 

Tedefchi  handitfìcultà  di  pattare  in  Ita 

ha.  ibid. 

Teodoro  Triulzia  guardia  di  Vicenza, 

&di  Milano.  337-45' f 

Teodoro  Triulzi  prigione.  414 

Teodoro  da  Pauia  medico  eccelIentifTì- 

mo.  2  7 

Terre  franche,  perche  fieno  cofi  dette. 

106' 
Terre  de' Vinitiani  appartenenti  adi- 

uerfi  Principi.  213 

Terre  ricuperate  dal  Duca  di  Ferrara. 

274 
Terre  di  Romagna  tornano  fotto  la 

chiefa.  308 

Terroana  prefada  gl'Inglefi.  342 

Tefl*alonica,hoggi  Salonic  172 

Teforo  del  Duca  di  Milano.  121 

Timidità  di  Lodouico  Sforza  $2 

Tirar  la  guerra  in  cafa  fua  j?  rimuouer- 

lada  quella  d'altrui  è  cofa  da  pazzi. 21 
Tito  Tagliaferro  da  Parma.  438 

Titolo  di  Re  di  Gierufalem ,  come  ue- 

nitte nel  Redi  Francia.  133 

Tcmmalfo  Fabbro  da  Rauenna  mor- 
to. 333 
Tommattb  di  fois  Monfignor  dello  Scu 

do.  387.4*4 

Tornai  prefa  da  gl'Inglefi.  3  4* 

Tortona  faccheggiata d'Allegri.      127 
Tofcaneila  faccheggiata .  $0 

Tradimento  de  gli  Suizzeri  a  Nouarra. 

128 
Tranquillo  a  guardia  della  Rocca  di  Pe 

faro.  370 

Tran-! 


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Tranquillo  appiccato.  370 

Trattato  contro  a'  Capitani  Celarci,  or 
dinato  dal  Morone  .  473 

Tiattato  in  Bibbiena, feoperto  .       108 
Tiattato  del  Vefcouo  di  Ventimiglia, 
feoperto.  35?? 

Tiattato  nuouo  contrai  Duca  di  Ferra- 
ra. 397 
Trattato  dannofo  a  gli  Aragonefi  a  Ca- 
fre I  Gifone.  74 
Trattato  di  Taranto,(coperto.  80 
Treuipiefoda' Francefi.                 218 
Treuiprefo^  Taccheggiato  da' Vinitia- 
ni.                                                  219 
Tieuifo  fòlo  matiene  la  fede  a  Vinitia- 
ni nelie  loro  calamità.                   22  ? 
Trezoprefa.                                     323 
Tribunato dellaplebe in  Genoua.    191 
Triegua  tra  Francia,&  Spagna     94. $6 
Trieguatrai  Fiorentini3&  Sanefi,&  lue 
conuentioni.                                  ro6 
Triegua  tral'irnperatore^e'l  Redi  Fran 
eia.                                               133 
Triegua  tra  Spagna  ,  &  Francia ,  5c  Tue 
conditioni.                            17?. 3  44 
Triegua  tra  l'Imperatore,  e  i  Vinitiani , 
&  Tue  conditioni.                 210.  3 06 
Triegua  tra'i  Redi  Francia,  &  d'Arago 
na.                                                 326 
Triefti  prefo  da'  Vinitiani.              209 
Triefti,  Riua,  &  Agretto,  ritorna  fotto 
l'Imperio.                                     222 
Trincee  fatte  da  Profpero  Colonna, per 
prohibire  l'entrate  a'  Francefi  nel  Ca 
Itello  di  Milano.                            422 
Triftan  Corlb  prigione.                    437 
Triuignano  Cartello.  92 
Triulzio  in  Alti.  83 
Triulzio  (1  ritira  ad  Afti.                   94 
Triulzio,  Battiftino ,  &  Sercnon  ad  Al- 
binga.                                            9s 
Triulzio  fi  ritira  uerib  Nouarra.     127 
Triulzioa  Rouere.                           208 
Triulzio  General  del  Redi  Francia  in 
Italia.                                          268 
Triulzio  in  Eluetia.      '                   324 
Triulzio  loda  gli  Suizzeri.               361 


Triulzio  General  de'  Vinitiani.        364 

Triu'zio  in  fofpetto,  &  erofo  ai  Re  di 
Francia.  390 

TròcciesCamerierdel  Papa.  14? 

Troilo  Sauedo  prigione.  73 

Troilo  Sauello  al  foldo  de'  Lucchefi  . 
180 

Troilo  Sauello,  Achille  Torello,  &  Mu 
tio  Colonna,Capitani  dì  cauai,  man- 
dati da  Papa  Leone  in  aiuto  di  Cefa- 
re  contrai  Vinitiani.  334 

Troilo  Sauello  a  Fano .  3  76 

Tumulto  nato  nella  città  di  Pifa ,  per  lo 
quale  il  Concilio  fi  difTblfc  287 

Tumulti  nel  Ducato  di  Milano  .      329 

Tumulti  in  lfpagna  per  cattino  gouer- 
no  de'miniftriregii.  397 

Tumu!to,&  fofpetto  de'  ibldatr,  ch'era- 
no in  Parma.  417 

Tumulto  nato  ncll'eiTercito  Ecclefiafti 
co.  380 

Turchine)  Friuli.  12? 


4*Q     V    $è> 


VAldilera  prefa  per  forza.  229 

Valeggio  ,  è  un  de'  palli  del  Men- 
zo.  238 

Valeggio,  &  Pefchiera  s'arrendono  a' 
Vinitiani.  330 

Valentino  fatto  gentiMiuomo  Vinitia- 
no .  132 

Valentino  dichiarato  Duca  di  Roma- 
gna^ 134 
Valentino  fi  parte  del  dominio  Fioren- 
tino per  commiflion  del  Re.         13  J 
Valentino  in  Capua.                        137 
Valentino  riceuuto  ingrana  del  Redi 
Francia.  14  $ 
Valentino  chiede  foccorfo  al  Re  di  Fra 
eia.  147 
Valentino  afpira  a  farli  Signor  di  Pifa . 

160 

Valentino  di  che  fi  lametaua  nella  mor 

te  del  padre.  161 

Valentino  delibera  di  feguitare  la  parte 

Francefe.  163 

Valétino  alfaltato  in  Roma  da  ali  Orfi- 

ni , 


<£  /^?  />/^/^/^ 


%^Jj^^^^^^^^^ 


nijtug^cin  Oaitei  5a.t  Annoio.    16$ 

Valentino  e  ritornato  dal  papa.         16  / 

V  alenttno  dà  i  contrafegni  delle  fortez- 
ze di  Romagna  al  papa.  174 

Valentino  fi  fugge  da  Odia  à  Napoli, 
ibidem. 

Valentino  ritenuto  da  Confaluo  è  man 
dato  prigione  in  llpagna.  175 

Valiefi,Sc  Grigioni  confederati  di  Fiati 
eia.  243 

VaHefi>cofi  detti,  perche  habitano  nelle 
Vaili  285? 

Valenza  prefada'Francefì,&  in  eh  e  mo- 
do. 1  ip 

Vanagloria  di  Lodouico  Sforza,  &fuoi 
difegni  intorno  alle  cole  di  Pifa.     7§ 

Variamento  del  numero  de  motti,  nei 
fatto  d'arme  a  S.  Donato.  3  6 1 

Vatii  difeorfi  fopra  gli  andamenti  del 
papa.  270 

Vberro  da  Gambara.  307 

Vdine  s'arrende a'Tedefchi.  279 

Vecchio  da  Couiano.  438 

Vecch^cheprcdìiTe  lauittonaaireder 
cito  della  lega  contra  Francia,  non. fu 
mai  più  ueduto.  41  4 

Vinitiani  deliberano  d'aiutar  Fifa  per 
impadronii  tene.  76 

Viniuani  pigliano  la  prottetione  di  ri- 
fa. 7B 

Vinitianicon  che  condinoni  foccorre- 
no  Ferdinando.  79 

vinitiani  s'accordano  ,  che  le  ragioni  di 
Pi  fa  fi  rimettono  nell'I  mp.  87 

viniriani manda  nuouo  foccorfo  à  Pifa. 

vinitiani  al  foccorfo  di  Lod. Sforza.    04 
yinitiani  non  acconfentono  di  render 

pifaa'Fiorentini.  98 

v  initiani  richiamano  le  genti  loro  di  To 

fcana  116* 

vinitiani  à  Lodi.  121 

vinitiani  dannò  il  Cardinale  Afcanio,«3c 

molti  altri  al  Re  di  Francia.         128 
vinitiani  ldegnati  contrai  Valentino. 

146 
vinitiani  aflaltano  Cefcna,&le  terre  di 


Romagna.  joo 

vinitiani  intorno  à  Faenza.  ibid. 

vinitiani  fan  pace  col  Turco, &  perche. 
172 

vinitiani  negano  il  parto  à  Àia  film  II  iW 
no3&  l'efìòrtano  a  uenire  fenza  effer- 
ato. 1 8  3 

Vinitiani  dubbiofi  ronchi  G  doueffero 
co'ìcgare,  o  coi  Redi  Francia, ò con 
l'Imperatore.  202 

vinitiani  concedono  il  palio  a  Malfimi- 
Jiano  uenendo  fenza  efferato.      205 

vinitiani  hifaano  l'oppugnatione  della 
Pietra.  209 

vinitiani  autori  della  guerra  mefla  con 
tra  di  loro.  2  1  1 

vinitiani  tentano  pacificarli  co'  Re  Chri 
ftiani.  2,1 6 

vinitiani  in  gran  confufioneper  la  rotta 
di  Ghiaradadda.  221 

vinitiani  ritirano  lelor  genti  à  Meitre 
222 

vinitiani  ripigliano  Padoua.  224 

vinitiani  negano  la  triegua  à  Ceiare . 

v in inani  contro a  Ferrara.  237 

vinitiani à  Verona.  z$6 

vinitiani  riperdeno  il  Polefine,  &  molti 
luoghi  uicini.  244 

vinitiani  rotti  (òtto  Brefcia.  364 

vinitiani  aflaltano  Brefcia.  \e^ 

vinitiani  perdono  lapiazzadi  BrefciaJ 

2Cj6. 

vinitiani,  e'I  Ducadc  Milano  aiutano  i 

pifani. 
vinitiani  non  danno  foccorfo  a  Cefare 

contra  Francia,&  perche.  450 

vinitiani  nella  guerra  tra  Francia,  & 

Spagna  in  Lombardia,  moitranp  di 

ftar  neutrali.  ^55 

vinitiani  non  ratificano  la  Lesa  con  ^e 

fare,&  percht,  471 

vinitiani   perche  haueuano    paura  di 

Carlo  V.dopo  la  rotta  di  Pania.  460 
vinitiani  esortano  il  papa  à  far  Lega 

feco,per  ialuted'ogn'uno.  461 

venumigliaaffa.ta  Concordia.        39  f 


a 


^^C=>Vc^fe>^^| 


■VoV' 


9 


Q 

Yc»ii|aàe  rranccfiin  itaiia,chc  cola1 

partorì^  i? 

Vercelli  come  ueniuc  in  mano  del  Du- 


*3 
457 

4if 

135? 
373 


ca  iai  Saùoia. 

Vernacula  rìumiccllo. 

Veruli  prefo  da  gli  Sulzzeri. 

Ve  ri  u  col  a  prefa  a  patti. 

Verona, &  iuo  (ito. 

Verona confegnata a'  Vinitiani. 

Vefccuo  Remolino  digradò  fraGirola 
moSauonaro'a.  100 

Vefcouo  di  Si(teron,e'l  Marchete  del 
Finale.  177 

Vefcouo  dì  Concordia ,  &  di  Terni ,  & 
maitre  Gratiano,(òn  mandati  dal  Pa- 
pa al  Re  Carlo.  33 

Vefcouo  di  Cremona  a  Vinetia,per  ac- 
cordare i  Vinitianicó  Lodouico  Sfor 
za.  127 

Vefcouo  di  Tiuoli  Orator  del  Papa  a' 
Vinitiani.  166 

Vefcouo  di  Tréto,iI  Serentano,il  Triul 
zio,Carlo  Giufré,&  Zacchcria  Conta 
lini  trattano  della triegua.  209 

Vefcouo  di  Parigi  ,  &  Alberto  Pio  da 
Carpi  al  Redi  Francia.  213 

Vefcouo  Gurgenfe.  25? 

Vefcouo  Gurgen fé  a  Roma.  310 

Vefcouo  di  Gurfia  in  Torli.  2^7 

Vefcouo  di  Vctimiglia,prigion  de'  Fra 
cefi.  270 

Vefcouo  Vitello  dà  la  Cittadella  di  Bo 
lognaalPapa.  274 

Vefcouo  Vitello  dà  la  Rocca  di  Rauen 
na  a'  Francefi.  304 

Vefcouo  di  Marfilia  a  Roma  .         334 

Vefcouo  di  Tricaricoin  Francia.    347 

Vefcouo  de'  Petrucci,  cacciai!  iuo  cugi 
no  Borghefe,  figliuolo  di  Pandolfo,& 
fi  fa  Signor  di  Siena.  $66 

Vefcouo  di  Piftoia ,  &  Vitello  Vitelli  a 
difefa  di  Modona.  410 

Vefcouo  di  Piftoia,&fuoprogreiTbcon 
tra'l  Duca  di  Ferrara.  416' 

Vefcouo  di  Baiofa  a  rinetia.  434 

Vefcouo  di  Piltoia  al  Re  di  Francia ,  in 
nome  del  Papa.  464 


J 


v efeouo  di  Trento  Gouernator  di  vero 

na.  228 

vfriciali  del  Re  di  Francia  fuggono  di 

Milano.  309 

vgo  di  peppoli.  385 

viaggi  de' due  efferati  per  la  Roma- 

gna.  •  299 

vicariato  paefe  doue  è  pò  Ito.  378 

vicentini  chiedono  mifericordia  a'  Fra 

cefi.  244 

v icen za  s'arrende  a  diferettione .  246 
vicenzo  di  poggio,  &  Lorenzo  Totti , 

fan  tumulto  in  Lucca.  4^8 

vicenzo  Maiatto  a  Reggio.  43  $ 

vico  pifano prefo  dal  vitelli.  io? 

viceré  d'Aragona  fugge  l'impeto  de' 

fuoifoldati.  31? 

viceré  fi  partedi  Tofcana.  319 

viceré  dubbiofo ,  &  uario  nelle  cofe  di 

Lombardia.  329 

viceré  di  Napoli  al  foccorfo  di  Milano  . 

viceré  fi  ritira  a  pontemuro.  36*2 

vigeuene donato  dal  Re  al  Triulzi.i  11 
vigeuene  prefo  dagli  Sforzefchi.  127 
villamarinaCapitan  del  papa.  103 

villani  Bolognefi  ruppono  l'eflercito  pa 
pale.  173 

Virginio  Orfino  compera  i  Cartelli  di 
Francefchetto  Cibò.  4 

Virginio  Orlino  accommoda  la  lite  del- 
le Cartella  col  papa.  12 
Virginio Orfino a  Tiuoli.                    2f 
Virginio  Orlino  alfoldode'  Fraeefi.  74 
Virginio  lafcia  andare i  figliuoli  al  fol- 
do  de' Francefi.                                34 
v  irginio,  ci  Conte  di  pitigliano  ,  fi  riti- 
rano a  Nola.  37.  fatti  prigioni.       38 
virginio,c'l  Contedi  pitigliano  li  lamcn 
tanodeflcre  flati  fatti  ingiuftamente 
prigioni.                                          50 
Virginio  a  Gualdo  .                     73-7  4 
Virginio  Camillo,  &  pagol  vitelli  uerfo 
1  Abruzzi.                                79-  8o 
virginiojSc  pagalo  Orfini  imprigionati 
in  Caliel  deii  vouo.                         85 

Virginio  muore.  9} 

vif-onte 


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viltoace  in  Alexandria  422, 

vitellozzo  fi  fugge  in  pifa.  124 

vitellozzo,  Gio.  pago!  Baglionc3&  pan- 
doifo  petrucci,cercano  di  rimetterci 
Medici  in  Firenze.  141 

vitellozzo  vitelli  in  Arezzo.  ibid. 

vitellozzo  nel  Cafentino.  143 

vkclIozzo,&  Liueiotto  da  Fermo3ftran 
golati.  149 

vitellozzo  piglia  Sinigaglia.  ibid. 

vitello  vitelli,rompe  il  Duca  di  Ferrara 
al  Finale.  412 

vitello,  &  gli  altri  Capitani  abbandona- 
no perugia  .  420 
vitfruft  Oracor  Cefareo  appretto  al  pa- 
pa. 266 
vitfruft  nella  Mirandola.  276" 
vittoria  attribuita  a'  Francefi  nel  fatto 
d'arme  del  Taro.  f8 
vittoria  di  tredici  ltaliani,contra  tredi- 
ci Francefi.                                  1 y^ 
vittoria  de' franccfi.                       220 
vittoria d e gl'lngiefi  contrai  Francefi  . 

vittoria  del  RediEranciaa  San  Dona- 


vitroria  de  gl'Imperiali  contra  i  Fran 

cefi.  42? 

vittoria  dc'Ccfarei  contra  i  Francefi.  , 

446 
vittoria  perduta  da  Lorenzo  de'  Medici, 

&fuàoccafione  379 

vltima  guerra  de'  Fiorentini  contra  r  pi 

fani.  226 

vn  figliuolo  di  Mompenfiero,muore  fo 

pra  il  fepolcro  del  padre.  1 3  8 

vn  medefiino  configlio  rade  uolte  piace 

a  due  efferati  rumici.  16 

vrbino,&  Camerino,  ritornano  fottoal 

148 


la  Signoria  del  Valentino. 


-*3 


ÌXr 


Z  Accana  Ffegofo,  flrafcinato  a  co- 
da di  cauaJlo.  330 
'Zitolo  da  perugia.  22$ 
Zitolo da  perugia  ferito.  234 
Zitolo  morto.  273 
Zucchero  Borgognone  rotto  da'  Fran- 
cefi .  4j0 
Zucchero  Borgognone.          374.440 


IL      FINE. 


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G  I  V  D  I  C  I  O 

DITHOMASO   POR  CACCHI 

DA    CASTIGLIONE   ARRETINO 


SOPRA    L'HISTORIA 
D  1 


M.FRANCESCO  GVICCIARDINf 

Gentil*  huomo  Fiorentino: 

Nel  quale  fi  difeopre  tutte  le  bellezze  di  qucftaHiftorìa. 


C  0  7S7     -PRIVILEGIO. 


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IN  VENETIA,  APPRESSO  GIORGIO  ANGELIERI, 

M.  ~D.  TXXIIII. 


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G  I  V  D  I  C  I  O 

DITHOMASO   PORCACCHI 

DA    CASTIGLIONE   ARRETINO 

SOPRA    L'H  ISTORI  A 
D  I 

M.FRANCESCO  GVICCIARDINI 

Gentithuomo  Fiorentino* 


0  N  credo  che  fi  a  alcuno  di  coloro ,  e  bab- 
buino fin  bora  fatto  qualche  fludw  in- 
torno aU'hiflorie ,  ilquale,  fi  ha  con  la 
fimmità  delle  labra(comee  in  prover- 
bio) djfiiggidto  la  prejentey  che  nella  [uà 
lingua  natia  fu  fritta  da  M.  F  R  A  N  - 
CESCO  GVICCIARDINI  Gen- 
tithuomo  Fiorentino  ,•  non  fia  acida- 
mente tornato  aguHarla>{£)  come  di  beuanda  preciofa  non 
habbia  uoluto  fatiarfi fin  quafi  (per  cofì  dire)  aKimbriache^ 
\ayimbriacbe^zjt  non  tanto  Dionifia>  o  baccanale, quanto  net 
tareay  &  riceuuta  dall'intelletto  bum  ano  per  e  e  ceffo  di  penfie- 
rofiparato  dalle  bajfezge.  Et  certamente yal parer  mioychi  ffo[ 

gliato  di  paJfione>&  d  affetto  >  fi  pone  a  leggerla ,  %)  confede- 
rarla 


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niVDTCIO  DEL  PORCACCHI 


aria;  tirato  da  quella  ^aghez^a,  (he propriamente fetol  rapir 
glianimi purgati  ;  torna  anchora,  wna  fjfpiu  evolte  iterata- 
mente  a  rileggerla,  &  con  più  intero giudicio,  ($j  con  più  fal- 
da attentwne  a  confederarla;  tanto  che  qua  fi  da  nuoua  hidro- 
pifeafepragionto,&  occupato-,  alt  bora  meno  te  ne  catù  la  fète, 
quando  più  anfiofemente  rihai  beuuto .  tA  me  con  effetto  In- 
ter uien  quanto  ho  detto:  et  pero  miferando  l'altrui  dtfeofition 
con  la  miai  Himo,  chejì  come  io  non  mi  fatto  dt  rileggerla,  & 
d'effeminarla;  e ofe altri [ì a  tratto  dalla  medefema  ingordìgia: 
tanto  che  fono  entrato  per  ciò  ìnconclufeone,  che  della  Lettura 
diquefla  hifeoria  ne  auuenga  quello,  che  diceua  Socrate  pr ef- 
fe alatone  nel  V deb o  auuenir  del  Bene;  ciò  è  ch'effe  non  può 
effèr  comprefe  in  una  idea, ma  per  lo  meno  con  tre:  laqualfemi- 
litudinegia  che  ccftimprouifemente  m'è  feuenuta;  piacemiche 
feaprincipio  sfondamento  a  quefeo  mio  difecorfe:^)  tante  fa 
row,chefeanole  idee  di  quefta  hìfloria,  quante  fono  quelle 
che  Socrate  ha  collocate  nel  Bene-,  ciò  e,  Bellezza,  Mifera,  & 
Verità:  le  quali  fe  mostrerò,  che  eia  [cuna  feparat  amente  & 
tutte  infìeme  cifeanpoHe;  uerrà  qua  fe  pronai  o  ($f  co?idufe,che 
thifeoria  del  G  V I C  C I A  R  D I N  O  fa  il  Bene  di  Socrate  :  il- 
che  pero  non  e  t  oggetto  mio ;  già  che  io  miro  filo  a  ragionar 
dell 'eccellenza  deffa,^)  che  (per  quanto  Himoio,chefelo  ferir 
uo  quel  che  a  me  ne  pare)  ejfea  e  digniffema  di  fengolar  gloria  . 
Horconuien  dunque  (come  ho  detto)  che  in  più  duna  lettìone, 
e  in  più  d3un  difeorfe  fi  comprendano  nell'hiflona  prefen  te 
quefìi  tre  capi}  della  Bellezza,  della  £11  fera,  et  della  Verità: 

i  quali 


SUPKA   L  H  I  5  I .   UhL  CiVICCIAKDINU.  5 


E^<  m  g  i^^gm^^^sg^ 


#  jW;  ali9 bora  chiaramente  faranno  intefì>  quando  io  bauro 
dichiarato  in  che  ciaf  uno  d\ffi confìtta. 

LA  BELLEZZA  de  ir  Hijloria  confìtte  principalmente 
nelle  ragioni,  dipoi  nel giudicio,  nelle  defrittioni ,  ne  Ih  con- 
cioni>  ne  li  a  granita  delle fntentie,  &  nella  diuerfità  di  K  elo- 
quenza :  le  quali  rendono  tbittoria  non  flamente  bella  ,  ma 
ancbora  utile  .  Ter  le  ragioni  s'intende,  che  tu  non  e  (prima 
mai  lituo  concettose  non  bai  trottato  le  prone  da  fflentarlo. 
T?er  le  ragioni  s'intende  ancho,  che  fi  nel? hittoria  tu  induci 
-un  Principe,  chabbia  ^voluto  moucr guerra  ad  ^vn  altro,  tu 
ftppia  le  ragioni,  che  a  quella  guerra  (hanno  indotto ,  &  le  de- 
(criux:  e  in  quefìo  modo  uengono  rimiate  &  di/coperte  le  pre- 
tenfìoni  de  Principi  fòpr a  gli  flati  altrui .  In  quefla  parte  U 
GVICCIARDINO  e  tanto  eccellente ,  che  non  mai  feri- 
ne alcuna  co  fa  ,  ch'egli  con  la  ragion  ?ion  te  Ufottenga  ,•  mai 
non  efyone  Udefìderio  d'un  Principe  y  o  d'un  potentato  >  ctìei  ' 
non  difeopra  ilfecreto  delfuo  configliela  cagione  >  co  fi  apparen  j 
te  ,  come  occolta,  chelomoua:  e  inquefto,  hauendo  con  lungo  \ 
ttudio  riuoltato  (bifìorie  di  diuerfenationi,m  tace  le  pr  et  enfio  j 
ni  antiche >&  nuouefòpragli flati  di  quetto,  o  di  quel  Princi- 
pe. Inquetto  modo  nel  libro  primo  a  carte  6.  fi  leggono  le  Ra- 
gioni, chela  Corona  di  Francia  pretende  uà  nel  Regno  di  Napo 
li,&le  cagioni  delle  tante  gmrre,  che  fùcceffero  fra  gli  drago- 
ne fi  ft)  fli  Angioini.  Cofia  carte.  101.  al  principio  del  libro 
quarto  fonpottele  ^Ragioni ,  chaueuano  i  Francefi  mede  fimi 
nel  liticato  di  Milano,  ffi  quelle  appreffi,  che  ruhaueua  tlm- 

a     3  per  io: 


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GIVDICIO  DEL   PORCACCHI 


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/>f  rio  :  ta^rc  che  di  qui  uien  mawfefiata  forigin  dille  guerre 
fra  Ce  far  e  &  ¥  rancia  :  e  in  molti  altri  luoghi  pienamente  que- 
lle particolarità  fan  difhfi  tngutfa,  che  intorno  a  ciò  tu  non  de- 
fideri  in  quefia  hifioriapiu  altro  .  Il  Giudicio  confitte  «  non  pu- 
re moffemarte  leggi,  eh 'appartengono  ali  hiHor'u  oselle  quali 
rzopne/o, quando  tratterò  della  Mifìtra>3ma  amberà  ne  lì 'ordi- 
nerò difiofitione  ,in  fàper  prender  gli  huomini*,  {gjprefi  manie 
nerli,à  uariarl?>  fecondo  che  fi trottano  coflati3inJìabili,o  uarij* 
Lordine  diche  qualità  fia^tutto  farà  dame  abbracciato  l  mei 
capo  delLi'3'ifiira  :  fi  che  et  daquefie  cefi  detic*  &  da  quel- 
le che  poco  apprejfo  per  me  fi  dir  armo  fora  chiaro  yche  ilgiudicw 
dell'  Auttorprefentc,  è  fiato  /ingoiare.  Nelle  defirittioni  tanto 
de 'luoghi ,quant ode *  popoli ideile Mattoni,  delle  leggi,  &  delle 
confitte  tudim  loro  e  alcune uolte  co  fi  di ffo fio ,  che  tu  più  toflod 
riputare  ìli  lafiiuo  V  otta, che  grane  Hifìorico:maperò  effindo 
in  quefia parte  lapoefia,et  thifioria  molto  conformi;  tu  non  hai 
che  potere  opponergli.  Sono  in  quella  neramente  (come  ho  det- 
to) la  poefia  et  thifioria  conformile  in  alcune  altre  parti  ambo- 
ra:  le  quali  affi n  che  benepoffano  effir  wtefi^non  mèpuntogra 
uè  con  uerità  riferire.  ^Propone  lapoefìa,propone  ambo  Ihifio- 
ria  di  quelcl/effa  deue  trattare :et fi  ciò  babbia  fatto  il  G  V I C 
C I A  R  D I N  O  ^  o  nòs  it principio  delubro  primo  di  quefia  fa- 
ttoria lofarà  manifefio  :  oue  propon  di fcriuer  le  co  fi  accadute 
alla  memoria  fiua  in  Italia,  dapoi  che  l  armi  de  Francefi,cbta- 
mate  da  Principi  Italiani, cominciarono  a  perturbarla .  Vfa  la 
poefìa>fè}  ufk  C hi fìoriai  generi  demoftr  attuo, &  deliberatiuo: 

quello 


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SOPRA  L'HIST.  DEL  CTVTCCIARDINO.         4 

>*     —  — — —     - srUìiK    ■» . ^^ ^^_^J^J._ - 1 


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flftH^?  danando  i  uitij^t  lodando  le  uirtu^  quefìo  introducendo 
parhmenti>et  con/ulte.  Et  chi  è  più  acerbo >et  più  rigido  neldan 
vare  indiffaentemeie  i  uìtij  altrui  di  queliti  e  quefìo  Aut  torci 
Chi  alTincotropiu  efficace  nelle  lodi  della  tarili?  ma  buno  et  tal 
tro  pere  fatto  con  tal  contrapefo^che  tu  non  hai  gìufla  ragion  di 
biafmarlo  come  troppo  appaffìonato>nè  chef  a  fuor  de  termini 
della  modeftia.  Hauui  etUndio  il  genere  giudi  e  iale  alcune  uo/te, 
iìqual  ninno  e, che  nonfappia^che  di  rado  fidi fgiugne  daldelibe 
ratino.  Attendono  lapoefìayet  thifioria  adoffèruare  laprudetiay 
7  decoro  :onde  tu  non  leggerai  in  quefloAuttore  cofafproportio 
nata; /è però  ?2òn  ci  legga  anco  il  parere  &  ^iudiciofuo^ccwche 
tu  comprenda,  ch'ei  la  cono  fé  per  tale  .Leggi  nel  hb.  3. a  car.96. 
ilfuccejjo  della  morìe  di  Frace/coDuca  di  Candid, fatto  amma\ 
zar  da  Ce  far  e  Borgia  fio  fratello , et  le  cagioni  di  queBo:  et  rico 
no  fi  in  quel  e  afe, del  quale  pochi  ne  fno  più  difproportionati  , 
laprudentia,e  il  decoro  delthiforia  et  delishiforico:ouero  egli, 
come  d'altri  accideti  tali,  f  riporta  alle  uoci,et  alla  fama,fècon 
do  chefriue  di  quelle  4  0 .  geuLìonne  ,che  nella prefa  di  Capua  il 
mede/imo  Valentino  ffielf  per  le  più  belle, e  delle  altre,  che  per 
non  perder  bhonoreifìgettaron  nefo%gi,et  nel  farnetiche  e  nel 
f.a  e.  rjp.et  queflo  medefmo  eh  io  qui  ti  addìi 'o^non  ti  eprohibi 
to  co  fi  derare  in  infiniti  altri  luoghi^gik  che  a  me  baila  addurne 
uno,o  dueperejjempio .  Eguale  e  lo  sforzo  che  fa  l'hifioria  con 
!  quel  che  falapoefìa,ingegnandofl3  una  &  l'altra, d'infigvare, 
|  di  dilettare, di  comouere,et  digiouare  :  ma  tanto pm  qutflo  ef- 
fetto lo  fa  t  Infiori  a, quanto  ella  ci  ammaefìra  negouermpublici 


a.. 


a     4         &  ne 


GTVDICTO  DEL   PORCACCHI 


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&  nèpriuati*  Laqualcofifipendo  il  G  V I C  C I A  R  D  J  N  O 
j/f»  nel  primo  principio  per /Ha/e  3  quando  egli  dijfe,  the  dalla 
^varietà  &  grandezza  de  gli  accidenti,  eh*  egli  era  per  de/cri- 
uer  e-,  fi  far  ebbon  potuti  prender  molti filutif eri  arnmaejìramen 
ù>  fg)  ejfimpu  Luna  ftj  l  altra  e  sforzata  alcune  njolte  ri- 
pigliar le  cofe  lontane  >&  antiche, perche  meglio  s'intendano 
lepre/ènti,  (gj moderne:  ilebefi  inqueftabt&orianjenga  of 
fèruato.;  il  luogo  citato  a  carie  6 .  del  primo  libro,  oue  parla  del 
Regno  di  Napoli,  co  fi  di  qua,  come  di  la  dal  Faro  ,•  lo  dichiara 
aperto:  nel  qual  luogo  ricercando  dal  éMCCL  XIV.  in  qua 
■Cbiftorìe  njeahte*,  da  tanto  lontani  tempipiglia  il  fio  principio 
per  ^venire  aprouar  le  moderne  ragioni  degli  Angioini,  o  de'T^e 
di  Francia  in  quel  Reame.  Nella poefta  &  nell'hiftoriagfi  ac- 
cidenti/ubiti, e  improuiji,  i  e  a  fi  <~varij,  e  incerti,  e  bora  fin 
pieni  di  timore,  bora  difieranzjt,  tal  evolta  d'allegrezza ,  & 
tal  di  dolore  $  fino fiejfi  &  frequenti .  lìhiBoria  ci  manfefla 
lira  diuina  :  ma  a  queflo  aggiugne  la  poefia  i  configli  de  gli 
Deh  le  difior  die  loro ,  &  quel  che  ejfi  di  /or  mano  operano. 
Con  quefia  recita  l'hifioria  i  prodigij:  {jrfie  dEthnici ,  pla- 
ca l'ira  degliT)ei  coyoti,  con  le  fipplicationi ,  co  facrifìci,  et 
con  ogni  altro  mezo,  che  le  riffoHe  de  gli  Oracoli  le  habbiano 
infignato.  *Ma  l  bistorta  deChrtfiani,  come  ha  recitato  ipro 
digiji  accioche  non  paia,  che  noiprefiiamofede  a  fimilipredit- 
t ioni, a He  quali  non  debbiamo  in  alcun  modo  prestarla  ,•  non  fi 
diffonde  in  altro:  perche,  fi  pure  in  alcuna  parte  ipopoli  re  fìi 

no  per  quei  prodigi  fiammati-,  fimpre  fippone  thiììorico  Chri 

fliano 


'il      ~  "         '         -n-n; 


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SOPRA  L'HIST.   DEL  CiVICCIAKDlNU.         7 


Stiano, che  la  Santa  Madre  (Jhiefi  con  te  proceffoni 3  con  [ora-  \ 
tion'hco*  digiuni,  con  le  limo  fine  &  con  l'altre  opere  pie  ci  im- 
plori il  rimedio.  Vero  quando  quefto  hiBorico  ha  nel  lib.  xi.  a 
car.si$.fac.2.alfine,&4  nella  ftguente  3  is>.  parlato  de  prodi 
gi  occorjìin  Fiorenza;  egli  non fòggiugne  poi  altro  in  ftmil prò 
poftto.  Lapoefia  fgJlhiBoriafono  egualmente  <r>agbe  delle 
digrejfioni,  delle  amplificationi>($f  delle  ^varietà  Jn  far  lafcel 
ta  delle  cofè^ffi  delle parole  Jn  collocarle  &  di/porle  in  atta  et 
conueneuolfedia  &pofìtura:  benché  con  più  riferuo  ciò  faccia 
Ibifloria,  chela  poe fa  :  la  quale  è  più  la/ciua  donzella,  doue 
quella  e piuriferuatamatrona>contenta  d'un  culto  (af  orna- 
mento bonetto yfèn^a  lijcio>o  adombramento  alcuno  >  mafehiet 
to><&  reale.  Hanno  fra  loro  altre  conuenientie :  ma  quefìe  a  me 
bafiino,  per  moftrar  che  quefto  noftro  HiBorico  hafàputo , fe- 
condo i  tempi,  e>  le  leggi  nelle  deferiti  ioni  effer  lafciuo,  &  tem 
perato  a  tempo.  Conpfte  dopo  queBo  la  bellezza  dell  hiftoria 
nelle  Concioni:  la  qual  parte  potrebbe  ageuolmente  mouermia 
credere  >  e3 hauefjeetìandio  conformità  con  lapoefia^  ti  proprio 
della  quale  e  narrar  più  toBo  come  ella  era  da  efier fatta  3  che 
come  fu  fatta .  Onde  noi  nje  diamo  chebhiftorico,  mentre  che 
induce  a  parlare  huomini  di  diuerfènationi,  &  maniere  di  ui- 
ueres  gli può fingere a  piacer fuo> fecondo  che  più  gli  par  conue- 
nirft \& ajfomigharfi al  <vero:  &  gli fa  parlar ,non  come  par- 
larono, ma  come  in  effetto  eran  tenuti  $  obligati  a  parlare . 
Ter  quefto  ricetto  fi  legge  nel  libro  primo  diquefla  hiftoria 
l  Or ation  fatta  dal  Conte  Carlo  Balbiano  Conte  di  Belgwiofo 

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ambafiiator  per  LodouicoSfor^arDuca  di  stilano  a  Carlo  Ot 
tatto  Re  di  Francia  per  effor  tarlo  a  ^venire  in  Italia  all'acquifio 
delire gm  di  Napoli  s  la  qual( come  io  ho  notato  in  marcine  a 
car.  8  .)[i  legge  ancho  nel  Giorno  >ma formata  bum  diuerfa  dal 
Faltra.Cofinellib.8.  e  t  or  atione  delibo  gè  Loredano  per  man 
dar  dugento  nobili  alla  difefa  di  Tadoua:  in  nome  del  quale  il 
Mocenigo,e  il  Giufiiniano  ne  fingono  ciafiuno  una  nella fia  hi- 
fi  ortiche  da  quefla  molto  fin  diuerfi  :  ilche  e  notato  a  car.  2 3  0 . 
In  quefte  Concioni  e  collocato  quafi  tutto  l'artificiose  bd  da  ujar 
thifiorko,  perche  ìhifioriariefia  bella,  &  commendata  per  li 
precetti  dell'arte  iperò  ha  da faper  le  formar  ,  come  conuiene  al 
genere,  in  che  uerfa  :  nelqualcafi  ,  quanto  fi  a  degno  di  lode  il 
GVICCIARDINO,  torationi  da  lui  introdotte,  &  ma/fi- 
mamente  quelle  del  genere  deliberai  tuo  >  parlano  per  fi  mede f 
me,($f  di/coprono  i  loro  colori  &  artifici  et  allhorafipra  tut- 
to, quando  ui fino  introdottele  rifiofie,come  in  molti  luoghi ha 
fatto  :ma  per mio  parere  (che è debole ,et  di  poco  ualore)  ottima 
mente  nelltb.  16. a  carte  482.  in  quella  di  Mercurio  Gattinara 
gra  Cancellier  di  Carlo  Vxhe  ptrfùadeuat  Imperatore  a  unir  fi 
co  Principi  Italiani  ,fin^a  curarfi  dell' union  del  Re  Francesco 
prigione i  &per  rifpo&a  in  contrario  in  quella  di  Don  Carlo  di 
Lanoia  Viceré  di  Napoli.  Re  Baci  in  ultimo  da  conofeer  la  Bei 
le^a  dell' hiftoria  nella grauità  deUefintentie,  et  nella  diuerfi- 
tà  dell' Eloquenza .  Quelle  di  che  qualità  fi  ano ,  fg)  fi  fiarfi 
frequentilo  a  tempo  per  tutto  il  corpo  di  quest'operati  può  com 
prendere  dal  raccolto  ch'io  ne  ho  fatto  ,  etfiparatamente  hopo- 

'   fio 


SOPKA  LHISI.    DELCiVICCIARDINO.  6 

U»^»»»jljjm— —— g— — '  '■   '""'    i'     »  ■— ^Ti\l  i  Hill    i»» «——  — —■ — cu  in— -a»  1         n      imi  il 

! 

/?(?  innanzi  a  quefto  mio  Di  fior  fi  .Ma  la  dtucrfità  delleloquen  ! 
f/'d  in  quefìo  Auttore, non  e  punto  inferiore  all'  altre  bellezze . 
dfr'cta  è  adorno,  Pcrciocbe  con  ejfa  motte  tutti  gli  affitti ',  la  ma 
rautglia,ilplaufi,et  le  uoci.  Egli  non  e  libero, come  ti  poeta  .nei 
le  parole -,in  maniera  che  fi  diletti  formarne  dì  nuove, o  prender 
ne  dalle  lìngue for  e  fiere, fi  non  quanto  noi  -vediamo  ejfir  per 
me  fio  alla  no/ira  lingua,  perche  uenga  arricchita  ,firuirfì  della 
Latina, fecondo  che  la  Latina  ha  fatto  della  Greca .  E  in  ciò  il 
(7VICCIARDINO  ha hauuto tanto  grande auertimento a 
effrimere  ifuoi  concetti  con  parole proprie^  fignificatiue ,  che 
non  hafihifato  di  fruir  (ideile  Latine, come  noi  uedìamo,che  il 
Bembo ,et  molti  altri  con  gran  licentia,  libertà,  &giudiciofi 
rihanno  fruito.  T*er  quefìo  ricetto  ha  ufato  Confternatione, 
per  totalmente  (piegar  l  effetto,  che  fa  la  paura  in  noi ,  quando 
in  <"vn  certo  modo  ci  aliena  l animo  :  la  qual  njoce  è  latina ,  & 
conforme  a  molte  altre ,  che  cihajparfi  gtudìcìofàmente  jfin- 
zji  che  io  ne  formi  catalogo .  Ha  sfiato  Inciprignito,  uocepro 
pria  di  Fiorenza ,  che  uol  dire  pieno  d'odio ,  mal  difpoflo  per 
offe  fi  riceuute ,  &  altre  tali .    Nelle  locutioni  è  tale ,  che  fi 
per  facilitarlo  alle  nationi  non  Thofiane ,  tu  gli  leuoffi(  co- 
me dicono  per  la  Lombardia  )  ?vn  poco  di  Fiorentinità  $  di- 
letterebbono  molto  maggiormente  :  dì  maniera  the  in  quefìa 
parte  njerrà  imputato  (fi pero  quefìo  fia  uitio)  come  Liuto  da 
Ajìnio  Politone  della  Patauinìtà,  cofiegli  da  co  fioro  del  proprio 
della pdtria  Fiorenza,  che  e  diufire  fpejfi  alcune  locutioni, 
che  paiano  tronche ,  qual  farebbe  perduta  d'ejfimpìoqueFia  . 

In  ferì 


^^A^^A^Agzps^gte^^^a^^ 


[VDICrO  DEL  PORCACCHI 


!  Inferì  ne*  breui  tali  parole  ,  che  fi  patena  comprendere  batte  uà 
]  non picc  ola  dubitatane  ,&c.  dem  è  chiaro ,  che  fra  l'infinito 
COMPRENDERE,*// uerbo  HAVEVA  uorrebbono  che \ 
fi \rametlejfe  nynacongiuvtione  CHE.  Maquefìefin  leggie] 
re^e  grammaticali,  e?*  quando  bene  (come  ho  detto)  quefìo  \ 
foffe  njitioi  a  pochi  (credo  io)grauerebbe  peccar  nelvitio  della 
patria  con  Liuto  Scriitor  tanto  illuHre  delThifìorie  Romane: 
tanto piueffendo  queflahiUoria  fiata firitta  nella  propria  lin- 
gua natia:  non  fi può  dire,  che  t hi  Borico fia  della  città  fiato  pri 
udegiato,&  donato  della  cittadinanza  T^omana^n  modo,  che 
la  lingua  fiapiu  toflo  acquietata  conio  [ìudio, che  con  la  natura. 
Nel  retto  veramente  egli  e  graue,copiofi,  florido, erudito,  & 
dolce:  &*  effendo  fimile  particolarmente  *fi  fcffiì  mai  non  è 
rimeffo,  mai  non  e  ficco,  mai  non  è  fier  ile:  ma  pieno,  corrente, 
accorto, <&*  <-vebe  mente;  in  maniera  che  quando  tu  lo  par  ago  ~ 
ni  con  molti  altri  hifiorici  di  chiaro  nome;  que fio  filo  tu  reputi 
hiflorico>&  a  lui  filo  ti  accofii:&  ejfendo  ìimprefà  dello  feri- 
uer  hifioria  conueniente  al  buono  &>  al  grande  Oratore;  tu  per 
que  fi  a  non  reputi  il  GVICCIARDINO  meno  eccellente 
Orator,  che  hifiorico.  Ha  la  copia  de  concetti ,  fgf)  delle  cofi: 
ha  (per  tornare  a  dirlo)  le  parole  belle,  efielte  :  ha  le  locutioni  ej 
quifìte  0*  leggiadre,  le  figure  libere  0*  quafi  poetiche  :  e  in 
fòmma  è  d'un  accommodato  cor  fi  di  dire,  còl  qual  procede  al- 
la narration  delle  cofi  fatte  yeJfirnando  a  tempo  ed debiti  colo- 
ri: per  li  quali  ornamenti  di  tanto  ell'èfùperiore  all'altre,  che 
non  gli  hanno, che  quefìa,per  dover amentebifioria,  &quel 

le  ^Annali  più  tofw  meritano  fìeffer  chiamati .  Ter.  ioche  gli  ^on  - 

s 


SOPRA  L'HIST.  DEL  G VICCIARDINO. 


nalifolamenteci  dì/coprono  le  cofi fatte  di  più  anni ,  offruato 
anno  per  anno,fin%a  render  alcuna  ragion  de  configli  &  delle 
cagioni,  che  tndulfiro  a  far  le  dette  co/e  :  do  uè  l'hiftoria  alla 
nanation  delle  co  fé  fatte  aggiugne  i  configli, qJ  la  cagione  per-, 
che  fitron  fatte  :  le  quali, fi  tu  remoueffi \  altro  nonfarebbeihi 
Boria,  che  no  uè  II  a.  £Md  è  tempo  homai,ctìio  njenga  a  dir  del 
la  Mìfitra  ,/èconda  idea,  del  bene  ,féj dame  pò  fa  per  f  e  ondo 
capo  di  queBa  hiftoria  . 

LA  MISVRA,  /ècondo  artìcolo,  ciò  io  ammiro  in  queB* 
opera,  e  la  legge  dal  GVICCIARDJNO  ofifèruata ,  &  da 
gli  firìttori per precetto  afegnata .  Ghiefia  ha  molti  &  diuerfi 
capi,  co  quali  deue  effer  con f  derata  :però  io  defluendoli  a  un 
per  uno  ^  gli pr onero  tutti  ,per  quanto/ara  in  me ,  in  quefo  hi- 
Borico .  Il  primo  capo ,  o  precetto  di  quefla  mifùra  fé)  legge  hi- 
fìorica,è  chef deue  far elettwn  difggetto  nobile, et  memora- 
bile,^ baffo, o  uile:et,come  a  tata  difyoftion  e  preceduta  telet 
tione*,  deue  fi  ancho  procurar  informatìon  uera,  buona,etminu 
ta  di  tutte  le  co  fi , guardando  fi  dalle  falfìt  a, &  dalle  bugìe,  ui- 
tìo  enormi/fimo  in  ogni  hifiorico.  Et  non  baBa  guardar  fi  dalle 
bugie ,  ma  conuiene  ancho  non  tacer  la  ^verità per  amore ,  per 
odio  ,per  adulatione ,per information  fimfira,oper  ignoran- 
tiapura.-percioche  fi  tu  la  taci  ;fii  riputato  maligno,  ma/fima- 
mentefi  ciò  auuieneper  o  dio, o  per  adulatione  :  fi  per  in/ or  ma- 
tionnobuona,negligete:fipertgnoratÌA,ìnetto .  Veletttondel 
GVlCClAKDìNOfu  difirmer(come  ho  detto)hiftoria  delle  co 
fimuenute  in  Italia  alla  memoriafita,dopo  che  cominciò  quefia 

TroMÌncia, 


OIVDICIO  DEL  TORCACCHT 


1  Prouincia  dall'armi  forefliere, per  infligatione  de  noftri  Prtn\ 
cipi  a  e/Ter  perturbata,come  già  s'è  tocco  ,  &  egli  ha  fritto  nel 
principio  :  fé)  queflanjien  chiamata  hifloriaparticolar d'Ita* 
Ha  :  acciochesìcome  Giufippe  Hebreo ,  Egefìppo ,  q)  Giù  fio 
Tiberìe fé  fri/fero  t  antichità, &  thiflorie  Giudaiche  $  si  come 
{Metattene,  Ctefta,  nAgatarco,  Qrito,&  Procopio  trattaron 
delle  co/e  particolari  de  gli  A/fin,  de  TPerfì,  q)  de  Medi  ;  Fi- 
lido  Siracufàno  degli  Egitti]  $  Xanto  e>*  Apollonio  de' Lidi  (%} 
de' Cari;  Darete  &  Ditte  de  Troiani}  Damafle  ,Thucidide , 
Xeno  fonte,  &  altri  de  Greci  $  Fili  fio  &  Crito  de  Siciliani  ,• 
^  altri  delle  loro  ,  o  delle  altrui prouincie  ;  co Jì  egli  con  teffem 
\pio  d'altri  antichi  &*  moderni,  nato  Italiano,  delle  co/è  /ucceffe 
in  Italia  a  tempi/ùoi  formafjè  hifloria  .  Né  racconto  in  quefìo 
luogo  leffempio  di  Polibio, di  Liuio,  d'Afìnio  Tollwne^di  Dio- 
nigi Alicarnajfeo  ,  dizione ,  &  de  tanti  altri  che  fri/fero  le 
co/e  fatte  dà  Romani}  non  Antonio  di  Nebriffa,  Fr ance/co  Ta- 
rafa>  Giouanni  Braccetto, ffi  altri  che  trattaron  delle  Spagnuo 
le;  non  di  quelli,  che  delle  Fr  ance/i,  delle  Tede/che  ,  di  quelle 
déGothi,  de  Dani)  degli  Schiauoni,  degli  Suetij ,  degli  Vn 
gari,&deghVnni,  de  Polacchi,  de  3llo/couiti>de  S arma- 
ti,de*  Tartari  >  de* Longobardi, de9 Britanni,  Inglefì  ,eSco\ 
%efi,  de'  Sar acini,  de  Tur  chi, de  gli  Africani,  &  deléMondo 
nuouo  :  perche  fi farebbe  fuor  di  propofito  troppo  lunga  nar- 
ratane. Il  (oggetto  del  GVICCIARDINO  enobile,  & 
per  la  uarietà ,  &  grandezza  de  e  a  fi  molto  memorabile  sgia 
che  Italia  per  tanti  anni  ha  patito  accidenti  uartj ,  guerre  hor- 

rtbili, 


SOPRA  L'HIST.  DEL  GVICCIARDINO.         8 


n£/// ,  O*  atroci  ;  e  infomma  tutte  quelle  calamità,  con  le  quali 
(<-vfo  le  parole  di  lui  )  fogliono  i  mi/eri  mortali  ,  bora  per  la 
giuflairadi  'DIO,  bora  peri*  impietà,  e  federatele  de  glial 
tri  ejfer  trauagliati .  Che  tinformat  ioni,  eh'  egli  s' ha  procurato, 
fìano  buone;  deuefupporfì  di  sì  ;  quando  eifu  huomo  di  flato  , 
bebbe  carichi  graui, e importanti  nelle guerre ^  che  firme,  &fu 
amico  intrinfìco  de3 firn  mi  Pontefici,  da  quali  potè  apprender 
la  cognitwn  ?vera  ($f  reale  di  quanto pre fé  a  trattare  ;  di  ma- 
niera che  ,  o  per  bauerle  trattate  ejfo  ,  oper  ejfer  interuenuto  , 
oue  le  più  fi  trattauano  $  facile  gli  fu  ^venire  in  cognition  di 
quello,  che  ad  altri  era  occolto .  Fu  oltra  di  ciò  egli  molto  accu- 
rato, &  diligente  in  inuefligar  le  memorie  pubhche  delle  città: 
nelle  quali  non  gli  njeniua  tenuto  ferrato  alcuno  arcbiuio  ,  per 
tauttorità  fg)  grande  zza  fua .  Puojfi  ancbora  da  quefli  due 
luoghi  delThiftoriafiia  (per  tacer  glialtri)  comprenderlo  quan 
to  bene  egli  fojfe  informato,  o  quanta  commodità  haueffè'Ji  be- 
ne informar 'fi  II  primo  e  nellib.j.  a  car.  201.  doueper  l'annota 
tion  da  me  fatta  ^fi^ede  che  fin  delle  e o/e Juc e effe  in  L  amagna 
nella  Dieta  di  Majfimiliam  imperatore  in  Co  fianca,  egli  fu 
meglio  ragguagliati,  che  non  furono  gli  Scrittori  Oltramonta- 
ni,che  de  fatti  di  quell'imperatore  fcrifpro .  Tercioche  eflì di- 
cono,  che  in  quella'Dieta  Cefare  trattò  filo  di  far  guerra  a1 
Vinitiani :  doue  //(7VICC1ARDINO  racconta ,  &  con- 
clude,che  fojfè  contra  ilT{e  di  Francia  :  &  ciò  eviene  inferito 
per  le  de  liberazioni  di  quella  Dieta, che  da  lui  finpofte  m  quel- 
la me  de  (ima  carta .  V  altro  luogo  è  nel  libro  nono  a  carte  213- 


don? 


^J,^JAK^V^^^K^^JK^^^KL 


GIVDICIO  DEL PORCACCH] 

5» 


*- — — ^— -^ — "— ■ ■ ■ — •lÀ.^-.^-kl .  — — ! — I — -'- 

do  ne  recitata  la  liberatione  del  éMarchefi  di  Mantoua,pri^ton 
de*  Vtnitiam  ,•  dice  che  per  tutta  Italia  fu  creduto  ,  che  il  Papa 
f offe  flato  cagione  di  farlo  liberare .  Nondimeno  ci/ egli  intefi 
gii  da  aiatore  degno  di  fede,  &per  mano  del  quale paffaua  al- 
l' bora  tutto  il  gommo  dello  flato  di  Mantoua  x  che  fu  ricorfi  a 
Baiaci  Principe  de  Turchi  :  ilquale  minaccio  col  Balio  de' 
mercantiV  imtiani,  &  operò,  sìy  che,  per  non  irritarlo,  fu  da 
effi  liberato  :  la  quale  opinione  (fecondo  che  nell'annotation  lo 
praqttel  luogo  ho  recitato  )  non  tocca  da  alcun  altro ,  ne  dagli 
frittovi  ZJinitianij  ne  dal  Giouio,  ne  dall'  Equicola  ,fi fu  <ve- 
ra  ;  chiara  co  fi  è>  che  non  potè  uà  ejfere  mt  e  fa  per  altra  ina  3  che 
di  perfine  grandi,  auttoreuoli,^  di  maneggio  .  Atqueflocho 
detto,  aggiugnianchoy  q)  nont'increfia  di  uè der  quanto  io  ho 
notato  nellib.  1 6.  di quejìa  hifìoria  a  car. +6  3.  facciata  2.  Seri 
uè  egli  poi  (  &  quefio  è  l altro  capo  )  t  hifìoria  ordinatamente, 
dicendo  doue,  quando,  in  che  modo,fg)  da  chi  le  cofifuron  fat- 
te :  &  non  ne  pretermette  alcuna  di  f  fianca  ,odi  ynomento  : 
anzi  fi  taluolta  occorre  d alcuna  parlar,  che  a  chi  l^ggepojfa  pa 
rer  Immite  ,•  egli  con  la  debita ,  ma  breue  fifa  la  tocca,  [ì  come  \ 
è  nellib.  i.acar.29.  doue  fiifimdofì  "Piero  de  Medici ,  che  in 
andando  a  incontrar  Lodotuco  Sforma  ,•  ejfo  Lodomco  haueua 
fatJita  la  Brada ,  &  rifondendogli  argutamente  lo  Sforma , 
effir  <~vcro  ,cti uno  de' due  l y haueua  fallita;  ma  che  Piero  per 
ventura  era  fiato  quello  ;  auanti  ch'eilafirtua  sfa  un  poco  di 
preme ffa  a  dififa fm ,  donendo  fenuer  cofa  ci)  in  fi  medefrna  e 
humile ,  fi  bene  ufiita  di  bocca  di  perfine  grandi .  llfìmilfafe 


^ 


SOPRA  LHTST.  DEL  G  VTCCTA  R  DTKO.  o 


!  /?<*  dta  raccontare  alcuna  co  fa' ,  e  babbi  x  fmbtan^a  di  fattola ,  ' 
rimettendola  alla  famx  ,fen%*  affermila  perderà,  ma  la 
filando ,  che  ciaf  tino  la  e  indichi  a  modo  f no.  Co  fi  net  me  defimo  \ 
libro  primo  a  carte  31.  ferme  dello  Spirito  di  Ferdinando  Re  di 
Napoli,  che  apparite  tre  notti  in  diuerji  tempi  a  Jacopo  primo 
certifico  di  corte  ,•  doue  egli  di  ciò  (i  riporta  alla  fama  ,fpero  è 
lecito  (dice)  tali  cofi  del  tutto  non  di(f  recare:  e  in  qwflo  or- 
dine dicofe,  recitate , come  auuennero  d'anno  in  anno,nonpro 
ponendo  mai  le  e 0 fé  ,  che  demno  effrprepofte  ,  ne  per  il  con 
trario;  difeopre  egli  il giudicio  fuo ,  cti  è  nell'hifiorico  molto  ne 
ceffario,come  diffi  al  fecondo  articolo  della  prima  idea,  che  trai 
io  della  bellezza  delthiHoria  :  ilqualgiudicio  ha  da  far f  cono 
fere  ancho,  come  miniflro  della  prudentia  nel  fapere:o  appro- 
uare^ dannare  i  configli,  e  1  partiti  prefi,  *gf  lefjecutioni  :per 
cioche  chi  legge  $  de  uè faperfuora  d  ogni  dubbio,  quale  ejfempio 
habbia  da  lui  a  efferfguitato ,  (jtff  qual fuggito  .  Non  mi  e  pero 
!  nuouo,che  molti  affegnano  per  precetto , che  ciò  dallhiflorico  de 
uè  del  tutto  efferefhifato  :  atte/o  che  cogliono ,  che  chi  legge 
habbia  il  proprio  giudicio  libero,  (0f  non  punto  occupato  da  co 
lui  cheferiue .  ^Ma  quefta  controuerfia  ha  ragioni  per  l  <vna 
&per  t  altra  parte  :  di  che  non  mi  appartiene  punto  ragionare. 
Credo  io  nondimeno ,  che  non  errino  coloro ,  i  quali  ti  additino 
di  che  qualità  ejfempio  fìa  il  recitato  :  laqual  cofa  meglio  non 
poffono  additare,  che ,  0  còl quafi approuare,  0  co* Iquajì dan- 
nare, aj2%i  molte  evolte  co9 1  totalmente  approuare,  fg)  col  total* 
mente  dannare .  Ha  questo  Auttore  nel  libro  primo  a  carte  36^ 

b         defcrittQy 


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GIVD ICIO  DEL  PORCACCHI 

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def ritto,  che  dà  Vr  ance  fi fin  pr  e  fa  perfora  la  terra  di  S>  Gio 
uanni  ,  terra  del  Marche/e  dì  Te/cara  pò  fta/u  i  confini  del 
Regno  ,  forte  di  fito,  di  munìiione  ,&  di  difenfòri  :  q)  detto 
che  fu  abbruciata  ,  ^rficcbeggiata  ;  doue  fuancho  sfiata  ogni 
altra  fpecie  di  barbara  ferità .  ^uefie  parole  ^vengono  danna- 
te da'  Francef  i  quali  fi trottano  per  ciò  t  affati  d'ejjer  Barba- 
ri &  fiere  :  ft)  ne  danno  carico  al  GVICCIARDINO  > 
fecondo  che  lo  diedero  ancho  al  Gìouio,  quando  i  G  uà  foni  ^  £?* 
ìgli  Suturi  a  ^Mordano  di  Romagna  ama%^aron(come  et  di- 
cejcon  barbara  crudeltà  i  bambini  fin  nelle  culle  .  In  quel  luogo 
j  il  Giorno  per  fi  me  de  fimo  fi  difende  in  una  lettera  fua  a  M.  Giro 
lamo  Anghieraieinqmfio  no  merita  //  G  VI  C  C I A  R D I N  O 
punto  d'ejfire imputatoicome  colui, che  recita  le  crudeltà  afate 
nella  prefa  del  Monte  di  S.Giouanìper  ciò  ejfire  ali3 bora  in  Ita 
ha  reputate  da  barbari,^*  da  fiere, perche  erano  ìnufitate  „  & 
non  fera  costumato  nelle  guerre,  &  nelle  ^vittorie  altro  atto 
crudele ,cbe  fogliare  ,et  poi  liberare  i fidati  rvintt,  pagate  e  ha 
ueffero  le  taglie  .Dopo  quefla  narratione,chi  biafimerà  il  giudi 
ciò  dì  quefto  Auttore  ,  quando  ei  diforre ,  che  nella  dì  fé  fa  del 
Regno  di  Napoli  non  fu  dimoftrata  ne  uirtu^ne  animo, ne  conf 
glìo,ne  cupidità  d'honore,nepotentia,ne  fedeìdeheio  tanto  più 
audacemente  affermo  ,  quanto  f  efier  nell'bifforia  queB' altra 
leggere  he  thifiorico  deue fiiegare, fi  t  ficee ff fiano  per  acciden- 
te di fortuna,per propria fiietia,  e  ìndufìria  di  chi  gli  maneggia, 
o  per  temerità  occorfiiew  queHanarratione , non  pur  non  tace 
i  fatti  degli  huomim  egregi,^1  più  nominati ) ma  ne  anchora  le 

nature  , 


J2 


SOPRA  L'HIST»  DEL  GVICCI ARDINO.      io 


jgMM  w  T^TKn^Èj^^isus^^^^mS^ 


nature \,ei  co  fiumi  dieffi:  ilche  facon  tanta  arte, che  non  pecca 
nell>ecceJfo,ne  nel  difetto .  Solo  può  parer,  che  quefio  Ruttore 
battuta  talvolta  mancato  in  defiriuere  minutamente  i panico 
lari  d'alcuna  fattion  di  guerra,  ficome  io  molte  'volte  ho  notato 
in  margine, che  UGiouio,(gJgli  altri  fino  flati  più  dijfufi.  Ma 
è  ben  di  tanto  maggior  momento  la  narratìon  de3  configli,  & 
tratt  amenti ficreti  a  benifìcio  de  gli flati,  alqual mira  l'bìftoria, 
che  non  e  quella  di  chi  h  abbia  ferito  tutti  ifildati  a  ^vnper  uno, 
chi  nel  rvifi,chi  nel petto, chi  nelle  cofce,chepuo  ejfir  fopportato 
patientemente  quefio  defiderio  ,•  maffimamente  non  lafiiando 
egli  le  cofififlantiali,&principalij]ìme .  Riprende  a  tempo, et 
a  luogo,  per  accidente,  e  inpropofito,  &  non  in  bella proua,  ne 
per  profejfione  :  ma  in  quefla parte  ancho  -v'ien  tenuto  alquan- 
to mordace .  Tuttauia  la  mordacità  in  niun  luogo  fi  difiopre 
più,  che  in  dichiararti  le  nature  de  gli  huormm  :  miche  fi  effo 
toccai  rvitij;  gli  oppone  ancho  le  ^virtìi  $  di  maniera  che  quefio 
non  gli  può  eìpre  afiritto  a  mane  aminto .  Se  altre  njoltelofa^ 
egli  mode  fiamente punge ,  conmìfura,&  conueneuolez^a:  e> 
fi  pure  a  chi  tocca ,  par  ch'egli  e  fica  delconueneuole  ,•  egli  confer 
ma  con  le  ragioni  b  opinion  fita ,  o  pungente ,  o  mordace  ;  ouero 
la  firme  come  co  fa  da  altri  detta .  Non  loda  di  fiouerchio-,  fiche 
le  date  lodifiano  rincrefieuoli ,  ne  indicio  iadulatione  al  loda- 
to,come  d 'Ari/i 'obolo  fi  dice  con  Aleffandro ,  d'Hermodoto  con 
Antigono ,&>  d'alcuni  altri  con  Antioco  Epifane  Re  di  Sona  : 
ne  biafina  inguifa ,  che  tu  creda,  ch'ei  uogliapiu  toflo  accufiar, 
chefiriuere  hifioria,  come  fi  uedeper  thiftoria  di  Tolibio ,  che 

J  b     i         neltuno 


GT-VDICTO  DEL   PORCACCHT 


nell'inno  &  ne  il  altro  di  quefli  <z>ttijfon  tubati  Fabio?  &  Fi- 
linojnjno  Romano>&l  altro  Carthaginefè  :  iqualiintalma- 
mera  della  guerra  Carthaginefè friffero  3  che  <~vno  in  tutto  lo- 
duna  i  7{omam>  ft)  biafìmaua  gli  auuerfàri,  doue  l* altro  all' op- 
pa [ito  dannando  i  Ternani  lodaua  filo  i  Cartilagine (ì '.  Che  il 
(7VICCIARDINO  s'alzi  tal' bora  con  le  fententie  ,  &fia 
flraportatoda  quel  njento  poetico,  cbedeue  (fecondo  i precetti 
dell hifloria)ffignere  in  alto  la  nauehifìorica;  da  quel  raccolto 
di  fententie  ,c  ho  citato  difi)pra,&hopoflo  auantiaquefio  mio 
difior fo, ti  farà  lecito  con  gìudicio  difiorrerlo,  &  comprender- 
lo^ fi  come  anchora  per  te  me  de  fimo  auer  tirai  da  tutta  queft'o- 
pra,ch' egli  non  e  flato  ignorante  punto  d'alcuna  di  quelle  n^ir- 
tu, cu  al  buono  hifìoncofon  necejfàriefapere  :  percioche  egli  era 
ben  fornito  prima  di  quefle  tre  eccellentiffime  doti,  ingegno, giù 
dicio,etmemoria,cofiacquifìaio per  dono particolar  di  T)  IO, 
come  ridotte  a  perfezione  cont<~vfi,  conFojfiruationi,  &con 
lo  fludio .    D'ingegno  egli  fu  quale  da  Platon  ^vediamo  ,  che 
nelfittimo  Dialogo  del  Giù  fio  è  defi derato  ,•  cioè  d'acuto  ,  fg) 
felice  alla  cognition  delle  dottrine, &  delle  co  fé  :  (g)  con  la/or- 
^a  d'effo  potè  fare,  ^  acqui  fi  ar quel 'tanto $  che  alpropofitof 
ne  appartenevi.  Il giudicio  in  lui  fu  mirabile,  talché  per  que fio 
innanzi  all'età  hebbe  dalla  patria  quei  carichi ,  che  per  le  leggi 
anchor  non  f  gli  poteuano  conferire .  Hebbe  gommi  di  flati 
fg)  d  efferati,  e  in  tutti  riufiì  digiudicio  intero ,  fgf  nonpunto 
?naccbiato:  ma  quale  nell'hifloria  da  lui  [offe  njfato^  e  comprefò 
nell 'offeritane  delle  leggi  hifloriche  ,delle  quali  ho  mof  rato  fin 


SOPRA  L'HIST.  DEL  GVICCIARDINO.        ìì~* 


1 


leususs'^  <■<•<  i<^ywM^byi't>±>Ji7Lr>vm^^ 


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quì,cb'egli  è  fiato  offeruantijfimo.  Jnfimmaper  quefia  njirtu 
bette  //GVICCIARDINO  enfi  gran  nome,  che  £M.  Clau- 
dioTolomeihuomo  giudiciofi ,  &  letterato ,  non  dubitò  chia- 
marlo njno  de  principali fiui  d'Italia,  che  cojì ferme  egli  ,  ebei 
s'baueua  guadagnato  il  nome .  Nulla  memoria  fu  molto  eccellen 
te  :  e  io  mi  ricordo  hauer  molte  evolte  fintito  dire  a  huomini  rei 
ltgwfi,graui,  (gjr  auttoreuoli,  ch'egli  ^sòjpcjfo  difiriuere,  & 
dettare  a  molti  in  <z>n  mede/ino  tempo  .  Fu  grande  Oratore,  la 
qualar  tu  alTbifioricoefimmamente  necefìarìa  :  @J però  tu 
njedi,cbe  le  Concioni  introdotte  da  luigiouano  a  chi  legge, ban 
no  molto  decoro, 0*  fin  piene d'artificio,  come  ho  detto  trattan 
do  della  Bellezza .  Cofiatempo  nuinir  apone  alcuni  conforti, 
che  da  lor  medefimi  nafiono ,  &  dtpsndono  com/jodatftènte 
dalla  materia  :  ma  in  quelle ,  e  in  quefii  fimpre  ha  riguardo  a 
chi  parla ,  a  chi  a/colta  ,  al  figgetto  di  che  fi parla ,  al  luogo , 
($f  al  tempo .  Vfi  le  dmfioni,  &glt  argomenti  :  tratta  del- 
le co  fi  morali.,  fg)  delle  politiche  :  fi  deferiuere  ifiti  :  parla 
delle  fior tificationi  quanto  ,& quando  bifigna  ;  einfemma , 
per  ^venire  alla  conclufion  di  queflo  articolo-,  tu  non  potrai  di- 
re >  ch'egli  non  babbia  fiputo  tutte  quelle  ruirtìt ,  che  a  perfetto 
hifiorico  appartengono  ,fino  alteffere  Fiato  huomo  di  guerra , 
con  auttorità  fimma  negli  ejfirciti  :  talché  aiutato  da  quefie 
regole,  da  quefii  ordini,  &  da  quefie  leggi ,  aggiunto  il  conti 
nuato  Hudio,  fg)  la  non  mai  fianca  diligentia  ha  potuto  quefio 
Auttore  ali1 hiftoriafùa procacciar  dignità ,  grandezza, et  mat 
flà,&  a  fi  medejmo  nome  di  perfetto  hiHorico . 

b     3         LJL 


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Givnicro  del  porcacchi 

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LA  VERI  TAVo^,  &  ultima  idea  da  mepropofia  ($f  \ 
ammirata  in  quefta  hifloria.èfin^a  dubbio  >&  deue  effere  il 
Principal fondameto^fipra  ilqual  chi  fermerà  da  fondar  tut 
ta  la  fica  gloria.  Tercioche  ha  da  raccontarle  co/eccome  fono  ; 
fiat e >et fecondo  che  fono  auuenute^non^o  al contrario  >o  di 
uerfamente  per  copiacer  ad  altri  ^o  afe  medefmo:  altramente 
n^  hifìoria^manarrationfauolofa  uerrebbe  reputata.  In  que 
Ila  parte  C  uniuerfalconfintimeto  di  chi  legge  concede  fra  tut 
ti  gthiflorici  moderni  gran  lode  al  GVICCI ARDINO.,  come 
aueridico,&  [incero:  e  'tocche  ni  ho  dilettato  fempre in  tutti 
i  luoghi  >oue  ho  conuerfatojt  con  tutte  le  perfine  di  giudichi 
con  le  quali  ho  hauuto  familiarità^ intender  quel^che  real- 
mente fi  ne  giudichilo  trouato  molti  ^che  in  queflo  capo  della 
Verità  hanno  uoluto  affo  migliar  lo  a  Giufippe  H ebreo  hi  (lori- 
co  antico  :  i [quale  fu  tanto  incorrotto >ctìeffendo  Giudeo  per 
relligione sfece  nodimeno graue >et lodeuol  tefiimonio  del  Sai 
uatornoftro  Giefù  Chrifto.  L '  ajfomigliano  ancho  a  coflui  per 
t *  eccellenti  uirt  tinche in  effo furono >fimma  eruditione^gran- 
difiimaintegrita>et fingolar pr  attica  delle  co  fi:  alle  quali  ag 
giungono  lafìmilitudine  de' carichicene  Giufippe  fu  prefetto 
di  Calile  a, e  //GVICCI  ARDINO  della  Romagna  Ji  Modo 
na^rReQgio^di  Bologna^&Luogotenente  del  Papa. Quegli 
fu  tanto  caro  a  Tito  Veffafiano  Imp.  che  nella  mina  di  Gieru 
falem  gli  fece  gratia>  eh 'ei filuaffe  ciò  che  uoleffe  :gli  affegnò 
poffe fiorii  nella  Giudea^etgli  dono  la  propria  cafa^nella  qua 
le  effohaueuahabitato  guanti  che  f off  e  principe:  i  quali  doni 

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SOPRA  L'HIST.   DEL  GVICCIARDINO.  Ti 


tn^Mi^^^mi^i^^^^mimuinzfyy  >  >  ìù^mùm 


eli  far  on.  poi  tutti  confermati  da  dominano.  Jguefiifu  cofil 
erato  (per  tacer glialtri  Principi)  a  Tapa  Leon  X.cheda  lui 
e/fendo fiato prepofio  a 'gouerni  dettici  fu  poi  anchor  a  confer 
mato  nel  tempo  di  Adrian  FI.  &  di  Qemente  VIL  fòmmi 
Pontefici:  ma  tanto  fu  egli  lontano  dall' impetrar  da  e  fi  ro- 
ba^ benificìj ,che  ad  altro  mai  non  miriche  ad arricchir/i di 
gloria,  nata  dalle  honefieM  uirtuofefue  operationi,&  hauen 
do  potuto  ampliar  di  grandinimi  tefori  le  fue facoltà  '$  la/ciò 
rìccheTge  meno, che  mediocri,  tutto  che  per  natura fojje  Ha 
to  molto  ajjegnato  nelle  Jpefe.Uhifioria  di  Giufeppe,  per  far 
tifino, per  la  prudentia,etper  la  ueritàfu  da  Tito  publicata 
con  l'impronto  de  IJuo fugge  Ilo  nella  libreria fua,accioche fofi 
fé  efpoftA  alla  Unione, et  al giudicio  d'ogni  uno  :&  quefia  del 
GVICCIARDINO  fi afata  in  pochi  anni, et  riftapata  molte 
et  molte  uolte:  tato  diletta  egualmente  a  tutti, che  le  nationi 
foreftiere  C hanno  ridotta  nella  lingua  Latina,perche  fiainte 
fa  anco  da  chi  nonpofiiede  lafauella  nofira:et  ^ggitigne  il  dot 
to  et  giudiciofoP  .M.l^emigio  Fior  etino  nella  wita  che  di  lui 
ecceUentemete  ha  fritto  d'hduer  udito, che fitrafyortaua  an 
co  ntUaPracefe,et  nellaSpagnuolaJn  quefl  aparte  duque  del 
la  'verità  egli  e  molto  comendato:  ilche  ali  bora  mafimamen 
te  può  ejfer  manif e  fio, quando  tu  leggi  in  che  modo  egli  molte 
uolte  danna  i  cofigli,et  le  uolontà  degli  huomini  della  propria 
patria:  in  che  modo  riprede  i  co  fiumi, e  ilgouerno  di  quei  Prin 
cip'het Potentati fupremi, da  quali effo dependeuai fi che.non 
\pure  non  uolfefcriuer  ingrana  £  e  fi  per  adulargli ,  ma  egli 

I  .  &     4         alla 


•SSESS 


SmmSUa»  Mi '  1  ■  i'iii""  {T'Unsi  \tA*um 


GTVOTCTO  OET.   PORCACCHT 


^Kayc^Xi 


alla  libera  gli  tafiò^et  doue  occorfè  ^vituperarli  (nonfìjcordan 
do  però  puntola  debita  modefìia)  gli  giudicò  degni  di  biafmo  : 
argomento  non  pie  colo  >  che  non  uolfiper  alcun  rifletto  la/ciarfì  '■ 
temperar  la  penna  con  oro,  o  con  altra  fòrte  di  corrompimene  :  J 
che  fi  per  que fio  rvien  fimmamente  di  ^verità  commendato 
Thucidide,cheper  effere  Atheniefi>&  non  Lact 'demonio y  batte 
uà  nondimeno  lodato  i  Lacedemoni  alla  fua  patria  nimici}  non 
deueper  ciò  minore  argomento  di  uerità  effer  nelG  V I C  C I AR 
DINO  l'hauer ^quando  è  flato  bifògno  ,/en%a  ri/petto  bì  afina 
to  ifitoi  concittadini .  Sono  alcuni  altri  >  iquali  ali  incontro  lo 
biafmanoper  mendace,  rifletto  alla  diuerfità ,  che  fi  troua  fra 
luì 3&  gli  altri  hi  fior  tei  >  e  Scrittori  da  me  citati  nelle  Annota 
tionì  :  $  dicono  >  che  fé  la  verità  è  runafòla,firiuendo  que- 
llo Auttore  diuerfo  da  gli  altri  ,•  conuicn  chabbiaferitto  le  bu 
gie  *  %Ma  quefìo  njitio  non  può  efjer  più  imputato  a  lui  >  che  a 
glialtriy  ne 'quali  ladiuerfita  ficonofie  :  &pmfim%le  alnjcro 
e>  chabbìano  errato  quelli  Scrittori,  a  quali  non  era  permeffo 
in  formar  fi  di  tutti  i  configli  fi cr  et  ì ,  che  il  G  V I C  C I A  R  D I  - 
NO,  huomo  che  gli  ha  trattati^  per  me%i  principali gli  ha  fa 
putide  intefi.  Ma  quale  e  queWhifloria  cefi  antica  >  come  mo- 
derna (delle profane  parlo Jafciandofiar  C  Ecclefiafliche  fg)fa 
ere)  nella  qual  tu  non  troui  diuerfità  dall' altre, e  he  delmedefi- 
mofoggettohabbiano  che  darti  da  leggere?  Giufippe  nel  libro 
primo  contra  Appione  a  due  cagioni  ri  feri/ce  t  impernia  de' Gre 
ci  netfhifÌGriep'w  antiche .  La  prima  yche  tardi  s'erano  appli- 
cati a  firiuer  e  per  tignorantia  delle  lettere  >  Qy  però  haucuano 

labiato 


,y<^Ycr>>e<=-5^ 


zcsvn  A-T'HTST.  DEL  G  VICC1A  kjjhn  u.         t? 


fafò*0  w/»^  libero  dì  mentire  a  quei  pof  eri ,  che  d'alcuna  co- 
fi  antica  hauejfero  voluto  trattare.  L'altra ,  che  gli  buon'ini 
priuat'hprefi affunto  difiriuere ,piu  per  gloriale  per  Hudio  di 
verità-fa  fi™  molte  co  fé  ciascuno  a  modo fio  .per parer più  ve 
rad  di  tutti  nel  di/cordar  dagliattri.Di  qui  nacque  (dice  egli) 
quella  maraviglio  fi  contranetà,chefiuede  netìhifìorie.  Hella- 
meo  corregge  *Acu(ìlao  nelle  genealogie:  Acufilao  Hefìodo:Efo 
roHellamco:  Timeo Eforo :& 'Timeo  è  riprefo  da  chi  venne 
dopo.  Coft  Manethone  Egittw,&  molti  altri  riprendono  He- 
rodoto.  Girolamo  C 'ai diano,  che fcrijfe  l'imprt fé  fatte  de  Redi 
Macedonia  Epir ottica  Vaufania  negli  Arcadici  e  riprefo  d'ha 
uer  lodato  più  che  non  meritaua  Antigono,  &  d'hauer  contra 
la  ueritàfcritto,che  Lifimacouiolajfeifipolcride  Re  in  Spiro. 
Polibio  huomo  Greco fieffe  uolte tajfa, come  bugiar  di  Fabio,  & 
Viano  nominati  da  me  in  quefto  difior  fi  d'uno  come  troppo  af- 
fezionato a  Romani  contra  i  Carthaginefi ,  $  l'altro  come  di 
quefi  partiate, et  di  quelli  acerbo  nimico.  Diodoro  Siciliano  nel 
la  prefazione  del  lib.20 .  della  fua  libreria ,  &  Smda  diftutano 
contra  alcuni  hif  orici.  Cornelio  Tacito  non  e  egli  riprefo  d'haue 
re  fritto, e  he  i  Giudei  difendejfero  dal  monte  Ida  di  Candia,et 
che  però  latinamente  ueniffiro  detti  ludei,quafildù?Ma  que^ 
sto  luogo  mi  farebbe  trafeorrere  in  più  luentia  di  parole, che  no 
deue  :pero  frenandomi  dico,  ctieflendo  credibile,  chabbia  più 
detto  il  uer  0  colui, e  ha  hauutofinformationimfgliorisalGYlC 
CIARDINO  doueràfin^a  dubbio  hauerfi  più  fede,come  a  me- 
dio informato .  Ma  alcuni  lo  riprendono  grauemente  ,  di  egli 


GIVDICIO  DEL  PORCACCHI 


bobbio  moflrato  odio  contro,  Virginio  Orfino>  contro,  i  Sanfiue- 
riniPet  contro,  altri  :ma  principalmente  contro  Procefo  Morto 
dolio  Rouere  Duco  dVrhìno  >fi  come  ho  notato  in  uno  poftilla 
nel  HL16.acar.479.  Et  Giovanni  Simonetta  firittor  di  quei 
tempi >chejitr oiù)  0  tutte  le  guerre ^maneggiate  da  quel  Primi- 
pitaffi  j/GVICCIARDINO,  che  portale  odio  al  Duca  :  prima 
per  le  dependenùe>ctief(ò  bebbe  con  Topo  Leone;  che  fu  nimico 
al  Duca^  poi  perche  quando  egli  hebbe  ne  11  ' efferato  della  Le 
gomitolo  di  Luogotenente  delPapa;  il  Duco  iVrbino ^general 
de  Vinitianh  mapreffo  cui  ero  infatti  il  gommo  degli  e  (ferri- 
tiyhebbe  uno  uolta grani  parole  co  7  GV1CCIARDJNO,  &  lo 
riprefìyche  troppo  difèprefùmeffe  con  altre  parole >che  da  colui 
fono  ferine  :  per  le  quali  dicesti  eglino  difjìmulo  tacendo  la  glo- 
ria di  quel  Principerò  tento  et  0 furarla  firiuendo. Dice  egli  an 
chodhauer  ueduto  quella  lettera  di  Nicolo  MacchiaueUi  a  Har 
t o/o  meo  C  amicanti^  chio  in  quel  luogo  ho  citata:  per  laqualfì 
uede  non  buona  difpofition  d'animo  uerfò  il  Duca  d'Urbino . 
Io(qual(ìfio  la  ueritàjlafcio  di  rio  ilgiudicio  a  chi  legge :  per  che 
mia  inteniionee  fiata  nelle  margini  di  quefiahifìorta  confi  on- 
tor  le  cofe  fritte  dal  GVICCIARDINO  con  le  fritte  da  altri \ 
e>  Idfciar  ch'altri  a  fio  beneplacito  dia  di  ciofintentioie  in  que 
Uo  di/corfoho  mirato  a  dire  il  parer  mio  (onde  perciò  tho  chia- 
mato Giudizio ) off  n chefì  ueggo.per  quanto  io  tengo ^che per  le 
leggi  quefto  hiftoria  e  degna  difimmo  lode.  Et  fé  in  alcuni  capi 
mancajfe  (che  non  lofio)  di  ucritk>  efifo  e  ben  nel  re  fio  tanto  più 
ueroce  dell'altre  di  quei  tempi \che  a  que fia  fola  uiene  attribuita 

la 


"  '  "  *"* *M — — ■— ^— »^— — — ^— ■ — ■— ^téA^A  _ ^._; _— .  ■■  , .,» 


SOPRA  L'HIST.  DEL  OVICCIARDINO.      *4 


i 


/* ^/t/f/;d  *&//*  uerità,&  fio  al G VICCIARDINO  e  conferito 
il  titolo  di  uera.ce  hifìorico  moderno.  Sono  molti  altri,  che  in  al- 
tri particolari  lo  uengono  riprendendo  :  fé)  preffo  i  Vinitiam 
gravemente  uien  dannato  d'hauere  (come  dicono Jcontra  la  ve- 
rità introdotto  nel  lib.  8.  Antonio  Giuflinianofare  un  oraiione 
difuerchio  burnite  &  demeffa  a  Majfimiliano  Imperatore:  nel 
che  fproua  con  una  lettera  di  un  Secretano  Braccio  (fé  la  me- 
moria non  m  inganna) fritta  in  quei  tempi  ,per  laquale  appa- 
ri/ce, che  quella  Oratione  mai  non  fu  recitata  :  ilche  conferma 
dietro  Giuftiniano  nel  libro  io.  delle fùe  hiflorie,  come  in  quel 
lib  .a  car.  222.  ho  fcritto  >  dicendo  che  da  Cefaregli  sAmbafìa- 
tori  Giu&iniano  et  Mocenigo  non  furono  ammeffì,  ne  af cita- 
ti :fegno  manifesto  chetOration  non  fu  fatta  ,  come  quiui  il 
G  VICCIARDINO  ferine  ajfermatwamete,chefofe.Ma  io  non 
ho  pref  a  friuere  apologie, tanto  più f pendo  di  non  lopoterfa 
re, per  non  hauer  piena  mftr  union  detuero:  et  pero  refi  quefto 
carico  fu  le  Jfalle  di  chi  fa  meglio  informato  >ctiio,fì  come  affet 
tionatifjìmo  a  quefo  hifìorico,  mi  contento  di  tornare  più  et  più 
uolte  a  replicare,  che  in  que fi  articolo  della  Verità  eglie  degno 
di  molta  lode  >ne  per  poche  macchie  yffarf  (come  dice  Horatio)o 
per  ìcuria,o  per  poco  auertimeto  dell' humana  natura^deue  effer 
lacerato (f  pero  elleuifìno)tuito  il  corpo  diyuefta  mirabìlcopo 
frtione.  St  ueramete  tu  hai  da  tener  ìmortali  oblighi  d  Guicciar 
dino,f  uai  confìderando  l'utile, che  dalla  Union  della fta  opera 
puoi  raccogliere :periwchef  dagliantichi  fu  trouata  Fhifì.  non 
fìlamente  per faluar  dalìoblimone,e:  co,  facr 'are  all'immortali- 


tà 


f^iMiiiaii     ■!  !■  n  *~   !■  ■■■——!  11    nini  Ti  ir_"wj    I"11 


GIVDICIO  DEL  PORCACCHI 


^^s^-^i 


, 


\  !  tà  timprefi  fatte  ,  ma  ancbora  perche gli  buomini  ammaejìraù 
da  quejìi  e(fempi,imparaJJèro  a  imitar  le  uirtà.  e /e  hi/are  i  uitij$ 
\  tu  liberamente  puoi  dir  di  quefla  quel  me  de  fimo, che  fitto  la  per 
fona  d*  Alcinoo  dtjfe  Ho  mero  nel  nono  deliOdiffea,  dell9 eff  ugna 
I  ùon  di  Troia,cantata  da  Demodoco  Mufìco.  Tanta(dice)èla 
benignità  dell'immortale  Iddio  uerfò  la  generation  mortale, che 
\dopo  molti  altri  aiuti  datici  per  bene ,  &  liberalmente  ammae- 
\  (ìrar  la  uita  noflra^ci  ba  uoluti  infìruire>  et  auifir  con  gli  ejfcrn 
pi  quotidiani  de*  cafiet  dellattiomhumane .  Efiriuono  alcuni, 
che  Scipione  Africano  non  per  altro  aflefe  a  tanta  gloria  agra- 
dezgd  di  guerra, che  per  hauer  ben  letto, Studiato, ofermatafì 
nell'animo  la  Tedia  di  Ciro  ferina  da  Xenofonte,  non  tanto  ut 
r a, quanto  efpreffa  all'idea  d'un  Re giuftiffìmo  &  fortijjìmo.  Co 
fìAlejfandro  Magno  per  thiforia  d  Achille ,  Ce  far  e  per  quella 
d  AleJfandro,Themifìocle  per  Miiciade,&  Carlo  V  Imperato- 
re dicono  che  s'accefi  alla  gloria  per  l'hiftoria  di  Filippo  Comi- 
neo  Monftgnor  di  Argentone  de  fatti  di  Lo  do  ui  co  XI.  Re  di 
Francia .  Che  ?  il  diletto  delìbijìoria  ha  fin  guarito  [infermità 
dell'animo  et  del  corpo .  T  eflimonine fino  fra  gli  altri  Alfonfi> 
et  Ferdinando  Re  di  Spagna,et  di  Sicilia  :  uno  de  quali  dalleg 
ger  Tito  Liuto, et  l altro  dall' hifloria  di  J$KCurtio  ricuperarono 
quella  finità, che  per  opera  de  medici  mai  non  baueuan  potuto. 
Lorenzo  de'  Medici  padre  delle  lettere firiuono  parimente, che 
finzialtra  medicina, che  dettbifloria  di  Corrado  Hldallafiia  in 
fiermità fu  fatto  fino  :et  mafjìmamente  quando  hebbe  letto  quel 
belliffimo  effempìo, c'baue  do  llmp. Corrado  co  lungo  ajfe dio  tra 

uagliato 


S^gggS  *  £  ^WF«re^^^Skà^^x5. , 


-■V    (r\  'G-L 


SOPRA  L'HIST.  DEL  GVICCIA  RDTNO, 


T< 


(tagliato  Guelfo  DucadiBauiera,ne  mai  potutofi  runouer  dar  \ 
l  oflination  fua  di  rumarla  città  ,•  all'ultimo  ruinto  dalle  pre- 
ghiere delle  gentildonne  $  concejje  loro,  ch'elle  fi poteffero parti 
re  inuiolate , con  quefto patto , che  niente  cauajfiro  fuor  della  cit 
tà,finon  quanto  ciafcunapoteffe  in  'una  svolta  fola  portar  fu 
le  (falle .  All' bora  effe  ,  non  fò fé  con  maggior  confidentia ,  che 
pietà ,  portar  on  fuor  a  fu  le  proprie  loro  ffalle  il  Duca  ^ma- 
riti ,  i  figliuoli ,  i padri ,  fg)  le  madri .    T>i  che  prefi  tlmpe- 
rator  tanta  contentezza,  che  piagnendo  per  dolcezza  ,•  non  pur 
fi  (foglio  dell' oHinata  fua  crudeltà ,  ma  anchor  a  perdono  alla 
città ,  O4  fice pace  &  amicitia  co'l  Duca  fio  acerbiffimo  ni- 
mico .   Ma  io  finto  dirmificon  quefli  effempi  ,che  o^ni  hi- 
fìoria  fa  quefli  effetti ,  non  che  queffa  del  G  V I C  C I A  R  D I- 
N  O  fila  :  a  che  rifiondo  effer  njero ,  che  da  ogni  hi  fior  ia  be- 
ne fritta  ss apprendono  filmili  frutti ,  ma  tanto  più  da  que- 
lla, quanto  tu  impari  anchora  a  gouemar  gli  flati  da'  confi- 
gli ,  dà  difiorfi >  &  dalle  pr  attiche  fiere  te  ,  che  coftm  tifa  ma 
nife  He  :  nella  qual  parte  ficur amente  può  effer  lodato  fipr  a 
molti  altri .    \Dionigt  Alìcarnajfeo ,  oltra  il  temperato  genere 
di  dire ,  &  la  purità  Attica  >fcrijfe  l'antichità  de'  Romani  dal 
principio  della  città  con  tanta  dihgentia ,  che  mofirò  d'haucr  \ 
fàperato  tutti  i  Greci ,  e  i  Latini .   Tercioche  quanto  dà  La- 
tini ,  come  cofia  troppo  -volgata ,  fu  diffrezgato,  come  direm- 
mo ifiaenficìj ,  i  giuochi ,  i  trionfi ,  l  infigne  de  magi/Irati , 
tutta  la  di/ciplina  de  T\pmam  ingouemar  la  Republica,  il  cen-  \ 
fi ,  gli  aufficij ,  i  comiiij ,  tutta  la  diffidi  dmijion  del  popolo  in 


■i~r. 


GIVDICIO  DEL  FORCÀCCHI 


I  ciafjì,  e  in  tribù  ,  fg)  finalmente  tauttorità  del  Senato  s  gli 
01  divi  della  plebe  >glimperij  de  magifirati,  &  la  poteSià  del 
pcpolo}  da  lui  filo  parmi  che  fioffie  accuratijfimamente  firitto 
fgj  trattato.  Appiano  Alejjandrino  filo  di  tutti gt hifiorict  pro- 
pone innanzi  a  gliocchi ,  come  in  njna  tauola  dipinte  le  prouin- 
eie  de  Romani  >  le  ricchezze  ,gli  ejfirciti  >fè)  la  defirittion  di 
tutto  l  Imperio  .    Strabene  ancho ,  Plinio  ,  e>  Ruffino  trat- 
tarono delle  prouinae ,  ma  non  parlarono  dell entrate  &  delle 
ricchezze .    Come/io  Tacito  ci  ha  recato  grande  aiuto  a  inten- 
der l'antichità  de  Romani.   Percioche  ejfindo  da  lui  Siate 
(crine  le  cofi  fatte  dal  tempo  di  Tiberio  fino  a  Nerua$  trattò 
tutte  le  grandiffime  >  le  melane  >  &  te  minime  imprefi  con 
grandifiìma  cura  e>  diligentia .    Dopo  la  'vittoria  Atttaca 
non  e  alcuno  hiSiorico  ,ilquale  più  copiofiamente  habbia  trat- 
tato gltordini  militari ,  o  ctwti:  percioche  egli  fiorì  nella  guer- 
ra >&  nella  difiiplma  ciuile .   Cofi  parimente  fi  può  difiorrer 
de  gli  altri ,  che  alcuni  per  la  ^verità ,  altri  perche  fino  flati 
breui  >  chi  per  la  diligentia ,  chi  per  Cordine ,  taluno  per  la  pm 
dentia  >  quello  per  fiaper  ben  defiriuere  i  luoghi  3  quefìo  i  tem- 
pi ,  chi  per  lo  (ìile  >  chi  per  Carte  ,  chi  per  <-vna  njirtù,  chi  per 
molte  fino  Siati  ciafiun  nel  fio  genere  eccellentijfimi ,  degni 
dejfer  letti,  &  lodati.   Mail  GVICCIARDINO,  come 
che  di  tutte  riporti  molta  lode ,  hauendo  (  come  ho  mofirato  ) 
ottimamente  offeruato  le  tre  idee  >  della  Bellezza ,  della  £Mi- 
fiira  3  e>  della  Verità  5  nondimeno  da  quefta,  cioè  dhxuer  fi- 
vuto  & pale/ato  1  defìderi  de  Capitani,  ìdifigni  de  Principi, 


1  concetti 


SOPRA  L'HIST.  DEL  G  VICCIA  RDTNO.         16 


1  concetti  de  Re  >  degl'imperatori ,  &  de'  Tapi,  e  i  fonda- 
meriti  de  loro  penfiertt  pare  che  finzjcontrouerfìa  egli  hab- 
bia  guadagnato  maggior  gloria,  e  in  ciò  a  muno  altro  fi  a  più 
Cimile  3  che  a  fi  me  de  fimo  ,•  già  che  non  fio  meglio  ad  alcuno 
agguagliarlo  • 


Jl  fine  del  Giudicio  di  Thomafi  V  or  cacchi 
pura  l'hifioria  delGuicciardino. 


I 


grijff-1^.  ■        p 


DELLA 


jT\. 


DI    M    FRANCESCO 

GVICCIARDINI    GENTIL'. 

HVOMO  FIORENTINO 

LIBRO      PRIMO. 


-i^'ftriffOHh 


Connuoue  Annotazioni  in  margine,  fatte  ^Thomaso  Porcacchi  da 

Cafliglione  pretino:  nelle  quali  confrontando  molti  luoghi  con 

altriycofi  di  queflo,  come  d'altri  Hiflorici  ;  s'apporta 

gran  lume  alla  cognition  dell' Hiflor  io. 

:  """"  SOMMARIO. 

COntien  si  in  quefto  Primo  Libro  la  cagione  delle  guerre  d'Italia:  Il  paT- 
(Wio  di  Carlo  v  1 1 1 .  Re  di  Francia  all'acqueo  del  Regno  di  Napoli:  Che 
Piero  defedici  fu  cacciato  di  Fiorenza:  Che  i  Pifani  Ci  ribellaron  da  Fiorentmi:  a    x  noftfl 

Che'l  Res'impatronìdi  Napoli,  fuggendofene  gli  Aragonefi*  Rr?cipi,ché 

■ , ! — ~~  chiamarou 

O  ho  deliberato  di  fcriuerele  cofe  accadute  al  g™*^ 
la  memoria  noftra  in  Italia ,  dapoi  che  l'arme  no  Lodoui. 
de'Francefi  chiamate  a  da'nofln  Trincipi  mede  ^^ 
fimi, cominci  aro  no  con  grandi/fimo  mouimento  de  in  quefto 
a  perturbarla  :  materia  per  la  uarietd  et  gran  *  ^Janc; 
dexTa.  loro,molto  memor abile yet  piena  di  atro  der(i  da  gii 
affimi  accidenti;hauendo  patito  tanti  anni  Ita  Aragona. 
lìa,tutte  quelle  calamità,con  le  quali  fogliono  b  Princjpi 
i  miferi  mortali,  hora  per  l'ira  giusla  d'Iddio,  /gg*^ 
bora  per  l'impietà  &  fcelerate^e  de  gli  altri  nociui  ai  b5 
buomini,e(fere  battagliati  :  Dalla  cogmtione  de' quali  ca fi, tanto  uarijrfr  p^-o.  d. 
tanto  grauUpotrà  ciafcuno,&  per  fé  proprio,&  per  bene  publico, prende  ri  p.ru  i- 
re  molti  falciferi  ammaeftrameti  :  onde  per  innumer  abili  effempi  euiden  $°;™£ 
temente  apparirla  quanta  infì abilitane  altrimenti  che  un  mare  concita  Duca  di  ca- 
to  da'ventifiano  fitto  fofle  le  cofe  humane  ;  quanto  fiano  pernitwfi  quafi  \f?[%^ 
fempre  a  fefteffi,ma  fempre  a' popoli  i  configli  male  mi  furati  di  color  o,cbe  ^riofe co 
dominano;  quando  hauendo  folamente  innanzi  agli  occhi, o  errori  uani,o  qq  sforM:tj 
le  cupidità  prefenti,no  fi  ricordando  delle  fteffe  uanationi  della  fortuna;  eh.  gii  noe. 
&  conuertendo  in  danno  altrui  la  poteflà  conceduta  loro,  pev  lajaluteco  rambicione 
b  mune;fifanno,ob  per  poca  prudentia,o  per  troppa  ^™*^***gà^ 
nuoue  perturbationiMa  le  calanuta  d'ltalia(accioc\n  ^^JgW*  '     ' 

le  fufje  allho 
gine  tanti 


nie  parla  nel 


Ihora  lo  flato  fuo,&  infume  le  cagioni ,  dalle  quali  hebbono  ori  j™ìpìo  w 

i  mali)  cominciarono  con  tanto  maggior  difl>!acere,&lpaucnto, 

y  JL        ne 


LIBRO 

ueft-  ne  $  Wm[  de  gli  h uomini ;quato  le  cofe  uniuerfali  erano  allbora  più  He 
quiete  uni-  teyct  più  felici:  perche  manifeflo  èyche  dapoi  che  l'Imperio  I{om.indebolitoq 
twrf*IeiUo  principalmente  Per  l*  mutatione  degli  antichi  coturni;  comincioygià  fo- 
rnaio, dei  no  più  di  Mille  annidai  quella  grandezza  a  declinare  yallaquale  con  mar  a 
knxa°uaT  lilL&°fa  uirtàyet fortuna  erafalitoynon  haueua gìamai fentito  Italia  tan 
che  imita,  ta  profferitale  prò  nato  flato  tanto  defider  abile  ;  quanto  eraquelloynel 
MCDXC  quale  fi  cur  amente  fi  ripofaua  l'anno  della  faluteChriftiana  ^  f&XC.  &■ 
tl0'o  che  de  &* annl  c^e  a  quello  yet  prima  et  poi  furono  congiunti.'Perche  ridotta  tut 
fcrifle  lo  fta  tay  a  in  formna  pace  et  tranquillità^cultiuata  no  meno  ne  luoghi  più  mon 
ti  cHtaiia*  tHOfl>':t  piufterdiyche  'nelle  pianureye  regioni  fue  pia  fertili,  nefoitopoHa 
t  ad  altro  Imperio yche  défuoi  mede  fimi  %non  folo  era  abbondantifsìma  d'ha 
Medici  quw  bitatoriye  di  ricchex^eima  ili ujlrat a  fomm amente  dalla  magnificentia  di 
tato  io/iato  molti  Vrincipiydallojfltdore  di  molte  nobili fs ime yet  betti fsime  cittàydaU 
abbeiiì  Ta  ^  fediayet  maeflà  della  religióne;  fior  ina  di  h  uomini  preft ariti (fimi  nell'am 
città ,  &  b  miniflratione  delle  cofe  publicbeyet  d'ingegni  molto  nobili  in  tutte  lefcien 
fo  Bologna  tiey&  in  qualunque  arte  predar ayet  induflrìofa;ne  prìua  fecondo  tufo  di 
coicafteidi  qUella  etdydi gloria  militare;^  ornatifsima  di  tante  doteymeritamete  ap 
uerfo  Siena*  preffo  tutte  le  nationixnomeyet fama  chiarifsima  riteneua .Isella  quale  fa 
P.rlnpP^°  licita  acquijìat a  con  tiarie occafionija  conferuauano  molte  cagioni  zma. 
imperiale ,  tra  l'altre  di  confentimento  cornimeli  attribuiua  laude  non  piccola  all'in 
#  uen  o  Gè.  dujìriay&  uirtù  di  b  Lorenzo  de'Me  di  ci  cittadino  tanto  eminente  (opra  il  t 

nona  acqui-       J  :  .      v    >  5  J    f 

alando  pie-  grado  priuato  nella  citta  di  Firen%exche per configlio  juoyji  reggeuano  le 
'swexana1*  cofe  ^  clue^a  ^P*  potente  più  peri  opportunità  del  fitGyper  gl'ingegni  de 
Meritò  moi  gli  huominiyct  per  la  prontezza  de'danariyche  per  grandetta  di  dominio; 
ftr  ftatcfeS  &  hauendofi  egli  nuouamente  congiunto  e  con  parentadoyet  ridotto  a  pre  < 
fautor dtiuflarefede  non  mediocre  a' configli  fuoiylnnocentio  FUIJ?ont.Rgm.&  era 
ll^nidentta  P er  tutta  Italia  grande  il  fuo  nome  >  grande  nelle  deliberationi  delle  cofe 
fua  fingoia-  comuni  l'auttorità:  &  cono  feendo, che  alla  Fgp.  Fiorentina  y&  a  fé  prò- 
StattPota  pr  io  farebbe  molto  pericolo fo*  fé  alcuno  de*  maggiori  potentati  ampliaffe 
no  nei  Liti,  più  la  fuapotentìaiprocuraua  con  ogni fiudioyche  le  cofe  d'Italiana  moda 
Pridentfaf  bilanciate  fi  mantenefferoycbe  più  in  unay  che  in  un'altra  parteynon  pen- 
deffero  :  ilebe  fenica  la  conferuationc  della  pacey  &fen%a  uegghiare  con 
do  fra l>AvLfornm&  diligentia  in  ogni  accidenteybenche  minimo  fuccedttre  non  poteua* 
innocer.tio,  Concorreua  nella  medejìma  inclinatione  della  quiete  comune  Ferdinanda 
deMedic:;fn  d'Aragona  l\e  di  Napoli  principe  certamente  prudenti/timo  &  di  gran- 
cij-  fran£f-  di  filma  eHimationcyCon  tutto,  che  molte  uolte  per  l 'adietro  haueffe  d'imo- 
y>  figliuolo  tirato  penfteri  ambitiofty&  alieni  da'  configli  della  pace  »  &  che  in  quefla 
p3urarl-bbì  t:mP°fuffe  rnolto limolato  daJLlfonfo  Duca  diCalauria  fuoprimoge- 
pèr  moglie  nìto  z  ilquolemal  uolentieri  tolleraua3che  Giouan  Galeazzo  Sforma  Dn 
^rofTiLo  ca  di  Milano  fuo  genero  >  maggiore  già  di  uenti  anni ,  benché  d'intellet- 
xenzo^-ome  to  incapacifìimo  y  ritenendo  folament e  il  nome  Ducale  yfuffe  depreffoy  & 

%»lìv*±  f!i$QcatQ  ^a  LodottÌM  Sforma  fuo  Zio  :  ilquale  hauendopiu  di  dieci  an- 
ni 


PRIMO.  s 

ni  prima, per  Vimprudentia,  &  impudichi  coflmmì  della  madre  t  Ma-  J  Madonna 

r  t  ,.',  ,      .    ,  r  n  ri  BonaeraDu 

"Monna  Bona ,  pre/d  /d  fitf* te  4/  &tt,  <jr  *0»  ^//e/te  occajione  ridotte  a  pò-  cheiia di  mì 
co  apocoinpotcftà  propria  le  fortezze, le  genti  d'armeni  te  foro,  &  tutti  l*™>'llif}*- 
i  fondamenti  dello  Stato  ;perfemeraua  nel  gomerno,non  come  tmtore,ò  go-  <o  simontc 
uernatore;  ma  dal  titolo  di  Duca  di  Milano  infuori,  co  tutte  le  dimoftra-  "3*  "<*»}- 

•  i-  »  •    ->  j     j  j        •  ua  quello  ita 

tioni,&  attiom,da  Trmcipe;&  nondimeno  Ferdinado  bamendo  più  innari  to.Ma  Lo,i» 
g(i  d^//  occhi? utilità  prefente,che  l'antica  inclinatione,  ò  l'indegnatione  J£*tJjJJ5* 
del  fìglimolo,benche  gimfla,dcfidcrama  che  Italia  non  fi  alter  affé;  ò  perche  autorità;  fe, 
hamedopr  ornato  pochi  anni  prima  co  grauiffimo  pericolo  Iodio  contra  fé  [l^^ 
de ,Baroni,&  de'popoli  fuoi,&  fapedo  l'affttt ione,  che  per  lamemoriadel  cò^K^aità 
le  cofepaffate  molti  de'fmdditihauemanoal  nome  della  caja  di  Tracia;  du  S^cSSJ 
bit  affé,  chele  dif cor  die  Italiane  no  deffero  occafione  a'Francefi  diaffaltare  Parte  <s. 
j7  Bearne  di  "Napoli:  ò  perche  per  fare  cotrapefo  alla  potentia  deVinitia- 
m, formidabile  allhora  a  tutta  ItaliajconoJceJJ'e  effere  neceffaria  l'unione 
fua  co  gli  altri, et  fbecialmente  con  gli  flati  di  Miìano,et  di  Firenze.  K(e  a 
1  Lodouico  Sfor%a,beche  difyirito  inquieto, et  arnbitwfo,  poteua  piacere  al 
tra  deliberatione,fopr  aliando  non  manco  à  quegli, eh  e  dominavano  a  Mi- 
lano,che  a  gli  altri  il  pericolo  dal  Senato  Vinitiano:  &  perche  gli  era  piti 
facile  confermare  nella  tranquillità  delia  pace ,  che  ne  le  molefìie  della 
guerra,r  autorità  rifar  pata\&  fé  bene  gli  fuffero  foretti  fempr  e  ipen  fieri 
di  Ferdinando,^  d'^ilfonfo  d'Aragona;  nondimeno  (Jfendoglinota  la  di- 
tto fittone  di  Lorenzo  de  Medici  alla  pace,&  infume  il  timore  che  egli  me- 
de fimament  e  haueua  della  grandezza  loro:&  perfuadendofi,che  per  la  di 
uerfità  degli  animi, &  antichi  odij,tra  Ferdinando,^  i  Vinitiani,fuffe  uà 
no  il  temer  c,che  tra  loro  fi  face ffe  fondata  congiuntane;  fi  ripmt ama  affai 
fi  e  uro, eh  e  gli  dragone  fi  non  farebbono  accompagnati  da  altri,  a  tentare 
lontra  lui  quello, che  foli  non  erano  baflanti  a  ottenere.  Effendo  adunque 
inF  er  amando, Lodouico, &  Lorenzo, par  te  per  i  mede  fimi, par  te  per  diuer  b  Q„efto  & 
fi  rifletti  la  medcfima  intentione  alla  pace;  fi  continuaua  facilmente  una  l'anno  i44?r 
confederatane  contratta  in  nome  di  Ferdinando  B^edi  "Napoli,  di  Giouan  ^fb,  ne^ua 
'  Galeazzo  Duca  di  Milano, &  della  Repmblica  Fiorentina,  per  difcnfione  i>  »  MUanca 

.  ,,      ^Ji         7  i  -      •  ;   -  •  •  •     _,     j-      •  •  1  fupphcaron 

deloroflati:laquale,cominciata  molti  anni  innanzi  >&  dipoi  interrotta  a»vinitiani, 
per  uarv\  accidenti, era  fiata  nell'anno  i^o.adh  erendo  mi  quafi  tuttiimi  chenógiiia 
noriVotentati  d  Italia,  rinomata  per  menti  cinque  anni,  battendo  per  fine  dare  mma- 
principale,dinon  lafciar  diment  are  più  pot  enti  i  Finitiani:  iquali  maggio  ^00ds^"n" 
ri  fenza dubbio  diciafeuno  de  Confederatila  molto  minori  di  tutti  infie  ^a  la  guer- 
me,procedeuano  con  e on figli f eparati  da  configli  commni:&  affrettando  "atqau^ccteo 
di  crefeere  dell'altrui  di f unione, &  tramagli  pianano  attenti,^  prepara-  Ferrara,  fu 
tiamalerfi  d'ogni  accidente,  che  pot  effe  aprire  loro  la  mia  all'Imperio  di  ^  \f£*£ 
tutta  ìtaliaialquale  cbeafpirafferoffì  era  in  diuer  fi  tempi  conofeiuto  mol  Hercoie  Pd 
b  tocbiaramente,&jpccialmente,quandobprefa  occasione  dalla  morte  di  ^rfdquuee^ 
Filippo  Maria  Vifconte  D.uca  di  Milano;  tentarono  fotto  colore  di  difen-  ni. 

'  JL     z         dere 


LIBRO 

aere  h  libertà  delpopolo  Milane  fé,  di  far  fi  Signori  dì  quello  fiato:  &  pia 

frefcamete  quàdo  co  guerra  manifefla  d'occupare  il  Ducato  di  Ferrara  fi 

sforxarono.Rjffrenaua  facilmente  quefla  cofederatione  la  cupidità  del  Se 

nato  Vinhiano,ma  no  cogiugneua  già  i  collegati  in  amiatia  /incera  et  fé 

a  pare  che  deleuòciofia  che  pieni  tra  fé  mede  fimi  d ernulatione,&  di  gelofia,  no  cef- 

qftn  diftur.  fauano  d'offeruar e  affiduamente  gli  andamenti  l'uno  dell'altro,  interrom 

vltìhi  5  fa  pendofì  fcambieuolmente  tutti  i  diffegni,  per  i  quali  a  qualùque  di  effi  ac- 

mort:  di  Lo  ere  fiere  fi  poteffe  ò  imperio ,ò  riputatione:il  che  non  rendeua  manco  jlabi 

dicirfia  imi-  le  lapace^an%i  desìaua  in  tuttimaggwr  prote%7a,a  procurare  di  jpegne 

tato  dai  P5  re  follecitamete  tutte  quelle  fauille, che  origine  di  nuouo  incendio  ejfer  pò 

c\p\oàt\\u  ttfjero.Tale  era  lo  flato  delle  co(e,tali  erano  i  fondamenti  della  tranquil- 

i.deiia  guer  //^  d'Italia,  dilhofti,  &  contrapefati  in  modo,  che  non  Colo  d'alter  atti- 
ra di  Napo  r  J1  r  *.  Jr  c     .,  '  , 

ii;doMe  mo  ne  prejente  non  fi  temeua,  ma  ne  fi  poteua  facilmente  congietturare,da 
itra,ch  erteti  qUa[ì  configli,  ò  per  quali  cafi,o  con  quali  arme  s'haueffe  a  muoueretan 
fionda,/^  ta  quiete:  Quando  nel  me  fé  dy  .Aprile  dell  anno  1491.  foprauenne*  la. 
pace,fucur.  morte  di  Lorenzo  de  Medici:  morte  acerba  a  lui  per  l'età  (perche  morì 
morte  del  non  finiti  ancora  quarantaquattro  anni)  acerba  alla  patria  ,  la  quale 
ReAifonfo.  ytY  la  riputazione, &  prudentia  fua,&  per  l'ingegno  atti  (fimo  a  tutte 
b  dì  quefti  le  cofe  honorate,  &  eccellenti ,  fior iua  marauigliof amente  diricche%ge% 
fono™  ri'  &  di  tutti  quelli  beni, &  ornamentila  quali  funle  ejfere  nelle,  cofe  hu- 
principi  di  mane  la  lunga  pace  accompagnata:  ma&  fu  morte  incommodifìima  al 
dfeB?f>nf  reft°  alt  alia:  co  fi  per  l'altre  operationi,  le  quali  da  lui  per  laficurtà  co 
gno ,  effe  fé  mune  continuamente  fi  faceuano,  come  perche  era  me%o  a  moderare ,  $* 
tromokfa!  1uafi  unfreno  ne 'difpareri ,& •ne  fofpetti,  i quali  per  diuerfe  cagioni  tra 
tricma  aicu  Ferdinando,  &  Lodouico  Sforma ,  Trinòpi d  ambitane ,  &  di  potentia 
e  UT  "papa  qttafipari,fpeffeuolte  nafceuano.  *Alla  morte  di  Lorenzo ,  preparando^ 
s'indutfe  a  fi  oia  orni  dì  più  l'occafioni  alle  future  calamità,  fucceffe  pochi  me  fi  poi 

cuefta<nier-    ,  A      ,    ,L  ri  j    1  i  i       /        i;         #  »' 

ra ,  pacche  "*  rnorte  delTontefice:  la  ulta  del  quale  inutile  al  publico  bene  per  altro, 
Ferdinando  era  almeno  utile  per  questo,  che  hauendo  pretto  depofle  tarme,  mojje  m~ 
gare"  alia*  felicemente, per  glijìimoli  di  molti b  Baroni  del  Rggno  di  ^Napoli  nel  prin-  ^ 
chiefi  i  tri.  cipio  delfino  Vonteficato,contra  Ferdinando;  uoltato  poi  totalmente  la- 

bua  debiti.      F  1-    r  jì        ■  i  :     -j  r         »  ir-  r      ■  r> 

nimo  aotiofi  duetti  non  haueua  più  ne  perjt,  ne  per  lijuoi,  penfieri  acce  fi 
e  Ledifcor  a  cofe^cht 'la felicità d 'Italia  turbare  poteffero.^A  Innocentio Juccedette 
Cannili  fu  ^derigo  Borgia  di  Vatria  Valentiano,  una  delle  Città  I{egie  di  Spagna, 
*ó  pò»  quie  antico  Cardinale,&  de  maggiori  della  Corte  di  Bgma:  ma  affunto  al  poti 
*a,che*i  car  teficato  per  le  e  dij'cord'e,  che  erano  tra  i  Cardinali  Jtfcamo  Sforma  ,&  § 
Jinai  di  s.  Giuliano  di  San  Tìero  in  V incoia^  molto  più  perche  con  e  (Tempio  nuouo 

Pietro  i  Viri  //       ^  \  ^         1    r  -  *  rr- 

cola  fufac.  in  quella  eta,compero  pxk\ emente, par te  con  uanari,  parte  con  promejfe 
to  papa ,  ac  degli  ufficti,  &  benefici^  fuoi,  che  erano  ampli fiimi molti  uoti  dì  Cardimi 
Giulio  i.re  /'"  ì  quali difpr cimatori  de  l'Euangelco ammaefìramento  ,non  fi  utrgo- 
ài  m  queita  qnarono  di  uender e  la  ficultà  di trafficare  col  nome  dell'autorità  celelte. 
a  cax.ió^    ijacri  tejori  nella  pm  eccclja  parte  del  tempio  •  Indujk  a  contrattatone 

tanto 


P    R    I    M    O.  5 

tato  abominatole  molti  di  loro  il  Cardinale  jfcaniowa  no  già  più  co  fc :•*]£££ 
perfuafioni,&  co'pric%hi,che  con  PejJempio:pcrche  corrotto  dali'appcti-  fcamo  nei 
to  /wy?w/ro  «feto  rkcba&espattiggiè  perfe,p  prezzo  di  tata  federate^  %$£*£ 


la  jet  il  palagio]  no  ai  t\oma,pienv  ut  invuw  uigr  **««(/*##«*  i»*»***»****.*  i 
fuggi  perciò  ne  poi  il  yudicio  dittinole  allbora  l' infamia, et  odio gi ufi 
%libuomini,ripieni  per  quefta  elettwne  dijpaueto,et  d  horror  e,per  efere  £**£% 
fiata  celebrata  co  arti  sì  brutte :et  no  meno  perche  la  natura, et  le  coditio  coi  rado  u  - 
ni  della  per  fona  eletta  erano  conosciute  ingrà  parte  da  molti:  &  tra  gli  £  \  y|j£{J 
alt  ri  è  manifcflo,chel  He  di  l^apoli,becbe  in  pubi  co  il  dolore  conceputo  ni;  &  ersi  io 

\  diffimulaffe;^  lignificò  alla  Bginafua  moglie  co  lagrime  Mietali  er  a  fo  ™  ^f^ 
lito  aflenerfhetiddio  nellamorte  de  figliuoli ;effer  creato  unTdtefice,che  *££**£» 
farebbe  per  melo fiìfimo  à  ltalia,et  a  tutta  la  \\cpublica  Chrifliana:Trono  ™  no /i  fi» 
ftico  ueramete  no  indegno  della  prudi  via  di  F  er  din  ado -.perche  in  Me  fi  a-  ì^jj^* 
dro  Seflo  (co fi  uolle  efiere  chiamato  il  nuouo  Toteficejfu  folertia,et  faga  fj  ^ànS 
cita  finyolareicofiglio  eccellete;efficacia  a  perfuadere  marauigliofa,&  a  hA  «Vi^j. 
tutte  ùfacUegraui,follecitudine,edefirex^aincredibileMa  erano que  I^zoIkI 
(le  uirtu  auarate  di  vràde  internatio  da'uitu:cofiumi  ofcemffiimi,nofince-  ™  *£*** 
r/£<?,»6  uergogna.no  uenta,nonfede,  non  religione,  auaritia  injatiabiie,  no>  che  lo  fe 
ambitione  immoderata, crudeltà  più  che  bar  bara, et  ardetiffima  cupidità  g£**l*g 

:  d/  e  fallar  e, in  qualuque  modo,*-  ifigliuoli,i  quali  erano  molti:Et  tra  quefli  fn  ulci'ulo  f„ 
qualc\)uno,accioche  a  effequire  i  praui  cofigli,no  macaffero  praui  infiru  g^aw  • 
meti,no  meno  dtteflabile  in  parte  alcuna  del  padre.Tata  uariat  ione  fece-  .~^~" 
ro  per  la  morte  d'innocetio  Vlll.le  cofe  della  cine  fa:  ma  uariatione  d'im-  co  dnef*Re°  ^ 
portala  no  minore  haueuano  fatta  per  la  morte  di  Loreto  de  Medici,  le  J?£5^jj£j 
cofedi  Vire%e:ouesexa  cotradittione  alcuna  erafucceduto  nella  gradex^^  £ru<jéttT, 

d  7  a  del  padre  Tiero  maggiore  di  d  tre  figliuoli,  ancora  molto  giouane,ma  di^che  jieue 
neper  C et à,nè  per  F altre  fue  qualità  atto  a  reggere  pefo  sì graue,nè capa  f,  princ"e* 
ce  di  procedere  co  quella  moderatone  ,co  la  quale  procededo,et  detro,  &  antivedendo 

r  f  t  •■  ct\  '       il  futuro,  co 

fuori  ilpadre;&fapedofi  prudetemete  teporeggiare  tra  Trtncipi  colle-  f,  leggiamo 
gat'nhaueua  uiuedo  le  publiche,et  le  priuate  coditioni  amplificate,^  mo  j^JJ^J 
redo  lafcìata  in  ciafeuno  coftate  opinione,che  per  opera  fua  principalme  ch.  cfleodo  " 
tefifuffe  la  pace  d'Italia  coferuata.Terche  non  prima  entrato  Tiero  nel  «£«>  c^- 
Vamminiflratione  della  ^tpublica,che  co  cofiglio  direttamele  contrario  xa  Duca  di 
a  configli  paterni,nècommunicato  tociitadini  principali,  sexa  i  quali  le  j^^Tubl 
cofe  grani  deliberare  non  fi  foleuano;  mofjò  dalie  perfuafioni  di  Virginio  to  che  ./neb 
:  Orfino  parente  fuo,(cranoc  la  madre,et  la  moglie  di  Tiero  nate  iella  A*^1"^* 

miglia  ch  era  morta 

la  pace  d'Italia,    e    Celare  Fracefco,Giuffrè  &  Lucretia  erano  i  figliuoli  del  Papa;*  qui  J>  l°fiu  Stella. 

bile;  intende  Cefa re.  . 

4     P.etro}Giouanni,chefupoi  Papa  Leo  X.&  Giuliano  erano  i  tre  figli  noli  di  Lorenzo.  nÉ  com# 

e     La  madre  di  Pietro  fu  Clance,ch;  heobe  una  foreJ la;  detta  Aurante.matitata  in  ca(a  Ma'aVina  coni* 

Thomafo  Porcacchi  ha  rcrittontllJhiltcna,ac  origine  di  detta  Cafa,  ma  la  moglie  di  *>""«  r» 

Alfonfina  dell  ifìefl'a  famiglia  di  gli;Orlifti. 


t- %  LIBRO 

miglia  Orfinajft  riflrinfe  talmete  con  ¥erdinàdo,&  con  JLlfonfoMqu* 
li  Virginio  depedeua,che  hebbe  Lodovico  Sforma  caufagiufla  di  temere, 
che  qualuque  uolta  gli  dragone  fi  uolcjfero  nuocergli, harebbono  periati, 
torità  di  Tiero  de1  Medici  congiute  feco  lefor%e  della  J\epublica  Fioreti- 
na.Quefta  intelligetiafeme,&  origine  di  tutti  i  mali, fé  bene  da  principio 
fuffe  trattata  & /labilità  molto  fegretamente;cominciò  quaft  incontinen 
te, benché  per  ofcure  congietture  a  efiere  fioretta  a  Lodouico  Trincipe  ni 
gilatiffimo,e  d'ingegno  molto  acuto.!? er che  douedofi  fecondo  la  confuetu. 
dine  inueterata  di  tutta  la  ChriUianìtà  madare  ^.mb a f datori  ad  adora 
re  come  Vicario  di  Chriflo  in  terra,et  ad  offerire  d'ubbidire  il  nuouo  Voti 
«  inqaefta  tefice^haueua  Lodouico  Sfor%a,delquale  fu  proprio  ingegnarfi  di  parere 
*rrt  mifc°  C°n  mumtloni  non  penfae  da  altri  fuperiore  di  prudentia  a  ciafeuno ,  a 
^hiSwt  configliato  che  tutti  gli  jLmb aviatori  de  collegati,  entraffero  in  undì 
Sbrw Lant  medefmojnfleme  in  J\oma,prefenta(fmfi  tutti  infìeme  nel  Conciflorio  ptt 
^mokcTd'  blico  innari  al  Tonte ftce,&  che  uno  di  effi  or  affé  in  nome  commune:per- 
•J™  che  da  quefio  con  grandi ffimo  accr e f cimento  della  riputatane  di  tutti,  a 
in  queftofuo  tutta  Italia  fi  dimoflrerebbe  e/fere  tra  loro  nonfolo  beniuolentia,&  con 
tfclnofttr  federatione,ma  più  toflo  tanta  conyùtione  che  e  pareffero  quaft  un  Triti 
wano,&  am-  cipe,&  un  corpo  medefimo  :  manifeftarfi  non  folamente  col  dijcorfo  delle 
tìi^ohragB  ra&9ni>nM  non  meno  con  fr  e  fio  effemplo  l'utilità  di  quefio  cor, figlio ;per 
altri,  maffi.  che^fecondo  che  fi  era  credutoci  Tontefice  ultimamente  morto,prefo  ar 
«èdTin  qui  Somenl°  dalla  di/unione  deCollegati,dallyhauergli  con  feparati  configli, 
4ti  due  iuo-  &  in  tepi  diuerfi  preflato  l'ubbidienza,  era  flato  più  pronto  ad  affaltare 
foh,cioè  ft  ilB££no  diJ^apolì.^AppYouo  facilmente  Ferdinàdo  il  parer  e  di  Lodouico: 
31.  faci.  &  appr ouar onlo  per  lauttorità  dell' uno,&  dell'altro  i  Fiorentini,  non  con 
Joa1"».  tradicendo  ney  configli  publiciTiero  de  Medici,benche  priuat amente  gli 
«doue  ottima  fuffe  molejli(fimo:perche  effendo  egli  nno  degli  Oratori  eletti  in  nome  del 
^refentat^a  ^  Kepublica,&  hauedo  deliberato  di  fare  illuflre  la  fua  legatione  co  ap-, 
AoPriA lqUe  tarat0  m°ltofuperbo,et quafi peggio ;fi accorgeua  che entrado  in  I\oma, 
°  rmcipc'  &  prefentadofi  al  Tontefice  infieme  cogli  altri  ^imbafeiatori  de'  Colle 
gati ,  nonpoteua  in  tata  moltitudine  apparire  a  gli  occhi  degli  huomini 
lojpledore  della  fua  pompa daquale  uanitàgiouimlefu  cofermata  dagli 
ambitiofi  conforti  di  Gentile  Vefcouo  ^Aretino  >  uno  medefimamente  de 
gli  eletti  ambafciatoriiperche  ajpmàdofi  a  lui  per  la  dignità  Epifcopale 
et  per  la  profeffione  laquale  ne  gli  Sindache  fi  chiamano  di  humanità,fat 
ta  haueua;U  orare  in  nome  de  Fioretinhfi  doleua  incredibilmete  di  perde 
re  per  quefio  modo  infoino  &  inafpettato  l'occafione  di  ofiètare  la  fua  elo 
quetia  in  coietto  sì  honorato,&  sì  falene  :et  però  Tiero  fiimolato,parte 
dalla  leggiere^  propria,  parte  delbabitione  dyaltri(ma  no  uoledo  che 
a  notitia  di  Lodo.  Sforma  fuenijf e, che  da  fé  fi  cotradiceffe  al  cofiglio  prò 
foflo  da  luifrichiefe il  I\e,  che dimofirado  d'hauerc  dapoiconfìderato,che 
fen^a  molta  cofufionendfi potrebbono  effequire  quefìi atti comuncmctc; 

con- 


Virj 


PRIMO.  4 

tofortaffe  che  ciafcunofeguitàdo  gli  efsepi  paffati  proeedeffe  da  fé  midefc 
ino:  nella  quale  domada  il  I{e  dcfiderofo  di  copiacergli,ma  no  tato  che  to  &*£**£* 
tahm  te  difpiaa-JJe  a  Lodomco;gli  fatisfece  più  deli  effetto  che  del  modo;  n  i  o/teiii 
cdciofia  co  fa  che  e  non  e  ciòcche  nonf  altra  cagione  fi  partìua  da  quel  che  t^cti&^m* 
prima  haueua  cofentito,che p l'inflatia fattali daVìero de  Medici.Dimo  fi  legge  ne! 
firò  di  quefìa  fubita  uariatione  maggior  moleftia  Lodouico,  chef  fé  Uefa.  ?J°^f^l 
rio  meritaua  L'importati  a  della  co\  a, lamentando  fi  graueméte  ctfeffendo  ch^'Ke  di 
già  nota  alVont.eta  tutta  la  corte  di  [{orna,  la  prima  deliber adone ,e  chi  ^nomaci 
ne  f ufi  e  flato  auttore;hora  fludiofaméte  fi  ritrattale  p  diminuire  lafua  gione  dimoi 
riputatane:  ma  gli  dijp tacque  molto  piu,che  p  quefto  mìnimo, &  qua  fi  rio  Re' Frimai! 
rio fider  abile  accid  te, cominciò  a  coprendere,cheViero  de  Medici  haue fé  d»fìerfos'ac 
occultarne  te  mtelligr  tia  con  Ferdinando;ilchep  le  co  fesche fegmtarono  pruderla  pri 
uenne  a  luce  ogni  dì  più  chiaramete.Toffedeua  l'^AnguillarayCeruetri,ct  ?"*>  Jamcn- 
alcune  altre  piccole  casella  uicine  a  Hgma,Francejchetto  Cibò,Genoue-  t"uoUe  Sa! 
fe,figliuolo  naturale  rilnnocentio  Vontàlquale  andato  dopo  la  morte  del  l*àum**ài 
padre fotto  l'ombra  di  Tiero  de' Medici  fratello  di  Maddalena  fua  me-  Jàelifioi'Ji 
glte,ad  habitare  aFirenyewo  prima  arriuò  in  quella  Città,  che  interpo  quefta  face»* 
nédojene  Viero;uendè  quelle  cafìella  per  quaranta  milla  ducati  a  a  Vir-  ^"0^ 
gin:o  OrfmoyCofa  confultata  principalmente  con  Ferdinando  jl  quale  gli 
pre/iò  occultaméte  la  maggior  parte  de'  danari, per fuadédo fi, che  a  bene  ìle/che*!?! 
pcw  proprio  rifultafje,  quanto  più  la  grandetta  di  Virginio  foldato  ade  ceni  calia» 
rente,&  paréte  fuo  intorno  a  Peonia  fi  diftendcj]e:perche  il  {{e  confederati  ^I$?èfiul 
do  la  potentia  de'  Tòtefici  efjcre  inflrumento  molto  opportuno  a  turbare  ™  py  m?«« 
il  J\egno  di  'Napoli, antico  feudo  della  chiefa  Bimana,  &  ilquale  confina  r^Ln  s'op! 
per  lunghi ffimoff  atto  col  dominio  Eccleftaflico;&  ricordando  fi  delle  con  p?neui;  ™# 
trouerjiiyleqiìali  il  padre, &  egli  haueuano  molte  uolte  hauuto  con  lorc9  morco  []\* 


&  ejjerejempre  pronta  la  materia  di  nuoue  contentini  per  legiurifdt-  *lfi^f*  di: 
uicim,ne  meno  jpeffo  tra  ilfeudatarw,&  il  Signore  elei  feudo;  bebbtfm  7ilul  fedii 


tiom  de  còfiniyper  conto  de'  cenfhper  le  collattoni de  beneficij,per  il  ncor  Regno p2r'r« 
fo  de'  Baroni,et  per  molte  altre  aifterentie,cbe  fptfjo  nafeono  tra  gli  flati  £l°n  <**  fo«- 


f  re  p  uno  de  fa  Idi  fondamenti  della  fic  urta  fua,  che  da  fé  dependcjsero  ò  *p{°^*  • 
tutti,o  parte  de*  Baroni  piupotenti  dei  tenitorw  ì\omano:cofa  che  in  que  no ,  d»\|ii 
fio  tepo piàprotamente faceua,perchefi  credena,che  apprefjo  al TÓtefice  {™^'e£j£ 
hauejjea  ejjeregrade  l'autorità  ai  Lod. Sforai  p  me\o  del  Card.^Aj canto  cétra  Aifon 
fuo  fratello.^  lo  moueua  forfè  menomarne  molti  credettono,il  timore,  \^^^\ 
che  injLlefandro  rio fufeher editarla  la  cu}idad,tt^  Iodio  di Califlo  111.  molato  uc» 
Tont.juo  T^oulquale  per  dtfidtrw  smoderato  della  graderà  ai  Tu  1  ro  J£  ap^£^ 
Borgia  Juo  nipote, bar  ebbe  fubito,che fu  mori  cJlfonjo,  padre  di  Ferdina  ra  a»seh5ij* 
do,jela  morte  no  j  ufjt  interpola  ri  ctfiglijuoi,mojje  l'arme  per  fpogliar  fa  pi]$>*£  \ 
lo  del  Bggno  di  l^ipo  li, ricaduto  fecbdo  e\)  affermana  alla  cine fa:no)\  fri  l«a.  piatine 
fordado(tanto  poco  puojpefjo  negli  huomim  la  memoria  de  benefici]  ree 
uutijchep  opera  ri^lfon^^necui  regni  era  nato>et  cui  miniflro  Ingo  tepo 

jl     4         ara 


L     I     B      K     O 

era  flato, haueua  ottenuto  l'altre  dignità  ecclefiafìiche>& aiuto  no  pìceo 

loaconfeguire  il  Tonteficato.  Ma  è  certamente  co  fa  ueriffima,  Ch  e  non 

fempre  gli  b  uomini  fatti]  difcemonoyò  giudicano  ffettamete:  bifognaebe 

Jpeffo  fi dimoflrino  fegni  della  debolei^za  dell'intelletto  h umano. ulRgyben 

che  riputato  Trencipe  di  prudetia grade>nò  cofiderò  quato  meritale  d'ef 

fere  riprefa  quella  deliberatione,laquale  non  bauendo  in  qualunque  cafo 

altra  Jpera^a,che  di  leggieri jjìma  utilità>poteua  partorireda  altra  parte 

dani grauifftmi:mperoche  la  n'edita  di  quefle  piccole  cafiella  incitò  a  co- 

fe  nuoue  gli  animi  di  coloro,  a' quali,  ò  apparteneua,  ò  farebbe  flato  utile 

attendere  alla  coferuatione  della  concordia  comune.  Terche  ilTontcfice 

fretcdédoycbe  per  la  alienazione  fatta  fenxa  f apula  f uà  ,f uff  ero  f eco  do  la 

dijpofitione  delle  leggi  alla  fedìa  Apoflolica  deuolute:&  par  edogli  ojfefa 

nonmediocremtterauttoritàVontificaleyConfiderado  oltre  a queflo,qua 

lifuffero  i  fini  di  Ferdinàdo,riempiè  tutta  Italia  di  querele  covra  lui,con 

tra  Viero  de  Mcdici,&  contra  Virginio, affermando,  che  per  quato  fi  difle. 

deffeil  poter  fuo, opera  alcuna  opportuna  a  ritenere  la  degnità,et  le  ragia 

ni  di  quella  fedia  non  pretermetterebbe.  Ma  non  manco  fé  ne  comoffe  Lo- 

brdta ani?/  douico  Sforma,  tlquale  erano  fempre  fofpettel'attioni  di  Ferdinando:  & 

i.odouico,ii  perche effendofi  * uanamete  perfuafo,  ilVontefìce  co  configli d\ A fcanio, 

Xtto^c1^  &  fuoiyhauerfi  a  regger  e;gli  pareua  perdita  propria  cloche  fi  diminuiffe 

woieua  dipru  della  graderà  di  Aleffandro.Mafopra  tutto  gli  accrefceua  la  moleflia  il 

rupedor^  ?  non  fi foter  flli  dnbit areyche  gli  Aragonefiy&  Viero  de'Medici,  poiché  in 

oafcuno,&  a  opere  tali  procedeuano  unitamete,nÒ  hauefjtro  cotratta  infiemefircttif- 

ferma   ml°  fim,z  cogiuntione:i  difegni  deyquali,come  pericolo  fi  alle  cofefueyper  inter 

nei  lib.  j.a  e.  rdpere}et  per  tirare  afe  tato  più  con  quella  occafione  l'animo  del  Votefi 

«jio^uSica  ced' incitò, quato  più  gli  fu  poffibìle,alla  coferuatione  della  propria  digni 

per  uano,  &  tà,ricordàdo?liyche  fi  proponete  dinari  a  vii  occhi  non  tato  quelloyche  di 

pieno  di  ìac-  r  r  -  it         i       •  /•>    rr         n  >        •      •    i\ 

tantia.  predente  fi  trattaua,quato  quello3che  importala  l  eijerejiata  ne  primi  di 
del  fuo  TonteficatOydift>re%£ata  cofi  apertamente  da'fuoi  medefimi  uaffal 
neramente 'r  ^  ^a  maeflà  di  tato  gradomon  credcjfe>cbe  la  cupidità  di  Virginio  yòl'm- 
che  fianoan  portala  delle  cafìellayò  altra fimile  cagione  bai;  effe  m  offo  Ferdinadoyma 
citi/  d"'iie  il  teiere  co  ingiurìeyche  da  principio  pareffero  pive  ole  yt  et  are  la  fina  patte 
à\  Napoli  co  tiayet  il  fuo  animo. Dopo  lequali(fe  quefle  glifufiero  e  o  por  tate)  ardir  eb- 
che  fin  cifri  be  di  t  etare  ogni  giorno  co  fé  maggiori:  no  effer\  l'abitionc  fiia  diuerfa  da 
Papa  Leone  quella  degli  altri  Re  Napoletani  >b  nimici  perpetui  della  ci. ne  fa  Romana: 

nonoiNor-   f  7    d  i    7r  i  •  «  r        -.      •    -  ?>  •«^-      r    • 

mani  ?efftv.  perciò  haueY  moltifjime  uolte  quei  I\eperjegHita:i  co  l  arme  i  Votejichoc 
citaronojco.  cupato  più  uolte  Rgma.'lsfo  hauere  quejlo  mede/imo  P^e  madato  due  uolte 
gii.-  dai]  bij  contra  die  Tonteficigli  efferati  co  laperfona  del  figliuolo  infino  allemtt 
it-one,;  .ind^  ' ~a 'Romanci *non  hauere  quafi  fempre  esercitato  nimicitie  aperte  co  fuoi 
tio  2 . e  lemé  ar.teceflori?  irritarlo  di  prefente  contra  lui  non  folo  Peffcmpio  degli  altri 
co5'  Ce& 'lì  %£>r*°j°l°  la  cupidità  fua  naturale  del  dominar e;ma  di  più  ildefideriodel 
•Uri.'  a  u  edetta  %  la  memoria  dell'offefe  riceuute  da  Califlofuo  ^io.  jl u  iter ti fi- 

fe Hi- 


PRIMO.  5 

fé  diligetemele  a  quefle  cofe,et  co fiderà ffe,che  tollerado  con  patientia  le 
prime  ingiurie,honorato  folamente  con  cerimonie,  &  nomi  nani;  farebbe 
effettualmete  difbregiato  da  ciafcuno,  &  darebbe  animo  a  più  pericolo  fi 
dife^nima  rifeniendofene;coferuerebbe  ageuolmete  la  priftina  maeflà,& 
vradeT7a;&  la  uera  ueneratione  douuta  da  tutto' l  mondo  a'TÓtefici  Fg 
mani.iArviùfe  alle  perfuafioni  offerte  efficaciffìme:  ma  più  efficaci  fatti: 
perche  %ììpreftò  pròtifìimxmete  qn arata  mila  ducati,  &  condujfefeco  a 
fpefe  comuni,ma  perche fieffèro  fermi  doue  pareffe  al  Tontefice,  trecento 
hnomini  d'arme:&  nodimeno  defiderofo  di  fuggire  la  necefìità  d'entrare 
in  nuota  trauagli;cofortò  Ferdinando  che  dijponeije  Virginio  a  mitigare 
con  qualche  honeflo  modo  l'animo  del  Totefice;accennadogli,  chealtrime 
ti  ^rauijfimi  fcàdoli  da  quefio  lieue  principio  nafeer  potrebbono.Ma  più  li 
ber  amente,  &  con  maggior  efficacia  ammonì  molte  uolte  Tiero  de  Medi- 
cine confiderado  quanto  fu ffe  flato  opportuno  a  co  feruare  la  pace  d'Ita 
lia,che  Lorenzo  fuo  padre  fujje  proceduto  comehuomo  di  me%o,&  amico 
comune  tra  Ferdinado,&  luv,uoleffe  più  tofìo  feguitare  l'efempio  dome- 
fiico,hauedo  mafjimamente  a  pigliarci  'imitai ione  da  per  fona  fiata  di  tan 
to  ualore,che  credendo  a 'configli  nuouidare  ad  altri  cagione,an^i  più  to 
fto  necefìità  di  far  e  deliberationi,lequali  alla  fine  hauejjero  a  e  fere  perni 
ciò  fé  a  ciafcuno:&  che  fi  ricordaffe  quanto  la  lunga  amicitia  tra  la  cafa 
Sfor^efca,  &  quella  de' Medici  haueffe  dato  all'una,  &  all' altra  ficurtà, 
&  riputatione:&  quateoffefe,&  ingiurie  hauefje  fatte  la  cafaùjlrago 
na  al  padre,&  a'maggiori  fuoi,&  alla  F^epub.  Fìorentina:&  quante  uol 
te  Ferdinando,^  prima  Mfonfo  fuo  padre  haueffero  tentato  d'occupare 
bora  coarme,hora  co  infidie  il  dominio  di  Tofcaua.Ma  noceuano  più  che 
nogiouauano  quefli  conforti,&  ammonitioni.Verche  F  erdinàdo  ftimado 
effergli  indegno  il  cedereaLcdouico,&ad,Afcanio,daglìfìimolidequa 
Ufi  perfuadeua,che  l'indegnatione  del  TÓteficeproccdeffe;et [limolato  da 
Mfonfo  fuo  figliuolo  ;cofortòfegretamete  Virginio,  che  non  ritardale  a 
riceuere  per  uirtu  del  cotr  attoria  poffeffìone  delle  caftella,promettédo  di 
fenderlo  da  qualuque  moleftia  gli  fuffe  dataiet  d'altra  parte  gouernàdo  fi 
co  le  naturali  fue arti;proponeua  colTotefice  dhzr.fi  modi  dtcopofitio- 
ne,cofortado  nondimeno  Virginio  occultamete  a  no  cofmtire,fe  no  a  que 
gli, per  i  quali  fatisf acedo  alTotefice  co  qualche  fomma di danari,bauef  a  D.  ^efta 
fé  a  ritener  fi  le  caflella.Onde  Virginio  prefo  animo  a  ricusò  poi  più  uolte  dure^  di 
di  quei  par  titi,i  mali  F  erdinàdo, per  no  irritar  e  tàtoilTonieficefaceiia  JJSJlSìì 
infiàtiajcheegli  accettaffe:'Nelle quali  pratiche  uedendofi,  che  Tiero  de  dinando. 
Medici  perfeueraua  di  feguitare  tauttorità  del  I{e,et  effer  uana  ogni  diti 
getia,che  per  rimouerlofifaceffe;Lodou.  Sforma confiderado  feco  medefi 
tuo  quato  import  affé, che  da  gl'inimici  fuoi  dipédeffe  quella  città.  Ut  ope- 
rammo della  quale  folcua  e  fiere  ilfondameto  principale della  fuaficurtà 
&  perciò  paredogU3cbe  gli  foprajìejfero  molti  pericola  deliberò  alia  fai:  * 


te  prò- 


1    I    B    R    O 


J.oVe  ?™!n  te  ProPrla  comoùì  rimedi]  prouedere.  Concìofia  che  gli  fu  fi  e  noti/timo  II 
in  ito  tinge  defiderio  ardeteycbaueuano  gli  dragone  fi  >ctì  egli fufie  rimo  fio  dal  gouer 
«o: &riabdul no  dd  niPot™l<ì*al  dtfidenoybecke  Ferdmàdo  fieno  ì  tutte  C  anioni  d'in 
fimuiatione  credibile  *fimulationey&  diffimulationeyfi  fufie  sformato  dì  ricopriremo 


1     nemico,^'  dim**°  Mfonfo  buomo  di  natura  molto  apertayno  sera  mai  afienuto  di 
porti  odio,  lametarfi  palefementedell'opprejjìone  del  generoidicedo^  con  maggior  li 
nròofton*?  berta,che prudentiaìparoleinginriofe,& piene  di  minacci.  Sapeua oltra 
Fwo,&  non  quello  Lodouicoycbe  ifabella  moglie  di  Gio.  Galea^o ,  gioitane  di  turile 
^Jm  À\cxxJ^ritoC  w5  cefiaua  di  limolare  cotinuamete  il  padre,&  l'auohycbefe  non 
"*e  "fZ^Sti™014614*  l'infamia  di  tata  indegnità  del  marito,&  di  lei;gli  moueffe  al 
ne  altre  uir-  m*c0  H  pericolo  della  uita-.alquale  erano  efpofii  infieme  co  li  propri]  figli 
dVaif"10  H0^*Ma  quel  ebe  più  angufliaua  l'animo  fuo;er  a  il  confederare  efier  font 
étti*  di  eh"  marne  te  odiofo  Hfuo  nome  a  tutti  i  popoli  del  Ducato  di  Milano;  fi  ,  mol 
ino  rifuS  U  infolite  efattioni  di  danariyc  baueua  fatte;come  per  la  compajfione  che 
4  de  pnidcrl  eiafeuno  baueua  di  Gio.Galea^jo  legittimo  Signore.Et  beebe  egli  fi  sfor 
rlmSm?  ^aiìaifarefofpetti  gli  dragone  fi  di  cupidità  d'infignortrfidi  quello  ila 
pi.Marc.iui  tOyCome  [e  effi  pretedeffero  appartenerli  a  loro  per  l'antiche  ragioniàdtl  { 
no  iìf"d'e  u$am*t0  dl  Filippo  Maria  Vifcote;dquale  baueua  infiituito  bende  M 
gii  vffid  còfonfo  padre  di  Ferdinado:et  ebe  per  facilitare  qutfio  difegno  cerca/fero  di 
iSmo  *ài  ?riuan  H  nipote  delfuo  gouerno:noiimeno  noi  ofeguitaua  con  queft'arti 
bene  gcSmq  la  moderatane  dell'odio  coceputomè  che  uniuerfalmete  no  fi  confiderajfe 
nof^lecTto  ^.  QJ  al  i  fceleratexge  foglia  cMurregli  buominiyla  fete  pefiifera  del  do 
simulare ,  o  minare.  Ter  ò  poi  che  lugamete  sbebbe  riuolto  per  l'animo  lo  fiato  delle 
i  simulare .  cofe^  j  perjColi  imminet  iypofipofti  tutti  gli  altri  penfieri;  indir  tQ^ò  del 
tonfo  di  41!  tutl°  l'animo  a  cercare  nuoui  appoggi  }&  congiut  ioni:  &  a  quello  dimo- 
ia \wpru4tT\firk~  dogli  grande  opportunità  lo  sdegno  del  TJ'ottfi  ce  edira  F trainando >et 
to  dì  fcpdr"à  M  defiderio  che  fi  credeuay  che  bauefie  il  Senato  Vmitianoy  che  s  alter  affé 
«r.  ì.fic.i.  quella  cofederatione,per  laquale  era  fiata  fatta  moltJ  anni  oppefitionc  a* 
roana  aiCbé  difegni  juoi;propofe  all' uno  y&  all'altro  di  loroydifare  infiemepcr  benefi 
pubiico  :  n- ciò  comuneynuoua  cofederatione.Ma  nel  Votefice  pr  e  naie  uà  allo  fderno* 

che  coferma^.  7-  ».  ,-r  ,  -  ,•         r  ,,»,*,  .  W  " . 

có  l'aggiuta et  a  qualuque  altro  affetto  la  cupidità  sfrenata  dell  efa  itat  io  neat  figli  uo 
dell'ambino  Iki  quali  amado  ardetementeyprimo  di  tutti  i  Votcficucbe  ver  uelare  in 

ne,con  quitti  ,    •  n     r  1  <    1  1  •  ,  F 

come  di  fot  falche  parte  l  infamia  loroyfoleuano  chiamargli  nipoti; gli  cbiamaua9 
HcVmii  s  ^  moftraMa  a  tuttoHmodo  come  figli noli. ,Ts{èJ e  gli  prefentàào  f  ancora. 
e  il  GionTb  opportunità  di  dareper  altra  nia principio  ulL\ntetofuo;faceua  injtàtia 
«  i\  covio  re d  ottenere  per  moglie  d'uno  di  loro3  una  delle  figliuole  naturali  djlU 

giurano   li  r     r  J         ,    °      .         n  .  ,  *  o         "  *"■» 

Fctcera  icrn  Jonfo,  co  n  dote  di  qualche  fiato  ricco  nel  regno  \apolitano  .  Dallaqualc 

u  tn^w1o^cran^a  irifmo  n°Q  re$°  efclufo'pnftà piugl'orcccbiycbe l'animo  alla  co  « 
&  a  Pad™,  federat ione propofìa  da  Lodouuo:  &  fé  in  qutfio  aefideno  gì  fufie  fiato 
h^fr1  ili  li  corrtfp0ft°Snò  fi  farebbe  perauuetura  la  pace  dy  Italia  co  fi  prefio  pcrtur- 
©rincip.  del  bata;ma  beebe  Ferdinado  no  ne  fufie  alieno pwndimc no  ^Aifonjo,  U  quale 

li  7. parte.  * 

d  Di  quello  ho  fatto  annotatone  di  fotto  a  e.  14. faci,  hauendo  tenuto  alcuni,  che  folle  codicillo  &  noi 

tjciUmao,&  iubuoilrdcaato  morto  iilippo,       e     fcxa  fatui*  che  in  lK-Uandfo  o.loìkro  ca-'iou  di  iwlt 


PRIMO.  <T 

tborriua  Fambitionc,&  ilfaflo  del  Tontefice;ricusòfempre  di  consentir  •*»«  J«  «* 

.  ,.        „  ài        »•/*  •         /r»   »  f  •  pul  fé  dipi* 

ut :&  perciò  non  dimoflrandoyche  dijpiacejje  loro  ti  matrmonto;ma  meu  ricadi  hauu- 
itfwrfo  difficultà  nella  qualità  dello  flato  dot ale ;no  fatisfaceuano  ad  ^efl°\à^it 
(andrò. Terilche  egli  Jdegnato;fi  rifoluè  difeguitare  i  confi  gli  di  Lodoui-  giSa?  Tatti 
concitandolo  la  cupidità,&lofdegno>&in  qualche  parte  iltimoreiper  ** l£-4- 


a  e. 

de 


lfa;era  ali  bora  molto  potete 
xo:ma  ancora  Vrofpero  et  Fabritio  principali  della  famiglia  de*  Colone/i:  J1™  Ij1  /°£C* 
hr  il  a  Cardinale  di  S.Tiero  in  y incoia,  Cardinale  difomma  eflimationey 
ritiratosi  nella  Rocca  èOflia  tenuta  da  luiycome  da  Vefcouo  Oftienfe,  per  a  QneftoCar 

~  ,.  ,        i       ~      r         -  •    r  3-    rr      ìi     r  -  •    -  rr       'j-V.       amale  fu  poi 

TojpettOìChe  il  Totefice  no  infidiafle  alla  \ua  uita;era  mimici/fimo  di  Fer  oidio  i.  pa 
dinàdo,cotra  ilquale  baueuagia  concitato  prima  Siflo  Tonteficefuo  zjo,  Pf***]£ 


grata  /#  dif unione  de  gli 
fofpètta  già  ogni  dì  più  a  ciafcuno,et  la  memoria  delle  leghe  fatte  da  loro 
con  Sifto]&co  Innocentio  fuoi  proffimi  anteceffori.Verche  dall'una  rice- 
uettono  moleftie  affai  fenica  comodo  alcuno:  &  Siflo  quado  più  ardeua  la 
guerra  cotra  il  Duca  di  F errar ayallaquale  prima  gli  haueua  cocitati>mu 
tata  fentetia;procedè  nofolamete  con  l'arme  fpirituali:  ma  prefe  ancora 
l'arme  temporali  infteme  col  reflo  d'Italia  cotra  loro.  Ma  fuperado  tutte 
le  difficultà  appreffo  al  Senatoyet  priuatameteco  molti  de  fenat  ori  linda 
flria,&  la  diligetia  di  Lodouico:  fi  contrajjefinalmete del  mefe  d'aprile  b.^rae  » c 


tmira 


l'anno  1 49  3  .tra  il  Voteficeyil  Senato  Veneto^  Gio.  Galea%?o  Duca  di  mcdxchl 
■Milano  (  e  fpediuafi  in  nomefuo  tutte  le  delib  erat  ioni  di  quello  flato  )no  uà  todirnBT. 

\  -r  1  \  ir  r  ,     \    -  r         „•  :    Ik        >*,.    j  ì  delia  Deca.; 

tofederatione adifefacomune,&  acojeruatione  nominatametedelgouer  dl  Liuio  d£ 
no  di  Lodouico:cd  pattoyche  i  Vinitianu  &  il  Duca  di  Milano  f uff  ero  te-  «e  Scipione 
nuti  a  maiare  fubito  a  B^mapficutd  dello  flato  ecclefiafticoy&  del  Tote  rJ"0ne  in  ri 
fìce,dugeto  huomini  d'arme  per  ciafcuno,&  aiutarlo  co  quefte,  &fe  bifo  Jp°fta  a  Fa- 
%nofuffe  con  maggiori  for%e  allacquiflo  delle  caflella  occupate  da  Virgi  dice,d«  più 
nio.Solleuarono  quefli  nuoui  cofìrli  non  mediocreme  te  ili  animi  di  tutta  animo  ha  si. 

,.  .    1     *i  T  ».       .*  -t  r  j  iì    1  1  precolui.che 

ltalta:pot  cheti  Duca  di  Milano  rimaneuaj eparato  da  quella  lega,laqua  affrica  &  of. 
1  le  più  di  dodici  anni  haueua  mantenuta  la  ficurtà  comune:  imperoche  in  [^j  ,^ 
tffaefpreffamente fi probibiua,che alcuno de'cofederatifaceffenuoua  col  a  difende. 
Icgationefen^a  confentimeto  degli  altri.  Et  perciò  uededofi  rotta  co  ine  ^°fa™™\ 
quale  diuifione  quella  unione?  in  cui  confisleua  l  equalità  delle  co  fé  comu  ìib.  $.a  ci  & 
ni:&  ripieni  difofpettoy  &  difdegnogli  animi  de'Trencipi:  chefipoteua  *  ^^ 
altro  credere  che  in  danno  comune  haueffero  a  nafeer  e  frutti  conformi  a  qaefto  au«o 
quefli  femttV ero  il  Duca  di  Calauria,&Tiero  de  Medici  giudicando  effe  ^e^Va^i 
>re  piuficuro  alle  co  fé  loro  b  il  preuenire,  che  leffer  preuenuti  :  udirono  d'arma  ausi 
con  grande  inclinatione  Vrofpero^t  Fabritio  Colonna:!  quali  confortati  f^1  cotur* 

OCCiil- 


.    L     I     B      K      O 

occultamete  al  medcfimo  dal  Cardinale  di  S.  Viero  in  V  incula;  off  trina- 
no d'occupare  all'improuifo  Bgma  con  legeti  d'arme  delle  copagnìe  loro% 
&  cogli  huomini della  fattione  Ghibellina;in  cafo,che  gli  feguit afferò  le 
for%e  degli  Orfini\  &  che  il  Duca  s'accodi  affé  prima  in  luogo,  che  fra  tre 
dì  poi  che  e'  uif afferò  entrati  poteffe  foccorrergli.Ma  Ferdinando  de  fiderà 
fo  non  di  irritare  p:ù,ma  di  mitigare  l'animo  del  Tontefice>&  di  correg- 
gere quel  che  in  fino  à  quel  dì  impr  udentemente  s 'era  fatto,rifìutati total 
a   Tendono  mete  qucjii cofigli,iquali giudicaua parturirebbono  no  ficurtà,ma  traua 
meno  che  p'à  'gH>&  feriC(>^  molto  maggiori;deliberò  di  fare  ogni  opera  no  piufimulM 
pa  Vrbatió  4.  tamete,ma  con  tutto  l  cuore  per  coporre  la  differenza  delle  Caflellaiper 
carTo  d!  ah  fi*  ade  do  finche  iaixta  quella  cagione  di  tata  alteratione,hamffe  co  piccola 
ciò  cón-a.Ma  fatica,an%i  qnafi  perfeflejfa  Italia  nello  flato  di  prima  a  ritornar  fi. Ma 
mefìi  Tinue  NX>N  sempre  per  il  rimuouere  delle  cagioni  fi  rimuouonogU  effettivi  qua 
iiiriò  da  re  U  da  quelle  bano  battuto  la  prima  origine .Ter  che ,comefpeffo  accade,che 
ildiie  ;'  ma  ^  deliberatati  fatte  per  timore  ^paiono  a  chi  teme  inferiori  al  pericolo  ; 
che  preuenu  no  fi  confidaua  Lodouico  a' bauere  trovato  rimedio  ballate  alla  ficurtà 
Ie;i  rnueftitu  fuama  dubitado  £  i  fini  del  Tontefice,&  del  Senato  Viaitiano,diuerfi  da 
ra  fefle  poi  fUoi,no  poter  fare  lungo  tepo  fondameto  nella  cofederatione fatta  con  lo 
lo  dai  socccf  ro;&  che  (ciò  le  cofe  fue  poteffero  por  uarijcafi  ridurfi  in  molte  difficul 
lore.  the  fu  tàyapplicò  i  pe fieri  fuoi  più  a  medicare  dalle  radici  il  primo  male,  che  in 
«e  ciò  fi  caua  nÌ%i  a  gli  occhi  fé  gli  prefentaua,che  a  quelli  che  dipoi  ne  poteffero  rifui 
rja  jugian  tare,no  fi  ricordado  quatofia  pern.ciofo  bufare  medicina  più  potete3che 
ulti  nella  lì  non  comporti  la  natura  dell' infermità,&  la  e  ompleffione  dell'  infermo  ;& 
brera  di  s.  Come  fé  l'entrare  in  maggior  pericoli  fuffe  rimedio  unico  a'  prefenti  peri 
ma3daPaoio  coli  ;  deliberò  per  afficurarfi  con  l'armi  forefliere,  poi  che  &  ne  Ile  for%f 
EcTaiuJUvi  PT0Prie>&  neWamicitie  Italiane  no  cofidaua,di  tetar'ogni  cofa  per  muo 
x&  ài  s.  Lo.  nere  Carlo  Ottano  I\e  di  Francia  ad  affaire  il  Pregno  di  T^apoli:  ilquale% 
daaitri  *hu  P er  ^  ^  lc^c  rag'on*  de  gì*  Jlngioini,appar  tener  fé  gli  pretédeua.ll  idearne 
akunifcriuo  di  ^Napoli detto  affurdamete  nelle  inuefliture,et  bolle  della  chiefa  B^oma 
no  mandate  na(  della  quale  è  feudo  anticbiffimojil  Eseguo  di  Siciliani  qua  dal  Faro; 
a  cario  rin  fu  come  occupato  ingiuftamete  da  Mafredi  figliuolo  naturale  di  Federi- 
?uelboUePfn  &°  U*Imperatore,coceduto  ì feudo  infierite  co  l'I  fola  della  Sicilia,fotto  ti 
Fraci*;  ikhe  tolo  delle  due  Sicilie ,  hma  di  quàtl' altra  di  là  dal  Faro  enfino  nell'anno 
chffu  dìlean  1  l6jr*  a  da  orbano  il  li. V  onte  fi  e  e  Romano,  a  Carlo  Conte  diVroue%a% 
mpnma,che  ^7-  d'^ingiò, fratello  di  quel  Lodouico  I\e  di  Francia,cbe  chiaro  per  la  pò 
ftorl»  non  i  tentia,ma  più  chiaro  per  la  Santità  della  uitaymtritò  d'effere  aferitto  do 
fcritró.  Per-  pò  la  morte  nel  numero  de'  Santi. llquale  hauendo  con  la  poffanya  dell' ar 
TiTvarnuò  me  ottenuto  effettualmente,  quello  di  che  gli  era  flato  conferito  il  titolo 
cario  a  Ro  Co  l' autorità  della  chiefa;fi  cotinuò  dopo  la  morte  f uà  il  l\egno  di  TS(apolÌ 
iTiviaggio*  in  Carlo  fuo  figliuolo  }cbiamato  da  gì  Italiani, per  diflinguerlo  dal  padre9 
■me  da  pupa  Carlo  II  .et  dopo  lui  in  Umberto  fuo  nipote.Ma  effendo  dipoi  per  la  morte 
^icuiuT  ^  di  Bytiberto  fen^a  figliuoli  mafebiy  fucceduta  Gioudna  figliuola  di  Carlo 

Duca 


PRIMO.  7 

linea  di  Calabria,  ilqualgiouane  era  morto  inHan^t  al  padre  ;  cominciò 
[reflo  a  ejfere  d  ffiregiata,non  meno  par  l'infamia  decoflumi,che  per  lim~ 
t'C'llitd  ddfeffo,la  ttorità  della  nuova  B^ina.  Da  che  effendo  nate  in  prò 
reffo  dì  tempo  uarie  di feor  die  ,&  guerre  ynon  per  ciò  tra  altri  che  tra  i 
([tendenti  mede  fimi  di  Carlo  l.  nati  di  di uer fi  figliuoli  d>  Carlo  IL  Gìo- 
annad  I per andò  di  poter  fi  altrimenti  difender  e;adottò  per  figlinolo  Lo* 
uuco  Duca  £  jLngiòy  fratello  di  Carlo  f.I\e  di  Francia:quello  a  cui,per 
\uere,con  fare  piccola  efpericntia  della  Fortuna,  ottenuto  molte  uitto* 
ieydettono  i  Franccfi  il  (opra  nome  di  faggio,  llq uà  le  Lodouico  paffato  in 
talia  con  potentifftmo  e  fere  ito  offendo  prima  [lata  itiolent  emente  morta, 
Uouanna,&  trasferito  il  B^ono  in  Carlo  ychiamato  di  Dura%jo,difcendt 
ejimilmente  di  Carlo  Trimo;  morì  di  febbre  in  Vaglia,  quando  era  già 
taji  in  poffeffione  della  uittoria;in  modo  che  a  gli  ^Angioini  no  peruenne 
quella  adottione  altroché  la  Contea  di  Vrouen^ay  fiata  poffeduta  con* 
inuamente  da  difendenti  di  CarloT rimo.  Hebbe  nondimeno  daquefta 
[origine  il  pretefioycol  quale  poi  &  Lodouico  d'Angiò  figliuolo  del  primo 
'.odoaicoyz?  in  altro  tempo  il  nipote  del  mede  fimo  nome  [limolati  da'Von 
eficiyquando  erano  difcordi  con  quei  Re;  affaltarono  fpeffoybenche  con  pò 
Va  fortuna yil  Frigno  di  r^apoli.Ma  a  Carlo  di  Dura%jo  erafucceduto  La 
Uslao  fuo  figli Mdo  :  ilqual' ejfendo  mancato  l\Anno  Mille  quattrocento  *0JJyurono 
Quattordici,  jen?a  figliuoli;  peruenne  la  corona  a  Giouanna  Seconda  fua  pandoifeiio 
:  or  ella,  nome  infelice  a  quel  Bearne,  &  non  meno  alluma,  &  aW altra  di  £0^no,a" 
oro,  non  differenti  né  d'imprudentia,  né  di  lajciuia  di  cojiumi .  Tercbe  erta™  eoa 
^mettendo  Giouanna  ilgouerno  del  B^egno  nelle  mani  di*  quelle  perfo  ~  [^0.ìS>cq[Q 
Ugnelle  quali  metteua  ancora  impudicamente  il  corpo  fuo,  fi  riduffe  pre-  »aum  orac 
io  in  tante  difficultdy  che  trauagliata  dal  ter%o  Lodouico  con  l'aiuto  di  facto  grà  si 
Martino  Quinto  Vontefice  ;  fu  finalmente  coflretta  per  ultimo  fuffidio  Jt*1^* 
idottare  per  figliuolo  Mfonfo  Bg  d'Aragona,  &  di  Sicilia;  ma  uenuta  nlgiia;nehi 
lon  molto  poi  con  lui  in  contentione ,  annullata  fiotto  titolo  d'ingratitu-  jjj^j"* 
■  iine,l adottione;  adottò  per  figliuolo,  &  chiamò  in  foccorfo  fuo  il  mede-  giugnenù 
faio  Lodouico  per  la  guerra  del  quale  era  fiata  neceffitatadifare  lapri-  jkjJJo*8" 
maadottione:&  cacciato  con  tarme  Mfonfo  di  tutto  l  Bggno;  lo  conser- 
vò mentre  uiffe  pacificamente: &  morendo  fen\a  figliuoli,  infiituì  herede  J>  *™on°  5 
t(come  fu  fama)Henato  Ducady^ingìò>&  Conte  di  V rouen%a, fratello  ai  tomo  Pl.m. 
>Lodouico  figliuolo  fuo  adottiuo,mortoperauuetur 'a  l'anno  medefimoMa^j^J^ 
dispiacendo  a  molti  de' Baroni  del  Bggno  la  fucceffione  di  Binato,  &  effen  toi10  pria- 
\dofi  diuulgatoychel  teftamento  era  fiato  f alf amente  fabricato  da  Napoli  £pec£ln^ 
mani;  u  da  una  parte  de^  Baroni,et  de  popoli  chiamato  jllfonfo.Da  que  foro  Gaeta. 
Ho  hebbono  origine  le  guerre  tra  Mfonfo,et  J\enato,le  qualimolfanni  af^°l%fl 
{flijjono  sì  nobile  ì\egno\fatte  da  loro  più  con  le  for^e  del  Bearne  mede  fimo,  ceiVo  conce 
iche  con  le  proprie.  Da  quefto  per  le  uolontà  contrarie  fur fono  lefattioni  £lolL?r££0 
Uon  ancora  in  qiiefio  tempo  al  tutto  fpente>de gliMagonefis&  .Angioini,  rl0.' 

mar  tanfo 


i 


LIBRO 

variando  etiandio  nel  cor fo  del  tempo  i  titoli,&  i  colori  delle  ragioni.? er 
che  iTontefici  feguitado  pia  le  [ne  cupidità', ò  la  necejjità  de,tempi>  che  la. 
giuflitia;l'  inuefliture  diuerfamente  concederono.  Ma  effendo  delle  guerre 
tra  Alfonfo,et  Renato  rimafo  uincitore  Alfonfo, Principe  di  maggior  pò 
tentia,&  ualore,&  morendo  poi  fen%a  figliuoli  legittimi,  no  fatta  memo 
ria  di  Giouannifuo  fratello,&  fucceffore  ne' Regni  di  Sicilia,&  d'Arago- 
na; lafciò  per  teflamento  il  Regno  di  !<[apoli,come  acquiftato  dafe,&  pe- 
rò non  appartenente  alla  Corona  d'Aragona;  a  Ferdinando  figliuolo  juo 
naturale. il  quale  fé  bene  quafi  incontinente  dopo  la  morte  del  padre  ;fu 
aff aitato  con  le  /palle  de  principali  Baroni  del  Regno,  da  Giouannifigliuo 
lo  di  Binato  nondimeno  con  la  felicità,^  uirtufua  non  folamente  fi  dife 
fe,ma  affliffe  in  modo  gli  auuerfarij,che  mai  più  in  uita  di  Renato, ilquale 
foprauiffe  più  anni  al  figliuolo, bebb  e,  ne  da  cont  edere  con  gli  Angioini  ne 
da  temerne. Morì  finalmente  Renato,&  non  bauendo  figliuoli  mafchi;fece 
.herede  in  tutti  gli  ftati,&  ragioni  f uè  Carlo  figliuolo  del  fratello,  llquale 
morendo  poco  dipoi  fen%a  figliuoli  ;laj ciò  per  telìamento  lafua  ber  edita  a. 
Luigi  X  l.Re  di  Francia:  a  cui  non  foto  ricadde,come  afupremo  Signore  il 
Ducato  d'Angiò,nel  quale  perche  è  membro  della  Corona  non  fucce dono 
din  {it^par  le  f emine;  ma  con  tuttoché' l  Duca  dell' Oreno  nato  d'una  figliuola  di  Re- 
ticoiarméce  nato, aff  eri  fife  appartener  fi  a  fé, la  fucce  ffione  de  gli  fiati,  entrò  in  poffeffio 
prkipio  de'  ne  della  Trouen%a:&  poteua  per  uigore  del  testamento  mede  fimo  preterì 
i<ioì  e  ómen  feye  ejfergli  applicate  le  ragioni, eh  e  gli  Angioini  baueu  ano  fopr  a  il  Rea» 
nionei  4.  a  we  dilslapoli.  Lcquali  effendo  perla  fua  morte  continuate  in  Carlo  viij. 


cap.  17. 
Strabene 


da 


*  *  fuo  figliuolo ;incominciò  Ferdinando  Re  di  Tripoli  ad  hauere  potentiffimo 
pnneip.  dd  auuerfario:&  fi  prefentò  grandiffima  opportunità  a  chiunque  d'ojfender- 
ìome'ouTu  ^°  defìderaua.  Ver  che  il  Regno  di  Francia  era  in  quel  tempo  più  florido 
u\de  in  qiutd'b  uomini, di  gloria  d'  arme,di  potentia,  di  ricche7^e,et  d'auttorità  intra 

"lo^ianL^^^^^^^^/0^^0/70^^^0  Magno  fuffe  mai  flato,  effendo fi  arn- 
ia dandone  pliato  tìouellamente  in  ciafeuna  di  quelle  tre  particelle  quali,  apprejfo  a 
frmrì&til&tè  antichi  fi  ^diuideua  tutta  la  GailiaXonciofia  che  non  più  cbe.quaran- 
foio  delia  ta  anni  innanzi  a  quesìo  tempo,  fiotto  Carlo  FU .  Re,  per  molte  uittorie 
fa^a'hn  ^[ottenute  con  grauiffimi  pericoli, chiamato  bene  auuent  arato, fi  f uff  ero  ru 
la  Francia^  dotte  jotto  quell'imperio  la  Isiprmandia,  e  l  Ducato  di  Ghienna,prouincie 
Sia/DiVe  poffedute  prima  dagl'lnglefi:&  negli  ultimi  anni  di. Luigi  XI, 'la  Contea- 
hifìone  qui  di  Trouen^a,il  Ducato  di  Borgogna ,& qua fi  tutta  la  Ticcardiaict  dipoi. 
legger  '  Ru-  aggiunto  per  nuouo  matrimonio  alla  potentia  di  Carlo  Ottano  il  Ducato 

berto 


)erto  Gua-  di  Brettapna.'Nèmancaua  nell'animo  di  Carlo  inclinatane  a  cercar  d'ac- 

gumo,  An-        .n  1,  •;  i.  ;.  ,    n 

nere,  paolo  quijtare  con  l  arme  il  Regno  dilSlapoLi,come  gìujt  amente  appartenente  a 
*™xì^J^{fe,cominciata  per  un  certo  inflinto  quafi  naturale  infimo  da  pueritia,  & 
neo,detto  al  nutrita  da' conforti  d'alcuni,che  gli  erano  molto  accetti:  i  quali  empiendo 
eenTon"  &■  ^°  dipenfieri  famìgli  proponeuano  quefia  effere  occafione  d'auan%are  U 
altri.     '    gloria  de  fuoipredec  eff or  imperché  acquiSiato  il  Reame  di  1^apoli',glifareb 

he  age- 


PRIMO.  8 

he  ageuole  uincere  V  Imperio  de' Tur  chi, Laqu  al  co  facendo  già  nota  a  mot 
ti,  dette  (paranza  a  Lodouico  Sforma  di  poter  facilmente  pervadergli  il 
fuo  de fider  io  confidando  fi  oltra  queflo  non  poco  nell'introduttione,  cheba 
mena  nella  Corte  di  Francia  il  nome  S  forze  fico:  a  perche  &  eglifemprc,et  *oAjCac ?enan 
prima  Galeazzo  fuo  fratello  haueuano  con  molte  dimoflrat ioni \&  uffici]  uoiétia,  che 
continuata  l'amkitia  cominciata  da  Francefco  Sforma  loro  padre»  llqnale  Jj^J^  R^ 
battendo  trentanni  innaffiai  riceuuto  infeudo  da  Luigi  XI.  (l'animo  del  lacafàsfor 
\  qual  t\e  abhorrìfempre  le  co  fé  d'Italia)'^  città  di  Sauona,  &  le  ragioni,  J^SwiS 
cb'ei  pretendenti  bauerc  in  Genoua,  dominata  già  dal  padre  fuo;  non  era  l'Autcore  in 
giamai  mancato  à  luinefuoi  pericoli  né  di  con  figlio, né  d'ainto:&  nondi-  no^de  uiet 
meno  Lodouico  parendogli  pericolo fo  lefferfolo  afufcitar  mouimento  sì  tera,  fcritta 
grande,&  per  trattare  la  cofa  in  Francia  co  maggior  credito,  e*r  auttori  c*  sLfo,°a 'à 
tà;cercò  prima  di  perfuadere  il  mede/imo  al  Tonte fìce  no  meno  con  glifli-  eflb  Re  car. 
moli  dell* ambinone ,  che  dello  fdegno.  Dimofirandogli  che  neper  fauore  terVTnau 
de'Vrincipi  Italiani, né  per  mezo  dell'arme  loro;  poteua,nè  di  uendicarfi  settima  par 

^r,.  ,         ■  /  .ri         n      •/  „•  •  r    /•      ti  fi    teddi'Hilt. 

contr a  Ferdinando, ne  a  acquetare Jtati  bonorati  per  i  figlinoli  bauerejpe  ^1  cono, 
ranza  alcuna.Et  bauendolo  trouato  pronto,o  per  cupidità  dicofe  nuoue> 
òper  ottenere  dagli  ^dragonefi  per  mezo  del  timore,quel  che  di  conceder 
gli  fpontane  amente  ricufauano;conuenuti infieme ,  mandarono  fegretiffl- 
mamente  in  Francia  buomini  confidati  a  tentare  l'animo  del  ]\e,&di  co- 
loro,cì) erano  intimi  ne1  configli  f noi  A  quali  non  fi  monflrado  alieni  dall' in 
tentione  lorojLodouico  drizzato/i  in  tutto  à  queflo  difegno;ui  mandò(ben 
che  jpargendo  nome  d'altre  cagioni )fcopert amente  Carlo  da  Barbiano  Co 
te  di  Belgioiofo.llquale  poi  che  per  qualche  dì,&  con  Carlo  in  priuata  au  Qyefu  Ora. 
dientia;  &  feparat amente  con  tutti i principali bebbe  fatto  diligentia  di  adescar 

Balbiano 
»ate  di  Rei 
gioiofo  ai 

Trelati,&  nobili  della  Corte,  par lò( fecondo  fi  dice)in  quella  forma.  ^  cario  in 
Se  alcuno  per  qual  fi  uoglia  cagione  baueJJe(Chriflianif[ìmo  Rgjfofpet-  beivufuo-  è 
ta  la  fincerità  dell'animo,  &  della  fede ,  con  laquale  Lodouico  Sforza,  diuerfa  da 
offerendoti  etiandio  commodità  di  danari,  &  aiuto  delle  fue genti;  ui  con  introiti? 
forta  a  mouer  l'arme  per  acquiflare  il  Bearne  di  lS(apoli;  rimoueràfacil-  Giouio  •  m* 
mente  da  fé  quesla  mal  fondata  fujpitione, fé  fi  ridurrà  in  memoria  l'anti-  to  Amile  a 
ca  diuotione  battuta  in  ogni  tempo  da  lui,  da  Galeazzo  fuo  fratello,  &  ^e|ja  ktte 
prima  da  Francefco  fuo  padre,  a  Luigi  Vndecimo  padre  uoftro  :  &  poi  che  fu  ferir! 
continuamente  al  uoflro  vloriofiffìmo  nome:&  molto  più  fé  e'confidererà  "  daLodo- 

,.  a      •  r  S    r  i  *     •       •  *rr         j  ■  uico  Sforza 

dt  quejta  impreja  potere  riluttare  a  Lodouico  grandijjimi  danni  con  poca  a  eflb  Re,  & 
speranza  d'alcuna  utilità;  &  a  noi  tutto' l  contrario, alqnale  un  Bggno  bel  nìffoli  } 
tifìimo  della  uittoria  per uerrebbe ,  con  grandi fisima  gloria,  &  opportu-  delia  quai 
nità  di  co  fé  maggiori.  Ma  a  lui  poco  altro,  che  una  giuftifsima  uendetta  GuTcciardu 
contra  l*infidie,&  ingiurie  degli  jLr  agone  fi.  Ut  d'altra  parte,  fé  tentata  no  habbia  p 
non  riufci]je;non  per  queflo  dinenterebbe  minore  la  uoflr a  grandezza:  ZI  f°5&ec 

ma 


pervadergli;  introdotto  finalmente  un  giorno  nel  con  figlio  B^eale  preferì-  l»  b 
te  il  I{e,  do  ne  oltra  i  miniftri  Bggif,interuennero  tutti  i  Signori,  &  molti  J*o\ 


£    I    B  '   R    O 

a  .  w^Wft)  rf/  dugent'annì  da*I\c  del  uoflro  [angue:  ilquale  è ntdnifeflo giuridi- 
co medefil  camente  afpcttarfiauoiì  Chi  non  fa  quanto  appartenga  alla  dignità  uo~ 
m»  il  Pota-  nra  ^  ricuperarlo?  quanto  fia  pietofo  illìber  are  que' popoli  yche  adorano  il 

no  nel  hb.  $J  ,  i  n   l       i       ì-  •  r  ci    -V   jr    «      j    /;         •  -j 

de  vmAéiià glorio fo  nome  uojtroy  che  di  ragione  Jono  uostrijudditi,  dalla  tirannide 
LoTo'sfor3.  acerbi fjìma  de'CatelanitÉ  adunque  limpreja  giuftijjìma,  èfacìliffimay  è 
*a,dicendo,  neceffaria:&  non  meno  glorio fay&  fantay  &  per  fé  fleffay  &  perche  u'a~ 
«ridi  Rada  Pre  laflrada  all' imprefe  degne  d'un  Chriflianiffimo  I{e  dì  Francia.  Mle- 
«5  furò  mai  quali  non  folo  gli  h  uomini;  ma  Dio  è  quello  (ò  magnanimo  Re)  che  tanto 
chtPUi^ml  apertamente  ui  chiamaycon  sìgrandiy&  sì  manifejie  occafioni,  proponen 
loro  ueniflV  doui  inanimi  al  principio  fomma  felicità Jmperocheyqual  maggior  felicità 
contrar?Re  fH0  hauere  principe  alcunoyche  le  deliberationi,  dalle  quali  rifulta  laglo 
di  Napoli .  riayet  la  gradella  propriayfiano  accopagnate  da  cb'cdftà~zey&  cofequen 
Sio  nóGdi°cè  ^c  taliyche  apparifea,  che  elle  fi  faccino  no  meno  per  beneficio  y&  per  fall* 
tal  cofa:an.  fe  uniuerfaleyet  molto  più  per  lefaltatione  di  tutta  la  Repub.  Chrifliana. 
c'hìuiédoli  a  l^pnfu  udita  con  allegro  animo  quefta  proposta  da' Signori  grandi  di 
Re  conuoca  Francia:  &  fpetialmente  da  coloro y  che  per  nobiltày  &  opinione  sii  pru* 
11  tÓ  dentiay  erano  di  maggiore  auttorità:  I  quali giudicauano  quefta  non  pò- 


mento  a 


urnes,ctefpo  tere  ejfere  altro*  che  guerra  piena  di  molte  difficultày&  pericoli,  hauen- 
«■io  fuoftutt!  do  fi  a  condurre  gli  efferati  in  paefeforeftiero,  &  tanto  lontano  dal  Re* 
con  ™*mù  gno  di  Franciay&  contra  nimicislimati  molto  potenti.  Ter  che  grandif- 
confermaro  fiuto  era  per  tutto  la  fama  della  prudentia  di  Ferdinando  ;ne minore  quel* 
no  il  parti  ^  fai  ua[ore  b  £  jLlfonfo  nella  feientia  militar  e:&  fi  credeuay  che  haucn- 
quello  me-  do  regnato  Ferdinando  trentanni*  &fpogliatiy  &  diftruttiin  uarij  tem- 
de/imodice  p  tanti Bar -oniy  haueffe  accumulato  molto  te  foro .  Con  fiderà  nano  il  Re 
<he  il  Pada  ejfere  poco  capace  afoftenere  da  fé  folo  un  pondo  sì  grane y& nel  maneg* 
Torf°d©  *  gio  delle  guerre  y&  de  gli  flati  debole  il cor \ figlio <y&  lefperientia  di  colo* 
include  ijo-  royche  haueuano  fede  apprefjo  a  luì.  jlggiugnerfi  la  carefiia  de'  danari 
dai'rTcario  de'quali  ftimaua  haueffe  a  bifognar  e  grandi  fjìma  quantìtà:&  douerfi  eia 
a  gii  ftati.  feuno  ridurre  nella  memoria  l  aflutiey&  gli  artificij  degl'Italiani:  &  ren 
k  Uerlua£r  derfi  certoyche  no  folo  agli  altri:ma  né  a  Lodouico  Sfor%aynotato  no  che 
difeorre  in  alt  ro  in  Italia  dì  poca  fede  ypot  effe  piacere  che  in  poteflà  d'un  Re  di  Fran- 
«jrtoa  eia.  ciafHjp, il  piarne  di  Is^apoli.  Onde  &  il  uincere  farebbe  difficile  :  &  pili 
èeRmolS!^ difficile  il  conferuare  le  cofe  uinte.cPerò  Luigi  padre  di  Carlo  y  Trinape 
ma  del  Re  che  haueuafempre  feguìtato  più  la  fufiantiay  che  lappar entia  delle  cofe; 
dou?co°x[°. non  hauere  mai  accettato  lefperan%e  propofiegli  delle  cofe  £ltaliaynè  te 
paolo  Emi.  nuto  coto  delle  ragioni  per  uenut  egli  del  Regno  di  ls[apoli:mafempre  ajfer 
cheq^amfo  matOyche'l mandare  efferati  di  là  da'montiy  non  era  altro y  che  cercare  di 
Roberto  ss  comperare  molefliey  &  pericoli  con  infinito  teforo  y  &fangue  del  Reame 
<  or  fife  "a*  luì  di  Francia:EjJer  necejfario  inan%i  a  ogni  cofay  uolendo  procedere  a  quefla 
per  ainro^i  ejpeditioneycomporre  le  controller fie  co  Re  uicini:  perche  con  Ferdinan- 
Jeni«?nrca  do  Re  dì  Spagna  cagioni  di  difcordiey&  di  fofpetti  non  mancauano:&  con 
iia;ti  Re-gu  Maìfimiliano  Rede'Rgmani,  &con  Filippo  Arciduca  d'*4uftriafuofigli- 


?    R    I    M    O.  re 

volo  ,er ano  motte  nonfolo  emulai  ioni:  ma  ingiurie.  Gli  animi  de*  qualìnon  ""f  °,f  h*k 

fi  potrebbono  riconciliare  ,fen^a  concedere  a  efìi  cofe  dannofifìime  alla  rito  per  a 

corona  di  Francia:  &  nondimeno  fi  riconcilierèbbono  più  con  le  dimoflra  ^^SìrI 

tioni,  che  con  gli  effetti.  Ver  che  quale  accordo  bacerebbe  ad  afjìcurare*  <h  k  ridano 

che  foprauenendo  all'efferato  regio  qualche  d'acuità  in  Italia;non  affai-  ^"^oJ^. 

taffero  il  Regno  di  Francia?  ls[è douerfi  fperare,  che  in  Henrico  VII.  Re  «are  m  ica- 

d' Inghilterra,  non  haueffe  forile  maggiori  l'odio  naturale  de  gl'Inghileft  J."^'^*  ,5j* 

centra  Francefile  la  pace  fatta  con  lui  pochi  me  fi  aitanti.  Ter  eh  e  era  acqui/ìa  to , 

tnanifeflo  haueruelo  tirato  più,  che  altra  caufa,  il  non  comfpondere  gli  J^^  £ 

apparati  delire  de'  Romani  alle  promeffe,co  lequalihaueua  indotto  a  por  che  cocca \  * 

re  il  campo  intorno  a  Bologna.  Quefle,&  altre fimili  cagioni  sallegauano  n%a7e"uea 

da' Signori  grandi,  parte  tra  loro  mede  fimi,  par  te  col  Re,a  diffuadere  la  "e.  u.ra.f„ 

guerra.Tra  i quali  più  efficacemente ,  che  alcun' altro  Iacopo  Crauilla ,  a      ft  f 

^Ammiraglio  di  Francia,huomo  alquale  la  fama  inueterata  in  tutto  l  Re  moglie  di 

gno,d'ejferfauio;  conferuaua  lauttorità,  benché  gli  fu ffe  alquanto  fiata  vd\^°r^ci 

diminuita  la  grandetta. Et  nondimeno  fi  porgeua  in  contrario  con  grade  che  poi  rei 

auidità l'orecchio  da  Carlo  Jlquale  gioitane  d  anni  uentidue,&  per  natu-  nodeifatri 

ra  poco  intelligete  delle  anioni  h  umane  \er  a  traportato  da  ardete  cupidi  eia ,  come  e 

tàdi  fignoreggiare,&  da  appetito  digloria,  fondato  più  toflo  in  leggiere  fjj|"°c^ 

uolontà,&  qua  fi  impeto,che  in  maturità  di  configlio  :  &  preflando,  ò  per  faci.&  co. 

propria  inclinatione,  ò  per  l'effempio,&  ammonitioni paterne  poca  fede  oìouwL'  *' 

a  Signor i,&  a'nobili del  Regno,poi  che  era  ufeito  della  tutela  a  d'Anna 

Ducheffa  di  Borbone  fuaforella,nè  udedo  più  i  configli  dell' .Ammiraglio, 

&  degli  altri,i  quali  erano  flati  grandi  in  quelgouerno;fi  reggeua  colpa" 

rere  d'alcuni  h uomini  di  piccola  condizione,  alleuati  quafi  tutti  al  fer-  r 

uigio  della  per  fona  f uà  :  de  quali ,  quelli  di  più  fattore  uehement  emente 

ne  lo  confort  aitano,  parte  (come  fono  uenali  fpefjo  i  configli  dèTrin- 

cipi)  cor  rotti  da  doni,  &  da  promeffe  fatte  dall'  Ambafciatore  di  Lodo-  b  sono  dì. 

uico,  che  non  lafciò  indietro  dili?entia,  barte  ale  una  per  far  fi  propitit  uerfillGjo- 
/•     ;  7-  n     j  i  ,        •        r  v».  i  7/  ltl°5'i  co- 

quegli ,  che  erano  di  momento  a  quejta  delio erat ione  ;  parte  mofsi  dalle  rio,  &  4*1» 

fperan%e  propoflefi,  chi  d'acquifìareflati  nel  Regno  di  "Napoli,  chi  d'ot-  f",^°rdlp^ 

tenere  dalTontefice  dignità,  &  entrate  Ecclefiaftiche .  Capo  di  tutti  ito  Stefano. 

quefìiera  Stefano  di  Vers,  di nationedi  Linguadoca,  di  baffo  legnaggio:  cefh°p  co! 

ma  nutrito  molti  anni  nella  camera  del  Re,  &  da  lui  fatto  b  Sinifcalco  gnome  era 

di  Belcarija  cofluì  adheriua  Guglielmo  Brifjonetto  ,ilquale  di  rnerca-  corio^io'1 

tante  diuenuto  prima  Generale  di  Francia,  &  poi  Vefcouo  di  San  Malo,  chiama  Ma- 

nonfolo  era  prepoflo  all' amminiftr  attorie  dell'entrate  Regie,che  in  Fran-  BeiCari;&lq 

eia  dicono,  [opra  lefnan%e ,  ma  unito  con  Stefano,  per  fua  opera  haue-  ft°  scrittor 

uà  già  grandifiima  introduttione  in  tutte  le  facende  importanti ,  ben-  &£$.  '"/ 

che  digouernare  coje  di  flato  haueffe  piccolo  intendimento .  Aggiugne-  Giorno  ag- 

uanfi  gli  fi  imo  li  d'Antonello  da  San  Seuerino  Trincipe  di  Salerno,  &  fù'ìfahodeì 

di  Bernardino  della  medefima  famiglia  Trincipe  di  Bifignano,&  di  molti  Re. 

B     z  altri 


LIBRO 

altri  Baroni  sbanditi  del  Bearne  di  l^apoli:i  quali  rìcorft  più  anni  prima 
in  F  rancia, haueuano  continuamete  incitato  Carlo  a  quefla  imprefa,  alle 
gado  la  peffima  difpofitione,&  pia  preflo  difperatione  di  tutto  il  Rggno, 
C*r  le  dipedentie,&  il  feguito  grade  che  in  quello  battere  fi  prometteuano. 
Stette  in  quefla  uarietà  di  pareri  fofpefa  molti  giorni  la  deliberatione,ef- 
fendo  no/blo  dubio  a  gli  altri  quello,  che  shaueffe  a  determinare ,  ma  in- 
certo^ incollante  l'animo  di  C ar lo ;per che  bora  (limolandolo  la  cupidi- 
tà della  glori  a, &  dell' Imperio  >h  or  a  raffrenadolo  il  timore;  era  tatuo  Ita 
irrefoluto,taluolta  fi  uolgeua  al  contrario  di  quello, che  pareua,cb  e  pri- 
ma haueffe  determinato:  pur  e  ultimatamete  preualendo  lafua  prima  in- 
clinai ion  c,&  H  fato  infel ;cif]imo  d'Italia  ad  ogni  contradittioneyrifiutati 
del  tutto  i  configli  quieti ';fit  fatta,ma  fenica  faputa  d'altri  che  del  Ve  fio 
no  di  S.Malò,&  del  Sinifcalcodi  Belcari;conuentione  co  l^mbafciatore 
di  Lodouico, della  quale  flettono  pia  mejì  occulte  le  coditionuma  lafom- 
ma  f u,  eh  e  p  affando  Carlo  in  Italiano  mandando  efferato  per  Vacquìflo  di 
l^apoli;  il  Duca  di  Milano  fujfe  tenuto  a  dargli  ilpaffo  per  il  fuoflato,a 
madare  con  le  fue genti  cinquecento  huomini  d'arme  pagati-,  per  metter- 
*ùt*$xit\\&ì>chea  Genoua  armaff e  quanti  legni  uoleff e,  &  preftar gli  innanzi  par  - 
corio  nella  tifie  di  Francia  dugento  mila  ducati:&  dall'altra  parte  il  B^es'obligò  al- 
ìvli'di  mu  la  difefa  del  Ducato  di  Milano,  co  tra  ciafeuno,  con  particolare  mentione 
lano.         di  conferuare  l'auttorità  di  Lodouico,  &  a  tenere  ferme  in  jLfli  Città  del 
b  ti  g       Duca  d}Orlicns,durante  la  guerra  dugento  lande,  perche  fuffero  prefle  a* 
rai  diquefta  bifogni  di  quello  Hato:&  aUbora,o  non  molto  dipoi  per  unafcritta,fot- 
ìmprda  fu  t0rcritta  di  propria  mano  promeff e, ottenuto  che  baueffe  il  Bearne  di  Na- 
reto  Geno  -  poli,cocedere  a  Lodouico  il  principato  di  Taranto.l^on  e  certo  opera  per 
ftonfe^sTfe  duta>ò  fenZ^  premio  il  considerare  la  uarietà  de' tempi,  &  delle  co  fé  del 
ce  fatto  d*.  mondo.*  Fr ance feo  Sforila  padre  di  Lodouico, principe  di  raraprudetia,  '< 
re^iPifoia  &  tialore,anchora  che  inimico  de  gli  dragone fi  per  grauiffime  off  e  fé  ri- 
èi  Ponza  a  ceuute  da  jllfonfo  padre  di  Ferdinando, &  amico  antico  de  gli  ^Angioini, 
d'atit  f$nd  nondimeno  quando  Giouanni  figliuolo  di  Binato,  l'anno  i^-jj.  affaltò  il 
ntui  reitò  p  Bggno  di  J^apoli;  aiuto  con  tanta  prontezza  Ferdinando,  che  da  lui  fu 
c5  cfueakri  principalmente  ricono feiuta  la  uittoria,moj]o  non  da  altroy  che  da  parer 
Ke,&  molti  li  troppo  pericolofo  al  Ducato  fuo  di  Milano,  che  d'uno  fiato  co  fi  potente 
xiò.Gio»u»!/*  Italiani Francefi  tanto  uicini fi infignoriffero  : laquale  ragione haue 
Coiienuc--  uà  prima  indotto  Filippomaria  Fifconte,  che  abbandonati  gli  ^Angioini, 
niano,&  al'fauoriti  in  fino  a  quel  di  da  lui;  liberaffe  jLlfonfofuo  nimico:  b  ilquale  pre  * 
»*•  fo  da'Genouefi  in  una  battaglia  7<[auale  preffo  a  Gaeta;  gli  era  fiato  con 

e  dì  ciòho  d°tt:o  con  tutta  la  nobiltà  de'l\egni  fuoi ,  prigione  a  Milano,  e  DaW  altra  < 
fatto  anno-  parte  Luigi  padre  di  Carlo  Hi  molato  jpejfe  uolte  da  molti,&  non  con  leg- 
carwpreecea^'en  occafioni  alle  cofe  di  l$apoli>&  chiamato  inHant  eméte  da  Genoue 
dente  a  car.  fi  al  dominio  della  loro  patria,  Hata  poffeduta  da  Carlo  fuo  padre  baueua 
*  ac,a*     fempre  ricufato  di  mefcolarfi  in  Italia,  come  cofa  piena  di  jfcefe,  &  dif- 

ficultà. 


PRIMO.  fi 

ficultà,&  aW  ultimo  pernitiofa  al  Regno  di  Francia,  flora  nariate  Popi" 
nioni  de  gli h uomini \ma  non  già  forfè  uariate  le  ragioni  delle  cofc,&  Lo- 
douico  chiamaua  i  Fraceft  di  qua  da*  monti,non  temendo  da  unopotetif- 
{imo  Re  diFracia,fe  in  mano  fuafofleill\cgno  di  Ts[apoli, di  quello  perico 
lo, che  l  padre fuo  ualorofi filmo  ncWarmt 'baueua  temuto,  fé l'bauejfe ac- 
quiflato  un  piccolo  Conte  di  Trouen^a:  &  Carlo  ardeua  di  defidcrio  di 
far  guerra  in  ltalia,pr  eponendo  la  temerità  dy  b  uomini  bafii,&  inefper- 
ti  alconfìglio  del  padre  fuo,  %  di  lunga  efpQYicntia,&  prudentia.  Certe 
èycbe  Loionicofu  medefir/uvvete  confo  rtato  aiata  deliberatane  da  Her 
cole  da  EJÌe  Duca  di  Ferrara  fuo  fuccero:  ilqnale  ardendo  di  defideriodi 
ricuperare  ilVolefine  di  I{ouigo,paefe  cotiguo,et  molto  importante  alla 
ficurtà  di  Ferrara  Jlatoglioccupato  da' F  iniziarli  nella  guerra  dieci  anni 
innàri  battuta  con  loro:conofceua  effere  unica  ùia  dì  poterlo  ricuperar  ct 
che  li  alia  tutta  fi  turbajfe  co  grandinimi  rnouimtnti.Fu  oltra  queflo  ere 
duto  da  molti, che  Hercole}  benché  col  genero  fimulafjebeniuolentia  gr  a 
difiima,nondimeno,che  in  fecreto  lodiajfe  eflranamete; perche  emendo  in 
quella  guerra  tutto  il  reslo  d'Italia,cbe  baueua  prefe  l'armi  per  lui,mol- 
to  fuperiore  dV  initiani:Lodouico,  ilqualegia  gouernaua  lo  flato  di  Mi- 
lano:* moffo  daproprij  interefii,coflrinfe  gli  altri  a  far  e  la  pace,  con  codi  a  Leggefi  §. 
tione,che  a  Vìnitiani  rimaneffe  il  Volefim:^r  però  cheHercole  non  potè  Ro  m??elu 

i  «  j-        r  j  •       •      •  r   m    i-  i  ^        ,S         «nomila  Se 

do  con  l  arme  ucndicarji  di  tanta  ingiuria,  cercale  di  uend:carji  col  dar-  tu  parte  dei 
glipeftifero  conftglio.Maeffendo  già  cominciata(benche  da  principio  co  ^r^'dnu' 
Alatori  incerti)  a  rifonare  in  Italia  la  fama  di  quello,  che  oltre  a  monti  fi  mene,  fatte 
trattaua,si  de/tarono  uarv\  pen  fieri,  &  difcorji  nelle  menti  de  gli  buomi-  jJun'*  #Jj 
ni: perche  à molti,  iquali la  potetia  del P\egno  di  Fracia,  la  pronteTga'di  *.a,acaoche 
quella  natione  a  nuoui  mommenti,  &  le  diwfioni  degl'Italiani  confiderà  Sa^uT^r 
uanoiparcua  cofa  digràdifiimo  momcnto:altri  perl'età,&per  le  quali-  fa>  &  L?ga: 
tà  del  l\e,&  perla  negligentia  propria  de  "Fract fi,  &  per  gì 'impedimcti,  "f0crh;ea  £t 
che  hanno  le  grandi  imprefe:  giudicauano  quefto  effere  più  tofio  impeto  u«i  proprie 
gio umile,  eh  e  fondato  con  figlio  :ilquale  poi  ebefuffe  alquato  ribollito,  ha  le^atuiu 
utffe  leggiermente  a  rifoluerfime  Ferdinado,c~ótra  ilquale  tali  co  fé  fi  ma  Pace  l'<*nue 
china  uano:dimoflrauadbauerne  molto  timore,  allegando  effere  imprefa  '4  *' 
àurìflima-.perche fé  e'pefaftino  affaltarlo per  maredo  trouerebbono  pro- 
ueduto  d'armata  fufficiéte  a  combattere  con  loro  in  alto  mare,  i  porti  be 
fortificati,&  tutti  m  fua  poteflà:nè  effere  nel  E^egno  Barone  alcuno,  che 
gli  pottffe  riceuere,come  era  flato  riceuuto  Giouanni  d'jlngib  dal  "Prin- 
cipe di  I\offano,&  da  altri grandid' efpeditione  per  terra  effere  incomo- 
dalo fpett  a  a  molti,&  lontana, hauedofi  a  paffare  prima  per  la  lunghe1^ 
%adi  tutta  Italia: di  maniera  che  ciafeuno  de  gli  altri  baurebbe  caufa 
particolarmente  di  temerne,  &  forfè  più  di  tutti  Lodouico  Sforma,  beebe 
uolido  dimoUrare,che  fuffe  proprio  d'altri  il  pericolo  comune,  simulaffc 
il  còtrario,perche  per  la  uicinità  dello  flato  di  Milano  alla  Fracia,haue- 

B     3  uà  il 


LIBRO 
CoHenuc..  '>'<*#  *l£  maggiore  facultà,e  uerifimilmetc  maggior  cupidità  <F *  occuparlo, 
ciò,  che  per  &cfìédogli  il  Duca  di  Milano  cogiutiffimo  di  [angue ,come  potere  almeno 
fertilità"*  afficurarfi  Lodouico,che'  l  J\e  non  hauejfe  inanimo  di  liberarlo  dalla  fua 
copia  dciRe  oppreffioneìhauendo  maffimamente  pochi  anni  innanTÌ  affermato  pale  fé* 

fcno  ili  Na-     rr     JJ   j       J  ■/-/,  ,        ,';K/,-,,  r  r  ir  r 

poli  di  tue  mente,cbeno  comporterebbe, che  Gio.  Galea%7x>juo  cugino  fujj e opprej* 
u  i  beni  ;  è  fat0  si  indegnamente: non  battere  tali  conditiom  le  cofe  jtravoncfi ,cbe  la 
che  diete  ie  [peranno,  della  debolezza  loro  douejfe  dare  a'FractJi  ardire  d'affittarle, 
natxooì  ìh-a  effondo  ezli  bene  ordinato  di*  molta  sfiorita  pente  d'arme, abbondai  e  a 
gegnateoc-  «'  bellicoji  caualu,ai  munitioni,d  artiglierie  &  ai  tutte  k  prolusioni  ne- 
caparlo:  &  cesarie  alla  guerra ,& co  tanta  copia  didanariy  che  fen%a  incommodità. 
primoUb.  potrebbe  qaato gli f affé  neceffario  augumetarle,&  oltre  a  molti  periti ffi 
b  a  car,.o.  rni  Capitanhprepoflo  al  governo  degli  ej]erciti,&  ar  mefite, U  b  Duca  di  b 
ha  ètttQ,che  Calabria  fuo  primogenitore ap  Panò  di  fama  gr  ade, &  di  uirtù  non mino- 
«r'rjdi&S  re,&  ejperimetato  per  molti  anni  in  tutte  le  guerre  d'Italia:  aggiugnerft 
<t\  fifmaAi>Al  alle  for%e  proprie  gli  aiuti  pronti  de 'fuoi  mede  fimi, per  che  non  c/Fere  da 
ài  Calabria  dubitare  gli mancafì 'e  ilfoccorfo  del  B^e  di  Spagna  fuo  cugino,  &  fratello 
nella  fciétia  fe\ia  moglie;sìper  il  uinculo  doppio  del  par  et  ado, come  perche  gli  fareb- 
be fofbetta  la  uicinità  de  arance  fi  alla  Sicilia.  Omelìe  cofe  fi  diceuano  da 
to  nei  ii.2°a  Ferdinado  publi  carnet  e  ymagnific  andò  lafuapotentia>&  efenuado  quan 
c.48.doue  fi  f0  poteua  lefor%e,&  f  opportunità  degli  auuerfarìj:  ma  come  era  Re  di 
gnkoii^e  de  fingulare  prudetia,&  d'efperietia  gran  lift  ima;  intrinfecamete  gramjfì- 
l'mftabiiità  mi  pen fi  eri  lo  tormentauanoybauendo  fijfa  nell'animo  la  memoria  de  tra 
bone  Geo  -  uagli  battuti  nel  principio  del  I\egnofuo  da  quejìa  natione  :  confi derana 
g[afo  ^ae ,  profondamente  douere  hauere  la  guerra  co  nemici  bellicofifjìmi,&  poten 
non  per  ai.  tiffìmi,&  molto  ftp  eri  ori  afe  di  caualleriayài fanteria,  d'armate  mariti 
tro  finirò  me^ '  artiglierie, di danari,&  d'huomini  ardetiffimia  ejporji  a  ogni  peri- 
de  G.gan  in  colo  per  la  gloria,  &gradex^a  del  proprio  l\e:  afe  per  cotrariofofpetta 
i-iegra,  ch/è  0„nj  cofa,pieno  /'/  l\egno  quajì  tutto,  o  d'odio  grande  contrà  il  nome  Jlra 
uon>  fé  nò  5  gonefe,ò  d'inclinatione  nò  mediocre  a' ribelli  fuoi, del  refto  la  maggior  par 
^oÙ*  Pv  te  c  clipìda  p  l'ordinario  di  nuoui  l\e;  e^  nella  quale  hauejfe  a  potere  più  < 
dWèdi  fua  lafortuna,che  lafede,&  effere  maggiore  la  riputazione,  cbelneruo  delle 
T^ohll  fi*e  for'Kf!:non  haftare  i  danari  accumulati  alle  fpefe  neceffarie  per  la  di- 
u  °aevre.Et  fefa,&  empiedofì  per  la  guerra  ogni  co  fa  di  ribellione,^-  di  tumulti,  an~ 
ddia°4.Dec!  nichilarfi  in  un  mometo  tutte  l'entrate, hauere  in  Italia  molti  nimici,niié 
diceduqrti  na  amicitiafl abile, ,&  fi data, per che,chi  non  era  Hat o  offefo  in  qualche  te 
»uto?&  P°>°  dall' armifo  dall'arti  fue?  Isje  di  Spagna  fecondo  l'effempio  delpaffa- 
za  ribdiióe  to,&  le  coditioni  di  quel  B,egno  potere  afpettare  altri  aiuti  a' fuoi  perico- 
li chetar*  lische  largbiffime promeffe,&famagrààifJìma  d' apparatila  effettipic- 
ìì.sj  aitroue  colifsimi,&  tardifsimì.jlccrefceuangli  il  timore  molte  predittioni  infeli 
"ofe.1"  pm  dalla  cafa  fua,uenutegli  a  notitia  fin  diuerfi  tempi,  parte  per  àjl  ritture  d 
à  vi  qu?fte  antiche  ritrouate  di  nuouo, parte  per  parole  d  h uomini,  incerti  fpeffo  del 
fl'T'iv* Prefcnt€> ma  cbefi  a^'°Sano  certex^adel futuro ,  cofe  nella  prosperità 

credute 


credute  òoco,cotne  cominciano  ad  apparire  l'alter fità  credute  troppo:an-  do  vefc 

*  .  l  .  •>  ^   .  .         .       .     *  ^  »     •»       »•  .._•_._  r .  -   _i  ^i     Tori 


gnfiiato  da  quefic  confiderationi,  &  pr  e fent  andò fegli  maggior  e  fcn%a  co  ^ggjjg 
far at ione  la  paura,che  la  fperan'za;conobbc  no  effere  altro  rimedio  a  ta  anni  prima, 
ti  pericoli, che  ò  il  rimuovere,  quanto  più  prcfio  fi  poteua,  con  qualche  co  JJJ^jyjg 
Cardiaca  mente  del  Bg  di  Francia  da  quelli  pen fieri,  ò  leu ar gli  parte  de'  f0  santo,  &. 
fondamenti,che  lincitauano  alla  guerra:  f  et 'ciò  hauedo  in  Francia  Um*  ggjjjjg^ 
bafciatori  mandatila  per  trattare  lofponfalitio  di  Ciar lotta,  figliuola  di  dcfu  chie- 
Don  Federigo  fuo  feco  do  genito, col  l\e  di  Scotia,ilquale,per  effere  la  fan-  J*  ^-gg 
dulia  nata  d'una  far  e  Ila  della  madre  di  Carlo,  &  allenata  nella  fua  Cor  te  UmiMe 
te.fi  maneggiatiti  da  lui,dette  loro  [opra  le  co  fé  occorrenti  nuoue  comef-  J^^SS 
fioni:&uideputò,oltr -a quefti,  Camillo  Vandonc fiatoni  altre  uolte  per  *  iwmo  ai 
luv9a  fine,cbe  tentando  priuatamete  i  principali  copremij,&  offerte grà  JJgJgJJ 
di,&  proponendo  al  ^quando  altrimenti  non  fi  pot  effe  mitigarlo,  condì  «*  Ai^ia.» 
&W<&  cefl/p,0r  altre  fommiffìoni; fi  sfor^affe  di  ottenere  da  lui  la  pace.  £&*$* 
Oltra  queflo  nojolo  interpo fé  tutta  la  diligetia,&  auttoritdfua  per  co-  nei  *{ìm^ 
porre  la  differentia  delle  ca!hlla,cdperate  da  Virginio  Or  fino,  la  cui  du-  u  ?\£%g* 
rex^afi  lametaua  effere  fiata  caufa  di  tutti  quefti  difordini;  ma  incorniti  ancho  a  5y. 
no  col  Tote  fi  ce  le  pratiche  del  paretado,  trattato  prima  tra  loro:  ma  il  \"$°*  di 
principale  fuoftudio,&  diligetia  s  induco  a  mitigare,  &  ad  affìcurare  ^?a^« 
AWwo  <//  LodSforxa,auttore,&  motore  di  tutto  il  male:  perjuadUofi,  c?0?0  eeer^ 
efo  *  co/?  pericolo fo  co  figlio  più  il  timor  e,che  altra  cagione  lo  coduccffc:  J^^J 
£r  però  anteponedo  la  ficurtà  propria  all' Inter  effe  della  nipote  &  alla  fa  qiliui  g  ,^* 
fetf  dd  figliuolo  nato  di  lei;gli  offerje  per  diuerfi  me^di  riferir  fi  in  tilt  g* 
fo  *//*/«*  «o/owftf  «te//*  $fl/è  <//'  Gìo.Galeaxzp  &  del  Ducaeo  di  Milano, 
non  attendendo  al  parere  d'Mfonfodlquale  pigliando  animo  dalla  timi-  a  Dice  Mar 
dita  naturale  di  Lodouico,nè  fi  ri  cor  dando, che  ^All*  Deliberationi  pre-  g*-^-^ 
■  cipitofefi  coduce  no  meno  ageuolmete  il  a  r/Ywdo  per  la  difperatione,  che  nel  IumW 
/*  wrftftti  il  temerario  per  lineo fideratione,giudicaua,che  l'afpreggiarlo  ITo^Èimor. 
co  fpauenti,&  con  minacci  f uff  e  me%o  opportuno  a  farlo  ritirare  da  qtìt  *eL^0f ene 
fti  nuoui  cofigli.Compofefi  finalmete, dopo  uarie  diffidata  procedute  più  ??XaIViì\ 
da  Virelnio,che  dalTontefice,  la  differentia  delle  caftella ,  intervenendo  «  «mici  ré, 

ò»  J-  n       sr  j    i        J  t>  Qua  nietuut, 

a//*  copofitione  Don  Federigo,màdato  a  quejto  effetto  dal  padre  a  Hpma,  aiuicipenc, 
Conuenero,cke  Virginio  le  nteneffe,ma  pagando  al  Vontefice  tanta  quan  ^     _ 
tua  di  danari  per  quanti  Ihaueua  prima  comperate  da  Fracefchetto  Ch  dice  ./^ 
bò:ccchiufcfi  wficme  lofponfalitio  di  Madama  Sanccs, figliuola  naturale  cipaco  d.ca 
àMfonfb  in  Don  GiuffrèSgliuolominore  del  Votefice,inhabili  lime  lai rlno  a:  &  Ul 


a£2«»-»Kne 


.fr^3^  /'er^z  alla  cofumatione  del  matrimoniode  coditioni  furono,che  Don  J^^f?- 
'  Ciuffrè  andafjefra  pochimefi  aftare  al^apoli,ricc>4ej]e  in  dote  b  ilTrin  ^ndlTal 
pipato  di  Squillaci, co  entrata  di  ducati  dieci  mila  lanno:&fuffc  codotto  gùwió  dei 
co»  a'«ro  h  uomini  tarme  aglifiipendtj  di  Ferdinando  .-donde  fi  confer-  to£api"ai£ 
mò  l'opinione  hauuta  da  ?nolti,  che  quel  che  hauea  trattato  in  FraìUlf_d^f0e^a\ 
il  VonteficeyfuJTeAato  trattato  principalmente  per  indurre  co  timore  gli  de#    *> 

£    4       ^r^o- 


LIBRO 

dragone  fi  a  quefle  conuentioni.  Tentò  di  più  Ferdinando  di  'confederar fi 

con  lui  a  difefa  comune ima  interponendo  il  Tontefice  molte  difficultà,  non 

ottenne  altroché  una  promeffa  occultifjìma  per  un  breue, d'aiutarlo  a  di 

fendere  il  Bggno  di  lS(apoli,in  cafo  che  Ferdinàdo  prometteffe  a  lui  di  fa  re 

ilmedefimo  dello  flato  della  Cbiefa.  Lecjuali  co  fé  eff  edite  fi  partirono,  li- 

tentiate  dalTapa  del  dominio  Ecclefiaflico,le genti  d 'arme*  che  iV  inaia 

ni,&  il  Duca  di  Milano  gli  haueuano  mandate  in  a  i ut o.Tslè cominciò  Ver 

a  Di  Copra  a  binando  con  minore  {per  an-^a  di  felice  fuc ceffo  a  trattare  co  Lodou.  Sfor- 

far.  ?■  i.  &  %a,ilquale  a  con  arte  grandi  ffima;hor  a  moflradofì  mal  contento  dell  indi 

t  ^gono  natione  del  ^  di  F  rada  alle  co  fé  dyltalia,come  pericolo  fa  à  tutti  gli  Ita 

<:ti  aruficii  lianifnora  feufandofi  per  lanecefjìtày  laqualeper  il  feudo  di  Genoua,  & 

fioni  ?àlill  Per  l*  confederatane  antica,  con  la  cafa  di  Francia,  l'haueua  coflretto  à 

do.  sforza,  udire  le  riebiefte  fattegli,  fecondo  diceua  da  quel  B^e  ;  bora  promettendo 

àtnìiiVoìt  qualche  uolta  a  Ferdinando  gualche  mlt a  fé paratamente  al  Tonte fìce,et 

uj  parer  fu.  aTiero  de' 'Medici  d 'affaticar fi  quanto  poteffe  per  raffreddare  l'ardore  di 

èkxu     °    CarLo;Ji  sfor^aua  ai  tenergli  addormentati  m  quefla  {peran%a ,  accioche 

innan%i,che  le  cofe  di  F  r  ancia  f uff  ero  bene  ordinate,& flabilite;cotra  lui 

qualche  mouimento  non  fi  fac effe: et  gli  era  creduto  piufaciimete.-perche 

la  deliberatone  di  far  e  poffare  il  Bg  di  Francia  in  ltalia,era  giudicata  fi 

malficura  anchora  per  lui,che  non  pareua  pojfibile,  che  finalmente  no  fé 

n'haueffe(  confi  derato  il  pericolo  )à  ritirare.Confumoffi  tutta  la  fiate  in 

quefle  pratiche  procedendo  Lodouico  in  modo,  chefin^a  dare  ombra  al 

J{c  di Fracia;nè  Ferdinando,nè  il  Tontefice,ne i  Fiorentini  delle j [ne  prò- 

tìieffefì  difper aitano, né  totalmente  ni  con fidauano.  Ma  in  quefio  tempo  fi 

gittauano  in  Francia  folleàtamete  i  fondamenti  della  nuoua  ejpeditioney 

alla  quale  cotra  il  con  figlio  diquafi  tutti  i  Signori,  era  ogni  dì  mavqiorc 

l'ardore  del  Bgiilquale  per  ejftre  pia  eredito  compofe  le  dijf erette  che  ha 

ueua  con  Ferdinando,^  con  ifabella  I\e9  &  Bucina  di  Spagna,  Vrincipi  in 

quel  tempo  molto  celebrati,&gloriofhperlafama  della  prudentia  loro, 

per  hauere  ridotti  di grandiffime  turbulentie  in  fomma  tranquillità,  & 

ubbidienza  i  Bggni  fuoi,  &per  hauere  nuouamente  co  guerra  cotinuata 

dieci anni,ricuperato  al  nome  di  Chr/flo  il  Bearne  di  Granata,  flato  poffe- 

.  àuto  da' Mori  d'^Africa,poco  meno  a  ottocento  anni.  Fu  efpreffa  inquefta 

capitolatane  fermata  moltofolennemente,&  con  giuramenti  preflati  in 

publico  dall'una  p  art  e, &  dall'altra  ne  tepìj  fiacri, eh  e  Ferdinando, &  ifa 

bella(reggeuafi  la  Spagna  in  nome  comune )ne  direttamente, ne  indiretta 

mente  gli  *Ar  agone  fi  ai  ut  afferò  parentado  nuouo  con  loro  non  cotrahef 


b  II  Giorno 


* 


alquanto0 '  fero, ne in  modo  alcuno  per  di  fi  fa  dil^apoliaCarlo  s  oppone  fiero:  le  qua 
più  diifufo  //  obligationi  egli  per  ottenere  cominciàdo  dalla  perdita  certa  per  fheran  » 
ratione,  &  %a  di  guadagno  incerto,reflitui  fcn^alcuno  pagamento  b  Verpignano  co 
«o  hndia  ut  tutta  ^  Contea  di  Kglfiglione,  impegnato  molti  anni  innanzi  a  Luigi  fuo 
urea  parte,  padre  da  Giouami  i\e  d'*4.ragona,padre  di  Ferdinandoscofa  molefiiffima 

a  tutto 


PRIMO.  13  a  VediFilI 

a  tutto  ilBggno  di  Francia  ;  perche  quella  Contea  fituata  alle  radici  de1  *0  commèS 
MontiVirenei,&  però  fecondo  l'antica  diuifione  parte  della  Gallia;  im-  ^^iakmi 
Dediua  a  vii  Spavnuoli  l'entrare  in  arancia  da  quella  parte,  Fece  per  la     ' 
medefima  cagione  Carlo  pace  con  Majjimiliano  1\e  di  Rimani,  &  co  rilip  ne  poj)  che 
pò  ^Arciduca  d'^Aufiria  fuo  fi?liuolo,ì  quali  baueuanofeco  vrauiffime  ca  L°J-  « *■  Pi;° 

'         .  .    ,  „      .  0>.    .   .  '    .   •  ,      _     •    •  r  j        nule  a  VlJtsi 

gìom,ant;cbe,&  nuoue  a  inimicitia;cominciate,percbe  Luigi  fuo  padre,  nuiiaoodet* 
per  l'occafione  della  morte  di  Carlo  Duca  di  Bor?o?na,&  Conte  di  Fian-  ">  Claudi* 

i  >■         1   ■     1      •         r     ■  n-    •    1  1  j-  t>       ruaiigliuohi 

dra,&  di  molti  altri  paeji  circondati,  baueua  occupato  il  Ducato  ai  Bor  p,.r  Maritar 
vovna,il  Contado  d'Jirtois,&  molte  altre  terre  poffeduteda  lui:  Donde  mC^dov. 
tjjendo  nate  gratti  guerre  tra  Luigi, &  Maria  figliuola  unica  di  Carlona  1  imperato  - 
quale  poco  dopo  la  morte  delpadre  sera  maritata  a  Maffimiliano  ,era  **^*  P°lJ* 
ultimamente,effendo già  morta  Mar ia,& [acceduto  nell'hereditd  mater  cefi*  d>An- 
wa  Filippo  figliuolo  comune  di  Maffimiliano,&di  lei,fattafi  più  per  uol'ó  f^1^6  %\\ 
tà  de  popoli  di  Fiandra,cbe  di  Ma fiimiliano, concordia  tra  loro,*  per  ifta-  Regn.  di  Fri 
bilimento  della  quale  a  Carlo  figliuolo  di  Luigi; fu  Margherita  forella  di  JS'^mSc! 
Filippo  fpo fata  :  &  benché  fuffe  d'età  minore;  condotta  in  Francia  :  doue  »  8*.fac.  2.  x. 
poi,cbefu  (lata  più  anni,Carlorepudiatala;tolfe  per  moglie  jLma,alla-  l  Gioai°  * 
quale  per  la  morte  di  Francefco  fuo  padre  ferina  figliuoli  mafehi  apparta  c  ^  f£Ò* 
neua  il  Ducato  di  Bretagna,con  doppia  ingiuria  di  Ma  fiimiliano,  priua-  dò  parécado 
to  in  un  tempo  medefimo  del  matrimonio  della  figliuola,&  del  proprio:^  ^SoEuSìl 
perche  prima  permea  de 'fuoi  procuratori  haueua  fpo  fato  Jlnna:&  rio-  to  in  ima  di 
dimeno  impotente  a  fomentare  da  fé fieffo  la  guerra,incominciataper  ca-  [jJopiinJS 
gione  di  quefla  ingiuriale  uolendo  i  popoli  di  Fiandra,  ì  quali  per  effere  che  appari. 
Filippo  pupillo  con  configlio,&  auttoritd  propria  fi  reggeuano  ;flare  in  tJoV^'lt 
guerra  col  Bggno  di  Francia;^  uedendo  pofate  l'armi  cantra  i  Francefi, cura  fcttoeu 
da'Bg  di  Spagna,  &  d'Inghilterra;  conftntì  alla  pace;  per  la  quale  Carlo  introna?! 
reflit  uì  a  Filippo  Margherita  fua  f or  ella, ritenuta  in  fino  a  quel  dì  in  Fra  raimùBrafca 
cia;&infieme  le  terre  del  contado  di  jLrtois,riferuandofi  (éfotàeygfc;  tofajfion^r 
ma  con  oblivatione  di  reflit uirle  alla  fine  di  quattro  anni,  alauale  tempo  ™*xtn*ttQ 
rilippo,diuenuto  d  età  maggiore,  poteua  ualidamete  confermare  l  accor  no,  c-t  detto 
do  fatto :Lequali terre  nella  pace  fatta  dal  Bg  Luigi  erano  fiate  cocor  de-  v*ocrx  ,atai\ 
méte  riconofciute,come  per  dote  di  Margherita  predetta.  Stabiliti ,  per  ettaro,  che 
effere  fiata  renduta  al  re?no  diFrancia  la  pace  di  tutti  i  uicini,la  delibe-  1  ImP- Fede- 

•  a   il  1  i.  t  r       zi-  in  nco  era  UI- 

ratione  della  guerra  di  Is^apoli  per  l'anno  profiimo,et  che  m  quello  me%o  uo,come  co. 
tutte  le  prouìfìoni  neceffarie  fi  prepar afferò ,  follecitate  continuamente  H*^ °lwi 
da  Lodouico  Sfor^a:ilquale  come  ipenfieri  degli  h  uomini  di  grado  in  gra  di  Agoito.* 
do  fi  diftcndono,non  pi f andò  più  foto  ad  afìicurarfi  nel  gouerno,ma  folle-  ^f^if0 
nato  a  più  alti  penfieri,haueua  nell'animo  con  l'occafione  detrattagli  de  Ntadodraita 
gli  jLragonefi,di  trasferire  in  fé  il  Ducato  di  Milano:et  per  dare  qualche  ^""oS 
colore  di  giuftitia  a  tata  ingiù fiitia,&  fermare  con  maggiori  fondamenti  gr.o  precède 
le  co  fé  f uè  a  tutti  i  caft,che  poteffero  interuenire:  e  maritò  Biaca  Maria  i^aiGinia 
dorella  di  QÌQ,Qaka7^0y&fua  nipote>a  Hafiimiliaw>fuccedHtQ  nuoua  dèi. 

mente 


L    I    B    R    O 

mente  per  la  morte  di  Federigo  fuo  padre  nell'Imperio  %om.  promettedo 
gli  in  dote  in  certi  tempi  quattrocento  mila  ducati  in  pecunia  numerata; 
&  in  gioie,  &  in  altri  apparati  ducati  quaranta  mila:&  dall'altro  can- 
to Mafiimiliano Seguitando  in  quefto  matrimonio  più  i  danari  chel  uincó 
lo  dell' affinità;sobligò  di  cocedere  a  Lodouico,  in  pregiudicio  di  Gio.  Ga- 
leaxzp  nuouo  cognato  Jinuefìitur a  del  Ducato  di  Milano  perfe>  per  i  fi- 
gliuoli^ per  i  defcendctifuoi,come  fé  quello  flato,  dopo  lamorte  di  Fi- 
lippomaria  Vifconteyfuffedi  legittimo  Ducafempre  uacato:promettUQ 
di  congegnarli  al  tepo  dell'ultimo  pagamento,!  prìuilegtj  fpediti  inforni* 
ampliflxma.lVifconti gentil 'buomini di  Milano  nelle  partialìtà  pingui^ 
nofi(fimeycbebbe  Italia  de  Ghibellini y&  de'Guelfi,  cacciati  finalmente  i 
a  Tratta  di  Guelfi;diuentarono  (èqueflo  quafifempre  tifine  delle  difcordie  ciudi)  di 
ciò  piena-  f  a^  gUna  parte  di  Milano  padroni  di  tutta  la  Città:  nella  qual  grader 
rionneVapar  ^ayhauedo  cotinnato  molt 'anni, cercai -ono  fecodo  ilprogreffo  comune  del 
Aorie  Si  te  Tir  anidhperche  quello  ciò  era  ufurpatione  par  effe  ragioneydi corrobo- 
ro** àeu  rare  prima  co  legittimi  color i,&  dipoi  d' illustrare  co  ampliami  tìtoli  la 
ln™Tcio~  loro  fortuna.Terà  ottenuto  dagl'Imperadoriy  decitali  Italia  comincia- 
Gaicazxoai  Ua  già  a  conofcere  piuilnome,che  la  poffanza,prima*  il  titolo  diCapita  , 
Fuanrtà.della  ni,poidiricarijImperiali:airultimoGio.Galeaxjp,ilqualeperbauere 
qU3r   '        riceuutò  la  Contea  di  Virtus  da  Giouani  Bg  di  Fracia  fuo  fuocero,fi  cbia 
b  Akunch1  maua  il  Cote  di  Pirttottcnne  da  Vincislao  Fve  de  Bimani  per  fé,  &per 
nonm'ue!  Ufuaflirpe  mafculina  la  dignità  di  Duca  di  Milano:  nella  quale  gli  fuc- 
^"n'codi!  sederono  Cuno  dopo  l'altro  Giouanmaria,&  Filippomariajuoi  figliuoli: 
rifìo  fi°  Re  ma  finita  la  linea  mafculina  per  la  morte  di  Filippo,  benché  egli  baueffe 
£*£»  Si  %rì  h  teft  amento  fuo  infiituito  berede  Mfonfo  PKe  d'Aragonay  &  di  ?ia- 
f!ìato Lre-  polì,moffo  dall' amicitia grandifiima,laquale  per  la  liberatone  fua  haue 


tie-.rr.a  mor- 


fei iato  Jtamente  uajpirauanoynonaimeno  trancejco  òjor^uayuuuv  m  ^^  ir- 
fottofcntto  tà  ualorofifimo,  né  minore  nell'arte  della  paceycbe  della  guerra,  aiuta- 
Itffiirac-  to  da  molte  occafioni,che  all'bcra  concorrono,  &>  non  meno  dall'bauere 
ciàto:e  in  q  flimato  più  il  regnareyche  lofferuaTa  della  fede:  occupo  con  l'arme  quel 
fo°nfo°^-  Ducato  come  appartenente  a  Eiancamariafua  moglie,  figliuola  natura^ 
dufodaqu  (e  di  Filippo:&  è  fama  che  e'pottete  ottenerne  poi  con  poca  quantità  di 
Giouiodnei.'  danari l'inueftitura  da  Federigo  Imperadorema  checonfidado  di  potere 
la  ^ita  di  B  con  ie  mtdefime  articonferuarlo  ycon  le  quali  l'baueua  guadagnato  ;  la, 
fracco  '  difpregiòXofijen^a  ìnueflitura  continuò  Galea^o  fuo  figliuolo :&  con 
sfo.xa  è  da  fawua  Giouà  Galea^o  fuo  nipotc:onde  Lodouico  in  un  mede  fimo  tem- 
iStTgiì  3-  po  federato  contra  il  nipote  uiuoy&  ingiitriofo  coir  a  la  memoria  del  pa 
tri  Cecco  si  dre,&  del  fratello  mortiy  afermando  non  efere  flato  alcuno  d'efii  legit- 
^cTTiia"  timo  Duca  di  Milano;  Je  ne  fece  come  di  fiato  devoluto  all'Imperio,  inue 
sforciade.  a-rc  da  M^limiliano ,  intitolando  fi  per  quefla  ragione,  non  latimo,  ma 

quarte 


PRIMO.  ?4 

quarto  Duca  dì  Milano;  benché  quefle  co  fé  alla  nottua  di  pochi, mentre 

uiffe  il npote,trapaJfaronoJoleua  oltra  queUo direyfeguitàdo  l'effempio  phoen,!c  nc** 

di  a  Ciro  fratello  minore  di  Artoferfe  I{e  di  Terfia,  &  confermandolo  co  £*~J^['di 

l'auttorità  di  molti  Lurìfconf ulti, che  precedala  Galeazzo  fuofratelloy  re. 
non  per  l'eterna  per  effere  flato  il  primo  figliuolo,  chef  offe  nato  al  padre 


Po,non  effere  confuetudine  del  Sacro  Imperio  concedere  alcuno  stato  a  chi  <**i  R-e. dl  pt 

rr  '-•  v  •    ijM.    'i.  _        :*    rr%       n    j.-  ì     *  *   /r- ancia  in  Ita 

Ibaueffe  prmx  co  l  auttorita  a  altri  tenuto:et  perciò  ejjerejiati  da  Majji  tiaptirare  i 


miliario  difpr rigati  i  prieghi  fatti  da  Lodouìco,per  ottenere  finueflitura  Poetati  ita 
per  G  io. Galeazzo, che  haueua  prima  dal  popolo  di  Milano  quel  Ducato  v^c\,\à  du; 
riconofciuto.il  par  etado  fatto  da  Lodouico  accrebbe  la  fperan-^a  à  Ver di  faronoFiiip 
nado,chee  s'haneffe  ad  alienare  dallarnicitia  dell\e  di  ¥ràciaì  giudieddo  £  yinlcia,* 
che  fefferfi  aderito >&  fumminiflrat a  à  un  emulo,  &  per  tate  cagioni  ini  |^rardo  ° 
mito  fuo,quatitdcofi  grade  di  danari  yf uff  e  per  generare  diffidetia  tra  lo-  xzlfeaparM 
ro,&  che  Lodouico  prefo  animo  da  questa  nuoua  c'jgiuntione  haueffe  più  ^}^^d 
arditamete  à difcoftarfene;laquale[peraza Lodouico  nutriua  co  gradiffi  uia  fu àhc 
ino  artificio :&  nodimeno(tata  era  la  fagacità,&  defire%gafua)  fapeua  J^f^f* 
in  un  tipo  mede/imo  dare  parole  à  Ferdmado,&dgli  altri  Italiani,&  he  qmftoaifuo 
ne  intrattener  fi  col  Bg  de  Bimani, &  co  quello  di  Francia.Sperauafimil-  ^  ielrÈal 
mete  Vtrdinddo,che  al  Senato  V  minano, alquale  haueua  madato  Amba  fe,et  dtiBé. 
fciatori,haueffe  à  effere  molefloyche  in  Italia,  doue  teneuano  il  primo  luo-  ^ la°f  !o^Ia 
go  dipotetia>&  d "  auttorità,entraffe  un  Trincipe  tato  maggiore  di  loro,  doue  Pietro 
nècdforti,&jperà%eda'I\edi  Spagna  gli  mdcauanoii  quali  foccorfo  potè  0J^  .J"n| 
te  ?H  prometteuano,in  cafo  che  co  le  perfuafioni,  &  co  ìauttorità  m  pò  ciò  di  peri- 

S.    r  n     •  /-•/-•  Jz    iv    i  r     r  •/ n,      j-colo  uolle 

tefjero  quejta  impreja  mterr opere.  DaU  altra  parte  ji  sf  orfana  ilB^e  ai  r-per  !  ac_ 
¥ràcia,poiche haueua  rimoffo  gVimpedimeti  di  là  da  moti,  rimuouere  le  cordo có.^ii 
dijficultd,  &  gli  oflacoli  che  poteffero  effer gli  fatti  di  quà:però  madò  t>  Ve  ^ifCcona 


rone  diBaccie,huomo  non  imperito  delle  co  fé  noftre  in  Italia,douerafta-  f^Jf^J?* 
to  fotto  Giouanni  d!  jLngiò,ilquale  fignificata  alVontefce,al  Senato  Fi-  re^da^ii 
nitiano,&  a'Fior  etini  la  deliberatane  fatta  dal  fuo  I{e  per  ricuperare  il  jkjj»6* 


iouio  e 


Regno  di  Js{apoli,fece  inflatia  co  tuttoché  fi  cogiungneffero  co  luiima  non  ancho  aioet 
riportò  altro,che$era%e,&  rijpofle  generali;perche  ejfendo  la  guerra  no  r°  daoqrle,d*£ 
frima  che  per  l'anno  proffimo  difegnata;ricujaua  ciafeuno  di  [coprire  ta  quaie  di  fot 
to  \nna%i  lafua  intetione. Ricercò  medefimamete  ilRegli  Oratori  de'Fio  ^JJwJ* 
ventini,  madati  prima  a  lui  con  confentìmento  di  Ferdinado,  per  efeufar  Che  Pobi- 
fi  dell' imputationefi  daua  loro  ò!  effere  inclinati  a  gli  jLragonefi  che  gli  g^j^jjj 
fuffe  promeffo  paffo,  &  uettouaglia  nel  tenitorio  loro,  per  l'efferato  fuo  bafcma,an- 
c o  pagameto  coueniente,&  di  madar  co  effo  cento  huomini d'arme,  i  qua  d.1atnr-'0ac1°pa' 
li  dìceua  chiedere  per  fegno, che  la  Republica  Fiorentina  feguitaffe  lafua  pa,uennTea 
amicitiaj&becheglifufje  dimofirato  no  poter  fi  fenica  grane  pericolo  far  cd^jJedici 

tak         »» 




LIBRO 

limita,  taledìchiaratìoneSe  prima  /' e/Ter cito  Cito  non  era  pattato  in  Italia;&  af- 

quei  stnAiofermato  che  di  quella  Citta  fi  poteua  in  ogni  cajo  pr  ometter  eyquanto  con 

dliuTcoro!  Hen*ua  &WoJ]eruan,za,et  diuotione^che  sepre  alla  Corona  di F rada  portai 

nadìFricìA  ta  haueua  ;nond\meno  erano  co  ìmpeto  Francefe  flretti  apromctterloymi 

nei/a  Sòda  nclcciando  altrimenti  di  prillargli  del  commercio yche  la  natione  Fioretina 

ambaiceria  haueua  grandifpmo  di  mercatantie  in  quel  Bearne  :i  quali  co  figli  come  poi 

IousbÌc^.  fi manifeflò;nafceiiano  da  Lodouico  Sfor%ayguida  aWhorayet  indirizzato 

fé  foio  fotte  re  di  tutto  que!loyche  per  loro  con  gl'Italiani  fi  praticaua.^jfaticojjì  Vie 

Francia  n.L  ro  de9  Medie  idi  persuadere  a  Ferdinando  quefle  dimande  importare  sì  pò* 

dato  ai  Pa-  co  alla  soma  della  guerra,  che  e  'potrebbe giouar gli più  ,cbe  la  T\ep.etegli 

cfario  l,n&a/'  conferuaffero  in  fede  con C arlo:per  laqualehaurebbono  forfè  opportuni 

dirSn  mila  xà  dy  efiere  me%i  a  qualche  compofitioney  che  col  dinegargliene  diuentare 

fetida  fuo  utile  aperti  nimici  de1  Fr  ance  fi  :  allegaua  oltra  queflo  il  carico 

grandif]ìmo>&  l'odiosi  quale  centra  fé  fi  conciterebbe  in  Firenze,  fé  imer 

cotanti  Fiorentini  fu fftro  cacciati  di  ¥rancia:&  con  uenire  alla  buona  fé 

de, fondamento  principale  delle  confederationi,  che  ciafeuno  de  confedera 

ti  tollera/fé  patient  emente  qualche  incommodità:perche  l'altro  non  incor 

re  (fé  in  danni  molto  maggior  i.MaF 'erdinando,i!quale  confideraua  quanto 

fi  diminuirebbe  della  riputatione,&  ficurtà  fuay  fé  i  Fiorentini  fi  J 'epara f 

fero  da  luijion  accettando  quefle  ragioni;/}  lamentò grauiffimamenteyche 

la  confi antiaygr  la  fede  di  Ticro, cominci afferò  cofì  preflo  a  non  corrijpode 

re  a  quel  che  di  lui  s  haueua  promeffo: donde  Tiero  determinato  di  confer 

uarfì  innanzi  a  ogni  cofa  Vamicitia  jlragonefe  ;fece  allungare  con  uarie 

arti  la  rijpofla  da1  Fr  ance  fi  infl { atemente  dimandata-^ -mettendo fi  in  ulti 

mo  che  per  nuoui  Oratori  fi  farebbe  intendere  l'intentionc  della  J\epubli 

chefciìueii  casella  fine  di  quejlo  anno  cominciò  *  la  congiuntane  fatta  tra  ili?  onte 

Bembo  ntifice y  &  Ferdinando  a  uaciilare:ò  perche  ilTontefice  ajpirajfe  con  intro- 

fùe  tìiflorie  durre  nuone  difficultd  ad  ottenere  da  lui  co  fé  maggiori;ò  perche  fi  per  fu* 

tat 

tane 

clan 

pamicitia    ~j0  de  Cardinali ydi  Ferdinàdoyet  deVinitiayu;desideraua  scarnamente  che 

goni n,  civcf andajfe  a  T{oma;eJfendoglifoJpetta  molto  lafua  ajfentia,per  l'importala 

icrcò  il  Re  feffa  ^cca  tfOftia;perche  intorno  a  l\oma  teneua  ]{onciglione,ejr  Grot- 

jure  in  ita-  taferrata;per  molte  dependentiey&  auttorit  a  gr  ade  yc  haueua  nella  Cor 

lia*  te:&  finabnete  per  la  natura  fua  desidero  fa  di  cofe  nuoue;  &  per  l'ani* 

mo  pertinace  a  correre  prima  ogni  pericolo,che  allentare  un  punto  folo 

delle  fue  deliberationi.Scufauasi  efficacijsimamete  Verdinado  di  no  potè 

re  piegare  a  queflo  il  V 'incola  yinfoJpettito  tatoychc  qualunque  sicurtà  gli 

parcua  inferiore  al  pericolo:^  si  lametaua  della  fua  mala  fortuna  col 

Tonteficeyche  fempre  attribuiffe  a  lui,quel  che  ueramente  procedeua  da 

altri:cosi  hauere  creduto  che  Virginio  per  i  confortiyet  co  danari  juoi  ha 

uejfe  comperato  leCaflella:&  nondimeno,  la  compera  effere  fiata  fatta 

fen%a 


meo  fu  io.  foffe  dì  moucrlo  con  queflo  modo  a  ridurre  il  Cardinale  di  S.Tiero  in  Vin 
"mantener  cola  all'  ubidientia  fua:ilqualeyegliycffercdo  per  sic urtdyla  fede  del  Colle* 


PRIMO.  15 

fé  n%a  fua  partìcipatione;  ma  effer  bene  egli  flato  quello  c'haueua  dìfpoflo 
Virginio  all' accordo;^  che  a  queflo  effetto  Ihaueua  accommodato  de  da* 
nari  che  fi  pagarono  in  ricompenfo  delle  Catella;  lequalifcufe  me  tre  che'l 
Tonti  fi  ce  non  accetta,an%i  con  acerbe ,&  quafi  minatorie  parole  fi  lamen 
tu  di  Ferdinando  -pareua  che  nella  riconcitiatione  fatta  tra  loro  non  fi  po- 
tè ff  e  far  e  fi  abile  fondamento .  Incominciò  in  tale  dify nfit ione  de  gli  animi  * 
&  in  tale  confinone  delle  co  fé  tanto  inclinate  a  nuoue  perturbationi  Pan 
no  MCDXCIIll.  (io  piglio  il  principio  fecondo  l'ufo  Ì\omano)anno  infe-  *4p4 
liciffimo  all'Italia:  c-r  in  uerit  danno  primo  de  gli  anni  miferabili;pcrche 
aperfe  la  porta  a  innumerabili,&  horribili  calamità,  delleqnali  Ci  può  di  a  n  9,om'° 

7  j  r  •  j      ^-  1     1  ì  •      i-       •  ••  £ ,     ,    >  nondimeno 

re  che  per  diuerji  accidenti  habbia  dipoi  participato  una  parte grade  del  fcriue  che 
mondo.     Ijcl  principio  di  queflo  anno  Carlo  alieni ffimo  dalla  concordia  *trd.1™ nd{! 
con  Ferdinando  ;  comandò  a  gli  Oratori  fuoi, che  come  Oratori  di  I\e  nìmi  fmanta  an- 
co fi  par  tifi  ero  fubito  del  Bearne  diFrancia:&  qua  fi  ne  mede  fimi  dì  mo~  ni  \Egh  re" 
ri  per  un  catarro  repentino  Ferdinando  fopr afatto  più  da' difpiaceri  del-  Iu4iwfi,et 
l'animo,che  a  dall'età.  FuF^edi  celebrata  induflria,&  prudentia:con  la  J^jjfjj^j 
quale  accompagnato  da  proserà  fortuna;  fi  conferuò  nell{egno  acquifla  ài  Gennaio 
to  nuouamente  dal  padre  contra  molte  difficultà,che  nel  principio  del  re-  J,>£n!iiSs 
gnare  fé  gli  fcoperfero,et  lo  conduffe  a  maggior  grandezza, che  forfè  mol  te  dice,ch3e 
t'anni  innanzi  l'baueffepoffeduto  I{e alcuno :buono  I{e,fe  haneffe  continua  clamai 
to  di  regnare  con  l'arti  mede fime, con  le  quali  haueua  principiato  :  ma  in  fano-.mache 
progrefjo  di  tempo,  ò  prefi  nuoui  cottimi,  per  non  hauerefaputo ,  come  \l  £ VStè» 
quafi  tutti  i  Trincipi,refiflere  alla  uiolentia  della  domìnatione;òycome  fu  dl  ?eb"io- 
creduto,  quafi  da  tutti,fcopertii  naturali^  quali  prima  co  grande  artifi-  b  Aggju(,ne 
ciò  haueua  coperti;notato  di  poca  fede, &  di  tanta  crudeltà,  che  ifuoime  »i  Giorno  , 
defimi  degna  più  preflo  di  nome  d'immanità  lagiudicauano.  La  morte  di  a^ÀTfonlb 
Ferdinando  fi  tenne  per  certo,  chenoceffe  alle  cofe  comuni:  perche  oltre  «olmo,  che 
che  harebbe  tentato  qualunque  rimedio  atto  a  impedire  la  p  affata  de'  f^ii^oln 
Francefilo  fi  dubita  che  più  difficile  farebbe  flato  fare  che  Lodou.  Sfor-  ni  fi.  foie 
%a  della  natura  altiera,&  poco  moderata  d'Mfonfo  s'affi  caraffe, eh  e  di-  Stói  I£ 
fp orlo  a  r inouare  lamicitia  con  Ferdinando: f apendo  che  ne' tempi  prece-  l,asH  •  eflb 
denti  era  flato  (beffo  inclinato  per  non  hauere  cagione  di  controller fie  con  u'gùerr"* 
lo  flato  di  Milano  a  piegar  fi  alla  fua  uolontà;&tra  l'altre  cofeèmanife-  m5do  al  Re 
fio, che  quando  ifab  ella  figliuola  d'^Alfonfo  andò  a  congiunger  fi  col  mari  eamino  pf 
to,Lodouico  come  la  uidde, innamorato  di  lei, de  fiderò  di  ottenerla  per  mo  donea  Dffe: 
glie  dal  padre:&  à  queflo  effetto  optrò(cofifu  allhora  creduto  per  tutta  riméttere  il 
Italia )con  incantamenti,  &  con  malie,che  Giouan  Galeazzo, fu  per  mol  Rcsii0  dj 
ti  mefi  impotente  alla  confumatione  del  matrimonio:  alla  qual  cofa  Fer-  faTbimo  " 
dinando  harebbe acconfentito,  ma  jllfonfo  repugnò:  dode  Lodouico  efclu  delf  p<1Pa»r 
fo  di  queflafperan%a,prefa  altra  moglie, &  hauutone  figliuoli ;uoltò  tut-  fe  a" eh?  di 
ti  i  pen fieri  a  trasferir  e  in  quegli  il  Ducato  di  Milano.  bScriucno  oltra  rd>io°  do- 
quejto  alcunché  Ferdinando  parato  a  tollerare  qualunque  mommodo,  ^l. pe 

&  in- 


L    T    B    R    O 

t!r  indegnità  per  fuggire  la  guerra  imminente,  haueua  deliberato ,  come 

prima  lo  permettetela  benignità  della  flagione;  andare  in  falle  galee  per 

mare  a  Gcnoua:  &di  quiui  per  terra  a  Milano,  per  fatisfare  a  Lodouico 

in  tutto  quello  defideraffe:&  rimenarne  a  T^apoli  la  nipote, fi  er  andò  che 

oltre  a  gli  effetti  delle  cofe,quefìa  publica  confeffione  di  riconofeere  in  tut. 

to  da  lui  lafalute,haueffe  a  mitigare  l' animo  fuo:  per  che  era  noto  quanto 

egli  co  sfrenata  ambitione  ardefie  di  defiderio  di  parere  l'arbitrio,^-  qua 

fi  l  Oracolo  di  tutta  Italia. Ma  jllfonfo  fubito  morto  il  padre  mudò  quat 

tro  Oratori  al  Tontefice;ilquale  facendo  fegni  di  efferealla  prima  inclina 

tione  dell' amicitia  Francefe  ritornato ,haueua  né*  mede  fimi  dì  per  una  boi 

la  fottoferitta  dal  Collegio  de"  Cardinali ,  promeffo  a  requifitione  del  I\e 

a  Tiene  il  di  Francia  al  Vejcouo  di  San  Malòja  a  dignità  del  Cardinalato,  &  con- 

caprenohda  dotto  a  SifflWÈy  communicol  Duca  di  Milano, T?ro fiero  Colonna  foldato 

ordinale    prima  del  P\e,&  alcuni  altri  condottieri  di  gente  d'arme:&  nondimeno  jfc 

giidmo^d  rendè  facile  alla  concordia  per  le  conditioni grandi, lequali  jllfonfo  de  fi- 

ionetto  dai  derofiffimo  d'affi  curar  fi  di  lui,&obligarlo  allafua  difefa  gli  propofe.Con 

jcheàiuer!  uennono  adunque  palefementeche  tra  loro  fuffe  confederatone  a  difefa. 

rflej  iljKe  degli  flati ,  con  determinato  numero  di  gente  per  ciafeuno  :  concedere  il 

«enire  i  ita  Pontefice  ad  ^Alfonfo  l'inuefiitura  del  Bggno  con  la  diminutione  delcen- 

ìu  oai  me.  fo^ot tenuta  per  Ferdinando  durante  Colo  la  uita  fua,da  "li  ultriTonte- 

no  lo  tratte    **   • 

weflTej  &  che  fi  ci:  &  mandale  un  legato  jLpofiolico  ad  incoronarlo  :  creaffe  Cardinale 
feceorfe/1  '  Lodouico  figliuolo  diDon  Henrico  fratello  naturale  d'^£lfonfo,ilquale  fu 
che  potetti  poi  chiamato  il  Cardinale  d' *Aragona:pagaffe  ill{e  incontinente alTont. 
dedme  to*  bucati  trenta  mila:  deffe  albD uca  di  Candia  fiati  nel Rsgno  d'entrata  di  ^ 
Erancia.  dodeci  mila  ducati  Vanno:  et  il  primo  de' fette  uffici}  principali  che  uacaf 
feiconducefielo  per  tutta  la  uita  del  pontefice  afoldifuoi  con  300.  buo- 

bQyefiofu        .    •  ,,  f       i- r  rr  r  •  »  ,    m  ,    / 

chiamato     mm  «  arme, co  quali  fu fie  tenuto  jeruir e  parimente  l  uno,&  l  altro  di  lo 
Fracefco;  &  Yo:a  j)0n  ciuffre,che  qua  fi  per  pegno  della  fede  paterna  andaffe  ad  babi- 


«*a  celare    l  are  appreffo  al  fuocero,cocedeffe  oltre  alle  co  fé  promejfe  nella  prima  co 

<uo  fratello  uent  ion  e  yiÌTr  otonotariato, uno  medtfimamente  de' fette  ufficìÀ:& entra- 
ta fatto  get         1 . 7         r   ••       1  r  •     r    ; •       i      i   i  r  rr 

tar  nei  Téue  ve  «l  benefici}  nel  l\egno  a  C  efare  Borgia  figliuolo  del  Vontefice ,  promojjo 
f*"!?  ?cf"  f oco  *nnanV  dal  padre  al  Cardinalato,hauendo  per  rimuouere  l'impedì- 
nio,&  da  ai  mento  d' e ff ere  finir  io, a'  quali  non  era  folito  conceder  fi  tale  dignità,  fatto 
Gotif  dd to  c°fàfi  teflimonu pr ouare ,che  era  figliuolo  legittimo  d'altri:  promejfe  di. 
]i  Corio  uà  pia  VirginioOrfino,ilquale  col  mandato  T{egio  interuenne  a  quefia  capittt 
)n  ué?tuitc-  ^atloneìche  il  I\e  aiuterebbe  il  Tontefice  a  ricuperare  la  Rgcca  d'Oftia,  in 
wétioni  fra'i  cafo  che  il  Cardinale  di  S.  Tiero  in  Vincola  di  andare  a  ì\oma  ricufafie  : 
Aifonf iKe  ^aclHa^epromefia  il  Rafferma  uà  effer  e  fiat  a  fatta  fenica  fuo  cofentimen 
nto,ò  faputa: giudicando  che  in  tempo  tanto  pericolofo  fuffe  molto  dàno- 
fo  l'alienar  fi  quel  Cardinale  potente  nelle  coj'e  diGenoua;  lequali /limola 
to  da  lui  difegnaua  di  tentare:^ perche  forfè  in  agitatione  fi  grauesha 
rebbe  a  trattare  di  cocilij,ò  dimaterie  pregiudiciali  alla  fedia  apoflolica; 

inter- 


f    R    I    M    O.  ì<f 

interpofe  gradifjlma.  diligentia  per  accordarlo  colTont.  alquale  non  fatif  *  tapartfc 
i  facendo  in  quefla  co  fa  coditione  alcuna>fe  il  Vincola  rio  ritomaua  adorna;  ^ti  cardi? 
&  offendo  il  Cardinale  oftinatijfimo  a  no  commettere  tifai  la  uita  propria  nal  di  s.pìj 
alla  fedc(  tali  erano  le  parole  fue)di  Catelani;reftò  nana  lafatica3et  il  de  fi  corio^che 
derio  d 'Silfonfo, ,Ter che  il  Cardinale, poi  che  hebbc  fimulatamete  dato  (he  fu,pe»"clie  * 
;  tanta  quafi  certa  di  accettare  le  coditioni  che  ji  trattauano  a  //  parti  al  entrato  avi 
l'improuifo  una  notte  [opra  unobrigàtino  armato  da  Oflia3lafciata  bene  gi»*myrin* 
guardata  quella  J\occaì&  fopr  afiato  pochi  dì  a  Sauona3&poi  in^/iuigno  galee  nei  por 
ne  ideila  quale  città  era  Le?ato;andò  finalmente  a  Lione:  do  ne  poco  innan  c°  d'olixat:. 
%i  fi  era  trasferito  Carlo,pcr  fare  con  più  commoditay&  maggiore  ripu-  ìafciatouui 
tatione  leprouifioniper  laguerra-.alla  quale  già  publicaua  uolere  anda-  Srfcf"cofuo 
re  in  perfona>&  da  lui  ricenuto  con grandifjlma  fefta3& honore  fi  cogiun  Fabrkio'co 
Ce  con  vlialtriiche  la  turbatione  dy  Italia  procurauano.rNonmancauaKAl  lonna>{°pr-i 
fonfo  yfendogli  diuentato  buon  maejtro  il  timor  e,di  continuare  con  Lodo-  no  di  nott« 
uico  Sforma  quel  che  era  flato  cominciato  dal  padre;  offerendogli  le  mede  j^^"" 
fims  fatisfattioni:  il  quale,  Lodouico  fecondo  il  cofl urne  fuoys'infegnaua  gnone,  & 
dipafcereconuarie  fperan^e:ma  dimoflr andò  ef] ere  coftrettoaproce-  ?£Yau'"* 
aere  con  grandiffima  deftre7^as&  confideratione:  accioche  la  guerra  di  Lione. 
fegnata  cotra  altri,nonbaueffe principio  contra  luitma  d'altra  parte  rio  X^inT^ 
ceffaua  di  follecitarein  Francia  le  preparationi ,  &  per  farlo  con  mag-  Galeazzo  s. 
giorefficacia3&ftabilire  meglio  tutti  i  particolari  di  quel3che  shaueffe  a  X*m™àìxl 
ordinare  )  &  accioche  non  fi  ritardaffe  poi  l'effecutione  delle  cofe  deli-  iFraciajrac 
berate  ;  ui  mandò  >  dando  noce  f uff  e  chiamato  dal  I{e  ,  b  Galeazzo  da  Jj^Je  /neh* 
San  Seuerino3marito  duna  fua<  figliuola  naturale  :  ilqual'era  in  gran-  ™od.°  slu- 
diffima  fede ,  &  fauoreapprefìo  a  lui .  Ver  i  configli  di  Lodouico  man-  ™i  France 
dò  Carlo  al  "Pontefice  quattro  Oratori ,  con  commifjlone ,  che  nel  paffa-  firoflerora*" 
ve  per  Firenze  facefferoinftantìa  per  la  dichiaratane  di  quella  J{epubli-  ii?red  à  u 
ca3Eberando  d'Obignì  Capitano  di  natione  Sco%yefe3  il  Generale  di  Fran-  talia;  *  l*ilÉ 
eia,  ilVr  efidente  del  parlamento  diVrouen%a ,  &  il  mede/imo  Verone  dì  inedia  g 
Baccie  ;  ilquale  l'anno  precedente  uhaueua  mandato  :  i  quali  fecondo  la  flc-?plJÌre 
loroinslruttione  ordinate  principalmente  a  Milano 3  narrarono  nell'un  torfrancefe 
luogo  ,  &  nell'altro  le  ragioni  y  lequali  il  Bg  di  Francia  ,  come  fucceffo-  *e  J^S?  ^ 
re  della  Cafa  d'Angiò  ,  &  per  efjere  mancata  la  linea  di  Carlo  Trimo ,  onde  $>  §<iè 
pretendeua  al  Bearne  di  Tslapoli,  &  la  deliberatone  di  paffare  lamio  me-  ££jjjj  j,j 
de  fimo  per  finalmente  in  Italia ,  non  per  occupare  cofa  alcuna  apparte-  dare  a  san- 
nente  ad  altr'uma  folo  per  ottener  quello ,  che  giustamente  fé  gli  affretta-  ^en"{£  m 
uà  :  benché  per  ultimo  fine  non  haueffe  tanto  ill\egno  di  ISlapoli,  quanto  e  Ghetta  fi- 
ilpoter  poi  uolgere  l'arme  contra  ì  Turchi  per  accrefcimento3&  eflalta-  f^tAV  ,earJ 
tione  del  nome  Chrifliano .  Ffpofero  a  Firenze  quanto  ilì\e  fi  confidaua  ca?&  gii  fa 
,  di  quella  Città3à [lata  riedificata  da  Carlo  Magnot&  fauorita  fempre  da  Scodili* 
iJ^efuoi  progenitori^ frefeamente  da  Luigi  fuo  padre,  nella  guerraja  anno  1489. 
quale  sìingiuflametefufatta  loro  da  Siflo  Tontefice,da  Ferdinado  proffi  ^^-^1 

inamente  gu«w  fa* 

òa.ta  l'auttcre  ha  per  falfa  l»opinioa,clie  Fiorenia  fofi«  riedificaci  4a  Carlo  Magno, 


LIBRO 

Diamente  morto y&  da  Mfonfo  preferite  Re  :  riduffero  alla  memoria  i co- 
modi grandijfìmiyì  quali  per  il  commercio  delle  mercatantie  nella  natione 
Fiorettila  del  Bearne  di  Francia  perucniuanoy  donerà  ben  uedutay  &  ac- 
carezzatalo altrimenti  ytbe fé  fu  fife  del  fangue  Fr  ance  fé;  col  quale  effem 
fio  del  Regno  di  Napoli  y  quando  fuffe  fignoreggiato  da  lui  imedtfimi  be- 
neficio* utilità  fperarepoteuano:co fi  come  dagli  dragone  fi  giamai  al" 
tro  che  danni  >&  ingiurìe  riceuute  non  baueuano  ricercando  uolefferofar 
re  qualche  fegno  d'efier  congiunti  fi  co  a  qutfla  imprcfa:&  quado  pure  per 
qualche  gi  ufi  a  caufa  impediti  jufiero\coczdeffero  almeno  p  a ffoyet  uettoua 
glia  per  il  dominio  loroya  jpefe  dell' efiercto  Francefe.Or.efie  cofe  tratta- 
rono con  la  Rcpublica.  jl  Tiero  de'  Medici  priuatamete  ricordarono  mol 
ti  benefici*  ytt  bonori  fatti  da  Luigi  Xl.al  padrey&  a*  maggiori  fuoi  :  ha- 
uere  ne  tempi  difficili  fatto  molte  dimoftrationi  per  conferuation  della 
grandezza  c£  e ffifb  onorato  in  tejìimonio  di  beni  nolenti  a  l'infegneloroycon 
l'infegne  proprie  della  Cafa  di  Francia:&  dall'altro  canto  Ferdinando  no 
contento  a' battergli  apertamele  pevfeguìtati  con  V  arme  *effer fi  federata 
mente  mef colato  nelle  congiure  ciudi  y  nelle  quali  era  fiato  ammazzato 
Giuliano  fuo  zjoy&  ferito  gravemente  Lorenzo  fuo  padre.  Tarliti  di  Fi 
resegli  jlmbafiiadori fcn%a  rifolutione  della  Cittd;fi  trasferirono  a  Rp 
ma;  doue  ricordato  al  Tote. gli  antichi  meritiyet  la  continua  diuotion  del 
la  Cafa  di  F rada  uerfo  la  fediajlpofiolicaydelle quali  erano  piene  tutte  le 
memorie  anticbey&  moderne:  la  contumaciayet  fpeffe  inubbidientie  degli 
dragone  fi  ydom  a  iarono  l'inuejlitura  del  Regno  di  'Napoli,  nella  per  fona 
di  Carlo ycome giuridicamente  douutagliyproponendo  molte  fveranze y  ejr 
facendo  molte  effert  eyquando  fuffe  propitio  a  quefia  imprefadaqualeynon 
meno  per  le  perfuafioniy&  auttoritàfueyche  per  altra  cagione  era  fiata 
deliberata.  ^Alla  quale  domanda  riffofe  il  Tonteficey  che  effendo  l'inuefti- 
tura  di  quel  Bearne  conceduta  da  tanti  fuoi  anteceffori  fucceffiuamentea 
tre  Re  della  Cala  d'Aragona  (perche  nellinuefiitur  a  a  Ferdinando  nomi 
natamente  fi  comprendeua  jllfonfo)non  era  coueniente  concederla  a  Car 
lo  in  fina  tantoché  per  uìa  digiufiitia  nonfufie  dichiaratoci) 'egli  haueffe 
f  r^rh-fi  m*&tì°n  ragioni;alle  quali  a  l'inuejlitura  fatta  ad  ^ilfonfo  pregiudicato 
Papa  miào  non  hauereypercheyper  quefia  confiderai- ione  ui  era  fiato  ffecificato  ctìel- 
cardmafe'a  h  s'intende/ e  fenyapregiudicio  di perfona.Bjcordò  il  Regno  diTslapoli  ef 
coiondKiMferedi  dominio  diretto  della  fediaSipofiolicad 'uttorità  della  quale  non  fi 
fooio .       pevfuadenaychel Re contra  l'infiituto  de'  fuoi maggioriyche  fempre nera 
no  fiati  precipui  difenfori'yuolefle  uiolareycome  molerebbe  affaltandolo  di 
fatto: conuenirepiu allafua  digwtày& bontàpretendendoui  ragioneycer 
caria  per  uia  della  giuftitiaylaquale  come  fi  gnor  e  delfeudoy&  folo  giudi 
ce  di  quella  caufa  fi  offeriua  parato  ad  amminiftrargli  :  né  douere  un  Re 
Cbrifiianiffimo  ricercare  altroyda  un  Tontefice  Romano  d'ufficio  delquale 
era  probibire3non  fomentare  le  uìolentie,&  le  guerre  tra  i  Trmcipi  Ci  ri* 

filami 


PRIMO.  t     ?7 

ìéiankdimoflrò  quando  bene  uoleffefarc  altrimenti  molte  Ji$ctilt>n&  p* 
ricoli  per  la  vicinità  aMfonfo,&  de  Fiorentini J ■unione  de  quali  jegip 
t'aua  tutta  la  Tofcanaity  per  la  de  fé -.ernia  dai  l{c  di  tanti  Bar  mU  glifi* 
fide  quali  in  fino  in  falle  porte  d  l\omafi  difendevano  :&  fi  sformò  nondt 
meno  di  non  non  tagliare  loro  interamente  la  jperan^a  con  tutto  che  M 
fé  mede  fimo  di  non  partire  dalla  confederatone  fatta  con  Jtlfimfo  deter^ 
minato  baueffe.Ji  Virente  era gr ade  l'inclinatane  inuerfo  ha  Cafa  di  Fra 
cia,pcr  il  commercio  di  tanti  Fiorentini  in  quel  Bearne,  per  l'opinione  in- 


uet  erata  ,  *  benché  fai  finche  Carlo  Magno  bau  tffè  riedificata  quella  Cit-  )^°Z 

tàydifirutta  da  Totila  I\e  de  Gotti;perla  coniimtione grandi fiimahauu-  goda cótr» 

ta  per  lunghi ffimo  tempo  da  maggiori  loro,come  da  Guelfi  ,  con  Cario  I.  ^ffXt  ^ 
-       .  .  ...........  ... 

fa  in  Ita 


f{apoli,&  con  molti  de  fttoi  difendenti  protettori  della  parte  Quel  vendo  rati. 
rtalia:per  la  memoria  delle  guerre  che  prima  Mfonfo  neccbio9&  di  j*™  ^  ■*: 


foli  anno  i^%^erdinando,mandatouiinperfona  Mfonfo  J rno  figlinolo ,  J?0^«p- 
*?*««/<*  /atte  a  quella  Città,}  le  quali  cagioni  tutto  l  popolo  defideraua*  £/  diJgJ* 


I. 
»  fa 

£r/;c  /  pa//ò  /?  concedere  ma  non  meno  lo  defiderauano  i  Cittadini  piufattij,  j^Joefe , 
C*r  di  maggiore  autorità  nella  F[epublica;i  quali  effere  fommaimpruden-  biaceoilcna™ 
tia  rifutauano  il  tirare  nel  dominio  Fiorentino  per  le  differentie  d'altri ,  mi^huìu 
una  guerra  di  tanto  pericolo  apponendo  fi  a  un  efferato  potent. (fimo  ,  &  J>hb  ^  a| 
alla  per  fona  dd  F^e  di¥ratia,ilqua!e  entrauajn  Italia  co fattori  dello  fia  c$g«™ 
to  di  Milanoi&fe  non  e onfentendo, almeno  no  contradicendo  il  Senato  Vi  \^u,no  fj 
nitiano:  confermavano  il  con  figlio  loro  con  l'autorità  di  Ce  fimo  de  Medi-  [|c€^«a.j 
xi^ìato  filmato  nell'età  fina  uno  de'  piufauij  h  uomini  dlt alia  :ilqu  ale  nel  viii^;'  d* 
lagutrra  tra  Giouannid'^ngw,&Ferdinando,bencheaVerdinandoade  gf™J™a 
rifiero  il  Tonte fcey&  il  Duca  di  Milano;  baueua  fempre  configliato  che  come  tutto 
quella  città  non  s'oppone/] e  a  Giouani  :  riduceuano  in  memoria  l'effempio  |!^.*J: 
di  Lorenzo  padre  diViero ,  ilquale  in  ogni  romore  della  ritornata  degli  lui  $  aforpò 
angioini;  baueua  fempre  haunto  il  mede  fimo  parer  e  de  parole  *&*&#$£££  no 
fo  da  lui jpauentato  dalla potentia de* Francefhpoi che  queftal{e  medefi- 

mo  baueua  ottenuto  la  Brettagna*  apparecchiar  fi  grandinimi  mali  a  gli 
italiani,  fel  B^e  di  Francia  conofcejje  le  forte  proprie.  MaTiero  de  J^^JJ 
Medici  mi  furando  piuìecofecon  la  uoluntà, che  conia  prudentia  ,&  lìmo  m  fot. 
hrefiando  troppa  fede  afe  ttejfo,&  perfuadendofi  che  queflo  moto  sbauef]0^^; 
je  a  rifoluere  più  tofio  in  romon3che  in  effetti  confortato  al  mede  fimo  da  fi  cóckò  co 
qnalcWuno  de  miniftn \fuoi  corrotto  yfeeddo  fi  dijje,da'  doni  d'Mfcnfo;de  dcila  città 
liberò  pertinacemete  di  continuare  nell'amicitia  jLragonefc -Alche  b: fogna  ^n^m^ 
uà  che  per  la  graderà  fua  tutti  gli  altri  Cittadini  finalmente  accojent  j  C(X"i  p^ 
fero.Ho  autori  da  no  difyreigare,  cbeTiero  b  non  conteto  dell' autorità,  ™^c|£ 
iaquale  baueua  ottenuta  il  padre  nella  l{epublica,benche  takahe  fecodo  drs  di  Pic. 
la  difpofitionefua  iMagiftr atifi  creati  ano, da' quali  le  cofe  di  maggiore  mo  «o  fece  ib. 
vieto  no  se^a  il  parere  fuo  fi  deliberavi  ano  giraffe  a  più  affolnta  potefià,  gno  del  \m 
età  titolo  di  T rinàfeirii mi fiurado  fauiamete  U còditioni della  Cittàda  giiuoio. 

C        quale 


il 


LIBRO 

male  effenio  alFhora  potente,  &  molto  ricca,&  nutrita  già  per  più  fece 
li  con  apparentia  di  Hep.e  i  Cittadini  maggiori  foli  ti  a  participare  nelgo* 
uernopiu  preslo  fimili  a  compagni,  che  a  fudditi;no  pareua  che  fenxa  uio 
lentìa  grande  haueffe  a  tollerare  tàta,&  sìfubita  mutatione:  &  per  ciò> 
cbeTiero  cono  fendo,  che  a  fomentare  quefla  fua  cupidità  bi  fogna  uano 
eUraordinarij  fondamenti;  s'era  per  far  fi  un  appoggio  potente  alla  con- 
feritatene del  nuouo  Principato;  immoderat amente  rijlrctto  cogli  jlrti 
gone fi, et  determinato  di  correre  con  loro  la  mede/ima  fortuna.  Et  accad- 
de perauuentura,cbe  pochi  dì  innanzi  che  gli  Oratori  Francefi  arriuaffe* 
ro  in  Firenze;  erano  ucnute  a  luce  alcune  prati  eh  e, legnali  Lorexo,et  Ciò 
uanni  dey  Medici  giouaniricchìffuni,  &  congiunti ffimi  a  V  iero  di  f angue  * 
alienati/i  per  caufe,chebbono  origini gìo tienili  da  lui:haueuano  per  meT^o 
di  CofimoI\u celiai  fratello  cugino  di  Viero,  tenute  con  Lodouico  Sfor^a3 
&  per  introduttione  fua  col  %  di  ¥rancia:lequali  tendevano  dir ett amen 
te  contra  la  grande%ga  diTiero:perilcbe  ritenuti  da  Magiflrati;  furono 
a  "Dì  quefte  con  leggieriffima  punitione  relegati  nelle  loro  *  Villezperche  la  maturità 
biotto  a  e!  de>  Cittadini, benché  nonfen^a  molta  d  ffcultà  indù ff e  Viero  a  confentire 
as .  ch'efsi,  che  conira  il  fangue  proprio  non  fi  uj affé  il  giudicio  feuero  delle  leggiima 
»T,  andarol  battendolo  certificato  quello  accidente ,che  Lodouico  Sforma  er a  intento  a 
ro  a  troua-  procurare  la  fua  rouina;flimò  effere  tanto  più  neceffi 'tato  a  perfeuerare 
a  piacer,^  nella  prima  deliberai  ione.  Fu  adunque  riftofloagli  Oratori  co  ornate&r 
il  di  medefi  riuerenti  parole:ma  fen%a  la  conclusone  defiderata  da  loro, dimorando 

mo   ch'egli    •  r       .  J     ;T\j -    •         .  J .  £    •    •     /;     ^    r    j  •  „  •        , 

iene  parti,  da  una  parte  la  naturale  diuotione  de  Fior  et  mi  alla  Caja  di  Francia,  & 
il  defiderio  immenfo  di  fati  sfar  e  a  co  fi  gloriofo  l\e:  dall'altra  gli  impedi- 
méti,  perche  ninna  cofa  era  più  indegna  déVrincipi,  &  delle  Rep;ibliche% 
che  non  ojferuare  la  fede  promeffa,  laquale  fen%a  maculare  efpreffamete% 
non  potcuano  confentire  lefue  dimande:  conciofiacofx  che  ancora  no  fuffe 
finita  la  cofederatione, laquale  per  /' autt  or ita  del  F^e  Luigi  fuo  padre  era 
fiata  fatta  con  Ferdinando,  con  patto,chedopo  la  morte  fua  fi  diflendefft 
adAlfonfo,et  co  efpreffa  còditione  d' effere  nonfolo  obligati  alla  difefa  del 
F^egno  di  TjapoBimà  a  prohibire  il  paffo  per  il  tenitono  loro  a  chi  andaf» 
fé  ad  offenderlo  :  riceuerefomma  moleflid  di  non  potere  deliberare  altri" 
menti :ma  fyerare  chel  Re  fapient:ffimo,&  giuftijfìmo,  cono  fiuta  la  lor' 
ottima  difpofitione;attribuirebbe  quel  che  non  fi  prometteua,a  gt  impedì 
menti  tanto  giufli.  Da  quella  rifpofìafdegnato  il  Bg  ;fece  partire  fubito 
di  Tranciagli  ^Ambafciadoride Fiorentini,^  fcacciò  da  Lione,  fecodo  il 
con  figlio  di  Lodo Sfor%a,non  gli  altri  mer  cacati:  mafolo  ì  minijiri  del  Bài 
co  di  Viero  de' Medici;  accioche  a  Firenze  sinterpretafje  lui  \riconofcere 
quefla  ingiuria  dalla  particolarità  di  Viero,no  dalla  uniuerfalità  de'  Cit 
tadini.C'fi  diuidendofi  tutti  gli  altri  Votentati  Italiani;  quali  infauorc 
del  T{e  di  ¥ràcia,quali  in  contrario;foli  i  Vinitiani  deliberauano,fiandofi 
neutrali  alenare  Qtiofamente  l'efìto  di  yuefte  cofe-jb  perche  non  fuffe  loro 

molefloi 


PRIMO-  ** 

moìeììoyche  Italia  fi  per  turb  afferrando  per  le  guerre  lunghe  de  gli  al- 
tri potcrft  ampliare  l'Imperio  ìoro;o  perche  non  temendo  per  la  grande1^ 
<ra  loro  douercffere  facilmente  preda  del  uincitor e;  giudica jfero  impru- 
dente confido  tifare  proprie  fetida  evidente  neccfiìtà  le  guerre  d'altri  * 
benché  &  Ferdinando  non  cejjkjjf  continuamente  di  (limolar gli ,  &  chel 
%  di  Francia  Vanno  dinanzi t&  in  qucfio  tempo  medcfimo  uhauefie  man- 
dato ^Ambafciatori,  i  quali  battevano  cfpcfio  che  tra  la  C afa  di  Francia» 
&  quella  R^publicatfOrt  era  mai  fiato  altro,  che  amicitia,  &  benivokn- 
tia,&  da  o^ui banda  amorevoli,  &  benigni  ujficij,  dove  fnjfe  fiata  l'occa- 
fione:laqvaldifpofitione  ill\edefiderofo  d'augnmentarc;  pregaua  quello 
fapieutiffimo  Senato,  cbealL'imprefafua  uoleffe  dare  con  figlie,  &] ano-  a  Scr{ue  A 
rc,i  alla qvaCcfpofitione  haueuano  prudentcmente,&  brevemente  rifpo-  f^»*^ 
fto,qnel  F{e  Chriftì  ani  fimo  ejjere  l\e  di  tanta  fapientia,  &  bavere  apprefi  rP'ojta  dd!e' 
fo  a  fé  tanto  grave,  &  maturo  con  figlio,  che  troppo  pre  fumerebbe  ffUf^^gJ 
mede  fimo  chiunque  ardiffe  con  figliar  lo;  foggiugnendo,  che  al  Senato  Vi-  ìo'era  a«o 
mtianofarcbbonogratiffime  tutte  lefue  profperità  per  l'ojferuatia  barn  %£^l 
ta  fempre  a  quella  Corona:  &  perciò  ejjergli  molcshjfimo  di  non  potere  %  &  ch  efti 
cojatthcomfpondere  alla  prontezza  dell'animo,  perche  per  ilfofpetto,  »°"  «jwj 
nelqualc  ili  teneva  continuamente  il  Gran  Turco,  che  haueua  cupidità,  guerra  ad -ai 
&  opportunità  grandiffima  d'offendergli',  la  neceffitàglicofingneuaate  s£^'ar^°^ 
ner  fempre  guardate  con  grandifi ima  fpefiz  tante  lfole,e  tante  Terre  ma  che  a  lui  uo 
vittime  vicine  a  lui:&però  erano  forcati  aflener fi  d'implicarfi  in  guerre  JJJJ^jJ 
con  altri.Ma  molto  più  che  V  or  ationi  degli  Ambafiiat  ori,  <&  lerifpoHe  me  prima. 
fatte  loro;  importavano  le  preparatiom  marittime,  e  terrestri ,  lequali 
già  per  tutto  fi  faceuano  :  perche  Carlo  haueua  mandato  Tietro  d'Orfè  b  nciouf» 
fuo  grande  feudiere  a  Genova,  laqual  Citta  il  Duca  di  Milano  con  lefpal-  P™^6^ 
le  della  fattione  Adorna  &  di  Giouanluigi  dal  Viefco  fignoreggiaua  ,a  Juéwappl 
mettere  in  ordine  b  una  potente  armata  di  nauc,&  di  galee:&  faceva  ol-  g^^cor^ 
tre  a  qiiefio  armare  altri  legni  rw  porti  di  Villafraca,&  di  Marfilia:  on-  gaIee  t  &  \. 
d'era  divvlgato  nella fua  Corte difegnar fi  da  lui  d'entrare  nel  famedi  "f^™* 
'Napoli  per  mare,comegìa  cantra  Ferdinando  haueua  fatto  Giovanni  f-  ubc>ui,djar 
gliuolo  di  Bgnato:&  in  V rancia, benché  molti  credefero,che  per  l'incapa-  js««je ,  & 
cita  del  Bg,  &  per  le  piccole  condition  di  quegli  che  ne  lo  confortavano,  raccokè  al. 
Cjr  per  lacarefiii  de  danari  havejferofinalmete  queWi  apparati  a  divette  ^"«jj; 
nani:  nondimeno  per  l'ardore  del  ì\e,iUtua' 'e nuovamente  co  configlio  dep  mini  d'ami 

••  "  -.on  altre  ,p- 


fuoi  più  Hicim  haueua  affunto  il  titolo  di  <%  di  Gierufalem,  &  delle  due  J^r^' 
Sicilie(e  \i  quejìo  allhora  il  titolo  de  i\e  Lslapolitani)  s'attende ita  j et uén  uetroaaglie, 
temen  e  alle  provi/ioni  della  gverra,r  ccogliendo  danari, ri  or  din  ardo  te  *^e,™rJ 


genti  darme,&  nlirigntndo  i  configl.  con  GaleaTgo  da  San  Seuenr.o,  et  ghe  a'Fran. 
fato  delqvalc  tutti  ifegreii,e  tutti  le  dcliberat.onidi  Lodovico  Sferra  fi  "ò^diNe 
rmcbivdevano:&  dall'altra  parte  Mfn\o,  ilquale  non  haueua  irai  pre-  b^riuei» 
termeffo  di  preparar  fi  per  terra,  &  per  mare,  giudicando  n-nefer-  più  g^» 
r    r  ci         tempo 


LIBRO 

tempo  à  lafciarft  ingannare  dalle  fferan%e  date  da  Lodouico,et  Autiere  piti 
giovare  lojpauentarlo,&  il  moltjtar  losche  l'affaticar  fi  per  affair  ar  lo  ^e\ 
mitigar lo;comàdò  all'Oratore,  [villane fé, eh  e  fi  parxiff  da  l^apoli;  richic 
thè  qvello,cbe  per  lui  rifedeua  à  Milano ;&  fece  prendere  la  poffe(fwne,ei 
feqiieflrare  l'entrate  del  Ducato  di  B  tri,  fiato  pofhdvto  da  Lodovico  mot 
ti  anni  per  don  at  ione  fattagli  da  Ferdinando:né  contento  à  quefte  più  pre< 
fio  dimoftratio ni  d'aperta  nimicitia}che  ojfefe;uoltò  tutto  L  animo  adalh 
naredal  Duca  di  Milano  la  città  digenoua,  coja  ndl' agitai  ione  prefntt 
di  grandi ffi ma  importanza, per  che  per  la  mvtationedi  quella  Città  s' ac- 
quila grandifjìma  facilità  di  perturbare  cotra  Lodovico  il  governo  di  Mi 
lano,&  il  ì\e  di  Francia  fi  prikaua  dell'opportunità  di  molejìare  per  ma- 
re il  B^eg/io  di  ls[apol.:pero  con  venuto  fi  fegr  et  amente  conVagolo  Fregofo 
Cardinale, ci) 'era  già  fiato  Doge  di  gì  no  va,  &  ilqualerafeguitato  da  moi 
ti  della  mede  fi ma  famiglia,  et  con  Oh' etto  dalFiejco  capi  tutti  due  di  fé- 
guito  grande  in  quella  Città,et  nelle  fue  riuiere,et  con  alcuni  degli  ^Ado\ 
ni  tutti  ■  per  diuerfe  cagioni  fuor'  ufciti  di  Geno  va;  deliberò  di  tentare  con 
a  Con  la  f>.  armata  potente  di  rimettergli  dentro  ;folito  a  direbbe  aCo  n  le  preuetio  * 
nou'STceie  nh&  conle  diuerfioni ji  vincevano  legnerre;dtliberò  medefimamète  d'an 
riti,  uciiisfì  dare  con  ualido  esercito  perfonalmente  in  Romagna ,  per  p affare  f abito 
guerresco  ne^  tenitorio  di  Tarmaidove  chiamando  il  nome  di  Gionan  Galeazzo ,  <&* 
la  dmerfio.  ah  andò  le  fue  bandiere  alberava  che  i  popoli  del  Ducato  di  Milano  con- 

nc  quanto  è  ,     j        •  ;  rr  ,  •  •  n  r  **%•*• 

Tento  M  fot  *ra  Lodovico  tumvltuajjtro  :  &  quando  bene  in  quejte  coje  trouafje  dijji 
a°icK  rb'4'  cufoà'>  giudicava  effere  utiliffvmo,che  la  guerra  fi  comincia/fé  in  luogo  loti 
&  a  1Ò7.  fa*  tano  dalfuo  Bearne,  filmando  alla  fomma  del  tutto  importare  affai  che  i 
l'.àz*1  fb'  ^  r  ance  fi  f uff  ero  fopr  agmti  in  Lombardia  dalla  ver  nata  .come  quello,che 
"  eff  erimentato  folamet  e  nelle  guerre  d'Italia, nelle  quali  gli  efferati  affet 
tando  la  'maturità  dell  herbe  per  nutrimento  de'  cavalli;  non  folevano  u- 
feire  alla  campagna  prima,che  alla  fine  del  mefe  d'aprile  ;  presuppone- 
va che  per  fuggire  l'affreT^a  di  quella  fiagione^fartbbonc  nectjfitati  fer 
mar  fi  nel  paefe  amico  infino  alla  primau.ra,&  Iferaua,  che  in  quefta  di- 
latwne  poteffe  facilmente  nafeere  qualche  occafione  alla  fua  fallite  man 
b  Scriue  il  dò  ancora  b  ^.Ambaf datori  in  Cojlantinopoli  a  dimandare  aiuto  come  in  h 
fo  miniato  Perlc°l°  commune ,  a  Baifetto  Ottomano  Trincipede'  Turchi  per  quello, 
Camillo  pa  che  dell"  intent  ione  di  Carlo  dipanare  in  Grecia ,  unito  che  bave  fé  lui,  fi 
ftantiifoj'o."  divulgava:  dqual  pericolo  fapeva  non  effere  daBafettod  ffre%jato,per 
li;  ma  di  for  che  per  la  memoria  dell' e ffedit  ioni  fattene  tempi  paffati  in  *Ajta  contrai 
a°i  " fac2.fi  gl'infedeli  dalla  nation  Franccfe  ;  non  era  piccolo  il  timore  che  i  Turchi 
leggeri»  ca  batmiano  dell'armi  loro .  Le  quali  cofe  mentre ,  che  da  ogni  parte  fi  fol- 
datoV'feTó  ^citano  ;  il  Tapa  mandò  le  genti  fue  a  Oftia  fotto  il  governo  di  \iccola 
àà  iioiu  co  Or  fino  Conte  di  V  itigli  ano, porgendogli  aiuto  ^Alfonfo  per  terra ,  &  per 
ciarao  Gè-.  mare:&  hauendo  prcfafenxa  diffidata  la  terra,  cjr  cominciato  a  percuo 
monadi.      tere  Con  l'artiglierie  la  rocca  ;  u  Caflellano  fer  tnterpoftione  di  Fabrit  io 

Colonna* 


PRIMO.  19 

Colonna.et  conferendo  Giouani  dalla  I\ouere  Trefetto  di  Róma  fratello* 
del  Cardinale  di  San  Tiero  in  Vincola  dopo  non  molti  dì  a  la  dette,co  pat  a  DiceiiGi. 
1 0  che  il  Pontefice  no  perfeguitafje  né  con  le  cenfure,ne  con  tarme  il  Car  «jj-  5^eJ« 
dinakyìiè  il  Tre  fettone  non  gli  f  ufi  ero  date  da  loro  nuoue  cagioni:&  a  F.t  dia  ai  c»Jk 
tritio  in  cui  mano  il  Cardinale  baueua  lafciato  Grott aferrata;  fu  p^mef^f^ 
fo  che  pacando  il  Tjpa  ditce  mila  ducati  ;  continuaffe  dipoffederla  con  le  che  Giiiia. 
medefime  ragioni.Ma  Lodouico  Sforma yalquale  il  Cardinale  haueua  qua  ^Jj-ggJ 
do  pafìò da  Sauona,mamfeflato  quel  che  occultameteper  configlio,&  me  ma  che  po. 
SO  rno  trattai  Alfonfi  cofuorufciti diGenouaydimoftrato  a  Carlo  qua  JJSft* 
to  grandi  impedimenti  ne  rifiaterebbe  a  difegni  fuoi;  Pinduffe  ad  ordina-  <iue  foidatf, 
re  di  mandare  a  Genoua  duo  mila  Sui^erh&afar  paffare  fubito  in  Ita  JJ ^JJJ  f£ 
Ha  trecento  lancwyaccioche  fitto  ilgouerno  d'Obignì>ilquale  ritornato  da  *^er°c° 
fgmajera  per  comandamento  del  I{e  fermato  a  Milano ,  fuffero  pronte,  ^Sw*  * 
&>  ad  afììcurarc la  Lombardiay& a  pafjarepiu  aitati  fé  la  neceffità,ò  l'oc  quaii  2  ciò 

*^  ,     A  1  -  f  '    '  J*        lotto  Jarrdc 

cafione  lo  ricercafierccongiugnendop  con  loro  cinquecento  huomm  a  ar  fl)ron dalPa 
tne  Italiani  condotti  nel  tépo  meiefimo  a  gli jlipendij  del  I\e  fitto  Giouan  g^P"^ 
fr  ance  fio  da  San  Seuerino  Conte  di  Gaiaigp  ,  Galeotto  Vico  Conte  della  %#$    * 
Mirandola^  B^dolfo  da  Gon%aga:&  cinquecento  altri,  i  quali  era  obliga 
to  a  dargli  il  D  rea  di  Milano:&  nondimeno  Lodouico  non  pretermettendo 
le  folìte  artt;non  ccffaua  di  con  ermare  al  Tonteficeyet  a  Tiero  de'  Medici 
la  dijpofitionc  fita  alla  quietey&  ficurta  d'Italia  .dando  bora  unajperan- 
%ajwa  unaltra,che  preflo  dimofiratione  euidente  n  apparirebbe .  3v(o  n 
può  quafi  efkrey  che  quello  che  molto  efficacemente  safferma;non  faccia 
qualche  ambiguità  etiandio  ne  gli  animi  determinati  a  credere  il  contra- 
riammo febenealle  promeffefue  nonfuffe  più  pregiata  fede  ;non  eraper- 
ciò  che  per  quelle  in  qualche  parte  non  sallentafiero  limprefe  delibera- 
te: perche  al  Tontefice>&  a  Tiero  de  Medici  farebbe  fommamente  pia- 
cinto  il  tentar  e  le  co  fé  di  Genoua  :  ma  perche  per  queflo  lo  flato  di  Mila- 
ao  direttamente  soffendeua;il  Tapa  riebieflo  da  .Alfonfo  delle  galee,  & 
d'unir  feco  in  Romagna  le  Juc  genti;  concedeua  che  le  genti  s* umìfero  per 
la  diffefa  commune  in  ì\omagna  :  ma  non  già  che  pafj  afferò  più  auanti:& 
delle  galee  faceua  difficultàyallegado  non  e fler  e  ancor  a  tempo  a  metter  Lo 
douico  in  tanta  dijperatione:e  i  Fiorentini  richiefli  didare  ricetto}&  rin- 
frefeamento all'armata  F{egia  nel  Torto  di Liuornoifiauano  fiftefi  per  il 
medtfimo  riJpettoy& perche  effendofi  fcufati  dalle  dimande  fatte  dal  I\e  di^ 
tràcia  [otto  prettfto  della  còfider  attorie  fatta  con  Ferdinando;  mal  uoté 
tieri  d;fponeuanotinlìno  che  la  neceffità  no  gli  coflrignejfe  a  fare  più  oltre, 
che  f  uirtù  di  queftafijfero  tenutnma  non  comportando  più  le  cofe  mag 
gior  ddatione;  finalmente  l'armata  fitto  Don  Yedengo  ammiraglio  del 
mare  partì  da  J^apoli;&  alfonfo  in  per  fona  raccolfe  l\ffercitojuo  nel- 
r^ibru7^,per  pafj'are  in  B^omagna:  magliparue  neceffario  innaxfprocc 
defse  più  oltre  d'effere  a  parlamento  col  Tontefice  defiderofo  del  medefi- 
r  CI         *no> 


LIBRO 

Mòyper Stabilire  tutto  quello  chefuffedafare  per  la  falute  comune;  peri 
t  Leggefi  H  teryodecimo  dì  di  Luglio  fi  couennero  infieme  a  Vicouaro  terra  di  Vir* 
nei  Gtouio  gin{0  Orfino:doue  dimorati  tre  giorni  fi  partirono  molto  concordi.*  Deli-  * 
fonfoper  (è  berojji  ih  qncflo  parlamento  per  confi ?lio  del  Tontefice,  che  la  per  fona  del 
ttaiorofa  &  ^  non  pajfajfe  più  auantirma  che  dell 'esercito  fucinale  il  l\e  affermano, 
mÉce,&  per  ejjer  poco  meno  di  cento  [quadre  d  huomim  d  armeycontancio  muti  buomi 
Italia  prude  n\  d'arme  per  [quadra  J*r  pia  dì  tre  mila  tra  bafe§ÌKÌeriy& canai  levrieri 

"temete  &  di  i       J  l  t  ^>i> 

«inamétedi  fi  fermaffe  feco  una  parte  ne' confini  dell\Abrw^iy  per  ficurtà  dello  flato 
{^fQ'^x^  Ecclefiahicoy&  del  jno;&  che  Virginio  rimane]]  e  in  Terra  diurna  per 
ino  il  papa  fare  contrapefo  a' Colonne  fi  per  il  foretto  de 'quali  f le/fero  fermi in  Peonia 
fe°dKelfo1  dugento  huomini  d'arme  delVapay&  una  par  te  de  canai  leggieri  delBg, 
la  guerra ,  e*r  che  in  Romagna  andzjje  con  fettanta  [quadre y  col  refto  della  caualle-* 
otaria*  °ra  r*a  leggiere>  &  conia  maggior  parte  delle  genti  Ecclefiaftiche  date  fola 
trottare  i  ni  per  di[e[ayV  erdinando  Duca  di  Calauria(era  quefto  il  titolo  de'primoge- 
mia  co  rar  niti  decedi  ls[apoli)giouane  d'alta (peran^i^nenando  [eco  come  modera 
tori  della  [uà  giouetu  Gianiacopo  da  Trinici  gouernator  delle  geti  I\egiey 
«.  w0"'0  &  %  C°nte  dl  T^itigliano^  ilquale  dal  follo  del  Tapa.era  paffato  alj'oldo  | 
per  terzo  ca  del  ]\e,Capitani  d'efperientiay&  di  riputazione  grande  :  &  pare  uà  molto 
ionf^Da1  '  a  ProP°flto  battendo  fi  a  paffare  in  Lombardia  la  per  fona  di  Ferd:nandoy 
loMarchefe  perche  era  congiunto  dijìretto,&  doppio  parentado  a  Giouan  Galea%7g 
4i  Pefcara.    maYit0  d'ifabella  fua  for ella, &  figliuolo  di  Galea^To  fratello  d'Hippoli 
ta,laquale  era  fiata  madre  di  Ferdinando, Ma  una  delle  più  importanti  co 
feyche  tra'lTonteficey&  ^Alfonfofi  trattaffero;fufopra  le  cote  de'Colon- 
nefi:perche  per  fegni  manifefii  fi  comprcndeua,che  ajj>irauano  a  nuouico 
figli:  imper oche effendo fiati  Trojpcro  y&  Vahritio  agli  fiipcndtj  delire 
mortole?  da  lui  ottenuti  fi  atiy  &  honorate  coditioni,  no  folamente  morto 
luiyVroffero  dopo  molte  promeffe  fatte  adjtlfonfo  di  ricondurfì  [eco\s't 
ra  codotto  per  opera  del  Cardinale  jlfcanio  a  comune  col  Tòteficey&  col 
Duca  di  Milanoynè  uoluto  poi  con[entireyche  tutta  la  fua  codotui  nel  Vò 
teficeyche  ne  lo  ricercauafì  riduceffe;ma  Fabritioy  ilquale  haueua  conti- 
nuato ne  gli fiipedij  d\Alfon[oyiiedendo  lo  [degno  del  Tapa  &  del  Scon- 
tra Trojperoffaceua  difficultd  d'andare  col  Duca  di  Calauria  in  B^oma-  ' 
gna,fe  prima  con  qualche  modo  coueniete  no  fi [iabiliuano<>&  afficur  aita- 
no le  co  fé  di  Trofperoy&di  tutta  la  famiglia  de'Colonnefi.  Quefio  era  il 
colore  delle  loro  diffcultàma  injegrcto  amedue  tirati  dall' amidtiayche 
baueuano  grande  col  Cardinale  *A[canio:  ilquale  partitofi  pochi  dì  innan 
%i  di  Bgma  per  [ojpetto  del  Tapa; s'era  ridotto  nelle  loro  terre,  &  dafye- 
ranya  di  maggiori  premijy  &  molto  più  per  dijpiacerey  che'l  primo  luogo 
con  [Alfonfoy&  più  ampia  participatione  delle  fue  proJperitd,fuffe  di  fir 
ginio  Or  fino  capo  della  f anione  auuer fa;  s'erano  codoni  a  gli fiipendu'  del 
V^e  di  ¥racia;ilche  per  tenere  occulto  infino  a  tato  giudica/fero  di  poter  fi 
tur amt e  dichiarai fi  [oliati  fuoiyfmuldndo  defiderw  di  conenire  col  To» 

$cfice9 


P     R     I     M      U,  .        zo 

tefice,&  co  Mfonfbyì  quali  faceuano  infiatia,  che  Tro/pero,  pigliando  U 
mede/ima  c'adotta  da  loro,percbe  altrimeti  no  poteuano  efferficuri  di  lui» 
Ufaaffe  i  [oidi  del  Duca  di  Milano ;trattauano  cotinuamete  con  loroma 
per  non  concbiudere,moueuano  hor  una,hor  un  altra  difficultà  nelle  con- 
ditioniyd)  erano  propofie:nella  qual  pratica  era  tra  jllcffandro,  &  \Al- 
f Glifo  diuerfitàdi  uolontàiperche  Meandro  defiderojb  di  fogliar  li  delle 
cafiella,lequali  in  terra  di  J\o?na  poffedeuano\haueua  cara  loccafione  d'af 
[aitargli;^  Mfonfo  non  bauendo  altro  fine,che  di  ajjicurarfi;  non  incli- 
nava alìa  guerra  fé  non  per  ultimo  rimediotma  nonardiua  d'opporfi  alla 
fua  cupidità:pcrò  deliberarono  di  cofìrignerli  con  l1  arme, &  fi  sìabìlì  con 
cbefor/zc,&  co  ebe  ordine:  ma  fatta  prima  tjperietiafefra  pochi  dì  fi  po- 
tè fiero  coporre  le  co  fé  loro.Trattauanfi  quefte,&  molte  altre  cofe  d'ogni  ».  ***[  G^ 

*  *  .ir  j»r      /•     />        i         j-  t^       uionoulcg 

parte:  mafinalmete  dette  principio  alla  guerra  d  Italia  l  anaata  ai  Don  gono  pm 
Federigo  all'imprefa  di  Genoua,  con  armata  fenica  dubbio  maggiore,  &  £*^*2JJà" 
meglio  proueduta,  che  già  molti  anni  innanzi  haueffe  corfo  per  il  mar  ma  nei  col 
Tirreno:  perche  hebbe  3  $ .  galee  fonili,  a  diciotto  nani,  &  più  altri  legni  £°£ìgj|* 
minori, molte  artiglierie,  & tre  mila  fanti  da  porr  e  in  terra:  peri  quali  B8.wmi  da 
apparati,&  per  battere feco  ifuoruf citi,  sera  mofja  da  ^apoli  con  gran  %jffi£Z£ 
defperanya  della  uittoria .  Ma  la  tardità  della  partita  fua  caufata  dal-  ri.n  vefeo. 
le  diffcidtàyc  hanno  comunemente  i  moti  grandi, &  in  qualche  parte  dal-  J^'^'J 
lefperan%e  artificio  fé  date  da  Lodo.  Sforma,  &  dipoi  ìeffere  fopr  afiata  ™™TO:e  |J 
per  foldafinfino  al  numero  di  5  000.  fanti  né  porti  de  Sane fi:haueuafat-  ^hwa'u 
1 0  difficile,qnel  che  t  etato  un  me  fé  prima  farebbe  fiato  molto  facile:  per-  n'8arf™a^ì 
che  hauendo  gli  auuer farv\  hauuto  tempo  di  far  pot  te  prouifione;eragia  ^  n"°a  ce 
entrato  inGenoua  il  Bagli  di  Digiuno  con  *>  duo  mila  Suiigeri  foldati  dal 
Bg  di  Francia,  &  già  in  ordine  molte  delle  naui,&  delle  galee,  lequali  in  S0  a» ^fb?" 


rv.-    .  .    .    —  z  ~r*  v  À ■"»—•-  ~mwwm. ,.--.-..- -  —  ^,  -        t  ^      uuui  ivcuiv 

quelVorto  s  armauano,arriuataui fimilmete  una  parte  de  legni  armati  a  dicetre  mi. 
Marfdia:&  Lodouico  non  perdonando  afpefaalcuna;uhaueua  mandato  ^"J^* 
Cuafparri  da  S.Seuerino  detto  il  Fracafsa,  &  jLntonmaria  fuo  fratello  ^«^*z™ 
io  molti  fanti;&  per  aiutarfi  no  meno  della  beniuokntia dcGenouefime  ^nconfoBaf 
dejìmuche  delle  f or  <^ef or  eflier  e, fi  abilito  con  doni,  co  prouìfioni,  con  prò-  <£?  *»'!'"• 
meffe,  &  con  uartj  premij  l'animo  di  Giouanluigi  dal  Vie f co, fratello  d'O-  ;    °SIOU* 
bietto,degli  Mlorni,et  di moli ^ altri gctil^b uomini, &  popolari,importatic  Percioche 
a  tenere  ferma  alla  fua  diuotione  quella  città;  &  dall'altra  parte  chjama^^ 
to  a  Milano  da  Genoua,&  dalle  terre  delle  riuiere  mo It ifcgu acide  fuor  gh  sumeri 
ufciti.tA  quefii  prouedimetipotetiper fifieffi;  aggiunfe  molto  di  riputa-  ^f1^* 
tione,&  di  fermerà  la  per  fona  di  Luigi  Duca  d'Qrliens:  ilquale  nemedeu^ch  era 
fmigiorm,che  l'armata  ^dragonefe  fi feoperfe  nel  mare  di  Gewuaientrò  c^*J™'q 
per  commiffionedel  He  di  F  rada  in  quella  Città  ,hauedo  prima  parlato  in  fece  morirò 
Mefiandriafoprale  'cofe  comuni  con  Lod.Sfor^a:ilquak(come  fono  pie  JjJSSJJÌ 
ne  dofeure  tenebre  le  cofe  de'mort ali  )lhatteuariceuuto  lietamente,® <co  iz8.fac.i,& 
erande  honorema  come  par'hiwn  spendo  quanto  prcflo  e  in  poteìlà  di  lui 2 
*  *  C    4        bauefie 


LIBRO 

haneffe  a  effere  cofiituho  lo  flato,  &  la  ulta  fino.  Qjtetle  co  fé  furono  cagli 

ne,che  gli  Uragonefi,che  prima  baueuano  difegnato  di prefentarfi  co  l'ar 

mata  nel  Torto  di  Genoua,fferando,  che  ifcguaci  de'fuor'ufciti  faceffero 

qualche folleuatione, mutato  cofigliodel  berarono  d'affaltare  le  riuiere: 

&  dopo  qualche  uarietà  d'opinione  in  quale  rimerai  di  Le  nàte, ò  di  Tone 

tefujje  da  cominciare  ;feguitatoil  parere  d'Obietto,chefi  prometteua  mot 

to  degli  huomini  della  riuiera  di  Leuàt  e; fi  dir  l'aprono  alla  terra  di  Vor 

to  Venere:  alla  qualterra,pcbe  da  Genoua  vi  erano  fiati  mudati  400.  fan-* 

th&gli  animi  degli  habitat  ori  co  fermati  da  Gianluigi  dal  Fiefco,  ch'era 

die"  n  rTo  U€mt0  a^a  sPetie>  dettono  a  più  bore  in  uano  la  battaglia;  in  modo ,  che 

ni"  iiquaì  perduta  lajperà^a  d'efi)  ugnarla  fi  ritirorno  nel  Torto  di  Liuorno^er  rin 

gLSia^"^^^  uettoitaglie,&  accrefeere  il  numero  de fanti:  perche  intededo 

dei  Fradaia,  le  terre  della  riviera  effer  be  prouedute giudicauano  neceffarie  for%e  mag 

Stato*  &**?  doue  Don  ¥ederiS°  battuta  notitia  l'armata  arance  fé  b  inferiore  al  \ 

unger  li  feo  la  fua  di  galee ;ma  fuperiore  di  nauiypr  eparar  fi  p  ufeire  del  Torco  di  Gè- 

lei  d'fmon*  nouaJrm^dò  a  Hapoli  le  fine  nani,  per  potere  con  la  celerità  delle  galee 

tare  in  terra  più  ijpeditamete  dagl'inimici  difcojtarfiyquando  unite  le  naui,&  le  galee 

ìccioiando  andafero  ad  off  alt  orlo, re fiàdo gli  nodimeno  lafieran^a  d'opprimergli, fé 

caddi  ero  ,  le  galee  dalle  nani,  ò  per  cafo,  ò  per  uolontà  fi  fepar  afferò .  Caminaua  in 

tEàp*?  1uefi°  nP°  wedefimo  co  l'efferato  terreftre  il  Duca  di  C danna  uerfo  %o 

magna,con  intetion  di  poffare  poi  fecondo  le  prime  deliberationi  in  Lohar 

Lta'  Race!  dia:ma  Per  haHere  H  &*$/*&  ilhtY0>  ȏ  lafciarfi  impedimenti  alle  frolle* 
fé  di  i  ».ga.  era  neceffario  congiugner  fi  lo  fiato  di  Bologna,  &  le  città  d'Imola,  &  di 

^agallo!  FoJli:Perche  Cefena  città  [addita  immediatameteallP<mtefice,&lacit- 

ni,recódo  ii  tà  di  Faenza  fuddita  ad  ^AUorre  di  Màfredi  piccolo  fanciullo ìfoldatoì& 

NebCr°o:maft  chl  ^  reUetiafotto  la  protezione  dt'Fwretini;  erano  per  dare  Spontanea 

condo  il  co  méte  tutte  le  comodità  all' efferato  dragone  fi.  Dominano-  Furlì,et  Imo- 

«aVgroHe,6  iaco  tìtolo  di  Sicario  della  chiefa,  Ottomano  figlinolo  di  Hieronimo  da 

ao.galerc,&  Boario  :ma  fiotto  la  tutela,&  ilgouemo  di  Caterina  Sforma  fua  madre,co 

cmifhrUa  la  1uale  baueuano  trattato  già  più  me  fi  il  Tonufice,  &  Mfonfo  di  coda 

uìiì  »  m*  il  cere  Ottomano  a  foldi  comuni  co  obligatione,  che  copy  end  effe  la  di  fé  fa  de 

»£Tda  2  &li  Pati  faoima  reflaua  la  cofa  imperfetta,  parte  per  difficoltà  interpo- 

iico>e  i8.ga/?e  da  lei  per  ottenere  migliori  cbditioni,parte  perche  i  Fior  etini  perfìUe- 

Auuorefcd  do  mlla  Prima  deliberatone  di  no  eccedere  co  tra  il  i{e  di  ¥ràcia,l'obliga 

uè  di  rotto  a  tioni,le  quali  baueuano  co  +Alfonfo;no  fi  rifolueuano  di  cocorrere  a  que- 

JJ.gaWe'i  Pa  ^dotta:alla  quale  era  neceffario  il  con} 'enfio  loro,  perche  il  Tontefice, 

galeoni ,  &  &  il  I{e  recufauano  difofienerefoli  quefìa  fpefa,&  molto  più,  perche  Ca 

j£*m  *19  '  terina  negano  dimettere  in  pericolo  quelle  città,  fé  infieme  con  gli  altri 

i  Fioretini  alladifefa  degli  fiati  del  figliuolo  non  fi  obligauano  :  rimoffe 

quefte  difficultàil  parlamento,  e' hebbe  Ferdinando, mentre  che  per  la  uia 

della  Marecchia  conduce  l'efferato  in  Romagna,  con  Tiero  de' Medici  al 

Borgo  a  San  Sepolcro.-perche  nel  primo  cogreffogli  offerfe  per  commiffion 

tijllfionfo 


PRIMO,  21 

fMfonfo  fuo  padre,  che  ufaffe  &fe,  &  quell'efferato  ad  ogn'intetofuQ 
delle  cofie  di  Virente,  di  Siena,  &  di  Faenza:  donde  diventata  ardente  in 
Tiero  la  prima  caldezza  ritornato  a  Firenze,  uolle,  benché  diffnadédolo 
i  cittadini  più  fituij,  che  fi  prefìajfe  ilconfenfo  a  quella  condotta,  perche 
confomma  inflantia  nera  fiato  pregato  da  Ferdinando:  laquale  effendofi 
fatta  affé  fi  comuni  delTontefìce,d'  ^Alfonfo,  &  de*  Fior  e  tini;  fi  congiun- 
fono  pochi  dì  poi  la  citta  di  Bologna^conducendo  nel  medefimo  modo  Gio- 
vanni dentinogli, fiotto  la  cui  avttorità,& arbìtrio  fi gouernauazalquale 
promeffe  ilTontefice,aggiugnendouifi  la  fede  del  J\e,  &  di  Tiero  de  Me" 
diciydi  creare  Cardinale  ^Anton  Galeazzo  fuo  figliuolo  all'horaTrotono 
tario  ^poflolico.Dettono  quefte condotte  riputation  grande  all'efferato 
diFerdinando:  ma  molto  maggiore  l' bar  ebbono  data  fé  con  queflifiucceffi 
fufie  entrato  prima  in  Romagna:  ma  la  a  tardità  di  muover  fi  del  Bggno,  a  Di  fopra  a 
&  la  follecitudine  di  Lodovico  Sforma  haueua  fatto,  che  non  prima  arri-  JiVà  fimiTmi 
nò  Ferdinando  a  Cefena,che  Obignì,e 7  Conte  di  Gaia%£o,gouernator  del  te  queft'Auc 
le  genti  S for%e fiche  >con  parte  dell'efferato  defiinato  ad  opporfi  a  gli  jlra  f^rmau  a. 
gonefi,ej]endo  paffatifen%a  ostacolo  per  il  Bologne  fé  entrarono  nel  conta  ragortefcfof 
do  d'lmola:per ciò  interrotte  Ferdinando  le  prime  fiperanxe  di  paffarein  fonetica  ai 
Lombardia;  fu  neceffitato  fermare  la  guerra  in  Bsomagnaidoue  feguitan-  aflaitaflari 
do  l'altre  Citta  la  parte  *Ar  agone  fé;  B^auenna,&  Ceruia,  cittàfiudditca'  noua  ;  hau- 
Vinitiani,non  adher  ivano  ad  alcuno :&  quel  piccolo  paefie,  ilquale  conti-  rdfbea  ^?c,1j 
guo  al  fiume  delTò  teneua  il  Duca  di  Ferrara;  no  macaua  di  qualunque  ^greflobuo 
comodità  alle gentiFrancefe,& Sfor%efcbcMane  per  le difficultà  rifiorì  no'°nad.^e 
irate  nell'imprefia  di  Genoua,nèper  l'impediméto  foprauenuto  in  Bgma-  cadì  quanto 
gna,la  temerità  di  Tiero  de*  Medici  fi  raffrenava  .-ilquale  effendofi  co)  egre  h*  f"cuatod* 
ta  co  uét  ione, fatta  fien%afaputa  della  Bepub.col  Tontefice,&  con  Alfon  bocca  de'iRe 
fio  obligato  a  opporfi  fcopertamete  al  I{e  di  Francia;  non  filo  haueua  con  £0^"efp£u* 
fentito,  che  l'armata  T^apolitana  haueffe  ricetto,  &  rinfrefcamento  nel  rioni  fi  uin- 
Torto  di  Liuorno,&  comodità  di  foldare  fanti  per  tutto  il  dominio  Fiore-  r°!  dSo 
tino; ma  non  potedo  più  cotenerfi  detro  a  termine  alcuno ;operò  che  ^inni  pu«    efler 
balBetinoglio, figliuolo  di  Giovanni, ilqual 'era  fbldato  de  Fior  etini,  co  la  ^^  ^li 
fua  compagnia^  la  compagnia  d'^iftorre  de' Manfredi  s' mufferò  co  l'è  fi  altro  Cefare 
fercito  di  Ferdinandoyfiubito  ch'entrò  nel  contado  di  Forlì:  alqual  fece  in  J}*tj' l 
oltre  mandar  mille  fanti, &  artiglierìe:  fimiledifipofitione  appariua  con 
tinuamente  nel  Tontefice;ilquale,  oltra  le  prouifìoni  dell' arme,non  conte 
to  d  bavere  con  un  brieue  efortato  prima  Carlo  a  nonpaffare  in  ltalia,& 
a  procedere  per  la  uia  della  givfiitia,&  non  con  l'arme  ;  gli  comandò  poi 
per  un'altro  breve  le  cofe  medefìme  fiotto  pena  delle  cenfvre  Ecclefiafti- 
che.Et  per  ilV 'eficouo  diCalagorranuncio  fuo  in  Vinetia,doue  al  medefi- 
mo effetto  erano  gli  Oratori  d'jLlfonfo;  &  benché  con  dimande  non  cofi 
fcoperte  quelli  de'Fiorentìni;  Himolò  molto  il  Senato  Vinitiano,  che  per 
beneficio  comune  d'Italia  sopponeffe  con  l'arme  al  Bg  di  Francia,  ò  aU 

mena 


ioni. 


LIBRO 

inetto  a  Lodouico  Sforma  uiuamente  faceffe  intendere  hauerè  mcleflia  di 
quefla  innouatione:ma  il  Senato  facendo  rifondere  per  il  Doge,non  ejkrc 
ufficio  di  fauio  Trinci  fé  tirare  la  guerra  nella  cafa  propria,per  rimouer 
la  della  cafa  d'altri;non  confentì  di  farete  con  dimoflrationiynè  con  effet 
ti,cofa  che  potefie  dìjpiacere  ad  alcuna  delle  parti.  Et  perche  il  i^e  di  Spa- 
gna,ricercato  infl antemente  dal  Tontefice,&  da  Alfonfo  prometteua  di 
mandare  la  fua  armata  con  molta  gente  in  Sicilia ,  per  foccorere  quando 
bifognaffe  il  Pregno  di  7{apoli,ma  jcufaua  non  potere  efferefi  prefla  per  la 
difficultà  che  haueua  di  danari  ;  il  Tontefice  oltra  cena  quantità  manda- 
tagli da  Jllfonfo,confentì  che  e'  poteffe  convertire  in  queffufo  i  danari  ri- 
difcorTo^ %  fcolfi  con  ^autorità  della  fedia  ^ipoflolica ,  folto  nome  della  crociata  in 
t©  fopra  Lo  ifpagna,  i  quali/pendere  contro  ad  altri,  che  contra  nimici  della  fede  Chri 

douico,  uè-  n  ■  /•  «  ».  i-  •»  /»         • 

'  deache  \'auJtiana>non  fi  poteuano;a  quali  opprimere  tanto  alieno  era  il  penjiero  lo- 
to™ confer  ro,  che  jLlfonfo  oltra  ad  altri  huomini  mandati  prima  al  gran  Turco  ;  ui 
ha  d? "opra  rnando  dinuouo  Camillo  Tandone,  con  cui  andò  *  mandato  fegretamente 
cSTcheLo  dalTontefìceiGiorgio  Bucciardo  Genouefe,  che  altre  uolte  Tapa  InnocB 
douico  con  lio,uhaueuamandato;iquaiihonoratidaBaifetto  ecce/fi ua?nente,&  effe 
n5Ueéfateh  dltl ?"*■/* f^bito  diportarono promejfe grandi £  aiuti, lequali, benché con- 
ueua  carodi  fermate  poco  poi  da  uno  ambafciatore  mandato  da  Baifetto  a  Napoli ,  à 
noti  1  da"  fer  ^  diftantia  de'  luogbi,òper  effere  difficile  la  confidenza  tra  i  Turchi» 
Tomo  di  pm  &  i  Chrìflianijeffetto  alcuno  non  partorirono :nel  qual  tempo  ^Alfonfo,^ 
cfo  "antofi  ■P/ÉT0  de  Medicunon  effendo  proceri  ifucceffi  dell'arme,  né  per  mare ,  né 
gioriadiiot  per  terra,  s'ingegnarono  d'ingannare  Lodouico  Sforma  con  laftntie,&ar 
fcfjrlcKéi  tl  fl4€>ma  non  già  con  migliore  euento  dell' induftria, che  delle  for^e.  a  £*  i 
iccpie  moi.  fiata  opinione  di  molti ,  che  a  Lodouico  per  la  confideratione  del  pericolo 
ib:T d7fo~  ProPrio  fuffemolefio,chel  t{e  di  Francia  acqui ft affé  ritegno  di  ^apoli  ; 
pia  in  qfto  ma  cheìldifegno  fuo  fuffe,poiche  haueffe  fatto  fé  Duca  di  Milano  ,  & 
™\Àz™$-fattoPafiareVefercito  Trance  fé  in  Tofcana,interpor fi  a  qualche  concor- 
fuadeua,cK#  dia,  per  laquale  riconofcendofì  <Aifonfo  tributario  della  Corona  di  Tran- 
I/o  haueìre  ci  a, con  ajjìcurare  il  Bg  dell' offeruan^a^  fmembr  are  forfè  da'  Fiorenti* 
hamuo  a  go  ni  le  terre  ,lequali  teneuano  nella  Lunmana;il  Refe  ne  ritorna  [Te  in  Fran 

ugnarli  co       •/»•'*■■*■  o  v»  »  jj 

configli  del  ciaicofi  rejtando  sbattuti  i  Fiorentini,&  diminuito  il  I\e  di  Tslapoli  difor 
nfo1  Cffra  ^,C^  d'<zutorità;cgli  diueniato  Duca  di Milano,hauefk  cofeguito  tanto* 
•ei!o,etfuof.  che  gli  baflajfe  a  effere  fi  curo  fenr^a  incorrere  ne  pericoli  imminenti  della 
il  fontano  uittoria  de'1?rancefi:bauereìberato,che  Carlo  J'opprauuenendone  maflì- 

Dellibro.  5.  ^      ,  ,.  /r-/J  .  J      .  rr       1    >  •  » 


de  Prudera  mametc  la  vernata^1  haueffe  a  trottare  in  qualche  àifficultà,laquale  il  cor 
dlniTte  Yt  f°  ^a  wttoriagli  riteneffe,  &  atte  fa  Vimp  attenua  naturale  de  i  Fran- 
douico,fecó  ce  fi, ly  effere  il  Rg  male  proueduto  di  danari,&  la  uoluntà  di  molti  de'  fuoi 

SlTdMtep  al.iena  da  V*^*  imPrefa  y  credeua  che  fi  poteffe  facilmente  trouare  me^p 

ac.26.fac2.  di  concordia:  quel  che  ditale  cofa  fia  la  uerita:certo  é,chefc  bene  nel  prm 

*  aPW? É  aVÌ0  Lodouico  fi  fi'Jfe  >  perfeparare  Tiero  de'  Medici  dagli  Uragonefi  , 

grandemente  affaticato  ;  cominciò  poi  occultiffìmamente^a  confortarlo  a 

perfe- 


PRIMO.  (     « 

pérfenerare  nella  ptafententia  ,  promettendogli  d'operare ,  o  che'l  Re  di 
Francia  non  pafferebbe,ò  che  pafando  ritornerebbe  preflo.&  innanzi  che  i  <£>•* 
battette  tétato  cofa  alcuna  di  qua  da'  moti.T^è  ceffaua  per  mexo  dell  Ora  Tauerna  _ x 
torcfuo  rifedente  in  Virtxe  fare  fecofreffo  quefla infatti* ,  o perche  cofi  gì.  M  R. 
fuffe  neramente  la  f ita  intentiamo  perche  determinato  già  alla  routna  di  Mattatone . 
fiero  dcfideraffccbe  procedere  tanto  oltre  cantra  duchee' non  gì,  re-  v-i-io,. 
(lalTe  limo  di  riconciliat'.one.Dehbcrato  aduque  Ttero  co.tjaputa  d  M-  lt„  dil-cork 


rio 
a 


fatiCo  di  [annoto  quefìo  andamento  al  *e  «  hntte  cìnarno  un  di  acafa  gjta»  ^ 
fri, /otto  ro/f?re  <f  <#tre  ;»<*  /j^o  <*<?//*  pcr/W; a  l'ambajaatore  Milane  uerna;&  pa. 
fr,fe*«e»</o  pr*»*  ^o/b  ?«e//o  ctó  %,^  er*  in  Firenzi  luogo,donde  «anc^ch, 
commodamente  i  ragionamenti  loro  udire  potefìetqmm  'Piero  repente  co  indine  de* 
profe  dtffr/*  /e  perfuafioni,&  le  p rome fé  di  Lodouico;&  che  per  lauto-  {£££*■• 
mJ  /**  era  flato  pertinace  a  non  consentire  alle  dimande  di  Carlo  ;  fi  la-  f0pra,fi  co. 
in<?»f  ò  grauemente,che  egli  con  tanta  inflantia  follecitaffe  lafua  paffuta,  ™n?^l 
conchiudendo, che  poi  che  i  fatti  non  corri fpondeuano  alle  parole;  era  ne-  dei  Re  or- 
ceffitato  a  rif bitter  fi  di  non  fi  riflrignere  in  tanto  pencolo  .  ì\$ondeua  il  c°>H  JJ^g* 
Milanefe  non  douere  Piero  dubitare  della  fede  di  Lodoiuco,je  non  per  al  J*  M*»** 
tro,perche  almeno  erafimilmente  a  lui  per nitio forche  Carlo  piglia  fé  T^a  f™£££ 
poli,confortandolo  efficacemete  a  per  fé  iter  are  ne  Ila  medefima  fenten^a,  ta  ««^, 
perche  partendo  fene  farebbe  cagione  di  ridurre  fé  flefo,&  Italia  tutta  in  ^[^l 
jeruitu.Delquale  ragionammo  l'Oratore  Francefe  dette  fubito  notitia  al^  d^gni  d^ 


/i/o  I{e,affermddo>cbe  era  tradito  da  Lodouicoy  &  nondimeno  non  partorì  dl  no  lafciar 
quefla  alìutia  l'effetto  ilquale  il  ^Mfonfo,et  Viero  haueuanoferato:an  «jjgj^ 
zi  nudato  da  i  Fràcefi  mede  fimi  a  Lodouico;rendé  più  ardente  lojdegno:  £ranc:fi  m 
&  l'odio  conceputo  prima  contra  Viero,&  lafollecitudine  diflimolare  il  £all*j"°°* 
Fg  di  Francia,che  non  confumaffe  più  il  tempo  inutilmente, &  già  nonfo-  ^Sco" 
lo  le  preparatali  fatte  per  terra  et  per  maremma  il  confentimeto  de  cieli,  "»• 
dr  degli  huomini  pronunci  auano  a  Italia  le  future  calamità  :  perche  que  b  MiAleffaft 
gli,  che  fanno  profeffione  d'hauere,ò  per  feientiu,  è  per  afflato  diuino  no-  aro*  gu 
titia  delle  cofe  future  ;  affermauano  con  una  uoce  medefima  apparec-  ^ub.sc 
chiarfi  maggiori^  piàjpefe  mututioni,  accidenti  piuflruni,&  più  hor-  caF.  ^  d«* 
rendiycbe  già  per  molti  Secoli  fi  fuf ero  ueduti  in  parte  alcuna  del  mondo  :  ^  ras  f6a 
itó«w  m/wore  errare  <te$/i  huomini  rifuonaua  per  tutto  la  fama  ,  e$ert  "^jfjg^ 
apparite  in  uarie  parti  è  Italia  ,  co/è  «toc  dall'ufo  della  natura  ,  dr  de'  ^X",'  ma 
pW :i »  P«?/w  di  notte  tre  Soli  in  me%o  il  Cieloyma  nubilofo  all'intorno,  Polud,^;° 
&  con  horribilifol?or'h& tuoni:  b  nel tenitorio d'jLrei^zo pacati uifibil nl  ^^ 
'  Twcwte  mo/r/  a?  ptT  Uria,mfiniti  huomini  armati  fopr a  groffiffimi  candii,  fg£™£ 
&  con  terribile jirepito  difmni  di  trombe ,  &  di  tamburnhauerem  mol-  ca  t!l  L^b;r 
ti  luoghi  d'Italia  judato  mancamente  le  immaginh&leflatuefagre:^?™* 
nati  per  tutto  molti  mofi  ri  db  uomini,  &  d'altri  ammali  :  molte  altre  Còaan'an0 , 
cofe  [opra  l'ordine  della  natura  ejfere  accadute  in  diuer fé  paraonde  din  p^/°^ 
$r  edibile  timore  fi  riempieuano  i  popoli,  paventati  già  prima,  per  la  fa-  ciu< 


LIBRO 

fna  della  potentìa  de'  Trance  fi, &  della  ferocia  di  quella  natìone ,  con la- 
quale  (come  erano  piene  l'hiflorie)  haueuagia  corfo ,  &  depredato  qua  fi 
tutta  Italia,  faccheggiata,  &  defolata  con  ferro,  &  con  fuoco  la  citta  di 
J\oma,foggìogato  nell\jfia  molte  Vrouincie,nè  effere  qua  fi  parte  alcuna 
del  mondo,che  in  diuerfi  t  empi  non  f ufi  e  fiata  percofìa  idi  armi  loro.  Ma 
a'  fegni  celefti,predittioni,proìiofìichi  e  frcaigìj,accrefceua  ogni  dì  più  la 
fede  l  appropinquar  fi  de  gli  effetti:  perche  Carlo  continuando  nel  fuo  prò 
foftto;  era  uenuto  a  Vienna  Città  del  Del finato ,  non  potendo  rimuouerlo 
dal  poffare  per  finalmente  in  Italiane  iprieghi  di  tutto  il  B^gno,nè  la  ca- 
reftia  didanari,cbe  era  tale,cbee  non  hebbe  modo  a  prouedere  a' prefen- 
ti  Infogni  >  fé  non  con  l'impegnare  per  non  molta  quantità  di  danari  certe 
giok  predategli  ctal  Duca  di  Sauoia,dalla  Marcì,  efana  di  Monferrato,^ 
da  altri  Signori  della  Corte, per  che  quegli,  che  baueua  raccolti  prima  del 
l'entrate  di  ¥ràcia,&  quegli,che  gli  erano  flati  predati  da  Lodouico,  nha 
ueua  fbefi  parte  nell'armate  di  mare,nelle  qual  fi  collocaua  da  principio 
{peran^a  grande  della  uittoria,  parte  innanzi  fimoueffe  da  Lione  n' baue- 
ua donati inconfideratamente  a  uarie perfone-.nè e/fendo allhora  i Trinci- 
pi  pronti  a  ejìorquere  danari  da  popoli, come  dipoi,conculcando  il  ricetto 
di  Dio ,  &  degli  buomini ,  ha  ingegnato  loro  Panar  itia ,  &  l' immoderate 
cupidità;  non  gli  era  facile  l'accumularne  dinuouo:  tanto  piccoli  furono 
gli  ordini  ,&  i  fondamenti  di  muouere  una  guerra  cofi  grane ,  guidandolo 
più  la  temerità  ,  &  l'impeto,  che  la  prudentia ,  &  il  configlio  .  Ma  come 
jpitfo  accade,  che  quando  fi  ni  ene  al  dare  principio  all' effec  ut  ione  del- 
le cofe  nuoue,  grandi ,  &  difficili, benché  già  deliberate  ;  fi  rafprefentano 
pure  all' intelletto  degli  huomimle  ragion*,  leqnali  fi  poffono  confiderà- 
re  in  contrario  ;  effendogià  il  I{e  in  procinto  di  partir  fi ,  an^i  caminando 
già  uerfo  i  monti  le  genti  d'arme  ;  furfe  un  grane  mormorio  per  tutta  la 
dmaLft<fCnr  C°Ttt  ' mmtvM  in  confi  derat  ione  chi  le  difficultà  ordinarie  di  tanta  im- 
ir^GiouTo"  Vrefa  ' cbl  '1  pericolo  dell' infedeltà  de  gli  Italiani,&  fopra  tutti  gli  altri 
chy^ndo    di  Lodouico  Sforane  or  dando  l'ani fo  uenuto  da  Firenze  delle  fue  frau- 

Sileno  ratto   j      ^  j  i  >  .1  ^*         ~ 

)^Pa,  d.ede  di:  &  pwauentura  tardauano  ad amuare certi  danari,che  fi afpettaua- 
Srnenr  no  **a  — '^  modo,cbe  non  folo  contradiceuano  audactmentt(come  intcr- 
gsaiiiii  ali*-  viene quando  pare  ebei  dfiglio  fi  confermi  dall'euento  delle  cofejquegli 
s  ".r"  slVè  €¥  haueuano  fimpre  dannata  quefta  imprefa  ;  ma  alcuni  di  coloro  ,  che 
Orio '<•  par  n'erano  fiati  principali  confortatori  ,&  traglialtri  ilFefcouodiSan 
fJTu^chefJ  ^^cominciarono  non  mediocremente  a  uacitlare:&  ultimamente  per- 
aiihura,ch»  uenuto  agli  orecchi  del  %  quefio  romore;fece  mouimentotalein  tuttala 
t.xiaP.lt!  Conc^n€llamente  fua  mede fima,&  tale  inclinatone  di  non  procedere 
che  5'aìié  !  fin  oltre»che  fubito  comandòyche  le  genti  fi  fermafiero  :  &  perciò  molti 
fIÌianuenu-  siZn°r*>i  quali  già  erano  m  camino, public  andò  fi  effere  deliberatole  più 
ta  <u  lut  per  non  fi  pafiaffe in  Italia]  fé  ne  ritornarono  alla  corte  :&  andaua(come  fi 
temati  credej facilmente  innanzi  quefta  mutatione>fe  il  a  Cardinale  di  San  Tiero  ■ 


iti 


T  PRIMO.  ij 

k  Vincoìa( 'fatale  ìnftrumento)&  allhora>&  prìma,&  poi  de  mali  tilt* 
lia).'  >  i  baucjjecon  l'autorità^  uehemer  i  a  filari fcaìdato  glijbirtiqua 
fi  Sghiacciati,^  ndrÌTj^ito  l'animo  dd  J\e  alla  dcliber attorie  di  prima, 
ridicendogli  non  fola  m  memoria  le  ragion  ,lequali  a  fi  gloriofa  ejpeditio 
ne  eccitato  l'ha  teuanorma  proponendogli  innanzi  a  gli  occhi  con  grauif- 
Umi  (limoli  l'infamia,  laq-ak  per  tutto  il  mondo  dalla  leggiere  mutatio- 
Ite  dicoft  honorato  confi  Htò  gli  per/terrebbe  :&  perche  cagione  hauere 
kdunquey  con  la  rélitutwne  delle  terre  del  Contado  d'^Artois,  indeboli- 
to da  anelli  parte  le  frontiere  detono  fuoi 'per che  cagione  con  tanto  di 
fb'acereynon  meno  della  nob>ltà,cbe  de  popoli,hauere  aperto  al  Bg  di  $px 
Gnaulandogli  laCo  atea  di  R^ìjlg! ione, una  delle  porte  di  F rancia! folere  co 
katirefim.iicofegli  altri  I\?,ò  per  iberarfi  da  urget:ffimi  pericoli, ò  per 
zonjlguirne  grandìjfime  utilità: ma  quale  neceffità,quale  pericolo  hauere 
inojjoluif  quale  premio  affettarne?  juale  frutto  rifiutargliene, fé  non  l'ha 
kere  comperato  co  cariffimo  prex^p  una  uer gogna  molto  maggiore? Che 
accidenti  e fiere  nati  ?  che  difficultà  foprauenute  ?  che  pericoli  feopertifi 
dopo  l  hauere  publicato  l'unprefa  per  tutoH  mondo?  anxicr  e f cere  più  to- 
Ho  mamfeflamente  ognhora  la  fberanza  della  uit  tori  adendo  già  reflu- 
ii nani  i  fondamenti,  in  fu  i  quali  gl'inimici  haueuanopoìla  tutta  la  (pera 
ira  della  dikfa:perche  &  tarmata  .Aragonefe  rifuggita  uituperofamen- 
tc,dopo  hauere  data  inuano  la  battaglia  aVortouenere ,  nel  Torto  di  Li- 
uomo,  non  potere  fare  più  frutto  alcuno  contra  Genoua  ;  difefa  da  tanti 
foldati,&  da  armata  più  potente  di  quella:  &  l'efferato  di  terra  ferma- 
\tofi  m  Bc>magna,per  la  refiHen^adi  a  piccolo  numero  di  Francefi,non  ha  ^^f  diVrl 
nere  ardire  dì  poffare  più  innanzi  :  che  farebbono  come  correffe  la  fama  tefi  era  una 
per  tutta  Italia,  che  il  I{e  con  tanto  efiercito  haueffe  paffato  i  monti  ?  che  JgJjSjj  % 
tumulti  fi  fn\c iter ebbono  per  tntto?in  che  sbigottimento  fi  ridurrebbe  il  da  soo.hùa- 
Tonttfice,come  dal  proprio  palagio  uedeffe  l'arme  de  Coloncfi  in  fu  le  por  f^tO^ss. 
te  di  Roma? In  chefbauento  Viero  de  Medici  hauedo  inimico  ilfanguefuo  una  bàia  di 
medcfimo,la  Città  deuotiffvma  del  nome  Francefe,&  cupidiffima  diricu-  Jo  cSi>i-. 
forare  la  Ubtrtà  oppreffa  da  lui?  Von  potere  co  fa  alcuna  ritenere  limpe  n^ch*  fì*S 
to  del  t{e  infirma  confini  del  l^egno  dii\apoli:doueaccofiandofifarebbo-  fju^anc* 
noi  mei  firn  tumulth&Jbauenti,nè  altro  per  tutto,  ch?,òfuga,òribellio  fc°  s«nfe«» 
ne  .-temere  for  fesche  hauejj  ero  a  mancargli  i  danari,iquali  come  fi  fentiffe  Jài  aì^oo" 


l\ ;.t  rato  ,f  che  Ituliaafiuefattaty  molti  anni  più  all'immagini  dtlleguer 
r/,che  alte  guerre  uere,no  era  neruo  da  jofi  enere  il  furor  e  Francefe.Terò 
quale  timore 'quale  con -ufionc?  quali  fogni,  quali  ombre  uaneejfereentra 
te  nel  petto  fuo?  Doueefi ere  perduti  fi  pretto  lafia  magnanimità?  doue 
tìii-UafcrociaìCò  laquale  quattro  dì  prima Ji  uaruana  di  amare  tutt'ltn 

Ut 


LIBRO 

Uà  unita  infieme  ?  Confi der affé  non  efiere  più  in  potefià  propria  ì  configli 

fuoi,  troppo  oltre  effere  andate  le  cofe,per  la  alienai ione  delle  terre  ,  per 

gli  amba) 'datori  uditi, madati,  &  [cacciati ;per  le  tante  fi)  e  fé  fatte, per  ti 

ti  apparati, per  la  publicatione  fatta  per  tutto;per  effere  già  condotta  la 

fua  per  fona  quafi  in  full  alpi  :ttrigner  lo  la  neceffità,  quando  bene  limprc 

fa  fiffe  pericolofiffimx  a  feguitarla,  poi  che  tra  la  gloria ,  cjr  l'infamia* 

9  QueftoDu  tra  il  uhuperio,&  i  trionferà  l'efierefo  il  più  flimato  E^,  ò  il  più  difire- 

ca  di  Borbt>  gjgtt  di  tutto 7  mondo,  non  gli  reflaua  più  me%o  alcunoiche  adunque  tar* 

to,  fecokdó  dare  a  una  uittoria,a  uno  trionfo  già  preparato,  &  manifefto?  Quefle  co* 

ho°GioTa  fe  ^ette  m  fliftan^a  dal  Cardinale  :  ma  fecondo  la  fua  natura  più  con 
ni;  fu  man.  fenfi  efficaci,^  con  gefìi  impetuofi,&  acce  fi, che  co  ornato  di  parole ;com 
fordiTdd  mofaro  tant0  ?  animo  del  I{eyche  non  uditi  più,  fé  non  quegli, che  lo  confor 
Re,preflo  la  tauano  alla  guerraipartì  il  mede  fimo  dì  da  Vienna,accompagnato  da  tut 
RUealfti  ei!i°e_  tlì  Signori,&  Capitani  del  Bearne  di¥rancia,eccetto  il  *DucadiBorbo 
uato  ;  come  ne,alquale  commeffe  in  luogo  fuo  l'amminifiratione  di  tutto  il  Pregno  y  & 
foVra  acati  l*  ammiraglio  y  &  pochi  altri  deputati  algouerno  y&  alla  guardia  delle 
io.  fac».  &  prouincie  più  importanti:^  paffando  in  Italia  per  la  montagna  di  Mongi 
uono  ncÓ  neura,molto  più  ageuole  a  paf]àre,che  quella  di  Monfanefe,&per  laqua 
rio,  il  Già,  le  pafio  anticamente  ima  con  incredibile  diffic  ulta,  Annibale  Cartaginefe; 
cIhig.  h  entrò  in  jifii  il  dì  b  nono  di  Settembre  dell  anno  mille  quattrocento  noua 
taquattro,  conducendo  feco  in  Italia  i  femi  dì  innumerabili  calamità ,  & 
dice  ti  a?0  dilombi lifiìmi  accidenti,^  uariatione  di  quafi  tutte  le  cofe:pcrche  dalla 
uo dici.  paffuta  fua  non  folo  hebbero  principio  mutationi  diflati,fuuerfioni  di  B^ 
.  gni, defilai  ione  dipaefi,  eccidij  di  Città,  crudeli jfime  uccifioni,  ma  etian- 
tr.ai  France  dio  nuoui  habiti,nuoui  cc(ìumi,nuouiy  &  fanguinofi  modi  di  guerreggia* 
fi^dbrf1  re>  c mfam^àyinfino  a queld\,no  conofciute;&  fi  difordinarono  di  manie 
«odo  librò  ra  glinflrumenti  della  quiete,&  concordia  Italiana,che  no  fi  effendo  mai 
*'66,  poi  potuti  ricordar  e  ;h  anno  hauuto  f acuità  altre  nationiftraniere,&  effer 
d  Senne  citi  barbari  di  conculcarla  mifer abilmente  &  deuaslarla:&  per  maggio- 
paolo  Emi   re  infelicità,  accioche  per  il  ualore  del  uincitore  non  fi  diminuiffero  le  no- 

1  *  O    C  11  "  *  1  P  i       yi  ' 

ért  dì  Car*  m%  uer gogne, quello, per  la  uenuta  delquale  fi  caufarono  tanti  m ali, fc  be 
lo,nf ,"®lk  ne  dotato  sì  ampiamente  de  beni  duella  fortuna;erafpogliato  quafi  di  tut 
paraTe  uti  te  le  doti  della  natura-,  &  dell' animo  :per  che  certo  è ,  che  Carlo  in  fino  da 
dTe^udto  VHtYltla  fli  di  complejfione  molto  debole,&  di  corpo  non  fano,  difiatura 
Qui  nefeit  piccolo ,  &  d' affretto  (  fe  tu  gli  licui  il  uigore ,  &  la  degnità  degli  occhi) 
ftU^nar*  bruttiffimo:&  ì altre  membra  proportionate  in  modo  che  e  pareua  quafi 
eh  annali  più  fìmile  a  moftroyche  a  huomome  folo  fen^a  alcuna  notitia  delle  buone 
die"  monche  anv>ma  ^  appenagli  furono  cogniti  i  caratteri  delle  lettere:  animo  cupi-  d 
cario  impa  do  d'imper 'are:ma  habile  più  ad  vgrì ]  altra  co  fa  »  perche  aggirato  fempre 
guatrarTce  da'fuoi;non  riteneua  con  loro,ne  autorità;alieno  da  tutte  le  fatiche ,&  fa 
h  la  cogni-  fende;  &  in  quelle,alle  quali  pure  attendeua,  fonerò  diprudentia ,  &  di 
cò{«.deiic  gì^dicio: fé  pure  alcuna  cofa  pareua  in  lui  degna  di  laude,  riguardata  in 

trin- 


I  PRIMO.       *4 

trinfec  amente, era  più  lontana  dalla  uirtù,che  dal  uitio;  inclinatìone  alla 
gloria;ma  più  prefto  con  impeto,che  con  configlio:liberalità,ma  inconfide 
rata,&  fcnya  mi  furalo  diflintione;ìmmut  abile  tal  uolta  nelle  deliberatio 
ni;nia  fpeffo  più  ojìinatione  mal  fondata,che  confi anti a: &  quello, che  mol 
ti  chiamauano  bontà;merìtauapiu  conuenìcntemente  nome  dì  freddezgdi 
&  di  remiffione  d'animo.ll  dì  mede  fimo, che' l  I\e  arriuò  nella  città  d'^lfti, 
cominciando  a  dimoflrarfegli  con  lieti/fimo  augurio  la  benignità  della  [or  J  c^  f°P£ 
tuna;& gli  fopranennero  da  Genoua  defideratiffime  no  nelle:  perche  Don  notato  qua 
Federigo  , poi  che  ritirato  fi  da  Tortouencrenel  Torto  di  Liuorno  hebbe  *lrf™S  n« 
rinfrescata  l'armata,*?  foldato  nuoui  fanti ', ritornato  nella  medefimari  merodc'i*- 
\uiera,pofe  interra  Obietto dalFiefco  co  tre  mila  fantiflquale  occupata,  f^V^u* 
fen-^j  difjìcultà  la  terra  di  E^apalle,  distante  da  Genoua  uenti  miglia  ;  co-  |i  gìouìo, 
tnìnciò  a  infeflare  il  paefe  circonfiante:ilquale  principio,non  efendo  di  pie  yefcou«>«u 
cola  importanza,  perche  nelle  co  fé  di  quella  città  è,  per  l'infettione  delle  Ncbio  ,  se 
farthpericolojijjimo  ogni(  quantunque  minimo  )mouimento;non  par  uè  a  Core,  Ma^j. 
quei  di  dentro  da  comportar  e, che  per  nimiciftfacejfe  maggiore  progref-  fta  **"?£*? 
fc:pero  lafciata  una  parte  delle  genti  alla  guardia  di  Genoua  ;  ftmojfono  dai  Gioui© 
col  refìo  per  terra  alla  uolta  di  Rxpalle  i  fratelli  San  Seuerini,  &  Giona  al^n}Pr 

\  r  11        %  n-  ••  >  r         •  *«  più  diftufo- 

m  adorno  fratello  a\Ago\lino  gouernatore  di  Genoua  co  fanti  Italiani:  méte  racco 
&  il  Duca  aOrlienscon  mille  Svizzeri  su  l'armata  di  mare ,  nellaquale  taca'  ™a  5.5 

...  tri         ■     >X  •  n       •  ;•        •     r1  .  qualche  di- 

t  erano  a  di  ciotto  galee, \ei  galeoni,^  none  nani  grafie:  i  quali  unitiji  tutti  uerfità.con 
p reffo  a  B^ap  alle  :aff aitarono  con  impeto  grande  i  nimici,che  haueuanofat  quefì?  *u£" 
to  tejia  al  ponte,che  è  tra  il  borgo  di  Rgpalle,&  uno  fretto  piano,ilquale  da  il  vrfe* 
fi  difende  inftno  al  mare:combatteua  per  gli  jlragonefiy  ultra  forze  prò  JJ°  d^Xt 
prie,?l  uant aggio  delfito,per  lafprezja  delqualepiu,  che  per  altra  muni  breuisfima- 
t  ione  fono  forti  i  luoghi  del  paefe:  &  perciò  il  principio  dell' affatto  non  fi  £r?ia.U 
dimoftraua  felice  per  nimici  :  &già  Suizp^vi  e  fendo  in  luogo  inhabile  a 
(piegare  la  loro  ordinanza, corninciauano  quafi  a  ritirar/i:  ma  concorren  Jj  PIC* ! L 
do  tumultuo] amente  da  ogni  banda  molti  paefanifeguacì  de  gli  jLdorni,  Nebìo,ci»e 
i  quali  tra  quei  f affi, &  monti  afprìffimi  fono  attiffimi  a  combatterei  ^fl^^ow^C 
fendo  oltr  a  queflo  nel  tempo  mede  fimo  infeflati  gli  Jiragonefi  per  fianco  ftafugafp» 
dall'artiglieria  dell'armata  Francefe,accoflatafi al lito  quanto  poteua,co  éJJJJ^JJJoÌ 
mincìarono  a  foflenere  difficilmente  l impresone  de  nimici  :  &  emendo  tòaifigtnia 
già  puntati  dal  ponte: fopragiunfero  ani  fi  a  Obietto, in  fauor  e  delquale  i  *°  ^fa^eta 
fuoi  partigiani  non  fi  erano  mofjl:  appropinquar  fi  Gianluigi  dal  Yiefco  co  méw  glidif 
molti  fanti  :per;lche  dubitando  di  non  efiere  affaltatì  dalle  {palle:  fi  meffe  ^òlitibxiQ 
'  ro  infuga:&  l>  Obietto  il  primo,fecondo  l'ufo  de  fuor*  u fri  ti, per  la  uia  del  gna  carni- 
la  montagna, refi  andò  parte  nel  combattere,parte  nel  fuggire  morti  di  lo  ^af  "ra  m* 
ropin  di  cento  huomini:  uccifione  fen%a  dubio  non  piccola  fecondo  le  ma-  Adi,accio- 
niere  del guerreggiare:lcquali  a  quel  tempo  in  Italia  fi  effercitauano.Yu-  ra^aìpri 
tono  medsfimamente  fatti  molti  prigioni,tra'  quali  Giulio  Or fino, che  fai  da  muno 
iato  del  I\e  Mjonfo  bane.ua,  con  quaranta  huomini  d'arme  f&  alcuni  ba-  jj^ pet 

lefirieri 


.r6ftn»rt         .  LIBRO 

»a  quato  ho  /,  Fngofo,&  Orlandino  della  medi  finta  famiglia  .  ^ifficuvò  a!  nato  aue 

notato  1   DO  /)  ;  /.     ,.    _  *  -'  •  ■>  t      r    ,  .  ,       /     7 

Dilla  a  czrjta  uittona  le  coje  di  GenouaypercbeDonredcrigoyilqiiaUfubito,cbeheb 
j1.rac2.tio  be  pefli  i  fanti  in  terrai  era  per  non  effere  costretto  a  combattere  nel  voi 

ne  no  cita,  r    V  n  ;;  />  •  #»  i  n  £ 

to  alca  luo/o  «'  I\apalle  con  l  armata  nume  a:  allargato  in  alto  mare  .diffaer  andò  fi  di 
Shi-  potere  fare  per  allhora  piti  frutto  alcuno  :ritirò  uri  altra  uolt  a  Tarmata 

b  con  i>opi  nelVorto  di  Liuorno:&  becbequiui  di  nuoui  fanti  fi  prouedeffe,&  bauef 

«ione  dio-/»  ••  jr        •  j>    rr  i  ;    ;         i  i  i    n  •  i 

ito  aurore  Je  uarij  dijegni  "  aJJ  altare  qualche  altro  luogo  delle  rimerei  nondimeno  co 
fi  accorda.  me  per  /  principi*  auerfi  dell' impre fé  fi  perde, &  C  animo, &  la  ripatatio- 

HA  intorno  *        ^      *.\     •  r       i  i-  r    ì   r •  •       r       •/>  •' 

a  queuhe  ai  nc:non  i  ento  più  coja  alcuna  di  momento^  lajciandogiujta  cagione  a  Lodo 
ceiierie'Urti"  uuo  ^for7é  ài  gloriar  fi  yche  haueua  a  coni  'induflf ia,& co figli  fuoi  fcher 
iiatmanei.  niti  gli  auerfarij:percbe  non  altro  bauere  faluato  le  cofe  di  Genoua  y  ebe 
ia  vnadipa  [a  tardità  della  moffa  loroyprocurata  con  l'arti  fue,  &  con  le  (heranze  uà 

pa   v  rbano  ,     7  ?  »  r  /  »/>.-,. 

6.  u  voker  ne,cbe  oaueua  loro  date.  Ha  a  Carlo  era  andato  jubito  in  jliii  Lcdouico 
r3n°òfc^ò:  tfor%?>&  Beatrice  fna  moglie  con  grandi ffìma  pompa,  &bonoratiffm* 
coment.  Vr  compagnia  di  mo1  te  donne  nobiliy&  di  forma  eccellente  del  Ducato  di  Mi 
barn  •.  poh-  iano@.  in  fieni  t  Hercole  Duca  di  Ferrara:  doueytrattadcfi  delle  co  fé  com 
iio,e'ì  becre  mimi  yf ti  deliberato,  che  il  più  preHo,  che  fi  poteua  fi  moueffe  Ttfj'ercito  : 
tmo  quegli  &  acclcc^e  queftopin  folle  cit  amente  fi  facejfe,  Lodouicoycbenon  medic- 
ai hb.  £  a  cr  emente  t  eme  uà, ebe  fopr  attenendo  i  tempi  affari  non  fi  ferma  fé  per  quel 
Bd'i!£^i  l*  nernata  nelle  terre  del  Ducato  di  Milano ,  prefiò  di  nuouo  danari  al 
le  fue  h'.ft.fe  Fa?yi!quale  ri haueita  neceffìtà  non  mediocre:  &  nodimeno  fcr  orrendo  figli 

a  memoria    _  *    /   __  .;_      7      •   .    n    •     i  ■  -,*    •       »      <  ■  -j      .n  • 


di  20.  am.i  -.  tra  i  du  vento  pentii  b uomini  della  guardia  delReycomptitatiyi  Suir7eri{ 


ondo  '  da  J*&$  f  r/wa  co/  S^//  e/  Digiuno  erano  andati  a  Genoua ,  &"  quella  gente 
ili  Pietro  ebe  fiotto  Obignì  militaua  in  Romagna, mi  Ile  feicento  buon/ini  d'arrne>d£ 
trilwa Vufò  ?«^/'  eia fc uno  bafet  odo  tufo9Francefe  duoi  arcieri yin  modo  ebefei  canal 
5  i.nMeD^{>.n  H  [otto  ogni  lancia(quefio  nome  hanno  ilero  buomuiid armejfi  cowpren 
ru  èpiultn-  dono:fei  mila  fanti  SuÌ7^eriyfei  nulla  fanti  del  regno  juoyde  quali  la  metà 
tiro  ,  come  erano  della  Prouincia  di  Gua]cogna5dotata  meglio  fecondo  ilgiudicio  de% 
villani  nei'  Franceftydi  fanti  atti  allaguerra}cbe  alcuna  altra  parte  di  £ràcia:et  per 
llb&2pieT  m*rfi  con  ^ueft°  efferato  erano  fiate  condotte  per  mare  a  Genoua  quanti 
subikia  nd  tà  grande  d'artiglierie  da  battere  le  mutagli e y&  da  ufare  in  campagna  : 
Sj*£/a!2  ma  aitai  forte  che  riamai  no  basetta  manta  Italia  le  fir/iwliantu  b  One 
Redi  cHìujta  pejte  trouatamoùt  anni  imaTi  m  Germania,  fu  condotta  la  prima  noi 
San'iwUtfL ta  ln  ^ta-'ìa  à*  Vinitiani, nella  guerra, che  circa  l'anno  della  falu te  mille 
t;e'  Rimedi  trecent' ottanta  hebbero  i  Geno  ne  fi  con  loro  :  nellaquale  i  Vinitiani  uinti 
iSknfoKu in  man'>& «fotti per  la  perdita  di  Cbioggia:riceue*ano  qualunque  condì 
r,a,  «»i  Maio  tione  hauefje  uoluta  il  uincitorc,fe  a  tata  preclara  occafione  nofoffe  man 

jgo.09.Doue  cato 

qui  l'a'.utordice.cheParM'glieiiafiitrouata  in  Germania,  e  da  uedere  Antonio  Cornaxxano,  che  fentìe  i« 
na?:/;  uoigari  dell'arte  della guerra,ncl  lib. 3-  a  cap.». 


/PRIMO.        ^  i; 

fdtfó  moderato  conflglio.il  nome  delle  maggiori  era  "Èobarde:lequali,fpar 
fa  dipoi  quefta  inuentione  per  tutta  Italia  ;  sadoperauano  nell'oppugna- 
tiom  delle  terre,alcune  di  ferro, alcune  di  bron%o:magroffiffime  in  modo, 
che  per  la  macchina  grande,&  per  limperitia  degli  buomini>&  mala  at 
mudine  gì  in  finimenti  tardiffimamente,et  con  grandiffima  difficoltà  fi  co 
ducevano .  piantauanfi  alle  terre  co'  medtfimi impedimenti  ,&  piantate 
era  dati  un  colpo  all'altro  tanto  internatio, che  con  piccolijjimo  frutto,  a 
comparatane  di  quello,che  feguitò  dafoi;moho  tempo  confumauano:don 
de  i  difenforidé  luoghi  oppugnati  haueuano  [patio  di  potere  otiofamente 
fare  di  dentro  ripari,  &  fortificationi  :  &  nondimeno  per  la  uiolentia  del 
i'alnitro,colquale  fi  fa  la  poluere,datogli  il  fuoco;  uolauano  con  sì  horri- 
bile  tuono, &  impeto  jlupendo  per  l' aria  le  palle, che  queflo  insìrumetofa 
cena  etiandio  innanzi ,  che  haueffe  maggior  e  per fettione  ridicoli  tutti  gli 
\nflrumenti,i  quali  nella  oppugnatane  delle  terre  haueuano  con  tanta  fa 
ma  d'archimedea  de  gli  altri  inuentori,  u fati  gli  antichi.Ma  i  Trance/i 
fabricado  pez^i  molto  più  ejpediti,ne  d'altro  che  di  bro^o,i  quali  chiama 
nano  Canoni,^  ufando  palle  di  ferro, do me  prima  di  pietra,^  Jen^a  com 
barattine  piugroffe,&di  pefo  grauiffimo  s'ufauano;li  coduceuano  in  fui 
le  carrette,tirate(non  da  buoi, come  inltalia  fi  coflumaua)ma  dacaualli 
:on  agilità  taled'huomini ,  &  d'inìlrumenti  deputati  a  queflo  feruigio, 
:be  qua  fi  fempre  al  pari  degli  eserciti  caminauano:  &  condotte  alle  mu 
vaglie  erano  piantate  con  pr  e jlex^aincredib  ile  :&  interponendo  fi  dal- 
l'un  colpo  alì  altro  pie  coli fìimo  inter mallo  ditempo:sìJpeJfo,  &  con  impe- 
to sì  gagliardo  percoteuano ,  che  quello ,  che  prima  in  Italia  fare  in  molti 
giorni  fi  foleua:  da  loro  in  pochijfime  horefifaceua ,  ufando  ancora  queflo 
più  toflo  diabolico ,  che  humano  infirumento  non  meno  alla  campagna,che 
a  combattere  le  terre:&  co'medefimi  cannoni,&  con  altri  pe%gi  minori; 
ma  fabricati,  &  condotti  fecondo  la  loro  proportione  con  la  mede/ima  de 
fyre%i{a>&  celerità.^  aceuano  tali  artiglierie  molto  formidabile  a  tutta 
Italia  l'efferato  di  C 'arto: formidabile  altra  quefto,non  per  ilmumero  ;  ma 
per  il  ualore  de'foldati,perche  effondo  le  genti  d'arme  qua  fi  tutte  difuddì- 
ti  del  B£>&  non  di plebe,  ma  di  gentil' h  uomini,  i  quali non  meramente  ad 
arbitrio  de' Capitani  (ìmetteuano,o  rimoueuano ,  &  pagate  non  da  loro; 
ma  da  iminifin  figgif  haueuano  le  compagnie  non  folo  i  numeri  interi;ma 
la  gente  fiorita,^  bene  in  ordine  di  caualli,  &  d'arme ,  non  ejfendo  per 
la  poucrtà  impotenti  a  prò  a  ederfene,&  facendo  ciafeuno  a  gara  di  feruta 
re  meglio, così  per  linftmto  delihonorcyilquale  nntrifcc  né  petti  degli  huo 
mini  l'efferenati  nobilmet  peonie  perche  dell'opere  ualorofe  poteuanojfie 
rare  premij,&  fuora  della  mUtia,  &  nella  militia  ordinata  in  modo,che 
per pm  gradi  fi \  faliua  infino  al  Capitanato,!  mede  fimi  flimoli  haueuano  i 
Capitani  qua  fi  tutti  Baroni,et  Signor  i,ò  almeno  di  f angue  molto  nobile,et 
quafi  tutti  fndditi  del  l\egno  di  tranciali  quali  terminata  la  quatità  deU 

D         lafua 


f 


g 

F 


riero 

la  fua  copagnia,per che  fecondo  il  coflume  di  qud^eame  a  ninno  fi  dauci  co 

dotta  più  di  ceto  lacie^no  haueuano  altro  intetOydje  meritar  laude  appref 

fo  alfuo  B^e;  donde  non  haueuano  luogo  tra  loro  riè  l'inft  abilità  di  mutare 

padrone ,ò  per  ambitioneyò  per  avaritiaynèle  cocorrentie  cogli  altri  Capi 

tanìf  auan-^arli  con  maggiore  codotta  :  cofe  tutte  cotrarie  nella  militia 

Italtana;dove  molti  de  gli  b  uomini  dì  armerò  cotadiniyò  plebei y  &fttdditi 

a  si  «crifica  ad  altro  Trincipe,&  in  tutto  a  dipendenti  da  i  Capitanilo*  quali  contieni 

cè°chTfi  \T<r  vano  dello  ftipedioì&  in  arbitrio  de'  quali  era  metter gliy  &  pagargli,  no 

ano  de  ca  haueuano  ne  per  naturarne  per  accid'éte /limolo ftr aordinar io  albenferui 

chi ,  scmte  m&  i  Capitani  rariffirne  uolt  e  f additi  di  chi  gli  condvceuay  &  cheffeffo 

dai  campa-  haueuano  interefHy  &  fini  diuerfhpieni  tra  loro  d  emulatioaey  &  d'odu. 

gió.ùai  Gfo  né  battendo  prefiffo  termine  alle  condottey&ìnteramente  padroni  delle  co 

mo  ,  dallo  paanie,nè  tenevano  il  numero  de  foldatiyche  erano  loro  pa?ati>nè  conteti 

Spino,  &  da  ',?,,...,  ^  '       .  •  r  •  t  ;•       > 

altri ,  oitra  delle  conditioni  bonesle;  mettevano  in  ogni  occajione  ingorde  taglie  a  pa 
BiuetfiK  ^  droni;&  inftabili  al  medefìmoferuigio  pafjauanofpeffo  a  nuoui  ftipendijì 
quel  mafsi.  sforandoli  qualche  uolta  l'abitioneyò  l'auaritiayò  altri  intere ffi  efferenti 
nTfcxhie'ii  f°^°  inUabili;ma  infedeli.  Ws  fi  vedeva  minore  diuerfità  tra  i  fanti  Italia 
Giouio  nei  niy&  qnegli,cbe  erano  con  Carlo:percbe gl'Italiani  non  combattevano  in 
ffor!ìacon!  fquadrone  fermo  y&  ordinatola  fpar fi  perla  canipagnayritiràdofi ilpiu 
for.nicà  di  delle  uolte  a  i  uantaggide  gli  argini \&  de'fo[fi:  ma  b  i  S  viveri  y  natione 
{crktoUone  bellicofiljimajaqvale  con  lunga  militia  y&  con  molte  predar  iffime  uitto 
parh  disfbr  rie  haueua  rinouata  la  fama  dell'antica  ferocia;/}  prefent aitano  a  cobat 
dei  o.rma! tere  co  fchiere  ordinate^  diflinte  a  certo  numero  per  filarne  vfcedo  mai 
gnuoja  ,  &  della  fua  ordinanza,  s'opponevano  a'  nimici  a  modo  d'un  muro  Viabili  y& 
iucche  hauè  qvafi  invitti ;doue  cobatteffero  in  luogo  largo  da  potere  difendere  il  loro 
uano  fornì.  fquadrone:&  co  la  mede/ima  difciplinay&  ordinanza,  benché  non  conia 
foio  (?oUefoi  medefima  virtù  combattevano  i  fanti  Francefila*  Guasconi  Mentre  chel 
«iati  a  cauai  ^  impedito  dall'infermità  fi  flava  in  j£fli;nacqve  nelpaefe  di  ì\oma  nuo- 
vo tumulio:perche  i  Colonefiyi  quali  beche \Alfonfo  haueffe  accettate  tut 
b  Difcorre  te  le  dimande  immoderateyche  haueuano  fatteis 'erano  fubitoycbe  Obignì 
natioaTpie:  fu  entrato  co  legeti  Fracefi  nellaI{omagnaydepo(la  la  fimulationeydichia 
riamente  rati  faldati  del  %  di  FraciayO  e  caparono  la  Biocca  d'Oftia  per  trattato  te 
li.  "o.dique  nut0  d'alcuni  fanti  Spagnuoliycbe  v'erano  a  gvardiaXoflrinfe  qvefio  cafo 
fte  hift.a  ca.  #  Tont.a  querelar  fi  dell' ingivriaF  race  fé  co  tutti  iVrincipi  Chriftiani}& 
Jpecialmete co'B^e  di  Spagnay&  col  Senato  Vinitiano:alqvaleybechein  uà 
c€rdl*  ^|e  no  ydomadò  aiuto  per  l'obligo  della  c  co  federatane  e  otr  atta  l'anno  prece 
comunico-  dete  infieme:&  voltatofi  co  animo  cofiàtealle  provi fioni  della guerray  ci 
to'di  fò"/"  tat i  Trofperoyet  ¥abritioya'qv ali  fece  poi  fpianare  le  cafe,  che  haueuano 
a  car.  s.  qu5  in  1\pmayet  unite  legetifveyet  parte  di  quelle  dì \A l fon fo  fiotto  Virginio  in 
ga  fra^jCpÌe  f1^  fiume  del  Teuerone  appreffo  a  Tiuoh;le  mado  in  fvlle  terre  de' Colone 
pa,i  Vinitia  fi:iqvali  nohanevano  altre  geti;chedugcto  b  uomini  d'armey&  mille  fan 

«il  Milano!*  ^Ma  dubitado  poi  il  Toniche  l'armata  Fracefe,laquale  era  fama  dove- 
ri 


PRIMO.  (  %* 

te  era  fama  douerc  andare  da  Cenouayalfoccorfo  diOfiìayio  hauefTe  ricet 
to  aJ^ettuno^Vorto  de  Colone  fi;  Mfonfo  raccolte  a  Terragna  tutte  le  gè 
tiycbe  ilTont.et  egli  haueuano  in  quelle  parti  ;uipofe  il  capo  aerando  d'e 
pugnarlo  agevolmente :ma  difendendolo  i  Colonnefi  francamete,&  effen 
io  pajfato  ferina  oppofitione  nelle  terre  loro  la  compagnia  di  Cimilo  Pi* 
nell'i  da  Città  di  Cafiello ,  &  de1  fratelli,  foldati  di  nuouo  dal  ì\e  di  Fran- 
cavi Tontefice  richiamò  a  T{omaparte  delle  fuegentiych1  erano  in  Bgma- 
l  ina  con  Ferdinando:  *  le  cofe  del  quale  non  continuando  di  procedere  con  *0C™  ad7,"| 
niella  profberitàyla  quale  pareua  chefifuffe  dimofirata  da  principio: per  fa  narraci» 
:be  arriuato  a  Villaf ranca  tra  Furh,&  Faenza,  er  di  quim  prendendo  U  no  i  ^c 
lamino  per  la  flrada  maefira  uerfo  Imola  ;  l'efiercito  nimico*  che  era  al-  a*j£Pf* 
'oggiato  apprejjo  a  Villafr  anca  offendo  inferiore  di  for?e;fi  ritirò  tra  la  l^agna 
la  felua  di  Lugo ,  &  Colombara  preffo  al  Foffato  del  Geniuolo,  alloggia  nei  Giwim 
:  mento  ver  natura  molto  forte ,  luogo  a" Eercole  da  Efli ,  del  do  minio  del* 
juale  haueua  le  uettouaglie:onde  tolta  a  Ferdinando  per  la  fartela  del 
rito  y  la  f acuità  di!  aff aitar  gli  fen%agrauiffimo  pericolo ,  partito  da  Imo* 
\a  ;  andò  ad  alloggiare  a  Tofcanella  appreffo  a  caflel  San  Tiero  nel  t em- 
porio Bolognefe  :  perche  defiderando  di  combatter ey  cercaua  con  la  dimo- 
ìratione  d'andare  uerfo  Bolognaymetterei  nimicì,  per  non  gli  lafciare  li- 
mo d'andare  innanzi,  in  necejfità  di  condurfi  in  alloggiamenti  non  tanto 
rorti:ma  effi  dopo  qualche  àìapproffimatifi  ad  Imola ;fi fermarono  in  fui 
diurne  del  Santerno  tra  Lugo  ,  &  fanf  Agata,  hauendo  alle  /palle  il  fiu- 
me del  Tè  ;  in  alloggiamento  molto  fortificato  .  ^Alloggiò  Ferdinan- 
do il  dìfeguente  uicino  a  loro  afei  miglia  in  ju'l  fiume  mede  fimo  appreffo 
a  Mordano ,  &  Bubano  :  &  l'altro  dì  con  leffercito  ordinato  in  batta- 
glia fi  prefentò  uicino  a  un  miglio  :  ma  poi  che  per  fpatio  di  qualche  bora 
gli  hebbe  ajpettati  in  damo  nella  pianura  commodiffima  per  la  fua  lar- 
gherà a  combattere3efiedo  di  manififio  pericolo  laffaltargli  in  quell'ai 
ìoggiamento;  andò  ad  alloggiare  a  Barbiano  Villa  di  Cotignuola,non  più, 
uerfo  la  montagnaycome  infinallhora  haueuafatto;ma  per  fianco  a  i  ru- 
miciyhauendo  fempr e  il  mede  fimo  intento  di  cofìrignerliffe  haueffe  potuto 
a  ufeire  di  alloggiamenti  cofi  fortuEra  paruto  che  infino  a  queflo  dì  le  co 
fé  del  Duca  di  Calauria  f uff  ero  procedute  con  maggiore  riputatione:per- 
cbe,& inimici haueuano  apertamente  ricufato  il  combatter  e  ydifendedo fi 
più  con  la  forteTga  de  gli  alloggiamenti ,che  con  la  uirtù  dell' arme,&  in 
qualche  rifeotro  fatto  tra  i  caualli  leggieri, erano  più  tofto  gli  ^Aragonefi 
rima  fi  fuperiorirma  effendo  poi  continuamete  augumetato  l'efferato  Fra 
cefe,et  Sfor%efco,per  ilfopraucnire  delle géti,che  da  principio  erano  refta 
te  indietro  cominciò  a  uariarfi  lo  flato  della  guerra:per  che  ilDucayraffre 
nato  l'ardore  fuo  da  i  co  figli  de  capitanici)  e  gli  erano  appreffo  ,p  non  fi  co 
mettere  fenon  co  uantaggio  alla  fortuna; fi  ritirò  a  fan? rigata  terra  del 
Duca  di  Ferrar a:doue  efiedo  diminuito  difant'het in me^o  delle  terrcFer 

D     z         rarefi, 


LIBRO 

rare/i3&  partita  già  quella  parte  delle  genti  d'arme  dellaChiefa,laqualc 

haueua  rìuocata  ilVontefice:  attendeua  a  fortificar  fi  ma  [opra  jedutoui 

pdcbi  dì,  bauuta  notitia  affrettar  fi  di  nuono  nel  campo  de'  nimicidugento 

lancia  &  mille  fanti  Sui^eri  mandati  dal  I\e  di  Francia  j  libito, che  e'  fu 

arriuato  in^fti.-fi  ritirò  nella  Cerca  di  Faenza ,luogo  tra  le  mura  di  quel 

%  si  legge  i   città>&  un  fò(fo;ilquale  lontano  circa  un  wivlio  dalla  terra, &  circun 

che  il  core  dadoia  tutta,rende  quei  /ito  molto  forte:  per  La  ritirata  delquale  i  nwuci 

?l_tlz\\A  uennero  nell'alloggiamento  abbandonato  da  lui  di  S.  mirata.  Dimoflroffì 

no  no  mule  <j^  _  <£>        .  J       >J 

mai  ,  che  li  certamente  animo fo  l 'un' 'ejfercìto^&l 'altro ,quddo  uidde  il  nimico  inferio. 
n**  Triul  re:ma  quado  le  co  fé  erano  qua  fi  pareggiate  ;cia feuno  fuggiua  iltétare  la 
mvi  Pelea  fortunaionde  accadde  quel  che  rariffime  uolte  accade,che  un  mede/imo  co 
Incf  aipre  flZ^°  piaccia  a  diioi  efferati  nimici,pareua  a'  Fracefi  ottenere  l'intento , 
untarono  p  per  loquale s'erano  mojfi  di  Lobardia,fe  impediuano,che  gli  ^Aragonefi  no 
Urrl^o\tò  paffajfero  più  innanzi  :  &  il  %  ^Alfonfo  riputando  acquifeo  non  piccolo , 
dimeno, tue  c})e  [  progreffi  de'  nimici  infimo  alla  uernatafi  ritardajfero  a  haueua  com  ; 
no  d'j,  jJr  mejfo  efpreff amente  al  figliuolo,^  ordinato  a  Gianìacopo  da  Trinici  ,  & 
Ai  combat-  a[  Conte  di  V'itigli  ano, che  non  metteffero  fen%a  grande  occafione  in  potè- 
aTpicìgila!  fld  della  fortuna  il  I\egno  di  Napoli,  ch'era  perduto  fé  queil'effe'rcito  fi  per 
no,Pei  le  ia  deua.Ma  no  bafiauano  quelli  rimedi)  alla  f uà  falut t:  perche  Carloynon  ri- 
f idonee!"  "  tenendo  l'impeto  fio  ne  laftagione  del  tempo  ,nè  a!  e  uri  altra  difficultàfnbi 

to,che  bebbe  ricuperata  la  fanità,moffe  leffercito.Giaceua  nel  Caftello  di 
d^Gio!  Ga!  Tania  oppreffo  da  grauiffima  infermità  Gioua  Galeazzo  Duca  di  Milano 
kazxo  Fu  fao  fratello  cugino (&  erano  il  I{e,&  egli  nati  di  due  for elle  figliuole  di  Lo 
di^sauoia13,  douico  II. Duca  diSauoia)ilqnale,il  l\e  pafìado  per  quella  Città,et  allog 
maritata  m  alato  nel  medvfimo  caftello  ;andò  benigmfjlmamente  a  uifitarc.  Le  parole 
buca  di  Mi  furono  generali  per  laprefentia  di  Lodouico,dimoftrando  moleHiadelfuo 
lino  a  6.  di  male,^r  confortandolo  ad  att edere  con  buona  (peranno,  alla  ricuperano^ 
Elia  'heobe  ne  della  falut  t •rm a  l'affetto  dell  animo  nonfufen'xa  molta  copa/fione,così 
una  foreiia  fa\  j^)Come  dì  tutti  coloro, che  erano  con  luiytenendo  ciafeuno  per  certo 
me  u,  è  fcrit  la  uita  dell'infelice  gloriane  douere  per  l'infidic  del  c(/o>  effere  breuiffuna , 
•o,di  cario  ^  syacerehbe  molto  più  per  laprefentia  d'Jfabella  fua  mogliedaquale  an 

fia  non  folo  della  fallite  del  maritc,&  d'  e  uno  piccolo  figliuolo, eh  e  haue  < 
e  Era  quefto  HCt  di  lui;  ma  meUifsima  oltra  queflo  per  il  pericolo  del  padre  >&  de  gli  al 
dito  sfor-  tri  fuoi'yfigittò  molto  mifer abilmente  nel coff  etto  di  tutti  a  piedi  delire, 
%à,  di  cm  iì  raccomodandogli  con  infinite  lagrime  il  padre,et  la  cafa  fua  d'Aragona: 
Ho  nei1  nb!  allaquale  il  ReMcbe  moffo  dall' età,&  dalla  bellt%$afua  dimolìraffe  ha 
1.4.&  .lesué-  uerne  cQpajfione ^nondimeno  non  fi  potedo  per  cagione  cofi  leggiere  ferma 
wi'odice,che  re  un  mouimeto  sìgrads;rifpofe,cbe  effendo  condotta  limprefa  tato  innan 
Gio.Gaieax  -g  era  nscefsitato  a  continuarla, Da  Tauia  andò  il  Re  a  "Piacenza  don  e  ef 

%o  racconia   >     ,    -    _  ••  n  .  ,,     -,  _  <•  vt  ; 

dò  i  fuoi  fi.  fendofi  fermato  foprauenne  la  morte  di  Gmnan  Galeaigo  ,  per  laquale 
ghohaiRe,  i0do.che  l'haueua  fe?uitato;  ritornò  co  ?ràiì!}]ma  celerità  z  Miiinoido 

cioè  rrance  o  «-»  •' 

ft«^rnoi\a.  ne  da* principali  delc'ojìglio  Ducale  febomiti  da  luhfn  proporlo  che  per 

la  gran* 


PRIMO.  17 

la  $rande%gd  di  quello  flato  ,&  per  i  tempi  difficili,}  quali  in  Italia  fi  pre 
par  auano; far  ebbe  cofa  molto  pemitiofa  che  il  figliuolo  dì  Giouà  Galea^ 
<%o  d'età  d'anni  cinque  fuccedeffe  al  padre:ma  efiere  necefiario  battere  un 
Duca  chefufìegràde  diprudentia,&  d'utorità:  &  però  douerfi,difpefan 
doiper  lafalute  pubi  *ca,et pia  neceffit agalla  diffofitione  della  legge,come 
permettono  le  leggi  mede fime;cofirigner e  Lodouico  a  cofentire,cbe  in  fé  fi 
trasferire  p  beneficio  uniuerfale  la  dignità  del  Ducato ;pejo grauifjirno  in 
tempi  tali;coIqnale  colore  cedendo  Ihonejla  all'  ambitione,beche  fimulafìe 
fare  qualche  r  efifle%a;affunfe  la  mattina  fé guent e  i  tttolh&  Vinfegncdel 
Ducato  di  Milano, prot  eflato  prima  fegretaméte  riceuerle,  comeapparte 
néte  afeprinneflitura  delude  Romani  .Fu  publicato  da  molti  la  morte 
di  Giouan  Galeazzo  effere  proceduta  da  coito  immoderato  :  nondimeno  fi 
credette  uniuerfalmente  p  tutta  ltalia,che  e  fufie  morto,no  per  infermi 
tànaturale,nè  per  incontinetia;ma  a  di  ueleno:&  Teodoro  daVauia  uno  a  iiPonta. 
de  medici  I\egu,ilquale  era  prefente  quado  Carlo  lo  uifitò:  affermò  hauer  ™uì£"™1 
ne  ueduto  fegni  manifeflifJìmi.Ve  fu  alcuno,che  dubitaffe,  che  fé  era  Sìato  Prudenza 
tteleno;nò  gli  f  uffe flato  dato  per  opera  dal  %io,come  quello  che  no  conten  /{àicun  'or- 
to d' effere  con  afjoluta  autorità gouernatore  del  Ducato  diMìlano,et  ani  Cinedi  P«r. 
do  fecondo  l'appetito  commune  de  gli  b  uomini  grandi,  di  far  fi  più  ìlluflre  fa  'Lontdi 
co'  titoli,  &  co  zìi  honoris  molto  più  per  iudicare,che  allaficurtàfua,  do  Galea* 
et  allafucceffione  de  figliuoli  fu f]  e  necefjana  la  morte  del  Trincipe  legit  cefo  o  opra 
timo;hauefje  uoluto  tras ferir  e,&flabìlire  in  fé  la  poteflà,et  ilnomeDuca  ^j^J'f 
k:dallaquale  cupidità  fujfe  a  cofi  federata  opera  fiata  sformata  lafua  na  ce'auudena 
tura,ma(ìteta  per  lordinario,&  aborrete  delfangue:&fu  creduto  quafi  re:  &  4l'u>* 

n    r  s~       /1  n       .       .    .  ■    /•'  —  j  -v  i  perciò  biaT- 

da  tuttiquefla  efere fiata  fua  intetione,  injmo  quado  comincio  a  trattare  ma,  deterìa, 
che  i  Fracefi  pafj  afferò  ì  ìtali  a, par  e  do  gli  opportunijfìma  occafione  di  met  *  (£*£*? 
teda  a  effetto  in  tepo,  nelquale  f  effere  il  Èg  di  Francia  con  tato  esercito  c0  Lodimi. 
in  quello  flato,hauefie  a  inàcar  a  ci  afe  uno  l'animo  di  risetirfi  di  tàtafcele  ",:Imec^ee  ^ 
rateila.  Credettero  altri  queflo  efiere  flato  nuouo  pefiero,nato  $  timore  ai  fine  dei 
chel  l{e, come  fono  f ubiti  icofigli  deFracefi,no  procedere  precìpitofamen  llb<* 
te  a  liberare  Giouan  Galea^o  da  tàtafoggettione,mouedolo,ò  il  par  età 
do>&  la  copaffione  dell' età,o  il  parergli  più  ficuro  jfe,che  quello  flato  fuf 
fé  nella  potejta  del  cugino,che  di  Lodouico,! a  fede  del  quale  no  macauano 
pfone  gradi  apprejfo  a  lui, che cotinuamete fi  sfor^aflero  fargli  fofpetta. 
1  Ma  l'bauere  Lod.b  procurata  l'anno  precedente  linueftitura,&  fatto  pò  b  Queftaia 
co  innanzi  alla  morte  del  riìpote,ejbeairnefollecitamente  i  priuilegij  Impe  ^""/ò  Lo 
riali;  arguifeepiu  prefio  deliberatane  premeditataci  in  tutto  uolùtaria  douuonei 
cbefubita,&  quafi  fpinta  dal  pericolo  prefente.Soprafiette  alcuni  dì  Car  ^"nipó! 
IoaViac  %a,  no  fenica  inclnatione  di  ritornar fene  diìà  damonti,pchela  teaMasiimi 
cartjìia  de"  danari,  &  il  ho  fi  jcoprire  per  Italia  cofa  alcuna  nuoua  infuo  ComesT5èt 
fa:tore;lo  redeuano  dubbio  del  fuccejfu:  &  non  meno  il  fofbetto  conceputo  to  di  fopra 
del  nuouo  Duca,delqualc  era  fama,cueje  bene, quado  partì  da  lui, gli  ha  ^ 

D     3  uejje 


t    !    B    R    O 

uefjepromeffb  dì  ritornar  e,che  più  non  ritomerebbeSì^èèfuoYA  deluerìfi 
mile,che  effendo  quafi  incognita  appreffo  agli  0  tira  montani  la  federate? 
%a  d'ufare  contragli  ìm  omini  i  ueleni, frequente  in  molte  parti  dì  Italia  ; 
Carlo  &  tutta  la  corte  oltra  il  fojpsttare  della  fede-,  bcuttffe  in  horrore  il 
nome  fuo  ;  anzi  fi  riputaffe  grauemente  ingiuriato ,cbe  Lodouico  per  pò* 
ter  fare  fenza  pericolo  un'opera  cofi  abomineuole,  haueffe  la  fua  uenuta 
Inltalia  procurata. DeliberoJJì  pure  finalmente  l'andare  innanzi,come  co 
finitamente  follecitaua  Lodouico, promettendo  di  ritornare  al  B^fra  pò» 
chi  giorni:  perche  &il  fopra  federe  del  1{e  in  Lombardia,^  il  ritornar  fé- 
ne  precìpitofamente  in  ¥ràcia,era  del  tutto  contrario  alla  fua  ìntentione. 
a  Dì  quelli  yy[l1\eildì  mede  fimo, che  fi  mafie  da  Viacenz^a  uennero  a  Lorenzo,  &  Gio 
OiouSi  ha  '-tanni  de*  Medici :i  quali  fuggiti  occultamente  delle  loro  Villt,faceuano  in 
rcntto  di  Coflantia  cb'el  J\e  $  accoftaffe  a  Firenze, promette  do  molto  della  noluntà  del 
facA.0 doue  popolo  Fiorentino  inuerfo  la  cafa  di  Ir  rancia,  &  non  meno  dell'odio  con- 
ha  detto^  tra  ^iero  de*  Medici , centra  ilquale  era  per  nuoue cagioni  augumentato 
da  Magfiha  non  p°co  1°  Jdegno  del  Rg:  perche  battendo  nudato  da  jLfii  un '.Ambafcia 
ti  furon  co-  tore  a  Firenze  a  proporre  molte  offertele  gli  confentiuano  il  pafio  >&  in 
lor  ville  ;  il  futuro  s'afleneitano  dall' aiutare  jLlfonfo,  &  in  cafo  perfeuer afferò  nella 
che  fi  legge  prima  deliberatione  molti  minacci,&  hauendoli  per  fare  maggiore  terrò 
Giouio.      re, come  fife, che  fé  difubito  non  fi  determina  uano;fi  partiffe;gli  era  fiato  > 
cercadofeufa  del  differire, rifletto  che  per  efj'ere  i  Cittadini  principali  del 
gouernoycome  in  quella  fi agione  ècofiume  de'  Fiorentini,  alle  loro  uille; 
no  poteuano  dargli  rijpofla  certa  cofifubitoma  che  per  uno  amba } ciatore 
proprio  far ebbono  prefto  intendere  al  I{e  la  mente  loro .  Fra  nel  configlio 
fidale  fenza  cotradittione  flato  deliberato  che  f uff  e  pia  lofio  da  dirizzar 
fi  con  ly efferato, per  il  e  amino, ilquale  per  la  Tofcana,  &  per  lo  Tcnitorio 
di  Rgma  coduce  diritto  a  1Japoli,&  che  per  quelloyche  per  la  l\omagna> 
C^*  per  la  Marca,paffato  il  fiume  del  TrÒto,entra  nell\Abrw^zj:  non  per 
che  e  non  confida/fero  di  cacciare  le  genti  jiragonefi,lequalico  difficultd 
refijìeuano  a  Obignìyma  perche  pareua  cofa  indegna  della  gràde%za  di  ta 
tol\e&  della  gloria  dell' armi  \ue, effendo  fi  il  Tóteficeye  i  Fior  etini  dichia 
rati  contra  lui  ;  dare  caufa  a  gli  buomini  di  penfare  che  eglifuggifie  quel 
caminoyperche  fi  dijfidaffe  di  s forzargli, &  più  perche  fifiimaua  perico- 
lo fo  il  fare  la  guerra  nel  Bearne  di  K(apoiì,lafciadofì  alle/palle  nimica  la 
Tofcana,&  lo  fiato  Ecclefia(ìico;onde  uolti  al  camino  di  Tofcana;fi  deli- 
berò dipaffare  l'Appennino  più  tofto  per  la  montagna  di  Tarmaycome  Lo 
douico  Sforza  defiderofo  d'infìgnorirfi  di  Vifa,haueua  infino  in  *Afti  con 
figliato, che  per  il  camino  diritto  di  Bologna:però  l 'antiguardia ydellaqua 
le  era  Capitano  Giliberto Monfignor e  di  Mopen fi eri  della  famiglia  di  Bor 
bone  delfangut  dey  Kg  di  Francia,  feguhadola  il  I\e  col  refto  dell'efferato 
pafsò  a  Tontriemoli, terra  appartenente  al  Ducato  di  Milano, pofia  a  pie 
dell' Uppenino  in  fui  fiume  della  Magraùlqual  fiume  diuide  ilpaefe  di  Gè 

noué 


PRIMO.  ÌS 

noua chiamato  antìcamete  Liguria  ydalla  Tofcana.Da  Tontriemoli  entrò  \$£  m»1£ 
Mompenfu ri  nel  faefc  della  Lunigiana,  dellaqttale  una  parte  ubbidiua  a  jj»na  ^n» 
Viorent ini 9 alcune  cajiella  erano  de  Gcnoucfiyil  rcfto  de'  a  Marchcfi  Male  co  domimi 
(bini  J  ciudi  folto  laprotcttionccbidel  Duca  di  Milano ychi  de  Fiorenti-  ln  Lttojgia- 

«  .     ,  . 7,  z'    •  i  •        ;   ri  r,    •         r  r        •  •  na&  altio- 

nuchi  de  Geno -a  fi y  i  loro  piccoli  nati  m aritene nano \Vmronfi  Jeco  m  quei  ui  t  C()me  a 
confini  i  Sii'T^criycti erano  fiati  alla  dififa  di  Genottay&  l'artiglierie  ne  Hp*^}}^* 
nate  per  mare  alla  Specie^  accofiatofi  a  Finivano  caslello  de  Fiorenti-  na{M  &  the 
niydoue  vii  editile  Gabriello  Mdcifvina  Marcbefè di Fofdinuouoyloro  rac  crtsf]on  J(,n» 
comandatolo  prejero  per  for%a>& }accbeggiaronoyamma?gando  tutti  i  Thom.Por- 
foldatiforcriitri  che  ui  erano  dentro,  &  molti  degli  habitat  ori:  co  fa  nuo-  \^ct\l,ùttJ[ 
ua,c-r  disattento  grandìffimo  a  ltaliaygià  lungo  tempo  affue fatta  a  uede  Marcherei* 
ire  guerre  pia  predo  belle  di  pompay&  di  apparatici  qua  fi  fimi  li  affretta  i°r"{™  '/a,u* 
coliycbe  pericolo)ey&  fanguinofe.F aceuano  i Fiorentini  la  refi$lcn%aprm  gue  &  d'ani 
citale  in  Sererana  piccola  citta, fiata  da  loro  rialto  fortificatala  no  l'ha  mo>c,he  nn* 
ueuano  proceduta  cotra  nimico  si  pot ete ycor/ie  jar ebbe  stato  necejjario:g  di  Luglio 
che  non  ti  battevano  meffo  capitano  di  guerra  d'atutoritàyné  molti  folda-  i  *fl,ìcoè  ddeI 
tiyet  quei  già  ripieni  di  utilità  pia  fama  fola  dell approfjìmarfi  l'efferato  Dio  nato 
¥racejèì&  nondimeno  non  fi  riputaua  di  facile  effugnationeymaffimame  n"aUoì°r* 
te  la  forte'z^zay&  molto  più  b  Sere%anelloyrocca  molto  munitayedificata  poto  co  gra 
infu'l  mote  \opraSere%anaynè potata  dimorare  P  efferato  in  quefli  luoghi  ^rmotìàd& 
molti  dì  perche  quel pae fé  fier ile \et ftretto yrmchiufo  tralmareyel  mote:  con  eterna 
non  baslaua  a  nutrire  tanta  moltitudine ynè potédo  uenirui uettouaglie fé  lonw&o. 
nodi  luoghi  lot  ani  ynon  potè  nano  efferea  tepo  albi  fogno  prefente;  da  che  Ma  f*  terr« 
fa  eua  che  le  cofe  delire poteffero  facilmete  ridurfi  in  no  piccole  anguflie:  iraiceuSio 
perche  fé  bene  no  gli  poteffe  effere  uietatoychcylafcìatafi  indietro  la  terray  w«vd»e  per 
è  la  fortezza  di  Sere?anaì&  Serezanello  affaltaffe  Tifa,  ò  per  il  Contado  ut  alSò  ^a 
diLucca3laqual  città  per  me^o  del  Duca  di  Milano  haueua  occultamente  ruina  P°ca 
deliberato  di  riceuerloyentraf]e  in  altra  parte  del  domino  Fiorentinoyion  gmgns  aie» 
dimeno  maluolentieri  fi  riduceua  a  quella  deliberatane ,  parendogli  che  m  al,tri  ?àrr 

r  n.  i  ini'  n      r  i-     •        n  ticolan  di 

le  non  ejpugnaua  la  prima  terrayche  je gli  era  oppoJta;ji  diminuifie  tanto  terre  prefe, 
della  f uà  riputationey  che  tutti  gli  altri piglierebbono  facilmente  animo  ^^J^ 
a  fare  il  mede/imo. Ma  era  deflinato,  chesò  per  beneficio  della  fortuna  y  ò  b~sSfeméì 
per  ord:natione  d'altra  più  alta  poteftà( fé  però  quefie  feufe  meritavo  l'im  lo  f*  Clen^? 
prudentie ,  &  le  colpe  de  gli  huominì)a  tale  impedimento  foprauemffe  ri  ficaia  da  ca 
medio  fubito:  impero  che  in  Viero  de*  Medici  non  fu y  ne  maggiore  animo,  ilri,cc'0,Sl* 

i  •  n  r  ir»  r    *      i      r  rr  n  s  ,  ■  \  gnor  di  Lue 

ne  maggiore  cojtantia  nell  auuer]ttayche  fojJejtatayo  e  modtratwneyo  pru  ca.  Giorno. 
dentia  nelle  profberHà.Era  continamente  multiplicato  ihhfbiacereyche  la  c  A""fa  vl 

:**«jt"  -»       i  i  ...       .  .  rll}  .>    .  J1  ,.  n  moderato  e 

citta  ai  rire^e  haueua  da  principio  riceuuto  dati  oppojitionecbejifaceua  prudente  ,p 
di  I\ey  non  tanto  per  efiere  flati  di  nuouo  sbàdeggiati  i  mercatanti  Fioriti  ced^re,(ìÌpie 
ni  di  tutto  Ubarne  di  ¥raciay  quanto  per  il  timore  della  potentia  de  Fra  di  fopra  a  e. 
cefiycrefciutoecceflìuamente  come  sintzfe  l efferato  hauere  cominciato  a  «7-f-*-*iche 

'  JJ  j        jj  fi  legge  aco 

D     4  pajjare  ntioiouioi 

^ual  moftra.  ch'egli  tirato  da  Giouenil  leggiereira  ;  commetteua  i  gioueni  a  mini/Ui  molto  ignobili. 


LIBRO 

paffare  l,%Appenìnòy&  dipoi  la  crudeltà  tifata  nelf  occupazione  di  Viut^a 

no:&  però  da  ciajcuno  era  palesemente  delegata  la  temerità  di  Viero  de 

Medici,  cbefenta  neceffìtà,  &  crededo  pina  fé  medefimo}&  al  ed  figlio  di 

miniflri  temer arij,&  arrogati  ne  tipi  della  pace,inutili,&  uili  netepi  pe 

ricolo  fi,cbe  a!  cittadini  amici  patemi,da  quali  era  flato  fauìamete  confi 

gli  at  orbane ffe  co  tata  ine  ojiderat  ione  provocato  l'arme  dun  I\e  di  aranci 

potetiffimo,&  aiutato  dal  Duca  di  Milano  offendo  maffimamente  egli  im 

ferito  delle  co  fé  della  guerra  da  città, &  il  dominio  loro  nofortificato,et 

poco  proueduto  di  foldati,&  di  munitioni  f  difender  fi  da  tato  impeto,ne 

fi  dimoflràdo  de  gli \Ar  agoni fi \f  iquali  s'erano  ejfrofii  a  tato  pericolo, altro 

cbe'l  Duca  diCalauria, impegnato  co  le  fue  géti  in  H\omagna,f  foppofitia 

rie  folo  d'una  piccola  parte  dell'efferato  Fràcefe>&  perciò  la  patria  loro 

abbadonata  da  o%nuno,rejlare  in  odio  fini  furato, &in  preda  manifefla,di 

dn  baueua  co  tata  inftàtia  cercato  di  no  bauere  neceffìtà  di  nuocere  loro» 

ha  addotto  QJtefta  difpofitione  già  quafi  di  tutta  la  città,era  acce  fa  da  molti  cittadi 

le  ragioni    n\  nobili,  a  a'  quali  fommametedifpiaceua  ilgouerno  prefente,  &  ebe  una 

uernoCprfsé  famiglia  fola  s'haueffe  arrogato  lapoteflà  di  tutta  la  B^pnblica,^rquefi 

te  hauefle     augum'étando  il  timore  di  color o,cbe  da  feflefjì  t emettanolo"  dado  ardire 

fpiacere  a'1  a  coloro, che  cofenuoue  defiderauano;baueuano  in  modo  follenato  gii  ani 

nobili  di     mi  delpopohycbegiafi  cominciaua  molto  a  temerebbe  la  città  faceffe  tu 

cheè  ferie  mult uatione yincitado  ancora  più  gli  huomini  la  juperbia,&  il  procedere 

toacar.  i7.  ìmmoderato  diTiero,difco(ìatofi  in  molte  co  fé  da  i  cojlumi  ciuili,&dalla 

fac.i.Iuoo-o  .       J     J.      .  '  _.  r  •    r        1  •    •  n 

da  me  cita,  majuetudme  de  J noi  maggioriidode  quaji  injmo  da  pueritia  era  fiato  jern 
to  di  fopra.  pre  Qfcofo  cilici  uniuerf alita  de' cittadini,^  in  modoycbe  è  certi/fimo,  che 
b  Quefto  ef  il  padre  di  Lorei^o, conte  piando  lafua  naturayfi  erafpejfo  lamétato  co  gli 
sépio  è  reci  cimici  più  intimi,cbe  l'imprudetia,et  arrovatia  del  fatinolo  partorirebbe 

tatodal  P5  .  *.        tur  r         «         ->  1$  •  >    1         ■      1      ■?         1 

tano  nei  li.  la  rouina  della  jua  caja,  Spauetato  aduque  Viero  dal  pericolo,  uquale 
den^h™*  PYlma  baueua  temerariamete  dijpref^ato,màcando ifuffidu'  promcjfi  dal 
dolo  egli  Tot  e  fi  ce, &  da  ^Alfonfo  occupati  f  la  perdita  d'Oftia,per  l  oppugnatane 
Uba  dSlto  di'Hettuno,&  per  il  timore  dell'armata  Fracefeffi  rifoluè  precipito  fame 
ftefla  uirm  te  d  andare  a  cercare  da'  nimici  quella  falut e ylaquale  più  nonjperaua  da 
toTco^3*  gli  amici, feguitado  l'efj empio  b  del  padre :ilquale  efìedo  l'anno  mille  quat  \ 
'  ho  notato  trocentofettata  noueyper  la  guerra  fatta  a'  Fioretinì,da  Siflo  Tont.&  da 
car.^fàoz  Ferdinado  Kg  di  1<(apoli,ridotto  ingrauiffimo  pericolo,  andato  a  KJapoli 
a  Ferdinando  ;ne  riportò  a  Fire%e  la  pace  publica,&  laficurtà  frittata  • 
Ma  èfen^a  dubbio  molto  pericolo fo  il gouernarfi  con  gli  effempi,  fé  no  co 


Giotiio  che  -_. 

paolo  orfi-  corrono,nojolo  mgenerale,ma  in  tutti  i  particolari  le  medvjime  ragioni* 
fuoUaiian!  fe  ^  cofc  n°fono  velate  co  la  medefima  prudètia,&  fé  oltra  tutti  gli  al 
in  serexana:  trifondametinon  liba  la  parte  fua,la  medefima  FortunaXo  questa  deter 
'  feqnata^eiró  minatione  partito  di  Fire%e,bcbbe  poco  lotano  auifo,cbe  e  i  catialli  di  Va 
gii  hauèua  golo  Orfmo,&  3  oo.  fanti  rnadati  da  Fioretim  per  entrare  in  Strenna) 
RoreuJu    ^^o  fiati  rottl  ^a  alcuni  deFracefi  cor  fi  di  qua  dallaiVlagra^e  refiati  U 

m*g 


PRIMO.  19 

tna^ìor  parte,o  morti ,ò  prigioni. ^.A/petto  a  Tietrafanta  il  faluocondoto 
J{e%to  :  doue  andarono  per  codurloficuro  il  Fefcouo  di  S.  Malòy  &  alcuni 
altri  Signori  della  Corte  da  i  quali  accopagnato  andò  all' efferato  il  dime 
defimoycbe  il  I{e  col  rtfìo  delle  geti  s' unì  co  l'antiguardiadaquale  accapa 
ta  a  Serc^anello  batteua  quella  roccarma  no  co  taleprogreffo,cbe  hauef 
fero  fperaxad 'ejpugnarla. Introdotto  innari  al  B^e9&  da  lui  raccolto  bc- 
nignamete  più  co  la  fronte,cbe  con  V  animo  mitigo  non  poco  della  fua  in-     TI    .    . 

5  de^nat ione  col  cofentire  a  tutte  le  fue  a  dimade,che  furono  alte9&  immo  tace,che!Re 
derate,cbe  leforte%^edi  Tietrafanta,di  Sere%ana>&  Sere%ancllo9terre9  domadaflei 

i  che  da  quella  parte  erano  come  chiane  del  dominio  ¥ioretino,ct  le  forte\  forteixe-.ma 
%e  di  Tifa>&  del  porto  di  Liuorno,?nembri  import  atifjìmi  del  loro  flato;  fi  jj0l°  dice»5* 

n*         •  *         j    f  •/  7  f     •  j  '  •>/!•        -furono  cols 

depone}] ero  in  mano  del]{e:ilquale$  unojcritto  di  mano  propria  s  obiigaf  gnate:&  Cog 
fé  a  rejiituirle,come  prima  baueffe  acquiftato  il  Bggno  di  ^{apoli  :  procu-  f"™^  mai* 
I  ruffe  Tiero,cbe  i  ¥iorètini  li  prejlaffero  dngeto  mila  ducati-,  &  il  ì(e  gli  ri  dati  amh*. 
ceuefie  in  confederatone  flotto  la  fua  protettioneidelle  quali  coftj^ro-  J^InT1  e  ° 
meffe  co  femplici  parole ;fi  differire  a  efpedime  lefcritture  in  F irete,  per  io  \  ikh  A 
laquale  città  il  ì\e  intende  uà  di  paffareima  non  fi  differì  già  la  cofegnatìo  fef^v^  * 
ne  delle  Fortezze;  pche  Tiero  lifecefubito  cofegnare  quelle  di  Sere^ana,  ce  a  5Ò.&.  1. 
di  Tietrafantay&  di  Sere%anello:&  pochi  dì  poi  fu  per  ordine  fuo  fatto  il  ^oVcheTi 
mede  fimo  di  quelle  di  Tifa,&  dì  Liuorno, mar auigliàÀofi  grandemete  tut  Bembo  t£e- 
ti  i  Fràcefhcbe  Tiero  co  fi  facilmete  hauefie  conferito  a  co  fé  di  tanta  im-  %$&:  l 
portan\a9percbe  ilì\efen%a  dubio  bar  ebbe  couenuto  con  molto  minori  co  q^ao  au 
ditioni  .  7\(e  pare  inquefto  luogo  da  pretermettere  quel  che  argutamente  q$$£ 
rifpofe  a  Tiero  de  i  Medici  Lodo.  Sforma,  che  arriuò  il  dìfeguente  ell'efser 
cito:  perche  fai fando  fi  Tiero>che  effendo  andatogli  incontro  per  honorar 
habanere  Lodouico  fallito  la  fìrada:eraflato  cagione,che  la  fua  andata  gioito  nei  ■ 
fufie  fiata  nana;  rifpofe  molto  prontamente  .-Fero  e'  ,  che  uno  di  noi  ha  B.ixheMor 
fallito  lafìrada:ma  farete  forfè  noi  (lato  quelloyquafi  rìmprouerandogli,  Mattana 
che  per  non  bauere  preflato  fede  a'  configli  f noi; fuffe  caduto  in  tante  di ffi  ce;ì>  iim^° 
cultà9&  pericoli:  benché  i  fucceffi  feguenti  dimoflrarono  bauere  fallito  il  colpii  fai 
camino  diritto  eia fc uno  diloro,ma  con  maggiore  infamia^  &  infelicità  di  co'letto /oc 
coluiy  ilquale  collocato  in  maggiore  grandetta  face  uà  profcjfione  d'effe-  dei  ponce  1? 
re  con  la  prudetiafua,!a  guida  di  tutti  gli  altr'uLa  deliberatane  diTiero  *******  P*'r 
nofolo  afficuro  il  J^e  delle  co  fé  della  Tofcana;  ma  li  rìmoffe  del  tutto  gli  0-  ruppero  de  - 
ft  acoli  della  B^cmagna^doue  già  declinauano  molto  gli^ir  agone  fi  :p  che  co  KJV  ?che  ! 
me  è  difficile  a  chi  appena  difende  fefleffo  da  gl'imminenti  pericoli ,  prò-  fotoa&giia 
uederein  un  mede  fimo  tempo  ai  pericoli  de  vii  altri;  mentre  che  Ver  di-  tl  à  .p"LI  , 

j     a  x  r  ir         rrZ        u   ■      •  i    n  ■•  ...  cucci  hno  a» 

nanao  najicuro  nelfortifjimo  alloggiamento  della  Cerca  di  Faenza  1  nimi  fanciulli  o 
ci  ritornati  nel  Contado  d'Imola ,  poiché  con  parte  dell' efferato  hebbono  uedecta  Af*\ 

cri  1        n    n     ]■        t  •  1  •>•»••     cimi  annega 

allattato  il  CajteUo  di  B.wano ,  ma  in  nano  >  perche  per  il  piccolo  circuì-  ti  nella  t\>ù 
to  baflaua  poca  gente  a  difenderlo  y  &  per  la  baffe^a  del  luogo  il  pae-  roccoli  pò» 
1  fé  era  inondato  daU 'acque  iprefono  per  forila  il  Caflello  di  b  Mordano ,  ce. 

con 


de  ai 


LIBRO 

con  tutto  che  affai for  t  e  y&  prone  ditto  affa  copiofamente  di  faldati  per  di~ 
fenderlo:  ma  fu  tale  l'impeto  dell'artiglierie,^  tale  la  ferocia  del?  affat- 
to de  i  Franccfi,che,benche  nel  paffare  ifofli  pieni  d'acqua  non  pochi  di  ef 
fi  fiannegaffero;  quelli  di  dentro  non  poterono  refifiere  a  tanto  empito  : 
contra  i  quali  talmente  in  ogni  eta,in  ogni  feffo  incrudelirono ,  tlf  empie- 
rono tutta  la  Romagna  digrandiffìmo  terrore  &jpauente:per  loqual  va 


Égliuoia  di  la  volontà  de  i  Fauentini;  &  parendogli  molto  pericolo  fa  lo  [lare  in  me%o 


S^iTsfor.  dylmo!a3& di FurlUanto pili ejfcndogli gidtiota  l andata diTiero  de' Me 

ia,ma  natu.  dici  a  Sere^ana  ,fi  ritirò  alle  mura  di  Ctfena,dimofìrando  in  quefìo  tan- 

elle  dei' sil°  to  timore,  che  per  non  paffare  appr>.ffo  a  Furlì;  vonduffe  l'efferato  per  i 

Girolamo0  poggi,u'!a  affai  più  lunga,&  difficile,a  canto  a  Caftrocaro  Caflello  de'  Fio 

Ji  lorHS&  ventini  :&  pochi  giorni  poi  come  hebbe  intefo  l'accordo  fatto  da  Tiero  de* 

d*'fnioUl ,  &  Mediciyper  lo  quak  partirono  da  lui  le  genti  de'  Fiorentini;  fi  dirizzo  al 

vani  de'°M^  camino  diurna  :  &  nel  tempo  mede  fimo  Don  Federigo  partito  delTor* 

dici ,  come  iq  di  Huorno  ;fi  ritirò  con  l'armata  uerfo  ill{egno  di  T^apoli  :doue  co- 

toTa  iib.4!  minciauanogia  molto  a  efjere  necefiarie  adjllfcnfo  per  la  difefa  propria 

a  c.ieu.ben  quell'armi  ,  lequali  haueua  mandate  con  tanta  fperan^a  ad  affaltare  gli 

5ci?te  iica  ftAfi  à'altr'hprocedenao  non  meno  infeliceméte  in  quelle  parti  le  cofe  fue: 

di  co.fmo.  perche  non  gli  fuccedendo  l' oppugnatane  tentata  di  T^ettunno;  haueua 

di  ìeUfèric  ridotto  l'esercito  a  Terracina  :  &  l'armata  Fracefe,  delinquale  erano  Ca 

o  uerf.>  il  fi    itati  il  Trincipe  di  Salerno ,et  Monfignor e  di  Serenon,fi  era  feopcrtafo 

ib.4!  a  <  r.  pifa  Oflia,bcnche  publicando  di  non  uolere  offendere  lo  flato  della  Chiefifu 

in.,  &  d«inon  poneua  gente  interrarne  faceua  fegno  alcuno  d'inimicitia  col  Tonte 

fìceyion  tutto  che  il  l\e  haueffe  pochi  dì  innanzi  recufato  di  udire  b  Fran 

e  Quelli  Fu  vefcoTiccolhuomini  Cardinale  di  Siena,mandatoli  Legato  da  lui.Terue- 

|         Zt  nuta  a  Firenze  la  notitia  delle  e  onuent  ioni  fatte  da  Tiero  de 'Medici,con 

*        IO-  h  tanta  diminuzione  del  dominio  loro,&  con  si  grane ,  &  ignominiofa  fe- 

gIorìo  an    vita  della  Fgpublica  ;  fi  concitò  in  tutta  la  città  ardentifjìma  indegnatio 

ciu:ra,ch'ei  ne,commouendogli  olir  a  tanta  perdita  l'hauere  Tiero  con  effempio  nuo- 

t  n: "rìceuu  uo,nè  mai  ufato  da  fuoi  maggiori, alienato  fenica  configlio  de  cittadini* 

tr  n  capò ,  fen%a  decreto  de'  Magiflrati,una  parte  tanto  notabile  del  dominio  Fioren 

oli  Re ,  tino  :  perciò  &  le  querele  erano  acerbifjìme  contra  lui,&  per  tutto  sudi 


to 

ne 
i 


oa 


&a>Baroni,  uano  H0Ci  di  cittadini,che  flìmolauano  l'un  l'altro  a  ricuperare  la  liber- 
men  oda  di  tà,non  hauendo  ardire  quegli ,cbc  con  la  uolontà  adheriuano  a  Tiero ,  di 
rapa  pio  epporfi  né  con  par  oleine  con  for%e  a  tanta  inclinatione .  Ma  non  hauèdo 
ter  de  gii  f acuità  di  difendere  Tifa,  <&  Liuomo,fe  bene  non  fi  confidafjero  di  ri- 
Aragone/j  rr.uouere  il  I\e  dalla  uolontà  d'hauere  quclleFortt%ge;  nondimeno  per 
Angiomi.  j(  parare  i  configli  della  Bgpublica,  da'  configli  di  Tiero  ;  &  perche  alme 
no  non  fujfe  riconofeiuto  dal  priuato  quel  che  al  fublico  apparteneua  ; 

U 


PRIMO.  ?e 

s7  mandorno  fubito  »  molti  ambafciatori  di  quegli,  che  erano  mal  contèn  *  ri  ttm%9 
i  della  grandezza  de'  Medici  :  &  perciò  Viero  conoscendo  queflo  effere  gifsUf&a! 
principio  di  mntatione  dello  flato, per  proueder e  alle  cofefue  innanzi  na-  *°ù  Fr,oré5[ 

*    r  •  ,-r      ^>        r  \   i    1^    r  i  j>j  j  ni  follerò  al 

ceffe  maggiore  dijordinc;ji  parti  dal  Bgjotto  colore  d  andare  a  aareptr-  yh  che  fuor 
"eitionea  quello  che glibaueua  promeffoSHelquale  tempo,&  Carlo  partì  j^\còu™ir 
Uà  Stregano,  b  per  andare  a  Vifa,&  Lodouico  Sforma  ottenuto, con  paga  deiièro  le 
-e  certa  quantità  di  danari,che  l'inueflitura  di  Genoua  conceduta  dal  Re  £°rr,cz*e  J 

'..      _     .  .  ,  ,.  .  ,.r       j        •  r  >  Cariogene 

wchi  anni  innari  a  Giouan  Galeazzo  per  lui, et  per  t  dijcendenti;ji  tran}  perciò  d'ai- 
eriffe  in  Ce,&  ne'  discendenti  fuoi;fe  ne  ritornò  a  Milano:ma  con  V animo  Jt?.cP-  [ur? 

T  i  i  tir-  j-     r        r    -j     badai,  &  co 

urbxto  contra  Carlo  per  battere  negato  di  lajciare  a  guardia  Jua,Jecoao  ficcati  i  be- 

\\iceua  effergli flato  promvffoVietraj'anta,&  Serenava:  lequah  terre  per  "c^l!]cah^dl: 
arfifcala  alla  ardentifjìma  cupidità,che  haucua  di  Vifa;domandaua,co  -  ito  Aottore, 
ne  tolte  miuflamerete  pochi/fimi  anni  innanzi  da  Vior  etini  aGenouefi.JSi  Mal  Gia" 
ornalo  Viero  de  Medici  a  Virente ;trouò  la  maggior  parte  de'  Magiara 
i  alienata  da  lui ,  &  fofpefi  gli  animi  degli  amici  di  più  momento, per  che  ^  i!  gìouìo 
ontrailconfiglio  loro  haueua  tutte  le  co  fé  irnpr  udèntemente  gouernato:  Conoch>an- 

'  'r  il  popolo  in  tatafolleuatione,che  uolendo  egli  il  dì  feguete;chefu  il  dì  ^CCT  dou* 
i.  di  T^ouembre  entrate  nel  palagi  o,nelqnale  rifedeua  la  Signoria,Magi  hebbe  dena- 
rato  fommo  della  I(epublica;glifu  prohibito  da  alcuni  Magiflrati,  che  T^S^J^ 

:  rmati  guardati ano  la  porta:de  i  quali  fu  il  principale  e  Iacopo  de'K(erli,  fecondo  il 
tonane  nobile,&  ricco  :ìlche  diuulgato  per  la  città,  il  popolo  fubito  t&-  Cono* 
nultuofamente  piglio  l'arme, concitato  con  maggiore  impeto,  perche  Va  e  n  Giorno 
olo  Or  fini  coi  fuoi  huomini  d'arme, chiamato  da  Viero  $  approffimaua;  agglugn^* 
'onde  egli,che  già  aìlefue  cafe  ritornatola  perduto  d 'animo ,&  di  confi  Neru  ìi  Gua 
fHo,&  intefo  che  la  Signoria  Ihaneua  dichiarato  ribello  fi  fuggì  congra  Perotto. 

ìiffima  celerità  di  Firenze, feguitandolo  à  Giouanni  Cardinale  della  Chie  a  Trauefti- 
a  Bimana,  &  Giuliano  fuoi  fratelli,  a  quali  fimi Imente  furono  impofte  q-^J, 
e  pene  ordinate  contra  i  ribelli, &  fé  ne  andò  a  Bolognaioue  Giouani  Ben  c  R  inr ende 

\  mogli,  de fider  andò  in  altrui  quel  uigor  e  fi  animo, con  ilquale  enonrap-  dì  facto  nei 
vefentò  poi  egli  nelle  fue  auerfttà;mordacemente  nel  primo  congrejfo  lo  ^ ^mSm 
iprefe,cbe  in  preiudicio  non  [olo  proprio,  ma  non  meno  per  rifletto  del-  ni  Benciuo 
'effempìo  dì  tutti  quegli ,  cheopprimeuano  la  libertà  delle  loro  Vatrie,  f^oc™' 
wuejj'ecofi  ui Iment e, &  ferina  la  morte  d'un'huomo  folo, abbandonata  ta  re .  ch*egiì 
a  grandezga.In  queflo  modo,per  la  temerità  d'un  giouane,cadde  per  al-  ^r"fldy  n 
hora,la  famiglia  de'  Medici  di  quella  potentia,laquale  fotto  nome,&  co  Medici  •.  & 


me 
erro 
i 


el  iib.  2.  a 
.fac. 


limoflrationi  quafi  ciuili  haueua  6o.anni  continui  ottenuto  in  $irexe,co  "^ 
ninciatainCofimo  fuo  bifauolo, cittadino  di  fingolare  prudentia,&diric  %'.  ì  àuttm-e 
he%^e  ineftimabili,et però  celebratiffimoper  tintele  parti  dell'Europa,  '^dehìno 
t  molto  più  perche  con  ammirabile  magnificentia,et  con  animo  uer amen  tatto  taira 
e^egio,bauedo  più  rifletto  alla  eternità  del  nomefuo,che  alla  commodi  JJ^J  p^ 
à  dedifcendenti,(befe  più  di  quattrocento  mila  ducati  infabriebe  di  chie-  tano ,  coma 


e^Honaflerii^i'altrifuperbijfimieiificihnonfQlo  nella patria,ma  in  c 


molte 


LIBRO 

con  tutto  che  affai forte,&  proucduto  affa  copiofamente  di  faldati  per  di* 

fenderlo:  ma  fu  tale  l'impeto  dell' artiglierie,^  tale  la  ferocia  dell'affai- 

to  de  i  Francefi,che,benche  nel  p affare  ifcfii  pieni  d'acqua  non  pochi  di  ej 

fi  fi  annegaffero;  quelli  di  dentro  non  poterono  refifìere  a  tanto  empito  : 

contra  i  quali  talmente  in  ogni  eta,in  ogni  feffo  incrudelirono ,  ch'empio* 

rono  tutta  la  Romagna  di  grandi/fimo  terrore  &ff  attento:  per  loqual  ca 

tcJmauficui  f°  a  ^ateYìna  $ f or  %a,àiff  erata  d'hauere  foccorfo  ;  s'accordò  per  fuggire 

h»  parlato   U  pericolo  prefentc  co  Frane  e  fi, promettendo  all'efferato  loro  ogni  corno- 

ió.fa/.iffà  ditàde  gli  flati  fottepofii  al  figliuolo:  d'onde  Ferdinando  infofpettito  dei 

figliuola  di  la  uolontà  de  i  Fauentini;  &  parendogli  molto  pericolo  fa  lo  (lare  in  me%c 

SariTsfor-  à'lmola,&  di  Furlhtxnto  pia  effendogli già  nota  l'andata  diTiero  de' hit 

*a,ma  nani,  dici  a  Sere^ana  ;fi  ritirò  alle  mura  di  Ctfena,dimofìrando  in  queflo  tan- 

eìi'edeì'sTJ!  to  timore,  che  per  non  paffare  appr.ffo  a  Furlì;conduffe  l'efferato  per  \ 

Girolamo0  poggi,uia  affai  più  lmg*h&  difficile,a  canto  a  Cafirocaro  Caflello  de  Fic 

dì '  Fori?0*  rentim:&  pochi  giorni  poi  come  hebbe  intefo  l'accordo  fatto  da  Tiero  de 

«Timori ,  &  Medicì;per  lo  quale  partirono  da  lui  le  genti  de'  Fiorentini;  fi  dirÌT^o  a, 

liàrìi  dV  Me"  camino  di  E^ma  :  &  nel  tempo  mede  fimo  Don  Federigo  partito  del  Tor- 

dici ,  coinè  j0  di  Liuomo  ;  fi  ritirò  con  l'armata  uerfo  ill{egno  di  l^apoli  :àoue  co- 

tona  libi,  minciauanogià  molto  a  effere  necefìarie  ad  jllfonfo  per  la  difefa  proprie 

a  c.icu.ben  quell'armi ,  legnali  haueua  mandate  con  tanta  (beranra  ad  aff altare  vi 

che  al  cri  fai  £       .    »     u    .       '         ,       ,  'CU  '*■      '  lì    \        *  'I         C    C 

federe  àkàfali  ci  entri, procedendo  non  meno  mfelicemete  in  quelle  parti  lecojejue 
ài  cofmo.  perche  non  gli  f accedendo  l' oppugnatane  tentata  di  T^ettunno;  haueu* 
di  ìeTSèNc  ridetto  l'efjercito  a  Terracina  :  &  l'armata  Fracefe,  dellaquale  erano  C< 
to  uerfo  il  tf  pjtam  il  Principe  di  Salerno,et  Monfignore  di  Serenon,fi  era  feopcrtaj 
lib.4«  *-««  pra  Oflia,bcnche  publicando  di  non  uolere  offendere  lo  flato  della  Chiefa 
iw»,  &  dal  n0fl  poneua gente  in  terragne  faceuafegno  alcuno  d'inimicitia  col  Tont 

fice,con  tutto  che  il  I{e  haueffe  pochi  dì  innanzi  recufato  di  udire  t>  Fra\  , 
e  Quelli  Fu  cefcoTiccolhuomini  Cardinale  di  Siena,mandatoli  Legato  da  lui.Terue 
\  ma!  ni{ta  a  Firenze  la  notitia  delle  conuentioni  fatte  da  Tiero  de 'Medici,co, 
'?•  >'•  tanta  diminuzione  del  dominio  loro,&  con  sì  grane ,  &  ìgnominiofa  fé 
e  mìo  an  Tìtét  della  Bgpublica  ;  fi  concitò  in  tutta  la  città  ardentifjìma  indegnati 
chc^ch'ei  ne,commouendogli  oltra  tanta  perdita  IhauereTierocon  ejjempio  nuo 
t  ^  u:  rìccuu  uo,nè  mai  ufato  da  fuoi  maggiori ,ali enato  fenica  configlio  de' cittadini 
% .»  in  capo,  fenza  decreto  de'  Mav'iflratiyuna  parte  tanto  notabile  del  dominioFiore 
od  o  ai  Re ,  tino  :  per  ciò  &  le  querele  erano  acerbi ffime  contra  lui,&  per  tutto  s  «fi 
fra'Barom,  uano  uoci  di  cittadinì,che  flimolauano  l'uri  l'altro  a  ricuperare  la  liber 
memotìèdi  tà,nonhauendo  ardire  quegliychc  con  la  uolontà adheriuano  a  Tiero, a 
rapa  pio  opporfi  né  con  par  ole, ne  con  for^e  a  tanta  inclinai  ione .  Ma  non  haued 
ter  de  "gii  faci:  Ita  dì  difendere  Tifa,  &  Liuomo,  fé  bene  non  fi  confida]]  ero  di  ri 
Aragone^  wuouere  il  Ridalla  uolontà  d'hauere  q utile F or t e^e ;  nondimeno  pe 
Angioini,  fi  parare  i  configli  della  B^publica,  da'  configli  di  Tiero  ;  &  perche  alni' 
r>o  ncnfujfe  riconofeinto  dal  priuato  quel  che  al  publtco  apparteneua 


PRIMO.  ;• 

li  mandorno  fubito  »  molti  ambafciatori  di  quegli,  che  erano  mal  contèn  *  il  *«mfr# 
ti  della  grandezza  de*  Medici  :  &  perciò  Tiero  conofcendo  queflo  effere  jjlf  sUrlia" 
trincipìo  di  mutai  ione  dello  flato, per  proueder  e  alle  cofe  fue  innanzi  na-  ??"  F.lor«| 

*^r  ■•*.!!        r  \  ì    i  ~     r  i         j>j  j  ni  follerò  qi 

fcejfe  maggiore  diJordinc;ji  parti  dal  I\ejotto  colore  d  andare  a  dareptr-  ]ly  che  fuor 
fettionea  quello  chcglihaueua  promeflo.Tielquale  tempo,&  Carlo  partì  [j0"*hcaò^tif 
\da  Sire%ana  b  per  andare  a  Tifa,&  Lodouico  Sforma  ottenuto, con  paga  dell'ero  le 
re  certa  quantità  di  danari,che  Cinueflitura  di  Gcnoua  conceduta  dal  Re  £orr"*e  f 

1        ,  .       '..      -     .  •  »  »    •  -ir       j        •  r         \tCarloj3cche 

pochi  anni  inna%i  a  Giouan  Galeaxgp  per  lm,et  per  t  dijccnaenti;fi  tran}  perciò  dai- 
fcriffe  infe,&  ne  difendenti  f noi; fé  ne  ritornò  a  Milanoima  con  V animo  ba3^f'£l  c| 
turbato  contra  Carlo  per  battere  negato  dilafciare  a  guardia  fua,fecodo  fifcatn  be- 
diceua  effcrgli flato  promvffoTietrafanta,&  Serenava:  lequali  terre  per  SJ^k^'lj 
far  fi  {cala  alla  ardentìfjima  cupidità,che  haucua  di  Tifa;domandaua,co  -  fio  Aimo™, 
me  tolte  iniuftamerrte  pocbiffimi  anni  innanzi  da'  Fior -et ini  aGenouefe.l\i  jMal  Gl0~ 
tornalo  Tiero  de1  Medici  a  Firenze  ;trouò  la  maggior  parte  de  Magiara 
ti  alienata  da  lui ,  &  fofpeft  gli  animi  de  gli  amici  di  più  momento, per  che  i>  n  oiouio 
contra  il  configlio  loro  baiteua  tutte  le  cofe  irnprude  temente  gonernato:  cono  ch>an- 
&  il  popolo  in  tata  folleuatione,cbe  uolendo  e*li  il  dì  fc7uete;cbefu  il  dì  f°  Pr""a  a 

».  i  i        i       ■  i         i       -r   i  i     r.-  •        m         Lucca,  doue 

9.  di  ls(ouembre  entrate  nel  palagi o,nelquale  rijeaeua  la  Signoria,Magi  h.ebbe  dena- 
'trato  fommo  della  T^epublica;glifu  probibito  da  alcuni  Magiflrati,  che  "•£*  £U;J-/* 

armati  guardauano  la  porta:de  i  quali  fu  il  principale  e  Iacopo  de'K{erli,  fecondo  il 
fiottane  nobile,&  ricco  diche  diuulgato  per  la  città,  il  popolo  fubito  tu-  Cono» 
multuo famente  piglio  l'arme, concitato  con  maggiore  impeto,  perche  Ta  c  hgìouì» 
yploOr fini  coi  fuoi '  h  uomini  d'arme,  chiamato  da  Tiero  $  approffim aita:  aggiag*^* 
donde  egli,che  già  alle  fue  cafe  ritornatola  perduto  d'animo,&  di  confi  Nerii  il  Gua 
vlio,&  intefo  che  la  Signoria  l'batteua  dichiarato  ribello  fi  fuggì  congrà  Mesetto. 

ùiffima  celerità  diVireneze,feguitandolo  à  Giouanni  Cardinale  della  Cbie  A  TrauefU- 
fa  Bimana,  e^  Giuliano  fuoi  fratelli,  a  quali  fimi Imente  furono  impofle  z 


Giorno. 


le  pene  ordinate  contra  i  ribelli,&  fé  ne  andò  a  Bolognatoue  Giouani  Ben  t  R  •  rende 
t  i  itogli  y  de  fi  der  andò  in  altrui  quel  uigor  e  d'animo, con  ilquale  e  non  rap-  di  foet^nei 
vrefentò  poi  egli  nelle  fue  auerfttà;mordacemente  nel  primo  congreffo  lo  **' jg*£^ 
riprefe,che  in  preiudicio  non  fola  proprio,  ma  non  meno  per  rifletto  del-  ni  Bentiuo- 
l'ejfempio  di  tutti  quegli ,  cheopprimeuano  la  libertà  delle  loro  Tatrie,  f^^o 
baueffè  cofi  ui Iment e, &  ferina  la  morte  durìhuomo  folo, abbandonai  a  ta  re ,  ch*egii 
ta  grandezya.In  queflo  modo,per  la  temerità  d'un  giouane,cadde  per  al-  $£r"  fldV  a 
\bora,la  famiglia  de'  Medici  di  quella  potentiajaquale  fotto  nome,&  co  Medici  :  & 
iimoflrationi  quafi  ciuili  baueua  6o.anni  continui  ottenuto  in  Fire%e,co  ^J?£££ 


te  Regio, bauedo  più  rifletto  alla  eternità  del  nome  fuo, che  alla  commodi  *Jnni  p^ 
tàde'difcendenti,jpefepiu  di  quattrocento  mila  ducati  infabriebe  di  cbie-  uno ,  coma 
k>di  Monafterii,&  d'altri fuperbijfmi  edi  f  canori  folo  nella  parnasia  in  g£  hoaM 

"T  molte 


LIBRO 

molte  partì  del  mondo :delqu ale  Lorenzo  nipote,  grande  d?  ingegnò ,  &  di 
eccellente  configlio,nè  di generofitd  d'animo  minore  dell 'auolo,  &  nelgo 
uerno  della  B^publica  di  più  affoluta  autontà,beche  inferiori  affai  di  rio 
che%£e ,  &  di  uita  molto  più  brieue;  fu  in  grande  eslimatione  per  tutta 
ltalia,&  apprefìo  a  molti  principi  forcfliert:  laqualedopo  la  morte  fi  co 
uertì  in  memoria  molto  chi  ara,  parendo  che  infieme  conia  fua  uita  la  co 
fi  GuuIIo  an  cordia,&  la  felicità  d Italia  f afferò  mancate.  Ma  *ildì  mede  fimo, nelqua 
cho  nei  rho  le  fi  mutò  lo  flato  di  Firenze  offendo  Carlo  nella  città  di  Tifa;  i  Tifani  ri 
&  "ap^'dc*  corfero  a  lui  popolarmente  a  domandare  la  libertà ,  querelando  fi  graue- 
pifam  dice,  mente  dell Smurici  equali  diceuano  riceuere  da' 'Fiorentini^  affermane 
ne^orìa^dT  dogli  alcuni  de' fuoi  che  erano  prefenti  effere  domanda  giuftayperche  i  Fio 
eh  adò  a  do  ventini  li  dominauano  acerbamente;il  F^e  non  confederando  quello,che  im 
baca.       '  portaffe  quefla  richiefla,  &  che  era  contraria  alle  cofe  trattate  in  Sere- 
%ana,riffofe  fubito  effere  contento:  allaquale  rijpofta  il  popolo  Tifano  pi 
gliate  l'armi,& gittate  per  terra  de' luoghi  publici  l'infegne  de  Fioren- 
tini; fi  u endice  e  upidiffim  amente  in  libertà:  &  nondimeno  il  l\e  contrario 
b  Dice  il   a  fé  mede  fimo, ne  fapedo, che  cofe  fi  concedi ffe;uolle  che  uireflaffero  b  gli  I 
ff'fu^iron  ufficiali  de'  Fiorentini  a  effer citare  la  folita  iurifdittione  :  &  dall'altra 
diPKa:iiche  parte  lajciò  la  Cittadella  uecchia  in  mano  de'  Tifani, ritenendo  per  fé  la  e 
ìib.x.ma  L  nuoua,cbe  era  d'importanza  molto  maggiore,  Totette  apparire  in  quefli 
ftoauctor  lo  accidenti  di  Tifa,&  di  Firen%e,quel  che  è  confermato  per  prouerbio  com 
&;ùk!%*  '  mune3cbe  Gli  huomini, quando sapproffimano i loro  infortuni^: perdono 
principalmente  la  prudetia,con  laqualeharebbono  potuto  impedire  le  co 
ìaidòAncra  fe  desinate:  per  che, &  iFiorentini  foretto  fi ffimi  in  ognitempo  della  fede 
ciò  Hancefe  de'  Tifani, affettando  una  guerra  di  tanto  pericolo\non  chiamarono  a  Fi- 
<ta4teS*d!  ren%ei  cittadini  principali  di  Ti  fa,  come  per  afficurarfene  folenanofa- 
foidaaGio  re  di  numero  grande  in  ogni  leggiere  accidenteme  Tiero  de' Medici,  appro 
da  ht>  2."'  pinquandojì  tante  diff,cultà;armb  di  fanti  f or  calieri  la  piazza,  e^  il  pala 
gio  publico,come  in  fofpetti  molto  minori  s'era  fatto  molte  altre  uolte:  le 
quali  prouifeoni  bar ebbono  fatto  impedimento  grande  a  quefte  mutationu 
*  a  car.  12.  Ma  in  quanto  alle  cofe  di  Tifa  è  manifesto, che  a  Tifani,  inimici  (fimi  per 
fà.z.dì  cjito  natura  del  nome  Fiorentino  ;  dette  animo  principalmente  a  quello  moto 
noStoi  po°  V autorità  di Lodouico  Sforma:  i (quale haueua  tenuto  prima  pratiche oc- 
ihiia,che  an  cuhe  a  quello  effetto  co  alcuni  cittadini  Tifani  sbanditi  per  delitti  priud 
uio  tiene°r  ti:&  il  dì  mede/imo  Galeaz/^o  di  Sanfeuerino,ilquale  da  lui  eraftatoap- 
che  fin  quà-  preffo  al  Re;  concitò  il  popolo  a  quella  tumultuatone  >  mediante  laquale 

doqhocar    T     j  r  r-      »  *f  j  ■      ,   ^r    i  i  n 

diaaj  in  fac.  Lodouico  fi  perjuadeua  il  aommw  dì  Tija  hauergli  prejio  a  per  tieni  re, no 
to  papa,  &  fapendo  tal  cola  douere  dopo  no  molto  tempo  effer  cagione  di  tutte  le  lue 

<Jtto  Giulio         -r     •        .       \  i   r  t  -ni  i     t  j      - 

a.egii  d,ede  mijerie.Ma  e  medtjimamente  manijcjlo,  che  commumeando  la  notte  dina 
cagione  di   -^alcuni  Tifani  quello  che  haueuano  nell  animo  di  fare ,  al  Cardinal  di 
grandi  air.  SanTiero  in  Vincolargli,  Iquale  in  fino  a  quel  ài  à  non  era  forfè  mai  fta-  d 
fr»j«*        t  o  autore  di  quieti  coi  figli;  li  confort  ò  con  grani  parole,che  confido -affe- 
rò 


p    k    i  ■  m    o.  3i 

ro  non /blamente  lafuperficie,e  i  principi]  delle  cofe;  ma  più  intrinfecamB 
te  quel  che  potè/fero  in  proceffo  di  tempo  partorir  e. E/fere  de fider abile  et 
preti  o  fa  co  fa  la  libertà,&  takahe  meriti  di  fott  ometter  fi  ad  ogni  perico 
lo,qnado  almeno  ìnqualcbe  parte  s'hafberayàuerifimile  difoflenerlama 
Tifa  Città  fbogliata  di  popolo^  di  ricche%$e,no  hauere  facultà  di  difen 
derfi  dalla  potttia  de'  Yiorentirii,&  efier  fallace  cofiglio  il  prometter fiy 
the  l'autorità  del  I\e  di  tràcia  hauefìe  a  confermargli:  perche  quando  ben 
non  poteffero  più  in  lui  i  danari  de'  Y?ioretini,come  uerifìmilmente  potreb 
bono,attefo  mafjìmamentc  le  cofe  trattateàSere7^aìia;non  hauere  fempre 
i  Fr ance fi  a  {lare  in  Italia  :  perche  per  gli  effempi  de  tempi  pafjatifi  potè 
uà  facilmet  e  giudicare  ilfuturo,&  £ssere  grande  imprudetia  l'obligar 
fi  ad  un  pericolo  perpetuo  fot to  fondamenti  no  perpetui  :  &  per  ffreranye 
mcertifjìme  pigliare  co  fìlmici  tanto  più  potenti  la  guerra  certa,nella  qua 
le  non  fi  poteuano  promettere  gli  aiuti  d' altri:  perche  dipendeuano  dal  fai 
trui  uolonta,&  quel  che  era  putida  accidenti  molto  uariy.&  quando  bene 
gli  ottenefferoyion  per  queflo  fuggir ebbono  ;ma  far ebbono  piugraui  le  ca 
lamità  della  guerra  beffandogli  neltepo  mede  fimo  ifoldati  de*  nimici,& 
aggrauadofi  ifoldati  de  gli  amici,  tato  più  acerbe  a  tollerar  e, quato  cono 
feer ebbono  non  cobattere  per  la  libertà  propriayma  per  l'imperio  alieno* 
permutando  feruità  a  feruità  :  perche  ninno  Trincipe  uorrebbe  implicar 
fi  ne  trauagli,&  nelle  fpefe  d'una  guerra,fe  non  per  dominargli:  laquale 
per  le  ricchezze,  &  per  la  uicinità  de1  Fiorentini  (quali  mentre ,  che  ha- 
neffero  fyirito  non  cefi er ebbono  mai  di  moleflargli  )foflenere ,  fé  non  con 
grandijjìme  dìffcultà,nonfi  potrebbe.  Vartifjì  in  quefia  confufione  di  cofe 
Carlo  da  Tif apprendendo  il  camino  ucrfo  Firenze  non  intieramente  ri  folli 
to^he  forma  uolefje  dare  alle  cofe  de'  Tifimi:  &fi  fermò  a  a  Signa  luogo  a  Arriuò  a 
propinquo  a  Firenze  a  fette  miglia ,  per  affrettare  innanzi  >  che  entraffe  ^"dapTra" 
in  quella  Citta  ,  che  alquanto  fìtffe  ceffato  il  tumulto  del  popolo  Fioren-  in  tre  aiiog 
tino  :  ilquale  non  haueua  depofte  l'armi  prefe  Udì ,  ch'era  fiato  cacciato  ^f 
Tiero  de*  Medici  :  &  per  dare  tempo  a  Obignì ,  ilquale  per  entrare  con 
maggiore  jpauento  in  Firenze  ;  haueua  mandato  a  chiamare ,  con  ordi- 
ne ,  che  lafciafie  l'artiglierie  a  Caflrocaro  >  &  licentiafie  dagli  ftipendij 
fuoi  i  cinquecento  huomini  d' arme  Italiani ,  ch'erano  feco  in  Romagna , 
&  infieme  le  genti  d'arme  del  Duca  di  Milano:in  modo, che  de'foldati  Sfor 
%efchi  nò  lofeguitò  altri  chel  Cote  di  Gaiaxjo  con  3  oo.caualli  leggieri: 
&per  molti  inditiifi  comprendeua  efftre  ilpefiero  del  Rg  indurre  iFiore 
tini  col  terrore  dell'arme  a  cedergli  il  dominio  affoluto  della  Città:ne  egli 
fapeua  diffimularlo  con  gli  jLmbafcìadori  mede  fimi, iquali  più  uolteando 
reno  a  Signa  per  rifoluerfi  feco  il  modo  dell'entrare  in  Firen%e,&  per  da 
u  perfezione  alla  concordia  che  fi  trattaua.J^o  è  dubio,  chel  I\e  per  l'op 
pò  fi  tiene  che  gli  era  fiata  fatta  haueua  contra  al  nomeFior  etino  gradi  fi 
mo  fdegno ,  &  odio  conceputO)  &  ancora  che  e  fuffe  manifefio  non  efìer 

pop- 


olamenti . 
oiiio. 


LIBRO- 

proceduta  dalla  uoluntà  della  J\epublica>&  che  la  città  fé  ntfufie  feco  dì 
ligcntìffimamentegiuìlificata;nondimcno  non  ne  reslaua  con  l'animo  pur 
gate  indotto  come  fi  crede  da  molti  de fuoi,i  quali  giudi  e  auano  non  dout 
re  pretermetter  fi  l'opportunità  d'infignorirfene ,  ò  moffi  da  auaritia  non 
uoleitano  perdere  l'occafione  difaccheggìare  sì  ricca  Città  :  &  era  uocife 
rat  ione  per  tutto  l'efier  cito, che  per  l'efi  empio  de  gli  altri  fi  douefie  punì-, 
re,  poi  che  prima  in  Italia  d'opporfi  alla  potentia  di  Francia  prefunto  ha 
ueua.lslé  mancaua  tra  i  principali  del  fuo  configlio  che  alla  reftituticne 
*   ri' PiP°  ^  r^iero  de" Medici  lo  confortafiey& fpecialmente  a  Filippo  Monfignor  di  a 
chiama  il  Brefcia ,  fratello  del  Duca  di  Sauoia,  indotto  da  amicitie  prìuate ,  &  da 
gìouìo  ,  a   promeftejn  modo  che;ò  preualendo  la  perfuafione  di  quefli(ben  cbe'l Ve- 
gne  Briflbl  feouo  di  S.Malò  configliajfe  il  contrario  jò  fferando  con  queslo  terrore  fa 
vefcouo'di  re  inc^ncLY  Pu  *  fiorentini  alla  fua  uoluntàyo  per  haueroccafione  di  pre 
sanMaiò,dì  der  più  faedmete  in  fui  fatto  quel  partitoycbe  più  gli  piaceffe:fcrif\e  una 
aureo?"  feri  ^ettera  a  <Piero,&  gli  fece  fcriuere  da  Filippo  Monfignor  confortandolo. 
«e  il  centra  adaccoflarfi  a  Firenze:  per  che  per  l'amicitia  fiata  tra  i  padri  loro>&per 
caro.1  Bel*  il  buon'animo  dimoflr  atogli  da  lui  nella  confegnation  delle  fortezze  :  era 
deliberato  di  reintegrarlo  nella  prìfìina  autoritàrie  quai  lettere  no  lo  tro 
uarono ,  cornei  %  bauea  creduto,in  Bologna:  perche  Tiero  moffo  dalla* 
ffrexga  delle  parole  di  Giouanni  Bentiuogli,  &  dubitando  non  efiere  per 
feguitato  dal  Duca  di  Milano,&  forfè  dal  F^e  di  ¥rancia:era  per  fua  infe 
licita  andato  a  Vinetiaidoue gli  furono  mandate  dal  Cardinal  fuo  fratel 
hyìlqual'era  reflato  in  Bologna, In  Firenze  fi  dubitaua  molto  della  mente 
del  pernia  non  uedendo  con  quali  forgiò  con  quale  fferan%a  gli  poteffero 
refiflere  :  haueuauo  eletto  per  meno  pericolofo  configlio  il  riceutrlo  nella 
città/per  andò  pur  d'hauere  in  qualche  modo  a  placarlo:&  nodimenoyper 
efjer  proueduti  a  ogni  cafoihaueuano  ordinato,  che  molti  cittadini  fi  em- 
pìejjcro  le  cafe  occultamente  d'huomini  del  dominio  Fiorentino ,et  che  i  co 
do  ttieri,i  quali  militauano  a  gli  Slip endij  della  J\ep  ,?ntrafferoydiffimulan 
do  la  cagione, con  molti  de  loro  foldati  in  Firenze:  &  che  ciafeuno  nella 
cittày&  ne*  luoghi  circofiantifieffe  attento  per  pigliar  l'arme  al  fuon  del 
b   ^Que/to  ia  campana  maggiore  del  publico  palagio,  b  Entrò  dipoi  il  }\e  con  l' efjer  ci  b 
cht'i  Re' en  to  con  grandi [jjima  pompa,&  apparato  fatto  con  fommo  ìludio,emagnifi 
trÒfcr£e  il  centia>cofi  dalla  fua  corte,come  dalla  cittày&  entrò  infegno  di  uittoria 
Giouio,che  armato  egli,elfuo  cauallo  con  la  lancia  full  a  cofeia:  douefì  riflr  infe  f ubi 
Sdii  M^r'an  t0  ¥  VYatlca  dell'accordo  ima  con  molte  difficultà,percbe  oltre  al  fauore 
«loia  per  fo-  immoderato  prefiato  da  alcuni  de  fuoi  a  Tiero  de  Medici ,  &  le  dimande 
Sedato!  intollerabili,che  fi  faceuano  di  danari:Carlofcopertamente  il  dominio  di 
gii  di  com.  ¥iren%e  dimandaua,allegando,che  per  efferui  entrato  in  quel  modo  arma 
Sedotti!  t  °  rbaueua  fecondo  gli  ordini  militari  del  Regno  di  Yr  ancia  legittimamen 
te  guadagnato -.dalla  quale  domandaybenche  finalmente  fi  par  tiffemoleua 
nondimeno  lafciare  in  Fin^e  certi*4mbafciatori  di  roba  lunga(cofi  chia 

mano 


PRIMO.  J* 

mano  in  Francia  ì  Dottor  i,&  le  perfine  togate)  cornali  autori ,  fecondo 
vi*  inflittiti  Fr ance fi  bar  ebbe  potuto  pret  edere  ejfergli  attribuita  m  perpe 
tuo  non  piccola  giurifdittione:  &  per  il  contrario  i  Fiorentini  erano  ofli- 
nat itimi  a  conferire  intiera,non  oftante  qualunque  pericolo ,  la  propria 
libertàrdonde  trattando  infieme  con  opinioni  tanto  diuerfiifi  accendeua- 
no  continuamente  gli  animi  di  eia  fc una  delle  parthetnodimenomuno  era 
pronto  a  terminare  le  differente  con  l'arme  :  perche  il  popolo  di  Firenze 
dato  per  lun* a  confondine  alle  mercantie,  &  non  agli  efferata  milita- 
ri;temeua  Vandemente,hauendo  tra  le  proprie  mura,  un  potentisfi?noJ\e 
con  tanto  ejlercitoMeno  di  nationi  incognit  e, &  feroci:  &  a  hrancejiface 
m  molto  timore  Infere  il  popolo  grandi  fimo ,  &  Ihauere  dimoiato  in 
quei  dUcbefu  mutato  il gouerno,fegnt maggiori d'audacia.cbe  prima  non 
farebbe  flato  credutoci  la  fama  publica,cbe  alfuono  della  capanagrofla 
quanta  d'huomini  innumerabile  di  tutto  il  paefe  circondante  concorrere, 
velia  aual  comune  paura  leuàdofijpefio  romori  nani ;ciajc ima  delle  parti 
perfuaficnrtà  tumultuofamete  pigliaua  larmerma  mima  afi  altana  l  al 
tra*  prouocaua^ufcì  uano  al  %e  il  fondamento  di  Tiero  de'  Medici ;per* 
che  Tiero  foibe  fi  *™ la  ^ran%a  datagli,  &  il  timore  di  non  efiere  dato  in 
preda  a  vii  auerf adornando  fopra  le  lettere  del  I\e ,  configli o  al  Senato 
Vinitiano.  ^i  v  «  a  Co  fa  è  certamente  più  a  neceffana  nelle  deliberatwm  .^ju.  n. 
ardue  .-ninna  dall'altra  parte  più  pericolo  fa  che'l  domandar  configw;nee  to  piu  è  ne 
dubbiose  meno  è  necefìario  a  gli  huomini  prudenti  il  configlw ,  che  a  gli  ggno  J 
imprudenti :&  nondimenoycbe  molto  piu  utilità  riposano  ijantjde,  conp  nelh  ddlbe 
gliar fi  perche  chi  è  quello  di  prudentia  tanto  perfetta,che  confiden  fim^  j*g«  ■£ 
%re,cy  conofea  ogni  co  fa  da  fefteJfo!&  nelle  ragioni  contrarie  difeerna  se  à[ìe  e^ 
Ire  la  miglior  parteìma  che  certosa  ha  chi  domanda  il  confello f  efere  £-£  *  » 
fedelmente  configlìatotperche  Cn  i  dà  il  configlio, fé  no  e  molto  fedele*  ai  contìgue** 
fett tonato  a  chi  lo  domandarono  non  filo  da  notabile  Inter efie  ;  ma  per  »  ^ 
orni  piccolo  fuo  commodo,  per  ogni  leggier  fatisfattwne  diriga  fpefio  il  rodotc ,  nei. 
tonfilo  a  auelfne,che  piu  gli  torna  a  propofitofo  di  che  più  fi  compiace:  ^  •  .Jto 

&e 

glia 

teruenne i+ j.n,r v **\*  ìm^wh^y"""""  <>  tr    .,         •  •/  /     oR^rìe'J 

fua  faciliterebbe  a  Carlo  il  ridurre  le  co fi  diViren^e  a  Juoi  dijegni,  Urte  di  d"el  R 
per  l'interefie  proprio  farebbe  flato  loro  molefliffimo,&  però  configlian-  gv™*» 
do  piu  toflo  fé  medefimi,  che  Tiero;  efficacifiimamente  lo  confortarono  a  .Q  moka  fti 
non  fi  mettere  in  poteflà  del  F£,ilqual  da  lui  fi  teneua  ingiur iato :&  per  «Jjg 
dargli  maggiore  cagione  di  feguitare  il  configlw  loro:  gli  ojferjonodab-  ^  h  rl 
tacciare  le  co  fi  fue,&  dipreflargli  quando  il  tempo  lo  .comportatogli  ^  gg*J 
fauore  a  rimetterlo  nella  patria:nè  contenti  di  quefto,  per  afiicurarfi  che  Wl  couobbe 
allhora  di  Vinetia  non  fi  partifie,glipofono(fe  è  flato  utro  quel>cbe  dipoi  nei  cohg  * 
fi  divulgò)  fegr  etifi ime  guardie ,  Ma  in  quefto  mezo  erano  m  firen%e  da 


LIBRO 

$gn!  parte  efacerlati  gli  animi,et  quafi  trafcorft  a  manìfefta  contehtionet 

no  uolendo  il  Bg  dall'ultime  fue  domade  decimare,  nei  Fiorentini  a  soma 

.   di  danari  intollerabile  obligarftmè  turi fdit ione  ,  ò  preminenza  alcuna  nel 

loro  flato  con fentirglide  quali  diffidati  quafi  ineducabili, fé  non  con  l'ar 

me;fuiluppò  la  uirtà  diViero  Capponiamo  de1  quattro  cittadini  deputati 

a  trattare  col%e:buomo  à' ingegno, &  d'animo  grande, &  inFiren%emo\ 

to  flimato  per  quefle  qualità,  &  per  effere  nato  di  famiglia  bonorata ,  & 

difeefo  di  perfine  che  baueuano  potuto  affai  nella  B^publ;ca:fche  e  fendo 

un  dì,egli,e  i  compagni  fuoi  alla  prefentia  del  I{e,  &  leggendo  fi  da  un  fé- 

gretario  Fregio  i  capitoli  immoderati,i  quali  per  l'ultimo  per  la  parte  fua 

fi  propone uano;egli  congejli  impetuofi  tolta  dimàno  dal  fegretario  quel 

la  fcrittura;la  flr acciò  innanzi  a  gli  occhi  del  J{e,  foggi  ugnendo  con  uoce 

a  vedi  il    concitata,  a  poi  chef  domandano  cofe  sì  difonefle  ;  uoi  fonerete  le  uoftre 

principio    trombe,&  noi  foneremo  le  noflre  campane:  uolendo  efprejfamete  inferire^ 

dei  l^.*.Dj  cbe  le  differentie  fi  deciderebbono  con  l'arme:^-  col  medefimo  impeto,an- 

secretano    dandogli  dietro  i  compagni; fi  partì  fubito  della  camera X erto  é,cbe  lepa- 

Fiorentino.  Y0[c  diqutflo  cittadino, noto  prima  a  Carlo,&  a  tutta  la  Corte,percbe  pò 

Lo  ltrepito      ,  .         k  .  .  n  •  .  i     r-  ■  i  >  t-  •  •    •  rr 

de  i  armi,&  coi  mefi  innanzi  era  flato  in  Francia  jLmbafciatore  de  Fiorentini;  mefjo 
N'^otèf  r  no  *n  tHttl  ta^el^aHeni°y  non  credendo  maflìmamente,  cbe  tanta  audacia 
fi,che  non    fuffe  in  lui  fen^a  cagione  cbe  chiamatolo, &  lafciate  le  dimande,alle  qua- 
L^ctcTu     fi  ricufaua  diconfentirexfì  conuenero  infieme  il  %,  e  i  Fiorentini  in  que 
capon  fra  fla  fententia.  Che  rimeffe  tutte  l'ingiurie  precedenti,  la  città  di  Firenze 
tanti  Gaiu.  fuf  e  amie  a, confederata,  &  in  protettione  perpetua  della  corona  di  Fran 
cia:che  in  mano  del  I\e  per  ficurtà  fua  rimaneffero  la  città  di  Tift,later- 
b  _  Quello  ca  ra  di  Liuorno  con  tutte  le  loro  fortezze, lequali  b  fuffe  obligato  a  reftituì 
Situi" ?e  ter  re  finta  alcuna  fpefa  a'  Fiorentini,  fubito  che  hauefje  finita  Hmprefa  del 
re  di  Limi-  Pregno  di  Tripoli, intendendo fi  finita  ogni  uolta  che  hautffe  conquistata  la 
fentinf  ferì  cltt^  di  Tslapoli ,  ò  compoHo  le  cofe  con  pace ,  ò  con  triegua  almeno  di  due 
uè  tivefco-  anni, ,ò  cbe  per qualunque  caufa  la  per  fona  fu\i  d'Italia  fi  partijfe:&  cbe  i 
che  hMMvi  caflellani  giur  afferò  di  prefente  di  reftituirle  ne'  cajìfopradetti:&  in  que 
delie  cagio  flo  me%o  il  dominio, la  gturifditione,il  gouerno,l 'entrate  delle  terre  fuffe- 
Segnar  Lo  ro  ^e  Fior  etini,  fecondo  ilfolito:&  che  le  cofe  mede  fune  fi  face ff ero  di  Vie 
douicosfor  trafantaydi  Sere%ana,&  di  Ser 'exanello :m a  che  per  pretendere  i  Genouefi 
francéiL*  '  d'hauer  ragione  in  quefle; fuffe  lecito  al  J{e  procurare  di  terminare  le  dif- 
ferentie loro, ò  per  concordiamo  per  giuftitiarma  cbe  non  Vhauendo  termi- 
nate nel  fopraferitto  tempore  reflituifje  a  Fiorentini:  chei  1\e  poteffela- 
feiare  in  Firenze  due  ^Ambafciatori  ,fen%a  interuento  de'  quali  durante 
la  detta  imprefa;non  fi  t rat t affé  cofa  alcuna  appartenente  a  quella:nè  pò 
.   teffero  nel  tempo  mede  fimo  eleggere,  fen%tt  fua  participatione,  Capitan 
Generale  delle  genti  loro:reftituiJJtrfi i  fubito  tutte  l'altre  terre  tolte,  ò  ri 
bel  late  fi  da'  Fiorentini,  a  quali  fofje  lecito  ricuperarle  con  l'arme, in  ca 
fo  ricuf afferò  diriceiterU  :  donajkro  al  ì\e  per  f uff  dio  della  fua  imprefa 

ducati 


P    R    I    M    O.  ^ 

ducati  a  cinquanta  mila  fra  quindici  dì,quaranta  mila  per  tutto  Mavzo ,  a  in  rutta  far 
e*r  trema  mila  per  tutto  Giugno  proffhnifv.fi}  perdonato  a  Vifani  il  de-  ^f^àfff9 
lato  della  ribellione, et  gli  altri  delitti  commeffì  dipoi;b  liberafi'erfi  Tiero  ducaci  i  so- 
de Medicine  i  fratelli  dal  baado,&  dalla  confi  [catione  :ma  non  potefie  ac-  ™ò  s'accort 
coflarfi  Tiero  per  cento  miglia  a  i  confini  del  dominio  Fiorentino:  ilche  fi  da  in  ciò  co 
faceua  per  prillarlo  dia  facilità  diftare  a  l\oma:  né  i  fratelli  per  cento  mi  J"*e  °f/((£j 
glia  alla  città  diFiren^e.  Quefti  furono -gli  articoli  piti  importanti  della  di/corda 
capitolatane  tra'l  [{e,  e  i  Fiorentini:  laquale  oltre  all' efi  tre  flipulata  le~  '         °* 
git linamente  ;  fu  con  grandi  filma  cerimonia  publicatanella  Chic  fa  mag-  b  o-mra- 
more  in  tra  gli  uffici]  diuini:doue  il  I\e  per  finalmente, a  riebiefta  delqua-  JJ-^qj"* 
le  fu  ;atto  questo ,  e  i  Magi/irati  della  città  promefi  ero  l'ofieruaniia  con  »\o  he  car 
r  amento  fole  ne,  protrato  in  sii  l'altare  principale,  preferite  la  certe ,  io,'?  ri  uovi  I 
&  tutto 7  popolo  Fiorentino:  &  due  di  poi  e  partì  Carlo  da  Firenze, douc  re  ;  Medici. 
era  dimorato  dieci  dì ,  &  andò  a  Siena  :  lagnale  città  confederata  col  B.e     A 
di  papali,  &  co  Fiorentini;  baueua  feguitato  la  loro  autorità ,  infino  il  Gromo, 
a  tanto  che  laudata  di  Tiero  de'  Medici  a  Sere^ana  gli  coflrinfc  a  penfa-  ^,duant4  tl 
re  dajefleffi  alla  propria  falute.La  città  di  Siena ,città  popolo fa,&  di  te-  da  Fiotta  ; 
nitorio  molto  fejrtile,&  laquale  ottenne  in  Tofcanagià  lungo  tempo  il  pri  fjm^^l 
mo  luogo  di  potentia  dopo  i  Fiorentini;  fi gouernana  per  fé  medefima:ma  Italia ,  di. 
in  modoycbe  cono fceua  più  prefto  il  nome  della  libertà  che  gli  effetti:  per-  j£»era  uenu 
che  diflratta  in  molte  fattioni ,  ò  membri  di  cittadini,  chiamati appreffo  toa  nbera- 
a  loro  ordini  ;  ubbidiua  a  quella  parte ,  laquale  fecondo  gli  accidenti  de'  "  ^  ?^{i 
tempi,  e  i  fauorì  de  Tot  cn  tati  fiore  fi  ieri  era  più  potente,che  l'altre:  &  al  tu3-  wasi*. 
Iboraui  preualeua  l'ordine  del  Monte  de' T^oue.  In  Siena  dimorato  pò-  xc\rìn 
thifjimi  giorni  ,&  lafciatam  gente  a  guardia, perche'per  efiere  quella  e  t-  burchi 
tà  inclinata  infino  a  tempi  antichi  alla  diuotione  dell  imperio ;gli  era  \o- 
fb  et  t  a -fi  indirizzò  al  camino  di  Roma,  infoiente  più  l'un  diche  l'altro  per 
i  fuccejfi  molto  maggiori  che  no  erano giamai  fiate  lef]>eran%e:&  effendo 
i  tempi  benigni, &fereni  affai  più  che  no  comportaua  lafiagione,deìibera 
to  di  continuare  fenica  intermijjione  quefla  profferita,  terribile  no  falò  a' 
rumici  manifefti;ma  aquegli,ò  che  erano  fiati congunti  ficco, ò  i  quali  non 
l  baueuano  pronocato  in  cofa  alcuna:percbe,&  il  Senato  Vinitiano,  &  il 
Duca  di  Milano  impauriti  di  tanto  fu  cce fio, dubitando  maffimamente  per 
UforteTge  riceuute  de  Fiorentini, ór  ptr  la  guardia  lafciata  in  Siena, che 
ipenfitri  fiuoi  non  termina]] ero  nelf  acquifìo  di  Isapoli;  ine  orni  ncia.ro  no 
per  ouuiare  al  perìcolo  commune,a  trattare  dì  fare  wfieme  nuoua  corife- 
der at ione :& gli  bar ebbono  data  più  pnfio  perfittìone,fe  le  co  fé  di  Roma 
hauefiero  fatto  quella  refifien^a,  che  fu  fiorato  da  molti  perche  l'inietto 
ne  del  Duca  di  Calauria,colquale  s'erano  unite  prifio  a  \\oma  le  geriti  del 
Touttfice,&  Virginio  Or  fino  col  refio  dell' efiercito  dragone je: fu  ài  fer- 
mar fi  a  Viterbo  per  impedire  a  Carlo  il  pafiarepiu  innanzi,  multandolo 
altra  molte  cagioni  l'opportunità  del  luogo  circondato  dalle  terre  della 

E  Chiefiiy 


nr  laguerra 
itra   1 


LIBRO 

Chiefa,  &  propinquo  a  glifiatidegli  Orfini;  ma  tumultuando  già  tuttofi 
paefe  di  F{oma  per  le  fcorrerìe}che  i  Colo  une  fi  feceuano  di  là  dal  fiume  del 
Teuere,cjr  per  gl'impedimeti,  che  per  me%o  d  Ofiia  fi  daitano  alle  uettoua 
gle ,  leqnali  fole  nano  condurfi  a  J\omaper  mare;non  bebbe  ardire  di  fer- 
mar nifi  dubitando  oltra  queTto  della  mente  delVontefice  :  perche  infino 
quando  intefela  uariatione  diviero  de1  Medici;  haneua  cominciato  a  udì 
relè  domande  Francefi ,  per  le  quali  andò  allbora  a  Koma  a  parlargli  il 
Cardinal' Afcanio, e  fendo  andato  prima  per  ficurtafua  il  Cardinal  di  Va 
len%a  a  Marino,  terra  de'  Colonne/!:  &  benché  Afcaniofi  partile  fen^a 
certa  rifolutione  ,  perche  nel  petto  d'Aleffandro  la  diffidentia  della  mente 
di  Carlo,&  il  timore  delle  f uè  for^e  infìeme  combat  tettano, nondimeno  co 
me  Carlo  fu  partito  di  Virente  ;fi  ritornò  di  nuono  a  ragionamenti  del- 
l'accordo: per  i  quali  il  Tentefice  mandò  a  lui  i  Vefcoui  di  Concordia  >  & 
«"m  ne"  «  ^  Terni,&  macflro  Grattano  fuo  confefior  e,*  trattando  di  comporre  in- 
nor  di  q(ta  fieme  le  co  fé  fue ,  &  quelle  del  I\e  Alfonfo  :  Ma  era  ditttrfa  l'intentione 
chtfi  trattò  di  Carlo, rifoluto  di  non  concordare  fé  non  colTontefice  jolo:però  mandò 
foladi  per.  a  lui  Monfignor  della  Tramoglia,  &  il  V  refi  dente  di  Cannai ,&  u'andor- 
cario  à  ni  no  fer  ^a  medefima  cagione  il  Cardinal'  Afcanio,&  Trofpero  Colonna  :  i 
lafaar  uio-  quali  non  prima  arriuatiyche  Aleffandro;  quale  fi  fuffela  caufa;  mutato 
diRomàda»  propofito  meffe  fubito  il  Duca  di  Calauria  con  tutto  l'efferato  in  Rgma, 
loidatì  ftra  &  fatti  ritenere  Afcanioy&  Tro(bero;?li  fece  cuìlodire  nella  mole  d'A~ 
ne V  rifpa.  driano, detta  già  il  caflello  di  Crefcentioyhoggi  caflello  fant' Angelo, dima 
{lì  dei  Re,  dando  loro  la  refiitutione  dì  Oìlia  :  nelqual  tumulto  furono  dalle  venti 

eh  era  di  uà  r  r  ^    •        •    ■      •     i    „  •  i-   *         r  n-  -t  m  r      r 

lenificarle  Aragoneft  fatti  prigioni  gli  Oratori  branceji;ma  quejti  il  Tonteficefece 

fante  chie(ef  fabito  liberare né mo Iti  dipoi  fece  il  mede  fimo  d'Afcanio^r  diTroffero* 

piedi  al  Pa-  coflrigendoli nondimeno  a  partir  fi  da  Koma  fubitamentermandò  dapoi  al 

PutI"k  iag  Rgyilqual  s'era  fermato  a  TS(epi, Federigo  di  SanfeuerinoCar  dinaie, com'm 

pai£a?c  ha-  dando  a  trattare  folamente  delle  co  fé  proprie,&  nondimeno  con  l'animo 

pi"  Vie  cai  mo^°  ambiguo, per  eh  e  bora  di  fermar  fi  alla  difefa  di  I{pma  deliberaua,et 

giini  d'ef.  peròpermetteua  che  Ferdinando,  e  i  Capitani  attendeff ero  ne' luoghi  pia 

ftodAuttor'  deboli  a  fortificar  la  :hora  parendogli  co  fa  difficile  il  foftenerla,  per  e  fiere 

paria  nella  le  uottouaglie  maritime  da  quegli, ch'erano  in  Oflia  interrotte ,  &  per  il 

ÈnThcQ?*-  numero  infinito  de'  forefìieri  pieni  di  uarie  uoluntà  >  &  per  la  diuerfità 

m.  delle  fattioni  tra  i  Bimani  ;inclinau  a  a  partir  fi  di  Roma:&  però  haueut 

uoluto,  che  nel  collegio  cìafcuno  de'  Cardinali  gli  promette  fife  per  fcritttt 

ra  di  mano  propria  di  fegmtarlozhor  a  ff  attentato  dalle  difficultà,&  da* 

pericoli  imminenti  a  qualunque  di  quelle  de  liberai  ioni  ;  uoltaua  l'animo 

lyaccordo;nelle  qualiambigwtà,mentrechefìà  fofbefo,i¥ranceft  correria 

no  di  qua  dal  Teuere  tutto  il  paefe, occupando  bora  una  terra  yhora  un  al 

tra:perche  non  fi  trouaua  più  luogo  niuno,che  refiflefieyniuno  più  che  no 

eedeffe  all'impeto  loro;  feguitado  l'effempio  degli  altri  infino  a  quelli,che 

haueuano  cagioni  grandijjìme  d'opp or fioinfino  a  Virginio  Or  fino  fretto 


rgi- 


P    R    I    M    O,  H 

con  tanti  uincoli  di  fede,  d'obligatione,&  d'honore  alla  cafa  fjiragox*  » 
Capitan  Generale  dell 'efferato  regio,  gran  Ccntefiabde  del  ugno  di  ba- 
toli ,  congiunto  ad  jUfonjo  con  parentado  molto  fir  etto  ;  perche  a  Gian- 
cordano  fuo  figliuolo  era  maritata  una  figliuola  naturale  di  Ferdinan- 
do %e  morto ,  che  da  loro  haueua  riceuuto  filati  nel  Piarne,  e  tanti  fauo- 
ri  ;  dimenticatoti  di  tutte  queftecofene  meno  di  menti  caio  finche  dagl'in- 
terefii  fuoi  le  calamità  jlra^pnef:  baueuano  bauuto  la  prima  origine  ;con 
Centi  co  ammirazione  de¥r -ance/i ,non  affusti  a  queHe  fiottili  difimtioni  de- 
cidati d'ltalia,che  reftando  agli  fitipendtj  del  Re  di  ^apoli  la  fina  per fo 
na  ;  i  figliuoli  conueniffero  col  B$  di  Francia ,  cbkgandcfi  darli  nello  fia- 
to teneua  nel  dominio  della  C$JÌe(a,ricetio,paj]oì&  uettouaglie,&  dipoi 
tare  Campa?nano,&  certe  altre  terre  a  m  mano  del  Cardinal  Gurgenje;  ^n 
ilquale  promtteffereftititirle  fubito,  che  l' efferato  fuffe  ufato  deltem-  che  virn 
torio  ì{omano:&  nel  medefimo  modo  conuennono  congiuntamente  il  Con  ™  £<£« 
te  di  Vitaliano,  &gli  altri  della  famiglia  Or  fina  :  ilquale  accordo  come  io  fuo  figi,o 
fu  fatto-Carlo  andò  da  TS(epi  a  Bracciano,  terra  principale  di  Virginio,  ?°rop^t^ 
&a  Ofiia  mandò  Luigi  MonsJt  Ligni,&Iuo  MonsJMlegn  con  cinque-  ™»*™ 
cento  lance9&duomilaSui^eri;accioche  pacandoti  Tener  e,&  uniti  co  eflb  fuo  ff. 
i  Colonne  fi,  che  corvettano  per  tutto  ;  fi  s fiorifero  d'entrare  in  Roma:  £™g£j 
i  quali  pernierò  de'  Romani  della  f anione  loro  franano  a  ogni  mote  foJ£del  R* 
di  conferirlo  ,  con  tutto  che  per  i  tempi  diuentati  finifiri ,  le  difficoltà  -Ha  ao^ 
fujìero  accrefciute.Gid  Citata  uecchia,  C  or  net  to,&  finalmente  quafi  tut  no. 
to  il  tenitoriodiP^ma,  era  ridotto  alla  deuottone  Frane e fé;  già  tutta 
la  Corte  ;  na  tutto  il  popolo  Romano  in  grandi ffima  folleuatione  y  e  ter- 
rore chiamauano  ardentemente  la  concordia  :  peròilTontcfice  ridotto 
in  pericolo ftffimo  frangente ,  &  uedendo  mancare  continuamente  i  fon- 
damenti del  difender  fi  ;  non  fi  riteneua  per  altro ,  che  per  la  memoria 
d'effere  fiato  de'  primi  ad  incitare  il  I\e  alle  cofe  di  f^apoli:&  dapoi  Jen- 
•zaeffervliene  fiata  data  cagione  alcuna,hauere  con  V  autorità,  co*  e  onft- 
Zii,&  con  l'arme  fattagli  pertinace  refiften^onde  meritamente  dubita-  t>  Pare  che 
uà  donercfieredelmedefimo  noiosa  fedele  ericeueffe  dacché  quel  J™;- 
lachtlRe  haueua  riceuuta  da  lui  :  accrefcena  il  terrore  il  uedergli  ap-  Papa  dir* 
pretto  con  autorità  non  piccola  il  Cardinal  di  S.  Tiero  in  Vincolai  mol-  •£££■ 
nitri  Cardinali  mmcifiuouper  leper fifoni  de  qnali,per  il  nomeChri-  ****** 

_  .    .  ~        , .  ^     -,     .  i       v  *. <.„.„..*..,  .lai*  ve>   ihismìp  Al  si  Uff.    Ud)<-"e  I  ta 


;poi 

nde 


dello 
rac 


me  già  cominciai  a  dinulgarfi ,  te  cofe  delia  cbicja:  pen fiero  a  lutfopra  gg  « 
modo  terribile,  che  fi  ricordala  con  quanta  infamia  j'-fH  ajcejoai  Votep  raMarej[  . 
cato,  &  batterlo  continuamente  amminifirato  con  ccflitn,:,  &  con  arti  no  c«au.j 
difformi  da  principio  tanto  brutto.Mkggeriffl  qu$o filetto  per  lauta-  P,pato  Gio 
gcntia,&  efficaci  promejie  del  P^nlqualedefiderando  Sopra  ogni  cofa  ac-  ««. 


wel  rare  V andata  pia  al  regno  di  Napoli ,  &  però  non  pretermettendo 
tKonfileg  apuy.i  alcuna  per  ri, nouerfi  l'impedimento  del 'Pontefice  ;  a  gli  mandò  di  j 
fuccorequeì  Hiìouo  ^Lmba filatori  il  Sinifcalco  di  Bt'lcari ,  il  Marifcìallo  diGics,  &  il 
che  ne]  gìo  -,H£dcfimo  pr  e  fidente  di  Gannai  :  i  quali  sfondando fi  di  pervadergli  non 
che  per  no*  efjcre  l'intcntione  del  t{e  mefcolarji  in  quello  quello ,  che  apparteneva  aU 
me  ttelPap*  ['autorità  Pontifi  e  alcune  domandargli  fé  non  quanto  fufje  neve/Far io  alla 
io  Romolo  ficurtàdd  pafiare  innanzi;  feciono  intfantia , che  e' confentiffe  (fonta- 
fiiron  nv-da  neamente  al  Re  l'entrare  in  Roma  ,  affermando  audio  efjere  fommamen* 

ti  alcuni  O-  v-  ^  r~  rr  •  n  \  i% 

ratori  nobì  te  defiderato  daini ,  non  perche  e  non  fujje  in  jua  pottjia  l  entrar  hi  cm 
l'i  Pecari"  l'armi >  ma  pernon  ejfere  necefjìtato  di  mancare  a  lui  di  quella  riutrei- 
aù  ofenr  la  tia ,  laqiiale  haueuano  a'  Pontefici  \\omani  portata  jempre  i  fuoi  mag- 
fè^ucmvM."  Ar;or/  '  c he  [ubi*0  »  chel  f{e  fujje  entrato  in  Bgma  ;  le  differenze  fiate  tra 
gite ,  &  ai.  loro  fi  conuertirebbono  in  finceriffima  beniuolen^a  y&  congiuntane. 
MO"  Dure  conditioni  pareuano  al  Pontefice  fbogliarfi  innanzi  a  ognicofa  de 

gli  aiuti  degli  amici ,  &  rimettendoli  totalmente  in  potesìà  del  nimico  , 
riceverlo  prima  in  B^/ma ,  che  ftabilire  fé  co  le  co  fé  jue  :  ma  finalmente 
b  n  l  g •    gì'idic+indo ,  che  di  tutti  i  pericoli quefio  fuffe  il  timore  ,  confentite  que- 
uio  è  ferie-  jle  dimande  ;  b  fece  partire  diploma  il  Duca  di  Calauria  col  fuoejjer-h 
to,  che  Fer.    ^Q  .  ma  0nmuto  prima  per  lui  faluocondotto  da  Carlo ,  perche  ficura- 

rando     era  J  t  i  J  n  i   r    n-  ,•  , 

fìato  richia  mente  potejje  pafiare  per  tutto  lo  fiato  Ecciejiajiico  :  ma  Ferdinando  ha- 
fWc/fuo  *  iiendolo  magnanimamente  rifiutato:  ufcì  di  l\oma  per  la  porta  di  S.Seba 
padre,eflèn-  ftiano  e  l' ultimo  dì  dell' \Anno  MCCCCXCIIII.  nellhora  propria,  e 
c°a*ad  oftia  c^e  ter  ^  porta  dì  Santa  Maria  del  Popolo  li  entrava  con  l'esercito  Fra 
Ligmnoca  cefe  il  F^e  armato  con  la  lancia  in  fulla  cofcia,  com'era  entrato  in  Firen- 
Fa^uangoarl  Ke>  &  n^  temP°  mede  fimo  il  Pontefice  pieno  d'incredibil  timor  ey&  anfie- 
dia  de'fraa  ttì  s'era  ritirato  in  Caflel  Sant'^dgnolo,non  accompagnato  da  altri  Car* 
àinali ,  che  da  Battifta  Orfino,  &  da  V linieri  Caraffa  Napolitano  Ma  il 
e  il  Orio ,  Vincola  ,  jlfcaniOy  i  Cardinali  Colonnefì ,  &  Saltello ,  &  molvaltri  non 
1  aU«t  ctflauano  di  fare  inUantia  col  Kg, che  rìmofjò  di  quella  fedia  un  Pontefice 


tori  Ieri 


nocche  j'en-  pieno  di  tanti  u  'tìj>&  abomineuole  a  tutto  l  Mondo  :fe  ne  eleggeffe  urial- 
cartoon  J(o  tro>  dimofir  andoli  non  ejfere  meno  gloriofo  al  nome  juo  liberare  dalla  ti- 
mi fa  il  pu  rannide  d'un  Papa  federato  la  chieja  d'Iddio ,  che  fuffe  nato  a  Pipinoì& 
«aio.1  fife!  a  Carlo  Magno  fuoi  ani ce 'effori ', liberare  i  Pontefici  di  finta  ulta  dalle  per 
Ma  nei  Gu>  fecut'ioni  di  coloroyche  ingiufl  amente  gli  opprimeuanorricordauanglique 
rLvSinaiSa  &a  deliberatone  efjere  non  meno  necefjaria  per  laficum  fuaycbe  defiderà 
delie  «cuci  bile  per  la  gloria:perche  come potrebbe  mai  confidar  fi  nelle  promejf e  d' jt 
inq  iella  «i  lejfandro  y  huemo  per  natura  pieno  di  fraude ,  infatiabile  nelle  cupidità  , 
traca  fecero  sfacciatiffimo  in  tutte  le  jue  attioniy&  come  haueua  dimoflrato  lefperien 
flra't  m°"    %$&  aràentifihno  odio  contra  il  nome  Francefe,&  che  bora  non  fi  riconci 
liana  jpontaneameterma  sforzato  dalla  nece(jìtàu&  dal  timore? per  i  con 
forti  de' q  uali  yet  perche  il  Pontefice  nelle  e  odit  ioniche  fi  trattauanoiricii 
fava  di  concedere  a  Carlo  Cafìelfant '^Agnolo  per  ajjìcurarlo  di  quello  gli 

prormt- 


PRIMO.  3J  -.Furono 

prometteffe,  a  furono  due  uolt e  canate  l'artiglierie  del  palagio  di  S.Mar-  \h*™£** 
eoynelquale  Carlo  alloggiaua,per  piatarle  intorno  al  caftello.  Mane  il  %e  |*™d»"* 
haueua  per  fua  natura  inclinatione  a  offendere  il  Tontefice,&  nel  con/i-  m^S*"^ 
ilio  fuo  più  intimo  poteuano  quellui  quali  Me ff andrò  con  doni,&confpe  J~/*2 
\-an%e s'baueua  fatti beniuoli:però finalmente conuennono,che  tra iTon-  to  c^e  ^ 
tefìce  el  Ke  fnffe  amicitia  perpetuai  còfederatwne  per  la  difefa  commu  ^M*  «g 
ne:che  al  ^e  per  fuaficurex^afi  defjero  per  tenerle  infino  all'acquino  del  ti' and.ua  a 
bearne  dipoli,  le  Bacche  di  Cmità  Vecchiardi  Terracina,&di  Spoleto,  §C™™*1 
benché  quefla  nonglifùpoi  confegnata:non  ricono fceffe  il  Tontefice  offe-  do  ai  Re  *. 
fa,ò  ingiuria  alcuna  contra  i  Cardinali ,  né  contra  i  Baroni  fudditi  della  J£gg5*Ì£ 
chiefa:i  quali  haueuanofeguitato  le  parti  del  I\e  :  inuefliffilo  ilTontefice  cordo .  n 
del  I\egno  di  Napoli: concedetegli  b  Gemin  Ottomano  fratello  di  Baifet:il  g£gj£&J 
quale  dopo  la  morte  di  Maumeth  padre  commune  perfeguitato  da  Baifet,  nuca  ne.cal 
fecondo  la  cofuetudine  efferata  degli  Ottomani,  i  quali  fiabilifcono  lafuc  gjjjj^ 
ceffone  nel  Trincipato  colfangue  de  fratelli, &  di  tutti  i  più  proffimi,&  fe  L,MftorFa 
perciò  rifuggito  a  e  I{pdi,  &  di  quiui  condotto  in  arancia;  era  finalmente  di  queftoGe 
(lato  meffo  in  poteflà  d'innocentio  Tontefice  .-donde  Bai fet, tifando?  a  uari-  ^  «J»*» 
tia  déVicarij  di  Chriflo  per  inftrumento  a  tenere  in  pace  l'imperio  nimico  censii,  co 
alla  fede  Chrijìiana;pagauaciafcun 'anno, fiotto  nome  dellefpefe,  che  fi  fa-  ?J°^eJ> 
ceuano  in  alimentar  lo,&  cufiodir lo, ducati  quaranta  mila  a!  Tontefici;ac  Sio. 
ciò  che  f afferò  meno  pronti  a  liberarlo,ò  a  cocederlo  ad  altriTrincipi  con  c  u  gr3  Mae 
tra  fc:  fece  infìantia  Carlo  d'hauerlo  per  facilitar  fi  colmerò  fuo  l'impr  e  £™  ^^ 
fa  contra  i  Turchi  :  laquale  enfiato  da  uane  adulationi  de'fuoi  ;  penfaua  buflon,a  cui 
uinti  che  hauefìegli  Ar  agone  fi, d'incominciar  e, &  perche  gli  ùltimi  qua-  gjgtaéj 
ranta  mila  ducati  mandati  dal  Turco  ,  erano  flati  tolti  a  Sinigaglia  dal  aiuolo  fé- 
d Trefetto di Vwma,chelTotefice,et  la pena,et la reHitutione  beffigli  ri  ^^"ej? 
metteffe.  A  quelle  cofi  saggiunfe ,  chel  Cardinal  di  Valenza  feguitafie  ]o  m'adò  fot 
come  Legato  Apoftolico  t'ire mefi  il  F{e:ma  in  uerità  per^  ftatico  delle  prò  c*p™£°^ 
meffe  paterne.Vermata  la  concordia  il  Tontefice  ritornò  al  palagio  Ton-  qulndi .a  ró 
tificale  in  Vaticano:&  da  poi  con  la  pompa,&  cerimonie  confuete  a  rice  ™* ^y*- 
uere  i  Ingranditicene  il  P^e  nella  Chiefa  di  San  Tieroùlquale  hauendogli  ^  ^    ^ 
fecondo  iìcoflume  antico genn fleffo  baciati  i  piedi,&  dapoi  ammeffo  a  ha  Giouani  dei 
dargli  il  uolto;interuenne  un  altro  giorno  alla  Meffa  Tonificale,  fedédo  £a  *ou(^ 
il  primo  dopo  il  primo  Vefcouo  Cardinale:  &  fecondo  il  rito  antico  dette  Card.  Giù* 
a  l  Tapa  celebrante  lahleffaj  acqua  alle  mani:dellequali  cerimonie,ilTo  to«di ad 
teficeyperchefi  conferuaffero  nella  memoria  de  pofleriori;fece  fare  pittu  uio,e'iBtbo 
ra  in  una  loggia  del  Caftello  di  Sant'Agnolo ipubhcò  di  più  ad  infìàtiafua  ^        tro 
Cardinali  il  Vefcouo  di  S.Malò,&  il  Vefcouo  di  Vnians  della  cafa  di  Lu-  L^dice  il 
^imborgo,nèommejfedimofìratione  alcuna tiefterfi feco fincerameteì&  Gloul°- 
f  fedelmente  riconciliato .  Dimorò  Carlo  in  ?xoma  f  da  un  mefe,non  hauedo  f  Pcrcioche 
few  ceffato  di  màdare gente  a  confini  del  regno  T{apolitano:nelquale  già  ^nedPacrtJna 
ogni cofa  tumidtuaua,in  modo,cbe l'Aquila,& quafi  tutto  l'Abru%i ha  l^0'Co^t 

E     z         ueua, 


LIBRO 

■  cw.u^hó  tmd  PY'ma  che*l I(e  partiffe  di F{oma,al^ate lefue bandiere:  & Tabritio 
dcrto  ,  che  Colonna,  btiueuti  occupato  i  Contadini  d'jLlbi,&  di  Tagliacoygp  :  né  era 
dina La  era  ritolto  più  cjuieto  il  reflo  del  Idearne,  perche  jubito  che  Ferdinando  fu  par- 
accrefciueo  tito  dal\oma;comiiiciarono  i  frutti  dell' odio,cbe  i  popoli  por tauano  adjil 
moke™™.  fonJ°  ad  apparire ,  aggiugnendofi  Iti  memoria  di  molte  acerbità  ufate  da 
teloni  in.  Ferdinando  f uo  padre:donde  esclamando  con  grandi  (fimo  ardore  delle  ini* 
ho  notato  (pùtà  de '  gouemi paftatì,&  della  crudeltà,& fuperbia  d' jllfonfofd  dtfi- 
quanto  feri  derio  della  uenuta  de*  Francefi  palesemente  dimoflrauano,in  modo  che  le 
dri  cti  libro  reliquie  antiche  della  f anione  ^Angioina,  benché  congiunte  con  la  memo- 
di  s.  catai-  ria,&  colfegnito  di  tanti  Baroni  flati  cacciati,  &  incarcerati  in  uanj  tè 
b  Q^eite  i.  p1  da  Ferdinando  (co fa  per  fé  difomma  confiderai io  ne ,gr  potente  infiru- 
magi  natio-  yneto  ad  alterare  )fac e uano  in  a  netto  tempo  a  comparatane  dell'altre  ca 

ni  uen^ono      •      •     •        ?  A  n  •  n  •        i-  •  j~ 

a  chi  ha  la  gwm  piccolo  momento:  tanto  jen-xa  quesìijtimoli  era  concitata,et  ardete 
confeientia  [a  difbofitione  di  tutto' iRevno  contra  ^Alfonfo  :  Ugnale,  intefa  c'hebbe  la 
fi  legge  in  partita  del  figliuolo  da  P\oma,entro  in  tanto  terrore^ebe  dimenticatoli  dei 
Prn°pÌf       fama,&  gloria  grande,  laquale  co  lunga  efperienza  haueua  acquiflata 
le  cofé  de"  in  molteguerre  d'Italia,^  difperato  di  poter  refislere  a  quesiti  fatale  té- 
Gothi.che'i  pefla;deliberò  di  abbandonare  il  P^gno, rinunci  andò  ilnome,&  l'autorità 
ncohauedo  B^ale  a¥erdinando,&  battendo  forfè  qualche  fperan^a  che  rimoffo  co  lui 
rato  morir  l'GCn0  s\  fmifurato,& fatto  l\e  ungiouane  difomma  efpettatione,  ilquale 
inaco,  &  ef.  non  haueua  offefo  alcuno,  &  quato  afe  era  in  afìai  gratia  appreffo  a  eia 
^^èh  p°1^  fcuno;allenter ebbe  per auetura  ne  fudditi  ildefiderio  de' Francefi:  ilqual 
toin  tauoia  configlio,fe  forfè  anticipato,barebbe  qualche  frutto, diff  erito  a  tepo,  che 
Smo  ?rfi  ^  cofe  nonf°l°  erano  in  uehemente  mouimento,ma già  cominciate  a  preci 
fpauétò  for  pitare;nonbaflauapiu  a  fermare  tanta  rouina.E*  fama  etiandio  (fé  però 
rldo-i^chè  è  lecito  tali  cofe  no  del  tutto  dijpre^are)cbe*  lo  jpirito  di  Ferdinando  ap  a 
la  tetta  di  qi  pari  tre  uolte  in  diuerfe  notti  a  Iacopo  primo  Cerufico  della  corte  :&  che 
«iliadi  sim!  prima  con  mafuete  par  ole, dipoi  co  molti minacci  gì 'impo fé diceffe  ad \Al- 
macojche  /i  fonfo  infuo  nome,  che  nofperajje  di  poter  refiflere  al  l\e  diFracìa:  perche 
Tabro^iVot  era  defiinato,chela  progenie fua  trauagliata  da  infiniti  cafi,&priuatafi 
to,&con  oc  miniente  di  sì  preclaro  Fggno;fi  eflingucjJe,EJferne  cagione  molte  enormi 
/omfn^cciaf  *<*  ufate  da  loro  :  mafopra  tutte  quella,che  per  le  per fuafioni  fattegli  da 
fe.Diche  fpa  lui,quado  tomaua  da  To%%uolo, nella  Chiefa  di  S.  Lionardo  in  Chiaia  ap 
tonnetti"  Preff°  a  'Hapoli  haueua  comeffa-.nè  hauendo  efprefio  altrimenti  i particola 
&  pìagnédo  ri  ;  {limarono  gli  huomini,  che  ^Al fonfo  l'haueffe  in  quel  luogo  perfuafo  a 
coloro-pol  far  morire  occultamente  molti  Baroni.-iquali  lungo  tepo  erano  flati  incar 
co  appredo  cerati .  Quel  che  diaueflofìa  la  uerìtà;  certo  è,che  jilfonfo  tormentato 

egli  fen'ufci    ,    ,;  7.  .  l       .  1         \     -  \     \  •         7/»^ 

dtuita,haué  dalla  confcientiaproprta,non  trottando, ne  giorno, ne  notte  requie  nell  a- 
dogli  parfo  nimo,et  b  rappr  efentando fedi  nelfonno  l'ombre  di  quei  Signori  mortici  *> 

séprediha-  ,  "? ,.  J      r        /.   P    ..  .   J.  ,        r  *  P        n  *     . 

«er  qiia  te-  popolo  per  pigliare  Jupplicio  di  lui  tumultuofamenteconcitarfi>con\eri- 

fia  innazi  a  to 

gliocchi.Ccfi  fingono  i  Poeti  d*Orefte  agitato  dalle  furie  g  la  morte  della  madre.Ma  doue  qui  l'Auttor  pò 
ne  che  AlFonfo  non  conferi  la  fua  partita  co'l  rìgliuolo;è  contrario  a  quato  dice  il  Giouiodlqual  gli  fa  fare 

•n  ragiouamento  fopra  ciò  inC#«l  N  wwfi  poi  gh  fé  anujuuftì  U  ^e£«o,4««an4o  I'ììUuo  Qio.Péca&o. 


PRIMO.  Jo 


M  etiti  che  haueua  deliberato  baiamente  con  la  «gaia  fi*  matrigna;nè  M 
luta  a'  prmhifuoì  communicarlo,  né  col  fratello,  ne  col  figliuolo,  rè  fo- 
p aliare  pur  due,ò  tre  pomi  foli  perfinire  l'anno  intero  «»^ 
Ivtì  con  quattro  galee  fonili  carichi  di  molte  robbe  pretiofe,  d,mo(ìra* 
%Llpartiretantafpauenta,chepareuafuffegiàcircondatodaFranCe. 

R.&  {citandoti  paurofamente  a  ogniflrep;to,come  temendole gli  /«/ite 
£  conmrac i  cantra  il  Cielc&glì  elementi^  fi  fuggì  a  Mazar,  terra  m 
Sicilia  fiatarli  prima  donata  da  Ferdinando  te  di  Spagna  H ebbe  il^e  di 
Trancia  rJkora  medefima,che  fi  partiua  di  Roma  amfo  della  fua fuga  : 
Uguale  come  fi:  arcuato  a  Velletrì,il  Cardinal  di  Valenza  fuggi  occulta, 
mente  da  lur.dellaqnal  cofa,benche  il  padre  faceffe  grani  querele, off  eroi 
do  d'anatrare  il  £  in  qualunque  modo  uolefie  ;  fi  credette  ff efiato  per 
fuo  comandamento,come  qneilo,che  uoleuafufiefua  f acuita  loJ]eruare,o 
io  le  cornicioni  fatte  con  lui .  Da  Velimi  andò  l  antiguardia  a  Monte  , 
fortino  terra  pofta  nella  campagna  della  chiefa,&  fuddita  a  Iacopo  Con 
ti  Barone  tornano  itquale  condotto  prima  a  gli  flipendu  di  Carlo;s  era  da 
poi,potendo  più  in  lui  l'odia  de  Colonnefi,che  l'bonore  propno,condotto 
con  Mfonfo-ilqual  Cafiello  battuto  dall' artìgiierie,bencbe  fartiffimo  di 
fito  -prefono  i  Fr  ance  fi  in  pochine  bore  ammalando  tutti  quei, che  uè 
ranadentro,eccctto  tre  fuoi  figliuoli,can  alcuni  altri,  che  rifuggiti  nella 
fortexxa,come  inderò  diri^aruifi  l'artiglierie;  s'arrenderono  prigioni.  ,<£,„,« 
^nif dipoi  l'efferato  al  monte  di  S.Giauàni,terra  delMarchefe  di  Vefca  »  *  r».*. 
ra  pofia  in  fu  i  confini  del  tegna,nella  medefi ma  campag ™%£«W™  ^S 
di  Cito,  &  di  munitione  nonera  meno  munita  di  dijenfori, perche  u erano  ^  p=r  ^ 
dentro  trecento  fanti  f or  efiien,&  cinquecento  de  gli  habitaton  difrofiiffì  f  ,o„  dw 
mi  ad  o?ni  pericolo,  in  modo  fìgiudicaua  non  fi  doneffe  efbugnare fé  non  *»«£« 
in  (patio  di  molti  dima  i  Francefi  hauendola  battuta  con  tarligliene  pò  ua„„,  ,igì. 
cbiboreMi  dettano  prefente  il  Re,che  n'era  uenuto  da  Verdi,  con  tanta  "^'«^ 
ferocia,  fa  battagliale  fuperate  tutte  le  difficoltà  l'augnarono  per  far  ug*  „g 
ra  il  dì  medefimo-.douc  per  ti  furore  loro  naturale ,  &  per  indurre  co  que  ?     ,  Jma 
lo  efiempiogli  altri  a  non  ardire  di  refifiere;commiferograndiffima  ucci  a  f^» 
fione:&  dopo  hauerni  ufata  ogn' altra  frecie  di  barbara  ferita;  incrudelì      .       de 
rana  contragli  edifiaj  col  fuoco:  ilqual  modo  di  guerreggiare ,  non  tifato  la  «*    . 
molti  fecoliin  Italia;  empiè  tutto  l  Regno  digrandiffimo  terrore:  perche 
nelle  uittorie,in  qualùque  moda  acquMate,l  ultimo, 4oue falena  procede 
re  la  crudeltà  de1  uincitori,  era  fogliare,  &  poi  liberare  i  faldati  uinti  ; 
faccheggiare  le  terreprefe  per  forza,& fare  prigioni  gli  habitatoraper- 
chepatalfero  le  taglie,perdonando  Jimpre  alla  ulta  degli  buomim.-i  quali 
non  fufiero  flati  ammazzatiteli 'ardore  del  combattere.  Quefiaju quan- 
ta refiflentia ,  &  fatica  bauefje  il  P^  di  Francia  nel  canquijia  dm  i^gno 
sì  nob,le,&sì  magn-ficomclla  difefa  ddqnale  non  fi  dmwflrone  uirtu,  ne 
animose  coufiglio,non  cupidità  dbonore,non  potentìa,nonfede:  perche  ti 


LIBRO 

Duca  di  Calauria,  ilquale  dopo  la  partita,  di  Roma  fi  era  ritirato  in  fu  i 
confini  del  reame,poi  che  richiamato  a  Napoli  per  la  futa  del  fiadre-heb 

a  Ferrando  in  i    r  t         ■    \  •»»'  -'    o  /     »wv.»./i,v 

fu  fah.taco  bc  ajjunto  con  lejolennita,  zma  non  già  con  la  pomparle  con  la  letitia  co  ' 
ftftTftlik  fU€ta  laHtorit^ttil  titol°  K£*le;r accolto  l' efferato, nelquale erano  b  cin  l 
grezza  Jo.  q^rita  [quadre  dicaualli,&fei  mila  fanti  di  gente  eletta,/jr  fotto  Capita 
fe'nIX  «.ir  *?  d*  Pm  8™***  d'Italia; fi  fermò  a  S .Germano  per  prohibire,che  i  nimi- 
r^Th'erVno  ci  no'«  pafi  afferò  più  innanxjyinuitandolo  l'opportunità  del  luo%o,cinto  da 
uSjhSZZ  H  unaPartedl  montagne  alte,&  a ffr  e -.dall' altra  dipaefepdudofo,&pie- 
Giòuio  con  no  d'acque,&  a  fronte  il  fiume  del  Garigliano(diceuanlo  gli  antichi  Uri) 
fto  autwre6  bmcbein  Vid  luog°  nonfigroffo,che  qualche  uolta  non  fi  guadi:  onde  per 
'  la  ttrette%£a  del  pafio,è  detto  merit  amente, San  Germano  effer'una  delle 

ui offerti0  cbiaui  de^e  Porte  dd  ^no  di  'Kapoh-'&  mandò  fìmilmente  gente  in  fui 
aioo.Tuo"  la  montagna  uicina  alla  guardia  delpaflo  die  ancelle  :  ma  già  l'esercito 
miniera™  fuo  incominciato  ad  impaurire  del  nome  folo  de'  Francefi:non  dimoflraua 

<x  foo.cauai  .••  #  •  *  ~  „  *  J     •*»»•» 

ieggieri:ma  Plu  wgore  alcuno ,  e  i  Capitani  parte  penfando  a  faluare  je  mede  fimi  ,& 
&5$£  gU natiProPrtì>come  quegli**  ^ali  della  difefa  del  regno  fi  diffidauano  : 
teria  era  di  Parte  di  fiderò  fi  di  cofenuoue:cominciauano  a  uacillare  non  meno  di  fede, 
fnncueiioCfi  che  dìanimo:  nefifiaua  fen%a  timore, efiedo  il  reame  tutto  in  gradiffima 
legge  ch'era  folleuatione,che  alle  [palle  qualche  pencolofo  dijordine  non  nafeeffe:  però 
D™paTdi  f°?rafatt0  Hconfiglìo  dalla  uiltà,come  e/pugnato  il  Monte  di  San  Giouan 
s.  Germano  ni,intefono  auicinarfi  il  Marefciallo  di  Gies,colquale  erano  trecento  lan- 
Uog'ouìo.  ci*'et  due  milafaMi:fi  e  leuarono  uh  uperof amente  da  S.Germano,&  con  e 
'  tanto  timore,  che  lafciarono  abbandonati  per  il  camino  otto  pe%£Ìdigrof 
«u£iu"n°e  ^  a™glieria>&fi  ridujfono  in  Capuadaqual  città  il  nuouo  ì\e, co  fi  dado  fi 
la  cagione'  nell'amor  de  Capuani  uerfo  la  e  afa  dì  dragona, et  nella  fonema  del/ito» 

re  fl«apree  $*Y  hauer*  a  fronte  il  fiime  rulturno>cke  è  quiui  molto  profondo  :jpera- 
i*  la  città"  tia  difendere:  &  nel  tempo  medefimo  non  diftrahendo  le  juefor%e  in  altri 

^S  lmghi  Untrt  ^P011  > &  Gaeta-  Seguiuano  dietro  a  lui  di  mano  in  ma- 
Colonna,  &  no  i  ¥rancefi:maffarfi,&  di fordinati, facendo  fi  innanzi  più  tofio  a  ufo  di 
Ji^raVe/ifé  camino>che  di  guerra, andando  eia  fc  uno  doue  gli  par  effe  dietro  all'occafio 
nuteàìefpai  ne  dipredareffen^aordine^fen^a  l?andiere,fen^a  comandamento  de  Capi 
£odneef.,lAra  tant  * &  att°ggÌMd°  il  fin  delle  uolte  una  parte  di  loro  ,  la  notte  ne  luo- 
ghi, donde  la  matttina  erano  diloggiati  gli  jlr  agone  fi .  Ma  ne  aCa- 
puafi  dimoflrò  maggiore  uirtà,ò  fortuna:perche,poi  che  Ferdinado  uheb 
d  Di  Federi  be  aU°ggiat0  l* efferato, ilquale  dopo  la  ritirata  da  San  Germano  era  mol 
co  zio  di    to  diminuito  di  numero,  intefo  per  lettere  d  della  Bgina,  ejfere in  l^apoli,  d 

SeTiclo  nata  laPerdlta  d^'Oermano,Jòlleuationetale,chenonuiandadoluififii 
"i°;  iiquaie  feiterebbe  qualche  tumulto: ui  caualcò  con  piccola  compagnia  per  rime- 
?«!!£  dei  diar*  con  /*  tre[^tia[ua  *  quefio  pericolo,hauedo  promejfo  di  ritornare 
tumulto  m  a  Capua  ildìfeguétema  Gianiacopo  da  Triul%i,  alqualecommejfe  la  e» 
NaPolj-  ra  di  quella  Città,haueuagia  occultamete  chiefto  al  Re  di  Francia,un'A 
raldo  per  hauere  [acuita  di  andare  ficuro  a  lui;  ilquale  come  [u  arrina- 

to,il 


b  Di  {corda 
noqfto  Auc 


PRIMO.  J7 

to,  il  Triid-zjo  con  alcuni  genti?  bitumini  Capuani  andò  a  a  Calui,  doue  il  a  Queflacer 
1  dì  mede  fimo  era  entrato  il  1\eynon  oftanteycbe  per  moW  altri  della  terrari  ^^^ 
fbofii  ad  offeruare  la  fede  a  Ferdinando, con  altiere  parole  contradetto  gli  no  arr?c.  al 
fuffe.J.  Caini  fubito  introdotto  innanzi  al  I{e  cofi  armato, coni  era  anda  **£*£>• 
tonarlo  in  nome  de  C  apuani  y&  de  foldathcbe  uededo  mancate  lefor%e  di 
difender  fi  a  Ferdinando,alquale  mentre  ueraftatafperan^a  alcuna  baue 
nano  fer aito  fedelmente ;deliberauano  di  feguitare  la  fortuna  fuayquàdo 
fuffero  accettati  con  bonefie  condttioniyaggiugnendoy  cbe  non  fi  diffidaua 
di  condurre  a  lui  la  per  fona  di  Ferdinando, pur  cbe  uoleffe  riconofcerlo  co 
me  farebbe  conueniente.MlequalicofeilB^rifpofe  con  gratiffimeparoky 
accettando  l'offerte  de  C apumiy&  de  foldati y&  la  uenuta  etiàdio  di  Fer 
dinando.pure  cbe  e'  fapefìe  non  bauere  a  ritenere  parte  alcunaybenche  mi 
nima  del  reame  di  !s[apoli  :  ma  a  riceuere  fiati,  &  bonorati  nel  regno  di 
Francia.  É  dubbio  quel  cbe  induce/le  a  tanta  trafgreffione  Gianiacopo  da 
TriulzhCapitano  ualor  o fo, et  f olito  a  far  profeffione  d'honore:affermaua 
e?li  d'efjere  andato  con  uoluntà  di  Ferdinando  per  tentare  di  comporre  le 
cofefue col^e  di  Franciaidalla  quale freran^a,  effendo  del  tutto  efclufo,  no^Q  ^ 
&  manifejlo  non  fi  potere  più  difendere  con  l'arme  il  regno  di  Napoli;  gli  tore,e  i  gìo 
era  parato  non  folo  lecitola  laudabile  prouedere  in  un  tempo  mede  fimo  5£V^ 
alla  fai  ut  e  de1  Capuani ,  &  de  foldati .  Ha  altrimenti  fent irono  gli  buo-  do  ufme  fe 
mini  communemente  :  perche  fi  credette  hauerlo  moffoil  defiderare  la  daenfJehreiefl[0e; 
vittoria  del  ì\e  di  Francia  ,fper andò  che  occupato  il  regno  duopoli  ha-  di  capou.  a 
Meffe  a  uolgere  l'animo  al  Ducato  di  Milano:  nella  qual  cittayeffendo  egli  ciar  co  F;:_ 
nato  di  nobilifima  famiglia,  né  gli  parendo  bauere  appreffo  a  Lodouico  £.«» 
Sforma  yò  per  il  fattore  immoderato  de  San feuer ini  yo  per  altro  ri/pet-  ferofi(perio 
to,  luoro  pari  alle  uirtày&  meriti  fuoi,  sera  totalmente  alienato  da  lui:  £fc£te 
perla  qual  cagione  molti  haueuano  fojpettato ,  che  prima  m  Romagna  lacitta:&  a 
bauefìe  confortato  Ferdinando  a  procedere  più  cautamente  y  che  forfè  Pf™« 
qualche  uolta  non  configliauano  l'occafioni.  Ma  in  Capuagia  innanzi  al  ci  per  uo!a 
ritorno  del  Trinilo  era  fiato  meffoafacco  da  foldati  l'alloggiamele  i  «ned. *té 
taualli  di  Ferdinando  de  genti  d'arme  cominciate  a  difterder fi  m  uan  luo  ca  ufciflero 
ghi;  &  Virginio,  ei  Conte  di  Tagliano  con  le  compagnie  loro  ritirar  fi  a  g»M 
Jiola,città  pofieduta  dal  Conte  per  donatione  de  gli  dragone/i,  bauendo  UTdwkdo  t 
prima  mandato  a  chiedere  per  fé, &  per  le  genti  faluo condotto  da  Carlo.  £;£a™; 
-  b^itornaua  altermine  promejfoFerdinàdoMuedo  col  dare $eran%a  del  chiamò  gii 
la  difefa  di  Cap  uà, quietati  fecondo  il  tempo  gli  animi  de  napolitani  :nè  -«Jg 
Capendo  quel  che  dopo  la  partita  fua  fufie  accaduto  ;  era  già  memo  a  due  ni«no  mai 
miglia  Juando  intedendofi  il  ritorno  fuoytuttol  popoloyper  non  lo  riceue  c°jrj™|  * 
Te; fi  leuò  in  arme, mandatigli  di  configlio  commune  incontro  alcuni  della  ha«éd«  T.a 
nobiltà  afigmficarglìycbe  no  ueniffe  più  imaiji  perche  la  città  uedendofi  {^™ 
abbadonata  da  Inondato  il  Trinilo  gouernat or  delle  fue genti  al  Re  di  celi. 
tràcia  [acchetato  da  foldati  propri)  l' alloggiammo  fuo  partiti  fi  Virgi 


LIBRO 

niOyc'l Conte  diVhìglìano;difioluto  qua  fi  tutto  leficrcito;  era  fiata  necef 
fitata  per  la  fallite  propria  di  cedere  al  uincìtore.Doade  Ferdinando, poi 
che  infino  con  le  lagrime  bebbe  fatta  inuano  inflantia  d'effere  ammtfio;fe 
ne  ritornò  a  7^apoli,certo  che  tutto1 1  B^cgno  feguiterebbe  l'ejjempio  deca 
puaniidalqualemoffa  la  città  d!  jluerfa,pofla  tra  Capua,<&l<[a.poli:man 
a  An*is>-  dò  fubito  Ambajciatori  a  dar  fi  a  Carlo:*  trattando  queflo  medefimo 
Stai  manìe  £**  rnamf 'flamente  napolitani  ,  deliberato  l'infelice  F^e  di  non  repu- 
ta (oiieaaii  gnar e  all'impeto  tanto  repentino  della  fortuna ,  conmeati  in  fulla  pia^* 
uouualio°rì  ^  ^  ^afl^  nuotto  ,  babitatione  Ideale  molti  gentil  h  uomini ,  &  popola* 
ceuere  il  Re  ri  uso  con  loro  queste  parole, 

co  i^irerd-'  Io  P°fi°  chiamare  in  teslimonio  Dio,e  tutti  quegli  huomin'ha*  quali  fo 
toj  on  i'egli  no  flati  noti  per  lo  paffato  i  concetti  mie'hcbe  io  maiper  cagione  alcuna  ta 
go^iro  ai  t°  defiderai  diperuenire  alla  Corona  guanto  per  dimofirare  a  tutto' l  Ma 
uia;menò  le  dogli  acerbi  gouerni  delpadre,&  dell' anolo  mio  efìermi  fommamente  di 
coronata,*  fpiaciuti,&  per  riguadagnare  con  le  buone  opere  quelf  amore,delquale  ef 
entrò  nella  fi  per  le  loro  acerbità  fi  erano  priuati.non  ha  permetto  l'infelicità  della 

h'.occn.GioJ    r  a         /•  n       '  a     r  /  w  i 

uio.  caja  nojtra  che  io  pojla  ricorre  quello  frutto ,  molto  più  bonorato ,  che 

Vefsere  I\e  :  perche  il  regnare  depende  ffefflo  dallaFortuna  :  ma  l'efiere 
-  fie»  che  fi  proponga  per  unico  fine  la  falute,  &  la  felicità  de  popoli  fuoi 
clcpende  folamente  da  fé  medefimoy&  dalla  propria  uirtà.Sono  le  co  fé  no 
ftre  ridotte  in  angum\fvmo  luogo ,  &  potremo  più  prefto  lamentarci  noi 
d' bavere  perduto  il  idearne  per  la  infedeltà ,  &  poco  ualore  de'  Capita* 
tih&  efferati  ncfìri,cbe  non  potranno  gloriar  fi  i  nimici  di  bauerlo  acqui* 
flato  per  propria  uirtù:&  nondimeno  non  faremmo  priui  del  tutto  difpc 
ran%a,fe  ancora  qualche  poco  di  tempo  ci  fofieneffimo:  perche  &  da'  I{e 
di  Spagna,&  da  tutti  i  Trincipi  d'Italia  fi  prepara  potete  foccorfo,effen 
dofi  apertigli  occhi  di  coloro,  i  quali  non  baueuano  prima  cofiderato  l'in 
cendioyilquale  abbrucia  il  noslro  Bearne ,  douere  (fé  non  ui  proueggono) 
aggiugner  e  finalmente  a  gli  flati  loro:& almeno  a  me  nonmacherebbe  l'a 
mimo  di  terminare  infieme  il  B£gno,&la  uita  con  quella  gloria,  che  fi  con 
uìene  a  un  ]\egiouane,&  difeefo  per  sì  lunga  fuc  ceffone  di  tati  B^,&  all'* 
efpcditione,cbe  infino  ad  bora  hauete  tutti  hauuta  di  me  :  mafclieqnefle 
cofe  no  fi  poffono  tentare  fen%a  mettere  la  patria  commune  in gramfflmi 
pericoli  ;Jono  più  toflo  di  cedere  alla  Fortuna  deliberato 3&  di  tenere  oc* 
eulta  la  mia  uirtà,che  per  sforarmi  di  non  perdere  il  mio  l\egno;ej]er  ca 
gione  di  effetti  contrari^  a  quel  fine,per  lo  quale  io  baueua  defiderato  d'ef 
fere  Bg:  Con  figlio, et  conforto  uoi,cbemandiate a  prendere  accordo  colBg 
di  Francia:&  perche  poffiate  farlo  fen%a  macula  deli'honor  uoflro;u'af 
foluo  liberamente  dell  'bomaggio,& dal  giuramento, che  pochi  dì  fono  mi 
facefle,  &  ui  ricordo,  che  con  l'ubbidienza  c^  conia  prontezza  del  rice* 
uerlo;ui  sforate  di  mitigare  la  fuperbia  naturale  de1  Francefile  i  coflu 
mi  barbari  ui  far  ano  uenire  in  odio  l'imperio  loro>&  defiderarc  il  ritorno 

mio: 


PRIMO.  58 

mio-Jofarò  in  luogo  da  potere  aiutare  la  uofìra  uolunt appronto  ad  cfror  *™c*x}®'* 
refempre  la  propria  uita  per  uoi  ad  ogni  pericolo  ma  fé  l'imperio  loro  ui  foco  delie 
riufcirà  benigno ;da  me  non  riceuerd  giamai  quefta  città,nè  queflo  Bearne  fa^i^ì 
v.r  auaglio  alcuno  :  co foler  anno  fi  per  il  uofiro  bene  le  mi  ferie  mie, &  molto  il  Re  foiv* 
ùu  mi  cofoleràyfe  io  fapròyche  in  uoi  reflì  qualche  memoriale  io  ne  fri  tìoeaai°fao 
nogcnito  l{egio,  ne  l\e  non  ingiuriai  mai  per  fona  alcuna:  che  in  me  non  fi  r'torno  da 
iide  mai  fegno  alcuno  d'auarltia ,fegno  alcuno  di  crudeltà;  che  a  me  non  nò  meué"  f^ 
mno  nociuto  i  miei  peccati;ma  quegli  de'  padri  miei:  ch'io  fon  deliberato  S1'  i'Owtii 
//'  no  cjfcr  mai  cagione, che  b  per  coferuare  il  ì\egno,ò  per  ricuperarlo  hab  Re  ai^opo 
Via  a  partire  alcuno  di  queflo  reame:  che  più  mi  dijpiace  il  perdere  la  fa-  lo>&  a'  no- 
:ultà  dimedarei  falli  del  padre,&dell'ouolo,cbe'l  perdere  l'autorità,&  queAg.  aut- 
'0  flato  reale:  becbe  e fide  fogliato  della  patria,&  del^egno  mio  mi  ri-  ™P cò  t3t! 
lut ero  no  al  tutto  inf elicere  in  noi  reflerà  memoria  diquefle  cofe,&  una  introdotta? 
?erma  credenza,  ch'io  farei  flato  Rg  più  pre[ìofimile ad  Mfonfo  uecchio  f^lì  Bc^?. 
nio  proauoyche  a  Ferdinando,^  a  queflo  ultimo  jìlfonfo*  Re  Femd<> 

"Hon  potette  effere,che  quefle  parole  nonfufjero  udite  co  molta  compaff™^*01 
ìone'.anxi  certo  è,  che  a  molti  commo fi  ono  le  lagrimema  era  tanto  odio  }oo.cauaiii 

0  in  tutto  il  popolo, &quafi  in  tutta  la  nobiltà  il  nome  de'  due  ultimi  %;  &nonfifom. 
anto  il  defiderlo  de'  Francefi,  che  per  queflo  non  fi  fermò  in  parte  alcuna  merfe ,  ma 

*  /  tumulto;ma  fubito,che  effofu  ritirato  nel  camello;  a  il  popolo  eominciò  inaiti 

1  faccheggiare  le  Halle  fue,che  erano  in  fulla  pianga  :  la  quale  indegnità  ch'erano  m 
wn  potendo  egli  fopportare;accompagnato  da  pochi;corfe  fuori  con  gene  ^°^t'rano 
'-ofità  grande  a  prohibirlo ,  &  potette  tanto  nella  Città, già  ribellata ,  la  accetto  feri 
Uaeflà  del  nome  reale,  che  ciaf cuno  fermato  l 'impeto  fi  dì feoftò  dalle  flal  "«haSdoa 
ie:ma  ritornato  nel  Cafl elio ,&  facendo  abbruciare,^  fommergere  le  na-  Re  ricama» 
ui,lequali  erano  nel  porto,poi  che  altrimenti  non  poteua  priuarne  i  nimi-  ca^aafi  di' 

.  ci;  incominciò  per  qualchefegno  a  fiorettar  e, eh  e  b  ì  fanti  Tedefchi,che  in  caPoua,nei 
numero  cinquecento  fiati  alla  guardia  del  e aflello,penf afferò  di  farlo  pri  giurare?* 
gione  :  però  confubito  configlio  donò  loro  le  robbe,che  in  quello  fi  confer-  loro  ■  guar 
uauano  lequalimetre  che  attendendo  a  diuidere,egli,hauedo  prima  libera  fònfò  Daua 
ti  di  carcere,  eccetto  il  Vrincipe  di  Beffano,  &  il  Conte  di  Topoli,  tutti  i ìo.- Il  Corio 
baroni  auanzati  alla  crudeltà  del  padre, et  dell '  auolo;ufcito  delcaflello  p  fa"' ameni 
la  porta  del  foccorfo;montòinfulle  galee  fiottili, che  l'ajpettauano  nel  por  d.uei  ^aftel 
to,&  co  lui  Don  Federigo, &  la  Bgina  uecchiay  moglie  già  dell' auolo,  con  p^fidio"0 
Ciouana  fua  figliuola:&  jeguitato  da  pochi de' 'fuoi nauigò  all'I fola  élfc  &*clìi*- 
chia,detta  dagli  antichi Enaria,uicina  a  Napoli  a  treta  miglia,replican  liocorni1  fi 
do  jpejfo  co  alte  uoci,  mentre  che  haueua  innati  a  gli  occhi  il  progetto  di  les§e.  nel 
l^apoli,  il  uerfetto  del  Salmo  del  Vrofeta,che  cottene  efiere  uane  le  uigi-  cjuaie  fciiw 
He  di  color  o,che  cuflodifeono  la  città,laquale  da  Dio  no  ècufloditama  no  ^'^Hòatto 
feglirapprefentando horamai altro,  chedifficultà;hebbeafare in Ifchia  catatonia 
ejperie^a  della  fua  uirtu,e  della  ingratitudine, et  infedeltà,chefìfcuopre  5°^/^ 
cotra  coloro^  quali fono  fcojfi  dallafortuna^cbe  non  uolendg  il  e  cafleL  addogo8  i° 

lano,  Caft€lla°9» 


•  «rrailCo  LIBRO 

no  stendo  ^am  ^a  r<*cca  rìceuerlo  fe  non  con  un  compagno  folo;egli  come  fu  den* 
il  Cvi re  dl  tro  fe &*&****  a^°fi°  con  tanto  impeto,che  con  laferocia,&  con  la  memo 
«  ìTnuitioì  Yia  dell'autorità  regia  Jpauentò  in  modo  gli  altri,  che  in  poteftdfua  riduf 
Ma  1  Argen  fe  Jubito  il  caflellano,&  la  rocca.  Ter  la  partita  di  Ferdinando  da  Napo 

tone    fcnt-    ,.     .    r  •  r  rrr*  n     / 

cor  Fracefe,  "  ciajcuno  ceaeua  per  tutto, come  a  uno  impetuo(ij]imo  torr  ente, alla  fa- 
j'accordano  ma  ^a  ^  uincitori,&  con  tanta  uiltà,che  dugento  caualli  della  compa 
con  qfto  auc  gnia  di  Ligni  andati  a  Nola,doue  con  quattrocento  huomini  d'arme  fi  era 
noechedÌfu  mYl^ottl^  fìrginio,&  il  Conte  diTitigliano:gli  fecero  fen<$a  oflacolo  al  a 
fatto  torto  cuno  prigioni :perche  effi  parte  confidando/i  nel  faluo condotto,  ilquale  ha 
Bwon/  .dDi  ueuano  aui!°  da  *  fuoi  ejfereftato  conceduto  dal  I{e,parte  menati  dal  me- 
fotto  a  50.  defimo  terrore,dalquale  erano  menati  tutti  gli  altri;  fen%a  contrafiosar 
tofllccòtl  rendero'"10  •'  onde  furono  condotti  prigioni  alla  rocca  di  Mondr  agone ,  & 
le  ragion  lo  meffe  in  preda  tutte  le  genti  loro.Haueuano  in  quefio  me%o  trouato  Car- 
luierfari?  l  ^° in  ^uerfa  gli  Jlmba filatori  K[apolitani  mandati  a  dargli  quella  cit- 
tà: a'  quali  hauendo  conceduto  confomma  liberalità  molti  priuilegij,  & 
Seccar!  efentìoni:  *>  entrò  U  dìfeguente,chefu  il  uigefimo  primo  diFebraio  in  Na  b 
io  aji.diFe  poli,riceuuto  con  tanto  applaufo,&  allegrerà  d'ogn'uno,che  uanamen- 
^Tvefcol  te  fi  tenterebbe  d'efirimer  lo, concorrendo  con  efaltatione  incredibile, ogni 
no  di  Nebio  feffb,ogni  et  agogni  condìtione,ogni  qualità,  ogni  fatt ione  d'huomini*  come 
di  Marzo2:  e  ìefuffcftato  padre,&  primo  fondatore  di  quella  città:  né  meno  de  gli  al* 
il  cono  ag  tri, quegli, eh  e  ò  ejfi,ò  i  maggiori  loro  erano  flati  efaltati,  ò  beneficati  dal- 
eHb§entro  a  ^a  cafa  d^Y&gona:con  la  quale  celebrità  andato  a  uifitare  la  chiefa  mag 
cauaiio  Co.  giore;fu  dipoi(perche  Caftel  nuouo  fi  teneua  per  1  nimici)condotto  ad  al- 
fa a  con  gU  loggidfe  in  caflel  Capuano,già  habitat  ione  antica  de'  I{e  ¥rancefi,hauen- 
fproni  di  le  do  con  marauigliofo  corfo  di  inaudita  felicità,  fopra  l'eff empio  ancora  di 
lene  è  u^ro,'  ^u^°  Cefare,prima  uinto,che  ueduto,&  con  tanta  facilità,che  ey  nonfuf- 
cheparédo-  fe  neceffario  in  quefla  ejpeditione  ne  piegare  mai  un  padiglione,nè  rompe- 
dico?*  frat"  re  mai  pure  una  lancia, &f ufi  ero  tanto  juperflue  molte  delle  fue  prouifìo 
ciibiuice  al  ni,che  l 'armata  maritima  preparata  con  grauiffim a fi >t fa, co ^qu 'a fiat a  dal- 
la uiolentia  del  mare,&  traportata  e  nell'I  fola  di  Cor  fica  tardò  tanto  ad  e 
e  dì  qui  uè  accofiarfi  a  liti  del  reame,che  prima  il  Bg  era  già  entrato  in  Islapoli.Coft 
ficoha°aPor  fer  te  difeordie  domefiiche,per  lequaliera  abbagliata  la  fapientia  tanto 
th ertole;  i  fumo  fa  de'  noffriTrincipi:fi alienò  confommo  uituperio,& derifione del 

Signoncoti    1  ■>■■  ,.  ,»  trr  •      1       .  ■  - ■  .    .      ,. 

la  maggior  *#  militi alt ali 'ana,&  con  grandi  fimo  pericolo,^  ignominia  di  t  ut  ti,una 
parte  pfoi  predai -a,&  potente  parte  d'Italia  dall'Imperio  de  gli  Italiani, all' Impe- 
ra fopra,  a  r*o  di  gente  Oltramontana:pcrche  Ferdinàdo  uecchio,fe  bene  nato  in  Ijpa 
piedi  uéne.  gna,nodimeno  perche  infino  dalla  prima  viouentù  eraflato,òRe,òfi°liuo 

ro  a  Roma  /      1  „  .   r  :  ,.       r  «f  ,  ,       2:   ..    ► 

a  trouarcar  lo  ai  He  contmuemente  in  Italia ,  &  perche  non  haueua  altro  "Principato 
lo.  Giouio.  in  aitra  prouincia,&  i  figliuoli, e  i  nipoti  tutti  nati,fir  nutriti  a  Isjapoli; 
erano  meritamente  riputati  Italiani. 


DEL 


DELL'HI  STORI  A 

DI  M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

GENTIL'HMIMO     FIORENTINO, 


LIBRO     SECONDO. 


Trattasi  in  quefto  Secondo  Libro  la  manifeftafoileuation,che  fanno  i  Pila- 
ni  conti  a  ì  Fiorentini  :  i  quali  attendono  alla  guerra  contra  ei'si ,  &  a  riformar 
laior  propria  Città  a' conforti  del  Sauonaiola.  La  lega  contra  i  Franccfi  del  Pa- 
pa  de'Yininani;&  d'altri  Principi  :  il  ritorno  dei  Re  Carlo  uerfo  Francia  :  il  fatto 
d'arme  del  Taro:  iiracquifto  di  Napoli  per  gli  Aragonesi  ;  l'attedio  di  Nouara  da' 
Collegati  :  la  pace  fra'l  Re  Carlo, &Io  Sforza  :  la  tornata  d'elfo  Re  in  Francia  i  & 
la  contagio:!  del  Mal  Francefe,  che  fi  feoperfein  Italia. 

-~-  -  -  -  - -■-     ■  ■  ,  i  r     ,,  . 

Entre  che  quefte  cofe  ji  face nano  in  I\oma ,  &  nel  Bearne 
ls(apolitano;crefceuano  in  altra  parte  d'Italia  le  faville 
d'un  piccolo  fuoco,deftÌnato  a  partorire  alla  fine  gradif  * 
fimo  incendio, in  danno  di  molti:  ma  principalmente  co- 
tra  a  colui,cbe  per  troppa  cupidità  di  dominar  e, l'hauef-  acioè  cétra 
fé  fu [ci tato  ,&  nutrito '.perche  ancora  che  il  Re  di  Fran  Lo4*l?*?£tf 

-    t-  i  r    .      ?    -m-r    ■    r  in  -      za,  che  1  ha 

eia  Jtj ape  convenuto  in riren%e ,  che  tenendo  lui  Vija  injino  ali  acquijto  ueua  falci- 
di lslapoli,la  giurifditione,&  l'entrate  appartenefìero  a'  Fiorentini:non-  tato* 
dimeno  par  tendo  fi  da  ¥iren^e,non  haueua  lafciato  prouifioue,  ò  pofìo  or- 
dine alcuno  per  l  ofier  vanita  di  talepromefia:in  modo  che  i  Tifani,a'qua 
li  inclinava  ilfauore  del  Commeffario  ,  &  de'foldati  lafciati  dall\e  alla 
guardia  di  quella  città: deliberati  di  no  ritornare  più  fotto  il  domìnio  Fio 
ventino:  haueuano  cacciati  b  gli  ufficìali>&  tutti  i  Fiorentini  che  werano  bQuein.che 
rimafti:alcuni  rìhaueuano  ine  are  erati, et  occupate  le  robe,&  tutti  ì  beni  dl  iopra  ?„ 

_  i  ,  carte.  50.  hi 

loro,&  confermato  totalmente  con  le  dimoftrationi,&  co  l'opere  la  rebel  detto  ,  che 
lione:nellaquale  per  potere  per  fé  aerare, no  folo  mandarono  ambaf  datori  JJH£* chiare 
al]{e;dapoi  che  fu  partito  da  Fire^e,  che  difendefiero  la  caufa  loro,madi  ftaffero  i  Pi 
fpoHiafare  ogni  opera  per  ottenere  aiuto  da  ciafeunome  madarono  incon  Gio^aiVn 
unente, eh  e  furono  ribellatila  Siena,&  a  Lue  e  ade  quali  città,  effendo  ni-  dei  li. i. ieri 
miciffime  al  nome  Fiorentino:no  potendo  co  animi  più  allegrila  Vifana  ri l 
bellione  battere  udita:et  perciò  infieritegli  proueddono  di  qualche  quatità 
di  danari:&*  i  Sane  fi  uì  mandarono  fubito  alcuni  e aualli. Tentarono  mede 
fimamete  i  V:fini,mandati  Oratori  a  V 'inetta ,1' 'animo  di  quel  Senato:  dal 
<\uale,bmche  ricevuti  benignamente  :no  riportarono  fperaza  alcuna.  Ma 
il  principale  fondamento  faceuano  nel  Duca  di  Milano  ,perche  non  dubita 
uano,  che  sì  come  era  flato  autore  della  loro  ribellione  ;  farebbe  dijpofto  a 
matenerglr.ilqualcjjenche  a  Fior  etini  dimoftrajfe  altriment'hattefe  info 

gretti 


rio. 


r/i   bxu 

greto  a  mettere  loro  animo  con  molti  conforti,  &  cfferte,&  per  fra fc  oc- 
cultamente a'  Genouefiyche  prouede fiero  iTifiani  d'arme, et  di  munitioni^ 
CJr  che  manda/fero  un  Comejfario  in  Tifa,  &  trecento  fanti:  iquali  per  la 
inimuitia grande, che  haueuano  co  F lorentmi,nata  daldiftiacere->chc beh 
a  compera  bono  dell'acquifio  di  Tifa-,  &  quando  poi  a  comperarono  a  tempo  di  Toma 
centri  da  fi  Fregofi  loro  Doge  il  porto  di  Liuornojlquale  efiìpofiedettano;et.  accre 
Thomafo  jciuta  ultimamente, quando  i  fiorentini  tolfero  loro  Tietrafianta,&  Sere 
geìuGeno  \ana,  non  folo  furono  pronti  a  quelle  cofe  ,ma  haueuano  già  occupato  la 
uà  Livorno  maggior  parte  delle  terre,lequali  i  fiorentini  nella  LuigìanapoJJldeuano: 
lo,  l'inni  &  già  fatto  pretcfto  d'una  lettera  B^egia  ottenuta  per  la  reflitutione  di  cer 
1418.  per  ti  ym  conficcati  ;  nelle  cofe  di  Tietrafanta  sintrometteuano  :  dellequali 
Suocero-  attieni  querelando/i  i  Fiorentini  a  Milano,  il  Duca  rifonde  uà  non  efieri 
uandofi  Gè  m  jua  poteRà  fecondo  e  capitoli,che  hauea  co'  Geno  ut  fi, di  prohibirle:  & 
iuta  dairar  $for%andofi  di  fiatisfiare  loro  con  le  parole ,  &  dando  uarie  fteran^e  ;  non 
"o  diaria  "  C€IFaua  d'operare  co  fatti  tutto  l  contrario, come  quello ,  chejperaua  non 
Vifcoflti  fi  ricuperando  Tifa  per  i  Fiorentini,  hauere  facilmente  a  ridurla  fiotto  il 
Un"  vefe1  fm  dominio  :il  che  per  la  qualità  della  Città,&  per  l'opportunità  delfino» 
di  Nebio  ne  ardenti  [[imamente  defideraua:  cupidità  non  nuoua  in  liti,  ma  cominciata 
S^Genoui  •  lììfmo  quando  b  cacciato  da  Milano ,  poco  dopo  la  morte  di  Galeazzo  fiuo  \ 
doue  è  ferie  fratello,perfojpetto,che  hebbe  di  lui  Madona  Bona  madre ,  e*r  nutrice  del 
spccorfo  ll  piccolo  Ditca,ui  flette cofinato molti mefi.Stimolaualo  oltra  queflo  la  me 
dato  dà'Ge-  moria,che  Tifa  innari  uenifife  in  poteflà  de'Fiorentinijera  fiata  dominata 
finir**  *  da  Giouan  Galeazzo  rifiorite  primo  Duca  di  Milano:  pertiche  &ftima- 
ua  e  fi  er gli  glorio  fio  ricuperare  quel  che  era  fiato  poffeduto  dafiuoi  mag- 
Wnnohi  77  £Ì°ri  >  &glipareua  poter ui pretendere  colore  di  ragione ,  comefie  a  Gio. 
corio.        Galeazzo  non  fiufie fiato  lecito  laficiare  e  per  teflamento  in  pregiudicio  de9  < 

„  Duchi  di  Milano  fuoi  fucceffori, a  Gabrielmaria  fuo  figliuolo  naturalcVi 
ré  1 397.  &  fa  acquifiata  da  fé, ma  con  le  pecunie,  &  con  le[or%e  del  Ducato  di  Mila- 
corrobora-  no:ne  contenti  i  Ti '/ ani  d'hanere  leuata  la  città  dalla  ubbidienza  de'  Fio- 

to    1  anno  .    .  J  .  .  1      ,-,      j  ,- 

*4oi.corio  rentini,attendeuano  a  occupare  le  terre  del  contado  di  Vija;lequalt  qua- 
■ciu  4-par.  fi  tutte  feguitando,come  qua  fi  fempr  e  fiatino  i  cont  adi  J  autorità  della  cit 
tàiriceuerono  ne'  primi  dì  della  ribellione  i  loro  Comej]arij,non  fi  oppone 
do  da  principio  i  Fiorentini  occupati  infimo  non  compofiero  col  F{e,  in  pen- 
fieri  piugraui,&  affettando  dopo  la  partita  fiua  di  Firen%e,cheegli  obli" 
gato  con  sì  publico,  &  falène  giuramento  ui  prouedcfk:ma  poi  che  da  lui 
fi  differiua  il  rimedio ,  mandatoui gente  ;  ricuperarono  parte  perfor^a, 
parte  per  accordo  tutto  quello,  che  era  fiato  occupato,  eccetto  Caficina, 
Buti,&  Vicopifano;nellequali  terre  i  Tijanh  non  efìcndo  potenti  a  refifte 
re  per  tutto ^haueuano  rijìrette  lefor^e  loro;nè  a  Carlo  in  (egreto  era  mo 
leflo  il  procedere  de'  Tifiani,la  caufia  de'  quali  haucua  fautori  feopertame 
te  molti  de  fiuoi, indotti  alcuni  da  pietà,  per  limprcffwne  già  fatta  in  quel 
la  corte3che  efiujfero  siati  dominati  acerbamente ',altri  per  opporft  al  Car 

dmal$ 


9 


SECONDO.  40 

dìnaledi  fan  Malo  :  ìlqnalefi  dimoflraua  fauorcuole  a' Fiorentini  y^-  fo- 
pra  tutti  il  Siniscalco  di  Belcari,corrotto  con  danari  daVifani;ma  molto 
piu:percbe  mal  contento  dell' effer fi  augmentata  troppo  lagrande%ga  del 
Cardinaleicominciaua  fecondo  le  uariationi  delle  corti,  a  ejjere  difcordan 
te  da  lui  per  la  mede/ima  xmbition:,per  laqualey  per  baiare  compagnia  a 
sbattere  gli  altriyl'  baueua  prima  fowentato:&  queflinon  battendo  ricet- 
to a  quello,che  conueniffe  all'honorCy&  alla  fede  di  tanto  B^e:  dimoflraua- 
no  effer  li  pia  utile  tenere  i  Fiorentini  in  quefla  ncce(fitày&  conferuare  Vi 
fa  in  quello  (lato, almeno  infino  a  tanto,  che  baueffe  acquiflato  il  B^egno  di 
rNapoìi;le  per fuafioni  de'  quali  preualendo  appreffo  a  iuiy&  però  sformar* 
do  fi  di  nutrire  l'ima  parte  y&  l'altra  con  [peran^e  uarienntroduffe  men- 
tre era  incornagli  jlmbaf datori  de'  Fiorentini  a  udire  in  prefentia  fua 
le  querele,  cheglifaceuano  i  Vi(ani;per  i  quali  parlò  Burgnndio  Lolo  cit- 
tadino di  Tifa ,  auocato  concifloriale  nella  corte  di  I{oma  ,  lamentando  fi  a  Se  è  lKr* 
acerbijfimamete  i  Vifani  effere  flati  tenuti  2  ottantaotto  anni  in  sì  iniqua  uTono  'c* 
&  atroce fer tutu: cbe  quella  città,laquale  baueua  già  con  molte  nobilifji-  j°  Cc/uu>  ** 
me  uiuorie dtflefo  l' Imperio  fuo  infimo  nelle  parti  dell'Orientey&  laqua-  poft^Ker 
le  era  fiata  delle  più  potenti,*?  più  glorio  fé  citta  di  tutta  Italiaigiafufie  ^bhon>  « 
per  la  crudeltà,  &  auaritia  de'  Fiorentini  condotta  all'ultima  defolatio-  &  non. 
ne,e fiere  Tifa  quafi  uota  d'babitatoriypercbe  la  maggior  parte  de'  cittadi  *  fiue>fto 
ni,non  potendo  tollerare  sì  afpro  giogo,  Ihaueua  (fontane  amente  abban-  ^aoTs 
donataci  con  figlio  de1  quali  efiere  flato  prudentijJìmo,hauere  dimostrato  BUCO  a  ™* 
le  mi  ferie  di  color  Oyi  quali  ubaneua  ritenuti  l  amor  e  della  patriay  perche  tra0r  che^r 
per  l'acerbe  efattioni  del  publico,&  per  le  rapine  infoienti  de'  priuati  Fio  citar  ^  cuC 
rentmiyerano  rimaftt  fpogliati  di  quaji  tutte  le  full  atte  me  hauer  e  più  mo  amento  ef. 
do  alcuno  difoflentarfiwercbe  con  inaudita  impietà,  &  innuflitiafipro-  p^neual>°- 
kibiua  loro  tifare  mercantte,  1  esercitare  arti  di  alcuna  forte ,  eccetto  le  ro ,  o  faifo 
mecaniche:e  non  effere  ameffì  a  qualità  alcuna  d'ufficijyò  d'amminiftratio-  che  diceff** 
tione  del  dominio  Fiorentino  etiandio  di  quelle,  lequali  alle  perfine  (Ir  a- 
niere  fi  concedeuano  :gia  incrudelir  fi  da'  Fiorentini  contra  la  fallite,  & 
alle  uiteloroyhauendo  perfpegnere  in  tutto  le  relìquie  de'  Tifani,fatto  in 
termettere  la  cura  di  mantenere  gli  argini,e  ifoffì  del  cotado  di  Tifa,con- 
feruata  fempre  da' Ti (ani  antichi,  con  efattijfima  diligenzajpercbe  altri- 
menti era  imponìbile ,cbe  per  la  baffe^a  del  paefe  offcfo  immoderatamen 
te  dall'acque;  ognanno  non  f afferò  fot  top  ofli  agrauiffìme  infermità  :  per 
quefle  cagioni  cadere  per  tutto  in  tetra  le  cbie(e,e  i  palagi, &  tanti  nobi- 
li edificijpublichi,&  priuati,edificati  con  magnificentia,&  beitela  ine* 
{limabile  da'  maggiori  loromon  efiere  iter  gogna  alle  città  preclare,  fé  do- 
fo  ilcorfo  di  molti  fecoli  cade  nano  finalmente  in  feruìtit:perche  era  fata- 
le ,  cbe  tutte  le  co  fé  del  mondo  fu  (fero  (otto  pofle  alla  corruzione  :  ma  la 
memoria  della  nobiltà^  della  grandezza  loro, don  ere  più  preflo  genera 
fi 'nella  mete  de'uincitori  compaffione,cbe  accrefeen r  acerbità, &  afpre^ 


a  ef 

anni 
ma 

luo 

auteo- 
è  ce- 


LIBRO 

Za,maffimamente>che  ciafcuno  hauena  a  e  or,  fi  d  erare, poter  e, criT,}  douerc 
a  qualche  tempo  accadere  a  fé, quel  meda  fimo  fineyche  è  deìiinato,ch*ai> 
caggia  a  tutte  le  città,&a  tutti  gì' Imperi];  non  reftare  a  Tijani  più  coft 
ale  una  ydo  ite  potejfe  difiederjì  pili  l3impietà,&  appetito  infatiabile  de  \rio 
rentini,  &  ejjere  imponibile  apportare  pili  tante  mi  ferie*  &  perciò  hauer 
tutti  unitamente  determinato  d'abbandonare  prima  la  patri  a  gabbando 
nare  prima  la  ulta ,  che  ritornare  [otto  sì  iniquo  y  fiotto  sì  impio  dominio: 
pregare  il  E^e  con  le  lagrime, lequali  egli  s'imaginajfe  ejjere  lagrime  abbon 
dantifjlme  di  tutto  il  popolo  Tifano  ,  protrato  mi  fer  abilmente  innanzi  d 
fuoipìediychefi  ricordajfe  con  quanta  pietà,&  giuSlitia  haueffe  resìituita 
a!  Tifani  la  libertà)  ufurpata  loro  ingiusliffim amente:  che  come  coftante, 
&  magnanimo  Trincrpe,  conferitale  il  beneficio  fatto  loro  ^eleggendo  piti 
toHo  Sbattere  il  nome  di  padre,&  di  liberatore  di  quella  citta,che  rimet 
a  il  cono  tendogli  in  tanto  pejliferafieruitù  :  diuentare  minijìro  della  rapacità  ,  & 
dice  140  5.   folla  crudeltà  de  Fiorentini .  ^Allequali  accufatiom  non  con  minore  ite- 
li quarta    hementia  rijpofe  Yrancefco  Soderini  Vefcouo  di  Volterra  ,  ilqualefu  poi 
pare- ,  che  i  cardìnale,uno  de  oli  Oratori  de  Fiorentini, dimoslràdo  il  titolo  della  pia 

Fiorentini  >  »•         o-  n/r>  ■    r  >/>  •// 

ipekro  tan-  l\ppublica  ejjere giujiifJimo;perche  haueuano  injrno  ned  anno  a  mule  quat 
ra^Pn^dd  trecento  quattro  comperato  Tifa  da  Gabrielmaria  Vifcoate  legittimo  fi- 
ia  quai  furo  gnore:  dalquale  no  prima  Tiati  mejji  in  pojfejJìoneyi  Tifoni  haiternegli  uio 
dJuWofa^  lenemente  fogliati: &  però  ejjere  slato  necefìario  cercare  di  ricuperar- 
ti la  compe  la  con  lunga  guerra  :  delinquale  non  era  flato  meno  felice  il  fineychefufie 
bn  pubifc]1  ftatagiujìa  la  cagionerò  meno  glorio  fa  la  pietà  de"  Fiorentini,  che  la  lut- 
ti?, don.an.  toria:cociofia  che  hauendo  hauuta  occajìone  di  lajc;are morire perfefief- 
^"ìia^au  fi  i  Vifani  confumati  dalla  fiamt;hauejì  ero  per  rendere  loro  gli  fioriti  ri- 
ra.via  negli  dotti  all'ultime  efiremitàinell 'entrare  con  i'efercito  in  TiJà;condotto  feco 
Gelicua  l  maggiore  quantità  di  uettouaglie3che  d'arme:  non  hauere  in  tempo  alai* 
krictì  dai  no  la  città  dì  Tifa  ottenuto  grandeTga  in  terra  ferma-,  an%inon  hauendo 
vércouoTi  W*h  non  ch'altro  potato  dominare  Lucca  città  tanto  uicina  :  effere  fiata 
N«bio  è      femprc  rinchiufa  in  anpuftiffìmo  tcnitorio,&  la  potentia  marittima  effe- 

lenito  l\m  •*      II         ,  J  1  ■  •    n       •     >•    •     j    ~  •  •  /*„  /^«^. 

no  140  r.  rejiata  'arene  :  perche  per  gii: jto  gin  ditto  di  Dio  concitato  per  molte  loro 
.  iniqnitài&  federate  operationi,&  per  le  lunghe  discordie  ciudi,  &  nimi 
iìcn^ffent  cltie  tra  l°ro  medefimi;era  molfayini  prima, chef  uff  e  uenduta  a  Fiorenti 
ta  da  u.o.  ni,caduta  d'ogni  grandezza, &  di  ric!oc^et&  ci' habitat  ori, et  diiientata 
SJJo  ne?*ii!  •£**#$  debole, che  e1  fife  r  m j cito  a  hSer Iacopo  doppiano  notaio  ignobile 
ii.deii»hift.  del  contado  di  Tijà,dijarfene  Sign°re:&:  dopo  hauerla  dominata  più  an- 
dli  còde,  ni  lafciarla  ber -editarla  a'  figlinotene  importare  il  dominio  di  Tifa  a'Fio 
nella  parte  rentini ,  Ce  non  per  l'opportunità  deijito  ,  &  per  la  commoditàdel  mare: 
di  Milano  ;  perche  l  entrate  lequan  [e  ne  traheuano  :  erano  di  piccola  conjiacratione* 
&  è  tocca  efiendo  l'efattionifi  leggieri ,  che  di  poco  foprauanzauano  alleipefe ,  elfo 
chora:&  Tue  fer  necejjità  uififaceuano:  con  tutto  che  la  più  pane  fi  rifcotejfe  da'  mer 
certe  ranno  c  atanti  fior  eflieri ,  &  per  beneficio  del  porto  di  Li  uomo  :  né  ejjere  circa  le 
l}92'  mercantici 


SECONDO.  41 

fnercantìe,arti,&  vfficij  legati  i  Tifarti  con  altre  leggUche  fujjero  legate 
l'altre  citta  [addite  de*  Fioreatinidequaliconfcffando  ejjèr  gouernate  co 
Imperio  modcratoy*rmanfueto;non  de fiàer aitano  mutare  Signore  :  fcbe 
twn  haueuano  quella  alterigia,  &  oftinaticnejaquale  era  naturale  a*  Ti 
fini:  né  anche  quella  perfidiale  in  loro  era  tanto  notoria ,  ch'ella  fuffe 
celebrata  per  antichifftmo  prouerbio  di  tutta  la  Tofcana  :  &  fé  quando  ì 
Yiorctini  acquietarono  Tifa  ;  molti  Tifanijpontaneamete,  &fubitofe  ne 
èartirono;ejfere  proceduto  dalla  fuperbia  loro  impatiente  ad  accomoda- 
re l'animo  alle  forile  proprie^  alla  fort  una  ;non  per  colpa  de'  Fioretini, 
lattai  ^li  haueuano  retti  con  %iuflitia>&  co  mafuctudine,&  trattati  tal 


; 


mente ,che  fatto  loro  no  eraTifa  diminutaynè  di  ricche7^eynèdihuomw: 
a:%i  hauere  con  gràdifjtma  Jpefa  a  ricuperato  ilTorto  di  Liuornoyfen%a  «  Hauéd*»- 
Hquale  quella  Citta  era  fiata  abbandonata  d'ogni  comodità3&  emolume  t°  daTho' 
tv:&  con  l'introdurui  lo  Hudio  publico  di  tutte  lefcientiey&  con  molfal  ™a£  Fleg» 
tri  modiy^r  etiandio  col  fare  cotinuare  diligentemente  la  cura  de*  foffiycf  Genouapa* 
fcrfifempre  sforati  di  farla  frequete  di  habitat  ori. La  verità  dellequali  izo.nuUdu 
co  fé  era  fi  maniftììayche  co  falfe  lametationiyet  calunie  ofcur  areno  fi  pò  ho  notato» 
fata:  Essere  permeffa  a  ciajcuno  il  defiderare  di  peruenire  a  migliore  *'• fiC*  *•  \ 
fortuna;ma  Dovere  anche  ciafcuno  patietemente  tollerare  quello y  che 
la  forte  fua  gli  ha  datoialtrimeti  cofonderfi  tutte  lefìgnorle,  &  tutti  gli 
Imperi] ,fe  a  ciafcunoyche  èfudditoyfuffe  lecito  il  cercare  di  diuétar  libe- 
ro:nè  riputare  neceffario  a  Fiorentini^  affaticar  fi  p  persuadere  a  Carlo 
Chrtfiianiffimo  B^e  di  Fraciayquel  che  appartenere  a  lui  di  fare:  (che  efse 
do  He  fapietift.  et  giufiìfftmoifi  redeuano  certi  no  fi  lafcierebbe  folleuare 
da  querele^  calunnie  tato  nane  ;  &fi  ricorderebbe  dafefìejfo  quel  che 
haueffe  promeffb  inna%iyche  l'efferato  fuo  fuffe  riceuuto  in  Tifa  ;quel  che 
fi  fo  lenemente  haueffe  giurato  in  Fire?e;confiderandoy  che  quato  un  I{e  è 
più  potenteyet  maggiore  ytanto  glie  più  glorio  fo  l'ufare  la  fua  potetia  per 
conferuatione  della  giù  fi  itiay&  della  fede,  jlppariua  manifefiamete,  che 
da  Carlo  erano  con  più  benigni  orecchi  uditi  iTifani,&che  per  beneficio 
loro  defiderauaychc  durante  la  guerra  di  l^apoli;toffefe  tra  tutte  due  le 
parti  fi  Jb(pendeJferoyò  che  i  Fiorentini  conftntijferoyche  il  cotado  tuttofi 
tetefie  daini  yaffer  mando  che  acqutfiato^che  haueffe  "Napoli;  metterebbe 
fubito  a  effecuttone  le  cofe  conuenute  in  Fircw^e:  ilche  i  FiorétiniyeJfendo 
gidfofpetteloro  tutte  le  parole  del  I\e:cofl a temente  ricufauanoyricercan 
dolo  cogradeinllatia  dell' off eruan^a  delle  fmejfe:a'  quali  p  mostrare  di 
fatisfareyma  veramente  p  fare  opera  d 'hauere  da  loro  innanzi  al  tipo  de 
bito  i  "jQ.mila  ducati  promefi;mandò  nel  tepo  mede  fimo  che  partì  da  Bg 
mayil  Cardinale  di  S.Malò  à  F  ir  en%eyfi  malandò  co' Fiorentini  di  madarlo 
per fatis fare  alle  dimande  loro:ma  in  fegr etogli  ordinò  y  che  pafcendogli 
difiberanxa  infino  che  gli  deffero  i  danari;  lafciafje  finalmente  le  cofe  nel 
grado  mede  fimo  :della  quale  fraude  fé  bene  i  Fior  etini  haueffero  no  picco 

F         la  dubita- 


LIBRO 

la  dubitatione:nondimeno  gli  pagarono  quaranta  mila  ducati;  de9  quali  il 
termine  era  propinquo  :&  egli  ricevuti  che  gli  hebbeyandato  a  Tifa,  prò* 
mettendo  di  reflit uir e  i  Fiorentini  nella  pofieffione  della  città;,  fé  ne  ritor 
nò  fen^a  battere  fatto  effetto  ale  uno  gufando  fi  d  hauere  trouati  i  Tifani 
fi  pertinaci,cbe  l'autorità  non  era  fiata  efficiente  a  difporgli  ;nè  hauere 
potuto  cofìrignerUypercbe  dal  I{e  no  haueua  riceuuta  quefia  comeffione  : 
ne  a  fe,che  era  facer dote  effere  fiato  conveniente  pigliare  deliberatone  al^ 
cuna,della  quale  haueffe  a  nafeere  ejfufione  di  fangue  Cbriftiano.  Fornì 
nondimeno  di  nuoue  guardie  la  Cittadella  nuoua ,  &  harebbe  fornito  la 
a  Dice  il    yeccbiayfe gli  nbaueffero  cofentito  iVifani;i  quali  crefceuano  ogni  dìtia 
fuc.Tmenò  nimo,&  difor%e:  perche  il  Duca  di  Milano giudicado  ejjer  necefiàrioycbe 
feco  da  joo.  jn  <pifa  fojft  maggiore  prefidio,  &  vn  Condottiere  di  qualche  ffieran?a> 
chid&  àìcui  &  valore;vbauwa,benchecopredofi  con  le  folk  e  arti  del  nome  de  Geno 
ti  huomini  uefi:madato  *  Lucio  Malue%?o  co  nuoue getunericu] andò  occafione  al 
cluaTk  *   cuna  di  fomentare  le  moleftie  de  Fiorentiniyaccio  chefuffero  più  impediti 
gieri-.&che  ac(  Oddere  i  Tifarli»  conduffe  Iacopo  doppiano  fignor e  di  V tombino y  & 
àWionnti  Giouani  Sauello  a  comune  co  Sanefaper  dare  loro  animo  a  fodere  Mo- 
ni furono   spulciano:  laqual  terra  effendofi  nuouamete  ribellata  da  Fior  etini  a  Sa 
riuogHo  T  nefi;era  Hata  accettata  da  loro  fen%a  rifletto  della  cofederationeyche  ha 
Fracco    ueuano  infieme:nè  erano  in quefio tepo  i Fiorentini? minore anfietày&tra 
™Mal  uaglioyper  le  co  fé  int cfl ine,  fiche  p  riordinare  il  gouerno  della  Ktpublica 
tiano.        haueanoyfubito  dopo  la  partita  da  Virente  del  Re,  nel  parlamentOycbefe 
bQueflaora  e  ondo  gli  antichi  coftumi  loro  ;  è  vna  congregatone  dell' vniuerfità  decit, 
tione  deiso  &$&  mfu  [a  pietica  del  palagio  pubiico,i  quali  con  voafeoperte  delibe 
««"deilK  raronofopra  le cofe  propofte  dal  fommo  Magistrato:  cofiituit  a  vna  frette 


durre  il  go-  ^'•""VSj*?^   »>"""7.'*' — -  -» — / j  *  r 

uerao  di       •.,  ^  cittadino;era  flato  necefjàrio  trattare  di  nuouo  della  forma  del  go 


àV  nobili ,  fanioy&  molto  Himatoyparlo  fecondo  cbeji  atee,  in  quejta farm«. 
ftru-CdV!  h E  farebbe certamenteypreftantiffimi ciitadiniymoito facile àdimoftra 
forma  d'eifa  reyche  ancor a»cbe  da  color o»che  hanno  ferino  delle  cofe  ci  uiliyil  gouerno 
lti£u'  pò  polare  fia  meno  lodatOyche  quello  dvno  Trincipe,&che  il  gouerno  de 
qua!  tiene,  */j ;  ottimatiraondimeno  che  per  efiere  il  defiderio  della  libertà  defiaerto 
«fai  too  Wtko,&  quafi  naturale  in  queUa  cittày&  le  conditioni  de  cittadini  prò 
cra«a,&d'a  suonate  aWequalitàyfondameto  molto  neceffarw  de  gouerni  popolari; 
feb^S  debba  effere  da  noi  preferito  fen^a  alcun  dubbio  a  tutti  gli  altri  :mafa- 
pare  foia  r  ebbe  fuper fina  quefia  difl>uta>poi  che  in  tutte  le  confulte  di  quejtt  cujt  e 
«ifocra  "  fempre  con  yniuer fiale  confentimento  determinatole  la  città  fia  gouer- 


nata 


SECONDO.  4^ 

nàta  colnome,&  con  l'autorità  del  popolo  :  ma  la  diuerfità  de*  pareri  na 
fce,cbe  alcuni  nell'or  dinati  one  del  parlamento  fi  fono  accollati  volentie- 
ri a  quelle  forine  di  Republica,con  legnali  fi  reggeua  quefta  Città,  innati 
yj  che  la  libertà  fina  fuffe  oppreffa  dalla  famiglia  de' Medici  :  altri,nel  mi 
mero  de  quali  confejfo  d'ejfere  io,giudicando  ilgouerno  cofi  ordinato  ba- 
ttere in  molte  cofe  più  toflo  nome,  che  effetti  digouerno  popolare,  &$& 
ventati  da  gli  accidcnti,che  da  filmili  gouer  ni  fpejfie  volte  rifiutarono;  de- 
celerano una  forma  più  perfetta,  cjrper  laqualefi  conftrui  la  concordia, 
&  la  ficurtà  de'  cittadini  :rofa,cbe  né  fecondo  le  ragionile  fecondo  l'efhe 
rien%a  delpaffato,  fi  puòfperare  in  quefla  città  >  fi  non  fiotto  ungonemo 
dependente  in  tutto  dalla  potefià  del  popolo;ma  ebefia  ordinate,ct  rego- 
lato debitamente:ilche  confi  fé  principalmente  in  due  fondamenti  Al  pri- 
mo èycbe  tutti  i  magiftrati,&  vfficij  cefi  per  la  citt adorne  per  il  dominio 
fiano  difiribuiti  tempo  per  tempo  da  un  configlio  vniuer fiale  di  tutti  que- 
gli,eh  e  fecondo  le  leggi  nosìrefono  habilia  participare  del  gouerno  ;  fien 
%a  l' approuatione  delqual  confieglio  leggi  none  non  fi  pojfino  deliberare  : 
cofi  non  effendo  in  potefià  di  priuati  cittadini,  ne  d'alcuna  particolare  co 
Jpiratione  ò/intelligentia,il  diftribuirele  dignità,  &  le  autorità  ;  non  ne 
farà  cficliffo  alcuno,  neper  paffwne,ne  a  beneplacito  d'altri  :  ma  fi  diflri- 
buiranno  fecondo  le  virtu->&  fecondo  i  meriti  de  gli  h  uomini:  &  però  bi 
fogncra,che  ciafeunofi  sforai  con  le  uirtù,co  coftumi  buoni,  colgiouare 
al  publico,&al  priuato,  aprir  fi  la  uia  a  gli  honorhbifiognera  che  ciaficit 
no  sefienga  da'uitìj,dal  nuocere  ad  altri, ^finalmente  da  tutte  le  cofie  o- 
diofie  nelle  citta  bene  inflituite:nè  farà  in  potefià  d'uno,ò  di  pochi  con  nuo 
uè  leggio  co  l'autorità  d'un  magiftrato,introdurre  altro g*uerno,  non  fi 
potendo  alterare  queflo,fe  non  di  uolontà  del  configlio  vniuerjale.il  fieco 
do  fondamento  è, che  le  deliberationi  importanti, cioè  quelle,  che  apparte 
gono  alla  pace,&  alla  guerra,  alle  efaminationi  di  leggi  nuoue,&  gene- 
ralmete  tutte  le  cofe  necefiarie  alla  amminiflratione  d'una  citta,&  domi 
nio  tale;fi  trattino  da  magiflrati  prepofti  particolarmente  a  quelle  cure, 
&  da  uno  con  figlio  piuficelto  di  cittadini  ejperi?netati,  &  prudeti ,  che  fi 
deputi,dal  conjìglio  popolar  e:per  che  no  cadendo  nell'intelletto  d'ogn'uno 
la  cognitione  di  queftefacéde;  bifogna  fiano gouernate  da  quelli,che  n'ha 
no  la  capacit',&  ricercando fbeffo  prefiex^a,b  figreto  non  fi  poffono  né 
con fdt are, né  deliberare  con  la  moltitudine :nè  è  neceffario  alla  confierua 
tione  della  libertà,che  le  cofie  tali  fi  trattino  in  numeri  molto  larghi;per 
che  la  libert  rimane ficur a  ogni  uolta,che  la  diftributione  de'  magiftra- 
ti,&  la  deliberatone  delle  leggi  nuoue  depedino  dal  cofientimeto  vniuer 
fate.  Troueduto  adunque  a  quttte  due  cofe  ;  refla  ordinato  ilgouerno  ne 
ramete  popolare,  fondata  la  libertà  della  citta, fi  abilita  la  forma  lodeuo 
le,&  durabile  della  F^epublica:fche  molte  altre  cofie,che  tédono  a  far  e  il 
gouerno )delquale  fii  parlaypiu  perfetto;  èpiuapropofito  differire  ad  al- 

F     2         tro 


l   r  ■  b  ■  R   o 


tro  tepo,pet  no  confondere  tanto  in  quefli  principi']  le  meti  de  gli  buomim 
fofpcttofi  per  la  memoria  della  tirannide  paffata;&  i  quali  non  affuefat 
ti  a  trattare  go  iter  ni  liberi  ;non  pojjbno  conoscere  interamente  quello ,  che 
fia  neceffario  ordinare  alla  conferuatione  delta  libertà;  &  fono  cofe,che 
per  no  effere  tanto  fuflàtiali  fi  differirono  ficur  amente  a  più  comodo  tem 
pò,  &a  migliore  occafione.jlmerano  ogni  dì  più  i  cittadini  quesla  forma 
di  l^pablica,  &  effendo  per  l'eflerienxa  ogni  di  pia  capaci  della  verità  ; 
de fidtr  erano,  che  ilgouerno  cotinuametefìa  limato ,et  codotto  ali  intera 
perfettione;&  in  queflo  me%o  fi  JòH intera  mediante  i  due  fondamenti  fo- 
pradett'r.i  quali  quanto  fia  facile  ordinare,&  quanto  frutto  partorifehii 
no;non  folofipuò  dimoftrare  co  molte  ragìoni;mz  etiadio  appari fee  chia 
rifjlmaméteper  l'effempio:  perche  il  reggimento  deVinitiam,fe  ben* è  prò 
prio  de* gentil' huomini;non  fono  però  i geni il 'h uomini, altro  che  cittadini 
priuati,&  tanti  in  numero,&  dì  fi  dìuerfe  conditìoni,&  qualità,  che  egli 
non  fi  può  negar  e,che  e*  non  participi  molto  delgouerno  popolare,  &  che 
da  noi  non  pojfa  effere  imitato  in  molte  parti  ;  &  nondimeno  è  fondato 
principalmente  in  fu  quefte  due  bafejnfu  le  quali  quella  Rgpublica  cofer 
uata  per  tanti  fecoli,  infume  con  la  libertà  l'unione,^  la  cocordia  aitile, 
èfalita  in  tanta  gloria,  &  grandeiga:  né  è  proceduta  dal  fito, come  mol- 
ti credono, l'unione  de Vinitiani,perche  &  in  quel  fito  potrtbbono  effere, 
&  fono  fiate  qualche  volta  difcordie,&  feditioni;  ma  dall' effere  la  fornici 
delgouerno  fi  bene  ordinata,^  fi  bene  proportionata  afe  medefima  ,  che 
per  neceffìtà  produce  effetti  fi  pretiofi,&  ammirabili,  T^e  ci  debbano  me- 
no muo nere  gli  effempi  noflri,che  glialieniima  cofiderandogli  p  il  contro; 
rio:perche  il  non  battere  mai  la  citta 'noflra  battuto  forma  di  gouerno  fil- 
mile a  queflo  ;  è  flato  caufa,che  fempre  le  cofe  noftre  fono  fiate  fottopofle 
a  fi  fpeffe  mutationi;hora  conculcate  dalla  violenta  delle  Tir  annidi  ;hora 
lacerate  dalla  difeordia  ambitìofa,&  auara  di  pochi;hora  coquaffate  dal 
la  licetia  sfrenata  della  moltitudine;^  doue  le  citta  furono  edificate  per 
la  quiete,&  felice  vita  degli  babitatori;i  frutti  de  no(lrigouerni,le  no- 
flrefelicità,i  noslri  ripofhfono  flati  le  confi fcationi  de  noftri  ben'hgli  cfì- 
lij,le  decapitationi  de*  noslri  infelici  cittadinimon  è  ilgouerno  introdotto 
nel  parlameto  diuerfo  da  quegli, eh  e  altre  uolte  fono  flati  in  quefla  citta, 
i  quali  fono  flati  pieni  di  difcordie,&  di  calamità,&  dopo  infiniti  tratta- 
gli publici,&  prillati  hano  finalmete  partorito  le  tiranidi:j'che,  non  per 
altro,che  per  quefte  cagioni  oppreffe  appreffo  a'  noìlri  antichi  la  liberti 
il  Duca  d!  jltene,non  peraltro  V  oppreffe  ne  tempi  feguenti  Co  fimo  de"  Me, 
dicinièfi  debbe  batterne  ammirazione, per  che  come  la  difiributionede'Ma. 
giftrati,&  la  deliberatane  delle  leggi  no  hanno  bifogno  quotidiano  del  co 
fenfo  comune;ma  dependono  dall'arbitrio  di  numero  minore ;aìlhor a  inte 
ti  i  cittadini  non  più  al  beneficio  publico;  ma  a  cupidità ,  &fini  priuati  ; 
fttrgono  le  fette,  &  le  confèirat ioni  particolari,  adequali  fono  congiunte 

le 


SECONDA.  4$ 

le  diuifionìdì  tutta  la  cittdypefte  &  morte  certi fjìma  di  tutte  le  T{efubli- 
che,&  di  tutti  gHìmferu.  Quanto  è  adunque  maggior  prudentia  fuggire 
quelle  forme  di  gouerno  ylequali  con  le  ragioniy& co  l'efjempio  di  noi  mede 
fimi  poffiamo  conofcere  pernitiofe?&  accollar  fi  a  quelle, lequali  con  le  ra 
gioni>&con  l'efiempio  d' altri  poffiamo  conofcere  falutifer  e  >&  feti  cifper- 
cbeyio  dirò  pur  e, sformato  dalla  uerità,quefta  parolayche  nella  città  noflra  a  q»ì  p<ì(, 
fempre  ungouerno  ordinato  in  modo ,  che  pochi  cittadini  ubabbiano  im-  "^CJ  l'e*é- 
moder -ai a  autorità;} ara  un  gouerno  di pochi tiì  ani :ì  quali  faranno  a  tato  cemujraro 
più  pejlifvri  d' un  tiranno  folo  quanto  il  male  è  maggioreyet  nuoce  più  yqua  franta  « 
to  più  è  moltiplicato'.^  fé  non  altro;nonfi  può  per  la  diuerfità  de'  pareri,  ranni  m  *» 
&  per  l'ambitioney&  per  le  uarie  cupidità  degli  h  uomini  fperarui  concor  "^dia^iy 
dia  lunga:&  la  difeordia  pernitiofiffima  in  ogni  tempo;farebbc  più  perni-  ca  :  &  rhu. 
tiofa  in  queflo  ,  nelquale  uoi  hauete  mandato  in  efilio  un  cittadino  tanto  de]je  j^^- 
fotente.-nelquale  uoi  fiate  friuati  d'una  f  arte  tanto  importate  del  uofiro  deiiaiworea: 
fiato  :  nelquale  Italia y  hauendo  nelle  uifeere  efierciti  forestieri y  è  tutta  ncn^nd° 
ingrauiffimi  pericoli:  rare  uolte,&  forfè  non  mai  è  flato  affolut  amente  in  Trogo  n.^ 
fotejlà  di  tutta  la  città  ordinare  fé  medefìma  ad  arbitrio  fuo:  laquale  po- 
teflà,poi  che  la  benignità  di  Dio  n'ha  conceduta;  non  uogliateynocedo  fom  b  G,l|d,A 
inamente  a  uoifleflìy&  ofeurando  in  eterno  il  nome  della  prudetia  Eioren  toniotfefpu 
una:  perdere  loccafione  di  fondare  un  reggimeto  liberoy&sì  bene  ordina  ^qS^JJ! 
tocche  no  folo  mentreyche  e1  durerà  faccia  felici  uoi:ma  poffiate  prometter  ne  dei  sode 
uene  la  perpetuità:&  cofilafciare  her  editarlo  a *  figliuoli y&  a  difendenti  nan,°^uear" 
uoflri  tale  teforoy&  tale  felicità  yche  già  mai  né  uoiynè  i  paffati  uoslril'hà  no  popola. 
no  pofiedutafo  conofeiut  a. Quelle  furono  le  parole  di  T  ago  l'Antonio.      fto  parlami 
Ma  incontrario  Gui£  JLntoriw  ^eJpuciIurifconfultofamofoy&huomo  to  difcopve 
d 'ingegno y&  deflrexja  fingolare:parlò  cefi.  te  iattura 

b  Se  il  gouerno  ordinato,preftanti(fimi  cittadini  nella  forma  propofla  da  dei  uoigo , 
V  agol'  Sintomo  Soderiniyproduceffe  sì  facilmente  i  fruttjyche  fi  defidera-  come  d,ace, 
noycome  facilmente  fi  dijegnano:  bar  ebbe  certamente  ilguslo  molto  cor-  Plutarco  al 
rotoychi  altro  gouerno  nella  patria  noflra  defideraffe  '.farebbe  per nitio fi f  takheDiol 


gene   metre 


fimo  cittadino  ycbi non  amaffe  fommamente  una  forma  di  I{efublica9nel-  g 
laquale  le  uirtuyimeritiyel  ualore  de  glihuomini  fuffero  fepra  tutte  l'ai  iQ"   ufcma 
tre  co  fé  ricono  {cinti  y  &  honorati:  ma  io  non  conofeo  zia  come  fi  pofiafbe-  <!el  te*tro  * 

i  ■  u  i  ti  n\j    i  i         folo  elio  uo 

rare,  che  uno  reggimento  collocato  totalmente  nella  potejta  del  popolo  ;  ieua  entrar 
habbia  a  effere  pieno  di  tanti  beni  :  perche  io  so  pure  y  che  la  ragione  in-  JjJ^J^ 
fegna ,  che  l'efaeriewT^a  lo  dimoslra  y  &  l'autorità  de'  ualenti  huomini  lo  femédo  che 
cofermay  che  in  tata  moltitudine  non  fi  troua  taleprudentiay  tale  egerie  J^  £l,°^£ 
%aytale  ordineyp  ilquale  promettere  ci  foffiawoycbe  i  fauij  hahbiano  a  effe  &  japiae  fia 
re  antepofii  a  gì  'ignorati yi  buoni  a  cattinogli  ferirne  tati  a  quelli  yche  no  ^0^"o 
bano  mai  maneggiato  ftecéda  alcuna:;  che  come  da  uno  giudice  incapace y  che  fi  muo- 
&  imperito  nofifofiono  affettare  fent  et  ie  rette;  cefi  da  un  popolo,  che  è  j^y^ 
fieno  di cofufioneyet  d'ignoràtia:nofi può  aJpettareyfenof  cafoyclettioneyò  o  ragione. 

F     3  delibe- 


LIBRO 

delibcrationc  prudente, ò  ragioneuo!c:&  qnHlo,che  ne'goucrni publicì  gli 
huomini  fauij ,  né  intenti  ad  alcuno  ausa  negotio  pojfo no  appena  difeer- 
nere  ;  noi  crediamo ,  che  una  moltitudine  intlptrta  ,  impenta >  compo- 
rta di  tante  uarietà  d'ingegni,di  cond'tioni,&  dicofiumi,  &  tutta  dedita 
alle  fine  particolari  facende ,  poffa  dft  ngucre.,&  conoscere  ìfin^a,  che  la 
pernia/ione  immcderata,che  eia  fi  uno  bara  di  je  mede/imo, gli  defìeràtut 
ti  all.i  cupidità  degli  honori,  ne  bafterà  agli  b  uomini  nel  governo  popola 
re  godere  i  fratti  honefti  della  l\bertà,che  adireranno  tutti  a  gradi  prin- 
cipali ,  01  ad  interuenire  nelle  deliberationi  delle  co  fé  più  importanti  ,  & 
pia  diffìcili  :  perche  in  noi,  meno  che  in  altun  altra  città  regna  la  modejiia 
del  cedere  a  chi  più  fa,  &  a  chi  più  merita, ma  pervadendoci,  che  di  ragio 
ne  tutti  in  tutte  le  co  fé  doniamo  effere  eguali, fi  confonderanno, quando  fa 
r a  in  f acuità  della  moltitudine  i  luoghi  della  uirtu,&  del  ualore,&  que- 
lla cupidità  diflefa  nella  maggior  parte,  farà  potere  più  quelli ,  che  meno 
fapranno,  o  meno  meriteranno:  perche  efìendo  molto  più  numero;  bar  an- 
no pi  u  pò f/an^a  in  uno  flato  ordinato  inmodo  ,  che  i  pareri  s'aanouerino, 
non  fi  pefeno:donde,che  certe^jra  barete  uoi,che  contenti  della  forma,  la- 
gnale introdurrete  al  pr  e  finte, non  ài  forammo  predio  i  modi  prudentemen 
tepenfiti,con  nnoue  inuentioni,  et  con  leggi  imprudenti?  allequali gli  huo 
mini  fauij  non  potranno  reftflere:  &  quefie  cofifono  in  ogni  tempo  perico 
lofi  in  ungouerno  t ale ;ma  faranno  molto  più  bora:perche  è  natura  de  gli 
b  nomini  quando  fi  partono  da  unefìremo,nelqualefono  flati  tenuti  uiolé 
temente,  correre  uoloterofamente  fin%a  fermar  fi  nel  me^o  all'altro  eftre 
mo.  Co  fi  chi  efee  da  una  tiranide, fi  non  è  ritenuto  fi  precipita  a  una  sfre 
nata  licentiaflaquale  anco  fi  pub  gin  fi  amente chiamare  tiranide:  perche* 
&  un  popolo  è  fintile  a  un  tir  anno, quando  dà  a  chi  non  inerita, quando  to- 
glie a  chi  merita,  quando  confonde  i  gradi  ,&le  difiintioni  delle  perfine: 
&  è  forfè  tanto  più  peftifera  lafua  tiranide,  quato  è  più  pericolo  fa  Vigno 
ran^a, perche  non  ha  népefi,némifura  né  legge, che  la  malignità, che  pur 
fi  regge  con  qualche  regola,con  qualche  freno,  con  qualche  termine  :  né  ni 
muona  reffempìo  déVmitianUperche  in  loro,&  il  fèto  fa  qualche  momen 
tc,&  la  forma  delgouerno  inveterata  fa  molto, et  le  co  fi  uifono  ordinate 
in  modo,  cheledeliberationi  importanti  fino  più  in  potefià  di  pocbi,cbe  di 
molti, &  gl'ingegni  loro  non  ej  fendo  per  natura  forfè  cefi  acuti,come  fono 
gì  ingegni  noftriyfino  molto  più  facili  a  quietar  fi, &  a  còtentarfirnéfi  reg 
gè  ilgouerno  Vinitianofolamente  con  quei  due  fondameti,  i  quali fino  fio. 
ti  coìifiderati,ma  alla  perfettione,tt  Viabilità  fua  importa  molto  iefierui 
un  Doge  perpetuo  ,et  molte  altre  orì'mationi;  lequali  chi  uolejje  introdur 
re  in  quefla  l\cpublica  harebbe  infiniti  cotradittorì;  perche  la  città  no/ira 
non  nafee  al  pr  e  finte,  né  ha  bora  la  prima  uolta  lafua  inflitutione  :  però 
repugnando  jp  e (fo  alla  utilità  comune  gli  habiti  inveterati,?? filettando 
glibuomini ,  che  fitto  colore  della  confiruatione  delia  libertà  fi  cerchi  di 

Jufiitart 


SECONDO.  44 

fufcitare  nuoua  tirannide,  non  fono  pergiouar gli  facilmente ì  configli  fi- 
ni,ccfi  come  in  un  corpo  infetto,  &  abbondante  di  frani  humori  non  gio  - 
pano  le  medicine ^corne  in  un  corpo  purificato:per  lequai  cagioni  ,ct  per  lu- 
natura delle  co  fé  h  umane,  che  comunemente  declinano  al  peggio,  è  più  da 
temerebbe  quello, che  farà  in  quefio  principio  ordinato  imperfettamente* 
in  progreffo  di  tempo  interamente  fi  difordini;che  dajperareyche  ò  col  te- 
po,ò  con  leoccafioìùjì  riduca  alla  perfettione:  ma  non  habbiamo  noi  gli 
effempi  noflri  fernet  cercare  di  quegli  d'altri?  che  mai  il  popolo  ha  affòlu-    ' 
tamente  goucrnata  quejla  citta,  che  ella  nofìa  piena  di  difeordie,  che  ella 
non  fifa  in  tutto  conqnaffata,&  finalmente,  che  lo  slato  non  habbia  pre- 
fio  battuto  matafione  :  &fe  pure  neghamo  ricercare  per  gli  ef  empi  d  al- 
tri,perche  non  ci  ricordiamo  noi»  che  ilgouerno  totalmente  popular  e  fe- 
ce in  Hpma  tanti  tumtt!ti>cbe  fé  non  fu fie  fiata  lafcientia,&  la  prontez- 
za militar  e, far  ebbe  fiata  breue  la  nita  di  quella  Rgpublicafpertbe  non  ci 
ricordiamo  noi,  che  ^Atene  fior  idi] sima  &  potenti fsima  citta,  non  per 
altro  perdei  'imperio  fuo  &  poi  cadde  in  jeruitu  de'  fuoi  cittadini,^-  fore 
fiieri  che  per  dìfporfi  k  co  fé  grani  con  le  deliberationi  della  moltitudine. 
Ma  io  no  ueggoper  qual  cagione  fi  poffa  dire,cbe  nel  modo  introdotto  nel 
par  lamento, non  fi  ritroni  interamente  la  libertà:  perche  ognicofa  riferi- 
ta alla  dijjjo fittone  de'  magifirati,i  quali  non  fono  perpetui, ma  fi  fc ambia 
no, né  fono  eletti  da  pocbi,an%iapprouati  da  molti  hanno  fecondo  l'antica 
confuetudine  della  città  a  efiere  rimefjì  ad  arbitrio  della  Jorte:però  come 
pojfano  efiere  difiribuitì per fette, ,ò  per  uoluntà  de*  cittadini  particolari* 
baremo  bene  maggiore  certe%^a,che  leficende  più  importanti  far  ano  efa 
minate ,  &  indiritte  dagli  huomini  più  fauij,  pia  pratichi,  é*  piàgraui,i 
quali  le  gouerner ano  con  altro  ordmc,con  altro  fegreto,con  altra  maturi 
tà,  che  non  farebbe  il  a  popolo  incapace  delle  co  fé,  tal  uolta  quando  meno  a  Dem 
bi fogna ,  profufiffìmo  nello  fendere ,  taluolta  ne  maggiori  bifogni  tanto  ne  nella  prl 
flr 'etto, che fyefio per  piccoli/fimo  riff  tarmo  incorre  ingrauiffimefpefe,  &  J^Vam^  dl 
pericoli.  Et  e  importatifjìma,  come  ha  detto  Vago /' ^Antonio  ,  l'infermità  tabiieeftvui 
dltalia,&  particolarmente  quella  della  patria  noftra:  però  che  imprudé  &vv&Tùm 
Rifarebbe  quando  bi  fognano  i  medici  più  periti,&  più  efperti,  rimetter  fi  «quid  coi' 
in  quelli ,che  hanno  minore  perita,^  cfperien^af  e  da  confiderare  in  ulti-  aut^oiit' 
monche  in  maggiore  quiete  manterrete  il  popolo  uoslro,  più  facilmente  lo  nò  facile  in 
condurrete  alle  deliberationi  jalutifere  a  fé  slejfo  ,  &  al  bene  uniuerfale,  fo, ,ftl  po 
dandogli  moderata  parte*  &  autorità  .'perche  rimettendo  a  fuo  arbitrio 
affo  iuta-mente  ogni  co  fa; farà  pericolo  non  diuenti  infoiente, et  troppo  dif- 
ficile ,  c-7*  ritrofo  a  configli  de  uoflri  fauij ,  ejr  affettionati  cittadini. 

Harebbe  ne  configliene*  quali  non  mterueniua  numero  molto-grtàide  dì 
cittadini;  potuto  più  quella  fent et ia,che  tcndeua  alla  j orma  non  tato  lar 
ga  del  gommo, fé  nella  delibcratwne  degli  b uomini  rio  f-fie  fiata  mcfrola 
ta  L'autorità  diuina,per  la  bocca  ài  Girolamo  Sauonarola  da  Ferrara,  fra 

F    4         ti 


LIBRO 

te  del? ordine  deJT?redicatori.Coflui,hauendo  efpoflo  publicamente  il  ner- 
bo di  Dio  fin  anni  continui  in  Firenze, &  aggiunta  a  [ingoiare  dottrina^ 
grandi  ([ima  fama  difantitd;  bauza  apprcffo  alla  maggiore  parte  del  pò 
polo  v  e  di  e  ito  fi  nome, <^r  credito  di  Vrofeta:  perche  nel  tempo,che  in  Ita 
Ha  non  appari uà  fegno  alcuno, feno  di  gràdijfima  tranquillità;  hauea  nel 
a  con  Tcri  lefuepredicationi   predetto  molte  uolte  la  venuta  d' efferati  foreftieri 
uè  il  Bene.  -in  [taijayCon  tanto  fpauento  de  gli  io  uomini,  che  e  non  refiflerebbono  loro 
Mno  '1494.  ne  mura,  né  efferati, affermando  non  predire  queflo,&  molte  altre  cofe, le 
predicando        ^  cotinuamete  prediceua,pcr  dijcorfo  humano,ne  per  faentie  di  fcrit 

la  Quareu-   1  .  «       r  ì-    •       •  1      ■  1 

ma  un  r*H-  ture;ma  femplicemente  per  diurna  reuetatione,  &  hauea  accennato  anco 
giofo  i  no.  ra  auaic]oe  cora  dena  mutatione  dello  fiato  di  Fiorente  :  &  in  quello  te- 

udrà;  annun         1  J       .  ?/-  111  11  ir* 

ciò  uerifi-  pò  deteflando  publicamente  la  forma  deliberata  nel  par  lamento',  afferma. 
"lìeTdtcadi  ua  ^a  volontà  di  Dio  effere  che  e'  s 'ordinaffe  un gouerno  affolut amente  pò 
m  haureb.  polare;&  in  modo,che  e'  non  haueffe  a  effere  in  poteflà  di  pochi  cittadini 
to^ntonìo  alterartene  la  ficurtà,nè  la  libertà  de  gli  altri  :  talmente  che  congiunta 
alle  lor  mu  la  riuerentia  di  tanto  nome  al  defiderio  dimolti,non  potettono  quegli,che 
lf  FraS0  fentiuano  altrimenti  refiftere  a  tanta  inclinatione:  &  però  ejfendofiven 
suizxeri,Te  filata  quefta  materia  in  molte  confulte;fu  finalmente  determinato, che  e* 
tr?  natfoni  fi  faceffe  vn  configlìo  di  tutti  i  cittadini,  non  vi  interuenedo,come  in  mot 
aflai ,  fi  co-  xe  parti  d'Italia  fi  diuulgò, la  feccia  della  plebe:  mafolamente  color  o,che 
me  auuene.  ^ ^^. mtfcfa ^ella  città  erano  habili a participare  delgonernomel 
quale  configlio  no  s'haueffe  a  trattar e,ò  a  difporre  altroché  eleggere  tut 
gii  Athenie  ti  ìmagifìrati  per  la  città,&per  il  dominio,&  confermare  iprouedimen 
a  flati  eira.  tj  fè  danari,&  tutte  le  leggi  ordinate  prima  ne'  magiftrati,  &  negli  al- 
ufntà  tirar,  tri  configli  più  Hretti:&  acciochefi  leuajfero  l'occafioni  delle  difeordie  ci 
ni;  finaimen  #///>£//  afficur  afferò  più  gli  animi  di  ciafcunoifu  per  publico  decret  o  prò 
ranni;fi  riu.  hibito,feguitando  in  queflo  l'effempio  de  gli  t>  jLteniefi,che  i  delitti ,  &  le  fc 
nìrono  info  ^asgreffioni  comeffe  per  il  paffato  circa  le  co  fé  dello  flato, non  fi  poteffero 
che' non  na.  riconofcere:infu  i  quali  fondamenti  fi  farebbe  forfè  conflituito  un  gouer- 
«rf^er™"  no  ^en  reg°lat0>&  labile, fé  fi  fuffero  neltépo  mede  fimo  introdotti  tut* 
fatti  pafla-  ti  quegli  ordini,che  caddono  infino  allhora  in  cofideratione  degli  h uomini 
"o^aftfet™  prudenticma  non  fi  potedo  quefte  cofe  deliberare  fen^a  cofenfo  di  molti,i 
con  giura,  quali  per  la  memoria  delle  cofe  paffate  erano  pieni  di  foretto  ;  fu  giudica 
Merfit0fc*or1.0  t0>c^e  ftr  allhora  fi  tofìituiffe  il  con  figlio  grande, come  fondamento  della 
dar  dell'in-  nuoua  libertà, rimettendo  a  fare  quel  che  mancaua  all'occaftone  de*  tepi; 
ia^fu'detta  &  quando  l'utilità  publicafuffe  mediate  l'efperien^a  conofeiuta  da  quel 
u  legge  del  li,che  non  erano  capaci  di  conofcerla  mediante  la  ragione,&  il  giuditio  • 
cioèden'o'-  Tr  attagli  auano  in  maniera  tale  le  cofe  di  Tofcana.Ma  in  queflo  me%p  il 
bigione.  ]\e  di  Fracia  acquijlato  che  hebbe  Ts(apoli,attedeua  per  dare  perfettione 
&eUde?Hb!  a^a  vittoria  a  due  cofe  principalmeted'vna  ad  efpugnare  Caflelnuouo,et 
5.M.Tuiiio,  caflel  dell' Pouof or  teyja  di  T<lapoli,lequalifi  teneuano  ancora  per  Verdi 
ieri?0  *  naado;percbe  co  piccola  difficultà  hauea  ottenuta  la  Torre  di  S.V incen- 
tri, 


S    E    C    O    N    D    O.  45 

tio>edìf!cata  per  guardia  del  porto:  l'altra  a  ridurre  ad  ubidìetiafua  tut 
to  il  Reame  :  nellecjuali  co  fé  la  fortuna  la  mede  finta  benignità  gli  dimo- 
flraua:percbe  Caflelnouo  babitatione  de'Bg  pofio  in  fu'l  lito  del  mareyf  la 
viltà,&  auaritia  di  cinquecento  fanti  Tedefchiyche  v'errano  a  guerdia; 
fatta  leggiere  diffefa  *s' arrende  ycon  coditione,che  n'ufciJJerofaluiy  &  co 
tutta  la  robayche  effì  mede/imi  poteffero  portarne:  nelquale  effendo  copia  a  ìl  Gì°l»° 
grandiffima  divettouaglieyCarlo  fen%a  confideratione  di  quelloy  che  pò-  mainarne 
tefie  f acceder  e  ;  le  donò  ad  alcuni  de'  fuoi:&  caflel  dell' Vouo>ilqu  ale  fon  to  dj.<iueft» 
iato  dentro  almare  inju  vno  maffogià  contigno  alla  terra;mafeparato  due  ch'esiì, 
ne  anticamente  per  opera  di  Luculloyfi  cogiugne  co  vnoflretto  potè  al  lito  facchesgi  » 
poco  lontano  da  l^apoliy  battuto  continuamete  dall'  artiglierie  yb  e  eh  e  pò  ìoro  reaie^ 
tejfero  offendere  la  muraglia;  ma  non  il  viuo  del  maJJo:fi  conuenne  dopo  j?uvalea,^- 
non  molti  dì  d 'arrender fi yin  cafo  ebefra  otto  giorni  non  fuffe  foccorfo;&  d'oro .  e  ìi 
a 'capitani y&  allegeti  d'arme  mandate  in  diuerfe  parti  del  Keame,anda  ^ì^ìiui' 
uano  incotro  parecchie  giornate  ibaroniye  ifindachi  delle  comunità,  face  li  di  NaPo- 
doagara  tra  loro  befferei  primi  a  ricevergli,  &cotàtayò  inclinatione,  dai^eca'r- 
ò  terrore  diciafcunoyche  i  caftellani  delle  fortezze  quafi  tutti  fen^a  refi  io  etpugna- 
flen%a  le  dettono:&  la  rocca  di  Gaetaych'era  ben  prouedutaycombattuta  foS^a"  p& 
leggiermente ;s 'arrende  a  difcretionejn  modo  che  b  in  pocbiffimi giorni  co  Pa"e  per  da 
ineflimabile  facilità  tutto' l  Bggnofi  ridujfe  in  poteftà  di  Carlo  ^eccetto  l'i  nan* 
fola  d'lfchiay&  le  fortezze  di  Brindi  fi  y&  di  GaliopoluTugliay&in  Ca  b  in  tredici 
lauria  la  fortezza  di  Rgggioy  città  pofla  in  sa  la  puta  d'Italia  allincotro  fé  u'corìol 
di  Sicilia ytenedo fi  la  città  per  Carloy&  la  Turpiayet  la  Matiaylequali  da  Ma  il  gìo- 

■hV,W,\h,/i  vfVo^v/iw/i  ìt>  UÌAìovp  Ai  C^z-m.  ™*  vi^„r^An  Ai  a*»*  ;*»  Ar.™i     uio  recita, 


tà  di  Brindi  fi  yallaquale  non  hauendo  Carlo  mandato  get  e  yan%i  per  negli- 
genza nofolo  non  efl>editi;ma  appena  vditi  ifindacbifuoi  madati  a  J^a-  deuotió^e* 
poliyper  capitolare ;hebbono  quelliych> erano  pFerdinàdo  nelle  fortezze  Francefi. 
f acuità  di  ritirare  Jpontaneamete  la  città  alla  deuotione  *Ar  agone  fé  :(  lo 
quale  effempio  la  città  di  Otratoyc'hauea  chiamato  il  nome  di  ¥raciay  no 
vandado  alcuno  a  riceuerla;non  cotinuò  nella  medefima  difftofitione.^ìn 
daronoyda  Alfonfo  Daualo  Mar  che  fé  diVefcara  in  fuorayìlquale  laf ciato 
inCaftel nouo daVerdinado l'haueuaycome s'accorfe  dell 'inclinai ione dt 
Tedefchi  ad  arrederfi,feguitatoy  &  due  b  tre  altri y  che  per  hauere  Carlo 
donati  gli  flati  loro  ,s  erano  fuggiti  in  Sicilta;tutti  Signoriy&  Baroni  del 
Bearne  à  fare  homaggio  al  nuouo  Bgùlquale  de  fiderò fo  di  ftabilire  total- 
metep  uia  di  cocordia  sì  grade  acquifto;hauea  innari  che  otteneffe  caflel 
dell  'V ouo ^chiamato  a  fé  fotto  faluocodutto  Do  Federigo  :  ilqualef  effer 
dimorato  più  anni  nella  Corte  del  T?adrey&  $  la  cogiuntione  del  pareta- 
do  hauuta  col  Bgyera grato  a  tutti  i  Signor  iFrace fi:  alquale  offerfe  di  da 
te  a  Ferdinado  in  cafo  rilafciaffe  quello,  che  gli  reflaua  nel  reame  flatiyet 

entrate 


r,    I    B     K    u 

Mitrate  grandi  in  Trancia,  &  a  lui  dare  ricompenfa  abbondante  di  tut- 
to quello  ni  pofjedeua .  Mtf  e/fendo  nota  a  Don  Federigo  la  deliberatione 
del  nipote,dinon  accettare  partito  alcuno  fé  non  recandogli  la  Calauria, 
rijpojè  con  gratti  par ole,che  poi  che  Dio ila  fortuna,&  la  uoluntàdi  tutti 
gli  huomini  erano  concorde  a  dargli  il  Reame  di  Klapoli,che  Ferdinando, 
non  uolendofar  refifien%a  a  quefta  fatale  dijpofitione,nè  riputando  fi  uer- 
gogna  il  cedere  a  un  tanto  l\e ,  uoleua  non  meno  che  gli  altri  fi  are  a  fua 
ii\biàien%a,&  diuotione,pur  che  da  lui  gli  fuffe  conceduta  qualche  par- 
Jon  Squali  te  ^  Reame, accennando  della  Calauria,  nellaquale  flando  non  come  J\e; 
il  Re  Ferran  ma  come  uno  de*  fuoi  Baroni ypotejfe  adorare  la  clemenza,  e*r  la  magnani 
N°pPoU\i£e  mttà  del  J\e  di  Francia,al  cui  feruigiojperaua  d'h attere ^qualche  uolta  oc 
il  Giouip ,  cafione  di  dimoHrare  quella  uirtù,ahe  la  mala  fortuna  gli  haueua  uietato 
io?c_H  co!  di  potere  per  la  falute  di  fé  mede/imo  efkrcitare,quefto  configlio  non  fo- 
no   fcrìue  ter  e  effere  a  Carlo  di  maggiore  gloria,&  fimile  a*  configli  di  quelli  memo 
r  abili  apprefio  air  antichità^  quali  con  tali  opere  haueuano  fatto  immor 
b  Delia mor  tale  il  nome  loro,&  confegttito  appreffo  a*  popoligli  honori  diuini,ma  no 
Geriin*oGa  eff ere  configlio  menoficuro ,  che  glorio fo,  perche  ridotto  Ferdinando  al* 
ne  par5  che  la  fua  diuotione ,  bar  ebbe  il  Regno  Riabilito  ,niharebbe  a  temere  del- 
àthtvt '"&  ^  mutatione  della  fortuna  :  della\juale  era  proprio  ogni  uolta ,  che 
dei  luogo  le  uittorie  non  s'afficuraudno  con  moderatane,  &  con  pritdentia ,  macu- 
escorio"  lare  con  qualche  cafo  inopinato  la  gloria  guadagnata.  Ma  parendo  a  Car 
mail  gìo.  lo  ,  che  il concedere  parte  alcuna  delegarne  al  fuo  competitore,  met- 
cìveflb  mo!  teffe  tutto  il  refto  m  manifeftijfimo  pericolò;  Don  Federigo  fi  partì  difeon 
ri  in  <•  aeta,  de  da  lui  :  &  Ferdinando  poi  che  furono  arrendute  le  cafidla ,  fé  n'andò 
Recarlo  foC  con  a  quattordici  galee  fonili  male  armate,  con  leqnali  s'era  partito  da  ; 
fé  uenuto  a  7{apoli,  in  Sicilia,  per  efftre  parato  ad  ogni  occafione,  lafciato  a  guardia 
chePf^poco  della  rocca  d'I fchialnico  Danaio  fratello  dì }jll fon fo, huomini  amedue  di 
t7dih    *  Hirìu&  di  fede  egregia  uerfo  ilfno  Signore.  Ma  Carlo  per  priuare  i  nimi 
nai  di  vaie  ci  di  quello  ricettacolo, molto  opportuno  a  turbare  il  J\eame,ui  madò  lyar 
"•  Ma.c*T?("  mata,che  finalmente  era  arriuata  nel  porto  dUs[apoli,laquale  trottata  la 
ueieno  a  ter  terra  abbandonata  non  comabttè  la  rocca ,  dijperandofi  per  la  foriera 
™n*ì  fa"°-  fua  di  poterla  ottenere:  però  deliberò  il  Rg  fare  uenire  altri  legni  di  Vro- 
£apa  m'iuc  uen%a , &  da  Genoua  per  pigliare  ifchia ,  &  afficurare  limare  infeftato 
a"/*  h6fej  Tua^J€  uo^ta  da  Ferdinando. Ma  non  era  pari  alla  fortuna  la  diligentìa, 
gìouìo  :ìu  o  il  configlio, go  iter  nandofi  tutte  le  co  fé  freddamente,  &  con  grandifjìma 
Jh'eBaf"  '  'negligenti  a, ^  confufione:  perche  i  Fr  ance  fi  diuentatiper  tata  profferita 
hautua  prò  più  infoienti  chel  foLtOilafciando  portare  al  cafo  le  cofe  di  momento, non 
scMTiii*  àttedeuano  ad  altroché  al  fefteggiare ,  &  a  piaceri,  &  quelli ,  ch'erano 
[r/&  la  grandi  apprejfo  al  J{e,a  canate  priuat  amente  della  un  tona  più  frutto  pò 
'  renano  ,jenza  confideratione  alcuna  della  dignità  ,  ò  dell'utilità  del  fuo 
:a  principe  nelquale  tempo  morì  bin  Tsjapoli  Gemm  Ottoniamo  cofommo  di  l 
sari    ìtU   {}ìacere  di  Carlo,  perche  lo  riputaua  grandiffimo  fondamento  alla  guer- 
ra, 


SECONDO.  45 

ra  >  laquale  haueua  in  animo  di  fare  contro  all'Imperio  de*  Turchi)  &fi 
credette  molto  coflantemente,cbe  lafua  morte  fuffe  proceduta  da  ueleno, 
datogli  a  tempo  terminato  dal  Tontefice ,  ò  perchebauendolo  conceduto 
contro  alla  fua  volontà  >  &  per  queflo  prìuatcfì  de*  quaranta  mila  duca- 
ti,cbe  ciafcvu'anno gli  pagava  Baifet  jno  fratello ,  pigliarle  per  confata- 
tene dello  fdegno  ,  che  chi  ne  l'haueua  privato  non  riceuefje  di  lui  com- 
moditàyò  per  inuidia  ch'egli  porta/fé  alla  gloria  di  Carlo,  &  forfè  temen- 
do y  c  battendo  profperi  fuccejfi  contro  agl'infedeli ,  uolgeffe  poi  i  pia  fieri 
fuoiycome, benché  per  intereffi  privati  yera  /limolato  continuameteda  mol 
tiy  a  riformare  le  coje  della  cine  fa  y  lequali  allontana  te  fi  totalmente  dagli 
antichi  coflumi  >  faceuano  ogni  giorno  minore  l'autorità  della  Chrifliana 
rel.gioneytenendo  per  certo  ciafcunoy  che  haueffe  a  declinare  molto  più  nel 
fuo  VonteficatOyilqualeacquiftato  con  pefiime  artiynonfu  forjegia  mai  al 
la  memoria  degli  huomini  amminiftrato  con  peggiorile  mancò  chi  credef 
fey  perche  la  natura  peffima  del  Tontefice  faceua  credibile  in  lui  qualun- 
que iniquità;cbeBaifetyCome  intefe  il  Bg  di  Fracia  preparar  fi  a  pafìare  in 
Italia,L'bauejfe  per  melodi  *  Giorgio  Bucciardo  corrotto  co  danari  apri  a  Giorgi* 
vare  Gemin  della  uitaMa  no  celiando  per  la  fua  morte  Carlo yilquale  più  Bucciardo  I 

„  .        „•'         ,r  *        r    ,.  1     l        1  tu  Genoue- 

con  prontezza  d  animo,  che  co  prudenza,  &  conjiglio  procedeua  3  ai  pen.  fe,&  dai  p« 
fare  alla  guerra  contra  1  Turchi  ;  mandò  in  Grecia  l'^Arciuefcouo  dìDu-  ^^J^to 
raigo  di  natione  jLlbanefeiperche gli  daua  Jperan^a  difufcitare  per  me-  coftantino 
3^0  di  certi  fuor  vf citi  qualche  mouimento  in  quella  prouincia.  Ma  nuoui  coVfa^li 
accidenti  lo  coftr  infero  a  uolger  e  l'animo  a  nuoui pi fieri  JL%  detto  difopra  fapere  i>ap. 
che  la  cupidità  d'iifurpare  il  Ducato  di  Milano ,&  la  paura  e  haueua  de  SciT/d/Fra 
gli  jlr  agone  fi  y&  di  Tiero  de'  Medici  inducono  Lodovico  Sforma  a  procu  eia  conerà 
rare  cbelBgdi  Fràcìa  paffafiein  Italia:per  la  venuta  delquakypoicheb  {j^rlman 
he  ottenuto  il  fuo  ambitiofo  defiderioy&  che  gli  dragone  fi  furono  ridot-  dò  co  Dau- 
tiin  tante  ang>*fiie,che  appena  potevano  la  propria  falute  foftentare;  co-  "s°aiUOpapa 
minciò  a  tre  tentar fe?lt  innanzi  a  vii  occhi  il  fecondo  timore  molto  più  co  denari  ;  i 

r        1         •        •    n       1    i)       ■  \  1     r       •    \  •  f  *   ,     quali  gli  Fa 

potentey&  molto  più  giujto  che  l  primo;cioe,la  jeruitu  imminente  a \e,&  ?on  to?tidai 
a  tutti  gl'Italiani^  fé  alla  prontezza  del  %  di  Francia  II  reame  di  Ts(apo  Prefètto  ài 
li  s'aggiugnefie  :  però  haueua  desiderato  >  che  Carlo  trouaffe  nel  dominio  hìtfnS  dei 
de' Fiorentini  maggiore  di fficultày&  veduto  effergli  flato  facilismo  il  co  p^a.  gìu- 
giugnerfi  quella  R,epublica;&  che  con  la  mede/ima  facilità  haueua  fupe-  ^ouere. 
rato  l'oppofttione  del  Tonttfice;&  che  fenxa  oftacolo  alcuno  entraua  nel 
Kegno  di  Napoli; gli  pareua  ogni  dì  tanto  maggiore  il  fuo  pericolo;quan 
to  riufeiua  maggior  e,&  più  facile  il  corfo  della  vittoria  de'  Fr  ance  fi .  // 
medi  fimo  timore  cominciaua  a  occupare  l'animo  del  Senato  Vinit<ano:il 
quale  effendo  perfeuerato  nella  prima  deliberatale  diconferuarfi  neutra 
Xeisera  con  tanta  circonjftettione  ajienuto  nonfolo  da' fatti,  ma  da  tutte 
le  dimoslraticniyche  lo  poteffero  fare  fumetto  di  maggiore  inclinatione  al 
(una  f  artiche  ali  attracchi  hamdo  eletti ambafetatori  al  Re  di  Francia 

*tntQni$ 


LIBRO 

Antonio  loredano,&  Domenico  Triuifanomon  però  prima ,  che  quando 
intefe,che  baueua  paffuti  i  monti;haueua  tardato  tato  a  mandargli  ckei 
I{e  prima  di  loro  era  arriuato  in  Yiren%e:ma  uedendo  poi  l'impeto  di  tari 
ta  proferita,  &  che  il  Bg  come  un  folgore  fen%a  refifie%a  alcuna  per  tut 
ta  Italia  difcorreua\cominciò  a  riputare  pericolo  proprio  il  danno  alieno, 
&  a  temere  che  alla  ruina  de  gli  altri  haueffe  a  efiere  congiunta  la  fua  : 
&  maffimamente  che  l'hauere  Carlo  occupato  T i fa  ,&  l'altre  forte^e 
de'  Fiorentini;lafciata  guardia  in  Siena;&  fatto  poi  il  mede  fimo  nello  fta 
to  della  chiefaipareuafegno  penfafie  più  oltreché  folamete  al  regno  Ti* 
politano:  però  prontamente  preftò  gli  orecchi  alle  perfuafioni  di  Lodoui- 
co  Sfor%a:ilqualefubito,  che  a  Carlo  cederono  i  Fior  etini  ;haueua  comm 
ciato  a  confortare,  che  infieme  con  hi  rimediaffero  ay  pericoli  communi  : 
&fi  crede,chefe  Carlo,ò  in  terra  di  Roma,ò  nellenrrata  del  regno  di  Va 
poli  hauefìe  rincontrato  in  qualche  difficultà;karebbono  prefe  l'armi^  con 
giuntamele  contra  lui.  Ma  la  uittona  fucceduta  con  tanta  celerità  pre 
Henne tutte  le  co  fesche  fi  trattauano  perimpedirla.Etgia  Carlo  infoffet- 
tito  de  gli  andamenti  di  Lodouico  haueua  dopo  l'acquilo  diNapolicodot 
to  Gianiacopo  da  Triufyo  con  cento  lande,  &  con  honorata  prouifione, 
&  congiuntifi  con  molte  promeffe  il  Card.¥regofo,&  Obietto  dalFiefco, 
quelli  per  inflrumenti  potenti  a  trauagllare  le  co  fé  di  Genoua:  quello  per 
efiere  capo  della  parte  Guelfa  in  Milano,&  hauere  l'animo  alieniffimo  da 
Lodouico;  alquale  fimilmente  ricufaua  di  dare  il  principato  di  Taranto, 
allegando  non  efiere  obligatoy  fé  non  quando  haneffe  conquisto  tutto  il 
Bearne.  Lequali  cofe  ejjendo  moleflifime  a  Lodouico;  fece  ritenere  dodect 
gelee,che  per  il  %e  s'armauano  a  Genoua;  &  prohibì,che  alcuni  Ugni  per 
a  Nel  Bem.  lui  non  uisarmajfero  :  da  che  il  B^  fi  lamentò,  efier  proceduto, che  e  non 
chefi»  vii  !  hauefìe  tentato  di  nuouo  con  maggiore  apparato  d'cffugnare  Ijcbia.Cre- 
tianì  erano  fcendo  adunque  da  ogni  parte  continuamente  i  foffetti,&  gli  Jdegni,&ba 
df  cado?  hauedo  l'acquilo  tanto  fubito  di  Napoli  raffrettavo  al*  Senato  Vini- 
perciochein  tiano,&  al  Duca  di  pericolo  maggior e,&  più  propinquo;furono  ^cel/tta 
bofraìa  con  »  a  non  differire  di  mettere  in  efecutione  i  loro  penfieri:  alla  quale  delibi 
tra  ioro,di-  rat  ione  gli  faceua  procedere  con  maggiore  animo  la  compagnia  poterne  , 
eh"  tn  Ìl  che  haueuanoiperche  al  mede  fimo  non  era  meno  pronto  il  Tontefice  impau 
ra  confede,  rito  fopramodo  de  Vrancefi,ne  meno  pronto  tAaffimiliano  Ce  far  e, alquale 
s  Webbe '  per  molte  cagionile  haueua  d'inimicitia  con  la  corona  di  ¥rancia,et  per 
potuto  pen.  [ingiurie grauiffìme  riceuute  da  Carlo;furono  in  ogni  tepo  più,  che  a  tut 
«€7&1ofi£  tigli  altri  moleHifime  le  profferita  Vrancefi.  Ma  quelli,  ne'  quali  i  Vini- 
fuperbito    tiani  ,&  Lodouico  maggiore  ,&  più  fermo  fondamento  faceuano;erano 
iPpeerit"nPon  Ferdinando^  ifabella  *?,&  B^ina  di  Spagnad  quali  efiendofi  poco  inna 
uctieua  Piu  ~;jW0W  per  a[tro  effetto,  che  per  rihauere  da  lui  la  Contea  di  Fgffiglione  > 
Svine  obligatia  Carlo  a  non  gì  impedire  l'acquiflo  di  Vapoli;s'haueuano  afiuta 
tia  conbuo  mnU  inrmo  allhora  lafciata  libera  la  facilità  di  fan  il  contrario: 'per che 

nacera.  *  *  (\ee 


5    E    CO    N    D    O.  47 

(fé  è  uerò  quel  che  effì  publicarono  jfu  aggiunta  ne  capitoli  fatti  per  quel 
la  refiìtutione  una  claufula  di  non  efferc  tenuti  a  cofa  alcuna ,  che  il  prc- 
iuditio  della  cbiefa  concernefie:  con  laquale  eccettione  infermano ,  che 
fél  Pontefice  per  l'intereffe  del  fuo  feudo  gli  ricer caffè  ad  aiutare  il 
Regno  di  l^apoli  ;  era  in  poteflà  loro  il  farlo  fen'^a  contrauenire  alla 
fede  data,  &  alle  promeffe .  <siggiunfono  poi ,  che  per  i  medefimi  capito- 
li era  probibito  loro  l'opporfi  a  Carlo,  in  cafo  conflafie  quel  Reame  ap- 
partener fi  a  lui  giuridicamente  .  Ma  quale  fìa  di  quejle  cofe  la  uerità , 
certo  èjcbe  fubito,che  bebbono  ricuperate  quelle  terre;  no  n  folo  comincia 
tono  a  darcfperan'xa  a  gli  ^Aragonefi  d'aiutargli,^  a  fare  occultamente 
infìantia  col  V  onte  fi  e  e, che  non  abbandonale  la  caufa  loro;ma  bauedo  nel 
principio  confortato  il  l{e  di  Francia  con  moderate  parole,&  come  amato 
ri  delia  gloria  fi:  a>et  mejfi  dal  %elo  della  religione,a  uoltarepiu  toflo  Far 
mi  contra  gli  infedeli,cbe  contra  i  Chrifìiani;cotinuauano  nel  confortarlo 
al  medtfimomia  con  maggior  efficacia,  &  con  parole  più  f off)  et  te, quanto  mila  fa"™* 
più  procedeua  innanzi  quella  fpeditione  dequali  (che  bauefjero  più  autori  &  £?y  ca- 
tày&  f  nutrire  con  maggiore  [per  an?a  il  Tontefice,&gli  dragone  fi;  &  g  ìouìÓCe  li 
nodimeno  dall'altra  parte  largendo  fama  dipenfare  folamente  alla  cu-  *èbo.^IJu« 
elodia  di  Sicilia;prepar auano  di  madami  per  mare  urì armata,  che  u'arri  n,&  500.  ca 
nò  dopo  la  perdita  diNapolijbecbe  con  apparato, fé  e  ondo  il  coflume  loro,  "^ ln  ^°* 
maggiore  nelle  dimoftrationi,che  negli  effetti:perche  no  conduffe  piu,che 
<a  ottoceto  Giannetarii,&mille  fanti  Spaenuoli.Co  quelle  fimulationi  era  t . Scril,e  i! 
no  proceduti,injino  a  tato,cbe l'bauere  1  Colonneji  occupata  OJtia,&  1  mi  non  inFio- 
nacci,  ebe  dal  Re  di  Francia  fi  face  nano  contra  il  Vontefice,dette  loro  più  [fn.za;ma  itl 
bonefia  occafione  di  mandare  fuor  a  quel  che  haneuano  coceputo  nell'ani-  tonìofonfè 
modaquale  abbracciando  prontamente  feciono  da  b  ^Antonio  Fonfeca  loro  faf"a  par- 
ambafciatore  proteflare  apertamente  al  Rg,quando  era  in  Virente,  che  fé  Re  Carlos 
condo  l'ufficio  de  Trincipi  Chrifliani;  piglierebbono  la  difenfione  del  Von  temide! 
tefice,  &  del  regno  Ts(apolit  ano, feudo  della  cbiefa  Bimana, et  già  bauedo  fuo  parlarne 
cominciato  a  trattare  co'  Finiti  ani,  &  col  Duca  di  Milano  di  collegar  fi ,  fi°a"-e°&°  ef 
intefa  che  bebbono  la  fuga  degli  Ar  agone  fi  ;gli  follecit  auano  cograndiffi  foggine , 
ma  insìantia  ad  intender  fi  co  loro, per  laficurtà  comune  cotra  i  Francefi.  c^?™l\*l 
t  Vero  fìnalmete c  del  rnefe  d'aprile  nella  citta  di  Vinetia,  doue  erano  gli  iideii»acc©r 
ambasciatori  di  tutti quefii  principi;  fu  cotratta  confederatione  tra'lVo  t°A  &  ^a* 
tefice,ìl  B^  de'Romani,  i  ]\e  di  Spagnai  Finitianì,&  il  Duca  di  Milano :il  eia. 
titolo,&  lapublicatione  della  quale  fu  folamete  a  difefa  de  gli  fiati  l'uno  c  IIGiou-0 
dell' altro,  riferbàdo  luogo  a  chiunque  uolefie  entranti  co  le  coditioni  con  e  »i  cono' 
ueméti.Magiudicado  tutti  necefìario  d'operare  cbel  Bg  di  Francia  no  te-  (™o  "Vi" 
neffe  il  Bearne  di  ls[apoli',fu  ne'  capìtoli  più  fegreti  conuenuto,chele  genti  caiendfi  tw 
Spagnuolc  uenute  ì  Sicilia  aiutaflero  Verdinàdo  d' Aragona  alla  ricupera  ££mio  più 
tione  di  quel  Bearne  ilquale  con  fperan^a  grande  della  uolontà  de  popoli  dentarne  - 
trattaua  d'entrare  nella  Calauria3&  che  i/initiani  nel  tempo  mede/imo  Z^J^' d* 

affai- 


LIBRO 

affali  afferò  con  l'armata  loro  i  luoghi  maritimi:  sfor?affefi  il  Duca  di  Mi 
lanorfer  impedire  Je  di  Francia  ueniffe  nuouo  foccorfofd 'occupare  la  cit~ 
tà djlfl'h  nella  quale  con  piccole  for%e era  rimalo  il  Buca  d'Orliens  :  (jr 
che  a  I\e  de  Romaniy&  di  Spagna  fufie  data  da  gli  altri  confederati  cer 
ta  quantità  di  dauariyaccioche  ciafcuno  di  loro  rompeffe  con  potente  ejfer 
cito  la  guerra  delBggno  di  Francia.Defiderarono  oltra  quefle  co  fé  i  con* 
federattyche  tutta  Italia  fuffe  unita  in  una  medefima  uoluntà  :  &  perciò 
fecciono  inflantiay  che  i  Fiorentini^  il  Duca  di  Ferrara  entrafjero  nella 
tnedeftma  confederatione:ricusò  il  Duca ,  richieflone  innanzi  chela  lega 
fi  public  affé  Ripigliar  e  l'arme  contra  il  1\e:&  dall'altra  parte  con  caute 
la  Italiana  confentì ,  che  Don  jllfonfo  fuo  primogenito  fi  conduce ffe  col 
Duca  di  Milano  con  centocinquanta  b uomini  d'arme  con  titolo  di  Luogo 
tenente  delle  f uè  genti. Diuer fa  era  la  caufa  de  Fiorentini  inuitati  alla  co 
federatane  con  offerte  grandi  >  &  che  haueano  giuflijjìme  cagioni  d'alte* 
narfi  dal  I{e:perche publicata  che  fu  la  legayLodouico  Sforila  offerfe  lo* 
ro  in  nome  di  tutti  i  confederati,  in  cafo  uentr  afiero ,  tutte  le  for7,e  loro 
per  reftHere  al  Keyfe  ritornando  da  ISlapoli  tentale  d' offendergli  y&  dya* 
iut  ar gli  come  prima  fi  pot  effe  alla  ricuperatone  di  Tifa ,  &  di  Liuorno  • 
Et  dall'altra  parte  il  I{e  dijpre^ate  lepromeffe  fatte  in  Firenze y  né  da 
principio  gli  baueua  reintegrati  nella  pofftffione  delle  terrene  dopo  l ac- 
quilo di  Islapoli  restituite  le  fortex^ypotlponendo  lafedepropriay  &  il 
giuramento  al  configlio  di  color oyche  fauorendo  la  caufa  de*  Tijaniyper- 
fuadeuano  che  i  Fiorentini  yfub  ito  che  fuffero  reintegrati  ;  fi  unir  ebbono 
con  gli  altri  Italiani: a  quali  s  opponeua  freddamente  il  Cardinale  di  San 
Malò,benche  hauefìe  riceuuti  molti  danari,  per  non  ucnire  per  caufa  loro 
in  controuerfia  con  gli  altri  grandi, ls(é  folo  in  quejla,ma  in  moW  altre  co 
*  Difcorre  fé  baueua  dimoflrato  il  I{e  non  tener  conto  né  della  fede,  né  di  quello  >  che 
cotfbeu  or  S&  PoteJJe  *n  tempo  tale  importare  l'adherentia  de  Fiorentini  ;  in  modo , 
ramento  di  che  querelando  fi  gli  Oratori  loro  della  ribellione  di  Monte  Tulciano,&fa 
tornoVya  cen^°  injiantiaycbe  come  era  tenuto ^coflrignefie  i  Sane  fi  a  retti  tuir  lo;  ri- 
ceri ,  &  alle  Jpofe  quafi  deridendo ;che  pofi'io  fare  y fé  i  fudditi  uoflriyper  effer  mal  trat 
che^'erano  tati  fi  ribellanoìEt  nondimeno  i  Fiorentini  non  fi  lafciando  traportare  dal 
occupate  le  lo  fdegno  contra  la  propria  utilità;del,berarono  di  non  udire  le  richiede 
feìi  in  Ma"  de  collegati  :  fi  per  non  prò uocare  di  nuouo  contra  Je  nel  ritorno  del  Bg 
poii;ma  per  l'arme  Francefi:come  perche  poteuano  fberare  più  la  reflit utione  di  quel 

mio  parere,   7    .  ,       »  .  ,,,  l    .  l  Jl.  }.  .  'J  .  n  l 

non  conta.  <>e  terre  da  chi  l  baueua  in  mano :& perche  confi dauano  poco  in  quejle  prò 
%ntlP^%°à  melìe».faPen^0^elfer^  efvfi  a  Vimtianiyper  le  oppofitionifatte  in  diuerfi 
deir'hiih).  tempi  all'imprefe  loroy&  conofeendofi  manifeftamenteyche  Lodouico  Sfor 
"o'a  Ì*S*  ^  tiàjpiraua  per  fé .  Tsielqual  tempo  eragia  la  riputatane  deFranceft 
co ,  quanto  cominciata  a  diminuire  molto  nel  B^gno  di  Tslapoli: perche  a  occupati  da' 
h\ì  da0^  Vlactri  &gouernandofi  a  cafomon  haucuano  attefo  a  cacciare  gli  jLrago 
ito  auttoie.  nefi  di  quei  pochi  luoghifchc  fi  teneuano  per  loro,comefe  bauefiero  fegui- 

"  to 


SECONDO.  ì* 

to  il  fauore  della  Fortuna ,  farebbe  [acceduto  facilmente  :  ma  molto  più, 
era  diminuita  la  gratia,  perche  fé  bene  a  popoli  il  I{e  molto  liberale ,  & 
benigno  dimoflratofi  fuffe, concedendo  per  tutto  Idearne  tanti  priuilegiJjy 
&  efentioniyckc  afcendeuano  ciafcmvanno  a  più  di  dugento  mila  ducati  : 
nondimeno  non  erano  [late  l  altre  cofe  indirizzate  co quell 'or 'dine ;et pru- 
dentia,cbcfi  doueuaiperche  egli  alieno  dalle  fatiche,  &  dall'udire  le  que- 
rele,e  ideftderij  de  gli  huominidafciaua  totalmente  il  pefo  delle  faccende 
a'fuoi:  i  quali  parte  per  incapacità,  parte  per  auaritia  confi  fero  tutte  le 
co  fé  .'perche  la  nobiltà  non  fu  raccolta  ne  con  humanitdynè  con  premij:dif 
ficultàgrandi/Jima  ad  entrare  nelle  camereyet  audientie  del  Re:non  fatta 
difiintione  da  huomo3a  huomo:  non  ricono fciuti,fe  non  a  cafo  i  meriti  delle 
pcrfone:non  confermati  gli  animi  di  coloro  %cb  e  naturalmente  erano  alieni 
dalla  cafa  d '^Aragona :interpofte  molte  difficultà,^  lunghezze  alla  refli~ 
tutione de gli flati,& de'  beni  della  f anione  Angioina^  de  gli  altri  Ba- 
roni *ctì  erano  flati  fcac  e  iati  da  Ferdinando  uecchio:fatte  legratie,e  ifauo 
ria  chi  gliprocuraua,con  doni>&  co  me^ flr aordinar ij: a  molti  tolto  fen 
%a  cagione:  diflribuiti quafi  tutti  gli  ufficpj,e  ibeni  di  molti  né*  Fr  ance  fi  : 
donate  con  grandi ''(fimo  dijpiacer  loro  qua  fi  tutte  le  terre  di  Dominio  (co fi 
chiamano  que Ile ,chè  fono  /olite  ad  ubbidire  immediatamente  a'  I{e)  et  la 
maggior  parte  a  F  race  fi  :co fé  tanto  più  molefle  a'fudditi:quato  più  erano 
tjfuefitti  a'gouerni  pr  udenti  ,&  ordinati  de'£{e  jir  agone  fi  ,equato  più  del 
nuono  I{e  promejfo  s'haueuanoiaggiugneuafi  ilfaflo  naturale  de'  France- 
si\a cere f cinto  per  la  facilità  della  a  uittoria}per  laquale  tanto  di  fé  fìeffi  *e^n^*M 
conceputo  haueuano,che  teneuano  tutti  gì' Italiani  in  niuna  eflimatione  :  Tullio,  per 
l'infolentia ,  &  impeto  loro  neW  alloggiar  e  ,non  meno  in  Napoli,  che  neU  {j^ea  &m 
V  altre  parti  delB^egno,  douyerano  dijìribuite  le  genti  d'arma  :  lequali  per  fuperba. 
tutto  faceuano  pejfimi  trattamenti,™  modo,che  l'ardente  defiderio,  e  ha- 
ueuano  hauuto  gli  h uomini  di  loroiera  già  conuertito  in  ardente  odio:& 
per  contrario  in  luogo  deW  odio  contr  a  gli  jLr  agone  fi  ;er  a  fot?  entrata  la, 
compaffione  di  Ferdinando  :  Ve  flettanone  hauutafi  fé  mpr  e  generalmen- 
te della  fua  uirtù:  la  memoria  di  quel  dì,che  con  tanta  manfuetudine,  & 
co$an%a  haueua  innanzi  fi  partiffe  parlato  d  T^apolit ani {donde  &  quel 
la  Citta,&  quafi  tutto'l  reame  non  con  minor  defiderio  afpettauano  oc- 
cafionedi  poter  richiamare  gli  dragone  fi  ,  che  p  o  chi jfimi  me  fi  innanzi 
hauefìero  defideratola  loro  diflr  unione:  anxi  già  cominciaua  a  effere  gra- 
to il  nome  tanto  odiofo  d '  jllfonfo, chiamando  giufta  feueritàquellayche  in 
fino  quando, uiuent  e  il  padre,attendeua  alle  cofe  domefliche  del  B^g?ws{o 
leuano  chiamare  crudeltà:^  fincet ita  d'animò  ueridico  quella,che  molti 
annibaueuano  chiamata  fuperbia,&  alterex^a.  Tal  e'  la  natura  de9 
popoli ,inclinat a  a  Jperarepiu  dì  quel  che  fi  debbe,  &  a  tollerare  meno  di 
quel  eh' è  neceffario,&  ad  hauerefempre  in  faflidio  le  cofe  prefenti,  &Jpe 
talmente  degli  habitat  ori  fai  Regno  di  'Napoli; i  qjuali  tra  tutti  i  popoli 

d'Italia 


-. 


L    I    B    R    O 

*  Acca!*}  d%ltal!a  a  fononòtati £inflabilità,&  ài  cupidità  di  co  fé  nuoue.Haueua  il  a 
d'Mftabiii-  R£  tnfino  innanzi  fi  faceffe  la  nuona  Lega ,  quafi  Riabilito  di  ritornar  ferie 
tà:  ikhe  ha  prefto  in  Trancia,  moffo  più  da  leggier  cupidità  ,  &  dal  defìderio  ardente 
pra  n°ei  l^i.  di  tutta  la  Corte,che  da  prudente  confideratione:perche  nel  Bearne  refla- 
acar.n.qiu  Hano  indecife  innumer  abili, &  importati  faccende  diTrincipi,&  di  flati: 
to,  che'pcr  né  haueua  la uittoria  hauutaperfettione,non  effendo  conquiflato  tutto  l 
io  più  fono  j?eano,Ma  intefo  chebbe  effere  fatta  cotra  fé  confederatone  di  tantiTrin 

ordinaria  -     V^.  mi        »       >  ri  »  r     •  1    /      ■    *    ***.„  «^^iÀ-ì 

mente  cupi-  ciphcommoflo  molto  d  animo :conj altana  co  juoi,quel  eoe  in  tanto  acciae 
R^e1™0!^  te  fufiedafare,affermandofi  ueriffimamente  per ciafeuno, effere  già  mol- 
qùeìCiu°ogo  te  etàyche  tra  i  Chrittiani  non  fi  era  fatto  unione  tanto  potente  :per  confi-. 
^°otauo°ne  £^/0  ^e  quali  fu  principalmente  deliberato, che  fi  accelerale  la  partitagli 
di  quanto    bitando  che  quàto  più  fi  fopr afta u acanto  più  saccrefeeffero  le  difficultà; 
si£è&  {che  fi  darebbe tepo  a  collegati  difa.repreparationimaggiorir&giàera 
Liuio  jn  co  fama  che  per  ordine  loro  paffarebbe  in  Italia  numero  grande  di  Tedefchi, 
f°uifto.à  di  &  fi  cominciano  a  nociferare  della  per  fona  di  Cefare:che'l  Re  prouedeJfe9 
q      '       che  di  Fracia  paffaffero  con  preflex^a  injl\~ii  nuoue genti  per  conferuarc 
quella  Citta,&  per  neceffitare  il  Duca  di  Milano  ad  attendere  a  difende- 
re le  co  fé  proprie,&  perche  fuffero  pronte  a  paffare  più  innanzi,  quando 
URe  giudicaffe,che  co  fi  fuffenecefjario.Ft  fu  nel  mede  fimo  configlio  deli- 
berato d'affaticarficon  ogni  diligenza, &  con  offerte grandiffime  per  j epu- 
rar e  il  Tontefice  dagli  altri  collegati,&  per  diffiorlo  a  concedere  l'inuefli 
tura  del  Regno  di  "Napoli  :  laquale  benché  a  Roma  haueffe  conuenuto  di 
concedere  affolut amente  ;  haueua  infino  a  quel  dì  ricufato  di  concedere  , 
etiandio  con  dichiarai ione, che  per  quefta  conceffione  nonfifaceffe  preiudi 
tio  alle  ragioni  de  gli  altri  ;nè  intanto  grane  deliberatione,e  tra  sì  impor- 
tanti penfteri  cadde  la  memoria  delle  co  fé  d'i  Tija:perche  defiderando  per 
moltirifpetti,chein  potefìdfuafuffe  ildiffionere,  &  dubitando  che  dalpo^ 
polo  Tifano  non  gli  fuffe  con  t aiuto  de  collegati  tolta  la  Cittadella  ;  ui 
mandò  per  mare  infieme  con  gli  Ambafciadori  Tifoni ,  eh  erano  appreffo 
b  Tanti  a    a  lui;  b  feicento  fanti  di  quei  del  Regno  fuo:i  quali  come  arriuarono  in  Ti  I 
punto  i\  ieg  j\typYeja  [a  medefima  affettione,chaueuano  pr  e  fa  gli  altri  lafciati  in  quel 
Ìììouìo  ;  a  la  Citta ,  &  moffi  da  cupidità  di  rubare  andarono  con  le  geti  de*  Ti/ani  : 
quale  è  al-  ^  .       j •  abbono  danari,a  campo  al  caftello  di  Librafatta  :  doue  i  Tifa- 

quanto  più  1  *  r      i  n       t    r  ■  /*.* 

diflufo  nei-  ni,de  quali  era  Capitano  Lucio  MalueT^o,  ejjendoji  accampati  non  molti 
donarli.  $  primàyprefo  animo  per  hauere  i  Fiorétini  màdata  una  parte  delle  geti 
brafatta.  uerfe  MoteTulcianojntefo  dipoi  appr  off  mar  fi  i  nimicis  erano  leuatiin- 
nan%i  dì:  ma  ritornatiui  dinuouo  con  q ut fio  prefidio  Vr  ance  fé  fefpugna- 
rono  in  pochi  giorni  effendo  flato  l'efferato  Fiorentino  ,  ilqual  ritornano, 
per  {occorrerla, impedito  dalla  grofk^a  dall'acque ,  a  paffare  il  fiume, 
del  Serchio:nè  hanedo  hauuto  ardire  di  pigliare  il  camino  al  lato  alle  mn 
ra  di  Lucca  per  la  difycfìtione  del  popolo  Luche  fé, cocitato  molto  in  fauo 
re  della  libertà  déTifanucon  le  gemi  de  quali  dopo  l'acquifto  di  Lwrafat 

ta> 


S    E    C    O    N    D    O.  453T 

ta,fcorfero  i  Vranccfi,chefi  rifierbarono  lìbr  afatta, per  tutto9! Cotado  di 
Tifa,come  nimici  manifefti  de  fiorentini:  a  quali,quado  fi  querelati  ano* 
non  rifbondeua  altro  Cariote  non  che  come  fuffear rinato  in  Tofcana;  of- 
ferirebbe loro  le  cofe  promeffe,  confortandogli, eh  e quefla  bricue  dilatio 
nefenza  molefìia  tollera/fero.  Marion  era  a  Carlo  sì  facile  la  ddiberatio 
ne  del  partir fi,com' era  pronto  ildefiderìo  :  perche  no  haueua  tato  tfferci 
to  ,  che  diuifio  in  due  parti  pot  effe  fien^a  pericolo  contra  V oppofìtione  de* 
confederati  condurlo  in  Afti,&  chefufft  baflante  a  difendere  in  tanti  mo 
uimentijche  fi  preparauano  facilmete  il  Regno  di  l^apol  Livelle  quali dif 
ficultà  fu  coftretto,&  perche  il  Regno  non  rìmaneff e  fogliato  di  difenfo- 
ri;diminuire  delle  proni  fi  oni  opportune  alla  fina  fialate-.et  per  no  mettere 
fé  in  pericolo  sì  manifejlo;non  ni  lafciare  quel  potente  prefidio ,  che  far eb 
be  flato  di  bi fogno :però  deliberò  laficiarui  *  la  metà  degli  SuÌ7geri,etvna  a  EienTe  il 
parte  de' fanti Francefi,%oo.  lancie¥rancefe,&  da  cinquecento  huomini  ^e  Carl°  g 
d'arme  Italianì,condotti  a  fioldifiuoi,parte  fiotto  il  "Prefetto  di  Roma,par  puio*  ti  ho- 
te  fiotto  Trofl>ero,&Fabritio  Colonna, &  Antonello  S  aite  Ilo  ,t  ut  ti  Capi  re  wi'??*? 
tani  beneficiati  da  lui  nella  dislributione, che  fece  di  quafi  tutte  le  Terre,  rmiaVrahuo* 
&  flati  del  Regno,&  mafjimamente  i  Colonne/} .-perche  a  Vabritio  haueua  romL^!J£j 
conceduto  i  Contadi  d>Albi,&  di  Tagliaco%£?,poffeduti  prima  da  Virgi  Uggita,  & 
nio  Or  fino:  &  a  Trojpero  il  Ducato  di  Tr  aietto, &  la  Citta  di  Fondi  con  [àfr^suT^ 
molte  caftella,ch: erano  della  famiglia  Gaetana ,&  Monte  Fortino  con  al  ieri ,  tedef- 
tre  Terre  circonflanti  tolte  alla  famiglia  deContuco  lequaligetipefaua,  fch0lnf  ^"tù 
che  in  ogni  bìfiogno  s'uniffero  lefor%e  di  quei  Baronia  quali  per  laficurtà  ito  numero 
propria  erano  ncceffitati  di  desiderare  la  fina  graderà, et  fiopra  tutti  del  rjea7p!ditè.~ 
Trincipedi  Salerno, reflìtuito  da  lui  all'ufficio  dell* ammiraglio  ,  &  del 
Trincipe  di  Bifignano,  Luogotenete  Generale  di  tutto' l  Regno  deputò  Gì 
liberto  di  Monpenfieri,C apitano  piuflimato  per  la  graderà  fina,  &  per 
ejjèr  del  f angue  Reale,che  f  proprio  ualore:&  deputò  oltra  lui  nari]  Ca- 
pitani in  molte  parti  del  Regno>ay  quali  tutti  haueua  donato  flati ,  &  en- 
trate :et  di  quefìi  furono  i  principali , b  Obigni  al  gouerno  della  Calauria,  [\^*ò  l\ 
fatto  da  lui  gran  Concflabile.  jl  Gaeta  il  Sinifcalco  di  Belcari ,  alquale  gì»  «affici  di 
haueua  dato  l'rfficio  del  gran  Camerlingo .  T^ell'abrw^i  Gratìano  di  pogn°faìta* 
guerra  uaiorofo,<&  riputato  Capitano. *A quefle genti promeffe  di  man-  daiRecar- 
dar  denari^  freflofcccorfo:ma  non  lafciò  altra  proni  filone, che  l'affegna  ±  piu  ^l(i 
mento  di  quegli ,che  giornalmente  fi  rifeoteffero  deli' entrate  del  Regno;  il io* 
quale  già  uacillaua, cominci  ado  a  ri/urgere  in  molti  luoghi  il  nome  jLra 
gonefe.fche  Ferdinado  era  ne  dì  mede  fimi, eh  e' i  Re  uoleua  partire  da  Tsla 
polhfmotato  in  Calauria, accopagnato  dagli  Spagnucli  ucnuti  in  full 'ar 
mata  ncli'lfola  di  Sicilia:  a  cui  con corfierofiu biro  molti  degli  huomini  del 
paefi.-etfegli  arredò  incotinete  la  città  di  Reggi  o, la  fior  tt^ja  della  quale 
sera  sépre  tenuta  t  nome  fino  :et  nel  tepo  medefimofi  feoffe  ne'liti  di  Tu 
glia  l'armata  Vinitiana  ideila  qnal 'era  Capitano  .Antonio  Grimam,huo- 

Q        mo  in 


LIBRO 

mo  in  quella  Kgpublica  di  grande  autoritàMa  non  perquefio,ncper>nol 

ti  altri  pegni  dell'  alteratione  futura  fi  rimoffe,ò  pure  fi  ritardò  in  parte 

alcuna  la  deliberatone  del  partir  fi  :  perche  oltr  a  quello*  che  gli  per fua- 

deua forfè  la  neceffitd;era  incredibile  l'ardore,che  il  I{e,  e  tutta  la  Corte 

haueuano  di  ritornar fene  in  Francia,come  fel  capo, eh' era  flato  baflante 

a  fare  acqmflare  tata  uittoria;  puffe  bafìate  a  farla  conferuare.l^elqual 

tempo  fi  teneuano  per  Ferdinando  i'ifole  d'ifcbia ,  &  di  Lipari,  membro 

(  benché  propinque  alla  Sicilia  )  delì\cgno  di  Napoli-,I{e%gio  ricuperato 

nuouamente;&  nella  medefìma  Calauria,Terranuoua,&  laportexja^o 

alcun'  altre  portele ,  &  luoghi  circolanti .  Brindi  fi  doue  s*  era  fermato 

Don  Federigo;  Galipoli,la  Mantia,&  la  Tur  pia  :ma  innanzi  chél  F^e  par 

tijfe-,fi  trattarono  trai  Tontefice,&  luiyuarie  cofe  nonfen%afferan%a  di 

ferine   cofi  concordia:per  lequali  andò  dal  "Pontefice  al  F^e,et  dipoi  ritornò  a  F^pma  il 

interaméte,  a  Cardinal  di  S.  Dionigi,&  dal  Fg  a  lui  Mons.  ¥ran%i:perche  il  I\e  de  fide  t 

ca  eu  Gioì  ratta  pommamete  l'inueflitura  del  Eseguo  di  "Napoli:  defideraua,chel  Vo 

uiorma  foio  tefice,fe  non  uoleua  effer  congiuto  fé  co:  almeno  no  aderiffe  co1  nimicifuoi: 

dando  cai--  &  che  fi  contenta ff e  di  riceuerlo  in  Foma  come  amìco:alle  quali  cofe,be- 

io  uerfo  ro  cf?e  Hvontefice  da  principio  prefìafTe  orecchi,nodimeno  hanendo  l'animo 

ma;  mando      ..  »    ;  />  ,     V   i    i    •     f  \     ~        ?       ir  r    >    >  ^    17 

ai  Papa  An.  alieno  dal  confidar Ji  di  lui,  &  perciò  no  uo tendo  J eparar fi  da  Collegati* 
koloTCdV  ve  conce  bergli  l'inueftitura;non  la  riputando  me%o  (ufficiente  a  far  e  (eco 
Lione,  a  far  fedele  riconciliatione;interponeua  all'altre  dimande  varie  difficultd:&a 
fehche  paci!  (ìue^a  dell' inueflitura,beche  il  F^efi  riduceffe  ad  accettarla  fen%a  pregili 
fi  camere  no  dicio  delle  ragioni  d: 'altri mffodeua  uolere,  che  prima  fi  uedeffe  giuridica 
carfiabbfeco  mente  a  *$  di  ragione  apparteneua:&  dall'altra  parte  defiderado  di  prò 
per  la  quie-  bibìre  con  l'arme,che'l  Fé  non  entrajje  in  I{pma;ricercò  il  Senato  Vinitia 
ne-.&TheTi  no^l^uca  di  Milano ,ch e  gli m and 'afferò  aiuto.-i  quali  mandarono  b  mil  l 
Papa  non  le  caualli  leggieri,  &  due  mila  fanti>&  promepfono  mandargli  mille  huo 
f  °iaVd?Ro  m*ni  d'arme,conle  quali  genti  aggiunte  alle  for%e  fue^Jperaua  poter  refi 
ma.°n  co.  ft  ere  ma  parendo  poi  loro  troppo  pericolo fo  il  difeoflare  tanto  le  geti  da 
no  caifa  "li  &l*flat'1  pvoprv\,ne  hauendo  ancora  in  ordine  tutto  l  efferato  dìfegnato,et 
Re ,  che  per  effendo  parte  delle  genti  occupate  al'Cimprefa  d'^flì,  &  riducedofi  oltra 
«a  Zfarn°te^  c  ò lH  memoria  l'infedeltà  del  Tontefice,&  l' battere  quando  pafiò  Carlo  3 
«er  dai  pa.  chiamato  in  ì\pma  con  V  effer  cito  Ferdinando,^  poi  fattolo  partir  e-,muta 
io,  ancho*  t0  configlio  cominciarono  a  pervadergli,  che  più  tofiofi  riduceffe  in  tuo* 
fuo  prigio-  g0  ficuro,che  per sformar  fi  di  difendere  F^oma  eftorre  lafua  per  fona  a  sì 
eia.  x  n"  grane  pericolo: att e fo,che  quando  bene  il  ]\e  entrajje  in  J\oma:fene  parti 
rebbe  j  ubito  feri  %a  la fei  arni  gente  alcuna  :  le  quali  cofe  accrebbono  la  fft 
meroeftefio  ra^xa  del  Fé  di  poter  uenirefeco  a  qualche  copofitione.Tartì  adunque  il 
ferine  ii  Bé-  Rg  da  Islapoli  e  //  yigefimo  dì  di  Maggio:ma  perche  prima  non  haueua  af  e 

l,2#  funto  con  le  cerimonie  con  fu  et  e  il  titolo, &  leinfegne  I{eali;pochi  dìinnà 
e  a  mero   *ùfi  partiffe;riceuè  folennemete  nella  Chiefa  cathedrale  con  vrandijjìma 

Maggio  di. 


ce 


WS&Q.  jwm(a>&  cekbritàfPecondo  ilcojlume  de  Fg  Sfolti  ani Jinfegne  Ideali, 


SECONDO.  *o 

4-  tli  honoris  i  giuramenti  cofueti  preflarfi  d  nuom  K§ ,  orando  m  no- 
ve del  popolo  dipoli  Ciouanni  Umano  Tontano:alle  laudi  del  quale 
molto  chiarirne  per  eccellentia  di  dottrinai  di  attimi  cmii,&  di  co- 
(lumi;dettequett  atto  non  pxcciolanota-.percbeeffendo  flato  lungamente 
Secretarlo  de'  Re  Ma%onefi,&  appreso  a  loro  ingrandiamo,  autorità, 
«recettore  ancora  nelle  Ietterei  maeflro  d'Mfonfo;parue  che;o  perfer 
«are  le  parti  proprie  de  gli  Oratori;  ò  per  far  fi  più  grato  a  Fracejtjji  di 
flendeffe  troppo  nella  uituperatione  di  quei  P&da'  quali  era  sigrandemc- 
te  nato  efaltato,tanto  a  è  qualche  uolta  difficile  ofjeruare  mfefleffo  quel  ponMno  d._ 
la  moderatione,&quei  precetti,coqudì,cgli,ripieno  di  tanta  eruditione,  ■>«***£ 
fcriuendo  delle  uirttt  mcrali,& facendofhper  l  umtierjalita  deU  ingegno  tn  i  -ilo  er 
fuo  in  ognifbetie  di  dottrina, mar ■auigliofo  a  ciafcuno;baueuaammaefira  rodete 
to  tutti  ili  buomini.  andarono  con  Carlo  Zoo.lance  Yranccft ,  i  dugento  dlamo>  co. 
gentil'huomini  della  fua  guardia,  il  TriuMo  con  cento  lande ,  tremila  «Uyg 
fanti  Suizzeriwìlle Francefh&  mille  Guafconi,&con  ordme,cbe in  ro  prl  a cir. „ 
fcanafeco Xniffero  Camillo  Vitelli,e  i fratelli  con  %  j  o.buomini  d'arme,  »***« 
&  ebe  l'armata  di  mare  fé  ne  ritornale  verfo  Liuorno.  Seguitarono  HJfe  Gi„.wt.«, 
non  con  altra  guardiane  data  la  fede  di  non  partir  fi  fema  Ucentia,Vir  gj<»,che  „. 
ginio  Orftno,e'l  Conte  di  T  itigli  ano:  la  caufa  de'  quali,perchefi  querela-  g-M-g 
,  uano  non  effere  flati  fatti  bgiufìamente  prigioni;  era  fiata  prima  come  fa  J-£««°« 
al  confidìo  Realeiinnanxi  alquale  baueuano  allegatole  al  tepo  ebes  ar  £„  poi_£i 
renderono,eragiàBatoaglihuominimandatidaloro,nòfolo  conceduto     ■ 

ter  la  bocca  propria  delReilJaluocondotto,maetiandio  ridotto  in  Jcrit-  c  Di  fop 
Wa,&  flotto  ferino  dalla  fua  mano  ;  &  che  hauedone  riceuuto  auifo  da  «i.^** 
fuoi,cbe  afbettauano  l'effedìtione  de  Segreta^  :  buttano  fotta  queflafl-  car  .^ 
danza  aleremo  araldo, che  andò  a  nola,alzato  le  bandire  del  Re;&al  ..ho™.. 
trimo  Capitano,ilquale  haueuafeco  pocbifjimi  caualli;confegnato  le  dm  puon<Ul 
li,non  ottante  che  bauendo  con  loro  più  di  quattroceto  buominidarme  p£«»<£ 
banefi  ero  facilmente  potuto  refiflere.  Raccontavano  l'antica  diuotione  gUJm* 
della  famiglia  degli  Orfmijaquale  haiiedo  fempre  tenuta  la  parte  Guel  c6tra  rag._ 
fa,haueuano,et  loro,&  chiuqueera  mai  nato,ò  nascerebbe  di  ?"«?«/?  £***; 
fcolpito  nel  cuore  il  nome,  elfegno  della  Corona  di  Fracia.Da  queflo effe  ~       » 
re  proceduto  l'bauere  con  tanta  protesa  riceuutod  Re  nega  Ha ti  loro 
di  terra  di  Roma:&  Pciò  nò  conuenire.nè  effere  giuflo  atte  fa  la  fede  data 
dal  Re,et  attefe  l'opere  loro, chef  uff  ero  ritenuti  pngioniMa  no  meno  prò 
tariate  fi  rifbondeua  perla  parte  di  Ligni,dalle  cui giti  erano  flati  preji 
a  Kola\ilfaluocondotto,bechc  deliberato^  jottoferitto  dal  Re  no  me- 
derà p fellamente  còceduto  infirmatalo  nò  f affé  corroborato  col  figlilo 
Reiio,&  con  le  foferittioni  de'  fegretari,  &  dipoi  confidato  alla  parte:      ,. 
queflo  effere  in  tutte  le  cÒceffionU&patentiil  coflume  ^tffimoditut 
ie  le  corpaccio  fi  poteffe  moderare  quel ,  che  dalla  bocca  del  Trmcipe,o 
per  i  molti  penfieri,&faccende;ò  per  non  effere  flato  informato  fiatarne 
•  ■  .  *  G      it  ti* 


he 
cad 


ra 


LIBRO 

te  delle  cofe,incofideratametefuffe  cadutomi  battere  quella  fidanza  mof 
fogli  Or  fini  ad  arrender  fi  sì  piccolo  numero  digetema  la  necefiitdy  el  ti 
*T&  Ma  a  mo}'e:P':rc'je  M  xn**ne*4  loro  f acuità  né  di  difenderete  di  fuggir  fi,  efi. 
gio  cono,  fendo  già  tutto  Ipae fé  circolante  occupato  dall'arme  de  uincitoru&ef 
ferfalfo  quel,chaueuano  allegato  dt  meriti  loro:  i quali quado  fujfero 
Jo  m  RomI  fermati da  ^tri;  douerebbono  e(fi  mede  fi  mi  per  honor  prof  rio  negare: 
il  pimo  di  perche  era  mani f efi iffimo  a  tutto9 1  Mondo,che  non  per  volotàyna  ^fu<^i 
Snio°ch;  re  H  pericolo, par  tedo fi  nell'auuerfità  da  gli  dragone  fi, da quali  nelle :f- 
Gio'.e\  "  IPeyìt^^aiieiiano  ricevuti grai  fimi 'beneficij ,  affono  al  Rg  le  terre  loro. 
con ©°& n-è  D mcìHe  *IM>. a  gUftipendpj  de  nimici, &  d'animo  alieni/fimo  dal  nome 
^Tne^ar  Fr*cefe>nèhauendo  riceuuta  per fettamete  ficurtà  alcuna, e  fere  fiati  per 
5?\ia  iicfo  jB«fl«  ragione  di  guerra  fatti  prigioni.  Qj.iejìe  co  fé  fi  diceuano  contragli 
che  cado  °Y[miMHal1  e  fendo  fomentate  dalla  potenza  di  Ugni,  &  dall'autorità 
aiiogiò  \n  de9  Colónefi,i  quali  per  l'antiche  emulationi,&diuerfità  delle  fatt ioni  a- 
iiche^adei  Pertam^€  ^impugnauanosno  era  fiata  mai  data  fente%a;ma  deliberato, 
uenfìmiie ,  che  feguitafero  il  f^.beche  data  fera%a  di  deliberargli  come  fu  fé  arri- 
bofitj1/^  mt0  in^l'Ma  il  Totefice,beche,{  batterlo  i  Collegati  confortato  a  par 
to  da  que-  tirfi,no  fufe flato  fen%a  inclinatone  di  ricociliarfi  co  Carlo,  colquale  co 
|?sfoggi«  timamlte  trattaua;nodimeno  preualedo  finalmete  il  foretto  conceputo 
óftei.-  &i.  di  lui,co  tuttoché  al  I{e  hauefe  dato  qualche  jperà^a  d'affrettarlo;  a  due 
to  Angdo.  dì  innan^cti v  egli  entr  afe  inI{gma,accdpagnato  dal  collegio  de  Cardina 
e  Preflo  il  H>&  da  200.  kuomini  d'arme,mille  cauai leg%ieri,e  tre  nule  fanti,et  mef 
f£È°,  che  fa  {ufficiente  prefidw  in  CaftelS. agnolo;  fé  n'andò  ad  0  r uiet o, la f ciato  Le 
Thonaneiia  gato  in  %oma  il  Cardinale  di  S.^naflafia  a  ricetterei  honor  are  il  Re:il 

Sfibra  &  ?W  b  entrat0  ?  Traflc»ere  Per  sfuggire  Caftel  S.jignolo;andb  ad  alìog  i 
echeggia  giare  nel  Borgo,rifiutato  l'alloggiaméto  offertogli  f  comeffion  del  Tonte  ' 
che  Pmort;  $ce  nd  ?daZio  dìv  dicano. Da  Oruieto  ilTontefice,comeintefe  il  Re  aù 
funafafiàra  profimarfi  a  Viterbo  .benché  gli  hauefe  dinuouo  dataferan^a  di  coue- 
tZl Xi  nirJhco  in  Vidche  luogo  comodo  tra  Viterbo,&  Oruieto;  fé  n'andò  a  Te 
cefqi  cópa-  rugia,comtetione  fé  Carlo  fi  dirixjaua  a  quel  camino  d'andare  in  .Anco 
f^ndoo!  na,per  potere  co  la  comodità  del  mare  ridurfi  in  luogo  totalmeteficuro: 

Dicano  il  ha  cty  nondimeno  ÌlY{.P-hrrhp  Crlpanstm  ™n!t-si  *.**.  !,.:  ..:ì^r.:\  /_   r ...  .  /• 


cétra  la 


ra°,  &  taaglu  Oflienfe.Tafiò  medefimamete  f  ilpaefe  della  Chiefa,come  p  paefe  amico, 
zi 'ina  ?r'n  *cmt0  chel'àtiguar diarie us ado  gli  huomini  di  Tojcanella*  d'alloggiar 
parte  £  gì,  ^  nella  terra,  entrataui  detro  per  forala  me  fé  a  fiacco  ed  ucciftone  di 
iiaBcCboa!/  *°tth  Dimorò  poni  Re  fendale una  cagione  fé i  giorni  w  Siena.no  confi- 
giugne,  che  derado  ™  per  jlef]o,nè per  efier gli  inftàt emente  ricordato  dal  Cardinal  di 

£5l&  SéTle ro  \n  twflf**  dal  Triulxio,quantofuffe  perniciofo  U  dare  tanto 
Mcmce  Pia.  tempo  a  mmici  diprouederfì,  &■  d'unire  le  for^eloro  :  né  ricompen- 
sa*,       fu  perciò  la  perdita  del  tempo  con  futilità  delle  ddiberationi;  perche 

in  Siena 


SECONDO.  ;i 

in  Siena  fi  trattò  la  reflit  ut  ione  delle  fortezze  de'  Fiorentìni,dal  J\e  alici 
partita  fui  di  Napoli  efficacemeute  promefia,  &  poi  nel  camino  più  not- 
te confermata;per  laquale  i  Fiorentini oltra  efier  paratia  pagargli  tren 
ta  mila  ducati, che  reftauano  della  fomma  couenuta  inFiren^e;offeriuano 
di  predargliene  [et  tanta  mila3&  madar  ficco  in  fino  in^AftiFracefico  Secco 
loro  condottieri'  con  $  oo.huomini  dì  arme, <&  due  milafanti;in  modo,che 
la  neceffità,che  haueua  il  I\e  di  danari,  l'effergli  molto  utile  laugumenta, 
re  l'efferato  fno;il  ri ff  etto  della  fedc,&  delgiurameto  J\eale;induffe  qua 
fi  tutti  quelli  del  configlio  a  confortare  efficacemente  la  reftitutione ,  ri- 
feruandofi  Tietrafanta,  &  Sere^ana ,  quafi  come  indumento  a  uolgere 
alla  diuotione  fua  più  agcuolmete  l'animo  de  Cenone fi ima  era  desinato* 
che  in  Italia  rimaneffe  acce  fa  la  materia  di  nuoue  calamità,  tigni  gioua- 
ne,&inefperto;ma  che  era  nato  d'una  fioretta  della  madre  del  I\e,et  molto 
fauorito  da  lui;moffoò  da  lcggieret^a,ò  da  fidegno,  chei  Fiorentini  fi  fuf 
fiero  accollati  al  Cardinale  di  S.Maiò;  impedì  quefìa  deliberatione3non  al 
legando  altra  ragione,che  la  compaffìone  de'  Vifiani,  &  dififre%^ando  gli 
aiuti  de*  Fiorentini, per  effere(come  diceua)baftante  l' efferato  Francefe  a 
battere  tutte  le  genti  di  guerra  Italiane  unite  infieme  :&a  tigni  accon- 
fentiua  Mons.  di  Tienes,  perche  fiberaua  chel  %  gli  concedeffe  il  dominio  a  Scriue  n 
diVifia  ,&  diiiuorno.  Trattos fi  ancora  in  Siena  del*  gouerno  di  quella  Giouio,che 
Cittatpercbe  molti  de  gli  ordini  del  popolo,&  de' riformatori  per  deprime  ^"naTra 
re  la  potenza  dell'ordine  del  Monte  de'  7s(oue  ;  inftauano ,  che  introdotta  no  diuifi  in 
una  forma  nuoua  di  gouerno,&leuata  la  guardia  tenuta  dal  Mote  di  ISJo  ^onl%  che 
ne  al  palagio  publico;ui  reUaffe  una  guardia  di Franctfi  fiotto  la  cura  di  »  l'od^dei 
Ligni-Jaquale  offerta, benché  nel  configlio  l\egio,come  cofia  poco  durabile,  il\tro  ^Qm 
&  impertinente  al  tempo  prefente  rifiutata  fu/Te:  nondimeno  Livni ,  iU  mandarono 
quale  nanamente  dijegnaua  di  farjene  Signore,ottenne,cbe  Carlo  piglia^  ucrnatore. 
fc  in  protettane  con  certi  capitoli  quella  Citta ,  obligandofi  alla  difefa  bQueftiprt 
di  tutto  lo  flato  poffedenano  ;  eccetto ,  che  di  Monte  Tutelano  :  del  quale  uiiegi  turò 
diffe  non  uolere  né  per  1  Fiorentini, né  per  i  Sane  fi  intr  ometter  fi  :&  la  com  Jrff*  *dì 
munita  di  Siena,  con  tutto,  che  di  queflo  non  fi  faceffe  mentione  nella  ca-  seaembre 
pitolatione;  eleffe  con  confentiméto  di  Carlo, tigni  per  fino  Capitano, prò-  farcii  Co 
mettendogli  uentimila  ducati  per  eia  [curi anno,  con  cblivatione  dì  tener  ni  "°>  che  fin* 

5  _      A       .     J  ,.    j  n  1        ■  1    r  ■»  aiS.dell'an 

un  tuogotenente  con  treccio  fanti  per  guardia  della  pia^a,  che  ni  lajcio  no  ieguéte 
{ di  quelli, eh' erano  con  l' efferato  lracefe:la  uanità  delle  quali  deliberano  Per  ordine 

1      n  \  7  1        Ì  •       •  7.       i  •        1  >  ^  -,  j  r  U1    Celare  ; 

ni  presto  appari,  perche  non  molto  aipoi  1  orarne  de  Isfoue  ueridicatcfi  con  non  douetta 
l'arme  la  lolita  autorità'^  a  e  ciò  di  Siena  la  guardia  ^  licei  io  Mons.ditil  no.e,ì«r  P"- 

7  ?       >,  ;    r  ■  r  ir-  w         r    j  ■  r  biicatutal- 

la,che  Carlo  u  haueua  lajaatcpjuo  jlmba\ciatore  Ma  già  le  cojeditom  che  mene  il 

bar  dia  non  mediccr  emete  tra  i-.a^liauano  .-perche  da' V  indiani, &  da  tod.  tempoaca- 

S for^a,  ilquale  haueua  netmedefmi  dì  riceuuto  dx  Ccfiare  co grandiffìma  méte, come 

h  folenmtàh i  priuìlegij dell' inuejiitura  del  Ducato  di  Milano  ,&  preflato  a  2JJIlicd-^1 

glijLmbafiutQYiyClt  gli  ba:n ..ano  pori  ali, public  amile  libomaggioì& il  no. 

C     $         gikra~ 


r    I    B    R    o 

giuramento  della  fedeltà  ;fifaceuano  grandi  ffìme  proni/ioni,  per  impedi 
re  a  Carlo  la  f acuità  di  ritornarfene  in  Francia,o  almeno  per  afficurare  il 
Ducato  di  Milano,per  lo  quale  egli  haueua  adattrauerfare  per  tanto fya 
tio  di  paefe  :  ®  aqueflo  effetto  bauendo  ciafcun  di  loro  riordinato  le  lue 
genti ;haueu ano  parte  a  comune,  parte  in  proprio  condotto  dinuouo  mol 
ti  buomini  d'arme:®  dopo  varie  difficultd  ottenuto,  che  Giouanni  Benti 
uogli  prefo  lo  jìipendio  comune  da  loro  aderiffe  alla  Lega  con  la  Città  di 
Bologna,  jlrmàua  ancora  a  Genoua  Lodouico  perfìcurtà  di  quella  Citta 
a  Dodici  ga  a  dieci  galee  afpefe  fu  e  proprie,  ®  quattro  nauigr  offe  afpefe  comuni  del 
i«,  &  quac.  Tupaie*  Venetiani,®  fue,®  intento,per  effequir  quello,  co  era  obliga- 
fcrìue  il  ve  to  per  ì  capitoli  della  con federat ione  a U'ejpugnat iene  d'^fti;  haueua  ma, 
icouodi  Ne  fato  asoldare  in  Germania  duo  mila  fanti,®  voltato  a  quella  ejpedit io- 
ne Galeaigo  da  San  Seuerino  confettecento  buomini  dì  arme,  ®  tre  mila 
fanti,promettendofene  con  tanta  Jf>eran%a  lavittoria,che  com'era  perna 
b  Vedi  u     *Hra  m°h°  k  infoiente  nella  proferita  ;  per  febernire  il  Duca  d'Orliens  ; 
to  ho  nota-  mandò  a  ricercarlo,cbe  infuturo  no  vfurpajfe  più  ti  titolo  di  Duca  di  Mi 
f°*C2?  mi  lano:ityHal  titolo  baueua  dopo  la  morte  di  Filippomaria  Vifconte  affun- 
Ub.i. ài  que  to  Carlo  fuo  padremon  permetteffe,cbe  nuoue genti  Yrancefipajfaffero  in 
fU  hiftona.  italia:faceffe  ritornar  quelle  chy  erano  in  ^Afli  di  là  da'  monti: et  ebe  j>  fof 
feruan%a  di  quefie  co  fé  depofttaffejLfii  in  mano  di  Galea%%p  da  San  Seue 
vino  ,del  quale  il  fuo  Bgpoteua  confidare  non  meno  di  lui ,  bauendo  l'anno 
dina%i  in  Francia  ammeffolo  nella  confraternita,®-  ordine  fuo  di  San  Mi 
cbele,magnificado  oltre  a  quefio  con  la  medefima  iattantia  le  f or  ^  fu  e, le 
frouifioni  dey  Collegati  per  opporfi  al  I{e  in  Italia,®  gli  apparati  che  fa- 
ceuano  il  Re  de*  Bgmanue  i  I{e  di  Spagna  per  muouere  la  guerra  di  là  da," 
rnontiMa  poco  moueua  Orliesla  uanità  di  quefìi  minacci:ilquale,fubito 
e  haueua  hauuto  notitia  trattar  fi  di  fare  la  nuoua  cdfederatione;haueua 
attefo  a  fortificar  e  jlfii,®  cogràde  inflantia  follecitato,che  di  Tracia  uè 
niffero  nuoue  genti:  lequali  effendo  fiate  dimàdate  dal  I\e,che  ueniffero  in 
foccorfo  proprio:cominciauano  con  prefle%ga  a  paffare  i  monti  :et  perciò 
Orliensnon  temendo  de*  nimici,ufcito  alla  campagna;prefe  nelMarchefa 
to  di  Salwigo  la  Terra>&  la  ]\pcca  diGualfinara  poffeduta  da  Antonio 
Maria  da  San  Se  uer  ino:  donde  Gale  a%go, eh  e  prima  haueua  preje  alcune 
piccole  caflella  fi  ritirò  con  ly efferato  ad  jinon  terra  del  Ducato  di  Mila 
no  vicina  ad  ^fli,nd  hauedo  nèfperan^a  di  poter*  offender  e  ,nè  timor  dyef 
fereoffejo.Ma  la  natura  di  Lodouico  inclinatifjìma  ad  implicar  fi  pronta- 
mente in  imprefe,che  ricercauano  grandifjlme ff>efe,® per  contrario  alle 
rtiffima,  benché  nelle  maggiori  necefjit  à, dallo  fender  e-,fu  cagione  dimette 
re  lo  flato  fuo  in  grauiffimi  pericoli :per che  per  la  fcarfità  dey  pagameti; 
tran  uenuti  pochijjìmi de fanti  Alamanni;®  per  la  mede  fi  ma  fi  rettela 
le  genti  ,cby  erano  con  Gale  a%jo  ogni  giorno  diminuiuano:®  per  contra- 
rio fopranenendo  continuamente  gli  aiuti  di  Vr  adacquali  per  ejfere  chìa 


l 


SECONDO.  T» 

Mtìal  foccorfo  della  per  fona  dell\e;paffauano  con  gran  prontezza ->  il 
DucadVrliensbaueuagidnifieme  trecento  lanciere  mila  fanti  Sur&e-  t  0?ìcìnù 
ri,&  tre  mila  Gnafconì:&  benché  da  Carlo  gli  fuffe  flato  precìfamente  i\  bi*nco,& 
timandatotche  aflenendofi  da  ogniimprefa&effe  preparato  a  poter  e,qua  J™™e  |, 
do  furie  chiamato:  far  fé?  li  incontro;nondimeno  come  è  difficile  il  refiflere  cario:  mi 

uvjiijji  %>  w>+ri»>  vv-}j      j  es  ...  »  r         j->        ..***..*>  ìj,  ~:+4-m  "     Giorno 

a  vliinterefii  propri]  ^deliberò  d  accettare  l  occafione  d  occupare  la  citta  uomina  V{Xm 
iìltpuarainellaquale  offeriuano  di  metterlo  a  due  Opinili Cacciaceli?  ***£$£> 
buomini  di  quella  ed  tua  quali  era  molto  odio/o  il  Duca  di  Milano, per  Manrrcd',°: 
che  a  loro,&  a  molti  altri  T^puarefi  haueua  con  f alfe  calunie,&  con  giù  f™[\^ 
dicij  ingiuri  ufurpato  certi  condotti  d'acque,&  pojjeffioni  :  pcròOrliens  rio  "Coao  ' 
cdpofiala  cofa  con  loro,accop agnato  da  Lodouico  Marchefe  di  Saluto ,  g^}*»* 
pafJatoàinottcilfiumedelTò\alponteaSturagiurifdittione  del  Mar-  cidaiosfor 
chele  di  Monferrato^  con  le  fue  genti  da'eogiuratifen^a  alcuna  refiflé  £  «jagji 
variceuuto  in  1$puara\dodebauedo  fubito  fatto  feorrer  e  parte  de  fuoi  nobiii  No. 
caualli  infino  a  rigatene;  fi  credere  fé  con  tutto  l'efferato  fuffe  follea  sfat- 
tamente andato  verfo  Milano-fi  far  ebbono  f tifatati  grandi  fimi  mouime  che  un  r0io 
ti  :  perche  intefa  la  perdita  di  T^puara;fi  ueddono  molto  folleuati  a  cofe  Jjjjjjg 
nuoue  gli  animi  de' Milane  fi:  &  Lodouico  no  meno  timido  nelfauuerfità,  de  ai  Duca 
che  immoderato  nelle  profferita,  come  £v  asi  fempre  è  congiunta  in un  f°*™& 
mede  fimo  {oggetto  l'infolentia  con  la  timidità;dimoftraua  b  con  inutili  la  dimento. 
vrime  la  fua  uiltà.nè  le  genti  ch'erano  con  Galeax^p,nellequalifolo  confi  b  Moftrò  ^ 
fteua  la  fua  difefa  ;  reflato  in  dietro,  fi  dimoslrauano  in  luogo  alcunoMa  fua  mia  Lo 
non  effendo  fempre  note  a'  capitani  le  conditioni,e  i  di/órdini  de'  nimiciyfi  %^.J£ 
"  nelle  guerre  belliff 
miTrincipe  tanto 
,  perflabilire  l'acq 

:  ne  della  roccadaquale  il  e  quinto  giorno  e  ouene  d'arrender  fi,  fé  in  fra  un  miItV^àn! 
giorno  non  fuffe  jeccorfa:(  loquale  interuallo  di  tepo,hebbefpatio  il  S  afe  ****** 
uerino  di  ridurfi  co  lefuegeti  in  Vigeuene^  il  Duca  ,  che  p  ricoaliarji  .,  cioolo>* 
gli  animi  de  popoliMueua  per  bado  publico  leuati  molti  dacché  prima,  .1  cono. 
laueua  impofli  ;  daccrejeere  l'effercito:&  nodimeno  Orlies  accoflatofi  co  c  Tre^ 
lefuegeti  alle  mura  di  Vigeuene:prefento  la  battaglia  a'  nimia  ;  /  quali  ti**°fef 
trano  intàtoterrore.chehebbono  inclinationed'abbadonareVigeuene,et  ^e,la  JgJjjJ 
paffare  il  fi  urne  del  T efino  ?  il  potere  uhaueuano  fatto  in  sa  le  barche:  fi^J^ 
ma  ritiratofi  Orlies  a  Trecas,poi  che  effi  ricufauano  di  cooattere;  comin  lano  >  huo- 
ciarono  le  cofe  di  Lodouico  Sforma  a  prof, erare,  foprauenendo  cotinuame  mo  mie. 
te  all'efferato  fuo  cauaili,e;<fanti;percbe  i  Vimtiam  coteti,che  a  loro  ri  d  MiHeca_ 
manelfequafituttoilpefod'opporfiaCarlovofentironocbe  Lodouico  ri  uaiu  Gred 
chiamaffe  parte  delle  ^nti,cbe  haueua  màdate  in  Parmigiano,  &gli  ma  \q  fouo 
d  darono  oltra  ciò  d  quattrocento  flradiotti,talmete  che  ad  Orliens  fu  toaa  Badino 
la  facilita  di  pacare  più  innan%i,&  hauendo  fatto  correre  di  nuouocm-  Ma  in  una 
quecento  caualli  infino  a  yigeuene,ufcendo  fuoraad  aflaltargli  ^-lèttera  ai* 


LIBRO 

inme « ttor  uall\,de%  nìmìci;riceuerono  queid'Orliens  graue  danno.^indò  dipoi  il  San 
tiani^&  ali*  feuerinogiàfupcriorc  di  for^e  a  prefentargli  la  battaglia  aTrecàs,&vl 
uf.iciodeUa  timamente  raccolto  tutto  l 'efferato ,nelquale  oltra  ifoldati  Itali  ani, era- 

Balia  di  Gè  .  ...  ...       *».  ,.        i   « .  *  ' 

noua  fono  wo  arriuati  mille  canalli,^  due  mila  fanti  Tedejcbi;alloggio  apprejjo  a 
^èrelSra  ww  w(^'°  *  rHpuara:oue  Orliens  fiera  con  tutte  le  genti  ritiratola  nuo 
to  negli  ina  «<*  <fi7/#  ribellione  di  lyouarafollecitò  Carlo, ci)  era  a  Siena  ad  accelera- 
diNebTo^u  re  '• cammo'y&  perciò,  per  fuggire  qualunque  occafione,cbe  lo  poteffe  ri 
gìoiiìo  fcn  tardar  e  yhauendo  notìtia,cbe  i  Fiorentini  ammoniti  da'  pericoli  paf]atì,et 
"'!fteffófr5  inflettiti, per  cheTiero  de  Medici  lo  feguit  aita, benché  a  ordina/fero  di 
tarin!,&  co  riceuerlo  in  Fire\e  co  grandinimi  h onori:  empieuano  per  fic urta  loro  la 
MAlefsSdro  cltta  dyarme,&  di  geti;pafìò  a  Tifa  per  il  dominio  Fior  et  ino,  lafciata  la 
Benedetti^  citta  di  Firenze  alla  man  dcftra:  alquale  fi  fece  incontro  nella  terra  di 
den^Eébo  ^oggibon^i  Girolamo  Sauonarola,tt  interponendo, come  era  folk o, nelle 
nei  li. t  dice  parole  fue  l'autorità,^  il  nome  diuino;lo  confortò  con  grandijfima  effica 
'CihnVfcce  eia  a  restituire  le  terre  a  Fiorentini,aggiugnedo  alle  perfuafìonigrauijji 


rentn 


ro  géte  pdi  me  minacele, eh  e  fé  e  non  offeruaua  quel  che  con  tanta  folennità,toccado 
do  cario  ha  con  mano  gli  Fnangelij,&  qiiafi  innanzi  a  gli  occhi  di  Dio  baneva  giura 
ueHe  uoiuto  to  sfarebbe  prefìo  punito  da  Dio  rigidamente.  Yecegli  il  Kefecondo%,fua 
F"or17ajoti»  inconHantia  quiui,&  il  dìfeguente  in  Caflel  Fior  etino  uarie  rijpofte:Ìjoqp 
esfì  più  non  promettendo  di  r  eflit  uir  le, come  f uff  e  arriuato  in  Tifa:hora  rìtorcédo  inco 
ceuerio/  trarlo  la  fede  data;pche  affermaua  d'hauer e,  innari  al  giurarne  to  prefla 
b~cToTTT  to  in  Firen^e,promejfo  a  Tifimi  di  conferuargli  in  libertà;&  nondimeno 
flpienes.Di  dado  continuamente  agli  Oratori  de  Fiorentini  fbera%a  della  reftitutio 
fopra  a  e  5j  ne,come  a  Tifafujfe  arriuato.  In  Tifa  fu  di  nuouo  quefla  materia  propo- 
Gióuio  feri  &a  nel  configlio  fidale;  perche  accrefeendoft  ogni  dì  più  la  fama  degli  ap 
ue,cheacar  parati,&  dell 'unir 'fi  appi •effò  a  Parma  le  forile  de  Collegati;  fi  comincia 
infamia  ma  tiano  pure  a  confìderare  le  difficultà  dei  p affare  per  Lombardia:  &  però 
care  a»Fioré  erano  defiderati  da  molti  i  denari,^-  gli  aiuti  offerti  da'  fiorentini, Ma  a 
li  haueua  quefla  deliberatane  furono  contrari^  b  i  medefimi,che  in  Slena  l'haueua- 
&  non  euii  no  contr  adetta, allegando, che  fé  pure  haueffero  per  l'oppofnione  de  nimi 
dìcaua  cofa  ci  qualche  di for  dine  ,ò  qualche  difficultà  dipajfare  per  Lombardia^era  me 
reTpiTanf  &°  Sbattere  in  fua  potefià  quella  citta,  douepotrebbono  ritirar/}, che  la 
«h'ei  uoieua  filarla  in  mano  de'Fioretini:i  quali  come  haueffero  ricuperate  quelle  Ter 
Jerilbera'tt-  re  ;  non  f^r  abbono  di  maggiore  fede ,  chef  ufi  ero  fiatigli  altri  Italiani , 
nelle  mani  foggiugnendo,che  p  la  fìcurtà  del  Bearne  di  j^apoli  era  molto  opportuno 
e  il 'S  ^  Tmere  ti  'Porto  di  Liuomo  :  febe  fuccededo  alBg  il  dijegno  di  mutare 
mo  fi  k-ge  loflato  di  Genoua  (cornerà  da  (per  are  )  farebbe  padrone  di  qua  fi  tutte  le 
poc^dTìbl  marine  dal  Torto  di  Marfilia  in  fino  al  Torto  di  Vapoli.Toteuano  certa 
pra  aitecofe  mete  nell'animo  del  J\e  poco  capace  di  eleggere  la  piufana  parte,qualche 
Botate  aipa  cofa  1uefte  vagionima  molto  più  poteti  furono  i  priegbi,&le  lagrime  de* 
rer  di  cario  Tifani,i  quali  popolarmente  infieme  con  le  done,&  co*  piccioli  fanciidl'u 
pTfani?  *    bora c  profirati  innari  afuoi  piedijwa  r  accomandalo  fi  a  ciafeuno,  be- 

ebe 


SECONDO.  *j 

che  mìnimo  della  Cortei  de'  faldati, con  pianti  grandiffimi,  &  con  urla 
xnifer abili  deplorau ano  le  loro  future  calamità^' odio  in fatiabile  de'  Fio- 
retiniti  ultima  dcfolatione  di  quella  patriadaquale  no  bar  ebbe  caufa  di 
Umetarfi  d'altro, che  d'hauergli  il  Re  coceduta  la  liberta  ,  &  promejfo  di 
coferuar gliene:  f che  queflo,crededo  efjìyla  parola  del  1\e  Chriflianiffìmo  di 
frdcia,effer parola  ferma, et  fiabile;baueua  dato  lor'éinimo  diprouocarfi 
tato  più  la  nimicìtia  de'  Fior  e  tini:  co'  quali  piàti>&  efclamationi  comejjè 
ro  talm'éte  infino  a  priuati  buomini  d'arme, in/ino  a  gli  arcieri  dell  effer- 
àtc,&  molti  ancora  degli  Sui'zj^ri^cbe  andati  in  gradiamo  numero,et 
con  tumulto  gr ade  innari  al  I\e,parlando  in  nome  di  tutti  Sala%artvno 
de'fuoipéfwnarij'Jo  pregarono  ardentemete,che  per  Ihonore  della perfo 
nafua  propria,per  la  gloria  della  Corona  di  Francia,  p  cofolatione  dita, 
tifuoiferuidori  parati  a  mettere  ad  ognhora  la  uita per  lui,  cjr  che  lo  co 
figliauano  co  maggior  fede,che  quelli ychy  erano  corrotti  da'  denari  de  Fio 
rentini;non  toglieffe  a' Tifimi  il  beneficio,  ch'egli  fleflo  haueua  lorofatto> 
offerendogli ,  che,  fé  per  bifogno  di  danari  fi  conduceua  a  deliberatone  di 
Unta  infamia ipigliaffe  più  preflo  le  collane,^  argenti  loro,&  riteneffe  i 
fo!di,^r  le  penfioni,che  riceueuano  da  lui:&  procedette  tanf  oltre  que fio 
mfffco  de  faldati, che  un\Arciere  priuato  hebbe  ardire  di  minacciare  il 
Cardinal  di  S.  Malo ,  &  alcuni  altri  differo  altiere  parole  al  Marifciallo 
di  Gies,&  al  prefidente  di  Gannai,i  quali, era  noto,che  configliauano  que 
Ha  rejìitutione;  in  modo,che'l  I{e  cofufo  da  tanta  uarietà  de  fuoi-Jafciò  la 
cofafiojpefa,tato  lontano  da  alcuna  certa  rifolutione ,  che  in  quefio  tépo  a.  Due  bidè 
medefimo  promettere  di  nuouo  a'  Tifimi  di  no  gli  rimettere giamai  in  pò  ù^Vedì'H 
teììà  de  Fiorentini, &  agli  Oratori  Fiorentini, eh >e  ajpettauano  a  Lucca;  tena,&[ette 
faceffe  intender  e, che  quello, che  per  giufte  cagioni  no  face  uà  alprefente ,  gi"la  d"e 
farebbe  fubito  che  e  fufje  arriuato  in  Jlfli;&  pero  non  macafiero  di  fare  "  '9ioui,°  : 
che  la  loro  I\epublicagli  mandafje  in  quel  luogo  jlmbafciator'uT  arti  da  uo  di  Nebio 
Tifa,mutato  il  Caftellano,et  lafciata  la  guardia  neceffaria  nella  Cittadel  fcnue  > che 
U:&  il  medefimo  fece  nelle  fortexge  dell  altre  terre  :et  efìedo  accefo  per  huomlni'a 
fefieffo  da  incredibile  cupidità  all' acquiflo  di  Genoua,etftimolato  daCar  caualk,A  a 
dìnali  di  S.  Tiero  in  Vincola,  &  Frego fo,&  da  Obietto  dalFiejco  ,&da  ?c\  osino- 
gli altri  fuor  ufcitiyi  quali  gli  dauanojperan^a  di  facile  mutatione;madò  *a  >  e^raiuio 
da  Ser ezana  co  loro  a  quellimprefa,contra  il  parere  di  tutto' l configlio,  pnippo^ref 
che  biafmaua  il  diminuire  le  f or  ye  dell  efferato, Filippo  Mofign. co  *  i  io  ll0n{li0  Jlu 
lancie,&  con  5  oo.fanti,che  nuouamente  per  mare  erano  venuti  di  Fra-  aimVi  mi  re 
cia,&con  ordine,cheh  le  genti  d'arme  de Vitelli,che  per  effere  rimafein-  lorco  Saiua 
dietro;non  poteuano  effere  a  tempo  ad  unirfifeco;lifeguitafiero:&cheal 
cun  altri  fuor  uf citi  con  genti  date  dal  Duca  di  Sauoia  entrafìero  nella  ri  b  cioè  200. 
uiera  di  Tonente:  et  che  l armata  di  mare  ridotta  a  fette galee,due  galea  w°' T&zu 
ni,&  due  fufte, della  quale  era  Capitano  Miolans;andafie  a  fare  (balle  al  we«?qi  ca. 
k  genti  di  terra .  Era  m  tanto  l  auanguardia ,  guidata  dalMariJciallo  ru  giouio. 

di 


LIBRO 

hJ^oorw?  ài  Gies,arriuatd  a  'Pontrìemolidaqual  terra,licentìati  trecento  fanti  fo- 
quanto  feri  reftieri,cbe  iterano  a  guardia;/ 'arrendè  [abito  per  i  co forti  del  Trinilo , 
dei  ferodi  con  fatto  di  non  riceuere  offefa,nè  nelle  perfone,nè  nella  robba.  Ma  nana 
qudta  erra  fu  la  fede  data  da  Capitani;perche  gli  SuiT^eri  entr  attui  impetnofamen 
paiVaJgìo  °  te  dentro, per  uendic  arsi, che  quando  l'efferato  pafiò  nella  Lunigiana  ue- 
dd  KeCar-  rano flati  per  certa  qnislione nata  a  cajo  uccisi  dagli  huominidi  a  Ton- 
no   fcriue  triemoli  circa  quaranta  di  loro;faccbeggiarono,&  abbruciarono  la  Ter- 
bora  :  ma  ra,amma%^ati  crudelmente tutti  gli  habitatori.  3\(e/  qual  tempo  si rac- 
bira&ri per  coglieua  folle  eh  amente  nel  tenitorio  diTarma l'efiercito  de' Collegati,™ 
Paj!ra  de'Te  numero  di  due  mila  cinquecento  buomini  d'arme,  otto  mila  fanti ,  &  più 
rati  l'haue-  di  due  mila  cauai  leggieri, la  maggior  parte  .Albanesi,  &  delle  Vrouincie 
donata^  il  ctrc°ftant;ì  ài  Gretta:  i  quali  condotti  in  Italia  da!  Vinitiani ,  ritenendo  il 
corio  dice,  nome  medesimo ,  ebebanno  nella  patria  :jono  chiamati  Stradiotti  :  del- 
abb-llciata3  qual' efferato  il  neruo  principale  erano  le  genti  de'  Vin\tiani:perche  quel 
perche  »**  le  del  Duca  di  Milano,  battendo  egli  uoltate  qua  fi  tutte  le  fuefor%e  a  l^o 
Buzzi*!  ai-  u*ra,non  afeendeuano  alla  quarta  parte  di  tutto  l' efferato  ;alle  genti  Ve 
cuni  Tede.  nete,tra  le  quali  militauano  molti  condottieri  di  chiaro  nome;era  prepo- 
ma'  Ifoi1»1,  fio  fatto  titolo  di  Gouernator  Generale  Francefco  da  Gonzaga  Marche  fé 
«he  ui  parta  di  Matoua,molto giouanema  nelquale,per  effer  filmato  animo fo,  &  cupi 
bon°fcriu^e  ào  di  gloria,^  emettanone  fuperaua  l'età  :&  con  lui  dueTroueditoride* 
che  la  terra  principali  del  Senato,Luca  Tifano>&  Marcinone  Triuifano.lfoldati  Sfor 
patti-7  qua  %efchi  comandarla  fottìi  mede  fimo  titolo  di  Gouernator  e,  il  Conte  ài  Ga 
h  non  Je  fu  ia%^o, con  fi  dente  molto  delDucama  che  non  pareggiando  nell'arme  laglo 
pati»  il  Bel  ria  di  Ruberto  da  San  Seuerino  fuo  padre;  baueua  acquiftato  nome  più  di 
cedetti, che  Capitano  cauto,che  $ardito:&  con  lui  Commefìario  Francejco  Btmar- 
cheTra  qua  amo  Vifconte  principale  delia  parte  Ghibellina  in  Milano,&  perciò  oppa 
i\  fenza  ai-  fno  a  Qjaniacopo  da  Triul%i,Tra  quali  Capitani,^  altri  principali  del 
dia,  &  fu  ab  l' efferato  confutando  fi,  fé  e*  fuf  e  d'andar  e  ad  alloggiare  a  Fornuouo  ud 
bruciata.     ^  dipoche  cafe  alle  radici  della  Montagna; fu  deliberato, per  laflrette1^- 
\>  Nei  Gio.  ^  del  luogo,&  forft(fecondo  dutulgaronojper  dare  facuìtà  a'  nimici  di 
rio,'"ei  Bé-  feendere  alla  pianura,d' alloggiare  alla  Badia  dellaGhiaruola,difiante  da 
bO'&uei  ?c  Fornuouo  tre  migliadaquale  deliberatane  dette  luogo  d' alloggiare  aF or 
(cricco,  che  nuouo  alla  uanguardia  ¥rancefe,chaueuapaffata  la  Montagna  molto  in 
cario  man.  nan<^ì  a[  Ye%\o  dell'efferato,  ritardato  per  l'impedimento  dell' artigliarla 
&  è  da  auer  grofja:  laquale  con  grandiffima  difficultà  fi  conduceua  per  quella  monta- 
tir  che'iBé-  gna  ajpra  dell* spennino ,  &  farebbe  fiata  condotta  con  difficultà  molto 
guardia  de*  maggiore,fe gli  Suìz^eri cupidi  di  Cancellare  Voffefa  fatta  all'bonoredel 
V mido- lì  ^*e  ne^  Jacco  a*  tPontriemoli;non  fi  foffero  con grandiffima  prontezza  af- 
che  è  cétra-  faticati  a  farla  paffare .   JLrriuata  la  uanguarda  a  Fornuouo  ;  il  Mari- 
no &  gh  ai  rcjan0  dì  Qies  mandò  un  b  Trombetta  nel  campo  ltaliano,a  dimandare  il 

trijiqualian  *         ■         J~    „  i  ' 

cho  non  la-  pajfo  per  l 'efferato  in  nome  del  B^emquale  jen^a  offendere  alcuno, &  ncc- 

SlTijSuai  uen<^°  k  uettouaglie  a  pretti  conuenienti^mlenap affare  per  ritorna* fe- 
tte in 


SECONDO.  f  f4 

ie  in  Francia  :  &  nel  tempo  mede  fimo  fece  correre  alcuni  di  fuoi  caualli  J^rrc<£e  *f 
w prender  notitia  de'nimiciy&  del  pae fili  quali  furono  meffi  in  fuga  da  ueùa^ifafi 
:erti  Stradiotti,  che  mandò  loro  incontro  Yrancefco  da  Gonzaga ;in  fulla  J^jJ^* 
male  occafione  le  genti  Italiane  fifojfero  mòffe  infiri  all' Sloggiamelo  de  £ide»vini- 
Fracefrfi  crede  yc' bar  ebbono  rotta  facilmente  £  antiguarda:  &  rotta  que  ^  £u.°pj£ 
U  non  potea  più  far  fi  innàri  l'efferato  I{egio:laquale  occafione  no  era  an  «editori  nò 
:or  fuggita  il  dì  fegneteybeche  il  Marifcjalbycono^ 

Ce  ritirato  ifuoi  in  luogo  più  alto:ma  no  debbono  i  Capitani  Italiani  ardi  senato  oidi 
rcd'andaread  afaltarglhfauetati  dalla  fortezza  delfttoydoue  s'erano  tncerediMc^" 
4dotth&  dal  crederebbe  l' antiguardia  fojfe  più  grofa3&  forfè  più  uici-  no  esfi  la  # 
no  il  reflo  dell'efferato:  &  è  certoy  che  in  queUo  dì  non  erano  ancor  finite  p°5*  ^l/o* 
li  raccorfi  infieme  tutte  le  genti  Vinitiane ',lequali  bauenano  tardato  tan  me,«o«  pie 
io  ad  unir  fi  tutte  nell'alloggiamento  della  Cbiaruola,  ch'èmanifefto,  che  ^Frwcefe' 
je  Carlo  non  haueffe aggiornato  tanto  per  il  caminoycome  in  Siena,in  Ti-  come  e-,a 
ra}&  in  molti  luoghi  foggiomò  fenxa  bifognoyche  farebbe  pafìato  innanzi  [c.nuono-- 
^nxa  impedimentoyò  cotraflo  alcunoùlquakyimito  alla  fine  co  l'antiguar 
iia;alloggiò  il  dì  proffimo  con  tntto  l'efferato  a  Fornuouo.  b  J^on  haueua  a  «. ^mbo 
w  creduto  mai  iVrincipi confederata  cbell^econ  efferato  tanto  minore  Jatrcloluplacai 
ardi  fé  di  paffare  per  il  camino  diritto.  I' \Apennino :&però  s  erano  da  prin  Sf^jg1^ 
àpio  perfuafi,  cbe  egli  lafciata  la  più  parte  delle  genti  a  Tifale  riandreb  jine  dallo* 
he  col  reflo  full' armata  maritima  in  ¥rancia:&  dipoi  intejfo ,  che  pur  fé-  sforza^ n- 
guitaua  il  camino  per  terra;baueuano  credutOych'egliy  per  non  fi  appro-  j£ua  "£  vii 
pinquare  al  loro  efferato;  difegnaffe  di  paffare  laUontagna  per  la  ma  del  nmani  ha. 
Borgo  di  Valditaroy&  del  Monte  di  cento  croceymonte  molto  ajpro3&  «y  gioriadi  far 
fìcileypercondurfinclTortonefe  con  Speranza  àhauere  adeffsrerincon-  gggj/1 
irato  dal  Duca  d'Orliens  nelle  circoflantie  dMefandria.  Ma  come  fi  uid  ^^ 
de  certameteych'egli  fi  diri^aua  a  ¥  or  nuouo;l' efferato  Italiano  yctopri  .  ^"/uo 
ma  per  i  conforti  di  tanti  Capitaniy&  per  la  fama  del  piccolo  numero  de'  go  ornata- 
nimicherà  molto  inanimito  ;r  ime  fé  qualche  parte  del  }uo  Mgore>conjiae-  uio  n  fito 
rando  il  ualor  delle  lande  Francefiy  la  uirtu  degli  Sui^eriya  quali  fin-  ^ueos°no> 
%a  comparatone  la  fanteria  Italiana  era  tenuta  inferiore y  il  maneggio  accapati  gii 
ftedito  dell' rtiglieriey&  quel  che  muoue  affai  gli  huomini  y  quando  hanno  ^^ 
fatto  contraria  impresone;  l'ardire  inajpettato  de'  Francefiy  di  approffì-  ™0  a»  quaii 

mar  fi  loracon  tanto  minor  numero  di  gente .Ver  lequali  cofiderationi  raf  'g™*^ 
freddati  etiandiogli  animi  de  Capitani;eraflato  meffo  in  confulta  tra  lo-  ro.i  vmiua 
ro,quel  che  shauefle  a  rifondere  al  Trombetto  >  mandato  dal  MarifciaU  J^gJ^J 
lo  y  parendo  da  una  parte  molto  pericolofo  il  rimettere adifcretione  della  pflb  oPPia- 
Vortuna  lo  fiato  di  tutta  Italiaidall'altrayche  e'fuffe  con  grande  infamia  no,e  n  Re  a 
della  militia  Italianaydimoftrare  di  non  hauere  o  animo  d'opporfi  all'effer  Ma  ^to  Anc 
citoVrancefe ,  che  tanto  inferiore  dinumero  ardiua  dipanare  innanzi  a  tn0Jfaloc^cta 
gli  occhi  broglia  qual  confulta  efendo  diuerfi  i  pareri  de'  Capitanilo  feguae  a  # 

pò  molte  diftute  determinarono  finalmente  dare  della  domanda  del  ne***** 
—  tmifo 


LIBRO 

duuìfo  a  MìlatiOyper  e fequir  quello  >che  qui  ni  concòrdemente  dalDucay& 
da  <?Ìi  Oratori  dt  confederati  fojje  determinato.Tra  quali  confultandofi, 
ilDucay&  l'Oratore  Venetoych' erano  più  propinqui  al  per icolo;concor fé 
ro  nella  medefi&a  jenten^a^he  al  nimico ^quando  uoleua  andar fene y  non 
fi  doueua  chiudere  lajìrada:ma  più  prefloy  fecondo  il  uulgato  prouerbio  , 
fabricargli  il  ponte  d'argento:  altrimenti  effer  pericolone  la  necejfitd  co 
me  fi  poteua  coprobare  con  infiniti  effempi;conuertita  in  diJperatione;non 
s'apriffe  il  camino  con  molto  fangue  di  quelliy  che  poco  prudentemente  fé 
gli  opponeuano.Ma  l'Oratore  de  fuoi^e  fi  faceffeefperien%a  della  fortu* 
na;iaHette  efficacemeteyet  qua  fi  protefiandoyche  no  fi  lafciaffero  pafiare9 
nèfìfdcfie  loccafìone  di  rompere  quell'e[ìercitoyilqualefe  fi  faluauayre- 
ftauano  le  co  fé  d'Italia  ne*  medefimiyctn%i  in  maggiori  pericoli  che  prima: 
perche  tenendo  il  I{e  di  Francia  jlfliy&  J^uara^ubbidiua  a'  comandarne 
ti  fuoi  tutto  lViamonte:&  hauendo  alle  fi>alle  il  Bearne  dimanda  idea- 
rne tanto  potenteye  tanto  ricco;  gli  Sni^eri  uicìni y  &  diffofli  ad  andare 
a  f oidi  fuoi  in  quelnumero  uolefìeye  trouandofi  accrefeiuto  diriputatio- 
ney&  d'animo,  fé  l'efiercito  della  Lega  tanto  fuperiore  alfuogli  defìe  co  fi 
uilmente  laflrada;attenderebbe  a  trauagliare  Italia  con  maggior  feroci* 
tàiche  à  fuoi  Bg  farebbe  quafi  necefiario  far  nuoue  deliberationi ,  cono* 
feendo  che  gl'Italiani  yònon  uoleuanoyb  non  haueuano  animo  di  combat- 
ter  co'  Francefi .  Nondimeno  preualendo  in  quefto  configlio  la  piuficura 
opinione,  determinarono  fcriuer  ne  a  Finetja:doue  farebbe  fiato  il  medefi 
mo  parere.Magidfi  confultaua  indarno yper che  i  Capitani  dell'efferato, 
poi  che  hebbono  ferino  a  Milano yconfider andò  efìer  difficileyche  le  ri^ofie 
arriuaffero  a  tempo,&  quanto  refiaffedifonorata  la  militia  Italiana3fefi 
•  Tutti  gli  lafciajje  libero  il  tranfito  a*  Francefhlicentiato  il  Trombetta,  *fen%a  ri- 
auttori  no-  jp0fta  certa;deliberaronoycome  i  nimici  caminauam  d*  a ff aitar  gli,  concor 
pra^afem-  rendo  in  qu eft a  J 'enterica  i  Troueditori  Vimùani  y  ma  più  prontamente  il 
ahe°iÌ  rifo  Triuifanoyche  il  collega  .  Dall'altra  parte  fi  fiumano  innanzi  i  Francefi 
tu  fu  fdaPta  pieni  d'arrogantia,et  d'audaciaycome  queiliychc  non  hauendo  trouato  infi 
*SS  l'ha!  m  aMk°ra  m  lta^a  rifrontro  alcuno  fi  perfuadeuano,  che  l'efiercito  nirni 
urebVon  la"  conons'haueffe  loro  ad  opporre:  &quando  pure  fi  oppon  effe  hauerefen- 
feiar°uando  ^fatica  a  metterlo  in  fuga(tanto  poco  conto  tencuano  dell'armi  Italia^ 
cgh  haueae  nejnondimeno  quando, cominciando  a  calare  la  Montagna,fcoperfono  l'è) 
fou'xze0 1*  fircito  alloggiato  con  numero  infinito  di  tende,  &  padiglioniy&  in  allog- 
collegati,    giumento  sì  largo ,  che  fecondo  il  cGÌìume  d'Italia  potena  dentro  a  quello 
metter  fi  tutto  mbattagl.ayconfiderado  il  numero  de'  nimici  sìgrandey& 
che  fé  non  haueffero  hauuto  uoluntà  dicobattere;nonfi  farebbono  condot 
ti  in  luogo  tanto  uicino: cominciò  a  raffreddarfi  in  modo  tanta  arrogala  > 
che  hanbbono  hauuto  per  nuoua  felice, che  gV  italiani  fi  f uff  ero  coni etati 
di  lafiiargli  paffare:&  tanto  pìuyche  hauendoCarlo  ferino  al  Duca  d'Or 
liens,  che  fi  fac  Jfe  innanzi  per  incontrarlo,  &  che  il  ter^ogiorno  di  Lu- 
glio 


SECONDO.  jj 

dìo  fi  trouaffe  con  piugeti,che  potejfe  a  ?ìacenza,& da  lui  hauuto  rifpo- 
fta  che  non  mancherebbe  d'efferui  al  tempo  ordinatogli  ;  bebbe  poi  nuouo 
auifo  dal  Duca  mede  fimo,  che  l'efferato  Sfor%efco  oppofto  a  lui,  nelquale 
erano nouecento  huomini  d'arme,mille dugento canai leggieri s &  cinque 
mila  fantiier  a  fi  potenti  ,che  fen%amanifefliffimo  pericolo  nonpoteua  far 
fi  innanxi,effendo  maffimamente  neceffitato  a  lafciare  parte  della  fuagen 
te  alla  guardia  di  Vouara,&  d'^Afli .  Vero  il  Fg  neceffitato  a  fare  nuoui 
penfieri;commeffe  a  Filippo  Mons.d\Argentane,tlquale  effcndo  flato  poco 
innanzi  Jlmbafciatore  per  lui  apprejfo  al  Senato7/ inìtiano,hauea  nel  par 
tir  fi  da  Vinetia  offerto  alVifano,<&  alTriuifanogià  diputatiTrouedita~ 
ri,d 'affaticar fi  per  difpor re  l'animo  dell\e  alla  pace,cbe  mandaffe  un  Tro 
ktto  a  detti  Troueditori  ,fi?nificando  per  una  lettera  d'hauer  defiderio  a  A  4rtoha- 

„  ;•;/•;•  j;     •  ueoan  proni 

oer  beneficio  commune  di  parlar  con  toro:i  quali  accettarono  ai  ritrouar  fìo  i  vinida 
(i  ficco  la  mattina  feguent e  in  luogo  commodo  tra  l'uno,  &  l'altro  efferci  hr?-fl^^ 
yoMa  Carlo  fo  perche  in  quell'alloggiamento  patifje  di  uettouaglia^o  per  oppiano;g- 

•  iltra  cagione,mutato  propofito ;deliberò  di  non  affettare  quiui  l'effetto  di  jjjjjj^ 
weflo  ragionamento, Èra  la  fronte  de  gli  alloggiamenti  dell' uno,& dell 'al  pedìrono  a» 
ito  efferato  dittante  meno  di  tre  miglia, dìflendendo fi  in  Julia  ripa  delira  *|™"f£™ 
iti  fiume  del  Taro,benche  più  preflo  torrente,che  fiumeiilquale  nafcendo  none ,  &  ai 
iella  Montagna  dell' spennino, poi  che  ha  cor fo  alquanto  per  una  piccola  rR0en"e  ^ 
ualleriflretta  da  due  colline  fi  diftende  nella  pianura  larga  di  Lombardia  iperàza.Gio 
infin'al  fiume  delTò.-infulla  delira  di  quette  due  colline  fcendendo  infino  ^Benedetti 
alla  ripa  del  fiume  alloggiaua  l' efferato  de'  collegati,  fermato  fi  per  confi 
ilio  de  Capitani  più  preflo  da  quefla  parte,  che  dalla  ripa  finiftra^ ,  donde  b  ^^ ,. 
baueua  a  effere  il  camino  dey  nimici,per  non  lafciar  loro  la  f acuità  di  uol-  ouio  fempii 

*wfiaTarma:della  qualCitta,per  la  diuerfitd  delle  fattioni  *nonflaua  «méte  eh* 
il  Duca  di  Milano  fen%a  foretto, accref auto  pei 'che UBgs  era  fatto  con-  ta  p.ogRia 
cedere  da'  fiorentini infmo  in  Mìi  Francefco  Secco ,  la  cui  figliuola  era  ^g^g 
maritata  nella  famiglia  de'  Torelli, famiglia  nobile,  &  potente  neltenito  «énedai  eie 
rio  di  Varma:era  l'alloggiamento  de  Collegati  fortificato  confoffi,&  co  j?  P*J?  ioS 
ripari,&  abbondante  d'artiglierie  .'innanzi  alquale,i  Yrancefi  uolendo  ri  |nJoU&  u 
durfi  nell'^ftigiano,  &  però  f  affando  il  Taro  a  canto  a  Vornuouo  ;  erano  J^jW 
neccffitati  di  paffare,non  rejìando  in  me%o  tra  loro  altro  che'l fiume. St  et  d'arme  fi  co 
tettata  la  notte  l'efferato  Francefecon  non  mediocre  trauaglio:  per-  JggJSj 
che  per  la  diligenza  de  gl'Italiani, che  faceuano  correre  gli  Stradiotti  in-  ienu.no  a  q 
fino  rull'alloggiamento;figridauafpefo  all' arme  nel  campo  loro,chetut-  J^ggKJ 


>tofifolleuauaaogniflrepito;&percbefoprauenneM 
difflma  pioggia  mefcolata  co  fpauentofi  folgori,  e  tuoni,  &  con  molte  hor  m°e;io  \^ 
ribili  faette:  lagnale  pareua,  che  facefìe  pronoflico  di  qualche  trifiiffimo  far.  »  d.ct 


accidente.-cofayche  commoueua  molto  più  loro  ,  che  l'è fier cito  Italiano,  ^'chVan- 
non  filo  perche  efiendo  in  mt%o  delle  Montagne ,  &  de  rumici,  &  in  luo-  ct^nei  - 
go  dotte  bmndo  gualche  finiftro'?non  rettaua  loro  foranea,  alcuna  piouuè% 


cho  nel  fac 
to  d'arme 


LIBRO 

il  faluar fi, erano  ridotti  in  molto  maggiore  dìjfic uh a ',& perciò  baueuam 
giuTla  cagione  dibatter  maggior  terrore ;ma  ancora  pcbeparetta  più  ueri 
fimtle,cbe  i  minacci  del  ciclo,no  [oliti  a  dìmoftrarfi  fé  no  per  le  co  fé  gran 
diyicceaaffero  più  preflo  a  quella  parte,doue  fi  ritrouaua  la  per  fona  d'un 
]{e  di  tanta  dignità,^  potenti  a. La  mattina  fegucnte,  cbe  fu  ildìfcflo  di 
Luglio ^cominciò  all'alba  a  paffare  il  fiume  l'efferato  ¥r ance fé,  proceden- 
do la  maggior  parte  dell' 'artiglierie  feguitate  dalbantiguardarnella  qua- 
a  il  Cono,  k  M  R&  credendo ,  cbe  contra  quella  bauefie  a  uolgerfi  l'impeto  principa- 
ti Benedet.  le  de*  nimici,baueua  meffo  a  *  5  o.  lance  Francefi,Gianiacopo  da  Trinilo 
jooChuomi  con  le  fue  cento  lanciere  tre  mila  Suixj^eri, ch'erano  ilncruo,&  la  fyeran 
d'arme,2oo  ^a  di  quell'efferato  :  &  con  quefli  a  piede  Engiliberto  fratel  del  Duca  di 
gicnl,&dué  C  lene  s,el  Bagli  di  Digiuno,che gli baueua  condotti: a? quali  aggiufe  il  I{e  a 
?h*  Mdeì  fre^e  ì00*arcicrhet alcuni  baleflr  ieri  a  cauallo  delle  fue  guardie,?  quafì 
Bembo  de-  tutti  gli  altri  fanti  e  baueua  feco.Dietro  alla  uaguardia  feguitaua  la  bat 
?ofl'ehneUa  tagHa^n  me>KP  dellaquale  era  la  per  fona  del  Ke  armato  di  tutte  arme,fo 
uanguarda:  pra  unferoce  b  corfeere,&  apprefjo  a  lui  per  reggere  col  configlio, &  con 
rJrhpe*q°uIif  ^autorit^  fa*  quefla  parte  dell' ejfercito,MonsJella  Tramoglia,  Capitan 
che   ferine  moltofamofo  nel  Byegno  diFrancia. Dietro  a  quefli  feguitaua  la  retroguar 
to«  Vdfà  ^a  condotta  dal  Conte  di  Fois,&  nell'ultimo  luogo  i  carriaggi  :&nondime 
carta   fé-   no  il  He  non  battendo  l'animo  alieno  dalla  concordia  ,follecitò  nel  tempo 
guentc        mede  fimo, cbe' l  campo  cominciò  a  muouerft,  jlrgetone  cbe  andaffe  a  trat 
b  n  gìouìo  tare  co'  Troueditori  Veneti ;ma  ejfendogià  per  la  Iettata  fua  tutto  in  ar- 
nUfimo'qaé  me  ^eIFerc't0  It  aliano, &  deliberati  i  Capitani  di  combatter  e  ;non  lafcia- 
lìo  corriere,  uà  più  la  breuità  del  tempo,&  la  propinquità  degli  efferati,  nèjpatio,  né 
"cdrio  de:  commodità  di  parlare  infieme:  &già  cominciauano  a  fcaramucciare  da 
ftro:madei  ogni  parte  i  cauai  leggieri-jgià  a  tirare  da  ogni  parte  borribilmente  l'arti- 
dic^ch  era  &ierie  ì  &  già  gì1  Italiani  ufeiti  tutti  degli  alloggiamenti  diftendettano  i 
nella  retro,  loro  e  f quadroni  preparati  alla  battaglia,in  su  la  ripa  del  fiume  :per  lequa 
gu<  li  coje  non  intermettendo  i  Vrancefi  di  e  aminar  e, par  te  in  fui  greto  del  fin 

e  iquaiìeri  me;parte,percbe  nella  ftretta  pianura  non  fi  poteuano piegare  l'or dinan- 
ui°o e'B£bo*  ^>Per  la  fiiàggw  della  collina;  &  ejfendo  già  l'auanguardia  condotta  ai 
cono,&  Be  dirimpetto  dell'alloggiamento  de'  nimici;il  Marcbefe  di  Mantoua  co  uno 
S^ùeftT  PìIiadrone  di  feicento  huomìni  d'arme  de  più  fioriti  dell  efferato,  &  con 
due  ultimi  unagroffa  banda  di  Stradiotti,&  d'altri  cattai  leggieri,^  con  cinque  mi- 
diftintf  ror  la  fanti  pafiò  il  fiume  dietro  alla  retroguardia  de'  Francefi,hauedo  lafcia 
dinanze.     to  in  su  la  ripa  di  là  .Antonio  da  Monte  feltro  figliuolo  naturale  di  Federi 
gogià  Duca  d'Vrbino,con  uno  grofìo  fjuadrone,per  paffare  quando  fuffe 
cbiamato,ò  rinfrefeare  la  prima  battaglia:^  battendo  oltre  a  ciò  ordina 
to,cbe  come  fi  era  cominciato  a  combattere;  un' altra  parte  della  caualle^ 
d  Per  confi-  Yla  leggìera  percoteffe  ne'  nimici  per  fi  anco;  &  cbe*  l  refto  degli  Stradiotti 
giio  dei  Tri  paffando  il  fiume  a  Yornuouo  affaltaffe  i  carriaggi  de'  Fr  ance  fi  :  i  quali,ò 
SiGiotó*6  per  mancamento  di  gente,  òd  per  conftglio  (come  fu  fama)  del  Triul^io , 

era- 


SECONDÒ.  jf 

erano  reflati  fen%aguardia,efi>ofii  a  qualunque  uoleJJepredarglitDall'al 
tra  parte  pafiò  il  Taro  con  quattrocento  huomini  d'arme  >  tra*  quali  era 
la  compagnia  diBonjLlfonfo  da  Efle,uenuta  in  campo,perche  co  fi  uolle  il 
padre,  fenica  la  fu  a  per  fona,  &  con  due  mila  fanti  il  Conte  di  Gaia%$o  , 
per  asfaltare  r  antiguardia  arance  fé ,  lafciata  fimilmente  in  sa  la  ripa  di 
là  ^Annibale  Bentiuoglio  con  dugento  huomini  £  arme, per  f occorrer  e  quìi 
do  fajfe  chiamato ,  &  aguadìa  de  gli  alloggiamenti  reflarono  due gr offe 
compagnie  di  gente  d'arme,&  mille  fanti:  perche  i  Vroueditori  Vinitiani 
uolfero  riferbarfi  intiero  per  tutti  i  cafi  qualche  fuffidio  .  Ma  uedendo  il 
I{e  uenire  sì  grande  sformo  addojfo  al  retroguardo,contra  quello, che  s'era 
no  perfuafi  ifuoi  capitani,uohate  leffialle  all' auanguar dia;  cominciò  ad 
accollar  fi  con  la  battaglia  al  retroguardo,follecitando  egli  con  unofqua- 
drone  innanzi  a  gli  altri  tanto  ileaminare,  che  quando  l'ajfalto  incomin- 
ciò >fi  ritrouò  ejfere  nella  fronte  de  fuoi  tra!  primi  combattitori-.  Hanno  t  D. 
a  alcuni  fatto  memoria,cbe  non  fen%a  di for dine  pacarono  il  fiume  legen  fono  itaci  il 
ti  del  Mar  che  fé  per  l'altera  delle  ripe,&  per  gli  impedimenti  degli  albe  £òr!o°  'eì 
riì&deglifterpi,&  uirgulti,da  quali  fono  ueftite  communemente  le  ripe  Benedetti. 
de  torrenti:&  aggiungono  altrì,che  i  fanti  fuoi  per  quesla  difficultà ,  & 
per  l'acque  del  fiume  ingroffate  per  la  pioggia  notturna,  amuarono  alla 
battaglia  più  tardi:&  che  tutti  non  nifi  conduJJero,ma  ne  recarono  non 
pochi  di  là  dal  fiume, Come  fi  fia,certo,è  che  l'ajfalto  del  Mar  chefe  fu  mol 
to  furio fo,&  feroce,&  che  gli  fu  corriffoflo  con  fimigliant e  ferocia,&  wl 
lore,  entrando  da  ogni  parte  nel  fatto  d'arme  gli  fquadroni  alla  me  fola- 
ta, &  non  fecondo  ileoflume  delle  guerre  d'Italia ,  che  era  di  combattere 
una  fqnadra  contra  unaltra,&  in  luogo  di  quella,che  fuffeftracca,  ò  che 
cominciaffe  a  r  itirar fi, fc  ambiar  ne  un' altra, non  facendo  fé  non  all'ultimo 
uno  fquadrone  grojfo  di  piufquadre;in  modo ,  cbe'lpiu  delle  uolte  i  fatti 
d'arme,ne*  quali  fempre  fi  faceua  pochiffima  uccifione;durauano  quafi  un 
giorno  intero ,  &'ffeJfo  fi  fpiccauano  cacciati  dalla  notte  fen?a  uittoria 
certa  d'alcuna  delle  parti.i^otte  le  lancie,nello  feontro  delle  quali  caddo- 
noin  terra  da  ogni  parte  molti  huomini  d'arme,&  molti  caualli\cominciò  e^Benedlc- 
ciafeuno  ad  adoperare  con  la  medefima  ferocia  le  ma^e  ferrategli  Ftoc-  ^  pógono , 
chi,&  l altre  armi  corte  combattendo  co  calci,  co  morfi,&  con  gli  urti  i  chefe  dì  Mi 
caualli  non  meno,chegli  huomini,  dimofirandofi  certamente  nel  principio  toua  d*rie  a' 
molto  egregia  la  uir  tu  de  gli  Italiani,  per  la  fi 'ere%ja  maffimamente  del  x[  vinitia" 
Marchefe  :  ilquale  feguitato  da  una  ualorofa  compagnia  di giouani gen-  ™  ,  ^s1* 
tìl'buomini,&  lancieffe%gate( fono  quefli  faldati  altieri  tenuti  fuor  a  del  fCiato  iigo 
le  compagnie  ordinarie  a  prouìftone)&  b  offerendofi  pronti  [[imamente  a  "erno  delie 
tutti  i  peri  coli, non  lafciaua  indietro  co  fa  alcuna,che  a  Capitano  animo  fi f  Solfo  Gon- 
fimo  apparteneffe.Sojìeneuano  ualorofamente  fi  feroce  impeto  i  Francefi:  *?|a  err"^_ 
ma  offendo  oppreffati  da  moltitudine  tanto  maggiore;  cominciauano già  m  combat 
qua  fi  manifeft  amente  a  piegai fi \ngnfen\a  pericolo  del  J^?appreJ]o  alqua  ™m™l™0m' 

le 


LIBRO 

erfeehinanu!  fe  P 0c^  Pa$ fH  fatt0  prigione  Jbenche  combattere  fieramente  jl  *  Baftar- 
to  Matteo,  do  di  Borbone :per  il  cafo  del  quale, aerando  il  Mar  che  fé  battere  il  mede  fi- 
mo fitccejjb  contra  la  perjona  del  I\e  ,  condotto  improuidamtnte  in  luogo 
di  tanto  pericolo,] en^a  quella  guardia,&  ordinerete  conueniua  a  brinci 
pesi  grande  ;faceua  conmolti  de'  fuoi  grandijjimo  sfor^  di  accofiar figli: 
contra  i  quali  il  I\e,hauendo  intorno  afe  pochi  de'  fuoi,  dimofir  andò  gran 
de  ardire  ;  nobilmente  fi  difendeua,  più  per  la  ferocia  del  cauallo,che  per 
l'aiuto  loro  mègli  mancarono  in  tanto  pericolo  quelli  configli, che  fogliono 
b  Cofi  ferì  nelle  cofe  difficili  effere  ridotti  alla  memoria  dal  timoreeperche  uedendofi 
uè   Proco-  quafi  abbadonaeo  da'  fuoi,uoltatofi  agli  aiuti  celefiiifece  uoto  a  S.  Dioni 
ho°  botato  gi>&  a  S  Mar  tino, riputati  protettori  particulari  del  Bearne  diFrancia, 
■eli* hifto-  C]K  fe  paffauafaluo  con  l'efiercito  nelTiemonte  andrebbe fubitò chefufie 
Maiafpina  ,  ritornato  di  là  dà  monti  a  uifitare  con  grandiffimi  doni  le  chiefe  dedicate 
che  faceua.  ai  nome  \oYo,Xuna  appretto  a  Tarivi,? altra  a  Torfi:&  che  ciafeuno  anno 

noi  faldati  r       ,j  Jrj        .i.r     r  n      ,    ,&     r   ••      a-  ■  in 

ài  Beiifa-  farebbe  con  Jolennijjime  fejte,&  jacrificij,tejtimonian%a  della  gratta  rice 
"u'cóbat-  uuta fer °Pera l°ro:i quali uoti come hebbe  fattì,riprefo maggior uigore; 
teua  intor.  cominciò  più  animofizmente  a  combattere  fopr a  lefor%e,  &  fopra  la  fua 
contra  ur.  compie ffione '.  Ma  già  il  pericolo  del  Bg  haueua  infiammato  talmente  quel 
fermo  di  liyche  erano  meno  butani,  che  correndo  tutti  b  a  coprire  co  le  perfone  prò 
di'C£pi-ocoi  priz  la  psrfona  I\eale;riteneuano  pure  indietro gV Italiani :&joprauenedo 
pio  nei  lib.  in  quefto  tempo  la  battaglia  fua,che  era  refiata  indietro  ;  uno  fquadrone 
ic  de»  Wo-  dù.quella  urto  ferocemente  i  nimici  per  fianco:  da  che  fi  raffrenò  affai  lim 
thi ,  &  Lio.  peto  loro,&  s aggi un fé,  eh  e  Ridolfo  da  Gon%aga,%io  del  Mar  che  fé  di  Ma 
thIo°fimii!  toua,condoitiere  di  grande  efperiew^a,  mentre  che  ifuoi  confortando ,  & 
mente  nei  doue  apparifie  principio  di  difordine,  riordinando,  &  hora  in  quà,hora  in 
guerre  fitte  là  andando;  fa  C  ufficio  di  egregio  Capitano ,  &  hauendo  per  forte  aliato 
m  Italia  co  l'elmetto ,  ferito  da  un  Fr  ance  fé  con  uno  fiocco  nella  faccia ,  cjr  caduto  a 
'  terra  del  cauallo,  non  potendo  in  tanta  confufione ,  &  tumulto ,  &  nella 
ciiG»°"io  moltitudine  fifiretta  di  ferociffimi  caualh  aiutarlo  i  $uov,an%i  cadendo- 
doifo'hGon  gli  addoffo  altr  ih  uomini, &  altri  caualli,piu  tofto  c  fuffocato  nella  calca, 
iaga,&  Ri  -  che  per  l'arme  de  nimici  perde  la  uita:  cafo  certamente  indegno  di  lui:per 
neftjtoitfin  che,et  né 'ce figli  del  dì  dina7J,&  la  mattina  medefima,giudicado  imprude 
mezo  della  ^  jl  mettere  fen^a  neceffità  tanto  in  poteUà  della  fortuna, haueua  cotra 
ina  d/ohle  lauoluntà  del  nipote, con  figliato  che  fi  fuggifie  il  combat  ter  e. Co  fi  uarian 
na,&  dalia  dofì  condiuer fi  accidenti  la  battaglia,  ne  fi  feoprendo  più  per  d'Italiani  , 

(econdadei     ,'  r  r  •       ;  ■       /  r       -j    //•      t-j        cr     r 

Re  ;  furono  che  per  i  rrancefi  uantaggio  alcuno\erapiu  che  mai  dubbio  chi  douejje  ej- 
amaxzati:  e  fere  uincitore;&  però,pareggiata  quafi  la  fieran,xa,el  timore;  fi  combat 
Ridolfo  paf  teua  da  ogni  parte  con  ardore  incredibile,riputado  eia J cimo, che  nella  [uà 
fato  da  moi  mano  defir  a, Ornella  fua  fortezza  fu  fi  e  collocata  la  uittoria  :  accende- 
fertce;fupoi  uà  gli  animi  de'Yrancefi  la  prefen%a,él pericolo  del  ^perche  non  altri" 
mandato  a  menti  apprefio  a  quella  natione  per  inueterata  confuetudine  è  uenerbile 

Mantoua.    la  maefià  del  Ke}cbe  s'adori  il  nome  diuinoì  l'ejfere  in  luogo  che  con  la  uit 

toria 


SECONDO.  57 

torta  fola  potevano  fberare  la  loro  falute.  ^Accendeva  gli  animi  de  gì  Ita 
lianì  la  cupidità  della  predala  ferocia^  l'ejjempio  del  M  arche  fé  ^h  ave 
re  cominciato  a  dibattere  co  proserò  fac ceffo, il  numero  grande  del  loro 
ejfercitOyper  loquale  ajpcttauano  foccorfi  da  molti  de' f noi  :  cofa  che  non 
fficrauano  iFr  ance  fi  perche  le  genti  loro,ò  erano  mefcolate  tutte  nel  fat- 
to d' arme, o  iter  amente  aff>cttauano  ad  ogn'hora  d'effere  aff aitate  da'  nimi 
ci.  Ma  e  grandìffima  (  come  ogn'uno  sa)  in  tutte  l 'attieni  humane la  pò 
teftd  della  fortuna  :  maggiore  nelle  co  fé  milit  artiche  in  qualunque  altra: 
ma  ineftimabile,  immen fa, infinita  ne  fatti  d'arme :doue  un  comandamen 
to  male  intefo  ,  dotte  una  ordinatione  male  efeguita,  doue  una  temerità, 
a  una  noce  nana  in  fino  d'un  minimo  faldato,  traporta  fpeffo  la  uittoria  a  i  _.   . 
coloro, eh  e  già  pareti  ano  uint'v.doue  impr  otti f amente  nafeono  innumerabi  ne  legge  u. 
/;'  accidenti,  i  quali  è  imponibile, eh  e  jìano  antiueduti,  ò  gouernati  con  co  ^r^UuT 
figlio  del  Capitano  :  però  in  tanta  duhietà  non  dimvnticatafi  delcofttrme  ai  principia 
fuo  opero  quello-,  che  per  ancora  non  operaua,nè  la  uirtà  de  gli  huomini,  lael  I'b'^ce' 
né  la  for'xa  dell' armi '.perche  hauendogli  Stradiotti  mandati  ad  afjàltare  4*  Romani 
i  carriaggi  de'  \ranctfiicommciato  fen%a  difficoltà  a  mettergli  in  preda,  confoioAi! 
(jr  attendendo  a  condurre  chi  muli, chi  e auallu  chi  altri  amefi  di  là  dal  i<>   M.nho 
fiume,non  folo  quell'altra  parte  degli  Stradiotti,cheera  dejltnataapcr  ^n,n*J"[^ 
enotere  i  ¥rancefi  per  fanco;ma  quelli  ancoraché  già  erano  entrati  ntl  d'ano    eh» 
fatto  d'arme  ucdmdo  i  copagnifuoi  ritornar fene  a  gli  alloggiarne  ti  cari  n,arma,an* 
chi  di  fbo  oli  e, in  citati  dalla  cupidità  del  vuadavnoifi  uoltarono  a  rubare  i  warina.co- 

■         -i>  rr         •    j>  ir  j     ■  tri,      r     *•     r  ■  ,        fi  di   <**« 

carriaggi^  tfftmpio  de  quali  feguit andò  i  caualli)&  i fanti  ujcwano  per  nei  iib.  3  a 
la  medefima  cagiow  afehiere  della  battaglia  :  donde  mancando  a  gì  Ita-  car<  7  *•  foc. 
Uani  non  folo  il  foccorfo  ordinatoyma  in  oltre  diminuendoli  con  tato  di-  h'aueuanpre 
f or  dine  il  numero  de'  cobattenthnèmouendofi  Antonio  da  Montefeltro ,  r°  l»dttàd5l 

Perugia  co 

perche  per  la  morte  di  P^odolfo  da  Gonzaga ,  che  haueua  la  cura  quando  tra  i  Lgiia 
fufje  il  tepo  di  chiamarlo \niuno  lo  chiamaua;  cominciarono  a  pigliare  ta  m:ma  Ptrtu 

,.     _    r.T-  n  •  r       •     r  n  i-         ;•       •     i •       •  *  nauoceche 

to  di  capo  i  vr  ance  fi, che  niuna  co]  a  piujojteneuagli  Italiam3che  già  ma-  gridò  a  da 
nìfefiamente  declinauanOiChe  il  ualore  del Marchefe  :  ila uale  cob attendo  V?*^*1™? 
fortiffimamente-y  fofteneua  ancora  l'impeto  de  ritmici  3ac  cedendo  ifuoiho  doueucaro- 
ra  con  l'tff  empio  fuo  3hora  con  itoci  caldiffimea  uolerepin  tofìo  ejjerepri  JJ.JJJJSI. 
nati  della  uita,  che  dell'honore.  Ma  no  era  più  pcffìbile,che  pochi  refijief  nule  k  ne 
fero  a  molti:&già  moltiplicando  addofjo  a  loro  da  ogni  parte  i  combatti  Jj^hb!  ^"J 
tori,  morti  già  una  gran  parte>& feriti  molti, maflìmamete  di  quelli  del  car.156.fac. 
la  copagnia  propria  del  Marchefe  ;  furono  neccfiitati  tutti  a  mctterfi  in  \^\*fal 
fuga  per  ripagare  ilfiumeiilqualeper  l'acqua  piovuta  la  nottc,&che  co  tod;am»eai 
grandine, &  tuoni  piouue  grandi  ftima,mentrt  fi  combatteua,cra  crefeiu  j*  ?#%  "JJ 
to  in  modo}cbe  dette  diffcultà  affai  a  chi  fu  coHretto  a  rip affario,  Segui-  uociforono 
tarogli  i  Yraccfi  impetuof amente  infino  ai  fiume, non  attendendo  fc  non  ad  SUpcwiirtii 
ammalare  con  molto  furore  coloro,  che  fuggi  u  ano  fen%a  farne  alcuuo 
prigione  i&fen^a  attendere  alle$oglie3&  al  guadagno;  an%i  sudiuano 

H         per  la 


LIBRO 

minio?  de*  Per ^a  campagna  f^efie  voci  di  chi  gridauayricordateuì copagnonì  diGui- 
10  M6s.d tu  neguafte.  E%  Guineguafle  vna  villa  in  Ticardiapreffo  a  Terroana  :  do- 
ftriue  qfta  uè  ne'gli  vltimi  annidai  Bggno  di  Luigi  vndecimo  ,  l'efferato  Fr ance fé 
giornata  a  gjay  quafi  vincitore  in  vna  giornata  tra  loro,&  Maffimiliano  a  i{e  de'Ho  a, 
non  chiama  mani ydif or  dinato  per  hauere  cominciato  a  rubar  e; fu  mejfo  in  fuga .  Ma 
Masfmuiia-  ne[  tgp0  medefimoyche  da  quella  parte  dell'efferato  co  tanta  virtùy&fe~ 

no  filtrarne-  •   V*  '-i  i  f  r  i  i    -7     ->       i- 

te  che  uuca  rociaji  cobatteuayvauanguardia  Franceje,  contra  laquale  il  Cote  di  Ga 
suAcefìèia'ue  ^K£°  moffe  una  parte  de'  caualli;fi  prefentaua  alla  battaglia  con  tato 
fta  fattione  imp <et ~o yche impauriti gl'Itali 'ani ,uedendo  maffimamete  no  effer  feguitati 
ch"fn°iiUi79  da'fuoi\fì  dijordinarono  quafi  per  loro  mede  fimi  yin  modoyche  effendogid 
def  regno  di  morti  alcuni  di  loro,tra  i  quali  Giouanni  Ticcinmoy&  Galea%£0  da  Co- 
*oiigueXnnf  T*&St°  ritornarono  con  fuga  manifefla  al  gre fflo  J quadrone.  Ma  il  Mari^ 
poi  a  morte  fciallo  di  Gies  uededoyche  oltra  lo  f quadrone  del  Cote  era  in  su  la  ripa  di 
ap"di  Ago  ^  dal  fi nmevn  altro  colonello  d'h  uomini  d'arme  ordinato  alla  battagliai 
fio  in  pief-  no  permeffe  a  fuoi,cbe gli feguitaffero:  configlio >cbe  dapoi  ne' difeorfi  de 
romperò  &  b  uomini  fu  da  molti  riputato  prudete,da molti  che  cofìàerauano  for- 
bene  è  ferie,  fa  meno  la  ragione  ycbe  l'eueto  più  preflo  uileycbe  circoffetto:  Pche  non  fi 
uh  imi  "ami!  dubitay  che  fé  gli  haueffe  feguitati;  il  Conte  colfuo  colonnello  uoltaua  le 
deiRegnodi  fyalleyempièdo  di  talefpauento  tutto 7  reflo  delle  getirimafedi  là  dal  fin 
paofó  Emi-  me>  c^e  farebbe  flato  qua  fi  impoffibile  a  ritener  le. Ter  che  il  Mar  che  fé  di 
ii°-  Mantouayilqu  ale  fuggendo  gli  altri;ripafìò  con  unagra  parte  de'fuoi  di 

b  Tutti  eli  là  dal  fiume  più  flretto,&  ordinatOyche  e*  potette-Je  trono  inmodo  folle- 
fcrittori'da  uateyche  cominciando  ogn'uno  a  penfare  di  faluare  fe,&  lefue  robbe,già 
te6 citaredi  laflrada  maeftrayper  laqualfi  uà  da  Viacen%a  a  Tarmayera  piena  d'Imo 
Copra,  cioè  mini ydi  caualliy& di  carriaggi ycbe  fi  ritìrauano  aV  armaiilquale  tumui 
boOUcono"  tufi  fermò  in  parte  con  la  prefentiay&  autorità  fua:  perche  mettendogli 
&  Benedetti  infieme  andò  riordinando  le  cofe;ma  lo  fermò  molto  più  la  uenuta  del  bco  b 
chek^uenu  t e di Vitiglianoyilqnaleyin tata cofufione  dell'una partey&dellaltraypre 
tadei  còte  fa  l'occafione  fé  ne  fuggì  nel  capo  Italianoidoue  confortando^  efficace^ 
pitigifano1  m<?te  affermadoycbe  in  maggiore difordineyetfpaueto fi trouauano  i  nimi 
a'nodnfof  c\\confermò^et  ajficurò  affai  gli  animi  loro-yan%ifu  affermato  quafi  com- 
timo  male,  munementeychefe non  fuffero  fiate le  parole  fueycbeòallborayò  almeno 
affermando  [a  notte  feguente  fi  leuaua  con  grandi/fimo  terrore  tutto  l' effer  cito<Bj.ti- 
pficefi'era-  rat ifi  gl'italiani  nel  capo  loro,da  coloro  infuoriycbe  menati  (come  inter 
ro  rotti:  e'i  uìene  ne'  cafifimili)  dalla  cofufioney&  dal  tumulto  y& ffauetati dall 'ac 
giugne,  ch«  q  uè  grò  fife  del  fi 'ume;erano  fuggiti  differfi  in  uarij  luoghi ,  molti  de'  quali 
e  domandò  feontrandofi  nelle geti  Fràcefijparfe  per  la  capagna  furono  ammalati 
ti^ó  le  qua  da  loro;ll  %  co'fuoi  andò  ad  unir  fi  con  lyantiguardiayche  no  s'era  moffit 
li  gii  bada,  del  luogo  fuo:  doue  configliò  co'  capitani,  fé  e  fuffe  da  paffarefubito  il  fin 
di  ròpereai  me  per  affali  are  ne gli alloggiamenti  fuoil 'effer  cito  nimico  :&  fu  co  figlia 
tutto  l'dfer  t0  fai  Trtul-zjoy&  da  Camillo  Vitelli^  ilquale  mandata  la  copagniafua, 
2e  nimici ,  dietro  a  color  o^ebe  andavano  aliimprefa  di  Genoua,haueua  con  pochi  ca 

ualli 


5      fc      XJ      <J      JN      D      V,  55 

tulli  fcguìtato  il  J\e  per  ritronarfi  al  fatto  d'arme,chcfi  aJTatt afferò  :il~ 

che  più  efficacemete  di  tutti  confortaua  Francefco  Secco,  dimofiràdo,cbe 

la  firada,cbe  fi  vedeva  da  lontano  era  piena  dìhuomini,&  di  caualli,  che  a  s?oay<At\ 

denotaua,ò  che  fuggi ffero  verfo  Tarma,ò  chehauedo  cominciato  a  fuggi  a»  cutcc  le 

re ;fe  ne  tornaffero  al  capo.  Ma  era  pure  non  piccola  la  difjìcultà  di  pafìa  de&aciioho 

reil  fi  urne, &  la  gente, che  parte  baueua  cobattuto  ,  parte  fiata  armata  ni  c-uhon 

infulla  capagna,affaticata  in  modo,che  per  con  figlio  de*  Capitani  Fran  mo.t{\  Be_ 

cefi 

del 

tielqi 

ordine  alcuno, &  con  non  piccola  incomodità, percbe  «  molti  carriaggi  e-  prèda  uedà" 

rano  flati  rubati  da  nimicuQueflafu  la  battaglia  fatta  tra  gli  Italiani,  toc'  u" ■  }[- 

et  i  F race  fi  in  fu 7  fiume  del  Taro, memorabile, per  che  fu  la  prima, che  da  ritratti   di 

lunghijjimo  tepo  in  quà.fi  cobatteffe  con  ucdfione,&  cofangue  in  Italia:  %*£Z£la* 

percbe  innari  a  quefta  moriuano  pochi/fimi  buomini  in  un  fatto  d'arme:  che  dai  Re 

ma  in  quefìafe  bene  dalla  parte  de'  Vràcefi  morirono  meno  di  200.  huo-  jj"10^" 
mini  ;d  e  gì  Italiani  furono  morti  più  di  3  00.  h  nomini  d'arme,&  tanti  al-  fiate  godu- 
tri,cbe  afe  e  fono  al  numero  di  tremila  b  uomini:  tra  quali  Pinuccio  da  Far  te' 
nefe  codottiere  de9  Vinitiani,&  molti  gentil *k  uomini  di condizione: & ri  b  1  fatti  uà 
mafe  in  terra?  morto, per  coffo  d'una  ma^a  ferrata  in  fu  l'elmetto,  Ber  ^  n^c% 
nardino  dal  Montone  condottiere  medefimamente  de  Finiti  ani, ma  chiaro  da  Montone 
più  per  la  fama  di  b  Braccio  dal  Motonefuo  auolo,  uno  de*  primi  illuflra  parJf£j°r° 
tori  della  militialtaliana,chep  propria  fortuna,  è  uirtù:&fu  più  mara  mente  nella 
uigliofa  agl'italiani  tanta  ucafione\percbe  la  battaglia  non  durò  più  d'-  acciirata^g 
un'bora;&  percbe  combattendofi  da  ogni  parte  con  la  fortezza  propria ,  «ferma  da 

ij>  .        »     1  i'         •    ;■       •       <->/*  m         r  J   il     "io.  Anto- 

&  con  l  arme ,  s  adoperarono  poco  l  artigliane .  Sfor%p\fi  ciascuna  delle  mo  caparlo 
parti  di  tirare  a  fé  la  fama  della  uittoria,&  dell'bonore  di  quefto  giorno;  v^co™  f 
gl'Italiani  per  effere  fiati  fa  lui  i  loro  alloggiamenti, &  carriaggi:  &  per  fo  jibri . 
il  contrario  Vbauerne  iFrance fi  perduti  molti  &  tra  gli  altri,  parte  de* 
padiglioni  proprij  del  B^e ,  gloriandoli  oltra  queflo ,  che  harebbono  feon-  rcnue  cbeà€ 
fitti  inemici,fe  una  parte  delle  venti  loro  defiinata  ad  entrare  nella  bat-  *  vinitiani 
taglia ;non fi  fuffe  uoltata  a  rubare:uche  efjere  fiato  nero  ,  non  negauano  &  de>  Fran. 
i  ¥ràcefi:&  in  modo  fi  sforarono  i  Vinitiani  d'attribuir  fi  quefla  gloria,  «**  100°: 
che  per  comandamento  publicofe  ne  fece  per  tutto  il  dominio  loro,  &  in  gióutai  che 
Vinetiaprincipalmente,fuochi,& altri fegni d'allegrex^a.l^e feguitaro  jJ|2J*J*£ 
no  nel  tepo  auuenire  più  negligentemente  l'efempio publico  i priuat'uper  n  giouìo 
che  nelfepolcro  di  Mar  chiome  Triuifano  nella  chiefa  de  Frati  Minori; fu  4*"J P)»  ^ 

«  ■'•'  .»)i        4000.  tra  vi 

tono  alla  fua  morte  fcritte  queHe  par  ole,che  in  fu  l  fiume  delT  aro  cobat  rutiam  ,  e* 
tè  con  Carlo  I{e  di  Francia  profper  amente  :  &  nondimeno  il  cofentimeto  ^"kjj*; 
vniuer fiale  aggiudicò  la  palma  a'¥racefi;per  il c  numero  de  morti  tato  dif  fi  iooo.hu© 
ferente;&  perche fcacciarono  i  nimici  di  là  dalfiume;&  percbe  refto  lo-  ™l™  ™£: 
ro  libero  ilpajfare  innan^cheera  la  contentione,per  laquale  proceduto  bagagliai. 

H     i         sera 


JD  IV  W 


s'era  al  combattere.  Soggiornò  il  dì  figliente  il  ]\e  nelmedefìmo  alloggia- 
a  Tendono  mento^  in  queflo  dìfifeguito  per  me^o  del  mede fimo  a  jlrgenton  qual- 
\\  Gi.v.io&  c]ìt  parlamento  co'  nimicì:^  però  fi  fece  triegua  in  fino  alla  notte yde fide- 
fi  pramea  rando  da  una  parte  il  I{e  la  ficurta  del  p  affare, per  eh  e  Japcndo  y  che  molti 
rfeU'accor .  dell  efferato  Italiano  non  baueuaao  cobattuto,  &  acuendo  fi  arali  fermi 

(KtStatop         ,JJìr  >,  ;•  •;  •        j  -i 

uia diFiiip-  nclmedefimo  alloggiamento  ;gli  pareti  a  il  camino  di  tante  giornate  per  il 
po  m-ouo-  fiUcato  di  Milano  pericolo fo  co' ramici  alla  coda\&  dall'altra  parte  no 
"r«ten««  »  fi  fapeua  rifoluere per  il  debole  confi  gl'io  yilquaAey  difprexp^ti  i  co  figli  mi 
*j"?it,?nio   glioriynfauafpeffo  nelle  fue  deliberat'wn'u  Simile  iiicertitudine  era  ne  gli 
Cario hauef  animi  degl'italiani:  i  qualiybeche  da  principio  f vffero  molto  fkauentati; 
Rg>uftorpa  s\rano  ajjicurati  tatoycbe  la  fera  medefima  deUa  giornata  htbbono  qual 
cure  innan  che  ragionamento  ypropo(ìoy&  confortato  molto  dal  Conte  di  Tltigliano* 
*h  '  iTml™  d'ajfaltare  la  notte  il  capo  Francefe,alloggiato  con  molto  difagioy&  fen- 
n*e;s'aiiaac  %aforteX£a  alcuna  d'allogiamento,  pure  cotradiccndo  molti  de  gli  altri, 
coido.       fu^come  troppo  pericolofo,pojìo  da  parte  quello  còfiglio.Sparfefi  allhora 
fama  per  tutta  ltaliaycbele  genti  di  Lodouico  Sforma  per  ordine  fuo  fe- 
greto  non  haueuano  uoluto  combattere:  perche  effendo  fi  potete  efferato 
de'  Vinitiani  nel  fuo  fi  atollo  haueffe  forje  meno  in  horror  e  la  uittoria  lo 
rocche  de'  Yrancefi:  i  quali  defiderajjeycbe  non  rejiajTero  ne  uintiyne  uinci 
tori:&che  per  effere  più  ficuro  in  ognieuento  uoleffe  coferuare  intere  le 
for%e  fue :ilch e s'affermaua  effere fiato  caufayche V esercito  Italiano  non 
haueffe  conjeguita  la  vittoria  :  laquale  oppenione  fu  fomentata  dal  Mar 
che  fé  di  Mantouay&  dagli  altri  condottieri  de'  Vmitian^per  dare  mag- 
giore riputazione  a  fé  medefìmiy£r  accettata  uolotieri  da  tutti  queliiycbe 
defidarauanoycbe  la  gloria  della  mìlitia  Italiana  saccrefceffe.Ma  io  vdl 
già  da  per  fona  grauiffimay&  che  allhora  era  a  Milano  in  grado  taleyche 
haueua  notitia  intera  delle  co fey  confutare  efficacemete  quefio  romoreyto 
fermadoyche  hauendo  Lodouico  rotiate  qnafi  tutte  le  for%e  fue  all' affedio 
diNouarà;non  hauena  tante  genti  in  fui  Taro  ych e  faffero  diiholto  mo- 
meto  alla  vittoria  :  laquale  bar  abbe  ottenuta  l'efferato  de'  co  federati,  fé 
non  gli  haueffero  nociuto  più  i  difordini  proprii,cbe  il  no  hauere  maggior 
•   numero  di gcti;ma(Jimameteyche  molte  delle  Vinitiane  no  entrarono  neU 
la  battaglia:^  fé  bene  il  Còte  di  Gaia-^o  ruadò  contra  i  nìtnici  vna  par 
t^e  fola  delle  fue  geriy&  quella  freddametcìpotette  procedere  pebe  era  ta 
to  gagliarda  l  antigutrdia  Fràcefe,che  e'  conobbe  effere  molto  perìcolo  il 
còmetter fi  alla  fortuna :*jr  in  lui  ^  l'ordinario  harebbono  duto  più  ammi 
ratione  l'atttoni  animofcycbe  le  ficure:et  nòdimeno  no  furono  al  tutto  in- 
utili le  geti  Sfor^efcbe;per  che  ancora  che  nd  cobattcjferopn  enono  fanti 
guardia  Fràcefeyche  non  foccorr effe ,doue  il  I\e  co  la  minore,^  molto  pii* 
àtbol  parte  dell'efferato  foflene  uà  co  grauiffimo  pericolo  tutto  tipe  fu  del 
la  giornata.  Tsje  è  quefìi  oppenione  confermatale  io  no  m'ingàno  più  dal 
l'autor itàycbe  dalla  ragione:percbe?  cornee  uerifimilt^chefe  in  Lodouico 

Sfor& 


t 


S    E    C    O    N    D    O.  59 

Sforai  fu  fi  e  fiata  quefla  intcntione,non  haueffe  più  pretto  ordinato  a  ca~ 
pitam  j;ioi,cbe difiuadeffero  l'opporfi  altranfito  de*  Ffacefiìcociò fiacche 
fé  il  l\e  bauejk  ottenuta  la  uittoria  non  far  ebbono  fiate  più  falue,cbe  l'ai 
tre,lc  genti  [ne  tanto  propìnque  a*  nimìci,ancora  che  nonfi  fuffero  mefco 
late  nella  battaglia:^  con  che  difcorfo,con  che  confideratione,co  che  efpe 
rìentia  delle  co  fé  fi  poteua  prometter  e, che  combattendo  fi, hauejf e  ad  efie- 
re  tanto  pari  la  fortuna,che  il  1\e  di  Francia  non  haueffe  adejjere  nèmn- 
to,nè  uincitorefae  cotra  il  configlio  de  fuoifi  farebbe  combattutoiperche  *  L?  not" 
le  genti  Vinitiane,mandate  in  quello  flato  folament  e  per  ficurtà,<&falu-  ^SolSS 
te  fila;  non  harebbono  difcordato  dalla  uoluntà  de  fuoi  capitani .  Leuoffi  ne^ .fec6d* 
Carlo  con  l'effer  cito  la  feguente  a  mattina  innanzi  giorno  ,fen%a  fonare  à;o^tton4ì 
trombettc,per  occultare  il  più  che  poteua  la  fua  partitale  fu  per  quel  dì  tl  Fuochl  2 

r        •<.         j    n>    n        •        ì  »       ii  •  •  f  •?  i       *  -^   *     »  ingannate  t 

Jeguitato  dati  esercito  de  collegati  impedito  quando  benehaueffe  uoluto  murici ,  fèn- 
feguit  ar  lo, dall'acque  del  fi  urne, ingroffato  tanto  la  notte per  nuouapicg-  "^UI1  -f" 
^  gia>cbe  non  fi  potette  per  una  gran  parte  del  dì  p  affario  ^blamente,  de  di-  la.odi  wm 
<  nandogià  tl  folc;pafiò  non  fen^a  pericolo  per  l'impeto  dell'acque,  il h  Con  ^^i^ìò 
te  di  Gaia^o  con  dugeto  caualli  leggieri:  co*  quali  feguit  andò  le  ucttigte  ipuìua  per 
de'  Fracefhche  caminauano  per  laflrada  diritta  uerfo  Tiacenya; dette  lo  jfa u£  fiB™; 
ro,majfìmamete  il  proffimo  dimoiti  impedimenti, &  vncommodita:&no  di  Trebbia  ; 
dimeno  effi,héche  firacchi,feguitaronofen%adifordinealcuno,ilfuo  carni  ma™*?  co! 
nocche  le  uettouaglie  erano  affai  abbondantemente  fummiriifirate  dalle  no,  fc>i  Bene 
terre  ideine, par  te  per  paura  di  no  effere  danneggiate,  parte  per  opera  del  * 
Triul'zjo:ilquale  caualcando  innanzi  a  quefio  effttto  co  caualli  leggieri;  b  viene  dal 
moueuagli  huominijjora  co  minacciyhora  co  l'autorità  fuaorade  in  quel  5:ono  e  dal 
lojtato  apprejjo  a  tutti:  ma  gradifpma  apprejjb  a  Guelfi.Nè  l'efferato  del  fcricto ,  che 
e  la  legaymoffofi  il  dìftguHe  alla  partita  de  Fracefi,&  '  poco  difpotto,maf  cd°iìG^ 
finamente  i  Troueditori  Vinìtiani,a  rimetter  fi  pia  in  arbìtrio  della  for-  ro  fu  ancho 
tuna'/accoflò  loro  mai  tantoché  ne  haueffero  un  minimo  diflurbo  :  arai  n„rt!^eS; 
ejjendo  ujecondo  ai  alloggiati  in  fui  fiume  della  Trebbia  poco  di  là  daVia  tano  de'ca. 
ceìixa>Zr  affando  per  più  commodità  dell'alloggiare  r efiate  tra  ilfinme,et  órecj-1? Sé 
la  c.ttà  di  Tiacen%a  dugento  lande  ,gli  Sui%jeri ,  e-r  quafi  tutta  l'arti-  *»"»  "»*«*- 
glieria  ;  la  notte  il  fiume  per  le  pioggie  crebbe  tanto ,  che  non  ottante  l'è-  tmo'd.frTri". 
firema  diligentia  futa  da  loro;fu  imp oj]i bile, che  ò  fanti 3ò  cauall.paffaf-  reno  l'orkn 
fero, fé  non  dopo  molte  bore  del  dì;  né  quitto  fenra  difficultàybencbe  l'ac-  cTei  iwl 
qua  fujje  cominciata  a  diminuir  e  lìiondimeno  non  furono  ajf  aitati  né  dal-  ce  g'^-no.zi 
Ve  freno  nimico,cbe  era  lotano,nè  dal  Conte  di  Gaia^jo,  che  era  entrato  ueiìa^cda 
in  V:acen%a  per  fojp etto, che  e  no  ni  fi  faceffe  qualche  monimeto:fofpetto  ta  H^™*- 
no  al  tutto  fenxa  cag:one:percbefi  crede,cbefe  Carlo,fegmtando  li  confi  c  XI  ZcuetÌJtt 
glio  del  Trinilo,  baneffe  piegate  le  bandiere,  &  fatto  chiamare  il  nome  "  "ene^h.  e 
di  Erancefco,  piccolo  figliuolo  di  Giouan  G.tkai^o  ;  farebbe  nata  in  quel  \™lml[^ 
Ducato  facilmente  qualche  mutatioae:  tanto  eragraio  il  nome  dicoiui ,  lo  gloruo  fe 
che haueuano per  legittimo  Signore ,&  odiofo  quclh  dell' ufurpatorc:  &  tau^h^1* 

H    .3  di 


tnoiouf#    ;  LIBRO  n 

non  di™,!  di  momento  il  crcdito\&  Vamicitie  del  Triul%io:ma  il^e  effendo  intento 
Jf. Fcc1!. il  folamete  al  patì  are  innanri;non  voluto  udire  pratica  alcuna;  fevuitò  con 

Cote  diOr     i      •ici/-r  •         -.  ^*         •        ;  r  i   ,       •     •  j\  ■     r       •    ». 

iiTxo,elfu  celerità  il  juo  camino3co  non  piccolo  mancamento 3da  primi  di  in  fuori  ai 
if!fr  dCfl'°  liettoua^te:>Pcrc^e  dì  mano  in  mano  trouaua  le  terre  meglio  guardatela. 
co  dire,  che  uendo  Lodonico  Sfor^  diflribuiti3parte  in  Tortona  sfotto  Guajparrida 
moiri?"  f\r  Sanftuermo>cognominato il¥racaffa;parte injlleffandria3molti caualli, 
a  Fracef?,&  &  mille  dugento  fanti  Tedefchi  leuati  dal  campo  di  rb[puara\&  effendo  ì 
non  lo  fece.  Francefili  eh e  hebbono  p affata  la  Trebbiatati  fempre  infettati  alla  co 

ro;  anzi  gli  *    r  r  t  ■  >r      ■  i         ... 

foccorfero  «^  dal  a  Co??f  e  a/  Gaia%goychc  baueua  aggiunto  a  juoi  canai  Leggieri  cin 
glia  Ca  Tor~  1Hecento  fant;i  Tedefchi, che  erano  alla  guardia  di  Piacenza,  non  hauedo 
tona  ;  doue  potuto  ottener e3che  gli  fuffero  mandati  dall' effer cito  tutto  ilreflo  de'  ca- 

ìiRead?Fri  HCLl  leK&tri>&  4°°»  huomhii  dyarme:perche  iVroueditoriVinitianiam 
cnu&a  qfto  moniti  dal  pericolo  corfo  in  fui  fiume  del  Taro;non  uollono  confentirlo  : 
fi  corio^u  Pure  '  &ra™cfi  hauendoyquando  furono  vicini  ad  ^ileffandria  prefo  il  ca 
Benedettici  mino  più  alto  uerfo  la  montagna3doue  ha  meno  acqua  il  fiume  del  Tana 
neTiafama.  ro>fi  conduffero  ferina  perdita  d'huomini3ò  altro  danno  in  *>  otto  alloggia  # 
HBébo  due  menti  alle  mura  dAfli  :  nellaquale  cita  entrato  il  I\e  alloggio  la  gente  di 
pigliata  °u  Suerra  in  campagna  con  intetione  d'accrefeere  ilfuo  effer  citoy  &  fermar 
uia  iuga;die  fi  tanto  in  ltalia3che  haueffefoc corfo  lS[auara%3e'l  campo  della  Lega3  che 
chiodi  f*  fhaueuafeguitato  infìno  in  Tortone  fé  ydifp  erato  di  potergli  più  nuocere  ; 
Sirfene-  s'andò  ad  vnire  con  la  gente  Sfor%efca  intorno  a  quella  cittàjaqualepa- 
n/dice^r  tiuagià  molto  di  vettouaglie:perche  dal  Duca  d'Orliesy&  da'fuoi  no  era 
gìouìo  ai  fiata  ufata  diligentia  alcuna  di  prouederlaycome,per  effer  e  ilpaefe  molto 
ne.£  L2-  fertile  ;harebbono  potuto  fare  abbondantiffimamente\an%i  non  confiderà 
il  Giuftinia  do  il  pericolone  non  quando  era  paffata  la  facilità  del  rimedio  ;  haueuano 
d*  Nefb°u°  attef°  a  confumare  fen%a  rijpiarmo  quelle ychev  erano. ^tornarono  qua 
ma  il  gìo.'  fi  ne  mede  fimi  giorni  a  Carlo  i  Cardinali  »e  t  Capitanici  quali  con  infelice 
"o^afwd  €Hent0  haueuano  tentato  le  co  fé  di  Genouaiperche  l'armata3prefa3cheb 
Jequah  uè  he  nella  prima  giunta  la  terra  della  Spctie;s'indiri?gò  a  B^palle  :  ilqual 
n'era  tre  a-  [mn0  facilmcte  occupò:ma  vfeita  del  Torto  di  Geno  uà  un'armata  cd'ot 

ragoneii,  Se  •.  '  iti         i      /  •  r  r    »• 

poche  nani  to  Galee  fottili3d'una  Caracca,  &  di  due  barche  bijcaine;poje  di  notte  in 
confò' feri  terra  joo.fanti:  i  quali  fen%a  difficultà  prefero  il  Borgo  di  spalle  co  la 
«e  7oo.  egli  guardia  de  Fr  ance  finche  v'era  dentro:&  accoflatafi  poi  all'armata  Fra 

?i'"ó?o°rme  fe^  d  Prefon0>& a^'    d 

ai'ciuftinia  bruciarono  tutti  i  legni  yrefìando  prigione  il  Capitano3&  fatti  più  famo- 
fedued^o  fi>c°  quefta  uittoria  quelli  luoghi  medefimi3ne' quali  l'anno  precedete  era 
«e,  nei  gìo  no  flati  rottigli  ^Aragonefi,  l^èfu  quefla  auuerfitàdt  Francefi  rifior  a- 
che  dilago  ta  da  queglhche  erano  andati  per  terra:perche  condotti  pia  riuiera  Orie 
interra  air  tale  infìno  in  V aldi bifitgna,& a'Borghi di Genoua3trouandofi  ingannati 
bo  poieBdw  dalla §eran7a>cbc  haueuano  coceputa3che  in  Genoua  fi  facefìe  tumulto* 

fofle   l'ar-  & 

mata  de'Vinitiani  quella, che  prendefle  la  Francefe  ne!  porto  di  Rapallo. 

d     Capitano  dell'armata  Genouefe  fu  Francefco  Spinola  il  Moro:  ma  il  Capitan  della  Francefe  fu  Mons.  di 
Miolano,che  fu  fatto  prigione.  Giouio,&  Vcfcouo  di  Ncbio . 


SECONDO.  rÒ,aChVnm« 

&  intefa  la  perdita  del?  armata;p  affarono  quafì  fuggendo  per  la  uia  de  joo  ma  ,i 
rriòti,uia  molto  a/pray&  difficileyin  Val  di  ToT^eueriycke  è  all'altra  par  ?'oui^n^ir 
te  della  citi a: 'donde ,  con  tutto  che  dipaefani,&  di  gente  mandate  in  loro  ccrme  ,icó 
fauore  dal  Duca  di  Sauoia  molto  ingroffati  fu/fero; fi  indri^arcno  co  la  J^JJ  ™ 
mede fìma  celerità  yerfo  il  Tiemonte.TS{è  è  dtibiOyche  fé  quelli  di  dentro  Ceiiozzo,5c 
non  fi  fu/fero  aftenuti  da  vfeire  fuor  a  per  foretto ,  che  la  parte  Frego  fa  {JjSdJt 
nonfaceffe  nouità,cbe  gli  bar  ebbe  interamente  rotti,&  me  (fi  in  fuga:  per  ro  da'móca 
ilquale  difordine  a  icauallide'  Vitelli,  che  fi  erano  condotti  a  Chiaucri,  ^/^ 
intefo  ilfucceffo  di  color  o,co'  quali  andauano  ad  unir  fi;  fé  ne  ritornarono  t<a  n/amaz- 
tumultuofamente,nè  ferina  pericolo  a  Sere%£ana:&  dalla  Spetieinfuo-  Jy^j?^ 
ra  l'altre  Terre  della  riuiera,  che  erano  fiate  occupate  da  fuor'ufciti;ri-  per'io  con- 
chiamarono  fubito  i  Genouefiycome  fimilmcnte  fece  nella  r intera  diVone  £  j-J^Jj* 
te  la  citta  di  V 'entimiglia,cbe  ne*  mede  fimi  dì  era  (lata  occupata  da  Voi  ronoapifa. 
Batti/la  Fregofo,&  d'alcuni  altri  fuor'ufciti.Trauagliauafi  inqueflo  té  b  fu  prete 
pomedefimo:ma  co  fortuna  più  varialo  meno  nel  Bearne  di  '  T^apoliycke  jJ'J^?^* 
nelle  parti  di  Lombardiaiperche  Ferdinando  attedeua,  poi  che  hebbe  b  p re  &  Ha  còuì 
fo  I{eggio,alla  ricuperatione  de  luoghi  circofiantijoauendo  fico  circa  fei  ""'^^t 
mila  huominiytra  quelli  che,&  delpaefe,&  di  Sicilia  volotariamente  lo  fn  aperea"u- 
feguitauano,e  i  caualliy&fanti  Spagnuoli ;de  quali  tra  Capitano  Cofaluo  "^^rjj 
Ernades  di  cafa  dy^Aghilarydi  patria  C  or  do  uè  fé  ,h  uomo  di  molto  valore  ,  dopo  c©m. 
&  effercitato  lugamete  nelle  guerre  di  Granata:ilquale  nel  principio  del  ^furoc^ 
la  uenutafua  in  ltalia,cognominato  dalla  iattatia  Spagnuola  ilgra  Ca-  indi  co'1 
filano yper fignificare co  quefto  titolo  lafupremapodeflàfopraloro,meri  fpTnlMe; 
top  le  preclare  uittorie>cbe  hebbe  dipohche,  per  cofentimeto  uniuer fiale  nopoii.Gae 
gli  fu ffe  confermato  y&  perpetuato  qutfiofopra  nome,  per figni fi  catione  "//racefi0, 
3/  uirtù  grande,&  digrade  eccelleva  nella  disciplina  militar  e.  A  quefìo  i  quali  per 
efferato ,  ilquale  baueua  già  folle  uato  no  piccola  parte  del  paefe  ;  fi  fece  pTefero  J% 
incotro  apprejjb  a  Seminar  aberra  uicina  al  mare,Ob  gnì  co  le  genti  d^ar  faccheggii 
meYrancefiyChe  erano  rimafe  alla  guardia  della  Calauria,&  co  cauallì,  to  CK>  fuc. 
r-r  fanti  hauuti  da'S ignori  delpaefeù  quali  fevuìtauano  il  nome  del  I{e  di  «ffe  aitami 

t    .  m  ■      ti     i  i-  tri  \  j  ->  r  ìj       ■  J  cne    Perdi. 

Fracia:&  effendo  uenuti  alla  battaglia;preualje  la  uirtu  de  {olitati  a  or-  ^o  uemf. 
dinanya,ct  effer citati  all'impernia  degli  b uomini  poco  efperthpercbe  no  ^ a  »*»«» 
fologli  ltaliani,et  Siciliani  raccolti  tumultuariamete  da Ferdinadoyma  s'hadaiGio 
etiand 


io  gli  Spagnuoli  erano gète  nuoua,&  di  poca  efferien%a  della guer  "JJ*,d^^J 
nodimtnofi  cobatteper  alquanto /patio  di  tepoferocemeteiperche  corio:  nche 
la  uirtùy&  l'autorità  de  Capitani, ohe  nò  manca u ano  d'ufficio  alcuno  ap  ^rcfi*™J' 
partenete  a  loroy/ofleneua  quelli  che  p  ogni  altro  coto  erano  inferiori,^  nella  fegué- 
fopragli  altri  Yerdinado  cobattedoycome  fi  coueniuaalfuo  ralore,et  ef tecarta- 
fendogli  fiato  ammalato  il  cauallo  fiotto;  farebbe  finta  dubbio  re/lato,  *  ,^"£3! 
ò  morto  ,ò  prigione,  je c  Giouanidi  Capua  fratello  del  Duca  di  Terminici  cafa  capota 
quale  infino  da  puentiafuo  paggio,era  ftato  nel  fiore  dell'età  molto  ama  JL*^'"  ^ 
to  da  luiifmòtato  delfino  cauallo  no  bauejjè fatto  falirui  fopra  luh&con  cerio.  ' 

H     4         efempio 


t    I    B    R    O 

efempìo  molto' memorabile  di  predar ijfima  fede,&  amore  efpùsla  la  pro- 
pria ttita, per  che  fu  fubito  ammainato,  p  faluare  quelU  del  [no  Signore» 
Fuggì  Co  f alno  a  trauerfo  de'  moti  a  Reggio, Ferdinando  a  Valma,ch'è  in 
fn'l  mare  uicina  a  Seminar  a,doue  ruotato  in  full  armata  fi  riduffe  a  Me] 
fina, cref cintagli  per  le  co  fé  auuerfe  la  volòtà,et  l'animo  di  tentare  di  nuo 
no  la  fortuna:  conciofiaebe  nofolo  glifuffe  noto  il  defìderio, che  tutta  la 
città  di  Trapeli  haueua  di  lui;ma  ancora  da  molti  de  principali  della  no 
biltà,et  del  popolo  fuffe  occultamete  chiamato-pero  ternedo  che  la  dilatio 
ne,&la  fama  della  rotta  hauuta  in  Calauria,nd  raffreddale quefl a  difbo 
fitione;raccolti,oltra  le  galee, e  haueua  codette  d'I fchia,&quelle  4.0)  le 
quali  s'era  partito  da  Tsfapoli  jllfonfo  fuo  padre,i  legni  dell'armata  ye- 
muta  di  Spagna,et  quatipiu  legni  potette  r accorre  dalle  città, &  da  Baro 
ni  di  Sicilia-fi  moffe  del  porto  diMeffma  no  lo  ritardalo  il  non  hauere  huo 
mini  d'armarli , come  quello,che  no  battendo  fcr^e  conuenienti  a  tàtaim 
preja,era  neceffitato  d'aiutar  fi  no  meno  con  le  dimoflrationi,  che  co  la  fu 
ta^ta°a     "  ftàtia  delle  cofc.Tartì  adùque  di  Sicilia  con  a  6  o.  legni  di  Gaggia,  cjr  con 
dice  il  do    lo.altri  legni  'minori,&  co  lui  Rtcaienfio  Catelano  Capitano  dell'arma- 
rio  fcriu^cé  ta  Spagnu°la>buomo  nelle  co  fé  nauali  digra  virtà,etjpera^a:ma  co  b  ta  " 
to  ueie.        ti  pochi  huomitti  da  combatterebbe  nella  maggior  parte  no  erano  qua  fi  al 
b  Die  'i  e    *r/'  c^e  *  declinati  alferuigio  del  nauigareJn  quefto  modo  erano  piccole  le 
no,che  non  for%e  fue,ma gràde  f  lui  ilfauore,&  la  volontà  de  popoli:  perciò  arrìua 
dfnandcT"*  t0      a  fyùt&&*a<  di  Salerno  ;  fubito  Salerno,la  cofla  di  Malfi,  &  la  Caua 
tanca  arma-  alarono  le  jue  bandiere:uolteggiò  dipoi  due  giorni  f opra  7{apoli,alpet- 
winVda^o"  tàdo,ma  indarno,  che  nella  terra  fi  faceffe  qualche  tumulto:  f  che  i  Vrace 
ter  mettere,  fi, pr  e  fé  preflo  l'arme,&  meffe  buone  guardie  ne'  luoghi  opport  uni  ;rcpref 
i?r  tro^aua"  Fono  la  bell'ione, eh  e già  bolliua,et  harebbono  rimediato  a  tutti  i  loro  pe 
più  che  cen  ricoli,  fé  haueffero  arditamente  feguitato  il  con  figlio  d'alcuni  di  loro  :i  qua 
to  ucatI*    //  coietturado  i  legni  dragone  fi  effere  mal  fomiti  di  cobatteti;cofortaua 
no  M  open  fi  eri, eh  e  ripiena  l'armata  Fracefe,che  eranelporto,di  joldati, 
&  d'huomini  atti  a  còbat  ter  e\affalt  affé  coeffa  i  nimicLMa  Ferdinando  il 
ter%p  dì  dijperato  che  nella  città  fi  facefje  alt  eratione,s  allargò  in  mare 
per  ritirar  fi  a  lfchia:onds  i  cogiurati,cdjider"àdo,che  p  effere  la  cogiura- 
tione  qua  fi  fcoperta,era  diuetata  caufa  propria  la  caufa  di  Ferdinando, 
riflrt'ttifi  infieme,&  deliberati  di  fare  della  nectffità  uirtù;màdarono  fé- 
gretamete  unbatelloa  richiamarlo, pregandolo  che  f  dare  più  facilitaci 


%^i°'i  *'  anlmo a Myoleua leuarfi in fuofauore,mett(ffe in terra,ò tutta,ò parte 
nei cjua/gi.  della fua gè 'te però dinuouo ritornato  fopraHapoli 


il  dì  cfeguete  a  quello 


' 


luccefla  la   lo  chiamato  S ebete  incognito  a  eia fc uno, fé  non  gli  haucfjero  dato  nome  f 
TaTo?"  al  uerfi  de  poeti  napolitani:  ile  he  uedendo  Mom^enfien  no  meno  pronto  a 

prvee- 


3    E-    C     O     N     D     O.  €i 

procedere  co  audacia yquàdo  eraneceffàrìo  il  timor  eyche  fuffe  flato  proto 
a  a  procedere  con  timor  eyquàdo  era  ncceffcria  il  dì  dinari l'audacia;  cufici  a  ucio-uò 
fuor  a  della  citta  con  cjuafi  tutti  i  foldati  per  uietargli  lo  [cerniere  in  ter-  «nette1',  ch« 
ra:ilcbefu  cagione.che bauendo  iNapolit  ani  tale  opportunitàyquale  ap  folo^ìi-ifle 
pena  harcbbono  faputa  dtfiderare;fi  Iettarono  fubito  in  arme  ,  fatto  il  fu0\   ddla 
b  principio  di  fonare  a  martello  dalla  chic  fa  del  b  Carmine,  uicina  alle  mu  cura' 
ra  della  citta,&  fuceeffiuamente  feguitando  tutte  l  altre:  &  occupate  le  kDaiia  qual 
porte  cominciarono  feopertamete  a  chiamare  il  nome  di  Ferdinando.  Spa  ^lofu  fac 
ventò  queflo  fabito  tumulto  i  Francefi .in  modoycbe  non  parendo  loroficu  to  f€g"°  aI 
ro  loflare  in  me%o  tra  la  citta  già  ribcllata>&  le  genti  nimicbey&meno  fe.Qiòwa! 
jperando  di  potere  per  quelU  viaydonde  erano  ufciti  ritornar ui;  delibera 
rono  attorniando  le  mura  della  attaccammo  lungo ,montuofo ,  &  molto 
difficile yentr are  inNap  oli  perla  porta  contigua  a  Caflel  nuouo.  Ma¥er 
dinando  in  queflo  me%p  entrato  in  Napoliyty  meffo  co  alcuni  defuoi  a  ca 
uallo  dà  Napolitani ;caualcò  per  tutta  la  terra  con  incredibile  allegrer 
%a  di ciafeuno  >riceuendolo  la  moltitudine  con  grandi ffime gridarne  fifa- 
tiando  le  donne  di  coprirlo  dalle  fineflre  difioriy&  d'acque  odorifere: art 
z^i  molte  delle  più  nobili  correuano  nella  Brada  ad  abbracciarlo y  &  ad 
afeiugarglì dal  uolto  ilfudore:  &  nondimeno  non  s'intermetteuano $  que 
fio  le  co  fé  necejfarie  alla  difefaipercbe  il  Marcbefe  di  Tefcara  infieme  co' 
foldat'uch erano  entrati  con  Ferdinando  y&con  la  giouentùNapolitana;at 
tendeua  a  sbarrare,&  fortificare  le  bocche  delle  uieydonde  i  Francefi  pò 
teff  ero  affaltare  da  Caflel  nuouo  la  terra:  i  qualiypoi  che  furono  ridiati 
infilila  pianga  del  cafiello;fecero  ogni  sfor%o  per  rientrare  nell' habitat  o 
della  citta  :  ma  effendo  mole/iati  con  le  baleìtre,  &  artigliarle  minute,  e  t  r)Ice    {* 
trouata  a  tutti  i  capi  delle flr ade  f officiente  difefa,foprauenendone  la  not  i  caSahì  fu* 
r  te  >  fi  ritirarono  nel  Camello,  e  la f ciati  i  caualli,  che  furono  tra  utili,  &  ró  tirati  nei 
inutili  poco  meno  di  due  mila>infulla  pia%jayperche  nel  camello  non  era  àn 


»e  non  ut 


tiè  capacità  di  riceuer gliene  facilità  di  nutrirgli:  rinchiufonuifì  dentro  co  €{i*end°  da 
Mompenfieriy  Iuo  d'allegri  riputato  capitano  y&  ^Antonello  Trincipe  pocTa  p\>! 
di  Salerno  >&  molti  altri  Francefi y&  Italiani  di  non  piccola  conditione  :  c°  g1*'"*"* 
&  benché  per  qualche  dìfaceffero Jpejfe  fcaramuccie  Julia  pia^ay  òr  in-  per  colpir 
torno  al  portole  traeffero  alla  citta  col *  artiglierie  nondimeno  ributtati  cv?  VàiKV\ 
ftmpre  da  nimici;  reflarono  efclufì  difperan%a  di  poter  da  fé  Tteffì  ricupe  frnqu 


e   ari*, 
dalle  a 


rare  quella  citta  .  Seguitarono  fitbito  Teff  empio  di  Napoli,  Capuay^Auer  Jja^a  Pfm 
fayla  ì\occa  di Mandr agone \&  molte  altre  terre  circoflanti -,  &  fi  uolto 
la  maggior  parte  del  Recarne  a  nuouipen fieri  :  tra"  quali  il  popolo  diGae  d  ^^a1j 
tajoauldo  prefe  l'armi  cori  maggior' animo  ^chef or  %e,per  effer  e  co  partite  cinque  nani 
invaxj  al  porto  alcune  galee  di  Ferdinado;fu  con  molta  uccìfione  fupera  q- "u\a0°  *il 
to  da'Fr  dee  finche  iterano  àguardia-.ì  quali  co  l'impeto  della  tintoria  fac  fecondo  a 
d  cheggiarono  tutta  la  terra .  Nel  tepo  medefimo  d  l'armata  Vinitiana  ac  *^\  dui 
foflatafi  a  Monopoli  città  di  Tuglia,&  fofli  f  terra  qI;  Stradiotti  et  mol  prò- 
ti 


LIBRO 
di  c£ftn?ac  ti  fanti,glì  dette  la  battaglia  per  terra,  &  per  mare  :  nellaquale  *Tìero  d 
cìfo  dà  una  Bembo  padrone  duna  galea  Vinitiana  fu  morto  da  quegli  di  dentro  di  un 
pemtàa;  fi*  C0^P °  d'artiglieria:pr( 7fe  finalmente  la  citta  per  forTa,  &  la  rocca  gli  fu 
ca-iòe^ht'i  data  per  ti?nore  dal  caftellano  Francefe,  che  ni  era  dentro,  &  dipoi  bebbe 
fde"nato  co  fer  accordo  Tulignano:  ma  Ferdinado  era  inteto  ad  acquittire  Cattelnuo 
tra  i  Mono-  uo,<^?Cattcl  dell  Fono, fi>erando,che  pretto  baueffero  ad  arrender  fi  f  la  fa 
metcefle-far"  rne:percbe  a  proportione  del  numero  de  gli  b  uomini, eh  e  ui  era  d  tro  nera 
citrà  afacco  piccola  prouifione  di  uettouaglie,  &  attendendo  continuavi  et  e  ad  occupa 
quali  frm ji  re  i  luoghi  circolanti  al  caflello:  fi sj vr -%aua  dimettergli  del  continuo  in 
ciò  più  am-  maggiore  ttrette^a:percbei¥rancefi,  non  potendo  ttareficura  nel  por- 
ro,e  hicche^  to  l 'armata  loro, che  era  di  cinque  naui,quattro  galee  fonili ,  unagaleot- 
giarono.  Vi  ta  &  un  galeone, Vhaueuano  ritirata  tra  la  torre  di  San  Vincentio^  caflel 

mori  ancho  o  .     .  .  f    ,~      . 

Luigi  Tinto  dell  Fouo,&  Vi%i falcone, eh  e  fi  tene  nano  per  loro:  b  &  tenendo  le  parti  y 
rj •  o'uìo"0  &  dietro  a  Caftelnuouo,doue  erano  i guardiani  Ideali  ;fi  dittendeuano  infino  a 
Bembo.  '      Capella:&  fortificato  il  monafterio  della  Croce, correuano  infino  a  pie  di 
.  _.  .         Grotta,&  San  Martino:contr a  quelli  Ferdinando  hauendo  prefa,&mef 

b  Otu  rea-  r    •     r  ?  11  ,     r  •  1     r  \    / 

ta  il  Giomo  Ja  in  fonema  la  caualleria,&  fatte  ine  coperte  la  Incoronata;  occupo  il 
£ na  e^rcion  monte  di  Sant'Ermo,&  dipoi  il  poggio  di  Ti%i falcone, tenendo  fi  per  i  Fra 
che  i  FrLeii  cefi  la  fortenga  pofta  in  fulla  jommità:  allaquale  per  leuare  il  foccorfo  » 
nitrirono  a  percf}€  pigliandola  harebbono  potuto  infeflare  di  luovo  eminente  l'arma* 

uoler  pi°lia  ■  ■  o  1        t  J  J  0 

re  a  moìo  :  ta  de  nimici;affaltarono  le  genti  di  Ferdinando  il  monaflerio  della  Croce: 
doae  il  Pef.  ma  riceuut0  nell'accofiarfi  dano  °rande  dall'artiglierie ,  difberatidiotte* 

cara,  e  il  Re  J        '  o  *s  *     Ji 

uennero  ad  nerlo  per  forila  fi  uoltarono  ad  ottenerlo  per  trattato  infelice,  a  chi  ne  fu 
té'ioro^có  at{tore:percbe  bauendo  un  Moroyche  iC era  dentro  promeffo  fraudolente* 
bacarono  i  mente  al  Marche J 'e  diV  e fcar  a  flato  già  fuo  padrone  di  metterlo  dentro,et 
Riebbero*  fc^  condottolo  una  notte  in  fu  una  fcalla  di  legno  appoggiata  alle  mura 
meglio  :  ma  del  monafìerio,  a  parlar  feco,per  flabilire  II  bora ,  £r  il  modo  d'entrare  la 
ìod.^rder  n°tte  medefìma;fu  quiuicon  trattato  doppio  c  ammainato  con  una  frec- 
ci la  cutà,&  eia  d'una  baleftra ,  che  gli  pafiò  la  gola .  Sèfié  alle  co  fé  di  Ferdinando  di 

poca  import antia  la  mntatione  prima  di  Trcfpero,&poi  di  Fabritio  Co* 
e  Dopo  la  lonnaii  quali,  benché  durante  Cobligatione  della  condotta  col  I{e  di  Fran- 
Marchete61  cia,paflarono  quafi  fubito,che  bebbe  ricuperato  l^apoli  à gliflipedij  fuoi* 
Tenue  ìigìo  fc  tifando  fi  non  gli  efiere  fiati  fatti  a'  tempi  debiti  pagamenti  promeffi,  & 
cèS'uf/iron"  c^e  Virgini°  Orfino,&  il  Conte  di  Vitigliano  erano  fiati  con  poco  rijpet- 
fuora,&  pre  to  de'  meriti  loro  molto  carenati  dal  F{e sragione  che  a  molti  par uè  infe- 
ceeVi'arci!  r*ore  alla  grandezza  de'  beneficij  nccuuti  da  lui.  Ma  chi  fa  fé  quello ,  che 
giierie  Ara.  ragioneuolmente  doueua  ejjere  il  freno  a  ritenergli ;fuffe  lo  ttimolo  a  far- 
f  °pena"con  $kfare  H  contrario?  perche  quanto  erano  maggiori  i  premij,  che  pojfede- 
l'iiueruento  uano;tantofu  perauentura  più  potente  in  loro  poi  che  uedenano  comincia 
ricuperate.0  re  già  a  declinare  le  cofeFrancefi,la  cupidità  del  con feruar gli. Bjftr  etto  in 

qnefto  modo  il  caflello, cjr  fermato  il  mare  de  nauilu  di  Ferdinando  ;  crc- 
fceua  continuamente  il  mancamento  delle  uettouaglie ,e  idifenforifi  fo- 
menta- 


SECONDO.  Ss 

fientauano  folo  con  lajperan^a  d'hauere  foccorfo  per  mare  di  Fraciaiper 
che  Carlo  fubito  che  era  giunto  in  <Afli, mandato  Verone  di  Bacete,  haue~ 
uà  fatto  partire  dal  porto  di  Villaf ranca ,  appreso  a  'Ni'Zga  un'armata 
mar  it  ima,  a  cheportaua  due  mila  tra  Guafconiì&  Sui%%eri,&  prouedw  f  J"ac2llej* 
mento  dì  uettouaglie,fattoneCapitanoMons.d' \Arbano  huomo  bellicofo,  Francesi  era 
ma  non  ejperimentato  nel  maredaquale  condotta  fi  inftno  ali1  [fola  di b  To  j*!^  *§  5^' 
reTOyhauendo  Jccperta  all'intorno  l'armata  di  Ferdinando, e  baueua  tren  feouo  di  Ne 
ta  ueie  &dite  naui  graffe  Genoue fi, fubito  fi  mefje  in  fuga,&feg  aitata  in-  ^ui'^&fo! 
fino  all' [fola  dell'Elba,hanedo  perduta  una  nauetta  Bifcaina,fi  rifuggito  prà  ciit  fur 
tanto  fbauento  nel  porto  di  Liuorno,chee'  non  fu  inpoteftd  del  capitano  ri  «"  ™i"  'tre 
tener  e, e  he  la  più  parte  de' fanti  non  feendeffero  in  terra ,  &  dipoi  contra  ■«*»*•  suiz- 
la  uoluntàfia  andajfero  in  Tifa.  Ter  la  ritirata  di  quefla  armata,  Mom-  xcn* 
penfieri,&  gli  altri ftr etti  dalla  careftia  delle  uettouaglie ^patteggiarono  b  Forfè  ai 
di  dare  a  Ferdinando  il  caflello,  doue  erano  Hati  affediati  già  tre  me  fi,  &  l^uJTi 
d 'andar fene  inTrouen%a,fe  infra  trenta  giorni  non  fuffero  foccor fi, faluo  vefcouo  di 
la  robba,&  le  perfone  di  tutti  quelli,che  u' erano  dentro:&  per  l'offeruan  [J^be  eflert 
tia  dettonoflatichi  luo  £jLllegri,&  tre  altri  a  Ferdinando.Ma  non  fi  p o-  ei  ror  di  ita- 
teua  in  tempo  fi  brieue  jperare  foccorfo  alcuno  fé  non  dalle  genti  mede  fi-  pa* 
me, che  erano  nel  Regno :però  Mons.di  Tersi  uno  de'  capitani  ]\egij,bauen 
do  feco  i  Suixj^eri ,  &  una  parte  delle  lande  Francefì ,  &  accompagnato 
dal  Trincipedi  B  fignano  ,  &  da  molti  altri  Baronifi  moffe  uerfo  'Napo- 
li: la  uenuta  del  quale  prefentendo  F  er  din  adornando  loro  incontro  adkbo 
li  il c  Conte  di  Matalona  con  un  efferato, la  maggior  parte  tumultuario,  £  Thomak! 
raccolto  di  confidati, &d '  amici;ilquale  benché  molto  maggiore  dinume-  carrafa ,  ac 
ro,rifcontratofi  co'  nimici  allago  Titolo  uicino  ad  Eboli; fubito  come  fi  ignorate  dei 
accollarono; fi  meffein  fuga  fen%a  combattere ,  reflando  nel  fuggire  pri-  *a.  m\Ut** • 
gione  Venatio  figliuolo  di  Giulio  da  barano  Signore  di  Camerinoima  per 
che  non  furono  feguitati  molto  da' F  race  fi;  firiduf]ono,riceuuto  d  pochijji  à  iigìouìo, 
mo  danno }a  "Nola  &  dipoi  a  J^ap oli. Seguitarono  i  uincitori limprefa  del  J^n  quefto 
foccorrere  le  caflella,et  con  tanta  riputatione,per  la  uittoria  acqui/lata,  fatto.  d'a£- 
cheFerdinando  bebbe  inclinatone  d'abbandonare  un'altra  uolta  "Napoli:  ™ueaY,  Vua 
ma  riprefo  animo  per  i  conforti  de'  'Napolitani,moffi  non  meno  dal  timore  la  fanteria 
proprio,caufato  dalla  memoria  della  ribellione,  che  dall'amore  di  Verdi-  f"tatuaraa 
nando;fi  fermò  a  Cappella:&per  prohtbire  che  i  nimici  non  s'accoflafiero  p^xx1>  in,ie- 
al  Caflello,  finita  una  tagliata  grande  già  cominciata  dal  monte  di  S.Er-  ^n^gnia 
mo  infino  al  caslello  dell' fono;  prouedde  d'artiglierie ,  &  di  fanti  tutti  i  di  sgherri . 
poggi  ìnfimo  a  Cappella,^  (opra  a  Cappella,in  modo  che  con  tutto  ,  che  i  gne,cSrò 
Frane  e  fi  Squali  erano  uenuti  per  la  uia  di  Salerno  a  Islocera  per  la  Caua,  fPerr°  Co,5r 
&  per  il  monte  di  Tiedigrotta;fi  conduceffero  in  Chiaia  preffo  a  "Napoli  ;  ai  migiTor 
nondimeno  effendo  ogni  co  fa  benedifefa ,  &  dimoflrandofi  ualorofamente  Partico  &  *j 
Ferdinando,^  moleflandogli  molto  l '  artiglietie,'maff\mamete  quelle,che  Re-alche  co 
erano  piantate  in  fui  foggio  di  TÌT^falcone?ilqual  poggio,  è  imminente  ["^r*^h€ 

de  ali  ti 


L    I    B    R    O 

al  caflel  dcWVouoy&  doue già  furono  le  delicatezze^  le  flint  uo fi  ti  tati 
to  famofedi  Lucullo  ;  non  potettono  pafjarepiu  innanzi ,  né  accoflarfi  a 
Cappellate  battendo  (acuità  di  foggi  ornar  ni,  perche  la  natura  benìgniffi 
ma  a  quella  coflìera  di  tutte  l'altre  amcnità,le  ha  dinegato  l'acque  dolci; 
furono  corretti  a  ritirar  fi  più  preflo,che  non  harebbono  fatto  Jafciati  nel 
leuarfi  due,ò  tre  pe^TJ  d'artiglieria,  &  parte  delle  uettouaglie  condotte 
per  mettere  nelle  caftella  y&  fé  ne  andarono  uerfo  T^pla:  a'  quali  per  op- 
porfhFerdìnando  lanciato  affediato  il  Camello; fi  fermò  con  le  fue  genti  nel 
a  in  quefta, a  piano  di  Talma  preffo  a  Sarni.  Ma  Uompenfieri  f  rinato  per  la  partita 
h,ogo  già   i  YQ  £02ni  fkcYànza  d'efferc  foc  cor foylaf ciati  in  CaUelnuouo  treceto  huo 

Marcello  Se  <z*     Ji  a.        /'         *  11     r-  ^  j   lì  /•         ì,/» 

Annibale  fé  mmiynumero  proportionato  non  meno  alla  Jtcurta  delle  uettouaguey  cne 
«io   fatto    jj   difefa , & lafciato  guardato  Caflel  dell' Vouo,  montato  di  notte  in- 

d'arme    in-  **  i  ■>     J^       ■> #      _     e»  f       .  r  ..  .     r  ,  ,         .  ,   , 

fieme.  gìc  fieme con  gli  altrty  che  erano  due  mila  cinquecento \oldatiy  mju  legni  <xei 
ul0#  la  fua  armata >b  fé  n'andò  a  Salerno,nonjenzagrauiffime  querele  diFer-  b 

b  conforta  dinando:ilquale pretendete  non  gli  effer 'e 'fiato  lecito pendente il  termine 
to  a  dò  dai  dell'  arrender  fi  ypartir fi  con  quelle  genti  di  Caflel  nuouo,  fé  nel  tempo  me- 
qt7aniChaueua  de  fimo  non  gli  confegnaua  quello,  &  caflel  dell Touo;&  perciò  non  fu  feti 
gonrautieÌ  V1  inclinationeyfeguìtando  il  rigore  de  patti >  di  uendicarfi  col  f angue  de 
"Sfidar  la  glìflatichi  di  quefta  ingiuriay&  del  mancamento  di  Mompenfieri\perche 
&a  od"  u  a^  termine  conuenuto  non  furono  arrendute  le  caftella;  ma  pafìato  il  tem 
Aragoneiì .  pò  circa  d'un  mefeyquelliyche  erano  rimafi  in  Caflel  nuouo,non  potedo  piti 
ciouio.      re fi flere  alla  fame  ;  s'arrenderono,  con  conditioneyche  fu  (fero  Liberati  gli 
ftatichiy&  quafi  ne  dì  mede  fimi  contennero  per  la  medefima  cagione  quel 
li, che  erano  in  caflel  dell' Fono, d'arrender  fi  il  primo  dì  della  projfma  qua 
dragefimayfe  prima  non  fuffero  foccorfi.  Morì  quafi  circa  a  quello  tem* 
pò  a  Meffma  Mfonfo  d'Aragona  y  nelqualc  afeefo  al  l\egno  Tsjapolitano , 
s'era  conuertita  in  fomma  infamia,  &  infelicità  quella  gloria,  &  fortu- 
na yper  laquale  mentre  era  Duca  di  Calauria  fu  molto  illustrato  per  tut- 
e  cóforme  to  il  nome  fio.  ^  É  famayche  poco  innanzi  alla  morte  haueua  fatto  insìan 
Ittilo  nei  tia  col  figliuolo  di  ritornare  a  Vapoli,  oue  l'odio  già  hauuto  contro.  lui, 
Giouio  ai  era  quafi  conuertito  in  beniuolentia:&  fi  dice,che  Ferdinando, potedo  piti 
KJ.dt'io  in  luiycome  è  coflume  degli  huominija  cupidit ,  del  regnar eyche  la  riuere 
d  Aiforrio,  tiapaternaynonmeno  mordacemente, che  argutamete  gli  rift*ofe,che  afyet 
Sa  di  FerdT.  tafie  infino  a  tantoché  da  fé  gli  fuffe  confolidato  talmente  il  I{egno ,  che_ 
nando.        egli  non  haueffe  un'altra  uolta  a  fuggir  fene.  Et  per  corroborare  Ferdinà 
d  scriue  a.  do  le  cojefue  con  piufiretta  congiuratone  col  Re  di  Spagna-3tolfe  per  mo- 
leflMroB*  ^Uecon  la  d'jpenfa  del  Vontefice,  Giouanna  fua  %ia  ynata  di  Ferdinando 
r£v'nu'amC  M  auolo,&  di  Giouanna \forella  delprefato  ^Mentre  che  l'ajjedw  fi  te 
in  qua  guer  neua  con  uarij progreffi,come  è  detto,intorno  alle  caftella  di  Napoli;l'af 
"o  oPgeni  me  fidio  di  l^puarafi  riduceua  in  glande  slrettc^a:perche  il  Duca  di  MiU 
iè  eencò  nu  no  u'haueua  intorno  potente  efferato ;&  i  Vmitiani  l'haueuano  foccorfù 
daoro"CaCl   co  tata  proteT7a,cbe  rare  uolte  è  memoriale  in  ìmprefz  alcuna  d  pc  <- 


donaffcro  meno  alto  {pendere  ;  in  modoyche  in  breue  tempo  fi  rìtrouarono 
nel  campo  de' collegati  tre  -alila  h uomini  d'armeytre  mila  caualli  leggieri t 
mille  caualli  Tcdefchiyet  cinque  mila  fanti  Italianima  quello  yin  che  confi 
fteua  la  forteti  principale  dell'esercito  ;  erano  dieci  mila  La%ichenecb 
(co fi  chiamano  uolgarmete  i  fantiT  edefcbi)foldati  la  maggior  parte  dal 
Duca  diMilanoyper  opporgli  a  Sui^eri  .-perche  non  che  altro,non  foflene 
uà  il  nome  loro  la  fanteria  li  altana  f diminuii a  mar auigliof amente  di  ripis 
tationey&  d'ardire  dopo  la  uenuta  de*  Francefu  Gouernauangli  molti  uà 
lorofi  Capitani .,  tra  i  quali  era  di  maggior  nome  Giorgio  di  Tietrapanta 
nettino  d\Au(lria:ilquale  offendo  pochi i  anni innanzi  fidato  di  Maffiuui.a 
no  Re  de'  Romani ,  baueua  con  laude  grande  tolto  in  Ticcardia  la  terra 
di  Sant'Homero  al  l\e  di  F  rancia. l^é  folo  era  flato  follecito  il  Senato  Vi- 
nitiano  a  mandare  molta  gente  a  quello  affedio;ma  ancora  per  dare  mag- 
giore animo  a  fioi  foldati  baueua  di  gommatore  fatto  Capitano  gene- 
tale  dell' tffer  c'itoti  Mar  che  fé.  di  Mant  otta  .honor  andò  la  forte%^a  dimo-  a  Qncfto  ef- 
ftrata  da  Ini  nel  fitto  d'arme  del  Taroy  &  a  con  ejftmpio  molto  grato,  &  [l^lnl  la 
degno  d'eterna  laude  ynon  folo  accrefeiuto  le  condotte  a  quelliyche  s'erano  senato  vini 
portati  uakntementt >  yma  a' figliuoli  di  molti  de'  morti  nella  battaglia  ^oTòto^l 
date  proufioni,  &  uarij prernij,  & 'fxaty.it o  le  dotti  alle  figliuole.  ^Atteri-  l'nirtorie  ai 
deuafi  con  quefìo  efferato  fi  potente  all'affedio  :  perche  era  il  con  figlio  %ainoartC 
de'  collegatiyi  quali  di  qucHojì  riferiuano  principalmente. alla  uoluntà  di colare  doP» 
Lodouico  Sfqr%a\di  non  tentarcyfe  non  erano  nccejjìtatiy  la  fortuna  della  mcaeiTa/o; 
battaglia  col  Re  di  Francia:  -rna  fortificando  fi  all'intorno ^di'ì^ouarane  fl  ued*  ch* 
luoghi  opportuni  ;  prohibire  y  che  uettov.aglie  non  u'entr afferò  yjfterando  deiuifrl 
che,per  efferuene  dentro  piccola  quantitdy&  bifognar itene  affai ynon  fi  pò*  "olte> come 
tejfe  molti  giorni  feflenererper che  olir  a  il  popolo  della  cittay&  i  paefaniy  gìouìo  ,  il 
che  u  erano  rifuggitici' baueua  il  Duca  d'Orliensjra  Fracefiy&$uii^zeri  j!?mJj£  ' e  ll 
più  di  fette  mila  h uomini  di gete  molto  eletta.Terò  Galea^p  da  Safeueri 
no  con  l'eJfercitoDuchefcoydepofio  ogni  pi fiero  dell' oppugnat  iene  della  cit  b  Lem«io. 
ta}poi  che  era  tato  copiofa  di  difinfori;era  alloggiato  alle  b  Mugneyluogo  oìoìuo^ch* 
in  fu  Ila  Brada  maeftramolto  opportuno  adimpedire  le  prouifionuche  uè  g»  Pffil\2 
nijferp  daVercelli:&il  Mar  che  fé  di  Matoua  co  le geti  Vinitianeyhauendo  tardo  mae- 
i»  falla giutafua  prefo  per  for%a  alcune  terre  circefiàtìy&pochi dipoi  il  ih'° .dclle  si 
cafiello  di  Brioneyche  era  di  qualche  import  a7  a  ;haueu  a  fornito0  Camaria 
noyet  Bolgari  luoghi  tral^puara;et  Vercelli:  et  f  impedire  più  comodarne  «  Arcoma. 
te  le  net  touaglieyhaueuano  distribuito  l' efferato  in  molti  luoghi  intorno  ^ro^Vcnue 
a  Houar  a  y& fortificato  ?li  alloiviamentìdi  tutti. Dall' altra  parte  il  Re  °i  Giorno  : 
4ltraciayper  ejjerepiu  propinquo  a  7s!puara;s  era  aa^jti  trasferito  a  Tu  detCJ  "mi 
rjnoi&ancora  chefpeffo  andafìe  infmo  aChieriyprefo  dall'amore  d'una  dge  ("cr,ue  Mue  • 
tildonayche  ui  babitaua;non  fi  intermetteuano  p  quefto  le  prouìfioni  della 
guerra,  follecitando  continuamente  le  genti  yche  paffauano  di  Francia  con  d  Detta  dal 
mentione  dimettere  in  ju  la  campagna  due  mila  lancieFranceji  ;  ma  non  na  solerei 

eoa 


L     I      15      K      U 

.    fon  minore  j?«  J/o  s'attendeua  a  Sollecitare  la.  uenuta  dì  dieci  mila  Sui%^e 

ne  di  ciò  fi  riyafioldarei  quali  era  flato  mandato  il  Bagli  di  Digiuno yd, i fognando  j ubi- 

pnncì  e  ai  to^}e  e'  .fu fero  arriuati  al?  efferato,  far  e  lo  sformo  pofifiibile  per  foccorre 

secrcraiio    re  Nouara:ma  fen%a  quelli  no  battendo  ardire  di  tentare  coja  alcuna  me 

J£nefe mal  onorabile  rperche  il  ì{egno  di  Francia  potenti/fimo  in  qucflo  tempo  di  caual 

n&  mi  terne  leriay&  insìruttiffimo  di  copia  grande  d' artiglieri  e  y&  digradiffixma  peri 

effèndo  moi  tia  di  maneggiarle: a  era  debolijfìmo  di  fanteria  propria:  perche  ritenute  ' 

ti  anni ,  che  l'armeggìi  efferati  militari  folo  nella  nobiltà;era  mancata  nella  plebe* 

hó'dmnina  &  ne ' &  huomini  popolari  V antica  ferocia  di  quella  natione ,  per  bauere 

iii'è  nato  le  lungamente  ceffato  dalle  guerre-*  &  dati  fi  all'arte  ,&  a*  guadagni  della 

io.MaCqulh  pace;conciofiayche  molti  deB^e  f  affati  temendo  dell'impeto  de  popoli, per 

prótuTioni    l'efifempio  di  uarie  congiurationiy&  ribbellioni,che  erano  accadute  il  quel 

prima  uoka  reame  ;baueuano  attefio  a  di  far  mar  gli, et  alienargli  da  gli  efferati]  milita 

fatte  di  fan  ri:&  però  i  Francefì  non  confidando  più  della  uirtù  de' finti  propri]  ,fi  con 

gno  di  Fran  duceuano  timidamante  alla  guerra,  fé  nell'efferato  loro  non  era  qualche 

c,*d,a.Carl°  banda  di  Sui^eri:  laquale  natione  in  ogni  tempo  indomìtay&fieroceyba- 

Icriejè  fcrit-  ueua  circa  b  uenti  anni  innanzi  augumetato  molto  la  fua  riputatione:per  , 

co  fra  gii  al  cfe  ejfend0  affialtatico  potentiffimo  efferato  da  Carlo  Buca  di  Borgogna* l 

eternamente  quello  che  per  lapotentia,  &  per  lafiere%£afiua,era  al  F^egno  di  Fracia, 

Lu ^ano^10  & a  tuttl  l  u*cmì  di  grandififimo  terrore:  gli  haueuano  in  pochi  mefidato 

tre  rottey&nell'ultimayò  mentre  combatteuayb  nella  fuga,perchefiu  ofcn 

b  ikhe  uen  ro  fl  mod0  deHa  fua  morte  priuatolo  della  uita .  Ver  la  ttirtà  loro  adun- 

anno  i47^a  quey&  perche  con  effi  non  haueuano  i  Francefì  emulatìoneyb  differentia  al 

ì  d\G[U*ld  cma  '  nè  per  proPrij  interefficaufa  di  fiorettarne, come  haueuano  de'  Te- 

l'Epffama  a  defichi;no  coduceuano  altri  fanti  foreft  ieri  che  Sui%zeriy&ufauano  in  tut 

*or% *n«o  te  le  guerre graui  l'opera  loroy&  in  quello  tepo  più  uolentieriy  che  ne  gli 

&  altri.       altri  per  conofcereyche  ilfoccorrere  l^puara  circondata  da  tanto  efjerci- 

•  toy&  contra  tanti  fanti  Tedefichiyche  guerreggiauano  con  la  medefima  di 

fciplina  che  i  Sui%%eri;era  cofia  difficile y& piena  di  pericoli.É  pofta  in  me 

%p  tra  Turinoycjr  l^puara  la  città  di  Vercelliymembrogià  del  Ducato  di 

e  Quefta  co  Milano  ;  ma c  conceduta  da  Filippomaria  Vificonte  nelle  lunghe  guerre  * 

fattaUnno  che hebbeco'  Vinitianiy& co  Fiorentini, adjLmideo Duca diSauoiayper 

1427.3  otto  che  s  alìenafje  da  loromellaquale  Citta  non  era  ancora  entrata  gente  d'ai 

«ome  fenue  cuna  delle  parti  :  perche  la  Duchefìa  madrey&  tutrice  del  piccolo  Duca 

il  cono  nei  fa  Sauoia  y  &  d' animo  totalmente  Francefie  y  non  haueua  uoluto  feoprirfi 

per  il  Bgyinfino  che  nonfuffepiu  potente,  dando  in  quello  me%o  parole gra 

tey&  fi>eran%a  al  Duca  di  Milano  ma  come  il  I{e  ingroffato  già  di  genti  fi 

trasferì  a  Turino,citta  del  medefìmo  Ducato,confentì  che  in  Vercelli  en* 

tr afferò  de  fiuoi  fbldati:donde,&  a  lui  per  l'opportunità  di  quel  luogo  era 

accreficiuta  la  fiferan^a  di  poter  e,come  f uff  ero  arriuati  tutti  i  fiuoi  fiufifi* 

dij ^occorrere  ^ouara,  e*r  i  confederati  cominciauano  a  filarne  con  no  pie 

cola  dubitatione;&peròperftabilire  con  maggiore  matmit  adorne  in  qne- 


SECONDO.  *4 

t  fle  difficultà  fi  haueffe  a  procedere:  a  andò  all'esercito  Lodouico  Sforma ,  a  Arriu6  Lo 
&  con  lui  Beatrice  fua  moglie ,ch e  gli  era  arduamente  compagna  no  me-  douico  sf<^ 
no  alle  cofegrauiyche  alle  dilctteuolhallaprefentia  delqualeycomefufa-  "nì^r 
mayper  con  figlio  fuo  principalmente,  fu  dopo  molte  diffrutationi  cochiufo  Slie  a  ^ 
unitamente  da'  Capitanile  per  maggiore  fi  e  urta  di  tutti,  l'efferato  Ve  f£l  come 
net  o  sunifje  con  lo  Sfor^efco  alle  Mugne,lafciando  efficiente  guardia  in  fcriue  .i]  Be~ 
tuttii  luoghi  uicinia  Nouara,chefufiero  opportuni  alCoffidione:  eh  e  Boi  lif"%tZ 
gari  s'abbandonaffeyperche  effendo  uicino  a  tre  miglia  Vercelliyera  necef-  c,e'e  n  c?rio 
farhyfeiFrancefi  uifuffero  andati  potenti  per  effrugnarloyò  lafciarlo  igno  li  no°nfo1hl 
minio J amente  perder e,ò  contra  le  deliberationi  già  fatteyandare  afoccor  Jjj^jj.  f1" 
rer lo  con  tutto  l'effercito:Chein  C amariano  dinante  per  tre  miglia  all'ai  fin  iePar°K 
loggiamento  delle  Magne  fi  accrefeefie  il  prefidìo:  &  che  fortificato  il  cà  SJrio"  dai l 
pò  tutto  con  f off  y&  con  ripariy&con  copia  grande  d'artiglierie, fi piglia/ 'BenedetciV 
fero  giornalmente  l'altre  deliberationi,  fecondo  che  infegnaffero gli  anda- 
menti de'  nimici,non  omettendo  di  dare  il  guafio, e  tagliare  tutti  gli  albe* 
ri  infmo  quafi  alle  mura  di  Nouara,  per  dare  incommodo  a  gli  huomini , 
&  alfaccomano  de'  caualli,de  quali  nella  Citta  eragrandiffima  moltitu- 
dine.Quefìe  co  fé  deliberate,  &  fatta  la  moflra  generale  di  tutto  l 'effera- 
to; Lodouico  fé  ne  ritornò  a  Milano  per  fare  più  prontamente  le  prouifio- 
ni,  che  di  dìy  in  dì  fu/fero  neceffarie  :  &  perfauorire  anche  con  l'autorità, 
&  con  l'armeffrirituali,lefor%e  temporali  operarono  i  Finitiani,&egli, 
cbe'lTontefice  manda  fé  uno  de' fuo  i  Manieri  a  Carlo  a  commandargli, 
che  fra  dieci  giorni  fi  partiffe  d'Italia  con  tutto  l  effer  cito, &  fra  altro  ter 
mine  brieue  leuaffe  le  genti  fue  del  Regno  di  Napoli:  altrimenti  che  fitto 
quelle  peneffrirituali,con  le  quali  minaccia  la  Chiefa,compariffe  a  Roma 
innanzi  a  lui  perfonalmente:rimedìo  tentato  altre  uolte  da  gli  autichi  Vo 
tefici:perche  fecondo  che  fi  legge,non  con  altre  armi,che  co  quefie,  Adria 
no  Trimo  di  quelnome;coflrinfe  Deftderio  Re  de'  Longobardi, eh  e  con  ef- 
ferato potente  andaua  a  perturbare  ¥$ma,a  ritirar  fi  da  bTerni,douegià  b  Nel  PIaci- 
era  peruenuto,a  Tauia.Ma  mancata  la  riuerentia,&  la  maeflà,che  dalla  spjldj% 
fantità  della  uita  loro  ne'  petti  de  gli  huomini  nafceuano\er  a  difficile  ffrera  fcriue  >  che 
re  da'  coflumi,&  effempi  tanto  contrarigli  effetti  mede  fimi  :  però  Carlo,  noCdò  £ 
deridendo  quefio  commandamento  ;riffro  (e  yche  non  haueado  il  Totefice  uo  v-efcoui  a 
luto  quando  tornaua  da  Napoli  affrettarlo  in  T{oma ,  douera  andato  per  fotToptna* 
baciargli  diuotamente  i piedi; fi  marauigliauay  che  al  pre finte  ne  faceffe  di  lcòm™u 
tanta  inflantiazma  eh  e  per  ubbidirlo  attendeua  ad  aprir  fi  la  flraday&  lo  ricche  LT. 
pregaua;accioche  in  uano  non  pigliaffe  quefia  incommodità,che  fuffe  con-  naffc  in  di€ 
tento  d' affrettar  uelo .  Conchiufe  in  quefio  tempo  Carlo  in  Turino  con  gli  tr°" 
^mbafciatoride'Fiorentini  nuoui capitoli,non  fen%a  molta  contradittio 
ne  di  quei  medefìmi,che  altre  uolte  gli  haueuano  impugnatila  quali  dette 
maggior'  occafione  di  coti -adire,  che  hauendo  i  Fiorentini  dopo  l'hauere  ri 
superato  l'altre  cafiella  delle  colline  di  Tifa ,  perdute  nella  ritornata  di 

Carlo* 


L  I  B  R  O 
fàrtó  fto/!o  «7  campo  a  Tonte  di  Sacco,&  ottenutolo  per  accordo,falue  le 
terfone  de  faldati ,  erano  (lati  contro,  la  fede  data  arnmax^atinellufare 
auafi  tutti  i fanti Quafconi,ehe  n'erano  co'  Tifani,&  ufaxe  cantra  ,  mor- 
ti molte  crudeltà. -ilcbe  fé  ben  folle  auuenuto  cantra  la  uolunta  de  Com- 
metta™ fiorentini:  i  quali  con  dijjìculta  grande  ne  jaluarono  una  parte , 
ma  per  oper  ad' alcuni  foldatuì  quali  flati  prima  prigioni  dt ileflercttoFra 
cefeierano  flati  trattati  molti  acerbamente;no;idtmen,o  nella  Corte de/Ke 


] 


wilqualepu. 
tro  rilpetto,non  la  memoria  delle  promeffe,et  del  giuramento  prestatolo 
lammente,  ma  la  neceffità  urgente  di  danari,  &  del  /occorrere  alecojt 
,  tn  quello  del  mno  dì  napoli  •  »  Conuenneft  adunque  in  queUa  fentenz_a,chejen-  4 
nuouoaccor  ^aicma  dìlatione  fuffcro  refliimte  a'  Fiorentini  tutte  le  fortezze,  &te 
f°a  1  r"  «°r  terree  he  erano  in  mano  di  Carlo,  con  conditione,cbe  efuffero  ubligati  di 
K>>e  !  *&  dare  infra  due  anni  proffimi, quando  cofi  piacejfe  al  ^e,&r,ceuendone  con 
Z u  e"»'  conuenient e  ricompenfo,Tietrafanta ,  &  Strexgma a  Genouefi ,  tncafo 
S3KJJ **"  uenilfero  alla  ubbidientia  del  sfotto  lacuale  $eran%a  gli  ^mbajciata- 
"uegii  ri  de'  fiorentini  pagafftro  fubito  i  trenta  mila  ducati  della  capitolatane 
*t£L  wé  fatta  in  Virente  ;  ma  riceuendo  gioie  in  pegno  per  fteurtà  del  ribattergli , 
Li  c?pl  di  incafonanfi  reUituifero  per  qualunque  cagione  le  terre  loro-.cbe  fatta  la 
E&Tì*  refììtutioriepreftafreroalZefottorubligationedc'  Generali  del  rimedi    I 
nedetti  fai.  Francia(é  aueflo  il  nome  di  quattro  miniftri  Kegu,  che  riceuano  l  entrate 
do' *S3f  di  t utt o,l Ì.egno)fettanta  mila  ducati,paga>uiogli  per  luìallegenti,  che 
kiator  Ho-  erano  nel  remo  di  Vapol,:&  tra  gli  altri  una  parte  a  Colotmeji ,  in  cao 
càrio°af!,Rpe  non  Mero  accordati  con  ¥erdinando;dicbeal  ^benché  hauefie già  del 
fo  da'Vi.ia-  i'accordo  diTrolbero  qualche  indicio  ;  non  era  peruenuta  ancora  l'intera 
Sfor«" V«  certezza  :  che  non  punendo  guerra  in  Tofcana  mandafero  nel  Idearne  in 
dò  s-induf,  aiut0  dell'efiercito  Francefcdugento  cirqucmta  huommi d\irme:&  tn ca 
[«corro11  "  fo,che  bauefiero guerra  in  Tofcana,ma  non  altra,che  quella  di  Mantepul 
***       ciano  ;fufiero  obliati  a  mandargli  ad  accompagnare  Infitto  nel  Regno  le 
genti  de'  Vitelli,  che  erano  nel  contado  Tifane ,  ma  non  fuffcro  obligati  a 
tcneruevli  più  oltre,  che  tutto  UmJedOttcbre.-cbe  a'Tifanifufiero  per- 
donati  tutti  i delitti  commejJ!;&data  certa  forma  alla  reflit utwne  delle 
robbe  totte;&  fatte  alcune  babilità  appartenenti  all' arte,  &  agli  tiferei 
tij-&  ebe per  fìcurtàdell'ofleruanzaft  defiero-per  Valichi  feiae'prmct 

pai,  Cittadini  di  Firenze  ad  elettwne  del  l{e  ,  per  dimorare  certo  tempo 
nella  fua  Corte.-ilquale  accordo  condr.u fo,&  pagati  col  pegno  delle  gioie 
i  trenta  mila  ducati,che  furono  fubito  manda  ti  per  leuare  gì,  Sumeri  ; 
furono  eipedite  le  lettere,  e  i  commandament,  i\egij  a  Cafiellam  delle for- 
tezzccbe  le  reflituifiero  immediate  a  Fiorétmi.Ma  le  coje  de  tro  a  T^pua 
ra  diuentauano  orni  giorno  più  dure^r  più  dtfficili,con  tuttoché  la  tur- 

tuie 


SECONDO.  *5 

tu  de'  faldati  fufie  grande,&  grandi (fima,per  la  memoria  della  ribelli one, 
l'oflinatione  de*  fonare  fi  a  difender  fi:  perche  erano  già  diminuite  le  netto 
uaglie  talmente,che  la  gente  cominciaua  a  patire  molto  de'  ahi  ncceffarij: 

g  fr  benché  Orliens, poiché  fi  uidde  riflretto}haueJfe  mandate  a  fuor a  le  boc  t  rTche  fu  a' 
che  mutilinoti  era  tanto  rimedio  ,chc  baflafìc:an%i  de'  faldati  Francefi,  &  ' *  ■  d'As«* 
degli  Sui^eri  poco  habili  a  tollerare  queììe  incomodità;  incominciauano  ce°ii°Ben^ 
ad  infermar  fané  ogni  giorno  molti  :ondc  Orlics,  opprejfo  anche  egli  di  ftbre  tettisi  leg 
quartanauo  mejfìjpc(jìy&  co  lettere  fallecitaua  Carlo  a  non  prolungare  il  Sionel  gìo 
faccorf obliquale  non  effendo  ancora  infieme  tante  genti^che  fufiero  a  bafta  UK)j  &.  nel 
%a;non  poteua  effere  sì  preflo,che  alla  neccffìtàjua  cofi  urgente  fa  tis face fa  fagi  de*  so 
fa. Tentarono  nodimenoi  Francefi  più  uolte  di  mettere  di  notte  in  1-^ouara  uarefi* 
vet tanaglia  condotta  dagroffe  feorte  di  cavalli,  &  di  fanti: ma  faoperti  b  Nei  Gto- 
jempre  da'  nimici;furono  corretti  a  ritirar  fi,&  qualche  uolta.con  danno  uio  » &  wj 
non  piccolo  di  coloro,  che  la  conduceuano  :  &  per  chiudere  da  ogni  parte  a  non  a hS. 
quelli  di  dentro  la  uia  delle  uettouaglie  ;  //  Marche  fa  di  Mantoua  affaltò  »e  aItro  f-e 

^  il  monaflerio  di  b  San  Francefco  propinquo  alle  mura  di  7<lpuara>&  tfyu-  rio  a?"sanl 
gnatolo  ui  meffe  in  guardia  dugento  huomini  d'arme^  &  tre  mila  fanti  Te-  ^"""V 


de fchii donde  &  gli  e/farciti  fi  fgrauarono  di  molte  fatiche  sellando  afficit  alle  n.ura  \ 
rata  la  ftrada,  per  laquale  fi  condì 
la  uia  della  porta  di  uerfo  il  monte 
entrare  in  Tuonar a . 
Francefi  alla  punta 


rata  la  ftrada,  per  laquale  fi  conduceuano  le  loro  uettouaglie,  &  ferrata  iòV*. fu  mei~ 

'di  Bìandrana,ch'era  la  uia  più  facile  ad  dia  .cariò 


entrare  in  Isiouara  .  E/pugnò  di  più  il  giorno  faguente  il  baflicne  fatto  da'  *?  .^,erto  * 

i  del  Borgo  di  San  J^a^j^aro ,  &  la  notte  proffama  tut-   «,&  *oò.  e» 


to  ilBorgo,&  l'altro  baflione  contiguo  alla  porta:  nel  quale  mcjfa  Ugnar  uàili* 
dia  ,&  fortificò  il  Borgo:doue  il  Conte  di  Titigliano,  eh' era  flato  condotto  e    Aieflan- 
c  da'  Vinitiani  col  titolo  dì  Gommatore, ferito  d'un  archibufo  appreffo c  al-  d.roBcn«,cc 

/       •  n  -fi-  r^  i-  V  ,-r  \  tl     medico 

la  cintura,  flette  in  graue  pericolo  di  morte .  Ver  i  quali  progredì  il  Duca  Veronefe  , 
di  Orliens, diffidando  fi  di  potere  più  difendere  gli  altri  Borghi,  i  qnali,quan  £hmLj[f u5 
do  fi  ritirò  in  ISlpuara  haueua  fortificati ,  fattoui  mettere  fuoco  la  notte  il  cWiie  di 
feguente-,  riduffe  tutti  i  fuoi  alla  guardia  falamente  della  città,  fafìentan-<  dice   ch,OJ- 
dofi  nella  tflremità  della  fame  con  la  (peran^a  del  fa  e  cor  forche  gli  crefceua;  fu  ferito  a» 
perche  effendo  pure  cominciati  ad  arri  uare  gli  S  ulceri, l'efferato  F  race  fa,  £"*  $£"£ 
pajjato  U  fiume  della  Ste fiaterà  u fa  ito  ad  alloggiare  in  capanna  un  miglio  &*  fa  tot» 
fuor  a  di  Vercelli,et  meffa  guardia  in  Bulgari, zftntaua  ifrcflo  degliSuiz^  ^  p$™ 
%cri,ereàendoft,  che  comefufjero  ar  rinati  fi  andrebbe  fubitamente  a  fa  e-  do  nciiafpai 
correr  TS[ouara:cofa  piena  di  molte  difjicultJ;pcrche  le  genti  Italiane  era  U  /mirtra# 
no  alloggiate  in  forte  fito ,  &  con  gagliardi  riparta  il  camino  da  Ver  ed 
li  a  l^ouara  era  camino  copiofo  d'acque  »  &  d;jjiciie,per  Ifajfi  molto  lar- 
ghi ,&  profondi,  de' quali  e  pieno  il  paefa  :  e  tra  Bolgari  guardato  da' 
Francefi,  &  l  alloggiamento  de  gl'Italiani  era  Camariano  guardato  da 
ejjì  :  per  le  quali  dtfficultà  non  appariua  nell'animo  del  I{e ,ne  degli  altri 
molta  prontezza  :  &  nondimeno  fa  tutto' l  numero  de  gli  Suixgerifufa 
fa  arriuato  più  pre[lo;hanbbono  tentata  la  fortuna  della  battaglia^  euen 

l         to 


L    I    B    R    O 

t  o  della  quale  non  patena  effe-refe  non  molto  dubbio  per  eia  fama  delle  par 

ti:  &  però  tonofeendoft  il  pericolo  da,  tutti;non  mancavano  continuamete 

tra  il  P\c  di  Francia ,  el  Duca  di  Milano  fegrete  pratiche  di  cocordia>bcn- 

ebe  co  poca  \]>cran%ayper  la  diffdeti  a  grandetti  era  tra  loro}&  perche  l'u 

no,&  l'altro,per  matenerfi  in  maggior  riputatione,  dimoftrauaydinon  ha 

nenie  defiderio.Ma  ilcafo  aptrfe  un'altro  me%o  più  ìfpedito  a  tata  concili 

fionc:  perche  effendo  in  quei medi  fimi  giorni  morta  la  Marchefana  di  Mon^ 

ferratole  trattadofi  di  chi  douefje  pigliar  il  governo  d'un  piccolo  figliuoloy 

chaueua  lafciatoyal  quale  governo  adiravano  il  Mar  che  fé  di  Salu?go,& 

Gofiantino  fratello  della  Marche fana  mortayuno  de  gli  antichi  Signori  di 

Macedoniayoccupata  molti  anni  innanzi  da  Maumet  Ottomano;  il  ì\e  de  fi 

derofo  della  quiete  di  quello  flatoymandò  per  ordinarlo  fecondo  il  confenfo 

de'  fu dditi ^Argentone  a  Cafal  Ceruagioidoue effendo fìmilméte  andato  per 

m-^'^'V   con^erfl  della  medefima  morte ,  un  »  Maeflro  di  Cafa  dd  Mar  che  fé  di  4 

cafa  dei  Gó  Mantoua;nacque  tra  quefli  due  ragionamento  delbenefcioyche  rìportereb 

c<™c/U  \l  ^e  c*afcma  delle  parti  della  pace,  il^ual  ragionamento  procede  tanto  ava 

berrino  Ko-  tiyche  hauedo  ^Argentone  per  cofortofuo  fcritto  fopra  ilmedefimo  a  Tro 

códTu  e  •     editori  Vinitiani ,  ripetendo  le  cofe  cominciate  a  trattare  con  loro  tnftno 

uio,e=J  Bene  fvlTaroyeffi  predando  orecchìy&  communicando  co  Capitani  del  Duca  di 

Ìilt{\  li'dt   Milano;finalmente  tutti  concordi  mandarono  a  ricercare  il  ì\e,  ilqvalera 

che  non  ha'  uenuto  a  Ver celiache  deputaffe  alcuni  de  juoiy  accioche  in  qualche  luogo 

Foccajjone    commodo  fi  conduceffero  a  parlamento  con  quelliyi  quali  far ebbono  depu- 

per  la  qua!  t  ati  da  loro  :  ilche  hauendo  il  I{e  confentito  yfi  congregarono  il  giorno  fe- 

nVTnfiemè  guente  ira  Bolgariy  e*r  CamartanOyper  i  Vinitiani  il  Mar  che  fé  di  Manto- 

l'Argento  .   §fa9  &  Bernardo  Contarino  Troueditore  de' loro  Stradwtti  :  per  lo  Duca 

fche«o.B°'    di  Milano  Francefco  Bernardino  Vifconte  b  :  &  per  lo  l{e  di  Francia  y  il  b 

Cardinale  di  San  Mala,  il  Vrìncipe  d'Oranges  yilquak  paffato  nuova- 

*h  ae^u' -   mente  di  f#*  da"  monti  chaueua  per  commeffxone  delBgyla  cura  principale 

|ne  per3  co.  di  tutto  l'efiercitojl  Marifciallo  di  Gies$  Vienes ,  &  ^Argentone  :  i  quali 

?ofanmoGsc3  efkndoft  convenuti  infume  più  uolte>&  in  oltre  andati  in  diverfi  dìyalcu- 

ga  :  e  il  co-  ni  di  effi  dall'uno  efferato  all'altro  fi  rìflrigneuano  principalmente  le  diffe. 

an°cho  fuer  Ym%e  alla  città  di  ì<lpuara:perche  il  I{e  non  ponendo  difficultd  nell'effetto 

«So  Pietro     della  reflit ut ionc;ma  nel  modo  per  minore  offe  fa  deìl'honore  propriofface- 

ua  inflantiay  che  in  nome  del  B^e  de'  Bimani >dir -etto  Signore  del  Ducato  di 

Milano  ;fì  dcpofitafìe  in  mano  d'uno  di  quei  Capitani  Tedefchi ,  ch'erano 

nel  campo  Italiano:ma  ì  Collegati  ìflauano  fi  rilafciaffe  liberamente:  né  fi 

potendo  quefta>&  l'altre  difficultàyche accadeuanoyrifoluerfi  cofi  pretto  » 

come  harebbono  hauuto  dibi fogno  qudliych' erano  in  T<louarayridotti  tato 

cDìecì  gìor  all' cflremo,nche  già  per  la  famey&  per  le  infermità  caufate  da  quella  y  ni 

ni  di  tregua  erano  morti  circa  due  mila  huominiydclla  °ete  d'Orlicns  ;  fu  fatto  trievua 

le  ridono  »  •     /» 

tutu  i  tre     per c  otto  di,  dando  f acuità  a  luiy  &  al  Mar  che  fé  dì  Salvato  a' andar  e  con  e 
nominati     piccola  compagnia  a  Vercelli  ;  ma  con  promejfa  di  ritornare  dentro  con  la 

medefima 


SECONDO.  66 

medeftma  compagnia  fé  la  pace  non  fi  faceffetper  ficurtà  del  quale  batten- 
do a  paffare  per  le  for%e  de'  nimici ,  il  Marche  fé  di  Mantoua  andò  ad  una. 
Torre  preffo  a  Bùlgari  in  poteflà  del  Conte  di  Fois  :  né  barebbono  i  faldati, 
quali  refiarono  in  l^puara,laf datolo  partirete  da  lui  non  haueffero  hauti 
ta  la  fede,chefra  tre  dì,  ò  ui  ritornerebbe ,  ò  che  effi  barebbono  per  opera 
jua  faciliti  d"itfcirfene'J&  dal  Marifciallo  di  Gies,ch'era  andato  a  T^oua- 
ra  per  conducerlo  fuora,un  juo  nipote  perftatico:  perche  erano  confumati 
non  folo  i  cibi  confueti  al  uitto  humano  ;  ma  et iandio gl'immondi, da'  quali 
gli  h uomini  in  tanta  efiremità  non  fi  erano  aftenuti.Ma  come  il  Duca  d'Or 

a  liensfu  arriuato  alf\e*  fi  prolungò  la  triegua  per  pochi  dì,  con  patto,che  *  n  Bene^cc 
tutta  la  gente  fua  ufciffe  di  nb^ouara,lafcianào  la  terra  in  potefli  del  popò  X  «fa!  UTr 
lo  f otto  giuramento  di  non  la  dare  ad  alcuna  delle  parti  fenxa  il  conienti-  «  di[  &t» 
mento  commune-,&  che  nella  Biocca  rimane/fero  per  Orliens  trenta  fanti:  Taro*  fino 
a  quali  fujfe  dal  campo  Italiano  giornalmete  mudata  la  uettottagliaXvfi  alia  prefen- 
fi  ufcirono  di  ^ouara  tutti  i  foldati,accopagnati  infino,che  furono  in  luo-  fe  ?\\  'cok 
go  ficuro  dal  Marche  fe  di  Mantoua,&  da  Galeaxjp  di  Sanfeuerino:ma  ta  ***&&*    » 

.  to  indeboliti,  &  confumati  dalla  fame, che  nvn  pochi  di  loro  morirono  ap-   giorno,^! 
pena  arriuati  a  Vercelli:  &  gli  altri  refiarono  inutili  ad  adoperar  fi  in  que  ca  j]uare  vo1 
fìa  guerra:&  in  quei  dì  medefimi  arriuò  il  Bagli  di  Digiuno  col  refio  de  gli  iungataPu 
Sui%^eri,de'  quali, fe  bene  non  haueffe  dimandati  più  che  dieci  mila;non  ha  treSua» 
netta  potuto  prohibire,che  alla  fama  de*  danari  del  l\e  di  Francia;non  con 
correffero  qua  fi  popolarmente, in  modo,  che  afcendeuano  al  numero  di  uen 
ti milaide quali  la  metdfìcongiunfe  colcampo,cbc  era  appreffo  a  Vercelli; 
l'altra  metà  fi  fermò  difcofìo  dieci  miglia,nòn  fi  giudicando  totalmente  fi 
curo,che  tanta  quantità  di  quella  natione  fkejje  infieme  nel  medefimo  effer 
cito\la  cui  uenutafe  fujfe  fiata  qualche  dì  prima,harehbe  facilmente  inter 
rotte  le  pratiche  dell' accordo:perche  nell'efferato  del  B^e  erano  oltra  que-    c/ut Tee" 
[iiyotto  mila  fanti  Francefi ,  due  mila  Sumeri  di  quelli,  che  erano  flati  a  fra'i  R«  car 
1slapoli,&  le  copagnie  di  mille  ottocento  lancie:ma  effendo  la  materia  tan  ^co  sf^ì 
to  auanti,et  zia  abbandonata  Ts[ouara;nonfi  intermifìono  i  r azionamenti,  f  •?•  ài  otto 

?       ?  ~  i»>*    i«         A       /n  rr  •  •       s       t       ore,  (bene 

con  tutto,  che  il  Duca  d  Orliensfacejje  opera  efficace  in  contrario ,  &  che  a  gìouìo  p 

nella  \uafenten%a  molti  altri  concorr  effer  o  :&  per  ciò  erano  ogni  dì  i  de-  conerà' i  e» 

pittati  nel  capo  Italiano  a  praticare  col  Duca  di  Milano,ritornatoui  nuo-  detti  ha 

uamente  per  trattare  da  fe  medefimo  co  fa  di  tata  importane,  benché  in  fcr,t,:o.  *tó 

prefentia  continuamente  degli  ambafeiatori  de  collegati  :  &  finalmente  toh  di  que, 

i  deputati  ritornarono  al  Re  riportando  per  ultima  conclufione  di  quello  (b  pace  {\ 

i  v-      r  r  •»  /  ledono  nel 

»  in  che  fi  poteua  conuertire.  t>  Che  tra  il  B^e  di  ¥rancia,&  il  Duca  di  Mila-  guhmo,  nei 

nofuffe  perpetua  pace,  &  amicitia,no  derogando  per  quefto  il  D  uca  all'ai  ^f^^'*"* 

tre  f ite  cofederationi:confentiffe  il  Bg,che  la  terra  di  Nouara  gli  fuffe  refli  nominasse 

tttita  dalpopolo,&  rilajciatagli  la  rocca  da  fanti, et  fi  refiituiflero  la  Spe  "°"„n"lenj° 

tie,et  gli  altri  luoghi  occupati  da  cìafcheduna  delle  pa  rtiiche  alì\e  fu  fi  e  le  ditfufatmte 

cito  armare  a  Genoua  fuo  feudo,quanti  legni  uolefjè}et  fermrfi  di  tutte  le  ^ ,n  iuc- 

I     i        com- 


;no.  .  L  I   B   no 

aice ,  ale  °i  commodità  di  quella  Cìttàyeccettoyche  in  fattore  de'nimici  dì  qurìlo  fiato? 
detti  «iena-  &  che  perftcurtà  di  quello  i  Genoueft  gli  de/fero  certi ftatichi:  che  il  Duca 
furono  "dui  di  Milano  gli  facejje  reflit  uire  i  legni  perduti  a  l{apalley&  le  dodici  galee 
ento  mila  ritenute  a  Genoua:&  gli  armafie  dì  prefente  a  fbefe  proprie  due  caracche 
anoaeflèr  P'°ffe  Geaouefidequali  infiemecoa  quattro  altre  armate  in  nome  f(*o  àif 
retfuuiti  in  fcgnaua  di  mandare  alfoccorfo  del  l{egno  di  7{apolì:&  che  l' anno  futuro 
Bembo  feri  fuffe  tenuto  a  dargliene  tre  nel  modo  medefimo:comedeffe  paffo  alle  gentil 
Ud<Kn*i'  C^*^  ^  tnadafìe  per  terra  almedcfimo  foccorfo:ma  no  paffando  per' lo  Ha 


a 

d 

uà 


tuiìe  ìoìq1'  tran(loui  ritirajjero  l'armata  loro  del  Sdegno  di  'Napoli  ;  né  pondero  dare 

1 500.  foccorfo  alcuno  a  Ferdinado:  llche  quando  non  offerti  afferò, fé  il  ì{e  uoltf- 

,  fé  muouere  loro  laguerra-fafie  obligato  il  Duca  ad  aiutarlo:  per  ilqualcfi 
credo  pei  er  acquiftaffe  tutto  quello  che  fi  pigliaffe  dello  flato  de*  Vuihlanì:  paga  [se  il 

ror  di  ftapa  Duca  per  tutto  Marzo  profjìmo  ducati  cinquanta  mila  ad  Orltcns  per  le 

ejfcntto  di  n    r  r  1  »    ,     ,  •         «-,'•/  »  „\  •  ;• 

Màtoua:  ma  Jpeje  fatte  a  TS(ouaray&  de   a  danari  prestati  al  Kg  quando  pafio  in  Italia  x 
aft^H  ^U       hberaffe  d  ottanta  mila  ducati  :gli  altri y  ma  con  termine  più  lungo  gli 

fa  Duca  di  fu  fi  ero  r  eflit  ulti:  f uff  e  affoluto  dal  bando  hauitto  dal  D  uca,et  rendutoglii 

Ferrara.  ^mi  beni, il  Triultio,&  il  Baflardo  di  Borbone  prefo  nellagioniata  del  Ta 

Qiiefta  ora-  r<>>&  Miolans,che  era  slato  prefo  a  l\apalley  &  tutti  gli  altri  prigioni  fuf 

tione&  la  fé  fero  liberatuche  ìlDucafaceffe  partire  di  Tifa  il  Frac  affa  yìlquale poco  in 

m  rifpofta;  wtf»^/  u'hauea  mandatoy&  tutte  le  genti  fuey&  deGenoueji,nc  poteffe  im 

tcTai  creiU  Pe^re  ia  ricuperatone  delle  terre  ~aì  Fiorentini: deponi fje  infra  un  me  fé  il 

che  per  non  Caftelletto  di  Geno  uà  nelle  mani  del  b  Duca  di  Ferrara,  che  chiamato  per  £ 

eflère  fiate  quello  dall' uno,&  dall'altro  era  uenuto  nel  capo  Italìanoùlqualc  l'bauef- 

introdotte  f,  ,  j  ■     „     r  .     ,,      '    ,    ,,,  .       l  j- 

daaitriscnt  je  a  guardare  due  anni  afpeje  communi ,obligandoJi  con  giuramento  ai  con 
HnVe-m1*1"10  lc%nar^°ietiandio  durante  ti  tempo  predetto  y  al  Bg  di  Fracia  in  cafo  cIkI 
ftoro>o  non  Duca  di  Milano  no  gli  offeruaffe  le  promeffe:ilquale  conchiufa  che  f uff  e  la 
con"ìderatT  Pace>bai*efie  a  dare  fnbitoftatichì  all\e  perftcurtà  di  deporre  al  fèpo c$ue 
la  qualità  nuto il  Caflelletto.Quefle conditioni riferite  al  Bg da  i  fuoi che Chaueuano 
ftoriaCftcir»e  trattate  furono  da  lui  propofìe  nel  fuo  configlio  :  nelqu ale  uariando  gli 
tutta  piena  ànimi  di  molti  y  Monf  della  Tramoglia  pa  rio  in  quesla  fent  enfia. 
princJpi  Se  nella  prefente  deliberatione  non  fi  trattale  y  magnanimo  Egyfe  non 
nò  deferitti  d'accrefeere  con  opere  ualorofe  nuoua  gloria  alla  corona  dì  Francia,  io  mi 
tre*  ouero1  mouereì  perauentura  più  lentamente  a  confortare  y  che  la  per  fona  uoflra 
non  fann  o ,  Rgale  fi  efponefie  a  nuouì  pericoli  yanc  or  a  che  l'effempio  di  uoi  mede  fimo  ut 
Denteile  fia  doueffe  configliare  in  cotrario:perche  no  mofio  da  altroché  dalla  cupidità 
no  imagina  della  glori  a\delìber afte  contra  i  configli,  &  contra  i  prieghi  di  qua  fi  tutto 
cent! a  e^on  ^  uoftro  Bearne  y  dipaffare  l'anno  precedente  in  Italia  al  conquifto  del  Ri- 
cetta airhi.  gno  di  J^apoluouehauendo  con  tanta  fama  y  &  honore.hauutofi  profpcro 
#orico .  fuQccffo  Cimprefa  uoflra;è  cofa  manifefliffimaycbe  hoggi  non  u iene  folo  in 

con- 


S     E     C     O     N     D     V.  07 

confetta  fé  s*ba  a  rifiutare  toccatone  d'acquifiare  bonorìy  &  gloria  nuo- 
va;ma  fé  s'ba  a  deliberare  di  di  (predare,  &  di  lafciar  perdere  quelhychs 
con  sì  grani  fyefc ,  &  con  tanti  pericoli  bautte  conseguita  ;  $*  conuertir* 
rbonore  acqui/iato  in  grandi  (fi ma  ignominia,  &  e/fere  noi  quello  >  che  ri- 
prendiate ,  &  condanniate  le  deliberationt  fi me  da  uni  mede fimo  :  perche 
polena  lawiaeftd  uofira  finTa  alcuno  carico  fuofìarfine  in  granfiarne  p$ 
tcua  quello ,  che  al  pr  e  finte  farà  attribuito  da  tutto  l  mondo  a  fowma  ti" 
miàità&  uiltàyeffcre  blt'bora  attribuito  ad  altroché  a  negligenti^  ali* 
ita  occupata  ne'  piaceri:poteua  la  maefid  ucftra  fubltc  y  che  fu  giunta  in 
yifiiiCon  minore  uer gogna  fua  ri  tornar fene  in  Francia<,dimojirando>cbe  a 
lei  le  cofè  di  ?{ouara  non  aitenefjero:ma  horaypoi  ebe  fermai.?  qui  con  l'ef 
farcito  ftiOyba  pcblicato  d'efjerfi  firmata  per  liberare  dall' cfledìc,  Isloua 
tay&per  questo  fatto  uenire  di  Francia  tanta  nvbiltày  &  con  intollerabi 
le  fpeja  condotti  tati  Sui^eri;che  può  dubitare  ebe  non  la  UherMo  la  glo 
ria  ucflraì&  del  uoflro  Idearne  no  fi  conuerta  in  eterna  infamia  Zma  àfono 
pia  potcnti(fe  ne'  petti  magnanimi  de'  B^  può  efiere  maggior  e3&  più  arde 
teflimoloycbe  la  cupidità  della  fama,&  della  gloria )o  almeno  piùneceffa 
rie  ragioni  :  perche  la  ritirati,  nojìra  in  Franria>  conferendo  per  accordo  à  Ne!^  „;fa 
la  perdita  drenar  a  pio  nuole  dire  altro }cbe  la  perdita  di  tutto  l B^gno  di  del  s  Aftòr* 

~  fìtin  t  ■    ->      *>       -^       •    >•    -\.  1  -i^  »  i-  r        •  re  Bacioni 

*b{apoliycbe  la  diftruttwne  di  tati  Capitanici  tata  nobiltà  Franceje,  rima  ferme  Tho. 
fta  /òtto  lafperà^a  uoflra,  fitto  la  fede  data  da  noi  diprefiofoccorrergli  ;  ™afo  Por- 
ella  dififa  di  quel  l\eame  :  i  quali  rejhranno  d\ff  erati  delficcorfi:come  in  o\\  aàn  &ie 
ttderannoyche  noi  trouadcui  in  [ullefiotitre  d'[talia}con  tato  effercit oyco  £uerre  tì  %° 
tate  forile  ;  cediate  a  cimici ,  Dipendano  in  gran  parte,(come  ognun  sa)  io  più'  co» 
I  a  dalla  rip ut atione  i  fucceffi  dellle  guerr e daqualc  quando  decima  in fieme  1diueurtemdi 
la  uirtù  de'  foldatiydiminuifce  la  fede  de'  populiy  annicbilanfi  l'entrate  de-  &  co  un  wr> 
putate  afoslenere  la  guerra^  per  cotrario  crefee  l'anima  de'  nimiciyalie  q^^*  * 
nanfi  i  dubbij ,  &  augumen tanfi  in  infinito  tutte  le  difficoltà  :  però  man-  catione  e  ac 
cando  con  nuoua  sì  infelice  all' efferato  noflro  il  fuo  uigore>&  diuentando  5^1"^ 
maggiori  lefor^tyC^-  la  riput atione  de  nimici;cbi  dubitaycbe  preslo  finti-  generale  co 
remo  la  ribellione  di  tutto'l  I{egno  di  Napoli? prefio  la  disfattione  del  no*  c!ST: VflTre 
fìroejTercitc?&  ebe  quell'impre fa  cominciata^  profiguita  con  tanta  glo  in  un  tempo 
riaynon  ci  bara  partorito  altro  frutto,  che  danno  >&  infamia  inefiimabite)  " ^  ^o°u 
perebeycbifi  perfuadeycbe  quella  pace  fi  faccia  con  buona  fide •ydimefira  dì  fcueroiama- 
con  fiderai"  e  pòco  le  coditioni  delle  co  fi  prefenti;dimofìra  di  cono  fiere  poco  )l  J^J!  "  " 
la  natura  di  coloroyco 'quali  fi tratta  efìendo  facile  a  co  prenderebbe  come  Uv  Ceraie 

&  non  prò. 


aerei  fatto  uilmente  fuggire  d'Italia;  andrano  aN  avoli  ad  arricchir  fi  del  "***»  »w 
le  fpoglie  de'noftri:  laquale  ignominia  io  tollererei  più  facilmente ,  fé  per,  &  tener  do- 


alcuna  probabile  cagione  fipotefje  dubitare  della  uittoria  :  ma  come  può  J!^°f° le^ 

l     3         n  a fiere 


L  Mi'  R  U 
nafcere  in  alcuno  qucfio  fofpetto,cbe  confìderando  la  grandezza  del  nofiro 
cffercìto,l'opportunità,cbabbiamo  del  paefe circoliate; fi  ricordi,che(lrac 
chi  della  lunghezza  del  camino,ajfediati  delle  uett  Quaglie  ;pochiffimi  di  nu 
mero,&  in  me%p  di,  tutto 7  paefe  nimico  combattemmo  sì  ferocemente  con 
tra  groffijfimo  efferato  fitl  fiume  del  Taro  t  il  qual  fiume  cor  fé  quel  dì  co 
grande  impeto  piugrofio  difangue  denimici ,  che  d'acqua  propriazapr im- 
moti col  ferro  laftrada,&  uittoriofi  caualcammo  otto  giorni  per  lo  Duca 
to  di  Milano, che  tutto  ci  era  contrario:habbiamo  al  predente  il  doppio  più 
caualleria,e  tanti  più  fanti  Francefhche  allora  no  baueuamo:&  in  cam~ 
bio  dì  i.mìlaSuÌ7jgri,n'habbiamo  bora  zi. mila :inimici, fé  bene  augim e 
tati  di  fanti  Tede fichi  ;fi  può  direbbe  a  comparatione  nofirafìano  poco  au- 
gnmentati;percbe  la  caualleria  loro  é  qua  fi  la  medefima ,  fono  i  mede  fi  mi 
Capitani, sbattuti  una  uolta  con  tanto  danno  da  noi  intorneranno  co  gra 
defpauento  a  cobattere;  &  forfè  i premi]  della  uìitoriafono  sì  piccoli,che 
habbino  ad  effere  uilipefi  da  noiì&  no  più  prefio  tali ,  che  debbiamo  cerca 
re  di  conferirli  con  qualche  pericolo  ?  perche  no  fi  combatte  fidamente  la 
confieruatione  di  tata  gloria  acquìfiata,la  confer Mattone  del]\egno  di  *Nsa- 
foli3la  jalute  di  tanti  uofiri  Capitani,  &  di  tanta  nobiltd;majarà  posìo  in 
me%o  della  campagna  l'Imperio  di  tutta  Italia;  laquale  n'incedo  qui,farà 
per  tutto  preda  della  uittoria  noftra:percbe,che  altre  genti,che  altri  efìer 
citi  reflano  a'nimkiìnel  campo  de  quali  fono  tutte  l'arme,tutti  i  Capitani 
e  hanno  potuto  mettere  infume  ;  un  fojfo ,  che  noi  paffiamo,un  riparo,che 
noi  Jputiamo  ,ci  mette  in  fieno  co  fé  sì  grandi ,  l'lmperio,&  le  ricchezze  di 
tutta  Italiana  fac ulta  diuendicarci  di  tante  ingiurie;  i  quali  due  ìlimoli 
foliti  ad  accendere  gli  buominipufillanimi,  &  ignaui,fie  non  moueranno  la 
natione  noflra  bellicofia,er  feroce ;potremo  dire  certamente  efierci  manca 
ta  più  prefio  la  uirtù ,  che  la  fortuna,  laquale  ci  ha  arrecato  occafione  di 
guadagnare  in  sì  piccolo  campo ,  in  sì  poche  bore  ,  premi)  tanto  grandi,*? 
tanto  degni  ,che  né  più  grandi ,  né  più  degni  n'baremo  faputo  noi  mede  fi* 
mi  defiderare. 
Ma  in  contrario  il  Vrincipe  a"Oranges  parlò  co  fi. 

Se  le  cofe  noftre,  Cbrilìianiffimo  I{e ,  nonfuffero  ridotte  in  tanta  flret- 
te%^a  di  tempo ,  mafuffero  in  grado ,  che  ci  defiero fyatio  d 'accompagna^ 
re  lefor%e  con  la  prudentia ,  &  con  l'indurrla  ,  &  non  ci  ne  e  e ffit  afferò, fé 
cogliamo perfeuerarenel'Carme,a procedere impetuofamente,  & contra 
tutti  i  precetti  dell'arte  militar  e; farei  ancor'io  uno  di  quelli,che  configlie 
rei,chefi  rifiutaffe  l'accordo:  per  che  in  uerità  molte  ragioni  ci  cofortavo  a 
no  l'accettare,  non  fi  potendo  negare ,  che  il  continuare  la  guerra  farebbe 
molto  honor ernie  ,cjr  molto  a  propofito  delle  cofenofire  di  l^apolHmai 
terminile' quali  è  ridotta  K[ouara,&  la  rocca,  douenon  è  da  uiuere  pure 
per  un  giorno;  ci  confiringono  fé  la  uogfiamo  foccorrere ,  ad  aj]  alt  are  i  ne 
mìci  fubitamcnte:&quando  pure  Inficiandola  perder  e, pen fi  amo  a  trasferi 


re 


SECONDO.  68 

fé  in  altra  parte  dello  flato  di  Milano  la  guerra  ;  laflagione  del  uernoyche 
fi  appropinqua  molto  incommoda  a  guerreggiare  in  quc(ìi  luoghi  baffi, & 
pieni d'acquarla  qualità  del  noflro  effer  cito, il  quale  per  la  natura  ^mol- 
titudine sì  grande  de'Su'n^eri,fe  non  farà  adoperato  prefto;potrebbe  effe- 
re  piti  pernitiofo  a  noi,chc  animici ,  la  careflia  grandiffima  dèddnariypèr 
lacuale  è  impofsibile  il  mantenerci  qui  lungamente;ci  neceffirano,nò  accet 
tundo  l'accordo;  a  cercare  di  terminar  e  preflo  la  guerra  :  il  che  non  fi  può 
fare  altrimenti  che  andando  a  dirittura  a  combattere  co'  nimichiaqual 
.co fa  per  le  conditiom  loro  >  &  del  paefe,  è  tanto  pericolo  fa,  che  e  non  fi 
potrà  dìre,che  il  procedere  in  queflo  modo  nonfia  fomma  temerità,??  im- 
prudentia  :  perche  l'alloggiamento  loro  è  tanto  forte  per  natura,&  per 
arte,  battendo  battuto-  tempo  fi  lungo  a  ripararlo,  &  a\fortìfìcarlo;i  luo- 
ghi circoftanti,  che  gli  hanno  me/fi  in  guardia,  Jono  sì  opportuni  alla  di- 
fefa  loro,&  sì  bene  munitici  paefe  per  la  forteto,  de'foffi,  &  per  l'impe- 
dimento dell'acque  è  sì  difficile  a  caualcare;  che  chi  difegna  d'andare  difle 
j amente  a  trouargli,&  non  d'accoflarfi  loro  di  paffo  in  pafìo  con  le  cemmo 
dità,&  conantaggi,&  come  fi  dice,guadagnado  il  paefe,&  gli  alloggiarne 
ti  opportuni  a  palmo,  a  palmo;non  cerca  altroché  auuenturarfi  con  gran 
dìjfimo  &  quafi  certiffimo  pericolo  :  perche  con  quale  difeorfo ,  con  quale 
ragione  di  guerra  >  con  quale  esempio  di  eccellenti  Capitani  fi  debbe  egli 
impetuof amente  affaltare  un'efferato  sìgroffo,chefia  in  uno  alloggiamen 
to  sìfortc,&  fi  copiojo  d'artiglierieìbi fogna  chi  uuole  procedere  altrìmen 
tinche  a  cafo,cercare  di  diloggiargli  del  forte  loro  col  prendere  qualche  al 
loggi  amento, che  gli  fopr a faccia, ò  con  l'impedire  loro  le  uettouaglU ideile 
quali  coje  non  ueggofe  ne  pojja  (perare  alcuna, fé  non  procedendo  matura- 
mente, &  con  lunghezza  di  tempo  :  il  quale  ciajcuno  cono j ce  che  h abilità 
habbiamo  di  affrettare  fen%a  che  la  Caualleria  noflra  non  è  né  di  quel  nu- 
merose di  quel  uigore  che  molti  forfè  fi  per fuadono,effendone, come  ogn'il 
sa  ammalati  molti,molti  ancora  &  con  licentia»  &  fen%a  licentia  ritorna 
tifene  in  Francia^  la  maggior  parte  di  quei ,  che  refìano  fìracchi  per  la 
lunga  milittayfonopiu  defiderofi  d' 'andar fene  che  di  combatterceli  nume- 
ro grande  degli  Sui^eri ,  eh' è  il  neruo  principale  del  noflro  effer  cito,ci  è 
forfè  co  finociuo, come  farebbe  inutile  il  piccolo  numero,  Terchc,chi  è  quel 
lo,che  tfferto  della  natura,&  de'cofìumi  di  quella  natione ,  &  chefappia 
quanto  fìa  difficile  quando  fono  tanti  infume  il  maneggiar  li  ;ci  afficuri,che 
nonfacejfero  qualche  pericolo fo  tumulto,mafsimamente  procedendo  le  co 
fé  con  lunghezza, nellaquale  per  cagione  de' pagamenti,  ne' quali  fono  in  fa 
tiabili  y  (jr  per  altri  accidenti  poffono  nafeere  mille  occafioni  d'alterargli? 
cofi  reftiamo  incerti  fé  gli  aiuti  loro  ci  habbìno  ad  efser  medicina,  ò  ucleno: 
&  in  quefla  incertitudine,come  pofsiamo  noi  fermare  i  noflri  configli?  co- 
me pò  fsìamo  noi  rifoluerci  a  deliberatane  alcuna  animo  fa  ,&  grande?  ne f 
fune  dubita  che  piis  bonoreuole  farebbe,  piuficura  per  U  difefa  delB^gno 

I     4         di 


LIBRO 

diì^apoli  la  uittorla,cbe  Vaccordoima  In  tutte  le  anioni  humane,et  nelle 
guerre  mafsmamente  bi  fogna  fpeffo  accommodare  il  con  figlio  alla  necefsì 
tà;ne  per  defìderio  d'ottenere  quella  parte,  cb'é  troppo  d'fficile,&  quafi 
iio^UuTo  i^pofsibUe:  e  (porre  il  tutto  a  mani fcHifs  imo  pericolo:*  N  e  èmaco  ufficio  a 
può  compre  del  ualoro[o  Capitano  fare  operatione  di[auio,cbe  d'animo  fo.7{on  è  fiata 
tempio  Uj[  ^mPYLfa  di  T^puara  principalmente  imprefa  uoflra  :  né  appartiene  fé  no 
Fabio  Màfii  per  indiretto  a  uoi,cbe  non  pretèndete  diritto  al  Ducato  di  Milanornèfu  la 
la°fau!ez°n  paì"^i^aii0ftra  da  Trapali  per  fermar  fi 'a  fare  la  guerra  nelViemontt;ma 
fua  ninfe  An  per  ritornare  in  Fracia,a  fine  di  riordinami  di  danari,  &  di  periti,  per  no. 
ttódoiotta  terc  più  gagliardamente  [occorrere  il  ì\egno  di  T^apGli  :  il  quale  in  alieno 
ro,  tome  ihf  me%o  coljbccorfo  dell'armata  partita  da  'b{i'^za,con  le  genti  Vuellefche, 
fé  tanto,  a'  <Qn  „fì  a\ut\  &  Co' danari  de  Fiorentini,? intratterrà  tanto,  che  tetra  fir~ 
l'oracione,  mmente affettare  ic potenti prouifioni, quali  ricondotte*  in  Franati  uòt  pi 
rete.lS[on  [ano  già  io  di  quelli, che  affermi  che'l  D uca  di  MiU no  \         fri 


ch'egli  fa  a 


Paolo  Emi» 

iio,eflorcan  quefta  capitolatione:ma  efsendoui  da  luì,&  da'  Genouefi  diti  eli  oft 
pera^có'u  &  depofitando  il  Caftelletto  [econdola  forma  de  capitolivi  bar  ete  puY'ù 
pmdentia  qualche arra,&  qualche pegno:nè [ara però  da  merauigliarfi  w.oltOych'c- 
pi"  ^eroaa  &i>Per  ™n  hauere  ad  efserfempre  il  primo  percolo  da  noi,  dèpmàjte  Li 
&  antmofi.  pace :nù hanno  per  [uà  natura  leleohe,doue  intervengono  molti  ,t«nfcr<- 
ronè  fuo  -we^j,ò  tale  concordiate  non  fi  p offa  ff> e rare  di  haueme  a  raffred*  ire, 
collega  nei  ò  a  difunire  da  gli  altri  qualctì  uno  ine  quali  ogni  pìccola  apertura-,  the  noi 
dinari  ai*  [ace[simo,ogni piccolo fpiraglio,che ci  apparij]ì;hartmrro  la  littoria  faci 
fai  me^io^  le,&ficura.Io  finalmente  ni  conforto  F^e  Chrfftianifs.alNccvrdo;ì;C7f  pt  r 
quèttatentè  cheper  [efleffo  fia  utile,&  laudabde\ma  perche  appartiene  a  Trine- pi  fa 
eia,  vedi  lì  tiij  nelle  deliberationi  dffficili,e  molefìc  approdare  per  [ai  ile,&  defiderabi 
"!°deiu  V.  h  quel!  a, eh  e  fi  a  neccf[aria,ò  chefia  meno  di  tutte  l'altre  ripiena  di  diffiditi 
Peca.  tà,&  di  pericolo. 

ripigliò  il  Duca  d'Orliens  le  parole  de! Principe  d'Oranges,  &  con  tan 
taacerbitdyche  trafeorrendo  l'uno, &  l'altro  impetuojamete  dulie  parole 
calde  alllngiurio[e;Orlìes  prefienti  tutti  lo [mettile*  nondimeno  l'inclina-* 
tiene  della  maggior  parte  del  cofiglio,&  qua  fi  di  tutto  F  efferato  era,che 
saccettaffe  la  pace,potendo  tanto  in  tutti ,  &  no  meno  nel  I\e,  che  ne  gli 
altri  la  cupidità  del  ritornar  fene  in  Francia, che  impedi  uà  il  conofeerc  il 
pericolo  del  Eseguo  di  lslapoli,&  quanto  fv.fìe  ignommiojo  iilafiiare  per- 
dere innanzi  a  gli  occhi  proprij  lslonara's&  la  partita  d'Italia  con  condè- 
b  Fu  ferma,  tion'hper  la  incertitudine  dell' offeritane, co  fi  inique  ;  laquale  deliberavo 
"a  1  Re  cL  ne  fu  co  tata  caldcT^afauorìta  dal  "Prìncipe  d'Orages,cbe  molti  dubitare 
io&  io  sfor  n0iCbc  a  requifitione  del  1\e  de' Promani \alq itale  era  dediti[simo;no  riguar 
detto  a  5?.  da  fi  e  meno  all'intereffc  del  D  uca  di  Milano;  che  a  quello  del  !{e  di  Fracia: 
d'Ottobre.    ^  era  guide  appreffb  a  Carlo  la  fua  autorità,parte  per  l'ingegno, &  ualo 
ben  che  il '  re [uo,partc,perchc facilmtte da'Trincipi  [ono  riputati  jaui'j quclL,chefi 
Gioujo  fen  conformano  più  alla  loro  inclinatone*  Fu  adunane  ^flipulata  la  pace:la~  b 

pc  a  duci.  *  e  i         *    r  r 

quale 


SEC     U     N     D     O.  69 

yualetiòn  prima  giurata  dal  Duca  di  Milano,cheH  l\e  tutto  intento  al  ri 

a  torno  in  Francia;  fé  a  n'andò  fubito  a  Tur'mo  Sollecitato  anche  al  partir  fi  ^at^sè 

da  Vera  lli:pcrcbe  quella  parte  degli  Sui^jcri,  che  era  nel  capo  [ito ,  per  a     1  urino 

afficurarfi  d'hauere  lofiipendio  per  tre  mejì  interi,  come  diccuano  hauere  JjgV'  ££$ 

fempre  ojferuato  con  loro  Luigi  Xl.con  tuttoché  e  no  fu  fi  e  fiato  loro  prò-  iwarchefe,  di 

mtjjò,&  che  nò  haueffero  militato  tanto  tempo  per  lui;trattauano  di  rite  ^fràTà? 

vere,ò  il  %e>ò  i  Vrincip ali  della  fna  Corte:  dalquah  pericoloMnche  libe-  i^ -ouedito. 

ratofì  conia  fubita  par  titano  dimeno  hauedo  e  (fi  fatto  prigione  il  Bagli  di  dlndb^ltt6i 

Digiuno  yet  gli  altri  capi  che  gli  haueuano  tondotti\  fu  alla  fine  necejjitato  uà  rio  ?  ver 

d'affuura rgli  co  fatichila  co  promejfe  della  domanda,laquale  faceuano.  %  a  'm<^° 

Da  Turino  il  Pg  defiderofo  difiabilire  la  pace  fati  armando  al  Duca  di  Idi  ignorato. 
lano  il  Marifciallv  di  Gks^lV  re  fidente  di  Gannai,&  JLrgentW*  per  in- 


dnrwfi  ce  me  ncn  inferiore  all{e  di  Francia;proponeua  di  fare  l'abbocca- 


la mento  in  b  mc%p  di  qualche  rimerà:  infilila  quale  emendo  riabilito  un  pon-  qJJJj£*-Jj 
te,ò  con  le  bar  che, ò  co  altra  materia;reftaj]e  tra  loro  uno  {leccato  forte  di  ita    forma 
\egnane\nelqual  modo  fi  erano  altre  uolte  abboccati  infume  i  l\e  di  Fran-  meanc„   "a" 
aa,&  d'inghi'.t errarci  altri Trinapi gradi  di  Voneterd  che  ejfendo  r'ifcu  due  Princi- 
pio dal  I{e,come  cofa  indegna  dife>&  battendo  riceuuto  da  lui  gli  fatichi  l\  ^bSJ 
mandò  Turone  di  Bacete  a  Genoua  per  riceuere  le  due  caracche  promefie-  W*jf«a  car. 
gli,&  per  armarne  a  Jpefe  proprie  quattro  altre  per  f oc  cor  r  tre  le  casella  Jf0„e  ^"R2; 
di  Vapolidequali  era  pia  certificato  non  hauere  riceuuto  ìlfeccorfo  del-  Cathohco , 
{armata  mandata  da^\7&*%-&  perciò  hauere  conuenuto  d  arrender Jhje  s  abbocca- 
fra  trenta  di nonfuffero  foccorfoy  dijegnando  metterui  sùtre  mila  Sui^^e  ro_no  W*** 
riì&  congiugnerle  con  V  armata  ritirata  fi  a  Liuornoy&  con  alcuni  altri  le  diffidenti* ,. 
mbche  s  afpeitauano  di  T?rouen%a:i  quali  fendo  già  ripieno  il  porto  di  l^a 
polt  di  grojj'a  armata;  perche  oltra  i  legni  condottila  da  Ferdinado,  ui  ha 
neuano  i  Vinitiani mandate  uentigalee'^ quattro  naui.Mandò ancora  il 
I\e,^irgenton  a  Vinetia  per  ricercargli,che  entrafìero  nella  pace:&  dipoi 
p refe  il  camino  di  Francia  con  tata  celerità-,??  ardore,egli3&tutta  la  Cor 
te  d'ejjerui  prefìo,cbe  no  che  altro;no  uolfe  fopra federe  in  Italia  pochi  di  j> 
afiet tarerete  i  Genouefiglì  defiero  gli fìat ichipromefsi peonie  se%a  dubbio^ 
n'ofipartedo  cofipreflo? fatto  harebbono:et  co fi  alla  fine  d'Ottobre  deUan 
no  1495  .fi  ritornò  di  là  damctùfimile  più  tofto(no  oftante  le  uittorie  otte 
nute)a  u.ntOyche  a  uincitcre,!afc:ato'i<jfli)laqual città  fimulò  abbatter  co 
per  aia  dal  Duca  d'Orliìs,Go!:ernatorGianiaccpo  da  Triulxi  co  5  00.  làce 
Fraa fi dequali  quafi  tutte  fra  pochi  giorni  di  propria  autorità  lofegvita 
rono,nè  hauedo  laf ciato  al  foccorfo  del  V^gno  di  i^apoli  altra  prouìfione% 
che  l'ordine  delle  nautiche  fi  armauano  a  Genoua,&m  Trouenya^et  £  «fife- 
gnameto  degli  aiutile  de  danari  pronuffigli d^Fwrttmi.l\p  pare  dopo  la. 

nar- 


LIBRO 

narratone  delValtre  co  fé  indegno  di  memoria,cbe  efiendo  in  éjuefio  tempo 
fatale  ad  Italia  ,  che  le  calamità  fuehaueffero  origine  dalla  p affata  de' 
c\ovìoehì  Frarlfef*>  °  «Ime™  a  lorofuffero  attribuite,  che  a  allora  hebbe  principio  a 
fo«nito  nei  quell'infermitàych'è  chiamata  da  Francefi  il  'mal  di  Napoli;  fu  detta  com 
fcrit?  die  munement€  da  gl'Italiani  le  bolle ,  ò  il  mal  Francefe  :  perche  pervenuta  in 
guerre  fra  i  efjì  mentre  erano  a  Vapoli  \fu  da  loro  nel  ritornar fene  in  Francia  diffufa 
gif  AMgo  *  fer  tmaltalia:laquale  infermità,ò  del  tutto  mtoua,  ò  incognita  infino  a 
fi  nei  Regno  quefìa  età  nel  noflro  Emifl>erio,fi  non  nelle  fue  r  emoti jfìme,  *&  ultime  par 
aiihoraPegii  **ì  fumct(F^^ente per '  moltsanni tanto  hor  ribile, eh  e  comedi  grauìffxmx 
fi  mette  àfcri  calamità  merita  fé  ne  faccia  mentione:perche  fcoprendofi,ò  con  bolle  brut 
contagio^  fiIfme>  Squali  Jpefje  uolte  diuentauano  piaghe  incurabili,  ò  con  dolori  in- 
iu  che  dei  tentiffimi , nelle  giunture,  &neynerui per  tutto *l  cor  pò,  ne  tifando  fi  peri 
quenoesIÌif  meJici  sfarti  dì  tale  infermità ,  rimedij  appropriati ,  majpeffo  diretta- 
tot  fon  con  mete  cotrarijì&  che  molto  la  faceuano  inacerbire;  priuò  della  uita  molti 
cheniì'  e."!  huomini  rf»  ciafeun  feffo,et  età;  molti  diventati d'affetto  deformami  refla 
uio,recitàdo  rono  inutili,  &  fottopofli  a  cruciati  quafi  perpetui:  an^  la  maggior  par- 
coiPoTÒ°,nche  te  di  CGloro,  che  pareua  fi  liberafìero  ;  ritornauano  in  breue {patio  di  tepo 
tégonoWer  nella  medefima  miferia:beche  dopo  il  corfo  di  moWanni,o  mitigato  Cìnfluf 
SnSeqL  f°  cchfcche  ihaueua  prodotta  co  fi  acerba,ò  effendofi  per  la  lunga  i (ber  ieri 
Mondo  nuo  %a  imparati  i  rimedij  opportuni  a  curarlajfia  diuentata  molto  meno  mali 
u  drimTd'iò  gn*>eJftndofianco  per  fé  fìeffa  trasmutata  in  piufpette  diuerfe  dalla  pri- 
dei  _  legno  ma:calamità,della  quale  certamente  gli  buomini  della  noflra  età  fi  potreh 
róe^YYpó  bono  giù  fi  amente  querelar  e,fi  perueniffe  in  effifen^a  colpa  propria:  per- 
cl°n Vormeb(ì  C^6  ^  atProuato  Per  confentimento  di  tutti  quei, e 'hanno  diligentemente  of 
GiouiTscri  fintatala  proprietà  di  queflo  male,  che  ò  non  mai,  ò  molto  difficilmente 
«e  cheqiiedo  peruiene  in  alcuno,fe  non  per  contazione  del  coito, Ma  è  conueniente  rimuo 

male  n  (eoo  n*  •    •      1    j  —  •»  1      **  ^  r>  » 

fc  aifin  delia  ue  f  questa  ignominia  dal  nome  Francefe:  perche  fi  mamfeftò  poi ,  che  tale 
pFrawfnd  infirmit*  era  flata  traportata  di  Spagna  à  "Napoli  ;  ne  propria  di  quella 
Regno:madi  natione9ma  condotta  quiui  da  quelle  lfoleìlequali(come  in  altro  luogo  più 
cominciò11*  °pport imamente  fi  dirà)  cominciarono  per  la  nauigatione  di  Chriflofano 
Taranto-,  &  Colombo  Cenouefe  a  manifeftarfi  quafi  in  quelli  anni  mede  fimi  al  noflro 
(toro!  cFheain  EmiIPerio  :  nelle  q  uaìi  Ifile  nondimeno  queflo  male  ha  prontiffimo  per  be- 
tre  libri  in  nignitd  della  'Natura  il  rimedio:  perche  beendo  folamente  del  fugo  d'un 
%%ìifc!ci  le£no  nob2liffiwo  permoltedoti  memorabili,  che  quiui naj rce,  facilifima- 
mente  fé  ne  liberano. 


DEL- 


7o 


DELL'HISTORIA 

DI    M.  FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Gintil'hvomo    Fiorintiso, 


LIBRO     TERZO. 


SOMMARIO. 


|Vinitiani  predono  carico  di'  foccorrerPifa.\5tra  Ja  qual  città  i  Fiorétini  nò 
•«  abandonano  la  guerra.GliAragoneu>  i  Francefi  fanno  sforzo  /un  còtra  l'altro 
Perlo  Regno  di  Napoli  in  Puglia  e  in  Abruzzo:  ouegli  A  ragonefi  reftano  fupe- 
ricriRe  C:'.rlofa  nuouo  apparecchio  per  le  cofed'Italia.I  Guelfi,  e  i  Ghibellini  fi 
travagliano  lun  l'altro.  MaiTìmilianoCefare  è  chiamato  da  Lodouico  il  Moro ''in 
Italia.  Muore  Ferdinando  il  gicuane  Redi  Napoli:a  cui  fuccede  il  Zio  Federico. 
Papa  Aleilàndro  &  gli  Orftni  guerreggiano  per  la  prigionia  di  Virginio  Orli- 
no, 3c  d'altri  Capi  di  quella  famiglia.  Piero  de*  Medici  tenta  peruia  di  congiure 
il  Tuo  ritorno  in  Fiorenza  :  ma  fono  (coperti  ;  &  molti  cittadini  ni  fon  decapitati . 
Muore  CarloVlII.  Re  di  Francia,5c  è  creato  il  Re  Luigi. Frate  Girolamo  Sauona 
rolaèpublicamentein  Fiorenza  condotto  alla  morte,  e  impiccato, &  abbruciato. 

~™~" —    '  ■■■■ 

A  ritornata  poco  bonorata  dal  I{e  di  Francia  di  la  da 
monti,bencbe  proceduta  più  da  imprudentia,ò  da'difor 
dini,cbe  da  debolezza  di  for%e,ò  da  timor  e,lafciò  ne  gli 
animi  degli  huomini  fperan%a  non  mediocre,  che  Italia 
percofia  da  infortunio  tanto  graue,baueffe  preflo  a  ri- 
-J  manere  del  tutto  libera  da  l'Imperio  infoiente  de  Fran 
cefuonde  rìfonauano  per  tutto  le  laudi  del  Senato  Vinitiano,  &  del  Duca 
di  Milano, che  prefe  l'arme  con  fauia,&  animo  fa  deliberatione,  bauejfero 
uietato,  ebe  sì  preclara  parte  del  mondo  non  cadtffe  in  feruitu  di  foreftie- 
ri  :i  quali  fé  acciecati  dalle  cupidità  particolari  non  bauejfero  etiandio 
con  danno,&  infamia  propria,cor rotto  il  bene  uniuerfale  ;  non  fi  dubita  , 
the  Italia  reintegrata  co  configli,  &for%e  loro  nel  prislino  fplendore  sfa- 
rebbe fiat  a  per  molti  ami  ficur a  dall'impeto  delle  nationi  Oltramontane . 
A  Ma  a  r ambi t ione,  lacuale  b  non  permeffe,cbe  alcuno  ài  loro  Sìejfeconten 
j,  to  a  termini  debiti)  fu  cagione  di  rimettere  preflo  Italia  in  nuoue  turbatio 
ni,&  che  non  figodejfe  il  frutto  della  uittoria,  ebebbero  poi  contra  lef- 
fercito  Frane  e  fé, ch'era  rimafo  nel  f{egno  di  Jìapolidaqual  uittoria  la  ne 
glie  entra,  e  ì  configli  imprudenti  del  ì\e,  lafciarono  loro  facilmente  con fe~ 
guìrc;effendo  il  foccorfo  difegnato  da  lui,  quando  fi  partì  d'Italia,  reflato 
ti*no:ptrcbliiè  leprouiftoni  dell  armatale  gli  aiuti  promeffi  da  Fioren- 
tini;bUifùiio  effetto/^gn  era  Lodouico  Sforaci  condefeefo  con  /incera  fe- 
de 


a  Di  quefto 
uirio  con- 
giunto con 
l'impruden 
tia; calia  le 
più  uolte 
quello  a  lit- 
tore iPrinci 
pi  quali  di- 
ce che  furò 
nocini  al  bé 
publico  :  il* 
cheeferitto 
nel  princi- 
pio del  lib. 
j.a  car.i.o- 
ue  ho  nota- 
to altri  luo 
ghi. 

bOue  dio?, 
the  l'ambi- 
none    non 
permife,che 
alcnno   deJ 
noftri  l'i  in 
cipi     ftefle 
contento  ^ 
termini  'de- 
biti;par  che 
ali  aia.  a  dì 
di  M.TuHo 
nei. 1.  de  gli 
Vfnciij  oue 
dice  ,  che 
Diffìcile  é, 
cum  prc/b- 
rec^ttristó 
cupunsjfer 
uare  equità 
tem. 


t    I    R    S    O 

*  Dice  che  ^  alla  pace  con  Carlo  :  perche  ricordando  fi \jcctfi  a  natura  dì  chi  òffen-  a 
U  i  armadi  de,  dell' 'ingiurie,  che  gli  hauea  fitte  ;  fi  perfttadeua  non  potere  più  fiat* 
«  <ìi°ncor!  *  amente  commetter  fi  alla  {uà  fede  :  ma  il  difidcrio  di  ricuperare  l\[oua- 
darfì  d  haue  ra ,  &  di  liberare  dalla  guerra  lo  fiato  proprio  ;  l'baueuano  indotto  a  pvo- 
che  e  contri  ìr'trtcre  quelìo,che  non  haueua  in  animo  d'ofieruare\  né  fi  dubitò,  che  al 'a 
1  opini  <  n  pace  fatta  con  qmfta  fimulatione  fuffe  interuenuto  il  confentiment  Se 
ccndcT'^chè  ncitù  yìviùano>de(iclcrofo  d'alleggerir  fi  fenxa  infamia  [uà  della  Refi  fini 
<hi  offende  furata ,  laqiiiile  per  la  loro  BgpMica  fi  foftenetta  intorno  a  Neutra  .  Et 
utre!&  'chTe  hondimcno  Lodovico  per  non  fi  parttre  juhito  cofi  imprudentemente  ;  ma, 
oftefo  i  mar  con  qualche  Colore sda Ila  capitolatione\adempiè  quelli, che  e'non  poteva  ne 
£°Por«uW  gare, che  fuffe  in  arbitrio  fuoidette gli  flaticiv;  fece  liberare  iprigrowhpa* 
altre  uoire  gando  delfino  proprio  le  taglie  loroyrefittuì  i  legni prefi  a  1{apalk;  rimofìt 
l'opinioni  diT.fa  il  Fracaff:,ilquak  non potea dif]imularc,cl)e  fuffe  ftìpend'uirio  fuo\ 
ài  Giulio  0»  infra  i  me f:  conuennto  ne'  capìtoli  ;confegnò  il  Cafieiktto  di  Genova  al 
Uo  primo  ®  uca  flt  F"rrara,cbe  andò  in  per  fona  a  riceverlo .  Ma  dall'altra  parte  la  - 
volume  dei  feti  /«  q&fa  Lucio  Milueztp  con  non  piccolo  numero  di  gent  cleome  falda 
eUUeguerre  t0  de  Genove  fi; verme/le, che  andaftero  nel B^gno  dì  Napoli  due  caracche, 
areiche.  <;/;<>  a  Genova  s\  rano  armate  per  Ferdinando  ,  f e  tifando  fi, eh  e  per  hauerle 
b  1 8  condì-  e'i^  fomite  lunarini  fi  conchiitdcjfe  la  pace  ;  non  fi  confentiua  a  Genetta  il 
tit>™  <ij  que  ntgarghe,ni;impedì  occultamente,  che  t  Cenone/i  non  gli  deffero  gli  oHag-, 
jòn  "elafe  S1^  ?*rf&»  che  fu  di  maggior  momento  alla  perdita  delle  Cartella  di  T^a 
copivi.  poli,poi  chcl  I\e  hthbc  finito  d'armare  le  quattro  nani:  &  egli  proueduto 
TL\\ìb.  a^€  due,allequali  era  tenuto  ;  però, che  i  Genove  fi  dimorando  timore,  ri 
•  a  car.  69.  cufifl ero, ch'elle  s'armaffero  di  faldati  del  I{e,  fé  prima  non  riccueuano  da 
qaai  h.oto  lui  ì 'efficiente  ficurtà  di  non  fé  le  appropri  are, ne  di  tentare  con  effe  di  mti 
d itti ,  chei  1  tare  il  gouereic  di  Gtnoua:dellequali  e -attillai  ioni  facendo  il  Re  per  huomi 
pi'"  d^ret-  n  lpY^pnij  cjuerth  a  Lodouico  ;  bora  rifbondeua  batter  promejjò  di  dare  le 
tv-.ou-ui  an  nani ;ma  non  obhgatofi,  che  le  fi  potefiero  fornire  di  genti  Francefe  ;  bora 
tb,cheUBe!  ehtl  dominio  ,  e  batteva  di  Genova  non  era  afjolvto  ;  ma  limitato  con  tali 


te 

mer 

pr 


Miiane.fi  me  che'l  Tonti  fice commandafje  a"  Genouefi ,  &  a  luijotto  pena  delle  cenfu 
ite  che  anda  rt  C]K  ncn  lafcialìero  cattar  di  Genetta  legni  d'alcuna  forte  al  I{e  di  Fran- 

ua  ai  RcCar  À  -  /       n  r  j  ri      ■ ■     j  »r?   - 

lo.  eia:  onde  rtflò  uano  quefìo  jcccorjo  affittato ccnjommo  dejiderto  da  tra 

cefi, eh' Urano  nel  Reame  di  Trapeli >  cerne  finalmente  refiarono  nani  i  danti, 
YU&^gli  aiiitipYomvjJi  da  Fiorentini:  perche  dopo  b  l'accordo  fatto  a  Tu-  b 
rino  offendo  partito  fubito  con  tutte  CefbeditiQnlnecijjarìcGitìa'Unto- 
ìiioVif,  ucci  uno  degli  Oratori,  ch\\  ano  uilerucnutia  conchiuderlo  ,  & 
pagando  [en^a  foretto  perla  Duccio  di  ìdil  ano  perche  la  ì\tpubiica  Fio 
ra:  fon  se  ra  dichiarata  nimica  Adelino;  fu  percomnuffione  del  Du- 
ca ritenuto  in  Meffandria>  toltegli  tutte  k  fcritture,&  egli  condotto  4 

Milano: 


TERZO.  71 

Mìlàno:doùe  inttfa  la  capitolatane,  &lepromef[e  de'Fiorentini;fudeli-  aPerci?ch- 
berato  daVinitiani,&  dalDuca  efier  bene  di  non  la  fa are  perirei  Tifa-  Iranno! 
ni  :i  quali fubito,chel  I{e  di  Francia  era  partito  da  Tifa,  haucuano  per  ^tà,  fra' 
nuoui  ^tmbaf datori  raccomandate  a  Vinetix ,  &  a  Milano  le  cofe  loro  ,  ridata 
moiiendoft  amendue  con  confenfo  del  Tonti  fìce,&  de  gli  Oratori  de  gli  al-  ch*  ***}£ 
tri  confederati,  fotto  preteso  d'impedire i  danari,  &  le  genti,  che)  Fio-  ìT2£ht«r. 
ventini  doueuano,  ribattendo  Tifa ,  &  l'altre  Terre ,  mandare  nel  1\egno  rJ£*£^* 
diWapoli:&  perche  efiendo  congiunti  al  I{e  di  Francia  potrebbono,diue  ^deToor. 
tati  più  potenti  per  la  ricuperatane  di  quella  Città,  &  liberati  fi  da  quel  cn°0  di  £."£ 
l'impedimento ,  nuocere  in  molti  modi  allafalute  d'Italia  •  Mafimoueua  b£mé* 
no  principalmente  per  la  cupidità  d'infignorirfi  di  Tìfa,allaqual  predaci  E££g 
fegnata  molto  prima  da  Lodouico:incominciauano  medefimamcntc  a  uol-  Cantica 
gere gli  occhi  1  Vinitiani ,  come  quegli,  che  per  effere  di ffolut a  l'antica  S^iSS 
unione  de  gli  altriTotentati  ,&  indebolita  una  parte  di  coloro ,  che  fole-   gMn.iliììme 
uano  opporfegli,abbracciauanogià  copenfieri,&  con  le  fferanxe  la  Mo-  SKjfp2 
Wrtó  d'Italia  ;  alla  qual  co  fa  pareua,che  fuffe  molto  opportuno  il  poffe  che  P°iik  e_f 
tf  <fcr  *  P//*,^  cominciare  con  la  commodità  del  Torto  fm,ilqu  ale fi  giudi  fZliLK* 
caua ,  che  docilmente  poteffero,non  hauendo  Tifa,conferuarfi  lungo  tem  to  a  ,mP*- 
p  0  i  Fiorentini  ;  a  difender  fi  nel  mar  difono ,  &  per  fermare  con  la  com  mTvlclt 
modità  della  Città  un  piede  di  non  piccola  importanza  in  Tojcana.  Inondi  £°  >  *  poì 
meno  erano  flati  più  pronti  gli  aiuti  del  Duca  di  Milano  :  ilquale  intratte  ££!%,, 
nendofi  ne  l  tempo  mede/imo  con  uarie  pratiche  co'FiorentirnJMueua  ordì  ^""^ * 
natoyche  Fracaffa  [otto  colore  di  faccende  priuate  (perche  haueua  poffcffio  di'  in|«& 
nt  in  quel  Contado )andaffe  a  Tifax&  che  1  Genoueft  ui  mandafìero  di  nuo  $)$$** 
uo  fanti,  attendendo  in  queflo  me\o  i  Vinitiani  a  confortare  i  Tifani  con  gJ  uonaf 
promeffe  di  mandar  loro  aiuto:  per  ilche  haueuano  mandato  a  Genoua  un  *%■]$&> 
fegrttario  a  fcldare  fantii&  a  confortareiGenouefia  non  abbandonare  i  s^kntom. 
Tifani  :ma  il  inandargli  a  Tifa  efequiuano  lentamente ,  perche ,  mentre  l%^ll 
che  la  Cittadella  èra  tenuta  per  lo  Èg,  &  molto  più  ,  mentre  che' ll{e  era  na,  lìvóiter 
in  Italia;  nongìudicauano  effer  da  fare  molto  fondamento  in  quelle  cofe.     ^nf ;  ■ 
Et  dall'altra  parte  1  Vwrentinijntefè  le  nuoue  co  u  emioni  fatte  da  gli  Ora  b  ìiixCé 
tori  loro  col  f{e  a  T  urino  ;haueuano  augumentato  l'efiercito  loro,pcr  potè  l  efléiw-j  o 
refubito,  chearnuaffero  l'tfpeditioni  Elegie ;cvflrh nere  i  Tifani  a  ricever-  t^4 


Lia  ,  cne 


gli:lcquaii,metr e  ritardano  per  l'arrefiameto  fatto  del loro^Ambafciaiore  *à  Fibra 
b  prefo  ti  caftello  di  *  Talaia;  pò  fero  il  capo  a  Vico  Tifano  :  l'oppugna  tione  *  p[4'l?nd 
del  qual  Cafìello  riufeì  uana,parte$che  i  Capitando  co  cattino  co  figlio,  ò  J-  Wli  '  -h 
febegiudicaffero  no  hauer  gete  fofficiéte  a  porre  il  capo  dalla  parte  di  uer  £?$$  im 
lo  Tifa,maffimamete  banedoui  i  Tifani  fatto  un  bacione  in  luogo  rilento  p1  c>-';  £  u 
affai  uicino  alla  Terra,  s'accamparono  dalla  banda  difotto  uerfoBient:-  Ì^gÌou?"* 
najuogopoco  opportuno  a  nuocere  a  Vico,&  doueftado,re§ìaua  aperto  il  che,'7-gior 
camino  da  Tija,&  da  Cafcina  agli  affediati  ;  parte  perche  Tagolo  Vitelli  Ma  «ir^ie 
colaccpagmafua>&  de  fratelli  rie  cium  tre  mila  ducati  da Ti fani\u' etra  fl^J'* 

di  Vicopifano^Jc  de'  iipari,che  ui  fi  fecero;  e^li  e  jìquanio  più  copiofo,, 


LIBRO 

alla  difefa,dicendo  batter  lettere  dal  1\e,&  comandamento  dal  General  di 
Linguado  cabrate  Ilo  del  Cardinale  di  San  Malò,ilqual'era  rimafo  infermo 
a  Tìetrafanta,di  difendere  m/ino  che  altro  notigli  fu  fJe  ordinato,  Tifa,e'l 
:  fuo  Contado:&  era  certamente  coja  m  ar  aitigli  o fa, the  in  un  tempo  mede- 
fimo  i  Tijani  fuffero  d'i  fé  fi  dalle  genti  dell\e  di  Francia  ,'&  aiutati  fimiU 
mente  da  quelle  del  Duca  di  Milano  ,  &  nutriti  di fperanxe  da'  Vinitia- 
niycon  tutto  che, et  quel  Senato, e  l  Duca  f ufi  ero  in  manifefla  guerra  col  i^f. 
per  il  foccorjo  delle  genti  de  ditelli  fi  di  fé  fé  facilmente  Fico  Tifano,  &  co 
•  Ma  fra  ;*ai  danno  non  piccolo  del  campo  de1  Fiorentini ,  ilquale  alloggiane  in  luogo  sì 
tre  óì  una  f coperto, eli  era  molto  offefo  ^dall'artiglierie fiate  condotte  in  Vico  da'vi  a 
porta  il'ct-   fanhin  modo,che  dopò  efferuì  dimorato  molti  giorni-fu  neceffario,  che  i  Ca 
ma    delia  pitani  dishonoratamete  fé  ne  leuafferoMa  effendo  arriuate  poi  l'cfpedttio- 
rauaduem!  niB^egie, le  quali  duplicate  erano  fiate  madate  occultamcte  per  diuerfe  uie; 
glia  una  pai  furono  fubito  refìituite  a' Fiorentini  la  terra,&le  fortezze  di  Lìuorno,& 
di  feflànta  del  Torto ,  da  b  Saliente  Luogotenente  di  Monfignor  di  Beumcnte ,  alqua-  b 
iibre:onde  i  [e  j[  j^g  l'haueua  date  a  guardia ,  &  Monftgnor  di  Lilla  deputato  commef- 
'  fi  riti  fario  a  riceuer  da' Fiorentini  la  ratificatione  dell'accordo  fatto  a  Turino , 


notte 


rarono  che  &  a  far  efìequire  la  reftitutione ,  cominciò  a  trattare  con  Entragbes  C a* 
Aibareto .  ftellano  della  Cittadella  di  Tifa,&  delle  Bacche  di  Tietrafanta ,  &  di  Mt* 
Giorno.  trone ,  perftabilire  feco  il  giorno  3  él  modo  del  confegnarle .  Ma  Entra*- 
b  saientio  gbes  indotto ,  ò  dalla  medefima  inclinaiione ,  che  hebbono  in  Tifa  tutti  $ 
io  chiama  Franceft ,  o  dafegrete  commejjioni  >  che  bauefje  da  Lignifotto  il  cui  nome, 
iic]uaì°dìre  &  come  dependente  da  lui ,  era ,  quando  il  I\e  partì  da  Tija ,  flato  propo- 
ch-egii  heb  fl0  a  qUefta  guardia  ,  ò [limolato  dall'amore  cheportauaa  una  fanciulla 
tini  gra  so-  figliuola  di  Luca  del  Lante  Cittadino  Tifano  (perche  non  è  credibile  lo  mo 
ma  didena  uejfero  folament e  i  danari ,  de*  quali  poteua  (ber  are  di  riceuer  e  maggior 
quantità  da^iorent  ini)  cominciò  ad  interporre  uarie  d'fficultd  ;  bora  dan 
do  interpretatione  fuor  a  del  uerofenfo  alle  patenti  F^gie  ;  bora  afferman- 
do d'hauere  hauuto  da  principio  comandamento  di  non  le  reflituire,  fé  non 
riceueua  contrafegni  occulti  da  Ligni  :  fopra  le  quali  co  fé  effendoft  dijpu- 
mofiiSgé  tato  qualche  giorno;  fu  neceffario  a' Fiorentini  fare  nuoua  inflantia  col 
che  il  rr°an-  j\e  di  Francia ,  ilquale  era  ancora  a  Fer celli ,  che  face ffe  proni fione  a  qne 
dfprancia^a  fl°  difordine ,  nato  con  tanta  offe  fa  della  dignità ,  &  utilità  propria. Dimo 
farreftituir  flrò  il  ^e  moltìlia grande  della  difubbidien,xa\d'Entraghes  ;  però  ,non  fen 
Ifi  pift""  V-  indignatone ,  comandò  a  Ligni ,  che  lo  coflrignefie  ad  ubbidire,  con  in- 
Fiorentini  ;  tcntione  di  mandare  con  queflo  ordine,  &  con  nuoue  patenti ,  &  con  lette 
Liiia°  Fdìce1  Ye  efficaci  del  Duca  di  Orliens ,  del  quale  effo  erafuddto  ,  unhuomo  di  au 
fé ,  parente  %orità  :ma  potendo  più  la  pertinacia  di  Ligni ,  e  i  fattori  fuoi ,  che  il  poco 
nai  Briflo*.  con  figlio  del  Bg  ;  fu  prolungata  la  efpeditione  per  qualche  giorno ,  &  alla 
netto-.iiche  fine  mandato  con  effa ,  non  unhuomo  di  autorità ,  ma  c  Lanciaimpugno 
dante  a  qua  priuato gentil Imomo ,  col  quale  andò  Camillo  Vitelli  per  condur\nel  l{ea 
to  è  %  /cric  mQ  fa  -]s^p0// ,  con  parte  de' danari  che  haueuano  a  sborfare  it  Fiorentini* 

legenti 


TERZO.  v- 

le  genti  fine,  le  quali  fubito  che  amuarono  le  patenti  1\egie ,  s*erano  uni-  a  N-  ^  \.9 
te  con  l'efferato  loro  .  rts[on  partorì  quefla  (peditione  frutto  maggiore,^  ha  gè  nei  ou>- 
ueffe  partorito  la  prima ,  benché  il  Caffettano  haueffegià  riceuuto  dite  mi  ieC0retoUeiiu 
la  ducati  da  Fiorentini  per  fomentar  e  fui  alla  rifpefta  delinei  fanti ,  ch'era  tendimeli  - 
no  alla  guardia  della  Cittadella  ,&  chea  Camillo  fu  (fero  fiati  pagati  tre  aliano    di 
mila  ducati ,  perche  hauea  impedito,che  altrimenti  le  lettere  Regie  fi  pre  Pjfa  c?'  Fl° 
Cent  afferò  ;  perche  il  Caffettano ,  il  quale,  fecondo  che  fi  crede ,  hauea  rice 
uute  per  altra  uia  occultamente  da  Ugni  commifiioni  contrarie ,  dopo  ca-  b  Alcuni  de 
uillatwne  di  molti  dì,  giudicando ,  che  i  Fiorentini  per  e/fere  in  Tifa  oltra  ^Hfli  Cqi0 
gli  huomini  della  terra,&  del  contado ,mille  fanti  fior  efiieri, non  fuffero  ha  uio;  ìiquaie 
ftanti  a  sformare  il  Borgo  di  San  Marco  congiunto  alla  porta  Fiorentina  quèfìa^fac? 
contigua  alla  Cittadella,  alla  fronte  delquale  haueuano  prima  di  fino  con-  tione  Rinuc 
fentimento  lauorato  un  bastione  molto  gr  ade,  et  co  fi  poter  fi  da  fé  confegui  "0>  ,j  l\oxf. 
a  re  £  effetto  medefimo  fenya  opporfi  manifeff amente  alle  còmejjioni  del  l{e:*  ""<>>  ch,a- 
fece  intendere  a'eomeffarij  Fiorentini, eh  e  fi  prefentaffero  con  L'efferato  al  te<wii0:  & 
la  porta  predettaiilche  non  poteuano  fare  fé  non  effugnauano  il  Borgo: f-  dl<e     cht 
che  fi  i  Tifimi  no  uoltfifero  mettergli  detro  d'accordo  ;  gli  sfiorerebbe  ad  ^0°  ^ 
abbandonarla^  Gedofottopoff  a  quella  porta  all'artiglierie  della  Cittadel  f'i^n',  i* 

?        •  ,1  1      r  i T      7»   ,.    ,  F   ,  ,  ò  r  ir       nauere  Pao 

La ,  in  modo  checontrala  uolontadt  cm  u  era  dentro ,  non  fi  poteua  difen  \0   vitelli 
dere.però  andatiui  con  gr  ade  apparato, &  con  grande  ardire,&  acce  fa  di    g,,a"ato_ 
fio  fittone  di  tutto  il  capo,che  alloggiaua  a  S.  Rimedio,  luogo  uicino  al  Bor  tra  ogni  ere 
go;  affittarono  con  tale  ualore  da  tre  bade  il  battione,della  diffofitione  del  |j**a  dl  Su* 
qualt,&de'ripari  haueuano  informatione  daTagolo  Vitelli,che  molto  pre  foccor  r©  da 
fio  mefibno  in  fuga  quegli ,  che  lo  difendeuano:  &  feguitandogli  entrarono  J,u*A'a  Parte 
alla  mejcolata  con  ejfi  nel  Borgo  per  un  ponte  leuatoio,  che  fi  congiugneua  Fiorentino 
col  bastione, ammainando, &  facendo  prigioni  molti  di  loro .  né  è  dubbio, 
che  col  mede  fimo  impeto,  ^rfen^a  hauere  aiuto  dalla  Cittadella;])  arebbo  vfceiji  °ru 
7  no  nel  tempo  mede  fimo  perla  porta ,  doue  via  erano  entrati b  alcuni  de  lo  Pa{Jata  <*'"- 

;  •    •    »  rn         r^r  1       r~r  rr  •    r  na  lancia  la 

ro  huommi  d  arme  acqui/tata  Tifa,percheiTfani  mejji  mfuga;niuna  re  gamba  dric 
filìen^a  faceuano  :  ma  il  Caffettano ,  uedendo  le  co  fé  riuficire  a  fine  con-  j**  PJ*  e(i'e- 
trarlo  di  quello ,  che  haueua  difegnato  ;  cominciò  a  tirare  con  Cartiglie-  toatia  fat- 
rie alle  genti dey  Fiorentini,  dalquale  improuifio  accidente  sbigottiti  i  ^l^ci 
CommeflarijJ&  'uCondottieri,effendo  già  dall' artiglierie  flati  morti  ,&  tkìò  ferito 
1  ftriti  molti  foldati,  tra' quali  «  Vagolo  citelli  ferito  in  una gàba,di fiera-  fàiìo  vmi- 
ti  di  potere  con  l'oppo fittone  della  Cittadella  pigliare  in  quel  giorno  Tifa,  iozio,-&  lu 
fatto  fonare  a  raccolta,feciono  ritirare  le  gè  ti ,  reflando  in  poteflà  loro  il  ^^J^ro 
Borgo  acquifiato, benché  fra  pochi  giorni  fuffero  necefjìtati  d'abbandonar  capitan  de' 
lo,perche  battuti  continuamente  dall'artiglierie  della  Cittadella,  danno  pjit"ò  '05! 
grandifìimo  ui  riceueuano;&jì  ritirarono  uerfio  Cafcina,attendendo,che  bacorta,  & 
prouifioni  faceffe  più  il  1\e  contra  fi  manifefia  contumacia  defuoi  medefi-  J^diXroa 
mi  :  lequali  mentre ,  che  fi  affettano ,  non  mancauano  a'Fiorentini  da  al  pr«fi  da'  Fio 
tre  par  th  nuouu&  pericolo  fi  tr  anaglifo  fatati principalmente  da'To-  ^cim  Gl° 

ten~ 


v   «  r  :  LIBRO 

^:ojii*gno  tentati  delta  lega  ;  i  quali  a  fine  d'interrompere  l'acquifto  dì  Tifa,&  di  cu 
**ha^lle?o  ftrignevli a  [eparar  fi  dalla  confederatione  del  I{e  di  Francia;  confortar o- 
4ì  tv  nòie  'no  Tiero  de' Medi  cicche  con  l'aiuto  di  Virginio  Or  fino, ìlquale, fuggito  del 
11  rfe da,  £|1*  campo  de'Francefi  il  giorno  del  fatto  d'arme  del  Taro,era  tornato  a  Brac 
}i.  Ki.ur  i ,  ciano;tentaffe  di  ritornare  in  Firen%e,co  fa  facile  a  pervadere  all'uno,^* 
roafero  l'I  all^tro:perche  a  Virginio  era  molto  a  propofito,  qualunque  e uento  fuflb 
prtià  di  pi.  per  hauere  quefio  conato;raccorre  co'danari  d'altri  ifuoi  antichi  foldatii 
qui!" di  fo-  &  fartigiani,&  rimetter  (t  in  fulla  riputatane  dell'arme;  &  a  Tiero,fe- 
grajha  ferie  condo  il  cefi  urne  de' fuor  u fati ;non  mancauano  uaric  fperan^  per  gli  ami 
ll^rnUui.  t&b*  baueua  in  F  ir  en%e,oue  anche  intendeua  difpiacere  a  molti  de  inoli 
a  ear.^.fa.  //  il goucrno  popolarci per  li  molti  adherenti,&  fcguaci,che  per  la  inue 
dAifanf"*  t  tr  a  ta  grandezza  della  famiglia  fua,haueua  in  tutto  il  dominio  Fiorenti 
Oiirà-J'.caia  no.Credett'fiyche  quefio  difegno  hauejje  hauuto  origine  a  Milano;perche 
Uzrtulv.o-  Virginio  quando  fuggì  da  arance  fi  :  era  andato  fnbito  a  uifitarc  il  D  uca; 
r.i,&<  è  le  di  ma  fi  fi  ab;  lì  poi  in  V^matfuefu  trattato  molti  giorni  appreffe  al  Tonte fi- 
cònò°ie  Puir  c?  dall'Oratore  Veneto,^-  dal  Cardinale  ^ifeanio ,  ilquale  procedeua  per 
re.onde  m  q  commeffìone  di  Lodouico  fino  frate  Ilo  :&  furono  i  fondamenti,  &  lefberan 
ne  de'Vo '/e  Ke  &  ¥'#$*  imprefa  j  che,  oltra  le  genti, eh  e  metterebbe  in  fu  me  Virginio 
gari  fi  copra  dt'fuoi  antichi  fot (dati ',&  con  dieci  mila  ducatìa'  quali  "Piero  de  Medici  ha 
d'ili  Dhìtt  ueua  raccolti  del  fuo  proprio, &  da  gli  amici, a  Giouanni  Bentiuoglio  fol-  a 
f?n*>  ™e20  dato  de'Vinitiani,&  del  Duca  di  Milano  romprfie  nel  tempo  medefimo  la 
LiiVgucrre;  guerra  da  confini  di  Bologna;??  che  Caterina  Sfor?a,i  figliuoli  dellaqua- 
di  ch^  citan  [t  erano  agliftipendij  del  Duca  di  Milano;defie  dalle  città  d'Imola ,  &  di 
pio.  &  akn  Furli,  che  confinano  co' Fiorentini ,  qualche  molefiia  ;  &fi  promettcuano 
pai  kr  ò  di  non  nanamente  hauere  difbofli  al  desiderio  loro  i  Sane  filacce  fi  dallodio  in- 

loironcliia  ..  .  iti  •  j  •    <    j  •  e  f  ì 

4.a  tar.  ,08.  ueterato  centra  t  Fiorentini;  &  dalla  cupidità  di  conferuarji  Montcpul- 
*ac.  2.  se  ai-  ciano,laquale  terra  non  fi  confidauano  di  potere  fcjìenere  da  loro  medefi- 
b  chiamaPa  mx:  perche  hauendo  pochi  me  fi  innanzi  con  lefor%e  proprie,  &  con  le  gen 
ludeia  chia  ti  del  Signore  diTiombìno,&  di  Giouanni  Sauello  foldati  communemente 
pfanoC  A?eì£  dal  Duca  di  Milano,^  da  effi,tentato  dì  in  fi  gnor  ir  fi  delpafio  della  b  Talu  *> 
m  detta  fiu-  de  delle  Chiane, laquale da  quella  banda  era  confine  tra  i  Fiorentini }&  lo 
iinoccaccio  ro  p?r  lungo  tratto ,  &  a  questo  effetto  cominciato  a  lauorare  appnfio  ai 
nei ìib.it'fiu  Tonte  a  Vaiano  un  bacione ,  ter  battere  una  torre  de  Fiorentini ,  polio, 
iopra'i  cap.  M  Julia  punta  diuerjo  Montepulciano ;er a  riujato  tutto  Ucontrarwipcr- 
1  t.dei  para.  c  jje  j  tiorentini,commoffi  dal  pericolo  della  perdita  di  quefio  Tonte ,  che 
&a7tri,jiche  gli  priuaua  della  f acuità  dì  molettare  Montepulciano^  daua  adito  ani-. 
e  Kta,  &  car  m\cl  Centrare  ne' ter  ritorti  di  Cortona,  &  d'KArc%£p>&  de  gli  altri  luo- 
uerf;;  più  to  ghi,che  dall'altra  parte  della  Chiana  appartengono  al  dominio  loro;  man 
tio  ?alud5  »  datoui  potente  foccorfo  sformarono  il  bajiione  cominciato  da  Sane  fi, &  per 
dìcoiio,mai  flabiUrfi  totalmente  il  paffv;fabru  arono  apprefjo  al  Tonte ,  ma  di  là  dalla 
finahdo  el?  c^^ana^ un  bdflione  cataajjimo  d'alloggiatiti  'molta  gente,con  l'opportuni 
quaiì^  tue.  tà  delqualef correndo  infimo  alle  porte  di  Montepulciano^  infili  a  ano  me- 

toqlpaefc.  defi" 


,.  TERZO  7j 

defimmente  tutte  le  terre,  che  i  Sane  fi  teneuano  da  quella  parte:&  a  que 
fio  fucceffo  s'era  aggiuntole  poco  polche  fu  paffuto  il  l{e  di  Francia;  ha 
ucuano  rotto  appreffo  a  Montepulciano  legete  de  Sane  fi  sfatto  prigione 
Giouanm  Saltello  loro  Capìtano.Sperauano  in  oltre  Virginio,^  Vieto  de1 
Medici  d'ottenere  ricetto,et  qualche  commodità  da'  Verugini,non  folo  per 
che  i  Bagliori,  i  quali  con  tarme,  &  col  feguito  de  partigiani  domina  uano 
qua  fi  quella  città  ;  erano  cogiunti  a  Virginio,feguitando  eia  fc uno  di  Ioni  il 
nome  della  fatt ione  Guelfa,&  perche  con  Lorenzo  padre  di  Vkro,  &  poi 
con  Viero ,  mentre  era  in  Firenze  haueuano  tenuto  ftrettiffìma  amicitia* 
&  fiati  fauoriti  fempreda  loro  contrai  mouimentide  nimici ;  ma  an- 
chor  a,  perche  ejfendo  fon  opoWt  alla  Chicfa ,  benché  più  nelle dimoflra- 
timi,  che  ne  gli  effetti  ;  fi  credeua,che  in  que(ìo  che  non  appartenete  prin- 
cipalmente allo  [tato  loro  ;  haueffero  a  cedere  alla  uolontà  del  Vontcfice, 
aggitignendouifi  maffimamente  l'auttoritàdey  Vinitiani,&dd  Duca  di 
Milano.  Vaniti  adunque  con  quefle  §eran%t  Virginio  ,&  Viero  de 
medici  di  Terra  di  F(gma ,  pervadendo  fi  ,chei  Fiorentini  ditti fi  tra  loro 
rnedefimu&affaltaticolnomedeconfedtrati  da  tutti i  uicini  ;  poteff ero 
con  fatica  reftflere,  poi  che  hebbono  foggiomato  qualche  giorno  tra  Ter- 
ni^ Todi  &  in  quelle  circoftantie,  doue  Virginio,  attendendo  ad  abbaca- 
re per  tutto  la  f anione  Ghibellina,  traheua  da  Guelfi  danari ,  &  aiuto  di 
genti: fi  pò  fé  a  campo  infauore  de  Verugini  a  Gualdo,  terra  poffeduta  dal 
la  communità  di Fuligno,ma  uenduta  prima  per  fei  mila  ducati  dal  Vonte 
fice  a  Verugini,  acce  fi  non  tanto  dal  defideno  di  poffederla ,  quanto  dalla 
contentionc  delle  parti,  per  lequali  tutte  le  terre  circolanti  fi  trouauano  fopT/Jv^ 
allhora  ingranditimi  mouimenti  :  perche  pochi  giorni  innanzi  gli  Oddi  ne,i'b-'M° 
fuor'ufcitidiVerugia,&  capi  della  parte  auuerfa  a1  Bagliom,  aiutati  da  to  !nZ 
quegli  di  Fultgno,  di  ^Afcefi,&  d'altri  luoghi  uicini,  che  feguitauano  la  SSèa*0^ 
parte  Gibellina;  erano  entrati  m  Cordano,  luogo  forte  uicino  a  Verugia  a  fio  coìto*!  ai 
cinque  miglia,con  trecento  caualli,&  cinquecento  fanti:  per  loqualeacci-  "&Ì  *Jìt 
dente  effondo  folleuato  tutto  il  paefe,perche  Spuleto, Camerino,  &  gli  al    LÌirioì  &  di 
tri  luoghi  Guelfi  erano  fauoreuoli  a  Bagliori; gli  Oddi  pochi  giorni  dopo,  ^ar^Jl 
entrarono  una  notte  furtiuamente  in  Verugìa,et  co  tanto  fp attento  de'Ba    fi  tegge  un  à 
glwni,che  già  perduta  la  fperan?a  del  difenderfi)cominciauano  a  metter  fi  ?So*ùtft 
infuga:&  nondimeno  perderono  per  uno  inopinato,&  minimo  cafo  quella  ">  <^rn,f  ai 
uittorìa3chenÒpoteua  torre  più  loro  la  poffan^a  dtnimic'uperthe  effondo  fcS  X  "I 
già  peruenuti  fen^a  oflacolo  a  una  delle  bocche  della  pia^a  principale, et  prendiamo 
uolendo  uno  di  loro,che  a  queflo  effetto  haueua  portato  unafcure,fpe^a-  fonThfE? 
re  una  catena,laquale  fecòdo  l'ufo  delle  Città  fattiofe  attrauer fatta  laflra  bia  nelIc 
da,impedito  a  difendere  le  braccia  dafuoi  mede  fimi,  che  calcatigli  erano  fSe,Ban! 
«  intorno ;gridò  con  alta  uoce a  a  dietro  a  dietro, acctoche  allargando  fi  gli  def-  chor  che  mi 
ferof acuità  d!  adoperar  fi  daquale  uoce  replicata  di  mano  in  mano  da  chi  lo  So«°  mail! 
feguitaua,et  intefa  da  gli  altri  come  incitamento  a  fuggire ;meffefen%a  al-  mente  inter 


precaca. 

tro 


dSoaai  LIBRO 

Jrefidio  dì  trofcontroyò  impedimento  in  fugga  tutta  la  gente,non  f apendo  alcuno  da 
^r'dSo  chl  cacciati>ò  Per  quale  cagione  fi  fuggiffero:dalquale  difordine  prefo  ani- 
^mura,;ma  mo,&  rimeffifi  infume  gli  auer  far  ^ammazzatine  nella  fuga  molti  di  lo- 
aitata  fuo-  -ro>e>  pyefo  Troilo  Sauelloyilquale  per  la  medefima  affettione  della  parte 
"&mfi  era  flato  mandato  in  aiuto  degli  Oddi  dal  Cardinale  Sauello  ;  feguitarono 
pdeiono  ai     g    jm-  •  r     a  Corciano,&la  ricuperarono  co  l'impeto  medefimomèfa 

eunt  faldati   <n  *  ,.  ,        t  *  n  -r-      t  r        -  •     ^:~~*v* 

dtvir-mio,  tiati  perla  morte  di  quegli ,  che  erano  flati  ucciji  nel  fuggire  ne  impiccaro 
nucìrio  &  no  m  Perugia  molti  degli  altri,con  la  crudeltà,che  tra  loro  mede  fimi  ufa- 
Giòuamn  no  i  partialu  Da  quali  tumulti  effendo  nate  molte  uccifioni  nelle  terre  uici 
h  °in^me°  ne  »  Per  conto  delle  parti  Jollecite  ne  tempi  foretti  afolleuarfi,  ò  per  fete 
co'i  tittìa.  d'ammainare  i  nimici,ò  per  paura  di  non  efiere  preuenuti  da  loro;  i  Teru 
to'  attore  ìinl  incitati  contra  i  Fulignati,  haueuano  mandato  il  campo  a  a  Gualdo:  a 
poco  appref  doue  hauendo  data  la  battaglia  in  uano;  diffidati  fi  da  poterlo  ottenere  con 
u°  fuc  femo  fe  loro  forze;accettarono gli  aiuti  di  Vìrginmilquale  fi  offerfe  loro,  accio 
fedamente  che  al  nome  della  guerra,<&  delle  prede  concorre  fero  più  facilmente  ìfol- 
Suoi  fnatu  dati  :  &  nondimeno  flimolati  da  lui,  &  da  Viero  de  Medici  d'aiutare  feo- 
raisd  archi  pertamente  l'imprefa  loro,ò  almeno  a  concedere  qualche  pe^ZP  Cartiglie 
b%ltu  ca  ria>&  il  ricetto  per  le  genti  loro  a  Cafliglione  del  Lago,  che  confina  col  te- 
fa  de  Baglio  nìtorio  di  Cortona,&  comodità  di  uettouaglie  per  l'effercho;non  confenù 
e  Mnuc^dl  uano  alcuna  di  quefle  dimande,ancora  che  delle  co  fé  medefime  facefie  infta 
sueuia  da  un  tiagrandiffima  in  nome  del  D  uca  di  Milanoyil  Cardinale  jtfcaniOy<&  il  To 
noMto,  d«!  tefice  co  breui  uehemeti,  et  minato  rii  lo  comadaffe  .-perche  effendo  fiatilo 
to  M.Bagiio  p0  r occupatane  di  Cortianoyaiutati  da  Fiorétini  co  qualche  fomma  di  da 
Pelarko.i!  nar  hi  qualidi  piuhaueuano  a  Guidoyet  a  Ridolfo  principali  della* cafa  de  b 
imperatore,  paglioni conflit uita :  ann u a  prouifione>&  condotto  a  fuoi  [lipendij  Gianpa 
SfoS  golo  figliuolo  di  Ridolfo;  fi  erano  riflretti  con  loro.aliem  oltra  queflo  dalla 
chi  ha  rem-  cogiuntione  del  Votefìce;perche  temeuano,che  il  famrefuofuffe  inclinato 
P^ddfà'vi  a  gli  auuerfarijiò  che  per  occafione  delle  loro  diuiftoni  afpirajfe  a  rimette- 
ta  dei  ùmo  n  jn  tutto  quella  città  fotto  ì ubbidientia  della  Chiefa.Ts(elqual  tepo  Vago 
Tallii  lo  Or  fino ,  che  con  fé f anta  h uomini  d arme  della  compagnia  uecchiadi 
iis.  Aftorr3  Virginio  era  flato  molti  dia  Montepulciano ,  &  dipoi  transferito  fi  a  ca- 
defcuiuiio  fallo  della  Vieue;teneua  per  ordine  di  Viero  de*  Medici  trattato  nella  Cit 
redoliranno  tà  di  Cortona,  co  intetione  di  metterlo  ad  effetto,come  legeti  di  Pirgimo* 
iu«e  iS  H  numeroy&  la  bontà  dellequali  non  corri ftondeua  a  primi  difegni  sac- 
ri* de  noftri  Coflaffero:nellaquale  dilatione  efìendofi  feoperto  il  trattato,  che  fi  teneri* 

tépi,j)  efTem  -         *.-..        ,.  •     ^  ,-.  •  •      • -*^o 

pio  de  gli  al 

tri  Capitani 

<ài    guerra  , 

c'hauranno    CUCI  ttoreminijouecmaproucucrcu  j/cfin/w^w^.r.vn,^^».  -  v- 

a  aerare.       trecento  huomini  d'arme,&  due  mila  fanti ;haueuano  mandati  ad  alloggia 
*omi?ìà°Her  re  preffo  a  Cortona  dugento  huomini  d'arme,&  mille  fanti  fotto  il  gout  r- 
coie  Bériuo  no  fai  e  'Conte  Pinuccio  da  Marciano  loro  Condottiere  :  &  perche  le  genti  e 
nùcd  m*  de  Sane  fi  no  potefiero  unir  fi  co  Virginio,  come  tra  loro  fi  era  trattatola 
nano.  ueuano 


T    E    R    Z    O.  74  a  L10rftil 

Uenano  mandato  al  Veggio  Imperiale,che  è  a  confini  del  Sanefc,  fiotto  il  go  cof] 


comune 


perno  di  Guidob  aldo  da  Mot  e  feltro  Due  aderbino  ,  codotto  poco  innanzi  mente  chia. 

da  loro,treccnto  buomini  d  arme,  &  mille  cinquecento  fanti,  &  amputi*.'-  e  detta  con 

.  ui  molti  de'  fuor  usciti  di  Siena,per tenere  quella  città  in  maggior  ter  <  or:.  P'11  ?!£?£* 

Ma  Virginiojpoi  cb'bebbe  dato  più  battaglie  a  Gualdo,douefu  ferito  d'un  dalie  molte 

arcbibujo  Carlo  figliuolo fuo  naturale,riceuuti(comefi  credette jwfcgre  ^Jf^f£ 

to  danari  daFuUgnati;ne  leuò  il  campo,  fenica  mentione  alcuna  deli  mie-  tfoà?f«rro  ; 

refie  déVeruginU&  andò  ad  alloggiare  alle  Tauemelk ,  &  dipoi  a  Vani-  {?uer£°^* 

cale  nel  cotado  di  "Perugia, facendo  nuoua  infiantia,che  fi  divinar  afferò  co  te  Romani 

tra  i  Fiorentini-Alche  no  folo  gli  fu  negato,  an%i  per  la  mala  fodis f anione,  ^  TJ^\ 

che  baueuano  delle  co  fé  di  Gualdo  ,  corretto  qua  fi  con  minacce  ad  u far  fi  Lago  di  pe- 

deltenitorio  loro:però  effendo  prima  Viero,&  gli  andati  con  quattrocen-  %$*&**£ 

to  caualli  alh  Orjaia ,  uilla  propinqua  a  Cortona ,  fferando,che  in  quella  tàbiit  -,  & 

dttàjaquale  per  non  effere  danneggiata  da' faldati, non  baueua  uoluto  ri-  ^fiurV.i! 

cenere  detro  legeti  d'arme  de  Fiorentini  ;  fi  facefìe  qualche  mouimeto,poi  celio ,  o  mr 

che  ueddonoognicofa  quieta;p affarono  le  Chiane  con  tr ecctoh uomini  a" ar  ^f*£* 

me  ,&  tre  mila  fanti, ma  la  più  parte  gete  male  in  or  dine, per  effer flati  rac  i  qua;  e  dna 

colti  con  pochi  danariy&  fi  riduffero  nel  Sanefe,preffo  a  Monte  Tulciano,  SSjjSSò 

Atra  C\mnciano,Torrita,&  jifinalunga^doue  foprafiettero  molti  giorni  cheéco/hm 

fenzafattione  alcuna9eccetto,che qualche prcda,&  correrie: perche  le  gè  \en  *^l£' 

ti  de  Fiorentini  paffate  le  Chiane  al  Vonte  a  V'aliano ;fi  erano  mefìe  all'op  d'arme  cor. 

k  pofito  nel  b  Monte  a  San  Souino,&  negli  altri  luoghi  circoftantùne  da  Bo  ^^"fuT 

logna,fecondo  Vintent ione, che  era  fiata  loro  data;  sifaceua  mouimento  al  ghi    km™ 

cunoiperebe  ilBentiuoglio  determinato  di  non  si  implicare  per  gli  interejfi  ?^l™lo\tt 

d'altri  in  guerra  con  una  1\epublica  potente,  &  uicina,  ancora  che  cofen-  ^™££i£* 

tifi  e  farsi  molte  dimoHrationì  da  Giuliano  de  Medici, ilqu  ale  uenuto  a  Bo  "£    prinu 

lo?na,cercaua  difolleuare  ?li  amici,che  effi  erano  f oliti  di  battere  nelle  mo  fo  dttto  sei 

o      •»  J  «f  •>  •  n  i- ci'       ;•  j  »  uabeilajnia 

tagne  del  Bologne j e ;non  uolle  muouere  l  armi  ,  non  cjtante  gii  stimoli  de  poi     dal  ia 

Colleratijnterponedo  uarie  dilationi,& allegando  uarie  feufe:  an^i  tra  i  p*»  "»««* 

o*r  i  t  r  li  i  Inane  L.on- 

Collegati  medefimi  non  era  totalmente  la  medejima  uolonta  :  perebe  g0bardi,quì. 

al  Duca  di  Milano  era  grato  ,  che  i  Fiorentini  hauefierotrauagli  ta-  w  ***£ 

li,  che  gli  rendeffero  meno  potenti  alle  co  fé  di  Vi  fa  :  ma  non  gli  fareb-  °10  tagliati 

be  fiato  grato ,  che  Viero  de  Medici ,  offe fo  da  lui  sì  grauemente,  ri-  *à^x,Mda* 

tornaffe  in  Firenze;  fé  bene  egli  per  dimqfiraredi  uolereperiauuenire  gr,o,doman 

dependere  del  tutto  dalla  fua  autorità  ;  haueffe  mandato  a  Milano  il  {£»  ^orta 

Cardinale  fuo  fratello  :  e  i  Vinitiani  non   uoleuano  abbracciare  foli  vcktri  u'ha 

quella  guerra  ,  aggiugnendofi  oltra  quefio  l9  effere  intenti  il  Duca,  ^Jf'^m\ 

&  loro  alle  prouifìoni  per  cacciare  i  Fr  ance  fi  del  Bearne  di  Ts[apoli:  Po    morto 

perciò  tnancando  a  Viero  ,  &a  Virginio  nonfolo  lejperan^e,  lequali  ^/^cfiìon", 

-the  ui  fu  fatta  delle  genti  di  Ferdinando  Re  di  Napoli  quando  Alfonfo  Duca  di  Calabria  (uo  figliuolo,  ui 
fu  rotto  da  Ruberto  Mala  tetta  generale  di  papa  Silto  quarto. 
>     Il  Monte  a  Sanfoumo  e  ftato  illuftrato  attempi  noltn  dal  Cardinal  Antonio  di  Monte,creato  Cardinal 


LIBRO 

fi  haueuano  propofle;ma  ancora  i  danari  per  fomentare  te  genti ,  diminuiti 

affai  di  fanti  )&  die  aualli;Ci  ritornarono  al  Bagno  a  Popolano  nel  Conta» 
do  di  Chi  ufi, città  fuddtta  a  i  Sane  fi:doue  fra  pochi  giorni ,tirado  Virginio 
5;5fm|  s<v:i  H  fito  f  ito, arri uarono  *  Camillo  Vitelli,&  Monfignoredi  Gemei, mandati  a 
xì-a  dai  gìo  dal  l\e  di  Francia  per  condurlo  a'foldi  fuoi,&  menarlo  nel  Bearne  di  Tu- 
tori d?con"  poligone  il  I{e  iute  fa  H  alienatane  de' Colonne  fi  de  fiderà  uà  di  feruirfene:il 
dui-  vlrgi  -  qual  partito;non  ofiante  la  contraditione  di  molti  de'fuoi,  che  lo  cofigliaua 
è&riùct&\  uo>°  che  fi  condite  effe  co' Confederati,  che  ne  lo  ricercauano  con  grande  in» 
doue  egli  pi  flantia,ò  che  ritornale  al  feruigio  *Ar  agone fe-,fu  accettato  da  lui-,  ò  perche 
feor?*  nei  ìì  fperaffe  di  ricuperare  più  facilmente  con  quefìo  me%p  i  contadi  d'albi, & 
bro.4.  (opra  di  Tagliaco^T^p'yò  perche  ricordando  fi  delle  co  fé  interuenute  nella  perdita 
che  a  quéìta  del  J\egno ,  &  uedendo  e/fere  grande  appreffo  a  Ferdinando  l'autorità  de* 
riioiunone    e  olonnefì  fuoi  auuerfarij;fi  difhdaffe  di  poter  più  ritornare  feco  nell'anti- 
ca  fede,&  grandc^a;o  pure  lo  mouefie,j,  condo  che  afferma  uà  egli, la  rr  a 
la  fodisfattione,chaueua  de'Principi  confederati,per  hauerli  mancato  del 
le  promeffe  fattegli  alfauore  di  Tiero  deMedici.Fu  adunque  condotto  con 
b  che  furo-  óoo.buomini  d'arme  per  lui,&  per  gli  altri  di  cafa  Or  fina:  ma  nondimen0 
r,o  dodeci     con  obligo  di  madar  Carlo  fuo  figliuolo  in  Francia  perficurtà  del  l\e(que 

mila  ducati    a  •  r        :£        ^'  j-    1  :  1         >*  r  r  n.  1      r  t      V  x  ' 

&ei  U  paga.  Jil  iono  l  (rutti  ai  chi  ba  già  fatta  jofpetta  la  fede  propria)  &  rictuuti  1  b  £ 
h  il  do.  danari;attendeua  a  preparar  fi  per  andare  inlìeme  co  Vitelli  nel  revnoido 
gtìe  ;  ch°e  il  ue>&  innanzi  alla  perdita  delle  caflella,&  pei,  fi  era  con  uarij  accideti  in 
t  :a  v°  driC  uary  ^H0^1  contìnuamente  trauagliato,&  trauagliaua  :  perche  hauendo 
no  da  ac«t  da  principio  fatto  tefta  Ferdinado  nel  piano  di  Sarni:i  Francefi  ritirati  Ci 
rat  qiìefto  fa  Vie  di  grotta,  fi  erano  fermati  a  Islocera  uicini  animici  a  quattro  mi» 
rèndo  tu  eì  glia:doue  efìendo  lefor%e  dell' uno,&  l'altro  efìercito  affai  del pari;confu» 
io  pigiuiìe  mauam  il  tempo  inutilmente  a  fcaramucciare ,  non  facendofi  cola  alcuna 

Conerai]  no  1    t  imi 

ler  di  D.o ,  memoraoik, eccetto  che,eJ]endo  flati  condotti  con  trattato  doppio  per  en 

mlnfùi  con  tYaY€  ne^  camello  di  Gtfune,uic:no  alla  terra  di  Sanfeuerino ,  circa  afettect 

«a  le  forte  to  tra  caualli,&  fanti  di  Ferdinando  ;  ui  rimafono  quafi  tutti ,  ò  morti ,  ò 

%&m  loK  Prigioni'  Ma  efiendo  foprauenute  m  aiuto  di  Ferdinando  le  genti  del  Tonte 

kgm.  lì  m  fìce, i  Fracefi  diuentati  mferiori\fi  difccfìwono  da  Wocera:onde  quella  te? 

Sn^chefa  ra  mfieme  con  la  fontina  fu  prefa  da  F<  rdinando,con  ucafione  grade  de* 

ró  iono  lui,  feguaci  de'Francefi.Haueua  ih  quefìo  tempo  M  open  fieri  attefo  a  prouede 

uò a"  1-ncTI  Y€  le  gmti  "fate  fé  co  di  Cufld/i  ouo  di  caualli ,  &  d'altre  coft  neafiarie 
no,  fcriueef  alla  guerr  adequali  riordinate, unito  io  gli  altri^uene  ad  ^A)  ^aio,ter>  amol 

chetarono'  t0  abbondante  di  uettouaglie;&  Fcrd^nàdo  dal  'alerà  parte  efiendo  meno 

5oo.huo:n  1  potente  de'nimici;fi  fermò  a  Monttfufculhper  tempo regg ia  rfi  feti %a  ten-< 

ai^mT.u'.*  tar€  lafortunayinfino  a  tantoché  da' confederati  hautffe  maggiore  foccor 

càua  1  eggìe  fo.Trefe  Mòp  fieri  la  Terra,&  dipoi  lafortexja  di  Sanfeuerino,^-  hard? 

romito  ^c  fatto  fen^a  dubbio, maggiori  progredì, fé  no  Ihaueffe  impedito  la  diffi» 

Scorri  ,  cultà  de' danar imperché  nò  efìedogbene  madati  di  Francia ,  né  hauendo  fa» 

£*ro^°ial  evita  di  cattarne  del  {{egno^  perciò  non  potendo  pagare  ifoldati,&fìa~ do 

per 


T     E     R     Z     V.  7? 

pW  qftcUa  cagione  PeJJercito  mal  contento >, &  maffimamente gli  Suhgeri,  jj^*  c£-*\ 
ìfimodoycbe  Mompenfieri  non  faceua  effetti  pari  alle  forze,  che  baueua,  "anni  delia 
Con  funi  tronfi  con  quefle  attionì  per  l'uno,&  l'altro  efferato,  circa  a  tre  c^n'ual 
7ncfi:nelqiidl  tepo,&  nella  'Puglia  gu  errerà  uà  co  gli  aiuti  del  paefe  Don  &>  fuogo  io 
Federigo, con  cui  era  D  on  Ce  far  e  d\4ragona}effendogli  oppofìti  i  baroni,  e  eiou?o ,  *  & 
ipopoli,cbe  feguitauano  la  parte  F /ance fé,  &  nell'SibruT^J  Grattano  di  di  {oPra  %m 
guerra,moleftato  dal  Conte  di  Topoli,  &  da  altri  Baroni  adbtrc.:ti  a  Fer  Sminato 
a  dinando-fi  difendeva  con  ualore  graie\&  il  a  prefetto  di  Bgma&ht  dal  I{e  ciuefìo  ***** 
baueua  la  codotta  di  dugeto  buomini  d'arme,  mohjìaua  da  glifi at i  fuoi  le 
terre  dì  Monteca(ìno,&  il  paefe  circonflantc,done  era  declinato  alquanto  Gu^iò^ei 
la  profperità  de  Fracefi offendo  ammalato  Ghigni  di  tuga  infermità,  laejua  &4-  ' *  guer 
le  gli  interroppe  il  cor fo  della  uittoria,con  tutto,  cbe^uafi  tutta  la  Cala-   Ihs^ain^o 
.  uria,el  Trinapato  fu  fiero a  diuotionc  delEgdi  Fracia:  ma  Cofaluo  rimef  il  >_*  »  £«»,- 
fe  infìeme  le  genti  Spagnuole,e  i  paefani  amici  degli  jLr  agone  fi ,i  qualiper  Siano,  ^er 
l'acquilo  di  7s(apoli  erano  augumetati\hauea  prefe  alcune  terre>&  mate-  £  Frtó«tf 
tieua  uiuo  in  quella  Trouincia  il  nome  di  Ferdwado:dcue  per  i  Frana  fi  era  moo*!T Sé 
no  le  medefime  difficultd  per  macamento  di  danari,che  nelC  efferate  inondi  ¥oxs  G^- 
meno  efìendofi  ribellata  da  loro  la  città  di  Cofen^a;  la  ricuperarono,etfac  Ueua  groirà 
cheggìaronoinè  in  tante  neceffuà,  &  pericoli  de" fuoi  prouifione  alcuna  di  ^^'^^  » 
Fracia  còpariua:percbe  il  %e  fermato  fi  a  Lione;attendeua  a  giofire,a  tor-  ai  òuafeo; 
niameti,et  a  piaceri ;depofli  i  peri  fieri  delle  guerre,affermado  jempre  di  uo  él>  c?n  "* 
lere  di  nuouo  att edere  alle  co] è  d'J Italia ;m a  no  ne  dimoftrando  co  fatti  me  ri  forcola 
moria  alcuna :&  nondimeno  bauendogli  riportato  ^Argetone  da  Vinetia,  ^°a!e^aru°  ' 
che  il  Settato  Vinitiano  baueua  rijpoflo  no  pr  et  edere  d' battere  nimicitiafe-  lertifiìmo . 
co, non  bauedo  pigliate  larme,fe  no  dopo  V  occupatone  di  Tfouara ,  né  per  J^uo^imfu 
altro,che  per  la  difefa  del  Duca  di  Milano  loro  colle gato,&  però  giudica  Arrigo  c5 
re  effere  fuperfluo  il  rìco fermar  e  i\imicitia  antica  con  nuoua  pace;  &  ebe  ^fide  A<^e 
dall'altra  parte  gli  baueua  fatto  offerire  per  ter%e  perfine  d'indurre  Fer-  tan  delie  gs 
dinado  a  darli  di  prefente  qualche  fomma  di  danari,  &  cofiituirli  cenfo  di  [n,chpej!"° 
cinquanta  mila  ducati  C  anno, lafciadogli  per  ficurtà  in  mano  Taranto  per  gnano:&  ai 
certo  tepo;il  J\e,comefe  baueffe  ilfòccorfo  preparato, &  potete:  ricusò  di  fXsfu°Ber 
preflarui  orecchilo  tutto  che  cifra  le  diffcult  i  d]lt alia, non  fuffe  a  confi-  nardo  Frau- 
di della  Fracia  fenT^a  molcftia.-pcrcbe  Ferdinado  I{e  di  Spagna  uenuto  per-  df  gran  mr  • 
y  fonalmete  b  a  Terpignano, baueua  fatto  correre  delle fue  geti  in  Linguado-  tu-^  ReFer  - 
ca,facedo  prede,&  danni  afìai,et  cotinuando  co  dimoHratione  di  maggior  dare°r'ipu-' 
moto;  &  era  morto  nuouamente  il  Delfino  di  Francia,  unico  figliuolo  del  tatione  ai-  • 
;  J\e:  tutte  cofeda  farlo  più  facilmente,  fé  in  lui  fuffe  fiata  capacita  di  deter  ué3erecon' 
minar  fi  alla  pace,  ò  alla  guerra,  inclinare  a  qualche  concordia.  Tifila  fine  te  móglie*» 
di  quefi 'anno  fi  terminarono  le  co  fé  della  Cittadella  di  T>  fa: per eh e  il  %  in  G*f«riu*Cifc 
tela  l'oflinatione  del  Caflellanoxui  baueua  ultimamente  mandato  co  coma-  Giol,1°  >  '&■ 

*  _,'■,.    non  Perpi- 

K      3  damcnti    gnano„ma 

il  fine  di  quella  imprefa  fu,che  Salfas  fu  prete  &  Taccheggiata  da:  Fxencefi  con  niorceclimoltijilche  in  pani 
eferictodi  fottoa  car.95.  inquefto  medeìimo  libro. 


LIBRO 

mcdxcvt.  lamenti  minatori], &  a$ri,non  foto  a  lui,ma  a  tutti  i  Trancefi,cheui  era- 

.rucriigna  no  dentro,Gemel,&  no  molto  poi  Bono  cognato  del  C  a  flettano,  acetiche  di 

ti  •iclii.ji  pì  inoltratagli  per  perjona  confidente  la  [acuità ,  c'baueua  di  cancellare  con 

rt  e  deferir,  l'ubbidienza  gli  erro  ri  commtffi;  &  dall'altra  parte  i  pregiudicane  quali 

5! o  punta*  incorrerebbeperfeuerando  nàia  fa f ubbidienza;  fi  dijponijfe  fin  facilmen» 

màc:  perciò  te  a  tjfcquire i  comandamenti  di  l  i{u:&  nondimeno  e^li  continuando  nel- 

tótotti 'gì?  La  contumacia  mede;.  ma;dijpn^zò  le  parole  di  Gemei,  ilqualt  ut  [oprafe- 

a-/ì  n  /&  de  pocb  [fimi  dì  per  la  commcffione,cbe  baueua  dal  Re  d'andare  con  Camil 

{.allato   con     /      Tr ■•*    II         rr  ^     ♦#  ,•  -,  •        •  ,v  ;    • 

ì:  d.»me;pro  Lo  ditelli  a  Virginio .  T^ela  uenuta  di  Bono,uquale  ritardo  molti  giorni, 
Hnfe  loro  la  perche  per  ordine  del  Duca  di  Milano,fu  ritenuto  a  Serezzana;nmvfie  il 

fortezza.  In    '     a -li         J   11    r        n-        •  ,,    n  xx         r        - 

ai  ch-amato  c  ajtcllano  dalla Jua  o\Unatione:an%i  tirato  Bono  nella  [enterica  fua;coutn 
**u3mè°  a  neco''pìJ:'n:>interPoncndofi  tra  loro  Lucio  Malucci  in  nome  del  Duca, 
il  i.di  Gna  Per  virtù  ddlaquale  conuentione  a  confegnò  aVifani  il  primo  dì  dell'anno  a 
nftasT'  &   T42<>.^  Cittadella  diTifa9riceimti  daìoro  per  fé  dodici  fri  ita  ducati*  & 

rattogiirar  otto  mila  per  diflribuire  a' joldat;,cbe  u  erano  detro:dt' quali  danari  no  ef- 

4^ici«cìa  S^° l  ^^ani  potati a  pagargli  ;rihebbero  ^quattro  mila  dafinitiani,quat  y 
fegnò  lóro  t romita  da  i  G  noucfì,&  Luccbcfe,&  quattro  mila  dal  Duca  di  Milanoiil 
Ja. Perete  i  V4alc  nel  tempo  medefimo gouernadofi  co  le  fue  arti,be che  poco  credute; 
pifani  crea,  tr  attana  fimulut  amente  di  riflrignerfì  co'Fwretini  in  ferma  amicitia,  & 
crTdo  rf or  int^t:getia,^r  ira  già  reflato  d'accordo  co  gliOratori loro  delle coditionù 
ottadiÀpjn  T^o  pareua  per  ragione  alcuna  uerifimile,cbe  né  Lignì,nè  Entragbes,nè  al 
ST^c/i?-  cuno  *ltro  baueflero  ufata  tata  trafgreffione  [en%a  uolotàdelì{e,ejfendo 
a'  quali  aiìé  ma jjì  marne  te  in  nò  piccolo  detrimeto  fuo  :  perche  la  città  diTifa,fe  bene 
fen**p5*5  Eni  ngbes  baue/fe  capitolato, che  refi affé  fuddita  dellaCorona  di  Francia; 
fnv.u.  n  poi  rimaneua  manifeft  amente  à  diuotione  de' Confederatila  per  non  battere  ef 
necTin  "ho-  fttt0  l*  re[iitiitione;(i priuauano  i  Francefile  erano  nel  T{egno  di  Is^apo- 
nor  dei  Re  li,dd  foccorfo  molto  neeejiario  delle  geti ,  &  de  danari  promeffi  nella  ca- 
bu'.cTiiGi©.  pttolatione  di  Turino:^-  nondimeno  i Fiorentini,  i quali  con  fomma  dil  gd 
iu  o ,  che  a  tia  ojftruarono  i  progrefjì  di  tutte  quefle  co  fé, ancor  a, che  da  principio  mot 
loc^a  copri  to  ne  dubitaffer  gonfiarono  Analmente  in  credenza ,  che  tutto  fujft  procel- 
le, &  deli  ar  dut o  contra  la  uoiontì  d,l  I{e;cofa  da  parere  incredibile  a  ciafcuno,cbe  no 
\*L.a  p^fla  faptffi  qualf  fi  la  fua  natura,&  leconditioni  dell '  ingegno, &  decoflumi 
uà  la  (òmma  fkoi,&  la  piccola  aut»>ità,tl>y  eoli  r  tene  uà  co'fuoi  mede  fimi,  &  quanto  fi 

di  quaranta  ,  r  ~  ^  i      /•       *  ->  ,  ^    l 

mii'  Lineati  ard  1ca  contra  uaT*rinctpe,cmfi  i  diuentato  cotennendo.  I  Vifani entrati 
d|°h  '^doC  ,U^  Cittadella  la  dijìntjfcro  fubito  popolarmente  infino  da  fondamenti; 
p'.Vam  'iena  &  conoscendo  di  non  ha uer  forze  foffictenti  a  dif  nderfi  per  fé  Beffi;  man- 
Tv  le  gvniJó  durano  in  un  tempo  mede  fimo  c*Ambafciatori  al  Tapa ,  al  Rf>  de  Romani, c 

lem  coreri       , ,.  •        '         .-        .,  ,  ~.  ,*'      '  V-  V. 

rono  rucci  ^  rinitiaw,ilDuca  di  Milano,  a  Genouefi,  a'Sanefi,&  aLucchcfi  diman- 
u  ioniche  d4ndofoccorfo  da  tutti  :  ma  con  maggiore  inftantia  dàVmitiani,  &  dal 

furono   riu  DUCA 

pennati  a*  Lue  hcR.Farona  ancho  aiutati  di  una  naue  Portoahefe,carica  di  preciofe  merccncie,che  fpinta  dal 
la  fortuna*arriuò  fopra  la  foce  del  Serchio.il  Eembo  dice,che  i  Pifani,hauuti  denari  in  preltito  àà'  Vmiti* 
nijotten  croia  Cttadella  di  Pifa  contraM  uolerde-  Fiorentini.  e  Al  Papa  andò  Abitino  Dunitia  Vme- 
tia  Bernardino  Agnello::n  Fracia  Pietro  Grifo;*  a  Milano  Marian  Pecciolo.Ma  de  gli  altri  Politaci  non  fa 
»1  Giouio  iu;nt  ione  alcuna,che  foriero  lor  da  Pifani  mandaci  ambalciatori, 


TER    Z    O.  76 

-Buca  di  Milano ,nelquah  haueuano  battuto  prima  inclinatione  di  trasferi 
re  liberamente  il  dominio  dì  quella  Città ,  parendo  loro  d'cffer  coflretti  di  a  Mldar»*» 
non  bauere  per  fin  principale  tanto  la  conjeruatione  della  liberi alquanto  frccorfoX* 
ilfuvvire  la  neceffità  di  ritornare  in  potejlà  de' Fiorentini  ;  &  (ber andò  in  pifanl  Gio  • 

,    .   A?      1      •        1         >     1  1  ri-  ■       •  li         1    ti-  t        •    •      Paolo  Man- 

lui,piu  che  in  alcun  altro,per  bauergti  incitati  alla  ribellione, per  la  uici-  fr0ne,&  soc 
nità,&  perche  non  battendo  da  vii  altri  Collegati  riportato  altroché  (he-   cin  *«"«"« 

r  •    1      »     •  .«  /«„?  .,'  ,   '    .  J J  .    _  con  zoo  Fra 

ranx?\haueuano  ottenuti  da  lui  pronti  fu(pdtj:mau  Duca»-b€cbe  ne  arde]  hominìd  ar 
fé  di  dtfiderio;era  flato  fofpefo  ad  accettarla  per  non  sdegnare  gli  altri  co  J11^  ca"ai 
federati,nel  configlio  de  quali  fi  erano  cominciate  a  trattare  le  co  fé  de' Vi-  copè  ràr/ìa 
fani,come  caufa  commnne;bora  confortandogli  a  differirei  bora  proponen  co  i«ia  comi 
do,c he  la  deditione  fi  facefje  più  toflo  palefemente  in  nome  deSanfeuerini,  dati  »ecdn- 
per  fcoprirla  effettualmente  per  fie, quando  giudic  afte  il  tempo  opportuno,  ^^lo^o 
pure  partìtOyche  fu  d'Italia  il  I\e  di  F  rada, parendogli  allegcrito  il  bifo-  ui  coMirad* 
gnoycbauea  de  collegati;deliberò  d'accettarla.  Ma  era  ne'Tifani  comin-  iVdicaualt 
data  a  raffreddarfì  quefla  inclinatione ;per  la  fferan^a grande ,cbe già.  ha  ii,&  joo.fau 
Meuano  d'effere aiutati  dal  Senato  Vinitiano-,  &  era  anche  dimoflrato  lo-  tl  Tedcfchl* 
ro  da  altri,potere  più  facilmente  conferuar fi  con  l aiuto  di  molti,  che  re-  , 

flrignendofi  a  un  folo;&  propoflaft  con  queflomodo  maggiore  fferan%a  di  ho  parlato 
mantenere  la  liberi adequali  con  fiderai  ioni  potendo  più,  poi  ebebbono  ot-   di  ^p1;3^  (ì 

1   >*.         1    iì      r      r  j>     •  r        >r  .',..,,  . .       parlerà   pni 

tenuta  la  Cittadella;!*  sfor^auano  a  aiutarji  co  fauori  di  etafeuno  :  alla  abaflb  deivi 
quale  intétione  era  molto  opportuna  la  difpofitione  de  gli  fiati  d'Italia  per  f11?*4  «jà? 
che  iGenouefi  per  l'odio  co' Fiorentini.;  1  Sanefi,  &  Iucche  fi  per  odio ,  fr  zia  ,pceder 
per  timor  errano  per  porgergli  [empre  qualche  fujfidiox*r  per  farlo  più  or  cò  "mu|^L0 
dinatamente  trattauano  di  conuenirfi  con  obligationi  determinate  a  que-  fto  luogo  ti 
fio  effetto ;e  i  Vinitiani,e'lDuca  di  Milano  per  la  cupidità  d'infignorìrfe-  ?h'iarà°afla7 
ne;no  erano  per  coportare, eh' e' ritorna  fiero  fotto'l  Dominio  Fiorentino:  meglio  1  in- 
&giouaua  loro  appreffo  al  T  onte  fi  ce, <&  gli  Oratori  de'Rg  di  Spagna  il  de  KJaodw '" 
ftderio  della  baffe%^a  de' Fiorentini, come  troppo  inclinati  alle  co  fé  Frace  Lodouko, 
fi. T  ero  uditi  in  ciafeu  luogo  benignamente,  &  ottenuta  da  Ce  fare  per  pri  f&ì$$P 
nilegio  la  cofermatio  della  libertà  ;  riportarono  da  Vinetia,&  da  Milano  niare  »  Fi°rs 
quell' ifleffe  promejje  di  coferuargli  in  libertà,  e  haueuano  prima  di  comu-  Sfuri** 
ne  co fentimento  fatte  loro  per  aiutargli  a  liberar  fi  da'Fracefi;  e'I  Totefi-  di  4fu  gu« 
ce  in  nome  &  di  co  fenfo  di  tutti  i  Totentati  della  Lega  yli  ce fori 0 per  un  § 'obK'ga? 


0-w« 


brieue  al  mede fimo, promettendo, che  da  tutti  farebbonodife fi  potentemen  a  ,l,i>  fo.ll\8 
*  tema  il  foccorfo  efficace  fu  da*  Vimtiani,  &  dal  D  uca  di  Milano ,  q  ite  fio  mTnofn  sfbr 
augument  andoui  le  genti,che  prima  uhaueua  ;  quelli  mandandouenenon  ^atu  di  ,e£a 
piccola  quantità. 1<{ellaqual  co  (a ,  fé  baueffero  ambidue  continuato  ;  non  n%eiia"uer 
barebbono  bauuto  i  Tijani  neceffità  di  adherire  più  all'uno  ,  che  ali  altro  ra  di  pl*a>& 
di  loro;donde  fi  farebbe  più  facilmente  conferuata  la  concordia  commune.  ^farina' tt?| 
b  Ma  accade  preflo,che  il  Duca  alieniffìmo  fempre  dallo  (benderei  bincli-  daaqiuco  e 

j  j  /?•//-/  .1.      eliconuana 

nato  da  natura  a  procedere  con  fiimulatione ,  &  con  arte,ne  parendogli,  fperanza  ha- 

ueuadif;gna 
to,pc{àado  che  ivinitiani  mai  no  douefl'ero  ingegnarti"  di  farfi /ignori  di  Pifacon  inuidia  grande  d'ognuno. 

K     4         che 


L    I    B    R    O 

che  per  allora  poteffe  peruenire  in  lui  il  dominio  dì  Tifa,  cominciando  a 
fumminiflrare  parcamente  le  co  fé ,  che  dimandauano  i  Tifane  ;  dette  loro 
occafione  d'inclinare  più  l'animo  a'finitianiy  i  quali  fen%a  riffiarmo  alcu 
no  gli prouedeu ano: onde  procedetteyche  non  molti  me/i  poiché  iFrancefi 
haueuano  lafciata  la  Cittadella\il  SenatoF  initianoypregatone  confomma 
inUantia  da'Tifani;deliberò  d'accettare  la  città  di  Vi  fa  in  protettioneypiu 
toflo  confortandone gli 3che  dimostrando  effergli  molefto  Lodouico  Sforma; 
ma  fen^a  communicarlo  con  gli  altri  confederati ,  benché  da  principio  gli 
haueffero  confortati  a  mandar ui  gente :i  quali  ne' tempi  jeguenti  allegaro 
no  efiere  difobligati  dalla  promeffa  fatta  a'Tifani  d'aiutargli,  poi  che  fen 
%aconfenfo  loro  haueuano  conuenuto  p  articolar  mete  coVinitiariu  É  cer 
tijfimoycbe  né  il  deftderio  di  conferuare  ad  altri  la  libertày  laquale  nella 
propria  patria  tanto  amano;nè  il  rifletto  della  falute  commune,come  al- 
ihoray&dapoicon  magnifiche  parole  predicarono;ma  la  cupidità  {ola  d'ac 
quifìare  il  dominio  di  Tifa,fu  cagione,che  i  Finitianifacefjero  quella  deli- 
beratane yperlaquale  non  dubitauano  douere  inbrieue  tempo  adempiere 
il  deftderio  loro, con  uolontà  de'Tifani  medeftmi;i  quali  elegger  ebbono  uo- 
Icntieri diftarefotto l'imperio  Veneto,per  affxcurarfi  in perpetuoydi non 
hauere  a  ritornare  nella  feruitù  de  Fiorentini.  Et  nondimeno  quella  co] a 
fu  più  uolte  dìfbutata  nel  Senato  lungamente,  ritardandofi  l'inclinatìone 
quaft  communeyper  l'autorità  di  alcuni  Senatori  de' più  uecebi,&  di  mag 
giore  riputatione,che  molto  efficacemente  contradicenano ,  affermando, 
Lsc.  v   che' Ifarfi  propria  la  difefa  di  Tifa;  era  cofa  piena  di  molte  difficultà,  per 
di  Pifa,dice  effere  quella  città  a  dittante  molto  per  terra  da  loro  confini ,  &  molto  più  a 
poaa0uiu  e  diftantiper  maremoti  potendo  effì  andar  ui  fé  non  per  i  ricettiy&  porti  d'ai 
l'Apennino,  tri ,  &  con  lunga  eh  cuitione  di  tutti  due  i  mari ,  da%  quali  è  cinta  Italia: 
Sar  Thofca  ^  Ver°  non  fi  potere  fen^a  grauifjìme  ffefe  difenderla  dalle  molcfiie  con- 
no,  che  j  cut  unite  de 'Fiorentini  .E/Ter e  uerifjìmo  y  che  quello  acqui/lo  farebbe  molto 
fcruid?uerft  °PPortuno  all'Imperio  Veneto  :ma  douerji  prima  confiderare  le  difficul- 
dainegodo  ta  del  conferuarlo  ,<&  molto  più  le  conditwni  de'  tempi  prefenti>&  che 
«k'vinitia-  effetti  potefìe  partorire  quefta  deliberatone  :  perche  cfjendo  tutta  Italia 
naturalmente  fo fretto  fa  della  grandetta  loro  ;  non  potrebbe  fé  non  eflre- 
mamente dijpiacere  a  tutti  un  augumento  tale  :  ilche  facilmente  partori- 
rebbe maggiori  y  &  più  pericolo/i  accidenti ,  che  molti  perauentura  non 
penfauano  ,  ingannando  fi  non  mediocremente  coloro  che  fi  perfuadeua- 
noyche  gli  altri  Totentati  haueffero  otiofamente  a  comportare  ,  che 
all'Imperio  loro  y  formidabile  a  tutti  gli  Italiani ,fi  aggiugneffe  l'oppor- 
tunità sì  grande  del  dominio  di  Tifa  :  i  quali  fé  non  erano  potenti,  come 
per  ìlpaffato  a  uietarlo  con  le  forile  proprie  ;  haueuano  dall'altra  parte* 
poi  che  a  gli  Oltramotaniy  era  fiata  infegnata  laftrada  del  paffarin  Italia 
maggior  occafione  d opporfi  loroycol  ricorrere  a  gli  aiuti  forefi  ieri:  a' qua 
li  non  ejfer  dubbiose  prontamente  ricorrerebbono»  &per  odio,&  per  ti 

more* 


T    E    R    Z    O.  77 

fnore,efiendo  uìtio  comune  de  gli  huomini  uokre  più  toflofertiire  a  gliflra 
ni, che  cedere  aKfuoimedefimì:&  come  poter  fi  credere,  che  il  Duca  di  Mila 
no,  [olito  a  permettere  tanto  dife,hora  alla  cupidità,&  allafi>eran%a,  ho 
ra  al  timorc,&  mouendolo  al  predente  non  meno  lo  [degno,  che  l'emuUtio 
ne,che  neVinitiani  fi  trasferire  quella  preda,cbe  haueua  con  tate  arti  prò 
curata  per  fe;nonfoJJe più  preflo  per  coturbare  di nuouo  ltalia,che  foppor 
tare,  che  Tifa  fuffe  occupata  da  loro?  &  benché  con  le  parole,  &  configli 
fuoi  dimoflraffe  altrimeti, poter fi  molto  ageuolmente  comprendere,  no  efi- 
fere  quefia  la  uerità  del  cuore  fuo,ma  infidie,&  per  fini  nonfinceri,  artifi 
ciofi  configli'yin  compagnia  delquale  tffer  prudentia  il  foflttare quella  Cit- 
tà, fé  non  per  altro,per  interrompere,  che  iTifani  non  fi  de/fero  a  lui:  ma 
far  fi  propria  quefla  caufa,&  tirare  addofioafe  tanta  iniiidia,  &  tanto  pe 
fo;nó  efiere  fauio  con figlio  idouer fi  confìderare  quàtof afferò  còtrarij  qnefii 
pthfitri  dall' opere, nelle  quali  fi  erano  affaticati  tanti  me  fi, &  continuarne 
te  s \iffaticauano:perche  non  altre  cagioni  hauere  mofio  quel  Senato  a  pi- 
gliare  l'arme  con  tante  fpefe,&  pericoli,che'l  defiderio  d'afficurare  /e,  & 
tutta  Italia  da' Barbarica  che  hauédo  co  fi  glorio  fi  fucceffì  dato  principio* 
&  nondimeno  ejfendo  appena  il  ]\e  di  Francia  ripaffato  di  là  da' monti ,  & 
tenendo  fi  ancora  per  lui  con  uno  efferato  potente  la  maggiore  parte  delRg 
gno  di  'ls(apoli,che  imprudentia,che  infamia  far  ebbe  quado  era  il  tempo  di 
(labilire  la  libertà,&  la  ficurtà  d'italia^argerefemi  di  nuoui  trauaglii  i 
t  quali a  potrebbono  facilitare  al  Bg  di  Fracia  il  ritornami,  ò  al  I{e  de'  F{o-  a  AII      . 
mani  l'entrar  ui,che  forfe,come  era  noto  a  ciafcuno,no  hauea  p  quello,  che  fta  mcdeC- 
pretedeua  cotra  lo  fiato  loro,  maggiore,&  più  ardete  defiderio  di  queslo,  Selia^on."! 
non  cfiere  la^epublica  Veneta  in  grado, che  fuffe  coìlr  et  t  a  ad  abbracciare  ta  di  cario 
configli  pericolo  fi,  ò  far  fi  incotro  alle  occafioni  immature:  anyi  niuno  in  Btbo  tu-ui! 
Italia  potere  più  affettare  l'opportunità  de'tepi,&  la  maturità  delle  oc-   ?•  n-ii'o^, 
cafioni:  perche  LE  Dehberationi  precipitofe,ò  dubbie  coueniuano  a  chi  ha  p'^j^0 
ueua  difficili  fofinifir  e  codition'v,  ò a  chiflimolato  dalla  ambinone,^  dalla  <° ggeo?» di 
cupidità  di  fare  illuflre  il  nomefuo;  temeua  non  gli  mancafie  il  tépomon  a  tare  ^  con- 
quella  ^public a, che  collocata  in  tanta  potentia,dignità,&  autorità,  era  Cl$lio  ***$* 
temuta,&  inuidiata  da  tuttofi  reflo  d'ltalia,&  laquale  efjendo,  a  rifletto  Balani!^ 
del\e,&  de  gli  altri  V^incipi  quafi  immortale,^-  perpetua,^  efiedofem- 
pre  il  mede  fimo  nome  del  Senato  Vinitianoino  haueua  cagione  d'affrettare 
innari  al  tepo  lefuedeliberationi:&  appartenere  più  allafapiétia,&gra 
uità  di  quel  S  enato, con fiderado, come  era  proprio  de  gli  huomini  ueramen 
te  prudenti^  pericoli, che  fi  afeodeuano  fiotto  quefle  fferanze,^  cupidità, 
&  più  i  fim,che  i  principi)  delle  cofe, rifiutati  i  configli  temerari),  afienerfi 
cofi  nell'occafione  diTifa,comenell'altre,che  s' offeriti  ano  ,da  fpauetare,et 
irritare  gli  animi  de  gli  altri,almeno  infino  a  tà~to,cbe  Italia  foffe  meglio  af 
ficurata  da  pericoli, et  foretti  degli  Oltramotaai:&  auuertire  fopra  tut 
to  di  no  dare  caitfa^che  di  nuouo  ui  entr  afferò  :  perche  l'efferientia  haueua 

cimo- 


X?  LIBRO 

dimoHrato  in  pochiffimimefi,che  tutta  Italia,  quando  non  era  oppreffa  da 

nationi  lìranier  e,feguitaua  quafifempre  l'autorità  del  Senato  Vinitianoi 

ma  quando  erano  Barbari  in  Italia  jn  cambio  d' effere  feguitato,  &  tema* 

to  da  gli  altri;  bifognaua  che  in/teme  con  gli  altri  temeffe  lefqr^e  foreftie 

re.  Quelle  &  fimilt  ragioni  erano,oltra  la  cupidità  del  numero  maggiore* 

fuperate  ancora  dalle  perfuafioni  d'^Agofiino  Barbarico  Doge  di  quella  cit 

tà\  la  cui  autorità  era  diuentata  sì  grande,  che  eccedendo  la  riuerentia  de* 

Dogipaffati,  meritarla  più  toflo  nome  di  potentia,che  d'autorità  :  perche, 

oltra  lxeffere  flato  con  felici  fucce/fi  in  quella  dignità  molti  anni,&  l'haue 

i  s'aggiunte  re  molte  preclare  doti,&  ornamenti ;haueua  procedendo  artifìciofamente 

proa? Domi  confeguito,  che  molti  Senatori,  che  uolentieri  s'opponeuano  a  quegli,  che 

«io  vmitia-  per  la  fama  d'tffere  prudenti, per  la  lunga  /per ientia,  &  per  l'hauere  otte» 

"°s9.  che"!  nute  le  dignità  fupreme,  erano  nella  Bgpublica  di  maggiore  e/iimationc, 

Reina  care-  congiuntifi  a  luìffeguitauano  communemente,più  toflo  ad  ufo  difetta,  che 

ra/edid'an  congrauità,ò  integrità  Senatoria,i  fuoi  configli:  ilquale, cupidi  (fimo  di  la 

ni  dopo  la  fàare  co  l' ampli  at  ione  dell'  Imperio, chiariffima  la  memoria  del  ftìo  nome, 

Iacopo  Lufi  riè  terminando  l'appetito  della  gloriai  effer fi  fotto  il  fuo  Vrincipato  l'ifor 

gnano   fuo  [a  fa  cipri,macati  i  \e  della  famiglia  Lufignana,  9  aggiunta  al  dominio  fi  * 

còdottaavi  nitiano;era  molto  inclinato  che  s'accettaffe  qualuque  occafwne  d'accrefee 

netiaje iiDo  re  n  loro(lato:però opponedofi  a  color o,che nella caufa  Vifana, confidila- 

Barbarico     nano  il  cotrario;dimojtraua  co  cjjicacijjimeparole,quato  fujje  utile,&  op 

fu  creatone  portuno  a  quel  Senato  l'acqui ftare  Tifa,&  quanto  importante  il  reprime 

cioè  dei  '  re  conquefko  me'zp  l'audacia  de  Fioretinijper  opera  de'qualibaueuano  nel 

nSis.mas'e  [a  morte  di Filìppomaria  Visconte,  perduta  l'occafione  d'infipnorirfi  del 

poi  perduta  ,.       ..  «*  f  '   .         '■  ...         * .  .  J  ,=>        ., 

queft'ifoii  Ducato  di  Milano:&  che,  per  la  protesa  de  danari, havxuano  nella  guer 
1  v  seH?7°  ra  a*  Ferrara^  nelle  altre  imprefe,  nociuto  più  loro,  che  alcun' altro  di 
imp.  de  Tur  Totentatì  maggior'uricordaua  quato  rare  fusero  fi  belle  occafioni;co  qua 
<hui  TffercE  tcL  mfam^a  fi  perde/fero;&  quato  pungenti ìfi limoli  di  penitentia  feguitafie- 
to,  ha  prefo  ro  chi  non  l' abbracciava;  non  effe  re  le  conditioni  d'Italia  tali,  che  gli  altri 
di'  sTJbvt  Tot  etati  poteffero  per  fefleffi  opporfegli,&  meno  effere  da  temer  e,che  per 
con  tutto  ìi  quefla,ò  indegnatione,  b  timore  ricorreffero  al  I{e  di  Francia  :  perche  ne  il 
chiama  °o  Duca  di  Milano, che  l'haueua  tato  ingiuriato,  ardirebbe  mai  di  fidar  fene; 
ita  ;  la  quai  né  muouere  l 'animo  del  Tontefice  quxjli  pen fieri;  né  potere  più  il  I{e  di  7{a 
tonno  M7i.  pol'hquando  bene  haueffe  ricuperato  il  B^gnojuo,  udire  il  nome  Francefe; 
a  5.  d  Ago.  nè  l'entrare  loro  in  Vifa,benche  moleflo  a  gli  altri,  effere  accidente  sì  impe 
Thomas™  tuofo,nè  tanto  propinquo  il  pericolo ,che  per  que(lo  fi  haueffero gli  altri  pò 
Porcacchi  tentati  a  precipitare  a'rimedij,  che.  s'ufano  nell'ultime  difperationi  :  per» 
neiiavltadei  che  nelle  infermità  lenti  non  fi  accelerano  le  medicine  pericolo  fé,  pen  fan» 
uaiorosifsu  dogli  huomininon  douere  mancare  tempo  adufarle:&fc  in  qutjìadebo- 
no  dT a«S"r'  le%%a>  &  difunione  de  gli  altri  Italiani,  effi  per  timidità  rifiut afferò  tan- 
ti iis.Aftor  fa  occafione;  affettar  fi  uanamente  di  poterlo  fare  con  maggiore  ficur- 
reEag  ioni.  ^^uand0 gli  altri  potentati  fuffero  ritornati nelprffiino  uigorc,  &  affi» 

curati 


TERZO"  ro 

cirrati  dal  timore  degli  Oltramontani  :  douerfiper  rimedio  del  troppo  timo  re 

a  coì  fi  derare,  che a  /  anioni  modano  erano  fottopofle  tutte  a  molti  pericoli  :  ma 

conofct  re  gii  ì hnomini  fauij,  che  non  fempreviene  innari  tutto  quello  di  male,  aNc(l  p,r  n:1 

".perche  per  beneficiofò  della  fortunato  del  cafo  molti  perico  -  £0 1  br?»'q . 


the  pub  accadere 

lì  diuctano  vani;molti  sfuvzirfene  con  la  prudentio,  &  con  l  indi' fina;  &  per  ;to  ««som 
cw  non  dìuerjt  confondere,  come  molti  poco  conjideratori  dellaproprieta  de  no  gi  \àZO  u  co 
mi  &  della  fuflantia  delle  cofe; affermano ;la  timidità  con  laprudentia;nh  ri-  'e  huJ",,e 
pittare  fami  coloro  che prefupponédo per  certi  tutti  ipericoli,  che  fono  dubbi] ,  moka  imu 
et  pero  temédo  di  tutti,  re?olano,come  fé  tutti  hauefìero  a  fuccedere,  le  loro  de  hlha  \* um 
Ubcrationi  :  an^i  Ts^o  n  Toterji  in  maniera  alcuna  chiamare  prudenti,  ojauu  to  da'  arati  ; 
coloro, che  temono  del  futuro  piu,che  non  fi  debbe:  conuenirfi  molto  più  quefto  «'^4  K*o- 
7it me, et  quefla  laude  aglihuomini  animo fi dmperoche  conofcédo  &  cofideran  de  quato. 
do  i pencoli;et per  quefto  differenti  da  temerarij  che  non  gli  conofeono,  &  non 
gli  ufideranofdifcorrono  nodiìneno  quoto  jpeffo  glihuominihoraper  cafo,horo 
per  virtù  fi  liberano  da  molte  diffì  culla.  Lunque  nel  deliberare  non  chiamado 
meno  in  configlio  la  ffera%a,che  la  paura  ne  prefupponédo  per  certi  gli  euentU 
ìncerti,non  co  fi  facilmente,  come  quegli  altri, l  occafioni  vtili,et  honorate  rifu 
tono  .-però  proponedofi  innari  agli  occhi  la  debole%ga,ct  la  difunwne  degli  al 
tri  Italiani  da  potentio,  et  la  fortuna  grande  della  Repubblica  Vinitiana,la  ma 
gnanimità,  et  gli  effempi  glorio  fi  de  padri  loro  accettaffero  co  franco  animo  la, 
frotettione  de  Tifoni-,  per  laquale  peruerrebbe  loro  effettuahnéte  la  Signoria 
di  quella  città,yno  fen70  dubbiose  gli  fcaglioni  oportnm filmi  a  f olire  alla  Alo 
narchia  di  tutta  Italia.  Riceuette  aduque  il  Senato  per  pub  lieo  decreto  in  pro- 
tettane i  Tifoni,  promettendo  ejpreffomente  di  difendere  la  loro  libertà  :  la- 
quale  deliberatane  non  fu  daprincipio  confiderata  dal  Duca  di  Milano  .quan- 
to farebbe  flato  conueniente  :  perche  effondo  efclufoper  quefto  dipoterui  tene- 
re delle firn genti;  gli  era  grato  liberar  fi  dalla  fiefa:&  in  oltre  no  riputano  alie 
no  dal  benefìcio  fuo,  che  Tifa  in  vn  tempo  medefimo  fuffe  cagione  di  fpefe  gra- 
ni a  Vinitiani  &  a  Fiorentini:  perfuadendofi  olirà  ciò  che  i  Tifoni  per  lagra  £,  nTt"  £urcr«£ 
dey%a  &  per  la  vicinità  dello  flato  fuo ,  &  per  la  memoria  dell  opere  fotte  do  *« oni  >  <  h e 
lui  per  la  loro  liberatane;  glifuffero  tanto  dedithche  houeffero  jempre  apro-  \ls\'^lu\l 
porlo  a  tutti  gli  altri.  tAccrefceua  quefli  difegni,&  fieran^e  fallaci  da  perfua-  HsKvwàw 
fwne,  nellaquale,  poco  ricordando/}  della  varietà  delle  cofe  Immane,  fi  nutriuo  \t  Iì^mC 
dajefteffo ,  d  hauere  quafi  b  fiotto  i piedi  la  fortuna,  dellaquale  offermouapu-  ja  uir™  Jd 
blicamente  effere  figliuolo  :  tanto  era  inuanito  dèprofi>erifucceffi,&  enfiato ,  ti^di^hcv© 
che  per  opero  &  per  i  configli  firn  fuffe  paffato  il  Re  diFrancia  in  Italia,  ami  le"rfa[er 'u 
buendo  a  fé ,1 1 fi Ire flato  priuato  Tiero  de  Medici,  poco  ofiequente  alla  fuo  vo-  ai^nd  Sii 
loto,  dello  flato  di  Firenze  la  ribellione  de  Tifoni  daFiorétini>&  l effere  flati  jjj»  ^eiu  ^ 
cacciati  del  Regno  di  T^apoli  gli^Aragonefi  fuoi  nimici:&  che  poi  hauendo  mu  me  e°  deu« 
tata  fententia  fuffe  per  i  configli,  &  autorità  fuo  proceduta  la  congiuntone  di  ^^ìib^ 
tanti  Totentati  contro  Carlo,la  ritornata  di  Ferdinando  nel  Regno  di  Islapoli,  cai-.  $.4  j  j. 
&  la  partita  del  Re  di  Francia  d  Italia  con  conditioni  indegne  di  tonta  gran-  &  2  u  • 

itefc 


l'i  -B    R    0 

■Terqfta Ria  &;r-7c;;cr  cfce fc/8fca nel  Capitano,  ebe baueua  in cufilodia la cittadella  JìTt- 

tfone   fece  /*  baueffc  potuto  più  la  fm  ò  indufìria.ò  autorità,che  la  uolontà  e  i  comanda- 

Eotfo.  rffpi-  menti  del  proprio  Reicon  le  quali  regole  mi  furando  il  futuro,  &  giudicando  la 

liti  de  m ì la  prudentia,  er  l ingegno  di  tintigli  altri  efifere  molto  inferiore  allaprudentid , 

rio  una  Rei.    <&  ingegno  fm  ;  fi  prometteua  d  battere  a  indirizzare  fempre  ad  arbitrio  fuo 

tana  Italia ,  le co'e  a  Italia,  &  di  potere  con  lajua  indujtria  aggirare  ciaf amo uaqual  uà- . 

co  una  uefte  na  imprejjìone  ìton  di  fi 'mutando fi ,nc  per  luunc  per  ifuoi;nè  con  parole,  né  con 

Hata  a  otta;  dìmofìrat  ioni;  anzi  eflìndogli  grato, che  cofì  fiufife  creduto,&  detto  da  tuttiyri- 

&  mr.azi  le  jGnctUa  Milano  il  dì,  &  la  notte  di  uoci  uane  ;&fi  celebrarla  per  ciaficuno  con 

scudi  ero  Mo  uerfi  latini,  &  uolgari ,  &  conpubliebe  orationi ,  &  adulationi  la  fapientia 

ro  con  una  a  :<#  ;;-;,'>■ 'abile  di  Lodouico  Sforila;  dallaquale  a  dependeua  la  pace,  &  la  guerra  \ 

n    .;>chc  le  d  Itali  a,  e  fai?  an  do  infimo  al  Cielo  il  nome  fuo,  &  il  cognome  del  Moronlquale 

«*"a"a   *a   cognome  ,  iwpofilogli  infimo  dagiouentù ,  perebe  b  era  di  colore  bruno ,  &per 

i  a  uefte,uois  /  opinione  ebe  già  fi  dìuulgaua  della  fina  afiutia,ritenne  uolentieri  mentre  du- 

dh'e^i?ftera  Y°  ^  imperio  fiuo.  J^efiu  minore  l  autorità  del  Moro  nell  altre  fioriere  de  Fio 

i  arbVodei  rcnthii,cbe fiufife  fixata  in  quella  di  Tifa ,  parendo  che  ad  arbitrio  fino  fìgouer- 

]'  il  1 6  oac?  nafiero  m  ltalia,non  meno  i  nimici,  ebe  gli  amici:  perebe  fie  bene  il  Re  udite  /e* 

«••  ira  ;ia  in-   querele  gran- fjime  fattegli  dagli  ambafaatori  de  Fiorentini,  fé  ne  fiufife  com- 

U\  ^  Moro  fé  moff°  gravemente*  &  perebe  almeno  fiufifero  reflituite  loro  l  altre, batte  fife  ma 

itaì'o ,  che  date  con  nuoue  commeffioni,&  con  lettere  di  tigni,  Ruberto  di  V  efile  fitto  ca* 

citta  dalia  meriere  >  nondimeno  non  efifendo  apprefifio  a  gli  altri  in  maggior  prezzo  lauto 

po'uere  dei  rità  fitta, ebe  ella  fiufife  apprefifio  a  fie  medefìmo  ;fu  tanta  l'audacia  di  Ugni ,  il- 

le  Suerre'     quale  a  molti  affiermaua  non  procedere  cofit  fien%a  uolontà  del  Re,  ebe  per  le. 

b  il  Giorno  commeffioni  fiue  furono  poco  flimati  i  comandamenti  Regij, aggiunte  alla  ma 

àlc\oTd  ai  ^  ttolontà  de  caflellani .  però  il  Baflardo  di  Bienna,  ilquale  per  ordine, &  fiot 

e  uni, che  nò  to  nome  di  Ligni,  teneua  la  guardia  di  Sere%ana,  poi  ebe  vbebbe  condotte  le.. 

brino01  ma  genti,  e  *  commefifarij  de  Fiorentini  per  riceuerne  la  pofifefjìone  ;  la  conficgnò 

dall'albero  per  prezzo  di  venticinque  mila  ducati  a  Genouefii  ;  &  il  medefìmo  fece, r  ice» 

ch'eoli *ha>  uuta  cert'a  fiomma  di  danari,  il  caflellano  di  Sere%anello,  effendone  flato  au- 

u,  uà  per  im  tore,  &  melano  il  Moro  :  ilquale  oppoflo  a  Fiorentini,bencbe  fiotto  nome  de'. 

hebbeL°5tto  Genouefii,  il  Fracafifia  con  cento  caualli,  &  quattrocento  fanti  impedì ,  ebe  e 

iopranome.  non  riaiperafifiero  tutte  l  altre  tene,  èbaueuano  perdute  in  Lunigiana,  delle* 

io  ria  quali  con  l  occafioìie  delle  genti  mandate  per  riccuere  Sercj7^ina,baueuano  ri- 

nìuanmo  i  cviperato  una  parte  :  &  poco  dapoi  Entragbes  fiotto  la  cuflodia  dclquale  erano 

°T\?ori  j-  anco  le  fortezze  di  Tietrafianta,&  di  Mutrone,et  in  cui  mano  erafìmilmen- 

co!  Duca  ai  J        ./^V  •  r  n       i  ì  ir  ì 

Milano  n.a  te  venuta  Librajatta,  ritenutafi  quejta,  laquale  non  molti  mefipoi  concedette 
aio  ch'era  ^fpify^h  e  uendè  quelle  per  venti  fei  mila  ducati  a  Luccbc(i,eome  preeifiamen 

ftatoautto.  ■'       ?  .i  {■      .  i  i         fi  i   ri  ìi  r        r 

re  di  fimii  te  ordino  il  Duca  di  Milano, ilquale  balletta  prima  defiderato,  ebe  le  conjegiiy 
,  ^"^"tjjjo-  fiero  i  Genouefii  ;  ma  mutata  poi  fenten%a,ele fife  gratificarne  i  Luccbcfì,  accio, 
ne  parole .  ebe  batte  [fiero  cagione  d  aiutare  più \  prontamente  iTifani,& per  congiugner^ 
fcooóduì*  ftglipMjnediame  quefio  beneficio  :  lequai  co  fé  fìgnificaie  in  Francia,  con  tut 
bio.  to  ebe  l  Re  fie  ne  dimofirafije  alterato  con  Ugni,  &fàccffie  sbandare  Entragfiqt 

dì 


TERZO.  79 

dì  tutto  l  Reatne;nondimeno  ritornando  Bonoyche  oltre  ad  effere fiato  parteci- 
pe de  danari  de'  Tifoni ,  baueua  trattato  in  Genoua  la  uendita  di  Serenano,  ; 
furono  accettate  le  fue  iufìif  cationi, &  raccolto  gratamente  uno  ^mbafciato- 
re  de  Tifani  mandato  infìeme  con  lui  aperfuadere  diuolere  e  fere  fudditifede- 
li  della  corona  diFrancia  &  aprefiare  il  giuramento  della  fedeltà;benche  non- 
molto  poi,  apparendo  uane  le  fue  commi  foni  fu  fé  Ucentiato:  ne  a  Ugni  fu  im- 
pofio  altra  pena  chcperfegno  defcluderlo  dal  fattore  R,egio,  toltagli  la  f acuità 
di  dormir  e, fecondo  eh  era  confneto, nella  camera  del  Re:allaqualefuprejlo  re- 
flituito: rimanendo  in  contumacia  folamente,  benché  per  non  molto  lungo  tem- 
po ,  Entraghes  potendo  in  quefle  co  fé  olirà  la  natura  del  He,  &gli  altri  me^h 
&  fattori ,  laperfuafwne  non  f alfa,  che  i  Fiorentini  fu  fero  nece filati  a  non  fi  (e- 
parare  da  lui  :  perche  e  fendo  manifefia  per  tutta  la  cupidità  de  Vinitiani  ;  & 
del  Duca  di  Milano  fi  teneuaper  certo ,  che  fé  e  fi  non  fu  fero  reintegrati  di  Ti- 
fa ;  non  harebbono  acconfentito  di  collegar  fi  con  loro  alla  diffefa  d  Italia:  alla- 
qual  co  fa  cer  cattano  d  indurgli  con  gli  fattemi  *&co  minacci ,  non  tentando 
però  per  allora  altro  centra  loro-,  ma  bafiandogli  con  le  gentil  haueuano  me  fé 
in  Tifa ,  mantenere  urna  quella  città ,  &  non  le  la  feiar perdere  interamente  il 
contado  ;  perche  ilpencolo  del  Regno  di  Ts[apolida  ogn altra  curagli  diuerti- 
ua;  attefo  che  Virginio  raccolti  al  Bagno  a  Rapolano;  &poi  nel  Terugìno .  do- 
ve dimorò  qualche  giorno ,  molti faldati  ;  andana  con  gli  altri  della  cafa  Or  fina 
uerfo  l  lAbbruTQì  &  almedefìmo  camino  andanano  con  la  compagnia  loro  Ca 
nullo,  &Tagolo  Vitelli,  à  quali  denegando  di dare uettonaglie il  caflello  di 
Montelionefu  da  loro  mefo  afacco:  da  chefauentate  l  altre  terre  della  chie- 
fa,  dotte  haueuano  apafare ,  non  fi  ritenendo  per  i  grani  comandamenti  fatti  in 
contrario  dal  Tontefice;concedeuano  loro  per  tutto  alloggiamento,  &  uettoua 
ghe:perilche  ,:&  molto piuperchesafermaua  che  di  Francia  ueniua  perma- 
re  nttuuofoccorfo,  parendo  che  le  co  fé  Fr ance  fi  fu  fero  per  riceuerenel  Reame  di 
Hapoli  grande  augumento;  né  potendo  Ferdinando,  ilquale  erafen^a  danari* 
&  con  molte  di  fficultàfoft enere  femy  maggiori  aiuti  tanto  pefo;  fu  coftretto  di 
fenfareper  la  diffefa  fu  a  a  nuoui  rimedtj.  Ts{on  haueuano  gli  altri  Totentati  da 
principio  comprefo  Ferdinando  nella  loro  confederatone  ;  &  anchora ,  che  da- 
foic  hebb  e  ricuperato  Trapeli ,  iRe  di  Spagna  hauc fero  fatto  inflantia ,  che  e 
mfufeammefo;  i  Finitimi  l haueuano  ricufato^perfuadendo file  fue  neceffìtà  a  u  2,^u> 
effere  me^o  atto  al  difegno  che  già  faceuano ,  cheinpoteflà  loro peruenife una  non  w«?" * 
fartediquelReame.perÒFerdinandopriiiatodognialtrafermza.perchedi  f^uumi 
Spagnanonafettauanuouifuffidij  ne uoleuano gli  altri  collegati fottometterjì  alle  ctmdu 
atanta  fpefa;conuéne  col  Senato  Vinitiano,  promettendo  l'oferuan^apercia-  ^,a>!  6i? 
Icunadelle  parti  il  Tontefice ,  &gli  Oratori  de  Re  di  Spagna  in  nome  de  f noi  copiandoli 
Re.chei  Vinitianimandafero  nel  Regno  infoccorfofuo  il  Marchefe di  Manto-  t™Tin% 
uà  loro  Capitano  con  7  oc.huomini  d  arme,  a  5  oo.canalìi  leggieri,  &  3  ooo.fan  lo ,  tcrnucor 
ti;  &  ut  mantenefero  l  armata  di  mare ,  laquale  allhora  ui  haueuano ,  ma  con  din  mirici 
mto  di  potere 'riuocarequeflijuffidu,  ogninolta,  cheper  diffefa  propria  ne  ha-  df'  VimtlA- 

uefero 


E    !  -  B    R    0 

ÉM»$r»  dibifogno>&  gli preflafferoper le neceffitàprefenìì quindici mila  à*uCfa< 
ti:&  perche fu  (fero  afficnrati  di  ricuperare  lejpefcfarebbono,  che  Ferdinando 
cnfcgnaffe  loro  Otranto, Brindifh&  Trani,et  confent  ineritene  (fero  Monopoli* 
&  Tulignano,che  h alienano  ancora  in  mano, ma  con  condì  t  ione  di  douergli  re- 
ftituirc  qnado  nefuffero  rimborfoti,mo  nonpoteffero  allegare, che  òper  coto  del 
la  guerra^o  della  guardiamo  delle  fortificationi,che  ni  face ffcro;paffaffcro  la  so- 
ma di  dugento  mila  ducatì,i  quali  portì,per  effere  nel  mare  difopra,  &  per  ciò 
molto  opportuni  a  Finetia;accrefceuano  affai  la  loro  grandezza,  laquale,  non 
hauédc  più  chi  fé  gli  oppone ffe,  ne  effendo  uditi  piu,dopo  laprotettione accetta- 
ta de  Tifanti  co figli  di  coloro,che  harebbonouoluto,che a uenti,che  sì  profferì 
fi  dimofir  aitano,  le uele più  lentamente  fi  Jpiegaffèro;  cominciano  a  difienderfi 
per  tutte  le  pani  d  Italia:  perche  oltra  le  cofe  del  Regno  di  Tslapoli,  &  di  To- 
a  t  Faentini  fcana,haueuano  di  nuouo  codotto  a  ^Afiorre  Signore  di  Facn%a,&  accettata  la  $ 
"àorrepuV  protettione  delfuoflato,ilquale  era  molto  accomodato  a  tenere  in  timore  i  Fio 


■z.o  d'alcuni  i  jsinitiani,&  il  Duca  di  Milano  modauano  in  foccorfo  di  Fer dinodo  alcune  al 

lo-  tuonila  ..  r  .  .  i  s   i       i  ->  •     r 

ti  amici  de»  tre  genti  a  arme,\oldate  communemente,  becbeil  Duca,no  partitoli  ancora  in 


tre  genti  d  arme,foldate  communemente,  béche il  Duca,no  partito  fi 

Fiorentini ,  tutt0  dallo  fimulotione  di  non  contrafare  aU  accordo  di  Vercelli,no  oflante,che 

re;(  uppii  ca-  per  con  figlio  fuo  sindriTgaffe  lo  maggior  parte  di  quefle  cofe  yricu fondo  che  nel 

t' ani  che  lui  ^e  c°ndotte,ò  in  altre  apparente  fi  ufaffe  il  nome  fuo-,  fi  era  conuenuto  di  pagar- 

lederò  pi  -  re  occultamètc  ciafeuno  me  fé  per  il  foccorfo  del  Reame  dicci  mila  ducati,  L'an 

SiaUcTi  n  prò  ^ata  d$$ì  Or  fini,  et  de  Vitelli  fermò  le  cofe  dell  *Abru%gi,lequali  erano  in  ma 

tettione;  il-  nifefio  mouimento  contrai  Francefi,effendofi già  ribellato  Teramo,  &  Ciuità 

cetta^o-man  $  Chieti,  &  dubitodofi,che  l ^quila,città principale  di  quello  regione,  non  fa 

darono'  a     ce  ffe  il  medefimodaquale houédo  eglino  confermata  nella  diuotione  Francefe, 

f hc"«<ìn<S!  ^  bau?d°  ricuperato  per  accordo  Teramo,et  focheggiata  Giulia  nuoua;qnaft 

*afle  "o  fta.  tutto  l\Ahrwxji feguitaua  il  nome  de  Francefi;in  modo,che  le  cofe  di  Ferdina 

tèro'iffanl  ^° p cenano  per tutto  il  Regno  inmanifefla  declinotione  :  perche  la  Calauria 

ciulio  a»io-  quofi  tutta  era  in  poteflà  d  Obigni,co  tutto  che  la  fuo  lungo  infermità,  per  lo- 

jkmbo.ndl  "  quale  s  era  fermato  in  leroce,deffe  comodità  a  Confoluo  di  tenere  con  le  genti 

Spaglinole ,  &  co  lefor^e  d  alcuni  Signori  del  poe fé, acce  fa  lo  guerra  in  quella 

prouincia.  Gaeta  co  molte  terre  circofianti,ubbidiua  a  Fr  ance  fi:  il  Trefctto  di 

Roma  co  la  copagniafua,  &  con  lefor^e  del  fuo  flato, ricuperate  le  caflella  di 

Montecafino,infeflaua  Terra  di  Lauoro  da  quella  banda,&  Mompenfieri,  con 

tntto,che  molto  l'impedire  ad  ufare  le  forile  fuc  ilmancamento  dedanari;co^ 

flrigneua  Ferdinando  a  rinchiuder  fi ne  luoghi  forti,  oppreffoto  dalla  mede  fimo 

neceffità  di  donar  i,&  di  molte  altre proni (ioni, ma  fondato  interamente  in  fin 

lafpera^a  del  foccorfo  Vìnitiono,ilquole, perche  la  couentìone  fra  loro  era  fio 

ta  fatto  poco  inna^nonpoteuo  effere  co  fi  pr  e  fio, come  farebbe  fiato  dibifogno* 

Tentò  Mopenficri  d  occupare  per  trattato  Beneucto,ma  Ferdinando  houutone 

fofpettoiu  enrròfubitomente  con  le  fue genti^ccoflaronfi  i  Francefi  a  Bene" 

uento 


TERZO.  80 

Vento  alloggi  ado  al  ponte  a  F  inocchio, &  h  attendo  prefo  Venerano  >  <Apice->  & 
molte  7 'erre  circofianti,nè 'quali  luoghi  mancando  loro  le  uettouaglie,&  ap- 
proffimandofi  il  tempo  di  riscuotere  la  dogana  delle  Tecore  della  Tuglia,entra- 
ta  delle  più  importati  del  reame  di  Ts(apoli,perche  erafolita  accendere  ciascu- 
no anno  a*  ottantamila  ducati,che  tutti  fi  rifcoteua.no  nello  fbatio  quafi  d  un  *  rl  G'l<>'f* 

.  r      .  ..../.        'n  ,■    \  Jr,  7      J  fermenti.*. 

mefe,Mompenfiertperpriuare  1  nimici  di  quejìa  commodita,  &  non  meno  per  che  di  qUCi- 
leflremo  bi  fogno  delle  fine genti;  fi  uolto  al  camino  di  Tuglia.-dellaqual  regione  ,a  Sabe11* r* 
unaparte fi  teneuaper  fie,un altra  ne  teneuano  inimici  ,nè  molto  dietro  a  lui  più  di  cento 
Ferdinando  yintento  a  impedire  più  preflo  con  qualche  arte-,  0  diligcntia  i  prò-  J^^  a.ci 


fi,& fette  minori,infu  laquale  s  erano  imbarcati  a  Sauona  ottocento  fanti  Te  modo  p;  ? . 
defehi  condotti  delle  terre  del  Duca  di  Ghelderi,  &  quegli  Stupri,  &  Gua-  J^gj;  ^  cr° 
fconi,che  prima  il  Re haueua  ordinato  che  fufi ero  portati  in  fii  le  naui  grofie,  gion  delia 
chefidoueuanoarmarea  Genoua: allaquale  armata,  tarmata  di  Ferdinando,  ^JJJj^1^ 
ctìerafopra  Gaeta ,  per  impedire  che  non  ui  entr  afiero  uetiouaglie ,  efiendo  che  piu  to. 
per  mancamento  di  danari  male  proueduta  delle  co  fé  ne  cefi  arie;  haueua  feViuere^f 
dato  luogo  in  modo  che  efiendo  entrata  nel  Torto  ficuramente,  i  fanti  pofli  g«ar<m  pS- 
ìn  terra  prefono  Itri,  &  altre  terre  circofianti,  &  fatte  per  ilpaefe  molte  pr  e  |,JJJ  7 ^i 
de, franano d  ottenere  Seffaper  opera  di  Giambattifla  Caracciolo ,  che  prò-  ?^ .  ^me 
metteua  di  mettergli  occultamente  dentro:  ma  Don  Federigo,  ilquale  effendo-  "^0"^  ?y 
fi  ridotto  con  le  genti,  che  lo  feguitauano  intorno  a  Taranto,  ma  poi  flato  man-  akri- 
dato  da  Ferdinando  algouerno  di  Tslapoli,  hauutane  notitia ,  entratola  fubito 
fece  prigioni  il  bVefcono,  &  certi  altri  confcij  del  trattato.  In  Tuglia  oliera  \kcyf  F<r 
ridotta  lafomma  della  guerra,procedeuano  le  co  fé  con  uaria  fortuna  per  l  uno,  a,  auanci  1  a 
&  l altro  efiercito,diftribuitofiperlaJpre'%ra  del  tempoper  le  terreste  alcuno  fua  morce & 
in  unafolaper  la  incapacità  d  efie; & attendeuano  con  correrie ,  &  caualcate  gi.ar  1  a  tei 
grofie  apredare  i  Be filami,  ufando  piu  tofto  induflria,  &  celerità ,  che  uirtù  lta<  Beml)0- 
d 'arme .In  Foggia  fi  era  fermato  Ferdinado  con  parte  delle  fue gèti,mefie  l  al- 
tre,parte  in  Troia,&  parte  in  lìoceraioue  intendédo,che  tra  San  Seuero,nel- 
laqual  terra  alloggiaua  con  trecento  huomini  d'arme  Virginio  Or  fino ,  nettato 
ad  unir  fi  con  Mopenfìeri,&  la  terra  di  Torcina,ou  era  Mariano  S  anello  co  cen 
to  huomini  darme,sera  ridotta  quantità  quafi  infinita  di  pecore,  et  d  altre  he  & ,  ìJJ-'msì  * 
flie,fi  mofie  cofeicéto  huomini d  arme,ottocento  caualli  leggieri,&  mille  eia-  uj°>  &  racco 
quecento  fanti;  &  arriuato  ali  alba  del  dì  innari  a  San  Seucro,  fermato  fi  qui-  fat£"0?emci 
ui  con  gli  huomini  d arme  per  refifiere  a  Virginio  fé  fi  mouefie;fece  correrei  to.  t»eiia  & 
canai  leggieri,  che  allargandofiper  tutto'  Ipaefe  predarono  forfè  fé  fi  anta  mila  52S  °ul  >t! 
beflie:&  efiendo  ufeito  finora  di  Torcina  Mariano  Sauello  a  moleflargli;  lo  co  ria  'A1  ^f* 
firinfono  a  ritirar  fi perduti  trèta  huomini  à  arme. Que fio  dano,  &  la  uergogna  vi  Sn  !  eh  e 


nceuuta,fu  cagione  che  Mopefieri,r accolte  tutte  le  fine  gettando  uerfo  Foggia  ^uel  g'^r.io 

per  ricuperare  lapreda,et  l  honor  e  perduto  :doue  fuccedendogli  più  di  quello,  tl  ^o^il  t: 

che  dap.mcipio  haueua  difettato;] contro  tra  'lacera,  &  Troia  e  800'  fanti  chlb:i.S'tri  « 

—  -■■•—---  —  ^^       ,     ,-*  •    .  CV\'J.. iij. 

TeaejWi 


•  Qtlr  -  LIBRO 

B»j^rC)eógii  Tedefrhi,  uenuti  prima  per  mare  a  [oidi  di  Ferdinando:  i  quali  panitifi  da> 

ri  erano  Gre  Troiai  delie  era  il  loro  alleviamento  ;  andauano  più  per  propria  temerità» 

ci,di  cllithe  '                              «                    •    •  °° 


P«cóqPrima  cbe per comvndamento dclFje,  & contrail configlio di  Fabntio  Colonna,  che 
di  Maccd  o.  allogiaua  medefimamente  a  Troia,  per  unir  fi  a  Foggia  con  Ferdinando:  i  quali 
partaci  afog  non  potendo  faluarfi  né  con  la  fuga,  ne  con  l  arme,  né  uolendo  arrenderfr,furo-- 
gja,  códotti  no  combattendo  tutti  ammalati,  non  lafciata  perciò  la  uittoriafenza  fon- 
de vinitia-  &uea  nimici.  Trefentoffipoi  Mompenfieri  con  l  efferato  ordinato  a  combatte 
d  ! r^iSo  F"  re  innanV.  a  Foggia:  ma  non  lafciando  Ferdinando  ufeire  fuori  altri,  che i  a  ca-  a 
chora  ufei  uaM  leggieri;  andarono  ad  alloggiare  al  bofeo  della^  Incoronata  : doue  flati  b 


to,che  nò  fi  tornarono  il  giorno  profilino  à  San  Seuero,  non  bauendo  condotta  tutta  lapre- 

pam  punto  ..  ?»  r  r 

dalie  mura ,  da  rwauuta,  perche  nel  ritornar fene  ne  fu  tolta  loro  una  parte  da  caualli  leg- 

«  &  lnaPìi  gier  idi  Ferdinando.  Cofi  dijperdendofi  te  beflie;  cauo  lunaparie,  &  C  altra 

ft  fo  dàii'ar  delle  entrate  della  Doganapìccwlijfima  utilità,  Andarono  pochi  giorni  poi  i 

Ini  aTogni  Francefi  cacciati dallapenuria  delle  uettouaglie  a  Campobaffo,  che  fi  teneua 

parte,  do-  per  loro:  dalquale  luogo  z  prc fono  per  forza  la  Coglionerà,  ò  nero  Grigonifac 

ino.         ^  tena  uicìnaj  doue  dagli  Suir^eri  contra  la  uolonià  de  Capitani  fu  ufata  crii- 

w  a  chiefa  deità  tale,  che  fé  bene  fi  empie  ilpaefe  difpaucnto;  alienò  da  U  ro  gli  animi  di 

psofta  inme  ?nolti;&  Ferdinando  attendendo  a  difender  e  il  megliopoteua  le  cofe  fue,& 

±\%w  affettando  la  uenuta  del .  Mar  che  fé  dà  Mantoua  ;  nordinaua  in  tanto  le  genti 

e  n  Ginuìo  con  fedicimila  ducatu  che  gli  haueua  mandati  il  Tontefice,&  con  quegli,  che 

t?nadi  co-  haueuapotuti  r  accorre  da  fé  :nelquale  tempo  s  unirono  con  Mornpen fieri  gli 

^iionefe  nò  Sui77eri,  &  vii  altri  fanti,  che  erano  uenuti  per  mare  a  Gaeta:  &  daU altra 

fu  prefa  per  vxr.  ini**  i  _/  i 

forza;  ma  fi  parte  li  Marcbeje  di  Mantoua  entrato  nel  Kegno.&uenutoa  Ccpua,per  la 

*m  d  &  df°  u*a  ^  San  Germano>  bauendo  per  il  camino  prefe ,  parte  per  forTjx  ■>  parte  per 

d*5  t  de.  accordo,  molte  terre,  benché  di  piccola  importanza;  fi  unì,  circa  il  principio  di 

fchi ,  &  da;  GjHano  coi  neda  'Nocera:  doue  Don  Celare  d  .Aragona  conduce  le  Tenti,  che  à 

naca,  amaz.-  erano  flate  intorno  a  Taranto.  Coji  ridotte  in  luoghi  memi  quaji  tutte  Le  jor'ze 

xanijVrhcr"  de  Fr  ance  fi,  &  di  Ferdinando  fuperiori  le  Francefi  di  fanti,  l  Italiane  di  canal 

g  ognate  le  li;  par  eua  molto  dubbio  leuento  delle  co  fé,  non  fi  potendo  difeernere ,  a  quali 
a  Nòa  Noce  ^e^e  due  parti  fife  per  inclinare  la  uiitoria.  il  Re  di  Francia  dall  altra  parte 
ra ,  ma  nelle  trattaua  delle pr ohi fiom difoccorrere ifuoi: perche  come  hebbe  intefa  laperdi 

Fo«f Si!  fcri  ta  delle  Cafiella  di  T^apoli,  &  che  per  non  effereflate  rcflitmte  le  fortezze  a 

uè  Dii  g  o.  Fiorentini,  mancauano  alle fue genti  i  danari,  e  ifoccorji  loro , fileggiato  dalla 

Marchete  di  negligenza,  con  laqualeparcuafuffe  ritornato  in  Francia  ;  cominciò  di  mono 

Matoua  ero  a  uoltare  l '■animo  alle  cofe  d  Italia  :  &  per  efferepiu  Jftedito  da  tatto  quello» 

"Tna  do  !  Ma  c^e  lopoteffe  ritenere,  &  per  poter  e  dimoflrandofì  grato  de  benefici^  riceuuti 

poco  dopo  ne  fuoi pericoli,  il  correre  di  nuouopiu  confidentemente  ali  aiuto  celcfle;  an- 

chefSo'  dòinpojleaTorfi,  &poia  Tarigiper  fatisfare  annoti  fitti  da  fé  il  dì  della  c 

no  preflb  Lu  nomata  di  Fornuouo,  a  San  Martino,  &  a  S.Dionigi  :  donde  ritornato  con  U 

ccraTun  co  °>  wirde- 

l'altro.  ^  nuaC 

e  Piquefliuoti  fatti  dal  Re  Carlo  nella  giornata  al  Taro,c  mencio  ne  difopraa  car.  sy.fac.i. 


TERZO.  81 

medefima  diligentia  a  Lione;  fi  rifcaldaua  ogni  di  più  in  queflo  penfiero,d 
quale  era  perfefteffo  inchnatiffimoy  attributndofi  a  gràaifjìma  gloria  l'hit 
pere  Acquili  ato  un  Bearne  ,tale,&  primo  di  tutti  i  Re  di  Frana  a,. dopò  mot 
ti  fecolhhauere  perjonalmente  rinouata  in  Italia  la  memoria  dell' arw<\  o^tor?!** 
gr  delle  uittorit  F rane efi:& per / uà dendo fìsche  la  difficultàylequalibauta  *Hn&**l 
battute  nel  ritornar  da  l^apolh/ujjero  procedute  più  da'difordinifuoiycbe  ^>ntórfG^* 
dalla  potentia,ò dalla  uirtùde gt 'Italiani ',  il  nome  de  quali  non  era  più  ntU  tai©.<$«  òà 
leeone  Mia  guerra',  appreffo  a  Francefi,  in  alcuna  iftimatbne  ,  &£ac-  ^f^* 
ttendeuano  ancora  gli  (limoli  de  gli a  Oratori  de'  Fiorentini,  del  Cardina  -  no  qU  r.-ì* 
lediSanTiero  in  Vincola  ,&  di  Gianiacèpo  da  Trinar  nomato  per  ta^o'* 
quefla  cagione  alla  corte;in  compagnia  de  quali  face  nano  la  mede  (ima  in-  ueo|r-  -^* 
fìantia  yitello7gp,&  Carlo  Orfinoy&  dipoi  il  Conte  di  Mortorio, man  da 


ce     cagioni 


* 


t  o  per  k  mede  fimo  effetto  da' Baroni  che  feguitauano  lapa  rte  Francete  nel  p«V  co^'  °.fe 
i{egno  di  l^apoli;&  ultimamente  uì  andò  da  Gaeta  per  mare  il  Stnifcal-  r«àe*cke  o** 
co  di  Belcariyilquale  dimoftraua  jperanT^t  grande  di  uittoria ,  in  cafi,cbe  té  s,{  ,es^* 
jenxapiu  dilationefi  mandaffe foccorfo conueniete ;  &per  contrario  -  che  n»ancbodev 
le  cofe  di  quel  Bearne*  effendo  abbandonate  non  poteuanofoflenerfi  lunga-   Q"c'lUnt[ e 
mente  :  &  oltra  quefti  -,  una  parte  de' Signori  grandi  di  ¥r ancia, fiati  pri-   ciothè  à*aS 
ma  alieni  doli  Imprefe  d'Italia;  confort aitano  il  mede  fimo  per  la  igmmi-  p^^j^J 
nia,cbedel  lafciar  perdere l'acquiilo fitto >rìfultaua  alla  Corona  di  Fran-  farinate , 
cia,&  molto  più  per  il  danno,cbe  tanta  nobiltà  Fr  ance  fé  fi  perdeffe  nel  Ja,  pf^0n 
Reame  di  l^apoli  :  né fi  raffrenattanoquefti  concetti  per  i  mouìmcmi  ,  i  TraianoPap 
quali  fi  dimoftrauano  per  ti  Ke  di  Spagna  dalia  parte  di  Vcrpignano:  per  j*£w**^,*j 
7  che  effendo  apparati  b  maggior  in  nome,che  infatti,  &  lefor%e  di  quel  ?^e  pone  cjfto  «f 
più  potenti  alla  difefa  de'B^gni  proprij ,  che  all' offe  fa  de F^gni  d'altri ,  J^SSÈ 
fi  giudtcaua  (officiente  rimedio  l'bauer  mandate  a  'iSerbona,  &  nell'altre  p°  la  morte 
Terrebbe  fono  alle  frontiere  di  Spagna,  molte  genti  d'arme,yionfen%a  co-  u^dodiNa 
pagnia  contteniente  di  Siimgerù  Vero  conuocati  dal  l\e  nel  configlio  tutti  Poli- 
i  Signorie  tutte  le  perfone  notabili, che  fi  trouauano  nella  Corte  ;fu  deli-  Kri-    ;,r  • 
berato,che  con  piti  cderita,cbefipotefie,  tornaffein^AJti  ilTriul%io,con  uio,che»i!ic 
titolo  di  Luogotenente  B^gio,&  con  lui  ottocento  lan%e,  due  mila  $*i%gp  Sto  Tena 
n,&  altre  tanti  Guafcomicbepoco  dopò  lui  paffaffe  i  monti  con  altre gen  «  dì  dena- 
ri >U  Duca  d'Orliens:&  finalmente  con  tutte  l'altre  prouifioni,  la  per  fina  pedinano 
del  I{e;  ilqual  paffando  potentemente;  non  fi  dubitaua,cbe  aderir ebbono  al  p»««  toSofcr 
U  uolòtàfua  gli  flati  del  Duca  di  Sauoìa,&de  Marche  fi  di  Móferrato,&  ^ÌZ  fff« 
di  Saluigo, opportuni  molto  a  fare  la  guerra  contra  il  Ducato  di  Milano:  c'co> «"*»*■ 
&fi  credeua,cbe  dal  Catone  di  Berna  infuoriyiiquale  haueua  promefio  al  ££  J*n\mi 
Duca  di  Milano  di  non  l'offendere-,  tutti  i  Catoni  degli  Sui^eri  andrebbo  °  > ch2  ùr 
no  agliftipedij  fuo  co  gradi  fi  ima  prote-^adequali  deliberationt  procede-  notUndV,  " 
tono  co  maggior  cofentmeto  per  L'ardore  del  T{e,ilquale,innà\i  ch'entra/  lhe  *»  $ip« 
Je  nel  con  figlio,  haueua  pregato  erettamente  il  Duca  di  Borboniche  con  m  gw  nume 
efficaci  parole  dimcftrajje  effer  neceffario  ilfarepotentifiimamete  la  guer  v?  di  dcna" 

L         ra, 


a 


LIBRO 

ra,&  poi  nel  co  figlio  ribattuto  con  la  medefima  caldeX^a  V  ammiraglio; 

ihjiìdlt  feguitato  da  pochi  Jiaugua  non  tanto  contradicendo  direttamente, 

quanto  proponendo  molte  diffatitàycercato  d'intiepidire  per  indiretto  gli 

animi  degli  altri:&  affermaua  il  Re  palesemente yche  in  pote/ldfua  no  era 

di  fare  altra  deliberatane  ypercbe  la  uolontàdiDio  lo  coflrigneua  a  ritor 

narein  Italia  perfonalmente.Fu  deliberato  nel  mede  fimo  configlioyche  tré 

ita^na'uT"    ta  nauiytra  le  quali  una  caracca  groffiffima  detta  la  a  tNormanda,&  un  al 

*h°e™afd*-   tracaracca&roJT<*  della  religione  di  [{odi  paflajfero  dalla  co(ìa  del  mare 

do  il  BébC<£  Oceano  ne  Torti  di  Tr ottenga, doue  fi  armaffero  trctaytra  galee  fottiliy& 

di  uoaboc  galeoni  yper  metter  e  con  sì  vr  offa  armata  nel  Reame  di  Napoli,  foccorfo 

ti  di  porta-         ~jrr        j-  j-  #•      .•  ......         \  r        J      ,.    ' 

ta,  uennero,  graaiJJimo  di  gente,di  uettouaglie,di  momtioni>&  di  danari:  &  nondime- 
3Tfo  0dirò  no^K  non  gettando  che  queflafoffe  in  ordine;fi  manda fle  fubito  qualche 
car.5>o.  he.  natile  carico  di  gente,&  di  uettouaglieioltra  tutte  le  quali  co  fé  fu  ordina 
L'o  v? 'ir*  t0)C^€  a  Milano  andaffe  Rigault  Macjlro  di  C afa  del  f{eypercbe  il  Ducale 
#  cario  or  c^e  nQ  haueffe  dato  le  due  caraccbe,nè  permeffo  l'armar  fi  per  il  Re  a  Geno 
Imo.  ua^&  reflìtuito  folamete  i  legni  prefi  a  Rapalleyma  non  le  dodici  galee  rite 

mute  nel  porto  di  Genoua\  fi  era  sformato  di  feujarfi  con  la  inubbidien%a 
deGenoueftye  tenuto  continuamete  co  uarie  pratiche  buomini  fuoi  appref 
fo  alReyalquale  haueua  dinuouo  mandato  ^Antonmaria  Valauifinoyaffer 
mando  ch'era  dijpoflo  ad  ofìeruare  H accordo  fatto ydim adando  gli  f uff  e  prò 
rogato  il  tempo  di  pagare  al  Duca  d'Orliens  i  cinquanta  mila  ducati  pro- 
truffi  in  quella  co  cor  di  a:  dalle  quali  artiy  benché  riportaffe  piccolo  frutto* 
effondo  uotìffima  al  Re  la  mente  fuassì  per  l'altre  attiomy  sì  perche,  per  le 
lettere,^  injlr  utt  ioni  fueych' erano  fiat  e  interdettela  uenuto  a  luce  efje-  ' 
re  da  lui  [limolati  cotinuamete  il  Re  de'Romaniye  i  Re  di  Spagna  a  muoue 
re  la  guerra  in  Francia;nodimenoJperandofiycbe  forfè  il  timore  lo  indur- 
rebbe a  quelloyda  che  era  aliena  la  uolontà\fu  commefio  a  Rigaultyche  non 
difputado  della  inofferuan'za  pa(iata;li  fignificaffe  in  poteftà  fua  ejjere  di 
cancellare  la  memoria  dell'  off  e  fé  cominciando  ad  ofìeruare prendendo  lega 
lee ^concedendo  le  caracche y&  permettendo  l'armare  a  Genoua:  &gli  jog- 
giugnefie  la  delìberatione  della  paffata  del  Reylaqual  farebbe  con  grauiffi- 
mo  fuo  dannoyfe  mentre  gli  era  offerta  la  f acuita  ;non  ritornafje  a  ^uell'a- 
micitia,la  quale  il  He  fi  per  fu  ade  uà  ych' egli  più  toftoper  fofpetti  uani,  che 
per  altra  cagione  bauefie  imprudentemente  di/predata .  Già  la  fama  de 
gli  apparati,che  fi  faceuanoytrapajfata  in  Italia  hauena  dato  molta  altera 
tione  a' collegati:^  fopra  tutti  Lodouico  Sfor%ay  efiendo  il  primo  tJpoHo 
all'impeto  de*  nimici;fi  ritrouaua  in  grandi ffima  anfietà ,  intefo  majfima- 
menteyche  dopo  la  partita  di  Rigault  dalla  Cortesi  Re  con  parolcy&  dimo 
firationi  molto  affre  haueua  licentiati  tutti  gli  agenti  fuoi:d  pere  he  riuol- 
tandofi  nella  mente  la  grandetta  del  pericolo,^  che  tutti  i  trattagli  del- 
la guerrafi  riduceuano  nel  fuo  ììato;  fi  farebbe  facilmente  accommodato 
alle  richiede  del  $£,fe  non  L'bauejfe  ritenuto  il  foretto  per  la  confcieKtia 

delle 


T  E    R    2    0  81 

delle  offefefattegtì;per  le  quali  era  generata  da  ogni  parte  tale  diffide  ti  a, 
che  e'fuffc  più  difficile  trouare  me%p  dificurtà  per  ciafcunoy  che  convenire 
ne  gli  articoli  delle  dtfferentiet perche  togliendofi  alla  ficurcQa  déltunp 
quclyche  (ì  conferitile  per  afficurare  l'altro;niuno  uoleua  rimettere  nella 
fede  d'altri  queUche  l'altro  ricufaua  di  rimettere  nella  fu  a:  co  fi  flringcdo 
la  neceffità  Lodouico  a  prender  quel  configlio,  che  gli  era  più  moleflo ,  per 
cercare  almeno  di  allungare  i pericoli;continuò  con  J\igault  l'arti  medefì- 
me,ihe  haueua  ufate  in/ino  allhora,affermando  molto  efficacemente ,  che 
farebbe  ubbidire  i  Genouefi,ogni  uolta,che'l I\e  deffe  nella  città  d'^Auigno 
ne  ficurtàfofficiete  per  la  refìttutione  delle  naui;&  che  ciafcuna  delle  par 
ti  promette/i e,dado  ofiaggi  per  l'offeruanxa,che  cofe  nuouein  pregiudizio 
dell  altra  non  tent  afferò:  laqual  pratica  continuata  molti  giomi;hebbe  fi- 
nalmente per  uariecauillationi,&  difficultàyche  s'interponeuano,l' effetto 
medtfimo,che  haueuano  hauuto  l'altre:ma  Lodouico  non  confumando  que 
*fto  tempo  inutilmente;  *  mandò  mentre  pendeuano  quefli  ragionarne  ti,huo  a 
mini  al  I\e  de'l\omani  per  indurlo  a  paffare  in  Italia  con  l'aiuto  fuo,  &  de*  cófouiroi", 
Vinitiani\&  a  Vinetia  mando  jimbafeiatori  a.  ricercargli)  che  per  proue  *l™  [L^1* 
dere  al  pericolo  comnne;concorrefìero  a  queftafpefa,&che  mandaffero  uer  ciati  a  chi* 
jo  jlleffandria  i  fu(fidij,cbe  fu  fiero  necejfarij  per  opporfi  aFrancefi;  ilche  ™or 'coilT 
da  loro  fu  offerto  di  fare  prontiffimamente:ma  non  moftrarono  già  la  me-  qni  lotto 
dtfima  facilità  nella  pafìata  del  I{e  de'^omani,poco  amico  alla  loro  J\epu-   •^f^^1!  * 
blica,rijpetto  a  quello  pof/edeuano  in  T erra  ftrma,appar tenente  air Impe  ma  anchù. 
rio,  &  alla  cafa  d' jluflria'.nè  fi  contentauanu,  che  a  ffefe  communi  fi  con  [girandoci 
ducere  in  Italia  uri  e  fi  er  cito, che  in  tutto  dependeffe  da  Lodouico. nondime  tra"  i  Frane» 
no  continuando  Lodouico  di  farne  inftantìa  ,  perche  oltra  l'altre  ragioni,  ^nì!n  Ben" 
che  lo  moueuano\lefor%e  fole  de  Vinitiani  nello  flato  di  Milano  gli  erano  bou  aggiu. 
fofpette,  dubitando  quel  Senato,  che  egli,  ilq uà  l'era  noto  effere  grandemen  f^onfenlb 
te  impaurito;non  fi  precipitale  a  riconciliar  fi  col  ^e  di  Francia;  preflòfi-  dei  Re  di 
realmente  il  fuo  confentimento,&  mandò  per  la  cagione  medefima  a  Ce  fa-  l^lliè  p 
re  jimbafeiatori .  Temeuano  ancora  t  Vinìtiani,e'l  Duca,  che  i  Fiorenti  ciò  vinicia 
ni,come  il  F{e  haueffe  paffato  i  monti,  nonfacefìero  nella  riuiera  di  Geno-  ul'Co  manda 
uà  qualche  mouimento  :  però  ricercarono  Giouanni  Bentiuogli ,  che  con  rono  dena- 
tr  ecento  huomini  d'arme, co 'quali  era  condotto  da' confederati  ;  affaltaffe  &  ^a^i 
da' confini  di  Bologna  i  Fiorentini, promettendogli, eh  e  nel  tempo  mede  fimo  cho  ì[  paP* 
farebbono  moleflati  da' Sane fi,&  dalle  genti, ch'erano  in  Tifa,  &  offeren-  \Z  quattro 
dogli  d'obltgarft  in  cafo,  che  occupaffe  la  Città  di  Tiftoia,a  conferuar itelo:  nì'la  *** 
di  che,  benché  il  Bentiuoglio  deffe  loro  fperan^a,  nondimeno  haitendonel'a 
nìmo  molto  lontano,  e  temendo  non  poco  della  aenuta  de' Ff  aria  fi  mandò 
occultamente  al  I{e  afeufarfi  delle  cofe  paffate  per  la  necefjità  delfito,nel 
h  quale  èpoflab  Bologna;  &  ad  offerire  di  uoler  depender  da  lui,&  d'a-  mefo°aC 
flenerfi  per  rifletto  fuo  da  moleftare  i Fiorentini.  Ma  non  bafiaua  la  uo-  n»icl  c°Ilc 
lontà  del  B£,  benché  ardentijjima  a  mettere  ad  effecutione  le  cofe  delibe- 

L     z         rate. 


gati  ,  &  a' 
Fiorentini. 


ti    8    R    O 

U  hImS  rate' Con  mtù  che  libònor  proprio*  i  perìcoli  del  Hegno  di  1+apoli  rì- 
i*  ha  détto,'  ctrcaffero  prefii fisima  ifpeditione  :  perche  il  Cardinale  di  San  Malo  y  in  cui 
m jSfinit  ww"°  erayoltra  il *  maneggio  dedanarija  fomma  di  tutto  Igouer  no ,  te»-  & 

to  ancora  rfo  apertamente  non  contradiceffe;differma  tanto  *  con  allungare  i  paga- 
sela e?i  unenti  neceffarvituttelef^editioniicbe  proni fione  alcuna  ad  effetto  no  fi  co 
fopra  le  fina  duceua>moj)\ò  per  parergli  miglior  me%o  a  perpetuare  kfua  gràder%za> 
grandifnma  non  facendo  jpefa  alcunayche  non  appari tneffe all'utilità  prefente;ò  apia- 
ìntroduLtio;  ceri  del  I\e ,  non  hauere  cagione  di  proporre  ogni  giorno  difficultd  di  cofe* 
tè °ie£Jdt  ^  neceffitd  di  danariiò  per  che  >  come  molti  dubitauanoycor  rotto  da  pre- 
imporcanci    mij,&  dajperawzxjiauejje  fegreta  intelligenti  a  >ò  col  Tontefice3ò  col  x>«- 
di  lancia!    ca  (H  Milanoznè  a  quello  rimediauano  i  conforti  y  &  comandamenti  del  B^9 
pieni  qualche  uolta  di  [degno ,  &  di  parole  ingiurio  fé  :  perche  conoficendo 
b  yedsn  che  qualfoffe  la  fua  naturagli  fati  s face  uà  con  promeffe  contrarie  a  di  effetti; 
moire  «torte  &  cofi  cominciata  a  mar  dar [t  per  opera  j  uà  l  ej]:cutione  delle  cojedije- 
ij  uagiiono  gnate  ;  fi  turbarono  qua  fi  in  tutta  per  un*  accidente  inafpettato  ,  che 
tà  delia  Reii  fopranenne  :  imperoche  alla  fine  del  Mefe  di  Maggio  il  I{e ,  quando 
gioneperve  ciafcuno  ajpettauay  che  non  molta  poi  fi  mouefie  per  pafiare  in  Ita- 
pne  paflio". Ha  i  deliberò  di  andare  a  Tarigi ,  allegando  che  fi  eondo  il  coflume 
umiche  <ko  de  gli  antichi  B£\  uoleua  innanzi  fi  partiffe  di  Francia  ,  pigliare  li' 
te  èuero^n  centiacon  le  cerimonie  confueteb  da  S '.  Dionigi  ;&  nelpafiare  da  Torfi,  ^ 
Rhe  c1rJ<\'    da  San  Martino;^  che  bauendo  dijpoflo  di  pa/iare  in  Italia  abbondantiffi. 
a.  uificar  la  mo,di  danariyper  non  fi  ridurre  nelle  ntcejfità ,  nelle  quali  era  fiato  Vanno 
uad'and"6"  dinan%i;bifognauaycbe  inducejfe  l 'altre  Città  di  Francia  ad  accomodarlo 
pigliar  j,cé    di  danariycon  fejfempio  della  Cittì  di  Tarigi;  dallaquale  non  ottertbbe  ef- 
pìf&dl?  fere  accomodatole  non  uiandajfe  per  finalmente  ;&  che  approffimadofi  in. 
Martino;  co  là;  farebbe  più  Sollecite  caualcarc le  genti  d*arme3cbefi  moueuano  di  Isipr 
ft$*l?A  nu°  mandia>et  di  Viccardia.affermadoyche  inninzi  alla  partita  fita/p,  direbbe 
multi  cU-iia   il  Duca  d'Orliens  ;  e*r  chi-  in  termine  d'un  mefe  farebbe  ritornato  a  Lione. 
traliprcTn  ^a  fi  credette,che  la  più  nera^  principale  cagione  foJfeU'ej] Wegli  ima 
te  Re  Carlo  morato  incamera  della  i{eina;laq  itale  poco  aitanti  era  andata  a  Torfi  con 
Pq'iwpi  »t  l<*  fa*  Coitane  potettono  inconfigli  defuoi,nèglt  tiretti  prie gbi,&  quafi 
muiando  rei  lagrime  de  gì 'italiani ,rimuo >ner 'lo  da  quella  deliberatone;  ì  quali  gli  dima- 
celo  d?*o!  Apuano  quanto  fu[j e  danno  fo  il  perdere  il  tempo  opportuno  alla  guèrra, 
)er.  difender  magnamente in  tante  neceffità  de  f noi  nel  fygno  Napolitano ;&  quanto 
le  confdeli!  fujfe  pemiciofa  la  f amache  uolerebbe  per  ltalia,cbe  éfifuffe  allontanato % 
tie;  afpiraua  quando  doueua  approffimar(i\uariarfi  per  ogni  piccolo  accidente,per  ogni 
rona  diF^ari  leggier  rumore  la  riputatione  deWimprefe;  &  tffere  molto  difficile  il  rieu 
eludendo  perarla,  quando  è  cominciata  a  declinare ^quando  benfifaceficro  poiejfct 

frinirne    il    '  .         ,         '  ....  /•       i        ij  •  r  tv    : 

Re,  rh'era  timolto   maggiori  di  quegli !,  che  gli  huomtni  prima  fi  erano  promejjiii 
gnaulio  ,&  quali  ricordi  difbreTgando  egli  %&  ejjendo  \opra\lato  un  mefe  di  più  A 

cWc  foreflie  Lmìt 

ra.Cofi  Qto.Galeazzo  Vi  (conti,  cke  fu  primo  Duca  di  Milano>simulandorelligionc,&  d'andar  per  noto  alla 
a^idonna  del  Monte  fopra  Yarcsio;r"ece  prigione  Biraabi  (uo  aio,chc  gli  teneua  occupato  lo  ilat». 


T   E    R    1    <5.  ;  S< 

Lione ;fl moffe  a  quel  camino  non  battendo  fbedito  altrimenti  il Duca  d'Or-  a  ron  ^ 

4  liens,mafolo  mandato  in  ^tfli  con  a  pocamente  il  Trinilo  :  non  tanto  per  panje  -ii  c.i- 

le  preparatimi  della  guerra,  quanto  per  ftabi  lire  nella  f ita  diuoùone  Fi-  $$$%** 
lippe Succeduto  nuouamente  per  la  morte  del  piccolo  Duca  fuo  nipote,  nel 
la  Ducea  di  Sauoìa:nèfifece  innanzi  alla  partita  fu  a  per  le  coje  del  Regno 
ultra  proufione,cbe  dimandare  con  uettouaglie  fei  nani  a  Gacta,o'adofpe 
ranxa>cbe  prefto  le  Seguiterebbe  l armata graffa  ;  '&  di  prouedere  per  me- 
Xp  di  mercanti,  a  Firenze  (benché  tardi)  quaranta  mila  ducati  per  fargli 

pagare  a  Mompenfieri:percbe  gli  Sut^jert^  i  Tedefcbi  baneuano protesa  {  Q/ .  .    . 

to,cbe  non  e/fendo  pagati  innanzi  alla  fine  di  Giugno;pafferebbono  nel  cam  sforn,  per 

pò  dtnimici.  Rimafero  a  Lione  il  Duca  d'OrliensJl  Cardinale  di  San  Ma-  plutuo 

i                                  *%      .                                    .  le^Cc      nel 

lo  ,  e  tutto' l  configlio ,  con  corame f sione  di  accelerare  le  prouifroni  :  alle  óiWó ,  eJ 

quali  fé  l  Cardinale  era  proceduto  lentamente  in  prefenya  del  E^;pro-  f*  ^2** 

cedeua  molto  più  lentamente  effendo  aftente  :  ma  non  poteuano  le  co-  to  per  Toc. 

fé  del  Bearne  di  'Napoli  affrettare  la  tardità  di  quefìi  rimedij ,  efien-  y^^r 

do  ridotta  la  guerra  in  termine  per  gli  efferati  congregati  da  ogni  banda,  dine  dei  Re? 
e<r  per  molte  difficultàjcbe  da  tutte  due  le  parti  fi  feopriuano, eh 'era  necef  jj^  f"  "* 

far  io, eh  e  fenica  più  dilatione  fi  terminale  la  guerra.  Haueua  Ferdinando  toiì'e  difda, 

poi  c'bebbe  unite  feco  le  genti  Vinitiane ,  prefa  la  terra  di  Catte!  Franco:  n7f  Ralla  à 

b  doue  s' unirono  feco  co  dugeto  buomini  d'arme  b  Giouanni  Sforma  Signor  di  indietro    a 

Tefaro,&  Giouanni  da  Gonzaga  fratello  del  Mar  che  fé  di  Mantoua,  con^  olouim  gs 

dottieri  deconfederati:in  modo,cbe  in  tutto  erano  nel  fuo  campo  mille  du  *ȣ<  fotor? 

gento  buomini  d'arme,mille  cinqnec  to  canai  leggieri,&quattro  mila  fan  J^  Po?td* 

ti:e  i  Fr  ance  fi  nel  tempo  mede  fimo  fi  erano  accampati  a  C  ir  celle ,  propin-  mc™  »'«  fò* 

quo  a  dieci  miglia  a  Beneuento  :  appreffo  a* quali  accofìatofi  Ferdinando  a  un[  °  beandJ 

quattro  migliati  pofea  campo  a  Francete  diMontcforte;  ilqual  luovo  per  <*»  canali» , 

7  7               1                      j  \       ->       '  ,              1         •            n    i          -,            '     r  -^              r  PaSa"     de» 

e  he  era  ben  proueduto  no  premono  ai  primo  affatto  ;  Leuaronji  i  Franceji  fu(f,  Coprii 

da  Circelle  per  foccorrerlo,ma  no  arriuarono  a  tepo,  efìendofi  per  timore  denari. 

e  del  fecodo  afjalto  arreduti,lafciata  laTerra  a  difcretione,ic fanti  Tedefcbi  c  Non  f^u 

che  la guardauano;laquale  occafìone  cono feiuta  da' Francefi;  farebbe fla-  ti  redefehi 

ta  cagione  della  loro  felicitai  fé  ò  per  imprudenza ,  ò  per  mala  fortuna  no  "onrfcriue 

l'bauefiero  lafciata  per  dere:percbe(  coli  confi  [fa  qua  fi  ciafeuno  )barebbo-  iJ  G'oui<>, 

/      •             /»     JL-.         «L     n    n        \        ■      ■           i                           T                 •  ch'erano  in 

no  quel  giorno  facumete  rotto  l  esercito  nimico,  che  occupato  la  maggior  Fian<rett0:  i 

parte  nel  facco  di  Frangete;non  attendata  a  comandamenti, di' Capitani  :i  quah  &«rtì 

quali  uedendoycbe già  tra  ì  Francefila  l 'alloggiamento  loro  non  era  in  me  S  \^S  di 

70  altro,  che  una  ualle\fi  s formattano  co  grand iffima  diligentia  di  rimetter  n°n   moki 

gliinfieme.  Conobbe  Mompen fieri  sì  grande  occafìone,  conobbela  Virginio  pileria  a  c5 
OrfinOjde  quali  l'uno  comandaua,l'  altro, dimoflr  andò  la  tintoria  certa,pie  f°j't.i.dl  Cer 
no  di  lagrime  pregaua ,  che  non  tardajjero  a  paffare,  la  ualle ,  mentre  che  T.,[txo  pcr 
nell'alloggiamento  Italiano  era  piena  ogni  coja  di  cofufioncì&  di  tumulto  Paura  ,jniie« 
mentre  che  i  foldati, attendendo  parte  a  rubare,  parte  a  portar  uia  le  cofe  rteiio. 
rubate  ;  non  udiuano  l'imperio  de*  Capitani .  M#  Versi  uno  de  principali 

L     3         do* 


LIBRO. 

dopò  Mompcn fieri  dell' effcrcitOymofio  ò  da  leggkre7<%d giouenile,ò come 
fin  fi  credttteyda  inuidia  della  fiia  glori 'a,  allegando  il  di  fauant  aggio  del 
?»  èìfeSri"?*  fafi-ire  la  a  ualkyfalendo  fatto  i  piedi  qua  fi  denimiciye'l  [ito  forte  del  loro  a 
dai  gjouìg  ;  alloggiamento  y  &  confortando  fco per t amente  i  faldati  a  non  combattere; 
'hS'oJlpS  imfedì  cofi  falliti  fero  con  figlio  y&  fi  crede  y  che  wfligati  da  luìgli  Sui^ 
verdi  Perii,  -^eriy^r  i  Tedefcbi 3  domandando  danari ,  tumultuarono  .  fero  Mompen- 
Cndion,pao-  Steri  coflrttto  a  ritirar  fi  ^ritornò  a  Cir  celle  :  oue  dandofi  il  giorno  feguen- 
io  onìno,  e  te  la  battaglia  , b  Camillo  ditelli ,  mentre  che  allato  alle  mura  fa  egre-  b 
ttnsido"0  *  giumente  l'ufficio  di  Capitanoy&  di  foldato:  fercolo  nella  tefla  da  un  f affo 
che  nò  fon»  terminò  la  uitafua  :per  loqualcafoi  Francefi  non  i/pugnato  Circelle;  ne 
Uk>n  andari  Iettarono  il lcampOy& -fé  n'andarono  uerfo  jlrriano  ,  difpofli  nondimeno  a 
ad  all'aitare  tentare  /e  nhaueffero  hauut 'a  occafione \la  fortuna  della  giornata: alqual 
t  ninna.  configHo  era  in  tutto  contrario  il  ccnfiglio  dell effer cito  dragone  fé,  fiato 
mafjìmamentefermiyfpecialmente  i  Vroueditori  l^initiani  in  quefla  fenten 
b  ri  Giorno  Trg^tYche  fa  pendo  che  inimici  cominciauano  a  patire  di  uettouaglie ,  & 
U\  naie  io.  che  t  ranofn^a  danariy&  uedendofi procedere  in  lungo  ifoccorfi  di  Fratta 
di  di  cami i  cja;(herji4in0ìihe  viornalmentebaueBero  acrefeerei  finifìri,  &  l'incom- 

Jo  Vitelli.  r    »  ,  i      •        i  -il  i  rr  t   r  j 

modita  loroy&  che  in  altre  farti  del  I\egno  hauejjero  mede/imamente  aa 
battere  maggiori  moleftie:pche  nell '  Abrux^iy  doue  nuouamente  .Anniba- 
leyfi 'gli nolo  naturale  del  Signor 'e  di  Camerino ,  andato  uolontariamente  \ 
a  feruire  Ferdinando  con  quattrocento  caualli  a  fpefe  frof>rie\haueua  rot 
to  il  Marche  fé  di  Bitontoifi  afpettaua  con  trecento  huomini  d'arme  il  Du~ 
ca  d'Vrbno  condotto  di  nuouo  da  Collegati  :  la  fortuna  de'quali>&  le  co- 
drioni maggiori  egli  Seguitando  haueua  abbandonato  la  condotta  de'Fio- 
e  Haueuano  rcntinì ,  allaquale  era  obligato  ancora  fer  fiu  d'un  anno  feufandofe  che 
i  canai  ìeg.  rr      feu^atario  della  chiefainon  poteua  non  ubbidire dcomandamen, 

èteri  intor.    r        *>        J   "•  .,         ,  ,       ,  *•  r 

no  a  Fraget  ti  del  pontefice  :  cont  ra  ilquale  andando  Grattano  di  Guerra  fer  offorje- 
6d&Cre\  gH>afizltat°  nclfiano  di  Sermona  dal  Conte  di  Celano  y&  dal  Conte  di  To 
acuccàto  u  foli  con  trecento  caualliy&  non  tre  mila  fanti  faefani  ;  gli  meffe  in  fuga. 
batagha  nel  ^  ^  perdita  delloccafione  del  uincere  intorno  a  Francete ,  era  co-. 

la  uà  IU»  oue      *  r       -.  .-  *  r  »  »  ,,  r  j 

era  corfo  mmciata  a  declinare  mantfenamente  la  fortuna  de  Francefhconcorrendo 

f no§-"fi^b  m  m  temfo  mede  fimo  quafi  infinite  difficultd ,  mafia  eflrema  di  danariyca 

bep'iiVaca  bé  rtflia  di  netto  uaglkyodio  defofoli ,  difeordia  decapitanti  difubbidientia, 

Tic*  Fra-"  de'foldati,&  la  partita  di  molti  dal  campo  parte  per  neceffitdy  parte  per 

«si,  te  gh  uolontà  :  perche  ne  dal  Bearne  haueuano  battuto  facilità  di  cattare  ,  fé  non 

f^'animo  f°chi  danari ,  ne  di  Francia  erano  fiati  di  quantità  alcuni  prouedntisffen 

non  hauefl'e-  do  fiata  troffo  tarda  la  frouifione  de' quaranta  mila  ducati  mandati  a  Fi 

dt  ribatte!  nnV ;  *  maniera  non  poteuanoper  queflo ,  &  perla  uicinita  di  molte 

incomincia  terre  fomentate  dalla  propinquità  de'ntmici ,  fare  i  prouedimentt  neceffa- 

daMe  paghe  rif  fer  btuer e  le  uettouaglie  ;  &  l 'efferato  era  fieno  di  difordtni  ytfiendo 

e  il  dopati  -  indeboliti  gli  animi  de'foldati  ;  &gli  Suturi ,  #■  i  Tedefcbi  dimandali- 

uo.  Giomo.  ^  j.  ^ .  ^  tHmHltHOfamente  di  effereptgati,  &  nocendo  molto  a  tutte  de- 

libe* 


T(TETrRfl  Z!  CT  «4 

liberàtionì  la  còntraditione  continua  di  Tersi  a  Mompenfìeri  ;  coflrinfc  U  *0s^ca£jr* 

a  neccjfìtàilTrincipe  di  Bijignano  *  a  partirfi  conte  fue  genti  per  andare  u  medefima 

alla  guardia  del  proprio  ftato,per  timore  delle  genti  di  Confaluoy&  molti  "fòeipe  di 

de'foldati  del  paefe  alla  giornata  fi  sfilauano  :  perche  oitra  il  non  ha  acre  salente  il 

riceu  uti  mai  danari:erano  mal  trattati  da'Francefi ,  &  da  gli  Sumeri  ^iSJ^J 

nella  diuifione  delle  prede  >  e^  »e//tf  diflributione  delle  uettouaglie  :  per  le  cito  Frani* 

^«0/1  difficultà,  &fopra  tutto  per  la  ìlrttte-^a  del  liniere;  era  V  efferato  ^i*  f^o  aa 

Fr  ance  fé  neceffitato  ritirar  fi  a  poco  a  poco  d'un  luogo  in  un'altronlche  di  ti,  o  difpera 

minuiua  grandemete  la  riputatone fua apprejfò a  popolii&benche i nimi  plie^0  '^ 

ci andafiero  continuametefeguitando;non  perciò  fperauano  d'hauer facul  nie  efsi  dice 

tà  di  combatter  eccome  [opra  tutto  Mompefieri >  &  Virginio  defideraua-  "damarlo! 

no:percheper  no  efiere  sformati  a  combattere-,  alloggiauano  fempre  in  Ino-  benino   di 

gin  forti ',&  oue  no  potè  fi  ero  efferc  impedite  le  fue  comodità: co  quali  andò.  jpiieder  mio 

do  ad  unir fiFilippoJ^o fio  codottiere  dèVinitianiyCO  la  fua  copagnia  di  ceto  "l.  •ifewit*. 

b uomini  d'armc;era  flato  rotto  dalle  geti  del  Trefetto  di  I{oma.  Finalmcn      Attrib(JI- , 

te  ejfendo  i  Franceji  alloggiati  f otto  Motecalucli,  &  Cafalarbore ,  preffo  kt  ìjgìouìo 

ad  jLrriano,Ferdinado  accoftatofi  loro  per  tanto  ffiatio,  quanto  è  il  tiro  J*. Sj|^ 

a"  una  baleflra,ma  alloggiando  fempre  in  fito  forte  ;gli  riduffe  in  neccjfità  i  eflercico 

grande  di  uettouagliejgr  gli  priuò  medefimamente  dell'ufo  dell'acquario  {^ino^cofò 

de  deliberati  d'andarfene  in  Tuglia,douefperauano  hauere  comodità  di  net  na,accioche 

touaglieye  temedo,nella  propinquità  de  nimici ideile  difficultà3che  facilme  J*[? ChVchi 

te foprauengono  agli  e  fi er  citi, eh  e  fi  ritiranofleuatifi  tacitamente  alprinci  lontanai 

l  pio  dellla  nott  esaminarono  innanzi  fi  fermaffero  uentìcinque  miglia  b  Se  J^f^^y 

guitogli  la  mattina  Ferdinando ,  ma  distrando  fi  di  potere  aggiugnerli;  cacciato  & 

s'accampò  a  Giefualdo  ylaqual terra  hauendo  in  altro  tempo  foflenuto  ™A  pl^fo": 

quattordici  mefi  l'affedio;fu  da  lui  e/pugnata  in  unfol  giornoccofa  che  in-  *a  :  iiche 

gannò  molto  i  Francefi  :  per  che  hauendo  deliberato  di  fermar  fi  in  Veno-   ^e&  ah\*ar 

fa,t  erra  forte  di /ito ,  &  molto  abbondante  di  uettouaglie  ;  la  credenza  ,  chefedi  mi. 

Chebbono  ,  che  Ferdinando  non  cofi  pretto  pigliaffe  Giefualdo  ;fu  cagio-   u°lqaul  £{£ 

ne  ,  che  perdeffero  tempo  in  c  vitella  ylaqual  terra  haueuano  prefa ,  &  la  ]*«  \'  Re  &■ 

faccheggiauano:onde  innanzi  parti/fero,  fopv  agiunti  da  Ferdinando  ,che  ifri.^ìilgne 

prefo  Giefualdo ;accelerò  il  camino,benche  ributt afferò  una  parte  de' fuor,  re.  èconcra- 

trafeorfa  innanzi  al  campo  non  potendo  ridar  fi  a  f'enofa  ,  uicina  adotto  ni0;itq»aié 

miglia  ;  fi  fermarono  in  Sitella  con  intentione  d'affrettare,  fé  da  parte  alcu  £cr_iue'  ch= 

na  uemjjefoccorfoy&fperando  per  la  uicinità  diPrenofay&  di  molte  altre  smallili  die 

terre  circoflantiyche  (ì  teneuano  per  loroypoterne  riceuere  comodità  di  uet  de . a  Perfe* 

i-  -Ari-  ■  i        -  j  •  ìiì  guitarlare- 

touaglie  accampouifi  jubito  Ferdinando ,  intento  tutto  ad  impedirle  loro,   tro-uarda , 
poi  che  uedeua  prefente  la  (beranz*  d'ottenere  la  uittoria  fenra  pericolo,  !n  niod° che 

\j     r  r  r  -K  j      j         r  //»•  i      r       .  la  canali. ria 

&  fen^afangue  :  gr  perciò  attendendo  a  fare  ali  intorno  molte  tagliate,  Farcele  co 

gra  fatica fo 
fteneua  color  che  gli  ftrigneuano,  &  bifognò  lenar  gli  feoppettieri  Tedeichi  dtlmezo  della  baccaglia,  per 
ferrar  l'eflercitodallefpalle. 

e  Quefla  terra  e  dal  Giorno  chiamata  AueiTa;ikheperò  e  tutto  nno:percioche  Auerfa  fu  edificata  nellerui- 
ne  di  Atella:ma  bene  e  da  considerare, che  in  molti  capi  di  quello  afsedio  (cno  i  due  hittorici  difcordàti.Qui 
furon  racti  difeorfi  molto  belli  fra,  Virginio  Orlino,  &  Mompenfìeri  intorno  al  gouernar  quella  guerra 
i  qual»  si  leggon  nel  Giouio.  L    4 


LIBRO 

&  ad  inftgnorirfì  delle  terre  uicine;non  lafciaua  indietro  dd'geriia,b  epe* 
ra  alcuna ,  Ma  le  difficultà  de*Francefi  gli  rendevano  ogni  giorno  le  co  fé 
fin  facili:  perete  i  fanti  Tedefchi,  non  battendo  (poi  che  furono  levati  del 
fuo  paefe)riceuuto  pagamento,  fé  non  per  due  mef^&ejfendo  paffuti  tut- 
ti i  termini  in  uano  ajpettati;fe  n'andarono  nel  campo  di  Ferdinando:  on- 
de  crefeendo  a  lui  f acuità  d  infettare  più  i  nimici,  &  di  più  difender  fi;  ui 
fi  conduceuano  più  difficilmente  le  uettouaglie ,  che  ueniuano-da  Venofa> 
&  dall'altre  Terre  circolanti*  T{è  in  vitella  era  tanto  da  muore,  che 
baftaffe  a  foflentare  molti  giorni  i  Francefi:  perche  ui  era  piccola  quanti- 
tà di  grano,  &  hauendo  gli  dragone  fi  rouinato  un  Mulino,  Uguale  era 
fu  l  fiume,  che  corre  propinquo  alle  mura  ;  patiuano  anco  di  macinatoy 
non  fi  alleggerendo  Vincommodità  prefentiper  la  fttran^a  del  futuro  , 
poi  che  da  parte  alcuna  non  appariua  fegno  di  foccorfo .  Ma  l'atterfità, 
*  re  j€T1*-  che  fo.pr  attenne  in  Cala  uria  ^meffe  in  ultima  rouina  le  co  fé  loro:  perche  ha* 

prefe  da  Co  ,  '  r  .  „  r  tur         -     »  ,  .>?••*         1 

iàiuo  furo,  ucnao  Coììjaluo  per  l  occajione  della  infermità  lunga  d  Obigm,  per  laqua- 
no  sqmiia.  [e  molti  de'  tuoi  erano  andati  all'efferato  di  Mompen  fieri ;prefo  più  a  terre  * 

ce,  Simari,      .  i#     _.  r  1   •  ,.  '  >■       r  1   • 

Crotone,  se  'in  quella  Trouncia;Jt  tra  ult  innatamente  con  gli  Spagnuclt,&  con  molti 
cafba*'  &"  focati  del pae fé,  fermato  a  C aflrouillar e :doue  hauendo  notitia,che  a  Lai- 
Terranoua  ;  no  erano  il  Conte  di  Melttto,  &  b  Alberigo  da  S.Seuerino,  &  molti  altri  y 
fLiSu  C°*  Baroni>corì  mimerò  di  genti,  quafi  pari  alle  fue,  &  che  ingroffando  conti- 
nuamente ;difegnauano, come  fuffero  più  potenti  d'andare  ad  affaltarlo;  de 
b  Amerigo  liberò  diperuenire,]perando  d'opprimergli  incauti,per  laficurtà,che  ha- 
Ginui0>&di  ueuano  dalfito  del  loro  alloggiamento;perche  il  Caflello  di  Zaino  è  pofìo 
niVrhe  lli  i"  fi*lfiume  Sapri>che  diuidela  Calauria  dalTrincipato:&  il  Borgo  è  dal- 
ì  oppreision  l'altra  parte  del  fiume,  nel  quale  alloggiando  erano  guardati  dal  Caflello 
che  confai-  Contra  chi  uenifte  ad  affaltarvli  per  il  camino  diritto  :  e  tra  Zaino ,  & 

110  fece  de  n         ;it  J  u  <=>      r  ,,-,/> 

gii  Angioi.  CajtrouiUare  erano  Murano,  e*r  alcune  altre  terre  del  Trtncipe  di  Bijtgna 
ai  a  Laino .  gn0jCJjefi  teneuano  per  loro.  Ma  Con/alno  con  diuerfo  con  figlio,  partì  con 
e  Tre  gior-  tutta  lafua  gente  da  Cafirouillare  poco  innanzj  alla  notte,&  ufeendo  del 
ni  dopo  l'ar  [aftrada  dirittaiprefe  il  camino  larvo,ancor  che  molto  più  lun?o,  &  difB- 

nuodiCon      .,  ,       ,,       '      J  n  A       mM  r    ,       &r  ,T>     JJ 

fatuo  inca-  cile;perche  s  bauettano  a  papar e  alcune  Montagne ;et  condotto  Ju  l  fi  urne; 

po,  tiene  il  auìò  la  fanteria  alla  uia  del  ponte,ch' è  tra' le  alitilo  di  Zaino,e 7  Bor?o,il- 

Pietro  Gon  qttal  ponte  per  la  medejimajicurta  era  guardato  negligentemente  *  egli  co 

"F  j&  e-  ^  caualleriapafiato  il  fiume  à  guaito  due  miglia  più  alto;  arriuò  ìnnan- 

fcara  menai  %j  dì  aj  Borgo:  e  trottati  i  nimici  fen%a  f cor  te, &  ftn%a  guardia;  gli  ruppe 

r o^e!  r" r  *n  un  mom^to  pigliando  undici  Baroni.&  quafi  tutta  la  gente,  perche  fug 

cauaiieria ,  gendo  uerfo  il  Caflello  percuoteuano  nella  fanteria,  che  haueua  già  occu- 

Pa  da-C&  dof  P at0  ^  Paff°  ^  Ponte^er  quefla  ìionorata  opera,  laqual  fu  la  prima  del- 

fopragiunfe  le  uittorie,chebbe  Confaluo  nel  Bggno  di  J^apoli,  ricuperate  alcune  altre 

fó'cTItidf  terre  ^  Calauria,&  augumentate  le  for%e;  andò  conjei  mila  huomtni  ad 

cauaiii  delia  ttnirfi  col  campo, ch'era  intorno  ad  vitella,  alquale  erano  armiate  pochi  e 

San**  U*'  dì  innanzi  cento  buomini  d'arme  del  Duca  di  Candia,  foldato  dc'eonfede- 

rati> 


a  Due  Pmt* 
dice  il 


à 


TERZO.  e?? 

iati, per  che  egli  coir  cfto  della  compagnia  era  rimaflo  in  Terra  di  ^oma. 
Ter  la  uenuta  di  Confaluofi  ttrinfcpiu  t 'affedio .-perche \Atella  fu  circon- 
data da  tre  parti>ponendofi  da  una  le  genti  *,ir  agone  fé ,  dall'altra  le  Vì- 
nitiane,  &  dalla  ttr%a  le  Spagnuok  :  donde  s'impediuano  le  utttouaglie, 
che  ui  ueniuano,quafi  intieramente ,  correndo  maffìmamente  per  tutto 
gli  S  tradiot  ti  diviniti  ani  y  i  quali  prejono  molti  Trance  finche  ne  conduce- 
nano  da  Venoja,nè  haueuano  più  quelli  di  dentro  fac  ulta  d'andare  alfac** 
comannoyfenon  adhoreftraordinarie,&  con  groffe [corte;  ilchefu  anca 

a  tolto  loro  del  tutto  :&  effendo  u  [cito  fui  me%o  di  a  Vagolo  Vitelli  con  cen  \-x 
to  hnomini  d'arme,  tirato  dal  Marchefe  diMantoua  in  un'agnato;  ne  per-  Gioirò* 
de  parte.  Co  fi  perdute  tutte  le  commodità;fi  rìduffero  in  ultimo  in  tanta  [ei^m^ns 
ilrette%?a,che  non  poteuano  etiandio  con  le  f cor  te  ufare  per  i  caualli  l'ac  nif  c?e ,  che 
qua  detfiume,&  dentro  mancaua  l acqua  neceffaria  per  le  perfonem  mo  ^th'l^m 
do,che  uinti  da  tanti  mali,  &  abbandonati  d'ogni  (peranno. ,  hauendo  già  ce  neli>^gi«* 
fopportato  l'ajfedio  trentadue  giorni,  neceffìtati  ad  arrender  fi ,  impetrato  lamio  uh 

bfaluocondotto;mandarono  b  Tersì,Bartolomeo  d'Aluiano ,  &  uno  deXa-  duct  ,,a,lla 
pttani  SuÌTT^erì  a  parlare  a  Ferdinando  col  quale  uennero  in  quefle  conue-  gi  fu  grida5 
tìoni;che  loffefefi  leuafftro  tra  le  parti  per  trenta  dì}non  potendo  neldet-  to  ali  ar  r- 
to  tempo  par  tir  fi  d'jltella  alcuno  degli  affediatl,a  quali  fu ffe  dì  per  dì  co-  %>o$txù- 
ceduta  da  gli  dragone  fi  la  uettouaglia  necejfarìa:fujje  lecito  a  Mompefie  coù*  e»J* 
rifignificarc  alfuo  R,e  l'accordo  fatto, &  non  hauendo  foccorfo  fra  trenta  fatti  one.che 
dì-jafciajfe  jltella,e  tutto  quello,che  nel  Bggno  di  lS(apoli  era  infua  potè-  {^  **  d  A" 
ftà,co  tutte  l'artiglierie, che  u  erano  dentro, fatue  le  perfone,&  le  robe  de' 
faldati, con  le  quali  fo fé  lecito  a  ciafeuno  d'àdarfene,ò  per  terra,  ò  per  ma  b  Perfi  ^  !? 
re  in  Fracia,&  a  gli  Or  fini, &  a  gli  altri  foldati  Italiani  di  ritornar fene,  dò  ri  ©fa! 
con  le  fue genti, doue  uolejferofuora  del  [{egno:che  a'Baroni,&  a  gli  altri,  JjfiJ?  ?i  [ 
c'haueuano  feguitata  la  parte  del  E^  di  Fracia,fuffe,in  cafo,che  andaficro  ai  Re  ' 


Ferra 


fra  quindici  dì  a  Ferdinando,  rimeffa  ogni  pena,  cjr  refìituito  tutto  quello  ^A&  doml 

pofkdeuano^quando  fi  principiò  la  guerra  :ilqual  termine,  poi  che  fu  paf  giorni  ue- 

fato  Mompenfieri  con  tutti  i  Francefila  con  molti  Suixzeri,&  gli  Or  fini  f™'> ma  Poi 

furono  condotti  a  Camello  a  mare  di  Stabbia,dijputandofi  fé  Mompenfieri,  dati  a  còler 

come  Luogotenete  Generale  del  I{e,&  fuperiore  a  tutti  gli  altri  fuffe  obli-  J^***»1  u 

gato  a  fare  reflit uire,comc  allegaua  Ferdinando  tutto  quello,  che  nel  rea  noMar'.gìos, 

me  di  Napoli  fi  pofftdeua  in  nome  del  l\e  di  Fracia:perche  Mope  fieri  pre-  J-^b'V  le* 

tedeua  nò  effere  tenuto  fé  nò  a  quello,che  era  in  poteftàfua  di  re(lituire,et  &  Anzoko'. 
che  l'autorità  fu  a  no  fi  difledeua  a  comodare  acapitani,et  a'caftellaniyche 
erano  nella  Calauria,nelt 'jlbrwzgi, a  Gaeta,  &  in  molte  altre  terre,  & 

'  fartele,  eh  e  l'haueuano  riceuute  in  cuftodia  dalc  I\e,&  non  da  lui:fvpra  c  I]riial  fe 

che  poi  che  fi  fu  difputato  alcuni  dì,furono  condotti  a  Baia,  fimulàdo  Ftrdi  n  bameua 

nando  di  uoiergli  lafciar  partir :doue,fotto  colore,  che  ancora  non  fu/fero  lancia*!  co 

ad  ordine  i  legni  per  imbarcargli;  furono  foprauenuti  tanto ,  che  fìarfi,  rrafegsi  <u* 

tra  Baia,  &  Tozzolo,  per  la  mal' aria,  <&  per  molti;  iii',omoditd;comin  ualo* 

ciarono 


T    E    R    Z    O. 

rMpmpc/|e  ciarono  ad  infermar fi talmente, che  a  Mompen fieri  niorìy&  detreflo  deU 

n  cune  il       .     r  f-,  '       .       ,.     .  .»     i  •  •     t 

Giouio,  che  w  /«^  gente,ch  erano  più  di  cinque  mila  huomtmyne  mancarono  tantoché 
uai  lì  ^efl-er1  aPPena  fe  ne  condujjìro  cinquecento  fatui  in  Frana  a. Virginio,  &  Vagolo 
menato  ai-  Or  fini  a  requifitione  del  Vontefice,già  deliberato  di  torre  gli  ftati  a  quella 
troue  inuiea  famiglia; furono  rincbiufi  in  Caflel  dell' Vouo  ,  &  le  loro  venti  vuidate  da 

todal  Mar.         •         •       ,  r    ..       ,      ,  i  i  /» 

chie  di  Ma-  Giangiordaiio  figliuolo  di  Virginio,  &  daBartolomeo  d  ^Aiutano ,  furono 

cThaueua*  Per  orciwe  M  mede  fimo  fualigiate  nell'^tbruTgi  dal  Duca  d'Vrbino  :  & 

una  foreiia  Giangiordano,&  l'jLluianoj  quali  prima  per  comandamento  di  Ferdinan 

ckaù^nò  ^°  lafàate  h  %en^1  per  caminoycrano  ritornati  a  T^apolt , furono  incarcera 

parer  <Tha-  ti ,  benché  l' filmano, ò  per  induflria  fua  ,  ò  per  fegrcto  comandamento  di 

««olhfffer-  Fefdinandoyda  cui  era  fiato  molto  amat  o, hebb  e  f acuità  difuggirfi.  Dopo 

cito .  Ma  il  la  uittoria  d' Stella,  Ferdinando, diuidendo  per  la  ricuptratione  del  refio 

rnoTedaiRe  ^d  R£gno,l' efferato  in  uarie  parti  mandò  a  tempo  a  Gaeta  Don  Federigo, 

Ferdinando  &  Trojpero  Colonna;^  nclly  jtbrwzgiyoue già  VjLquila  era  ritornata  al- 

Vèr  "ìufo  ca  ^  deuotione  Jir  agone  fé  yFabritio  Colonna:  egli  pr  e  fa  perforai  la  fiocca  di 

one  delia  Sanfeuerino,&  fatto  per  terrore  degli  altri  decapitare  il  Caflcllano,e'lfi 


Frlcefi:  per-  gliuolo;andò  a  campo  a  Salernowue  ilTrincipe  di  Bifìgnano  andato  a  par 
cicche  an^  largli'yaccordò  b  perfe,per  lo  Trincipe  di  Salerno,  per  lo  Conte  di  Capac- 


8 


ore 


ti  furo  do,  &  Per  alcuni  altri  Baroni,  con  conditione  di  poffedere  i  loro  ftati ,  ma 
ro  fopragiu  c]de  Ferdinando, per  fua  ficurtd  teneffeper  certo  tempo  le  forte%^e\ilqua 
nVdpoco"  k  accordo  fatto;andarono  a  Tslapoli.T^e  fu  nell'jLbruTgi  fatta  molta  di- 
meno  chepe  fé  fa:  perche  Grattano  di  Guerra,che  ui  era  con  ottocento  caualli,  non  ha- 
ue  ne  mori-  uendo  più  facultà  di  di  fender  fi;  fi  riduffe  a  Gaeta. In  Calauria,dtlla  quale 
ron  molti,  la  maggior  parte  fi  teneua  per  i  Francefi;ritòrnò  Confaluo  :  doue  benché 
giorno  do-  da  Obignì  fujfe  fatta  qualche  r e fiflen^a nondimeno  ultimamente  ridotto 
v°  che^  Re  in  Groppoli  &  efìendo  perdute  Manfredonia ><&  Cofewxa  fiata  prima  fac- 
a'campo.Ma  cheggìata  da  'Francefhpriuato  d'ogni  fi) eran'za;  conferiti  di  lafciare  tutta 
il  Giouio  \a  calauria ,  &gli  fu  conceduto  il c  ritornar fene  per  terra  in  Francia  . c 
quejtVprin.  Certo  è,che  molte  diqueflc  coje  proceder ono  per  la  negligentia,  &  imprit 
cipi  non  ti.  dentia  de'  Francefi  .'perche  Manfredonia  anchor  chef  offe  forte,  &  pofla  in 
uorione  de  paefe  abbondante  da  poter  fi  facilmente  procedere  di  uettouaglie,  &  chel 
S1'  Araj o.  p^  u'haueffe  lafciato  algouerno  Gabriello  da  Monte  Falcone,  hauuto  da 
po  u  mòne  Itti  concetto  d'huomo  ualorofo\nondimeno  dopo  brieue  affedio,  fu  cojlretto 
dtl  Y  &rdi  ad  arrender  fi  per  la  fame  :  altri  potendo  fi  difendere  s'arrenderono ,  ò  per 
ronatió  del  utilitd,ò  per  l'animo  debole  a  fofl  enere  l'incomodità  de  gli  ajfedijia  le  unica 
Ro  :fpderi'  fidlani,trouate  le  rocche  be  prouedute,  haueuano  nel  principio  utdute  le 
Pe  di  saier-  uettouaglìcin  modo,che  presentando  fi  ì  nirnici  erano  neceffitati  ad  arren- 
n  obi»nino  ^ rfi  finito:  dalle  quali  co  fé  perde  nel  Bearne  di  Tsjapoii  il  nome  Francefe 
fecondo  il  '  quella  riputatione,che  glihauea  data  la  uirtà  di  colui,che  lafciato  da  Gio 
ritorno1  m°  Hanni  d'ingiù  a  guardia  di  Caflel  dell' Vouo;  lo  tenne  dopo  la  uittoria 

Fracia,fe  no  <*'  Ferm 

dopo  che  fu  incoronato  ReFedericor&auantich'eitornaiTejhauendo  il  Reftrettamente  affcdiatoGaeta;con 
forcò  Oberto  Rofletto  capitano  del  prelìdio  di  quella  forteiza;a  noncontraftar  piu  con  la  fortuna  •  &  co. 
f.  ì'indiiil e  ad  arrender/i. 


te  r  t  a:  u 

$  Ferdinando  motti  anni  infini  tanto,  che  l efiere  con  fumati' del  tutto  gli  alt-  H^Sdini. 
mentiylo  cofirinfe ad  arrenderfi:  cofi non  mancando  quafi  altro  alla  ricuperar  do  dl  frùfso 
•tioncdi  tutto  l  Regnoyche  Taranto,&  Gaeta,&  alcune  terre  tenute  da  Car-  £j£?3*r* 
lo  di  Sanguinee  l  Monte  di  S. agnolo, donde  Don  Giuliano  dellOreno  infefla-  c  ^'"enci  dcl 
uà  con  f omnia  laude  ipaefi  circoftanti;  Ferdinando  collocato  infiamma  gloria,  gjff pl^S? 
& 'infperan^agrade dbauere ■  ad  efier  pari  alla  grandezza  defiuoi  maggiori,  ^«f in- 
ondato a  Somma,terrapofta  nelle  radici  del  Monte  Vefieuo ,  donerà  la  Reina  te  FeVdinL 
afiua  moglie,ò  per  le  fatiche  pafiate,ò  per  disordini  nuoui;  a  infermo/fi  granente  ,do°  ?uo  auo- 
tcycbe  portato  già  quafi  fien^ajperan^adifialute  a  l^apoli;  finì  fra  pochi gior-  mone%  s* 


ni  la  uitafua,non  finito  l'anno  della  morte  d\Alfonfio  fuo  padre,  lafciato  ,pex  ài  ?z[?[ì0re 
la uittoria  acquìfiata,& per  la  nobiltà  dell'animo,  &  per  molte  uirtu  Regie,  do*gh'  iTll 
Ieqt4ali  in  lui  non  mediocremente  ri(blendeuano3non  Colo  in  tutto  Ifuo  Remo,  "  i\19  Ìn- 
w#  etiandioper  tutta  Italia grandijfima  opinione  del  fuo  udore .  Morì  fen%a  regnato  uno 
figlmoli,& perìgli fiiccedette  DonFederigo fitozio,  haueiido  quel  Reame  uè  aT  f  ? 
p  d/tfo  /»  tre  anni  o  cinque  Re,alquale,  uenutofiubito  dall'  affedw  di  Gaeta ,  la  poko  m  m 
Reina  uecchia  fina  matrigna; con  fegnò  CaftelTs(uouo, benché  per  molti  fi  dubi-  JJJ|*  ' 


tape,non  lo  uolefie  ritenere  per  Ferdinando  Re  di  Spagna  fuo  fiat  elio  melqua  b  r  cin  ;ie 
le  accidente  fi  dimoflrò  egregia  uerfio  Federigo,  non  filo  la  uolontà  del  popolo  ^  foromi  . 
diTfapolhtm  etiandio  de  Trincipidi  Salerno,  &  di  Bifignano,  &delConte  «Z%rf* 
di  Capaccino,i  quali  in  J^apolifiurono  iprimi,cbe  chiamarono  il  fuo  nome,  &  3«  n?d<?  che, 
tallo  feender  fuo  dinaue  iprimi,che  fattifigli  incontro,lo  e  filmarono  come  Re ,  Gennaio  dl 
contenti  molto  più  di  lui ,  che  del  Re  morto,  per  la  manfuetudine  del  fino  inge-   **9*-  a)  fW 
#w ,  &  perche  già  era  nata  nonpiccola  fufpicione,  che  Ferdinando  bauefie  in  ^Vegn  J 
animo,  come  prima  fiufi ero  fiabilite  meglio  le  co  fi  fine,  di  perfeguitare  ardente  del  me/e  dl 
mente  tutti  coloro,cbe  in  modo  alcuno  fi fufiero  dimo finiti fautori  de  France-  .^"Terdi- 
fudonde  Federigo  per  ri  conciliar  figli  intieramente ;refiituì  a  tutti  liberameli-  nand?  ^di- 
te le  loro  fortezze  con  molta  laude .  Ma  non  r Scaldarono  già  quefii  di /ordini  q"!  fcmta* 
fucceduti  con  tanta  ignominia,  &  tanto  danno  né  l  animo ,  ne  gli  apparati  del  la  morre  » &  • 
Re  diFranciaiilqualenonfifapendo  fiuiluppare  dà  piaceri;  fopraflette  quat-  Felencó^sc 
tro  mefi  a  ritornare  a  Lioìie:  &  benché  da  luifufie  molto  fie fio  in  queflo  tem  -  £^™jf iwl 
p o  fatta  wfiantia  a  fuoi,cti erano  rimafii  a  Lione,  che  fi  Jollecitafiero  le  proni  Re  cario.*. 
fionimariitime,&terreflri,chegiàilDucadOrliensfifufiepr£paratoper  c  Tanto  fu 
partir/}  ;  nondimeno  per  le  medefime  arti  del  Cardinale  di  San  Malo  ;  le  genti  lo,lta™  j  >  [ 
d  arme  ifpedite  tardi  de  pagamenti,caminauano  uerfio  Italia  lentamente;  &  duvàVo,co - 
l  armata,  che  shaueua  adunire  a  Marfilia  ;  sì  ociofamente  fi  ordinaua ,  che  i  ™  "ok  '* 
collegatLhebbono  tempo  di  mandar  prima  a  Villafiranca,porto  ampliffimo  ap  kilt™  r* 
prefio  a  Istiga ,  dipoi  infimo  alle  Vomiche  di  Marfilia  uri  armata ,  laquale  a  f0°cnhF- a,;ri 
jpefe  communi  baueuano  unita  in  Genoua,psr  impedire,  che  legni  France  fi  non  tato  'a  «ili 
andafiero  nel  Reame  :  &  alla  tardità  caufata  principalmente  dal  Cardinale  ^  UJ^H 
di  San  Malb;fi  dubitaua  nonfiaggiugnefie  qualche  cagione  più  occulta,  nutri  u  olle  uenfr! 

ui, anzi  rino 
«ola  gueiT2.0ndefucacciato,&morìpoi  fuorufeito  in  Sinigaglia.MaJil  Bébo  non  pur  nò  fi  conforma  co'l 
viouio^m^  icriue  che  Federico  fé  io  fece  amico,&  parente.^  lo  creò  Prefetto  di  tutto  ilRegno. 


I   I    fi    £    0  '    ...  f   ,-..,, 

fó  ro»  7»o/tó  $%»*&  ,  <^  atte  nel  petto  del  Kè&dà  quegli,  i  quali  -pwmte 
emoni  fi  sformarono  di  rimuouer  l  animo  fno  dalle  cofe  d  Italia:percbe  Ji  /<*? 
frettava,  che  per  fé  medefimo  hauefiedifriacere  della  grandetta  del  Duca 
dorliensyalquale perla  vittoria  farebbe  pervenuto  il  meato  di  Milano}  & 
gli  era  oltra  queflo  perfuafo  non  efierficuro  il  partir  fi  di  tranciale  prma  non 
f:  cefi  e qualche •  compo fittone  co  Re  di  Spagnai  quali  dimofiranio  defideno  di 
riconciliar  fi  feco,gli  haueuano  mandato  jfmbajciatori  a  proporre  tmgua,  & 
altri  modi  di  cocordia.Cefigliavanlo  anchora  molti,  che  afyettafie  il  parto  prò 
pmquo  della  Reinaipercheno  conueniua  allaprudentiafiua,neallamore,ch  e 
'doueua  portare  a  popoli  fuoi,efrorr  e  la  per  fona  propria  a  tanti  pericolile  pn 
ma  non  bavetta  un  figliuolo ,  alquale  appartenere  tanta  fucceffione:  ragione^ 
che  diventò  piupotenteper  lo  parto  della  Reina,perchefra  pochi  dì  morì  il  fi 
glivolomafchio,chedilei  era  natoXofi  parte  per  la  negligentia,&  poco  con- 
fidilo del  Re, part e  per  le  difficoltà  artifìcio  fornente  interpofie  da  altri;  fi  dijj  e 
rìrono  tanto  le  proni fioni ,  che  ne  feguito  la  diftr  unione  delle  fine  genti  con  la 
perdita  totale  del  Regno  di  lS(apoli;&  farebbe fucceduto  il  medefimo  de  con 
federati  firn  d'Italia,  fé  per  fé  {le ffi  non  hauefierocofiant  emente  difefe  leeone 
proprie,*  jg'  detto  di  fopra,chc per  paura  degli  apparati  Francefi  s  era  comi»  a 
n^uJh  ciatopiuperfatisfattione  diLodouico  Sforma ,  che  de  Vinitiani,a  trattare  di 
bro  a  ca.8:.  farpafiare  Maffimiliano  in  Italia  :  col  quale,mentre  duraua  il  medefimo  ti- 
ìl  ?  Princi  more'ifu  convenutole  i  Vinitiani,&  lodouicogli  defiero  per  tre  mefi  b  uen-  b 
pi  co! legati  ti  miia  £matì  ciafc,m  mefe ,  perche  menafie  feco  un  eerto  numero  di  caualli* 
&  difantidaqual  conuentione,come  fu  fatta,  Lodovico,  accompagnato  dagli 
Oratori  de  collegati;andò  a  iMan%o  luogo  di  là  dal!  alpi  a  confini  di  Gemia-  c 
nia  ad  abboccar  fi  fecomelqual  luogo  havendo  parlato  lungamente,&  efiendo 
Masg'or  fi  il  medefimo  dì  ritirato  di  qua  dallMpì  a  Bormi,  terra  del  Ducato  di  Mila- 

limatile^   J        _    n  i   n   /*  _.  _._...    ts.^^  a.~-:„  J  .«J  ,*,,«  ^^r^i/ivìAn-Ci  tv/icfpv)  nfllufìVQ 


a  \\\  qué 

nic-riefuro  li 


chiamarCe- 
fare  in  Ita- 
lia. 


£53*w£5  no;  Cefare  il  dì  feguent  e,  fiotto  fr  me  d  andare  cacciandoci  *fff™]}™^ 

cioè  480.  li 
bre  d'oro  i 
Vmitiani,al 


medefimo  me  quali  colloqui]  di  due  dì  hauendo  l  Imperatore  fiabilito  con  loro 
il  tempo*  l  modo  del  paJSarejfe  ne  ritorno  in  Germania  per  jolleatare  l  ejcu 


tutto. 


C     Mallio 
chiama  que 
ito  luogo  il 
Corio;'&  di 
ce     che    fu 


ne  volendo  iFinitiam  concorrere  a  promettergli  trentamila  umawwu»  «> 
mandava  oltra  i  primi  fefiania  mila,  che  gli  erano  flati  promeffi;fi  obligo  egli 
a  quefta  dimandavano  che  finalmente  pafiò  Cefare  in  Italia,  poco  innanzi  al 
la  morte  di  Ferdinando  daquale  iute  fa  quando  era  già  memo  a  Milano;  beh  je 


1  andata  di  uìco  ?  c])e  aucfl0  efimdo  molcfio  a  tutta  Italia  ;  difumrebbe  i  confederali. , 
5d  meftTdi  confequenicmente faciliterebbe idifegìn  del  Re  diFrancia;non}olofe  neaflen 
Luglio  i>an  ne'      fmr}  Qon  iemre  la  fucceffione  di  Federigo .  lapafia'ajua  m  Itti 

no  1457.  f  * 


r  e  r  z  o.  i7 

fu  con  pochìjfimo  numero  digeriti  ,  dando  noce  che  prettamente  pafferebbe 
infino  alla  fomma,laquale  non  era  obligato  di  condurrei  fi  fermò  a  Vi- 
geuene,oue  in  prefentia  di  di  Lodouico,<&  del  *  Cardinale  di  Santa  Croce,  »    Q«e  ft°' 
mandatogli  Legato  dal  "Pontefice ,  &  degli  altri  0  rat  ori  de*  collegati  ;  fu  fwamò*Bei 
ragionatole  andaffe  nel  Tiemontc  per  pigliare  jlsli ,  &  feparare  dal  %  nardmocac 
di  Francia  il  Duca  di  Sauoiay&  il  Marchefe  di  Monferrato,  come  membri 
dependenti  dall' imperio liquali  ricercò,che  andaffero  a  parlar  feco  m  qual 
che  terra  del  Viemontema  e/fendo  le  h  for%efue  da  difprc^are,  né  corri-  fjfuf  ìo"lJ 
fondendogli  effetti  all'autorità  del  nome  Imperiale,  né  alcuno  di  effi  con-  per  trouarfì 
fentì  d'andare  a  lui,  né  dell' impre fa  d'jlfli  ui  era  fperan^a,  che  bau  effe  a  ^rtec  fo* 
fucccdere  pr  off  cr amente. Fece  fimilmente  infiantia,che  andaffe  a  lui  il  Du  pagaia,  fch, 
i  e  a  di  Ferrara,  ilquale  fiotto  nome  di  feudatario  dell'imperio  ,  poffedeua  le  ™J^[  ^ 
città  di  Modona,&  dileggio, offerendogli  per  fteurtà  fua  la  fede  di  Lodo-  popoli,  che 
uicojuogenero.'ilquale  ricusò  d'andar  ui ,  allegando  cofi  conuenire  all'ho-  fòfaàUSttò 
nore  fuo  per  tenere  anchora  in  dipo  fitto  il  Caflelletto  di  Genoua.Verò  Lodo  p" honorar 
I  mcoyilquale /limolato  dalla  fua  antica  cupidità,&  dal  dispiacerebbe  Tifa  £ ' *"£"?«! 
tanto  defiderata  da  fe,cadeffe  con  pericolo  di  tutta  Italia  in  pottftà  de  fi  como,ne  iti 
n'uian>;dcfidtraua  fommamente d'interrompere  quella  cofa;  confortò  Ce-  M'  aa°' 
Qire,che  amUffe  a  quella  città}perfuadendofi  con  difeorfo  pieno  di  fallacie, 
rhe  i  Fiorentini  impotenti  a  re  filler  e  a  lui,&  dlefor%e  de  Collegati;  fi  ri 
mouertbbono  per  necejfìtà  dalla  cogiuntione  del  Bg  diFrancia,ne potrebbe 
no  ricufare  di  dare  arbitrio  a  Cefare,cbefe  non  per  concordia,  almeno  per 
tìa  digiuftitia  terminaffe  le  differentie  loro  co'  Ti/ani;  &  che  in  fua  mano 
1  depone/Te  Tifa  con  tutto  il  contado :allequali  co  fi  eglijperaua  con  l'auto 
'ita  fua  di  fare  confetture  i  Vifani;&  che  i  yinitiani,concorrendouima(Jì 
namete  la  uolontà  di  tutti  gli  altri  confederati;  no  fi  opporrebbono  a  una 
■Onclufione,  laqualefi  dimoflraua  con  tanto  beneficio  cemmune,  &  bone» 
lijfima  per  j uà  natura:  perche  effenio  Tifa  anticamente  terra  d'imperio , 
Jareua  non  apparteneffe  ad  altri ,  che  a  Cefare  la  cognitione  delle  ragia* 
iiquegliycbe  uipretendeuano:&  depofla  Tifa  in  mano  di  Cefare  ;fperaua 
lodouico  con  danari,  &  con  l'ut  or  ita ,  che  haueua  con  lui,  che  facilmente 
■lienhauefiea  concedere,  Queflo  parere proporlo  nel  confi glio  fiotto  colo* 
e,che  poiché  al  prefente  cefiaua  il  timore  della  guerra  de  Fr ance fi, era  da 
{{are  la  uenuta  di  Cefare ,  per  indurre  i  Fiorentini  ad  unir  fi  con  gli  altri 
ofederati  contra  ii F{e  di Francia;piaceua  a  Cefare,mal  contento tche  la  uè 
iuta  fua  in  Italia  no  partorì fee  effetto  alcuno;&  perche  hauendo  f  i  cocet 
ifuoi  uafliffimi,&nd  meno  per  ifuoi  difordini,  &fmifurata  pi  odigalitA 
empre  neceffità  di  danari;  fperaua  che  Tifa  haueffe  ad  effere  inftrumen- 
o  di  cauarne ,  ò  da'  Fiorentini ,  ò  da  altri  grand  (fima  quantità .  Ma  fu 
nedefimamente  approuato  da  tutti  i  confcdtrati,come  cofa  molto  utile  al 
ificurtà  d'ltalia,non  contra  dicendo  anche  l'Oratore  Veneto:  perche  quel 
mito  fi  ben  saccorgeua  a  che  fine  tendejjere  i  fnfieri  di  Lodouuo  ;fì 

confida  un 


aTcvcìoche  confidala  facilmente (T interrompergli-^ fperaua,che  per  l'andata  dìCf- 

\o  KGiroJa  jare,potef]e  facilmete  acquijiarfi  a'Ti/ani  il  Torto  di  Lìuorno:ilquale  uni 

irò  sanona  T0  a  tpìfayparena  chepriuaffe  fogni  (perula  i  Fiorentini  di  poter  giamai 

caua  in  Fio  ffa  ricuperare  quella  Città,Haueuano  prima  iC  allegati  fatto  molte  mite 

rCn^a:  ?  d"  infiantl:t  a  Fiorentini,  che  s'uniffero  con  loro;&  nel  tempo,  che  più  teme- 

modi  graii  uano  della  paffata  de'Francefi  datafperan%a  à'vbligarfi  ad  operare  talme 

dottrina  ,'e  t€iChe  Tifa  ritornale  fotto*/  Dominio  loroima  ejfendo  fofpetta  a1  Fiorenti- 

la  forra  del  ni  la  cupidità  de 'finiti ani, &  di  Lodouico,ne  uolcndo  leggermente  alienar 

ia  fapientia  fi  dal  ^e  di  Francia;  non  haueuano  udito  con  molta  pronteTja  quefte  offer 

fedone  di  te.Moueuagli  in  oltre  lafperan%a  d'hauere  per  la  paffata  del  I<^  a  ricupe- 

aoieUfder1^  YaYefPietrafanta,&  Sercxanadequai  terre  non  poteuano [per are  dettene 

&  per  quel  re  da  con  fé  derati, &  molto  più  per  che  facendo  gìudicio  più  da?  meriti  loro, 

ac°  "ili6"?*0  &  ^a  clue^°yc^e  tollerauano  per  lo  l\e,che  dalla  Jua  natura,ò  confuetudt- 

«ìaggior  fé  ne; fi  perjuadeuano  d?hauere  a  confeguire  per  me%o  della  fua  uittoria,non 

«lirTna11  f°^°  ^lfa^ma  V1*!*  tutwl  reflo  di  Tofcana ,  nutriti  in  queflaperfuafione 

città   am-  dalle  parole  di  Girolamo  Sauonarola  :  ilquale  continuamente  a  predicaua  t 

PÌno°&  fé'1  m°lte  felicità,  &  ampliatane  d'Imperio ,  deflinate  dopò  molti  trauagli  a 

iicit,ì',come  quella  Hepublica,&  gradinimi  mali,  che  accaderebbono  alla  Corte  l\oma 

queife§e-df  na,&  a  tutti  gli  altriTotentati  d'Italia  :  alquale,  benché  non  mancaffero 

che  di  fuo,  decontradittori;  nondimeno  dalla  maggior  parte  del  popolo  gli  era  prefia 

t  e  Vopra  A-  ta  fede  grande, &  molti  de  principali  cittadini,chi  per  bontà,che  per  ambi 

mos  &{npra  tione,  chi  per  timore  gli  aderiuano  in  modo ,  che  ejjendo  i  Fior  etini  difpofii 

ìeta.Dilnò  a  continuare  nella  amicitia  del  I{e  di  Francia  ;  non  pareua  fen^a  ragione, 

sauonarola    che  i  Confederati  teneffero  di  ridargli  con  lafor%a  a  quello ,  da  che  con  la 

fotcoiJi3 que  uolontà  erano  alieni  ;  &figiudicaua  imprefa  nondifficile  ;  perche  erano 

ilo  inedeiì-  odiati  da  tutti  ì  uicini3  non  poteuano {per are  aiuto  dal  %e  di  Francia;cocio 

fine .'  r°  a    fia  cofa,cbe  hauendo  abbandonato  la  fallite  dtfuoi  medefimi;era  credibile 

b     o  uefto  hauejfe  a  dimenticar  fi  quella  deglialtri;&  le  fpefe  grauiffime  con  diminu 

mòte  Dolo  t ione  dell'entrate  fopportate già  tre  anni ,  gli  haueuano  talmente  ejaufii, 

la  DÓiofofa  d)e  nonfi  erede ua  poteffero  tollerare  lunghi  trauagli;perche,&  queflc  an 

con  chiama  no  mede  fimo  haueuano  continuata  fempre  la  guerra  co>rPifani,nellaquale 

{prilli  Jua-  erano  Jiatì  uarij gli  accidenti,&  memorabili  più  per  la  peritia  dell'arme, 

epreflb  Bu.  dimoflrata  in  molte  opere  militari  da  ciafeuna  delle  parti,&  per  loflina- 

rìt-i  raron'cji  t-'one  con  laquale  le  coje  si  trattauano,che  per  lagrande%ga  degli  ejferci- 

Fiorenrini ,  thò  per  la  quatità  de  luoghi, intorno  a?  quali  si  combatteua,c\ì  erano  caftel 

tomo"  alla  fy  ignobili,^  in  fé  di  piccolo  momento  :  perche  hauendo  le  genti  de  Fiore 

vernicela ,  gjjpj  poco  poi,cbc  la  Cittadella  fu  data  a'Tifani,&  innanzi,  che  a  Tifafo- 

tefero  la  rót  pYauentfJhro  gli  aititi  dtFinìtiani  :  prefo  il  Cafiel  di  Buti,  &  accapatia 

ta  dei  secco  Calci, &  innanzi  lo  pigliaJ]ero,per  afficurarsi  delle  uettouaglie,  comincia 

qui     hora  to  a  fabricare  un  bastione  fu  l*>  mote  della  Doloro fa: furono  i  fanti,  che  u'rt 

uten  ràa T  erano  aguar(H<t,p  la  negligetia  loro;  rotti  dalle  genti  deTifani:&poco  di 

ni©."  poi  ejfendo  Francefco  Secco  cont  molti  caualli  alloggiati  nel  Borgo  di  Buti, 

accio- 


TERZO.  88 

accìochè  le  uettòuagliepotefiero  andar  [imamente  ad  Hercole  Bentinoglk > ,  *  Sgul" 
ilquale  con  la  fanteria  de  Fiorentini  era  intorno  alla  piccola  fortezza  del  mon  d.ati  t1a  Lu 
a  te  della  Verrucola;  affaltato  all' improuifo  a  da'  fanti  ufeiti  di  Tifa,&  eficndo  xiTc^li  g" 
in  luogo  difficile  ad  adoperar  fi  i  caualli;ne perde  non  piccola  parte  :  per  i  quali 


daci  da  Lu- 
cio Matuex . 
ii:e  il  Gio- 
uio  racccn- 


b  La  gloria 


o 


ni,Hercole  Bentiuoglio,cbe  alloggiaua  nel  Caflel  di  Biéiina,  intefo  che  Giam- 


pagolo  Manfrone  condottiere  de  Finitiani,  era  con  la  prima  parte  delle  lenti  dMe}li~} rotta 

/  •  T?-      mv  •   •  »  •    i-       r-        i        i         "  delMarrone 

Loro  arriuato  a  Fico  Tijano,uicino a  Bientina  duemiglia  ;jimulando  timore ,  èdaiciouio 

&  bora  ufeendo  in  campagna,hora  come  fi  feopriuano  le  genti  tenete;  ritiran  J^^JL 

f  dofi  in  Bientina,poi  che  lo  uidde  ripieno  daudacia,et  dinconfideratione;  lo  co  co  :  iiqual 

;  dufìe  con  grande  aflutia  un  giorno  in  un  aguato, doue  lo  b  rupe  con  perdita  del  ^£^2*! 

la  più  parte  de  fanti,&  de  cauaìlhfeguitandolo  fin  alle  mura  di  Vico  Tifa-  gema;  &  tm 

norma  perche  la  uittoria  nonfufie  del  tutto  liei acquando  uollono  ritirarfi,Fra  ^ufiicUc 

cefeo  Secco }  ilquale  quella  mattina  sera  unito  con  Hercole  ;fu  morto  da  urtar-  ne  aie  un  a  io 

'  cbibufo.foprauenneropoi  l'altre  genti  de  Finitiani,  tra  quali  erano  e  ottocen  uo|fio  eh"  ì 

toflradiottiy  &  con  loro  Giufliniano  Morefino  Troueditoreiilperche  efiendo  i  <ì{/a  f«ri«« 

Tifani  molto  fuperiorhllercole  Bentiuoglio periti/fimo  del  fito  del  paefe,?ion  "a  j!,^u 

uolendo  metter  fi  in  pericolo  ,  né  abbandonare  del  tutto  la  campagna  ;  alloggio  che  non  l  es 

in  luogo  forti  (fimo  trai  Caflello  di  Tontadera,  e 7  fiume  dell Fraicon  lopportu  lentbo? 

nità  delquale  alloggiamento  raffrenò  afìai  l  impeto  de  nimici,  i  quali  in  tutto  c  cjnciujcen 

queflo  tempo  non  prefero  altro,  chel  Caflello  diButi,ottenendolo  a  diferettio-  bo  maViGio 

ne;  &  attendeuano  apredare  tutto  l  paefe  coloro  Stradiotti,dé  quali  trecen-  jlocs(^c  c'ito 

to ,  che  b  aneuano  fatta  una  caualcata  in  Valdera ,  furono  rotti  da  genti  man-  tarare  )  u 

date  loro  dietro  da  Hercole .  Erano  i  Fiorentini  nel  tempo  mede  fimo  infeflati  n?mina.1  Ca 

j  »  n        r    •  i-         r    i  r  •  »  iti*  i  ,»■    P,tam  tamo 

da  Saneji:  i  quali  preja  l  occasione  da  trattagli)  che  naueuano  nel  Contado  di  fi,  che  u'm. 
Tifa;&  flimolati  da  Collegati;mandarono,il  Signor  di  Tiombino,&  Giouan  ^"J^n 
ni  Sauello  a  campo  al  baflione  del  ponte  a  Fallano  :  ma  intendendo  fopraueni  ào' 


che  noti 


re  il  foccorfo  guidato  da  Pinuccio  da  Marciano  ;  fi  ritirarono  tumultuo  famen-  £  ^  ^j 

te ,  lafciataui  parte  dell  artiglierie  :  ilperche  i  Fiorentini affi  curate  le  co  fé  da  la  banda  di 

quella  banda;uoltarono  Pinuccio  con  le  genti  in  quel  di  Tifa:  in  modo,che  efien  §erisc*ri  ue  il 

do  quafi  pareggiate  le  forile;  fi  ridufie  la  guerra  alle  caflella  delle  collinedequa  gìouìo,  che 

liper  efiere affezionate  a  Tifani  ;  procedcuanopiu  toflo  lecofe,  condifauan-  J£Sj  J2S 

taggio  de'  Fiorentini:&  accade  ancoyebe  iTifani  entrati  ci per  trattato  nel  ca  tò  da  nu** 

flello  di  ponte  di  Sacco; fualigiarono  una  compagnia  d  huomini  darme,&  fé-  "£"*.  ^c! 

cero  prigione  Lodouico  da  Marciano,benche  per  fojpetto  delle  genti  de  Fioren  cofu  r«  che- 

tiniyctì  erano  uicine,fubito  l  abbandona  fiero  :&  per  impadronirfi  meglio  delle  le]  &  m  orco 

colline,  importanti  molto  per  le  itettouaglie,  che  di  quitti  a  Tifa  fi  conduceua-  ,e  intìnti- 

no,& perche  interrompeuano  a' Fiorentini  il  commertio  del  Torto  di  Liuorno;  \i  terra;  H- 

fortificarono  lapin  parte  di  quelle  Caflella,dellequalifuper  accidente  flraordi-  che  e  conrr* 

nario  cn°c  q«i  fi 

Icrìue.che  fo  fle  prefa  per  trattato,  maftìmamente  foggiugnendo  egioche  più  di  aoo.caualliuifuron  puiìcp'l 
Maruano,&  gli  altri  cagliati  a  peni. 


LIBRO 

n.irìo  nobilitato  Sotano:percbe  efiendoui  andato  il  campo  de  fiorentini  con  in 
t  cut  ione  dì  pugnarlo  il  dì  mede/imo*  &  però  battendo  fatto  guaftare  tutti i 
paffi  del  fiume  delia  Caffma ,  &  mefio  in  fu  la  riua  le  genti  dame  in  batta- 
glia, acciocbe  i  nemici  non  potè  fi ero  [occorrerlo  ,mentre  che  Tiero  Capponici 
mefiario  de  Foirentini,  procura  di  far  piantare  l '■artiglieria ,  per  co  fio  da  uno 
de  gli  arcbibu  fi  della  terra  nella  tefia  ;  perde  la  uit ambitamente  ;  fine  per  la 
ignobilità  del  luogo ,& pei la piccola  importanza  della  co  fa ,  non  conveniente 
alìafua  vÀrtìr.onde  il  campo  fi  lcuòfen%a  tentare  altro,  efiendo  anche  in  qyc- 
fio  tempo  flati  necefjiiati  i  Fiorentini  amandar  genti  in  Lunigianaal  foccor- 
%  t  Man -he-  r0  ^lla  rocca  fella  yemicola,  mole  fiata  dd  a  Marcbeft  Male  fhini, con  l'aiuto  A 

-fi  Malafp;na  *.  ,  r    ,  r  ,.n.  J  n  "Vi  - 

hanno  ami  de  Genove juaonae  facilmente  gli  f  cacciarono .  Erano  Jtate per  qualche me fé 
chi i  limo  do  p0t€Jlti  le  f0Y1re  de  Tifanuperche  oltrarii  huomini  della  terra, &  del  Conta- 

minio  in  tu   r,      ,.  .     :  ,  ,  rn  7    ...     r        i  ■    ■   ■  ,     -i  i. 

ntgiana  :  o-  do,diuentati  già  per  lungo  ufo  bellico ji;  u  baueuano  t  Vinitiam,  &  il  Duca  di 
17 pr i mar"oì  Milano  molti  caualli,&  fanti,bencbe  afiaipiu  numero  fufiero  quegli  de' Vini 
ca  t.  Marcio  tianucominciarono  poi  a  diminuir  fi, per  non  hauere  i  debiti  pagamenti  legéti 
wrpcrrftì  tenutmi  dal  Duca;&  però  i  Vinitiani  ui  mandarono  di  nuòno  cento  huomini 
miata  ùnga  d  arme ,  & '  fei  galee  fonili,  conprouifwni  di  uettouaglie ,  non  perdonando  a 
£* -'a iCctfi,  IPefa  zhuna  necefiaria  allaftcurtà  di  quella  città,&  opportuna  a  tirare  a  fé  la 
cfsendo  egh  beniuolentia  de  Tifai,  i  quali  fi  alienattano  ogni  giorno  più  con  gli  animi  dal 
ir°a  dettino  la  deuotione  del  Duca  di  Milano, infafliditi,&  dalla  flreitezga  fua  allo  fpen- 
bi  ìifnraa  fa  dere,&  prouedergli,&'  dalle  fue  uariationuperche  bora  fi  dimofiraua  ardente 
Ciardi*  Ro-  ne^e  cofe  loro, bora  procedeuafreddamente,talmcnte,che  qua  fi  infofpettiti  del 
m^  &  eflèn-  \a  fua  uolontà;attribuiuarto  a  lui,  che  Giouanni  Bentinoglio,  fecondo  la  com- 
*oYi iicogno  meffione  hauuta  dd  collegati;non  fufie caualcato  d  danni  de  Fiorentini,maf 
mt  di  Mar-  fimamente,che  fifapeua  efiergli  mancato  da  lui  in  gran  parte  de  pagamenti  » 
na  perlo^  ò  per  auaritia,ò  perche  gli  fufiero  grate  le  molefiie,  ma  non  la  totale  oppreffio 
cafion«»ctt»è  ne  de  Fiorentini  :  per  lequali  operationi  haueua  gittato  da  fé  mede  fimo  nelle 
i>hiitorie  mì  co  fé  di  Tifa  i  fondamenti  contrari^ alla  propria  intentione ,  &  al  fine,  per  lo- 
imefi,  &  ai .  qUaie  era  auttore,  che  fi  deliberale  nel  configlio  de  collegati  l andata  di  Cefa 
diftufaméte  rea  Tifa:  laqualepoi,  che  fu  deliberata:  Ce  far  e  mandò  due ambafeiatori  aFi- 
1  r  '  ì^drV  ren%?  rtfigniff.are,che  allimprefa,  quale  haueua  in  animo  di  fare  potentemen 
»ra,&  e  «a-  té  contraghi  Infedeli,  haueua  giudicato  neceffario  pafiare  in  Italia  perpacifi- 
?hom  afoda  carla>&  cifficurarla:&  per  quefia  cagione  ricercala  i  Fiorentint,cbefi  dichia 
p orcacch;  :  r  afiero  infieme  con  gli  altri  confederati  alla  difenfione  d Italia  :  &  quando  pu 
fnto^ncho  re  haue fiero  l  animo  diuerfo  da  queflo ,  che  manifefiafiero  la  loro  intentione: 
1  albero  di  uolereper  la  cagione  mede fima,& per  quello,  che  s  apparteneua  ali  autorità 
j if"ma°fami  Fmpcr:aleyconofcere  le  differé^e  tra  loro,  e  i  Tifarti :&  però  defiderare,che  in 
glia.  fin  a  tanto  fufiero  udite  da  lui  le  ragioni  di  tutti;  fi  fofpendefiero  l  offefe,come 

era  certo,cbefarebbono  i  Tifani,d  quali  haueua  comandato  ilmedc finto  ,affet 
mando  con  humane  parole  efier parato  ad  amrtàn iflrare  giuftitia  indifferente 
mente:  allaqual' e  fio  fittone, commendato  con  parole  bonoreuoli  il  propofito  di 
C  efare  >  &  dimofirato  d' battere  fede  grandijjima  nella  fua  bontà;  fu  rifiofio» 

cbt 


TERZO. 

mander(bbono;farebbono  intender  particolarmente  la  mente  loro.  Ma  in  ^  Vnmb'1 
quefto  tepo  i  Vinitiani,per  non  lajciarc  all'imperatorio  al  Duca  di  Mila  Rétiuoglio 
1  no /acuita  d'occupar  Tifa;  a  Ut  mandarono  di  nuovo  con  cenfentimcto  de%  ESdt  «fi" 
Tifani  ^AnnibalBentivoglio  loro  cmdotticr e  con  centocinquanta  buomini  &  cagione* 
d'arme-,  &  poco  poi  nuota  Stradiotti,&  mille  fanti  Significando  al  Duca  yJiucìzf* 
haver  vegli  mandati, perche  la  loro  F{epvblica  amatrice  delle  Città  libere;  f«»  nimico. 
voleva  aiutare  t  Tifani  alla  recuperatile  del  Contado  loro  ,  con  Valuto  fc^foiS! 
&//e  quali  genti  i  Vi  fini  finirono  di  ricuperare  qua  fi  tntte  le  Caftella  del-  *« .  sforza 
hCoiline.Ter]t  quali  benefic?^&  per  la  prontezza  de'  y.nitiani  nelledi-  t^S& 
wande  loro,cb 'erano  molte, bora  di gente,bora  di  danari,hora  di  uettoua  ««mera  r« 
glie,&  dìmonitioni;  era  la  uolontà  de*  Tifani  diventata  tanto  conforme  a  do™*!  i2 
quella  de  finiti  ani, ebe  trafportata  in  effTjueUa  confìdetia,et  amore,ch$  dédo  c'h"  * 
t'foleuano  battere  nel  Duca  di  Milano\defiderauano  fiotto americhe  quel  Tttm^Z 
Senato  continua/fé  nella  di  fé  fa  loro  :&  nondimeno  foli  ceka  nano  la  uè-  gl!°«afta- 
tiuta  di  Cefare,fitrando  con  le  gentili)  erano  in  Tifa,&  con  quelle  mena-  f r&!dS* 
va  feco;havére  facilmente  a  confeguire  Livorno.DaW altra  parte  i  Fioren  #?«• 
fi»/>/^  ofovi  l'altre  diffi  e alt aerano  tiretti  in  quel  tempo  da  grau'.fftma  dRdFeft« 
careflia;flattano  con  molto  timore,uedendoft  fili  are  ftftere  alla  potentia  ^^o]' 
di  tanti  Trinci  pi  :  perche  in  Italia  non  era  alcvno,che  gli  éutaffe,  &  per  co,  &°a  moi 
lettere  de  gli  Oratorie  battevano  in  Francia;  erano  (lati  certificati ,  che  SESSu  % 
dal  I\e,alquale  bantuano  fatto  grandi  ffima  inftatia  d' efiere  in  tanti  pcrico  gutra i  ?» 
lifoccorfi  almeno  dì  qualche  quantità  di  danari;non  fi  poteuafperarefuffi  ^0^iou^' 
dio  alcuno,  follmente  ceffaua  loro  la  moleflia  di  Tiero  de9  Medici  :  perche  i'Auttoldl 
il  con  figlio  de'  Collegati  fu  di  non  ufare  in  quefto  moto  il  nome ,  e'I  fauor  JX&fc? 
uo, bau  e  do  per  tjperien^a  compre fo,che  t  Fiorentini  per  quefto  timore  di  tode'P&aii 
ventavano  più  uniti  alla  conferuation  della  propria  libertà.  J^e  ceffaua  ì%lf^l 
lodouico  S  fvr^a,  fiotto  fi?  ecied'efier  gelo fo  della  fallite  loro,  &  mal  conte  dichiara  4! 
todellagrandexza.de  finitiant,di confortargli efficacemetc  a  rimetter-  SSSedicV 
fi  in  Ce  far  e, dimostrando  molti  pericoli,^  paventi,  &  proponendo  no  re  «°»«  «ni* 
tiare  altro  modo  a  trar  di  Tifa  1  Vinitiani,dondefeguiterebbefvbito  la  lo  % !j£$2j 
ro  retntegratione,comecofa  molto  neceffaria  alla  quiete  d'ltalia,&  defi-   tiuni  di  "* 
derata  per  quefta  cagione  da'  I{e  di  Spagna,&  da  tutti  gli  altri  Confedera  ^portarL 
ti:&  nondimeno  1  Fiorentini, né  mofjì  dalla  vanità  di  quefìe  inftdiofe  lufin  een"  di  ^o 
ghe,ne  Rallentati  da  tate  difficvltà,&  pericoli  ;  deliberarono  di  no  far  co  ^d  % 
Cefare  diebiaratione  alcvna,nè rimettere  in  juo  arbitrio  le  ragioni  loro,fe  uo  nó<*"é 
prima  no  erano  reflitviti  alla  poffeffione  di  Tifa  :  perche  non  confidavano  ì'ITCl 
ne  della  volotà,nè  della  autorità  fuayeffendo  noto,che  no  bauédo  da  fefief  noia'&  "" 
fo  ne  forane  danari;  prò  cedeva  come  pareva  al  Duca  di  Milano,  né  fi  uè  hau^anofi 
Mo  ne  ammani  difpofitione,ò  neceffità  di  lafctare  Tifa  :  però  co  franco  *ate  !s  b,aH: 
Mimo  attendevano  a  fortificare,^  provedere  quanto  potevano  Livorno,  mtiani''  S 
<JT a  ristringere  infieme  tutte  le  genttloro  nel  contado  di  Tifa  :  &  nondi-  ^uaIi  uo'c* 
tono  per  non  fi  dimofìr are  alieni  dalla  concordia,et  sformar  fi  di  mitigare  re&non  % 

hi         l'animo  ■taL 


LIBRO 


% 


F  anime  di  Ce  fare  ;  gli  mandarono  ambafeiadori,  cjìendò  égli  già  arrivata 
a  Genoua.per  ridonderà  a  quel! omelie  baueuano  ifhoflo  gli  Oratori  fuoi  m 
Firenze  ila  commefjìone  dt  quali  fu  di  pervadergli  non  efere  neeejano 
di  procedere  ad  alcuna  dichiaratio;ie,pcrcbe  per  la  di net  ione, che  fi  porta- 
va al  nomefnOyft  potata  promettere  della  ^publica  Ftoretina  tutto  quel 
lo  dtjìderajfe  :  ricordare,  che  al  propofito  fantiffimo ,  che  egli  baueua  di 
attutare  Italia  ;.  ninna  co  fa  era  più  opportma.cbe  il  reflit  ime  fumo  Ti- 
fa a  Fiorentini  :  perche  da  quefla  radice  naf cenano  tutte  le  loro  delibera- 
tùniche  erano  molcftc  a  luh&a  confederati >et  perche  Tifa  era  cagione* 
che  qualch1  un'altro  agrafie  all'Imperio  d'Italia ,  &  perciò  procurale  di 
tenerla  in  continui  trattagli  :  con  lequaliparole.benche  non  Seftnmejje  al 
tr  intentarono  fìgnificati  i  Finitiani  :  né  comenire  alla  fua  -gin  fiuta  ,coe 
chi  era  flato  fogliato  uiolent emente; fu  fìe  cantra  la  difrofittone  delie  leg- 
gi imperialhaflrettaafare  compromeffo  delle  fu  e  ragioni ,  fé  pnrn  non 
tra  reintegrato  nella  fua  paffione  :  conchi  udendole  battendo  dahiique- 
(lo principila ì^piMca  Fior  entina,non  gli reflando  caufa di  deftdcrare 
altroché  la  pace  con  ciafeuno  sfarebbe  tutte  quelle  diebiar ationt  ycbe  a 
lui  pareffero  convenienti  ;  &  confidandoli  pienamente  dMafnagiuU  ma  r 
rimetterebbe  in  lui  prontamente  la  catione  delle  fue  ragioni Haquale  ri 
(bofla  nonfatisfacendo  a  Ce far ejefidero fesche  innanzi  a  ogni  coja  entrai 
fera  nella  Leg*>rkenendo  la  parola  da  lui  della  reint  e  granone  alla  pojjej 
(ione  di  Tifa  in  fra  un  termine  conueniente  ;non  hcóbono  dopo  motte  dh 
(cuflioni  da  lui  altra  rijjtoflaje  nocche  in  fili  Molo  di  Genoua ,  »  quando  a 
ì£&3?  già  entragna  in  mare  trifale  losche  dal  Legato  del  Tonte fce>  che  era  in 
aliano  ce  %enoHa  .  intendcrebbonolafua  uolontà  :  dannale  rimeffl  al  Ducale  da 

alme  d'Or  andarono  a  quella  Città:&  hauendo  già  dimandata  l  attenua-,  [opragli 
SES£  fono  commefani  da  Fintone  fi  era  faputo  il  progrefo  alloro  lega 
ctóo:»»  ir  tioneychefenza  cercare  altra  rìftofla  ;  fene  tomafiero  alla  patria,  pe.o 
^«o°  fi  uenutiairhora  deputata  innanzi  Duca  ;  convertirono  la  dimanda  dtU 
fini  medeft     -ft  fo  fo  ftanifleargli>cbe  ritornadoftne  a  Firtì&no  bau  enano  ricujato 

dodiKapo.  xafC0£e comeniua all'amicitia, che tenenafecolaloroKepublicaMaue 
122  £  }aaDHca9preruppo^o^baHfero  *  dimandargli  l™fW*£»* 
**»*•.      dentare Jme  faceua  fpejfojafna  eloquenttay&  le  fue  arti ,  <^»?<£ 

piacere  delMtrHi  calamità;  ccnuoca^ 

tutto  il  fno  con  figlio  :  ma  reflando  maravigliato,  &  confnfo  di  W**t<* 

lanuta  da  Cefareialli  quale  dimada>repbcando  effige [ecodo  le  Uggì  dei 
la  loro  Kepnbtica,n'ó  pìtenam  co  al  tro  Trincipe  trattare  le  fue  comtffio- 
^XVquello^L  erano  d^att  ^f^iffofe  tutto turU 
W«t*e$  noi  nidanm  la  rtfofla,?  Uqnalefapptamo,  che  C*J*™b* 


a  Q_uefto» 


r/wfjf/o  ^  noì,non  la  vorrete  udire ì  foggmnf&no  no  effer  vietato  F  udire ,  n  uoiV,:o 

ne  Poter  nietare,cbc  altri  non  parlarti:  replico  ifiamo  contenti  d  i  daruela,  prou«bio 

?W4  non  ft  pu$faf  q<iCjto,fcnon  ifponetea  noi  queuoyCbe  ijponcjte  a  lui:  &  tur  8rre. 

replicando  gli  Oratori,iwn  potere  per  le  medtfime  ragioni^  effer fupcr*  b    Sctlu€  if 

Ano, per  ebe  era  mctffario,cbe Cefare baite j]e lignificata  la-loro  propoflaa  Giouio,ch« 

quegli %a  anali  bauena  comcjfo,cbe  in  nome  fuo  face/fero  la  rifpo[ia:ndpo-  hattcuaho"? 

tendo  egli  ne  co  paroline  co gefìi di fjìmul are  lo  fdcgno;licentiò  &.gli  Ora  FJoieUnipo 

tori,c  tutti  color  o^ebaueua  congregati,  *  r  tediata  nife  parte  di  quella  de  ?°^fi°l 


ft  abbondati  d'artìgli. 

tere,percbe  no  ti  erano  altroché  mille  fantiTedefcbipiauigò  infilai  porto  latino'' di 

della  Stietiei&  di  ghìhì  andò  per  terra  a  ¥ifa;oite  raccolti  cinqueceto  ca  Ric*loi';  c6 

i-  i    •»  i  •     »  i  r  •/  *  miliario  , 

valli,  &  mille  altri  fanti  Teckjcbi,c  baueuano  fatto  li  camino  per  terra;  huomo  ua- 

de  liberò  co  qnttte  géth&  co  quelle  del  Duca  di  Milano,&  con  parte  delle  i^xoioSctor 
Finìtime  Andare  a  capo  a  Liuorno,co  int emione  d 'afialtarlo £  terra >&  , 

per  mare^dr  che:  i  altre  gìéti  de  Vinitiani  andaffero  a  Vote  di  Sacco;  acciò  dice:xiface» 

the l  cavo  de  Fioretiniycbe  non  era  molto  potete,ncn  poteìfe  ò  moleiìare  i  do  »,  .Pontj 

. ,,      .  *  n  r        T  ■  ;■•*■.•;  r    a.      "^  •  «~  •     -><.  •  «*ci.hi  »  rat- 

[Pifanifò  dare  faccorjo  a  intorno,  ma  ninna  imprefafpauetaua  i  Fiore  ti-  *Cuaron  u 
,  ìli  meno*  ebe  quella  di  liuorno, b  proueduto  fuffcìentemete  di  géte*&  da  r  i^iMc^l- 
tigiiaric-y&oue  affrettavano  di  dì  in  dìfoccorfo  di  Troue%a:percbe no  mot  uoxoo  ined- 
ieprima  per  accrtfeere  le  for%e  fue  co  la  riputai  ione,  nellaqualeallbora  J™™^:*  • 
trano  in  Italia  fórme  de'Frìcefijjpueuano  co  cofentimento  delFg  di  Fra  à»  patìaxc . 
eia  l'oliato Mons.di  jilbigion uno  de  fuoiCapitani,conceto  lace,et  mille  ^ Sop:a  ~ 
fanti  tra  Suix^eri^Cuafeoni^acciocbe  per  mar  e  paff afferò  a  Liuorno  su  fta   «auc 
certe  nauiycbep  ordine  loro  emno  (late  caricate  di  grani  p  folleuare  la  ca  ^^yi 
reflia,  ci? era  f  tutto' l  dominio  Fior  etino:  la  qual  deliberatione sfatta  co  teiioxzo,  & 
altri  penfieri9&  ad  altri fni,cbe  (  difender  fi  da  Ce  farete  bene  hebbe  mol  ^0a*  °  quali'* 
teldijjiciiltà.percbe&+Albigion  con  la  fua  copagnia  già  condotto  alle  na-  etichi  d«* 
mì  ricusò  d'entrare  in  mar  e,&  de*  fanti  fé  ne  imbarcarono Jolamete  feicen  Kejtndaro- 
to;nondtmeno  fu  tanto  fono  rita  dalla  fortunale  né  maggior  e,ne  più  op  ■  *°  |«  P« 
fortuna  prouifione  fi  farebbe  potuta  defiderare\cociofia  cofa9cbei  dì  me-  »  Perugia . 
defimoycbe  un  Come/far  io  Tifano,  madato  ina^i  da  Ce  far  e  co  molti  fanti,  Et  «*  Ia  na 
e  &  calmili  per  far  poti,&  c  pianar  e  le  uie  per  t  efferato,? haueua  a  ueni-  ta  di'  uoo! 
re;  fi  prefentò  a  Liuornofi  levni  diTroue7a9cl/erano  cinque  naui%et  alca  f?0"'  »  che 

j      ■        ,  ^  rr  jA  /rj-^,  -j       ;  /•/„         -»  l«ltrcpor« 

i  ni  galeonh&  con  efji  una  «  nauegrojja  di  7^prmadiaylaquaLc  ti  i\e  maaa-  uano  poco 

na ptr  rinfrefear  Gaetadi  uettouaglie^ di  getc;fi  feoptrfe  fopra  LÌuor  lIx^0,  ^ 

no  con  uenti  tato  proffreriycbe  non  fé  gli  opponedo  l'armata  di  Cefare,  per  gìouìo  ,  ù 

ebefu  corretta  dal  tempo  a  allargar  fi  fopra  la  Al  eloria, foglia  famofo,  Jìea,J?0' 

e  febegid  apprtjfo  a  quello  € furono  in  una  battaglia  nauale  afflitte  in  per-  «Qu«fta  *ot 

M      Z  petuo  ni  hebbero 

da'  Gcnouefi.ftimo  che  'ài  quella,chc  fucceflc  Fanno  di  ST.S.  12S4..  al  luogo  che  altri  chiamala  Veronica. tre 
miglia  lungi  dal  Porto.  In  qjeitarotra  fu  prclb  Alb:rto  Morifrii  Fodeia  de' fiQai, ron  tanti  altri  nobilidi 
?iia,che  fra  i  Thofcaai  ail'hora  fi  co  dumo  4i  duc.ch*  chi  hauclTc  uoluto  u«det  iiiit  ctìflJicniua ,  che  andane 
a  Genoua. Leggìi/  Giuitiftiani  nel  lib.j. 


LIBRO 

fetuo  da  Oenoiufi  le  forile  de'  Vifani,entrò  nel  porto  fcnxdrkeuerc  alcu 
no  danno ytccettOyche  un  galeone  carico  digrano->feparato  dal  reflo  dell' ar 
matayfu  prejo  da*  nimici  :  dette  quefìofoccorfo  fi  opportuno  grande  ardi- 
re a  quegliycbe  erano  in  Liuorno,&  confermò  grandemete  T  animo  de'Via 
rent ini, parendo  loroyche  l'effer  giunto  co  fi  a  tempo ,  fufiefegno,  che  dout 
infauore  loro  mancafftro  liforxe  bumaneyhaueffe a  fupplire  F  tintorio  di 
uinoycome  molte  uolte  in  quegli  giorniy  nel  maggiore  terrore  degli  altri) 
haueua  predicando  al  popolo  affermato  il  Sauonarola*  Ma  non  cefòper 
qnefla  il  I\e  de*  Romani  d'andare  col  capo  a  Liuornoidoue  mandati  per  ter 
ra  cinquecento  b uomini  d'arme,&  mille  caualli  leggieri, &  quattro  mila 
fanti;  egli  andò  in  julle galee  mfino  alla  bocca  dello  ft  agno  >cbe  ètra  Tifa9 
&  htuorno:&  battendo  affigliata  l'vppugnattvne (Cuna pxrte della  terra 
al  Conte  di  Gaia^o,cbe  era  flato  màdato  con  luì  dal  £>ica  di  Milano;  et 
foflofi  egli  daW  altra  ybenche  il  primo  giorno  faecampiifss  con  molta  d'iffì' 
cultàper  la.  molesta  grande  datagli  dati 'artiglierie  di  Liuorno'yCominciòi 
come  quelloycbe  defidcraua  la  prima  co  fa  di  infignorirjì  del  porto^ccofia 
te  le  genti  innan^j  giorno  dalla  banda  della  Fontana,  a  battere  con  molti 
cannoni  il  Magnano  :  ilquale  quegli  di  dentro  baueuano  forti filato,  &  ra 
«Tempera-  wnatQyComt  ueddono  porre  il  campo  da  quella  parte y / palazzotto,  &  la 
ce  u  gio'uìo"  Torre  dal  lato  di  marcycomc  cofa  da  non  poter  fi  guardare,  &  ha  bile  afa± 
*  kuarono,  reperdere  la  torre  nuoua:&  nelmsdefrmo  tempo  per. battere  dalla  parte 

con  nnctu     ,,r  ,.  r  ^  i  v  r  i     i  -• 

del  Garbi-  da  mare ybaueua fatto  apprejjare  al  parto  l  armata  juaypcrcbe  le  nani  Fra. 
*°'  a-'C01»-  ceftypoi  che  bebbonopoUs  in  terra  le gentt,ejr  fcarieato  pa*te  de"grani,ef 
pioggia:  per  fendo 'finiti  i  noli  loro,non  affante  i  prtegbi  fatti  in  contrario*  fi  erano  par 
*Qdìtie°*  ***€  fer  rù°rnare inT>rQuenza,&  larUormandaper feguitareil  camma 
nò  è  molto  fuo  uerfo  Cai  taX  oppugnatane  fatta  alMagnanOyper  combattere  pòi  la 
latria  lu  terra  etiandio  per  mare;riufciua  dipoco  frutto,per  ejfere  munirò  in  moda 
Garbini .  che  Fattigliene  poco  lyojfendeuano,&  quegli  di  dentro  fyeffo  ufciuanofua 
rocrn^ne^  ra  a  fcarammucciare  :  ma  era  dejlmatoycbe  la$eran%a  de* Fiorentini ca 
rto  auttofc,  mineiata  coifauore  dey  uent^,hauef\e  col  beneficio  pure  de*  iteti  la  f uà  per 
«ho  if  Sem"  fettione:percbeleuatofi  un  a tèporale gagliardo \cóquafiò  m  modo  l'arma  $ 
bo,deiia  co-  tayche  la  nane  Gnmalda  Genomfe,cbe  baueua  portata  la  per  fona  di  Ce  fa 
ivhiuJan!*  r  e  abbattuta  lungamente  da  uent  ,  andò  a  trauerfo  dirimpetto  alla  roc* 
&  gli  stor'  ca  nuoua  di  Liuorno,ion  tutti  gli  b;iOmuii,&  ar trglier icyib e  ni  erano  fo- 
-  SouefTe  d&  pra>&  il  mede  firn  $  fi  cero  alla  punta  di  uerjo  San  Iacopo  due  galèe  Vene 
te  il  porro  te>&gli  altri  Legni  difperfi  in  ttarjj  luoghi  patirono  tanto  ycbt 'no) v furono 
«uando^bu  P,ft  nli^  ftr  ^itnfrcfa  prefente.  p  loquale  cafa  ricuperarono  quegli  di  de 
le  flato  ac-  tra  il  galeone  uenuco  prima  m  pot  e jì  à  de  nimici  ;  per  il  naufragio  dell' ar- 
chi  ìVgio"  tiàata  ritornò  Ct[a*e  a  Tifa  :  dotte  dopo  mnltt  co]ulte,diffidandofi  tutti  di 
aie,  c'i  Co-  potere  più  pigliare  L'uomo  ;  fi  deliberò  di  Iettare  il  campo,&fart  la  guer 
Po  lattato  ra  dall'altra  parte.Tero  Cefare  andò  a  VicoV  if ano  ,&  fatto  ordinare  un 
di  racconta  ponte  foprajdrno  Uà  CaJcinay&yicoy&itnjopratlCilecckwyjuanJ.nji 

indetta 


TERZO.                               9*  tU  c,ì,vi9 

tredeuadmejfè  paffute , partite fi  ali ìmprouìfo; fé  ne  ritornò  per  terra  uer-  Jice  '";!„* 

I  fo  Milano,  non  battendo  fatto  altro  progrefio  in  Tofcana  ,  che  hauerc  a  <?»<**-  51"°'^^/* 

trecento  caualli de  fuoi  jaccheggìato Bolgheri,caflello  ignobile  nella Marcm  &  i<>™ial 


ma  di  Tifa.Scufaua  queftafnbita  partitaper  accrefcerfegli  continuamente  le  pe  ^;  "«* 

diffcultà,  non  fi  fatis facendo  alle  fue  fpefsedimande  di  nuoui  danari,  né  con  goigten  f« 

ifentendo  i  Troueditori  Veneti,cbe  la  maggior  parte  delle  genti  loro  b  ufcif-  mcrc£.  J^rJ 

fepiu  diTifa  per  fofyetto  conceputo  di  lui;  ne  gli  baueuanoi  Vinitiani  pa~  2dia  cótr« 

gato  interamente  la  portione  loro  défttanta  mila  ducati:  onde  lodandofi  àì  di  Mirre 
tnoltodel  Duca  di  Milano;  fi  lamcntauagrauement e  diloro.  >A  Tania  doue      ":  . 

eg/i/*  trasferì  fu  fatta  nuoua  confulta:  &  benché  hauefiepiiblkato  uolere  ri-  co  rio,  dw 

tornarfene  in  Germania;  confentiua  di  foprafiare  in  Italia  tutta  la  uernata  J^Sj?'1^ 

co?*  mille  cavalli,  &  due  mila  fanti,  in  cafo,  che  ogni  me  fé  fé  gli  pagi  fero  tic  di  noi  ce 

mntiiue  mila  forini  di  reno:  dellaqual  cofa  mentre  ebe  s'affretta  rtjpoftada  ^\\[l^l 


lì  conerà  t 
Fiorentini  t 
han?ua  afttt 
tamentepro 
carato  d's- 


Finitiani;  andò  in  Lomellina  nel  tempo,  che  era  affettato  a  Milano,  effen-  do  di  P; a» 
dogli,  come  ne  tempi  feguenti  dimoflrarono  meglio  i  fuoi  progredì,  fatale  di 
non  entrare  in  quella  città .  Di  Lomellina  mutato  con  figlio  ;  tornò  a  Cufago, 
propinquo  afei  miglia  a  Milano;  donde  inopinatamente  fen%afaput  a  delDu- 

ca,&  degli  Oratori,che  ui  erano;  fé  n'andò  a  Como,  &  quiui  intefo ,  mentre  fciuder«  .vi 

defìnaua,cbé  l  Legato  del  TapaMquale  baueua  mandato  a  dire ,  che  non  lo  "a^auVda 

feguitafìe;era ar  rinato, leuato fi  da  menfa;  andò  ad  imbarcarft  con  tanta  cele-  ne  fuora  a 

rità,cbe  appena  il  Legato  hebbejpatio  di parlarglipocbe parole  alla  barca:al-  condurr» 

quale  rifpofe  effere  neceffitato  d'andare  in  Germania,  ma  che  preftamente  ri-  qQeI1*  ù?-; 

:  tornerebbe:  &  nondimeno  poi  che  per  il  Lago  di  Como  fu  condotto  a  e  Bella-  che  il  pr« 

fio,  hauendo  intefo  che  i  Vinitiani  confentiuano  a  quello,  che  fi  era  trattato  a  «editor  vu 

J         .  t.  n  i.     •  .i  i    rr     •      •  mtiano.co- 

Tauia;dette  dinuouo  (peranno,  di  ritornare  a  Milanoma  pocmjjimi  giorni  me  accorta, 

foi,procedendo  con  lafua  naturale  uarietàdafeiata  unaparte  de  fuoi  caualli,  "^°ude  *fc 

&  de  fanti;  fé  ne  andò  in  Germania,hauendo  conpocbifiima  dignità  del  nome  ndio  ufuiic 

Imperiale, dimoftrat a  lafua  debolezza  a  ltalia,che già  lungo  tempo  non  ha-  ro  fuora- 

ueua  ueduti  Imperatori  armati.  T er  lapartitafua  Lodouico  Sforma  difpera-  <•  Bell'agio 

to  di  potere  più,  fé  non  ueniuano  nuoui  accidenti,  tirare  Tifa  afe,  ne  cauar-  cario  beiiTi; 

la  di  mano  de  Vinitiani;  ne  leuò  le  genti  fue, pigliando  per  parte  di  confolatio  «"<»<>,&  sìo 

ne  delfuo  dijpiacere,  che  i  Vinitiani  reftafiero  foli  implicati  nella  guerra  co  5°"  Lago  di 

Fiorentini:  da  che  fi  perfuadeua,  che  la  flr  accheta  dell  uno,  &  dell  altro  pò  Como,*  n  ci 

tefie  col  tempo  porgergli  qualche  defiderataoccafione.  Ter  la  partita  delle-  \e  era^ 

quali genti,i  Fiorentini  reftati  piupotéti  nel  contado  di  Tifa,  che  i  nimici;  ri-  fortexxa  di 

cuperarono  tutte  le  Caflella  delle  colline, &  perciò  i  Vinitiani  efìendo  coflretti  Sr"cLq!£* 

per  impedire  i  loro  progreffiafare  nuoue proni fwni  ;  aggiunfono  a  quelle ,  che  """*"*  w* 

ui  erano  tante  genti,  che  in  tutto  uhaueuano  quattrocento  huomini  d  arme,  d  lucendosi 

fettecento  caualli  leggieri,& più  di  due  mila  fanti.  Rifolueronfi  in  queflo  me-  W»  «  M? 

M       3  ZOUel  re  a  Lece*  t 

aia  ianno  i  J75»fu  fatta  minar  Ai  Glo.Galearto  Visconti  Duca  di  Milano,percheera  fatta  ricetto  d»aflàfsini. 
Hoggi  u'haunfuperbo  palazxo.ch'e  de  gli  Sfoniran.  Alla  riua  poi  del  la*o  e  la  terra  di  Bell'*gio,di  che  $i 
può  uedfr  pienamente  il  fecondo  libro  della  ckeì  di  Como  dtlcntta  da  Thomafo  Porcacchi. 


a  Nei  * .  m.  Viti  ina  ni,  che  [  haueuano  affed.ata  con  la  loro  armata  ;  i  quali à  dopo  hauerla  A 
bchJl  Ta?JÌ;  Yltemtcl  Wotti  dì  ,&  effendo  già  nato  foretto, che  fé  la  vokffcro  appropriare  ; 
tim  manda  la  reflìtuirono  finalmente  a  Federigo  aliandone  affai  il  Tontefice  ,&iRe  di 
*àpè> Vnt  W% & e!fafo fi intefo à  Gaeta,chela nane l^ormanda,h  attendo combat- 
de  ni  ;  3c  che  tuiofopra  Torto  Hercule  con  alcune  nani  de  Genouefì,  che  battenti  incontra- 
ti  a?*PuaS  te,feguitando  dipoi  ttfno  camino, vinta  dalla  tempefla  del  mare ,  era  andata  à 
in  renatoci  tranerfo,i  Fr  ance fuche  erano  in  quella  cittàyallaquale  il  nuouo  Re  era  tornato 
t'cn?TaTan  a  campoyancor  che  fecondo, che  era  la  fama  haueffero  prouifione  da  foflenerfi 
to  non  da.  qualche  mefcy  giudicando,  che  alla  fine  il  Re  loro  non  farebbe  più  follecito  a 
tar  n  ///nò*  fi>ccorrerglì,che  e  fuffe  flato  afoccorrere  tanta  nobiltà,  &  tante  terre, che  fi  te 
centratimi,  nettano  per  lui;  accordarono  con  Federigo  perme^o  dobigni,  ilqualeper  alai 
g» a  '&  aitVì  ne  difficoltà  nate  nella  conflgnatione  delle  fortezze  di  Calatma  ;  non  era  anco 
fermando  ya  partito  da  l^apoli,di  lafciare  la  terra,  &  la  fonema ,  hauendo  facilità  di 
che'  «oTfi  anderfenefalui  per  mare  in  Franàacon  tutte  le  robe  loro:  per  loquele  accordo 
«effe  a  !  Tu  r  effendo  il  Re  di  Francia  alleggerito  dipenfieri  difoccorrere  il  Reame,et  dall'ai 
r°uitimoevi  traparte  accefo  dagliflimolideldamoy&  dell  infamia  ;  deliberò  daffaltare 
nit.ani  s'io  Genoua>fberando  nella  parte ,  che  u  haueua  Battiflino  Frezofo  fiato  via  Dove 
fir.cheM  Re  di qttena  citta,®"  neljeguitOy  che  haueua  il  Cardinale  di  £.  Tiero  in  Vincola 
FeutflM  t  -  $aHonafiiaPatrìa>&  in  felle  riuierc;  &pareuagli  aggiugneffe  opportuni 
tentimi  ti  l  effere  in  queflo  tempo  difeordi  Gianluigi  dal  Fiefco,&gli  ^Adorni,  &  vni 
fi-i inoiTi  uerfalmente  i  Genouefì  malcontenti  del  Duca  di  Milano, per  efferefiato  auto- 
gwia.  :  reyche  nella  vendita  di  Tietrafanta  i  Zucche  fi  fuffero  flati  preferiti  a  loro  ;& 
■ .  perche  hauendo  poipromeffo  di  farla  ritornare  nelle  loro  mani ,  &  vfata  a  que 
n\the  roof.  fto,per  mitigare  lo  [degno  conceputo,l  autorità  de  Finitimi  ;gli  haueua  pa- 
fe  nrPaJ*  fetitì  molti  me  fi  divane ff>eran%e.  Il  timore  di  quefla  deliberatone  del  Re  co- 
a  far  guerra  firinfe  LodouicoMquale per  le  cofe  di  Tifa  era  quafi  alienato  da  Vinitiani,aÌ 
f"if"-afurona  vn*rfi  di  nuouo  con  loro>&  à  mandare  a  Genoua  quelli  cauaili,  &  fanti  Tede- 
p  ìipégntre  fichi  yche Cefare haueua lafciati in  Italia  : d  quali,fe no  fuffefoprauenutaque 
j  Baroni  ro  jfa  neceffità  ;  non  farebbe  fiata  fitta  alcuna  prouiftone  :  le  quali  cofe  mitre  ,che 
li daimera  fi trattanoyilVontefice^ parendogli dhauere opportunità gratided r occupare 
ceppioVPò  gli  flati  degli  Or  fini, poi  che  i  capi  di  quella  famiglia  erano  ritìntiti  a  'Napoli > 
teftcì;  &  per  pronuntio  nel  Concifloro  Virginio^  &gli  altrìyYÌbelliy&  confinogli  flati  loro* 
«Sr  ma*  ?*  Per  effiere  arjdati  contra  ifuoi  comandamenti  agliftipendij  de  Fr ance  fi  :  ilche 
jìuXtc  fatto,afialtò  nel  principio  dell  anno  mille  quatrocento  nouantafette  le  terre  lo 
■  ,xcvir<  yo,  hauendo  o  rdinatoyche  i  Colonne  fi  da  più  luoghi,doue  confinano  con  gli  Or  fi- 
feria  ni;face fiero  ilmedefimo.Fu  quefla  imprefa  confortata  afiai  dal  Cardinale  li- 
*'ifùoii  co  fianio  peri  antica  amicitiafua  co  Colonne  fi,  &  difienfione  con  gli  Or  fini  >  & 
»ie  fcriie  il  confentita  dal  Duca  di  Milano, ma  molefia  à  Vinitiani  y  i  quali  defiderauano 
«ioait.  di  far  fi  beniuola  quella  famiglia;  &  nondimeno  non  potendo  con  ginflificatio- 
m  alcuna  impedirebbe  il  Tontefice profeguifìe  lefue  ragionane  efiendo  vii- 
**  le 


tèrzo.  <>* 

lei alienacelo  in  tempo  tale  ;  consentirono, che  il  ùucad *  Vrbino  foldato  com  \.  n  Duc* 
mime  andaffe  ad  unir  fi  con  le  genti  della  Chic  fa,  delinquali  era  Captano  gene-  era  e  u .  ami? 


to  Frànce- 


a  rale  il  *  Duca  di  Candia,  &  Legato  il  Cardinale  da  Luna  V  due  fé,  Cardinale  de  £o  B  o    . 

pendente  in  tutto  da  >Afcanio,&il  Re  Federigo  ui  mando  in  aiuto  fuo  Fabrìtio  sTera'T.*! 

Colonna.  Quefto  effercito,poi  che  fé  gli  furono  arrendine  molte  aure  casella  ;  |4iwaol° 4el 

andò  a  campo  a  Triuignano,  laquale  terra  difefiafi  per  qualche  dì  francamene  d  7t\n  Su! 

h  te,bfi  dette  a  difcretwne  :  ma  mentre  fi  difiendeua,Ba,tolomeo  d  aluiano  y  -  £°  pr^:° * 

[cito  di  Bracciano  roppe  otto  miglia  apprefio  a  Roma ,  quattrocento  cmalli ,  <%««  2c J 

e  che  conduceuano  e  artigliane  nel  campo  Ecclcfiaftico  :  &  inoltro  dì  efendo  #$f%  ì[* 

corfoprefio  alla  Croce  di  Montemari;  mancò  poco  ,che  non  pigliale  il  Cardina  &m  w*  li" 

le  di  Valenti ,  ilquale ,  yfeito  dì  Roma  a  cacciare ,  fuggendo  fi  fatuo  .  prefo  Ucr9, 

Triuignano;  andò  il  campo  a  Lifola,&  battuta  coni ''artiglierie 'ma  parte  del  b  rrimgna 

la  rocca  ;  la  confeguì  per  accordo*  &fi  ridufi  e  finalmente  tutta  la  guerra  intor  ^g^1" 

no  a  BracciafUhdoue  era  collocata  tutta  lafperan%a  della  dìfiefa  de  gli  Or  fini  ;  io»  £ 

perche  il  luogo,  che  prima  era  forte;  era  fiato  bene  munito, &  riparato;  &for  fonìAJu  f r* 

tifi  caio  il  borgo,  alla  fronte  delquale  hauc  nano  fatto  uno  baflion  e,  &  dentro  e-  *<* ,  ^  end  J 

rano  difenfori  a  fujficicntia  fiotto  il  gouerno  dell  Miti  ano,  che  gioitane  ancora,  ?££*&& 

ma  d  ingegno  feroce,  &  di  celerità  incredibile, &  esercitato  nell  arme  ;  daua  f®m  J«  nm. 

di  fé quellafferan%a,tilaquale non  furono  nel  tempo  feguente  inferiori  le  fine  l*u%Z'*Q 
anioni .  ^S[e  il  Tonte fice  cefifaua  di  accre fiere  ogni  dì  il  fuo  efiercito ,  alquale 

baueua  di  nuouo  aggiunto  ottocento  fanti  Tedefihi,  di  quegli,  che  haueuano  c€ua5o°n«l 

militato  nel  Reame  di  J^apoli,combatteffi  per  molti  dì  da  ogniparte  con  gran  gitene,  feto 

de  contentjone,haucndo  quegli  di  fuor  a  piantate  da  più  luoghi  l artiglierie ,nè  „  °0  i!-  $& 

mancando  quegli  didentro  di  prouedere,&  riparare  per  tutto,  con  fomma  Mi  bregaww© 

gentia,  &  franchezza,  furono  nondimeno  dopo  non  molti  dì  coftrettiadab-  Sron*ó7** 

bandonare  il  Borgo:  ilquale  prefo ,  gli  Ecclefiaflici  dettone  yn afialto  feroce  «*Mton  il 

alla  terra  :ma  benché  bauefierogia  pofie le  bandiere  in  fu  le  mura;  furono  r"£"  ali 

sforzati  a  ritirar  fi  con  molto  danno  ;  nellaquale  battaglia  fu  ferito  ^Antonello  cot}  J*  lij* 

S  anello.  Dimoftrarono  quegli  di  dentro  la  medefima  virtù  in  vn  altro  afialto,  jjjy ££ 

ributtando  con  maggiore  danno  i  nimici,  de  quali  furono  tra  morti ,  &  feriti  £olt'° in  *'u- 

fiu  di  dugento,  con  laude grandiffma  dell \Aluiano ,a  cui  sattribuiua  princi-  fosiuliuol 

palmentelaglonadiqueftadifefa  :  perche  &  dentro  eraprontiffimo  a  tutte  cU  comb*c 

■  hfattioninecefìarie ,  &  fuor  a  confpeffi  affalti  teneua  in  quafi  continua  mo-  £#u,nlmm 
lefiia,&  di  giorno  ,&  dinotte  l  efiìer  cito  de  nimici .  accrebbe  le  laudi  fue, 
perche  hauendo  ordinatole  certi caualìi  leggieri  correffero  da  Ceruetri ,  che 
fiterpeuapergliOrfini,  vn  giorno  infino  in  fu  l  campo, yfcitojuora  per  locca- 
[ione  di  quefto  tumulto  mefie  in  fuga  ifanti,che guardauanol  artiglierie, del- 
laquale  condufìe  alcuni  pez^i  minori  in  Bracciano;  &  nondimeno  batìuti,& 
travagliatiti  dì,&  la  notte cominciauano  afoflenerfi  principalmente  con  la 
fteran^a del foccorfo: perche  Carlo  Orfino,  &  yitelloigQ  congiunto  perii 
uincolo  della  f anione  Guelfa,  agli  Or  fini,  i  quali  riceuuti  danari  dal  Re 
di  Francia  per  riordinare  le  compagnie  loro  dijjipatc  nel  Regno  di  Tfapoli  : 

M    4        eran% 


LIBRO  ^ 

SPSffoi  erawp.tftitì  in  Italia  ìnfulegni  ncnutl di Trouen^a a lìuomù\fi Ft*4s 
ani ,  r he  i  7LVl0  per  [occorrere  a  unto  pericolo.  Vero  Carlo  andato  a  Sciano  CJtendeua 
IttSpifoìl  a  raccorre  i  faldati  antichi >&  gli  amici,  &  f artigi 'ap;de gli  'òrfini;  &  Vitti 
ujnoao  ri  \o7g  faceuaaCittàdiCafleHo  il  medefrmo  de  *  fuoi  Rìdati  &  de  fanti  del* 
perii  h"^  paefe,i  quali  come  hebbe  uniti,  con  dugenlohv0mìni  d  arme,&  \  Zoo.  fanti 
•gni  nppor.  dcfuoi,&  con  artiglieria  infilile  carretta  ali  ufo  Francefe ;  fi  congiunfe  a  So- 
M*  deferii  ràwo  corc  Cto'/o  ;  pertiche  i  Capitani  Ecclefiaftici  giudicando  pericolo fo  ,fe  e' 


digliene groffenell \Anguillara  fi  indùlga 
éo  che  fu  or  ^g  incontr atifi  tra  Soriano >  &  Baffano  combatterono  infime  per  più  bore 
.  fehterùV  ferocemente. Ma  finalmente  gli  Ecclefiaftici  benché  b  nel  principio  del  com-  # 
Jdefcanda  fra  battere  fufiefrefo  dà Colonne fi  Franciotto  Or  fino;  furono  meffi  infinga ,  tolti  ' 
telii  vùdie  loro i carriaggi, tolta  l  artiglieria,  & tra 'morti ,& prefipiu  di  cinquecento 
j^'kehed'  buomini:tra'qualireftarono  prigioni- ilDucad Vrbino,  Gianpiero  da Gon%ac 
e oft oro  \tì  ga  Conte  di  "Mugolar a, &  molti  altri  huomini  di  conditone, &  il  Duca  di  Can 

*  hepdeii«-ré  ^ferito  leggiermente  nel  uolto,  &  con  lui  il  Legato  .Apoftolico,  &  Fabri- 
Secche'  °«  tio  Colonna  fuggendo fi faluarono  in  Rociglione. Riportò  la  laude  principale  Hi 
<heCdicVai!  q^eflauittoriaFitelloT^o, perche 'la fanteria  da  Cittàdi  Caftello  fiata  difei- 

'  -eho  il  6  io.1  plinata  innanzi  dà  fratelli  &  da  lui  al  modo  dell  ordinan%e  oltramotane;  fui 
*lio'  queflo  di  aiutata grandemente,dall indufiria  fua.perche  hauendogli  armati 

b  Nel  prf  n-  di  picche  più  lunghe  circa  un  braccio  di  quello,che  era  lufan%a  commune,heb 
cipio  di  que  ymo  tant0  Uantaggio,quando  da  lui  furono  condotte  ad  urtar  fi  co  fanti  de  ni~ 
c-arme^a  mici,che  offendendo  lorofen^a  effere  offe  fi  per  la  lunghezza  delle  ficche;gli 
.£ii  ecclesia  mefiono  in  fuga  facilmente,  &  con  tanto  maggiore honor e guanto  nella  batta 
orCfini-iaScà  glia  contraria  erano  ottocento  fanti  Tedefchi  :  dellaquale  natione  haueuanoi 
Uhlero  de  fanti  Italiani fempre dopo  lapafiata  del  Re  Cai'lo:  hauuio  grandijjimo  terro- 
/Vrotca'ma  re.  Dopoquefiauittoria;cominciaronoi  umeitori  a  correre  fen^a  oftacoloper 
*ii  Bcdef°  tutto  ilpaefe  di  qua  dal  Teucre,  &  dipoi  pafìata  una  parte  delle  genti  di  la 
ft.ci  metter  dal  fiume  fiotto  Monte Ritondo;  coneuano  per  quella  firada,  che  fola  era  re- 
T?erC1&iCte  fiata  ficura:  peri  quali  pericoli  il  Tontefice  foldando  di  nuouo  molta  gente; 
«kfcfai  inni  chiamò delRegnodiJ^apoli in foccorfofuo  Confaluo,  &  Trojpero Colonna:^ 
Ìo  Mb?3  &  nondimeno  pochi  dì  poi  interponendo  fi  con  grande  fiudio  gli  Oratori  de*. 
Po  da  rior!  yinitionifei 'beneficio  degliOrfiniy  &  loSpagnuoloper  timore,  che  daque- 
fio"*  tot-  fio  principio  nonnafiejfe  nelle  cofe  della  Lega  maggiore  difordine  ;  fu  fatta 
nar'  frefeó  pace  con  ine linatìone  molto  fronta  cefi  del  Tontefice, alieniamo  fer  natura 
«tacqui  daUo  fendere,  come  de  gli  Or  fini:  i  quali,  nonhauendo  danari,  &  efiendo 
itamela  uic  abbandonati da ciafeuno; conofceuano efierenecefiario>che  allafine  cedeffe- 

toria-.ikhs  YO  alla 

dal  Giouio 

«  feritto  diffufamente,*  fu  quefta  fattione  a  i<r.di  Gennaio  1497.  ~rKn;  n.Wk. 

*  Guido  <U  Moaufdsro  Duca  4i  Vrbino  fu  j>n  gionr  di  Bauifia  Tori  nobil  Cauaiiier  de  gì  1  Or  fmi.Gioui* 


TERZO.  95 

ro  alla  potentia  del  Pontefice.  Lafomma  dex  patti  fu yche  a  gli  Or  finì  f affé 
lecito  continuare  infino  alla  fine  nella  condotta  del  I\e  di  F?acia,  mllaqua 
le  era  ejpreffo,cbe  e*  nonfuffero  tenuti  a  pigliare  Carme  con  tra  la  Chic  fa  : 
ribauejjero  tutte  le  terre  perdute  in  quefta  guerra,ma  pagando  al  Vontefi 
a  ce3  cinquanta  mila  ducati,trent  amila  fubito,  che  da  Federigo  fu  fiero  Ube  a  settata  mi 
b  rati  Giangiordano ,  &  Vagolo  Or  fini ,  perche  Virginio  era  b  pochi  giorni  q^ìo  de* 
innanzi  morto  in  Caflel  dell*Vouo,ò  difcbbre,ò  come  alcuni  credettono  di  quali  parta 
ueleno  :  &gli  altri  uentimilafi  pagaffero  infra  otto  mefi,ma  depofitan-  pucaVvr. 
do  in  mano  de'  Cardinali  ^dfsanio,&  di  Sanfeuerino  l**Anguillara,&  Cer  bino  pe_r  '* 
uetri  per  l'ofjeruanr^a  delpagameto:  liberaffinfi  i  prigioni  fatti  nella  gior  £*. 
nata  di  Soriano,  eccetto  il  Duca  d!Frbino, della  liberatione  delquale,btn     . 
che  s*  affaticaffero  gli  Oratori  de*  collegatiyil  Tonti fice  non  fece  inftantia  »  . 

perche  fapeua  gli  Or  fini  non  hauer  e  facilità  dìprouedere  a'danarij  qua-  ni  inna£\»l 
Ufi  trattaua pagaffero,fe  non  mediante  la  taglia  di  quel  Duca  :  laqualefit  fatt0  d  ar* 
poco  poi  concordata  in  quaranta  mila  ducati ',&  aggiutoui,che  non  prima 
fkffe  liberatOyche  Vagolo  Vitelli^lquak^quando  s'arrendè  stella;  era  re 
fiato  prigione  del  Mar  che  fé  di  Mantoua  ;  con feguiffe  fenica  pagare  alcuna 
cofa  la  fua  liberatione .  Spedito  il  Vontefice  poco  honoreuolmente  della 
guerra  de  gli  Orfini>dati  danari  alle  gentiyche  conduceua  Confaluo,&v-        «OJ  b 
nite  fecole  fue  ;  lo  mandò  all'imprefa  cCofìiaycbefiteKeua  ancora  in  nome  racconta  q- 
del  Cardinale  di  San  Viero  in  Vincola  :  doue  appena  furono  piantate  l'ar  fì-°  ^pTin 
tigliariey  che  il  caflellano  fi  arrendè  a  Confaluo  a  difcretione.  Haunta  0-  cipé  di  Bili 
fiiay  Confaluo,  qua  fi  trionfante  entrò  in  Roma,con  cento  h  uomini  dyarmey  Sna?°  ìav* 

i  ti*  i         •      •  •/»•  n  /*  fruitore.  * 

dugento  caualli  leggieri,^  mille  cinquecento  fanti, tutti  foldati  Spagnuo  dics  chei'in 
liymenandofi  innanzi  il  caflellano, come  prigione  :  ilquale  poco  poi  liberò ,  £\" Ja  hul! 
&  incontrato  da  molti  prelati,  dalla  famiglia  del  Vontefice  y  &  di  tutti  i  pe  &  neiia 
Cardinali,concorrendo  tutto  il  popolo>&  tutta  la  corte,cupidiffimi  di  uè-  \l\[^lt\tÈ 
dere  un  Capitanoyil nome  delquale  rifonauagià  chiariffimammte per  tut  q"cfto  _Gre- 
ta  Italia;  fu  condotto  al  Vapa  re  fidente  in  concifloro  :  ilquale,  r  ice  untolo  uf^he] 
con  grandiffimo  honore;gli  donò  la  rofa,f olita  a  donar  fi  ogni  anno  dà  Vo  c°mc  V* 
Vtfici,in  teflimonian^a  delfuo  ualore;ritomò  poi  ad  unir  fi  col  I\e  Federi-  dS'aiient- 
go  :  ilquale,afìaltato  lo  fiato  delVrefetto  di  t{oma;baucua  prefo  tutte  le  tió  Atì  f\ux 
terrebbe  tolte  nell*acquiflo  del  F{egno  al  Marxhefe  di  Vefcara  -3gli  erano  no  dai  R*Ft 
fiate  donate  dal  Bg  di  F  rada, et  pr  e  fa  Sora,et  sArci,ma  no  le  rocche,era  a  derico  ;  .h,° 
capo  a  Biocca  Guglielma ,  hauedo  per  accordo  conjeguito  lo  fiato  del  Cote  pra  Yn  qfto 
d*yliueto,gia  innan^  uendeffe  quel  Ducato  al  Vrefetto,Duca  di  Sora.  Et  a  ca.8^ftc 
nondimeno  in  quefle  proferita  non  mancauano  a  Federigo  molte  moleflie,  danza'  *#« 
non  folo  dagli  amiaypercbe  Confaluo  teneua  in  nome  de'fuoi  Kg  una  par-  &* 1 ,  Gio- 
te  della  Calauria,ma  etiandio  da*  nimici  riconciliati  :  perche  efiendo  Ha-  a o  a-àltm^ 
*  to  una  fera,ufcendo  di  Caflel  nuouo  di  T^apoli , c  ferito grauemente  da  un  *. l  \'om£~ 
certo  Greco  il  Vrincipe  di  Bifignano\entrò  tato  terrore  nel  Vrincipe  di  Sa  ^uo  p*f 
krnoube  quefto  no  fuffe  fiato  fatto  per  ordine  del  Bf  in  uUetta  dell*  off  e  fé  * co'1  * ca 


LIBRO 

paffate,cbe  fubito,non  difjìmnUndo  la  caufa  del  foretto; fé  nardo  da  J$a- 
poli  a  Salerno:&  benché  ilJ\emandaffe  in  potefiàfua  il  Greco,  che  era  in 
carcere  per  gì ufi i fi cario yche  egli,  come  era  la  uerità ,  l'haueu a  ferito  per 
ingiuria  riceuuta  molti  anni  innanzi  da  Ini  nella  pfona  della  fua  moglie: 
nÒdimcno  come 7^ell 'antiche  ,&  gratti  nimichi  e  è  difficile  fi  ab  dir  e  fede- 
le recociliatione,pche  è  impedita  ò  dalfefbetto,ò  dalla  cupidità  della  ue- 
detta;no  fi  potette  mai  più  il  Trincipe  difporrea  fidai  fi  di  lui:ilche  dado 
fpcrà%a  aFranceft,  che  nel  J^cgno  fi  haueffero  a  fare  nuoue  folleuat  ionij 
quali  ancora  teneuano  il  monte  di  S. agnolo*  &  alcuni  altri  luoghi  forti; 
era  cacone  di  far  gli  perfeuerare  più  coflant emente  al  difender  fi .  Maggio 
ri  pericoli  fi  dimoftr aitano  in  quitto  tempo  in  Lombardia  perimouimenti 
a  Di  fopra  de  Fravceft,afficurati per  alibora  da' minacci  de  gli  Spagnuoli:  perche, 
*.Cin7oueno  f$W°  fìat* tra  lvìtì  P1H  toflo  leggieri  afialti,&  dimofìrationì  di  guerra , 
imùedmoii  che  alcuna  co  fa  not abile  ,eccetto,the  da'  Francefì*  fu  prefa  inbreuiffimo  a 
^o^h'cTat   tempo,  ejr  abbruciata  la  terra  di  Sals ,  fi  era  introdotta  tra  quei  l\e  pra- 
ùs  tu  prefa   fica  di  concordia,^  per  dare  maggior  e  facilita  à  trattarla,lauate  tra  lo- 
fa  da  Frièe  ro  l'offefe  b  per  due  me  fi:  per  laquale  occafione  Carlo  potendo  att edere  più  £ 
fnikhefuj]  ^editamente  alle coje  di  Genoua,&  di  Sauona,hauendo  mandato  in  Jiflt 
no^Uopo     tifino  al  numero  di  mille  lancie,&  tre  mila  Smt^eri,&  numero  pari  di 
<he  Monf.    Quafconi commiffe  al  Triul7^to,Lugo tenente  fuo  in  Italìa,che aiutaffe Bat 
nvnaòac-  t  Olino, &  il  Vincola  ;  disegnando  oltra  quefti  mandare  dietro  con  graffo 
ipugnaria  :    ef^rcito  il  Duca  d'Qrliens  a  fare  in  nome  proprio  l'imprefa  del  Ducato  di 
uorAoniiiz  Milano  ;  &  per  facilitare  quella  di  Genoua,mandò  a  Fiorentini  Ottauia- 
im^obui  m  ?re£9$ *  fi&t&v&U&mt  nel  tempo  mede fimo  afìaltaffero  la  Lunigia 
iicaiiìgiiaj  na,  &la  riuieradi  Leuantc,&  ordinò>cbe  TolBattifta  Fregofo  con  fei 
&  rdo^ran  ta^ct  tHr^,'lifc  ^a  riuiera  di  ponente .  Cominciò  q  ne  fio  mouimento  con  tan 
celi  huomy  to  terrore  del  Duca  di  Milano, il  quale  dafeftejfo  non  era  preparato  a  ba 
tu  ?Kn*h*  ftatì'Za>nèkaueua  ancor agli aiuti,che glihaueuano $meffi  iVinitiani,cht 
nei!*  la  cu.  fefuffe  fiate  continuato  cornerai  debiti  bar  ebbe  partorito  qualche  effetto 
itodia.^io-  ^.p.jyràtVyet  pitfacii/tiete  nel  Ducato  diMdano,che  a  Genona;fcbe  a  Gè 
nona  ifjendofi  per  opera  di  Lcdouico  ricociliati  Gialuigi  dal Fiejco,&rgli 
b  Tregua  p  ^dorfiijhaueuanojoldati  molti  fanti,&  mtffa  in  ordine  un  armata  f  ma- 
T  unue  iì    re  afpeje  de'  Vìnitiani,&  di  Lodouico,con  laquale  fi  congionfono  fei  galee 
Oi«uio.       mandate  da  Federigo  ;  perche  ti  Vontefice  ritenendo  il  nome  di  confedera 
to  più  ne  configli,^  nelle  dimofirat'wni,  che  nell'opere, non  uolle  in  qutfli 
pericoli  concorrere  a  fbefa  alcuna,nè  per  terra,nè  per  mare.I  progreffi  di 
queftafpeditwne  furono,che  Battifih:o,&  con  lui  il  Triul^io  andarono  a 
^lcu',della  quale  terra  Battiftino,ftatone  prima  fpogliato  dal  Duca  di  Mi 
e  Noni  feri   lano,riteneua  la  forte%^a  ;  per  la  uenuta  de  quali,il  Conte  di  Gaia%yo , 
o?  :  )  Hébo ,  cfje  ul  cra  a  guardia  con  fefi  anta  huomini  d'arme,  dugento  caualli  leggie 
<ui  cabina  Yiy&  5  oo.  fanti ,  diffidando  fi  poterla  difendere  fi  ritirò  a  Sera  uà  Ile .  Ter 
u,& .  ó  dai  i\iCqii}ft0  di c  ìslouifi  andamento  non  poco  la  riputatane  de' fnofufciti,  e 
a'null##  perche 


TERZO.  94 

perche  oltre  ad  efiere  terra  capace  di  motta  gete,  impedire  il  tran  fino  da 
Milano  a  Genoua,&  per  ilfito  nelquale  èpofta>è  molto  opportuna  ad  of- 
fendere i  luoghi  circofìàti.Occupò  dipoi  Battiflino  altre  terre  uicine  a  7^o 
»  ui,&  nel  tempo  mede  fimo  il  Cardinale  con  «  dumeto  lande, &  tre  mi!  a  fan  *   Sei  mi^ 
thprefa  Ventimiglitj  accollò  a  Sauona  ;  ma  non  facendo  quegli  di  den-  BeS." ll 
tro  mouimento  alcuno^  intefo  che  giouanni  adorno  sapproffimaua  co 
molti  fanti, fi  ritirò  all'altare,  terra  del  Marche  fé  di  Monferrato ,df!ìan  &/ %£ 
te  otto  miglia  da  Sauona.  Di  maggiore  momento  fu  il  principio,  che  fi  fece  anticamera* 
perii  TriulxJo,ilquak,  defiderofo  di  dare  occafioneyche  la  guerra  fi  aicen  t^tù 
defie  nel  Ducato  di  Milano,ancora  che  la  comme/fione  del  I{e  fuffe,che  pri  dent'  viaia. 
-  ma  s attende/fé  alle  co  fé  di  Genoua,  &  di  Sauona,prefe  il  b  Bofco  camello  TZiZZ 
importante  nel  contado  d'Mefiendria ,  fotto  prete fto,che  per/scarta  del-   ria  di  qUa 
le  genti, che erano  andate nella  riuiera,fuffenecej}ario  impedire  a  quegli  ***££ 
del  Duca  di  Milano  lafacultà  di  condurfi  da  Mefiandria  in  quello  di  he  ch,»ma  <««* 
nouai  &  nond.meno  per  non  contrafare  rnanif diamente  al  comandami  chia- 
ro delB>c,non  procede  pia  aitanti, perdendo  grandiffimaoccaftone,  perche  ***  R"'ihi 
il  paefe  circolante  era  Vutto.per  ?  occupatane  del  Bofco  ,  ingrandita  fym^i 
JoUeuatione,altri  per  timore  altri  per  cupidità  di  co  fé  nuoue ,  non  effnio  S™^** 
perii  Duca  da  quella  parte  ph  di  ?  co J) uomini  d 'arme, &  fei mila 'fanti,  Quint!^* 
&  cominciando  Galear^o  da  Sanfeuerino ,  ilqiiale  era  in  Mefiandria,  d 
diffidar  fi  di  poterla  difendere  fen^a  maggiori  for^e  ;  &  già  Lodouico,non 
manco  timido  in  quefta  anuer fi  tacche  per  natura  fu  fé  in  tutte  Valtre,ri- 
cercaua  il  Duca  di  F errar a,che  sinterpomffe  tra  il  Fg  di  Francia  ,  <£•  Itti 
a  qualche  concordia .  Ma  il  foprafedere  del  Triulzjo  tra  il  Bofco,&lS[pui 
dette  tempo  a  Lodouico  di  prouederfi>&  a  Vinitianij  quali  concorrendo 
prontiffimamete  allafua  di  fifa  haueuano  prima  madato  a  Genova  1 5  oc. 
fanti;  di  mandare  in  Mtffandria  molti  huoirjni  d'arme,  &  canai  leggio-  cCo]  c  -te 
rh&vltimamente  commeffono  ^-al  Conte  di  Titrtiano,capo  delle  lororcn  N-^ia  or 


no    furono 


ti  ;  perche  il  Mar  che  fé  di  Mantouafi  era  rimofio  dagli  flipendij  Venìti,  prouediirrì 
che  con  la  maggior  parte  andaffe  in  aiuto  di  anello  sìato .  cofi  raffreddan  **  vinto 

</rt  /p/-/»^  /-/»w.mAt^f«  .»-  „«-..J.  n.    .. «..:/?•  r   ..       JJ '  ni  in  anele 


i 

a 

ra,  Ni- 


do  lecofe  cominciate  congrande  ftrran^Battifiinown  fatto  a  Genoua  g«èrr^Ni* 

frutto  alcuno ,  perche  la  cittàper  le  prò ut filoni  fatte-,  Urne  quieta-,  ritor  col°  F°fc* 

nò  ad  unir  fi  col  Triulxjo,allegando  effere  rhifciti  nani  i  difigni  fuoi;per-  2S  con  % 

che  da  Fiorentini  non  era  fiato  affai  tata  la  rimera  di  Leuante:  i quali  no  rini» 

haueuano  giudicato  prudente  configlio  l  implicar  fi  nella  guerra,  fé  prima  j  Scrioe  A 

lecofe  de  Francai  non  fi  dsmoflraitano  più  prcjpere,  &  più  potenti .  jln-  BSbo.cne  il 

dò  medefimamtnte  il  t'incoia  ad  unir  fi  col  Triul%io,non  hauendo  fatto  al  §5^% 

tro,che  pre fé  alcune  terre  del  Marche fé  del  Finale  ;per  che  fiera  feoperto  Triuicio  co 

alla  difefa  di  Sauona.fmte  le  genti  Francefifeciono  alcune  feorrerk  uer  ^eTifo  o* 

fo  il  *C  avellacelo,  terra  uicina  al  Bofco,ftata  già  fortificata  da' Capitani  p»n«»^oi«. 

del  Duca:&  augumentandofi  continuamente  l'efferato  de"  Collegati ,  tò^m 

che  faceta  la  mafia  ad  Mejjandria;&  per  contrario  cominciando  a  man-  f.*oo.  foida 


care 


LIBRO 
care  a' Frane  e  fi  danari,  &  uetto  vaglie,  ne  effendo  gli  altri  Capitani  bene 
patientiad  vbbidire  alTriul%io>fu  coflretto  lafciata  guardi* in  7^o«/»- 
&  nelBofco,a  ritirar  fi  con  V  efferato  appreffo  ad  jlfiiXredeffi  che  a  que- 
lla imprefa  nocefìe,  come  fi  vede  molte  volte  interne  air  e, la  diuifione  fat- 
ta delle  geti  in  più  parti  ;&  che  fé  tutti  fi  f ufi ero  nel  principio  dirigati  <t 
Geno uai  harebbono  forfè  hauuto  migliore  fuc ce jjo  :  perche  oltra  la  indi- 
natione  delle  fattioni,&  lo  Jdegrìo  nato  per  caufadi  Vietrafanta  ;  parte 
de>cauallìì&  de' fanti  Tedef chicche  il  Duca  diMilano  vhaueua  mandati* 
fopraftatiui  pochi  giorni;  fé  ne  erano  tornati  all'improuifo  in  Germania. 
Tuo  e/fere  ancoraché  da  quelli  mede  fimi, da' quali  l'anno  dinanzi  era  fia- 
ta impedita  la  pa fiata  del  Re,in  ltalia,&  ilfoccorfo  del  B^gno  di*Napoli; 
f afferò  v fate  l'arti  medefime  d'impedire  l'imprefapre]ent e  conia  difficul- 
tà  delle  prouifionì ':&  tanto  piu,cheerafama,che  il  D uca  di  Milano, ilqux 
le  a  fuiditi  fuoi  faceua  graui  efattiom,donaffe  afjaialD  uca  di  Borbone,& 
ad  altri  di  quegli,che  poteuano  appreffo  al  Bg:  laquale  infamia  fi  difende 
uà  non  meno  al  Cardinale  di  San  Malo.Ma  come  fi  fia, certo  è*  che  il  D  uca 
d'Orliens  defltnato  a  paffars  in  jLfli ,  &  follecitatone  molto  dal  Bg  ;  fece 
tutte  le  preparationi  necejfarie  a  tale  ^tedit  ione  :  ma  ritardò,ò  perche  non 
confidale  nel  mantenimento  delle  prouifioni,cbe  fi  faceuano ,  ò  perche>co- 
me  molti  interpretauano>partiffe  mal  voletieri  dt  l  Bggno  di  Francia ,  ef- 
fendo il  Bg  continuamente  indifpofto  della  perfona,&  in  cafo  della  fua  mor 
tefen%a  fi gliuoli,appar tenendo  a  lui  lafuccefiitne  della  Corona  Ma  il  Bg9 
non  gli  effendo  riufeita  lafferan^a  della  mutatione  di  Genoua ,  &  di  Sauo 
na,rifìrinfe  le  pratiche  cominciate  coB^edi  Spagna,ritar date  per  vnafoU 
difficultdyche  ti  I(e  di  Francia ,  defiderando  di  reflare  ff  edito  alCimprefe 
di  qua  damonti,ricufaua,che  nella  triegua,chefi  trattaua;fì  comprende^ 
fero  le  cofe  dy£talia;&  i  B^c  di  Spagna  dimoftrando  di  non  fare  d.fficultà  di 
confentire  alla  fua  volontà  per  altroché  per  rifletto  dell' honore  loro,fa- 
ceuano  inflantia,che  vi  fi  comprendeffero  .'perche  effendo  l'int  emione  com 
mime  far  t  la  triegua,  perche  con  maggiore  facilità  fi  tratt  affé  la  pace,po- 
trebboao  con  maggiore  honeftà  partir  fi  dalla  confederatione ,  che  baueui, 
no  con  gli  Italian'uper  laqual  coja,poi  che  furono  andati  dall' vna  parte  ai 
Ecmbo  ai  l'altra  più  volte  ambafciatori,preu*lendo  finalmente>  come  quafifempre 
!£ni!  4  dei  ^aYtl  Spagnualeycontr affano  triegua  per  fe,&  per  ifudditi,&  dependen- 
l'hiu.cha  u  tifuo',  gr  per  quegli  ancoraché  q:ialuqne de/Jinominafte. Laquale a  triea 
KedU-Jn-1  £«■*  cominciando  tra  loro  il  quinto  giorno  di  Marzo ,  ma  tra  i  nominati 
cia,&.u>pa  cinquanta  giorni poi,dur affé  per  tutto  il  mefe  d 'Ottobre ,profsimo.rNomt- 
Saui  per  Ui  r*à  ciafcuno  di  tffì  quegli  T  Mentati, &  fiati  ltaliani,cbe  erano  confedera* 
ióefi:e:iG«o  t'^fy.  adherenti  fìioi ,  &  i  Re  di  Spagna  nominarono  di  pia  ilBgFedcrigo* 
bodetto'di  &  iTìfani  ,conuennzro  oltra  queflo  di  mandare  a  Mompolieri  h uomini 
foPra)iafciò  proprij  per  trattare  la  pace  :  doue  potejjero  imeruenire  gli  Oratori  de  gli 
étoSoT**  *hri  Collegati:??  in  quefla  pratica  dauano  i  Bg  di  Spagna  jperan^a  di  pò* 

tere 


a   Scriue  il 


TERZO.  95 

tcre  con  qualche  giuflificat  a  occafione  congiugner  fi  col  He  dì  Francia  con  fa 
gli  Italiani propone  do  infimo  allhora  paniti  ai  diuiderfiì  il  Regno  di  ?{apcli: 
laquale  triegua  benché fatta  fien^a  participaiione  de  collegati  a  ItaUajfh 
nondimeno  grata  à  tutti  &  (penalmente  al  Buca  li  Mlaìleidéfìd&ùftjfiKm 
che la  guerra  fi  rimouefie del  fino  dominio,  Ma  èffèMótejtatà  libera  in  Italia       * 
lafacultà  dell' offender  fi  infino  al  vige  fimo  quinto  giorno  d  aprile ,  il  Triul- 
'  ^o,&  B  at  tifi  ino, &  con  loro  Serenon  ritornati  con  cinque  mila  huomini  nel- 
la  riuìera  di  Tonente  ;  af aliarono  la  Terra  d '  Mbinga  :  laquale  ben  che  ha- 
uè  fero  al  primo  afì  alto  quafi  tutta  occupai  a  ;  nondimeno  difordinatifinel- 
l  entrami  ;  ne  furono  cariati  da  poco  numero  de  nimici:  entrarono  dipoi  nel 
Mar  che  fato  del  Finale  per  dare  cagione  ali  efferato  Italiano  d'andare  a  [oc- 
correrlo, jperan  io  dhaiiere  occafione  di  condurlo  alla  giornata  :  ilche  non  Re- 
cedendo; non  feciono  più  co  fa  dimomento  e  fendo  mafjìmamente  accresciuta 
la  difconlia  ne  Capitani*  &  mancando  ogni  giorno  più  per  la  tHegm  fatta  i 
pagamenti  TSfetyual  tempo  i  Collegati  haueuano  da  ls[om  in  fuor àhr impera- 
to le  terr eprima  perdute  :  &  Trotti  fimhnétejon  tuttoché  il  cote  di  QàiàX 
%p  an  latoiii  à  capo,  ne  fu  fé  flato  ributtato,  ottenero per  accordo;  né  rtftò  ac 
luoghi  acqui flan  in  potere  de  Fr  ance  fi  altro ,  che  alcune  piccole  terre  prefe 
nel  Mar  chef ato  del  Finale .   %\e  quali  trauagli  il  Bnra  e  i  Sauoia  in  fi :  flato 
da  tutte  le  par  ti, co  o fette  grade,  &  il  Marchèfe  di  MoferratOyilgonerno  del 
quale  era  flato  dal  Re  de.FComani  cofermaio  in  Coflatino  ai  Ma~vivnia;  no  fi 
dichiararono  ne  per  il  Redi  Fracia,nèperi  confi:  erari  'Non  fi  era  in  queflo 
anno  fatta  cofa  dimemento  trai  Fioreutiniye  iTifdni.béJye  continmmétefi' 
feguitafe  la  guerra;  fé  non  che,e fendo  andati  i  Tifoni  flotto  Gian  Tao'lo  Ma-  l  lod"^? 
frone  con  -foo .  candii  leggieri,&  con  1 5  00.  fanti  per  ricuperare  il  baflione  tiolie',c'ie  I1 
fatto  da  loro  al  Tonte  aflagno,ilqualc  haueuano  perduto, quid  0  Celare  fi  par  Sr"™  ft  ■  o 
ti  da  Liuomo;il  Cote  Rinuccio  hauirtone  notitìayandb  con  molti  caualli  àfhc-  ueifo  i  v.;ni 
correrlo  perla  via  di  Duomo, non  penfkndo  i  Tifoni  douere  effere  afraltati/e  Kbrdjto 


cenata  da  Fiorentini  ; perche giudicauano effere  inutile  alle  cole  toro  il  dare  «cti  forca 

{patio  a  Tifoni  di  regnare;  &  perche  non  oflante  la  triegua  per  foretto  di  ÈSS2S»2 

Tiero  de  Meiìciyche continuamente  qualche  cofla macchinaua,&  per  il  timo  e*  fare  un 

re  delle  geriti  Vinitione,che  eranbiu  Tifa  ;  la  neceifità  gli  coflngneua  a  conti  ?££&  y|Ì 

nuarelefpefemedefime.  Cofi  e 'fendo  per  tutto  fermate  lamico  gà  in  pror in  "  ^-  Odo 

to  di  ferma,  fi;il  Dua  di  MilamM he ne  profmipericolihauefedimcflra  jSlHlwf 

tograndiffima  a  fatisi anione del  Senato  Vinitiono,per  i  pronti  aiuti  rìceuuù  #»*]*,  che 

da  quello  ,t fallando  pubicamente  con  magnifiche  parole  la  vini. ,  &  Upoten  \^x  |g£ 

tia  Feneiay& commendando  la  proni  denudi  Giona  Galea^o  primo  Luca  era,je  rena 

diMilanOyche  hauefe  comefo  alla  fede  di  quello  Senato  l  efecutione  del  fio  f^rtS 

teflamcnto;noaimeno  no  potendo  tollerarcela  lapreda  di  Tifa  temtà>&  fé-  {cri?l-il  B^ 

*  *  .  bo. 

gw.tata, 


fi 


*    Legge fi 


"i;  Oratori  de  Re  di  SpxraaÀ  ciudi  tutti  era  mo'efla  tanta  grandezza  ae 
r^inani^roponcfierofcbeperìenare  d'Italia  ogni  fondamento  a  Frante}!, 
&  e  -r  rMur'a  tutta  in  concordia  ;  farebbe  neccjTario  indurre  t  Fiorentini  ad 
entrare  nella  lega  commme  col  reintegrargli  di  Tifa  ;  pai  che  altrimenti  in- 
dire non  ui  Ci  menano  :  perche  ftando  ferrati  da  gli  altri  ;non  cefiauano 
s  n^;°  di  Qjjfare  jl  %  diFramiaapafTare  in  Italia;  &  in  cafipaffafie  potevano 
%%t  coJdtnan,&  con  legenù  loro  ^ndomaffimanmitefituatt  nel  me^dUa- 
»»»4  ™  li,  ■  fareeffetii  dinonpiccola  importanza:  Ma  queftapropojtapidali  Orato 
ìlftSiS-6  re^Àniiàocomadetta,come  molto  pemitiofa  alla  faluteconmiime,  allega 
«rld.«d«fi  £  [  irijriatjone  de  Fiorentini  al  Re  di  Francia,  efiere  tale,cbe^  etianaio  con 
ÌTl 'pn"  meUo  beneficio  no  era  da  confidarfi  di  loro  fé  non  dauano  fteurta  bafiate  do} 
^è^.-ama  (ernAre  quello  prometteffero  ;  &  in  cofe  di tanto memento nej}uua]icur ta aa 
£SS  flareje  non  il  deporre  Ùuorno  in  mano  de  collegati  ;  cofapropofia  artificwja 
a.rGouemo  ■  da  fa  .  penhefapendo,cbe  mai  non  confentircbbono  di  diporre  luogo 

tl?ZX  fi  importante X fiato  loro; gì, reflajfe  fatuità  maggiore  di ^radtreidée 
Ari,u'cr'-.  emio  dipoi  fucceduto ,  comepenfaua  ;fi  oppofe  con  tale  caldera,  cnenon 
&£5  o°  bauenio  il  Vontefice,&  l  Oratore  del  Duca  di  Milano^  ardire  di  cotradirgli, 
«■maschi       nm  h  diejm  dalk  loro  cogimtione;  non  fi  feguito  quefio  ragionamento, 

'!"  ■ a  ,*"■"  Imtia  i  Fiorentini  dalt  amicitia  Frmcefejando  animo  a  cbipenjaua  a  offe 
infoia-  derdi  le  male  conditioni  di  quella  città.neUaquale  era  tra  cittadini  non  pie- 
dt"°"J^  colliiUifir>ie,cauratada!!afomadelgouerno:percbequandoJHfonaatatia 

"K;uilie  ' ,  eh»  infime  con  l  aficurare  co  modi  debiti  la  liberta,impediffero  che  la  Repii 
rodottenei  c*r injieme.o,.^^  j.T.A„nl,lirmtmdeRamoltitud.me: 


ti 


amtmiue  m  > ,      v  { Mimare  co  modideMiiaiioerta,impeaijjc<v^  ».«t* 

fiSSSSS  gS  divinata  doli  impentia,&  dalla  licentia  dellamoltitudine: 
d,  F.or.nxa;        ,    ~ .    ,   ■     ; ,  atfcàtó»  *  maggior  códitione,c,jc  non  parata 

a'  «g3&  SS4f  fipi  S  *S^ #$• /«  fa?  «***»* ,  e~  m- 

tàaada,,..-.  ■      ,0  ^»S  :ìt,iieiiel,beratwm  importanti  molti,chen  erano  poco  capa 

S  SS  1  &  [ambiandoli  di  due  mefì  in  due  me  fi  ilfupremo  Magifitato ,  alqualcli 
S223S  ;^tó:^««g»^/i /  *m&&WSami*»>U& pilori  delqua 

SSST12S  £  1  owì «* ?*«/. « f<t«fa fc&fcrók * «#»*> w /ow,W(f  ''  ' 

rt*™-  tliinidbonoratequalità^preiialenìoanroradinumeroaqHegliMieei-- 
££2T,  no  di  ■&&&  opinione  ;  patena  che i  Magifirati&gli  honori  f^-'fijt 

tZ   *">  rn  méfiamente  diuija  la  città  l  vna parte  con  l  altra  ne  configli puoi afiur 
R«.,ub.  dai-  ,       nonfi-Hrando  di  huomini,  come  acca  le  nelle  citta  dmife,d  impure n 
SSSE*    bene  comune  per  sbattere  la  ripiitatione  de  gli  auuerjhnita^ 
u,ud.u8.      lofiauefli  di fordini.che  olirà  lunghi  franagli,  et  grani  jfcfc  tollerate  daqith 


T    E     R     Z    O.  9^ 

la  città  ;  vera  quei?  anno  carefliagrandijfma  :  pertiche  fi  poteua  prcfuchierr» 
che  la  plebe  affamata  defideraffe  co  fé  nuoue  :  laqual  mala  diffiofi  tiene  dette 
fyeran'ie  a  Ti  ero  de  Mudici  incitato  oltra  quefie  occafioni  da  alcuni  cittadi 
nudi  potere  facilmente  ottenere  il  defiderio  fuoiperò  rifiretti  ifuoi  configli  coi 
Cardinale  San  Senerino  antico  amico  fuo>&  con  l>tAluiana>&  f  molato  oc 
eultamente  dà  Finitiani.à  quali  par  eua,che  per  i  trattagli  de'Ficrétmiftfla 
biliffero  le  cofe  dì  Tifa  ;  deliberò  di  tentar  d  entrare  flirt  inamente  in  Firen- 
ze ;  mafjìmamentepoi  che  fu  amplia  effere  flato  crealo  Ccnfaloniere  digiujìi 


fi. 

chieder  ed  eua  che  haueffero  inclinàtiàhe  allafua  grandc?.7a.  ^.ffentì  a  quefio  Wj  x- e,« 
difegno  il  Pontefice  Aefiderofo  difeparare  i  Fiorentini  dal  Ke  di  Frane  ia  con  tà£>,& tyU 
l'ingiurie  poi  che  era  fiato  impedito  di '  ftp  arargli  co'  bénefiìij  ;  ne  contraìiffe  no  #-<»«*»* 

■  j  S~  t- ,  .  T  ,.        i        ;  "V         ri  J    v  .        it-  •     n  prudenti*. 

//  Tjuca  di  Milanomon  gli  parendo  poter  fare  fondamento-,  o  inteuigentia  fio.-  [x  ti  queit* 
bile  co  quella  città  per  i  difbrdinidcl  preferite  iòùerhò  ;  Ce  bene  doli  altra  par  &*■)»?  d^ 

S-      •         rr    ■!     ■  '-^-         r     «  r^rrr    r  i-  ;    S       Medici    per 

te  non  gli  piacefye  il  ritorno  di  Piero  ;  si  per  l  offef e  fattegli  ;  come  perche  du  tornare    in 
bitaua  non  haueffe  a  dipendere  troppo  dal! 'autorità  de  Vinìùani .  Raccolti  F':°renTa>n 
adunque  Piero  quanti  danari  potette  da  j e  mede  fimo ,  e^'  con  l  aiuto  de  gli  elfo  gìouu 
amiciy&  fi  credette, che  qualche piccola  quantità  gli  fuffe  fumminifirat  a  dà  aPiena« 
Vinittani  ;andò  a  Siena, &  dietro  a  lui  l  miniano  con  caualli>&  confanti* 
facendo  il  carmino  fempre  dinotte  .&  fmra  difirada  ;  acetiche  l'andata  fua 
fuffe  occultiffimaà  Fiorentini .  *A Siena  per fattore  di  Gianiacopoi&  di  Pan 
dolfo  Petrucci  cittadini  principali  di  quel  governo  >  &  anticipatemi,  &fuoì; 
hebbefegretamem e  altre  genti, in  modo  che  confeicento  caualliy  &  quattro- 
cento fanti  eletti  fi  par  ti, due  giorni  poi,  che  era  cominciata  la  triegu avelia- 
quale  non  fi  comprenieuano  i  Sanefu  verfo  Fiorente .  con  §eran%a  che  arri- 


i 

LA 


%efe  no  molte  bore  poi  che  era  leuato  il  Sole  :  dottale  indugio  dette  tempo  a  ,a  ,  ba"eri  a 

-ua„f'     r      r  r  <V  v     rr       i  •      i      ••  •    ■  s  ti»         flclafialto., 


della  cofa  )  diprendere  l'arme  con  gli  amici,  &  legnaci  loro  ;  &  ordinare ,  abbruciò 
che  dà  Magiflrati  fuffero  chiamati:  &  ritenuti  nel  palagio  publicoi  cittadi-  yi3b^adl 
ni  foretti  ;  &farfi forti  alla  porta.che  uà  à  Siena  ;  allaquale  pregato  da  lo-  &  affediòAi 
ro .andò mede frmamente  Pagolo  Vitelli ,  che  ritornando  da  Mantoua;era  SJ^^JÌ 
per  forte  la  fera  precedente  giunto  in  Firenze  ;  di  modo  che  non  fi  mouendo  i  *  fcoc«4 

cofa 


•  fuTegui.  T       T      T>      P       C\ 

tawquefto        -     .  „      .     ,  '-      l      h      K      ° 

compio  in  coja  alcuna  nella  citiate  Viero  potente  a  sformare  laporta,allaquate  s  era  aè 
Cottovi  c</flat0Pcr  t'n  ti™  d'arco  ;  poi  che  vi  fu  dimorato  quattro  bore,  temcndo,che 
♦eiiitiiquaic  con  pericolo  fuo  'non  foprauenìffero  le  genti  d'arme  de"  Fiorentini)  lequalipé 
ni  fouudo  fc-ua,come  era  vero,  eh  e  [afferò  fiate  chiamate  di  quel  di  Tifa  ;  fé  ne  ritornò  à 
di  Roma,*  Siena  :  donde  1\aIuìoj:o  partii ';fi,&  b  introdotto  in  Todi  da'  Guelfi  ;  facebeg 
S*  'pacrfnu»  &°  cimfi t!itt€  ^  cafe  &£  Ghibellini-,  &  ammalò  cinquantatre  de  primi  di 
nihfCt&u  qucllaparte  :  ilqudc  efempio  zfeguitando  ^Antonello  Saltello  entrato  in  TcYì 
nodefrepi  ;//»  &  *  Oattcfchi  ccifuiorc  de  Cclonnefi  entrati  in  Viterbo  ;  feciono  fimi- 
fauorito^a  gllvitì  mài  rieUmo  luogoì&  nell  altro  >&  nelpaefe  circoflante  corra  i  Guel 
jìiena  cétra  fi*  wnprouedendo  a  tanti  disordini  dello  flato  Ecclefiaftico  il  Tontefice,abhor 
P5  do)  fo  Pe-  Y  e  nte  dallo  (beni  ere  in  co  fé  funi  li  &  perche  pré  derido  per  fua  natura  piccola 
e -àì' None,  inokflia  delle  calamità  degli  altri  ;  non  fi  turbaua  di  quelle  cofe,chegli  effen 


Wan£  *fi  ragione:  perche  hauendo  in  fino  da  principio  del  fu»  Vonteficato  difegnato  di 
legge  f,  eh:  volgere  tutta  la  grandezza  temporale  al  Duca  di  Candid,  fuo  primogenito  ; 
c«urc  Bor-  ^  Cardinale  di  V 'alen7a,ilquale  d animo  totalmente  alieno  dalla  profe  filone 

<»ia,nonca-    £■•§■*■■*  Ir  « 

Solcando  5  facer  dotale  ;  afpiraua  ali  effercitio  dell  arme  ;  non  potendo  tollerare  che  que-* 

nie  "'a  i  dit  A0  *:'0Z°  $ì'fijfjè  occupato  dal  fratello  àmpatiente  oltra  queflo,cb 'egli  baueffe 

ce,ma  dopo  piuparte  di  lui  nell  amore  dvna  genti  Idona  amata  da  ambidue, incitati  dal- 

fratto  a?-  ^  libidine  <>&  dati  ambii ione  (miniflri  potenti  ad  ogni  grande  fceler  ai  t"7^a) 

usamente  lofcce  vna  notte,  do  e  b  caualcauafolo  per  Roma  ammainare,  &  poi  gittar  l 

cTfcdÀae  n?l>fittrnc  del  Tenere  fegretamente.  *Af\iifiefopra  modo  il  Tontefice  la  morte 

ik  f  oi  «e«a  del  Duca  di  Candia  ardente  quato  mai  f ufo  flato  padre  alcuno  nell  amore  dé\ 

re  aHa^gu-  figlinoti*  &  non  affine fatto  afentire  i  colpi  della  Fortuna  :  perche  è  manifflo, 

giù  &  caoi  che  dalla  pueritia  in  fino  a  quella  età  haueua  hauuto  in  tutte  le  co  fé ■  felici ffimi 

doiie  cercai  fi*&*ffi  >'  &fè  n^  commofie  talmente  3  che  nel  Concifloro,poi  che  hebbe  con  grò, 

tftio   due  diffima  conirKotione  damino,  &  con  lacrime  deplorata  grauenientc  la  filami 

rtàto  ri,  net  Jena*  er  accujato  molte  delle  proprie  atttonh  e  l  modo,  del  umere,cbe  infino 

tradirò  i.10  a  quel  giorno  haueua  tenuto;  affermò  con  molta  efficacia  voler  gouemarfì  in 

féórcafioBe  futuro  con  altri per. fieri ,  er  con  altri  coflumi,deput andò  alcuni  del  mrmero 

iisànazaro  fè  Cardinali  a  riformar  fé  co  i  coflumi,  &  gli  ordini  della  Corte  :  alla  qual  ca 

gnu  fsi  «10  fcl  hauendo  dato  opera  qualche  giorno,  &  cominciado  già  a  manifeflarfi  lau 


latine,  hu  q  aquei ' pen fieri,  &  operazioni  nelleqnali  infimo  a  quel  giorno  haueua  cofunté 

ì1^ ca?/?*1  io  la  fua  età  .  Inacquerò  in  quello  tempo  dal  mouimento  fatto  per  Tierode 

Ava  è  pofto  Aìpdi'inuoui  trauagù  in  fiygn%e  ;  perche  poco  dipo:  venne  à  luce  l  intctligé 

da   «-ola  tia  cfce&h  v  haueua  :  ilperche  furono  incarcerati  molti  cittadini  nobili ,  \i~ 

1 1  ""ì  'tori 

1  tu  aueuìffe  alci  ni  altri  fi  fuggirono,  &  poi  che  legittimamente  fu  verificato  l  ordine  del- 


TERZO.  97 

la  congiura  ;  furono  condannati  alla  morte  non  foto  J^iccolò  Rìdolfi,  Lorenzo 
TornahuonÙGianoTgo Tucci,&  Giouanni Cambi, che l  haueuano  follecitato  a  Q^fta se 
a  uenire  ,  &  Lorenzo  a  queflo  effetto  accommodatolo  di  danari  ;  ma  etiandio  ten,1"  fu  ** 
Bernardo  del  l^ero,non  imputato  d*altro,che  dbauere  faputa  quefla  pratica,  (irato  de  |u 
&  non  Xbauer  riuelata:  ilquale  errore,cbe  per  fé  è  punito  in  pena  capitale  da  ?g°>  -collJc 
gli  flatuti  Fiorentini,  &  dalla  interpretatione  data  dalla  maggior  parte  de  gìouìo  nd 
Iurifconfulti  alle  leggi  communi  ;  fece  più  grane  in  lui  l  efiere  flato ,  quando  [^  ^  £eIIa 
Tiero  uenne  a  Firenze,  Gonfaloniere,  come  fé  fuffe  flato  maggiormente  ubli-  x. 
gato  a  fare  ufficio  più  di  per  fona  publica ,  che  dipriuata  :  ma  hauendo  ipa-  ,  . 
tjentide  condannati  appellato  dalla  a  fententia  al  configlio  grande  del  popò-  c\n  il  "Sol 
lo,per  uigor  duna  legge,  che  s  era  fatta,  quando  fu  ordinato  ilgouerno  popò-  uio  "el  Pri- 
lare;riftrettifi  quegli,cb erano  flati  autori  della  condennagione  i  per  foretto ,  ia  vita  del 
che  la  compaffìone  dell  età,&  della  nobiltà,  &  la  moltitudine  de  parenti  no  Gian  ^Pu 
tnitigaffero  negli  animi  del  popolo  la  feuerità  delgiudicio  t  ottennero,  che  in  do  rettala" 
numero  minore  di  cittadini,fi  metteffe  in  confulta  sera  da  permettere  ilprofc  *"  af  lola 
guire  l  appellatane ,  ò  prohibirla  :  doue  preualendo  l  autorità ,  e  l  numero  di  tei  a  irre,^r» 
queglhche  diceuano  efier  co  fa  pericolo  fa,  &  facile  a  generar  feditione,  &  che  f^tf^  AIa 
le  leggi  medefime  concedeuauo ,  che  per  fuggirei  tumulti  poteffeto  efferele  gioirne  in 
leggi  in  cafo  fimile  disenfiate  ;  furono  impetuo fornente,  &  quafiper  for%a ,  &  "^Técoi^* 
con  minacele  coflretti  alcuni  di  quegluche  fedeuano  nel  fupremo  magijlrato,  da  cófaiuo: 
a  confentire,  che  non  oflante  l'appello  interpoflo,  fi  faceffe  la  notte  medefima  2L£ fcffiì 
Xefiecutione^  ribaldando  fi  a  queflo  molto  piu,chegli  altri,  i  fautori  del  Sauo  -  to  ménone, 
narola,non  fen%a  infamia  fua,che non  haueffedifiuafo,  a  quegli  maffimamen  c^l^J^ 
te  che  lo  feguitauano ,  il  molare  una  legge  propofla  pochi  anni  innanzi  da  lui,  v*\ n  cipe  di 
come  molto  falutare  ,&  quafi  nece fi  aria  alla  conferuatione  della  libertà .  In  \^nt\hb. 
queflo  anno  medefimo  Federigo  Re  dì  7S[apoli ottenuta  linueflitura  del  He-  4-  dtU'hifto 
gno  dal  pontefice ,  &  fatta  ^biennemente  la  fua  incoronatone  ;  ricuperò  per  £*  nota° $* 
accordo  il  Monte  di  Sant\Agnolo,  che  era  flato  ualorofamente  difefo  da  Don  (opra)  dice, 
Giuliano  dell  Oreno ,  lafciateui  dal  Re  di  Francia  ;&  Ciuità  con  alcune  al-  correlo  Dia 
tre  terre  tenute  da  Carlo  di  Sanguine:&  cacciato, finita  che  fu  la  triegua>to  «o  terra  fa- 
talmente del  Regno  il  Trefetto  di  Roma;jì  uoltò  a  fare  il  fintile  del  Trincipe  fiHCata"cac- 
di  Salerno:  ilquale  finalmente  affediato  nella  rocca  di  b Diano.  &  abbandonato  ciò  ji  Princì 
da  tutti,  hebhef acuità  di  pan  ir  fi  faluo  con  le  fue  robe ,  lafciata  quella  parte  fu^gì, '"del  ' 
dello  flatoyche ancora  n  n  baueuapexduta?in  mano  del  Trincipe  di  Bifìgnano,  j*Jto;  i]()u*- 
con  conditione  di  darlo  a  Federigo  fubito ,  che  intende fie  egli  efiere  condotto  di  poteriene 
faluo  in  Sinigaglia .  Isella  fine  ai  queflo  anno,  efienio  prima  interrotta  per  le  5dare  ia  Fr! 
drmande  immoderate  de  Re  di  Spagna,  la  dieta?  che  da  Mompolieri  era  fiata  ««  Sdii* 
trasferita  a  Tslerbonafi  ritornò  tra  quegli  Re  a  nuouepratu  he ,  militando  pu-  c^  dubita 
re  la  medefima  difficultà  :  perche  il  Re  di  Francia  era  determinato  dinoti  ac-  te  te:e;fuggì 
confentirepiu adaccordo alcuno, nelquale  fi comprendeffe  Italia  :  &  a  Redi  jj^'^-* 
Spagna  pareuagraue  lafciargli  libero  il  campo  di  aggiogarla  :  &pure  de  fi-  gagiu  :  oue 
éerauano  non  ì^auere  guerra  con  lui  di  là  dà  Monti, guerra  a  loro  di  mol-  J™^  fuor* 


LIBRO 

ta  molefiia,tt  fenx*fftranxa  di  profitto.? 'inalment e  fi  corichiti fé triegua 
tra  e/fi  per  durare  infino  a  tanto  fufie  disdetta,&due  me  fi  dapoi  :  nèuifn 
copre fo  alcuno  de*  pot etati  di  Italia,  a  quali  i  I\e  di  Spagna  lignificarono 
la  triegua  fatta^allegando  hauerecofi  potuto  farla  fenyafaputa  de  Colle 
gati, cèrne  era  flato  lecito  al  Duca  di  Milano  farefen%a  pipata  loro  la  pa 
ce  di  Fercelli;&  che  hauendo  rotto  quando  fu  fatta  la  Lega,  la  guerra  in 
Fracia9&  continuatala  molti  mefite  e jfendo  fiati  pagati  loro  i  danari  prò 
meffi  da'  Confederati,ancor  che  haueffero  giufia  cagione  di  non  offeruare 
più  a  chi  gli  haueua  mancate  ;haueuano  nodi  meno  molte  volte  fatto  intZ* 
dere,che  voledo  pagare  loro  cento  cinquanta  mila  ducati,  che  fé  gli  dotte- 
nano  per  la  guerra,che  haueuano  fatta ;erano  contiti  accettargli  per  co- 
to  di  quello  far  ehbono  infuturo,con  deliberatone  d'entrare  in  Pracia  con 
potentìffimo  efìercitomia  che  non  hauendo  i  Confederati  corrifpoflo  fopra, 
quefte  dimade,nè alla  fede,nè  al  beneficio  comune,&  uedendo,  che  la  Lega 
fatta  per  la  libertà  d'Italia  fi  conuertiua  in  vfurparla,&  opprimer  la, co- 
a  Odetto    ciofia,che  i  Vinitianì  non  contenti,che  infua  potefta  fujfero  perueuutita 
Principe  di  ti  Torti  del  Bearne  di  Js(apoli;  haueuano  fen^a  ragione  alcuna  occupata 
spagna  heb  'Pifa^era  paruto  loro  honeUo}poi  che  gli  altri  difordinauano  le  cofe  com* 
gfiePMar^a*  munì, prò  uè  der  e  alle  proprie  con  la  triegua  :  ma  fatta  in  modo, che  fi  po- 
ma fìgiiuo-  tejfe  dire  più  preflo  ammonitione,che  volontà  di  par  tir  fi  dalla  Lega,  per" 
miiianoai^  che  era  in  potefià  lorofempn  di di fioluerla,  disdicendola  come  far  ebbono* 
pcraiorc.      quado  vole fiero  altra  iut emione, &  altre  proti fioni  ne'  "Potentati  Italia 
b  cioè  dei  ni  a^ beneficio  commune. "Non  potettono  gufiare  quegli  l\e  interamente  la 
jnefediNo  dolcetta  della  quiete  pia  morie di*  Giouanni  Principe  di  Spagna  unico 
vefto.diNc  figliuolo  di  tutti  due.  Morì  in  quefii  tempi  medefimi  laj  ciato  uno  piccolo* 
bio.  figliuolo,Filtppo  D uca  dì  Sauotaiilquale  dopo  lunga  fcfpenfione,pareua', 

e  ?ercioche  che  finalmente  haueffe  inclinato  a  Collegati  ,cbe  gli  haueuano  promeffo 
i  figlioli  mi  dare  ciafeuno  anno  itemi  mila  ducati:  &  nondimeno  la  fede  fua  erafidub 
cote  i!  Duca  bia  apprtfìo  a  tuttoché  ancora  e ffi, in  cafo,che  il  Fg  di  Francia*  faceffe  pò 
n.diFerrara  teme  tmprcfa,non  fi promettefjero  molto  di  lui.J^e Ila  *>fine  dell'anno  me 
Jjo°A?fonfo  defimo  il  D uca  di  Ferrar a>paffati  già  iduoi  anni,  che  haueua  rictuuto  in 


paria  qui  fot  tuiffe  la  metà  delle  fpe fé  fatte  in  quella  guar diadequali  il  i\e  cofe 

tonozifot  pagare,dàdogli  il  Duca  il  Castelletto, come  diceua  efier  tenuto  f  l'inoffer 

éo  de*  vini-  Ua^a  del  D  uca  di  Milano,  ò  che  rifyondedo  egli  quefla  no  effere  liquidata* 

tocirdiM  &  che  a  co/iituire  il  Duca  di  Milano  in  cotumacia  farebbe  fiata  neceffà^ 

k,chc  lu  4-  Yia  la  interpeliatione;offeriua  il  %  di  deporlo, accioche  innati  al  pagarne 

!    fió'ftoUdedt  to'fi  uedeffe  di  ragione  fé  era  tenuto  a  co  fognargliene  Ma  apprefio  à  Her- 

jj  <ò  a  iiio  poc  cole  fu  più  potete  l'inftàtia  fatta  in  contrario  datrinitian,&  dalgcnero* 

mondo?&  mouendolononfoloiptieghi,&klufìnghe  di  Lodouico,  che  pochi  giorni 

uno  bafcu-  innanzi  haueua  dato  l'Mciuefcouado  di  Milano  a e  Hippolito  Cardinale  e 
*>•  >  fuo 


T.   E    R    TL    O.  98 

fuo  fig!tt4olo',ma  molto  più  per  eh; era  pericolofo  prouocarfi  la  nimicitia  • 
di  uicini  tato  potenti,in  tepo,cbe  cotinuamente  diminuirla  la  (pernia  del- 
la paffuta  de'  Francefila  però  battendo  richiamato  dalla  Corte  di  F rada 
Don  Ferrando  fuo  figli  uok;re(lituì  a  Lodouico  il  caflelletto,fatiS fatto  pri 
wa  da  lui  d  elle  Jpe fé  fatte  nel  guardarlo,  etiandio  per  la  portionc,cbe  toc- 
caua  a  pagare  al  I^cdonde  i  finitiani  per  moftrar figli  obligati;  condufje- 
ro  ilmedefimo  Don  Ferrando  agliflipcndij  loro  co  cento  huomini  d'arme: 
laquale  re  flit  ut  ione,  fatta  poco  giuft'ficatamcnte^bencbe  alla  riputa  tiene 
del  l\e  in  Italia  importa/fé  molto  ^nondimeno  non  dimoftrò  di  rifenttrjlne9 
ame  farebbe  flato  conuenicnte:  ami  bauendo  mandato  H ercole  un'amba, 
[datore  a  luì  a  feufar finche  per  efjerelo  Hato  fuo  contiguo  a*yimtiani,& 
al  Duca  di  Milano, che  baueuano  mandato  a  denunùargli  quajì  la  guerra 
era  flato  coretto  ad  vbbidire  alla  nccefjìtà  ;  l'udì  conia  medefima  negli- 
geva* che  je  hautfìe  trattato  di  co  fé  leggieri,  come  quello,che  oltra  il  prò 
cedere  qua  fi  a  cafo  in  tutte  lefueattiom;  contimi  zua  nelle  confuete  angu- 
ftie,<&'  dfficultà  :  perche  era  mini ar  denti ffima>come prima  l'incliaalio-  t  A|pr]n<^ 
ne  del  patire  in  ltalia,&  haueua  più  ebebaueffs  hauuto  mai,  potcnt'Jfi-   pio  d«-i  li  * . 
me  occaponi;  la  triegua  fatta  co'  i(e  di  Spagna  ;  Ihauere  gli  Suizgeri  con  B*èbohè  "ferii 
fermata  feco  dinuouo  laconfederatione;&  l'ejfere  nate  tra  Colltgatimol  to,che  Fra» 
te  caufe  di  di j unione:  ma  l 'impediua  co  uarit  art  i  la  maggior  parte  di  que  ^cS  di  Ili 
glifcbe  erano  intorno  a  lui,  proponendogli  alcuni  di  loro  piaceri,alcuni  co  toua.tmti- 
portandolo  al  fare  i"imprefa,ma  con  apparato  fi  potente  per  terra,  &  per  niented'a?- 
mare,&  con  tanta  prouifione  di  danari,che  era  neceffario  fi  interponete  *Hf**j  cor#1 
lungo jpatio  di  tempo9altri  ftruendofi  d'ogni  dìfficultd,&occa/ione,nè ma  mandato'  a 
cando  il  Cardinale  di  San  Malo  d'alare  lafolita  lunghezza  nelle  (beditio-    «!"an?aM>  * 
m  de  danari  :  m  modo,cbe  non  Jolo  il  tempo  di  paffare  in  Italia  era  più  /»-  egìi  dirle  di 
certo,che  mai,mafi  iafeiauano  oltra  queflo  cadere  le  co  fé  fià  quafi  con-  ha"cr!"ale: 

,  Jt  r      ■  1       •      •  •    •  /1  *!»*.*  <>n*c  *u  lice 

dotte  alla  per fett  ione:  perche  1  Fiorentmijumolandolo  continuamente  a  tiato.  Fran- 
paffare;erano  conuenuti  fé  co, cominciata  chefuffe  la  guerra  da  lai,di  muo  "fco  in  lefo 

1»  1  j       t  *  '    À*  **  11  ciojuenne  a 

xer  l  arme  loro  da  altra  parte9&  a  queflo  effetto  concordati,  che  Obigm  vinetia  per 
con  cento  cinquanta  lance  Frane  e  fi, cento  pagate  dal  ì\e,  cinquanta  dato-  f^ìindo 
1  ro;paffaffe  per  mare  in  Tofcana,per  efjer  capo  dell'efferato  loro?  el  Mar  ìosfbrza.cfi 
che  fé  di  Mantoua  flato  rimoffo  difonoreuolmente, quando  Minatore  ritor-  \^^to  ti 
nò  del  reame  di  Vapoli,da  gliflipedvj  de  Vmitiani  per  foretto, che  é*trat  offerendo  i 
tafje  di  condurfi  col  i\e  di  Francia  ;  trattaua  bora  neramente  di  riceuere  J"™  *sóihg 
foldo  da  lui;tl  nuouo  Duca  di  Sauoiafi  era  còfermato  nell'aderetiafua .  gì.  fin  t'ha. 
Trometteua  oltra  quelli  il  Bentiuoglio,paffato  che  e'  fufje  in  Italia,  di  fé-  J^r  uri 
guitare  l' autorità  fua;e*l  Tontefice,flando  ambiguo  del  congiugner  fi  fé-  innocenti»: 
co,come  cotmuamete  fi  trattaua;haueua  determinato  almeno  di  no  fé  gli  £  aa"Ceitat» 
opporr eMa  la  tardità,®-  la  negligenza  ufata  dal  ^e,raffreddana  gli  ani  ?«**  gl«  f« 
mi  di  ciafcuno:percbe  né  in  ltalia,per  congregar  fi  in  jtfìi  paffa  nano  le  gè  pauifle  di* 
ti  fetido  le  promejfe  fatte  da  lui;nonfi  dauafìeditwne  allacodotta  d'Obi  vinc"a  fuW 


LIBRO 

gni;nè  mandava  danari  per  pagare  gli  Orfìni,ei  fuetti  foldatì  fuoi>eofa, 
battendo  fi  dfare  la  guerra,molto  importante  :  donde  eflendo  i  ditelli  per 
condurci  co  yinitiani;i  Fiorentini  non  hauuto  tempo  diauifarnelo;glic$ 
tufferò  per  vrianno  à  commune  per  lo  I\£>&  per  loro  :  laqual  cofa  fu  lo- 
da ta  da  luiyma  ne  ratificò,ne  prouedde  al  pagamento  per  Iafuaportione: 
an%i  mandò  Gemei  à  ricercargliychegli  preflafìero  per  l'imprefa  ceto  cin 
quanta  mila  ducati.  Finalmentey  facendo  9  comete  fio  foleua,della  uolon- 
tàfua  quella  d'altri  y  partito  fi  quafiall'improuifoda  Lione;  fé  ri  andò  à 
Ter  fi, &  poi  ad  Umbuofaycon  le  cofuete  promeffe  di  ritornar  preflo  a  L  io 
ne. per  le  quali  co  fé  mancando  lajperan^a  a  tutti  quegli  >  che  in  Italia  fé* 
guitauano  la  parte  fuajiattffiino  Fregofo  fi  riconcilio  col  Duca  di  Mila* 
no:ilquale,prefo  animo  da  quelli  progrejfiyfcopriua  ogni  dì  più  la  mala  uo 
lontàychauea  per  le  co  fé  di  Tifa  contra  i  Finiti  ani  limolando  il  Tonte  fi* 
ce>e  i  I{e  di  Spagna  ad  introdurre  di  nuouoyma  con  maggior  efficacia9il  ra 
gionamento  della  reflitutione  di  quella  Città .  Ter  laqual  pratica  i  Fiore 
*^££c*  tin'ucofi  cofortatt  da  luiymadarono  nel  principio  dell'anno  1 498.  à  Bg 
mavrì  jLmbaf datore  ,ma  co  comefjìoneyche  procede ffe  co  tali  circofbettio 
ni  yche'lT  onte fice>&  gli  altri  poteffero  comprenderebbe  in  cafo,  cbeTifit 
fufie  renduta  loro;  fi  vnirebbono  con  gli  altri  alla  difefa  d'Italia  contra  ì 
Francefi;&  nondimeno  yche'l  Kg  di  Francia, fé  l'effetto  non  JeguiJJe;nòn  ha 
ne  fé  caufa  di  prender  foretto  diloro  .Continuo ffi  queflo  ragionamento  in 
I{oma  molti  giorni)  facendo  inflantia  apertamete  ilTontefice,&  gli  Ora- 
tori de*  I\e  di  Spagna,&  del  Duca  di  Milanoy&  quello  delBg  di  K[apoli  co 
r  ViAmbafciator  Vinitiano ,  efiere  neceffario  perficurtà  commune  vnire  co 
queflo  me%o  i  Fiorentini  contra  i  Francefi  ;  &  douere  il  fio  Senato  confen 
tirui  infieme  cogli  altri;  acciocheftirpate  le  radici  di  tutti  gli  fcàdoli>non 
rcttaffe  più  alcuno  in  It  altaiche  bauefie  cagione  di  chiamanti  gli  Oltrarno 
tanice  unione  dellaquale  quando  fi  impediffeper  queflo  rifpetto,fi  darebbe 
forfè  materia  agli  altri  di  fare  nuoui  penfieriyda'  quali  in  pregiuditiodi 
tutti  nafeerebbe  qualche  importante  alterazione.  Ha  era  al  tutto  diuerfa 
la  deliberatone  del  SenatoV initi ano lilqualeypreteffcndo  alla  fua  cupidi- 
tà uarij  colori,&  accorgendofi  da  chi  principalmente  procedefìe  tata  in- 
flantia; rifpondeua  per  me%o  del  medefimo  Oratore,  lamentandofi  grauif 
(imamente  tale  cofa  non  efftre  mofia  dal  rifletto  del  bene  uniuerfale*  ma 
da  maligna  inclinationey  ebauetta  quale!/ uno  de' Collegati  contra  di  loro: 
perche  effindo  i  Fiorentini  congiunti ffìmi  d'animo  a'  Francefi  y  &perfua- 
dendofi  d'bauereper  il  ritorno  loro  in  Italia  ad  occupare  la  maggiore  par 
te  di  Tofcana;non  era  dubbio  non  ballare  il  reintegrargli  di  Tifa  à  rima- 
nergli da  quefla  inclinationey  an%i  effere  cofa  molto  pericolo  fa  H  renderla 
loro  .'perche  quato  più  foffero  potetiytato  più  alla  ficurtd  d'Italia  nocereb 
bono:trattarfì  in  quefla  reflitutione  dell ,bonore9&  della  fede  dituttiytnx 
principalmente  della  loro  %epublìca;perche  hauedo  i  Cofederati pronte j- 
•■     ,  ■■  fi 


T    E    R    Z    O.  )9 

foiutti  d'accordo  d  Pìfani  d'aiutargli  a  difendere  la  ltberta,&  dipoi,  per 
che  ciajcuno  degli  altri  fyendeua  mal  volontieri  per  il  bene  publico,  lafcu 
to  il  pefo  a  loro  foli,né  c(fi  ricusato  a  queflo  e  fato  alcuna  fpefa ,  ò  trau&» 
glio,  effer  con  troppo  loro  disbonore  l'abbandonar  la, &  mancare  della  fé* 
de  data  ;  laquale  fé  gli  altri  nonflimauano,v(fì  foliti  fempre  ad  offeruarla; 
ìton  voieuano  in  modo  alcuno  uiolare  :  efì ere  moldlijfimo  al  Senato  Vìnl? 
iiano,cbefen%a  rifletto  alcuno  fuffero  imputati  da  gli  altri  di  quello ,  che 
con  confentimento  commune  haueuano  cominciato ,  &  per  intere/Io  comh 
ne haueuano  continuato  ;  &  che  con  tanta  ingratitudine  fuffero  lapidati 
delle  buone  opere  ;  né  meritare  quefla  retributione  le  fpefe  intollerabili  , 
che  haueuano  fatte  in  quefla  imprefa,&  in  tante  altre,  &  tanti  trauagli, 
gr  pericoli  fofienutida  loro,  dapoi  che  era  fiata  fatta  la  LegaiUquali  co  fé 
erano  fiate  dinatura,che  epoteuano  arditamente  direbbe  per  opera  loro 
fi  fufjc  faluata  Italia:  perche  né  in  fui  fiume  del  Taro  fi  era  cobattuto  con 
Altre  arme;  né  con  altre  arme  ricuperato  il  Bearne  di  T^apoliycbe  cori  le  lo 
ro;  &  quale  efferato  hauere  coflretto  T^ouara  ad  arrender fi  ?  quale  haue 
re  neceffìtato  il  I{e  di  Francia  ad  andar ftne  di  là  da  monti  ?  quali  for^e  ef 
fergli  oppofle  nel  Vlemonte  qualunque  uolta  baueua  fatto  proua  di  ritor- 
nare ?  7$è  fi  potere  già  negar e,chequefie  anioni  non  fuffero  principalme  a   Cirfj>  ^ 
te  procedute  dal  defiderio,che  haueuano  della  falute  dì  Italia:  per  che, né  e-  Re  di  Fran, 
rano  mai  flati  i  primi  e  fiotti  a pericolane  per  cagione  loro  erano  nati  i  di-  "*llaf  c"ro- 
fordini,i  quali  fuffero  debitori  di  ricorreggere  :  perche  né  haueuano  chia-  m  at  padre 
mato  il  l(e  di  Francia  in  ìtalia;nè  accompagnatolo  poi  che  era  fiato  codot  x  °  °y™M 
to 

to  Veneto  rimediaffe  adifordini  nati  per  colpi 
ti;lequali  opere  fenon  erano  conofciute>ò  fé  fi  preflo  erano  polle  in  obliuio-  g^rittoii 
ne;non  uolere  perciò,  feguitando  leffempio  poco  f cu f abile  degli  altri  ma-  cófentono^ 
tularemie  lafede,né  la  dignità  della  lor  o  Bgpublica,  e  fendo  maffimamente  *  ^  °dcl 
congiunta  con  la  conferuatione  della  libertà  de9  Tifani,la  ficurtà,el  bene  ns^taiche 
fido  di  tutta  Italia  :  le  quali  co  fé  mentre, che  con  aperta  difunione  fi  trat-  x^feue  men- 
tano tra  i  Collegati;nuouo  accidente,  chefoprauenne;  partorì  effetti  molr  fi^*  otg 
to  diuerfi  da  pen fieri  degli  h  uomini:  per  che  la  notte  innanzi  all'ottauo  dì  morì  in*  età 
!  d'aprile  morì  il  B^  a  Carlo  in  Umbuofa  per  accidente  di  gocciola ,  detto  <*«  j^p* 
dafifici  apopleffia,foprauenuto  metre  flaua  a  uedere  giuocare  alla  palla,  i/hiftor»  i 
tanto  potente, che  nel  mede  fimo  luogo  finì  tra  poche  bore  la  ulta,  co  laqua  jj£  trf*™  * 
U  baueua  co  maggiore  impeto,che  virtù  turbato  il  Modo,  et  era  pericolo-  chs  fu  di» 
fo  non lo  turbaffe  di  nuouo  :  perche  fi  credeua  per  molti, chef*  l'ardetedi-  ^"Jrd^ 
fyofitione,c'haueua  di  ritornare  in  Italia;  bar  ebbe  pure  vna  volt  a,òp  prò  RuceiUi  gè 
pria  cognitione,ò  per  fugge fiione  di  quelli,che  emulauano  alla  grandezza  $0^°™^ 
del  Cardinal  di  S:  Malo;  rimofieledifficultà  che  gli  erano  Inter  pofie;  in  molto  acca 
modo.chefe  bene  in  ltaliayfecodo  le  fue  uariationhqualche  uolta  augume  J^*e2£ 

2(3         taffey    ...  . 


LIBRO 

metodi*  taJ^Mua^e  v°ha  diminuiffe  l'opinione  della  fua  p  affata  ;  non  era  però , 

ibfie  Jcro ,  che  non  fé  nefleffe  m  continua  fojpettione:  &  per  ciò  il  Vontefice,ftimola- 

di*  MHano  *°  ^a^a  cupidità  di  esaltare  i  figliuoli;  haueua  già  cominciato  a  trattar 

tentò  di  ri-  fegretamente  cofe  nuoue  con  lui:&fi  diuulgò  poi,ò  uero,òfalfo,cbefkfife9 

eoMRcCar  c^)e^  *®uca  di  Milano,  per  non  flare  in  continuo  timore  ;  haueua  fatto  il  a 

lo,  co  patto  medeftmo*  Ventenne,  perche  Carlo  morufenya  figliuoli, il  Regno  di  Fran 

folle  bandi?  eia  a  Lu^  & uca  d'Orliens più  proffimo  di  fangue  per  linea  mafculina,che 

to  in  pìccat  alcun  altro  :  alquale ,  come  fu  morto  il  I\e ,  concorfe  jubito  a  Bles  dou'e- 

uitio  gU  fof"  ra  allhora  la  guardia  Reale,e  tutta  la  Corte,&  poi  di  mano  in  mano  tutti 

fc  dato  nei-  .%  Signori  del  Regno, falutandolo,&  riconofcendolo  per  Re  ;  con  tutto  che 

eh*3  dice  ",  -per  alcuno  tacitametefì  mormor  affé, che  fecondo  gli  ordini  antichi  di  quel 

«begli ;areb  ^eame  ;  era  diuentato  inhabile  alla  dignità  della  Corona,  contra  la  quale 

fé  la  morte  haueua  nella  b  guerra  di  Brettagna  pigliate  l'arme.  Finì  il c  dìfeguente  a  b 

non  fé  gli  quello, nelqual  terminò  la  uita  di  Carlo  ( giorno  celebrato  da'  Chrifliani  e 

ft°a.C  per  lafolénità  delle  Valme)  in  Firenze  l'autorità  del  Sauonarola:ilqual* 

b    o«efta  eJTeìJdo  molto  prima  flato  accufato  al  V  ontefi  ce, c\k  fcandolof amente  pre- 

guerra  fu  dicaffe  contra  icoftumi  del  Clero,cr della  Corte  Rpmana;che  in  Firéya  nu 

rorii«ns\l  tn(F€  difcordie\che  la  dottrina  fua  non  fufie  al  tutto  Catolica,&  per  que 

Re  cado  fie  fiato  chiamato  con  più  breui  ^Apofioloci  a  Roma  :  ilche  hauendo  ricufa 

pwdoche'e  to  con  allegare  diuer fé  feufe;  era  finalmente  l'anno  precedente  fiato  dal 

gu  hebbe  a  Vontefice  feparato  con  le  cefure  dal  confort  io  della  Chiefaiper  la  qualfen 

feruta  del  tentia,poi  che  fi  fu  aflenuto  per  qualche  me  fé  dal  predicare  ;  harebbe,fefi 

Re  fofTe  Pre  fuffe  attenuto  più  lungamente, ottenuta  con  no  molta  difHcultà  Paffolutio- 

pofta  Anna  *  V      *  r  «&  r  a  tr  j- i    -     r  rr 

fòrciìa  dei  ne  *  perche  il  Vontefice  tenendo  per\e\tefio  poco  conto  di  lui  ;  //  era  mojfo 

Re  se  egli  a  procedergli  contro  più  per  le  foggt fti*ni,ér  fìtmoli  degli  auuerfarij,  che 

fciufo.  Paolo  per  altra  cagioneima  egli  giudicando, che  dalfilcntio  declinale  cofi  la  fua 

forat,i0,ncf '  rìputatione,òs'intcrrompeflh ilfine,per lo qualfi  moueua;come$eraprin 

principio  cipalmente  augumentato  dalla  nehementia  del  predicare,  dijpreo^ati  i  co 

dei  ho.*,  mandamenti  del  Vontefice;  ritornò  di  nuouo  pubicamente  al  medeftmo  uf 

e  Nell'epa  ccw  affermando  le  cenlure  publìcate  contra  lui , d  come  contrarie  alla  di  & 

itole  di  Pie-  J  .     *   »  -li  n  -   a     .,    •        vj 

to  Deihno  urna  uolonta,&  come  nociue  al  bene  commune,ej]ere  mgiujte,&  mualide, 
Jcaniaidd*  mordendo  con  grandi (fima  uehementia  il  Vapa,  &  tutta  la  corte  :  da  che 
fi,  u'ha  una  effendo  nata  folleuatione  grande,perche  ifuoi  auer fari], l'autor  ita  de  qua 
ta"6  Mo"f!  lì  °&nì  &olrno  nel popolo  diuentaua  maggiore  ;  detefiauano  quefia  inubidié 
Pietro  Ba'  tia,ripredendo  che  per  la  fua  temerità  fi  alter  affé  l'animo  del  Vontefice,in 
uoìl  \tàt  rtp0  rnaffimamete,che  trattando  fi  da  lui  con  gli  altri  Collegati  della  refti 
m  fottoJ  di  tutione  di  Vi  fa  ;  era  conuenientefare  ogni  opera  per  confermarlo  in  que-* 
tonfila  &a  wclinatione;et  dall'altra  parte  lo  difendeuano  ifuoi  fautori ,  allegan- 
ti ii  trat-  do  non  douerfi  per  i  rifbetti  bumani  turbare  le  opere  diuine;nè  confentire% 

ta  della  mot  '  \         V.  C  rhe 

icdelSauo-  cnf 

jiaroU:  oc  dice  che  eflb  fu  fatto  morire  il  giorno  che  fi  celebra  la  fcfta  deirAfceniìone.ilche  difeorderebbe  da 
euel  che  qui  dice ,  ciò  è  che  ib/Ie  il  giorno  delle  paline  a  noue  d'Aprile.  Della  morte  di  tanto  huomo  hanno 
ferino  ancho  dirfaiàmentc  il  Giouio  nella  Vita  di  Leon  X.lib.i.c'l  Corio  nella  7  .parte  deirhift.di  Milano. 
4  lì  QÌQm  tUvc,chc  il  Sa uoaaxoU  Uaucva  predicato,  che  aufl  il  douclieig  temei  le  lcommunichc  dcl/apa. 


T    E    R,  2    ó.  ioo 

the  fotto  quefii  colori  i  Tontefici  comincia/fero  ad  intrometter  fi  nelle  co  fé  del 
la  loro  'Republic  a/Hellaqualecontentione  efìendofiperfeuerato  molti  giorni* 
[degnando fi  marauigliofamente  il  Tonte fice,  et  fulminando  con  nnoui  brieui, 
&  con  minaccie  di  cenfure  contra  tutta  la  Città;  fu  finalmente  comandatogli 
da  Magifiratuchc  defifleffe  dal  predicare  :a'  quali  hauendo  egli  vbbìdito;fare 
nano  nondimeno  molti  de  fuoi  frati  in  diuerfe  Chic  fé  il  mede  fimo  :  ma  non  ef 
fendo  minore  la  diuifwne  tra  religiofì ,  che  tra  laici;  non  cefiauano  i  Frati  de 
gli  altri  ordini  di  predicare  feruent emente  contra  lui;  &  proroppovo  alla, 
fine  in  tanto  ardore ,  che  vno  de  Frati adberenti  al  Sauonarola >  &  vno  de 
Frati  Minori  fi  conuennono  di  entrare  in  prefentia  di  tutto  il  popolo  nel  fuo- 
co ,  accioche  faluandofiìb  abbruciando  fi ,  quello  del  Sauonarola  ;  reflajfe  certo 
ciafcunojfe  egli  era  ò  Vrofeta,ò  ingannatore  :  imperò  che  prima  haueua  mol- 
te volte  predicando  affermato, che  per  fegno  della  verità  delle  fuepreàittionu 
atterrebbe, quando  fuffe  di  bi fogno, gratia  da  Dio,dipafarefen^a  lefione  per 
tnczo  del  fuoco;  et  nondimeno  efìendogli  mole/lo  ,che  il  ragionamento  del  far 
ne  di  prefentejperien'%afuffe  flato  mofiofen^afaputafua  ;  tentò  con  defire1^ 
^a  d interromperlo  :  ma  ejfendo  la  cofaperfefiefia  andata  molto  innanzi,  et 
follecitata  da  alcuni  Cittadini,che  defiderauano  ,che  la  Città  fi  liberale  da  ti 
tamoleflia  ;  fu  necefìario  finalmente  procedere  più  oltre:  &  però  efìcndoil 
giorno  deputato  venuti  i  due  frati,accompagnadogli  tutti  ifuoi  religiofh  hi  fui 
lapia7ga,che  è  innanzi  al  palagio  pub  lieo,  oue  era  concorfo  non  folo  tutto  il 
popolo  Fiorentino, ma  molti  delle  Città  vicine  ;  peruenne  a  notitia  de*  Frati  mi 
nori,il  Sauonarola  hauere  or  dinato, che  il  fio  frate, quando  entraua  nel  fuo- 
co ,p  or  tape  in  mano  ilfagr amento  :  aUaqual  co  fa  cominciando  a  reclamare,  & 
allegando,  che  con  queflo  modo  fi  cercaua  di  mettere  inpericolo  l'autorità  del 
la  fé  de  chrifliana,laquale ne gli  animi de  gli  imperiti declinerebbe  molto ,  fc 
quella  hoflia  abbruciale;  &  per feuer ondo  pure  il  Sauonarola,che  era  prefen 
te,nellafuafententia;nata  tra  loro  difeordia;  non  fi  procedette  a  farne  fperié- 
%a.per  laqual  co  fa  declinò  tanto  delfuo  credito, che  il  dì  feguente,nato  a  cafo 


'■  lo  conducono  infieme  con  a  due  de  fuoi  Frati  nelle  carcere  publiche:  nelquale  *u  Z*°àf% 

tumulto, i par enti  di  coloro,che  lamopaffato  erano  flati  decapitati;  ammax^  frati  hebb# 

%arono  Francefco  Valori  Cittadino  molto  grande,  &  primo  de  fautori  del  Sa-  nom5  F-  ?* 

uonaroia,perche  l  autorità  fua  erafopra  tutti  gli  altri  fiata  cagione,  eh  e  fuf-  Fefcia:&i'al 

C^..~  fi  -a.1  m..' .j.  1  J  ^lt  ^    C 1^.  \     I  '       '  1       •        «  •      •        1     I      ^_  I  •         •       .       ».  *m   J?    Calli* 


fero  flati  priuati  della  f acuità  di  ricorrere  al  giudicio  del  configlio  popolare , 


tro  F.  Salue 

Fu  dipoi  efaminaio  con  tormenti,  benché  non  molto  gratti,  il  Sauonarola ,  &  tino ,  come 
full  efamine  publicato  unprocejfo:  ilquale  rimouendo  tutte  le  calunnie,chegli  ^.\u^tro 
erano  fiate  date, ò  diauaritia,ò  dicoflumi  inhonefli,ò  d'hauer  tenuto  pratiche 
occulte  con  Trincipi;  conteneua,le  co  fé predette  daini,  efere  fiate  predette* 
non  per  riuelatione  diuina,ma  per  opinione  propria,  fondata  fulla  dottrina,  &• 
ofieruatione  della  fcritturafacra  :  né  efierfi  mojfoperfin  maligno,  ò  per  cupi- 
di *        dita 


L    I    B    R    O 

fiditi  dacqulflareconqueflome^ograndeT^aEcclefiaflica;  ma  bene  hauer 
dcfiderato,cheper  opera  fua  fi  conuocafì e  il  Concilio  vniuerfale;  nel  quale  fi  ri 
[ormafiero  icoflumi  corrotti  del  clero  :  &  lo  flato  della  Chiefa  di  Diodato  tra 
[cor[o;firiduceffe  inpiu  fimilitud.ine,cbe  [ufie  poffibìle  a  tempi  >  che  furono 
proffimi  a  tempi  degli  *Apofloli  :  laqual gloria  di  dar  perfettionca  tanta,  & 
'  sì  [aiutare  opera  hauer  e  [limato  molto  piu,chél  conseguire  il  Tonte jìcato:pet 
the  entello  non  poteuafuccederefie  non  per  me%o  a"  eccellenti  ffima  dottrinai 
*pirtu,&  di  [ingoiar  riueren^a,che  gli  haueffero  tutti  gli  huomini;  ma  ilTon 
tificato  ottenerfijpeffo,ò  con  male  art i,ò  per  beneficio  di  fortuna  :[opra  ilqual 
proceffo  con[ermato  da  luiinpre[en^adi  molti  relìgiofi,etiandio  del  [uo  ordì 
ne  ;  ma  con  parole  (sé  vero  qnel,chepoidiuulgaronoi[uoi[eguaci)  conci[e> 
■&  da  poter  riceuere  diuerfe  interpretationi  ;gli  furono  per  fententia  del  Gè 
neral  di  S*  Domenico,  &  del  Vefiouo  Homolìno^chefii poi  Cardinal di  Surre 
a  Senne  Tie  te,Comme[[arij  deputati  dalTontefice,infieme  con  gli  altri  due  frati ,  a  abolì  4 
chc^/sano'  tiycon  le  cerimonie  infi.it  uit  e  dalla  chiefa  Romana,  gli  ordini  [acri,  &  lafiiato 
•arala  nella  gg  poteflà  della  corte  [ecolare  :  dalla  quale  [urono  impiccati,  &  abbruciatilo 
fua  fcntédo  '  correndo  allo  fpettacolo^della degradatione> &  del[upplicio}non  minore  moU 
dire  ai  ve-  ;  titudine  d  huomini >  che  l  dì  deflinato  afiare  ^[perimento  Centrar  nel  fuoco  ; 
egire»  fcpq  fitffe  concorfi)  nel  luogo  medefimo  ali  ejpettatio  del  miracolo  promeffo  da  lui: 
rato  dalia    laqualmortefiopportatacon  animo  coflante, ma  fenica  ejprimer  parola  alcu- 
fpof^fubito*:  •  na,chefignificaj]e  ò  il  delitto,ò  l innocentia;  nonjpenfe  la  varietà  de  giudici] 9 
ralla  miii-  ^  fe\\e pa/fioni  de gli huomini: per  eh ;c molti  lo  riputarono  ingannai orcmol 
quella  rifpo  ti  per  lo  contrario  Credettono,ò  che la  confezione ,che  fi  publicòfoffe  fiata  fai- 
kx  fu  da  al  famentefabrkataio  che  nella  compleffione  fua  molto  delicata  haueffe  potuto 
u  fupefba"  \piulafor%a  de *  tormenti, che  laverà à,[cu[ando  quefia  fragilità  con  leffem* 
ma  che  al-  <p0  delVrincipe de  gli  ^Apofioli:  ilqualenon  incarcerato,  nèafiretto  da  tof- 
ani non  dif  \menti,ò  d a  for%a  alcuna flraor dinar ia ma  a  femplia paro  le  danciUe  &  difet 
'*•  4i  ;  negò  d'efler  difiepolo  di  quel  Maeftro&elquale  bmeua  ueduto  tanti  fiut- 

iti precetti,  &  miracoli* 


■ 


DELL'» 


101 


DE  LL"HI  STORIA 

DI    M.  FRANCESCO 

GVICCIARDINI 
Gentil* hyomo    Fiokintino> 


LIBRO    QJV  ARTO. 


SOMMARIO. 

NE  l  Quarto  Libro  fondefcritte  le  ragioni  del  Redi  Francia  fopra'lo  flato  di 
Milano  :  la  guerra  fra  Vinitiani  &  Fiorentini  per  Pifa;il  paflaggio  del  Re  Lui 
.gi  xii. in  ltaiiacòtra lo  Sforza,ilqualfug°e  di  Milano, cedendolo  a  Francia  :  la 
cagion  della  guerra  fra  1  Colonnefi,&  gli  Óifini,chc  Papa  AlelVandro  difegnaua 
"d'acqui  lì  are  il  Regno  di  Napoli  al  figliuolo  :  che  i  Pifani  furon  rotti  a  Cafcina,  e 
i  Fiorentini  fermaron  lega  co*  Scnefi":  che  Cefare  Borgia  rinuntia  il  capei  da  Car 
dinaie:  chei  Vinitiani  sunifeono  con  Francia,  &  per  le  cofe  di  Pifa  fanno  elfi,  e 
i  Fiorentini  compromeilo  nel  Duca  di  Ferrara  :  che  il  Papa  tenta  infignorirfi  del 
la  Romagna  :  che  lo  Sforza  tornato  in  Milano  ;  è  poi  tradito  da  gli  Suizzeri,  & 
condotto  prigione  in  Francia,  oue  muore. 

l  B  E  Z^O'  la  morte  di  Carlo  I(e  di  Francia  Italia  dal  ti- 
more de  pericoli  imminenti  dalla  potentia  deFrancefi: 
perche  non  fi  credeua,cbe  Luigi  x  1 1  •  nuouo  l\e  baueffe 
nel  principio  del  fuo  Bggno  ad  implicar  fi  in  guerre  di 
qua  da'  Moti  :  ma  non  rimafero  già  gli  animi  de  gli  huo 
mini,confideratori  delle  cofe  future,  liberi  dal  fofpetto, 
<belmal  differito,non  diuentaffe  in  progrejjo  di  tempo  più  importante,et 
maggiore,  effendo  peruenutoa  tanto  Imperio  un  T{e  maturo  d  anni, ifp  eri 
mentato  in  molte  guerre,ordinato  nelle >  {pendere,  &  fen%a  comparatone 
più  dependente  daJeftcffo,cbe  non  era  flato  l  anteceffore  ;  &  alquale  non 
folo  apparteneuanoycome  a1\e  di  Francia  lemedefime  ragioni  al  Regno 
diJ^apoli,ma  ancora  pretendeua,cbe  per  ragioni  proprie  fé  gli  apparte- 
neffe  il  Ducato  di  Milano,per  la  fucceffione  di  Madama  Valentina  fua  a- 
uola  :  laqualeda  GiouangaleaTZp  VìJconte[uo  padre,innan%i  che  di  Vi- 
*  cario  Imperiale  ottcneffeil  titolo  di  Duca  diM'lano  :  era  fiat  a  » maritata 
4  Luigi  Duca  dOrliens,  fratello  di  Carlo  v  r  .B£  di  Francia  ,  aggiu^nendo 
alla  dute,cbefu  la  Città,  &  Contado  £  jifi'h  &  quantità  gramlifjìma  di 
danari,efprtffa  conuentione,cbe  mancando  in  qualunque  tepo  la  linea  fua 
mafculina,{uccedeffe  nel  Ducato  di  Milano  Valentina,*  morta  lei,i^  dijeen 
denti  più  proflìmi.  la  qual  conuentione  perfeflfìa  inualida,fu  (  sé  uero 
IHellOiCbeafferifconQ  iFrancefi  )uacante  allhora  lafedia  Imperiale, con 

fermata, 


a  Fu  marna 
ta  Madama 
Valétma  al 
Duca  Lodo 
uico  !'anri,o 
U8  7. del  me 
fé  d'Aprile, 
come  lcriae 
il  Cerio  »<vl 
la  *  ■.  parte: 
ma  chi  uot 
meglio  ue- 
der  quefte 
rafion»  de* 
Re  di  Fran- 
cia nciPiica 
to  di  Mila- 
no j  uegga 
fra  gli  altri 
il  Giouio  ia 
quel  raccol- 
to, ch'eine 
fai/Se  ,  & 
chiama  Ar- 
gométo  dei 

rberedka  ti 

ueniua  ridi- 
la famiglia 
d'Qrlicns. 


|Vrw  ,  LIBRO 

Ììeum  data  fcrmata  con  ?  autorità  Tonti  ficaie:  perche  i  Tonte  fici  lamini  pretendo- 
fcìo' Ga°  m  aPPartenerfiafe  l'ammmifiratione  dell'Imperio  vacate  :  &  però  efien 
learzo  fi  do  poi  per  la  morte  di  Filippomaria  Visconte  macati  i  discendenti  mafebi 
cl'lo  aldcun  *'  Oionangalea^ro  ;  e  ornine  iòc  urlo  Duca  d'Orli ens  figliuolo  di  talenti- 
4Pp°ar.  dei-  na>a  prendere  alla  fveceffìone  di  quel  Ducato:  alquale  (come l'ambitio 
1  io-5c1"ClC°f  ne  ^  principi  {pronta  ad  abbracciare  ogni  apparente  colore  )  pretende 
ic°YaHnoe    uano  ne^ tempo  mede  fimo,  &  Federigo  lmperatore,còme  aflato,che  eflin 

ft  d'  Ad  tho-  ta  '*  ^nea  HGmmata  ne^a  *  inueftitura  fatta  da  Vinàflao  I\e  de  ì\pmani  t 
roa  ddrin-  a  Giouan%alcazxp,fufie  ricaduto  all'imperio  ;  &  Mfonfo  f{e  d'^frago 
fonfo' r  d-  na^  di  Ijapoli  flato  inflituito  herede  nel  teHamento  di  Filippo.Ma  eflen 
Napoli  \\t  do  fiate  piti  potenti  l'arme,? arti,  &  la  felicità  di  Francesco  Sfor?a,ilqua 
r  hereduà     k,per  accompagnar  l'arme  con  qualche  apparenza,alle?ava  douer  Cucce 

dello    (tato     i         r>—       t  tri-      i  •  rr  r    ••      •*•  »      » 

di  Milano  è  aere  Biaca  jua  moglie ypgliuo la  vmea^rna  naturale  di  Filippo;  Carlo  d  Or 
£ritto  ™l:  Uens,ilquale  nelle  guerre  tra  gllnglefi,ei  Fr  ance  fi  fatto  prigione  nella 
dèitcpahift!  giornata  di  Dangicort  ;  era  dimorato  venticinque  anni  prigione  in  Inghil- 
u*dì  fir  *    t€rra  ;  mn  Potette  Per  la  pouertà>&  per  la  mala  fortuna  fua  tentare  da 
pò  vifcónn  fe  mede  fimo  di  ottener  laynè  da  Luigi  x  i .  P^e  di  Francia,benche  congimtif 
Gio"?  àÀÌ    fmodl  f^gue, impetrar  mai  aiuto  alcuno  :  perche  quel  I\e ,  effendo  fiato 
nel  principio  delfuo  regnare  molto  inf eflato  dà  Signori  grandi  del  Bearne 
ih/  tfto1oC  di  Francia,i  quali  fotto  titolo  del b  ben  publico;li congiurarono  cotro  per 
chiamaro-     intercjjì)&  [degni  privati; riputò  fempre,che  per  la  ba(ie%ga  de  potenti, 
guelra  Buo  ^  ficurtà,& grande $%a  fua  fi  conferm  afferò.  Ter  laqual  ragione  Luigi 
fa  ;  %  ^ual  d'Orliens ^figliuolo  di  Carlo,non  poté,con  tutto  che f ufi e  fuo genero, impe- 
lo J464 .  &  * ra r  da  lui  fauore  alcuno  ;  &  morto  il  fuocero,non  volendo  tolerare,  che 
%ì\i iitu  da  ne^  &ouerm  di  Carlo  Ottauo,allhora  pupillo ,  gli  fufìe  antepefta c  .Anna  < 
fnincoMóX  Duchejja  di  Borbone  forella  del  I{e,fufcitate  con  piccola  fortuna  in  Fran- 
*  Argento-    eia  co  fé  nuove  ;  pafiò  con  fortuna  minore  in  Brettagna  :  perche  congiunto 
•néo  raoio  a  quegh,cbe  non  uoleuano,che  Carlo  per  me%p  del  matrimonio  d'Anna  he 
Emilio.        xede  per  la  me  rie  di  Francefco  fuo  padre  ftn^a  figlivoli  mafebi ,  di  quel 
e  D'Anna    Ducato, con  fegutfie  la  Byettagna\an%i adirando occultamente almedefi 
Bo'bo'n'e  ha  mo  w*****w*W  ;  fu  prefo  nella  giornata ,  che  tra  i  Fr  ance  fi ,  e  i  Brettoni 
parlato  di    d  fu  commeffa  appreffo  a  Sant'albino  di  Brettagna  :& condotto  in  Fran  t 
i°oP.rchcCdai  ciajiette  incarcerato  due  anni  ;  in  modo,cbe  mancandogli  la  f acuità ,  & 
Re  cario  %.  poi  che  per  gratta  l\egia  fu  liberato  di  prigione,gli  aiuti  di  Carlo;  non  ten 
ta  z\  goucrl  *ò  qitell'imprefayfe  non  quando, per  Voccafione  d'efferper  commeffione  del 
no  delia  Fri  i^e  rimafo  in  jLÌli  ;  entrò  con  pocofvcceffo  in  T^puara.  Ma  diventato  I{e 
.ho  fattoi  di  Francia,niuno  defiderio  hebbe  più  ardente,che  d'acquiftare,  come  cofa 
■  notatione :  fi  hcreditarta,il  D  vcato  di  Milano:  nelqual  defiderio  nutrito  fi  infm  da  pve- 
ne  ho  paiia^  ritia\uifi  era  accefo  molto  piuypercbe  per  le  co  fé  (accedute  a  7<lpuarai& 
*°  P*f«  ai  per  fa  dimoft  rat  ioni  in  fole  tinche  quado  era  in  *Afli,rfi  erano  (late  ufate;ha 

naedel  l;b.    '  '  l  '  * 

i.a99.fac.2.  ueua 

■■  À  Fu  coramefla  la  battaglia  fra  i  Fraiicefi,ei  Brettoni  a  Santo  Albino  l'anno  HSS.aiS.di  LugliorScuiieftaw 
«o  prigiofliil  Duca  d'Oiliens,c  il  l'xincipe  Araulienic.    faolo  Emilio  al  àa  delie  lue  hiltoiie. 


Q^  V     ARTO.  ioz 

ueua  odio  no  mediocre  còtra  Lodouìco  Sforma.  Vero  pochi  dì  dopo  la  mot 
te  del  I{e  Carlo9con  deliberatione /labilità  nelfuo  co  figlio;  s'intitolò  no  fo 
I  amen  te  1{e  di  Fr ancia '>&  per  rifbetto  del  Bearne  di  Jiapoli^  di  Gierufa 
lcm,cr  dell' una  9&  l'altra  Siciliana  ancora  Duca  di  Milano  :  &  per  far 
noto  a  ciaf  e  uno  yqu  ale  fuffe  l' ine  linat  ione  fua  alle  coje  d'Italia  ;  fcriffc  fu* 
bito  lettere  congratulatone  della  fua  affuntione>al  Tonte  ficey  a'Vinitia- 
ni  y  &  a  Fiorentini;  &  mandò  buominiproprij  a  darefperan^a  di  nuoue 
;mprefeydimoflrando  efprejfamente  d'hauer  nell'animo  d'acquiftare  il  Du- 
cato di  Milano.  sAllaqualcofa  fé  gli  prefentaua  opportunità  nonpiccola9 
battendo  la  morte  di  Carlo  caufate  negl'Italiani  inclinationi  molto  diuer 
re  dalle  paffate  :  perche  il  Vontefice  slimolato  da  gl'in  ter  espropri],!  qua 
li  conofceua  non  poter  fatiare (landò  quieta  Italia  ;  defideràka7che  le  co- 
rc  di  nuouo  fi  turbafìero  ;  e  i  V\nitianiyccffato  il  umoresche  per  l'ingiurie 
catte  a  Carlo  baueuano  hauuto  di  lui;non  erano  d'animo  alieno  a  confidar 
t  del  nuouo  I\e  :  la  qual  dijpofìtione  era  per  augumentarft  ogni  dì  piu:per 
'he  Lodouìco  Sfor?ayfe  ben  conofceffe  douer*hauere  più  duroyetpiu  impU 
:abile  nimicoynutrendofi  con  la  jperan^aycon  laquale  fi  nutriua  fimilmen 
e  Federigo  d' Aragona  yctì e  non  poteffe  cofi  pretto  attendere  alle  co  fé  di 
fud  da'  Monti,  &  impedito  dallo  fdegno  prefenteya  difcernere  il  pericolo 
?uturo,non era  per  aflenerfi  d'opporfi  loro  nelle  cofe  diTifa.  SoliìFiore 
tini  cominciali ano  a  di fcoslar fi  con  l'animo  dell' amicitia  Fr  ance  fé  :  per- 
:befe  bene  il  nuono  %  fuffe  flato  prima  loro  fautore  ;  bora  peruenuto  al* 
'a  Corona;non  haueua  con  effi  uincolo  alcuno  ynè  per  fede  datarne  per  bene 
Hcij  riceuutiycome  haueua  hauuto  l' ante  ce ff or  e  p  le  capitolationi  fatte  in 
Firen7$,&  in  ^tflt-y&per  Vhauere  uoluto  più  preflo  fottoporfi  a  molti af 
fanm>&  pericolile  abbandonare  la  fua  congiuntone  :  &  la  difcordia  , 
the  continuamente  crefceua  tra  i  Fìnitianiye'lDuca  di  Milano  ;  era  cagio 
neyche  effendo  ce  fiato  il  timore  hauuto  delle  for%e  de  Collegatiy&  (peran 
do  più  nelfauor  propinquo ,& certo  di  Lombardiayche  ne'  joccorfi lotaniy 
&  incerti  di  Francia  ;  baueuano  cagione  di  (limar  meno  quel-' amicitia . 
Isella  qual  diuer  fa  difbofitione  de  vii animi > furono  mede fimam  ente  diuer  \] nom 
[/  gli  andamenti  :  perche  dal  Senato  Vinitianofu  mandato  fubito  a  lui  un  dì  queftì  a» 
fegretarioyche  baueuano  apprefio  al  Duca  di  Sauoia  :&  per  gittarecon  hzf^\o\l 
(juefìi principe  i fondamenti  da flabilir  feco  qudl'amicitiayche  alUgiorna  paliti  °dd 
ta  ricercafìero  l'occorrente  communi  furono  eletti  tre  *  Oratori ,  che  an-  &£Èmt 
dajjero  a  rallegrar  fi  della  fuafucceffione>  &  a  fcu farebbe  quellOycbe  ha-  affimi 
ueuano  fitto  contra  Carlo  ;  non  era  proceduto  da  altro ,  che  da  fofpetto,  j^SSl 
nato  poi  che  per  molti  fegni  compre  fono  yche  non  contento  al  I{egno  di  l\{a  m«nr-one , 
poli  ;  diftendeua  già  i  penfierifuoìalìoccupation  di  tutta  Italia.  E'iTon-  «€£fSfe 
tefice  difpoflo  di  trasferir  Ce  fare  fuo  figliuolo  dal  Cardinalato  a  grande^-  prima  il  se-. 
^ifecolareyal^ato  l'animo  a  maggiori  penfieriy&  mandatigli  fubito  Am  g££ °p£c 
bafciatori;  difegnò  di  vedergli  legraticfpirituali ,  riceuendone per  pre^>  fo  u  Puca  dà 


a  Non  met- 
te il  Bembo 
n* 

numero 


Sauoia. 


f  > 


L    I   -B    R    0  v. 

a  tyieftoe  -rollati  temporali:  perche  lapena  il  Re  de fider are  ardentemente  di  ripa» 

l'aureo  oro     ~f  _  •        '         ,       r         ,.    „r    i      ^  a         r     -,       i  r       ■    i  - 

«xbio  ndor  "Wf  Cwnanna Jua  moglie  [ierile, &  tnoltrnaja,&  che quaji  violenteme 

fo  m  un  ucr  ie  gH  era  {lata  data  da  Luigi  X  f .  né  hauere  minor  dtfidtrio  di  pigliar  per 

Malora  eoa  moglie  Jinna  reftata  uedoua  per  la  morte  del  I{e  paffato,  non  tanto  per  li 

fii  trai  con-  relìquie  dell'antica  inclinatione,che  infino  innanzi  alla  viornata  di  $.  AÌ 

tutori   pedi      .  .      *  n  .  r  >  n  ■  -i 

num,  tolto  omo  er a\tata  tra  loro,quanto  per  conjegmr  con  quejto  matrimonio  il  Dh 
•rfe'oH  a  XI'  cat0  ^  Brettagna,Ducato grande, &molto  opportuno  al  Piarne  di  Frani- 
li minimi,  eia  :  hqu  ali  co  fé  ottenere  fernet  l'autoritàTonti ficaie  non  fi  poteuano, 
primo  dd£  ^e  '  * lQYtntmim  arcarono  di  mandargli  jlmbafiiatoruper  Cantico  infii- 
eofedegnedi  tuto  di  qui  Ila  Città  con  la  Corona  di  Francia  >  &per  riconfermar  fecoi 
v'emoTi/c  wm///oro, &  l'obli  gattoni  del  Fg  paffato Sollecitati  molto  a  quello  mede 
co,»}?  caua  fimo  dal  D  uca  di  Milano  ;  acciò  che  per  me%p  loro  fi  di ffictdt  afferò  le  pra* 
fo  Grec"  tic^e  ^  Vinitiani,hauendofi  dall' una,&  dall'altra  B^epublica  a  trattare 
4'Hefiódo,  delle  co  fé  di  Tifa  :  &  perche  acq  nifi  andò  fé  de, ò  autorità  alcuna,potej]ero 
%  d? l Aulo  t{far^a  con  qualche  occafìone  a  trattare  concordia  tra  lui,  el  F{e  di  Frati- 
Geiiio  nel  eia  ;  ilche  egli  fommamente  defideraua:  i  quali  tutti  furono  lietamente 
defic  Not-  raccolti  dall{e,dato  fubit amente  principio  a  trattare  con  ciafcuno;becbe 
ti  Athenie-  gìifrffe  ffio  nell'animo  di  non  muouer  co  fa  alcuna  in  Italia ,  fé  prima  non 
ih  de  gì/ a-  haurfie  afficurato  il  J\egno  di  Francia  per  me%o  di  nuoue  cogiuntioni  co. 
rufpici  Tho  principi  uicini.  Ma  era  fa  tale, che  l'incendio  di  Tifa  fiato  fufeitato ,  & 
Ho  pomV  nutrito  dal  Duca  di  Milano  per  appetito  immoderato  di  dominare;  bauef 
ino  applicar  fé  finalmente*  ad  abbruciare  l'autore  :  perche  egli ,  &  per  l'emulatione, 
diVrìT/pref  &  pw  lo  pericolo,  che  dalla  troppa  grandetta  de'  Vinitiani  uedeua  fo- 
r°  A  K%Af  t* 'aliar e  a  fe,&a  gli  altri  potentati  d'Italia  ;  non  poteua  patìentemente 
punito  iella  comportare 9che'l  frutto  delle  fue  arti,&  fatiche  fuffe  raccolto  da  loroiet 
jnorte,chef  Vanendo  l'occafionc  della  dtfpofitione  de'  Fiorentini ofiinati a  non  ceffare* 
conflato,  per  qualunque  accidente, dall'  off  e  fé  de'  Tijani  :  &  parendogli  per  la  cadi* 
che  forte  da  ta  ae[  Sauonarola,  &  per  la  morte  di  9rancefco  Valori,chaueua  tenuto 

taaMardo-  .         ,   C  .  rj  i-  ;i       •      «     ;  i 

cljeo  Vtké  le  parti  contrarie  a  lui;  potere  più  confidare  di  quella  citta,cbe  non  baue 
ci  recita""  ua  fatto  per  lo  paffato;  b  deliberò  d'aiutare  i  Fiorentini  alla  ricuperata) 
da  '  Eliano  di  Tifa  con  l'arme,poi  che  le  pratiche,  &  l'autorità  fua,&  degli  altri^no 
fa^ariahift1  era  fiata  bafìante:  perfuadendofi  uanamente,ò  che  innanzi,  che  dal  Re  di 
che  fecevna  Francia  poteffe  effer fatto  mouimento  alcuno,Ti fa  farebbe  ò  perfor%a,  ò 
pò? ni*! o tra  Per  concordia  ridotta  in  poteflà  de  Fiorentini;  ò  neramente ,  che'l  Senato 
iia  a*  Tuoi  fi  y initiano, ritenuto  da  quella  pruden^a,che  non  haueua  potuto  in  fé  me' 
IKIe!^]  di  fimo  ;  non  haueffe  mai  per  j degni, &  per  cagione  meno  importante  à  de 
ch'è  i  Lido  fìder  areiche  con  pericolo  commune  ritornati  ero  l'armi  Fr  ance  fi  in  Ita-, 

»ellib.7del   '  ,      r  '  ÌU 

la  3.  Deca,  M* 

che  Taranto  fu  perduto  da  Annibale  con  quell'arte,  che  prima  eflbrhaueua  pre/ò. Et  quel  di  Valente  Tmpe 
perat.c'hauendo  mandato  huomini  della  letta  Arriana  in  luogo  di  Cathohci,a  infegnar  la  fede  Chriltiana 
a' Gothi,  che  glie  l'haueuano  domandati  buoni  j  fu  poi  da  erti  Gothi  abbruciato  uiuo,  accioche  fi  come  egli 
co'  peruetfi  dottori  haueua  accelo  gli  animi  di  lorojcoli  etti  il  corpo  di  lui  uiuo  ardeflcro.come  d'auttor  di 
«naie.  Et  queito  è  quel  che  uolfe  dir  Platone,  quando  arrermc^che  l'huomo  »on  può  cflere  otfelò,  fé  non  da 
(e  fteflb.  Er  OuidiodiireNeci^  artificem  morte  perire  fua.  .  - 

b  Innanzi  alla  delfberation  fatta  da  Lodouico  Sforza  d'aiutare  i  Fiorentini,  deuono  erteruedute  nel  lib* 
*.deirhilì.dcl  Bembo  alcune  dimoftrationi  d'animo  niroico,ch'egli  fece  contra  i  Vinitiani. 


QJV    A    R    T    O.  <  iot 

ÌUylequali  s  tra  tanto  affaticato  per  cacciarne:  laquale  imprudenti  ffima  deli- 
beratione,  un  difordine,  che  conti  a  i  Fiorentini  fuccedette  nel  Contado  di  Ti- 
fafece  accelerare-.perche  battendo  hauuto  notitia  le  genti  loro, eh erano  al  To 
tadera,cke  da  a  yoo,caualli;et  mille  fanti  ufciti  di  Tifajitornauano  con  una  jj  *]  **™j£ 
goffa preda,fatta  nella  Maremma  di  Volterra;andarono  quaft  tutti , guidati  ron o  $ oo  ca 
dal  Conte  Rinuccio,  &  da  Guglielmo  de  Va^iCommeffario  Fiorentino  a  ta  "' "  f°a"°  *! 
fliare  loro  la  flrada  per  ricuperarla:  &  hauendogli rincontrati nella  Valle  di  gnano.-iiqua 
S.Regolo,gli  baueuano  meffi  in  difordine,  &  rihauuta  la  maggior  parte  della  J.c0f"0po,^c 
preda,quando  fopragiunfero  150.  buomini  d'arme, che per  [occorrere  i  fuoiy  Thomafo 
erano  partiti  di  Tifa,poi  che  baueuano  intefa  la  moffa  delle  genti  Fiorentine  :  Zcno* 
i  quali  trouatigli  ftracchi>&  parte  disordinati  nel  rubbare, non  potendo  lau  • 
toritàdel  Conte  Rinuccio  ridurre  ifuoi  buomini  d  arme  a  far  tejla;  dopo  efie- 
re fiata  fatta  da  fanti  qualche  difefa,gli  meffono  in  fuga  b  morti  molti  fanti,  \£°™£to 
'  preft  molti  de  capi ,  &  la  maggior  parte  de  caualli;  in  modo  >  cbe  non  fen%a  bo ,  &  preii 
diffidata  il  commeffario>&  il  Conte  fi  faluarono  in  finto  Regolo,  dando  (co-  j^L^/?* 
me  fifa  nelle  cofc  auerfe)imputatione  limo  alt  altro  del  difordine  feguito.^Af 
flifiequefla  rotta  i  Fiorentinid  quali  per  prouedcre  fubito  al  pericolo ,  né  potè 
do  armarfi  sìprefìò  d  altri foldati,&  effendo in  mala  riputatione,&  con  la  co 
fagnia  fualigiatail  Conte  Rinuccio ,  che  eragouemaiore  generale  delle  genti 
loro  ;  deliberarono  di  uoltare  a  Tifa  i  Vitelli,  cbe  erano  nel  contado  d'iAre^ 
7$:ma  furono  ne  ceffitati  concedere  a  Vagolo  il  titolo  di  capitano  gè  rie  r  ale  del 
loro  efiercito .  coflrinfegli  ancora  queflo  cafo  a  ricercare  con  grande  inftantfa 
aiuto  dal  Duca  di  Milano  ;  &  tanto  più,  cbe  fubito  dopo  la  rotta  baueuano 
applicato  al  e  Re  di  Fracia,che  per  rimuouerc  con  leforie,  &  con  l  autorità  i  cnt[  ^f  f,e0l 
pericoli  loroymandaffe  trecento  lande  in  Tofcanajratificafie  la  condotta  fatta  cUiagioBuo 
uiuente  Carlo  de  Vitelli  >prouedendo  per  laportione  fua  alpagaraento  ;  &  ^JJ^jJ 
confortafic  i  Vinitiani ai aflenerfi  da  0 fendergli. Dcllequai  cofe-:percbe  il  Re  tini  anche* 
non  uoleua  farfiodiofo,  ò  fojpetto  a  Vinitiani,  ne  muouere  in  Italia  co  fa  al-  ™°  d[raFcr°an\ 
cuna, fé  non  quando  uoleffe  cominciare  laguerra  contra  lo  flato  di  Milano; ha-  eia  il  per ico 
ueuano  riportato  parole  grate fen^a  ejfetti.Ma  il  Duca  non  fu  lento  in  queflo  l££^{°^*, 
bifogno y  dubitando  cbe  i  Vinitiani  nonpigliaffero  con  loccafione  della  uitto-  lische  non 
ria  tanto  campo,che  fuffepoi  troppo  difficile  a  riprimergluet  però  data  a  Fio  Jjf^  *  j" 
ventini  ferma intentionedi  foccorrergli;uolle prima  rifoluerecon  loro,chepro  vinitiani , 
uifionifuffero  neceffarie,  non  filo  a  difender  fi ,  ma  a  condurre  a  fine  l  imprefa  g^ j/  Pi_ 
di  Tifa:allaquale  perche  per  qucllanno  non  fi  t  emetta  di  moto  alcuno  del  Re  di  là  foffe  ior 
Fràcia,erano  uolti  glioa  hi  di  tutta  Italia,  quieta  allhora  da  ogn  altra  pertur  tmfcuo- 
batione:conciofia  cofaycbefe  bene  in  terradi  Romafifufieroprefe  tarmi  tra  i 
Colonnefi,& gli  Orfìni;era  laprudentia  di  loro  medefìmiftataprefìo  fuperio- 
re  agli  odij,&  alle  nimichici!  origine  finche  i  Colonne fh  e  i  Sauelli  moffi  dal 
l occupatane  fatta  da  Iacopo  Conti  >  di  Torre  mania  ;  baueuano  affaltate  le 
terre  della  famiglia  de  Conti:&  dall  altra  parte  gli  OrfinUper  la  congiuntio- 
ne  delle f anioni  baueuano  prefi  l  armi  infauor  loro;  di  manierale  effendo  fi 

QCCU- 


t    T     B     R    O 

occupai  ione  per  Luna  parte  y&  per  l'altrapiu  cafieUa;:ombattcrcnof,nalmcn 
,8  Mon  ticei  te  inferno  con  tutte  le  for%e  a  pie  di  a  Monticelli  nel  conta  lo  di  T inoli  :  deue  a 
\ì n Mulon *  ^°P°  lun&a>&  mlorofa  battaglia  ftimolan  logli  non  meno  la  paffìone  ardente 
rutti  da'co  delle  parti  che  la  gloria, et  gli  interefji  degli  flati;gli  Orfnixhe  haueuano  due 
l°"  urrkio  m^a  fan&9<&  ottocento  caualli  ;  furono  meffi  in  fuga,  perà crono  le  handiere  > 
li  t>  eiib  v.v  &  re  fio  prigione  Carlo  Or  fino:  &  dalla  parte  de  Colonne  fi  fu  ferito  <Antonel 
MènièVi  1 5  1°  Sauc'!°  afTai  chiaro  condottiero ,  che  ne  morì  pochi  dì  poi  :  dopo  ilqual  fuc- 
éo.  ceffo  il  Tontefice moflrando  effcrgli moleflo  la  tnrbatione  del  paefe  propin- 

ino a  Reni  a  ;  s  hit  erpo  fé  alU  concordia  :  laquale  mentre  che  con  non  troppo 
mona  fede  fi  tratta  da  lui  fecondo  la  fua  duplicità  ;gli  Orfini  raccolte  mo- 
ve foy^e  ;  andarono  a  campo  a  Talombara,  terra  principale  de  Sauelli,  &  fi 
preparaaanoper  andare  a  (occorrerla  i  Colonnefi ,  che  dopo  la  fattoria  haue- 
uano occupate  molte  cafiella  de  Conti .  Ma  accortafì  lunaparte ,  &  l  altra» 
che  l  Tonte fice ,  dando  animo  bora  a  Colonnefi  ,  hora  agli  Or  fini  ;  nutriuà 
la  guerra  per  potere  alla  fine ,  quando  fufi 'ero  con fumati ,  opprimergli  tut- 
ti ;firiduffero  ferina  interpufit  ione  d  altri,  a  parlamento  infieme  a  T  inoli; 
doue  il  dì  mede  fimo  conchiufono  l  accorda  :  per  lo  quale  fu  liberato  Carlo 
b  Le  parole  Or  fino, re  flit  uh  e  a  ciafamo  le  terre  tolte  in  quefia  coment  ione, &  la  differen^ 
fcì*dp*cke  Vd  $  Contadi  ddMbi ,  &  di  Tagliacelo  rimeffa  nel  Re  Federigo ,  del  qua- 


i 


difle  air  a  m  U  erano  foldati  i  Colonnefi.  Tofato preflo  queflo  mouimento,nè  mefcolandofi 
re^To^o  'altre  armi  in  Jtalia,che  nel  Contado  di  Tifa;  il  Duca  dì  Milano »  benché  da 
c«oue  tendo  principo  haueffe  deliberato  di  non  dare  aiuto  feopert amente  a  Fiorentini  » 
»£ma  T  "n-  ma  fiuuenirgli  occult amente  con  danari;  traportato  ogni  dì  fin  dallo  f degno» 
panano  moi  &  fai  diffiacere ,  né  aflenendofi  b  da  parole  infoienti  »  &  minatorie  contra  i  i 
LonEh!m«3  Vinitiani  ;  detertninò  di  dimoflrarfi  fen%a  rifletto ,  però  «  negò  ilpaffo  alle  c 
no  mai  rifa.  gentì  loro,lequali  per  la  ttia  di  Tarma  ,  &  di  Tontriemoli  andauano  a  Tifa» 
neceffitandole  apafiare per  lo  paefe  del  Duca  di  Fenara,camino  più  lungo, & 
e  il  Bembo  più  difficile  :  operò  che  C  efare  comandò  a  tutti  gli  Oratori  ^ch  erano  apprefio  a 
lòòouko  ^  eccetto  quello  de  Re  di  Spagna»  chef  parti  fero ,  &  che  dopo  pochi  giorni 
nò  d<cde  ri-  U  richiamò  tutti,eccetto  il  Vinitiano  mandò  a  Fiorentini  tre  cento  baleflrieru 
pU  dom-uiò  &  concGrfe  con  l°ro  a^a  condotta  di  trecento  huominid arme , parte  fitto  l 
il  p.iflo .-  &  signor  di  Tìombìno ,  pane  fitto  Gian  Tagol  Baglione ,  &  inpiu  uoltepreflò 
Silo  ci^eie-  loro  più  di  trecento  mila  ducati,  offerendo  continuamente,  quando  fuffe  d'ibi» 
ro  ai  Duca  fogno  maggiori  aiuti .  Fece  olirà  queflecofe ,  infamia  col  Tontefice ,  che  ri' 
.nla  chT^oi  cerCilt0  da  Fiorentiui, por goffe  loro  qualche  fuffidio  :  ilquale ,  dimoflrando  di 
conceduto  conofcere,che  loftabilirfi  in  Tifa  i  Finitiani  erapemiciofo  allo  flato  della  Chic 
co;\\  p*on<>  fi  iprornefi  e  mandar  loro  cent' huominid  arme  »  e  tre  galee  fittili ,  le  quali 
d-tor  Zeno  fitto  l  Capitan  Fillamarina  erano  a  fuoi  foldi ,  per  impedire,  che  per  mare 
Saio  (uo!  &  non  entrafiero  in  Tifa  uettouaglie .  nondimeno  poi  che  con  uarie  jcufe  heb- 
»on  e  come  ye  differito  il  mandargli;  lo  negò  alla  fine  apertamente  :  perche  ogni  dì  piti 
quei  ad  Du  (  rimouendofi  dagli  altri  penfteri )  fi  rifolueua  a  riftrignerfi  col  Re  di  Fran- 
«i  di  Fura-  cja ,  jpcrando di  confeguire per  me^ofuo  nonpremij  mediocri,&  ufttati,  ma  il 
**  A  Reame 


(^   V    A     R     T    O.  104 

Reame  di  Napoli,  ESSENDO  fitefio  proprio  de  oli  buomìni  far  fi  fucili c$ 
la  uoglia,&  con  lajperan^a quello ,cbe  con  la  ragione  cono/cono  ejkrdif 
,  fiale  :  &  a  era  quafi  fatale,che  in  lui  fu/fero  origine  a  co  fé  nuoue,  le  re-  a  VedeG  ciò 
pulfe dt parentadi hauute da  Re  d>jlra2ona:pcrcbe  innan7i,cbe  totalmé  cfr<\r "l'V* 
ne  deliberane  a  unir  fi  col  1\e  di  Fr  ancia  ;haue  uà  dimandatole  al  Cardi-   to  di  ioPra  a 
|  nal  di  Valenza,  ^  parato  a  rinunciare  alla  prima  occafione  ilCardinala  "1" libido 
to;il  R£  Federigo  concedefle  per  moglie  la  figliuola,  &  indoteilTrincipa  uè  reft'ò  il 
to  dt  TaratOyperfuadcdoftycbe  ft'l  figliuolo  grande  dìingegno>&  à % animo;  lX?\[c^ 
s'infignor'ffe  d'un  membro  tanto  importante  di  quel  reame;  poteffefacil  doche  uoic 
mente, hauendo  in  matrimonio  una  figliuola  regia ,  baviere  occafione  con  "o'R^Na 
kforze>&  con  le  ragioni  della  Cbie fa,  fpogliar  del  regno  ilfuocero  debole  poii:&  io  co 
di  for^e,&cfa>ttto  di  danari,  &  dalquale  erano  alieni  gli  animi  di  molti  foTqueao 
baronulaqual  cofaybenchefiffe  caldamente  fauorita  dal  Duca  di  Milano,  medefimo 
dimojlrandoa  Federigo  con  ragioni  efficaci,  &  poi  con  parole  a^r e  per  f**f«*  l°9' 
me'fo  di  Marcbefino  Stampa, ìlquale  mandò  per  quefio  a  f{pma,&  a  Tri- 
poli .Amba  filatore  ;  con  quanto  fuo  pericolo  il  Tontefice,efclufo  di  tal  de  |*n  ™  [«* 
fiderio,precip:tertbbe  a  congiugner  fi  col  Re  di  Francia ,  &  ricordandogli  medefimo 
quanta mpr udentia,&  pufillanimitàfuffe^doue  fi  trattaua  della  falute  f0^Q j£ 
ieltutto,hauerein  confideratione  dello  fiato  alla  propria  uolontà  :  nondi  ftc.*vnriufi 
meno  Federigo  ricusò  fempr  e  ornatamente, confidando,  ebel'alienatio-  £ut£ardl'' 
ne  delVapa  era  per  mettere  in  pericolo  il  fuo  reame  :  ma  ebe  conofceua 
ancorché  l  dare  la  figliuola  colVrincipato  di  Tarato  al  Cardinal  di  Va- 
len^a  ;  lo  metteua  in  pericolo  :  &  però  dey  duoi  pericoli  uoler  più  pretto 
fottoporfià  quello, nel  quale  s Incorrerebbe  più  bonoreuolmente ,  &cbe 
non  nafeerebbe  da  alcuna  jua  anione  :  donde  il  Tapa  bauendo  uoltato  in 
tutto  l'animo  ad  unir  fi  col  He  di  Frane  a ,  &  de  fi  der  andò, eh  ci  medefimo 
facefiero  i  V  miti  ani, s*  afienne,  per  non  gli  offender  e, da  fauor  ir  con  l'arme 
ì  Fiorentini  :  i  quali  inanimiti  per  gli  aiuti  sì  pronti  del  D  uca  di  Milano  , 
&  per  la  fama  della  uirtà  di,  Vagol  Vitelli  ;  non  erano  per  poter  mettere 
cofa  alcuna,  fé  benelimpre fa  fuffe  riputata  difficile  :  perche  oltra  il  nu- 
mero >  l'tfperienza ,  &  l'animo  de' cittadini,  &  contadini  Tifani;  hauea- 
no  in  Tifa  iVinitiani  400.  /; uomini  d'arme,^  800.  Stradbtti,&  più  di 
due  mila  fanti,  &  erano  difpofii  a  mandami  for^e  maggiori ,  non  ejfendo 
wien  pronti  de  gli  altri,per  l'honor  pnb!ico,à  fo/lenere  1  Tifani  coloro,  che 
da  principio  haueuano  cotradetto,cbefi  accettaffe.ro  in  protettione.La  de 
liberatione  fatta  con  con  figlio  communedi  Lodouico,&  de  Fiorentini,  fa 
ii  augumentare  talmente  l'effercito^h'e'fuffe  potente  ad  efpugnare  le  ter 
re  del  Contado  di  Tifa,&  di  fare  ogni  opera, per  che  tutti  i  uicini  defifiefie 
ro  da  dar  fauore  a"Pifani,ò  da  molejlare,per  ordine  dey  Vinitiani ,  da  al- 
tre partii  Fiorentini.  Vero  hauendo  Lodouico,  prima  che  deliberaffedi 
feoprirfi ,  condotto  con  dugento  huomini  d'arme  à  commune  co'  Vinitia- 
niGiouanni  Bentiuogli  ;  operò  tanto ,  che  l'obligò  con  lo  fiato  di  Bolo- 
gna 


.   Pie    H  LIBRO 

Suonacorfi,  g^àfefolo:  &ftY  confermarlo  tanto  piu,i  Fiorentini  coniarono  ^Mef  i 
che  fi  con  fandro  fuo  Siglinolo  :  &  perche  fé  i  Vinitiani  ,  c'haueuano  in  protet- 
Faentini  tìon^  H  Signor  di  Faenza,  face/fero  dalla  parte  di  Romagna  qualche  infuU 
^nnibaie  xo;  ui trouaffero refiflen%a;  codujjbno i Fiorentini conb\ ?o. huomini d'ar  / 
con  so  h°o  me  Ottauian  da  Boario  Signor  d'Imola,  &  di  Furli,  che  fi  regina  ad  arbi 
mini  d'ar  -  trio  di  e  Caterina  Sforma  fua  madre,laqual  fe?uitaua  seza  rifatto  alcuno  e 
leftueri.  le  parti  di  Lndouico,  &  de  Fior  et  ini  imo}]  a  da  più  cagioni,  mafpeaalmen- 
b  il  Buonac  te  per  efftrfi  maritata  occultamente  a  Giouanni  de* Medici:  ilquale,ilDu- 
cor  fi  «ci  Ca  di  Milano,  non  contento  delgouerno  popolare;  deftderaua  di  fare  infie- 
fcnueVhe*  rne  col  fratello  grande  in  Firenze.  Trocurò  me  de  fintamente  Lodo  ui  co  co* 
ouauiano  tue  che  fi,  co' quali  haueua  grandijjima  autorità,  che  non  fauoriflero  più  i 
gliuoi  diMa  Tifanti  come  fempre  haueuano  fatto:  ilchefebene  non  offeruarono  in  tut- 
f'-TucóIot  t0;  fe  ne  aftennero  aPai  Perfuo  rifatto.  Rgftauano  i  Genoueft,e  i  Sane  fi  ni 
to  da'Fiorc"  mici  antichi  de' Fiorentini,  e  tra* quali  militauano  le  cagioni  delle  contro- 
""LuominS  uerfie  :  con  1uefli  ter  rifatto  di  Monte  Tulciano  ;  con  quelli  per  le  cofe  di 
d'arme ,  &  Lunigiana  :  &  de*  Sane  fi  era  da  temere,  che  acciecati  daWodio,  non  deffe- 

Atleti  !?a&~  r0y  come  tn  a^tri  tmPl  molte  volte  con  danno  proprio  haueuano  fatto,co- 

fog^iugne  modità  à  ciafeuno  di  turbare  per  il  loro  flato  i  Fiorentini:  &  con  tutto  che 

caio  il  Papa  a'Otnouefi  per  l'antiche  nimicitie  fojfe  molefìo,che  i  Vinitiani  fi  conferma  f 

a  prohibire  fero  in  Tifa;  nondimeno  (come  in  quella  Città  fuol*  efiere  piccola  cura  del 

di-i  Ifuwd!  benefìcio  publico)comportauano  a'Tifani,  &  a'kgni  de*  Vinitiani  il  com- 

Ferrara ,  mertio  delle  loro  riuiere  per  l'utilità,che  ne  perueniua  in  molti priuatiwn 

Pila  ?  "ora"  &  *  Tifani  riceueuano  gràdiffime  comodità.Terò  $  conftglio  diLodouicofu 

haueuano  rono  da' Fior  etini  mandatila  Genoua,&à  Siena \Ambafciatori,per  trattar  , 

ordinato  i  r       j«    ->  »  /'  i  •  i         »~  /»-'-. 

vinitiani.  Per  me%p  juo  di  coporre  le  controuerjiema  le  pratiche  co  Genoueji  no  par 
e  dì  qaefta  t  or  irono  frutto  alcuno  :  perche  domandauano  la  ceffione  libera  delle  ragio 
Madama  ho  ni  di  Serf^xana,  fen%a  dare  altro  ricompenfo,  che  una  femplicepromeffa 
praabaftan  ^  vietare  a'Tifani  le  comodità  del  paefe  loro  :  &  a*  Fiorentini  pareua  la 
za  a  car.  n.  perdita  sì  certa,  &  à  rifletto  di  quefla,  il  guadagno  sì  piccolo,^  sì  dubbio 
as.fac"?  *  c^e  rie  ufarono  di  comperare  con  quefio  preygo  la  loro  amicitia.  Ma  men* 
A  L'Amba.  ****  c^e  ^l4€fle  cofe  m  uarij  luoghi  fi  trattauano,  l'efìercito  Fiorentino  pò* 
feiator  Fio-  tentepiu  di  caualli,  che  di  fanti;  vfcì  alla  campagna  fottol  nuouo  Capita 
ch'andò  *a  no:  P€rc*ù  '  Tifani,  i  quali  dopo  la  vittoria  di  S.  Regolo  haueuano  à  piaci* 
Genoua  ;  mento  loro  feorfo  con  gli  Stradiotti  tutto 7  paefe;  fi  leuarono  da  Tonte  di 
Manduco  Sa c co  >  doue  ultimamente  fi  erano  accampati,  &  Tagol  Vitelli,  prefa  Cui 
meferiue  il  c'inaia,  fopraflando  ad  affrettare  frouifioni  di  più  fanti ,  meffo  vn  dì  vria- 
fi:H°qude°in  guato  prefso  à  Cafcina,  doue  s'erano  ridotte  le  genti  Vinitiane,  che  c  gouer  ' 
tutto  è  con  nate  da  Marco  Martinengo,  non  haueuano  né  ybbidiema,  né  ordine,afUl 
ftoTuttorc  tatole;  ammalò  molti  Stradiotti,&Giouani  Gradinico  condottier  di  gen 
in  ouefta  ri  tt  d 'arme, >&  fu  fatto  prigione  Franco,Capo  de  e//  Stradiotti,con  cento  ca- 

fpofta    de*  ■•    T  ■.  «a  ,. 

Ger.oueii.  ualit 

e  Nel  Bembo  è  fcritto,che  eiTendo  Pietro  Duodo  mandato  con  1000. caualli  baleftrieri  mandato  da  Vinitianij 
come  fu  a  Caicina(akii  legge  quiui  (correttami te  Mote  Caflìno)co'lGradenico;uénecoil  gran  nebbia,che  no 
H  conoiceuano  l'un  1  altro: talché  da  amèduc  le  parti  fu  Atta  molta  uccilione,reiUdoui  morto  il  Gradenico. 


Q^V    A  •  R-  T    O.  io? 

ualU.Ter  queflo  accidente  le  geriti  Vinitiane  non  fi  affair  andò  più  dì  (la- 
re à  Cafona;  fi  ritirarono  nel  Borgo  di  S. Mar  co, affettando,  che  da  Vine- 
tia  uenijfero  nuottc  genti.  Ma  Tagol  ditelli,]  poiché  fu  proueduto  di  fan* 
ti,  hauendo  fatto  con  le  pianate  fegno  di  y  n  ter  e  a fj aitar  Cafcmaì&  co- 
fi  credendo  i  Ti  fimi, p  afiato  all'improuifo  U  firme  d'arno  ;  pò  fé  il  campo 
al  Caflello  di  Ènti,  hauendo  prima  mandato  tre  mila  fanti  ad  occupare  i 
poggi  uicini:  &  e  ondottoui  con  copia  grande  di  guadatoci  l'artiglierie  per 
la  aia  del  Monte  con  marauigliofa  difficidtj,pcr  l'afpre^a  delcaminofio 
prefe  perforila  il  fecondo  giorno  dapoi  che  u'hebbe  piantate  l'artiglierie*, 
fu  eletta  da  Vagolo  quefla  mpr 'eja,per che  giudicando ,cheTi fa  biella  qua 
le  era  oflinationcnufiimabile,  co  fi  nel  popolo,  come  ne'  contadini ,  che  ui 
fi  erano  ridotti  dentro ,  &  già  tutti  per  il  lungo  ufo  erano  di ucntati  [offi- 
cienti nella  guerra  ;  fuffe  impoffibile  a  pigliar  per  for%a,eJfendcui  poten- 
ti gli  aiuti  de  V  miti  ani, &  la  Città  per  feflefia  molto  forte  di  muraglia  ; 
bebbe  per  migliore  configlio  attendere  a  con  fumar  la, che  a  sformarla  :  & 
transferendo  la  guerra  in  quella  parte  delpaefe,che  è  dalla  man  dejlra  del 
fiume  d' jLr  no, cercar  di  pigliar  quei  luoghi,  cjr  far  fi  padrone  di  quei  fili, 
da' quali  potefie  e  fiere  impedito  ilfoccorfo,che  ui  andafje  per  terra  di  pae- 
fe  forestiero  :  &  però  fatto,dopo  l'tfpugnatione  diButi,un  baflione  fumo   * 
ti,  che  fono  [opra  à  S.  Giouanni  della  Vena;andò  a  campo  alBaflionesche 
freffo  a  Vico  ha  neano  fatto  i  Ti  funi ,  conducendo  ui  con  la  medefima  diffi-  vicoptànt? 
cultà  ly  artiglierie:^-  prefo  nel  mede  fimo  tempo  tutto  il  Valdicalci,&fat  ai  vitello  fu 
'pfopra  Vico  T  fino  in  un  luogo  detto  Tietra  Dolorofa,  un'altro  baftio-  £/e*  d,1^"c 
ne,per  impedire  che  non  u  entr  affé  foccorfo  alcuno  ;tene  ita, o  tir  a  queflo,af  Ma  de*  bora 
fediata  la  forteti  dilla  Verni  e  ola. et  perche  i  Tifani  dubitando  nofuf-  S"1  Jc 
fé  affaltata  Libr  afatta ,  &  V 'aldi fer ch'io,  fuffero] meno  arditi  a  difeofiarfi  qual»  Wtfc! 
da  V  falera  il  Conte  l\in  uccio  fermato  fi  con  altre  genti  in  Va!dinieuok:et  grafie  ma- 
nondimeno  quattrocento  fanti  ufeiti  di  Tifa  ruppero  ìfanti,ihe  negligete  ni  ■' è  ,da. uc- 
mente  alloggiauano  nella  chiefa  di  S. Michele  per  l'affedio  della  Verruco-  d"  B^mbo 
■la. Ma  Tagolo acqui$ìato,chcbbe il Baflione, ilquale  fi  arrìde con  fatuità  nelilM» 
4i  ridurre  l'artiglierie  a  Vico  Tifano;  pò  fé  il  campo  a  Vico,  non  da  quella  b  Quattro. 
parte,doue,  quando  egli  ui  era  alla  difefa,l'haueuano  poflo  i  Fioretini,ma  cerno  fami 
-uerjo  S.  Giouanni  della  Vena,donde  s'impediua  il  uenirui  foccorfo  da  Ti-  naCccorfi"& 
fa:&  hauendo  gittata  in  terra  con  l'artiglieri  e, no  piccola  parte  delle  mu  <*ice  ch.e  q- 
pk;qjidli  di  dentro  di/fcrandofi  d  e ff ere  foce  or  fi  ;  *s  arrenderono  faluo  l'ha  f^l^i 
jtere,&  le  perfoncsfbauentati  da  perfeuerare  ostinatamente  infino  all'ulti  settembre 
mo:percke  il  Vittlli,qua;:do  tfpugnò  Buti,haueua,per  metter  terrore  ne  q4Uai  i  cauli 
gli  altri,  fatto  tagliarete  mani  a  tre  bombar  d'ieri  Tede]  chi, eh  e  u  erano  de  h  de.'  vi"'- 
tro,*r  tifata  la  uittor'u  crudelmentc.Trtfo  Vico  htbbef abito  occafione  ìa'qua'fi  tut 
tC  un  altra  profferita: perche  le  ?'c ti,  ci/ erano  in  Tifa^fberado  effere  facile  *}  Pr.efl  »  *  * 

V  n  ii>-  r    •//     rt-  j-^-  ~    ;        /•        •  r         r  »       fanti  per  U 

-./  efpugnare, ali  improuifoil bajtionedi  Tietra  Doloroja;mfi prefentarono  maggior  pac 
•  innanzi  giorno  con  dagmto  canai  leggieri3&  b  molti  fantima  trouadom  *c  fualisiali 

0         refijten- 


LIBRO 
t$ftntgx  maggior  di  quello,cbe  s'erano  perfuafi;  uìperderono  più  tepo , 
rfte  non  balenano  difcgnato:  in  modo,cbe  efiendcfi,  mentre  da  tutto  C  affai 
totfeopcrto  Vagolo  sii  quei  monti,ilqu ale  con  una  parte  deii'ejjl  retto  andò, 
uà  a  [occorrerlo;  ritirando/i  iter foTtfayjcontr  arano  nella  pianura  uerfo 
CalciVitcllo%£Oyuenuto  in  quel  luogo  con  un  altra  parte  dt  ile  genti  per 
impedire  loro  ti  ritorno  :  colquale  mentre  cómbation'Q,fopr  a  acuendo  Ta 
golo-fi  meffono  in  fuga  perduti  molti  caualliy&  la  maggior  parte  de' fan- 
ti .  Ma  in  queflo  me%o  i  Fiorentiniybauendo  qualche  ìnditio  a  dal  Duca  dì  a 
Ferrara,&da  altriycbe  i  V 'initiani  ballettano  inclinatione  alla  cocordia, 
ma  che  ui  s  indurr ebbono  più  facilmente  Jerome  pare  uà  couenirfi  alla  di 
gnità  di  tanta  J\epublica,fi  procedere  con  loro  con  le  dimoftrationiynon  co 
me  con  uguali,ma  come  con  maggiori Riandarono  yper  telare  la  loro  difvo 
fìttone  jtmbafciatori  à  Vinetia  Guia" \Antonio  Veffucciy&  Bernardo  Rji 
cellai,due  de*  più  bonorati  cittadini  della  loro  J\epublica:ìaqital  co  fa  fi  e- 
vano  ajlenuti  di  fare  in/ino  a  queflo  te-mpo;parteper  non  offendere  l'ani- 
mo del  Kg  Carlo;parte,percbe  mentre  fi  conobbono  impotetiad  opprime- 
'  re  i  Ti fani'ybaueuano giudicato  douere  effere  inutili  i priegbi,ncnaccopa- 
gnati,nècon  la  riputatione,nè  con  le  forirerma  bora,cbe  l'arme  laro  era- 
no  potiti  in  campagna,  &  il  Duca  di  Milano  feoperto  totalmente  contra 
iVinitianhno  erano  fen%afi>eraxa  d'hauere  atrouare  qualcbe  modo  d'ho 
nefla  copofitione:perògli  <Ambafciatori,riceuuti  bonoratamete,  'iirodot 
ti  al  Dogey&  al  Collegio  poi  che  bebbono  feti  fato  il  no  ui  effere  andati  pri 
ma  jimbafeiatorip  diuerfi  rifl>ettì,nati  dalla  qualità  detepiy&  dattarif 
accideti  della  loro  città-ydimadarono  liberamente ,  cb e  s'aften e/fero  dalla 
difefa  diTifaydimofiradocofidarfi d'ottener  quefla  dimqday  febe  la  Bgpit 
blica  Fiorentina  non  baite  uà  dato  loro  caufa  d?  offender  la, &  per  ebe  batte 
do  il  Senato  Vinitianobauuto  fempre  fama  di  giujìijfimo  ;  non  vedeuano 
douejfe  partirfì  dalla  GlVSTlTlUdaqualeyeftedo  la  bafa,e'lfondameto 
di  tutte  le  uirtù;  era  couenienteyche  ad  ogni  altro  rifletto  fu  fi  e  antepofta, 
tAllaqual  propofta  riffofe  ilDoge3effere  la  uerità,cbe  da'  Fioventint  no  ba 
nettano  riceuuta  in  quelli  tepi  ingiuria  alcuna}nè  efiere  il  Senato  entrata 
alla  difefa  di  Tifa  f  defiderio  di  offendergli 3m a  febcybauedo  i  Fior  etini  fo 
In  Italia  feguitata  la  parte  ¥ràcefe;il  rìjpetto  dell'autorità  comune  batte 
uà  indotti  tutti  i  Totentati  della  Lega  a  dare  la  fede  a'  Ttfani  d'aiutargli 
a  difendere  la  Libertàiet  che  fé  gli  altri  fi  dimenticauano  della  fede  data; 
nouoleuano  effi,cotra  il  cofiume  della  loro  Bgpublica  imitargli  in  co  fa  ta 
toindegnaima  che  fé  fi  proponeffe  qualcbe  modo,  mediate  ilqualefi  tonfi* 
1  nafte  a  Ti f ani  la  libertàydimoflrer ebbono  a  tutto1 7  Modo ,  ebe  né  cupidità 
particolare ynè  rifletto  alcuno  delCinter effe  proprio, era  cagione  di  fargli 
terfiuerare  nella  difefa  di  Tifa .  Difputatofi  poi  per  qualcbe  giorno  qttal 
foteffe  efiere  il  modo  da  fatisfare  all'una,  &  all' 'altra  parte:  né  uolendo  ò 
4  VinitianiiV  gliOraton  fiorentini  froporne  alcune:  furono  conteti,  che 

1'J.mba- 


Q^   V      A      R      T      Ó.  *06   a   La*ep» 

Fjtmbafciatort  de1 1{e  di  Spagna,cbe  gli  confortaua  alta  concordia  ;  sirfr  £««  <Jj  fio 
tcrpontffe  tra  loro:ilquale  haucdo  propo(ìv,cbe  i  Tifarli  ritorna  fiero  alla-  do  intero" 
ivwtion de  Fiorentini, non come fudditi,ma per raccommandati,  &oon>,  j£* ./  >[***' 

^»  ■  i  i  ai'  ■  ii  »»"j».      nani  cerca- 

<7//e//^  medefìme  capitolationuch  erano  /tate  coneediite  alla  *  citta  ai;T?%-  uano  di  uè, 
ftoia,come  cofa  media  tra  laferuitu,  &  la  libertà;  rfiofero  i  V'mitimyy  \*™x  \^$x 
?\(07\(  conofeer  parte  alcuna  di  libertà  in  una  città:  neUnquak  Ufortt^  heueua  con 
%e,&  l'amminiftratione  della  giufìitiaf afferò  in  poteftà  d'altri:  donde  gli  p,^.^ 
Oratori  Fior entini,nonfper andò  d'ottenere  cofa  alcuna  ;  fi  partirono  da  goaffòiuta- 
Vinetia>affai  certhche  i  *>  Vinitiani  non  abbandonerebbono,fe  non  per  ne-  J^bafaSS?' 
cefjptdyla  di  fé  fa  di  Tifa;  dotte  continuarne  te  mandavano  gente:  né  da  prin  j»  «i  m&H 
àpio i  erano flati  con  molto  timore  delfìmprcfa  dtr  Fiorentini  f^onflderan  daiè'di  uo! 
dolche  per  non  fi  effere  cominciata  al  principio  della  T  rimaner  a^non  potè  l«  ìl.do,fi' 
ttènò  flave  molto  tempo  in  compagnia  offendo  il  paefe  di  Tifa  per  la  baffe^  ^°t0t  com* 
7p  fua,moltofottopofto  allacqtta,et  perche Jmiendo faldato,  di  nuouofot  c™  ««m* 
Po'l  D  uca  dy  orbino, alquale  dettono  il  titolo  di  Governatore,  et  fiotto  alci*  D"DiceiiB^o' 
ni altri  condottieri  cinquecento  b  uomini  d'arme,&  hauendo  diuerfeintel  naceorfi,  c« 
Vigènti  e  ,h  aueuano  determinato^  per  diuertirei  Fiorentini  dall' offe  fé  de*  vincSfiì! 
1?ifitnì9d4  rompere  la  guerra  in  altro  luogo, di fegnando  dipoìydifar  mito-  •  gii  orato» 
tterTiero  de1  M  e  die  i}per  conforto  delquale,foldarono  con  dngento  bttomi  u^chc  m 
ni  d'arme  Carlo  Orfino,^r  Bartolomeo  d'jLluwno .  T^è  furono  fen%a  fpe-  tiflcro,cf>  u 
rm%x  d'indurre  Qio  nanni  Bentiuoglio  a  confentire,  chela  guerra  fi  rom-  ^ebbe  n?5 
ptfie  a  Fiorentini  dalla  parte  di  Bologna  :  perche  il  Duca  di  Milano  {de-  ?°fo*Gw 
gnat a,  che  nella  condotta  a"  iAnnibale  fuo  figliuolo ,  gli  haueffe  antepofii  i  ta  hiciataPf 
Pinitiani,&  ncordandofi  per  quefla  offe  fa  nuom  dell'ingiurie  uecebie,  ri  (j-fea>  *Ì 
txuutt  fecondo  dìcena  da  lui, quando  Ferdinando  Duca  di  Calaurìa  pafìb  metti  ì  Me* 
m  I{pmagna;  ìraueua  occupato  certe  caftella poffedute per  caufa  dotale  da  *™  m  *N 
jlltfiadvo  fuo  figliuolo  nel  Ducato  diHilanomèfi  afleneua  da  asteggiar  c  AgC.cipéfcg 
le  con  ogni  dimoflratione.  Ma  hauendo  pure  finalmente  per  interctfjìone  la  fàstteé 
de3  Fwentini,reflituite  quelle  caftella;  fu  interrotto  il difegno  fatto  diro  |  mczopotl 
ptre  la  guerra  da  quella  parte:  però  fi  sformarono  i  Finitiani  didifporre  lif^°,a' fr 
/  Sane  fi  a  conceder  e, che  e'mouefiero  l'arme  per  il  tenitorio  loroz&  daua  di  fop«  <h* 
$eranfradi  ottenerlo ,  oltra  l'ordinaria  difpofitione  contra  i  Fiorentini  ♦  £ectt0  a&?^ 
la  diuifione  che  era  in Siena trai  cittadini  :  per  che  hauendo  fi  Tandolfo  fowa»i; 
Tettucci  con  tingcgno,&  aflutìafua  arrogata  autorità  grande;  piccola  ntLnciit 
Bvrgbefifuo  fuocerOy&  la  famiglia  de  Belanti  >a' quali  era  mólefta  lafua  *.a  266.  filw 
potentia;defiderauanofi  concedere  il  pafio  dal  D  uca  d orbino, &  a  gli  Or  j°  agjjg* 
fini:  i  quali  con  quattrocento  huomini  d'arme,  due  mila  fanti,&  quattro  a  cb'fDu^ 
cento  Stradiottifi  erano  fermati  per  commeffione  dt*  Vinitiani  alla  Frat-  <£o  £  v&j* 
tn  nel  contado  di  Trugia  ;  &  allega  nano,  che  il  fare  triegua  co*  Fiorenti-  oAni  era 
niy  come  faceuainflantia  il  Duca  di  Milano,&  come confortaua  Tandol-  ^^J"? 
fcnon  era  altro ,  che  dare  loro  commodità  difpedire  te  cofe  di  Tifa;  lequa  &  quello  fo; 
tyfcdiwptrcbiono  ì  àntù  fin  potenti  a  offender  gli  \  per  òdouer fi  traJrìdo  s^^icf 

0     a        frutto* 


LIBRO) 

frutto  delle  occaftoniycome  appartiene  a  gli  buomini  prudenti  ;  fi  ire  edì 
flauti  in  non  fare  con  loro  altro  accordo, che  pace,riceuendo  la  ce/jìone  del 
le  ragioni  di  Monte  Tnlcmno  :  la  qual  ceffone  fapeuano  i  Fiorentini  cflì- 
re  oflinati  a  non  uolerefare  :  donde  di  neceffit a  fi  inferma  il  confntire  4*  x 
Vinitianitappreffo  acquali  bàuendo  effi  occupato  il  primo  luogo  della  gra 
tia;(j>erauano  facilmente  abbajfare  l'autorità  di  Tandolfoiilquale  ef- 
i  UcófTgio  fadofipcr  i  conforti  del  Duca  di  Milano  fatto  autore  ddC  opinione  con- 
te Pand^ifo  traria;non  htbbe  piccola  difficultd  afofienere  il  fio  parere:  perche  nelpo*. 
non  metter  t°l°  potèua  naturalmente  l'odio  de  'Fiorentini,^  era  molto  apparente  la 
f  fteflì  in    per  Cita ftone  di  potere  con  quello  terrore  ottenere  la  cefHone.di  Monte  Tul 

Icrunup  de        •  ;  ;  .ili.*  -  )    /,.    j;      r  •      f  7      ; 

fiderio  dof.  ciano  :  laqual  cupidità  accompagnata  dati  odio  ;paueua  più  for%a,che  la 
fendere  j  ni  confi  derati  ohe  allegata  da  Tandolfo  de'  trauagli  ,chs  jcguiterebbono  la 
le  alia  fauo-  guerra,accoflandola  alla  caja  propria^  de  pericoli  >  ne'.quali  coltepo 
h  dei !  «uai-  gli  eondurebbe  la  grandezza  de  Finnìtiani  in  Tofcana:  di  ebe  dice  uà  a  no 
tegheizàiJì  efière  necejfario  cercare  gli  effempi  d'alt ri ', per  che  era  fresca  la  memoria^ 
ucdicatfi  co  cbe  l'ejftrfi  l'anno  mille  quattrocento  fettant otto  adhtrìiì  a  Ferdinaado- 
fari  Tuoi  fi  ì?  l$e  di  Tslapoli  contra  i  Fiorentini  ;gli  conduce  uà  totalmente  in  feruitùfe 
f?jò  "?brir  Ferdinando  peri' occupatone,  che  Maomet  Ottomano  fece  nel  B^gnodi 
uaica/  dai"  ls(ap$li  detU  città  di  Otranto  ;  non  fu  fé  flato  cofiretto  à  riuocare  la  per- 
roetSfi'  -&  fortà  d'Mfonfofuo  figliuolo, &  lefue  genti  da  Siena  :  \ea%a ,  che  per  ibi-, 
ìeruitu  dura  Horie  lopoteuano  hauere  notitia ,  che  la  mede/ima  cupidità  dì  offendere 
&  aipra.  ì  Fiorentini  per  me^o.  del  Conte. di  uirtù,&. lo  [degno  conceputo  per  conta 
h  1  capitoli  del  mede  fimo  Monte  Tutelano:  era  flato  cagione,cbe  da  fé  beffigli  hauef 
della  tregua  fero  fottomejfd  lapropriaTatria.  Lequali  ragioni, benché  vere, non  effet\ 
tinu^sene  do baftmtià reprimere  Tardore,& gli ajfettHoro;nonJlauafenira perjc^ 
fi*  furono;  forche  età  gli  auerfarif  fuoi  non  fi  fufeitaffe  qualche  tumultó,fe  no  che  egli 
fe  n  battio-  prevenendo  ;  tirò  all'improuifo  in  Siena  imiti  amici  Juoi  del  contado ,  <jr 

»edi  Valla- 
no: che 
detto 


itlO-      V*  L*f>CftCfi*lV  j  Irli  V  **t>l/  lfllf/1  vjnt/v  un  c/.o»»"-r   ,r»vi.*r  •*.,*.*«    j  vnv  m-w.»  »vi.i>n»v  j  \jt  > 

ff-  operòiche  nel  tempo  medefimei  Fiorentini  mandarono  al  Veggio  imperia 
te?o  le  trecento  buomini  à' ar  me, &  mille  fanti  :  con  la  ripntatione  delinquali 


.  loquale  accordo  diuentaio  maggiore  Tandolfo  ^potette 
Aimkj  ne  ».  poco  poi  fare  ammazzare  il  f noe  ero, che  troppo  arditamente,  attrauerfa- 
QfcndelFio  naifuoi  dijegni:  &  tolto  via  quefto  emuloy&Jpauentati gli  altri  ;  con^ 
lentini  per  fermar  fi ognidì  più  nella  Tirannide.  Triuati  per  quefla  concordia  i  Vini 
B^ònacéor-  t'tani  dalla  (peranza  di  diuertire  per  la  via  di  Siena  i  Fiorentini  dalla  im- 
*••  prefa  contra  i  Tifani ,  ne  hauendo  potuto  ottenere  da  Terugini  di  nino- 

Herefarmeperiltenitoriotoro^deliberaronoditurbargHdalLipartedi 


Q_V    ART    O.  107 

fyWAgna yfyerado  d'occupare  facilmete  colfiuore,etadberentìe  uaccbie, 
che  uibaueua  Vitro  de'  Medici,ì  luoghi  tenuti  da  loro  ne It \à pennino. pe- 
rò ottenuto  dal  piccolo  Signore  di  Faenza  ilpaffo  per  la  ualle  di  Lamone, 
con  una  parte  delle  genti  che  baueuano  in  J{omagna,con  lequalift  congiu 
fero  Viero,&  Giuliano  de'  Med.ici, occuparono  il  Borgo  di  Marradi,  potto 
full' spennino  da  quella  partente  guarda  uerfo  Romagna,  doue  non  beò 
bono  refiflcn^a:  perche  Dionigi  di  ls[aldo,huomo  della  medefima  Falle, a  j^^"®"30 
foldato  con  trecento  fanti  da Fiorerà  ini,percbe  infume  copaefani  lo  difen  che  Dionigi 
de$c;men  ò  feco  sì  pochi  fanti,che  non  bebbe  ardire  di  fermar  tufi  :  &fi  ac  x^tilhcih 
campa  rovo  alia  rocca  dì  C^ifliglione,  che  è  in  luogo  emincte  fopra  il  Borgo  fotte  da'  fio 
predctto}fperando  di  ottenerla,  fé  non  per  altro  modo,per  il  mancamento,  ["deUàpo 
che  fapeuano  efferui  dì  molte  cofe,&  fpecialmente  d'acqua ,  &  ottenendo-  contra  i  iti- 
la, rimanere  loro  Ubera  lafacultà  di  pafjare  nel  Mugello ,  paefe  uicino  a  ^"o^on*" 
F:ren^e;ma  alle  pìccole  prouifioni,che  ni  erano  dentro;  fupplì  la  cofìatia  lua  compa- 
re/ Cajtellano:  &  al  'mancamento  dell'acqua  l'aiuto  del  Cielo:  perche  una  g,™  ^J^[ 
notte  pioime  tanto,che  ripieni  tutti  i  uà  fi,  &  ciflerne;rettarono  liberi  da  di  Lamone: 
quefla  difficoltà:  &  in  queflo  me^o  il  Conte  Ranuccio  col  Signor  di  Tìom-  cnt^cln* 
bino,&  alcuni  altri  condottieri  accollati  fi  per  la  uìa  di  Mugello  in  luogo  1J°-  foWati 
propinquo  a  nìmiciigli  colirinjero  a  b  ritirar  fi  qua  fi  fuggendo  :  perche  fa  ™  di  caftf- 
cendo  fondamento  nella  prefle^a;non  erano  andati  a  quella  impreja  mol  glione  di 
to  potenti:&  già  il  Conte  di  Gaia'zgo  mandato  dal  Duca  di  Milano  a  Coti  che difcorda 
gnuola  con  trecento  h uomini  d 'arme, &  mille  fanti,&  il  Fracafi a  foldato  da  ^ucfto 
del  mede  fimo  Duca,  che  con  c  cento  b  uomini  d'arme  era  a  Furlì  ;fi  ordina 
uano  per  andare  loro  alle  (palle,  però  uolendo  euitare  queflo  pericolo-,  an-  b  1!  Secreta 
darono  ad  unir  fi  col  D  uca  d'Vrbino,chefi  era  partito  del  Terugino,&  co  "°  néuib!" 
l'altre  genti  de'Vinitiani,lequali  tutte  infìeme  erano  alloggiate  tra  Raue  a  caP-  \^' 
na,&  F urli  con  poca  fperaxa. d'alcuno  progreffo,effendo  oltra  le  for7ede'  fi°Yelperò 
F ìorentìni iinRomagna cinquecento buomini d'arme  cinquecento baleflrie  n°  m'inga^ 
ri,&  mille  fanti  del  Duca  di  Milano,&  importando  molto  l3o(ì acolo  d'I-  "^  pé"  tan° 
mola,&  di  Furlì .  Ma  in  queflo  mero  Tavolo  Vitelli,poi  che  dopo  l'acqui  li  an,n,i  che 

n     j-xt-  r        1     1  1  1     \     j   ìi  ■/*  A-     ■      r  nonlhoue 

Ilo  di  Vicopijano  bebbe  ,per  mancamento  delle  prouijiom  necefj arie,  jog-  duto;difcor~ 

giornato  qualche  giorno, continuando  nella  medefima  intentione  d 'impedi  re  inj°rn?. 

re  a  V  fani  la  facilità  del  foccorfo\fi  era  indirizzato  all'imprefa  di  Lbra  ma,C&  alio 

fatta  :  &  per  accollar ui fi  da  quella  parte  della  te  rra,  che  è  più  debole,&  *lato .d'a™é 

fuggire  le  mohftie,cbe  potcfftro  effere  date  all'efferato  impedito  da  arti-  citi. 
gl'.£ri>&  carriaggi,lafciata  la  uia,cbe  per  i  motifcende  net  piano  di  Tifa,        ,     . 

&  quella,  che  per  il  piano  di  Lucca  gira  alle  radici  del  monte  ;  fatta  con  gne  ifgIùo" 

moltitudine  grande  di  zuaftutori  una  nuoua  uia  per  i  monti,&  efbuznaio  naccorfUoo 

/  /     •  j  r  11    a  »•     /  ìrr  *      ,  ,  huomindar 

per  il  camino  il  giorno  ìnvdejirno  il  bajlione  di  Monte  maggiore ,  fatto  da  me  di  piu,& 

Tifini  in  falla  jommità  del  mont c;fcefe  ficuriffimamente  nel  piano  di  Li-  50o.fai.ù;& 

bra fatta:  all-af itale  acculato  fi  il  giorno  feguente,&  neceffitati  facilmen-  tk  il  Fra 

te  ad  arrenderli  1  finti  mejfi  a  guardia  di  Totito ,  &  Ca/lel  uecchio ,  due  £alIa  " 

0     3  torri 


LIBRO 
torri  di/latiti luna  dopo  V  altra  per  fi  cedo  (patio  a  Librafatta;  piantò  dal 
la  fecondatone^  da  altri  luoghi  alcuni  pe^j  d'artiglieria  alla  terra 
bene  proueduta,&  guardata  ;  perche  ui  erano  dugento  fanti  de  Vinitia- 
ni  :  da  quali  luoghi  battendo  la  muraglia  da  alto,&  da  baffo  ;  (però  il  fri 
mo  giorno  di  ejpugnarla  :  ma  ependo  la  notte  perauentura  rouinato  urìar 
co  della  muraglia  ;  quella  materia  al^ò  quattro  braccia  il  riparo  comin- 
,    ciatoui;  in  modo  ,che  Vago  lo  hauendo  tentato  in  uano  tre  giorni  difalirui 
con  lefcale;  cominciò  delfucceffo  non  mediocremente  a  dubitare,  riceuedo 
l'efferato  molti  danni  da  vna  artiglieria  didentro,  che  tiraua  per  una  bom- 
bardiera baffa  :  ma  fu  l'indufìria,&  virtù  fua  aiutato  dal  benefìcio  della 
fortuna  (fen%a  ilfauore  dellaquale  fono  fpeffo fallaci  i  configli  decapita 
ni  )  perche  da  vn  colpo  d'artiglieria  di  quelle  del  capo  fu  rotta  quella  60- 
bardai  ammalato  uno  de  miglior  ibobardieri, che  fu ffe  dentro;^  p*f 
so  la  palla  per  tutta  la  terra  :  dalqual  cafofpauentati  i  di fen fori, per  chef 
l'artiglieria  piotata  allafecoda  Torre;difficilmente  poteuano  affacciar jt; 
«  che  fu  a  ft  arrider  ono  il  a  quarto  dì:  &  poco  poi  la  rocca, affettati  pochi  colpì  d'ar  \ 
£rccdì  °"°"  tìglieriayfece  il  mede  fimo.  Kdcquiftata  Vbrafatta  atte  fé  a  fare  alcuni  ba  ~( 
nclquaigior  ftìoni  in  fu  imoti  uiemuma  (opra  tutti  uno  fort  >  ;&  capace  di  molti  huo- 
£Sbwfa?tafa  M'm'lfopra  S.Maria  in  camello, chiamato  dal mote,mfui  quale  fu  poflo  il 
dal  vitello,  Bacione  della  V  etura  jlquale  (cor  reua  tutto  il  paefe  circe/late;  «r  doue  è 
iwccoilffcri  fama  efferne  anticamente  flato  fabricato  un  altro  da  Caflr uccio  Lucchefe 
ne.  Capitano  nobilifflmo  de'tepifuoi;  accioche  guardadofi  quejlo,ct  Lìbrafat 

,  .  ,j  ta,re(laJfero  impedite  le  comodità,che  p  la  via  di  Lucca,&  di  Tietrafan- 
Bembcche  ta  potejfero  andare  a  Tifa.Ma  no  ceffauano  i  Vinitiani  di  pefare  a  ogni  ri 
fecc'o'fabri  medio  f  folleuar e  bora  f  uia  difoccorfo  ,  bora  codiuerfione  quella  Città: 
caie  un  ci-  dellaqual  cofa  accrebbono  loro  (per  a^a  le  difficultd ,  che  nacquero  tra  il 
corrodi  lì"  Df4Ca  diMilano,&  ilMarcbefe  di  Matoua,codottofi  di  nuouo  co  lui:ilqua 
tra  fatta  per  le ,f  no  priuare  del  titolo  di  Capitano  generale  delle  J uè geti  Galeaxj^o  da 
m^taat»  s*  Seuer  ino, maggiore appreffo  a  lui  perfauore,che  per  uirtù}haueua  prò 
rane  di  Pao  mefìo  al  Marcheft  di  dargli  infra  tre  me  fi  titolo  di  Capitano  Juo  Genera- 
cheVp«  una  k  a  comune,ò  co  Cefare,ò  col  Totefice,ò  col  %e  Federigo,ò  co  Fior  è  tini  ri- 
miti* entrò  che  no  hauedo  efequito  nel  termine  promeffo,perche  medtfimamete  a  que 
&L?bMf£  fio  Galea'zzp  repugnaua,&  aggiugnedofi  difficultà  per  cagione  de  paga 
ta  fi  tenne  menti;il  Marche  fé  voltò  l'animo  a  ritornare  a  gliflipcndij  de  Vinitiani ,  i 
?r°e  "forni!*  Hm^  tratt  anano  di  madarlo  con  tr eceto  huomini  d'arme  a  (occorrere  Ti 
in  ultimo  fi  (a:ilche  pnfentando  Lodouico;lo  dichiarò  con  conjentimeto  di  Galeazzo 
lóf  dVche0  Capitano  fuo,&  di  Ce(are:  magia  il  Marcbefe  andato  a  Vinetia,et  dtmo 
gei  no  fifa  [Irata  al  Senato  grandiffima  con  fi  denti  a'  d'entrare  inVifa,non  oflante 
mcntione.  i>0^0fttione delle  genti  de' Fiorentini;  fi  era  ricondotto  con  loro  &  ri- 
ceuuto  parte  de'  danari  >  &  ritornato  a  Mantoua  ;  attenàeua  à  metter- 
ft  in  ordine  :  &  farebbe  entrato  preflo  in  camino ,  (e  1  Vinitiani  baucfje- 
'*'        ro  tifata  la  medtfima  celerità  nello  jpedirlo ,  che  haucuano  vfata  nel 

condur- 


Q^V     A     R     T    O.  ros 

condurlo  :  allaqualcofa  cominciarono  a  procedere  lentamente  :  perche  ef  '^^J* 
fendo  fiata  di  nuouo  data  loro  fferan^a  d'ottenere  per  me%p  d'un  tratta-  detto  di  io- 
toytenuto  da  certi jeguaci  antichi  de'  Medici  Bibbiena,CafleIlo  del  Cafen-  J^JJ'J £ 
tino  ;  giudicauano,che  per  la  difficultà  delpaffare  a  Tifafttffepiu  utile  at  prcuétioni , 
tendere  alla  a  diuerfioney  che  alfoccorfo  ;  dallaquale  tardità  il  Marche  fé  *  rc^  d£ 
fdegnato;di  nuouo  fi  riconduce  co  Lodouico  con  trecento  huomim  da  rme,  uincono  le 
&con  cento  caualli  leggieri,  con  titolo  di  capitano  Cefareoy&  fuo,  *>  me  f  ^"*c:.?b 
nendo  a  conto  de  gli  (lipendvj  uecchi  i  danari  hauuti  da  loro.  Islon  era  [la-  rettifica:  ma 
tafen^a  qualche  (ofp  etto  de  Fiorentini  la  pratica  di  quefio  trattato:an%i  2l66  0f"c02* 
oltra  molte  notitie  hauutone  generalmente;  ne  haueuano  non  molti gior-  meglio  ho 
ni  innanzi  rìceuuto  auifo  più  particolare  da  Cologna.  MaSQJiO  inutili  toTdicemù 
i  configli  diligcnti,&  prudenti^  andò  Ctfjecutione  procede  con  negligen-  j^^™* 
tia>  &  imprudentia.  llcommeffario,  il  quale  per  afficurarfi  da  queHo  pe-  tiochc  la  d""j 
ricolo,  [ubito  ui  mandarono  ;  poi  che  hebbe  ritenuti  quegli,  de*  quali  fi  ha-  «erfione  è 

n.  n  i    *  /•  ••   i  ir        /  n         ■  j         mezopotea 

ueua  maggior  foretto, &  che  erano  confàf  della  cofa^cjtata  mpruaen-  Ciffim0  ant 
temente  fede  alle  parole  loro;  gli  rilafàò:&  nell'altre  attioni  fu  fi  poco  di  "j;*0"^1 
ligente,  che  fece  facile  il  di fegno  ali  filmano  f  deputato  ali* efiecuttone  di  mo\ti  3itr| 
quello  trattato  :  perche  hauendo  mandati  innanzi  alcuni  cavalli, in  hab  -  ^UQT1  >  è^ 

*        ,.     .      j        .  \  ...         .  .  ^        i  v  .i  «      Chiaro    per 

itocdi  uiandanti,i  quali  dopo  hauere  cavalcato  tutta  la  nottef&  giunti m  un  bcii./H. 
fui  fare  del  giorno  alla  porta,Ì  occuparono  fen%a  difficultà,  non  hauendo  3£  jj^j 
il  comeffario  poHaui guardia  alcuna,ne  almeno  proucdutoychela  fi  aprif  tichiflìmo 
fé  più  tardi,che  non  era  confueto  aprir  fi  ne  tempi  no  fo$etti:dietro  a  que  ["^^ 
fti  foprauennono  di  mano  in  mano  altri  caualli,che  haueuano  per  ilcxmi-  città  noftr» 
nodata  uoce  di  efere  genti  de' ditelli:  &  leuatifi  in  loro  fauore  i  Cdgiu-  Jlia$2|J*| 
rati  ;  fi  tnfignor  irono  preflo  di  tutta  la  terra  :  &  il  mede  fimo  dì  ui  arriuò  cjp  z  i7.  da 
l' Mutano;  ilquale,  benché  con  poca  gente ,  come  per  fua  natura  jpingeua  J  Aragona  « 
con  incredibile  celerità  fempre  innanzi  le  occa  fiorii  ;  andòfubito  ad  a  fi  al-  che  per  di- 
tare  Toppi  Cafiello  principale  dì  tutta  quella  ualle:  ma  trouataui  refifle  \"^lln^s 
7g\fi  fermò  ad  occupare  i  luoghi  uicim  à  Bibbiena, ben  che  piccoli^  di  pie  gu  fòfle-mof 
cola  importanza.  E1  /'/  paefe  dì  Cafentino,f  me%p  delquale  corre  il  fiume  carlao;  aène 
d \Arno,  pae fé flr etto yfler ile,  &  montuofoyfituato  a  pie  deli  alpi  dell'alpe  con  lui  a  car 
nino,cartche  alibora,p  e  fiere  il  principio  della  uernata,di  neue  :  ma  paffo  ^[\ou  d? 
opportuno  ad  andare  uerfo  Firì'Zg ,  fé  all' Muianofuffefuc  ceduto  felice-  £ou«  fi  ìh 

0     4         mente  JLittiVl 

a  corpo  corpo:&  cofi  lo  fece  partir  d'Italia,  che  non  gli  moleftò  la  Sicilia.  '.Leggi  ancho  della  Diuerfionc  Pro- 
copio nel  lib.  3. &  Ltonar.  Aret.  nel  lib.a.de  bello  Italico,&  nel  3. 

b  11  Bembo  dice,  che  il  Duca  di  Mantoua  hebbe  titolo  di  Generai  di  Maflìmiliano,  de'Fiorentini,  oc  del  Dn 
ca  di  Milano.  De'denari  da  eflo  ritenuti  a  conto  de'  fuoi  ftipendi, dice  il  Buonaccotiì  il  medeGmo:ma  il  Bem- 
bo dice,  che  <ii  cento  libre  d'oro;  egli  ne  reftituì  nouanta  :  &  l'altre  dille  hauerle  date  a'  foldati. 
e  Non  di  mandanti,  dice  il  Bembo,  ma  fingendo  d'efler  foldati  Fiorentini ,  ch'andalTero  in  quelprefiiio; 
con  la  quale  arte  haueuan  prefò  prima  il  nobil  Monafterio  di  Camaldolt:  il  (uccello  della  quale  hiftoria  è  d  f* 
fufamente  (critto  da  Don  Agoftino  Fiorentino  Monaco  CamaldolefcncU'hiltorta  della  Tua  &$Uf£tooc,  &  da 
Pieno  Delfino  General  di  quella  Congregatone  in  una  Tua  epiftola  a  Monfig.  Pietro  Barozzi  VcUouo  di  Pa- 
doua.  Il  Giouio  nella  Vita  di  Leon  x.  non  fa  mcntioH  di  Camaldoli  :  ma  dell'  Auernia.  Il  Buonaccocfi  fcriue 
nel  Tuo  Diario, che  Pier  de'  Medici,  &  l'Aluiano  hauendo  intendimento  in  Bibbiena >  mandarono  unca- 
uallaro  con  lettere  contrafatte  in  nome  de*  Dieci  dt  Balia  di  Fiorenza,  a  fare  intendere,  ch'apparecch  affe- 
rò alloggiamenti  per  Giulio  Vitelli,  ch'era  a  dietro  con  $  0.  caualli,  fc  che  a  qucfto  modo,  ia  luogo  del  YiuUtf- 
u'entrol' Aiutano  con  cento  caiulh. 


LIBRO 

mente  V affatto  di  Toppi:  ne  meno  opportuno  ad  entrare  nel  Contado  d'^t 
re^o,&  nel  Valdarno,paefi  che  per  efferc  pieni  di  gr offe  terre,  &  Cajlel 
latrano  molto  importanti  allocato  de  Fiorentini;  i  quali, non  negligenìi 
in  tanto  pericolo  ,fattafubito  proni fione  In  tutti  i  luoghi,  dotte  era>dibifo 
gno;oppreffono  un  trattatole  fi  teneua  in  jLreTgo:  &  [limando  più  che 
altro  /' impedirebbe  i  Vinitiani  non  mandaffero  mi  Cafentino  nuonegeti, 
a  Andò  il    U  nato  di  quel  di  Tifa  il  Conte  Rinuccio;lo  mandarono  Cubito*  ad  occupa-  A 

Conte  Ri-  /r  j   ti*    *  •  **    tVi  i  ^  ,      r 

Buccio  alle  rc  ;  faJP  dell  spennino  tra  Valdibagno,&  la  Viene  a  S.  Stefano:&  non- 
BaJ"  ~n  dimeno  non  potettono  probibire,che  il  Duca  dVrbino,CarloOrfìno,&  al 
min  d'ai  -  tri  condottieri  non  paff afferò:  i  quali  bauedo  in  quella  natie  jettececo  buo 
lc*\\le°V  m*nì  dàmiey&fei  milafanti,&  tra  quefti  qualche  numero  di  fanti  Tede 
ti.  fchiioccuparono  da  pochi  luoghi  in  fuor  a  tutto  il  Cafentino  ■:  &  di  n  uouo 

,  .    tentar onoyma  inuano  di  pigliare  Toppi.Verò  furono  neceffitati  i  Fiorenti 

Bcmbo,eche  nijfecondo  che  era  flato  lo  intento  proprio  dt  vinitiani ,o  uolgerui  del  Co- 
Paoio  vitei-  tado  di  Tifa  b  Vagolo  Vitelli  con  le  fne  genti ylafaado  con  guardia  fufficie  £ 
ucaifle1  in  te  le  terre  import  anti,&  il  baflìone  della  V  etura.  Ter  la  giunta  detyuale 
cafentino  ne[ Cafentino  i Capitani  Finii iani,ch >e  fi erano  moffì  per  accampar  fi  Udì 
fuTimo  affai  mede  fimo  intorno  a  Trato  vecchio  fi  ritirarono .  Venuto  Vagolo  Vitelli 
to  aiu  città  nel  Cafentinoyet  unitofifeco  il  Fracajfa  c  mandato  dal  Duca  di  Milano  ca  c 

cinquecento  huomini  d  arme,&  cinquecento  fanti  in  fattore  de  Fiorentini; 
e  vi  madò  ridufìe  preflo  in  molte  difjìcultà  i  nimici,ffarfi  in  molti  luoghi  per  lafiret- 
2  'Ducaci0  te%^a  de  gli  alloggiamenti:  et  perche  per  lafciarfi  aperta  laflrada  dell  ai 
Milano  fì-  trare,&  deWufcire  del  Cafentino, erano  neceffitati  guardare  i  paffi  della. 
S°  uno  V  ernia  >&Cbiuffi,& Montalone, luoghi alti  mfull>Mpi,&  rìncbiufi  in  te 
de'i'uoi  pri-  p0  ajpriffimo  in  quella  u  allei  non  haueuano  fferan%a  di  far  e  piunèquiu'h 


mi  rauonti 
con 


200.  ba  né  in  altra  parte  progreffo  alcuno :perche  m  .Areico  fi  era  fermato  con 
leftrieriaca  dmeto  huominidarme  il  Conte  Rinuccio:&  nel  Cafentino,poi  che  no  era, 

uallo:  ilqual       .A*  .  -  .....  ...»  J^         ■      \  r  ~  1  ì 

s'unì  con    rwfcito  da  principio^  occupare  Vopphne  jaceua  mometo  alcuno  il  nome 

cafémin11     ^ 'Medici, hauendonimici gli  huomni  del  paefe,nelquale  fi  poffono  diffidi 

Buonaccox-  mete  adoperare  i  caualli\baueuano  innanzi  alla  uenuta  del  Vittlli,riceun 

fi*  to  già  molti  danni  dapaefani:&  però  intefa  la  uenuta  loro,  &  del  Fracaf 

ja,rimandata  di  là  dall'alpi  una  parte  de7  carriaggi^  dell'artiglierie  ; 

flrinfono  infieme  quanto  comportauala  natura  de'  luoghi  le  genti  lorouo 

tra  i  quali  il  Vitello  deliberò  feruar  e  la  fua  c5fuetudine3cbe  era  più  toflo, 

per  ottenere  più  ficur  amente  la  uittoria,non  bauere  rijfetto  ne  a  lunghe^. 

*  %a  di  tempo, ne  al  pigliar  e  molte  fatiche,nèuoler  e, per  r  Riarmar  e  lajpe- 

fa,procederefen%a  molte  proni fioni, che  per  acqui/lare  la  gloria  di  tance 

re  con  facilità,®*  prette^a  ;  mettere  in  pericolo  infieme  colfuo  efferato 

l'euento  della  co  fa  .'perciò  fu  nel  Cafentino  il  con  figlio  fuo  non  andare  [ubi 

to  a  ferire  in  luoghi  piuforti,ma  sforar  fi  di  fare  da  principio  abbàdona- 

re  a1  nimici  i  più  deboli,  &  chiudere  i  paffi  dell'alpi,  &  gli  altri  paffi  del 

faefe-  co  2uardie,con  bafiioni,cd  tagliate  difirade,&  altre  fortificatali  ; 

ac doche 


Q^   V     A     K      I      U.  io? 

accioche  non  potcjfero  cffere  foccorfi  da  nuouefor^ejiè  baucffero  facultà 
d'aiutare  da  un  luogo  quegli, che  erano  nell'altro  :  frerado  con  quello  prò 
cedere  Sbattere  occafione  d'opprimere  molti,&  che  il  numero  maggiore  > 
che  era  in  Bibbiena  Je  non  per  altro,per  le  incommodua.de  caualli,et  per 
mancamento  di  uettouaglic  fi  co[umertbbe\colquale  cofiglio  hauendo  ricu- 
perato alcuni  luoghi  mini  a  Bibbiena  poco  importanti  per  fé  Utjfi,ma  op 
portimi  all'intentione,con  laquale  haueua  prefuppoflo  di  uincere laguer 
ra;&  facendo  ogni  dì  maggiore  progrefio  ;  fualigio  molti  hiiomini  d'arme 
alloggiati  in  certe  piccole  terre  uicine  a  Bibbiena  :  &  per  impedire  il  ca- 
mino alle  genti  de'  emiliani ,  che  per  f occorrere  ifuoifi  congregauano  di 
là  dall' Mpi;  atte  fé  ad  occupare  tutti  i  luoghi  che  fono  attorno  al  monte 
della  Fermala  far  e  tagliate  a  tutti  i  p  affidi confi anti;di  maniera,  che 
credendo  continuamente  le  dìfficultà  de'  nimici,&  la  careHia  del  uiuere  ; 
molti  di  loro  alla  sfilata  fi  partiuano:  i  quali  quafifempre  per  l'ajj>rc%£a 
de  pifferano, ò  da'  paejanifoda'  faldati  fualigiati.Quefii  erano  i  progref 
fi  dell'arme  tra  i  Finitiani,&  i  Fiorentini:  &  in  quejio  tempo  mede  fimo, 
con  tutto  che  gli  jLmbafciarori  Fiorentini  fi  fuffero  ftn%a$er*n%a  alcu- 
na di  concordia  partiti  da  Vinetia\nondimenofiteneua  a  Ferrara  nuoua  a  Ha  tocc<> 
pratica  di  copofitione,propojìa  dal  Duca  di  Ferrara  per  opere  de'  Viniùa  quella  cfciu 
niiperche  già  molti,&di  maggiore  autorità  di  quel  Senato  biracchi  dalla  f°anecare.1  f; 
guerra,chefi  foflentaua  con  grauijbefe,et  con  molte  difficultà3&  perduta  fa.  z.  &  in 
la jperan?ad'bauere maggiori fucceffi nel Cafentino  ;  defiderauanolibe-  ^°0mac*  ' 
rarfi  dalle  moleHie  della  difefa  di  Vifa;pure,chefi  trouajje  modo,  che  con   io*.  ùq~?  . 
honefio  colore  potè  fiero  rimouerfeneMàmentre ,  che  in  Italia  fono  per  le  j^heai  i"  . 
coje  di  Tifa  quefli  trattagli;  non  cefiaua  il  nuouo  P\e  di  Francia  d'andar  fi  pa'erano^fa 
ordinado  per  asfaltarci  anno  feguente  lo  flato  di  Milano,  con  f\>era%a  d'ha  "UJ^C  1°  fc. 
uerefeco  congiunti  i  Vinhiani:  i  quali, in  fiammati  da  odio  incredibile  con  putfe  de'pa- 
tra  il  Duca  di  Milano  itrattauano  grettamente  col^e,mapiufirettamen  J"1^.  ££* 
te  trattauano  infieme  il  P\e,&  il  Pontefice:  ilquale  »  efclufo  del  paretado  £eAr*S™au- 
di  Federigo,et  continuandola  medefìma  cupidità  del^egno  di  Napoli, uol    &ft[  B.  £ 
tato  tutto  t animo  alle fyeranze  Frane  e  fi  ;  cercaua  $  ottenere  per  il  Car-  gjpj^ 
dinaie  di  Valenza  dar  lotta  figliuola  di  Federigo,  che  non  riceuuto  anco-  uapfeno." 
r  a  marito  ;continuaua  di  nutrir  fi  nella  corte  di  Francia:di  che  battendoli 
data ^eran%a  ili{e,in  arbitrio  delqualepareua,che  fuffe  il  maritarla  ;il  fo  j^1  &. 
Cardinale  entrato  una  mattina  in  Conafìoro;  [applicò  al  padre, &  a  gli  tato  di  fo- 
altri  Cardinali, che  attefo  il  no  hauere  hauuto  mai  l  animo  inclinato  alla  g£  fritti 
profeffioneSacerdotale;glicdcedt(Jero  facilità  di  lafciare  la  dignitàri  l'ha  ^^J^f 
bìtOypfeguitare  quello  effercitio,alquale  era  tirato  da  Frati :&  cofi  b  pre  le!JJ*3  c^a  ^ 
fo  Umbito  fecolare\fi  preparaua  andare  preflo  in  Fràcia,hauedo  già  il  To  P^clMg2 
tefice  promejfo  al  [{e  la  facilità  di  fare  co  l 'autorità  jLpofiolica  il  diuorvo  0v4C  a 
co  la  moglie,el  Bf  dall'altra  parte  obligatoft  ad  aiutarlo,  come  prima  ha  jj™^*; 
uejfe  acquetatolo  flato  di  Milano,*  ridurre  altubbidietia  della  fedia  apo  Jato;aI 

iìoltcA 


LIBRO 

a  ta  mo  ilic  ft°ttca  b  Cltt*  pojfidute  da' Vicari^  di  Romagna,  et  a  pagarli  di  preferite 
dei  Re  Lodo   3  o.mila  ducati  [otto  colore  d'efftrc  necefjit.ito  tenere  f  fua.cuflodia  mag 

bquaie*efl5  &0Yl  foìXf'>come  fi  H  congiugner  fi  col  BSfujJe  per  muouere  molti  in  Italia 
uuicua  far  a  cercare  infidiofamente  d'opprimerlo  :  per  e  fé  cut  ione  delle  quali  conuen* 
?o7dU0difU  tioni,e  il  ^cominciò  a  pagarci  danari,  e  ilTontefice  commefie  la  caufa 
cario  «. fuo  del a  diuortio  al  Vefcouo  di  Setta  fuo  nuncio,^-  a  gli  ^Arciuefcotii  di  Tari  a 
quHiafh"-  V*&  &  J\°ano:nelqualgindicio  per  fuoi procuratori  còtradiceua  da  prin 
giiuoieua  pi  cipio  la  moglie  del  Re  :  ma  finalmente  battendo  non  meno  a]  o/petto  i  giudi 
ftiu  mozHe  ci,che  la  potentia  dell' auutr far  io;  fi  conttenne  con  lui  di  cedere  alla  lite , 
ii'eflò  Ke  riceuendo  per  foftentat ione  della  fua  uita  la  Ducea  di  Bcrri  con  trenta  mi 
Jrimaiichh  lafrancln  d'entrata:  &  cofi  confermato  il  diuortio  per  fenten%a  de*  giù* 
mo  Giouan  dici;non  s'afpettaua  per  la  difpcnfa,&  conjumatione  del  nuotto  matrimo- 
gobba  :  &*  w'°  a^ro  C^K  l*  venuta  di  Ce  fare  Borgia ,  diventato  già  di  Cardinale ,  & 
i-ultima  An  d'^irciuefeouo  di  y  alenila, faldato, &  Duca  talentino  :  perche  il  Itegli 
Vài  Leu-  hauea  data  la  condotta  di  cento  tancie,et  uenti  mila  franchi  di  prouifione, 
gna.  ^  concedutogli  con  titolo  di  D  uca,  Valenza  città  del  Delfinato  con  uenti 

bDeueeflèr  mila  franchi  d'entrata  :  ilqua le  imbarcato  fi  ad  Ofiia  in  fu  nauili,  mada- 
notato  in    tigli  dal  I\e;  fi  condujfe  alla  fine  dell  anno  alla  Corte  :  doue  entrò  con  po- 
di ma°tfimo  pa>&  confafto  incr edibile, riceuuto  dal  i^e  honoratiffimamente  :  &  portò 
Bi°  dhAa  a*  feco  "  CaPe^°  del  Cardinalato  a  Giorgio  di  lAmbxofaUrciuefcouo  di  figa 
Brettagna,'  wo>  Uguale  flato  primo  partecipe  de*  pericoli,  &  della  medefima  fortu~ 
nu.a^ed°  nA  del  Balera  appreffoa  lui  di  fomma  autorità  .  non  fu  nondimeno  nel 
hiacfqùai"  principio  grato  il  proceder  fuo  :  perche  feguit  andò  il  configlio  paterno;  ne 
Cun€DU°ltao  &aua  d'btuere  portato  feco  la  bolla  della  difpenfa,ff>erando,che  il  defiderio 
M»n"roch«  dell'ottenerla  hauefìe  a  far  e  il  I{e  più  facile  a*  difegni  fuoi,che  non  farebbe 
»uoC5cdh°S  ^  memoria  d'hauerla  ricettata:  ma  e/fendo  al  Bgriuelata  fegretijfimame 
lei  rafeeflei  te  dal  Vefcouo  di  Setta  la  uerità  ;  egli,\arendogli,the  in  quanto  a  Dio  ba 
già  che  ai^  j}afje lcffi>re  fata  fpedita  la  bolla,fen%a  più  domandarla-^  confumò  aper-  b 
to  toccaua   tamente  il  matrimonio  con  la  nuoua  moglie :ilche  fu  cauja,che  il  Duca  Va 
peruenHic3  untino  non  potendo  più  ritenergli  la  bolla, &  battendo  poi  rifaputo  effere 
«juei  Duca-  fiata  manifefiata  quefta  co  fa  dal  Vefcouo  di  Setta;lofece  in  altro  tempo 
ìcrittohjji è  morire  occultamente  di  ueleno.J^è  era  meno  follecito  il  Kg  a  quietar  fi  co* 
fouo  nd  li.  Trincipi  uràni  :  però  fece  pace  co' [{e  di  Spagna,  i  quali  deponendo  ì  pefie 
fec*!?'3  $ 5 '  Yl  dette  cofe  d'Italia; non  folo  richiamarono  tu  ttì gli  ambafeiatori,  che  ui 
teneuano,eccetto  quello,che  rifedeua  appreffo  al  Tonte fice  ;  ma  fecero  ri- 
e  Quefte(bi  tornare  Confaluo  con  tutte  le  genti  loro  in  Ubatma ,  rilafciate  a  Federi™ 
ron  fatte  da  tutte  le  terre  di  Calauria,che  rftno  a  quel  di  hauetia  tenute.  Maggiore  dif 
';i  r  o^aTi  $€Utì*  era  nella  concordia  col  [{e  de'  F^oman'r.ilquale  con  loccafione  di  al 
bu  df  Fran.  cune  e  folleuatìoni  nate  nel  paefe;era  entrato  nella  Borgogna ,  aiutato  a 

«•ucócraCc 
izic:  6c  fu 


quello  effetto  di  no  piccola  fomma  di  danari  dal  Duca  di  Milano,chefi  f-  e 
jhadeuajò  che  la  guerra  di  C  efare  diuertirebbe  il  %  di  F  rada  dalle  impre 

Co  rio. 


2o-  fé  d'ltalia'}ò  chef  acedo  fi  covordia  tra  loro;ui  farebbe  cÒprefo,come  dà  Ce 


fare 


Q^V     A     R     T    O.       »  ito 

l'are haueua  certi ffime promeffe. Ma  dopo  lughepraticbcet  agìtatici,il  Re  fé 
ce  nnoua  pace  co  l  ,Arci,lu:a,réacdogli  le  terre  del  Cotado  di  ^Artois  :  laqual 
cofty  perche  haueffe  effettori  beneficio  del  figliuolo  ccfenfi  il  Re  de 'Romani 
di  far  triegua  co  lui  per  più  me  fi  fenica  me e ione  del  Duca  di  Milano  yColquale 
pareua  in  queflo  tempo  [degnato  , perebe non  bauea  fewprc  fodis fatto  alle  * 0  "&*££ 
domande  fue  infinite  di  danari .  Haueua  olirà  quefle  cofe  il  Re  confermata  la  tini  co'i  r  e 
pace  fatta  dall '  antecejforejuo  col  Re  £  Inghilterra,  &  rifiutando  tutte  lepra-  cnc  jj?^ £[ 
tiebe,chegli  erano  fiate  propofledi  nccuere aqualche  eompcfiticne  il  Duca  ài  (e  da'  vini- 
MiUnoyche  con  gr  aridi  fjime  offerte  ,  &  tifando  grandi  ffìme  corruttele  fi  sfor-  [àw^inJ 
zana  di  induritelo ;cercaua  di  ccrmnznere  Ceco  in  un  tempo  meiefmo  i  Vmi-   «o  dei  rc  .• 

>  •  r.  ■    .  \  /•  irr         r  *  >  ^'        i     i       \    T  st  A    ma  ìmpo.e- 

tianue  i  Fiorentini  ;  <&  pero  f  acena  grandijjima  inflantia ,  che  leuate  l  cjjeje  lo  a  ^  ora 
,  coìitra  i  Vifani  a  ì  Finiti  ani  dipo  fu  a  fiero  Tifa  in  fu  a  mano  :  &  perche  i  Fio-  tori,  chequi 

•    •     •         r        rr  m    •    r  r  i-      n-      •  7     ;         £     L   •        +■>      co  il  partito 

ventini  tu  con}  enti]]  ero  yjff  erma  jegretamente  di  restituirla,  loro  fra  urie  uè  te-  di  t-ai.  l]ue . 
poilaquale  pratica  piena  di  molte  dijficultài&  conccnendcui  diuerfifini,  &  fto  de£°  <l- 

f  lrr<  rr  i   •         /*  •  ;      -^-  ■    •     rr     j  to    andaiie 

mterejji;ju  per  molti  mcji  trattata  nanamente -.perche  i  Fiorentmi,ejJendo  ne  innanzi;  u- 
cejfario ,  che  in  tal  cafo  fi  collega  fero  col  Re  di  Francia,  &  dubitando  per  la  rafleto  ogni 
memoria  delle promefe  non  offeruate  dal  Re  Carlo,  chel  medefmo  non  inter-  ch/tofie  de 
uenifte  al  prefente;non  conueniuano  tra  loro  in  un  mede  fimo  parere:  perche  la  pofitaw  » 
citta  agitata  tra  l  ambinone  de  cittadini  maggiori ,  er  la  licentia  dclgouerno  i0  v  uejW . 
popolare,  &  accoftatafi  per  la  guerra  di  Tifa  al  Duca  di  Milano  ;  era  tra  fé  ^a^ne°  a. 
medefima  diuifa  in  ?nodo,  che  con  diffi eulta  le  cofe  di  momento  fi  deliberaua-  diFiorena?, 
no  concordemente,hauendo  maffimamente  alcuni  die  principali  cittadini  defi-  &  J^^e] 
derio  della  uittoria  del  Re  di  Francia ,  altri  incontrario  inclinando  al  Duca  di  ouero  nelle 
Milano. Ma  i  Vinitiani  quando  benefuffero  rifolute  tutte  l'altre  difficultà  del  £*[}*  £ede. 
lo  accordar  fi  col  Re  ;  erano  deliberati  di  non  confentire  al  dijpofito  5  $erando  cardinali  , 
che,&nel  rifioro  delle  (pefe  fatte  per  foftenere  Tifa,  &  nel  lafciare  la  dfe~  ^j^hé 
ifa  di  quella  con  minore  fuo  dishonore;  harebbono  migliori  coditionineila  b  pra  p03  r.0n  ìt- 
tica, che  fi  teneua  a  F errar adaquale  da  Lodouico  Sforma  era  caldamente  fol-  J3yjjjj£ 
lecitata,per  umoresche  conchiudendo  fi  in  Francia  il  difpofito  ;  non  fi  uniffero  a  internati 
col  Re  amendue  quefle  Republkbe,  &  per  la  (peran^a,  che  componendoli  qite  £  J^™  ';"  " 
fta  controuerfia  in  Italia,  i  Vinitiani  haueffero  a  deporre  ipenfieri  di  offender  nu  \o\o  rtef 
lo  :  per  loquale  rifletto >&  al  Re  di  Francia  dijbiaceua  la  pratica  di  Ferrara ,  £j.  }^e^ 
&  il  Vonteficeper  trarre  profitto  de  gli  affanni  d  altrhcercaua  indirettamen  la  bberame 
te  di  perturbarla:  perche  effendo  appreffo  al  Re  in  tutte  le  cofe  d  Italia  ingrà  t^^°3W$" 
difjima  autorità;  fyeraua  in  qualche  modo  ■  fé  il  dipofto  nel  Re  andana  innan- 
%ihauerui  participatione.Ma  a  Vinctia  in  queflo  tempo  mede  fimo  fi  confulta  b  ciò  e  din 
ua,fe  rtmouendofi  il  Re  dalla  dimanda  del  dipofitoallaquale  haueuano  delioe  ta  ia  contro 
rato  -non  confentire,  douefero  collegar  fi  feco  ad  offe  fa  del  Duca  di  Milano,  co-  J^adj-  "^ 
me  egli  con  grandiffrtnainflantiaricercaua,  offerendo  di  confentire ->cb  e  inpre  fca  vinìtia- 
mio  della  uittoria  confeguifero  la  citta  di  Cremona ,  &  tutta  la  Ghiaradad-  ^^^"^ 
da  :  laquale  cofa,  benché  da  tutti  fuffe  fommamente  defiderata  ;  nondimeno  Ca  Hercok ■ , 
a  molti  pareua  deliberatone  di  tanto  momento ,  &  tanto  pericolo  fa  allo  flato  ^  p01  tu 

loro 


+  L    ì    B    R    0 

loro  la  mentici  del  Re  di  Francia  in  Italiane  nel  con  figlio  dì  Tregatuche  af> 
preffo  a  loro  ottiene  ti  luogo  del  Sanatole  ne  faceuano  nane  difiutat ioni  :  nel- 
quale  efiendo  un  giorno  conuocati  per  farne  l'ultima  determinai  ione, Antonio   , 
Crimano  huomo  di  grande  autorit alarlo  in  quefiafenten^a. 

Quando  io  con  fiderò,  preflantifiìmi  Senatoria  grandeT^a  de  benefici]  fai 
tiaLodouico  Sforma  dalla  nofiraRepublka,laquale  in  quefii anni  profanigli 
ha  conferuato  tante  mite  lo  fiato,  &  per  contrario  quanta  fia  l'ingratitudine 
ufata  da  lui,&  l 'ingiurie 'grauifi Ime, che ci  ha  fatte  per  cofirìgnerciad  abban- 
donare la  difefa  di  Tifasallaquale  prima  ci  haueua  confortati-,  &  (limolati  ;nón 
pò  fio  persuadermi ,  che  non  fi  cono  fica  per  ciafeuno  e  fi  ere  necefario  fare  ogni 
opera  pofibileper  uendicarfene:  perche  quale  infami  a  potrebbe  e  fere  maggio- 
re,che  tollerando patientemente  tante  ingiurie, mofir  arci  a  tutto  il  mondo  difi 
miti  dalla  venero fità  de  noflri  maggioriti  quali,  qualunque  uoltaprouocati  da 
off  e  fé,  benché  leggieri;non  ricufarono  mai  di  metter  fi  a  pencolo  per  conferuare 
la  dignità  del  nome  Vìnìtìano,  &  ragioneuolmente:  perche  L  E  deliberatimi 
delle  Republiche  non  ricercano  rijpem  abietti,  et  pnuati,ne  che  tutte  le  cofefi 
riferifehino  alt  utilità,  ma  finì  eccelfi,  &  magnammi;per  i  quali  fi  augumenti 
lo  fbìendore loro ,& fi conferuila riputationedaqualenefiunacofapuftegm, 
cheìl  cadere  nel  concetto  de  gli  huomini  di  non  battere  animo, o  pò fianca  diru 
fentirfi  dell  ingiurìe,nUe\fer  pronto  auendicarfnco^ 
ria-non  tanto  per  il  piacere  della  uendetta ,  quanto  perche  la  penitentiadi  chi 
tha  offefi  fidale  efiempio  a  gli  altri,  che  non  ardifchino  provocarti  : cofi 
mene  in  confequentia  congiunta  la  gloria  con  l'utilità,  &  le  deliberatiom  ge- 
nerose, &  magnanime  nafeono  anche  piene  di  rommodita,  <&  di  profitto  :coji 
una  molefiia  ne  lieua  molte,  &  ftefio  una  fola,  &  brieue  faticati  libera  da 
molte, &  lunghi fi ime;  benché  fé  noi  confidiamo  lo  fiato  delle  cojed  Italia, 
la  difbofitione  dimoiti  Tnncipi  centra  noi,  &  l infidie  lequali  continuamente 
fiorLanoperLodouicoSfor^;conofceremo,chenon? 
te, che  zìi  altri  rilbetti  ci  conduce  a  quefia  deliberatone: perche  egli  f  molato 
dalla  tua  naturai  ambitione,&  doli  odio,  che  ha  lontra  quefto  eccellenti  (firn 
Senato;nonftudia.non  attende  ad  altroché  a  difporregli  animi  di  tuttiglilta 
liani  contra  di  nonché  a  concitarci  contra  il  Re  de  Romani, &  la  natione  Tette 
Cca:  ami  via  comincia  per  il  mede  fimo  effetto  a  tenere  pratiche  col  Turco ,  già 
uedete  per  opera  fua  con  quante  diffiaM,&  quafi .fender >an%a  fi  fofìenga 


iamo 
amen 


la  difeladi  Tifa  &  laguerranel  Cafentino;  laquale  fé  fi  continua,  meo» 

in  nauifiimi  difbrdini,&  pericoli:  fé  fi  abbandona  feraa  fare altro  fona, 

toalle  cofi  nofire,è  con  tanta  diminutione  di  riputatone ,  cbefiaccrejce  troppo 

l  snmoJiihi  hauolontà  d' cppnmerci:&  fapeie  quanto  E  VIV  faaleoppa- 

fnere  chi  ha  via  cominciato  a  declinare ,  che  ibi  ancora  fimantiene  nel  conno 

^nalliaripiitatìone;dellequaUcofeapparirebbonochiar^ 

tii&ji  fent irebbe  p.-eflo  lo  fiato  nofiro  éfiere pieno  di  tumula,  V  di  fircpm 

di  vuetra,  fé  il  timore,  che  noi  ci  congiugniamo  col  Re  di  F.  'ancia ,  non  ti  nejie 

&  J  (,\< do 


fojpefi 


V    A    R    T    O:  tit 

fbfyefo  Lodouicò:  timorc,ebe  non-pub  lungamente  tenerlo  fojpefo  :  pèrche  chi 
è  quello, che  non  cono  fica  che  il  Re  efclufo  dallaff>eran%a  della  no  fra  confede 
rat  ione  ;òfi  implicherà  in  imprefe  di  Lì  da  i  monti;  ò  uinto  dall'arti  di  Lo- 
dovico ,  dalle  corruttele  >  &  mcTJ.  potenti  (fimi ,  che  ha  nella  fia  corte  ;farà 
qualche  compofitionc  con  lui  <? [fìrigneci  adunque  ai  vnirci  col  Ile  di  Francia 
lanecefità  di  mantenere  lamica  dignità  *  &  gloria  nofira  :  ina  molto  più  il 
pericolo  imminente,  &  grauiffimo  che  non  fi  può  fuggir  e  con  altro  modo;&J 
in  quejìo  ci  fi  dimoftra  molto  propitia  la  fortuna;  poi  che  ci  fa  ricercare  da  un 
tanto  Re  di  quel  che  haremmo  a  ricercarlo  noi  offerendoci  più  oltre  sì  grandi > 
cjr  sì  bonorati  premij  della  uittoria,  peri  quali  può  quejìo  Senato  propor fi 
alla  giornata  grandi  ffime  jpenvr%e ,  fabbricare  ne  firn  concetti  grandinimi  di 
fegni,  ottenendo/}  maffìmamente  con  tarata  facilità:  perche chi  dubita  y  che  . 
da  Lodouicò  Sforma  non  potrà  e  (fere  a  due  potentie  sì  grami  i  ,  &  sì  lucine , 
fatta\alcuna  refìflen^a  i  dallaquale  deliberai  ione  ,  fé  io  non  m  inganno  ;  - 
non  debbegià  rimuouerci  il  timore  ,  che  la  uicinità  del  Re  di  Francia,acqui-  . 
fiato  che  bara  il  Ducato  di  Milano  ;  ci  diumtiperi:olofay&  formidabile  :per 
che  chi  confiderà  bene,couofcerà,  che  molte  co  fé ,  che  bora  ci  fono  contrarie  ; 
dlhora  faranno  fauoreuoli  :  concio  fia  che  vno  augumen  0  tale  dà  quel  Re  info  - 
fpettiràgli  animi  di  tutta  Italia,  irriterà  il  Re  de'  Romani,  &  la  natione  Ger 
manica  per  l  emulatione,  &pcr  lo  f degno ,  che  fia  occupato  da  lui  un  membro 
fi  nobile  dell'  Imperio  ;in  modo  che  quegli,  che  noi  tcmiamoyche  bora  non  fia-   „..  {  Fran 
no  congiunti  con  Lodouicò  ad  offender  ci;defiderer  anno  adlhor  a  per  lintereffe  -kefì  fono  p 
proprio,  di  conferuarci,&  di  efere  congiunti  con  noi  :  &  effendo  rrande  per  f atul? /'" 

x     l  »  j  *-^  «w  v_>  ±         irroriti  3<*  *ic 

tutto  la  riputatione  del  noflro  dominio ^grande  la  fama  delle  no/ire  ricchezze,  qui  ftaliche 
&  maggiore  l  opinione  confermatacon  fi  fpeffi,&  iHuftri  e/Tempi  della  nofira  ^«teniire* 
unionc>& '  cofiantia  alla  conferuaticne  del  noflro  fiato  ì  non  ardirà  il  Re  di  s'è  ueduto 
Francia  di  affali  arci  fé  non  congiunto  con  molti,ò  almeno  col  ?xe  da'  Romanij  i^Sfto 
l'unione  de  quali  è  per  molte  cagioni  fottopofta  a  tanta  dijficultà,  che  ècofa  *<*ei  Reg»? 
Uana  il  prenderne,  ò/peran^a,  ò  timore  :  nèlapace,che  bora/pera  diottene-  qu^ieprefta 
teda  principi  uicini  di  là  da  monti  firr a  perpetua  :malìnuidiaXìhimicitie\  niente  otte 
il  timore del  fuo  augumento  deflerà tutti  queglUcbe  hanno  fccofo  odio,ò  emù  ì^ente  ran- 
latione  :  &  è  cofa  notiffima  quanto  I  FR^AT^CESI  fiano  più  pronti  ad  acqid . cho  da  ìo\ 
fiare,che prudenti  a  conferuare  ;  quanto  per  l \  impeto ,&  infolè%a  loro  diuèii  ikhe  foggia 
noprefio  efofi a  fiddit'uperò  acqui/laro  }che  barano  Milano; haranno più  to-  .  &ne  i°i  h\ 
fio  necejfità  d  attendere  à  conferuarloyche  comodità  dipenfare  d  nuota  di  fé-  Gitmiao 
tnùperche  Vl<t  Imperio  nuouo  no  bene  ordinatole  prudentemente  zouerna-  nelu  fui°: 

•  ri       7        >  r       •     .  i-i-  n         i-    i  »  lattone  ccal 

to  ;  aggrauapiu  prejto,cbe  e  j accia  impotente  chi  1  acqui/la  :  diche  quale  ef  finedtU'ora 
femp.o  è  più  tre  fio  >&  più  illuftre,  che  l'è  (Tempia  della  uittoria  del  Re  paffa  li°n  ddZtl 

*  ,       ■;         1    r  (.    »  j  ■    -,   F  ri      •    •  w-i  \J        uifano.dilco 

to,concra  liquaieji  contieni  tnjommo  odio  il  dejideno  incredibile,  con  che  e-  prendo  i  di 
ra  fiato  ritenuto  nel  Reame  di  Tslapoli  §  7{on  è  adunquemfi  certoynè  tale  il  H*{  d-e>  v| 
pericolo,  che  ti  può  dopo  qualche  tempopcruenire  della  uittoria  del  Re  di  plica  il  buie 
Francia  ,  che  per  fuggirlo  babbiamo. a  uolcre  Jtarc. in  un  pericolo  pre-  ciardjno* 

fentCj 


I    T   P,    R    0 

fcvJe>& "di  grand fiffimo  momento:  &  il  rifiutare  per  timore  de  pericoli  futu* 
rhy^  incerti,  fi  ricca  parte,  &  fi  opportuna  del  Ducato  di  Milano  inon  fi  po- 
trebbe attribuire  ad  altroché  àpufìllanimità ,  &  abiettionc  d  animo  yuituperaf 
bde  ne  gli  huomini  priuati,non  che  in  una  Rcpublica  più  potcte>&  piuglono- 
fahche  dalla  Romana  in  fuor  a  fi  a  fiata  gì  amai  in  parte  alcuna  del  mondo* 

S  0  IsfJ)  r  are, &  fallaci  l'occafioni  sìgrandi:&  èprudentia,  &  magnani- 
niità,quando  fi  offerivano  faccettarle;  &  per  contrario  fommament  e  riprenfi 
bile  il  perder  le, &  L*A.  Troppo  curio fa  jàpientia,&  troppo  confideratrice  del 
futuro  ;  è  fpeffo  uituper abile  :  perche  le  co  fé  del  mondo  fono  fottopoflea  tanti  >. 
<Ò~fi  uarij  accidenti  ;che  rare  uolte  fuccede  quel  che  gli  huomini  etiandio  fauij 
fi  hanno  immaginato  hauerè  ad  effere;  &  CHI  lafcia  il  bene prefente per  timo 
rtdcl  pericolo  futuro ,  quando  non  fia  pericolo  molto  certo ,  &  propìnquo;  fi 
troua  fpeffo  con  difpiacere  ,&  infamia  fua  hauere  perduto  occafioni piene  di 
utiUta\&  di  gloria,per  paura  di  quegli  pericoli, che  poi  diventano  uaniper  le- 
quali  ragioni  ilparere  mio  farebbe,chefi  accettaffe  la  confederatane  contraii 
Duca  di  Milanoiperche  ci  arreca,  ficurtàp 't fente, dignità  apprefio  atutti  iVo> 
tentati,&  acquiflo  tanto  grande,  che  ultra  mite  cercheremo,  &  con  trauagÌH 
&Jpefe  intollerabili  di  poterlo  ottener  e  ;sì  perla  importanza  fiia;come  perche 
favài  adito, &  laportadiaugumentaremarauigUofamenteiagloria,  &  l'ìm 
pmodtqnefiapotentiffimaRcpublica* 

Fu  udito  con  gr ade  alt  emione,  &  con  gli  orecchimolto  fauoreuoli  l  autore 
di  quefiafentenrxsa,&  lodata  da  molti  in  hi  lagenerofitd  dell 'animo fuo,&  l 'a 
more  uerfo  la  ?atrta.  Maincontrario  parlò  Marcinone  Triuifano, 

Emon  fi  può  negar  e,fapienti\fvmi  Senatori,che  l  ingiurie  fatte  daLodomca 
Sforila  alla  nofir a  Republica  nonftanograuiffime,  et  con  grande  offefa  della  no 
firn  dignitàmondimmo  quanto  elle  fono  maggiori,  &  quanto  più  ci  commouo- 
no'ytantopiu  É'TROT>RIO  ufficio  della  prudentiamoderare  lo  fdegnogiuflo 
con  la  maturità  del  giuditio,  &  cw  la  confideratione  dell  utilità ,  &  intere fie 
publico:percheil  temperere  fé  medefimo,&  uìncere  le  proprie  cupidità,  ha  ta- 


ne aquefloSenato  y  itquale  appreffo  a  tutte  lenatìoni  ha  nome  fi  chiaro  di  fa- 
piemia ,  &  che  projjìmamente  ha  fatto  profeffione  di  Liberatore  d'Italia  dd\ 
Francefhproporfi  innanzi  agliocchil  infamia,che  glirifulterà  fehorafarà  ca 
giónedifaruegli  ritornare,&  molto  più  il  pericolo, che  del  continuo  ci  farà  im 
minente,  fé  il  Ducato  di  Milano  peruerrà  in  potere  del  Re  di  Francia  :  ilquale 
pericolo  chinon  confiderà  da  fé  ftefio  ifiYiduca  in  memoria  quanto  terrore  ci 
dette  l  acquifto,  che  fece  il  Re  Carlo  di  Ì^apoli:dalquale  non  ci  riputammo  mai 
ficuriyfenon  quando  fummo  cogiurati  contra  lui  con  qua  fi  timi  i  Tr'mcipi  Còri 
fi i ani: et  nondimeno, che  comparatione  dall uno  pericolo  ali altro? Tvvcheqkel 
Re,  pnuato  di  quafi  tutte  leuirtu  Regie,era  Trinape  quafi  ridicolo ,  &  il  Ri* 
$no  di  'popoli  tanto  lontano  dalla  Francia  teneva  in  modo  di infere  for%e;fut\ 

che 


QJV    A  41    T  o.  m 

the  quajì  irìriébóthitt  più  che  accrcpceità  là  fuapotentia;  &  quello  acquìflo  per 
il  timore  de  gli  flati  loro  tanto  contici,  gtifòé'etià  nimiciflimi  il  Tapa,  -&à  Re 
di  Spagna,  de  qital  bora  l  uno  fi  sà.cbeba  diuerfi  fini,  &  che  gli  altri  infafzi- 
diti  delle  co  fé  d'Italia  non  fono  per  implicanti  fi  fcn7sa  grandi flim a neceffl'cà . 
Ma  quello  nuouo  Re  per  la  uirti)  propria,':  molto  più  da  temere,  che  da  fl/rez^ 
7are:&  lo  flato  di  Milano,?  tanto  congiunto  col  Reame  di  Francia,  per  la  com 
modità  di  foccorcrlo  ;  non  fi  potrà  fycraredi  cacciamelo,  [e  non  commcucndo 
tutto  il  mondo:&  pero  noi  memi  a  fi  maraviglio  fapotenria;fiareffio  nel  tempo 
della  pace  in  grani  fp/ma  Ifefit,  &  fofpetto,  0*  in  tempo  di  guerra  faremo  tari- 
to  ejpofiìatte  ofefe  fu?,  he  farà  Aiffialiffimo  il  difenderci:  &  certamente  io  no 
udiva  fenica  ammiratone,  che  chi  ha  parlato  innanzi  ame,daunapartenon 
temeua  di  uno  Re  di  Francia,  fignore  del  Ducato  di  Milano;dall  altra  fi  dimo- 
fìraua  in  tanto  flpamnio  di  Ij^douieo  Sforza  Principe  molto  inferiore  di  forre 
a  noi,&  che  co  la  timidità  &  au  ariti  a  ha  meffo  fempre  in  grane  pericolo  lim 
prefe  fue:  fyauentauanlo  gli  aiuii,che  bar  ebbe  daaltri,come  fé  fufìe  facile  in 
fare  intante  diuerfità  d'ani  mi, &  di  tioloTità  &  in  tanta  uarietàdi  conditioni 
tale  unione;  o  come  fé  nonfuffe  da  temere  molto  più  una  potentia  grande  uni- 
ta fatta  infiemcyche  lapotentia  di  molti.iaquale  come  hai  mouimenti  diuerfh 
cofi  ha  diuerfe,  &  difeordanti  l  operationuconfdaua.cbe  in  coloro,  i  quali  per 
uarie  cagioni  de fiderano  la  no/ira  declinai  ione;  fi  tr  aiterebbe  quella  prudentia 
da  uincereglifdegni,  &  le  cupid.ua ,  che  noi  non  frolliamo  in  noi  mede  fimi  a 
raffrenare  quefli  ambitiofipenfieri.lslè  io  soperchi'  dobbiamo  prometterci ,cht 
nel  Re  de  Romani,  &  in  quella  nationepofi \ipvi  l  emulazione,  &  lo  fdegno 
antico>&  nuouo  contrail  Re  di  Francia' fé  acquifìerà  Milano,chei  odioinue^ 
terato ,  che  hanno  contra  noi ,  che  teniamo  tante  terre  appartenenti  alla  afa, 
dìiAuflria,  &all  Imperio .  Islg  so  perche  il  Re  de  Romani  fi  congiugnerà  p-iu 
uolentieri  con  noi  contra  il  Re  di  Francia,che  con  lui  contra  noiian^i  è  più  uè 
rifimile  l'unione  de  Barbari  nimici  eterni  del  nome  Italiano,^  ad  una  preda 
più  facile '.perche  unito  con  lui  potrà  più  fperare  uittoria  di  noi ,  che  unito  con 
minori  potrà  fperare  di  lni;fen7a  che  l  anioni  fue  nella  Legapaffatay&_q:  ci- 
ào ucne  in  Italia;  furono  tali, che  io  'non  so  perche  caufa  shabbia  tato  a  de  fide* 
rare  di  hauerlo  cogimito  ficco. hacci  ingiuriato  Lodouko  grauiffìmaméte:  neffk 
no  lo  negaima  no  è  prudentia  metiere,per  fare  uen dettale  cofi  proprie  inpe  i 
colo  sì  grane:  nèuergogna  affettare  a  uendicarfigli  accidéti,&  l '  occafionhchv 
pub  affettare  una  Republica:  an^i  è  molto  uituperofo  lafciarfi  innanzi  altem 
potraportaré dallo  fdegno :&  1s(ELLE  cofe  degli  flati  è  fomma  infamìa,quan 
do  l'imprudenza  è  accompagnata  dal  danno  :  non  fi  dir  a  >  che  quejle  ragioni  ci 
muouino  ai  una  imprefafi  temeraria,ma  figiudicheràperciafcuno,che  noifig. 
mo  tirati  dalla  cupidità  d  hanere  Crefnona  :  però  da  ciafeuno  farà  defiderata 
la  fapiétia,&  la  granita  antica  di  quefloS  enato  ;ciafcunoftmarauìglierà,che 
-noi  inconia.no  in  quella  meàefima  temerità,nellaquale  ci  marauigliammo  tan 
tomi  j  che  fujfe  incorfo  Lo  ionico  Sfor7^a .,  d\  battere  condotto  il  He  di  Francia 

in 


in  Italia  :  Tacqnìfìo  è  grande,  ■&  opportuno  a  molte  co  ferma  tonfiàcnfi  fé  fi  A 
maggiore  perà  i  ta  l  haucre  unoRédi  Francia  Signore  dello  flato  di  Milauo:có- 
fidenfi  quanto  fi  a  maggiore  la  nojìra  potentia,&  riputatione;ò  quando  fiamq 
ì  principali  di  Italiano  quando  in  Italia  è  uno  Trincipc  tanto  maggior  e, &  tan 
to  ulano  a  noi .  Con  Lodouico  Sforma  habbi amo  altre  uoltehauuto  5  &  difcor- 
dia>  &  concordiaicofi  può  tra  noi,  &  lui  accadere  ogni  giorno,  &  la  affienita 
di  Tifa  non  è  tale  ,che  non  fi  pojfa  trottare  qualche  rimedi  o;nè  inerita,  che  per 
queflo  ci  mettiamo  in  tanto  jjrecipitio  :  ma  co  arance  fi  iti  e  ini  haremo  fempre 
discordia  :  perche  regneranno  fempre  le  medefime  cagioni  ;  la  diuerfnà  de  gli 
animi  tra  i  Barbari ,  &  gì' Italianità  fuperbia  de  Francefi;  Iodio  colquale  i 
Vr'mcipi  per  feguitano  fempre  le  Republiche,  &  l  ambinone ,  che  hanno  ip'm 
potenti  d  opprimere  continuamente  i  meno  potenti:  &  però  nonfolo,non  m  va- 
nita l  acqui  fio  di  Cremona,anxi  mi  fbauenta:  perche  hara  tanto  più  occafioney 
&ftimoliad  offenderci;  &  farà  tanto  più  concitato  da  Milane  fhche  non. pò* 
iranno  tollerare  l  alienatane  di  Cremona  da  quel  Ducato:  &  la  medefima  ca* 
gione  irriterà  lanationeTedefca,  el  Re  de  Romani  :  perche  medefimamentc 
Cremona,&  la  Ghiaradadda  è  membro  della giurifdittione dell  Imperio.  1>iprt 
farebbe  almeno  biafimata  tato  la  noflra  ambitione,nè  cercheremmo  con  nnoui 
ncqiiifli  farci  ogni  giorno  nuoui  nimic'h  &  più  foretti  a  ciafcnno.Terilche  bifix 
gnerà  finalmente,  ò  chenoidiuentiamo  fuperiori  a  tutti, ò  chenoifiamo  battn 
ti  da  tutti:  &  quale  fi  a  più  per  fucc  edere ,  è  facile  a  con fid  erare  a  chi  non  ha, 
Metto  d'ingannar  fi  da  fé  medefimo  :  la  fapientia,&  la  maturità  di  queflo  Se- 
nato è  fiata  conofciuta,&  predicata  per  tutta  Italia,&  per  tutto  il  mondo  :no 
vogliate  macularla  con  sì  temeraria ,  &  sì  pericolo  fa  deliberatone  :  LjL- 
SCIlARSF  traportare  da  gli  fidegni  contra  l  utilità  propria;  t  leggierexga: 
STIM.ARE  più  i  pericoli  piccoli,  che  i  grandi  (fimi  è  imprudentiadequali  due 
cqfe  effendo  alieniffime  dalla  fapiètia>&  granita  di  queflo  Senato;  iononpoffo 
fenonperfuadermiyche  la  conclufione,chefifarà;  faràmoderata,&  circo fpet 
t a  fecondo  la  uoflra  confuctudìne.  . 

-    TJonpotette  tanto  quefta  fenten%a,fofientata  da  sì  potenti  ragioni,  <&'  dal 
i  autorità  dimolti, che  erano  de  principali,^  depiufanij  del  Senato,  che  m 
fot  e/se  molto  più  la  fenten%a  contraria  concitata  doli  odio ,  &  dalla  cupidità 
klel  dominare, nehementi  autori  di  qualunque 'pericolo fa  delibcmtione:  perche 
■era  fmifurato  l  odio  conceputo  negli  animi  di  ciafeuno  contra  Lodouico  Sfor- 
lS§a ,  né  minore  il  defiderio  di  aggiugnere  ali  Imperio  Veneto  U  città  di  C)\ 
ma  col  fuo  Contado,&  con  tutta  la  Ghiaradadda,  aggiunta  fumata  affai  :  per- 
che ciafeuno  anno  fé  ne  traeuanod  entrata  almeno  cento  mila  ducati,  &?nol 
to  più  per  l  opportunità  :  conciofia  che  abbracciando  con  quello  augurtieto  qua 
fi  tutto  il  fiume  dell  '  Oglio;diftendeuano  i  loro  confini  infimo  in  fui  To,  &  am- 
-pliauangliper  lungo  jpatio  in  fulfiome  dell. Ad  la:  et  apnrcfjandofi  a  quinii- 
■  ci  miglia  alla  città  di  Milano,  &  alquatopiu  alle  città  di  l?iaccn7a:csdi  Tar 
ffaa  ;p 'arcua  loro  quafi  aprir  fi  laflrada  ad  occupare  tutto  il  Ducato  di  Milano , 

>•<;  (IH."'- 


"Q^V    A    R    T    O;  1*3 

qualunque  unita  il  l{c  dì  Francia  haueffe,ò  nuoui  penfieri,ì  potente  difji- 
Cidtà  di  là  da  monti:  il  eh  e  potere  [accedere  innan^hche  pafjaffe  molto  tem 

%  pOydauafferaw^a  a  la  natura  de'  Frane  e  fi  piti  atti  ad  acquifiare,che  ama 
tenere;  l' effere  qua  fi  perpetua  la  loro  F^pMitf^&  nel  liegno  diFracia  ac 
cadere  fpeffotfer  la  morte  de'l\e  uariationidi  pen[ieri,&  digouerni;  la  dif  a.  Nell'ora 
ficultà di  confieruurfi  la  beniuoìetia  de' [additi ver  la  diuerfità  del  [angue,  tonio  Gu • 
&  de  cofiumi  Francefi  co  "l'Italiani.  Vero  co  fermata  col  noto  de1  più  que  ™ani  p.o{U 

t  jìa [cntentia;comefjòno  a  gli  Oratori  loriche  erano  appreffo  al  B^,che  bco  quefta  dei 
(hiudeffero  con  le  condìtioni  offerte  quella  confideratione;  ogni  uolta,  che  J"U(ktto  ; 
in  efìa  delle  cofe  di  Tifa,  non  fi  trattale. questa  eccettione  turbò  non  me-  cjuefto  me 
diocremente  l'animo  del  ^perche fferanà  col  me%o  del  dipofito  unire  al  f^°t^ 
l'imprefa  [uà  i  Vinitiani,e  i  Fiorentini;  &  [apendo  yche  già  i  Vinitiani  era  Fràcefi,  che 
no  inclinati  a  rimouerfi  per  accordo  dalla  di  fé  fa  di  Vifa;gli  pareua  conue  [?na  J'!^ 
niente,chepiu  pretto  douefìero  [arlo  in  modo.che  fi  accrefteffe  facilita  al  ftar- ,  che 
la  vittoria  dello  flato  di  Milano;  poiché  haueua  a  ridundare  a  beneficio  ^feruaM* 
Commune;  che  per  hauere  alquanto  migliore  conditione  nella  concordia , 
effere  cagione,  che  i  Fiorentini  reìiafjero  congiunti  con  Lodouico  S[or%a;  £  J^^ 
per  il  me%o  delquale  [apendo  tener  fi  la  pratica  di  Ferrara;  haueua  no  pie  che  a  y inc- 
eda dubitatione,che,conchiudendofi  per  [uà  opera*  né  i  Vinitiani,nè  i  Fio  ^Jjjj 
ventini  alla  fine  fuffero  con  lui. Vero  parendogli  poco  prudente  quella  de-  mente  ta  Re 
liberatione,per  la  quale  reflaffe  in  dubbio  dell'una,  &  dell'altra  I{epubli-  l^ezlite 
ca,& [degnato della  diffidentia,che fi dimoftraua di  hi; fi  inclinò  a[are  confiaciaj 
più  prefto  la  pace,che  cotinuamente  fi  trattaua,col  I{e  de' Bimani, con  con  ^»eia  mfrp . 
ditione.che  alluno  fuffe  libero  fare  la  guerra  contra  Lodouico  Sforzaial-  giio  ha«e* 
l'altro  il  [aria  cotra  i  V 'ini tiani.  Fece  adunque  rifondere  da'  deputathche  *  *  ac  j  chC 
trattauano  in  nome[uo  con  gli  Oratori  Vinitiani,non  uolere  conuenire  co  che  un  tra- 

c  loroffe  infime  c  non  fi  daua  perfiettione  al  dipofito  trattato  divffa:  &  a  efsé4o*chia 
quegli  de  Fiorentini  di ffe  edi  medefimo,che  fleffero  ficuri ,  che  non  concor  «nato  Loda 

j       i  i  >  j  '  tir  n  £  uicoStorza: 

derebbemaico  Vinitiani  in  altra  forma.  Ma  non  lo  lafciarono  fi  are  fer-  iiquaie  ai- 

mo  in  qnefio  propofito  il  Duca  Valentino  ,&gli  altri  agenti  del  Vontefi»  ^hc^nvì- 

€e,  &  il  Cardinale  di  San  Viero  in  Vincola,  Gianiacopo  da  Tviul%i>&  tut  ua  di  «cóci 

ti  quegli  Italianiycbe  per  gliintereffi  proprij  lo  incìtauano  alla  guerra  :  i  ^«a ?v£ 

gitali  conmolte, &  efficaci  ragionigli  perfuadeiw.no ,  che  per  la  potentia  nuiani ,  & 

déVinitiani,&  per  l'opportunità  che  haueuano  ad  offendere  il  D  ucato  di  Yo  coTiorl 

Milano ;non  poteua  effere  pin  pernitiofo  configlio,che  priuarfi  de'  loro  aiu  tini,  &  co*i 

U  per  timore  di  no  perdere  quegli  de'Fioretimd  quali  p  i  trattagli  loro,et  t^Lefrlm 
perche  erano  lontani  a  quello  fìato;poteuano  ejjergli  di  poco  profitto  :  & 

che  queflo  facilmente  cau  fer  ebbe ,  che  Lodouico  Sforma ,  rimouendofi  per  cJ^™"j£ 

ticonciliarfi  co'  Vinitiani  dal  fauore  de'  fiorentini,  ilche  era  fiato  cau-  il  Re  a*  vini 

[a  di  tutte  le  difior  die  tra  loro  ;  fi  riunirebbe  con  effi  :  donde,  che  diffi-  p™ffeÌofec 

calta  [ufi ero  per  nafccrcefjend'j  congiunti  i  Vinitiani ,  &  Lodouico ,  di-  te'miu  ca- 

V        niomffi^'Lt, 

&  ghddiero  mille  libre  d'oco,Sc  e  (lì  promitèro  le  gentii.ma  negarono  i  den,3ii,come  fcr;ue  il  Bembo. 


Libro 

moflrjìfijc  non  per  altro,per  lafperien^a  degli  anni  pajjati:  perche  fé  be 
ne  nella  Lega  fatta  contra  Carlo  fuffe  concorfo  il  nome  di  tanti  l\e;  nondi- 
meno  le  for^e  folamente  de  Kinitiànù&  di  Lodouico>bauergl:  tolto  Tyo- 
ttara^  difefo  fewpre  contra  lui  il  Ducato  di  Milano .  l\i  cor  da  u  angli  tfie 
re  fallace 'y&  pericolo  fi  con  figlio  il  fare  fondamento  in  sa  l'unione  co  Maf 
fimìlìano:nelquale  fi  erano  infimo  a  quel  dì  ueditti  i  difegnì  maggiori ,  che** 
lafacultà,  ò  la  prudenza  del  colorirgli  :  &  quando  purefufie  per  battere 
fuccejfi  più  projperiycbe  per  Tadietro  ;douerfi  confi  derare  quando  fuffe  a- 
propefito  l'augumcnto  dyun  nimico  perpetuo,  &  sì  acerbo  alla  Corona  di 
Francia:  con  lequali  ragioni  commoffero  in  modo  il  l\eyche  mutata  fenten 
Za-yConfentì ichc  fenya  parlare  più  delle  cofe  di  Tifa;  fi  cochiudefie  la  con- 
federatane co*  Vinitiani:  nellaqualefu  conuenutoyche  nel  tempo  mede/i- 
monche  egli  affaltaffe  con  potente  efiercito  il  Ducato  di  Milano;  efji  dall'ai 
tra  banda  facef] ero  di  uerfo  i  loro  confini  il  mede  fimo:  &  che  guadagnan- 
do fi  per  lui  tutto  il  reflo  del  Ducato;Cr emona  con  tutta  la  Ghiaradaddat 
eccettuata  però  la  ritta  d'adda  per  quaranta  braccia  ;  s  acquiflaffe  a!  Vi 
nitiani:  &  che  acquiflato  che  haueffe  il  I\e  il  Ducato  di  Milano  ;  i  finiti* 
ni  fu  fiero  obligatiper  certo  tempo,&  con  determinato  numero  di  canalli, 
&  di  fanti  a  difenderlo:  &  dall'altra  parte  ilì\efufie  tenuto  al  mede  fimo 
per  Crcmonay&  quello  poffedeuano  in  Lombardiayet  infimo  a  gli  (lagni  Vi 
nitianiz  laquaL  conuentionefu  contratto  con  tanto  fegretoy  cheaLodoui 
a  rome  poi  co  S fior%a  flette ^occulto  per  pia  mefite  fuffe  fatta  tra  loro  folo  confede* 
•Mfcber  (km  ratione  a  difej aycome  da  principio  era  flato  folamente  publicato  nella  Cor 
to  il  ce**?  te  dì  Francia^  a  Vinetia;  afe  pure  uifufsero  capitoli  concernenti  l'of- 
fa ti  ìuS  fefafuaznèìl  Vapa  medefìmoyche  era  tanto  congiunto  col  R^ypotette  fé  no 
dourc*  e  i  tardi  hauerne  certezza.  Fatta  la  Lega  co  Vinitiani;  il  B^efen^afare  più 
ue-™*e  mtntione  di  Tifa;  propofe a!  Fiorentini  conditioni  molto  diuerfe  dalle  pri 
bo,  che  a  me:per  Uquak  ca?ioney&  per  le  moleflieycbe  riceueuano  da'  Vinitiani,e~ 

firn  ntoaf-  f     _     *   .  *>«  J  «       /»     »  »•     ,  >  ■•     •  i    •  t  è 

fci  di  re  me  rano  tato  ptu  neccJJitaU  adaccosiarji  al  Duca  di  Mtlanoycon  gli  atuti  del 
*ì€fiw?:  p"  qwtU  le  cofe  loro  profberauano  continuamente  nel  C afintino:  doue  i  nimi 
&*  tempre  ci  danegghtijpeffo  da  foldatiy&  da  paefaniy&  cobattedo  co  la  difficultd 
e* 7r  delle  uettouagliey& ffecialmete  di fòftentarei  caualli;fi  erano  riflretti  in 
fuò  betìepu  Bibbiena,&  ì alcune  altre  piccole  terremo  intermeìtedo  però  la  dtligetia 
luwoìe*  ^  tenere  i  paffi  dell' >AppeninQyf  battere  aperta  la  uia  del  foccorfioyet  la  fu 
afv-niiiam,  cultayquado  piirefiuffiero  necejjitatiy  di abbadenare  co  minore  danoil  Ca~ 
wrf£fi  hf-  fiatino,  Terò  a  guardia  delptjfio  di  Motalonefit  era  fermato  Carlo  Or  fino 
webben  uo  co  le  fuegeti  d'arme^  co  cento  fanti  ;  &  più  baffo  quello  della  V  ernia  fi 
ììTe  di  Si  guardavia  dall' ululano:  &  da  altra  parte  Tagolo  Vitelli  procedendo  ma 
turamete  fiecodo  il  cofueto  fuoyfoi  che  gli  hebbe  ridotti  in  sì  pochi  luoghi  ; 
fi  sfor^aua  dì  coftrignergli  a  partirfi  dalpafiò  di  Mot alone, co  intetione  di 
mettere  poi  in  neceffitàydi  fare  il  medefimo  coloro3che  guarda uano  il  paffo 
della  V  ernia.:  accioche  le  goti  Vinitiane  rifirette  in  Bibb  iena  fola  >et  circo 

dati 


cu. 


Q_V     A     R    T     O.  i      iU 

date  per  tutto  dà nimm,&  da  monti  fo  f afferò  unite  facilmente ?,ò  /!  co/w- 
niafieroper  loro  mede fime  offendo  ma(fìmamete  molto  diminuite  :  perche 
t  olirà  qneglhcbe  erano  fiati  bora  qualora  làJnaHpatifi  n  erano  *  per  la    ;£«««• 
incommcdità  delle uettovaglie,&  diffcultà  ài  fìcuri  alloggiamenti,  parti  ie  uettoua. 
ri  m  più  mite  fin  di  1 5  co.cauaili9&  moltiffimi  fanti;  de' quali,  a  fi  aitati  f^J^ 
nel  pafiare  dell'alpi  da  paefanija  maggiore  parte  bavetta  ricevuto  gra   Guidobai  - 
uiffimo  danno.  Coflrinfono  alla  fineqvtjie  diluita  Carlo  Or  fino  adabba  *ffi™ 
donare  co  fuoi  ilpaffo  di  Mont alone 9non  fen%a  pericolo  d'èfkre  rotti  :  per  ch>r3  i« 
che  (apendo  fi  non  potè  uà  più  dimorami, molti  de'  faldati  de  F  iorentini  >  gjjjjj^ 
dr  de  gli  bvomini  del  paefe,cbe  fìauano  vigilanti  a  q;tefiaoccaftone',gli  a f-   eauafJi  akl 
[aitarono  nel  camino  :  ma  effi,h  avendo  gidprcfo  il  vantaggio  de'pajjiyben  ^  -  JJ£j 
the  perdeffero  parte  de  carriaggi;  fi  diffono,&con  danno  non  piccolo  di  nud  furono 
qiteglhchedifordinatamentegllfeguitauano  .  L'esempio  diCarloQrfino  P/^J  ,  ' 3£ 
/a,per  /e  medefime  ne  ceffi  tà,feguitato  da  queglucbe  erano  alla  Vcrnia,&  *™£™*l 
a  Cbiufa,che  abbandonati  queipaffi;  fi  ritirarono  in  Bibbiena:  otte  fi  ferma  M^lo°cr5 
tono  il  Duca  d' Vrbinoj Muiano^fior  re  paglione, Vi  ero  Marcello  Vro  %™fi£- 


ueditore  Vinitiano>&  Giuliano  dt  Medicar ìferuatifi  per  guardia  di  quel  Jsht  cporrta'_ 
la  termiche  fola  tenevano  in  Cafentino,feffanta  cavalli,  &  feti. ecento  fan  uà  ««Bibb* 
li:né?lifoftetaua  altroché  lacerata  del  joccorf obliquale  1  Finiti  ani  pre  fo;0o.!oida 


00. 
ire 


parauano,giudicàdo,cbeinqvatoalla  con  fer  vat  ione  de  II' b  onore  3  &mol-  ;|j;a £ot;ire 

topiu  a  far  fi  migliori  le  condir  ioni  dell'accordo;  import  offe  non  poco  ti  no  aarono  prl 

abbandonare  totalmentelimprefa  del  Cafentino  :  &però  il  Conte  di  Viti  S>°«. 

b  gitano  raccoglieua  a  Ravenna  con  gran  prefle%^a^  le  genti  difegmtea  b  u  gentt 

foccorrerlajollecitandolole  ftefse  querele  del  Duca  d'Fr bino,  &  de  gli  gg£gj» 

fl/rr/.-  *  quali,  fignifìcando  cominciare  a  mancare  loro  le  vettovaglie  ;pro-  tigll2no  do^ 

teflauanotjfere  ridotti  a  mancamento  tale  di  vìvere*  che  Infognerebbe,  JjJ^JJjj 

he  per  faluarfifacejjeroprcfto  patti  co*nimici:&per  contrario  kareojo-  bknr,  h,u« 

io  defiderato.il  Duca  diMilano,ei  Capitanile  erano  nel  Cafentino  per-  «»«  «g- 

iy»  r.   -^  }*nfL..~~~+',~„n  AivìUUìPYì/t'rì?'  tiern  dimadaiianOsChe    libili  à/ n..T. 


,«0 


*e»*>e  al  foccorfoyco  l'ejpugnatione  di  Bibbiena :&  pero  dimadauano,  che  UaiiiA  qUa; 
^  aggiugnefìero  quattro  mila  fanti  a  quegliyCÌ)  erano  nel  capo.  Marepu-  ^jfc/Jg 
piavano  al  defider io  loro  molte  difficultd:pcbe  inpaefe  freddo,&*lf>ejire  darern  q& 
ìtephche erano a$riffimi;impeàiuanoafi 'ai ^anioni  militarne iFioretì-  Ee4£°- 
,m  no  e^ao  wo/f  0  protiÀquefla  pwuifionespartep  efjere  molto Jtraccin  p 
le  %raui,&  lunghe  $ejefatte,&  che  continuamente  faceuanoipartc  {che  , 
ne/Ai  città,per  altre  cagioni  poco  Locorde;fieraf coperta  nuova  diffenfio-  > 
ne,efiUo  alcuni  de  cittadini  fautori  di  Vagolo  ViteUnaltri  inclinati  ad  ef  * 
f altare  il  Cote  Fjnuccio,antico,&fedele  códottkre  di  quella  %epnbltca,et  J 
ebe  baueua  in  Fire^e  pareti  di  autorità;  ilquale  caduto  p  l'auuerfitàyche  j 
bebbe  a  Santo  tegolo Mia  fpera^a  del  primo  luogo ,mal  uolotien  tollera  | 
uà  vederlo  trasferito  a  Tagolo:&  trouàdosicon  lacÒpagniafua  in  Cafen 
tino;no  era  pronto  a  quelle  imprefe,dallequali  poteffeaccrefeerfi  la  ripu- 
tai ione  di  chi  bar  ebbe  defiderato  deprimere.  DiueUmno  maggiori  qutlte 

pi         difficili- 


LIBRO 

affienita  per  la  natura  di  Vagolo, uantaggioio  ne'  pagamenti,  difficile  co 
Commeflarij  Fiorentini^  cbcfp:ffo  nella  deliberatione,&  cfpcditione  del 
le  cofefi  arregaua  pia  autorità,  che  non  panna  connenkntt  :  &  pure  al- 
Ihora  baueua  sc'za  faputa  de  Come ff ari], co 'ceduto  al  Duca  d'orbino  ama 
•a  Et  poco    lato,*  faluocodotto  dipartirfi  fteur  amate  del  Cafen  tino: fiotto  la  fidanza  a 
prima  non  delquale  faluocondotto,  fi  era  partito >oltr a  lui  Giuliano de 'Mediato  gra  ; 
eiro "  Duca    ne  difbiacere  de' Fiore  tini ,cbe  fi  ffuadeuano,cbefe  al  D uca  fi  fuffe  d/fficul 
ammalato^    tat0  H  par  tir  fi, che' l  defiderìo  d'andare  a  ricuperare  nello  flato  fuo  tafani 
S?re  un  n.e  tà;t' bar  ebbe  corretto  a  concordare  di  leuare  legeti  di Bibbiena  :&  fi  do  le 
dico.kcódo  Uanofimilmetc,che  a  Giuliano  ribelle  prima,  et  ebe  poi  era  utnuto  co  Far 

cne  dice  il  J  i  .  t  i    7     /  •; 

sembo.       me  contra  la  patria ;fuffe  Hata  fatta  jen%a  faputa  loro  tale  babuita.  To- 

glieuano  quefie  co  fé  fede  in  Virente  aconfigli,&  alle  dimande  di  Vagolo; 

&  molto  più,  ebe  la  guerra  non  procederla  con  molta  fua  riputatane  ap- 

prcfso  al  popoloipercbe  &  qualche  fattione  importate  era  Hata  fatta  più  ■ 

da'  paefani,  ebe  da 'foldati;  &  percbe,per  l'opinione  grande,  che  haueua- 

no  del  fuo  ualore  ;  s'erano  promeffì  molto  prima  la  uittoria  de  nimici,  at 

tribnendo,com  è  natura  de*  popolila  non  uoler  quello,  ebe  fi  doueua  attri 

buire  più  preflo  a  non  potere,per  l'afpre%^a  de3  tempi,et  per  lo  mancarne 

...  to  delle  prouifioni  :  &  però  tardando  fi  di  fare  l'augumeto  de  quattro  mi 

bagno  uene  lafanti;hebbe  tepo  il  Conte  di  Titiglianodi  uenire  adElci,caftello  del  Dm 

gio.  Paolo   cat0  $Vrbino,uicino  a'  confini  deFìorentini,oue  prima  era  Carlo  Orfano, 

Gradinico  .  ,     '         .  J  J      .  «  _  rn 

có  4-compa  &  Viero  de  Medici ,  &  ouefifaceua  la  mafia  di  tutte  le  genti  per  pajjare 
IT&  ui'pie^c  l'operino  dequali  fi  ordinauano  come  più  atte  alla  forte7ga,&  alla  penti 
4,'cafteiii:  &  ria  del  paefe,piu  copio  fé  affai  di  fanteria,cbe  d'huomini  d'arme  ;  &  quefli 
? airalt^a  Plu  Preft°  con  leggiere,che  co  grane  armadura.Fu  quefto  l'ultimo  sformo, 
un'altro  bé  ebe  fecero  i  Vinitiani  per  le  co  fé  del  Cafentino  :  ilquale  per  interromper 
ikc^huo  -"  ePa%°l  Vitelli,laf ciato  leggier 'ajfcdio  intorno  a  Bibbiena,^  la  guardia  m 
'  ino  forno,  ceffaria  a'pajji  opport imitando  col  refio  delle  geti  alla  Tiene  a  S .Stefano, 
c5  6oo.°foY  terra  de' Fiorentini,  fituata  a  pie  dell' Mp'hper  opporfi  a  nimici  nello  fee 
dati  :  ma  ui  dere  di  quelle  :  ma  il  Conte  di  Titigliano,  bauendo  inna:nfn  a  fé  l'jLlpi  ca~ 
TOono°,  '&  Ylc^€  di  neue,&  a  pie  dell'alpi  l'oppofìtione  potente^  la  fi  rettela  de* 
poi  preio  il  paffi,difficili  quando  non  fi  ha  oflacolo,non  ebe  altro  ne' tempi  benigai,afu\ 
che  però  dù  perarernon  ardì  mai  di  tentare  di  psffare,con  tutto  che  congrani  querele 
ce  ìi  Bébo ,  ne  fujfe  tnolto  (limolato  dal  Senato  Vinitiano,  più  uebemente, fecondo  di- 
sile a' vini  cena  egli>a  morder  lo,che  a  prouederlo  :&fe  bene  glifnffero  proporli  di  fi 
tìani  per  ri-  fegni  <//  qualche  diuerficne,  &  già  h  in  Valdib agno  fuffe  data  qualche  mo  l 
/eVgrandf,  lefiia  alle  terre  de  Fiorentini  ;  non  fece  per  que(io  momento  alcuno .  Ma 
iidB-bod  &  7W^°  Pm  procede uano  fredde  l'opere  dellaguerra;  tanto  più  rifcaldaua 
Girolamo  no  le  pratiche  dell  'accordo, desiderato  per  diuersi  rifletti  dall' una,&  dal- 

?hil  d!  Ra  * >ah ra  Parte:  ma  mn  meno  desiderato,&  fellecitato  dal  Duca  di  Milano: 
«enna  leggo  ilquale  ffrauentato  per  la  Lega  fatta  tra'l^e  di  Francia ,  e  i  Vimtiani;f\>t 

cnoVaUm*  raH(t  fbcfMcce.4e.n49ìMftac9WQriiaiirinitfani 

u 


Q^  V    A    R    T    O.  ii? 

la  pajjata  de'  Francefila  pervadendo  fi  di  più,  che  fodis fatti  in  queflo  ca-  »  Tf*1*^ 
fo  della  uolon$à,&  opere  jue;hauef]ero  almeno  in  qualche  parte,  a  mitiga  llC2  dell'ac- 
re l'mdignatione  concepita  contra  fé  :  fero  interpone  do  fi  tra  loro  appref  cordo  TO*M 
fo  ad  Hercole  da  EU  fuofuocero)  eofirìgneua  t  Fiorentini  a  cedere  a  qual  v„mu)il 
che  deftderio  dt  Viriniani:non tinto  con  ì'aum  ita  ( perche appnffo a  lo  Jf™*?*0^ 
ro,accortifi  delfuo  difegnv;  cominciane  già  ad  i  fieri:  jofp:  tta  la  ;  uà  mPer  dre  deirhi. 
pofitiont  )  quanto  con  l 'accennar e yche  non  fi  facendo  la  concordia  ;  Jan  b?  JJ;0^^* 
be  neccJJitato,per  lo  timore,-  che  haueua  del  %  di  Francia  ;  a  rrmuomrt  Jc,&  Anto- 
fé  non  tutte  dimenò  parte  delle  fue  genti  da  loro  f  inori. a  Trattoj]:  multi  £-°  Jf™* 


i  Fiorentini  :  perche  [ape  nano  i  Vinitiani  defuier  areiche  in  Hercole  fifa- 
b 


Antonio  Soderini,due  de"  puincipali,  &  de  più  prudenti  cittadini  della  lo  dr[ll°'f^ 
ro  I^epublica.  Jl  Vinetiafn  la  prima  difputationcje  Hercole  hautjse  con  reatini  ma- 
autorità  d'arbitro  a  finire  la  controuerfia;  ò  come  amico  ccmrnune  inter  jjjj3™  aUo 


e 


ponendo  fi  tra  le  parti;  a  cercare  di  comporle,come  in  fino  allora  fi  era  prò  ma  il  man- 
eedute  a  Ferrara,  &  ridotti  a  non  molta  difficultà  gli  articoli  principali,  f™Ql£\™ 
&  più  importanti,  Oueflo  defiderauano  i  Fiorentini, cono feendo  che  fjcr-  prometter 
cole  in  quello, che  hauefie  a  dependere  dall'arbitrio  fiso;  tern  bbc  e  più  co  jjjjjgjl 
to  della  grandezza  de'Vinitiani,cbe  di  loro,&  che  riducedoft  a  pronucia 
re  il  lodo  in  V  ine  tia; far  ebbe  neceffitato  tanto  più  ad  hauere  loro  maggior  [;  d;<£  a  B* 
ri  fretto  :&  quel  che  nofacefie  per  fé  mede  fimo;  l'indurrebbe  a  far  e  il  Du-  glornj  ^0 
ca  di  Milano  ;  polche  tanto  defideraua,  che  i  yinitiani  conofctffero  effe-  jjj^j^jjj 
re  loro  utili  in  quefto  negocio  lefue  operationi  :  &  fé  bene  molte  diffìcul-  andato  in 
tà  fufiero  qua  fi  rifolute  a  Ferrar  a;pure,  &  nelV  ultima  loro  per fett  ione,  ^^ieì* 
C*r  in  molti  particolari;  non  reflaua  piccola  la  potefìà  dell'arbitrio,  fm%a  che  la  renici 
che  compromettendofi  in  lui,  era  in  fuafacultà  partir  fi  da  quello,che  pri  JJ^J^Jjj 
ma  era  fiato  trattato.  Da  altra  parte  i  yinitiani  haueuano  deliberato,  fé  ch'or  pubii- 
nonfifaceua  il  compromeffo,di  non  procedere  più  oltre  ;  non  tato  per  prò  gf^*  jjjjj 
metter  fi  più  dell'arbitro ,  che  non  fi  prometteuano  i  Fiorentini  ;  quanto  uoieuanorc 
perche  quefla  materia  haueua  tra  loro  medefimi  molte  difficultà  :  concio-  fecfr0e f^b 
fia  che  tutti  firacchi  dalle  jpefe  grauiffime  con  piccola  Jperanfa  di  frutto:  che,  (e  coli 
de fider afferò  la  concordia  :  ma  i  piugiouani  maffimamente ,  dr  più  feroci  fo^h °urf£j£ 
del  Senato  non  la  uoleffero,fe  a  Ttfani  non  fi  conjeruaua  intierarmente  la  ^  mutata  a 
libertà,etfe  non  rimaneua  loro  al  meno  quelle  parte  del  contado,che  e'poj  Et  c™°  q{oc 
fedeuano,  quando  furono  riceuuti  in  protettione:  per  laquale  opinione  al-  g^comaro 

V      5  legauanp  <£$  gàn 

tatarma  che  da  gli  altri  Senatori  fu  riptefo,non  efTendo  cofa  honefta  prillar  dell'autorità  colui,a  cui  l'baueua 
no  intorno  a  ciò  data  ampia,  feto  naice  la  concluiione,c'hau<flero  i  fiorentini  àforpetto  il  Giudice. 


T.    I    B    R    O 

legauano  molte  ragioni, ma  quella  principalmente,che  effendoficon  publi 
co  di  crtto  promeffo  allbora  a*  Tifarli  di  conferuargli  in  libertà  ;non  fi  po- 
teva mancare  fenica  maculare  fommamtnte  lofflendore  della  J^epublica  • 
*Al cani  altri  rendendo  fi  meno  difficili  nelle  altre  co  fé  ;  erano  immoderati 
nella  quantità  delle  ff>  afe  :  lequali  ricerca  nano ,  che  abbandonando  Vi  fa  ; 
fu  fiero  loro  rifatte  da'  Fiorentini.  Ma  in  contrario  era  il  parere  di  quafi 
tutti  i  Senatori  piufauij,&  di  maggiore  autorità  :  i  quali  Hracchì  di  tan 
tcfbefe ,  &  dijp erati  totalmente  della  difefa  di  Bbbiena,&  di  potere  pia 
fen-^a  grandiffimo  trauaglio  foflenere  le  co  fé  di  Tifa  per  le  difficultà  eba- 
lituano  trottate,  &  nel  mandar  ut  foccorfo,&  nel  fare  diuerfione ,  c/fendo 
riufeita  maggiore  la  rtfijìentia  de  Fiorentini, che  da  principio  non  s'era- 
no perfuafi  ;  confederando  oltra  quefioyche^benchelimprefa  centra  il  Da 
ca  dì  Milano  fufie  giudicata  douere  efiere  facile  ;  nondimeno  non  efiendo 
il  l\c  di  Francia  pacificato  col  l^e  de  Rgmaniy&foi  topofìo  a  uarij  impe- 
ti o  refi-»  "  ^mìentì>  c^e  foteuano  fopr allenirli  di  là  daymonti;potrcbbe  efiereper  mot 
tesina  è^co-  ti  cafi ritardato  àmuouere  la  guerra;  &  quando  pure  la  mouejfe,chi** 
f  ueTcb/d*    ^^  ^  ^  ^  cofè  belliche  po(jono  na fiere  di  dì  in  dì  molte ,  &  inopinate  dif 
et  Seneca,  fic:tltàì&  pericoli  imafopra  tutto  fpauentati  da  gli  apparati  grandi,ter 
fim-  M«t*  refìriì<*r  maritimi*  che  fi  diceua  fare  Baifetb  Ottomanno  per  affaltargli 
incedi  ut  -   nella  Grecia  \fi  rifolueuano  e/fere  neceffario  confentire  più  prefio,  poi  che 
uè  ForninT  altrimenti  non  fi  potcua,che  fhoneflà  cedeffe  in  qualche  parte  all'utilità , 
belìi  séper    che  per  mantenere  pertinacemente  la  fede  data,  perfeuerare  in  tante  mo- 
ìóco  c'ft  :  &  ^ie :  &  Perche  erano  ccrtiyche  con  grandissima  difficultà  farebbono  con 
silio  italico  jentite  ne*  loro  configli  qutlle  conclusioni,  allequali  infin  da  principio  co- 
Jjx^fiduda  nofctuano  effer  necefjario  declinare  ;  haueuano  prudentemente,  quando  fi 
Martis.  l«£  cominciò  a  trattare  a  Ferrara  ;  procurato,  che  dal  con  figlio  de*  Tregati 
%t\it!uA  fi*fF€  ^ta  amplijfima  autorità  fopr  a  le  co  fé  di  Tifa,&  dell*  accordo  co  Fio 
hki5-  rentini  al  configlio  de Dieci melqual  con  figlio  molto  minore  di  numero  in- 

x§Sl*7,  ttrmngono  tutti  gli  huormni  di  più  grauità,& autorità,  ch'erano  la  mag 
d' Aprii*  il  gior  parte  di  quei  mede/imi,  che  defiderauano  quefia  concordia  :  &  bora 
maCpubifcò  con^°tta  la  pratica  a  Vìaetiainon  fi  confidando  di  dijporre  il  configlio  de* 
U  (enuncia  Tregati  a  confentire  a  gli  articoli  trattati  a  F errar a, &  cono feendo  chel 
Kfa  fra°f?v!  confent  irgli  da  per  fé  il  configlio  de'  Dieci ,  farebbe  di  molto  carico  a  chi 
nitianì ,  &  t  u  Inter  neniffe  ;  tnfiauano,chefifaceJJe  il  compromcJfo,fperado,che  del  gin 
nc^uafeii  dicio,che  ne  naf coffe  ;  fi  rifentirebbono  più  gli  huomini  contra  l'arbitro  , 
lébo  è  moi  che  contra  loro;&  che  più  facilmente  haueffead  effer  ratificato  quel,  che 
n  Buonac-  gtifalft  lodato,  che  confentito  quando  fi  trattale  per  uia  di  concordia  co 
corff  Ma»  ja  parte,  però  dopo  diruta  di  qualche  dì, minacciando  il  Duca  di  Milano  i 
iiGiouio'an  Fiorentini,cbe  ricufauano  di  compromettere ,  di  leuar  f libito  di  Tofcana 
chora  nella  t utfe  le  fue genti  ;  fu  fatto  il  compromeffo  per  otto  dì  libero,et  afjoluto  in 
x.  la  tocca  Hercole  Duca  di  Ferrara  :  ilqual  dopo  molta  dìfeuffione  pronunciò  il  fi- 
brcuioima-  flQ  *>.#  tf^prile,cbefra  otto  dì  proemi  fi  le  uajfero  l'offe  fé  tra  i  Vinitiani  b 
enu*'  t\Fio~ 


B 

to 

e 


^V    A    R    T    O.                      -n«  *™H 

ei?ìorentinì,&  chel  dì  della  fcftiuità  proffima  di  S.  Marco  tutte  ic  gen-  trini  in  vi- 

ti,&  aiuti  di  ciafcuna  delle  parti  fi  par  ti  fiero ,  &  ritorna  fero  a  gli  flati  ■««  »■[• 

propri], &  che  i  Vinitiani  il  dì  medefiwo  leuaffero  di  Tifa,  &  delfuo  Con-  6tt>on  del 

tado  tutte  le  geniche  uhaueuano,&abbandonajfcro  Bibbiena,e  tintigli  JjJSaoJ 

tt/rri  luoghi,  che  occupare  no  de'  Fiorentini: i  quali  perdona/fero  a  gli  Imo  ca  Hetcc^e 

mini  di  Bibbiena  i  falli  corame  (fi,  &  che  per  ri  fioro  delle  jpefe  fatte,  quali  g*,.£  JJJJ 

affermau.mo  i  Vinitiani  afecndere  a  800.  mila  ducati,  f ujf ero  obligati  i  ciascuno  ha 

Fiorentini  a  pagar  loro  in  fino  in  xij.  anni  15.  mila  ducati  per  anno  :  che  J^JjjjJJ 

aTifanifuffe  conceduta  nenia  di  tutti  i  delitti  fatti  :f acuità  di  efier  citar  &  pubhca' 

fermare,^  per  terra  ogni  qualità  aarti,&  di  mercantie:fl  e/fero  in  enfio  j?*^ 


iua  co» 


dia  loro  le  fortezze  di  Tifa,&  de  luoghi,chel  giorno  del  lodo  dato  poffe-  tro.-anzi di*. 

deuano:ma  con  patto  che  de  Tijani  s'elegge  fero  le  guardie  ò  d'altronde ,  |£e  paflàn* 

di  perfone  non  jvfpctte  a'  Fiorentini,  &  jofjero  pagate  dell'entrate, che  ca  do  egli  p« 

uerebbono  di  Tifi  i  Fiorentini, non  accrefeendo  ne  il  numero  de  gli  buomi-  '£ùwo  ?ó 

ni,nèlafpefa  confueta  a  tener  fi  innanzi  alla  ribellione  :  rouinaffinfhfe  co  ^"^^ 

fi  par  effe  aT\fam,tutte  lefortei^e  dA  Contado  propio  di  Ti  fatate  ricu  "^  cl^ 

aerate  da'  Fiorentini ,  mentre  che  Vinitiani  bancario  la  loro  protettione  ;  Ghiaie,  & 

»,      .  „    ,  .         .    n  ■      r  s      •      i ì-  r  rr  ■     j  '•    \     j  co  grida,  co 

che  in  Tifa  le  prime  injìantie  de  giuduì]  cium  } ufi  ero  giudicate  da  un  pò-  mc°  coiuì 

desia  forestiero  ,  eletto  da  Tijani  di  luogo  non  fefpetto  a  Fiorentini ,  e'I  c'h™™*  di 

capitano  eletto  da' Fiorentini  non  conofctffe  fenon  dille  caufe  delle  appel-  fC£je  3na  Kc 

lattoni,  né  potefie  procedere  in  cafo  alcuno  criminale ,  dotte  fi  tratta fìe  di  JJ^c^chj 

f angue, d?  e  fi  Ho, ò  di  confi fcatione,fen%a  il  con  figlio  d' un  a fj  eflore  eletto  da  fidata:  onde 

Hercole,ò  da  fuoi  fuccefori,  di  cinque  Dottori  dì  legge,  che  del  dominio  *£$£'?£ 

fuo  gli  fuffero  propofli  de'Tifani  :  reìlituiffinfi  a'  padroni  i  beni  mobili,  &  tod.ffiai  fi* 

immobili  occupati  da  ogni  parte,  intendendo  fi  ciaf  cimo  afloluto  da  frutti  jJjFjfJS 

prefi;  &  in  tutte  l'altre  co  fé  lafciate  illeje  le  ragioni  de*  Fiorentini  in  T>  le  ire  pani, 

fa,  &  nel  fuo  tenitorio;  &  prohibito  a  Tifimi  9  che  circa  lefortei^e,  &  JU^*^. 

qualunque  altra  cofa  non  machinaffero  contra  la  l{epublìca  Fiorentina .  faimuna  ri- 

Tublicato  il  lodo  in  V  inetta  fi  leuarono  per  tutta  la  Città,  &  nella  nobil-  J^  |°d*f 

a  tà  contra  *  Hercole,&  contra  i  principali yche  baucuano  maneggiato  que  few»?*^ 

fta  pratica fmolte  querele,  biafimandofi  per  la  maggior  parte,cbe  a  Tifi  ^JSSK 

nifi  mancaffe  con grandiffima  infamia  della  I{epubltca  della  fede  promefi  tori  moder. 

fa,&  lamentandofhche  delle  jpefe  fatte  nella  guerranon  fufic  fiata  hauti  J^J^fe 

ta  la  confiderai  ione  conueniente  :  le  quali  querele  accendeuano  affai  i  io-  coiunpmte 

t>ro*>  Oratori,  che  innanzi  al  lodo  dato  fiati  tenuti  ar  tifi  ciò f amente  dà  Pi-  ™  ^a™cfc 

nitiani  in  ifperan%a,cbe  indubitatamente  refierebbono  con  piena  libertà  ,  fctèflèieCro 

&  che  farebbe  aggiudicato  loro  nonfolo  il  retto  del  Contado ,  ma  forfè  il  "ó^citato 

porto  di  Liuorno;  fi  rifentiuano  tanto  piu,quanto  più  gli  effetti  riufaua-  mrofeitto- 

no  contrari] a  quello,che  s erano  perfuafi,lametadoft,chele promeffe  del-  "ai  naon ™* 

la  conferuatione  della  libertà  fatte  loro  tante  mite  da  quel  Senato ,  fiotto  du« ,  chia- 

'  J  *  ì     r        mato    Gio. 

T      4  U  (e-    Iacopo  Geli 

bck  ilqual  dice  che  defcrifTe  in  commentari  le  molte  querele,  ch'era  fatte  da'Pifani  co  fra  il  lodo  dato  da  Hec 
cole  da  Efte;&  ch'effi  non  uolefTero  in  alcun  modo  accertare  il  giudicio  di  lui:  ilche  è  fcritto  anchr»  poco  au« 
piciTo.ln  quel  medcfimo  hiftoiicp  fi  ueggono,  fecondo  l'Equicola^defcritti  i  fuccelS  deli'luitoric  iegueaiù 


LIBRO 

la  fede  del  quale  baueuano  dijprcigato  Vamicitia  di  tutti  gli  altri  poten-* 
t^tri&  rifiutato  più  notte  condit  ioni  molto  migliori  offerte  da'  Fioretini; 
f afferò  sì  indegnamente  violate*  né  proueduto  anco  alla  loro  ficurt  afe  no 
con  apparente  uane.  Tercbe  come  poteuano  efjerficuri,  che  i  Fiorentini > 
rimettendo  in  Tifa  i  Mag:flrati,&  ritomandoui  con  la  reHitutione  del  co 
mercio  ì  mercatanti,^ -) additi  loro;  &  dall'altra  parte  partendo  ferie  per 
andar  alle  proprie  habitationi,&  culture  i  contadini,  ciò  erano  flati  man 
bro  grande  della  difefa  di  quella  Cittd;non  pigliajfero  con  qualche  fraude 
il  dominio  affuluto  rilche  potrebbono  fare  con  gràdiffi 'ma  facilità,^  maf- 
fimamente  reflando  in  potere  loro  la  guardia  delle  Torte  :&  che  fu  urta  ef 
fere,  battere  le  fortezze  in  mano,  fé  quegli  ,  che  le  guardanano  baueuano 
adefier  pagati  da'  Fiorentini,  ne  f uff  e  lecito  in  tato  foretto  tenervi  guar- 
dia maggiore  di  quella ,cbe  fole uà  tener  fi  ne' tempi  tranquilli^  ficuri:  ef 
fere  medtfimamente  uana  la  perdonando,  delle  co  fé  commeffe  ipoicbefi  co 
cedeua  a"  Fiorentini  lafacultà  di  diflruggerli  per  uia  della  ragionCì&  de 
giudicijtpcrche  le  mercatie,&gli  altri  beni  mobili  tolti  nel  tempo  della  ri 
belLione,afcendeuano  a  tanta  ualuta,  che  nonfolo  occu-parebbono  le  loro 
follà^e,ma  nèfarebbono  ficure  dalle  carcere  le  perforitele  quali  querele  p 
fflinguere,i  principali  del  Senato  operarono,che'l  giorno  feguent  e, benché 
fuflefpirato  il  termine  del  compromeffo  ;  Hercole^lquale  iute  fa  tata  indi 
gnationedi  qua  fi  tutta  la  città;temeua  difemedefimo>aggiugnefieallodo 
dato,  ferina  fap  ut  a  de  gli  Oratori  Fiorentiniydichiaratione9  che  fatto  no- 
me  delle  f or tf^e  $  intedeffero  le  porte  della  citta  di  Tifa%et  dell'altre  ter 
reycbebaueuano  le  fortezze  :  per  la  guardia  delle  quali,  &  per ifalarif 
del  podtfià^  dell\AJfeffore,fuffe  affegnata  a'  Tifani  certa  parte  dell'en- 
trate di  Tifa:  &  che  i  luoghi  non  fojpettiyàe*  quali  fi faceua  metione  nello 
do;fuffero  lo  fiato  della  Chiefa,di  Matouajli  F  errar  a,et  di  Bologna, e f eh* 
fine  però  gliflipendarij  d'altri  :  &  che  alla  reftitutione  deJ  beni  mobili  fuf 
fé  impoflo  perprtuofilcntio  :fuffv  in  potefìx  de"  Tifani  nominare  l'.Affeffo 
re  di  qualunque  luogo  ndfofpetto:  noproetdeffe  il  Capitano  in  alcuna  catt 
fa  criminale, benché  minima  ftn%a  V  jLfftffore:  fuffero  i  Tifani  trattati  Be 
ne  da  Fiorentini  fecondo  L'ufo  dell'altre  citta  nobili  d'Italia  :nè  poti  fiero 
effere  pofle  loro  nuoue  graue%^edaquale  dicbiarationenon  fuprocurata9 
perche  iVinitiani  defid<:rafftro,cbe  la  (uff  e  ofkruata,  ma  per  raffreddare 
l'ardore  degli  Oratori  Tifani  ,&  per  giuflifìcarfìnel  còfiglio  de  Tregatt» 
che  fé  non  fiera  ottenuta  la  libertà  de' Ti  fini;  fi  era  almeno  proueduto  ta 
to  alla  ficurtdì&  bene  effere  loro,che  non  fi  potrebbe  direfùfiero  flati  da- 
ti in  preda,  ò  abbandonati;  nclqual  configlio,  dopo  molte  difpute ,  preuale 
do  pare  la  confideratione  ddle  condizioni  de'  tempi ,  &  delle  difficultà  del 
fofienerc  i  Tifani, &fopr a  tutto  il  timore  dell'armi  del  Turco  ;fu  delibe- 
ratole il  lodo  con  efpreffo  consentimento  non  fi  ratificafft:  ma  quel  che  è 
fin  efficace  in  tutte  le  cofe  ;fi  mettefje  a  effecutiom  co  fatti ,  leuandofra 

gli 


Q^V    A    R-    T    0.  117 

gli  otto  giorni  l'offe  fé, &  rimouendo  le  genti  di  To/cana  al  tempo  detenni- 
nato,con  intentionedipiu  non  intrometter  fene:  anxipiu  toflo  che  Tifa  no 
cadefje  in  poteslà  del  Duca  di  Milano;  cominciauano  molti  del  Senato  a  de 
fider  areiche  la  ricupera  fiero  i  Fiorentini,  l^èin  Finale  intefo ,  che  fa  il 
tenore  del  lodo  dato,  fi  dirnoflrò  minore  mouimcnto  d' animi ..aggrauando- 
ft  d'bauere  a  rifare  parte  delle  jpe  fé  a  chi  gli  haueua  ingiuftamente  mcle- 
ftati;  &  molto  più  non  parendo  loro  conferire  alt  ro  che  il  nome  nudo  del 
dominioipoi  che leforteyjte haueuano  a  efiere  guardate  per  iTifani ;  zr 
che  l 'amminijìratione  della  giuUitia  criminale, uno  de' mèmbri  princpaìì 
alla  confentatione  de  gli  (lati;  non  haueua  ad  efferc  libar  a  de  loro  Magi- 
ftrati:  nondimeno  sformandogli  a  ratificare  i  medi  fimi  prottfli  del  Duca 
di  Milano, che  gli  haueuano  indotti  a  compromettere,  ejrffierando  di  bà* 
uere  inprogrefio  di  briene  tempo  con  l' 'induftr 7 'a ,&  con  t*  tifare  b umanità 
a,rPifani,rìdurre  le  cofe  a  miggior  forma;  ratificarono  tfprtjjamente  il  lo- 
do dato,ma  non  radditioni,non  ancora  peruenute a  notit ia  loro.  Maggio- 
re fu  l  indignatane  >&  L'ambiguità  dcTifani  :  i  quali  concitati  maraui- 
gliof amente  contra  il  nome  Vinitiano^  injofbettiii  di  maggior  f rande  ; 
Jubito  che  hebbono  intefo  quel  che  fi  conteneua  nel  lodo;r  imo/fono  le  gemi 
loro  dalla  guardia  delle  fortezze  di  Tifa,  &  delle  porte  ;  né  uollono  ,  che  '  0ueft3  g 
più  alloggiaffero  nella  città\&  fletterò  in  dubitatìonegràde  molti  giorni,  tenui  è  de* 
fé  accettauano  le  coditioni  del  lodo,ò  nò,  piegandogli  da  una  parte  il  timo-  ^clnoiT™ 
re,  poi  che  fi  vedeuano  abbandonati  da  tutti;  dall'altra  tene  do  gli  fermi  lo  lingua  fuo- 
dio  deFiorentini,&  molto  più  la  difyeratione  <X 'battere  a  trouar  perdono  £fa^'gUla!ì 
per  la  graderà  delle  offeje  fatte,  &  per  efiere  flati  cagione  d'in  finite  jbe  d:«gna  <j«è- 
fe,&  dàni  loro,&  d'bauergli  me  fio  più  uolte  in  pericolo  della  propria  l:~  f^l  f^ 
bertàinellaquale  ambiguità,  benché  il  Duca  di  Milano  gli  cofortaffe  al  ce  ro  ;  no  fe  pJl 
dere,off eredo  d'ejjere  me%p  co  Fiorentini  a  itantaggiare  le  coditioni  del  lo  ^jfoneH' 
ào;nodimeno  per  tentare  fé  in  luifujjepiu  l'antica  cupidità,  &  diffo\~ìi  in  ©raiione  ^n 
tal  cafo  a  darfegli  liberamcteygli  mandarono  amba  filatori,^ finalmente  ^tbUìoVoii 
dopo  lunghi  pefieri,&  agitatiom  determinarono  di  tentare  prima  ogni  co  Hun-o  dice. 
fa  eftrema,che  tornare  [otto  il  dominio  de* Fiorentini: et  a  quefìo  furono  oc  roe^ ^«5- 
cultamtnte  confortati  da  Genouefi,da  Luccbeft,  &  da  Tandolfo  Vetruc  ni  j  ei  credi 
ci.  "\è  flettono  i  Fiorentini  fen%a  fofp(tto,cbtl  Duca  di  Milano, benché  la  jr,  J€C  piures 
u  ueritàfuffe  in  cotrario,non  gli  barn (fé  cofortati  al  medejìmo  ; a  T^ATslTO  Deus  iuret  * 
foco  fi  affretta  fincerità,ò opere  fedeli,da  chi  è  uenuto  in  cocetto  de  gli  huo  n  t.pnde  ef 
mini, d*  ej fer  f alito  agouernarfi  con  duplicità^  co  artifìci]. Ma  a*  Fioreti  $èd°  io  sior 
ni  efclufi.  dalla  (peran^a  d  ottener  Tifa  per  accordo;parue  battere  occafio  to  di  doppio 
ne  opportuna  dì e/pugnare  quella  cittàrperò  fatto  ritornare  nel  CÒtado  di  *  ^™PJ*  "J 
Tifa  Tegolo  ditelli  ;follecitauano  co  diligetia  grade  le  prouifioni  richie  rei  ìuueuan 
fle  dalui;lequali  metriche  fi  follecitano;crefceuano  cotinuamete  i  perico  ^^^ 


li  di  Lodouico  Sforma: f  che  né  la  interpofitione  jua  all'accordo  haueua  in  fé  da  Urifin 

cernano  a- 
ipetuuaao, 


parte  alcuna  placati  gli  animi  de  Vimtiani ,  coflantinel  defiderio  della 


fua 


LIBRO 

fita  diflritttlontyper  l'odio,  &  perlofjferanx*  del guadagno  :  nèhlaffimi- 
a  La  ecerra  ^ano  era  cefi  pronto  alla  guerra  contro,  il  Re  di  Francia,  com'era  jo  Ile  ci- 
che  fucceiTc  to  a  dimandare  a  luifpcfjò  danari  :  an^i  coir  a  le  preme/fe  molte  uoltefat 
inno  "eda*-  tegliiprolnngò  lo  tricgka  per  tutto 7  mefe  (Cigolìo  pr(.jfimo,toglicndogli 
je.etij.ijSuiz  in  un  tempo  rnedefimo  la  (perorila;  che  gli  hanffjcagiouare  più  ilfoccor- 
icriua  ditfù  f°  fuo  di quello,che glibaueffe  giouato  la  diuerfione  :  &  unito  con  la  Le- 
iamente  da  ga  di  Sutuia  *  ruppe  guerra  a  gli  Suìt^cì  i,  diebiarat  gli  ribelli  dell' impe  $ 
tio'^ck  dal  rio  per  uarie  differenze, ch'erano  tra  loro  :  laqualc  continuata  da  ogni  ho 
Naucieroet  fa  con  grande  impeto;  bebbe  uarij  progreffi,  &  grande  uccifìoni  dall'una 
h  getrr*  parte,&  dall'altra  :  in  modo,che  Lodouico  era  certo  non  potere  piu,in  co 
*™*£l:?*xÀ-  fo&t  hifcgnafìe  ;  ottenere  aiuto  da  luiffe  no  termin  affé  prima  quefla  guer 
«erifi  Vani  ra,ò  con  uittoria,ò  con  accordo  :  &  nondimeno  promettendogli  Maffimi- 
«Tarme,  ?  in  ljatJ0  c])£  ma\  conuerrebbe  né  col  Re  di  Francia, né  con  eh  Suizzerifenzo 

altre  fattio-     .,,.,.  n  r   t        i-  i-nl    n         X 

ni  feguite  ;  includer  ut  lui  ;  era  cojtretto,  per  non  fé  lo  alienare,porgergii  Jpepo  nuo* 

'nari  a  e""  *'  danari  :Liq  uà  le  occafione  conofeendo  il  Re  di  Francia,&  quanto  impor 

zi  da  amen  taffe  /' battere  congiunti  fé  co  ì  Vimtiani,e*ì  Tonte  fi  ce,difprezzati  i  confor 

«enta  mil"  f/  dimolti9che  lo  cQnfigliauano,cbe  per  effer  Re  nuouo}&  poco  abbondan- 

huomini  :     te  di  pecunia  ;diffcriffe  all'anno  fé gttent e  la  guerra  cotra  il  Ducato  di  Mi- 

gio/daTno  lano>&  fp  erado  doutre  ottenere  in  fiat  io  di  pochi  meft  la  uittoria;&  però 

fu  de  gli    non  effergli  neceffaria  quantità  grande  di  danari^  apertamente  fi  prepara 

uà  porgendo  fegretamete^per  tenere  occupato  Maffimiliano,qualchefom 

b  Galeazzo  ma  di  danari  agli  Sui^zeri  :  &  perciò  il  Duca  di  Milano  ,ilqu  ale, uededo 

ce  ii°corfo:  mamfcftamwte  approffimarfì  la  guerra  :  fi  sforzano  con  grandiffima  dili 

che  fu  «folio  genti 'a, &  follicit udine  di  non  rimanere  folo  in  tanti  pericoli,  perche  &  di 

d^rY^gS  trouar  me%p  di  concordia,^  di  conuenire  più  co'  Vinitiam  totalmente  fi 

Siiizzer^ac-  diffdana;nè  trcuaua  ne'  P^e  di  Spagna,  ricercati  inftantemente  da  ìui,pcn 

fedeJaffero°  fiero  Al™no  dellafuafalute  :  Vero  tentando  in  un  tempo  rnedefimo  gli  ani 

con  luì:  ma  mi  di  tutti  gli  altri;  mandò  b  Galeazzo  Vifcontea  Maffimiliano,&  agli  ° 

ce C  profitto  Suiz^eriyper  interporfi a  ridargli  a  concordia  :  &  J apendo >cbeQ alTon-  c 

alcuno.       tefice  non  riufeiua  il  pen fiero  del  matrimonio  di  Ciarlotta  per  Ce  far  e  Bor 

e  dì  Copra  già  fuo  figliuolo, perche la  fancìulla,ò  moffa  dall 'amore  ,&  dall'autorità 

nei  lib  i.  a  paterna^ouero  confortatane  occultamente  dal  Re  di  Francia ,  benché  effo 

l^n  unefto   dimoflrajfe  d*affattkarfi  in  contrario-,  *  ricufaua  ofiinatamente  di  uolsrlo  * 

medeti  mo    per  marito,  fé  infume  non  fi  componevano  le  co  fé  di  Federigo  fuo  padre, il 

to/éo  te  re-  quale  offeriua  al  Re  di  Francia  tributo  annuo,&  ampie  conditioni;  bebbe 

puife  fatte  fperanza  Lodouico  di  alienarlo  dalle  co  fé  Oltramotane,&  gli  fece  grandif 

Li°procu^  fimo  infiantia  di  tirarlo  in  cofeéeratione  fecoinellaquale  prometteua,che 

»«  "»°sKe  -oltra  il  Re  Federigo  entrar  ebbono  i  fiorentini, offerendole  da  lui,  &  da 

£  UC       gì*  ahri  Confederati  gli  farebbe  dato  aiuto  contro  i  Vicari]  dello  Cbiefa  , 

«ì  Dicono  ai  &  donata  quantità  grande  di  donar ifer  comprar  qualche  fiato  bonorato 

tv  tftà  fa»*  g     Per 

ciu  1  ;  ricusò  Tempre  per  marito  il  Duca  Valeùno,  cofi  inftata  neramente  dal  Re  Federico  Tuo  padre  :  ilqual« 
uc  !.:.acon  cucito  mczoalficHrarlo  flato  fuoco'lRtdiFianciajOfteieDdogli^oxnccjuidiccanniiaipcnliQ- 
r.c:ck  a  ciò  s'accorda  il  JBucnaccorh'. 


Q_V     A     R     T     O.  u8 

per  lo  figli  uolodcquali  off  erte, benché  da  principio  fuffero  udite  finmlaupnen 
te  da  <Xlefiandro,fi  fioperfono  preflo  nane -.perche  egli,  [perendo  dalla  compa- 
gnia del  Re  di  Francia  premi]  molto  maggiori,  che  quegli  eraper  coiìfcgurre  > 
fé  Italia  di  mono  non  fi  riempiua  di  eserciti  Oltramontani;  conferii}  :  he  l  fi- 
gliuolo,e  fclufo  già  del  matrimonio  di  dar  lotta;  fi  congiugne  (fé  con  :-7iafigl;uo 
la  di  MonsJ!  Jilibreth'.ilquale  per  epere  dclfangue  Reale,&per  la  grande1^ 
%a  de  fuoi  fiati  ;  non  era  inferiore  ad  alcuno  de'  Signori  di  tutto  l  Reame  di 
Francia .  l^è  ce  pò  Lodouico  certificato  ogni  dì  più  della  mala  ài fpo fittone  de 
VinitianiAi  zftimolar  fegretaméte  contra  loro  con  huomini  prepripeoncorren  *  r>e  gii  ftfr 
do  al  meìefimo  il  Re  Fcderigo,il  Trincile  de  Turchi:  ilanalcgiàperfe  mede  a^'ò  fmaU 
fimo  faceua  potenti/fimi apparati, perfuadendofi  che affi. ìltati  da  lui]  nonda-  aijurcoco 
rebbono  moleflia  allo  (lato  di  Milano :et  effendogli note  le preparationiyihe  fa  p^tcrj uè •* e 
ceuano  i  Fiorentini  per  efpugnare  Tifa;fi  sforzo >  con  offerire  loro  quell'aiuto,  «*»*»  te  I l 
che  fiapeffero  defiderare  ,diobligargli  alla  difefa  fiuacon  trecento  huomini 
darme,&  due  mila  fanti  pugnata  che  haueffero  Tifa;&  dall' altra  par  te  il 
Re  di  Francia  gli  ricercaua,  che  b  gli  promette  (fero  d'accommodarlo  di  cinque  b  ^J  ^jjj 
cento  huomini  d'arme  per  un  anno,obligandofì,  acquiflato  che  haueffe  lo  flato  naccoriì   e 
di  Milano, aiutargli  per  uri  anno  con  mille  lance  ali  imprefe  loro.  &  prometten  j^J^iJaJ 
do  non  fare  accordo  alcuno  con  Lodouico, fé  nel  mede  fimo  tempo  nonfuffero  re  da  uà  foto  a' 
integrati  di  Tifa ,  &  dell  alt  re  terre:  &  che  l  Tonte  fi  ce ,  e  i  V  miti  ani  promette  fiiTeaV  n  o 
rebbono  difendergli ,  fé  innanzi  allacquiflo  di  Milano  fuffero  mole  flati  da  al-   dell'ero  a .  u  - 
amomelle  quali  contrarie  dimande  era  ne  Fiorentini  molta  irrefoluiione;cofi  Lodouico  : 
per  la  difficultà  dellarmateria,comeper  la  diuifione  degli  animiipcrche  non  ri  &  ainncon 
cercando  Lodouico  gli  aiuti  loro,fe  non  in  cafo ,  che  haueffero  rie  uperato  Tifa  ;  tTcr°a?d?  pi- 
era  molto  più prefente,  &  p iu  certo  il  fo ccorfo  fuoyche  quello  che  prometteua  g1  »? f  l 3  ?ro~ 
il  Re  di  Francia>riputato  in  quanto  alle  cofe  di  Tifa  di  poco  frutto -.perche, per  fiòici»  :  & 
loccafione  di  e  fiere  allhora  quella  città  abbandonata  da  ciafeuno;  erano  uolta  quando  sn- 
ti  tutti  i  penfieri  loro  a  conseguirla  in  quella  fiate  :  &  moueua  Gltra  queflo  maggior  ó- 
non  poco  gli  animi  di  molti  la  memoria,  che  l  hauergli  né  loro  pericoli  aiutati  bli£°  ?  ha" 
Lodouico  ,fofìe  flato  cagione ,  che  l  Senato  Vinitiano  fi  foffe confederato  col  ceduto  pu 
Re  di  Francia  alloffefe  fue:&  molto  più  gli  moueua  il  timore,cheper  lo  file-  ?'^n}u  yjat! 
gno  di  effer  negate  le  fine  dimande ;non  impediffe  loro  l'efpugnar  Tifadlche  con  mono  tan 
non  molta  difficultà  har  ebbe  potuto  fare.  Ma  in  contrario  giudicando  fi,  eh' e-  to  ^  lJJ  J[|  ° 
gli  nonpoteffe  refiflere  al  Re  di  Francia,  &  a  Vinitiani;pareua  pericolofa  de  cte  il  Re 
liberatone  inimicar  fi  con  un  Re ,  le  cui  arme  fi  dubitaua ,  che  dopo  non  mol-  Jj^^^ea  °s 
timefi  haueffero  a  correreper  tutta  Italia:  &  lamemoriadè  boieficij riceuu  ondeaii'ho 
ti  da  Lodouico  nella  guerra  contra  i  Finitiani,  per  i  quali  diceua  con  uerità  ha  r*  f^omi 
nere  hauuto  origine  i  fino  iperico  li  ;  era  facilmente  cancellata  dalla  memoria,  ni  d'arme , 
che  per  opera  fuafuffe  prima  proceduta  la  ribellione  di  Tifa;chegli  defiderofo  f^ÌXX^x 
d ' infìgnorirfene  gli  haueffe  foflentati,  &  fatto  foflentare  da  altri  per  molti 
mefh  &  perfegu itato  in  quel  tempo  i  Fiorentini  con  molte  ingiurie  :  in  modo  » 
che  maggiori  erano  flate  loffie  fesche  i  fauori}  à  quali  non  era  anche  condefee- 


•v^fil!  L    I    B    Tt    O 

n  rifatta,  Jo  je  miper non  poter  tolerare.cbe  i  Vinitiani  gli  baucffero  tolto  quello,  che 
fio  éiriS  a  &* c07! .  §*****&>&  c°n  t  ambinone  riputaua  proprio  ne  concetti  fuoi:  & 
LoJ.sìoimj  uenmain  confà  cratione  che  dichiarandoli  per  Loiouio  il  Re  potrebbe  fimi  l 
iai  da0^  ferite  pernierò  del  Tomcficc>&de  Vinitiani  confederati  firn \  impedire  la 
j.  n  sono  v  ià  ricuperatici  di  Tifa  :  pero  deliberarono  hi  vltirno  di  non  muover  fi  in  favore 

lehoraqael    nl  del  Re  di 

Je  aru,  che- 
gli  con  ciaf-   jiti/ 
cun'alrro  in 
tutto  il  aro-    ^ 

^ifo  di  q-  input  fperanzapotefieroiet  pero  dopo  hauer  differito  molti  dì  adarli  rijfofia; 
§1  Mtdap  mandarono  vn  Segretario  puliico  a  fargli  intendere ,  che  ^lintentione  della  & 
hauer  yiato:  Republica  era  in  quanto  ali  effetto  la  medefima,che  la  fua  :  ma  effer  qualche 
ienn^pan  àiferepantia  nehnodotperche  erano  determinati  ricuperato ,che  hautfferoTi 
meme,quan  fa  di  non  gli  mancare  deg^i  aiuti  dimandati  ;  ma  conofeer  molto  pemicivfo  il 
^n^cetarò  farne  feco  efpreffa  conucruione:  perche  non  fi  potendo  nelle  città  libere  tali  co 
*  lu'/ia^1le  fe  fedire  fmza  confentimento  di  molti ;  nonpoteuano  ejferfegrete  ;  &pale 
fa  rfi  a°g!iV  faidofi  darebbono  oc  cafone  al  He  di  Francia>di  fare  chel  Tontefice,  e  i  Fini 
n  :on  Fiore  tiara  foccorr  e  fiero  i  Tifarli  :  donde  la  promeffa  far  ebbe  nociua  a  loro,  &  a  lui 
hT  dèncTdi  mutile  eperebenon  e ff  ugnandovi  fa  ;  nonfarebbono  obligati,  nèpotrebbono 
jopnHiM.  aiutarlo  i  pero  giudicar  e  ,ch  e  bafìaffe  lafedeycbefi  daua  aparole  col  corifea- 
cocche'!  timeìito  de  cittadini  principali;  daU  autorità  de  quali  tutte Je  deliberationi 
Ke  di  Fricìa  publjche  dependeuano  ine  rkufare  per  altra  cagione  il  conuenirne  feco  per 
ài  jafilaTio  fè''ittura,offerendo  finalmente  per  maggior  dichiaratone  dell  animo  }pro,cbe 
fiato  a  Lod.  fe  da  luifidimoflraffe  qualche  modo  da  poterei  fuggendo  tanto  danno,  fotisfa 
trech-S  rea^eftderiofùo;farebbono  parati  ad  efeguirlo.  Ter  laqual  riftofta,  bécbe 
feAa'Hgiio  arguta j  &  piena  d'artifìcio ,  &  perche  non  accettauano  l  offerte  degli  aiuti 
dopo^iTi  fà$  con°bve  Lodouico  non  poter  hauere fyeranza  certa  delle  genti  loro  5  ac- 
che  poi  rìior  corgendofi  che  da  ogni  parte  gli  mancauano  le  fyeran%e:  perche  ilfoccorfo  prò 
sonf  H*M  mtff°gti  continuamente  dal  He  de  Romani  era  incerto  molto  per  la  varietà 
cìaj  ma  di  p-  della  fua  natura}&  per  l'impedimento  della  atterra  con  di  Suizzeri  ;  &  fe 

lente  le  gli    ;  _     ~    »  £  *     i        ?•  ..     1  •    •   v  -&.     .  •;;_ 


dc-r*  h  ^ftQ  potenza,&  lentezza  fua  :  gr  Hercole  da  Efìe  fuo  fuocero  ricercato  d 'aiuto 
che"  l'imp.   da  lui;  gli  baueua}  rimprouerandogli  quafì  lamica  ingiuria,  ebe  per  opera  fua 


i^™ctter-  foffe  rimafo  a  Vinitiani.  il  Tolefine  di  Rovigo >rijpofto  difp tacergli  l  effere  ini 

tato  aiuto  j  fedito  ad  aiutarlo  :  perche  efiendo  i  confini  de  Vinitiani:  tanto  vicini  allepor 

ne. io  \ ft)£  te  di  Ferrara  g  era  neceffitato  attendere  aguardare  la  cafa  propria . b  Terdii  b 

ic.najon'  an  te  adunque  tutte  lefyeranze,che  non  dependeuano  dafe  mede  fimo  ;  attende- 

io  s 'ài*1*"  m  farcitamente  a  fortificare  ^{nony'ìJyouarai  &  .Aleffandria  della  Taglia* 

uno,  &  a  n-  terre  efpofte  a  primi  mouimeni  i  del  Re  di  Francia ,  con  deliberai  ione  d' oppor 

ton  0  i.3n-  ye  alt  impeto  fuo  Galeazzo  da  Sanfeuerino  con  la  mavvior  parte  delle  jncfor 

a.ianonmu  ft         in     r        »j  1      >  •         il 

c\  Jet  ;  riuut  Z£.  e  l  re fo folto  l  Marcbeje  di  Mantoua  opporre  a  Vinitiani '.-benché  non  moL 

«te  to 

^1 


Q^-V    A    R    T    O  119 

topoho  per  imprudenti^  qpera;arit;a,òperche  j€  COVRIGLI  celc- 
fti  non  fi  poffa  rcjinire:d;fordinò  da  fepropvio  quefio  fhjjìdio .-perche  batte 
dvfi  cominciato  uanameie  a  persuadere,  che  i  Vimtiam,a  quali  Bai/et  Ot 
tornano  hancua  per  terra,et  per  mare  con  apparato  ftupedo  rotta  laguer 
ra,necejjìtatia  difendere,  centra  tanto  nimica  le  cofe  proprie  non  Ibaucffe 
ro  a  mokftare:&  defidcrando  fodisfare a  Ga'lea^o  da  S  anjeuer  ino -Jmp  as- 
tiente chel  Marche  fé  lo  precedere  di  titolo  icominciò  a  muovergli  d;fficul- 
tà,ricufando  dì  pagargli  certo  refiduo  diflipetidij  uecchi,&  ricercando  da 
lui  giuramenti  ,&cautioniinfolite  dell' ofkruan^a  della  fede:  &  benché 
-poi ,  nedendo  che  ì  y  initiani  mandati  ano  continuamente  genti  nel  Brefcia- 
rw,per  effer  parati  a  muouere  la  guerra  neìl'iftejjo  tempo,che  la  muouefie- 
roi  Fr  ance  fi  ,cerca($e  per  mezo  del  Duca  di  Ferrara  Succerò  commnne 
dì  riconciliar felo, le diffidila  non  firrfoluerono sì  prefto che  non  fopra- 
•tienìfferopiu  prefto  i  pericoli ,  1  quali  appariuano  ogni  giorno  maggiori  : 
perche  nel  Tiemonte ,  otte  il  Duca  di  Sauoia  fi  era  di  nuouo  congiunto 
al  B^.  ;  pafjauano  continuamente genti ,  che  fi  fermauano  intorno  ad  tAHi  : 
'  &  le  Sperante  del  Duca  j "empì xe  diminuiti 'ano ', ;  perche  il  a  %  Federigo ,  *  Ìf**J** 
0  per  impùffibilità,ò  per  negligentia  tardaua  a  mandare  gli  aiuti  promcjjl:  \\  àlbore 
&  qualche  (peran%a,che  glireftaua,  che i  Fiorentini ,  e  pugnata  che   lecV"j^ 
baite/fero  Tifa; gli  manderebbono in  foccorfo  Tagol  Fittili, della uir~   «ani,  come 
tu  delquale  teneua  tutta  Italia  grandiffimo  conto  ;  fu  dalla  diligentia  del  e8li  *-f  *$* 
Re  di  Francia  interrotta  :  perche  conajpre  parole,  &  quafì  minaccie  tifate  uaiii  a  Lodo 
a  di  Oratori  loro;  ottenne  ,  che  la  Republica  fermamente  vii  promeffe  P^^r^f1 
per  Jcrittura  ai  non  dare  al  Duca  aiuto  alcuno ,  fenzariceuer  di  quello  ch'eifeceua 
mricompenfo  da  fé  promeffa  alcuna.  Vero  Lodouico  lajciataa  confini  !or-.^g^s 
de'  Vinuianiy  fottol  Contedi  Gaia%yo  ieggier  difefa  ;  mandò  Goleata 
>  70  da  Sanfeuerino  di  là  dal  Tò  >  con  b  mille  Seicento  huomini  d'arme,mil-  kfif !90JfQ 

ciTitto  clic 

le  cinquecento  canai  leggieri ,  dieci  mila  fanti  Italiani  ,&  cinquecento  ìoVorzaha 
fanti  Tedefchi  :  ma  più  con  intentione  d'attendere  alla  di  fé  fa  delle  terre ,  ?*!*  àil*™\ 
che  di  refiftere  nella  campagna:  perche  giudicaua,che  l'allungare  gli  fujje  d'arme/due 
utile  per  molte  cagioni,&  ferialmente  perche  di  giorno  in  giorno  fferaua  J^y3^ 
la  cwclufione  dell'accordo  grattato  in  nome  fuo  dal  Vifconte  tra  Mafpmi  3+mUa  fan 
iianoy&  le  leghe  de  gli  Suiz^eruUquale  jubito,cbe  haueffe  hauuto  per f et-  ri-'&g2n,{£ 
tione;  gli  erano  promeffì  aiuti  potenti  da  lui  :  ma  altrimenti  non  folonon  gliene.  , 
ne  poteua  fyerare>magli  era  difficile  il  foldar  fanti  in  quelle  parti:  perche 
#  moti,cbe  u  erano  gradif]imi;tirauano  gli  huomini  del  paefe  a  quella guer  y 
ra.T^o  fi  fece  da  parte  alcuna  altro  effetto  di  guerra,che  leggieri  correrie^ 
infida  tantoché  no  hebbono  paffati  1  monti  legeti  defluiate  alla  guerra  fo- 
to Luigi  di  LigniyFberardo  fìQbignì}et  Giaiacopo  da  Triul%i:percbe  il  \e* 
fé  ben  ueniuaa  L'ione^ Spargendo  fama  di  uolere,quando  coft  ricercaffe  il 
bi fogno, pafi are  in  Italia;  intedeua  digouernarlaper  me%p  di  CapitariuMa 
mito  che  fu  infieme  tutto  l  effer  cittì  de*  Francefi,  nelquale  furono  mille  fei 

cento 


so_  ^  LIBRO 

c*»na?*chc  fc&°  ladé&mqtte  mila  Sul%£eri, quattro  mila  Cuafconi,  et  quattro  mila  d'ai 
àcii»  foitez  tre  parti  di  Francia;i  Capitani  il  terxpdecimo  dì  d'^goflopofero  il  capo  alla 
*r.no  3oa .  rocca dvérazgp pofta  infilila  ripa  del  Tonar o  : nellaquale,héche fuffero  a  cin a 
ì-*«i»,6£  che  quecento  fanti  ;  la  pr  e  fono  mbrcuifjimofbatiojdandóficaufadi  tantaprefle^ 
L?ti©o  «e  %a  ali  impeto  dell  artiglierie  ima  no  meno  allaviltàde  difenfori.  prej'ala  roc 
iae  mandò .  ca  d\xra^p  ;  andarono  a  campo  ad  *Anon ,  caftello  fiala  firada  maeftra  tra 
Agoaìno      +Afih&  jileffandria,  &  falla  ripa  del  Tanaro  oppofita  ad  .Aratro,  forte  di 


1  IVochen  campagna  Jnte fa  laperditard' \Ara%%p;  hauejjì  desiderato  madami  Miotti  fan 
ghe  apinei-  ti,  &  migliori,  perche fettetento^cheue  nehaueua  meffi prima;  erano  di  gen 
io  \ Si/ttc  te  nuouJ>  i  &  non  tfyerta  alla  guerra  ;  non  potette  metterlo  ad  effccutioneiper 
h ineua  £o-  che  i  Francefi pei impedir  e, che  nonni andafie  foccorfo;  haueuano  di  confenti 
V  <  I  °corio  mento  del  Marche  fé  di  Monferrato, Signor  di  quel  luogo  ;  meffa  gente  nella 
u*  a  g  |i  og  ne  feYra  di  F  dicano  pofta  tra  <  Ale  filmar  la ,  &  Anon  :  però  non  faceti  do  quegli  > 
r^meSci  -  ch'erano  injlnon  migliore  jperien%a  di  quello, che  fi ajpcttaua;  iFrancefi  hat 
m-c  boi  a.  Ma  xuto  tir  ima  il  Borgo,  &  poi  la  terra  da  quattro  parti  ;  la  ejpugnarono  in  due 
liaSkatfa^  giorni  :  &  dipoi  ejpugnarono  la  fortezza,  ammazzando  tutti  i  fanti ,  che  ui 
giamo  cjake  erano  rifuggii:}:  dalqualfucceffò  .più  repentino  di  quello,cbe  sera  creduto  jpa 
Vnt.no  ilei-  uentato  il  Sanfeuerino  ;fi  ritirò  aon  tutte  le  genti  in  ^Ale fi  anùria,  feufando  il 
(o  gk>mo}et  fliQ  timore  col  dire  d'hauer  fanteria  inutile,  &  che  ipopoli  dimoftrauano  ani- 
a  j  ni  Jfec€°  mo  pocofl abile  nella  diuotione  di  Lodouico .  Da  che  i  Francefi  tanto  più  inani 
due  tradiate  mjtj .  saccofiarono  a  quattro  miglia  adAAleffandria:&  nel  tempo  mede  fimo 


ii&  nei  le  introdotti  per  la  forte^anella  terra;  prefono,ò  arrmatgarono  tutti  ifolda 
k  per  ione  :  tf .  e  tra  qHefli  refl0  prigione  Ottauiano  [ratei  naturale  delSanfeuerino  :  & 
irotro  hauer  fu  co fanot abile,  che  quefto  medefìmoCafteUanoyjbaueuauent 'anni  innanzi, 
rotato  npl  mancando  di  fede  a  Madonna  Bona,& al piccolo  Buia  Giouangaleaigp  ;  da 
\ n  un* ' i  S^fib  to  a  Lodouico  Sfori  a  una  porta  di  Tortona,  W«  quel  med efimo  giorno,che  rn  ' 
giorno  Papa  trocjt,jj}  j  francefi in  Valenza  :  &  difeorrendo  dipoi  i  Francefi  per  lo  paefe 
fctto  ptigia-5  come  rn  folgore;  s arrendè  loro  fen%a  diffidata  Bafignano ,  Fogbiera,  Cafiel 
ha;pt  poi  l'a  ^^mi0)  &  '-p0nte  Corone  :  e l med e fimo  pò  chi  giorni  dafoi fece  la  città,  & 
Hap  a  Ba  no  La  ro  oca  di  Tortona  :  dalla  quale  fi  ritirò  di  là  dal  T?òfen\  affrettare  affai  to  al 
iorae^d'/.i-  cuno^ntonmaria  Talauitmo ,  che u 'era  a  vuardia : l  auifo  delle  aitai  cofe 

uuno:iu  ere  ;         ■>  < >  .  .  •>  i  J 

eto  Generai  andato  a  Milano,  Lodouico  Sforma  uedendofi  ridotto  in  tante  ang/tjtie,  &  che 

ci  "  Vinitia- 
ju^il'ifteflb  Jtc 
gtoi..o,  che    / 
^j.anni  pri- 
ir»a  rraftato 


auto  impetuofamète  andaua  in  preci fitio  lo  flato  fuo, perduto,  come  fifa  nel 
auerfità  sìjubite,  non  meno  l animo, cb e  l  conftglio^icorreuaa  quei  rimedi^ 

dquali 

fatto  prigione  a  Vaila  in  Gliiaradadda^omed'amenduequefti  è  ferino  cH  fotto  «ci  Jib.xj.  a  car.3  a§.  iac.a.  8c 
33;.  Aitine. deli  b  5.acar.is«  &  nel  6.  a  i7o.è  notato  il  Venerdì  elTer  felice  a,gli  SpapiudU  Don  Lui^id'A- 
uiia  nella  guerra  di  tamagna  fcriue,che  un  Cauallier  della  compagnia  del  Conte  d(  Buwaio  unaTattionepre 
Kr.n'2liiere,toglicndoglil*mftgna  in  quel  giorno  roedciiino,  ch«  i  annoinnanzi  haneaa  tnorto  un  tratelb 
€i  ;]aeiìo  e  bora  haue uà  fatto  pr:gionc,&  to'togli  firailmentc  la  bandicia.  Altri  cllempi  sii  fono  ma  il  luogo  è 
iJ;-«U«  i\  AOniì  fOiionO  iCCHvU  lutti. 


Q_V    A    R    T    0.  no 

£  quali  [olendo  ricorrere  glihmmini  nelle  co  fé  afflitte  ,  & qiiaft  ridotte  ad  a  cpivfccò 

tfttimadifieratione  ;  fanno  piupreflo  palefe  aciafcuno  la  grandezza  del  peri-  Eodoisicq 

Colo,  chene cohfegmiim frutto  alcuno  :  fece  de fcriuere  nella  città  di  Milano  coatto  eie* 

tutti  gli  huomini  habili  a  portar  arme  :  &  conuocato  *  il  popolo,  alquale  era  pnncipsh.H 

in  odio  grande  il  nomefuo  per  molte  efattioni,che  haueua  fatte  :  lo  liberò  da  \\  cono,  fra 

una  parte  delle  granù^'^e,  foggiugnendo  con  caldiffime  parole >cke  fepareua ,  *  «Pjjì  ^* 

die  qualche  ito Ita  fuffero  flati  troppo  aggrauati  ;  non  l  attribuiffero  alla  natii  fi,  cioè  a  ita 

ni  fua,nè  a  cupidità,che  baueffe  mai  bauuto  d'accumular  tefiw.ma  i tepì.c  i  n1.?  ^J?* 

pericoli  a" Italia,  prima  per  la  graderà  de  Vinitiani, dipoi  per  lapafiatadcl  co  sanfeùe« 

ftf  Carlo  ;  batterlo  cofìretto  a  far  queflo  per  poter  tenere  in  pace,  e  in  ficurtà  n^  ^ '£ 

quello  flato, &  poter  refiflere  a  chìvoleffe  asfaltarlo  :hanéilo  giudicato  nenpo  ite  Ardue- 

ter  fare  maggior  beneficio  alla  patria,&  a  popoli  fuoi. che  prouedere  no  fuffe  {jS^u  lì  '•' 

ro  rwleflati  dalle  guerre:  &  che  queflo  fuffe  fiato  coniglio  d  ineflimabilc  uti  Umetti  ch-« 

lità  hauerlo  i  frutti,  che  ferì  erano  ricolti  chiariffimamcnte  dimoflratoipercbe  fedTecwt* 

tanti  anni  fitto  ilgouernofuo  erano  flati  infomma  pace,  &  tranquillità ,  per  t'o  dallo  s:oe 

laquale s  eragraniemontc augumentatala  magnificenxayle  ricchezze, &  lo  haue?^* 

^lendore  di  quella  città  :  di  che  far  fede  manifefiifjìmagli  edifici*,  le  pompe,e  aiutato  ìf;«i 

)anti  ornamenti, &  la  multipìicatione  quafi  infinita  dettarti,  &  degli  habi-  pvfnitian? 

tatoW  ;  »e//e  $&<&  co/è  la  Città  ,el  Ducato  di  Milano  ynon  filo  non  cedeua-  accioihe  n5 

•20  ;  wd  erano  fuperiori  a  qualunque  altra  Città,&  regione  d'Italia:  ricordaf  Str0fli  aa 

f?«//  deffereflatigoue)matidafefen7^al:una crudeltà,&  con  quanta  mafue  ««w» el]ì  v» 

(udine,et  benignità  baueffe  udito  fempre  ciafeuno ,  &  che  filo  tra  tutti  i  Vrin  JJéu  an"  cotte 

dpi  di  quett  età,  fen^a  perdonare  a  fatica  ò  trauaglio  del  corpo  haueua  per  ef  sato  f5  Fri 
medefimoné  dì  deputati  ali '  audience  publicb 'e ,amminiflrato  atutti  giuflitia 


et  c-ieancoc 


fommaria,  &  indifferente  ;  ricord aflinfi  de  meriti,  &  della  benìuolenxa  del  j-81  !  hfau  r cbp 

padre fuo,  che  gli  haueua  gouernati  pinpreflo,  come  figliuoli,  che  comefuddi-  Frància  °fc£ 

ti;  &  proponefjìnfi  innanzi  agli  occhi  quanto  farebbe  acerbo  l  Imperio  fuper  "C[ef  accor- 

bo3&  infoiente  de  Fr  ance  fi:  i  quali  per  la  uicinità  di  quello  flato  al  Bearne  m  \  umilia 

di  Francia  ;  nefarebbono,  fé  loccupa(ìcro  come  altre  uoke  hauea  di  tutta  Lo  5jL-'5?fi!!lr  » 

bay 'dia fatto  quella  natione,fedia  ferma,  sperpetua  de  popoli  fuoi  cacciati  gànnacch 


ne  gli  antichi  babitatori:  però  pregarglieli?  alienando  l'animo  da  i  coflumi  b-s!S,e£{ 


impetuofi  nellaffaltare.che  coflanti  nelperfeuerare:  &  perche  egli  fin^a  di  JJJi^^* 

latione  ajpettauapotenti  aiuti  dal I{e  déHomani,  limale  già  compoflele  co  fé  impero  •.  se 

congli  SuiTgerifìpreparaua per foccorrerlo  inperfina,&  ch'erano  in  camino  t  al^aVà- 

legenti,lequaliil  gè  di  Islapoliglimandaua  con  Tr  off  ero  Colonna  ;  &  crede  morza  :  on- 

ve  che  l  Marche  fi  di  Mantoua,efiendo  rifilate  fico  tutte  le  difficultà;  fuffe  che^udto 

già  con  3  oo.  huornini  d  arme  entrato  nel  Cremane  fi  :  allequai  co  fi  aggiungen  3  utt  °re  ha 

ClOJl  quella  fante 
tia:  la  quale  oltra  che  è  anco  in  Cefare,e  in  aitai  è  con  l'eflempio  corroborata,  nel  fatto  d'arme  al  Gariglia-. 
no,5;  aluoue.  Leggi  Vincenùo  Lugano, 


LIBRO 

t  dì  ciò  è  da  C°rtc  "Patte fé  yche  allbora  n'era  Caftellano  antico  allieuo  fuo  anteponendo 
ìfg-ere  ileo  Li  fede  di  cofiui  a  quella  del  fratello  jlfcanioy  che  fé  gli  era  offerto  di  pi* 
lu°  MmèuT  &idrne  l*  cura  :  &  ul  lafcià  tre  mila  fanti  fotto  Capitani  fidatiy&  *  prò-  < 
ne  attuti  Se  hi  [ione  di  uettouaglieydi  munitione>&  di  danari  baflante  a  difenderlo  per 
t°c"  Iti  P&  rno^tl  mcfì:  &  Sfoltito  nelle  co  fé  di  Genoua  fidar  fi  d'*Agolìino  ^Adorno  al 
meitc  tino  i  Ihora  goncrnatorey&  di  Giouannifuo  fratello »d  cui  era  congiunta  in  ma- 
lafc^tTa"1  trimonio  una  Jor  ella  de*  S.Stuerini;mandò  loro  i  contrafegni  del  caftellet 
coite.  to.jC  Buonromei gentiluomini  di  Milano  reUituì  ^Angbiera^Arona ,  & 
b  oucft  fi  a'tre  terre  fui  Lago  maggior ey che baueiia  loro  occupate  :  &  ad  ifabella 
giiuoto  d'i-  à'  ^Aragona  ymoglie  già  del  Duca  Gioitati  Galeazzo;  fece  a  conto  delle  fue 
iabeiia  &  di  doti  ydonat  ione  del  Ducato  di  Bariyet  del  Trincipato  di  R«ffano  per  trenta 

Gio.Galeaz  .  *  r  jj         r  , 

zo  fu  chia-  mila  ducati  yancor  a  che  ella  non  gli  haucjje  uoluto  concedere  il  piccolo  bjib 
™*'°  come  gitolo  di Giouan  Galea^o:  ilquale  egli  de fiderauayche  co  figliuoli  fuoi 
lai  le  il  co  andajfc  in  Germania  :  &  poiché  ordinate  quefle  cofe>fu  dimorato  quanto 
nie^èixioH  &i  parue  potere  dimorare  ficur  ameni t ^reggendo fi  giù  la  terra  per  fi  fìcf- 
alui  doni ,  fa  ;  partì  con  molte  lagrime  il  Secondo  dì  di  Settembre  per  andare  in  Gcr- 
douicoadal  mania  yaccompagnato  dal  Cardinale  da  Bfley  &  da  Galeazzo  da  San  $e- 
wi  Nobili  di  uerìnoy&  per  afficurarfi  il  camino  da  Lucio  Malue7goy  con  non  piccolo  c  i 
numero  d'b  uomini  d'arme  y&  di  fanti  :  ne  era  appena  ujcito  del  caftello, 
e  Co  4.  mila  che  il  Conte  di  G  ai  a^pys forcando  fi  di  coprire  con  qualche  colore  la  fua 
f /corioMa  fer fidici  fatto fegli  incontro  ;  gli  diffeyche  poi  che  egli  abbandonaua  lo  Ha- 
si  Bébofcri  tojuo  pretendeua  refiar elibero  della  condottale  haueua  da  luìy&pote- 
r?CauYnfua  re  prendere  di  fé  qualunque  partito  gli  piaceffe  :  &  immediate  feoperfe  il 
partita  i  mì  nome>&  l'infegne  difoldato  del  B^edi  Vr  ancia  ^andando  d foldifuoi  con  la 
cerohnédfe  mtdefima compagniayche baueua mefia infiemey& conferuata  co  danari 
re,  eh?  fi  uo  di  Lodomco  :  ilquale  da  Comoydoue  la f ciò  la  fortezza  in  poteftà  del  popò 

ì» UFr"nceafi1  l°>fe  ne  anc^°  Per  H La&°  ™flìì0  a  Plagio  :  &  dipoi  fmotato  in  terra  paf 
&  che  e/fo  sò  da  Bornioy&  per  quei  luoghiydouegidy  in  quel  tempo yche  era  colloca- 
n"a perche  to *n  tanta  gloria>&  felicitai aueua riceuuto Maffimilìanoy  quando  più 
$era  partita  preflo  come  capitano  f:oy  &  dèVinitianiyche  come  J{e  de3  Romani  y  paflò 
glia^MaTi  in  Italia .  Fufeguitato  tra  Como ,  &  Bornio  dalle  genti  Francefiy  &  dal 
corio  dice,  \a  compagnia  del  Conte  di  Gaia^o  :  da'  quali  luoghi  >  lafciata  guardia 
tirfilidìgii  nella  fortezza  di  Tiranno  y  che  fu  pochi  dipoi  occupata  da' Giorgini  ; 
«iace  ìnome  fi  diri%gò  uerfo  Spruchy  doue  intendeua  effere  la  per  fona  di  Ce  far  e.  *Do  fl 
popotf  .U  pò  la  partita  di  Lodouico  i  Milane  fi  mandati  fubitamente  jimbafeiatori 
à  Capitaniyapprojfimatift  già  con  l'efferato  a  fei miglia  alla  città  ;  con- 
chVamaroV  fent  irono  di  riceuergli  liberamente,  riferuando  il  capitolare  alla  uenutà 
no  ì  France  del  ve  .  dalquale  procedendo  folamente  co  la  mi  fura  dell'utilità  propria, 

fi  nella  cit     -       v  /  f  . '     .      r     . .      .      .    .,  ,  r         r    •         1 

tà,  quattro  {per auano  immoderate  gr ai iey&  ejentiont  ;  &  il  mede  fimo  feciono  \en%a 
Siornr'  d°?£  dilatione  tutte  l'altre  terre  del  Ducato  di  Milano  .Volley  la  città  di  Crc 
Lo?asforza!  mona  (  efiendo  circondata  dalle  genti de'  Vinitìanìy  l'Imperio  de*  quali 

uT»i><fcUC  a^QYTim  )farc  M  Medefimo  ;  ma  non  udendo  il  Re  rompere  la  capitola 

ti$nc 


1 


QJV    A    R    T    O,  m  ,    ^adU 

itone  fatta  co9  finitimi  ;fu  neceffitata  arrendei  fi  a  loro:  feguito  Genoua  la  quantità  di 

medefima  inclinatione ,  facendo  a  gara  il  popolo ,  gli  adorni,  &  Giouan  Lui  JJJJ Jr'^ 

gì  dal  Fiefco  di  effere  gli  autoriprincipali  di  darla  al  Re .  Et  perche  contra  cor  te  ri  ce. 

Lodouico  fi  dimoflraffe  non  filo  una  rouina  ri  repentina ,  et  sì  grande, hauen  £c  p^t  F  rpare! 

do  in  uenti  dì  perduto  sì  nobile ,  &  sì  potente  flato  ;  ma  ancora  tutti  gli  ef-  «no  dei  uà 

j?wp/  d'ingratitudine  ;  ilCaflellano  di  Milano  eletto  da  lui  per  il  più  con-  dàiwboff* 

/Wdto  £ra  f«f**  i/woi ,  fen?^a  affrettare  né  un  colpo  di  artiglieria ,  né  alcuna  enfeata,  che 

ffretie  d'affatto  ;  dette  il  duodecimo  giorno  dalla  partita  fua  al  Re  di  Francia,  {^  rec  d-*  ro! 

i  il  caflello  ,  che  era  tenuto  inefpugnabile,riceuuto  in  premio  di  tantaperfidia a 

quantità  grande  di  danari  >  la  condotta  di  cento  lande  ,prouifione  perpetua  >  Jj*^  ™ f^ 

&  molte  altre gratie, &  priuilegij  :  ma  con  tanta  infamia,  <jr  con  tanto  odio>  di  tore  tu  ti 

•  etiandio  apprefio  a  b  Francefi ,  che  rifiutato  da  ognuno  come  di  fera  peflife-  x°£  J*.™™ 

ra ,  &  abomineuole,  il  fuo  commertio  >  &fiherniloper  tutto  douc  arriuaua  cefi  fteflì  , 

con  obbrobrio  fé  parole,  tormentate  dalla  uergogna  ,  &  dalla  CO'HSCIE'N^  JogiuoTau* 

Tljl,  potcntiflìmo  ,  &  certiffìmo  flagello  di  chi  fa  male  ,  pafìò  non  molto  »o  «ìgiuoco 

poi  per  dolore  ali 'altra  uita .  Tarticiparono  di  quefla  infamia  i  Capitani  che  &Uoicuano 

con  lui  erano  rimafli  nel  Caflello ,  &fipra  gli  altri  Filippino  dal  Fiefco  :  il-  J*  *«  "tu 

quale,  allieuo  del  Duca.  &  lafciatoui  da  lui  permolto  fedele ,  in  cambio  di  «./iccuanò 

confortare  il  caflellano  a  tener  fi  ;  accecato  dagrandiflìmepromeffe  ;  lo  con-  J°  Vernar 

fonò  al  contrario  ;  &  infieme  con  jLntonmariaTalauifino ,  che  interueniua  tc:«u  cfae  fi 

in  nome  del  Re  trattò  la  deditione .  Ma  il  Re ,  che  hebbe  a  Lione  le  nuoue  di  J'^^JJ? 

tanta  uittoria ,  fucceduta  molto  più  prefle \di  quello  haueuafférato;pafiòfu    Plutarco  ne 

bito  Con  celerità  grande  a  Milano  ;  douericeuuto  con  grandiffìma  letitia;  con  *u.  p^tfó 

cede  laeffentione  di  molti  datij ,  benché  il  popolo  intemperante  ne*  defìderij  nem  amo  , 

funhhauendo  fatto  concetto  di  hauere  ad  effere  efìente  in  tutto;  non  rimane f-  ^  ^on'laa" 

fe  con  molta  fatisfatt ione .  Fece  molte  donationi  d'entrate  a  molti  gentil! Imo  do.Et  Demo 

mini  dello  flato  di  Milano  :  tra  i  quali  ricono feendo  i  meriti  di  Gianiacopo  da  £c"  *r^crl 

Triulyì  »  gli  concedette  Vigeuene ,  &  molte  altre  cofe .  Ma  nel  tempo  mede  Uiìc  anch'c 

fimosi  e  dal  Re  di  Francia  fi  moueuano  l'arme  contra  il  Duca  di  Milano,*?  a-  ^otto^ti 

golo  Vitelli  >  raccoltele  genti,  &  leprouifioni  de'  Fiorentini  per  potere  poi  hode  haben 

più  facilmente  attendere  alla  effrugnatione  di  Tifa;pofe  il  campo  alla  terra  di  t£ s '?^Jet% 

Cafcina:  laquale,febenefuffeprouedutafufficient emente  di difenfiri,  &  del  che  i everta 

le  altre  cofe  necejfarie,&  fimilrnente  munita  difoffi, &  di  ripari  ;  ottenne  da  ^&  ™e"[a 


poi  che  furono  piantate  l'artiglierie,  e  in  uenti fei  bore:  perche  effendo  comin  ftato  diMiia 
ciati  ad  impaurire  gli  huomini  della  terra  per  il  progrefìo  grande,  che  per  lyef-  [^diqueifbc 
fere  le  mura  deboli,  haueuano  fatte  lartiglterie;  ifoldaiifireflieri,  che  u  era  t^"l°  Ga 
no  dentro preuenendogli  ;  fi  arrenderono ,  patteggiata  folamente  la  faluc%-  dimemo,  a 
%a  delle  per  fine, &  robbe  proprie,  &  lafciati  loro,  &  i  comme]farij,&  fol-  potrebbe 
dati  Tifani  in  arbitrio  libero  de*  uintitori.  jLrrenderonfi  di  poi  alla  richiefla  neuoimete 
d'un  trombetto  filo ,  la  Torre  edificata  per  la  guardia  della  foce  dLjtrno,  &  ^  j  J^J" 

Q^  z         ilbaflio-  noieiTi.*! 

contra  Kufino.Quod  tantls  Romana  manus cotexuit  tnnisjProditor unti* iners  angufto  tempore  uertit. 
e  Coti  a  punto  fcriuè  il  BuonaccoiMggiugncndo  che  fu  a  26.di  Giugno  Hsp.tìaa  dtee  chcCarcina  fu  prcla  i 
diU.-etione:  ilchefi  dcuepetucnturaintcndercicjuantoa  glihabiUBU,no||Cjt«moa  toUitt 


L    I    B    R    O 

ìì  baflione  dello  fiagno  abbandonatola  Ti  funi  :  in  modo ,  che  per  ì  Tifani 

non  fi  teneua  altro  in  tutto  il  Contado ,  che  la  Fortezza  della  Verrucola ,  & 

lapiccola  Torre  d'ufeano non  moleftate  da  nimit'hper  la  incommodità  i'ka 

nere ,  y olendo  ejpugnarle ,  a  paffare  .Arno  ;  &  perche  efendo  contìgue  à. 

Tifapoteuanofacilmenteefferefoccorfe;  &  perche  non  imponauaallafom- 

ma  delle  cofe  il  per  demi  tempo .    Rimaneva  adunque  fola  l "e  §ugp,;tmnc  $\ 

Tifa  :  imprefa  da  coloro ,  che  difeorreuano  prudentem^/re , non i  riputata  fé 

nondifficile,  per  la  fortezza  della  città,  &  per  il  numero,  Uifiu,  &  cfliiia- 

tione  degli  huomini,che  ut  erano  dentro  :  perche,  fé  bene  in  Tifa  non  erano 

aGurlìnoTo  foldati  foreflieri,  eccetto  a  Curlino  da  Rauenna,  &  pochi  altri,  i  quali  venu 

aa'fu  huoC  tini  agli  ftipcndij  de*  Vinìtianì ;  ui  erano uolontariamente  rimafli  dopo  la 

irò  dimoilo  partita  delle  loro  genti;  ma  ui  era  copiofo  il  numero  de1  cittadinì,& de*  con- 

uakCprouc  tadinì,  né  minore  di  qualità,  che  di  quantità: perche  per  l'efierientia  conti- 

<u  lui  fa  tte  nua  di  cinqUe  anni  ;  erano  quafi  tutti  diuenuti  atti  alla  guerra ,  &  conpropo- 

guerra  di  pi  fitofi  oflinato  di  non  ritornare  fitto  il  dominio  de  Fiorentini ,  che  harebbono 

fa  ;  fi  portò  riputata  minore  qualunque  altra  ?rauiffima  auerfità .  Non  haueuano  le 

anchoegre-       r         ,   „       .      \  A  m  •  *    •     r  k  0*      ^      i-     •   ,        ?> 

giumente  al  mura  della  citta  fojji  innanzi  afe ,  ma  erano  molto  grofje,  &  di  pietra  d  an- 
la"°d  \  t"  ticaftruttura  talmente  conglutinata  per  la  proprietà  delle  calcine,  che  fi  fan- 
ro,&  aNoua  no  in  quel  paefe ,  che  per  lafuafolidità ,  refiflendo  più ,  che  communemente 
ia,come  feri  mn  ranno  l'altre  muraglie,  alt  artiglierie  ;  dauano  innan?hcbe  le  fu/fera  °it- 

u«Girolamo  ■?,  .      _  &.  ,       °.  .  ,..-•  ,     ■  ,■&  . 

ko  dì  nei  li.  tate  m  terra,  molto  fpatio  a  coloro,  che  erano  dentro  a  i  riparai- e:  &  nóndime 
ftoric  di  Ra  no  l  F^orentm^  deliberarono  d'affiliarla ,  confortati  al  mede  fimo  da  Tagolo 
\  uenna.        Vitelli,  &  da  Pinuccio  da  Marciano  :  /  quali  dauano  fperan%a grand e  <£ pu- 
gnarla in  quindeci  giorni:  &  perciò  hauendomeffi  in fieme  diecimila  fanti  * 
&  molti  caualli ,  &  fatti,  fecondo  la  richiefla  del  Capitano  abbondanti [(fimi 
prouedimenti  ;  egli  l'ultimo  dì  di  Luglio  uipofe  il  campo,  non  come  era  ricor 
dato  da  molti,  &  comefaceuano  inftantia  i  Fiorentini ,  da  quella  parte  d'^Ar 
no,  cheprohibiua  ilfoccorfo,  che  ui  ueniffe  diuerfo  Lucca;  ma  dall' 'altra  par- 
te del  fiume  rifeontro  alla  fortezza  di  Stampacelo perche gli pareffe facilitar ■- 
fi  affai  la  uittoria,  fé  ejpugnaua  quella  fortezza  ;  ò  per  maggiore  commoditì 
delle  uettouaglie ,  che  fi  conduceuano  dalle  cafiella  delle  colline  ;  ò  perche  ha 
ueffe  hauuto  notitia,che  i  Tifani,non  credendo, che  mais3 accampale  da  quel 
la  parte;  non  u  haueuano  cominciato, tome  datf  altra  parte  faceuano  ,  riparo 
bt^ucflaroc  alcuno .  Comincioffi  a  battere  la  b  rocca  di  Stampace,  &  la  muraglia  dalla  j 
cedacelo*  manodeflra,  &  finifiraper  lunghijfimo  tratto  con  uentipcqcjgrojfì  d'arti- 
ino  è  detta  nlieria;  cioè,  da  Sant *jLntonio,à  Stampace  ;  &  dipoi  infino  alla  porta ,  che 

:  Bafttone,oc  9.  „    r  ..       .        ,,  *  ■    -tL-r     -  -  « 

-dai  Buonac  fi  diceamare,poftafulla  nua  a  *Arno;& per  contrario  i  Tifimi, non  internet 
coifì  Torre  tendo  giorno, &  notte  di  lauorare,&  infiemecon  loro  le  donne;non  meno  per 
tinaci,  &.  animo  fé  a  queflo.che  gli  huomini  ;  feciono  in  pochiffimi  giorni  al- 
l'oppofito  della  muraglia,che  fi  batteua  ;  un  riparo  digroffetzga,&  attenga 
-  notabile, &  unofoffo  molto  profondo, non  gli  jpauentando, che  mentre, che  la 
uorauanQ  ;  rierano  feriti  2  &  morti  molti  dall'artiglierie}  òperpfoprio  toU 


Q^  V    A    R    T    O.  #         Wjf 

pò  ,  àper  riuerberatione  :  labiale  pefìe  offende  uà  fimilmtnte  i  follati  det, 
campo  ,  percoffì  talmente  dall'artiglierie  di  dentro ,  maffimamente  da  uno  » 
paffauolante  piantato  falla  Torre  di  San  Marco  ,  che  erano  ncccjjitati 
per  tutto  il  campo ,  ò  di  aliare  il  terreno  per  riparar  fi ,ò  alloggiare  nelle- 
fofje .  Vroccdeffi  più  giorni  con  quefli  modi  :  &  benché  fu  fi  e  già  gì t tato  m 
terra  grande  [patio  di  muraglia  da  Santo  Antonio  a  Stampace ,  &  ri- 
dotta qudla  furte^ja  in  termine,  eie  il  Capitano  jpcraua  di  potere  fen- 
%a  molta  di fficultà ottener Lv,nondimeno  per  far  fi  la  tintoria  più  facik,fi 
c6t\nuaua  dibattere  da  Stàpace  infino  alla  porta  a  mare,fcaramuccian- 
dofì  in  quefto  mt%ofpeffo  tra  la  muraglia  battuta,^  il  riparo  tanto  lonta 
no  dalle  muratele  Stampace  reftaua  tutta  fuora  del  ripzro  :  in  una  delie- 
quali  fcaramuccie  fu  ferito  il  Conte  Ranuccio  d 'un  arcliùufo.  Era  il  con- 
iglio delCapitano  come  baueffe  occupata  Stampac  e, piantar?  l'artiglierie 
in  fu  qudla,  &  fulla  mur  agita  batt  ut  aidonde  offende  do  fi  ter  fianco  tut- 
ta quella  parte,  eie  difendenano  iTifanì$eraua  quafi  certa  la  uittoria; 
&  nel  tempo  mede  fimo  far  cadere  uerfo  il  riparo, acciocle  riempicndofi  il 
foffo  fujjepiu  facile  a' faldati  la  falitatuna  alta  di  mura  tra  Stampace,&   a  tapaam 
il  riparo;laqualc,tagliata  prima  con  gli  fcarpell'hfi  fofieneua  co  puntelli  ^jra  dVqu?> 
di  legname.  Dall'altra  parte  iTifani,  eie  fi  gouernaxano  nella  dtfc  fa  fe^  ftr«tf«ri  * 
condo  il  configlio  di  Curlino  ;  baueuano  fatte  diuerfo  Sant'Antonio  al-   nouuin°o 
cunccafe  matte  nel  foffo ,  per  impedir  €  ay  nimi  ci  incafoui  fcendefferoil  ^rcJr^n^hc 
riempier  lo;&diflefe  fu  per  i  ripari  uerfo  Sant'Antonia  molte  artigilierie;  £f  fu°or  a* 
&  alloggiati  i  fanti  loro  ape  del  riparo;  accioebe  ridicendo  fi  le  co  fé  allo  ^£^* 
§ìretto;fi  opponeffero  con  le  proprie  perfone  a  nimku  finalmente  Vagolo  Pj0  nmiic 
ditelli  il  decimo  giorno  poi,  che  fi  era  accampato, non  uolendo  differire  fj^£*£ 
più  a  pigliare  Stampace ,  prefentataui  la  mattina  full* alba  la  battaglia ,  chi  nella  vi 
benché  ifoldati  fu/fero  offe  fi  dall'artiglierie  della  cittadella  uecchia  ;  la  «££  *-£ 
prefe  più  pre{ìamente,&  con  maggiore  facilitarle  non  lane  a  fp erato  ;  &  giioni  di  z« 
con  tatofpauento  de'  Tifimi,  che  abbandonati  i  ripari  fi  metteuano  per  tut  jg™.  ?Uo- 
ta  la  città  infuga:&  molti, tra!  quali  Viero  Gambacorta  cittadino  nobile,  mo  d'aime 
acon  quaranta  baleflrieria  cauallo,cbemilitauano  [otto  lm;fi  *  fuggirono  ^"c/ndo^ 


di  TJifa:&  te  nefarebbono  fu??iti  molti  più,  fé  da  Magiftrati  no  fuffellata  fi  di  notte  u 

•*  fattioncaS. 
Serro ,  fra  i 
noftrt  >  e  i 

no;alquale  farebbe  flato  felici fimo  quel  giorno,clefuorfginedtllefuèca-  ^f^1 


fatta  refifien%a  alle  porte;in  modo,che  è  mamfeflo,cle  fé  fi  procedeva  inno. 

ihji  otteneua  quella  mattina  la  uittoria  con  grandi ffima  gloria  del  Capita  noftn  ,  e  i 

^  '    .  .,*.._  ^  ..      —  .     .     °         i      r  •    •         •    li     f  .       Turchi 


lamità  :  perche  non  conoscendo  egli, fecondo,  che  poi  fi  feufaua ,  l'occafio-  «M??*  & 

ne,c le  infp  eratamente  fé  gliprefentò;nè  hauedo  ordinato  di  dare  quelgior  fuaggaéd°0'an. 

no  la  battaglia  con  tutto  il  campo-,nè  ad  altro,cle  a  quella  torre;non  folo  ^co°arr^ 

non  mandò  le  genti  ad  affaltare  il  riparo  ,  oue  non  harebbono  trouato  refi-  goftaaa  a£c 

fien%a,ma  fece  ritornare  indietro  la  maggiore  parte  de  fanti ,  eie  intefo  f*£z  «£**** 

l'acquifto  diStampace,defiderofi  di  fa  echeggi  are  la  cittd,correuano  turnul  al'  Blu^caiU 

tuofamente  per  entrar  m:&  in  quel  tanto  i  Vifani suolando  la  fama  per  la  na. 

Q^     J  cifri 


LIBRO 

cittJ,  che  ì  inimici  non  feguit  andò  la  vittoria  concitati  da'  pianti,  &  dalle 
grida  miserabili  delle  dorme  ,  che  gli  confortavano  ad  eleggere  più  pretto 
la  mene  che  la  conferitatene  della  uita  [otto  il  giogo  de  Fiorentini  ;  co- 
minciarono a  ritornare  alla  guardia  de'  ripari  :  a  quali  cfìendo  ritornato 
C  urlino,  &  con  fi  der  andò, eh  e  dal  riuellino,che  haueua  Stampace  uerfo  la 
tcrra;era  una  uia,che  andana  uerfo  la  porta  a  mare,laqual'  haueuano  pri 
ma  ripiena  di  terra,&  di  legname,&  fortificata  uerfo  il  campo  yma  proue 
àuto  all'altra  aia  uerfo  Stampace  ;fece  fubito  riparare ,  &  riempiere  da 
quel  lato:&  fatte  un  terrato,con  artiglieri  e, che  uraliano  per  fianco,  impe 
dina  l'entrare  da  quella  parte.JLcquiilata  Stampace  Vagolo  uifece  tirare 
in  cito  alcuni  Falconetti,etpaffaHo!àti}iqvaìi  tiravano  per  tutta  Vìfa,ma 
non  offendevano  i  ripariti  quali  Mnchefufkro  offe  fi  dall'artiglierìe  pianta 
te  da  baffo, non  però  gli  abbandonavano  i  Vijani':&  nel  tempo  mede  fimo  fi 
batteva  la  cafa  matta  uerfo  S.  ^Antonio,&  la  porta  a  mare ,  &  le  di  fé  fé  : 
nècefiaua  Tagol  ditelli  di  sformar  fi  dì  riempiere  il  fo fio  con  fafeineper 
facilitar  fi  il  riparo  :  contra  le  quali  cofe  i  Tifani,in  fuffidio  de  quali  erano 
la  notte  jeguente  flati  mandati  da  Lucca  trecento  fanti ,  crefeiutì  d'ani- 
mo,gittauano  fuochi  lavorati  nel  foffo:&  ponendo  fommo  fludio  dinecejji 
tare  quei  del  campo  ad  abbandonare  la  torre  di  Stampaceli  voltarono  un 
groffiffimo  paffauolante  detto  il  Bufolo  ;  a  pochi  colpi  delquale  ottennono , 
che  fi  levaffe  l'artiglieria  piantata  in  alto.-contra  ilquale ,  benché  Vagolo 
volt  affé  alcuni  p  a  fi  amianti,  da  quali  fu  sboccato;  non  ceffando  però  di 
trarre,  lacerò  di  maniera  in  più  dì  la  torre;  che  Vagolo  fu  alla  fine  co- 
rretto dì  levarne  l'artiglieria  ,  &  abbandonarla  :  ne  fu  altro  il  fveceffo 
del  muro  tagliato ,  perche  havendolo  fimilmente  i  Vifani  pvntellato  dalla 
parte  di  dentro  per  farlo  cadere  diverfo  il  fojfo;  quando  Vagolo  volle  far- 
lo cadere  ;  flette  immobile .  ?s(on  privò  qveflo  cafo  il  Capitano  della  ffe- 
ran%a  dì  hauere  ad  ottenere  finalmente  la  vittoria  :  laqvale  cercando ,  fe- 
condo la  natura  fva ,  d'acquifìare  più  ficvr amente ,  &  con  minor  danno 
dell'efferato ,  che  fi  poteua  ,  con  tutto ,  che  in  più  luoghi  fuffero  in  terra 
già  più  di  cinquecento  braccia  di  muraglia  ;  attendeua  continuamente  ad 
ampliare  la  batteria,  a  sformar  fi  di  riempiere  i  foffi  della  terra ,  &  a  for- 
tificare la  torre  di  Stampace ,  per  piantar  ui  di  nuovo  artiglieria,  &  po- 
ter battere  per  fianco  i  ripari  grandi, che  haueuano  fatto  ì  Vifani, sformati 
dofi  con  tutta  la  peritia,&  artefua  d' acquietare  alcontinvo  maggiore  op- 
portunità per  dare  più  fi  e  ur  amente  la  battaglia  gener  ale, &  ordinata:  la- 
quale  benché  già  havtffe  condotto  le  cofe  in  grado ,  che  qualunque  uolta  fi 
deffe,jperajfe  molto  la  vitt  or  iaydiff eriva  voletìerìdì  dare ;per che  tanto  più 
fi  diminviffe  il  danno  dell'efferato,  &  shaveffe  maggior  certe^^a  di  otte* 
nerla;con  tvtto,che  i  Comeffarij  de'  Fiorentini,a'  quali  ogni  minima  dilata 
tione  era  m%lefiiffima,&  rifcaldati  con  lettere,&  meffi  continui  da  Firen- 
^epon  cejfaffero  di  (lim9l*rlo>cbe  con  l'accelerare  per  veni fie  agl'impedi- 
menti 


dì  rotto 


i/Ter  fatto  mutile  tanto  numero  di gH'ucbe  quegli,  eh  erano  jam  non  bijta 
nano  a  darU:ilquaUifordineJbencbt  i  Ftorcnti>v>&  egli  oppreflo  com-  gli 

.     .  ,     .    ^        f   »     ..  n i-     -a^...v.*  ~„l   OJ A  /tv»  *iu  r,ui  tanti  inondi 


II     b  fru.oiiO  ut 
qutfto  aucù. 


a /m'(k infermitùs-inwnalJero di riftorare col  Joldare  nuomf*ntr>nondi  BO>  non pa. 

maio  te  /Wtom  ffttofcM  w/wenre  ;  <****  ogni  dimoilo  maggiore  la  ritorno. 

éminutioncche'l  Supplemento  sperò  difberato  in  ultimo  di  poter  più  con-  ftiferi  &  có 

Iettare  la  uittoria,& dubitando  di  qualche  dano,deliberò  leuare  il  campo,  t^ofi 


l  imbarcò  alla  foce  a  ^irno,yeri.iJc  fi  iv»u«<.</'<-  •»<-•»<"«- •••--.-        -  CIopemono 

/»  iti  ogni  cofa  auerja  la  fortunale  nefommerfe  una  parte,chefu  non  mvl-  ^i»"»™ 
f  o  d/po»  ricuperata  da'  Tifani,cbe  nel  tempo  medefimo  rarefinola  torre ,  di-nneggiite 
cb'è  a  guardia  della  foce.per  i  quali  accidenti  fi  augumentò  tato  la  fimftra  ££•*«; 
opinione,  cbe'l  popolo  Fiorentino  haueua  già  conceputa  di  Tagolo,che  pò-  ui  moti[0no 

(/bi  dipoi  chiamato  in  Cafona  da  «  Commefiarij  fitto  jpecie  d  ordinare >U  M  hu°- 
diflributione  delle  genti  alleflanresfu  da  loro  per  comandamento  del  Ma-  di  Fetttgia , 
gifirato  (upremo  della  Città  fatto  prigione:  donde  mandato  a  Firenze,  &  d.c— 
la  notte  medefima,cbe  ùarriuò  esaminato  aframente  con  tormenti  ;f*  il  nc  A£rctlno 

**  giorno  feguente  ter  comandamento  del  medefimo  Magiflrato  decapita-  »» ^'»j 
to&mancòpoco,cbenelmedefimoinfortunionontncorrefietnfiemecolm  d^KZZO_.. 
ilZtello/quak  ì  Commefiarij  mandarono  in  quell' ifiante  a  pigliare:  ma  •»£»««- 
Vitellorxo  cofi  ammalato  cornerà  d'infermità,  contratta  intorno  a  Tifa,  „0  ^,, 
mentre  ébefimulando  uoler' ubbidire  efee  del  letto;  mentre.che  mette  te»;  Ugrfgfc 
■*o  .»««(?  per  ueftirfi  ifalito  per  l'aiuto  d'alcuno  de  (uoi,cbeuiconcorfe  g^uj. 

«  ro,(oprauncauallo;fi  «  «/««*  » VifiurittHuto  con gradiffima letitia  da  ™;/W 
T;Yàw  Puronoi  capi  principali  della  condennagionecotraTagolo;  che  dal  t  xmo;joi 
lÌoÌ7fTafu/eplocedlto  il  non  acquiflar  Tifi,  bauendo  hauuto  fa-  e— - 

!  l  Cfc/fd    putati  a  fa  e 

pngionePaoloVitelli  inCafcina  ******  Camiglani ^Braccio  ^^^f 
<1  11  |ioioo,che  Paolo  Vitelli  fu  decapitato  in  Fiorenza t  ne  la  ^e^^SiuuoL  iuoi;  ued*>c  alcune  lue 
C  Vitellozzo,comc  dice  il  Buonaccorft ,  dirrcreado  .1  ueftirfi  fin  c™»™^*£f£  UC 

knze  fpezzatcjfi  lece  «on  l'aiuto  d'effe  bit  la  ma  pei  forza:*,  cofi  ne  fuggi  u  Ma. 


LIBRO  | 

'culti  dì  pigliarla  il  dì, che  fu  prefa  la  rocca  di  Stampacele  pith  mede  fi 
ma  cagione  haucfie  differito  tanto  il  dare  la  battaglia  :  battere  udito  pia 
noi  te  buomini  uenutialui  di  Tifa:  né  mai  comunicato  co  commeffarij  l'ani 
bafciate  loro:&  leuato  il  campo  contra  il  comandamento  pub  li  co  ;  &  ab- 
bandonata Stampaci ,  bauere  inuitato  qualcb'uno  de  gli  altri  condottieri 
ad  occupare  in  fua  compagnia  Cafcina,Vico  Tifano,&  l'artiglierie  per  pò 
ter  e  né*  pagamenti,  &  nell'altre  ccnditioni  maneggiare  come  gli  par  effe  i 
fiorentini: che  in  Cafentino  baueffe  tenuto  pratiche  occulte  co'  Medìci:& 
nel  tempo  medtfimo  trattato,&  quafi  concbinfo  co'Vinitianìibenche  per 
cominciare  a  ftruir gli  f ubito, che  fu  fi  e  finita  la  condotta  fua  co  Fiorenti' 
nì,laq:ìdyera  già  quaft  alla  fne:ilcbe  non  bauere  bauuto  perfettlenc;per- 
che  i  Pinitiani, fatto  t'accordo  co*  F  iortntini;ricufarono  di  codttrlo:^  c\k 
per  qnefìe  cagioni  baueffe  dato  il  jaluocodotto  al  Duca  dyyrbìnoì&  a  Gin 
Limo  d\?  Medici  Sopra  le  quai  co  fé  efaminato;  non  conftfiò  particolare  al- 
cuno,cbe  Vaggrauaffe:et  nondimeno  non  fu  efaminato  più  lungamente;  per 
che  per  timore,  cbe'l  J{e  di  Francia  già  uenuto  a  Milano  non  dimandaffe  la 
fua  dcliberatione-fu  accelerato  il  fupplicio:nè  alcuni  de  JHoiminiflri3cbe 
dopo  la  morte  fua  furono  con  maggiore  comodità  efaminati;  confeffarono 
altro,cbe  efiere  m  lui  molto  mala  fodisf anione  de  Fiorentini, per  lo  faucr 
dato  in  concorrentia  fua  al  Cote  Bjnuccio;  per  la  difjicultà  a'ifpedire  le  prò 
mifìoni,che  dimandaua,et  qualche  uolta  le  co  fé  fue  particolari,^  quello* 
<che  uolgarmente  fi  parlaua  in  Firen%e,in  carico  Juo. Donde, benché  in  al- 
cuni reflaffe  opinione, eh  egli  nonfuffe  proceduto  ftnceramente,come  fé  afpi 
raffe  a  far  fi  Signore  di  Tifa,  &  ad  occupare  qualche  altra  parte  del  domi- 
nio Fiorentino,nelqualenodriua  molte  intelligentiei&  amicitie  nondime- 
no nella  maggior  parte  è  fiata  opinione  contraria,perfuadendo fi  che  egli  de. 
fider  affé  fommam  ente  Vefpugnationedi  Tifa  per  hntereffe  della  gloria,pri 
mo  capitale  de*  capitani  diguerra,cbe  ottenendo  quella  imprefa  gli  perue- 
'^ukoYad'  ai  nma  grandiffima.  Ma  al  !\e  uenuto  a  Milano  erano  concorfi  parte  in  perfo* 
Tcto  anciic  nayparte  per  jlmb  a  feiat  orinai  ì\e  Federigo  infuori  Jutti  i Potentati  dr$-> 
MStou^da  ttliwkì  per  congratularfi  folamente  della  uittoria;chi  per  giuflificare  le 
luì  fcrittedi  imputationi  hauute  dy efiere  fiato  più  inclinato  a  Lodouico  Sforma ,  che  a 
cefeo6  Gon-  lui'3cbi  per  fiabilire  feco  in  futuro  le  co  fé  fue:  i  quali  tutti  raccolfe  beni- 
zaga  non  ac  gnamente,&  con  tutti  fece  compo fittone, ma  diuer fé  ,  fecondo  la  dinerfitì 
dai  %ehl°-  *~de^e  conditionì3  &  fecondo  quello  che  poteua,  dijegnare  di  profittar fene\ 
douico  xìi.  1  accettò  in  protettione  il  Marchete  di  Mantouaialquale  *  dette  la  codotta  4 
?SnéC  di  é  ceto  lancie,t ordine  di  S.Micbele,& honorata  prouifione.jLccettb  fimil 
san  Miche-  meì;te  in  protettione  il  Duca  di  Ferrara;!' unoy&  l'altro  de9  quali  era  anda 
h  coSSta  to  a  luiferfonalmente;ma  quefto  non  fen?afpefa,  &  difficultà:  perche  poi 
&  la  proui-  C\K  })ebbe  cofegnato  a  Lodouico  Sforma  il  cajielletto  di  Genoua;era  fempre 
tiiilictTdi  flato  tenuto  d'animo  alieno  dalle  cofe  Fr  ance  fu  Accetto  oltra  quefii  in  prò 
ai.miia  ìiw  tzxtknejna  riceuuti  danari  da  luiiGiòuanniBetiuoglirfbe  u'baueua  man 
4it0Iflcg'  dato 


I  Q^V     A.  R     T    O-  **> 

dato  jtnnibale  filò  figliuolo.     Ma  conmaggjore  fpcfa,&  difiiadtaji  coxipo- 
,  fero  le  cofe  de  :à  Fiorentini, a 'mali dimenticati i meriti  loro, &  quello  cheper 
[editare  l'amicitia  Francefie  haueuano  patito  a  tempo  del  R$  pafitto  ;  era  *  ^"^ 
auerfa  quafi  tutta  la  Corte ,  non  fi  accettando  le  ragioni ,  che  per  non  fi  prò-  \\  Fiorenti- 
uocare  contronellc  cofe  di  Tifa  Lodouico  Sforma; gli  haueuano  necefiiiati  a  *»■.  &c£* 
ftareneutrali  -.perche  né  petti  de  Francefi  poieua  ancora  £  impresone  fat-  bafeiatori 
ta ,  quando  il  Re  Carlo  concedè  la  libertà  a  Tifimi  :  anzictppuffo  a  Capita-  m.  FiiceG» 
nh  &  <t  gli  huomini  militari  era  crefentta  l  affettione  per  ta  fama  ampliata^  ti>  LoreiiZ(J 
per 'tutto  y  che  e Mero  huomini  uaìorofi  nell  ;arme .  iìpceua  olirà  qucfio  a    ^J,&au 
Fiorentini  l'autorità  di  Gia.ùacopoda  Triui%i^:ilquale  ajpn -aneto  al  L»-  uiati  f  coma 
«mw/o  rfi  TiA  ;  Àwitif**  la  caufa  de  Tifimi,  defiderofi  di  riceuere  per  Sigilo-  Jj^^» 
rc  //«,  e£"  ogn  altro,  che  haueffe potuto  difendergli  da  Fiorentini  :  i quali  era- 
7io  lacerati  mede fmamente  per  tuttala  corte  della  morte  di  Tagolo  Vitelli, 
tome  fé  fen^a  cagione  haueffero  decapitatomi  Capitano  di  tanto ualore,.& 
alquale  la  corona  di  Francia  haueua  obligatione  :  perche  il  fratello  era  flato 
ammalato  >  &  egli  fatto  prigione  mentre  che  erano  nel  Regno  di  Isfefr 
poli  a  gli  ftipcndij  del  Re  Carlo  :  ma  potendo  finalmente  più  nell  animo 
del  Re  l utilità  propria ,  che  le  cofe  nane;  fu  fatta  compofitione  :  per  la- 
quale  il  P^e  y  riceuutigli  in  protettone  ;  sobligo  a  difendergli  contra  ciafcu-  \*£™fij* 
h no  con  feicento  lande  ,& quattro  mila  fanti;  &  i  b  Fiorentinireciproca-  piarlo da»a 
mente  sobligarono  alla  difiefa  de  gli  fiati  fimi  d Italia  con  quattrocento  Imo-  ^^ 
nini  d'arme  3  e  tre  mila  fanti  :  che  l  Re  fuffe  obligato  feruirgli  a  loro  richier  dalia  Repu- 
fla  di  quelle  lande, &  artiglierie  bifognafferotper  la  ricuperatione  di  Tifa,  & 


delle  terre  occupate  da 'Senefi,&  da  Lucchefu  manongià  diquelle,  chetene-  Lodouko.ia 

Mano  i  Genouefi  :&  non  efiendoglirichiefte  prima  que file  genti,  fuffe  obligato  "^^  ?j 

quando  mandaffe efferato  ali ' impref adi  l^polwdtarlc  tutte, o parie  a qiie-  &*u**™* 

fla  jpeditione:&  che  ricuperato, che  haueffero  Tifa,  &  non  altrimenti  fnfiero  Coikgar7i° 

tenuni  dargli  per  l'acquifto  di  Ifapoli  cinquecento  huomini  d'arme,  &  cinqua  co'l  Re  jn 

tarnila  ducati  per  pagarne  cinque  mila  Smoderi  per  tre  me  fi  :  &  chea  Ini  j^Liatcùi 

refiitw fiero  trenta  feimila  ducati,  eh  e  haueua  loro  prefiati  Lodouico  Sfar-  tioni;  afp« 

^a,  defalcandone  a  dichiar adone  di  Giantacopo  da  Triul%i  quel  che  bauejjcro  njrfl  poi  C5 

pagato ,  ò  Jpefo  per  lui:  conduce/fero  per  Capitano  Generale  delle  loro  genti  j^^-g 

il  Trefetto  di  Roma  fratello  del  Cardinale  di  San  Ticro  in  Vincola,ad  inftan-  egìf  era  ui  H 

tiadelquale  fu  fatta  quefta  dimanda.  ?<[on  domina  in  tanta  opportunità  g^'^S 

l ambinone  del  Tontefice:  ilquale,  infilando  per  l offeruatione  delle promefie  >  de  di  de°na- 

il  Re  concedette  contrai  Vicari]  di  Romagna  al  Duca  Valentino uenuto  con  *|^jg 

lui  di  Francia,trecento  lande  fiotto  Ino  d'allegri  a  jpe  fé  proprie,  &  quattro  u  Re^'ubiK 


geuanogià  molti  anni  quanto  all'effetto,  quafi  come  fieparat e  dal  dominio  Ec-  M^  §£ 
defiaftico: perche  alcuni  de  Vicari]  non  pagauano  il  cenfo  debito  in  ricognitio  }<>,*  tener* 
ne  della  fiuperioritàaltri  lo  pagavano  con  difficultà>&$eJfo  fuori  di  tempo:  Jj  ^ 


LIBRO 
ma  'tutti  iniiflntammte  finxa  licentia  de  Tonteficifi  condii :cua;:o  aglifli- 
fendjjj  d 'altri  Trinci fi, non  eccettuando  di  non  e  (fere  tenuti  afimirgli  cantra 
la  Ch:efaì&  ri  tenendo  obligatione  da  loro  di  difendergli  etiandio,contra  lati 
toritàì&  l  anni  de  'Pontefici,  da  quali  erano  rkeuttti  cupidamente,per  poter 
fi  nalcre  dell  armi,  &  delle  opportunità  de  gli  fiati  loro;  né  meno  per  wtpe- 
dirc.cbenonfiaccrefieffelapotentia  de  Tonteficu  Ma  in  quefto  tempo  era- 
no poffednte  da  Vinitiani  in  Romagna  le  Città  di  a  Rauenna,  &  di  Cernia  :  a 
pa  >o  aldo*  delle  quali  baueuano  molti  anni  innanzi  fogliati  quegli  della  famiglia  di  To 
muno  dt'  ^  ienfdì  dtuenuti  prima  di  cittadini  prillati  di  Rauenna  Tiranni  della  loro  Ta- 

Vinituni  La  .       .   l    ..  t\  .  .     .    .  .  ,  . 

no  i  h  9. ma  trio,  &  poi  Vicari]:  Faenza,  Funi,  Imoia,  &  Rimim  erano  dominate  aa  Vi 
ceima  m  da  can:  particolari;  Cefena,  (imorezziata  lungamente  dalla  famiglia  de  Mala- 
i!ano  124J.  tejlt,  morenao  non  molti  anni  innanzi  fem^a  figliuoli  Domenico  ultimo  Vica- 
c°  n  eii'ilut"  Yl°  ^  *$$*  c'Lttà'i  era  ritornata  fitto  l  Imperio  della  Chic  fa .  Ter  ciò  il  Tonte- 
d>  Girolamo  fice pretendendo,  che  quelle  città  fuffero per  diuerfe  caufe  deuolute  allafedia 
*oil°*         jtpofxolica,&  uolere  reintegrarle  nelle  fue  antiche  giuri fdittioni;  ma  con  in- 
tentione  iter  amente  di  attribuirle  a  C  e  far  e  fuo  figliuolo;  haueua  couenuto  cól 
Re  di  Francia,  acqui/lato,  che  batte ffe  il  Ducato  di  Milano;  gli  defie  aiuto  ai 
ottenere folamente  quelle,  ebe  erano  poffedute  da  Vicari],  &  oltraqttefle  la 
città  di  T  efaro ,  dellaq itale  era  Vicario  donarmi  Sforma  già  fuo  genero:  per* 
che  la  grandezza  de  Vinitiani,non  permetteua,cbe  contra  loro  fi  diftendeffe* 
roqueflipe fieri,  iquali  ne  fi  diflendeuano  per  allbora  a  quelle  piccole  terrebbe 
contigue  ai  fiume  delTo  ;  erano  tenute  dal  Duca  di  Ferrara.  Ottenute  adun- 
que il  Valentino  le  genti  dal  Re,  &  aggiunte  à  quelle  le  genti  della  Cbiefa, 
entrato  in  Romagna  ottenne  fubito  la  città  b  <X v  Imola  per  accordo, ne  gli  ulti-  * 
*  lTn°ta^'  mi  dì  dell  anno  1 499.  nelquale  anno  Italia,  conquaffata  da  tanti  mouimenth 
gna  (Uiede  baiieuafimilmentefentitel 'arme  de  Turchi:  perche  battendo  ,cBatfet  Otto-C 
ai  vaie  «no  mamo  affiliato  per  mare  con  potente  armata  i  luo?bi,  che  in  Grecia  teneua- 

a  pattiniate  JJ  r  r  a 

iccoaèà  il  no  t  Vimnani;  mando  per  terra  Jet  mila  caualli  apredare  la  regione  del  Friu^ 

|uo  n^r0£  //.-  i  quali i  trottato  il  paefe  non  guardato,  ne  filettando  di  tale  accidente;  cor- 

picebre  dei  fero  predando, &  ardendo,  infino  a  Liquentia:  &  battendo  fatto  quantità  in* 

14j>9*  numerabile  di  prigioni,  quando  r  it  ornando  fine,  giunfono  alla  ripa  del  fiume 

c   Qj.eda  ad  Tigliatiento^per  caminarepiujpediti,  riferbaufi  quella  parte,  quale  ftima- 

guejra  <»  cf  r6it0p0tere  condurr  e  fico;  amma'zgarono  crttdeliffimamente  tutti  gli  altri:  né 

zeth  a  '  v  1-  proce.cudo  anco  prof^er  amente  le  cofe  in  Grecia^lntonio  Gr imam, Capitano 

Di.ian  è  de  QmtYiùt  dell  armataoppofla  da  Vinitiani  ali armata  del  Turco,accufato,che 

£.: .,  ai^rin  non baueffe  ufatal  occafione diuincere  inimici,  che  ufeiuano  del  porto  della 

c,s :' VV*'  hì'  SapieiUÌa%&  un  altra  uolta  alla  bocca  del  zolfo  di  Lepanto;  datogli  il  fuccefr 

5.  deli  n  ito         I  rr   ì  •  1  /-/•?> 

rie  vimtià-  fere ja  citato  a  V inetta,  &  commejja  la  cognitioneal  conjigliode  Tregati: 

*c'  neiqualefu  trattata  molti  mefi  con  grandi ffima  efyettat  ione, difendendolo  da 

Mia  part  e  C  autoriià,&  grandezza  fina;  dall  altra  per  fi guitandolo  con  molti 

ardimenti)  &  teflimoni] gli  accufatori,  finalmente  parendo ,  cbefujfiperpre 

valere  la  caufafua,  òper  l'autorità  dellbuomo3  &  moltitudine  de  parenti,  ò 

pcr.be 


a  MD. An- 
ito dvl  Giti- 


Q_V    A    R    T    0.  "  i  :<> 

perche  in  quello  configlio,  nelquale  intervengono  molti  Inombri  prudenti;  non 

fi  confiderà}] ero  tanto  ì  romori  publici,  &  le  calunnie  non  bene  provate,  quan 

tofi  de  fiderà  fife  d'intendere  maturamente  la  uerità  della  co  fa;  fu  qnefia  cogni-   aù«tV  e  ho 

t  ione  per  il  Ma?i  (irato  de  di  lAuozadori  del  commune  trasferito  al  rìudicio  «i  Giuba. o 

<fc/  cor.  figlio  maggiore:  coite,  o  etfpmao  ijauori,o  bauendouipiu  luogo  ta  le?-  da  Pai<a  Bo 


r.  1  f.  tJO  2.1'4 
nodcj  IJCO. 
a    effenigio 


gicrciga  della  moltitudine,  chela  maturità  Senatoria;  fu  non  però  primayche 
nell'anno  fcgvente  alla  fine,  rilegato  ad  e  (ìlio  perpetuo  r.elììfda  d'C'fara, 

Uebbe  movimenti  cofi  prandi  ranno  'mille  quattrocento  novanta  nove,ma  non  ^x  M&*$£ 

fu  meno  varioy  <&  memorabile, l  anno  a  miv.e  cinquecento,  tìouue  ancoraper  la  benché  ai  - 

wniffione  plenaria  del  Giubileo:  ilquale  infittuito  da  principio  da'  Tonte  fi  ci,  x[a  .fo  iT*  '* 

cjje  fi  cele  br  afe  fecondo  l  effempio  cclTeflamento  Vecchio,  ogni  cento  anni,  Giu&i;iqua 


nonper  dilettatione,Ò per  pompa,  come  erano  apprefìo  a' Rom  ani  i  giuochi  fs-  Jj  °£m  s°j 

colar i,  maper filate  dell'anime;  perche  in  e  fio,  fecondo  la  pietofa  credenza  itxano  \  "de 

del  Topolo  Chrifliano;  fi  abolifi  ono pienamente  tutti  i  delitti  a  coloro,  che  ri-  *>«*  *^*£ 

conofeendo  con  nera  penitenti  a  i  falli  e  emme  fi;  uifitano  le  Chicfe  dedicate  in  tarane  j  ter 

Homa  a'  Vrincipi  degli  ^fpoftoli;fupoi  inflauito ,  che  fi  cclcbraffe  ogni  cin-  ^^*$Ii 

quanta  anni,  &  in  ultimo  ridotto  a  uenti  cinque:  &  ncnéìmeno  per  la  memo  pe  nei  hb.  3 . 

ria  della  fua  prima  origine  e  celebrato  con  molto  maggiore  frequenti  a  nelian-  *  ^t/ctf  a 

no  cent  e  fimo;  che  ne  gli  altri,  T^cl  principio  di  queflo  anno  il  Valentino  ot-  g  iuda  k  he . 

tenne  fen^a  refiflenza  la  città  di  furi):  perche  osella  b  Madonna  mandati  ifi-  *{  ^3^1 

gliuoli,  &  la robapiu  pretiofa  a  Firenze ,  abbandonate  l  altre cofe ,  leqvali  ni,  fu  rìdot- 

era  impotente  afofienere;fi  riduffe  folamente  a  difendere  la  Cittadella,  &  la  [°  5.V  5 £/ 

rocca  di Furlì,prouedute  copiofamente  d'huomini,& d'artiglierie:  ella  entra  vedi  il  pì. \ • 

ta  nella  Cittadella,&  effendo  d animo  turile,  &  feroce;  procurava  con  molta  r^XQ  n^z*. 

fua  gloria  ladifefa  diquella:  ma  hauendo  il  Valentino ,  tentato,  che  hebbe  in  ^  lntenrje 

vanodidifporlaad  arrenderfi,  cominciato  abattere  con  numero  grande  d£ arti-  Mad.  cereri 

glierie  la  muraglia  della  Cittadella,  &gittato  in  terra  gran  parte  di  quella ,  la  **  s^:cv  &!| 

quale  tiratoli  dietro  il  terreno  del  terrapieno,  &  hauendo  in  gran  parte  ripie-  parlato  di  io 

ila  la  profondità  del  foffo;  faceva  facile  lafalita  a  nimici.  Onde  i  difenforiper-  \™  \fl'^. 

fi  d 'animo ^abbandonatala;  cercarono  di  ritirar  fi  nella  rocca:  dove  fan  a  prima  éà  104.  et  fu 

:  ognifoì^a  di  fermargli  alla  difefa;  fi  ritirò  la  e  Madonna:  &  fatto  per  il  timo-  £  ofrohn  ■■  o 

re  tumulto,  &  confufione  nell'entrare,  fopr  agiunti  da' faldati  del  Valentino;  &»  nò ,  & 

furono  tagliati  quafi  tutti  a  pe%gi:  &  entrati  alla  me  folata  con  loro  col  mede  |^  j  ^^1 

fimo  impeto  nella  rocca;  la  prefono,  &  ammazzarono  tutti  i  difen(ori,eccetto  diabatiche 

;        '/7-j'^--7/wJ  »  •  •  r    altriraliamé 

alcuni  pochi  de  primi,  che  con  la  Madonna  s  erano  ritirati  in  una  torre ,1  quali  te  i0  chiami 

infieme  con  lei  rt filarono  prigioni  :  &  il  Valentino  confiderando  in  leipiu  il  va  cofmo. 

lore>che  ilfeffo;  la  mandò  prigione  a  noma:  douefu  cuflodila  in  caftel  S.  jlgno  c  mno  fcrIc 

lo,benche  non  molto  poiperinterceffione  d'ino  d'allegri  ottenne  la  liberano-  che  Mada- 
ma Cateri  - 


ne. 

na tronado- 


fi  a  (Tediata  nella  Rocca  di  Torli  dal  VaIentino,&  hauendo  cgli,pei  indurla  ad  arrenderfi,  roinacciató  d'amaz 
zarlet  figltuoli,fe  non  tiariendeua;  ella  con  animo  coftante  alzatali  i  pannidinanzij  gli  moftro  le  parti  uer- 
gognol'e,  dicendo  d'hauer  le  forme  da  ftamparne  de  gli  altri:  ilche  però  fi  uede  difcoidar  da  quello  auttorrfc 
che  dice  come  la  Rocca  fu  prelà  incontinente,  che  dentro  ella  ui  fi  fu  litirata. 


L     I     B     R     O 

6tULu<taj  nè^ttehtm  che  hebbcil  Valemmo  Imola,  &  Furi);  procedeva  attcfpedìtio* 
co  patire  ne  dell'altre  terre:  ma  linterroppono  v.uoui  accidenti  ;  che  improuxj fornente 

fcriuf  >i  tìJ°  fop'^uennerc;perche  il  Re. poi  che  hcbhe  dato  alle  co  fé  aequiflate  queìl  'ordine, 
bo ,  ai  hnc  cbephiglip.tr/ie  opportuno,  Lift  iaiouif uff  dente  preftdio ,  &  prorogata ,  con 
cb-ci,lbchia-  inclufumsetiandio  del  Ducato  di  Milano,  &  di  tutto  quello  teuevain  Italia ,  a 
hk>  a  (e  tur-  per  infmo  a  Maggio  profilino  la  triegua  col  Re  de'  Romani:  a  fé  ne  ritornò  in 


_perarei 

Regno  di  re,  &  per  i  meriti  'firn,  &per  lav.imicitia  con  Lodovico  Sforici  fommamente 

o>m°luia .  confidava;  ma  non  rimafe  già  fedele  dijpofìtione  ne  popoli  di  quello  flato;  par* 

oadc  l'Ain  teptrche  a  molti  dìfpiaceuano  le  maniere ,  eì  co  fiumi  de  Trance  fi  ;  par* 

s  pa"«a°per-  tc  fèrefìè  nel  Re  non  battevano  trovato  quella  liba •alità,nè  ottenuto  lefientio 

do  gh  d  in  a  ne  di  tutti  i  dati], cóme  la-moltitudine  fi  era  imprudentemente  perjuafa:&  im 

dU  pa«c"ef  portaua  molto  >  che  a  tutta  la  f anione  Ghibellina  potcntiffima  nella  città  di 

Tuo  Re  :  &  Milano,et  nell altre  terre;era  molto  molefto,cbe  al  governo  fufieprepoflo  Già 

rìCoofe^'ch  e  Iacopo  capo  delie  fati  ione  Guelfaddqual  mala  difpofitione  era  molto  accrejatt 

ci  haurebbe  ta  fa  \uì  cfoe  dj natura  fattiofo, &  d'animo  altiero, &  inquieto,  fauoreveiaita 

peakto  :  &  ,  •    *  j   i  *  j       n  t        •       i  •  ■  i   n    r 

poi  ic  ne  tot  con  l  autorità  del  Magistrato  molto  pitiche  non  era  conuemente,quet  della  Jua 

r°  '"fr  "do  Parteì  &  a^eno  °^tra  quefto  molto  da  lui  gli  animi  della  plebe, che  nella  pia'Z* 

foto  2.'me-  %a  del  Macello  ammaini)  di  fua  mano  alcuni  Beccai 3  che  con  la  temerità  de 

h  i  Milano,  gì}  aityi  plebei ,ricufando  dipagare  datij,  da1  quali  non  erano  efenti;s  oppone* 

to^ohn-  mno  con  larme  a>  miniflri  deputati  ali  efattiom  dell  entrate ,  per  le  quai  ca* 

montani  di  gionì  dalla  maggior  parte  della  ncfbiltà,e  da  tutta  la  plebe ,cupidi(fima  per  fua 

cTiìTbjfto  mtura  di  co  fé  nuoue  era  defiderato  il  ritorno  di  Lodouico,  &  chiamato  già  con 

uà  da'  no  parole,  &  voci  non  occulte  ilfuo  nomenlquale  effendofi  infieme  col  Cardinale 

chs  dfeonò  <^fcani°  prefentato  a  Ce  far  e  &  con  grande  h  umanità  veduti  ;  &  raccoltila* 

che  r  impc-  nettano  trovato  in  lui  ottimo  animo ,  &  difiiacere  grandijfimo  delle  loro  cala* 

df  «mutcì  Wftà>  prometicn  o  ad  ogni  hora  di  muonerfi  in  per  fona  con  for%e  potenti  alla 

gii   s  forze-  riciip  èrktiònè  del  loro  flato ;per che  haueuacompofio  in  tutto  la  guerra  con  gli 

to,com  e  qì  $***%&  nana  quefie  fperan^e  per  la  varietà  della  natura  fua  &  per  efiere  i  on 

li  che  da  lai  fi.  a  o  a  confondere  l'uno  con  l'altro  de'fvoi  concetti  malfondati;  fi  feopriuano 

ha"  uioVih  ogni  giorno  più  udhe:arì?Ì  opprefiato  dalle  fue  /olite  neceffitàynon  cejsaua  di 

weituura^ii  richiederli  Jpefio  di  danari.Verò  Lodouico ,  &  ^Afcanio  non  iterando  più  ne 

timo jcóìao-  gli vùttì  fuoi,  &  effendo  continuamente  follecitati  da  molti gentil 'huomim  di  i 

co  una  Die-  Milano  ;  bfi  rijòluerono  di  fare  l'imprefa  da  loro  medefimi  ,joldati  otto  mila 

ri A  dtìì' ira  SuÌT^eri  &  cinquecènto  huomini  d'arme  Borgognoni  ulquale  moto  prefenten 

pet-.o ,  nella  (\0  jf  Trinilo  ;  ricercò  j  abito  dSenato  V  initiano,che  auoflajfe  le  genti  fue  al 

ìlito  £  dare  fumé  dell'adda ,  &  ad  Ino  d'allegri  fignificò  effe  re  neceffar  io, che  partendo* 

aiuto  alio  fi  fai  talentino  riiornaff:  con  U  genti  a  arme  trance  fi  >  6"  con  gli  Sui^^eri 

con  gnndif  C0H 

li.s.a  i-rvit-zzì  famelTo  inp-.mto  un  buono  »lTe?cito  la  mazgior  parte  di  Suizz-!ri: talché  mollrano  che  non 
lodouico,  nu  i* imperatole^ i  fxincipt  di  Laraagna  aiibldallero  L  genti  ^cr  cjuè^l-unprela. 


^  V    A    R    T    O.  j%i 

hngrandifima  celerità  a  Milano:  &  per  reprimere  il  primo  ìmpeto  de  mmi 
comandò  unaparte  delle  genti  a  Como,non  lo  lafciando  il  foffretto}che hauena 
del  popolo  Milane  fé  voltami  tutte  le  forfè  fue.Ma  la  foUcatudinc  de"  fratelli 
SfoY%e{ebifupero  tuttala  diligentia  de  gli  altri:  perche  non  affrettate  tutte 
le  genti, che  haucuano  foldate,ma  dato  ordine,  che  di  mano  in  mano  glifegui- 
taf  fero  ;p  affarono  confommaprefteTga  i  monti  :  &faliti  in  fulle  barche, che 
erano  nel  lago  di  Como;  fi  accollarono  a  quella  città:  laquale, ritirami  e  fi  i  Fra 
cefi  per  h  altere  cono  [cinta  la  diffrofitlone  de  Comafchi  ;  f abito  gli  ricevette . 
Laperdita  di  Comofigmficata  a  Milano  ;  generò  tale  foìlcuatione  nel  popolo, 
&  quafi  intatti  i  principali  della  fattione  Gbibellina,chegià  non  fi  afteneua- 
no  da  tumultuare  ;  in  modo,  che  il  Triduo  non  vedendo  allecofe  del  Re  ri^ 
medio  alcuno  ;firiduffe finitamente  nel  Caftello  ;  &  la  notte feguente infìe- 
me  con  le  genti  d  arme >cbe filtrano  ritirate  nel  Barco,che  è  contiguo  al  Cafiel 
lo;  fé  n'andò  uerfo  Ignara  sfegatandogli  nel  ritirarfii  popoli  tumultuofamè 
te  infino  al  fiume  del  T efino  :  &  lafciate  in  ISJouara  quattrocento  lande  ;  fi 
fermò  con  l'altre  a  Mortaraypenfando  egli,  &gli  altri  Capitani  più  a  ricupe- 
rare il  Ducato  *,  aenendo  di  Francia  nuouo  foccorfo,  che  a  difenderlo.  Entrò  a  TorBÒ  Lo 
dopo  la  partita  de  Francefi  in  Milano  prima  il  Cardinale  ^ìfeanio ,  &  da-  douico  s/oc 
poi  *  Lodouico ,  battendolo  dal  caftello  infuori  ricuperato  con  la  medefimafa  ^qSn^o 
cilitàj  con  laquale  l' baueuano perduto';  &  dimoftrandofi  maggiore  defiderio,  mefe  dopo-, 
&  letitia  delpopolo  Milane  fé  nelfuo  ritorno,  che  non  fi  era  dimoftrato  nella  \z  p"Itc;t"  .^ 
partita  :  laquale  diffrofitione  effendo  fimilmcnte  negli  altri  popoli,  le  città  di  che  fu  a  5. 
Tauia,&  di  Tarma  richiamarono  fen%adilatione  il  nome  di  Lodouico  :  &   I1509.gc  egli 
ttarebbono  Lodi,  &  Tiacen^a  fatto  il  mede  fimo,  fé  le  genti  Vinitiane  aenute  n*  alci  a.  * . 
prima  in  fai  fiume  d \Adda;  non  ai  fuffero  entrate  finitamente  y  *Aleffan~  M99 .  GioJ 
ària ,  &  quafi  tutte  le  terre  di  là  dal  Tò,  effendo  pia  lontane  a  Milano,  &  pia  uio  Buonac 
vicine  ad  Jifti  città  del  Re  ;  non  fé  dono  mutat  ione, affrettando  di  con  figliar  fi  JjJJ  auMoie 
pia  maturamente  fecondo  iprogreffì  delle  cofe.    Ricuperato, che  hebbe  Lodo  &  fopra  a 
uico  Milano,  no  perde  tempo  alcuno  afoldare  quantità  grande  di  fanti  Italia 
ni,&  quantipiu  huominid  'armepoteua  hauere,  &  a  (limolare  con  priegbiy  b  Mario  e. 
con  offerte,  &  con  aarie  ffreran%e  tutti  quegli,  da  quali  ffreraua  di  effere  aiu-  ^croniche 
tato  in  tanta  necelfttà.  Terciò  mandò  a  Cefare  afignificare  ilprìncipìoproffre-  di  Mantou* 
ro  il  Cardinale  di  S.Seuerino,fupplicandolOì  che  gli  mandaffe  gè  ti,  et  artiglie  Me/tachere  * 
rie:&  defiderando  di  no  battere  nimico  il  Senato  Vinitianoiordinò  che  il  Car  mandafft  al 
dinaie *Af conio  madaffe  fubito  a  V inetta  il  Vefcouo  di  Cremona  ad  offerire  la  ^  ?  (*££ 
ttolontà  prota  del  fratello, ad  accettare  qualuque  codinone  f ape ff ero  de  fiderà-  £fjoch*  j!(- 
re,ma  nanamente  :per  che  il  Senoto  deliberò  non  fi  partire  dalla  confederatio  \l  cawiiicr 
ne, che  baueuano  col  Re.  Ricufarono  iGenouefi,benche  pregati  inftantemente  *i  san  mì- 
da  Lodouico,di  ritornare  fiotto  il  Dominio  fuo:nè  i  Fiorentini  uollono  udire  la  uoli,2  f  ar 


co 

e 


1  fua  richiefta  della  reftitutione  de  danari  riceuuti  ipreftafa  da  lui.folohilMar  <a  chc  ?j>fl* 
ebefe  di  Matoua  mandò  in  aiuto  fao  il  fratello  co  certa  quantità  digenti  dar  cap0  dì  c,u:i 
me;&  ni  cocorfono  i  Signori  della  Mirandola}di  Carpi,&  di  Coreggio:e  i  Sa-  J.^1icnr^dl 

nefi  c 


LIBRO  1 

n  tfi  gli  mandarono  piccola  fornma  di  danari,  fuffidij  qua  fi  deprecabili  in 
tatui  pericoli  ;  come  ftmilmente  furono  di  piccolo  momento  quegli  di  Fi- 
lippo HpffOi&  de  Verminefcbi;  i  padri  de'  quali,bencbe  fusero  flati  ffo- 
gitati  da  lui  dell'antico  dominio  loro3  i  B^offidi  S.Secondoydi  Torchiara^, 
di  molte  altre  caflclla  del  Parmigiano,  quegli  dal  Ferme  della  citta  diBo- 
bio,  &  d'altri  luoghi  circoflanti  nella  montagna  di  "Piacenza  ;  nondimeno 
Filippo  par  tende  fi  fen^a  licenza  dagliflipendij  Veneti  ;andò  a  ricuperare 
le  terre  jue:&  ottenutele  fi  unì  con  l esercito  di  Lodouico:  il  mede  fimo  fé 
ciono  que  dal  Verme  per  ricuperare  l'uno,  &  l'altro  con  quefta  occafione 
la  gratia  fua.Ma  Lodouico  bauendo  raccolti oltra i  caualli  Borgognoni 
1 5  oo.buomini  a"armey&  aggiunti  a  Sui^eri  molti  (fimi  fanti  Italiani  3la 
[ciato  il  Cardinale  jlfcanìo  allafjedio  del  e  afiello,p  affato  in  Tefinoy&  ot- 
tenuta per  accordo  la  terra,&la  Forte^a  di  Vigeuene  ;  pò  fé  il  campo  a 
?\puara>  eletta  più  toflo  quefta  imprefa ,  che  il  tentare  l' oppugnatane  di 
Mortara;ò  perche  i  Franceft  fi  erano  in  Mortara  molto  fortificati ,  ò  per- 
che (limafie  appartenere  più  alla  riputatione,&  alla  fomma  della  guerra 
l'acquilo  di  Islouara  citta  celebre  y&  molto  abbondante;ò  perche  ricupe- 
rata %ouaray  la  penuria  delle  uettouagliehaueffe  a  mettere  in  necejjìta  i 
Franccftycbe  erano  a  Mort araldi  abbandonarla;  àper  impedirebbe  no  uè 
nijji  a  islpuara  luo  d'allegri  ritornato  di  1\omagna:perche  hauendo,men- 
tre,cbe  col  Duca  Valentino  andaua  all' imprefa  dil>efaro,riceuuto  gli  aui 
fi  dal  Triul%ìo ,  partitofi  fubitamente  con  tutta  la  caualleria  y  &  con  gli 
Sui7geri>  &  intefa  apprejfo  a  Tarma  la  ribellione  di  Milano,  feguitando 
con  grandijjima  uelocitàil  camino  ,& conuenuto  có>Tarmigiani>&  co' Vìa 
centini  di  non  gli  offenderei  che  non  fi  opponejjero  alpajf are  fuo,gi unto 
a  Tortona  incitato  da'  Guelfi  di  quella  citta  ardenti  di  cupidità  di  uendi~ 
rtona  carfide  Ghibellini^  quali ritornati  alla  diuotione  di Lodouico  glibaueua 
fu  facehcg    no  cacciati\entr  atoni  dentro  a  lafaccheggiò  tutt  aumentando  fi*  &  chia- 
ma Imo*  mando  in  nano  i  Guelfi la  fede  finanche  fedelijfimiy&fer nidori  <fc/  F^fufie-  ' 
rVai  princi  ro  non  altrimenti  tr attiche  i  perfidi  nimici. Da  Tortona  fi  fermò  in  jllef- 
pio  olerai  fandria,perche gli  Sui%^eriuenuti[ecOymofJiìò  dal  non  efiere  pagati  >  ò  da 
«e ftsuonac  altra  fraude^p affarono  nell'efferato  del  Duca  di  Milano:ilquale,trouado- 
eorfi.         pt  pjH  potenteycbe  i  nimici;acceleraua  con  fommo  [ludio  di  battere  con  l'ar 
tiglierie  Tsfpuarayper  eff  ugnarla  innan^yebe  i  Franceft yi  quali  ajpettaua- 
no  foccorfo  dal  I{e;  fujjero  potenti  ad  opporfegli  fulla  campagna-,  laquale 
co  fa  gli  riufeì  felicemente  :per  che  i  Francefile  erano  in  l^ouara,  perdn- 
ta  la  fperan^a  del  difender fi;conuennono  di  dargli  la  cittàyhauuta  la  fede 
da  lui  di  poter fene  andare  falui  con  tutte  le  robefuedaquale  ojjeruando  co 
ftantemente;gli  fece  accompagnare  infimo  a  Vendicane  or  a  che  per  impor 
tare  molto  alla  uittoria  l'ucciftone  di  quelle  genti-,  fu  fife  confortato  a  rom- 
perla da  moltiycbe  allegauano,cbefe  era  lecito  fecondo  l'autoritày&  gli  ef 
ftmpi  d'h  uomini  grandi  violar  e  lafedcper  acquiftare [iato,  doueua  ejjer.e 

molto 


Q_V    A    R    f    0.  «ì8     . 

molto  pia  lecito  il  molarla  per  conferuarlo.  JicìfmftM  la  terra  dì  f^m  J.J1 

/*  r v      7/>/i      •• j  _  il  .  /* L .  /*  I_     .Lo  ^i  <t</J/<iiri  «f/ 


:rcito  Frati 


il* 


o 


ra;fi  fermò  alleffugnatione  della  fartela:  ma  fi  crede,  che  fé  andaua  uer  Cefc  a  Mot- 
/ò  Montura, che  le  genti  Franccfi,  non  efflndo  molto  concordi  il  Trinilo ,  J"Aprlie*àc 
&  Ligniti  far  Mono  ritirate  di  la  dalTò.  Ma  mentre, che  Lodouico  atten  poi  andò  a 
<fe  «*  follecit ■  amente  a  quefte  cofc;  non  era  fiata  minore  la  diligentia ,  &  la  y^^ciio* 
follecittidine  del  l\e:  il  quale, come  hebbefentìto  la  ribellione  di  Milano  3ar-  di  Lodouico 
dente  diflegno,&  di  uer  gogna  ;  mandò  fubito  in  Italia  la  Tramoglia  con  "^milafaS 
fiicento  lancie;mandò  afoldare  quantità  grande  di  Surxjeri:&  perche  co  ti,  &.z.nf 
maggiore  prefte^a  fi  prouedvfjealle  cofi  hecèffarìe  ;  deputò  il  Cardinale  /££™ 
di  Pepano  Luogotenente  fuo  di  cjuà  da  month&lofece  incontinente  poffare 
in  jifihdi  modo,cheJpedite  quefie  co  fé  con  marauigliofa  celeritd;fi  trotta-  ,Jj  jjgf^ 
tono  al  principio  d'aprile  infieme  in  Italia  i  )  oo.  lancie,diecimila  fanti  roridi  tradii 
SuitZfrh&ftimiU  de  judditi  dclBg  fitto  la  Tramoglia,  ilTriulqo,&  j^doas0%^ 
Ugni  dequali  genti,  *  unite  infìcme  a  Mortara;  fi  appreffarono  a  l^ouara,  do  il  gio 
confidandofi  no  meno  nelhfraude,che  nelle  for^e: perche  i b  Capitani  Sui\  sZÙ^Gu 
%eri,che  erano  con  Lodouico ,benche  nell'ejpugnatione  di  lypuara  hauejje-  gìone  per  Co 
ro  dimoflratafide,&uirtu  ;  fi  erano  per  me%o  de  Capitani  Sumeri, che  $££#& 
erano  nelC  efferato  de  arance  fi,  conuenuti  occultamente  con  loro  :  della-  fparo  sileno 
qual  cofa  cominciando  per  alcune  congetture  Lodouico  a  filettare  ;filleci  suizjo/raf 
taua,che quattrocento  caualli,&  ottomila  fanti,che fi  ordinauano  a  Mi-  fa.  an>ho  ,l 
lano,fi  untffero  fico  .-cominciarono  a  tumultuare  in  T^ouara  gli  Sumeri,  Jj^o  vat 
ìnlìigati  da'  Capitani, pigliando  per  occafione,chtl  dì  desinato  al  pagarne  diC1°eB£rag° 
to  non  fi  numerauano  i  danari  :ma  il  Duca  correndo  fubito  al  tumulto  con  fann0o  di  300! 
knigniffime  parole,  &  con  tali prieghiyche  gener aitano  non  mediocre  com  \f^{0\^ 
pafpone ,  donati  ancora  loro  tutti  ifuoi  argenti  ;  gli  fece  flarepatienti  ad  taJdt'  Fri 
gettare  che  da  Milano  ueniffiro  i  danarima  i  Capitani  loro  temendo, che  gj££2 
(e  col  Duca  fi  unìuano  le  geniche fi  preparauano  a  Milano,  fi  impedijfi  il  io  sLll? 
mettere  ad  effecutione  il  tradimento  disegnato ,  operarono  che  l'efferato 
Francefe  meffofi  in  arme.fi  accofiò  innanzi  alle  mura  di  stonar  attornia  che  m°q  an- 
ione una  gran  parte;&  mandati  alcuni  caualli  tra  la  attd,&  il  firme  del  invoglio 
refino  per  torre  al  Duca,  &  agli  altri  la  f acuita  di  fuggir  fi  uer  fi  Mila-  £«  TZ 
w:  ilquale  filettando  ogrìhora  più  del  fuo  maleyuolle  ufeire  con  Vefftrci-  tloneSniZZC 
■0  di  ^puara  per  combattere  co  nimici ,  hauendo  già  mandati  fuoraica-  Sì  feSì 
ialli  leggieri*®*  i  Borgognoni  a  cominciare  la  battaglia;allaqual  cofa  gli  h?n*  k&e  » 
u  apertamente  contradetto  da'  Capitani  de  Sumeri, allegando  che  *  fin  pola  &SS 
X*  licentia  de'fuoi  Signori,  non  uoleuano  uenire  alle  mani  co  parenti ,  &  guaìme 
■o*  fratelli  proprii,  &  con  gli  altri  della  fua  nattone  :  co'  quali  poco  dipoi  fa  «a  gii  ftl 
nefiolatifi  come  fi  f uff  ero  di  uno  efìercito  mede  fimo, diffono  uolerfi  parti-  *?rd\  P{ :bli 
•e  fubito  per  andar  fine  alle  loro  Cafi:nè  potendo  il  Duca,  né  con  pr leghi,  a £U eh- 
te  con  le  lagrimè,ne con  infinite  promeffe  piegare  la  loro  Barbara  perfidia;  ^^  $ 

Kj .    .     .  firaC-    lo  Sforza  fta 

>ITa  n  PnUàMment«>&  quel  del  Re  di  franerà  con  te  publiche bandiere  della  Lega  ;  non  poteuano  per  lc 
•ggi  aciia  patria  andar  contea  effe,  fc  non  uoleuano  cadere  in  pena  di  ribellione  :  ilch«  può  fallir  ?«  eflsm- 
10  a  quei  rnac4pi,che  affidano  Suuzxii,di  non  condurli,  fé  no»  con  le  publiche  infegne. 


L    I    B    R-  O 

fi  raccomandò  loro  efficacemente,  che  almeno  conducefiero  lui  in  luogo  //- 
cure:  ma  perche  erano  convenuti  co1  Capitani  F  r  ance  fi  ài  par  tir  fi  y  &  non 
menarlo  [eco  piegato  di  concedergli  la  [uà  dimanda-,  conferirono  fi  mefco- 
lafie  tra  effi  in  kabito  d'uno  de'  loro  fanti  per  iftare  allafottunayfenonfuf 
ft  riconofciutodi  faluarft  :  laqual  condì t ione  accettata  da  lui  per  ultima 
neceffità\non  fu  fufficiente  allafuafalute:  perche  caminando  effi  in  ordina 
%a  pernierò  dell' efier  cito  Trance  fé; fu  per  la  dilìgente  inucjligationedico 
loroyche  erano  prcpofli  a  quefta  cura,ò  infognato  da'  mede  fimi  Sui'^xeri}ri 
a  U  Bembo  conofciutOymentre  che  mef colato  nello  [quadrone  caminaua a  a  piede  uefli  a 
comia  l'opì  toy&  armato  come  Sui%%ero,&  Subitamente  ritenuto  prigione.'fpettaco- 
St°r?  dice6*!  lo  sì  mi fer  abile  yche  commoffe  le  lagrime  in  fino  a  molti  denimici.  furono  ol 
che  Lodoui  tra \u'x  fatti prigioni Galeazzo da  SanfeuerinOyil Fracafia,&  jìntonma- 
JjUado  fo  &t  ria  fuoifratelliymefcolatì  nell'habito  mede  fimo  tra  gli  S  miseri:  &  i  Col* 
to  ^f'aìio  ^atl  Ita^ani  fualigì*th&  pnfhparte  in  l^puara,  parte  fuggendo  uerfo  il 
fòpaunca-  Tefino:perche  i  Fr  ance  fi  per  no  irritare  quelle  nationìy  lanciarono  per  par 
"?"  &  trTuè  tire  a  faluamento  i  caualli  Borgognoni)  e  t  Fanti  TedefchLVrefo  il  Duca , 
Ikoda  Sila  &  diffipato  l'efiercitOywn  ut  e  fendo  più  alcuno  oftacohy  &  piena  ogni  co^ 
n0,  fa  di  fugay&  di  terroreiil  Cardinale  jifcanioy  ilquale  baueuagià  multa- 

te le  genti  raccolte  a  Milano  uerfo  il  campo;  fentita  tanta  ronina  ;  fi  partì 
fubito  da  Milano  per  ridurfi  in  luogo  ficuro  y  Seguitandolo  molti  della  no- 
biltà Ghibellinayche  ejfendofi  [coperti  immoderatamente  per  LodouicOydi- 
fperauano  d'ottenere  uenia  de'  Francefila  effendo  deflinatoyche  nella  ca- 
lamità de'  due  fratelli  fi  mefcolafie  con  la  mala  fortuna  la  fraude-fi  fer- 
mò la  notte  proffima,  per  ricrear  fi  alquanto  della  fatica ,  riceuuta  per  la, 
celerità  del  caminareya  B^uolta  nclTiacentinoycaflello  di  Currado  Lando^ 
gentil' buomo  di  quella  Cittàycongiuntogli  di  parentado ,&  di  lunga  amici 
^iia:ilquale>  mutato  V animo  con  la  fortuna,  mandato  fubito  a  Tiacen^a  a 
f  ..  chiamare  Carlo  0  r fino  y&S  ondino  Ben%pne  [oldaù  de'  V  mitianv>  lodet 
Bébo°mcan-  te  loro  nelle mani,  &  ir ifieme  Hermes  Sforma  fratello  del  Duca  Giouan  G* 
tion  d'altri,  \cai^  mortOy&  una  parte  de'  gent  il' h  uomini  nettati  con  lui:  per  che  gli  al 
zoncAdfce  tri  con  più  utile  con  figlio  no  nifi  effendo  minti fermare  la  notte;  erano  paf 
&*  »°"j£  fati  più  auanti:[n  condotto  fubit amente  ^ifeanio  prigione  a  Vineti a:  ma 
S?  aTie  Une  [limando  per  laficurtà  del  Ducato  di  Milano,  quanto  era  connenien- , 
SniSrcre5  teyl'bauerlo  in  [ita  poteftà;ricercò  fen^a  indugio  il  Senato  Vinitianoyu\an 
mnona,prefè  do  etiandioycome  lo  uidde  [lare  [o[pefoyprotcftiy&  minacceyche  gliene  def- 
Afcanionale  fe  >  &Ueg*ndo  appartener [egli  per  ejjere  flato  prefo  nel  paefe  fottopoflo  a 
[cdaquale  richieflaybenche  par  effe  molto  aceri  a  ,&  indegni ffima  del  nome 
Vinitiano  ;  nondimeno  per  fuggire  il  furore  delle  [uè  armi  loconfentìy  & 
"fi8 mette  infttmz  tutti ì  Milanefi yct> er ano  fiati  prefi  con  lui:  an^i  ejfendofi  fermati 


CO 

i 


Hill    incile     rrwfw^. j    '  i         *     .  t        •  i     i-  I  PC 

non/:  di  q-  nene  UYre  di  Giaradadda  Battifia  Pifcontey  &  c  altri  nobili  MtUnepfHg-, 
fa'"  finche  giti  da  Milano  perla  mede/ima  cagione,&  battendo  ottenuto  faluoccndot 
furòn  fatti  to  di  poterui  [ìar  (icari  con  efbrcfjlone  nominatamente  de'  Frana-fi;  j'nro- 

Mgioni.  r  vo 


I 

I  Q_V    A    R    T    O.  119 

ne  per  il  mede  fimo  timore  neceffitati  a  dargli  m  poteftà  del  Re:  tanto  in  que- 
llo tempo  potette  più  nel  Senato  Vinitianoil  terrore  dell'  ami  de'  arance  fi , 
|  che  l  ricetto  della  dignità  della  Republica.  Ma  la  citta  di  Milano  abbandona 
ta  d'ogm ;  fi)  er  ansimando  fubito  ^Ambafciatori  al  Cardinal  di  Roano  afuppli 
|  care  nenia:  ilquale  la  riceuè  in  gratia,  &  perdonò  in  nome  del  Re  la  ribollio  - 
I  ne,  ma  componendogli  a  pagare  trecento  mila  ducati  ,  benché  il  Re  ne  rimeffb 
j  poi  loro  lamaggior  parte ,  &  col  mede  fimo  effempio  perdonò  Roano  alì'ahre 
j  città  ■.  che  s'erano  ribellate,  &  *■  le  compofe  in  danari  fecondo  lapofficiLtà,  & 
qualità  loro.  Co  fi  finita  felicemente  l'imprefa,  &  Mentiate  le  genti  y  i  fami  ài  com  pofta  f* 
•  quattro  Cantoni  degli  Suvzcxcri,  che  fono  più  uicini,chegli  altri  aJla  terra  ai  cét0'  *  p  :c 
Belimene  pofla  nelle  montagne, nel  ritornare  a  cafa  l 'occuparono  furtiuamen  un  ila  dùca 
te:  ilqual  luogo  il  Re  harebbe  potuto  da  principio  ribatter •e  da  loro  co  non  mol  tKiiU0il-»cc- 
ta  quantità  di  danaruma  come  Jpejfoper  fua  natura perdeua,per  rifpiarmare 
|  piccola  quantità  di  danari>occafwne  di  co  fé  grandi,  ricusando  di  farlo  ;fuc  cede 
j  tono  poi  temp'h  &  accidenti,che  molte  uolte  l  harebbe  uolenticri  pagandone 
i  grandijfima  quantità  ricomperato  da  loro  :  perche  èpafio  molto  importante  a 
probibire  a  gli  Suturi  lo  feender e  nello  flato  di  Milano.  VuLodouico  sforma 
condotto  a  Lione:doue  allhora  era  il  Re-;  ^introdotto  in  quella  città  fui  mezo 
!  dì,  cocorrendo  infinita  moltitudine  a  uedere  un  Trine ipe  poco  inna%i  di  tanta 
grandetta  ,&  maeflà,& per  la  fua  felicità  inuidiaio  da  molti;  bora  caduto 
\  in  tanta  miferiaidonde  non  ottenuta  gratia  d' e  fi  ere, come  fommamenie  defi- 
|  deraua ,  intromefìo  al  coietto  del  Re ,  dopo  due  dì  fu  menato  nella  Torre  di 
Locces mellaquale flette  circa  diecianni,&  infino  alla  fine  della  ulta  prigione, 
rinchiudendo  fi  in  una  angufla  carcere,  ipenfieri,et  l' ambinone  di  colui,chepri 
ina  appena  capiuanoi  termini  di  tutta  Italia.  b  Trincipe  certamente  ecceUen  b.  P.  *}***  Itfg- 

.  qj  i|  Potalo 

1  tiffimoper  eloquentia,pet '  ingegno, &  per  molti  ornamenti  dell'animo  &  del  at  principio 
|  la  natura;&  degno  d'ottenere  nome  di  manfueto,  &  di  clemente,  fé  non  ha-  fri -  tfy^ 
j  ne  fé  imbrattata  quefla  laude  l  infamia  per  la  morte  del  nipote:ma  dall'altra  de  fruden- 
;  parte  d'ingegno  uano,&  pieno  di  penfieri  inquieti,  &  ambitiofi,  &  dijpre^  tia* 
%atore  dAle  fuepromefie,& della  fua  fede,  &  tanto  prefumendo  del  fapere 
di  fé  mede  fimo, che  riceuendo  fomma  moleftia ,  che  è  f ufi  e  celebrata  lapru- 
dentia-,  &  il  con  figlio  degli  altri; fi  perfuadefie  di  potere  con  l'induflria,  &  ar 
ti  fue  uolgere  douunque  gliparefie  i  concetti  di  ciafcuno.Seguitollo  non  molto 
poi  il  Cardinale  ^Afcanio: ilquale  riceuuto  con  maggiore  immanità,  &  hono^ 
re.&uifttato  benignamente  dal  Cardinale  di  Roano  ;fu  mandato  in  carcere 
più  bonorata-.perche  fu  meffo  nella  torre  di  Borges  fiata  già  prigione  due  anni 
del  mede  fimo  Re}che  bora  l'incarceraua:  tanto  è  uaria,  &  mifer  abile  la  forte 
bumana,&  tanto  incerte  ad  ogrìuno>quali  habbino  ad  efferene  tempi  futuri 
le  proprie  conditioni^ 

V 

H        BEL- 


DE  LL  HI  STORIA 

DI   M.    FRANCESCO 

GVICCIARDINI 


Ghtil'hvomo    Fiorentino, 


■ 



LIBRO     QJ/  I  N  T  O. 


SOMMARIO. 

Fiorentini  Continuano  la  guerra  contrai  PilaniJ  quali  fi  uoglion  dare 
al  Redi  Francia.  Il  Valentino  attende  a uolerfi  impatronir  della  Romagna. 
ì  Redi  Francia,  5c  di  Spagna  diuidono  fra  loro  il  Regno  di  Napoli ,  per  Io  quale 
uen^onopoia  guerra  in fieme.  Fioentini  s'accordano  co*i  Valentino,  che  uà  con- 
tia  it  S.di  Piòbmo.  Defcriuófì  Pimprefe  del  gran  Capitano  nel  Regno  di  Napoli: 
i  moti  di  Thofcana  con  la  ribellion  d'Arezzo  riunione  di  molti  Signori  conerà  il 
Valentino,5c  Jalor  mortela  rotta  de' FranCefihauuta  dagli  Suizzeri.'un'abbatti- 
mento  di  1 5.  ltaliani,&  1 3 . Francefila  uittoria  de  gli  Spagnuoii  nel  Regno  di  Na 
poli  contrai  Francefia  Seminaia,8talia  Cirignoia. 


— 


■  Nel  libro 
precedete  a 
car.  127.  ha 
detto  che 
Ma  (Emilia- 
no,  e  il  Re 
di  Fracia  ha 
ueuano  prò 
togato  Iatre 
gua  fino  al 
Alaggio  co 
incìu  lìone 
dello  ftato 
di  Milano. 


.  •.  • 


otLLiA  littoria  tanto  piena ,  &  tanto  froderà  del  Du~ 
cato  di  Milano  y  era  aumentata  dì  maniera  l  ambinone , 
&  l'ardire  del  Re  di  Francia  >  che  harebbe  facilmente  la 
fiate  medefìmaajfaltato  il  Reame  dil^apolilfienon  Vhauefi 
fé  ritenuto  il  timore  de'mouimentide  Tedefichvperche  fé 
bene  tanno  dinan'ti  haueffe  a  ottenuta  la  triegua  di  Maf- 
fimilìano  Ce  far  e  con  inclusone  delio  fiato  di  Milano  1  nondimeno  quel  Re* 
confederando  meglio  quanto  per  la  alienatane  d'uno  feudo  tale  fi  diminuif~ 
fé  lamaefià  deW imperio  >&  penalmente  l'ignominia,  che  ne  perueniua  a 
luidìhauere  laficiato ,  quafi  fiotto  la  fiua  protettane ,  &  fiotto  le  jperan- 
%e dategli  7  &  dopo  tanti  danari  riceuuti  da  lui  ,  Jpogliarne  Lodouico  Sfor~ 
%a  ;  non  haueua  più  uoluto udire  gli  ambaficiatorinè  del  Re  di  Francia ,  né 
de*  Vinitiani,  come  occupami delle  giurifidittioni  Imperiali:  &  accefio  ul- 
timamente molto  più  per  la  calamità  mifier abile  de  due  fratelli ,  ridefian- 
dofinelt animo  fiuol  antiche  emulationi,  &  lamemoria  del? ingiurie  fatte 
indiuerfitempia  fie  ,&  à  fuoipredecefforidd  Redi  Francia,  &  dalla  Re- 
publica  Vinitiana  ycohgregaua  fif  efile  diete  per  concitare  gli  elettori ,  & 
gli  altri  principi  Tede  fichi arifientirfii  con  l'arme  di  tanta  ingiuria,  fatta  non 
meno  alla  natione  Germanica,  dellaquale  era  propria  la  dignità  Imperiale  9 
che  afe  :  awQ  dimofiraua  il  pericolo  ,  che  il  Re  di  Francia ,  prefiumendo  ogni 
dìpiu  per  tanta  patientia  de  Trinciai  dell  imperio  *  &  infiuferbito  per  tan- 
to 


Q_V    I    N    T    O.  no 

to  fattóre  della  fortuna  ;  non  indirix^affe  l'animo  a  procurare  con  qualche 
modo  indiretto,  che  la  corona  imperiale  ritornale ,  come  altre  uolie  era  fia- 
ta ,  né  Re  dì  Francia  :  allaqual  co  fa  harebhe  il  confentimento  del  Tontefice  ; 
parte  per  necefjltà  ,  non  potendo  refiflere  allapotentia  fua  ;  parte  p w  la  cupi- 
dità, che  haueua  della  grandezza  del  figliuolo.  Lequati  co  fé  furono  cagio- 
ne ,  chél  Re,  incerto,  che  fine  haueffero  ad  hauere  quefle  pratiche ,  differiffe 
ad  altro  tempo  ipenfier  ideila  guerra  di  "Napoli  :  &per  ciò  ncn  effen'o  occu- 
pate ad  altra  imprefa  le  genti  fne;fu  contento ,  benché  non  fen%a  molta  dif- 
ficultà*  &  dubì  t  adone ,  di  concedere  le  genti  dimandate  da  Fiorentini  per  la 
ricuperatone  di  Tifa,&  di  Tietrafanta  .-perche  in  contrario  faceuano  in- 
flantia  grande  i  Tifimi,  &  infieme  con  loro  i  Genouefi,iSanefi,  e  i  Luzchcfi  > 
offerendo  pagare  al  Re  alprefente  cento  m.la  du:ati,in  cafo,che  Tifa,  Tietra 
fanta,&  Monte  Tulciano  rimane [fero  Ubere  dalle  molefìiede  Fiorentini,& 
aggiugnerne  cinquanta  mila  in  perpetuo  ciafeuno  anno,  fé  per  t  autorità  fua 
confeguiuano  i  Tifoni  le  fortezze  del  porto  di  Liuorno ,  &  tutto  il  contado 
di  Tifa;  allequali  cofepareua ,  che,  per  la  cupidità  de*  danari  ,fuffe  inclina- 
to non  poco  l  animo  del  Rejnondimeno, come  era  folito  di  fare  nelle  cofe  gra- 
tti ;  rime  fi  e  al  Cardinale  di  Roano ,  che  era  a  Milano  quejla  deliberatione  : 
apprejfo  alquale  oltra  i  fopr  adetti  intercedeuano  per  i  Tifani  Gianiacopo  da 
Trml-ri  ,  &  Gianluigi  dal  Fiefcoydefiderofo  ciafeuno  di  far  fi  Signore  di  Ti- 
fa ,  &  offerendo  di  pagare  al  Re,  perche  lo permette ffe ,  non  piccola  fomma 
di  danari,'  &  dimojirando  appartenere  alla  fteurtà  fua  tenere  deboli, quan- 
i  do  n'haueua  loccafione ,  i  Fiorentini ,  &  gli  altri  potentati  d  Italia .  *  Ma  *  Fuin  Mila 
nel  Cardinale  potette  più  il  rifletto  della  fede  del  Re,ei  meriti  fr  efebi  de    ca/duSdl 
Fiorentini ,  i  quali  haueuano  aiutato  il  Re  prontamente  nella  ricuperatone  Roano  per 
del  Ducato  di  Milano, conuertendo  a  fua  richieda  le  genti,  lequali  in  tal  cafo  Jj^/chi  5 
erano  obligati  di  dargli  in  pagamento  di  danari  :  Terò  fu  deliberato,  che  a   fognane  per 
fiorentini  fi  deffero  per  la  ricuperatone  di  Tifa,  &  conpromejfione  del  Car  ^l^^fjfi 
dinale,che  nelpafiare  reflituirebbono  Tietrafanta,&  Mucrone  fei  cento  lan  ThoWòso 
eie  pagate  dal  Re,& a  fyefe  loro  proprie  cinque  mila  SuiTgeri  fotto  il  Ea    £™  "a:  *™~{ 
gli  di  Digiuno,&  certo  numero  di  Guafconi,&  tutta  lartiglierìa,&  le  mu-  la  Repnbil- 
nitioni  necefi arie  a  quella  imprefa  ,&  ni  fi  aggiunfono  contra  la  uolontà  SnicirtS! 
del  Re,  &  de'  Fiorentini ,  fecondo  il  coflume  loro ,  due  mila  altri  S  ulceri  :  ccìib <..onac 
dellequali  genti  deputò  Capitano  Beumonte ,  dimandatogli  da  Fiorentini,  aggii^nl , 
perche ,  per  effere  flato  pronto  a  reflituire  loro  Liuorno,  confidauano  molto  in  cheB.a  lt>ef* 
Lui  ;  non  confederando  che  nel  Capitano  dèll'efiercito ,  fé  bene  è  necefiaria  la  Caicuata  ,,'  i£ 
fede;è  necefiaria  l'autorità,  &  laperitia  delle  cofe  belliche  ;  benché  il  Re  Jt.mila.rcu 
con  più  fino, &  più  utile  con  figlio  hauefie  deftinàto  allegri, Capitano  molto 
più  perito  nella  guerra;&  alquale  per  e  fiere  dì  fdnguepiu  nobile,  &  di  mag 
giove  riputatione; far  ebbe fiata  più  pronta  l'ubbidienza  deltefiercko.Maficù 
linciarono  prefiamente  (coprire  le molefiie}&  le  difficultà>che  accompagna 
nano  gli  aiuti  de  Francefi  :  perche  efiendo  cominciato  a  correre  il  pagamen- 
ti,    i        iQ 


LIBRO 

to de  fanti  il  primo  dì  di  Maggio;  dimorarono  tutto  ilmcfe  in  Lombardia 
per  gli  intere/Jiproprijdel  Re ,  de  fiderò fo  con  ìoccafione  del  tranftio  di  que- 
llo efferato ,  di  trarre  danari  dal  Marchefe  di  Manioua  ,  &  da  fynori  di 
Carpi  ,  di  Correggio  ,  &  della  Mirandola  per  pena  de  gli  aiuti  dati  a  Lodo- 
itico  Sforma;  inmodo,  che i Fiorentini  cominciati  ad infòff>ettircdi  quello 
indugio  ,&  parendo  olirà  ciò  dar  fi  a  Tifam  troppo  tempo  di  reparàrfi  , 
&  prouedcrfi ;  hebhonp  inclinaiivne  a  abbandonare  l ir/ipvcfa ,  pure  pra  er- 
ro! me      ^cvze^ào  mal  uolmtieri  tuie  occafione ,  data  la  feconda  paga  attendeuauq 
d»  gìd.  Bai  a  a  follecitare  il  far  fi  itmm'Zi  :  finalmente  effendofi  i  [tenori  di  Ct:rp; ,  dalla  a 
fi& SiLuca  Miwnàok»  &  di  Correggio,  intercedendo  per  Iqyq  il  Du:a  di  Ferrara, 
Antonio  de  compofiidi  pagare  uentimila  ducati,  ne  potendo  perdere  tempo  a  sfondare 
iuenace?  '  ^  Marche  fé  di  Mantoua  ;  ilqualc  da  una  pan  e  fi  fortificaua  ;  dall'altra  <  al- 
legando timpotentiadi  pagare  danari ,  mandati  ambafàatori  al  Re  lo  fup- 
plicaua  della  uenia  ;  andarono  a  campo  a  Moni  ecìnam  coli  cafitllo  de  Torelli 
in  Tarmigiano  :i quali  haueuano aiutato  Lodouko Sforma, 'non. tanto  modi 
dal  defulerio  di  punire  loro ,  quanto  per  minacciare  con  FapprofjimaU:  a 
Bologna,   Giouanni  Bentiuogli ,  per  i  fauori  fimilmente.pì eflati  a  Lo- 
douico  Sfor^  :  ilquale  per  fuggire  il  pericolo  ;  compofe  di  pagare  qua- 
ranta  mila  ducati:  &  il  Re  l'accettò  di  nuouo  nella  fua  protezione  infie- 
me  con  la  città  di  Bologna ,  ma  con  e fbr epa  Imi itat ione  di  non  pregiuai ca- 
re alle  ragioni  che  uihaueuala  Chiefx*  ^Accordata  Bologna,  &  pr  e fo  per 
forcai  Montechiarucoli  ;  tornarono  le  genti  indietro  a  pafi are  H  spennino 
per  la  uia  di  Vontriemoli  :  &  entrati  in  Lunigiana  hauendo  più  rifpet- 
b  il  Ruonac  t0  a  gH appetiti,  &  commodi  loro ,  che all'honcfto ;  tolfero  b  à inflantiade^ 
che  Alberi-  Frego  fi  ad  ^Alberigo  Malefpina ,  raccomandato  de'  Fiorentini,  il  caflello 
g0fMr  h«v    $   Maffa ,  &  l'altre  terre  fue  :  &  pafiati  più  innati1^,  i  Lucchefi ,  benché 
to  deiPMar    reclamando  la  plebe ,  ne  fuffero  tra  fé  fteffì  in  grani  tumulti  ;  confegnarono 
-•chefato  di    a  j>eumonte  Tietrafanta  in  nome  del  Re  :  ilquale  lafciata  guardia  nella 

Malia,  no  a  .       sr     i   i,  ;•      tr    •    ;•   ;  i       ?  r  ■      t      r- 

tinftatia  de1  forteto,  ;  non  rimojje  della  terra  gli  ufficiali  loro  :  perche  il  Cardinale  di 

Jd  Marche  R°ano  >  diJpreTgando  in  queflo  le  promefie  fatte  a'  Fiorentini ,  ricettata  d# 

icGabrieiio  Lucchefi  certa  quantità  di  danari  ;  glihaueua  accettati  nella  protettane 

*&nWKo\  del  Re,  conuenendo,  che  il  Re  tenefie  Tietrafanta  in  dipofito , infino  a 

tanto  hauefìe  dichiarato  a  chi  di  ragione  fi  appartenere .  Ma  iti  quello 

tempo  i  Tifanboflinati  a  difenderfì;  haueuano  hauuto  da  Vitello7^,colqua^ 

le  erano  per  la  nimicitia  commune  co'  Fiorentini,  in  grandiffìma  cqngiuntione 

\  alcuni  ingegnien  per  indirizzare  le  loro  fortificationi  :  allequali  laupr  aitano 

popolarmente  gli  huomini ,  &  le  donne ,  &  nondimeno  non  pretermettendo 

d'intrattenere  con  le  [olite  arti  i  Francefi  ;  haueuano  nel  configgo  di  tutto 

il  popolo  fittomela  la  città  al  Re  idellaquale  deditione  mandarono  inftrit- 

menti  publici  non  folo  a  Beumonte,  ma  etiandio  a  e  Filippo  di  Raueften,Go-  e 

e  Filippo  di  ^      ■     •„  i  *     r  \  ■  i   •„ 

cieués  dice  uernatwe  Regio  in  Gcnoua->  che  temerariamente  l  accetto  in  nome  del  Re: 
di  NebioU°  &  bruendo  Seumonte  mandato  in  Tifaurì  ^aHo  adirwidare  la  tetra; 


Q_V  'I    N    T    0<  _        m 

gli  rìflio fonò  non  hauer e  maggior  difìderio  >  che uiueW  fudditt  dèi  Redi  a!lferret 

^>\inctii&  però  effere  para  tifimi  a  *  dar  figli  pure  che  promettere  di  non  rio  Fiorenti 

jj#  mettere  fitto  il  dominio  de  i  Fiorentini,  sformandoli,  &  con  le  lagrime  J®."^1^*" 

jf //e  rfowwff  j  &  con  ogni  arte  di  fare  impreffione  nelC  ^Araldo  di  effere  e  fi  fcoia  a  «?. 

fcntanti(jìmi,&  dettoti  fimi  della  Corona  di  Francia,  dallaquale  haueua^  \  %f^hf 

no  ricevuta  la  libertà;rna  Benmontcbauendo  efclufì  gli ambafciatoriVi  diedero  ai 

fini , mandati  alai  con  la  mede f  ma  offerta;  pò  fé  il  penultimo  giorno  di  J/^/^fj 

Giugno  il  campo  a  quella  Città  tra  la  porta  alle  Viaggie  ,&la  porta  godi  nóci" 

Calce  fana  dirimpetto  al  cantone  detto  il  Barbagianni:  et  bauedo  la  notte  SJmiSE 

medefima  battuto  con  grande  impeto,  &  continuato  di  batti  re  in/ino  alla  Uni  fin  o3a 

maggiore  parte  del  giorno  feguente pittarono  in  terra  per  la  bontà  deltar  f^*^ 

'  tiglieria  loro  circa  b  fejfanta  braccia  della  muraglia  :  &  come  htbbono  remini  non 

ceffata  di  tirare  cor  fino  (libito  i  fanti,&  i  cavalli  mtfcolati  fen%a  ordì-  ^nùlc'Sm 

ne ,  ò  difciplna  alcuna  per  dare  la  battaglia ,  non  battendo  penfato  in  che  dandodei'a 

modo  batte  fiero  a  ftperare  ttnfofjh  profondo ,f atto  da  Vifani  tra  ilmuro  c  c  clRe* 

battutoci  il  riparoicbe  era  lattar ato  di  dentro;di  maniera  che  come  lofeo  b  Qjmira 

perfino,  (paventati  dalla  fua  largherà,  &  profondità  ;  con  fonarono  il  £"£'  ad  dj 

reflo  del  giorno  piti  pn-fìo  Ipettatori  della  diff\cidtà,cbe  affaltatorì.  Dopo  il  Buonacc~ 

itquale giorno  diminuì  fempre  lafi>erà?a  della  vittoria;  parte  febe  batte  £„0fedJ}|~ 

nano  i  Vrancefi  per  la  qualità  de  ripari,^  per  VoWinatione  de  difenfor1,  artiglierie , 

perduto  l'ardire;parte,percbe  per  l'arti  tifate  fi  era  ridetta  Cantica  inoli  p^g"" °t 

natione  bauttta  da  quella  natione  à  Vifani;  in  modo,cbe  cominciàdo  a  par  z  i.  hora  •  e 

. lare,&  a  dimeflicarfì  con  quegli  di  dentro^  ebe  continuavano  la  medefìma  Ifo'""^* 

offerta  di  dar  fi  al  Re,  pure  ebe  non  ritornajfero  fotto  il  giogo  de"  Fiorenti  dato  da'  Fa 

ni;&  entrando  ficvr amente  molti  di  loro  in  Vtfay&  tifandone  come  di  ter  \\£  n*c^J 

ra  d' amici  ;dt fende  nino  per  tutto  il  campo,&  appreffo  a  Capitani  la  caufa  fto  di  que. 

de  Vifani,confortandogli  fimilmete  molti  di  loro  a  difender  fi  ;&  a  quefio  t  conforma 

altra i  Vrancefi  dettono  animo  afiaiVracefco  da  Triul%i,Luogotencte del  a  quetta  te- 
la  compagnia  di  Gianiacopo,  &  Galeax^o  Vaiavi  fino,  ebe  con  la  compa- 
gnia fua  era  nel  campo  Vrancefeican  l'occafione  dey  quali  difordinì,entrò 
in  Vifa  dalla  parte  di  uerjo  il  mar  e, per  mettendolo  quegli  di  fuor'uT  aria- 
tino  daCittà  di  caftello  infume  con  alcuni  faldati  ff>  erime  tati  allaguerra% 
mandato  da  Vitello'zjo  in  aiuto  de  Vifani;  buomo  allhora  non  conofeiu- 
to  j  ma  ebe  dipoi  fatto  Capitano  da  loro  perfeuerò  infino  all'ultimo  con  no 
piccola  lode  nella  di  fé  fa  di  quella  città>,A  quefle  inclinationi  comuni  cofi  a 
f antiuome  a  caualli  fuccederono  molti  di  firdinuper  che  dcfiderando  dì  ha 

nere  accafionedi  Iettar  fi  dall' '  imprefa;cominciarono  a  faccheggiarele  net  gU  ^ibil 

touaglie,cbe  fi  còduceuano  al  capo:a' quali  difordini  non  baflando  a  prove  *a"°  prigio 

dere  l'autorità  del  Capitano\maltiplic  arano  ogni  giorno  tato,che  finalme  "eCf,  ]  con* 

tei  fanti  Guafconi  tumultuofamete  fi  partirono  dall 'effircitoU'efiepio  de'  uéne  pagar 

quali  feguitar  ano  tvttigli  altri  ,et  nel  par  tir  fi  alcuni  fanti  Tedefchi  uenu  Sfatto  mil 

cti(  ordine  del  RedaRoma,feciono  prigione  cLuca  de  gliMbi%t\comef\ario  *e  ««*•*»* 

fi     $         Fwren- 


LI    B    R    O 

fiorentino,  con  allegare,  che  altra  uolta  flati  inferuigio  de  Fiorentini  a 
Liuorno,non  erano  ìlati  pagati  .  Tartironfi  fubito  gli  Sui%$eri,  &  gli  al 
tri  fanti  :  ma  le  genti  d'arme  fi  fermarono  propinque  a  Tifa ,  doue  fopra 
(late  pochi  dì,  non  affrettato  d'intendere  la  uolontà  del  1\e;  fé  ne  tornarono 
in  Lòbardiajafciato  in  grane  difordine  le  co  fé  de3  Fiorentini  :  perche  per 
potere  fupplìr  e  alpagameto  degli Suiiz£eri,&  de  Guafconi;haueuano  li 
centi ato  tutti  i  loro  fanti  :  laquale  occafione  conojeendo  i  Tifani  andaro- 
no a  campo  a  Librafatta.-laquale  facilmente  intignarono  no  meno  per  lini 
prudentia  de  nimici,che  per  le  f or  xe  proprie:  perche dadoni  la  battaglia, 
&  e/fendo  concorfi,doue  fi  combattala  tutti  i  fanti, che  ni  erano  dentro; 
alcuni  di  quei  di  fuor  a  fabrono  con  lefcale  nel  più  alto  luogo  della  forte^ 
7a,ihe  non  era  guardata  :  da  chefpanentati  i  fanti  fi  arrenderono:  &  di' 
poi  finitamente  accampati  fi  al  BaUione  della  Ventura, mentre  ui  dauano 
la  battaglia;  i  fanti, ò  per  uiltà,b  perfraude  di  San  Brandano  Cone/ìabile 
de'  Fiorentini  di  nation  Lucchefe,  che  nera  dentro  s'arrenderono  :  l'acqui 
fio  de'  quali  luoghi  fu  ?nolto  utile  a'Tifani  :  perche  rimafono  allargati,  & 
liberi  da  la  parte  uerfo  Lucca  *  Turbò  queflo  fucctfio  dille  cofediTija 
piuyche  non  farebbe  credibile  l animo  del a  Re,cono[ando  guanto  ne  rima- 

a  Al  Re  fu-   r    ^    ,.     .     f.      ,       .  ,  ,  r       n       r         ,  ,  '       .,  7 

lon  madati  nejje  diminuita  la  riputatane  dei Juo  epercito,ne  pottndu  tollerare,  che 

J£-V«wja*  allarme  de'  Francefi,che  haueuano  con  tato  fpauento  d'ognuno  corfo  per 

della  caia ,  tutta  l  talia,  hauejje  fatto  refiflen%a  una  città  fola  non  dtfefa  da  altri,  che 

Macche01?  ^  popolo  proprw,&  oue  non  era  alcuno  Capitano  di  guerra  famofo  :  & 

ii„che  fino  come  Jpcffo  fanno  gli  huomini  nelle  co  fé, che  fono  loro  moleft  e  ;s' ingegna  uà, 

htT°    m  inganrìan<lofeflef]o,di  cr  edere, che' l  non  ha  nere  i  Fiorentini  fatte  le  debite 
proiu fioni di  uettouaglie,di guaflatori,et  di  moml ioni, come affermauano 

b  Monf  di  i  f}f0j  per /carico  proprio  ;f offe  flato  caufa,ch'é  non  haue fiero  ottenuta 

il  Buonac-  la  uhtoria,  cjr  che  ali  efferato  fuffe  mancata  ogn' altra  cofa,che  la  uirtù: 

MaefrchoCdi  &  ^amentan^°fl  °^tra  ciò,che  dall' 'hauer gli  fatto  inftantia  imprudentemS 

caia  del  Re,  te  i  Fiorentini,  che  mandaffe  le  genti  più  teflo  fotto  Beumonte ,  chefotto 

%*°E'ÙWd  JffliÈfà  erano  proceduti  molti  dijordini  :  &  dall'altra  parte  defideran- 

efler  JVdiito  do  di  ricuperare  leflimation  perduta  ;  mandò  Cor  cu  Juo  b  cameriere  a  Fi  b 

quanto  egU  ren~e  non  tanto  ter  in  formar  fi,  fé  le  co  fé  riferite  da'  Capitani  erano  ue- 

lame  i  q-ic  X  '  ./  J.  J  >J  J       J  r 

iì\  progredì  re, quante  per  ricercare  i  Fiorentini, che  non  perdendo  la  jperau%a  d  ha- 

rione1  (fa*  uere  Pcr  l'zHuenire  miglior  fuc  ce  fio-,  conJentiJJero,che  lefue  genti  d'arme 

Re.il quaiein  ritorti  a  fiero  ad  alloggiare  nel  Contado  di  Tifa ,  per  tenere  la  uernatafe- 

Fioréldn?  &  Vitntt  infefta*a  continuamente  quella  città;  &  con  intentione,  come  ap- 

non  il  tuo  parijje  la  Trimaucr a  di  ritornare  con  ejjer cito  giufto,&  meglio  ordinato 

uoUe^poi'  d"  Capitani,  &  d'ubbidienza  ad  oppugnarla  :  laquale  offerta  fu  rifiuta- 

ch'effi  por-  ta  da  Fiorentini,  difbevati  di  potere  con  l'arme  de'  Francefi  ottenere  mi- 

Iefler°h-  m  ghori  effetti  :  onde  di  dentarono  continuamente  peggiori  le  conditioni  lo- 

parte  ancuo  ro:perche  diuulgandofi  il  I\e  efiere  alienato  da  ejfì;  cominciarono  i  Geno- 

$2°ab*io7  uefi*i  Sanefi>e  i  Luccheft  afonuenire  i  Tifimi  feopert amente  con  genti,  & 

con 


0_V    I    N     T    O.         ^  13* 

con  danari,  &  à  pigliare  animo  qualunque  defidcraua  d'offendergli .  Cre- 
fccuano  etiandio  in  Firenze  le  dutifioni  de*  cittadini  in  modo ,  che  non  foto 
non  erano  ballanti  a  ricuperare  le  co  fé  perdute,  ma  ne  anco  prouedeuano 
a  difordim  del  loro  Dominio:  perche  cjfendoji  leuate  in  arme  mTif.oia  le 
p  irtiT  anciatica,&  C  ancellicr  a,  &  procedendo  tra  loro  nella  Città,  & 
mi  Contado  a  grandifjimi  incendij,  &  uccifioni,quafi  a  modo  dì  guerra  or 
diuata,&  con  aiuti  foreftiari;mn  ui  facenano  alcuna prouifioae  con  igno 
minia  grande  della  Republica  „  Troceaeuano  in  quello  tempo  profperamt  n 
te  le  cofe  di  C efare  Borgia  .'perche  fé  bene  il  [{e  trial  jodts  fatto  del  Tontefice, 
per  non  ì'hauer e  aiutato  nella  ricuperatime  del  Ducato  di  Milano;hauef 
fé  tardato  a  dargli  aiuto  a  proftguire  l'imprefa  cominciata  centra  i  Vico, 
rudi  Romagna;  nondimeno  l'indujje  finalmente  in  altra  f  ritenga  il  de  fide 
rio  di  cenferuar fi  beni  itolo  il  Tonteficcpcr  il  timor  e, che  I  aueua  de  moui 
menti  di  Germania ,  non  trottando  me~zo  alcuno  di  concordia  con  Ce  fare  ; 
&  molto  più  l'autorità  del  Cardinale  di  Ispano  per  li  cupidità  d'ottenere 
la  legai ione  del  Regno  di  Francia .  Tromeffe  adunque  il  Tonttfice  al  Re 
d'aiutarlo  con  legenti,&  conia  per  fona  del  figliuolo,  quando  uoleffefare 
l'imprefa  del  Regno  di  T^apoli;&  concedette  al  Cardinale  di  Roano  per  di 
ciotto  mefiyla  Le gat ione  del  Regno  di  Francia:conceffione,che  per  efiere  co 
fa  nuoua,&  perche  diuertiua,ancora  che  non  uif uff  e  compre  fa  la  Bretta- 
gna; molte  facende,  &  molti  guadagni  dalla  corte  di  Roma;  fu  riputata  co 
fa  molto  grande:  &  dall' altra  parte  il  Re  mando  in  aiuto  fuo,f otto  Jille- 
grtytrecento  lande,  &  due  mila  fanti, fi  gnificando  a  ciafeuno,  che  ripute- 
rebbe per  propria  ingiuria,  fé  alcuno  fi  opponeffe  alla  impreca  del  Tontefi 
ce.Con  laquale  rìputatione,&  con  le  forze  proprie,  che  erano  fettecento 
huominid'arme,&fei  mila  fanti,entrato  il  talentino  in  Romagna;  prefe 
fenica  refifien%a  alcuna  le  città  di  Tefero,et  di  Rimini,  f uggendo fene  i  fuoi  *lLBa?.n*e 
Signori;^  dipoi  fi  uoltò  uerfo  Faenza,  non  difefa  da  altri ,  che  dal  popolo  cheGiouàni 
medefimo:perche  nonjolo  GiouanniBentiuogli, a  auolo  materno  d'*A(ìor-  *™""°$A 
re  piccolo  fanciullo;  fi  afleneua  per  non  irritare  l'arme  del  Tonte fìce >  &  ftorrc  Man 
del  figliuolo,^  per  il  comandamento  bauuto  dal  Re, dal  porgergli  aiuto  ;  [[lod,e^"on 
&  i  Fiorentini,&  il  Duca  di  Ferrara  per  le  medefime  cagioni  fa  ce  nano  il 
mode/imo ,  ma  anchora  i  Vinitiani  obligati  alla  fua  difeja  ;  gì' intimar  o-  h  Tn  quefto 
no,  perche  cofi  furono  ricercati  dal  Re,dhauere  rinunciato  alla  prò-  defimo  "feri 
tettione ,  che  haueuano  di  lui,come  fimilmente  haueuano  fatto  prima  per  ^Ij^0  » 
la  medefma  cagione  a  Tandolfo  Malatefla  fignore  di  Rimini  :  an%i  per  tino  fu  que- 
maggior  dimoftratione  d'ejferefauoreuolialle  cofe  del  Tontefi  te;  crear o-  re,ato  d'ha* 
no  b  inquefto  tempo  medefimo  il  Duca  Valentino  loro  gentili)^  omo  ;dimo  na  Donzella 
tir  at  ione  [olita  far  fi  da  quella  Republica  >  ò  per  ricognitione  de'  beneficij  Juchefll"* 
riceuuti,ò  per  fegno  dtftretta  beniuolen%aMaueua  il  Valentino  condotto  d' vrbino . 
a'  joldì  fuoi  Dionigi  di  Ivaldo  da  Berfighella,huomo  di  jeguito  grande  in  clu^a^n-, 
Valdilamona: per  opera  delquale  occupò  fen^a  difficultà  la  terra  di  B:rfi  namorato. 

J^    4  ghetta, 


ali  Valenti 
no  s'accani 


L    I    B    R    O 

»he!ld,&  quafi  tutta  la  Valle:&  hauedo  efpugnata  la  rocca  uecthiaitofc. 
feguì  la  njioua  per  accordo  del  caftellano;&  (però  per  trattato  tenuto  dal 
mede  fimo  Dionigi  col  caftellano  di  Faen7^a,hHomo  della  Valle  medeftma , 
et  che  lungamente  haueu a  gommato  lo  fiato  d'jl5\orre\entrare  nella  roc 
ca  di  quella  cittàima  uenuto  il  trattato  a  luce\fu  fatto  prigione  da1  Fauc 
lini  ;i  quali  ne  sbigottiti  per  effere  abbandonati  da  ciaf  e  uno, né  per  la  perdi 
ta  molto  importante  della  Valle;  haueuano  deliberato  di  correre  ogni  pe- 
ricolo per  conferuarfi  nella  fuggettione  della  famiglia  dt%  Manfredi ;dal- 
laquale  erano  flati  moltiffìmi  anni  fignoreggiati:&  però  haueuano  atte  fa 
vongrandiffima  follecitudine  alla  fot 'tifi 'catione delta  terratdallaqualedi 
fpo fittone  il  Valentino  non  potendo  rimuouergli ,  né  con  preme  fi  e ,  ne  con 
trjinaccie;  fi  a  accampò  alle  mura  della  Città  tra  i  fiumi  di  Lamona ,  &  di 
pò  intorno  Mar%anò\&  piantò  l'artiglierie  da  quella  parte,cì>è  uerfo  Forlì;  laqua- 
aodfNooé  hìbenebe  circondata  di  mnra,uolgarm'te  fi  chiama  il  Borgoiaue  i  Fatten 
Lre  1500.  il  tini  haueuano  fatto  un  gagliardo  Baflìene:  &  battuto,  ehebbea  fofficitn 
BuonacCcor-  %a,maffim  amente  il  portone, e  he  tra  il  Borgo,&  la  Terra;dette  il  quinto 
lì ,  confbr-  niorno  (a  battaglia ,  dalla  quale  difendendoli  quei  di  dentro  udore famen- 

jnandofi  a    5       .  ,    ^   .  r     .°      ,.     ,.       '.  /J  ,      l.  *  /•      n» 

quella  hifto  tc.ridujje  ifuoi  a  gli  alloggiamenti  con  molto  danno:  tra  quali  rejio  mor* 

xia#  to  Hcnorio  Sauello.J^è  erano  quietigli  altri  dì,  offendo  infettato  cotìnua 

mente  C  efferato  dell' artiglierie  di  dentro;cjr  perche  gli  hnominì  della  ter 

ra,fe  bene  non  haueuano,je  non  piccolijjimo  numero  di  foldati  foraftieri; 

nfeiuano  ffefìo  ferocemente  a  Jcaramucciare:  ma  fopra  tutte  l' altre  cofe 

ancoraché  non  fufje  finito  il  mefe  dilS(ouembre;fegli  opponeua  l  acerbità 

del  topo  ajpriffìmo  fopra  ilfolito  di  quella  flagione:per che  erano  neuigra 

diffime,  &  freddi  intollerabili,  per  i  quali  s' impedì  uano  quafi  del  tutto  le 

fatiche  militari,  &  l'alloggiare  fiotto' l  Cielo  fcoperto,hauendo  i  Fauenti- 

ni,inna%i,  chel  campo  saccoftafle  alle  mura  abbruciate  tutte  le  cafc,e  ta 

gliati  tutli  gli  alberi  propìnqui  alla  Citta: dalle  quali  difficultd  neeeffitato 

b  n  Buonac  //  Valetinoyleuato  il  campo  il  b  decimo  giorno  difiribuì  le  genti  alle  flange  ° 

Si  Uuòji  Per  h  Terre uicine,pieno  difommo  dolore,che hauendo  oltra  lefor^e  Fra 

campo   da  cefi  uri efferato  molto  fiorito  di  C-apitani  >&  foldati  Italiani ,  perete  ni 

df  Noucm-  erano  ?agolo,&  Giulio  Orfini,Vitello%jp,&  Gian  Vagolo  Buglioni,  con 

bre  ;  talché  molti  huomini  eletti,  &  hauedofi  preme ffo  còfuoì  concetti  fmifurati,  che 

a"  non  i!  né  mari,né  moti  gli  haueffero  arefiflere;no  poteua  t  oliar  ar  e  gli  f uff  e  0 fin 

decimogioz  rat a  la  fama  de  principi]  della  f uà  militia  da  un  popolo  uiuuto  in  luga  pa 

ce,et  che  in  quel  tepo  non  haueua  altro  capo,che  unfanciullo,giurado  effi 

cacemete,&  co  molti  fofpiri,che  come  prima  laftagione  lo  coportajfe;tor 

ricrebbe  alla  medefima  tmpr e fa,co  animo  deliberato  di  riportarne, ò  la  uit 

torta,  ò  la  morte .  1<[el  qual  tempo  ^ileffandro  fuo  padre ,  accioche  tutte 

l'opere  proprie  corrijpondefiero  ad  un  medefimo  fine,  hauendo  quell'anno 

medefimo  creati  con  grandi jfima  infamia  dodici  Cardinali,non  de  più  be- 

nemcriti,ma  di  qucgli^he  gli  offerfono  prezzo  maggiore;  &  per  non  pre- 

r  tcrmetterc 


CL-VI   NT   o.  ni  lDill0(U 

'eie  alcuna  di  guadagno  ,fpargeua  per' tutta  Italia,  &  per  le 
prouincie  for 


fUrmetfen  fpecie  alcuna  di  guadagno  ,(p args.ua  per  tutta  Italia,  &  per  le  toav  vini- 

•ijticrt'*il  Giubileo, ceUbrato  in  Bjma  con  conc  or fo,  grande  i^pl c5Uque 

tnaffimamentc  delle  nationi  Olir  amontane  piando  [acuità  di  confeguirlo  a  ftQ  Giubi 


ciafcuno,che  no  andato  a  l{oma  porge fife  qualche  qualità  di  da  nari:  i  quali  fe°  J^jJ 
tutti  infierne  con  gli  altroché  in  qualunqne  modo  poteua  cauare  de  tefori  che  diede  a 
fpirit uali^  del  dominio  temporale  della  Chiefaffumminiflraua  al  Val.  n  ™ ^f"*  ^ 
iino-Alquale  fermatoli  a  Forlì,  prtparaua  le  co  fé  neceffarie  ali'opugn^tw  dere  in  ac- 
ìic  per  l'anno  futuro,nc  con  minor  prontezza  attendevano  i  Faucntim  al-  {^'"jjj* 
la  for  ti  fi  catione  della  Città.Queftecofe  fi  feaono  l'Anno  \  5  cerna  mvl-  de*  vinitìa 
to  più  importanti  cofe  fi  ordinavano  per  l'Anno  ?  <  o  r  .  dal  Ile  di  Frati-  ??2£2!2L— 
cia:allequai  per  efiere  più  efpedito  baueua  femprc  procurato  di  far  eoa-  ~ua  ^méi* 
cor  dia  col  l\e  de"  i\omani  ;  per  laqnale ,  oltra  ottenere  da  lui  l'inuefiitura  |°-  ^Jcon 
del  Ducato  di  Milano  ;  gli  fufìe  lecito  afialtare  il  Regno  di  Hapoli,ufan-  D  ^uélta 
do  in  queflo  %lms%o  dell'Arciduca  fuo figliuolo  inclinato  alla  pace;percbe  JJjjJg*^ 
i  fuoi  popoli, per  non  interropere  il  commercio  delle  mcrcantie,ma!  uolen  prometta  à 
tieri guerreggiauano  co1  Francefì;&  perche  il  I{e, che  non  baueua  figlino  MaffifriKa- 
)  lì  mafcb'hproponeua  di  dare  b  Claudia  fua  figliuola  per  moglie  a  Carlo  fi-  Garb  fuoii 
vliuolo  dell' Arciduca,^  per  dota,qaando  f afferò  d'età  habilc  a  confuma  potè, che  fo 
re  il  mateimonio(  perche  tuno,&  l  altro  erano  minori  di  tre  annijil  Duca  v.in  petgto 
to  di  Milanoiper  la  cui intercc(fione,non  fi  potendo  coft  preftamente  rifol  re:ma  ^°  °« 
«ere  wo/fe  difficulta ,  ebeinterueniuano  nella  pratica  della  pace  ;  ottenne  fu  denega- 
ne/ principio  dell'anno  1 5  o  1  .triegua  per  molti  me  fi  da  Maffimiliano,  dan  £>  ^^["^ 
dogli  per  ottenerla  certa  quatità  di  danari:  nella  quale  non  fu  fatta  men-  in  Fracefco 
tione  alcuna  del  P^e  di  7slapoli,con  tuttoché  Maffimiliaao  battendo  riceuu  ^fef  kc 
to  da  lui  ^ornila  ducati,&  obligatione  di  pagargli ,  accadendo  il  bifogno  gno  di  Fua 
1 5  .Mi//*  (/«Affi  ognimefe\gli  baueffe  promejfo  di  non  fare  accordo  alcuno  aiVeCiodo 
fen\a  includer  uelo;&di  r  opere  la  guerra,  fé  fuffe  ne  cefi  ar  io  il  far  di  iter  fio  meo, dì  fo- 
ne,nello  fiato  di  Milano.Terciò  rimanendo  il  Re  di  Francia  fumo  per  al-  j-"^  £adt!I 
lora  de  mouimenti  di  Germania ;et (per andò  d'ottenere  innàri  pafìaffe  mol  io  s^rciàv- 
to  tempo  per  me%o  del  medefìmo  Arciduca  l'inuejlitura,&  la  pace;  uoltò  &$$££ 
tutti  i  fuoi  penfieri  all'imprefa  del  Regno  di  J^apoli  :  allaquale ,  temendo  iiano  5  mo 
non  \e  gli  oppone/fero  i  Re  di  Spagna  ,&  dubitando, che  a  quei  l{e  non  fi  unif  f^^'/S 
jero  per  timore  della  fua  grandezza  1 V  ini  ti  ani  ^  forfè  il  Tonttfice^'h  Duchcflà  di 
nona  con  loro  le  pratiche  cominciate  a  tempo  del  He  Carlo  della  duiifione  eflol  [^.ax'0 
di  quel  Bearne  :  alquale  Ferdinando  He  di  Spagna  pretendeva  fimilmente  u  figMqpJfr 
bavere  ragione:  perche  fé  bene  Alfonfo  Re  d'Aragona  l'baueffe  acquifia-  m^<fà\ 
to  per  ragioni  feparate  dalla  Corona  d'Aragona,&  però  come  di  co  fa. prò  cefàre:  ci- 
pria nhauejfe  difpoflo  in  Ferdinando  fuo  figliuolo  naturale;  nondimeno  ciulo  chc 
in  Giouanni  fuo  fratello ,  che  gli  fuccedette  nel  Regno  d' Aragona,  &  ^IfJ^ 
in  Ferdinando  figliuolo  di  Giouanni;  era  fiata  infino  allora  querela  taci-  cia  inganar 
ta,  che  bavendolo  Alfonfo  conquiftato  con  l'arme ,  &  co'  danari  del  Rea-  cafa  ^,A  u" 
me  d'Aragona  ;  appartenena  legittimamente  a  qvella  Corona  ilaqual  meVe  deU« 

mogi};  fi  co 
xac  £  0  notatocene  follerò  lutali  in  AldT.tf .Papa  le  repulfe  de'matximoni  da'&c  ^Aragona  £  li  fuoi  figliuoli. 


LIBRO 
'SdUv/udVl  querela  haueua  Ferdinando  coperta  con  aftutia,&  patien%a  Spagnuola , 
gran  Capirà  non  jolo  non  pretermettendo  con  Ferdinando  i\e  dì  'Napoli,  &  poi  con  gli 
GteSjchi  altrhche  fuccedtrono  di  lui  gli  uffici  debiti  tra  parenti  ;  ma  etiandio  au- 
vcrr.uiò  Re  gmmntandogli  con  uincolo  di  nnoua  affinità:  per  che  a  Ferdinando  di  T<la- 
fieS»  *  P<*H  dette  P^"  m°gHe  Giovanna  fua  forella,&  confentì  poi  che  Giovanna 
uenne  con  figlinola  di  quella  fi  marita fie  a  F*y din  andò  gioitane  ;  &  nondimeno  non 
rc  diTran-  baueua  però  confeguito,che  la  cupidità  fua  non  fuffi  molto  tempo  prima 
eia,  &diui(e  fia$a  nota  a'j^  ^apolitani.Concorrendo  adunque  in  a  Ferdinando,^  nel  a 
gno  dittalo  i\e  di  Francia  la  medefima  inclinatone, £  uno  per  rimuouerfi  gli  oracoli , 
lupercioche  ^  \e  ^ffiCHl^x  ;  l'altro  per  acquifiare  parte  di  quello,cbe  lungamente  ha* 
to^?  nTak",  ueua  defederato; poi  che  a  conseguire  il  tutto  non  appanna  alcuna  occafio 
che  il  Re  Fé  ne;  fi  comCnnono  d'affaltarein  un  tempo  medefìmo  linearne  di  T^apoli,  ti 
poìigfi  foffe  quale  tra  loro  fi  diuideffe  in  quefto  modo  :  che  al  I\e  di  Francia  toccafìe  la 
tatto  uibuu  cittàdil^apolico  tuttala  Terra  di  Liuoro,&la  Vrouincia  dell' \Abru<^ 
ce°che™eerà  %i:&  a  Ferdinando  le  Vrouincie  di  Tuglia,&  di  Caiauria:  &  ebeciafeu 
iVto.dc'Fca  nQ  n  conquifla(ìe  da  (e  fleffo  la  fua  parte ,  non  effendo  l'altro  obligato  ad 
lui  nimica  L  aiutarloyma  folamente  non  impedir lu:&  fopra  tutto  conuennero,cb eque 
b  il  pnnio  fta  concordia  fi  teneffe  fegretiffima  infina  tantoché  l\ffercito,cbel  F^e  di 
Hit  ftm£  Francia  mandaffe  a  queltmiprefa  ?  f riffe  arriuato  a  B^oma  ; alqual  tempo 
ghaLufigna  g;  ^mbafciatori  d 'amendue  allegando  effer  fi  fatta  per  beneficio  della 
de^'ko'o  Cbrifiiamtà  quefia  ccm<eutwne,&  per  afjaltare  gl'infe  deli yumt  amente  ri 
di  Re  di  eie  cercaffero  //  Tonte  fice,che  concede  fé  l'initcflitura  fecondo  la  diuifione  con 
iite'Guafo  uenuta  tra  lorojnueflendo  Ferdinando  [otto  titolo  di  Duca  di Tuglia,  & 
per  riipetto  fa  Calauria;&  il  I{e  di  Francia  fiotto  titolo  non  più  di  Sicilia,  ma  di  I\e  di 
ullTmlì'  Gierufalem,&  di  ^tpoli:ilqual titolo  del  B^gno  Gierofolimitano,perue- 
buia  di  che  mtQummlt a  in  Federigo  il.  Imperatore  Romano,&l\ed>  Tripoli  per 
Glorio  BU-  dote  della  fua  moglie  figliuola  di  Giouanniì\e  d.  Gierufaiem  m  nome,  ma 
tìron"f  ti  "  mn  in  effetto;era  fiato  continuamente  ujato  da'  l\e  feguenti,bencbe  m  un 
Kettoretrro:  tempo  mede  fimo  fé  l'baueffero  per  diuerfe  ragioni  non  meno  cupidamente 
docatharo,_  appropriato  b  t  j^  di  Cipri  della  famiglia  Lufignana  ;  tanto  fono  auidu  b 
ttF.stTfanS  Tnncipi  d'abbracciare  colori  da  potere  con  apparente  bonefìà  uef]are,ben 
Lufignano .  ^  jp^  indcbit  amente, gli  flati poffeduti da  altri.  La  qualcapitolatione 
prtie1  "tonto  tra  i  due  l\e  come  fu  fattaci  ì\e  di  Francia  cominciò  fcpertJ  mente  a  pw 
ìi  Valentino  parare  l'efferato  ;  ilquale  mentre  che  fi  prtparaua  il  talentino ,  che  ne 
fmJoTéza  primi  giorni  deli  JLnno  accofiatofl  di  notte  con  quantità  grande  di  fiala 
dell'anno  ^  B  0  fa  pMnlra,^r  hauendoui  fecondo  fi  credeua  intelligenza-,  baue- 
tVcc'dfr  2ia  uà  in  uano tentato  d'occupar  lo, non  bauendo  più  fperanta  nella  fialide  ; 
battaglialo  prtfep0C])i  dipoi  l\uffi  y  &  l 'altre  ter  re  di  quel  Contado  ;&  ultimamente 
che  p°ochear;  e  ul  ritornò  col  campo  nel  principio  della  Trimauera  ,  ponendofi  uerfo  U  e 
|hf  *°ta°&  R<H!$à&&  da  quella  parte  battuta  la  muraglia;fece  dare  mef colatamente 
a  ^Faenza  la  battaglia  dalle  genti  Fraceft,&  dalle  Spagnuole,cV  erano  a'  fi  Idi  fuoi: 
regii  arrefe.   .,f  ^nQndofi  prefentate  con  difordine  ;fi  ritirarono  fin%a  far  frutto 

iuonaccor.        i  j  -t  aldino: 


Q^V    I    N    T    O.  134 

ilcuno  !  ma  in  capo  dì  tre  dì  ne  fece  dare  un'ultra  con  le  for%e  di  tutto  l 
ampo:  dellaquale  il  primo  afflitto  toccò  a  Vitello%£Oì&  agli  Orfìni,che 
licito  il  fior  de  loro  foldati,aJ] aitarono  con  gran  uirtù,  &  con  grand' or- 
line  Spingendo  fi  tanto  iman^i,che  taluolta  hebbono  fperan^a  d'ottenere 
a  uittoria:ma  non  era  minore  il  ualore  di  quei  di  dentro,  &  gagliarda  la 
•iparationc  fatta  da  loro;ìn  modo,che  trouandofi gliaffaltatort  hauere  in 
ianzj  a  fé  un  fofifo  grande,&  efifendo  battuti  per  fianco  da  molta  artiglie- 
•ia;furono  coftrettia  ritirar fi\&  ui  reftò  morto  di  loro  Ferdinado  da  Far 
\efe,&  molti  huomini  di  conto,cjr  numero  grande  di  feriti:&  nondimeno 
Fauentini,hauendo  riceuuto  danno  non  piccolo  in  quello  ajjalto  ;  comin- 
ciarono talmente  a  confederare  ,  come  alla  fine  abbandonati  da  ciafeuno  > 
mteffero  contra  a  tanto  efìercito  foflenerfi,&  con  quanto  danno,&  male 
onditioni  uerrebbono,ò  ejpugnatiper  f orfano  cofirettiper  l'ultima  necef 
ita  a  dar  fi  in  poteflà  deluiucitore,che  raffreddato  tanto  ardore,etfott'en 
rando  la  paura;  fi  arrenderono  pochi  giorni  dapoi  al  Pale  ti  no, fai  ito  l'ha 
tere>  &  le  perfine,  &  pattuita  la  liberta  di  jlflorre  fuo  Signore ,  &  che 
[lifiiffe  lecito  d andare  doue  gli  par  effe, rimanendogli  faina  l'entrata  del 
e  proprie  poffejJìoni:lequai  cofe  talentino  quanto  a  gli  huomini  di  Faen- 
za offerito  fedelmente ,  ma  ^Aflorre  ,  ci/ era  minore  di  diciotto  anni ,  &  di 
orma  eccellente ^cedendo  l'età,  &  llnnocentia  alla  perfidia ,  &  crudeltà 
j  lei  uinc\torefiu(fotto  (fede rimanejje  nella fua  Corte)*  ritenuto  apprefio  JA?or,re^ 
1  lui  con  honoreuoli  dimoflrationi;ma  non  molto  tempo  poi  condotto  a  I{o  Bèbo,ch'ef- 
na,fatiata  prima  (fecondo  fi  diffejla  libidine  di  qualcìi  uno;fu  occultarne  lendo  Fer? 
te  mfieme  con  un  fio  fratello  naturale  priuato  della  aita .  jlcquifiato  %  za  ;  fi  rimo 
:bebbe  il  talentino  Faenza; fi  mefie  utrfv  Bologna,  hauendo  in  animo  no  &  ^^.g^j 
'olo  d'occupare  quella  Città,ma  di  molefìare  dipoi  i  Fiorentin:,i  quali  era.  jeai  vaienti 
no  in  molta  declinai ione offendo  fi  allofdegno  primo  del  He  di  Francia  ag-  "a°  ia\"*Jaie 
giunte  nuoue  cagioni:  concio  fi  a  che  affaticati  da  le  grani  fpefe,  c'haueua-  nò  per  que- 
no  fatte,  &  che  continuamente  erano  nect  (/itati  di  fare  per  la  guerra  co'  iìo  f^'^s. 
Vifani>&  per  lo  fofpetto,che  haueuano  delle  for%c  del  "Pontefice,  ejrdel  ma  prigione 
Valentino ;non  pagauano  al  B^,con  tutto,  che  ne  faceffe  grande  infiantia,  ^J^afouc 
il  refiduo  de  danari  preflati  loro  dal  Duca  di  Milano;nèqucgli,che  e'  pre-  in  breue  la 
tendeua  douer'hauere  per  conto  de  gli  Sai't^eri  mandati  contra  Tifa:per  f*cs  xn0IIXC' 
che  battendo  i  Fiorentini  negato  di  pagar  loro,  fecondo  che  a  Milano  haue- 
uano conuenuto  col  Cardinal  di  l{nano,una  paga  per  ritornar fene  alla  Va 
tria\perche  fi  erano  partiti  molti  dì  prima,che  haueffiero  finito  di  feruire 
ioftipendio  riceuuto  ;  //  %,  per  conferuarfì  beniuola  quella  natione,l'ba~ 
ueua  pagata  del  fuo  proprio:^*  gli  dimandaua  con  grande  acerbità  dtpa 
role,non  ammettendo  feufa  alcuna  dell' impotentia  loro:alle  quaì  cofe  fa 
faceua  più  difficile  il  prouedere  la  difcordia  ciuile,nata  da'  difordini  delgo 
uerno  popolar  e  inelqu  ale  non  effendo  alcuno,che  haueffecura  ferma  delle 
cofe,  &  molti  de'  cittadini  principali  fiorettilo  come  amici  de'  Medici ,  à 

come 


LIBRO 

come  defiderofi  d'altra  forma  di  governo;  fi  reggeuano  più  con  con  fu/ione 
che  con  con  figlio  :onde  non  facendo  prouifione  alle  dimande  del  t\e3an?j  la 
feiate  paffare  ferina  effetto  le  dilationi  impetrate  da  lui;l' haueuano  acce- 
co in  grauiffima  indegnatione, dimandando  oltra  qmfio,che  fi  preparale* 
ro  a  dargli  i  danari ,  &  gli  aiuti  promeffi  per  l'imprefa  di  J<(apoli  :  perche* 
fé beney fecondo  le  conuentioni.non  fi  doiteuanoy  fé  no  dopo  la  ricuperation 
di  Vifa;douerfi  inquanto  a  lui  bauere  per  ricuperata;  poi  che  per  colpa  lo 
ro  era  proceduto  il  non  ottenerla, mouendolo  ò  la  cupidità  de'  danari,  de9 
quali  era  per  natura  molto  amatore  ;  ò  lo  fdegno,  che  ne*  tempi  conceduti 
loro  no  gli  haueuano  pagati ;ò  l'ejfergli  per fua forche  per  i  difordim  delgo* 
uernoy&  per  li  molti  amiciyche  u  haueuano  i  Medici;non  poteua  nelle  oc- 
corenxe  fuefare  fondameto  alcuno  in  quella  Ctttà:&  per  conducergli  con 
rafpreT^ty  &  con  l'acerbità  a  quello,  a  che  non  gli  conduceua  l'autorità  ; 
a  Qjicfti  fu  ujaua  public  amente  finifiri  termini  all'  *  jLmbafciatore,che  haueuano  ap  i 
(co  Tcfin-  prejfo  a  lui  yaffer  mando  non  efiere  più  tenuto  alla  loro  protettione:  perche 
ghi%  buo-  hauendo  efjì  mancato  di  adempiere  la  capitolatone  fatta  a  Milano;poi  che 
nacc,J         non  gli  haueuano  pagati  a*  tempi  promeffi  i  danari  conuenuti  in  quella  ; 
non  era  ubligato  ad  ofieruarla  loroiilperche  ejfendoper  inTtigation  del  To 
b  E*  d'ordì  tefìne  b  andato  alla  fua  corte  Giuliano  de'  Medici  a  fupplicarlo  in  nome u 
ai  Transo-  juo,&  de  fratelli  della  rejtitutwne  alla  patriay  promettendogli  quantità 
2-ffancià  grandijfimz  di  danari -J'baueua  udito gr atiffimament e ytratt andò  con  (fio 
in  Roma .  arduamente  fopra  il  loro  ritorno  :  &  perciò  il  Valtntino  prefo  animo  da 
Buonacc.     qttefte  Cofe,&  {limolato  da  Vitello%^Oy&  dagli  Or  fini  foldati  fuoi,&  ni- 
micijjimi  de'  Fiorentini  ^quello  perì  ingiuria  della  morte  del  fratello  ;quc 
(li  per  la  congiuntione,  che  haueuano  co'  Medici  ;  haueua  prima  mandato 
in  aiuto  de'  Vifani  Liuerotto  da  Fermo  con  cento  cauai  leggieri  ;  &  dopo 
l'acquiUo  di  Faenza  deliberato  di  moleftargli ,  con  tutto  che  da  loro  il  pa- 
drey&  egli  non  baueffero  rìccuuto  offefe,ma  più  toflo  gratie,&  commodi 
tà:  perche  a  richiefla  loro  haueuano  rinonciato  alla  protettion  de  gli  fiati 
de'  filari], alla  quale  erano  ubligati;&  confcntito,che  all' UJfercito  fuo  an- 
da fiero  continuamente  uettouaglie  del  dominio  Fior  enfine. Vanito  adun 
que  di  Romagna  con  quefla  deliberatione,dichiarato  già  dalTontcfice  do 
pò  lacquijlc  di  faenza  con  approuatione  del  Conciftoro  Duca  di  J\oma- 
gna,&  ottenutane  l'inuefiitura^entrò  con  l'efferato  nel  tenitorio  di  Bolo* 
gna  con  grandiffìma  jperan'za  d'occuparla:ma  il  giorno  medefimo,  che  al- 
loggiò a  Cafiel  S.Tiero,terra  polla  qua  fi  ne' confini  tra  Imola ,cjr Bologna; 
riceuè  comandamento  dal  1\e  di  Francia  di  non  procedere  né  all'ocupatio- 
ne  di  Bolognaynè a  cacciarne  Giouanni  Bentiuoglio.-percbe  allegaua  effert 
ubligato  alla  protettione  &  della  Città ,  &  di  lui  :  &  quella  eccet t ione , 
efprefia  nell' accettatone  della  protettione,  di  no  preiudicare  alle  ragioni 
della  Cbicfa-Jouerfi  intendere  di  quelle  ragioni  &  preminenti  e, che  ailho- 

ra  ni  pojfedeua  la  Cb'iefa:per  che  intendendo  fi  indiHintamcnte,&  non  fe- 
condo 


Q^  V    I    N     T    O.  155 

&ndo  il  Juana  delle  parolccome  pretendeva  il  Vontefice;far  Me  fiata  co-  *or fi  "i°que 
fa  nana,&diniun  momento  a]  Bologne  fi,  <&  a  Bentiiw/liil  rictucrvli  nei  £°  «coido- 

%      e  *■•  irai  Y'^lcn* 

la  j uà  protettione  :  però  il  talentino  depoflo  pcr.allbora  con  grauiffima  tino,  e  il  cc 

reladel Voutefice,&  [uà  lajperan-^t  conccputa\conuenne  col  Baitiuo  ùuogiio  nt5 

g//o  per  me%o  divagalo  Orfino,cbe  gli  concedete  pajfo,et  uettouaglia  per  nc   alcuna 


lyBolognefi: a ,         Igli  ogni  anno  none  mia  ducati: •  feriti/filo  di  certo  nu  *  dr€""V: 

wero  dbuomiu  4 'a  rn$erSl  y<  di  fanti  per  andare,  in  Tofcana  ;  &  gli.  U/ciaJJe  ce  :  che  x. 

la  terra  di  Cufl.il  Bologne  fe,che  potta  tra  Imola,  &  Faenza  è  giuri  fdittio-  ^f{f^[ 

ne  d'  Bologna jcbe  da  lui  fu  donata  a  Vagolo  0  fino:  ilquale  accordo  cerne  Ca  di  caio 

fa  fatto >  il  Bentiuogiio,è  per  [offctto,che  hautfie  da  fé  proprio;  ò  perche  Jj.^j," 

fecondo  che  }u  fama,  il  Valentino  per  concitargli  maggior  e  odio  in  quella  gatì,  &  di 

città; gli  hiiuefie  rindato  efiere  flato  multato  aà  accofiarfi  à  Bologna  ^^dari 

dalla  famiglia  de'  Mari  fiotti,  famiglia  potente  di  clientele,  &  parti-  a  uoitar  io 

liani ,  &  che  per  quefio ,  &  per  l'infoienti  a  loro  gli  era  molto  [ojpctta  ;  {^*jfj 


fece  ammazzar  qua  fi  tutti  quéi  di  loro ,  ci)  erano  in  Bologna  ,  tifando  per  più  gli  dei] 
mimjìn  di  quefta  crudeltà  infieme  con  Hermes  fuo  figliuolo  molti  giouani  5^^  Eo1' 


IO 

il 

e 

:>io 


ien- 


Qoòiìt'yMciocbe  per  la  memoria  d 'bavere  imbrattate  le  mani  nel  [angue  de*  , 
b  Marifiotti  fttffìra,effindo  divenuti  nimici  di  quella  famiglia;  cofiretti  a  non  Mare- 
iefìderarc  U  conferitatene  dello  (iato  [uo .  'ì>.[on  feguitarcno  più  olirà  il  jj01"  »  d"^ 
Valentino,le  genti  Francefe; perche  affettauano  d'unir]}  co  l'efferato  I{e.-  corfi  ,  che 
gio  ;  ilquale  in  numero  di  mille  lance,  &  di  diece  nrla  fanti,  andana  fotta  tilJt*^^ 
Obignì  all'imprefii  di  Napoli  :  ma  ilV  alenano  fi  dri-^Jj  perla  Bologne  fé  u-toiu*  aua 
uerjo  il  dominio  Fiorentino  con  j  00  J)uomini  d'armcy&  cinque  mi  la  fanti  [l1^  ^ 
di  gente  molto  eletta '&  di  più  con  cento  huomini  d'arme,  &.  due  mila  fan  coftafle .-  óz 
ti,che  [otto  ilTrotonotarìofuo  figliuolo  gli  dette  il  Bentiuoglio.-^r'hauen  aiifcurar^i 
docmàdato  a  chiedere  a'  Fiorentini  paJJo,&  uetttouaglia  per  il  loro  domi  già  cheque 
nio;fifpin[e innan%i,non  affettatala rifpofla,dàdoagli  d  jLmhafciatori,  ^^°*? 
che  gli  erano  flati  Radati  da' Fiorentini  benigne  parole, ir.  fin  ebebbt  pajja  gui  toA  m 
tu  l'Appennino  vpia  come  fu  condotto  a  B  nberino  mutata  la  benignità  in  torua' 
nprex^ydimadò  facejfero  confiderai  io  ne  feco;concede(finiocÒ  quel  nume  e  Parte  che 
ro  di  genti  d' arme, &  cp  quelle  condilo <ni,cbe  conùenifiero  al  grado [uo;&  aomanchua 
the  mutato  il  gouerno.p'_efente,ne  conjìitmjfiro  un  altro, nelquale  più  pò-  palio  &  net 
t.fie  confidar  e:&  pi  glia  uà  ansimo  a  que[ìe  dimande  non  tanto  per  la  poten  J^2{S«? 
Uafua,no  basendo  [eco  grandi  efferato, ne  artiglieria  da  batter  terre;  qua  di  Fioren  * 
to  per  le  male  condii  ioni  de  Fiorentini  hauendo.poaa  gente  41  arme,nè  altri  ^^m^ 
Unti, che  ipae[ani,cbe  giornalmente  comandati ann;  &  m  Firenze  timore,  »«ita  gite 
(ofyatOj&  di)  unione  affai  per  efiere  mi  campo  [uo  Vtello%j<),  &  gliQr-  a  fìo^uo^ 
fini:  &  perche  per  ordine  fuo  Viero  de' Medici  s'era  fermato  a  Loiano  nel  ^domandi 
Bologaefi  ;  el  popolo  pieno  di gelofia  >  che  i  cittadini  potenti  non  hauejfe-  tetz^ ne- 
ro procurata  la  [uà  uenuta  per  ordinare  ungouerno  a  loro  fodisfattione.  rae  dc*  D«- 

Lt  Ma    ro'de'Mcrt 

ci,8c  fuo:?c  fi  fermò  con  tffe  per  uolercl  tentar  la  forza,  /pendendo  femprerauttorirà  del  Valcnuno. 
ì  furono  «judtiAmbafciatori  yicro  Sederini,  Alamanng  Saluia.tjl&  Iacopo*  Ncrli.  Buonact. 


LIBRO 

Ma  in  Valentino  non  era  defidcrio  di  rimtttere  Tiero  de*  Medici  :  perche 
non  giudicaua  a  fuo  propofiio  la  grandezza  de  gli  Or  fini,  &  di  Vitello^ 
5(0  ;  co  quali  fapeua,  che  Tiero  ritornato  nella  patria  farebbe  flato  con- 
%iuntijjìmc:  ho  olirà  queflo  udito  da  h uomini  dagni  di  fede,  eh  e  negammo 
)uo  erafijja  lamemoria d' un'antico  fdegno,concepnto  contra  luì)  quando 
jLrciuefcouodi  Vampdona,non  promojjh  ancora  il  padre  al  Tonteficato; 
daua  opera  alle  leggi  Canoniche  nello  (ludio  Tifano.-perche  effendo  andato 
a  Firenze  per  parlargli  [opra  un  cafo  criminale  d'un  fuo  familiare  ;  poi 
che  per  più  bore  hebbe  afpettato  in  uano  d'hauere  audien\a  da  lui, occupa 
tofo  in  negocij  ih  in  piaceri'/ era  ritornato  a  Tija  fen%a  hauer gli  parlato  > 
riputandoli  dijpre7gatoi&  non  mediocremente  ingiuriato:^*  nondimeno 
per  compiacere  a  Vitellina  gli  0  r fini >  firn ula uà  altrimenti  ;  &  molto 
più  perstecrefeere  il  terrore?  &la  àifunioneàe  Fiorentini ,  mediatitela 
quale  fperaua;ò  ottenerla  loro  miglior  conditioni;ò  poter  hauere  occafio 
ne  di  occupare  qualche  terra  importante  di  quel  dominio:  ma  prefentendo 
già  che  l'infulto  fuo  era  moltfto  al  P^e  di  Francia, condotto  che  fu  a  Campi 
preffo  afti  miglia  a  Firen^fece  conuentione  con  loro  in  quefla  fenten%a. 
Che  tra  la  ì\epublica  Fiorentina  ,&  lu'ufuffe  confederatane  a  difefa  degli 
ftati,effendo  prohibito  l'aiutare  i  ribelli  l'uno  dell' altro,&  nominatamen- 
te al  Valentino  i  Tifani  :  perdona/fero  i  Fiorentini  tutti  i  delitti  fatti  per 
qualunque  nella  uenuta  fu  a  :  né  fé  gli  opponejfero  in  difefa  del  Signor  di 
^Piombino  jlqual 'era  j lotto  la  loro  protettone:  conduccffinlo  a  gli  jtipendij 
loro  per  tre  anni  con  3  00  •  huomini  d'arme,  &  3  6  .mila  ducati  ali  anno:  i 
quali  fuffe  tenuto  mandarne  in  aiuto  loro  qualunque  uolta  nhaueffero  bi* 
fogno,ò  per  difefa  propria,òper  offe  fa  d'altruilquale  accordo  fatto  ;  andò 
a  conofee-  a  Signa  facendo  piccole  giornate ,  &  dimorando  in  ogni  alloggiamento 
no  che  lieo  qualche  dì,&  a  danneggiando  con  incendvj,&  con  prede  ilpaefc,non  meno, 
«lotta  fatta  che  Je  fuffe  flato  feoperto  nimico:  dimandaua  ancor  ascondo  L' ufo  de  pa- 
rédnltrafo  gannenti*  che  fi  fanno  alle  genti  d'arme,la  quarta  parte  de*  danari ,  che  fi 
lo  per  icuat  doucuano  in  un'anno^  d'ejfere  accomodato  d'artiglierie, per  condurle  co 
fo°Sc  \etò  tra  'Piombino:-?  una  delle  quali  dimande  ricufauano apertamente  i  Fiore* 
egli  ardédo,  tim,perche  non  u  erano  ubligati  :  l'altra  differiuano,  perche  erano  in  ani- 
i^plcfc  opc  mo  ài  non  ofieruare  le  promeffe  fatte  perfor%a*&  per  auifiyche  haueuano 
faua di  sfo-  riceuuti dall'Oratore loro,che  era  appreffo  al  %g  di Francia;(perauano  ef 
foro!  spiedo  pr*  coni  autorità  fua  liberati  da  quefla  moleftia  :  laquak  fperan^a  noni 
mande  che  rÌAfcìuana  :  perche  al  Kg  era  flato  grato,che'l  Valentino  gli  minacciaffe , 
lttze^d'ar  malnoti  che  gli  afialtaffe:  &  ògli  farebbe  Hata  molefta  la  mutation  dei  go 
ti^iiene  era  uerno  prefente;  ò  pure  hauejfe  defìderata  altra  forma  di  reggimento  in  Fi 
Tediar  ìolo  Yen  X$$$i  farebbe  dijpiaciuto  fofjeffato  introdotto  con  altre  for^e  y  ò  coti 
rcl!°&ftat°  a^ra  autorità,  che  con  la  fua:&  però  come  gli  peruenne  la  notitia ,  eh  ti 
fumario  me  Valentino  era  entrato  nel  dominio  Fiorentino  :  gli  comandò  ,  che  n  ufcific 
gUo.  b«o-  fubitamente>&  a  Obignì  ci)  eragià  in  Lombardia  con  l'ejfercito^che  m  caT> 

fo 


Q_V     I    N    T    O.  itf 

fo  non  ubbidìfieiandaffe  con  tutte  le  for%eafarlo  partire:  ìlperche  il  ta- 
lentino non  battuto  il  quartiere,nè  l'artiglierie  ;  fi  dirigo  ucrfo  Tiombi- 
no;&  ordinò,cheiTifani,i  qualiper  opera  diVitello%£o  mandato  a  Tifa 
da  luUper  condurre  all'efferato  artiglierie;  erano  andati  a  campo  alle  Rj- 
pomarancie, Camello  de1  Fiorentini] fé  ne  leuaffero:entrato  nel tenitorio  di  a  La  prefadi 
Viombìno,  *prefe  Sughereto  >Scarlino,&  ri  fola  dell 'Elba y&  di  Vianofa  :  quefti  ho- 
&  lafciate  ne  luoghi  occupati  gente  [officiente  a  di  fender  gli, &  a  mole/ìa  f^^o  ^ 
re  continuamente  Viomb':no;fe  riandò  con  l'altre  in  terra  di  J^oma  per  fé-  *s.  <*»  gìu- 
guitare  all'imprefa  di  T^apoli  l'efferato  del  I\e  :  dctquafe  una  parte  con-  luonacc0-1  " 
dotta  da  Obigni;  era  per  la  uia  di  Cafìrocaro  entrata  in  Tofcana  :  l'altra 
b  per  la  Lnnigiana  caminaua  alla  mede/ima  uolta,  cotenendo  tutto  l'cffer  gIi  0^°can 
cito  quando  era  unito,m\lle  lande,  quattro  mila  Sui%jeri,  &  fri  mila  al-  come  dice 
tri  tra  fanti  Fr  ance  fi  ,  &  Gitafconi  ;  #*  fecondo  il  folito  loro  proni fione  l    uonacc* 
grande  d' artiglierie  :&  fu  co  fa  notabile,che  quellaparte,che  uenneper  la 
Lunigtana\pafìò  amicheuolmenteper  la  Città  di  Vi fa^con  grandi ffima  leti 
tia  coji  de'  Fracefi,come  de'  Tjfani:&  nel  tempo  mede  fimo  partiua  di  Tro 
uen^a  per  la  medefima  imprefajotto  J\auefìen  Gouernatore  di  Genoua ,  c  Dodici  na 
X armata  marittima, con  c  tre  caracche Genoue[}3&  fedici altrenaui ,&  uid!  £rctta, 

...  .         .         .   ,  .  ..        t  •  r       •  V         ».  •  ..»_._     gna  dice  u 

molti  legni  minori  carichi  di  molti  jantneontra  i  quali  mommenti  il  P\e  Fé  Buonacc.  4. 
derigo,  nonfapendo,  che  l'armi  Spagnuole  fuffero  [otto  ff>  e  eie  d'ami  citi  a  ™™  Geno- 
preparate  contra  lui:  follecitaua  Confaluo  Ferr  andò  :ilqu  ale  con  l'arma-  &  un  bregà* 
ta  de  I\e  di  Spagna  era  fotto  firn  ulat  ione  di  dargli  aiuto  fermato  fi  in  Sici  ""^^  u 
lia;che  tieni fie  a  Gaetayhau <  edogli  mefie  in  mano  alcune  terre  di  Calauria,  erano  ss 00. 
dimandate  da  lui,  per  far  fi  più  facile  l'acquiBo  della  fu  a  pa  ne  ;  ma  fotto  Jj"®™"1,.* 
colore  di  uolerle  per  fio  urta  delle  fue genti:  &jj>eraua  Federigo  congiuri  per  feimefi. 
to  chefuffe  Confaluo  con  l'efferato  fuo,ilquale  parte  dhuomini  foldati  da  ^^{^n - 
fe,parteche  da*  Colonnefi  fi  foldauano  a  Marino  ;  difegnaua,che  fuffedi  &  mentìon 
fettecento  huomini  d'arme,fei  cento  canai  leggieri,^  fei  mila  fanti ;haue-  Jal"°  ^ 
re  efferato  potente  a  re  filiere  a'  F>*ancefiy  fenva  efftr  neceffìtato  a  rinchiu-  grotte,  &  4. 
ierfiper  le  terre,  con  tutto  gli  mancafferogìì  aiuti  [perati  dal  Trincipe  de  Salee* 
Turchi,alquale  haueua  con  grand  Jf  ma  infìantia  dimandato  fcccorfo,di- 
moflrandogli  dalla  uittoria  del  B^e  preferite  quel  mede  fimo,  an%i  maggior 
sericolo  di  quello, che  haueua  temuto  dalia  uittoria  del  Rgpajfato:&  per 
zffìcurarfi  dalla  fraude,eJJendogli  zecufati  il  Trincipe  di  Bifignano,  e'I  Co 
yedi  Meleto d'hauere occulte pratiche col  Contedi  Gaia^^p ,ch*era con 
"efferato  Francefe,gh  haueua  fatti  incarcerare:  con  lequali(peran%e,ha 
\  tendo  per  ciò  prima  mandato  d  Ferdinando  fuo  primogenito,  ancora  fan*   d  il  Gìouìo 
'iulloaTaranto,piuperficunàfHa,fecafoauerfofuccedtffe,chepd(fefa  J^-Jjj?,™* 
liquella  Citta;  fi  fermo  con  Veffercitofuo  a  S.Germano:one  afpettado  gli  ma  Alenici 
liuti  Spagnuoii,  et  le  geli  the  gli  coductuino  i  Cvlomfi  ;fperaua  tfhauere  ^aefle  Pt 
on  piu  felice  fuccefio  a  difendere  l'entrata  del  l{egrio,che  mhauea  nella  derigo. 
muta  di  Carlo  fatto  Ferdinando  fuo  nipote.  ?<lelquale  flato  delle  cofe 

era. 


C    I    B    R    O 

er4  certamente  Italia  tutta  ripiena  d'tncredidHc  ftfPen front  ygkWcandófi 

per  eia  feti  nocche 'quefta  imprefa  h •■i:itjTe  ad  tffer  principio  dì  graujffime  ca 

lami tà:pa che  ne  C  efferato  preparato  dal  il;  di  Francia  partita  sì  potcn-> 

tdche  doueffe  facilmente  fnperar  le  for%c  unite  di  Fedtrigoy&  di  Confai 

no  ;  dr  figiadicaua,  che  cominciando  a  irritar  fi  gli  animi  de'  B^  sì  poten- 

tl>hautf)ì-  Cuna  partey&  l'altra  a  continuare  lag/terra  con  maggiori for- 

Q:onde  facilmente poteffero  furgereper  tutta  Italia }per  le  nane  inclina 

tioni  de  gli  altri  Totentatiygrauiy&  pericolo  fi  mouimenti.  Ma  fi  dimoftra 

rono  uaniquefii  difeorfi^fubìto  che  l' efferato  Francefe  fu  giunto  in  Terra 

di  Bgma:percke  gli  Oratori  Francefiy&  Spaglinoli  entrati  infteme  nel  CO 

cìftoro,  notificarono  al  Tontefice*  &  a'  Cardinali  la  Lega ,  &  la  ditti fione 

Ho  noti-  fatta  tra  i  loro  Rey a  per  potere  attendere  (come  diceuano)  alieffeditione 

io  a;  fopra  contra  i nimici della religion  Chrifliana3d:mandandone  Ìpinjfèfiitura,feccri' 

che   molte  ^   ^  tenor  foHa  conuentione}  chehauenano  fatta  y  che  fu  fen7a  dilaticne 

mini  foglio  conceduta  dal  Tontefìce  :  &  perciò  non  fi  dubitando  più  quale  hamfje  ad 

fa°loÌo°am-  €fere  Ufirie  dì  quefla  guerray&  corner tlto  il  timore  de  gli  huomini  in  foni 

biuone  coi  ma  ammiratane  ;  era  molto  dzfiderata  i*  ciafeuno  là  prudentia  del  Re  di 

ptó  chri-  Francia,che  haueffe  più  tofio  uolutojhe  la  metà  di  quel  Bearne  cadeflc  nel 

fti*na3come  \e  mam'  fot  ]$g  di  Spagna y  &  meffo  in  Italia,  don  e  prima  era  folo  arbitro 

effe*  *""°  ^e^e  cofe>m  %e  emulo  fnoyalquale  poteffero  ricorrere  tutti  i  nimici 

<h  due  p.e:  ma[  continti  di  luiy&  congiunto  altra  qucfto  al  Re  de*  Bimani  con  intere f- 

io  fiVio»  li  fi  molto  ftretti;che  comportar  efebèi  Re  Federigo  reflaffe  padrone  del  t  ut 

Regno  ai-  f;0y  riconofcendolo  da  luiy  &  pagandogliene  tributo ,  come  per  uarij  me%i 

uanodiVa"  haue.na  cercato  d'ottenere.  Ma  non  era  nel  concetto  uniuerf ale  meno  de  fi- 

lo  per  zelo  derata  iinte?ritày&  la  fede  di  F  ir  d  mando  y  mar  a  tv  9  li  andò  fi  tutti  gli  Imo 

publico  ad 


'haueffe  sépre  pafeiuto  di  promefjioni  falfe 
f  daiuo  che  ^°  IP^endore  del  titolo  di  Re  Catoltcoùlqual  titolo  y  egliy  &  la  Reina  Eli  fa- 
a  diftrugger  bitta ,  haueuano  pochi  anni  innanzi  confeguitc  dal  Pontefice  ;  &  quella 
fil'u"  \*1'  gloria  con  Unitale  era  flato  efaltato  infitti  al  cielo  il  nome  loroyd 'battere  no 

no.  Condì   f>  '        ,  ii        ,.    .  ,  •     .  m  *    .   »a*»ì 

fopra  Carlo  meno  per  me%o  della  religione  >  che  per  proprio  tntercjje  cacciati  i  mori 
t.  ucicutac  fai  ^eame  di  Granata:alle  quali  calunnie  date all>unoy&  all'altro  Re;  non 

quutarque-    n     .y-  I  r 

ito  medefi-  fi  rifpondeua  in  nome  del  Re  di  Francia,  fé  non  che  la  poffan^a  Franccje  era 
£  paffaTm  bifìante  a  dar  rimedio  quando  fufìe  il  tempo  a  tutti  i  difordinicma  in  no- 
Macedonia  me  di  Ferdinado  fi  diceuaychcfe  bene  da  Federigo  gli  fuffe  fiata  datagiu- 
couche^  fta  caglone &  muouerfi contra  lui*  per  fapere che  egli  molto  prima  baite- 
lo come  ua  tenuto  pratiche  fegrete  col  He  di  Francia  in  fuopreiitdicio  ;  nondime- 
quifbuoino  no  non  batterlo  moffo  qnefioy  ma  la  confiderationeyche  battendo  quel  Re  de 
uaito  mai  il  liberato  di  fare  ad  ogni  modo  Vimprefa  del  Bearne  di  l^apoli  ;fi  ridite  eua 
pcnfwio.  in  neceffitàyò  di  difcnderlo>ò  d'abbandonarlo:  pigliando  la  difefa  {era  prin- 
cipio d'incendio  sì graueycbe  farebbe  fiato  molto  pcrniciofo  alla  RipMi- 

ca 


Q_V    1    N    T    0.  137  ^*<to 

ta  Chri(tian&  ,  &  rnifjìmamente  trottando  fi  l'arme  de'  Turchi  sì  potenti ,  "'^"ua  nul 

contri  i  Vinitiani  per  terra,&  per  mare:abbandonadolo,  conofcere,chel  d;  Conciti* 

Regno  [no  dì  Sicilia  rejlana  in  grane  pericolo:  &  fm%a  quello  rifiutare  in  corra  fu*  uo 

danno  fuo  notabile,  che'l  Re  di  Francia  occupa Ile  il  Remo  di  'Nipoti ,  aù-  g^  trattene 

r      .      .  ..       K-  ,      ,       1     r  tS  vr  '       uail&eFede 

far  tenente  a  je  gmriaicamzntc,  ejr  che  gli  polena  anco  peruenire  con  uno  rigo  cò^aì 

uè  ragioni, in  cafo  macafle  la  linea  di  Federigo. Vero  in  quefle  difficoltà  b.i.  z.-(  :  ijetoché 

ner  eletto  la  uia  della  di  iti  pone,  con  Paranza, che  per  i  cattim  goncrni  de'  o  ffendet  Vi 

Francefili  poteffe  in  brieué  tempo  péritgntre  Mtdefimambte  la  parte  lo-  JStà'de ? 

ro:i!cbe  quando  fuccedeffe ,  fecondo  che  lo  confi  glia fé  il  ri/petto  dell' ut  Uh  l'animo  fuo 

tà  public  a, alla  quale  fempre  piu,cbe  all'Inter  efi  e  proprio  bauea  riguarda  WJ.06^ 

•   1        '  11  r    vi  n  il  r    j  "':•'•■  •     •  r        >r       co  palaci  ,r> 

to;  0  lo  riterrebbe  per  fe\o  lo  refìttnerebbe  a  beaerigo ,av."^i  più  prejio  a  fi-  mede  un&« 

gliuoli:percbe  no  negaua  d'bauer  qua  fi  in  borrcre  il  fuo  nome, per  quello,  merito  *ma 

eh' e  fapea3cbe  in  fino  innanzi, cbcl  Re  di  Francia  piglia ffe  il  D  acato  di  Mi  che  egli  era 

lano ,  haueua  trattato  co'  Turchi .  La  nuoua  della  concordia  di  qucSìi  Re  JJ°|-°dbel'f "* 

fpaueiftò  in  modo  Federigo, che  ancora  che  Confatilo,  moflrando  di  dijpre^  fuo  signore 

a  ?ar  quello, che  s'era  publicato  a  I{oma;gli  Apromettcffe  co  la  medefima  effi  gio"^^ 

cada  di  andare  a  fuo  foccorfo;fi  parti  dalle  prime  delibcrationi:&ritira-  parare ,  & 

to  da  S. Germano  uerfo  Capua,ajpcttaua  le  genti, che  per  ordine  fuo  haue-  Sarocnu  «* 

uanofoldatc  i  Colone  fi  :i  quali  lafciata  guardata  .Amelia,  &  l\occa  di  Va  tenuto  ubi- 

pa,abbandonarono  tutto' l  rcfto  di  quello  tenenano  in  terra  di  Roma:  per-  b*  m.tuIììo 

che'lV Pontefice  col confentimento  del  Re  di  Francia  haueua  moffo  l'arme f  ncirora.ia 

occupare  gli  fiati  loro.J^lle  quali  dìffìcultà  hauedo  pure  Confatilo,  come  iòne*  L  dì 

intefe  l  efferato  Franccfe  hauere  fa  fiato  Roma,fcoperte  le  fue  commejfio  M.Marcello 

ni,  &  mandato  a  J^apolifei  galee  per  leuarne  le  due  l\cine  uccchie  forcl-  &  13 .  fì/ìp*. 

la  l'una,r altra  nipote  del  fuo  I\e  ;  configliaua  Trofbero  Colonna,  che  Fc-  Pica  Aneile 

derigo  riteneffe  quelle  galee ,  &  unite  tutte  le  for^c  fue  sopponefie  falla  qimo.ad  ac 

capagna  a!  nimici:percbe  nel  t  et  are  la  fortuna  poteuapur'tfiere  qualche  t,co>&a(tro 

vfyeranxa  di  uittoria,bESSE'lJJ)0  incertiffìmi  più  che  tutte  l'altre  attioni  x.  bu&'nel 

de  ?ti  h uomini,  vii  euenti  delle  battaglie  :  ma  in  qualunque  altro  modo  ef~  7rdeIBie  Tra* 

r  rr*  1»  »  ;  e        il '       i  j        rn    7        j  -     m     •    *frr.&  altro 

jer  certi fjrmoycb  e  non  bauea  f acuita  alcuna  ai  re[ifierea  due  potetifjimi  uè:  &  molti 
R£,che  l'affaltauano  in  diuerfe  parti  del  Piarne  .-nondimeno  Federigo  giù-  hj"0a  d"°t" 
dicado  anco  di  piccoli ffima  fperan%a  quefto  con  figlio;  deliberò  di  ridir  fi  al  quertafenté 
la  guardia  delle  terreiperb  efièdo,gid  innan%i,cheObignì  ufeiffe  di  Roma,  "^lr£  jj| 
ribellatoS  .Germano, & 'altri  luoghi  uicini;determinò  di  fare  la  prima  dife  altri  da  me 
fa  nella  città  di  Capuamellaquale  con  tr eceto  huomini  d'arme,alcuni  ca-  "°tanlef  "* 
ualli  leggieri,et  tre  mila  fanti  meffe  Fahritio  Colona,<&  co  lui  Rinnccio  da  c  Fra  kquaif 
Marciano  codotto  nuouamete  a  gli  fìipédij  fuoi .  A  guardia  di  l^jpoli  la  ^J"^ 
fciò  Trofpero  Colona:et  egli  col  reflo  delle  géti  fi  fermò  injLuerfaMaObi  tcl:o  a  Colo 
cgnì  partito  di  Roma  fece  nel  pafiare  inna^J  abbruciare  Marino,Caui,&  c  eia  g?©"?*- 
certe  altre  terre  de'Colonefi,fdegnato,^cheFabritio  haueua  fatto  inRoma  no  oiO.  di' 
ammalar  i meffi di alcunìBaroni del Bggno,feguaci della pa rteFràcefe,  a^ìoc^si 
che  erano  andati  a  conuenire  con  lui.DiriTZoffi  poi  a  Montefortino,ioue  lo  ftat°fu  pti 

<>  n  „  ma  di  Virgin. 

*  fit*n-   fuo  padre. 


LIBRO 

fi  pcnfaua}cbe  Giulio  Colonna  face/te refiflen^a:ma  bruendolo  abbandona 
tu  con  poca  laude;  0 bigiù  procedendo  più  oltre ^occupò  tutte  le  terre  circo 
franti  alla  uia  di  Capuajnfino  al  Vulturno:  ilquale  non  fi  potendo  guada- 
re prefjo  a  Capua  ;  andò  con  l'efferato  a  pafjarlo  più  alto  uerfo  la  monta* 
a    Fu  prefa  K'ia:^'K  fafefo  Federigo;/}  ritirò  in  l^apoli, abbandonai  a  Itàerfattaq uà 
ca^u   da'  le  citta  mfteme  con  l^lay^r  molti  altri  luoghi  fi  dette  a*  'Francefilo  sjor- 
tànfe^a1  tre  7^P  ^  T4^  ri'^ulft  totalmente  intorno  a  Capua:  doue  s'accamparono  par 
gna  dice  il  te  di  qiià,parte  di  Lì  dal  fiumc^dalla  banda  di  fopra,doue  il  fiume  comi n- 
ròr  J'  & [ùc  cìl  a  pàffete  canf'Q  M*  ttrra>&  battendola  battuta  da  ogni  parte  g'gliar 
^héggiatàm  dameuu  flettono  uri  affatto  molto  fero  ce  :ilquale>  benché  non  riufnffv  prò- 
à\    Lucili  ff>ero,an%i  fi  ritira  fiero  dalle  nutra  con  molto  danno  nondimeno  non  efedo 
1501 .  come  fiato  fcn%a  graue  pericolo  di  quegli  di  dentro;  cominciarono  gli  animi  de* 
•naccorii.' **    Capitanii&  de'  foldati ad  inclinarfi all'accordo , maffimamente uedendo 
folleuatìone  grande  nel  popolo  della  citta3&  ne  gli  buomini  del  paefe3che 
b  La  morte  ue  nera  sfuggito  grandijjimo  numeroma  bauendo  a  l'ottano  dì: ;.  0  <  b'e.  a 
di  Pinuccio  era  Rato  il  campo  ^cominciato  a  parlare  da  un  bajlione  fopra  le  condiitótti 
tienTiloio  dell'  arrender  fi  Fabritìo  Colonna  col  Conte  di  Galano  ;  la  mali guardia 
uio.chcibfie  di  quegli  didetro,come  Ipefso  è  Inter uenuto  nella  Jperan^a  propinqua  de 


•E1 

ùicar  lanoòt  girono  alla  loro  crudeltà.  Ma  non  fu  minore  l'impittà  efferatiffima  con- 
iuofrateUoI  tra  ??  donnesche  d'ogni  qualità^etiandio  le  confegrate  alla  religione}  furo 
eiìendoche  no  mi fer abile  preda  della  libidine  ,&  dell' auaritia  de  uìncitori;molte  del 

Jafàttiondi    /  ».  c  •  •    •  j   ^        -n  ^     \r  r     • 

Rtnnccioin  Squali  furono  potper  mimmo  prc^o  uendute  a  Bornia  :  &  e  fama,che  m 

Fioré2ai»ha  Capita  alcune,fbauentandole  meno  la  morte, che  la  perdita  dclChonore  ;(l 

condénare ,  gettarono  chi  ne  po^ycbi  nel  pume.Dutmg  jji  altra  l  altre  fceleratex^ 
^e  degne  di  eterna  infamia  3  che  ejfenUonc  rifuggite  in  ?i<ia  Torre  molte, 

dopoSchcfi  c^e  baueuano  {campato  il  primo  impeto  ;  ti  Duca  talentino ,  Uquale  con 

furitiratoin  titolo  di  Luogotenente  del  He ,  fegkitaua  l'ej] cretto  non  con  altre  genti, 

Re  Federi  che  co'  fuoi  Gentil1 buomini ,  & con  la  fifa  guardia;  le  uolle  uederetut~ 

go  s'accor  te  ,&  confidcratAe  di  Udente  mente  ne  ritenne  quaranta  delle  tii*  belle. 

doco'FJàce      -.        r  ,.._,    ,  a  .    M    ,  ^        ir        ,.  _       ,  ,       '      .    ,.     , 

fi:ne»capho  R majono  prigioni  t  abritto  Colonna,Don  P  go  di  Caraona3&  tettigli  al- 
vi deiqnaie  jr/  Capitani)  &  huòtkinì  di  conditone,  tra  quali  Rinuccio  da  Marciano, 
ue  iiBuoiirx  che'l  giorno ,  che  fi  dette  Cavalco ,  era  fiato  ferito  d'una  freccia  di  baie- 
*°*fi'Chegii  fra ,  &  offendo  in  mano  a  buomini-  del  Patentino  foprauife  duoi  giorni, 
unavoitaio  non  fer.%0.  fòftétlòdi  b  morte  procurata.  Conia  perdita  di  Capua  fu  l 
fifnde,nic  troncata  °gni  fperan%adi  poter  più  difendere co  fa  alcuna.  ^Arrende  jfi 
Tarautoj  co  fewzg  dilatìoic  Gaeta,:*?  effendo  uenuto  Obignì  con  l'efferato  ad  ^Auerfa\ 
m°d'arme°*  ^e^er^°  abbandonata  la  Città  di  JJapoli  flaquale  s'accordò  fubito  con 
ikiu*  no  fi  condizione  di  pagare  fi  fi  anta  mila  ducati  a'  uincitori;  fi  ritirò  in  Caftel 

ftow«o«c-  ^l^0140''  & c  pochi  giorni  dapoi  conuenm  con  Obignldi  confegnarli fra  feìk 

dì 


Q_V     I     N     T     O.  158 

ài  tutte  le  terrea  le  fior  te%je, che  fi  tenevano  per  ini  della  parte,laquale 
fecóndo  la  diuifione  fatta  apparteneva  alRe  dì  Frane 'a ,ritenendofi  fola- 
mente  l'tfola  d'ifebia  per  jei  mefi  :  nelqualéfpatió  ai  tempo  gli  fojfe  lecito  *  <Z»&°  H 
d'andare  in  qualunque  luogo  gli  par  effe,  eccetto  che  per  lo  Regno  di  TJjpo  g  uJSo  di 
\ì\&  di  mandare  a  Taranto  cento  huomiui d'arme:  pottffe  cattare  qualun  Mofcpéfi» 
que  co  fa  di  Caftel  J^uouo,&  di  Caflel  dell' V  0  no, e  e  cet  tocche  l'artiglierie,  (òpra/  U°fe 
che  ui  rima  fono  del  Bacarlo: fufie  data  uenia  a  elafe uno  delle  co  fé  fitte  da  PoI.cur*  da 
yn'hi  Ih  Carlo  acqu'jiò  J^poliye  i  Cardinali  Colonna, &  à? \Aragona  gode f  to  piuraro! 
jtro  Centrate  EccLfizfiubcycbebaucuano  nel  F^gno.Ma  nelli  Rocca  ai-  °[tra  4?« 
fchia  certamente  fi  ueddono  accumulate  con  mìfer  abile  ffettacoio  tutte  le  feri  tto.qjt 
infelicità  della  progenie  di  Ferdinando  uecchic:  perche  oitra  Federigo  fio  *° ir,olti  "° 
gliato  nuouamente  di  Regno  sì  preclaro,  anjìo  ancora  più  della  forte  dt  ta  j>  dolor  no 
ti  figlinoli  piccoli >&  del  peimogenìto  rinclmfo  in  Taranto,chc  della  prò-  jj^a  '"s 
pria\era  nellla  rocca  Batrice  fina  forella  :  laquale,poi  che  dopo  la  morte  te  morire. 
di  Mattia  famofiffimo  Re  a  angheria  fuo  7r:anto,hebbepromcjfa  dimatri 
monio  da  fflad'flao  Re  di  Boemia  per  indurla  a  dargli  aiuto  a  confegnìre  e5figno*de°l 
quel  Regno ;era  fiata  da  lui,poichebbe  ottenuto  il  difiderio  fuojngrata-  ^Federigo 
mente  repudiata ,  &  celebrato  con  dìfpenfatione  di  Mefiandro  Tonttfice  i^Fraada! 
un altro  matrimonio :er ani  ancor a  l f ab  ella  gi  àuliche  fi  a  di  Milano, nò  we  d!cc  l\J?ìà 
no  infelice  di  tutti  gli  altri,  effendo  fiata  qua  fi  in  un  tempo  mede  fimo  jt  ri-  ddhv^a  di 
,  nata  del  marito,  dello  fiato,  &  dell'unico  fuo  figliuolo .  3  'Non  è  forieda  có{?,U0CLh.e 

a  r  J/r>  J  .    J  ^  V  ,  fuseprebja 

pretermettere  una  co  fa  grandi fpma,tanto  più  rara,quanto  è  raro  a  tem-  limato   da 
pi  noftri  l'amore  de' figlinoli  uerfo  il  padre:&  queflo  è,ch' effendo  anda  to  a  q$£cto 
Toluolo  per  uedere  il  Sepolcro  paterno  uno  de'  figliuoli  di  Giliberto  di  mecófigiio 
Mompenfwi,  commoffo  dagrauiffimo  dolor e,poi  c'hebbejparfe  infinite  la  "infelice10* 
grime,  cade  morto  fui  Sepolcro  medefimo  .  Ma  Federigo  rifoluto  per  Io- 
dio eftremo,ch' 'e por  tana  al  Re  di  Spagna  di  rifuggire  più  tofto  nelle  brac  C^M %ti  rhe 
eia  del  Re  di  Francia;  mandò  al  Re  a  dimandargli  faluocondotto:&  otte-  mite  in  e" 
nutolo,lafciati  tutti  i  fuoi  nella  Rocca  d'  [fchia,doue  rima  fono  anco  Tro-  W$?5  ™*n 
jj>ero,et  Fabritio  Colonna,che  pagata  la  taglia  era  flato  liberato  da'  Yran  ba'chtore 
cefi  ;  &  lafciata  Vlfola,  come  prima  era,fottoi  gouerno  del  Marchese  del  *[  ^f^jj 
Guatfo,&  della  Conteff  a  di  Francauilla,&  mandate  parti  delle  fuegen-  tiargii  mite 

b  ti  alla  difefa  di  Taratole  nndò  con  cinquegalee  Cottili  in  Francia:**  confi  fte?i"Vh'ef 

glio  certamente  infelice-.perche  fé  fufìe  fiato  in  luogo  libero  harebbe  forfè  f°  gii  haue 

nelle guerre, the  poi  nacquero  tra  i  due  Rehauuto  molte  occefionidi  ritor  deiu°nqSi 

nare  nel  fuo  Reame:  ma  eleggendo  la  uita  più  quieta  &  fior  fé  fi>  erado  que  grandezza 

fta  efiere  la  uia  migliore;  accettò  dal  Re  il  partito  dì  rimanere  in  Francia,  rauSa°t?a 

dandogli  il  Re  la  Ducea  dìjLngiòt  tanta  prouiftone,  che  afeendeua  l'anno  Merigo  ,♦ 

a  tri  nta  mila  ducati:&  comandò  a  quegli  che  haueua  lafciati  al  gouerno  mc/cóe^uaì 

£lfchia,chc  la  deffero  al  Re  di  Francia:!  qua  'i  ricufando  d'ubbidircela  rite  magnanimi 

e  rero  lungamet  e, benché  fiotto  l'infegne  di  Federigo. c  Era  nel  tempo  mede  gìÒuìo  lui 

fimo  pajlato  Confaluo  in  Calauria:doue  benché  quaft  tutto' l  paefe  de  fide  d5,,a   yita 

S     z         rafie 


LIBRO 

Yitjjc  piti  prefìo  il  dominio  de'  Franceft;  nondimeno  non  battendo  chicli  di- 
fende ff  trutte  le  terre  lo  riceuerono  uolont an amento,  eccetto  Manfredo- 
nia,c  Tarate:  ma  battuta  Manfredonia,®*  la  fortezza  per  afftdkrjì  nduf 
fé  col  campo  intorno  a  Taranto }doue  appariua  maggior  dfficultà:nondi- 
1  otenzaC  fi  meno  l'ottenne  finalmente  per  accordo,  perche*  il  Conte  di  Talenta ,  jet-*  i 
chbmaua     f0  [a  cui  cvflodia  era  flato  dato  dal  padre  il  piccolo  Duca  di  Calauria;& 
di°Geuan"  fra  Lior.ardo  'Napolitano ,Caualier  d:  Rodi,Gouernator  di  Taranto:  non 
&  f«lkwk«  uedendo  jì'tran^a  di  poter  pia  difenderli;  conuennero  di  darli  la  Città,& 
calata  degli  la  rccca.fe  in  tempo  di  quattro  me  fi  nonfuffero  foccorft ,  ricciuto  da  lui 
Aleni, lecon  giuramento  folennemente injuU'boftia  tofegrata  di lafciar  libero  ilDucn 
iicju.il    pò-  di  Calanr'taulquale  balletta  fegreto  ordine  dal  padre  di  andar fene,  quado 
jie^afiedjo  pjl{  mn  fì  p0ttfie  rcfiHcre  alla  fortunata  ritrovarlo  in  Francìarma  uè  il  ti 
•deferiutrf-j  mor  diDio,r;è  il  rifletto  dell' iflimatione  de  gli  bmmini  potette  p'vuche  Iva 
iir'miru'i  tertJJc  ^c^°  ftato:perche  Conf alno  giudicando, che  in  molti  tempi  potnb- 
la  cma  ,J  &  he  importare  affai  il  non  effere  in  poteflà  del  Re  di  Spagna  la  fià  per  fona , 
fonez^a.Mi-  f£r cagato  il giuY -amento ;non  gli  dette  faculta  di  partirfama  comi  prima 
luogo  cita-  potettero  mandò  bene  accompagnato  in  lJpagnd:doue  dai  Ut  raccolto  bc- 
'deiuvita  di  nignam€n *<■">&  tenuto  apprefjo  a  lui  nelle  dimefirationi  eftrjnft  che  con  ho 
confaiuo  :  tiori  quafi  Regij.  TroceUetiano  in  quejti  tempi  medi' fimi  te  coft  del  Tontcfi 
choradeferì  ce  con  ^  conl^ta  profferita:  perebe  balie  uà  acqutjhto  con  g  radiffìmafa 
«e  i  che  mo  cilità, tutto  lo  flato^bc  i  Coldnefì,e  i  Sauelli  teneuano  in  Terra  di  Roma  :. 
fi°teninèUii  delquale  donò  una  parte  a  gli  Orfini:&  il  talentino  continuando  l'impre 
.bcrodJi'ìn  fa  fua  contra  ViombìnOjUi  mandò  Vitelloxgo  ,  &  Gian  Vagolo  Baglioni 
giuramento  con  nuove genti  :per  la  uenuta  de'  quali  ftauentato  Iacopo  d\ Appiano, 
'  uioiato:  ma  ebe  n'era  Signore ,la  fiata  guardata  la  fortezza  >&  la  terra-J'e  riandò  per 
ferita  che  mare  in  Francia,per  tentare  d'ottenere  dal  ì\e ,  ilquale  molto  prima  Iba- 
jerrandoin  ueua  yjceuhto  nella  fuaprotettione ,  che  per  rifpctto  dell' bonor  proprio 
trPauato°c5  n0f1  lo  lafcijfje  p  erire  :  allaqual  co  fa  il  J\c,  non  velando  con  artifìcio  alcu- 
honori  qua  n0  l'infamia  fua  ;  nffofe  molto  liberamente bauere promiffo  alTontefice 
giouìo  dice  di  non  jc  gli  opporr  e, riè  poter jegli  opporre  fen%a  far  detrimento  a  fé  me- 
ch'egli  era  de  fimo .  Ma  in  queflo  mexp  la  Terra  per  opera  di  Tandolfo  Tetrucci  b^ 
ra  &honora  s'arrendè  al  talentino,  &  il  me  defrmo  fece  pochi  giorni  dapoi  la  fortc%- 
ta  prigione.  ^a.congiunfe ancora  il  Vontifìce Lucretiafuafgìiiiola&atagià deflina- 
b  Piombino  ta  a  tre  altri  mariti,&  allbora  uedoua,per  la  morte  di  Gifmondo  Trinci* 
:Vàrrendè  al  pe  $ Bifelli,&  già  figlino!  naturale  d' Ji Ifonfo  I{e  di  rÌSlapoli,ilqual'erafta' 
iicheVu  a°3.  io  ammalato  dal  Duca  Valetino ,  ad  Jtlfonfo  primogenito  d'Ercoleda 
di  settèbre  Ejie,con  dota  di  ceto  mila  ducati  in  pecunia  numerata,®  con  molti  dona* 
uacc/         metidi  grandinio  ualore  :  alqual  matrimonio  indegno  della  famiglia  da 
Efli  polita  a  fare  parentadi  nobili  (fimi ,  acconfent  trono  Ercole ,  &  .Ai- 
fon  fo,  perebe  il  [{e  di  Francia  defiderofo  difodisfare  in  tutte  le  co  fé  al  Tori 
te  fi  ce  ;  ne  fece  efl  rema  inttantia  ;  &gii  mvffe  oltra  ciò  il  defiderio  di  affi-" 
e  u  ra  rfi  con  quefto  mt%p  (fé  però  contra  tanta  perfìdia  era  batiale  ftT 

curtà 


Qjy    I    N    T    O.  139 

turtà  alcuna  )daltar  me  y&  ddl'ambitione  'hi  Sdentino:  tlquale  potente 
dìdaaariy&  d'autorità  della  fedia  jtpo^lolica^  per  il  fauoreycbe  haue 
uà  dal  Rg  di  Francia\eragia  formidabile  ad  una  gran*  parte  d'Italia^  cono 
feendofi  che  le  fue  cupidità  non  baueuano  termi;it,ò  freno  alcuno *  Conti» 
nuaua  in  quefii  tempi  medefimi  con  grandifjìma  follecitudinc  il  R.e  di  Tran 
eia  di  trattare  la  pace  con  Maffìmiliano  Cefare  ;  non  fido  per  (beran%a  di 
leuarfida  (pefe,&  dafojbetti*  &  ottenere  da  lui  l'inueftitura  molto  de  fi- 
derai a  del  Ducato  di  Milano,ma  etiandio  per  battere  f acuità  d'offendere  i 
Vinitiani  >  monendolo  il  fapereyche  a  loro  erano  molefle  le  fue  proferita, 
&  il  per fuader finche  fegret  amente  ft  fusero  affaticati  per  interi -opere  la 
pace  tra  Cefarey&  lui  :  malo  moueua  più  la  cnpiditàyche  per  fefleffo,  & 
per  glìflimoli  dey  Milanefi  baueua  di  ricuperare  Cremonay&  Gbiaradad* 
da,co fé  fiat e  poco  innanzi  concedute  loro  da  ejjomedejìmo  :  &  a  Brefcia  *  ohr»qt 
Bergamo  y&  Cremavate  già  del  Ducato  di  Milano,  &  e  ce  tipa  te  da  Fini  co^oTch'c 
tiani  nelle  guerreycbe  bebbono  co  Filippo  Maria  Vifconte:&  per  trattare  ni°.;o  Bre- 
più  dìapprefìo  quelle  cofe,  &  per  fare  le  prouiftonì  nectjjarie  aWimprefa    ™t  &  ete- 
ri; Klapoli;baueua  mandato  molto  prima  a  Milano  il  Cardinale  dì  fidano,  Bia  «m/fo. 
la  cui  linguay&  autorità  erayla  linguay&  autorità  propria  del  T{e:ilqua-  Se'ViStla- 
le  ui  era  dimorato  più  mefì,non  bauendo  ancora  potuto  per  le  fpiffe  uaria  •»»  &  <iuel 
tioni  del  Re  dey  Romani  fermar  e  feco  coja  alcuna.  Ter  me%o  del  Cardina  dafsaDciu- 
*  le  trattarono  b  /  Fiorentini  in  quello  tempo  dì t fiere  di  nuouo  riceuuti  mila  «*i  dT\  f 

,  ,  *  '^  *    1  ....        1        dernchclia 

protetttone  del  J\eyma  fenxa  effetto  :  perche  proponata  conditiom  molto  caunoio 

difficili  ;  an%i  dimoflrando  d'bauere  totalmente  l'animo  alieno  da  loro  y  &  "e  ih  *  b« 

pretendendo  il  I{e  non  effere  più  obligato  alle  conuent  ioni  fatte  a  Milano;  ìcia,  &  Aic- 

fece  e  onfegnare  d  Lacche  fi  accettati  di  nuouo  in  protettioney  Tietrafan-  JJ^qucife 

tay&  Mutrone  y  come  cofe  per  antiche  ragioni  appartenenti  a  quella  cit-  di  crema, 
%à:ma  riceuuti  da  loro  come  fignore  di  Cenoua  uentìquattro  mila  ducati: 

perche  i  Lucchefi  poffeffori  anticamente  di  Tietrafanta  ;  l'baueuano  per  ba  ciatori 

certe  necejfità  impegnata  per  tanta  quantità  a  Genouefuda' quali  era  poi  fc'frorctini 

/»  I»  »_•••  \  »  r>        /*         y    ^  trattatone 

or%a  d  arme  peruenuta  ne  Fiorentini  :  tratto  ancora  co  Sane(t ,  co    nQ  nuouoac 

Lucchefi  y  &  co'  Tifani  di  unirgli  infieme  per  rimettere  i  Medici  in  Firen  ^f0^?' 

%eyàifegnanàoycbe'l  l\e  confeguiffe  da  ciafeuno  non  piccola  fomma  di  dana  ni  vefcouo 

ridequali pratiche ybencbe fi  conduceffero  infino  quafi  allaflipulatione;no  Q  v°u-c"d  * 

dimeno  non  bebbono  effettoiperche  non  erano  tutti  pronti  a  pagare  la  qua  gii  Aibìzi  :  i 

tità  de  danari  dimandata.  Soprauenne  finalmente  fi>eran%a  più  certa  dal  Record"  do 

Hf  de'  Romani :&  però  il  Cardinale  andò  a  conuenirfi  feco  a  Trento :doue  co'i  cardi 

trattarono  molte  cofe  concernenti  aflabiltre  il  matrimonio  di  Claudia  fi~  „o /andar© 

gliuola  del  Bg  di  Franciay&  di  Carlo  primogenito  dell'ir  riduca,  co  la  co  no  a  i  kc  ia 

ceffìone  all'uno,  &  l'altro  di  loro  della  inuefiitura  del  D  ucato  di  Milano  :  f  xancia' 

trattoffi  fimilmente  di  muouer  guerra  a'  Vinitiani,  f  ricuperare  ciafeuno 

quelloyche  pretedeua  effergli  occupato  da  loroy  &  diconuocare  un  Cocilio 

miuerfalep  riordinare  le  cofe  della  Cbiefa,no  foto  come  dice uano  nelle  me 

S     z         bra, 


! 


LIBRO 

bra,ma  etiandio  nel  capo  :&a  quefto fimulaua  di confentire il I{e de  I\g~ 
mani ,  per  dare  {peran^a  di  confeguive  il  Tonte  ficato  al  Cardinal  di  I{ga- 
no-yilquale  ardentemete  uiafbiraua,  hauendone  ilfuo  He  per  l'intercjje  del 
la  grandezza  propria  non  minore  cupidità  di  luì .  jlcconfentiuafi  ancor  a 
a  L'abbocca  fer  l&  parte  del  ^e  dì  Francia  nella  inclusone  de  gli  aderenti  ,&  confedera 
mento  del  ti  Cuoi  la  claufulaSalue  le  ragioni  dell'Imperio  :  per  laquale  fi  permette- 
co  di  Fiàcla  ua  a  Majjimiliano  il  riconojcerleetiadio  contra  quegli,  che  fu/Jero  o  bora 
e  ó  l'^rcidu  nominati  dal  I\e,ò  prima  accettati  folto  la  fua  prQtettioneirimaneuafola 
d\i  uitnalL  a  mente  la  dìffiadtà  principale  nell'inutUitura  :  perche  Ce  fare  ricnfaua  di 
jbiss.,  fu  a  '  concederla  a'  figliuoli mafchi,fe  alcuni  ne nafcejfc ro  del  B^i&  ni  era  qual 
bre " s  o  i .  &  t  he  difficultàfopra  la  reftitutione  de  fuor  ufciti  del  Ducato  di  Milano:  la 
fopiocurató  qUale  dimandata  inflanternente  da  Cefare;non  era  confentita  dal  P^e  ;  per- 
con  grandif  che  erano  molti,  &  per  forte  di  feguito,  &  d'autorità;  benché  aflretto  da* 
i.sma in{tan  prieghi  del  mede/imo  no  ricufaffe  di  liberare  il  Cardinale  ^Afcanio-ì&  dejje 
di  Mons.  di  fieranya  di  fare  il  mede  fimo  dì  Lodouico  Sforma  effeminandoli  proni  fione 
iisàTon,chc  fa  umtl  mjfa  ducati  fanno:co' quali honeflamente  uiueRe  nel  Hevno  di  Fra 
r  Arciduca  :  eia  :fopra  lequai  difficultà  non  efiendo  intieramente  concordi ,ma  con  fpe- 
?iReahauc°a  ran%*  d'introdurre  qualche  forma  conueniente ,  &  per  ciò  prolungata  di 
fatto  prsfen  nuouo  la  trìegua  ifene  ritornò  il  Cardinale  in  Francia ,  pr e fup  ponendo  fi 

ìà  fcudY  "?a  1uafì  Per  cert0>c^e  l*  coft  trattate  hauefìero  hauere  preHo  perfettìoneiìa 
co<ordia,in  quale  fi  aumentò >,pet 'che  non  molto  poil *  jLrciduca,douendo  andare  in  Ijp'a 
io  dei  roaui  Kna  fer  riceuere  da  popoli  nella  per  fona  fua ,  &  dì  Gìouanna  fua  moglie 
monìo  dc'fì  figliuola  primogenita  di  quei  Re,ilgiuramento,comedcflinati  alla  fuccef- 
?he°s4  da-  fione^fatto  con  la  moglie  il  camino  per  terra;  fi  *  conuenne  a  Bles  col  i\e  di  * 
to  dì  fopra  j  Francia  :  doue  riceuuto  con  grandi [/fimo  honore,rimafono  infiems  concor- 
cLudla  fi"  di  del  matrimonio  de1  figliuoli .  In  quefto  anno  mede  fimo  b  morì  ^Agoflin  b 
giiuoh  dei  Barbarigo  Doge  de  Vinitiani  yhauendo  t fio -citato molto  felicemente  il 
figurici  fu0  principato,^  con  tale  autorità,  che  pareua ,  che  in  molte  cofe  haueffe 
l'Arciduca  :  trapaffato  ilgrado  de  fuoi  antecefforiiperò  limitata  con  leggi  nuouela  pò 
rcfflcrulnza  teftà  de *fucceffori;fu  eletto  in  fuo  luogo  Lìonardo  Loredano ,  non  fenten- 
di  ciò  fu  l'hi  do  per  la  forma  molto  eccellente  delgouerno  loro,  le  cofepubliche,  neper 
ìiché^ottdi  la  morte  del  Trincipe  >  né  per  la  elettione  del  nuouo  ,  uariatione  alcuna . 
Poi  Frano  flati  in  queft'anno  mede  fimo  fuor  a  dell'ufo  degli  anni  precedenti  af 
d.Cbuo  jai  quiete  l'armi  tra  i  Fiorentini,e  i  Tifani  :  perche  i  Fiorentini  non  ejjen- 
uacc.ckaiui.  ^o  pin  fiotto  la  protettione  del  Re  di  Francia,  &  (landò  in  continuo  fofpet 
b  Morì  dice  to  del  Tontefice,&  del  Valentino  ;  haueano  più  attefo  a  guardare  le  cofe 
il  Bèbo  Ago  proprie,che  ad  offendergli  ;  e  i  Tifani  impotenti  da  fé  fleffì  a  trauagliarli; 
gj  Doge  d"-  non  poteuano  farlo  con  aiuto  d'altri  :  perche  niuno  fi  moueua  ,fe  non  per 
""m'.dh-  foftenergli  quando  erano  in  pericolo  di  perder  fi.  Ma  nell'anno  Mille  cin- 
ìo  ^  a»!  quecento  due  ritornarono  a  mouimenti  confuetUperche  ì Fiorentini  quafi 
©ttimamète  nel  principio  del  detto  anno  conuennono  di  nuouo  col  I{e  di  Francia  ,fupe~ 

iiica*  RCpU  rate  tutte  le  difficultà  più  per  benefìcio  della  fortuna  >che  per  benignità 

del 


meno 

non 

effetto 


Q^-V    I    N    T    O.  Mo 

del  Re  ,b  per  Maitre  cagioni:  concio fia  co  fa  che  efjhido  il  Re  de9  Romani  en- 
trato  dopo  la  partita  dei  Cardinale  di  Roano  da  lui  in  nuoui  difegni,&ri-  polio  di Bi?f 
cu j 'andò  di  concedere  al  Re  l  inueflitura  del  Ducato  di  Milano  etiandio  per  fischiami 
le  figliuole  femineihaueua  mandato  in  Italia  Oratori  Ermes  Sforma,  libe-  Graifmer-u 
rato  di  carcere  dal  Re  di  Francia  per  la  Inter  ceffione  della  Reina  de  Roma  ^,jale  .infie 
4  ni  fua  forella,  &  il  *propofto  di  Bnffina  a  trattare  colTontefice,  &  con  chefcErmcj 
gli  altri  "Potentati  della  p  affata  fua  per  pigliare  la  Corona  dclflmperioii  sf°fza  "" 
quali  dimorati  alquanti  dì  in  ^irenxe,  haueuano  ottenuto,che  la  città  gli  tiom    fra 


tendofi  dalle  dimande  immoderate, eh  e  baueua  fatte  ;fi  ridufk  a  più  tot-  Buonaccoc 

ler  abili  conditioni.  La  fomma  delle  qualifiche  ilRe,riceuindozH  in  prò-  ft  .Coftoro 

tentone  fufje  caligato  per  tre  anni  projjimt  a  difendergli  con  larmeajpe  in  Fiorenza 

fé  proprie  contra  ciajcuno,che  ò  direttamente,ò  indirettamente  gli  mole-  J  *?;  di  Fe 

fi  affé  nello  flato  ,&  dominio  ,che  in  quel  tempo  pofjedeuano:  che  i  Fiorenti-  22.  partì  di 

ni  gli  pagafiero  ne  detti  tre  anni,  ogrianno  la  terza  par  te, cento  uenti  mi-  Aidbnd^* 

la  ducati:intende(fmft  annullate  tutte  l'altre  capitolai  ioni  fatte  tra  loro,  ccn   fette 

&  gli  oblighi  dependenti  da  quelle  :che  a'  Fiorentini  fuffi  lecito  procedere  S'1^?»'^ 

con  l'arme  contra  i  Tifanì,  &  contra  tintigli  altri  occupatori  delle  terre  rjóbino.uo 

loro .  Dallaquale  confederatone  hauendo  prefo  animo, de  liberarono  dare  jf  ^ifegto* 

ilguafto  de*  grani, &  delle  biade  al  Contado  di  Ti  fa, per  ridurre  i  Tifanì  a  delie  fortez 

ubbidienza  con  la  lunghezza  del  tempo, &  con  la  fame;poi  che  tejpugna-  fi^fXfar 

tione  era  fiata  tentata  infelicemente. Quefto  configlio  era  flato  il  primo  an  *°ieua:  ben 

no  della  loro  ribellione  proporlo  da  qualche  fauio  citt  addino, confort  andò  ce,ch'ciVu§ 

che  con  quefli  modi  più  certi(beche  più  lunghi) fi  cer caffè  àyaffligere,&  co  si<Te  legraui 

fumare  i  Tifani  con  minore  jpefa,&  pericolo:  perche  nelle  conditioni  tan  Toa*ni  \ 

to  perturbate  d: ftalia,conferuando  i  danari, potrebbono  aiutar fene  a  mol  la.sran  ^rc 

te  occafionuma  cercando  di  sformargli  farebbe imprefa  diffìcile, per  effere  in  Roma.  ' 
quella  città  forte  dì  muraglie,&  piena  dhabitatori  ofiinati  a  difenderla  : 

&  perche  qualunque  uolta  la  fufje  in  pericolo  di  perder  fi, tutti  quegli, che  n0  era  fta'to 

dcjìderauano,che  la  non  fi  perdeffe,che  erano  molti, gli  darebbono  aiuto  ;  «Mq   »na 

in  modo  che  le  jpefe  farebbono  grandi, &  lajperan^a  piccola,an%i  con  pe  nul  Vn» 

ricolo  euidente  di  fufeitarfi  praui trauavli:  Uguale  confhlio  rifiutato  da  nio lardoni 

•      •    .  j  r     r  r  ■   ..       +1   j \.    -1        r  j-     •  ConelUbi- 

frmcipw,come  danno Jo  ;  fu  conojciuto  utile  dopo  il  corjo  di  più  anni  ;  ma  ie,che  u'er* 

in  tempo,che  per  ottenerne  la  uittoria;fi  eragià  jpefa  quantità  grand  ffi-  alu  guardia 

ma  di  danari,^ fofienuti  molti  pericoli.  Dato  il  guafio,fperando,che  per  coronario 

rifletto  della  protettione  del  Re  >  nefìuno  fihaueffea  muouerc;  mandaro-  pU"icV 

b  no  il  campo  a  *>  Vico  Tifano:  perche  quella  terra  pochi  giorni  innanzi  per  fienaio  a- 

tradimento  d'alcuni  foldatì,che  u  erano  detro;era  fiata  tolta  loro  da  Ti-  ^m-t^ 

[ani,  &  il  castellano  della  rocca,non  affettato  il  foccor forche  farebbe  ar  fio  fu  *  1 3? 

rinato  in  poche  boy e\f baueua  con  grandijjìma  uiltà  data  loro:nè  dubita-  f  J<*mì» 

S    4        nano. 


cu. 

e 

ù 


LIBRO 

a  Co'i  Fra  uano  ottcnerne  l*  littoria  facilmente,  fapendo  non  efferedetro  ucttouaglie 

canà°  fu  ani  battami  a  [oflentargli  per  quindici  dl,<&  confidando  d'impedir  e, che  non  uè 

cho  ta  no  ne  cnt)\j  Re  .-perche  fabricati  bacioni  in  fu  i  monti, &  in  più  luoghi  haueua 

ConteNko  no  occupati  tutti  ipajjì;  &  nel  tepo  medeftmo  battendo  notitia,cbe  Fracaj 

loòei  con-  faìilquaU:,pouero,&  [tri? a  foldoflaua  nel  Mantouano;andaua  per  entra 

te  Iacopo      '    ',    i    ./•     r  ,  .     J      ,, .  .  ,  fi  zi  r  j- 

piccinino,  re  in  Tifa  con  pochi  caualU,in  nome,&  con  le  lettere^bencbe  quaji  menai-  ( 
liuonacc.  cate,di  Maffimiliano  ;  dettono  ordine ,  che  in  quel  di  B  ivga  fufìe  affaltato 
b  cioè  d  nel  paffare:  doue  beche  rifuggito  in  una  chiefa  uicina  nel  tenitorio  delDu 
Re  di  Fran  ca  di  Ferrara:fu  da  quegli,che  lo  feguitauano  fatto  *  prigione,  Oue(ìe  co-  a 
fé  fi  moueitano  in  Tofcana,  no  appai edo  ancora  quel  che  fuori  dell 'affetta 
cioè  ai  Re  xlone  degli  huominihaueuano  a  partorire. Ma  maggiori,  &  molto  più  pe 
1  spagna.  Y'lCQi0fi  mouimenti,&  da  quali  haueuano  a  procedere  importanti! fimi  e  fi* 
^Era  prima  fetti;cominciauano  afeoprirfi  nel  Bearne  di  Tsjapoliìpzr  le  difcordie  che  in 
KaVogi™  ui  fino  nell'anno  precedente  erano  nate  tra  i  Capitani  Fractfi,&  Spagnuoli: 
io  in  +.  prò-  k  quali  hehbono  origine, per  che  efiedo  nella  diuifione  fatta  tra  i  due  I{e  ag 
i&xuttldol  giudicata  b  all'uno  la  terra  di  Lauoro,et  l'^bru^jjic  all'altro  laTuglia,  b 
campagna,  et  la  Calanria;no  furono  efprcffi  bene  nella  diuifione  i  cofini,e  i  termini  del  e 
LuoJo,  d!  k  Trouincie  :  donde  cìajcuno  cominciò  a  pretenderebbe  a  fé  apparteneffe 
cuiNapóiiè  quella  parte,che  è  detta  il  Capitanato, dando  occafìonc  a  quefia  difputatio 
Xl:  AbiS?  ne, re  fiere fiata  uariata  la  denominatone  antica  delle  Trouincie  da  Mfon 
zo  ,  che  già  f0  di  ^Aragona  primo  I(e  di  Tripoli  di  quel  nomf  riquale  hauedo  rifletto  a 
cu£iui  cu!  facilitare  l'ef anioni  dell'entrate  ;  diuife  tutto  <»  il  Bearne  in  fei  Trouincie  d 
capo  èl'Aji  principali;cioè,in  Terra  di  Lauoro,  Trìncipato,Bafilicata,Calauria,  Tu 
&TerrPaU|o  gli  a, &jibru7^i  ideile  quali  laTuglia  era  diuifa  m  tre  parti  ;cioè,m  terra 
mnto  &  la  diOtrato, terra  di  Bari,et  Capitanatoùlquale  Capitanato  e/fendo  cctiguo 
vimì),  che  alli^bru%ji,&  diuifo  dal  retto  della  Tuglia  dal  fiume  di  Lofanto  gm  det 
faifarnéte  è  f0^Hfido;pretedeuano  i  Fracefì,i quali,non  hauedo  in  cofideratione  la  de 
briaci  cuiaì  nominatione  moderna;haueuano  neldtuidere  hauuto  rifletto  aUantica\o 
CaP°v^diCu  che  il  Capitanato  non  fi  coprendeffe  fotto  alcuna  delie  quattro  Trouincie 
gìcuìo  ai  lì  diuife;ò  che  più  toflvfuffe  parte  dell' \Abbru%^i,che  della  Tugliamouedo 
dclSvittdi  gli  no  tato  quello, che  in  fé  impori  affé  il  p  ae fé;  quàto, per  che  non  poffeden 
Confciuo .  do  ile apit anatomia  apparteneua  a  loro  parte  alcuna  deW entrate  della  Do 
f?5  ["ttda5 1"  gana  delle  Tecore3mebro  importante  dell'entrate  del  Regno;&  perche  ef-. 
Àifonfo  per  "fendo  priuato  lyjibrux^i,<&  terra  di  Lauoro  de*  frumenti, eh  e  nafeono  nel 
fatuon'dd?  Capit:nato;poteuano  ne*  tempi  fterili  ijfernt  facilmente  quelle  Trouincie 
rentrateifu  ridotte  in  grad'ffima  eflremitd,qualun^jue  uolta  da  gli  Spagnm  Ufufie  prò 
teY  c5ced«  hìbito  loro  il  trame  della  Tuglia,&  della  Sicilia .  Ma  in  contrario  fi  die 
gouerni  in  qaudnon  potere  il  Capitanato  appartenere  a* Francefi.-perche  r^brw2gi 
JoTw  'terminato  ne*  luoghi  alti, non  fi  dittende  nelle  pianure;&  perche  T^E  ILE 
ni  beneme-  differente  de  nomi,&  de  confini  delle  Trouincie; fi  attende  fempre  all*u- 
mèro  gWr""  Joprefente.  Sopra  lequali  altercationi  erano  flati  contenti  l'anno  dinanzi  ' 
fdua  molto  di  partir  e  in  par  te  eguale  l'entrata  della  Dogana  :ma  il  Jeguent  e  anno  non 
fand<-  r  f  cont$nti 


Q_V    I -    N    T    O.  141 

contenti  alla  medefìma  diuifione\ne  baueua  ciafcuno  occupato  il  più ,  che 
baueua  potutogli  erano  aggiunte  poi  nuoue  cetentioni  .nutricate  infitto 
aìlbora(cùfi  era  la  fama) più  per  uolontà  <k!  Capitani ,  che  per  confeati- 
mtnto  de  I\c:percbegli  Spagnuoli  pretedeu-tnoyche  il  Principato >&  Bafi 
lìcata  fi  include/fé  in  CaUuria,  che  fi  diuide  in  due  partiyCalauria  citra, 
ejr  CaUuria  ultr a;cioè H  'una  di  [opra  J  altra  di  folto;  &  che  il  Valdibene 
uentOtCÌje  tencuano  i  Fr ance  fi  fu/je  parte  di  Pugla  ;  &  però  mandarono 
officiali  a  tenere  la  giufiitia  alla  Tripalda  uicina  a  due  miglia  ad  fucili 
noy  ouedimorauano gli  Vfficiaiide  francefili  quali  principe  di  mani ft fi  a 
difiefioneeffendo  molejli  a  Baroni  principale  dd  ^gno;fi  intromeffono  tra 
Confaluo  Ernàdes,  &  Luigi  d'Orm'griacca  Duca  di'J^cmors  licere  dell\e 
diFràcia;&  ejfendo  tenuti  per  opera  loro.  Luigi  a  Mei  fi  y  &  Confaluo  ad 
Stella  y  terra  del  'Principe  di  Melfi \dopo  pratiche  di  cjualche  mefèy  nelle- 
quali  anche  i  dte  Capitani  parlarono  in-iemeynon  trouandofi  tra  loro  f or 
ma.  di concor 'dia:conuenono  affrettare  la  determinatone  de  loro  l{eset  che 
in  queflo  me-xo  non  fi  innouafie  co  fa  alcuna  .Ma  il  Viceré  Fr  ance  fé  infuper 
bitOyperche  era  molto  fuperiore  difor^eyhauendo  pochi  dì  poi  fatta  altra 
dichiaratione;proteflò  la  guerra  a  Cofaluoy  in  cafo  no  rilafciafìe  fubito  il 
Capitanato^  dipoi  immediate  fece  correre  le  genti  fue  alla  Tripalda:dal 
laquale  incurfione,che  fu  fatta  il  decimo  nono  dì  del  me  fé  dì  Giugno  hebbe 
principio  la  guerra;laquale  continuamete proseguendo  i  Frana fi ycomin~ 
ciarono  fien^a  ricetto  ad  occupare  per  for\a  nel  Capitanato ,  &  altroue 
le  terrebbe  fi  teneuano  per  gli  Spagnuoli dequali  cofe  nofolamentc  no  fu 
irono  emendate  dalfuo  B£>ma  hauendogià  notitia>  che  il  I^e  di  Spagna  era, 
determinato  a  non  gli  cedere  il  Capit  anato  yuoltato  con  tutto  l'animo  alla 
guerra;gli  mando  in  foccorfo  f  mare  due  mila  Sui^eri'y&fece  ebdurre  a 
gli  fiipendijfuoi  i  principi  di  Salerno,  &  diBìfignanoy&  alcuni  altri  de* 
principali  baroniiuene  oltra  quello  il  l\e  a  Lione  f  potere  di  luogo  più  prò 
pinquo  fare  le  prouifwninecejfarie  ali 'acquiflo  di  tutto' l  Reame: alquale9 
non  conteto  de  luoghi  della differentia,già  ìnanifeflamete  ajfriraua;&  con 
intentionedi  paffarefe  bifogrfaffe  in  ltalia:ma  a  queflo  fare  preftametc  lo 
coftrinjono  nuoui  tumultiyche  foprauennono  in  Tofcana,concitati  da  Vi- 
tellox^oyconfaputa  di  Giampagolo  Baglione,  &  de  gli  Orfini,&  co  confi 
glio,&  autorità  principalmete  di  Tàdolfo  Petrucciyde(iderofi  tutti,  che 
Piero  de  Medici  ritomaffe  nello  fiato  di  Firen%e.Hebbe  la  co  fa  origine  in 
quello  modoyche  efiendo peritenuto  a  notitia  di  Gulielmo  dePazv  cornei-      ■      _. . 

i»    .  .  r  ,       ,        .    •        j.    •  »  -»  !"•         rr.   a  Quelli  fu 

jarto  Fiorentino  m  tAre^p,  che  alcuni  cittadini  s  erano  couenuti  con  Vi  ro^r  Anto 

telloxzo  di  fare  ribellare  a  Fiorentini  quella  città  ;  e?tiynon  crededo,che  ™°  da  *?» 

/  animo  di  tutu  fuffe  corrottoy&  perjuadedofhche  t  autorità  del  nome  pu  mato  sero- 

blicofupplijfe  al  mancameto  delle  for^e ,  non  affrettato  di  fare  prouìfione  ^^^ 

[ufficiente  ad  opprimere  i  congiurati ,  &  chi  gli  uoleffe  reftftere,  come  in  pafyUa  (eco 

brieueffratio  di  tipo  poteua  far  e\fece  fubito  incarcerare  a  due  de  confape-  ^  hM' 

noli: 


' 


L    I    B    R    O 

uol'r.pcr  ilchc  il  popolo  folleuato  dagli  altri  congiurati ',&  per  f  ordinario 
di  finiflro  animo  contra  il  nome  Fiorentino  ,  tumultuando  ricuperò  i  due 
prigioni,&  fece  prigione  il  commvffario,  &  gli  altri  ufficiali  Sgridando 
éC,6C°l\ve  ?er- tlitt0  ^-reV^P  il nome  dell*  libertà;  fi  fcoperfi  in  manifefla  ribellione, 
ifouo  d'A-  rimanendo  fola  la  Cittadella  a  diuotione  de' Fiorentini ;ncllaquaì e  nelprin 
icz/.o  tifug-  cjpj0  fai  tumulto  s'era  rifuggito  a  Co  fimo  Fefcouo  di  quella  città,  figliuo^ 
co  nella  cit  lo  del  commeffàrio:&  dopo  quefto  b  mandarono  { ubi  t  amente  gli  jlretinia  y 
th1elAib«'  chiamare  Vitellongo ,  non  contento,che  innanzi  al  tempo  determinato  da 
goni  >  Ber-  lui  co*  congiurati  ffufie  fucceduto  queflo  accidenteiperche  non  baueua  an- 
neutelc5  cora  m  ordine  leprouifioni  difegnate  per  refiflere  alle  genti  de  Fiorentini, 
tìcinó  co*    fe,come  era  uerifimile  fuffero  uenute  per  entrare  in  ^dre^o  per  la  forter^ 
ììa  chucHni  %SL^PtY  loquale  timore,  benché  fubito  andaffe  ad  Me%$o  con  la c  compa-  c 
honorati     gnia  fua  delle  genti  d'arme,  &  con  molti  fanti  comandati  da  Città  di  Ca- 
M^Sribei-  Jìello;&  che  Gtanpagolo  paglioni  gliene  manda/fi  da  Verugia;&  Vandol 
lione  della  fo  Vetr ucci  gli  porge/fi  fegr  et amente  qualche  fomma  di  danari inondime- 
li 4,CCd!  no  l&fciatem  quelle  genti,&  dato  ordine,  che  attendefiero  a  chiudere  folle 
Giugno       citamente  la  Cittadella;accioche  di  quella  non  fi  poteffe  entrare  nella  cit- 
nacc.  BU°"  t*>fe  nc  ritornò  a  Città  di  Cafi elio, fot to  colore  d'andar  ni  f  ritornare  pre- 
fio  in^irc^o  con  maggior  e  prouifione  .MainF  iren^e  per  quegli,a  quali. 
bio  Cd\'que-  ^PP  ertene  uà  il  fare  deliberatione  per  prouederui;nonfu  da  principio  con 
ftaribeiiion  federato  fufficientemente  quanto  importaffe  quello  accidente:  per  che  ha  uè 
&^of delia  do  i  cittadini  principali,  col  configlio  de  quali  filettano  deliberarfi  le  co  fi 
reftùutione  importanti  della  T{?publica,con figliato,  che  fubito  le  genti,che  erano  a  ed 
bVu  comeè  P°  a  ^lC0  Tifano,™  tal  numero, che  mouendofi  con  celerità  non  harebbono 
ferino  non  hauuto  refiften%a  potente,fi  uoltafiero  ad  jlreTgo;  molti  imperiti,  che  ri 
fiSe °tisi  fideuano  ne* maggiori  magiflrati,uociferàdo  quefto  effere cafi  leggiere3& 
cretario  Fio  da  poterfi  medicare  con  le  for%e  degli  altri  fudditi  uicini  a  quella  città  $ 
ìibir.Tcap.  tna  dimoflrarfi  il  pericolo  molto  maggiore  da  coloro,i  quali  d'animo  alie- 
3  %'  der  ^S"  no  ^  pYe finte gouernoìdtfiderauano,  che  Vico  Tifano  non  fi  piglia fie,  ac 
ueC°moftra  cloche  non  fi pot effe  quell'anno  attendere  alla  ricuperatone  di  Vifa;difte- 
ch«  *e^c£  u  rirono  tanto  il  muouere  delle genti,che  Vitelloigo  riprefo  animo  dalla  lo 
li  fono  mal  ro  tardità;&  già  accrefiiutodifor^e;ritornò  in  *Arerzgo:oue dopo  lui  an 
lifoiiuc.       darono  co  altre  genti d  Gian  Vagolo  Baglioni,&F«bio  figliuolo  di  Vagolo 
e  Era  la  co-  Or  fini, &  il  Cardinale,^  Viero  de  Aledici:&  hauuto  da  Siena  munitione 
pagnia  divi  per  l'artiglieria  cominciarono  a  battere  la  Cittadclla:nellaquale,ficondo 
i2o.°huom!  l'ufo  di  molti  più  fi! leciti  ad  edificare  nuoueforte^e,che  diligenti  a  con- 
ni  d'arme,    firuare  r edificatela  mancamento  diuettouaglie,&  di  tutte  l'altre  co  fi 
dGio  Paolo  necefiarie  a  difender la;&  oltra  quefto  la  ferrarono  cofoffi,et  argini  dal  la 
Bagiiom  co  t o  di  fuora  per  prohibire,che  non  uentraffe  foccorfo  ;  in  modo,  che  quegli 
xez*zoin«£"  di  dentro,maneando  loro  le  coffe  necejfarie,&  fapcndo  che  le  genti  de  Fio 
huomini      rentini, guidate  da  Hercole  Bentiuoglio;  uenute  finalmente  a  Quaratayc<i 
5oo.&nti.&  fte^°  micino  ad^dre^o-,non  ardiuano  far  fi  più  innanzi  d'iterati  d'haue- 

re 


a  Venne  dS 


aig.di  Giu- 
gno I50Z. 


Q_V    I    N    T    O.  14% 

trefoccorfo,per  necejfitd  s'arrenderono  ih  quarto  decimo  giorno  dal  dì  del 
la  ribellione; con  pattoycbe  fatui  gli  attrici  Vefcouo  con  otto  eletti  da  gli  quVìTdfec 
^Aretini,  rimanefiero  prigioni  per  permutargli  con  alcuni  de*  loro  cittadi  f^*  ^ 
nirfbe  erano  flati  incarcerati  in  Firenze .  Disfeciono  gli  aretini  popò-  r^zo  1  ma- 
larmente  la  Cittadella; &  le  genti  Fiorentine,temedoycbe  Vitello%^oy  &  ?c°tidnl  f  lr£e 
Giampagoloygià  più  potenti  di  loroynon  andaffero  ad  a fj aitar  gli: fi  ritira-  la  disfecero, 
tono  a  Montettarchi ,  lanciata  [acuità  a  nimici  di  pigliare  tutte  le  terre 
cìrcoflantiXredefhcbe  quefio  affa  Ito  fu  fé  fatto  fen^a  participaticne  del 
Vonteficel&  del  Valenùno;a  (inali  farebbe  flato  moltfio  il  ritorno  di  Vie 
ro  de  Medici  in  Firenze  per  la  congiuntane  pia  con  Fitello^oy&  cogli 
Or finì ;i quali  baueuano  già  neUJ  animo  yma  occultamente  cC  opprimere:  & 
nondimeno  battendo  fempre  dato  loro  fperan^a  del  contrarie;  conferiro- 
no tcbe  VitelloT^o  yGianpagolo  y& Fabio ,  faldati  fuoi  profeguiffero 
quefla  imprefa  :  anxinon  dtffimularono  poi  d battere  rìceuuto della  ribel- 
lione dì  Areico  fommo  piaceret{perando  dalle  moleflie  dey  Fiorentini  potè 
re  facilmente  fuccedere;ò  che  effi  acquili  afferò  qualche  parte  del  dominio 
loro  yò  coflrigncrli  in  benefìcio  proprio  a  qualche  dura  conditione .  Ma  a* 
Fiorentini  era  difficile  creder  ey  che  effi  non  ne  f uff  ero  fiati  autori  :  &  però 
fpautntati  tanto  piuy&  confidando  poco  ne  rimedijyche  potefìero  fare  da 
fé  mede  fimi;  perche  baueuano  per  la  mala  difpofìtione  della  città  poco  nu- 
mero di  genti  dì  arme  ay  foldi  loro;nè  era  poffibile  prouederfene  tanto  pre- 
fio  ,  quanto  farebbe  inpericolo  co  fi  fubito  fiato  neceffario  ;  ricorfono  con 
efirema  diligenza  agli  aiuti  del  ì\e  di  F  ranci  accordandogli  no  filo  quel 
loyche apparteneua  alìhonor  fuoyper  efìerfi  egli  obligato  fi  frescamente 
alla  loro  protettione;  ma  etiandio  il  pericolo  imminente  al  Ducato  di  Mi- 
lanose  il  Pontefice  yeyl  Valentinoy  per  opera  de  quali  non  era  dubio  e  fiere 
flato  fatto  quetto  mouimento;  riducefìero  in  loro  arbitrio  le  co  fé  di  Tofca 
na  :  trouarfì  molto  potenti  fullyarmey&  con  efferato  fiorito  di  capitani , 
&  di  foldati  ektti;&  già  apparire  manifefl amente ,  che  a  fattare  la  loro 
infinita  ambinone  non  era  bacante  ne  la  Homagnaynè  la  Tofcana\ma  effer 
fi  propofli  fini  uafliy  &fmifurati;  &  poi  che  baueuano  offe  fa  llionore  del 
J{eyaj}altando  quegli>cbe  erano  fitto  la  fua  protettione;  Hrignerglibora 
la  neceffità  a  penfare  non  meno  alla  ficurtà  propria ,  che  a  torre  a  lui  fa- 
tuità di  uendicarfi  di  tanta  ingiuriai ommoffono  molto  il  Bg  quefleragio 
ni,già  prima  cominciato  ad  infaflidire  dell' infolentiay&ambitione  del  To 
tefice>&  del  figliuolo  ;&  confederando  effer  e  cominciata  nel  Hegno  di  Kla 
poli  la  guerra  tra  luiye  i  Re  di  Spagnayinter  rotta  la  concordia  trattata  co 
Maffimilianoynè  poter fi  per  molte  cagioni  confidare  de  Vinitiani  \  comin- 
ciò a  dubitar  e  ,  che  lìinfulto  di  Tofcana  non  haueffe  con  occulto  confìglio 
d'altri  contra  fé  fini  maggiori  :  nellaquale  dubitazione  lo  confermarono 
molto  le  lettere  di  Carlo  dìjLmbuofa  Signore  di  Ciamonte3nipote  del  Car- 
dmaledi  Roano}&  Luogotenente  fuo  in  tutto  il  Ducato  di  MìUnoiilqua- 

k 


• 


T^   I    B    R    O 

le  ì nfb gettito  di quefì [a  nouità;lo  confortava >cbe  al  perìcolo  proprio  folle 
diamente  prouedefk:però  deliberato  d'accelerare  il  paffarc  in  Italia  ,  <& 
di  non  interporre  tempo  alcuno  a  fofìencre  le  co  fé  dey  Fiorcntini;co"mmef- 
fe  al  medefimo  Monfignore  di  Ciamonte ,  che  j abito  mandaffe  quattrocen- 
to lande  in  foccorfo  lcro\  &  mandò  fubito  in  pefle  J^ormandia  fuo  jtraU 
do  a  comandare  non  folamente  a  Vitellox^ZOy  a  Giampagolo,  a  Tandolfo, 
&  agli  Orfini;mafimilmcnte  al  Duca  Valentino, che  defìfteffero  dall'offe- 
fé  de  Fiorentini:  &  delmedefimo  fece  eglifìcffo  grande  ìnflantia  con  lOra 
tore  del  Tontefice ,  &  minacciò  con  parole  molto  ingiuriofe  Giuliano  di 
Medici9  &  gli  agenti  per  Tandolfo  ,&  per  Vitello%^o,cbe  erano  nella  fua 
corteMa  in  queflo  tempo  il  Valentino*  che  dopo  il  ca'fo  d,tAret^xo  era  ufd 
to  con  X efferato  di  ì{oma ,  fimulando  di  uolere  attendere  ali \ff  ugnai ione 
di  Camerino9oue  baueua  primamandato  a  dare  ilguaflo,&  a  tenerlo  affe- 
diato  il  Buca  diOrauina,^  Liuerotto  da  Fermo  con  parte  delle  fue  gen- 
iiyna  inuerità  intento  adacquiflare  co  infidie  il  Ducato  AVrbino;  poi  che 
hebbe  raccolto  il  refto  dell 'efferato  ne  confini  di  Terugia\dimandò  da  Giti 
dobaldo  Duca  dìVrbino  artiglierie,&  aiuto  di  gentili  che  gli  fu  concedu- 
to facilmente:  perche  a  Trincipe,chs  haueua  l'arme  tanto  uicine,non  era 
ficuro  il  negare  ;  &  perche  hauendo  prima  compofie  col  Tontefice  alcune 
differentiede  cenfi;non  haueua  cagione  di  temerne:  &cofi  rendutolo  me- 
no fufficiente  a  difender  fi, partito  fubito  da  7Jocera,&  caminando  con  ta 
ta  celerità ,  che  non  che  altre  non  dette  nel  camino  fyatio  alle  fue  genti  di 
cibar  fi; fi  conduffe  il  dì  medefimo  a  Cagli, città  del  Ducato  £Vrbino:laqua 
•   il  Duca  le  fubita  fua  uenuta ,  &  il  trouarfi  fprouedutifpauentò  tanto  ciafeuno , 
dolu^d'ai  che a  /'/  D uca  con  Francefco  Maria  dalla  Fguere  prefetto  di  Roma  fuo  ni- 
U  mani  dei  pote,hauuto  con  difficuìta  (patio  di  jaluarfi;  fé  ne  fuggir ono;di  maniera, 
«toro™"*  che  dalla  rocca  di  San  Leo,  &  di  Maiuolo  in  fuora;confeguì  in  poche  bore 
villano  &a  //  Valentino  tutto  quello  fiat o,con  grandiffìmo  dolore,  &  terrore  di  Tan* 
praalcauaiii  dolfo  Tetrucci,di  Vitello<z$o,&  degli  Orfinid  quali  per  il  male  d'altri  co 
dì  uiiianiùi-  rninciauano  chiaramente  a  conofeere  il  pericolo  proprio  .Acquieto  il  Dh 
iiBembo!S  cato  d'Vrbino  furono  uarij  i  fuoi  pen fieri  ;  ò  di  uolgerfi  ad  ultimare  l'inir 
Girolamo     prefa  fò  Camerino  ;ò  d'aftaltare  feopertamente  i  Fiorentini:allaqualcofa 
vhmoric!iI  far  ebbe  flato  inclinato  con  tutto  l'animo,  fé  non  l'hauefie  ritenuto  il  coma 
Rauèna  :  ac  lamento  già  hauuto  dal  He,&  Uff  ere  certificato ,che  egli,non  oflante  qua 
Senna*  lunque  opera  fatta  dal  Tontefice,  perche  non  fi  opponeffea  quefti  moti; 
v01*^*  mandaua  le  genti  d'arme  in  fauor  e  de*  Fiorentini*  difpofto  in  tutto  a  difen 


,  fa 

fodnonipo  derglt;&  quel  che  più  lo  moueua,che  fentiua  che  pajfaua  perfonalmete  in 

*ndoiDcddo  U*H«^ttecìmli  ambiguità  mentre,  che  ftd; fermato  fi  in  Vrbino  per  pre 

\\  liuonac-  dere  giornalmente  configlio  da  quel  che  fuccedeua;fi  trattauano  nel  tem* 

oi  cidinai  P°  medefimo  per  il  Tontefice,&per  lui  uarie  co  fé  co  Fiorentini,  (per  ande 

di  s.  tictro  indurgli  a  qualche  loro  dtfiderio:&  dall'altra  parte permetteuayche  con* 

■>  !lncola  tintamente  de'  fuoi  foldati  andajjero  nel  campa  df^itello^oàlquale  ))A 
*  ucndo 


Q^  V     I     N     T     O.  143 

uendo  ìafeme  ottocento  caualli,  &  tre  mila  fanti ,  &  perche  le  co  fé  prò-  J,^^1^ 
cecieffero  con  maggiore  eftftimationcy  chiamando  l'efferato  fuo  ,  efferato  prefo  c5  le 
Ecclefi.zflicc;  haueua,dopo  che  fi  era  arrenduta  la  Cittadella  d  Jlrei^o  ;  *„[*  01"i"5 
occupato  il  monte  a  S. Sonino,  *  Cafliglione  pretino,  &  la  città  di  Corto-  te ,  da  uuel- 
na,  con  tutte  l'altre  terrea  Catella  di  VaHichiana  :  dellequali  neffuna  kj^J  !£j*J 
hauena  a/frettato  Faffalto,  non  uedendo  pronti  gli  aiuti  de'  Fiorentini  ;  &  mafopoicac 

L.,.  -T n.     >     -i  .  _    *'.        i  a       •      7^  .  /-  :    .. _    ._  .,..  .1 ;  /„  / ...*..  -      chi    auttor 

pei 


ti 

finito  era  Ticro  de*  Medici,  per  la  nflitutione  ddquale  f  p 

re  fatta  qu e/ìa  imprefa.liè  è  dubbh,chc  fé  dopo  Va  tquiflo  di  Cortona  Vi-  tieri   (òpra 

telloxTo  fuffe  folle  eli  ameni  e  entrato  nel  Cafentino,  che  in  poteftà  fuafa  ^  \laoi 

tebbe  (lato  d'andare  infino  alle  mura  di  Firen^€,non  ueffendo  ancora  arri  ria>  Pcr  Piar. 

Itate  le  genti  de'  Fr  ance  fi ,  <&.  diffidata  la  magare  parte  delle  fanterie  de'  qUle  fi  2uci 

Fiorentini:percbe  ejfendo  qua  fi  tu  t  te  delle  terre  perdutele  n  erano  ritor-  "  dijC  ^J 

nate  alle  cafe  loroima  la  cupidità  d 'acquietare  per  fé  il  Borgo  a  San  Sepol  ne. 

ero ,  terra  propinqua  a  Città  di  Camello ,  benché  pcr  uclarla  allegale  non  b  Frs  tanlo 

effere  ficuro  lafciarfi  dietro  alle  fbalk  terra  alcuna  dzy  nimici  ;  impedì  il  hauena  la 

migliore  cojiglio:  &  pero  fi  uolto  ad  ^ngDiartJaquale  terra  poi  che, fola  ^  Fjoren . 

inqifefìacofiantia,bebbe  affi  et  tato, che  ni  f uff  ero  piantate  lyartiglierie;im  zl  J11™^. 

putente  del  tutto  a  di fender fi ;sy  arrendè  con  alcuni  foldati,che  u  erano  fen  t;no  a  vr  - 

^a alcuna  eccettione,  all'arbitrio  fuo.Hauuto  Anghiari ottenne fubito  il  JjJ^yJ 

Borgo  a  SaSepolcro  p accordo;&  dipoi  ritornò  uerfo  il  Cafentino:&ginn  terra  toma 

to  alla  uilla  di  Raffina  mandò  un  Trobetto  a  dimandare  la  terra  di  Toppi,  J°  f^£* 

nellaquale  forte  difito  erano  detro  pochi  foldati ima  la  riputatione  delCar  che  face/Te 

mi  Francefi,  operò  quel  che  ancora  non  erano  baflanti  ad  operare  lefor%e  ^t%  £ 

loro:  perche  efiendo  già  condotte  prefjo  a  Fire%e  folto  il  Capitano  Imbalt  quella  guer 

dugento  lande,  non  hauedo  ardire  per  mancameto  di  fanti  d'accoflarjì  a  "^^é\l 

mmìci;er ano  andate  a  S.Giouanni  nel  faldamo  con  intentione,che  in  quel  di  lui,  &  co 

r  traher  foco 


fo  a  due  miglia  a  Ouarata:  &  dipoi  fattofi  più  innanzi  tre  miglia  per  mo  Juto:&  ci  ri 
ftrare  ammo,&  f  afficurare  I{pndine,&  altri  luoghi  circolanti ;(i  pois  in  £t  foputut 
forte  alloggiamento  a  canto  a  Bendine ,  la feiati  alcuni  farti  a  guardia  di  »  **£$ 
Gargonfa,&  di  Ciuitella,che  erano  le  porte,onde  le  gè  ti  d-  Fiorentini  pò  xeanl£3.&  fi: 
teuano  entrare  nel  paefe:lequali,efiedo  arriuate  gjjotto  il  Capitano  c  La  £f]££Jgj 
niere  dugento  altre  lancie;fi  congregauano  tra  Moteuarch>,&  Laterina,  deffe,wn  al 
co  intetione  come  haueffero  me  fio'  infieme  tre  mila  fanti, d'andare  ad  allog  \^*$g[m 
giare  appreffo  a  Vitello^^p  fu  qualche  colle  eminente:ilche  egli  non  uolen  nore  impor 
do  a$ettare,perche  né  harebbe  potuto  dimorami,  né  Iettar fene  fen%a  gra  £^auo°£ 

diffimo  Corfi. 
«  Mons.di  Lacres  lo  chiama  il  Buonacc.&  coftui  cflédo  ftàto  dopo  l'accordo  alle  ftanw 1  inCaftiglione  Arre 
t»o,&  portatoli  bencjf»  poi  M  R«  madjto  iiiAKZ6o,pct  effex  egli  huomo  di  automa,^  cauawuc  imoa.u 


» 


ftTfanffMol  „  LIBRO 

doVo    're-  d:fflmo  pericoloni  ritirò  alle  mura  d'jtreZZQ .  Ma  effendo  ufcìti  i  Frane* 
ti  cci  mo-   /;  con  %uxto  l'efìcrcito  in  campavna3&  pofli/ì  a  fronte  di  ó  «arata;  fi  ritt^ 

Amo    d< fi .'   ,    .  .        *'  r  ,       ?r  i  rr  j    Ji      j-        1      C   —  ' 

dato.&pwj  ró  rfjwrro  /»  ^re^o:e^  dwcGrtf  £/;<?  jempre  haucjje  detto  di  tic  ter  fare  ii\ 
c-rato  di  ri  quella  città  un  a  difefa  memorabile\fu  nece(fitato,fprauenedo  nuota  cafi 
Medici  iF:o  a  fare  nuota  penfieri:  perche  Giampagolo  paglione s\  ra  ritirato  in  Ttr$ 
km:  dj  che  ^a  con  ie  p4e  genti,temendo  per  Vètfi  mpio  d'Vrbino  di  Ile  co  fé  prop-ie:per 
te  (coperta  lo  quale e  fi  e  pio, ne  meno  per  qttello,che  [accedette  di  Camerino;  erano  mot 
a  Francefco       confun  e/j  animi  di  Vitello77o,di  Landolfo  Tctrucci;  &  de  gli  Or  fini  ; 

Gualterottt  i       ,         t        ■  #  ■■'-•    >■     i     rr  r 

ambafe  atot  perche  il  Valentino  mentre  trattaua  accordo  con  Giulio  da  V arano  jtgno 

p[- ? °cofa  di  re'di Camerino  ;  conseguito  con  inganni  quella  città-,  &  effendo  Giulio  con 

ìpiacq  tato  due  figliuoli  ucnuto  in  potefìà  f uà; gli  fece  con  la  medefima  immanità, che 

che^cun  ufaua  contragli  altri  flragolare;Ma  quel  che  a  Vitello^^o  daua  maggior. 

uan  e  cioia  terrore;era  che'l  Re  di  Francia  arriuatogià  in  ^Afli,mandaua  Luigi  della 

ffinadllm  Tramorìia  in  Tofcana  con  duvento  lancie,& con  molte arti?lierh:ilquale 

bL'abbocca         :,      A  J  n      «>  .    .  .,  .  ■  j      ••  /   i 

mcto  d'im-  già  condotto  a  Tarma ,  afpettaua  qmui  tre  mila  SuiTjtri  mandati  dal  Bg 
b  Uomo  Tri  Per  la  ricuperatione  d'jLre%£o  a  (pefe  de'  Fiorentini:  perche  commojfo  ma 
Arezzo  fu  a  rauigliof amente  contra  ilVontefice,baueua  nell'animo  dispogliare  Valéti 
Woì.  Buon!  no  deMa  Romagna,&  de  gli  altri  flati,iquali  haueua  occupati:^  a  quello 
c'cótranoa  effetto  hauea  chiamati  a  fé  tutti  quegli, che, b  temeuano  della  potetia  fua, 
queftoicnue  ^  erano  ftatì  offeft  da  ltiiy&  affermaua  uolerui  andare  in  per  fona  dicendo 

il   Buonac-  J  JJ  '  »  .  ,     .      r     ■»         > 

corfi:percio  puhlicamente  con  grande  ardore,  che  era  impreja  si  pietoja,&  si  fanta , 
c  -uenSoa?  c^e  n^  f*lt  profane  più  fanta  farebbe  l'imprefa  contra  i  Tur  chiedi fegna 
fra  vitello»  do  oltra  queflo  nel  tempo  mtdefimo  cacciare  di  Siena  a  Tandolfo  Vetruc- , 
^fiere^tc*  cl  •  Pe rc^e  a  Lodottioo  Sforma,  quando  ritornò  a  Milano ,haueua  mandato 
che  da  Arez  danari;&  dipoi  femprefatto  aperta  profcffione  d'adherire  a  Cefarema  il 
Tttncefi  do*  Tontefice,&  il  Valentino  conofeendo  non  potere  nfijìere  a  sì  grande  tem 
ueffero  ha  pefta,fi  aiutauano  con  le  loro  arti,fcufando  il  mutamento  d'^Arez^o  effe- 
«VtctreV*  re  flato  fatto  da  VitelloT^o  fenxa  faputa  loro  ;  ne  e/fere  fiati  d'autorità 
dure.  &  che  bafidnte  a  ritirarlo;nè  a  farebbe  gli  Or  fini, &  Giampagolo  Baglìone ,ben 
poteffetfar  che  foldati  fuoi  mofjì  da  gli  intereffi proprtj,  fi  aflenefjero  da  dargli  aiuto  : 
vittiiozzo,  an^j  per  mitigare  più  l'animo  del  BSthaueua  Valentino  mandato  a  minac 
did,VGi°C  dare  Vitelloi^Oyche  fé  no  abbadonauafubito  iArt%prp>&  l'altre,  terre  de 
Tagoio   Ba  j?iorentini;vli  andrebbe  contro  con  lefue  zenti:per  lequali  co  Ce  (bauentato 

otiori!,nefe    TT.     .,         '&   ,  .       ,    ,  '     f>         r   r       l      \    ■  -i        r  r 

llt pigliane  ViteltoT^Oy & 'temendo che(come accade quaji  femprc jriconciliatiji fra 

partito ,  hn  [oro  j  pju  potenti;  lo  fdegno  del  I{e  non  fi  uolgeffe  contra  fé  meno  potente, 

nai  orfmo  chiamato  in  lAreTgp  il  capitano  b  Imbalt,  in  nano  cor.tradicendo  i  Fioren* 

anJURenYè  ti™'*1  cìuai*i  uoleuano  chele  terre  perdute  fuffero  refiituite  loro  fubito  li- 

uer'o,ct  lac  beraMente;conuenn~e  che  Vitello^)  partendo  fi  incontinente  con  le  fue  gì 

ht*  b°  "uo  **' C  confeS,naf)e  ~4.Ye'Zf£)&  tutte  l'altre  terre  a  capitani  Frana  fi  per  te 

gu,e  imb;  u  nerle  in  nome  ilei  B^jinfino  a  tanto, che  il  Cardinale  Or  fino,  che  andana  al 

cuta°  "en  ^  '  ^mi€fic  parlato  con  lui',&  che  in  queflo  me^o  non  tntrafft  ia  ^Arc^jc 

gon'  quai  altra  gentc,che  uno  de'  Capitani  Frane? fi  con  quaranta  canati;:  ptrficur 
addotte.  * 


Q^  V    I    N    T    O.  Ì44 

ià  delquale,&  non  meno  de  il' e  fi  evitanda  delle  promt  fie  ;  Viti  llozxp  ~(fie 
ad  ìmbalt  a  due  fuoi  ne  poti  per  Ftatiihi:ma  fitto  raccordo,  fé  ne  andò  fu-  a  Vn  fuo  ni 
Vito  con  tutte  le  genti,^r  artiglierie,che  erano  in  Jtrc^pja filando  libe-  V°kA™  fi- 
ra  a'  F-  acefì  la  poffcfjione  di  tutte  le  terre,  ìequati  per  co^iyneffione  del  t\.    cl-l'i.'  -Jo 
furono  f abito  recitiate  a  Fiorentini,  nèrificadofi  quello,c!jc  mttrefi  trai  $*&*&*}  4t 
tana  la  concordia ,  bandita  non  fen%a  denfione  alle  querele  loro  ,  rijpojìo  "ucc.    U°~ 
ìmbalt, non  fapcr  e  doué  fi corfiflvfie l'ingegno  tanti  ceìéSraìo  de  Fhrknii. 
fiiyche  non  conofef fiero ,che  pi  r  afflcuràrfifiubito  della  untarla  l'enea  difji 
cultà,&fenya  fpefa,&  per  fuggire  il  pericolo  de9  ài  fiordi  nifi  quali  per  Li 
natura  de  Frane  e  fi  potrebborwna fiere  per  mancamento  delle  uettoua- 
glie,ò  per  altre  cagioni fhaueuano  a  defiderare,  che  jLrex^p  in  qualunque 
modo  uenijfi  in  mano  del  J{°:ilquale  non  farebbe  obligato  ad  at cedere  più, 
che  gli  par  e  fie, le  promeffe  fatte  da' j  noi  capitani  a  VitelloT^o;  &  co  fi  ef- 
ftndo  liberati  i  Fiorentini  con  facilità  grande, benché  con  non  piccola  fpefa 
da  sì  grane,  &  improuifo  afi:iltc;diri'^arono  l'animo  a  riordinare  figo- 
uemo  dellaj^publica,  per  la  confa fione,  &  per  i  difordini  delquale  e  fiere 
nato  tanto  pericolo,  era  per  l'tfierientia  manifesto  già  in  fino  alla  moìlitu 
dine  ;  perche  per  la  fpefià  mutatione  de*  Magi  frati,  &per  effere  il  nome 
de'  pochi  foretto  ai  popolo;non  erano  ne per Jone  publiche ,  ne  particolari, 
che  tenefiero  cura  affidua  delle  co  fé  :  perche  la  citta  qua  fi tutta  aborriua 
ta  tirannide ,  &alla  moltitudine  era  fofiettiffima  l'auttorità  degli  Otti 
mati ,  né  era  poffbile  ordinare  con  una  medefima  del.beratione  la  forma 
perfetta  del  go  uemo,  non  fi  potendo  conuinceregli  b  uomini  incapaci  fola- 
mente  con  le  ragioni;  fu  deliberato  d'ntrodurre  per  allhora  di  nnouo  una 
cofafola  ;  cioè,che  il  Gonfaloniere  della  giuftitia  capo  della  fignoria ,  & 
che  infieme  con  quella  fi  creaua  per  tempo  di  due  me  fi; fi  eleggtffe  in  fui» 
ro  per  tutta  la  uita  fua\xccioche  con  pen fieri  perpetui  ueggbiafle,&  prò- 
curaffe  le  co  fé  publiche  ;  in  modo,  che  per  effere  ntglettc  non  cadefferopté 
in  tanti  pericoli  :  &fi  fiero ,  che  con  l  autorità  che  gli  darebbe  la  qualità 
della  fua  perfona,&  l' baiare  a  ftare  perpetuo  in  tanta  dignità;  acouific- 
rebbe  tal  fede  appreffo  al  popolo,che  facilmente  potrebbe  riordinare  alla 
giornata  l'altre  parti  delgouerno:&  mettendo  in  qualche  bonefhg  railo  i 
cittadini  di  maggior  condizione)  conìlit  n'irebbe  un  me%o  tra  fé  ìmdefimo, 
&  la  moltitudine, per  loquale  temperandoli  l'impernia, &  la  hcentia  po- 
polare^ raffrenàdofi  chifuccediffe  a  lui  in  quella  dignità,fe  uólejfe  arro 
garfi  troppo-fi flabilir ebbe  un  reggimento  prudente,^  honorato  con  mol- 
te circoflantie  da  tenere  concorde  la  cittàidopo  laqual  delibar  atiov  e  fu  nei 
configlio  maggiore  con  concorfo,  <&  confenfo  grande  dey  cittadmi ,  t  ietto  bPìeroSt  de 
Gonfaloniere  b  Tiero  Sederini ? ,/; uomo  di  matura  e:à,difufficieti  ricche^  to  confalo 
%e,  &  diftirpe  nobile,  &  di  fama  di  effere  intiero ,  &  continente  ;  &  che  ?,CF"  *é""* 
nelle  co  fé  publiche  fiera  molto  affaticato;&  era  ferini  figliuoli,  che  per  20  di  sectè- 
non  dare  occafione  a  chi  fi: fie  di  penfare  a  cofe  maggior i;cra  affai  confide-  b£oiJc5£*- 

rato. 


Francia   <rt 
Afti  a  7.  di 

Cìuiir.o 
105  2,  .buon. 


i  h    T     B*  R  -    O 

rato.Ma  per  rifornire  alle  cof,:  conwi;ini;.zl  Re  di Franaa^ome '-fu £ìwm* 
a  Giunfe il  f0  a  ,rt  j£#j  concorf  no, fecondo  ilconjueto,  tutti i  Vnncipi,&  tutte  leat  e 
Re  Lode,  di  tà  'ifrmjtort»iChi  in  perfona,chi  pi  r  jf^hafeiatorutra  ì  quali  il  Duca 
di  Ferrara^!  Mar  chef  e  di  Mantoua,bench  hquefìo  né  confidatole  accet  I 
to;  &  Battifta  Orfìno  Cardinale,andatoui  coverà  la  nolana  delVontefice 
per  giìifìificarc  i  fnoi,  &  VitelloTjo  delle  cofe  d\Jre^oy  &  per  incitare 
{WoSó  rt  H?  contra  il  Tontefice,cjr  al  Patentino .-contro  i quali  attefo  l'ardore  di 
pica  di  x\ia-  mofirato  prima  dal  Re  ;  fi  affettano  con  fommo  dtfìdvrio  di  tutta  Italia  » 
hfiE  ?«£"  che  l'arme  Trance  fi  fi  moueffe.ro .  Ma  UfbtrwiTa  dimofira  effere  ueriffi. 
che  Fiancc  mo,che  B^A^F  uoltc  fuccede  quel  eh' è  de federato  da  molti  :  perche  depcn 
ga°  Wato  dendo  communemente  gli  effetti  delle  anioni  Immane  dalla  volontà  di  f  0 
al  rc  Lod.  chi^  ejfendo  llntentione^e  i  fini  di  quefìi  qua  fi  fempre  diuer fi  dalla  iute 

tohrice"o  1:  ttone,  &  da  fini  de  molti;  pofjono  difficilmente  fuccedere  le  co  fé  altrime 
gcntij'huo-  t jiC})e  fecondo  Nntentione  di  coloro,che  danno  loro  il  moto:  coft  intemen- 
5SS«r  &  ne  in  qnefio  cafoynelqualegl'interefji ,  &  fini  particolari  indicono  il  Re  a 
Funcefisan  deLberatione  contraria  al  defiderio  uniuerfale.  moffe  il  Re  non  tanto  la  di 
re°  u  Re1  m  ligentio  del  Tontefice ,  ilquale  non  ce  fio  mai  mandandogli  fpejjo  huomini 
f  ""in  a(S  proprijji  cercare  di  mitigare  V  animo  juo;quanto  il  conftglio  del  Cardino, 
da  cuibc  w  le  di  Roano  de  fiderò fo, come  fempre  era  fiato,  di  conferii  are  Vamicitia  tra 
duto  &  ac-  g  -pontefice ,  &  il  Re ,  inducendolo  a  quefio  forfè  oltra  l'utilità  del  Re  in 
hebbe  con-  qualche  parte  l'utilità  particolare:  perche  &  dal  Tontefice  gli  fu  proro- 
tti dd^r-  g*t*  lalegationedi  Francia  per  diùiotto  me  fi;  &  perche  attendendo  folle 
mc3&  n.»i  ertamente  a  far  fi  fondamenti  per  afeendere  al  Tonte  ficaio,  uoleua  potere 
fìipe'ndb  dl  ottenere  da  lui  promozione  di  pArenti,&  dependenti  da  fé  al  Cardinalato: 
&  giudicano  feruirgli  alla  mede  fimo  intentionel'hauere  fama  a  amato- 
ra^iBeiien  re>& di  protettore 'dello  fiato Eccleftaftico .  Concorreuanoleconditioni 
zone  ha  par  de  tempi  pY 'e  fenti  ad  indurre  più  facilmente  il  Reinquefla  fcntcn%a:con 
alfine  dei  Ti  CÌGfta  cofa  che>&  dt  Cefar€  kauejjè  fofpetto,ilquale  no  quietando  l'animo-, 
bro  4.-hefu  hauetiz  mandato  di  nuouo  a  Trento  molti  caualli,  &  certo  numero  di  fan 
wSrfene1  tl  »'  &  fatua  offerte  grandi  alTonttfice  per  effere  aiutato  da  luiopoffurt 
a  caia  da  gli  in  Italia  per  la  corona  dell' Imperio;&  era  ogni  fuo  moto  in  maggiore  con 
l"ctmoÌÌ  fider ottone  :  perche  fapeua  il  He,  eferemohfto  a  Vinitiani ,  che  in  mano 
che  te  fon  fua  f„jfe  //  Ducato  di  Milano,&  il  Regno  dipoli  laggiugneuafi  lefien 
c'haueTan  '  «  difeordia  co*  quattro  Cantoni  de  gii  SuiT^en,  che  dmandauano  la  cef- 
miiinto  in  fi ane  delle  ragioni  di  cBtllmfzpne\&  che  oltra  quefio  dcffeloro  Valle  Voi- 
&qdice*G*ha  t  olino,  Scafufa,&  altre  co  fé  immoderate, minacciando  altrimenti  Xaccoi 
uendo  potu  dar  fi  con  Maffimili  ano:  le  quali  difficultà  faceua  maggiori  l'efjereallhora 
pochf  dena  efclufo  a"  ogni  (peranno  di  compofìtione  col  Re  di  Spagna  :  perche  fé  bent 
\  aii'h^a1  Vttl  Ji€g^^a^^a  propofto  loìefiitutione  del  Re  Federigo  a  quello  Rea- 
&V  au^  me,&  perdo  egli  l'hauejfe condotto  feco  in  Italìa,&fi  fife  anco  tratto- 
doio^fHcccf  t0 di  fan trieìna Per cert0 temP° > ritenendo ciafeuno q.ello poffedeua ; 

fero  poi  co-  .     .  . 

finche  uolenticii  con  buona  fomraa  l'haurcbbc  ricomperata  :  ikhc  comincia  ad  apparire  ai  pieicntc. 


(V  V    I    NT    O.  |45 

nw dimeno  inna,&  l'altra  pratica  hebbe  tante  diffidili  à, che  il  l\e  di  Fra 

eia  con  grandi filma  inde gnat ione  licentiò  gli  Oratori  Spagnuoli  dalla  fan 

corte  :  per  leqnali  cagioni  battendogli  ilTontefice  ultimamente  mandato 

Troccies  cameriere  fuo  e  on  fidati  fimo, &  promettendogli,  &  egli&  Vale 

tino  d'aiutarlo  quanto  poteflero  nella  guerra  'Napolitana;fi  ditto  fé  di  con  a  t>Ietf0  -^ 

franare  nell  armeitia  ati  Tontefice  :  &  pero  come  Troccies  pi  ritornato  a  de  la  rena 

'Roma-yil Valentino  in  falla  rclaticuc  fatta  da  lui, montato  Je?reta?:\,;te  JiC 

/"    1 1  fi.  J%        ?  t  ■•  i  li     r\  XlJPtCfl   CO 

une  pojte;  andò  al  He,  che  era  ueiiuto  a  Milano  :  qa  cui  contra  l  cfpeti  aio  -e:.. 

tatione  y&  con  ?rak  lacere  ài  tutti:  fu  ricevuto  con  ecafitue  ?l?ìf' J 

care%%e,&  bononionde  neri  gii  i  fendo  più  necejTarìc  le  genti,cbe  haueua  quando  gii 

m  Tofcana;  le  richiamo  in  Lombardia,  battendo  prima  ri  ce  unto  nelli  (uà  n^Ifrófoo 

protettione  i  Samfi,&  Tandclfo  Vttrnccì  con  conditione,che  parte  di  pre  «  ;  parué., 

.e ,  parte  in  certi  tempi  gli  pag  uk~  inta  mila  ducati  .J\affnd-  S-SncnS 

darouji  poi  prof  amente  i  mmn  'haitiano  ;  in  modo  che  al  *;*&  »p-o*ii 

I{e  rimaneua  qua  fi  folo  il  per; fi  ero  celle  cofe  di  K[apoli  :  &  quefle  pareua,  "ón"ie  b"  n* 

che  fuccedefjero  infino  allbora  p)\fueramcntc:Cyfi  fpcraua  per  l'attueni-  *e»<p^ga 

re  maggiore  profferita  Vanendo  ni  il  l\e,fibito  cbegiunfe  in  ltalia,manda  uòòe,  &  d! 

ti  di  nuouo  per  mare  due  mila  Sui%rzcri,&  più  dì  due  mila  Gnafconiii  qua  tab""-  g» 

limiti  col  Viceresche  già  haueua,eccetto  Manfredonia,  &  Sant'angelo,,  rfdb  ■'*  v£ 

occupato  tutto  il  Capitanato;  fi  accapo  a  Canofa  guardata  daVietro  J^Ja  di  eóàh». 

narra  con  feicento  fanti  Spagnuoli:ilquale,poi  eh;'  per  molti  giorni  fi  fu  di  ,     . 

fefa  egregiamente,  commettendogli  Confaluo.pi  rche  non  fi  perdi ffero  quei  medeiìma* 

fanti,che  non  affettaffe  gli  ultimi  pericoli; a  arrendè  la  Terra  a  Francefi,  pa^hefia 

faine  le  robe,&  le  perfone .-donde  non  fi  tenendo  più  né  in  Vuglia,  ne  in  Ca  il  gìouìo 

lauria,né  nel  Capitanato  terra  alcuna  per  gli  Spagnuoli ,  eccetto  le  (opra  Jj!  y*/ *f 

di tte,& Barletta}lAndria,Ga!'poli,Taranto,Ceftn%a,Gbierace3 Semina  àoGAàò, di 

ra ,  &  poche  alt  re  tacine  al  mare  ;  &  trouandofi  molto  inferiore  dì  gente  ^urs^r 

Conjaluo;fi  riduffe  con  ì1  efferato  in  Barlettafen%a  danari, con  poca  netto  .  ào  un  confi 

uaglia,&  carefiia  di  munitioni;benche  queflofu  alquanto  folleuato  per  ta  %$&$$£. 

cito  confenfo  dei  Senato  Vinitianov.lquale  non  probibì,cbe  in  y  metta  fa-  tàvtìle;diai 

cefie  comperare  molti  falnitrì:di  che  querelando  fi  il  He  di  Francia;rifpon  ^  p  leYer 

deuano  efiere  fiato  fatto  fen^a  faputa  loro  da!  mercanti  priuatì,&  che  in 


remane,  ri 


Vinetia  città  libera, non  era  flato  mai  uietato  ad  alcuno, che  non  efiercìtnf  dTaTdi  \s  u 

fé  lefue  negociationi,e  ifuoi  commertij.  Trefa  Canofa  i  Capitani  F  race  fi  aoUìmid. 

allegando, che  per  molte  cagioni)  maffimam  ete  per  carefiia  d'acqua, mn  fi  Jjìi","  feri  rèe 

poteua  fermar  fi  con  tutto  l'efferato  intorno  a  Barletta,  benché  come  mol  unjbbattì- 

ti  affermano  contra  il  configlio,e  i  protefli  di  Obignì:  deliberarono,  che  le  <j:H.  spa-  " 

geti,lequali  era  fama, che  fu  ffero  mille  dugeto  là~cie,ct  dieci  mila  fanti  tra  £naoIi  co.n 

ltaliani,&Oltramontani,rìmanendone  una  parte,ad  affedio  largo,intor-  Francefi  in 

no  a  Barletta;  l'altre  attendeffero  alla  ricuperatone  delrefio  deificarne  :  torno?  oB" 

cofa,che  come  molti  hanno  creduto  aggiunta  alla  negligentia  de3  Francefi;  queft'o  aut- 

iette  alle  cofe  loro  b  grandiffìmo  nocumento \Dopo  laquale  deliberatione  il  tc^  non  è 

r         Viceré  P  t0  * 


J 


LIBRO 

Viceré  fi  infignorì  di  tutta  la  Tuglia  eccetto  diT  arano, Otranto  &  Ga- 

a  Difcopre  ^'P0^ :  ^°  ^Hua^  fi"ceJ]o  r  homo. all' a f  odio  di  Barletta  ,  &  nel  tem- 

quali  toìic-  p  o  mede  fimo  Obi»  ni  entrato  in  Calauria  con  l'altra  parte  dell'i /[eretto  ; 

n\ ,ch?mo-  t**fo  *  &  Jaccbeggiò  la  Città  di  Co]en%a,  rimanendo  la  rocca  in  potere  de 

ueflero  i  si  gli  Spagnuolì  :  &  dipoi  e  fendo  uniti  tutti  gli  Spaglinoli  di  quella  Vrouin 

Kr  teme!  cia  con  a^tre  $>mtl  lltnute  di  Sicilia ,  uenuto  con  loro  alle  mani  ;gli  r  op- 
ti ili  perfi-  p e .  Quejlc proferita ,  ò  foprauenute  tutte  ,  ò g:à  nel  cor/o  di  fuccedert 
ramMtioo  mctltì  c> c  kt  H  Re  era  in  Itala,  non  folo  lo  fi ciano  negligente  a  continua- 
rci valenti  re  le  debite  prò iti ]ìom,nellequali  continuando  [alleatamente  bar  ebbe  fi- 
rfleodofta-  c^mc,ltc  cacciato  i  rumici  di  tutto  il  l\rgno  ;  ma  gli  rimofjòno  ogni  dnbi- 
te  conofeiu  tatione  di  ritornarcene  in  Francia  ;  tanto  pili  che  già  Jperaua  d'ottenere  » 
wl'papl fuo  come  Poco  ^poi  ottenne,  triegua  lunga  dal  Re  de  Romani  :  ma  nella  par- 
padre  gran  tita  jna  dy  Italia  cominciò  con  f omnia  ammiratone  nniucrfalc  anenirc 
dliflVro Air*  a  (VW  (lliC^  ch*  baneua  trattato  col  Duca  Valentino  :  ilquale ,  ammifia- 
la  dieta  alta  gli  U  giuf,if  catione  delle  cofe  dy  .Areico  ìnon  folo  baueua  ri  cenni  o  in  g  ra 
queìdlperu  *#ft> ma  riccuuta  promelfionc,&  fede  dal  pontefice ,  &  da  lui  d'aiuta  rio , 
Bfa  {**}\  quando  gli  fujte  di  bi fogno  nella  guerra  del  Regno  di  Tripoli ,  gli  baueua 
poco  appref  all'incontro  promejjo  di  concedergli  trecento  lande  per  aiutarlo  ad  acqui 
ni?  "  ff!c  ^aìt  m  nome  della  Cine  fa  Bologna ,  &  opprimere  Giampagolo  Bagliori  9 
me  .•  nella  &  Vitello^o,monendolo a  fanorire coji  immodcratamente la  grande^- 
2SS'  o*ft  k  "K?  del  Vontcficc;ò  pere  be  imprudentemente  fi  porfnadeffe  batter ft  lo  a  fa- 
imiii;ii  va-  re  con  tanti  benefìci  (inceramente amico ,&  jlantequefla  congiuntioue 
lenuno  no  muno  dottore  ardire  di  tentare  contra  lui  in  Italia  cofe  nuove;  ò  perebe  ti  6 

coli  agcuol  _  r  i    ti 

tato  gli  ha  tanto  confida]] e  della  f uà  amicitia ,  quanto  teme  fé  della  mmiciiia:& 
yag£giugncua,cbe  contra  Giampagolo ,  VitelloTgo,  &  gli  Orfim  baneua 


uu-Mu-ritiii 


ti.  Ai  a  I  tjnc 

ftodifcorib,  j  degno  particolare  :  perebe  tutti  ballettano  dijfneijato  i  comandamtntl 
weedelìeca  fli01  di  leuarfi  dall' offefe  de' Fiorentini  :  &  Vitollo^o  fpetialmente  ba- 
Ijionic'han  ueua  ricufato  rc\lituire  l'artiglierie  occupate  in  jLre%£o:& oltra  quo- 
di°t'emcrcT  fi0  Vanendogli  dimandato  faluocondotto  ,  per  andare  ficnr amente  a  lui  i 
c<ia  cficr  no  &  ottenutolo  ;  baueua  poi  ricufato  d' andar ni:nè  riputaua  il  Re  e]]t  re  inu. 
etaodochc  ^c  a^c  cofe  \HC^n  l  Capitani  Italiani  f afferò  opprefjì  :  fetida  che,  ò  per 
prjraa  argo-  l'ajlutie  del  Tonte  fico  ,  &  del  Valentino  ,  ò  per  peifu  afoni  d'altri  battona 
del  cominciato  a  temere,  ebe  quefli  mede  fimi,  &  gli  Or  fini  non  adherifero  fi 


n.mifd 


- 


Valentino  :  nalmente,  &  feguitafkro  gli  Jlipendtj  de  l{v  di  Spagna,  Ritornò  adunque 

theibi  ;JZ  il  Valentino ,  Ucenttato  in  *A]ti  dal  I\e,  iti  Romagna ,  con  tutto  che  prima 

orou.fiouj  \j4uefe  dato  fioranti  a  quegli ,  ebe  temenano  di  lui  >  di  conducerlo  foco 

four  gridi  perjìcurtà  commune  tn  Francia,  a  La  cui  ritornata  commofe  non  fola-  a 

di  lui  dalia  m,:htc  vii  animi  di  color o scontra  i  quali  indiriTiaua  il  fuo  impeto;  ma 

uordcllutor  •  .  7  /w  /  r  ^ 

tuna  ddio.  etianato  dimoiti  altri  :  perebe  il  medeftmo  timore  hauenano  Tunaoijo 

jjl'%?*0  Te  tracci ,  &  gli  Or  fini  congiunti  qua  fi  nella  medcfima  cauja  con  Vitcl* 

che  lo  tauó  lo^fo,  &  con  Giampagolo  Bagliont:  & al  Duca  di  Ferrara  da  uà  maggio* 

Si!  Ir*  U  reJPau^lt0  la  perfìdia,^  l'ambitione  fna  &  del  padrc,cbe  non  dana  con* 
1  ì€  LIUi>l*  fi  denti  a 


Q_V    I    N    T    O.  146 

fidentia  il  parentado:&i  Fiorentini, ancor  che haue fiero  ricuperatele  ter 
re  co'l  fauorc  del  I{e;flauano  con  molto  timore,trouandofi  poco  proueduti 
di  genti  d'arme  :  perche  il  l\e,  non  confidando  fi  interamente  del  Mar  che  fé 
di  Mantouasper  la  dependentia,che  haueua  hauuta, quando  temeua  lefue 
armi, con  l  imperai  or  e, benché  a  Milano  l'haueffe  riceuuto  in  gratta  ;  non 
haueua  confentito  lo  conducefiero  per  loro  Capitano  generale  :  &  cono- 
fceuano  per  molti  fegai,cbe  hauefiero  la.  confueta  uolontà  contra  di  loro, 
&  Rettalmente, per  che  per  tenergli  in  continuo  fcfpetto  ,  ricetta  nano  ne 
luoghi  ukini  tutti  i  fuor'ufciti  d'^ire7^p,cjr  di  quell'altre  terre,  jlccre- 
fceua  il  timore  di  tutti  quelli  il  confiderare  quanto  con  l'arme ,  co'  dana- 
ri,&  con  l'autorità  fufjtro  potenti  tali  nimici;  quanto  in  tutte  le  cofe  lo- 
ro fi  dimoìlraffe  propttia  la  fortuna  ;&che  per  tanti  acquifli  non  s'era 
moderata  in  parte  alcuna  lo  loro  cupidità  :  an%i  come  fé  al  fuoco  fujfero 
fummimflrati  continuamente  nuota  alimenti  ;  era  diuentata  immodera- 
ta,&  infinita  ;  temeua  fi,  che  effi  conofeendo  quanto  ricetto  hauejfe  loro  il 
f{e  di  Francia  ,  non  pigliafiero  animo  a  tentare  qualunque  cofa ,  ctiandio 
eontra  la  fua  uolontà;  &  già  diceuano  il  padre,&  ti  figliuolo  palefemen- 
te,pentirfi  de'  troppi  rifletti ,  &  dubìtationi ,  che  haueuano  hauute  nelle 
cofe  à\Are7jo, affermando, che  il  Re,  fecondo  la  natura  de  Francefiyper  i 
me%i  potenti ,  che  haueuano  nella  fua  corte ,  tollererebbe  femprele  cofe 
fatte;  benché  gli  fu fiero  molefte .  T^è  afficuraua  alcuno  di  quefit, che  teme- 
itanojejfere  il  Re  obligatoalla  fuaprotettione  :  perche  erano  frejchi  gli 
effempiyche  haueua  permeffo,  che  fiotto  quella  fuffe fogliato  il  Signore  di 
Tiombino  ;  né  rifentitoft,  che  il  mede  fimo  fuffe  accaduto  al  Duca  d'orbi- 
no,<tccettatoui  da  lui,quando  mandò  l'efiercito  a  Tripoli:  perche  dette  in 
ferttigio  fuo  cinquanta  huomini  d'arme. Ma  più  prefente,  &  più  tremen- 
do era  l'effempio  di  Giouanni  Bentiuogli:perche  con  tuttoché  il  f{e  bau  ef- 
fe ne  proffimi  anni  comandato  al  Valentino, che  non  moleflafi 'e  Bologna, al 
legandojche  le  obligationi  che  haueua  col  pontefice, non  fi  intendeuano  fé 
non  per  le  preminentie,&  autorità,lequali  nel  tempo,che  fi  confederaro- 
no infìeme  ut  pojfedeua  la  chiefa  ;  nondimeno  in  quello  tempo  ricercandolo 
il  Bentiuoglio  di  aiuto,per  le  preparationi,che  fi  faceuano  contra  lui,  ua- 
riandò  la  interpretatione  delleparole ,  fecondo  la  uarietà  de'  fini  fttoi ,  & 
commentando  le  capitolatali  fatte  più  toìlo  come  lurifconfulto^he  come 
H*;rifpondeua>che  la  protettione,per  laqualeft  era  ubligato  a  difenderlo, 
non  tmpediua  l'imprefa  del  Pontefice ,  fé  non  per  la  per  fona ,  &  beni  fuoi 
particolari;  perche  fé  bene  le  parole  erano  generali;ui  era  letificato, che 
tas'intendefiefen%apregiudicio  delle  ragioni  della  chiefa;allaquale  ni  uno 
negaua  appartenere  la  città  di  Bologna;&  perche  nella  cofederatione,che 
haueua  fatta  col  Tonte fice  anteriore  di  tempo  a  tutte  quelle,  che  haueua; 
fatte  in  Italia-fi  era  ubligato  in  qualunque  conuentione  faceffe  per  l'auc- 
ni  re  con  altri  ^eccettuar  e  fempre,che  elle  non  fi  intendefiero  in  pregiudicio 

T     z         delle 


LIBRO 

delle  ragioni  della  ch'ufo  :  nellaquale  deliberatone  per  faterò  in  modo 
fin^a  uergogna ,  che  confortandolo  a  cofi  fare  il  Cardinale  di  f{oono  con- 
tro- il  parere  di  tutti  gli  altri  del  fio  configlio  ;  mandò  a  Bologna  urìhuo- 
mo  proprio  a  intimare ,  che  e/fendo  quella  città  appartenente  alta  chic- 
fa  ;  non  poteua  mancare  di  non  favorire  l'imprefo  del  Pontefice  ;  &  che 
per  liirtù  della  fua  protettone  farebbe  lecito  a  Bentiuoglì  babitare  pri- 
uatamente  in  Bologna,  &  goder  fi  le  loro  fnfiantic .  ^e  folamente  a 
tutti  qnefìi,ma  infimo  a'  Vinitìani  cominciano  a  ejjere  fé  fiotta  tant-a 
profferita  del  Duca  V alenino  ,  f degnati  ctiandio5che  pochi  me  fi  in- 
nari'ri  ,  dima  fi  rondo  effere  in  piccola  efiimathne  appriffo  a  ini  Voi, 
a  AUa  catti]  t^-  $  ar{^  Senato  ;  honeua  fatto  rapire  la  a  moglie  di  Giouttmbotufta  Co-  A 
"eriii  ca  racciol°  Cetano  generale  delle  loro  fintene,  lacuale  andando  do  Vr- 
^cdoiocjui  bino  o  congiugner  fi  col  marito ,  pafftna  perla  I{omagìia:però  perda- 
ti t&onp"  re  ca!ifaal  %£  di  procedere  più  moderatamente  a  fuoi  (onori ,  dimoftran- 
chc  athHfiJ"  dofidi  muouerfi,  comz amici ,  &  gelofi  deH'honoj e  fuoigli  ricordarono 
niii%%  ter  à>li  Oratori  loro  con  parole  degne  della  granita  dì  tarali:  public  a , 
di  Doraiico  che  confiderafie  di  quanto  carico  gli  fuffe  il  dare  tanto  fonare  ai  Valen- 
«£«  rdoM5  tmo  > &  qu*Mo  poco  conùeniffe  allo  fflendore  della  co  fa  di  Francia ,  & 
meuech'cl  cognome  tonto  gloriofo  di  t{e  Chriftianiffimo ,  fauorire  un  b  Tiranno  ta-^ 
trti?tò!c?  ^, difir  attore  de*  popoli,  &  delle  prouincie  sfitti  ondo  fi  immoderata- 
™t    ior  ì'°  mente  f^  fanZue  bimano ,  &  effempio  a  tutto  il  mondo  d' borritile  im- 
ii  cantei  mamt**  >  &  perfìdia  \  dalquale ,  come  da  pubìico  ladrone ,  erano  flati  am- 
aJia  li  j4.    magatisi  crudelmente  fiotto  la  fede  tanti  nobili  &  fignori  :  &  che  non 
b  chivoi  di  svenendo  ancora  dal  fangue  dey  fratellh&  de  congiunti ,  bora  con  fer- 
ibfameius    To ,  bora  con  ueleno  ;  baueffe  incrudelito  nell'età  miserabili  etiandio  alla 
j^feder^  b*'*  buie  de  T  ur  chi:  allequali  parole  il  Re ,  confermando fi  forfè più  nella 
ni  p'^  Duca  fenten^a  fua  per  £  intere  effìone  dey  Vinitiani;  riffondeua  non  uolere,nèdo. 
tra  qJ.eì  chi  uert  nn^dir%  UVonttfice,che  non  difponeffe  ad  arbitrio  fuo  delle  terre,chc 
fi  conuene  apporttneuono  alla  chiefa  ;  in  modo ,  che  afienendofi  gli  altri  per  rifletto 
ghi  di  que-  Jno  d'opporfi  all'arme  del  Valetinoi  quegli  che  erano  già  proffimi  attincen 
fta  biftoria:  dio\ddiberarono  prouederfi  per  loro  medefimi:perògliOrfimhVitello7^0y 
ufo  tei  iti.  GiàpagoloBaglioney&  Liner  otto  da  Fermo,con  tuttoché  comefoldati  del 
Ìi[l*   viòa  * '^tentino fdqual  fimulaua  di  uolere  muouere  l armi  folamente  contro  Bo 
pìt.ui0 .    a  logna;  bauejfero  r  ice  unto  di  nuouo  danari  do  lui  ;  ritirarono  le  genti  delle 
loro  condotte  in  luoghi  ficuri,  con  intentione  d'unirfi  infìeme  per  ladifefa 
comune lalloqual  cofa  gli  fece  accelerare  la  f dita  della  fortezza  di  S.Leo; 
laquale  per  trattato  d'uno  del  paefe,propofto  quiuiacerta  marautglia;  ri 
tornò  inpoteflà  di  Guido  Baldo  Duca  d'orbino  :  da  quefio  principio  richia 
madolo  qua  fi  tutti  i  popoli  di  quello  flato;egli  andato  da  Vinetiaydoue  tra 
rifuggito  y  per  mare  a  Sinigogliayricuperò  fubitoydalle  fortezze  in  fuor  a  > 
tutto  il  Ducato.  Congregar onfi  adunque  alla  Magione  in  quel  di  Terugia> 
il  Cardinale  Qrfino}ilquale  doppila  partita  del  Re>temedo  di  ritornare  a 

Roma; 


QQ-Vffl    N    T    O.  147 

J{oma'/i  era  fiato  a  Monte  Ri  tondo  ,T  ago  lo  Orjho,  Vìtello%£0,Gìan  Ta- 
:  golo  Baglione,&Liuerotto  da  Fermo,&  per  Giouanm  Bentiuogli  a  Ermes  a  Annibale 
fuo  figluwlo;&  in  nome  de  Sanefi  ^Antonio  da  Venafro,miniflro  confiden  B«iuogh  & 
ti/fimo  di  Tandolfo  Tetruccì  :  doue  difeorfi  i  pericoli  loro  sì  e  rìdenti ,  &  fi°i"g§e  nei 
V  opportuna  à,che  baueuano  per  la  ribellione  dello  flato  d'Vrbmoy  &  per-  Diar,°  del 
che  al  talenti noyabbandonato  da  loro yr eslattano  pocbiffime  genti;feciono  a  "itynk 
confederatone  a  dìfefa  commHne,&  ad  offe  fa  di  Valentino,  &  a  foccorfo  n.elIe  ***** 
del  Duca  d*Vrbino,obligandofi  a  mettere  tra  tutti  in  campo  fettecéto  buo  tetta  gl'in- 
mini  d'arme,  &  no  ne  mila  fantiycon  patto ,  ebe  il  Bentiuoglio  romptffe  la  wuerfienti 
guerra  nel  tenitorio  d'Imola,  &gli  altri  con  maggiore  sformo  prccedefje-  alla  Magio- 
ftp  uerfo  Rimini ,  &  uerfo  Tefaro-.iielUqual  con federat  ione  hauendo gran  n€  uarh  a^; 
difjìmo  rifletto  a  non  irritare  l'animo  del  Re  di  Francia ,  &  fperando,  ebe  Smamé 


forfè  non  gli  farebbe  molefto,  che  il  talentino  fujje  trauagliato  con  teneinnm< 
l' armi  à' altri  ;  effreffono  uolere  e/fere  ubligatì  a  muouerft  prontamente  fioche  do 
con  le  perfone  proprie ,  &  con  le  genti  a  jua  reqrìfitione  contra  ciafeu-  ue  iui  di.je 
noy&  per  lamedefima  cagione  non  ammefìono  inquefia  unione  i  Co-  fanti;  egli 
lonnefi,  ancora  ebe  tanto  nimici,  &  perfeguitati  dal  Vontefice  :  ricer-  m?ltc  {?£ 
carono  oltra  qiiefìo  il  fauore  de  Vinitiani  ,&  de  Fiorentini,  off  erendo  ma  a*  700] 
a  quelli  refìitutionedi  Tifa ,  laquale  diceuano  effere  in  arbitrio  di  Tan-  |}.ua°™nla  . 
dolfo  Vetruccì  per  l'autorità, ebe  baueua  co'  Tif ani  :  ma  i  Vinitìani  ghigne  400. 
flettono  fojfefi ,  affrettando  di  uedere  prima  l '  inclinationz  del  Re  di  Fran-  baleftnert- 
eia  :  e  i  Fiorentini  ancora  per  la  medefima  cagione  ,  &  per  ebe  bauendo 
l'ima  parte ,  &  C altra  per  nimici  ;  temeuano  della  untori  a  diciafeuno . 
Soprauenne  quejlo  accidente  improuifoal  Duca  Valentino  ,  in  tempo  ,  b  ,Coft  ^ 

7'  *  »  ;.  n      •     ì  r.  r  1       moltaconfì 

che  tutto  attento  ad  occupare  gli  flati  altrui ,  niente  meno  penfaua  ,  che  demi  che  il 
all' effere  afìalt  augìi  flati  f noi  :  ma  non  perduto  per  lagrandex^a  del  pe-  vaiécino'ha 
ricolo  ne  l'animo  ,  né  il  configlio  ;  &  confidando  fommamente,come  dice-  r«*  proserà 
yua,nella  fua  b  profpera  fortuna;attefe  conjomma  induftrìa,&  prudentia  f°/tu,ia  Xc- 
a  rimedij  opportuni,  principalmente,trouandofì  quafi  difarmato  ;  mandò  infegne  un 
fenica  dilatione  a  domandare  con  grande  inflantia  aiuto  al  Re  di  Francia ,  "£"°  \ch£ 
ricordandogli  quanto  in  ogni  cafo  potefie  ualerfipiu  delVontefice ,  &  di  cesare.o 
lui, che  de'  nimici  fuoi,&  quato  poco  potejje  confidar  fi  diVitello%zp,&  di  "i^moftrar 
Tandolfo  che  era  principale  capo,&  cofultoredi  tutti  gli  altri,&  ebe  pri  fé  di  non  de 
ma  baueua  aiutato  il  Duca  di  Milano  contra  lui  ;  &  dipoi  fempre  battuto  ^ncoVe  im 
dependentia  dal  He  de'  Romani:  &  nondimeno  attendeua  follecitammte  a  modera  te& 
prouederfi  di  nuoue genti ynon  dimenticando  pero  né  ilpadre,nè  egli  l'wfi-  1"  u  ^otto 
die  y  &  l'arti  fraudolenti  :  perche  il  Tonteficey  bora  feufando  le  cofe  pi-  fiverificò  in 
lefiyhora  negando  le  dubie  ;  cercaua  con  grandiffima  dtligentiadimiti-  p^u",  còme 
gare  L' animo  del  Cardinale  Orsino  per  me^o  di  Giulio  fuo  fratello:  &  il  di{Ic  Fa"ft° 
Valentino  con  uarie  lusingbe,&  promeffe  s'ingegnaua  di  placar  e,&  afficu  inVo^fti 
rare  bora  l'unojwra  l'altro  di  efjì;  cosi  per  farli  più  negligenti  alle  proui-  co-  Epoche 
sioni,  come  per fyerà%a,cbe  quefte  pratiche  feparate  bauejfero  a  generare  nulla. "^ 

T     3         tra 


LIBRO 

i  n vaienti  *ra ^oro  àf0(Pe^°y& di f unione, deliberato infino non  baueffe  effercito pò*  , 
no  temo  io  tente,nonfi  partircela  Imola,  ma  attenderla  guardare  quella ,  &  /'altre 
di'diiUni^c  terre'di  Romagna,non  dando  fioccar fo  alcuno  ai  Ducato  d'Vrbino.ptrtlcbe 
i  collegati  comandò  a  Don  Vgo  di  Cardona^r  a  Don  Michele  huomini  firn,  che  era- 
clochea que  m  *n  1l4e&H confini  con  cento  huomini  dravmey  dugento  caualli  leggieri,  & 
fto  modo^o  cinquecento  fanti,ebtfì  ritirassero  a  Rimini:  ilche  non  efequirono  per  l'oc 
«UoP°o/pn-  cafione,che  fi  prefentòloro  di  ricuperare,^  facebeggiare  la  Vergola,  <{? 
merli  iuta .  F<ffombrcne, do uè  furono  introdotti  da'  caflellani  delle  fortezze  tma  l'ef 
óMwoVta*  f€tt0  dimoftrò  quanto  farebbe  flato  più  utile  feguitare  la  deliberai  ione 
petaioie,  m  del  Duca:  perche  andando  uerjo  Cagli  Scontrarono  appreffo  a  Foffombro-, 
au^uftiiait  m  Vagolo,&  il  Duca  di  Grauina  tutti  due  della  fam  glia  OrJìna,co quali 
i  Bohemi,^  t  rano  feìcento  fanti  di  Vitello'Zgp:&  efiendo  ntnuti  alle  mani  ;  refiarono 
t'erano  cui-  wtt*  quegli  di  Valentino  con  morte  di  molti,  &  molti  prigioni  ;  tra  quali 
kgati  coua  fu  morto  Bartolomeo  da  Capranica  Capitano  di  fettanta  huomini  a 'ar- 
10  'fta  Sioro  me;&  prefo  Don  Vgo  di  Car donai  rifuggici  Don  Michele  a  Fano,onde  per 
quei  pomo ,  commi  flìcne  del  Valentino  fi  ritira  a  Ve  faro ,  labiata  Fano  ,  come  terra 
condo  ie  fa  più  fedele  in  poteftà  del  popolo;poi  che  non  haueua  tante  formiche  fot  effe 
"ole  ^  trt  difenderle  amendue:&  in  quefti  dì  mede  fimi  le  genti  de*  Bologne  fi,cbe  era* 
ro  co  «là  ù*  no  alloggiate  a  caftel  San  Viero  cor  fono  a  Doccia  luogo  uicino  ad  Imola  ; 
cTi?  d-c-io  *  &  fi  riducenano  certamente  le  co  fé  del  Valentino  in  molto  pericolo  ,fei 
dia,iacendà  collegati  bauefieroufato  più  preflc^ra  ad  offenderlo:  ma  mentì  e,che  egli 
cofìun  -e*  no,àpernoneffere  a  ordine  con  le  genti  conuenute  nella  dieta;  ò  tenuti  jb- 
ftruccio  si-  ffefi  dalle  pratiche  della  concordia;guardano  neluolto  l'un  l' altro  ;comin- 
gnor  di  Lue  ^  a  yaj]are  lroccafione,cbe  prima  fi  era  dimoftratafauoreuole:  perche  il 
juerei  Mar  Re d i  P  r  ancia  haueuacommeffo aCiamonte ',cbemandaffe  quattrocento 
ipina  ^unui  ^ane^  ^  Valentino,&  fi  ingegnafie  con  tutti  imodi  poffibili  dare  riputa- 
contra  iui:ii  tiotie  alle  cofe  fuenlcbe  come  fu  intefo  da'  collegati,  trouandofi  molto  co 
fciiMmélc  !  fafiicominciò  ciaf  e  uno  a  penfare  alle  cofe  proprie  .-però  il  Cardinale  Orfa- 
no continuaua  le  pratiche  cominciate  colVonufice;  &  jintonio  da  Vena- 
fro  mandato  da  Vandolfo  Tettucci  andò  ad  Imola  a  trattare  col  Valenti- 
notcolquale  trattaua  medefimamente  Gio.  Bentiuoglì,  hauendo  nel  tempo 
mede  fimo  mandato  Carlo  de  gl'ingrati  Oratore  al  V  onte  fi  ce, &  fatte  refli 
taire  le  cofe  predate  a  Docciadequali  pratiche  efiendo  confammo  artificio 
nutrite,&  aiutate  dal  Valentino,  &  giudicando  Vagolo  Orfinodouerc  ef 
fereme^p  opportuno  a  dtjporre  gli  altri,  fimulando  di  confidare  molto  in 
lui;lo  chiamòad  Imola;perfiiurta  delquale  ilCardinale  Borgia  andò  nelle 
terre  de  gli  Or  fini  :con  Vagolo  usò  il  Valentino  dolciffime  parole,  lamen- 
tandofi  non  t  ant  odi  lui  ,&  de  gli  altri,  che  hauendo  lo  infimo  a  quel  giorno 
feruito  con  tanta  fede;  fi  f uffero  per  foretti  uani  alienatisi  leggiermente 
da  fe,quanto  dell' imprudentia  propria,  nonhauendo  faputo  procedere  di 
maniera  con  effi,cbehaueffe  dato  loro  caufadi  non  ammetter  eque fie  nane 
dubitationima  ffier  areiche  quella  contentiom  nata  al  tuttoferà  cagio- 
ne 


Q_  V    I    N    T    O.  14B 

ne  in  luogo  dì  nimìcìtia  partorir  ebbe  tra  fé  &  loro,perpetua  &  ìndìffolu- 
bile  congiuntione:perche  &  effi  già  fi  doueuano  accorgerebbe  non  poteua 
no  opprimerlo-,  poi  che  ilBje  di  Francia  era  tanto  difpoflo  a  foflenere  la  fu  a 
grande%xa  :  &  egli  dall'altra  parte  bauendo  meglio  aperti  gli  occhi  per 
i*  efperien^a  di  quefto  moto;confef]aua  ingenuamente  di  cono  feeriche  dai 
configli ,  &  dal  ualore  dell'armi  loro  era  proceduta  tutta  la  f ita  felicità , 
&  rip  ut  at  ione:  però  de  fiderò  fi ffimo  di  ritornare  nell'antica  fede  con  loro* 
tffere  parato  ad  affiatargli  in  qualunque  modo  uokfiero,&  a  finir  e,pur 
che  con  qualche  fua  dignità ,  le  controuerfìe  co'  Bolognefi  ad  arbitrio  lo- 
:  ro .  a  jLggiunfe  a  quelloyche  apparteneva  a  tutti  dimoflratione  d'baucre  a  11  secret* 
confidenza  grandijfmn  in  Vagolo  empiendolo  di  (beran^e,  &  dìpromeffe  ™  i££™ 
per  fé  proprio,&  con  tanto  arti  fido, che  facilmetegli  per  fua  fé  tutto  quel  pencolar 
losche  fi  efprimeua  per  lui,efficace  m^lto  per  natura  nelle  parole,  &pron  }£&"  gita 
tiffimo  d  ingegno, Lequai  co  fé  mentre  che  fi  trattauano;il  popolo  di  Carne-  modo,c'ha« 
rino  richiamò  Giouan  Maria  d  1  Varano  figliuolo  delfignore pa fiato,  che  UDu^vaìé 
era  all'Aquila  ;  &  Vitello1^  con  grane  querela  fua,&  di  Vagolo  Or  fi-  tino  R  opri 
no  prefela  rocca  diFofiombrone:&  efiendo  fimilmente  perduta  la  forte^  ^u'ita- 
%a  d Vrbino>et  poi  quelle  di  Cagli,& d *  Agobbioyion  gli  rimaneuain  quel  K»:  "che  è 
lo  flato  altroché  fanta  Agata,  oltra  l'hauere  perduto  tutto  il  contado  di  ch0  dai  gìÒ 
Fano  :&  nondimeno  Vagolo  continuando  la  pratica  cominciata  ,  poi  che  «'«"«'''•j: 
più  uolte  per  dar  forma  alle  co  fé  de*  Bentiuogli  parenti  fuoi(era  la  figliuo  Jófaino!  & 
la  maritata  ad  Ermes  figliuolo  di  Giouanni)  fu  andato  da  Imola  a  Bolo-  jW  {*em*a 
gna;conuenne  fecoinquefla  fenten%a,ma  con  condizione,  fé  la  conuentìo-  notorie  di 
ne  fuffe  apòrouata  dal  Cardinale  Or  fino, aW  autorità  delquale  quafi  tutti  Yine'ia  •  ^ 

1    xi        rr  _  11    m    r>     i'      ì  '    ,    1  •      ••  ^  «*    Biagio 

gli  altri  fi  riferiuano:cancellaffinfìghodij  conceputt,&la  memoria  di  tut  Buonamor- 
te l'ingiurie  paffate:  confermaffmfi  a  collegati  l'antiche  condotte  con  obli  £ ."^  fu» 
gatione  d'andare  come  faldati  del  Valentino  alla  ricuperatone  del  Duca- 
to  d'Vrbino ,  &  degli  altriftati  ribellati  :  ma  perfteurtà  loro  non  f ufi  ero 
obligati  d'andare  a  feruirlo  perfonalmente,fe  non  uno  per  uolta,  ne  il  Car 
dinaie  Or  fino  aflare  in  corte  di  ì\oma:  &  che  delle  co  fé  di  Bologna  fi  facef 
fé  compromefio  libero  nel  Duca  Valentino,nel  Cardinale  Or  fino  ,&  in  Va 
dolfo  Vetrucchcon  laquale  conclufìone  ejfendo  andato  Vagolo  Or  fino  fat- 
to ogni  dì  più  certo  della  buona  intentione  del  Valentino,  a  trouare  gli  al- 
tri per  indurgli  a  ratificar  e;il  Bentiuoglio,non  gli  parendo  né  ftcuro,nè  ho 
noreuole,nè  ragioneuole,  che  le  cofe  fue  in  arbitrio  d  altrui  rimaneffero  , 
mandato  il  Vrotonotario  fuo  figliuolo  ad  Imola ,  &  riceuuti  huominidal 
Valentino  ;  conchiufe  accordo  colVontefice,&  con  lui,alquale  effipiu  fa- 
cilmente condefcefono,perche  comprendeuano,che'l  I{e  di  Francia, con  fide 
rando  meglio,ò  l'ìnfamia,ò  quel  che  ìmportafje,che  la  città  di  Bologna  fuf 
fé  in  potefià  loro,  &  però  rimoffo  dalla  prima  deliberatone ,  non  era  pili 
percomportare,che  l'ottenefiero:  Le  conditioni  furono  Jega  perpetua  tra 
il  ualentino  da  una  parte ,  e  i  Bent'mogli  infieme  con  la  communità  di  Bo- 

T    4        logna: 


L  "1    B    R    O 

logna  dall' altra  :hauefie  il  Valentino  da'  Bologne  fi  condotta  di  cento  huo- 

a  Dicci  mila  wvvM'arme  per  otto  anni,che  fi  conuertiua  in  pagamento  di  a  dodici  mila  6 

ìcra.e  il  Buo  ducati  l'anno  :  fu  fiero  ubligati  i  Bologne  fi  aferuirlo  di  ceto  huomini  d'ar 

nómettl-hi  ^e,&  di  cento  baieftrieri  a  cauallo,ma  folamete  per  un'anno  prcj]ìmc:& 

queftoaccor  che  il  Re  di  Francia  ,ei  Fiorentini  promette/uro  l'offeruantia  per  £ una  , 

tiuogU  ah»  parte,&  per  l'altra  :  &  che  per  maggiore  {labilità  della  pace  fi  maritale 

códi"°,,c,|}e  "l  fidinolo  di  .Annibale  Bentiuogli  la  forella  del  Vefcouo  dì  Enna  nipote 

ha:i.  *  L  "  delTontefice.lslj  a  frana  perciò  il  Valentino  difollecitare  Li  uenuta  delle 

genti  Ftanctfh&  d-  tre  mila  S miseri  condotti  a  fuo  foldo,fotto  jbetie  di 

tifarle  non  pia  coir  a  i  Collegaù,maperla  ricuper  adone  del  Ducato  d'Vr 

bino ,  &  di  Camerino  :  perche  i  Collegati  fi  erano  già  rifoluti  a  ratificare 

l'accordo  fatto,  effendo  fiato  tirato  in  quefla  fenten%a  il  Cardinale  Or  fino 

ch'era  allo  Spedaletto  in  quello  di  Siena,  dalle  per f uà  foni  di  Vagolo  ;  cr 

confortatone  molto  da  Vandolfo  Vetrucci:alquale,  benché  dopò  lunga  i  o 

tradizione  ;confentirono  Vitello,zjo,& Gian  Vagolo  Baglivne,a' quali  era 

foftettiffìma  la  fede  del  Valentino:  dopo  la  ratificatione  de  quaù,hauendo 

mede  fintamente  ratificato  il  Vontefice,&  il  Duca  d'  Vrbino:benche  dal  pò 

b  il  Duca  polo, che  gli  prometteua  uoler  morire  per  la  conferuatione  faaffuffe  fr& 

fuggito  a° vi  gato  di  non  partir fiyiondimeno  temendo  più  dell'arme  mil.tari,che  non  e  o 

r.etiajhebbe  fidaua  delle  uoci  popolari,  b  ritornandocene  a  Vinetia;dette  luogo  all'ini-  b 

prouifione    peto  de  nimici,  hauendo  prima  fatte  rouinare  tutte  te  fortezze  di  quello 

di  una  hbra  $\ato,eccetto,che  quelle  di  Santo  Leo,&  di  Maiuolo:&  i  popoli,eflendoui 

à  oro  il  me  .  l/r>  .   .  __    .        .      •    „  •     ,    ,     .       r    c  „       i      ■ 

fé  j>  fuo  piat  andato  per  commejjione  del  Valentino, sintomo  dal  Monte  a  San  Sonino , 
to. Bembo.  cf;e  fa  ^ol  card'male,confacultàÀi  concedere  loro  uenia,rit ornarono  d'ac 
e  a  quella  cordo  Jotto  il  juo  giogoiilche  fece  anco  la  città  di  Camerino, per  che  il  Si' 
erpinionepa  gnore  fé  ne  fuggì  nel  Bearne  di  TS(apoliy  impaurito,perche  Vitello^go,  & 
tenta  ifitotf  gli  altri  lcnate  le  genti  loro  del  contado  di  Fano-fi  preparauano  per  anda- 
™ccdol{\>  d{  re  come  foldati  del  Valentino  a  quella  imprefa.T^elqual  temfo  il  Vonte- 
Valentino  a  fice  mandò  il  campo  a  Valombara  ricuperata  da  Sauelli,wfieme  con  Sen- 
21  di  Dece-  7  ano  ,&  altre  loro  e alleila  nell'oc catione  dell'arme  molle  da  quefli  al- 

bre  licentio    ^  .       .  ,     -i  ^  T,    i        •  >       t  r       r  £      •  ì  •         r* 

te  genti  Fra  tri  •  Mail  Duca  Valemmo ,  uolendo  mettere  a  fine  t  juoi  occulti  penjie- 
cefi,  perche  rj.  andò  fa  imola  a  Cefena ,  doue  non  prima  arriuato ,  che  le  lande  Fran- 
care arma  cefi  uenute  non  molti  dì  prima  fi  partirono  fubitamente  da  lui  ,riuccate 
toà  baftaza.  fa  Cìamonte ,  non  per  commejfione  del  I{e,  ma  ;  ò  come  fi  affermaua  per  in 
a  La  prefet  degnatione  particolare  nata  tra  lui  x  &  il  Valentino  ;cò  pure  perche  co  fi  e 
tefla  di  smi  fajjg  fiato  procurato  da  lui,  per  effere  meno  formidabile  a  quegli ,  i  quali 
prima  a"!?©  fommamente  defideraua  di  affi  curar  e. *A  Cejena  atte  fé  a  riordinare  le  gen 
icnza  &poi  tifueymaggiore  in  numero,che  non  era  la  fama,  perche  indujìriojamcte  ha 
doue  dice  ii  ueua  fatto  poche  condotte  gróffe,  ma  faldato,  &  continuamente  foldaua 
fue™bo>  cuo  molte  lande  fpe^%ate ,  &  gentiluomini  particolari  :  nel  mede  fimo  tem- 
il  Duca  dì  pò  ViteUoTgo ,  &  gli  Or  fini  andati  per  fuo  comandamento  a  campo  a  Si 

£u™nacc°  '  n*iaZlia  ;  ottennero  la  terra,  &  la  rocca: onde  d  la  Trefettefta  forella  del  e 

Duca 


Q^  V    I    N    T    O.  149 

Duca<fjy?bwoy(ì  fuggì  abbandonata  da  ciafcuno;non  ofiate,che  il  figliai* 
\6  pupìllo^fufie  fotta  ìi  protettane  del  Re  di  Francia  :  ilqude  fi  fcufaua 
di  non  Vai  ut  are  perche  (i  era  aderita  alla  Lega  fatta  alla  Magione.Vrefa 
Sinigaglìa,  il  yalenùno  andò  a  Fano,  douepoichefu  fopraftato  qualche 
giorno  per  mettere  infieme  tutte  le  fue  gcnti;fcce  intendere  a  V'tellox^o» 
&  a  gli  Orfiniycbeyl giorno  feguente  uoleua  andare  ad  alloggiare  in  Sini- 
Zaglh'-y  &  però  che  aliar  galero  fuori  della  Terra  i  faldati, ch'erano  con  lo 
roy  quali  alloggiavano  dentroùlchefu  fubitamente  efequitOyalloggiando 
le  fanterie  ne  Borghi  della  Città>  &  k  genti  d'arme  diftribinte,per  lo  Con 
indo. Venne  il  giorno  ordinato  il  Valentino  a  Sirugaglia:  alquale  fi  feciono 
incontro  Vagolo  Otftno,  il  Duca  di  Grauina,  Vitdlo^o,  &  Luierotto  da 
Fermo  :  &  da  lui  raccolti  con  grandiffidime  carene  ;  l'accompagnarono 
in  fino  alla  porta  della  Città  ;  innmi^  allaquale  s'erano  fermate  tutte  le 
genti  del  Valentino  in  ordinanza:  nelqualluogo  uoltnàoeffi  licentiavft  da 
tui}  per  ridurfi  a  gli  alloggiamenti  loro,ch 'erano  di  fuori ,  infofbettiti  già 
per  Mederebbe  haueua  maggior  géte  di  quella,  che  credeuano  haueffe;il  ri  a   Per  una 
cercò  uemfftro  dentro  perche  haueua  dibi  fogno  di  ragionar  co  loro  :  tlche  J^r"^ 
non  potendo  ricufareyhenche  con  l'animo  già  quafi  indouino  del  futuro  ma  il  Buornc- 
lc;io  feguitarono  nel  fuo  alloggi  ameto:&  co  lui  ritirai ufi  in  una  camera^  v^ìi^Vif 
dopo  poche  parole,perche  fotta  feufa  *  di  itoler  pigliare  altre  utfihfi  pard  fé  ;^wf& 
pretto  da  loro,  furono  da  gente, che  fopr  attennero  nella  camera  sfatti  tutti  reb"g  ,0:,  a 
quattro  prigionì;&  in  un  tempo  medefimo  mandati  a  jualigiare  i  loro  fai  toeMc^|| 
dati:e  l  giorno  feguente, che  fu  l ultimo  di  Decembre,acciò  che  i'^nnoMil  fCOrreuapoi 
le  cinquecento  due  terminale  in  quefta  tragedia, nfzruado  gli  alni  in  pri  C°^CJ™& 
gione;feceftrangolare  in  una  Camera  Vitello%^o,&  Liuerotto  :  de  quali  tagliare  a . . 
l'uno  non  haueua  potuto  fuggire  il  fato  di  cafafua,  di  morir  di  morte  uio  ggjgg 
lenta,com  erano  morti  tutti  gli  altri  fuoi  fratelli, in  tempo,che  hauenano  totto  t  cht 
già  nell'armi  grande  ifperien^a,&  riputatone,  &  fucceffiuamenteì  uno  &*£(f*; 
dopo  l 'altro ,  fecondo  l'ordine  dell'età ,  Giouanni  d'un  colpo  d'artiglieria  to  ,Jm  ir,efìo 
nelcampo,chelnnocentio  Vontefice  mandò  centra  la  città  d'Or  fio, Camil  ^racn^; 
lo  faldato  de  Francefi  d'un  fafio  intorno  a  Cir celle,  &  Vagolo  decapita-  4^1  Du^ 
to  in  Firenze.  Ma  di  Liuerotto  non  potette  negare  alcuno,che  non  haueffe  ^^°^ 
fine  condegno  delle  fue  fcelerate%^e,effendo  molto  giuUo,che  morijje  per  dite  in  vxbi 
tradimentoychi  poco  innanzi  haueua  per  tradimento  ammalato  crudelif  g^jjg* 
[imamente  in  Fermo,&  per  far  fi  grande  in  quella  città,  Giouam  Frangia  ma  non  mi 
ni  fuo  ^io,con  molti  altri  de  cittadini  principali  di  quella  terra,hauendo-  ^f^g 
gli  nella  cafafua  propria  codottiad  un  conuito,7slo  accadde  in  queflo  jin  co:  ma  tara 
no  altra  co  fa  memorabile, eccetto  che  Lodouico,et  Federigo  della  famiglia  gjg^iip 
de  Vichi  Conti  della  Mirandola ,  effendo  fiati  prima  cacciati  da  Giouan-  feputavfare: 
francefeo  loro  fratello,  &  pretendendo  hauerui,con  tutto»  chefoffe  mag-  ^p^ 
giare  d'età, le  medefime  ragioni  che  lui; ottenute  genti  in  aiuto  loro  a'uoftrisi* 
dal  Duca  di  Ferrara  ,d' una  for  ella  naturale  delquale  erano  nati  >&  da  gj^1, 

Gian- 


LI    B     R    O 

C'aniacopo  da  Trinici \fuocero  di  Lodouico;ne  cacciarono  per  for%a  il  fra 
tello:cofa  non  tanto  degna  dì  memoria  per  feftejja ,  quanto  per  che  poi  ne 
gli  anni  feguenti  le  controuerfie  traquefli  fratelli  producono  effetti  di 
M.  d.  in.   qualche  momento  Seguita  l'anno  Mille  cinquecento  tre,  pienone  mainili 
no  de }  precedentiydi  cofe  memorabili,et  di grauiffìmi  accidenti ralquale  det 
te  principio  la  perfidia ,  &  l'impietà  del  Trincipe  della  religion  Chriftia* 
nx ,  ignaro  dì  quello ,  che  baueffe  quefto  anno  mede  fimo  a  fuccedere  a  fé, 
&  alle  cofe  fue: perche  hauendo  il  Patentino  con  fomma  celerità,com'era 
no  conuenuti  tra  lorofignificati  alTontefice  quanto  felice  fine  haueffero 
confeguito  a  Sinigaglia  l'infidie  fue  ;  egli  tenuto  l'auifo  fegretiffìmo ,  & 
procuratole  per  altre  uie  non  potefie  penetrare  ad  altri;  chiamò  fubito 
fotto  colore  di  altre  facende  nel  palagio  di  faticano  il  Cardinale  Orfinoiìl 
quale  fidando  fi  dell'accordo  fatto,  &  della  fede  di  chi  era  noto  a  tutto  L 
Mondoychemainon  haueua  hauuto  fedcytirato  più  dal  fato,  che  dalla  ra 
gìoneyera  pochi  dì  innanzi  andato  a  l\oma:&  arriuato  in  palagio  fu  fubi» 
to  fatto  prigione  :&  nel  tempo  mede  fimo  prefi  alle  loro  cafe  B^inoldo  Or  fi- 
no jlrciuefcouo  di  Firenze ,  ilvrotonotario  Or fino ,  l'Abbate  £  Mutano 
fratello  di  Bartolomeo,  &  Iacopo  Santa  Croce >,gentil'buomo  Romano  de' 
principali  di  quella  fattioneii  quali  come  furono  condotti  in  Caftel  S.*A- 
a  UPrincipc  gnoio;il  pontefice  mandò  il a  Trincipe  di  Squillaci  fuo  figliuolo  a  pigliare  < 
fiaiiuoTUde!  ^  poffeffione  delle  terre  di  Vagolo,  &  de  gli  altri,&  coiilui  il  Vrotonota 
papa  fi  chia  rio}&  Iacopo  S.Croce,percbe  le  faceffero  confegnar  e, i  quali  furono  dipoi 
^Thfno  rimeffi  fotto  la  medefima  cuftodia.baueua  il  Vontefice  moteggiato  con  ar 
tato  nei  ab.  gutìa  Spagnuola  fopra  quello,che  haueua  fatto  il  fi  gli  uolo, dicendo  ,cbe  tf 
kiftonaU.Cfta  fen^°  ftatt  bagolo  Orfino,&gli  altri  i  primi  amancargli  della  fede,  per* 
che  fi  erano  ubligati  d'andare  a  lui  uno  per  uolta,&  u  erano  andati  tutti 
infieme  ;  non  era  flato  meno  lecito  a  lui  mancare  a  loro  :  [lette  circa  uenti 
giorni  prigione  il  Car  dinaie, pretendedo  il  Vontefice  alla  incarceratone  di 
uno  Cardinale  sì  antico,&  di  tale  etd,&  autorità,uarie  cagioni:&  final» 
mente  (par fa  uoce,che  fuffe  ammalato ;morì  in  pala%$p,come  fi  credette 
e ertiffìm amente  di  uelenodaquale  opinione  il  Vontefice  per  alleggierire , 
ancor  che  fuffe  affueto  a  non  curar  fi  dell'infamie^  uolle  che  di  giorno  fufìe 
portato  fcopertoalla  fepoltura,&  accompagnato  dalla  f uà  famiglia, & 
di  tutti  i  Cardinali  :  &  gli  altri  prigioni  furono  non  molto  dipoi ,  data  fi» 
b  Pereioehe  curtà  di  rapprefentarfi ,  liberati .  Ma  Valentino  non  uolendo  effere flato 
G'o.  Paolo  federato  fen%a  premio; fi  partì  fenya  indugio  da  Sinigaglia,&  fi  dirigo 
pof  fatw  de  a  Citta  di  Caflello:e  trouata  quella  Citta  abbandonata  da  quegli,che  ut  re 
capitar   di  flauano  della  famiglia  de  Vitellai  quali  intefa  la  morte  dt  Vitelloxgo  ;fi 
xinRomal  erano  fuggiti; continuò  il  camino  uerfo  Verugia;onde  fuggì  Gian  Vagolo: 
iomei  è  fcri  ìlquale  desinato  b  a  più  tardo ,  ma  a  maggior  fupplicio  era  per  foretto  i 
nei  hb,i3  a  ftato  piucauto,cbe  gli  altri  ad  andare  a  Sinigaglia:lafciòl'una,&  l'altra 

facV°°'     ^ÌXt:*  fotto  ^  nome  ^a  Cbiefajbauendo  rimefio  in  Verugia  Carlo  Baglio 

ne, 


Q^V     I    K    T    O.  ifo 

ntygli  Oddi,e  tutti  gli  altri  nimici  di  Gian  Vagolo:  &  udendo  con  sì  gran 
de  occaftone  tentare  d*  in  fi  gnor  ir  fi  di  Siena,feguitandolo  ale uni  fuor ufc iti 
di  quella  Città  ;  andò  con  l'efferato ,  nelquale  erano  arriuati  di  nuauo  gli 
aiuti promeffi  dal  B enti uoglio, a  Caflel  della  pìsue  rdoueintefa  la  cattura 
del  Cardinale  Or ftno\feceflr  angolare  il  Duca  di  Grauina,&  Vagolo  Or  fi 
ni:&  mandò  ambafeiatori  a  Siena  a  ricercare  ,cbe  cacciaffcro  Vàdolfo  Ve 
trucci  come  nimico  fuo,&  turbatore  della  quiete  di  T ofeana^r ometten- 
dole cacciato  che  fuffelui<,  fé  rì  andrebbe  con  l'tfiercito  in  Terra  di  fto- 
ma,fen\a  moleflare  altrimenti  i  loro  confini:&  dall'altra  parte ilVonte 
fice,et  egli  ardeti  di  dcfiderio,che  Vàdolfo  ,cofi  corner  a  flato  compagno  di 
quegli  altri  nella  ulta,  fuffe  etiandio  compagno  nella  morte;  singegnaua- 
no  di  addormentarlo  con  le  medefime  artico  lequali  haueuano  adàormen 
tati  tutti  gli  altri,  fcriuendogli  brieui,&  lette*  e  molto  Immane,  &  man- 
dandogli per  meffi  proprtj  ambafeiate  piene  d'affettane,  &  di  dolcezza  t 
ma  il  foretto  entrato  nei  popolo  di  Siena,che  non  tende/fero  ad  occupare 
quella  citta  ;  fa  ce  uà  più  difficile  il  difegno  loro  contra  Vandolfo  :  perche 
molti  cittadini  mal  contenti  per  l' ordinario  di  lui;  fi  riduceuanoa  uolere 
più  toslo  temporeggiar  fi  fotto  la  tiranide  d'un  cittadino ,che  cadere  in  fer 
uità  forefliera;  in  modo,che  di  lànongliera  dato  nel  principio  riftofla  al 
cuna,per  laqualc  potè ffeffyer  are  della  partita  di  Vandolfo:  &  egli  nondi- 
meno continuando  nella  medefima  fimulatione  di  non  uolere altroché  que 
fto;proccdeua  auanti  nel  tenitorio  loro:&  era  vìa  arriuato  a  a  Vien,xa,et  *  *n.f  ì"1** 

»  •    /•         t,    i  •    •  »        r     i-   n  »  i  r       j      diccilBuo- 

Chiuji,&  l  altre  terre  mane  arrendutefeglt  d  accordo .  Bornie  crej  cencio  nacc.  che  »t 
in  Siena  il  timore,&  cominciatofi  afpargere  nel  popolo,  &  etiandio  tra  Duca  vaie» 
alcuni  de'  principali,none[fereconueniente,cbe per  mantenere  la  potentia  i^cóguora 
d'un  cittadino  ;fi  mettefie  tutta  la  città  in  sì  graue  pericolo;Vadolfo  de-  1?I].des1!^ 
liberò  di  far  con  buona  gratta  di  tutti  quello,cbe  dubitaua  ria  bauere  a  fa  ir  torno  alia 
re  alla  fine  con  odio  uniuerjale,&  con  maggior  pericolo, et  dàno  proprio:  ^"j^** 
et  però  con  confentimento  fuo  fu  lignificato  in  nome  publico  al  Valentino,  ^promette 
effer  contenti  compiacerlo  della  dimanda  fatta  ;  pure  che  fi  partile  con  le  ^  ^  •  faec 
fue  genti  de  terreni  loro  :  laquale  rifolutione .ancor  che  l  Vontifice,&-e-  gi;  hauer  h\ 
gli  haueffero  adirato  a  maggior  difegno;  fu  accettata  per  la  difficoltà  co-  "^^mi- 
nofceuano  d'efjwgnar  Siena,  terra  groffa ,  forte  difito ,  nellaquale  erano  n;0  Fioren- 
Gian  Vagolo  Baglionr,&  moleifoldai  i,  &  doue  il  popolo  quando  fuffe  re  ^"en^'cui 
flato  certìficato,cbe Valentino  baueffe  altro  fine,i he  la  partita  diVandol  la  Rcpubiì. 
fo;farebbe  fiato  unito  arefifiergli.^ggiunfefi,chealVontcficeparue  per  ca  dl  Fl°* 
la  ficurtà  propria  neceffario*  cbe'l  figliuolo  riduceffe  l'efferato  in  I{oma  : 
doue  non  fi  fiaua  fen^a  foretto  di  qualche  mouimento:  perche  a  Vitiglia 
no  s  erano  ridotti  Giulio,&  alcuni  altri  degli  Orfini:&in  Ceruetri  erano 
con  molti  caualli  Fabio ,  &  Organino  Or  fini  :  &  Mutio  Colonna  partito 
del  Bearne  di  Ifapoli  era  entrato  in  Valombara  in  foccorfo  de'  Sauelli  ;  i 
quali  haueuano  fatto  di  nuouo  intelligentiai&  parentado  con  gli  Or  fini: 

ma 


icnxa. 


L    I    B    R    ò 

ma  perde  più  Tuno>&  l'altro  di  loro  U  jperan^a  dioccMpar  ShìhUpCrche 
già  fi  comprendeua>cbeal  I\e  di  Francia,  benché  da  principio  ne  fitjfe  flato 
molto  ambiguo  era  molefla  queffimprefa;corme  quello,  che  fé  bene  bau  effe 
defideratOyche  fuffero  battuti  Vitello%zpy&  gli  altri  confederati;  gli  pa- 
tena pure  3  che  la  totale  loro  rouina  con  raggiunta  di  tanti  flati  jacefie 
troppo  potenti  ilTontcfìcey&  Valentino  :  &  efkndo  la  Città  di  Siena,  & 
Landolfo  fotto  lafua  protettioney&  non  appartenente  alla  Chiefa,ma  al 
l'imperio;gli  pareua  poter  molto  gi  ufi  fattamente  opporfi  a  queflo  acqui 
flo.Hebbe  ancofl>eran%ayche  per  la  partita  di  Tandalfo,ilgoucrno  di  quel 
aLaparten  la  Citta  rimane/le  in  qualche  confufìone;&  per  quetto  poter f egli  in  prò* 
vandC>ifore  %reSÌ°  &  tempo  prefentare  occafione  da  colorire  il  difegno  loro  . a  Tartì  a* , 
micci  di  sie  dunque  Vandolfo  da  Sienaima  lafciataui  la  medesima  guardia^  la  mede 
ài'  Gelalo  fima  autorità  negli  amiciy  &  dependenti  da  luifin  modo  non  appariua  fat 
i ?  o? .  &  con  ta  mutatione  delgouerno:  &il  Valentino  fi  drizzò  uerfo  T{oma  per  anda 
-  alla  dislruttione  de  gli  Or  fini:  i  quali  infiemeco  Saue  ' 
7  Tonte  a  Lamentano^  correuano  per  tutto  7  paefe. 
per  la  giunta  di  V dentinoiilquale  affalto  fubito  lo  fli 
vaiSun^11  m,non  1}aucndo  rifletto  ycb'egliycbe  non  s'era  dimoflrato  contra  luilhauef 
mandò  so.  fé  la  condottai ordine  di  S. Michele  y&  la  protettane  delire  di  Francia  yet 
Himedo  cf  fHHe  a^ora  n^  Fatarne  di  J^apoli  a  feruigij  fuoi:  di  che  figiuttificaua  ti 
iniìdie  :  ma  Tontefice  col  l\e  non  muouerfì  per  cupidità  di  fogliarlo  del  fuo  slato;ma 
"uro  fofpet-  Percbe  €IFen^°  tante  ingiurie,^  offefe  tra  luty&  la  famiglia  Or  fina  non  pò 
to  acafeina  teua  hauerlo  ficur amente  sì  propinquo:  però  effer  contento  di  dargli  in  ri 
miiTarioFio1  comPenf°  ilTrtncipato  di  Squillaci^  altre  terre  equiualenti:&  nondime 
jentino  j  il  no  il  I{enon  accettando  quelle  ragioni  fi  ri f enti  molto  di  tale  infulto  ;  non 
dò  afthfarfi  tmt  °  Perc^e  ln  fa?  poteffe  più ,  \he  l  folito  il  ricetto  della  protettane  ; 
in  pifa  Buo  quanto  per 'che  non  continuando  più  nella  prima  profferita  le  cofe  fuenel 
Rggno  di  T^apoli, cominci  aua  hauerea  fofpetto  l'ardirey&  finfolentia  del 
i  Tontefice3&  di  V  aletinoyr  nomandogli  in  memoria  /' affalto  del  fanno  paf 

fato  di  Tofcana}&  quel  che  poi  contra  la  fua  protettione  nelle  cofe  di  Sie* 
na  tentato  baueuano',&  confiderandoyche  quanto  più  haueuano  ottenutoy 
b  Mandò  il  &  per  l auuenire  otterrebbono  dalui\tanto  era  diucnt.ata,&  per  diuentar 
co^erco^fi  ftmpre  maggiore  la  loro  cupidità:  &  però  mandò  con  affra  imbafeiata  à 
giio  de'  fìo  comandare  a  Valentinoyche  refiHeffe  da  moleflare  lo  flato  diGianviorda- 

rétiniatrat    _      •;         »  .     .  •  r  ;      >  j 

tar  lega  fra  no  •'  ttqualey  per  me  incognite  >  non\en%agraue  pericolo  s  era  condotto  a 
Fioréza,  sie  Bracciano  :  &  parendogli  oltra  queflo  necefìario  afficurarfiy  che  le  cofe  di 
&  Bologna,  Tofcana  y  non  face/fero  qualche  uariatione  >  intefo  maffimamente  y  che  in 
Franceico  Siena  appariua  principio  di  difeordia  ciuile;  cominciò  per  con  figlio  de'  Fio 
iiche  è  deci  rentìni,  b  a  trattar  e  ycheVandolfo  Vetrucciyilquale  fi  era  fermato  in  Ti^ 
t0efl°o  V f  '  fa>tornaJTe  in  Siena;  &  che  tra  i  Fiorentini ySanefiy&  Bologne-fi  fifacefie 
dice  ancho  unione  a  difefa  comm  une  yr  eflit  uendo fi  yper  leuare  tutte  le  caufe  della  dif 
^  B_uonac«    fenfione,d  Fiorentini  Monte  Tulciano:  &  che  eia fc uno  dì  quesli  fi  proue- 

defit 


Q/  VINTO.  151 

ieffe  fecedo  lafuapoffibìtit:-  di genti d'arme  per  di fé fi  cmnmtme;accìb  che  fi 
interré  efice,  &ai  Valentino  lafactdtà  di  diflendcrfpiu  in  f'o 

fcana  Ranetta  Inqncfo  me^o  il  V  aleni  inopre  Co  con  parte  delle  fu  e  genti  Vi 
có'uaro  dotte  erar.oper  Giankr  J  ano  feìcentof antiqua  battuto  il  comandiamen 


go  età  Rói'zo  '■  ! o,  &  Gi:dìo,et  Tradotto  della  mWeffma famìglia]  che  i  noma 

raxìv  itilo  cafa  «"^ebbero 

Breno  ca 
pila  de*  Fia 


fin  preflo  in  fu  un  pog  fo  tutto  d'itnfaffo  intero  però  da  Romani \quado  a  r  ot  ^!  JJta  J*J 

ti  da  francefili  fumé  d\Allia>  heggi  detto  raminoteli  tfèjpeYutòitb  di  poter  ma  Decite 

iifèmer  'Rema;t't furono  madate>cùrìte  in  luogo  ficmifjlmodè  b  Fcrg.        fia  JeiLv^di 

li, e  1  fimulatri  più  f egreti,  &  più  itene: adi  de  gli  Leu  con  molte  alive  cofe  fa  carnaio. 
ere,&  r  eligio  fé  :&  per  la  mede  fimo  cagione  non  fu  ne  tcmfgiicd  uiolaia  dal  ^vv» 

la  ferocia  de'  barbari,  quado  per  la  declinatone  dell'imperio  nomano  inodoro  fero  le  v  «- 

no  con  tanto  impeto  tutta  Italia;et per  quefìo,&per  efìerui  copia  di  nalorofì  §iniveft;a1!; 

difenfori;riufciua  al  Valentino  l'imprefa difficile lilquale per efpngnaHo riè  di  cerimonie 

IMtiaM'indufìria  pretermetteua,aiutandofi  oltra  molte  al- re  machine  belli  foficl-° 

1  r  PI  J    H  n  j-    «Cibato  •■«a 

che,  pcrjuperare  L  altezza  delle  mura,  con  gatti,  &  con  uarij  imprimenti  da  raflcro.e  m 

legnarne idoue  mentre, che flà  Francefeo  da  Tfaffii  mandato  à  Siena  dal  Re  di  ***  $££ 

f  rancia; fignificò  la  méte  Regia  effere,cheTandolfo  ritorxaffèjalquak  baite  co  tutti  fi 

na prima riceuuto promeffadiperfeuerare nella dutoiwne  jua-.&per  fuafi-  f£f  j*"*® 

turtà  mandargli  in  Francia  il  figliuolo  maggiore  pagargli  quello  di  che  rima-  wnc»  ti  s  e 

netta  debitore  per  la  conuentione  de  quarantamila  ducati, &  reftituire  a  Fio  [f^d^Fà 

remini  Monte  Tulciano;ilche  intefo  in  Siena  fu  pìccola  diffidata  al  e  ritorno  nera  i;  ài  di 

fuo,aggiugnendofi  alla  rìputatione  del  nome  del  Re  il  foucre  [coperto  de  Fiore  amkhTd? 

tini,  &  la  difpo fittone  de  cittadini  amici  juoi:iquali  battendo  anticipato  di  pi  t  ho  maio 

gliar  l'arme  la  notte  innanzi  al  giorno  deflinato  alla  venuta  fita;j rec: :c:io  flore  *oT  «wHÌ 

fermi  tutti  quegli,che  fentiuano  altrimètìifuccedctte  queflo  con  grodifjìwo  dì  co  pia. 

giacere  del  Tote fice,le  cofe delqualeper altro fcliceraéte procedeuono -.perche  c  R5torr^ 

fé  gli  erano  arrendine  Talobara,&  l'altre  terre  de' S  anelli:  &  quegli  }cf) era  in  Siena  rà 

no  in  Ceri  uefiati  dì,&  notte  in  moltimodi>&  co  molti  affalti;finalmete  'ar  a*^"  % 

renderono  conpatto,che  a  Gioitami  Signore  della  Terra  fuffe pagata  dal  Ton  Marzo.n  °i 

tefice  certa  quantità  di  danan,&  ch'egli  e  tutti  gli  altri  fuffero  lafciati  andar  r,uonacc' 

falui  a  Vitigliano:  lequai  cofe  fuor  a  della  confuetudine  del  Tapa,  &  contea  d  il  cote  ai 

l  emettanone  uniuerfale  ;  furono  offeruate  fincer  amente .  l\cn  procedeuano  hi^°ò  h0 

già  confinale  profferitale  cofe  de'Francefi  nel  Regno  di  Ts[apolhhauendo  infi  noiato°  co- 

no  nel  principio  di  quefi'anno  cominciato  a  difficultarfi  :  imperoche  efiendo  il  m?  r<:CItane| 

d  Conte  di  Meleto  con  gente  de'  Trincipi  di  Salerno,  &  dì  Bifignano  a  capo  a  iib°i!°deiu 

Terrmuoua;pafiò  da  Meffma  in  Colonna  Don  Vgo  di  Cordona  con  ottocento  £»»  <*i  Co . 

fanti 


LI     B    ìl     O 
fanti  Spagnuoli:j  quali  fiati  a*  folli  di  Valentino  binata  conJotti  da  Roma; 
&  con  cento  cannili >&  ottocento  fanti  tra  Siciliani,  &  Calanrefi:&  giunto 
a  Seminava  fi  mofle  nerfo  Tcrranuoua  per  fbccorrerla:il:be  intendendo  il  Co 
te  di  Meleto,  leuatefi  da  Terr annona  ;  andò  per  incentrarli ,  camiìiauano  gli 
Spagnuoli  per  una  pianura  ri  fretta  tra  la  montagna  &  una  fumar  a  che  me 
na  po:hi{fima  acqua,ma  the  fi  congiugne  alla  f  rada  con  un  argine:  e  i  Francefi 
fnperiori  di  numero  camminano  aìlon:ontro  difotto  al  fumé,  d: fiderò  fi  dì  ti- 
rargli nzl  luogo  largo  ima  uedendogli procedere  fretti \&  inferma  ordinata* 
dubitando  >che  fé  non  tagliauano  loro  laflrada;non  fi  coducefìero  falui  a  Ter 
r annona  ;  pafìaronoper  affiliargli  di  là  dal  fiume:  dotte  preualendo  la  nini*, 
de  fanti  Spagnuoli  effer  citati  nella  guerra ,  &nocendo  molto  a  Fmncefi  il 
dfinaniaggio  dell  argine ,  furono  rotti  SHe  molto  poi  arriuarono  di  Spagna  a 
a  Quattro  Meffina  per  mare  uugento  buomini  d: 'arme,dugento  giannettier'h  &  a  due  mi  & 
Untiti*  à~  la-  fanti, guidati  da  Manne  lo  di  Benauida:colqualepafiò  allbora  in  Italia  *An 
fciiGiouio:  tonto  daLeua,cbe  falito  poi 'dipriuato  foldato  per  tutti  i  gradi  militari  alca 
tonk).daL<£  pitanatoGenerale;acquiflò  in  Italia  molte  uittorie. I  quali paffati  daMeffina 
»  a  fa  il  me-  a  Reggio  di  Calauria  prefo  non  molto  prima  da  g'i  Spagnuoli  offendo  allbora 
m onToYche  obignì  in  altra  parte  della  Calauria,cbe  qua  fi  tutta  fi  teneuaper  lui;andaro 
ijucftoautto  no  ad  alloggiare  a  Lofarm,  propinquo  a  cinque  miglia  a  Calmiera  ;  nella  qual 
terra  due  dì  innanzi  era  entrato  ^Ambricort  con  trenta  lancieri  Conte  dìMe 
leto  con  mille  fanti;  &  prefentati fi  la  mattina  fui  far  del  dì  alle  murandone 
non  erano  porte,ma  folamente  la  sbarazl'efpugnarono  al  fecondo  afìalto,ben 
ebe  francamente  fi  difendefìero:doue  reflò  morto  il  Capitano  Spirto,<Ambri- 
cort  prigione^  l  Conte  di  Meleto  rifuggito  nella  rocca  fi  fahmperebe  iuinci- 
torifi  ritirarono  finitamente  a  Terranuoua,temendo  d'obignìychecon  trecen 
to  lancie,tre  mila  fanti  fore(ìieri,&  due  mila  delpaefe  s  approffimauaidopo 
ilqnale  accidente  efkndo  Obignì  fermato  fi  a  Vollifirine  cafiellg  propinquo  ;gli 
Spagnuolhmancando  loro  le  uettouaglie; fi partirono  una  notte  occultamente 
per  andare  a  Gbierace:  ma  feguitati  dalla  gente  d*  Obignì  inftno  alla  montata 
bMorì  ìleo  d'una  diffidi  montagna;perderonofefianta  buomini  d'arme,  &  molti  fanti :et 
zotn  <j*ia£  de*  Fr  ance  fi  ni  mori, per  effer  fi  me  fio  troppo  innanzi,  Grugni  buomo  filmato  af 
li  a  7.disetté  fai  da  loro,  &  ebeguidaua  la  compagnia  fiata  del  o  Conte  di  GaìaygoMqua-  ^ 
me  Vaiuen  &  Poco  ^°P°  ^^u'ln^tone  diCapua  era  morto  di  morte  naturale.  Soprauèrmé 
Buonaccor-   in  queflo  tempo  di  Spagna  in  Sicilia  un  altra  armata,che  conduffedngéto  hwy 
gni*  Vrlkcfe  mtni  d?arme,dugéto  cauai  leggieri,&  due  mila  fanti,cbc  nera  Capitano  Tor 
che  qm  uié  to  Carreranlqual 'eficndo  morto  a  Reggio, don 'erapafiato  con  le  genti;rima- 
SaiGìoulo  è  fi  la  cura  a  Don  Ferrando  df^Andradafuo  Luogotenente  :per  la  giunta  de  qua 
d« to  g r rgn i  U  riprefo  an imo  gli  Spagnuoli)  che  s' erano  ridotti  a  Gbierace,  ritornati  a  Ter 
ca°rrero°uerà  r annona; fi  fortificarono  nella  parte  della  tcrra,contigua  alla  fortc?ga,t cnu- 
racnte  fudei  ta  per  loro  ci)  è  al  capo  duna  ualle, alla  qual  ualle  fi  congiugne  il  refio  delia  ter 
migiu  Boc*  ra,t emendo  &  non  inuano,della  uenuta  dt  Obignì:  perche  egli  uennto  fiotto 
cmegra  in  fa  i>ollifirine;alloggiò  in  quella  parte  >chc  non  era  occupata  dagli  ^pagnuoiiy 

,'ti- 


e 


Q_V     I    N    T    O.  *    iji 

fortificando  fi  ciafcuno,  emettendo  le  sbarre  dal  canto  fuo  :  ma  intendendo 
poiObignì,  che  gii  Spaglinoli ,c)i erano  finontatia  Reggio  ,-  s  accodavano  fer 
unirfi  con  gli  altmfi  ritirò  a  Lofarno,&  i  nimicifeguitanio  Ix  commedità  del 
le  uettouaglie;fi  pò  fono  tutti  infìeme  a  Seminar  a.  Mentre  yche  nella  Calauria 
procedendo  lecofein  quefla  manieraci  licere  Fr  ance  fé  ritornato  uerfo  Bar 
letta  fermato  fi  a  a,  Matera;  haueua  diflrihuito  le  genti  infili  luoghi  circofian-  «Dice  iicìo 
thattendendo  ad  impedire yc he  non  ui  enti afferò  uettouaglie, &fper  andò, che  *™*i^  * -^ 
per  lapejìe,&  carefua-,  ch'era  inBarletta;gliSpagnuoli  nonpoteffero  piudi-  di  Corajuo, 
movaruh  né  ridar  fi  a  Tran  i  dou  erano  le  difficulta  medcpme .  Ma  era  mar  ani-  ^ecn^ss'  1j 
gliofa  in  tante  incomnwdità.&'pericoli  la  perfeueran^a  loro ycon fermata  da  fetmò  due 
ta  uirtà  &  dalla  diligenza  di  Confaluo:  ilquale  hora  dando  jperan^a  della  uè  £  Bafuua! 
nuiaprefla  di  duemila  finti  T  edefebuà  follare  i  quali  haueuamandato  Ot-   &  mandò  a 
.  tauiano  Colonna  in  Germania;hora  d'altri  foc  cor  fi;  hora  (pargendo  fama  di  sentili  t 
uoler  ritiraifi  per  mare  a  Taranto;glifoflentauai&  ancora  molto  più  con  fef  g'p^a  t>*w* 
f empio  tollerando  m  fé  mede  fimo  con  allegro  animo  tutte  le  fatiche ,  e  tutta  fai'uo"^- 
la  ftrcttczga  del  uiusre,&  di  tutte  le  cofe  neceffarie.  In  tale  flato  ejìendo  ri-  fc>  c**«  Boa 
dotta  laguerra;cominciarono  per  la  negligenza,  &  per  gì' infoienti  portarne?1*  «"batcVi °  a 
tir  de  arance  fi, ad  efìer  fupcriori  quegli,che  in  fin  a  quei  giorno  erano  flati  in-  u?8lia  del 
fcrìoriipcrchegli  huomini  diCaflellancta  terra  uicina  àBarletta,diffcrati per  recedo  "ac 
i  danni,  &  ingiurie ;che patinano  da  cinquanta  lande  Francefi  >  che  u'allog-  bitno> &u 
gìauano ,  pr  e  fé  popolarmente  l'armi  li  fualigiarono  :  &  pochi  dipoi  Confai-  rlcca^ou 
uo>  hauendo  notitia,  che  Mons.  della  Valiffa ,  ilquale  con  cento  lande,  e  tre-  cexla* 
cento  fanti  alloggiaua  nella  terra  di  Rubos y  diflante  da  Barletta  dodici  mi- 
glia ;faceua  guardie  negligenti  ;  ufeito  una  notte  di  Barletta,  &  condotto- 
la Rubos  y  &  piantate  con  grand  iffima  celerità  l'artiglierie  Jequrdi  per  efie- 
re il -camino piano  haueua  facilmente  condotte  feco-,1' affollo  Con  tale  impeto^ 
che  i  Francefili  cjualiafpettauano  ogn  altra  co fayfp attentati  dall'afe  alto  impro 
kifo  ;fatta  debole  difefa  fi  perderono  rimanendo  wfieme  con  gli  altri  il  Tarif- 
fa prigione  :  e' l  giorno  mede  fimo  fé  ne  ritornò  Confaluo  a  Barletta  fen%a  peri 
colo  di  riceuerenel  ritirar  fi  da  IS^emors,  Hquale  pv  i  hi  dì  wnan^i  era  uenuto  a 
Cane faranno  alcuno:  perche  le  genti  fue  alloggiate  per  tenere  Barletta  afk- 
diatadapiu  lati,& forfè  per maggior loro  commod ita  in  uartj  luoghi  ;non  pò- 
tcuano  efiere  a  tempo  a  congregarci  :  &  s'aggiimfe ,  che  cinquanta  lande  de3 
Francefi ,  mandate  per  pigliare  certi  danari y  chef  conduceuano  da  Trani  a 
Barlettaifurono  rotte  dagenthlequaliper  afficurare  i  danari  erano  fiate  man 
date  da  Confaluo .  Seguitò  apprefio  a  quefli  un  altro  accidente ,  che  diminuì 
affai  l'ardire  de*  Francefi , non. potendo  attribuire  alla  malignità  della  fortuna 
quello hch 'era  flato  opera  propria  della  uirtu:  perche  efiendo  fopra  la  ricupera 
tione  di  certi  foldati,ch' erano  flati  prefi  in  Rubo  sbandato  un  Trombetto  a  Bar 
ktta  per  trattare  di  rifeuotergli,furono  dette contra  i  Francefi  da  alcuni  huo- 
mini d'arme  Italiani  certe  parole  ,cbe  riportate  dal  Trombetto  nel  campo  Fra 
cefe>&  da  quegli  fatto  riffiofta  agl'italiani;  accefono  tanto  ciafeuno  di  loro,, 
•  !.  che 


' 


LIBRO 

che  per  fofienere  Fbonore  della  propri  e;f  ce-        ono ,  che  in  cdri.pd 

a  L'abbatti  ficuro  a  battaglia  finita  combatteffero  mfteme  tredici         ini  dWwc  Trance 

mento  dc\  fi,  e  tredici  h  uomini  d'arme  Italiani:  &  il  luovo  del  combattere  (offe  (Intuito 

ti    Italiani  »                                                                                                 ^< 

contra  i  *!j .  ài  *>&*  campagna  tra  Barletta,  binària ,  &  Quadrato  :  douc  fi  condite  e  fiero , 

Jwcefi  heb  accompagnati  da  determinato  numero  di  genti  .'nondimeno  p:r  afficurarfi  dal 

irGiouio  ,  (infidie  ciascuno  de  Capitani  con  la  maggior  parte  deli  e  fi  ere  il  o  accompagnò 

principio  p  i  fai  ìnfino  a  me%o  il  camino  yconfirt  a- uìogli.  ebe  effóndo  fiali  [celti  di  tutto 

caPrio°Ano  (efferato  ;  corrijpond  efiero  con  (animo,  &  con  l'opere  aìXeffenaùone  conce- 

ierio,  detto  pUtaycb'era  tale,cbe  nelle  loro  inani,  &  nel  loro  mdofe.fi  fnffe  con  communc 

n"  il  Mot-  confentimento  di  tutti  collocato  (bonore  di  sì  nobil  natimi*  Kicordaua  il  Fi-  a 

ta  Fran  cefe:  cer£  prancefe  a  fuohqtiefti  effere  quei  mede  fimi  italiani-,  ebe  non  battendo  ar 

ìo  f  rìgton  dire  di  fofienere  il  nome  de  Francefi  >  baueuano  fen%a  fare  mai  efpcrientia 

da  Diego  £€yia  fa  uirU\  (\atQ  iQYQ  rempre  la  inacquante uolte '-dall' \Alpi  baueuano  cor- 

&  trouando  [o  injm  ali  ultima  punta  d  italia;ne  bora  accendergli  nuoua  gcnerofitad  ani- 

f!:?  un  che  m0i0  nuouo  tiigore,ma  trouandofi  a  gli  fiipendij  de  gli  Spagniwli,&  fottopo 

conaiuo  fii  a  loro  comandamenti  ;  non  bauere  potuto  contradire  allauolontà  keffi  :  i 

Soni? pSò  l1^*  affueti  a  combattere  non  con  uirtù,  ma  con  infidie,&  con  fiaudeffi  fa- 

contra  l'ho  cenano  uolentieri  otiofi  riguardatoci  de  gli  altrui  pericoli  :ma  come  gì3  Italia- 

"arìanì?  il»  ni  fHJTero  condotti  fui  campo ,  &  fi  uedeffero  a  fronte  (arme,  &  la  ferocità 

cheriiaputo  di  coloro  da  quali  erano  flati  fempre  battuti, ritornati  al  confueto  timore;  ò 

co^nncH  non  ardirebbono  combattere^  combattendo  timidamenteffarebbonofacilprc 

mandò  a  fa  loro;non  effóndo  /ufficiente  feudo  contra  il  ferro  de*  uincitori  ilfondamen 

Koua^che  to  fatto  fulle parole, &  brauerie  nane  degli  Spagnuoli.  Da  altra  parte  ^>Con  b 

di  gì:  i  paga  fiaiuo  infiammami  con  no  meno  pungenti  flimoli  gì*  Itali  ani, riducendo  loro  in 

ha  wua  t  io-  memoria  gli  antichi  bonon  di  quella  natione*  &  la  gloria  del(  arme  loro, co  le 

uà  to  co  m.  qffòfo  già  tutto  l  Modo  domato  baueuano;  effere  bora  in  poteflà  di  quefti pochi 

Sa  bramirà,  no  inferiori  alla  uirtù  de*  loro  maggiori :far  manifeflo  a  ciafcuno,che  fé  Italia 
uincitrice  di  tutti  gli  altri  era  da  pochi  anni  in  qua  fiata  cor  fa  da  efierciti  fo- 

b  il  g  ionio  reftieri;efterne  fiata  cagione  non  altroché  la  imprudenza  de  fuoi  Trincipi:  i 

netti,  z.  dei  quali  per  ambinone  di  fi  or  danti  fra  loro  medefimi,per  battere  tun  (altrojar 

lav  i  ta  cu  co  ■  aranjere  chjamate  baueuano  mori  ha  uere  i  Francefi  ottenuto  in  Italia  uit- 

te,c  he  Pro-  torta  alcuna  per  nera  uirtu,ma  o  aiutati  dal  conjiglio,a  dal  armi  de  gì  Italia 

'V  eCorta"  ni;òper  effere  fiato  ceduto  alle  loro  artiglierie  ;con  lo  ffauento  delle  qualhper 

te  pfn»a&i*i  effere  fiate  co  fa  nuoua  in  Italia,  uonper  lo  timore  delle  loro  armi  cfierglifia- 

poTuT'con  ta  data  lafirada;hauere  bora  occafione  di  combattere  col  fe^ro,&  con  la  uir 

io .  Et  è  tu  delle  proprie  per  fone,  trouandofi  pre  finti  a  sì  gloriofo  fpettacolo  le  princi- 

toq.nitonb  P»»J 


tn  quel  luo 


qutftòab  Pak  natimi  de*  Cbrifiianue  tantanobiltà  de  fuoi  medefmhi  quali  cofi  daliu 
memo  naparte,come  dall'altra  hauer  eflremo  defiderio  della  uittoria  loro iricorà 'af- 
fla fi  effere  fiati  tutti  allieta  de' più  famofi  capii  ani  à'ltalia,fiutriti  continua 

che 

in  che  roo 

do  gl'i  tei:*  .     cJrCm 

ìii.  toCero  nrmntì  f(Tì}eicauaI'i,cjuaIi  premij  follerò  prppofthe  in  che  modo  le  lance  loro  lotterò  piti  lunghe, 
&ci:i  conicguiUero  fa  uittoria; 


mette  mente  fotta  (armi;  &  bauere  ciafeuno  ci'effi  fatto  in  uarij  luoghi  (oneratoli 

:he  tao  •  _hl. 


fe 


Q^  V    I    N    T .  O.  i'H 

ejberìentie  dèlia  fua  uirtà  :  &  però,ò  effer  desinata  a  cachi  la  palma  di  ri-  • l}  t3P°  * 

H  .1  .     i«  «  i »        ì      •  i.  i        l    A  r  >  ->  difegnato  i 

mettere  il  nome  Italiano  in  quella  glorid,nella  quale  era  Jlato  non  job  a  tepo  mezo   ài 

de'  loro  maggior  i;ma  uè  Ihaueuano  ueduto  effi  medefimi;ò  non  fi  confeguen-  ^^Andri  * 

do  per  quefle  mani  tanto  bonorejhauerfi  a  disperare \  che  Italia  potè  (fé  rimane  co  un  jòko 

re  in  altro  grado,  che  digiominiofa,  &  perpetua  feruità .  7{è  erano  minori  |"n'ottauo 

gli  ftimoliyche  dagli  altri  Capitani,  &  da'  [oliati  particolari  deli  uno,  &  del  di  miglio. 
I altro  esercito  erano  dati  a  ciafeun  di  loro, accendendogli  ad  effer  fimi  li  di  fé  r 

mede  fimi, ad  effaltare  la  propria  uirtà  lo  (flend(jre-,&  la  gloria  della  fua  na  ni ,  dice  ii 

a  tioneied  quali  conforti  condotti a  al  campo  pieni  ciafeuno  $  animo,  &  d  ardo  Gl0^°.» fcn 

te ,  effendo  luna  delle  parti  fermatafi  da  una  banda  dello  {leccato  oppofitaal  putò  i  amai 

^  luogo  doue  s'era  fermata  l  altra  parte  ;come  fu  dato  ilfegno  ;  b  cor  fono  feroce  J1'*1^  "5 

mente  afeontrarfi  con  le  lanciemelquale  [contro  non  effndo  apparito  uantag  corfero;  ma 

fio  alcuno  ,mefìo  con  prandi/lima  animofnà ,  &  impeto  mano  ali  altre  arme ,  f/Fetur^no 

i-       n  ■    r         1   1  ir         ■  J\  r  m      t  r         •  I  incontro 

dimojtraua  ctajcun  di  loro  egregiamente  la  fua  uirtUìConJejjandoji  tacitamen  de'  Fràcefi:i 

te  per  tutti  gli  ffiettatori,cbe  di  tutti  gli  effer  citi  non  poteuano  efier1  eletti  fol  ^&\!iìl\ 

dati  più  ualorofi,nè  più  degni  a  fare  sì  glorio fo  paragone  :  ma  efìendofi  già  co*  le  lor  lance 

battuto  per  non  piccolo  fbatio  &  coperta  la  terra  di  moltipeTgi  aarmadure,  pJlimUanSchó 

di  molto  fangue  di  feriti  da  ogni  parte,  &  ambiguo  ancora  l  euento  della  bat  le  lor  punte 

taglia ,  riguardati  con  grandìjfimo  filentio,  ma  qua  fi  con  non  minore  anfietà,  l  "el  "ofa^e 

e  trauaglio  d'animo,  che  haue fiero  eglino,  da'  circvflantiyaccade,  che  GulieU  te  minici . 

t  mo  e  ^Albimontcuno  de  gì  Italiani  fu  gittato  da  cauallo  da  un  Francefeàlqua  L»Aibim5 

le  mentre, che  fero  cernente  gli  corre  col  cauallo  addofìo  per  ammainarlo;  Fra  te,  c'i  s  idìci 

cefeo  Salamone  correndo  al  pericolo  del  compagno;  ammainò  con  un  grandini  ^J^^l 

d  mo  colpo  il  d  Francefe ,  che  intento  ad  opprimere  l*Albimonte;  da  lui  non  fi  no  uaijpor- 

guardaua:&  dipoi  infwme  con  l'^Albimonte  j 'era  folleuato,et  col  Miale,cb'e  [^Vl  ^Q^ 

ra  in  terra  ferito,  prefi  in  mano  (pedi ,  che  a  quefto  effetto  portati  haucuano  ;  io  fteccato , 

nmmaT^arono  più  cauai  de'  nimici:  donde  i  Frane  e  fi  cominciati  a  reflare  in  fé  ™  *0'n  c^  "  \ jj 

riori;  furono  chi  da  uno,chi  da  un  altro  de  gì  Italiani  fatti  tutti  prigionia  qua  Fanfuiia,  ca 

li  raccolti  congrandiffìma  letitia  da  fuoi,  &  rincontrando  poi  Confaluo ,  che  Cauam,cfmi 

gli  afpettaua  a  me%o  il  camino,riceuuti  co  incredibile  fefìa,&  honore,ringra  &o  a  piedi, 

tiandogli  ciafcuno,come  reflituitori  della  gloria  ltaliana;entrarono  come  trio  m-,^  ear°gU 

fanti,conducendofì  i prigioni  innan^iàn  Barletta,ribombando  laria  difuono  fPicdi« 

di  trombe, &  di  tamburi,  di  tuoni  d'artiglierie,  &■  diplaufo,&  grida  milita-  d  ouefti  fu 

tMegni  che  ogni  Italiano  procuri  quanto  è  in  fé,  che  i  nomi  loro  trapaffxno  al  ciaudiod*  a. 

tapofteritàjnediate  l  infirumento  delle  lettere.  Furono  adunque  Hettore  Fie  ^^nte* 

e  ramofea  C apuano, Giouanni  Capoccio,  Giouanni  Bracalone,&  e  Hettore  Gio  portò  u  pe- 

uenale  Romani,  Marco  Carellario  da  l^apoli,  Mariano  da  Sarni,  Romancllo  Soutliajgi* 

da  t orli, Lodouico  jLminale  daTemi,Fr  ance f co  Salamone  ,<&  Gulìelmo^AU  p«  n«ion 

limante  Siciliani^ Miale  da  Troia,  el  Riccio,  e  Tanfulla  Tarmigiani,  nutriti  Uouf  cóbat 

tutti nellarmhò  fitto  i  Re  d'^ra?ona,ò  fotto  i  Colone fi:&  è  cola  incredibile  tet   contra 

T,  l'honor  del 

V  quanto  la  patria.  • 

r  €   Hettore  fudetto  per  (opranome  braccio:  &  Mariano  da  Sarno  fu  de  gli  Abignenti.Lodouico  Aminaie*è 
detto  Lodouico  Berfàuoli  daTiano.&non  da  Terni.  Mialo  da  Troia  lo  chiama  Mcialc  di  Tofcana:  &Taa 
"   fclia,  Parmigiano,Tito  da  Lodi  è  nominato  dal  Giouio. 


LI  'B    11    O    1 

quanto  animo  togìiefie  quello  abbattimento  alteficrcito  Trànce  fé,  &  quanto 
natii  refe  fi  e  ali  e  fi  er  cito  Spaglinolo, facendo  ciaf  cimo  prefagio  da  quifla  ifye- 
rien%a  di  pochi  del  fine  uniuerfale  di  tutta  la  guerra.  Era  in  qucflo  topo  mede- 
fimo  il  Redi  Francia  moleflatoin  Lombardia  da  gli  S  iutieri, fatto  ilprinci 
pio  non  da  tutta  la  nationcma  da  i  tre  Cantoni  occupatori  di  Bellin7$ne:iqua> 
li  udendo  indurlo  a  consentirebbe  quella  terra  fnfie  loro  propria;afialtarono> 
Luiherna  &  la  Murata  muro  di  lungh  e?ga  grande  fu  l  Lago  Maggiore  pref 
fu  a  Lu  .beni  a:  per  loquale  fi  probibìfee  lo  feenier  di  quelle  montale  alla  pia, 
nura>fe  nenper  una porta,che  fola  è  in  quelmuro:  &  benché  nelprincipio  ria 
rottem fero  per  la  difefa  de  Trance fi,che  uiflauano  a  guardia-  &  che  Clamo 
te  ìlqualcon  800.  lanciere  tre  mila  fanti  s  era  fermato  a  Varefc,&  a  Gale- 
ra-^Jf  erafie  eh' 'ella  s'hauefie  a  difendere;  nodimcno  crefciutipoigli  Sui'Zgerl 
di  numero , perche  hebbono  foccorfo  da  Gr  igieni,  dopo  molti  affiati  dati  in  uà 
no'jfaliti  una  parte  di  lorofopra  uriajbro  mote,che  foprafala  Murata;coflrin, 
fono  a  leuarfene  coloro, che  la  guarà  auanoiet  prefo  poi  il  Borgo  di  Lucherna  > 
ma  no  la  Rocca;ogni  dì  aumétauano;perche  gli  altri  none  C  aioni  J  e  le  da  prin- 
cipio haueficro  offerte  gèti  al  Re  per  la  cofederatione  x haueuano .  e  lui;comi. 
aarono  pei  a  dar  foccorfo  a  tre  Catoni, allegando  non  poter  mancare  d  aiuta, 
re  i  loro  compagni,  &  efierne  tenuti  per  le  leghe  antiche)  ch'erano  tra  loro,an> 
ter  ieri  alle  ubligationi,c  haueuano  con  tutti  gli  altri:  &  mentre, che  già  innu 
■  ■      mero  1 5  .mila  fono  intorno  alla  rocca<no potendo  i  Franccfifoccorrerlaperla  j 
freticz^a  de'pafii ,  &  per  le  diligenti  guardi  e  ui  faceuano;  attendeuano  a 
predare  il  paefe  circÓfiàte;etfdegnati  chél  Catellon  di  Mufocco  terra  di  Già 
Iacopo  da  Trinici  ricufaua  di  preflar  loro  l'artiglierie  per  battere  la  rocca  di   , 
Lncherna;faccheggiarono  la  terra  di  Mufocco  non  mokfiado  la  rocca ,  perche 
era  inefftugnabile.  Dall' altra  parte  i  Trance  fi  facendo  flima  non  piccola  di  que 
fio  moto, hanendo  raccolte  tutte  lefor%e,chaueuauo  in  Lombardia,&  ottenu 
aòueftiaiu  r/  a  ^ut^a  Bologna,da  T  errar  a,  &  da  Mantoua,ricercarono  i  Vinitiani.^ 
ri  fufonodi  de  fufiidij  debiti  per  difefa  dello  flato  di  Milano.'iquati  bauendogli  promefii 
forte :  300.    prontamente  ;  Qlt  (hedirono  sì  lem  ameni  e, che  non  furono  ne  ce  fi aru. attende 

t)3  ititi  ieri ,     1  »        j  1     1  1         1    r  i'  »  /         ì  •      "•'j.      C 

fecondo   il  uaCiamonteJ?auédobenpròucdutelefurtc'ZXe,cberanone  luoghi motucji, 

Buonaccor   a  tenere  [egenù  allapianura.fperando  che  gli  SuiTgeYhcbe  rio  ardiuano  per 

rio  baucre  ne  eaualline  artiglierie  fc  end  ere  ne  luoghi  aperti  fi  flracchcreb- 

bonoper  la  difficultà  delle  uettouaglie,&  perche erano  fen7sadanaru&  fen- 

ro^nch"  %  %a$eran%a  di  far  effetto  alcuno  importante  melquale flato  efiédogli  Sui^e 

prc:ente       n  dm0rati molti  dì,&  crefecndo  lapenuria  delle uettouaglie,perche  i  Tran  . 

;SuizzCCngcèr  cefi  armati  molti  legni  haueanofommerfe  molte  bar  checche  coauceuano  uet~ 

»  qu-  n  t  i i  t  à  touagUe  a  gh  suix^eri,  et  impediuano,c  he  per  lo  lago  rio  ne  potè  fi  ino  ballerei 

tf in  le*  oc    &  cominciando  a  difunirfi  tra  loro  perche  limprefa  no  atteneuafe  no  a  Cato 

Pm.uauyd!    nixbepofiedeuanoBellmrz$ne,corrotti  ancora . i  Capitani  da  denari  de  Tran 

JiniuaVo.  *  cefiifurono  alla  fine  cotenti  di  ritirarfi,reflituite,da  Mufocco  infuora,come  co 

Buonacc.  •  ja  ^  apparteri^e  al  Resumé  le  terre  occupate  in  quefla  iftcdit  wne3et  *>  otte  b 

**  tinta 


Q_V    T    N    T    O.  if4 

nuta  dal  Re  promefia  di  no  moleflar  Belli  tifone  fra  certo  tempo  .-tanto  efanoì 
France fi  alieni  da  uoler  lanimicitia  de  gli  Sui^^cri.che  no  fi  uergognauano 
no  folamente  in  queflo  tempOyc'baucuano  guerra  co*  Re  di  Spagna,  temeuano 
del  Re  de  Romani,  &  haueano  foretti  i  Vinitianu  maetiadioin  ogn  altro 
tempo.ccperar  l'amicitia  di  quella  nationeycon  pagar  proni  foni  annue  in  pu- 
blico,&  in  priuato,&  fare  accordi  co  loro  co  indegne  ccditioniymouédogii ot- 
ti tra  il  no  cordare  della  uirtù  de  fanti  propri* >il  conoscerebbe  a  COKI  difa- 

Coji  liberato  il  Re  fciatorl  dc 


mo minore  n>h  sòiìù 

*d  Ak-ls.ii 


uantaggio  grande  fifa  la  guerra  co  e  hi  no  ha  che  perdere.    Co  fi  libc 
di  Francia  dalla  guerra  degli  Suiìtgcri;  no  banca  nel  tipo  mede  fi 

'  jperan^a  di  liberar fi  dalla  guerra  ,ch'crancl  reame  di  Ts[apoli:  perche  dopo  !Ulvìag!u* 

molte  pratiche  di  pace  tenute  ueraméte  tra  l'uno, &  l'altro  Re,noUdofcne  ri  nii  l  :b  8 di 

tornar  di  Spagna  in  Fiadra  Filippo  arciduca  d\Auftria}  &  Trincile  di  Fian  ,\ìi '^"a  t?i 

dra;deliberòybéche  cotramolti  prieghi  de '  fuoceri, ritornar  fate  per terra;  dai  ch<  1xrclta_ 

tjuali  ottene ampia  facilità >&  libero  mandato  difarelapacecolRediFran  ■  quaVuna" 

tia,ftata  moltomctre  ch'era  in  Ifyagna  procurata  da  luì;ma  accopagnandolo  »»*«.« . fl* 


,pu4tio 


exercuus 


due  loro  KAmbafciatoriìfenl^a  la  pariicipation  de'  quali  non  uolea  cofa  alcuna  ciw  , 
ne  conchiudere \ ne  trattare.  Il  in  credibilconcuantamavnifìcentia,  &  ho-  à%d*?S  po/. 
nore  fup  e  per  ordine  del  Re  riccuuto  per  tutto  l  Regno  di  Franaa,no  filo  per  tutti  gii 
defiderare  di  farfelo  propino  nellapratica  dell 'accordo  \  ma  per  conciliarfi  per  ^e  Aidì^n 
ùgn^  tipo  l'animo  di  quel  Vr incip e  gioitane y  &  in  emettanone  di  fomma  potè  fa»**  pi* 
tiaiperche  era ilpiuproffimo  alla  fuccefjìone  dell'imperio  Romano,&  de  Rea  n^coV^' 
mi  di  Spagna  co  tutte  le  depèdentie  loro:  &  con  la  medefima  liberalità  furo-  quiftadógiij 
no  raccoltiy&  fatti  moltidonatiui  a  quegli  ch'erano  grandi  apprettò  a  lui:aU  ÌSJX'JK 
lequali  dimojtratioìii  corrijpoje  co  magnanimità  Reale  Filippo:  perche  haue  no)  ucioci- 
doilRe  oltra  la  fede  datagliycb'e  potefiepafiareper  Francia  ficuramcteyma  J^Jf-11  l]l4 
dato  perfua  ficurtàaftare  in  Fiandraaanto  ch'egli  fufìepafiato  alcuni  de  «a* 
primi  Signori  del  Reame;Filippo  come  fu  entrato  in  Francia  per  dimcflrare 
diconfidarfi  in  tutto  della  fuafede:  ordinò  che  gli  (ìatichifufs 'ero liberatile 
a  quefle  dimoflrationid'amicitia  tanto  grandi  fuccederonoyper  quanto  fu  in  lo 
ro  effetti  minori;  perche  conuenutifi  a  Bles  dopo  difeufiione  di  qualche  gior- 
no ;  conchiufono  la  pace  con  quefle  conditimi.  Che'ì  Reame  di  J^apolifi  'pò fi  e 
de  fi  e  fecondo  la  prima  diuifione;ma  lafciato  in  dipo  fino  a  Filippo  le  protènde, 
per  la  differen%adelle  quali  s'era  uenuto  all'arme;  &  che  diprefente  Carlo  fi:o 
figliuolo,&  Claudia  figliuola  del  Re ,  tra  iqualififiabiliua  lo' fponfalit  io  al- 
tre uolte  trattato  ;  s'intitolafiero  Re  diljapoli ,  &  Duchi  di  Tuglia  *  &  di 
Calauria:  che  laparte,che  toccana  alRediSpagnafufiein  futuro  gouemata 


-trimoniojil  Re  confignafìeper  dota  della  figliuola  la  fuàportioneda  qual  pai 
'(efufolénementepublicatanellaChieJàMaggiorediBl^ 
giuramento  del  Re,  &  di  Filippo.come procuratore  de  Refuoifuoceri  :pat^ 
certamente  fé  hauefie  hauuto  effetto  di  momento  gradiamo  ;  perche  non  fole 

Fi        fi 


.LIBRO 

fi  pò  fauno  l'armi  tra  Re  tanto  potenti ,  ma  dietro  a  quefia  farebbe  fiottata- 
la pace  tra  il  Re  de1  Romani,  el  Re  di  Francia  ;  onde  contra  i  Vìnitiani  na- 
fien.ino  vuoiti  penfieri:e  il  Tontefice  foretto  d  tutti ,  &  in  pe filmo  concetto 
a  il  maJato  ^  tiàfttàio  *> non  rimaneua  fen%a  timore  diconcilij  ,  &  d'altri  difegnidde- 
&l  Re  lq-  preffione  della  fua  autorità  t  Ma  hautndo  fubito  a  /"/  Rey&  Filippo  mandato 

cinico    a'  1  -  i~-        i-      i  .  •-  .  .     * l  . 


tuoi  capita  ncl  *S^  di  ^Poli  ad  Mimare  la  pace  fatta,  &  d  comandare  a, capitani* 

~:  .  .V  .:    .•      „L~  J^/Zr**  Ì4-*~t+*.   *,n~,lfX~  /«..^:/!.^: i  »  ,^      t-  „.    -.-.  .:■:■  />_  Jf  _i  •  ili   lì. 


b 

pnic  » s  o  3 .  comandamento  da  fuoi  Re;nonpoteua  omettere  di  fare  la  guerrazalla  con  ti- 
Buonacc.      nmt\one  dellaquale  gli  daua maggior  animo chel  Redi  Francia Jperandepri 
b  vtdìdod  ma  nelle  pratiche)  &poi  nella  conclufwne  della  pace  >  &prefupponendo  per 
ifo^vQ  e!  queUche  ancora  era  incerto;  haueua  non  folamente  raffreddato  l  altre  proni* 
i?ua  prima  fionima  fopratenuto  tre  mila  fanti,  che  prima  haueua  ordinatoychc  à  Ceno-' 
uliSbftè  m  s  imbarcaflero,&  $oo.lancie  deftinatz,che fitto  Tersi  andafierad  quel- 
li tuo  Re,  /  iraprefa  :  &per  contrario  d  Barletta  erano  arrinati  i  due  mila  fanti  Tede- 
unw  afcqu°i  fc^  ^ali  fidati  confauor  del  Re  deyRomani,&  imbarcati  fi  a  Tricfte  era\ 
fto,che  non  no  cograue  quere'a  del  Re  di  Fracia.pafiati  fìcuraméte  per  lo  Golfo  de  Fini 
tìfi"  »brac  tianiietpero  il  Duca  di  ISlemors  non  pùtido  prometter  fi  la  fofpenfwne  dell' ar 
tordo,  bbo-  mey  et  indebolito  per  i  dani  riceuuti  poco  innari  per  efierfofjìciéte  fi  l  occafio 
ne  tinuitaffe ,  b  la  neceffitd  lo  cofirignef e  a  combattere  conimici  ;  mandò  4 
chiamare  tut  e  le  gè  ti  F race  fi,  ch'erano  diuife  in  uarij  luoghi*  i  a  quelle  infuo 
ricche  fitto  obignì  militauano  in  Calauria,e  tutti  gli  aiuti  de*  Signori  del  Re 
%  Atti  Dlfi  *  $>no  :  ma  hebbe  ncl  raccorle  auerfa  lafortuna.-perche  hauédo  il c  D  uca  d  'jttri> c 
chiimaua     e*r  Luigi  d' *Ars,uno  de  Capitani  Fraceficbaueuano  le  géti  lorojparfi  in  Ter 
teo  A^qua  ui  ra  d'Otranto,  deliberato  dì  andare  infieme  ad  unir  fi  col  Vicerl,percheprefenti 
uà:  &  Luigi  uano>  che  Tiero  lS(auarra  con  moltiffmi  Spagnuoli  era  in  luogo  da  potere  lo- 
toALodou!-  Y0  nuocere  fi  fufi  ero  andati  fiparati;accade \  che  Luigi  d'<Ars,hauendo  hauu- 
coArfio  dai  to  opportunità  di  codurft  ficuro  da  jeflefio;  partì  se%a  curar  fi  delpericolo  del 
ii?At\hv\  Duca d'^£tri:alquale,rimafo filone  fi  endo peruenuto d notitia , chel ^[auayra 
ta  di  coniai  fi  era  mofio  uerfo  Materaper  andare  ad  unir  fi  conConfaluo  ;fì  mefie  ancora 
e  fio  in  camino  con  la  fua  gente  Ma  1^01^  baflauano  i  configli  humania  refi 
fiere  alla  fortuna:per che  hauédo  gli  huomini  di  Rutiliano  Terra  in  quel  di  Ba 
rid  quali  in  quei  mede  fimi  giorni  s'erano  ribellati  da  Francefì, chiamato  vie 
tro  J^auarra;  &  però  egli  uolgendofi  dal  camino  cominciato  di  Matera  uerfo 
Rutiliano;  fi  feotrò  nel  Duca  d! \Atri:ilquale  fiauétato  da  queflo  accidèteflet 
tefofbefo  di  quello,  che  haueffi  a  far  e*  pure  non  efiendo  fteura  in  tutto  la  ri- 
tirata,et  confidando  fi, che  fi  bene  era  inferiore  di  numero  di  fanti ;haueua  pili 
.    caualli,&  filmando  che  la  fanteria  Spagnuola  per  hauere  la  notte  fatto  lun- 
go camino  fufie  firacca;appiccò  la  battaglia:  nella  quale  efìendofi  da  ogni  par 
te  combattuto  m\mtemente}fu  alla  fiwrolta  la  fuagcnteimorto  Qiouanjln 


SESTO.  15&      • 

gno  di  1$apoli:&  perche  in  queflo  me%o  non  fi  perdeffe  Gactay  &  le  caHel  r^r^ 
la  di  f^apoliymandarui  con  prefìtta  per  mare  foccorfo  di  nuouegentiyet  inwnto  ai  - 
di  tutte  le  co  fé  necefìa  riey<^r  per  impedirebbe  di  Spagna  non  u'andaffe  foc  ^-j^uefot 
corfo y  ilcbe  era  fiato  caufa  di  tutti  i  difordini  ;  affaltare  con  due  efferati  tezze  di  ka 
per  terra  il  I{egno  di  Spagna,mandandone  uno  nel  contado  di  B^ffiglione ,  f^1'',^^ 
che  è  contiguo  al  mare  Mediterranee  ;  l'altro  ucrfo  Fonterabia^  &  gli  al-  fa  con  l'ani 
tri  luogbi  cir  collanti  pofli  fui  mare  Oceano;&  con  un'armata  maritima  fì1";^1^ 
molejìare  nel  tempo  mede  fimo  la  co[iicra  di  Catalogna^  di  Valenza:  le-  la  ongno- 
quali  jpeditioni  mentre ,  ebe  con  grandifjìma  follecitudine  fi  preparano  ;  Jjjjj*  ^^J 

a  Confaluo  intento  all' eff  ugnati e  ne  delle  C  afella  di  !<{apoli  ;  *  piantò  l'arti  tio,poì'u  io 
glierie  contra  Caflelnuouo  alle  radici  delMonte  di  SMartino\onde  di  lue-  j^^j^S 
go  rileuato  fi  baiteua  il  muro  della  Cittadella:  laquale  funata  di  uerfo  il  uè  i  difcnfo 
detto  monteyera  di  mura  antiche  fondate  quaftfopra  terra  :  &  nel  tempo  ìj^$rJóti 

b  mede  fimo  b  Vietro  r^[auarra  faceua  una  mina  per  rouinare  le  mura  della  do  loppor- 
Cittaddla ,  &  finalmente  fi  batteuano  le  mura  del  caflello  della  torre  di  "crllca  JJtì. 
San  Vicen^o  ,  fiata  prefa  pochi  dì  prima  da  Confaluo.  Era  allbora  Caflel  giiexie.-iichc 
Wjióho  informa  diuerfa  dalla  prefente-.perche bora  leuata  uia  la  Ciìtadcl  *£  auttore 
laxomincia  dou  erano  le  mura  di  quella  un  circuito  nuouo  di  muraychefi  »nfcrifce,oi- 

,.„       ,  ,  t   i       n    ìi     •    r  ti  t  1  •  -tra  quanto 

difende  per  la  piazza  delcajtello  tnfino  alla  mar  mania  naie  circuito  prin  ne  fcriue  a 
cipiato  da  Federigoy&  aliato  da  lui  infino  al  baflioneyfabricato  di  Mura  giouìo. 
gliafortey&  bene  fondata ;è  molto  difficile  a  minar  e^per  efier  contra  mina  b  u  giorno 
ta  bene  per  tutto,&  perche  la  fommità  dell'acqua  è  molto  uicina  alla  fu-  fi  à^  la 
perfide  della  terra:&  era  il  dijegno  di  Confaluo  prefa,cbe  haueffe  la  Cit-  |aal n"^  il 
tadellayaccoftandofi  allafcarpa  del  muro  del  caflello >s j ?oi "zar fi  di  rouinar  Nauarro  «. 
io  con  nuouemine  :  ma  dalla  temer  itày  ò  dalla  mala  fortuna  de  Francefi  n^Giomo. 
gli  fu  prejentata  maggiore  occafione  :  perche  poi  che  alla  mina  condotta 
alla  fua  perfettione  fu  fatto  dare  il  fuoco  da  Vietro  7$auarra;aperje  firn  fn  J{'^ 
peto  della  polvere  il  muro  della  Cittadella:  &  nel  tempo  mede  fimo  i  fanti  ™  incerchio 
Spagnuoliycheftauano  in  battaglia  affrettando  queflo>  parte  per  la  rottu-  ^tQ<SLt5 
e  ra  del  muroyparte  falendo  con  le  fiale  da  più  bande; c  u  entrarono  dentro:  <^  France- 
&  dall'altra  parte  i  Francefi  ufeiti  del  C  alleilo  per  non  gli  la  filar  e  ferma  p„  j^^/^ 
re  nella  Cittadella  ;  andarono  incontra  loro  :  dalle  for%e  de'  quali  in  poco  uionfak,&. 
tempo  foprafattiyritirandofi  nel  riuellinoygli  Spagnuoli  alla  me f colata  co  fj  lpeil*o  3 
loro  u  entrarono  dmtroy&  (binzendofi  col  mede  fimo  impeto  alla  uia  della  potè:  in  che 

.  in  i  •  i         ir  'Ci'  èdaefferue 

portandone  non  era  allhor a  il  nuouo  torrione  yilquale  fece  poi  fabricare  dutoii  Gio 

Confaluo;accrebbero  ne  Francefi  già  inutili  tanto  il  terrore»  che  in  meno  uio  nen.b. 

d'una  me%a  bora  perduto  al  tutto  l'animo  ;  dettono  il  Caflello  con  le  rob-  dj  Confai_ 

beydelle  quali  ui  era  fuggita  quantità  gràdiffima,  &  perfone  loro  a  di  fere  uo:douc  feri 

tione:oue  reftò  prigione  il  Conte  di  Montorio  y  &  molti  altri  Signori .  Et  ^Odo  con 

riufeì  quefto  acquifto  più  opportuno  .-perche  il  dì  feguente  arriuò  per  foc-  ^ìuo  compa 

Correrlo  animo  a'C 
iuoi,chi  foffe  prirro  a  falire,&  in  qmì  modo  fi  mefiti  anchora  hogg»  un*  forta  di  bioniche  aU'hoia  non 
^oiè  oftet  pallata  dall'artiglieria. 


*  il  Gioii*  LIBRO 

iViodc^dL  correrlo  da  Gettona  {marmata  di  fci  Inaiti  §rofie  >  &  di  molti  altri  le gvi 
att  dik'o  carichi  di  uettouaglie,d'armr,&  di  munitione,&  con  une  mila  fanti  :fi:U 
spgniola  l  approffimarfi  della  quale tarmata  Spagnuola, ch'era  nel  porto  di  T^jpO 
alia  signor  ij.fi  ùfirà  ad  ifchia:doue  intefa,che  hebbe  la  perdita  di  Caflel  tyouo  ;  la 
Dauaia,nchc  fegnitò  l'armata  Francefila  hauendo  la  Spagnuola,  per  non  effere  sfor- 
ai un'aho  Qlta  a  combattere ,  affondato  innanzi  a  fé  certe  barche ,  poi  che  s'hebbo* 
co  iaaiglie"  no  *  tirato  qualche  colpo  d'artiglieria  il  una  andò  a  Gaeta-/ altra  afficura 
l\va°cc'el  tJfl  Pcr  la  Partita  fm  rit°rn<>  ^  Molo  di  Is^ip oli. E lp ugnato  che hebbe Co 
b  <25Sofi  faluo  Caflel  TS^touo ,  intento  all'acquifto  di  tutto  V  Bearne ,  non  affrettato 
b^daS  fco  tefercito  di  Calauria,ilquale,  per  leuarfi  nsti  gì  impedimenti  del  uìuerc 
co  aiia°  mi  -  innanzi  ;  sera  fermato  a  conquiflare  la  Valle  d'ariano  ;  mandò  Trofpero 
\oU?\'nt  Colonna neU'^£brumh& egli lafciatoTietro  amarra  all' tfpngnat  ione 
uo\  il  caftei  di  Caflel  dellVouofi  dirizzò  col  reflo  dell  efferato  a  Gaeta;ncll(jf>ugna- 
pdnd^irà  ùonc  dellaquale  confi fleua  la  perfettion  della  guerra:perche  la  Jperan^a , 
cófigUo  nel  et  la  dijperatione  de  Fraceft  dependeua  totalmete  nella  faluatione,ò  nella 
ondatra-  perdita  di  quella  Cittàforteymarittima,&  che  ha  porto  tato  capaceyet  sì 
giunti  dalia  opportuno  alle  armate  madate  da  Genouayet  di  Vrouenza.  *b{è  erano  per 
SiÌTaj  quiùl  ciò  i  Fraceft  rtflretti  in  Gaeta  fola ;ma  oltra  i  luoghi  circostanti*  che  fi  te 
iettarono fé  neuano  per  loro;teneuano  nell'Abruzzi  l  Aquilana  rocca  d'Euandrcy& 
P°cll  qiS  molte  altre  terreiet  Luigi  d'Ars  r 'accolti molti  e •  aualli, et  fanti  yet fatte fi 
ilo  cartello  forte  col  "Principe  di  Melfi  inVenofa;molc(ìaua  tutto  l  paefe  wcinoiet  J\of 
gno^lfl  fano,Matalona,  &  molte  altre  terre  forti, ch'erano  de' Baroni  della  parte 
códo  ri  gìo  j£ngi0im  ft  conferuauano  cofìàt  emente  alla  duwtwn  del  fie  di  Fracia.Fa 
Buon^ccor  ceua  in  quefio  tempoTietro  J^auarr a  ccr te  barche  coperte  :  conlequali 
fi  fcriue  che  accoflatofi  al  muro  di  Caflel  dell' Vouo  più  ficur amente;  fece  la  mina  dal- 
Sofu  p?cfo  la  paniche  guarda  Viz^falcone,non  s'accorgendo  que  gli  ych' erano  den- 
a  «.  dì  gìu  m  ddl^pera  fua  :  per  la  quale  dato  il  fuoco  ;  b  balzò  con  grande  mpeto  0 
loffi/  uer'o'  in  aria  una  parte  del  maflo  infume  co  gli  h uomini ,cb e  n'erano  jopra:  per 
il  tdìo  del  h  ml  caj0  ^tentati  gli  altri;  fu  fubito  prefa  la  fortezza  con  tanta  ri 
iTuorXe  putatione  di  Tietro  enarra,  &  con  tanto  terrore  de  gli  buommuebe  co 
fY'1'  *  me  fono  più  fpauentcuoliimodinuoHi  dell'offre,  per  che  non  fonoancora 
e  A«à°i  che  ifeogitati  i  modi  delle  di  fé  fé;  fi  credeuayche  alle  fue  mine  muraglia,  ofor^ 
Som  «  W* alcma  rtffc™  tiu  non  foteffe:&  era  certamente cofa  molto  horn 
Hialue  a  Gae  fr,/e,  che  con  la  forza  della  poluere  d'artiglieria  mefia  ridia  caua,  o  uera- 
g$22£  mente  nella  mina  fi  gittaffero  in  terra  grandi ffime  muragliela  quale  fpc- 
menaVo  tre  cic  dejbugnatione  era  fiata  la  prima  uolta  ufata  in  Italia  da'  Genouejt  9 
&  létfw'dS  co  quali,jecondo  che  affermano  ale  uni, milita  uà  per  fante  prluato  Tietro 
cauarminc:  pattar  ray  quando  V A \nno  1 487.  s'accamparono  alla  I{gcc a  di  Serezanel 
*'\l  lo  tenuta  da  Fiorentini  rouecon  una  caua  fatta  in  fimil  modo  ^perfino 


D  E  L  L' H  I  S  T  O  R  I A 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Gektil'hvomo    Fiofintiso, 


LIBRO     SESTO. 


SOMMARIO. 

NE  L  fcflo  libro  è  defcritto  1  apparecchio  del  Re  Lodeuico  XII.  pei  il  Regno 
di  Napoli,  e'1  progrefìo  de  gli  Spagnuoli  in  quel  conquifto  :  i!  guafto  dato  da5 
Fiorentini  al  territorio  di  Pifa  la  morte  di  Papa  Aleflandro  V  I .  la  creazione  & 
morte  di  Pio  111  .  a  cuifucceflTe  Giulio  1 1.  laprefa  del  Valentino,  con  la  perdita 
de'  Tuoi  flati:  il  fatto  d'arme  al  Garigliano  fra  Spagnuoli  &  Fracefìda  morte  di  Pie 
ro  de  Medici:  la  nuoua  nauigationealPindie  :  la  pace  fra  Cefàre,  e  il  Re  di  Fran- 
cia-Se fra  i  Vinitiani,e1  Turco:  i  fucceflìde'  Fiorentini  contra  i  J?i(ani,conla  bat- 
teria data  alla  città  di  Pila:la  morte  di  Federigo  d'Aragona:  &  la  crudeltà  del  Car 
dinaie  Hippolito  da  Erte  a  Don  Giulio  fuo  fratel  o. 

EByFE  J^V  TE  al  Pve  di  Francia  le  nouelle  di  tanto 
danno  in  tempo,  che  più  poteua  in  lui  la  {peran^a  della 
pace,cbe  i  pen fieri  della  guerra ,  commofjo  grauijfima- 
mente  per  la  perdita  d'un  Bearne  tanto  nobite;per  la  ro~ 
uina  de  gli  e/ferriti  fuoi,  ne*  quali  era  tanta  nobiltà,  & 
tanti  buomini  ualorofi  ;  per  i  pericoli, ne'  quali  rimane- 
uano  l'altre  cofe  >  che  in  Italia  poffedeua  ;  né  meno  per  riputar  fi  grandiffì- 
mo  disbonore  d'cjfere  uinto  da'  He  di  Spagna,  fen^a  dubbio  meno  po- 
tenti di  lui  ;&  [degnato  [ommamente  dyej] ere  flato  ingannato  [otto  la 
Jperan"za  della  pace  ;  deliberaua  d'attendere  con  tutte  le  [or%e  [ne  A 
ricuperare  l'bonore,  &  il  Regno  perduto,  &  uendicarfi  con  l'armi  di  tan- 
ta ingiuria  :  ma  innanzi  procedere  più  oltre  fi  lamentò  efficac;jjìmamente 
con  l'jLrciduca,che  ancora  non  era  partito  da  Blcs, dimandandogli  facef* 
fe  quella  prouifione,  ebe  era  conueniente,fe  uoleua  conferuare  la  fua  fe- 
de^ il  fuo  bonore  :  ìlquale  effendo  [en%a  colpa  ;ricercaua  con  grandi  fil- 
ma inflantia  i  fuoceri  del  rimedio ,  dolendo  fi  [opra  modo ,  ebe  quefte  cofe 
fujfero  cofi  juccedute ,  con  tanta  fua  infamia  nel  cofpetto  di  tutto'l  mon~  aPerdoche, 
doti  quali  innanzi  alla  uittoria  baueuano  con  uarie  feufe  differito  di  man  com*  dt, ro_ 
a  dare  la  ratificatione  della  pace,  alligado  bora  a  no  tfòuarfi  tutti  et  due  in  ?"  l'eredi* 
un  luovo  mede  fimo  *  come  era  neccBarìo  battendo  a  fare  convi untamente  tioai  fx  face 

o  *  •»  j  o  U3UO  in  HO' 

Vefpeditione;hora  l'efftre  occupati  molto  in  altri  negotij,  come  quegli,cbe  me  d'amen 
erano  mal  fatis fatti  della  pace;  ò  per  ebe  il  genero  baueffe  trapalato  le  lo  ^j' °£^CJ 
ro  commeffiont'yò  perche  dopo  la  partita  fua  di  Spagna  bau  efiero  concepii  do ,  &  dciu 
to  maggiore  fi>eran%a  dell'  eutnto  della  guerra  ;ò  perche  fujje  paruto  loro  £jj£a  &* 
',  ~      ~  "  molto 


LIBRO 

molto  ftraiw,cbe  egli baueffe  conuertita  in  (e  me  di  fimo  la  pai  te  loro  del 
l\eame,  cjr  ferrea  certe^^i  alcuna,  per  l'età  tanto  tenere  degli  fycfì,  che 
haueffe  ad  battere  effetto  il  matrimonio  del  figliuolo:^  nondimeno  non  ne 
gando,an%i  femprc dando  fperan^a di ratificare>ma  differendoci  haueua 
no  rìferuato  libcrotfiu  tempo  poteuano  il  pigliare  configlio  fecondo  ifuc- 
cejji  delle  cofeima  intefa  la  uittoria  de'juoi ,  deliberati  di  d-fprei^are  la 
face  fatta;allttngauano  nondimeno  il  dichiarare  ali  arciduca  la  loro  in- 
tentione:perche  quanto  più  tempo  ne  (lejfe  ambiguo  il  I{e  di  Francìa;tan- 
to  più  tardafie  a  fare  nuoue  prouìfionipcr  foccorrere  Gaeta,et  l'altre  ter 
re,cbe  gli  refìauano:ma  jlretti  finalmente  dal  genero  determinato  di  non 
partire  altrimenti  da  Bles;ui  mandarono  nuoui  ambafeiatori,  iqnalì,do- 
po  battere  trattato  qualche  giorno;manifeftarono  finalmente  non  efere  la 
intentione  de*  loro  I\e  di  ratificare  quella  pacejaquale  non  era  fiata  fatta 
in  modoyche  fuffe  per  loro,nèhonoreuoleynèficura:an%iuennti  in  contro* 
uerfia  con  l  jlrciducaigli  diceuano  efìerfi  i  ftio  ceri  mar  aitigli  ati  ajfatyche 
egli  nelle  conditioni  della  paceyla  uolontà  loro  trapalata  bauefe:perche9 
benché  per  honorefuo  il  madatofufìe  flato  ltbero,&  ampliffimo;  egli  fi  ha 
ueua  a  riferire  all'  inflruttioni,che  erano  fiate  limitate  :  alhquali  cofe  ri- 
fronde  uà  Filippo  non  effere  Hate  meno  libere  le  inflr unioni,  chél  manda- 
to :  an'zi  batter  gli  alla  partita  fua  efficacemente  detto  l'uno ,  e  l'altro  de 
fuoceriycbe  defiderauano  .À  &  uoleuano  la  pace  per  me%o  fuo  ;  &  bauergli 
giurato  in  fui  libro  delC  Euangelio,&  in  full' immagine  di  Chriflo  Croctfif 
foyche  offeruerebbono  tutto  quelloyche  da  lui  fi  concbiudeJfe:&  nodimeno 
non  hauere  uoluto  ufareyft  ampia,  &fi  libera  f acuità  fé  non  con  partici- 
patione,&  appr Quattone  de  due  huominiyche  feco  madati  haueuano.Tro 
pò  fono  gli  Oratori  con  le  medefime  arti  nuoue  pratiche  di  concordia ,  mo- 
(Irandofi  inclinati  a  refìituir e  il  J^egno  al  Kg  Federigo ima  tonofeendofi  ef- 
fere cofe  non  folo  uane,ma  infidiojey  perche  tendeuano  ad  alienare  dal  Bg 
di  Francia  l'animo  di  Filippo ,  intento  a  confeguire  quel  Bearne  per  il  fi- 
gliuolo'yil  Re  proprio  in  publica  audietia  fece  loro  ri$>ofia,denegando  uole 
repreftare  orecchi  in  modo  alcuno  a  nuoui  ragionamenti ,  fé  prima  non  ra 
tificauano  la  pace  fattay&faceuano  fegni,che  fuffero  dtff  taciuti  loro  i  di 
f ordini  feguiti;aggiugnendo  parergli  co  fa  non  folo  marauigliofayma  dete 
fianda,&  abhomineuoleyche  quegli  Bgyche  tanto  à'hauere  acquiflato  il  ti* 
toh  di  Cattolici  fi  gloriauano,tenefjero  fi  poco  conto  dell' honor e  proprio y 
della  fededataydel  giuramentOy&  della  religioneme  haueffero  rifletto  al 
cunoall'iArciducayTrincipe  di  tanta  grande%^ay  nobiltà,  &utrtù,&fi- 
gliuohy&  herede  loro:  con  laquale  rifpofla  battendo  il  dì  mede  fimo  fatti* 
gli  partire  dalla  corte;  fi  noi  fé  con  tutto  l'animo  alle  proni fioni  della  gucr 
raydifegnando  farle  maggiori,  &  per  terray&  per  mare,che già  gran  tem 
pofufìero  fiate  fatte per  alcuno  Re  di  quel  Reame .  Deliberò  adunque  di 
mandare  grandiffimo  efferato,  &  potentijfima  armata  maritima  nel  V^e- 

gno 


i> 

ti 
in 


Q^V     I    N     T     O.  n6 

impedivano  loro  la  ràfia.  Strinarono  prima  gli  Spagnuoli  alla  Cirìghuola,  a  Dicono  ; 

a  che  fi  guardava  per  i  Francefi  ;  &  ponendofi  ad  alloggiare*  tracerte  l'igne,  u<>  prudète- 
allargarono  per  configlio  di  Trofpero  Colonna  un  fojfo,ch'era  alla  fronte  del  mèu Lordi  : 
l  alloggiamento  fopr  aggiunfono  i  Francefi  mentre  che  f  alloggiarne/ito  fi  fa  ai  lòggiamè 
cena:  &  effendo  già  iiicina  la  notte  flettono  diibij ,  ò  d appiccare  fubito  il  u,  tof^TO 
fatto  d  arme  ,  òdi  differire  la  battaglia  al  giorno  fagliente;  &  con figlia-  uigneipcb- 
uano  Ino  d' \Allegri,  e'iTrincipe  di  Melfi,  che  'iindugiaf\e  al  dì  figliente,  fi.^"^0 
nelqual  giorno  ffierauano,  che  gli  Spaglinoli  ne  ceffi  tati  dal  mancaìricto  delle  nimico  più 
uettouaglie  haueffero  a  muouerfi:  onde  era  da  fingirfi  oltr  a  la  propinqui  f™^^ 

b  tà  della  notte  il  b  difauantaggìo  d 'asfaltargli  nel  proprio  alloggiamento  ,non  molte  forz- 
fapendo  maffìmamente  la  difpo fittone  di  quello  :  ma  difpr  e  zzando  impetuofa  Ja  n""o||" 
mente  T^emors  il  configlio  più  falutifero  ;  afialtarono  gli  Spaglinoli  con  fu-  do  ticu&r  u 
ror  grande,  combattendo  conia  mede fima  ferocia  gli  Sni^eri:  &  effendo-  ^["cheVra 
fio  per  cafio,  bper  altro  attaccato  il  fuoco  alla  miminone  de  gli  Spagnuoli  >  qiii  intrichi 

cConfaluo  abbracciato  l'augurio  con  franco  animo,  gridò,  e  ISlgi  habbiam  fecc00nbmaeJÌ 
uinto  ;  Iddio  ci  annuncia  manifefiamente  la  uittor lardandoci  fegno,che  non  gìor  fuo  uà 
ci  bifogna più  adoperare  l'artiglieria  .  l'aria  è  lafamadelprogreffo  della  dPimhò 
battaglia  :  i  Francefi  publicarono  le  genti  loro  hauere  nel  primo  congreffo  rot  Sillì  contri 
ta  la  fanteria  Spagnnola ,  arriuati  alt  artiglieria,  hauere  arfa  lapoluere,&  qJai  ueduVo 
efierfene  infignoriti  :  ma  che  foprauenuta  la  notte,  le  genti  d'arme  hauea-  nel1'  ?u'?rc* 
no  per  co ffo  per  errore  nella  fanteria  propria  :  per  loqual  difordine  gli  Spa-  moi  titani 
gnuoli  efferfi  rifatti.  Ma  da  gli  altri  fu  public  ato,  che  per la  difficultàdi  falca^  »  & 
p  affare  il  foffo,i  Francefi  cominciando  ad  auilnpparfi  tra  loromedefimì;fi  fanti:  fece" 
meffono  in  fuga  nonmenoper  difordine  proprio,  che  per  uirtù  de  nimici,  ef-  ?i3tar  8*oM 
fendo  maffìmamente  Rallentati  per  la  morte  di  TJemors  :  ilquale  combat  ten  a  due,aitiUdl 
do  ferocemente  tra  i  primi,  &  rifcaldando  ifuoi  a  pafixire  Ufo  ffo;  cadde  per-  tc.nt cin  ^ue 
cofio  d'uno  feoppio.  filtri  più  particolarmente,  che  Kfemors  dijperato  di  fpu  tò  ;  ma  tato 
tare  ilfojfo,  uolendo  girare  la  gente  al  fianco  del  campo  per  far  pruoua  d'en-  j£".ni,  1[uno 

d  trar  da  quella  banda,  fece  gridare  &  adietro,  laqual  noce  a  chi  non  fapeua  la  che  i  card 
canone  ;  dana  fevno  di  fuvqire  :  &  la  morte  fua ,  eh' effendo  nel  primo  f  ?*Mtl_ fta 

r        t  i         ir  '    &&  •'  £ f     -#  r  elsi,  nopo- 

Jquadrone  nei  mcdejimo  tempo Joprauenne;  uolto  tutto  l  efiercito  infinga  ma  tederò  fpi- 
nifefla .  Rimuouono  alcuni  altri  dal  Viceré  l'infamia  d'hauere  contra  il  con  f  ?  "e  cìtirat 
figlio  degli  altri  combattuto :an%i  la  trasferifeono  in  <Allegri,cti  efìendo  indi  fi  m  dietro: 
nato  il  Viceré  a  non  combatter  quel  dì,  riprendendolo  di  timidità;  l Muffe  détcUaui?oU 
a  contrario  configlio.Durò  la  battagliaperbreiri(fimofbatio.&  ancor  che  di  xuPPe  &  fa 

°      *  l  *       gòArchelao 

òpa-  co  morte  di 
molti  nimici,&  di  pochi  de'  fuoi. 

b  Percioche  di  lòtto  nel  lib.s.a  2ip.fac.2.  quefto  medeiìmo  Auttore  fcriue,che  ne' fatti  d'armi  fono  mi- 
gliorile conditionidi  colui  ch'è  aflàltato,  che  di  chiaflalta. 

e  II  Giouio  fcriue  parole  dell'ifteflo  tenore:  &  a  quefto  ftratagema  di  Confàluo  fi  poflono  paragonare  alai 
ni  altri  fimili de  gli  antichi  pofti  da  Raffael  Volterrano  nel  Lb. 30.  de  fuoi  Comment.Vrbani.  Ma  quefto 
fatto  d'arme,è  da  efler  ueduto  ancho  neLSabellico  nel  lib.2.della  undecima  Enneade. 

d  Difopra  nellib.2.  acar.57.  ho  notato  un  fimilcafoauuenutoa'  Romani,tolto  dallib.i.della  j. Deca  di 
Liuio:  &  quefto  auttore  nel  lib.3-  a  7$.  ne  recita  un'altro  iimilc  occorro  in  Perugia ,  quando  gli  Oddi  impa 
tioniti  di  quella  città:  per  una  uoce  male  interpretata;  ne  furono  uilmente  cacciati  fuora. 

V    4 


LIBRO 

s  belle  of-  Spainoli  paffuto  ilfofio  li  fegvit  afiero  ;  nefu,pcr  eficr gianotte  ofeura  prefì* 

ieuiat;one  or  morti  po:hifJimi,fpecialmente  degli  htiomini  a  cauallo,trà  quali  fu  mor- 

fetal?!*  Àf0  Mons.  di  Ciandeu  :  il  reflo  ,  perduti  i  carriaggi ,  perduta  l'artiglieria; fi  fai 

puLiod.fo  nò  con  la  fuga,  fpargendofi  i  Capitani,  e  ifoldatiin  varie  parti,  È  fama* 

J"  ori  ìo!  cb'ejfendoguì  cacciati  per  tutto  i  nimia,  che  Confaluo  non  vedendo  in  luogo 

fcc.x.  ouc  e  akuno  Troverò  Colonna,  ne  dimandava  con  infamia ,  dubitando  non  fuffe 

saujiaW  ftat0  ammalato  nel  fatto  darme;  &  che  Fabritio-,  udendo  tafarlo  di  timi 

giuro,  se  di  j^fjj  ridendogli  rifyofe  ;  non  efier  da  temere ,  che  Trofpero  fuffe  entrato  i;i 

beo  «.&  \L  luogo  perieolofo.  jLcquifiofii  quefta  uittoria  otto  dì  dopo  la  rotta  cfobignì  y 

n"f :  ra  ttaj  &  l  WMh  &  l'altra  in  Venerdì ,  a  giorno  offervato  per  felice  da  gli  Spagnuo-  a, 

giorno  feìi-  //' .  Fecìono  i  Francefi  come  furono  raccolti  dalla  fuga,  uartj  difegni,  o  d'unir 

ce  a  gii  spa-  fi  con  [e  -reliquie  dell' efferato  in  qualche  luogo  opportuno  ad  impedire  a  vin 

ceiTib  x).  a  citoYÌ  i' andare  a'Napoli,  ò  di  fermar  fi  alla  difefa  di  'Napoli  :  nondimeno  co 

car. 
gioì 


.  3  23.  &  ms  ntne  coj*e  ameYfe  diventa  ogni  dì  maggiore  il  timore ,  &  le  diffidala  di 
m  de      chi  è  flato  uinto  ;  niuno  di  quefli  partiti  fi  mefìe  ai  effccvtione -.perche  et  in  al  ^ 


b  Napolita 
ni  mandato 
no  fino  alla 


polo  nomano  impt 
hebb^qae-  Per  faggeflione  occulta  (come molti  credettono )  del  pontefice.  Terò  Mie- 
ila  uittoria:  gyì  U  principe  di  Salerno,  &  -molti  altri  Baroni  fi  ritirarono  tra  Gaeta,  e 
fuau.d'A.  Traietto:ouefi  yaccolfe  dietro  al  nome  loro  la  maggiore  parte  delle  reli 
quie  deli' efferato.  Ottenuta  Confaluo  tanta  uittoria,  non  allentando  ilfa- 
uor  della  fortuna ,  fi  dirigo  con  l'efferato  a  'Napoli ,  &  paffando  da  Mel- 
fi offerfe  al  Trincipe  la  f acuità  di  ritenerfi  il  fuo  fiato,  in  cafo  uoleffe  fé-* 
ÀmbafcSo  guitare  la  diuotione  Spagnuola  :  ilquale  accettando pivtoftod' e ffer  lafciata 
iì  a  incettar  partire  con  la  moglie ,  &  co'  figliuoli  :  andò  a  congiugnevi  con  Luigi 
f^zìo  à'^ìrs,che  sera  fermato  a  Venofa.  Hauuto  Melfi  ,  fegvito 

chcgiiaccct  Confaluo  il  camino  a  'Napoli  ;oue  come  comincio  ai 

ikhV  fece!  accoflarfi  ;  i  Francefi ,  che  u  erano  dentro  fi  ri* 

iottoferiué-  tirarono  in  Caflel  Isl^ouo  >  e  b  i  T^apo  b 

gi°de,PÌUclc  Utani  abbandonatici  quarto- 

pafla «  :  &  decimo  giorno  di  Mag- 

M&2I  gionceueronoCon 

popa  lotto  Calvo ,  come 

ì'óbrella:  e  r    ' 

«giorno  fé  fttoW> 
guente,  che  nel 

*u  a  15.  dt  j  r 

Mag.  15  oj.  tempo  medefimo 

'*  fe"  VST  j:uerfa,  & 

xar  fedeltà  J 

in  nomedel  Captta  % 

Re  Ferdinf 

*-6ta*  ,      tate 


Q_V    I    N    T    O.  in 

tonto  fuo  %ìo,  &  egli  fatto  prigione ,  &  come  pare,  che  IL  VIP*  delle 
uolte  l'auerfita  non  uadino  fole;  quattro  Galee  Fr ance fi,  delle  quali  era  Cd" 
gpitano  *Tregianni  Trouenxale  ,Caualier  di  Rodi  fur fono  nel  Torto  d'O-  *Pfegi*n'> 
tranto  con  licentia  dell' officiai  Vinitiano^  che  promefìe  non  patirebbe  fu ffe  gìouìo°  eia 
ro  mofeflate  dall'armata  di  Spagna,  laquale  fotto  V  dlamarina  uolteggiaua  capo  da 
ne  luoghi  uicini  :  ma  efiendo  poco  dipoi  entrata  nel  Torto  mede  fimo  ;  Tre- 
gianni  inferiore  di  for^e,  temendo  non  IHnuefliffero,  acciò  che  almeno  il  dan- 
no fuo  non  fuffe  con  guadagno  de  nimiciy  liberata  la  ciurma,&  meffe  in  fon 
do  le  Galee  ;  fatuo  fé,  e  ifuoi  per  la  uia  di  terra.  Uauena  il  Re  di  Francia  co- 
fnejfo  a'juoi  Capitani,  cheflandofi  falle  difèfe  fuggi (fero  il  uenire  alle  mani  : 
perche  harebbonoprefto.ò  loftabilimento  della  pace,òfoccorfo  grande .  Ma 
era  difficile,  effendo  potenti  ,&  uicini  tutti  gli  e jferciti,ra frenare  la  caldera  b  D|  ^  .{ 
de*  Frace fi, &  fargli  ftarp  aneti  a  menarola  guerra  in  lungo:  annera  dejìi  Giouio'che 
nato, che  fenT^a  differire  più  fi  decideffe  la  fomma  delle  cofe:  di  che nacque  il  £fc"^f; 
principio  in  Calauria:  perche  uuiti  che  furono  gli  Spaglinoli  a  Seminara,Obi-  le  gu:d.mi- 
gnì  raccolte  tutte  lefuegéti,et  quelle  déSignori,chefegiiìtauano  laparte  Fra  Sai'c/ferci  ! 
cefejalloggiò  le  fanterie  nella  terra  di  Gioia  uicini  a  tre  miglia  a  Semìnara,ct  to:  D5  ^go, 
la  caualleria a  Loj arno, lontano  tre  miglia  da  Gioia: et  fortificato fi  co  quattro  £eu°n£  a* 
peTgi  d~ artighcriafulla  riua  del  fiume, fu  l  qual  è  pofìa  Gioia,ftaua  prepara-  uerado     la 
toper  opporft  a  nimicife  tentajfero  dipaffare  il  fiume:  magli  Spagnuolifat  ^zf^àit- 
to  penfier  diuerfo  dal  fuo ,  il  dì  che  deliberarono  poffare  ;  mofìono  per  laftra  troatiaquaie 
da  diritta  lauanguzrdia, condotta  da  D  Manuello  dà Eenxulia ,  alla  uia  del  Sarai»! 
fumé  :  ilqual  giunto  alla  riua  cominciò  a  parlare  con  Ghigni ,  chaneua  con-   d  c\Fanct  fi 
dotto  tutto  l  efferato  fuo  fiala  riua  oppofita;  &  in  detto  tempo  la  retroguar  mj/f  nn"ual 
da  Spaglinola  feguitata  dalla  battaglia  ;fi  uolfeper  altro  camino  apaffare  il  Prima  oldi- 
■fiume  un  miglio,  &  me%o  difopra  a  Gioia:  delqual  tratto  accorgendofi  obi-  fonfc^ella" 

8e 


b 


■%a  artiglieria  in  ferma, et  fretta  battagliai  onde fimeffono  cantra  i  France-  SanfcueJni 
fi  :  iquali  accelerando  il  camino ,  &  hauendo  (come  dicono  al:uni)molto  mi 

C-nor  numero  di  fanti,  andauano  difor  dinati:  in  mo  do, eh  e  pr  e  fio  gli  c  ruppono  c  istancefi 

innanzi  che  pajfaffe  il  fiume  IH  antiguardia  Spagnuolarnelqual  conflitto  reflò  a'  seminar* 

prigione  ^Ambricort  con  alcuni  altri  Capitani  Fr  ance  fi,  e'I  Duca  di  Soma  co  in  v-encid^ 

molti  Baroni  del  Regno:  &  Obigrìì  benché  fuggiffe  nella  rocca  di  Vagitola,  a'i  ^ne  di 

rinchiufoui  détrofu  cofiretto  ad  arre der fi  prigione, rotto,  &  prefo  in  quei  tuo-  ^liefto  lib- 

aghi  mede  fimi,  doue  d  pochi  anni  innanzi  haucua  co  tata  gloria  fuperato.&  d  Sette  aa_ 

rotto  il  Re  Ferdinado,&  Cofaluo:  tanto  £?  TOCO  coflate  la  proferita  della  nìinnàzidi 

Fortuna.Jìealuhchefu  de' pili  eccelléti  Capitanile  Carlo  coduceffein  Ita-  kaieuàobit 

Ha ,  &  d'ingegno  libero ,  &  nobile  haueua  nociuto  altro  che 7 procedere  con  gnino  rott.° 

troppa  calde'Zga  alla  Jperan^a  della  uittoria  :  laqual  cofa  nocette  in  Tuglia  ,-"  r^f* 


v3* 

erra 


al  Viceré,  traportato  forfè  a  maggior  caldera  per  hauere  intefo  la  rotta  ri-  ^  &  C5n- 
ceuuta  in  Calauria-.perche  e onfaluo  efiédogli  incognita  la  uittoria  de 'fuoi,nè  tiuuogu u< 
*  V     3         potendo 


LI    B     R    O 

a  ia  c;ri    PotC7ì{Ji0  $'Ui  Per  ì*  fame  >  &  per  la  pefle  pcrfeuerare  in  Barletta:  fé  ne 
kpoIj  iu  an  partì  lajciataui  poca  guardia  ,  &  fi  dirizzo  alia  a  Cirignnola  terra  tonta  a 
cardio  d!  m  àieù  miglia,  &  qua  fi  in  triangolo  tra  C  ano  fa,  doueerailFicerè,& 
Gcrioneno  Barletta.  Er  a  flato  di ffrutato  prima  nel  con  figlio  del  Viceré  s'era  da  ccr- 
AnnSehc  care  5  ^  da  fuggire  Roccaforte  della  giornata  :  &  molti  de'  Capitani  ba- 
cartagincie  ucuano  detta  quefla  fenten^a  ;  che  effendo gli  Spagnuolt  accrefauti  digen 
diedero/fai  te ,  e  i  fuoi  diminuiti ,  &  cominciati  ad  inui  lire  per  i  difordini  fucceau- 
to.  cofi  tie  ti  prima  a  Rubos ,  &  a  Caflellaneta,  &  poi  in  terra  d  Otranto,  &  ut- 
ufo  'ma 'ai-  timatncnte  in  Calauria  -,  non  fuffe  da  commetter  fi  alla  fortuna  :  ma  ntiran 
tri  uoie  al-  dofi  in  Melfi yò  in  qualche  altra  terra  groffa ,  &  abbondante ,  affrettare*  che 
riamente,     di  Francia  ueniffe *  ò  ntiouo  foccorfo ,  ò  lo  flabilimento  della  pace  :  alqua- 
lemododi  temporeggiarfi  *  afìrignergli  anco  il  comandamento  r  ic  cimi  onuo 
uamente  dal  Re  :  ma  haueua  quefto  con  figlio  hauuto  molti  contraddittori*  à 
quali  p arena  pericolo  fo  l'affrettare,  che  t l'efferato  uincitore  di  Calauria  s'u- 
niffe  con  Confaluo ,  ò  fi  uoltaffe  a  qualche  imprefa  importante ,  dotte  non 
trotterebbe  cbirefiflefje.  Ricordauano  che  frutto  haueffe  partorito  l'hauer 
eletto  l'efferato  di  Mompenfìeri  piti  toflo  il  ritirar  fi  nelle  terre *  che'l  com- 
battere: &  gli  effempipaffati gli  ammoniuano  di  quello,  che  de  foccor- 
fi  lunghi,  &  incerti  di  Francia  ffr erare  pot efiero  :  &  fé  *  effendo  lecofe 
ambigue ,  ne  Confaluo  haueua  confentito  di  leuare  l offe  fé ,  ne  i  Re  di  Spa- 
gna accettata  la  pace  ;  tantomeno  effer  e  per  farlo  bora  eh  erano  in  tanta 
ffr  eran%a  della  uittoria.  J^on  effere  l' efferato  loro  inferiore  di  forila  ,  & 
di  uirtù  a  quello  de3  turnici  ;  né  douerfi  arguire  da'  difordini  riceuuti  per  pro- 
pria negligenza,  aquell 'effrerimento  che  col  ferro,  <&  colualor  dettammo, 
non  con  l'aflutia ,  è  con  gì' inganni  fi  farebbe  in  campagna  aperta  :  &  effer  e 
più  fteuro,  &  più  gloriofo  partito  fare  con  ffreran%e  almeno  egualijjfre- 
rien%a  della  fortuna,  che  fuggendola*  &  lafciandofi  a  poco  a  poco  confu- 
mare *  concedere  a  nimici  la  uittoria  fen%a  fangue *  &  feti'za  pericolo  :  o 
i comandamenti  del  Re *  ch'era  lontano*  douerfi  piuprefto  per  ricordi,  che 
per  precetti  ripigliare:  iquali  erano  fatti  prudentemente  fé  fuffero  flati  fe- 
guitati  da  obignì  :  ma  effendo  uar iato  per quel  difordine  lo  flato  della  guer 
ras  effer  neceffario *  che medef imamente  le  deliberationi  fi uaria fiero  .  Era 
preualuta  nelconfiglio  quefla  fentenT^a  :  &però  come  hebbono  notitiadal 
Le  ffrie*  che  le  genti  Spagnuole  *  ò  tutte  *  o  parte  erano  ufeite  di  Barletta; 
prefe  fimilmente  Ts{emorsil  caminoiuerfo  la  Cirignnola;  camino  all'uno, 
&  ali 'altro  efferato  molto  incommodo ,  per  effer  quei  paefifieriliffimi  d'ac- 
qua *  &  la  fiate  foprauenuta  molto  più  toflo  *  e  he  non  fuolyeffere  al  princi- 
pio di  Maggio.  E  fama ,-  che  quel  dì  ne  perirono  nel  caminare  difete  molti 
di  ciafeuna  delle  parti:  ne  fapeuano  i  Francefi*fe  quel  che  seramoffo  era 
tutto*  o  parte  dell  efferato  Spagnuolo  :  perche  Fabritio  Colonna  co  cauai 
leggieri  non  lafciaua penetrare  a  loro notitia alcuna  :  &  le\lancie  ritte  de 
glibuomini  d'arme  *  e  i  gambi  de' finocchi ,  che  in  quelpaefe  fono  altiffimi; 

impediuanQ 


SE    STO;  15? 

Confaluo  a  Gaeta  ;  allegri, e  bau  tu  a  diflribuito  quattrocento  lande ,  & 
quattro  mila  fanti  di  quegli,  che  s'erano  Jaluati  della  rotta  ,  tra  Gaeta» 
Fondi,ItrisTraietto,&  rocca  Guglielma;li  ritirò  tutti  in  Gaeta  ;  &  n'en- 
trarono infieme  i  Vrincipi  di  Salerno  >  &  di  Bifignano,il  Duca  di  Tr  aiet- 
to, &  molti  Baroni  del  R?gno,cbe  prima  s'erano  uniti  con  lui.  Dopo  la  ri 
tirata  de 'quali ,Cò [alno  infignoritofi  di  tutte  quelle  Terrc,&  della  Rocca 
d\S .Germano: alloggio  col  capo  nel  Borgo  diGaeta,etpiatate  l'artiglierie; 
battè  co  impeto  gràde  dalla  parte  delTorto,et  dalla  parte  del  MÒte,detto 
uolgar mete  il  monte  d'Or  landò, e  ogi  unto  et  fupereminete  alla  Città,&il- 
quale  cinto  dipoi  di  mura  da  lui  era  flato  allbora  co  riparile  co  bacioni  di 
terra  fortificato  dà  Fràcefi:&  bauédo  tentato  in  nano  con  due  ajfalti  rio 
ordinati  d entrar  ut  ;  s'aflenne  finalmente  di  dare  la  battaglia  ordinata,  il 
dì  che  haueua  determinato  dì  darla,  riputando  l'ejpugnatione  diffìcile  per 
il  numero,&  uirtùde'  difenfori,&  confiderando,  che  quando  bene  l'tfierci 
to  fuo  fufle  per  for%a  entrato  nel  monte  ;fi  riduceua  in  maggiore  perico- 
lo,percbe  farebbe  flato  efpoflo  all'artiglierie  pmtate  nel  Monaflerio,&  al 
tri  luoghi  rileuati,cbe  erano  in  fui  monti  :continuaua  nondimeno  di  batte 
re  con  l' artiglierie »  &  mole/lare  la  terra,  flretta  fimilmente  dalla  parte 
del  mareipeube  innan^  al  porto  erano  diciotto  galee  Spagnuole,dellequa 
li  era  Capitano  Don  Edmondo  di  Cardona .  Ma  pochi  dì  poi  arriuò  un'ar- 
mata di  fei  caracche  groffe  Genouefhfei  altre  naui,&  fette  galee,carica  di 
uettouaglie,&  di  molti  fanti,sà  laquale  era  il  Marche  fé  di  Salu^jp,man 
dato  per  la  morte  del  Duca  dij^emorsper  nuouo  licere  dal  [{e  di  Fran- 
cia ,  follecito  quanto  era  pofflbile  alla  conferuatione  di  Gaeta  :  &  perciò 
parte  su  quesli  Ugni,parte  su  altri,che  giunfono  poco  poi  ;  ui  mandò  in  pò- 
chi  dì  mille  fanti  Cor  fi, &  tre  mila  Guajconhper  la  uenuta  dellaquale  ar- 
mata,? armata  Spagnuola  fu  coftretta  a  ritirar  fi  a  T^apoli:  &  Confaluo 
difperando  di  potere  fami  più  frutto  alcuno,ridufie  le  geti  a  Mola  di  Gae 

*  ta,&  al  a  Caflellone, donde  teneua  Gaeta,  come  affediata  di  largo  affedio,  a  Caftello- 
hauendoui perduto  parte  nello  fcaramucciare,  parte  nel  ritirar ft,  molti  Forgiano* 

&  buomini;tra'  quali  fu  ammainato  dall'artiglieria  di  dentro  ^Don  Vgo  di  pigolo  ca  - 
Cardona:  ma  gli  fuccedeuano  nel  tempo  mede  fimo  profieramente  tutte  diciceróne! 
£  altre  co  fé  del  Regno:percbeTrofpero  Colonna  haueua  prefa  la  rocca  d'E  Giouio. 
uadro,&  l'Aquila,^  tutte  lì  altre  terre  dell' Jibrmgi  ridotte  alla  ditto-  j,  ri  Giouio 
itone  Spagnuola,&  la  Calauria  qua  fi  tutta  la  medefima  ubididienya  fé-  ppne>  nomi 
guitaua  f  l'accordo,cbe  nuouamète  haueua  fatto  il  Conte  di  Capaccio  con  jJiunlhono 
loro:nè  ui  rimaneua  altro,che  Roffano  con  Santa  Setter ina,oue  era  affedia  «»>  che  dai 
to  il  Vrincipe  di  Roffano .  T^elqual  tempo  non  erano  ?  altre  parti  d'Italia  lx?e «ilio  ,:n 
uacue  totalmente  di  fojpettt,&  di  faticbe:perche  i  Fiorentini;  in  fino  innà  torno.a  Ga« 
yi  alle  percofie,che  i  Trance  fi  hebbono  nel  Reame,temendo  le  for%e,&  gli  fi,1  au  uca 
inganni  delTontefice,&  delValentino%,baucuano,oltra,  efierfi  proueduti 
ti  altre  armi2condottQ  a'  foldi  foro,  &  per  gouermre  tutte  le  loro  genti  » 

bwebe 


L    I    B    R    cr 

«    Q^ao  k°ncbe  fenZ*  titoloni  Bagli  d'Occan  Capitano  riputato  nella  guerra  con 

ginft'.;  dato  cinquanta  lande  Francefì ,  perfuadendofi ,  e  he  per  effert  huomo  dtl  Re  di 

nt a'  piloni,  Pran^a  >  &  menando  con  uolontà  del  Re  le  cinquanta  lande ,  che  haueua 

?  Ìnd°Gi°  ^a  '*' in  cond°tt  ^quegli, da'  quali  temeuano,haue[fero  a  procedere  co  più 

gno  di  que-  rijpetto;et  che  oltra  quefto  in  ogni  bi  fogno  loro  haueffero  ad  efiere  pia  prò 

^o»  aeffen-  **  &'  aìut*  ^e^:a^a  giunta  delquale  raccolte  infume  tutte  le  get i-faglia 

doui  andati  rono*  la  feconda  uolta  le  biade  de'  Tifimi  ynon  perciò  per  tutto  ilpaefem 

'niTd'ar-  Pcr^)e  entrate  nel  Valdiferchio  non  era  fen%a  pericolo ,  effendo  quella 


e 


\\  lu  vko"  dentro,  che  farebbono  punitiycome  nimici  delire ,  &  promettendo  loro  il 
pipano  s'heb  foldo  d'un  mefe;fu  operatoreyche  fé  n'ufei fiero:  per  la  partita  de'  quali  fu 


deao  méfe!  rotto  coftretti  quegli  di  Fico  Tifano  ad  arrender  fi  liberamente.Trefo  Vi- 
p.uonacc.  coyfi  circundò  fubito  la  VerucoUydoue  erario  pochi  difenfori,  perche  non 
'  u'entrafie  nuoua  gente  :  &  condotteui  dipoi  per  quei  monti  afpri  con  diffi- 
coia  s'arrefe  e  ulta  grande  l'artiglierie,quci  di  dentro  affrettati  pochi  colpi  b  s'arrederò^  * 
a'i  Fi  Ts"  dì  no  J  ^u0  M3auere>  &  leperfone.É  il  /ito  della  Verrucola  piccola  forte^ 
Giugno.- ma  \afabrìcata  fopra  un'alto  monte  nelle  guetre  lunghe  y  che  fi  feciono  nel 
redldtce°ii  Contad°  di  Tifaydi  molta  importanza  :  perche  efiendo  uicini  a  Tifa  a  cin- 
BuoViaccor-  que  miglia  non  foto  è  opportuna  ad  infeftare  il  paefe  circofìante,  &  infino 
ti  dopo  che  Sulle  Porte  d*  Q^lla  Cittàyrna  ancora  a  feoprire  tutte  le  caualcate,  &ge 
i  Fiorentini  tt  che  n  efcono:&  laquale  in  quefìa  guerra,  &  da  Tagolo  Kitelli,&  da  al 
"i  aU  «nlpo  *n  eYa  *n  uano  PH  uolte  fiata  tentata.  Ma  la  confìdentia,che  i  Tifani  ha- 
tre  giorni  ;  i  ueuano  hauuta}che  s'baueffe  a  difender  Vico  Tifano,  fen%a  l'acquiftodel- 
rhtbbero11C  quale  non  poteuano  i  Fiorentini  metter  fi  a  campo  alla  Verrucola,  erafia, 
prefa;attefe-  ta  cagione ycbe  non  l'baueuano  proueduta  Jufficitntemente.  Spauen- 
fortificarla!  tò  molto  i Tifani la  perdita  della  Verrucola:&  nondimeno  ancor  che  rice 
in  mòdoche  befferò  tanti  danniybaue fiero  pochiffimi  foldati  foreflieri,  mancamento  di 
mefougnabS  danari, careflia  di  uettouaglie;non  fi  piegauano  a  ritornado  all'ubbidien- 
te •  7 a  de  Fior entini,mojfi pr  ine  palm  ente  dalla  difperatione  d'ottener  uenia, 
e  concorre-  per  la  con fclenya  dell' offe  fé  grauifjìme  fatte  loro:  laquale  difpofitione  era 
udì? i'  ìtnt-  tieceffarioyche  conferuafftro  con grandiffima  diligentia,&  infinite  artica 
lì,e  i  Lucche  loroy  che  nel goucrno  erano  di  maggiore  autorità  :  perche  pur  a'  contadU 
itt  rua°dì  niyfen^a  i  quali  no  erano  f ufficiati  a  difender  fi  ;pat eua  graueil perdere  It 
qualche  am  fue  ricolte, perciò  attedeuano  a  nutrirgli  co  uarieffreraxc,&  infieme  quei 
thè  dubita-  del  popohyche  m  ine  uano  più  dell'arti  della  pacey  che  della  guerra,co  lette 
uar.o,  come  re  finte,  &  con  dtuerfe  inuetioni  mofirado,&  le  co  fé  nere  alle  f alfe  mefea 
dì  Frogia  ù  Landò, &  ciò  che  in  Italia  di  nuouo  fuccedeua  a  propofito  loro  intt  rf  retati 
fofte  nfi-iio  forche  bora  queflo,  bora  quell'altro c  Trinci pe  in  aiuto  loro  fi  mouerebba  c 

d>  non  haucrea  rilafciar  le  terre  da  efil  occupatelo  è  i  Genouofi  Sereznna,8c  Serezanel'o  ;  i  Senefi  Moni 
tepulcianoj  e  i  Lucche  lì  1-ietrdànta  &  Muuone  :  la  qual  gelolìa  fu  cagion  d'iniùiiti  dilordini  nelle  cole  di 
?4à.  iikiOiiacwrii. 


r  e  sf  r  o.  160 

no. 'ile  erano  però  in  quefle  eflremità  fen%a  qualche  aiuto,&foctcrfoda  * 
Cenone  fi  y  et  da' Lacche  ft,  antichi  nimici  deinome  Fiorentino;^  fimtlmen 
te  da  Tandolfo  Tettucci  poco  grato  de*  benefici}  riceùutiima  quel ,  eh' un»  -, 
portaua  pi»,  erano  etiandio  nutriti  con  qualche  aiuto  occulto  maggiori 
Ipjran^e  dal  talentino:  ilquale  hauedo  lungamente  hauuto  desiderio  d'in  • 
[ignorirfi  di  quella  Città  ;  offertagli  da  Tif ani  mede  fimi, ma  aflenutofene 
,per  non  offender  l'animo  del  I\e  di -Francia;  bora  prejb  ardire  dalle  auerfi- 
ta  fue  nel  I\egao  di  J^jpoli  ;  trattaua  con  confentimento  paterno  con  gli 
ambasciatori  Tifani,i  quali  per queflo  erano  flati  mandati  a  J\oma;  di  ti* 
cattarne  il  dominio, difendendo  oltra  queflo  i  penfieri  fuoi  ad  occupar  tut- 
ta Tofcanaidellaqual  cofa,benche  i  Fiorentini, e  i  Sane  fi  haueffero  grandi  f 
fima  fofpettìont  ;  nondimeno  effendo  impedito  il  bene  uniuerf ale  da  grinte 
re  (]i  particolari  ;  nonfitiraua  innanzi  l'unione  propofta  dal  Re  di  Francia 
tra  i  Fiorentim,Bolognefi,&  Sanefi:pcrche  i  Fiorentini  ricuf aitano  di  far 
la  fendala,  reflit  ottone  di  Monte  Tulciano ,  come  da  principio  era  flato 
trattato,*?  promefio;^  T  ndoifo  Tetrucci  battendone  l'animo  alieno,  he  . 
che  le  p.  ir ole  fonafiero  in  còtr.i  rio;tllegaua,  chei  rtflituirlo;gli  cdcitcri  b 
bt  tanto  odio  del  popolo  Sane  fé  ,  che  farebbe  neceffitato  a  paìtirfi  di  nuo- 
no  di  quella  Città:&  però  eflere  più  beneficio  comune  differire  qualche  pò  .■ 
co  per  farlo  co  miglior  occafione,cÌK  per  restituirlo  di  pr  e f ente, facilitar  e . 
al  Valentino  l'occupare  Siena:  &  cofì  non  ncgando,ma  prolungado\s  inge 
gnaua,  che  i  Fiorentini accettajfero  la (peran^a  per  effetto  :  lequali  feufe 
r  fiutate  da  effi;erano  per  opera  di  Francesco  da  l^ar  ni, fermato  fi  per  co- 
mandamento del  R3  in  Siena;accettate3&  credute  nella  Corte  di  Francia. 
Ma  non  era  l'wtentione  del  Tontefice ,  &  di  Valentino  di  mettere  ninno  a  a  Era  di  td 
quelle  imprefe,fe  non  quanto  defiero  loro  animo  i  progreffi  dell'efferato  > . maniera  co- 
che  fi  preparaua  dal  Re  di  Francia  ;  fr  fecondo ,  che  da  e/fi  fufie  dtlibc-  JJJ^^f  r!J 
rato  dell' aderir  fi  più  all'uno  Re,  che  all'altro  :Jopra  che  fi  faceuano  per  pa}&  d.i  va 
effi  in  queflo  tempo  uarij  pen fieri, differendo  quanto  poteuano  il  dichiara-  }fc£n"°ftddai 
re  la  mente  fua,non  inclinata,  fé  non  quanto  il  timore  fufie  per  coflrigner  Re  d»  Frar- 
lial  Re  di  Francia  :  perche  l'ejpcrien?a  ueduta  nelle  cofedi  Bologna  ,&  X%Ci?amba 
di  Tofcana,glipriuaua  difperan^a  di  fare  colfauor  fuo  maggiori  acqui-  fciatori  Fia- 
*lli:per  ciò  baueuano  cominciato  innanzi  alla  uittoriadegli  Spagnuolnad  TnRoma'gri 
allenar  fi  con  la  uolontà  ogni  giorno  più  da  lui  ;  &  dopo  la  uittoria  prefo  ,copu  di  uh 
maggiore animoyion  baueuano  più  ilnfpcttafolito  alla  uoluntà,&auto  ^u^mì 
rità  jua  :  &  ancora  che  haueffero  fubito  dopo  le  rotte  de'  Francefi  affer-  Keameaiuo 
tnato  di  uoler  feguitare  la  parte  del  Re  di  Francia,&  fatto  dimoflratione  f ^Secreta 
di  foldare gentiper  mandarle  nel  Idearne',  nondimeno  tirati  dalla  cupidità ,  mente  ope- 
ri* nuoui  acquifti  >  ne  potendo  leuare  gli  occhi  ,nè  rimuouere  l'animo  dal-  feritori  di 
la  Tofcana ,  ricercandogli  il  Re, che  fi  debiar  afferò  apertamente  per  ^V*  Pro* 
lui  ;  rifpondeua  il  Tontefice  con  tale  ambiguità ,  che  ogni  dì  diutntaua  che  fbiiepox 
f  iu  foretto ,  &  egli ,  ti  figliuolo  ;  la  fimulatione)&  diffimulaùone  de .  J^™  * 

quak 


L    I    B    R    O 

qrtali  era  tanto  riota  nella  Corte  di  i(oma>che  n'era  Hata  dommune  pròve? 
bioychèl  V^CPtA  non  fatata  mai  quello ,cbe  diceuatfl  talentino  non  di- 
cena  mai  quello,che  faceva  :  né  era  ancora  finita  la  contenttone  loro  cari 
Giangiordano  :per  che  je  bene  il  Valentino  temendo  l' inde gnat ione  del  Bg; 
fi  fi'.ffe  quando  riceuè  il  comandamento  fuo  aflenuto  da  moleflarlo  ;  non» 
dimeno  il  Tontcfice  dimoiandone  difpiacere  grandifiìmo  ;  non  baueua 
a  Domanda  mCLi  ceffato  di  fare  inslantia  col  Bg ,  che  a  àgli  concedeffe  l'acquislare  con 
paaiiuiche  tarme  tutti  gli  (lati  di  Giangiordano;  ò  coftrigneffe  lui  a  rìceuerne  ricom 
gii  deffs  nei  penfo  ;  dimoflrando  muouerlo  a  quello  non  l' ambi t ione ,  ma  giujliffimo  ti 
Giorno0*,  more  della  fua  uicinità  :  perche  effendofi  trouato  nelle  Scritture dtl  Car- 
te randoifo.  fanale  Or/ino  un  foglio  bianco  fotto  fcritto  di  man  propria  di  Giangiorda 
no  ;  arguiva  che  nelle  co  fé  trattate  alla  Magione  baueua  baiutto  cantra 
fé  la  medefima  uolvntà,  &  intelligenza*  che  gli  Or  fini .  Velia qual  co  fa  il 
I\e  bauedo  per  fine  più  l'vtilità,che  tkoneflà;baueua  proceduto  diuerfame 
te  fecondo  la  dìverfitd  de' tempi;  bora  dimofìrandofi  favorevole,  comepri 
ma  a  Giangiordano;  bora  inclinato  a  fodìsfare  in  qualche  modo  al  Ponte- 
fice: peròbauendo  Giangiordano  ricvfato  di  deporre  Bracciano  in  mano 
delt Oratore  Francefe,che  rifedeua  a  Bioma;dimandv  ilRe,cheqvefta  con- 
troverfìa  fuffe  rimefìa  in  fé  con  patto,  che  Giangiordano  fi  trasf eriffe  fra 
due  me  fi  in  Francia,  né  s' innouaffe  infino  alla  fua  determinationecofa  al- 
cuna: allaqval  co  fa  acconfentì  Giangiordano  perneceffità,  perche  baueua 
jperato  per  i meriti  paterni,  &  fuoi  dovere  eflere  in  tutto  liberato  da  qve 
(la  moleHia;&  ilVonteficepiv  per  timore  ,che  per  altro,  effendo  fiata  fat 
ta  la  domanda  nel  tempo,  che  l'arciduca  in  nome  de'  Bg  di  Spagna  contraf 
fé  la  pace .  Ma  mutata  per  la  vittoria  de  gli  Spagnvolt  la  conditione  delle 
cofe  ;  il  Tapa  vedendo  il  bifogno  che  il  Bg  haveva  di  lui  ;  dimandaua  tutti 
gti  flati  fuoi, off  erendo  quella  ricompenfa,che  fufie  dechiarata  dal  Re  ;il- 
quale  haveva  per  la  medefima  cagione  indotto  Giangiordano,  benché  mal 
uolentkri  a  conferirvi ,  &  a  promettere  di  dargli  per  ficvrtàd'efjeqvire 
quel  che  il  Bg  dichiara  fi  e, il  fi  gli  volo  :  perche  tintentione  fua  era  non  da- 
re quefli  flati  al  Tontefice,fe  nel  tempo  mede  fimo  non  fi  congiugneva  nella 
guerra  ^apolitana  apertamente  con  Ivi  :  ma  havendo  ricvfato  q vegli  di 
Titigliano  dove  il  figlivolo  era ,  di  darlo  a  Monfignore  di  Trans  Oratori 
del  Re,ilqvale  tra  andato  a  Tort 'Ercole  per  riceverlo;  Giangiordano  me- 
de fimo ,  che  era  ritornato  andò  a  Vort' Ercole  ad  offerire  all'Oratore  la 
propria  per  fona:  il  quale  accettatolo  imprudentemente  lo  fece  mettere  sa 
una  nave, benché  fubito,  che l  Bg  rihtbbe  notitia,comandò  fu j]  e  liberato» 
^Acceleravano  in  tanto  le  provi fioni  ordinate  per  vfarle  di  quà,et  di  la  da* 
monti:perche  in  Gbienna  erano  andati  per  rompere  la  guerra  uerjo  Fonte 
rabia,  Mons.  d'Mibret ,  &  il  Marifciallo  di  Gies  con  quattrocento  lan- 
cie,&  cinque  mila  fantina  Sui%%eri,&  Guafconi  ;  &  nella  Lingvadoca 
per  muovere  la  gverra  nella  Contea  di  B^offiglione  il  Marifciallo  B&is. 

Brettone 


S  '  E    S    T    O.  i(Si 

brettone  con  otto  cento  lande,  &  otto  mila  fanti  parte ;  Suìxxeri  >  fané 
Francefi;&  nel  tempo  mede/imo  fi  moueua  l'armata  per  infettare  la  cofta  a  uemoiuc. 
dì  Catalogna ,  &  del  Pregno  di  Valenza  :  &  in  Italia  haueua  fpedito  il  2\e  ^fr')** 
per  Capitano  Generale  dell' efferato  Mons. della  Tramoglia,  a  cui  allho-  diedero  em 
va  per  confentimento  di  tutti  fi  daua  il  primo  luogo  nell'arme  di  tutto  il  a[  j^J^xf 
Reame  di  Francia;cjr  haueua  mandato  il  Bagli  di  D  igiuno  a  far  e  muouere  cui. 
otto  mila  Sm%jeri,&  le  genti  d'arme,&  V  altre  fanterie  foUecitauano  di 
tammare^non  iffendo  però  l'efferato  tanto  potente, come  da  principio  ha-  b  Mille  tre» 
ueua  difevnatoinon  perche  lo  riteneffc,o  la  potentia,  o  ildefiderio  diffen-  ££»"?  ]aace 
dere  mene;  ma  perche  fi  conduce jse  nei  Regno  di  T^apoli,come  era  giudica  n  accolgo 
to  molto  ntìkycon  maggiore  celerità  ;  &  in  parte  perche  ^4  li  egri, fi  grufi-  "r"£*ic;  da 
candogli  lo  flato  delle  co  fé  di  là;haueua  affermato  effere  più  gagliarde  le  cioè  Mons. 
reliquie  dell'efferato, eh  e  in  fatto  non  erano  ;  &  più  ferme  le  terrea  i  Ba  if^"™0 
roni,che  ancora  fi  teneuuno  afua  diuotione;&fche  haueua  ricercato  aiu  chele  di  ms 
to  digète  da  tutti  quegli,  che  in  Italia  gli  adheriuano .  Onde  i  Fior  etini  gli  ^"V^0 
eccederono  il  Bagli  d 'Occan  co  le  >  o.làcie  pagate  da  loro,ct  15  o.altri  huo  drecott.  - 
A  mini  d'armeueto  huomini  d'armeper  uno  dettono  il  Duca  di  F  errar  a,i  Bo 
lognefh&il  Mar  che  fé  di  Matoua;ilquale  chiamato  dal  Re  riadatta  in  per  tu  0  pinio. 
fona;&  a  ceto  altri  i  Sanefi dequali géti  aggiunte  a  2oo.lancìe,&  5000.  ne  è  IlBu° 
Guafconi,che  conduceua  in  Italia  la  Tramoglia,et  a  gli  otto  mila  Sui%$e  quai  dice  , 
ri,chefiafbettauano,&  a  foldati,che  erano  in  Gaeta-Saceuano  ilnumero  fh.ei1  ^^ 

»    •    u  11  1         •  s    ,  i-  ,!••,•»•  laiciaua  loi- 

v  di  b  mille  otto  cento  lancie  tra  Francefi,&  Italiane;  &  di  più  di  duiotto  dar  gente  in 
mila  fanti  :oltr  a  lequali  preparationì  terreflri  fi  era  moffa  l'armata  ma-  f?™ '  rol° 
vìttima  molto  potente;di  manierale  fi  confefiaua  per  cìafeuno  non  effe-  li:  &  che  ai- 
re  memoriayche  alcuno  Re  di  Francia ,  computate  lefor%e  preparate  per  ™™he™lt 
terrai  per  mare,&  di  qua\&  di  là  da  monti,  haueffe  malfatto  più  pò-  uà  l'iiteflò; 
tente,&  maggior  preparatane. Me  non  era  riputato  ftcuro,che  l'efferci-  f  ™" °  ^ 
to  Regio  paffaffe  Roma, fé  prima  il  Re  non  era  ficuro  del  Tontefice,  &del  gnuoii  iuro 
Valentino ,  hauendo  caufa  gìuftifsima  di  affettarne  per  molte  ragioni ,  *°i  aa}™^ 
&  per  molti  indici]  \  e*r  perche  per  lettere  intercene  molto  prima  di  Va-  che  il  Papa 
Untino  a  Cofaluo,fi  era  comprefo  e  fiere  flato  trattato  tra  loro,che  fé  Co-  enumero" 
faluo  effugnaua  Gaeta,afsicurato  in  cajo  tale  delle  cofe  del  Regno  ;p  a  fifa f  in  oltre  il 
fé  innati  con  l' efferato;  occupa fie  Tifa  il  Valentino  ;  et  che  uniti  infieme  J^Jncf  & 
Confaluoy&  egli afialt afferò  la  Tofcana:&  per  cio,ilRe  paffatogià  l'efi  romo/ 
fercito  in  Lombardia ,  face  uà  inflantia  grandiffima,che  dechiar -afferò  per  j^Jj^na  fé 
ultimo  la  mente  loro:  i  quali  fé  bene  udiuano,&  trattauanocontutti;no  ra  da  cena 
dimeno  giudicando  effere  il  tempo  commodo  a  fare  mercantia  de'  trauagli  enajUmancò 
degli  altri;  haueuano  maggiore  inclinai  ione  a  congiugner/i  con  gli  Spa-  poco,  che  at 
gnuoii:  ma  gli  riteneua  il  pericolo  maniftfto ,  che  l'efjercito  Fr  ance  fé  non  d/nc'de?  Pa 
cominciaffe  ad  afjaltare  gli  fiati  loro;&  cofi,che  hauefiero  a  cominciare  a  pa  5  no  ìofle 
fentire dani,&  moleflie,donde difegnauano  di confeguireprcmiji&  efalta  l0c^l,iau  a 

e  tione.Tlellaquale  ambiguità pmetteuanOiCbe*  ciajcuna  delle  parti  foldaf 

X        fefc0m 


«Ter  tentar    r  LIBRO 

l'imprendi  fi  fccpcrt  amente  fanti  in  Roma  >di ferendo  il  più  poteuano  a  dichiarar  fi: 
Tho-carui,     ma  eytndone  finalmente  ricercati  /{rettamente  dal  Re;  eferi  nano  3  che  il 

diceilEuo-     .,-    i        •       n        ,      »/  »i    rt-       •       /  »  ".    .« 

liatcofcfi  ,     v  alenano  \l  unirebbe  con  l  efferato  fuo  con  1  oc. h  uomini  dar  me, &  due 
che  il  vaie  triila  fanti ,  conferendogli  il  Re  non  folamente  le  terre  di  Gian? lordano , 
co  le  fue  gè  ma  etianaio  l  acqmjto  di  Siena:  &  nondimeno  quando  fi  approjjimauano 
!utCtaC?adpar  a^a  conclusone;  uariauano  dalle  co  fé  trattate,  introducendo  nuoue  diffi- 
te  di  fopra  cultà  ,  come  quegli  ,  che  per  poter  e; fecondo  la  loro  confuetudine  pigliare 
nii  tìoTcd  confll^°  da  gli  euenti  delle  cofe;erano  alieni  dal  dichiararfuperbfu  in 
no,co  ordu  trodotta  un'altra  pratica,per  laquale  il  Tontefice  proponendo  di  no  mie 
Jène  'a'ieru  re  dichiarar  fi  per  alcuna  delle  par  ti, per  conferuarfi  padre  comune\coftn 
già  j  accio-  tiua  dare  all'esercito  Fracefe  pafso  per  il  dominio  della  Chiefa,ct  promet 
Francefi  fof  ttm  durate  l*  guerra  nel  Regno  di  i^apoli ,  non  moleflare,nè  i  Fior  et  ini, 
fero  paiTati  nei  Sanefi,nè i  Bologne/i:  lequali conditioni  jarebbono  (late finalmente, 
poteflé  fugb!  Pe rc'oe  Infarcito  pafiaffe  fen%a  maggior  indugio  nel  rcame;accettate  dal 
to  afiaitac    Re,ancora  che  conofeefienon  efiere  quefto  partitole  con  honore,  ne  con  fi 
curtàfua ,  et  di  quegli  che  da  lui  in  Italia  dependeuano  :  perche  certcT^- 
bMotl  Pa-  %a  alcuna  non  haueua,che  feafuoi  nel  Reame  finiftro  alcuno  fopràuemf 
dro^U'i-  ie^K H^ontefice,et  il  V aletino  no  fé  gli  feopriffero  contrasterà  oltr a 
no  1503.  a  quefto  molfuuro,che  ufcite,chefuffero  legetifue  di  terra  di  Roma,efji  te 
ftó,inefà  di  mt0  Poco  co*to  della  fede,non  affali afferò  la  Tofcana;  laquale  per  la  fua  di 
circa  7 1.  an-  funione,et  per  gli  aiuti  dati  al  Re;reflaua  debole>et  qua  fi  disarmata  :  & 
uiuuto  nei°  c^e  a  haueffero  a  tetare,o guefta,o  altra  imprefa  era  uerifimile;poiche  a 
Papato  xi .  d'hauere  a  confeguire  di  tante  occafìoni  guadagni  moderati  prefuppofìo 
togiomi:&  shaueuano.Ma  ecco,chenel colmo  più  altodelle  maggiori  ffera^e, come 
fu  tepoito     SOTsjp  nani, &  fallaci  i  pe  fieri  degli  huomini  il  Tote  fi  ce  da  una  uigna  ap 
no  in  un  uil  prefio  a  Vaticano,doue  era  andato  a  cenare  per  ricrear  fi  da'  caldi,è  reps 
fepokro  di  tinamete  portato  per  morto  nel  palagio  V  onte  fi  e  ale, et  incontinete  dietro 

mattoni  •        »  r  *  f       e»  *  ».*».»*»   *\  .» 

e  portato\per  morto  il figliuolo ;et  il  giorno  feguente,che  fu  il  1 %.di  d  *A~ 
eilGiouìo  go fio, è  portato  b  morto  fecondo  Tiifo  de'  Totefici,nella  Chiefa  di  S.Tie-b 
tue  hiiiarie  ro,  nero,  enfiato, et  bruttiffimo,fegni  manifeftiffimi  di  uelenoma  il  Vale 
dice ,  che  il  tino  col  uigore  dell' età,ct  per  hauere  ufatofubito  medicine  potenti,&  ap» 
to  da  Papa  pr opriate  al  veleno;  faluò  la  iuta, rimanendo  oppreffo  da  lùga,&  grane 
Aieflandro   infermità,  credette  fi  e  ovantemente, che  quefto  accidente  fufie  proceduto 
altri,  &co'i  da  ueleno:&  fi  racconta  fecondo  la  fama  più  comune  l'ordine  della  co  fa 
anco  fUftCÌfC  /w  <juelìo  modo.  Che  hauendo  il  Valentino,  deftinato  alla  medefima  cena, 
fo  ;  era  una  deliberato  d'auelenare  ^Adriano  Cardinale  di  Corneto,nella  uigna  delqua 
chifsima^d"  ^  doueuano  cenar  e:per  che  è  co  fa  mani  fé  fi  a, e  fi  ere  fiata  confuetudine  fre- 
fapor  non    quente  del  padre, &  fua,nonfolo  bufare  il  «  ueleno  per  uendicarfi  cotra  e 
Suole  fche  '  nimici,o  per  afficurarft  de  fofpetti ,  ma  etiàdio  perfcelerata  cupidità  di 
piapianoen  fogliare  delle  proprie  facilità  le  perfine  ricche,in  Cardinali,^*  altri  cor 
n^huoraua  ^glan^rion  hauendo  rifletto, che  da  effi  non  haueffero  mai  riceuuta  offe  fa 
con  mortai  alcma}cQmefn  il  Cardinale  molto  ricco  di  Sant'agnolo  *  ma  ne  anco  che 

-taxdaaaa.       *      "  •• 


SESTO.  i°ì 


otifulfero  mici/Timi,  &  longiuntifjìmi ,  &  alcuni  di  toccarne  furono  t 
Cardinali  di  Capa*  &  di  Modana  flati  utiliffimi,  &  fidatami  mimfin, 
1Ì*rrafiadimqtte,cbe  hauendo  il  talentino  mandati  innanzi  certi  tiajcln 
dittino  infetti  di  uehno;&  battendogli  fatti  congegnare  ad  un  miniftro  no 
nnCabettok della  cofayconcommeffioneycbemn gli dejfe ad altumlopra. 

Henne  per  forte  il  Vonteftce*  innanzi  all'ima  fila  cena:  &  tanto  dalla    ojtotà^ 
Cete  &  da'  caldi  fmi furati  che  erano;dimando  gli  f ufi  e  dato  da  berema  p-   „  cièpal  che 
che  non  erano  arriuate  ancora  di  palagio  le  prouifioniper  la  cernigli  fu   wg*« 
da  quel  miniflroycbe  cadetta  riferuarfi,come  mno  pili  pretiojo,dato  da.  be   llb.  ,.  d«u» 
te  del  uinoyche  bautta  mandato  innanzi  V  alentino-.ilquale  mentre  tipa-   »"*o« 
drebeeua,fopragiugnendofi  meffe  fimilmente  a  bere  del  mede  fimo  timo.   tmtfcm- 
Concorfe  al  corpo  morto  £  Meandro  in  S.Vieroco  incredibile  allegre^  *»'^£ 
■za  tutta  Koma.non  potendo  fatiar fi  gli  occhi  d'alcuno  di  uederejpento  un  «  inaurfu 
Serpente, che  con  lafua  immoderata  amhitione,  &  perlifera  perfidiala   «™  ,«^ 
tutti  "li  tfìempi  d'horribile  crudeltàydi  moftruofa  libidme.&dt  inaudita  gu  «  «uo- 
auarttia,uendendo  fen%a  diHintione  le cofefagre,  &  le  profane; haueua  ^  cenj, 
attoscato  tutto 'l mondo:  &  nondimeno  eraflato  e  fallato  con  rartffima,  com^uU 
e¥  auaft  perpetua  profbentà  dalla  prima  giouentuw  fino  ali  ultimodella  cio  e(Ib  fof 
ZÀfuaydefiderando  fempre  cof e  gradarne,  &  ottenendo  più  di  quello  de  fc  cóg^uo 
ftderaua-.efiempio  potente  a  confondere  l'arroguntia  di  coloro,tquali  pre-  ,      iM . 
fumendofidi  fcorgerecon  ladebole^a  degli  occhi  human,  a  profondità  jfc-jgy. 
de' nudici!  diurni;  affermano  ciò  cbe  di  proserò  ,  od  auerfoamene  agli 
Uomini  procederlo  da' meritiyo  da'  demeriti  loro.come  fé  tutto  di  non 
apparine  molti  buoni  efere  nefiati  ingiuflamente ,  &  molti  d,  prauoam 
moelfere  e  fallati  indebitamente;comefe  altrimenti  interpretando^  dero 
lafTealla  giufiitia,&  alla  potentia  di  Dio;l' amplitudine  dellaquale  non  n 
Vetta  a  termini  brieui,  &  prefenti-Jn  altro  tipo,&  in  altro  luogo  colar 
«  mano  con  premij,&  con  fupplicij  fempiterni  riconofceigiuflidagl  in- 
\iufli.Ma  il  Patentino  ammalato  grauement e  inpalagio,rtduffe  intorno 
a  fé  tutte  le  fue  genti:&  battendo  prima  fempre  penfato  di  fare  alla  mor 
te  del  padre  parte  col  terrore  delle  fue  armi,parte  colfauore  de  Carèna 
li  SpaZnuoli,ch'erano  undeci,eleggere  un  Vonttfice  ad  arbitrio  fuoMue- 
ua  al  prefente  molto  maggiore  difficttltà,cheprima,nons  era  imagmato  a 
mefloja  tutti  gli  altri  difegm  per  lajuapericolofiffima  infermità:  per 
ilchefi  querelaua  congrandiffma  indegnatione,  che  hauendo  penfato  mol 
te  ttoltein  altri  tepi  a  fattigli  acciaiti,  che  nella  morte  del  padre  poteffe- 
rofoprauenirey&a  tutti  penfato  i  rimedino  gì,  era  mai  caduto  nella  me 
te  potere  accadere.ycbe  nel  tipo  medtfimo  haueffe  egli  ad  ejfere  ipedito  da 
ti  pericolo  fa  infermità:  però  bifognàdogli  accomodare  i  configli  \uoiy  non 
a  difegni  fatti  prima,ma  alla  necefiìtà  foprauenuta,parÌdogl,  non  potere 
Mentre  in  un  tipo  mede  fimo  nimicitia  de  Colonnefi,  &  degli  Or  fin, ,  & 
temendo  non  t'unsero  infume  cvntra  lui  infoine  a  fidarfi  più  preflo 


t    I    B    R    O  ' 

di  quegli ,  i  quali  baueua  offe  fi  folamente  nello  flato,  che  di  quegli,  i qua- 
li baueua  offe  fi  nello  flato,  &  nel  fangue  :  &  per  queflo  riconciliato  fi  pre 
flamente  co1  Colonne  fi,  &  con  la  famiglia  della  Valle,feguace  della  me- 
de ftma  fattione  ,&  multandogli  a  tornare  ne  gli  flati  propria  reflit uì  lo- 
a  Le  fortez  ro  ^  a  fortezze, le  quali  conff e fa  grande  erano  Hate  fortificate,  &  am-  a 
ze  reftituite  pliatc  da  jLhffandro.Ma  non  baflaua  queUo  né  alla  fu  urta  fua,nè  a  quie 
turono  ca-  tare  *a  cltta  "l  Roma9oue  ogni  cofa  era  piena  di  fojbetti ,  &  di  tumulti: 
ftei  Nc«u-  perche  Trofbero  Colonna  u era  entrato,  &  tuttala  parte  Colonnefe  ha 

no,  jhinaz-  r   i>  -,  i  ■     *    r  uri  ■ 

.zano:  e  Rpc  ueua  preje  l  armi  :  &  Fabio  Orfmo  uenuto  alle  caje  loro  in  Monte  Gior- 

ca  di  Papa,  dano;  baueua  con  turba  grande  di  partigiani  de  gli  Orfinì>  abbruciati  al 

cuni  fondachi, &  cafe  di  mercatanti,^  cortigiani  Spagnuoli,contra  Uno 

me  dcllaquale  natione  erano  concitati  gli  animi  qua  fi  di  ciafeuno,  per  la 

Memoria  dell' infolentie,cbe haueuano  ufate nelToteficato  d'^ileffandro: 

&fitibondo  del  fangue  delValentino  congregaua  molti  faldati  forertieri, 

bvenne,dì-  &  folkcitaua  b  Bartolomeo  d' filmano  ,chc  alVbora  era  a  gfiflìpendij  k 

I'am'01"0'  ^  yinitìani,  che  uenifìe  a  uendicarfi  infieme  con  gli  altri  della  famiglia 

co  molta  gè  loro  di tante ingiurie .llborgo ,  e  i  pratiqr  ano  pieni  di  gente  del  Valenti- 

STattuTcu  no:  e*  Cardinali giudicando  non  potere  ficur amente  congregarli  nel  pala 

m  danni  -,  fi  gio  Tonte  fi  e  ale,  fi  congregauano\el  conuento  della  chic  fa  della  M  inerita; 

trare°neicn  ntHua^  luogo,  fuora  delcoflume  antico ifi  cominciarono,  ma  più  tardi  che 

lazzo  di  fan  //  confueto,  a  fare  l'esequie  d' ^A  le ff andrò.  Temeuafi  della  uenuta  di  Con- 

cra^iv  ^  fa^uo  aR9^ai  maffimamente perche  Trofpero  Colonna  baueua lafciata 

tino .  Ma  i  a  Marino  certo  numero  difoldati  Spagnuoli;&  perche  per  la  riconcima- 

Roman"?    tlone  ^  ^a^entmo  C(>  Colonnefifi  era  creduto,  ch'egli  hauefeconnenuto 

capidoglio   difeguitare  la  parte  Spagnuola .  Ma  molto  più  fi  temeua,che  non  ui  ue- 

cheTi  d'0  *  n'l$e  l'eJfercìt°  arance  fé  proceduto  fin  a  quel  dì  lentamente  .-perche  i  confi 

fé  n'andaffe  gli  publìci  degli  Sui'^erifp attentati  per  gl'infelici  fucceffi  bauuti  da  quel 

aofi  *&'m    ^  nati°ne  nel  Regno  di  ls!apoli;erano  fiati  molti  fofpefi  innanzi  concede f 

fu  quietata,  fero  a'  mini(lri  del  Re,chefoldaffero  de' fanti  loro;  &  ricufando  per  la  me 

*•  che9i  vi*  defima  cagione  quafi  tutti  i  Capitani,^- fanti  eletti  d'andar  ulcerano  sia- 

nitiani  ma-  tifoldatipiu  tardamente,&  dipoi  flati  lenti  nel  caminare.  Ma  per  la  mor 

ferire  ai  c°5  te  delTontefice  l'efferato  gouernato  dal  Mar  che  fé  diMatoua  co  titolo  di 

ciaue  il  loro  Luogotenete  del  R£,et  in  copagnia  fua,quato  all'effetto,  ma  non  in  nome 

1^1™*°'  ^  dal  Bagli  d  Occan,et  da  Sadricort,perche  laTramoglia  ammalato  sera 

za  dì  quefto  fermato  a  Tarma,non  affettati  gli  Suix^eri  s'era  condotto  nel  temtorio 

toUerdiaRo  di  Siena  co  intetione  d'àdar'a  Romaiche  co  fi  baueua  comejjo  il  Re,et  etia 

ma.  dio,che  andaffe  ad  Ofìia  l'armata.cbe  era  a  Gaeta, per  impedir  e, fé  e  odo  di 

ceuano,fe  Confaluo  uoleffe  andare  co  l'efìercito  a  B,oma}per  coflrignerei 

Cardinali  a  eleggere  ad  arbitrio  fuo  il  nuouoVotcficeifoggiornarononodi 

meno  qualche  dì  tra  Buoconueto,et  Viterbo-.gchehauedop  leturbolentie 

di  Roma  i  mercatanti  fatto  iiffcultà  d'accettar  le  lettere  di  cabio,madate 

■di  Fràcia-,  li  Sui^ri  codoni  di  quel  di  Siena ,ricufauano,fe  prima  no  era 

no 


S    E    S    T    O.    \2  J<?? 

nò  pagati,  p  afflar  e  più  atlanti .  Islelqual  tempo  non  erano  minori  tumulti  nel 
tenitorio  di  Roma,&  in  molti  altri  luoghi  dello  flato  della  Chiefla,  &  di  quel- 
lo  del  Valentino  :  perche  gli  Or  fini ,  &  tutti  i  Baroni  Romani  ritornauano 
a  afflati  loro .  1  Vitelli  erano  ritornati  in  città  di  Caflello,  & a  Gian  Vagolo  a  Scriuono 
Baglioni  haueua  [otto  fperan%a  dì  un  trattato ,affaltato  Terugia  :  &  benché,  jj1^1  ^ 
mefio  in  fuga  da'  nimici ,  fu ffle  flato  coflretto  a  partirflcne  ;  nondimeno  tor-  Gio.  piolo 
fiatoni  di  nuouo  con  molta  gente,&  con  gli  aiuti  /coperti  de  Fiorentini- da-  jjf^'co'icó 
totii  uri aft alto  gagliardo  ,u  entrò  dentro ,  non  flen%a  qualche  occifionede   te  di  inolia 
nimici,  &  defiioi.  Haueua,  &  la  terra  di  piombino  pigliato  l'arme  :  &  ££„£"&  £j 
benché  i  Sanefi  fi  $flor%aflìero  di  occuparla  ;  ui  ritornò  col  fauore  de'  Fioren-  altri  di  cafa 
tini  il  uecchio  Signore  :  il  mede  fimo  flaceuano  ne  gli  flati  loro  il  Duca  d'Vr-  ucili"  pard- 
bino ,  i  fignori  di  Te  fero  ,  di  Camerino  ,  &  di  Simgaglia  :  folamente  la  Ro-  to  di  Roma* 
magna  ,  benché  non  fleflìe  fenica  fofpetto  de  Vinitiani,  i  quali  a  Rauenna  t"rbo ,  fa£ 
molta  gente  riduceuano  ;flaua  quieta ,  &  inclinata  alla  diuotione  del  Va-  cheggìando 
Untino ,  hauendoper  ejperientia  conofciuto  quanto  fuffcpiu  tollerabile  fla-  ia fattjó  Gat 
to  a  quella  regione, il  feruire  tutta  infieme  flotto  un  fignore  folo,  &  potente,  «Ica.  indi  p 
che  quando  ciafcuna  di  quelle  citta  flaua  flotto  un  'Principe  particolare ;ilqua  tra  i  chiara 
le  neper  laflua  debolezza  gli  poteua  difendere, ne  per  la  pouertà  beneficiare,  ualIdi' &  '* 
più  toflo  >  non  gli  baflando  le  flue  piccole  entrate  afloflentarfi  ;  fuflfle  conflretto  andò  a  Perù 
ad  opprimergli  ricordauanfi  ancoragli  huomini ,  che  per  l'autorità ,  &gran-  Bj?»^  *££*£ 
de%ga  flua,&per  l  amminiflratione  fincera  della  giuftitia,  era  flato  tranquil  nc  aiuchie 
lo  quel  paefle  da'  tumulti  delle  parti,  da'  quali  prima  foleua  e  (fere  ueffato  con-  ^^^ 
tinuamente  con  fpeffle  occifwni  d'huominhcon  lequali  opere  s' haueua  fatti  be-  &  cartella 
niuoligli  animi  dey  popoli,fimilmente  co  benefici]  fatti  a  molti  di  loro,diflri  Scienti '  d?~ 
buendo  floldi  nelle perfone  armigere, ufficij per  le  terre flue,&  della  chiefla  nel  Orio  Ba- 
te  togate,  &  aiutando  l' Ecclefiafliche  nelle  cofe  beneficiali  apprefìo  al  Padre:  slloni* 
onde  ne  l'eflempio  de  gli  altri  che  tutti  fi  ribcllauano ,  ne  la  memoria  de  gli 
antichi  Signori  gli  alienaua  dal  Valentino  :  il  quale  benché  fuflfle  oppreflìato 
da  tante  difficultà;pure,& gli  Spagnuoli,e  i  Francefì  faceuano  inflantiagra 
de  con  molte  promeflìe ,  &  offerte  di  congiugnetelo  .-perche  oltra  il  ualerfi 
delle  flue  genti  ;  Jperaudno  di  guadagnare  i  uoti  de'  Cardinali  Spagnuoliper 
la  futura  elettione .  Ma  egli,  benché  per  la  riconciliai  ione  fatta  co'  Colonne- 
fi  fllfuffe  creduto, che  fi  {ufi  e  adherito  agli  Spagnuoli  .-nondimeno  non  l'hauen 
do  indotto  a  quella  altroché  il  timore,  che  nons'uniflero  con  gli  Orfìni;&  al- 
Ihora,  fecondo  affermatici  dichiarato  di  non  uolere  eflìere  tenuto  a  cofla  alcuna 
contra  il  Re  di  Francia;deliberò  difleguitare  la  parte  flua:per  che, &  in  Roma, 
oue  haueua  fi  uicino  leflìercito,  &  negli  altri  fluoi  flati  poteua  più ,  &  nuo- 
cergli, &giouargli,  che  non  poteuanogli  Spagnuoli.-però  il  primo  di  Settem- 
bre conuenne  col  Cardinale  di  San  Seuerino,  &  con  Mons.  di  Trans  Oratore 
Regio  contrahenti  in  nome  del  Re ,  promettendo  le  genti  flue  altimprefla  di 
l<[apoli ,  &  ad  ogni  altra  imprefla  contra  ciaflcuno ,  eccetto  che  contra  la    • 
Chiefla:  &  dall'altra  parte  gli  agenti  predetti  obligarono  il  Re  alla  fluaprotet 

X     3         tione 


1  Del  Caldi      .  M  ,      .  LIBRO 

nai  Menno  f/oȏ  co  tilt  ti  gliftatipoJJedeua,&ad  aiutarlo  alla  ricuperatione  dique 

ói  to'pn°a  |^  ^;6'  l)aueua  perduti.  Dette  oltra  queflo  il  Valentino  Jperanza  di  noi. 

c.z.v.d  li.  i.  r 4 re  /  «or/  cfc7/d  maggior  parte  de  Cardinali  Spagnuoli  alfauore  del  Car 

!»4.Maè<fe  dinaie  di  J\oano:  ilquale  pieno  di  grandi ffima  fperanza  d'hauere  ad  ottcne 

auenire,che  re  il  ponteficato  con  Cautorità,co>  danari,  &  con  tarmi  delfuo  Re;fubi- 

il  Bembo  e  j*       j  i    ;^  r        >  .       \.       ^    .  •       -«. 

contrario  a  to  dopo  la  morte  delTontefice  s  era  partito  di  Fracia  per  uenire  a  F^pma , 

gii  altri  fcrit  menando  feco  oltra  il  Cardinale  d'jlravpna  a  il  Cardinal  jlfcanic  fila  uà 

tori:  ilqual  ,  *.  .  .  .       ,,  «»  •   zi         •  '       < 

dice,  che  il  le  cauato  due  anni  innanzi  della  torre  di  Borges;  era  poi  {tato  intrattenu 

cardinale  t0  honoratamente  nella  corte,  &  carezzato  molto  da  Roano ,  (berando 

Alcamo  mo      .  ,,  ...  /  >>-  .        JI 

rico'iftatei  che  nella  prima  uacatione  delTontepcato  glthauejje  a  gwuare  molto 
n°eTnPFrìn-  ^  antlca  riP ^tatione,  & l'amicìtie  ,  &  dependentie grandigie  eglifoleua 
eia  in  molte  haucre  nella  Corte  Romana, fondamenti  non  molto  fa  Idi:  perche  ne  il  Va 
•che fcrlue'e-  ^entln0  poteua  difporre  totalmente  de'  Cardinali  Spagnuoli  intenti  più  fé 
gii  nel  iib.5.  condo  l'ufo  degli  huomini}all' utilità  propria,  che  alla  remuncratione  de 
^Tch^rS  teàtfa-jj  riceuutidalfddre>&  da  lui;  &  perche  molti  di  loro  hauendo  ri- 
fatto prìgio  (petto  a  non  offendere  l'animo  de  '  fuoi  Re\  non  farebbono  trajeorfi  ad  eltg 
ufo  riehé co  %>cre  in  fWtofoc  Hn  Cardinale  Francefe-,  né  .Afcanio  (e  hautffe  potuto, 
me  ho  nota  harebbe confentito,  che  Roano  confeguitaffe  il  Tonti ficato ,  a  perpetua 
i!b? 4^ le^S  depr(ffi°ne>  &  eftintione  d!  ogni  jperanza, eh  e  auanxaua  a  fe,&  alla  cafa 
di  fotto  a  jua.1<lon  fi  era  dato  ancora  principio  alla  elettione  del  nuouc  Tonttfice , 
OrThf  ice-  nonJ°l°  Per  efìerfi  cominciate  a  celebrare  più  tarài,chelf olito  l'efequie 
gi,  che  fi  leg  del  morto, innanzi  alla  fine  dellequali,che  durano  b  noue  dì,non  entrano,  l 
modo  d? «e  f€Con^°  l*  confuetudine  antica ,  i  Cardinali  nel  Conciane;  ma  perche  per 
are  il  Papa,  le  u  are  l'occafeone,  e  i  pericoli  dello  fcijma  in  tanta  confufione  delle  co  fé, 
chef  mono  & ln  Sl  importante  diuifione  de'  Trincipi;  haueuano  i  Cardinali  prefenti 
il  papa,  s'a-  confentito,  che  fi  deffe  tempo  a  uenire  a!  Cardinali  adenti:  i  quali,benche 
noue  giorni  fu  fier  o  uenuti;  teneuafofpefo  il  Collegio  il  foretto,  che  l' elettione  non  ha 
incardinali  utffe  a  effere  libera,rijpetto  alle  genti  del  Valentino;  &  perche  l'efferato 
fn  tanto  o-  Fr  ance  fé, ridotto  finalmente  tutto  tra  J^epi,  &  l'I  fola,  &  che  uoleua  di- 
gni dì  fifa  fìenderft  inftno  a  Roma;  ricufaua  di  paffare  il  fiume  del  Teuere,  fé  prima 
quie°ai  mor  twnficreaua  ilnuouo  Tontefice,o  per  timore  che  la  parte  auerja  nonsfor 
to.  Poi  il  de  <fajje  j[  collegio  ad  eleggerlo  a  modofuo-,  o  perche  il  Cardinal  di  Bgano  uo 
cato°io  spi-  lefie  per  più  ficurtàfua ,  &  per  Jperanza  di  fauorirfene  al  Vonteficato  .• 
xitosanto  fi  Squali  co  fé  dopo  molte  contentioni,ricufando  il  collegio  di  uolere  altriml 
conciaue  ti  entrar  nel  Conclaue;  pigliarono  forma:  perche  il  Cardinal  di  T\oano  det 
?ono  &Cat-  tc  a  tutt0  M  collegio  lafedefua,che  Ufìercito  Francefe  no  paffe  rebbe  In- 
tendano ai-  p i,&  Vlfola;  &  il  Valentino  confentì  d 'andar  fene  a  TSlepi,&  poi  a  Ciuità 
cut  °ktit  caftellwa, mandati  nel  campo  Francefe  dugento  h uomini  #arme,&  trece 

to  nel6.de*  tO 

Decretai  idi 

Papa  Bonifacio  «.  nel  libro  primo  titolo  fefto  de  efettione  &  elc£H  poteft.  cap.  terzo  •  Vbi  periculum  :  & 
nel  libro  primo  delle  Clementine,  al  titolo  terzo  de  elettione  &  ciechi  poteft.cap.  Ne  Romam.  fi  può  leg- 
gere anello  F. Tolomeo  da  Lucca, Martin  Polono,  Theodorico  da Niern,Gio«anni  dalla  Colonna, &  altri 
Scrittori  di  cjuefìi  tempi,  che fcrifleio la  uitt  di  Gregorio  x« . 


S    E    STO.  164 

to  canai  leggieri  [otto  Lodovico  dalla  Mir  andola, et  jLleff andrò  da  Trini 
%j:  &  il  collegio  ordinati  molti  fanti  per  la  guardia  di  E^ma;  dette  auto- 
rità a  tre  Vrelatiprepofti  alla  cuftodia  del  Conciane  Coprirlo, fé  fentiffc- 
ro  alcun  tumulto;  acciocbe  reftando  qualunque  de  Cardinali  libero  d'an- 
dare doue  gli  par  effe,  ciafcuno  perdere  la  (peranno,  di  sformargli. En- 
trarono finalmente  i  Cardinali  nel  Conciane  trentotto  in  numero  ;  oue 
la  difunione ,  f olita  in  altri  tempi  a  partorire  dilatione  ;  fu  caufa ,    | 
che  accelerando  creaffero  fra  pochi  dì  il  nuouo  Vontefice:  perche  non  con 
cordi  della  per  fona,  che  haueffero  ad  eleggere  per  l'altre  loro  cupidità  ,& 
principalmente  per  la  contentione,che  era  tra  i  Cardinali  dependenti  dal 
He  di  Francia,  ei  Cardinali  Spjignuoli,o  dependenti  da  I\e  di  Spagna;  ma 
Rallentati  dal  pericolo  proprio  offendo  le  co  fé  di  Rgma  in  tanti fojpetti,et 
tumulti, &  dalla  confideratione  de  gli  accidenti,  che  in  tempi  tanto  diffici 
li  foprauenire  per  la  uacatwne  della  fedia  poteuano  ;  s  inclinarono ,  con- 
ferendola ancora  il  Cardinale  di  B^ano,  alquale  ogni  dì  più  mancaua  la 
t  /peran^a  Se  fiere  eletto;  ad  eleggere  in  Vontefice  »  Francesco  Ticcolomini  *  ?™  «'co 
Cardinale  di  Siena  :  ilquale, per  eh  e  era  uecchio,et  allhora  infermo; eia feti  »!  ca°S- 
no  prefupponeua  douerein  breuiffimo  tempo  terminare  i  juoi dì  :  Cardina  Jefu  eietto 
le  certamente  d'intera  fama,  &  giudicato  per  altre  fue  conditioni  non  in-  d?Psettèbrc 
degno  di  tanto  grado:  ilquale ,  per  rinouare  la  memoria  di  Tio  Secondo,  *so*  da  37. 
fuo  xio,  &  da  cui  era  flato  promoffo  alla  dignità  del  Cardinalato;  affunje  fecóndo  a 
il  nome  di  Tio  ter%o.Creato  il  Vontefice,  l'efferato  Francefe,non  hauedo  Buouacorfi: 
più  caufa  difoprafiare,indrì%^adofi  al  camino  prima  defìuiato;pajsòfu-   tobre  fu  co*" 
bito  il  fiume  del  Tenere:  &  nondimeno  né  per  la  creatione  del  Vontefice,  \on^°-  Di 

ì  *•*     j  n»  /r      •*    r       •  ^^  •  •  •  i„  1      lui"  può  uè 

ne  per  la  partita  dell  ejjercitoji  quietammo  t  mouimenti  di  Bgma:perche  derquei  che 
afpettandouift  l'Muiano,  &  Gian  Vagolo  Baglione,cbe  cogiunti  nel  Ve-  Onofrio  J" 
rugino  faceuano  genti  ;  il  Patentino  oppreffo  ancora  da  grane  infermi-  nuino  vero 
tày  temendo  della  uenuta  loroyera  con  250.  huomini  d'arme  y  altrettanti  £^"^1 
canai  leggieriy&  800.  fanti ritornate >in  I{oma ,  battendogli  conceduto  il  alle  vite  de 
falnocondotto  il  Vontefice:  ilquale  fperò  potere  più  facilmente  fermare  le  dóuiarina. 
co  fé  con  qualche  compo fittone  Ma  effendo  tra  le  medefime  mura  il  Valen- 
tinoy  &gli  Or  fini ,  acce  fi  dafetegìufiifsima  delJuofanguey&  accumula- 
!  do  continuamente  nuoue genti,perche  Jebenehaueuano  dimandato  cotra 
luifpeditagiuftitia  al  Vonteficey&  al  collegio  de'  Cardinali  ;  faceuano  il 
fondamento  principale  di  uendicarfi  fu  l'arme,  almeno  come  prima  fu  fise- 
.  ro  giunti  Gian  Vagolo  Baglioney&  fjLluiano\  onde  l{omayelborgoydoue 
alloggiaua  il  Patentino  quaft  continuamente  tumultuauano  :  laquale  con 
tentione  no  folamente  turbaua  il  popolo  Homano,&  la  corte,ma  nocque, 
come  fi  crede  molto  alle  co  fé  Francefi  :  perche  preparando  fi  gli  Or  fini  per 
andare,fpediti  chefujjero  delle  coje  del  V 'a tentino, a  gli  fìipendij,  0  del  J\e 
^i  Francia,  0  de  Re  di  Spagna,  &  giudicando  fi  douere  effere  di  non  picco- 
lo momento  alla  uittoria  della  guerra  £  arme  loro,  erano  inuitati  co  am- 

*,     ■■  X    4        pie 


LIBRO 

pie  comi  it  ioni di  ciaf  e  una  delle  parti  :  ma  efiendo  naturalmente  più  fludiofi 
del  nome  Francefe;  il  Cardinale  di  Roano  condufìe  in  nome  del  fuo  He  Giu^ 
a  xl  G\°t\  ^°  0)fino  »  Hqualc  contrade  feco  in  nome  di  tutta  la  cafa ,  eccettuato  X*aU 
la  vita  dico  wStibìà  cui  fu  riferbato  luogo  con  honorate  conditioni .  Ma  fi  turbò  ogni  cofa 
faiup  impu-  per  la  uenuta  fua  ;  perche  ,fe  bene  nel  principio  rimaneffe  quafi  concorde  col 
«e ,  che"  gii  mede  fimo  Cardinale  ;  nondimeno  a  rifìrettofi  quafi  in  un  momento  con  l'Ora-,  a 
ftfl'cro  Jìoì  t<)re  sPa£mwl°  >  conduffè  cofuoi  Re,fe&  tutta  la  famiglia  Or  fina,  eccetto 
di  di  spagna  Gian  Giordano,con  cinquecento  huomini  dì arme,& prouifwne  difefìania  mi 
TranTo ra-  ^  ducati  ciafeuno  anno  :  allaquale  deliberatione  Xindufìe  principalmente, fe~ 
tore  in  Ro-  condo  che  efio  coflantemente  affermaua,  lo  fdegno ,  che'l  Cardinale ,  accefo 
daa-Pnr  u5è  P™'  c^e  mcLl  ^a  cupidità  del  Vontefice;fauQrifie  il  Valentino ^per  la  fperan- 
s'haueua  p-  %a  di  confeguire  per  me%ofuo  la  maggior  parte  de  uoti  de  Cardinali  Spagnua 
offinUm-o  fàbenebe  il  Cardinale ,  fiancando  la  colpa ,  che  fi  daua  afe>  con  imputatio- 
lenz _.)  pnio,  ne  d'altri  ;  dimoflrafie  diperfuaderfi  efierne  flati  autori  ì  Vimtiani  ;  i  quali 
douelter o  '°  Per  defiderio,cbe  il  Re  di  Francia  non  ottenefìe  il  Reame  di  T^apoli  ;  non  folo 
ferirne  il  fuo  a  quefìo  effetto  haueffero  confentimento,chc  egli  fipartiffe  da  foldi  loro.pro 
ululano  rde  mettendo  fecondo  fi  diceua  di  riferuargli  il  luogo  mede  fimo,  ma  ancora  hauef 
guato  deifa  fero ,  perche  il  principio  de'  pagamenti  fuffe  più  pronto  ;  py  e  flato  all'Oratore 
«Siui,acc5.  Spagnuolo  quindicimila  ducati  diche  fé  bene  non  era  al  tutto  certo,non  fipo* 
pagnata  da  teua  almeno  negare yX ambafeiator e  Vinitiano  efierfi  interpofto  maniftflamen 
fXè^d'at-  te  in  quefla pratica. lAltriaffermauano  efierne  fiata  cagione  l'hauere  ottenu-. 
taccaifi  a  te  più  ampie conditioni  da  gli  Spagnuoli  :  perche  s  obligarono  a  dare  flati  nel 
che Incho  i  Regno  di  TSfapoli  a  lui,  &  agli  altri  della  cafa ,  &  entrate  Ecclefiafliche  al 
Colon  nefi  fratello;  &,quel  che  da  Ini  era  flimato  molto, a  concedergli,finita  che  fuffe  là 
lonoT&rac  guerra,  fuffidio  di  due  mila  fanti  Spagnuoli  per  Ximprefa ,  laquale  haueua  in 
conta  quiuj  animo  di  fare  cotra  i  Fiorétiniin  fauor  di  Tiero  de'  Medici. Credette fi,che  Gii 
nomi  di  tut  Vagolo  Baglioniyche  era uenutoa  Roma  infieme  co  X filmano  cofi  come,fegui 
fch  Col°  5r  ■  ^°  1'eft empio  fuo  trattaua  in  un  tempo  mede  fimo  di  condurfi  co' Fr  ance  fi,  & 
no  a  con?  con  gli  Spagnuoli;  lofeguitafie  fimilméte  nella  deliberatione.  Ma  il  Cardinale 
fahio .  fa  Roano  attonito  della  alienatane  degli  Or  fini,  per  laquale  fi  conofceua  efìe 
b  obligoflì  re  ridotte  in  dubbio  le  fl>era%e  prima  quafi  certe  de'Fracefi-Jo  conduffe  fubitoy 
U  cita  diFio  eccedendogli  qualunque  codinone  dimadò.agliftipédij  dei  fuo  Re  co  cento  cin 
g«  Gìo.Faò  quanta  buomini  d'arme, béche  fiotto  nome  de  b  Fioretiniipercbe cofi  nolle  Già.  b 
lo  Bagiionj  bagolo, per  efferpiuficuro  di  riceuere  a  tipi  debiti  i  pagamenti:  i  quali  fi  ha~ 
foido°dciR«  ueuano  a  compenfare  in  quello, che  doueuano  al  Re  per  uirtu  delle  loro  conuert 
dei  la  soma  xionuet  nondimeno  Gian  Vagolo  ritornato  a  Terugia  per  mettere  in  ordine  le 
feudi ,  ch'ef  gcnti,&  riceuuti  quattordicimila  ducati,&  gouernadefi  più  fecondo  ifuccef 
fa  città  do  fi  deue  cofe  communi,&  fecodo  le paffioni,<&  interef[ìfuoi,che  fecondo  quello 
di  Francia  e  che  couiene  alXbonore,&  alla  fede  de'foldati,&  differedo  X andare  alfejferd 
comò  delia  t0  pracefe  con  uarie  fcufe;non  fi  moffe  da  Verunaiilche  il  Cardinale  di  Roano 

protettionc    .  -\  J      ,  J      i         .  ?     •     •  -  i    i     r  i  r 

pia  dai  Re:  interpreto  efsere  proceduto,  perche  Gian  Vagolo  imitado  la  fede  poco  Jmcera 
lUuoaacc!  ^(  Capitani  <£  Italia  dì  quei  temfhhauefìc  infinoquadofu  condotto, fromeffo 

*/■  aBar- 


Q_V    I    N    T    O.  i*y 

a  Bartolomeo  d' Aluiano  y  &  a  gli  Spagnuoli  di  cefi  fare.  Con  la  con- 
dotta de  gli  Or  fini  fi  congiunfe  la  face  tra  loro,  e  i  Colonne  fi  yftipulata 
neWbora  medefima  nella  habitatione  dell'Oratore  Spagnuolo  ;nelqua- 
le,  &  nell'Oratore  Vinitiano  r imo fiono  concordemente  tutte  le  loro  dif- 
ferente :  per  l'unione  de' quali  il  Valentino  impaurito, hauendo  delibera- 
to di  partir  fi  da  Roma  y  &  giàmouendofi  per  andare  a  Bracciano  yptr- 
che  Gian  Giordano  haueua  data  la  fede  al  Cardinale  di  Roano  di  condur 
itelo  ficuro  ;  Gian  Vagolo  ,&  gli  Or  fini  difpofti  d'affaltarlo,  non  hauen 
do  potuto  perii  ponte  di  Caflel  Sant'agnolo ,  entrare  nel  borgo;  tifa- 
ti di  Roma,&  condotti  con  lungo  circuito  alla  porta  del  Torrone,  la 
quale  era  chiufa  ;  l'abbruciarono  ;  &  entrati  dentro  cominciarono  a  cotto 
battere  con  alcuni  caualli  del  Valentino :&  benché  in  aiuto  fuo  cocorref 
fero  molti  foldati  Francefila  quali  non  erano  partiti  ancora  di  Roma;  non 
dimeno  ejftndo  maggiori  lefor%e,&  grande  l'impeto  de  nimici,& facendo 
le  genti  fue,il  numero  dellequali  era  prima  molto  diminuito, fegno  d'abba 
donarlo',fii  corretto  infume  col  Trincipe  di  Squillaci3&  alcuni  de  Cardi- 
nali Spagnuoli>a  rifuggir  fi  nel  palagio  di  Vaticano, donde  fi  ritirò  fubito 
in  CajhlS.  agnolo, r  ice  uuta  con  confenfo  delV  onte fice, la  fede  del  casella 
no;il ftale  era  quel  medtfimoycbe  a  tepo  del  Tontefice  paffato,di  lafciarne 
io,ogniuolta  uoleffe3partire  fubito;&  le  fue  genti  tutte  fi  dijperjono  .  Fu 
ferito  in  quefto  tumulto >bencbe  leggiermente  il  Bagli  d'Occan,  &  il  Cardi  . 
naie  di  I{pano  bebbe  quel  giorno  molto  timore  di  fé  mede  fimo. Bjmojfa  per  pa  ricréde! 
quefto  accidente  la  materia  de  gli  fcandoliSi  rimoflono  medefim  amente  di  che  {o{ìfùt 

£  •  l'i-  '  i  •  y»  .«       .  ,.      toauuelena 

Hgma  i  tumultuai  marnerà  che  quietamente  fi  comincio  a  dare  opera  alla  xe  in  una  fi 

elettrone  dclnuouo  Tontefice:  pertbe  Tio,non  ingannando  la  jpera^a  con  Sf  Vauwa 

%  ceputa  nella  fua  creatione  da  Cardinali;  era  26.  dì  dopo  l'clettiom a  paf-  in  una  ;gam 

fato  a  miglior  uita.  Dopo  la  morte  delquale,  e  fi  endo  fi  differito  dal  col-  coniglio  JH 

legio  de'  Cardinali  alquanti  dì  V entrare  in  Conclaue ,  perebe  uollono  ,  psdoifo  fé 

the  prima  ufeifìero  di  Roma  gliOrfini,  rimafiuiper  fare  ilnumero  del  "oSsSni 

le  genti  della  condotta  loro;  fi  [labili  fuori  del  Conclaue  la  elettiove:per  >lorì  s  IS- 

<he  il  Cardinale  di  San  Tìero  in  Vincola  potente  d'amiciydi  riputatio-  *°"°nlò 

ne ,  &  di  riccbexge  haueua  tirati  a  fé  i  noti  di  tanti  Cardinaliyche  non  6*  mefc  9ui 

hauendo  ardire  di  opporfegli  queglì,cbe  erano  di  contraria  fenten^ayen-  n°0  '  decimo 

trando  in  Conclaue  già  Tapa  certo,  &ftabilito;fu  con  effempio  incogni  dell'età  fua. 

to  prima  alla  memoria  de  gli  h uomini ,  fen%a ,  che  altrimenti  fi  chiù-  fn%.  dietro 

Àeffe  il  Conclaue ,  la  notte  medefima ,  che  fu  la  notte  dell'ultimo  giorno  ™lì*  scaj£| 

d'Ottobre,  affunto  al  Tonteficato  :  ilquale ,  ò  ri fguar dando  al  nome  fuo  dica*  pieflò 

primo  di  Giuliano  ;  ò  come  fu  la  fama  per  fignificarela  grandezza  de  ^'^^ 

fuoi  concetti  ;ò  per  non  cedere etiandionell'eccellentia  del  nome  ad  .Ale f  marmo^u 

fandro;  affunfeil  nome  di  Giulio ,  fecondo  tratuttii  Tonte fici  paffa-  ^"^chiara 

ti  di  tal  nome  .  Grande  fu  certamente  la  marauiglia  uniuerfale,che  xo  Papa  u 

il  Tonteficato  fujfe fìato  diferjtocQntmacQnmdkadupCardinaley  gj,™^^ 

ilquak 


LIBRO 

a  a  ncho  il  ^'ìIL^e  cra  notiffimo  effere  di  natura  molto  difficile,  &  formidabile  a  eia. 
gìouìo  nei  f-ano;  &  ilquale  a  inquieti/fimo  in  ogni  tempo,&  che  bavetta  confumato 
lior!cddkc  !  ^et * ln  contìnM  trattagli;  baueua  per  neceffìtà  offefo  molti,  &  effer  citato 
che  il  cardi  cdij,&  nimicitie  con  molti  huomini grandi.  Ma  apparirono  da  altra  par- 
igino SiT  u  maniftflamente  le  cagioni ,  per  lequali ,  fuperate  tutte  le  d>fficultà,fn 
uinco/a  era  efaltato  a  tanto  grado:  perche  per  efiere  flato  lungamente  Cardinale  mol 

d'animo  ter     . .    .     .  ,  •  r  •  i  i    i  /•  a» 

ribile,  e  in-  to  potente,&  per  la  magnificentta,  con  laquale  baueua  jempre  trapafsa- 
cini£to3iiche  to  t ut ti  gli  altri;  &  per  la  grande^a  rariffima  del  fuo  animo, rio  folo  ha 

io  no  nota-  •   •     sf  •  \        i  1 1     _  > 

to  di  lopra.   ueua  xnnci  ajjai,ma  autorità  molto  mucterata  nella  Corte ,  ey*  ottcneua 
nome  d' effere  precipuo  difènfore  della  dignità,  &  libertà  Ecclefiaflica;ma 
molto  più  uè  lo  promefiono  le  promeffioni  immoderate,&  infinite  fatte  da 
lui  a  Cardinali,a'  Vrincipì,a'  Baroni,  &  a  ciafeuno ,  che  gli  poteffe  effere 
utile  a  qttefìo  negocio,  di  quanto  feppono  dimandare:^  hebbe  oltra  ciò  fa 
cultà  di  dìflribuir  danari^  molti  heneficij ,  &  dignità  Eccleftafticbe,co- 
jl  delle  fue  proprie,come  di  quelle  a" altri: perche  alla  fama  della  f uà  libe- 
ralità molti  concorreuanoffiontaneamente  ad  offerirgli, che  ufaffe  a  propo 
[ito  fino  i danari, il nome, gli  ufficij.e  i  heneficvj  loro:  ne  fu  confiderato  per 
alcuno  effere  molto  maggiore  le  fue  promeffe  di  quello, che  poi  Tonte  fi  ce 
poteffe ,ò  doueffe  ofìeruare:  perche  haueua  lungamente  hauuto  nome  tale 
dintorno  ltbero,et  acrilico,  che  Jlleff andrò  Se/lo, nimico  fuo  tanto  acerbo, 
mordendolo  nell'altre  co  fé  ;  confefsaua  lui  efsere  huomo  uerace  ;  laqual 
laude \egU\ apendo,  che  7\{J  V  7{0  più  facilmente  ingannagli  altri,  che 
chi  è  f olito ,  &  ha  fama  di  mai  non  gly  ingannare  ;  non  tenne  conto ,  per 
nfeguire  il  Vonteficato ,  di  maculare,  ^dfsentì  a  quefla  elettione  il  Car 
dinal  di  Ispano  :  perche  Pifferando  di  poter1  ottenere  il  Tonteficato  per  fé; 
è?  per  le  dependentie  pafjate  haueffe  ad  effere  amico  del  fuo  Bg ,  co- 
me in  fino  allhora  era  fiato  riputato .  jlfìentiui  il  Cardinale  ^Afcanio  ri- 
conciliato prima  con  lui ,  depofta  la  memoria  dell'  b  antiche  contentioni,  l 
che  haueuano  battute  infteme,  quando  Cardinali  tutti  due  innanzi  al  Von 
teficato  £  jlleffandro  feguitauanola  Corte  Bimana:  perche  cono feendo 
meglio,  che  non  haueua  fatto  il  Cardinale  di  Roano ,  la  fua  natura;  ff  ero  , 
che  diuentato  Totefice  haueffe  ad  bauere  ì  inquietudine  medeftma,  ò  mag 
b  Quefte  di  gì  ore  di  quelU,che  haueua  hauuta  in  minor  fortuna,  &  concetti  tali,che 
fer  jè  **'*  gli  potrebbono  aprire  la  uìa  a  ricuperare  il  D ucato  di  Milano.  Jl fi  etiroui 
Aican'io,  &  fimilmente,fe  ben  prima  ri  haueffero  l' animo  alieni  (fimo, i  Cardinali  Spa- 
ll  ?a'dinaI  znuoli:  perche  uedendo  concorrer ui  tanti  altri,&  perciò  temendo  non  ef~ 

di  S.  Pietro     ,       p  rr*    •         •      j  •  >      r  1  •      i-  rr         >     r 

in  vincola  i  fer  joffiaenti  ad  interrompere  la  fua  elettione;  giudicarono  effer  piuficu- 
*To°ni '  d-Tp  ro  ^  mltì%aY^°  y  confentendo ,  che  efaff  erario  negando  ;  ór  confidando  in 
pato  d' Aief  qualche  parte  nelle  promefìe  grandi,che  ottennero  da  lui;  &  indotti  dal- 
fandro  6  ii-  le  per  fua  fiorii,  &  da  preghi  del  Valentino, ridotto  in  tale  ca  Lamità  ,ch'e- 

chc  ha  det-  rr  r        •  ?  •     >   n  r    i  •       ,    - 

to  di  (opra  ra  nccef/itato  jeguitare qualunque pericolofo  conftglio;  cr  ingannato  non 
«tJ'fac  a!  meno  '  c^e^ìaiti'i  dalle  jf>eran%e  fue:  perche  gli  promeffe  di  colloca  re  lx 

figliuola 


SESTO.  ics 

figliuola  in  matrimonio  a  Francefco  Maria  della  J\ouere  Prefetto  dì  Iro- 
nia fuo  nipote:  confermargli  il  Capitano  dell'armi  della  Cbiefa;  &quel, 
che  importaua  piu,aiutarlo  a  ricuperare  gli  flati  di  Romagna:  iqualì  già     $ 
tutti  dalle  fortezze  in  fuor  a ,  s'erano  alienati  dall' ubidien^afua:  le  co  fé 
dellaqualVrouinciayp'iena  di molte nouità ,& mutatwni,tormentauano  %  D'ce  j| 

1     ••         /-•»>•  •   ;  r  r       j   r  m  •  Bembo  che 

con  uarif  penjieri  l  animo  del  Pontefice,  conojcendoji  per  allbora  impoten  Iacopo  ve- 
re a  dijporla  ad  arbitrio  fuo, et  con  difficultà  potendo  tollerar  e, che  la  gra  ™=™  P^e-. 
dexjade'  Vinitìani  s'ampliaffe:  perche,come in  Romagna  s  era  intefo  la  na  per  vini 
fuga  del  talentino  in  Cafìel  S.  agnolo,  &  l'efferfi  diffipate  le  genti,  ch'e-  J^'dJxS 
vano  feco;  quelle  città ,  che  prima  coftantemente  l'haueuano  umettato,  fenati;  ma 
perduta  la  Jperan^a;  cominciarono  a  prendere  diuerfi  partiti.  Cefena  ^néori  l\ 
era  tornata  alla  diuotione  antica  della  Chìefa:  Imola ,  e/fendo  flato  il  tépo  detcr- 
Caflellan  della  Biocca  per  opera  d'alcuni  principali  cittadini  ammala-  ^"^SS 
to  ;ftaua  fofhefa ,  deftdcrando  alcuni  il  Dominio  della  Chiefa  ;  altri  de-  che  uolena; 
ftderando  ritornare  fotta  i  B^arij  primi  Signori .  La  citta  di  Forlì  Jla  pV^one"^! 
ta  poffeduta  lungamente  da  gli  Ordelafi , innanzi ,  che  per  concisione  R.auéna  nei 
di  Siilo  Pontefice  ptrueniffe  ne'  Rjarij  ;haueua  richiamato  Antonio  del  ^SVeiS 
la  medefima  famiglia  :  Uguale  hauendo  prima  tentato  d'entrami  con  *o,  partirò 
furore  de  Vinitìani,  ma  dipoi  temendo ,  che  efsi,  per  occuparla  per  fé,  /on  |33lKn"atI 
non  ufaflero  il  nome  fuo  ;  ricorrendo  a'  Fiorentini ,  u  era  ritornato  con  lo  te  ordinata 
aiuto  loro.  In  Te  faro  era  ritornato  G io  u anni  Sforma  :  in  RiminiTandol  ùVegiienTe! 
fo  Malate fla,l' uno  &  l'altro  chiamati  dal  popolo  :  ma  Dionigi  di  Ivaldo  ««il»ò  a  ce 
foldato  antico  del  Valentino ,  richieflo  dal  Caflellano  di  Bernini  ;  andò  in  Borgiani 
foccorfo  fuo:  però  effendofene  fuggito  Tandolfo,la  città  ritornò  fiotto  il  auf!?li  dat[!e 
nome  del  Valentino  :  Faenza  fola  era  perfeuerata  nella  diuotione  fua  f;e  &  c.'uà 
più  lungamente:  ma  priuata  alla  fine  della  Jperan^a  del  fuo  ritorno ,  W-  *!"»>  fermat 
uoigendofi  alle  reliquie  de'  Manfredi  fuoi  antichi  Signori  ;  chiamò  ATxor  &  immura 
regiouane  di  quella  famiglia,  ma  naturale , perche  non  ui  erano  de'  legi-  ™*  #c& 
timi.  Ma  i  Vinitìani  adirando  al  dominio  di  tutta  la  Romagna,  baite*  mr?w>  la 
nano  fubito  dopo  la  morte  d \Alcffandro ,  mandati  a  Rauenna  molti  fol-  y^^1 

*  dati  :  coy  quali  una  notte  all' improuifo  a  affamarono  con  grande  impeto 
la  città  di  Cefena:  il  popolo  dellaquale  difendendo  fi  uirìlmente ,  ejjì  che  V1^?^^ 
erano  andati  fenxa  artiglierie ,  &  Jperando  più  nel  furto ,  che  nella  za,  che  die- 
forcai  fi  ritornarono  nel  Contado  di  Rauenna, intenti à  tutte  le  co  fé  %l^tix^. 
che  potefjerodare  loro  occafione  didiflenderfi  in  quella  Trouincia  :  la-  fu  Ramiro' 
quale  fi  prefentò  loro  prontamente  per  la  difeor dia  tra  Dionigi  di  Islal-  fiSe'do  ! 
do,  ex  Fauentini: perche  effendo  molefliffimo  a  Dionigi , che i  Faumtini  midò&hcb 
ritornaffero  fiotto  i  Manfredi,  da'  quali  s'era  ribellato,  quando  il  Valenti  ^  ^oìdoTra 
no  affalto  quella  Città,chiamati  ì  Vinitiani;dette  loro  le  fortezze  di  Val-  ài  s  oo.cauai 
dilamone,ck>  erano  guardate  da  lui:  i  quali  poco  dipoi  meffono  nella  nocca  ^^mSt 

b  di  Fatta  treceto  fanti  introdottici  dal b Caflellano, corrotto  co  danari.Oc  feudi  l'ano. 
cuparonofimilmè'te  nel  tépo  mede  fimo  il  Caftello  di  Furlimpopolo^t  mol-  Bei? 

te 


.'furaaoi  :  LIBRO 

foMaiatefta  te  altre  caflella  della  Romagna;  &  mandarono  una  parte  delle  loro  genti  àpi 
co'  il!  >i  di-  ?ljar€  la  citta  di  Fanotma  il  popolo  coflateméte  fi  difefe  per  la  Chiefa  Furono 

Iccaeii  dea   «h>  ir  iKiiii  j         ■ 

to  di  più  e:é-  ancora  introdotti  in  Rimini  con  la  uolonta  del  popolo*  hauenao  prima  comic* 
v !m a°ano.  nut0  con  Landolfo  Malatefla  di  dargli  in  ricopenfo  la  terra  di  Cittadella  nel  a 
l  u  co  n  tra-  tenitorio  diV  adottano  prouifwne  annua-,  &  condotta  perpetua  dighe  d'armi% 
no  di  dò  fi  e<r  fi  uoltarono  dipoi  confammo  fludio  alla  oppugnatane  di  Faenza;  perche  i 
bo  *q "ai  di  Faucntini,nonjpauentatiper  la  perdita  della  Roccadaquale perche  è  edifica* 
ce  ',  e  he  do-  ta  m  luogo  baffo >& perche  fubito  con  un  foffo profondo  rhaueuano  feparata 
v AmbaTcia-  dalla  cittàipotcuapoco  nuocergli  jrefifteuano  uirilmente,  affettionati  al  nome 
tor  v  initia-  fò  Manfredi,  &fdegnati,che  da  gli  hnomini  di  Valclilamone  hauefie  ad  efie 
feeiio  uok-  re  promefio  ad  altri  il  dominio  di  Faenza .  Ma  impotenti  a  difender  fi  da  loro 
f  a  tauome  medefimi ,  perche  i  Vmitiani  fitto  Chrifloforo  Moro  Troueditore  haueuano 
rapa  tu  ti  accoftato  l  ejlercito3&  l'artiglierie  alla  Terra>&  occupata  luoghi  più  impor 
ipofeA  h  :  de  xanti  del  Contado ;ricercauauo  aiuto  da  Giulio  già  affunto  al  Tontcficato,  al- 
ti vaiétVno  qual  era  b  molcfliffìma  quefla  audaciarma  efiendo  nuouo  in  quella  fedia ,  &  b 
fofTe   tolto  fin%afor%e->&  fen%a  danari,non  jperando  aiuto:nè  dal  He  di  Francia3nè  da* 

CIO    Cile     in,  . .  '..  ..  /"••_/  7  •       r*  j* 

rok  agna     Re  di  Spagna  occupati  in  maggiori penjieri;&  perche  ricujaua  di  congiugner 
rftsto  ghe-  n  con  aimn  di  loro;non  poteua  prouederuì  Ce  non  con  l autorità  del  nome  Toh 

ti}  non  che  ?    r         .  i  .  r        r       •  ;/>  n       i  „  •■• 

fauoririo.  tepcale:laquale,per)ar  e\perien%a  quanto  ualefie  appreso  al  Senato  Vinitia 
e  La  rifpo  rio  infieme  col  ricetto  dell' amicitia,  tenuta  lungo  tempo  da  lui  con  quella  Re- 
ti^ data  dal  public  a;mandb  il  Vefcouo  di  Tiuoli  a  Vinetia  a  latuentarfhche efiendo  Faen 
DicefaH-e-  Za  Città  della  Chiefa;  non  saflent fiero  di  far  quefto  dishonore  ad  un  Tontefi- 
fcòiK»  di  tì-  ce:  Uguale  innanzi  che  afeendefie  a  quel  grado  era  flato  fempre  congiunti ffi- 
dei'  papa'  in  mo  con  la  loro  Republica;  &  dalquale  f alito  hora  a  maggior  fortuna;  poteua- 
vjnetia,  fé-  no  jperare  frutti  abbondanti/fimi  dell  antica  beniuolen%a .  È  credibile  >  che 
kg3e  nei  Bé  nel  Senato  non  mancajfero  di  quei  medefimiyc haueuano  già  difìuafo  timpli- 
padr?Cdo-  carfl  ne^e  cofe  ^  Tifaci  riceuere  in  pegno  i  porti  del  Reame  di  Islapoli,  él  di 
kuano  ditai  uidere  col  Re  di  Francia  il  Ducato  di  Milano  :  i  quali  confiderafiero  quel  che 
Fc'ndo  ^5  tra  PotePe  partorire  il  diuentarc  ogni  dì  molto  più  efofiy&  foretti  a  molti;  &  ag 
ria  all'api-  giugnere  alt  altre  nimicitie  quella  de  Vontefici:ma  efiendo  flati  i  configli  am 
So  hauu  bitwfi  fluoriti  da  fuccefjl  tanto  felici,  &  però  piegate  tutte  le  ueleal  uen- 
xx  haueua-  tofiprojpero  della  fortuna;non  erano  udite  le  parole  di  quegli,  che  configliaua 
R°e  ?ha ucaa  no  H  contrario iperb  fu  con  grande  unione  e  rìjpoflu  alt  Umbafciator  del  Ton  ■  e 
to'ro  Arimi  tefice;hauer  fempre  quel  Senato  fommamente  de fidey ,atoìcheil  Cardinal  di  S. 
ài  mzno  dei  Tkrò  in  Vincola  afeendefie  al  Tonteficato per  lamicitia  lunghijfima  confer- 
Tnano.àciò  mata  con  ufficij>&  beneficij  innum.erabilhdatiy  &  riceuuti  da  ciafcuna  delle 
cólortata  il  parti  :  né  effer  da  dub  itare,  che  colui ,  e  haueuano  tanto  offeruato  quando  era 
Vom.  mete  e  Cardinale  no  offeruafiero  hora  molto  pmquando  eraTonteficema  no  conofee 
dinaffiès  pc  regia  in  quello  che  offende  fiero  la  fua  degnit  abbracciando  toccafione  >  la* 
rò  -o:llnVi  quale  fé  gli  era  o  feria  d'hauer  Faen%a:perche  quella  Città  non  folamente  no 
Chiefa  uots  erapofieduta  dalla  Chiefa>  ma  la  Chiefa  medefima  sera  fontane  amente  fpo 
uand  tener-  gHata  di  tutte  le  fue  ragioni  3  battendone  nel  Concifloro  trasferito  nel  Duca 

yalen- 


S    E    S    T    O.  167 

patentino  sì  pienamente  ìldominio:  ricordargli  che  etiàndìo  innanzi  a  quefla     Poterono 
concezione ;  non  haueuano  alla  memoria  degli  huominipofieduto  mai  i  Ton-  i  Fiorentini 
ttfici  Faen%a:anzi  di  tempo  in  tempo  V haueuano  conceduta  a  nuoui  Vicari],  l£*"nò  eera 
non  ui riconofeendo  altra  fuperìorìtà.ché 7  cenfo, ìlquale  affermano  prontame  difpofto  a  pi 
te  dipagar  Ci  in  cafo  ai  fuffero  oblìgati  :  né  già  i  Fauentini  defiderare  il  domi-  |aqueiache 
nio  della  Chiefa:  affici  aborrendolo  hauere  fin  ali  e  fremo  adorato  il  nome  del  (crine  n  bs 
Valentino: &  mancata  dà  queflo  tutta  la  \beranxa,efierfi  precipitati  a  chia-  |j°»  ^S{ 
Utare  i  baflardi  della  famìglia  de  Manfredi  Supplicarlo  finalmente  che  l  Ton  mè>f>  dei 
tefice  uolefìe  conferitore  uerfo  il  Senato  Vinitiano  il  mede  fimo  amore:  e  lane  ^  ì^iu* 
uà  battuto,  quando  era  Cardinale*  Harebbe  il  Tonteficerfoi  che  fu  certificato  Co  u  Papa, 
dell'animo  de  Vinitiani  mandato  il  Duca  Valentino  in  Romagna: ilqual  rac-  c^n\  ^^j 
colto  da  lui  fubitOiCbe  afeefe  al  Tonteficato  con  grande  bonore,&  dimoftra-   ueuano  ri- 
tion  di  beniuolenra.alloggiaua  nel  palagio  Tonte  ficaie:  ma  fé  rìaftermedubi-  ^futSofiti 
tondo  che  l'andata  fua,laquale  da  principio  farebbe  fiata  grata  a  tutti  i  pò-  $ui\utóa 
poli-,  non  fujfe  bora  molto  odiofa;poi  che  già  tutti  s'erano  ribellati  da  lui. Re-  £q  h  j  "^  & 
flaua  folamente  a'  Fauentini  il  ricorfo  de  Fiorentini  :  i quali  mal  contenti  ,  hauendo  i\t 
che  una  Città  tanto  uicinaperueniffein  poteflà  de'  Vinitiani;ui  haueuano  da  £.L  a\&(q 
principio  mandato  dugento  fanti  >&  nutritogli  con  grande  Jperanza  di  man-  la  fua  .^e?tl 
dami  altre gentiper  dare  loro  animo  a  foftenerfi,  tanto  che  l  Tontefice  hauef  ^  rYipote 
1  fé  tempo  a  foccorergluma  a  uedendo  chél  Tontefice  non  era  dijpofto  a  pigliar  che  *ym,<j* 
l'armi,  &  che  ne  l'autorità  del  Re  di  Francia;ilquale  haueua  da  principio  con  trattori .-  la 
fortato  i  Vinitiani  a  non  moleflaregli  flati  del  Velentino;era  baflante  a  raf-  quair-^pofta 
frenargli, non  uolendo  foli  implicar  fi  in  guerra  con  nemici  tanto  potenti,  sa-   d'ani  mono 
ftennono  dal  mandar  loro  maggiori  aiuti  :  però  i  Fauentini  efclufi  d'ogni  jpe-  alteraro- 
ronza,  &  hauendo  già  l'efferato  V  mitrano  y  ilqual'era  alloggiato  alla  Chiefa  b  D0po  che 
dello  fi  eruaza,cominciato  a  battere  con  l artiglierìe  le  mura  della  Città  >com  »  y  imtiani 

m  n     r  r  t..      >     t'     ■'■    -t  hebbeto  ha 

mofji  ancora  per  ejserji  (coperto  un  trattato,  &preji  alcunhc  haueuano  con-  uuto  Arimi 
nitrato  di  metter  dentro  i  Vinitiani;dettono  loro  la  Città: i quali  fi  conuenno-  no  &  Faéza 

ii  ;     *n  r    -»  •         7        i       •;  ir-  determina- 

lo di  dare  ad  <Ajtorre  certa  Jouetione,benche piccola  per  la  fua  uita.Hauuta  ì0ti0  pei  no 

i  Vinitiani  Faenza;barebbono  occupato  facilmente  lmolayet  Forlì :ma  per  no  irrita£  'fm.  ll 

•  •      i  ^  ri  ir  r     r      •         -         11  •    Papa,dmon 

irritare  più  il  Tontefice ,che  marauigliojamente  fi  rifentiua,mandate  le  genti  hfeiar  pren 
'die  flange  deliberarono  per  allhora  nonprocedere  più  oltre,hauendo  occupa-  det  P1"  *1"* 
;  to  in  Romagna  oltra  Faenza,et  Rimini  co  fuoì  Contadi:  b  Monte  Fiore,  Sani  magna  :  ma 
^Arcangelo ,Vemcchio£ attera .,Sauignanò)Meldola,T orto  Cefenatico:&  del  J^^jJ 
tenitonod '  lmola,Tofignano,  Solaruolo,  &  Monte  Battaglia.  Teneuanfiper  tomaua  p  ri 
lo  Valentino  in  Romagna  folaméte  le  Rocche  di  Forl\,di  Cefena,di  Forlimpo  f^^l 
poh,&  di  Bertinoroflequali  egli,con  tutto  che  molto  defiderafie  d andare  in  proposto  : 
Romagna y  harebbe, perche  non  fufìero  occupate  da'  Vinitiani ,  confentito  di  {^queiie 
darle  in  cuflodia  al  Tontefice, con  ubligatione  di  rihauerle  da  lui  quando  fufie  altre  t?r  te , 
ro  afficurate  :  ma  il  Tontefice,  non  efiendo  ancora  fuperata  dalla  forza  della  ^^^t 
dominatione  l'antica  fua  fine  er  ita  ;baueua  ricufato, dicendo  non  uolerejponta  Bembo. 
neamente  accettare  l'oc  cafoni  ^che  l'inuit  afferò  a  mancargli  della  fede,  final- 
mente 


LIBRO 


uèbre  i?oj. 
Buorucc 


mente  per  opporfi  in  qualche  modo  a  progrefjì  de  Vinitiani ,  tmkfi.ffmiM 
lo  pericolo  dello  flato  Ecclefiaftico  al  Tontefice ,  defiderojo  olirà  queflo,che  l 
Valentino  fi  partito  da  Roma,  contenne  con  ^interponendo]}  in  quelacon 
Pecione  oltrailnomefimil  nome  del  Colleggio  de  Cardinakcbe  l  Valentin* 
Ce  ri andane  per  mare  alla  Spetie;&  di  quiuiper  terra  a  Ferrara;  &  dipoi  a 
Imola  ,  ole  fi  conduce  fero  cento  huomini  darne,,  &  cento  cinquanta  cattai 
legnai  che  ancora  fendtauano  le  fue  bandiere  :  con  la  qual  njolutione  eh 
«  Pa„ì  il  v»  felìo  *  andato  a  Oflia  per  imbarcarci  Tontefice  pentito  fi  di  non  baucteac- , 
ìétirod.Ro  ■    tmo  k  fortezze .ó~  già  difpoflo,  in  qualunquemodo potere hauerle,ante 
?l&  nerle  per  fonando  a  lui  i  Cardinali  di  Folterra,&  di  Sunente  aperfuader- 
Hijeperouiare,  che  quelle  Terre  non  andafjeroinwan  de  Vinmam^uffe 
contento  de  porle  in  lui  folto  la  nude  firn  promeffa ,  che  s  era  trattata  in  Ro- 
ma :  ma  ricufando  il  talentino  di  farlo ,  il  Tontefice  fdegnato  lo  fece  ritener 
Mie  valee,  fopra  lequali  eragtà  montato ,  &  dipoi  con  boneflo  modo  menare 
alia  Magliana  :  donde  giubilando  tutta  la  corte ,  &  tutta  Roma  della  fua  n- 
tentiòne;fu  condotto  inpalagio;ma  bonorato,&  carenato,  benché  con  dtli- 
b  il  Bue»  «enteguardia:perehe  il  Tontefice,temUo  che  i  caflellam  alberati  iella  jalu 
co,,i  d,ce  il  %  f„*non  uendeffero  le  fortezze  a  Vinitiani;  cercaua  d  bauere  da  lui  icon 
SSta^,'.  trafegni  con  h,Jamtà,&  ccnfiacenole^e.  cefi  lapotenm  del  Valentino , 
dei  valenti-  aefciuU  „mfi  foltamente  non  meno  con  la  crudeltà,  &  con  le  fraudi  ,che 
£&£■  con  l'armi  &  con  la  potentia  della  Chiefa;  terminò  conpiu  fiotta  romna, 
«ìioneArre  ea,crit„sntaitdo  in  femedefìmo  di quegli inganni ,  co  quali  il  padre ,  O  egli 
lu-n^eT  hauemno  tormentati  tanti  altri.Vè  hebbono  migliore  fortunale  fue  genti, 
T  "??    che  condotte  in  queldiTerugiaconfperanza,cheda  Fiorentmi,&  altri  uj- 
tel  1°  fé  Lo  loro  falò  condotto,  feoprendofi  loro  alle  fpalle  le  genti  de'Bagliom, 
Tdi^ct  de'  Vitelli,&de  Sanefnfiriduffonoper  faluarfi  in  fu  Ipae fé  de  Fiorentini: 
t£5E*  doueefìendofi  diflefe  tra*  Cafliglione ,  &  Cortona,  &  ridotte  al  numero  di 
ÈTnl&l  quattrocento  caualli,  &  pochi  fanti;  furono  per  ordine  de  Fiorentini i  fualt- 
impoffibìie,  2iaie,  &  fatto  priiione  Don  Michele  ,cbeleguidaua:  ilquale  jupoictaioro 
$  nS  conceduto  al  Tontefice,  che  lo  dimandò  con  fommainflantia,bauetidotnodio 
triti  iminiflri di  quelTonteficato , per  efiere egli  flato  fidammo  mmiflro, 
■ . ,    &  kcutore  di  tutte  le  federatele  del  Valentino  ;  benché  come  per  natura 
■'  '  tirmikam  facilmente  tterfo  coloro,  conimi  quali  era in  potefla  jua  lo  in- 
,e'e  erudire;  non  molto  dipoi  lo  liberaffe.  Tartiffun  quefto  tempo  da  Roma  il 

,     ""*'"      :*  *       r_„-'    r?.^„^*    *++o^,t*rt  Art  (Ziuìm  +  bili  f)CY 


to  nel  cubi 

deìb  rt.to 
di  Fiore  'A  y 
reói  >tiflì 

mo  da 
fodero  pene 


.  d.  <]- ,«c  uercaat  Tontefice.  Ma  lef-mpio  dell'efiere  fiata  la  fua  credulità  fibi 
■£»;  5^&  dal  Cardinale  Afianio ,  non  fece  il  Cardinale  di  Roano  p;u  cauto  nel  e  eofeM 
to  Sk  du  Tandolfo  Tetruccùilqmle  meimtdo  in  Siena  congrandifiìmo  honorem  m 

cari.  *  *  hMMiOjCòU 


S    EST    O.  16* 

firmato {egli  con  grande  afltttia,  &  con  artificio  fi  configli,  &  promettendogli 
Ixreftitutione  di  Monte  Vulcìano  a'  Fiorentini;  opero  tantoché  l  Cardinale, 
com2  fu  in  Francia,oltra  [affermare  no  battere  trottato  in  tutta  Italia  Intorno 
fin  faggio  di  Tandolfo;fu  op  oratore, che  l  Re  concdeffe,  che  Eorghefi  fuo  fi- 
gliuolo ,  mandato  in  Franciaper  ficurtà  dell' offeruan^  dellepromefìe  pater- 
ne ife ne  ritornale  a  Siena .  Quefie  furono  le  mutat  ioniche  fuccederono  in 
Italia  per  la  morte  del  Tonte fice .  Ma  in  quefti  tempi  mede  fimi  l'imprefe  co- 
minciate con  tanta  fi>eran%a  dal  Re  di  Francia  di  là  da  monticano  ridotte 
in  molta  difficultà:perche  l'efferato  andato  d  confini  di  Guafcognaper  man- 
camento di  danari3&  per  poco  gouerno  di  chi  lo  comandaua;fi  erapreftamcn 
te  infoltito:  &  l' armata  di  mare  battendo  fcorfo  con  piccolo  frutto  peri  mari 
di  Spagna;  fi  era  ritirata  nel  porto  di  Marfilia;  &  fefier cito  andato  uerfo 
Terpignanojne  progreffi  delqttale  il  Re  molto  confidaua,effendo  beneproue^ 
ditto  di  tutte  le  cofe  necefìarie;fi  erapofio  a  campo  a  a  Sals  fartela  uicina  a  *hia^35ho| 
J$erbonaypofia  a' piedi  de  monti  Tir  enei  nel  Contado  di  Rofjìghone:  laquale  g\  qi  luogo, 
effendo  ben  difefa  face  uà  gagliarda  refiften%a:&  ancor  che  da  Francefifuf-  ^h|tea{nun^[ 
(e  ualorofamente  combattuta ,  &  ttfatc  tutte  le  diligenze  di  battere  le  mura  inde ,  pofto 

i  ■    nelli  uia,  di 

con  l'artiglierie ,  &  di  r Quinarie  con  le  mine  ;  nondimeno  non  potettono  maj  Nerbona  a 
ottenerla  :  anri  effendofì  congregato  per  {occorrerla  grandijfimo  efieveito  di  uno  «agno 

•      •  •      f  *  1  f*  J      7    7">  /7^T^       ^*  àCC|ll«  13  ilei 

tutti  i  Regni  di  Spagna  a  Verptgnano ,  otte  era  uenuta  la  per  fona  del  i\e  ,  <cr  piu  \oiìo  t 
unite  fi  a  qttefto  esercito  per  la  refolutione  de'  Frac  e  fi,  ch'erano  fiati  manda-  J^doky 
ti  uerfo  Foterabia,le  genti, eh' erano  andate  a  difendere  quella  front  iera,  e  tut  ftrcmi  gio. 
ti infieme  mouendofiper  affaltare  l  efferato  Francefe;  i  Capit  ani, cono  feendo  |^^jj 
fi  inferiori  ,fi  ritirarono  col  campo  uerfo  Is^erbona,  effendo  già  fiati  intorno  a  bagnati  dal 
Sals  circa  quaranta  dì:  dietro  a  quali  entrarono  gli  Spaglinoli  ne  confini  del  £>nde  ^dd 
Re  di  Francia:& prefe  alarne  Terre  dipiccola  importanza, efiendo  i  France-  ,órica.  gìo 
fifermatifi  a  J<[erbonaftatiitipochidì,fi  ritirarono  ne  terreni  loro  per  coman  ££ {£'*-dcl 
aumento  del  fuo  Reycbe  bauendo  confegttito  quel  eh' è  il  proprio,  di  chi  è  afial 
tato;nutriua  mal  uolentieri  la  guerra  di  là  da'  Monti:  conciofia  che  ifuoi  Re 
gni potenti/fimi  a  difender  fi  dal  Re  di  Francia;erano  deboli  ad  offenderlo. l^è 
molti  dì  poi  interponendocene  il  Re  Federigo;feciono  infieme  triegua  per  cin- 
que mefiper  le  cofe  Oltramontane  folament  e -.perche  Federigo  efiendogh  da- 
ta intentionedal  Re  di  Spagna  di  confentire  alla  reftitutione  fitta  nel\Regno  di 
rHapoli,&  fperando  che'l  medefimo  haueffe  a  confentire  il  Re  di  Francia;ap- 
prejfo  alquale ,  indotta  a  compaffione  ,fi  affaticaua  molto  per  lui  la  Reina  di 
Francia;  haueua  introdotto  traloro  pratiche  di  pace:  per  le  quali ,  mentre 
ebeardeua  la  guerra  in  Italia  ;  andarono  in  Francia  ambafeiator  idei  Redi 
Spagna  ,gouernandoficon  tanto  artificio  ,  ch&Federigo  fiperfuadeua,  che  la 
difficultà della  fua  reftitutione,  contradetta  eftremamente da  Baroni  della 
parte  .Angioina;  confiftefie principalmente  nel  Re  di  Francia.  Efiendo  adun- 
que ridotte  tutte  le  guerre  de  due  Re  nel  Regno  di  ls(apoli  >  erano  uoltia 
quella  parte  gli  occhile  ipenfieri  diciafeuno  :  perche  i  Francefì  partiti  da  Ro- 
ma* 

ì 


LIBRO 

ma,&  paffuti  per  le  terre  dì  Valmontonc,&  de  Colonnefi,per  le  quali  furono 

concedute  loro  uolontariamenteucttouaglie:caminauano  per  la  campagna  te. 

clefiaflicauerfo  S.  Germanoioue  Confaluo,  mefifa  guardia  in  Rocca  Secca,  & 

tinoTiuogo  zr/  a  Motèto  C  af ino  ;s  era  fermato  non  con  intentionedi  tentare  la  fortunata  e 

©eicbrc  e  i a  diprohibire  che  nonpafiafìeropiu  innnan%i;ilcheper  la  forte%^a  del  fìtofpe 

»onaft  f  rio1  YCLUCL  aS>euo^meijte  Poter  fare'  brinati  i  trance  fi  a  Tonte  Como,  &  a  Cappe 
ooe  sa  Bene  rano  ;  s'unì  con  loro  il  Marche  fé  diSaluxgo  con  le  genti  di  Gaeta  iéauend% 
fua"?;  w  eco°  Pyima  Per  l'occafione  della  partita  di  Confaluo ,  ricuperato  il  Ducato  di  Tra- 
me lì  pilo  ve  izto,  e'I  Contado  di  Fondi  in  fino  al  fiume  del  Gangli  ano .  Fu  la  prima  fatica 
che  ne  fcHU  dell'efferato  Francefe  la  oppugnatone  di  Rocca  Secca  :  della  quale ,  dato  che. 
uè  Leone  ve  uhebbeno  in  uano  b  un  afialto;  fileuarono:ma  diuenutine  in  tanto  ti  ijy  regio?. 
fc  nella  fila  che  public  amente  fiaffermaua  nell  esercito  Spagnuolo  ;  quel  giorno  battere 
Cxonica  di  afficurato  il  Reame  dà  Kiapoli  da  Francefi  :  i  quali  per  queflo  diffidandofi  di 
acquale  Sì  (puntar e  i  rumici  dal  pafìo  di  San  Germano  ;  deliberarono  uoltaifì  al  camino 
che  modo  &$%  marina;  &  perciò  poi  che  furono  flati  due  giorni  fermi  in  ^Aquino  ;prefb 
daconfaiua  da  lorcjafciaci  fettecenio  fanti  in  Rocca  Guglielma,ritornati  indietro  a  Ton 
è  fermo  dal  te  ccruo;andamw  per  la  uia  di  Fondi  ad  alloeejare  alla  Torre  pofla  fui  paffo 

Giouio   nel     .   ,  c  ,  T   >      ..  \.  ,         ,,  «  r  °°    n  . ,  a     *  ,    «_r     v  L    ■". 

li.  2. delia  vi  Mei  fiume  ael  Ganguano  :  nclqual  luogo  e  fama  e\ieregia  fiata  la  Citta  aliti- 
ti dei  medef  chiffima  di  Mintume:  alloggiamento  non  folo  opportuno  pergittare  il  Tonte, 
&pafiare  il  fiume,  cornerà  la  loro  intentione;ma  comodiffimo  in  cafofufìero 
b  a  Rocca  necefjitati  a  foggiornarui: imperò  c'haueuano  Gaeta,  &  l'armata  di  mare  alle 
GAoujo!?hfl  ff>  alle, Tr  aietto  litri,  Fondi,e  tutto  ipae fé  infimo  al  Garigliano  a  fua  diuotio- 


furono  dati  ne.Riputauafi .che nelpafìare  l'efìercito  Francefe  il  fiume  confiflefie raomen- 
^fonategli  to  grande  alla  uittoria  :  perche  efìenao  Confaluo  tanto  inferiore  di  forile ,  che 
spagnuoli  fi  non  poteua  opporfi  in  fulla  campagna  aperta  :  rimaneua  libero  a'  Francefi  il 
loiamétejei  camino  infino  alle  mura  di  IXapoliialle  quali  fi  farebbe  medefimaméte  accofla 
iendoui ca-  t  a  { 'armatale  he  non  haueua  oppofitione  alcuna  per  mare:perciò  Confaluo  par 
faibah°uomo  titofi  da  S.  Germano ,  era  uenuto  doli  altra  parte  del  Garigliano  per  opporfi 
di  terribile  con  tutie  \e  forr^  j%u6y  peYche  i  Francefi  non  paffaffero,  confidando  fi  di  poter- 
lo prohibir  e  per  il  difauani aggio, &  difficultà,che  hanno  gli  efìerciti  nel  paf- 
c  La  batta-  far  e, optando  i  ramici  fi  oppongono }i  fiumi  che  non  fi  guadano.  Ma  comefpeffo 
glÌ?  &CffiSe  accade,  riufeì  più  facile  quello,  che  prima  fi  riputaua  più  (Ufficile;  &  per  con- 
u  Griglia-  trarlo  più  difficile  quel, che  da  tutti  era  fumato  douc  refier e  più  facile :perche 
*°'àf  g?"  *  Francefì,ancor  che  gli  Spagnuoli  fi  sfor%affero  di  uietarlo,gittato  il  ponte, 
uio  più  co-  guadagnarono  il  pafio  del  fiume,  per  for%a  dell'artiglierie  piantate  parte 
pio&niente:  J^//4  r.pa  y  doue  alloggiauano ,  più  alta  alquanto ,  che  la  ripa  eppofita; parte 
tribaifcc  la  fulle  bcrcheleuate  dall'armata  ,  &  condotte  contra  il  corfo  dell  acqua  :  ma 
pi  ma  J.  de  }jauenci0  11  d\  Cruente  cominciato  a  poffare  ,fi  eppofono  loro  eli  Spaniuoliy 
Goloniia.  ej-  afi aitando  quegli ,  che  già  erano  papati  con  grame  animoftta  ;  c  gli  ri- 
mettono finoàme%o  il  Tonte,  &  harchiono  Jcguitatigli  più  oltre,  fé  dal 
furore  delle  artiglierie  non  fuffero  flati  ccftretti  a  ritirarfiuMor)  in  queflo  af- 
falto  dalla  parte  de  Francefi  il  luogotenente  del  Bagli  di  Digiuno, &  deli 'efjèr 

cito 


S    E    S    T    O.  t69 


*  mo  fy^wo/c  ^  F*«o  figlino  Idi  Vago?  Or  fino,  gioitane  tra  ì  folàatì  Ita- 
liani di  non  piccola  a§ettatione*Fufama,chcfiiFranceft  quando  comin 
ciarono  a  pajfar e, fujfero  proceduti  innanzi  uirilmente\che  farebbono  ri-  a  F  . . 
mafi  quel  giorno  fnperionma  mentre  cheprocedeuano  lentamente,  et  co  fino  Sk'i 
dimoftratione  di  timidità;non  filo  perder ono  l'occafione  della  uìttoria  di  ?j1ouio» chc 
quel giorno;ma  fi  debilitarono  in  gran  parte  lafreranza  del  futuro  :  per-  &  uVg™ 
cbe  dopo  quel  giornoje  co  fé  andarono  fempre  per  loro  poco  felicemente:  ^«t'nj1 
&  già  tra  i  Capitani  era  più  prejìo  con  fu/ione, che  concoi  dia ;&  fecondo  che^eu'cl 
il  coftume  de' foLdatì  Francefi  uerfi  i  Capitani  Italiani, poca  ubidienti  al  £  girj?- 
bMarchejc  di  Mantoua,  Luogotenente  Bggìo  ;  in  modo, ci) 'egli 0  per  quefta  p«  gffiS 
.  cagione ;o  perche  neramente  ^f uff  e, come  allegati  a  ammalatolo  perche  dal  unalacua- 
V  esperienza  fatta  prima  a  Zocca  Secca,&  poi  il  dì,  che  fi  tentò  di  pafìare 
tlponte,hauefie  perduta  la  (peran%a  della  nittoriaifi  partì  dal? efferati* 
laSciato  di  fi  nel  He  di  Francia  concetto  maggior  di  fede,  che  d'animo,  bCofiPoco 
0  di gouerno  neWcjjercitio  militare.  Dopo  la  partita  degnale  i  Capitani  Vuoiti 
Francefila  erano  principali  il  Marchefi  di  Salw%(p,il  Bagli  d'Occan,  &  ''g>dclla  Tra 
Sandricort,  fatto  prima  alla  tefia  del  ponte  di  la  dal  fiume  un  riparo  con  %  cÙ 
U  carrette;  uifabrtcarono  un  baione  capace  di  molti  huomini;pcr  loqua  ff  finScn 
l^onpoteuanopinini7niciaffaliargli,quandopaffauam 

ritardauano  a  procedere  più  oltre  altre  difficultà ,  caufate  parte  per  col-  amraaIat°  i 
paloro,parteperla  uirtìuetolerantia  de  nimici,parte  per  Umanità  del  dcir/S 
la  fortuna:perchf  Confaluo  inteto  ad  impedirgli  più  con  l'occafione  della  ?  Fra"cefe- 
uernata,e  delfino  del  paefe,che  co  le  foriera  firmato  a  Cinturatale  finche  "/ 
in  luogo  pofto  alquato  eminente, lontano  dal  fiume  poco  più  d'un  mhlio  'et  iIu'  nolfoC' 
kfanteria,eti l'altre  genti  alloggiate  all'intorno,  ma  con  molta  inetmmo-  &S?3? 
ditd,perche  alloggiando  in  luogo  lolitario,et  douefono  rariffime  le  cafe  ,  fiSig *? 
et  le  capanne  dei  contadini,  et  de' pafiori  non  n'era  quafi  coperto  alcuno,  £&&? 
e    terreno  per 'lab, tfeyra  naturale  di  quella  pianura,  et  perche  i  tempi  &k*h!& 
erano  molto  pwnofi,  pieno  d'acqua, et  di  fango  :  però  ifildati  che  non  ha-  *™  male 
ueuano  luogo  di  alloggiare  ne' fini  più  alti, clan  cendo  gran  quantità  di  fa  SSS"'  SS? 
pine,  1  sformano  coprire  con  effe  il  terreno  doue  alloggia  nano  'per  ™ccorfi.' 
lequali difficultà,  &  perche  l'effer cito  era  mal  pagato  ,& per  batterei  "u  .§? 
Francesi  guadagnato  del  tutto  il  paffodel  fiume;  fu  con  folio  di  alcuni  Croniche 
C\TTa  fritirarfiaCapua;accwckelegenti  p at iff ero  meno,  & per  f^Thc 
leuarji  dal  pericolo  in  che  pareua ,  che  fifieffe  continuamente,effendoin-  ucram<^ 
farmi  d  genti  a' mmici:  il  qual  configlio  fu  magnanimamente  rifiuta-  *a«S£ 
io  aa  Coni  alno  con  quejle  memorabili  parole .  DE  SI  DE  O  R  E  tiu  ammalato 
toftod'hauereal  prefente  la  juafepoltura  un  palmo  di  terreno  pila-  ££**£ 
vanti,  che  col  mirar  fi  indietro  poche  braccia ,  allungare  la  uita  cento  jfKr<u«n 
anm:&  cofi  refendo  alle  difficultà  con  la  coftantia  dell'animo  ,  &  A  «a 

"*  "V  fTT    A   f    buona   era» 


LIBRO 

efjendéfi  fortificato  con  unfoffo  profondo,&  con  due  bajlioni  fatti  alla 
frante  dell'alloggiamento  dell' efferato;  fi  manteneua  oppofito  a  France- 
fi:  i  quali  benché  baue/fero  fatto  il  baftione,non  tetauano  di  mouerfijper 
che  cffendo  il  paefe  tutto  mondato  per  lepioggfèrf?  per  l'acque  del  fiume 
(è  quefio  luogo  chiamato  da  Tito  Unto  per  la  uicimtàdi  Uff  a£  acque  Si 
n  tuff  ane,&  forfè  fono  le  Valudi di  Minturneyntllequali CMario  fuggen- 
dosela fi  occultòìaon  poteuam  procedere  innanzi  fé  r<on  per  ma  pretta 
a  Per  quefti  piena  di  fango  ahijfimoì&  doue  era  fondato  tutto'!  terreno  >ncfen%a  peri 
tempi  cefi    £0i0  foflìre  affaltati  perfiaco  dalla  fanteria  inedita  degli  Spagmwlhche 
gc fi  r  tono  allontana  molto uidnai&  erano  per  forte  quella  uernata  *i  tempi  jred  a 
moki  Fran  diflìmi,&  affrìffim'h® -connetti ",  &  pioggie  quafi  continue  molto  più  che 
felicemente  non  era  il  [olito  di  quel  paefe.onde  pareua  che  la  fortuna  e'I  Cielo  fuffero 


h:  \X2lÌC  a 


.         ri  congiurati  contra  i  Francefi:  i  quali  J opra  fedendo  non  foto  confumauano 

Renmpié  il  tepo  inutilm'te,ma  riceueuano  dalla  diUtioneypirla  natura  loro,  qua 

ft'dci-NRè'  fi  quel  mede  fimo  nocumeto,cbe  dal  ueleno>che  opera  letament  e, r  ice  nono 

finrQcordaàdo  i  corpi  b  umani  :ptr  che  fé  bene  alloggiauano  con  minore  incommodità ,  che 

Jj  ch*  <luaI1  non  alloggiauano  gli  Spagnuoli3pcrche le  reliquie  di  un  Theatro  antico, al 

Re  caib  t  le  quali  haueuano  congiunti  molti  coperti  di  legnameli  le  cafe,ej  le  botte 

u'haueuano  rjev;cjne  ne  copriuano  una  parte>él  luogo  intorno  alla  torre.efiedo  alqua 

roTro™"  to  più  alto  chel  piano  di  Seffa;  er ameno  offefo  dalle  acqueti  era  anco  la 

fiorita  11   maggior  parte  della  caualleria  ridotta  in  Xraietto.et  nelle  terre  cir  coffa 

™Prin'  ti;ntdimeno  nonrefifledo  per  naturai  corpi  de' Fràcefhet  de  gli  Sumeri 

fSdia'ii»  dltfatichdugheyet  all'incomodità^merefiffono  i  corpi  degli  Spagnuo 

di  cófaluo..  Inraffreddaua  cotinuamete  l' impeto >et  la  caldezza  degli  animi  loroy&ff 

aumetauanoquefledifficultàper  l'auaritiade'b  miniffri  propelli  dal  Re 

biminiftri  [oprale  uettouaglie,etfopr  ai  pagameti  defoldati:iqualiintetialgua~ 

propoftidai  dagnoproprio,nè  permettedo  alcuna fpecie di fraudeffafciauano  diminuì- 

corcuto°nte  re  il  numerose  teneuano  il  capo  abbodante  di  uettouaglie:per  lequaXica. 

foriere,  e  a-  aionì  aìàmolte  infermità  fopraueniuanoneltefferiitOyél  numero de  Jol- 

£Sm&  datjecbe  a  pagameti fuffe  quafi  ilmedefimo;era  inquat»alte%ettomol 

2  do  riufd  to  minore,efiedofianco  delle  geti Italiane  rijoluta?  fé  fteff a  qualche  par- 

?.™3ur  te:  i  quali  difordÀnifaceuamaggioreladifcor  dia  de  Capii anhperlaqua- 

Giouio-       le  nofigouernaua  l'effercitonicUordine,nècola  ubidita  couemete.  co 

fi  i  Fracefhimpeditt  dall' afonia  della  uernata,foggiornauano  octojam? 

te  Mia  ripa  del  Gariglianosnon  fi  facendo  né  per  i  nimichnè fioro  fati uo- 

nealcmnayeccetto,  che  leggieri  battaglie,  no  importanti  allafomma  delie 

cofeinelle  quali  pareua  che  quafifempre  preualefferogli  Spagnuolnet  ac 

cadde  anco  in  queffi giorni  mede  fimi, cheifanti>iquaU  erano  (lati  a J ciati 

da  F  race  fi  alla  guardia  di  Biocca  Guglielma,  no  potedofofienerelemole- 

fiie,che  dalle gHi,che  guardauano Biocca  Secca,et  le  terre  circolati  quoti 

dianametefoneneuano,et  però  ritornadofene  all' efferato  furono  nel  carni 

no  rotti  da  quelle .  Ha  efiendo  fiate già  molti  dì  le  cofe  in  quello  ffatoy Jo- 
1  praggiu-- 


S    E    S    T    O.  ìjò 

praggiunfono  all'efferato  Spagnuolo  co  le  copagnie  loroBartolomeo  d'M 

uiano,et  gli  altri  Or  fini:  ftr  la  lanuta  de  quali  efiedo  accrefàute  lefor*  dice  insii- 

%e di Cofaluo,in modo,chaueua nell'efferato $oo.buomini d'rme,mille ca  uì° foPia  »j 

uai  leggieri  %et yoco.fmti Spagnuoli;cpmmcià a pèfare  no  di  filar  e più  al-  LTgcuo'* 

la  difeja,ma  di  offendere  i  ùmici,  dandogli  maggior  animo  tlfapere,  che  i  l'Ai"lano  'l 

Franceftfuperiori  molto  di  caualli,  ma  no  di  fanti,*' erano  tatoffiarfi  f  le  JjuST  patìa- 

terre  uicine,chegiàgli  alloggiamoti  loro  occupauano  poco  meno,cbe  dieci  jpiaflaicò  al 

miglia  di  paefie;in  modo, che  intorno  alla  torre  del  Garigliano  erano  rima  lesinerie 

fti  il  Marchefe  di  Saluto  Vicerè,etgli  altri  Capitani  principali  co  la  mi  jK  Ncniia- 

nor  parte  dell'  effercìiehet  quella,  beche  ni  fiuffe  jopr  attenuta  copia  di  net-  alle  ttiu\ 

touaglie,amphadowfiogni  dì  più  le  infirmiti,  per  lequali  erano  morti  mei  s,uj°->  *??*? 

ti,e  tra  gli  altri  ilBagli  diOccan,diminuiua  cotinuameteiperò  dehberado  te  fi1  dici?* 

tentar  di  paffare  il  fiume  furti  ft  aniente  ,  ilche  fuccedendo  non  fi  dubitaua 

della  uittoria-.dettela  cura  all' Mutano*  autore  fecondo  dicono  alcuni, di  aiUfineSS 


li.j.a  c.15^. 


dia 
ceb 
m 
mi 


Uà  alcuna;! abito  a:e  ti  potè  fu  gittate  (che  fu  la  notte  del  27.  giorno  di  De  Bnuol!:  c  19 
:ebre)pafiò  tutto  l'effe  rcitoM  in  efjo  la  f fona  di  Cofaluonl quale  la  notte  ÌVuìììtx 
^edefima  alloggiò  nella  Terra  di  Suio  còtigua  al  fiume  occupata  da'  pri~  h.°  notaro 
iche  paffarono;et  la  mattina  fieguènt^i pure  di  venerdì  felice  agli  Spa  tJlg™£ 
gnuoli, battendo  ordinato  Confala  >  chéi  reiroguardo  che  era  alloggiato  u.d\  fotta 
tra  la  Rocca  di  Modr  agone, et  Carinoli  quattro  miglia  di  fiotto  al  Vote  de'  V^tìlt 
France filanda  fé  ad  afj Taltare  il  ponte  loro-fi  aringo  con  la  uanguardagui  ^cl>ap^c.° 
data  dall' Muiano9tt  con  la  battagliaci? 'erano  paffate  feco,afeguitare  i  pAluiano*" 
Francefì:  i  quali  bauendo  la  notte  medefima  bauuto  notiti  a,  che  gli  Spa-  G*ncfal  ** 
gnuoliygittato  ti  ponte fgi4  pafiauano, occupati  da grand>fiimo  terrore,co  l'ofleruado 
me  quegli  che  battendo  deliberato  di  non  tentare  infimo  foprauenifje  beni-  ncdc'gor 
gnaftagione  più  co  fa  alcuna,et  pervadendo  fi, che  ne' nimici  fuffie  la  mede  V\\  gìouìo 
fima  negligentia,&  ignauia;fi  comoffiono  tanto  più  per  q  in fio  ardire, et  a  e  {jfcijf  .j"11" 
cidente  improuifoteLperò  fé  bene  più  preflo  trepit ade  (come  fi  fa  ne'cafii  che.eVsa- 
fubiti)  che  configliando,o  deliberando  il  Viceré,  alquale  molti  leuatìfi  da  J^rrur 
Traietto,et  de  luoghi  e  ir  e  on fi  ariti, do  u '-erano  ffarfifi  riduceuano;baue/fe  degnai,* 
ptrprohibire  il  paffo  inuiatoMlegrico  alcuni  fanti, et  canai  uerfo  Suio  ;  ct^oVa% 
nondimeno  accor  tifi, eh' erano  tardi,et  efiedo  fiuperiore  in  ogni  dificorfo,&  damcna'rié! 
confideratione  il  timor  e;fi  kuarono  tumultuo  fornente  a  me^a  notte  dalla  ?!anccfiCft! 
(  Torre  del  Garigliano  per  ritirar  fi  a  Gaeta,  laficiataui  la  maggior  parte  man<>  /che 
delle  monitioni,&  b  none  pagi  grofsi  d'artiglierta,&  infiemerrmanedo-  S£lSrÌad 
hi  iferiti,et  moltitudine  grande  di  ammalati .  Ma  Confaluo  intela  la  le-  Radunar 

l'artiglierie. 
*i    -     •  UUia    Varia  epli  fi 

milmete  in-  molti  capici  quefta  rotta  de* francef»  al  Gariglianojnt  fa  alcuna  mentione  di  Profpero  ColcW 

r    2 


L    I    B     R    O  v 

nata  loro,[eguitandogli  con  l%ejfercito,jpin[e  innanzi  Trojpero  CoIona  co9 
canai  leggieri-,  acetiche  efiedo  trauagliatida  lorofujjcro  corretti  a  carni 
nar  fin lentamente:  i  quali  e/fendo  giunti  alle  /palle  di  ejfi  alla  f rote  di  Sca 
di;  cominciarono  infìeme  a  [caramneciare,  non  intr amettendo  ì  Francefila 
di  camìnare,&  nondimeno  fermandofì  [beffo  pemonfi  difordinare  a'  pon* 
ti,&  a  p affi  forti :donde  dopo  efferfi  alquanto  foflenutifi  ritiravano  [em- 
precon  riceuere  qualche  danno  :&  era  l'ordine  del  procedere  loro  l'arti* 
glierie  innanzi  a  tutti,la  fanteria  dipoi  ,&  in  ultimo  luogo  i  canali  :de 
quali  quegli  yeti  erano  gli  tilt  imi  e  obi:  tettano  continuamente  co  nimici:ca 
fi  e/fendo  proceduti  hora  fermando/;  J?or a  leggiermente  combattendo  in/in 
al  ponte,c\)è  innanzi  a  Mola  di  Gaetana  neceffità  coflrinfe  il  licere  a  far* 
fermare  una  parte  delle  fue genti  d^arme  in  fu  quelpaffo,pcr  dare /patio  di 
difeofiarfì  alle  fue artiglierie  :  leqmli,non  potendo  procedere  con  la  celeri 
tà,con  laquale  procedeuano  le  gent'hgià  cominciauano  a  mefcolarfi  con  lo 
ro:però  appiccata  in  quel  luogo  una  battaglia  gràde;Jopraggiufe  poco  di 
poi  il  retroguarda  Spagnuolo,  che  paffato  il  fiume  fen^a  re[i/ien%a  alcuna] 
con  le  barche  mede fime  del  ponte,clfera  (lato  rotto  da  Frana fì;camina- 
ua  uerfo  Gaeta  per  la  flrada  diritta,efftndo  Confaluo  col  re/io  deWtfferci 
to  andato  fempre  per  la  Coftiera.Còbattefii  al  ponte  di  Mola  per  alquan 
to /patio  di  tempo  ferocemente,  foftenendofi  i  Fr  ance  fi, benché  pieni  di  mol 
to  timore  principalmente  la  fortezza  delfno;&  a fi aitandoli  gli  Spagnuo- 
li  scC  quali  già  par  e  uà  e/fere  in  poffejjìone  della  uìttoria,molto  impetuofa- 
Ail'Ador  mente  :  finalmente  i  Francefi  non  potendo  più  reftttere,e  temendo  non  fuffb 
no,  chiama-  tagliata  loro  la  flrada  da  una  parte  delle genti,laquale  Confaluo  haueua 
u?0dBernar-  mandata  per  la  coftiera  a  quefio  effetto;cominaarono  con  difordine  a  riti- 
do,  è  da  e/To  rarfi:  et  fé  gufandogli  continuamente  i  nimici,arriuati  al  capo  di  due  uie, 
iodebdcTiàa  delle  quali  l'una  uà  ad  Uri,  l'altra  a  Gaetaifi  me/fono  in  manifesta  fuga, 
gsgiarda  re-  recandone  morti  molti,  tra  i  quali  a  Bernardino  ^Adorno,  Luogotenente  & 
cS^pfccK  di lo.lancejafciate l'artiglicrieycon  tutti icaualli del fuoferuigio,& re* 
ceto  huomi  flandone  molti  prigioni,gli  altri  fuggirono  in  Gaeta  Seguitati  uittor  io  fa- 
ll pìéira  del  rnete  infirìalle  porte  di  quella  cittd.Èt  nel  tepo  mede  fimo  Fabritio  Colon- 
l'acqua  For?  na  mandato  da  Confaluo;poi chebbe  paffato  il  fiume  con  cinquecento  ca- 
ce^he  not  ualliy&  mille  fanti  alla  uùlta  di  Tonte  Como ,  &  delle  F race, colf auo- 
Luogotené-  re  folla  maggior  parte  pelle  caflella  ,  &  de  gli  huomini  del  paefe  fualigià* 
capitino  S.  le  compagnie  di  Lodouico  dalla  Mirandola,  &diMeffandra  daTriul^i.. 
causili.        furono  oltra  que/ìi  prefi ,  &  [pagliati  per  lo  paefi  molti  di  quegli,  i  qua- 
bPiero  de*  /»  alloggiati  a  Fondi,  adi tri,&  ne  luochi  circonflanti,inte/o  efftr/i  gitta- 
Medici  affo   f  0  H  potè  da  gli  Spagnuoli;non  erano  andati  ad  unir  fi  con  C  efferato  aliai 
fStwUcft*  Torre  del  Garigliano,ma  per  faluarfi  h  alienano  [par fi  pre[o  tumultuo^ 
fa  dieci  an-  m$t  e  ft  camino  m  diuerfi  luoghi  Maggiore  infortunio  hebbono  *>  Turo  de"  b 
ti  fuTccU-  Medici,chefcguitaua  il  capo  deFracejhet  alcuni  altri  getilhuomini:iqua 
todirioien  H  efiedo  nella  leuata  dell'efferato  dal  Garighano [aliti  /opra  una  barca: 
£a*  con 


f: 


fc>»  f  *wttro  peX^i  d'artiglieria  per  condurli  a  Gaetd;per  tròppo  pefo ,  #  àot^hS 
f  enrk  hebbono  i  ueti  contrari^  alla  foce  del  fiume;andata  [otto  la  barca;  ™  mot'  or 
annegarono  tutti,  alloggiò  la  notte  feguente  Confaluo  con  t efferato  a  T^lo'ìl 
Caflellone,  &  à  Mola:  <&  accoflatofi  il  giorno  feguente  a  Gaeta,oue  altra  P£a  G^ra . 
a  i  Capitani  Franceft  erano  rifuggiti  iVrincipi  di  Salerno,®-  diBifignano;  S  per  un  ^ 
occupò  {ubito  il  Borgo  ti  *  Monte,ch'era  fiato  abbandonato  da  Francefi  :  Polc'°  di 


Munatio 


iquali  , benché  in  Gaeta  fu/fero  genti  b  affanti  a  di  fenderla, <&uctto  uà-  £co  Gio 
glie  a '  foffcien'za  miluogo  opportuno  ade/fere  con  l'armate  di  mare  fòc  uio- 
corfo;  nondimeno  inuiliti  ne  difpoiìi  a  tollerare  il  tedio  dell'affrettare  gli  b.1  ^*pùa 
aiutiincertiiuoltarono  fubito  l'animo  ad  accordar  fi  ;  &  perciò  effendo  di  SC^qÌ 


b  confentimento  degli  altri  andati  a  trattare  con  Conjaluo  b  ilBaglidiDi  {a  a  caPit" 

giuno,Santa  Colombai  Teodoro  daTriul%i;conuennowil  primo gior-  flS?i£ii 

»o  dell'anno  M'He  cinquecento  quattro  di  confegnar  Gaeta,®  laforter  £^ìiì-£ie 
%a  a  Conjaluoylhut  e  do  facilità  d'ufcirne  con  le  robbc  loro  [alni  per  terra,  ^—-^ 
&  per  mare  fuor  del  Piarne  di  7fLapoli;&  che  Obignì,&  gli  altri  prigioni  kgSV  m- 
afferò  da  ogni  parte  liberatila  quello  non  fu  sì  chiaramente  capitolato,  j£-  jfalieio 

che  non  haueffe  Confaluo  occafionc  di  di(putare,che  per  uirtù  di  tal  couen  per  suizz?. 

€tione;non  s'intendevano  liberati  i  *  Baroni  del  Regno  Napolitano. Qjte-  doro  triSl 

fla  è  la  rotta,ch  bbe  Ufercito  dtl  I{e  di  Francia  apprcfjo  il  Garigliano  :  «*o  per  w 

fulla  np  i  delquale  era  flato  fermo  da  cinquanta  giorni,  caufata  non  meno  llani' 

ciadifordini  proprij,che dalla  uirtù  dcnimia,et  rotta  molto  memorabile:  \^^1  Ba 

perche  ne  fguitòlapcrdita  totaledisì  nobile,&  potente  T\eame,&  la  fta  Andrej 

Mita  dell'imperio  degli  Spagnuol';&  più  memorabile  ancora,perche  efi  ^hSSow* 

fendo  ut  entrati  i  Frante  fi  molto  fupenori  di  for%e  a*  nimici,&  abbondan  to,&0Ai°fon 

tifimi  di  tutte  le  proni  (ioni  terreflri,&  maritimeli  he  fono  neceffarie  alla  Sjfefiì: 

guerraif trono  debellati  con  tanta  facilitai  fen^af angue* et perìcolo  al  *™  poAiin 

cimo  de tuwcitori;&  percheron  tutto  che  pochi  ne  mori/fero  per  lo  ferro  ^«detu 

de'  nimiciifu  pi  r  uarij  accidenti  piccoli  '(fimo  il  numero  di  quegli,  che  fi  fai  *>*&  mfiiS 

uarono  di  tanto  efferato  uonciojìa  cofache  de  fanti, \ quali  nella  fuga  fai-  t^o.  gìo 

narono  le  per  Jone  loro,<&  di  quegli  ancoraché  fatto  t'accordo  fi  partirò-  «io. 

no  per  terra  da  Gaeta;ne  morì  una  parte  per  lafirada  confumati  dafred-  d  il  Marche 

di,&  dalle  wfermhà:&  quei  di  loro, che  ginn  fono  a  [{orna  uiui-fi  conduffo  £,di  ;jaiu2: 

no  la  più  parte  ignudi*&  mi fer abili:  donde  molti  ne  morirono  per  gli  Spe  Gio'uio'mo 

dali,&  la  notte, per  lo  freddo, &  per  la  fame, per  le  pia^rey&  per  le  tira  g,'°  G£? 

de,  &  quel  che  nefufie  cagione  *o  il  fato  auerfo  a  i  Francefile  meno  auer  poh^idrl 

fo  alla  nobiltà,che  alla  gente  plebea,o  le  infermità  contratte  per  le  incom  ^  ^ 

moditàfoflenute  intorno  al  Garigliano  ;  molti  di  quelli,che  fatto,  che  fu  £u'aifÌvo 

l accordo  s'erano  per  mare  partiti  da  Gaeta *  oue  lafciarono  la  maggior  |°  Taffetà 

partede  loro  caualli',mor  irono, o  in  camino,o  fubito, che  furono  arnuati  l*  morteli 

UjiFràcia:traiqualifu  <*  ilMarchefe  di  Saln^o,Sandricort,el  Bagli  del  uento°pal° 

la  Motagna,et  molti  altri getil'h uomini  di  molta  fìima,Fu  còfiderato,che  zo>  &  mori 

oltra  qtìelloìChefi  poteua  attribuire  alla  difeordia,  et  al  poco  gonerno  de'  d0r"tican  * 

T     3  Capitani 


LIBRO 

frtkani  Francep>&  alFaJpre%^a  de  teph&jl  non  epere  i  Vracefi,et  gli 
Shirrcri  habib  quàtogli  Spagnuoli  a  tollerare  con  l'animo  il  tedio  della 
lunghezza  delle  cofani  col  corpo  l'incomodità, et  le  fatiche ;duevo [e  prin 
cyalmtntchaueuano  impedita  al  Re  di  Francia  la  uittoria:  l' una, la  lun- 
ga dimorale  fece  l'efferato  perla  morte  del  Totefice  in  Terra  di  f{oma> 
dilla  quale  fu  e au fato, che  prima  foprauene  la  uernata,&  che  prima  Co- 
falno  conduce  agli  Ihpedlj  f»oi gli  Orfini}ch'efsi  entraffero nel  l{egno;per 
che  non  fi  dubita  ,  che  fé  uif «fiero  entrati  nella  ftagione  benigna  art bb e 
flato  neccfiitato  Cmf alno, allher a  molto  inferiore  di  for%e, ne  fauonto 
dalla  ridigità  de  tempi,  abbandonata  la  maggior  parte  del  ?^eame,a  riti-  a 
a  cofiauuc  rarfi  in  pochi luochi  forti  :l' altra,*  Uuantia  de 'cdmejfanj  Regy,i quali 
ceCroK^o  fraudando  il  Re  ne  pagamenti  dt  faldati, &  difordinadoprlamedefima 


t  Sì  no  in  Roma  per  ordine  fuo  quantità  grande  di  danari,  &  apparato  gr  ade 

foàcri  reali,  di  umoua*lk:  &  fé  bene  all'ultimo  per  le  molti fsime  querele  de  Capita- 

co  aie  egli 
icirue  nel  3. 


come  es"    ni,&  d'i  tutto l'eJTercito  ni  fujje  maggiore  largherà  del  uiuere;nodime- 


ddia  uita  di  no  prjma  ue  n'era [lata  flrette^a  tale,che  quello  difordme  aggiunto  ai- 
ti* rco°cu  l'altre  incomodità  era  fiuto  cagione  di  tante  infermità,&  del}*1>%™*™. 

to.eil  Baili 
uo   Cado, 
ino, furo  i>ti 

ui  del  g«-  (lentatione  d'un  corpo  „ 

tt^o'co  ceflario,cbe  gli  nitrirne  bri  faccino  l' ufficio  fuo;cofi non  bafia,cbe  IVru.a 
«eoo  che  r  f  cdpa  dMe  cofe,fe  ne>  minifiri  fuoi  non  eproportwnatamente 
de""UU-  la  debita  Mgùmet  uirtA.'Nsll' anno  medefimo,cbe  quefie  cofe  tato  gra 
Hi  in  Italia  Recederono  fi  fece  la  *>  pace  tra  Baifit  Ottantanno*  1  Vinitia 


™  WcTp«  gnerra  con  potentifsimi apparati  terreflri,  &  marittimi,  &  o«"P«to™ 
dM  ^fda  %lm  due  In„ì  nella  Morea  naupatia  (hoggi  è  detto  Lepanto  )  Modani, 
S"  ?«?"  6  Corone,&GÌunco;non  l'haueua  continuata  poi  co  lamedefima  «««W» 
«tu»  d«i  mo*endolo  for fé  oltra  il  defiderio  della  quiete,  nsoftctto,cMO  iperico* 

YfÙJt  proprio  l'amor  della  religione  non  cónataffero  centra  lui  1 'P^'P'f" 
«i  hiani-perebe  et  il  Tonte fice  Mefsandro  baueua  mandato  alcune  gaM  Jot 

tilt  in  aiuto  de  Vinitiamy&  infieme  con  loro  baueua  f allenato  con  danari 
Vlasdilao  Re  di  Boemia,&  d'angheria  a  muouere  laguerrane  catini  ae 
Turcbi;e  i  !{e  di  Francia,&  di  Spagna  mandarono  ciafcmo  floro,man» 
nel  tepomedefimoj 'armata  fua  a  congiugner fi  con  quella  de  Vinitiam. 
Ma  più  cupidamente  ancora  fu  accettata  la  pace  da  Vmtiam,*  qua» 
«         *  s  in  terroni* 


•SESTO.  ifi 

sfirtterròf>ii>eua  per  la  guerra  con grMifshnà  detrimento  pnbtico,&  pri- 
llato il  cdmercto  delle  me*  cavi  adequali  da  gli  buomim  loro  fi  efftrtham  ta^'|* 

no  in  molti  turti  di  Leuante\&  perche  efendo  la  città  d.  V 'metta  cofaeta  «>gn  uone 

a  trarre  ciascun  amo  delle  Terre  fuddne  a'  Turchi  copta  grandtfsima  ài  *  JJgJJ 

frumento'ydauà  loro  non  piccole  difficultà  l'efferpriuati  di  tale  comodità:  tdi  Turchi 

ma  molto  più  perche  jbliti  ad  aceri {cere  l'imperio  loro  nelle  guerre  co  gli  JJJSVJj. 

altri  Vrincipi\nÌKnà  cofa  haueuano  più  in  horrcreche  la  pottntiadeglt  tfcuur,  oitra 

OttomanVyda  quali  quaiuque  uoh a  haueuano  hauuta  guerra  in fieme  era-  ?tur- Jr^i  saC 

a  no  flati  battuti:perche  &  a  Amurat  auolo  di  Biijet  trauma  occupato  la  beiiicc;  icg- 

■città  di  Teffalonica(hoggi  Salonich) appartenente  al  dominio  Veneto-,  &  feJ^J™ 

poiMaumetJuo  padre, battendo  battuto  Cedici  anni  co  tìnua  guerra  coefsìy  fec»  erano  _ 

tolje  loro  rifola  di^gropote,  una  gran  parte  del  Velopomfìfhoggi  det  po  Mdi™ 

ta  laMorta)Scudrt,e  molte  altre  terre  in  Macedoniaset  inMbania:tn  mo  &*  .  ch'è  a 

do  che  [ottenendo  la  guèrra  co  Turchi  grandi[sime  difficultà,  &f>eje[mt  aicMeXc 

[urate,et  [en%a  (peranno,  di  cofegnir  e  frutto  alcuno;et  oltra  qneflo  temi-  »»»fto/ie,teà 

do  tanto  più  di  no  efere  ajjàltatì  nel  tempo  medi  fimo  da  gli  altri  Vr.napt  che'X 

.  s\ .                           /-•                  t    /*  i   /?  r  •  .    •  j    1. 'i  .  ^ ."ri ti       l .  _ .  »r-v  ir-,  ti 


Cbriftiant;erano [empre  defideroftfsimi d>  bauerela  pace  co  loro, Fu  he:-  Jfflljaf*  & 
f  o  d  Bj//èr  f  e r  le  codttioni  dell'  accordo, ritener  fi  tutto  quello, e  hauena  ce  cenone,  & 
cupato,e  i  Vimtiani  ritenedoft  l'ijcla  diCefalonia  (antteamete  detta  Leu  j^j^"?} 
cade)[urono  coftretti  a  cedergli  Ci  fola  diT^critOyboggi  denominata  Santa  fono1  in*co° 
Maura.Mano  baueua  dato  tanta  moleflia  a  Vinttiani  la  guerra  de  Tur  Sf^  j*f* 
chiyquanta  mole(lia,&  detrimento  dette  h  fiere  flato  intercetto  dal  J&  di  ca  fama;  bé- 
Tortogallo  il  corner  ciò  delle Jpecii  riedequali  i  mercatante  i  legni  loro  co  ^m^j!j, 

b  ducendo  da  b  Mejfandria  città  nobilifsima  d'Egitto  a  yinetia;f£argeua-  na  ho  io  ct> 
no  co gradift imo  guadagno  per  tutte  lepronìcie  della  ChrtflianitàUaqual  ^0ao  tracw 
co[a  e  [sedo  [lata  delle  più  memorabili,  che  da  molti  [e  coli  in  qua  ft  ano  ac  b  Qual  uiag 
cadute  nel  Modo:  et  haiièdo  per  lo  danno,che  ne  riceuè  la  città  di  V inetta  lì^ÌJ3^ 
qualche  conejsità  con  le  coje  ltahane;non  è  al  tutto  fuor  a  di  prof  ofito  far  d.ur  le  fpetie 
ne  alquanto  diramente  memoria.  Coloroyiqualifpeculado  con  ingegno,  rpa  J,".^ 
&  cdjìderationimarauigliofe  il  moto,&  la  dtjpofit  one  del  Ctelo,ny hanno  d'Au^ufto  ì 
dato  notitia  a'poftert;  figurarono3che  j>  la  rotondità  del  Ciclo  dt[corra  dal  ?a"o  i  homi 
l'Occidente  all'Onere  una  linea  diftante  in  ogni  Jua  parte  ugualmente  dal  lo .  P°rcac  - 
Volo  Settétr  tonale  yet  dal  Volo  Me>tdiO)iale}detta  da  loro  linea  EquinoU  KblddTijK* 
tiakiperche  quando  il  Sole  ut  èjottOyfono  all' bora  eguali  il  tìì,i  t  la  notte:  Jc  P »" & 
la  longitudine  dellaqnal  linea  diutfono  con  la  imaginatione  in  $6o.parti,  |criti 

?  lequali  chiamarono  cgradiyco[ì  come  il  circuito  del  Culo  per  me%o  uey  Vo  ]*  * 

li  e  queftodàno 
che  riccue  rono  i  Vinitiani  per  conto  delle  fpetierie;Scriue  il  Sébo  a!  principio  del  lib.  6  delle  iue  hiltoi  ie: 
doue  tratta  znchora  de  ì  coftumi  dt  quei  popoli  difeoperu  da)  Colon.bo  ikric  piucopioianicntcii  uede  in 
ouei  tariti  autori,t he  da  diuerk  lingue  tUfont.aifOrtati  nella  nolha  dali'etceìlciaeM.  Gio.  Bauilt^  Rami» 
iio,Òt  ordinati  in  tre  uolUmi,detie le Nauigationi diuetfe 

e  11  grado,  ton.e  qui  dite, è  unadcllc3  6o.parti,neliequali  èdiuifo  ilmondoma  coti  tiene  17. leghete  meza 
di  gr«ndezza,cicèj:er  lunghezza  delia  terrajOdell'acquaiScla  lega  è  di  tre  inolia  nclire  l'uDaibeuche  i  ^m 
le  tanno  di  «f  miglia  luna:onde  a  quella  ragione  ogni  grado  contenebbe  di  lunghezza  70. miglia  Italiane. 

r    4 


amo 
di- 
on  del 
Moluc- 
Ma  di 


t  i  b  r  a 

li  e  mede fimamt 'te gradi  trecento  feffanta.  Dietro  alla  norma  data  da  cjue 
fti  i  Cofmografi  mifurando,et  dimdendo  la  terra  sfigurarono  in  terra  una. 
linea  Equinottiakycbe  cade  perpendicularmente  [otto  la  linea  celtfie  figa 
rata  dagli  <Ailrologi,diuidrndo fìmitmente quella,??  il  circuito  della  ter 
ra  con  una  linea  cadente  perpendicularmente  fatto  i  <póli\in  latitudine  di 
gradi  ]  60.  di  manierale  dal  Volo  noftro,alTolo  Meridionale  pò  fono  dì 
fiantia  digradi  1 80. et  da  ciafeuno  de3  Volitila  linea  Equinoziale gradi 
90.  Ouefìe  cofe  furono  dette  in  generale  da  Cofmagrafi:  ma  quato  al  par 
ticolare  deli' b abitato  della  terra  data  quella  notitia ,  ebaueuano  d'una 
parte  della  terra ,  eh' Sfotto  al  n'offro  Emifperio;fi  per  fu  afono, e  he  quella 
parte  della  terra,cb'è  fatto  alla  torrida  Zona  figurata  in  Cielo  da  gli  jL- 
a  in  quefta  ftrologi3nella  qual  Zona  fi  contiene  la  linea  Equinoziale, come  più  prof  sì 
làLdcia  era  ma  al  Sole  fuffe  per  la  calìdità  fua  inb  abitabile^  che  al  noflrc  Emifpe- 
no   condo:  Y'l0  non  fi  pot  effe  procedere  alle  Terrebbe  fono  fatto  la  torrida  Zonale  a 
ite  ancho^  quelle,cbe  di  là  da  effa  uerfo  il  Volo  Meridionale  confftono:lequali  Tola 
tC  ftP'  1LAd    meo  Per  confeislone  di  tuttiyVrincipe  de*  Cofmografi ', chiamato a  terre,& 
fitrumpera  mari  incogniti.  Onde  <&  effo,& gli  altri  preJuppojono,cbe  chi 'dal noftro 
tori  Roma  Emifperio  uolefie  paffare  al  feno  ^Arabico ,  &  alfeno  Ver  fico ,  0  a  quelle 
dei  marRof  parti  dell' India,che  prima  feciono  note  a  gli  bnomini  nafilri  le  uittorìe  di 
fo,  &  del  Ni  jiltfiandro  Magno;  fuffe  coflretto  andar  ni  0  per  terra ,  0  approfsimato 
to'n?erio.,  ebefifoffe  per  lo  mare  Mediterraneo  quanto  poteua  ad  effe, fare  per  terra 
mutarono     ,7  rimanente  del  camino.  Qjtefle  opinion  f&  prefuppofiti  ejfere  siati  falfi 
cio?he0'iu  "  hadimoslrato  a*  te  pi  nofiri  la  namgatione  de  Vortoghefi:panbc  bàno  co 
lo  fiume  in  andato  già  molti  anni  fono  i  Rg  di  Vortogallo  a  cofleggiareper  cupidità) 
■  tate  n  "  Bat  di  guadagni  mercantili  l'jLfriea,  &  condotti  fi  a  poco,a  poco  in  fino  all'I  fo 
uiani  :indj  ledelCapo  uerde,dette  da  gli  antichi  ,fec  odo  Copinion  di  m  aitici  fole  Effe 
n^mJotfb,  riderete!)  e  fono  diftati  gradi  i^dallo  Equinoziale  uerfo  il  Volo  Artico, 
&  nei  mar  pref0  di  mano  in  mano  maggior*  animo,uenuti  con  lungo  circuto  nauigan 
ueXndo'fi  do  uerfo  il  Me%o  dì  al  Capo  di  Buona  Sperala  promontorio  più  disiarne, 
cam^ibfo  ^  ^cun'^tY0  dell'africa  della  linea  Equinoziale ,  et  ilqualedifl a  da 
ce  dei  voi-  quellogradi  2  S.&  da  quello  uolgendofi  all'ariete  bàno  nauigato  per  l'O- 
!e:Pin  Taqua  ceano  wfirì  alfeno  *Arabicc,et alfeno  Verfico\nè  quali luocbi i  menataci 
iia:&  dì  qui  d '  Mefsandria  foleuano  coperare  lefpecierie  parte  nate  quiui ,  ma  ebe  la 
alia  Tana  in  ma»qior  parte  uifono  condotte  dall'I  Jole  Moluccbe,&  altre  parti  dell'In 

capo  del  o»        r  »  „.  .  ij  .      _ »         i      »        j  ■        i 

mar  Maggio  dìa,et  dipoi  per  terra,per  camino  lungo,et  pieno  a  incomo<\\ta,et  ai  molte 
reroue  k  ga  fo K  condurle  in  a  Me(landria;&  quiui  uenderle  a"  mercatati  Vinitiani;  <t 

ice  vinitia-   ii    J  **  r        *  ,        é     .n  «      .    »     .  ìj  1 

ne  àdauano  iquali  condottele  a  Vinetia  neformuano  tutta  la  Chriltianitaìritornaao-' 
xiepfif  *di  ne  loro  grandi fumi  guadagni :per che  bauendofoli  in  mano  le  ffec\erie,co 
fcorio  fu  det  ftituiuano  ì  pregi  ad  arbitrio  loro;et  co'  mede  fimi  legni,cox  quali  le  leua- 
cacth!  /per-  uano  ^  Meffandriaiui  coduceuano  moltiffime  mercatàtiey  e  1  mede  fimi  le 
chedipoj  fu  gniyiquaii  portauano  in  Fràcia,in  Fiandra,&  Inghilterra,  &  negli'altfi 

cTaun'ol ù    luoghi  le$ccie;tomauano  medefimamete  a  V 'metta  carichi  d'altre  merco* 

tantiei 


S    E     S    f    0.  17  3  ^ffàj, 

tantiedaqual  negociatione  aumentano,  mzdefimamente  molto  X entrate  -delia  u  nauL^d- 

Hepublica ,  per  le  gabelle,  &  paflaggi.  Ma  i  Tortoghefi  condotti  fi  per  mare  àei  Colpba 

ifa  Lisbona  Città  Regia  di  Tortogallo  in  quelle  parti  remote;& fatto  amicizia  doparne 

nel  mare  Indico  co  He  di  Caiiciit,&  di  altre  terre  uk::ie:&  àhoi  di  mano  in  Ee  ranno 

.  >  7        > ,.r  ■  r      t-  r  1490. perciò 

mano  penetrati  ne  luoghi  pai  inumi;  et  edificate  mprc^efio  eh itempofmè^  ch2  fu  due 

%e  ne  luoghi  opportuni, &con  alcune  città  del  paefe  co7ifedermt:(l,alive  fatte-  annì  dof  °  » 

r         r  f -  j  --u       1  r    ■      ■      r   *      1  •      ■"'■  J        ;    '  come  s'in 

jicon  l  arme  Juduiie;  nonno  irasjento  m  fé  quel  commercio  ai  comperare  le  da'  tanti  ai* 
(bectene,che  prima  filettano  hau^reimcrcatajiti^tAlef^ndria:&  londaccn.  tocche  ny 

dote  per  mare  in  Tortogallo;  le  mandano  poi  etiandio  per  mare  in  quei  luoghi  to&te  quel 

mede  fimi  jae  quali  le  mandauano  prima  1  V  milioni  A^aul?  azione  cenamene  h  chc  a  Ie5 

te  marauigUoki,  &  di 'patio  di  miglia  / cenci  milaper  man  al  tutto  incogniti,  nic  di  iuì,di 

[otto  altre  flette,  fitto  altri  cieli,  con  altri  fir  omenti  :  perche  pafi  aia  la  linea  cj.nf?,'£  ^ 

Equinottiale  non  hanno  più  per  guida  la  Tramontana,  &  rimangono  priuati  f  !;/<£  s?3- 

deU'ufo  della  calamitarne  potendo  per  tanto  camino  toccare,  fé  non  a  terre  non  sn* i{  P™*1* 

conofiiute  diuerfe  di  lingue,  di  religioni,&  di  coflumi,&  del  tutto  barbare ,  f^Tm^ù 

&  nimiciffime  de  foreflieri:&  nondimeno  non  ofldte  tante  diffidata  s  hanno  '-^ -°rer?u 

fatta  inprogreffo  di  tempo  quefia  nauigatione  tanto  familiare,  che  oue  prima  Ipto?  ?l\\\  \ 

confumauano  a  conduruifi  dieci  me  fi  di  tempo  ;  la  finifeono  bovvicommime-  h{]d{k.  d*' 

1  1  •         .  .      r  •        n  ,   °*°  .  ^  Re  Catnoh- 

mcnte con pencolimolto  minori  in  feimefuMapiumarauigliofa  ancora  è  fio  d  nelle  na- 

a  te  la  nauigatione  degli  Spagnuoli,  cominciata a  l  .Anno  Mille  cinquecento  no  uisa,tion  ' :  ?-  ' 

•  j-       1        n     r  1  1  *■  C1U3U   pnillA 

mntaper  inuentione  di  ChriJtofanoColomb 0  Gettone  fi  nlquale  hauendo  mot-  cioè  l'anno 
te  notte  mitigato  per  lo  Mare  Oceano,  &  congetturando  per  l'ofiemationc  di  £f^f  fe[] 
certi  uenti  quello,  che  poi  néramente  gli  fuccedette;impetrati  da  i  Re  di  Spa-  dfnando  fii- 
gnacerti  legni,&  mitigando  uer fi  l  Occidente  ,fcoperfe  incapo  di  trentatre  [f^f1 
dì  nell'ultime  eflremità  del  noftro  Emifperio  alcune  ifile  :  delle  anali  prima  Fortunate 
ninna  notitiashaueua.feliciper  lofito  del  Cielo  ,per  la  fertilità  della  Terra,  !jE£28i- 
&  perche  da  certe  popolazioni  fieriffime  in  fuora,che  fi  cibanode  corpi  hu-  de- 
mani ;  quafi  tutti  gli  habitatori  fempliciffimi  di  cofiumi,  &  contenti  di  quel,  \  ef  p  ™cTfìo 
che  produce  la  benignità  della  J^atura  ;  non  fono  tormentati  ne  da  auaritia ,  remino  fece 
né  da  ambinone  :  ma  infelici ffime ,  perche  non  bauendo  gli  huomini  né  certa  f  J'nauV  •' 
religione ,  né  notitia  di  lettere,  nonperitia  d'artifictj,  non  arme ,  non  arte  di  tioni  £.*c? 
guerra ,  non  feientia ,  non  efperientia  alcuna  delle  cofe;  fono  quafi  non  altri-  ^25 
menti,  che  animali  manfueti,  faciliffima preda  di  chiunque  gli  afìalto  :  onde  ordine  l!  !  |c 
allettati  gli  Spagnuo li  dalla  facilità  dell'occuparle ,  &  dalla  ricche^  della  di  Caft|^ 
preda,perche  in  epe  fono  fiate  trouate  uene  abbondantiffime  doro:  comincia  uerfo  p.or  e"" 
rono  molti  di  loro, come  in  domicilio  proprio  ad  habitarui:  &  penetrato  chri-  ^^«417 
bflofano  Colombo  più  oltre ,  &  dopo  lui  °  Amerigo  fejpuccw  Fiorentino ,  &  a.2°'  ^*f 
fucceffiuamente  molti  altri  ;  hanno  feoperte  altre  Ifile,  &  grandiffimipaefi  |e°tc5m1  tfio 
di  terra  fermo  :  &  in  alcuni  di  effi,benche  in  quafi  tutti  il  contrario,  &  nel-  n,end'  ErTt 

/>      1  /2  1  7  ■  .  .  *  ^"^  Ci  Re  ili  rOt 

edificare  pubicamente,  &  prwatamente,&  nelueflire ,  &  nel  conuerfare  togaiio  uer- 

coftumi)&pulite^aciuile;matuttegetiimbeUi,& •focili ad effere predate:  {^X^V 

ma  tanto  fyatio  di  paefi  nuoui^be  fonofen^a  comparatone  maggiore  (patio,  "©■>  i-  »»  t>ri- 

Jr      1  ino  di  Mag> 

cne  g-,0. 


LIBRO 

che  l'habitato, che  prima  era  anotitianofira  né 'quali  diflendendofi  con  nuoue 
venti,  &  connuouenauigationi  gli  Spagnuoli,&  bora  cauado  oro,&  argento 
delle  ucne,che  fono  in  molti  luoghi,&  delle  rene  de  fiumi;  bora  comperando" 
ne  per  prc77o  di  co  fé  uiliffime  da  gli  habitatori;bora  rubando  il  g.a  accumula 
to;  n'hanno  condotto  netta  Spagna  infinita  quantità,  nauìgandom  priuatamen 
tebenebe  con  lìcentta  del  Re,&  a  Jpefe  proprie  molti;ma  dandone  ciafcnno  al 
Re  la  mùnta  parte  di  tutto  quello,cbe,b  cauaua,ò  altrimenti  gli peruemua  nel 
le  mani.an(ièpr0ceduto  tanto  oltre  l'ardire  degli  Spagnuoli-  che  alcune  m 
uì,e(fendofi  diflefeuerfoil  Toh  jtntartìco  gradi  cinquantatre  ;  ferire  lungo 
■  la  colia  di  terra  ferma,  &  dipoi  entrati  in  uno  flretto  mare,  &  da  melo  per 
ampliffimopelago  nauigandonelìOriente;& dipoi  ritornando  pei -la  uautga- 
tiene  che  fanno  ÌVortoghc fi, hanno,  come apparijce  manijcfu finamen- 
te, circuito  tutta  la  terra .  Degnile  i  Tortoghejì ,  &gli  Spagnuoli ,  &  pre- 
cipuamente Colombo  >  inuentore  di  quefla  più  maramgliofa,  &pw  penco- 
lo fa  nauigatione,  che  con  eterne  laudi  fia  celebrata  laperitia,linauftria,l  or 
dire,  la  uigìlantia,  &  le  fatiche  loro  ;  per  lequal,  e  uenuta  al  fecola  noftrono 
titia  dicofe 'tanto  grandi,  &  tanto  incognite. Mapm  degno  di  efiere  celebralo 
ilprcpofnoloro,featantipericoli,&fati^ 
mmlderatadelloro,&dellcricchez7e,malaci^ 
agli  altri  quefla  notitia ,  ò  dì  propagare  la  fede  Cbrfiiana  ;  benché  quflofla 
in 'qualche 'parte proceduto  per  confequentia-.pcrcbe in  molti ^foflan 
colermi  Illa  noflra  religione  gli  babitatori.Ter  quefle  ™>S%™$™%1 
Mato  efìerfi  nella  coinitione  detta  terra  ingannati  in  molte  cofe  gli  amichi , 
Sfoltii  Talinea%uinotttaleMitarfì  fittola  torrida  »S£ 
defimamite  centra  l'openione  loro  fièper nauigatione  di  dm  <™M°»f' 
tifi  fitto  le  Zone  propinque  a  poli. fitto  lequali  affermauano  nonpouf  ba- 
li are  per  i  freddi ir/moderati  rifiato  al  fio  de  Cielo  tanto  remoto  dolco* 
fi  del  Sole.  EfH  mancato  quel  che  alcuni  de  gli  antichi  ^^ f™£ 
prendeuanochefottoinofiripicdifonoaUribabitatorid^ 

lodi.Ma  ritornando  al  propofito  della  noflra  nar;atione.&  alle  ^dopo 
.  ,„  quefto  l'efierfi  arrendila  a  gli  Spagnuoli  *  Caetanell  anno  mille  "H'^f^Z 
rHimo    tra  fuccederono;Le  nouelle  della  rotta  riceuuta  al  Carighano,  &  é  tanti  d- 

libro  a  cac.   "v  J        .  '  „    „ :i.^^A  Ài  1  „™?*w*>_  ^  sii  -hi  riti.  riua.lt  tllttO 


primo  gior- 
no dell'an- 
no 1J04. 


didoloreappariuapienadimeflitia,&diaffiitiione,&fifentiuanopertutto 
il  Reame  le  mei  degli  buomini,&  delle  donncebe  malediuano  quel  giorno, 
nel  quale  prima  emro  né  cuori  de' fuoi  Re-.non  contenti  di  tanto  rmptrio.che 
pofledetJoM  sfortunata  cupidità  di  acquiflare  flati  m  Italiana  Jopram- 
iera  tormentato  l'animo  del  Re,per  la  differitene  ahauerepma  ricupera 
re m  Re?no  fi  nobile,&  per  tanta  diminmione  detta  eflimatwne,&  autorità 
]m:rimdauafidellcmagmfiche paroU,lequalihaueua  dette tante  uolte  con- 


SESTO.  i?4 

tra  il  Re  di  Spagna,&  quanto  fi  [ufi  e nanamente  promeffo  degli  apparati  fat 
ti  per  asfaltarlo  da  tante  bande  :accrefceua  il  dolore,  &  la  indegnatione  fua  il 
confiderare,  che  e  fiondo fiate  fatte  da  fé  con  fomma  diligentia  ,  &  fen%ari- 
jpiarmo  alano  tante  proui fiorii,  &  hauendo  guerra  con  rimici  poueriffimuet 
bifognofi  di  ogni  co  fa  ifufiefiato  per  la  auaritia,&  per  le  fraudi  de  mimflrì 
fuoi  fi  ignominioftmente  fuperato  :  &perb  efclamando  infino  al  cielo)affer- 
maua  con  efficaciffvmi  giuramenti,  che  poi  che era  con  tanta  negligentia,  &  fa  ^l'J^ 
perfidia  feruito  da  fuoi  medefim'hche  già  mai  commetter -ebbe più  guerra  al-  delio  ^  dato 
cuna  a"  fuoi  Capitamrma  anderebbe per  finalmente  a  tutte  le  imprefe .  Ma  lo  ^ aln™oA 
tormentaua,  &  cruciaua  ancora  più  il  conofcere ,  quanto  per  la  perdita  di  un  la  mutatioo 
tale  efiercito,  &  per  la  morte  di  tanti  Capitani,  &  di  tanta  nobiltà  fufiero  in  f\0*™£  £ 
debolite  le  forile  fue:in  molo  che  fe,o  da  Maffimiliano  fuffe  fiato  fatto  qual .  dubitato  ^ 
che  mouiméto  nel  Ducato  di  Milano  fo  fé  l  efiercito  Spagnuolo  ufcito  del  Rea  UoCf0iie  per 
me  di  "Napoli  fufiepaffato  più  innanzi ;diffidaua  efio  medefimofommamente  t?ntat*;;et£ 
dipo  ere  difendere  quello  flato  ymaffimamcte  congiugnendofì  ad  alcuno  di  que  cne  j  vinì - 
fli  Afcanio  SforT^a,  l'imperio  delquale  era  defiderato  ardentemente  da  tutti  i  ^"'J0;^; 
popoli .  Ma  del  Re  de'  Romani  non  fi  marauigliò  alcuno,  che  non  fi  deflaffe  a  correre"  pei 
tanta  opportunità,efiendo  l  inueterato  coftume  fuo  fcambiare  il  più  delle  noi  'x*™&  . 
te  i  tempi,  &  le  occafionuMa  di  Confaluo  fiperfuadeua  ciafcuno  il  contrario:  fiorentini 
donde  fiauano  quegli, che  in  Italia  alheriuano  a  Fr  ance  fi  in  grandiffimo  ter  jgJJ^}£ 
rore,che  egli  con  la  Speranza ,che  ali  efiercito  uincitore  non  haueflero  a  man  ra_re:  a  rapa 
i  care  danari, né  occafionij  fen^a  dilatione  feguitafie  la  uittoria  zper  fouertire  n°  gJJcéfi 
lo  fiato  di  Milano ,  &  mutare  in  camino  le  cofe  di  Tofana  ;  ilche  fé  haucfie  non  erano 
fatto  fi  credeua  fermamente  che  il  Re  di  Francia,efauflo  di  danari,&  sbattu  *p^™pa°'J£ 
to  d  animo \h ar ebbe  (en^a  fare  alcuna  refifienr^a  ceduto  a  quefta  tempefta,  ef  fbrdini  fé  - 
fendo  maffimamente  l'animo  delle  fue  genti  alieniffimo  dalpaffare  in  Italia  ;  j^";^10" 
&  hauendo  quelle, eh  e  tornarono  da  Gaeta  p  affato  i  monti, ftreTgato  i  coman 
damerai Regij, che  furono pre fintati  loro  a  Genoua:&  fi  uedeua  chiaramen-  \^yf°f\ 
te, che  il  Re  fen%apenfiero  alcuno  alt  armigera  tutto  intento  a  trattare  concor  c.6o.  hn  det 
dia  con  Maffimiliano)  ne  meno  intento  a  continuare  le  pratiche  co  Re  di  Spa-  ^luo  qua?- 
gna:p:r  lequali  non  intermefie  nello  ardore  della  guerra,  erano  fiati  fempre,  do  ueane  in 
&  ancora  erano  Oratori  Spagnuoli  nella  fua  Corte  rma  Confaluo,  che  da  qui  l"^£^ 


fere  ito  fuo  di  molte  paghe;gli  fuffe  impoffibile  muouere  con  fperan^a  digua-  ™*  coni/ri-1 

dagni  futuri ,ò  di  pagamenti  lontani  le  genti  fue,che  dimandauano  danari,et  limerò  uni 

alloggiamenti ;ò  per:he  fuffe  necefjitato  procedere  fecondo  la  uolontà  de' fuoi  "e"na  c0 c°" 

Re  ;  ò  perche  no  gli  parefie  bene  fi  curo, fé  prima  non  cacciaua  i  nimici  di  tutto  fignifica  cjo 

il  Pregno  di  Trapali;  Iettarne  l efiercito  :  perche  Luigi  d'tArs,uno  de  Capitani  *£  Je""  Jjjg 

francefiMquale  dopo  la  giornata  fatta  alla  Cirignuola,fi  era  con  reliquie  tale  tia  nella  di- 

delle  genti  rotte  >che  non  erano  in  tutto  da  difpre^ar  e, fermato  a  Ve  no  fa)  &  {jjjjj?"  ml 

ila  nate) 


ti    T,    H    0 

ti finale  .mentre  che  gli  eserciti  flautino  su  le  ripe  del  Garìgliano;  haueua  oc- 
cupato Troia 3  &  San  Seuerino  ;teneua  foìleuata  tutta  la  Tuglia  :  &  alcuni 
de'  baroni  ^Angioini  ritiratila  gli  flati  loro,fidìfendeuanoyfegutfandofcoper 
Manente  il  nome  del  Re  di  Francia:  &  fi  aggiunfe  a  tutte  quefie  co  fesche  poco 
dopo  la  uittoria  il  Gran  Capitano  fi  ammalo  di  pericolo  fa  infermai àiper  laqua 
le  non  fot  en  io  andare  in  alcuna  fpeditioneperfonalmente  ;  mandò  confane 
a  Ando  con  àéÙie  genti a  l'Aiutano  a  debellane  Luigi  a^Ars-.per  laquale  fua,  b  delibera-  a 
tvAtetano      twne  3  ò  neceffità  di  non  feguitareper  allhora  fuor  a  del  Reame  di  Isjapoli  la 
1 5z,  nudati  uittoYÌa,reflauano  l'altre  cofe  cC Italia fiuprefto  in  fcffetto,che  in trauaglio: 
da  bófeluo  perche  i  Finiti  ani '  flauano  fecondo  lufan%a  loro  fofpcfi  ad  affrettare  defitto 
far  gu«rac6  delle  cofe:&  à  Fiorentini pareua  acqui ftare  affai  fé  nel  tempo  che  totalmen 
tra   Luigi    te  differauano  del  foccorfo  del  Re  di  Francia  ;  non  fuffero  afe 'aitati  dal  Gran 
le  ha^eu^po  Capitano:&  il  Tontefice  diferendo  ad  altro  tempo  i  fuoi  uafti  peti  fieri;*  affa 
te,  forte  pxe  ticana,fercheil  Falentinogli  concedere  le  fortezze  di  Furlìdi  Cefena,  &  di 
pdf*!  Auer  Bert  inoro  ,  che  fole  per  lui  fi  teneuano  nella  Romagna;  perche  ^Antonio  degli 
fa'e  in  e  ho   Ordelaffi  haueua  pochi  dì  innanzi  ottenuta  con  prernu  quella  di  Furlimpopo- 
èi  o  ìib .  3  •    lo  dal  caflellano.     con  [enti  Falentino  dare  al  Tontefice  i  contrafegni  di  quel 
d  ?  -  teVi  ta  di  ia  fa  ce  Jena ,  co  quali  andato  Tietro  Douiedo  Spagnuolo  per  riceuerla  in  no- 
me del  Tontefice,  &il b  caflellano,  dicendo  effergli  dishonore  ubidire  al  Ta- 
b  iiccfteiia  dyene  fuo .mentre  che  erafrigione,et  meritare d'efflr  e  punito  chi  hauefee  pre 
ri?  %  chia-  [unto  di  fargli  tale  richiefla;l  haueua  fatto  impiccare:  donde  il  Tontefice,e- 
no   piego  feiur0  jana  fpeyan'za  di  poterle  ottenere  fen%a  la  liberatone  del  Falentino; 
ilduSè  fece  conueme  ficco;  d  ellaqu  ale  coni  tent  ione  fu  fedita  per  maggiore  ficurtàuna  boi 
[>cip  tar(di-  ^  nei  comjfloro  ;  C\K  il  Falentino  fufiepoflo  nella  rocca  d'oflia  in  afioluta  pò 
rietio  ouìe  teflà  di  Bernardino  Caruagial  Spagnuolo  CarddiS.  Croce  >di  liberarlo  ogni  noi 
do  giù  dàlie  ta^  cfoe  }oauefee  refiituito  al  Tontefice  leforteTje  di  Cefena  &  di  Ber t inoro  ; 
&  che  della  rocca  di  Furi)  hauefee  confettati  i  contrafegni  al  Tontefice,  et  da 
ta  ficurtà  di  banchi  in  Roma  per  quindici  mila  ducati  :  perche  quel  caftelìano 
frometteua  di  reftituirla,  rivenuti ,  che  hauefee  i  contrafegni,  &  la  quantità 
f  redetta  per  fatisfattione  delle  fpefe  Icquali  affermanti  (f battere  fatte .  Ma 
altra  era  la  mente  del  Tontefice  :  ilquale,  benché  non  i:  ole  fi  e  rmperepalefe- 
mcnte  le  fede  data;haueua  in  animo  di  prolungare  la- fina  delih  erat  ione  ;b  per 
eh  fine  rea'  timore ,  che  liberato  non  oferafee ,  che  l  caflcllano  di  Furi)  negafee  di  dare  la 
reno  da  co  r0Cca;ò  fer  la  memoria  delle  ingiurie  riceuute  dal  padre,  &  da  luifo  fer  l'o- 
[ "cror.douó  dioyche ragicneuolmenteglifortaua ciafeuno:  dellaqual  cofa  fofbettado il  Fa 
£  »i  vaienti  \cntino  ;  e  Ykercb  fegret  amente  il  Gran  Captano  che  gli  defiefaluocondotto  ! 
y°o •'gia°r°&  di  potere  {ternamente  andare  a  T^apolù  &  che  gli  mandafìe  due  galee  per  le 
\  ^™VIin.?     vario  da  cftia  :  lequali  cofe  effendo  da  Con <J alno ,  il  Cardinale  di  Santa  Croce , 
itti  di  eli  che  haueua  il  'mede fimo  foffetmfubito  che  hebbe  notitia,  che  olir  a  la  ficurtà 
w« 'qMifó«  fata  in  Roma  de  quindici  mila  ducati,  i  caflellani  di  Cefena ,  &  di  Bertmoro 
f  oh  u  cole-  haueuano  confegnato  le  fcrte^e;gli  dette  fen%a  faputa  del  Tontefice  j "acuì 
ra  d  ei  Papa .  ^  ^  partir  fi  :  il  citale  non  appettate  le  valcc,  che  doueua  mandargli  il  Gran 

Capitano; 


a  Pare  che  i 
difenili  del 


S    É    S    T    Ó.  17) 

Capitano  ;  fé  riandò  occultamente  per  terra  a  T^ettmó  :  onde  sii  una  pìccola 
barca  fi  conduce  alla  Rocca  di  Mondi 'agone ':&  di  quiuipcr  terra  a  J^ìpoli , 
riceuutedà  Confaluo  lietamente,&  con  grande  honore.Inlslapoli  (landò Jpef 
fo  a  fegreti  ragionamenti  con  Confaluo  ;  lo  ricercò,  che  gli  defle  commodità  di 
^andare  a  a  Tifa,  proponendogii  eh  e  fermando  fi  in  quella  Città ,  ne  rifatte- 
rebbe  grandi/fimo  beneficio  alle  cofe  de  fuoi  Re  :  ilche  dimoftrando  Confaluo 

di  approuar  e, &  offerendogli  le  Galee  per  portarlo, &  dandogli  f acuità  di.  fot  valemmo 

tiare  nel  Reame  i  fanti, eh  e difegnaua di  codurrefeco;lo  ìiutrì  in  queftajperan  JJ^jJjjjfk 

%a  in  fino  a  tanto,  che  hebbe  rifpofla  da  fuoi  Re  conforme  xqudlo ,  che  haueua  cofe  di  PHà , 

difignato  difarccofultando  ciafeun giorno  con  luifopra  le  cofe  di  Tifa,&  di  ^'y°5u^ 

Tofcana  &  offerendo/i  Vidimano  d'afi  altare  nel  tempo  mede  fimo  i  Fioren-  do  di  Lucca 

imi  per  il  dvfidcrio,che  haueua  della  reftitutione  de'  Medici  in  Firenze .  Ma  ^f^0^ 

offendo  preparate  già  le  galee ,  &  i  fanti  per  partire  il  giorno  feguente  ;  il  ■  far  l'Apen- 

Valentino  ,poi  che la  fera  hebbe  parlato  lungamente  con  Confaluo  ,&  da  .{j^^f^ 

lui  con  dimoflrat ione  grande  d'amore  hauuto  licentia,&  abbracciato  nel  Modonaar- 

fartirfi  procedendo  con  quella  fimulatione  medefima  >  che  fi  dkeua  haue-  ££"* 

te  ufata  già  conira  Iacopo  Ticcinino  Ferdinando  uecchio  d' dragona  ;  fubito  fuoi 

che  ufcì  della  camera; fu  per  comandamento  fuo  ritenuto  nel  caftello,  &  man  *™ 
dato  alìhora  medefima  alla  cafa,doue  alloggi  aua  a  torre 'il  fatuo condotto, 

che  innanzi  partifieda  Ofiia  gli  haueua  fatto ,  con  tutto,  che  b  allegale,  b  n  gìouìo 

che  hauendogli  comandato i  fuoi  Re,  cheto  facefie  prigione  ;  premiata,  il  [cix^q^\. 

comandamento  loro  al  fuo  faluoconiotto  :  perche  la  ficurtàdata  di  propria  Uo  deifha- 

autorità  dal  miniflro  non  era  ualida ,  più  che  fi  fuffe  la  uolontà  del  figno-  ?"fe3è  :  fc 

re ,  foggiugnendo  oltra  queflo  efiere  fiata  co  fa  necefiariail  ritenerlo  :  per-  moftra  che 

che  non  contento  di  tante  iniquità,  che  per  l 'adietro  haueua  commefie  ;  J1^1^0^ 

procuraua  d'alterare  per  lauenire  gli  flati  d'altri,  macchmare.  cofe  nuo-  imprigbna- 

uc ,  feminare  fcandoli ,  &  fare  nafeere  in  Italia  incendu'  permtiofi  :  &  pò-  J^  ^fj^ì 

co  dipoi  lo  mandò  su  una  galea  fiottile  prigione  in  Ijpagna,non  fenato  da  al  papa;  per  la 

.     •     j    >     •»       .         i  .  •  /•■  '•  'fi  .     1-     ,  a      i-  (ìnirezzlCO 


magna   a 

i  uccc'ai 
amici.  GiO» 

uio  . 


tri  de  fuoi ,  che  da  un  paggio  :  oue  fu  incarcerato  nella  rocca  di  Medina  {j( 
:del  Campo  .  Fece  fi  e  circa  a  quefli  tempi  mede  fimi  triegua  per  terra,  &  a 
per  mare,cofiper  le  cofe  d'italiaicomedi  là  da  monti  trai  Re  di  Francia,  e  i 


propria  , 
ns    uni 


ha. 

Fu  con- 


1  J      X\  J  II 

Redi  Spama  :allaquale  defiderata  molto  dal  Re  di  Francia ,  accori fent irono 

i  ^  '  i  •  n  i/ii-i  c    Jtu  con 

uoientierii  Re  di  Spagna:  perche  giudicarono  epere  meglio  Jtabiure  per  que-  ama  lane 
fio  me%o  con  maggiore  ficurtà ,  &  quiete  lacquiflo  fatto,  che  per  me%o  di  |l!a  J"**  ^ 
nuoue  guerre:  lequali  efiendo piene  dimole fiie,&  di  fpefe  hanno  ffieffe  mite  da  gii  otto 
fine  dìuerfo  dalle  fperani^e. Le  conditioni  furono ,  che  ciafeuno  ritenefie  quel-  *'rai3o  ^  j£ 
lo  poffedeua  :fufie  libero  per  tutti  i  Regni ,  &  fiati  di  ciafeuna  delle  parti  il  Buona  ce 
commercio  a  fudditi  loro,  eccetto  che  nel  Reame  di  l^apoli:  con  laqual  eccet 
tione  otténeper  la  uio.  indiretta  il  Gra  Capitano  quel  che  gli  era  prohibito  di- 
rettamente :perche  nelle  frontiere  de'  luoghi  tenuti  da  Francefi,che  erano  fio 
lamente  in  Calauria  Roffano ,  in  terra  d'Otranto  Oira,  &  in  Tuglia  Venofa, 
Conuerfano,&  Caftel  del  Monte;  pofegenti^heprohibiffero  che  alcuni,ò  de  . 

foldatifr 


LIBRO 

foldati,ò  de  glihuomini  dì  quelle  Terre  non  conuer  [afferò  in  luogo  alcuno  poj 
feduto  dagli  Spagnuoli  daqual  co  fa  gli  muffe  previamente  in  tale  firettexga, 
che  uedendo  Luigi  d'*Ars,&  gli  altri  faldati,^ Baroni  di  quelle  terrebbe  gli 
huominì  non  potendo  tollerare  tante  incommodità  ;  deliberauano  darrèderfi 
agli  Spagnuoli  ;fe  ne  partirono .  Et  nondimeno  il  Reame  di  TSlapoli ,  benché 
per  tutto  ne  fuffero  fiati  cacciati  inimici,nongodeuai  frutti  della  pace  per- 
che ifoldati  Spagnuoli, ere  ditori  già  dèlie  paghe  di  più  duri' anno  :non  conten* 
ti,  che' l  GranCapìtano  ,  perche  fi  faflentaffero ,  infino  chauefieproueduto  a 
àanari;glihauea  alloggiati  in  diuerfiluoghhnc  quali  uiueuano  a  jpefe  de'  pò 
polì,ma  ufate ìndi fcretìffimamente  ad  arbitrio  loro;  alche  ifoldati  hanno  da 
tonome  d' alloggiaménto  a  di fcretionej  rotto  i  freni  del? obedìen\a  erano  con 
gradiffvmo  difiiacere  del  gran  Capitano  entrati  in  Capua,&  in  Caflell 'amare: 
onde  ricufando  dipartirfi  fé  non  fi  numerauano  loro  gli  Jpipendijgià  corfh  ne 
a  queflo,  perche  import auano  quantità grandijjima  di  danari  potendo  proue- 
derfi  fen%a  aggrauare  ecceffiuamente  il  Reame,  efaufloper  le  lunghe  guerre, 
.&  confumato;erano  mifer abili  le  conditionide  glihuomini,non  effcndo  meno 
grane  lamedicìna,che  l'infermità,che  fi  cercaua  dicurare  :cofe  tanto  piumole 
fle,quanto  più  erano  nuoue,&  fuor  a  degli  effempiipaffatì:  perche  fé  bene  do 
poi  tempi  antichi,  ne'  quali. la  difciplìna  militare  s  amminiftrauafeueramen 
te,i  faldati  erano  flati  fempre  licentiofi,& grani  a  popoli;nondimenonon  di~ 
for  dinate  ancora  in  tutto  le  cofe,uiueuano  in  gran  parte  de'  foldi  loro,  ne  paf- 
faua  a  termìnitollembilìla  loro. lic.entia;ma  gli  Spagnuoli  prima  in  Italia  co 
minciarono  auiuere  totalmente  delle  fuflantie  de  popoli,  dando  cagione,  & 
forfè  neceffità  a  tanta  licentia  l  efiere  dai  fuoi  Re  per  l'impotentia  loro  mal 
pagati:  delquale  principio  ampliando  fi  la  corruttclla ,  perche   LI  M  /- 
T  ZdT  lOJ^E  del  male  fupera  fempre  l'effempio ,  come  per  lo  contrario 
L'1M1T<AT10  7s^£  del  bene  è  fempre  inferiore  ;  cominciarono  poi , 
&  gli  Spagnuoli  medefimi,&  norìrneno  gl'italiani  a  fare  y  òfiano  pagati, 
è  non  pagati  il  mede  fimo  :  talmente ,  che  con  fomma  infamia  della  militia 
hodiernanon  fono  più  ficure della  fcelerateyga  de'  faldati  le  robbe  de  gli 
amici,  che  de'  nimici .  La  triegua  fatta  tra  i  Re  di  Francia,  &  di  Spagna  con 
opinioneyche  non  molto  dipoi  hauefìea  feguitare  la  pace -&  in  qualche  parte 
lacattma  del  Valentino ^quietarono  del  tutto  le  co  fé  della  Romagnaiperche  ef 
fendo  prima  Imola  uenuta  per  uolontà  de'  capi  ai  quella  città  in  poteftà  del 
Tontefice ,  né  fen%a  uolontà  del  Cardinale  di  San  Giorgio  nutrito  da  lui  con 
nana  fycran%adi  reftituirla  a' fuoi  nipoti;  &  efienaoin  quei  dì  per  la  morte 
d'iAntonìode  gli  Orde laffi  entrato  in  Furi}  Lodouico  fuo  fratello  naturale; fa 
rebbe  quella  città  uenuta  in  mano  de'  Vinitianì,a'quali  Lodovico :conofcendo- 
fi  impotente  a  tenerla,  Sofferma:  male  condhtoni  de'  tempi  gli  Jpauentarono 
dall' accettar  laper  nonaccrefeere  maggiore. indegnatione  nel  Vonufice;ilqua 
le  non  hauendo  chi  fé  gli  oppone ff e  wttenne  la  terra  fuggendqfcne  Loaouico  ; 
&fimilment  e  pagati  i  quindici  mila  ducati  la  Cittadella:laquale,il  caffetta- 
no 


!e  condotte 


SESTO-  17^ 

no  fedele  al  Valentìno,non  confentì  mai  di  dargli,  fé  prima  per  huomìnì  pro- 
pri] mandati  a  rNapolv,non  hebbe  certezza  della  fua  incareer  ationeXofi  efié 
dofi  fermate  le  guerre  per  tutte  l'altre  parti  d'Italia;  non  celarono  perciò  al 
principio  di  quella  fiate  fecondo  il  confueto  l'armi  de3  Fiorentini  contra  i  Tifa 
ni:i  quali  hanendo  condotti  di  mono  à  foldi  lóro  Gian  Vagolo  Baglione,  &  J  m  ti  q  .e 

x  alenili  *  Capitani  di  genti  d'arme.  Colonne  fi, &S  anelli, &  unite  maggiori  for  f^;££Ì 
%e  chel  folito\;  gli  mandarono  a  guaflare  le  ricolte  de' Tifimi ,  procedendo  a  Fiorente  i  » 
quefto  con  maggiore  animo,  perche  non  dubitauano  douere  efiere  impediti  da  j™  RP°^c 
gli  Spugninoli;  no  folo  perche  irte  di  Spagn&non  haueuano  nominati  i  Tifami  coni  ;  ilqtw 

ìj  tulla  trlegua,  nelìaquale  era  fiato  lecito  a  ciafeuno  de  Re  nominare  girami-  te  oltra  q:; 


fti     con dot 
tieti  di  gen 

contra  i  Francefi,  fé  bene  prima  hauefìerdato  molte  jperan^eà  Tifimi  ;  era  J  a|J3}£di 

proceduto  con  termini  manfueti  co'  Fiorentini,  fierando  potergli  forfè  fucce-  ce  che la  cìt 

aere  con  quefie  artici  feparargli  dal  Re  di  Frane  ia:&  co  tuttoché  dapoifuf  ^  algbMò 

fé  efiiufo  da  quefia  fperan^a;  nondimeno  non  uolendo  col  prono sargli  dare  lo  ™c°™  ™j 

ro  caufa,che  maggiormente  fiprecipitafiero  a  tutte  le  uolonta.di  quei  Re;, ha  dare^i'  gùa 

ìeuaper  me%o  ài  Trofpero  Colonna  fatta,benche  nonaltrimentUche con  fem.  fto  a  Fifa. 
plici parole,  quafi  una  tacita  intelligenza  con  loro,  che  fé  accadefie,  che  l  Re* 

di  Francia  afialtafie  di  nuouoil  Reame  dì  ls(apoli  non  taiutafiero;&  dall'ai  b  Qmti  ami 

trapar.te,che  da  lui  non  fuffe  dato  aiuto  a  Tifani,fe non.ìn.cafo,che  ì  Fiorai-  ^ntf  foa^ 

tini,  mandaffero  l'efferata  con  l'artiglierie  allaejpngnatione  di  quella  città,:  nominati 

laquale.defideraua  non  ricuper  afferò,  mentre  che  feguitauano  l'amicitiadel  "fcalIa  ^j* 

Redi.  Francia.  Difiefefi  l'efiercito  de  Fiorentini  non  folo  adare  il  guafio  in  Francia  &d< 

quelleparti  del  contado  di  Tifa,nelle  quali  per  l' adietro  fi  eradato,ma  ancora  fcpga|cnaneli 

in  San  Roffore ,  &  in  Barbericina,  &  dipoi  in  V  aldi  ferrino.,  &  inValdofoli  Diario  dei 

luoghi  congiunti  a  Tifatone, quando  l.efiemto  era  fiato  meno  potente,  non  fi  Buomcco 
era  potuto  andare  fenT^a  per  icolodlquale, come  fu  dato,andati  a  campo  a  Li- 
h afatta,  oue  era  piccolo  pr e fidio  ;cofirinfono  inpochi  dì  quegli ,  che  ni  erano* 
dentro  ad arrender  fi lìberamente me  fi  dubìto,che  quell'anno  i  Tifimi  fiareb- 

bono \fiatìcofirettiper -la  fame  ariceuere  il  giogo  de *  Fiorentini,  fé  non  fufiero  c*"?"^' 

' fiati  fio fientati  da  uicini,  &  maffimamente  dà  Genouefi,  &  dà^  Lucchefi:  l^y °  Gi, 

perche  Tandolfo  T etr ucci  pronti ffimo  a  confortare  glialtri,  &  larghiffimoal  c™^o  £? 

prometter e.di  concorrer e  allefpefe  ;  era  tardiffimo  agli  effetti,  co'  danari  de'  jlorentin  i  , 

anali  Rinierì  della.  Saffetta,  faldato  del  Gran  Capitano ,  ottenutale  entia  da  ^^\\ 

Ìui,&  alcuni  altri  condottieriycondufiono  per  mare  \dugentocaualluei  Geno  jutauano  i 

ne  fi  ui  mandarono  un  commeffaria  con  mille  fantfc  oltralequali  proni fioni  il  j?^™  uoiw 

RardeUada  Torto  Penerei  Cor  fiale  famofo  nel  mare  Tirreno  5  &  che  pagato^  Con  reterei 

M predetti hauea  tìtolo  dì  capitano  de  Tifitni;metteuaìn  Tifa  continuarne  ™  «a^pre  * 

te  conun  galeone,  &  altri  brigantini  uettouaglìe:onde  ì  Fiorentini  gìudican-  dandoci* 

doneceffarioy  che  oltra  le  molefiiei  che  fi  dauano per  terra  fi  prohibifie  loro  *™  q°u;rcl 

l'ufo    landóG  età 
in  Francia,*  minacciando  di  datfi  a*  Vinitianijil  Re  fitto  capace  del  tutto  da-Fioientiniinoane.icxm^oju 
'o.Buonaccoifì.' 


t    1    B    R    0 

a  ^  obuu  ?»/&  dcI  mare;  folci aYOno a  f  r<?#i/«?  ./afri/i  del  Re  Pederigo,che  erano  in  Tro  i 

'  Fi.uen  ucn%a:  con  lequali,come  Don  Dimas  Hicaienfio  Capitano  loro  sapproffirno  a 

\  '  ì! ,  •  ^  rno  a  Lìuorno)  il  Bardella  fi  difcoflò,con  tutto,  che  alcuna  uolta  prefa  l'occafione  de 

'diLugUo  xenti,  conducete  qualche  barca  carica  di  uettouaglie  alla  foce  d'arno;  onde 


tic 

facilmente  entrauano  in  Tifa  ;  laquale  nel  tempo  mede  fimo  fi  moleflaua  per 


co  a/Tediata 


«ed'Ai  ./.:,T^  :  parche  C efferato  Fiorentino  prefa  che  hehhe  Libr  afatta  difiribuito fi  in 
d  '  irò!  che  campagna  in  più  parti  di  quello  contado  ;  singegnaua  di  prohibire  la  cultiua- 
p  e;  i«os  pie  ^/0;?e  c/H/e  terre  per  l'anno  futuro ,  &  d'impedire,  che  per  la  uia  di  Lucca,  b 
&ntt£oX£'  del  mare  non  uentrafiero  uettouaglie ;dettouo  oltra  queflo  alla  fine  della  fta- 
xiìaù  co  44  %.  Uguafio  a  migli,&  altre  biade  fimilhdeUequaliquelpaefe  produce  copio- 
jìa^acc.'  fa?>iente.l^è  fracchi  i  Fiorentini  da  tante  ftefe.nè  giudicando  impoffibile  co- 
'ik  alcuna,  che  defie  loro  ff  cranici  diperuenire  alfine  defiderato;singegnaro- 
b  Erano  a  la  "no  con  nuouo  modo  a"  offendere i  Tifimi, tentado  difarepafiare  il  fiume  d'^r 
lomre  à  que  no^ciK  corre  per  Tifaidalla  torre  della  Fagiana  uicina  a  Tifala  cinque  miglia, 
^voiXax  per  nuouo  letto  nello  fiagno,che  è  tra  Tifa,  &  Liuorno-.onde  fi  toglieua  la  fa- 
™ÌTwi  u  wkà  di  condurre  cofa  alcuna  dal  mare  per  il  fiume  d'arno  a  Tifa  :  né  hauen 
fu^c^Va  do  tacque,  che pioueuanoper il paefe circeflante efitoper la  baffeT^a  fuadi 
u€Rftien p-o  fondurfi alla ?narina;rimaneua quella cittàquafi>come  in me%o d'unapalude: 
geg-!>cdi  ìov  &  per  la  difficultà  di  pafiare  >Arno  harebbono  per  fauenire  potuto  correre  i 
T'ìlu  Tifani per  le  colline.,  interrompendo  il  commertio  da  Liuorno  a,  Firen%c:&  ac 
_  tlìun\  cìoche  aucllaparte  di  Tifa,per  laquale  entraua,  &  ufciua  il  fiume,  non  rima- 
fi,aÌaccfmcC  ne/se  aperta  a  gli  infiniti  de  nimicv,  far ebbono  fiati  i  Tifimi  neceffiiatì  afoni 
t) lubbero  ficarla .  Ma quefla  opera  cominciata  con grandijfima  fpcran^a,  &  feguitata 
nomila0!  con  b  ijpefa  "molto  maggiore  riufeì  uana:perche,come  ilpiu  delle  uolte  accade, 

'  \  haueua  c  jje  rmm  cofe ,  benché  con  le  mifure  habbino  la  dimofiratione  quafi  palpati- 


niciio  di  ;or 

£  ì  e 

la  con  :réta, 
e  cuaratan.i 


fe«o hml  leyficonofcano con Ufperien%a  fallaci(par  agone certiffimo.Qv 'ai^PO  fia 
ta  del  lauo-  diftante  il  mettere  in  difegno  al  mettere  in  atto)  perche  oltra  molte  difficultà 
S™  qua  non  prima  confiderai e Icaufate  dal  corfo  del  fiume,  &  perche  hauendo  uoluto 


\^uc!c°in  moftr  andò  fu  fuor  di  quello,cheper  lardile  defiderio  d'ottenere  Tifa  s  affretta 

*io.u%&$  mJa  malignità  della  fortuna  contra  i  FioreritinUefiendo  andate  le  galee  fol- 

Jl^qua'kiice  datedaloro  a  V illafranca,  per  pigliare  una  naue  de Tij ani  carica  di  grani , 

»fi»«**Jg  nel  ritornar feneycombattute  da'  uenti  e  appreffo  a  Rapalle  ;  furono  coftrette  « 

queiu  °oPe-  a  dare  in  terra,faluaudofi  con  fatica  il  Capitano^ gli  huomini  che  le  guida 

^^fi  uano.iAggiunfono  i  Fiorentiniallejperientia  dell'arme,  &  del  terrore  per  no 

mò -UT tSi-  lafciare intentata  cofa  alcuna,  l 'efpenentia  della  benignitd,[&  della  gratia  : 

ve  n  fliaaio  perche  con  ima  nuoua  legge  ftatuirono ,  che  qualunque  cittadino,  ò  contadino 

SdU  Vetto'  Tifano  andafie  fra  certo  tempo  ad  habitare  alle  fuepoffcjjìonifo  alle  fuc  cafe, 
lafìn'aS.Pie       J  corife- 

c°  a  nl^no  quefte  galee  a  txauerfo  nel  golfo  di  Rapallo  al  porto  di  Santa  Margherita:  &  ui  perirono  ottan- 
ta  h uon: in i.JBuonacc 


'S    E    S    T    O:  _  177 

vonfeguiffe  nenia  di'tutìe  le  co  fé  commeffi  con  la  nftìtutìone  de'fuoi  beni: 
.per  laqualehabilità  pochi  fincer  amente  ufeiuanodi  Tifa;ma  molti,quafi 
tutti  per fone  inutili  con  uolontà  degli  altri  fé  ne  partirono,  alleggerendo 
in  nntepo  mede  fimo  la  careftia,che  premetta  la  cittd,&  conftguendo  com 
wodità  di  potere  in  futuro  con  quelle  entrate  aiutare  quegli, che  n'erano 
rimafì,  come  occultamente  faceuano.  Diminuirono  per  quefle  co  fé  in  quàl 
che  parte  leneceffìtà  de1  Tifani:ma  non  per  ciò  tantoché  per  la  Comma  pò 
uertà,&per  la  carefiia non  fujftro m  grandifjìme  angufìiema  hauendo 
ogn  altra  co  fa  meno  in  horror e ,che'l nome  de'  Fior  eutimie  bene  qualche 
uolta  titubajfero  gli  animi  de'  contadini  deliberammo  patire  prima  ,  che 
arrender  fi, qualunque  eftremità-.perciò  offerfono  di  darfia  Genoueft  ,co* 
quali  haueuano  combattuto  tante  mite  dell'Imperio,  <^r  della  Jalute ,  eJr 
da'  quali  anticamente  era  fiata  afflitta  la  potentia  loro  .Tropo  fono  quefla 
eofa  i  Luccheft,&Tandolfo  Tetrucci  de fider andò, per  fuggire  le  continue 
j}>efe,&moleftie  obligare  i  Genoueft  a  difendere  Ti  fa, &  off  erendo, per  che 
più  facilmente  ni  cofentijjèro,fo(lenere  per  tre  anni  qualche  parte  delle  fpz 
feialla  qual  co  fa  benché  molti  in  Genoua  repttgnafftro,&  fpecialmete  Gi& 
uan  Luigi  dal  Fiefco, accettandola  la  città  feciono  inflantia  che  il  Z\e  di 
Fr 'ancia, fen%a  la  uolontà  delquale  non  erano  liberi  di  prendere  tale  delibe 
rationejlo  concedejfe^dimojìr andogli quanto fuffe  pericolofo,che  iTifani 
efclufi  da  quella  qua  fi  unica  Jperan^a  fi  defiero  a'  Re  di  Spagnaionde  con 
grandìffimo  fuo  pregÌHd:cio,&  Genoua  farebbe  in  continua  moleflia,et  pe 
ricolo,  &  la  Tofcanaquafi  tutta  farebbe  neceffitata  afeguitare  le  parti 
di  Spagna:  le  quali  cagioni  benché  da  principio  mouefjero  tanto  il  l\e  ,  che 
quaficedeffè  alla  loro  dimanda  nondimeno  effendo  dipoi  cofiderato  nel  fuo 
configlio,che  cominciado  i  Genoueft  ad  implicarli  per  fé  mede  fimi  in  guer  '    n  ^. 
re,&  hi  confederationi  con  altriTotentatt,&  in  cupidità  d'accrefcerelm  uodiNcbio 
per  io;  fa  rebbe  cagione,  che  aliando  fi  cotinuamente  co'  penfieri  a  co  fé  mag  ***  jj  cc^ 
giori*,ajbirertbbono  dopo  non  molto  ad  affoluta  libtrtà  ;a  denegò  loro    che.paru», 
efprefjamente  l'accettare  il  dominio  de  Ti f ani:  ma  non  nietando,con  tut  ^  xcl0^ 
te  le  querele  grauijsime  de' Fiorentini,  eh  e  per  (euer  afferò  d'aiutargli,  to,  chcGc 
Trattauafi  in  quefìo  tempo  medefimo  grettamente  la  pace  tra  il  %e  di  nor"^""| 
Francia,e  i  %  di  Spagna:  i  quali  ftmulatament  e  propone  nano ,  che'l  2\e-  *ttàni  :  Ma 
gno  fi  reftituijje  al  F{e  Federigo,  0  al  Duca  di  Calaur  ia  fuo  figliuolo,a  qua  f^'Afi 
li  il  Re  di  Francia  cedeffe  le  fue  ragioni,  &  che  al  Duca  ftmaritajje  la  cumDpochi 
iberna  nedona  nipote  di  quel  Re  ci)  era  già  fiata  moglie  di  Ferdinado  gioua  J1^^1^ 
ne  d uragona.  j$è  era  dubbio  il  Re  di  Francia  effere  alienato  tato  co  l'ani  di  cotti-,  a 
modalle  cofedel  Regno  di  Tripoli, che  per  fé  bar  ebbe  accettato  qualuque  ^1^'  chC 
forma  di  pace:ma  nel  partito  propofto  lo  riteneuano  due  difficultà:l'una,  Fift  «0  tot 
benché  più  leggiere*  che  pure  fi  uergognana  abbandonar*  i  Baroni,che  per  -""^"Jl 
hauere  feguitato  la  parte  Jua, erano  priuati  de'  loro  flati ,  a  quali  erario  «èion  di  di 
fropofte  conditionidure>&  di  fficilid' altra  che  più  lomouena,che  dubitan  ^nll™ 


Z 


?.; 


J.    I    B     R    O 

do ,  ife^/e  /  J^£  di  Spiana  ,  battendo  ah  ri  menti  nell'animo  proponeffiro  a 
iialcbefine  con  le  fotte  arti  queftu  refiitutione;  tcmeua  che  cofentcdoui, 
a  co  fi  non  bau  effe  effetto  :  &  nondimeno  alienar  fi  l'animo  dell'  Arcidu- 
ca,ilquale  dejìde  rancio  dibauere  il  Regno  di  Trapeli  per  il  figliuolo;  face* 
uà  infiantia,che  la  pace  fatta  altre  uolte  da  fé  andaffe  innan^i:però  rijfo 
de  uà  generalmente;  dtfidtrarfi  da  fé  la  pace,  ma  effergli  dhbonoreuolc  ce 
dere  le  ragioni,  che  baueua  in  quel  Regno  ad  un  Ar  agone  fé:  &  dall'ali  ra 
parte  eontinuaita  le  pratiche antiche  col  Re  de*  Romani,  &  con  l'Anidu 
ca:  leqaali,come  fu  qua  fi  certo  doucre  bauere  effetto, per  no  i' interrompe- 
re con  la  pratica  incerta  de'  Re  di  Spagna ,  dimo/ìrando  per  maggiore  fuo 
banore  muouerfi  per  le  difficuità ,  che  toccauano  ay  Baroni;  chiamati  a  fé 
gii  Ambasciatori  Spagnuoli,  &  fedendo  nella  jedia  Reale  prefente  tutta 
la  corte  con  cerimonie  folennì ,  &  foli  te  u far  fi  rare  uolte;  fi  lamentò,  che 
quei  Ry  con  le  parole  mo(lrauano  dc/ìderio  della  pace,dallaquale  erano  cq 
la  intentione  molto  diftanti:&  perciò  non  efìendo  co  fa  degna  di  Re  confu- 
mare il  tepo  in  pratiche  uane,tffere  più  coueniente,  che  fi  par  uff  ero  del  Re 
gno  d\  ¥  rancia.  Dopo  la  partita  de*  quali  uenono  Oratori  di  Maffimilianc, 
&  dell'Arciduca  per  dare  perfettione  allecofe  trattai e snelle  quali  ptr-> 
che  fi  indr'ngauano  a  maggiori  fini,  interueniua  il  Vefcouo  di  S'ifleron, 
nuntio  re  fidente  ordinariamente  in  quella  corte  per  il  Tonti  fice,  et  il  Mar 
chefe  del  Finale  mandato  propriamente  da  lui  per  quefla  negotiatione-.la- 
quale  effendo  molte  altre  uolte  [lata  uentitata ,  &  dimoBrandoft  l'utilità 
a  L'accordo  mo^°  Vanàe  a  tutti  qucfti  Vrincipi;  bebbe  facilmente  concia  (ione  in  que 
&  le  capito  fta  forma, a  Che  il  matrimonio  trattato  prima  di  Claudia  figliuola  del  Re  ' 
niaST'lU  "  di  Francia  con  Carlo  primogenito  del? Arciduca  bauejfe  effetto, aggiugne 
Mafsimiiia  do  per  maggiore  corroboratone  quello  chefuffe  confermato  col  giurarne 
&°iSdoui'  t0>&  c°  Izfofcrittione  del Re  di Francia,lafofcrittione di  Fràccfco  Mos» 


CO      ì\t 


ài  d\Angolem:ilquale,no  nafeendo  al  I\e  figliuoli  mafchi,era  il  più  proffimo 
q"nrcegiftu  ali*  fucccflìone,&  di  molti  altri  Signori  principati  del  Regno  di  Franai: 
terno  iòno,  cbe  annullate  per  giufle ,  &  bonefie  cagioni  tutte  l'inueftiture  dello  fiato 
polle  Uda!a  ài  Milano  concedute  infino  a  quel  dì,Maffimiliano  ne  concede/fé  la  inuefii- 
Gio.neiquai  f  Hra  a[  p^  fa  Francia  perfe,&  per  i figliuoli  mafchi,in  cafo  n  bauejfe  ;  & 
dò^o.enuo1  nonbauendo  mafebi  fajfeper  fauor 't idei "matrimonio  predetto  conceduta 
ne  il  sabel  a  claudia,&  a  Carlo;  &  mortdo  Carlo  innanzi  al  matrimonio  confuma- 
tlmo  lib.de!  to,fuffe  coceduta  a  Claudia,et  al  fecondo  genito  dell'Arciduca  in  cafo,ch$ 

W,  e'Uuo  cia,&  l'Arciduca  fi  intende jfe  fatta  confederatone  a  di  fé  fa  commutiti  et 

naccorfi  «e  a  0ffz fede  Vinitiani,  per  ricuperare  le  cofe,cbeoccupauano  di  tutti:  che 

*aJC  A  Ce  fare  pajfijfe  in  Italia  perfonalmente  contra  i  Vinitiani  ,&[oi  potejfe^ 

paffare  a  Rima  per  la  Corona  dell' Imperio:  che  per  la  inueflitura  ti  Redi 

Francia, come  ne  fuffe  (pedito  il  Vriuilegio,li  pagi  jfe  jejfanta  mila  fiorini 

di  R^gno  & feff anumila  altri  fra  Jei  mefv,&  eia  feuno  anno  nella  fefia  da 

la 


s   r.   s  t  o.  tf% 

la  latinità  del  Signor?  un  paio  di  [proni  a  oro  ;  che  a  fig  dì  Spagna  fui  e 
lajaato  luogo  di  ent^  n  ui  fm  quattro  meft  ,  ma  non  dichiarato  ,  (e  in  cajb 
non  u ]  i  .>trjfli>  o ,  fufjt  lecito  al  Re  di  Francia  daffahare  il  J{egno  di  7\(  a 
poli:  che  il  J\c  di  Francia  non  aiutaffe  pm  il  Conte  Vaiatimi  liquak  [limo- 
lato da  lui,&  joftènm o  dalla fperan-^z  de  foccorjì favi;  era  m guerra gra  ^C!na arpj 
uè  col  !\e  de  Bimani,  reftaudo  cfclufi  t  Finitìani  (benché  gli  Oratori  loro  8na  uennc  a 


I    go  è*  C 

uà  ti  o- 
t ì  a  Totfì  t 
$>  di  S  Htrtn 
bre.  1504.. 

b  El'.iàbet- 
ta,ò  Ifabetla 
Reina  dit'pa 
gna cenne  a 
moj-te  a  .5. 


pa/utovi-  ^«'««««»)i«  *""i  'nv  <>v'^' "ut  '  icvuc  una  (urfCUcratlGtte  >  vo,fa  con 

e haueua  con  loro!)  Quefie  cofefi  contennoKo  nelle  feriti -ire  flipulate  fo-  &raue_  ,do,or 

lenemente  ;  oltfa  Uguali  fi  trattò,  che  Ctfurey&  il  Pvs  con  acni  fero  in  fa  -  ««todllci! 

me  in  quel  Ìuogo,che  altra  uolta  fi  determwafft, promettendo  il  ì&iche  al-  daIlaq«"Ie 

lima  libererebbe  di  carcere  Lodouico  Sforma, dandogli  boueflo  modo  di  uu  uuuTog"? 

uere  nelRfgno  dì  Francia;  la  filate  delqualefi  ttergognaua  pure  Ce  fare  di  8rand«"  ; 

non  procurare,  ricordando/}  quanto  per  le  pr 'omtfj 'e •fattegli ,&  per  lafbe-  quelle  hi  ad 

ran7  a  hauut  a  nanamente  in  lui*  fi  f ufi  e  accelerata  la  fuaromna:  verò^r  r,c  dl  ^?*~ 

jy^j/jn  j\  i  '—*_.- i  *  gnauuoli»ic 

quando  il  Cardinale  d-  Roano  andò  a  trottarlo  a  Trento  haucua  operato  ,  «amen te  cf 

cheglifufje  rimejjo  molto  della fìr -et  te%^a,con  laquale  prima  era  tenuto:  |*r  ' inftrui- 

&  bora  focena  injìantia,che  Uberamente  pot  effe  ilare  nella  corte  del  Re,  q  tonfSdì  Ne 


brilla  ,  che 


my««i  ;.f.:fii//i«u  «tu*  p«i»u  "<  i  '  t/iurrwHLc  uijjitiuia.'iaquaie  Capito*     aneli    d 

Utioncsfj'. ndo  tato  uti\e  per  /'  Jraduca,&  per  Maflimiliano;fì cndeua,  Ke,Fexdini 

cjtó  mw  o#</»f  e  lefbeffefae  mutationi  hauejfe  ad  andare  innanzi, e  fendo  iti  beua*  &  ìu 

comprefo  ilVontefice,  &  effendo  grata  al  %  tfr  Francia, non  tanto  per  cu-  denc°  A«i 

pidttd,  e  hauejfe  allhora  di  nuoue  imprefe,  quanto  per  defiderio  di! ottenere  To^dT'clle 

CinueUitura  di  Milano,  &  à'afficurarft  di  non  effere  moltììato  da  Ce  fare,  fcf  ' ile  '«  n° 

;  &  dai  figliuole*  Morì  quafi  ne*  dì  mede/imi  il  Re  Federigo  priuato  al  tut  Sò«Siì 

to  di  fperan^a  dibattere  più  per  accordo  a  ricuperare  il  Regno  di  l±(apoli  ;  !e  coc  fatte 

benché  prima  tnganato(come  è cofa  naturale  de gthuomim)ial  de fiderìo,  Aifonfò'd? 

fifuffepfuafo  effere  pia  inclinati  a  quefic  i  Re  di  Spagna,  che  il  l{e  di  Fran  Cartage»« 

aa,non  conjìderado  ESSERE  uanoff  erare  nelfecolo  noìlro  fi  magnanima  g^nfe^che 

reflitutìonc  di  un  tanto  Regno ,  cjjendone  flati effempi  fi  rari ,  etundh  ne*  trattò  de  * 

TEMTI  antichi  difbojli  molto  piu,che  i  tep-  prefenti  a  gli  atti  uirtuofi*&  gna  %c?è\i 

genero  fi-,  ne  penfando  effere  alieno  da  ogni  nerifimile,che  chi  haueua  tifato  kwp'  ,Ro-ma 

tante  infidie  per  occupamela  metà ,  uoieffe  bora,  che  £ haueua  conferito  mtJaM 

tutto, priuar feneima  nel  maneggio  delle  co  fé  s'era  accorto  no  effere  minore  deiu  dl  * il 

dffici{(tdnell'uno,cbe  nell'altro:  an%idouerfìpiudifferare,chednpif]e-  k'ouo  Vuk. 

deua  refiituiffe,  chechinopoffedeua  confentifie.  T^tiufine  di  qukh  anno  ^lc,,chc  lc* 

medcfimo  morì  b  Elifahetta  Reina  di  Spagna,  donna  ^honefiijjimnojtumi,  SoÌmì^ 

&  in  concetto  gradìfiimo  ne  Regni fuoi  di  magnanimità,^  di  prudenza:  *f  *°m*** 

allaquale  appartenete  propriamente  ti  R  gno  di  Cafliglia  ;  parte  motto  tutu  SS 

Z     z         maggore^  Icial'no- 


LIBRO 

maggiorey&  più  potente  di  Spagnayperuenutagli  ber  editai' la  per  U  morte  di 
Herricofuofratello;manofen^fanguey&  fenT^aguerra: perche  fie  bene  era 
fiato  creduto  lungamente, che  Herrico  fitffe  per  natura  impotente  al  coitoci 
che  perciò  non  pot  effe  efferefua  figliuola  la  Beltramigia ,  partorita  dalla  fina 
ìnoglie,&  nutritamoltiamii  dalai  per  figliuola;  &  che  per  quefia  cagione 
Elifabetta  uiuente  Herrico  fuffe  fiata  riconosciuta  per  Trìncipcfia  di  Cafiù- 
glia  titolo  di  chi  è  più  proffimo  alla  farce IJioneynodimeno  leuandofi  alla  mor- 
te fina  in  fauorc  della  Beltramigia  molti  Signori  della  Caftiglia,& aiutando- 
la con  lamie  il 'Re  di  Tortogalio  fuo  congiunto,  ucnute  finalmente  con  le  par 
ti  alla  battaglia  yfu  approdata  dal  fucceffo  della  giomataper  più  giufia  la 
caufa  £  Elifabetta  y  cotuiucendo  l  efferato  Ferdinando  a '^Aragona  fuo  mari- 
t$. ,  nato  ancora  effo  dalla  cafa  de'  Re  di  Cafliglia  >  &  congiunto  a  Elifabetta 
in  tcr^p  grado  di  confanguinità:  &  ilquale  effendopoifuccedutoper  la  mor- 
te di  Gioitami  fuo  padre  nel  Regno  d\dragonxy  s'imito  lanario  Re>&  Reina. 
di  Spagnaiperche  efiendo  unito  al  Regno  d'Aragona  quello  di  Valen%a  >  &~ 
il  Contado  di  Catalogna  y  era  fiotto  l Imperio  loro  tutta  la  prouinciadi  Sp&~ 
a  Tali  hab.  gna;laquale  fi  contienerta  i  Monti  Tireneiyil  mare  Oceano,  el  mare  Medi- 

bla  trio  con    °  ^    r  ì       •    •      i  rr     n  1  ;   • 

l'eirempioa*  terraneo  y&  jotto  il  cui  titolo , per  efier  fiata  occupata  anticamente  damolti 
*?ued  "TP  ^e  MoYì>fl  imprende ycome  ciafeuno  di  effìfiaceua  un  titolo  daperfe,il  tito- 
li le  leggi  lo  di  molti  Regniyeccettuato  nondimeno  il  Regno  di  Granata*  che  alihora  pof 
dMn?hfh«  fe"ut0  ^  Moriffù  dipoi  gloriofiamente  ridotto  da  foro  fiotto  Imperio  di  Ca- 
ia, &  di  sco  fiiglia;&  il  picciolo  Regno  di  Vortogalloy  &  quello  di  Tfaitarra  molto  mino 
ìt-  remine1'  ve^kaueuano  Re  partkulari.Ma  efiendo  il  Regno  d'Aragona  con  la  Sicilia*. 
hanno  cóle  U  Sardignay  &  l  altre  Ifiole  appartenenti  a  quello  .proprio  di  Ferdinando;  fi* 
fro?ma  con  reggeHa  ^a  bufilo  non  uifi  mescolando  il  nomey  b  l autorità  della  Reina:  al- 
tra  rie  fenza  trimenti  fi  procedeua  tntafliglia  y  perche  e  (fendo  quel  Regno  her  editano  di* 
dìiVdfFran  ^ffabetta,  &  dotale  di  Ferdinando;  fi  amminìftraua  col  nome  ,con  le  dimo- 
eia  :  nelle-  flrationit  &  con  gli  effetti  communemefite  ?non  fi  eficquendocofa  alcuna  fé 
gì  sàlica Jp-  non  deliberata,  ordinata ,  &  fiotto  fritta  da  tutti  duetcommune  era  il  titolo 
hibìfee  il  go  di  Re  di  Spagna icommunemente gli  Imbaficiatorifi  (pedinano:  communemen 
fcmUiein  qV  te  $ e 'fi&citi. s.ordinauano:le guerre  communemente  s'amminifirauano  :  né 
Regno:  con  lmo  più  che  l  altro  fi  arrogaua  dell  autorità-,  &  delgouerno  di  quello  Rea- 
dopoiarnor  me  •  Maper  la  morte  di  Elifabetta  fien%a  figliuoli. mafehi ,  appartenerla 
te  dei  Re  fucceffione  di  Cafliglia  per  le  leggi  di  quel  Regnoyche  a  attendendo  più  alla < 
lano  1560I  proffimitàxhe al feffo snon  efcludono  le  femine  y  a  Giouanna.  figliuola  com- 
tenurono  i  mm€  di  Ferdinando,  &  di  leiymo?lie  dell  <Arcidnca:per  che  la  fidinola  mag 

Earomdile       .         ,.  ,  ,,  .«  .  n     r     ,.  *,,      v*. 

uarc  l'ammi  giore  di  tuttey  che  era  fiata  congionta  ai  Emanuello  Re  di  Vortogallo,  &  un 
"*5f*S  °  B  c  piccolo  fanciullo  nato  di  quella  ;  erano  molto  prima  p afiati  all'altra  uita . 
cnerìna  '  Onde  Ferdinando  non  affettando  più  a  luiy finito  ilmatrimonioylamminifira 
Reina6*' &  **one  ^  Re3>no  dotale  yhauena  a  ritornare  al  piccolo  Regno  fuo  tijlrago- 
madre  'dei  na  :  piccolo  a  comparatone  del  Regno  di  Cafliglia  per  la  firctteiga  del 
J?f'o  "jf e  faefe>  &  dell'entrate;  &  perche  i  Re  jfragonefi  nonbauendo  affoluta  l  au- 
torità 


SESTO*  *79 

ferita  regia  in  tutte  le  co  fé;  fono  in  molte fottopoffi  alle  confiitutioni,  & 
alle  confu etudini  di  quelle  prouincie  molto  limitate  contra  la  potefia  de' 
FgMa  Eltfabetta  quando  fumana  alla  morte  nel  tefiamento  difpofe,che 
Ferdmàdo  mentre  uìufuaf uff  e  Gouematorc  di  Caviglia;  maffa,o  perche 
e/fendo  fempr  e  uiuutacvngiuntiffìma  con  lui,  defideraua  lì  conferuaffenel 
la  priflina  graderà;  o  per  che  fecondo  diceua,conofceua  ejfere  più  utile 
à  fuoi  popoli  il  continuare  fetta  ilgouerno  prudéte  di  Ferdinando, né  me 
no  al  genero ,&  alla  figliuola:  a  quali, poi  che  alla  fine  haueuano  fimilme 
teafuccedere  a  Ferdinando-,  farebbe  benefìcio  non  piccolo, che  infino  a  *an 
toyche  Filippo  nato  ,  &  nutrito  inFiandra,oue  le  cofefi  gouernauano  di- 
uevfamente,peruenìfje  a  più  matura  etdyet  a  maggior  cognhione  delle  kg 
g,dttie  confuetudini,delle  nature,  &  de"  cottumi  di  Spagna  ;  fufferocorh- 
feruati  loro  f otto  pacifico,  &  ordinato  gouerno  tutti  t  Rcgni,mantenédofi 
in  quejlo  me^o  coinè  un  corpo  mede/imo  laCaftiglia,et  CjLragonaJLa  mor 
te  della  Reina  partorì  poinuoui  accidenti  in  ljpagna:ma  inquàto  alletafe 
d'ltalia,comedi fotto  fi  dirà,piu  tranquilla  difj>o  fittone  dinuoua  paceXo 
tinuofii  nellanno  A4»  D.  V.  la  mede fima  quiete, che  era  fiata  neii' annodi  M.  Di  Vt 
nan%i,et  tale  che  fé  non  Ihaueffero  qualche  poco  perturbata  gli  accidenti* 
the  nacquero  per  rifletto  de  Fiorentini,^  de  Tifani;fi  farebbe  quefto  an- 
no ceffato  totalmente  da  mouimentì  dell' armi,efiedo  una  parte  de  Voten 
tati  defìdervfa  della  fate,  gli  altri  più  inclinati  alla  guerra,impediti  pa- 
narie cagioni:  perche  al  l\e  di  Spagna,che  co fi  continuauaper ancora  liti 
tolo  fuo,occupato  ne'  penfieri  che  gli  fuccedeuano  per  la  morte  della  %/*■ 
vajbaftaua  conferuarft  per  me?o  della  triegua  fatta  il  Regno  Tfapolìta* 
no:&  Une  di, Francia  flaua  con  l'animo  molto  f offre foy per che  Cefare,fegui 
tando  in  que{ìo,come  nelt altre  cofe,lafua  natura;non  haueua  mai  r atifi-  «  H  *èbo  di 
€atola  face  fattai&ilVont  efice  de  fiderò fo  dicofe  nuoue,nonardiua,nè  p[  Giulio  fé 
foteua  muouer fi  fenon  accompagnato  dall'arme  diTrincipi  potenti  :et  a'  «f  «"édere 
Vmitiani  non  pareua  piccola  grafia,  fé  in  tante  cofe  trattate  còtra  lor&,  ni)Che  te  uo 
-&in  tanto  mala  difbo  fittone  delVontefice  non  fufjero  moleftati  da' gli  al  ieuanor.édc 

*      .  ..  •>•  •»         tì  /*  •  ■        /Y*  ■ .   re  i  contadi 

tri:  per  mitigare  l  animo  delquale  haueuano  più  mefi  innanzi a  offertogli  din.oia ,  di 
ài  lafciare  Bernini ,  &  tutto  quello,  che  dopo  la  morte  à '  jLleffanaro  Ton-  ^iU^iiò 
tefice  haueuano  occupato  in  Romagna,pur  che  confentiffe,che  ritmefft-  haurebbeia 
ro  Faenza col  {uo  tenitorio ,  moffi  dal  timor  e,che  haueuano  del  Re  di  Fra  ^"J^Jo  et 
tia,et  perche  Cefare, ricercatone  da  Giulio, mandato  uri ^mb a} datore  a  Faenza  :'& 
Vinetia,gli  haueua  confortatile  refìitu  iffero  le  terre  della  Ghie  fa  *[Ma  Jfeo^iS 
hauendo  il  Tontefi  ce, fecondo  la  confiantia  del  fui)  anhno,&  la  natura  libt  u.di  che  par 
ra dì  efprimere  ifuoi  concettici  fiotto, che  non  con  fentir  ebbe  riteneffero  còc5to«>m 
hna  piccola  torre,  ma  chefperaua  di  ricuperare  innan%ialla  jua  morte  &m  m  ad 
%auenna,  &  Ceruia,lequalUittànon  meno  ingtuflamente,che  Faenza  pof  ^"degu  iu- 
fedeuano;nonfi  era  proceduto  più  oltre*  ma  nel  principio  di  quejtoan-  ion  inèdie 
no ,  effendo  diuenuto  maggiore  U  timore  i  off er fono  per  me%o  del  Duca  foj^'jjf 

Z     3         d'Vrbim 


LIBRO 

(Turbino  amico  comune  di  refli taire  quel  che  haueuano  occupatole  non 
fitfje  de  Contadi  di  Faen^ay&  di  F^miniyfe  il  Tontefice,  che  fempre  haue 
uà  negato  d' ammettere  gli  Oratori  loro  a  preftare  l'obedien^a;  confentif 
fé  bora  di  ammettergli:  allaquale  dimanda ,  benché  ilTonttfìceSìifje  al- 
quanto renitente  parendogli  cofa  aliena  dalla  [uà  dignitd}  nèconuemente 
a  tante  quereley&  minaccie ,  che  haueua  fatte  ;  nondimeno  affretto  dalle 
moleflie  de'  Furliuefìyde  gli  [mohfh&  dey  Cefenatiyche  priuati  della  mag 
gior  parte  de  loro  C  ont  adi  ytollerauano  grande  incommoditàynè  uedendo 
per  altra  uia  il  rimedio  propinquo^  poi. che  le  cofe  tra  Cefare,  &  il  I{e  di 
Francia  procedevano  con  tanta  lunghezza;  finalmente  acconfentì  à  quel 
.  che  in  quanto  a  gli  effet tiyer a  guadagno  fen%a  perdita;  poi  che  né  con  pa- 
roleyné  con  fcrittur  e  haueua  ad  obligarfi  a  cofa  ale  una, ^Andarono  adun- 
queyaa  re/lituite  prima  le  terre  predetteyotto  jlmbafciatoride'  princi* 
pali  del  S  enato  yeletti  infino  al  principio  della  fua  creationeynumero  mag 
gioreyche  maihaueffe  deflinato  quella  Bgpublica ad  alcunoTonteficey  che 
non  fufje  flato  Vìnitianozi  quali  predata  l'obedien^a  con  le  cerimonie  con 
fuete;non  riportarono  perciò  a  Ninetta  fegno  akuno,  ne  di  maggiore  faci 
litày  né  d'animo  più  benigno  del  "Pontefice Mandò  in  queflo  tempo  il  I{c  di 
Francia  defiderofo  di  dare  per fett ione  alle  cofe  trattate  y  il  Cardinale  di 
Roano  ad  jigunod  terra  della  Germania  inferiore  :  nellaqualc  occupata 
nuouamente  al  Conte  V  alatino  yl'aff>ettauano  C  e  far  e  y^r\!  ^Arciduca:  alla 
uenuta  delqualefi  publicaronoy&  giurarono  folennemente  le  conuentìc- 
nifatte:&  il  Cardinale  pagò  la  metà  de  danari promeffi  per  la  inueflitu- 
rayde* quali  doueua  riceuere  l'altra  metày  come prima fuffe  paffato  in  Ita 
lia:&  nondimenoycjr  allhora  accennauay&  poco  dipoi  dichiarò  non  poter 
ut  pafjare  ìano  prefente  per  le  occupationiyche  haueua  nella  Germania  • 
Onde  tanto  più  ceffauano  ifojpetti  delle  guerrey  perche  fen^a  d  %  de'Ro 
mani  non  haueua  illudi  Francia  inclinatione  a  tentare  cofe  nuoue.Bjma 
neuano  acce  fi  folamente  in  Italia  i  trauagli  quaft  perpetui  tra  i  Fioren-, 
tim3e  iVifani:tra  i  quali  procedendofi  con  guerra  lungayne  a  imprefa  al- 
cuna determinatayma  fecondo  le  occafioni ,  che  bora  all'unay  hora  all'al- 
tra parte  fi  dimoflrauano;accadde  y  che  ufcì  di  Cafcina  y  nellaqual  terra  i 
Fiorentini  faceuano  lafedia  della  guerra y  Lucca  Sauello  y  &  alcuni  altri 
a  con  400.  Condottieriy&  Conteflabili  de'  Fiorentini  con  a  ^oo,caualliy&  con  mol- a 
stufami  ?i  ti  fanti  per  condurre  uettouaglie  a  Libr afatta  y&  per  andare  a  predare 
ce  il  Buo-  certe  beflie  de'  Vifaniyche  erano  di  la  dal  fiume  del  Serchio  fui  Lucchefe; 
quai°fim!i*  non  tanto  per  la  cupidità  della  predayquanto  per  defiderio  di  tirare  i  Ti- 
taentc  reci-  jan't  a  combattei 'e ^confidando fi  per  effere  più  forti  di  loro  in  campagna  di 
tkmc  fra a    romper gli:&  hauendo  meffele  uettouaglie  in  Libra  fa  tta,&  fatta  la  pre- 
Fiorentini,  fa  difegnatay  ritomauano  in  dietro  lentamente  per  la  medefima  uia  y  per 
che/ucceffe  dare  tempo  a'Vifanidiuenireadaffaltargli:ufcìy  riceuuto  auifo  dalla 
a  27di  Mar  prefa  fatta  fHbito  di  Tifa  Tarlatmo ,  capitano  della  guerra y  ma  per  la 
Z0I^°^      t         ■  preJk'&JL 


SESTO.  180 

prelievi  delmuouerfi ,  non  con  più  ,  cta  co»  quindici  buemìni  darm? , 
quaranta  canai  leggieri,  <&feff anta  fanti,  dato  ordine,  che  gli  altri  lofc- 
guitafiero:&  bauendo  nottua,  che  alcuni  de  caualli  de'  Fiorentini  erano  a  Vedf  fi  «a 
cor  fi  (ino  a  S.IacopoappreffoaTifi;  andò  uerfo  loro  :iq>iali  ritirando  fi  &a  fuc^r" 
per  #»/>//  co»  /'d/w  genti ,  lequali  s'erano  fermate  al  ponte  a  Cappelle  fé  to'*  Taria« 
/»/ fiume  dell' Of ole  uicino >a  Tifa  a  tre  miglia  ;&  affrettando  qui  in  le  he-  poc°hì  wn- 
/?/e  predatele  imuli,  coy  quali  haueuano condotta  la  ucttouaglia ,  c/>c  «e-   cono.  g'' 2^- 
niuano  dietro;&  emendo  tutti  di  la  dal  ponte  ,ilqualei  primi '.fanti  batte-  [og^'mo 
uano  occupato,&  munitigli  arginiye  i folli*  Haueuavlt  Tarlatino {estui*  m*nt0  fil 
taf/  /»//»  apprefjo  al  ponte:neji  accorfe  prima  effer fi  fermate  in  quel  luo-  \\  u  maggio 
go  tutte  le  genti  de'  mmici,che  era  condotto  tanto  innanzi,  chefenra  ma  <jc!  fiI°;on" 
nifeflo  pericolo  non  poteua  tornare  in  dietro  :  però  deliberò  di  afflili  are  il  dro^i  J™ 
ponte,&  dimoflrato  a  fuoi,  che  quello  a  che  la  neceffità  gli  coflrigneua  ,  'ffi^S-fi* 

a  non  era  fenra  fperanra  grande  il  potere  uincere.-perche  a  nel  luogo  flret  go  ,  ciS  % 
to  j  oue  pochi  poteuano  combattere ,  «o»  poteua  loro  nuocere  il  numero  £jFaw}i ip 
maggiore  de'  nimichiti  modo,  che  quando  bene  non  poteffero  poffare  il  pon  caumar4, 
te  fi  difenderebbono  facilmente  tato,  che  il  popolo  diTifa  farebbe  a  tepo  ^o""'*," 
a  f  occorrer  gli,  ilqu  ale  haueua  mandato  a  follecitare  :  ma  che  paffando  il  oue  fin  c»: 
ponte  farebbe  faciliffima  la  uittoria:  perche  e/fendo  firetta  lakradadila  èS^iffi 
dal  fiume  che  corre  tra  U  ponte ,  &  ti  monte,  la  moltitudine  de*  nimici  in-  poteua  tut- 
terrotta  da  fomieri,&  dalle  beflie  predate  fi  difordinerebbe  ageuolmen-  ft,eLo?(rS 
te  da  fé  mede/ima,  ridotta  in  luogo  impedito,&  a  combattere^  sfuggi-  ricopeno  ; 
re.Succederono  i  fitti  fecondo  le  parole:  egli  p  rimo  fpronato  furio famen  ITmaraui^ 
te  il  ca  uallo ,  affai tò  il  ponte  :  ma  corretto  a  difeoftarfi  ,fece  un'altro  il  gi»ò  tantq 
medefimo,&  dipoi  il  terital  quale  effendo  flato  ferito  il  Cauallo,il  Capi  tkìJfgll 
tano  ritornato  con  impeto  grande  ad  aiutarlo,pafiò  con  la  forra  dell' ar-  che  i  nimici 
me,&  con  la  ferocia  delcauallo  di  la  dalponte,dandogli  luogo  i fanti  che  Sctqlidpa? 
lo  difendcitano  ifcciono  il  mede  fimo  quattro  altri  de'  fuoi  caualli ,  /  quali  fo  frciimen 
tutti  mentre,  che  dilagai  ponte  combattono  co*  fanti  de  nimici  in  uno  «VabE! 
flretto  prato; alcuni  fanti  de  Vifani  paffato  il  fiume  con  l'acqua  infino  al  n.aro  •  Cuf- 
lejpalle,  &  dall' altra  parte  paffando  per  il  ponte  già  abbandonato  fewia  uo  ncl  }'«* 
ojtacolo  icaualli;&  cominciando  agiugnere  l'altra  gente,chefparfa  ,  & 
fenra  ordine  ueniua  da  Tifa ,  &  eflendo  ifoldati  de  Fiorentini  ridotti  in  r0„oP!f„$j 
luogo  (lretto,&  confufi  tra  loro  medefimi  &  ripieni  di  grand iffi ma  uiltà  no:cauaili, 
più  ancora  gli  huomini  d'arme,  che  i  fanti,  ne  bauendo  Capitano  di  autori  *  &  con\nf- 
tàyche  gli  ntenefie,ò  riordinaffe;fi  meffono  in  mani fefia  fuga  lafciando  la  cunr  capi  ] 
uittoria  quegli  che  molto  più  potenti  di  forre  caminauano  ordinatamen  ?enct°0  béfoe 
te  in  battagliai  quegli,che  in  pochiffimo  numero  erano  uenuti  alla  sfila-  da  (oma  » 
ta,con  int entione  più  preflo  di  apprefentarfi,che  di  combattere,  reflando  con* "oro™ 

ì  b  tra  morti,prefi,&  feriti  molti  Capitani  di  fanti,  cjr  perfone  di  conditio  dentini 
ne;&  quegli,  che  fuggirono,  furono  la  pi»  parte  fualigiati  nella  fuga  da'  ueftouag^1 
contadini  del  paefe  di  Lucca  •   Di f or  dinar  on fi  per  quella  rotta  molto  nel  in  Lib"»«- 

1  l  J  •      ,      ta.  Buonac. 

2     4         contado 


LIBRO 

tontado  di  Vifa  le  eofe  de  Fiorentini:  perche  efiendo  rima  fi  in  Cafcina  po- 
cbi caualli,non  potettono  probibire per  molti  dì,che  i  Vifani  infuperbiti 
per  la  uittorianon  corre fseroy&  preda  fiero  tutto  il  paefe:  &  quello  cbe 
importò  piuyentrato  per  queflo  cajo  Vandclfo  Tetrucci  in  fperan^ay  che 
facilmente  fi  potefie  interromperebbe  i  Fiorentini  non  defiero  quella  fit- 
te ilguaUo  a*  Vifani  Squali  combattendo  con  le  (olite  dì fjìcidt  aerano  yben- 
che  molto  parcamenteyaiutatida  Genouefiy&  da  Lucxhtfr,  perche  i  Sa- 
ne fi  fummini  [trattano  loro  più  configliyche  danariyO  uettouaglie:.procurò< 
che  Già  Vagolo  Baglione,  delquaki  Fiorentìniyper  efier^ftati  caufa  prm 
co!iiB  diceC  ci^e  deìfuo  ritorno  in  Verugia  confidauano  moltOydurante  la  condotta 
che  gìojiÌ   fua  ricusò  di  continuar  e  ni  f oidi  loro  y  a  allegandoyche  efiendo  a*  medefir-  4 
gò°dM>on  fi  MÌflip™fy>Marc\/£ntoniOy&  Mutio  Colónna,  &  Luca,&  Giacopo  Sa- 
poter  partir  uelli,cbe  tilt  ti in fieme.  haueuano  maggiore  numero  di  foldati-.cbenonba 
fpmoViìi  um&egli'>  nonni  ftaua  fcn\a  pericolo  per  la  diuerfttd  dille fatt ioni :et  per 
mi  ci  fuoi,.    cbe  haue fiere  più  brieuefpatio  di  tèpo  a  prouederfi,n tardò  guanto  potet- 
odimele,  ttìprimayche  totalmente  feoprifie  ilfuo  penfiero:&  perche  alla  efcufatio- 
terga  iota  ne  fua  fufi e  prefiata  maggior  fede  promefle  a  Fiorentini  di  non  pigliare 
In  effettori  l'arme  contra  loro  :  della  quale  cu fa  y.per che  fu fiero  meglio  fi  curi,  la- 
wouò,  che  fciòycome  per  pegno  a  foldi  loro  Malatefia  j'uo  figliuolo  di  molto  te- 
MueiHgctia"  nera  Macon  quindeci  h  u  omini  (Car  me  y& egli  per  non  rimanere 'del  tutto 
co  caia  ox-  fen%a  condotta  fi  conduffe  con  jo.buomini  d'arme  co*  Sane  fui  qualiyper* 
foP'Petrucci]  ebe  erano  inh abili  a  foppor tare  tanta  fpe fa >i  hucchefi  partecipi  di  queflo  y 
confaiuo,     configlio;. foldarono  con  b  yoJbuomini  (Parme  lìroilo  Sauellojbldato  pri 
l'Aiuiatìp*.    ma  de  Sanefi.  Ver  la  partita  improuifadt  Gian  Vagolò  y&  per  il  danno 
riceuuto  al  ponte aCapellefe*  i  Fiorentini  rimaficon  poca  genteynon  det 
Sfeormju*  tono  Per  quello  anno  il  guaflo  d  Vifani.'an^ erano  necejjìtati  a  penfare  ri 
«l'arme^ice.  medio  a  maggiori  pericoli. per  cbe  efiendo  fi  fuegliato  in  Vandolfo,et  inGia, 
che"?!0  coCn  Vagolo  l'antico  humore,trattauanofegretamente  col  Cardinale  de'  Medi 
dotto  Troi,  ci  di  turbare  là  flato  de*  Fiorentini,  facendo  il  fondamento principale  in 
da' Lacche  Bartolomeo  d'Muiano  :ilq  naie  ydimoflr  andò  fidi faor  de  colgra  Capitano, 
fc  uenuto  in  terra  di  I{oma;rtduceua  afe  conuar'iefperan%eyetpromefie  mol 

cAmm  r  tifolàatuiquali  configli  fi  dubitaua non  penetra])  ero  in  fino  al  Cardinale 
fi  Lodoui-  Jlfcanio  con  or  dine  yfuccedendo  felicemente  le  co  fé  di  Tofcanayd\xjfaltare 
i?  Fracia^r  C01ll^f0Y^S  *M&*M  Fiorentini,^  de  gli  altri,  che  afietiuano  a  queflo  mo 
mai  di  pct  uimento  il  Ducato  di  Milano ,/perandoyche  asfaltato  facefie  facilmete  mu 
Ma*  2i'  Qdi  tationeper  le  poche  genti  dy  arniche  u  erano  de*  Francefi:  perche  fuor  a 
&  gii  durò  eranomoltijfimi  nobili yper  la  inclinatione  de* popoli  al  nome  S f or ^f co;  et 
totnl*  2°*  ferc^e  il  Re  diFracia,effendofì  pergraucc  infermità foprauenutagli  ridot  e 
grauiffirai'1  to  tanto  allyeftremo,che  per  molte  bore  fu  d'iterata  totalmente  lafuafalu, 
Urlino  te'fe  ^ene  **&**  fi'fi'ft*  alquato  difcoftato  dal  puto  della  morte ipareua  in- 
%  di  tutù  modo  codit  tonato, che  poco  fi  fperaua  della  fua  uita:et  quegli, che  co  fiderà 
£>fo  Buoa  mm  t*H  ^^lnfecam'èteyfio^ettauano,cbeJtlcanioyilqual  era  iqutflitepi, 
-uqtta*  frequen- 


S    E     S    T    O.  t*i 

frequentato  molto  in  Roma  dall' Oratore  Finitiano,haneffe  occulta  intelligen 
tia,non  filo  colGra  Capitano,ma  ancora  co  Finitianin  quali  far  ehbono  flati 
piupronti,che per il paffato,&  conmaggiore  confidenza  alCo ffefa.de  Frac  e  fu 
percheiÌRediFracìoeffendo'uenutoin  nuoui  filetti,  &  diffidentiecolRe.  a  iicar^f-- 
de*  Romani,  &  col  figliuolo, &  confideranno  dopo  la  morte  della  Reina  diSpa  n?le  *f^ 
gna,quanto  farebbe  la  grandezza  deli  arciduca,  alienato  fi  apertamente da  mondi  pe- 
loro;  aiutano  contrai' arciduca  il  Duca  di  Ghelderi  acerrimo  nemico  fuo;et  fte  in,^°ma 

•  a  IO  Ql  VI 3 2 

inclinano,  a  fare  particolare  intelligentia  col  Redi  Spagna, Ma  come  fono  falla  gio  1505 .  u^ 

uipé fieri  de  gli  huomini,&  caduche  lejpera^e;mentre  che  tali  cofe  fi  tratta  cì™  j.ic|*5 

no, il  Re  di  Froda,  del  quale  era  quafi  difpcrata  la  ulta  andana  cctinuamente  naccor  ti'  : 

a  ricuperando  lafalute;&  a  Afcanio  morì  alt improuifodi pefle  ìnRomaiperla  ™J  ^.4" 

morte  delquale  e  fendo  ce  fiato  ilpericolo  dello  flato  di  Milane ynon  fi  iuterrop  est  1 29.e  ì* 

porto  perciò  del  tuttoà  difegni  del  moleftare  i  Fiorétinuper  i  quali  fi  connsnno   ^nlmo\ 

no  infieme  al  Tiegai,caflello  tra  i  confini  de  Tewgini>&  de'  Sane  fi, Landolfo   che  il  Già 

Tettucci,  Gian  Vagolo  Baglione>&  Bartolomeo  d\*Aluiano  non  più  confpera  "j£  ,|  cl^di 

%a  d!  efiere  potenti  a  rimettere  i  Medici  in  Firenze;  ma  perche  ly  miniano  en~  naie  Afra- 

t rondo  in  Tifa  con  uolontà  de*  Tifoni  ;  moleftafie  per  ficurtà  di  quella  città  i  ^  ueicno:  e 

confini  de  Fior  entini,con  intentime  di  procedere  più  oltre  fecondo  l'opportuni  il  Bébo  con 

tà  deltocc  afoni  :lequaliprepar  orioni  cominciando  a  uenire  a>  Incederne  nano  i  l„Y!Jitof«ì 

Fiorentini  della  uolontà  del  Gran  Capitano  offendo  certi,che  lo  condotta  del  ae.ch'èi  mo 

IMuiano  col  Re  di  Spagm,continuaua  infimo  al  l$ouembre proffimo.;.& per  éu  Inficme 

che  non  fi  credeimche  finta  fuoco fentimeto  Tandolfo  Tetrucci  tentaffecofib  co't  fratello 

mouedlquale  non  hauendo  mai  uoluto  pagare  i  danari  promefjiol  Re  di  Fran-»  fct  ™°i  „e  "ri 

cia>&  cìrconnenutolo.  jpefio4#n norie arti;]totalmentedal  Re  di  Spagna  de-   e^ne:  «teli* 

pendeua;&  accrebbe  il  foretto  de  'Fiorentini, che  temendo  il  Signor  di  Tiom.  jM .  tfnto  è 

bino,ilquale  era  fiotto  la  protettone  del  Re  di  Spagna,  dì  non  e  fiere  afialtato  *lca™  uo1.- 

b  da  Genouefi;Confalno  per  ficurtà  fina  haueuamandato  aTiobino  fiotto  b  ft^,  Jrouar  u  u« 

gno  del  campo  mille  fanti  Spagnuoliset  nel  canale  tre  T<(aui,dueGalee,et  alcn  g£  dellc  co- 

ni  altri  legni  dequali  forile  condotte  in  luogo  tato  uicino  a*  Fiorentini;  donano 

loro  confa  di  temer  e,che  no  fi  unifiero  con  /' miniano  1  come  e  fio  ajfermaua  ej 

fergli  flato  promefio .  Ma  la  uerità  era ,  che  hauendo  il  Re  di  Spagna  dopo  la 

trieguo  fatta  col  Re  di  Francia,per  diminuire  le  fj?e fi, come  fio  infieme  co  la  li  g^càpeio 

mitatione  delle  condotte  degli  altri,che  la  codottadelt  miniano  fi  riduce  fie  a  haueua  pri- 

cento  lamie;  egli  f degnato  non  filo  negano  di  ricodurfi;ma  affermano  effere  li  ^fUo*  hauti 

bero. dalla  condotta prìma;per che  nongli  er  ano  pagati  gli  flipèdij  corfi;etper  «• in  cu{*0~ 

che  il  Gran  Capitano  haueua  ricufatodi  ofieruargli  la  promefio  fatto,  dicoce  nuVuod^Na 

derglidopo  la  uittorìadi  Ts(apoli  due  mila  fanti  per  ufargli  cotrai  Fiorentini  ?^'1*  Pe£  €r~ 

c  infonore  de  Medie i;&  etra  naturalmente  il  ceruettoÀeK  jduiano  cupido  di  Ifaioioio,  & 

cofinuoue,&  ìmpatiente  dello  quiete. Ricercarono  i  Fiorentini  per difendei fi  ro?!to  fu°.f* 

da   uio. 
e  ÀggiugneiiEuonaccorfijCherÀlubnofoffcftimoIatoa  farguerra  a*  Fiorentinida  Pandolfo  Fetrucc;:il« 
quale  haucadopropofto  eòadition  d'accordo  co'  J?iot?ntini,8c  non  eiHìaio  foco  accertate;  il  u?  Ito  a  offeOi 
4"u  con  tacitai:  r  Aluiano ,5c  eoa  aiutado  di  quanto  gli  biÌ9£  nafte.  • 


,r 


t    1    B    R    O 

da  queflo  affatto  il  Re  di  Francia  >obligato  per  i  capitoli  delia  protettone  a  di 

fendergli  con  quattrocento  lande, \che  ne  mandaffe  dugéto  in  aiuto  loro:  ilqua 

le  me \(ìo più  dalla  cupidità  de  danari^  che  da  pricghi,b  dalla  copaffione  degli 

ttntkbi  collegati;  rifpofe non  uolere  dare  loro  foccorfo  alcuno,  fé  prima  non 

gli  numerauano  trenta  mila  ducati, douutigli per  l'obligo  della  protettone: et 

benché  ì  Fiorentini  allegando  efiere  aggrauati  da  infinite  fpefe  necefiarie  alla 

loro  difefa  lo  fupplicafiero  di  alcuna  dilatione;  perfeuerò  oflinatamente  nella 

mede/ima  fententia:  di  maniera  che  più  giouò  alla  falute  loro ,chi fera  fifiteu 

to,& ingiuriato, che  chi  era  confidente,^  beneficato :conciofia  che  il  GrarìCa 

dkhixauT  Ptano  de  fiderò foyche  non  fi  turbafie  la  quiete  dltaliafoper  non  interrompe- 

fumi;  o  de'  re  le  pratiche  dellapace  cominciata  dinuouo  tra  i-due  Re:ò  perche  giàper  l'oc 

gnl  f  ag-wl  cafwne  della  morte  della  Reina,e  i  femi della  difeordia  futurajra  il  fuocero, 

gn  e  il  buo  -  &  il  genero  haueffe  qualche  penfiero  d *  appropriar  fi  il  Reame  di  "Napoli ^non 

d?"0^1"  fà0  facem  *SPÌ  diligentia  per  indurrei*  jlluiano  alla  ricondotta,  ilqualeper 

che  iVAiiiia-  comandamento  battuto  dal  Vapa,che  ò  licentiafie  le genthò  ufeiffe  del  tenito 

9**orq po-  y;0  fena Q\yiefa.eYa uenuto  a  Titigliano;ma gli baueua  come  à  Feudatario,et 

come  à  faldato  del  fuo  Re  comandato,cbe'nonprocedefiepìu  innanzi  fitto pe 

oucnJanf o  na  ^  Pr^ua^on€  degli  flati,cbe  baueua  nel  Reame  d'entrata  di  fette  mila  du 

l'Aiuianosd  cati  :  *  &  ri  Tifani  ricettati  non  molto  prima  da  lui  fegretamente  nellapro-  a 

cbìjj^jf  tettionedel  fuo  Re,  &  al  Signore  di  "Piombino  baueua  fignificato, che  non  lo 

M.-uchir:,  ui  rheuefiero:&  offerto  a  Fiorentini  efiere  contento,che  ufafiero per  la  difefa  la 

S£jjj£  w  i  fanti  fuoiych' erano  in  Tiombino:i  quali  uoleua,che  fie fiero  fitto  lubidiè 

glia  :  ouc  fi  %a  di  Marc  ^Antonio  Colonna  loro  Condottiere.  Ricercò  fimilmente  Vandolfo. 

£!•  df  Luglio  *Petrucchche  non  fomentafie  Intimano  ;  &  prohibì  a  Lodouico  figliuolo  del 

ss  os .  come  Conte  di  Titigliano)a  Frane  efeo  Or  fino,  &  Giouanni  di  Ceri  fuoi  foldati,che 

facente1  il  nm  1°  figuitafiero:  Et  nondimeno  ì miniano  con  cui  erano  Gian  Luigi  ViteU 

3}Lonaccor-  lo,Gian  Currado  Or  fino, tre  cento  huomini  d'arme,  &  cinquecento  fanti  tientu 

tutto  quefto  rieri  procedendo, benché  lentamente  fempre  innan^,haucndo  uettouaglia  da 

fatto,  lenza  Sane  fi-,  era  per  la  Maremma  di  Siena  uenuto  nel  piano  di  S carlino,  terra  fitto 

Saqucita  hi  p  °fta  a  Trombino  prefio  a  una  piccola  giornata  a  confini  de'  Fiorentini:  doue 

à*lù*J?0A  fipraggiunfe  uno  buomo  mandato  dal  Gran  Capitano  a  comandargli  di  nuor 

dine,  &  nel  uo,cbe  non  andaffe a  Tifa.  &  non  offendefie  i  Fiorentini:alqualebaucndo  re 

la  ttftura }   pHCato,cbe  era  libero  di  Ce  mede  fimo  poi  che  il  Gran  Capitano  non  di  baue- 

£ta  che  oue>  ***•  i 

1 1.  fenue  pu  ueua  offeruato  le  co  fé  prome ficcando  ad  alloggiare  b  apprefio  a  Campiglia  ter  b 

lme  JLn  ra  de  Fwrentinìwue  fi  fece  leggiere  fcaramuccia  \tra  lui,  &  le  genti  de  Fio- 

l  mdi  ventini  che  faceuano  la  maffà  aBihbona  :  uennepoi  falla  Cornia  tra  i  confini 

n  | e   de  Fiorentini;  &  di  Sugberetoyma  con  difcgni,et  fperan?^e  molto  incerte,rap 

,  presentando  figli  ai  ogni  bora  maggiore  difflcultàipercbe  né  da  Piombino  ha- 

H tua  più  uevc ouaglie;  negli  mandauano  fanti  fecodo  Cintentione,che  gli  era 

Ma  data,Gia  Vagolo  Baglione,e  i  Vitellide  deliberationi  de' quali  sactomo 

■     ■  o  iicièticriaglicfiti  delle  cofe:ucdeuaTadolfoT?eirucciritencrfi  da  fa 

me  prima  le  cofi  jhc:nè  era  bcu.ccrto,cbe  i  Tifaniper  non  difubidirc 

al 


•SE     S    T'  O.  182 

al  Gran  Capitano  uolefiìèro  rìceuerlo:per  lequali  cagioni)  &  perche  continua- 
mente fi  trattaua  la  ricondotta  fua,  ma  con  maggiore  fremii? a, perche  non 
ricufauapiu  di  flare  contenta  alle  cento  lande; fi  ritirò  a  tignale  terra  del  Si 
gnoredi  Tiombino,dando  nome  d'affrettare  da  T^apoli  l'ultima  determinatia 
ne. Ma  hauuto  in  queflo  tempo  da'  Tifimi  il  confientimento  di  riceuerlo  in  Ti- 
fa;partitofi  da  Vignale  Aoue  era  flato  alloggiato  dieci  giorni;  la  mattina  de* 
diciafette  d <Agoflo  fi  ficoperfe  con  l'efferato  in  battaglia  alle  Caldane  un  mi 
glio  fiotto  a  Campiglia,  con  intentione  di  combattere  quiui  con  l'efiìercito  Fio- 
rentino yilqualeui  era  andato  ad  alloggiare  il  dì  auanti;ma  era  accadutole  ha 
uendo  per  fpie  uenutedel  campo  dell'ululano ,  prefentito  qual  cofia  della  fua 

Imo  ffa;s  era  la  notte  medefiima  ritirato  alle  mura  di  Campigliawue  conoscendo 
l^Aluiano  non  gli  potere  affiliare  fenica  difiauant aggio  grande;  fi  uoltò  al  ca 
mino  di  Tifa  per  la  flrada  della  torre  a  S.  Ficenxp,  cheèdiflante  da  Campi- 
glia  cinque  miglia.  Dall'altra  parte  le  genti  de'  Fiorentini gouernate da  Her 
cole  Bentiuoglio ,  ilquale  come  era  peritiffimo  delpaefie,  non  defìderauaper 
l'opportunità  del  fi  to, altro  che  di  fare  la  giornata  fieco  in  quel  luogo;  s'indi- 
rizgaronoper  la  uia ,  che  uà  da  Campiglia  alla  torre  medefiima  di  San  Vicen- 
%o,hauendo  fatto  due  parti  de'  cauai  leggieri:  l'uria  dellequali  fieguitaua  l'efi 
fercito  dell* miniano  >moleflandolo  continuamente  alla  coda;  l'altra  andana  in 
nan%i  ad  incontrare  i  nimici  per  la  uia  medefiima  ,  per  laquale  ueniua  dietro 
l'efi ereito Fiorentino :& quefli arriuatialla Torre  innanzi,  che ui arriuaffe- 
ro  le  genti  de  l '*Aluiano,&  attaccatifì  con  quegli ,che  ueniuano  innanzi*  dà 
quali  efiìendo  afilai  facilmente  ributtati:  fi  andarono  ritirando  alla  uolta  del- 
l'efl  ereito  ,  che  eragià  preffò  ame%o  miglio  :  oue  fatta  relatione  ,  che  lapin 
parte  de'  nimici  era  giàpaffata  la  Torre  ,  Her  cole  caminando  lentamente  ;  fi 
condufie  appunto  alla  coda  loro  nella  rouina  di  San  VicenTg ,  dotte  haueuano 
fatto  tefla  gli  huomini  d'arme ,  e  i  fanti  loro  :  &  come  fu  fui  piano  delpafi- 
fo,  inueflitigli quiui  per  fianco  ualorofiamente  con  la  metà  deli 'efiercito, poi 
che  hebbe  combattuto  per  buono  fipatio  gli  piegò  :  nelquale  primo  affalto  fu 
in  modo  rotta  la  fanteria  loro,  &  fpinta  infimo  al  mare ,  che  mai  più  rifece 
lefìa  :  ma  la  cauaUeria  che  s'era  ritirata  un *  arcata,  paffato  ìlfoffb  di  S.  Vicen- 
%o  uerfo  Bibbona,rifatta  tefla,&  riflrettafi  affaltò  con  impeto  grande  le  gen- 
ti de  Fiorentini,  &  le  ributtò  ferocemente  infimo  al  fioffo  ;  però  Her  cole  tirò 
innanzi  il  reflo  delle  genti:  &  ridotto  quiui  da  ogni  banda  tutto  il  uerno  del- 
le ffercito  ;fii  combat  tè  per  grande  {patio  ferocemente, non  inclinando  ancora 
la  uittoriaaparte  alcuna,sfior%andofi  l\Aluiano,che  facendo  ufficio  non  me- 
no di  fioldato,  che  di  Capitano,  haueua  hauuto  con  uno  flocco  due  ferite  nella 
faccia  di  fpuntare  daquelpaffio  i  nimici  :  ilche  fiuccedendogli  farebbe  reflato 
uincitore:ma  Hercole,ckepiu*giorni  innan^ihaueua  affermato,che  fé  la  bat 
taglia  fi  conduceua  in  quel  luogo;  otterrebbe  con  induflria,&  fetida  pericolo 
la  uittoria;fece piantare  fiullaripa  del  fioffo  della  Torre  fiei  falconetihche  con 
duceua  fieco  :  co'  quali  hauendo  cominciato  a  battere  i  nimici  >  &  uedendo  > 

che 


una 

chep  t  ìmpct  a  dell' artiglierie  yccmincrauano  già  ad  aprir  fi ,&dìfor  dinar  fi 
intento  a  qui  [la  oecafione  Julia  quale s'haueua  sepre  promtjfa la  uittoria; 
gl'inucfìì  con  giade  impeto  da  più  parte  con  tutte  lefor^e  dell 'efferato  ; 
cioè  co'  canai  leggieri  per  la  uia  dellamarina,co  legèti  d*arme  per  UJira 
da  matjìray&ccn  la  fanteria  da  lato-di  fopra  ploìbojco:  colpitale  impeto 
fen^alcuna  dijficultà  gli  ruppe,&  rneffe  in  fugala tuandofi  l^luiano  no 
fetida  fatica  con  pochissimi  cauallicorridori,co'  quali  fuggì  a  Monte  In- 
fondo in  quel  di  Siena  :  il  rejlo  della  fua  gente  da  SanVicen^o  infino  fu1 1 
fumé  de  Uà  Ce  dna  qua  fi  tutta  fu  preja ,  &  fualigtata,perdute tutte  le  bà 
a  ci  reftaro  dien,&  faluatijì  pochijfimi  caualli .  »   Qjteflo  efttohebbe  fi  mouimento  4 
no  ptefi,  ni  fa  Bartolomeo  d'Jìluiano  flato  più  ne  gli  occhi  de  glthuomim  per  le  fue 
nacioi.  più  lunghe  pratiche,  &  per  la  giattantia  delle  fue  parole,  piene  di  ferocia, 
d'r Tdeu"!  &  di  minacce,  che  per  for%e,o  fondamento  flabileyche  hauejje  l 'imprefa 
uiaro  ique  Jua.  Da  quitta  uittoria  prefo  animo  Hercole  Bentiiwgiio,&b  ^Antonio  i 
^hVThcb-  GiacomwiCommeJfario  delcampofconfortaronox:on  uehementi  Ietterei 
bcdai  uéii  JptjJimcffi  i  Fiorentini,  che  V efferato  uincitore  s'acco/lajfe  alle  mura  di 
bu^n°nu£e  ^'/^  fat te  fr^ma  con  più  frefle^a fujfe  pojfibile leprouifìoni necejjarie, 
ro  di  caniag  per  pugnarla ,Jp  errando  cì>e  per  trouarfi  in  molte  dijficultà,&  effere  ma- 
£U  cata  a  Tijani  lajperan^a  della  ftenuta  dell' filmano ,  &  come  pare,  che 

b  Antonio  ogni  coj'a  ceda  alla  riputazione  della  vittoria,  haueffe  con  non  molta  dijfi- 
Giacomino  CH[t£  a([  ottenerfi:  nella  quak fperan%a gli  nutriua  molto  qualche  int  tilt 
kbraro  per  geniche  haueuano  in  Tifa  con  alcuni.  Ma  in  Virente  dimandando  il 
"al°mrent€  Magìftrato  de*  Dieci ,  magiftrato  propofto  alle  cofe  della  guerra  ,, confi- 
cene coli .-di  glio  di  quello  fujfe  da  fare  a  quei  cittadini  >  co'  quali  erano  con ju  et  idi 
iu"*tario l  confultare  le  faccende  importanti  ;fu  dannata  unitamente  da  tutti  quella 
ridemmo  deliberatone:  perche  prefupponeuanoy  che  ne  Tifimi  fujfe  la  confueta  du 
*?  k"  3dc*  *&$&&  c^e  eJftndo  ejperimentati  tanti  anni  nella  guerra;  nonbaflajfea 
fuoi  Diicor-  fupemrgli  ilnomex&  la  riputatione  della  uittcria  ha unta  contra  altri , 
£'  per  lacuale  no  erano  in  parte  alcuna  diminuite  le  for%e  lorcmabifognaf 

fé  uincergli,  come  in  ogni  altro  tempo  con  le  for%e,dellèquali  folamenU 
temono  gli  huomini  bellico  fi  :&  qui  fio  apparire  pieno  di  molte  difficol- 
tà: perche  effendo  la  città  di  Trf a  circondata  quanto  altra  città  d 'ita/ia 
da  j'olidi fi  ime  muraglie,  &  ben  riparata  &  fortificata^  difefada  huo- 
mini valor  ofi,&  oflinati;  non  fi  poteuaffer  are  di  sformar  la,fè  non  co  grò f 
fo  e  fi et cito,  & con  faldati ,  che  non  (ufi èro  inferiori  di  uir tu  ?&  di  ualo- 
re:ilquale  anco  non  farebbe  ballante  a  uincerla  d affako,o  con  brieut  op 
pugnatione,ma  che  farebbe nectffitMo di flarui  intorno  molti  dìperacco- 
ftarfi  ficuY amente,  &  col  prendere  de  uantaggi,&  qua  fi  più  prtjioUrac 
candogli, che  sformandogli  :  repugnare  a  quefte  cofe  la  flagione  dell' anno  > 
perche  né  fi  poteua  con prefteiga mettere  in  (teme  altroché fanteria  tu- 
multuaria,&<collettitia  ;  ntaccoflaruifi  con  intentione  difermaruifi  mol 
to>  per  la  inclementia  dell7 aria  corrotta  da'  uentidelmare*  che  diuenta- 

ni 


SESTO. 

I  nò  peBiferi  per  i  uapori  de  gUslagmy~&  delfy  palitdì,&  pernìchfa  a  gli 
efierciti>comi era  accaduto  quando  fu  campcgiata  da  Tagol  Vitelli  ;& 
a  perche  a  ilpaefe  di  Tifa  comincia  in  fin  di  Settembre  ad  tjjer  fottoposlo^  «   *?a  det* 
alle  pioggie, dalle  quali  per  la  b afferà  fua  è  fopr afatto  tanto,  che m  ìVub^f 
quel  tempo  difficilmente  ui  fi  fìa  intorno  :■  ne  in  tanta  oftinatione  uniuerfa  cawzj.  qut 
le  poter  fi  far  fondamento  in  trattati ,  o  intellìgentìe  particolari  ;  perche  £°  dd  %t 
ò  riufcirebhono  co  fé  fimnlate ,  ò  maneggiate  da  perfine  ,d)cnon  harebbono  fe  di  Pifa  » 
facilità  deftguir  quello  >  che promette  fiero-: aggiugnerfi^he  benché  al  Gran  bSil%% 
Capitano  nonfufie fiata  data  la  fede  public  a;  nondimeno  hauergli  pursfpro-  no.d!;?a" 
jpero  Colonna ,  benché  come  da  fé  quafi  con  tacito  confentimentohro ,  dato  polio3  aìi'ae- 
intera  ione  che  per queflo  anno  non  s  andrebbe  con  artiglieria  alle  mura  di  Suc- 
Tifa  :  &  però  hauerfi  a  tener  per  certo  >  che  commojfo  da  quefio  fdegno ,  & 
per  le  pronte 'filoni  fitte  molte  uolte  a  Vifani;  &  perche  alle  cofefue  non  trm 
.utile  queflo  fucce fio  de* Fiorentini;  s'opporrebbe  a  quefla  imprefa ;  &hauer 
modo  facile  d'impedirla ,  potendo  in  poche  bore  mettere  in*Tifa  quei  fanti 
Spagnuolhcì)  erano  in  Piombino  .come  molte  uolte haueua  affermato  che  fa- 
rebbe ,  quando  fi  tcntafie  d'efiugnarla  :  ejfere più  utile ufar  toccafione  della 
ttittoYÌa>  don:,  fe  bene  il  frutto  fufie  minore ,  la  facilità  fen^a  comparationc 
fujfe  maggiorane  perciò  fen^a  notabile  profitto miuno  efierfipiu  oppoflo,& 
opporft  continuamente  a  difegni  loro-:  niuno  hauere  più  impeditola  ricupe— 
rationedi  Tifamiunopiu  procurato  d alterare  ilprefentegouernoy  che  Tan 
dolfoTetrucci:  eglihauere  confortato  ilFalentino  ad  entrare  armato  nel 
Dominio  Fiorentino:  egli  efiere  flato  principale  confultore,& guida  dell' af- 
falto  di  Vitello7go>&  della  ribellione  d  iAre7go:efferfi  mediante  ifuoi  con- 
figli  congiunti  con  lo  fiato  di  Siena,i  Genouefi,  e.  i Lucchefi afoficntare  i  Ti- 
fani:  egli  hauere  indotto  Confaluo  a  pigliare  la  protettone  di  Piombino ,  & 
ad  intrometter  fi  nelle  co  fé  di  Tifa  >  &  ad  ingerir  fi  nelle  cofe  di  Tofcana  :  & 
chi  altri  ejfere  flato  fìmolatorey&  fautore  di  queflo  moto  dell'ululano^  do- 
uerfiuoltare  l e  fiere ito contralui:p? 'edare y&fcorr ere  tutto' LCo?itado  di  Sic: 
na>doue  non  fi  farebbe  refiflen%a'alcuna:poter  fuccedere  conlariputatione 
deli  arme  loro  contra  lui  qualche  mouimento  nella  Città,doue  haueua  molti 
nemici:  &  almeno  non  e  fi  er  per  mancare  occafione  d  occupar  qualche  Caftel- 
lo  importante  in  quel  Contado  ,da  tenerlo  come  per  cambio ,  &  per  pegno  di 
rihauere  Monte  Tulciano:&  quello>cbe  non  haueuano  fitto  i  beneficvj ,  po- 
ter fi  fi>er  are  yche.  face  fi  e  queflo  rifentimentOydi  farlo  per  l'auuenire  procede- 
re con  maggior  cìrcofyettione  all'offefe  loro:  douerfi  nel  medefimo  modo  cor±  b  M.Tulfib  * 
fere  poi  il  paefe  de  Lucchefi ,  co'  quali  efiere  flato  pemiciofo  ufar  e  tanti  ri-  "el  ^"^ra 
fp  etti  :  co  fi  potere  fierare  di  trarre  della  uittoria  acquiflata  honore  >  &frut-  &  Rofdo  di 
io  :  ma  andando  l'oppugnation  di  Tifa  ;  non  fi  conoscere  altro  fine  che  fiefa ,-■  ttriaU(diVu 
&  dishonorè  :  lequàli  ragioni  allegate  concordemente ;non  raffreddarono  pe-  voigòpoche 
rò  /' ardirei  che  hauea  IL  VOTOLO*  che  b  fi  gouema  fiefib  più  con  co*  v  «Sta  * 
la  uolontà,  che  con  la  ragione  >cbe  ni  sandafieà  porre  iUampo  x  accetta-  &  .m.oIte  c$?< 


opinione-» 


L  l  B  R  ° 

to  anco  da  quella  opinione  inuetcrata..  che  a  molti  de*  cittadini p  ìncìpaliper 
fini  ambiiiofi  nonpiaceffe  la  ricuperatione  di  TifanieUaqualjententia  emen- 
do non  meno  caldo  di  tutti  gli  altri  Tiero  Soderim  Confalonicre,  conuorato  il 
con  figlio  grande  del  popolo, alenale  non  j  alenano  riferir  fi  quefle  deliberano- 
ni;  dimando  (e  par  e  uà  loro ,  chef  dndaffe  col  campo  a  Tifa  :  doue  offendo  co* 
noti  quafdi  tutti  riff>oflo,cbe  nifi  and  affé  Superata  laprudentia  della  t me- 
rita; fu  neceffario,ehe  l'autorità  della  parte  migliore  cedeffe  alla  uolontà  del 
laparte  maggiore  :  però  s'attefe  afare  le  provi  fieni  con  incredibile  celerità , 
a  a  e.è\  s«  desiderando preuenire  non  meno  il  foccorfo del  Gran  Capitami  che  i pericoli 
rem  ini  s'ac  àé  tempi  piouofi  :  con  laqual  celerità  il  a  feflo  giorno  di  Settembre  s'accofiò  A 
compiono  /  efferato  con  feicento  huomini  d*arme  ;  &  fette  mila  fanti,  fedeci  cannonu 

lotto  Pila  1  » 

an  no  -i  $  05 .  &  molte  altre  artiglierie  alle  mura  di  Tifa ,  ponendofi  tra  Santa  Croce ,  & 
e  i  giorni  i-  $an  Michele,  nel  luogo  mede  fimo,  doue  già  fi  pò  fé  il  campo  de  Frane  e  fi  :  & 
uà  no  dichia  hauendo  la  notte  feguente  piantate  prefliffìmamente  f  artiglierie  ;  batterono 
r  ^erf"00  Hproffimo  Ìlorno*con  impeto  grande  dalla  porta  di  Calci  mfino  al  Torrone  di 
giìo  lor  ca-  San  Francefco  ,  doue  le  mura  fanno  dentro  un  angulo  ;  &  hauendo  da  leuata 
gitano  |e-  ^;  £ole,alquale  tempo  cominciarono  a  tirare  l 'artiglierie *,  in  fino  a  uentnn'ho 
n^rcerfi.  ra  rouuiate  più  ai  trenta  braccia  di  muraglia;  ji  fece  don  era  rouinato  una 
h  A_n  quefta  graffa  fcaramucci 'a  :  ma  con  poco  profitto, per  non  effere  tanto  fpatio  di  muro 
rem  data  a  in  terra  .quanto  farebbe fiato  neceffario  ad  una  terra:douegli  huomini  fi  era- 
riia,  il 1  mu-  no  preferitati  alla  difefa  colconfueto  animo ,  &  ualore:psrò  la  mattina  fé- 
iu  di  circa  guente per hauer e più  muro  aperto;  fi  cominciò  un 'altra batteria  in  luogo  pò 
Tipon racaa  co  diftante ,  reflando  in  mexp  deli  una ,  &  dell'altra  batteria  quella  parte 
colo  della  muraglia  ,  che  già  era  fiata  battuta  da'  Frane  e  fi  :  &gittato  in  terra  b  y 


e  ire 


neiii  co  mil  tant0  muro, quanto  parue, che  fufìe  a  bafiari'^a,  uolle  Hercole  fpingere  le  fan 
ciafeuno,  di  terie,ch  'erano  ordinate  in  battaglia  a  dare  gagliardamente  r  affatto  alluna* 
ce  il  Suo-  &  l'altra  parte  del  muro  rouinatoioue  i  Tifani  laucrandoui  fecondo  il  foli- 
che  furono  to  con  non  minore  animo  le  donnesche  gli  huomini;  haueuano  mentre  fi  batte 
Taflaho  ^d!  ua^rat0  tm  rip^o  con  unfoffo  innanzi:  ma  non  era  nelle  fanterie  italiane , 
jiia:  ma  gii  &  raccolte  tumultuari  amente  tanto  animo,e  tanta  uirtu,chefufle  baflante 
furoVtncin  m  ciment0  ta^c:  Ver®  cominciando  per  uìltà  a  ricufare  ài  apprefentarfi  al 
in  opera ,  n.  la  muraglia  quel c  Colonello  di  fantina'  quali  per  forte  gittata  tra  loro  afpet-  e 
max  la  rimi  taHa  # Kmw  afi^i0Jn^  f  autorità,  ne  ipneghi  del  Capitano,  &  del  Commef 
tationc,uc-  far  io  Fiorentino  né  d  ri  (petto  .et  honore  proprio*  ne  delihonore  commune  del 
prirni  n^fa  ^  rnilnia  Italiana  furono  bafianti,a  fargli  andare  innanzi:  l  efiépio  de  qua- 
ceuan  frut  lifeguitandogli  altri,  the  hauatano  ad  apprefentarfi  dopo  loro  ;fi  ritirarono 
ródilo0  legati  agli  alloggiati- emi, non  hauendo  fatto  altro,che  col  far  fi  i  fanti  Ita- 
àìce  che  fu  Uani  ìnfarm  per  tutta  Europa^  corrotta  la  felicità  della  uittoria  ottenuta  con 
■fairofoia  al  ira  £+AÌuiano,&  annichilata  la  i •■paatiotie  dclCapitano,&  del  Ccmmeffa- 
fecòdo  ferì-  rioyche  apprefio  i  Fiorentini  eragrandiffìma^fe  contenti  della  gloria  acquifla 
po-  -tarono  ta  hauefsero  faputo  macerare  lapropriaforturui,Qitirati  a  gli  alloggiamenti 
molro  peg-  non  fu  dubbia  la  deliberal  ione  del  leuare  il  campo  ;maf imamente  che  il  gior 
*:°*  no 


SESTO.  i$4 

no  medefimo  erano  entrati  in  Tifa  per  comandamento  hauuto  dal  Gran  Ca- 
pitano, *  feictnto  fanti  Spagnuoli,  di  quelli*  eh  erano  a  Piombino -.però  Udì  a   Dice  il 
feguente  V esercito  Fiorentino  fi  ritirò  a  Cafcina  con  grandi/fimo  disbonore  :  Buonaccor 
&  pochi  dì  poi  entrarono  di  nuouo  in  Tifa  milk  cinquecento  fanti  Spagnuoli:  Jl'  melari 
i  quali  poi  che  non  era  neceffario  ilprefidio  loro,  dato  che  hebbono  per  fug?e  ^  cói.aiuo 
flione  de*  Tifimi  un  affatto  in  uano  alla  terra  di  Bientina;  continuarono  la  m  poua  a  Ma 
uigatione  fua  in  ifbagnaAou  erano  mandati  dal  Gran  Capitano ,  perche  iik  r?  »  feèBttè 
atta  Capace  tra  il  Redi  Francia  &  Ferdinando  Redi  Spagna  :  alla  qua  la  batteria? 
leyrimojfe  tutte  le  difficultà.  che  prima  haueuano  impedito  ;cioè, il  rifiato  del  nond- fl,rou 
Ibonore  del  He  di  Francia,  et  timore  di  non  alienare  da  fé  l'animo  dettarci  pm  '  J° 
dncci'yhaueua  trottato  modo  facile  la  morte  della  Reina  di  Spaglia:  perche  & 
il  Pie  di  Francia^efiendoli  molcfiifjìma  la  troppa  gra?idc2gafua,era  de  fiderò 
fio  ^interrompergli  i  fuoi  difegni  :  &  il  Re  di  Spagna  Intuendo  notiti  a ,  che 
f  .Arciducali /prezzando  il  teftamento  della fuo cera,  baueua  in  animo  diri* 
MKouerfo  del.  Regno  di  Cafliglia;eranece(fitato  a  fondar  fi  con  nuoue  cvngiun  b    Qjjefta 
tionuperofi  b  contrade  matrimonio  tra  ìuu  &  Madama  Germana  di  Fois ,  £^a  Pf£ 
figliuola  dr una  fioretta  del  Redi  Francia,con  conditione ,  che  il  Revji  dejfe  in  »  .'A*  jfce  di 
dote  la  parte  .che  gli  toccaua  del  Reame  di  "Napoli  j  obligandcfi  il  Re  di  Spa-  ^spagia^ 
gna  a  pagargli  in  dieci  anni  7  00. mila  ducati  per  rifioro  delle  fpefe  fiate ,  &  f«  concila 
a  dotare  in  trecento  mila  ducati  la  noita  mogUeicol  qual  matrimonio  efìendo  *£&  di  oì 
accompagnata  la  pace;fiu  couenuto  che  i  Baroni  ^Angioini \e  tutti  quegli,  e  ha  tobrc .' s  ° s  * 
ueuano  fieguitato  la  parte  Frane  efe>fufi  ero  r  e fiituiti  fienai,  pagamento  alca-  li^nlnZ 
no  alla  libertària patria,&  a  loroftati,digmtà,&  beni,nel  grado  medefii-  »**•?■ viu 
monche  fi  trouauano  e  fere  nel  dì  che  tra  i  Francefila  &  Spagnoli  fin  dato  prin  &  a°f  bS2 
àpio  alla  guerra ,  che  fi  dichiarò  efiere  fiato  il  dì>  che  i  Frane  e  fi  cor  fono  alla  n* ccor  fl  » . 
Tripalda .  Intende ffinfi  annullate  tutte  le  confi  f cationi  fatte  dal  Re  di  Spa-  ca  pi£u<IVf 
gna,  &  dal  Re  Feierigo  :fuffe  liberato  il  Principe  di  Rofiano ,  i  Mar  che  fi  di  fa.  ■ 
Bitonto,&di  GefualdoyMfonfo,  &  Onorato  Sanfeuerinle  tutti  gli  altri 
Baroni^]-)  erano  prigioni  degli  Spagnuoli  nel  Regno  di  Tripoli  :  che  il  Re  di 
Francia  deponefle  il  titolo  del  Regno  di  Gierufalem,  &  di  ^poli:  che  gli  bo 
maggi,  &  le  recognitioni  de'  Baroni  fi  facefi  ero  refjpettiuamente  alle  conuen 
tionifiopradette3&  nellifieffo  modo  fi  cercale  Unite  futura  dal  "Pontefice,  & 
morendo  la  Reina  Germana  in  matrimonio  fen^a  figli 'ito li ;la pan e  fua  dota- 
le s'intende  fi  e  acquiflata  a  Ferdinando:  mafoprauiuendo  a  lui  ritornaffe  al- 
la Corona  di  Francia.  Fuffe  obligato  il  Re  Ferdinando  ad  aiutare  Gaftone  Co- 
te di  Fois  fratello  della  nuoua  moglieyal  coquiflo  del  Regno  di  Iguana,  qua 
le  pretendeua  appartenetegli  ,po fi  editto  co  titolo  Regio  da  Caterina  di  Fois  , 
&  da  Giouanni  figliuolo  a" Mibr et  fino  marito  :  cofirignejfe  il  Re  di  Francia 
la  moglie  uedoua  del  Re  Federigo  ad  andare  con  due  figliuoli  ch'erano  appref 
foafein  lJpagna:doue  gli  farebbe  afegnato  honefio  modo  di  uiuere  :  &  non 


all'ai 


•  Kella  viti 
jUI  Pimi  a1 

Un  o  da  L- 

àc .  il 
■io  hauédo 

lorle  l'iu  ri- 
iyeio    alta 
dignità  dd 

*  Card 
rhcalfa  ueri 
ta  deli  h  ito 
Ita, dice  che 
Don  Giulio 
haiu'do   per 
fiipcibu  ot- 
feiol'animo 
del  Cardira 
Icidacflòe- 
r  »  it-uc  qua 
fiche  acce- 
cato di  arac 
dee  ^U  oc- 
chi: da  che 
ne  legui  li- 
na congiura 
per  amoiaz. 
zare  il  Duca 
Alto  o ,  che 
guiui  da  el- 
io Giouio  è 
latitata  Gio 
aan  Battifta 
Giraldi   ne* 
Commenta 
ri  del  le  cote 
di    Ferrara  , 
8c  de*  Pren- 
cipi  da  E  Ile, 
tratti  dall' E 
pitotre  di 
Gregorio  Gi 
raldij  di  (li- 
mula  quefte 
fatto  della 
cógiura,  fea 
za  nominar 
ne  pure  un 

,  jiomplicerSc 
del  fatto  tra 
gico  con  tra 

i  Dò  G'ulioi 
non  dicep» 
re  una  p»io 
ìt . 


LIBRO 

air. il  tra  di  fare  covirai#owinati  da  ci  afe  uno  di  loro:  i  quali  nominarono  ttit 
ti  due  in  Italia  il  Toìitcpcc)&  il  Re  di  1 rancia  nomino  i  Fiorentini.-^'  a  cor 
robort         Iella  pace,  chi  tra  i  due  ]{e  s* intende fft  efiere  perpetua  confedera 
ne  a  di  fé  fide  gli  fi  ali, effendo  tenuto  il  Ile  di  trancia  con  mille  lancici  & 
la  fanti;  Ù  Ferdinando  con  trecento  lande  due  mila  giannettarij  , 
&  fa  mi!  i  fanti.  Dopo  laqual  paccdellaquale  il  Re  d'Inghilterra promeffe 
'  l'unaparte-cper  l  altra  loffernantia,x  Baroni  ^Angioini ,ch 'erano  in  Fra 
eia  Ut  enti  atifi  dal  Rcilqualeper  la  tenacità  fua  usò  loro  allap  arnia  piccoli 
.  di  gratitudine;  andarono  quafi  tutti  con  la  Reina  Germana  in  ifpagna: 
&  1  falcila  fata  moglie  di  Federigo  licentiata  del  Regno  dal  Re  ài  Francia^ 
perche  ricusò  di  mettere  i  figliuoli  inpoteflà  del  Re  Catolico;fe  n'andò  a  Fer 
raramellaquale  Città  effendo  poco  innanTa  morto  Hercole da  Eflc,&  fucce- 
dutogli  nel  Ducato  ^ilfonfo  fuo  figliuolo  ;  accadde  alla  fine  dell* anno  un  atto 
tragico  jfimile  a  quelli  de  gli  antichi  T  ebani,  ma  per  cagione  più  leggiere ,  fé 
più  leggiere  è  l'impeto  sfrenato  deli  amor  e, che  l'amhitione  ardente  del  regna 
re  :  perche  a  effendo  Ippolito,  da  E fle  Cardinale  innamorato  ardentemente , 
d'una  gioitane  fua  congiunta,laqualecon  non  minor  ardore  amauaDon  Giu- 
lio fr  atei  naturale  d'Ippolito, &  confeffando  ella  mèdeftma  ad  Ippolito  tirar- 
la fopratutte  l'altre  cofe  a  sì  caldo  amore,  la  bellezza  de  gli  occhi  di  Don 
Giulio  ;  il  Cardinale  infuriato,  afpettato  il  tempo  commodo,che  Giulio 
fuffe  a  caccia  fuor  a  della  Città  ;  lo  circondò  in  campagna:  &  fat- 
tolo fccndere  da  cauallo;giifcce  da  alcuni  fuoifiaffieri,ba- 
ftandogli  l* animo  afiar  prefente  a  tanta  federate1^ 
%a>  cauare  gli  occhi ,  come  concorrenti  del  firn 
amore  :  onde  tra  fratelli  poi  feguitarono 
grauifjimi  fcandoli.  Cofi  fi  termi- 
1  »  nò  l'jlnno  Mille  cinque- 

cento cinque. 


s.  * 


r, 


D  t  I- 


DE  LL'H  ISTORIA 

DI    M.    F  RANCESCO 

GVICCIARDINI 


LIBRO     SETTIMO. 


S     O     M      M      A      R      l      O 


PApa  Giulio  II.  machina  guerra  cótrai  Vinitiani  Filippo  Arciduca  uà  in  Ilpa 
ana.  &  Ferdinàdo  iuocero  a  Nanoli.il  Pana  (I  allega  co  Francia.  Mafsimiliano 
Imperatore  afiaìta  i  Vinitiani  in  Friuli.  Giouanni  Bentiuogli  è  cacciato  di-Bolo 
gna.Genoua  fi  ribeliadiil  Redi  Francia  :  i'quale  uienc  a  ricuperarla,  &  s  abbocca 
in  Sauona  co'i  Re  Catolico  .  Fafsi  dieta  in  Co  danza  .  Succedono  di  (pareri  fra 
Cefarc,  &  Francia:  e  i  Vinitiani  fanno  tregua  con  Cefarc.  a  I  Baroni, 


che  Iciraua- 


■ V  Al  ■„.      ]I.IL*U(J- 

FESTE  cof'e  erano  [accedute  l'Anno  Mille  cinquecen-   no  Filippo 
t)  cinque  :  ilquale ,  benché  baueffe  lafciato  Jperan^a  che  J(dpag„"Vra 
{a  pace d'Italia,  dapoi ch'erano  efiinte  le guerre, nate per  no  »  signo- 
>agionp  del  Regno  di  ifgfoli»  s  hauti]  e  a  Continuare;  non  S^cafli 
('-meno  apppariuano  dall'altra  parte  femi  non  piccoli  di  jtìl* :  >  q«*»li 
^futuri  incendij:  perche  Filippo,  che  già  sintitolaua  il  Re  di^er^iti 
i  ai  Cafliglia,non  cotento  che  quel  Regno  fuflegouernato  daljuocero,  a  in-  l&eralnien- 
citdto  da  molti  Baroni,  fi  preparala  a  pafjare  cotra  la  nolontà [tta  inljpa  g!ór 'hcéclf 
gna,  prete adendotcom  era  ueri(pmo,non  tffere  flato  in  poteflà  della  Reina  8odf r  la  lot 
morta  prejeriuere  leggi  algouemo  del  Pregno  finita  la  [uà  uttaiet  il  Re  de    t^nTori! 
Romani,  prefo  anima  dalla  gran  de%$a  del  figliuolo-,  trattala  di  pafjare  in  ti!iimo  R* 
Italia:  el  Re  di  Vracia,\e  ben  ì  Anno  precedente  fi  fu J] e  [degnato  colTon  Suolai 
tefìce,  perche  haneua  [en%a  [uà  par  tic  ipat  ione  conferiti  i  benefieij  uacati  ^"jf*  ^co 
per  la  morte  del  Cardinale  Afcanio  ,  &>  d'altri  nel  D  ucato  di  Milano  ,  &  no*  pocTli- 
perche  battendo  creato  molti  Cardinali,  hauefle  ricu[ato  di  creare  infit  me  bf  -3lruec" 
con  gli  altri  il  Ve[couo  d'Aus ,  nipote  del  Cardinal  di  Roano,  e'I  Ve[couo  LTug!? 
di  Baiofa  nipote  del  Tramoglia,dimandati  da  lui  confomma  wfiantia;  &  SSia  uira  d* 
per  ciò  haueua  fatto  feqtuftr are  i  [rutti  de'  benefieij }  iqualì  ilCard.  di  S.  Conìiuo.  ' 
Tietro  in  V incoia ,&  altri  Vr  elati  grati  al  Vonttfice  po[sedeuan  nello  fta  , 
to  di  Milano;  nondimeno  battendo  dall'altra  parte  cominciato  a  temer  di  ntlufoM 
Cejare  ,& del  figliuolo,  &  per ciò  de fiderofio  dell 'amiatiadelTontefice,  .parlato  dd' 
rimefsi  i  feqaeflrt fatti  ;  mando  nel  principio  di  queflo  Anno  il  Ve[couo  di    l2S"v? 
Sifler ondando  Apottoltco  apprefso  a[e,a  proporgli  nari]  dtfcgm,etfar  di  queftòTT 
uarie  offerte  cotra  ÌV initiani;contrai quali [apeuaper[euerarela[uape[  V^Vù 
lima  inmione,per  lo  defiderio  di  ricuperare  le  Terre  di  Romagna,™  tutto  €%u  me"trc 
che  infino  a  quel^  dì[o[se  proceduto  in  tutte  le  co[e  co  tata  qu  te  te, e' ha  uè  uà  £a  £  itaco 
iniettato  negli  huomini ammiratane  no  mediocre,cbe  colui, ilquale  b  qua  inq*»«'tó- 
do  era  Cardmale,[empre  era  flato  pieno  di  pe fieri  u«tti,et [mirati,  e  uh  e  ™  w  dJ3 
« tepo di Siflo, et d!lnnocctio,et poiAkfiandro Tonttfice,cra(iato molte  ^«s*"" 

A  a         a  o  ite 


LIBRO 

mite  inftrumcnto  di  turbare  ltalia;baueffe  bora,promoffo  alVonteficato 
(iffer  citato  beneffcfjo  con  ambitione,&  con  pìfieri  inquieti  )depo(ìo  que- 
gli (piriti  sì  ardenti  :&  dimenticato fi  della  grandezza  dell'  animo  ideila 
quale  baueua  fempre  fatto  ambìtiofa  profejsione,  non  face ffe  non  che  al- 
tro fegno  di  rifentirfi  dell'ingiurie,^  d'ejfer  fimxle  a  fé  mede  fimo .  Ma  in 
Giulio  era  intentione  molto  diuerfa  ,  &  deliberato  difuperare  l'cffetta-ì 
tione  conceputa,haueua  attefo,&attendeua  contra  Ja  confuetudiue  data 
fna  priftina  magnanimità  ad  accumulare  con  ogniftudio  jomma  grandi f- 
fìma  di  pecunia ;accio  ebe  alla  uolontà  e  baueua  a" accendere  guerra, fnjfe 
aggiunta  la  fatuità ,  e'I  neruo  di  foftenerla:  e  trouandofi  in  queflo  tempo 
già  non  poco  abbondante  di  danari  ;  cominciaua  a  feoprire  i  [noi  penfit- 
ri  indiritti  a  co  fé  grandiffime  :  però  raccolto ,  &  udito  molto  lietamen- 
te il  Vefcouo  di  Sifleron;  l' baueua  iff  edito  indietro  con  pront.eT^a  grande 
a  trattare  nuouo  riflrignimento  tra  loroialquale  per  difporre  meglio  l'a- 
nimo del  Ke,et  del  Cardinal  di  ì\oano;  promeffe  per  brieue  portato  dal  me 
defimo  S  (leron  la  dignità  del  Cardinalato  a'  Ftfcoui  d'.Aus,&  di  Baiofa: 
et  nodimeno  intanto  ardore  fi  diflrabeua  qualche  uolta  l'animo  fuo  in  ua- 
rij  fcrupuli,  &  difficultà  :  perche  o  per  odio ,  che  occultamente  baueffe 
conceputo  contra  il  Re,nel  tempo ,che fuggendo  l'infidte  dì  jLleff andrò  ftet. 
te  in  Francia  ;  o  perche  fommament  e  glidifpiaceua  fefferquajì  neceffita- 
to  per  la  potentia,&  per  la  inflantia.  del  l\e,  a  conjeruare  nella  Legatìone 
di  Fràcia  il  Cardnal  di  Roano:  o  perche  baueffe  foretto,  che.  il  mede  fimo, 
Cardinale,gli  andamenti  delquale  manifefìamente  tendeuano  alVontefi- 
cato ;  impartente  d' affrettare  la  morte  fua ;  cercafje.  diconfeguirlo  per  uie 
flraordinarie;  non  era  del  tutto  deliberato  di  congiugner  fi  col  Fg  di  Fran- 
cia, fenica  la  congiuntane  delquale  conofceua  efferc  imponibile  che  per  al 
Ihora  gli  fuccedeffe  co  fa  alcuua  di  momento:  perciò  dall'altra  parte  haue 
uà  mandato  a  Tifa  Baldaffarre  Biafcia  Genouefe,C  apitano  delle  fue  galee 
ad  armare  due  galee  fottiìh,cbe  a baueua  fatte  fare  J. le  fsadroyotefice  > 
per  efferejecodo  fi  credeua*piu  preparato,™  cafo  che  l  Re  di  Fracia  mole 
.  di  flato  ancora  no  poco  dalle  reliquie  dell' infi:rmitd;moriJJe;a  liberar  Geno- 
mi^ rc  uà  dal  Dominio  de'  Fràcefi.ln  quello  (iato  aduque,et  in  tata  fofytfione  del 
Filippo  a  io.  fo  coft^u  il  primo  mouimeto  dell' Jlnno  M'ileanqueceto  fei  la  a  partita  < 
£iGie5  o"c5  di  F ladra  del  R*  Filippo  p  paffare  per  mare  in  ifpagna  co  graie  armatala 
lT  rtif«a  <lmle  andata  ptrfjicilitare,tem:do  pure  cbel  fuocero  no  glifaceffe  co  gli 
roToo  gcn "  aiuti  del  B£  di  Fraciayrefi\ìeia\fi  era,gouernàdofi  co  l'arti  Spagnuok'ycon 
mSAM    uenutv  con  lui  di  rapportar  fi  nella  maggiore  parte  delie  co  fé  al  fuo  gouer 
asoo.ilnc-  no,  ebe  baueffero  comune  il  titolo  de  l\e  di  Spagna;come  era  fiata  comu- 
aoon  nkw  ne  tra  lm,et  la  Rema  mortaiet  che  Vetrate  fi  diuidefferoin  certo  modo:? 
|hi  l  &  300.  l0ql4ale  accordo  ilfuocero,aucora  che  no  btneficuro  dell' off erua?*\gli  ha 
Sen  aia  ueua  mudato  in  Viàdra  per  leuarlo  molte  nani.  Vero  imbarcato  co  la  trio 
Buonaccor-  7ne»t  Cq  f  erdinado  fuo  fccodo genitojprefe  co  uenti  profferì  tUamino  di 
i\r  6  Spagna: 


settimo;  tì<* 

Spagna:  ì  quali  e/fendo  in  capo  di  duegiorni  della  fina  nauigatione  conuer 
ini  in  uentiauerfifmi,trauagliata  da  grandi fima  fortuna  l'armata  fina, 
dopo  lunga  refi ften^a  fatta  al  furor  e  d ti mar e;  fi  di :Jpe> fi  in  uarie  parti  del 
la  coftad'lngbilterra,&  di  Brettagna;  &  egli  condro  tre  legni  fu  con 

a  grandifimo  pericolo  traportato*  in  Inghilterra  nel  porto  d'intona:  la-  a  Leggi  que 
qua  e  co  fa  intefa  da  Errico  fett  imo  He  di  quell 'l folaghe  era  a  Londra.mà  f°  a"ÌL'°  « 
datofubìto  molti  Signori  a  riceverlo  con  grandi  fimo  honore;lo  ricercò  ne  mar™*  vi. 
nife  a  Lodra.-ilcbe  in potefid  di  Filippo, che  fi  trouaua  quafìfoloy&  ftnTa  p\°  Re  di 
nauhnonera  dinegare:  fipraflette  apprefo  a  lui  infitto  che  t'armata  fi  ri-  £Snt? 
duce/fi  infieme,&  riordinale ;&  in  quefto  me^ofra  loro  furono  fatte  nuo  Tlvwti  *ì 
uè  capitolationi:  &  nondimeno  Filippo  trattato  in  tutte  l'altre  coje  come  Inghilterra 
J\r;  fu  m  una  fola  trattato  da  prigione,  che  hebbe  a  confinare  di  dare  in  *.  Po,!  ,doro 

b  mano  ad  Errico  il*  Duca  di  Sufolch  tenuto  da  luinella  rocca  di  Vamur: 
ilquale  perche  pretendala  ragione  al  Rfjgno  d'Inghilterra  Errico  fomma-  b  PoU<*°" 
mente  d'hauere  in  fua  potefid  defiderauaidettegli  però  la  fede  di  no  priuar  Lio  arato 
lo  della  una:  onde  cufiodno  in  carcere  mentre  Errico  uiffe:  fu  dipoi  ùer  co  n6  Dno™™ 


mandamento  del  figliuolo  decapitato.  Va  fio  dipoi  Filippo  con  nauigatione  fbich:  ma  fò 
:  più  face  in  c  lft>agna:doue  concorrendo  a  lui  quo  fi  tutù  i  Signori,  Ifuoce-  l?  dkc  ' chc 
roMqualeper  non  ejfire  da  fi  potente  a  refijlergli,^  che  nSgiudica.ua  e  fi  domanda 
fire  (nitro  fondamento  lepromefe  de  Francefila  non  haueua  p enfiato  mai  Fll,pf  Ed" 
ad  altroché  alla  concordia.rimanenào  abbandonato  quàfi  da  tattile  ha-  h  ftwufd  " 


to  del  Re- 
gno:  ócche 


tendo  fi  non  con  molto  tedio,&  d,fficultà  potuto  battere  ifeofietto  del  ?e 
nero;  bi fognò  che  cede  fé  alle  condizioni,  che  pelato  il  primo  acconto  S?PPo,ha- 
fatto  tra  brogli  furono  date-,  benché  in  quello  non  fi  procede  rigidamente,  *£*&* 
per  la  benignità  della  natura  di  Filippo,®*  molto  più  per  i  conforti  di  co-  uefio  m  rS 
loro  che  fi  erano  dimofiratidcerb'fiimi  nimìci  a  Ferdinando:  perche  dubi-  S°w?à  5  aI 
tando  continuamente  che  egli  conia  prudentia,^  con  l'autorità  fua  non  ««*?"**' 
"Ppifefideapprefjoalgeneroyfollecitauano  quanto  poteuano  la  parti 
tafuadicaftiglia.  Fu  conuenuto  che  Ferdinando  cedendo  alt  amminifira-  lippSTai! 
tione  lafaatagli  per  tefiamento  dalla  moglie ,&  a  tutto  quello  che  perciò  ka°lj* alpor 
tote  fé  pretendere;  fi  parti  fé  incontinente  di  Cafligliaypr omettendo  di  più  coWouc 
non  ut  tornare.  Che  Ferdinando  hauefe  proprio  il  Regno  di  napoli,  non  fl  .ab,boccò 
ofiante,checon  la  mede  filma  ragione,  con  laquale  erafiolito  pretendere  a  « 
quell\earne,allegando  e  fere  fiato  acqui/lato  con  Tarme,  &  con  le  forre  <? 


come  dice  li 
Giouio  :  ma 
Buonac 


t*ra,&  Calatraua:&  che  dell'entrate  del  ignoti  CaHiglia  Lue  fé  cL  %*££ 
Jcunanno  uenticinque  mila  ducati. La  qual  capitolatone  fatta -Ferdinan-  f"  r  un°  & 
do,che  da  qui  innanzi  chiameremo  ò  Re  Catolico,ò  Re  d'Aragona;  fi  n'an 
«o  jubitom  .Aragona,  con  intentìone d'andare  quanto  piupreHamen- 

Jia     i        te 


uno  de 
l'altro. 


LIBRÒ 

nc^ddh  p«  te  Pot(fTe  Per  marea  Napoli  ;  a  non  tanto  per  defiderio  di  mìcie  tjhil  Re-  e 
iita  dei  r*  gno  ,  cir  riordinarlo;  quanto  per  rimuoverne  il  Gran  Capitano:  delquale 
J"^"» "1°  ^°P°  ^  morte  della  Reiua  haueua  più  uolte  fiorettato,  che  non  penfaffe  a 
d  i  spagna  g  trasferire  quel  Regno  in  fé  proprio;  o  fuffe  più  inclinato  a  darlo  «  Filippo 

rhi>  n  lu\*,-trf  li/iiiP\iAt\)i\  vi r\\i /tinti /itt\  in  Tfh/irrvt,i  ìyì  UanO%€t  €?Lì  COn  tt0.rÌ?  CriÀ 

non  ti  andando  in  per  fona 
flante  che  fatto  raccordo  il 
fòluó  .ittri  p^  Filippo  gli  fac effe  intendere  che  haueua  totalmente  ad  obedir e  al  Re 
kprdre  nate  d'  ^Aragona.  T^elqual  tempo  erano  nel  petto  del  Re  dì  Francia  ,folleuatò 
Èra  etto  Re,  g\^  molto  della  fua  infermità  >uarij,4rizi  contrarij  pen fieri ,  inclinatione 
fuo  genero»,  contro,  i  Vinìtiani  per  lo  fdegno  conce  pitto  nel  tempo  della  guerra  di  Islapo 
a  cui  tutù i  //.  per  [0  defiderio  di  ricuperare  l'appartenentie  antiche  del  lo  flato  di  Mi- 
spagna  s'e-  hno  ;  &  per  giudicare  che  per  molti  accidenti  gli  poteffe  effere  a  qualche 
iano  acco     f  emp0  pericolo  fa  la  loro  potentia:  lamial cagione  tra  l'altre  haueua  indot 

ftatt.dicen-  *      «  ri  ,  »  -,  ~-i«  r       r    i-      »  ,,.;, 

do  chv ra     to  a  confederar fi  col  Re  de  Romam,&  con  Filippo  Juo  figliuolo.  Dall  al- 
più  tofto  da  tra  paYte  non  gli  pYci  grata  la  paffata  di  quel  Re  in  Italiafilquale  s'inten- 
Soi  Lcuate,  deua  già  che  fi  preparaua  a  paffare  con  for^e  grandi  :  perche  né  temeva. 
che  il  pone  ^  cj}€  il  folito  per  lapotentia,che  crefceua  in  Filippo  fucceffore  di  tanta 
tutti  haue   grande^ga;  &  dubitando  fi  che  quando  fu  in  Inghilterra,  hauefje  fatto  co 
uano  abban        ^  -^e  nmue  y  &ftrette  congiuntioni  ;  &  perche  era  ceffata  per  la  pace 
uecchto,     fatta  col  Re  Catolicoyper  laquale  haueua  deposlo  i  penfìeri  del  Rignodr 
non  Federi  fHapoli,una  delle  cagioni  principali, per  le  quali  s'era  confederato  con  lo 
go  di  Toic  ro,  rì<[dlaqualuarietà,&  ftattuapione  d'animo  mentre flava, uennero  a 
d'Augii    ^J  jimbctfchwìdi  Mafsimiliano  afignificargli  la  deliberai  ione  fua  del 
c^ai  peke-  paffare  in  Italiana  ricercarlo  m  et  t effe  in  or dine  le  cinquecento  lande, 
faìna!*  te  chi  haueua  promeffo  dare  in  fuofauore;  rcfiituiffe  fecodo  la  promeffafat 
de  i  &dai  ta  i  fuor  ufeiti  dello  flato  di  Milano  ;&  a  gregario  anti  cip  affé  il  pagarne 
ìo'afgoueT  to  de'  danariyche  fé  gli  daueuano  pochi  me  fi  pohalle  qvai  dimande,ancora 
no  dd  Re   chel  Re  non  fuffe  inclinato  a  con fent  ire, fece  dimoflratione  d 'effere  inclina 
Rc^Bai-1  to  al  contrario;  non  per  ciò fé  non  a  quelle  s  che  allhoranonricercauano 
ceiiona  a  4.  a[tY0  c])e  parole  :  perche  dimoflrò  defiderio  grande,  che  fi  mandaffero  ad 
t\  o6xólZ  effecutione  le  cofe  convenute, offerendo  fi  prontamente  d'adempiere  al  tem- 
«le,  come  p0  tutto  quello  a  che  era  tenuto  :  ma  negò  con  uarie  feufe  l'anticipatio- 
aacroxfi^    ne  delpagamcnto .  Dall'altra  parte  il  Re  de'  Romaui3non  confidando  più 
dell'animo  del  Re  di  Francia,  chel  Re  fi  confida  fé  del  fuo,  &  defideran- 
do  con  grande  ardore  il  paffare  a  Roma ,  principalmente  per  prendere 
la  Corona  dell'Imperio ,  per  procurare  poi  la  elettione  del  figliuolo  in 
R^de'  Romani  ^.tentava  nel  tempo  meóxfimo  di  pervenire  con  altri  me- 
%ì  all'intento  fuo  :  perciò  faceva  inHantia,  &  con  gli  Sui^eri  d'unir- 
gli a  fé,  i  quali  dopo  molte  dirute  fatte  tra  loro  ,  &  determinaro- 
no offeruare  l'accordo,  che  ancora  durava  col  Redi  Franti* per  anni 
ine  :  &  a  Finitiani  haueua  dimandato  il  paffo  per  le  Terre  loro,a%  quali 

ej  sento 


SETTI-M     O:  187 

effendo  molefiifjìma  la  pafjata  fua  con  efferato  potente ,  dettero  animo  a 
rifondergli  generalmente  l'offerte  del  Redi  Francia.chegli  confortò  ad 
opporfegli  inficine  con  lui:  &  già  il  Re  di  Francia ,  dimostrando  fi  alieno 
:'  apertamente  dalla  con federazione  fatta  con  lui  ,  &  con  Filippo  a  fyosò  *  carataci 
Claudia  fua  figliuola  a  Francefco  Monfignor  d '*Angolem}alquale  dopo 


2.  racconta. 


la  morte  fua  fenica  figliuoli  mafchi  peruemua  la  Corona ,  fimulando  però  §.  r  e^rpJs 
farlo  per  i  prieghi  4e  fuddìti  fuoi,  hauendo  prima  a  quefio  effetto  ordì  €ia  p^iic 
nato,  che  tuttii  parlamenti,  e  tutte  le  città  principali  del  Pacarne  di  Fran  LnoTmpe. 
eia  gli  mandajjlro  ^Ambafciatori  a  fupplicamelo ,  come  di  e  afa  utiliffi-  d*  tor  Mac 
ma  al  Pregno;  poi  che  in  luì  manca  uà  continuamente  la  fi>eran%a  di  prò-  IgiYuSa  £* 
creare  figliuoli  wafchil;  Jlaqual  co  fa  figmficò  fubito  per  Jlmbafciatori  mo^  > 
proprij  al  Re  Filippo  ;  ifenfandofi  di  non  batter  potuto  repugnare  al  de  fi  ?itiur©°!;'s& 
deriosì  efficace  di  tutto' l  Pregno,  &  di  tutti  i  popoli  fuoi:  mandò  ancora  &  JpUe  M 
gente  in  aiuto  al  D  uca  di  Gbdlericontra  Filippo  per  diuertire  Maffimi*   Br^gnV*1 
liano  del  paffare  in  Italia,  ilquale  baite  uà  già  da  fé  mede fimo  interrot  Wf^. a 
ti  quefii  penfieri  :  perche  hauendo  intefo  Vladislao  Re  d'angherìa  effere  noToade 
opprejjo  da  graunfima  infermità  ;  sera  approffimato  a'  confini  di  quel  J^p uexi 
Regno,  feguitando  l'antico  defìderio  paterno,  &  fuo  d'infignorirfene,  to  difsiJSè 
frper  le  ragioni,  lequali  affermauano  \l'baueruì.  b  Ver  che  effendo  morto   Jj"  ProP«o 
mohiffimi  anni  innanzi  fen%a  figliuoli  Ladislao  Re  d'Vagberia}&  di  Boe  * «ciae  ingi 
mia,  figliuolo  d'Alberto,  eli  era  fiato  fratello  di  Federigo  Imperatore;  53t£fi^i 
gli  Vngheri,  pretendendo  che  morto  il  fuo  Re  fen\a  figliuoli  non  haueffe  le  pwinSft 
luogo  la  fucceffionc  de' più  proffimi ,ma afpettaffe  a  loro  Telett ione  del  mó^atn 
nuouo  P^haueuano  eletto  per  la  memoria  delle  uirtu  paterne  per  loro 
Re  Mattina,  quello  che  poi  con  tanta  gloriaci  Regno;  si  piccolo  ;moleflò  b  ch'.uo1 
tante  uolte  l'Imperio  potetiffimo  de*  Turchi  :  i/quale  per  fuggire  nelprin  S"  uèdfr" 
cipio  lei  Regno  fuo  la  guerra  con  Federigo;  fi  conuenne  fico  di  non  pi-  Sed^vll't0 
gliar  moglie  ;  acciò  che  dopo  la  una  fu. 1  perueniffe  quel  Reame  a  Fede  rigo,  "liegg"?  ja 
0  a'  figliuoli  :  ilche  benché  non  offeruajfe;  morì  nondimeno  fen?a  figlino-  gìo£v  d- 
li:  neper  qnefio  adempiè  Federigo  il  defìderio  fuo;  perche  gli  Vngheri  elef  Thuro«:  & 
fono  in  nuouo  Re  Vladislao  Re  di Tollonias  :dode  effendo  ricominciate  nuo  ^\chJl  K'lc 
ue  guerre  daFederigo,&  MafJimiUano  con  loro  ;  fi  erano  finalmente  con  tanouei  ii. 
uenuti:&  fiatone  frettato  foìennemente  giuramento  da  i  Baroni  del  Re-  dyn-kLu 
gno,che  qualunque  uolta  Vladislao  moriffe  fen%a  figliuoli  riceuerebbono 
per  R;  Maffimiiiano  :  onde  egli  adirando  a  quefia  fucceffione  lintefa  la 
infermità  di  Vladislao ,  fi  approffimò  a'  confini  dell' Vngheria  ,  omet- 
tendo per  allhora  i  penfieri  del  paffare  in  Italia  :  le  quai  cofe  men  - 
tre  che  tra  i  Trincipi  Oltramontani  fi  trattano  con  tanta  uarietà;  il 
Vonttfice  conofeendofi  inhabile  ad  offendere  fen^a  gli  aiuti  del  Re  di 
Francia  i  Vinitiani,nè  potendo  più  tollerare  di  conjumar e  ignobilmen- 
te gli  anni  del  fuo  Vonteficato;  ricercò  il  Re,  che  lo  aiutaffe  a  ridur- 
re fiotto  l'ubidien^a  della  ChiefaAe  città  di  Bologna  ,&diVerugia  ;  le 


V 


4  a     * 


f. 


quali 


LIBRO 

aLo^bÓ*  Hu*lì  *  appartenendo  per  antichiffime  ragioni  alla  Sedia  ^ipoflolicaiera-  a 
logne  eferif  no  tiranneggiate  l'uria  da  GianPagolo  Baglione,l' altra  da  Giovanni  Ben- 
bt!  Vitiilo"  tiuoglio,  i  maggiori  de  quali  fatti  fi  di  prtuati  cittadini, Capi  di  parte  nel 
rie  delia  cit  le  di feordie  ciuili,&  cacciati,o  ammaccati  gli  auerfariyn  erano  diuenta- 
gna:ne*  qua  t}  affolliti  padroni :nè  gli  baueua  ritardati  ad  occupare  il  nome  di  legitti- 
h  fi  poflono  mt  Principi,  altro  cbe'l  rifletto  de"  Pontefici;  i  quali  nell'una ,  &  nell'ai- 

uedeilcra-  .•  '-  v  «.  •        i    »#  ,     ,l ,  ,        •    ,- 

gioni.chefo  tra  cittariteneuano  poco  piu,cbe  l  nome  nudo  del  Dominio :ptr che  piglia- 
la quella  Uano  certa  parte,bencbe  piccola  dell'entrate,  &teneuonui  Gouernatori 
chiefa;:  ma  in  nome  della  Cbiefaìi  quali,efsendo  la  potentìa,&  la  delibcratione  di  tut 
qUallc  dd Pc  tc  ^  cofe  impor  tanti  in  mano  di  coloro  ,ui  erano  qua  fi  per  ombra,&  per  di 
chctuttaim  moflratione piu,che per eff etti.  Ma  la  citta  diPerugia,oper  la  uicinita 

SaAi^o^eo  fua  a  fyma>°  Per  a^re  occafion'i  era  fiata  molto  più  continuamente  fotta 
pciiinì  perù  pofla  alla  Cbiefa;perche  la  citta  di  Bologna  baueua  nelle  auerfità  de  Po- 
duiicu'uita  teficifpejìeuolte  uariato,bora  reggendo/i  in  liberta  J)or -a  tiranneggiata 
ài  Braccio  ,  da'  fuoi  cittadini, bora  fottopofla  a* principi  ejler ni, bora  ridotta  in  afiolu 
b  Piccino,"  ta  fogge tt ione  de'  Tontefici,&  ultimai amente  ritornata  a  tempo  di  Js^- 
colao  Quinto  Tontefi  ce  ad  obedicnxa  della  Chiefa,ma  con  certe  limitatio 
ni,&  communioni  di  autorità  tra  i  Tontefi ci,&  loro,cbe  rtflando  in  pro~ 
grefso  di  tempo  il  nome,&  le  dimoftrationia  Pontefici:?  tffetto,&  lafo- 
Uan^a  delle  cofe  era  per uennta  inpoteftà  de'  Bétiuoglt: de1  quali  quel,cbt 
al  preferite  reggeua,Giouanni  battendo  a  poco  a  poco  tirato  afe  ogn  icofa, 
&  deprefse quelle  famiglie  più  potenti,cbe  erano  fiate  disfauoreuoti  a 
maggiori  fuoi, &  a  lui  nel  fondar  e, &ft  ab  il  ir  e  la  tiranide,graue  ancora  p 
quattro  figliuoli, che  baueua,lainfolentia,et  lafpefa  de'  quali  cominciaua 
no  ad  efsere  intollerabili ,  &  però  diuentato  odiofo  qua  fi  a  tutti  lafciato 
piccolo  luogo  alla  manfuetudine,&  alla  clemenza;  conferuaua  lafua  po- 
tentia  più  con  la  crudeltà,&  con  Carmi,cbe  con  la  manjuetudine,&  beni- 
gnità.lncitaua  il  Pontefice  a  quefle  imprefe  principalmente  l'appetito  del 
la  gloria:  per  laquale, pretendendo  colore  di  pietà ,  &  %elo  di  religione  al 
lafua  ambitìone;  baueua  in  animo  di  refiituire  alla  Sedia  ^ipoftolica  tut 
to  quello, che  in  qualunque  modo  fi  dice fse  effer gli  flato  ufurpato:et  lo  mo 
ueua  più  particolarmente  alla  ricuperatane  di  Bologna  odio  nuouo  con- 
tra  Giouanni  Bentiuogli:percbe  efìendofi  mentre  nonardiua  (lare a  Ro- 
ma,fermato  a  Cento  Terra  del  Vefcouado  fuo  diBologna,fe  nhebbe  di  not 
te  fubitamente  a  fuggir  e:  per  che  hebbe  auifo,o  uero,o  falfo  eh' e' fu  fse ,  che 
egli  ordinaua  ad infiantia  delTontefice  ^Alefi andrò  di  farlo  prigione.  Fu 
grata  molto  al  l\e  quefla  richiesta  del  Pontefice,  parendogli  hauere  occa- 
fione  di  conferuaryelo  beniuolo:  perche  f apendo  efsergli  molto  moietta  la 
congiuntane  f uà  co'  Vinitiani;cominciaua  a  temere  non  poco  ci/ egli  non 
facefse  qualche  precipitatione:&già  non  erafen^a  fofpetto,cbe  certa  pra 
tica  tenuta  da  Ottauiano  Fregofo  per  priuarlo  del  Dominio  di  Genoua;fu) 
fé  con  fua  partictpatione  :  &  oltra  quello  riputaua  eie  il Bentiuoglio,fe 

bent 


Settimo.  \%s 

bene  fuffe  [otto  la  fua  protettione ,  haueffe  maggiore  ìnclìnatione  a  Ce- 
fareyche  a  lui.  jlggiugneuafi  lo  [degno  fuo  contra  Gian  Vagolo  Baglione 
perhauere  ricufatoyriceuuti  che  hebbe  quattordici  mila  ducati yd andare 
ad  unir  fi  con  l'efferato  fuo  [oprati  fiume  del  Garigliano  ;  &  il  defiderio 
d'offendere  con  l'occafione  di  mandare  genti  in  Tofcana  Vandolfo  Vttruc 
ci;  perche  negli  haueua  mai  pagato  i  danari  promeffi  ;&  fiera  del  tutto 
aderito  alla  fortuna  de  gli  Spagnnoli:  però  prontamente  offerfe  alTapa 
di  dargli  aiuto:  &  all'incontro  il  Vapa  gli  dette  brieui  del  Cardinalato 
d*Ausy&  Baiofay&  f acuità  di  di/porre  de'  benefici]  del  Ducato  di  Mila- 
noycome  già  hebbe  Francefco  Sforma  :  lequali  pratiche  effendo  conchiufe 
per  me%o  del  Ve[couo  di  Sifleron  nuouamente promojfo  ali '  jirciuefcoua- 
do  d'^Aisy  che  per  quefla  cagione  andò  più  uolte  dall'uno  alt  altro  di  loro; 
nondimeno  non  [ufi  pronta  l' efjecut  ione:  perche  hauendo  UT  ontefìce  de- 
ferito qualche  mefea  fare  la  impr -efa;  accade  y  che Maffìmilianoyilqualey 
•  hauendo  rotto  guerra  al  Re  d'Vngheriay  haueua  allentato  il  pen fiero  di  ^ei  ^"JWJ 
paffare  in  Italia  ;fi  pacificò  di  nuouo  con  luiy  rinouato  il  patto  della  fuc~  Umiliano 
ceffioney&  ritornò  in  Jiufiriajacendo  [egniy&  apparatile  dimofiraua  Jev^ha^ 
no  uolefie  pajjare  in  Italia:  allaqual  co[a  deftderando  dì  non  battere  auer-  &  ài  boc 
hfi  i  Vinìtiani  ;  mandò  a  V inetta  b  quattro  Oratoria fignificareia  delibe  "j"*^ 


** 


ratione  fua  d'andare  a  F{oma  per  la  Corona  dell'Imperio  y  ricercandogli  haueua  dato 
concedeffero  il  paffo  a  lmy&  al  [no  efferato,  offtrendofi  parato  ad  afficu-  J^Pahu™ 
rar^li  di  non  dare  allo  fiato  loro  molefìia  alcuna;  anzi  deftderare  di  unir-  cótra  lui,  & 


fi  con  quella  B^publicaypotendo  fi  facilmente  trouare  modo  di  unione  y  che  ra  titto  xi. 

farebbe  nonfolo  con  ficurtàyma  etiandio  con  aumento,&  effaltatione  del^  beilo  dd- 

t'una  partey&  dell' altrayuoltndo  tacitamente  inferirete  farebbe  utilità  impei 
comune  il  congiugner  fi  infieme  contraili^  di  Francia.  Mlaquale  effofi 
tione  dopo  lunga  con  fu  Ita  fu  fatto  nfpofia  con  gratiffime  paroleydtmoftrà-        ^ 

do  quanto  era  grande  il  defiderio  del  Senato  Vinitiano  di  accofiarfi  alla  oratoria 

uolontd  Cuay&  fatis fargli  in  tutte  le  cofe,  che  pot efiero fen^a  graueloro  "  il  Bcbo, 

J         .         ,    .        °  #-,  r>  n-  <  ••_•  •    cneda  Mai- 

pregiudìcioyilquale  in  quefìo  cafo  non  poteua  efiere  ne  maggiore  ne  più  eui  emiliano  fu 
dente:  concio fia  che  Italia  tutta  diff  erata  per  tante  calamitdyche  haueua  \?*°?**?: 
fopportateyflaua  molto  [olleuata  al  nome  della  pafiatafua  con  l'efferato  &%egiftu 
potenteycon  intetione  di  pigliare  l'arme  per  no  lafciare  aprire  la  ma  a  nuo  ^£ °0ft*5 
uitrauagli  ;&  il  mede fimo  era  per  fare  il  Re  di  Francia  per  affi  curare  lo  fbrmeaquc 
fìat o  di  Milano.  Vero  il  uenire  egli  con  efferato  armato  in  Italia  non  effe  ft* 
re  altroché  cercare  potentiffima  oppofitioney  &  con  grandiffimo  pericolo 
lorycontra  i  quali  fi  conciterebbe  tutta  Italia  infume  con  quel  Resegli  co 
fentiffero  il  pafo3  come  fé  agli  interefpproprij  haueffero  pofipoflo  ilbenefi  < 
ciò  comune:  efiere  molto  più  ftcuro  per  tuttiy  &  alla  fine  più  honoreuole , 
per  lui  uenendo  a  un'atto  pacifico,  &  fauoreuole  appreffo  a  ciafcunoypaf 
fare  in  Italia  difarmato:  doue  dimoflrando  non  meno  benignale  potente 
la  Maeflà  dtWlmperio ,  bar  ebbe  grandiffimo  [auore  da  ciafcuno ,  farebbe 

JLa     4         con 


LIBRO 

con  fomma  gloria  conferuatore  della  tranquillità  d'Italia, andando  ad  iti 
coronarfi  in  quelmodo,cbe  innari  a  lui  era  andato  ad  incoronar  fi  il  padre 
fuo,  &  molti  altri  de'  fuoi  prcdeceflbri:&  che  in  tal  cafo  il  Senato  Vinitìa 
no  farebbe  uerfo  di  lui  tutte  quelle  dimoflrationi,&  uffici]  ,cbe  egli  mede- 
fimo  fapejfe  defiderare.QjteHe  preparationi  d'arme,  &  quefle  co  fé,  che  fi 
tratt  aitano  per  Ce  far -e , furono  cagione, che  ricercando  il  Vontefìce, deter- 
minato  di  fare  diprefente  l'imprefa  di  Bologna,al  ì{e  le  ceti  promettergli 
parendogli  non  efier  tempo  da  ftmili  mouimenti;lo  confortaua  amicheuol- 
mente  a  differire  a  tempo,che  per  quello  accidente  non  sbauefk  a  comone 
.    re  tutta  ltalia,mouendolo  a  questo  etiandio  il  foretto, che  i  Vinitiani  non 
fi  fdegn  afiero, per  che  gli  haueuano  fignificato  hauer  deliberato  di  pigliar 
l'arme  per  la  difefa  di  Bologna,  \el  Vontefìce  non  cedeua  prima  loro  le  ra 
gioni  pertinenti  alla  Chìefadi  Faen^a:ma  la  natura  del  Vontefìce  impa- 
ciente,&  precipito  fa  cercò  contra  tutte  le  diffidata,  &  oppofitioni  co  mo 
di  impetuofi  di  confeguire  il defiderio  fuoiperche  chiamati  i  Cardinali  in 
CociHoro,giufìificata  la  caufa,che  lo  moueua  a  desiderare  di  liberare  da' 
Tiranni  le  città  di  Bologna,  &  di  Vcrugia,' membri  tanto  nobili ,  &  tan- 
to importanti  a  quella  fedi 'a  ; fi gm fi co  uolerui  andare  perfonalmente  ,affer 
mando,che  oltra  le  forile  proprie  harebbe  aiuto  dal  Re  di  Tranciala'  Fio- 
rentini,&  da  molti  altri  potentati  aìtalia,nè  DIO  giù  fio  Signore  effe- 
re  per  abbandonare ,  chiaiutaua  la  Chiefafua  :  laqual  cofafignificata  in 
Francia  parue  tanto  ridicola  al  I{,e,che  il  Vontefìce  fiprornettefie  ,fen%a 
efìerne  certificato  altrimenti,l 'aiuto  delle  j ite  genti,  che  ridendo  alla  meri 
fa,&  uoledo  tafiare  la  ebrietà  fu  a  nota  a  ciafcuno;difie  che  il  Vapa  la  fera, 
innanzi  doueua  efierfi  troppo  riscaldato  col  uìno,  non  fi  accorgendo  anco 
ra,che  quefta  impetuofa  deliberatone  lo  coftrigneua,o  a  uenire  in  mamfe 
Roma  Papà  fla  controuerjìa  con  lui,o  a  concedergli  contra  la  propria  nolontà  le  gen- 
Giuiio  ii  .a  tifue .  Ma  il  Vapa  non  affettata  altra  rifolutione ,  era  con  cinque  cento 
fio  id50A5gco  huomini  d'arme  a  ufcitodi  t{oma:&  hauendo  mandato  Antonio  dal  Mon-   * 
34. cardina  te afìgnificare  a3 Bologne fi  lafua  uenuta,&a tomàdare,che  prepara fie- 
huomini00,  ro  di  riceuerloì&  di  alloggiare  nel  Contado  cinquecento  lande  Francefi; 
d'arme  dice  procedeua  innanzi  lentamente, hauendo  in  animo  di  non  pafiar  Ver  ugni , 
Buonacc.  ^  ^r\ma  riQ  era  certificato, che  legeti  Fracefi  uenifìero  in  aiuto  fuo  :  della 
t»  a  omie  uenuta  delquale  temendo  Già  Vagolo  Baglione  confortato  dal  Duca  d yr 
Giulio  Pna  bino,&  da  altri  amici  fuot,&  fotto  la  fede  riceuuta  da  loro;andò  ad  inco 
quido  ui  fu;  trarlo  b  ad  Oruktoìdoue  rimettendo  fi  totalmete  alla  uolontàfua,fu  ri-   b 
PomXpra  ceuuto  in gr  ai  i  a, b  addogli  promefio  andar  feco  in  perfonayet  menar  ceto 
ìi  fiume  Pa  cinquata  buomini  d \trme ':la feiar gli  ne  Ile  mani  le  Fortezze  di  Verugia,et 
iomehfuodfU  delVerugino,&  la  guardia  della  città,  &  dadofiaticbiperVofieruanx* 
poi  chiama  due  figliuoli  al  Duca  dYrbino.fatta  quefta  compofitione,d  Vontefìce  en- 
iTofcofifoi  tròinVerugiafen-zafor^ì&inmodo,  cheerampoteftà  di  Gian  Vaga- 
ne Cipriano  [Q  di  farlo  prigione  con  tutta  la  Cone,fe  bauefìe  faputo  far  rifonare  per 

tutto 


SE    T    T    t    M    0.  Tg9 

tutto  il  Mondo  in  cofiì  sì  grande  quella  perfidia ,  laquale  haueua  già  infa- 
mato il  nome  fuo  in  cofe  tanto  minori.    Vài  in  Terugia  il  Cardinal  di  J^er- 
bona  uenuto  in  nome  del  He  di  Francia  a  confortarlo  y  che  differire  ad  altro 
tempo  limprefa y  &  efcufarey  che  fé  bene  il  Re  defideraua  mandarli  legen- 
ti,nonpoteuaper  ifofpetti  grandi,  che  haueua  di  Cefare;àifarmare  il  Duca- 
to di  Milano  :  della  quale  imbafciata  commoffo  marauìgliofamente y  né  mo- 
lando per  queflo  ^  di  uoler  mutare  fententia  ;  cominciò  a  follar  finti ,  & 
accr  e  fere  tutte  le  proui fiorii:  &  nondimeno  fu  creduto  da  molti  y  che  atte  fé 
le  diffiditi k ,  che  fi  dimoflrauano y  &  la  natura  fua  non  implacabile  a  chr 
glicredcua ,  che  fé  il  Bentiuoglìo ,  che  per  fuoi  ambafeiaton  haueua  offerto 
dimandargli  tutti  &  quattro  ì  figliuoli  fuoi ,  ft  fuffe  difpoflo  ad  andar  ui  » 
come  haueua  fatto  Gian  Vagolo  perfonalmente ,  harebbe  trouato  qualche 
forma  tollerabile  alle  cofe  f>.e .  In  che  mentre  non  fi  rifolue  per  fé  fiefìo  ,  ò 
fecondo  dicono  alcuni,  mentre  è  tenuto  foftefo  dalla  contradittioue  della  mo- 
glie ;  hebbe  auifo ,  che  il  Re  di  Francia  haueua  comandato  a  Ciamonte,  che 
undaffe  perfonalmente  in  aiuto  del  Tontefice  con  cinquecento  lande  : perche 
il  Re  ?  fé  bene ,  trouandofi  allhora  il  Cardinale  di  Roano  affente  dalla  corte  ; 
fuffe  fiato  inclinato  a  non  le  concedere  ;  nondimeno  confortato  poi  al  con- 
trario da  Roano ,  &  confiderando  quanta  ofefa  farebbe  al  Tapa  il  dene- 
gargli quel  che  non  folo  da  principio  gli  haueua  promefio  ,  ma  etiandio  flì- 
molato  a  uolerlo  ufare  ;  mutò  fententia  f  indotto  ancora  a  queflo  più  facil- 
mente, perche  le  dimoflrationi  di  Ma/fimi liano  erano  già  fecondo  la  fua 
confuetudine  cominciate  a  raffreddare,  &  il  Tontefice  per  fatisfare  in  qual- 
che  parte  al  Re  era  flato  contento  promettergli,  benché  non  per  ifcritturay 
ma  con  femplici parole ,  che  per  caufa  delle  terre  di  Romagna  non  molefle- 
rebbe  mai  i  Vinitiani  :  &  nondimeno  non  uolendo  aflenerfi  da  dimofirare 
effergli  fiffo  nell'animo  queflo  defiderio  y  andando  da  Terugia  a  Cefena  pre- 
fe  la  uia  de'  monti  :  perche  fé  fuffe  andato  pel  piano  y  era  neceffitato  paf- 
fareper  quello  di  Rimini,  che  gli  occupauan  i  Vinitiani.  *A  Cefena  ammoni  ^"l"® 
fono  grauiffime  cenfure  y  &  pene  fpirituali ,  &  temporali,  il  Bentiuoglwa  uè  ?  il  buo~ 
partir  fi  di  Bologna  y  eflendendole  a  chi  adheriffe ,  ò  conuerfaffe  con  lui  :  nel-  "hf  ciama 
qual  luogo  hauendo  hauuto  auifo ,  Ciamonte  effere  in  camino  con  feicento  tehaueuao? 
kneie ,  &  a  tre  mila  fanti ,  i quali  fi  pagauano  dal  Tontefice  ;  ripieno  di  £  ZÌott 
maggiore  animo,  continuò  fenica  dilatione  il  camino  :  &  sfuggendo  per  la  do,chectrt 
mea  .fima  cagione ,  per  laquale  haueua  sfuggito  Rimìni ,  di  pafiare  per  il  *£. £"£  ,* 
temtoriodi  Faen*za,  prefa  la  uia  de'  monti,  benché  difficile  y  &incom-  »»  Imola  a 
moda  y  per  le  Terre  pofiedute  di  la  dali spennino  da  Fiorentini  y  an-  £c?$o£dà 
do  b  ad  Imola  >  douefi  raccogliete  l  efferato  fuo:  nelquale  olir  a  molti  fan  -  «  fra  lui  * 
tiy  che  haueua  fidati  y  erano  quattrocento  huomìni  d* arme  a  gli  flipendij  gii0fou?of. 
fuoi  :  Gian  Vagolo  Baglione  con  centocinquanta  >  cento  prefiatigli  fiotto  fa.  PrattiJ\ 
Marc  ^m- omo  Colonna  dax  Fiorentini  y  cento  prefiatigli  dal  Duca  di  Ferra-  ma^óheb! 
ra ,  molti Strad ioni  faldati  nel  Regno  duopoli  y  &àu:gento  caualìi  leg-  be  effetl°* 

gierì 


LIBRO 

»  Mario  t»  gjeri  menatigli  dal  Mar che fedi  Mantoua  deputato*  Luogotenente  dell' e  j 
Tèfue  croni  fercito.  Dall'altra  parte  in  Bologna  non  haueuano  i  Bentiuogli  ceffato  di 
vhe  di  Man  fare  molte  preparationi ,  fperando  fé  non  di  efftre  difefi ,  almeno  di  non 
li  breue,pec  effert  offe  fi  da  Fr  ance  fi:  perche  il  Re  ricercato  di  fujjidio  da  loro  fecondo 
loquai papa  g/;  Mighi  della  prctettione  ;  haueua  rijfwfto  non  potere opporfi  con  l'ar- 
chi*™ Fran  me  alllmprefa  del  Tontefice;ma  che  non  darebbe  già  ,  né  gente ,  né  »  iato 
Cd<M  G  hZa  contra  l°ro:  donde  fi  confidauano  di  potere  facilmente  refiftere  all'tfferci- 
re  di  Manto  to  Ecclefiaftico ,  Ma  mancò  loro  ogni  fperan%a  per  la  uenuta  di  Ciamon- 
UcnLe  d1°r  te:  ^Hua^e  »  benché  per  il  camino  haueffe  dato  a  gli  huomini  loro  uarie  ri- 
ta  chiefa:&  ffofi e  ;  nondimeno  il  dì  che  arriuò  a  Cafiel  Franco  nel  Bolognefe ,  che  fu  il 
moiaV*  ì"  medi  fimo  dì,  che  il  Marche  fé  di  Mantoua  con  le  genti  del  Tontefice  occu- 
d*  ottobre  pò  Cafiel  San  Tiero  ;  mandò  a  lignificare  a  Giouanm  Bentiuoglio  ,  che  il 
ls°**  Re  non  uolendo  mancargli  di  quello  ,  a  che  era  tenuto  peri  capitoli  della 

protet tiene;  mtendeua  confermargli i  benifuoiy  &  operare,  che  lafciando 
il  gouerno  della  Città  alla  Ch  ie fa  ;potf.ffe  ficur  amente  godendo  i  fuoibe- 
rà3habitare  co  figliuoli  in  Bologna,ma  quello  in  cajo,chefra  tre  giorni  ha 
ueffe  ubidito  a  comandamenti  del  Tontefice.  Donde  il  Bentiuoglio ,e  i  fi- 
gliuoli ycbe  prima  con  grandi fjìme  minaccie  haueuano  publicato  per  tutto 
di  uolcrfi  di  fender  e, caduti  interamente  d'animo>&  dimeticatifi  dell' b  in- 
crepatone    cnpat  ione  fatta  a  Tiero  de'  Medici,  chefen^a  effuftone  dijanguefi  fuffe 
il  legge  nei  fuggito  di  Firenze, rifilo  fono  uolere  rimetter  fi  in  arbitrio  fuo  ,  fupplican- 
Vz.io.b.  nei  doloycbe fuffe  operatore,che almeno  ottenefjero  conditioni  tollerabili:  pe- 
f a  "r'Sn'è  r°  eglhcb'era  gì**  uenuto  al  Tonte  a  Reno  uicino  a  Bologna  tre  miglia, in- 
rjprefoii  Po  ter  ponendo  fi  col  Tontefice,conuenne,che  fuffe  lecito  a  GiouanniBentiuo- 
ca^ia  [ìHj  gli,  &  a  figliuoli,  &  a  Gineura  Sfor%a  fua  moglie  partir  fi  ficur  amente 
io  errorejdi  da  Bologna ,  &  fermar  fi  in  qualunque  luogo  uolefiero  del  Ducato  di  Mi- 
prcndkmoi  lano:^aueffero  faculta  di  uendere  ò  di  cauare  di  Bologna  tutti  i  mobili  lo- 
ro, nèfuffero  moltfìati  né  beni  immobili ,  che  con  giufto  titolo  poffedeua- 
nodequali  cofe  conchiufe  fi  partirono  fubito  da  Bologna,  ottenuto  da  Cia 
monte,alquale  dettono  dodici  mila  ducati ;ampUffmio  faluocondotto ,  con 
promefìo  per  fcrittura,di fargli offeruare quanto  fi conteneua  nella  pro- 
tettone del  Re;  &  che  poteffero  ficur  amente  babit  are  nello  fiato  di  Mi- 
lano .  Tartitii  Bentiuogli ,  il  popolo  di  Bologna  mandò  fubito  Oratori 
al  Tontefice  a  dargli  liberamente  la  Citta ,  cjr  a  chiedere  folo  l'affolutio- 
ne  delle  cenfure ,  &  che  i  Francefi  non  enti afferò  in  Bologna:  i  quali  mal- 
patientidi  regola  alcuna,accoftatifi  alle  mura,fecionofor%a  Centrami  : 
ma  effendo  fatto  loro  refifien%a  dal  popolo ,  fi  alloggiarono  appreffo  alle 
mura  tra  le  porte  di  S.Felice,&  di  Sarago^a  fui  C  anale, ilquale  deriua 
to  dal  fiume  del  Reno ,  pafjando  per  Bologna  conduce  le  nani  al  camino  di 
Ferrara,  non  fapendo  effereinpotefla  de  Bologne  fi  con  l' abbaffare  nel 
luogo ,  oue  l'acqua  del  canale  entra  nella  Citta ,  una  cateratta  di  ferro; 
inondare  tutto  il  paefe  circo(ìante:ilchehauendo  fatto,  il  canale  gonfiato 

d'acque, 


SETTIMO.  "rpo    aDiquefti 

tacque,  *  innondò  il  luovo  baffo ,doue  allozziauano  i  France fui quali  lafcia-  fi  tatù  ìm- 

k,„L  /V™f— ;„!;«.;.    -fc»-ÌLjur.^^-A— "S    /T-^ -^  J^k^/!*~-^.   tag«mi,diia 


rf/gd/e  co«  grandifjìma  pompa ,  e£"  co«  tatte  /e  cerimonie  Tonteficali  n'entrò  ic  ciltà  con 
wzo/£ o  folennemente  il  giorno  dedicato  a  San  Martino  :  cofi  con  grandijjìma  fe  i"5j!"io 
felicita  de  Bologne  fi  uenne  in  poteftà  della  Cbiefa  la  Città  di  Bologna,  Città  qUC  s»  bino 
numerata  meritamente  per  la  frequentiti  del  popolo,  per  la  fertilità  del  teni-  al.ui,??e™L 
torio ,  &  per  la  opportunità  del/ito  tra  le  più  preclare  Città  d'Italia  :  nella-  rjeT£t  mi  k> 
quale,  benché  il  Tontefice ,  conflituiti  i  Magi/irati  nuouiad  effempio  de  gli  ucnp™J° 
antichi ,  rifiruaffe  in  molte  co  fé  fegni ,  &  imaginedi  libertà  ;  nondimeno  in  satisfai  a 
quanto  alteffettodafittomeffe  del  tutto  alTubidientia  della  Chiefa,liberaliffi  5^j£*j 
mo  in  queflo , che  concedendo  molte  efentioni;fi  sformò, come  mede/imamente  no  i'tSéi  ri- 
fece in  tutte  l'altre  Cittàdifare  il  popolo  amatore  del  Dominio  Ecclefiaflico.  j°  Cartai?  ' 
jl  Ciamonte ,  che  fé  ne  ritornò  incontinente  nel  Ducato  di  Milano  ,  donò  il  fono  cotu- 
Tontefce  otto  mila  ducati  perfe,&  dieci  milaper  le  fue  genti;&  gli  confer-  jj^  "^ 
ma  per  bolla  la  promeffa  fattagli  prima  dipromuouere  al  Cardinalato  il  Ve-  no  imp.  de' 
fcouo  d  .Albi  fuo  fratello  ;  &  nondimeno  uolto  con  tutto  l'animo  alt  off  e  fé  de'  J, ?*"  "'^ 
Vinitiani  per  lafciare  piuflimoli  al  Re  di  Francia ,  &  al  Cardinal  di  Roano  l'hauea  ma- 
difouenirlo;non  uolle  fecondo  l'inftantia ,  che  gli  era  fattale  i  brieui  concedu-  pentiva 
ti  da  fi  publicare  alìhora  Cardinali,  *AuSy  &  Baio  fa.  Tafiò  in  queflo  tempo  di  Tea  afa  n 
per  mare  in  Italia  il  Re  d  ^Aragona:  alquale  innan%i  s'imbar  caffè  a  Bar  cello  „cCf.™  uh" 
na  uenne  unhuomo  del  Gran  Capitano  ad  offeritegli  pronto  à  riceuerlo ,  &  neArmeno: 
àpreflargli  l'ubidien%a  :  alquale  il  Re  confermò  non  filo  il  Ducato  di  S.*An-  toqlJa  ^e^À 
gelo ,  ilqualegli  haaeuagià  donato  il  Re  Federigo  ,  ma  ancora  tutti  gli  altri  città  al  Re 
flathche  per  entrata  di  più  di  uentimila  ducat'hpoffedeua  nel  Reame  di  7s(a-  prim0genb 
polixonfermogli  l'ufficio  del  Gran  Conteflabile  del  mede  fimo  Regno:  &  gli  to  di  Folco 
promoffeper  cedola  difua  mano  il  Maeflralgo  di  S  Iacopo:  &  però  con  mag-  iufa!envhe 
b  giorefl>eran%a  b  imbarcato  fi  a  Barcellona,  &  honoratamente  riceuuto  per  or  co  Corrado 
dine  del  Re  di  Francia  infieme  con  la  moglie  in  tutti  i  porti  di  T?rouen%a  ;fu  &  c6  Lodò 
e  colmedefimohonore  riceuuto  nelporto  di  Genoua;  cdouel'ajpettauail  Gra  uico  *cu^ 
Capitano  andato  con  ammiratone  di  molti  a  rincontrarlo-.perche  non  filo  ne  iano  airaiTe 
vii  huomini  uol%ari,ma  etiandio  nel  Tontefice,era  fiata  opinione, eh' e?li,co~  dL°'/,5c  ?  * - 
Jcio  della  inobedientia  pajjata  ,&  de  Jojpetth  i  quali  il  Re,forje  non  uana-  tc   daii'ac- 
mente  haueua  hauuti  di  lui ,  fuggendo  per  timore  il  fifiettofuo  pafferebbe  in  ^eJV^ 
Jfpagna ,  Vanito  da  Genoua ,  non  uolendo  con  le  galee  fonili  difeoflarfi  da  cjni  q.afi 
terrafiette  più  giorni, per  non  hauere  i  uenti  proceri,  in  Torto  Fino  :  doue  fo™mesr>ha' 
i  mentre  dimora  gli  fipragiunfe  auifo ,  che  il  Re  d  Filippo  fuo  genero  giouane  (f€  mai  non 
danni,&  di  corpo  robuftiffimo,  &  fanifjimo, nel  fiore  della  fua  età ,  &  cofli-  ^[^btle 

Vucfpergefe  :  5c  quel  di  Federigo  1 1.  Imperatore  l'anno  1240.  (òtto  Milano  vicino  a  Locate  :  ouc  i  Milaneu 

aperti  i  canali  dell'acque  df  1  Labro,  &  dell'Adda  i  allagarono  tutto  l'efferato  nimico  . 

b  Di  (òpra  ho  detto,cheilRe  Catoiico  s'imbarcò  a  Barcellona  a  4.  di  Settembre  i$o6.  con  so.vele  . 

C  II  Giouio  dice  ,che  il  Gran  Capitano  incontrò  il  Ke  pallàto  il  promontorio  di  Mifèno  . 

d  Filippo  Re  di  Cartiglia  morì  d'età  di  25   anni  come  fcriueil  Giouio,  hauendolaiciato  diGiouanna  lua 

moglie  lei  figliuolì,Carlo,6c  Ferdinando, che  furono  Imperatoria  quattro  femine,  Leonora,£lifabetta>M.a 

ria,  5c  Caterina,  Tolidoto  Vergilio  &  altri  • 


T.    I    B    R    O 

finito  in  tanta  felicità)  dimoflrandofi  benefpejfo  marauigliofa  la  uarietà  dei- 
Li  fortuna^  era  perfebre  duratagli  pochi  dìpaffato  nella  Città  di  Burgus  aitai 
tra  uita:&  nondimeno  il  Re, che  per  molti  fi  credettero  per  defiderio  dipi- 
nture il  goncrno  di  Cafiiglia  uolgcffe  fubito  le  prue  a  Barcellona  continuando 
il  camino  di  prima;enùrò  quel  mede  fimo  giorno  nel  porto  di  Gaeta,  che  ilTo 
tef.ee  andando  a  Bologna  era  entrato  in  Imola:  onde  condotto  a  J^apolLfu  ri- 
a  Moiti.ciie  ceHrt0  jn  quella  Citiàgffueta  a  uedere  i  Re  jlragoncfi ,  con  grandijfima  ma- 
uiuì  »  aff«-  gmfxcntia ,  &  honore,  &  con  molto  maggior  defiderio,  &  emettanone  ditut- 
n>a  iw ,  che  f  •   pCYfiuLdcndofi  ciafcuno ,  che  per  mano  d'un  Re  qloriofo  per  tante  uittoric 
da  Lire  i.o  bauittc  conerà  gì  infedeli ,  &  contra  i Chrijuani ,  uenerabdeper  openwne di 
t!cT  CHJ  aiì  \rni  J€ntiay  &  del  quale  rifonauafama  chiariffimo  ,  che  hauefie  con  [ingoiar 
cechi  pj*e  giufiiti£t\e  tranquillità  gouernato  i  Reami  fuoi;doiteffe  il  Regno  di  ISlapoliri- 
ita  «  .l  ru  do*  àoyayn  fa  tanti  affanni,&  oppre(Jìoni,&  ridurfi  in  fiato  quieto,  &  felice,& 

medici,  to-  J  •>  ,    -v      ,  rrin  •  »i     /•"■/« 

me  o  ii  cri  -  reintegrarli  de  porthche  con  dijpiacere  non  piccolo  di  tutto  l  Reame  ui  tene 
*!*}'? i,  fi  Vi  mn  o  i  Finii  iani.  Concorrono  a  Tslapoli  prontamente  Oratori  di  tutta  Italia, 
da  k  mede-  non  folo  per  congratularfi  3  &  honorareun  tanto  principe ,  ma  etiandio  per 
feTu  l\ '. mi-  uar-€ pitiche, &  cagionhperfuadendofi ciafcuno, che  con  l'autorità, &  pru~ 
(e  n  e  :om  3  denti  -ifita  hauefìe  a  dare  forma,  &  ad  efiere  il  contrapefo  di  molte  co  fé.  Ter- 
Dio-nùhe  cicche \&  il  Pontefice ,  benché  mal  fatisfatto  di  lui ,  perche  non  haueua  mai 


più  per  ™y.  mandato  ^tsrìvaf datori  a  dargli  fecondo  l  ufan%o  communefobedien%a,  cer- 
oT£vUaA  $&&  d'incitarlo  contra  i  Vinitiani  ,penfando,  che  per  ricuperare  i  porti  della 
d:i  geiKia  ri  guglia  hauejfe  defiderio  della  baffeT^a  loro;  e  i  Vinitiani  fi  ingegnauano  di 
ila  Tcon  la  conferuarfelo  amico;e  i  Fiorentini,  &gli  altri  popoli  di  Tofana  trattauano 
quale  fece  dtuer fornente  con  lui  per  le  cofe  di  Tifa,  moleflate  queflo  anno  meno,  che  Ufo 
di  fua  manp  lito  dall'arme  de  Fiorentiniiperche  non  haueuano  impedito  le  loro  ricolte ,  ò 
effend01™!!  flmcc^  dalle  ffefefo  perche  la  giudica/fero  per  l'efierien^a  degli  annipaffa- 
è\  bellini-  ti  cofa  uana fapcndo ,  che  i  Genouefh  e  i  Lucchefi  erano  infiemeper  uno  anno 
mo  igeg  no .  conuenud  difòflentore  con  Jpefa  certa,  &  determinata  quella  Città  :  allaqual 
b  Qjue  ftacó  WJa  gli  haueua  prima  confortati  Tandolfo  Vetrucci ,  offerendo ,  che  i  Sane  fi 
gmea  cótta  farebbono  il  mede  fimo:  ma  dall'altra  parte  manifefiando  con  la  fua  confucta 

il  Duca  Ai-   J,      j.    .    ,  ri/»  ,      .'     r    .    .  li  ì     cri       C 

§o  n  io  d  i  Fer  duplicità  quel  che  fi  trattano,  a  Fiorentini ;ottenne  da  loro,  perche Jijeparaj- 
lara ,  è  de-  fe  da  gli  aliri,chefi prorogajfe per  tre  anni  la  triegua,  che  ancora  duraua  tra 
Glorio  nei  /  Fiorentini,  e  i  Sanefi;ma  con  patto  efpreflo,che  a  Sane  fi,  &  a  Tandolfo  non 
h  aS  dfC-f  fufic  few*0  <JiCtre  amt0  alcuno  a  Tifani;con  laqualefcufa  afienendofi  da  jpen- 
ma  G\o.  hai  Jerepcr  loro3non  ceffona  neU oltre  cofe  quanto poteua  di  configliarglh&fa- 
d^nJ'T1'  U0YlY(ll1'  Succedette  l  anno  mede  fimo  dalla  tragedia  cominciata  ima%i  a  Fer- 
commenta  rarOMuouo,& 'grane  accidente ^perche  Ferdinando  fratello  del  Duca  jllfon- 
rideiic  cofe  fo^  QiHlìo,alquale dal Cardinale erano  fiati trattigli occhi,  ma  ripoftìfen 

periata     ■  ,,       iti  »<  »  n        _/      i-»-  j  '        j*   " 

fa  uà  q  uà  a  %a  prcàua  del  lume  nel  luogo  loro  per a  prejtop  &  diligente  cura  de  media  ;  a 
Ìflnv^u~  fi  erano  b  connurati  in fieme  contra  lauita  del  Duca,  moffi,  Ferdinando,  che  l 
nota  to  al  n  era  il  fecondo  genito  per  cupidità  di  occupare  quello  fiato;  Giulio  per  non  gli 

dente  iiÉro"  Parerc  > che  ^fonfo  fifufie  rifeutito  dell  ingiurie  fue  >  &  perche  non  poteua 

jperare 


S    E    T    T    I    M    O. 

fptrare  di  Mendicar/}  contra  il  Cardinale  con  altro  modo:  a9  quali  configli 
interueniua  U  Conte  ^Albertino  Bufcbetto  gentil' buomo  di  Modena  :  cjr' 
battendo  corrotto  alcuni  di  uile  condìtione,cbe  per  eatìfà  di  piaceri  erano 
affidui  intorno  ad  ^Alfonfo-yhebbono  molte  uolte  facilità  grandiffvnad'am 
maygarloma  ritenuti  da  fatale  timidità,  lafciarono  fempre  p  affare  l'oc 
cafione;in  modo,che  come  accade  qua  fi  fempre*  quadofi  differìjct  l'ejfecu 
tlone  delle  congiure;uennta  la  co  fa  a  luce  furono  incarcerati  Fcrdlnado  > 
0*  gli  altri  partecipi^  G'udio,cbe  feoperta  la  co  fa,  fi  era  fuggito  a  Man 
,  tona  allaforellaifi  pi  r  ordine  del  Marche  fé  condotto  a  prigione  ad  Jtlfon  a   f\x  Dos 
io ,  riceuuta  da  lui  promeffa  di  non  e//  nuocere  nella  Ulta  :  &  poco  dipoi  Giu}10  tc"* 
/quartato  ti  Conte  ^Albertwo,&  gli  altri  colpeuoli;  furono  amendne  ifra  ne  durante 
telli  condannati  afìare  in  perpetua  carcere  nel  Caflel  fiotto  di  Ferrara.  ^^S^ì 
*Né è  da  paffare  cofilentio  l' audaci  a, &  l'induflria  del  Valutino, ilquale  in  Hercòie  ** 
quelli  tempi  mede  fimi  con  fot  tile  modo  calatofi  per  una  corda  della  rocca  j^ienU^i 
di  Medina  del  Campo, fuggì  nel  Sdegno  di  Ts[auarra  al  Re  Giouannifra  tello  tonfo  n.  tu 
della  fua  moglie:doue  accioebe  di  lui  non  s'habbia  a  fare  più  mentirne  %di-  Sfe^S 
morato  alquanti  anni  in  baffo  $ìato,perche  il  Fgdi  Francia,ilquak  prima  co:  mi  ?en- 
gli  baueua  confi fcato  il  Ducato  di  Valen7a,&  toltogli  la  peafione  di  uè  ti  rlnp^S! 
mila  franchi  confegn  atagli  in  [upplimento  dell'entrata  fromèjja ,  non  gli 
permeffe,per  non  fare  cofa  molefla  alì\ed'  jlragona,f  andare  in  Francia: 
fu  finalmente, effendo  con  le  genti  del  Kg  di  ISJauarraacampo  a  Viana  ca- 
mello ignobile  di  quel  Bearne, e  oh  attendo  contra  inimici,  clic  fi  erano  feo- 
pertìa' uri  aguato,  ammainato  drun  colpo  d'una  giannetta  .  jilta  fine  dì 
quefi  anno,acciocbe  fanno  nuouo  non  cominciaffe  fen?a  materia  di  nuotie  b  Della  ci* 
guerre,feguitò  la  rìbeWonede  Cenoue fi  dalla  diuotione  del  %  di  Fràcia,,  ^diaGnenno0" 
non  moffa  da  altri,  che  da  loro  mede  fimi  -,  ne  cominciato  il  fondamento  di  iaiao  ,pee 
defiderw  di  ribellar ft,ma  dadifcordie  ciuili,cbe  traportarono  gli  huomini  Jjjfrica 


IO 

ricordi 


più  oltre,cìx  non  erano  fiate  le  prime  deliberationub  La  Città-di  Genoua,  taact  uedu 
citta  ueramete  edificata  in  quel  luogo  per  l'Imperio  del  mare*  fé  tanta  cp  ^senal» 
port unità  rio  fuffe  fiata  impedita  dal  pefti fero  ueleno  delle  difeordie  ciuilr,  g* »  ««mot 
non  è  come  molte  dell'altre  d'Italia  fottopofla  a  una  fola  diu\fione,ma  di-  £  $$*& 


quaffatemolte  città,tra  i  gt 

miniai  popolari-.perdjt  i  popolari  non  uolendo  fopportare  lafuperbia  del  £« 'laroe* 

la  nobil:à,raff renarono  U  potentia  loro  con  molte  ftueriffime,& afprifìi-  Bonfotfò- 

me legg-.&tra  l'altre  battendo  lafchta  loro  portione  determinata  in  qua  l'hiftonc , 

fi  tutti  gli  altri  magfirati,&  bonoriygli e fcludono  particolarmente  dalla  ^c°in°eu* 

degnità  del  Doge:  ilqiial  magHratofupremo  a  tutti  gli  altri ,  fi  concede-  na:  paolo  ia 

uà  per  tutta  la  uiva  di  chi  era  eletto  ;  benché  per  la  infìabilità  di  quella  r*ranna  :.^ 

citta  a  munoforjey  o  a  pochifshnifu  permefjo  continuare  tanto  bonorefi-  Mons.vber 

no  alla  morte.  Ma  non  è  dmifione  meno  potente  quella  tra  gli  .Adorni,  ^J^1^ 

ti 


LIBRO 

a  trailo  do  e  l  *reZ°fi:*  Vm^  dì  cafc popolari diventati a  Cappellacci(cofi  chiamano i  Gè  l  ■ 
n^nda;  i  co  Tioucfi  coloro,  che  fono  afeefi  a  molta  grandezza)  contendono  infieme  la  de» 
popbiflflf '&  S®tà  del  Doge  >  continuata  moti  anni  quafi  Jempre  in  una  di  loro  :  per,  he  ì 
arteria,  che  gentil  huomini  Guelfi,  &  Ghibellini  non  potendo  e ffi per  la  prohibitwne  del 
Vi*  Sfanno  le  ^£8*  confeguirla;procurauano  >  ctiellafufte  conferita  né*  popolari  delia  fat 
te!  icua  tióe  ;  t'iouc  mcdefimai&fauorendo  i  Ghibellini  gli  ^Adorni,  e  i  Guelfi,  i  Frego  fi  ,  fi 
e  appc«e"1  fcccro  *n  pyogreffo  di  tempo  quefle  due  famiglie  più  illuflri ,  &■  più  potenti  di 
pere  he  cn-  quegli,  il  nome  de  quali,  <£r  l' autorità  foleuano  prima  feguitare:  &fi  confort 
eonP  cattiua  dono  di  forte  quefle  diuifìoni,chefl>efio  quegli,  che  fono  d'una  mede f  ma  par» 
cappa,  y  cfc.  te  conti  a  lapartc  oppofita,fono  etiandio  tra  loro  diuifi  in  norie  parti ,  &  per 
contrario  congiunti  in  una  parte  con  quelli,che  feguitano  uri  altra.  Ma  comin 
ciò  quefi'anno  ad  accender  fi  alter  catione  tra  inobili,e  ipopolari:  laquale  ba- 
ttendo principio  dall' infolentia  dì  alcuni  nobili,  e  trouandoper  l'ordinario  gli 
animi  deltuna,&  ì  altra  parte  mal  dijpofli;fi  contieni  preflamente  di  conten 
tioni  private  in  difcordiepubliche,  più  facili  a  generar  fi  nelle  città ,  cornerà 
b  Per  l'ec-  allhora  Gcmua b  molto  abbondante  di  ricchezze:  lequali  trafeorfono  tant'ol  ® 
e  hczze  a'pci  tre  che  il  popolo  concitato  tumultuo fament  e  alt  arme,  &  uccifo  c  uno  della  fa  c 
io    dice  il  miglia  d'Oria*  & feriti  alcuni  gentit  huomini  ;  ottenne  più  con  la  molenda, 
N^bio ,  che  che  con  la  uolontà  libera  de  cittadini,  che  ne'  configli publici.  ne'  quali  inter 
tennero  in  uenrierQ  pochi  (fimi  della  nobiltà  ;ftflatuiffe  il  dì  fedente,  che  de  di  uffici},  i 

Genouacjue  .    .  .     ^ 

fte  difeor- 
die:  perciò- 

ceuano  i  no  allaqual  deliberatione  per  timore,  che  nonfifaceffero  maggiori  fcando  li ,  ac» 
bili  ìnfoien  CGnfe7ìt)  ^occalbertino,  che  in  uè  e  e  di  Filippo  di  Raiuflcngouernaiore  Regio 
bri  inuidio  allhora  adente ,  eraprepoflo  alla  città  :  &  nondimeno  ipopolari  non  quietati 

fi  .  Altri  di-  ^ 
ce,chediq-  F 
fìj  tumulti     de 

dÌn?lLcn0Ì  ficuranellapatrìafe  n'ufeì  fuori,  ritorno  dlF rancia  a  Genoua  finitamente, 

pa  a    rapa,     J  1  ?  ;?•_/"         r        ■    A 

G\v\\o.  intefe  quefle  alterazioni  il  Gouernatore  con  i  >  o.caualu,  &  joojanti:  d  ma  ' 
Chiaìmòtvi^  nonpotette  ne  con  l'autorità ,  ne  con  leperfuafioni ,  né  con  le  for%e  ridurre  in 
icome  Do-  parte  alcuna  le  co  fé  aftatomigliore:  an%i  ^fognandogli  jpejfo  accommodarfi 
scaltri  nob'i  a^e  Molontàpopoìari;comandò  che  alcune  altre  genti ,  che  lofeguitauano,ri- 
li  ci  furono  tornaffero  indietro.  Da'  quali  principe  diuent  andò  lamoltitudine  continua* 
d7Nebioefc'  mente  più  infoiente,  &  effendo ,  come  communemente  accadenelle  città  tu- 
u  ni  latto  multuofe  il  reggimento ,  contra  la  uolontà  di  molti  popolari  honefli ,  caduto 
cho'in  Gè-  1uafi  interamente  nella  feccia  della  plebe ,  &  hauendo  creato  da  fé  fieffaper 
r»oua  Tarla  capo  del  fuo  furore  un  magijlrato  nuouo  d'otto  huomini  plebei  con  grandiffi- 
innpif4h:'"-  ™a  autcrità,i  quali  accioche  il  nome  gli  concitale  a  maggiore  infama  chiama 
quale  da'  uoìio  Tribuni  della  plebe ^occuparono  con  l'armi  la  terra  della  Spetie,  &  altre 
Sdad  ^uc  tene  ^1*  nuiera  di Leuante,  gommate per  ordinatane  del  Re  da  Gian  Luì 
mila  fanti .  gì  dal  Fiefco.  Querelo  ffi  di  queft 'infolentie  al  Re  in  nome  di  tutta  la  nobiltà , 
vefe.  d.  Ne  ^  ^  i>int€reft0fu02YoprÌQ  Gianluigi ,  dimoflrandogli  il  pericolo  manife- 

fto 


quali  pr ima  fi  diuideuano  tra  i  nobili, e  ipopolari  in  parte  eguale;  fé  ne  conce 
defiero  per  l'auenire  due  parti  al  popolo,  rimanendone  una  fola  alla  nobiltà  : 


SETTI    M    O.  r^i 

fio  diperdere  il  Dominio  di  Genouaypoi  che  la  moltitudine  era  trafcorfa  in  ta 
le  temerità  >che  oltra  tanti  altri  malihaueua  ardito,  procedendo  dir ett amen 
te  contea  l'autorità  Regia,occupare  le  terre  della  mieta  :.  effere  facile  tifando 
con  celerità  irimedij  conuenienti  il  reprimere  tanto  furore  .mentre  che  ancho 
ra  non  haueuano  fomento, òfujfidio  da  alcuno  :  ma  tardando  aprouederui ,  il 
male  metterebbe  ognidì  maggiori  radici  :  perche  V importanza  di  Genoua 
perterra,&per  mare  era  tale,  che  muterebbe  facilmente  qualche  Trencipe 
a  nutrire  queflo  incendio  sì  perniciofo  allo  fiato  fuo  :  &  la  plebe  conofcendo 
quel  che  daprincipio  era forfè  flato  fidinone, effer  diuentato  ribellione;  sac- 
rerebbe a  qualunque  gli  deffe fieran%a  di  difenderla .  Ma  d'altra  parte 
singegnauano  gli  Oratori  mandati  al  Re  dal  popolo  di  Genoua  di  giuflificare 
la  caufa  loro  dimoflrando  non  altro  hauere  incitato  il  popolo,  che  lafuperbia, 
de  gentillmominùi  qualinon  contenti  degli  honori  conuenienti  alla  nobiltà; 
uoleuano  effer  temuti  come  Signori:  hauere  il  popolo  tollerato  molto  l'infolen 
tie  loro  ma  ingiuriati  alfine  non  filo  nelle  fatuità*  ma  nelle  perfine  proprie  ; 
non  hauere  potuto  più  contener  fi;  &  nondimeno  non  effere  proceduti  (e  non  a 
quelle  co fé,  fenica  lequalinonpoteua  effere ficura  la  libertà  loro:  perche  par- 
tecipando inobili  ne  gli  uffici/,  per  parte  eguale, mn  fi poteuaperme%o  de  ma 
gifirati  &  de  giudici]  refiflere  alla  tirannide  loro:&  tenendo fiper  Gian  Lui 
gì  le  terre  delle  riuiere,fin^a  il  commercio  dellequah  era  come  affediata  Gè- 
noua;in  che  modo  potere  ipopolari  ficur amente  ufarui,  &  conuerfarui?  il  pò 
polo  effere flato  fempre  diuotiffimo,  &fideliffimo  della  Maeflà  Regia ,  &  le 

mutationidiGenouaeferefempreprocedutepiudanobilhchedaplebei.'fup 
plicare  il  Re,  che  perdonati  quei  delitti,  che  contra  la  uolontà  uniuer file  era 
no  flati  nelt ardore  delle  cont  emioni  commefjì  da  ahuni  particolari  :  confer- 
male la  legge  fatta  fopra  la  diflributione  de  gli  ufficvj ,  &  che  le  terre  della 
Rimerà  fuffero  gouernate  col  nome  publico:  co  fi godendo  i  gentil' h uomini  ho- 
noratamentc  il  grado,  &  le  dignità  loro,  goder  ebbono  i  popolari  la  libertà , 
&  laficurtà  conueniente  ,per  laquale  non  fi  faceuapregiuditio  adalcunot 
&  ridotti  per  l  autorità  fua  in  quefla  tranquillità  ;  adorer  ebbono  in  perpetuo. 
la  clementia ,  la  bontà,  &  lagiuflhia  del  Re .  Erano  flati  molefliffìmx  al  Re 
quefli tumulti;  ò  perche  gli  fu  fé  filettala  licentia  della  moltitudine  ;ò  per 
l  inclinatione,  che  hanno  communemente  i  Vr ance  fi  a!  nome  de'  gentil' huómi 
ni:&  perciò  farebbe flatodiftoflo  a  punire  gli  autori  di  quefle  infolentie,  &- 
a  ridurre  tutte  le  co  fi  nel  grado  antico  :  ma  temendo ,  che  fi  tentaua  rimedi}  Ricc£Hch- l 
api ,  i  Genouefi  non  ncorreffero  a  Cefare,  di  cui,  non  effendo  ancora  morto  il  gi£chefom 
Jigliuolo,moltotemeua,& perciò  deliberato  di  procedere  humanamente;  l^\m^ 
perdonami  tutti  i  delitti  fatti,  confermaua  la  nuoua  legge  degli  ufficij  ;  pure  Re  di  fi  **»- 
che  riponeffero  in  mano  fua  le  terre  occupate  della  Rimerà  :  &  per  dtfporre  a  ™z>  %sg£ 
quefle  co  fi  il  popolo  più  facilmente ;mandò  a  Genoua  «  Michele  Riccio  dotto-  ™fr!eró ,  à\ 
rh&fuor'ufiito  Napolitano,  a  confortargli ,  chefapeffero  ufareloccafione  ff$£t  £ 
della  J uà  benignità ,  più  tofto  che  moltiplicando  la  contumacia ,  &  di  errori  de'Re  d'Vn, 


T,    I    B     R    O 

lo  mette/fero  in  necejjttà  di  procedere  contro,  loro  con  la  fonema  delt Impè- 
rio :nu  is(£  Gì/  animi  acciecati  dati  immoderate  cupidità,  la prudentia 
fu  focata  dalla  temerità  non  hauena  parte  alcunapion  folo  lapidea  i  tribu- 
ni con  tutto  che  i  Magi  frati  legittimi  fusero  di  contraria  fententia  ,  non  ac- 
cettata la  manfuetudine  del  Re  dinegarono  di  reflit uir  le  terre  occupate ,  ma 
«  capitano  procedendo  continuamente  a  cole  pewiori ,  deliberarono a  defhw;nar  Mona- 

dell  impre-    L  a   .  ^  .  *    r  .*»  .        :y  Ji 

fa  di  Mona-  coycajtcuo  pcUeauto  da  Luciano  Grimaldo;  o  per  l  odio  commune  contra  tut- 


con  due  ga-  modiffomo  a queflo  effetto sfoglia  difficilmente aflenerfi  dalle  prede  maritti- 
mi toccanti  mc>  Gp:rc^- fo -ondo  die  euano  apparì  eneuano  giuridicalmente alla  Repuhli- 
m-.&c  ceco  ca:&  p:rò,benche  contradicendo  in  nano  il  gommatore, mandarono  per  ter 
'\™tel°Go  M  &  fa  Mare  ad  afiediarlo  molte  genti  tonde  Filippo  di  Raueflen,  conofeé- 
ucrnutoie .  doflar  quitti  inutilmente^  per  gli  accident'uchepoteuano  nafeere,  non  fon 
bio  ?dl  N  C  t&t  ?r^cc  '°  >  Sfilato  ìn  luogo  fuo  Roccalb  errino  b  fé  ne  partì  :  e  il  Re  difoera- 
tèfchè  le  e  ofo  fi  potè  fiero  ridurre  a  forma  migliore,  &  giudicando  che  il  con- 
b  Partì  fo  fornire,  the  Icftcjforo  cofhnonfuffe  con  degnila,  &  confocurtàfm ,  &  effer 
fcaueften  a  maggior  pericolo  fo  fi  lafciaffero  trafeorrere  più  oltre;cominciò feopertamen- 
2$  .d'ottob.  te  a  pyjepararfì  con  forze  terreflri ,  &  marittime  per  ridurre  i  Cenouefi  alla 

1506.  come    n       r     t         J  J      V  ■         r  1       >•  /Ti 

kriue  il  ve  jua  obedicntiadaqual  delweratione Ju  cagione ,  che  s  interrompejjero  le  co- 
tono di  Ne  jjk  ieqUaH  tYa  il  pontefice  &  lui  fi  ir att  aitano  contra  i  Fiumani ,  de  foderate 
molto  dal  Re ,  liberato  per  la  morte  del  Re  Filippo  del  foretto  battuto  delle 
preparalìoni  deli  Imperatore, ma  molto  più  de  foderate  dal  Pontefice  indegna  £ 
tiffimo  contra  loro  per  V occupatone  delle  terre  della  Romagna,  &  perche 
fonxjalcun  rifletto  della  Sedia  <Apoflolica  confermano  i  Vefoouadi  uacanti 
nel  loro  dominio,  &  s  intrometteuanoin  molte  cofe  appartenenti  alla  giurif- 
dittione  ecclefoaflicaionde  inclinato  del  tutto  alfamicitia  del  Re  oltra  Ibaue- 
republicato  Cardinali ,i  Vefcoui  di  Baiofa,&  d^us,  chiefli innanzi congra 
de  inflanìia;baueua  ricercato  il  Re,  che p affa ffo  in  Italia  ,  &  uenìffe  a  collo- 
quio foco,  Uche  il  Re  hauena  confont  ito  di  far  erma  intendendo  poi  il  Pontefi- 
ce lafua  deliber  adone  di  muouere  tarme  in  fattore  de '  gentil*  huomini  contra  e 
il  popolo  di  Genoua-nericeuè  grandiffima  molcflia,  effondo  per  l'ine  linai  ione 
Aiiuca,contrario  a  gentil' *  h  uomini  ,&  fauoreuole  al  popolo:  però  foce  infian 
ria  col  Rc,chefo  comentaffe  d'hauere.non  alterando  lo  flato  popolar  e ,  quella 
■città  ad  obedientia:&  lo  confortò  efficacemente  ad  aflenerfi  dalt arme  alle- 
gandone molte  ragioni,  &  priucip  al  niente  effere  pericolo .  che  fufeitandofo  in 
Italia  per  queflo  moto  qualche  incendio ,  neri  fi  tur  baffo  il  muouere  la  guerra 
difognata  contra  i  VinirianuaUc quali  cagioni  vedendo ,  che  il  Re  non  accon- 
fente>ò  ir  aportato  dallo  f degno  >&  dal  dolore  ò  neramente  effondo  fi  rinouato 
in  luiyò  dafefleffo,  ò  per  flottile  artificio  d'altri  l'antico  foretto  della  cupidi- 
tà del  Cardinal  di  Roano ,  &  perciò  dubitando  di  non  effere  ritenuto  dal  Re * 

in  cajo 


SETTIMO,  19} 

in  cafofiriduceffèro  in  un  luogo  mede  fimo, et  forfè  cocorrendo  Tuna  et  l'ai 
tra  cagione;  publicò  all' improuifo  nel  principio  deh' jlnno  mille  cinauect  m,  d.  vii 
to  fette  contrai'  effettatione  di  tutti,di  uolere  ri  tornar  fine  a  J\oma,non 
allegàdo  altre  cagioni^  che  l'aria  di  Bologna  ejfire  nociua  alla  f uà  fai  ut  e, 
&l'affentia  dì  Roma  fargli  non  piccolo  detrimento  nell'entrate.  Dette 
quejla  deliberatwne  ammiratane  affai  a-ciafcuno  ,  &  [ferialmente  al  %e, 
che  fen^alcuna  caufa  lafciaffe  imperfette  le  pratiche,cbz  baueua  de  fide 
rato, Inter  rompendo  il  colloquio,ddquaie  egli  mede  fimo  i'haueua  ricerco? 
&  turbato  fine  molto,non  taf  ciò  indietro  opera  alcuna, perche  nari  affi  da 
queflo  nuouo  penfìero:  ma  era  pia  tofio  nocwa,cbe  uana  Coperà  fnatber- 
che  ilV onte fi ce  pigliando  dall' inflantia,  che  fi  cgltfaceua  maggior  fi jv et- 
to; fi  confirmaua  tanto  pia  nella  jua  deliberatione:  ncllaquale  fìàdo  per 
tinaie  partì  alla  fine  di  Febraio  di  Bologna,non  potendo  diffimulare  lo  fide 
gnoconcefuto  contro,  il  il  T{e,  Fondò  innanzi  partiffe  di  quella  cittàja  pri 
ma  pietra  della  fortezza,  che  per  ordine  fuo  con  infelici  aufficij  uififa- 
ceua  apprejjo  alla  porta  di  Galera,  che  uà  a  Ferrar  a,in  quel  luogo  mede  fi 
■mo,oue  altra  uoltaco'msdefimi  aufficij  era  fiata  edificata  da  Filippo  Ma  vefc"^  I 
ria  Vifionte  Duca  di  Milano  :  &  battendo  per  lo  fdegno  nuouo  col  Re  di  -Nebio ,  che 
^rancia  mitigato  alquanto  lo  fdegno  antico  contra  i  finiti  ani, non  uolen-  m  Variati* 
do  incommodarfi  dal  cambio  dirnto3pafio  per  la  città  di  Faenza,  fcpraue  n.° có  lc  sé- 
nendo  ad  ognhora  nuoue  alter  cationi  tra  il  l\e  di  Francia,&  lui:  perche  "aco"  pHJ° 
baueua  inftato,che  i  Beniiuo°li  fu/fero  cacciati  dello  flato  di  Milano  ycon  &io'ni  Icn- 
tutto  che  di  confintimento  fuo  fuffe  fiata  conceffa  loro  la  f acuità  d'hahi-  %0 g  la  for- 
tarui;ne  baueua  uoluto  reflituire  al protonotario  figlimi  di  Giouanui  la  tczzj» dcI  *■ 
poffeffìone delle Chiefe\fue,  promejjagli  con Tifleffa  concor dia,et confimi-  tezza  dc°dc 
mento;  tanto  (beffo  poteua  in  lui  più  la  contvtione  dell'  animo. che  la  raqio  fenfo.ri  *  jf 

/  ;    j  n.    r  j  /     «   •       1  ..  •         popolo  di 

ne  :  l aquale  difpojitwne  non  con  arte3o  diltgetia  alcuna  tentaua  di  mitiga  Genoua co- 
re /'/  He  di  Fràcia,mafdemato  ditata  uariatione,et  infofbettito,cbe  cerne  grcgati  gli 
-era  la  uerita  non  dejje  occultamete  animo  al  popolo  di  Genoua;nos  alte-  madò  gran 
ne  uà  di  minacciarlo  palefamente,  tafiando  co  parole  ingiurio  fi  la  fua  tgno  J"™"^,* 
Mita:  pebe  non  era  dubio,il  VÒteficeefftre  nato  uiliffimamete,  et  nutrito  granone  : 
per  molti  anni  in  humili filmo  fiato  :  an%i  co  fermato  tòlto  più  nella  prima  ™  hauJdo 
fententia  delle  cofe  di  Genoua;  prepara  uà  con  fomma  diligentia  l'efferato  e*l?<  lentia , 
per  andanti  per  finalmente, hauendo  per  if^erientia  delle  cofe  accadute  Sa,&buagS 
nel  l{egno  di Tslapoli ,imparato, CH E  d.'jj er et ia fuffe amm ini fir are  laguer  di  tornare 
ra  per  fi  proprio,a  commetterla  a  Capitani.l^on  moueuano  quefle  prepa  tegh^Venc 
1  rationi  i  Genouefi  intelaila  occupatane  di Monacoyoue  baueuano  intor  Pa"ùon  dì 
no  molti  legni ,  &fei  mila  huomini  di  gente  raccolta  tumultuariamente  ie°uro0:  J^f 
della  pkbe,et  del  contado  sfotto  ilgouerno  di  Taì 'latino yCapit ano  de'Vifa  *?°  a*  foida 
ni:iljuale  infume  co  Tiero  Gabacorta,et  alcuni  altri  foldati  era  fiato  ma  Ilo0  intorno 
iato  da  loro  infauore  de'  Genouefiiet  a  Genoua  pfiueradoft, et  multiplica  ^  ?'m_ rcfi- 
do  continuamente  ne  gli  errori ,  ilcaflellano  del  Caflelletto ,  che  infino  a  l'Scio?81 

S  b        queWho 


LIBRO 

éjuelthora  tra  fiatò  quieti(flmo,nè  baueua  hauuto  dal  popolo  molejlia  alcuna, 
a  Alla  cupi-  o  per  comandamento  dei  Refò  a  per  cupidìtà  di  robare;  fece  alt  improuifo  pri , 
digtafobdci  gioni  molji  del  popolo }  &  cominciò  a  moleflare  con  l'artiglierie  ilporto ,  e*r 
che  il  vefc\  lacittàjperilche  Fxoccalbertino  entrato  in  timore  di  fé  medefimo; fi  partì,  e  i 
dia  u^coi-  fanti  Fr  ance  fi ,  che  erano  alla  guardia  del  palagio  publico,  fi  rifuggirono  nel 
pa  :  jiquaie  Caftellctto.  hebbe  poco  dipoi  fine  laffedio  flato  molti  mefi  intorno  a  Monaco: 
ma  iniquità  V2TL  ^e  intendendo  quegli  che  iterano  accampatile  per  [occorrerlo  s'approf 
quetìo  ca-  fimauxno  Iuo  d '  <Ailegri*,e  iprincipali  de  gentil' buomìni  con  tre  mila  fanti  fol 
ce  n  do  °  e  he  dati  da  loro,  &  con  altre  genti  mandate  dal  Duca  di  Sauoia,  non  hauendo  ha 
dai  fuo  ma  i  unto  ardire  cf affettargli  ;  fé  ne  leuarono  :  &  già  diuulgaua  la  fama  paffare 
nacque!  che  continuamente  in  Lombardia  l efferato  deflinato  dal  Re:  per  laqual  co  fa  ac- 
ia  città  <-Jj  cendendofì  il  furore  di  quegli,né  quali  doueua  effere  cagione  di  migliori  con* 
pigLfle  co  figli  ì  la  moltitudine  ,  che  infimo  a  quel  dì  hauendo  difiimulato  con  le  parole 
pofuione      quella  ribellione ,  che  effircitaua  con  l'opere  gridaua  il  nome  del  Re  di  Fran- 

cia,nè  baueua  rimolfo  de*  luoghi  publici  i  fegni  fuoi  ;  creo  Doge  di  Genoua  b  l 
b  Psolo  di  Tagolo  di  ^ue  tintore  di  feta ,  Intorno  della  infima  Tlebe ,  [coprendo fi  per 
di  r«a  '  dice  queft°  W  ìnanifefliffima  rib  ellione:  perche  con  la  a  catione  del  Doge  era  con- 
ti yefeo.  di  giunta  la  dichiaratone,  eh  e  la  Città  di  Genoua  nonfuffe  fottopofla  a  Trina- 
ta?*0 delie  Pe  olcunodequoli  cofe  eccitando  l 'animo  del  Re  a  maggiore  indegnatione,  & 
cappette:&  effendogli  fignificato  da  nobili ,  che  in  luogo  de*  fegni  fuoi;  haueuanopofle 
pio  de*  CGe-  linfegne  di  Ce  far  e;  aumentò  le  proni  foni  prima  ordinate ,  commoffo  anchom 
nonfh' he  pÌM>pwcbe  Ce  fare  fimo  lato  da  Genouefih&  forfè  occultamente  dal  Tontefi- 
die  delia  cit  ce,l  baueua  confortato  a  non  moleflare  Genoua,come  terra  ci' 'Imperio ,offeré- 
tà  fofle  dai  fo  l'interporfi  col  popolo, per  che  fi  riduce  fi  ero  alle  co  fé, che  fusero  giufie.  Os(u 
to  Doge  u-  tr irono  qualche  poco  l'audacia  delnuouo  Doge-,  &  de'  Tribuni  i  fuc ceffi  prò - 
R'homo  dei  fb€ri  cf7e  bebbono  nella  riuiera  di  Leuante:perche  hauendo  Girolamo  fidiuo- 

1  intima  co  -'f  .    .  -r        .  .  ,,.    •     ° 

dition  della  lo  di  Gian  Luigi  dal  Fiejco  con  c  due  mila  fanti ,  <&r  alcuni  caualli  ricuperato  ( 
Ple^ea3  è**j  Rapalle,  &  andando  di  notte  per  prendere  Recco  ,fcontrandofi  con  le  genti > 
lo  in  Fioren  che  iti  ueniuano  in  foccorfo  di  Genoua  ;  fi  meffono  fen7Ka  combattere  difor- 
za ,  quando  datamente  in  fma  :  la  fillade*  quali  uenendoa  di  orecchi  d'Orlandino 

iucreatoCo  J  o  J   o  1  o 

fcioniereMi  nipote  di  Gian  Luigi, che,ccn  un'altra  moltitudine  di  gente  era  difeefo  a  Rec- 
do  battila3-11  co>fi  meffe  nned.efimamente  infugatonde  diuaitati  il  Doge,  e  i  Tribuni  più  in 
na .  folenti  affamarono  il  Caflellaccio  ,  fortezza  antica  edificata  ne'  monti  fopra 

.  Genoua  da  Signori  di  Milano  quando  dominauano  quella  città; acciò  che  qua 

&  Emano-  do  fuffe  neceffariode  genti  mandate  da  loro  di  Lombardia  poteffero  accoflarfi 
ueiio daifie  a  Genoua,&  fio  ce  onere il  CaflellettOyielquale effendo piccola  guardia  foccn 
mila  fan  ti ,  parono facilmente: perche  quei  pochi  Frane  e  fi, che  iterano, s'arrenderono  fot- 
&h?lcuani  P°  to  la  fede  a  effere  faina  la  aita,  &  la  robba  loro  :  laqual  fede  fu  incontinente 
fcriue  il  ve-  ttiolata,gloriandofi  quegli,cbe  haueuano  fatto  tale  ccceffo,per  fegno  dclquale 
feouo  di  Ne  tornarono  in  Genoua  con  le  mani fanghino  fé, &  con  alleggi 'exga  grande  :  & 
nel  tempo  mede  fimo  cominciarono  a  battere  con  l'artiglierie  il  Caflelletto,& 
la  Chic  fa  di  San  Fr ance  fico  contigua  a  quello.  Ma  eragiàpafiato  il  Re  in  Ita- 
lia, 


*7  fie  CatoUco,  benché  defiderofo  della  conuer fattone  loro ,  non  uoleuafepa-  ,ialc  Peiche 

/■*!''  I»-!  •  •  P  J  7  I  •  ì  /""  *        •  I  •  18    Cittì     Ul 

raffi  dal  ,{edi  Frar.cia,an%i  l  balletta  accommouato  di  quattro  galee  fonili  ;  Genoua  toc 

nò  il  Tontefìce  ordina  dimoflrare  con  altroché  con  occulti  conforti,  &  [pera  "alTe  a  u^~ 

%e  l'animo  fio ,  battendo  foto  trecento  fanti  foreftieri ,  non  capitani  effetti  di  Re:  ilche  di 

guerr  arcare  fila  dì  munìtmieiperfifieuanò  nell'ofiinatìone,  confi  dando  fi  d'ha-  ce  ìl.  Xjl0~ 

nere  per  laflretttfga  de  p affi, &  difjìcultà,  &  affretta  dcipaefefacilmen-  Piu  uoite:  il 

teaprobibircebe  i  nimicinon  s'accofiaffero  a  Genoua:  per  laqual  uanafpera  ££„„"£*. 

a  %a  di/predando  ì  conforti  dì  molti ,  &  ferialmente  del a  Cardinale  del  Fi-  tioni  fra  i 

Genouefi.e 


nia,  &  tollerabili  conditioni:nia  caminando  già  f  efferato  per  la  uia  del  Bor-  m  dm{^"  £* 


clamori,  &  con  la  iati  ami  a  nana  della  itile,  &  imperita  moltitudine. però  no  *<>  Ci  rk>D© 
corri fpondeudo  gli  animi  degli huommlnel  perìcolo  prefent  e,  a  quello,che  te  £ nobiiiffi- 
\f  merariamente, quando  ìl  timore  era  lontano  s'erano  promeffi  b  fé i-cento  fanti  ma  famiglia 
di  loroycbe  erano  a  guardia  de  primi p affi ^accofiando fi  i  Francefi..  miniente  fi  t£&  £"*£ 
fuggirono  :onde  perduto  l'animo  tutti  gli  altroché  erano  alla  guardia  de  paf  ««  l)°  <*'  Fa- 
fhfi  ritirarono  in  Genouajafciandogli  liberi  a*  Francefi  :  l  efferato  de'  quali  carretto 
battendo  già  p  affato  fen^a  oflacolo  alcuno  il  giogo  de'  moti;  era  [cefo  nella  ual  Sra  Ma^rt™ 
le  di  ToTgeitera  appreffo  a  Genoua  a  miglia  fette  con  grandijfima  ammira-  Aifonto  prì 
tione  de'  Genouefi,cbe  contra quello ,che  fi  erano  feioccamente perfuafi,  ardif  moi^0Ìm 
fé  di  alloggiare  in  quella  ualle ,  circondata  da  monti  afpriffimi ,  &  in  me^o  di  miiiano"  pri 
tutto  ilpaefe  nimico .  l^elquale  tempo  l'armata  del  Re  dotto  Galee  fonili ,  mo  ì™hpera 
otto  Galeoni^  molte  Fu/le,  &  Brigantini ,  prefentatafi  innanzi  a  Genoua  era  mo'di  fingo 
paffuta  uerfo  Torto  Venere ,  &  la  Specie  feguitam'o  l'armata  Genouefe  di  ^  ^^eh\ 
fette  Gelee ,  &  feì  barche  :  laquale  non  battendo  ardire  di  fermar  fi  nel  porto  ftorie  ha  ho 
di  Genoua  sera  ritirata  in  quei  luoghi.  Di  Val  di  Vox^euera  anco  l'efferato  ?"  "^^I 
nel  Borgo  di  Riuarolo  difiante  da  Genoua  due  miglìa,prefio  alla  Chic  fa  di  S.  te  imprefc 
Tiero  della  Rena  tche  ò  contigua  al  mare:  &  benché  caminando  f contra  fiero  Lubrico 
apiupaffi  fanti  de'  Genoucfi, nondimeno  tutti  non  dimoftrando  maggior  uìr-  uo,  &  con- 
tìhcbe  batte  fiero  fatto  gli  altri, fi  ritirarono:  &  il  dì  mede  fimo  arriuò  all'eficr  1^ Jo'dotuf 
cito  la  per  fona  del  Re ,  ilquale  alloggiò  nella  Badia  del  Bofcbeito  a  ricontro  fimo_,e inno 
del  Borgo  di  Riuarolo ,  accompagnato  dalla  maggior  parte  della  nobiltà  di  ^"Viora  " 
Francia,' da  moltiffimi  gentil' buomini  dello  fiato  di  Milano ,  &  dal  Marche-  Alfonfo  n. 
fé  di  Mamoua, ilquale  il  Re  baueua  pochi  giorni  innanzi  dichiarato  Capo  del  t(J  ^""pé 
l'ordine  di  San  Michele  >  &  donatogli  loflendardo  :  ilquale  dopo  la  morte  di  £  imperio , 

Bb       2  Litìgi    del  Finale: 

delcuiualore  in  Piemonte,  in  Vngberia,  Scaltroue  fanno  fedei'hiftorie, eipriuilegi  Imperiali  di  Carlo 
V.  di  Ferdinando  primo,  &  di  Maflimiliano  feconda  Imperatori. 
b  Capitano  di  quelli  fanti  fu  Iacopo  Corib  Luogotenente  di  Tarlatino,  huomo  aiTai  perito  di  guerra  :  ma 
che  non  era  temuto.  6c  dice  il  Vefcouo  di  Nebio  ,  che  fu  fcaramucciato  co'  Francefirma  che  la  plebe  fuggì 
uilm«te,abadonadoi  faldati  foreftieri,che  fecero  il  lor  douerc.Di  qfto  Iacopo  paria  l'autore  poco  appretto. 


LIBRO 

Luigi  Vndecimo  non  era  mai  flato  ad  alcuno .  Erano  nell'efferato  ottocento 
lande, perche  il  Re  haueua >y ifpetto  all'afpre%ga  delpaefe  ,  lanciate  l  altre  in. 
Loynbardiamìlle  ottocento  cauai  leggieri,fei  mila  SuiTgeri,  &  fei  mila  fan- 
ti d'altre  nat  ioni.  Haueuano  i  Cenone  fi  per  non  lafciare  Ubero  il  camino  >pet 
loquale  per  i  monti  fi  uà  al  Caflellaccio, dipoi  a  Genoua,per  uiapiu  corta,che 
per  laflrada  di  San  Tiero  della  Rena  contigua  alla  Marina ,  edificato  un  ha- 
flione  full' altezza  delmonte  ,  chef  dice  la  Montagna  del  Tromontoric,  tra 
il  Borgo  di  Riuarolo,  &  San  Tiero  in  Jirena  :  dalqual  baflione  s 'andana  al 
hrVdiqut  Cafìellacao  per  la  fchiena  del  poggio.  *>Aqueflo  baflione  s'indri^p' /' e ffer-  a. 
jfh  ci'pugna  q'hq  // giorno  medefimo,che  era  alloggiato  a  Riuarolo  ;  &  dall' altraparic u- 
ft°"ne'ruiia  feirono  di  Gcnoua  otto  mila  fanti  guidati  da  Iacopo  Corfo  Luogotenente  di 
montagna^  Tarlati-nò, perche  Tarlatino,e  i  faldati  de'  Tifani fermati  fi,  quando  il  campo 
torio  nò™?!  fi  levo  da  Monaco,  in  Ventimiglia;non  haueuano  potuto ,  quando  furono  ri* 
leggono'  ne  chiamati  da'  Genouefh  i  quali  mandarono  la  Ts{aue  di  Demetrio  Giuflinìano 
Vt\  avcCco.  per  condurglhtornare  a  Genoua,nèper  la  uiadi  terra  per  lo  impedimento  de' 
di  Nebio ,  prancefì  y  nl  per  mare  per  i  uenti  contrari]  :  ma  cominciando  già  i  Fr ance  fi  a 
rTfi  legge  falìre  ,  feoperfono  i  fanti  de  Genouefin  quali  j aliti  fui  monte  per  il  colle  .pev 
ufatada'G3  l0CIHale  fi  anàaua  d  haflione,&  dipoi  difeefane  la  maggior  e  parte  ;  haueua- 
nouefi  di    no  fatto  tefla  [opra  uno  poggetto,che  è  a  mete  il  monte:  contra  i  quali  man- 
far  tornar    dotiamonte  a  combattere  molti  gentil 'huomini ,  &  buon  numero-di,  fante- 
il  lor  capi-  ria:  da'  quali  i  Genouefi  per  la  moltitudine ,  &  per  il  uantaggio  delfitofìdi- 
tano  Tarla-  fenfeuano  ualorof amente,  &  con  danno  non  piccolo  de'  Fr  ance  fi  :  perche  di- 
(preTgando  i  nimici.come  raccolti  quafi  tutti  d'artefici,  &  d'huommi  delpae. 
b  Nh  *  d^r°  fe;  a'^amno  volonterofamente  ,  non  confiderando  la  fortezza  del  luogo ,  ad 
ròuaVcriue  affai:  argli  ;  &  già  era  flato  ferito ,  benché  nomnolto  grauemente  la  Tali  fa 
dair  Aiue..    w^  ^aia:  ma  b  ciamonte  uolendo  puntargli  di  quel  luogo;  fece  tirare  ad  al® 
bui  tae  uitta1  to  due  cannoni,i  quali  battendogli  per  fianco,  gli  sfGrzgrono.a  ritirar  fi  uerfo 
fa°?m  tda  ^  monte,ful  quale  era  rimafla  l'altra  parte  delle  loro  genti  :  doue  feguitan- 


cefeo  Góza  cur  amente  affettare  l'artiglierie,  dubitando,  che  tra  loro,&  la  gente,ctiera 
fesche' nei  fui  mónte  non  entraffe  in  me'Zg  qualche  parte  de  Fmncefi;  l  abbandonarono 
fugare  iimó  confomma  infamia  :  donde  quegli ,  che  dal  poggetto  haueuano  cominciato  a 
\ìcIuMo%  ritirar  fi  uerfo  il  baflione, uedutofi  tagliato  il  camino;  prefono  fuori  della  flra 
la  cafona  fua  da  confueta per  balxe ,  &  afpriprecipitij  la  uìa  di  Genoua ,  effendo  nel  riti- 
«pcrcofla!  rar fi  morti  diloro  circa  a  trecento.  Dalquale  fucceffo  effendo  ripiena  d'in- 
credibile terrore  tutta  la  città ,  laqualegouernat  a  fecondo  lauolontà  dell'in- 
cTurono  gii  fìma  pieye  non  fi  revveua  né  con  confklio  militare,  né  con  prudera ia  cmile  ; 

Oratori  Bat   J         K  ,      J        ^&       .       „>    i-      •  j  •    i     r  -,    /• 

tifta  di  Ra  mandarono  due  G  Oratori  nell  ejjercitoa  trattare  di  darji  con  capitoli  cc>Me-  « 
Yt°  cv  S-v  nient^:  i  c\liCL^1  non  amm-Jfi  a  &  orecchi  del  Re ,  furono  uditi  dal  Cardinale 
mano,  felò  di  Roano,  &  da  lui  hebbono  rifvofla ,  che  il  Re  haueua  deliberato  non  accet- 
^Ncbio?'  m&1  >  fe  m  &  non  rimetteuàno  fentg  altro  patto  affolutamente  l'arbitrio 

di  fé 


SETTIMO.  itf 

iì  fé  fleffl,  &  dì  tutte  le  co  fé  loro  :  ma  mentre,  che  trattavano  con  lui ,  uria 
parte  della  Tlebe,  che  ricufaua  raccordo ,  ufeita  tumultuosamente  dì  Geno- 
uà,  fi  feoperfe  con  molti  fanti  per  i  poggi,&  per  il  Colle  :  che  ueniua  dal  Ca- 
flellaccio,&  fi  accoftarcno  a  un  quarto  di  miglio  al  bafiione  per  ricuperarlo  : 
.&  hauendo  fcaramucciato  co  Vr  ance  fi ,  che  erano  ufeiti  loro  incontro  per 
fpatio  dì  tre  hore  ;  fi  ritirarono  fenica  uantaggio  di  alcuna  delle  parti ,  al  Ca- 
lettacelo .  l^clqualc  tempo  il  B^e  dubitando  di  maggiore  mouimento ,  flette 
continuamente  armato  con  molta  gente  a  cauaìlo  nel  piano  tra  l  fiume  della 
ToT^euera,  &  l'alloggiamento  dell'  efferato  :&  nondimeno  la  notte  fegucn 
te  difperate  le  co  fé  loro,  &  effendo  fama,che  i  principali  del  popolo  haueua- 
no  compoflo  occultamente  col  Pie tifino  quando  era  in  <Afti,  lamentandop  la 
Tlebe  di  effere  ingannata;  il  Doge  con  molti  di  quegli, che  per  le  co  fé  commef 
fé  non  fperauano  perdono,&  con  quella  parte  de'  Tifoni,  che  ui  era  ;f  ùartì 
per  andare  a  Tifa;  &  la  mattina  come  fu  dì, tornati  in  capo  i  mede  fimi  .Am- 
bafciatori,acconfent  irono  di  dare  la  città  alla  difercttione  del  He,  non  hauen 
dofofìenuta  più  che  otto  dì  la  guerra  con  grandi/fimo  effempio  della  imperi- 
la ,  &  confusione  de'  TOTOL I,  che  fondando  fi  s  il  jperan^e  fallaci,  &  di- 
fegni  uani  feroci  quando  è  lontano  il  per  itolo, perduti poi  preflo  d 'animo,  qua 
do  il  pericolo  è  uicino;non  ritengono  alcuna  rnod  erottone .  Tatto  l'accordo,  il 
He  con  l'efferato  fi  accoflò  a  Gcnoua  alloggiati  i  fanti  ne  Borghi,  i  quali  non 
hebbe piccola  difjicultà  a  ritenere, maffmamente  gli  Sui^xeri,  che  non  ui  cn 
tr afferò  per  faccheggiarla:  entrò  poi  in  Gcnoua  Ciamonte  con  la  maggior  par 
te 'dell 'altre  geriti,  hauendo  prima  meffa  la  guardia  nel  Caftellaccio,  alquale 
i  Genouefi  confegnarono  tutte  l'arme publiche ,  &  priuate ,  che  furono  con- 
dotte nel  Caftelletto ,  &  trepc^zi  d'artiglieria  >  quali  uhaueuano  condotti  i 
4Tifani,che furono  poi  mandati  a  Milano  :  &  il  dì  proffimo  che  fu  il*  uig/fi-  a  i/entrata 
rnonono  d'Aprile  entro  in  Gcnoua  la  per  fona  del  Re  con  tutte  le  genti  d'or-  d.d  Rc  d| 
me,  &  arcieri  della  guardia ,  &  egli  apiedefotto  il  Baldacìjino  armato  tut-  ceno  uà,  '  * 
to  d'arme  bianche  con  un  flocco  nudo  in  mano  :  alquale  fi fecionò  incontro  gli  fl!  cPtat  ói- 
jlntiani  con  molti  de  più  bonorati  cittadini ,  i  quali  effendo {egli  gii  tati  in-  «o  di  Ncb?ò 
nanTi  a'  piedi  con  molte  lacrime,  uno  di  loro,  poi  che  alquanto  fu  fatto  firn  -  f 2~- d* A  ?ri 

*•     •  J-+   **„      Mi  le  ijo6.  ma 

tio,innome  di  tutti  parlo  cosi .  il  tfUOn3C_ 

Ttyi potremmo  a ff ermare ,Chriflianiffìmo, &  Clcmentifjìmo  He,chefc  be-  Jj°urfi  F5  g* 
ne  al  principio  delle  contentini  co  'noflri  gentil  huomini;intemenne  qua  fi  la  uè  a  z7.  di 
maggiore  parte  de' popolari -/nondimeno,  eh  e  l' e  ff  eccitarle  infolentemcnte,<&  Maggio* 
molto  più  la  contumaci  a,&  l'inobedientia  a'  comandamenti  liegij,  procedet- 
te folament e  dalla  feccia  della  infima  plebe;  la  temerità  dellaquale  né  noi,  né 
gli  altri  cittadini,&  mercatanti ,  &  artefici  honefli  potemmo  mai  raffrena- 
re: &  però  che  qualunque  pena  fi  impone  fi  e, ò  alla  città,ò  a  noi  affliggerebbe 
gli  innocenti  fen^a  detrimento  alcuno  de  gli  autori,  &  partecipi  di  tanti  de- 
litti :i  quali  mendichi  di  tutte  le  cofc,&  uagabondi,non  fono  tra  noi  in  nume 
ro  dìbuominunon  che  di  cittadini  ;  ne  hanno  effìquefla  infelice  città  in  luogo 

E  b     3         dì 


a  Gra  nume 
ro  di  vergi 
uelis;  ucftiic 
di  bianco  di 
ce  il  Vele. di 
Nebio  ,  le- 
quali  erano 
in  C!iiefadi 
S.  Lorenzo; 
a!  cui  allet- 
to il  Re  fi 
com.iioire. 

b  Tafsò  la 
città  in  tre- 
cento mila 
ducati,  Ten- 
ue il  Giudi- 
niani  ,  de* 
quali  ne  ri- 
mile cento 
mila:nuche 
glialtrj  fipa 
g-iiTero  in 
14.  mefi,  le 
non  che  di 
prefente  ne 
uol  equara- 
ta  mila  p  la 
fabiica  del- 
la fortezza 
(ordinata  al 
capo  di  Fa- 
lò, li  Buo- 
juccorù  no 
dimeno  è 
molto  dirfe 
reme  in  e  ò 
da  quàto  He 
feri  uè  e  fio 
Ve  couo,  co 
fi  nel  te. noi 
ne  del  paga 
iuéto,come 
aneli  ora  nel 
numero  de' 
foUati  dil 
prefidio . 

e  Cioè  guai 
■dia  di  zoo. 
fanti  in  pre- 
fìdio della 
città  :  ma  il 
JBuonaccor- 
£  dice  400. 


LIBRO 

di  Vatr!a:tna  la  ìntentione  no/ira  è,  laftiare  indietro  tutte  lefiufe.non  ricor- 
rere ad  altro. che  alla  magnanimità, &  alla  pietà  di  tanto  Re ,  in  quella  fom- 
mament  e  confidare ,  quella  bnmilifjìmamcnte  {applicare ,  che con  quell  *  Mitr- 
ino ,  colquale  perdonò  a  falli  molto  maggiori  de  Milane  fi ,  fi  degni  uclgere 
quegli  occhi  pietofi  iter  fio  i  Genoucfi, pochi  mefi  innanzi  feliciffimi, bora  effem 
pio  di  tutte  le  mi  fé  rie  :  ricordatele  con  quanta  gloria  del  uoflro  nome  fu  al- 
Ibora  per  tutto  il  mon  '0  celebrata  la  uoflra  dementici,  &  quanto  piufia  de- 
gno  confermar faufandofimile  pietà ,  che  incrudelendo  ofi  ararla  :  ricordate- 
Uh  che  da  Chrifto  redentore  di  tutta  l  humana  generationc  d crino  il  cognome 
uoflro  di  Chriftianifjìmo:&  che  però  ad  imitatione  fua  nifi  appartiene  effer* 
citare  [opra  ogni  cofa  la  clementia ,  &  la  mifericordia  propria  a  lui .  Siano 
grandi/fimi  quanto  fi  uogliai  delitti  commcjfì;  fiano  ineflimabili,  non  faran- 
no giamai  maggiori  della  pìetà->&  della  bontà  uoflra: uoinoflro  Rerapprefen 
tate  tra  noi  ilfommo  Dio  con  la  dignità,  &  con  lapotentia  (perche*  che  al- 
tro, che  Di ij  fono  i  He  tra  ifudditilorot)  &  però  tanto  nifi  appartiene  rap- 
prefentarlomedefimamente  con  la  fimilitudine  della  uolontà,&  delle  opere> 
dellequalineffuna  e  più  gloriofajfieffunapiu  grata,nefìnnafapiu  ammirabi-* 
le  il  nome  fitto,  che  la  mifericordia .  Seguitarono  quefle  parole  le  itoci  alte  di 
tutti  gridando  mi fericordiaima  il  Re  camino  innanzi,  non  dando  rijpofla  aU 
cana,benche  comandando  fi  leuafi  ero  di  terra,&  deponendo  lo  flocco,  che  ha 
ueua  nudo  in  mano  yfacejfe  fegno  d'animo  più  tofto  inclinato  alla  benignità* 
lArriuò  poi  alla  Cbiefii  maggiore ,  dotte  fé  gli  gittò  innanzi  a  piedi  numero 
quafi  infinito  di*  donne, &  di  fanciulli  d  ogni  fejfoù  quali  tutti  uè  fitti  di  bian  a 
co,  fupplicauano  con  grandi  (lime  grida ,  &  pianti  mi fer  abili  la  fua  clcmen* 
tia,&  mifericor  dia. Commoffe  fecondo,  chefidiffe  queflo  ajpetto  non  medio^ 
cremente  l'animo  del  Re ,  ilquale  ancora ,  che  haueffe  deliberato  dipriuare  i 
Gcnouefi  d'ogni  amminiftratione>  &  autorità ,  &  appropriare  al  fifeo  quelle 
entrate, che  fiotto  nome  di  San  Giorgio  appartengono  a  priuati,&  fogliati- 
gli d  ogni  imagine  di  libertà  ridargli  a  quella  foggettione ,  nellaqualefonole 
terre  dello  flato  di  Milano;  nondimeno  pochi  dì  poi ,  ò  con fider andò ,  che  con 
queflo  modo  non  folofipunluano  molti  innocenti ,  ma  fi  alicnauano  ctiandio 
gli  animi  di  tutta  la  nobiltà ,  &  effere più  facile  il  fioreggiarla  con  qual- 
che dolcetta,  che  totalmente  con  la  difperatione  ;  confermò  ilgouemo  ariti- 
co,come  era  innan^  a  quefle  ultime fiedit  ioni  ima  per  non  dimenticare  in  tut 
to  la  feuerità;  condannò  la  Communità  in  b  cento  mila  ducati  per  la  pena  del  b 
delitto,  i  quali  non  molto  poi  riditffe  in  dugento  mila  altri  in  certi  tempi  per 
rimbor farlo  delle fpefe  fatte ,  &per  edificare  la  fonema  alla  torre  di  Codi-* 
fa,poco  lontana  da  Genoua,&  che  è  fituata  fui  mare]  opra  il  Borgo,  che  uà 
in  Val  di  To%£euera,&  a  San  Tiero  in  sArenailaquale  perche  pi, ò  offende- 
re tutto  l  por  to,&  parte  delle  città  ènonimmeritamente  ,  chia?nata  U  Bri- 
glia.'uolle  ancora pagaffero  maggiore  Qguardia,che  lafolita,  &  continuane  e 
te  teneffero  nel  porto  armate  tre  Galee  fiottili  àfua  obedicmia,  &  chefifor- 

tificajfero 


SETTIMO.  i96 

4  tificxfferoil  Caftelktto,  &  il  inflettacelo  :  «  annullò  tutte  Ucònuevtioni  Jlof"  ^ 

fatte  prima  tra  lui,&  quella  città*  riconcedendo  quafi  tutte  le  cofe  mede  bruciare  un 

fime,ma  come  priuilegij>  non  come  patti  ;  accioche  fufje  fempre  in  J ita  pò-  Jj^JJ,  yt^9 

ttflà  il  priuarnegli:  fece  rimuovere  delle  monete  Genoueft  ifegni  antichi;  itfme  le  ed 

& ordinòy  dbe  infuturo  ui  fufje impreffo  iljegno  fuo  perdimoflrationedi  eVnoua  hà- 

y  affoluta  fuperiorità.  Jlllcquali  cofe  fi  tèggiftnfe  la  decapitatione  dib  De  ueua  icco:  a 

metrìo  Giitsliniano  ,  ilquale  manìfeftò  nel  fuo  e  fumine  tutte  le  pratiche ,  Sof.ca^utri 
&  lejperan%e  battute  dal  Vontcfice:nelquale  fupplicio  incorfe  pochi  me- 

fi  poi  Taolo  da  !S(ouc  ultimamente  Doge ,  ilqitale  ,  navigando  da  Tifa  a  , 

c  Roma,  ingannato  da  un  c  Ce  rfo ,  che  era  fiato  fuo  faldato  ;fu  uenduto  a  Giuftmiano 
Francefi.  fatto  che  hebbe  il  Re  quefte  cofe ,  &  riceuuto  (biennemente  da  fu  tatt0  de- 
Genoueft  il  giuramento  della  fedeltà ,  e*r  data  nenia  a  tutti*  eccetto^  che  Ke  di  Fran- 
ti circa  feffanta ,  i  quali  rmcffealla  difpoftttone  della giuftitia  ;  fé  n'andò  j?^Sdi<1^ 
a  Milano,hauendo)ubito,  che  hebbe  ottenuta  Genouaflicentiato  befferei-  fionc  iti  u 
to,colquale,  ejfendo  tutti  gii  altri  male  proueduti  ;gli  farebbe  flato  faci-  ^"a  dci 
le  continuando  il  corfo  della  uittoria,  opprimere  chighfuffe  partito  in  I- 
talia:ma  lo  lìcentiò  fi  preflo  per  certificare  il  Tonte f  ce ,  //  Re  de  Roma-  c  !1  Corfo, 
ni ,  e  i  Vinhiani ,  ;  quali  fi  a  u  ano  con  grandiffimo  foretto ,  che  la  uenuta  gioneVauio 

jfua  in  Italia  d  non  era  fiata  per  altro, che  per  la  ricuperatione  di  Gè-  d'^ouc»  £ 

nona:  ma  nefjuna  coja  baftaua  a  moderare  l  animo  aelTontefice  ,  ilquale  capitan  eoe 

interpretando  tutte  le  cofe  in  fenfo  peggiore  ;  fiquerelaua  di  nuoito  non  j"l0.:  llwA 

mediocremente  del  I\e,  come  fé  per  opera  Jua  fufje  proceduto ,  che  jLnni-  800.  feudi. 

baie  Beati  audio  con  leicento  fanti  raccolti  del  Ducato  di  Milano  haue-  , 

ua  in  quegli  dì  tentato  d'entrare  in  Bologna ,  affermando,  che  quando  gli  ricetto* ™ó 

fitffe  fucceduto;  fi  farebbe  dimoflrato  più  oltre  contra  lo  flato  Ecckfia-  "oI1« À  ^c 

flico:dallaqttal  cofa  (degnato  ,  benché  con grandtffìma  difficultàhaueffe  fa  diTua*! 

prima  pnblicati  Cardinali  i  Vefcoui  d'^Aus,  &  di  Baio  fa;  ricu fatta  di  pu-  uti:e  dc'  ?«? 

blicare  il  Vtfcouo  d'albi ,  lamentandofi ,  che  da  Ciamonte  (ho  fratello  docheneUe 

fuffe  permeffo  ,  che  i  Bentiuogli  babit afferò  nei  Ducato  di  Milano  :  ma  nir  da  Bles 

quel  che  era  di  più  momento ,  traportato  non  meno  dall' odio  ,  che  dal  (tato  dato  i- 

Jo/betto  haneua  quando  il  Re  publicò  di  uolere  con  l'arme  ridurre  ad  o-  [emione  al 

;    j         •     •  ^         '   r   /»        r  r     •  ~  ,  „    •  i    ioro  Araba 

oeaientiat  Genoueft  lignificato  per  juoi  Tsfuntij ,  &  con  uno  Brteueal  icutore,ch* 
r\e  de*  Romani,  &  a  gli  Elettori  dello  Imperio,  chel  Re  di  Francia  fi  pre-  ^li{  ha?reb 
paraua a paffare  in  Italia  con  potentijfimo efferato,  ftmulando di uole-  cioche  ùoi- 
re  raffrenare  i  tumulti  diGenoua,  i  quali  era  inpotefia  fua  di  quietare  Jf.c™°ftMr 
con  la  autorità  fola  ,  ma  in  uerità  per  opprimere  lo  flato  della  Chic  fa  ,  nuto  ìoio  j> 
&  usurpare  la  dignità  dell  Imperio;  &  il  mede  fimo  oltra  il  Tontefice  gli   h  faui  luoi* 
fignifeauano  ifinitiani,  mojji  dal  medefìmo  timore  della  uenuta  del 
%  di  Francia  in  Italia  con  tanto  efferato:  lequali  cofe intefe  Majfimi- 
liano  cupidiffimo  per  fua  natura  di  cofe  nuoue ,  e/fendo  in  quegli  giorni 
ritornato  di  Fiandra,  douein  uano  tentò  d'affumere  il  gouerno  delnù- 
pote;  haueua  conuocato  mila  città  di  Goftan^a  iTrinapidi  Germania t 

Bb     4  #* 


r  LIBRO 

ten/fracM  &  a  fc terrc  ftd$cke( chiamano  le  terre  Franche, quelle  città,che  ricono feen  <* 
©uantacin-    do  in  certi  pagamenti  determinati  l'autorità  delt  Imperiosi  gouerìiano  in  luì 
?o  :  niapoi ,  t&  l  altre  cofeperfeflefie,  intente  non  ad  ampliare  il  loro  tenitorio,  ma  a  co-> 
C«  co  n io  i  i    fenurc  la  propria  libertà  )  do  uè  concorrono  i  Baroni, e  i  principi, e  i  popoli  d  i 

GlOUlO,  fon    J  I       l .      r     r       .    /  '  .  .  l  f    rr  rr 

ridotte  a  ict  tutta  Germania,] or) e  pia  prontamente ,  &  in  maggiore  numero ,  che  jujjero 
IV*  "a"*  '  -  &&  lunghi/fimo  tempo  concerfi  a  dieta  alcuna  :  concio  fia  che  ui  conuennono 
e  JÌì'o  feono   per  finalmente  tutti  gli b  Elettori ,  tutti  i  Trincìpi  Ecclefiafiici ,  &  Secolari  b 
fti^'e-  dtl'i ^ilamagna,da  quegli infuora,che  erano  ritenuti  da  qualche giuflo  impe 
i  aìoK,.&  sli  dìmento;per  i  quali  nondimeno  ni  uennero,  b  figliuoli*  ò  fratelli,  ò  altre  con- 
aolo  cen  ?JHntlffime  pc"'fGnc ,  che  rappr  e fent  auano  it  nome  loro  ;  &  finalmente  tutte 
io>ch*  intuì  le  terre  Franche  ui  mandarono  ambafàaiori  :  i  quali  come  furono  congrega- 
tC  'Sufio*  ^ 5  Ce  fare  fece  leggere  il  Brieue  del  Tonte fi ce ,  &  molte  lettere, per  lequali 
rìui  l*an  no.  g\i  era  di  uarij  luoghi  fignificato  il  mede  fimo  ;  &  in  alcuna  dellequali  era  e- 
ha  nr  oliato  fpreff°  *ff&*fa  intentione  del  Re  di  Francia  collocare  nella  fedi  a  Tonificale 
popolare ,  o  U  Cardinale  di  Roano, &  da  lui  rkeuere  la  Corona  Imperialcper  i  quali  ani 
che  alcune  fi  efiendogià  concitatigli  animi  di  tutti  in  grandi ffi??ia  indegnatione>  Cefare, 
poche.         ceffato  che  fu  lo  ftrepito  ;  parlò  inquefia  fententia . 
b  Gli  lliti       Già  uedete  nobilitimi  Elettori,  &  Trmcipi>& fpet  labili  Oratori,  che  ef- 
^intcruè  fcttl  hàbbiaprodotti  la patiétia,che  habbiamo  hauutapcr  ilpaffato; già  che 
gono  alle    frutto  babbitt  partorito  l'è  (fere  fiate  dijprcTgate  le  querele  mie  in  tante  die- 
Sirfonofn  *&S$  uedete,che  il  Re  di  Frane ia,ilquale  "non  ardiua  prima  fé  non  con  gran- 
t«  ditferen  di  occafioni,  &  con  apparenti  colori  tentare  le  cofe  appartenenti  alfacro  ìm 
cìtfilftid  !"  perio,hora  apertamente  fi  prepara  non  per  difender  e, come  altre  mite  hafat 
secolari,  &  to  i  ribelli  noftri ,  non  per  occupare  in  quakhe  luogo  le  ragioni  dell'Imperio  ; 
che! a  Dagl'i  rnaper  fogliare  la  Germania  della  dignità  Imperiale  sfiata  acquifiata,  &  co 
Ecciefìaftici  feruata  con  tanta  uirtù,&  con  tanta  fatica  da  nofirimaggiorua  tanta  aula* 
kttori§'on  J  eia  lo  incitation  leffere  accrefeiute  lefor%efue,  non  l  efiere  diminuite  le  fior- 


zburg ,  quei  fatiche  noi  habbiamo  a  e  fiere  filmili  a  noi  meiefimi,che  in  noi  habbia  a  potè 

tiiremal?!  repiusò le diffenfioni,ò  la  ignauia  nofira>chegliftimoli  della  gloria,an^i  del 

e  i  ìDiiònti-  la  fallite;  che  per  le  medefime  cagioni  per  lequali  habbiamo  con  tanta  uergo 

re° Vemecin  gna  tolleratole  da  lui  fia  occupato  il  Ducato  di  Milano, che  da  lui  fiano  nu- 

qne  veico-  folte  le  difeordie  tra  noi,cbe  da  lui  fiano  difefi  i  ribelli  dell  Imperio  ;  habbia- 

chf  U,"&  dì  mofimilmente  a  tollerare }che  da  lui  ci  fia  rapita  la  dignità  imperiale,  traf- 

molta  p^f- 

fanza  .  De'  Secolari  oltra  pure  i  tre  Elettori,  fon  primi  d'honore  ,  &  d'auttorità  quelli  che  fono  dcll'ide/Ta 
Cafata  de  gli  Elettoti,  come  è  il  Duca  di  Bauiera  con  gli  altri  Palatini  ,  i  Duchi  d»  Sailonia,i  Marchefì,  & 
Burgauij  di  Brandemburg,&  poi  i  Duc.ui  di  Branluich  ,di  Lunemburg,  <Sc  altri.  Le  città  Franche Tono  potea 
tiflìme:  &  trouafì  che  Mademburg  (ottenne  più  d' un'anno  la  guerra  di  tutti  i  maggiori  Principi  di  Larna- 
gna,&  dell'efferato  Imperiale  .  Leggi  quanto  ne  IcrilTe  fra  gli  altri  Thomafo  Auths,  oc  de'  pm  moderni  Pie 
tro  Bizari  nella  Tua  hiftoria  d'Europa,  che  comincia  dall'anno  U<>S-3c  va  fino  al  1570.  laquale  ftampata  pri 
ma  in  Lione  fotto  nome  di  lui  ;  da  Alfonlo  Vlloa  fu  poi  fatta  riitampare  in  Vinetia,mutato  Colo  il  nome 
del  uero  auttorc,  e  introdotto  il  luo  adulterino  :  ilche  dice  elio  Bizaro  in  quella  fua  opera  Latma.che  fa  de 
Bello  Cyprio,  &  Pannonico  .  Ma  la  propolta  fatta  da  Ccùire  in  qjefta  Dieta  di  Coitanza.è  contraria  a 
quanto  Iubjqq  feri uog(iultrajponuoi#corBe  nota©  di  fotto  in  queitoUbioa  car.zoi.tac.a. 

ferito 


SETTIMO-  197 

ferito  in  Frància  l'ornamento,& lofflendore di  quefta  natìone .  Quanto 
minore  ignominia  farebbe  del  nome  noflro,quato  minore  dolore  fent  ir  ebbe 
l'animo  mio,fefufie  noto  a  tutto  il  mondo,chela  potentia  Germanica  fufft 
inferiore  della  potentia  Fr  ance  fé:  perche  menomi  crucier ebbe  il  danno, 
che  la  infamia, per  che  almeno  non  farebbe  attribuito  a  uiltà,o  a  imprudt 
tia  noflra  quel  che  procederebbero  dalla  conditione  de  tempi,o  dalla  ma- 
lignità della  fortuna,&  che  maggiore  infelicità ,  che  maggior  miferia,e fi- 
fere  ridotti  ingrado,che  cifia  cofa  deftderabile  il  no  effere  potenti?  che  hab 
biamo  a  eleggere  fbontaneamenteil  danno  grauijJìmo,per  fuggire  poi  che 
altrimenti  non  fi  può  ,la  infamia,  &iluituperio  eterno  del  nome  noftrc?be 
che  la  magnanimità  di  ciafeuno  di  uoi  efperimtntata  tante  uolte  nelle  cofe 
particolariybencbe  la  ferocia, propri  a, et  precipuo  di  quefta  natione,beche    . 
li  memoria  della  uirtu antica  >à &  de'  trionfi  de*  padri noflri (terrore già, 
&  Jpauento  di  tutte  l'altre  nationi)  mi  danno  quafifperani^a,  aw^i  qua  fi 
certe7^a,che  in  caufa  tanto  graue s'habbiano  a  deflareibellicofi,  &  in- 
vitti (piriti  uo(ìri:non  fi  tratta  della  alienatione  del  Ducato  di  Milano,no 
della  ribellione  de  gli  Suix^eri, nelle  quali  co  fé  tanto  grauifta  Hata  leggie 
re  la  mia  autorità  per  l'affinità  , eh  e  io  haucua  co  Lodouico  Sfor^a,per  gli 
intereffi  particolari  della  cafa  d'tAuflria.Ma  hora,che  efeujatione  fi  po- 
trebbe pretendere?  con  che  uelame  fi  potrebbe  ricoprire  la  ignominia  no- 
fira?  Tratta  fi  fé  i  Germani,poffe fiori  no  per  fortunata  per  uirtà  dell'Ini 
perio  Romano,  Carme  de'  quali  domarono  già  quafi  tutto  il  modo,il  nomo 
de  quali  è  anco  al  prejenteffauentofo  a  tutti  i  I\egni  de'  Chrifiiani\hanno 
alafciarfi  uilmente  fogliare  di  tanta  dignita,hanno  a  efitre  tffempio  d'in 
fanra,banno  a  di  uent  are  della  prima,&  della  più  glorio  fa  natione, l'ulti- 
ma,la  più  fchcrnita,lapiu  uituperofa  di  tutto 'Imondo  :  &  quali  cagioni* 
quali  merefjì, quali  fdegni  gfxx  m  ai  ui  molleranno  fé  quegli  non  nimuouo- 
no?  quali  ecciteranno  in  uoi  ifemi  del  ualore,&  della  genero fit a  de'  uojlri 
maggiorile  quelli  no  gli  eccitane?  con  quanto  dolore  fent  ir  anno  ne'  tempi 
futuri  i  uoflri figliuoli, e  i  uoflridefcendenti  la  memoria  de'  uoftrinomi,fe 
non  conferuate  loro  in  quella  grandetta, in quella  autorità*  il  nome  Ger-  •  ^"5^ 
manico, nellaquale  fu  coferuato  a  uoi  da'  uoflri  padri?  Ma  lafciamo  da  par  rimp-p  ™» 
te  i  conforti ',&  le  perfuafioni,perche  a  me  collocato  da  uoi  in  tanta  digni-  JJJg  JY£- 
ta\non  conuiene  diftederji  in  par  ole, ma  proporui  fatti,et  efiepuilo  ho  de-  ceflaria ,  & 
liberato  di  paffare  in  Italia,  in  nome  per  riceuere  la  Corona  dell'Imperio  *ll°^™tl 
Jfolennità  (comeni  è  noto  più  g  di  cerimonia, che  di  fuftantia)  perche  enfatico* 
'  la  dignità',  &  l'autorità!  Imperiale  depende  in  tutto  della  uoflra  elenio-  p^enc^i 
ne,  ma  principalmente  per  interrompere  quefii  configli  fcelerati  de'  Fran  che  da  ciò- 
cefi ,  per  f cacciar  gli  del  Bucato  di  Milano  >poi  che  altrimenti  non  pof-  ^\tu\iol  « 
fiamo  ajficurarci  della  infolentia  loro.  Sono  certo*  che  niuno  di  uoi  farà  >?  » °din^'Q 
difficulta"  di  darmi  i  fujjidij  [aliti  dar  fi  a  gli  Imperatori,  che  uanno  ad  in-  in  queft0  b. 
coronar  fi:  ì  quali  congiunti  alle  for^e  mie  non  dubito  d'banerea  paffare  ^^^ 

uittorioJQ 

- 


LIBRO  1 

uittoricfo  per  tutto, &  che  la  maggior  parte  d'Italia  fupplìcbeuole  mi 
uerrà  incontro >chi per  confermare  i  fuoi  priuilegij,chi  per  conftguire  dal- 
la giujlitia  nolìra  rimedio  alle  oppreffioni,che  gt:  fono  fai teschi  per  placa 
re  con  dinota  fummijjìonc  l^ra  del  uìncitore:  cederà  il  t\e  dì  Francia  al  no- 
me folo  dell'arme  noflre,  battendo  i  Francefi  innanzi  agli  occhi  la  memo- 
ria,quando  giouenetto,&  qua  fi  fanciullo  roppi  con  nera  uirtù,&  magna 
*  Guinegu*  nimica  a  a  Guincguafle  l'efferato  del  Kg  Luigi :dal  quale  tempo  in  qua  ri-  a 
ia  in  Picat  cufando  di  fare  effer  lentia  delle  mie  armi ,  non  hanno  mai  i  Re  di  Francia 
dia  pretto  a  combattuto  meco  fé  non  con  infidie,&  con  fraudi.  Ma  confederate  con  la 

Tcroana:do  /*'%';  .      .    y  ■    '•  »  r  ~<    *  /•  i  •  r  u     r 

uc  ne  gii  ni  generojita,&  magnanimitapropria  de  Tedejcbi  je  conmene  ai  (a  fama,et 
timi  anni  iwri0rc  uo\\ro  in  pericolo  commune  tanto  grane  rifentnfi  fi  pigramente  , 
df  Lirgi  x».  &  non  fare  in  cafo  tantoflraor  dinar  io  flr  aordinarie  proiufiorn.  7\(o  ricer 
t  Fracea  ru  ca  [a  g[orja  y  &  U  grandezza  del  nome  uofiro,dellequali  è  fiato  fempre 
Masimilia-  proprio  difendere  la  dignità  de  Vontef  ci  Romani ,  &  l'autorità  della  fé- 
no;  cefare:  ^a  ^j  pò  fio  bea, eh  e  bora  con  la  medefima  ambitione,  &  imputa  fono  fede 

ilcneiulan  T  *  '  .  '       t  ^      i  '         > 

no  1479.  &  ratamente  uiolate  dal  Re  di  Francia  ,  che  per  decreto  comune  di  tutta  la 
?  "mto  da  Germania  fi  piglino  a  quello  effetto  pottntijfimamente  l'arme*  Queflo  in- 
quefto  Aut-  tertffe  è  tutto  uofiro,perche  io  ho  adempiute  affai  le  parti  mie  ad  hauerui 
pr^neliu.  conuocati  prontamente  per  mani feflarui  il  pericolo  commune,ad  bauerui 
a  e.  57*3.2.  concitati  con  l'effcmpiò  della  mia  deliberationeiin  me  non  mancherà  for- 
u»  atto*  tVKK*  d'animo  a  efpormi  a  qualunque  pericolo,non  corpo  hahile  per  la  co 
d'arme  del  tinua  efitreitatione  a  tollerare  qualunque  fatica:  ne  il  con  figlio  nelle  co  fé 
poftTih  °ho  della  guerra  per  la  età,&  per  la  lunga  efperientia  mia  è  tale,che  a  quefla 
citato  Fjiip  imprefa  ui  manchi  capo  degno  di  tutti  gli  bonoritma  con  quanta  maggio- 
me,  detto  re  auttorità  il  uoflro  Re  ornerete, con  quanta  maggiore potentia,&  efer~ 
Mons.d'At  cito 10  circonderete  ;  tanto  più  facilmente  con  fomma  gloria  uofìraftdi- 
!aoioCÉmi  fenderà  la  liberta  della  Chiefa  Romana,madre  commune,  efaltaraffx  infi- 
lio*  no  al  cielo  infume  con  la  gloria  del  nome  Germanico  la  dignità  Imperiale, 

grande7ga,&ff>lendore  commune  a  tutti  uoi,  &  commune  a  quefla  poten 
tiffima ,  &ferociffima  natione . 

Commoffe  mar  awgliof amente  quefla  oratione  gli  animi  di  tutti  i  circo* 
fanti  vergognando  fi, che  nelle  altre  diete  non  fu  (fero  fiate  udite  le  querele 
jue;&  era  facile  aggiugntre  negli  animi  già  concitati  nuoua  indegnatio- 
ne:  però  effendo  in  tutti  ardore  grandi ffimo  a  non  comportar  e, che  la  Mae- 
flà  de  lì  Imperio  f  14 ffe  per  negligentia  loro  trasferita  in  altre  nationi;fi  co- 
minciarono con  unone  grande  a  trattare  gli  articoli  nccefjarij,  afferman- 
dofiper  tutti  douerfi  preparare  esercito  potentiffimo,&  beante, et  ladio 
quando  f uff  ero  oppofitiil  Re  di  Francia  ,&  tutti  gli  Italiani, a  rinouareyet 
ricupera  re  in  Italia  Cantiche  ragioni  dell'imperio,  fiate  ufurpate  y  0  per 
impotentia,o  per  colpa  de'  Cefarip affati :cofi  ricercare  la  gloria  del  nome 
Germanico, co  fi  il  concorfo  di  tanti  Vrincipi,&  di  tutte  le  terre  Franche, 
&  cfsere  una  uolta  necefsario  di  moflrare  a  tutto ìlmordoycbe fi  bene  la 

Germania 


S    E    T    T    I    M    O.  X5>8 

Germania  per  molti  anni  non  haueua  battuto  le  uolonta  unite  ;non  era  pe 
rò  che  non  baueffe  la  mede/ima  pofsan^a,&  la  medefima  magnanimitaja  a  P°P°  TiC 
quale  haueua  fatto  temere  gli  antichi  loro  datutto  ilmondo:donde&in  «wtidUa! 
miuer fiale  era  nata  al  nome  loro  grandifjima gloria  >&la  degni ta  impe-  ?  d*.Aufttjk 
ri'aky  &  in  particolare  molti  nobili  ne  haueuano  acquiflato  Signorie ,  &  fu«diiua-° 
grandezze:  &  quante  cafe  Illuflri  hauere  lungo  tempo  regnato  in  Italia  m€^l^ 
negli  acquiflati  con  la  loro  uirtùt  lequali  cofefi  cominciarono  a  trattare  là  impS- 
contantacalde%^a,cheèmanifeìlo,chegia  moltiffimi  anni  nonera  fiata  l^ma^c 
cominciata  dieta  alcuna,  dalla  quale  fi  afi et ì afferò  maggiori  mouimenti,  fa  c-afa,  cioè 
perjuadendofiuniuerfalmente  gli  huominì,  che  oltra  l'altre  ragioni  far  eb  ^J0V# ," 
re  gli  Elettori,&  gli  altri  principi  più  pronti  la  freranza,  che  haueuano  ftateuC&fi 
che  per,  l'età  tenere  de'  figliuoli  del  I\e  Ftlippo,la  degniti  Imperiale  conti-  jgj J£ff ^ 
%  nuata  fucceffiu  amente  in  Mberto, Federigo,  &  Mafsimiliano, a  tutti  tre  nel  preséte 
della  cafa  d'jlnfiria,baueffe  finalmente  a  paffare  in  altra  famiglia:  lequa  ^t^jiuo" 
//'  co  fé  peruenute  agli  o  recchi  dal  I(e  di  Francia  l haueuano  indotto  a  di  fi  lodeirimpe 
foluere  per  rimuouere  tale  fiufificione,fiubitoy  che  hebbe  ottenuto  Genoua,  ^1^' 
l,efsercito:&  bar  ebbe  efìo  con  la  medefima  celerità  ripaffato  i  moti,fe  no 
l'baueffe  ritenuto  il  defiderio  deffere  a  parlamento  col  %e  d ' dragona,  il  pri^fn°. 
quale  fi  preparaua  per  ritornare  in  Ifbagna ,'intento  tutto  a  riaffumere  il  to  dei  Re  Fi 
gommo  diCafiiglia:  perche  effendo  inhabile  Giouanna  fua  figliuola  a  tan  ^l&t* 
ta  amminìfiratione,  non  tanto  per  la  imbecillità  del  fé fio.quanto  perche  Giouana  fu 
per  bumori  melancolìci,che  fé  gli  feoper fono  nella  morte  del  marito,  era  ^"quelli 
alienata  dall'intelletto^  inhabili  ancora  per  la  età  i  figliuoli  communi  nomeimpe 
;  del  He  Filippv,&  di  lei,de  quali  il  b  primogenito  non  arriuaua  al  decimo  iTScuf 
anno;  moueualo  oltra  queflo  l'effere  defjderato,  &  chiamato  a  quel  gouer  7-  annijefoc 
no  da  molti  per  la  memoria  d'ejfere flati  retti  giuslamente,  &  fioriti  per  «?£*•?« 
la  lunga  pace  quelli  Regni  fiotto  lui:&  accrefceuano  queflo  defiderio  le  dif  ?ebr  Isot" 
fenfionì  già  cominciate  tra  i  Signori  grandi ,  &  l'apparire  da  molte  parti  dna  *  d  dia 
jegni  manìfeUiffimi  di  future  turbatìonuma  non  meno  era  defiderato  dal-  Fiandra- 
la  figliuola,  laquale  non  effendo  nelt 'altre  cofe  in  poteflà  di  fé  medefima;  c  stette  il 
flette  fempre  collante  in  defiderare  il  ritorno  del  padre,negando  cotra  le  Rc  d'Arago 
fuggcflioni,&  importunità  di  molti, oflinat  amente  di  non  fiotto  firiuer  e  di  ffald  T 


pò 
19, 


mano  propria  in  efieditione  alcuna  il  nomefuo,fen%a  laquale  [oficrittio-  d'ottobre, 
ne  non  haueuano  fecondo  la  confuetudine  di  quei  I\egni  i  negoevj  occorrati  Su  5u  gL* 
lafua  per  finitone. Ver  quefle  cagioni  partì  il  Re  d'Aragona  del  Bggno  di  &nQ  ,s  Vx° 
Vapoli ,  non  ut  effendo  dimorato  più  che  c  fette  me  fi,  né  hauendo  fodisfat  SuVSfc 
to  ali  emettanone  grandiffma,cbe  s'era  hauuta  di  lui,non  folo  per  la  bre  nel£iovu-t°a 
uità  del  tempo,&  perche  difficilmente  fi  può  cor  rifonder  e  a'  concetti  de  àf  cofano 
gli  huominì ,  il  più  delle  uolte  non  confiderati  con  la  debita  maturità ,  né  rct,ue  chci 

•  y*  •■■»  tene    da  r  x.  1 

mi  furati  con  le  debite  proportioni;ma  perche  fé  gli  of  pò  fono  molte  difficul  cinque  me 
tà,&  impedimenti, per  i  qualiynè  per  il  commodo  uniuerfale  d'Italia  fece  £d£p£  J*|j 
cofa  alcuna  degna  di  lauderò  di  memoriale  fece  utilità^  beneficio  alcuno  uato. 

mi 


LIBRO 

net  Rsgnc  di  Vapolì:per che  alle  co  fé  d'Italia  non  lo  lafeiò  penfare  il  de/i- 
devio  di  ritornare  prefìo  nelgouerno  di  Cafliglia y  fondamento  principale 
della  grandezza  fuayper  loquale  era  ne  ceffi  tato  fare  ogni  opera  per  cefer 
uarfi  amici  il  Re  de  Romania 'Re  di  Francia;accioche  l'uno  con  l'autori- 
ta  ùefjere  anelo  de  piccoli  figliuoli  del  Re  morto;l' altro  co  la  potentia  ui 
cìna}&  col  dare  animo  a  opporfegli  a  chi  haueua  l'animo  alieno  da  lui;no 
gli  mcttcjfero  diflurbo  a  ritornarui:et  nel  riordinarlo  gratificare  il  Re- 
gno Napolitano  gli  dette  dìfficult a  l\ffer e  obligato  per  la  pace  fatta  coi 
Re  di  Francia^  rtUituiregli  flati  tolti  a'  Baroni  Jngioiniyche  o  per  con- 
K(nticne}G  per  remuneratione  erano  flati dtflribuiti  in  coloro y  e  haueua- 
vofeguitato  la  parte  fua:et  queflì  no  uoledo  egli  alienar  fi  ifuoi  medefimi> 
era  neccjjitato  di  ricopefareyo  conflati  equìualetì,  che  fi  baueuano  a  cope 
rare  da  altri;  o  co  danari tallaqualcofa  efjendo  impotentiffime  le  fue  facul 
ta;era  coftretto  nonfolo  a  far  uiuiin  qualunque  modo  i  prouenti  Regijy& 
a  dinegare  dì  fare  fecondo  il  coftume  de'  nuoui  Re  grattalo  efentione  alcu- 
9  confaluo,  va>°  efcrcitare  frecie  alcuna  di  liberalità\ma  etiadio  co  querela  incredibì- 
fecondo  s!_  [€  di  tutti  ad aggrauare  i  popoli, iqualihaueuano  affettato  folleuationey 
andò  fubito  et  r!ftoro  di  tanti  maligni  fi  udiuano  minori  le  querele  de  Baroni  di  ciafeu 
con  Ke,  ma  na  ddU  partiiperche  a  quegli3che  pof]edeuanoyoltra  che  mal  uolentieri  ri- 
fa pcrcjoc  fi  lafciauano  gli  flati,  furono  per  neceffitafcarfeyet  limitate  le  ricopefntioni; 
awoic6  f™  et  a  V{C&a a^tY1 fi  rffirigntua  quatofi  poteua  in  tutte  le  cofe  ynellequali 
ufììdo  toor  accadeua  controuerfia,il  beneficio  della  reflitutione  :  perche  quàtomeno 
1  tT!*  wl  a  loro  fi  reUìtuinaytàto  meno  a  vii  altri  fi  ruopenfaua .  *  Vartìcon  lui  il a 
dstuui  i  cit  Gran  Capitano yma  con  beniuolentiay& fama  incredibile  y  &  delqualey  oU 
SdrjL^  3-  tra  te  lai*di  de  vii  altri  tepi3era  molto  celebrata  la  liberalità  dimoflratafi 
tedaiiedo-  nel  fare  innàxj  a"a  partita  fitta  gr  adi jjimi  doni  ya  quali  impotente  altnme 
cnòauanti  **y  He  n^  P er  noTÌ  m*cart  di  queflo  honore  non  picchia  parte  de  gli  flati  prò 
la  iua  parte  prtj.J^è  porti  il  Re  (il  J^npoli  co  molta  [atisfattione  tra  il  Totefice  et  lui: 
credhori'a    Psrc^e  drmàdandogli  la  inucflitura  del  Regno;  ilVotcfice  dinegaua  di  con 
Tuo  di  uom  cedcrlayfe  non  col  cefo^colquale  era  fiato  coceduto  a  gli  antichi  Re>et  il  Re 
u  del  Tc-b  fatua  inflatiayche  gli  fujjè  fatta  la  medefima  dìminutione3ctì  era  fiata  fat 
kìere $  pa-  ta  a  Ferdinaiofuo  crtginoyct  a  figliuoli >et  a  nipoti  ydim  adando  iinucflitu 
so  a  timu  ra  di  tutto  l  Regno  Ih  nome  fuo  £prioycome  fucceffore  d' Alfonfo  uecchio  : 
folcati ,  &  rielqual  modo  quando  era  a  Tfapolijjaueua  riceuuto  i'bomaggio>e  igiu- 
ìarJanTente   rament'ucon  tutto  che  W£  capitoti  della  pace  fatta  col  Re  di  Francia  fi  di- 
*"j.oche.[a"  front  j]eyche  in  quanto  a  terra  di  Lauoro  y  et  l\Abbru%£Ìfi  riconofecffè  in* 
n-edefiiro  t  fietnè  ti  nome  della  Rcina.Credctte finche  l'hauer  dinegato  il  concedere  l'in 
&  acciochc  ucfli  tur  a, fife  cagìoneychel  Re  ricufaffe  di  uenire  a  parlamento  col  Tottfi 
io  d'orna      cejlquale  effendo  flato  nel  tempo  mede  fimo  più  dì  nella  rocca  d'Ofliayfi  di- 
me  ti,  &  del  ceua  efferui  flato  per  sfpettare  la  paffuta  fta.  Oitel  che  di  queflo  fia  la  ueri 
tornar  Un  tà  ,  diri%^ò  il  R<e  d' .Aragona  la  nautgatione  a  Sauova  y  otte  era  conuenu 
upawìi*  t0  d'abboccarfi  col  Re  di  Francia  :  il  quale  effendo  per  quefla  cagione 
pa  II  *  fopratta- 


S    E    T    T    I    M     O.  \ff 

fopr  afiato  in  ltaliayfubito  che  bhebe  inteja  la  partita  fua  da  l^a polipi  e- 

ra  uenuto  da  Milano,furono  in  queflo  congrijjo  da  ogni  parte  liberc,et  pie 

ni  difomma  confidentia  le  dimoerai  ioni, et  tali  quali  non  era  memoria  de  a  QucWot*' 

gli  huomini  ejfire  mai  siate  in  alcuno  congrego  jìmile:}>cbe  gli  altri  Vrin  bówatfi***" 

cipiytra  i  quali  era,o  emulatione,o  ingiurie  antiche  o  confa di  fofpetto  ,fi  due  pnaf 

g  riduceuano  infume  *  con  tal' or  dine, che  l'uno  non  fi  metteua  in  podeflà  del  "m"1  parte 
Coltro, ma  in  quefla  ogni  co  fa  procedette  dnierfamente:perche  come  Par-  accennato 
mata  Aragonese  s'accoflò  al  porto  di  Sauona,il  Kg  di  Francia,che  all'ap-  ^  j°*™9™Q 
parirfuo  era  difcejofu'l  molo  del  porto;  pafiò  per  un  ponte  fatto  per  que-  uè  «aitano 

b  fio  effetto  di  legname  con  ^pochi  gttilbnomini,et  fen^alcuna  guardia  fui  LodoJco 
la  poppa  de  la  galea  detP>g:oue  raccolto  co  allexre%^a  ineslimabile  dal  Re  sforzi  d'ab 

c  (jr  dalla  Reina  c  nipote  jua  ,  poi  che  ui  furono  dimorati  con  giocondi ffime 
parole  per  alquanto  fpatio,ufciti  della  galea  per  lo  ponte  mede  fimo  entra-  b  Dice  n  ve 
rono  a  piedi  nella  città  hauendo  fatica  non  mediocre  di  poffare  pev-me%o  £0U°die*H 
infinita  moltitudine  d'huomini,et  di  done  concorfa  di  tutte  le  terre  circon  Re  dì  Fran 
Banti.Haueua  la  Reina  alla  mano  deftra  il  mar  ito, all' altra  il  %io,ornata  ^i^Iùw 
mar auiglio fornente  di  gioie  ,&  d'altri  fontuofiffimi  abbigliamenti :uem uà  galea    dei^ 
noappreffo  a  due  Re  il  Cardinale  dilìgano,  &  il  grò  Capitano  Seguitano  J0%Fon  heb 
no  molte  fanciulle,  e  giou  ani  nobili  della  corte  della  F^ina, tutte  ornate  fu  be  feco  più 
ferbtffimament  e, innanzi  &  in  dietro  le  corte  de  due  Re  co  magnificetia,  rone"6^"* 
&  pbpa  incredibile  di  fontuofijfime  uefle,&  d'altri  ricihiffìmi  ornamenti: 
con  laquale  celebrità  furono  dal  Pg  di  Francia  accopagnati  il  R?,ct  la  Pxti  5^^"* 
na  d'Aragona  al  CaHello  deputato  per  fuo  alloggiamento  Mquale  ha  l'u-  «a  nipot  e 
feita fui  mar 'e ,&  affegnata  allafua  corte  la  metà  della  città  contigua  o  j^n^a  per 
quello,  alloggiando  ilìadi  arancia  nelle  cafe  del  Pefcouado,  che  fono  di  ciochc  dia 
fronte  al  caftello  > spettacolo  certamente  memorabile ,  uedere  infante  due  ^u„| h^eJ 
Repotetiffìmi  tra  tutti  Trencipi  Chrifìiani,flati  paco  innanzi  sì  oc er biffi-  la  dei  Re» 
mi  nimici,non  folo  riconciliati,  &  congiunti  di  parentado, ma  depoftiifc-  5e;-to  df  fo- 
gni dell' odio,&  della  memoria  deli- offe fe;commett ere  ciafeuno  di  loro  la  ?*a  ai  fine  * 
uita  propria  in  arbitrio  dell' altro, con  non  minore  confidenti  a, eh  e  fé  fem-  cli.U^.' 
pre  fujfero  flati  concordismi  fratelli:  onde  fi  daua  occafione  di  ragior.4 
menti  a  quelli  che  erano  pre fenti ', quale  de"  due  Re  haueffe  dimoflrato  mag 
gior  confidentia:  &era  celebrata  da  molti ,  più  quella  del  Re  di  Francia  r 
che  primo  fi  fufje  meffo  in  poteslà  dell'altro  9non  ficuro  con  altro  lego- 
me,che  della  fede:  &  haueuo  quell'altro  maggior  cagione  diuergognarfì9, 
perche  prima  fuffe  flato  offeruata  la  fede  a  lui:  &  era  più  uerifimUe  il  fo- 
jpetto ,  che  Ferdinando  defideraffe  d'affìcurarfidi  lui  per  fiabilirf  meglio 
il  Reame  di  T^apuli  :  ma  da  molti  altri  era  più  predicatala  confidentia  di 
Ferdinando ,  che  non  per  tempo  breuiffimOìCùme  il  Re  di  Franaa,ma  per 
{patio  di  pia  giorni  fi  fuffe  rimeffo  in  poteflà  fua:perche  hauendtdo  fpo* 
gliato  d'un  Regno  tale,  con  tanto  danno  delle  fue genti ,  &  con  xantu  igne 
smima  del.fuo  nome  -,  haueua  da  temerebbe  grande  fuflc  l'odiosi  il  dcfi~ 

a<,rhr 


LIBRO 

defiderio  della  uendetta,&  perche  s'haueua  afogettare  piedone  era  mag 
giove  il  premio  della  perfidia:  del  far  e  prigione  il  He  di  Francia,non  ripor 
a  vcnnefia  tana  Ferdinando  molto  frutto  ,a  per  tffer e  in  modo  ordinato  corde  j uè  ai 
««ft^do  è  leggh  &  confuct udìni  il  Reame  di  Francia,  che  non  per  quitto  duninuiua 
che  il' Re  -  molto  di  for^e,&  d 'autorità:  ma  fatto  prigione  Ferdinando  ;  non  era  du- 
cu°nón  T  hio,  che  per  hauere  heredi  di  piccolijjìma  età ,  per  effergli  Reame  nuouo  il 
diminuito  Reame  di  tìs[apoli)&  perche  gli  altri  Regni  juoi ,  &  quello  di  Cafiiglia  fa~ 
«"dei  Pfuo '  rebbono  fiati  per  uarij  accidenti  confufi  in  fé  fttffi  ;  non  bar  ebbe  il  Re  di 
Re ,  (opra  arancia  per  molti  anni  riceuuto  dalla  potentia,&  armi  dì  Spagna  ofiaco 
do  URefra  lo  alcuno.  Ma  non  daua  minore  materia  a' ragionamenti  il  gran  Capitato, 
cefeo  fu  fat-  aguale  non  erano  meno  miti  sii  occhi  de  gli  huumini  per  la  fama  del  fuo 

to  prigione        ',  ,  .     ,.   °  .         r      ,  ,r  i      ■  r 

iotto&uia.  valor e3&  per  la  memoria  di  tante  untone  :  lacuale  faceua ,  che  i  Fran- 
cefhanccra  che  uinti  tante  uolteda  luì, &  che  foleuano  hauere  in  fommo 
odio,&  horror  e  il  fuo  nome, non  fi  fatiaffero  dì  contemplarlo  ,&  honorar 
lo,&  di  raccontare  a  quegli,che  non  erano  [lati  nel  Vacarne  di  "Napoli ,  chi 
la  celerità  qua  fi  incredibile,&  Caflutia  quando  in  Cab  uria  ajjaltò  ali'im 
pronìfo  i  Baroni  alloggiati  a  Laino;  chi  la  coftantia  dell 'animo,&  la  tolle 
rantia  di  tante  difficuìtà,&  incommodi,quando  in  me%o  della  pefle,&  del 
la  faìne  tra  afjediato  in  Barletta,  chi  la  ddigemia,  &  [efficacia  di  legare 
gli  animi  de  gli  huomini,con  laquale  fcflentò  tanto  tempo  i  foidati  fen%a 
darmi:  quanto  ualorofam  ente  combat  teff  e  alla  Cirignuola;  con  qua  to  uà 
lore,&  fortezza  d'animo  inferiore  tanto  di  for%e,con  l'efferato  non  pa~ 
gato,c  tra  infinite  dfficultà  determinale  no  fi  di  [colare  dal  fiume  dd  Ca 
vigliano;  con  che  induUna  militare,&  con  che  Uratagcmi  otteneffe  quel- 
b  cofi  dice  la  vittoria;  quanto  femprefuffe  flato  fuegliato  a  trarre  frutto  dedifordi 
£  de°iia€l  ni  de*  nimicì  :  &  accrefceua  Cammiratione  de  gli  huomini,  la  maefià  ec- 
vita*  d'effo  cenente  della  prefentiafua,la  magnificentia  delle  parolai gefti,&  la  ma 
cC50fdianUd0o  ',  niera  piena  di  granita  condita  di  gratta  :  ma  fopra  tutti  il  Re  di  Francia , 
che  in  quei'  fa  \MUeua  uoluto3che  alla  menfa  medefima,alla  quale  cenarono  infteme 
inentoOCdCia"  Ferdinando,&  la  Reina, &  lui;  cena jfe amera  eglu& gliene  haueua  fat- 
ane gra  Re;  tQ  commdare  da  Ferdinando  ;ftaua  come  attonito  a  guardarto,&  ragie 
Jàda  «  J«c  nar  [eco  ;  in  modo,chea  giudicio  di  tutti b  non  fu  meno  glorio fo  quelgio: 
B»  ***$*>  no  al  Gran  Capitano, che  quello, nel  quale  uincitorc>&  come  trionfante  cn 
SEe3?  co"n  tré  con  tutto  fèffercito  nella  citta  di  T^apoli.     Fu  quefio  l'ultimo  gior- 
ReLod'om-1  ™  de  dì glorìofi  al  Gran  Capitano  -.perche dipoi  non  ufi  mai  deviami 
co  cóferrrò  di  Spagnaio  hebbe  più  [acuità  £  esercitare  la  fua  uirtù  né  in  guerra ,  né 
mef$"ra°n  meofe  memorabili  di  pace  :  flettono  i  due  Re  in fieme  tre  giorni  :ntlqnal 
de.  Et  è  da  tempo  hi  bbono  fegretiffimi,  &  lunghiffimi  ragionamenti ,  non  ammeffo  a 
dcuoViuo  quelita  Inonorato  fé  non  generalmente  il  Cardinale  di  Sàta  Traffede,  Le 
«  «clama-  ^at0  dei  Tonte f  ce  :  i  quali  per  quello,che  parte  allhora  fi  compre  fé, parte 
Si»",  tue-  dipoi  fi  manifejlò;  furono  principalmente,promeffa  l'uno  all'altro  di  con- 
no capita-  feruarfì  infieme  in  perpetua  amicitia,&  intelltgentia,&  che  Ferdinando 
J1°*  finge- 


r  b 


ETTI    M    O.  209 

$  ingegnale  dì  comporre  infieme  Cefare,  il  He  di  Franeia;  acciò  che  tut 
tinniti  procedefjero  poi  contro,  i  Vinitiani  :  &  permoftrard'ejfere  in- 
tenti non  meno  alle  co  fé  communi,  che  alfe  proprie  sragionarono  di  rifor- 
mare lo  flato  della  Cbiefa  ,  &  a  queflo  effetto  conuocare  un  Concilio;  in 
che  non  procedeua  con  moltaftncerità  Ferdinando ,  ma  cercaua  nutrire 
il  Cardinale  di  F^oano  cupidifjìmo  del  Tonteficato  con  queUa  ff*eran?a; 
con  lequali  arti  pr  e  fé  in  modo  l  animo  fuo,  che  forfè  non  con  piccolo  de- 
trimento delle  co  fé  del  fuo  Rgy  s'accor fé  tardi,  &  dopo  molti  fegnì,  che 
dimoftrauano  il  contrario,  quanto  fu/fero  in  quelTrincipe  diuerfe  le 
parole  dall'opere  ,  &  quanto  fuffero  occulti  i  configli  fuo ì .  Tarloffi 
anchora  tra  loro  della  caufa  de'  Tifani ,  trattata  tutto  l'anno  mede- 
fimo  da'  Fiorentini  coni' uno,  &  con  l'altro:  perche  il  He  di  Francia* 
quando  fi  preparaua  contra  i  Genouefi,  ependo  fdegnato  contra  loro 
peri  fauori  dauano  a'  Genouefi ,  &  parendogli  opportuno  aliecofejue, 
che  i  Fiorentini  ricuper 'afferò  quella  Città;  haueua  data  loro  Jperan- 
%a ,  ottenuto ,  che  hauefse  Genoua ,  mandami  l'efsercito ,  nel  quale  & 
in  tutta  la  Corte ,  era  per  la  medefima  cagione  conuertìta  in  odio  U 
heniuolentia  antica  de'  Tifani  :  ma  fedita  Hmprefa  di  Genoua  ;  mu- 
tò configlio  ,  per  le  cagioni ,  che  l'indufiono  a  licentiare  l'efsercito  , 
&  per  non  offendere  l'animo  del  He  d'Aragona ,  che  afferma  uà ,  che 
dijporrebbe  i  Tifani  a  ritornare  concordemente  Jotto  il  dominio  de'  Fio- 
rentini :  dalla  qual  cofa  il  B^e  di  Francia  Jperaua  confcguire  da  Fio- 
rentini quantità  grande  di  danari .  jL  queflo  medefimo  ,  benché  per 
diuerfe  cagioni  s' indir  i^a  uà  l'animo  del  Rg  d'Aragona  :  ilquale  fa  - 
rcbbe  flato  più  grato,  che  i  Fiorentini  non  ricuper afferò  Ti  fama  co- 
nojcendo  non  fi  potere  più  conferuarla  fen%a  ffefa ,  &fen^a  difficultà, 
&  dubitando  non  la  ot tene ffero  per  mex^o  del  Re  di  Francia;  haueua, 
fperato  di  potere  con  l'autorità  fua ,  quando  era  a  J^poUjindurre  i  Ti- 
fani a  riceuerecon  honefle  conditioni  il  dominio  de'  Fiorentini,  i  quali  gli 
pr  omette  nano, \ ^accedendo  queflo,di  con  federar  fi  feco,&  di  donargli  in 
certi  tempi  cento  uenti  mila  ducati:  ma  nonhauendo  trouata  ne'  Tifani 
quella  corrijpondentia,dellaquale  gli  haueuano  prima  data  intentione* 
per  interrompere,  che  il  premio  non  fuffe  folamente  del  He  di  Francia; 
haueua  detto  apertamente  a  gli  Or atori  de  Fiorentini,  che  in  qualunque 
modo  tent  afferò  di  ricuperar  Tifafen%a  l'aiuto  fuo;  farebbe  loro  mani- 
fefìa  oppofitione  :  &  al  He  di  Francia  per  rimouerlo  da'  penfieri  di  ten- 
tar l'arme,  hora  moflraua  di  confidare  d'indur gli  a  qualche  compofìtio- 
ne;horadiceua  i  Tifimi  effere  fotto  la  fua  protettone,  benché  queflo  fu f 
fefalfo:  perche  era  uero  i  Tifani hauer la  più  uolte  dimandata ,  &  offer- 
to di  dargli  affolut amente  il  Dominio,  ma  egli  dando  lorojemprejperan 
7a  di  rìceuergli,&  facendo  fare  il  medefimo  più  ampiamente  al  Gran  Ca 
fitano;  non  mail'baueua  accettatola  in  Sauona  dtfcuffapiuparticolar 

mente 


■mente  quitta  materia,  conchiufono  eperbene,  che  Tifa  ritornaffe  fotti) 
§  riTfafcK    '  Fiorentini ,  ma  che  •  ciafeuno  di  loro  ne  riceueffe  premio  .  Le  quaicofe  < 
che  i  S  /ìmfobo  Hgfttiìe ,  che  i  Fiorentini  per  non  offendere  l'animo  del  Re  $*Ara- 
sfucnar0d»n  gùna  pn'termcjjcro  di  dar  quell'anno  il  guafto  alle  ricolte  de'  Tifarti ,  cm 
c5po"aiccò.  fa  nellaqnale  haueuano  molta  fperan^a  :  perche  Tifa  era  molto  efauft* 
clSl£  ài  Ufi  totìaglie  y  e  tanto  debole  di  for^e  ,che  le  genti  de'  Fiorentini  corre- 
Lhauifb-  uaHC  per  tuttùt  paeje  inftno  alle  porte ,&i  contadini  più  potentidinu- 
ÌT^'ìo0  ém  fhucmìm  in  Tifa  ,che  i  cittadini ,  effendo  loro  molcfiifìimo  il  perde- 
\A  msttei  rcj{  frutto  delle  fatiche  loro  ditutto  Tanno  \cominciau ano  a  rimettere 
cfìfu-f^  Mai  dal*  fitto*  ofiinatione.    *#*'  Tifani  concordano  più  gli  aiuti 
gpuemato     fcfoj  0  u\rìm  \  perche  ne  Genouejì  battutida  tante  calamita  non  erano 
££«?  V:u  ì  mettami  penfien .  Tandolfo  Tetrucci  ricufaua  lo  fondere, j&i 
.qua]  ici    o  ;  HicheM ,  con  tutto ,  che  fempre  occultamente  di  qualche  cofa  gli  jcue- 
SSrSg*   :if]eroUon  Menano  foli  tanta  ftefa  [ottenere .  Tartircno  da  Sauona 
^'    *f  *  n  le  mcdefme  dimoftrationi  di  concordia,  &  d'amore  dopo  quattro 
ToTZtn'  nòrmidùe  J^e:l'uno  per mare  al  camino  di  Barcellona,  l  altro  je  ne  n- 
sinu&iètt*  %ynò  pcrterrain  Francia,  lafciate  l'altre  co  fé  d'Italia  nel  grado  mede- 
rò .tfS  fimo  ,L  con  peggiore  fodisfattione  dell'animo  del  Tonte  fice  :ilquale  di 
uol,eu?  so'    miào  pnfaoccafwne  dal  mouimento  fatte  da  Annibale  Bentiuoglio  ,ha- 
Sà  ntCafu  ma  per  lo  Cardinale  diSantaTraffede  fattoinflantiain  Sauonacol?j 
quefto  par.  di  FTancia^e  o[t  faajfe  dare  prigioni  Ciouanm  Bentiuogli ,  &  Me- 
ZìfiEi  Miro  fuo  figlinolo  J  quali  erano  nel  Ducato  di  Milano  ,  allegando ,  che 
tinj^h«  Poi  che  haueuano  contrauenuto  alla  concordia  fatta  permeo  di  Cja- 
^ionS    fante  in  Bologna; non  era  più  il  Reubligato  adofferuare  loro  la  fede 
7criuc'        data ,  &  offerendo  in  cafo  gli  fuffe  conferito  quefto ,  mandare  linjegne 
del  Cardinalato  al  Vefcouo  d'Mbi.  <Heg™*  'U'  conHare  della  colpa 
di  coftoro ,  lacuale  perche  era  diftofto  a  punire  ;hauetta  fatto  ritenere 
molti  giorni  Giouanni  nclCaflel  di  Milano  :  ma  non  apparendo  indicw  al- 
cuno del  delitto  loro,  non  uoler  mancare  della  fede,allaqualepreten- 
deua  di  efjere  Migato:  &  nondimeno  per  far  cofa  grata  al  Tontefi- 
ce  ,effer  dfbofto  a  tollerare ,  eh' egli  con  le  cenfure  ,  &  con  le  pene  proce- 
de ffecontr  a  loro,comecontra  ribelli  della  Chiefa  ,cofi  come  non  fi  era 
lamentato, Se  in  Bologna  fulla  caldera  di  qu  e  fio  moto  f uff  e  fiato  éi- 
flrutio  da  fondamenti  il  palagio  loro .    Trocedeua  nel  tempo  mede/i- 
mo  la  dieta  congregata  à  Coftan%a  con  la  medtfma  emettanone  de  gli 
hnowini,  con  laquale  haueua  hauuto  principio.   Laquaie  tJ[^tattone. 
C  efare  nutrì  uà  con  uarie  arti,  &  con  magnifiche  parole  ,publicandoOi 
hauere  a  pafare  in  Italia  con  efferato  tale,  the  for%e  molto  maggiori  ai 
quelle  delBj  di  Francia, &  de  gli  Italiani  uniti  m  fieme  non  potr  ebbe- 
ne refifìeroli  :  &  per  dar  maggiore  dignità ,  &  autorità  alla  cau- 
fafua ,  dimoiando  effergli  fifjb  nell'animo  il  patrocinio  della  Cbieja  ;  ha- 
ueua perfue  lettere  fignificato  al  Tontefice,&al  Collegio  de  Cardi- 
•  na  li, 


SETTI    M    O.  u>$ 

«  nali,*  bauere  dichiarato  il  Re  di  Francia  ribello,®  nimico  del  [acro  Impe 
rio;  perche  era  uenuto  in  Italia  per  trasferire  nella  per  fona  del  Cardinal  tori  oiua- 
>di  Roano  la  dignità  Pontificale,®  in  (e  la  Imperiale,®-  per  ridurne  Italia  *ómdì  <on 

.  ,d  ,%  .  r  l  '  j     „  molto    <hf- 

' tutta  in  acerba  Joggettione;prepararfi  per  uemre  a  I\oma  per  la  Corona,  cordanti  da 

&  ter  iflabilire  laftcurtà,  ®  la  libertà  commune,  ®  che  afe  per  la  dhni  *Jl!efta  hH}° 

tà  Imperiale  Auocato  della  Cbiefa,®  per  la  propria  pietà  de fiderà fiffvmo  ehi  ta nu>  ì 

di  e  [alt  are  la  fedia  ^Apofiohca  ;  non  era  fiato  conueniente  affettare  d'effe  ft  ^bn? 

i      /»  1-  ^  ir*  •/«%•*  diluircene 

re  ricbiefto,o  pregato  di  tjuejto;  perche  japeua  u  Pontefice  per  paura  Maffimdia- 

d/  f  <*«£/  malìefferfi  fuggito  da  Bologna;  ®  la  mede/ima  paura  impedire,  £££',["*  $ 

che  né  e%li,nè il  Collegio  non  factfjero  intenderei  loro  pericoli,®  d'iman  la  Dieta  di 

daffero  di  effer  foccorfi .    Significate  adunque  in  Italia  per  uarij  ani  fi  le  J^MtìSra 

co  fé,  che  in  Germania  fi  trattauano,tr  aportate  ancora  dalla  F  Ji  M  <A  »\ke  <*«  Frà- 

maggiore,cbe  la  uerirà ,  ®  accrescendo  fede  a  quello  che  p  udii  e  amente  fé  ne  fanoni 

ne  diceua  i  pr  eparamenti  gr  andiffimi, che  faceua  il  Re  di  Francia ,  ilquale  tiencDìco- 

fi  crede  tta,cbe  non  temeffefenya  cagione;comoJfono  molto  gli  animi  di  t  ut-  fquefta  r>*e 

ti,chi  per  cupidità  di  cofe  mio  uè, chi  per  fperan^a,chi  per  timore,:n  modo,  ta,iaquai  dq 

-che  il  "Pontefice  mandò  Legato  a  Cefare  il  Cardinale  di  Santa  Crocce i  Vi  i°n-nò  àu?A 

nitiani ,  e  i  Fiorentini,®  dal  Marche  fé  di  Mantoua  in  fuor  a, tutti  quevlì  gofto  nno 

*  t        O         JC07  i<\   tiat 

■che  in  Italia  dipendeuano  da  fé  mede  fimi, gli  mandar  ono,o  fono  nome  di  tatojdeifof 
jLmbafciatori ,  o  (otto  altro  nome  b uomini  propri].  Lequali  cofeanguflia  §p,cJ";  ?*? 
uano  molto  l'animo  del  Re  di  Francia,  incerto  della  uolontà  de  Vinitiani,  haumo"  da1 
&  ìncertiffimo  di  quella  del  Pontefice  ;  fi  per  l'altre  cagioni  antiche ,  &  Vl ™!-' m  » ! 
specialmente  per  l 'battere  eletto  a  quefla  Legationeil  Cardinale  di  Santa  chegiihaue 
Croce,  defiderofo  molto  per  antica  inclinatione  della  grandezza  di  Ce  fa-  "*"£  ^uer£* 
re  :  &  certamente  la  uolontà  delPontefice,  non  che  fuffe  manifesta  agli  re  deU'Auf- 
altri;  non  era  nota  afe fleffo  :  per  che  hauendot  animo  pienodi  malafodif  x^q^^ 
f attione,®  difojpetti  del  I\e  di  Francia;  tal  uolt  a  per  liberar fene,  la  uè-  uore  al  Re 
muta  di  Cefare  defederà  uà;  taluolia  la  memoria  delle  antiche  controller-  ^ùfS^' 
fie  tra  i  Pontefici,®  gì' Imperatori  lo  fpauentaua,  confederando  che  anco  Milano:  dai 
ra  durauano  le  mede/ime  cagioni:  nellaquak  ambiguità  diff crina  a  rifol-  JJf  ^ J£m - 
Merfi ,  affrettando  di  intendere  prima  quelh, che  fi  de/iberaffe  nella  Die-  fta  cagione 

„.      ' "J .-'j*     ...  i       ,  \  •  '•  /•     /  rr      ì   r        offefo,&P- 

ta  :  CJ»  perciò  procedendo  con  termini  generali  ;  haueua  commefjo  al  Le-  Che  hautìa 
gato,  che  confortale  in  nome  fuo  Cefare  a  paffare  in  Italia  fenxa  effer-  ^  Duca  d'- 
eh '0, offerendogli maggiori  ho mèri ,  eternai  da  Pontefice  alcuno  f uff  ero  dato  ra  fi- 
flati  fatti  nella  incoronatane  de  gl'imperatori.  Ma  cominciò  non  molto  zÌÌU°}*?r.?- 

•        i-     •       •       ìì   n  ì   ìi      i   i ìi  •      •  i   iì  '  i  mena  aliuo 

poi  a  diminuire  l  ejpettatione  delie  deliberatiom  della  Ditta  :  perche,co  nipote  car- 
me in  Germania  fi  feppe,  che  il  I\e  di  Francia  haueua  fubito  dopo  la  uit  lo  *  fI0Pj?fc 

iì  /*;••  i>/T**  _yj  •  »     *      ir*    i       anco  la  lua 

tona  de  Genouefi  ucentiato  lejjercito,  ®  che  poi  quanto  più  prefio  ha  coronatio- 
iteua  potuto  s'era  ritornato  di  là  da'  Moti  -,  fi  raffreddò  molto  l'ardore  de    ne:  e  "! ul" 

à  '  *        JJ  hìo  ui  tu  co 

Prìncipi,    clufòlaguèi 
ra  conerà  i 

Yinitlani,5c  centra  clii  uolefledar  loro  alcuno  aiuto.  Ma  paretene  l'opinion  di  quefto  auttore  Ila  di  più  te- 
de,per  le  xifolutioni,ch'egli  mette  poco  appieffbjche  ìuron  fatte  nella  Dieta. 

Ce 


L    I    B    R    O 

Jifincìpi,  &  de  popoli }ej]endo  affato  il  timore >ch' egli  teniaffe  di  ufurpa 
t  e  il  TontcficatOì&  /' Imperio  ;  \iè:  effendo  in  tanta  confiderai  ì, ne  gli  altri 
intere fjì publici ,  che  come  il  pia  delle  uolte  accade,  non  f uff  ero-  [operati 
da  gli  intere)]}  privati:  perche  altra  l'altre  cagioni  era  difiderio  inuetera 
to  in  tutta  Germania ,  che  la  grandezza  de  gl'Imperatori  non  fu  fife  tale, 
che  gli  altri  ( 'afferò  corretti  ad  ubidir  io. libane  uà  il  l\e  di  Francia  man 
cato  dì  diligentia  alcuna  alla  caufafua:percbe  a  GoHan^a  mandò  occul- 
tamente h nomini  prcprijjqvali  non  fi  dimoftrado  in  pubdeo/ma  procederi 
do  fegretffimamente',  fi  sformavano  con  occulto  fattore  dcVrincipi  amici 
fuoiydi  mitigare  gli  animi  de  gli  altri ,  purgando  le  infamie ,  che  gli  erano 
fiate  date, con  l'evidentia  de  gli  effettivi  cbe,comebebbe  ridotta  Genòtta 
alla  ubidientia  fua;  batteva  cofi  fubit amente  lic enti ato  l'efferato;  et  egli, 
benché  rimafo  in  Italia  fen^arme ,  efjerfene  quanto  più  prcflo  lyaueua  pò 
tuto,ritornato  di  là  da'  Monti;  &  affermandole  nonfolo  fi  era  fempre 
aflenuto  con  l'opere  da  offendere  l'imperio  Romano,'ma  in  qualunque  con- 
f ed  erat  ione, conuent  ione, o  ubligatione ,  che baueua  fatta ;  bavere  fempre 
eccettuato ,  di  non  uolerefftre  tenuto  a  co  fa  alcuna  contra  le  ragioni  del 
facro  imperioiet  nondimeno  non  confidando  tanto  di  quefle giuftìfi cationi) 
che  non  attendeffero  con  diligentia  grande,  &  con  la  mano  molto  liberale 
a  temperare  là  ferocità  dell'arme  Tedefcbe,con  la  potétia  delCoroidelqua 
a  c^uefte  le,quella  natione  è  auidiffima. Terminò  finalmente  il  uigefimo  giorno  d'.A 
Soni  'ferma  gofìo  la  Dietajiellaquaìe  fu  determinato  dopo  molte  difbute:  B  Che  al  Pxe 


te 
ta 

za 


ndia  Die  fa*  Bimani  per fé gui tarlo  in  Italia  fusero  dati  otto  mila  caualli,&  uen- 
,fcrmono  tidve  mila  fanti  pagati  per  fei  mefh&per  laffefa  dell'artiglierie,^-  l'ai 
gii  oitra-    tre  (he fé  Hraordinarie  cento  uenti  mila  fiorini  di  Rgno  per  tutto  il  tempo: 

montani,      ,    _  *  '.    _.  ~    n':^  ^;/*;™l  Lìì^C.foiAi-^Sca^  ai  c„„  ^JL 


nkìaui,  co-  rl  HMdiÀJe  M affimi lìano  bauefle  cdfentìto,che  la  imprefia, benché  fitto  il 

me  ho  nota        J   JJ      J 'J  J±       •;  •"        *  .  »  J   »i>l     L-     • 

to  beili  pce  gouerno,&  con  figlio  fuo;  fifaafje  intieramente  in  nome  dell  imperio*  cjr 
déte  annots  cjje  per  or^nc  fcH0  imperio  i  Capitani  fi  eleggeffero;&  fiotto  il  nome  me- 
defimo  le  genti  fi  comandaf]eu;a  chela  difiributione  de  luoghi,che  fi  ac- 
quiìlafferOifi  facefi  e  fecondo  ladtterminaticne  della  Dieta:ma  non  uolen 
do  MaJTimiliano  altro  compagno,o  altro  nome  che  il  fvo,nè  che  £altri,che 
fuoi, benché  fiotto  nome  dell'  Imperio  bufferò  i  premi]  della  vittoria  :&  con 
tentando  fi  più  di  queflo  aiuto  in  quefio  modo,cbe  in  altro  modo  di  maggio 
re;non  fu  fatta  altra  deliberationtdaquaUJbencbenan  corrifpcndcfje  al- 
la emettanone  degli  hvomini  prima  conceduta;  nondimeno  «0  affata  per 
ciò  in  Italia  il  timor  e, che  s  baueua  della  paffita  fua:  perche  fi  confiderà- 
ua,cheaggiutialle  genti fiabilite  nella  Dieta  gli  aiuti,  che  gli  darebbono 
i  fudditi  fuoh&  quel  eh' egli  potè  va  fare  da  fé  mede finmhar ebbe  effercito 
molto  potente>&  di gete  tutta  feroce >&  effer  imitata  alla  guerra  >&  ac- 
compagnato 


SETTIMO.  >oi 

ctipagnató  con  infinite  artiglierie >ilche  facenti,  più  formidabile  Tefferegli 
m  per  la  difpofitione  della  natura,  &  per  lo  Ingo  effercitio  nel'Carme,  a  pe-  \^™Jf£{ 
vitifìimo  nella  disciplina  militare,  &  baflàte  afoftenerecon  le  fatiche  del  cefarc  moi 
corpo,&  co  la  folle  cit  udine  dell'  ariamo  qualuque  grauifìima  impreja;&  "e^c^B 
perciò  in  maggiore  cftimaticne }cbe già  cent1 'anni  fuffe  flato  alcuno  Impe-  intetuenne 
rotore*  .Aggiugneuafi,che  continuarne  te  trattano,  di  condurre  a  gliflipe-  subho°?at-" 
dijjuoi  dodici  mila  Sumeri:  alla  qual  cofa  benché  il  Bagli  di  Digiuno  ,  &  to  impera- 
gli  altri  madati  dal  f{e  di  Fracto  con  grande  incanti  a  fi  oppone/fero  nelle  ^a'  f"^J 
diete  di  quellonatione,riducendo  in  memoria  la.  cofederatwne  cotinuata  chi  nella 
tanti  anni  co  %e  di  Francia,et  cofermata  poco  innari  co  quefto  mede/imo  gu^ccò^ 
F\£y  l'utilità, che  n'era  per 'tenuta  negli  huemini  loro,&  da  altra  parte  la  Dipoi  aliai- 
mmicìtia  inueterata  con  la  cafa  cC^Auflria.cy-  la  grane  guerra  haauta  co  gna*&gu« 
hi  a  filmili  ano, &  quanto  fuffe  perniciofa  a  loro  la  graderà  dell  Imperio;  seggio  con- 
tiodimeno  moftranano  no picciolo  inclmatione  di  fodìsfare alle  dimaàe  di  J^de'qua 
CeCare,o  almeno  di  no  pigliare  l'arme  cotra  lui,hauedo,Cecodoficredeua,  li  hebbf u,t 

*  "  toris  *  &.  tu 

rifletto  a  non  offendere  il  nome  comune  della  Germani  ajl  quale  parelio  pu  detta  que- 
ir anneffo  a  anello  mouimeto.  Onde  n.olci  dubitauano,  che  il  He  dì  Frodo  fta  la_  suet- 

•>  J-J>   rr  L  r  i  -  i  >        /•  «     •  •  r         m        e         ......     ra graie,  co 

in  cafo  fuffe  aboMónatù  aagli  Suix^ert,o  non  fi  unijjerojeco  t  Finitiani,  mèictfàì  di 

non  hauédo  fanteria  potete  a  re filiere  a' fanti  de  nimici»&  fferàio,che  il  pp"v^be- 

furorTcdefco  entrato  inltalia  come  un  tonete,shaueffe  per  mttcamHo  di  in  gtà  nu- 

danariprtflawete  a  rifoluer sfarebbe  ritirare legetìfue  alla  guardia  del  ™t\°nc\ró 

le  terreiegiàfi  uedeua,che  co  gràdifitma  celerità  fi  fortificati  ano  i  Borghi  tado  di  vPi 

di  Milano,  et  gli  altri  luoghi  più  ìportati di  quel  ducato.NjlU  quali  agit*  "j^^"^! 

tioni,et apparati  no  ero  minore  perplefiita*  nelle  meti  del  Senato  Vinitia  gii  perdona 

nocche  negli  altri:&p  effere  digradiamo  momento  la  loro  deliberatone ,  j^S,011^ 

graà-fi'me  erano  le  diligetie,&  Coperebbe  fi  faceuane  da  ciafeuno  per  con  latino  dei_ 

^  giugnerli  a  fe.Terche  Ce  fare  uhaueua  in  fino  da  princìpio  madato  btre  0-  f^^l 

ratori  huomini  di  grade  autorità  a  far  inftàtia,che  gli  cocedeffero  il  paffo  to  lo  (tato 

per  lo  tenitorio  loro:  anTJ  no  conteto  a  quefla  dimoia ,gl'inuitau 'a  a  far  fé  ^eVrnfl- 

co  più  (Ir etto  co?:untiouetcd  patto,che  particip afiero  de  prendi  della  uh-  méte  tu  pò 

».  Q  .  />    -  j       rr         ■     r         i      t    r  j       r        l    co   appretto 

toria;&  per  contrario  dimcfirado  effere  mfaculta  jua  di  concordarli  coi  dau>armj  di 
2?*  di  Francia  con  quelle  coditioni  a  pre?iudicio  loro,  che  tate  uolte  in  di-   lui  coftret. 

ì-^i-  «-t  n      JL        i  i  n     j- ti  •  itoa  uenire 

uerfi  tepigli  erano  Uatepropojte.  Da  arraparteli  PKe  ai  Francia  con  gli  H  Duca  dì 
jLmbakiatori  Cuoi apprtfìo  a  quel Senato,&  co  C  jLmbafciator  Vinitia-  Gheldre , 

,         r.  i        '  r£r       i    •     -      tr         j- r  -  jtl      i-     j    cheghsera 

nocche  rtfedeua  appreffo  a  lm;nù  cefjaua  di  fare  ogni  opera  per  dijporli  ad  ribellato  co 
ovvorfi  co  Carme  alla  uenuta  di  Cefare,come  pemitiofa  all'uno  ejralC al-  tra-  becera 
tro,  off  ere  do  almedefimo  tutte  le  for^ej uè,  &di  cojeruar  con  loro  perpe  guerra  con- 
t  uà  co  federatone. Ma  non  piaceua  al  Senato  Fra  tiano  in  quefio  tepo  che  ^av^h^fa 

lo  &  di  Uohe- 
mia  con  tanto  fpauento  di  quel  Re  nimico,  che  uenne  à  chieder  pace  con  quelle  conditioni,che  piacquero 
all'Imperatore:  talché  per  tutte  quelle  imprefe  felicemente  ammi  iitrate,acquiitò  la  tiputatione,  che  qui  è 
fcritta,  ilche  tutto  ho  cauato  da  auttori  Oltramontani. 

b  Quello  medefimo  fi  legge  ncll'hiftorie  del  Bèbo,nel  lJ.7.doue  mo£ìra,che  Cefare,arguédo  dalla  poca  fede 
del  Kedi  Fràcia;nópur  domandoli  Pa.soa' Vinitianiim  :  tentò  d'unirgli  fcc^„  &  difunirgli  da'  franceU. 

Ce     i 


•    An.rr"  L     I  ■  B     R     O 

gtntiihuo-  la  qnete  a  Italia  jt  p?rtumaff&:  ne  gli  moueua  a  dcfiderar  nuoui  tu- 

?o  ,chelll!  muitl  ia  IPcran<K.a  propofla  dell' amphatione dell' Imperio,  battendo  per 

(ti  h'bn  icnf  la  efier lentia  conof cinto, che  l'acquifto  di  Cremona  non  era  contrapefo  pa 

cVliloio  di  n'4' 'Jolpctth&  pericolane  quali  erano  continuamente  ftaii3poi  chaucua 

Guerra  di  no  Ijauitto  il  Redi  Francia  tanto  ideino  : uolentieri  fi  farebbono  risoluti 

uSdu'e'nd  alUnentralitày  maftrcttiy&infcftatida  Ce  far  e  erano  ne  ceffi  tati  a  negar 

pdmo  libro  gli,  0  concedergli  il  puffo  :  negandolo  ytemeuauo  befferei  primi  moUfìa- 

mUfat  tl:  concedendolo,  offendevano  il  B^  di  Fr •ancia y  perche  nella  confederano 


o.auoi 


te  nel  sena  ne, ci/ era  tra  loroy  efbreff amente  lì  probibìua  il  concedere  puffo  a  nimici 

to  di  Vine-  »,  ,  Jn    f  ,    n         r  j[  .       ,        ,     _,,     r  JJ         '*«*»»** 

u'a  io^raq-  timo  dell  altro:  &  cono] ceuano,che  cominciando  ad  offenderlo  -,  farebbe 

-°  [gag-  imprudentia,paf]ato  ebefuffe  Maffimiliano.fi. ir  e  ociofì  a  u edere  Vefito  del 

fiuatu:mt  la  guerra,  &  affrettare  la  mttoria di  color o,  de'  quali  t uno  farebbenimi 

quaglie-  ci$mo  al  n°me  vinitiano  W  altro  non  hauendQYkeuiito  altra  fodisfat- 


logli  Orato 


tione,  che  tfetfer  Inficiato  paffare;non  farebbe  loro  molto  amica,  per  le 
maNfael!X  %uali ragioni  ciafeuno  di  quel  Senato  affermattaeffer  neceffario  aderir  fi 
uno  dclnu,  f copertamente  ad  una  delle  parti ;ma  a  quale  fi  baneffero  ad  aderire, 
drHoli^r-  erano  ÌH  ™ "fa  tanto  grane  molto  diuerje  le  fententie  :  &  poi  e  h, ùbero 
ta.se  a  non  allungato  il  farne  deliberatione  quanto  poteuano,  non  fi  potendo  più  fio 
kfedY,  gc.  genere  ^z  inftantia,  che  ogni  dì  ne  era  loro  fitta,  ridai  tifi  finalmente  a 
amjcitia  col  farne  nel  con  figlio  de' àT  retai  ultima  detcrminatione/ìiiccolo  Fofc  arino  ^ 

Redi  F-ian  #\  •  n      r  •  v 

cia.&  nella  parlo  m  quejia  fententia . 

ieconda  un'        Sefufje  in  noftra  potefidypzefiantifììmi  Senatori  di  far  deliberatane  .me 

auto    plua-     »•      .     /  /        ,   *        .        r  >  ?      w  *  ,  .  •« 

de,  chcs'at  «tante  laqualene  mouimentt,e  tranagltyC  horas  app  are  cebi  ano  y fi  confi  r 
te"da  &Ia  uaSe  'm  Pace  l*  noftra  Bsepublica,  io  fon  -certi (fimo, che  tra  noi  non  fareb- 
làinicitiadi  be  uarietà  alcuna  di  pareri ,  &  che  ninna  fberanya,cbe  ci  fuffe  propofta 
ghÌ?"?"*"  C%  farcbbe  inclinare  a  una  guerra  di  tanta  $efa,&  pericolo  ,q  vanto  fidi 
iìmiimeme  moflra  battere  a  effere  la  prefente.  Ma  poi  che  per  le  ragioni ,  lequaliin 
gétiilmorao   auefìi  dì  fono  Hate  tante  uolte  allevate  tra  noì;non  fi  puòfberar  dì  confer 

H    senator    l       r    .  a  .  .         .  r      j       i     i  ■       i  •         r    ,  • 

viniti.no  di  uarji  in  qucjta  quieterò  mi  perjuado,che  la  principal  ragione  fu  laquale 
gra  dottrina  babbi  amo  a  fondar  la  nofìradel'.beratiomyfia  il  fermare  una  uolxa  in  noi 

oc  ai  incapa  */»•/*  »  i 

xabii  bontà,  medefimtyfe  noi crediamo,c\K  tra  il  l\e  di  Francia,e  il  f\e  dey Bimani  diffe 
bifha  ferii'  rat0>cbe  farà  delfamicitia  noftra  fia  per  nafter  unione, o  fé  pur  la  nimici— 
to  l'hiftox»  tiayCÌìè  tra  loro  fia  sì  potente,&  sì  ferma  ,  ci/ impedi fca  non  fi  congiunghi 
uw,a&  Sue"  nG:ferc^e  quando  fu  (fimo  ficuridiqaefiù  pericolo, io  fen^a  dubio  approue 
èc  fcriue  ari  rei  il  non  partir  dall' amicitia  del  R;  di  Francia,pcrche  congiunte  con  buo 
«eMib^o!  nafede  le  forile  nofire  con  Ivfue  atta  dì  fé  fa  cernirne;  difenderemo  f adirne-  ■ 
cheDomìni  te  lofiato  noftro',& perche  farebbe  con  più  honore  cotinuare,li  cofedera-- 
PaoioBaiw,1  tione,cbabb\amo  feco,cht  partircene  fenica  e. .  idete  cagione  ;  et  perche  co 
&    Andrea  più  laudeyetfauor  di  tutto  il  modo  farebbe  L'entrar  in  una  guerruychauef 
figliare  che  fif  titolo  dì  uolvr  cofcruar  la  pace  dyltalia,cbe  cogiugnerfi  con  quell'armi, 
s'acceiraffè   che  manifefiamete  ficonofce,cbe  fi  predono  $  far gr ade  perturbationi  :  ma 
ài  ccaie .    quando  fi  prefupponeffe  pericolo  di  quefla  Htiione,non  credo  Àche  fia  ninno, 

che 


S    E    T    T    1    M     O;  iòj 

che  negaffe,chefuffe  da  preuenire:  perche  farebbe  fen%a  comparation  più 
utile  unir/ì  col  Re  de'  Romani  centra  il  Re  di  Francia, che  affrettare ,  che 
l'uno  &  Veltro  fi  uniffe  cantra  noi:  ma  quale  di  quefio  Labbia  ad  efjere ,  è 
difficile  far  giudicio  certo  ;  perche  depende  n*  >folo  dalle  uolontà  d'altri ,. 
ma  ancora  da  molti  accidenti,ct  da  mol  i  cagioni, che  appena  lafcianoque 
fla  deliberinone  in  potefìa  dì  chi  l'ha  a  fare  :  nondimeno  p  quel  che  fi  può 
confeguire  co  le  cogetture><&per  quello  che  del  futuro  infegna  Vefperictia 
del  paffato,a  me  parefia  co  fa  molto  pericolo  fa,  &  dafìarne  con  grandiffi- 
mo  timor  e:per  che  dalla  parte  del  l{e  de*  Romani  non  è  iter  ifimile, che  hab 
bia  hauere  molta  d.fficultà  per  V ardente  de  fi  der  io, che  gli  ha  dipaffare  in 
ltalìa,et poterlo  difficilmente  fare  fé  non  fi  congiugne, o  col  Re  di  Francia, 
o  con  noi:&fe bene defideri più  la congiuntione  noHra;chi puòdubitare, 
che  efclufo  da  noi.fi  congiugnerà  perneceffità  col  Re  di  Franciahiongli  re 
(landò  altro  modo  da  peruenire  a  i  difegni  fnoi  ,D  alla  parte  del  Re  di  Pran 
eia  apparifeono  a  quefìa  unione  maggiori  difficulta,ma  non  però  a  giudi- 
cio mio  t  ali,che  peffiamo  prometter  cene  ficurex^a  alcuna-.per che  a  que~ 
Ha  deliberai  ione  lo  poffono  indurre  il foretto,  &l'ambitiont 'yjìimoli po~ 
tentiffìmi,&  foli  ti  eia  Jc  uno  per  (e  a  fare  mouimenti  molto  maggiori:  egli 
nota  Vinftantiaychefa  il  B^e  de  Romani  della  nofira  unione,  &  benché  fai- 
famente,pure  mi  furando  la  mente,&gli  appetiti  no  fìri  dafefieffo\può  dii 
bit  areiche  la  fufpicione,che  noi  habbiamo  di  non  effer  preuenutì  da  lui, ci  in 
duca  a  preuenire  spendo  maffxmamente  efferci  noto  quello,che  tanto  tem 
pò  hanno  trattato  infiemc  cantra  noi:puo  ancora  temere,  che  l'ambitione 
ci  mouajperche  non  dubiterà*  efferci  offerti  partiti grandiffimi:&  da  que 
fio  umoresche  me^o  è  bafìante  ad  affìcurarlo?  7^0  offendo  co  fa  alcuna 
naturalmente  più  fofbcttofa ,  cheglifìati;puo  oltr a  Ufo/petto  muouerlo 
Vambitione  per  lo  defiderii), che  lappiamo, che  ha  della  citta  di  Cremona, 
accendendolo  a  queflogli  (limoli  de  Milane  fi  ,&  non  meno  V  appetito  d'oc- 
cupare tutto  lo  fiato  uccchio  de'  l^if  conti, nel  quale  come  nel  reflo  dd  Du- 
cato di  Milano  pretende  titolo  hereditario:&  a  q ut  fio  non  può  filtrare  di 
peruenire  fé  no  fi  unifee  collie  de'  Bimani  .-perche  la  l{epublica  nofira  è  pò 
Unte  per fé medefima  ,  &  a  fi  alt  andò  ci  il  Re  d'i  F  rancia  da  fé  folo,f ir  ebbe 
fempre  in  potefià  nofira  congiugnerci  con  M.iffimiliano:  &  che  quefìi  per* 
fieri  poffino  tffcre,ax\%i.  ftmpre  fieno  flati  in  lui,nefafede  manifesta ,  cht 
mai  ha  ardito  di  tentare  d  opprimer  ci  felina  qutfla  nnione,  laquale  efiedo 
il  camino  uero,  che  può  codurlo  alfine  defiderato,perche  no  dobbiamo  noi 
crederebbe  finalmcte  ui  s  hab  bia  a  difporniT^e  ciafficurida  queflo  timo 
re  il  co  fi  der  are, eh  e  a  lui  farebbe  inutile  deliberatane, per  acqui fìar  due,o 
tre  citta,metterein  Italia  il  Re  de'  Romani  nimico  fuo  naturale,et  dalqua 
le  sepre  alla  fine  haurd  mok\lìe,e  guerre,ne  mai  amicitia,feno  inceri a,et 
che  co  fi  incerta  gli  bifognera  coperare,e  foficncre  co  fomma  infinita  di  da 
nari,£ckefe  hafofpetto,chenoino  ci  uniamo  colBje  de  Romani  gli  parrà, 

C  e     ?  chel 


1    I    B    R    O 

che  l  prevenire  non  lo  metu  in  pericolosa  lo  ajficuri:  an%i  quando  bene 
non  teneffe  di  quefla  unione,  giudicherà  forfè  nece/Jario  confederar  fi  feco 
per  liberar  fi  da  i  trattagli,  &  pericolile  poteffe  hauere  da  lui,o  con  l'a- 
iuto della  Germania,o  itm  altre  aderentie,  &  occafioni:  &  con  tutto  che 
potefferofuccedergli  maggiori  pericoliceli  I\e  de  Bimani  cominciale  a 
fermar  piede  in  Italia  E  X^T^Hyi  commune  degli  huomini  temere  pri 
ma  i pericoli  più  uicini,&]hmare  più  che  non  conuiene,  le  cofeprefenti;  e 
tenere  minor  conto,che  non  fi  dtbhe  delle  future,&  lontane:  perche  a  quel 
le  fi  poffono  (perare  molti  rimedij  da  gli  accidenti, et  dal  tempo.  Dipoi  qua 
do  bene  il  fare  quefla  unione  non  fuffe  utile  per  lo  J\e  di  Francia-,non  fia- 
nco però  ficuri,ctieglì  non  lloabbia  a  fare.  Ì{on  fappiamoì  noi  quanto  ho 
ra  la  paura.hora  la  cupidità  acciecano  gli  huomini  ì  T^on  conofciamo  noi 
?0Hdeibna  '*  a  natura  de'  Francefi  ?  leggieri  ad  imprefenuoue,&che  non  hanno  a 
!ura  de'Vri  ma>  la  {peranno,  minore  del  defiderio  i  non  ci  fono  noti  i  conforti,  &  lofi 
p'and  §f  ferte  baflanti  ad  accendere  ogni  animo  quieto, con  lequaUèflimolato  con- 
J.a  ora*',  tra  noi  da  Milane  fi, dal  Vap  a, dà  Fiorentini, dal  Duca  di  Ferrara,  et  dal 
Su!  ho  no   Marchefidi  Mantouaì  GLI  huomini  non  fino  tutti  fa  iti, an%i  fino  pò 
tato  quanto  chiffwii  i  fau'h  &  CHI  ha  fare  pronoftico  delle  deliber  ationi  d'altri;deb 
fcifogna,       benonfi  uolendo  ingannare,  hauere  in  con fiderai ione  non  tanto  quello, 
che  uerifimilmente  farebbe  un  fauio,  quanto  quale  fta  il  cer nello,  &  la 
natura  di  chi  ha  a  deliberare.  Terò,chi  uuol  giudicare  quello,  che  farà  il 
I{e  di  Francia ,  non  auertirà  tanto  a  quello,  che  farebbe  officio  della  pru- 
dentia,quanto  che  i  francefilo  inquieti,&  leggieri, &\ oliti  a  procede 
rejpeffo  più  con  calde%£a,che  con  con  figlio: confedererà  quali  fieno  le  natu 
re  de  Trincipi  grandi,  che  non  fono  fimili  alle  noflr e, nere fiflono  sì  f adirne 
te  a  gli  appetiti  loro, come  fanno  gli  huomini  priuat'uperche  affuefatti  ad 
ejfere  adorati  ne'  Regni  fuoi,&  intefi,&  ubiditi  a  cenni  ;non  filo  fono  al- 
tieri,&  infolenti,ma  non  poffono  tollerare  di  non  ottenere  quello,  che  gli 
pargiuflo:  &  giuflo  pare  ciò  che  defiderano,perfuadendoft  di  potere  fpia- 
nare  con  unaparola  tutti  gì '  impedimenti, &  fuperare  Urtatura  delle  co- 
fe:  anyi  fi  recano  a  uer gogna  il  ritirar  fi  per  le  difficultà  dalle  loro  incli- 
nationi,&  mi  furano  comunemente  le  coje  maggiori  con  quelle  regole,  con 
le  quali  fino  confuetì  a  procedere  nelle  minori,configliadofi  non  co  la  pru 
-  de  itia,&  con  la  ragionerà  con  la  uolontà,&  altere%^a:de  quai  uitij  co 
munia  tutti  i  Trincipi, no  farà  già  alcuno,che  dica  che  i  Francefi  no  par 
ticipino.Von  uedemmo  noi  frefeamete  Veffempio  del  Regno  dì  'Xapolthbc 
dal  Re  di  Francia  indotto  da  ambitione,&  da  inconfideratwne  fu  conjenti 
ta  la  metà  al  Re  di  Spagua,per  hauere  egli  l'altra  metà,no  penfando  qua- 
to  indebolijfe  lafua  potentia,unica  prima  tra  tutti gL' Italiani, ti  mettere 
in  Italia  un  altro  Re,uguale  a  lui  di  potentia ,  &  d'autorità:  ma  che  an- 
diamo noi  per  congetture  in  quelle  coje, delle  quali  habbiamo  la  certe^ì 
S     *Non  è  egli  coja  notiffima  quello,che  trattò  il  Cardinal  di  Roano,con  que- 


SETTIMO.  206 

ti  defuoi  difegnitperche  né  per  fé  mede  fimo  baueua  danari,che  gli  baflaffero  a  y  0n  frì 

a  condurre  gli  Sinceri ,  &far  tante  altre Jpefe  >  ci?  erano  neceffariea  tanta  Panuino  ia 

imprefa  ;  ne  ilfuffidio  pecuniario  ,  che  gli  bauea  promeffo  la  Dieta,era  tale  >  ch^flceiSc 

che pot effe  fupplire  ad  una  minima  parte  della  uoragine  della  guerra;  &  quel  co  miti  js 

fondamento, fui  quale  fin  da  principio  baueua  fperato  affai  >c  he  le  Communi-  ^one  pie 


che  fé  ben  nel  principio  uifuffero  flati  inclinati  molti ^nondimeno  non  hanen-  d,dle  ^uali 

do  corrifpoflo  le  condizioni  della  Dieta  di  Coflan^a  ali *  emettanone \  che  l'im-  Hmpemo- 

prefa  haueffe  a  efferpiupreflo  di  tutto  l'imperio, &  di  quafi  tutta  la  Germa-  re  :  &  doP° 

nia,che  fuapropria ,  &  uedendofi  le  preparatali  del  Re  di  Francia  potenti ,  le  fcr?ue,che 

&  la  nnoua  dkhiaratione  de  Vinitiani;ciafcunoflauafoffefo,  né  ardiuaaiu  paPaC>mé 

tandolo  di  quella  co  fa,  delinquale  baueua  più  d  ibi  fogno ,  fare  offe  fa  sì  graue  uè  Scorti 

il  Re  di  Fr  andarne  le  dimande  di  Maffimiliano  erano  nel  tempo, che  fi  hebbe  ^d2jj  °J^j 

naggiore  ffauèto  di  lui,flate  tali,cbe  con  la  fua  facilità  baueffero  indottogli  pemJr  deli 

huemini  afouuenirlo  :  perche  &  a  ciafcuno,fecodo  le  [uè  conditioni;dimanda  X%b\l  aTto 

uà  affai,  &  ad  ^Alfonfo  Duca  di  Ferrara^  ilquale  pretendeua  effer  debitore  a  ini  di  am- 

Bianca  fua  moglie  della  dote  d'Anna  fua  forella ,  morta  molti  anni  innanzi  ^plrfo , 

nel  matrimonio  d'^lfonforfaceua  dimande  molte  ecceffiue ,  &  a  Fiorentini  fin  che  dal 

intollerabili,  a  quali  il  Cardinal  Briffiniéfe,  che  trattaua  a  Roma  le  co  fé  fue,  !f"?Cno  « 

tf       i      1  '    1     1     •  n  re*   l'i  s*  ■  mano    huh 

ejje?idogli  da  lui  fiata  rimefja  la  pratica  della  loro  compofitione;baueu.i  dima  fa  ftato  có~ 

dato  ducati  cinquecento  mila  :  laqual  dimanda  immoderata  gli  fece  fermare  de^er^ue" 

in  qmfla  nfolutione  di  temporeggiare  feco  in  fin  a  tantoché  deprogreffifuoi  ftc  fogHono 

fi  uedcffepiu  oltre -nondimeno  hauendo  rifpetto  a  non  l'offendere  >fcufarfì  col  f  !  ekTti  "e- 

Re  di  Francia-  che  dimandaua  le  genti  loro, non  potergliene  dareipzrebe  era-  nire  a  Ro" 

no  occupate  nelguaflo.che  con  grande  apparato  fi  daua  quell'anno  a  Tifani;  ITnceuer  a 

&  perche  hauendo  cominciato  di  nuouo  1  Genouefh  &  zìi  altri  memi  ad  aiu  Corona  d'o 

/•  m  l  n  •  .  ,  ,     _,    ro:  dopo  !a- 

targti;erano  neceflitati  ajtare  continuamente  preparati  contra  loro.  Vero  no  quale  fon 
potendo  Cefare  aiutar  fi, fecondo  baueua  difegnato,  de  danari  de  gl'italiani ,  chiam^!l™ 
perche  folamente  hebbe  da'  Sanefifei  mila  ducati;  fece  inflantia  col  Tontefi-  A^gufti'.'Lo 
ce,  che  almeno  gli  concedeffe  di  pigliar  cento  mila  ducati  :i  quali  rifeofìì  prima  dou:co  BV. 

•    ^  •    r  ii,  •  1  •  i re      ,  Kì       r-     uaro  "ondi 

m  Germania  Jotto  nome  della  guerra  contra  1  Turchi,  &  effendo  a  quefto  ef  meno  fi  stbt 

[etto  cufloditi  in  quella  Trouincia  ;  nonfipoteuano  fen%a  Ucentia  della  Sedia  j?i}?£ì  ^1 

lApoftolica  in  altro  ufo  conuertir  e  offerendo  }ch  e  fé  bene  non  poteuafodis fare  fon  d'annui 

alle  fue  dimande  di  nonpaffare  in  Italia  con  effer  dio;  nondimeno  ,  che  eome  nYdef  ra  r>l- 

haueffe  reflituitì  nel  Ducato  di  Milano  i  figliuoli  di  Lodouico  Sforma,  ilpatro  ma  però  ii 

cimo  de'  quali  pre  tende  uà  per  far  fi  ipopoli  di  quello  flato  più  fauor  aioli ,  &  com^fnToTé 

meno  efofa  la  fua  p  affata  Jafciate  quiui  tutte  le  genti;  andar  ebb  e  fenT^  arme  «  non  moi 

a  a  Roma  a  ritenere  la a  Corona  dell' Imperiormaglì  fu  fimilmente  negata  que-  l°nif^0  |u 

fla  dimanda  dal  Tonte  fice ,  ilquale  non  fi  uedeua  inclinare  in  parte  alcuna ,  Ometta  co 

1  ,.  ronaduque, 

armo-  cne  Mafiì- 

milhno  noleua  uenire  a  riceuere  a  Roma,era  per  hauer  d^l  Pontefice  la  confermation  dell'Imperio,  de  farli 
chiamare  Augufto,  quantunque  di  Copra  nell'oration  ch'eifecea'  Principi  deila  Dieta,  egli  i'h abbia  clùarna,- 
taioiennuapmd»cefimoaia,che  di  loitanùa:il  che  è  ferino  a cax.j$7. 


LIBRO 

'iimoflrandoglì,che  in  queflo  fiato  delle  cofe  non  poteua  ferina  molto  fuo peti- 
colo  provocare  Ianni  del  Re  di  Francia  centra  fé  :  nondimeno  Maffimìliano 
cofiituito  in  quefle  difficultà ,  com'era  fiollecito,  confidente,  &  che  con  fatica 
incredibile  uoleua  afifeguìre  da  fé  medefmw;non  ommetteua  alcuna  di  quelle 
cofe,  ih  e  confermerò  ìa  fama  della  paffatafua,wuiando  in  più  luoghi  a  con 
fini  d  Italia  artiglierìe, folk  citando  lapratica  del  codurre  i  dodici  mila  Sui1^ 
Xer'n  i  quali  interponendo  uarie  dimanda  &  proponendo  molte  efentioni  ;  no 
gli  dau ano  ancora  certa  rifolutione;&  folleatando  le  genti  promefife,  &  traf 
ferendofi  per  ferialmente  ogni  giorno  da  un  luogo  ad  un  altro  per  dinerfe  efpe 
ditioni  )n  modo,  che  fiondo  gli  huomini  molto  confufneranoper  tutta  Italia, 
quanto  ?nai  fu  fiero  in  co  fa  alcuna,uarij  i  giudici],  hauendo  altri  maggiore  con 
cettoiche  mai  di quefta  imprefa,altripenfando,che  andaffepiuprefto  a  dimi 
milione  >che  ad  aumentodaqualeincertitudine  accrefceua  egli,  perche fegre- 
tìffimo  di  naturamn  communicaua  ad  altri  ifuoi  penfieri ,  &  perche  fuffe- 
ro  meno  noti  in  Italia  Mueua  ordinatole  il  Legato  del  Tontefice,  &  gli  al 
tri  Italiani  non  feguit  afferò  la  per  fona  fua ,  mafie  fero  apparati  in  luogo  fer- 
mofìiori della Corte.Già era uenuta la fefliuità  di  San  Gallo , termine deftina 
io  alla  congregatane  delle  genti ,  ma  non  fé  nera  condotta  a  Cofian%a  altro , 
che  pìccola  parte ,  né  fi  uedeuano  qua  fi  altri  apparati  di  lui ,  che  mouimenti 
d'artiglierìa,  &  l'attendere  egliconfommadiligentiaafarprouifwnìdìda- 
nariper  diuerfeuiewnde  effendo  incerto  con  quali  for%e,  &  in  qual  tempo, et 
da  qual  parte  haue fife  a  muouerfifo  entrar  nel  Frìulifo  da  Tremo  nel  Verone- 
fe-altri  credendole  perla  Sanoìa,oper  la  uia  di  Como  affalterebhe  il  Duca 
to  di  Milano,effendo  feco  molti  fuor'ufciti  dì  quello  flato me  filando fi  fen%a  du 
hitatione,che  non  fiace fife  qualche  mouìmento  nella  Borgogna;  fi  faceuano  da 
quellì,che  temeuano  dì  luì  potenti prouìfionì  in  diuerfi  luoghi .  T'ero  il  He  di 
Francia  haueua  mandato  nel  Ducato  di  Milano  numero  grande  di  genti  a  ca 
uallo,&  apiedì,&  faldato  oltra  l?  altre  prepar adoni  per  difefa  di  quello  flato 
nel  Reame  dìJ^apoli, con  permiff ione  deÌReCatolico,  contrada  Cefareper 
qucfiograuifììmamentefi  lamentò  .duemila  cinquecento  fanti  Spagnucli,  ha 
uendo  nel  tempo  meàefimo  Ciamoni e, dubitando  della  fede  de  Bonromei,oc- 
cupato  alimprouifi)  Mona.  Caflello  di  quella  famiglia  fui  Lago  Maggiore . 
In  Borgogna  haueua  mandato  cinquecento  lance  fiotto  la  Tramoglia ,  goner- 
nator  disella  Trouincia  :  &  per diflrarre  in  più  parti  ìpenfieri ,  &  le  forte 
dì  C  efare  ;daua  continuamente  aiuti.  &  fomento  al  Duca  di  Ghelderi,  ilqua- 
le  móleflaùd  ilpaefe  di  Carlo  nipote  di  Ce  fare.  Haueua  oltra  queflo  mandato 
a  Verona  Gianiacopo  da  Tnul^con  quattrocento  lance  Fr ance  fi,  &  quat- 
tro mila  fanti  in  foccorfo  de  Vinìtiani,i  quali  haueuano  fermato  uerfo  Rotte- 
rhperopporfi  a  mouimentì,che  fi  faceuano  uerfo  Trento,  il  Conte  dìTitiglia 
no  con  quattrocento  huomini  di  arme,  &  molti  fanti,  &  nel  Friuli  ottocento 
huomini  danne  folto  Bartolomeo  d'Muiano ritornato  più  tempo  innanzi  a 
gliftifpendij  loro.  Ma  fi  dimoflrò  daparte  nonpenfata  il  primo  pericoloiper- 

che 


SETTIMO.  109 

mefite  non  fen%a  difyiacere  del  Re  di  Francia ,  ilquale  difjuadena  t  irritar  9 
tanto  il  Re  de'  Romani:  ma  per  effcrper  l'ufo  del  Golfo  di  Vinetia  molto  u- 
tile  a  loro  commertij,&  enfiati  dalla  profferita  della  fortuna  ;  erano  difpofli 
afeguitare  il  corfo  della  uittoria:pero  hauuta  che  hebbero  Triefli,  &  la  ree- 

4  ca,prefero a  Tor  fonone,  &  dipoi  Fiume  terra  di  Schiauonia,  che  è  a  ri  [contro  a  Porinno- 
d'Jknconadaquale  terra  abbruciarono,  perche  era  ricetto  delle  nani,  chefen-  ?c  dc'j;c.  '■  ^ 
•Ripagare  i  datijpofli  da  loro ,  uoleuano  paffire  per  il  mare  ^Adriatico  :  &  doaibbafda 
paffatepoi  l'alpi  prefero  Voffonia,cbe  è  ne  confini  delt angheria.  Quefie  co  |?r,D*i  \!!^ 
fé  fi  faceuano  nel  Friuli,  Ma  dallaparte  uerfo  Trento  l'efferato  Tedefco,cbe  àcAi-.u'  qua 
era  uenuto  a  Calliano,  uillafamofaperi  danni  de'  Vinitiani ,  perche  appref-  \ £  ™"  crfJ* 
fi  a  quella  poco  più  di  uenti  anni  innante  era  flato  rotto,&  ammalato  Ru  *otc ,  &  ri- 
berto  da  $*n  $euerino,famofiffimo  Capitano  del  loro  efferato iaffaltò  tre  mi-  uedho'r  cor 
la  fanti  de'  Vinìticmh  chefotto  Iacopo  Corfo ,  Dionigi  di  Wgldo ,  &  tritello  naro,ch?£ji 
da  Città  di  caflcllo  erano  a  guardia  di  Monte  Brettonico:  i  quali  ancora ,  che  ienxie?ì  % 
fuffero  affai  bene  fortificati fuggirono fubito su  uno  monte  uicino,  e  iTcdefcbi  &J* ■*&* 
deridendo,®'  giuflamenteja  uiltd  de  fanti Italianharfe  molte  cafe,  &'$ia  dch'a'^o- 
nati  i  ripari,che  erano  fatti  al  monte  ^ritornarono  a  Calliano:  dalquak  fucccf  j£*yje^ 
fo  inuitato  il  Vefcouo  di  Trento ,  andò  con  due  mila  fanti  commandati ,  & 
parte  delle  genti, che  erano  a  Calliano  a  campoaRiua  di  Trento,  caftellopo- 
ftofu'l  lago  di  Garda,  douegmil  Triulzjo  haueua  mandato  [ufficiente  guar- 
dia: &  hauendo  battuta  due  giorni  la  Chi  e  fa  di  San  Francesco,  &  fatta  meri 
tre  uiflauano  qualche  correria  nelle  uille  circoflanti  a  Lodroneyduemila  Gri- 
giori ,  che  erano  nel  campo  Tedefcofolleuatifiper  difeordia  di  piccola  impor- 
tanza ^natane"  pagamenti  depredarono  le  uettouaglie  del  campo  :doue  effen 
do  ogni  co  fa  in  difordine,  &  partiti  quafi  tutti  i  Grigioni;  il  refto  dell'efferci- 
to,che  era  fette  mila  huomini  ;fu  coflretto  a  ritirar  fi  :per  la  leuata  de'  quali 
feorrendo  le  genti  Vinitianeper  le  uille  uicine,&  andando  tre  mila  fanti  de 
loro  ad  ardere  certe  uille  del  Conte  d'^Agreflo ,  furono  meffi  in  fuga  da  i  pae- 
fani,  &  mortine  circa  trecento .  Ma  effondo  per  la  ritirata  de'  Tedefchi  dal- 
la Riua,rifoluta  quafi  tutta  la  gente,  e  i  caualli,  che  erano  mille  dagcnto  riti- 
r  atifi  dall  alloggiamento  di  Calliano  in  Trento ,  le  genti  de'  Vinitiani  la  mat- 
tina di  Tafqua  asfaltarono  la  V tetra,  luogo  lontano  da  Trento  fei  miglia:  ma 
ufeendo  al  foccorfo  le  genti,  che  erano  in  Trento;  fi  ritirarono,  &  dipoi  affit- 
tarono la  Rocca  di  Crefìa ,  paffo  d' importanza ,  che  s'arrendè  innanzi  ui  ar- 
riuaffe  il  foccorfo,  che  ueniua  di  Trento:perà  i  Tedefchi,chefi  erano  riordina 
ti  di  fanti,  ritornarono  con  mille  caualli ,  &  fei  mila  fanti  alt  alloggiamento 
di  Calliano ,  diflante  per  una  baleflrata  dalla  Tietra  :  &  effendofi  partiti  da 
loro  dugento  caualli  del  Duca  di  Vertimberg ,  i  Vinitiani  con  quattro  mila 
caualli,  &  fediti  mila  fanti  uennero  a  por  fi  a  campo  alla  Tietra ,  &  ui  pian- 
tarono fediti  pei^i  d'artiglieria .  £x  laTietra  una  Rocca  fituata  nella  radi- 
ce d'una  montagna  fu  la  mano  deflra  a  chi  uà  da  Rouerè  a  Trento,&  da  quel 

'  la  fi  parte  un  muro  affai  forte,  che  camminando  per  fpatio  d'una  baleftratafì 

Dd         difende 


Ko-fre        .  T-      I      B'      R      © 

luca,  mj  lu  diflcndefinofu  t*Adice>  ìtqual  muro  ha  nel  me%o  unaporta:  &  chi  non  è  pa- 
ti lo  RchÌ  drone  di  queflo  pajjb;pub  con  difficoltà  offendere  la  Tietra:  ftauanogli  e  {fer- 
mi il  hcm-  citi  uicim  IH  uno  alt  altro  a  un  miglio  >  haucndo  ciafcuno  a  fronte  la  rocca ,  el 
che  uéne"  wwOi&da  uno  de' fianchi  il  fiume  dell'  ridice  ^dall'altro  imonti ,  &  ciafeu- 
vinetia  con  no  ali  e  (balle  i  (noi  ridotti  ficuri  :  &  perche  i  Tedefchi  haueuano  in  poterà  la 

lettere  di  j  •     x  r    '  „  „»  '      f  .   . 

MaiTìmiiia-  r0:ca »  £  * rnuro  >  «o«  poteuano a  loro  piacere  sformare  l  esercito  Pmitiano  a 

no  a  do  aia  combattere,  a  che  non  poteuano  effere  sformati  loro  :  ma  per  effere  di  numero 

non  p«  tré  molto  inferiori;  non  ordinano  commetter  fi  alla  fortuna,  folament  e  attendeua 

mcù ,  ma  g  no  a  difendere  la  rocca  de  di  infulti  de  nimici,  i  quali  follecit  amente  la  bat- 

un  ano,  fin  J  -,  S*„      '    ~  i-  m       r  i         »        •    i. 

che  in  Gcr  teuano  :  ma  uedendo  un  di  l  occafione  ai  non  effere  oene guardata  l  artighe- 

ana  ma  foife  r'ia  tff&tì  furiofamente  ad  aj] alt  aria .,  &  rotti  i  fanti ,  che  la  guardauano ,  ne 

Ja  cótrouer  tirarono  con  grande  ferocia  duepezzi  agli  alloggiamenti  loro:  donde  iVini- 

hau'eua^co'1!  tmn^  **$&*  &  giudicando  anco  uana  l  oppugnatone \  nellaquale  haueuano 

Re  Lodoui  perduti  molti  huomini;fi  ritirarono  a  Rouerè  e  i  Tedefchi  fi ritirarono  a  Tré- 

cL  d  l  Fran"  to,  &  pochi  di  poi  fé  ne  difyerfe  la  maggiore  parte:  &  le  genti  della  dieta,  del 

b  Non  pur  lequali  per  uenireychipiupreflo,  &  chi  più  tardi)  non,  erano  mai  fiati  infieme 

Bembo^h  '  cìuattYQ  m^a  huomini  y  perche  quafi  tutti  quegli  >  che  fi  meffono  infieme  a 

u  y  efeouo  Trento,  &  a  C  adoro  y  erano  de"  paefi  circofianti  ;  finiti  i  loro  fei  me  fi  fé  ne  ri- 

midi  lèT  t°rnamno  atie  caf€  l°Y0  y  &  là  maggior  parte  de1  fanti  commandati  faceua- 

mtafie  ivi-  no  il  medefimomè  Maffimiliano  .occupato  ad  andare  da  luogo  a  luogo  per  ua- 

*  "guT;  ma  yijpenfieri>  &  prouifioni;era  mai  flato  prefente  a  quefie  co  fé:  anTJ,  rime/fa  la 

egli  "pecih-  dieta  di  Olma  a  tempo  più  commodoyconfufo  tra  fé  mede  fimo, &  pieno  di  di f- 

te  alienato1  fiCH^  '  &  di  uergogna  ;  fé  nera  andato  uerfo  Colonia ,  ejfendo  flato  occulto 

qualmente'  più  dì  doue  fi  trouaua  la  per  fona  fua  »  né  potendo  refiflere  con  le  for%e  fue  a 

no  defidera  ^Hefl°  impeto, hauendo  perduto  tutto  quello  teneua  in  Friuli}&  l'altre  terre 

uà  farla  :  &  uicine  ,abbadonato  da  ciafcuno  ,&  in  pencolo  le  co  fé  di  Trento  ,fe  le  genti  Tra 

fcoeuo°haue  wfifuffero  uolute  congiugner  fi  con  l'efferato  Finitimo  ad  offenderlo  :  ma  il 

uà  fatto  a  i  -  Triul^o  per  comandamento  del  Re,  che  haueua  fiffo  nell'animo  più  di  placa* 

io  Lettiftet  reyche  diprouocare ,  non  uolkpaffare  pia  oltre  di  quel  chefuffeneceffarioper 

nio,  huomo  [a  difefa  de'  Vinitianì.  Haueua  Ce  fare  uedendofi  abbandonato  da  tutti  y  & 

cefare°,  da  defiderofo  di  leuarfi  in  qualche  modo  dal  pericolo  infimo  quando  le  genti  fue 

cui  impetrò  furono  rotte  a  Ca  loro ,  mandato  a  Treluca  fuo  huomo  a  Vinetia  a  ricercare  < 

la  pace.  di  fare  triegua  con  loro  per  tre  me  fu  laquale  dimanda  era  fiata  f^re^ata  da 

e  Nonno,  quel  Senato ,  dtfpofto  a  non  fare  triegua  per  minore  tempo  dì  uno  anno  :  né  in 

Eo  auliche  m°d°  alcuno  ,fe  medefimamente  non  uifi  comprendeua  il  Re  di  Francia  :  ma 

zacam  co  crefcendoi  [noi pericoliy  perduto  già  Tneflu  &  ogni  cofafuccedendo  inpeg- 

v£mr,h  gioyil b  V  efeouo  di  Trento ,  come  da  fé  inulto  i  Vinitiani  a  fare  triegua ,  prò- 1 

&  PaoioLet  ponendoy  che  con  queflo  fondamento  $' haueua  dajfieraredi  potere  fare  lapa- 

quauroaUri  ce:i  Vinìtiamrifi>ofero  y  chepoi  che  lapraticanon  fiproponeuapiua  loro  fio- 

per  cefare  :  Uyma  in  modo,  che  etiandio  il  Re  di  Francia  uipoteua  interuenire ,  non  ha- 

Mocenigo*  Uerne  lanimo  alieno  :  dalquale  principio  introdotto  il  ragionamento  ;fi  con* 

"e^Tti1  V  ucmero  a -palare  infieme  il c  V 'efeouo  di  Trento  y  &  il  Serentano  Segretario  e  j 

Celale,  2c  Callo  Giufiè ,  fenza  che  ui  conconclìe  ^dice)  il  Legato  di  IxancU. 


SETTIMO.  ito 

dì  TAaffimìliano ,  &  per  il  Re  di  Francia  il  Triul%io,  &  Carlo  Gìufrtpr  e  fi- 
dente del  Senato  di  Milano  mandato  da  Ciamonteper  quefla pratica ,  &  per 
i  Vinitiani  Zacberia  Contarmo  Oratore  destinato  particolarmente  a  quejh 
ìiegotio:conueniuano  facilmente  nell'altre  conditioniy  perche  del  tempo  con- 
cordauano  duraffe  per  tre  anni  :  the  ciascuno  pojfedefie  come  pqffedeua  di 
predente  con  f acuità  di  edificai  e,  &  fortificare  ne*  luoghi  occufatiyma  la  dif- 
ficultàera,  che  i  Fr ance  fi  uoleuanofi  faceffe  triegua  generale ,  includendcui 
etiandio  i  confederati  che  haueua  ciafcuno  fuor  a  di  ltalia>&  {penalmente  il  ' 
Duca  di  Ghelderi  :  <£raquefloflauano  molto  oftinatigli  agenti  di  Maffimi- 
lianoyche  haueua  uolto  totalmente  l'animo  alt  eccidio  di  quel  Duca:  &  alle- 
gauano>chc  la  guerra  era  tutta  in  ltalia;però  non  effere  ,  né  conueniente,  ni 
neceffarioparlare,fe  non  delle  co  fé  di  Italia  :  in  che  i  Finitianifaceuano  ogni 
vpera ,  perche  fi  fatisfaceffe  al  dtfiderio  del  He  di  Francia  :  ma  non  fperando 
più  di  potcrui piegare  i  Tedefchi  ;  erano  inclinati  ad  accettare  la  triegua  nel 
modo  confentito  da  loro, inducendogli  il  defiderio  di  rimuouerfi  una  guerra , 
che  tutta  fi  riduceua  nello  flato  loro  ,  &  la  uolcntà  anco  di  confermarfi  me* 
diante  la  triegua  de3  tre  anni  le  terre,che  in  queflo  moto  haueuano  conquifia- 
te:  &  fifeufauano  co'  Frana  fi  con  uerifflma  ragione ,  che  non  effendo  Cimo , 
&  l  altro  di  loro  tenuti  fé  non  alla  difeja  delle  co  fé  d  Italia,  &  su  queflofon- 
i  data  la  loro  confederatione  ;  a  non  appartenere  a  loro  penjare  alle  cofe  di  là  a  -rime  t 
dà  monti dequali  fé  non  erano  tenuti  à  difendere  con  lamie  ;  non  erano  an-   J*^che  ll 
co  tenuti  a  penfare  àaffuurarle  con  la  triegua: {opra  laquale  contcnticne  ha  eia,  e  i  vufi 
uendo  il  Triul^o  fritto  in  Francia ,  e  i  Vìnitiani  a  Vinetia  ;  uenne  njpofla  £*£'  diICOC 
dal  Senato  >  che  non  potendo  fare  altrimenti  conchiudcjferofolamente  la  tric-  la  co  l?u  fon 
gua  per  Italia ,  ri  fonando  luogo,  &  tempo  al  Re  di  Francia  di  entrami  :  alla-  dl  1 fta  *  *:c" 
qual  co  fa  ne  il  Triull^io,nè  il  Tre  fidente  uolendo  confintire,  an^  lamentan-  che  ì*  r^  " 
kofigrauemente,  che  non  che  altro  non  uoleffero  affettare  la  rijpofla  del  He  ;  *£  uole?a  • 
&proteflando  il  Trefidentc ,  che  l'imprefa  tommunenonfi  doueua  finire  fé  ciudefìc  "» 
non  communemente;&  del  poco  n fretto  all'amicata,  &  congiuntane  ;  non  che"  «V 
reflarono  i  Vinitianiper  qutflo  di  non  conchiudere;  contrahendo  Ma/fimilia  pow  ut  p« 
no,  &  loro  in  nome  loro  proprio,  femp li cernente  &  con  patto,che per  lapar-  "  fenlT !cr! 
te  di  Maffimiliano,  fi  nominaffero ,  &  haueffinfiper  ine  lufi ,  &  nominati  il  ««g'*  «uìi*. 
pontefice  ,il  Re  Catolico,  d'Inghilterra,  &  d  Fugheria,  &  tutti  iTrincipi, 
&  fudditi  del  [acro  Imperio  in  qualunque  luogoy  &  tutti  i  confederati  di 
Maffimiliano,  &  de'  pronominati  Re,  &  flati  dell'Imperio  damminarfifra 
tre  me  fu  &  per  la  par  te  de  V 'ini ti 'ani,  il  Re  di  Frar,cia,&  il  Re  Catolico, & 
tutti  gli  amici, &  confederati  de3  V  initiani,del  Re  di  Francia,  &  del  Catoli- 
co in  Italia  folament  e  coflituti,da  nominar  fi  fra  ire  me  fi.  Laquale  triegua  fli 
pillata  il  uigefimo  di  d '  *Àprile,effendo fiata  quafi  incontinente  ratificata  dal 
Re  de'  Romani,&  da*  Vinitianv?fi  dtpofero  lamie  tra  loro,  confi>eran%adi 
molti ,  che  Italia  haueffe  a  godere  per  qualche  terreo  quefla  quiete .  Tofate 
che  furono  l'arme  per  la  triegua  fatta-il  Re  di  Francia  parendogli,  che  l  ani- 

D  d     i         mo 


L' I    B    R    Ò 

W  de  Viortntmi  non  fu/se  flato  fmeero  uerfo  lui,ma  più  toflo  inclinato  a  Cèé 
farete  alle  cofe  fue  fifujfe  dimoftrato  principio  di  prò  fieri  fuccejjì,  &  fapen- 
dononfrocedere  da  altroché  dal  cUfìderio  di  ricuperare  in  quahmeue  modo 
Tifa,&  dallo  fiegno, che  egli  non  attendendone  alla  diuotione,  uè  alle  opere 
loro  non  filo  non  gli  hauefie  finenti  né  con  l'automa  uè  con  tarme,  ma  tollc 
rato, che  da'  G  enoue fi  fui  diti  juoi  fu  fiero  aiutati  i  TifaniideliJmb  di  p enfiar  e y 
che  con  qualche  bon  fio  modo  ouenefiero  il  defiderio  loro:  ma  uolendo  feon- 
•  do  i  difegni  primi farlo  con  utilità  propria,  &fpc  rundo  e  fiere  migliore  me^o 
ueLut^u      a  tiraYglUJòmma  maggiore  il  umoresche  hfieran^a;  "mandò  Michele  Rie  4 
Michel  Rie  e  io  a  lamentai  fi ,  che  haueffero  mandai  huomini  proprij  per  conuenire  con 
«  peFr°non  Cefarefito  nimicouhe  battendo  fato colore  di  dare  ilguaflo  a  Tifani  congre 
di FrlnciaRè  &at0  efimt0  potente  fen7^i hauere  n[p etto  alle conditionide  tempi,&  de  fi 
da  eff«ie*  fi^ti,&  perciò  li  [noi  ,  riè  hauendo  mimo  in  sì  graue  moto ,  che  fi  prcparaua 
dcUìuoMc  dlclnarare  mait sfittamente V animo  loro  ;  baueuano  dato  a  lui  cauja  nome 
co;fi  .U°BaC  diocre  di  dubitare  a  che  fine  tende  fiero  quejiepreparationkche  a  Lui ,  che  gli 
haueua  ricercati*  che  con  le  genti  loro  gli  de  fiero  aiuti  in  pericoli  tanto  graui; 
haue fiero  dinegatoci  farlo7fuora  d'ognifuafiettatione  :  &  nondimeno ,  che 
per  l'amore  che  haueua  fempr  e  portato  alla  loro  Republica,&per  la  memo- 
ria delle  cofe,cheper  ilpafiato  baueuano  fatte  in  beneficio  fio  ;  erapai-ato  a 
rimettere  quefte  ingiurie  nuoue,purecheper  nmuouerele  cagioni  p£r  lequa- 
b    Dice  il  l*fi  far*bbe potuta  turbare  la  quiete  d'Italia  ;  non  molefiafiero  pm  in  futuro 
P-uonaccor-  fienza  confentimento  fio  i  Tifiaui.  .Allequali querele rifiofiro  i Fiorentini ,  b 
%Ù  nl|ò°  ^an^Un^  hauergli indotti '.a  mandare  a  Ce  far  e, non  con  ìntmtione  di  conue' 
fero  circa  k  nire  con  lui  lontra  il  He  ;  ma  per  cercare  di  afficurare  in  cajo  paffafìe  in  Ita- 
fute  'con  xr  ti*!*  cofe  proprie  :  lequali  il  Re  nella  capitolatone  fatta  con  loro  non  fi  era 
imperatore  uoluto  obligare  a  difendere contra  Cefareima  u  haueua  ejprcfia  dentro  la  clan 
uèuWo  te-  fola  >  faine-  le  ragioni  d  coimperio  ;  &  nondimeno  non  hauere  fatta  conila 
c6rV°cì     commÌGrte  dcmai'ÌXon  effer£  giufia  la  querela  dell'efferato  mandato  con- 
KeTb  che  tra  *  ?*/*»*  •*  perche  efftndo  fiato  fecondo  la  confuetuame  loro  efferato  me- 
tempre  ha-  diocre,  non  per  altro  effetto,  che  per  impedire  ,  come  molte  altre  uolte  hauc- 
auto  iii?et-  nano  fattorie  ricolte;  non  hauere  hauuto  alcuna  caufa  ragioncuole  dififict- 
M  nr°n  fl  tarne%     £gefta  cagione  infieme  con  gli  aiuti  dati  da  Genouefi ,  &  dagli 
cofag  alcuna  4fH  uicini  a  Tifoni  non  hauere  permc fio ;  che  al  Re  mandaffero  le  genti  lo~ 
contra  lui.     Yo  :  allaquale  co  fa  fi  bene  non  erano  obligati  ;  nondimeno,  che  per  la  conti- 
nua diuotione  loro  al  nome  fio  ;  non  harebbono  pretermeffo  quando  bene 
non  ne  fufiero  fiati  ricercati ,  quefto  ufficio  :   Murauigliarfi  fipra  modo  , 
chel  He  defideraffe  non  fujfero  moleflati  i  Tifimi ,  i  quali  a  comparatane 
ì3r^f?  W  Fiorentini  non  haueua  caufa  di  filmar  e, &  di  amare,  (e  fi  ricordaua  quel 
fu  fatw  ran  che  haue fiero  operato  contra  lui  nella  ribellione  de  Geuouefi  :  ne  potere  il 
n?e  fcriueCu  Re'cm  HlHfiitia  prohibire ,  che  non  molefiaffero  i  Tifoni  ;  perche  coft  era  e- 
Buooa^ox    (prefio  nata  e  confi  aratione,  che  baueuano  fatta  con  lui.  Da  queftì  primi-  < 
pijfi  cominciò  a  trattare ,  che  Tifa  rltomaffe  fitto  d  donunio.de  Fiorentini  : 

allaquale 


4 


S    E    f    T    I    M    Ó:  mi 

dllaquale  co  fa  patena  dotte  (fé  baftare  il  procedere. che  i  Gettone fi,c  i  Iucche- 
fi  non  dejferó  loro  in  tale  efirémità  di  uettouaglic,  &  difor^e ,  che  non  ardi- 
vano tifare  più  della  città^aiuto  alcuno ,  aggiugnendofi  maffimamentepcr  la 
perdita  delle  ricolte  la  mala  difyo fittone  de  contadini  :  i  quali  erano  maggior 
umerOìChe  i  cittadini;  in  modo  che  fi  credeua  nonfipotefferofoflencrefe  da 
Senouefh  &  Lucchefinonhaueffero  rie euuto  qualche  fuffidio  di  danari  :  co' 
quali  quegli  che  reggeuano  tenendo  in  Tifa  alcuni foldaii  f or  e  fieri-,  &  gli  al 
tri  diftribuendo  nella  giouentu  de'  cittadini  >  &  de' contadini ,  &  con  l'arme 
di  quefli  ^attentando  coloro  ^ebe  defiderauano  concordar  fi  co'  Fiorentini;te- 
neuano  quieta  quella  città,  ^Aquefla  pratica  cominciata  dal  He  Chriflianifji- 
mofi  aggiunfe  l'autorità  del  He  Catolico  gelofo>  chefen^a  lui  non  fi  conducef 
fé  a  effetto  :  però  fubito  che  hebbe  iute  fa  l'andata  di  Michele  Riccio  a  Firen- 
%e;ui  mando  uri '  Si',nbafciatore:ilquale  entrato  prima  in  Tifagli  confortò)  & 
dette  loro  animo  in  nome  delfuo  He  afoflenerfi ,  non  per  altro  fé  non  perche 
flandopiu  oflinati  a  non  cedere  a'  Fiorentini ,  poteffero  effere  uenduti  co  mag 
gior  prezzo.  Trasferironfipoco  dipoi  quefli  ragionamenti  per  uolontà  de*  due 
He  nella  corte  del  He  di  Francia:ouefen%a  rijpctto  della  protett ione  tunto  af 
fermata; la  follecitaua  inolio  il  Re  Catolicoyconofcendo}  che  non  offendo  dife- 
fa;éra  neceffario  cadeffe  in  potè  fa  de  Fiorentini  ;  &  hauendo  l'animo  alieno 
ali  bora  da  implicar  fi  in  cofe  nuoue ,  &  fpecialmente  contra  la  uolontà  del 
Re  di  Frane iaiperche  fé  bene  fubito, che  ritornò  in  ijpagna  haueffe  riaf- 
funto  ilgouerno  di  Cafliglia;  non  l'haueuaperò  totalmente  flaoi- 
Uto>&  per  le  uolotà  diuerfe  de  Signori, et  perche  il  Re  de 
Romani  non  uhaueua  in  nome  del  nipote  preflato  il 
confentimento  :  ma  dopo  che  lungamente  fi  fu 
trattato  in  Francia  fopra  le  cofe  de  Ti- 
faniper  molte  difficoltà  che  fopra 
uennero,  uolenlo  a  ciafeuno 
de' due  Re  appropria- 
re a  fé  il  pre%^ 
%o  della 
uendita;finalmente  non  fi  trouando  modo  di  com- 
pvfitionc;finì  la  pratica  fen^a  alcuna 
conclufione. 


Vi     J 


a  L'auaritìa 
de'  due  Re, 
cioè  di  Fra  a 
cia,&  dopa 
gna,  è  cagio 
ne,  che  Pili 
noa  venga 
focto  i  Fio- 
rétini:  i  qua 
li  erano  nò 
dimeno  ap- 
parecchiati 
a  fare  sbor- 
do dt  dena- 
ri, fé  ciafeu- 
no de'  due 
Re  non  ha- 
uefle  uoluto 
trarne  mag 
gior  Comma 
dell'altro. 
Queftaprat 
tica  d'accor 
do  fciolta 
hora  lènza 
cócluùonej 
fu  poi  coda 
fa  a  14.  dì 
Marzo  del- 
l'anno le- 
gnante. 


D  E  LL'HIS.TORI 

DI    M.    F  RANCE  SCO 

GVIC  GIARDINI 

Gintil'hvomo    Fiorentino, 


A 


LIBRO     OTTAVO. 


a  L'ambido 
ne  de'  Pria 
cipi  è  la  ge- 
neral cagio 
nedelleguer 
re  Se  de*  ma 
]/,  inaili  ma- 
mente  fé  ui 
è  congiuta 
Timpruden 
tia,come  ha 
detto  di  fò- 
pra  acart'i. 
&acs.fac. 
2.  parlando 
d'Alfonfo 
Dura  di  Ca 
hbrh  ikhe 
ho  notato  I 
margine  in 
quei  luoghi. 


SOMMARIO. 

t  N  Ouefto  ottauo  libro  fi  contengono  le  cagioni,  che  induffero  d iuerfi  Poten- 
I  tati  amuouei  fi  contrai  Vinitianì:la  Lega  di  Cambrai,&  la  guerra  moffa  con- 
tra eflHa  rotta,  che  l'Aluiano  riceuè  in  Ghiaradadda  :  la  perdita  che  fo^ 
1  Imperio  di  Terra  ferma:onde  per  ciò  s  humiliarono  a!l'Imperadore:che  ì  Pifani 
fi  fottomettonoa'  Fiorentini:  Padoua  è  ricuperata  per  opera  del  Griti:  il  Marche 
fedi  Mantoua  è  fatto  prigione:  Tlmperator  vieti  fotto  Padoua:  il  Redi  Francia 
parte  d  Italia:  fi  fa  guerra  in  Friuli,  &  contra  Ferrara ,  nellaquale  è  rotta!  armata 
Vinkiana  in  PÒ  fotco  il  Triuifano:Cefare  e  il  Re  di  Cattigli*  Raccordano:  il  Con 
te  di  Piti»liano  muore:  i  Vinitiani  fono  afloluti  dall'interdetto  del  Papa. 

D  ■ —  .. 

0  r\^  erano  tali  l'infermità  d'Italia?  né  fi  poco  indebolite  le 
for%e  fue,che  fi  potejfero  curare  con  medicine  leggieruan- 
Xi  come  STESSO  accade  ne'  corpi  ripieni  d'humori  corrot- 
ti, che un  rimedio  ufatoper  prouedere  al  difor dine  d'una 
parte-,  ne  genera  di  più  pemitiofi ,  &  di  maggior  pericolo  ; 

, .,  „ I  cofi  la  triegua  fatta  tra  il  Re  de'  Romanie  i  Vinitianipar- 

tori  agl'Italiani  in  luogo  di  quella  quiete  ,  &  tranquillità,  che  molti  douerne 
fiuccedere  fiorato  haueuano, calamità  innumer abili,  &  guerre  molto  più  atro 
ci,&  moltopiufanguignofe,chelepaffate:perchefe  benein  Italia  fuffero  fia- 
ti già  quattordici  ama  tante  guerre,  &  tante  mutai  ioni;  nondimeno,  ò  e fen- 
dofi  Jpejfo  terminate  le  cofefen^a  f angue,  b  le  uccifioni  fiate  più  tra  i  Barbari 
mede fimi;haueuano patito  meno  i  popoli,che  i  T-rincipu  Ma aprendofi infu- 
turo la  porta  anuoue  difiordie;  figurarono  per  tutta  ìtalia,&  contra  gli  Ita 
liani  mede  fimi  crude  li  (fimi  accidenti ,  infinite  uccìfionì ,  fiacchi,  &  eccidi]  di 
molte  città,&  terrejicentia  militare  nonmenp  pemitiofa  agli  amici,  che  a 
nimki,uiolata  la  religione>conculcate  le  cofe fiacre  con  minore  riuerentia,  & 
rifl>etto,che  le  profane.  La  cagione  di  tanti  malUfe  tu  la  confideri  general- 
mente fu  come  qua  fi  fempre ,  »  l'ambinone ,  &  la  cupidità  de  principi  :  ma  a 
confiderandolapartkolarmente,hebbono  origine  dalla  temerità,  &  dal  prò- 
cedere  troppo  infoiente  del  Senato  Vimtiano,per  loqualefi  rimofjono  le  diffi- 
cultà>che  infimo  allhora  haueuano  tenuto  fio fpe fi  il  He  de  Romani,&  il  Re  di 
Francia,a  conuenit fi  contra  loro  :l  uno  de  quali  immod eratamente  efiiccroa- 
to;ccndujfcro  in  grauiflima  di  (pernione;  l'altro  nel  tempo  mede  fimo  concita- 
rono in  (omnia  indegnatione;ò  almeno  gli  dettero  f acuità  di  aprire ,  fiotto  ap- 
parite color  e.queUche  lungamente  haueua  defiderato:  perche  CefarefiimoU 


SETTIMO.  m 

to  da  tanta  ignomìnia,  &  danno  riceunto  }  &  battendo  in  luogo  d\uqniflare 
gli  fiati  d'altr  sperduto  una  parte  de fuoi  beyeditarij;non  era  per  lafciare  in- 
dietro cofa  alcuna  per  ri  far  ciré  tanta  infamia,&  tanto  danno:  laquale  dijpo 
fittone  accrebbero  di  nuouo,  dopo  la  triegua  fatta ,  imprudentemente  i  Finn 
tiani  :  perche  non  fi  afienendo  da  prouocarlo  non  meno  con  le  dimofìrationi 
nane  ,  che  con  gli  effetti;  riceuerono  in  V  inetta  con  grandi  (firn  a  pompa ,  & 
a  quafi  come  trionfante  a  l\/lluiano:&  il  Re  di  Francia ,  ancora  che  dapr'mci-  j^  ^°™  *J 
pio  dejfejperanr^a  di  ratificare  la  triegua  fatta ,  dimojlrandofene  poi  alterato  Bembo ,  & 
maranigliofamente;fi  lamentauayche  i  Fini  ti  ani  haueffero  prefunto  dinomi-  l0n£  SS5 
narlo>&  includerlo, come  aderente  ;&  che  battendo  proceduto  al  ripojb  prò-  li  neJ  ritor  • 
pr  io, haueffero  lafciato  lui  nelle  moleflie  della  guerr adequali  difyofìtioni  del-   tia,uY  i  bÌc- 
l: 'animo  dell'uno  &  dell'altro  incominciarono  in  brieue  fpatio  di  tempo  a  ina-  cento*©:  ìì- 
nifeflarfi  :  perche  Ce  fare  delle  for^e  propri  e  non  confidando ,  noverando  più  u ,  (e^on  a 
che  per  le  ingiurie  fue  fi  rifentiffero  i  Trincipih  ipopoli  di  Germania;  inclina  Ptin«pi»  «  \ 

i        .   -  P.         ,.  J .       JJ         .    .  ,,.    F .      .r  l  .        .        ,.  occafion  di 

h  ua  a  unir  fi  col  Re  di  Francia  contro, b  i  Vinitiani>come  unico  rimedio  a  ricupe  grandifiìm* 

rare  l'honore,  &  gli  flati  perduti:  &  il  Re,  battendogli  lo  [degno  nuouo  rino-  JPj|an  x^f\ 

nata  la  memoria  dell' offefe ,  che  fi  perfuadeua  battere  riceuute  da  loro  nella  uiano  fu  do 

guerra  lS[apolitana,  &  flimolato  dall'antica  cupidità  di  Cremona, &  dell'ai-  ™  l°c  r ^ 

tre  terre  pò ffedute  lungo  tempo  da'  Duchi  di  Milano;haueua  la  medefima  in-  fatto  nobi- 

clinatione:perciò  fi  cominciò  a  trattare  tra  loro,  per  potere •,  rimoffo  l' impedì-  l*0.  ve  y  "' *  j 

mento  delle  co  fé  minori  attendere  infieme  alle  maggiori,  di  comporre  le  diffe  naro  fece  m 

rentie  tra  l'arciduca,  &  il  Duca  di  Ghclderi;  lafalnte  delqualeper  l 'antica  [f]^ & 

collegatione  &  commedi  riceuuti  era  molto  filmala  dal  Re  di  Francia.Stimo  tenne  corte 

lauafimilmente  l'animo  del  Re  contro  i  Vinitiani  nel  tempo  medie  fimo  il  To  an  1U  ' 
tefice,a:cefoyolira  l'antiche  cagioni  jda  nmueindegnationi  :  perche fi  perfua- 

deua.cheper  opera  loro  ifuor'ufciti  di  Forlì,  i  quali  fi  riduceuano  a  Faen%ay  sggiugne , 

haueffero  tentato  d'entrare  in  quella  città;  &  perche  nel  dominio  Veneto  ha  cJìC  Ccra-c 

.  .  »  ■  n      •  i   i         r        ■      •  j   j  i-i  .tu  maggior- 

nettano  ricetto  i  Bentiuogli  flati  dal  Re  /cacciati  del  Ducato  di  MianoAggiu  mente  im- 
gnendofi,  che  alt  autorità  della  corte  di  Roma  haueuano  in  molte  cofe  minore  .ta^°  ccn  ua 
rifpetto,che  mai  :  nellequalihaueua  ultimamente  turbato  molto  l'animo  del  dai  Re  di 
Tontefice,che  hauendo  conferito  il  Vefcouado  di  Viccn%a  uacato  per  la  mor  F™Jflajjj u* 
te  del  Cardinale  di  S.Tiero  in  V 'incola  fino  nipote %a  Siflofimilméte  nipote  fuo  cusò  quei 
furrogato  da  lui  nella  dignità  del  Cardmalato,&  ne'  medefimi  benefictj;  il  Se  f""^ c  !|c 
nato  Finitiano,dijpre^ata  quefla  collatio?ie,haueua  eletto >  un  gentil' buomo  lui  i  iecreti 
di  Vinetia:ilquale,ricufondo  il  Tontefice  di  confermarlo  .ordina  temer  iamen  cdare'con- 
te  nominarfi  Vefcouo  eletto  di  Vicenza  dall' Eccellentijfimo  Configlio  ae  Tre  tra  l'honoc 
godi.  Dallequali  cofe  infiammato  mandò  prima  al  Re,MaJJìmofegrctario  del  Lodfuico^ 
Cai-dinale  di  rNarbona)&  dipoi  il  mede  fimo  Cardinale,  che  fucceduto  nuouo  Et  iiGiufti 
méte  per  la  morte  del  Cardinale  d'^Aus  nel  fuo  Vefcouado;fi  chiamano  il  Cor  ""/fi  Re* 
dicale  dtsAus  :  i  quali  uditi  dal  Re  con  allegra  fronte ,  riportarono  a  lui  nari]  mandaua  a 
partiti  da  efequirfi,&  fenica  Cefarei&  unitamente  con  C efare.  Ma  il  Tori-  noV (mere 
tefice  erapiupronto  a  querelarli, eh  e  a  determinarfi:  perche  da  ima  parte  co-  dc'  vinìtia 

D  d     4         batteva 


Quefta  LIBRO 


• 

Margherita  b^Ukua  ne^a  finamente  il  dcfidcrìo  ardente ,  che  fi  moneterò  tarme  contrai 
iu  quella ,    vinitianìida  ahraparte  lo  riteneua  il  timore  ài  non  effere  coflretto  apcnde~ 
l0  v  ni.  kI  rc  ÌM 'Moderatamente  falla  grande^^a  ti  altri ,  &  molto  più  la  gelofia  anti- 
di  Fi 3 eia  fu  c a  concepita  del  Cardinale  di  Roano  >  per  laquale  gli  era  mole  fili  fimo  che  ef- 
»e  èferitto  ferriti  potenti  del  Re  paffafferoin  Italia:  &  turbaua  in  qualche  parte  le  cofe 
di  fopra  :  &  magvhrìjhauere  il  Tonte fice  conferito  poco  innati^  fen^a  faputa  del  Re , 
tata  nei  Du  *  Vefconaàì cfKAJìiì& di T?iacen%ay&  il  rìcufare il Re}  chelnuouo  Cardina 
ciiiliy?*i-  le  di  S.Tiero  in  Vincola ,  a  cui  per  la  morte  dell  altro  era  fiata  conferita  la 
fi  legge,  eh  e  Badia  di  Cbiaraualle-,  beneficio  r  ice  hi  (fimo, &  propinquo  a  Milano  >nè  confi- 
noti il [  car-  gnifìe la poffeffione.  'Nellegualidifficultà,nuel>  che  nonrifolueua  ilTontefi- 
nojma  il  Re  ce;aelwerarono  finalmente  Ce  far  e, &  il  Re  di  Francia  :  i  quali  trattando  in- 
dicJf  P.iu    fiemefegretiffmiamente  contrai  Vinitianijficonuennero  nella  città  di  Cam- 
all'  a  mba-  '    brai:per  dare  alle  cofe  trattate  perfettione>per  la  parte  di  C efare, a  Madama  <* 
kl3t.^  7C"!  Margherita  fua  figliuola  [otto  il  cuigouernofi  reggeuano  la  Fiandra ,  &gli 
beai  noeta  altri  flati pernenutì per  iheredità  materna  nel  P^e  Filippo,feguit  adola  a  que- 
^nuMa^n  &0 trattament0 Matteo Lango  Segretario  accettiffimo  di  Cefare  ;&  perla 
tra  i  vinnia  parte  del  Re  di  Francia  il  Cardinale  di  Roano ,  fpargendo  fama  di  conuenirft 
Ilo  fece *che  Per  trattare  lapace  tra  l'lArciduca,&  il  Duca  di  GhelderU  tra  i  quali  haue- 
ii  secretano  uano  fatta  trìeguaper  quaranta  dì,ingegriandofì  che  la  nera  cagione  nonper- 
tltifle^  re  *  tiemffe  a^-a  notitia  de'  Vìnìtiani  3  ali  Oratore  de  quali  affermava  con  giura- 
che  Lodoui  menti  grani} fimi  il  b  Cardinale  di  Roano  noi ere  il  fuo  Re  perfeuerare  nella  fr 
f «cbbVpari  confederatone  con  loro.  Seguitò  il  Cardinale,piu  toflo  no  contradicente,che 
titoJairami  permettente  iambafeiatore  del  Re  d'  ^Aragona:  perche  fé  bene  quel  Re  fuffe 
Sani. Vl"  flai0  il  primo  motoredì  quefli  ragionamenti  tra  Cefarey.&  il  Re  di  Francia; 
e .vede  fi  nei  erano  flati  dipoi  continuati  fenya  lui ,  perfuadendofi  l'uno ,  &  l'altro  di  loro 
i 2.&  nei " !  cffergli  molefla  la  profferita  del  Re  di  Franciay  &  fofpetto  per  rifletto  del  go 
a  e.  i3  6.  che  uerno  di  Cafliglia  ogni  aumento  di  Ce  far  e;  &  che  perciò  ipenfierifuoi  nonfuf 
liàno  d?  ri-  fero  in  quefta  cofa  conformi  co  le  parole.  *ACambraifìfece  inpochiffimigior 
copri  re  i  $~  ni  l' ultima  dcterminatione}non  partecipata  cofa  alcuna,  fé  non  dopo  la  coclu- 
Seii'animo   fionefatta:  con  l'Oratore  del  Re  Catolico:  laquale  il  giorno  figliente  >  che  fu  il 
coi  pelo  del  decimo  di  Decembrefu  con  folenne  cerimonie  confermata  nella  Chiefa  mag- 
quwi  ho  ci-  gjwe  col  giuramento  di  Madona  Margheritaydel  Cardinale  di  Roano  >  &del- 
tatoefTtmpi  l *  jtmbafciatore  Spaninolo  non  publicando  altroché  ì' effere  contratta  tra  il 

a  proponto.    _  r       ^t       •    r  i-         n  L.   ■  _  \j  ri 

Ma  ili  que-  Tonteficey&  ciaf  amo  di  quefli  Trmaph  perpetua  pace  3  &  confederatione . 
fio  luogo  ot  Ma  negU  articolìpiu  fegreti  fi  contennero  effetti  fommamente  importanti ,  i 
cì"vtSecon  quali  ambitiofi ,  &  in  molte  parti  contrari]  ci  patti ,  che  Cefare ,  &  il  Re  di 
&*àMtO'd<>  Francia  haueuano  co3  Vìnìtiani;  cfìccpriuano  >  come  fé  la  diuerfità  delle  pa-  * 
ti  a  cabrai  rolebaflaffe  a  trafmutare  la  foftantiade 'fatti  con  un  proemio  molto  pietofo: 
Koìeua n o     nelquale  fi  narraua  il  defiderio  cormnune  di  cominciare  la  mena  contra  i  ni- 

ttouer  guer  . 

raa  Vinitiani  per  andar  contra  i  Turchi,  quali  i  Vìnìtiani  impedilTero  cofi  pietofa  iroprefa.  Coi!  nel  lib.  r» 
ac.  i5.  Carlo  Vili,  fa  intender  al  Papa  di  uoler  acquilìare  il  Regno  di  Napoli  per  volger  poi  l'arme  contra  i 
Turchi. Coli  nel  lib. $. gli  Oratori  di  Francia  Sedi  Spagna  dittero  innanzi  3l  Papa  in  Conciftoro,eiTere  fiata 
fetta  Léga  fra  i  lor  Re,  &diuilofi  il  Regno  di  Napoli  ,  per  potere  attendere  airefpeditione  contrai  nimici 
éella  Rtligion  Chriftiana .  Il  Giuftiniano  regiftra  un  mandato  di  Cefare  :  nelquaJc  co'l  deildcrio  di  psiiii 
•Qnua  1  Tuxcbi>l£Qnela  neccllìtà  di  mouer  guerra  a*  vinitiaar. 


O    T    T    A    V    O.  a  j 

mici  del  nome  di  Cbriflo  ,  &  gli  ìmpedimenti,cbe  faceua  a  queHo  t  battere 
i  V inìtiani  occupate  ambitiofamente  le  terre  della  Cbiefa:  iquali  uolendo 
rimuouere,per  procedere  poi  unitamente  a  co  fi  fanta,&  necejfariajpedi- 
tione,&  per  i  conforti,&  configli  del  Vontefice  il  Cardinal  di  Roano,co~ 
me?rocuratore,&  colfuo  mandato }&  carne  procuratore,^ colmando 
to  del  Re  di  Fr  ancia  ;&  Madama  Margherita,  come  Trocuratrice,&  col 
mandato  del  Re  de1  Romani,  &  come gouer natrice  dell' iArciduca,et  degli 

a  flati  di  Fiandra;  Se  /'  a  Oratore  del  %  d '^Aragona ,come  Vrocuratore,&  Jc/rT  d*  a 
col  mandato  delfuo  Re  conuennero  di  mouer guerra  a  Vinitiani,  per  ricu  "gon  a  fi 
parare  ciascuno  le  cofefue  occupate  da loro,cbe  fi  nominauano  per  h  par  copo™' a* 

b  te  del  Vontefice,  b  Faenza ,Rimini ,Rauenna,et  Ceruia;per  lo  Re  de*  Rama  bl<>n>  come 
ni,rPadoua,Vicen%a,&  V  erona,apparterietegli  in  nome  dell'  Imperio ,  il  "aeti6  ^c* 
Friuli,&  Treuigi, appartenenti  alla  cafa  d'^Auflria-jper  lo  Re  di  Francia,  kre.iegiftra 
Cremona^  la  Ghiaradadda,Brefcia,Bergamo  &  Crema;per  lo  Re  a"  JL-  Miniano  nei 
ra?ona  le  terre,  e  i  porti  flati  dati  in  peono  da  Ferdinando  He  di  Napoli  :  1,b-  *°*  del" 

r  ir  ìt,    >.;    -a-      m  •        //  •  r         2j       /•   lhift.  di  Vi 

fcjMJje  tenuto  il  Re  Cbrifltanijjimo  uemre  alla  guerra  in  per  fona, et  dargli  neiia. 
principio  il  primo  giorno  del  projjìmo  me  fé  d '^Aprile,  alqual  tempo  hauef 
fero  fimilmete  a  cominciarla  il  TÓtefice,elRe  Catolico:Cbe  accioche  Ce-  croniche6 
fare  baueffe giurìa  caufii  di  no  ojjeruare  la  triegua  fatta, il Tapa  lo  riebie  di  Materna 
deffecome  jLuocato  della  abiefa  d'aiuto ,  dopo  laqual  richiefta  Ce  far  e  gli  £^coiL 
madaffe  almeno  uno  Codottiere,et  fuffe  tenuto  fra  40.  gmrni,dal  diche  il 
He  di  Fracia  baueffe  rotta  la  guerra,aj] altare  ffonalmete  lo  flato  de  Vini  J  ^  l~°!i 
tiani:Qualuque  di  loro  baueffe  ricuperato  le  co  fé  proprie, fuffe  tenuto  aiu  conciufi 


a  in 


tare  gli  altri,fino  ebe  baueffero  intieramente  ricuperato :Obltgati  tutti  al  J^Vvinhia 
la  difefa  di  cbiuque  di  loro  fuffe  nelle  terre  ricuperate  moleflato  da  Fini-  ni  fon  regi 
tiani,co*  quali  niuno  poteffe  couenire fen^a  cofentimeto  comune :pot efero  dVcWarati5 
ejfere  nominati  fra  tre  me  fi  il  Duca  di  Ferrara,  il  Marche  fé  di  Matoua,et  che  ne  fece 
ciafeuno  che  pretédeffe  i  V initiani  occupargli  alcuna  terr abominati  go-  pitXYdoU 
dejfero,come  principali  tutti  i  benefici}  della  cofederatione,hauedo  facul-  &  quella  è 
tà  di  ricuperar/i  dafefleffi  le  co  fé  perdute  :<Ammoniffe  il  Votefice  fiotto  pe  3eii*hlS".dT" 
jffe,et  cefure  grauiffimei  Vinitiani  a  reflit uh e  le  co  fé  occupate  alla  Cbie-  Pietro  Già 
fa,&  fuffe  giudice  della  di 'f eretta  fra  *  Biaca  Maria  moglie  del  Re  de  Ro  ftinuno* 
mani, et  il  D  uca  di  F  errar  a,per  c&to  della  ber  edita  di  Anna  forella  di  lei,  à  Qjefta  fu 
et  mogie già  del  Duca  predetto  :inuefli]fe  CefàreilRedi  Fracia  per  fé, per  ||\ea02l*0dl 
fràcefeo  d>tAngolè,&  loro  dife  edeti  mafcbi,del  D ucato  di  Milano,per  la*  Maria  sfor 
quale  inueftitura,il  Re  gli  pagaffe  ducati  ceto  mila:  nofaceffero  né  Cefare  5omcoaiiL° 
né  £  Arciduca, duràdo  la  guerra,etfei  me  fi  poi,nouità  alcuna  contra  il  Re  Moro  data 
Catolico  p  cagione  delgouerno,e  decitoli  de  Regni  di  Cafliglia:efortaffe  il  fi^mTiia* 
Tapa  il  Re  dVnyberia  ad  entrare  nella  prefente  cofederationetnominaffe  no  Gefare, 

•    r  I*  .  r  •      11        ,.     t'j     ^->     •    •>,    4«j  •  •    come  è  ferir 

ciajcuno  tra  quattro  mefi  1  collegati,et  adenti  Juoi,no  poteao  nominare  1  to  ^  io?l% 
Vinitiani,ne  i  fudditi,o  feudatari^  £  alcuno  de  cofederati,et  che  ciafeuno  nei  hb.  i.a 
de*  cotr abeti  principali  douejfe  tra  fejfanta  dì  projfimi  ratificar  e,  Alla  co 

cottiti 


LIBRO 

cor  dia  uniuerfale  s'aggiunje  la  particolare  tra  l'arciduca,  et  il  D  uva  di 
Chelderi:  nellaquale  fu  conuenuto  che  le  terre  occupate  nella  guerra  pre 
.  r  ferite  all\Arciducafi  reflituiffero:  ma  non  già  ilfimigliante  di  quelle  ,  chi 
che'i  t;?apa  al  Duca  erano  fiate  occupate  Stabilita  in  quefia  forma  la  nucua  confide 
haUdUFrÌn  ratlone  > ma  tenendofi  quanto  fi  potè uà  f egreto  quel  che  appartenuta  a 
da ,  aggiu-  Finiti  ani-,  il  Cardinale  di  Pagano  fi  partì  il  giorno  feguente  da  Cambra!, 
F e  ancho"  man^atl  prima,  a  Ce  far  e  il  Vefcouo  di  Tarigi ,  &  ^Alberto  Vio  Conte  di 
quei  dc'Te-  Carpi  per  riccuere  da  lui  la  ratificatone  in  nome  del  Re  di  Francia:ilqua 
?CconieqUha  ^  fen<:^a  diUtìone  ratificò  y  &  confermò  con  giuramento  con  le  foltnnitd 
ueflero  uin  medefime,conlequali  era  fiata  fatta  la  publicatione  nella  Chiefa  di  Cam 
n-  iwureb-  ^ra^E'  certo, che  quefia  confederatione,con  tutto  che  nella  fcrittnrafi  di 
bono  uoiu-  ceffe  interuemrui  il  mandato  del  Tapa,  &  del  l\e  d'Aragona  fu  fatta  fen 
e^o^ncor  3?  mandato, o  confentimento  loro, per fuadendofi  Ce  far  e, &  il  1{e  €kriftué* 
a  lui.  nijfimoyche  baueffero  a  confentire  ,  parte  per  V utilità  propria,parte  per» 

ft  "  c^jS  Per  ^  conditione  delle  co  fé  prefenti  ,  né  l'uno,nè  C  altro  di  t (fi  alla  loro 
tanùo,  che  autorità  ardirebbe  repugnare,&  maffimamente  il I\e d'Aragona;  alqua- 
gmìo  dice  ^  benché  fuffe  molefla  quefia  capitolatane,  perche  temendo  che  non  fiati- 
li Bébó,chc  mentaffe  troppo  la  grandezza  del  Re  di  Francia,  anteponeua  la  ficurtà 
di  co  fanti  di  tutto  il  Reame  di  l<[apoli alla  ricuperatone  della  parte  pofjeduta  da1 
no  comina  emiliani;  nondimeno  ingegnando  fi  di  dimofirare  con  la  prontezza  il  con- 
de''  Fricefi°  tYaYW  di  quelloyche  fentiua  nell'animo;  ratificò  con  le  folennità  medtfime 
i  quai  di  not  Subitamente.  Maggiore  dubitatione  era  nel  Tóntefice,combattendo  in  lui 
trouaTrAm  fecondo  la  fua  confuctudine  da  una  parte  il  defidcrio  di  ricuperare  le  ter- 
bafciaiffi  de  re  di  Romagna ,  ér  lo  [degno  contra  i  Vinitiani  ;  &  dall'altra  il  *  timore  * 
&Tg™  feop'  del  Bg  di  Francia;  olirà  che  effere  pericolo  fo  perfe,&  per  la  fedia  ^Apo- 
fe  ìì  trattato  ftolìca,  giudicaua,che  la  potentia  di  Ce  far  e  cominciafie  in  Italia  a  diften- 
xneitédcSi?  derfi:  &  però  parendogli  più  utile  l'ottenere  con  la  concordia  una  parte 
il  fauordei  di  quello  dcfideraua,che  il  tutto  con  la  guerra;  b  tentò  d'indurre  il  Sena-  b 
haueflerovo  t0  Pinitiano  a  redimirgli  Rimini ,  &  l aen%a, din wRr arido  che  i perìcoli, 
ìutoreftuui  che  [opraflauano  per  £  unione  di  tanti  "Principi  farebbono  molto  mag*- 
&  Faenza*  giori, e  occorrendo  nt Ila  confederatone  il  Tonte fice  ;  perche  non  potrebbe 
che  l'Amba  ricufare  di  perfeguiturglì con  l'arme  fftintuali,  &  temporal  ;  ma  che  re- 
demo  rifpo"  fiituendo  le  terre  occupate  alla  Chiefa  nelfuo  Tonte ficato,  &  co  fi  rihaué 
feIche  -  te~  do  infume  con  le  terre  Ch onore  y  hartbbegiufla  cagione  di  non  ratificare 
urebbeaccò  quel  che  era  flato  fatto  in/iomefuo,  ma  fe^a  fuo  conferì  timtnto;&  che  ri 
ientito.  di-  mouendofenc l'autorità  Tonteficale,diuentenbbe facilmente uana quefia 
itefib  tetò  confederai  ione,che  perfcfttffa  haueua  hauute  molte  difficultaàl  che  potè 
v Ambafcia-  uano  cffirc  ccrtiyctit  vii  quanto  poteffe  procurerebbe  con  l'autorità^  co 

tot  Pilano:     ,     .     .    r    ■      r  ,  /      •       '     i  r  -      n       ■     i 

iiqual  per  la  la  maujtrta7fe  non  per  aitro,perche  in  Italia  non  fi  aumetajje  più  la  pcten 
co  uo'hYfar  **a  ^  Barbari,  peri  colo  fiffima  non  meno  alla  fedia  Jtpofiolica,  che  agli 
ne  aitro.Bé  altri:  fopra  la  quale  dimanda  facendo  fi  nel  Senato  Vtnitiano  %%ariecon~ 
»ianoGluftl  [ultCìalcuni  giudicauano  douer e  effere  di grandijfìmo  momento  ilfiparar 

fi 


OTTAVO.  214 

fi  dagli  altri  il  Pontefice;  altri  la  riputavano  co  fa  indegna  ne  baflant£-a 
rimaouere  la  guerra  ;  farebbe  finalmente  preualuia  l'opinione  di  quegli, 
che  confortavano  la  parte  piufana>&  migliore  ,fe  Domenico  Trini fano 
Senatore  di  grande  autorità*  &  uno  de  Procuratori  del  Tempio  ricchi ffi 
mo  di  S.Marcoyhonore  nella  Bgpublka  Veneta,  di  maggiore  fitma>che  al* 
acun  altro  dopo  il  Doge,leuatofi  in  piedi,*  nonhaueffeconfigliato  il  cotra-  a  No  fiieg 
rio:ilquale  con  molte  ragioni,  &  co  efficacia  grande  di  parlare;  fi  ingegno  se  n_d  Betn 
di  pervadere  effere  cofa  molto  aliena 'dalUdegnità ,  &  dalla  utilità  di  fuha  ^dS 
quella  chiariffima,  &  amphffima  Bgpublica  restituire  le  terre  dimandate  ™ctiìco  T" 
dal  Pontefice  >dalla  cui  congiuntione,o  alienatone  con  gli  altri  confedera-  dice^égil!* 
ti  poco  fi  accrefcerebbero,o  alleggerirebbero  ì  loro  pericoli ;per  che fé bene  «'^ndo  i 
e(fi,accioche  appariffe  meno  dishontfta  la  caufa  loro,haueffero  nel  conue-  to  1"  doma 
nireufato  ilnomedel  Tòntefice,  fi  erano  effettualmente  conuenuti  fen%a  ^adfSe 
lui;  in  modo,che  per  queUo  non  diventerebbero  né  più  lenti,nè  più  freddi  ro  rffpoìb , 
alle  efecutioni  deliberate  :  &  per  contrario  non  effere  tarme  del  Ponte  fi-  f.otVe  qu-cl 
ce  ai  tale  ualore,che  douejjero  comperare  con  tanto  pre'^o  il  fermarle  :  leuano  rea 
concio fia  co ft,che  fé  nel  tempo  mede  fimo  fuffero  afi  aitati da  oli  altri:  pò-  dts$ìì  qiic! 

r    -        j'  »••/»•  11  x    1   •  ^  *.        che  non  era. 

ter  fi  co  mediocre  guardia  difendere  quelle  citta,  lequalilegéti  della  Cine  fuo. 
fa  infamia  della  mditia,  fecondo  il  uulgatiffimo  prouerbio,non  erano  per 
fé  medefime  baflanti  né  a  efpugnare,né  a  fare  inclinatione  alcuna  allafom 
ma  della  guerra:^  T^Ey  mouimenti,&  nel  femore  dell'arme  temporali, 
nonfentirfi  la  riuerentia,  né  le  minacele  dell' arme  (fintuabdequali  no  ef 
fere  da  temerebbe  noceffero  più  loro  in  quefla  guerra,che  fufjero  nociute 
in  molte  altre,  c'r  faccialmente  nella  guerra  fatta  contra  ¥  errar  a,nella 
quale  non  erano  fiate  potenti  ad  impedire,  che  non  con feguifier  ola  pace 
honoreuole  perfe,&  uituperofa  per  il  reflo  dyltalia,che  con  confentimen- 
to  tanto  grande ,  &  nel  tempo, che  fior  iua'Ài  ricchezze,d'arme,&  diuir- 
tu}Jt  era  unita  tutta  contra  loro,  &  ragionevolmente;  perche  non  era  ue- 
rifimiU,cheil  fommo  Dio  uc{cfje,che  gli  effetti  della  [uà  feuerità,&  del- 
la fua  mi f ericordi  a,  .delia  fua  iray  &  della  fua  pace, fusero  in  poteftà  d'un 
huomo  ambitiofiffimo,&fuperbijjìmo,fottopofio  al  uino,&  a  molte  altre 
inhonc(leuolontà,cbe  la  effercìtaffe  ad  arbitrio  delle  fue  e ui)iditd,non  fe- 
condo la  confi  derati  one  della  giu[litia,o  del  bene  publico  della  Chrifiiani 
tà:già  feinquefio  Tonte  fiato  non  era  più  cofiante  la  fede  facer  dotale, 
che  fiifje  fiata  qmfi  fempre  negli  altri;non  mdere,che  certeiga  poteffe 
hauerfhche  confeguita  ¥aen%a^  B^mini;non  syuniffe  con  gli  altri]per  ri 
cuperare  i\iuenna,&Ceruia,non  hauendo  maggiore  rifpetto  alla  fede  da- 
ta,che  fta  fiato  proprio  de  Pontefici,  i  quali  per  giuflificareil  proceder 
loro  Jo  anno  fiat  uito  tra  Maitre  leggi,che  la  Chiefa,no  oflanteogni  cotrat- 
to>ogni  promej]a,ognì  beneficio  confeguitone,pojfa  ritrattarci  diretta 
mente  contrauenire  alle  obligationiyche  ifuoi  medefimi prelati  hanno  fo- 
lenntmete  fitteda  cofederatione  effere  Hata  fatta  tra  Ma(fmiliano,et  il 

He 


/ 


>I    I    B    R    O 

"Redi  ? r acid  con  gr ade  ardore:ma  no  effere  fimili  gli  animi  de  gli  ah  ri  col 
legati: perche  il  I{c  Catolìco  ni  aderìua  mal  uoletieri;  et  nel  Totefce  a  pla- 
tinano fegni  delle  fue cofuete  uacillationì^fofpettioni:però  no  effirt  da 
temere  più  della  lega  fatta  a  Càbrai3cbe  di  quello  che  altra  uolta  a  Tren 
toyet  dipoi  a  Bles  baueuano  couenuto  col  mede/imo  ardore  i  mede/imi  Ma  f 
fimilianoyet  Luigi:percbe  alla  efecutione  delle  cofe  determinate  repugna- 
nano  molte  difficult  adequali  per  fua  natura  erano  qua  fi  imponìbili  a  fui- 
lupparfi  :  et  perciò  il  principale  Uudioyet  diligetia  di  quel  Senato  douerft 


"ìie^atió  di  uoltare  a  cercare  di  a  alienare  Ce  fare  da  quella  cogiuntione:  dche  per  la 
cekre  da'  naturay&  per  le  neceffitàfue ,  &  per  Iodio  antico  fiffb cantra  i  F race fi  fi 


a 


cab*»,  ieri  poteua  facilmetefferare;&  alienatolo  no  effere  pericolo  ale uno ycbej affé 
ue  U  Bébo,  ynoffa  laguerra:perche  il  B^e  di  Fracia  abbandonato  da  lui  non  ardirebbe 
tahcoiUmczò  d'aff  aitar  gli  più  di  quelloycbe  haueffe  ardito  per  il  paffato:  Douerft  in  tut 
di  Pietro     tei€  cofe  publiebe  cofiderare  diligetemele  i  principi] perche  non  era  poi 
gif1  AmbT  in  poteftà  degli  buomini  partir  fi  fen%a  fommo  dishonorey&  perìcolo  dal- 
Kiatori  del  ^  deliber  ationi già  fatte}&  nellequalifi  era perjeuerato  l'ùgo  tepo:baue- 
Jf  l'impedì  rei  padri  loroy&  ejfi  jucceffìuamete  attefo  in  tutte  Coccafioni  ad  ampliar 
xono .  Fu  di  i^mperi0  Cq  fcoperta  profeffione  di  ajprare sepre  a  cofe  maggiori:  Di  qui 
vor^àdato  effere  diuenutiodiefi  a  tutthparte  per  timor eyparte  per  dolore  deth  cofe 
Leonardo^    tQ\tc  [^oiUquale  od\oybcche  fi  fuffe  conofeiuto  molto  innàri  potere  parto 
domadàdo    rìre qualche gràde alt  eratione-jiò  dimeno  non  s  erano  perone allhor a  aflc 
fucati    nutl  da  abbracciare  £occafìoni>chefe  gli  offeriuano;nè  bora  effere  rimedio 
tioui  uergo  d '  pr 't fenti  pericoli  cominciare  a  cedere  parte  di  quello  pò ffedeuano:  cocio 
|ne0(ubiiJa }  fi*  che  no  f  qucflofi  quieterebbonoyan%ifi  accederebbono  gli  animi  di  cbi 
ni Pfc  ne  fé  g//  odiaua, pigli  ado  ardire  della  loro  timidithpercbe  efìedo  titolo  inuetc- 
£tt*a  1 5!  rato  già  molti  anni  in  tutta  Italiane  il  Senato  Vinitiano  uo  la) "ciana  già 
fa  z.  queftó  mai  queUche  una  uolta  gli  era  pernenuto  nelle  mani: cbi  no  conofeerebbe, 
di l  GicTpie  ebe  il  far  e  bora  cofi  uilmtte  il  cotrario;procederebbeda  ultima  diff  eratio 
tip  stella.    ne  di  poter  fi  difendere  da  i  pericoli  iminentifeominciado  a  cedere  qualun- 
que co  fa  beebe  piccola  Reclinar  fi  dalla  riputationey&  dallo  fpledore  anti 
co  della  loro  ^public  a:onde  aumentar fi  grandemente  i  pericoli yet effere 
più  difficile  jen^a  coparatione  confermare  etiadio  da  minori  pericoli  quel 
che  rimane  a  chi  ba  cominciato  a  declinare ,cbe  no  è  a  chi  sfor%adoJi  di  con 
jeruare  la  dignità>&  il  grado  fuo-fiuolge  prettamente  ferina  fare  fegno  al 
cimo  di  uolere  federe  contra  chi  cerca  d'opprimerlo ,  &  effere  neceffario* 
o  difbre^are  arìmofamete  le  prime  dimadeyo  co  fervendole  penfare  d' ba- 
tterne a  cofentire  molte  altre:dellequali  in  breuiffimojpatio  di  tepo  rifiu- 
terebbe la  totale  annullatone  di  quell'Imperio  y& confeguentementc  la 
perdita  della  propria  Ubertà.HauerelaBgpublica  Fenetay  &  ne  tepi  de* 
padri,&  ne*  tepi  di  loro  medefimi  foffenuto  grauiffime  guerre  co*  Trinci- 
pi  Chriftiani>&  per  hauereftmpre  ritenuta  la  co(là  ?ay  &  genero fità  del- 
l'animo ,  riportatone  glorio fiffìmo  fine.  Douerft  nelle  diffidi  Ita  preferitii 


ancora 


O    f    T    A    V    Ò.  iti 

ancora  che forfè  par efiero  maggwritfperame  il  mede  fimo  fucceJfo:pelrcbe 
&  la  p<)tentia,&  l'autorità  loro  era  maggiore  &  nelle  guerre  fatte  co- 
munemente da  molti  Trincipi  centra  uno*  folereejfere  maggiore  lofyaut 
tocche  gli  effetthperche  T^EST  ÀMEJ^rE  fi  raffreddauano  gli  impeti 
primi,  prejlamHe  cominciando  a  nafeere  uarietà  di  pareri  indebolìua  tra 
loro  la  fede,&  douerequel  Senato  confida? fi, che  oltra  le  prow filoni^ ri 
rnedijyche  cffìfarebbonodaje  medefimi;  Dio  giudice giufiiffimo  non  abban- 
donar ebbe  una  Hepublica  nata>&  nutrita  in  perpetua  libertà,ornameto, 
&  splendore  di  tutta  l'Europa  ;nè  iafeer  ebbe  conculcar  e  alla  ambitiovc 
de*  "Principi  fiotto  falfo  colore  di  preparare  la  guerra  contra  gli  Infedeli 
quella  emàzia  quale  con  tanta  pietà*  &  con  tanta  religione  era/tata  tati 
anni  la  difefa,  &  il  propugnacolo  di  tutta  la  B^epublica  Chrifliana .    Co- 
moffono  in  modo  gli  animi  della  maggiore  parte  le  parole  di  Domenico 
Triuijano,che  come  già  qualche  anno  era  fiato  fi>if]e  uolte  qua  fi  fatale  in 
quel  Senato,fu  contra  il  parere  di  molti  Senatori  grandi  di  prudétu,tt  di 
autorità  feguitato  il  co  figlio  peggiore.Terò  il  PÓttfice>i!quale  haueua  dif 
ferito  infino  alt  ultimo  dì  affegnato  alla  ratìficationeil  ratificare-^ atifi-. 
cò,ma  co  efbreffa  dichiaratione  di  no  uolerefare  atto  alcuno  di  nimicitia  a  FlJ  ^ot" 
cotra  i  Vinitianx,\e  no  dapoi  che  il  Re  di  Francia  hauefje  dato  alla  guerra  io  dei  Bat- 
cominciameto.  Xo  quefìi  ftmi  di grauiffime guerre  fihi  VjLmo  Mille  cin-   *cl]* a-  ^ 
quei  ito  otto:nelqualtcmfo  erano  ridotte*  &  ogni  dì  più  fi  riduceuano  in  ÒQ  de  F{0 
grandifiìma  $rette%£a  le  coje  de'  Tifanuperche  i  Fiorentini  oltra  l'baue  '«ini  a  z*. 
ire  la  fiate  precedente  tagliate  le,  loro  ricolte>&  oltre  a  correre  continua  ?5o!??5  uà 
mete  le  genti  loro  dalle  terre  circolanti  infino  su  le  porte  di  Tifa;  haueua  goieone  di 
no  per  impedirebbe  per  mare  no  uétr  afferò  uettouaglte  faldato  con  alcu-  un°bregàù- 
a  ni  legni  il  *  figliuolo dtl  Bardella  da  Torto  Venereidode  i  Tifani  afledia  no  di  z*-bS 

k  ■         r  _/  w       -  j  /  >  ;         /       ì       j  •    -    chi,  &  con 

ti  quafi  per  terra,&fer  mare,ne  hauedo  per  la  pouerta  loro) acuita  di  co  pr0uiuò  di 

durre,o  legniyo  faldati  foreftieri,&  efsendo  da'  nicini  aùrtati  latamente  ;  *°°- fiormi 
no  haueuanopiu  quafi fperan^a alcuna  di  fofietarfi:  daUequalitofemoffi 

i  Genoue  fi  ,&  Luccht fi  deliberarono  di  fare  .jpera%a,cbe  inTifaentraffe  *>  Era  I'*r- 

quatità gràde di granijquali caricati fopr a  gr a  numero dibarche,ct  ac~  j^rer- tin^ 

compagnati  da  due  nani  Genouefi,et  due  galeoni-Merano  fiati  condotti  alla  »n  galeone, 

fpetie,  et  dipoi  a  fioreggio  ;accioche  di  quiui  per  ordine  de'  Ti  [ani, co  14.  "a"dUe  mite 

brigatini\et  molte  barche  fi  ròduceffero  inTifiuMa  uoledo  opporfi  i  Fiore  &  fctte  b£ 

tini,pche  nella  co  dotta,  0  ef ciuf  ione  di  que^i  grani, co fifleua  totalmete  la  |au"iu  dV 

fp era\a ,  0  la  difptrati&ne  di  cofeguire  queW  ano  Tifa;  aggiufono  a*  legni*  «m)ici  *  s* 

che  haueua  uo  prima,unanaue  lnglefe,che  f  uentura  fi  trouaua  nel  porto  bregat'mi.fc 

di Uuorm,&alcune Fu(ie,& Brivatini;&  aiutàdo quato  poteuano còle  d?  ì0m  b.ac 

n    .  .,  *»     .      .  -.        '  r        .  .,        che.iquauo 

prtparattoni  tcrrejtrt  l  armata  marittima  ;  madarono  tutta  la  caualle-  còdufleroal 
ria,et  vran  numero  di  fanti  raccolti  fubitamete  del  toro  dominio  a  tutte  ia  {occ.  di 

o  '  *  Amo  mto-f 

quelle  parti, doue  i  Ugni  de'  nimici  poteffero,o  p  la  foce  dijLrno,o  pia  foce  no  a'  n.  di 
b di FiumcmortOj entràdo in^ArnOiCondurfim Tifa.fi C 'ondufsonfi i nimici  ^^°^\ 

alla 


t    1    B    R    O 

alla  foce  ct%Artiò,&  efiendo  i  legni  de  Fiorentini  tra  la  foce ',&  fiume  mot 
to,&  la  gete  di  terra  bauendo  occupati  tutti  i  luoghi  opportuni,  &  difle- 
fe  l'artiglierie  Julle  ripe  da  ogni  parte  del  fiume, donde  baueuano  a  pafia- 
y  e ^giudicando  non  potere  procedere  più  innan%i;ft  ritornarono  nella  ri- 
viera di  Genouaypet ditti  tre  brigantini  carichi  di  frumento. Dalqualefuc 
cefìo  apparendo  quafi  certa  per  mancamento  di  uettouaglie  la  littoria,  i 
Fiorentini  per  impedire  più  ageuolmente,  che  per  lo  fi  urne  no  ne  pot  efiero 
effere  condotte;  gettarono  /opra  jlrno  un  ponte  di  legname ,  forti  fica  dolo 
con  bajìioni  dall' una  ,&  l'altra  ripa,&  nel  tepo  mede  fimo  per  rimuouere 
gli  aiuti  de  uicini  conuennero  co  Lucchefi,haucndo  prma,per  reprimere 
l'audacia  loro,mandato  a  facebeggiare  con  una  parte  delle  geti  mvfia  da 
Cafcina ,  il  porto  di  Vioreggio,e  i  magagni ,  doue  erano  molti  drappi  di 
mercatanti  di  Lucca:  &  per  quefio  hauendo  i  Luccbefi  impauriti  mudato 
a  Fire'ze  ambafciatori;r  ima  fono  finalmente  concordi:  Che  tra  l'ima  ,& 
l'altra  \epublica  fuffe  confederatone  difenfina  per  anni  tre,efcludedo  no 
minatamente  i  Luccbefi  dalla  f acuità  di  aiutare  in  qualuque  modo  i  Tifa- 
rli: laquale  cofederatione,  ricuperàdofi  per  i  Fiorentini  Tifa  fra  un'anno; 
fi  intendi fife  prorogata  per  altri  dodici  anni:&  durante  quefla  confedera-* 
totitàM,  tiene  no  doue fiero  i  Fiori 'tini, fen^a  pregiudicio  perciò  delle  loro  ragioni, 
«he  la  Balia  molefiare  i  Luccbefi  nella  poffeffione  di  Tiotrafanta ,  &  di  Matrone.  Ma 
Tótr.iTòai  fa  di  momento  molto  maggiore  a  facilitare  l'acqui fio  di  Tifa  la  capitola- 
STtuS  f.  tlonefatta  da  loro  co'l  Re  Cbrifiianiffimo >  &  Catolicodaquale  trattata 
ic  dai  Sdò  molti  me  fi  haueua  bauuto  uarie  difficultà,tcmendo  i  Fiorentini  per  l'effe 
d-! I  k"""  titntia  del  pafiato,che  quefio  non  fuffe  me%p  a  trarre  da  loro  quatita  grà 
sV  umcTè  de  di  danari.  &  nondimeno ,  che  le  cofe  di  Tifa  rimane/fero  nel  mede  fimo 
iiro,  dsedo  nYado:&  da  altra  parte  interpretàdo  il  Bs  di  Francia  procurarli  la  dila- 
ioli  Redi  tione  artificwfamete  per  la  fferan%a,cheiTifani,l  estremità  de  qualiera 
Piacia.^Ma  nQ  notiffìme,da  loro  mede  fimi  cedtffero,nè  uoledo,cbe  in  modo  alcuno  la  ri 
in  ini  que-  cuper  afferò  fen%a  pagargliene  la  mercede;  àcomadò  al  Bardella  fuo  fuddi * 
Sciamata  t0>c'efi  pMtiffe  da'  folduti  loro,cjr  a  damò  te ,  che  da  Milano  madaffe  in 
ira  i  due  Re  aiuto  de'  Tifani  fei  cento  lande:  per  laqual  co  fa  rimoffe  tutte  le  dubita- 
ti Fs*f  a*  tioni,&  difficultà\c  ottennero  in  quefla  forma *TSJon  defiero,  ne  il  Re  di  Fra 
co  iioréii-  eia, ne  il  Red' \Aragona  fanore,o  aiuto  a*  Tifam,&  oper  afferò  con  effetto, 
!*rtucnCii  c^e  d*  luoghi  fudditi  a  loro,o  confederati, o  raccomàdati,non  andaffero  a. 
piià  ;ju  che  Tifa  uettouaglie,nè  foccorfo  di  danari,nè di geti,ne  d'alcun  altra cofa:pa 
quamo'Tmt  gaJJc  ro  '  Fwetwi  in  certi  tepi a  ciaf  cimo  di  effi,\efra  un'anno  profano  ri 
ya\    21:0    cuperaffero  Ti  fa, cinquanta  mila  ducati  :  &  del  cafo  predetto  smtendeffe 
ft^ieKefli  fatta  tra  loro  Lega  per  tre  anni  dal  dì  della  ricuperatane  :  per  laquale  i 
xc  huomo    Fiorentini  fu  fiero  Migati  difendere  con  trecento  buomini  d'arme  gli  fta- 
tJt  fi  ftcSe*  tinche  baueuano  in  ltalia,riceuendo  per  la  diftfa  propria  da  qualunque  dì 
ch'era  a     loro,almmo  trecento  buomini d arme .jllla  capitolatane fatta  in  comu~ 
£uitcut  •  M^UaquaJe  fu  neceffario aggi ugnere fetida  faput a  del  RcCatolico  nuout 

cbligatiovi 


OTTAVO.  n6 

-  obhgatiom  di  pagare  al  [{e  di  Francia  ne'  tempii  fiotto  le  conditioni  me- 
de  fime  cinquanta  mila  altri  ducati,  oltr a  che  fu  dibi fogno  prometterò 
di  donare  a  mimftri  de'  due  I(e  uenticinque  mila  ducati, de  quali  la  mag- 
gior parte  s  haueua  a  defiribuire  fecodo  la  uolontà  del  Cardinale  di  Ega- 
no; lequali  conuetioniyfàchefHjftro  con  grauijfima  fpefa  de'  Fiorentini;  det 
tero  nondimeno  apprejjoatuttigli  buomini  infamia  più  grane  a  quei  He, 
de  quali  l'uno  fi  difpofeper  danari  ad  abbandonare  quella  città,che  mol- 
ti uolte  haueua  affermato  bauere  riceuuta  nella  fua  protettane  ,  &  la- 

qmle,comefimamfeUòpoi,ejfendofeglif})ontaneamentedata,ilGran  Ca- 
pitano haueua  accettato  in  fuo  nome  ti  dominio^ altro  non  fi  ricordando 
delle  promeffe  fatte  molte  uolte  a  Fiorentini,  o  uédèper  brutto  prezzo 
la  libertàgiufia  de*  Vifani,o  cofirinfe  i  Fiorétini  a  coperare  da  lui  lafacul 
tà  di  ricuper  are  giufiamete  le  cofe  proprie:  T<A1S{JQ  può  boggi comune 
mente  più  lafor^a  dell' oro, che  il  ricetto  dell'honefld.  Ha  le  co  fé  de'  Ti- 
fani,chegidfoleuano  efere  negli  occhi  di  tutta  Italia  erano  in  quefio  tepo 
di  piccola  cofìderatione,dependendogli  animi  de  gli  buomini  da  efpcttatio 
ne  di  coje  maggiori: perche  ratificata  che  fu  la  Lega  di  Cabrai  da  tutti  i 
confederati;  cominciò  il  I(e  di  Francia  a  fargr adiffme  preparat ioni  :& 
co  tuttoché  per  ancora  a'  protesico  minacele  di  guerra  non  fi  procedere; 
nondimeno  non  fi  potendo  più  la  cofa  diffimularc,  il  Cardinale  di  Bgano, 
prefente  tutto  il  cofiglwfi  lamentò  con  ardenti  fime  parole  con  l'Oratore 
de'yinitianiyche  quel  Senato  difpre^ado  laLega,&l'amicitia  del  He, fa 
cena  fortificare  la  Radia  di  Cerretto  nel  tenitorio  di  Crematila  quale  ef 
g  fendo  (lata  anticamete  una  forte^afadifirutta  per  *  i  capitoli  della  pa  a  Qjjeftiw 
ce  fatta  l'anno  Mille  quattrocento  cinquanta  quattro  tra  i  Vinitiani,  &  £  filj  *iS 
Francefco  Sforma  nuouo  Duca  di  Milano,con  patto,che  i  Vinitiani  non  pò  «ani  &  Fr5 
teffero  in  tempo  alcuno  fortificami:  a'  dapitolidellaqual  pace  fi  riferiua  if?  iprite 
in  queflo,&  in  molte  altre  cofe  la  pace  fatta  tra  loro,  el  Re:&  gia,effendo  del  ms+so 
uenuto  il  F(e  pochi  dipoi  a  Lione;caminauano  le  genti  f uè  per  poffare  i  mo  Scotio 
ti,&  s'apparecchiavano  per  fendere  nel  tempo  medefimo  in  Italia  fei  mi  nel,a  fcfta 
la  Sumeri  faldati  da  lui:&  aiutando  fi  oltra  lefor^e  proprie  di  quelle  de  ffii  Mila. 
gli  altri;haueua  ottenuto  da'  Genouefi  quattro  caracche,  da'  Fiorentini  >w&  tutta 
cinquata  mila  ducati  per  parte  di  quegli,cbe  fé  gli  doueuano  dopo  l'acqui-  Thccla? 
fio  di  TJìfa,et  dal  Ducato  di  Milano  defiderofiffimo  d'effere  reintegrato  del  fra  ^eì  à.ae 
le  Terre  occupate  da'  Vinitianì;gli  erano  fiati  donati  cento  mila  ducati:  ÌSffiF&t 
&  molti  gentil' buomini ,  &  feudatari}  di  quello  slato  fi  prouedeuano  di  jj?me~c  e*\? 
cattalli,  &  d'arme,  per  feguitare  alla  guerra  con  omatiffime  copagnie  la  té™  Deca 
per  fona  del  f{e .  Da  altra  parte  fi  preparauano  i  Pinitiani  a  rìceuere  con  f^^tf 
animo  grand.jfimo  tanta  guer  rafforzando  fi  co'  danari,con  l'autorità,&  nio^beTii 
con  tutto  il  neruo  del  loro  Imperio  di  far  prouifioni  degne  di  tanta  F^pu-  ^ctuit 
biica;  &con  tanto  maggior  prontezza, quanto  pareua  molto  uerifimile,  mano.'" 
che  fé  fofieneffero  il  primo  impeto;  s'haueffe  facilmente  l'unione  di  quefli 

Trincipi 


i    Poco  & 


LIBRO 


fepra  o  car.  -principi  mal  compofia  ad  allentar  fi  ,o  rifoluerfi:  nelle  quali  co  fé  confbm 
4X4.  ho  «o  wa  „loriadd  stnato  jl  mtdt  fimo  ardore  fi  dimoflraua  in  coloro, che  pn 
cTc°ii  B°cbo  ma  haueuano  configliato  in  uano ,  che  la  fortuna  proserà  modestamente 
SSSZ  su  falche  in  a  uè  gli, ch'erano  fiati  autori  del  contrario:  per  che  prepone- 
ìecretanofu  do  u  faiute  pMìca  all' ambinone  priuata>non  cercauano,che  crefcefje  la 
SS S?/S  •  laro  autorità  col  rmprouerare  a  gli  altri  i  configli  per nicwfi,ne  coni  op- 
tar* copor  porr7a>  rimed^chefifaceuanoa  pericoli  nati  per  la  loro  imprudenza. Et 
Matto,  ma  nondimeno  confideranda ,  che  contra  lorofiarmaua  quaft  tutta  la  tht^ 
ch'ei  r.ó  pò  fihinìta\ .  ^ingegnarono  quanto  potettero  d'interrompere  tanta  unwne,pe 
Ito  b  Sèi  titifi  giàdhauere  diftrcgiata  l'occafione  difeparare  da  gli  altri  il  Tonte- 
a  at°d.Ìmfu  faJwàtio  maffvmamente  hauuta$eran%a,ch'egli  farebbe  &ato  patten 
oratonFrS  teyfz gli  refln  umano Faenza  fola-.però  con  lui  rinouaronoi  primi  ragio- 
cf  ;*a»o  *4*K**i&  ne  introduffero  de'  nuoui  con  Cefare,&  col  Re  Catolico  :  per- 
ac°cord- on  che  col  Bg  di  V  faci  a, operi  odio, o  per  la  difteratione  dhauerloa  muoue- 
éeu?  roidò  re  » wo»  tentarono  coja  alcuna.  Ma  né  il  Pontefice  poteua  accettare  più 
JorULeonat  qudlo^he  prima haueua defiderato;  & alRe  Catolico,con  tutto  chefor- 
^alTjii1  fi  non  -manca fé  la  uolontà;mancaua  lafacultà  di  rimuouere  gli  altri  ;  & 
Sae  nò  co  ce  fare  pieno  d'odio  fini  furato  contra  il  nome  Vinitiano  ,non  folamente 
cuUna  £  te1  *  non  gli  e  fa  udhma  né  udì  l'offerte  loro:  perche  •  ricusò  di  ammettere  al  co  a 
celai  Soma  >fbctto  fuo  Giampiero  Stella  loro  Segretario  mandatogli  con  ampliarne 
toLl'con  commeffioni.  Vero  uoltati  tutti  i  pen fieri  a  difender  fi  con  l'arme;  foldaua 
duiori,  &  no  da  ogni  parte  quantità  grandi fima  dicaualli,&difanti,&armaua- 
vvfnft"a°tS.  no  molti  legni  per  la  cujìodia  de'  liti  di  Romagna,®»  delle  terre  di  Puglia, 
•b  il  Bébo  re  ^  per  met terne  nel  Lago  di  Garda,&  nel  Tò,&  negli  altri  luoghi  uicini* 
fìoaincédio  peri  quali  fiumi  temeuanoejjere  moleftati  dal  Dma  di  Ferrar  a, &  dal 
■  dell'Aifena  ^archefe  di  Hantoua.  Ma  {li  turbauano  oltra  le  minacele  de  gli  huomi-> 
p\fcheena   nimolticafi,ofatali,ofortuiti:ptrcofieunafaetta^ 
'  inchiodar   ma  yarca  mandata  dal  Senato  a  portare  danari  a  Rauenna  fi  Jommerfe 
d?  poiane  con  dieci  mila  ducati  nel  mare:  l'jlrchiuio  pieno  difcrttture  attenenti  aU 
una-afaff  Uì  U  Bepublica  ;  andò  totalmente  in  terra  con  fubita  rouina  :  ma  gli  empiè 
?uocoeLe4i  di  gradiamo  terrore,  che  in  quei  giorni ,  &  nell'hora  mede  fima,ch' era 
"jlJVi'aoe,1ii  congregato  il  con  figlio  ma<ggwr  e, appiccato  fi ,  bopercafo,o  perfraudey 
Giuftin?ano  occulta  di  qualcti  uno  il  fuoco  nelloro  Ur fanale, nella  fianca  doue  fittene 
nmma'ai  uà  ilfalnìtro,con  tutto  ui  concorrere  numero  infinito  d'huomini  ad  eftm- 
ca(o:&kn*  aUerlo, aiutato  dalla  for%a  del  uento, et  dalla  materia  atta  a  pafcerlo, et 
Jfflifi1  ampliarlo;  abbruciò  dodici  corpi  di  galee  fottili,&  quantità  grandi fma 
crAggiugac  dimuniùoni.jLlle  difficultàloro  s'aggiunfe,c'hauendofoldato  Giulw,& 
nS'pro  Ren%pOrfim,&  T rollo Sauello con  cinquecento huomini £arme,&  tre 
'  miie  a  gioì  mila  fantini  Tontefìce  con  affriffimi  comandamenti  fatti, come  afeudata 
«nfÌu  'anco'  n\,&  fudditi  della  Chiefa;  gli  coftrinfe  a  non  fi  partire  di  terra  di  Roma, 
daiiWamia  irritandogli  a  ritenerfi  1 5 .  mila  ducati,  riceuuti  per  lo  fr pendio, ed  pro- 
to jri&t   mettere  *  di  comperi fargli  inquello,che  i  Kmitìan  per  i  frutti  hauuti  del  e 


di  foftétarla. 


le 


O    T    T    A    V    0.  217 

te  terre  di  Romagna  alla  fedia  ^Apoflolica  doueuano.Folgeuanfi  le  prepa 
rationi  del  Senato  principalmente  uerfo  i  confini  del  I\e  di  Francia, dall' ar 
me  delquale  ajpettauano  lafìalto  più  preflo,&  più  potente:  perche  dal  l\e 
d  ^Aragona, con  tutto  che  hauefl 'e  a  gli  altri  confederati  promejjb  molto  , 
appari  nano  dimoftrationi,&  romori, fecondo  la  fua  confuetudine,ma  non 
fifaceuano  apparati  dì  molto  momento  :  &  Cejare  occupato  in  Fiandra > 
perche  ipopoli  fot  topofìi  al  nipote  lo  fouenifiero  uoluntariamente  di  da- 
nari;non  fi  credeua  doueffe  cominciare  la  guerra  al  tempo  promefio;&il 
Pontefice  penfauano,che  fperàdo  pia  nella  uittoria  de  gli  altri, che  nell' ar 
me  proprie  hauefie  a  regolar  fi  fecondo  i  progreffì  de'  collegati.T^on  fi  du- 
bitava, che  il  primo  affalto  del  ]\e  di  Francia  hautffe  ad  efiere  nella  Ghia- 
radidda,pafiado  il  fiume  dell'adda  appreffo  a  Cafcianoiperofi  raccoglie 
uà  a  Tonte  Fico  fui  fiume  dell  Oglio  ì  efferato  Veneto, delquale  era  Capi 
tano generale  il  Conte  di  rPitìgliano,&  gommatore  Bartolomeo  d'^ìluia 
no,&  ui  erano  Troueditori  in  nome  del  Senato  Giorgio  Cornaro,  &  ^An- 
drea Gritt'hgentil  'huomini  chiari,  & molto  honorati  per  l'ordinarie  loro 
quai:tà,&  per  la  gloria  acquifiata  l'anno  pafiato,l'unoper  le  uittorie  del 
Friuli, l'altro  per  Poppo  fittone  fatta  a  Bguere  cotra  Tede  [chi:  tra  i  quali 
confultandofi  in  che  maniera  fuffe  da  procedere  nella  guerra;  erano  uarie 
lejententienofolo  tra  gli  altri,ma  trai  Capitano,  e'I  Gouernatore  :  fche 
VjLluiano  feroce  d' ingegno, et  in fuperbito  j>  i  f ne  ceffi  prò  fp  ori  dell'ano  pre 
cede  te, et  proto  afeguitare  le  occafionifferate,e  d'incredibile  celerità  co  fi 
nel  deliberar  e, come  nell'efequire\cofigliaua,cheffar  più  tofto  la  fedia  del 
la  guerra  nel  paefe  de'  nimici,che  affettare  fuffe  trasferita  nello  fiato  prò 
prio,fi  afìaltaffe,  innaxi  che'l  Re  di  Fracia  paffafie  in  Italia ,  il  Ducato  di 
Milano. Ma  ile  ot  e  diV  itigli  ano, o  raffreddato  il  uigor  dell' animo  (come  di 
cena  /' \Aluiano) per  la  ueccbie%£a,b  confiderado  p  la  lunga  efperietia  con 
maggior  prudéti  a  i  pericoli,et  alieno  dal  tétarefen%a  gradiffimafi>era%x 
la  fortuna;  cofigliaua,che  difpre%£ata  la  perdita  delle  terre  della  Ghiara 
dadda,che  no  riìeuauano  allafomma  della  guerra,?  efferato  fi  fermaff e  ap 
preffballa  terra  degli  Or  cleome  già  nelle  guerre  tra  i  Vinitiani,e'lDuca 
to  di  Milano  haueuano  fatto  Fracefco  Carmignuola,  et  poi  Giacopo  Ticci 
ninofamofi  Capitani  de  tepiloro;alloggiaméto  molto  forte,f  efiere  in  me 
%p  tra  i  fiumi  dell' Oglio, et  del  Seria,  et  e  omo  di  (fimo  a  ^occorrere  tutte  le 
terre  del  Dominio  VinitianoiperchefeiFvacefi  andaffero  ad  affaltargli  in 
quell'a!loggiametO',poteuanoj>  laforte%£a  del  ftto  Jperarne  qua  fi  certa  la 
uittoria:mafe  andajjero  a  capo  a  Cremona,  ò  Crema,ò  Bergamo,ò  Breftia 
potrebbono  per  difefa  di  quelle  accoflarfico  l'efferato  in  luogo  ficuro9et  in 
fefladoglico  tanto  numero  di  canai  leggieri,^  Stradiotti,  chehaueuano» 
le  uettouaglie,et  l'altre  comodità  impedirebbero  loro  il  pr edere  qualuque 
terra  importante^  co  fi  fen%a  rimetter  fi  in  potefià  della  fortuna  poter  fi 
facilmente  difendere  l'Imperio  Pinitiano  da  co  fi  potente,  &  impetuofo  af 

£e        falto 


L    I    B    R    Ò 


Mongola  fa[to  del  %  di  F<  ancia. De"  quali  configli  l  'uno,&  l'altro  era  fiato  ri  fin* 
ie IfiftM  tìAù dal Senatoiquello dcll\ 


v  e  !tiFnn  tato  dalSenato.-quello  dell Minano ,come  troppo  audace:  quello  dd  Ca*- 
da  in  vmc  pitan  Generale ,  come  troppo  timido  ,  &  non  conftderatore  della  natura 


douo,Tec5  de'  pericoli  predenti -.perche  al  Senato  farebbe  più  piaciuto,  fecondo  la  in- 
do il  Bèbo,  net  erata  confuetudine  di  quella  Bgpublica ,  il  procedere  fìcur  amente ,  & 
teYn  "cna"  l'ufeire  il  meno  potefjero  della  poterà  di  loro  mede  fimi:  ma  da  altra  parte 
to  per.  non  fi  confi  der  aua  fé  nel  tempo,che  tutte  qua  fi  le  loro  for^e  fuffero  impegna^ 
rore"/  p"  te  a  refi fiere  al  He  di  Francia ,  ajjaltafie  il  loro  flato  potentemente  il  Bg 
polo  :  doue  fè  f{omani3con  quali  armi,con  quai  Capitani,  con  quai  for%e  poter  fi  op  - 
timòh  gusr  porfegli  :  per  lo  quai  rifpettoyquella  uia ,  che  per  fe  fteffa  pareua  più  cer- 
**<fc  P*m«  ta,&  più  ficura  rimanere  più  incerta,&  più  pericolo  fa. Vero  feguitando 
&  dai  Ddge  come  fpeffo  fi  fa  nelle  opinioni  contrarie  quella  eh' è  in  mete;  fu  del  berato, 
LorHano  ^  l'edere  ito  s  ac  co  fi  affé  al  fiume  .Adda  per  non  lafciare  in  preda  de  iìi* 
te  gii  fu  ri  w'n  /a  Ghiaradadda^ma  con  efprejji  ricordi,  &  precetti  del  Senato  Vini- 
aie*n  doto  tiano,che  fen%a  grande  fi>eranxa,ò  urgente  neceffitd  non  fi  uentfje  alle  ma 
Atmor  fi  hi  co'  nimici.  Diuerfa  era  molto  la  dehberatione  del  i\e  di  Francia  ardente 
FiquaTe^eci  ài  deftderio,che  gli  efferati  combatteffer  obliquale  accompagnato  daiDu- 
ta  la  propo  ca  di  Loreno,  &  da  tutta  la  nobiltà  del  Esame  di  Franci.i,com'hebbe  peffa 
raldo?  &  la  t*  ì  monti;  mandò  a  Mongioia  feto  araldo  a  intimare  la  guerra  ai  Senato  a 
riipoha  del  y  inaiano, commettendo gli,  che  accioebe  tanto  piu  pretto  fi  pottjfe  dire  in 
qMlhmìh  timata,faceffe  nel  pajfar  da  Cremona  l'ifteffo  co'Magiftrati  Vimtiani:  & 
méte  è  fan  fe  ytne  riQ  cjjendo  ancora  unito  tutto  l'efjercito  fuo,bau?ffe  deliberato  ^che 
Equicoia'10  non  fi  moueffe  cofa  alcuna  infin'a  tanto, ch'egli  non  fuffe  p?y finalmente  a 
nelle  croni  Calciano  :  nondimeno  ò  pereti  limoli  delVontefice,chejì  lamentaua  ef- 

che  di  Man  r       o  .     .  -  .  .  .      .    — 

toua ,  doue  ferpajfato  il  tempo  determinato  nella  capitolammo  acciòcht  comincia^ 

MóVio^aV  fe  a  correre  *l  tempo  a  Ce  fare  ubligato  a  muouere  la  guerra  quaranta  dì 

introdotto11  poi che'lRe lhiueffemoffa;mutata  la  prima  deliberatione;comandò  a  Cia 

li6  Sa**  moYìte  chc  deffc  b  principi0**1™  ejfendo  ancora  le  genti  Vinitiane,perche  no  b 

\$o9.  Etpo  erano  raccolte  tutte,partite  da  Tonte  Vico.Fu  il  primo  mouimento  di  tan 

carMs°  uè  t0  i^cndio  il  quintodecimo giorno  d  Aprile, nelqual  giorno  Ciamotepaffa 

ftoAtmoee  to  a  gua^%o  con  c  tre  mila  canalini  fiume  Jlddaapprtffo  a  Caf ciano  &c 
recita  l'iftef  futtopanarc  [opra  battelli  lei  mila  fanti,&  dietro  a  loro  l'artiglierie,  fi 

lo,  come  y-    J  r  j./         j   r  /  t       t    ~    r  •  ni         „ 

ui  ho  nota  dirigo  alla  terra  di  Treuì,lotana  tre  m.glia  da  Cajciano,  nella  quale  era 
g  uftiniaC-°  Giustiniano  Moro  fino  Troueditore  de  gli  Stradiotti  de  Vinitiani ,  &  con 
no  fimilmc  lui  Fittilo  da  Città  di  Ca(lello,&  Vmcentio  di  T^ildo,che  raffegnauano  i 
«eHuSS  fiM*  chefi  doiteuano  di(lnbuire  nelle  terre  uicint  :  iquah  credendo ,  che  i 
Jcfue'hift.  Franctfucbe  ■»  pnt  parti  s'erano  (par fi  per  la  càpagna;nonfufiero  gente  or 
deHaSa  dinatt  Per  àffhlfò\%  la  terra,ma  per  correreil  paef e, mandarono  fuor  a  d* 
di  cambrai  gento  fanti, &  al cuni  Stradtotti,co' quali  appiccatafi  una  parte  delle  geti 

contra  i  vi  *  frjn- 

nitiani:   la  ...  n  u 

quale  effndo  ftata  deferita  in  profa  da  mòlli  hiftorict  i  fu  ancho  elegantcmeote  cantata  in  ue^Uda 

Battifta  Caxmelita  Mantouino,po  t*  di  (omino  pregio.  .. 

e  HMocenigorcriue,cheGiamon^n:»n  paisà  ftdda con  p'u  diiso.  lance,  zoo.  ca4»i  leggieri,»  tremila 
pedoni;  e  il  Suonaccóxfi  dice  qiiatuoiniia  filati,  cV  ^oo.iancc. 


OTTAVO.  218 

Francefeyglifeguitò  fcaramucciando  ftrìalriudlino  della  porta  ;  &  poco 
dipoi  fopr agi ugnendo  gli  altri  &  apprefentate  l'artiglierie^  comincia- 
to già  a  battere  co*  falconetti  le  difefe  yò  la  uiltà  de*  capi  jpauentati  di 

a  Qlitllo  ìmpeto  sì  improuifoy  ò  a  lafollecitudine  de  ?li  h uomini  delia  terra  ;  *  A $>li  j*"a 

gli  coftrmfe\ad  arrederji  allo  arbitrio  t  vero  di  Ciamonteicoji  rimajero  pri  t^ra  d*  Tre 

gionì  Giuftiniano  proueditoreyVitello)&  Vincentioy&  molti  altri%&  con  "^1*^ 

loro  cento  caualli  leggieri^  da  mille  fanti  qua  fi  tutti  di  Valdilamont yef  go,  dicendo 

fendo fi  folamente  faìuati  col  fuggir  e  dugento  Stradtotti:&  dipoi  Cìamon  c£*  jjjjj* 

te,a  cui  s erano  arrenditi e  alcune  terre  uicine\ritornò  con  le  genti  tutte  di  r<>  tradire  il 

la  da  Adda  ;  &  il  mede  fimo  giorno  il  Marche  fé  di  Manto  uà ,  come  faldato  £"£n£c  Jef 

del  F{e>da  cui  haueua  la  condotta  di  cento  lanceycorfe  a  Caftl  Maggiore:  il  opporli  a* 

qual  Caflellofen%afir  rejì(lentia;glifu  dato  da  gli  huomini  della  terra  in  sébo",  ce1! 

fieme  con  Luigi  Bono  ufficiai  Vinitiano .  Cor  fé  etiandio  il  mede  fimo  dì  da  ch'emendo 

Tiacexa  Hgccalbertino  con  cento  cinquanta  lanceye  tre  mila  fanti  paffatì  cóba«utoaf 

fi 


tagna  di  Brian%a  in  fin  a  Bergamo:  ilquale  affalto  fatto  un  giorno  medefi-  niano. 
mo  da  cinque  parti  sé^a  dimoflrarfi  1  nimici  in  luogo  alcuno  hebbe  maggio 
reftrepitoscbe  effetto  .-perche  Ciamotefi  ritornò  fubito  a  Milano  per  ajpet 
tare  la  uenuta  del  Re,cbe  già  era  nicino;el  Mar  che  fé  di  Mantouaychepre 
"  fo  Cafal  Maggiore  haueua  tentato  b  jifcola  in  uanoyìntefo  che  l'^Aluiano  b  Afcoia  fa 
c  con  molta  gente  haueua  pa fiato  il  fiume  Oglio  a c  Tonte  Molare  ;  abbando  dér^con 
nò  Cafal  Maggior  e, Fatto  quefto  principio  alla  gutrr a yil  'Pontefice  incon-  tanni,  &  da 
unente  publicò  [otto  nome  di  monitorio y  una  bella  horribde  y  nella  quale  dciia^TrT* 
furono  narrate  tutte  le  ufurpationi ,  che  haueuano  fatte  i  Vinitìani  delle  «me  fermo 
terre  pertinenti  alla  fedia  jlpoflobcay&  l'autorità  arrogata  fi  in  pregiu-  Mocenfco  ! 
deio  della  libertà  ecclefia(licay&  delle  giurifdittioni  de  Tontefici  di  con-  *»««>  gìu- 
ferire  i  Vefcouadiy  &  molti  altri  benefici^  uacantiy  di  trattare  ne*  fori  fé-  Antonio  * 
colar i  le  caufe(piritualiy&  l'altre  attenenti  al  giudicio  della  Chiefaytut-  Jpcciatdi 
te  le  inobedientie  pafìateioltra  lequalifu  narrato }che pochi  dì  innanzi  per  to,c'hacom 
turbare  in  preiudicio  della  mede/ima  fedia  le  cofe  di  Bologna y  haueuano  P°ftoi'hiiio 
chiamati  a  Faenza  i  Bmtiuogli  ribelli  della  Chiefa,  &fottepofti  loro y  & 
chi  gli  ricettale  a  grauiffime  e  enfur  e  ammonendogli  a  reflit uire  fra  uenti  «  Ponte  Mo 
quattro  dì  proffimi  le  terreyche  occupauano  della  Chieja  infieme  con  tutti  m"  rfiqulco 
i  frutti  riceuuti  nel  tempo  ?  haueuano  tenutey  fotto  pena  in  cafo  non  obe-  la  nelle  ero 
differo  di  incorrere  nelle  cenfurey&  interdetti  non  (olo  la  città  di  Vinetiay  JJj, \  x[y^ 
ma  tutte  le  terre  che  vii  obediffero)  &  quelle  ancora  che  nofuddite  alìlm  «n/go  Potè 

•     /  /T-i  -•'-  i-i-  1      i-  ■  r  •         ••     delle    Maci 

peno loroyricettaj]tro alcuno  Vmtianoy dichiarandogli mcorji m cnmi-  ne. 
ne  di  Maeflà  lefay&  diffidati  come  nimici  in  perpetuo  da  tutti  i  Chriflianì% 
(f  quali  concedeua  facultàa"  occupare. per  tutto  hrobbe  loro  y&  fare 
f chiane  kperfoneXontra  laquak  bolla  fu  da  huomini  incogniti  prefent a- 

E  e     1         ta 


a  Fu  intra!  LIBRO 

dot(o  ìAral  ta  pochi  giorni  poi  nella  città  diurna  una  fcrittuvainnomc  del  Trinci* 

in,  Senato ,  pe>&  de'  Magflrati  ^initiani,nellaquale  dopo  lunga, &  acerbi ffìrna  nar- 

co  me    ho  rat  ione  con  tra  il  Tontefice,&  il  Re  di  Francia; fi  interponeua  l' appella  t  io 

acccoa2i7.  ,    ;  j.       •        i  r  i-       ,    •      ir  in  ni  » 

fccietamea  ne  dal  monitorio  al  futuro  concilw,&  in  difetto  della  giufiitia  bumana,  a 
t x6". o' Ap&  PlC(^i 4i Cbrifto  giufliffimo giudice,& Trincipefuprcmo  di tutti/Ntlqua- 
quantuque  le  tempo  aggiugnendofi  al  monitorio  fair  ituale  le  denuntie  temporali,  VjL 
li  P  d°1Cuc-  ra^°  Mongioia  arriuato  in  Vinetia ,  &  a  introdotto  innanzi  al  Doge,  &  a 
ito  auttore ,  al  Collegio, protetto  in  nome  del  Re  di  Francia  la  guerra  già  cominciata,ag 
n°ed-fimelc  grauandola  con  cagioni  più  efficaciycbe  uere,ògiu(ie:alla  propofia  delqua 
con  in  prò»  le  battendo  alquanto  consultato,  fu  rijpofto  dal  Doge  con  breuiffimc  paro- 
fu  nT-ortaC  fe^f?/^  ^  Re  di  Francia  baueua  deliberata  di  muouere  loro  Uigucr- 
icrme  dai  '  ra  nel  tepo  cbe  piufferauano  di  lui,per  la  confeder  atione,laquale  non  ha  ne 
hb^&'da  nano  mai  uiolata,&  per  bauerfì  per  non  fi  feparare  da  lui  prouocaton  mi 
Mario  e-  co  il  Re  de'  Romaniche  attender  ebbono  a  di  fender  fi,  fycr  andò  poterlo  fare 
le  cioniche  con  leforZe  loro  accompagnate  dalla  giuftitia  della  caufa»Que[ìa  rifpcfla 
ài  Matoua ,  parue  più  fecondo  la  degmtà  della  Republica,  cbe  difienderfi  in  giufbfica^ 
Gìuftiniano  tioni,&  querele  nane  contra  cbi  già  baueua  afìaltati  con  l'arme.  Ma  uni- 
nei  libr.  io.  to  ebefu  a  Vonteuico  l'efferato  V  miti  ano, nelquale  erano  b  due  mila  buo-  . 
r.od'uiwrne  mmì  d'arme,  tre  mila  tra  caualli  leggieri,  &  Stradiotti,quindici  mila  fan 
defima  fofta  ti  eletti  di  t utt alt alia, ,&  uer  amente  il  fiore  della  mìlitia  Italiana  ,non  me 
no  per  la  uirtà  de'  fanti, cbe  per  la  peritia,  &  ualore  de'  Capii ani^r  quin 
^q11  foiueni  dici  mila  altri  fanti  fcelti  dell'ordinanza  de'  loro  contadini,  &  accompa- 


:he  )e  genti  gnati  da  copia  grandiffima  d' artiglierie ;uenne  a  Fotanella, terra  uicina  a 

n?  furono"  Lodi  a  fei  miglta,&  fedia  opportuna  afoccorrere  Cremona,Crema,Cara- 

tremiiahuo  uaggio ,  &  Bergamo  :  oue  giudicando  bauere  occafione  per  la  ritirata  di 

Sefqu^tS  Ciamonte  di  là  da  jidda,nèefiendo  ancora  unito  tutto  l'efferato  del  Re,di 

xmia   cauai  ricuperare  TreuUfi  moffero  per  deliberatane  del  Senato, ma  cétra  il  confi 

trentamila  glioy fecondo  cbe  tffo  affermaua  poi, c  dell' Muiano,ilquale  allegaua  effere 

fanti.  Et  l'È  deliberationi  qua  fi  ripugnanti,  uietare ,  cbe  fi  combatte ff e  con  l'efiercito 

?sUoo°huomi  de  nimici,&  da  altra  parte  accoflarfegli  tanto,  perche  non  farebbe  forfè 

m  d'arme ,  in  poteftà  loro  il  ritirar fi:&  quando  pure  potefiero  farlo, far  ebbe  con  tan 

«aUeggieri*  ta  diminutione  della  riputazione  di  quell'efferato, che  nocerebbe  troppo  al 

&  25.  mìia  la  fornma  di  tutta  la  guerra  ,.&  ch'egli  per  queflorifpetto,&perlljonor 

bo  fi  cofor"  proprio  y&per  l'bonorcommune  della  mditia  Italiana  ;  eleggerebbe  più 

ma  ai  Moce  tof[0  fa  morirebbe  di  confentire  a  tata  ignominia, Occupò  prima  hfferci- 

mgOjlenon  .      1        1         .       -     /»  1  ir-  ••       1  n* 

che  accrefee  t o  Ruiolta,doue  i  Fracefi  non  baueuano  lajciata guardia  alcuna:oue  meffi 

il  cimerò  cinquanta  caualli, e  tre  ceto  fanti  s'accodo  a  Treuì,  terra  poco  dtfiante  da 

gferijdi'due  jldda ,  &  fituata  in  luogo  alquanto  eminente ,  &  nella  quale  Ciamonte 

^efroGi'u-  ^aueHa  lafciate  cinquanta  lance,&  mille  fanti  fotto  il  Capitano  Imbalt9 

Miniano  pu  Frataglia  Guafcone,e'l  Caualier  Bianco.Tiàcate  Farti  glierie  dalla  parte 

tonò  difeor 

da  da  glialtri  due  hiftorici  Vinitiani:  ma  ferme  che  i  caualli  eran  fette  mila  fra  huomini  d'arme,&  leggieri. 
Nel  Giuftiniano  è  pofta  unaoratione  fatta  dal  Contedi  ritigliano,nellaqual  conclude,chc  fi  aflaki  Tre 
;  8c  à  quella  l'Aliano  conuadice,comc  qui  fcxiue,configliando  più  tolto  ad  andai'ad  atfiótaie  i  rumici. 


e 

Ul 


t  ©  ,:  T  .  T    A    V    O.  uv 

Uerfo  Cafciai70,oue  il  muro  era  più  debole  ,  &  facendo  progreffo  grande,  a.  *«»"**» 
que gli, cb' erano  dentro  il  giorno  fegue te  fi  arrender  onoyfalui  i  foldati,  ma  opinio*»  a 
fn%a  armi,&  rimanendo  prigioni  i  Capitani,^  la  terra  à  difcretwne  li^  *£?*j& 
A  ber  a  del  uincitore,laquale  fubito  andò  afacco  a  con  dàno  maggiore  de1  uin  di  tkiìì  fof 
citoriycbe  de  uinti:percbe  il  He  di  Francia,come  intefe  il  campo  nimico  ef-  Jf  «glone 


»*  wnu  gwt  nu  ui  maggio  j  u  Ljìiimeprejjo  a  t  ajaano ,  oue  prima  per  e  op-  T\*r  ^ivj 

fon  unita  di  Cafciano  erano  (lati  ferina  difficultà  gettati  tre  poti  fu  le.  bar  che  patte! 

ebe\pafìò  con  tutto  l'efferato  fenra  far  fi  danimici  dimoflratwne  alcuna  IIcì  "ondì 

A  '     Vci        /•  ii/«»  r  m  meno  inora 

di  rejmergu,  marauigliandojt  ciafcuno,cbe  ociofamente  perdeffero  tanta  una  uoce  ai 

occafione  d'affaltare  la  prima  parte  delle genti,chefuffe  p  affata, e fclaman  j^dikontu 

do  il  Triuul%io,  quando  uidde  pajjare  l'efferato  fèn^a  impedimento,  bog-  èe  due  ca 

g*'jò  Re  Chriflianiffìmo gabbiamo  guadagnato  la  nittoriadanuale  occafio  jj"^"  p"* 

ne  è  mantfefto,cbe  medtfirnamttefu  conofciuta,&  uoluta  ufare  da  i  Capi  Aiuìano  tbf 

tani  deVinitianiima  no  fu  mai  in  potè  fa  loro,nè  co  autorità,  né  con  prie-  %  gione  dì* 

gbi?nè  con  minacele  fare  ufare  di  Treuì  i  foldati,  occupatinelfacco,&  nel  la,fiar  palla 

la  preda:alqualdifordine  no  bacando  alcun1  altro  rimedio  a  prouedere  ;  [ridono1 

ViAluiano  pernecejfitargli  ad  u far  e\  fece  metter  fuoco  nella  terra:  ma  fu  che  fu  inai 

fatto  quetto  rimedio  tanto  tardi,cbe  già  i  Francefi  con  grandifiima  letitia  jj  ch'uni!* 

erano  intieramente  paffati, beffando  fi  della  uiltà,  &  del  poco  con  figlio  de  «flendomaf 

nimici.Ullogiò  il  I\e  co  Ih  fi  er  cito  poco  più  d'un  miglio  uicino  ali  alloggia  q^nT  mat 

mento  de  Vinitiani,poflo  in  luogo  alquanto  rileuato,&  per  lofito,&peri  tina ,  8,an. 

ripari  fatti,  forte  in  modo,\cbe  non  fi  poteuafenxa  mantfeflo  pericolo  an-  "ri  tégo'no, 

dare  ad  afìaltargli:  oue  confutando  fi  in  qual  modo  fi  douefie  procedere;  che  non  fi 

molti  di  quegli,  che  interueniuano  ne  configli  del  t{e ,  per  fu  adendo  fi ,  ebe  \Vàh\ol^l 

farmi  di  C  efare  bauejjero  pretto  à  fentirfi;  confortauano,  ebefi  procede f-  c,h?  'f  Reera 

fé  lentamente:  perche  effendo  b  ne  fatti  d'arme  migliori  le  conditioni  di  co  ter»°dì  *cl 

lui, che  affetta  d 'e fiere  afialtato,cbe  di  chi  cerca  di  afialta^e  altri,  la  ne-  fcianoPort° 

ce  fitti  coflrignerebbe  i  Capitani  Vinitiani,uedendofi  impotenti  a  difende-  mime  iò- 

re  quell'Imperio  da  tante  parti  a  cercare  di  far  e  la  giornata.  Ma  il  Re  feti  Prajltìu™c' 

+;  \.  à-        r  i        >ì         st  r>  ..  i  ,  onde  colar 

Tiuaaiuerjamente  ,pur  ebe  sbauefie  occafione  di  combattere  in  luogo,  tigiierie  fi 

do  uè  il  fito  non  potefie  preualere  alla  uirtu  de  combattitori ,mofìo,  ò  per-  [aurte0bb^oIpe° 

ebe  temefie  nonfufiero  tardi  i  mouimenti  del  I\e  de' Romani,  ò  perche  tro-  ftari'cfiercì 

uandofi  in  per  fona  con  tutte  le  for^e  del  fuo  Rcame,non  foto  bauefiefpe-  n°0.  vedu*  e 

ran'ta grande  delia  uìttoria,  ma  giudica fie  disbonorarfi  molto  il  nome  .quìcoia._ 

fuo,  fé  da  per  fé  fenT^a  aiuti  d'altri  non  termina fie  la  guerra:&  per  lo  con  b  CéKt^ 

trario  efìergli  fommamente gloriofo,cbe per  la  potentia,&  iurta  (uà  ot-  s 'a  "ali SV. 

teneffero  non  meno  diluì  gli  altri  confederati  ipremij  dellauittoria  .  Da  {™lftZ*f\ 

altra  parte  ilSenato,e  i  Capitani  Vinitiani  non  fi  accelerando  per  timor  di  uantagg^o  \ 

Ve       2  CeCrYP    aflalta«:  al 

te     3  eejare  triJÌnelpro 

pno  alloggiamento. Ma?,  car  tf.fenotsro  un'opinion  conuatia,tohs  da  Tito Ltuioncllib. 3. delia  Dcca.3. 


L    I    B    R    O 

Ce  farei  configli  loro;  battevano  deliberato,  non  fi  mettendo  in  luoghi 
eguali  a  loro ,  &  a  nimici,  mt  fermando fi  fempr e  in  alloggiamenti  forti; 
fuggire  in  un  tempo  mede  fimo  la  neceffità  del  combattere ,  &  impedire  a 
Francefi  il  far  progreffo  alcuno  impanante. Con  quefìe  dehberationiflet- 
te  fermo  Vuno,&  l'altro  efferato  tutto  un  giorno  :  nelqual  luogo,benche 
trai  canai  leggieri  fi  faceffro  jpeffo  affalti,&cbei  Francefi  facendo  piu 
innanzi  £  artiglieri  x>cercaffero  bauere  occafìone  di  combat  ter  e, non  fi  fe- 
ce maggior  motti 'mento Mofft fi  il  giorno  feguente  il  I{e  uerfo  Hiuolta  per 
tentare  fé  l  de  fi  der  io  di  confermar  fi  quella  terra  faceffe  muouere  gì'  Italia 
ni:  i  quali  non  fi  mouendo^per  ottenere  almeno  la  confezione  tacita ,  che 
non  ardiffero  di  uenire  alla  battagliaste  fermo  per  quattro  bore  innari 
ri  all'alloggiamento  loro  con  tutto  l'efferato  ordinato  alla  battaglia,  no 
facendo  efji  altro  moto,che  dì  uolgerfì  fen%a  abbandonare  il  fi  to  forte, a  l- 
la  fronte  de.'  France  fi  inordinan^a  :  nelqual  tempo  condotta  da  una  par- 
tede  foldati  del  Kg  l'artiglieria  alle  mura  di  F{iuolta  ;  fu  in  poche  bore 
prefa  per  for^a:  oue  alloggiò  la  fera  medefima  il  B^econ  tutto  l'efferato, 
angufliato  nell'animo^  non  poco  del  modo,  col  quale  procedeuano  i  nimi 
ci,il  configlio  de'  quali  tanto  piu  laudaua,  quanto  piu  gli  dtjpiaceua:  ma 
per  tentare  di  condurgliper  neceffità  a  quello,  cìyenon  gì' induce  uà  la  uo- 
lotd,dimorato  che  fu  un  giorno  a  limita, abbruciatala  nelpartirfi,*mofa 
ce11  Bche°  fi  /*  ly effercito  per  andare  ad  alloggiare  a  Vaila*  o  V andino  la  notte  proffì- 
Triuuhio      macerando  da  qualunque  di  quefii  due  luoghi  poter  comodamente  impe* 
iTef/eno1  *T?  U  uettouaglie,che  da  Cremona  ,&  da  Crema  ueniuano  a  nimici  ,& 
nelle  guer-    cofi  mettergli  in  neceffità  d'abbandonare  /' alloggiamento ,  nelquale  infino 
ìnu^che    allbora  erano  (lati. Cono]  ce  nano  i  Capitani  Viniùani  quali  fu/fero  i  penfie 
nò  fi  rnouef  ridel^e,nè  dubitauano  ejfereneceffario  dimetterfi  in  uno  alloggiamento 
maeièdado.:  forte  propinquo  a' nimìchper  continuare  di  tenergli  nelle  medeftme  diffi- 
lo  morrei   Cultà,&  impedimenti ma  il  Conte  diVitigliano  configliaua  che  fi  differì f 
gfhoggu  g  fé  il  mouerfi  al  giorno  feguente;nondimeno  fece  inflativa  tanto  ardente  del 
viniuani pa  contrario l'Muiano, allegando ejj'er neceffario il preucmre,cbe finalmente 
u°i"àlu.tUt"  fi*  deliberato  di muoue>fi fubita mcnte>Due  erano  i  camini  J  uno  ptu  baf  fr 

fo  uicino  al  fiume  dell'  Addazia  più  lungo  a  condurfi  a luoghi fopradeiti, 
iodato  ^dando fi  per  la  linea  obliqua:  l'altro  più  dfcofto  dalfiumcma  piu  brie- 
quefte  due  ue,perche  s' andana  perlnea  diritta^ (come  fi  dice)  quetto  per  la  corda 
'come'  dell' arco,q>tello per  l'arco:per  locammodi  fotto  procedeua l'efferato  del 


no,  ^„„„,r,.^perlarto:pe 

feri 
cen 
qual 


uè  il  mo  Re, nelquale  fi  diceuano  effere  piu  di  due  mila  lance, fei  mila  fanti  Sui?je- 
fa'eon .   ri,&  dodici  mila  tra  Guafconi ,  &  Itali  ani, mumtiffìmo  d'artiglierie,  & 


effere  due  mila  buomini  dy  armeria  di  uenti  mila  fanti ,  tfr  numero  gran- 
diffimo  di  cauai  leggieri ,  parte  Italiani ,  parte  condotti  da  Vimtiani  dì 
Grecia>i  quali  correvano  innanzj,ma  non  fi  allargando  quanto  fogltono: 

t  pmbe 


G    T    T    A    V    CK  220 

perche  gli  fterpi,&  atb&jtt  ÌU,de  quali  tra  l'uno  ,  &  l'altro  efferato  era, 
fieno  il  paefe;  gì' 'impedì uano>come  mtdefmamente  impedivano, che  l'uno 
&  l'altro  efferata  non  fi  uediff^ìnelqualmodo  procedendo,^  auan^ado 
continuamente  di  camino  lyej]er cito  Vmitiano,fi  appropinquarono  molto 
in  un  tempo  mede  fimo  V  auanguarda  Francefe,gouernata  da  Carlo  d'^Am 
bunfa,&  da  Giamacvpo  da  TriulT^, nella  quale  erano  cinquecento  lance, 
e  i fanti  Sui?jer;,&  il retrogaardo de'  V  iaitiani,guidato  da  Bartolomeo 
d' filmano, nelqu  ale  erano  ottocento  b  uomini  dì arme  ,&  qua  fi  tutto  il  fio 
*  re  de  fanti  dell' effercicorma  che  non  yr^cedeua  molto  ordinato,  a  no  pen-    a  Dl-  •»    . 
fando  £  jlluiano  che  quel  giorno  fi  douejje  combatter e:  ma  come  uide  ef   «e  impj  rat» 
ferii  tanto  apprvffimato  a  nimichofutgliatafi  in  lui  la  polita  caldc^a,o  \ucUtho  * 
uedendofi  ridotto  m  luogo,ch'era  neceffano  fare  la  giornata  ftgmficata  ,ierbioanu. 
finitamente  al  Conte  di  PitigUano,  che  andana  innanzi  con  l'altra  parte  no^  dT^" 
dell' efferato  lafuanec(ffuà,oddibcYatione;ioricercò^cheuemffeafoccoY  bfUtta  ™& 
rerlcallaqual  co  fa  il  Conte  nffo Je,cbc  attendrffe  a  caminare,  &  fuggiffe  no  diS?  '" 
il  combattere,perche  co  fi  ricercauano  le  ragioni  della  guerra,  &  perche  "opeafcwa. 
tale  era  la  deliberatone  del  Secato  finitiano.  Ma  l'jlluano  in  quefìo  me 
%p  battendo  collocati  ifuoi  fanti  con  feipe^j  d'artiglieria  fopra  un  picco 
lo  argine,  fatto  per  ritenere  l'impeto  d'un  torrente;  ilquale  non  menando 
allhora  acqua,pafjaua  tra  l'uno,&  l'altro  effercito;affaltò  i  nimici  co  tal 
uigore,&  con  tal  furore ,  che  gli  coflrinfe  a  piegar  fi ,  effendogli  in  quefto 
molto  fauoreuole  l'efferfì  principiato  il  fatto  d'arme  in  certe  uìgne  ;  oue 
per  i  tralci  delie  uiti  non  poteuano  i  caualli  de  Fr  ance  fi  efpedìtamete  ado 
per ar fi. -ma  fattafi  innanzi  per  quefto  pericolo  la  battaglia  dell'efferato  fc«0qdv£ 
Fr  ance  fé, nella  quale  era  la  per  fona  del  2fc  fi  ferrarono  i  due  primi  fqua-   mc  fo«*flà 
droniaddoffo  alla  gente  dell' miniano  nlquale  per  lo  principio  felice  uenu-    Ghialadad" 
to  in  grandiffimafberanra  della  uittoria,correnio  in  qua,  &  in  là,vi[cal-    da  a  '«•  *  di 

Magg.ijo9. 


(OgO 

aperto,  oue  i  caualli,de  quali  molto  preualeuano,fi  poteuano  liberaméte  pcro- tcmp(> 
mun:ggiare:accefi  ancora  affai  per  la  prefentia  del  f{e  ;  ilquale  non  hauen  ciofhTeisf  f 

do  magg:ort  rifpetto  alla  fua  per fona,che  fé  fufje fiato  priuato  foldato,  de^fScca* 
efyojìo  alpericolo  dell' artiglierie  ,non  ceffaua,  fecondo  che  co fuoi  era  ài-  mi  pnnei- 
bijogno,di  comandar 'e,  di confortar  e,&  di  minacciarci  da  altra  parte  i  ^f0"' 
fanti  Italiani  inanimiti  da'  fucceffi  primi$combatteuano  con  uigore  mere  dett°  di  Co* 
dibile ,non  mancando  l'jlluiano  di'futtigli  uffici]  conuenientiadeccellen  J" c^ij?- 
tefoldato,&  Capitano:  finalmente  effendofi  confomma  uirtu  combattu-  la  twfauia; 
to  circa  a  tre  bore ,  le  genti  Vinitiam,  daneggiate  marauigliofamente  nel  WJl^ti 
luogo  aperto  dà  caualli  de'  nimici,&  riccuendo  oltra  quefto  non  piccolo  Less*  9u«o 
impedimento, che  nel  terreno  diuentato  lubrico  per  grandiffima  pioggia*  ?aUtoc5ha°itnre 
foprauenuta  mentre  fi  combatteua;non  poteuano  i  fanti, combattendo  far*  auc°"iu  & 

*  r  J  eileiupi. 

E  e     4         mare 


«feiqueft»  LIBRO 

Marchcfi      ^are  i  piedi,&fopra  tutto  mancando  il  foccorfo  de1  faci,  cominciavano  a 
dei  Mòie  s.    combattere  co  vradiffìmo  di fauat atrio  :&  nondimeno  rcfifìtmìo  con  vran- 

MariaiTho    AtV  ■•    ,     2  il  j  j  i     n.  j    /      •  ■     S       t 

frana  uiè  tat  difjima  iurta;  magia  battendo  perduta  lafferan%a  del  ainccre,  più  per  la 

u  inonorata  gloria, che  perla  J  alate sfecero  fanguinofa,&  per  alquanto  fj^atio  di  tempo 

gii  scrittori  dabia  la  aittoria  deFranccji:&  ultimarne  te  perdute  prima  lefor^e,  cheli 

vinitiani,  ualoreSenra  moflrarele  (balle  a*  nimìci,  rima  fero,  quali  tfuti  morti  in 

cioè  dal  Bé-  ,,  ^      ,  tri  j   /  »  ,      -1-  i>  i 

bo  nei  iib.7.  ?»«  luogo,  tra  qualtj a  molto  celebrato  a  nome  di  ^Vurvyuno  de  Marche  a 

dal  Moscai-  fhdel  Monte  a  S. Maria  di  TofcaiftF,  esercitato >■  Condottiti e  di  fanti  nelle 

et  dai  Giudi  guerre  diVifa  a  gli flipendij  de  'fiorentini ,et  allbora  uno  de  Colonnelli  del 

niano  nel  li  [a  fanteria  Vinitiana:  per  la  qual  refi/lentia  tanto  ualorofa  di  una  parte 

b  bicono,  fola  dell' efferato, fa  allbora  opinione  cosiate  di  moiti,cbefe  tutto  befferei- 

che  Bartolo  f  0  de'Fimtiani-entraua  nella  battaglia  ;har ebbe  ottenuta  la  uittoria:  ma 

ulano  haué  M  Conte  di  Vitigliano  con  la  maggior  parte  s'aflenne  dal  fatto  d'arme  ;  ò 

do  attaccato  perche,come  dkeua  egli  offendo  fi  uoìtato  per  entrare  nella  battaglia,) -ufj e 

xneco*fran  urtato  dallo  fquadrone,che  gìàfuggiua,  ò  pure  (come  fi  fparfe  la  fama  ) 

cefi  a  vaila  perche  non  bauendofberanzadi  poter  uincere,&  [degnatocene  Infoiano 

co  tra  la  uo-    1  rr  i>  ■    s  r»  V  •  u  1  •    »•  s>    ;• 

lóti  dei  Pi  r?aaeJJ  e  contra  l  autorità  jaa  prejo  animo  di  Combatter  e, miglior -  confi glio 
tignano  ,•  i-  riputaffe,che  quella  parte  dell'efferato  fi  falaaf]e,che  il  tutto  per  l'altrui 
tbvarrone  temerità  fi  per  deffe. Morirono  in  quefia  battaglia  pochi  b uomini  d'arme, 
-  cane  che  perche  la  uccifione  grande  fa  de* fanti  de  Vinitiàni,  de'  quali  alcuni  ajfcr- 
11  di  Paolo  mano  efferne  fiati  ammainati  otto  mila,altri  dicóno,cbe'l  numero  de'mor 
miiio  fece  f  /  da  ogni  parte  non  pafsò  in  tutto  Jet  mila. b  Rjìnafe  prigione  Bartolomeo  * 
Annibale  :  d'  ^Aluiano,ilquale  con  unoccbio,&  col  uolto  tutto  percojjò,  &  liuido,fa 
fcrdhf  fa"  memt0  al  padiglione  del  t{e,  prefi  aenti  pe%%i  d' artiglieria  groffa,  e'I  ri- 
prigione,ha  manente  dell'  efferato  non  feguitato  fi  fatuo.  Qucfìa  fu  la  giornata  famo- 
?«ìm  u°mo  fa  ^  Gbiaradaddafo  come  altri  la  cbiamanoydi  Vaila, fatta  il  quartodeci- 
cenigo)  pò-  mo  giorno  di  Maggio, per  memoria  della  quale  il  B^efcce  nel  luogo,oue  s'e- 
re -e  ^irm-  ra  combattuto,  edificare  una  capello.],  honorandola  col  nome  e  di  Santa 
tò  Emiiio,ii  Maria  della  uittoria[.  Ottenuta  tanta  uittoria  il  I\e  per  non  corrompe- 
teli qutun  re  con  l*  negligentia*  l'occafione  acquietata  con  la  airtù,&  con  la  fortuna; 
domani  5  andò  ilfegaente  giorno  a  Carauaggio,  &  effendofegli  arrenda  ta  fubito  a 
pnuiuereal  Vattl  ^  terra,batte  co  l'artiglierie  la  fortezza ,  laquale  in  ifpatio  d'un  dì 
la  Repubii.  fi  dette  liberamente .^Lrrendeffegli  HproJJtmo  dì,no  affrettato,  che  befferei  - 
lo  quello6  e  t0  *accoflaffe,l&  città  di  Bergamo:nellaquale  taf  date  5  o.lance ,  &  mille 
in  pò  ano  fanti  f>  la  ejfrugnatione  della  f or  te%ga;  s' indir i'jgo  a  Brejcia:doue  innanzi 
u£at\ò°di  arri  aafk,la  fortezza  di  Bergamo  fiata  battuta  un  dì  co  l'artiglierie,  s'ar 
temerità,  rtdè  co  patto  cbefufìtro  prigioni  Mar  in  Giorgio,&  gli  altri  ufficiali  Vini 
aig£rnon<?  tianufche*  l  He  no  tato  moffo  da  odio,quato  dalla  ffceraza  d'hauerne  a  trar 
hoggi  que.  re  quaiitàgràde  di  danari,era  deliberato  di  no  accettar  mai,  quadofe  gli 

ilo  luogo  è         i  avveri- 

detto  la  vii  arren- 

toria,come  s'ha  datlib.$.dell*hiftorie  di  Crema  d'Alemanio  Fino.  Cofi leggiamo  in  Gio.  Villani,  che  Re 
Carlo  rotto  Corradino  la  V  igilia  di  S.Bartolomeo  1268. nel  piano  di  Tagltacozzo;  fece  quiui  pei  honor  del 
isumoHg£&fccatcunaChidà*Uìe  fi  chiama  S.Maiia  della  Vittoiia:Uche  è  nclìib  7.  a  cap.27. 


co 
rer 

Em 


O    T     T     A     V    O.  221 

arrédeuano  le  Terre, patto  alcuno :per  lo  quale  [afferò  faluatii  gentil' buomi 

a  ni  Vinitiwni .  Iste'  Bresciani  non  era  più  quelf a  antica  dijpofitione,  co  la  qua  a  vedi  il  u- 

le  haueuano  al  tempo  de  gli  auoli  loro  foflenuto  nelle  guerre  di  Filippo  Ma-  [>?llico.nl^ 

via  Visconte  grauiffimo  affedio  per  conferuarfi  fiotto  F  Imperio  Vinitiano;  terza  Deci, 

ma  inclinati  a  dar  fi  a  Fr  ance  fi,  parte  per  lo  terrore  dell'armi  loro ,  parte  per  dou*  "^°J 

i  conforti  del  Conte  Giouanfrancefco  da  Camberà,  capo  della  fattion  Ghibel-  di  Bretella,  e 

lina  ;  haueuano  il  dì  dopo  la  rotta,occupate  le  porte  della  Citta  ,  opponendoli  \l  cono  nel 

•  •»  j  i  •    •  i  /r  i         la    9,uinta 

apertamente  a  Giorgio  Comaro ,  il  quale  andato  qmui  con  grandifjima  cele-  pane . 
rità  uoleua  metterui gente  :  &  dipoi  accoflatofi  alla  Città  l'efferato  Vinitia- 
no diminuito  affai  di  numero  >  non  tanto  per  lo  danno  riceuuto  nel  fatto  d'ar- 
me, quanto,  perche  come  accade  ne'  cafifimili ,  molti  uolontariamente  fé  ne 
partiuano,  disellarono  l  autorità,  e  iprieghi  d'Andrea  Gritti,  cW  entrò  in 

"  Brefcia  a  b  pervadergli ,  che  gli  accett  afferò  per  loro  difefa .  Vero  l'efferato  b  si  {  ' 
non  fi  riputando  ficuro  in  quel  luogo,  andò  uerfo  Tefcbiera,&  la  Città  di  Bre  neii'hifto- 
feia,  facendofene  autore  i  Gambarefchi,s  arrendè  al  Re  di  Francia,e  il  mede-  jjj,8^  Mv°a" 
fimo  fece  due  dipoi  la  fortezza ,  conpatto  ,  chefufìerofalui  tutti  quegli,  che  patiaméto , 
n'erano  dentro, eccetto  i genti  fhuomini  Vinitiani .  Ma  come  a  Vinetia  per-  ^t^n  fé" 
uenne  la  nuoua  di  tanta  calamità,non  fi  potrebbe  imaginare ,  non  cheferiue-  a  Brefciaui 
r  e, quanto  fuffe  il  dolore,  &  lo  jpauento  un'merfale,et  quanto  diueniffero  con  -  SergiU  fta- 

c  fufi,&  attòniti  gli  animi  di  tutti,  infiliti  a  fent  ir  e  auerfità  tali,  anQ c  afiue-  re  »"  &<**■  » 
fatti  a  riportare  quafifempre  uittoria  in  tutte  le  guerre  :  &  prefentandofegli  ft°p  °ot?au  % 
innanzi  a  gli  occhi  la  perdita  dell'imperiosi  pericolo  dell'ultima  rouina  del  Ghiaradad- 
la  loro  patria  in  luogo  di  tantagloria ,  &  grande^^a ,  con  la  quale  da  pochi  poncc  { \Gui 
me  fi  indietro  fi  proponeuano  neU  animo  l Imperio  di  tutta  ltalia;però  da  ogni  J* £  niano  nd 
parte  della  Città  fi  concorreua  con  grand  iffime  grida,&  mifer abili  lamenti  al 
palagio  publico  :  nel  quale  confidi andò fi peri  Senatori  quello,che  in  tanto  ca  e  Tato  più 
fofufìe  da  fare  ;  rimaneua  dopo  lunga  confulta  fopr  afatto  il  configlio  dalla  *u  v^Xfta 
difperatione,  tanto  deboli,  &  incerti  erano  i  rimedi] ,tanto  minime ■,&  quafi  ia  _  rotta^  a 
nulle  leJperanTg  della  falute,confider andò  non  hauere  altri  Capitanane  altre  oiV^'iSer 
gentiper  difenderfuche quelle, che  auan%auano  della  rotta , fogliate  di  for~  ufi  a  ri  por- 
ger d animo, i popoli  fudditi  a  quel  Dominio,  o  inclinati  a  ribellarfi,  o  alie  x^t  q  vitto*! 
ni  da  tollerare  per  loro  danni,& pericoli:  il  He  di  Francia  con  efferato  poten  «ajj  ìAiuia- 
tiffimo,& infoiente  per  la  uittoria ,  diffofto  afeguitare  il  corfo  della  proserà  ^n  foe  le* 
fortuna  :  al  nome  folamente  del  quale  effere  per  cedere  ciafeuno  :  &fe  a  lui  Kr££  pro* 
folo  non  haueuano  potuto  refiftere,che farebbe  uenendo  innanzi  il  Re  de*  Ro-  vittoria  ccr 
mani,  ilquale  s' intendeua  appropinquar  fi  a3  confini  loro,  &  che  hora  inulta-  ta-  v*dì  ji 
to  da  tanta  occafione  accelererebbe  il  uenireimoftrarfi  da  ogni  parte  pericoli,  pnnei  pio 
&  difperatione  con  pochiffimiindicij  difperan%e  :  &  cheficurtà  hauere  t  che  del  iib-  *• 
nella  propria  Tatria.piena  d innumerabile  moltitudine,  no  fi  fufcitaffh,  parte 
per  la  cupidità  del  rubaré,parte  per  iodio  cotra  i  gentili?  uomini gualche pe- 
ricolo fo  tumulto^.  Già,quei  ctiè  l  eflremo grado  della  timidità  >riputauOno  cer 
tijfimi  tutti  i  cafi  auerfhi  quali  fi  rap^r  e f emanano  ali  imaginationeipropria* 


che 


r    I    B    R    o 

ebe  potè  fero  fuccedere.Et  nondimeno  raccolto  in  tanto  timore  il  meglio  pòi t^ 
nano  l '  animo,deliberauano  difareflrema  diligentia  di  ri  conciliar  fi  per  qua- 
lunque modo  col  Tonte fic  e, col  Re  de  Romani, &  col  Re  iato  lieo  fenrapen- 
pero  alcuno  di  mitigare  l'animo  del  Re  di  Francia  :  perche  dell'odio  fuo  con- 
ti'a  loro  non  meno  diffidauano,che  teme  fero  delle  fue  armi mèpofli  perciò  da 
parte  ipenfieri  di difender f  attendendo  afarprouifionedi  danan,ordinaua- 
no  di  [old  amuoua  gente  per  terra,e  temendo  dell  'armata,  che  fi  diceuaprepa 
rarfi  a  Genoua,accrefcere  infmo  in  cinquanta  galee  l armata  loroAella  qua- 
le era  Capitano  ^AngeloTreuifano.Mapreueniua  tutti  i  cori  figli  loro  la  cele- 
Aggiugni  yità  del  Re  di  Francia,alquale  dopo  l'acquiflo  di  Brefcia,  sera  arrenduta a  la  a 


a 

ancho  Cre 


ma ,  laquai  Città  di  Cremona,ntenendofi  ancora  per  i  Vinitiani  laforUTgadaquale  ben- 
terra  fi  die  che  forti  firn  a, bar  ebbe  fé guitato  lefempio  degli  altri,hauendomafimamen 
operai  te  ne  mede  fimi  giorni  fatto  l'ift  e fo,ìa  foriera  di  Tix^ichiione  fé  il  Re  ba- 
cino Benzo  ueffe  consentito, eh  e  tutti  ri  ufei fero  f alni:  ma  efendouìfi  ridotti  dentro  molti 
Eembo/&  gentil' buomini  Vinitiani,e tra  gli  altri  Zaccaria  Contarino  ficchi fimo  huo- 
Aicmanio  mo;negaua  d 'accettarlafenon  conpatto,  che quefii uemfero  in  fuapoteflà: 
hiftoricedie  pero  mandatola  gente  a  tenerla  afediata,&  efendofi  le  genti  Vwmane.che 
crema .  continuamente  diminuiuano , b  fermate  nel  Campo  Martio  apprefo  a  Fero-  b 
b  Qjrefto  na  perche  i  Verone  fi  non  haueuano  uoluto  riceuerle  dentro^  ;  il  Re  camino  in- 
medefimo  nan7jaTefchieraperacquiftare  la  fortezza  >  efendofi  già  arrenduta  la  ter- 
ghi0, ex  ra:  laquale  corri  hebhero  cominciata  a  battere  con  l  artiglierie  ;  u  entrarono 
Mocemgo  :  p€Y piccole  rottuì e  di  muro  con  impeto  grandi  fimoi  fanti  Sui7geri,&  Gua- 
Caggfugne  foni, anima-zzando  ifanthche  in  numero  circa  quattrocétou 'erano  dentro ,  cc 
<hy  vero-  fl  Capitano  della  fortex^a.cb 'era  medefimamente  Capitano  della  Terra ,  gen 
Tatti  eterni  tithuomo  V "initiano, fatto  prigione fu  per  comandamento  del  Re,infìeme  col 
daifagabel-  figlialo  à  meYU  me  i  e  fimi  impiccati,  inducendofi  il  Re  a  quefla  crudeltà,  ac- 
cint  tche  ciò  che  quegli, eh' erano  nella  fartela  di  Cremona-. f auentati per  quefiofup- 
ia  guerra  du  pilciGnonft  difendcffero  infmo  ali  ultima  ofiinatione .  Cefi  haueua  in  ifatia 
di  ouindia  giorni  dopo  la  uittoria^acquiflato  il  Re  di  Francia,  dalla  fonema 
c  Qjjeiìo  cit  temono,  infuora,tutto  quello  >che  gli  apparteneuaper  la  diuifione  fatta  a 
?eichtrra°je  Cambra, acqwfio  molto  opportuno  al  Ducato  di  Milano,  &  per  lo  quale  s'ac 
condo  i!  Bé  lYejcemno  r entrate  Regie ,  ciafeun  anno  molto  più  di  dugento  mila  ducati . 
ce°ùfgo  Mfu  Tsicl  qnal  tempo  nonfifentendo  ancora  in  luogo  alcuno  l'arme  del  Re  de  Ro- 
Antf<b -  h^  vncmi'Mucua  il Tontefice  af aitate  le  Terre  di  Romagna  con  quattrocéto  Imo 
H  !vaocenCigo  mini  d'arme  .altrettanti  cauai  leggieri,&  otto  mila  fanti ,  &  con  artiglierie 
Ti5  fondai  del  L)uca  di  Ferram>  tlquale  haueua  eletto  Gonfalomer  della  Chiefa,  titolo , 
r€  feuomo  fecondo  l'ufo  de'  tempi  noflri,  più  di  degnitày  chea  autorità  prcpofli  a  quefla 
Jtinia^o  to  Sferrilo  Francejco  da  Caflel  del  Rio ,  Cardinal  di  Vania ,  con  titoloni  Legato 
dice.  %Apoflolicoi&  Francefco  Maria  dalla  Rouere figliuolo  già  di  Giouani  fuo  fra 

tello,ilquale  adottato  il  figliuolo  di  GuiaVoaldo  Duca  d'Vrbmo^o  mater- 
no,&  confermata  per  l'autorità  del  Tontefice  l'adottione  nel  Concifloro ,  era 
l'anno  dinan7i,mono  luifen%a  altri  figliuoli  fucceduto  in  quel  Ducato .  Con, 

queflo 


*  Co't  Mari 
frone  fu  a'a 


O    T    T    A    V    O.  ili 

quello  efferato  battendo  fcorfo  daCefena,mrfo  Cernia,  et  uenutipoi  tra  Imo- 

la,&  Faen^prefero  la  terra  di  Solxrolo  :  &  flati  qualche  dì  alla  Baflia  tre  è  ho  Ti  c«3i 

miglia  uicina  a  Faenza- andarono  a  Brifigbellaaerra  principale  di  Fallila-  J^Je  {"«fue 
a  mone, où  era  entrato  *  Gian  Vagolo  Manfrone  con  ottocento  fanti  &  alcuni  w  Bembo . 

cauallid  quali  ufeitifuora  a  combattere  .condotti  in  un  aguato  furono  sì  uigo-  K^iVli* 

roj amente  aff aliti  da  Gian  Vagolo  Baglione  >  &  Lodouico  dalla  Mirandola ,  furono  a  §- 

Condottieri  nelt  efferato  Ecclefiaflico  che  rifuggendo  nella  Terra;u  entrar  o-  Jk^aJcT 

no  mefsolati  infieme  con  loroy  &  con  tale  impeto,  che  il  Manfrone  caduto  da  Fiorone  ;  g 

cauallo, appena  hebbe  tempo  a  ritirarfi  nella  Biocca:  allaquale  effendoprefen-  Gtoffò  &^1 

tata  r  artiglieria  fu  dal  primo  colpo  abbruciata  la  monitione ,  che  nera  den-  copaedo  da 

troidalqual  cafo  impauriti i difenfori,  fi  rimeffero fen%a  alcuna  codinone  nel  \lmzl£\\ 

X  arbitrio  de  uincitori, Occupata  tutta  la  Valle, l  efferato  fcefo  nel  piano  pre-  ft«no  Mar- 

fo  Granar olo  \  e  tutte  Coltre  Terre  del  Contado  di  Faenza  ;  andò  a  campo  a  Una  b5ai°dl 

RuJJì,caflellofituato  tra  Faenza,  &  Rauenna,ma  di  non  facile  effugnatione  :  Rauignanì, 

perche  circondato  dafoffe  larghe, profonde)  &  forte,  era  guardato  daficen-  Girolamo  * 

to  fanti  foreflieri,  &faceua  l'ejftugnationepiu  difficile,  non  effère  nell 'ejfcrci-  ^oilo/f!  l\ 

to  Ecclefiaflico  né  quel  configlio,  né  quella  concordiate  farebbe  fiata  neceffa  ito.  d  i  Raué 

ria  benché  le  for?euiabbonda(fero;conciofia  che  di  nuouo  lucrano  zittirti  tre  na:  doue  ft 

.,/•       .  _    .  •/-,!      -i    i'  ,    J      \  i      ■    .■    ■■      •  le«.-ìnoquc 

mi'afantiSui'zgerijoldati  dal  Vapa:  &pero  con  tutto  cheiVinitiani  non  ih  kcceifi 

piffero  potenti  in  Romagna  ;fifaceua  contra  loro  progrejfo  :  &  ejfendo  ufeito  deìh  Komi 

b  di  Rauenna con  taf  uà  compagnia  b  Giouanni  Greco, Capitano  degli  Stradiot  c  Eravudo 

ti,  fu  rotto,  &  fatto  prigione  di  Giouanni  Vitelli  imo  de  còdottien  Et  clcfia-  mi.no  *lrho 

flici  .-pure  finalmente  poi  che  furono  flati  intorno  a  Ru/fi  dieci  giorni,  l  otten  ra,  come  di- 

nero  per  accordo  :  &  effnio  in  queflo  tempo  ifleffbfucceduta  la  uittoria  del  £c  **è£*> 

Re  di  Franciay  la  Città  di  Faenza,  laqualeper  efferui  pochi  faldati  de  Vini-  Mufa.-ma  di 

tiani,  era  inpoteflà  di  fé  medefima;  conuenne  di  riceuere  il  Dominio  del  Von  ^  *°0  m*\ 

teficefe  fra  quindici  dì  nonfuffe  foccorfa:  la  qual  conuentione  poi  chefufat-  do  torte  a 


ta ,  effendo  ufeiti  di  Faenza  cinquecento  fanti  de  Vinitiani,  fiotto  la  fede  del  2US«o'ia 

Lei  aio  ,  furono,  fualigiatiper  commejjion  del  Duca  d'Vrbino .  Fece  il  mede-  Ferrara.  Leg 

fi.no  la  Città  di  Rauenna  ,fubito  che  fé  gli  accoflb  l  efferato .  Co  fi  più  con  la  Phpfcfiw» 

riputatone  della  uittoria  del  Re  di  Francia ,  che  con  l'armi proprie ,  acquiflò  d«  totto  ia 

preflo  il  Vapa  le  Terre  tanto  defiderate  della  Romagna  :  nella  quale  non  te-  ^c7ào  d  ea* 

neuanopiu  i  Virar  iani  altro ,  che  la  forte T^a  di  Rauenna,  contra  i  quali  fi  d  ìfBèmBò 

feopriuano  dopo  la  rotta  dell'efferato  loro ,  ogni  dì  nuoui  nirmici  :  perche  il  ^"^^ 

Duca  di  Ferrara ,  il  quale  fin  a  quel  dì  non  s'era  uoluto  dimoflrare;  cacciò  ì'.qual  «* 

cfubito  di  Ferrara  il c  Bifaomino ,  Magìflrato ,  che  per  antiche  coment  ioni  «  ir/ld'ice" 

per  render  ragione  a  fumiti,  loro  ;  ui  teneuano  i  Vinitiani  ;  &  pre  fé  Carme  «fondo  mò 

ricuperò  ferina  oflacoh  alcuno  il  Voi  fine  di  Rouigo  ;  &  d  sfondò  con  l'arti-  i^,*"  &  1^1 

gliene  tarmata  de*  Vinitiani,  ch'era  nel  fiume  deli' *Ad  ice;  &  al  Mar-  tra  n«a;«y 

chefe  di  Mantoua s'arrenderono  jLfola ,  Lunato ,  occupate  già  da' Vinitia-  &*eziofei 

d  ni  nelle  guerre  contra  Filippo  Maria  Vifconte,  a  Giouanfrancefco  da  Gon-  co  non  pò- 

"T  l  j  j  tendj  rno. 

tteriijfusfoiiatola  notte  a  gettai  l'arìiglicric  grolle  nel  fiumfc&coficon  gran  fatica  fi  con  iurte  alle  Bebé. 


t  i  e  r  a 

i  leggi  nel  %aga  pio  proavo .  a  In  IslriaChrifiofano  Frangipane  ocùupoTìfìnìó,* 
a1  ?-w*"    &  Dilanio.   Et  il  Duca  di  Branfuich  entrato  per  commandamento  di 
ccnigoque-    Ce]  are  nel  Friuli  eoo  duemila  huomtni  commandatt ,  prej*  Feltro  ,  e£* 
BcUMttti'afil  $--ff,7,a  •'  r,t'a  b**1*fà  delquMe  , &  alla  fama  della  uittorm  de' Francefi, 
di  chrifto-  Tricfli-  &  l'altre  Terre }  dal! acquiflo  delinquali  era  procedutaci  Vinitiani 
p°ai?i  F&d1ì  'PòrigtoG  di  taini  nialutontareno  all'Imperio  di  Ce  far  e  occuparono  etiandio  i 
puca  di  Bra  Conti  di  ladrone  alcune  Caftella  uicineiél  Vefcouo  di  Trento  con  fimi  le  mò- 
,ulch  '         rimerito  Ritta  di  Trento,  &  Agreflo:  ma  niuna  cofa  baueua  dopo  la  rotta  di 
b  Antonio  Vaila  fpauentato  tanto  i  Vinitiani,  quanto  Tefpugnationc  della  Fiocca  di  Te 
G!uildo  altu  f^}lvm  intorm  allagale  s  erano  perfuafi  doncrfiper  laforteiga  fua  ferma- 
mandato  a  re  fmpeto  de3  uincito  ri:  però  attoniti  per  tanti  mali,  e  temendo  eflremamen 
TroueVito"  te'  c')e  ^  ^e  &  ?Yancia  non  fi  faceffe  più  innan^hdijperate  le  co  fé  loro,  &  a- 
d«  cremo-  fretti  più  da  iimidità,che  da  con  figlio, ritirate  fi  le  genti  loro  a  Mefire,lequa 
"e  iì  Bembo  fi  fen7é  twidientia,& ordine  alcuno,  erano  ridotte  a  numero  molto  piccolo  ; 
ai  principio  delta  crarono^per  non  bauerepiu  tanti  nimici,  &  con  dijperatione  forfè  trop- 
ìt  doglio?  V°  Prefla  »  di  cedere  alt  Imperio  di  Terraferma  :  né  meno  per  leuare  al  Pve  di 
gne,  e  te  gj  i  Francia  l  occ  afone  d'approjfimarfi  a  Vinetia;  perebe  non  fiauano  fen%a  fo- 
%Èùm%  (petto  >  che  in  quella  Città  fi  fdcejje  aualcbe  tumulto  concitato ,  ò  dapopoìari 
trattar  la  pa  ^  ^//^  moltitudine  innumeì 'abile >che  ui  b  abita  di  fior  eflieri,  quefli  tirati  dal 
dura  "condì  defidsrio  di  robare ,  quegli  da  non  uoler  tollerar  e,  che  effèndo  cittadini  nati 
tione ,  prò-  per  [?mga  fiuceffione  in  una  medefima  Città ,  an%i  molti  del  mede  fimo  fan- 
!  ce;are  di  ti  gue,  &  delle  medefime  famigli e \  fufiero  efclufi  da  gli  honori ,  &  in  tutte  le 
beigli  rrie-    cofe  ^fì  (oggetti  d *  genti  fhuomini:detlaquale  abiettione  d'animo,fu  ancho 
donone ,  &  nel  Senato  allegata  quefla  ragione,  che  fé  uolontariamcnte  cedeuano  alilm- 
che  confef-  peyj0  per  fum,ire  i  prelenti  pericoli,  che  con  più  facilita  ritornando  mai  la 
hauercomc  projpera  fortuna ,  lo  neupererebbero.-perebe  i  popoli  tic  enfiati  [fontane  ame- 
da  lui  quaii  tfJ  £a  [oro  mn  rarciji7ero  coft  renitenti  a  tornare  fotto  l'antico  Dominio ,  co- 

tO    polkdC-  „  r   rr  •    •  -1     I   •  f  r> 

uano  in  lo  me  farebbero  fé  ne  fufjero  partiti  con  aperta  ribellione:  dallequali  ragioni  moj 
nella3  puS  [^dimenticatala  generofitd  Vinitiana,  &  lofflendore  di  tanto  gloriofa  Rc- 
cia  divine-  publica,  contenti  di  ritener  fi  follmente  Tacque  falfe ,  commeffero  a  gli  Vf- 
ntàno^e?1  fi  ci  ali, c\)  erano  in  Ì?adoua,in  Verona,&  neh 'altre  Terre  deftinate  a  Maffi- 
li.  io.  fcriue  miliano,che  lanciatele  in  arbitrio  de  popoli  fé  ne parti fiero.  Et  oltra  quefio 
rataripa§o!  feY  ottener  da  lui  con  qualunque  condì  tione  la  pace  gli  mandarono  conforti- 
vi per  lì  v  i  ma  celerità  ^Ambafciatore  b  ^Antonio  Ciufliniano:  ilquale  ammeffo  in  publi  * 
nato'màdò  ca  auàientia  al  eoffetto  di  Cefare;parlò  mi fer abilmente,  &  con grandiffima 
f  racéfeo  ca  fomme(Jione:ma  in  uano -perche  Ce  far  e  ricufaua  difarfen^a  il  Re  di  Francia 
ìait°»et  uo-  conuentwne  alcuna.lslgn  mi  pare  alieno  dal  nofìro  propofito^acciocbe  meglio 
kr  pace  (è-  s' intenda  in  quanta  confìern adone  d'animo  fujfe  ridotta  quella  Republica,  la 
gh  da  vado  quale  già  pia  di  dngento  anni  >  non  baueua  fentito  auerfitàpari  a  quefla ,  in- 
ua.&  tuuì  ferire  la  propria  oratione  hauuta  da  lui  innanzi  a  Ce  far  e ,  trasferendo  fola' 
Ign"  "coia  ■  mente  le  parole  latine  in  noci  uolgari ,  lequali  furono  in  quefio  tenore . 

mi  che  Ce  / 

Tare  non  lo  noi!- lafciare  entrar  ne' Tuoi  confini .   Mandarono  poi  Luigi  Moccnigo,  &  Antonio  Gìuftinia» 
no.i  quali  parin.eiuc  non  furono  amme(fi,nc  aicoltati. 


OTTAVO.  223 

£  manifefto,  &  certo,  che  gli  antichi  Filofofi ,  &  gli  huomini  principali 
della  Gentilità,non  errarono,  quando  quella  efòr  uera,falda,  fempiterna,  & 
immortai  gloria  affermarono  Jaquale  s*acquifla  dal  uincercfe  mede  fimo  :qu£ 
fla  effaltarono  fopra  tutti  i  Regni  trofei, e  trionji:di  qucfio  è  laudato  Scipione 
maggior  e, chiaro  per  tante  uittorie  :  &piu  fplendoregli  dette ?  5  che  l'africa. 

uinta>&  Cartagine  domata.  Islon  partorì  quefla  co  fa  medefma  la  immorta-  a  Non  furo< 

litàaquel  Macedone  grande  t  quando  Dario  ninto  da  lui  in  una  battaglia  noucumé- 

i  grandifjìma, a  pregò  gli  Dei  immortali,  che  ftab  ili  (fero  ilfuo  'Regno:  ma  fé  al  \cc  di  ?Da  JfJ 

trimenti  haueffero  diff<ofto,non  chiefe  altro  fu  ce  e  flore,  che  cinefilo  tanto  beni-  a  gii  Pei  i<n 

,       .  r  •  ^    r        ^  ■       _.         j   ;         /    ,     1         1  mediatami 

gno  nimico  -.tanto  man} lieto  uincitorc.  Celare  Dittatore dtlquale  tubai  uno  te  jopo  \À 

me,&  la  fortuna, delqn  de  tu  ritieni  la  liberaiitàda  mavnificentia,  &  lai-  "«"cria  d'  a. 

\  .   \        /->/r        j/-»-  »  ii--^-  leflandro  al 

tre  uirtu;  non  merito  egli  eli  ejjere  dejcritto  nei  numero  degli  Dei  per  conce-  ie  pile  Ama 

dere,per  rimettere  per  perdonare?  il  Senato  finalmente, ci  popolo  nomano ,  niche  T  c*~ 

quello  domator  del  Mondo,  il  cui  Imperio  è  in  terra  in  te  filo,  &  in  tefirap-  quaie  è  ferie 

prefenta  lafua  amplitudine,  &  maeflLnonfottopofe  egli  più  popoli,  &  prò-  u  d a  5unìZ 

uincie  con  la  clemmtia,con  l  equità, &  manfuetudine.che coniarmi,  &  co  à*aiùi  •.  ma. 

la  zuerraUequali  cofe>poi  che  fono  co  fi, non  fa) à  numerato  tra  l ultime  lati-  f*ufono  ^°' 

T-r   r  h<  lì-  1        •  n  ,,..'...  pò,  cheDa- 

di.je  la  Maejta  tua^che  ha  in  mano  la  introna  acquietata  de  ViniUam,  ricor  rio  fa&be 

dataft  della  fragilità  humana.faprà  moderatamente  rifarla,  &  fé  più  incline-  ^Jj"^  ^lQ[ 

rà  a  gliftudij  della  pace,  che  a  gli  euenti  dubbij  della  guerra  :  perche  quanta  te  di  fua  mo 

fìa  la  incofiantia  delle  cofe  himiane ,  quanto  incerti  i  cafi,  quanto  dubbio^mu-  ^IfJ*  da* 

t  abile,  fallace,  &  pericolo fo-  lo  flato  de  mortali,non  è  neceffario  moflrare  con  Tuiote  fuo 

effempij  foreflieri  ò  antichi: affai,  &  più  che  a  baflan%a  lo  infegna  la  Rcpub.  JJJJeraftaw- 

yinitianajaqualpoco innanzi  florida,riflilendente>chiara,&  potente mmo  da  Aieflan- 

do,chélnome,  &  la  fama  fua  celebrata  nonflefle  dentro  a  confini  dell  Euro  c^molubil 

fayma  conpompa  egregia  correffeper  l\Africa>  &  per  l^Afia,  &  rifonando  inanità ,  & 

faceffefefla  negli  ultimi  termini  del  Mondo:  quefla  per  una  fola  battaglia  a-  deW!  ' 


ora 


uerfa,  &  ancora  leggiere ,  priuata  della  chiarella  delle  cofe  fatte,  fpoglidt  a  Dario  uoijo 

delle  ricche'3ge,laceratayConculcata,  &  rouinataM fogno  fa  dogni  cofatmaffi  pfegò  pr'jn_ 

inamente  di  configlio,è  in  modo  caduta,che  fui  invecchiata  limagine  di  tutta  cipaimemc, 

Cantica  uirtù,  &  raffreddato  tutto  il  femore  della  guerra.Ma  ingannanfi  flen  uacion  di  (e 

%a  dubbio,ingannanfi  i  Francefìfe  att  ribuifeono  quefte  cofe  alla  uirtù  loro;co  pa° r  ^uc.1 

ciofia  che  per  lopaffato  i  Vinitian'htrauagliati  da  maggiore  incomodità,  per-  ni  fe  pur  * 

cojfh  &  confummati  da  grandi ffimi  danni,  &  rouine;  non  rimeffero  mai  l  ani  fj^  ^'.^ 

mo;&  allhorapotiffimament e, quando  con  gra  pericolo  faceuano  guerra  mol-  niun'aitrò 

ti  anni  col  crudelijfimo  Tiranno  de'  Turchi,  an%ifempre  di  uinti  cimentarono  j* c^4"° 

uincitorùil  medefimo  harebberofperato,chefufje  flato  alprefente  >  fé  udito  il  deii'Afia , 

nome  terribile  della  Maeflà  tua ,  udita  la  uiuace ,  &  inuitta  uirtù  delle  tue  c^htn\vo\ 

gentUnonfufifero  in  modo  caduti  gli  auimi  di  tutti ,  che  non  ci  fia  rimaflofpe-  co,  &  mi  feri 

ronza  alcuna,non  dico  di  uincere,  ma  né  di  refiflere:però  gittate  in  terra  l'ar  *°trorl°  y^j, 

mihabbiamorifoflala  fperan^a  nella  clementia  inenarrabile ,  ò  piutoflo  Q^  curdo. 

Amina  pietà  della  Maeflà  tua;  laqualenon  diffidiamo  douer  trouarealle  nciu  ,s* 

cofe 


LIBRO 

cofe  noflrc  perdute,  adunque  [applicando  in  nome  del  Trìniipe,  del  Senato^ 


«XP 
te  le  condizioni  della  pace, che  tu  ci  darai-,  tutte  legiudubcrcwo  giuflcjjonc-, 

fle,confor;ni  all'equità  &  alla  ragione:  ma  forfè  mi  fiamo  degni,  che  da  noi 
mede  fimi  ci  t affi 'amo. Tornino  con  noftro  confenfo  a  te  nero,  &  legittimo  Si- 
gnorejuttele  cofeche  i  noflri  maggiori  tolfero  al  farro  l?nperio>&  al  Duca- 
to d  Auflria:allequali  cofe  perche  uengbhw  più  conuenient  emete,  aggiugni'a 
mo  tutto  quello  che  poffediamo  in  Terraferma;  ali  e  ragioni  a eilequali,  in  qua 
lunquemodofiano  acquiate  rinunci  amo:  paleremo  cltra  queflo  ogni  An- 
no  alla  Maeflà  tua  &  a  fucceffori  legittimi  dell'imperio  in  perpetuo  ducati 
cinquanta  mila  ubidiremo  uolentierid  tuoi  commandamenti  ^  decreti,leggiy 
&  precettudif endici  tipriego  dalla  infolentia  di  coloro  co  quali  poco  fa  acca 
pagnammo  l'armi  ìioflre  ;  i  quali  horaprouiamo  crudeli ffminimici  ;  che  non 
appetirono, non  dcfiderano  co  fa  alcuna  tanto,  quanto  la  rouina  del  nome  Vi 
ìiitiano:dallaquale  clementiaconferuati,  chiameremo  te  padre,  progenitore , 
&  fondatore  della  noflra  Città,fcriueremo  negli  .Annali,  &  continuamente 
a  figliuoli  noflri  i  tuoi  meriti  grandi  racconteremo  :  né  farà  piccola  aggiunta, 
alle  tue  laud'hche  tufia  il  primo  ,d  piedi  delquale  la  Rcpublica  Veneta  fup  - 
plicheuole  fi proflra  in  terra,alquale abbaffa  il  collo,  ilqualehonora ,  riucri- 
fc  e, offerita  come  un  Dio  Celefle.Se  il  Sommo  Maffimo  D  ?  o  haueffe  dato  in-, 
clinatione  a  maggiori  noflri,cbe  non  fifuffero  ingegnati  di  maneggiare  le  co 
fé  d  altrhgià  la  noflra  Republica  piena  di  fylendor e  auan%erebb.e  di  molto 
l  altre  Città  dell  Europa ,  laquale  boramarcida  difqiiallore,difordide%%a , 
di  corrott  ione, de  forme  dignominia,&  di  uituper  io, piena  di  derifione,  &  di 
contumelia,ha  diflipato  in  un  momento  l'honore  di  tutte  le  uittorie  acquifla- 
te.Maperche  ilparlare  ritorni  finalmente  doue  comincio;  è  inpoteflà  tua  ri- 
mettendo,&perdonan  lo  a  tuoi  Vinitiani3acqmflare  un  nome,&  urihono- 
y  e  delquale  ninno  uincendo  in  qualunque tempo,  acquìflò  mai  il  maggior  e, & 
più  fylendido  :  queflo  ninna  uetuflàjiiuna  più  lunga  antichità ,  niun  corfo  di 
tempo  cancellerà  delle  menti  de' mortali,  ma  tutti  ifecoli  ti  chiam  ranno  > 
predicheranno,  &  corife ffcranno pio,  clemente,  Trincipe  più  glorio fo  di  un- 
tigli altri:  noi  tuoi  Vinitiani  attribuiremo  tutto  alla  tua  nirtù,  felicità ,  & 
clementia:  che  limiamo,  che  tifiamo  l 'aura  cele fle,  che  godiamo  il  commer* 
ciò  de  gli  huomini . 

Mandarono i Vinitiani  per  la medefima  deliberatone unhuomo in  Tu- 
gliaaconfegnare  i  porti  al  Re  d Aragona: ilqualefapendo  fernet  fl>c fa >&  fen 
a  Q^ueftoSe  %a  pericolo  godere  il  frutto  dell' altrui  fatiche;  haueua  mandato  ci  Spagna  u- 
fecondo  tUii  n'armata  piccolijjìma ,  dallaquale  erano  fiate  occupate  alcune  Terre  di  poco 
Bembo,  la-  momento  de'  Contadi  di  quelle  Città .  Mandarono  fimilmentc  m  Romagna 
copo  caioi  m  a  Segretario publico  con  commejfione,cbe  al  Tonteficeft  confegnaffe  quel-  a 

lo. 


OTTAVO.  214 

h,cbe  antoraji  teneiiafer  loro,in  cafo  che  fnffe  liberato  Gian  Tagol  Manfro 
ne>&  gli  altri  prigioni:!) ave ffero  f acuità  di  trarne  l *  artiglierie,  &  chele  gen 
luche  erano  nella  fortezza  di  Rauenna,fuffcro  faine:  lequai  conditio?ii,  men- 
tre che  il  Tonteficcper  non  dispiacere  a  confederati;  fa  difficultà  d' 'accetta- 
re;s arrendè  la  fortezza  di  Ravenna. per  eh  e  i  foldatuche  u  erano  per  loro  me     vr  , 

■  /»     .  .      1  •      /       11  •     1  '"•••••     1       >  j        a  Ne»  Ben* 

de  fimi  la  dettero  :ncuj  andò  il  Segretario  de  Vinitiam^cheuera  entrato  den  bo  nódimc 
tro:perche  quegli,che per  loro  trattavano  a  Roma;  danano  Jperan?a,che  alla  "jj^7^* 
fine  il  Tapa  confentirebhe  alle  conditioni,  con  lequali  la  reflitutione  haueua-  ùani  nomo 
ano  offerta ,  lamentandofi  gravemente  ilTontefice*  effere  fiata  dimofirata  ^"5"^"* 
maggiore  contumacia  con  lui,che  non  era  fiata  tifata  né  con  Cefiare,nè  col  Re  da  co  1  Pa- 
£jìragona:&  però  addimandandogli  i  Cardinali  Gr'manno,  &  Cornar  0  Vi  ft£ho  hum 
nitianuin  nome  del  Senato  faffolutwneàal  Monitorio  ,  come  debita  per  ha-  ta  la  rotta 
nere  offerta  nel  termine  di  uentiquatttro  giorni  la  refìiiùtione;ti$ofe  non  ha  *h^lif 'guC 
nere  obeditOyper che  non  fhaueuano  offerta  femplietment e;  ma  con  limitate  ìcniTero  cu 
condizioni ,  &  perche  erano  flati  ammoniti  a  refluirne  cltra  le  terre  i  frutti  ^"^"ìe 
prefì,  &  tutti  i  b  eni,che  effi  poffedeuano  appartenenti  alle  Chiefcò  alle  per-  iene  -uè,  & 
Jone  Ecclefìaftiche.In  queflo  modo  pr  capitanano  con  impeto  grandi  (fimo  >  &  voieile  co*- 
tìuafi  (lupendo  le  co  fé  della  Republica  Vìnitiana,calamitàfupra  calamità  co-  portar,  che 

■r  1      j   r  1  n  r  jla  Republi- 

•t  imamente  accumulandoli,  qualunque  jpcrariTa  Jiproponenanomancanao»  ca  Virmia- 

nè  Micio  alcuno  apparendo  per  locale  jpcrarpottffero  almeno  conferuarey  »>*  fofie  ìan 

dopo  la  perdita  di  tanto  Imperio  la  prepria  libcrtà.Moueua  nanamente  tari  "barbara  : 

tarouina  gli  animi  de  gì  Italiani  ritenendone  molti  fommo  piacere,  per  la  !a^ualbk0a 

memoria,  che  procedendo  con  grandiffima  ambinone ,  pò fpofli  infpctti  della  pol  ne  an- 

giuflitia,  &  della  offeruan%a  della  fede ,  &  occupando  tutto  quello  di  che  fé  chor  Iul  *a~ 

gli  offeriva  l* occafione  ;hauevanofcepertamentc  cercato  di Jottòporfi tutta  ficuroino 

Italia: lequali  co  fé  facevano  uniuerfalmente  molto  odiofo  il  nome  loro,  odio-  "la  :  *  ch.<: 

r  *    >  i    r  ir  »i»;  ;         eflendocgli 

jo  ancor  apiu  per  la  fama ,  che  rijonana  per  tutto  aella  alterezza  naturale  a  italiano  , 
quella  natione.  Dalì "altra  parte  molti  con fider  andò  più  finamente  lo  flato  f'JJ-10^^ 
delle  cofe,&  quanto  fuffe  br ut to,& calamito fo  a  tutta  italiani ridurfi  intera  deria,che  u 
méte  fiotto  lafervitv  de3  foreflien  pentivano  co  difpiacere  incredibile, che  una  f^\  guea^ 
tata  CittàiSedia  sì  inveterata  di  libertà,  splendore  per  tutto  il  mondo  del  no-  te  pur  trop 
me  It 'aliano,  cade  fife  in  tanto  efterminh:onde  non  rimaneva  più  freno  alcuno  j^"^^* 
al  furore  degli  Oltramontani  &  fìjfiegneua  il  più  gloriofo  membro,  &  quel  d'erta .  cìq 
che  piv  che  alcun  altro  confermava  la  fama ,  &  Ceflimatione  commune.  Ma  ^p^^Sj, 
fopra  a  tutti  gli  altri  cominciò  ad  effere  molefia  tanta  de.  linatione  al  Tonte-  dei  Hbr  0  s. 
fice,fofpettojo  della  potentia  del  Re  de  Romani,  &  del  Re  di  Francia,  &  de-  ®£edi  f™tQ 
fiderojo,che  l' effere  implicati  in  olire  facende  gli  rimoueffe  da?  penfieri  di  op  che  i  cardi 
primere  lvi:per  laqvale  cagione  deliberando  benché  occvlt amente*  difvflen-  "* .' &  r££* 
tare  quanto  poteua,che  più  oltre  non  procede ffcro  i  mali  di  quella  Republica;  naro  fcritfe 
accettò  le  lettere  fcrittegli  in  nome  del  froge  li  Vinetia,  per  lequali  loprega  Jo/chefe 

U&    non    roan- 
dauan ,  cu* 
ni  ambafeiatoà  al  Papa:  non  u'era  f gciania  di  placailo:ondc  furono  eletti  i  Tei ,  che  nominerò  noia  * 


a 
fi 


T.    I    B    R    o 

.;  ^ ;;  Ej;bo.  uà  cor: ^audi filma  fommeffione,che  fi  degnaffe  ammettere à  fiì  ^Ambafiìatù  a 

Bojjdf  °q  -  W  ?fe&ji  de  principali  del  Senato,  per  ricercarlo  fupplicheuolmente  del  perdo 
i\\  rei  amba        ^  ^^  ^ffolut  ione  dette  le  lettere,&  propo/ìa  la  dimanda  in  Conciftoro, 

tiaoi,  man-  allegando  il  co  fumé  antico  della  Cbiefa  di  non  pmojtrare  duro  a  coloro  ,  che 

diti  a  Papa  ijai^enci0  pcnit&itia  de  di  errori  commetti,  dimandano  nenia  ;  consentì  d'am* 

ilnono  Do-  mettergli, ripugnando  molto  gli  Oratori  di  Cejare,  &  ael  Re  di  Francia ,  & 

ufo™  ut  riducendogli  in  memoria, che  per  la  Lega  di  C  ombrai  era  efireffamente  obli- 


li 

ce 
J 


roiamo  bo  quali  rìffondeua  battere  consentito  di  ammettergli  con  intentwne  di  non  con- 
o  p°,-iio3,C&  cedere  l  affolutione  fé  prima  Ce  far  e,  che  filo  non  haueua  ricuperato  il  tutto , 
Luigi  Mali-  non  confeguitaua  le  co  fé  ,  cbefigH  appartenevano .  Dette  quefia  cofa  qual- 
pic  ro  *  che  cominci  amento  difperan^a,  &  di  ficurtà  a  Vinitianima  gli  afiicuro  mal 
b  il  Buotuc  io  più  dal  terrore  eflremo,  dalquale  erano  opprefil,  la  deliberatane  del  He  dì 
<h  e  %  iene  $*m  ' ìa  di  offeruare  con  buonafede  la  capitolatone  fatta  con  Ce  fare;  &  poi 
«olle  accct-  che  haueua  acquieto  tutto  quello  chef  ajpettaua  afe ,  non  entrare  con  tef- 
S^jSSSTJ  fife***  fm  oltre  che  fuffero  i  termini  fuoi:  Terò  effendo  inpoteflàfua  non  filo 
3?cr  non  co'  accettare  Verona,gli  Umbafciatori  dellaquale  Città  uennero  a  lui  per  darfe- 
iTTegf  di  glhprefa  che  hebbe  Tefchiera;ma  fimilmcnte  occupare ferrea  oflacolo  alcuno 
cabrai  ma  T?adoM>&  l'altre  terre  abbandonate  da  Vìnitiani;uolle  che  glib  lAmbafciaf, 
t.?m  idò1  An  tori  de  V eronefi  pr -e fent afferò  le  chimi  della  terra  a  gli  ^mbafeiatori  di  Ce 
Ài**  di  Bar  jare  %  cj2e  eran0  nel?  efferato  fm ,  &per  quefia  cagione  fi  fermo  con  tutte  le 
Ìdn«P«a  genti  a  Vefihieradaquale  terrayinuitato  dall'opportunità  del  luogo,  c  ritenne  j 
toro,  che  ne  per  fe, nono  fantesche  appartenetfe  al  Marcbeje  di  Mantoua,  perche  infieme 
poifeflb  m  con  \a fola,  &  Lunato  gli  era  fiata  occupata  da  Vimtiani,  non  bauendoar- 
nome  _  dei  ^r€  ^  nega;io  il  Marche  fi,  alquale  riferuò  l'entrate  della  terra  ,& 'promefie 
mo  rncjpe.  ^r:compenpar[0  con  cofa  ec^uiualente  .  Et  haueua  ne  medefimi  dì  riceuuta 
c  La  ritétio  pcr  accordo  la  fortezza  di  Cremona ,  &  con  patto ,  che  a  tutti  i  faldati  fuffi 
acacia  fé-  falua  la  uita,&  la  robbayeccetto  a  quegli  che  fuffero  fudditi  fuoi,  &  che  igé 
ce  di?e:chie  tilhuomini  Vinitiani ,  a  quali  dettela  fede  di  faluare la  uita  fuffero  fuoi 
"u!ouaC,atfÌ  prigioni.Seguitaronol'effc^piodiFerona^i^n^^ 
ne  Mario  e-  re  accetto  la  città  di  Trcuigi ,  laquale  3  abbandonata  già  da  Magiflrati ,  & 
fo(Ìc°c"gJon  dalle  genti  de  Vinitiani,  haurebbe  fatto  il  mede/imo,  fi  di  C  efare  fuffeappa- 
nind^ie ,.  Yitofofor%e  benché  minime, ò  almeno perfona  di  autorità.  Ma  efkndam  an- 
\\  fi  '  TOltaf!  dato  per  riceuerla  in  firn  nome  fen%afor^e,  fenica  armi  yfin'^a  Maieflà  aleu- 
te™ pò»  con  m  fa  jmperio,  Lionardo  da  Drefiina  fuor  ufi  ito  Vicentino,  che  per  lui  haue- 
ua d  o  Re.  ^  ^  ^^  mede  fimo  riceuuto  Tadoua ,  &  ejfendogia  fiato  ammeffo  den- 
ìò  Siimi  troy d  gli  sbanditi  di  quella  città  fiati  nuouamente  reftituni  da  Finitimi,  ■& 
tioue  aku-  per  qìfca0  benefìcio  amatori  del  nome  loro;  cominciarono  a  tumultuare  :  die- 

aa  diquelji  ?      *  m£ 

sbanditi,  di 

Marco  C:aiolaio,  ne  ddroratordd  Re  d"Vng"hena,che  conferuafTero  Triuigi al  Senato  Vinitiano:ma  bene 

t    i  dire  poi  nel  lib.p.chc  a  Marco  Pelhciaio.per  lo  cui  ualorc  Triui^i  s'era  conferuato  alla  Rcpublicaj  tuion 
dati  pscaiij  cuni^auntt.  llMocenigo  iciiwe  come  qui  il  Guicciardmo,occo^il  Gmiliniano. 


OTTA    V    O.  22? 

tro  a9  quali  folleuandofi  la pLbe affezionata  all'Imperio  ylnìtìano,&  fa 
cendofenecapo  un  Marco  calzolaio filquale  co  concorfo}?jr  grida  immoda 
rate  delta  moltitudine  portò  su  la  pk%£4  principale  la  badiera  dz'yinitix 
ni;  cominciarono  a  chiamare  unitamente ilnome  di  S.  Mar co,  affermando 

non  uolere  riconofcere  riè  altro  Imperiose  altro  Signor  e  daqualc  inclina?-  Q 

tione  aiutò  non  poco  un  Oratore  del  Re  d'angheria  ,  che  andando  a  Fine-  Cooftaùno 

iia,&  p affando  per  Treuigi,fcontratofia  cafo  in  cjueflo  tumulto\confortò  te^T'i"3 

il  popolo  a  non  fi  ribellare  :  però  cacciato  il  Dreffina ,  &  meffo  nella  città  pari  a;  0  di° 

fettecento  fanti  de  Vinitiani,&  poco  dipoi  te  fi  eretto  che  aumentato  di  [°£ra?  car- 

unti  ucnuti  <tiòcmaiioma,w  di  quelli  che  erano  ritornati  di  I\omagna,dt  che  nei  bs- 

jtgn.iua  fare  un'alloggiamento  forte  tra  Slargherà  ,  #•  Me/Ire  ;  entrò  in  ««o,  qusdò 

Treié'giydoue  atte  fero  con  fomma  diligentiaa  fortificarlo,^  facendo  cor  Papa  Giulio 

vere  i  caualli  per  tutto  il  paefe  ideino  »  e-r  metter  dentro  più  uettouaglie  dl  coàuhli 

che  potauano ,  così  per  bifogno  di  quella  città ,  come  per  ufo  della  città  di  <jò  a  tentar 

Viwtia,  neilaquale  da  ogni  parte  accumulauano grandi ffima  copia  di  uet  neto,che  fe 

tanaglie.  Cagione  principale  di  queflo  accidente,^  di  rendere  fyeran%a  a'  >i  senato  ha 

Vinniani  di  potere  ritenere  qualche  parte  del  loro  Imperio  ,  &  di  molte  t0  «ft^è 

grauijfimi  cafi  chefeguitarono  poi,fu  la  negligetia,&  il  dif or  dinato  gouer  Arimino,  oc 

no  di  Cefare.-delquale  no  fi  era  infino  a  quel  dì  udito  in  tanto  corfo  di  uitto  pa  haureb- 

ria  altro  che  il  nomerò  tuttoché  per  il  timor  e  dell'arme  de  F  race  fi  fé  gli  J*1™^1"? 

fiffero  arrendute  tante  terrejequali  gli  farebbe  fiato  facìhffimo  a.  confer-  b«C  fima  a 

uarenna  era  dopo  la  confederai ione  fatta  a  Cambrai  [opr  afiato  qualche  dì  danno  delia 
in  Fiandra,per  battere  fpontaneamente  danari  da  popoli  per  fuffidio  della 

guerraii  quali  non  prima  battuti,  che  fecondo  la  fua  cofuetudine  glijpefe  *>  il  Buonac 

inutilmete;&  ancora  che  partito  daMonlins  armato  &  con  tutta  la  pom  cne \\  q£"c& 

pa,&  cerimonie  Imperiali^  accoflatofi  a  Italia,  publicaffe  di  uolere  ro-  Francia  die 

pere  la  guerra  innanzi  al  termine  flatuitogli  nella  capitolatane;  nondime  dugétoqJiS 

no  oppr  efiato  dalle  fue  folite  difficultà,&  confufioni;  non  fi  faceua  più  in-  ducati.f có  * 

mà^i,non  bafiandogli  limoli  del a  "Pontefice, che  per  il  terrore,cbe  haueua  ft.tlKa  ^a 

dell'arme  Francefilo  follecitaua  continuamente  a  uenire  in  Italia;  &  per  F^.cat0.di 

che  meglio  poteffe  farlo  gli  haueua  mandato  Cofiantino  di  Macedonia  con  i0  credoche 
cinquata  mila  due ati,b atte doQli  prima  confentito  i  cento  mila  ducati,  che  fia.  "rofc 

1  n       t  i.  r    r  ii-  ni        r        •     •  •  •  •      poiché  in 

per  jpendere  contragli  Infedeli  erano  fiati  depojitati  più  anni  innanzi  in  qneftoacar. 
t  Ger  mania. Haueua  oltr  a  queflo  riceituto  dal  i\e  di  Fràcia  b  cento  mila  du  JJJ'jf  '  "^*l 

Icati  per  caufa  della  inueftitura  del  Ducato  di  Milano: fopragiunfelo,efien  li  delia  lega 
do  uicino  a  Spruc  la  nuoua  del  fatto  d'arme  di  Vailà,et  beche  madaffefu-  ^sbr?  che 
bito  il  Duca  diBranfuich  a  ricuperare  ilFriuli;nodimeno  no  fi  moueua,co  il  Re  non  fi 
me  in  tanta  occafione  farebbe  fiato  co  ttenient  e, impedito  dal  macamento  di  p^' a?^  to 
danari,non  e  [fendo  baflati  alla  fua  prodigalità  quelli,  che  haueua  raccolti  *r-iia  ducaci 
di  tati  luoghi  condu ff e  fi  finalmente  a  Trento,donde  ringratiòper  lettere\l  tuw'Xiio 
Rg  di  Francia  d'hauere  mediante  l'opera  fua  ricuperate  le  fue  terre  >&  fi  ftat0  <*»  Mi* 
affer  matta, che  iter  dimoflrare  a  quel  Re  maggiore  beni  noie  ti  a, et  accioche   an0, 

Ff         intatto 


Libro 

in  tutto  fi  fpegneffè  la  memoria  delle  off? fu  antiche  >  baueua  fatto  ardere 

tmlibroy  che  fi  conferu atta  a  Spira  rnelqu ale  erano  feriti  e  tutte  l'ingiurie 

fatte  per  ilpaffato  da'  f{e  di  Francia  all'imperio  yet alla  nationede  gliela 

Mani*  v/f  Trento  uenne  alni  il  ter 'rode cimo  dì  di  Gàugno  per  i  ruttare  delle 

cole  communi  ti  Cardinal  di  J\oano:  ilquale  raccolto  con  gr. indi  (fimo  hono- 

re,gli  promtffe  tu  nome  del  l\c  aiuto  dicinqueeento  l/ancier&  hauendofpe- 

dito  concordemente  l '  ai  tre  co/e, statuirono  yefa  Cefare,&  ti  jfe  conuenijfe- 

To  a  firlare  ìnfieme  tn  campagna  apertaapprtfto  alla  terra  di  Garda  ne* 

confini  dell'  uno  dominio  ^^  deiraltro-T'tròil  h{e  di  Francia  fi  mojje  per  ef 

fermil  elìdi  terminato^  Cefare  per  la  medèfima  cagione  uenne  a  Ri  uà  di 

Trehtuima  poi  che  ni  fu  ftato  folamente  due  bore ,  ritornò  Subitamente  à 

Trento  lignificando  nel  tempo  mede  fimo  al  %  di  Franciayche  ptr  acciden- 

tinuoitinatt  nel  Friuli  er  a  flatonec.ffitato  a  partir  fh&  pregandolo  fi  fet' 

mafie  a  O emona  yperebe  preftoritornerebbt  per  dare  perfetttoneal  parfa 

mento  deliberato  :  lacuale  uarietàyfe  però  è  poffibilem  un  "Principe  tanto 

inflabile  ritrouare  la  uentàymolti  attribuii*  ano  a foretto  fallato  gli  >come 

*  *ì;*  fy   per  natur&era molto i credulone 'gli orecchLd&alirry  alcuni  inttrpretadoy 

io  impuca    ebeper  battere  feco  vpoca  Co r te y&  poca  gente, non  glipareffe  poter  fi  pre-  a 

co^r*  i i"aC"   fartMt  con  quella  dignitd9&  riputatwne,cbe  fi  paragonale  alla  po?npay 

gione  che    & 'alla  grandetta del  l\e  di  Francia:  mail  I\e  de fiderò fo  per  alkggitrirfi 

Mafsian ha    fa  tanta  (befa  di  diffoluere  pretto  l'efìercitOy  né  meno  di  ritornar fmepre- 

nununuo.  ,r   !  JJ        ,        rn  n      r        ì   *  ■         •/  i 

i«?flv  abboc  fio  tn  Francìa^non  atte/a  quella  ftropojtayfiuoltoiterjo  Muano^ancora  che 
^Frano^  *a Mattea iLangodiueiato FefcouoGurgìjeycbe màdatoglìdà Maffimdia 
dictd .,  ch'eì  no  per  qttefio>ejf etto  lo  fé guitòj infitto  a  Cremona  yfufìe  molto' pregato  ad 
nó'pot  r^'ó  a§ztt*re  promettendogli  ebe  fen^f allo  alcuno  ritornerebbe  Jl  dtfcoflar 
pan  e  a  rag  fila  perfonax&  Cefferetto  del  Re  ChriHiani[fimo  da' confini  di  Cefare  tolfe 
ìwtf. 1C>       affaldi  riputat  ione  alle,  cofefae  :  &'  nondimeno,  con  tutto  chehautffe  feco1 
die  potefie  facilmente  prouedere  Tkdou&>.& l'altre  terre  ;non  ut  mandò' 
frefìdioyòper  inlìabilitàdellanaturafuasy  fcperdifegnodiattedere  prima 
ad  altre  tmprcje,ò  perche  gli  parefit  piubonoreuotehauere  congiunto  fé-- 
tOy  quando  [vendetta  in  Lt alia  maggior  efièrcito  :  anticume  fé  le  prime 
co  fé  baurfiero  battuto  la  debita  per  keniane  yproponeuacìk  con  lefor^e  uni 
tedi  tutti  t  confederati  fi  a fialt affé  la  città  di  Vinetia: co fa  udita  uolentìe 
ri  dal  Uè  di  Franctaimamolefla  al  Tònteficeyetcontradètta  apertamente 
.    dàhSÌ  $  Aragona  ,Vo fero  in  qttefto  tempo  i  Fiorentini  l'ultima  mano  alla 
lifa!  q™ -f  guerra  cetra  t  V  fa  imperché  poi  vhehebberoprobibitOyvbe  in  Tifa  entraf 
tu  gen*i  m  fé  il foviorfo  de' grani yf atta  nuoua  proni ftone  di  ^-gentiyfimefferovb  ognib' 
maini o d* l  indufìria ,<c*r von \ogni sformo  uìétare9ebene *per tèrra ', né peravqua non 
nerar^» SaI   u  entra ff ero uettomiglìe  tilvhe nonfifaceuafen%adifficultà'per  la  tticini* 
Vopió  di  Ni  là  dèi  paefe  de*  tucebefui  quali  dotte  ocvultàmenty  poteuano9  vfieruauano 
F?£Ca°  da     €on  ma^a  ftde^a  concordia  fatta  nuovamente  co  Fiorentini .  Ma  in  Tifi* 
luJaacc!     trtfctièA di  gwma  ingiomo la  OìretteTgd àeluiuere ylaqualenon uolen- 

d$> 


OTTAVO.  li* 

do  i  contadini  più tollerar  e, quei  capi  de  chtadim,in  mano  de 'quali eram 
le  dtliberationi  publiche,  &  ch'erano  feguitati  dalla  più  parte  della giou'é 
tu  Vifana, per  addormentare  icontadmimn  le  arti  confuetejntrodu fiero,  p^^* 
adoperando  per  me%o  il  Signor  di  Tiombino , pratica  dell'accordar  fi  co    fcrtito  coi 
Fiorentini:  nellaquale  artificio  fame  te  con  fumarono  molti  dicendo  anda  ^""rJcs 
t o  per  queflo  JJfccolò  MacchiauelliSegretario.de ' -Fiorentini  a  Piombino,  «iffario  Nt 
&  molti  ^Amba filatori  de  Vi  fard  eletti  de  cittadini, &  de'  contadini, Ma  ™  capone 
era  molto  diffìcile  il  chiudere Tijayperche.ba  lacampagna.larga,motuofa,   aggiunto 
,&  piena.difo/fìy&di  paludi  da  pat&r.emalprobibÌYe,cbe  di  nottemaffima  nfpecto  d5 
.mente  non  m  entra  fiero  uett&uaglie;attefo  la  prontexja  di  darle  loro  dal  J,*  1(jÌuj?*n.e 
paefe  de  Luccbefi,&  ladijpqfit ione  feroce de Ti [ani,  cheperconduruene  .tc.Euonlc! 
fi  ejponeuano  ad  ogni  fatica,^  ad  ogni  pericolo:  lequalidifficultà  per. f tipe 
rare,  determinarono  i  capitanile  :Fiorentinudifare  tre  parti  deWefiercù  to  Tcnal" 
to;accièchediuifo  in  più  luoghi  potefle  più  còmodamente  prohibir e  l'entra  *J«e«rai , 

*  te  hn  VifaXolLocardne*  una p arte  a  Me^ana,fuora della  porta  allepiag  to  d?r  u[\ 
gieda  fecoda  a  SVPiero  aRenoòet  a  S. Iacopo, oppofita  alla  porta.diLucca:  ;drVhe dr> 
la  ter%a  preffo  all' antichi  (fimol 'empio diSanTiero  in  Grada,cheètraTi  uaua°iapeì 
ja,&la  foce  d'^Amo,  &  in  ciafeun  campo  bene  fortificato  oltra  buon  nu-  Ie  t1  ,Lio- 
.mero  di^ca  uàl  li  3méJJero  mille  fanti:  &  per  guardar  emeglio  la  uia  de  mon  tu  attacca* 
ti  per  la  sìrada  di  Val  dìQfoktbeuaal  Monte  a  San  Giuliano,  fi  fece  'j^JJ*  -*1- 
uerfolo  Spedale  magno  <,  un  bacione  capace  di  dugento  cinquanta  fanti ,  che  ottima 
donde  crefceua  ognidì  la  penuria  4e  Tifarli  jì  quali  cercando-di  ottene-  ^ultr*1* 

b  reh  con  le  fraudi ,  quello  che  già  di 'fperauaìio di poter 'ottener ccon'le  for-  Miiesjj  co. 
Zf ,  ordinarono  che. ^Llfonfo  del  Mutolo  giouant  Tifano di  baffa  conditio-  \^^\^  ui 
ne^ilquale  flato prefo ^non molto prima  da 'foldatide 'Fiorentini \,'baue-  cica  tff& 
,uar  ice  unto  grandi  fimi  bentfìci  da. colui  *  dUui  prigione  era  flato,  offe-  -uaTfal*** 
riffe  per  me%o  fuo  di  dare  furti  nani  ante  la  porta  ,che  uà  a  Lucca  -,  dife-  che  quando . 
gnandoche  neltempomedefimo ,  chcl  campo.cbeeraa  San  Iacopo  anda fi  bVftan"-"^ 
fé  Ài  notte  per  riceuerla,,non  folawcnte,  mejfane  dentro  una  par tc,oppri-  s'ha  daag- 


icati 

dij'ordine;  1  Vifani non  confeguirono  altro  di  queflo  trattato,che  la  mor-  r°»o  ia g. 

tedi  pochU?  uomini,  che  fi  condu fiero  ntl'C  antiporto. per  entraee  nella  cit-  rebo  nei  Ii7 
tàalftgnodato  :  tra  i  quali  fu  morto  CanacciodaT  rato  uecchìo  (co  fi  fi  "*■  dtJ1'£nei 
thiamaua  quello  di  cui -era  (lato  prigione  jllfonfo  del  Mutolo,quello  fot  dine,  Do- 
to la  cui  conHdemia  era  (lato  tenuto  il  trattato  )&ui morì  anche  d'unar  ,,,s> an .uir- 

7-      •    ~*         ;      1    ^  ^       •  »  •     j  .1  •    tus  quis  in 

tiglicria  Vagolo  da  Tar rana  Capitano  a  una  compagnia  di  cauai  leggieri  hofte  requì 
Àè  Fiorentini  daqu  ale  fper anta  mancata, ne entrando  più  inVifa  fé  non  ^^^ 
piccol  tffima.quantità  di  grani  f&  quegli  occultamente, &  con  grandi  fimo  ma  di  lui 
■pericolo  di  quei,  che  uè  gluonduceuano^nè  comportando  i  Fiorentini,  che  ^"pìndl1- 
4i  Tifa  ufojjèrq  bocche  difutili ,  perche  faceuano  uarij  fupplicij  a  colo ro ,  ro. 

F  f  '  z         che 


LI    B     R     O     v 

che  ne  nfciuano\fi  comperavano  con  prey^o  (mi  furato  le  cofe  neccff.n-k 
al  antere  humano\&  non  ne  ne  effondo  tante  che  bafiaflero  a  tutti  \  molti 
giaji  mor titano  per  no  battere  da  alimentar fi :&  nondimeno  era  m avriore 
ai  tanta  necejpta  l  ojtinatione  di  quei  cittadini, che  erano  capi  del  governo: 
iq itali  difpoflt  a  uedere  prima  l'ultimo  efterminio  della  ?atria>cbe  cedere 
àsì  bombile  necefjìta.andauano  di  giorno  ingiorno  diseredo  il  conuenire, 
ingegnadofi  di  dare  alla  moltitudine, bora  unafperanxa,bora  ttrì altra >& 
[opra  tutto  ebe  a  frettando  fi  a  ognhora  Ce  far  e  in  Italia,  farebbono  i  Fio- 
rentini  nectjjìtati  a  difeoftarfi  dalle  loro  mura:  ma  una  parte  de'  contadi- 
ni^ quitti  ma (/imamente  che  flati  aViombino  ,haueano  compre fo  qual 
fujfe  l'animo  loro;  fatta  follenatione  gli  coflrinfero  a  introdurre  nnone. 
pratiche  co  Fiorentini:  le  quali  trattate  con  alamanno  Salutati  comefa- 
rio  di  quella  parte  delt'e]]ercito,  che  alloggiala  a  S.  Tiero  in  Grado-,  dopo 
narie  dijputè,ufando  cotìnuamete  quei  medefimi  ogni  pofjìbile  diligenti* 
per  interro  per  le;  fi  conchìufero:  &  nondimeno  la  concordia  fu  fatta  con 
conditionimoltofauore  itoli  per  ivi  fani '.concio fi  a  ebefuffero  rimeffi  loro% 
non  folo  tutti  i delitti publici  e  priuati, ma  ancora  conce ffe  molte  ejentio- 
.  ni ,& affo  luti  dalla  reftitutione  de'  beni  mobili  de'  Fiorentini,  chaueuano 
rapiti,quado  fi  ribellar  ono:tanto  era  il  defiderio,  chaueuano  i  Fiorentini 
d'infignorirfeneitato  il  timore,che  da  Maffimiliano,che  baueua  nella  lega 
di  Cambr  ai  nominato  i  Vijani,bencbe  dal  l{e  di  Francia  non  fuffe  accetta- 
ta là nomin xtione,ò  da  altro  luogo  no  fopraueniffe  qualche  incerato  impe 
'  dimento :& ancora cìyefufjero certi 3che iVi fani erano  neceffitati  fra  po- 
chiffimi  dì  cedere  alla  fame  ;uollono  più  preflo  afficurarfene  con  inique  con 
ditioni,che  per  ottenerla  fenya  conuentione  ale  una, rimetter  e  parte  alcu- 
na della  certeyg*  alla  fortuna:  laquale  coeordia,becbe  cominciata  à  trat 
*'  E."traro-  faYft  nel  campo  ;ftt  dipoi  da  gli  jLmbafciatori  Tifa  ni  trattata,&  a co chiù  a 
miiTari  Fio-  fa  ih  Firen%e-&  in  queflofu  memorabile  la  fede  de  Fiorentini,  che  ancora 
ientmi  con  che  pieni  di  tant'odio,&  efacerbati  da  tante  ingiurie  non  furono  meno  co 
gemi  in  pi-  ftanti  ntE  offeruare  le  cofe  promejJe,cbe  facili,&  clementi  nel  concederle. 
/aa}pis[rar  £ %cert0  cbe'l  Re  de' Bimani  J %ent\  con  non  piccola  molesta  l 'efferfi  fotto- 
fo , .»  s.  di    mefjì  i  Vi  fani:  per  eh  e  fi  era  perfuafo,ò  che  il  dominio  di  quella  attagli  ha 
Giugno  dei  ue^e  a  ej]ere  potete  inftrumeto  a  molte  occaftoni;ò  che  il  cofentirla  a  Fio- 
come  icriuc    retini  gli  baueffe  a  fare  ottenere  da  loro  quantità  non  mediocre  di  danari, 
ii  Buonac-    yer  màcamento  de  quali  lafciaua  cadere  le  ampli ffime  occafioni  chejenya 
fatica,  ò  indufìria  fuafegli  erano  offerte:  lequali  mentre  che  sì  debolmen- 
te aiuta,che  in  V'uenya^  T  adoua  non  era  qua  fi  foldato  alcuno  per  lui, 
&  egli  con  la  fua  tardità  raffreddando  la  calde%^a  degli  huomini  delle 
terre,fi  trasferi fee  con  poca  gente  jpejfo,&  conprefla  uariattone  da  luo- 
go a  luogo;  i  Vinitiani  nò  pretermefjero  l'opportunità*  che  fé  gli  offerfe  di 
ricuperare  Vadoua, indotti  a  quefto  da  molte  ragioni:  perche  l'haitere  rite 
nuto  Treuigi,gli  ha  uè  Ha  fatto  ricono feer e  quanto  fuffe fiato  inutile  l'baue 

re  con 


OTTAVO,  217 

re  con  fi  precipitofo  configlio  di/aerato  fi  fubito  dell*  Imperlo  di  terrafer- 
ma, &  perche  per  la  tardità  degli  apparati  di  Maffimiliano,  fi  temeva 

meno  V  un  giorno  che  t  altro  di  lui  limolati  ancora  non  poco  >  per che  no-  a  Non  pur 

lendo  condurre  a  Vinetia  l 'entrate  de 'beni,  che  molti  particolari  pini-  f^downT 

a  tiani  teneuano  nel  contado  di  Tadoua,*  era  fiato  dinegato  da  i  Tadouam;  l'entrate  dei 

in  modo  che  congiunto  lo  [degno  de  priuati  con  la  utilità  publica,&  inui^.  Jj,flf  ^"J 

tandogli  il  fapere  Tadoua  e  fiere  mal  prouifla  di  gente,  &  che  per  le  info-  a'  vmitiaai 

lentie,  che  i gentil 'b uomini  di  Tadoua  ufauano  con  la  plebe,molti  ricor-  fjj  |°fc  i,Je 

dati  fi  della  moderatane  delgouerno  Vmitiano  cominciauano  a  defidera-  Padouaj  ma 

re  il  primo  dominio;  deliberarono  fare  ejperientia  di  ricuperarla:^  a  que  *  J^  ^orne 

fio  daua  toro  occafione  non  piccola  che  la  più  parte  de' contadini  delTado  icriue  il  Bé 

nano  eràancora  a  loro  diuotione:&  perciò  fu  stabilito  che  ^Andrea  Gritti  fchhil  gìo- 

unode'Troueditori,lafciato  a  dietro  l' efferato  che  era  di  400.  huomini  Miniano  de 

d'arme, più  di  due  mila  tra  Stradiotti,  &  caualli  leggieri,  &  5  000.  fanti,  #"  "trattata 

andafie  a  Tuonale  nelTadouano,  &  unite  fi  nel  camino  con  una  parte  de'  &  rjcuP.cta< 

fanti,  che  accompagnati  da  molti  contadini  erano  flati  mandati  alla  Pilla  JJ  na0Cn '  J 

di  Mirano;  fi  diri^affe  uerfo  Tadoua  per  afialtare  la  porta  di  Qodalun-  lentia  dei- 

ga:  &  che  nel  tempo  mede  fimo  due  mila  uillani  con  trecento  fanti,  &  al*  i0  noterò 

cuni  caualli  a ff alt  afferò, per  confondere  più  gli  animi  di  quelli  di  dentro  il  hoH* 

Tortello,  eh  è  nella  parte  oppofita  della  città :&  che  per  occultare  più  b  uBembo 

queflipen fieri,  Chrìflofano  Moro  l'altro  Troueditore,dimoflraffe  di  an-  dice,  che  fòf 

dare  a  campo  alla  terra  di  Cittadella:  ilquale  di fegno  bene  ordinato  non  DYfoUhiCU& 

hebbe  però  maggiore  ordine,  che  felicità:  perche  i  fanti  arriuatia  gran-  non  cittadi- 

dehora  del  dì  trouarono  la  porta  di  Codalunga  me%a  aperta:  perche  cò^u^rc? 

tpoco  innanzi  erano  ter  forte  entrati  dentro  per  quella  b  alcuni  citta-  alla  porta  di 

0  j     •  •         •  irj-r  j       1  \.    Ji     r  1  jc    l'adouacar- 

dim  con  carri  carichi  di  peno,  in  modo  che  occupatala  Jenza  alcuna  dif-  xi.  co,      Vi 
ficnltà)&  affettata  fenza  fare  flrepitola  uenuta  dell'altre  genti,  che  enferò  dico 
erano  uicine,  furono  non  foto  entrate  prima  dentro  ,anzj  quafi  condot-  nef^duà 
te  su  la  piazza,  che  in  quella  città  grandi  ffìma  di  circuito,  &  uota  d'habi-  &  però  do- 

•    r  rrr  i  *  •       vj    ■  ^-    i  /•      j  ìì      mand^ron  . 

tatori,  fujfe  jentito  il  romore,  caminando  innanzi  a  tntti  il  caualier  delia  che  la  poru' 
Volpe  co' caualli  leggieri,  &  illitolo  da  Terugia,  &  Lattantio  da  Berga-  lor  fotte  a- 
mo  con  parte  de*  fanti  :  ma  pervenuto  il  romore  alla  Cittadella ,  il  D,  refi*  MoceaigV 
fina gouernatore  di  Tadoua  in  nome  di  Maffxmilidno, co  tr eceto  fanti  Tede  ,cri«e  »  «^e 
fchi,  che  foli  erano  a  quella  guardia  \ufci  in  piazza:  il  mede  fimo  fece  con  ?cTicun°i  c« 
cinquanta  caualli  Brunoro  da  Ser  evo,  affrettando  fé  col  foflenere  quìui  lo  ri  di  f*eno. 

7        j*    •        •         i/-    ì     •    m    j  vr  ■■   ir.  j  r        •  1     /«pocodianzi 

impeto  de  mmtci,quelli  che  m  Tadoua  amauano  l  Imperio  Tedejco  piglia]  era  (Uta  a- 
fero  l'arme  in  lorofauore:  ma  era  uana  quefla,et  ogrì  altra  fferanza, per-  p^ta.in  vi 

che  meno  fi  rac 
contarne  non  il  cafo,ma  !'aftutia  del  Gritti  mandaiTe  quefte  carra,  delle  quali  alcune  entrate  dentro,  &  al- 
tre fermate  fu  la  porta,  con  tìnta  d'effer  guaite;  trat'eneflero  il  ponte  leuitoio  fin  che  le  genti  ueniiTero, 
&  entraflcro  dentro:  ilcheiorti  l'effetto  desiderato.  Coli  ne'  mici  Paralleli  d'hiftorie  ho^otato  eiièmpi 
fimilia  quefto.  Vedi  Giuftiniano  nel  lib.  43- dello  Stratagema  di  Cornmanore  de' Segoregi  per  piglia* 
Marfiliaconlecarra  copeite  di  giunchi,  &  di  trafchej  6c  Luca  Contile  :'l  principio  delhb.j»  della  Vita  di 
Celare  Maggi  da  Napoli  del  modo  di  pigliar  Turino  co'  carri  di  fieno  l'anno  154*. 

ff   3 


LIBRO 

che  nella  citta  oppreffa  da  sì  [abito  tumultoy&  nella  quale  eragia  entra* 
ta  molta genteyni uno  faceua  mouimento;  in  modoyche  abbandonati  da  eia 
fcunoy  furono  in  breue /patio  di  tempo  con  perdita  di  molti  de  fuoi  coftret 
tià  ritirar  fi  nella  roccay&  nella  Cittadella:  lequali  ejfendo  poco  munite* 
bi fognò  che  iniffatiQ  di  poche  hor e  fi  arrende [fero  libera  mete:&  cofifat- 
teft  le  genti  Vinitiane  padrone  del  tutto,  attefero  a  quietare  il  tumulto? 
&  faluar e  la  citi à,la  maggiore  parte  dellaquale  per  la  imprudentiay& 
infolentia  d'altri  era  diuentata  loro  benìuolaynon  hauendo  riceuuto  dan- 
no fé  non  le  cafe  de  gli  Hebrei,&  alcune  cafe  di  Padouaniychefi  erano  feo 
perti  prima  nimici  del  nome  Vinitiano:  ilquale giorno  dedicato  à  Sata  Ma 
rinate  in  V ' inetta  per  deliberatione  publica  celebrato  folennementey  come 
dì  fé  li  ci  (fimo  ,&  principio  della  ricuperatane  del  loro  Imperio.  Commo fi- 
fe fi  alla  fama  di  quefla  uittoria  tutto  il  pafe  circoflante,  &  eragradifjìmo 
pericolo  yche  Vicenza  nonfaceffe  perfefieffa  il  mede  fimo,  fé  Cofiantino  di 
a  il  Bembo  Macedoniaxche  a  cafo  a  era  quitti  uicinoynon  ni  f uff  e  entrato  con  alcune  pò  & 
dìce,cheC5  che  genti.  mcuperataTadouayi  Finitimi \  ricuperarono  fubito  tutto  il 
minate  era  Contado  yhanendo in  fauorlora  la  inclinatane  della  gente  baffa  delle  ter- 
capitano     yey&  de*  contadini:  ricuperarono  ancora  col  mede  fimo'  impeto  la  terra? 
&le  fortezze  diLignagoy  terra  molto  opportuna  à  perturbare  tutti  i 
contadi  di  Veronay  di  Tadouay&  di  Vicenza .  Tentarono  olirà queflo  di 
pigliare  la  torre  Marche fana  diflante  otto  miglia  da  Tadoua ,  paffo  op- 
portuno ad  entrare  nelV  ole  fine  di  FfeuigOy  &  offendere  ilpacfe  di  Man- 
touatma  non  l'ottenneroy  perche  il  Cardinale  da  Efle  lafoccorfe  con  gen- 
te fubit  amente.  Jìon  ritardo  il  cafo  di  Vadoua>come  molti  haueuano  ere' 
dutOy  la  ritornata  del  Re  di  Francia  di  Id  da'  monti:  ifquak  mentre  par- 
tiuarfece  nella  terra  dì  Eiagr  affa  col  Cardinale  di  Pauia  Legato  del  Ton- 
te fi  ce  pinone  conuentioniyper  lequali  il T'ontefice5  &  il  l\e  obligatifi alla 
prottetione  lyuno  dell'altro;  contennero  di  potere  ciafeuno  di  loro  con  qua 
lunque  altro  Principe  convenire ,  pur che  non  f uff  e  in  pregiudi  ciò  della 
prefente  confederazione*  Promeffe  il  Ffe  non  tenere  protet$ione,wé accet- 
tarne in  futuro y  dì  alcuno  fadditoy  o  feudatario  f  ò  che  dependefje  mediata 
menteyò  immediatamente  dalia  Chtefa  y  annichilando  effreffomente  tutte 
quellty  che  infino  a  quel  dì  haueffe  riccuute  :  promeffa  poco  conueniente 
all'honore  di  tanto  ifo  perche  non  molto  innanzi  effendo  uenuto  a  lui  il 
Duca di  Ferraraycon  tutto  che  prima  fi  fuffe  fdegnatoychefen%afua  fa- 
puta  haueffe  accettato  il  Gonfaloni  erato >  della  Chiefa  riconciliatofi  fecoy 
&  riceuuti  trenta  m Ha  ducati  rhaueua  riceuuto  nella  fua  protettone. 
Conuemieroy  che  de'yefcouadiyche  allhora  uacauano  in  tutti  gli  flati  del 
J$er  ne  dìfponefje  ad  arbitrio'  fuoil  Pontefice?  ma  che  quegli,  che  fra  certo 
tempo  uacafferoy  fi  conferiffero  fecondo  la  nominatione,  che  ne  farebbe  il 
Hg:alquale  perfatiifarepiu,  mandò  il  "Pontefice  per  il  mede  firn  o  Ca  rdina 
h  di  Paula  alVtfcouo  d'albi  le  bolle  del  Cardinalato  ypromettedo  dargli 

le  in- 


O    T    T    A    V    O.  118 

te  infegne  di  quella  degmtà  fubko,  che  andaffe  a  l\omz.  Tutta  quefia  con* 
uentione,tll{e  fenradilatione  fi  partì  d'Italia,  riportandone  in  Francia  a  Per  qne- 

i./^„;    _  t-rr  1  •  ,  n  Ito  rilpetto 

gloria gramlijjima  per  La  untoria  tanto piena,&  acquijlata  con  tanta  ce-   fi  ie^c  in 
leritd  contra  i  Vinitiani:  &  nondimeno*  come  nelle  cofe  che  dopa  lnn7o  de  in  £l*ra™2 

/;V    •      >  r  ,.  .  '••    m       •'       g-   a      %    nella  uitadt 

jider  io  s  ottengono,nontrouano  quafi  mai  gli  ouomini  ne  la  giocondità,  ne  pirro,  che 
a  la  felicità,  che  prima  shaueuano  imazinata:*  non  riportò  né  mazzere  cìneauedé 

•         »       •        r  «  .         r  x     ,,         r   /  ■  r        1  do  Pirro  in 

quiete  a  ammode  maggiore  jicurta  alle  cojejue:  an%i  Ji  uedeua  prepara  cUnatoau» 

ta  materia  di  maggiori  pericoli ,&  alter  emoni,  &  pia  incerto  t'animo  fuo  'cte  JC(jf  ; 

di  quel  che  negli  accidenti  nuouammte  nati  kaueffe  à  deliberare:  fé  a  Ce-  gii  domidò 

fare  fuccedeuano  le  cofe profyer amente  temeua  molto  piti  di  lui,  che  pri-  ^J^J*^ 

ma  nonrhaueua  temuto  de  Vmitiani:  fé  la  g^andexj^a  de  Vinitianicomin  fatto,  dopo 

ciana  a  rifurgere;  era  necefìitato  (lare  in  continui  fofhetti,  &m  continue  chcfi  lofre 

n     r  ri  ri  n  t  tir  IO   ,rn?atra 

jPeje  per  conjentare  le  cofe  tolte  loro:  né  quello  /riamente,  magli  bi fogna  nìù  dettiti 
uà  con  gente  i&  con  danari  aiutare  M  affitti  li  ano  :  perche  abbandonando-  cAi^defr^L 
lohaueua  a  fiorettare,  che  non  fi  congvigntffe  co  Vinitiani  contra  lui,  frica',  .delia 
con  timore,  che  al  mede  fimo  non  concorrere  ti  [{e  Catolico ,  &  perauen-  S^"^™! 
tura  anco  ilTontefìce:  né  baftauano  aiuti  mediocri  a  conferuargli  Va-  eia,  &  d'o- 
micitia  dell'Imperatore;  ma  bi  fognano,  frfftro  tali9  che  ottenere  la  uitto-  f  Jj  c^^ 
ria  contra  i  Vinitiani:  t aiutarlo  potentemente,  ottra  che  con grauìffimo  P'rro.che fi 
dispendio  fi  faceua;  lo  rimette  uà  ne*  medefimi  periedi  dtlla  grandezza  di  ^  in°r"p. 
Ma/jimUiano:  le  quali  difficuUà  confider ondo,  era  flato  fofiefo  daprinci-  f°>  uiuenHo 
pw  fé  gli  doueffe  efferegrata,hmolefla  la  mutatione  di  Vadoua  :  benché  f"fta  Spaile 
poi  contrapefando  Uficurta,  che  gli  pottfie  partorire  feffere  priuati  i  §-*."£ '.^ 
Vinitiani  dello  Imperio  di  terraferma,  con  le  moleftie,& pericoli ', che  egli  niflìmo  tè- 
femeua  della  grandetta  delRz  de*  Romani*  &con  la  {peranno  d'hauere  po.QndeCi 
ad  ottenere  dalai  per  me?o  delle  jue  neceffuà  con  danari  la  città  di  Ve-  ^UhiìI/hoc 
Tona,  lagnale  femmamente  de fideraua,  come  opportuna  ad  impedir e  i  mo  chi  ci  toghe 

:       '•■     1       r  r        rr>         •     ^  •  '    r       1  ■      r  ,       °  Re*  che 

uimenti,  che  jifacejjero  in  Germania;  riputano  finalmente  più  jicuro,  &  noi  nò  pof 
più  utile  per  fé,  che  le  cofe  rimaneffero  in  tale  flato ,  che  douendo  neri  fi-   fiani°  hoz* 

1  a «        1  .    *r       t  ...,,*  '        godili  que- 

milmenjte  efiere lunga  guerra  tra  Majpmiliano ,  e  i  Vinitiani,  l  una  par-  ito  tipofo,e 

te,  &  l'altra  affaticata  dalle  fbefe  continue  ne  diueniffe  più  debole;  con-  Sarc1,,n  9UC 

fermato  molto  più  in  queBa  fententia  quanto  hehbeconuenuto  col  Ton-  za?uoiendo 

tefice:  perche  fherò  douere  hauere  {eco  fi  abile  confederatone,  ejr  amici-  i"  'felicità C 

pia:  lafciò  nodimeno  a confini  del Ver ont fé  fiotto  la  Talìffa  fettecento  lan-  confitte  nel 

eie,  perche  Jeguiffero  la  uolontà  di  Ce  far  e,  co  fi  per  la  confematione  delle  ^  *^*ìm 

jcofe  accfuiilate,  come  per  ottenere  quel  che  ancora  poffedenano  i  Vinitia-  ti,  &  nò  nel 

ni  per  t'andata  de'  quali  a  Vivenza,  fecondo  il  comandamento, che  h ebbe-  m^^egn'i: 

ro  da  Cefare,  fi  ajficur.ò  la  città  di  Verona  :  laquale  per  lo  piccolo  prefi-  **'  9u.a,i  * 

•dio,che  ni  era  dentro  Uaua  con  mediocre  fojpetto,  &  l'efferato  de'  Vini-  ^o  "unta 

% iam,  che  era  andito  a  campo  a  Cittadella  fé  ne  parti.  Succedette  in-  uaggioreoc 

jian'TJ  alla  partita  del  J$e  un  altro  accidente  favor  euole  a'Vinitiani:  per-  dftrauagU 

ithe  correndo  continuamente  icaualli  loro,  che  erano  in  Lì^nago  per  tut-  "• 

Ff    4  tQ 


n  no 

to  il  pafe,  &  infino  su  le  porte  di  Verona, &  facendo  danni  grandi/fimi* 
*  Mana-E-     »    m^  ie  nenthche  €rano  m  Verona  per  nò  ui  ejfere  più  di  dugeto  ca  uatli, 
ìcCfon.che  $-  fetteceto  fantino  potevano  rejiltere;tl  rtjcouo  ai  Treto  gouematore 
dimorfa  Pcr  Cefare in  Vidi*  cittdidtliberàdo poruiil capo\chiamò il Marebtfe di 
r.i"rhV(c  '    Màtoua:ilquale*pcr  affrettare  le preparationi,che  fi  faceuanoyftrmatcfi  a 
veroni0  &  con  la  *&$<*%***  &  caualhicbe  battei**  dal  I{e  aUtfóta  della  Scala,  cafak 
rhaueiù  af  grade  in  Veronefe>no  circodat-o  dimura,nèd' alcuna  forti  fi  cat  ione  ^mentre 
rinomo   ftà  quiui  fen^a  fojhettOyfu  efiempo  notabile  a  tutti  t  Capitani,  quanto  in 
re:  ma  che  0gni luogo,&  in  ogoi  tempo  debbino fiare  uigilati,&  ordinati,&  in  modo 
FaOÌta"danU  foffino  còfidarfi  delle  for^e proprie,  nofiaffìcuràdo  né  per  la  lontanala, 
Za  di  cefa-  neper  la  debolc%^ade'nimicnpercbe  efjendofiil  Marchefe b  couenuto  con  b 
5oSiTceCFxi  alcuni  Stradiotù  dell' e}} eretto  de  Finiti  ani,  eh  e  ueniffero  a  frenarlo  in 
cefi  ritirato  quel  luogo  per  fermarfi  a  gli  flipedtjjuoiy&  hauHo  effi  infmo  dal  princi- 
Scali! deih  polche  ^furem  ricercati  da  lui,tnamft  fiata  la  coja  a  loro  Capitani^  però 

effendofi  dato  ordine  con  queflaoccafione  d'afialirlo  alCimpromfo,  Lucio 
«igof  cnV  Mainerò  co  dugeto  caualli  leggieri,&  ZitolodaVerugia  con  ottocento 
particola/-  fanti  uenuti  occultamente  da  Tadoua  a  Lignago,&  umtift  co  le  geti,  che 
w  qudfto'  erarì0  *  Lignago&  co  mille  cmqueceto  de  còtadtni  delpaefe,  &  mandati 
trattano  dì  innari  alcuni  canali/ 3cbe  cofpefie  uocigridajfero  Turccfera  quello  il  co- 
%  32§Ì  gnome  del  Marche  fé)  per  fare  crederebbe  fusero  gli  Stradimi  affettati; 
di  Matouaj  fi  coduf$ero>no  foft  elùdo  alcuno  la  mattina  defimata  fui  fare  delgwrno 
w  róétSSI  amfoladella  Scalai  entrati  fen^a  refifiètiaytrouàdo  ferina  guardia  al 
che  gli  ftra  cma  tutti  ifoldath&gli  altroché feruiuano,et  feguitauano  il  Marchefe 
fexTtrm^  a  dormiresti  mefseroinfreda:one  tra  gli  altri  rimafe  prigioni  Roisì  tuo 
to  doppio:  gotenete  del  Marchefe  nipote  del  Cardinale  dicano,  etilMurchejefenti- 
fulìfànldl  to  il  romore,efsendo  fuggito  quafi  ignudo  per  una  firn  ftra,et  occultato  fi  in 
tota  auiaro  m  cty0  di  faggina;  fu  manìf efiato  animici  da c  un  cotadino  del  luogo  me-  c 
Sorgerà"  deftmotilquale anuponUo  il  corno  do  4e  Finiti  ani  alla  propria  utilitàyfe- 
*n  lignago  f  odo  l'ardore  commune  degli  altri  del  piefe,  mentre  che  fimulatamente, 
chefe'ftTua  udite  l'offerte  grandiffime  che  iM-irchefe  gli  faceua,  dimofirauad'atten- 
fprouiao:&  4ere  a  ralUarloi  fece  il  contrario:  onde  menato  a  Vadoua,  &  poi  a  Vme- 

«nò  ne  fcrif  J  , ,  •    j-  ^i.^u^r» 

fc  a'  Proibitori,  che  tri  mandarono  il  Mainerò,  &  dtolo:  i  quali  uniti  con  le  compagnie  di  Girolamo 
Pompeo,  di  Pietro  Spoluer.ni,&  di  Vincenno  Gallino,  fecero  l'eretto.  L> E qu.cola  fimi tmented.ee,  che 
i  villani  auiratonoilMaluezzir&roggKigne,  che  .1  Matche-e  fi  trouaua  i.d.ipofto.  II  f™™*™'™* 
formea  quefto  auttore.  Ma  Leandro  Sbtrti  ne  da  tutta  la  lode  a  Girolamo  Pope»,  d.cendoch  egli  £  .ff  a 
Proueditori  vinicianitche  Te  uo  euano  dargli  zoo  causili;  elfi  con  l aiuto  di  quelli  della  ««uaMaJelO^ 
feon*,haurebbon  fatto  un  bel  tratto  centra  .1  Marchefe:*  ch'eflì  gì.  mandarono  .1  Maluezzo,  lo  Spo ,luer  no, 
e*l  Caflìno:  ^c  di  co  adduce  l'Alberti  il  telt.mon.o  delle  lettere  da  lui  ueicte, .  pnuileg.  per  co  dal ^  Ce «fi- 
glio di  Dieci  di  Vmetia  concedi  alla  famiglia  Pompea  in  Verona,di  eh,  ferme  ancho  .1  Bembo  &  altre  con- 
iermarioni.  Il  Bembo  d.ce  che  tornando  il  Marchefe  a  Mantoua,  fu  da  gli  amie,  auifato^ Gnw, &  non  parla 
punto  del  trattato  degli  Stradiotti-.ma  conforme  all' Abert»  moftra,ch«il  Tompei  forte  in  gran  parte  aut- 

rD^oc=^^ 


r      X^reJbe1  ?Sofc  I5S  eh.  ftlE»  a  Eilifc  Nel  Be-bo  fi  legge,  che  in  un .arn*. 
m*%  Safgma>«««i»'^»'€a»al6o(io  ilMaichefc;  m*  il  Mocemgo  l«iuccomc  queftoaunoie. 


O     T    T    Ai   V    O;  ti9 

tìafu  con  allegrezza  ìneftimabile  di  tutta  la  Città  incarcerato  nella  Torret-  .  rI  VìCC€xg 

t  a  del  palagio  publicofì^nhaueuainfmoahor  a  mipedito.neimpedwa  Cefo  s°  faiue  . 

re  in  parte  alcuna  i  progreffide*  Vmìtianunon  hauendo  hauuto  ùifieme  forze  ^i i  ufeì* 

baftanti  al  alloggiare  fu  la  campagna,  &  effondo  flato  occupato  molti  dì  nella  no  e  in  tir* 

montagna  di  Vicen^atoue  iuillani  affettienati  al  nome  V "minano,  confidati  fi  ™*  ^utthì 

neltafyre'zgade  luoghi  ,fegH  erano  mani f e flament  e  ribellati  :  &fcendendo  aicumcan*. 

d poi  nella pianuy •a.ejfndo già  feguita  la  ribellione  di  Tadoua;  fu  non  fen^a  tò*^S?ti 

fuo  pericolo  asfaltato  da  numero  infinito  depaefani ,  che l afpettauano  in  un  a  «ouare  i 

pajfoforte:donde  hauendogli  facciati  uenne  alla  Scala  nel  Vicetino.oue  lef-  £"  5nc'  p« 

fercito  Finitiano  haueua  ricuperata  gran  parte  del  cotado  di  Vicen^eì  e$u  ,e  biadc  »  & 

guata  Serraualleypaffò  importante haueua  ufata  crudeltà  grande  cantra  iTe  t  "^có^fti 

àefcbUdqual  luogo  rii  uperado  pochi  dipoi  Maffimiliano,  usò  cotra  i  fanti  Ita  con  àtoUt* 

*liani.& iomraglihuominidelpaefe la*medcfima crudeltà: cofi non effèndo  &?*"* an 


mano   * 


ancora  maggior  Uè  for%efuef fi  occupaua  in  piccole  impre fé  frocedèdo  alleati  Jjjji^ 
gnationehora  di  queflo  Caflelloyhora  di  quello  con  poca  deguitàjùt  riput otto- 
ne del  nome  Cefareo, proponendo  nel  tépo  medefimo  agli  altri  confederati  co-  b  Era  ca^ 
mefempreeranomaggioriUoncettifuohcÌjelefor7ie,&  loccafioni;  che  fiat  fidiodddeiu 
tende ffc  con  lefor%e  di  tutti  ad  occupare  la  Città  di  Finet'm ,  ufando  oìtra  le  fortezza-  <* 
proui fioniterrefirtf amate maritime de  Re  di  Francia. &  di  .Aragona,  ette  Sicuro*? 
galee  del  Tonteficey  cìyeallbora  erano  congiunte  infieme .  Ullaqual  co  fa  non  uere» con  a? 
trattata  nella  confederatone  fatta  a  C  ombrai ,  bar  ebbe  acconsentito  il  He  di  «?dei  "a°efo 
Francia tfure che fi proponeffero  condizioni  tali,  che  lacqifiarla  rifultaffein  ma  n?nJ^ 
beneficio communema era cofa molefta alTontefìce)& laquale, & allbora,  Sbuà'tiài 
&  in  altro  tempo  che  più  lungamente  fi  trattò  >  fu  fempre  contradetta  dal  He  srofI?  s[°^: 
CatoUco;deteftandQla,percheglipareua  utile  al  Re  di  Froda,  fiotto  colore  di  ri.  Fu  prefe 
•efière  cofa  ingiufiiffima,  &  inhoneftiffima:ma  me  tre  che  doli  arme  Tedefcbe,  ^"  j£°d|1^ 
&  Italiane  fono  cofi  ueffatiieontadidiTadouatdi  Ficé^as&  di  Verona^era  teftagno,ar- 
ancor  a  più  mi fer abilmente  lacerato  ilpaefedel  Friuli  y  &  quello  che  in  iflria  rende 


il  caftillarr» 


t>bediua  a  Vinitiani  : perche  effendo  per  commeffione  di  Cefare  entrato  nel  cantra  la  uo 


Friuli  il  Trincipe  di  «Anault  con  dieci  mila  huomini eomandathpoi  che  in  uà  l£  ^ 


lótà  di  mal 


tolda  ti 


no  hebbe  tentato  di  pigliare  Monte  Falcone  >  haueua  ejpugnata  la  terra  >  &  cadorini , 

Ida  °  Forteto  di  C adoro  con  uccifione grande  di  quegli  che  la  difendeuano:  dSnwo'ift 

•&  ali  incontro  alcuni  caualli  leggieri,  &  fanti  de  Vinitiani feguitati  da  mal  fi  teneua  *a 

4i  del  paefe;  prefero  per  fiordo,  la  terra  di  Valdifera ,  &  per  accordo  Bello-  ^n0.no& 

na ,  oue  non  era  guardia  di  Tedefchi  :  &  da  altra  parte  il  Duca  di  Branfuich  »  p«deua... 

mandato  medefimamente  da  Cefare , non  hauendo  potuto  ottenere  Pdine,  diq^eftow 

terra  principale  del  Friuli;  era  andato  a  campo  a  Ciuitale  d'+Auftria  >  ter-  tìelio  fu  ,e* 

rafituata  in  luogo  eminente  fu  7  fiume  J^acifone ,  a  guardia  della  quale  flfl'uoml- 

c  era  c  Federigo  Contareno  con  piccolo  prefidio  ;  ma  confidatofi  nelle  far-  ** del  Com 

.:,  *  J  J  rouncdlAni 

pczzo.m«mbro  della  Comnmnitàdi  Cadoro,&  ricini  a  Botteilagno  :  i  quali  volo n tati amente  fi  diedero  a 

CeUre.à  horalbno  lotto  l'Arciduca  Pedinando.  La  fortezza  di  Cadoru  tu  poi  ricuperata  al  Senato,  per 

opera  de  gli  h  abitatori  del  paeleA  di  Lionardo  dualier  di  r\odi,&  di  Pietro  Corlo.  Vedi  il  Mo  cenilo  .  a 

«Guftniano^ilVeceliio. 

e  Haueua  Federo  Contaiini,a  difefa  di  Ciuidal  d*  Auftria  principalmente  il  feguito  de*  cittadini  affettl*- 
»ati,&J?oi  +.Capu.cò  rto.ianti,co'  quali fecs  ho»©«ta  diiefa,tec«jdo  efee  diffulàméw  fcuac  ilAiocjtflU,** 


LIBRO 

ft.  T  %e  del  popolo  diftoflifjìmo  a  difender  fi  :  al  cuifoccorfo  uenenio  con  ottocento 
dS&i  che  caualli,  &  cinquecento  fanti  Gian  Vagolo  Gradmigo  Troueditore  del  Friuli 
*on  una  ira  r       crQ  •   r      dajle  a      ti  Tcdefche  ;  &  nondimeno  ancora  che  haueffero  a 

bolcata  iup   >  J'         J   o  o  v  v    rr  i*.    r  t        j» 

fcro  gìo.    folata  Ci*tfafe  cow  l  artiglieria, non  potettono  ntcon  l  aflalto  feroce, che  gli 
dw  °co"  dcttono,nè  con  la  fama  di  hanere  rotti  coloro  che  ueniuano  afoccorrerla,ejpu 
™<i'kl%  gnarla.  Et  in  iflria  Chriflofano  Frangipane  roppeal  caflello  di  Ferme  gli  Vf 
"VdS  lo  ficiali  de'  yìnitiani,  feguitati  dalle  genti  delpaefe  :  con  Foccafione  del  quale 
tengo;  era.  fucceffo  projpero  fece  per  tutto  il  pae fé grandinimi  danni  t&  incendi], &  b  oc  b 
Jiofo?oCFri  cupo  Caflel  Wuouo,&  la  terra  di  Rajpwcchio:però  i  Vinitiani  ni  mandaro- 
€:Pani:iiqua  no  angelo  Treuifano  Capitano  dell'armata  loro  con  fedici galee, ilquale  pre- 
iEiftift^  fa  per  forza  nella  prima  giunta  la  terra  di  Fiume, tentò  di  occupare  la  Città 
di  Triefliìma  non  gli  fuccedendo;  ricuperò  perfora  Rannicchio,  &  dipoi  fi 
tteSS  !  ca  ritirò  con  le  galee  uerfo  Vinetia,nmanendo  lacrimabile  lo  flato  del  Friuli ,  et 
ft/i  nuòuo ,  dell'i flria  :  perche  effendoui  più  potenti  bora  i  Vinitiani ,  hora  i  Tedefchi , 
Succhio*  quelle  terre  che  prima  haueuaprefo ,  &  faccheggiato  l'uno,  ricuperaua,& 
che  fi  arrefe  facche^giaua  poi  l  altro ,  accadendo  molte  uolte  queflo  medefimo  ;  di  modo  , 
rGi!oiaraJia  che  effen do  continuamente  inpreda  lefacultà,&  lauita  delle  perfine ,  tutto 
cótarini  co  fl  paefe  horribilmente  fi  confumaua,&  diflruggeua.Wg  quali  accidenti  deh 
«3fi£  li  larme  temporale  fi  di^utaua  in  Romafopra  ì  arme  ftirituali,  oue  infino  in- 
Tiisfc:  la  mn7j  alla  ricuperazione  di  Vadotia,  erano  entrati  con  h  abito,  &  con  modi 
rlauuu   miferabili  ifei  Oratori  del  Senato  Vinttiano  :  i  quali  effendo  confueti  a  vi- 
vo* potè  p  tnxrm  con  pomm,&  faflograndifJìmo,&  concorrendo  loro  incontro  tutta  la 
fcrptóv;  corte,  non ifolo  non  erano  flati  ne. honorati , né  accompagnati  ;  ma  entratiuì 
di  a  Moce-  /percfc  cofi  uolte  il  Tontefice)di  notte, ne  ammeffi.al  cofpettofuo ,  andauano 
i'^he  tutti  a  trattare  in  cafa  il  Cardinale  di  ISiapoli  con  lui ,  &  con  altri  Cardine    & 
queiH  prò-  belati  deputati,opponendo fi  grandemente,  perche  nonotteneffero  laflolu- 
!Ti  Bembo:  tione  dallecenfure,  gli  ambafciaton  del  Re  de  Romani ,  del  Re  0mflianiffi- 
c  Arrigo  7   tm  >  &  del  Re  Catolico ,  &  in  contrario  ajfaticandofi  per  loro  palefemente 
Red'inghu  l^rciuefcouo  Eboracenfe  mandato  per  quefla  cagione  principalmente  da 
raorJ %*  Hemco  V Uh  fuccedutopochi  mefi  auantiper  la  morte  di  *  Hemco  V 1 1.  c 
f  a  Px.ie      fm  padre  nei  Regno  d'Inghilterra .  Ma  emettanone  di  cofe  molto  maggiori 
TI  alche-  occupaua  in  queflo  tempo  gli  animi  di  tutti  gli  huomini;  perche  Cefare  racco 
™dia,haué  olendo  tutte  le  forxe,  che  per  fé  fleffopoteua ,  &  cheglierano  conceduteda 
lllZ%  -molti,  fi  preparami  andare  con  egrcitopotentiffimoacampoa  ^àoua: 
7.  mefi  ,  &  &  da afa  pa,te  il  Senato  Vinitiano  giudicando  confiflere  nella  difeja  di 
h  ebbe  %  '  quella  città  totalmente  la  fallite  fua,attendeua  con  fomma  diligenza  alle  prò 
tKabet  fua  Uomnccerrxrle  a  difenderla  Muendoui  fatto  emme, da  quelle  genti  infuo 
fSsSRB  rache  erano  deputate  alla  guardia  di  Treuigi,  l'efferato  loro  con  tutte  quel- 
qujUjw  fo  kf9rnxkedaogwf4*te  hausuatio potute  raccorrei  conducendouinume- 
a^o£ì«  winfmamilUemdiW  Ya2>ionc  baflan 

Sf  cheli  te  a  ^tentargli  molti  me  fi, moltitudine  innumeraide  di  contadmi,&  di  gua 
fuccerre ,  %  /larari,  co'  quali  oltra  fhauere  con  argini ,  &  con  copia  grande  di  legnami  > 
Suo^uS^ta,^  Xa^Vcd,  Jobdoio  Virgilio  al  fine  del  lib.iMd  nulle  ria  d'in^hilteru. 


O    T     T     A    V    O.  tj* 

&  di  ferramenti  riparato ,  per  non  ejfere priuati  dell'acque  che  appreso  alla 
a  terra  a  di  Liminifi  diuertonoa  Tadoua ,  baueuano  fatto  alle  mura  della  eh-  a  Leggi  w  4. 
tà>&  faceuano  continuamente  mar auigliof e  f or tificationi  :  &  con  tutto  che  lib-  d«lI'bi- 
le  prouifwni  fujfero  tali,  che  quafi  maggiori  non  fi  potejfero  defiderare ,  non-  ceìiigo ,  e  it 
dimeno  in  cafo  tanto  importante  era  ineflimabtle  lafollecitudine,&  l'anfie-  *dcl  Babo.» 
tà  di  quel  Senato,  non  ceffando  dì,  &  notte  i  Senatori  dipenfare,  di  ricorda  «  mlm/te  de 
re  ,  &  di  proporre  le  cofe ,  che  credeuano  che  fujfero  opportune  :  delle  quali  fe**?  V* tcr 
trattandoci  continuamente  nel  Senato,Lionardo  Loredano  loro  Doge,  huomo  ne . 
uener abile  per  l'età  &  per  la  degnità  di  tanto  grado, nel  quale  eragia  fedu- 
to  me  Iti  annijeuatofi  in  piedi  parlò  in  queflafententìa . 
b    b Si  come  è  manifefliffimo  a  ciafcuno,preflantiffimi  Senatori ,  nella  confer-  b  L'orano. 
uatione  della  città  di  Vadouaconfifle  nonfolamente  ogni  ff>eran%a  di  potere  ?c  dc\ Doge 
mai  ricuperare  il  nofiro  Imperio ,  ma  ancora  di  conferuare  la  noflra  libertà  :  nudare  ino 
&  per  contrario  fé  dalla  perdita  di  Tadoua  nefeguita ,  come  è  certi  (fimo  Fui  ^an^dtfc 
tima  defolatione  di  quefiaTatria,bi fogna  di  neceffità  confeffare  che  le  proui  fa  di  pado- 
fionu  &  prcparationi  fatte  infino  a  hora  ancoraché  grandijfime,  &  mar  ani-  JJ^te  ^uo. 
gliofenon  fiano  fufficienti,nè  per  quello  che  fi  colimene  per  la  ficurtà  di  quel-  dotta  dai 
la  città,  ne  per  quello  che  fi  appartiene  alla  dignità  della  noflra  Republica:  ncUib'fje 
perche  in  una  co  fa  di  tanta  importanza ,  &  di  tanto  pericolo  non  bafla,  che  i  ben  c°  aItra 
prouedìmenii fatti fiano tali chefipoffa haueregrandiflima^eranza\che Va  1?)  &a,dalf 
dona  s'habbia  a  difendere  :  ma  bifogna  fiano  tanto  potenti,che  per  quel  che  fi  Giufónia  - 
pub  prouedere' con  la  diligenti  a  &  industria  humana  j'fipoffa  tenere  per  cer  io.  acquali 
t  o  che  habbinoad  afjìcurarla  da  tutti  gli  accidenti ,  che  improuifamenfe  po^  non\  ifPeci* 
teffe  partorire  la  finiftra  fortuna,potente  in  tutte  le  cofe  del  mondo  ;  mafopra  mw'ode'gio 
tutte  l'altre  in  quella  della  guerra:  né  è  deliberatone  degna  dell'antica  fa-  uani  > che  *L 
ma,  &  gloria  del  nome  Vinitiano,che  da  noifia  commeffa  interamente  la  fa-  fe  mldaruf: 
lutepublica,  &  l'honore,  &  la  ulta  propria,  &  delle  moglie,  &  figliuoli  no  roa  fo,° efo? 
flri  alla  uirtu  di  huomini  forefiieri,&  difoldatimercenartj  ,  &  che  non  cor-  ffanó  màda 
riamo  noi  fontane  amente,  &  popolarmente  a  difenderla  ed  petti,&  con  le  "i11, Bembo 

I  •         n  i      ri  rrrì  i.       •      v  f  .     .      no  la  pone: 

braccia nojtre  :  perche  j e  hora  nonfijojtiene  quella  atta,non  rimane  a  noi  più  ma  bè  dice, 
luogo  d'affaticarci  per  noimedefmi^nondidimoflrare  lanoflra  uirtù ,  non  di  cb}e  il  D°sc 
fendere  per  lafalute  noflra  le  noflre  ricchezze  -.però  mentre  che  ancora  non  nudato  due 
èpaffato  il  tempo  di  aiutare  lanoflra  Vatria  ,  non  debbiamo  lafciare  indietro  ?01  fi&liu.°.; 

e  i  'ni  i  f  li- armati  •■ir 

opera,  o  sforzo  alcuno, ne  affettare  di  rimanere  in  preda  di  chi  de  fiderà  difac  quai  eiiem- 
cheggìare  le  noflre  f acuità  J.i  bere  con  fomma  crudeltà  il  nofiro  fangue  :  non  fa^/da^se- 
contiene  la  conferuatione  della  Vatria  folamente  ilpublicobene  ima  nella  fa  natoti ,  &t 
Iute  della  Republica  fi  tratta  infieme  il  bene  ,&la  falute  di  tutti  i  priuati ,  ti'™ndan- 
congiunta  in  modo  con  effa  che  non  può  fiore  quefla  fen%a  quella ,  perche  ca-  acmi  anchor 
dendo  la  Republica,  &  andando  mferuitè,  chi  non  sa  che  lefuflantiey  l'ho-  ^iU0Pif  co" 
nore,  &  la  ulta  de  priuati  rimangono nn  preda  dell' auaritia,  della  libidine  y  non  Picc<\1 
&  della  crudeltà  de'  nimici  (  Ma  quando  bene  nella  difefa  della  Hepub.  non  humnlni  ar 
fi  trattale  altro  ±che  la  conferuatione  dellaTatria}.  non  è  premio  degno  de    ma"  •• 

firn 


L    1    B    ft   .0 

Juoi  genero fi  Cittadini  .pieno  digloria,&  di  Jplendore  nel  mondo,  &  fàerìte- 
e\b  fi  legge  noie  apprejfo  a  Dìo  ?  perche  èfentetia  infino  de  a  Gentili  effere  nel  cielo  de-1  * 
in  -quCdeItf  terminato  m  luogo  particolare ,  ilquale  felicemente  godino  in  perpetuo  tutti 
6.  delia  Re-  coloro,che  haranno  aiutato ìconferitatOy&  accrefeiuto  la  patria  toro  :  &  qua 
^ub  Tullio C  k  patria  è  giamaiftata> che  meriti  d' effere  più  aiutata,  et  conferuata  da  juoi 
ehe  vìa  ch:à  figlinoli, eh cquejl a  $  laquale  ottiene,  &  ha  ottenuto  per  molti  fecoli  ilprin- 
£  scipume!  aP~to  tra  tutte  le  città  del  mondo ,  &  dalla  quale  ifuoi  cittadini  riceuono 
omnib9  qui  grandiffìme  &  innumerabili  commoditàjMtilità, &  honori  :  ammirabile  ,fe 
feruauahu  fi  confiderano,  o  le  doti  riceuute  daRayatura,o  le  cofe,che  dimeflrano  lagra-> 
adiuuennt ,  deT^a  quafì perpetua della  proserà  fortunato  quelle  per  leqnali  apparìfee  la 
Jéttum'eiA  vtàrn ,  &  la  nobiltà  degli  animi  de  gli  habitatori  :  perche  èftnpendijjlmo  il 
in  ce>  ,  ac  fitofno  pò fla  unica  nel  mondo  tra  l  acque  f alfe, &  congiunte  in  modo  tutte  le. 
cu,  v  w  boa  parti  fiacche  in  un  tempo  mede  fimo  fi  gode  lacommodità  dell'acqua  &  ilpia 
*  *io  fem-  ceYe  della  terra.ficuraper  non  efferepofla  in  terra  ferma  dagli  affliti  terre- 
!!r**?  dice1  flyi>  &  ficmapcr  non  effere  pofta  nella  profondità  del  mare  da  gli  affitti  ma- 
s&-  ritimi;  &  quanto  fono  maranigliofi  gli  edificijpublici,&prÌHati>edifi?ati  co 

incredibile  ffie fa.  &  magnificentia,  &  pieni  di  omatiffimi  marmi  foreflieri  , 
&  di  pietre  fingulari  condotte  in  quefla  città  da  tutte  le  parti  del  mondo:  dr 
quanto  afono  eccellenti le pitture 'M flatue,  lefculture.gliornaméti  de  Mia 
faich&  di  tante  belliffime  colonne, &  Maitre  cofefimigliauti:  &  quale  cit- 
tà fi  trotta  alprefente,onefia  maggiore  cocorfo  delle  nat  ioni  foreflieri  che  nen 
gono  qu'hparte  per  habitare in  quefla  libera,et  quafi  diuina patria  ficuramen 
telane  per  esercitare  i  loro  commertij:  ondeVinetia  epiena  di  grandiffìme 
mercatantie,  &  faccende,  onde  crefeono  continuamente  le  riccbczge  de*  no- 
flri  cittadini, onde  la  Repub.ka  tanta  entrata  del  circuito  foto  di  quefla  città, 
quanta  non  hannomoltiRe  de  gli  interi  Regni  loro  .  lafcio  andare  la  copia 
de"  litt  erati  in  ogni  f denti  a  y&  f acuità,  la  qualità  de  gli  ingegni,  &  la  uirtù, 
degli  huomini ,  dalla  quale  congiunta  con  le  altre  conditioni  è  nata  la  gloria 
delle  cofe  fatte  maggiori  da  quefla  RepubL  &  da  gli  huomini  noflri ,  che  da* 
Romani  in  qua  habbia  fatto  patria  alcuna  :  lafcio  andare  quanto  fia  mar  ani- 
<iliofo  uè  deve  in  una  cittadella  quale  non  nafea  co  fa  alcuna, &  che  fui  pieni  (fi 
ti  ia  di  habitatori-.  abbondare  ogni  co  fa.  Fu  il  principio  della  città  noflra  riflret 
to  fu  quefli foli  fcogli  flerili,  &  ignudi,  &  nondimeno  diflefafi  la  uirtù  degli 
huomini  noflri  prima  ne  mari  più  uicini,&  nelle  terre  circoflanti,  dipoi  am- 
pliatafi  con  felici  (ucceffi  ne  mari, &  nelle  prouiycie  più  lotane,  &  corfa  infi 
no  net  ultime  parti  dell'Oriente  &cquiftò  per  terra,  &  per  mare  tanto  Impe- 
<  rio,  &  tennelosì  lungamente,  &  ampliò  inmodo  la ifuapotentia , che flatd 
tempo  lunghifjimo  formidabile  a  tutte  l'altre  città  d ]  Italia, fia  flato  necejjhr 
rio, che  ad  abbatterla  fi  ano  concorfe  le  fraudi ,  &  le  for%e  di  tutti  i  Trincipì 
Chrifliani:  cofe  certaméte  procedute  con  l'aiuto  delfommo  Dio:  perche  è  cele 
brataper  tutto  il  mondo  la  giuftitia,che  fi  efercita  indifferent eméte  in  quefla 
dttàìper  lo  nome  fo  lo  della  quale  molti  popoli  fi  fono  ffontaneamente  fiotto - 

pofli 


OTTAVO.  i?t 

polii  al  noflro  dominìoigià  a  qude  città  a  qml 'imperio  cede  di  religione ,  e  di 
pietà  nerfo  il  fommi  D  i  o  fa  patria  noflra  ?  oue  fono  tanti  monafiertj ,  tanti 
tempij pieni  di  riccbi(Jìmi>  &  predo  fi  (fimi  ornamenti*  di  tanti  fiupendiuafi , 
&  apparati  dedicati  al  culto  Diurno  *  oue  fono  tanti  boritali ,  &  luoghi  pij, 
ne  quali  con  incredibile  Jfc fa  &  incredibile  utilità  de  puueri ,  fi  esercitano 
arduamente  l'opere  della  carità?  È  meritamente  per  tutte.quefte  cofeprepo 
fla  la  Tatria  noflra  a  tutte  laltreima  olir  a  quefle,ce  rièunà,per  laqualefoU 
trapaffa  tutte  le  laudi,&  la  gloria  di  fé  medefima.  Hebbe  la  Tatria  noflra  in 
un  tempo  mede  fimo  l'origine  jha,  &  lafua  libertà ,  né  mai  nacque  >  né  morì  in 
Vinetia  Cittadino  alcuno  che  non  nafeefie ,  &  moriffe  libero ,  ne  mai  è  fiata, 
turbata  lafua  libertà,  procedendo  tanta  felicità  dalla  concordia  ciuile  ^abi- 
lita in  modo  negli  animi  degli  Imomini  ,  che  in  uno  tempo  mede  fimo  entrano 
nel  noflro  S enato, &  né  noflri  configli,&  depongono  le  pr  mate  dijcordie,  & 
contentioni idi  quefio  e  confa  la  forma  del  gouerno, eh  e  temperato  di  tutti  imo 
di  migliori  di  qualunque  fi)  etie  di  ammimfiratione  publica,&  compofio  in  mo 
doy&aguifi  di  h  armonia  proportionato,&  cocordante  tutto  afe  medefimo  ; 
è  duratogià  tanti  fé  coli  fen%a  fé  òÀtione  ciuile  -,  fenica  armi,  &  fen'^a  f angue 
tra  ifuoi  cittadini  inuiolabilc,&  immaculato -.laude  unica  della  nofira  Repu- 
blica  >&  dellaquale  non  fi  può  gloriare  né  Roma,nè  Cartaginese  jlthene,nè 
Lacedemone  ,  né  alcuna  di  quelle  Republiche ,  che  fono  fiate  più  chiare,  &  di 
maggiore  grido  apprefibagli  antichi:an^i  appreffo  a  noifiuede  in  atto ,  tale 
forma  di  Republica,  quale  quegli  che  hanno  fatto  maggiore  profeffione  di  fa- 
pientia  ciuile,nonfeppono  mai  ne  imaginarfi  né  deferiuere.   adunque  a  tan- 
ta, &  a  fi  glorio  fa  Tatria  fiata  moltifjìmi  anni  antimuro  della  fede,  fplendo- 
re  della  Repub.Chrifiianamancherano  le perfone de 'fuoi  figliuoli,&  de  fuoi 
cittadini  f&  ci  farà  chi  rifiuti  dimettere  inpericolo  lapropria  uita,  &  de  fi- 
gliuoli per  lafalutc  di  quellaHaquale  contenendo  fi  nella  difefa  di  Tadoua,chi 
farà  quello  che  nieghi  di  uoler  e  per  finalmente  andare  a  difenderla? Et  quan- 
do bene  fujfimo  certiffimi  e  fiere  baflantile for%e che  m fono non  appartiene 
egli  ali  honore  noflro  ?  non  appartiene  egli  allo  filendore  del  nome  V iniziano 
che  fi f appia  per  tutto  il  monio,che  noi  mede  fimi  fiamo  corfiprontiffimamen- 
te  a  difenderla,^  conferuarlat  Ha  uoluto  il  fato  di  quefia  città  che  in  pochi 
dìfia  caduto  delle  maninoftre  tanto  Imperio:  neHaqual  cofanon  habbiamo  da 
lamentarci  tanto  della  malignità  della  fortuna,perchc fono  cafi  comuni  a  tut- 
te leRep.a  tutti  i  Regnuquanto  barbiamo  cagione  di  dolerci  che  dimentica- 
tici della  coflantia  noflra  fiata  infino  a  quel  dì  inuitta ,  che  perduta  la  memo- 
ria di  tanti  genero fi>&  glorio  fi  effempi  de  noflri  niaggiori;cedemmo  co  trop- 
po fubit  a  dijperatione  al  colpo  potente  della  fortunale  fu  per  noirapprefenta 
taa  figliuoli  noflri  quella  uirtù ,  che  tra  fiata  rapprefentata  a  noi  da  padri 
nofiru  Torna  bora  a  noil  occafione  di  ricuperare  quell  ornamento  non  perdu- 
to, fé  noi  uorremo  efiere  huominumafmarrito  '.perche andando  incontro  alla 
auerfità  della  fortuna  >  offerendoci  fpontaneamente  a* pericoli  ;  cancelleremo 

la 


V. 


aKc.ro,  LIBRO 

non*" fórma  t-i  infamia  rìceuHta  ,  &  uedendo  non  effere perduta  in  noi  l'antica  genero ft- 
ta  dai  Moc«  f£  &  virtù; fi  afcriuerà  più  toflo  quel  difordine  a  una  certa  fattale  tempcfla , , 
me°  dt  i  Do.  al  lacuale  ne  il  configliene  la  coftantia  degli  huominipuo  refiflere,  chea  col- 
gè  Lòreda-  pa  fa  uergogm  noflra.  Vero  fé  fuffe  lecito  che  tutti  popolarmente  andaffl 
Oe'  parole,  mo  a  Tadoua  che  fenica  pregìudicio  di  quella  difefa,  &  dell'altre  urgcntiffi- 
fhondon©  "  rnefacende  publiche,fi  potè ffe  per  qualche  giorno  abbandonare  quefla  città  ; 
aiit  recita-  io  primo  fetida  affettare  la  uoflra  deliberatone, piglieriei  il  camino ,  non  fa- 
autto'retcio  Pe?^°  &  c^e  meglio  potere  fendere  quelli  ultimi  dì  dellamia  uecc\ne%ya  / 
è.  Habbia-  che  '/wlparticipare  con  laprefentia,  ,&  conglì  occhi  di  uittoria  tanto  preda- 
comincia'-  ra>ò  quando  pure, (Inanimo  aborrifeedi  dirlo)  morendo  infieme  con  gli  altri  $ 
to  a  manda  non  efiere  fuper flit  e  alla  rouina  della  patria  :?na  perche  né  Vinetia  può  effere 
iCnolfri0fi-  abbandonata  da  configli  publici,ne' quali  col  confìgliareprouedere,&  ordi- 
toli Lui  mYe  non  meno  fi  difende  Tadoua,che  la  difendino  con  l 'arme quelli*  che  fono 
nardo  có'ci  quiui,  ,&  la  turba  inutile  de  uecchi  farebbe  più  di  carico ,  che  di  prefidio  a 
to  fanti:  p*  quella  città,nè  anco  per tutto  quello,  che poteffe  occorrer 'e  ,èapropofito  fpo* 
!»o*c  e°an*  gli  are  Vinetia  di  tutta  lagiouentù;Terò  configlio,  &  conforto,  che  battendo 
cor  uoi  fac  rjjpetto  a  tutte  quefle  ragioni  fi  eleggano  dugento  gentil  huomini  de*  princi-^ 
deli  mo ,  o"  pali  della  noflra  gì  ouentà ,  de  quali  ciaf  cimo  con  quella  quantità  d'amici  >  & 
aiidji  icuiin  fa  clienti  atti  él  arme  yche  tollereranno  le  fuefacultà;uada  a  Tadoua  per fta- 

pcifona,  o  r     \     '      ' rr'    .        -,       %-r  r      i-  m  i  r    i*      /•  d. 

n  adjdoui  i  re  quanto  farà  necejjario  alla  dijep  di  quella  terra:  *due  miei  figliuoli  con* 
hg  1 1  uo  1 1 ,  e  paruM  compagnie  far  anno  i  primi  ai  effequire  quel  che  io  padre  loro,  Trinci^ 
me  porta  la  pe  uoflro, fono  flato  il  primo  a  proporre  :  le  perfine  de  quali  in  sì  grane  peri- 
ciafcunod,E  co^°  offerifco  alla  patria  uolentierucofi  fi  renderà  più  ficuraja  città  di  Tado- 
ii  Giuftinia  ua,cofi ifoldatimprcennarijxcbe,ui  fino  cedutala  noflra  giouentà pronta  ai 
che!ioe*pPu  M  guardie* &■  a  tHtt*i  i  fatti  militari, ne  ricfuerjannoineftimabiie  allegrezza» 
uecchitTia  0  animo fità:certi che effendo  congiunti con.lo.ro  i  figliuoli noflri;non  habbia 
boie.rr^nò  a  mancare  da  noi  prourfione  p  sformo  alcune: la  giouentn,  &  gli  altri  che  non 
pofTojLuigi  andranno ,  fi  accenderanno  tanto  piucon quefio  esempio  ad efforfifempr e, 
murali,  che  farà  dibifogno  a  tutte  le  fatiche,  &  pericoliate  uoiSenatori  (le  parole* 
uoi  i  .fi  ppj.i  e  ifattiydé  quali  fono  in  effempio,&  ne  gli  occhi  di  tettala  città)  fate  dico  a 
padr°  £  u'5  gara  ciafeuno  diuoiyche  ha  f acuità  fifficienti, di  fare  defcriuer.e  in  qucflo.nuz 

dranno  ar- 
mati i 
ittixa 


mero  i  uoflrifìglÌHoli;accìochefiano  partecipi  di  tanta  gloria  :  perche  daque- 
itt\xa.°  pr  fio nafeerà non  fobia  difefa  ficura,&'  certa diTadoua;mafi  acquifterà que- 
b  b'rv?  '  Aa  fama  aPPreìr°  a  tutte. le  nationi^chenoi  medefimifiamo  quelli,che  colpe- 
tianuch'an  ricolo  della  propria  uita  difendiamo  la  libertà,  &la  falutc  della  più  degna 
da  r.  no  a    pairia  &  dena  plu  no\)ile,  chefia  in  tutto  il  mondo* 

Scorrer      X  ?  ^7.  f        J/y>  J      .  ,  ,  rr     ->  r 

Padoua  tre       fuudito  con graiidijjima  atten:wiei&£ppro.uatione,&  mejjo  cojomma 
m  '  r  o*  &  me  eeleritfl  in  ejfecnfione  il  configlio  del  Vrincipe  ,  per  loquale  il  fiore  de  nobili 
naroào  àie  della giouentìt  Vinitiana  raccolti ciafeuno  quantipiu  amici,  &  familiari  at- 
SS!  *oHIe  -M  ali efferc.itio  dell 'armi  potette; b  andò  a  Tadoua,  accompagnati  ihfinoadieb 
fcriué  mmo  entrarono  nelle  barche  da  tutti  gli  altri  gentil'huomini,&  da  moltitudine  in- 

cenigo.  Ma 

il  Bébo  dicejtfhei^entiJ'huomini^  forflenex  lUfltdip  in  Pado.ua  furono  .170".  JJ  QiuiUnUnoTcjiitf  .da  joo* 

gtntirhuomjni  co  ioidac»  in  compagnia. 


ottavo.  ir-  •<£%£ 

numerabile  »  celebrando  ciafcuno  con  fonane  laudi  ,  &  con  pìetofi  noti  tanta  g^ri  di;*  A* 

prontezza  in  feccorfo  delUpatriamè  con  minor  lentia*  &  giubilo  di  tutti  fu-  c^M™fn 

rono  ricettati  in  Tadoua,e(Taltando  i  capitani  t  e  ifoldati  in  fino  al  Cielo ,  che  iip°  R^H 

quefli  gionani  nobili  non  zfpcrimentati  ne  alle  fatiche ,  ne  a*  pericoli  della  mi  ™e nQt  ^e 

litia  preponeffero  l  amore  di  Ila  patria  afla  uita  propria  &  in  modo  che  con-  alcuna^  da 

fonando  Inno  l'altro  alpettauauo  con  liei  iffimi  animila  uenuta  diCefare:  Co>iah  In 

ilquale ,  attendendo  araccorre  te genti ,  che  da'molu  partigli  concorrevano >  >  f|aua  a  **« 

rira  ucnuto  al  ponte  alla  Brenta  lontano  tre  miglia  da  Tadoua  >  &  prefoper  Uettouagiì« 

/òr7#  Lìmini,& 'interrotto  il  cor  Co  dell' '  acque, afoettaua  C  artiglierie,  lequali  Per'1  cì?°l 

3      Vt    i.  •    >     >  i      ^  •        i-L  111  ì-    rr     j  &  fa  rotto 

terribili  per  quantita,&  per  qualità  ueniua  ai  Germania:  dellequali  ejjendo  da-cio.  Ma 

condotta  unaparte  a  Vicenza,  &efftndo  andati  Filippa  Roffo  ,  &  Federigo  j^fs.?**^ 

\  Gonzaga  da  Bo%gok  con a  dugento  caualli  leggieri  per  fargli  feorta-  asfaltati  M«>nfci  »ce 

da  cinquecento  camiti  Urneri,  che  guidati  eia  uillani,  i  quali  in  tutta  la  zucr  ?'c.cro  ljj* 

r  »     .^    •   •  ì     '  ir  ri-  j-^    j  r  amico,  & 

ra  fecero  a  Vinmani  utilità  marauiglioja ,  erano  tijciti  di  Tadoua,  furono  paolo  cui- 

rotti  p 'elfo  a  Vicenza  cinque  miglia,  &  Filippo  fatto  prigione ,  &  Federigo  j^SuSi 

con  gran  fatica  per  beneficio  della  notte  a  piede  &  in  camicia  fi  erafaluato  .  fantùiquak 

Dal  ponte  alla  Brenta  Maffìmilianofi  allargò  dodici  miglia  uerfo  il  Tolcfine  "^yócc* 

di Rouigo per  aprirfimeglio  la commoditctdelle  uertouagl'ie:  & prefo  di  affai  la  dlfcfira 

t o , &  focheggiato  il  Càflello  di  Eflhandò  a  campo  a  Monf elice,  dotie  emendo  *£*£ \  [ou 

b  abbandonata  la  terra. che  è  inpiano , b  efpugnò  il  fecondo  dì  la  fortezza  fttua  *  a  la  pre  fé, 

•  ta fulla  cimad  un  alto  f affo  Hebbedipoiper  accordo c  Montagnardi  donde  ri  * ef*Jt,u lpr* 

tornato  uerfoTadoua  fi  fermò  alponte  di  Baffanello  uicino  aTadoua,doue  in  gWm.Moct 

nano  tentàdidiuertire la  Brenta,  che  di quiuifi  conduce  a  Tadoua  :  nelquale  EJr,n>ia  fo 

luogo  fendo  giunte  tutte  l  artiglierie,  &  le  munitioni.che  affettaua  ',  &  rac-  h>'  ,l^ladl 

colie  tutte  le  genti  che  erano  diflnbuite  indiuerfi  luoghi;  fi  accoftò  alla  terra  njei  vioroV 
con  tutto  Ceffrctto,&  hauendomeffi  quattro  mila  fanti  nel  Borgo-,  che  fi  dì*  e  pi  Mota 

ce,di  Santa  Croce,haueuain  animo  di  affaltarlada  quella  parte  :  ma  e/fendo  fcgg0a  nei 

dipoi  certificato  che  la  terra  in  quel  luogo  era  più  forte  di  fnoy  &'  di  mura-  v-  :Ci  n  '£• 

gli 'a  ,& fiatati  fatte  maggiori  fortificationi,  &  riceuendo  ai  u  or ain- quello  al-  na*na  ■  i  B5 

[ornamento  daU r artiglierie  di Tadouamolto  dannoidelibeò  transfert  fi  con  bo  icT lì 

^^         rf,  «^  .  '        J  entrarlo, 

tutto  l  efferato  alla  porta  del  Tortello,  che  è  uolia  uerfo  Vinetia ,  perche  gli  cioè;  et*  e  *- 

tra  riferito  la  terra  efferuipiu  debole,&  per  impedire  ifoccorfi  che  per  terra,  c  'l%rlu^ 

e  per  acqua  ueniffero  a  Tac.ouada  Vineùama  non  potendo  per  lo  i-npedimen  papuano 

to  de'  paludi,&  di  certe  acque,che  inondano  ilpae fé, andar  nife  non  con  lun-  *  ,'f0J**  ' 

go  circuito  ;uenne  al  ponte  di  Bouolenta  lontano  uà  Tadoua  fette  miglia,  do*  terra;  cW*  fi 

uè  è  una  i  enuta  fituata  fu  l  fiume  di  Bacchigliene  uerfo  iamanna  tra  Tado-'  *0r*ceVari  • 
Ma^ty  yinetiainelqual  luogo  per  effere  circonaato  dalt acque ,  &  nella  parte'  «|s»  uottdc 

più  freura  del  Tadouano,fi  erano  ridotti  tre  nula. contadini  cotinumero  gran-*  "y]^t%  u^ 

diffamo  di  befliami,  i  quali  sformati  dalla  uafiguardia  de  fanti  Spagnuoli,  &  toiil  ri\  '1 

Italiani  furono  quaft  tutti  morti  *  ò  prefimèfiattefeper  due  giorni feguenti ad  ìù°  fcctro1* 

altro,che  a  scorrere  tutto  ilpaefe  infine  al  mare-,  pieno  di  quantità-infinita  di  [.ri#"5J?£ 

befiiainìi  &  furono  pr  e  fé  nella  Brenta  molte  barelle-,  che-cariche  diuettoua-  rnorti  atfft. 

glie  «»«a1<iui,*> 


L    1    R    R    O 


■  «Sabé'ti     ffj 


artiglierìe  j 
m  i  egli  fece 

il  Vii  lu'l  tee 


g&  an  lamrtò  a  Tadoua:tanto  che  finalmente  il  quintodecimo giorno  del  me- 

Ks.tiuzt  f*  di  Settembrejjauendo  confumato  tanto  tempo  inutilmente ,  &  dato  (patio 
co  ia  Deci ,  a  rumici  diforiifìcarLt,&  empierla  di  uettooaglie;  fi  acccflb  alle  mura  di  Ta 
oSu'ddS  dom  a^xt0  all%  V0YU  ^  Tortello  :ìion  lunata  mai  né  in  quella  età,  ne  forfè 
famiglia  di  jn  molte  fuperiori  ueàiito  Italia  tentarfioppug/ntione ,  che  fuffe  di  maggiore 
r  quai'  it  c(pettatio?ic,&  più  negli  occhi  de  gli  huomln'h  per  li  no  bitta  di  quella  città, 
fletto  foflfe-  &  per  gli  effetti  importanti,che  dal  perderla  ò  uincerla  rifultauano  :  conciù- 
d^vmk?"  fiacheTaiouanobiliffima,&  antichiffima  città,  &  famofa per  l'eccellenti* 
nì  d?Uli  p  '  dello  fiudio, cinta  da  tre  ordini  di  mura,  &  per  laquale  corrono  i  firmi  di  Bré 
Sa  l  iich2  ta,  &  di  Bacchiglionefedi  circuito  tanto  glande,  quanto  forfè  fu  alcun  altra 
i:  '  ~/Si  uh*  Ìe^e  m^P0Yl  utPai:  Italia,  fintata  in  pie  fé  abbondatiti  (fimo,  cue  è  ariafa- 
dShiftó'.  lubre,&  temperata:  &  benché  fiata  allhora  più  di  cento  ami  depreffa  fiotto^ 
di  vnieùa <h  £impCYi0  fè  yinitianuche  ne  fogliarono  quei  della  famiglia  di  Carrara,  rfl 
fti^ìano.y  £/e#e  ówa*  fuperbi,&  grandi  edificij,  &  molti  fegni  memorabili  di  antichi 
h}ì  Dac*o^  tà  ,da  quali  fi  comprende  Lipriflinafuagrande^a,&jplendore:  &  dall' ac- 
plv^maadò  quifio,&  difefa  di  tanta  città  dipenìeua  non  follmente  lofiabilimento,  ò  de- 
a-  "*  ceftfe  o  boterà  dell'imperio  de  Tedefchi  in  Italia  ;  ma  ancora  quello,  che  haueffi  a 
ì-afledio  di  fuccedére della  città-propria  di  Vinetia  -.perche difendendo  Tadouapoteuafa 
almentefperare  quella  Repiiblicapkna  di  grandi (lime  ricche^ ,  &  unita 
con  animi  pronti  fimi  in  fé  mede  fimi ,  né  fottopofla  alle uariationi ,  allequali 
,f  ra"  fotfo  fottopofle  le  cole  de  Trincisi,  haaere  in  tempo  non  molto  lungo  a  ricupe 

ti 3 vii  :u  J  lei    .'  J  1     ■>  '  i  *  .  ,    >   i 

i  itorio  co  le  w<?  gran  parte  del  fuo  dominio  ;  &  tanfo  più ,  che  la  maggior  parte  de  Loro 
mi  che'con  fediti  >che  haueuano  defid  erato  le  mutatìoni ,  non  ui  hauédo  trouato  dentro 
edare  (i  co  cretti  corrispondenti  a \  fuoì  penfieri  ;  &  conofeendofi  per  la  comparatone 
fiofheùtto  quanto  fuffe  diuerfo  il  reggimento  moderato  de  Finitimi  da  quello  de  Tede 
un  baftió  fu  fifò  dàem  da  coflumi  de  gli  Italiani ,  &  difordìnato  maggiormente  perle 
do^cTeg-  confiifijni>&  danni dellaguerra;cominciauano a  imitare  gliocchi  ali  antico 
grado  il  u.;e .  domìnio:  &  per  contrario  perdendo  fi  Tadoua ,  perdeuano  i  Vinitiani  intera- 
capò"  dV  mente  la  fi>eran%a  di  reintegrare  lo  fplendore  della  fua  Republica  :  anq  era 
l* Argine,  co  graadiffimo  pericohyche  la  città  medefima  di  Vinelia  fagliata  di  tanto  lm- 
MoceSgo  ',  perioy&  nota  di  molte  ricchezze  per  la  diminutione  delle  entrate  piMiche  , 
&  ft  legs^  & pcrla perdita  di  tanti  beni, che ipriuatipoffedeianoinTerrafermaj  ònon 

fiqli?P?r!ii  poteffe  difender  fi  dall'arme  de  Trincipi  confederati,  ò  almeno  non  diuentaffe 

do  ddi'eifrr  mpYOgreffo  di  tempo  preda  non  meno  de  Turchi(co  quali  confinano  per  tari 

re  hnorno4*  toJpatio,&  hanno  j empr e  con  loro,oguerra,  opace  infidele ,  &  mal  ficura) 

a  Padoui,  di  cj)g  jg  ^principi  chrifliani.  Ma  non  era  minore  l  ambiguità  de  gli  huominì  : 

Screduto  perche  gli  apparati  potenti/fimi,  che  d  a  eia fc  una  delle  parti  fi  dirnoftrauano> 

fff  CllC  2nt  teiteuanQ  molto  foffcfi  igiudicij  communuincertiffimi  quale  haueffe  ad  haue- 

inero  d\£  re  effetto  piufelice.o  iafialto,o  la  difefa:perche  nell efferato  di  CefareMtra 

W"(WBc-!&  k  fettecento  lande  del  He  di  Franciajequali  gouermua  la  Tali  fa;  erano  du 

Kuitm.a  gento  huomini  d'arme  mandatigli  in  aiuto  dal  Tontefice;  dugento  altri  man- 

dice  da  cen-  faLL  ^i  b  Du(;a  fì  Ferrara  lotto  il  Cardinale  daEJH,  benché  ancora  nofufi 


0    T    T    A    V    Ò.  M3 

fero  tompofle  le  differenti  e  tra  loro:  &fotto  dimrfii  condottieri  feicento  huo- 
mini  d'arme  Italiani  faldati  da  lui .  *>{è  era  minore  il  nerbo  della  fanteria  » 
che  de  caualli,perchehaueua  diciotto  miloTedefchi,  fiei  mila  SpagnuolUfei 
mila  uenturieri di  diuerfa natimi, &  duemila It ah 'ara, menatigli ',& pagati 
dal  Cardinale  da  Efli  nel  mede/imo  nome .  Seguitano,  lo  apparato  fiupendo  di 
artiglierie  ,&  copia  grande  di  munitione ,  della  quale  unaparte  gli  haueua 
mandate  il  Re  di  Francia  :  &  benché  i  faldati  [noi  propri}  la  più  parte  del 
tempo  non  riceueffiero  danari,  nondimeno  per  la  grande7ga,et  autorità  ditan 
to  Capitano, &  per  lafiferanTo  di  pigliare, et  fiaccheggi  are  Tadcuaj  &  dha- 
uere  poi  in  preda  tutto  quello  che  ancora  poffed  enano  i  Vinitianu  non  perque 
flo  l'abbandonauono  :  an%i  continuamenteaumenta.ua  ogni  dì  il  numero  ,fa- 
pendofi  maffimam 'ente per  ciafauno  ch'egli  di  natura  liberali  filmo, et  pieno  di 
human  ita  co'  [noi  faldati  mancano  di pagar glijion  per  auaritia,  &  uolontà* 
ma  per  impotentia .  Era  co  fi  potente  l'esercito  Cefareo,  benché  raccolto  no  fa 
lo  delle  fior%e  fine  yma  etiandio  de  gli  aiuti,  &  forze  d'altri;  ma  nonerameno 
poi ente, per quanto  fuffe  neceffiario  alla  difefa  di  T adona  l'efferato ,  che  per  i 
«  Vinitianifìritrcuoua  in  quella  Città: perche  ut  erano*  feicento  huomini d'or  a  3I  Bembo 
memille  cinquecento  canai  leggieri,mille  cinquecétoflradiotti,  fatto  famo fi ,  noìnìldo* 
&  efaerti  Capitani ,  il  Conte  di  Titigliano  propoflo  a  tutti ,  Bernardino  dal  ua  «"uibò 
Montone  Antonio  de  Tij,Lucio  Maluex^p,Gionanni  Greco,&  molti  codot  \x  2^™  fot* 
fieri  minori,  A^ggiugneuafi  a  quefia  canalleria  dodici  mila  fanti  de'  più  effer-  {j  »  f?iccn  to 
citati  &  migliori  d 'Italia  fatto  Dionigi di 'TsJaldoM.Zitolo  daTerugia,  Lat-  d'a°meD,Vet 
tantio  doBergamo,Saccoccio  da  Spoleio,&  molti  altri  Conteflabili,  dieci  mi  |*ce*tq  ftia 
la  fanti  tra  Scinauoni,  Greci,  &  cibane  fi, tratti  dalle lor  Galee,  ne'  quali  he  quièto™! 
the  fuffe  molta  turba  inutile,  &  quafi  collettitia,  nenerapure  qualche  parte  lc-^r,trri  a  f» 
utile  :  oltra  quefti  la  giouentù  Vinitiana  con  quelli,  che  Fbaucuanofeguitata,  chc°*  modo 
laquale  benché  fuffe  più  chiarapcrla  nobiltà, et  per  la  pietà  uerfio  La  Tatria,  quc.fti  F8*1 
nondimeno  per  ojferirfi 'prontamente  a '  pericoli,  &  per  Fcffempio,chefaceua  mSmufor 
agli  altri ,  non  era  di  piccolo  momento .  ^Abbondandomi  oltra  legenti ,  tutte  fjjw^1 
Fattreprouifioni  necefforie:  numero  grandi  (fimo  (fartiglir/te,  upiamaraui-  della  otu, 
gliofa  di  uettauaglie  d  ogni  forte ,  non  offendo  fiati  menofoileciti  ipaefaniari  ^"«"gjlS 
d'ade  quiuiperficurtà  loro,  che  gli  officiali  FÒJÌtianimprou€dere,&  cometa  toano  nel 
dare,  che  affida  amente  ne  nmtr  afferò  :  &  moltitudine  quafi  imumer abile  llb*xo* 
di  contadini,  iquali  condotti  oprerò ,non  ceffonano  maidilauorare;  tabmen 
te  che  quella  Città  fortiffima per  la  uirtìi ,  &  per  tanto  numero  di  difenfori , 
era  fiata  riparata,  &  fortificata  mar auiglio fornente ,  a. quel  circuito  delle 
mura,che  circonda  tutta  la  Città,hauenào  al%ato  agrade  altevgaper  tutto  il 
foffo  l'acqua ,  che  corre  intorno  alle  mura  di  T odono ,  &  fatti  a  tutte  le  por- 
$e  della  terra ,  &  in  altri  luoghi  opportuni  molti  bafiioni  dalla  parte  di  fino- 
ra; ma  congiunti  alle  mura,  &  e  baueuano  l'entrata  dallo  pane  di  dentro: 
co  quali  pieni  d'artiglierie  fi  percoteuano  quelli  ,  che  fiofìtro  entrati  nel 
foffo  :  &.  nondimeno  acciò  che  la  perdita  de  baflioni  non  potefie  portar  fe- 

Gg        ricolo 


LIBRO 

vìcolo  alla  terrai  fiati  dalla  parte  di  [otto  haueuano  fatto  una  calia*  &  mef- 
fiui  molti  bariglioni  pieni  dipolucre ,  pei'  potergli  disfare ,  &  gittare  in  aria 
quando  non  fi  potè  (fero  più  difendere  :  né  confidandoli  totalmente  nella  grof- 
feTga ,  &  bontà  del  muro  antico ,con  tutto  ebe prima  l'haueffero  diligente- 
mente riuedutoJ&  doucra  dibifogno  riparatole  tagliato  tutti  i  merli;  haue- 
a  conforto  mno  cm-t  ^  fóto  di  dentro,per  quanto  rira  tutta  la  Città-  peccati  con  albe- 

li  Conte   di  i      .  i  •!•/?•    i    i  i      r  rr 

pigliano  ri,  &  altri  legnami  dijtanti  dal  muro, quanto  era  la\uagrof\e7^a,empierono 
K  Hoidatia  {\ue^°  mno  infin  all' alteiga  del  muro  di  terra,confolidataui  con  grandi ffima 
deponer  gli  diligentia  :  laquale  opera  marauigliofa ,  &  di  fatica  ineflimabile  ,  &  nella 
Uri'  P&  fare  tf^le  ?era  esercitata  moltitudine  infinita  dlmomini ,  non  baflando  ancora 
amoreuoi-  alla  fodisfattione  intiera  di  chi  eraprepoflo  a  difender  quella  Città;  haueua- 
tì  coftuma°  no  d°p°  il muro  cofi  ingroffato,&  r  addoppiato, canato  un  foffo  alto,  &  largo 
ne  gii  attedi  fedici  braccia  :  ilqual  rifìrignendojì  nel  fondo, &  hauendo  per tutto  cafe  mat 
&  poi  gi"n-  te  te  torrioncelli  pieni  d'artiglieria ,  pareua  imponibile  a  pigliare  :  &  erano 
dulìe  a pu:  quelli  edificij  a  effempio  de'  baftioni,con  hauere  la  caua  difotto,  difyofti  in  mo 
ìJriSon  %  do  da  poter  fi  facilmente  con  lafor^a  del  fuoco  rouinare  :  &  nondimeno  per 
q  !?iia  cit-  e(Ter  piu  preparati  ad  orni  cafo  ;  aliarono  dopo  il  fotta  un  riparo  della  mede  fi 

taroccando     JJ     f      r     f      ,        7       ^        ì     rj-a      j  J  ì \.      l    ■  J  lì     * 

il  Vaerò  Eua  ma,o  maggior  larghexga,che  ji  aijtendeuaquanto  tutto  il  circuito  della  ter- 

gdio  con  le  Ya>  dapochi  luoghi  in  finora ,  a  quali  fi  conofceua  effere  imponìbile  piantare 

hauédo  pri-  l'artiglieria  :  innanzi  alqual  riparo  fecero  unparapetto  di  fette  braccia ,  che 

ma  di  ami  prohibiua  che  quelli ,  ebefuffero  a  difefa  del  riparo  non  poteffero  effere  offeft 

latto  €£11}  tu    -*,,,*  .     i.       •       i    j       •       •     •        /  i  •  .  •    _/       /"*     \  •  f*        .' 

il mitmente  dall  artiglierie  de  minta:  er  perche  a  tanti  apparath&  jortifi cationi  corrt- 
i«d°  da-  ?d°'  Jpondeffero  prontamente  gli  animi  de \foldati,&  degli  huomini  della  terra,  a 
o pitani,  &  il  Conte  di  Titigliano  conuocatiglifuìla pialla  di  S.  .Antonio,  &  confort  ati- 
fudin?0co"  $  con  grani,  &  turili  parole  allafalute,  &  honor  loro  ;  aftrinfefe  mede  fimo 
mefctìue  il  con  tutti  i  Capitani,&  con  tutto  l'vfiercito  ,eiTadouaniagiurarfolermemè 
if  GTuft3nia  te  diperfeuerare  in  fin  alla  morte  fedelmente  nella  difefa  di  quella  Città .  Con 
no  :  ilqual  tanto  apparato  adunque,&  contra  tanto  apparato  condotto  fi  l' e fkr  cito  di  Ce 
che8?iÌaGrul  fare  [°tt0  &  mura  *  Tadoua-fi  diftefe  dalla  porta  del  Tortello  infimo  alia  por 
ti  confortò  ta  d 'Ógni fanti, eh e  uà  a  Treuigi ,  &  dipoi  s allargò  fin alla  porta  di  Codalun- 
difenfori  'a  g**be  uà  a  Cittadella,  contenendo  per  lunghezza  tre  miglia  :  egli  alloggiato 
portar  f»  va  nel  Monaflerio  di  Beata  Helena  diflante  per  un  quarto  di  miglio  dalle  mura 
&a0combaCt  della  Città ,  &  quaft  in  me%o della  fanteria  Tedefca , hauendo  diflribuito  a 
ter  con  fran  ciaficuno,  fecondo  la  diuerfttà  degli  alloggiamenti,  &  delle  nationi,quel  e  ha 
nimo!  &  di  ueffero  afare  ;  cominciò  a  far  piantare  l'artiglierie:  lequaliper  efìer  tante  di 
corpo.'  Qw  numero,  &  alcuna  di  fini  furata ,  &  quafiflupenda  grandezza ,  &per  efìet 
"o'fece  iit  molto  infeflato  dall'artiglierie  di  dentro  tutto  il  campo,  &  jjfecialmente  i  luo 
AftorreBa'  .gfa  Aom  fi  cercàua  di  piantare  ;  non  fi  potette  fare fen%a  lunghezza  di  tem 
ma°goftanTa-  po>&  difficultàgrande,con  tutto  ch'egli  inuitto  dyanimo,&  di  corpofatien- 
anno:  157 1.  tijfimo  alle  fatiche,  feorrendo  il  dì, et  la  notte  per  tutto,&  interuenendo  per- 
?p™r «echi  finalmente  a  tutte  le  cofe,  fiimolafie  con  grandiffimafoltecitudine  che  t  ope- 
neiia  vita  di  n  a  conduceffero  alla  perfezione  :  erapiantata  il  quinto  dì  quaft  tutta  Xarti-* 
ìux'  *:-'-;-■•:•*  glicria 


OTTAVO.  ij4 

glieria ,  e  il  dì  mede  fimo  i  Francefi ,  e  i  fanti  Tedefcbi  da  quella  parte ,  alla 
qual' era  prepoflolaTalifia;dettouo  uri  affatto  ad  un  riuellino  della  porta: 
ma  pia  per  tentare  che  per  combattere  ordinatamente  ;  onde  uedendo,  che 
era  difefo  animo  famente  ,  fi ritirarono  fen%a  molta  di  lattone  a  gli  alloggia- 
menti :  tir  aua  il  dì  figliente per  tutto  ferocemente  l'artiglieria,  la  maggior 
parte  della  quale  per  lagrojfe^afua,  &  per  la  quantità  grande  della  polite 
re, che  figli  daua,pafìati  i  ripari,rouinaua  le  cafe  prò  ff ime  alle  mura:  &gìà 
inmolte  parti  era  gittato  interra  (patio  grandi jjìmo  di  muraglia ,  &  quafi 
pianato  un  baflione  fatto  alla  porta  d'Ognifinti,nè  per  ciò  appanna  fegno  al- 
cuno di  timore  in  quei  di  dentro,  iquali  infeflauano  con  l'artiglierie  tutto  lef 
finito  :  &  gli  Stradiotti ,  iquali  alloggiati  animo f amente  né  Borghi ,  b alie- 
nano ricufato  di  ritirar  fi  ad  alloggiare  nella  Città  ,  e  i  cauai  leggieri  correndo 
continuamente  per  tutto ,  bora  correuam  quando  dinanzi ,  quando  di  dietro 
infm  fu  gli  alloggiamenti  de  nimici,bora  ajfaliuano  le  forte  del  faccoman- 
no,  &  delle  uettouaglie,  borafiorrendo,  &  predando  per  tutto  ilpaefe,  rom 
penano  tutte  le  uie ,  eccetto  quella,  che  uà  da  Tadoua  al  Monte  d'ebano  : 
&  nondimeno  il  campo  era  copiofo  di  uettouaglie  ,  delle  quali  fi  trouauano  aftc?  3uaf« 
piene  le  cafe,  &  le  campagne  per  tutto  :  perche  né  il  timore  de'paefani,  ne  la  fero  qucfti 
folle  cita  diligentia  de'  Vinitiani ,  ne  i  danni  infiniti  de  foldati  da  ogni  parte  Jj"*rj  dal 
haueuano potuto  effer  pari  alla  grande  abondantia  di  quel  belli/fimo,  &fer-  condo»  i  i  n 
a  tilijjìmo  Contado  :  ufcì  ancora  fuor  diVadoua  in  quei  dì a  Lucio  Maluexgo  f*rf™ Vi- 
co» molti  caualli  per  condur  dentro  quaranta  mila  dueati  mandati  da  Fine-  bo  nel  lib.9. 
tia  :  ilquale  ,  benché  ilfuo  retroguardo  fufie  afìaltato  da  nimici  nel  ritorna-  , 
re,  gli  condii fie fatui,  benché  con  perdita  dì  qualctiuno  de  fuoi  buomini  d'ar-  nìgo.e  hgìi! 
me .  Haueuano  il  nono  dì  l'artiglierie  fatto  tanto  prone  fio ,  che  non  pareua  *Vnia  "°  » 

r  rr  rr    •  j  rr     •       ;  v  -fil  r  r        rr    ■    i         che  chiama 

Jujje  necejjario  procedere  con  ejjepiu  oltre  :pero  il  di  figliente  ]i  mejje  in  bat  caftei  Gat- 
tagliaper  accoflarfi  alle  mura  tutto  lefiercito  :  ma  efkndofi  accorti ,  che  la  "Jjj,  ^ueft? 
notte  medefima  quei  di  dentro  haueuano  rialzata  l'acqua  delfofio,che  innan  tètono,  che 
%i  era  fìat  a  abb  affata  ,  non  uol  endo  Ce  far  e  mandare  le  genti  a  manifefliffmo  pe"°!j|a  d* 
pericolo  ;  ritornò  ciafeuno  a  gli  alloggiamenti .  jlbbafìoffi  di  nuouo  l'acqua ,  pofto  a  quel 
ci  dìfeguentefi  dette;  ma  con  piccolo  fuccefìo,  unafiaìto  al  baflione ,  eh  era  ìarJX^a  * 
fatto  alla  punta  della  porta  di  Codalunga  :  onde  Ce  fare  hauendo  deliberato  di  pofta  faiire  i 
farfomma  diligentia  di  sformarlo;  ui  uoltò  l'artiglieria*  eh  er apiantata  dalla  J^tar  rS 
parte  de  Francefi,  iquali  alloggianano  tra  le  porte  a  Ogni  fanti ,  &  di  Coda-  ^gnefu'i  ba 
lunga:  con  laqualehauendonerouinata  una  parte;  uifece  dare  dopo  due  dì  che^o/fau 
l'afialto  da  i  fanti  Tedefcbi,  &  Spagnuoli  accompagnati  da  alcuni  buomini  tat0!  foora , 
b  d'arme  a  piede,  iquali  ferocemente  combat  tendo  h  fedirono  fu  l  baflione,  &  ui  f0 1\™  ^ 
rubarono  due  bandiere  :  ma  era  tale  la  fortezza  del  fofio ,  tale  la  uirtù  de'  uere  P«  ciò 
difenfori,tra  iquali  il  zitolo  da  Terugia ,  combattendo  confomma  laude  ,fu  «i  ne*  fece 
ferito  grauemente, tale  la  copia  de  gì  inflrumenti  da  difenderfi  non  filo  d'ar-  tenibii  ftta 
tiglierie,ma  difaffi,&  di  fuochi  lauorati,che  effi  furono  necefjìtati  impetuo-  H  cy\  fcu0°'J 
fornente feenderne ,  emendo  feriti ,  &.  morti  molti  di  loro  :  donde  l'efiercito  &«©. 

w^£    2,        ch'era 


LIBRÒ 

cffera  ordinato  per  dar  e, come  fi  credeua  fubito ,  che  il  baflione fnffe  intigna- 
to J  affatto  alla muraglia-fi difarmofen^a bauer tentato cofa alcuna.  Verde 
•teuò  :  l  e  a  Cefare  per  quefla  ifper  lentia  intieramente  lafperan^a  della  uittoria:  &  però 
i;o  a  "ali  j"  deliberato  di  partir  ferie  ^condotta  c'bebbe  l'artiglieria  in  luogo  fìcuro;  fi  riti- 
uarimpsra  rò  con  tutto  l 'efercito  alla  terra  di  Lim'mi>cti  èuerfo  TreuinjU  feflodecimo  a 
che  d  fu  ib  gtorao  aapoi  the  s  era  accampato  a  Tadoua;  &  poi  continuamente  fi  conduf- 
R?o[nfedT'  ^  *U  ^m  att°g&amenti a  Vicenza  :  oue  ri  cernito  il  giuramento  della  fedeltà 
ìi  cXiàva  dal  popolo  Vicentino,®  dìffolutoquafi  tutto  tefiercitoiando  a  Verona  ,di* 

naccoififc°:  $Ye'7^étt0>  pzyche  non  erano  ficee ffi  ;  ma  molto  più  perche  erano  &  nellef- 
ue,ch£  iene  feuno>  &'  per  tutta  Italia  biafimati  marauigliofamente  i  configli  fimi)  &  no 
Ìf>l^La  utie  menG  l'effewtion  delle  cofe  deliberate  :  perche  non  era  dubbio  y  che  &  ibnon 
i  s  09  .tukhe  nauere  acquijtato  Treuigi ,  &  l  bauer  e  perduto  Tadoua  ;  era  proceduto  per 

d-ii'ailed'o0  cotyafm:  fmrtmi'nt€>  cbe  l*  tardità  del  fuo  uenire  innanzi  haueua  fatta  difr> 
conuienecó  ficile  l' efpugnatione  di  Tadoua:perche  daqueflo  era  nato,  che  i  Vinitiani  ha-* 
?c!n^aieha  uemno  hauuto  tempo  aprouederfi  difoldatuad  empiere  Tadoua  di  uettoua-* 
detto  di  fb-  glieì&  afar  quelle  riparationh&fortifcationimarauigliofemè egli  negano, 
tì"uiiiaCnoaf  qucfiAcffeife  fiata  lacagione>chefifufìe  difefa  quella  Città)  ma  rimouendo  la 
scacco ftòi  a.  colpa dalla  uarietàj  &  da'  difordinifuoi,  e  trasferendola  in  altri)  fi  lamenta- 
ititene-  ua  ^  T?ontefìce>  &■>  del  Re  di  Francia,  che  con  t  bauer  e  l'uno  di  loro  conceffo 
bte  11  Bem  l'andarla  Roma  a  gli  Oratori  Vinitiani  ;  l  altro,  hauere  tardato  a  mandare 
Gcùxe  ìeuò  ilfoccorf°  delle  fue  genti,  haueuano  dato  cagiona  di  credere  a  ciafeuno  che  fi 
incapo  a  2»  fu  fiero  alienati  da  lui:  ondehauere  prefo  animo  1  uillani  delle  montagne  di 
m       '  •  Vicenza  a  ribellar fit.  &  che  hauendo  confumato  neldomargli  molti  dì,haue- 
b-PièroGuic:  uapoi  trottato-  per  lamedefimaicagione  le  medefime  difficultà  nella  pianura  r 
«ardui  »,{>a-   ^  che  per  aprir  fi ,  <&  affi curar fi  le  uet  tonagli  e  ,  &  liberar  fi  da  molte  mole-^ 
tor  preferite  fite^era fiato  neceffitato  a  pigliar  tutte  le  tene  delpaefemè  folamente  hauer 
femof  m]°\    $  nociuto  in  queflo  la  tarda  uenutadé  Francefili  ma  chefcfufiero  uenuti  al 
no itra  città  tempo  conueniente  ;  non  farebbe,  feguitata.  la  ribellione  di  Tadoua  :  &  che 
preiTo  Maf.   qUea0  &  Ibauere  il  Re  di  Francia,  e  il  Re.drj£ra?ona  Ucentiate  tarmate  di  ' 
anco.qgado.  mare, baueuapoi datafaculta a, Vinitiani) libcratia ogn auro timoreydi pò 
to^doml  termeglioprouedere,  &  fortificare  Tadoua,  querelando  fi  oltmquefio ,  che 
Eu  poi  anco  alRe.  d dragona  er 'atto *  grate  le  fue  difficultà  per.  indurlo  più  facilmente  a 
tore^'papa  confentirechea  lui  refiaffe ly amminifixatione  del  Regno  di  Cafiiglìa:  lequali 
licon  x.oue  querele  non  miglior auano  le  fue  conditioiih  né  gli  accrefceuano  l'autorità  per.  ' 
nvcdsihch  duta,per  non.hauer fafuto  ufare  strare  occafiom:  an^  chetale  opinione  fnf- 
tà  una  bei.  fé  communemente  concepita  di  lui,  eragratiffìmo  al  Re  di  Francia,  né  mole- 
!ffL«SchJb  fl°  aln?,ontefìce:perchefbf^ettofq:,  &  diffidente  di  ciafeuno ,  &  confiderandv 
be  molti  ca  quanto fempr e fuffe  bifognofa  didanarh  &  importuno.a  dimandarne ;non  ue- 
«diihnpor  deua.uolenùericrefcereinItaliaìinoìmfw^V 
tenti,  fecon  della fedeltà,® ùnquella  Città  gli  ^mbafciatcriFAorentinhtraì 
quella4  uiu!  ro >  Guicciardini  miopadre,conuenneroconlniinnome  della  loro  Republica,.Ji' 
iLie  hxox*    adotta  a  qu^looltra.  l'ai  re  ragionidd  conforti  del  Redi  Francia»,  àìpa~. 
8^ai'  gargfii 


O  ■  T    T    A   -V    0.  *      235 

gargli  in  Irtene  tempo  quaranta  mila  ducati  :per  la  qualpromeffa  ottennero 
da  luipriuilegij  infamia  ampli /firma  della  confermatione  co  fi  della  libertà  di 
Virente  x  come  del  dominio >  &  giurifidinione  delle  terre  >  &  flati  teneuano  » 
con  la  quietatone  di  tutto  quello  gli  doue  (fero  per  lo  tempo paffato:  et  hzuen 
do  Ce  fare  deliberato  di  tornar  fine  in  Germania  per  or  dinar  fi  fecondo  diceua9 
à  fare  laguerra  allaprofiima  Vrimauera  ;  chiamò  afe  Ciamonte  per  trattar 
delle  cole  pre finti  :  alquak \uenuto  a  lui  nella  uilla  dJ^/Irfe  nel  Feroncfe  ;  di- 
moftrò  ilpericolo,che  i  Finitiam  non  ricupera ffero  Cittadella ,  &  Baffano:  1 
quali  luoghi  molto  importanti ,  infupcybiiiper  la  di  fé  fa  di  Tadoua  fi  prepa- 
Y auano  per  affaltarc,  &  che 7  mede fimo  non  interueniffe  poi  di  Monfelice ,  di 
Montagnana,  et  di  Efle  :  effer  neceffariopenfare  olir  a  la  conferuatione  di  que 
fle  terre ,  non  meno  alla  ricuperatane  di  Ligriago  :  &  che  effendo  egli  per  fé 
fola  impotente  a  far  e  le  prou,  filoni  necefiarie  a  qucfli  effetti ,  bifognaua  fuffe 
aiutato  èia  Rc,le  cofe  del  quale  non  fi  feflenendo  lefue ,  fimetteuano  in  pe- 
ricolo :  alle  quali  diraande  non  potendo  Ciamonte  dargli  certa  rifoluticne  >fi 
rimeffe  a  darne  notitia  al  Re ,  dandogli  fi>eran%a  che  la  rijpofla  farebbe  con- 
forme al  fuo  defiderio .  Da  queflo  parlamento  Maffimiliano ,  lafciato  agitar 
dia  di  Verona  il  Marchefe  di  Brandiborg  ;  andò  alla  Chiù  fa  :  &  poco  dipoi 
il  Taliffa  y  ilqualera  rimafo  con  cinquecento  latice  nel  Feronefe .  allegando 
difficultà  de  gli  alloggiamenti^  molte  incemmodità-  ottenuta  quafiper  im- 
portunità Ikentia  da  lui  ;  fi  ritirò  ne  confini  del  Ducato  di  Milano -.perche  la 
inlenttone  del  Re  era}che  battendo  a  filar  e  lefue  genti  otio  fornente  Ale  guar- 
nigioni, fle  ffiro  nello  fiato  fuo  :  ma  che  tornaffero  aferuire  Maffimiiiano  per 
far  qualunque  imprecagli  piace jfe,&  ferialmente  quella  di  Lignago  :  laqual 
defìderata>&  follecitata  fommamente  da  lui  ;fi  differì  per  lefue  folite  diffi- 


derò di  fare  trieguafer  qualche  me  fé  co  Finitiani  :  ma  effi  pigliando  animo  de  gii  h  ì  fto 

4a  ifuoi  difiordini,  &  ucdcndolo  aiutato  cofi freddamente  da  Collegati  ;  non  *"  ^ln,ua 

giudicarono  efferea  loro  propofito  ilfojpendcrc  l'armi .  Ritornoffenc  alla  fine  tamaro  di 

Ce  far  e  a  Trento ,  la  fiat  e  in  pericolo  graue  le  cofe  fue ,  &  loftao  d  Italia  in  £3*^' -^ 

non  piccola  foffien fione:  perche  era  nata  trai  Tontefice,el  Re  diFrancia  nuo  che  Aiaiiil 

uà  contentwne  :  il  principio  della  quale  y  benché  parefie  proceder  da  cagioni  2^"™  ?£ 

leggiere  ;fi  dubitaua  non  baite  fife  occultamente  pm  importante  cagioni:  quel,  ™**,  m  i*> 

the  allhorafi  ciimofiraua  era^che  effendo  uacalo  un  Fefcouado  in  Trouen^a,  1  r4t  *™£ 

perla  morte  del  Fé/ cono  fuo,  nella  Corte  di  Romani  Vapa  lloaueua  conferito  la  «wgiie 

contra  la  uolontà  del  Re  di  Francia ,  ilqualpretendeua ,  queflo  ejfere  contra-  «olmio! 
rio  alla  capitclatione  fatta  tra  loro  per  me^o  del  Cardinal  £i  Tauia  :  nella 
quale,  fé  bene  nella  feriti  ur  a  non  fu  fie  flato  nominatamente  effreffo./che>l  me 
defirhofi  offeruaffe  ne*  Fefcouadi ,  che  uacaffero  nella  Corte  di  Rema  y  che  in 
quelli  ?  che  uacauano  ne  gli  altri  luoghi;  non.iimcno  il  Cardinale  hauergliene 

Cg     3         promeffo 


ie  c- 


t    I    B     R    O  * 

promeffo  con  le  parole  ;  ilche  negando  il  Cardinale  effer  vero,  forfè  più  per  ti- 
mor e, che  per  altra  cagiene,eil  He  affermando  il  centrar  io  ;il  Torrfefìce  dice- 
va nonfaper  quello,chc  tacitamente  fuffe  flato  trattatola  che  effendofi nel- 
la ratificai  ione  fua  riferito  a  quciìo,che  appariva  per  fcrittm a ,  con  inferirvi 
nominatamente  capitolopcr  capitonné  comprendendo  qvefìo  il  cafo,quando 
i  Vedovi  morivano  in  Corte  di  Roma  ;  non  effer  tenuto  piv  oltre  :  &  perciò 
ere  fendo  la  indegnatione-jl  He  difj 'recato  contra  la  fua  confuetudine il  con 
figlio  del  Cardinal  dì  Roano,  flato  fempre  autore  della  concordia  col  Pontefi- 
ce*} fece  fequeflr  are  i  frutti  di  tvtti  ibeneficijxhe  tenevano  nello  flato  di  Mi- 
lano i  Cherkiyrefid enti  nella  corte  di  Homa  :  ei  'Papa  da  altra  parte  ricufa- 
va  di  dare  le  infegne  del  Cardinalato  ad  *Albi,ilqualeper  riceverle,  fecondo 
la  promeffa  fatta  al  Re, era  andato  a  Homa:  &1  con  tutto  che  il  Tcntefice  vìn 
to  da'  prieghi  di  molti  dijponejfe  alla  fine  del  Vefcovadodi  Trovcn^a, fecon- 
do la  volontà  del  Re,&  con  luiconueniffe  dìnuouo  come  shaueffe  aprocede 
re  ne  benefici^ ,  che  nel  tempo  futuro  uacaffero  nella  Corte  Romana  ,  &  che 
perciò  dall' una  par  te  fi  liber  afferò  ifequeflri  fatti,d  alt  altra  f uff  ero  concedu- 
te l' infegne  del  Cardinalato  ad  *Alhi  ;  nondimeno  non-  baflauano  quefle  cofe 
nefiibTha  a  m°ttificar  V  animo  del  Pontefice  efacerbato  per  molte  cofe  :  ma  fpecialmen- 
detto  >  che  te,perche  hauendo  infino  dal  principio  del  Ponteficato  conceduta  mal  uolen- 
Fr  ufda^ó-  *zm  ^ a  ^ayàìnale  di  Roano  la  Legatione  del  Regno  di  Franciatcome  danno  & 
ceiìi  per  i8.  fa  alla  Corte  di  Roma,&  con  indegnità  fua.gli  era  moleftijfimo  e  fere  coflrct 
^AìcCiln'  toper  non  irritare  tanto  l'animo  del  Re  di  Francia,confcntire  la  conùnuaffei 
dro  6  aicar  & perche perfuadendefi  che  quel  Cardinale  tendeffe  con  tutti  i  fuoi  perìfie- 
anoj  focoS  ?h&  arti  al  Tonte ficato  ;fofiettaua d'ogni progreffo ,  &  dogni  mouimento 
ceffion  dan  de  Fr ance  fi .  Quefle  erano  le  cagioni  apparenti  de  glifdegni  fuoi  :  ma  per 
co'n  e  d  i  r  o  quello, che  fi  mani  fé  fio  poi  de' fuoi  penfterh  hauendo  nell'animo  più  alti  fini  ; 
ma  ,  dalia  defiderauaardentijfì ^  moment e ,o  per  cupidità  di  glorialo per  occulto  odio  co- 
uV  moke  '  tra  il  Re  di  Francia,  operdefiderio  della  libertà  de  Genove  fi ,  che  il  Re  per- 
faecen  de:  Si  deffe  queUche  poffedeua  in  ltalia,non  ceffando  di  lamentar  fi  fen7a  rifletto  di 
fcr!^,  che  lui,  &  del  Cardinale  :  ma  in  modot,  che  eipareua  che  la  fua  mala  fati  sfattio- 
c  "*nd?j-r  ne  procede ffe  principalmente  da  timore  :  &  nondimeno ,  come  era  di  natura 
RoaaTda  '  inuitto,&feroce,&  che  alla  dijpofìtione  dell'animo  accopagnaua  il  più  delle 
*r£arfcne    m^te^e dimoflrationi  eflrinfeche ,ancora che 's'havejfe propoflo  nella  mente 
in  Frauda ,  fine  di  tanto  momento,  &  tanto  difficile  a  confeguir e, confidando  fi  in  fé  fclo% 
V?T\ìt  &  ne^a  *t&tèMfeì  &  autorità  che  conofceua  battere  appreffo  a  Trencipi  la 
iw,  pio  pet  Sedia  lApoflolica.non  dependente,  né  congiunto  con  alcuno ,  an%i  dimoflran- 
be*w*f  a!  d°  con  lcparole,&  con  le  opere  di  tenere  poco  conto  di  ciafeuno,  ne  fi  congitt 
negargikfe,  gneiia  con  Cefare,nèfi  riftngneua  col  Re  Catolico  :  ma  infaluatichito  co  tut- 
raevoiomh  t  i, non  dimoflr  ava  inclinat  ione  fenond '  yinitianiyconfermando fi  ogni  giorno 
la  contìnua  più  nella  volontà  di  affoluergli  :  perche  giudicaua  il  nongli  lafciar  penne,  ef- 
kg?tiotedi  jer  moltoapmpofito  della  faluted'ltalia,& della ficurtà,& gradcT^a  fua: 
cju-iheanje.  allaqualcofa  efficacemente  contradiccuano  gli  Oratori  di  Ce  fare ,  &  ael  Re 

di 


OTTAVO.        .  M  jl(Mag.,. 

di  Francia,cocorredo  con  loro  inpublico al  medefimod  oratóre,  del  Red  .Ara  ftrato  dei 

gonay  benché  temendo  per  l'intere  fé  del  Regno  dil^apoli  delia  grand e^a  J'^'JJ; 

del  Re  cUTr -ancia,  tiè  confidandoci  in  Cefareper  lafua  inftabilità  ,procurafe  no  in  Ferra 

occulti  ([imamente  il  contrario  col  Tontefice  allegavano  non  e  fere  conuenien  "oflVda'vì 

te  che Ì Tontefice  face  fé  tanto  beneficio  a  coloro  >  iquali  era  tenuto  a  perfe-  «mani  nei- 

guitare  con  Carmi:  attefo  che  per  la  confederatione  fatta  a  Cambrai.era  eia-  ^  pf2e%£j0c_f 

feuno  de  Collegati  oblìgato  ad  aiutare  l'altro  infimo  a  tanto  chauefe  ìntkra  -  no  con  ai- 

mente  acquiftate  tutte  le  co  fé  nominate  nella  fua  parte  :  dunque  non  hauendo  ^]°chtpit 

mai  Ce  fare  acquiftato  Treuigmo  e  fere  alcuno  di  loro  liberato  da  quefta  obli  difenderai 

gatione  :  oltra  che  con giuflitia  fi poteua  dinegare  l'ajjllutione  a  Vinitiani  :  H  *j° .jJJ" 

perche  né  uolontarij,nè  fidi  tempo  diterminato  nel  monitorio  ,  haueano  re-  «e  hsueua 

pituite  alla  Cbiefa  le  terre  della  Romagna  :  an^i  non  hauere  infimo  a  quefta  guerra:  khc 

hora  obedito  intier amente  jmper  oche  erano  fiati  ammoniti  di  reftituire  olirà  knuepietro 

le  terrei  frutti  prefhilche  non  haueuano  adempiuto .  Ma  a  quefle  cofe  rifpon  ,]eni  "deu 

deua  il  Tontefice,che  poi  che  fi  erano  ridotti  a  penitentia ,  &  dimandato  con  le  f»« hi?-  il 

humiltàgrande  l'afolutione;  non  era  ufficio  del  Vicario  di  Chrifto  perfegui-  ^uo  eeì" 

fargli  più  con  l'arme  fipiritu  ali  inpregiudicio  della  fallite  di  tante  anime  >  ha-  Jj-s  •  df^.w 

uendo  confeguite  le  Terre;  &  co  fi  ce f andò  la  cagione \  per  laquale  erano  fiati  /c  jpj  a*  e  fte 

fottopofti  alle  cenfure y  perche  la  reflitutione  de frutti  prefi  era  co  fa  acce  fio-  j*ice> che  Jj 

ria,&  infiritapiuper  aggrauare  la inobedientiaycheper  altro  &  che  no  era  femata  co 

conueniente  uenife  in  con fiderat  ione  di  tanta  cofa;diuerfa  e  fere  la  caufa  N,col<>»  & 

delperfeguitargli  con  l'arme  temporali  :  alle  quali  perche  haueua  fieli' animo  beno,  &  dà 

di  perfeuerare  nella  Lega  di  Cambraufi  offenua  parato  di  cocorrere  infteme  F0]^ "  ^  ** 

con  gli  altrhbenche  da  queflopotefe  ciafeuno  de'  Confederati  giuflaméte  di-  citar  la  guer 

feoftarfi  :  perche  dal  Re  de  Romani  era  mancato  il  non  hauere  Treuigi ,  ha-  J*  c  p"  J*a! 

uendo  rifiutato  le  prime  offerte  fattegli  da  Vinitiani \auanJo  gli  mandarono  ti:  ma  nò  f* 

^Ambafeiatore , Antonio  G'mftiniano  di  lafciargli  tutto  quello  pò fedeuano  in  ™  ^entìon 

Terraferma ,  &  perche  dipoi  gli  haueuano  offerto  molte  uolte  di  dargli  in  del  vìfdomi 

cambio  di  Treuigi  conueniente  ricompenfo  :  &  cefi  non  lo  ritenendo  le  con-  Jondfmnfo 

traduzioni  degli  .Ambafciatori;  lo  ritardauafolamente  la  genero  fitta  del  fuo  ferme,  che  ef 

animo  :  per  laquale ,  ancora  che  riputafe  l' a  finitone  de  Vinitiani  utile  a  ^ani°ìn\iui 

fé  >&  opportuna  a'  fini  propofìi;  haueua  deliberato  non  la  concedere ,  fé  non  f&*  Frcfco 

■con  dignità  grand  e  della  Sedia  ^./tpoftolica  &  in  modoyche  le  cofe  della  Cine-  (c°j  "•  e  àe!! 

fa  fi  libera  fero  totalmente  dalle  loro  oppreffìoni:  <&  perciò  ricufando  i  Vini-  ferra  refi, e'i 

iiani  di  cedere  a  due  conditionhlequa.lt  oltra  molte  altre  hauea  pr  epe  fte;  dtf-  ia'gj,  «"  fu  in 

ferina  l'afoluergli  :  l'una  era ,  che  lafciafero  libera  a  fuddìtt  delia  Chicjà  la  vl^'ro  fatta 

naiùgatione  del  mare  ^Adriatico-,  laquale  uietauano  a  tutti  quelli  y  che  per  le  patendo  T 

robe  conduceuanojionpagauano  loro  certe gabelle  :  l'altra  che  non  tene  fero  ***cefi  più 

a  più  in  Ferrar  a, Città  dependentc  dalla  Chiefa, a  il  Magifirato  del  Bisdomino:  guerra ,  con 

allegavano  i  Vinitiani  queflo  e  fere  fiato  confentito  da'  Ferrar  e  fi ,  nonrepu-  Patto'.  ch.c  l 

metteflèro  in  Ferrara  vn  Podeftà:  e  i  primi  mandati  furono  Giouanni  Soranzo,  &  Vitale  Michele,  l'anno 

1308. Et  queito  Podelià  viene  adelTcreil  Vifdomino.chequi  fcriue  )l  Gulcciardino  :  delqual  nondimeno  il 
Sabclliconel  lib.i.della  2. Deca  dell  hift.Vinitiana,  che  mette  quella  guerra  j  non  fapunto  mentione.  1 


libro 

gnamio  Clemente  Vi.  Pontefice  Promano ,  che  a  quel  tempo  ri  fé  detta  con  là 
Corte  nella  Città  d\Auignone;&  lafuperiorità^&  cuftodia  del  Golfo  battere 
conceduto  loro  con  ampli  (fimi  priuilegij  Mef andrò  111L  "Pontefice ,  moffo 
perche  con  l'armi ,  &  con  la  uirtu ,  &  con  molte  Jpefe  l'baucuano  difefa  dà 
Sar  acini-,  &dd  Cor  [ali,  &  renduta  fi  cura  quella  nauigat ione  a'Cbriftiani: 
alle  quali  co  fé  fi  replicarla  per  la  parte  del  Tonte  fi  ce  non  hauere  potuto  i  Fer- 
rar e  fi  in  pregi udicio  della  fuperiorità  Ecclefmftica  acconfentire,  che  da  altri 
fujfe  tenuto  un  Magiflrato ,  o  esercitata  iurifditionc  in  Ferrara;  né  battendo 
confent ito  uolontariamente,ma  sformati  da  lunga,  &  graue guerra  ;  &dcpo 
hauere  ricercato  in  nano  l'aiuto  del  Tontefice,  le  cenfure  del  quale  dijpregia- 
uano  i  Vinitiani,hauere  accettata  la  pace  con  quelle  conditioni  eli  era  par  ut  o- 
a  chi  pò  tetta  contra  loro  più  con  l'armi, che  con  la  ragione  :  né  della  conceffo- 
ne d'idleffandro  apparirete  in  hiflorìe,  né  in  fritture  memoria ,  ofede  aicu~ 
na,eccetto  il  teflimonio  de3  VinitianUlquale  in  caufapropria?  et  sì  pondero- 
fa  era  foffietto:et  quando  pur  ne  appari fìe  co  fa  alcuna,  efferpiu  neri fimile  che 
da  luijlqual  dice  ano  batterlo  conceduto  in  V  inetta ,  fuffe flato  conceduto  per 
minaccie,oper  Umoresche  unVontefice  Homano>a  ciàfopra  tutti  gli  altri  ap 
parteneua  il  patrocinio  della  giuflitia,  e'I  ricorfo  deglioppreffi  haueffe  conce- 
pii Mocc-  fato  una  co( a  tanto  imperio  fa,  &  impotente  in  detrimento  di  tutto"]  mondo  : 

m?o   icnue  nJ  *T«  - 

affermatim  nel  quale  flato  delle  coj  e  atar  lattone  àeglt  animi  de  Trencipi,  pi croia  poten- 
vfcenzaCfof  tia^  vìputotione  del  He  de'  Romani  ;  /  Vinitìani  mandarono  i  efferato >  nel 
fé  ricupera-  qual  eraproueditore il  Grittt  ,  a  Vicer^a>  otte  f ape  nano  ilpopolo  uefderare 
tfani  o  opc-  di  ritornar  fono  l'imperio  loro  :  &  accettatila  fi  eh' eragià  notte?  battuto  con 
ra  di  Fracaf-  l  artiglierie  ilfobboYgo  della  Tufterla,l  'ottennero:  et  nondimeno , he  che  nella, 
ftinìano  re-  Città  fufi ero  pochi  faldati }non confidauano  molto  di  efpugnarla  :  magli  huo- 
cita,cheDio  mini  della  Terra  confortati  (a  come  fu  fama)  dal  Fracaffa^manìati  loro  a  me-  * 
defeombat-  "Ka  notte  *Amhafciatori,gli  mefìero  dentro  ,ri  tirato  fi  il  Vrincipe  di  Anault , 
tendo  co1  ni  -e'l  Fracafianella  foriera:  &  fu  coflante  opinione ^che  fé  tenuta  Vicenza,  fi 
buttali!  -de  fiijfe  fen?a  differire,  accoflato  l'efferato  Veneto  a  Verona ,  harebbe  Verona 
\ co  per  h  fato  H  mefo fimo :ma  non  panie  a'  Capitani  douer  partire  da  Vicen %a,fe pri- 
rufteria"&  rna  non  acquiflauano  la  fortezza:  laquale  benché  il  quarto  dì  uenifk  inpotc* 
ch'ali  v5en  fa  loro. parche  il  Trincipe  d'^naultye'l  Fracaf  a  per  la  debolezza  fua ,  l'af- 
fi -.  da  che  bandonarono.  Entro  in  quefto  tépo  in  Verona  mona  gente  di  Ce  far  e,  &  fotta 
fpauen  tati  obiznì  trecento  lance  del  He  di  Francia  :  di  maniera,  che  da  >  oo.  lance ,  & 

quei  di  de»      .    »  .,     r  ,.  ,   ri  •  r      i     ;<  i 

uo,s'arren-  cinque  mila  fanti  tra  Spagnuoli ,  e  Tedejcln ,  non  era  più  facile  l  occuparla . 
dettero  .  il  ^ccofiatoft  fop0i  l'etterato  Ve  neto  a  Verona  diuifo  in  due  parti,  in  ciafeun* 

Bebo  tiene,     tI,,rr         J  ,  •    •  „  •/•• 

che  raunaro  delle  quali  erano  trecento  huomim  d  arme ,  cinquecento  cauai  leggieri ,  e  tre 
conf'uo'1  itoti* fati,  &  fper andò,  che  come  fi  fufiero  accoftati,fi  faceffe  mauimento 
per  opera*  nella  Città;  ma  non  fi  efìendo  prefentati  alle  mura  in  un  tempo  mede  fimo  > 
Ma?fi  miìi*Ì  4uetti  aerano  nella  Terra  ,fattifi  incontro  alla  prima  parte ,  che  ueniua  di 
no;  vcnhTe-  là  dal  fiume  dell' \Adice ,  &  già  era  entrata  nel  Borgo  ;  la  coftì 'infono  a  riti- 
jfecJL wxe*  rarfi«  &  foprauenendo  poco  dipoi  Lucio  Malvezzo,  dall'altra  ripa  del  fiume 

con 


ottavo;  *jf 

con  Ultra  parie,  fi  ritirò  mede  firn  amente,  &  amendue  consunte  infame ,  fi 
fermarono  alla  uilla  di  S.  Mar  uno  Mante  da  Verona  cinque  miglia:  nelqual 

luovo  mentre  flauanoMuendo  intefo,  che  due  mila  fanti  Tedefchi  partiti  da  •  .™"t3* 

£  .  »     .  •        ^_-J s*:ì.ì.*J~11~  w.siffin  a  stuoli /t  iyrtvfp   liv)>lfhìu  e-    i£_® 

fi 

romp:rjor%a,. 

i  donato  Bafaano  l  occuparono i  ^untumi. a  Da Bajaanoando  tmaparle del-  gf*^ 

l  efferato  a  Feltro,  &■■  Ciuidale ,  &  dopo  batter  ricuperate  quelle  Terre  ,  ada  ie ,  e  i  1  Giù- 

Rocca  della  Scalatale  effrugnoMuendoui  pnmapiantate  [artiglierie:  et  ?c[™™Jl 
nel  tempo  msdefìmo  intorno ,&  Girolamo  da  SauornicmogeiiCbucminh  che 

mi  Friuli feguìtauano  le  parti  Vinitiane^prefero  Cafldnuouo  poftofopra  una  J  Jg«p& 

(òro  monte  in  me^o  della  Tatriafcofi  chiamano  il  Friuli  di  là  dal  fiume  del  Ti  che  «jjfconfi 

gliauenio)non  s'intendendo  di  Ce  far  e ,  ilquale  commoffo  dal  e  afidi  Vicenza  ^^  g 

era  uenuto  fubit amente  alla  Tietrayaltro  che  rumori  uani,&  fpijjo  muouerfi  t»  ir  Duca 

con  e  eleni  à;ma  ferita  effetto  alcuno  dami  luogo  ad  un  altr orrido  dipoi  l  ef  |rfg"*^ 

feraio  deVimtiani  uerfoMonfelice,&  Mvntag/iana,  per  ricuperare  il  Vote  bo ,  che  tu 

fine  di  Rouiva.  &.  per  entrare  nel  Ferrar  e  fé  infieme  con  l  armata:  laquale,  il  ui£fe 


no  sene 


,  Senato 'disellatoli  con  figlio  de 'b  Senatori  più  prudéthchegiudicauano  ef  rai  dell'ai- 
fer  cofii  temeraria  l'implicar  fi  in  nuoue  imprefi,  baueua  deliberato  mandare  [^klT 
potente  per  lo  fiume  del  To  conerà  il  Duca  di  F  errar a,moffinon  tanto  dalla  u-  Padri  che 
tilità  delie  cofe preferiti, quanto  dallo  f degno  sh  e  incredibile  haueuano  conce-  uLààtcé 
puio  contra  Ìui:parendo  loro,che  di  quello  >  che  baueua  fatto  perliberarfi  dal  l'arma»^ 
giogo  del  Bifdomino  ,  &  per  ricuperare  il  Volefine ,  non  doueffe giujìamente  j£  gcan°peri 
lamentarfirma  non  potendo  <iià  toller areiche  non  contento  di  quel,  chepreten  eguj ,  per  le 
deua  appartener/egli  di  ragione ,  haucjje  quando  Cejareji  Leno  con  l  ejjercuo  ZCjChc  it  Da 

c  da  Tadouamceuuto  da  lui  infeudo  il  Caftel  di  Efti, c  donde  è  l'antica  origine,  «  J"^™ 
e  l  cognome  della  famiglia  da  Efti,  &  in  pegno  per  ficurta  di  danari  prejtati  il  rjpe  p  &  pct 
Caftel  di  Montagnana ,  ne  quali  due  luoghi  non  pretendeua  ragione  alcuna  :  P°c*  u£^a 
aggiugneuafila  memoria ,  che  le  f  uè  genti  nella  ricuperatone  del  Volt  fine 
concitate  da  odio  eftremo  contra  il  nome  Vinitiano,  haueuano  danneggiato  ec  J. goui.  Bat 
ceffiuamentc  i  beni  de'  gentil  huomini,  incrudelendo  etiandio  contra  gli  edi-  neiThlft©. 
ficij  con  incendij ,  &  con  rouine:peròfu  determinato ,  che  l'armata  loro  gui-  JÌJ.  d*'f  £jj 

l  data  da  Angelo  Trini fano,  nellaquale  furono  d  diciafette  galee  fonili,  con  nu  ticne  >  che 
mero  grandiffimo  di  legni  minori*  &  benprouifla  dhucmini, atti  alla  guerra,  Jj^^j 
andane  uerfo  F err ara: laquale  armata  entrata  nel  To  >per  la  bocca  delle  For  fca  dalia  bi- 
naci* &  abbruciata  Corbola  ,  &  altre  utile  uicine  al  Tonando  predando  tut-  ^ J»1^**1  [ 
toilpaefe  infinal  lago  fcuroidalqual  luogo  icauaileggieriyche  per  terra  lac-  WSL:i  ^u 
compagnauano  yfeorfono  per  infino  a  Ficheruolo,  palazzo  più  preftoyche  }^c^ 

%  fortezza  ,famofo  c  per  la  lunga  oppugnatone  di  Ruberto  da  San  Seueri-  gac  R0m*- 

'  no  >  Capitan  de  Vinitiani  nella  guerra  contra  Hercole  padre  £ Mfonfo .  la  H^0^ 

4' Italia;  haueflero  il  domìnio  d'Efte;  &  di  gran  parte  della  prouincia  Veneta  .  . 

è  Più  di  vena  galee  dice  il  Giouio  nella  V  ita  d'Alfonlo ,  con  gran  moltitudine  di  barche,  oc  d  altri  legni 

minoriteli  Mocenigo  fcrme,c'haueua Tedici galee,galeoni,ck  altri  uari  legni. 
f  Dì  «juciU  gueru  n«  r«i«e  U  SabdUco  adi* vtt.Ub.d«il«  lue  hitt.di  Viflctia.Sc  Pietro  Gmltifljano  nei  \*>>H 


con 

Moccnigo 
il  Giuftinh 


o  .»  LIBRO 

ic>ra  muccìa  uenuta  di  qttefta  armata*  &  la  fama  a  battere  a  uenire  l  efferato  di  terra,  fbd 

1?  «Iste»  umt0  mo^to  ^  Duca  ^  Ferrara:  Uguale  trouandofi  conpochiffimi  faldati,  né 
iclt  aiu  Fu  effendo  il  popolo  di  Ferrara  ò  per  lo  numero,  ò  per  la  peritia  della  guerra  ba- 
ceffi  a  2iUdi  fl"mte  ad  opporfi  a  tanto  pericolo,  non  haueua  infino  a  tanto  gli  fopraueniffe- 
pecembte    ro gli  aiuti,che  fperatta  dal  Tontefice,  &  dal  Re  di  Francia  altra  difefa ,  che 
dtSc^iiCMoC  *mP°dire  confrequentiffimi  colpi  d y  artiglierie, piantate  fulla  ripa  del  To,  che 
cenigo .   il  i  nimici  non  pafiafìero  più  innanzi  .-perciò  il  Triuifano,hauendo  tentato  in  uà 
la  vita  dì  Al  no  di  p  affare ,  &  conoscendo  non  poter  fare  fen^a  gli  aiuti  di  terra  maggior 
fonfo  ,  e  il  progr  effo; fermò  l 'armata  mme^o  al  fiume  del Tò, dietro  ad  uri 'ifoletia,  che 
Sì!*,  h  ne  é  di  r ({contro  alla  Tulifella,luogo  difiante  da  Ferrara  undici  miglia,  &  mol- 
tano.  il  to  opportuno  a  trauagliarla,e  tormentarla ,  con  int emione  di  affrettare  quitti 
;u!ft!nh  l  efferato  .alqualc  sera  arrenduto  fen%a  difficultà  tutto  il  Tolefme,  ricupera 
no  non  co  fi  ta  prima  Montagnana  per  accordo  :  per  loquale  furono  conceffi  loro  prigioni 
£ICHeKoie  &l  yfàùdi  Ferrarese  i  Capitani  de' fanti,  che  iterano  dentroiinfino  ali  arri 
citeitno  fu  uare  delquale, perche  l ^  armata  fieffe  pwficur a,  cominciò  il  Triuifano  afabri- 
g! !moodo  '  care  ^e  baflioni  congrandiffima  celerità  fulla  riua  del  TÒ ,  l'uno  dalla  parte 
ca  u  teimo  ,  di  Ferrara,  l'altro  fulla  ripa  oppofita ,  git  tondo  fimibnente  un  ponte  fuìle  na- 
tilo è  lodato  ui,per  loquale  fi  poteffe  dall'armata  (occorrere  il  baflione ,  che  fi  fabricaua 
fi  mìltncntc  uerfo  F 'errar adaperfettione  delquale  per  impedire  il  Duca,  ma  con  configlio 
di  g.San  uaio  forfè  più  animofo  .eh 'e prudente, raccolti  quanto  più  giouani  potette  della  Cit- 
J?  "uder   — *  l  fidati  che  continuamente  concorreuano  agli  flipendtj fuoi; a  mudò  al-  < 
de  gii  schia  l'improttifo  ad affaltarlo-.ma  quelli ,  ch'erano  nel  baflione  foccor fi  dall' arma- 
£onj: ll  B,é"  ta,ufcitifuora  a  combatteresti  cominciarono  a  mettere  in  fura:  &  benché  il 

bo  dice, che  '  n  i  i   •  w  i   m       {i  ,      •  vU     u'pwyw  ** 

(druccioian  Ducafoprauenendo  con  molti  cattala  rende fje  animo ,  &  rimette ffe  in  ordine 
uaf  iottoC&  la£ente fuadmperita  lapiuparte,&  difordinata;  nondimeno  fu  tale  l'impeto 
cadendo',  il  de  nimici  .per  i  quali  combatteua  laficurtà  del  luogo,  &  molte  artiglierie  pie 
da°Ga"eou!  co^e->c^^na^^tefu  coftretto  a  ritirar  fi ,  reflando  ò  morti ,  ò  prefi  molti  de* 
uccifo.  Ma  fuoi,nè  tanto  della  turba  imperita,^  ignobile,  quanto  de  foldati  più  feroci , 
ìi  eV10ca°n  to  &  ^a  n°bHtà  Ferrar  e feitra  i  quali  »  H ercole  Catelmo,giouane  di  fomma  e-  ^ 
3  6.  alia  ftan  fpettatione,i  maggiori  delquale  haueuanogià  dominato  nel  Reame  di  K[apo- 
pfhton  di  q  ^  H  Ducato  di  Sora,  ilqitale  condotto  prigione  da  alcuni  foldati  Schiauonifo- 
iio  sunore  pra  unagalea,&  ttennti  in  queflione,  di  cui  di  loro  dotte fie  efier prigione  ,gli 
IL  ^\Sc\\t  fu  da  uno  d'effi con  inaudito  effempio  di  barbara  crudeltà  mtfer abilmente  tro 
errano  (  fo-  cata  la  tefta  :psr  lenitali  cofe parendo  a  ciafeuno ,  che  la  Città  di  Ferrara  non 
gaTobro^  f^efen^a  pericolo,  Ciamonteui  mandò in  foce orfo  Cìattiglione  con  centoan 
che  dicono,  quanta  lance  Francefh  e'I  Tontefice  fdegnatofi,  che  i  Vinitiani  Ihauefiero  af 
aì danì  egli  fatata  fenica  rifletto  della  Superiorità,  che  ui  ha  la  Chiefa ,  ordinò  che  i  fuoi 
io  ffe  cóik  n  dugento  huomim  darme,  ch'erano  in  aiuto  di  Ce  far  e ,  fi  uolgeffero  alla  difefa 
gii  troncata  di  Ferraraima  far  ebbono  fiate  perauentura  tarde  quefle  proni  foni,  fé  i  Fini- 
U  /ac  heftati  lia™  nonfuficro  flat*  coflretti  dipenfare  alla  difefa  delie  cofe  proprie,  1<[on 
ma  «a  ita-  erano(comè  detto  di  fopra)flate  molefte  al  Re  di  Fracia  le  difficultà,  che  ha- 

to  a*    foldi 

loro,&  poi  s'era  accollato  al  Duca  di  Ferrara.   Il  Bébo  dice,chc  in  boria  gli  furono  trouate  lettere  della  fui 

innaoaorata,lequalilodi(èoufigliauano  co  molti  efficaci  piieghi,ch'ei  non  uoieile  combatter  co'  Vinitiani. 


OTTAVO.  *3<  tQutftav# 

mom  Maffimiliano, parte  per  lo  timore  che  hebbefampre  delle  proferita  fue,  ce  Rouìgoi 
parte  perche  ardendo  di  desiderio  d  infignonrfi  della  Città  di  Verona ,  fera-  ffi?™; 
uà  che  per  lefue neceffi tàgli  nhouefe  finalmente  a  concedere  ò  in  uendita ,  che  fia  pura 
ò  inpegnoima  da  altra  parte  gli  difiaceua,  che  la  gronderà  de  Venetioni  pe££chlcvo 
rifurgefe,dallaquale  farebbe  rifultatomoieftia,&  pericolo  continuo  alle  co  gtadfe  lo- 
fefue:però  e  fendo  per  la  penuria  de  danari  molto  deboli  le  proni fiord  di  Ce-  Jil^'cS 
[arem  Verona;  funeceffitato il  Re  aprocurare con  altro  aiuto,che  con  quel-  j^P^ 
lo  delle  genti  dame,  che  ut  erano  entrate,  che  quella  Città  non  ritornale  in  \  £™ e£™ 
poteftà  loro  :  allaqnal  co  fa  dette  principio  Ciamonte ,  uenuto  dopo  la  perdita  |£.»  °  ®a°l* 
di  Vicenza  a  confini  del  Verone  fé:  perche  cominciando  a  tumultuare  per  ma  da  Mó  tet0  c 
tomento  de  pagamenti  due  mila  fanti  Spagnuoli,  eh  erano  in  Verona;  uè  gli  ***££°£ 
fermò  agli ftipendvj  del  Re  di  Francia,  &  uimandò  per  maggior  ficurtà  al-  ch;  nell-hl 
trifanthfeguitato  in  queflo  il  configlio  del  Trinlxio,che  dubitando  Ciamonte  f™J*  ^ 
che  al  Re  non  fu  fé  molefia  queflo  fefa;ili  rifofe  e  fere  minor  maliche  il  Re  dalquaic  „© 
l'imputafe  d'hauere  fefo  danari,  che  ìhaucre perdutolo  meffo  in  pericolo  il  ™»^t2£ 
fuo  fiato  :preflò  oltra  queflo  a  Cefare  per  pagare  i  faldati,  ch'erano  in  Vero-  ?^a  parer 
no  otto  mila  ducati  ma  rkeuendo  per  pegno  della  refiitutione  di  quefli,  &  de  £h^cp" 
gli  altri,  che  per  beneficio  fuo  ui  fende fie  infuturo ,  la  terra  di  Paleggio ,  la-  u-  icr.uc  co 
■qual  terraper  e  fere  uno  de  paffi  del  fiume  del  Mincman%i  chi  pò  fede  quel-  j|f  J|£ 
ia,&  Tejchicra^omina  il  Mincio,& propinqua  a  Brefcia fai  miglio,  eraper  suauio  o?- 

ficurtà  di  Brefcia  molto  flimata  dal  Re. La  uenuto  di  Ciamonte  faguitato  dalla  f^'^1- 
maggior  parte  delle  lance ,  che  alloggiauano  nel  Ducato  di  Milano ,  il  metter  theiim    & 
genti  in  Verona*  l  diuulgarfi  che  fi  preparano  per  andare  all'  efugnotìone  di  §*  à  jyiu; 
Vicenza;  furono  cagione  che X esercito  de  Vinitiani,  lafciatiperdifejadel  quando  fie- 
Volefine,&  perfuffidio  dell  armata  quattrocento  canai  leggieri,  &  quattro-  \lJ^^c 
cento  fanti;  fi  parti  del  Ferrarefe,&  fi  diuife  in  Lignago,Soaue,&  Vicenza,  jtMgM 
■&  che  i  Vinitiani  desiderando  afficurarfi,che  Vicenza,  &  ilpaefe  eira  fante  cXàd  cì 
nonfuffe  moleflato  dalle  ?enti>che  erano  in  Vcrona,la  fortificarono  co  unafof-  peftrem  Pu 
Ja  di  opera  memorabile  larga,  &  piena  di  acqua  intorniata  da  un  riparo  ,ju  t  ex  Leonico 
quale  erano  di firibuiti  molti  b  a  filoni:  laquale  cominciando  dalle  radici  della  JPJ«to^ 
montagna  fapr a  a  Soaue ,  &  diflendendofiper  ifatio  di  cinque  miglia  fi  difie  *tem  ilUl3  fl_ 
adeuaper  lopiono.che  da  a  Rouigo  fi  uà  a  Monforte,  terminando  in  certipolu  Jg^Jg 
di  contigui  al  fiume  dett*Adice:&  fortificato  Soaue,&  Lonigo,  haueuano  me  nku^  ltM1_ 
tre  la  fi  guardano  afficuroto,mafimamente  lo  ucmata^  tutto  il  paefe.  alleg-  «°  £°™£ 
geriffipcr  la  partito  delle  genti  Vinitiane;  ma  non  fi  leubperb  in  tutto  ilperi-  aquàrum  & 
colo  di  Ferrara:  perche  fé  bene  fuffecejfato  iltimore  del?  e  fi  ere  sformata  ;  non  ""^f* 
tra  ce  fiato  il  foretto  ,che per  i  danni  grani flmi,ò  non  fi  eftennafk  troppo*  no  punita  s&fc 
fi  riduce  fie  il  popolo  a  ultima  di  feratione .'perche  le  geti  dell  armata,  &  quel  *^  rfcee 
le  che  l*  accempagnauano  correuanoozni  giorno  infino  falle porte  della  Citta ,  quella  uoce 
&  altri  legni  de  Vinitiani  afi  aitatolo  altro  parte  lo  foto  del  Duca  di  Ferra  *J*J  °  eu° 
ra;haueuono  prefo  Cornacchie.  Sopragiunfero  in  qucfto  tempo  le  genti  del  To  r0rji  flap. 
tefice,  &  del  Re  di  Francia  :  &  perciò  il  Duca  ,ilquale  prima  ammonito  dal  ^ /' 

donno 


dcilaF»ko  !.a  danno  ricevuto  nel?  afi  alto  del  baftione,  haueua  fermate  le  genti  fife  in  atog- 

nctto  ìcuò  giamento forte  apprefio  a  Ferrara;cominciò  afarefpefie  caualcatcy  &fcorre 

di  "*  «pcT  rie  per  conducere  i  nimici  a  combattere  :  i  quali  ff  erado  che  lefìercito  loro  ri- 

dal  b  v.  fto  torna fie*  ricufauanó  prima  di  e  oh  attere ,  &  accadde  che  efiendo  caualcato  un 

1el  ?coteche  giorno  in  fino  apprcfjo  al  baftione  il  Cardinale  da  Èfli;tiel  ritornai fene,  un  col 

il  tor  io'  co  fi  pò  d'arti^  V; cria, [caricata  da  uno  de  legni  de*  nimici  *  Iettò  il  capo  al  Conte  Lo  a 

di  "o? 'per  l'i  àouico  della  Mirandola  uno  de  condottieri  della  Chiefa-,  non  battendo  tra  tan- 

quan  to  icm  ta  moltitudine,  né  quello  ne  ali  ro  colpo  offefio  ale  uno  analmente  laperitia  del 

IoU?quzTc  paefc,&  della  nati*ra,&  opportunità  del  fumé  fece  facile  quello  ebedaprin 

in  la  dai  ca  cjpj0'  era  partito  pericolofo)  &  difficile:perche  fferando  il  Ducale  l  Cardinale 

n*aneggia-fi  «8  rompere  con  l  artiglierie  l'armata,  pure  che  hauefferof acuità  di  poterle  fi 

ua.  g  ìòuio.  aframente  discendere  full  a  ripa  del  fiume;  ritornò  il  Cardinale  con  parte  delle 

b  il  Giouio  &e hit  ad  affaltare  il  Baflione:&  hauendo  con  ucafwne  di  alcuni  di  loro  rìmef 

cafdinafdi  fi  *  nimici>ch' erano  njati  afcaramucciare;occupò  i  &  fortificò  la  parte  projjì- 

e  ttc  ccn  a-  ma  dell 'argine ;in  modo  chefen%a  che  i  nimici  lofapeflero, b  conciufie  alprin-  b 

^."nrfr  ne-  cìpìo  della  notte  l*  artiglierie  fulla  riua  oppofita  alt  armata  :  &  diflefele  còffe 

più  ione  pe       f  ì'  ~*     i  è    i:'  •   r  j        -/     1         ì 

fataifecc  fo-  kntio  grande,  cominciò  con  terribile  impeto  a  percuoterla  :  &  benché  tutti  t 
"oeddi,Pac-  legni  fimouefferoperfuggire;nondimeno  effendo  diftefe  per  lungo  ff  atto  mol- 
qi.c  r  mòia  {e j  &  grofiffime  artiglierie ,  lequali  mane,  giate  da  huomini periti ,  tirauano 
§-«f  dei  rò,  molto  da  lontano  ;  mutauano  più  toflo  il  luogo  del  pericolo  -  che  fuggiffero  il 
U  a  quelle  perìcolo  offendo  fioprauenuta  >  & esercitando fi marauigUofamente  laperfo- 
mi'^tigne  na  del  Duca  perii  iffimo,  &  nclfab  ricare,  &  nellufare  l  artiglierie -.peri  qua 
x^iichcmu  ij  coipi  tutti  j-  legninimiciy  con  tutto  che  e ffì  finalmente  non  ceffaffero  di  tira- 
ftor1ciSyiini  rema  in  ùako,  perche  quegl'hche  erano  fulla  ripa  erano  coperti  dall argine , 
tiani  fcriuc.  con  mrjjì&  ffauenteficafi fi  confumauano:  alcuni  de  quali  non  potendopiu 
e  Noue  ga-  reggere  a  colpi  fi  arrendeuano;akuni  altri  appr  e  foni  il  fuoco  per  i  colpi  del- 
!£rf^rkft  /' artiglierie  mi Ter  al  ilmente  ardeuano ,  con  gli  huomini,  che  u  erano  dentro  ; 
furon  con-  alìri  per  non  uenire  in  mano  de  nimici  fi  fommergeu  ano  :e  t  C  apuano  aeu  ar- 
raT:  ma"  mata  montato  quafi  al  principio  delt affatto  fiopra  una  fcajfa  ,  fuggendo  fi 
ciouio.r  a-  faixò,  [a  fiua  Galea  fuggita  per  iffatio  di  tre  miglia  al  continuo  tirando  ,  & 
carne  Tftà  difendendo  >&  prouedendo  allepercoffe  che  riceueua j  alt  ultimo  tutta  forata 
z&  5  7-  »!  gìu  arjò  jn  fondo  :  finalmente  effondo  pieno  ogni  co  fa  di  fangue ,  di  fuoco  >  &  di 
gST nel  moriiyuennerompQnfiàMDuca  c  quindici galee, alcune nani gre ffe,fufie,  c 
•a  vi'uuftM  lavhotte ,  &  altri  legtì  minori  quafi  fenica  numero ,  morti  da  due  mila  huo- 
c  unfaiuono  mini  ò  d'artiglierie,  o'dal  fuoco  ò  dal  fiume,  prefefiffinta  bandiere  :  ma  non 
condici.  loficnda-rdo  principale ,  che  fi  fatuo  col  Capitano ,  molti  fuggiti  in  terra ,  de 
aletta  co  ouali parte  raccolti  da  cauai  leggieri  de  Vinitianififaluarono  >  parte  fegui- 
%  fd?ce\  io  iati  da  nimici  furono  prefh  parte  meuerono  nel  fuggir  fi  uarvj  danni  dapae- 
cakagnno  Cani,  à  Furono  i  legni  pr x •//  condotti  a  Ferrara  ,oue  per  memoria  della  unto-  d 
buomo k  di  ria  acquiflata  fi  cenjeruarono  moli  anni ,  in  fino  a  tanto  che  Mfonfo  de  fide- 
&»gpia*  cru  roj0  di  gratificare  al  Senato  Vimtiano ,  gli  concedè  loro .  Rotta  l  armata  , 
ilv'c^U^  mandò  jubito  Mfonfo  trecento  cauallit  et  cinquecento  fanti  per  rompere  l'ai- 


0    T    T    A    V    6.  §  M>  w 

tra  armata,cbebaueuaprefo  Cornacchie  :  i quali  battendo  ricuperato  Lo-  faciu\dive 
reto, fortificato  da  i  Vinitiani  ;  fi  crede, che  bar  ebbero  rotta  tarmata  ,je  »™beWffi 
quella  cono f cinto  il  pericolo  non  fi  fu  fi  e  ritirata  alle  Bebie.Quefto  fine  ^J^ 
hebbe  in  iffatio  d'un  meje  ?  affatto  di  Ferrara  ,  nelquale  L'EVENTO  >  che  <*«*<*£* 
fpifìo  è  giudice  non  imperito  delle  co f e, mani ft fio  quanto  fuffe  pia  prudente.  §!e"carietto  atl 
il  con  figlio  depochhche  confortammo  e  lafciate  Calne  imprefe,&  rifer  ^j*** 
nati  a  maggiore  opportunità  gli  danari ,  fi  attendere  folamente  alla  con-  rtimanonei 
fer navoni :di  Tadoua ,  &  di  Treuigi,  &  dell'altre  coje  ricuperate ,  che  di  gjjggj 
quelli,  che  più  di  numero,  ma  inferiori  di  prudentia  concitati  dall'odio*  &■  „&&  voie 
dallo  f degno,  erano  facili  ad  implicar  fi  in  tate  imprefe  :  lequali  cominciate  Jjjgjg"1 
temerariamente  partirono  alla  finejpefegrauiffime  con  non  mediocre  igna  notitia  5  ìeg 
minia,&  danno  della  Republica. Ma  dalla  parte  diVadoua  fuccedeuano  g*«  »*£ 
per  i  Vinitiani  più  prefio  le  cofeprof^ere,che  altrimenthpercÌK  trottando  ^origine  se 
fi  Ce  fare  nel  Vicentino  con  quattro  mila  fanti,  una  parte  non  molto  gran  ^ct^% 
'de  delle  genti  de  Vinitiani, coni  aiuto  de ?  uillanì  del  paeje, prefero  qua  fi  fu  roteilo  sa- 
gli occhi  fuoi  il  paffodella  Scalai  appreJfo,il  Coco4lo,&  Bafciano  luogo,  gj^g 
importante,per  impedire  chi  della  Magna  uoleffe  paflare  inltalia:'&  egli  ch'ei  lece 
lamentandoci,  che  per  la  partita  del  Tali  fa  fufferofuc ceduti  molti  dìfor-  ^|^a< 
dini;fe  n andò a  Bolzano  per  trasferir  fi alla  Dieta,che  per  ordine  fuo  sba*-  città  per  tut 
netta  a  tenere  a  Sprucbuleuieffempiofeguitando  Ciamonte,omeffii  penfie  x^^^ 
ri  caldi  che  haueua  battuta  di  fare  l'imprefa  di  Vicenza ,  &  dì  Lignago ,  delia  scahu 
confiderato ancorai  luoghi efier ben  proueduti,& la  [ìagiondel  tempo  }^ec  o"o 
molto  contrariaci  ritirò  a MilarioM  feiata  ben  guardata  Brefcia,Vefchie  ftio  panuì- 
ra,&  Valeggio:&  in  Verona  per  dife fa  di  quella  Ctttà,laquale  Cefareper  ^  ^^ 
fefieffo  era  impotente  a  difendere  feicento  lance  x&  quattro  mila  fantliì  di  c°^ro 
quali  f eparati  da  i  foldatidi  Cefarealloggiauano  nel  Borgo  di  S.  Zeno,ha  {^"Sivcro 

f  uedoanco  in  potefià  loro,perefferpiuficuriyla  CittadellaMa  città  di  Ve  m>  **jj££ 
tona  nobile, &  antica  cittàèdiuifa  dal  fiume  dell'\Adice,  fiume  profondo,  ,•£  Gio.  An 

b&groJfiffimo:ilquale  bnato  ne  Montidella  Magna,com'è  condotto  al  pia  tomo  Pan-- 
no  fi  torce  fulla  man  fmiSlr  ara fenie  imonti,&  entrandoti  Verona, co- 
me rièufcito,difconflandòfi  da  i  monti,fi  allarga  per  bella,&  fertile  pianti  \>  Nafce  r  A 
vaquella  partedella  Cittàych'è  fituat  a  nella  cofia  con  alquanto  piano,  è  ^e^°0ttn°tc 
daÙjLdice  in  là  uer fola- Magna,  il  refio  della  terra,  eh1  è  tutto  in  piano  ,è  gradimmo 
poHo  dall' .Adice  in  qua  uerfo  Mantouaifu'l  monte  alla  portadi  S  .Giorgio  {£™  ^jjj* 
è  pofia  la  nocca  di  S.Tiero,  &  due  baleftrate  difiate  da  quella  più  alta  fui  goletto  li 
la  cima  del  poggio  è  quella  di  S.Feliee^forte  tunagt  l'altra  affai  più  difi^  f^no**  ^ 
to,che  di  muraglia:^  nondimen&perdute  quelle ,per  che  fopr a  fanno  tanto  miglia  fcdi- 
la  Città,  refierebbe  Verona  in  grane  pericolo  :quefie  erano  guardate  da*  £°ft^diB«x 
Tedefchi  ima  nell'altra  parte  fé f arata  da  quefta  parte  dal  fiumeyè  Cafiel  nicco,giurif 
Vecchio uerfoTefchiera3poflo qftafiime%p della Città,et cheattrauerfa il  *55? lìS* 


fiume  dvaTtcxdi^ 


«ando:&  corresdtf  per  duegróffi  uill.igi  Nidirdolio,  &  Valirfpeigoicrcfce  a  Bornicco,onde  fi  diftendea  Bofc 
•ano, poi  a  Ticiuo,iadi  a  Vciojia.  Ciò  fcxiue  Vcc«Uìq Veccìli nella defeiittionc  4«l  tciitoiia di  Cadwov 


LIBRO 
fiume  con  un  ponte:e  tre  baleftrate  d>jlante  da  quello  uerfo  Vicenza  è  la 
Cittadella, e  tra  liunai&  l'altra  fi  congiungono  le  mura  della  Città  dalla, 
-parte  difuora,che  redono  figura  di  me%o  todotma  dal  lato  dì  dentro  fi  con- 
giugne loro  un  muro  edificato  in  me%p  di  duefoffi  grandi  (fimi,  &  lo]j>atio 
tra  l' un  muro,&  l'altro,  è  chiamato  il  Borgo  di  S.Zeno,che  infieme  conia 
guardia  della  Cittadella  fu  affegnato  p  alloggiammo  de'Fracefi.Doue  me 
tre  che  ftàno  qua  fi  quiete  l'armi*  Uaffimiliano  cotinu  amente  tratta  uà  di 
far  tr \egua  co'  Vinitiani,  interponendole  molto  il  Pontefice,  per  mt%o 
£  Achille  de'Graffi,VefcQUO  di  Ve  fero,  fuo  J^untio  :  per  laqual  cofa,  fi  co 
Htnnero  allo  Spedakttofopra  alla  Scala  a  trattare  gli  Oratori  fuoi  :  & 
Giouanni  Cornaro,  &  Luigi  Mo  ceni go  Oratori  de 'Vinilìani, ma  per  le  di- 
mande  alte  di  Maffimiliano  riu  fella  pratica  nana  con  molto  dijpiacere  del 
^Pontefice,  che  defideraua  liberare  i  Vinitiani  da  tutte  le  molefiie,&  per- 
che  tra  loro,  &  fé  non  fuffe  materia  da  contendere  haueua  operato  rtn- 
dejfero  al  Duca  di  Ferrara  la  Terra  di  Comacchio,  lacuale  haueuano  pri 
ma  abbruciata,  &  a  fé  promette]] ero  di  non  moleflare  più  lo  flato  del  Dh- 
ca  di  F  errar  a,del  quale,  credendo  che  hauefte  ad  e]]  ere  grato  de  benefici]^ 
che  per  me%p  fuo  haueua  confeguito,&  era  per  confeguire,  teneua  allho- 
ra  {ingoiare  protettioncfperando  chaueffe  a  dependere  più  da  lui,che  dal 
Re  di  Francia  :  contra  il  quale  Piando  in  contìnui  pen fieri  di  far  fi  fondame- 
li di  grandijjima  importane ,  haueua  fegret amente  mandato  unhuomo 
al  J{ed'  Inghilterra,^-  cominciato  a  trattare  conia  n at ione  degli  Sui^e 
ri,laquale  allhora  cominciaua  a  uenire  in  qualche  controller fia  col  Re  di 
Francia; il  perche  effendo tenuto  a  lui  ilVe\couo  di  Sion,(diconlo  i  Lati" 
ni  Sedunefe)nimico  del  Re,  &  che  ajpiraua  per  quefli  me%i  al  Cardinala- 
to,l*haueua  riceuuto  con  animo  lietiffimo  •  Succedette  alla  fine  di  quefio 
anno  concordia  tra  il  Re  deRomani,e  il  Re  Catolico,difcordi  per  caufa  del 
gouerno  de  Regni  di  Cafliglia:  laquale  trattata  lungamente  nella  Corte 
del  Re  di  Francia ,  &  hauendo  molte  difficultà,  fu  per  poco  configlio  del 
Cardinal  di  Roano,che  non  confiderò  quanto  quefia  congiuntane  ]ufì  e  ma 
le  a  propofito  delle  co  fé  del  fuo Re, condotta  a  perfettìone:  perche  paren- 
dogli forfè, che'  l  far  fene  auttore  gli  potefie  giouare  a  per  uenire  alTonte- 
ficato,  je  ne  interpofe  eongrandiffima  diligentia ,  &  fatica:  con  laquale 
&  con  rauttoritàfua  ìnduffe  Majjìmiliano  a  con]entire^,  che'l  Re  Catoli- 
co,incafonon  hauefìe  figliuoli  mafehi ,  fuffe  gouernatore  di  quei  Reamis  j 
infino  che  Carlo  nipote  communeperuenifie  all'età  di nenticinque  anni;nè 

'  pigliaJfe  M  vip0*  e  titolo  Regio, uiuent  e  la  madre,c' haueua  titolo  di  Reina; 
perche  in  Caftiglia  non  fono  le  f emine  efclufe  da!  mafehi Wagaffe  il  Re  Ca- 

•  tolìco  a  Cefare  ducati  cinquanta  mila,aiut  affilo  fecondo  i  capitoli  di  Cam 

j  trai,  infima  tanto  haueffe  acquiftato,  &  ricuperato  le  cofe)ue,&  a  Car- 
lo pagaffe  ciafcua'anno  quaranta  mila  ducati:  per  laqual  conuentione (la 
bilito  il  Re  djLragonà  nel  gouerno  defiRegno  di  Cajliglia}&hauutafàcul 

1  tà 


O    T    T    A    V    O.  240 

tàà' acquietar  fede  apprejfo  a  Cefareper  efìerleuateuia  le  diffcrentie  fra 
loro,& per  effere  in  tuttidue  ilmedefimo  intertffe  dei  nipote  commune; 
potette  con  maggiore  animo  attendere  ad  impedire  la  grande^a  del  i\e  ■  Moti  jc 
di  Francia,laquale  per  l' intereffe  del  Bearne  di  Ifapolhgli  era  Jempre  fo-  guano  '  in 
(betta.  Hebbe  in  quelli  di  mede  fimi  fofb  etto  il  Pontefice,  chel  Vrotono-  £onis°.  ff- 
tario  de  Bentiuogli,  eh  era  a  Cremona,non  trattale  dt  ritornare  fwrtiua  cerino,  d*u- 
mente  in  Bologna:  per  lo  qual  fofpetto  fece  per  alcuni  di  ritenere  nel  pala-  **  £*g  !§ 
gio  di  Bologna  Giulian  de  Medici,  &  riferendo  ogni  cojaalla  mala  uo-  duuVaii'e- 
/o»fcì  de/  He  di  Francia;  dimoflraua  di  temere,  ch'einon  paffaffe  in  Italia  ^l™0^"' 
perfoggiogarla,&  per  fare  uiolentement  e  eleggere  il  Cardinal  di  Roano  monile, 
per  T  onte  fice:&  nondimeno  nel  tempo  mede  fimo  detrabeuafen^a  rifpet-  feh-aP™J"ed* 
to  airbonor  di  Cefare,come  di  per  fona  incapace  di  tanta  dignità,et  che  per  tori,&capi 
la  incapacità  fua  hauefie  ridotto  ingrandì)})  regio  il  nome  dell'imperio.9'  krdto-lac^ 
Morì  nella  fine  di  que fio  Anno  il  Conte  di  Tìtigliano ,  Capitan  Generale  comadò  io 
deVinitiani,  huomo  molto  uecchio,&  nell'arte  militare  di  lunga  ejperien  effic°acTa°ia 
%a,&  nella  fede  del  quale  fi  cofidauano  a/] 'ai  i  Vinitiani,  né  temeuano  che  Repubiica 
temerariamente  mett effe  inpericolo  il  loro  Imperio.  Seguita  in  quefla  nèr.a'quaic 
ambiguità  di  cofe  VjLnno  Mille  cinquecento  dieci,  nel  principio  del  quale  _  m.oxT 
procedeuano  da  ogni  parte,come  anco  era  conforme  alla  flagione  le  cofe  ac^^am 
dell' armi  freddamente:  perche  V  efferato  Vinitiano  allogiato  a  S.  Bonifa-  to  Tornarne 
ciò  in  Verone  fé;  teneua  quafì  come  affediata  Verona  :  onde  efiendo  ufeiti  J^jf^11  'ajte 
allafcorta,  Carlo  B agl'ione, Federigo  da  Botole, &  Sacromoro  Vifcon.  liana.  11  fuo 
te,ajffaltatidagli  Stradiot  ti, furono  rotti,&  fatti  prigionia  Carlo,&  Sa-  \™*  °f!J?or 
cromoro  :per che  Federigo  fi  falub  per  opera  de  Frane  e  fi ,  che  al  foce  or  fa  tia,&  fepot 
loro  erano  ufeiti  di  Verona:&  poco  dipoi  ruppono  un  altra  compagnia  di  J°t*°  c^?n° 
canai  Frace fi,  tr acquali  fu  prefo  c  Monfignor  di  Clefi,et  da  altra  parte  du  nella  chic* 
gento  lance  Fr  ance  fi  ufeite  di  Verona  con  tre  mila  fanti-,  sforarono  per  GioSanTac 
afialto  un  Baftione  uerfo  Soaue,guardato  da  feicento  fanti,&  nel  ritorno  Paolo  ìnV 
ruppono  una  moltitudine  grande  di  uillanUma  in  quefla  frede%^a  dell' ar-  !££„"* %[ 
mi  erano  angufliati  dagrauifjìmì  penfieri  gli  animi  de' Trinci  pi, <^r  princi  pra  laquaie 
palment  e  quello  delire  de'Romani:  il  quale  non  conofeendo,  come  poteffe  ceSpo?Je  u- 
riportarela  uittoria  della  guerra  cotra  i  Vinitiani,e  traportando  come-  »a  ftatua  a 
ra  folito  le  cofe  f  uè  di  Dieta  in  Dieta;  haueua  chiamato  la  Dieta  in  jLugu  5or«a°  che 
fta:  &  [degnato  col  pontefice, per  che  gli  Elettori  dell'Imperio  mofjì  dalla  wtiauia  ut 
fua  autorità  faceuano  inftantia,che  prima  fi  trattale  nella  dieta  della  co  ^"7.  anni" 
cor  dia  co' Vinitiani, che  delle  prouifioni  della  guerra;haut  uà  fatto  parti-  &  da  gìo. 
re  il  Vefcouo  di  Tefarojuo  ijutio  da  jiugufla:  &  cofìderado  hauere  in-  gnatio  vini 
certitHdineJugbe'jtfatft  molte difficultàìe  deliberationi  delle  diete,  an%i  tiano.  h.ljg 

il  pia  mo  gli  fu 
fatta  una  bella  &  elegante  oratìon  funebre.   Bembo,  8c  Giuftiniano- 

b  Carlo  &  Sacromoro  dice  il  Giouio  nella  uita  d'Ai  tonfo,  che  furon  fatti  prigioni  pretto  la  uilla  di  San 
Martino,  con  perdita  grande  delle  genti  loro. 

e  Monfignor  della  cieta  lo  chiama  il  Bembo  ;  ilqual  dice  che  fu  prefo  con  uemi  della  fua  compagnia,  & 
mandato  a  V  ine  sia  • 


1    I    B    R    O 

il  più  delle  uolte  tifine  MI1  una  partorire  il  principio  di  mi  altra*  et  che  il 
l\e  di  Fracia  dalle  dimade,et  dalle  imprefe  che  gli  erano  propofle  ogni  dì  fi 
Jcufaua,hora  co  l'allegare  Vafarex^a  della  flagrine, bora  col  dimadare  afe 
gnamento  certo  di  quello, che  fyendeffe, bora  ricordando  non  ejfcrefolo  obli 
gato  ad  aiutarlo per  i  capitoli  di  Cabrai ,  ma  ejjereancora  nelle mcdefime 
obligationi  il  Tontefice,  &  il  Re  d'Aragona ,  co'  quali  era  conucniente  fi 
procedere  communem  ente, fecondo  che  erano  comuni  la  confiderationei& 
i9dbligatione;peròfì  rifolueua  ninno  rimedio  ejferepiu  proto  alle  cofefue, 
Se  indurre  il  l\e  di  Francia  ad  abbracciar  et  imprendi  pigliare  Tadoua, 
Vicenza,®-  Treuigi  con  le  for^e  proprie,  riceumdoneil  ricompenfo  conue 
mienteera  nel  configlio  T{egioquefìa  dimanda  approuata  da  molti,  i  qua- 
li  confider 'andò  che  infino  che  i  Vinitìani  non  erano  efclufi  totalmente  di 
terra  ferma,ilRe  flarébe  fempre  incontinue  ft>e  fé, &  pericolilo  confor 
tauanoa  liberar fenecon  lo  fendere  una  uolta  potentemente.-  né  era  il  I{e 
Aienototàlmente  da  queUo  con  figlio, mofio  dalla  medefima  ragione,&pe 
rò  inclinando  a  paffare  in  per  fona  in  Italia  con  efferato  potente ,  ilquale 
chiamaua  potente  ogni  uolta  che  in  efto  fuffero  più  di  mille  feicento  Uncie% 
teifuwpenfionarij,  &  gentil Imomìnunodimeno ejfendo  diftratto.da  altre 
ragioni  indiuerfa  fimientia  ,fiaua confammo  fojpefo,  più  confufo  anco 
che"  If olito, per  che  il  Cardinale  di  Roanojwomo  molto  efficace,^ di gran- 
demimo, opprejfo  da  Bga,&graueinfermità,nonua£auapìu*negotij,i 
quali  fokuano  totalmente ftedir fi  col  fuo configlio .:  riteneua  il Re  ^  e  fière 
per  natura  molto  alieno  dallo  Jpendereja  cupidità  ardente  di  confeguire 
Verona ,  allaquaU  cofa  gli  partua  migliore  me%o  Vejfereil  Re  de  Immani 
implicato  in  continui  trauaglh&  appunto  ejfendo  egli  impotente  a  pagare 
le  genti  Tede  fiche,  che  erano  alla  guardia  di  quella  città,  gli  haut  uà, il  %$ 
preflato  di  nuouo  diciotto  mila  ducati,  &  obligatofi  a  preflargliesie  infino 
alla  fommadicinquantamila  ,  con  patto  che  non  jolo  tenefieper  funrtà 
di  rihauergli  la  Cittadella,ma  che  etiandìoglifuffeconfegnato  Caflel  Vec 
cbio,&  una  porta  uicina  delia città,per  hauere  léeml9entrata,&  Fufct- 
*   ^eva  ta,&cbe  non  gli  ejfendo  reflit  ulti  i  danari  fra  un'anno  gli  rimanefie  in  go~ 
l'ggVha    uerno perpetuo  la*  terra  di  Paleggio  co  facuUàdi  fortificare  quella^laa 
detto a  car.  efaajcua  ajpe fe  di  Ce  fare:  teneuano  perplejfo  Ummo  del  r^e  quettt  rifpet 
ìli'  fu  dau  ti ,  ma  molto  più  lo  riteneua  il  timore  di  non  alterare  totalmente  la  mente 
t^olfKc  del  Tontcficeofe  conduceJfe,o  mandale  nuouo  esercito  in  Italia  :  perche  il 
di  Francia,  pontefice,  pieno  di  fo$£tto>&  malcontento  ancora  che  egli  fi  impadrontf- 
p affi  ddiu  %diVerona,okra  il  perfeuerare  di  uolere  ajfoluere  i  Vinitìani  dalle  cen- 
mcMincio,  rure .  faceua  o%niopera  per  congiugner  fi  gli  Sinceri  :  pertiche  baueua 
&3S  mt  rimandato  al  paefe  il  Vefcou*  di  Sion  con  danari  per  la  natione,etconpro 
giiaconde  j>  mfìa  per  lui  del  Cardinalato  ;  &  cercati*  con  grandi  filma  dtUgetia  d  alte 
uradttàdc?Ì  nareal  Re  di  Francia  l animo  del  Re  £  Inghilterra:  ilquale  fé  bene  hauefi 
dai  Rcmoi  fphdUHto  per  ricordo  dal  padre  nell'articolo della  morte,  che  per  quiete., 

«JliiHatai  J  t  *  #  ,  q* 


©    T    T    A    V    0\  *M 

&ficurtàfua  continuaffe  l'amicitia  col  Regno  di  Francla.per  laqualegli  era- 
no  pagati  ciafcunanno  5  o.mila  ducatv,nondimeno  moffb  dalla  caldera  del- 
l'età, &  dalla  pecunia  grandi  [[ima  lanciatagli  dal  padre  ;  non  p  arena  che  ba- 
ve fi  e  meno  in  confideratione  i  configli  di  quelli,che  cupidi  di  co  fé  moue>&  co 
citati  dall'odio, che  quella  natione  ha  comymmemente  grandi  (fimo  contra  Uno 
me  de*  Francefilo  confort auano  allaguerra,che  la  prudentia>&  effcmpio  del 
padre  :  ilquale  non  difcordante  da  Francefi ,  ancor  che  fatto  Re  d'un  Regna 
nuouo,  &  perturbatiffimo,baueua  con  grande  ubidientia,  &  con  grandtjjima 
quiete  gouernato,  &  goduto  ilfuo  Regno  dequali  co  fé  anguftiando  grauemen- 
tc  l'animo  del  Re  di  Fr ancia  Jlquale  per  effer  più  propinquo  alle  cofe  $  Italia, 
sera  trasferito  a  Lione, e  temendo  che  Ip  affare  fino  in  Italia,  det  efiato  pale  fé 
mente  daÌTontefice,non  fufcitafie per fua  opera  cofe  nuoue,  &  diffuadendo- 
lo  dal  mede  fimo  il  Red\Aragona;ma  dimoftrando  diffuaderneloxome  amico, 
&  come  amatore  della  quiete  commune  ;  non  hebbe  in  quefle  ambiguità  ,  $e 
lo  firigneuano  da  ogni  parte, più  certo, &  determinato  configlio^cbe  di  cerca- 
re con  ogni  fiudio ,  &  dilìgentiadi  quietare  F animo  del  Tonte fice  ;  talmente 
cì>e  almeno  s' afficiwafie  di  non  F  battere  oppofito,&  nimico:a!!aqualcofapa- 
rena  lo  fattori  fìe  afiai  l'occafione -.perche  fi  credeua,  che  la  morte  del  Cardinal 
di  Roanoda  infermità  delquale  era  sì  grane ,  che  fi  poteua  fperar  poco  di  lun~ 
ga  uita,hau,°fie  adefier  caufa  di  leuargli  quella  fofyitioue, per  laquale  princi- 
palmente fi  penfauano gli  buomini  efiere  nate  lefue  alter ationi'>&  parche  ha 
uendo  il  Bs  notiti  a,  eh  e  il  Card  male  di  j£us nipote  di  Roano,  &  gli  altri,  che 
trattauano  le  cofe  fine  nella  Corte  di  Roma  haueuano  temer •ariaméte,  &  con 
parole,  &  con  fatti  attefo  più  ad  efiacerbare,che  a  mitigare, come  farebbe  fia 
to  necefiario  la  mente  del  V  ora  e f  ce, non  uolendo  ufarepiu  l'opera  loro;man~ 
*  dò  in  pofte  a  Roma a  *AÌhcvto  Tio  Conte  di  Carpi ,  per  fona  di  grande  fiirito,  a  p»  Albert* 
&  defirexga,  alquale  furono  date  ampliarne  commeffioni ,  nonfolo  di  offe-  ^°  Palla  ^ 
rirgli  in  tutti  i  cafi,  &  defìderijfuoi  le  forile,  &  autorità  del  Re,  &  ufarefe-  molte  ai  «e 
co  tutti  i  ricetti,  e  i  riguardi,  che  fu  fi  ero  più  fecondo  la  mente,  &  la  natura  uo^e  neI  **• 
fua  ;  ma  oltra  queflo  di  communicargli  finccr  amente  lo  flato  di  tutte  le  cofe  ù  .«li  quciU 
fi  trattauano,  &  le  richiefle  fattegli  dal  Re  de  Romani ,  &  di  rimettere  fi-  h,ftoiia  - 
nalmente  in  arbitrio  fuo  ilpafiare,  è  non  pafiare  in  Italia ,  l'aiutare  più  len- 
tamente, ò  più  prontamente  le  cofe  di  Cefare.  Fu  commefio  al  med  efimo,  che 
difiuadefie  lafiolutione  de'  Vinitiani ,  ma  quefia  alla  uenuta  fua  era  già 
deliberata,  &  promefia  dalVontefice  ;  battendo  i  Vinitiani,  poi  che  trai 
deputati  dal  Tontefice ,  &  gli  Oratori  loro  fu  difputato  molti  me  fi  ,  con- 
fentito  alle  conditioni ,  fopra  lequali  fifaceua  ladifficultà  :  perche  nonue- 
deuano  altro  rimedio  alla  falute  loro,  che  l  efiere  congiunti  feco .  Furono  il 
Uigefìmoquarto giorno  di  Febraio  lette  nel  Conciflorole  conditioni,  co  lequali 
fi  doueua  concedere  l affolutione, prefenti gli  Oratori  Vinitiani,  &  conferma 


H  h         refi- 


LIBRO 

refficn^a,  ò  difficultà  alleprouifioni,  ihefopraeffì  uenifìcro  dal- a  Corte  "Ro- 
ma; tamon  impediffero  che  nella  Corte  preci  etto,  fi  agit afferò  le  e  a  ufi  beneficia- 
li, ò  appartenenti  alla giuri  fiditi ione  Ecclefiafiica:  non  ponefferodeeme.b  aU 
cunafpecie  dì  graueT^afu  beni  delle  Chicfie,&  de  luoghi  efenti  dui  domìnio 
temporalemnonciafìero  alt  appellatone  interpola  dal  monitorio,  a  tutte  le 
ragioni  acquifiate  in  qualunque  rnodofulle  terre  della  Chiefa,  &  fi  edulmente 
alle ragioni  3  che pretende  {fero  di  poter  tenere  il  Biju  omino  in  Ferrara:  che  i 
fudcUti  della  Chufae  i  legni  loro  haueffero  libera  la  nauigatione  del  Gtifc>et 
con  [acuità  sì  ampia,  che  et  i  and  io  le  robbe  d  altre  nationi  portate  {ti  legni  lo- 
ro,  non  poti {fero  efibre  molefiate, né  fatta  dh  hiaratione ,  che  fi  {fero  cbligate 
alle  gabelle  raonpott  {fero  in  modo  alcuno  intrometter  fi  di  Ferrara,  o  delle  ter- 
vedi  quello  fiato, the  haueffero  dependenti  a  dalia  Chic fa:  fu {fero  annullate  luì 
tele  conuentionit  che  in  pregiudizio  ecclefiaftieo  haut {fero  fatte  ceti  ah  imo 
fiiddito ,ò  uaffallo  della  Chic  fa:  non  ricett  afferò  Duchi,  Baroni,ò  altri  fuddiihò 
uaffalli  Cella  Chiefa,  che  fujfero  ribelli  bnmiici  della  Sedia  *£pofiolica,&  fuf 
fero  obligaii  a  reflituire  tutti  i  danari  e  fatti  ddbeni  Ecclefiaftta:  rifiorare  le 
Chiefe  di  tutti  i  danni,che  haueffero  patito:  lequali  obligatwni  con  lepromef- 
fe,  &  rincncie  debite riceuute nel  Comi  fioro,  gli  ^Amb  a  filatori  Vinitiam  il 
«  Non  dico  giorno  che  fu  determinato,  feguitando  gli  effempi  antichi  ;  fi  concu fiero  *  nel 
no  gi'hifto    Tonico  di  Sari  Tiero:  douemtatifi  in  terra  innanzi  a  piedi  del  Tontejue  il- 
ni,  che  L'at  quale  preffo  alle  porte  di  bronco  jedeua  Julia  fedia  Tonteficale ,  affftendogli 
foiuuonedi  tt4ttì  l  Cardinah,&  numero  grande  di  Tr 'elati  ;  <di  dimandarcho  bkìuhicnie 
Giu'io  folte  perdono, riconofeendo  la  contumacia^  e  i  falli  commefji:  &  dipoi  lette  fi  fiecon 
nei  portico  fa  n  YltQ  fena  chie{a  certe  orazioni >  &  {atte  (oh  in  temente  le  omtfionie  con- 

a\  ban  J-Me      r  t  „^  r        ■  •    i  )      r^ 1    \    ■ 

tro.n  Febo  juete,u  Tomepcericeuutigtia gratia gii  ujjolt'Cy impone/->  <■  ioroper peniteli 
Tenue ,  che  Ua  ^  andafibeo  a  mfitare  le  {ex  te  Chi  efe,  ^Affollai  entrarono  nella  C  ùefa  di 

gli  Oratori  *  .    ■*'  2   i>"  .  *  , .        ,         •*  /r 

xnuendo  in  San  Tiero  introdotti  dal  [ommo  <Btmtentiei  e:  e,  otte,  battendo  udita  La*  Meffa% 

nome  delta 
Re  pubiica 

fod-sfatto  a 

mandi*  dei  ^p^fioiica  da  molti  Tre  lati,  &  altri  della  Corte  accompagnati  alle  loro  ha- 

Papr.  furon  bitationi:  doppiamole  cffnluiione  fi  ritornarono  à  Vmetia,  lafciato  a  Roma. 

trare  "  hl'ì  Girolamo  D onato ,  huomo  dot U (fimo ,  uno  del  numero  loto:  ilquale per  le  uir- 

aiu  m-  fifa,  tilfue,&  per  la  deftr&gg  dell  ingegno  diuenuto  molto  grato  al  To.itcfice  ;  fit 

h  «  bp^ede  '.  digrandiffimogiouamento  alla  fuapatria  nelle  cofe,  che  fi  hebberopoi  a  trat- 

u  suo  me  tare  appreffo  a  luu 

corti  è  con  xx 

tranoacjue 

ftoauriote,  &  dice, chetandoli 'quando  il  Paparibenedifce  alcun  Principe, o  Rcpublica  di  dare  con  uer» 

ghe'ulie  ìpaJle  degli  An.balciatori  rapprefentanti  fopra  le  Scalee  dì  S.  Pietro:  Giulio*,  per  farpiuhonore 

a*  Vinitiani,  aiuto  quett  •  pena  in  commandar  loro,  che  ui fita  Aero  le  fette  Chiefe.  Il  Giouio  nei  u  vita 

«l'AltòMò  pone,  che  Giulio  conuenne  prima  co'l  Donato  Ambafciatore,  che  uenuTero  fei  Oraron  de'piu 

«onorar  gentii'huomim  di  Vuicua  lupflicheuoli  a  ia,iii  xibcnedix  nel  portico  di  San  netio,©;  ^u'oucaiueji 

tcxiconciliaiiL 


che  prima  era  fiata  denegata;  finronahonoratamente  non  più  come  f communi- 
cattyo  interdetti  ma  come  meni  clmfliani>&  diuoti  figliuoli  della  Sedia, 


DELL' HI  STORI 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Gentil*  hvomo    Fiorentino, 

libro"nono~ 


241 

A 


SOMMARIO. 

Descrive  nel  nono  libro  le  cagioni  delle  difcordie  fra  il  Re  di  Francia,  &gli 
Suizzeri:  i  quali  per  ciò  s  unifcono  co'i  Paparche  l'Imperatore  el  Re  d  i  nuo- 
uo  fi  confermano  in  lega  conrra  i  V  Haitiani  •  il  Papa  fa  guerra  eontra  Ferrara  :  i 


■  •>•*  IUIM      --fr  e»  *        I    ■  -*  -*  '-  *  V*    •    ■     •   •       a  *.        *       1  fc   k."  «-«*      V'Vl    fVJIU     alili»       A».**»!-»»»»-»»***»»»'"      *  •■■       ^^  W  •»»»,*  I    l«W"l  ^-"        1   •**  •>  \,  k  W  *.*  *■  V^ 

per  opra  del  Redi  Francia:  l'armata  Vinitianaè  rotta  in  Porgli  Ecclefiaftici  fon 
rotti  alla  Baitia:  'e  pratiche  de::a  pace  uniuerfale:  la  ribellion  di  Bofogna  dalia 
Cliiefa:  &ia  terminati  ;n  del  Conciliabolo  in  Pifa. 

E  L  L%  affo  l  ut  ione  de  Finitiam, fatta  con  animo  tanto  con/la 
te  dclTontefice,  fi perturbò  molto  Ce  far  e,  alquale  quefla 
co  fa  principalmente  appartenenti:  ma  non  fé  ne  perturbo 
quafi  meno  il  Re  di  Francia: percheper  l'utilità  propria  de 
fideraua,  che  la  grandezza  de  Finiti  ani  non  rifurgeffemo 
fi  accorgala  perciò  intieramente  quaifufferogli  ultimi  fini 
delTontefice;manutrendofinellediffirnlià,chefe  gli  prepara/uno  con  ua- 
ne fperan%e;  fiperfuaìeua  chel  Tonte  fi  ce  fi  mousffè  per  foretto  dell  unione 
fua  con  C  e  far  e, &  che  temporeggiando  con  lui,  &  non  gli  dando  caufadimag 
gìor  timore,  contento  deli  affdut  ione  fatta  non  procederebbe  pia  oltre  :  ma  il 
^Pontefice  confermandofi  più  l  un  dì,  eh  e  C  altro  nelle  fue  deliberai ioni  ;  dette 
licentia,con  tutto  che  molto  coniradiceffero gli  Oratori  de'  confederati,  a  feu- 
datar'u\& fuàditì della  Chiefa,  chef  conduceffero agli (ìipendij  de  Finita- 
ni,  iqualifoldarono  Gian  Vagolo  Maglione  con  titolo  di  Gouernatore  ddle  lo  ■ 
ro 

millo,&  Ren%o  da  Cenper  capitavo  ài  tutti  1 fanti  loro;  &  kduen  '0  cosìfeo  - 
pertamenteprefo  il  patrocinio  de  Finit iani, procurai',  a  di  concordargli  con  Ce 
fare  iterando  per  quefiomezo  noti  filo  difcpararlo  d.jRe  dì  Francia, ma  che 
unito  feco,&  co' Fimtianighmou?rebbe laguerradaqual cofa  perche p:r  le 
neceffità  di  C  efare  gli  fuccedeffepm  facilmente,  interpolala  l  autorità  fua 
con  gli  Elettori  dell' Imperio  >  &  con  le  terre  Franche,  eh.  nella,  Dieta  d'^Xu- 

Uh     i        gufa 

gnia  di  cento  causili,  &  fu  accettato:?:  alcune  carte  dopo  ferine  che  i  Padri  richiefero  il  Papa 
fi,  che  Gio. Paolo  Bagiione  urinile  al  Ioide  della  Republicaiiicìic  fulorcconcefl'o.  Innanzi  a 
nondimeno  ha  fermo,  che  a  Lucio  .Malucci  fu  mandato  in  FacLua  lo  ftcndaido  &  la  uexga 
Principe,  3c  aiPeflèicuo  fu  prepollo  capo. 


a  Gli  rcrit- 
tori  dell  eco 
fé  fatte  da' 
Vinitiani, 
cioè  il  Bem 
ho,  il  Mocc 
nigo  ,  e  U 
Giuftiniaoo 
non  tanna 
men  rione 
in  quella 
condotta  di 
Capuani  d' 
altri,  che  di 
Gio.  foolo 
Ea^  ni,  oc 
K.cz;>  da 
Ceri.  li  3- 
bo  et  --ceche 
Renzo uen? 
ne  a  vine- 
tia  a  ptofc. 
nifi  al  S  nj 
t"  con  h 
fua  co.» d«. 
a  contentar. 
quello  paito 
d'otd.ne  it 


L     I      15      R     U 

gpjìa  non  gli  dclibcra.fi  ero  alcuna  foucrttione  :  ma  quanto  fin  fi  maneggìaua 
qacfia  materia,  tantopiufi  tronaua  dura,  ^difficile  .'perche  Ce  fare  non  uo- 
lena  concordia  alcuna,  fé  non  ritenendo  Veronaye  i  Vìnitìanì,  ne  mali  il  Ta 
fa  baucua  fperato  douere  e  fiere  maggior  e  facilità ,  prómett  erido fiìn  qualun- 
que cafo  d'bauere  a  difendere  Tadoua ,  &  che  tenendo  quella  Città  douejje  il 
tempo  porgere  loromolteoccafioni,dimandauano  ofiinatamente  la  refiitutio- 
ne  di  Verona, off  erendo  di  pagare  in  ricompenfo  di  quella  quantità  grandi ffì- 
ma  di  danari  :  né  cefiaua  il  Pontefice  di  limolare  occultamente  il  Re  d  In- 
ghilterra amuoucre  guerra contra  il  Redi  Francia  ,  r inoliando  la  memoria 
delle  nimicitie  antiche  tra  quei  Regni ,  dimoflrando  fóccafiionc  d  hauere  fuc- 
ceffi  feliciffimì  :  perche  fé  egli  pigli  aua  fame  contra  il  Re ,  molti  altri  a 
quali  era,  ò  fojpetta ,  ò  odiofa  la  fuapotentia ,  le  piglierthbono  ;  &  confor- 
tandolo ad  abbracciare  con  quella  dìuotione,  ch'era  fiata  propria  de'  Re  d  In- 
ghilterra, la  gloria  >  che  fé  gli  ojferiua  di  efiere  protettore ,  &  conferuatore 
della  Sedia  jlpofiolica,laquale  altrimenti  eraper  l  ambinone  del  Re  di  tran 
eia  in  manifefliffimo  pericolo  :  allaquale  cofa  lo  confortaua  medefìmamente , 
ma  molto  occultamente  il  Re  diAragona:  ma  quel  che  import  auapiu>ìl  Ton- 
te fice  continuando  con  gli  Sui%geri  le  pratiche  cominciate  fermerò  del  Ve- 
fc olio  di  Sion ,  la  cui  autorità  era  grande  in  quella  natione ,  &ilqualc  non 
cefiaua  con  fomma  efficacia  di  orareaquefto  effetto  ne  configli ,  &  di  predi- 
care  nelle  Chiefe  ;  haueua  finalmente  ottenuto  che  gli  Sui^eri ,  accettando 
penfwne  di  fiorini  mille  di  Reno  fanno  per  ciafeuno  Cantone,  fifiifiero  obli* 
gati  alla  protettane  fua,  &  dello  fiato  della  Chìefia , permettendogli  di  folda- 
rcper  difenderfi  da  chi  lo  moleflajfe ,  cerio  numero  de  fanti  loro:  laqual  co- 
fa  gli  haueua  rcnduta  più  facile  la  di  fior  dia,  che  cominciano,  a  na fiere  tra  lo 
TOi&  il  Re  di  Francia  :  perche  gli  Sumeri  infuperbiti  per  h'fijmatwncche 
uniuerfalmente  fifaceua  di  loro ,  &prefumcnào  che  tutte  leuitmie .  che  il 
Re  prefente,  &  il  Re  Carlo  fuo  antecefiore  hauetìano  ottenute  in  ltalia,fuf- 
feroprincipalmenteproceduteper  la  uirtu,&per  il  terrore  daltarme  loro,& 
perciò  dalla  corona  di  Francia  meritare  molto  ;  haueuam  dimandato,  ricer- 
candogli il  Re  di  rinouare  infieme  la  confederatione ,  che  finiua ,  che  aure- 
fcefieloro  le  penfioni,  lequali  erano  di  fieffanta  mila  franchi  fanno ,  comin- 
*  STa°  *  -  c*ate  dd  Re  Luigi  Vndecimoy  &  continuate  ìnfimo  a  quel  tempo,  olir  a  lepen 
te  con  figlia  foni,  che  fegretamente  fi  dauano  a  molti  huominipriuati:  lequali  cofe  diman 
medesimo0  ^ando  fuperbamente ,  il  Re  fdegnato  della  infolentia  loro ,  &  che  da  uillani 
iib._ac.2ji.  nati  nelle  montagne  (co fi  erano  le  parole  fitte  )  gli  fufi  e  cofi  imperiofiamente 
f  ai'Vri^dS  V0^1  ^te&i*'  cominciò  più  fecondo  la  degnità  Reale ,  che a fecondo  futilità  S 
Ke,  .cheuo-  prefente,  con  parole  alterate  a  ribattergli  >  &  dimoflrare  qua  fi  di  difinc^ 
fcerfi°ieCCrre  Kf*r£^ •"  dlàqual  cofia  gli  daua  maggiore  animo ,  che  nel  tempo  mede  fimo  per 
ui rioni  a  gii  opera  dì  Giorgio  Soprafafio  i  Vallefii  fiudditi  di  Sion  >  che  fii  reggono  in  fette 
fiTcTóuo  WMnwnfflZe  >  chiamate  da  loro  le  Corti,  corrotti  da  donatiuiy  &  da  pro- 
le afcoiuUi  mefie  di  penfioni  >  in  publico  &  in  priuato  fi  erano  confederati  con  luì* 

obligandofi 


M    O    N    0  v  *M 

(Xligand'j fi  di  dare  ilpaffo  alle  fue  genti,negarlo  a  nìmicifuoì,  andare  alfol- 
dofuo  con  quel  numera  di  fanti ,  che  comportauano  lefor%eloro  ,  &  in  fimi- 
piante  modo  fi  erano  confederati  feto  i  Signori  delle  tre  leghe,  che  fi  chiama- 
no i  Grigioni:  &  benché  una  parte  de  Falle  fi  non  haueffe  ancora  ratificato  > 
fperana  il  Re  indurgli  co'  me^i  medefmi  alla  ratificatione  :  ondefiperfuade- 
ua  non  gli  effere  più  tanto  neceffaria  l'amicitia  degli  S  tùberi ,  battendo  de- 
terminato oltra  i  fanti  che  gli  condurr  ebbono  i  Valle  fi  e  i  Grigioni)  di  condur- 
re nelle  guerre  fanti  Tedefchi ,  temendo  mede/imamente  poco  de  mommenti 
torojperche  non  credeuapoteffero  affaltare  il  Ducato  di  Milano  fé  non  per  la 
uia  di  Bellinxone ,  &  altre  molto  angufle  :  per  le  quali  uenendo  molti  pò  te- 
ttano facilmente  ejfcre  rido  ti  in  necefjìtà  di  uettouaglie  da  pochi  ;  uenendo 
pochi,  b  after  ebbono  fimi  Im  ente  pochi  a  fargli  ritirare  :  così  fiando  oftinato  a 
non  aumentare  le  peri fioni;  non  fi  otteneua  ne  configli  degli  Sui%^eri  di  rino 
tiare  feco  la  confederatone ,  con  tutto  che  confortata  da  molti  di  loro,a  qua- 
li priuatamente  ne  perueniua  grandiffìma  utilità  :  &  per  la  mcdefima  ca- 
gione più  facilmente  conferirono  alla  confederatone  dimandata  dal  Ton- 
tefice  :  per  laqual  nuoua  confederatane  parendogli  hauere  fatto  fondamento 
grande  a'  pen fieri  fuoi ,  &  oltra  quefto  procedendo  per  natura  in  tutte  le 
cofe,comefefu[fefnperiore  a  tutti ,  &  come  fé  tutti  fuffero  neceffitati  a  rice- 
uere  le  leggi  da  lui  ;  femmaua  origine  di  nuouo  fcandolo  col  Duca  di  F erra- 
talo moffo  neramente  dalla  cagione,  che  uenne  in  dijputa  tra  loro,  ò  per  lo  fde 
a  gno  conceputo  contra  di  lui)  che  riceumi  da  fé  tanti  beneficij,  &  honori, i  de-  a  T       . 
pende fie  più  dai  Re  di  Francia,che  da  ini.  Quale  fi  fu fìe  la  cagione, cercando  pendeua  il 
principio  di  controuerfie,  comandò  imperiofamente  ad  Mfonfo ,  che  defiftef-  ^ ^Jjj 
fé  da  far  lauorare  fati  a  Comacchio ,  perche  non  era  conueniente ,  che  quel  FrSc.ìa  »  cke 
che  non  gli  era  lecito  fare ,  quando  i  yinitiani  pofledeuam  Cernia ,  gli  fuffe  ^^médi 
lecito  pofìedendola  la  Sedia  .Apoftolica ,  di  cui  era  il  diretto  dominio  di  Ver-  ce  n  £"*»»<> 
rara,  &  di  Comacchio;  cofa  di  gra?ide  utilità  ;  perche  dalle  filine  di  Cernia ,  iS)*s*iìfi*! 
quando  non  fi  lanoraua  a  Comacchio  ,fì  diffondeua  il  file  in  molte  terre  circo-  wo  a  dif™- 
ftanti.mapiù  confidano,  ^ilfonfo  nella  congiuntione,che  haueua  col  Re  di  Fra  tenex  iTX 
tia\  &  nella  fua  protettone, che  non  temeua  delle  for^e  del  Tontefice:&  la-  p*"««°  <M 
mentandofi  d' hauere  a  e  fere  co  fretto  di  non  ricorre  il  frutto ,  ilquale  nella  mezza  con 
cafa  propria  conpochiftima  fatica  gli  nafceua ,  anzi  hauere  per  ufo  de*  popoli  ogn'ìfil}^\ 
firn  a  comperare  da  altri  quello,  di  che  poteua  riempir  i  paefiforeftieri;nè  fetairi*  uer 
douerepafhre  in  efi empio  quello,  a  che  i  Finitimi  >  non  con  la  ginftitia ,  ma  f°  !lF^dce,{^, 
con  l  armi Jtb aueuano  indotto. a  confentire,  ricufaua  di  ob edire  a  quefto  coma  maiììmamc 
damento:onde  il  pontefice  mando  aproteftargli  fotto  graui  pene,&  cenfure  ,c  faldl- n -l 
che  defiftef  e.quefti  erano  ipenfieri,  &  l'opere  del  Tontefice  intento  con  tutto  to  primo  d' 
l'animo  allafolleuatione  de  Vinitiani:  ma  daU altra  parte  il  Re  de'  Romani,  y^jfan*  ' 
&  il  Re  di  Francia,de fiderò  fi parimente  della  loro  depreffione,et  mal  cotenti 
delle  dimoftrationi,che  faceuaper  effi  il  Totefice,  &  perciò  uenuti  infìeme  in 
maggiore  unione;  couennero  di  afialir  e  quella  fiate  co forile  gradi  i  Finitianh 

Hh     3         man- 


LIBRO 

mandando  da  una  parte,  il  Re  di  Francia  Cìamonte  con  potente  efferato  ,  al- 
vi r  ^Ha'e  ^  m$cro  le  &enti  Tedefche ,  che  erano  in  Verona ,  &  dall' altra  parte 
bidtuojh]  Cefure  con  k gcntì>lequali fyeraua a  ottenere  dall'imperio  nella  Dieta  Sjtu-  a 
|f  fo««dei-  gì  fi  a,  cnlr  affé  nel  Friulh&  prefolo  procedere  ad  altre  imprefe ,  fecondo  che ■ 
«  "srfc3  me  &  moflroffe  il  tempo  }et  Voccafionuallaqual  co  fa  ricercarono  il  Tontefice,  che 
de  lune  fon  come  obligato  per  la  Lega  di  C ombrai  concorrere  con  l'armi  infume  con  lo- 
t>o!i,  f«  non  ro:ma  efT°> a  cu*  erafommamente  mole  fio  queflo  co  fa;  riffofe  apertamente  no 
ute°d  1  »aiu  C^eYe  temt0  a  I^Hd  confederatione,  che  haueuagià  hauutaperfettione  ;poi 
peno  ,a  citrè  c^e  eraftat0  inpoteflà  di  Ce  far  e  hauere  prima  Treuigi ,  &  poi  ricompenfo  di . 
da  tutti  gii  donari.ricercòfimilmcnte  Maffimiliano  il  Re  Catolico  di  fuffidioper  le  obli- 
magna  f  &  gMioni  medefime  di  Cambrai,  &  per  le  conuentioni  fatte  feco portico larmen 
quelli  amti  te,quandogli confentì ilgouerno di Cafliglia;ma conprieghhche laccommo-? 
mori  s^  do  dojfe  piti  toflo  di  danari,che  di  genti.mo  egli  non  fi  diffonendo  afouuenirlo  di 
inadati  nei.  quello  chepiu  hauejfe  dibifogno;  glipromeffe  mandargli  quattrocento  lande, 
me  horàCfà  SU1F1^0  a  Ce  far  e  di  poca  utilità,perche  nell  esercito  Froncefe,&  fuo,  abbon- 
do l?affiU0-"  dauano  cauaMi  •  'Helqual  tempo  effendo  la  città  di  Verona  molto  ueffaia  dà 
nano,  coli  f°^ati3che  laguardauano  perche non erano  pagatile  genti  Vinitiane ,  chia- 
Thomaf  °  maU  0CCU^tamente  do  alcuni  Capitanhpartitefi  da  S, .Bonifacio,  fi  accoflaro- 
AmhT,  °&  no  di  notte  alla  Città  per  fcalore  caftello  S.Viero  offendo  entrati  per  b  la  por-  fr 
r/C  h°  dÌZv  ta  di  ^'Giorgio:  doue  mentre  dimorano  per  congiugnere  infieme  le  fcale7per- 
ftàti  &  c1t8tà  thefeparate  non  afeendeuano  all'altero  delle  mura,  ò  f enfiti  da  quelli ,  che 
&  dei^iy  '  S>uar^'auano  H  Cafiello  di  S. Felice,  ò parendo  loro  uanamente  udire  romore , 
tehanofent  impauriti,  lafciotc  lefcolefi  difeofiarono, donde  l 'efferato  fi  ritornò  a  S.  Bo- 
to j  **  quah  nifacio:  &  in  Verona  uenuto  o  luce  la  cormurotione  ne  furono  puniti  molti . 

ajJPii'go  ho*  !•     \  n  /» 

ia*  non  me  Inclino  in  queflo  tempo  l  animo  del  Tontefice  a  riunir  fi  col  Re  di  Fracia.mof- 
ne  eisedo  ai  fo  non  da  uolontà,  ma  do  timore:  perche  Maffimiliano  gli  dimandaua  fuper- 
dato ,  Mat-  b  amente  che glipreflaffe  dugento  mila  ducati,minacciandolo,  che  altrimen- 
teo  stamier  ti  fi  unirebbe  col  Re  di  Francia  contro  lui>  &  perche  era  fama  che  nella  Die- 
guttano,  ho  ta  ài  ^ugufla  fi  determinerebbe  di  concedergli  aiuti  grandi,  &  perche  di  nuo 
mo  conio-  m  tra  fi  %e  £  Inghilterra,  &ilRe  di  Francia  era  fiata  fotta,  &publicata 

Jare  detto  %  r  i        •   *  ^    i  /  -\'/i  ■      -\ 

&  grademe  con  Jolcnnito  gronde  lopoce  ;  &  perciò  Jirettamente  comincio  a  trottare  con 
te  uerfuto  liberto  da  Corpi iColquole  er  aproceduto  infino  o  quel  giorno  conparole ,  & 
tiò  deiic'iin  fperan^e  generali  :  ma  pei feuerò  poco  tempo  in  quella  fententio ,  perche  la 
TW  ^°-  Dìeta  ^  *Augufla ,  fen%o  le  forT^e  dellaquale  erano  in  piccolo  eflimatione  le 
iiquaie  ne  minoccie  di  Cefare',non  corrifpondendo  ali  efi>ettatione;non gli  determinò  al- 
moho  »C<  udi  tro  aiut0>the  di  trecento  mila  fiorini  di  Reno;  fopra  ilquale  affegnomcnto  ha- 
ciò  vna  fua  ueuogià  fatte molte  fpefe  ;  &  dal  Re  d 'Inghilterra  gli  fu  fignficato  hauere 
?Diccidcir*  ne^lPacc  inferito  un  capitolo  che  ella  s 'intende •fife  annullata,  qualunque  uol- 
coii  deìi'im  to  il  He  di  Francia  offendere  lo  flato  della  Chiefu .    Dallequali  coje  riprefo 

perio  della 

Germania ,  che  fu  ftampata  nell' Academia  Vinitiana  l'Anno   15  5  8. 

b  La  porta  di  S.Giorgio  di  Vcxona  fu  aperta  a  Vini  tiani  da  Benedetto  Pellegrini  ,  nobil  di  quella  città  :  la- 
qual  famiglia  illuftre  in  Verona  è  Itati  tempre  deuotilìima  al  nome  Vinkiano  .  Vedi  il  Bembo  nel  lib.  10.  il 
Mocenigo  nel  lib  z.  e'1  Gmfìiniano  nell' vndecimo,che  pongono  quello  fatto  di  Verona . 

animo, 


NON    O.  HI 

anìmo,&  ritornato  aprimipenfieriaggiunfecontra  il  Duca  diPerrara  nuo- 
tte  querele  .'perche  quel  Duca  dapoi  che  il  Golfo  fu  liberato;  haueuapoflenuo 
uè  gabelle  alle  robbe,cheper  il  fiume  del  To  andauano  a  V inetta  :  lequali  al- 
legando il  Pontefice ,  che  fecondo  la  dì jpo fittone  delle  leggi  non  fiipoteuano 
imporre  dal  V  affatto  fen\a  licentia  del  Signore  del  feudo,  &  che  erano  inpre 
giudicio  grande  de  Bologne  fi  fiuoi  fudditi;  facetta  inflantiachefi  leuajferomi 
nacciando  altrimenti  asfaltarlo  con  l'armi,  &  per  far  gli 'maggior  timore  fece 
paffare  le fue genti  dì  arme  nel  Contado  di  Bologna,  &  in  Romagna.  Turba- 
uano  quefle  co  fé  molto  l'animo  del  Re ,  perche  da  una  parte  gli  era  molefliffi- 
mo  il  pigliare  la  nimicitia  col  Tontefice,  dall'altra  par  te  lo  moueua  l'infamia 
dì  abbandonare  il  Buca  di  Ferrara;dalqualeperobligarfiallaprotettione,  ha 
ueua  ricettato  trenta  mila  ducati  :  né  meno  lo  moueua  il  ri fp etto  della  propria 
utilità'jperche  dependendo  totalmente  jLlfonfoda  lui,  &  aumentando  tanto 
più  nella  fua  diuot ione, quanto  più  uedeuaperfeguitarfidal  Tontefice,  &  ef- 
fendo  lo  flato  fuo  atte  cofe  di  Lombardia  molto  opportuno  ;  riputaua  intcrefife 
fuo  il  conferuarloiperb  fi  interponeua  col  Tontefice,  perche  traloro  fi  intro- 
ducete qualche  concordia:  ma  al  Tontefice  pareua  giudo  che  il  Refi  rìmouef 
fé  da  quefla  protettone,  allegando  hauerlaprefa  contra  i  capitoli  di  Cabrai  : 
per  i  qualhfatti  fiotto  colore  di  reflituire  quello,  che  era  occupato  alla  Chiefa  » 
fiprohibitta  che  alcuno  de*  Confederati  pigliale  la  protettane  de*  nominati 
dall'altro,  &  da  fé  effere  fiato  nominato  il  Duca  di  Ferrara,&  dipiuche al- 
cuno non  fi  intromettefie  nelle  cofe  appartenenti  alla  Chiefa  :  confermarfi il 
mede  fimo  per  la  confederatane  fatta  particolarmente  tra  loro  a  Biagrafia  : 
nellaquale  ejprefiamente  fi  diceua  che  il  Re  non  tenefìe  prottettione  alcuna 
di  flati  dependenti  dalla  Chiefa,&  non  accettaffe  infuturo ,  annullando  tutte 
quette,cheper  lo  papato  hauefleprefo:  allequaicofe  benché  per  la  parte  del 
.  Re.  fi  rifonde  (fé  contener  fi  nella  mede  firma  conuentione  che  ad  arbitrio  fiuo 
fi  conferì/fero  i  Vefcouadi  di  qua  da  monti,  ilchc  il  Tontefice  battere  uiolato 
nel  primo  nacante,  haueremedefimammtecontr  attenuto  in  fattore  de  Viri- 
tiania  capitoli  fatti  a  Cambrai,  onde  efiergli  lecito  non  ofìer  tiare  alitile  co- 
fe prometei  nondimeno  per  nonh  auer  e  per  gC  intere j]ì  del  Duca  di  Ferrara  à 
ttenire  allarme  col  Tontefice  propone  uà  conditioni ,  per  leqttalinon  fi  con-  ' 
trauenendo  totalmente,  né  direttamente  al  fitto  honor  e ,  potè  fi  e  il  Tontefice 
reftare  in  maggior  parte  fodis fatto  ne  gFintereffi ,  che  la  Chiefa^  eglipre- 
tendeuano  contri)  ad<Alfonfo  :  &  era  olirà  queflo  contento  obligar fi  fecondo 
una  richieflafatta  dal  Tontefice .che  le  genti  Francefi  nonpafiafiero  il  fiume  aM-flle  h<w 
del  TÒyfie  non  in  quanto  fiufie  tenuto  per  la  protettone  de  Fiorentini ,  0  per  me,  t  5  00. ci 
dare  moleflia  a  Tandolfo  Tettucci,  &  a  Gian  Tagolo  Baglione  fiotto  prete-  ™*  Icssieti» 
fio  de  danaripromefjìglidaUuno,&  intercettigli  dall' 'altro dequali cofe  men  pedoni  ,fcri 
«  tre  che  fi  antauano,Cìamonte  con a  mille  cinquecento  lande \  &  con  dieci  mi  w. ,l  **°C€: 

1    r         i-         •  ■  3         ;•  j  i       «    •  f  mgo,ch'era 

la  fanti  di  uanenatwni ,  tra  qttali  erano  alcuni  SttiTgen  >  condotti  pattata-  ueii'eflcrci 
mente,  non  per  conce ffione  de*  Cantoni  Seguitandolo  copia  grande  Cartiglie-  to  Fr5ccfe» 

Hb     4        ria, 


L    I    B     R     Ó 

ria,c  tremilagnaftatori,  &  co  ponti  preparati  per  pafiarci  fiumi,  &  efìeh- 
dogli  congiunto  il  Duca  di  Ferrara  con  zoo. huomini d'arme,  cinquecento  ca- 
co  a?1(>dnci  u'1^1  ^SS^W &  àuc  mila  font  i,&  battendo  fen^a  oflacolo  a  occupatoypcrcbe  a 
pio  dei  lib.  i  Vmitiani  l' abbandonar  onoyil  T  ole  fine  di  Kouigo,  &prefa  la  torre  Marche 
noia***»!  fivM'poftafid*  ripa  dell  Mite  e  di  ucrfo  Tadona,  uenuto  a  Cafiel  Baldo  beh* 
progreiiìde1  he  e oii [empiici yncfjì  le  terre  di  Montagnana,  &  Efii  ,  appartenenti  l'una  ad 
u  a?  vìnitia  ^fonfi  dà  l'-fli  »  per  donatione  di  Majjìmiliano ,  l'altra  impegnatagli  da  lui 
molerà  que  per  fvariàdi  ci \w ari  prrfl.it i:  i  quali  luoghi  ricuperato  che  hebbe  <Alfoufo,foi 
fon  datali!  tó  VYCtc$°  di  certe  galee  de  ^initiani ,  che  uenuiano  sii  per  il  Vo  ,  ne  riman- 
dò la  più  parte  delle  fine  genti  :  uniffi  con  Ciamonte  il  "Principe ,  di  *Anault 
Tcd  T-h^d1  Luogotenente  di  Ce  fare  ufeito  di  Femia  con  b  trecento  lance  Franccfi  >  du-  b 
ce  il  Moce  gento  huomini  a"  arme  &  tre  mila  fanti  Tedefihi  figurandolo  fempre  dietro 
Bìgo,  uicjfo  mo  cdlow lamento, &  lafciatofi  a  dietro  Mon felice,  tenuto  da  Finitiani,uen 

no  di  V  Ciò-  li-  i  •  _/  •/  r-     r>  i-      • 

m  in  nume  nero  ni  quel  di  Fuen^done Lunigo ,  &  tutto  il paeje  fenica  contradittione. 
rodi  duerni  fe  „^  aYYcndè  :  perche  l'esercito  Vhiitiano  che  (idi cena  efiere  di  feicentù 
fei  mila  fan  buomim  d  arme,quattro  mila  tra  caualli  leggieri)  &  Stradìotti ,  &  oltomt- 
»? vkSui?  lafimtifotto  Gian  Tegolo  Baglioue  Gommatore,  &  .Andrea  Grati  Vrouedi 
$ore,partitofi  prima  da  Soaue,&  andato  fi  continuamente  ritirando  fé  ondo  i 
progre/fi  de'  nimici  ne  luoghi  ficiiri >  finalmente  yneffa  fuffi  dente  guardia  in 
Treuigi,cr  a  Mefiripoflo  mille  fanti,  fi  era  ritirato  alle  Brent  elle, luogo  ilici- 
e  Ninno  de*  no  a  tre  miglia  di  Tallona  in  alloga 'amento  forte  :  perche  il  paeje  è  pieno  di 
tre  infiorici  argini, &  quel  luogo  circondato  dati  acque  di  tre  fiumi,  Brenta,  Brent  clla,&' 
(èriue  que-  BacchigUonc  :  perla  ritirata  del  quale  i  vicentini  del  tutto  abbandonati,  & 
fta  nn'era  -  mipotcntiper  fefle/fi  a  di  fender  fi,  non  rimanendo  loro  altra  jperaw^a ,  che  la 
ne  de'  vkè  mifcricordia  del  nincitore,  &  confidando  potere  più  facilmente  ottenerlaper 
tini.  11  Beni  mer^a  di  Ciamontey  mandarono  a  dimandargli  faluocondotto  ,per  mandare 
i  capitani  ambafeiatori  aliti,  &  al  Vrincipc  di  ^Anault  :  ilquale  ottenuto, c  fi  preferita-  c 
Fi  ice  ti  ni  .1  Yono  m  ]Hl\)ii0  mifcrabile,&  pieni  di  me(iitia,et  di  fbanento  innanzi  all'uno* 

darono  a  do  „  .         J  ,  f  ,  Jr  ..>... 

mandar  k  &  l  altro  di  monche  eremo  al  Tonte  a  Bar  ber  ano, propinquo  a  dieci  miglia  a 
cenz»dÌV&  Vkem^a:  otte  preferiti  tutti  i  Capitani  ,&  perfine  principali  de  gli  efferati  il 
e  i  ncjuecé  to    capo  della  legai  ione  parlò,  fecondo  fi  dice,  co  fi . 

&ldi  fCi'  v  •  '  SefujTe  mt0  a  ùafeuno  quello ,  che  la  città  di  Vicenza  inuidiata  già  per  le 
ventini  ne  ricchezze,  &  felicità  fue  da  molte  città  uicine, ha  patito,  poi  che  più  per  erro 
Piarono-  rc  $>  floltitia  degli  huomini ,  &  forfè  più  per  una  certa  fatale  dijpofitione  , 
mila ,  &  al-  che  per  altra  cagione  ritornò  fitto  il  dominio  de'  Vinitiani  >  &  i  danni  infi- 
womfièro e  nith&  intollerabili,che  ha  riceuuto,ci  rendiamo  certiffimi,inuittiffimi  Capu- 
te s'arren -  t ani,  che  né  petti  uoflri  farebbe  maggiore  la  pietà  delle  no/ire  miferie  >  che  lo 
vedéri!  a"  fiegn0  >  &  lodiopcrla  memoria  della  ribellione,  fi  ribellione  merita  d'effer 
ban  donati    chiamata  l'errore  di  quella  notte ,  nellaquale  e  (fendo  (bauentato  il  popolo 

dalPeflcrcr-  -«/J«- 

to  Vinitia-  n°lÌY0%- 

no,  Il  Mocenigoj,  e  ilGiuftiniano  fcriuon  che  i  Vicentini  pagarono  cinquanta  mila-fcudi  per  non  ejfer  fac 
chtggiati  ,  &  mifero  amicheuolmcnte  i  nemici  deutro  :  iqjiah  violata  la  tede ,  conunifero  in  V  iceuza  molti 
«(Tempi  di  crudeltà  y  Se  d'auan tia . 


NONO.  *  4> 

noflro, perche  l'efferato  nimico  haueua perfora  efp  ugnato  il  Borgo  della  Tn- 
flerla>nonperribellarfi,nè  per  fuggire  l'Imperio  manfueto  di  Cefare,ma  per  li 
berarfi  dalfacco ,  &  dagli  ultimi  mali  delle  città;  ufeirono  fuor  a  jtmbafcia- 
tori  ad  accordar  fi  co  nimici,mouendo  fopra  tutto  gli  buomini  noflri  non  affue 
fatti  alt  armerò'  a  pericoli  della  guerra  l'autorità  del  Vracaffa  :  ilqual  Capi- 
tano fyerimentato  in  tante  guerre,  &foldatodi  Ce  fare,  o  per  frauderò  per  ti- 
more  (ilebe  a  noi  non  appartiene  di  ricercare  )  ci  configlib  che  mediante  l'ac- 
cordo prouedcjfimo  allafalute  delle  donne ,  &  figliuoli  noflri ,  &  della  noflra. 
afflitta  patria;  in  modo  che  fi  conofee  che  non  alcuna  malignità,  ma  filo  il  ti- 
more accre  fiuto  per  l'autorità  di  tale  Capitano  ,fu  cagione  non  eh  e  fi  delibe- 
rale ;  ma  più  toflo  che  in  brieue  fpatio  di  tempo  \  in  tanto  tumulto ,  in  tanti 
firepiti  d  arme, in  tanti  tuoni  d'artiglierie  nuouiagli  orecchi  noflri  ,fiprecipi 
taffe  ad  arrenderci  a  Vinitiani,  la  felicità  de'  quali, &  lapotentia  non  era  ta- 
le, che  cidoueffeperfefleffa  multare  a  queflo  :  &  quanto  fiano  diuerfi  i  falli 
nati  dal  timore,  &  dall'errore ,  da  quelli peccati \  che  fono  moffi  dalla  fraudò* 
&  dalla  mala int entione,  è  manifeflifjìmo  a  ciafeuno  :  ma  quando  bene  lancn 
flra  fu  ffe fiata  non  paura;  mauolontàdi  ribellarfi,  &fuffc  flato  configlio,  & 
confentimento  uniuerfale  di  tutti ,  non  in  tanta  confufione  piupreflo  mouimen 
io ,  &  ardire  di  pochi ,  non  contradetto  daglialtri ,  &  che  i  peccati  di  quella 
infelice  città  fu  fj  ero  del  tutto  inefcufabili  ;  te  noftre  calamità  da  quel  tempo  in 
qua  fono  fiate  tali ,  che  fi  potrebbe  neramente  dire,  che  la  penitenti  a  fuffe  fin 
%a  comparatane  fiata  maggiore ,  che l  peccato  :  perche  dentro  alle  mura  per 
le  rapine  de  fidati  flati  alla  guardia  noflra  ,fiamo  fiat  imifer  abilmente  fpo- 
gliati  di  tutte  le  facilità  :  &  chi  non  sa  quel  che  di  fuor  a  per  la  guerra  conti- 
nua babbi  amo  patito  ?  &  che  ci  rimane  più  in  queflo  miferopaefe  chefia  fat- 
uo i  arfe  tutte  le  cafe  delle  noflr  e  poffe filoni ,  tagliati  tutti  gli  alberi ,  perduti 
gli  animali ,  non  condotte  al  debito  fine  già  due  anni  le  ricolte  ^impedite  in 
granparte  le  femente  fen%a  entrate,  &  fen%a  frutti ,  fen%a  ff>eran%a  che  mai 
più  pò ff a  rifurgere  queflo  diflruttiffìmopaefe  ;fiamo  ridotti  in  tante  anguflie  , 
in  tanta  miferia  ,cbehauendo  confumato  per  foflentare  Ila  ulta,  noflra, per 
re fiftere  a  infinite  fpefe ,  che  per  neceffità  habbiamo  fatte ,  tutto  quello  che 
occultamente  ci  auanxaua;  nonfappiamo  più  come  infuturo  poffiamo  pa~ 
fiere  noimedefimi,  &  le  famiglie  nofire  :  uenga  qualunque  più  nimico  ani- 
mo, &  più  crudele  (  ma  che  in  altri  tempi  habbia  ueduto  la  Tatria  noflra  ) 
auederladiprefente  ,fiamo  certi  non  potrà  contenere  le  lewime ,  confide- 
rando  che  quella  città ,  che  benché  piccola  di  circuito  ,foleudeffere  pieni/fimo: 
di  popolo  ,fuperbiffima  di  pompe ,  illuflreper  tante  magnifiche ,  &  ricche  ca- 
fe Mceito  continuo  di  tutti  i  fior  eflieri  ,  quella  città  douenon  fi  attendeua  ad 
altro ,  che  a  conuiti,  agioflre ,  &  a  piaceri  ,fia  bora  quafi  de  folata  di  ha- 
bitat ori  :  le  donne  ,&  gli  buomini  uè  flit  i  uiliffimamente  ,non  ui  effere  più 
aperta  cafa  alcuna ,  non  ui  effere  alcuno  che  poffa  prometter  fi  di  hauere  mo- 
do di  foflentare  fé  ,&  la  famiglia  fua  pure  per  un  folo  me  fé  ,&  in  cam- 


LIBRO 

bio  dimagnìfccntle ,  di  fefie ,  &  di  piaceri,  non  fi  uedere,  &  fentire  altro 
>  «  r  che  mi  ferie,  lamentat ioni  pub  liche  di  tutti  gli  huomini ,  pianti ,  &  urla  mi- 

fer abili  per  tutte  leflrade  di  tutte  le  donne  :  lequali  farebbono  ancora  mag- 
giori, fé  non  ci  ricordaffimo,  che  dalla  uolontà  tua ,  gloriofiffimo  Trincipe  di 
jlnault, depende,  0  l'ultima  defolatione di  quella  afflitti jjima  noflraTatria3 
o  lafperanty  di  potere  fotto  l'ombra  di  Cefare,fotto  ilgouerno  della  fapien- 
t  te  fami-  ***  &  clementìa  tua,  non  diciamo  refluir are,o  rifulgere ,  perche  queflo  è  im- 
glie  di  Gon  poffibile  ;  ma  con  fumando  la  uita  pef  ogni  eflremita  fuggire  almeno  l'ultimo 
ia  fa's!  del-  eccìdio  :  {periamo,  perche  ci  è  nota  la  benignità ,  &  humanità  tua,  perche  è 
la  scala  fon  uerifimile,  che  tu  uoglia  imitare  Ce  far  e ,  de  gli  effempij  della  clementia  ,  & 
g  erma  nia    manfuetudine  delquale  è  piena  tutta  la  Europa ,  fono  confumate  le  fuflantie 
in  Italia  :  di  noflr  e,  fono  finite  tutte  le  noflre  fperan^e ,  non  ci  è  più  altro ,  che  le  uite ,  & 
legger  ^30°  lepwfone,  nelle  quali  incrudelire  che  frutto  farebbe  a  Ce  far  e  ?  che  laude  a  tei 
lo  Fiorenti  fuppluhianti  con  humiliffimi prieghi ,  iquali  imaginati  effere mefcolati  con 
oc  theoicgó  pianti  mi  fer  abili,  d'ognifeffo,  d'ogni  età,  d'ogni  ordine  delta  noflr  a  Città,  che 
vh\<\  fcrl!r  tn  U0^lcL  c^e  ^cen^a  infelice  fia  effempio  a  tutti  gli  altri  della  manfuetudi 
caia  Gonza  ^  ne  dell'imperio  Tedefco  ,fiafimìlealla  clementia,  &  alla  magnanimità  de* 
ga ,  benché  Uoflri  maggiori,  che  trouandofi  uittoriofi  in  Italia,  conferuarono  le  città  uin~ 
te,  a  Federi  te,  eleggendole  molti  di  loro  per propria  habitatione  :  donde  con  gloria gran- 
itilo m1?  ^e  delfangue  Germanico  difeefero  tante  cafe  illufìri  in  Italia, a  quei  da  Gon-  a 
chete  di  Ma  t^ga,  quei  da  Carrara,quei  dalla  Scalagià  antichi  Signori  noflri,fia  effempio 
ijo^kitb3  in  un  tempo  mede  fimo  Vicenza,  che  i  Vinitiani  nutriti ,  &foflentati  da  noi 
&  Mario  '  ne  minori  pericoli ,  l'habbiano  ne'  maggiori  pericoli ,  ne'  quali  erano  tenuti  a 
^ueUh'a1"  di  fender  la, uituperufamente  abbandonata;  &  che  i  Tedefchi,  che  haueuano 
parriene  a'  qualche  caufa  d 'offenderla  ,thabbiano  gloriofamente  conferuata  : piglia  il 
ohra*  qSueì   fatrocinio  noflro  tu  inuittiffimo  Ciamonte,  &  commemora  X effempio  del  tuo 
che  fi  legge  Re>  nel  quale  fu  maggiore  la  clementia  uerfoi  Milane  fi,  &  uerfo  iGcnouefi,  \ 
conol°dSa  chefen^a  caufa,  o  neceffità  alcuna  fi  erano  jpontaneamente  ribellati, che  non 
prok pia  de'  fu  il  fallo  loro*,  a  quali  hauendo  del  tutto  perdonato,  effi  ricomperati  da  tan- 
daGIcuin8vo-  t0  benefìcio  gli  fono  flati  fempre  diuotifjlmi,  &fideli(jimi .  Vicen%a  confer- 
giion  che    uata,  o  Trincipe  di  jLnault,  fé  non  farà  a  Ce  far  e  a  commodità  ,fara  almeno 
ih  G^ótfga"  agloria ,  rimanendo  come  effempio  della  fta  benignità  :  diflrutta  non  potrà 
j  n  Iacopo    effergli  utile  a  co  fa  alcuna  :  &  lafeuerità  ufata  contra  noi,  farà  molefla  a  tut 
BeiMio, *  ta  Italia  :  la  clementia  farà  appreffo  a  tutti  più  grato  il  nome  di  Cefare  ;  & 
in  i-apa  Fio  cefi  come  nell'opere  militari ,  &  nel  guidare  gli  efferati  fi  riconofee  in  lui  la 
tergano ,°  e  fimilitudine  dell'antico  Cefare  ;farà  ricono f cìnta  fimilmenre  la  clementia  : 
i  n  aiu  i.  Dej  d^lla  quolefupiu  efaltato  in  fino  al  Cielo, &  fatto  diuino  il  nome fuo^piupcr- 
pi^Yeggir  petunia  appreffo  a  pofleri  la  fua  memoria ,  che  dall'armi .  Vicm^  città  an- 
jra  glicini    tjC(l)  .&  chiara,  &  già  piena  di  tanta  nobiltà  è  in  mano  tua ,  da  te  affretta  la 

Bernardino  01  ji 

Scardeone,  Jua 

che  fenile  i'hiftoria  di  Padotia  :  &  degli  Scaligeri  Torello  Saraina*.  Sono  ancho  in  Italia  molte  altre  fami 
glie,  che  tergono  d'ciTerdifcefe  di  Germania,  cornei  Colon  nefi  in  Roma,  quei  del  Carretto  Marche  fi 
dd  Finale ,  f  Baleni  in  Perugia,  òi  ak«  affa  i , 


NONO.  ìtf 

fuaconferuatìone,  0  la  fua  dìflruttione,  la  fuauita,  ola  fua  morte  :  mnouati 
la  pietà  di  tante  perfine  innocenti)  di  tante  infelici  donne,  & '  piccolùfanciul- 
li,i  quali  quella  calamitosa  notte,  &  piena  di  infania ,  &  di  errori ,  non  in* 
teruenneroacofa  alcuna  :  e  1 quali  bora  con  pianti  ,& lamenti  miserabili 
affrettano  la  tua  de  liberatone  :  manda  fuor  a  quella  uoce  tanto  de fid  erata  di 
mifericordia,&  di  clementia,  per  laquale  rifufcitata  l  '  infelìciffima  patria  na 
ftra  ti  chiamerà  fempr e  fuo  padre ,  &  conferuatore . 

eì^pnpotette  oratione  sì  miferabile$  né  la  pietà  uerfo  la  infelice  Città  miti 
gare  l'animo  del  Trincipe  di  j[nauU,in  modo ,  che  pieno  di  infolentia  Barba- 
ra}  &  Tedefca  crudeltà*non  potendo  temperar  fi,  che  le  parole  fuffero  meno  fé 
roci,che  ifattiy  non  face ffe  inhumaniffima  rifiofla  :  laquale  per  fuo  comanda* 
mento  fupronuntiata  da  un  Dottore  fuo  ^Auditore  in  quefla  fententia . 

7$pn  crediate,  0  ribelli  Vicentini,che  le  lufingheuoli parole  uoflrefiano  ba 
flanti  a  cancellare  la  memoria  de*  delitti  commefii  in  grandifìimo  uilipendio 
del  nome  di  Ce  far  e  ralla  cuigrandeyga,&  alla  benignità,con  laquale  ui  ha- 
ueua  riceuuto  non  hauendo  rifletto  alcuno ,  communicato  infieme  da  tutta  la 
città  di  Vicenza  il  configlio  >  chiamafli  dentro  t  efferato  Finitiano  :  ilquale 
hauendo  con grandiffimadijficultà  sformato  il  borgo,  diffidando  di  potere  uin 
cere  la  Città,penfauagià  di  leuarfi  :  chiamaflilocontra  la  nolontà  del  Trinci 
pe ,  che  rapprefentaua  l'imperio  di  Cefare  :  coflrigneftilo  a  ritirare  nella  for- 
te%%a3&  pieni  di  rabbia  ,& 'di  ueleno  faccheggiajli  l'artiglierie,  &  la  munì 
tione  di  Cefare  :  laceraci  ifuoi  padiglioni  (piegati  da  lui  in  tante  guerre ,  & 
gloriofìper  tante  uittorie  :  Kfyn  fecero  quefle  cofe  i  faldati  Vinitiani  :  ma  il 
popolo  di  Vicenza,  feoprendo  fet e  firn furata  del  fangueTedefio  :non  mancò 
per  la  perfidia  uoflra,che  l'efferato  Vìnitiano  (fé  conofeiuta  l'occafione  ha- 
ueffe  feguitato  la  uhioria  )  non  pigliafjè  Verona  ;  né  furono  quefli  i  configtì» 
0  conforti  di  Frac  affa,  ilquale  cìuonuenuto  dalle  uoflrefalfe  calunnie,  ha  giù 
flificata  chiaramente  la  fua  innocentia.  Fu  pure  la  uoflra  malignità  fu  l'odio» 
chefen%a  cagione  hauete  al  nome  Tede  fio  :fono  i  peccati  uoflri  ine feuf abili» 
fono  sì  grandi ,  che  non  meritano  reminone  :  farebbe  non  filo  dì  grauiffimo 
danno  ;  ma  etiandio  uituper  abile  quella  clementia,  chef  ufaffe  con  uoi  -.per- 
che fi  conofee  chiaramente,che  in  ogni  occafione  farefli peggio  ;  né  fono  flati  et 
tori  i  uoflri  ;  ma  fcelerateTge  :  né  i  danni ,  che  uoi  hauete  riceuuti  fono  flati 
per  penitentia  de  delitti  ;  maperche  contumacemente  hauete  uoluto  perfine 
rare  nella  ribellione  :  &  bora  chiedete  la  pietà ,  &  la  mifericordi'adi  Cefare» 
ilquale  hauete  tradito ,  quando  abbandonati  da  Vinitiani,  non  hauete  modo 
alcuno  di  difender  ui.  Haueua  deliberato  il  Trincipe  di  non  ui  udire:  co  fi  era 
la  mente ,  &  la  commeffione  di  Cefare  ;  non  ha  potuto  negarlo ,  perche  co  fi  è 
fiata  la  nolontà  di  Ciamonte  :  ma  non  per  queftofi  altererà  quella  fententia  * 
che  dal  dì  della  uoflra  ribellione  è  fiata  fimpre  fiffa  nella  mente  di  Cefaremon 
ui  uuole  il  Trincipe  altrimenti,  che  a  diferettione  della  (acuità,  della  uita,  & 
delìhonore  :  nèfperate  3  che  quefto  fi  faccia  per  hauere  facultà  di  dimoftrare 

piti 


LIBRO 

più  la  faci  dementici  :  ma  fi fa per potere più  liberamente  fami  effempio  a  tut 
to  il  mondo  della  pena,  the  fi  conuiene  contra  coloro,  che  sì  federatamente 
hanno  mancato  al  Vrincipefuo  della  loro  fede .  ^Attoniti  per  sì  atroce  rifbofla 
a  che  ì  vi-  i  Vicentini ,  poi  eheper  alquanto  Jpatio  furono  fiati  immobili ,  comepriui  di 
cenoni  fi  n  mtj  ifienùmentu  cominciarono  di  nuouo  con  lagrime ,  &  con  lamenti  a  rac- 
1  ad  ifcretìó  comandar  fi  alla  mifericordia  del  uincitore:  ma  effendo  ribattuti  dal  mede  fimo 
pe  d*  Anauit  1>0tme>  c^e  &  riprefe  con  parole  più  inhumane,  &piu  barbare,  che  le  pri- 
è  cótta  qua  me  ;  nonfapcuano  né  che  rifpondere ,  né  chepenfare  ,fe  non  che  Ciamontegli 
«o  gf  hift  "  conforta}  che  obediffero  alla  neceffità,  &  col  rimetter  fi  liberamente  neltarbi-  . 
liei  vinhia-  trio  del  'Prìncipe,  cercaffero  diplacare  lafua  indegnatione  :  la  manfuetudine 
eóX  c'hó  di  Cefare  effere  grandiffima,  né  douerfi  credere ,  che  il  'Principe  nobile  di  fan- 
detto  di  fa  .gue,  &  eccellente  C  apuano  haueffe  a  fare  co  fa  indegna  della  fua  nobiltà,  & 
noV/he'pa-  della  fua  uirtu  iwdouerglifiauentare  l  acerbità  della  rifpofia ,  an%i  efiere  da 
gado  s  o  mi  defìderare tcbe  gli  ànimi  genero  fi,  &  nobili  fi  traportino  con  le  parole, per  che 
refirotbe"  fpeffo  hauendo sfogato  parte  dello  sdegno;  in  quefto  modo  alleggerifcono  la- 
cheiTede  ffreT^a  de  fatti  :  offerfefi  interceffore  amitigare  l'ira  del  Principe,  ma  che 
fennfie"©1"  e  fi  preueniffero  col  rimetterfi  in  lui  liberamente  ;  il  configlio  del  quale,  &  la 
poi  lor  la  fé  neceffitàfeguitando a  i  Vicentini,  diftefifi  in  terra  rimeffero  affolutamentefe,  a 

&  la  loro  città  alla  poteflà  del  uir/jtore:  le  parole  de  quali  ripigliando  Cia- 
b  ì  I  Bembo  moni e, confortò  il  Trincipe,che  nel  punirgli,  haueffe  più  rifletto  alla  grande^ 
dlfcriuè  què  ^>  &  alla  fama  di  Cefare,  che  al  delitto  loro  :  né  face  fife  e  fi  empio  a  glialtri , 
ite  protte,ie  chefufiero  caduti,  o  per  poter  cadere  infimili  errori,  tale,che  différata  la  mi-  : 
Sanumeio  fcrlcordia,  haueffero  a  perfeucrare  infimo  all'ultima  oftinatione  ;fempre  la  de 
di  volti  a  mentia  hauere  dato  d  Trineipi  beniuolentia,&  riputatane  :  la  crudeltà,do- 
la  rintontì  «e  nonfuffe  neceffario,  hauere  finire  fatto  effetti  contraria  :  né  rimo  fio,  come 
cameme  fat  molti  imprudeotemente  credeuano, gli  oftacoli,  &  le  di'fficuka,  ma  accrefeiu, 
ncPCfaffi  "da  tele,  &  fattele  maggiori ,  con  l'autorità  delqitale ,  &  co*  frughi  di  molti  al- 
edificare .  il  tYl  aggiunti  alle  mifier  abili  latnen  talloni  de  Vicentini,  fu  contento  finalmen- 
«ice .Tn^ro  te  ^Anauli  promettere  loro  la  fallite  delle  perfine  refiando  libera  all'arbitrio* 
simo  mote  &  uolontà  fua  la  difbofitione  di  tutte  le  [oflantie  :  preda  ma?nore  in  opimo- 

dux    lato-  i      •      7r      •  /        m,       •     <      .      •       r        r r  ^    •'    >        r_,      ;• 

mix  funt  :  ne*  che  in  effetti ,  perche  già  la  citta  era  rimaja  qua  fi  nota  ai  perfine ,  &  di 
c  V  rsd-Ust0  r°bbe  •'  lequali  ricercando  la  ferità  Tedefca,  intefo ,  che  in  certo  monte  ideino 
no  nei  vidu  à  Vicenza,  erano  ridotti  molti  della  città,  &  del  contado  con  le  loro  robbe  in 
monte  due  àuccaueme ,  detta  la  b  Grotta  di  Ma  fono ,  oueper  la  fortezza  del  luozo ,  &  b 

Couoh.c.oe         J,       *  .      .  .  r    .  •'  r    r  ■       J.     i   r\-         •      .  *     -     . 

c<me.  il  g  u  di f multa  deh  entrami  fi  riputauano  cpere  jicuri  ;  1 7  edejchi  andati  per  pi- 
liàmTca6  gì  largii  )  combattuta  in  uano ,  &  non  ferina  qualche  loro  danno  la  cauerna 
ueme  ,  &  maggiore ,  andati  alla  minore ,  né  potendo  sformarla  altrimenti ,  fatti  fuochi 
H  béco  me  g^andijfimil' ottennero  con  lafor%a  delfumo,doue  è  fama  monfferopiu  di  mil 
giio  di  tutti  le  perfine.  Tre  fa  Vicenza  fi  mofiraua  maggiore  la  difficultà  dell  altre  cofe* 
ftafCimp?ch  c^€  da  principio  non  era  flato  disegnato  .-perche  Maffimiliano  non  fiolamente 
fa  t  ta  a  que  i  noti  fi  moueua  contra  i  Vinitiani,  come  haueua  promeffo,  ma  le  genti,  che  ha- 
ucua  in  Italia  per  mancamento  di  danari  continuamente  diminuì  turno  jin  mo- 
do che 


\c  cane. 


NONO.  247 

do  che  Ciamonte  eraneceffitato  di pmfare  non  che  altro  alla  cujìódict  di  Vw 
cen%a:&  nondimeno  deliberò  cC andare  a  campo  a  Lignago;  laqual  terra  fi 
nonfiacquiftauayriufciuanodiniùno  momento  tutte  le  co  fé  fatte  infino  a 
quel  giorno .  Taffa  per  la  terra  di  Lignago  il  fiume  del£*Adice  ,  rimanendo 
uerfo  Montagnana  la  parte  minore  dettala  loro  il  Torto,  oue  i  Vinitiani  con-- 
fidando  fi  non  tanto  nella  fortezza  della  terray&  nella  uirtù  de*  difenfori,quan 
to  nell'impedimento  dell* acque ,  haueuano  tagliato  il  fiume  in  un  luogo  :  dalla 
ripa  di  là  è  la  parte  maggiore ,  dalla  quale  V haueuano  tagliato  in  due  luoghi , 
per  lequali  tagliato,  il  fiume  hauendoffarfo  ne*  luoghi  più  baffi  alcuni  rami  > 
haueua  coperto  in  modo  ilpaefe  circoflante ,  che  per  eff ere  flato  fuffocato  dal- 
l'acque  molti  me  fi,  eradiuentato  quafi  palude .  Facilitò  in  qualche  parte  le 
difficultà  U  temerità  >  él  difordine  delle  genti  de'  Vinitiani  :  perche  uenendù 
Ciamonte  con  l'eficrcito  ai  alloggiare  a  Minerbio ,  diflante  tre  miglia  da  Li* 
gnago,  &  hauendo  mandati  innanzi  alcuni  caualli,  &  fanti  de  fuoi,  fcontr ap- 
rono alpafiar  dell* ultimo  ramo  propinquo  a  me%o  miglio  a  Lignago ,  i  fanti ,  fm^a  di 
cheflauano  a  guardia  di  Torto ,  ufciti  per  uietar  loro  il  paffare  :  ma  1  fanti  Lignago  è 
Cuafconi ,  &  Spagnuoli  entrati  ferocemente  nell'acqua  infine  al  petto;  gli  amimeli* 
urtarono,  &  poi  gli  feguitarono  con  tale  impeto,  che  alla  mefcolata  infieme  co  panicoiar  - 

*  loro a  entrarono  in  Torto,' faluatifi  piccola  parte  di  quelli  fanti  :  perche  alcuni  fa™*  c^c 
ne  furono  amma\%ati  nel  combattere,  et  la  più  parte  degli  altri,  fludiando  di  da  aicun'ai 
ritirar  fi  in  Lignago ,  era  annegata  nel  pafiare  l'^Adice  :  per  lo  quale  fucceffo  ft°ricej  vini 
Ciamonte  mutato  il  difegno  di  alloggiare  a  Minerbio;  alloggiò  la  fera  mede  fi-  ^^i;  ancor 
ma  in  Torto:  et  fatte  condurre  l  artiglierie  groffefotto  l 'acqua,lc quali  il  fon*  aiìchota  ho 
do  del  terreno  reggeua ,  et  la  notte  medefima  fece  ferrare  da  guadatoti  la  ta*  detto  )  P"° 
gliata  del  fiume:  et  cono feendo, che  dalia  parte  di  Torto  era  Lignago  ineffugna  mohi  '  luo  • 
bile  per  la  larghezza  del  fiume  sìgroffo,che  con  difficultà  fipoteua  battere  da  |hi  ?Lqu*r 
quella  parte,  benché  tra  Lignago  >  &  Torto,  per  efferefragli  argini  non  fia  sì  pertinente 
grò  fio  come  difotto  ;  comandò  fi  gittafie  il  ponte  per  pafìare  dalla  parte  di  là  ^  R*P«k 
/'  artiglierie, et  la  maggior  parte  delt e f lenito  :  ma  trouato,  che  le  barche  con-  fiano  tolti 
dotte  da  lui  non  erano  pari  alla  larghetta  del  fiume ,  fermato  lì  esercito  ap-  ^  <5ue^a  £cl 
p  re  fio  al  fiume  altoppofito  di  LÌgnago,et  di  là  daU ridice  fece  pafì are  fu  le  bar 
che  il  Capitano  Molar  do  con  4000. fanti  Guafconi,  &  confeipe^i  (Cartiglie  b  Fu  <3ucftd 
ria:  ilqualepafiatofì  cominciò  dall  unaparte,et  t altra  del  fiume  apercuotere  de*  vinirìa- 
il  baflione  fatto  fu  l'argine  alla  punta  della  terra  dalla  banda  difopra:  et  efien  ni  *  ^Lrei!na 
donegià  abbattuta  una  parte,  ancora  che  quei  di  dentro  non  ommettefiero  di  Marino,^ 

b  riparare follecitamente;  la  notte  feguente  il b  Troueditore  Vinitiano>hauédo  "'/"gjja 
maggior  timore  dell'offe  fé  de  nimici,  che  (peranno,  nella  difefa  de'  fuoi;  fi  riti^  a  Moceni  1 
rò  improuifamente  con  alcuni  gentiluomini  Vinitiani  nella  rocca:  la  ritira-  %^£™{\ 
ta  delquale  intefafi  come  fu  giorno ,  il  Capitano  de*  fanti  >  eh* era  nel  baflione  Giorno  nei- 
5* arrendè  a  Molardofaluo  Vhaueye->et  le  perfine:  et  nodimeno  ufcitone,fu  co'  fonf^vf  no 
fanti  fualigiato  da  quei  del  capo:prefo  il  baflione,fu  da  Molardo  faccheggiata  mina  di  più 
la  terra  ;  ei  fanth  ch'erano  a  guardia  d'un  baflione  fabricato  fu  l'altra  punta  \l^Q^ 

della 


LIBRO 

della  terray  fé  ne  fuggirono  per  quei  paludi,  lafciate  Tarme  alt  entrate  dell* ae 
me  :  &  co  fi  per  la  uilta  di  quelli, the  iterano  dentro  riufcì  più  facile  ,  &  più 
preflo,  che  non  fi  era  firmate  l'acquiflo  di  Lignago  .T^èfece  maggior  refiflen* 
%a  il  caficllo,  che  haue fife  fatto  la  terra ,  perche  efiendo  il  giorno  feguente  le- 
uatecon  £  artiglierie  ledifefe,  &  cominciato  a  tagliare  da  baffo  co  picconi 
un  cantone  dyun  torrione  con  intensione  di  darglipoifuocoj  arrenderono,  con 
patto,  che  rimanendo  i gentilhiiomini  Vinitiani  inpoteflà  di  Ciamonte ,  i fal- 
dati la  fiat  e  Farmi  fé  ne  andaffero  falui  in  giubbone.  Meficolo  la  fortuna  nella 
uittoria  con  amaro  fiele  l  allegrezza  di  Ciamonte  :  perche  quiui  hebbe  auifa 
tt^c/cTrdi  detta  wrte a  del  Cardinale  di  Roano  fuo  %io  ,  per  lafamma  autorità  delquale  a 
ra)  a?  Roa-  appreffo  al  Re  di  Francia*  efialtatoagrandifiime  riccheyge-  &  bonori ;  ffiera- 
Sartocfc  tsa  continuamente  co  fi  maggiori .  In  Lignago,  per  effere  i  Tede  fichi  impotenti 
papa  Giulio  a  rretterui gente ,  laficio  Ciamonte  a  guardia  cento  lance,  &  mille  fanti,  &  ha 
aeiter5*M  U€n&6  àip0*  Hcentiato  i  fanti  Crigioni,  e  i  Vallefi ,  fipreparaua  per  ritornare 
tequile  egli  col  rimanente  dell 'efferato  nel  Ducato  di  Milano  per  comandamento  d'I  i?ef 
bafeia  -  inclinato  a  non  continuare  più  in  tanta  Jpeja  :  dalla  quale, per  non  corrifponde* 
ic  r  vi  n«tia-  re  ane  deliberatimi 'prima  fatte -,  le  prouifioni  dalla  parte  di  Cefiare,  non  rifui- 
«acce  riì  di  Uot0,  effetto  alcuno importante .  Magli  comandopoi il  Re,che  ancora  foprafe- 
f c,ch'c i  mo  faffe  per  tutt0  Qiugno  ;  perche  Cefiire  uenuto  a  Spruch , pieno  di  difficultàfie- 
;  aggio       condo  il/olito  ;  ma  pieno  di  difegni,  &  difpera?i^e,fiaceua  inftantianonfìpar 
1 5i°  •  tiffe,  pi  omettendo  dipaffare  d'bcra  in  bora  in  Italia .  Tfclqual  tempo  defide- 

randa  i  Tedefichi  di  ricuperare  Moroftico,  Cittadella,  Bafciano ,  &  altre  ter- 
re  circofianti  per  fare  più  facile  a  Ce  far  e  il  uenireda  quella  parte  ;  Ciamonte 
fi  fermò  con  V  efferato  a  Lungara  fui  fiume  del  Bacchiglione  ,per  impedire 
alle  genti  de'  Vinitiani  l'entrare  in  Vicenza  rimafa  con  poca  guardia ,  &fi- 
b  si  ritira-  milruente  lopporfiià  Tede  fichi:  ma  intefio  quiui  le  genti  Vinitiane  efferfi  b  ri-  b 
'°"°  .le  §et|  tirate  in  Tadoua,  congiunti  fico  di  nuouo  i  Tedefichi ,  uennero  alte  Torricclle 
fadona  a    fiu  laflraaa  maeflra ,  che  uà  da  Vicenza  a  Tadona  :  onde  laficiata  Tadoua  a 
cn0ddiGquc  man  defira  >//  Qonduffero  a  Cittadella  con  non  piccola  incommodità  di  ucttoua 
ì>o  an  no    glie,  impedite  da  i  caualli  leggieri,  ci/ erano  in  Tadoua,&  molto  più  da  quel- 
ìlceiìBem  $h  ri*  erano  a  Monfelice .  arrende/fi  Cittadella  fien^a  contraflo,  &  il  mede- 
rò .  fimo  fece  poi  MoroflicOjBafciano,  &  t  altre  terre  circofianti  abbandonate  dal- 
ie geriti  Vinitiane  : pere  fpedite  le  cofie  da  quella  parte  gli  efferati  ritornati 
alle  Torricelle ,  lafciato  Tadoua  fu  la  defira ,  &  girando  alla  fini ftra  uerfio  la 
montagna,  fi  fermarono  fu  la  Brenta  a  canto  alla  montagna  a  diccimiglia  di 
Vicenza  ;  condotti  fi  in  quel  luogo .  perche  i  T  edifichi  defider aliano  ci  "occupare 
la  Scali,  paffio  opportuno  per  le gcnti.,che  haueuano  a  uenire  di  Germania,  & 
che  falò  di  tutte  le  terre  da  Treuigi  in  fino  a  Vicenza  ,  rimaneua  in  mano  de 
Vinitiani:  dalquale  alloggiamento  partito  ilTrincipe  d'^Znaidt  co  Tedefichi» 
&  cvn  cento  lance  Francefili  dirizzò  alla  Scala  lontana  ucntidnquc  miglia: 
ma  non  potendo paffare  innanzi. perche  iuillani pieni  a  incredìbile  afetticne 
mrfa  i  Vinitiani,  e  tanto  che  fatti  prigioni?eleggeuano  più  tofio  di  morireche. 

rinegare, 


NONO,  248 

yinegàre,  0  beftemmiare  il  nome  loro;  baueuano  occupato  molti f  affi  nella  ma  Sa  padoua 
tagna,  ottenuto  per  accordo  Caflel  J<(uouo  paffo  medefimamente  della  monta-  a  Trento  ve 
gna;fene  ritornò  alt  alloggiamento  della  Brenta^hauèndo  madato  molti  fanti  montagne 
per  altra  uia  uerfo  la  Scala  :  i  quali  fecondo  lordine  hauuto  da  lui7fcbifando  lì  f£*ì°  » 
t  la  uia  di  Baf ciano  per  sfuggire  il a  Couolofafìo  forte  m  quelle  montagne  ;  gi-  go  forti  fo- 
rarono più  baffo  per  lo  camino  di  Feltro :&  trouato  in  Feltro  pochiffimagetey  f°> non  s0 
&  fumeggiatolo. ,&  abbruciatolo,  fi conduffero  al  paffo  della  Scala;  ilquale  ia  ,0  péTac 
inferme  con  quello  delCouolu  trouarono  abbandonato  da  ciafeuno .  1s(è  erano  te:  &dlc°- 
in  qùeflo  tempo  minori  mine  nelpaefe  del  Friuli  perche  aff aitato  bora  dà  Vi  che  non  vi 
nitiani  .bora  dà  T  ed  efebi- bora  difefo,  bora  predato  da  gentil' buomini  delpae  flt^°  ente' 
fe,&  facendofi  bora  innanzi  qucftiy  bora  ritirando/i  quelli,  fecondo  l'occafw-  ne  kendsr- 
ne,  non  fi  fentimper  tutto  altro,  che  morti,  ficchi,  &  incemiij,  accadendo  che  jjj^j  '°'] 
fpeffu  un  luogo  mede  fimo  faccheggiato  prima  da  una  parte  fu  fi-  poi  facchcg    cord  ;  g  ofli 
giato,&  abbruciato  dall'altra.  &  da  pochi  ff  mi  luoghi,che  erano  fo)  ti  infuo-  "rga"^J0v.a 
ra  y  fottopofia  tutto  il  refio  a  quefla  miferabile  dijiruttione  ;  lecitali  cofe  non  «n  che  fi  ve 
hauendo  hauuto  in  fé  fatto  alcuno  memorabile,  farebbe  fuper fino  raccontare  nJ  colo?"! 
particolarmente ,  &'  fiiftidio/o  ad  intendere  tanto  uarie  rmolutioni  ;  lequali  q^  '  ogiio 
non  partoriuano  effetto  alcuno  alla  fòtnma,  &  import  antia  -iella  guerra .  Ma  fto'iuftoo 
approffimamlo  fi  il  tempo  determinato  alla  partita  dell' efferato  Frane  e  fé,  fu  "<>»<>  di  cu 

11  „   n        ./     •/  t-J.  1      j>   rr  r       r         r      fto^ia: per- 

di nuovo  conneratto  tra  Cejarr,  &  a  He  di  Fràn  età  che  l  ejfercito  Juo  jopraje-   clo-c  he  a  su 

d'effe  per  tutto  il  me  fé  fendente  :  ma  che  le  fprlkftraordinarie ,  cioè  quelle  che  lo  fi, va  cora 

'    r  .,  in  f  t   1  •    r         ni  .      t   moda  méte, 

corrono  olirà  n  pagamente  (lede genti }  lequali  baueua  injmo  allhora  pagate  il  &  tono  aicu 
Re;  (ipazaffero  per  1  allenire  da  Cefate,  &  umilmente  i  fanti  per  il  mefe  pre-  ne  ca"e  »  ° 

,  .'  '  r  o>  r  .1  J  1,1  ìi-  grotte  lotta 

detto  :  ma  perche  Ce/are  non  batteva  dinari  :chej  atto  il  calculo  quel  che  impor  Vn  monte, 

taffero  cjuefìe  fpeft:  il  Re  gli  preti  afa  computate  quelle, infino  in  cinquanta  mi  J^y"* 

la  ducati,  &  che  fé  Cefire  non  refliruìua  fra  un  anno  proffìmo  queftì,  &  gli  al  pietre  per 
tri  cinquantamila.the  gli  erano  flatipreft.it i prima -il  Re  baueffe,infino  nefuf  f^1^ 

fé  rimborfato, a  tenere  in  mano  Verona  con  tutto  ilfuo  tenitorìo.  Hauuto  Cia-  detto  p-^ca 

monte  il  comandamento  e- al  Ile  di  foprafeder evolto  l  animo  alt  efpugnatione  *"™r  ^l* 

ili  Mon  felice  :  &  perciò  fuhiio  ,  che  furono  unite  co*  Tedefcbi  quattrocento  maméte  fo 

lance  Spagnuolc,  guidate  dal  buca  di  Termini, le  quali  mandate  dal  Re  Cato-  SfcS^Gior 

U'o  in  aiuto  di  Maffimilianojjancuanc  fecondo  le  confuete arti  loro  camma-  giajniTmo 

to  tardi  (Imamente;  gli  efferati  i  pajfato  il  fumé  della  Brenta,  &  dipoi  alla  ^"""ua 

uilla  della  Vurla  il  fiume  del  Bacchiglione  preffo  a  cinque  miglia  di  Vadoua7  lettera  fcrit 

arnuarono  a  Monfeli ce ,  hauendo  in  qucfto  tempo  patito  molto  nelle  uettoua  -  "t  *  A\be?t £ 

glie*  <&  né  faccomann  1  -per  le  correrie  de  caualliycke  erano  in  Tadoua  ,&in  ^  Dice  ^  B5 

Monfelicejdà  quali  anco  fu  prefo  Sonano  Benone  da  Crema>condottiere  del  bo,  che  so» 

Re  di  Francia ,  che  con  pochi  cauxlli  andaua  a  riuedere  lefcorte .  ilquale  per-  c^°  fa  dai 

e  he  era  flato  autore  della  ribellione  di  C  rema,  ^Andrea  Gritti ,  D  battendo  più  gxitu  fetta 

m  ^cpoiappic 
ear  per  li  piedi,come  traditore  :  percioch*  coftui  hauendo  goduto  la  nobiltà  Vinttìan3,ottenuta  da'  fuoimag. 
gion,^  etTendo  prouifionato  dal  Domiaio  come  iòidato  caro,haueui  poi  in  danno  della  ,&epabiitt  iiadit<? 
-Cremando uè  egU  era  lino  mandato  alla  guàrdia  in  mano  de*  f  xaftcel*  * 


LIBRO 

m  con ftd  erottone  ì *  e  fiere  fuddito  de  Vinitiani,  che  te  fi  ere  folddto  de*  ntmicì, 
fece  fubìto  impiccare  .  Sarge  nella  terra  di  Monfelice  ■ pofla  nella  pianura,  co- 
me un  monte  di '  f affo, dalqu  ale  è  detta  Monfelkcchefi  diftende  molto  in  alto* 
'    '  nella  Sommità  delquale  e  una  rocca, &  per  il  dqfio  del  monte ,  che  tuttauia  fi 

rìflrigne ,  fono  tre  procinti  di  muraglia ,  il  più  baffo  de  quali  abbraccia  tanto 
fiat  io, che  a  difenderlo  da  efferato  giufto,  farebbono  neceffarij  due  mila  fanti, 
Ì4bbaì i donarono  i  nimici finitamente  la  terra,  nellaquole  alloggiati  i  Fracefi 
piantarono  l  artiglieria  contra  il  primo  procinto  :  con  Laquale  efihidofi  battu- 
to affaij&dapiu lati, i  fanti  Spagnuoli,  &  Guafconi  cominciarono  fenza  or 
dine  ad  accofiarfi  alla  muraglia,  teniado  difalire  dètro  da  molte  partner onui 
a  guardia  feti ecento  fanti,  iqualipenfandofuffe  battaglia  ordinata,  ne  emen- 
do (ufficienti  per  il  numero  a  potere  re ftfier e  quando  fuffero  aft  aliati  da  più 
s  luoghi,  fatta  leggiere  difefa;  cominciarono  a  ritirar  fi  per  deliberai ione  fatta, 

fecondo  fi  crede,  prima  tra  loro  :  ma  lofeciono  tanto  difor  dinatamente ,  che  i 
nimici  >  che  erano  già  cominciati  ad  entrare  dentro  fcaramucciando  con  loro , 
&  fegmtandogliper  la  cofia  ;  entrarono  fico  mefcolati  ne  glialtri  due procin- 
ti,& dipoi  infino  nel  Caflello  della  fortezza:  doue  fendo  ammalata  la  mag- 
gior pan  e  di  loro;  gli  altri  ritirati  fi  nella  Torre,  &  uolendo  arrender  fi  fatue  le 
a  si  ie?ge  perfone  ;  non  erano  accettati  da  Tedefchi ,  iquali  dettero  alla  fine  fuoco  al  ma 
ridSv  inlrà  fi**  della  Torre  ;  in  modo ,  che  difettecento  fanti  con  cinque  Contefiabili ,  & 
m  ,  die  ìa  principale  di  tutti  Martino  dal  Borgo  a  San  Sepolcro  di  Tofcana,fe  ne  fatua* 
feHcet  òca  rono  pochifimi,  battendo  ci  afermo  minor  compafiione  della  loro  calamita  *per  * 
viità.'ma  co  la  uiltà,che  haueuano  ufata  »l>ièfì  dimofiro  minore  la  crudeltà  Tedefca  con- 
tcmf!T  difefa  tra  gli  edificij,  &  le  mura  :  perche  non  foto  per  non  hauer  gente  da  guardarla 
dalie  genti  rouinarono  la  fortezza  di  Monfelice  ;  ma  abbruciarono  la  terra  :  dopo  ilqual 
&che  fupre  giorno  nonfecionopiu  quefli  efferati  co  fa  alcuna  importante,  eccetto  che  una 
fa  per  effer  correria  di  quattrocento  lance  Fr  ance  fi  infimo  fu de  porte  di  Tadoua.  Torti  in 
fo°ri:hma  che  quefto  tempo  dal  campo  il  Duca  di  Ferrara ,  &  con  lui  Ciottiglione,  mandato 
co  tutto  ciò  da  ciamonte  con  dugento  cinquanta  lance  per  la  cuftodia  di  Ferrara,  doue  era 
Vo  ^ncho"  non  piccola  fofbettione  per  la  uicinità  delle  genti  del  Tonte fice .  Et  nondme- 
inpiti  degli  no  t  Tedefchi flimolauano  Ciamonte ,  che,  fecondo  che  prima  fi  era  trattato 
Bembo"  dà  tra  loro,  ondafie  a  campo  a  Treuigi,  dimostrando  e  fiere  di  piccola  importantia 
di  quefta  im  \e  cofe  ratte  con  tanta  Ipefa  ,fe  non  fi  efiugnaua  quella  città ,  perche  di  potere 
ma a  lode  a  efiugnare  Tadoua  non sbaueua {peranno  alcuna .  Ma  in  contrario  replicaua 
Mon*.  delia  ci  amante, non  e  fiere  pafiato  Ce  fare  contra  i  Vinitiani  co  quelle  forze ,  che  ha- 
czic  Fu  pre-  ucuapromefle  :  quelli  che  erano  congiunti  fico  effer  e  ridotti  a  piccolo  nume- 
fa  quefta  ter  fQ  .  m  ^yeuigi  e  fiere  molti  faldati ,  la  città  munita  con  grandi/Jìma  fortifica- 
li 'Buonac-  t  ione  :  non  fi  trouarepiu  nàpoefe  uettouaglia,  &  efiere  molto  difficile  il  con- 
corfi,daii'ef  ^urne  di  luoghi  lontani  al  campo,  per  le  affidue  moleflie  de  cauai  leggieri,  & 
refe  ,&  Te-  degli  Strodiotti de  Vinitiani,iquali  auifati  per  la  diligentio  de  uillani d'ogni 
»  je(ci a  n §  '  picc°l°  l°ro  commento,  &  effendo  tanto  numero ,  appariuanofempre  douun- 
i  $  io."        que  potè  fiero  danneggiargli ,  Lem  quefle  difiutationi  nuouo  comandamento 

uenuto 


NON    Ó<  i4f 

ketoutó  ài  Trància  à  Ciainonte,che  lafciate  quattrocento  lance,  et  mille  cinqui 

cento  fanti  Spagnuoli  pagati  dal  Rem  compagnia  de'  Tedefcbi,  oltra  quelli , 

che  erano  alla  guardia  di  Lìgnago  ;  rìtcmaffefiéito  con  l'efferato  nel  Ducato 

di  Milano  :  perche  già  per  opera  del  Tcnteficefi  comìncìauano  aficoprire  mot 

te  mole  file, &  perìcoli .  Tew  Ciamonte  labiato  Versi  algouerno  di  quefle  gè 

ti;feguitb  il  comandamento  del  Re  :  e  i  Tede] chi  diffidando  di  poter  fare  più 

effetto  alcuno  importante  fi  fermarono  a  Ltmigo .  Haueua  il  "Pontefice  propo* 

fìofi  nell'animo ,  &  in  quefio  fermati  ofiìnatamente  tutti  ipenfierì  fuoi ,  non 

folo  di  reintegrare  la  Cbiefa  di,  molti  flati  >  i  quali  pretendala  appartenerfegli;  rio  c'haÙ/ 

ma  oltra  quefio  di  cacciare  il  Re  di  Francia  di  tutto  quello  poffedeua  in  Italia.  "a  a  Kc  di 

,    ;  ,  ,  i      ,     '    rr     r  i    •  »  '    Francia     di 

mouemolo,  o  occulta ,  &  antica  nimicitia ,  che  baue) e  con  tra  lui ,  o  perche  &&>j 


*Jr  la  ni 


ìlfofpetto  hauuto  tanti  anni  fi  fuffe  conuertito  in  odio  potenti/fimo ,  o  la  cupi-  ficìii*  ^i 

dita  della  gloria  di  e  fiere  flato ,  come  diceua  poi ,  liberatore  df  Italia  da  Bar-  Bembo,  eh' 

bari .  .Aqu.zfii  fini  haueua  affiduto  dalle  cenfure  i  Vinitiani .  Ai  quefti  fini  fra    ac.cr,<: 

atta  la  inteùigentia  ,  &Jtretta  congiurinone  con  gli  Sinceri ,  fimulando  di  pred  ddh 

procedere  a  quefle  co  fé  piuper  ficurtà  fua  ,  che  per  defiderio  di  offendere  ai-  R  clna  A  n  " 

a        a    r  i  ì  •  i  i  •    •  ,   „      na   iua  mo 

tri.  *  A  quem  fini-  non  hauenw  potuto  nmuouere  il  Duca  di  Ferrar  a  dalla  glie,  buona 
deuotione  del  Reda  Francia ,  haueua  detcrminato  di  fare  orni  opera  per  oc^  ?  finla, fìó 
capare  quel  Ducato  :  pretendendo  di  muouerfi  piamente  per  le  differente  grauida ,  m 
delle  gabelle ,  &  de  fiali  :  &  nondimeno  per  non  manifeflare  totalmente,  infi  dt^  ella 
no  chaueffe  le  cofe  meglio  preparate ,  ifuoi  penfieri  ;  trattaua  continuamene  «  airramen 
te  con  .Alberto  Tio  di  concordar  fi  col  Redi  Francia  ;  ilqude  perfuadendofi  buon" fine 
non  battere  ficco  altra  differenza ,  che  per  cAtifa  delta  protettone  del  Duca  »l  fo°  P*rro^ 

a  di  Ferrara ,  &  *  de  fiderò fo  fepra  modo  di  fuggire  la  fua  nimicitia  ;  confenti-  %^  ?>d£ 
uà  di  fare  con  luì  'nuoueconuentioni  riferendo  fi  a  capitoli  di  Cambrai,  ne'  qua  mi  contr*  d 
Ufi  effrimeua ,  che  niuno  de'  confederati  potere  ingerir  fi  nelle  cofe  appone-  Papa  ' 
nentialla  Cine  fa:  &inferendoui  tali  parole,  &  tali  claufule,  che  alTonte-  b  Tanto  ri 
fice fuffe  lecito  procedere  contra  il  Duca  quanto  appartenete  alle  particola-  ^daTRe 
rità  de'  foli ,  &  delle  gabelle  :  a'  quali  fini  {blamente  penfaua  il  Re  difienderfi  ài  Francia , 
ipenfierì  fuoi  .interpretando  talmente  l'obligo  ,  e  haueua  della  protettone  ^ii^Bé 
del  Duca,  che  ei  par  effe  quafi  che  potefie  conuenire  in  quefio  modo  lecitamen  b°  )  con  ro 

bte.Ma  quanto  più  il  Re  fi  accoflaua  alle  dimande  del  Tontefice  >  b  tanto  più  nXd»«n- 
eglì  fi  difeoflaua  ;  non  lo  piegando  in  pan  e  alcuna  la  morte  fucceduta  del  Car  »c  !«  tu"i  » 
dinale  di  Roano:  perche  a  quelli,  che  arguendo  efiere  finito  il  foretto  lo  con  LTrnè!ioggnl 
fortauano  allapace ,  rifpondeua  uiuere  il  mede  fimo  Re,  &però  durare  il  me-  giorno  io 
de  fimo  fioretto ,  allegando  in  confermatone  di  quefle  parole  .faperfi  che  lac-  &  "c^caua" 
cordo  fatto  dal  Cardinale  di  Tauia  era  flato  molato  dal  Re  per  propria  fua  &*ot&à'in 
deliberatone  contra  lauolontà,  &  configlio  del  Cardinale  di  Roano  :an%i  peTtìdifne* 
a  chi  più  pervicacemente  confiderò  iprogreffi  fuoi,  par  uè  fé  ne  accrefeeffero  il  V1""  d*  , 
fuo  animo ,  &  le  fperan^e ,  nèfen%a  cagione  ;  perche  effendo  tali  le  qualità  ouaij  e°eì,  fi 
del  Re,che  baueuapiu  bifogno  dì  effere  retto  che  egli  fuffe  atto  a  reggere  ;  non  "«uadifen 
è  dubio  che  la.morte  di  Roano  indebolì  molto  le  cofe  fine ,  concio fia  cofit  che  p^atorT. 

Li         in  lui 


LIBRO 

in  lui  oltra  la  lunga  tffierìen%ayfuffe  neruo grande*  &  ualore,  &  tanta  auto-* 
rità  appreffo  al  Re ,  che  quafi  non  mai  fi  difcoflajfe  dal  configlio  fuo  :  donde 
egli  confidando  nella  grandezza  fua*  ardiuajpeffe  mite  rifolueré,  &  dare  [or 
ma  alle  cofc  per  fé  fleffo  :  conditione  che  non  militando  in  alcuno  dì  quelli  che 
fuccedettero  nelgouemo;  nonardiuano  non  che  deliberare;  ma  né  pure  di  par 
lare  al  Re  di  co  fé  che  gli  fusero  molefle  ;  né  egli  preflaua  la  medefima  fede  a 
con figli loro  :  &  e  {fendo  più perfine  ,&  hauendo  ricetto  luno  all' altro,  né 
confidando  fi  nell'autorità  ancora  nuoua  ;  procedemmo  più  lentamente,  &  più 
freddamente  >  che  non  ricercaua  la  importantia  delle  cofeprefent'h&  che  non 
farebbe  flato  necejjario  contra  la  caldera ,  &  impeto  del  Tonte fice  :  ilqua- 
le  non  accettando  niuno  de  i  partiti  propofli  dal  Re  ;  lo  ricercò  alla  fine  aper- 
tamente »  che  rinmcìaffe  non  con  conditione ,  o  limitatione,  mafemplìcemen 
te  >  &  afìolutamente  alla  protettone prefa  del  Duca  di  Ferrara  ;  &  cercan- 
do il  Re  di  pervadergli  ejfergli  di  troppa  infamia  una  tale  rinunciai  ione  ;  ri- 
fiofe  in  ultimo  y  che  poi  che  il  Re  ricufaua  di  r enunciare  femplìcemcnte  >  non 
uoleua  conuenire  feco ,  né  anco  effergli  oppofitoima  conferuandofi  libero  da 
ogni  oh  ligatione  con  ciafeuno ,  attenderebbe  a  guardare  quietamente  lo  flato 
della  Chie fa ,  lamentandoli  più  che  mai  del  Duca  di  Ferrara,  che  confortato 
da  amici  fuoi  afoprafederedifareilfale ,  haueua  rifyoftononpoterefeguita- 
Ye£uefloconfiglio>pernon  pregiudicare  alle  ragioni  dello  Imperio  yalquale 
apparteneua  il  dominio  diretto  di  Comacchio  :  ma  fu  oltra  queflo  dubitano- 
t  Tocca  q.  ne  ;  &  openione  di  molthlaquale  in  progreffo  di  tempo  fi  aumento-»  che a  *Al-  * 
mo  g^b     berta  Tio  \Ambafciatore  del  Re  di  Francia ,  non  procedendo  fine er amente 
tifta  Girai-  nella  flua  legatìone ,  attendere >  a  concitare  il  "Pontefice  contra  il  Duca  di 
fuo  e  " qUel  Ferrara  »  Ponendolo  il  defiderio  ardentìffimo ,  nelquale  continuò  infimo  alla 
«ario,  ch'eì  morte  >  che  lAlfonfo  fuffe  fogliato  del  Ducato  di  Ferrara  :  perche  hauendo 
%  d? pC  c°~  Hercole padre  di  ÌAlfonfo  rìceuuto  non  molti  anni  da  Giberto  Tio  la  metà  del 
rMouetra?  dominio  di  Carpi ,  datogli  in  ricompenfo  il  Cafltllo  di  S affinolo  con  alcune  al- 
Aifeifo  di-  tre  ^rre  >  dubitaua  .Alberto  dinonhauere  ,  come  bifogna  fleffo  >  chél  itici- 
cendo  che  no  meno  potente  ceda  alla  cupidità  del  più  potente ,  a  cedergli  alla  fine  l'ai- 

fn  iciSto  da  tra  met*  *  c^€  aPParteneua  afe :  ma  1uel  c^e  dì  queflo  fia  la  uerità  >  il  Ton- 
ini tone-  tefice  dimoflmndo  fegni più  implacabili  contra  Stlfonfo,  &  hauendo  già  in 
fta  condì-    animo  di  mu0uere  tarmi ,  fi  preparaua  di  procedergli  contra  con  le  cenfure  > 

tione  dal  S.  n  r  £      ,  z,      n      •    i  *  j 

Alberto  da  attendendo  di  giuflificare  i  fondamenti  >  &  jpecialmente  hauendo  trouatoy 

Vanuca  ni-  fecondo  diceua  y  nelle fcritture  della  Camera  ^poflolical 'inueftitura  fatta  da 

miftì,  ch'e-  pontefici  alla  cafa  da  Efli  della  terra  di  Comacchio .  Quefli  erano  palefemen- 

foi  DuauU  te&  andamenti  del  Pontefice:  ma  occultamente  trattaua  di  cominciare  mo- 

Iònio .        uimenti  molto  maggiori ,  parendogli  hauere  fondato  le  cofefue  con  l'amicitia 

degli  SuiTgeri  j  con  l'efferein  piede  i  Vinitiani ,  &  obedientia  a'  cenni  fuoi  : 

<  nedere  inclinato  a  medefimi  fini ,  o  almeno  non  congiunto  col  Re  di  Francia 

fmeeramente  il  Re  di  dragona  :  deboli  in  modo  lefor^e,  &  l'autorità  di  Ce-- 

J'aYeìchenonglidauacauJaditeMérne:nèeffendQfen^^eran'^  dipotcre 

con- 


N  O  N  o,  ._   __    >:_  ;.iif 

concitare  il  Re  d'Inghilterra:  ma  [opra  tutto  gli  accrefceua  Tantino  quello  che 
barebbe  douuto  mitigarlo  ,  cioè  conoscere  che  il  Re  di  Francia ,  abbonente  di 

fare  la  guerra  con  la  Cine  fa ,  defiderauafommamente  la  pace,in  modo  che  gli  a  Qjoefta 

pareua  che  fempre  douejfe  e/fere  in  potefld  fua  il  fare  concordia  feco ,  etian-  c° c^ °D«- 

dio  poi  che  gli  haueffe  moffo  contro  l'arme  ;  Ter  lequali  cofe  diuentando  ogni  leandro  a. 

dà  più  infoiente,  &  multiplicando  feopertamente  nelle  querele ,  &  nelle  mi-  fò*^03^1" 

naccie  contra  il  Re  di  Francia,  &  contra  il  Duca  di  Ferrara  ;  ricusò  il  dì  del-  quanta  gii 

la  fcfliuitd  di  San  Tiero ,  nelqual  dì  fecondo  l antica  ufan%a  fi  offerifcono  i  J£ma tww 

cenfi  douuti  alla  Sedia  <Apofiolìca ,  accettare  il  cenfo  dal  Duca  di  F  errar a,al-  ti  a   b  orgia 

a  legando  che a  la  concezione  dì  Meffandro  fefto ,  che  nel  matrimonio  della  fi-  "  clèndò 

gliuola  ihaueua  da  quattro  mila  ducati  ridotto  a  cento,  non  era  ualida  in  pre-  Aifonib  ri- 

giudicio  di  quella  Sedia  :  &  nel  dì  mede  fimo ,  hauendo  prima  negato  licentia.  ^deHa^ 

di  ritornartene  in  Francia  al  Cardinale  dì  jius ,  &  agli  altri  Cardinali  Fran  m*  moglie, 

ceji ,  intejo  che  quello  di  <Aus  era  ujcito  con  reti  ,  &  con  cani  in  campagna ,  uola  di  q°uej 

hauendo  foretto  nano ,  che  occultamente  non  fi  partifìe ,  mandato  precipito-  Galeazzo 

r  ili-  •         /)!„>*■?  r     •  >  r        Sforza,  che 

jamente  a  pigliarlo ,  lo  ritenne  prigione  in  cajtel  Sant  ^Angelo  :  coji  già  Jco-  «v  C0ngju. 

prendofi  in  manifefla  contentane  col  Re  di  Francia  ,  &  però  coflretto  tan-  rati  f«  ■- 

to  più  a  fare  fondamenti  maggiori ,  concedette  al  Re  Catolico  l'inueflitura  chiefa. 
del  Regno  di  J^apoli  col  cenfo  mede  fimo  ,colquale  l'haueuano  ottenuta  i  Re 

dì^Aragona ,  hauendo  prima  negato  di  concederla  fé  non  col  cenfo  di  qua-  Jar^a  j]^ 

?  ani  otto  mila  ducati  ,,colquale  ihaueuano  ottenuta  i  Re  Fr  ance  fi ,  fegui-  Re  catho- 

tando  il  Vontefice  in  qutfla  conceffione  non  tanto  Fobligatione ,  laquale  fecon  a'nno^i?** 

do  il  confueto  dell  antiche  inuefliture ,  gli  fece  quel  Re  di  tener  ciafeunanno  l'itela  delle 

per  difefa  dello  flato  della  Chiefa,  qualunque  uolta  nefufìe  ricercato,  trecento  uendo  '  £ £ 

buomini  d'arme,  quanto  il  farf  lo  beniuolo ,  &  la  fteran^a  che  quefli  aiuti  ma  otten» 

poteffero  in  qualche  occafwne  effer  cagione  di  condurlo  a  nimicitia  aperta  col  #  Barbem: 

Re  di  Francia  :  della  quale  erano  già  ffiarfi  ifemi ,  perche  il  Re  Catolico  info-  ma  ««cado 

gettito  della  grandetta  del  Re  di  Francia ,  &  ingelo fito  della  fua  ambitio-  l'acquasse 

ne,  poi  che  non  contento  a  termini  della  Lega  di  Cambrai  cercaua  di  tirare  an^do  pec 

fotto  il  dominio  fio  la  Città  di  Verona ,  moffo  ancora  dall'antica  emulatio-  diedero  la 

ne ,  defideraua  non  mediocremente  che  qualche  impedimento  sopponeffe  alle  Tna  imbo* 

r    /        ,  .\  n  ,.        r  L  ,  r       ,.  „lJ  .    ...      fcata  di  Mo 

co] e  jue;  &  perciò  non  cejsaua  di  confortare  la  concordia  tra  Cejare ,  e  i  Vi-  n  :  0nfie  ri 
mtiani ,  molto  defiderata  dal  Vontefice .  Jjelle  quaì  cofe,  benché  occultiffi-  fur5  "s1:» 
inamente  procedere ,  non  era  poffibde ,  che  del  tutto  ficoprìfìero  ipenfieri  quattro2  mi 
fuoi .  Onde  efiendo  furta  in  Sicilia  la  fua  armata  deflinata  adb afi  altare  K^hriHia- 
b  l'I  fola  ddle  Gerbe  (  è  quefla  da  Latini  chiamata  Meninge)  faceua  foretto  con  Don 
alRe,&  metteteci  negli  animi  degli  huomini ,  confa]  dell  aflutia  fua  dìuer-  G  JJSJ  i  n  U 
fé  dubìtationi  :  ma  cominciarono  al  Re  di  Francia  le  mole flìe, onde  meno p:n-  a  d'ulna  $ 
faua ,  &  in  tempo  che  non  pareua ,  che  alcun  mouimento  d  arme  potè  fé  ef-  h"°  d°  m 
jere  preparato  contra  fé  :  perche  il  Vontefice  procedendo  con  grandiffimo  fé-  ma  ciò  feti 
greto  j  trattaua  che  in  un  tempo  mede  fimo  fufie  afi  aitata  Gettona  per  terra ,  "£  4jVjt2 
&  per  mare:  che  nel  Ducato  di  Milano  fende  faro  dodicimila  SniT^eri:  bio . 

i  i    %        che 


LI     B     R    O 

che  i  V bimani  unite  tutte  le  for%e  loro  fi  mone  fiero  per  ricuperare  te  teYYè , 
a  t»cr  rifpct  che  fi  tcneuano  per  Cefare  :  &  che  l'efferato  fuo  entraffe  nel  territorio  di 
&WfcHaCWc*  E  errar  a,  con  int  emione  di  farlo  dipoi  p  affare  nel  Ducato  di  Milano,  fé  a 
lo  ,  che  ai  SuiTgeri  cominciaffero  a  fuccedere  le  co  fé  felicemente  ;  ficr  ondo  che  Gc- 
«"uaTohjto  noua  affittata  aUimprouifo  hauefi e  facilmente  a  far  mutat  ione  ,ptr  la  uo- 
trftituìfe  al  tonta  di  molti ,  auerfo  ali  Imperio  de  Trance  fi ,  &  perche  fi  foli  citerebbe  la 
uo  'distilo  Purtc  BfBSpfi  >  procedendo fi  fitto  nome  di  far  froge  Oitauianc,  il  padre  ?  eì 
gna ,  di  cui  ry/j  j  dd  quale  erano  flati  nella  mede f  ma  dignità  :  che  j  FfOftcefi  fiauentaù 
camemesdi  p&'  lomouimentodi  Genoua  y.&  afialtati  da  gli  SuiTgeri ,riuocherebbouo 
ce  il  gìo-  nel  Ducato  di  Milano  tutte  le  genti  ,  che  haiicuano  in  aiuto  di  Cefare  ,&  del 
plpaVcomu  Duca  di  Ferrara  :  onde  i  Vimtiani  facilmente  ricupertrebbono  Verona  ;  & 
nicò  Aifon  ricuperatala  proceder  ebbono  contra  il  Ducato  di  Milano  :  il  mede  fimo  fa- 
dòa^nfho  rebbono  le  fue genti  5  ottenuta  facilmente  »  come  fjpcraua-,  Ferrara  abbondo-. 
«altre  caia  nata  da  zìi  aiuti  de  Francefi  ;  talmente  che  non  potrebbe  di Tenace* fi  contra 

me ,  che  da  .     . s .   .      ,      ,  in         j  •  .  „  1  „       •      ■  \ 

lui  fon  rac  tanti  ramici  ><cr  da  una  guerra  tanto  repentina  io  jUno  di  Milano .  Comincio 
c5tat£  «ella  jn  m  tempo  mede  fimo  la  guerra  contra  Ferrara ,  &  contra  Genoua  ,  perche 
con  tutto  che  il  Duca  di  Ferrara ,  contra  ìlquale  procedala  per  accelerare  l'e- 
b.  Girolamo  fecutione  ,  come  contra  notorio  delinquente ,  gli  ojferijfe  di  dargli  i  fili  fatti 
^°negfiian  " oComacehio  ,& obliga) fiche  noììHi  fé 'ne  lauorafie  in  futuro ylicentiati  di 
£?  dd-  V°  Cortei  fuoi  Oratori, moffe  le  genti  contra  lui  :  lequali  con  la  denuncia  fola- 
bio!  che  nò  mente  di  un  Trombetto  ottennero  ,  non  le  difendendo  Mfonfo, a  Ce rd o,  &  la  a 
Sètefifì?  Time:  Squali  caftella  appartenenti  prima  al  Vefiouado  di  Bologna;  erano 
mata  dit  Pa  fiate  da  Meffindro  nel  matrimonio  della  figliuola  applicate  al  Due  alo  di 
pa  ••  ma  che  perrara  y  data  ricompcnfa  a  quel  Vefiouado  d'altre  entrate .  Contra  Geno- 
npua,  &  an  ita  andarono  undici  galee  fiottili  de*  Finitiani ,  delle  quali  era  Capitano  Gril- 
mcPcÌnnNi  ^  Contar  eno,  &  una  di  quelle  del  Tonte fice, fu  lequali  erano  Ottauiano  Fre- 
coiòCCdeiru  gofo, b  Gieronimo  Doria ,  &  molti  altri  fuor  ufi  iti  :  &  nel  tempo  mede  fimo  y 
giia^trc^SJ  per  terra  Marc  Antonio  Colonna  con  eento  huomini  d'arme  >&  fettecento 
Marc'arX1  fonti  yilquale  partito  fi  dagli  flipendij  de  Fiorentini,  &  faldato  dal  Tonte- 
Sa°o«au?a-  fice ,  s  era  fermato  nel  tenitorio  di  Lucca  ,  fiotto  nome  da  fare  la  compagnia  > 
no  &  Già-  {porgendo  uoced'hauere poi  apafiare  a  Bologna.  La  fianca  del  quale,  ben- 
«o  Fregoli.  che  iJaue^e  ^at0  a  Ciamonte  qualche  fioretto  delle  co  fé  di  Genoua  ;  nondime- 
e  Qjtefta    no  non  fapendo  douer  uenire  l'armata ,  efkndofi  afiutameììte  per  opera  del 


di  Nebio ,  -r  ferrata  inon  bonetto,  Ciamonte  fatto  altra  prouifione  a  Genoua,  che 

cne  m  trouav  •*                                   ~                    n    m             ■>               ■            ir             +'  '     rs   1  A' 

ta  vota  di  di  di  mandami  pochi  fanti ,  accoftofii  Marc  ^Antonio  con  Le  jue  genti  in  Fai  ai 

fenfori    &  Bifasm  yUnmklio  pretto  alle  mura  dì  Genoua ,  con  tutto  non  fufie  fiato  ri- 

pero     IU  OC  J    à>        J                &        1       JJ                          #•/•"*.•                                            ^           //     t-«             e  J    1 

capata  dalle  ceuuto  come  il  Tontefice  s  eraperfuafo  ne  in  Sere?gana ,  ne  nella  Terra  del-  $ 

f^inviocc  l*  Specie.  Et  nel  tempomedefimo  tarmata  di  mare ,  thaueua  occupato  So 

«igoferiue!  ftri ,  &  Chioueri ,  era  uenuta  daRapalle  alla  foce  del  fiume  Entello ,  che  cn- 

t  Mtl?tefa  tra  in  mare  apprejfo  al  porto  di  Genoua  :  nella  qual  Citta  al  primo  rumore 

x  dell'appro- 


Ncbùu 


NONO.  ._        iu 

dtlf  appropinquar  fi  de  filmiti,  era  entrato  in  fattore  del  Re  di  f  rancia  con  ot^ 
tocento  bUòmini  delpaefe,  il  figliuolo  di  Gianluigi  dal  Fiefco  cjrcon  numero 
non  minore  un  nipote  del  Cardinal  del  Finale  :  per  i  quali  prefidij  effendo  con- 
fermata la  Città  ;  non  uì  fi  fece  dentro  mouimento  alcuno .  Onde  ceffata  lajpe 
ran%a  principale  de  fuor  uf citi ,  &  del  pontefice ,  & foprautnendouì Ititi  ta- 
nta gente  di  Lombardia ,  &  della  Rimerà  di  Tenente ,  &  effendo  entrato  nel 
aperto  Treiunni  con  zfei  galee  groffe ,  paruefen%a  fi-ritto ,  &  nonfen%a  perì-  *ei  ^Jf^  ^ 
colo  il  dimorami  più  ;  in  modo,  che  &  l'armatati  mare,  ei  Colonna  per  ter-  Re  Kaueua 
rafi  ritirarono  a  Rapalle ,  tentato  nel  ritorno  di  occupare  Torto  Fino,  douefu  |arfCone ',  *S 
morto  Francefco  Bollano  ,T  airone  d'una  galea  de  Vinìtìani .  Tripartendo  fi  una  nane  di 
dipoi  tarmata  per  ritirar  fi  a  Ciuità  Vecchia,  Marc  .Antonio  Colonna  non  con  /jn0Bc"  j?  .*  £ 
fidando  di  poter  condurfifaluoper  terra  ,perche  era  f -licitato  tutto  ilpaefe ,  famtfo^uit 
ardente  fecondo  l 'ufan%a  de 'uillani  centra  ijol  lati  ,  quando  disfzuoreuolmen  ISnl'ciilS 
te  fi  ritirano ,  montato  fu  le  galee ,  confejfanta  condili  de'  migliori  ;  rimando  iTQ  aaingrof 
gli  altri  per  terra  alla  Specie  >  i  quali  fiurono  la  maggior  parte  in  quel  di  Gè-  b^annni" 
nona ,  divoi  in  quel  di  Lucca ,  &  ne confini  de*  Fiorentini  fmìinktì .  Vafiò  v«%«  >  & 
queflo  afiaito  conpiccola  laude  di  Grillo ,  &  diOitauiano  ;  perche  per  timore 
fi  afiennero  da  inuefiire  l'armata  di  Treicum  :  alla  quale  effenio  fuperiori  ,fi 
credette  che  innanzi »  ctientr  affé  nel  porto  Iharebbono  con  nantaggìo  grande 
affali  at  a .  Vfcì  del  porto  di  Genoua  dopo  la  partita  loro  il  Tr  danni  con  fette 
galee ,  &  quattro  nani  ,feguitando  l'armata  Vinnianaj  laquale  fuperiore  di 
galee  ,era  inferior di numero  di  nani.  Toccò  l'ima,  &  l'altra  ali  ifola  del- 
l  Elba  :  la  Vinitiana  in  porto  Lungone  ;  la  Francefe  in  porto  Ferrato  :  &  di- 
poi [armata  Francefe  cofleggiata  la  nimica  infimo  al  Monte  .Argentaro;  fi  ri* 
torno  a  Genoua .  Erano  in  quefio  tempo  le  genti  del  Tonte fice  folto  il  Duca 
d  orbino  entrate  contra  il  Duca  di  Ferrara  in  Romagna  :  doue  battendo  pre- 
fio  la  terra  di  Lugo  >  Bagnacàuallo ,  e  tutto  quello  ,ch:  il  Duca  teneua  di  qua 
dai  Tò  ;  erano  a  campo  alla  Hocca  di  Lugo  :  alla  quale,  mentre  the  fiatino  con 
poca  diligenti  a  -,  &  poco  ordine ,  fiprauenendo  auifo  che  il  Ditta  di  Ferrara 
eon  le  genti  Francefe,  &  concento  cinquanta  huomin'id 'arme de '  fuoi,  &  con 
molti  cauai  Leggieri  ueniua  per  {occorrerla;  il  Duca  d'orbino  leuatofi  fubita- 
mente ,  &  lafciate  in  preda  a  nimici  tre  bocche  dì  artiglierie  ;  fi  ritirò  ad  Imo 
la  :  &  .Alfonfo  con  quefla  occafione  ricuperò  tutto  quello ,  che  in  Romagna 
gli  era  fiato  occupato  .  Ma  rimejffi  in  ordine ,  &  ingro fiato  di  nuouo  il  cam- 
po ~E:dcfi::fiìrOy  ripigliò  facilmente  le  Terre  medefime,  &poco  dipoi  pigliò  la 
Rocca  ài  Lugo  ,  dopo  hauerla  battuta  molti  giorni  :  laquale  ijpugnata  ,fipre- 


monte  che  uimandaffe  divento  lance  ;  il  Cardinal  di  Tauia  zaffato  con  le  fi  ~  t0i[c,r2i 

r  ^   n    i   -  r  1  •  »  i  ,i    J'      »  •  Duca  Alfon 

-  J  eretto  a  Calze i  franco ,  ottenne  [uh it amente  d  accordo  quella  crùta ,  inuìzaio  (o  Modena , 

b  ai  andanti  da'* Gherardo,  &  Frawcfco  Maria  J&ngwi?gentÉJjfìomiji:  Mo*  &  RcSSio- 
v    •                                                                       li     3         tU .t-.fi, 


LIBRO 

dune  fi  >  dì  tale  autorità ,  che  nepoteuano  >  maf imamente  Gherardo,  ditone- 
ad  arbitrio  loro  :  i  quali  fi  moffcro  ,  fecondo  fi  credeua ,  più  per  ambinone  ,& 
per  cupidità  dì  co  fé  nuouc ,  che  per  altra  cagione .  Ver  ditta  Modena ,  il  Dticat 
temendo  che  Reggio  non  face  fé  il  medefimo  >  ui  me  fé  fubito  gente  ,  &  eia- 
monte  facendo  dopo  il  danno  riceuuto  quel  ?  che  più  utilmente  harebbe  fatto, 
da  principio  ;  ui  mandò  dugento  lance  y  con  tutto  che  già  fu  fife  occupate  per  lo 
mouimenio  degli  Suiiftert .  Fra  moltimef prima  finita  la  corife  derat  ione  tra 
gli  SuÌT^eri,  el  Ile  di  Francia*  hauenco  il  Re  perj lucrato  nella  fent ernia  di 
a^  Le  gè*  non  accrescere  loro  le a pendoni,  benché  contro,  il  configgo  di  tutti  ifuoì:  i  qua:  a 
pawua  iL*  ^  &  ricordavano  confiderà  fé  di  quanta  importantia  fnffe  il  farfi  nimiche 
&e  di  Fran  quelle  armi ,  con  le  quali  prima  haueua  fbauentato  ciafeuno  :  &  perciò  effi 
z^r;3.  comin  fàkuatì  dati  autorità ,  &  promejfe  del  Tontcfce  yinfligati  dal  Vefcouo  di 
ciate  fin  fot  Siti» ,  dr  accendendogli  fopra  tutto  lo  sdegno  per  le  dimande  negate  contra  il 
ce  x°l  eia-  ^e  »  haueuano  con  confenti mento  grande  della  moltitudine  in  una  Dieta  tenu 
no  di  so. mi  ta  a  Lucerna ,  deliberato  di  muouerfi  contra  lui  :  il  mouimento  de  quali  ha- 
vJ.no*  \i  ittndoprefcntito  Ciamonte  ;  haueuapo fio  guardia  a  pafjì  uerfo  Como ,  rimof 
che  ha  det  •  fo  del  Lago  tutte  le  barche ,  ritirato  le  nettouaglie  a  luoghi  fi  curi ,  &  lenato 
Jmtorc  ai    i  ferramenti  de*  molini  :  &  incerto  fé  gli  Sui%%eri  ucleffero  fendere  nello  fa- 
principio  di  to  di  Milano-,  o  calato  il  monte  di  San  Bernardo ,  entrare  per  Val  di  ,Augu~ 
defim°o  Kb".  fla  ne^  Ticmonte  >per  andar  a  Sauona ,  con  intensione  di  moleftare  le  eofe  di 
nono,  a  car.   Qenoua ,  o  di  condurfi  di  quiui-.p  affato  l\Apennino  centra  il  Duca  di  Ferrara; 
haueua  indotto  il  Duca  di  Sauoia  a  negare  loro  il  p  affo  :  &  per  potergli  impe- 
dire, mandato  di  con  fiat  imentofuo  a  lurea  cinquecento  lance-.non  ceffando  pe 
yò  in  queflo  me%p  di  far  e  ogni  opera  per  corrompere  con  doni ,  &  con  prome fi- 
fe i  Trincipi  della  nationeper  diuertirgli  da  queflo  moto:  ma  queflo  uanamen 
tefi  tentaua ,  tanto  odio  haueuano  y  e  tanto  erano  concitati ,  maffimamente 
la  moltitudine  contra  il  nome  del  Re  di  Francia;  talmente  che  riputando  la 
eaufia  quafi  propria  ,  non  o fante  le  difficultày  e  haueua  il  Vontefice  di  mandar 
loro  danari  yperche  i  Fucch  eri  mercatanti  Tede  fichi  ?  e  haueuano  prima  pro- 
dil^n/brè  meffo  di  pagargli  ;  haueuano  poi  ricufiato>  per  non  offendere  C  animo  del  Re 
diquetfòan  de' Romani;  fi  moffono  b  al  principio  di  Settembre  flei  mila  di  loro,  faldati  dal  b 
£«  '  dic°e  °iì  Pontefice ,  tra  i  quali  erano  quattrocento  caualli  la  metà  ficoppiettieri ,  due 
Buonaccor-  mila  cinquecento  fiatiti  con  gli  ficoppietti,  &  cinquanta  con  gli  archibufi  >fen- 
%a  artiglieria  yfien%a  prouedimcnto,  o  di  ponti ,  o  di  naui  :  &  uoltatifi  al  ca 
e  Et  due  mi  mino  di  Belinone ;& pi 't fio  il  ponte  della  Trefia,  abbandonato  dafieicentofian 
j*  ^  *};  ti  de  Francefi,  che  ui  erano  alla  guardia  ;  fi  fermarono  a  Varefieyperaflpet- 
£uonaccór.  ure  fecondo  public  auano  il  Veficouo  di  Sion^con  nuoue genti .  Turbaua  mol- 
tnjL*  «ito  t0  1uefia  cofa  t  Mimo  de  Francefi,  &  per  lo  terrore  ordinario,  e  haueuano  de 
5  oo<  lance  gli  SuiTgeri, &  piuparticolarmente  perche  allhora  era  piccolo  numero  di  gen 
iti  f  vint  te  d'arme  aMilana,  ejfendone  diflribuita  una  parte  alla  guardia  di  Brefcia  y 
tiani  aggiu-  Ugnago,  Paleggio ,  Ò*  Tefichiera ,  trecento  lance c  erano  andate  in  aiuto  al  e 
!nV5  °°'    &uca  di  Ferrara,  cinquecento  congiunte  con  ì efferato  Tedefco  contra  i  Vini- 

tiani  t 


NOMO.'  m 

iìani .'Nondimeno  Ciamonte  rìjlrette  le  for^e  fucuenne Con  cinquecento  Un 
ce,  &  quattro  mila  fanti  nel -piano  di  Cafiiglione  dinante  da  Vare  fé  due  mi- 
glia  yhauendo  mandato  nel  monte  di  Briamra  Gianiacopo  da  Triul^j ,  acciò 
che  non  tanto^con  la  gente ,  che  menò  fico,  che  fu  piccola  quantità,  quanto  col 
fauore  degli  h uomini  del  paefeft  sfor%affe  d  impedire  ,  che  gli  Sui'^eri  non 
faceffero  quel  camino  :  i  quali  fubito  ,  che  arriuarono  a  Farefe  ;  haueuano 
mandato  a  dimandare  il paffo  a  Ciamonte,  dicendo  uoler  amare  in  firuigio 
della  Chic  fa  ;  &  perciò  (ì  dubitaua ,  che  o  per  lo  Ducato  di  Milano  uolefiero 
pafiare  a  Ferrara,  per  lo  qual  camino  oltra  le  oppofitioni  delle  genti  trance  fé 
harehhono  hauuto  le  difficultà  dipanare  i  fiumi  del  TÒ  ,  &  dell' Oglio  ;  o  che 
volgendo  fi  a  man  finifira  gira/fero  per  le  colline  fitto  Como,  &  dipoi  fitto  Lee 
4  co,peripaffare  *Adda  in  quei  luoghi,  dotte  è  flretto,& poco  corrente  ;  &  che  a  ?ercmhs 
dipoi  per  le  colline  del  Bergamafco  ,  &  del  Ere f ciano ,  paffato  il  fiume  Oglio ,  ld  t^l  e^| 
feendeffero ,  o  per  lo  Br  e  filano,  o  per  la  Ghiaradadda  nel  Mant  Gitano  ,paefe  \w$ù  v 
largo,  &  doue  non  fi  trouauano  terre ,  o  for%c,  che  gli  poi efiero  impedire:  &  eb^;™ 
in  qualunque  di  quefti  cafi  era  la  ìntentionc  di  Ciamonte  9  ancor  che  feendef-  dom   p& 
fero  nella  pianura ,  tanta  era  la  riput  ottone  della  ferocia ,  6"  dell  ordinanza  £  "|^  *^n 
di  quella  natione ,  di  non  gli  affittare  :  ma  uniti  infieme  i  cornili  ,  e  ì  fanti ,  difficile  a  «r 
&  con  molte  artiglierie  di  campagna  andargli  cofieggiando  per  impedire  lo-  Compca  {-"^ 
ro  le  ueitouaglie ,  &  dufficultare ,  inquanto  fipoteffe  fare  fenica,  tentare  la  Tiiomafo 
fortuna ,  ipajjì  de*  fiumi  :  &  in  quello  meTjO  hauendo  bene  proceduti  di  ca-  nci  ^  B  # 
uaìli,  &  di  fanti  i  luoghi  uicini  a  Fare  fé ,  col  rar  nafeere  fbeffo  la  notte  rumo-  d-Aìa  n«»wi 

'        a   •         ii  ;,>  /■  •    rn      •  ;  ta  della  cit 

ri  nani ,  <zr  cojtngneru  a  dare  ali  arme  ;  gli  teneua.no  infejtati  tutta  la  notte .  tà  &  co- 
*A  Fare  fi  doue  già  fi  patina  molto  di  uettouaglie  fi  unirono  di  nuouo  infieme  mo  * 
h  con  gli  altri  b  quattro  mila  Surfer i ,  dopo  la  uenuta  de*  quali  il  quarto  dì ,  ^  vemaa  - 
tutti  fi  moffiro  ucrfo  CafìigUone ,  &  fi  fiottarono  alla  manfiwflra  per  le  col-  **  >■  wno 
line,  caminaniofemprefiretti,  &  in  ordinanza  con  lento  p  affi  :e fendo  in  eia-  freddo  "e- 
feuna  fila  ottanta,  o  cento  di  loro,  &  nell'ultime  file  tutti  gli  fioppiettieri,  &  fto  «*««  ? 
gli  archibufieri ,  col  qual  modo  procedendo  fi  difendemmo  ualorofamente  dal-  „fiu  .•  mfu 
fcjfircilo  Francefi ,  ilqualegli  andana  cominuamente  cofieggiando ,  &fca-  M«*W 
ramuc  riandò  alla  fronte '>  &  alle  fi  alle  :  àn%i  ufiiuano  fieffo  cento  ,  o  cento  cin-  tòd 
quanta  SuiTgeri  dello  fquadrone  per  andare  a  fiaramucciare ,  andando  ,flan-  ia* 
do,  &  ritirandoli  ,fin%a  chenafeeffi  nella  loro  ordinanza  un  minimo  difir- 
dine .  arriuarono  con  qttefi' ordine  il  primo  giorno  al  paffo  del  ponte  di  Fe- 
dan,  guardato  dal  Capitan  Molardo  gò.  fanti  Guafconi  :  donde  battendolo  fiat 
to  ritirare  con  gli  jioppietti  ;  alloggiarono  la  noi  te  ad  ^Appiano ,  diflantc ot- 
to miglia  da  Vare  fi ,  &  Ciamonte  fifemio  ad^Affaron ,  uilla  groffa  uerfi  il 
Monte  diBrian%a ,  lontana  fei  miglia  doppiano .  /'/  dì  figliente  fi  diriga- 
romper  le  colline  al  camino  di  Canta  >  cofleggiandoglipure  Ciamonte  con  da- 
gento  lance ,  perche  per  rafpreTga  de*  luoghi,  £  artiglierie  >  &  alla  guardia 
di  quelle,  i  fanti  erario  reftatipiu  al  bafio  :  &  nondimeno  a  me%o  il  cami- 
no ,  oper  le  molcflie ,  come  fi  glori  aua  Ciamonte ,  battute  il  giorno  da  Fr  ari- 
li    4         cefi, 


cenigo 
iei  *xd* 


L     I    .B     K     O 

a  Tmowta  i!  C€fi>  °  PCYC^e  tale  fu  [fé  flato  ildifegtio  loro ,  lafciato  il  cambiò  dì  Car.tu  noi- 
v<  fi -ouo  di  tatofipiu  allafmiflra  ,fi  andarono  per  luoghi  alti  ritirando  u  rfo  Como  ■  in  un 
«a  ritirata  borgo  della  quale  città  >  &  nelle  tulle  uicine  alloggiarono  quella  notte  :  dal  bor 
de  gli  suiz-  go  di  Conio  fecero  T  altro  alloggiamento  al  Chiapo ,  tre  mìgli  a  più  innanzi , 
iè  iora0 1  trJI  tenendo  fofpefi  i  Francefi  «fcper  la  ualle  dà  Lugarafe  ne  ritorner abbono  a  Be- 
«rn«mo,4ì  litigone ,  o  fé  pure  fi  condurr  ebbono  fu  l'^Adda:doue  benché  non  haueffero 
fa*ma,  chYT  ponte  >  era  opinione  di  molti  >  che  fi  sfor%er  ebbono  f  affare  tutti  il  fumé  in  un 
fi  hauuti  dai  temfo  mede  fimo  fopra  i  foderi  di  legname  :  ma  leuata  ly altro  giorno  quefla  da 
mila  ludi]  bit  at  ione ,  fé  n  andarono  ad  alloggiare  al  ponte  a  Tre  fa ,  &  da  quiuifparfi  alle 
«accorda/Te  e  afe  loro , a  ridotti  già  in  ultima  cflremità  di  pane  3  &  con  carefiia  grandi  [fi-  a 
™e  fjj  f?_  ma  di  danari:  laquale  fubito  ritirata  fi  credette  procedeffe  per  la  carefiia  di  da 
gìugne,  che  nari  y  per  la  difficultà  del  f  affare  i  fumi  ,  &  molto  più  per  la  neceffità  delle 
hanno*  riSe  tiettouaglie  :  co  fi  fi  liberarono  per  allhora  i  Francefi  da  quel  pericolo ,  nonfti- 
nuta  l'ordì-  mato  poco  da  loro  >  ancora  che  il  He  b  magnificando  fopra  la  uerità  le  cofefuey  b 
ca'ndie  b"  t  afferraci ffe fare  ambiguo ,  fé  fu  ffe  flato  utile  alle  cofe  il  lafciargli  paffare ,  & 
tsgiie  ;  coli  che  cofa  face  ffe  piti  debole  il  'Pontefice ,  o  effer  fen^arme  >  o  battere  arme,che 
ni  in.quà  h5  Colende  fi  ero ,  come  offender abbono  gli  Suir^eri ,  i  quali  egli  con  tante  for- 
no perduro  ^  y  &  Con  tanti  danari  haueua  hauiito  infinite  difficultà  a  maneggiare  :  ma 
tica,  il  mo-  maggiore  farebbe  fiato  il  pericolo  da'  Francefi  ,fe  in  un  tempo  mede  fimo  fuf- 
cenigo  mo-  feYQ  coticorfe  contra  loro  V  offe  fé  difegnate  dal  Pontefice  :  ma  come  fu  prima, 
ca^'ftia*  dT  l afìalto  di  Cenoua ,  che  il  mouimento  degli  Suìigeri  ;  cefi  tardò  a  far  fi  in- 
vettouagiie  nan^  pu  che  non  era  difegnato  il  efferato  de  viniiÌA  ni,  ancor  chaueffe  hauti 
aih  patria  :  to  molto  opportuna  occafione  :  perche  e ffendo  molto  diminuii  e  le  genti  de'  Te- 
ma  ben  di-  dc?/t-7;i ,  c}jC  alla  partita  cu  Ciamonte  erano  reflate  in  Vicentino ,  con  lenvcdl 

ce.  che  uà-        J        .-       .        £  1,1  »  -.  r     r    rr      •      *-,      • 

falcarono  erano  i fanti  Spagnuoli ,  &  le  cinquecento  lance  Francefi  ;  l  efferato  Vmiua- 

f a  R»a di  no  ufcita  & Ta.:oua ,  ricupero  ferina  fatica  ifn  -  Monjclìce >  Montagnana x 
"  MGrofiica,&  Baf  ciano:  &  fatte  fi  innanzi*  ritirandofi  continuamente  l 

b  Della  r  ti  Tede  {chi  alla  uolta  ài  Verona ,  entrò  in  Vicenza  abbandonata  da  loro:  &  co  fi 
rata  de  pi  ]mueudo  ricuperato  y  da  Lignago  in  fuora  >  tutto  quello ,  che  con  tanta  fpefa , 
c"fa^  rare  e >  tran  avito  de  'Francefi ,  baueuano  perduto  in  tutta  la 'fiate  ;  u  trinerò  a  San 


che  il  Moce  Martino  lungi  cinque  miglia  aa  Verena ,  nella  qual  dita  fi  ritirarono  i  nimi- 
lode  a' eia    ci  :  la  ritirata  de'  quali  non  fu  fen%a  pencolo ,  fé  (  come  affermano  i  Vini- 


r#&a  fof  mici  Lifciate  nel? alloggiamento  molte  uettonaglie  ;  s  indirizzarono  alla  uol- 


fero  forcati  t  ^  yerona ,  feqniia.«io<jli  tutto  £  efferato  Veneto,  &  infflanr.cgli  con- 
ne:  &  para-  tinuaniente  t  caualli  leggieri  ;  &■  nondimeno  fofìentan:,o  1  Francefi  -,  maj- 
fauodTc?a°  fi'^M^r.te  con  l artiglierie  ualorof amente  il  ritroguardo  ,  f affato  poi  il 

mote  s  ciid  ,  .        ... 

di  Fabio  Aiatàmcr  contra  Ann-baie  ;  &  di  Mattino  da  Faenza  Capitan  de  Vinmani,  contra  Tippo  Spano 

Fiorentino  Capuano  de!  Re  a'  vngher  a. 

e  II  B-n,bo  aitine  uel  lib.  10. 6c  ai  pmuipio  del  feguente,  tolTa  Lucio  Malu;zzidi  negligenza  Oc  di  paura; 
jpa  il  ^iocc>niponelllb.3  d  ie.  che  ilcoiili^lio  di  Lucio  fu  ,  chef»,  ile  da  guardarfi  per  cercar  me&lio  di  no» 
feidct  l'ac^uiìtatg1  •  3t  ch'era  aliai  a  coli  grande  ina^X6:a  tutti  fatto  fuggire  iI^aì.iUco  . 


.   .  N    O    N    O.  \        iH  aCb!,maa 

a  fiume  a  ^frpano  fi  con  ìnfero  feriva  danno  a  Villa  NUòua  aHowiando  ì  Fini  qft»  fiume 

i ..vai propinqui  a  me%o  miglio,  e  l giorno Jeguente  nonglijegmtandojollecita  racnte  nog« 

mente  i  V  initiani,perche  allcggaiiano tifanti  nonpoter pareggiare  la  prefle1^  g*  * .§iflu°! 

%a  de*  c.iuallh  fi  ritirarono  fatui  in  Verona,  Da  S. Martino  poi  che  ui  furono  ^Ti^one „ 

fiati  alquanti  giorni  ,  accoflatifi  a  Verona  nonfenxa  biafimo ,  che  il  differire  MaÌl^a^"! 

fu  fife  fiato  inutile;  -ominciarono  a  battere  con  l  artiglierie  piantate  fu  l  monte  nigo,  da  cui 

oppo fitto  il  Caflello  di  5\  V elice,  &  la  muraglia  uicina,eletto  forfè  quel  luogo ,  PJr  ^uafIe» 

perche  nifi  può  diffìcilmente  riparare  ■,&  perche  non  uifipofiono,  fé  non  mol  Cofe  di  que^ 

to  incommoi  amente, adoperare  i  cavalli  erano  neltef  eretto  Veneto  ottocen-  {*a  nifto«* 

,  .    .  „  i1  .,..,.-  r-       >    *     r-  "ano1  tolte 

to  bitumini  a  arme,tremita  canai  leggieri,la  maggior  parte  $tradtotti,&  die  r0  chiama 

ci  -mila  fanti  oltra  quantità  grandi  f/ima  di  uillani:  &  in  Verona:  erano  trecen  £.  j£a  ^ 'ep£ 

to  lance  Spagnuokycento  tra  Tede  fiche -,  &  Italiane,  più  di  quattrocento  lance  te*  trans  a* 

Fr  ance  fi  ,cinquevento  fanti  pagati  dal  Re,  &  quattromila  Tedeficbi,  nonpiu  J^™d  ^~i 

fiotto  il  Vrìncipe  d'\Anault-  morto  non  molti  giorni  auanti:  il  popolo  Veronefie  lam  »ou  ?  m 

di  mala  dijpofitione  contra  i  Tedefichi,haueua  tarmi  in  mano,  cofia  nellaqua-  ^"^  p£ 

le  ballettano  ffi  erato  molto  i  Vinitiani  la  caualleria  leggera  de  quali  nel  tem  con  fame  a 

pò  mede  fimo  pafiìando  radice  a  guazzo  fiotto  Verona .  ficorreua  per  tutto  il  Jj"a  ]o^\l0 

paefic.  Battcua  con  grande  impeto  la  muraglia  l  artiglieria  de  Vimtianì,  an~  auttore. 

e  ora  che  l'artiglieria  piantata  dentro  da  Francefila  &  coperta  co  fimi  ripari,  b  in  una  co 

facete  a  enei  di  fuora-.chenon  erano  riparati  vrauiflimo  danòrdàun  colpo  del  !5,a  dlceul1 

i  r      V  ni  i    u         ■  r  ■  •      i  ,  >     ■  Bemboiche 

laquale  ejjenu  o  fiate  lenite  le  °  natiche  a  Lattando  da  Bergamo ,  uno  de  più  fu  ferito  Lat 

filmati  Colonnelli  de  fimi  Vinitiani;?norì  fra  pochi  zie  mi.  Finalmente  hané-  tat,°  da  BeT 

j    r  -ir  n    v        ■   i-  ■    r  _/  •  gamo:  ma  il 

do  fatto  7/zarauigliojoprogrejyj  l  artiglieria  ai  fuor  a  ,  &  romnatauna  gran  Mocenigo  3 

parte  delmuro  infino  al  principio  della  fiearpa,  &  b  xttute  tutte  le  canonierie,  J^Jm* 

m  modo  che  H  artiglierie  di  dentro  nonpvteuano  più  fare  effetto  alcuno,  no  fila  uè  nelle  n* 

uano  i  Tede  fichi  fien^a  timore  di  perdere  ilCafieilo  ancor  che  ben  riparatoci  uchc  * 

la  perdita  delquale  perche  nenfiuffe  congiunta  la  perdita  della  Città,  difiegna  £ l!  Mocc^ 

nano  in  cafio  di  neceffh  a  ritirar  fi  a  certi  ripari ,  i  quali  haueuano  fatti  in  luo-  ce,  <-  he  i  n  i- 

go  propinquo  per  battere  fiulito  co'  loro  cannoni  ;  i  quali  già  u  haueuano  tutti  Jf^èJ"^^ 

piantatila  facciata  di  dentro  del  Caftello ,Jperando  aprirla  in  modo ,  che  ini  tigiierie  vi- 

mici  no  poteffèro  fcrmaruìfi:  ma  era  molto  Superiore  la,  uirtu  delle  ventwtie  *vt,aRe> m* 

.    r       J         J       r         ,,-    n       .  .    .  :   r  r     •  r    Si  che  poteua- 

rano  in  V  ewaaip enne  ned  cjiercito  Vimiianonon  erano  altri  fanti,  che  Ita-  no  inchio- 

liani,  &-  quei  pagi  :i  peri  ordinario  ogni  quaranta  dì  <ftauanoaqnelfiertiitio  cuoio-  noli 

piuper  trottare  in  altri  luoghi  piccola  conditione,che per  altre  cagioni:'  concio  ui  accorre- 

fiia  che  la  fanteria  Italiana  non  affueta  alt  ordinante  Oltramontane,  neftabi-  Uo^me^o 

le  m  campagna  fi: fi  e  aUhoracuaftfiempre  rifiutata  da  coloro,  e  haueuano  fa-  ìcriue ,  che 

cuba  difieruivfi  di  fanti fiorefi.eri ma  [firn  amente 'di  fanti  SuÌTgeri,  Tedefchi,  «ÌanoC,°quS 

C^  Spzgnuoli  :  però  èfiikdb  con  maggior  uirtu  fofientata  la  difiefia ,  che  fatta  do  citoiov- 

/>    ce  r  '       r  •    ■  i      *v  ì     *^  i>         ■    r       •       •  -ir  r-        •  dito  il  Erido 

offeja  .iifati  un  i  notte  ad  ajj altare  l  artiglieria  circa  milleottocento  fanti  di  quei, \ he 

con  alcuni  canali  de  Francefila  meffl  in  fuga  facilmente  i  fanti  che  u  erano  fuggivano  ,. 

e  alla  guardia  ne  c  chiouarono  due  pe7gi,s forcando  fi  di  condurli  dentro:  &  e  fi  Co"n  Vo  chi* 

fendo  già  lenata  il  rumore  per  tutto  il  campoyfioccorfie  con  molti  fanti  il  Zito-  de*  .ruoiriw 

io  ;-*-' 


L    I    B    R    O 

4  vaHc  Pai  to  aa  TewigìaMqual  combattendo  tialorofamente  finì  la  ulta  co  motta  gloria: 

ma'^Moce  rrktf0Pra&usnc'ld°  Dionigi  di  K{aldo>&  la  maggior  parte  dell  'efferato >,  furo 

nigo  ed  te  r-  no  coflretti  quei  di  dentro  lafciata  V  artiglieria  a  ritirar  fi  :  ma  con  laude  non 

WCuoiUa«  "  P^CC0^JiVisn^°  da  principio  rotti  ifantitche  lagitardanano^amma^^ato  par 

ohe  dicono  te  di  quc!li>  che  primi  uemiero  alfoccorfo ,  e  tragli  altri  il  Zitolo ,  Colonnello 

!•  oWt**  molto  filmato  di  finti,  &  ultimamente  ritiratift  fallii  quaft  tutti,  Finalmen- 

na':  e  il  tea-  te  ì  Capitani  Vinitiani  muditi  da queflo  accidente ,  nèfcntcndofarft  per  lo  pò 

rììiltor  ddei  P°^°  mou^nento  alcuno  y  giudicando  anco  non  filo  inutile  >  mapericolofo  il  fo- 

Bembo  die?  prò/lami, perche  l'alloggiamento  era  malficuro,  effendo  alloggiati  i  fanti  fui 

JaatcSaT^  monte,  e  i  cornili  nella  ualle  affai  lontani  da?  fanti -/deliberarono  di  ritirar  fi  al- 

:  „  _ e  Vallo <z? lamento  vecchio  di  S. Martino  :  laqual  deliberatane  fece  accele rare  il 

b  Coterma  >^.  r  rr     t        \  •  •    i-  •     •       r>   •/         •     t     »■ 

qn«iti  uoce  preje/itirjhche  Ciamonte,ejjenao  giapartitigli  Sui^xeri ,  inlefo  il  pericolo  di 
fc  ft^i  n  Q~  -  ^LJrona  ueniua  a  foccorrerlamel  leuarfi  il  campo ,  entrarono  i  Saccomanni  di 
ft*  y&oùa,  Verona  >  accompagnati  da  groffafeorta  >  nella  a  Valle  Vollimte ,  contigua  al  a 
rfraomol  monte  di  $  Felice  :  ma  efiendo  uenuti  al  foccorfo  molti  canai  leggieri  de  Vi- 
i  i ,  che  ìi  nitianhi  quali  prefero  la  bocca  della  Valle ,  furono  tutti  quellhcti  erano  ufeiti 
ao 'fifiuic  di  Verona  ò  amma%^athò  fatti  prigioni.  Da  San  Martino  per  la  fama  della 
uno  deii'hi  uenuia  di  Ciamonte,  l'efiercito  Finiti  ano  fi  ritirò  a  S.Bonifacio:  nelqual  tem 
4. rea^Moce-  P°  lc  %enfi*  eli  erano  alla  guardia  di  Treuigi  >  prefero  per  accordo  la  terra  di  b  y 
nigo  lenita  ^Affilio,  propinqua  al  fiume  Mufone,  dou  erano  ottocento  fanti  Tedefchiy  & 
Sio'-henno  P°i  &  Rocca,  Et  nel  Friuli  fiprocedeua  con  le  medefime  uariationi,  &  con  le 
minando  e-  crudeltà  confliete,non  più  guerreggiando  co  nimici;ma  attendendoft  ad  ogni 
ferra  AxiHó  p&rte  alla  deflmttione  ultima  de  gli  edificar  &  delpaefe  >  i  quali  mali  confu- 
311  od  fi  min  mmano  medefimtmente  l'ifiria  •  Succedette  in  queflo  tempo  per  modo  mot 
fanem*  ftu"  to  notabile  la  liberatione  dalle  carcere  del  Marche  fé  di  Mantoua  >  trattata 
Bìam,  l'aui  fai  Tontefice^  mofio  datfaffettione>  che  prima  gli  haueua  ,&  da  fegno  du- 
dotta  sépU-  fir  l  opera  pia ,  &  feruirfi  delle  commodità  del  fio  flato  nella  guerra  contra 
temete  ma  t[  ^e  fò  f /ancia  y  &  fi  credette  per  tutta  Italia  egli  efferc  flato  cagione  della 
1  Sona  a-  fua  libera tione.  "Nondimeno  io  intefi  già  da  auttore  degno  di  fede ,  &  per 
foioi  n  per-  muno  delquale  paffaiui  allhora  tutto  il  goucrno  dello  flato  di  Mantoua ,  effere 
%'Vnkdùì  fletta  molto  diuerfa  la  cagione:  perche  dubitando  fi  com  era  la  ueritàyche  1  Vi- 
tor  d'effr ,  njtiani  psr  l'odioyche  ?U  haueumofo  per  lofo(bettto  non  fufìero  inclinati  a  te- 

come  pcìic  r  «  ,  k    n      1  p  .  /    t  ;••»•• 

nò  /è  4ac  nerlo  perpetuamente  incarcerato,  &  e(sendoji  m  nano  tentalo  molti  rimedi]  ; 
fta .tetta  t%:  fu  determinato  nel  con  folio  di  Mantoua  di  c  ricorrere  a  Bai  fetTrincipe  de' 
feline  M9-  Turchi  >l  amiatia  delquale il  Marchete col -mandar gli  jpcllimefji,  CT  nari] 
foue  cone  prefentl  haiìsua  molti  anni  intrattenuta:  ilquale  intela  la  fua  ca[amità>chia- 

pretto  Aio     l      ■'  .  •  ,         ,  .   .      .*■  :,  »  _  ,       . 

io  dei  TriHi  mato  a  (e  U  Bado  de  mercatanti  Vvaitiam  chenegociauam  in  'Pera;  Lo  rieer 
gi  a  no.  ^  gii  promette ffe ,  che  il  Marche  fé  farebbe  liberato  :  e  ricufando  il  Bailo  di 
e  Non  no-  promettere  quello >  che  non  era  inpoteflàfua ,  &  offerendo  ferkierne  a  Vme- 

n' altro  rut  tl&* 

tore  di  que-Tli^'ho  seduto  quefta  opinione,  che  il  Marchefe  di  Mantoua  folTe  liberato  a  inilantia  del  Tutto: 
ma  gl'hiftorici  Vinitiani,ii  viiouionegli  £logi,l'Equicola  nelle  Croniche  di  Mantoua, oc  altri  dicono,chc 
a  ìniUnùa  di  Papa  Giulio  folTe  liberato,  oc  fu  la  ùa  liberatione  lècondo  l'Equicola  a  14. di  Luglio  15  to. 


-V_- 


N    O    N    O.  254 

tifóne  non  dubhaurff^^  al  defiderìofiio ,  Bat- 

fet  replicandogli  fuperb  amente  efiere  lafua  uolontà,  ch'egli  affolutamente  U 
promette ffe;fnnecefiitato  a  prometterlo  :  iUhe  lignificato  dal  BailoaVine- 
tia,  il  Senato  con fider andò  non  efier  tempo  ad  irritare  Trincipe  tanto  poten- 
te,determi?:ò  di  liherarloimaper  occultare  il  [ito  dishonore,&  riportare  qual 
che  fratto  della  pia  liherationc  ;  p/eflò  orecchi  al  de  fiderò  del  Tcntcfi.ee-,  per 
me%o  delegale  e  fi  endo ,  benché  occultamente  conchiufo ,  che  per  affi air are  ì 
Vinitiani  che  il  Marche  fé  non  fi  molerebbe  loro  contro ,  il  figliuolo  primoge- 
n'ito fufie  cuflodito  in  ?nano  del  Tontefice .   il  Marchefe  condotto  a  Bologna, 
poi  che  quiui  hebbe  confegnato  il  figliuolo  a  gli  agenti  del  Tontefice ,  liberato 
fé  ti  andò  a  Mantoua,  feuj  anelo  fi  apprefio  a  C efare,  &  al  He  di  Tranciale  per 
la  neceffità  di  riordinare  lo  fiato  fino,  non  andana  né  loro  efier  citi  a  fornirgli, 
come  feudatario  dell'uno ,  &  faldato  dell'altro  .-perche  dal  Re  di  Francia  gli 
era  fiata  fempre  conferuata  la  folita  condotta,  &  proni fione:  ma  neramente 
hauendo  nell'animo  diftar  neutrale ,    Le  cofe  tentate  infelicemente  non  ha- 
ueuano  diminuito  in  parte  alcuna  le  fperanyg  del  Tontefice  :  ilqualepromet- 
tendofipiu  che  mai  la  mutatione  dello  fiato  di  Genoua;  delibero  di  nuouo  daf 
faltarla.però  hauendo  i  Vinitiani,  i  quali  più  per  neceffità  feguitauano ,  che 
approuauano  quefìi  impetuofi  mouimenti ,  accrefeinta  l'armata  laro  ch'era  a 
Ciuità  Vecchia,con  quattro  nani  grojfe,  perfuadendcfhche  il  nomefuo  indu- 
ce ffe  più  facilmente  i  Genonefi  a  ribellar  fi,  aggiuntavi  una  fua  galeazza  con 
alcuni  altri  legni,benedifie  publicamente  con  le  folennità  Tonte  ficai  1  la  fua 
bandieray  marauigliandofi  ciafeuno,  che  horache  feoperti  i  penfieri  fuoi  era,* 
no  in  Genoua  molti  faldati,  &  nel  porto  potente  armata  egli  grafie  ottene* 
re  quello, che  no  haueua  ottenuto  quado  il  porto  era  difarmato,&  nella  Città 
pochiffima  guardiane  fi  haueua  foretto  alcuno  diluì  alt  armate  marittime* 
lequali  feguitauano  i  mede  fimi  fuor'ufciti ,  &  di  più  il  Vefcouo  dì  Genoua , 
figliuolo  di  Obietto  dal  Fiefco,fidoueuano  congiugnere  for%e  terrefiri  :  per- 
che Federigo  <Arciuefcouo  di  Salerno  fratello  di  Ottauiano  Frego  fa  foldaua 
to'  danari  del  Tontefice  nelle  Terre  della  Lunigjuna ,  caualli ,  &  fanti ,  &     ,, 
Giouanni  da  Sajfatello,  &  Rinieri  della  Safi \ètta,  fuoi  condottieri,  haueua-  Francefe,di 
no  hauuto  commandamento  di  fermarfi  con  le  compagnie  loro  al  Bagno  del-  'f.^^ 
la  Torretta  ,per  potere  quando  fufie  dibifogno  accoftarfi  a  Genoua  :  ma  in  ti  cinque  tra 
quella^  Città  erano  fiate  fatte  per  Verrà ,  &  per  mare  potenti  prouifioni ,  &  &  Uga?«  5& 
per  ciò  alla  fama  dell' approffimdr fi  dell'armata  de*  rumici  >  nellaqnale  erano  la  contraria 
quindici  galee  fattili  .tre  galee  grofie.unagalea^a^etr e  nauiBi fcaine  l'ar-  galeqeui.ndici 

amata  Fr ance  fa  ufeita  con a  uentidue  galee  fattili  del  porto  di  Genoua;  fi  fer- 
mò a  porto  Venere ,  facendole  ficurtà  la  diuerfità  de  legni  ,  perche  infe-  |>  p«  ^ 
riore  d  nimici  uniti  infieme  ;  ma  fuperiore ,  ò  almeno  pari  di  for%eoile  ga-  horeldke  it 
lee,poteua  fempre  con  laprefteiga  del  difioftarfi  faluarfì  dalle  nauu  Meo-  Jj^^* 
fiaronfi  l'armate  l'una  aWaltrafopra  porto  Venere  quanto  patina  il  tiro  del-  1  e  palle  del 

f>  l'artiglierie,  &  poi  che  b  alquanto  f$  furono  battute ,  tarmata  del  Tontefice  ^aigUcric. 

andò 


L    I    B   ;R    O 

ondo  a  Stflri  di  Lcuatite,donde  fi  pr  e  fintò  innanzi  al  pòrto  di  Genova,  entra, 
do  in  fino  nel  porto  con  un  Brigantino  Gwuanni  Frego fo  :  ma  e  [fendo  la  terra 
guardata  in  modo,  che  chi  era  dà  contrario  animo  non  poteua  fare  folleuatìo  * 
ne,  &  tirando  gagliardamente  all'armatala  Torre  di  Codi  fa ,  fu  ne  e  e  flit  at  a 
partir  fi.  .Andò  dipoi  a  porto  Venere \  e •battendolo  per parecchie bore  combat- 
tuto ferina  frutto,  disperati  delfucceffo  di  tutta  l  imprefa;  ritornarono  a  Civi- 
ta Vecchiaxnde  partita  tarmata  Vinitiana  di  confentxmento  del  Tontefice* 
per  ritornar  fine  né  firn  mari  ;  fu  afi aitata  nel  Faro  di  Me  fina  da  graidffima 
tempefia  :  andarono  a  trauerfo  cinque  galee ,  l'altre  feorfero  iter  fi  la  cofta  di 
Barbi  ria,  ridneerdefi  alia  f  ne  molto  tonquafiatene  porti  de  Vinhianu  7\(o 
ton.orfiro  in  quefto  affatto  le  for%e  di  legnate  per  terra ,  perche  Ingenti  che  fi 
foldauano  in  Lunigiana  giudicando  per  la  fama  delle prómfioni  fai  te  daxFran 
cefi  perirolofo  r entrare  nella  riuiera  di  Leuante;nonfi  me [[fero;  &  quelle  che 
erano  al  Bagno  della  Torretta  fiufandofi,  che  i  Fiorentini  haut fero  dinegato 
loro  ilpjGoì?wn  fi  fecero  pin  innaìi^i  :  ma  entrati  nella  montagna  di  Modo- 
ria,  che  ancora  oh  ediua  al  Duca  di  Ferrara ,  -affiliarono  la  terra  di  F asiano  : 
laquale  benché  nei \principiononottencfiero,nond,inwno  alla  fine  tutta  la  mo- 
tagna,nonfp  orando  efiere  foccor fa  dal  Duca  fi  arrendè  loro .  Così  non  era  in- 
fino  a  quefio  dì  riufeita  al  Tontefice  co  fa  alcuna  tentata  centra  il  Re  di  Fr  an- 
cia-cerche nelle  cofe  di  Genetta  haueuano  fatto,  come  e  glifi  era  promeffo  cer 
tiffimxmente,  mutatione;  ne  i  V'mitiani  >  tentata  in  nano  Verona  fioravano 
fin  di  fare  progrefio  da  quella  parte;  ne  gli  Sui%^eri ,  hauendopiu  prefio  mo- 
fratesche  moffe  V  arme, erano  p  affati  innanzi:  né  Ferrara  aiutata  proni amen 
teda  i  Fr  ance  fi:  &  fipr  attenendo  laflagione  del  uerno  fi  giudicava  chefufse . 
-  ,  in  alcuno  pericolo  :  folameute  vii  era  fucceduto  furtiuamente  a  l'acqtiiflo  di  a 

t  Coi  mezo    -  i  •'  /.._/  i  •  i  r      • 

di  Gheur-  Modena, premio  non  degno  di  tanti  moti;  &  nondimeno  al  Tontefice  ingan- 
Ào ,  (  come  na+Q  ja  iants  Paranze ,  pareua,  che  intcruenifìe quello ,  che  di *Anteo  hanno 

ha  detto  di    «-  ,.  r-  ri     *   r     t,  ■     i  >       n      •     )  1       j 

fopra)  &  di  lajctatogli  finitori]  ah  ulo fi  alla  memoria  de  pojteri.che  quante  itolte  doma- 
gio.  Mana  t  ^j,  r       fó  j_jcr:oie  toccaua  la  terra ,  tanto  fi  dimofiraua  in  lui  mavvior 

Ragoni-.be-        .  J.,    ^  ,  r  „  r    \       7  r  1  -  1  • 

che  q^efi'-  mgore:  ilmtdefimo  operauano  l  auerjna  nel  Tontefice,  che  quado  pareua  più 
gìouìo  nò  depre fio,& più  conculcato  ri furgeua  con  L'animo  più  confiante,  &  piuperti- 
àiìoffiiaato  nace ,  promcitenàcfii  del  futuro  più  che  mai ,  non  hauendo  perciò  quafi  altri 
fondamenti,  che  fi  mede  fimo ,  &  ilprefupporfi  (come  diceva  publicament  e) 
che  per  non  efiere  hrnprefi  fine  niofieda  int  er  e ffip  articolar  iyma  da.  mero,  et 
unico  defiderio  della  L  berta  a  Italia  >  baue fiero  per  l'aiuto  di  Dio  ad  battere 
proserò  fine;  imperò  dìcgllficgltaio  diuadorofi,  &  fedeli  arme,  non  haucua 
altri  amici  certi,  che  i  ViìdneJii  che  correi: uino  per  necefiìtà  la  mede fima  fior-  . 
tuna:  de'  quali,  per  e  fiere  efaufti  di  danari,  &  ofprefjì  da  afiai  diffidata,  & 
angufiia,  non  poteua  Jperare molto,  &  dal  Re  Cai  olito  riceueuapiu  lofio  oc- 
culti configli  >  che  pale  fi  aiuti:  perche  fecondo  lafiutia  fu  a  sintrattencua  da 
altra  pan  e  con  Mafi imitano ,  &  col  Re  di  Francia,  facendo  a  luiuaricpro- 
mefie,ma  fij^eje  da  molte  conditioni  >  &  ddaiioni:  la  diligentia  >  &fai  u  te 

u  'ate 


mani 


N   o   n    o;  tin 

tifate  con  Ce  far  e  per  alienarlo  dalt  amicitia  del  Redi  Francia ,  &  indurlo  a 
concordia  co  Vinitiani ,  appannano  del  continuo  più  inutili  :  perche  Cefare 
quando  l "efferato  del  Pontefice  fimoffe  contr a  il  Duca  di  Ferrara;  ùhaueua 
mandato  un'araldo  a  proteflarej  che  non  lo  moleftaffero;  &  e fiendo  andato' 
a  in  nome  del  Pontefice 2  Goftantino  di  Macedonia  per  trattare  tra  fei}  e  ì  Vi-  à  Goft^a  • 
nìtianhhaueua  ricufato  udirlo:  &  dimoflrando  di  nolere  unir  fi  man'wmm-  no  ,c.?m,'ia1 
te  col  Ile  di  Franila  ;  ordinaria  di  mandargli  per  conuenire  feco  della  fommà  trevòlid'no 
delle  co  fé  il  Vefcouo  Gurgenfe.  'He  gli  Elettori  dell  Imperiofoenche  inclina-  p0"^10^ 
ti  al  nome  del  Tontefi:ey  <&  alla  diuotione  della  Sedia  ^pofiolica,  alieni  dal-  B^rnbo:  ma 
lo  [pendere l}  &  miti  co  penfieri  lorofolo  alle  cofè  di  Germania ,  erano  di  mo-   j^jjJJiflJ 
mento  in  qutjìi  tramagli  :  p^vpìti  pareua  poteffe  (pera-re  del  Re  cChigìyikcr    go  io  chu- 
ra>  benché  giouane  >  &  defidevofo  di  cofenuoue ,  &  che  fueuaprofejjione  di  ™n0G°  rJ* 
amare  la  gronderà  delia  Cbiefa,,  &  e  haueua  non  fetida  inclinatwne  etani  -   mo  ■  Hq^ie 
mo  udite  le  fyè  ambafeiate:  perche  e  fendo  feparato  da  Italia  per  tanto  fpa-  du2l  Par^0  ^ 
tio  di  terra  }&  di  mare;non poteuafolo  deprimere  il  Re  di  Francia  >  olirà  che  Re  de'  Ro,- 
haueua  ratificato  la  pace  fatta  con  lui  t&  per  una  folcane  ^Ambctfieria,  che 
a  quefto  effetto  gli  mandò  y  ice  unta  la  fua  ratificatione.  Ciafcuno  certamente, 
haueniosì  deboli  fondamenti, e  tanti  oftacoli  harebbe  rimefìoF animo  ^hauen 
do  maffimament  e  f acuità  di  ottenere  la  pace  dal  Re  di  Francia,con  quelle  con 
ditioni,  che  uincitore  appena  hareb  be  douuto  defiderare  maggiori.  Ver  eh  e  il 
Reconfentiua  di  abbandonare  la  protettone  del  Duca  di  Ferrara ,  fé  non  di- 
rettamente per  honor  fuo,  almeno  indirettamente  rimettendola  di  giuflitia , 
ma  in  giudici  chaueffero  pronunciato  fecondo  la  uolontà  delVonteficet  ilqua 
le  come  fu  certo  dipotere  ottenere  quefto,  aggiunfe  uolere,che  oltra  quefto  la- 
feiafìe  libera  Genova*  procedendo  in  quefle  co  fé  con  una  pertinacia,  che nin- 
no,etiandio  de fuoi più  inirinfechi,ardiua  di  parlargli  in  contrario  :an%i  ten- 
tato per  ordine  del  Re  dall'Oratore  de*  Fiorentini,  fi  alterò  marauigliofamen- 
te:&  effendo  uenuto  a  lui  per  altre  faccende  un  huomo  del  Buca  di  Sauoia,et 
offerendo  che  il  fuo  'Principe,  quando  gli  piace ft e ,  s'intrometterebbe  in  qual- 
che pratica  dì  pace  proruppe  in  tanta  indignatione,  che  efclamando  eh*  erafia, 
to  mandato  per  Jbia>nonpernegociatore;lo  fece  fopra  quefto  incarcerare  &  ef 
faminare  con  tormenti:&  finalmente  diuentando  ogni  dì  più  feroce  nelle  dif- 
fiadtà,  &  non  conofeendo  ne  impedimenti ,  né  pericoli,  rifoluto  di  fare  ogni 


fi 

fua  prefentia ,  &  dar  maggiore  autorità  alle  co  fé  >  &  accrefeere  la  caldea 
7g  de  Capitani  inferiore  alt  impeto  fuo  >  a  fermando  che  ad  effugnare 
Ferrara  gli  baftauano  le  for^e  fue3&  de  Vinitiani ,  i  quali  temendo ,  eh? 
alla  fine  dijperato  di  buon  facce  fio  non  fi  concordale  col  Re  di  Francia,  fi 
sfor^auano  di  pervadergli  il  mede  fimo.  DalTahraparte  il  Re  di  Francia  già 
certo  penante  ejperientie  dettammo  delTontefice contra  fé  >  &  conofeen- 
do efkr  necefjario  procedere  *  che  mn  gli  fopraueniftero  allo  flato  fuo  nuota 


I    I    B    R    O 

•  !  Fiìncìpi  pericoli  deliberò  difendere  il  Duca  di  Ferrara,  ftabilir  e  quanto  poteua  la  con 
quali  do3ha-  Ìmnt^onc  con  Ce  fare,  &  col  confentimento  fuo  perfeguitare  con  L'arme  giri- 
no co*  pon  tuali  il  Tontefice,&  fomentando  le  cofe  infinalla  Trimauera,paffare  allhora 
«h?aC-  nóh'ì  in  ^ta^a  per  finalmente  con  potenti fjìmo  efferato  per  procedere  ò  contra  i  Vi 
no  alcuna  nitiani,b  contra  il  Tontefice,  fecondo  lo  (lato  delle  cofe .  Ver  ciò  proponendo  et 
poflen  te  "  C efare  nonfolo  di  muouerfi  altrimenti ,  che  per  lo  pafiato  contra  i  Vinitiani , 
con  laquaie  ma  ancora  di  aiutarlo  fecondo  fi  fapeua  efiere  fuo  antico  defiderio,ad  occupar 
fpauen  tarli!  Roma*  &  tutto  lo  flato  della  Chiefa,  come  appartenente  di  ragione  altlmpe* 
che  con  in-  yì0,  &  fìmilmente  tutta  Italia  dal  Ducato  di  Milano  Genoua, lo  flato  de  Fio 
i  /concilio:  rentini,&  del  Duca  di  Ferrara  infuora;lo  Muffe  facilmente  nella fuafenten 
di  che  abbó  tia>  &  Jpecialmente  che  fi  chiamaffe  con  l'autorità  d'ambedue,  &  della  natio 
pi  neii'hift.  ne  Germanica,&  Francefe  *  ad  un  Concilio  uniuerfale,  non  efiendofen%afl>e  € 
così  di  fo-  ran%a  che  per  non  battere  ardire  di  difeoflarfì  dalla  uolontàfua ,  &  di  Ce  fa* 
«ani  imer  Ye  .concorrerebbe  al  mede  fimo  il  Re  d'^€ragona,&  la  natione  Spagnuola:  al* 
À*ltcrYò'  ^aclHa^  cofafi  aggiugneua  un  altro  grandiffimo  fondamento,  che  molti  Cardi* 
l '% filano'  nali  Italiani,  &  Oltramontani  d'animo  ambitiofo, &  inquieto, prometteuano 
*T,Udaii,Cin  di  farfene  feopertamente  auttori .  Ter  ordinare  quefle  cefe  ajpettaua  il  Re  co 
teidetto.  fommo  defiderio  la  uenuta  del  Vefcouo  Gurgenfe ,  deflinato  a  feda  C efare  : 
ma  in  queflo  me%o  per  dar  principio  ali  inflitutione  del  Concilio ,  &  leuare  di 
cino^cr  co  prefente  alTontefice  l'ubidientia  del  fuo Reame;haueua  fatto  conuocare  tut 
ftante  opi-  ti  i  Tr  elati  di  Francia ,  che  a  me%o  Settembre  conueniffero  nella  Città  dQr~ 
ni°chc  i  Re  llens  •  Quefle  erano  le  deliberationi,  e  i preparamenti  del  Re  di  Francia,  non 
di  Francia  approuati  in  tutto  dal  fuo  configlio ,  &  dalla  fua  Corte  :  i  quali  confiderando 
teUfi"noUftà  quanto  poffa  efiere  inutile  il  darejpatio  di  tempo  al  nimico  ;  lo  flimolauano  a 
%  ^chtf  non  differìre  il  rnuouer  dell'armi  final  tempo  nuouo  :  il  conftglio  de'  quali  fé 
catoiicaju  fufft flato  feguitato ',  fimetteua  fubito  il  Tontefice  in  tante  moleflie,&  fi  per* 
te  habbV^  turbauano  di  maniera  le  cofe  fue,che  non  gli  farebbe  flato  facile, come  poifitt 
lice  fine  al-  concitare  tanti  Trincipi  contra  lui.  Ma  il  Reperfeuerò  in  altra  fententia,o  do 
^fe^odo  m^mt0  dalt aitar itia.b  raffrenato  da  timore,  che  facendo  da  fé  folo  guerra  al 
aico  Ario-  Tontefice ,  non  fi  rifentiffero  gli  altri  Trincipi ,  ò  hauendolo  forfè  in  horror  e 
fo°  UC)  Cdcl  Per  efier  cofa  contrar^a  al  cognome  del  Chriflianiffimo,&  allaprofeffione  di b  * 
iuo  Fui  ìoio  difendere  la  Chiefa,  chefempre  ne  tempi  antichi  haucuano  fatta  ifuoi  prede* 
k  hiftorie  ceJfor^  Entrò  ^  Tontefice  in  Bologna  alla  fine  di  Settembre  dijpoflo  ad  affai* 
che  i  Re  di  tare  con  tutte  le  for%efue,  &  de'  Vinitiani,  Ferrara  per  terra,  &  per  acqua  • 
te  uokeTon  ~ì&9  *  Vinitiani  ricercatine  da  lui  ,  mandarono  due  armate  contra  Ferrara  : 
teen  uti  in  i-  lequali  entrate  nel  Tò,l'una  per  le  Fornaci ,  l'altra  per  lo  porto  di  Tnmaro  , 
f Indirti-,  ti  flettano  nel  F  errar  efe  grauiffimi  danni  >  non  mancando  nel  tempo  mede  fimo 
te  ne  lon  le  genti  del  Tontefice  di  correre-  &  predare  per  tutto  il  paejhma  non  s  acco* 
citon  :  ma  flando  a  Ferrara  jiellaquale  Città  oltra  le  genti  del  Duca,  erano  dugento  cin- 

^uando  ha-  quanta  lande  Franccfhperche  fé  bene  vii  Ecclefiaflici  fufiero  parati  per  otto- 
no uoluto   l        ,         .     ,,       J  £ .        ■'         .P     .     ..,,.    Ji    rr  ■      r  :■ 
conquiftar-    cento  huomini  ci  arme,  Seicento  cauai  leggieri ,  &jei  mila  fanti  ;  nondimeno 

la;  n'hanri 

portato  poco  guadagno,  &  infinito  danno:  Che  non  lice  %    Che  i!  Giglio  in  quel  terreno  kabbia  radice. 

V£di  quanto  ho  nota ty  iojj>xa  il  Libro  primo  <i.  quella  fciftoria  a  cai.  9.  toc.  2. 


NO    M    O.  ijtf 

a  olita,  l*  e  fiere  la  maggiore  parte  gente  collettitia,  il  numero(comc  a  i  'Pontefici 
communemente  fono  malferuìti  nelle  cofe  della  guerra)  era  molto  minore:  & 
fi  aggiugneua,che  hauendo  Ciamonte  dopo  la  perdita  di  Modena  mandate  tra 
Reggio, &  Rubiera  dugento  cinquanta  lance, &  due  mila  fanti,  era  per  com- 
mandamento del  Tontefice  andato  dall  efferato  alla  guardia  di  Modena  Mar 
e , Antonio  Colonna, &  Giouanni  Vitelli  con  dugento  buomini  d'arme,  &  tre 
cento  finti.  Vero  il  Tontefice  ficeua  infamia ,  che  dall efiercito  Vinitiano, 
ilquale,  ejfendo  molto  diminuite  a  Verona  &per  tutto, le  foryg  di  Ce  fare, ha 
ueua  fen%a  difficultà  ricuperato  quafi  tutto  il  Friuli ,  ne  pafiafie  una  parte 
nel  Ferrare fe,doue  di  nuouo  haueua  ricuperato  il  Tolefine  di  Kouigo,  abban- 
donato per  le  moleflie  che  il  Duca  haueua  intorno  a  Ferrara  .  Ajpettaua  fi- 
milmente  il  Tontefice  trecento  lance  Spagnuole,  lequali  dimadate  da  lui  per 
r  oh  Ugo  della  inueflitura;  gli  erano  mandate  dal  Re  di  ^Aragona,  fitto  Fabri-  fopra  nei  lì. 

6.  ha  detto, 
che  i  mini- 
ftri  del  Re 
di  Fràcia  rii 
bauano  le 
paghe  ,  e  i 
denari   da 
ftipédiare  i 
foldati:  on- 
de ne  nac- 
que la  rotta 
al  Gariglia- 


a  Non  fo?» 
i  Pontefici 
fono  coma 
ncmètemsl 
fèruiti  nelle 
cofe  della 
guerra  ;  ma 
anchora  gli 
altri  Princi 
pi  :  &  p  ciò 
tutto  il  gioc 
no  fi  ueggo 
no  per  que- 
llo rifletto 
ruinatii  Re 
gni,  &  per- 
duti gli  ita- 


tio  Colonna;difegnando  che  unite  quefle  co  l 'efiercito fuo,afi  alt  afiero  da  una 
parte  F  errar  a,&  dall'altra  l'affaliaffero  le  genti  de  Vinitiani ,  per fuadendo fi 
che  il  popolo  di  F  errar  a,fubito  che  IH  efiercito  saccoflaffe  alle  mura,  pigliereb 
bel' armi contra  il  Duca,con  tuttoché i Capitani  fuoi li  dimoflr afferò  ilprefi- 
dio,che  ti  era  dentro  e\fer  tale,  che  facilmente  poteua  difendere  la  Città  coirà, 
i  rimici ,  &  contenere  il  popolo,  quando  bene  haueffe  inclinatione  di  tumul- 
tuare :  perciò  con  incredibile  follecitudine  foldaua  in  molti  luoghi  quantità 
grande  di  fanti .  Ma  tardauano  a  uenire  più  che  non  harebbe  uoluto  le  genti 
b  de  Vinitiani:  perche  hauendo  condotto  per  lo  TÒ  in  Mantouano  b  molte  bar-  J}.0,8^  per 
che  pergittare  il  ponte  ,il  Duca  di  Ferrara  con  le  genti  Fr  ance  fé  affaltatele  al  gno  di  Na- 
Vimprouifo  le  tolte  loro.Trefe  anco  in  certi  Canali  del  Toleftne  molte  barche*  P°n-  90S1  ll 

,    r.     .  /      .  .    i  ,      J        .  ...  <      *        i  m     ,  Giorno  tie- 

&  altri  legni  injieme  col  Troueditor  V minano,  ls[elqual  tempo  ejfendo  uè-  ne,  che  auc 
tinto  a  luce  un  trattatole  i  Vinitiani  haueuano  in  Brefcia  per  farla  ribellare 
di  Re  di  Francia  uifu  decapitato  il  Conte  Giouan  Maria  da  Martinengo.  Ma 
molto  più  tardauano  a  uenire  le  lance  Spagnuole, lequali  condotte  in  fu  i  con- 
fini del  Regno  di  T^apoli -.ricufanano per  commandamento  del  Re  loro,dipaf- 
ifare  il  fiume  del  Tronto,  cfe  prima  non  fi  confegnaua  alt  ^Ambafciatore  fuo  la 
bolla  dell  inueflitura  conceduiadaquale  il  Tontefice ,  filettando  che  riceuu- 
ta  la  bolla  le  genti  promefie  non  uenifiero,  faceua  difficultà  di  concedere ,  fé 
prima  non  giugneuano  a  Bologna:  &  nondimeno  né  per  le  ragioni  allegate  da   deì  Velerie 
Capitani  ,  né  per  quefle  difficultà  diminuiua  della  §eran%a  d ottenere  con  le  &c°c  fida  : 
fue  genti  file  Ferrara ,  attendendo  con  marauigliofi  uigore  a  tutte  l'efpeditio 
ni  dellaguerra,  non  oflante  che  glifufie  foprauenuta  nell'iftefio  tempo  grane 
infermità:  laquale  reggendo  fi  contra  il  configlio  de  medici,  non  meno, che  l'ai 
tre  cofe  dijprc^aua3promettendofi  la  uittoria  di  quella ,  come  della  guerra  : 

perche 

fùron  prere,  &  altre  da'  Vinitiani  arfè ,  perche  non  ueniiTero  in  mano  de'  nimici. 

e  Hanno  opinione  alcuni ,  che  il  domandar  la  bolla  dell'in  ufftuura  del  Regno  di  Napoli ,  che  faceuano  lt 

genti  del  Re  Catolico  foffe  per  trattenerti  per  non  andare  a  feruitio  del  Pontefice  contra  Francia:  peteio- 

che  quando  il  Re  fi  collegò  co'l  Papa,  dicono  chemai  non  s'intefe,  ch'ei  lì  foffe  collegato copti*  f  xancàt 

ii  che  £  vide  l'effìtto  a  elle  cofe  &  Géaoua:&  boia  face  càc  k»  4imollriir?io  meglio. 


niffe  al  Re 
Francefco 
(òtto  Pauia* 
Onde  J'A- 
riofto  nel 
Canto    3J. 
differii  lui: 
Così  q  col- 
pa de'  mini 
{tri  auari, 
Et  per  bota 


b  Di  quelle 
barche  eoa 
tra  il  Duca 
AI  fon  lo,  di- 
ce il  Bébo, 
che  alcune 
dal  Duca  ne 


t    !    B    R    O 

MatJo  E-  p#r  ta  afermdM  effere  uolontà  diurna,  che  per  opera  fud  Italia  fi  riduceffe  in 
«juicoia  di-  libertà.  Vrocurb  fimìlmente  che  il  March  e  fé  di  Mantoua*  ilquale  chiamato  a 
Tato^  Mar  Bolognayda  lui a  era  flato  honorato  del  titolo  di  Confaloniere  della  Chic  fa ,  fi  a 
ohefe  Fracc  conduceffe  con  titolo  di  Capitan  Generale  a gfifiipendij  de*  Vinitianu  partici 
«a°  giifnre  a  Pan^°  %  Pontefice  in  quefta  conlottacon  cento  huomini  d'arme,  &  con  mille 
luì  AicHàn  dugenfo  fanti:v,ia  con  patto  che  quefta  cofa  fi  tene  fé  occulta ,  ricercamo  co  fi 
2SjiGXi»  #  Mar  che  fi  Sotto  colore  di  efier  necefiario,  che  prima  riordinafe  ,  c^  f  roue- 
diacono  dì  $»yfe  ilpxefi  fuo$acciò  che  i  Franceft  hauefiero  minore  facilità  d  offenderlo  : 
dicchi  Pa  #*<*  fr  *«7fli perche  fittomettendofi  a  quefio pefo>nonpcr  uolcntà,ma  per  ne- 
m  al  Mar-  affila  dette  pronefie  fatte;  *  cercauadt interporre  tempo  alt  e ff:  cui  ione  per  b 
tif?r  3x?i',to  fàiett  con  qualche occafione, che  foprauenifie-Mberar fine .  Ma  l'ardore,  che 
oe  eflo  tra  kauétia  il  Tonte  fice  di  offendere  altri  ;  fi  conuert)  in  neceffità di  difendere  le 
6 fonie r  de)  &>/S  proprie: laquale  farebbe  fiata  ancora  più  prefta, &  maggiore  9  fé  nuoui 
L  hìeiàr^c  accidenti  non  haueffero  coflretto  Ciamonte  a  differire  lefue  ddiberationuper 
P^^uÉnie  che  poi  che  f  efferato  Finitimo  sera  leuato  dintorno  a  Verona  >  Ciamonte , 
me  l°Ucn  *ty™t*ra  tenuto  a  Tefchiera per  andare  a  ficconere  quella  Città;  deliberò 
tati?  fette*  uoltarfìfuhito  con  V  efferato  alla  ricuperatane  di  Modenaidoue  le  genti  cl/e- 
Ger«-i°de'  mno  a  Rubiera>baueuano  prefala  terra  di  Formigine  d 'affilio  :  ilche  fé  ha- 
vinitiani .  ueffe  fatto  harebbe facilmente ',come fi  crede  attenutala  ;  perche  dentro  erana 
b  Tee  qfte  piccole  for^e, la  terra  non  fortificatale tutti  amatori  del  Dominio  della  Chic 
^te  dh^liM  fewaaccaddeiche  quando  era  per  muouer fui  fanti  Tedefchhcb' erano  in  Ve- 
Mar/befe  \  rona,per  efier  malpagiti  da  C  e  far  e  .tumultuarono  :onde  Ciamonte  perche  non 
interpone-  rimaneffe  abbandonata  quella  Città;  fu  coflretto  afoprafedere  fina  tanto  ha- 
gSeralemé  uefie  fermato  gli  animi  loro:  per  laqual  cofa  pagò  none  mila  ducati  per  io  fi- 
li daUem  pwdioprefente,  &promefie  di  pagargli  medefimament e  per  lo  mefe  feguen 
ko , a  te:ma  non  rimediato  prima  a  quefio  difordineffoprauenne  fubito  un  altro  ac- 
cidente-.perche  efiendofi  le  genti  de'  Vinitianintirate  uerfo  Tadouaja  Grot 
coTi fiBr?dta!  ta> ch'era  Gommatore  di  Lignago, parendogli  hauere  occafwne  di  faccheggia^ 
c  hfi  de'  Ffì  re  ^ term  $*  Montagnana;ui  fiinfe  tutte  le  lance,  &  quattrocento  fanti;  da' 
blob™  tro,  quali  mentre  che  gli  huomini  delia  terra  impauriti  del  facco  fi  di  fendono;  fo- 


d/'nmiH  pwlarotnira  fatta  da'  nmki  d'un  ponte  :  perloqual  cafo  effendo  fogliato 
mortf/aTda  qitafi  Lignago  di  gente  non  è  dubbio  che c  fé  uifuffero  uolte  fubito  le  genti  Vi  e 
rono  uerfo  nitjane  j 'fay abbono  prefidaqnale  opportunitàpafioprefio,  perche  Ciamonte 
cflftSper-  intef)  il  cafo  hi  inondo  con  grandifjìma  celerità  nuoua  gente.  Matolfonoa 
2i,non  ?en-  ^  <ìuefli  impedimenti  l  occafwne  di  ricuperar  Modena ,  nellaquale  in  quefio 
derio:  ?i!q  aa  fyatio  di  tempo  erano  entrati  molti  fanti)  &  fatte  folk  cit  amente  molte  ripa- 
i^coTIti  rationi  :  &  ronìimeno  per  la  uenuta  fua  a  tubiera  ;fu  coflretto  ilTontefice 
io  non  è  pu  mandare  a  Modena  L'efiercico  deftinato  contra  Ferrara  :  doue  efiendo  unite 
to  daS-  tutte  le  forze  fue  fitto  il  Duca  d'Vrbino ,  Capitan  Generale ,  el  Cardinal  di 
fiorici  v  i*i  Tania  fuo  Legato^  Canottieri  d'autorità  Gian  Tagol  Baglione,  Marc' *An- 
P™1  '  tonto 


•N    O    N    O.  ify 

tomo  Colonna ,  &  Cionanni  Vitelli',  faceua  inftantìa  che  fi  combat  f ufi  e  co 
turnici-,  co  fa  molto  detejìata  da  Capitani  >  perche  erano  fen%a  dubbio  maggio 
ri  le  for%e  de  Francefi,  &  di  numero,  &  di  air  tu  :  perche  la  fanteria  Eccle-  *  ». 

-fiafika  era  raccolta  finitamente ,  &  neliefi  cretto  non  era  ne  ubidientia  ,  né 
ordine  conveniente  ,  &  tra  il  Duca  (Turbino ,  el  Cardinal  di  Vania  difcordia 
manifefia:  laquale procedette  tant'olore ,  che  il  Duca,  accufandolo  dinfcdel-  a    dì  [òpra 
tà  appreffo  al  Tontefice ,  ò  di  propria  autorità ,  ò  per  comandamento  battuto  nel  ''j**0  *• 

j     ,    ■  i  i    rr  „    7  '  ,  n       ■      n        quando -Uà 

da  luhlo  condit\\e  come  prigione  a  Bologna  :  ma  purgate  am  la.  prefentia  fua  detto  che 
tutte  le  calunnie,  rima  fé  apprefio  a  lui  in  maggior  grado)&  autorità  chepri  *$%cl?  f$ 

.  ma.  Mentre  che  quefle  genti  flauano  a  fi-onte  luna  dell  altra ,  damante  allog  neraidéi.'«ìc 
giato  con  la  caualleria  a  Bjibiera,  i  fanti  a  Marsiglia  ;  gli  Eccle fiafiicl  a  Mo-  ™anu  v,ni: 
■dona  nel  Borgo  ucrfo  Rubi  era  facendofi  tra  loro  (f>efie  correrie, &  fiar arane-  in  rò.nomi 
cie;il  Duca  di  Ferrara ,  Uguale  haueua  prima  ficaia  refifientia  ricuperato  il  fore°ii'^~ 
Tolefine  di  Romgo,con  Ciattiglione ,  &  con  le  lan:e  tran cefi,  riprefe  fionda  ftei  di  jì- 
ofìacoloil  Finale  :  &  dipoi  entrato  nella  terra  di  Cento ,  occupata  prima  dal  d!cVUq°i!efte 
Tontcfice,per  larocca,laqualefi  tcneua per  lutila  faceheggiò,&  abbrucio,et  parole,  che 
fi  pr epa-rana  per  andare  ad  unirfi  con  Ctamonte:pcrioqual  timore  le  genti  del  icnS^Je  ■« 
la  Cine  fa.  fi  ritirarono  in  Modona,  hauendo  mefìo  una  parte  delle  fanterie  nel  q-cfto  iuo- 
BorgOyd/è  mito  alla  Montagna.  Ma  effondo  il  Duca  appena  rnofio,  fu  necefi  cheXo'pi 
fttato  di  fermar  fi  adi  fendere  le  co  fé  proprie:  perche  le  genti  Vìnitiane  innu-  :k*fc?pio  p- 
mero  di  trecento  huomini  diarme,molti  canai  leggieri ,  &  quattro  mila  fanti  teazaffcmó 
erano  uennte  per  acqnifiare  il  pafifodel  To  ,  &  dipoi  unir  fi  con  le  genti  del  fo  Per  la  ]ù- 

a  Tontefice  a  campo  a  Ficheruolo ,  a  Cafielìoful  To  >piccolo,  &  debole, ma  cele-  ffoneKu 
brato  molto  nella  guerra  >  chebbero  i  Vinitiani  con  Hercole  Duca  di  Ferrara  bcrt<>.<k  sì 
per  la  lunga  oppugnatone  di  Ruberto  da  San  Seucrino,  &  per  la  difefii  di  Fé-   pftan"™? 

h  derigo  Duca  d  Vrbino,  Capitani  famofiffimi  di  quella  età: b  ottennonlo  i  Fi-  viniti™K° 
nitiani  per  accordo,  battendolo  prima  battuto  con  l'artiglierie ,.  &  dipoi pre-  J^re^A* 
fono  la  terra  della  Stellatacele  fu.lariua  oppofita  ,&  hauendo  libero  il  paf-  f™r°-  ^ed< 

r   j  ;^^  ni  j  ,  V  *    i         K-J      ll  Sabeihco 

jo  del  To,  non  mancanaapafiìarealtro,  che  gettare  il  ponte  :ilquale*Alfon-  *ieiiib.».d«i 
fio,  che  dopo  la  perdita  delia  Stellata-sera  con  fefiercito  ridotto  al  Bendino  ,  U+D*c*' 
impediua  fi  gettaffe  con  f  artiglierie  piantate  fopra  una  punta, donde -foca-  b  L'otténe 
mente  fi  batteua quel  luogo  ;&  fcorreuaoltra  queflo  ilTo  con  due  galee  yle-  ro  i  vini«a 
quali  profilo  fi  ritirarono:  perche  non potendo  l'armata  Vinitiana,impeditada  do.fopodT 
principio  d  entrare  nel  Tò,perche  le  bocche  del  fiume  erano  guardate  per  or-  Priim,, cr' 
dine  del  Duca  venuta  per  f^Adice  contra  acqua  rientro,  in  modo  che  dalle  due  hebbono 
armate  de  Vinitiani  era  inf efiato  grauement  e  il  paefe  di  Ferrara .  Ma  cefo  settatoa  te* 
prefio  quefta  moleflia,perche  il  Duca  ufeito  di.  Ferrara,  afìalto  quella ,  eh  en-  ta.a£cm  bo. 
tr  ataperTrimaro, sor  a  condotta  ad  \Adria  con  due  galee,  duefitifte,  &mol- 
c  te  barche  minori:&  rottala  fen^adifficultà;  fi  uoltò  a c  quella,che  nonhauen  ^Sìcm  fot 
dofenonfufie,  &  legni  minori,  entrata  per  le  Fornaci ,  era  ttenuta  alla  Tuli-  to  Marca*- 
fella:  labiale  uolendo  per  un  rim  uicino  ridurfi  nell\Xdice,,  fu  impedita  d'en-  uH°o  C°n" 
trami  perla  bafifeTga dell'acque:  donde afjàltatay&bamaa dall'artiglierie:  Mocenig°  » 

KK  de' 


e 
con 
crie 


LIBRO 

de  minici,  tii  gente  che  ui  er a  non  potendo  difenderla,  t abbandóno  attendeif 

fi  PawTfcìi!  ^°  afahiar  fè>&  l  artiglierìe .  In  quefli  mouimenti  dell'arme  temporali  co- 

immicaiieii  minciauano  a  rifentirfi  da  ogni  parte  ì  arme  fiirituali  ;  perche  il  Tontefice 

£?Crcdue°ii  baHeuà  a  fottopofli  pnhlicamente  alle  cenfure  Mfonfio  da  Ffii ,  &  infienie  A 

Giouo,c'ha  tutti  quelli ,  che  s'erano  mofjl ,  ò  moueuano  in  aiuto  fino ,  &  nominatamente 

Duca0  faCuo  Ciamontey  e  tutti  i  principali  dell' e  fi  er  cito  Fr  ance  fi:  &  in  Francia  la  e  e  ri  gre - 

fua  feufa  col  gatione  de'  Vr  elati  trasferita  da  Grliens  a  Torfi,  haueua,  benché  ph;  per  non 

ron3póteua  fi  opporre  aliano lontà  del  Re,  che  molte  uolte  interuenne  cor:  loro  ;  che  per 

partii*!  dai  propria  uolontà,ò  nudicio; b  consentito  a  molti  articoli  proponi  corara  il  Ton  U 

l'amicitiadi   \    r  jr  ri  r     ■  •   r      r-i         tf*   n    ili-        •      r 

Fraciajii  va  tefice,  moaijicato  jolamente,  che  innanzi  fi  gli  leuajje  l  ummentta  fi  man- 
tefke  adira  daffero  Oratori  a  fargli  notigli  articoli,  che  haueua  determinati  il  clero  Gai- 
Hot  caccìi-  Hcano;&  ad  ammonirlo,  che  in  fututo  gli  offeruaffe;  &  che  in  cajò  che  dipoi 
degli  d'ad-  contraueniffe  fufie  citato  al  Concilio ,  alqualefifacefie  infiantia  con  gli  altri 
la  ttia  di  co-  'Principi,  che  concorre  fiero  tutte  le  nationi  de*  Chrifiiani:conce fieno  mm$è  al 
a  muecchia  Refacultà  di  far  grande  imp&fitione  di  danari  fipra  le  Ckiefe  di  Francia:& 
gione,  cVei  foco  poi  in  uri  altra  Seffìone ,  che  fu  tenuta  il  uigefimcfittimo  giorno  di  Set- 
ti* a  guifa  di  tembre  intimarono  il  Concilio  per  lo  principio  di  Marzo  prò  fimo  a  Lione;  nel 

pazzo  Tana-  ,     .  v  .  r    1    r  r       f  ■  •  '    r  r      •  *  ,  r  • 

to  con  le  ra  qual  giorno  entro  in  Torp  il  FejcGuo  di  Gurjiariceuuto  con  si  raro,  &  eccef- 
rcedici°h     fiuo  h<mQre  >  &*  apparì  quanto  la  fua  uenuta  fufie  fiata  lungamente  dtfide- 
aneor  ch'ei  rata ,  &  affettata  :  feopriuafi  ancora  già  la  diuifione  de'  Cardinali  centra  il 
non  voglia,  pontefice :perche  i  Cardinali  di  Santa  Croce,  &  di  Cofen%a  Spaglinoli-  e  i Car 
d'inali  di  Baiofia,&  San  Malo  Fr  ance  fi ,  &  Federigo  Cardinale  di  Sanfiueri- 
b  dì  qui  fi  no,  lafiiato  il  Tontefice ,  che  per  la  uia  di  Romagna  andò  a  Bologna,  uifitan- 
iMnoànano*  do  per  lo  camino  il  Tempio  di  Santa  Maria  del  Loreto  nobili fiimo  per  infiniti 
cpei  legi  ai,  miracoli,  andarono  confina  licentia  per  la  Tofiana  mia  condotti  a  Firenze,  & 
p0e  d"/^  ottenuto  fialuocondotto  da'  Fiorentini,  non  per  alcun  tempo  determinato,  ma 
Fiacefco  pri  perfino  a  tanto, che  lo  reuocafjero,&  quindici  dì  dapoi,che  la  reuocatione  fufi 
cì°fsii£eio  fi  intimata;  fiprafiedeuano  con  uariefeufe  l  andare  più  innanzi:delfopraftar 
che  la  ch-ie  de  quali  infojpettito  il  Tontefice ,  dopo  molte  inftantie  fatte  che  andafiero  a 
wS  n  óTa-  Bologna,  ficriffe  un  brieue  al  Cardinal  di  San  Malo,  &  a  quel  di  Baiofa?  &  al 
ueua  difeoi  Cardinal  di  San  Seuerino,che fiotto  pena  della  fua  indegnationefitrasferiffe- 
Romaia1^  ro  a^a  C°rte  :  &  procedendo  con  più  manfiuetudine  col  Cardinal  di  Cofen%a , 
che  in  quei  e£"  col  Cardinal  di  Santa  Cvoce,  Cardinal  chiaro  per  nobiltà,  per  lettere,e  per 
co! "erano  coflumi,  &  per  le  Legationi ,  che  in  nome  della  Sedia  jLpofiolica  haueua  ef- 
fiate  kere-  fir  citate  ;  gli  confortò  con  un  brieue  a  fare  il  mede  fimo:  i  quali  difiofii  a  non 
lioni°  cètra"  ubidire  ,hauendo  in  u ano  tentato  >  che  i  Fiorentini  concede  fi  ero  non  filo  Oi. 
ì  pontefici    loro ,  ma  a  tutti  i  Cardinali ,  che  ui  uolefiìero  uenire  fialuocondotto  ,  fermo* 
per  lungo  tempo ,  fi  riandarono  per  la  uia. di  Lunigiana  a  Milano .     Ci&- 
monte  fra  tanto  per  ricuperar  Carpi ,  che  prima  era  flato  occupato  dalle  gen- 
ti della  Cine  fa  ;  ui  mandò  jilberto  Tio ,  &  la  Talifia  con  quattrocento  lan- 
ce, &  quattro  mila  fanti ,  innanzi  a  quali  efiendofi  me  fio  ^Alberto  con  ufo 
Trombetto)  &  convochi  canalli,  la  terra  che  molto  romana  ime  fa  la  fua  ue- 
nuta. 


._.      :_      N   O   N   O.  11% 

*  nuta  a  comìncio  a  tumultuare:  per  loqual  timore  gli Eccìefia$ià,che  in  nume  a  Vt&t-§  s 
ro  di  quaranta  caualli  lewieru,  &  cinquecento  fanti  ui  erano  a  guardia  fi  i^wo 

.  I         ...  i   r        ,    i  r       •        •  i    n  -^  r     ;  >  di    Alberta 

partirono  Air  vx^andofi  a  Modona:  majeguitati  dalle  genti  Francejhcb  erano  Pj0)  [ie  co- 
foprauenute poco  poi,  furono  al  Trato  del  Cortile,  eh* è  quafi  in  me%o  traCar-  me  fl  Pres* 
pi,&  Modona,me{Jì  in  fuga  ,faluandofi  i  caualli  :  ma  perdendo fi  lapiuparte  £  Jerra'co- 
d e  fantiip arena  utile  a  Ciamonte  combattere  co*  nimici  innanzi,che  arriuaf-  ™ìr\Cìc° a  [ol 
fero  le  lande  Spagnuole  dequali  il  Vapa  per  follecitare ,  haneua  depofitato  in  uorYuo  ;  n5 
mano  dei  Cardinale  He?  ino  la  bolla  della  inuefìiturai&  innanzi  che  le  venti  €irer  séPce 
Vmitiane  fi  umjsero  con  loro,  lequaii  hauendo  fatti  certi  ripari  contra  l  arti-  dice  quella 
glierie  d'Jflfonfo  fperauano  d'hauere  gittato  preflo  il  ponte  :  perciò  saccofto  Au»ore  in 
■a  Modona,  doue  emendo  fi  fcaramucciato  affai  tra  i  canai  leggieri  deltunapar  de  fi  mo  ut*. 
te,  &  dell'altra  non  uollono  mai  gli  Ecclefiafìkì,conofcendofi  inferiori ,  ufeire  a  c? s  ?' fac" 
£on  tutte  le  forile  fuor aiperduta  queftaffceran^a ,  deliberò  di  mettere  ad  efìe-  \£zz  de'  fio 
anione  quel  che  molti, &  principalmente  i  Bentiuogli  con  uarie  offerte  lo  fli-  jTtìfciti  *jf" 
molauanoycbe  non  fufìe  da  confumare  inutilmente  il  tempo  intorno  a  cofepic  rempreU"ua- 
cole,ddleqtuiUera malto  maggiore  la  difficultà,  che l  utilità',ma  da  affaltare  Bi?^?  '  ? 
aU'improuifo  la  Sedia  delta  guerra^  &  il  capo  principale,dalqudeprocedeua-  fi  con  ferra  i 
no  tante  mohflie,  &  pericoli:  effere  di  quefìo  molto  opportuna  occ  afone,  per-  \°^*ffitC 
che  in  Bologna  erano  pochi  follati  forefìierì ,  nel  popolo  molti  fluoriti  de*  fempio  de* 
Bentiuogli,  la  mawior  parte  de  ?li  altri  inclinata  più  Preflo  ad  allettare  fé-  Be¥l™fflm 
filo  delle  coje}  che  apiguare  l  armi perfottoporfi  a  pencolio  con  trarre  mimi  Bologna,  il 
citie  nuotici  fé  hora  non  fi  tentaffe  p  affata  la  prefente  occafione ,  efiere  uano ,  ^g  "'e  He 
perche  fopr allenendo  le  genti,che  s'aff>ettauano,ò  de'  Vinitiani,  ò  degli  Spa-  carpi  fu  bat 
gnuoli  non  fi  potere  fperare,  quando  bene  uifi  andafie  conpotentiffimo  efìerci  thUerie,pre 
»  to  quel  che  hora  conforme  molto  minori  era  facili/fimo  ad  ottenere.  Raccolto  fo,&  (acche 
"  adunque  infieme  tutto  f  efferato,  &  feguitandolo  i  Bentiuogli  con  b  alcuni  ca  aLTì?  d* 
ualli, &  con  mille  fanti  pagati  da  loro,  prefo  il  camino  tra  il  monte  >  &  laftra 
da  maefìra;affdtò  Spilimberto  caflello  de'  Conti Raponi,  nelcuale  erano  quat  ,  A 
trocento  fantimanaati  dal  Pontefice  :  ma  poi  che  l  hebbe  battuto  alquanto ,  caualli  ,  se 
l'ottenne  il  giorno  mede  fimo  apatti:&  arrendutofegli  ilfeguente  Caftel  Fran  ffc  r"^/an. 
co,  alloggiò  aCrefpolano  Caflello  diftante  dieci  miglia  da  Bologna  con  intentio  Mocenigo  , 
ne  d'apprefenurfi  il  prof/imo  giorno  alle  porte  di  quella  Città  :  nellaquale  di-  addato*10 
uulgata  la  fua  uenuta,  &  ci)  erano  [eco  i  Bentiuogli ,  ogni  co  fa  fi  era  pieno  di  dei  fuo  i  Bé 
confufione,&  di  tumulto \grandiffimafolleuatione  nella  nobiltà,  &  nelpopo-  tIU°sh  * 
lo ,  temendo  una  parte,  c  defiderando  f  altra  la  ritornata  de'  Bentiuogli, 
Ma  maggior  confufione ,  &  molto  maggior  terrore  occupaua  gli  animi  de*  c  Cofi  di  fo 
Tr elati ,  &  de'  Cortigiani  aueTgi  non  a  pericoli  delle  guerre, ma  all' ot io  &  f  "  chVpre- 
alle  delicatezze  di  Roma .     Correuano  t  Cardinali  mefliffimi  al  Tonte fice,  Standoli 

^V*  Z~  ,     J  Alberto  Pio 

KK     2.         lamen-  a  carpi,  qi 

"  (bttOjthe  lefperanzcde' 
i in  qnefto  propofito  de* 
cioè  ch'in trafkro  in  fpe 
ranza  di  leuarÉ  dal  dominio  della  Chie(à,iìqua'edice  ih\iocenigo,che  i  Bolognesi  odiauano^percioehe  eoa 
karrr.j  non  fu  f  tro  alcun  mouimento,fi  come  dice  poco  di  fotto,quando  Hermes  Bentiuogli  fipieièniò  al- 
le poitw di  lologna  -}  i.cn  lì  fece  dentro  alcuna  ibUtua tiene* 


'* 'Pereto  che 


t?    I  "  B  '  R    O 

lamentàndofi  che  hauefle  condotto  fé,  la  Sedia  *4poflolica,  et  loro  in  tanto  fé  v 
»t  dì(fctiue  rkolo,&  aggradandolo  con  fomma  wflantia  ò  chefaceffeprouedimentì  bafia 
« ^o^uo-^  *ì a  difender  fi, ilche  in  tanta  breuità  di  tempo  ftimauano  imponìbile ,  ò  che  té 
le  delia  per  tajfe  di  comporre  con  conditioni  meno  grani  le  cofe  co'  nimici,  i  quali  fi  giudi- 

fona eraig  ,J  ***         •.-.«.*»•'.••>  i        /»•--        rr    •     _    i  ^ 


«1 


ri-tiani  di  vi  [$  per  fon  a  fiat  accade ffe  fmifiro  alcuno  :  del  mede  fimo  lo  fupplicauano  tutti 
faì^ptpui  più  intrinfechi  &  più  grati  mìmflri,  &  feruitori  fuoiiegli  folo  in  tanta  confu- 
fioni  necef  fione,&  in  tanto  disordine  di  ogni  cofajncerto  dell' animo  del  popolo,  &  mal 
liiedeikcit  Satisfatto  della  tardità  de'  Vinitiani,  refifleua  pertinacemente  a  quefle  mole- 
tà.  Aggii:  [action  potendo  ne  anco  a  la  infermità  ?  che  conquafjaua  il  corpo  ,  piegare  la  4 
ITcheì  a  forteiga  dell'animo  :  haueua  nel  principio  fatto  uenire  Marco  Antonio  Cc- 
cdco  Alido  ioma  con  ma parte  de  foldatiche  erano  a  Modona  ,  &  chiamato  a  fé  Giro- 
di{jauia,che  latno  Donato  *Amb afe latore  da'  Vinitiani  >  fi  era  con  efdamationi  ardentiffi- 
me  lamentatole  per  la  tardità  de  gli  aiuti  preme  figli ,  tante  mite  fi  era  lo 


a  nome  del 

Ps oa  ls  cit-  -  -j>  -  O  1  J.i  O      '  J~  ~ '      ~— 

tàgouirna-  flato,  &  la  per  fona  fua  condotta  in  tanto  pericolo  non  folamente  con  ingra- 
mlaxtl  ìt  tltu^ine  abominarne  in  quanto  a  lni)  che  principalmente perfaluargli  haue- 
uor  c.e  Fra  uà  prefa  la  gucrra,&  che  con  grauifjìme  fiefe,  &  pericoli  ,  &_  con  l'hauerfi 
ìvicS^eT  pyoiiocati  nìmici  lo  imperio ,  &  il  Re  di  Francia  era  flato  cagione  ,  che  la  li- 
onìeiieri  berta  loro  fi  fu  ffe  confermata  ih  fino  a  quel  giorno  ;m  a  oltra  qucfto  con  inipru- 
Shla'che  ni  dentia  ìneflimabile  in  quanto  a  fefiefji:  perche  dapohhe  egli,  è  fuffe  uinto ,  ò 
gii  fi  potei-  neceffitato  di  cedere  a  qualche  compcfitwne  ,  ni  che  fperanya  di  falut-e  ,  in 
laiche  'ver-  che  grado  rimarrebbe  quella  Republica  i  proteftando  in  ultimo  con  ardentiffi 
rebbouo  a  me  parole,che  farebbe  concordia  co  Francefh  fé  per  tutto  il  giorno  feguem  & 
fteTeVSe*  nonentraua  in  Bologna  il  foccorfo  delle  loro  genti, eh t'erano  a  la  Stellata ,  ha- 
l*,  che  in  q-  :uendoper  ladifficultà  di  gittare  il  ponte  paffato  suuaric  barche,  &  legnili 
boriile0  ,S°  Tò:  connotò  ancora  il  Reggimento,  e  i  Collegi  di  Bologna  ,&conb  grani  pa-  y 
cheii  Papi  YQie  g^  confortò,che  ricordando/i  de' mali  della  Tirannide  paffata,  &  quan- 
tici. Ma  to  piupemitwfiritomerebbono  i  Tiranni  flati  fcacciati ,  uoleffcro  conferua- 
doue  g,  dice,  ye  fi  dominio  della  Chiefa,  nellaquale  haueuano  trouato  tanta  benignità,con-  - 
mèfa  ìVgì  cedendo,  per  fargli  pm  pronti,  oltra  le  concedute  prima,  efìentionidellame- 
xoiamo  do  ^  ^e  gaiene  delle  cofe  >  che  fimetteuano  dentro  per  il  unto  humano ,  & 
cetili fcxl  promettendo  di  concedere  infuturo  delle  maggiori  ^notificando  le  cofe  me- 
"adlffcVS  defime  per  publico  bando,  nelquale  inulto  il  popolo  a  pigliar  larme  per 
oratori*  vi  la  difefa  dello  flato  Ecclefiaflico ,  ma  fen%a  frutto  :  perche  mimo  fi  mone- 
^enfea  tTì  va ,  ninno  faceua  in  fauore  fuo  fegno  alcuno  :  perciò  conofeendo  finalmen- 
vàùnot&Lt  tein  quanto  pericolo  fufie  ridotto,  ejpugnato  dall' importunità,  &  lamen- 
cério*  pa-  tationi  di  tanti ,  &  inftando  oltra  ciò  molto  apprefio  a  lui  gli  Oratori  di 
"redeU'Aut  cefare>  del  Re  Catolico,&  del  Re  d3 Inghiterr a ,  pregato  da  Cardinali , 

l'effèrcito  Vinitiano  per  tutto  il  giorno  feguent^ch'eri  n .  d'Ottobre,  non  haueiìe  paflato  il  FòA  non  fi)f- 

fe  uenuto  a  Bologna^  cali  fi  farebbe  accordato  co' Francefi.  ■ 

b.Con  parole  dt^ueftQtenQmi*dclÌJno  conforta  l'iftcflb.  Papa  imedciimi.  Bologne  fi  di  lotto  in  quetto 


confentì  fi  mandaffe  a  domadare  a  Ciamonteyche  concedere  f acuità  di  anda- 
re a  lui  fiicur amente  in  nome  del  Tontefice,  a  Giouanfrancefco  Vico  Cónte  del 
la  Miraniola>&  poche  bore  dipoi  mandòegli  medefimo  uno  de  fuoicamerk  • 
ri  a  riccrcarloìcbe  mandaffe  a  lui  ^Alberto  da  Carfiinonfapendo  cherton  fuffe 
ndl'efiercito:&  nel  tempo  medefimo,  acci  oche  in  ogni  cafo -fi  faluaffero  lem 
fé  più  prctiofedel  Tonte ficato,  mandò  Lorenzo  Tuccifuo  Datario  col  Regno 
(chiamano  co  fi  la  Mitriaprincipale)che  era pieno  di  gioie  nobiliffime  ^per- 
che fi  cufiodiffe  nel  famofo  Monaflerio  delle  Murate  di  Firenze.  Sperò  Cia- 
monteper  le  richiefle  fattcglhched  Tontefice  inclinale  alla  concordia:  laqua 
le  effo  percìye  fapeua  e  fiere  così  la  mente  del  He  molto  defideraua:&  per  non 
perturbare  quefia  difpofitioney  ritenne  il  giorno  feguente  l'efferato  nel  mede  fi*  ' 
mo  alloggiamene  benché  permettere  che  i  Bentiuogli  con  molti  caualìi  di  a- 
micii&feguaci  loro  Seguitandoci  alquanto  da  lontano  cinquanta  lance  Fran  h%  verifica , 
cefi,  correfiero  infimo  appre fiorile  muradi  Bologna: per  la  uenuta.de'  quali  >•  c*ho°data0'ni  ' 
con  tutto  che  Hermes  minore  ;  ma- il  più  feroce  de  fratelli,  fi  rapprefentaffe  le  parole  pò 

a  allato  alla  porta  > a  non  fi  fece  dentro  mouimento  alcuno.  Vdì  Ciamonte  be-  ™  e  he"  e  -' 
nignamente  Giouav.fr  ance  fico  dalla  Mirandola ,  &  lo  rimanda  il  dì  medefimo  do  fi  foiiei-i  '.' 
a  Bologna  a  fignificare  le  conditioni ,  con  l equa  li  era  contento  di  conuenire  :  fógna 'ni'«  ' 
che  ilTotttefice  afioluefie  Mfonfo  da  Efii  dalle  cenfure,  &  tutti  quelli,  che  "uode'B*- 
perqualunque  cagione  fi  erano  intromeffi  nelliijftfi  fua ,  ò  nell'offe  fa  dello  SSSSkS'"' 
flato  Fcclefiafiìco  :  iUrajJe  Mede  finamente  ì  Bentiuogli  dalle  cenfure  ,&  aJ[r°^5 
dalle  taglìe,rcftltuendo  i  beni.  clyemanifefiamente  adefji  apparteneuano  :  de  delie  fper« 
gli  altri  poffeduti  innanzi attefilio.fi  conofeefie  in  grudkio ,  &  che  haue fiero  zcij  P°ichc 
facilità  d'habitare  in  qualunque  luogo  piace f&  loro,  pure  che  non  fi  appropin-  (  come  qui 
quaffero  ad  ottanta  miglia  a  Bologna:  non  fi  alterafìenellecofe  de  Vinhiani  *™\  nr°ffB 
quel  chefidijponeua  nellaconfederatione  fatta  a  Cambrai:  che  tra  il  Tontefi-  :  tsdofì  Her 
ce,&  Mfonfo  da  Eflififojpendefiero  l'arme  almeno  per  fei  me  fi ,  ritenendo  ^csf^Q[  ■ 
xiafeuno  quello  pofìedeua: nelqual  tempo  le  differente  loro  fi  decide  fiero  per  mento  àicu 
giudici, che  fi  douefìero  deputare  cow:ordemente;riferuando  a  Ce  fare  la  cogni  ro* 
tione  delle  co  fé  di  Moionad  aquale  Cittàfideponeffe  incot inente  infua  mano:  b    e  nt  rò 
Cotignuolafi  refiituiffe  al  He  Chriflianiffimo  :  liberafpfi  il  Cardinale  di  <Aus  :  £)•  ^PjnB° 
perdonaffifi  a  Cardinali  affenti ,  &  le  collaroni  de'  beneficij  di  tutto  il  domi-  logL  h  fé-. 
nio  del  Re  di  Francia  fi  facefi ero  fecondo  lafua  nominationeuon  laquale  ri-  j££fJ& 

:  fiofia  efkndo  ritornato  il  Mirandolano;  ma  nonfen^a  fi>eran%a  che Ciamon-  dì  qùefl'an 
te  non  perfiderebbe rigorefamente in  tutte quefie conditioni;  udiuafatiente-  csiSiu'j? 
mente  il  Tontefice  contra  lafua  confuetudine,  larelatione,  &infieme  iprie-  lippo  cóta. 
ghi  de  Cardinalhche  con  ardore  inefiimabile  lofupplicauanoxhe  quando  non  ^l^t^x 
potè  fi  e  ottenere  meglio ,  s 'accettale in  quefia manierala  compo fittone  :ma  cento  c-iìai 
dall' altraparte  lamcntandofi  efierglipropofie  cofe  troppo eforbitanti,&  me-  l^uec^e 
fcolando  in  ogniparola  dogliente grauiffimede',  Finmani,&  dimoftrandodi  51  .PaPa  »i>i, 


f  lare  fofpefo;  confumaua  il  difenda  effimere  quale  fufìe  la  fua  deliberatw-  ff ;f  ^ 
bne:al?ò  lajberan^a  fua,  che  b  alla  fine  del  dì  entrò  in  Bologna  Chiappinoci-  '  fc«ue«>io 


L    I     B     R    O 

teìli  confeicento  caualli  leggieri  de  Vinitiani,&  una  [quadra  di  Turchi,  che 
^  scriue  il  <*^W '<* '  fio  Idi  loro:  ilquale partito  la  notte  dalla  Stellata-,  era  nenuto galoppati 
rapatura  àopertuttoil  camino }per  la  fommaprefle^aimpofl agli  dal  Gommatore  Vi 
«?Wo  fo«    nittano.La  mattina  feguente  alloggiò  Ciamonte  con  tutto  l'efferato  al  ponte  4 

^o  r2Hif0hc  he  ^eno  UÌcmo  a  tre  w&ìi*  a  Bologna ,  doue  andarono  fubito  a  Un  t  fegretarij  de 

l'eOcrcìco  '  gli  Oratori  de"  Re  di  Rotnani,  d'Aragona,  &  d'Inghilterra,  &  poco  d:poi  gli 

kiuèua  n°paf  ^wbtfciatori  mede  fimi  :  i  quali  quel  dì ,  &  co??  foro  liberto  Tw  uenuto  da, 

tato  il  pòF&  Carpi,  ritornarono  più  mite  al  Tontefice,  &  a  Ciamonte .   Ma  era  neltimo  > 

wnSlito \  ^  ne^a^tro  toriata  non  mediocremente  la  difyofitione ', perche  Ciamonte,ma 

fui  Fabritio  candogli  per  l'ejperientia  del  giorno  dinan^  lajperan^a  difolleuare  per  me- 

fo0J.°MuaiH  ^°  de*  Bentiu°gti  Hpopolo  Eolognefe ,  &  cominciando  a  fentire  ftrettnga  di 

db  a, ida  ti  a«  ttettouaglie ,  laquale  per  diuentare  continuamente  maggiore ,  diffidaua  della 

Re^di  Voi-  u^oria;&  A  Tontefice  inanimito  perche  il  popolo  [coprendo fi  f attor cuole  al 


a 


partitagli  la  to  altri  Stradiotti  de  VinitianhFabritio  Colonna  con  dugento  caualli  leggie- 
pubUcare!*  r**&  unaparte  degli  huomini  d'arme  Spagnuolr3nonfolo  conofceua  efferc  li- 
ch'egii  reo-  berato  dalpericolo;ma  ritornato  nella  confueta  altererà,  minacciane  di  àf* 
GranCMae-  fatare  ?  nimica fubiio  chefuficro  giunte  tutte  le  genti  Spagnuolc  the  erano  ni 
dio  di  Fran  cineiper  laqual  confici entia a  rijpojè  fempre  quel  giorno  ninno  meto  effirui  di 
Francefile  concordia,  fé  il  He  di  Francia  non  fi  obUgaua  ad  abbandonare  totalmente  la 
da  indi  in-  difefa  di  Ferrara*  Tropofonfì  il  dì  feguente  nnoue  conditioni:  per  lequali  n- 
te  aicuMic  tornarono  a  Ciamonte  i  mede  fimi  lAmbafciatori ,  leqndi  fi  è inurbarono  per 
co  fe  dei  du  uarie  difficultàydi  maniera  che  Ciamonte  di jf  erato  di  poter  e  far  pw,ò  con  l  ar 
difendette-0  tni,b  per  i  trattati  della  pace  frutto  alcuno,  &  effere  difficile  a  dimorare  qui- 
xo  •  iti  diminuendogli  le  uettouaglie ,  &  cominciando  a  e  fere  per  lo  foprauenire 

b  p«   uel  ^e^a  uemata  '  tempi  finìflri ,  ritornò  il  giorno  mcdtfimo  a  Caflel  Franco ,  & 
che  fi  vede  ilgiorno  prof/imo  a  Rubiera,  dimofirando  di  farlo  b  mofìo  dà  prieghi  de  gli  y 
de^Moccni  Oratori,  &  per  dare  al  Tontefice /patio  di  f enfiare  fiopra  le  cofe  propofte,  & 
go,  conuen-  afe  di  intendere  la  mente  del  Re.  iXccufarono  in  queflo  tempo  molti  la  de- 
ancho^a-  Uberatione  di  Ciamonte  di  imprudentia:  l'eftecutione  di  negligentia  ;  comefe 
monte  del  non  hauendo  for^e  fufjìcienti  ad  ejpugnare  Bologna,  conciofia  che  neUefierci- 
«on°  pernii  tofuo  nonfufferopiu  di  tre  mila  fanti;  fuffe  flato  inconfiderato  con  figlio  il  mo 
preghi  ,ma  uerfi per  i  conforti  de 'fuorufeiti  ,c  LE  STFR^ilslZE  de  quali  mi furate  più  € 
«d eii^ora-  c°l  defiderioyche  con  le  ragionurieficono  quafi  fempre  uaniffime;  hauere  douu- 
tore  dei  Re  to  almeno,  fepure  deliberaua  di  tentare  quefta  imprefa  riflorare  co  laprefte^ 
lacuale  %&  l*  deboleTga  delle  for7g;ma  per  contrario  hauere  corrotta  l'opportunità  co 
krauado  dif  la  tardità  :  perche  dopo  l'indugio  del  muouerfi  da  Tefchiera ,  haueua  perduti 
pranedì  n5  inutilmente  tre,  ò  quattro  giorni,  mentre  che  confiderando  la  impotentia  del 

jartiuano 

del  texrcno  del  Papa:  la  confederatone  fra  Inghilterra  &  Francia  fi  farebbe  fciolta. 

«  Le  fpeianze  de'  fuox'tiiciti.fon  mifurate  più  col  defìderio,che  con  la  ragione,&  però  fpeflo  fon  nane;  ilche 
quantunque  di  fopxa  a  e.  2$  8. al  iìncli  tìa  ueduto  non  efler  totalmente  ueio, per  l'eflempìo  d'Alberto  Pie* 
nondimeno  per  lo  più  è  ueriflìmo,comes'ha  da  Plutarco,  da  Liuio,  &  da  gli  altri  per  reiìcn;pio  di  Thcmi- 
itocic  Atcniefc  a  Daxioj  di  Àlcftaudro  Re  d'Epiro  a'  Lucani  ,  &  d'aliti. 


N   ©    N   o.  *m> 

fuo  efferato  ftaua  fofiefo,ò  di  tentare  da  fi  medefimov  di  affettare  le  genti 
del  Duca  di  F  errar  a,&  Ciattiglione  con  le  lamie  Francefi:  poterfi  forfè  que- 
flo  difendere;  ma  come  mai  poter  fi  feufare  che  prefo  Caflel  Franco  nonfifufie 
fubito  accoflato  alle  porte  di  Bologna-,  ne  dato  (patio  di  rejpirare  a  una  Città » 
àoue  non  era  ancora  entrato  alcun  foccorfo,il  popolo  fojpefo ,  &  grandiffima 
(come  accade  nelle  co  fé  fubite)la  confusone,  &  il  terrore,me%o  unico  fé  alca 
no  uè  ne  era,  a  fargli  ottenere,  ò  uittoria,  ò  honefla  compofitione:  ma  farebbe 
perauentura  minore  jpefio  l'autorità  di  quelli  che  riprendono  le  cofe  infelice- 
mente fuccedute^f  e  nel  tempo  mede  fimo  fi  poteffe  fapere  quel  che  farebbe  ac- 
caduto fé  fi  fujfe  proceduto  diuerfament e. Vanito  Ciamonte,  il  Tonte fi ce  infia 
matofopra  modo  centra  il  Re;fi  lamentò  con  tutti  i  Vrincipi  Cbrifliani,  che  il 
He  di  Francia,ufando  ingiuft amente, &  contra  la  ueritàde  fatti  il  titolo ,  & 
il  nome  di  Chrijlianiffimofyre'Tgando  ancora  la  confederatone  con  tante  fo-     A1U  v;,Ja 
lennità  fatta  a  Cambrai;moffo  da  ambinone  di  occupare  Italia ,  da  fete  fiele-  Felonio  ài 
rata  del  j angue  delTontefice  Romano-;  haueua  mandato  lì  efferato  ad  affé-  %^^% 
diario  con  tutto  il  Collegio  de  Cardinali,  &  con  tutti  i  Tre  lati  in  Bologna  :&  tre  miglia 
ritornando  con  animo  molto  maggiore  dpenfieri  della  guerra;  negò  agli  *Am  2\*nl\\l>\ 
bafeiatori,  i  quali  fé guit  andò  i  ragionamenti  cominciati  con  Ciamonte;gli  par  bodke  asec 
lauano  della  concordia ,  uolere  udire  più  co  fa  alcuna,  fé  prima  non  gli  era  da-  ™  npc0^0  aJ> 
ta  Ferrara  :  &  con  tutto  che  per  le  fatiche  fopportate  in  tanto  accidente,  &  ?**  1}  «pa 

/  ,  i>  r  rr         1  *.     i     r      •  r        •_  *  •       \    del  Pò   con 

col  corpo ,  <&  con  L  animo,  fu\\e  molto  aggrauata  la  jua  infermità  ;  comincio  Federigo 
di  nuouo  afoldare  gente, &  aflimolare  i  Vinitiani,cbe  finalmente  haueuano  Contarino. 
gittato  il  ponte  tra  Ficheruolo,  &  la  Stellata,che  mandaffero  fitto  il  Marche  b  Hcbbe  auf 
fé  di  Mantoua ,  parte  delle  loro  genti  a  Modona  a  unir  fi  con  le  fue  ;  &  con  io  il  Mar- 
l'altra  parte  mole flafi  ero  Fenara.  affermando  che  in  pò  ■:  biffimi  dì  acquiftereb  \owpetfn 
he  Reggio  Rubiera,  &  Ferrara .  Tardarono  le  genti  Vinitiane  apafiare  il  tere  delia 
fiume,  per  il  pericolo  nelquale  farebbono  incorfe  ,fe  (come  fi  dubitaua)  fuffe  j^f  Ceiì  eu 
fopr  attenuta  la  morte  del  Tonteficerma  coftretti  finalmente  cedere  alle  fue  uo  no  feorfi  fui 
glie,lafcìate  l'altre  genti  fu  le  riue  di  là  dal  TÒ;  mandarono  uerfo  Modona  cin  ^iVaue^ie. 
quecento  huomini  d arme, mille  feicento  caualli  leggieri,  &  cinquemila  fan-  che  dei  Tuo 
a  xi,mafen%a  il  Marchefi  di  Mantoua lilquale fermato fi a  a  Sermidi ,  afoldare  *ti  m°ona" 
caualli,et  fanti  per  andare,  come  diceua,dipoi  alt 'e fi  er  cito, benché  fifietta  già  ww  a>'  vi 
y a  Vinitiani, lafua tardità; fi conduffe a S. Felice Caftello del Modonefeidoue b  u&èbo , che 
hauuto  auifo  che  i  Francefi  che  erano  in  Verona  erano  entrati  a  predare  nel  *UI°  per  me 
Contado  di  Mantoua,aUegando  la  neceffità  di  difendere  lo  flato  fuo,  fé  ne  tor~  Seditor  c*« 
no  con  licenza  del  Tonte fice  a  Mantoua,ma  con  querela  grane  de*  Vinitìam  :  vc}ìo-  ***  il 
perche  ancora  chaueffepromefìo  di  ritornare preflo,  infiffettiti  della  jua  fé-  no  ferule" , 
de;credeuano  come  fìmilmentefu  creduto  quafi per  tutta  Italia^ che  Cramon-  cn\  fu  cau* 
te  per  dargli  feufa  di  non  andare  altefkrato ,  hauefie  con  fuo  confentimento  voce  foto* 
fatto  correre  ifoldati  Francefi  nel  Mantouanodaquale  fi fpitione  fi  accrebbe  »  CH  '/rr  n~ 
perche,  da  Mantoua  fcriffe  al  'Pontefice  ejfereper  infermità  foprauenutagli  im  ftracorfi  ou 
fedito  apartirfi.  Fu  te  che  furono  intorno  a  Modona  le  genti  del  Tontefieey  M5touano  • 

KK     4         le 


~>  •  U)  I     B  i  il    O 

ìeVìnìtiane,&  le  lande  Spagnuolc,nonfidubitaXhcfefen%a  indugio  fi  fufi 
feromo$e>che  Ciamonte,ilquale  quando  fi  partì  del  Bologne  fé, baueua,pcr  di 
minime  la  Jpefa ,  lice nt iati  i  fanti  Italiani  bar  ebbe  abbandonata  la  città  di 
Heggio, ritenendo  fi  la  Cittadella:ma  prefo  animo  per  la  tardità  delmuoncrfi; 
cominciò  di  nmuo  afoldare  fanti  con  deliberatione  di  attendere  fvlamcnt  e  a 
guardare  Safiuolo,Rubiera,Reggio,&Tar?na.Ma  mentre  che  quello  effera- 
to foggiorna  intorno  a  Modona  incerto  ancora  fé  hauefìe  ad  andare  innanzi , 
a  uolgerfì  a  Ferrara,correndo  alcune  f quadre  di  quelle  della  Chic  fa  uerfo  Reg 
gioirne ffe  in  fuga  da  Francefhperderono  cento  caualli,  &  fu  fatto  prigione  il 
Conte  diMatelica .  Ts^elquale  tempo  effendo ;  /  Buca  di  Ferrara ,  &  con  lui 
Ciattiglione  con  le  genti  Francefi  alloggiati  fui  fiume  del  Tò  tra  lo  Spedateti 
tOi&il  Bondino  oppofito  alle  genti  de'  VinitianUcbe  erano  di  là  dal  TÒ}1 ani- 
mata loro  uokndoper  l'afyreTga  del  tempo,  perefferc  maleproueditta  da  Fi 
netia,  ritirarfi,  afìaltata  da  molte  barebe  di  Ferrara  che  con  l'artiglieria  mef 
fero  in  fondo  otto  legni } fi  condujfe  con  difficultà  a  Caflel  TSJuouo  del  Vo,  nella 
foffa  che  uà  nel  Tartaro,  &  nelt^Adice,  &  dipoi  fi  rifoluè .  Comandò  poi  il  Ton 
tefice  che  l 'esercito  Jlquale  non  ui  effendo  uenuto  il  Marche  fé  di  Mantoua,go 
iicrnaua  Fabritio  Colonna,lafciato  a  guardia  di  Modona  il  Duca  d'i^rhino  an 
daffe  a  dirittura  a  Ferrara.*  dando  a  Capitani  che  unitamente  dannavano  aite 
\  Jh  configlio  .fyeran^a  quafi  certa  che  il  popolo  tumultuerebbe  :ma  d  dì  mede  fi 

ino  che  s'erano  moffi  ritornarono  indietro  per  fuo  comandamento  >non  fi  fapen 
do  quel  ebe  l  hauefìe  indotto  a  sì  fubìta  mutatione:ei  lafciati  i  primi  difegni, 
ju  (Quattro-  andarono  a  campo  alla  Terra  di  Saffuolo,  oue  Qiamonte  batteva  mandati  *  cin  A 
ce  fi*  dK^i  qHeceniofanti  Guafconulaquale  hauendo  battuta  due  giorni  con  giubilo  gran 
Bébo,  ch'e-  de  del  Pontefice *  chefentiua  della  camera  medefima  il  tuono  ddt  artiglierie 
di"  °  di  Taf-  fHe  ^ntomo  a  S  affino  foj  dellaquale  hauea  pochi  giorni  hman%ifentito  con  gra- 
fitalo .         mffimo  difyiacere  il  tuono  di  quelle  de  nimici  intorno  a  Sf  Umberto  ;  gli  det- 
tero Vafialto:  ilquale  conpiccoliffima  difficultà  fuc cedette  felicemente ,  per- 
che  fi  di/ordinarono  i  fanti  che  ui  erano  dentro,  & appi % fentate poi  fubitoVar 
tiglierie  alla  ForteTga .dotte  fi  erano  ritirati ,  &  cominciata  a  batterla  0  s 'ar- 
renderonoquafi  fubito  fenTjdcun  patto  con  la  medefima  infamia ,  &  infidi-* 
obi^rè^i  c**<*  di  Giouanni  daCafale,cW  era  loro-Capitano,  che  haueuafentita  quando  il 
lo  Eberardo  Patentino  occupo  la  Hocca  di  Forlì,  Imomo  di  uiliffima  natione  :  ma  pcruenti 
ScozzcfcJi  t0  a  9t*akke  gradohonorato ,  peuhe  nel  fiore  dell  età  era  flato  grato  a  Lodo- 
cui  tato  'ha  uico Sforma .   Efpugnato  Safìuolo  prefe l'efiercito'Formigine ,  & uolendoil 
r  rral°nci!c  'Pontefice  ebe  andafìero  a  pigliare  Monteccbio  terra  forte,  &  importante- fi- 
gyeac  frt;e  tuata  tra  laftrada  maeflra,&  la  montagna  fu  i  confini  di  Tarma,  &  di  Reg- 
rrancla8  &  &w>&'  c^era  tenuta  dal  Duca  di  F errar a,maparte  del  tenitorio  di  Tarma;  ri 
di  spagna    emò  Fabritio  Colonna  ,  dicendo  efiergli  prohibito  dal  fuo  Re  il  molefiare  le 
diClN^poU°i  giunfdittioni  dell'Imperio.  Ts^on  prouedeua  a  quefli  difordini  Ciamonte,  Uqua 
&  iu  gouet-  le  lafciato  in  Reggio  b  Obignì  con)  oo.lancie ,  &  con  due  mila  fanti  Guafco-  b 

'SSSbiSf U  »ty  fa*0  ti  Capita/M  Molardo  3  s'era  fermato  a  Tarma ,  hauendo  riceuute 

nuoue 


fr  o  «i  ìoj  iti 

huone  commeffioni  dal  Re  di  aflenerfi  dalie  fhefe  :  perche  it  Rcperfeàerand* 
nelpropofito  di  temporeggiar  fi  infino  alla  Vrimauer annoti  faceuaallhora  per, 
le  co  fé  di  qua  da  monti  proucdimento alcuno:  onde  decimando  in  Italia  la  fu* 
riputatione,  &  diuentandone  maggiore  l animo  de  rumici,  il  "Pontefice  rtnpa 
tiente  che  le  fuggenti  non  procede ffero più  oltre ,  né  ammettendo  le  feufe  che 
della fiagione  del  tempo >  &  dell' altre  affienita  gli  faccuanm '  fuoi  Capitani , 
chiamatigli  tutti  a  Bologna ,  propofe,  sandaffe  a  campo  a  Fornirà  ?  approuan 
doilparer  fuo  folamente  gli  ambafeiatori  Vinitianiyoper  non  lo  j degù  are 
contradicendogli,  o perche  i  faldati  loro  ritomafferopiu  uicini  a  fuoi  confini) 
dannandolo  tutti  gli  altri ,  ma  in  natio;  perche  non  confidtaua  puh  ma  coman 
daua  ;  fu  adunque  deliberato  che  fi  andajje  col  campo  a  Ferrara ,  ma  con  ag* 
giunta  che  per  impedire  a  Francefi  il  [occorrerla ,  fi  tentale  in  cafo  non  ap* 
pari  fi  e  molto  difficile  ,  la  Mirandola  :  laqual  terra  infieme  con  la  Concordia 
fignoreggiata  da  figliuoli  del  Conte  Lodouico  Vico  .,  &  da  Francefca  ma- 
dre ,  e  tutrice  loro ,  fi  conferuaua  fatto  la  diuotione  del  He  di  Francia  Segui- 
tando l'autorità  di  Giani acopo  da  Trinici  fuo  padre  naturale  >  per  la  cui  ope- 
ra i  piccoli  figliuoli  n'haiieuano  da  Ce  far  e  ottenuta  la  inueflitura:  haueua  il 
Tontefice  molto  prima  ritenutigli  come  appariua per  un  Brieue  nella- fita  pro- 
tettone :  mafifeufaua  che  le  conditioni  de'  tempi  pr  e  fanti ,  lo  cojhrigneuano 
a  procurare  che  quelle  terre  non  fuffero  tenute  da  per  fané  fojpette  a  fa ,  offe- 
rendo yfa  uolontariamente  gli  erano  concedute ,  di  refiituirle  come  prima  ha- 
uefie  acquiflato  Ferrara .  Fu  dubitato  infinq  dahord ,  laqnale  dubitatane  fi 

4  ampliò  poi  molto  più ,  che  il a  Cardinale  di  Vania  ,fofaetto  già  d'Ixzuere  oc-  «  Accula 
culto  intendimdnto  col  Re  di  Francia ,  fufk  fiato  artificiofamente  autore  di  j^cq°cft0 
queflo  configlio ,  per  interrompere  con  la  imprefa  della  Mirandola  l'andare  a  cardinal  di 
campo  a  Ferrara  :  laqual  città  non  era  allhora  molto  fortificata ,  ne  haueua  ^^e9mèn 
prefidio  molto  grande  >  e  i  faldati  Francefi  ftracchi  col  corpo }  &  con  l  animo  fauo  riffe  a* 
dalle  fatiche,  il  Duca  impotente*  &  il  Re  alieno  dal  fami  maggiori  prone  di-  ^ho  no- 

%    menti .  Ma  mentre  che'l  Tontefice  attendeua  con  tanto  ardore  alla  efpeditio-  tato  poco  di 
ne  della  guerra,  il  Re  di  Francia  intento  più  alle  pratiche,  die  all'arme^ conti-  20sp"fac  *.  ' 
nuaua  di  trattare  al  Vefcouodi  Gurfia  le  cofe  cominciate  :  lequali  dimoftra- 
tefi al principiomolto facili , procedettero  in  maggiore  lunghezza  per  la  tar- 
dità delle  rifyofte  dì  Cefar^y  &  perche  dubitando  del  Re  di  ^Aragona,  ilquale 

Coltra  l'altre  anioni  haueua  dinuouo ,  b  fatto  colóre  che  uerfo  Otranto  fi  fnfie  b  Eran  v«. 

'feoperta  X  armata  de'  Turchi ,  riuocate  nel  Regna  di  T^apoli  le  genti  fue  ,  che  ™ge  .y^ 

erano  a  Verona ,  giudicarono  Ce  fare,  &  il  Re  di  Francia  neceffariadi  accer-  chi  a  otra  a 

e  tarfi  della  mente  fua ,  co  fi  circa  la  continuatone  della  Lega  di  Cambrai,  come  •  ]0^0%mè 
in  quello  che  fi  haueffe  a  fare  col  Tontefice ,  perfeuerando  egli  nella  conginn-  fcàte  fl  mo 
tìone  co'  Vinrtiani ,  &  nella  cupidità  dìacquifiare  immediatamente  alla  Cine  ^Tmó  ™t 

>fa  il  dominio  di  Ferrara:  allequalìdimande  rijpofadopò  jpatiodi  qualche gior  jee ,  cinque 

'  no  il  Re  òatòlico ,  pigliando  in  un  tempo  medefimo  oevafióne  dipurgare  molte  jfó  bregaa 
querele  ,cha  da Cefare%&  dal  Redi  Francia  fi  facemw  diluì, hauer  eson-  tà* 

ceduta  . 


LIBRO 

ctduto  le  trecento  lance  alTontefice,  per  l'obligatione  della  ìnueflitura,&  ad 
effetto  (blamente  di  difendere  lo  flato  della  Chiefa ,  &  ricuperare  le  co  fé ,  che 
erano  antico  feudo  di  quella  :  hauere  riuocato  le  genti  d'arme  da  Verona.per^ 
che  erapaffato  il  termine yperloquale  Ihaueuapromeffe  aCefare,&  nondime 
no  che  non  l'barebbe  riuocatefe  non  fuffe  flato  il  foretto  de  Turchi;  efferfi  in- 
terpoflo  l' Oratore  fuo  a  Bologna  con  Ciamonte  infieme  cogli  altri  Oratori  al- 
l'accordo, non  per  dare  tempo  a  foccorfi  del  Tontefice  ;  ma  per  rimuouere  tan 
to  incendio  della  Chriflianità,fapendomaffimamente  effere  al  Re  moleftiffi- 
ma  la  guerra  con  la  Chiefa:  effere  flato  fempre  nel  mede  fimo  propofito  di  adem 
pire  quel  che  era  flato  promeffo  a  Cambrai ,  &  uolerlo  fare  infuturo  molto 
più,  aiutando  Ce  far  e  con  cinquecento  lance ,  &  due  mila  fanti  contra  i  Fini- 
tiani:  non  effere  già  fua  intétione  di  legar  fi  a  nuoue  obligationi  né  riflrigncrfi 
a  capitulationi  nuoue,  perche  non  ne  uedeua  alcuna  urgente  cagione,  &  per- 
che  de  fiderò fo  di  conferuarfi  libero  per  poter  fare  la  guerra  contra  gli  infedeli 
d'africa  ;  non  uoleuaaccr  e  ferrei  pericoli  7  &  gli  affanni  della  Chriflianità , 
che  hauea  bi fogno  di  ripofo:  piacergli  il  concilio,  &  la  riformatone  della  Chic 
fa ,  quando  fuffe  uniuerfale,  &  che  i  tempi  non  repugnaffero,  &  di  queflafua 
di fpo fittone  niuno  effere  migliore  teflimonio  del  Re  di  Francia  ,per  quello  che 
infieme  ne  haueuano  ragionato  a  Sauom  •  ma  i  tempi  effere  molto  contrari  ; 
•  DKcorre    perche  I L  Fondamento  de  concili]  era  la  pace,  &  la  concordia  tra  i  Chriflia- 
go  lopra  ai-  Uh  non  potendo fi  fen%a  ìl  unione  delle  uolontà  conuenire  co  fa  alcuna  in  bene  fi   , 
tri  tratti  fat  C[Q  commune,  né  effere  degno  di  laude  cominciare  il  concilio  in  tempo ,  &  in 
prfnTcon  maniera  che  pareffe  cominciar  fi  più  per  ifdegno,  &pcr  uendetta ,  che  per  ^e- 
c!lio  ^fos  lo ,  o  dell' honore  di  iddio,  o  dello  flato  falutifero  della  Republica  Chriftiana  : 
Trancia  co-  dice.ua,  oltra  queflo  feparat amente  agli  Oratori  di  C  efare  .parergli  graue  ai/i- 
tra  il  Papa  :  taYi0  a  conferuare  le  terre,  perche  dipoiper  danari  le  concede  (Te  al  Re  di  Fran 

di  che  turo       ■      r        r         i       n      rr        r         ,-       r  -        r       i  n         n    n 

jìo  amton  i  eia,  lignificando  efprefjamente  di  Verona .  tnteja  adunque  per  quefta  rijpcjta 
Cardinali  [a  intentione  del  Re  Catolico,  non  tardarono  più  Gurgenfis  da  unaparte  inno 
«Hpoi  che  in  me  di  Cefare,  él  Re  di  Francia  dall'altra  di  fare  *  nuoua  corife deratione ,  rifer  a 
Lone  fl,r5  bataf acuità  al  Tapadi  entrami  fra  due  mefi  prof/imi,  &  al  Re  Catolico,  & 
ghi  paniti  al  Re  d  Fngheriafra  quattro  :  obligoffi  il  Re  di  pagare  a  Cefare  (  fondamento 
c°nua.  l*  .Pa,  necefiario  alle  conu'ntioni  chefifaceuano  con  lui  )  parte  di  prefente ,  parte  in 
fi  i  ni;  cioè  tempi,  cento  mila  ducati ,  Tromeffe  Cefare  di  paffare  alla  primavera  in  Italia 
di  ^^5 x*  con  tre  mila  caualli  ,  &  dieci  mila  fanti  contra  i  Vinitiani ,  nelquale  cafo  >  // 
l  na  e- pio ,  Re  [ufi  e  obligato  a  ff  effe  proprie  mandargli  mille  dngento  lance ,  &  otto  mila 
fo*à&'vtoc  fanth  con  prouedimento  fuff  dente  d 'artiglierie,  &  per  mare  due  galee  fotti- 
tia.'a  Ccinrc  li,  &  quattro  baftarde  :  offeruaffero  la  Lega  fatta  a  Cambrai ,  &  ricercale™ 
«ì^Ti'ftìu  in  nome  commune  alt  offeruanTg  del  medefimo  il  Tontefice ,  &  il  Re  Catoli- 
)\  ,  «t  Pado-  co  :  &fe  il  Vonteficefaceffe  diffuultà  per  le  cofe  di  Ferrara ,  fuffe  ri  Re  tenu- 
Frada^Luc  t0  afl^re  contento  a  quello,  che  fuffe  confentaneo  alla  ragione  :  ma  in  cafo  dine 
ca ,  «Siena ,  gaffe  la  rìchiefla  loro  ,fi  prò feguifie  il  Concilio  :  per  lo  quale  Cefare  doueffe  con- 
Mantouaf  gr egare  i  Vr  elati  di  Germania ,  come  haueua  il  Re  di  Francia  fatto  de  Trc- 

lati 


lati  fuoi,  per  proceder  e  piti  innanzi,  fecondo  che  fuffe  poi  deliberato  da  loro.  cordÌ3  fu4Ì, 
Tublicate  le  conucntioni  Gvrgenfis  molto  honorato ,  &  ricevuti  grandìfiìmi  t?1f^a^"ì 
<fa«/ /ew ritornò alfuo Trìncipe>& il  Re colquale nuovamente i cinque Car  £«3 C5  l'ai 


^ 


<//W/  che  procur  anano  il  Concilio  haueuano  convenuto,  che  ne  egli  ferrea  con  ^«^  la 
fenfo  loro,  nò  efjifenra  confenfofuo  concorderebbono  col  Tontefice,  dimoflran  fu  dato  i|af: 
dofi  con  le  parole  molto  acceco  afa ffzre  perfondmente  in  Italia  con  tale  pò-  '^.^fu 
tenti  a,  che  per  molto  tempo  àfiicurafìe  le  coftfue  ,  le  quali ,  perche  prima  non  ditela  da  ot 
cade  fiero  in  maggiore  declinatone ,  commefie  a  Ciamonte ,  c/?e  wo»  &J?  w)(fe  ^JJJ^jjJ 
pf r/Ve  :7  Z>«fó  di  Ferrara  :  ilquale  aggiunfe  ottocento  fanti  Tedefchi  alle  da-  di  molti . 
gerito  lance  che  prima  ui  erano  con  Ciattiglione.  Dall' altra  parte  l'efferato  del  ^™  Yàr 
Tontcfi ce,  fai  che  furono  fatte ,  benché  lentamente ,  leprouifioni  neceffarie ,  faito  eoa 
lafciato  alla  guardia  di  Modona  Marc  Antonio  Colonna  con  cento  huomini  ^l^"" 
d'arme.,  quattrocento  cavalli  leggieri  ,  &  due  mila  cinquecento  fanti  ;  andò  a  fa  u  dm 
campo  *  alla  Concordia,  laqualeprefa  perfora  il  mede  fimo  giorno  che  ui  fu-  ^^"^ 
tono  piantate  l'artiglierie,  &  poi  ottenuta  a  patti  la  fortezza ,  fi  accoflò  alla  doui  il  c* 

•  Mirandola .  ^pproffimauafi  già  la  fine  del  me  fé  di  Decembre2  &  per  forte  Jjf"°r  Fp'e°r"  • 
laflagìonc  di  quello  anno  era  anco  molto  più  afpra:che  ordinariamente  nofuo-  vinith  ni , 
le  efiere  :  ilpcrche ,  &  per  efiere  la  terra  forte,  &  perche  fi  credeua,  che  i  Fra  £  chu  J|£ 
cefi  non  doueffero  lanciare  perdere  un  luogo  tanto  opportuno ,  i  Capitani  prin  -  no  vitelli 
cipalmente  diffidavano  di  ottenerla,  &  nondimeno  tanto  certamente  fpro-  gVouìo  !b3J 
mettem  il  Tontefice  la  vittoria  di  tutta  la  guerra  >  che  mandando ,  per  la  di-  bo,&  Mocc 
fioràia,  che  era  trai  Duca  d orbino?  &  il  Cardinale  di  Tania ,  Legato  nuovo  D  £°r'a  a  d;fe 
nell'esercito  il  Cardinale  diSinigaglia;gli  commefie  in  prefenxa  di  molti,  fa  djl,a  mì- 
chefopra  tutto  procurale, quando  l'efferato  entraua  in  Ferrara-fi  confervafie  mogli/  che 

*  qvanto  fi  poteva  avella  città .  Cominciarono  a  tirare  contro  alla  b  Mirandola  *"u  <Jel  ,cól« 
l'artiglierie  il  quarto  giorno ,poi  che  l'efferato  fi  fu  accoftato  :  ma  patendo  mol  moxto  ot[9 
ti  finifiri,  &  incommodità  de  tempi,  &  delle  vettovaglie ,  lequali  venivano  nefi  ^uat  j , 
al  campo  fcarfamente  del  Modonefe  :  perche  e  fendo  fiate  mefie  in  Gvafialla  figliuola  di 
cinquanta  lance  de'  Fr  ance  fi,  altrettante  in  Coreggio,  &  hi  Carpi  dugento  cin  Gio.iaco?o 
quanta*  &  havendo  rottoper  tutto  ipontì,  &  occvpati  ipaffi,  donde  poteva-  co  rei  a  no 
no  venire  del  Mantovano,  facevano  imponibile  il  condurle  per  altra  via  :  ma  uau*  jj.^. 
s'allargò  prefiament e  alquanto  qvefia  firettezj^a ,  perche  avelli  che  erano  in  do  Triuui- 
Carpi  efiendo  pervenuto  falfo  romore,  che  l'efiercito  nimico  andava  per  affai-  jj£  f^°  ^'g 
targli  paventati,  perche  non  u  haueuano  artiglierie  ,fe  ne  partirono.  Hebbe  co  5  o  lace , 
nella  fine  di  quefio  anno  qualche  infamia  la  per  fona  del  Tontefice ,  come  fé  j^j^  h£ 
fvffe  fiato  confido ,  &  fautore  che  per  meig  del  Cardinale  de  Medici,  fitrat  b  uon  a  eco  r- 
taffe  con  Marc  .Antonio  Colonna ,  &  alcuni giouani  Fiorentini,  chefvfie  am-  £0  tfk«  con 
mainato  in  Firenze  Tiero  Sederini  Gonfaloniere,  per  opera  delquale  fi  dice-  70  huomi  ni 
uà  i  Fiorentini  feguitare  le  parti  Fr  ance  fi  :  perche  hauendo  il  Tontefice  procu  J"  "o».°fa  » 
rato  con  molte  per fuafioni  di  congiugner  fi  quella  Republica*  non  gli  era  mai  pò  ti-  &  quefto 
tutofuccedere  t  an%i  non  molto  prima  haueuano  a  richiefta  del  Re  di  Francia  co^ppre^o 
difdetta  latriegua  a*  Sanefi  conmolefiia  grandijjima  del  Tontefice ,  benché  dice  co  400. 

1         rr        fanti    foie* 

hauefiero  fticrÌA 


I   1    B    R    O 

haue fiero  ricufatononmuouere  l'arme  fé  non  dopo -afeimefi  detta  difdetta^  ed 
me  il  Rtdefderaua  per  mettere  in  foretto  il  popolo.;  &  oltra  quejlo  haueua-  . 
no  mandate  al  Re  dugento  huomini  d'arme  ,  perche  fleffcro  a  guardia  del  Du- 
cato di  Milano  :  co [fa  dimandata  dal  Reperuirtù  della  loro  confederatone  , 
non.tantofer  l'importanza  di  tale  aiuto  ,  quanto  perde fiderio  d'Inimicargli  >■ 
M*  ».  xi.  c  0i  T>mtefi^c  .Finì  in  quefto  flato  delle  xofe  l'^Anno  mille  cinquecento  dieci . 
Ma  il  principio  dell'anno  nuouo  ,fece  molto  memorabile  unacofa  ina  frettata, . 
&  inalidii  a  per  tutti  if ecoli  :  perche  parendo  al  Vontefceche  l' oppugnatane  ' 
u  *?  '  zt  ^yI  d^  Mirandola  procede  ffè  lentamente ',  &.&  attribuendoparte  alla  imperitia  ,.a 
j>a  'cruiio    parte  alla  perfidia  de  Capitani,&  jpecialmente  del  nipote,  quel  cheprocede-  * 
«bi  camello       mainormenteda  molte  diffìcultà  ;  deliberò  di  accelerare  le  co  fé  con  la  pre 

in  tuora  cut  o£  •».  ^    v      i         i   ir  •»•!•• 

ti  gii  ai  tri    fentia  fua ,  anteponendo  l  impeto  >  &  l  ardore  dell  animo  a  tutti  gli  altri  ri- 
*m*ìu  di  §ettl  •' nt  1°  ritenendo  il  considerare  quanto  fuff e. indegno  della  Maeflà  di  tan 
lui  fóto  la  te  to  vraio  yche  il  Pontefice  Romano andaffe  inperfona  negli  efferati  contra  le  . 
mVfoìnmai  texrs  de  Chrìfùanmi  quanto fuffepericolofoMfprex^Lndo  la  fama.el  giudi- 
i^étc  ludo .  do-,  che  appreso  a  tutto  il  mondo  fi  farebbe  di  lui,  dare  apparente  colore,  & . 
qnafigiuftificatione  a  coloro  >  che  fitto  titolo  principalmente  di  effereperni- 
ciofo  alla  Cine  fa  il  reggimento fuo,  &  fcandolofh  &  mcorrizibili  ifuoi  difet- 
ti ->  procuravano  di  conuocare  il  Concilio  ,  &  fujiltare  i  "Principi  lontra  \,UÌ: 
Rifonauano  quefte  parole  per  tutta  la  corte,  ciafcuno  fi  marauigliaua,  ciafcu-r 
no  grandemente  biafmana,nè  meno  che  gli  altri  gli  ambafciatori  de'  Vinitia- 
ni  :  fupplicauanlo  i  Cardinali  con  fomma  inftantiache  non  andaffe:  ma  uovi 
b  Auìcinof  eyano  iprieghi  di  tutti,  nane  leperfuafioni . b  Tartì  il  fecondo  dì  di  Gennaio  b 
u  M^Tndo  da  Bologna  accompagnato  da  tre  Cardinali ,  &  giunto  nel  campo ,  alloggio  in 
h .  coti  pe  r  una  cafetta  d'un  uillano ,  fottopofla  a'  colpi  dell'artiglierie  de  nimici;  perche  1 
"ficco  non  era  più  lontana  dalle  mura  della  Mirandola  che  tiri  in  due  mite  una  baie 


tJonea 


fé  fuc.comc  flra  commune  :  quiui  affaticando  fi  ,&  effe) 'citando non  meno  il  corpo,  che  la 
re,  approS^  mente ,  &'Che  lo  Imperio,  caualcaua  quafi  continuamente  bora  qua*  bora  lì, 
mkndoiì  aj  ^  tf  campo  ,  foHecitando  che  fi  deffe  perfezione  al  piantare  dell  artiglierie  , 
ordinai'  i\  delleqmli  infmo  a  quel  giorno  era  piantata  la  minor  parte ,  effendù impedite 


/'errarvria 

te 

ti» 


awxfi  tutte  top  ere  militari  da  tempi  afbriffimi,  &  dalla  neuequafi  continua  t 

tei  del  Du-     l     J        ,        '•■*,     ,K..  in        x       .  i  n  •  re        rr 

ca ,  a  ragio-  &  perche  niuna  diligenna  baftaiia  a  ritenere  che  i  guajlatori  non  fi  fuggijjer 
"amento  fé        effendo  oltr a  l'acerbità  del  tempo  molto  offe  fi  dall artiglierie  di  quelli  di 

cojaccoche  JJ  ,    ■_      :  _,    .     „    r      ,  .        ,  i  f         ,.         °  ^.-'         ,, 

cSi  i  confot  dentro  ;  pero  effendo  necefjario  fare,  ne  luoghi  doue  s  baueuano  apiatare  l  at 
tafie  il  fra    tjrfjrfjg per  ftCurtà  di  coloro  che  ui  s  adoperauano ,  nuoui  ripari ,  &fare  ut- 

teilo  a  por      à>  r      J  n         ..,_  A  /  ri        r  r  j 

fine  alia     nire  al  campo  nuoui guaftatori,  il  Tontepce  mentre  che  quejte  cojejiprouede- 

•^""èiiere  uano>  an^°  Pcr  non  patire  in  quefto  tempo  delle  incomodità  dell' efi eretto ,  alla, 

;a  tiretto  a  ?a  Concordia  :  ìu  Iquale  luogo  uenne  a  lui  per  corurmeffione  di  Ciamonte  ^Alberto 

Ini  finisco  Tio ,  proponendo  uanj partitici  compofitione  ,i  quali ,  benché  più  uolte  an- 

me  fcìiùe  il  dafie  dalluno  alt  altro  furonotcntati  uanamente,  oper  la  foli  ta  dureTgafua* 

■  kbTiu  °Cl  o perche  ^IbertOy  dèlqualefempre  ere f celiano  i fifbetti,  non  negocìape  con  la 

fmecrità  conueniente.  Stette. alla  Concordia  pochi  giorni  riconducendolo  dfef- 

fi'YCUQ 


finitola  mèdefima  ìmpdtìentìa ,  &  ardore  ;  ilquale  non  raffreddò  punto  net- 
camino  la  neue  groffifjìma,  che  tuttauia  cadeua  dal  Cielo,ne  i  freddi  così  fini- 
furati  che  a  pena  i  faldati poteuano  tollerargli  :  &  alloggiato  in  una  Chie fet- 
ta propinqua  alle  fue  artiglierie,  &piu  uicina  alle  mura ,  che  non  era  ^allog- 
giamento primo,  negli  fati  sfacendo  co  fa  alcuna  di  quelle  che  fi :  erano  fatte  :  et 
che  fifaceuano  ;  con  impetuefiffime  parole  fi  lamentaua  di  tutti  i  Capitari , 
eccetto  che  di  Marcantonio  Colonna ,  ilquale  di  nuouo  haueiia  fatto  venire 
da  Modena  ;  ne  procedendo  con  minore  impeto  per  l' efferato- hora  quefìi  sgi4- 
dando*>kora  quelli  altri  confirtando,&  facendo  con  le parole,  &  co  i  fatti  l 'uf- 
ficio del  Capitano .  prometteua  che  fi  i  faldati  procedeuano  uinlmentc)  che  no 
accetterebbe  la  Mirandola  con  alcuno  patto  :  ma  lafcierehhe  in  poteftà  loro  il  j 
faccheggiarla  :  &  era  certamente  co  fa  notabile  y  &  a  gli  occhi  degli  hueminì 
,  molto  nuona,  che  il  Re  di  Francia  'principe  ficolare ,  di  età  ancora  fiefea ,  & 
allhora  d'affai  profila  difiofitione  ?  nutrito  dalla  giouaneTga  nell'arme ,  al 
prefinte  npo fondo  fi  nelle  camere  amminifirafk per  Capitani  una  guerra  fatta 
principalmente  contea  lui  ;  &  dall'altra  parte  uedemebe  il  fommo  "Pontefice 
uicario  di  Chriflo  in  terra,  uè  echio,  &  infermo ,  &  nutrito  nelle  commodi t a  ,  - 
CUT  ne 'piaceri,  fi  fuffe  condotto  in  perfona  a  una  guerra  fufeitata  da  lui  centra 
i  Chnfiiani  a  campo  a  una  terra  ignobile:  doue  fittoponendofi  come  Capitano 
ciiffierciti  alle  fatiche  ì&  d^pericoli^non  nteneua  di  Pontefice  altro  che  l'habi 
to,  &  il  nóme .  Procedevano  per  la  follecitudine  e  frema,  per  le  querele,  per 
lepromeffe,  per  le  minacele  fue  le  co  fi  con  maggiore  celerità ,  che  altrimenti 
non  harebbono  fatto  :  &  nondimeno  ripugnando  molte  difficultà^procedeua- 
no  lentamente  per  il  piccolo  numero  de  'gmftatori .  perche  nell 'efferato  non 
erano  molte  artiglierie  ;  né  quelle  de'  Vìnìtiani  molto  groffe  :  &  perche  per 
l'humidità  deltempo  lepòlueri  faceuano  con  fatica  l'ufficio  confueto  .  ìyifen- 
édeuan fi  arditamente  quelli  di  dentro ,  a  quali  era  propofto*  ^Alefìandro  da  a  AJ.efsadro 
Trinilo  con  quattrocento fanti  foreflieri,foflenendo  con  maggiore  uirtù  i  pe-  1^1  ende 
ricoliper  lafieran%adelfoccorfipromeffo da  Ciamonte:  ilquale  hauendo  ha-  uà  ta  Mir*n 
uuto  comandamento  dal  Re  dì  non  lafiiare  occupare  al  Vontefice  quella  ter-  pfL^lZ 
ra,  haueua  chiamati  a  fi  i  fanti  Spagnuoli  che  erano  in  Verona,  et  raccoglien  Ho  era  nipo 
do  da  ogmparte  le  genti  fue, ■&  foldando  continuamente  fanti,  &  il  medeft-  *opo  Triuuì 
mo  facendo  fare  al  Duca  di  Ferrara,  prometteua  d'affiliare  innanzi  chepaf-  «©,&  cupn 
fiafìe  il  iodi  di  Cenalo ,  il  campo  nimico .  Ma  molte  cofe  faceuano  diffìcili,  "xomeffà 
&  pericolo  fi  queflo  con  figlio  :  laflreite%^a  del  tempo  brieue  a  raccorrere  tati  dcib  M  »ran 
tiprouedimenti  :  lofiatio  dato  a  nimici  di  fortificare  l'alloggiamento  Ha  fa-  varietàch'è 
tica  dì  condurre  nella  fiagione  tanto  fredda  petuiepeffime^  per  le  nevi  mag  ,ie  sH  fcrit 
gìorhche molti anni fufferoflate,l  artiglierie, le  munitionh & leuettouaglìe :  mero  deSt 
&  aumentò  le  difficultà  colui,  che  doveva,  ricompenfando  con  laprefk^a  il  g £JJ  »  ch'éì 
tempo  perduto,diminuirle:  perche  Ciamonte  corfe  finitamente  fu  cavalli  del-  tro^dfmc 
/  e  pófte^  a  Milano  affermando  andarvi  per  prouedere  piufillecitamente  dana-  ftata  fdett* 
ri>&  l  altre  cofi che  bifognaHano;maeJfendofidwulgato,&  creduto  hauerlo  e°c°  °2*  ' 

indotta  -- 


LIBRO 

«  nu  tirata  indotto  aqueflo  fautore  di  una  gentildonna  Milane  fé .  Raffreddò  molto  Tan~ 
«jsiefta  palla  datafita,  con  tutto  cbepreflo  ritornale  >  gli  animi  de  foldati  >  &  le  Jperan^e 
i  infecondo  di  quelli  che  difendeuano  la  Mirandola  :  onde  non  oscuramente  molti  diceua~ 
il  gìouìo  ,  no  nuocere  forfè  non  meno  che  la  negligentia>o  la  uiltà  di  Ciamontejodiofuo 
ic  nei  padi"  lontra  Gianiacopo  da  Triul^y  &  che  perciò  preponendo  (  come fyeffo fi fa)  la 
giion  dei  Pa  pajfione  propria  alla  utilità  del  Re  ;  glifnffe  grato  che  i  nipoti  fu  fiero  priuati 
l teduto.che  di  quello  flato .  Dall'altra  parte  il  Pontefice  non  perdonarla  a  ce  fa  alcuna  per 
folle  Hata  ti  0^enere  [a  uittoria,aceefo  in  maggiore  furor  e,perche  da  un  colpo  di  cannone  *  a, 
&  nò  fa  egli  tirato  da  quelli  di  dentro  erano  flati  ammainati  nella  cucina  fua  due  buomi- 
mentione  ^ .  per  loquale  pericolo  partitofi  di  quello  alloggiamento  ■>  &  dipoi  perche  non 
àc'  due  huo  poteua  temperare  fé  mede  fimo  il  dì  feguéte  ritornatou'ueraflato  coflretto  per 
So"'  tradì  nuoui  pericoli  ridar  fi  neU  alloggiamento  del  Cardinale  Regino  :  doue  quelli  di 
ueiiaiiog-  dentro fapendo perauentura egli efferuifi  trasferito ,  indir'vzgauano una  arti- 
cannai*61  ^kriagrofianon  fen?^  pericolo  della  fuauita  .Finalmente  gli  huomini  della 
jrve^iao,       terra,  perduta  interamente  lafl>eran%a  d 'e fiere foccorfh &  bàttendo  Cartiglie 

rie  fatto  progreffo  grande offendo  oltra  quefto  co  fi  profondamente  b  l'acque  de*  b 
incòmodo   fojji  congelate  che  fcfleneuano  i  foldati  >  temendo  di  non  potere  refiflere  alla 
dell'acque  m  prima  battaglia,  che  fi  ordina.ua  di  dare  fra  due  giorni ,  mandarono  in  c  quel  3 
inente  con-  mede  fimo  giorno  >nelquale  Ciamonte  baueua  promeffo  di accoflarfi^mbafeia 
-FfcvC  '  :o'CC  torl  $  Pontefice  per  arrender  fi,  con  patto  chefuffero  fatue  le  perfine  ,  &  le 
che  non  e(-  robbe  di  tutti  :  ilquale  benché  da  principio  rif^ondeffe  non  uolere  obligarfi  a 
fen  deduto  °  falHare  la  u^a  de  foldati  ;  pure  alla  fine  uinto  daprieghi  di  tutti  i  fimi  $  gli 
prima  da    accettò  con  le  conditionipropofle,  eccettuato ,  che  lAkff andrò  da  Triulxi  con 
TriSof  alcuni  capitani  di  fanti  rimane  fi  ero  prigioni fuoi,  &  che  la  terra ,  per  ricom- 
pi rnoftrò ,  pmfarfi  dal  fiacco  flato  promeffo  a '  foldati,  paga/fe  d  certa  quantità  di  danari  ;  d 
to'  Tecèffc-  &  nondimeno  parendo  loro  effergli  debito  quel  ch'era  flato  promeffo ,  non  fu 
iio  l'anen  piccola  fatica  al  "Pontefice  rimediare  non  lafaccheggiaffero  :  ilquale  fattofi  ti 
dcr^'  rare  fu  le  mura-cerche  le  porte  erano  atterrate ,  difeefe  da  quelle  nella  terra  • 

<  cioè  a  ao  ^Arrende/fi  infieme  la  rocca)  datafacultà  alla  Conteffa  dipartir  ferie  con  tutte 
dì  Gennaio  ^  Yobbe  fitte .  Refiituì  il  Pontefice  la  Mirandola  al e  Conte  Giouanfi  ance  fico  ,  e 
fetiuòno  il  &  gli  cedette  le  ragioni  de' figliuoli  del  Conte  Lodouico,come  acquiflate  da  fé 
Buona°c5cor-  congucrra  giufla  >  riceuutada  lui  obligatione ,  &perficurtà  dell offeruan%a 

delle 

lenito* 

fa"  Mirando  iFrancefi  non  l'occupajferO)  cinquecento  fanti  Spagnuoli  >  e  trecento  Italiani . 

laàucriueUC  Dalla  Mirandola  andò  a  Sermidincl  Mantouano ,  Caftello  poflofu  lariua  del 


coni:tioni    tamente  rifbofto  ad  ^Alberto  Pio,  non  uolere  più  porgere  t  orecchio  a  ragiona* 

prooofttjil  J£  /. 

Giouio  dice,  che  Marc' Antonio  Colonna  chiarnatoa  parlamento  hebbe  la  città  dagli  aflediati  con  (perai* 

cero  della  clementia ,  con  faluamento  delle  perfone  . 

(      óTanra  libre  d'oro  dice  il  Bembo .. 

g  :  cxcìocJìc  il  padre  lafciata  gliel'hauejw  ig  teiiamento  .  Bembo 

mento 


NONO,  itjr 

mento  alcuno  dì  concordia,  fé  innanzi  che  fi  tràtt afiero  F  altre  condii  ioni  della  : 
face  ;  non  gli  era  confettata  Ferrara .  Ma  per  nuoua  deliberatone  de*  Fran- 
te fi  cariarono  ifuoi  penfieri  :  perche  il  Re  confiderando  quanto  per  la  perdita, 
della  Mirandola  fu  fé  diminuita  la  riputatane  delle  cofe  fue,  &  difperando 
che  l'animo  del  Tapa  fi  potè  fi  e  più  ridurre  fpontaneamente  à  quieti  configli  ; 
comando  aCiamonte  che  non  folamente  attende  fi  e  a  difendere  Ferrara,  ma 
che  oltr a  quefio  non  fi  afleneffe •,  prefeniando-fegli  occafione  opportuna ,  da  of- 
fendere lo  (lato  della  Chic  fi  :  onde  raccogliendo  Ciamonteda  ogni  parte  le  gcn 
a  ti,  il  Tonteficeper  configlio  de  Capitani  fi  ritirò  a  a  Bologna:  doue fiato  pochi  a  in  Bolo- 
dìyOper  timore ,  o  per  folle  citar  e ,  fecondo  diceria,  di  luogopiu  fucino  l'oppu-  gj3'.*^ 
gnatione  della  Baftia  del  Geniuolo,  contra  laquale  difegnaua  mandare  alcuni  la  vecchu- 
foldati,  chaueua  in  Romagna  ;  uenne  a  Lugo  ;  &fe  ne  andò  finalmente  a  Ha-  jjJfJH  ^r.'t 
uenna,  non  gli  parendo  forfè  sì  piccola  efpeditione,  degna  della  prefentia  fua .  in  quella 
granfi  le  genti  Vinitiane ,  non  comportando  la  propinquità  de'  nimici  affalta-  gjon^/Vl 
te  Ferrara,  fermate  al  Bondino,  e  tra  Cento,  &  il  Finale  l'Ecclefiafiiche ,  &  pa  fu  (opra- 
te Spagnuole  :  lequali  con  tutto  che  fuffe  paffato  il  termine  de  tre  mefufifra-  UK*0^!!, 
fedeuano  a prieghi  delTontefice .  Da  altra  parte  Ciamonte  raccolto  Teffir ci-  certi  iuoì 
to  fuperiorc  d  nimici  di  fanti  ,fuperiore  ancora  per  la  uirtu  degli  huomini  da  ^  \  aau" 
cauallo,  ma  inferiore  di  numero ,  confultaua  quello  fuffe  da  fa-re  :  Vroponetta- 
no  i  Capitani  Fr  ance  fi  che  congiunte  alt  efferato  le  genti  del  Buca  di  Ferrara, 
fi  and  afe  a  trouare  inimici  :  i  quali  benché  fufi ero  alloggiati  in  luoghi  forti,  fi 
doueua  ff>erare  con  la  uirtu  dell'armi,  &  con  l'impeto  dell'artiglierie  hauergli 
facilmente  a  cofirignere  a  ritirar  fi  :  &fucceduto  queflo  non  folamente  rima-  b  Co£  $fo 
neua  Ferrara  liberata  da  ogni  pericolo  ;  ma  fi  ricuperaua  interamente  la  rifu  \  **Jff  f  *p 
tat ione  perduta  infimo  a  quel  dì  :  allegauafi  per  la  medefima  opinione  che  nel  fendo  i  prà- 
paffare  con  lefiercito  per  il  Mantouano ,  fi  rimouerebbono  le  feufe  del  Mar-  S^uoia^c 
che  fé ,  &  gli  impedimenti  •>  da'  quali  affermaua  efiere  flato  ritenuto  a  non  pi-  campati  co - 
gliare  l'arme,  come  feudatario  di  Ce  fare,  &  fiottato  del  He  :  &  che  ladichia-  grnauf  j  j.^uò 
ratione  fua  era  molto  utile  alla  ficurtà  di  F errar ay  &  molto  nociua  in  quefla  d'Allegri,  e 
guerra  a  nimici,  perdendone  commodità  nonpiccole  gli  efierciti  de'  Vinitianì  $  $£{&%& 
diuettouaglie ,  diponti,  &  di  paffidi  fiumi,  &  perche  il  Marchefe  inconti-  figiiauano , 
nente  riuocherebbe  i  faldati  che  haueua  nel  campo  della  Chiefa.  Ma  incontra-  fc  iuifufìl 
rio  configliaua  il  Triul%io,  ilquale  ne  dì  mede  fimi  che  la  Mirandola  fi  perdei  tasgio  d'af- 
'  te,  era  ritornato  di  Francia  jlimoftrando  eficre  pericolofo  il  cercare  di  ^afial-  mki  nei  ™* 
tare  nella  fortezza  de  fuoi  alloggiamenti  l'efier cito  de 'nimici  ,perniciofa  il  fi»- /"©g- 
fottometterfi  aneceffìtà  di  procedere  dì  per  dì  fecondo  ìproceffiloro  :  Tiu  ufi-  neUibrs  .*a 
le,  &piu  ficuro  efiere  il  uoltarfi  uerfo  Moiona ,  o  uerfo  Bologna  :  perche  fé  i  tt£*2;  fac* 
nimici ,  temendo  di  non  perdere  qualcuna  di  quelle  città ,  fi  mouefìero  ;fì  con-  che  ne'  fat'. 
feguiterebbe  il  fine,che  fi  cercaua  di  liberare  Ferrara  dallamerra  :non  (i  mo  ti  ?'?.rme  s,5 

t    r  r    -i  n  n  vi  -i  ,       r»         ,       ,  migliori    le 

uendo  fi poteua  facilmente  acqui/tare ,  o  l  unayQ  l altra  :  ilche  fuccedendo ,  conditioni 

maggior  neceffità  gli  tirerebbe  a  difendere  k  cofe 'proprie  :  &  forfè  etiufeendo  S^jKj 

éfitoslfortejharehbeoccafiQne  di  ottenere  qualche  preclara uittorin.Que-  chiassa*. 


LIBRO 

^fla  era  lafententia  delTriul%io  :  nondimeno  per  la  inclinatale  di  Cìamonte, 
&  degli  altri  Capitani  Fr ance  fi  a  detrarre  alla  [uà  autorità;  fu  approuato  l'ai 
tro  con  figlio, affaticando  fene  altra  quefìo  fommamentc  jilfonfo  da  Ejti  ,  per- 
cbefperaua,  che  i  nimicifarebbono  necefjitati  a  difcoflarfi  dal  fuo  flato,ilqua 
le  afflitto,  &  confumato  diceuaeffere  impoffibUe,che  fofleneffe  più  lungamen 
tesi grauepefo  -.perche temeua,cbefc i Francefi s  alloìitanauano , non entr af- 
ferò lo  genti  nimichenel  Tolefine  di  Ferrara  :  onde  la  infermità  di  quella  cit 
tà>priuata  di  tutto  lofl>irito,chegli  rimaneua,irrimediabilméte  s'aggrauaua. 
lAndò  adunque  l'efferato  Fr  ance  fé  per  il  camino  di  Lucerà,  &  di  Gonzaga  ad 
alloggiare  a  Ra7guolo<,&  alla  Moia,  oue /aggiornò per  laf^re\7Ka  del  tempo  - 
tre  dì,  rifiutando  il  configlio  di  cbiproponeua  safìaltafife  la  Mirandola  ^per- 
che era  impoffibile  alloggiare  alla  campagna^  alla  partita  del  "Pontefice  ew- 
no  flati  abbruciati  i  borghi ,  &  tutte  le  cafe  alt  intorno  .  ls[on  piacque  fimil- 
mente  laffaltare  la  Concordia,  lontana  cinque  miglia,  per  non  perdere  tempo 
in  co  fa  di  piccola  importantia.  Vero  uenne  a  Qujflelli  ;  &  p  affato  il  fiume  del- 
.a  i.aSeccMa  la  a  Secchia  fu  uno  ponte  fatto  con  le  barche^  alloggiò  il  dì  prò  (fimo  a  Rouere,  -a 
*  uiime  ànti-  r^ifi^nè  del  Tò  :  ilquale  alloggiamento  fu  cagione ,  che  Andrea  Grati  <  che 
c5io  ìigìo  ?ic  upcr  aio  prima  ili?  ole  fine  di  Rouigo-,  &  lafciata  una  parte  de*  faldati  Fi- 
ui(wHof  **  riìti^ni  fotto  Bernardino  da  Montone a  Montagnana  per  refi  fiere  alle  genti  , 
ebeguardauano  Verona  ;  fi era  con  trecento  huomini  a"arme>m?lle  caualli  leg- 
gieri ,  &  mille  fanti  accoflato  al  fiume  del  Vo,per  andare  ad  unir  fi  con  Veffer 
dio  delia  Chiefa;  fiiitirò  a  Montagnana  bauendopi  ima  j albeggiata  la  terra 
.  di  Guaflalla .  Da  Rouere  andarono  i  Francefi  a  Sormidi,  diflendendofi;  ma  or 
dinatamente  per  le  uille  circoftanti  :  i  quali  come  furono  alloggiati ,  andò  Cia- 
monte  con  alcuni  de'  Capitani  ;  ma  fen%a  il  Triulxio  b  alla  terra  della  Stella-  b 
:.  ìao^oTfcri^  ta ,  nelquale  luogo  l'afte natia  Mfonfo  da  Efli  ,per  deliberare  con  qual  modo 
ue  "il  Moce  £]1(meffe  a  procedere  contrai  nimici,Lquali  tutti  fi  erano  ridotti  ad  alloggia- 
dofi  !  S  re  al  Finale  :  &fu  deliberato ,cbe  unite  le  genti  dMfonfo  conio  Francefi  m- 
cefii  ve  ne  fa  tQrno  ^  b  ondino, andajfero  tutti  ad  alloggiare  in  certe  uille  uicine  a  ire  miglia 
Re  di  Fani  al  F inalo rper procedere  dipoi  fecondo  la  natura  de'  luoghi,et  quel  che  faceffe* 
ciagnuemé  yQ  j njm^%  j^a aciamonte,  comefu tornato  aSermidi  ,fu detto  ejfere  molto  i 
uV ,  &T£i  difficile  il  coniurfi  a  quello  alloggiamento  ;  perche  per  impedimento  deltac- 
funsdueizzai  que,  dellequali  era  pieno  il  paeje  intorno  al  Finale;  non  fi  poteua  andarui  fé 
dunouoln  nonper  la  flrada,&  per  gli  argini  del  canale  ;ilquale  inimici  haueuano  ta- 
■Xtalìa  *        gliato  inpiu  luoghhet  mejfmi  le  guardie  per  impedire  nonfipaffaffciikhepa 
rena  doueffe  riufeire  molto  officile,  aggiunta  alt oppofit ione  loro  i  tempi  tanto  . 

if       '  fì      •         1       fi  _. /_   s->  1  -.*j,~^«s,-4-s*  n."si s\l '■#■  /\  ,.lf../,ii)/.        /fìtr\Vìl/\  l\sftiO'Yi/1/\  /i-t\l-\-S£>l{fl  SI   I f>  /lì 


fitione  de  luoghi,  fi  ingegnaua  diperfuadere  il  contrario  affermando,  che  con 
lafor%a  dell'artiglierie  farebbero  coflretti  quelli, ebeguardauano  ipaffi  taglia 
ti  ad  abbandonargli  :&  che  per  ciò  farebbe  molto  facile  gittar  e,  ouefuffe  ne- 
tejfarhi  ponti per-pajfare .  Lequali  cofe  offendo  riferite  da  Cìamonte ,  <&  di- 

" :  fintate 


NONO.  a(y« 

fiutate  nel  conjigtio&a,  approuato  il  parere  d'Mfonfo ,  piutoflo ,  no»  impu- 
gnandole conferendo  il  Trinilo  ;  &  forfè  che  la  taciturnità  fua  muffe  più 
gli  huomìrihche  non  har  ebbe  fatto  la  contradittione  :  perche  confiderado fi phi 
dapreffoche  le  difficultàfidimoflrauano  maggiori*  &  che  quel  Capitano  uec 
a  chio,&  di  sì  lunga  ejperientia  haueuafempre  a  riprouata  tale  andata;  &  che  a  rerdoche 
fé  ne  interueniffe  alcuno  finiflro,  farebbe  imputato  dal  Re  chi  contra  il  parere  iM""^ S°cHe 
fuone  fu/fe  flato  autore  ;  Ciamonte  richiamato  l'altro  dì  fopra  la  medefima  a  voiwffc- 
deliberatwne  il  con  figlio  ;  pregò  efficacemente  il  Triulzio,cbe  non  con  file  do,  ^f ó°^£ 
come  haueiia  fatto  il  giorno  precedente  ;  ma  con  aperto  parlare  effrimeffe  la  fo  Bologna» 
fuafententia  ♦  Egli  incitato  da  queftainftantia,&  molto  più  dall' effere  delibe 
ratione  di  tanto  pefo,flando  tutti  attentiffimi  ad  udirlo,  parlò  cefi . 

Io  tacetti  hieriypercheper  ejperientia  molte  uolte  ho  ueduto  >  effere  tenuto 
piccolo  conto  del  configliomio,ilquale  Cefi  fuffe  feguitato  daprincipioy  non  fa 
remmo  alprefente  in  quefii  luoghi ,  né  haremmo  perduti  in  uano  tanti  giorni  » 
che  fi  poteuano  fendere  con  più  profitto  :  &  farei  hoggi  nella  medefima  fen- 
tentia  di  tacerete  non  mijpronaffe  la  importanza  della  co  fa  :  perche  fiamo  in 
procinto  di  miete  metter  e  fiotto  ilputo  incertiffmo  dì  un  dado  quefto  efferato  > 
Io  flato  dei  Duca  di  Fenara,&  il  Ducato  di  Milano ,  pofla  troppo  grande  fen- 
7$  ritener  fi  niente  in  mano  :  &  mi  inuita  oltra  quefto  parlare  il  parermi  com 
$rendzre,cheCìamonte  defìderische  il  primo  a  configliare  fìa  in  quello,chegià 
comincia  ad  andare  a  lui  per  l' animo  :cofa  che  non  mi  è  nuoua,perche  altre  uol 
te  ho  compre/o  effere  meno  dijpre^zcttì  i  configli  miei,quando  fi  tratta  di  riti- 
rare qualche  cofa  forfè  non  troppo  maturamente  deliberatale  quadofi  fan- 
no le  prime  deliberationùlloi  trattiamo  d'andare  a  combattere  co'  nimici:& 
io  hofempre  ueduto  effere  fondamento  immobile  de*  grandi  Capitani  ,  ilquale 
io  medefimamentt  ho  conl'ejfierientia  imparato ,che  mai  debbe  tentare  la  for- 
tuna della  battaglia  chi  non  è  inuitato  da  molto  uantaggio,oflretto  da  urgen- 
te neceflità;oltrache  è  fecondo  la  ragione  della  guerra,  che  a  nimicu  che  fono 
gli  attor iypoi  chefimuouonoper  acquiflare  Ferrara ,  tocchi  il  cercare  d aff ai- 
tar noi  :  &  non  cheanoi,d  quali  bafta  il  difenderfi,  tocchi  contra  tutte  le  re- 
gole della  dìfciplina  militare ',  sforarci  d  off  aitar  loro .  Ma  uediamo  quale  fio. 
il  uantaggio,o  la  neceffnà,che  ci  induce .  *Amepare,&  è,sio  non  mi  inganno 
del  tutto,  cofa  molto  euidente,che  nonfipoffa  tentare  quel  che  propone  il  Du- 
ca di  Ferrara,  fé  non  congrandijfimo  difauantaggio  noflro  :penhe  non  pojfia- 
mo  andare  a  quello  alloggiamento,  fé  non  per  un  argine,  &  per  unaflretta}& 
peffimaflrada ,  doue  nonfipoffono  fpiegare  tutte  le  for%e  noflre ,  &  doue  effl 
poffono  con  poche  forT^e  refiflere  a  numero  molto  maggiore  :  Infognerà  che  per 
l  argine  e  aminiamo  caualloper  cauallo  ;  eh  e  per  la  flrettev^a  dell'argine  con- 
duciamo l  artiglierie, e  icarriagghle  carra,e  i  ponti:&  chi  non  sa  che  nei  ca>- 
minoftretto>&  cattiuo.ogni  artiglieria,ogni  carro,che  inciampi,  fermerà  al- 
meno per  un  hora  tutto  l  efiercito  t&  che  efiendo  inuiluppati  in  tante  incorna 
wodità  ogni  mediocre  finiflro  potrà  facilmente  difordinarcii*Alloggiano  i  nì=- 

ll       mìci 


LIBRÒ 

mìci  al  coperto  iprouifti  di  nettouaglie ,  &  diflrami  :  noi  alloggiar  emo  qnafi 
tutti  allo  fcoperto7&  ci  bifognerà  portarci  dietro  gli  flr  arnione  potremo  fé  non 
con  grand ijjìma  fatica  condurne  la  metà  del  bifogno .  T<lpn  habbiamo  a  rap- 
portarci a  quel  che  dichino  gì' ingegneri ,  e  i  uillani  pratichi  del  paefe  :  perche 
leguerre  fi  fanno  con  l'arme  de.  faldati  y  &  col  configlio  de' Capitani:. Fan- 
ne fi-combattendo  fu  la  campagna  ,  non- co  difcgnl/ne  dagli  huemini  imperi- 
t  ideili  guerra  fi  notano  fu  le  carte  ,o  fi  dipìngono  col  dito  ,  o  con  una  bacchet  - 
tanellàpolucre  :  K[onmi pi 'e fuppongo io  inimici  sì  deboli,  non  lecofe  loro  in 
ialdifordine ,  ne  che  habbino  ndl 'alloggiar fi  >  &  nel  fortificar  fi  fiaputo  si  po- 
co ualer  fi  dell'opportunità  detf  acque,  &jdifiii,  ch'io  mi  prometta  chefubito  • 
che  faremo  giunti  nell'alloggiamento  che  fi  difegna?  quando  bene  ui  ci  condu- 
cemmoageuolment e  ,  habbia  a  effere  inpoteftà  noflra  l 'asfaltargli .  Totranno 
molte  di fficultà  sformarci  a  foprafederuiduey  o  tre  d/>  &  fé  non  altra  difficuL 
tà  lenem,&  lepioggieinsìfìniftra ,  e  sì  rotta  ftàgione  ci  riterranno:  in  che  \ 
grado  far  emo  delle  uettouaglie,  &Aegli  ftrami  fé  ci  accader à  fopraftarui  t 
&  quando  pur rfuffe  inpoteftà  noftralajfaltarglr,  chi  è  quello  che  fi  promet- 
ta tanto  facile  la.  tintoria  i  chi  è  quello  che  non  confìderi  quanto  fia  pericolo - 
fi  l'andare  a  trouare  inimici  alloggiati  in  luogo  forte ,  &  l'hauere  in  un  tem 
pò  mede  fimo  a  combattere  con  loro  &  con  le  incommodità  del  fito  del  pasfe  <? 
Sdnomglicoftrigniamo  a  leuarfi  fubito  di  quello  alloggiamento,  faremo  ne- 
.  ceffitati  a  ritirarci  :  &  quefto  con  quante  differita  fi  farà  per  lo  paefe  che 
..  ra     tutto  ce  contrario ,  &  oue  diuenterebbè  grandifjhno  ogni  piccolo  disfauore  i 
nei  nb^ra  Menoueggolaneceffità  dimetteretutta  lo:  flato,  del  Re in  quefto  precipitio, 

car.is.fac.2.  «  perej}e'  enfiamo  molli  principalmente  non  per  altro,  che  per  foccorrere  la  cit- 
iti   periona  i.  <  *  «  -'•  '  i  •*  .   .  x  ■     7 .  •*•  :        rn  n  f 

del  Re  Aifó  ta  di  V  errar  a  :  nellaqualefe  mettiamo  aguaraiapmgenti,  pojjiamo  Jtarneji- 
i?  t  AeJia  '  curiffimi ,  quando  bene  noi  diffolueffimo  l'efferato  \  &  fé  fi  dice  [fé  che  è  tanto 

Ji  ha  detto  >  jj         '  1  ,      i.     ,  .   />--  t>   /•■       •       >  s     ...     >  •     ,     /pi  -i       /  _ 

che  con  le  con  fumata yche 'rimanendogli addo/so  l  efkrcito  de  mmicr,  e  imponibile,  che 
&ediaer0s"o-  in  brieue  tempo  non  caggia per fé  fteffa  ;  non  habbiamonoiil  rimedio  della  a  à 
ni  fi  vinco-  diuerfióne  >  rimedio  potenti/fimo  nelle  guerre,  con  laquale  fenza  mettere  pu- 
£w&8?ta  re  utkcaualìo  in  pericolo',  glineceffitiamo  ad  aliar gar fida  Ferr  arai  lo  hofem- 
teftificato .  pre  configliato,  &  configlio  più  che  mai,  che  noi  ciuoltiamo',  o  uerfo  Modo- 
cat  io£  &,  na,o  uerfo -Bologna  pigliando  il  camino  largo,  &  lafciando  I errar a  per  quefti 
io*,  quando  '  pochi giorni,che  per  più  no  farà  neceffario,  beneproueduta.  Viacejni  borapiu 
\o?v?n\vl  l'andare  a  Modona:  allaqualcofaciftimola  il  Cardinale  da  Eflì  per  fona  talef 
ni:  &  di  ciò  ^  che  afferma  hàuerui  dentro  inteUigentia,  proponendo  l'acqui  fio  molto  fa- 
Uoabr  hifto-  cile:  &'conquiftando  un  luogo  sì  importante  inimici  farebbono  co  fretti  ari- 
rie  d'eflem  timrji  'p^ito  uerfo  Bologna  :  &  quando  bénanon  fi  pigliàffe  Modona,  il  ti- 
«cmode^v  moredi  quella  y  è:  delle  cofe  di  Boloptagiucoftrignerà  a  fare  il  medefimo>co- 
de* quali  a  m  indubitatamente.hàrebbono. fatto giàmolti giorni ) tfe daprincipio  fifiiffe 

108.   n'ho  n  -.  ** 

meflbvno,  feguitato quefto  parere  .\ 

proccio  &       Conobbero  tutti  per  l'efficaci  ragioni  del  fauio  Capii  ano, quando  le  difficul- 
aiui!?U    C  tà  erano  zia  prefenthquello  che  egìi,  quando  erano  ancora  lontane,lìàucua  co- 

1  nofeiuto  : 


r\      v/      i>      vy. 


nofciuto  :però  approvato  da  tutti  il  fuo  parere ,  Ciamonte  lafciato  al  Duca  di 
Ferrara  per  ficurtà  fua,  maggior  numero  di  gente ,  fi  moffé  con  11  esercito  per 
il  camino  medefimo  uerfo  Carpi ,  non  hauendo  ne  anco  conseguito  che  il  Mar- 
chese di  Mantoua  fi  dichìaraffe,che  era  fiata  una  delle  cagionhallegata prin- 
cipalmente da  coloro  }che  haueuano  con  figliato  contra  l'opinione  del  Trittico  : 
à  perche  il  a  Marchefe  defiderando  conferuarfi  in  quefee  turbulentie  neutrale  ;  a .  n  More- 
come  sapproffimauail  tempo,  nelquale  haueua  data  §eran%a  di  dichiararfi;  cÌIIVmmI 
pregaua  con  uarie  fcufe,cbe  glifufie  permeffo  il  differire  ancora  qualche  dì;  al  chefe  di  m 


aperta 
mente  s'era 


Tontefice  dimoflvando  il  pericolo  elùdente ,  che  gli  fopraflaua  dall  effercito 
.  Trance  fé  ;  a  Ciamonte  applicando  che  non  interrompèff?  la  fpermxa.c  batte-  '*™*™>  a 
,  uà  cheH  Tapa  in  breuiffmo (patio  di  tempo  prenderebbe  il  figliuolo  .  fMa 
i  ne  anche  ildifegno  di  occupare  Modona procedette  felicemente ,  facendo^  mag 
giore impedimento  Tafttttia,  e  i  configli  occulti  del  Re  d'Aragona,  che  Tarmi 
'  del  Tontefice,  Era  flato  moleflo  a  C  efare  che  il  Tontefice  haueffe  occupato  Mo 
dona>città  fiata  riputata  l/mghi(fmo  tempo  di  iurifditione  deli  Imperio  ye  re- 
tinta  moltijfimi  ami  dalla 'famiglia  da  Eflicopriuileg^&inueflitura  de  Ce 
fari:  &  con  tutto  che  con  molte  querele  haueffe  fatta  inflantia  che  la  gli  fufie 
conceduta jil  Tontefice  >che  delle  ragioni  di  quella  città>o  fentiua,o  pretende- 
uà  altrìmenthcr  afiato  àaprincipio  renitente, maffimamente  mentre  fperò  do 
.  uergli  effere  facile  l  occupare  Fermm:  mafeoprendeftpoi  manifeflamente  in 
fauore  da  Efli  Tarme  Francéfile  potendo foftenere-Modona  yfenoncongmui 
fpefefhaucua  cominciato  aguflare  il  confìgliodel  Re  £  dragona  Mqualè  lo  co-'b  Rèftituì 
fonò  che  per  fuggire  tante  moleflie, mitigar  cT  animo  diCefàre,e  tentare  di  far  lUÌ^f^ 
nafeere  alteratone  tra  il  Re  di Franciay&  luulo  confentiffe  ;  attefo  maffima    l'imperato . 
mente  che  quando  in  tempopiu  commodo  defìderaffe  di  ribatterla,  gli  farebbe  J£j  *^e 
fempre  facile3dando  a  Cefareyquantità  mediocre  di  danari:  ilqual  ragionamen  dice  a  ss 


o  concedé- 
eglino  j 


ilche  al  Tontefice  pareua  duriffimoconfentire  :  ma  come  occupata  chebbe  la  ^  , 
Mirandola,uidde  damante  ufeito  potente  alla  campagna  >;&. chea  lui  ritor    jjfj**^ 
nauano  le  meàefmeMff.culta\  &  fife  fé  della  difefa  diModonayommefia  la  di 


roarmema, 


t  bfputatione  delle  parole  b  confeniìche  nelTinfìrumentofi  dicéfierefiituirfi  Mo  &^onr,ui  fl 
dona  a  Ce  fare  Mila  cui  giurifditt  ione  era:  la  pófiefjìone  della  quale  come  Vìi- 
frufi  Oratore  di Cefare.appreffo.al  Tapa,  hebbeyiceukta*pcrfuad€ndofi douer  c  iiqmie *f 
efiere  fìcuro  per  T 'autorità C  e  far eadicentwMan  .Antonio  Colonna.  &  legen  £™a"nttjr 
ti, con  lequali.T  haueua  prima  guardata  innome  della  Chiefa }  &  a  Ciamonte  gétia  m  mo 
fignificò  Modona  non  appartenere  più  al  Tonteficejna  efiergiuflamente  ritor  Odetto  mC 
nata  fiotto  il  Dominio  diCèfare.7s[on  credette  Ciamonte  queflo  efier  uero ,  &  co  iopfa  nei 

,  e  però  ftimolaua  il c  CardinaLUa  Efli  alteffemtwne  del  trattato,  che  diceua  ha-  {-o  ^  ™: 
nere  in  quella  città:per  ordine  delqudim  fóTóàtì  Fracefi,  che  Ciamote  haueua  uuitio. 

Li     i         lafciati 


L    I    S    R    O 

lafcìati  alla  guardia  dìRubiera,  effendofiuna  notte  accoflati  più  tacitamente 
che  potettero,  un  miglio  appreffo  a  Modona ,  fi  ritirarono  la  notte  mede  finta  a 
Rubiera,non  confondendo  gli  ordini  dati  da  quei  di  dentro ,o  per  qualche  dif 
ficultàfoprauenutayO perche  i  Francefìfifuffera  mojji  innanzi  al  tempo,  FCci- 
rono  dipoi  un  altra  notte  di  tubiera  per  accoflarfi  pure  a  Modona  :  ma  dalla 
groffe?ga,&  furore  dell"  acque  furono  impediti  di  pafiare  il  fiume  Secchia- che 
corre  innan'zi  a  Rubkra .  Dalle  quali  co  [e  infoffiettito  Vitfiufi ,  h  attendo  fatti 
incarcerare  alcuni Modonefi  incolpatile  machinafiero  col  Cardinal  da  E/ìi; 
impetrò  dal  Vontefice  che  Marc  Sintomo  Colonna  colmedefimoprefidio  ui  ri- 
tornafìe  :  ilche  non  bar  ebbe  ritenuto  Ciamonte ,  ch'era  già  uenuto  a  Carpi , 
dandarui  a  campo  y  fé  la  qualità  del  tempo  non  gli  hauefie  impedito  il  condur 
l artiglierie  per  quella  ma,  nonpiu  lunga  di  dieci  miglia^  che  tra  Ruolo ,  & 
Carpi  3  laqua.1' è  peggiore  di  tutte  leftrade  di  Lombardia:  jequali  la  inuemata 
sfondate  doli  acque ,  &  piene  di  fanghi,  fono  peffime .  certifico ffi  oltra  quefii 
ogni  dì  fin  Ciamonte  Modona  ejfer e  fiata  neramente  a  Ce  far  e;  perciò  conuen- 
ne  con  Fitfiufi  di  non  offender  MoAma.,nb  il  fuo  Contado,  riceuuta  all'incon- 
dice ,  che°  tT0  promejfa  da  lui,  che  ne'  mouimenti  tra  il  Vontefice,  e  il  Re  Chrifiianiffimo 
cario  Ara-  nonfauoriffe  né  luna,ne  l'altra  parte .  Soprauenne  pochi  dì  poi  ìnfermitàna- 

bofio    dei-  '     .      JJ  -,        ,,  r _  :      »t  *Iì  •   j-   •     •        •/>;..• 

to  ciamon  ue  a  Ciamonte,  ilquak portato  a  Correggio  ;  *fini  dopo  quindici  giorni  l  ulti-  A 
te  fu  molto  rno  dì  della  uitafua ,  hauendo  innanzi  moriffe  dimofirato  con  di  uction  grande 
non  "hauer  dipentirfi  fommamente  deltoffefe  fatte  alla  Chiefa,  &fupplicato  per  infiru- 
(occor fo  la  mento publicaal  Vapa,chegli  concedere  l'ajfolutione  :  laquale  conceduta  che 
né  ricupera  ancor  a  uiueua, non  potette foprauenendo  la  morte pei "uenir.e  alla  firn  notitia:. 
to  Modona  Capitano  mentre  uifie  d'autorità  grande  in  Italia  per  la  fomma  potentia  deli 
onde  prrriò  Cardinal  di  Roano,&per  l  amminifiratione  quafi  ajfoluta  del  Ducato  di  Mi- 
dai  r  e  ne  tu  [#no ,  &  fa  tutti  gH  efferati  del  Re  ;  ma.  di  ualore  inferiore  molto  a  tanto pe- 
poco  vaioro  fo:  perche  cofiituito  in  tanto  grado,  nonfapeua  dafefieffo  l'arti  della  guerra, 
f°t  'u  Peu  lc  nc  Preflauafe^e  d'quelliy  che  lafapeuano  ;  di  maniera  che  non  ejfendo  dopo  la: 
nie  fi  aco>  morte  del  %io  foflentata  più  la  infufficientia  dal  fauore,  era  ne  gli  ultimi  tem. 
xb  di  manìe  p  uenuto  quafi  mdijpregio  de  foldati ,  a'  quali  ,percbe  non  riportafìero  male 
mori  poco,  di  lui  al  Re  ,permetteuagrandiffma  licentiayjn  modo  che' l  Triulxio  Capi- 
k?C\o  usi  tmo mitY^tQ nellaranticOrdifcipUna', ajfermaua  fpeflo con  fagr  amento, non u& 
ho  fciiuo  fi,  leve  mai  pillandocene  gli.  efierciti  Francefi  ,fe  non  ui  fufie,  o  il  Re  proprio  y, 
cffeTu'heb-  ° e&  fufie^or^ a  tutti.  Maueua  nondimeno  il  Re  deftinato  prima  di  dargli 
he  rafloiu-  fuccefiore  Monfignoxe  di  LungauiUa, benché  illegittimo  del  f angue  Regio  * 
pa^uand3  non  fluitando  tanto la  uirtà , quanto  per  la  nobiltà,  &  per  le  riccbeTgc 
ch'tì  morir  l'autorità :y&  l'eftimatione  dellaperfona .  Terlamortedi  Ciamonte  ricadde 
Sortefu^fe  fecondo  gli  infiituti  di  Francia  infino  anuoua  ordinatone  del  Re,  ilgouerno 
tondo  il     deli  esercito  a  Gianiacopo  da  Triul%i*mo  de* quattro  Marifcialli  di  quel  Rea 
Buonaccoi^  me:jiqUaie  nonfapendofe  in  lui  haueffe  a  continuare,^  nò,  non  ardiua  di  ten 
Febrajo       tare  cofa  alcuna  di  momento .  Ritornò  nondimeno  con  l'efiercito  a  Sermidi , 
wt*        pey  andare  a  foccorrere  la  Bafiiadel  Geniuolo,laquale  il  'Pontefice  molefiaua 

con  le 


a  con  leigentuche  erano  in  Romagna,hauendo  fimilmète  procurato  che  nel  tem  c  .  > 
pò  mede  fimo  Jti  fi  appreffaffe  Tarmata  de  Vinitiani  di  tredici  galee  fottili;&  diquefte  gè 
molti  levni  minori  :  ma  non  fu  nec  e  (Vitato  a  procedere  più  oltre ,  perche  men-  V  c"noG  ■* 

11  i-  n  •  •       i       ;i-  f         ,.  do  Guaina» 

tre  che  le  genti  di  terra  uijtanno  intorno  con  piccola  obedientia,  &  ordme,ec~  Meieag  ro 

co  che  ali  improuifo  foprauengono  il  Duca  di  Ferrara ,  &  Ciattiglione  co  ifol  verde*!  * & 

ydati  Francefi  :  i  quali  ufciti  di  Ferrara,con  b  maggior  numero  di genti,  che  non  spagnaio  : 

bauenano  ì  nimici,  i  fanti  per  il  TÒ  alla  feconda  i  Capitani  co'  caualli  caminan  ?*J?!!?* 

do  per  terra  Ju  la  nua  del  Vo ,  amuarono  fu  l  fiume  del  Santerno  ;ful  quale  i°p«  «"te 

gittato  il  Tonte ,  che  haueuano  condotto  feco ,  furono  in  un  momento  Mdofifo  l*ul°£l  dce!J* 

a  nimici  :  i  quali  difordinati,  non  facendo  refiflentia  alcuna  altri  che  trecento  •  Antonie  or 

fanti  Spagnuoli  deputati* guardar  l'artiglierie  ;  fi  meffom  in 'fug*,J alitando fi  „o  dtVCa°:l 

con  difficultà  Guido  Faina,  Brunoro  da  Furi),  &  Melmgro  fuo  fratello  con-  nola  :  ,lcbc 

dottieri  di  caualli, perdute l'infegne,  &  l'artiglierie  :  ilperche l'armata  Fini-  So'" nella* 

tiana  difcoflatafi per  fuggire  il  pericolo,  s'allargò  nel  To .  Vaxiauano  in  que-  Vx\  <*' Ai  * 

fio  modo  le  cofe  dell' arme, non  fi  uedendo  ancora  indie tv  da  poter  fondatamen  ìuiVha  pie 

teziudicare quale doueffe  effere  Tefito della?uerra  ;  ma  non  meno  ne  con  mi-  na  defcrit- 

<=>    .  •  '    i  •  J.       JJ     .       ■>     .  ,  ,  £ ,  ,        „    .  -  none    della 

nore  mcertitucune  uanauano  ipenfieri  de  Tnnctpi ,  principalmente  diCefa-  folli  del  Gè 

re  ;  ilquàle  inafpettatamente  deliberò  di  mandare  il  Vefcouo  Gurgenfe  a  Man  n  *°!c  >°  Za' 
toua  a  trattar  la  pace .  Erafi  come  è  desto  difopra  ftabilito  per  me%o  del  Ve- 

feouo  prefittoti a"  il  Re  di  Francia,  &  Ce  far  e  di  muouere  potentemente  alla  . 

Trimauera  la  guerra  contra  i  Vinitiani,  &  che  in  cafo  chel  Tonte fice  non  con  ro  deiie^ea 

fentiffe  d'offeruare  la  Lega  di  Cambrai ,  di  conuocare  il  Concilio  :  alquale  Ce-  ^  d^  *aP* 

fare  molto  inclinato ,  haueua  dopo  il  ritorno  di  Gurgenfe ,  chiamato  iTr  elati  fanti ,  &  di. 

de gli flati  fimi  patrimoniali,  perche  trattaffero  in  quaimodi,&inqual  luogo  ,cenl0  "uai 

fi  dmefte  celebrar  e.  Ma  come  naturalmente  erauario,&  incojlante^et  nimico  quei  de  ni- 

delnome  Fr  ance  fé, haueua  dipoi preflatoi 'orecchie  al, He  d'Aragona  :  ilqnale  "l"  £"  ^* 

confider andò, che  l'unione  di  Cefar.e,et  del  Re  di  Francia,  et  la  depreffione  con  ioo.  causi  * 

lame  communi  de'  Finitianimedefimaméte  la  rouina  del  Tonteficeper  me-  \ '§  g^"a  ^ 


z^o  del  Concilio  accrefeerebbono  immodcrataméte  la  grandezza  del  Re  di  Fra  t  v  ome  (cri 
cia;sera  ingegnato  per fuadergli  effere  pitta  propofito  fuola  pace  uniuerfale ,  "to.^Maa 
pure  che  con  quella  confeguiffe,o  in  tutto,  o  in  maggior  parte  quello  che  gli  oc-  Giamo  più 


cupauano  i  Vinitiani;  confortandolo  che  a  queflo  effetto  man'daffe  a  Mantoua  ^tttvnx* 
maperfona  notabile  con  ampia  autorità,  che  operaie  che  il  Re  di  Francia  fa-  «"»  quefta  <aj 
cefie  il  mede fimo;  &  chegli  fimigliantemente  ui  manderebbe:  onde  il  Ton-  ■cu*'u10B^ 
tefice  no  potrebbe  dinegare  di  fare  il  fimile,nè  finalmente  deuiare  dalla  uolon  dadoU  col- 
ta di  tanti  Trincipudalla  cui  deliberatone  dependédo  la  dcliberatione  de'  Vi  Jf  vefcouo 
nitiani,perche  per  non  rimaner  foli  erano  neoeffnati  feguitarelafua  autorità*  °lùo  » co: 
poter  fi  uenfimilmente  fperare ,  che  Cefarefen%a  difficultàifcn^arme  -fcn%a  ™  deùlguec 
accrefeere  la  npKitatione,o  lapotentia  del  Re  di  Francia;  otterrebbe  con  fom-  '"  » &  .t"tto 
ma  laude infieme  conia  pace  uniuerfale  lo  fiato  fuo  :  &<quando  pure  nonne  chettareAi 

Bembo  nò- 
dimeno  nel  numero  delle  genti  difcoida,dicendo  che  quelle  del  Papa  erano  feicentohuo mini  d'anne,$oQxa 
uai  lcggien,8c  4000.  fami. 

Il     3         fucce- 


1  LIBRO 

fuccedeffe  queUoyche  raponeuolmente  ne  doueua  fuccedere>  non  per  queflo  ri- 
maner priuato  della  [acuita  di  muouere  attempo  determinato*  &  con  l'oppor 
tunità  mede fimeda  guerra:  anyicffendo  egli  il  capo  di  tutti  iTrincipi  Chri- 
.,     fliani3&  infuocato  della  Chiefa aumentarci  molto  le giuflificationi,  et  efaltarfi 
affai  da  queflo  configlio  la  gloria  Jua  ;  perche  a  tutto  il  mondo  manifeflamente 
apparirebbe  haucrcprincipalmente  de  federato  la  pace ,et  l'unione  de '  Chriftia 
ni  :  ma  hauerlo  ccflretto  alla  guerra  loftmatione)& pemerfi  configli  de  gli  al 
tri .  Furono  capaci  a  Ce  fare  le  ragioni  addotte  dal  Re  Catolico,  &  perciò  nel- 
a  'il  vefco    F$eJJò  tempo  firìffe  al  Tonte  fice,  &  al  Re  di  Francia .  .Al  Tonte  fice  hauere 
*o  Gurgefe  deliberato  di  mandare  il a  Vefcouo  Gurgenfe  in  Italia  ;  percheycome  conueni- 
ftr^°aiCpà  uaaTrmcìperc!i£0f°>&Perlad 

pa  fu  derto  capò  di  tutti ìTr incipi  Chrifiiani  ;  haueua  flatuito  procurare  quanto  poteffe 
gò*  come  di  ^  tranquillità  della  Sedia Upoftolica3&  la  pace  della  Chriftknità  ;  &  confor 
cono  il  gìo  tare  Iucche  come appartenuta a  Vicario  uero  di  CH  RI  STO  procede ffe  con 
bp0>  e  'kffii  l&Mzdefima  intentione;  accio  che  non  facendo  quel  ci)  era  ufficio  del  Tonte  fi' 
huomo  al-  ce,nonfuffe coftretto  egli  a  penfare  a  rimedij  necefiarij  per  la  quiete  de'  Chri- 
rogaawrSf  ^iam ':-T^on-approuare  eh 'et  trattale  di  priuare  i  Cardinali  afìenti  delia  di- 
ta lua  durer  gnità  del  Cardinalato  ;  perche  non  fi  efiendo  affentatiper  maligni pen fieri ,  ne 
che  fu°nca-  Per  odio- contro,  lui,  nonmeritauano  tal  pena  ;  ne  appartenere  al  Tapa  filo  Ix 
gìone  di  ró  priuatione  de'  Cardinali .  Ricordargli  oltra  quefto  ejkr  co  fa  molto  indegna  & 
uaitame'to;  inutile  creare  in  tante turbationiCardinaliniwui,  come  fimilmente  gli  er  apro 
dì  pace ..     hibitopev  z  capitoli  fatti  dà  Cardinali  nel  tempo  della  fua  elettione  al  Tapa- 
telefonandolo  a  rìfexuare  tal  cofa  a  tempo  più  tranquillo  jicl  quale  non  hareb 
he  o  neceffìtà,  o  cagione  di  promoucre  a  tanta  dignità,  fé  non  perfine  approua 
tiffmeperprudentia-jper  dottrina*  &  coflumi.  *Al  Re  di  Francia  feri  ffe,  che 
j apendo  la  inclinatione>che  fempre  haueua  hauuta  alla  pace  honefla ,  &ftcu- 
ra>  haueua  deliberato  di  mandare  a  Mantouail  Vefcouo  Gurgenfe  a  trattare- 
la  pace  uniner fole >alla  quale  credeua  con  fondamenti  non  leggieriyche'l  Tonte 
ficej  autorità  del  quale  erano  coflrctti:  a  feguitare  i  Finitiarihfupe  inclinato? 
il  mede  fimo  prometter  ebbona  gli  Oratori  del  Re  d'Aragona  :  &  che  perciò  lo 
ricercauay  eh 'egli  fimilmente tu  mandaffe\Ambafciatori  con  ampio  mandato: 
i  quali  come  fufs 'ero  congregathGurgenfe  richiederebbe  il  Tontefice\  chefacef- 
fe  il  mede  fimo  ;  &  in  cafo  lo  dinegaffe ,  fi  gli  denuncerebbe  in  nome  di  tutti 
il  Conciliojaggiugnendoy  che  per  procedere  conmaggior  giuflificatione,  &  por 
fine  alle  controuerfw  uniuerfali ,  Gurgenfe  udirebbe  le  ragioni  di  tutti  :  ma. 
the  in  qualunque  cafi  teneffe  per  certo  3  chegiamai  co'  Vinitiani  non  farebbe 
concordia  alcuna,  feneltiffefio  tempo  non  fi  terminaffero  col  Tonte  fice  le  dif- 
ferentiefùe\  Fugrataqueflacofaal  Tontefice*,  non  a  fine  di  pace ',  odiconcor 
dia;  ma  perche  perfuadendofi  poter difforre  il  Senato  Finitimo  a  comporft 
con  C  efare,  fterauache  Ce  fare  liberato  per  queflo  me%o  dalla  necefjìtà  di  fia- 
te unito  col  Re  di  Francia ,  fi  fepararebbe  da  lui  ?  onde  ageuolmente  potrebbe 
iontra  il  Re  nafeere  congiuntone  dimolti  TrincipuMa  quefta  impromfa  deli- 
beratone 


NONO.  ...    ìffl 

her  ditone  fu  mpleflijjima  al  Re  di  Francia  :  perche  non  hauendo  ]}>eran%à  the 
ne  haueffe  a  rifiatare  la  pace  uniuerfale,  giudicaua  che  il  minor  male  >  che  ne 
potcfìefuccedere  farebbe  interporre  lunghe^aaltefecutione  delle  co  fé  conue 
nute  da  fé  con  Cefare  :temeua  che  il  Tontefice  promettendo  a  Ce  fare  d aiu- 
tarlo acquiflare  il  Ducato  di  Milano ;&  a  Gurgenfela  dignità  del  Cardinala- 
to, &  altre gratie  Ecclefiaftiche  linoni 'alienajfe da htho  almeno  eflendotne- 
%p,cbe  la  compofitione  co  Vìnitianinon  fuffepiufauoreuole  a  Ce  far  e, mett  ef- 
fe lui  in  neceffità  d accettare  la  pace  con  inhonefliffime  condì  tioni  ,+Accr  e  fre- 
ttagli il  foretto  l'efìerft  Cefare  confederato  dinuono  con  gli  S ui%£eri  ,  benché 
folamentea  di  fé  fa  :  perfuadeuaft  il  Re  Catolico  effere  flato  autore  a  Cefare  di 
queflo  motto  configlio;  della  cui  mente  fojpettaua  grandemente  per  molte  ca 
poni  ifapeua  che  l  Oratore  fuo  appreso  a  Cefare  s'era  affaticato,  &  s  affati- 
xauafcopertamenteper  la  concordia  tra  Cefare,  e  i  V'miiiani  :  credeua  che  oc 
eultamente  deffe  animo  al  Tontefice,  nell'efferato  del  quale  erano  fiate  lefue 
a  genti a  molto  più  tempo ,  che  quello ,  che  per  i  patti  deUinuefliiura  del  Regno  a  Ciò  h 
dìJ^apoli  era  tenuto  -.fapeua  che  per  impedire  X  anioni  fite,  fi  opponeuaeffica  detto  anco 
cernente  alla  conuocatìone  del  Concilio,  &  fiotto  ^ecie d 'boneflà,dannauapa-  &°£$*  f*c 
lefemente,  che  ardendo  Italia  di  guerre,  &  con  la  mano  armata  fi  trattale  di  a.cioè,ch*ef 
fare  un'opera,  chefen^a  la  concordia  di  tttttti  i  Trine ipi,  non  poteua  partorì-  tf  "tr°  J^S'" 
re  altro,  che  frutti  uenenofijfimi  :  haueuanotitia  prepararci:  da  luìnuouamen  chc  le  genti 
te  in  mare  un  armata  molto  potente  9  <&  con  tutto  che  publicajfe  di  uolerpaf-  haueuano^ 
fare  in  ^Africa  perfonalmente  ;  non  fi  poteua  però  faperefe  ad  altri  fini  fi  pre-  fetl»re  il  p« 
paratia .  Faceuanlo  molto  più  fiorettare  le  dolci ffime parole  fue  >  con  lequali  |f,  j'  li  luPei 
pregaua  quafi  jraternalmente  il  Re,  che  face 'fife  la  pace  col  Tapa ,  rimettendo  Ie  c'ano  fo- 
.  et  iandio, quando  altrimenti  far  non  fi  poteffe, delle  fue  ragioni  per  non  fi  dima  pta  c  utc  * 
flrare perfecutor  della  Chiefa ,  contra  l'antica  pietà  delia  cafia  di  Francia  >& 
per  non  interrompere  a  lui  la  guerra  deflinata  per  efaltatione  del  nome  di 
CHR1STO,  contra  i  Mori  a"  ^Africa,  turbando  in  un  iflejfo  tempo  tutta  la 
chrifiianità,  fioggiugnendo  effere  fiata  fempre  confuetudine  de  TrincipiChri- 
fiiani,quandopreparauano  l l'arme contra  gl'infedeli,  domandare  in  caufa  tan- 
to pia  fujjìdio  da  gli  altri  :  ma  a  lui  baflare  non  effere  impedito ,  né  ricercarlo 
et  altro  aiuto,fe  non  che  confentiffe^che  Italia  fieffe  inpace,  tequai  parole, ben 
che  porte  al  Re  dall'Oratore  fuo,  &  da  Improprio  dette  aU  Oratore  del  Re  rife 
dente  appreffo  a  luì  molto  deliramente,  &  con  fignifì catione  grande  di  amore; 
pareuaperciòjche  conteneffero  un  tacito protefto  di  pigliare  l'arme  in- fattore., 
del  Tontefice  :  ilcheal  Re  nonpareua  uerifimile,che  ardiffe  di.fare  fen%a.$e~ 
ran%a  di  indurre  Cefare  al  mede  fimo .  lAnguftiauano  quefte  cqfc  no  mediacre* 
mente  l'animo  del  Re,&  lempittano  di  fojpetÌo,cbe  il  trattare  lapacepcrme 
C(o  del  Vefcouo  Gurgenfe  farebbe  opera,  o  uana ,  opernitiofa  a  fé  ?  nondimeno 
per  non  dare  caufa  di  indegnatione  a  Cefare  >  fi  rifoluè  a  mandare  a  Mantoua 
il  Vefcouo  di  Tarigi,  prelato  di  grande  autorità  >  &  doito,  nella  feientìa  delle 
leggi.  Inquefio  tempo  medefimofignificb  a  Gianicopo  daTriul^Jlqude fer- 

Ll    4         matofi 


LIBRO 

Qui  dice  mcLtofl  a  Semmài haueuaper maggiore  commodità dell* alloggiare, &  delle uet 
il  Mocenì-  tenaglie  ydiflribuito  in  più  terre  circolanti  l'esercito  ;  e  fiere  la  uolontà  fua» 
uuit^Vrefc  '  €^e  da  lui  fu  ffe  amminiftratala  guerra ,  con  limitatione  cheperl'ajpettatione 
a  raccoglie-  della  uenutadi  Gurgenfe»non  affaltaffe  lo  flato  Ecclefiaflico  :  allaqual  cofa  re- 
d\  verona6  Pignatta  anco  l'afprc^a  inufitata  del  tempo-,  per  laquale ,  con  tutto  che  fuffe 
Se  di  Legna  cominciato  Urne  fé  di  Mar%p,  era  imponibile  alloggiare  allo  [coperto  .Ter ciò  il 
ce  poccTfot  Triul%to,poi  che  non  shaueua  occafwnedi  tentare  altro  ,  &  che  era  né  luo- 
to  quefto  .  gbi  tanto  uicini,deliberò  di  tentare  fé  fi  potuua  offendere  l' efferato  nimico:  il 
aimoie .       qual  allargato  fi ,  quando  Ciamonte  ritornò  da  Sermidi  a  Carpi-,  alloggiaua  al 
Bondino  qua  fi  tutta  la  fanteria,  &.  la  caualleria  al  Finale  ?  &  per  le  uille  ui- 
jisrdo3  pra^o  \  eine  :  però  riceuuta  la  commeffìonedel  Re ,  andò  il  dì  feguente a  alla  Stellata ,  a 
da  Lecci  di  <&■  f  altro  giorno  alquanto  pminnan'zij  oue  diflribuì  alcoperto per  le  uille  cir- 
ta  cauaiiier  cojìanti  l  esercito,  &  facendo  gittar  e  il  ponte  tonte  barche  tra  la  Stellata^  & 
G.ierofoii^  Ficheruolo  fui  fiume  del  vò,  hauendo  ordinato  che  il  Duca  di  Ferrara  negit 
haueua,'  co  .  taffe  un altro  unmiglio  difottOy  oue  fi  dice  la  Tunta,fu  quel  ramo  del  Tò,che 
«  J11  o  qc"  ual"  U^  *  Ferrara>  &  $$  con  l'artiglierie  mniffe  allo  Spedaletto  luogo  fui  Tole- 
ma  foli  qi*à  fine  di  Ferrara  »  che  è  di  rifcontwal  Bondino .  Hebbe  in  quefto  me%o  il  Triul- 
fcriueH°Bé-  ^°  not^a  dalle  fue  jpie ,  che  molti  caualli  leggieri  di  quella  parte  dell  'effera- 
to .  La  fua  io  de  Vinitiani ,  che  era  di  là  dal  TÒ »  doueuan  la  notte  profiima  uenire  ap- 
nJoitò  mole  Preff°  *&*  Mirandola  a  ordinare  certe  infidi  e  :  perciò  ui  mandò  occultamente 
fta  a'  Padri:  '-molti  caualli  >  i  quali  giunti  a  Bellaere  palagio  del  contado  Mirandolano  y  ut 
oWa'ron o   trottarono  b  Fra  Lionardo  ^Napolitano  Capitano  de'  caualli  leggieri  de'  Vini-  b 
vna  ftatua  a  tìani  »  huomo  chiaro  in  quell'efferato-:  ilquale  non  temendo  dotte  fiero  uenirui 
ancho^hog  *  nimici  yfmontato  quiui  con  cento  cinquanta  caualli ,  ne  affetiauamoltialtri 
gi  fi,  vede    che  lo  doueuano  feguitare  :ma  oppreffo  allimprouifo ,  uolendv fi  difendere  fu 
fa6 de*  santi  ammainato  con  molti  de  fuoi  *  Venne  ,AÌ fon fo  da  Efliycome  era  deflinatOy 
Giouanwi  &  alloSpedaletto,  &  la  notte  feguente  cominciò  a  tirare  con  l'artiglierie  contra 
bo,  Moceni-  il  Bondino-:  &  nel  tempo  mede  fimo  ilTriul%io  mandò  Gaftone  Monfignor  di 
go ,  Giufti-,  j;0ì5  y  figliuolo  dì  una  for  ella  del  Re*  ilquale  giouanetto  l' c  anno  dinanxj.  uenu  e 
Giouio\,      to  alt  efferato »  a  correre  con  cento  huomini  d'arme ,  quattrocento  caualli  leg- 
gieri ,  &  cinquecento  fanti  infitto  alle  sbarre  deli  alloggiamento  de' nimici ,  il 
e  venn    è  1ual  me!fc  in  fuga  cinquecento  fanti  deftinati  alla  guardia  di  quella  front  e, on 
l'eflercho    degli  altri l  tutti  Inficiato  guardato  il  Bondino,  fi  ritirarono  di  là  dal  canale  nel 
?Qk°nJdo  ftt0  forte  :  ma  non  fuccedette  al  Triul'fio  alcuna  delle  cofe  deftinate,  perche 
gti  suizzeri  l'artiglieriapiantata  contra  il  Bondino ,  efftndoui  in  me%o  il  TÒ .  faceua  per 
pa^Giuifo  la  diflàntia  del  luogo  piccolo  progreffòy  &  molto  più  perche  crefciutoil  fiu- 
ti ei  cótado  me  y  e  tagliato  l'argine  da  quelli  >  eh  erano  nel  Bondino  allagò  talmente  il pae 
&JiToiWfc  fé»  che  dalla  fronte  de  gli  alloggiamenti Fr  ance  fi  al  Bondino  non  fipoteua 
eddo  il  gìo  pipi  andare ,  fé non con  le  barche  :  di  maniera  eh  e  il  Capitano  difperato  dipo- 
Xuttaffefef  terefiu  condurfi  per  quella  uia  agli  alloggiamenti  de  nimici»  chiamò  daVe.- 

Icndogfoua  \ 

ne  a  pena  di  prima  bwba.  Vi  co&ui  fi  veggono  di  fotto guadi  imprefe,  come  fu  il  Sacco  di  £iefcia  ,'*c  la 

$otu  di  JRjucana .  . 

rond 


NON     O.  i69 

YOnaduè  mila  fanti  Tedefchi,&  ordinò  fi  foldaffero  tremila  Grìgioni  per 
accoflarfi  loro  per  la  uia  di  San  Felice)  in  cafo  che  per  opera  delyefcouo  Gur 
genfe  non  s 'introducete  lapace:  la  cui  uenuta  era  fiata  alquanto  più  tarda  , 
perche  a  Salo  fui  Lago  di  Garda  haueua  affettato  più  dì  in  nano  la  rifpofta 
del  Tontefice :ìlquak  haueua  per  letterericercato ,  che  mandafìe \Ambafcia-k 
tori  a-  trattare  .  Venne  finalmente  a  Mantoua  accompagnato  da  Don  Ti  etra 
&Vrrea } ilquale  per  lo  Re  d 'dragona  nfedeua  ordinariamente  apprtffo  a  Ce- 
fare:  oue  pochi  dì  poi  fiprauenne  ilVefcouo  di  Tarigi:,  perfuadtndofiil  Re  di 
Francickilquóleper  efierpiu  uicinoaUepratkhedella,pace3  &  a  prouedimen 
ti  della  guerra;£ra  uenuto a  Lione ,  che  medefimamente  il  Tontefice  douefìe 
mandarmi  ilqiiaU  dall'altra  parte  faceua  inflantia ,  che  Gurgenfe  andaffe a 
lui;moffd non-tanto  perche  gliparefle  queflo  efi  ere  più  fecondo  la  dignità  Ton 
teficale^quanto perche  fferaua<&  conllwnorarló}&  col  caricarlo  di  promef 
fey&con  l'efficacia  ,  &-  autorità  delia  prefentiahauerlo  a  indurre  nella  fua 
ttolontà.atiemfftmapìu  che  mai  dalla  concordia,^  dalla  pace:  ilebe  per  per*-  ~ 
fuadergli  più  facilmente,  procurò  che  andaffe  a  lui  Girolamo  Vich  Valentia- 
no  Oratore  del  Re  Catolico  appreffo  a  fé.  Ifyn  negaua  Gurgenfe  di  uoleran- 
da^-e  al  Tontefice,  madiceua  effer  ricbiefto  di  far  prima  quel  ci?  era  conue- 
niente  fare  poi  :  affermando  che  più,  facilmente  fi  rimouerebbono  le  difficul- 
tà  fé  fi  trattaffe  prima  a  Mantoua  con  intentione  di  andare  poi  al  Tontefice 
con  le  cofe  digerite ,  &.quaft  conchiufe  :  afirignerlo  a  queffo  nude  fimo  >  non* 
meno  la  neceffità ,  che  il  ricetto  della  facilitai- perche  cornerà  egli  conuenien 
te  lafciar-e  folo  il  Vefcouo  di  Tarigi  mandato  dal  Re  di  Francia  a  Mantoua 
per  l  inflantia  fatta  da  Ce  far  e*  con  che  fferamg  poter  fi  trattare  da  lui  le  co- 
fe delfuo  Re*  come  conueniente  richiederlo,che  andaffe infieme  con  lui  alTa 
pat  perche  ne  fecondo  la  eommeffione,  né  fecondo  la  dignità  del  Repoteua  an 
dare  in  caffi  del  nimico,  fé  prima  non  fuffero  compofie,  ò  quafi  compofle  le  dif 
ferente  loroJn  contrario  argomentauano  i  due  ^Ambafciatori  dragone  fu  di- 
mofirando  che  tuttala  fferan^a  della pace dipendeua  dal  comporre  le  cofe  di 
Jerrara:penhe  compofie  quelle,non  rimanendo  al  Tontefice  più  caufa  alcu- 
na di  foftentart  i  Vinitianij  far  ebbono  effi  del  tutto neceffitati  di  cedere  ai- 
la  pace  con  qu^elle  leggi ,  che  uolefie  Ce  far  e  ifiefio .     Tr  etender  e  il  Tontefice 
che  laSediaUpoftolicahauefie>fu  laCktàdi  Ferrara  potentifiìme  ragioni  : 
riputatevltra  qyefiòUlfonfo  da  Effihauere  ufatofeco  grande  ingratitudi- 
ne yhàuergli  fatte  molte  ingiurie  -,  &  per  mellificare  l'animo  fuo  grande- 
mente fdegnato ,  efier  più  conueniente ,  &  più  a  propofito  >  che  il  Vafiallo 
dimandale  piutoftoclementia  al  fuperiore,  che  di ffutafie  della giufiitia. 
Dunque  hauendofiad  impetrare  clementia,  efiere  non  folament e  honefto;  ma 
quafmecefiarioiltrasfevirfialuinkbe  facendo-nondubitauano,  che  molto 
mitigato  diminuirebbe  il  vigore  me  effi  giudicare  e  fi  ere  utile ,  che  quella  dili- 
gentia,induftria,  &  autorità,  che  s  haueua  ad  ufareper  difforre  il  Tontefice 
<M*pW,fiffmdefienel  pervaderlo  a  mangiare.  Soggiugneuano  con  paro- 


LIBRO 

le  bellifjimc  non  fi  potere  ni  dijputare,nc  terminare  le  differente ,  fé  non  in- 

terueniuano  tutte  leparti;ma  in  Mantova  non  efflere  altri  .che  unoypercbe  Ce 

far  e  ìil  Re  Chriflianiffimo,  e'I  Re  Catolico  erano  in  tanta  cogiuntione  di  leghe* 

di  parentadi*  &  d'amore,  che  fi  doueuano  riputare  come  fratelli,  chegl'inte- 

reffidiciafcunodi  loro  f uff  ero  communi  di  tutti. a  ^Afìentì  finalméte  Gurgen  a 

fé  con  intentione  eh  e'I  Vefcouo  dìTarigi  afyettajfe  a  Tarma  quello ,  che  par  to~ 

riffe  l' andata  fua.  T^on  haueua  in  queflo  tempo  il  Tontefice  perle  co  fé ,  che  fi 

trattauano  attenenti  allapaceìdepofti  ipen fieri  della  guerra:  perche  dinuouo 

«  Haucndo  tentaua  l'efyugnatione  della  Bafliadel  Geniuolo  ,  hauendo  prepoflo  a  quefla 

Gunlenfe     imprefa  Giouanni  Vitelli  :  ma  efìendo  perlaflrettc^a  de' pagamenti  il  nu- 

d'andare  al  mero  de' fanti  molto  minore  di  quehc  haueua  difegnato,  &  efiendoper  lepiog 

tf  Sa  Ma"  Ìie  grancti  >  &  perche  quelli  ,  ci/ erano  nella  Baflia  haueuano  rotto  gli  argini 

toua  a  26.di  del  TÒ,inondato  ilpaefe  all' intorno, non  fi  faceua  progrefio  alcuno;  &  per  ac- 

Marzo  1 5 1 1  ^m  ^  erano  piperìori  le  co  fé  d'^ilfonfo  da  Efli  :  perche  hauendo  con  un  b  ar-  b 

b  Qjieft'ar  mata  di  galee ,  &  di  brigantini  affaltata  appreffo  a  S. ^Alberto  tarmata  de 

1  cir  d?rò  a  VinitianUquellaf^auentata ,  perche  mentre  combatteuano  fi  feoperfe  uriar- 
s.  Alberto ,  mata  di  legni  minoruche  ueniua  da  Comacchio;fi  rifuggì  nel  Torto  di  Rauen- 
d£e  'ch'era  na  ^aum^°  perduto  duefufle,tre  barbone, & 'più  disdegni  minori:  onde  il 
maggiore  ai  Tapa  perduta  la  {peranno  di  pigliare  la  Bafliamandò  quelle  genti  nel  campo 
«a  -nwdouè  $e  alloggiaua  al  Finale, diminuito  molto  di fant  imperché  flrettijfimamente  e- 

2  fen  ue,c  he  rano  pagati.  Creò  nell'ifleffo  tempo  il  Tapa c  otto  Card inalinone  per  docili  ar-  c 
penderono1  flS>^  ammi  àz  Trincipi,  parte  per  armar  fi  contra  le  minaccie  del  Concilio ,  di 
duefutte,tre  Tr  elati  dotthi$erimentati,&  di  autorità  nella  Corte  Romana,  &  di  perfine 
pfa^dUo.  k  confidenti  a  fé;  tra  i  quali  fu  l '  Ardue feouo  di  Iorch  (diconlo  i  Latini  Ebora- 
gnì  minori*  cenfe)  Àmbafcjatore  del  Re  d'Inghilterra ,  el  Vefcouo  di  Sion  :  queflo  come 
Pvfmiia'nf  huomo  importante  a  muouere  la  nation  degli  SuÌ7geri;quello  cerche  ne  fu  ri- 
uédmo  il  pe  cercato  dalfuo  Re,ilquale haueua  già  non  piccola  f^eran^a  di  concitare  con- 
Sraron©1  in  tra  l  arance  fi  :  &per  dare  arra  quafi  certa  della  medefima  dignità  a  Gurgen- 
mare  ,  &  fi  Je ,  &  render felo  con  quefla  §>eran%a  più  facile  ;  fi  riferuò  col  confentìmento 
pono°di  iCa  del  Concifloro  facilità  di  nominarne  uri  altro  >riferuatonel  petto  fuo:  ma  inte- 
uennaj  non  f0  c9hebbe  Gurgenfe  batter  conftntito  d'andare  a  ltti,dìJpofto  ad  honorarlo  font 
rammendò  'moment  e, &  parendogli  ne ffuno  honore  potere  effer e  maggiore,  che  ilTonte- 
dì  perdita.    fice  Romano  far  fé  gli  incontro  >et  oltra  queflo  Ou  -gli  maggiore  commodità  d'ho 

:  i  nomi  di  norarlojl  riceuerlo  in  una  magnifica  Città;andò  da  Rauenna  a  Bologna:doue 
tutti  quefti  H  terzo  giorno  dopo  l'entrata  fua  \  entrò  il  Vefcouo  Gurgenfe,  riceuuto  con  tan 
da^iui'i""  t0  honore, che  qua  fi  con  maggiore  non  farebbe  flato  riceuuto  Re  alcuno,  né  fi 
fono  poftì  dimoflrò  da  lui pompay  &  magni ficentia  minore-perche  uenendo  con  titolo  di 
corfiB,U&nda  Luogotenente  di  Ce  far  e  in  Italia ,  haueua  feco  grand  iffima  compagnia  diSi- 
f.  Onofrio  gnori,&  di  Gentil  huommi,  tutti  con  le  famiglie  loro  uefliti,  &  ornati  molto 
ver^nefe  fplendid  amente.  Alla  porta  della  Città  fé  gli  fece  incontro  con  fegni  di  gran- 
ati fuo  lib.  dijjimafommejjione  l'^Ambafciatore,  che  il  Senato  Vinili  ano  teneua  apprefio 
U.   ai  ma  al  Tonteficewntra  ilquale  egli  pieno  difaflo  ine/limabile, fi  uoltò  con  parole, 


NONO.  270 

&gefli  molto  fuperbi,  [degnando fi che  uno, che  rapprefentaua  inimici  di  Ce 
fare,hauef[e  battuto  ardire  di prefentarft al  coietto  fuòicon  quefla  pompa  ac- 
compagnato infinal  Concistoro  publico.oue  con  tutti  i  Cardinali  l'afpettaua  il 
Tontefice ;propofe  con  brieue,mafuperbiffimo  parlar  e, C e  far  e  hauerlo  manda 
to  in  Italia  per  lo  defiderio,  chaueua  di  confeguire  lecofe  [uè  più  tcflo  per  la 
ma  della  pace, che  della  guerra daouale  non  poteua  hauer  luogo-,  fé  i  Vinitiani  *  Da  qu«fta 
non  gli  refiituiuano  tutto  quello,  che  in  qualunque  modo  fé  gli  apparteneua  :  ^VShT'di 
parlò  dopo  l'audientiapublica  col  Tontefice  priuatamète  nella  medefimafcn  Matteo  £> 
tentix,&  con  la  medefima altere7ga:allequaliparole,&  dimoflratiom  acce-  cfurgcnieT 
pamò  il  nomo  fevuente  fatti  non  meno  fuperbi  :  perche  hauendo  ilTontefice  ch^  non  de 
confino  consentimento  diputati  a  trattar] eco  tre  Cardinali)  San  Giorgio :,  Regi  \l3[  c5  c-ar 
no,&  quel  de  Medichi  quali  affettando  allhora,  ch'erano  conuenuti  di  efiere  dinaiuhan- 
infìeme;  egli  comcfefufie  cofa  indegna  di  lui  trattare  con  altri  che  col  Tonte-  ^\on  "gfet 
a  fice; a  mandò  a  trattare  con  loro  tre defuoi  Gentil Imomini ,  feufandofi  d'effe  ?cu£*.l.[ B.e 
re  occupato  in  altre  faccende  :  laquale  indebita  diuoraua  infiemecon  molte  tti  di  chia- 
altre  il  Tontefice  mneendo  la  [uà  natura  l'odio  incredibile  contra  i  Trance  fi:  marl°  huo* 

11  >  r  •       •    •  tt  t  '  -i  r       •    mo  arrogaci 

ma  nella  concordia  tra  Ccfare^  e  1  Vinitiam,dellaquale  comincio  a  trattar  fi  prt  te,  &  fiera- 
ma;erano  moke  difficullà:perche[e  bene  Gurgenfe,  ilquale  haueua  dimanda-  iuente  altlc 
to  prima  tutte  le  T erre, confentiffe  alla  fine  che  a  loro  rimane  fiero  Tadoua ,  e 
Treuigì  con  tutti  i  loro  Contadi,  &  appartenente  ;  uoleua  nondimeno  che  in  &  Domanda 
»  rìco-npenfo  defiero  a  Cefare  *>  quantità  grana 'ifjima  di  danari3che  da  lui  infeu  uo  Gurgéfe 
do  le  ricono  [ce  ([ero  &  le  rav  oni  deli  altre  Terre  vii  cedefìero:  lequali  cole  e-  a>  vin,.ria,n* 
vano  nel  Senato  ricujate,  oue  tutti  unitamente  conci hiudeuano  più  utile  e  fiere  di  per  l'iue 
alla  RepiMicapoicbaucuano  talmente  fortificate  Tadoua,e  Treuigi>che  non  ?itura  d* Pa 
temenano di perderle,conferuarfi  ^li  danari.perchefe maipaffaua quefla  tem  rreuigr ,-  & 
pefla  .potrebbe  offerir  fi  qualche  occafione  >  che  facilmente  ricupererebbono  il  ogni  *""•? 
loro  dominio-;Da  altra  parte  il  Tontefice  ardeua  di  defiderw  conuenì fiero  con  feudo,  fecó- 
Cefamfperando  che  da que fio  baite fie a [accedere  eli egli  s  alìenaffe  dal  Redi  ^  il  ^uo~ 
Francia.Terò  glifliinolaiiaparte  con  pr leghi  parte  con  minacele, che  accettaf 
fero  leconditionipropofh.Ma  era  minore appre fio  a  loro  la  fua  autorità  ;  non  c  Coni»eni- 
folamente  perche  conofeuano  da  quali  [ni  procede ffe  tanta  calde%ga;ma  per  ho  détto  , 
chefapcndo  quanto  gli  fufie  nertfiaria  la  compagnia  loro ,  in  cafo'ncn  fi  neon-  £.he ?  v*n  [r 
ciliafie  col  Redi  Francia,  teneuano  per Certo ,che mai  gli  abbandonerebbe .     fero  a  cefo; 
Turedapoi  che  fu  disputato  inaiti  giorni,  rimettédo  il  Vefccuo  Gurgenfe  qual  f^dwi™'* 
cheparte  della  fua  dure'zgay  e  i  Vinitiani  credendo  più  di  quel,  chaueuana  m  la  di  fcii- 
deftinato  alla  Mancia  ardenti/lima  del  Tontefice,  interponendoci  mede  Cima-  d  °  og  ni  -a  n  " 

t.  •,'.."         ,*  T  t  1      •   '  no:  ma  e:  re 

mente  gli  Oratori  del  Re  a  dragona,  che  a  tutte  le  pratiche  inten:eniuanO  ;  ftò-  certa  dìf 


e pareua  che  finalmente  c  fufieroper conuenire,  pagando  i  Vininarn ,  per  rite-  p"Ciìr?atr^ 
nerft  con  conjentimento  di  Cefare,Taioua,  e  Treuigi;ma  in  tempi  L   ghi,  na  «caro  d'A- 


pri  il  Patri- 
^    arcato  d*A- 

fomma  di  danari.Rimaneua  la  caufa  della  r icone iliaticne  tra  il  Tonte fice?e  il  SuònoT 


Re  di  Francia ,  tra  l  quali  non  appariua altra  controller fia,  che  per  le  co  fé  del  M  oce  n»g°  ^ 
DucadìFerrara;  laquale  Curgenfe  per  rifolum r? perche  Cefare  fen%a  quefla  coxo!°n*^ 

haueua. 


IT    B    H  t> 

httueua  deliberate  non  tonuenire;andò  a  parlare  al  Pontéfice;  alqualefarijjt 
me  mite  era  flato,  perfuadendofiperle  fperanxe  battute  dal  Cardinal  di  Va- 
uia,&  dagli  Oratori. del  Re  Catoiico  Àoucr  e  fiere  materia  non  difficile :per- 
.  che  d ali altra  parte  fapeua  il  Re  di  Francia  y  hauepdojninore  rifletto  alladi- 
«Dice  il  buo  gnucche  alla  quiete  effer  difpo/lo  a  consentire  mólte  cofe4i  non  piccolo  pregiti 
naccotfi  ,    dicio  al  Buca:ma  ti  "Pontefice  interrompendogli  quaft  nel  principio  del  paria- 
Ibi  ì\  Gux  re  il  ragionane  nto;  a  cominciò  per  contrario  a  confortarlo ,  che  concordando  a 
ftÉie  hebbe  Co  V 'initianijafciafic [pendenti He  cofe  di  Ferrara,  lamentando  fi  che  Ctfar  e 
TTuS^ù  non  conofceffeV occaftone  paratifjìma  di uendicarfi  con  V  altrui for%e,  <&.  dana 
Ferrara  i  xi  ri  di  tante  ingiurie  riceuute  da  Fr ance  fi  ,-&.  che  afpettaffe  d' e ffer  pregato  di 
fé df n5Pnè  <\uel  c^e ragioneuolmente doueua con  fiamma inflantia  fupplicare.  <M!equai 
uoict  tare  ai  cofe  Qurgenfe,  poi  che  con  molte  ragioni  hebbe  replicato  ,  né  potendo  rimuo- 
[yS  uerlo  dalla  fententiafua;lifìgnificò  uolerft  partire fen^a dare  altrimentiper- 
temt  il  Fa-  fettione  alla  pace  co'  Vinitiani  :  &  baciatigli  fecondo  il  coflume  i  piedi ,  *7<8 
uwu ,  Se  mede  fimo ,  che  fub  il  quintodecimo  dalia  uenuta  fua  a  Bologna  ;fe  n'andò  a  y 
ragionarne.  Modonajiauendo  in uano  il  pontefice  mandato  a  richiamarlo  fubito ,  che  fu 
b  venne  a  ufeito  della  Cittàwnde  s'indirizzò  uerfo  Milano  lamentando  fi  inmolte  cofe 
etite  la  par  d-el  "Pontefice, &  fpecialmente  che  mentre,cheper  la  uenuta  fua  in  Italia  e- 
•couo  CGur-  *ano  quafi  fofaefe  l'armi,haueffe  mandato  fegretamenteiper  turbare,  lo  flato  di 
gcnfe.dai  Fa  Qenoua  il  Vefcouo  di  Vintimiglia ,  figliuolo  già  di  Vagol  FregofaCardinalej 
%  !d,SAg  ine  dell'andata  delquale  efiendo  penetrato  notitia  a'  Fr  ance  fi ,  lo  fecero  co  fi  imo- 
dell'  Anno    gdito  come  andaua,pigliar  end  Monferrato:  onde  condotto  a  Milano, mani fe- 
io. ho  tratto  flò  intieramente  le  cagionici  configlidelkfua  andata. Ricercò  Gurgenfe qua 
da  un  Dia-  fa  paYt\  fa  Bologna  gli  jlmbafc latori 'dragone fi ,  i  quali  effendoft  per  quel 
penna,  che  che.  appariua  affaticati  molto  per  la  pace  commune.dtmoflrauano  effere  fide- 
ptefib  .rae^,  gna^  ^ena  dwtei^a  dell  Pontefice, che faceffero  ritornare  nel  Reame  di  !>{a- 
da  m  ac  ft  io  pò  lì  le  trecento  lance  Spagnuole  diche  effi  prontamente  acconfent  irono  *Doìide 
An  d^co     ciafcmo  tanto  più  fi  marauigliaua  che  neltempo,che  fi  trattaua  dekConcilio# 
jentii'huo  •   &  chefi  credeua  douer  efierje  petenti  in.ltaha  con  la  prefentia  d'amendue  i 
moTY^n,[oa  Re  lame  Francefila  Tedefche,  il  tPontefiieMtmla  nimicitia  del  Re  di  Fran 
go  ',  &  (u  te  eia  salienaffe  Ce  far  e  ^  &  fi  pr  mafie  de  gli  aiutiJel.Re  Catoiico.  Dubitauano 
de*  semi  di  aicuniiCj)e  m  queflo,  come  in  molte  altre  cofe ,  fuffero  diuerfi  i  configli  del  Re 
quale  comi  d' dragona  dalle climofirationi ,  &  che  altro  haue fiero  in  publico  operato  gli 
r'a  aaln.e*  Oratori  fuo'haltro  in  fecreto  col  7Jontefice:perche  hauendo  prouocato  il  Re  di 
d'Apritcdei  Francia  cqnnuoue  offefe ,  &  per  quelle  rìfufcitatala  memoria  delle  antiche^ 
1  H'^brnU.  pareua  che  doueffe  temere  che  la  pace  di  tutti  glialtrinon  produce  fife  grauif- 
iu  oti  mcic  fimi  pericoli  contra  fé, rimanendo  indeboliti  diflato,di  danari,  &  di  riputatio 
?eu  s"°- 3  *  n€  *  Piritici  »  Poco  potente  in  Italia  il  Re  àt  Romani,  &  uario3inftabile*  & 
di  qy.eftomi  prodigo  più  che  mai.     filtri  decorrendo  più  Jottilmente  interpretauano  pò*- 
v orarne^'  t&f.  perauentura  effere  chél  "Pontefice ,  quantunque  il  Re  Catoiico  gli  protei 
ttpi  rucceiii  flafje  d'abbandonar  lo, &  richiamaffe  lefue  genti,co?ifidaffe eh 'egli, con  fiderà 
y  sacme  .    ^   ,Mnty  nQCCrcyfc  a  fe proprio  la  fua  depreffione}  haueffe  femore  ne  bifa- 

gm 


Causl> 
Aurelio 


N    O    N    O.  171 

gni  maggiori  a  fofienerlo.  Ver  la  partita  di  Gurgenfe  perturbate  lejfceran^e  *  n 
della  pace,ancora  che  il  Tonteficeglì  haueffe  quattro  dì  poi  mandato  dietro  il  cicuta*  nel 
yefcouo  di  Morauia  Oratore ,  apprejfo  a  te  del  Re  di  Scotìa  per  trai  tare  della  J?\,;,  ?el,a  d! 

J        »  ..  /»    •       rr        1  •      •     >i  -i         ^.  fciplina   ma 

*4^e  éw  ile  a*  Francia;  fi  rimojjono  le  cagioni,  e  haueuano  ritardato  Giamaco  iìtare,dircor 
p 0  dd  tnul%i ,  ardente  d'honefta  ambinone  di  far  qualche  opera  degna  delia  jf^^ [I 
uirtàì&  antica  gloria  fua,&  donde  al  Re  fi  dmefirajfe  con  quanto  danno  prò  tion  dei  gc 
trio  fi  commetta  il  gouerno  dMe  guerre, co  fa  tra  tutte  l'attieni  Immane  la  più  "^Jtd^  fll 
ardua,  &  la  più  difficile,  &  che  ricerca  maggior  prudentia ,  &  evertenti  a ,  quai  fi  fa,  o 
A  non  »  a  Capitani  ueterani;ma  agiouani  ine)fterti,  &  della  uirtù  de' quali  niu  ^""oVciu 
na  cofafa  teftimonian\aj:he'l  fattore.  Vero  continuando  nelleprime  delibera  ta,  o  per  fa- 
tioniyancor  che  nonfuffero  arriuati  i  fanti  Grigionupercbe  il  General  di  1<{or  "a°ta  ^^1 
mandia,dalquale  dependeuano  l'efteditionhfyerando  nella  pace ,  &  cercati-  tione;  cóciu 
do  di  far  fi  più  grato  al  Re  Con  la  parfimonia  dello  fendere;  haueua  differito  il  a  qUce°fto  paf 
mandare  afoldaygli  ;pofe  al  principio- del  me  fé  di  Maggio  con  mille  dugento-  ft>,  che  la^ue 
lance,  &  fette  mita  fanti,  il  campo  alla  Concordia ,  laquale  ottenne  il  mede  fi-  rjf0iutió  dei 
mo  giorno:  perche  hauendo  gli  huomini  della  terra,  impauriti  perche  haueua-  priJ\c,&j  c,' 
no  già  cominciato  a  tirare  l'artiglierie:  mandato  .Ambafciatori  a  lui  per  arren  gc  uno  uiu, 

y  derfh&  effendo  perciò  b  allentata  la  diligentìa  delle  guardie,  i fanti  deU'effer  ^f"™* 
cito  f aitati  dentro 'Jafaccheggiarono.  Tre  fa  la  Concordia  per  non  dare  occa-  tu  neii'eflec 
fione  a  gli  emuli  fuoU  di  calunniarlo ,.  che  attende ffe  più  alla  utilità  propria*  c£°  »lllu" 
che  a  quella  del  Re;  lafciata  indietro  la  Mirandola  ;fi  diriigg  uerfo  Buonpor  ' 
to,uilla  poftaful  fiume  del  Tanaro,per  accoftarfi  tanto  a  nimicu  che  con  Firn-  n igo  fcr juc> 
fedire  loro  le  uett ouaglie,  gli  cofirignefìe  a  diteggiare ,  ò  a  combattere  fuor  a  chcd|a  con , 
della  forteyga  del  loro  alloggiamento .  Entrato  nel  Contado  di  Modona  >  &  fa  al  primo 
alloggiato  alla  uilla  del  CaueTgo,  intefo  che  a  Maffa  apprejfo  al  Finale  alloga  ^o  Gràfici 
giaua  Gian  Tagol  Manfrone  con  trecento  caualli  leggieri  de  Vinitiani;  ui  ma  dati  cacciati 
do  Gaflone  di  Fois  con  trecento  fanti ,  &  cinquecento  canalH  :  contra  i  quali  ^l,1^^ 
Gian  Vagolo  fentito  il  rumore,  fi  me  ffe  [opra  un  ponte  in  battaglia  :  ma  non  bo  fimile  a 
confondendo  la  uirtù  de  fuoi  ali* ardire,  &  animofitàfua ,  abbandonato  da  ^°>™d 

*  loro;reflò  con  pochi  compagni c  prigione,  ^Accofioffi  poi  l'efiercito  a  Buonpor-  buifee  la  col 
to  hauendo  in  animo  il  Triulqogittare  ilVonte,doue  il  Canale  deriuato  difo  {^gcnriadd 
fra  a  Modona  dal  fiume  del  Tanaro-fi  umfee  col  fiume.  Ma  già  l'efferato  ni-  1*  guardie. 
mico  per  impedirgli  il  p  affo  del  fiume,  era  uenuto  ad  alloggiare  in  luogo  tanto  c  Gio#Paoj0 
uicino,chefi  offendeuano  con  £  artiglierie  :da  un  colpo  deUequalifu  ammaTga  Manftone 
to>f  aleggiando  lungo  l'argine  del  fiume ,il  Capitano  Verault  Spagnuolo,fol-  ^^q^I 
dato  deli efkr cito  Ecclefiaftico%  Sono  in  quel  luogo  le  ripe  altiffime,  &  perciò  meo) fu  fat- 
erà a'nimici  facile  limpedirloionde  il  Triul^io,prefo  mono  configlio  ;  gittò  il  [°  £$£5£ 
fote  più  alto  un  miglio  folamentefopra  al  C anale, p afiato il  Canale  fi  diriigè  dalia  Miran 
uerfo  la  Città  di  Modona,caminando  lungo  l argine  dell? anaro,  cercando  Imo  couiit  Cpei 
go  doue  fu  fi  e  più  facile  il  gittare  il  ponte,  &  hauendo  fempre  uifta  de'  canal  Soccorrerla, 
lh&  de  fanti  de' nimici ,  i  quali  erano  alloggiati  uicini  a  Caflel Franco  fu  la  pj.°n  anco 
$radaRomea;mamuno  alloggiamento  cinto  d'argini,  &  d'acque,  entrò  fu  la  juo  ^«s* 


a 


L    I    B    R    O 

;  tnedefmaftradaal  ponte  diFoffalta  due  miglia  preffo  a  Modona  :  &  piega- 
tofi  a  man  deftrauerfo  la  Montagna;  pafìòfen%a  contraflo  il  Tanaro  aguax^ 
Xp>che  in  quel  luogo  ha  il  letto  largo ,  &fen^  ripa  :  ilquale  paffato  alloggiò 
nel  luogo  doue  fi  dice  la  Ghiara  di  Tanaro  y  diflante  tre  miglia  dall' efiercito 
]Eccleftaflico:caminò  il  giornofeguen^^uerfo^jumaccioyaccommodatodiMet 
touaglie,con  tonfentimento  di  Vitfrufldà  Modonefi;  el  me  de  fimo  giorno  fef 
fercitoEcclcfiaflico,non  hauendo  ardire  di  opporfi  alla  campagna,  &  giudica 
k  do  efier  nccefiario  l'accoflarfi  a  Bologna ,  perche  in  quella  Città  non  fi  facete 
mouimento ,  attefo  che  i  Bentiuogli  feguitauano  l'efiercito  Fr  ance  fé  ;  andò  ad 
cafaiec-  a\\0oqiare  al  potè  a a  Cafalechio  tre  miglia  difopra  a  Bologm ,  in  quel  luogo  & 

o.  luogo         «=*->,,  r,        .        ;.,      %  ,  »_  .      n  •  ^-  ^   i    rmitL'si-  -- 


me u'ora°b^  medefimo,  nelquale  nettetà  de  Troaui noflri  Giouan  GaleaTgo  Vifconte pò- 
le  pei :  la  uit  tentiffmo  Duca  di  Milano yfupenor e  molto  difor%e  a  nimici.,  ottenne  contra 
GaìeazSvi  i I HorentinuBolognt fi ,& 'altri confederati unagrandiffimauittoria:maallog 
kon  te  con-  giammto  di  fi  to' mólto  fieuvo  tra  il  fiume  del  Reno ,  e  l  Canale  y  &  che  ha  la 
t»ni  :  duhe  Montagna  alle$aìle:&  per  loquale  s'impedifcc ,  che  Bologna  non  fiapriuata 
leggi  il  co  fona  commodità  del  Canale  >  che  deriuato  dal  fiume  pafia  per  quella  Città . 
par  te6,  eli  Arrendevi  il  giorno  feguente  al  Triul^io  Caflel  Franco  :  ilqual  fopr afiato  tre 
h  °viun  df  g>iom*  nell'alloggiamento  diTiumaccio  per  le  pioggie  ,&  per  or  dinar  fi  delle 
Gio.Vcaleaz  uettouaglie , delinquali  non  haueuano  molta  copia ,  uenne  ad  alloggiare  fu  la 

"~    flradamaeflra tra ■lzSamoggia>&  Caflel  Franco  tnclqud  luogo  flette  fofpe- 

'  foqueUoliaueffcfi fare 'per molte diffiadtà,  lequali  in  qualuque  deliberatane 
'  feglirapprefentauano:percheC(mofceuaef^er_mnofajfaltarB 
'il  popolo  non  tumultuaua,  &  accoftandòfi  fu  le  jperan^e  de  moti  popolari;^ 
dubitaua  non  ejfere  cofiretto  a  ritirarfiprefto.comehaueua  fatto  Ciamonte  co 


zo. 


b  Dice  il  me 


parte  di  fiotto  non hauere altra  $eran%a ,  fé non,  che  inimici  per  timor  e,  che 
non  afialtafie  la  Romagna ,  forfè  fi  mouerehbono  :  onde  poter  fi  dare  occafione 
ò  a  lui  di  combatterei  ò  a  Bologne  fi  dif are tumulto.: pure  alla  fine  deliberan- 
do di  tentare  fé  alcuna  co  fa  partorifieò  la  dijbo fittone  uniuer fiale  della  Cit- 
b  uice  a  me  tà,ò  le  intelligentie particolari  de  Bentiucglncondufief  efier  cito  x  Uuanguax 
defimo  il  dia delquale guidauaT 'eodoro da  Tnui<%o,la  battaglia eglh&il retroguar- 
quefto  pale  do  Gàflone  ài  Fois,  ad  alloggiare  al  ponte  a  Laino ,  luogo  fu  la  flrada  maeflra 
a  Lamo  è  fa  diflante  cinque  miglia  da  Bologna,  &  b  famofo  per  la  memoria  dell'abbocca  ■  j 
tTc°afcó£gl'uara  mento  di  Lepido,  Marc  Antonio  &  Ottauiano  :  i  quali  quiui  (così  affamano 
tnuiiiraie  :  ^n  fcrittori)fotto  nome  del  Triumuiratoflabilirono  lajirannide  di  Roma,  et 
gèin^f  quella  non  mai  a  baflan^a  deteflata  profcrittione .  J^on  era  in  queflo  tempo 
no  AicfTan-  ^ìu  g  Pontefice  in  Bologna:  ilquale  dopo  la  partita  di  Gurgenfe, quando  dmio- 
fdXguer  ftrando  fuperchia  audacia,  quando  timor  e,  come  inte fé  efier  fimo  fio  il  Trini- 
ie  ciuiiti  e  i  rri0yCon  tutto  che  non  uifufferopiule  lance  Spagnuolcfipartìda  Bologna  per 
UvUa  di  m!  andare  alt  efier  cito  a  finir  e  d'indurre  con  laprefcntia  fua.  ^Capitani  a  combat^ 
Antonio.     tm  CQ>  nimici;allaqual  cofa  non  gli  hmeua potuti  difl>orre>  né  i  on  lettere,  ne 

con 


N    O    N    O,       __   ;   __]_        271 
con  imbafciate.Tartì  con  ìnt emìone  d'alloggiare  il  primo  giorno  a  Cento:  ma 
fu  neceffitato  ad  alloggiare  nella  Terra  della  Tieue /perche  mille  fanti  de  fuoi 
entrati  in  Centouno  ttoleuano  partir féne  fé  prima non  rkeueuano  loflipendio: 
dalldqual  cofa  forfè  flomacato,  ò  conjìder andò  più  dappreffo  il  pericolo,  muta 
ta  fententia  ritornò  il  dì  fegùente  in  Borgna:  oue  crescendogli  per  l'approffi- 
màrfi  del  Triulzjo  il  timore,  deliberato  d andar fene  a  Rauema ,  chiamato  a 
ife  il  Magiflrato  de  Quaranta ,  ricordò  loro  che a per  beneficio  della  sedia  *A~  * '^^ 
poflolica,& per  opera,  & fatica  fua  ufcìti  dal  giogo  d'una  acerbiffima  Tiran  Boiogneft 
nide  haueuano  confc?uita  làlib erta  ottenuto  molte  efientioni,  riceuute  da.  fé  *  "**["*!;£ 
inpublìco,&inpruatogfandifrmcgratieJ,&eflerep  dizione 

piuiper  lequai  co  fé  doue  prima  opprefli  da  dura  feruità,  &  uilipefi,&  conati  £f*  £ h^* 
cati  da  Tiranni,non  erano  negli  altri  luoghi  d'Italia  in  confideratione  alcu-  ufa  nfteffò 
na;hora  effaltati d,honon,&di'riccbè'^e)&  piena d'artifiaj [,  & mercantie  J*^!» ìt 
la  Città y  &  folleuati  alcuni  di  lóro  ad  amplìffime  degnità;éranò  irìpreggio, &  fopra  1  que 
in  eflimatione  per  tutto  s  lìberi  di  fé  mede  fimi,  padroni  intieramente  di  Bolo-  ^°  ™  bJ^V 
gna,&  di  tutto  il  fuo  Contado  .-perche  loro  erano  i  Magiflratiy  loro  gli  hono-  c.zs  8.&c.z. 
ri, tra  effh&nélla  lóro  Città  fi  diflribuiuanò  l'entrate publiche,  non  hauendo  ' 
la  Cine  fa  qua  fi s altro  che  l  nome,  e  tenendoui  foloper  fegnó  della  fuperiorità 
un  Legatolo  Goucrnatoreiilquale  fenica  effl  non  poteua  deliberare  delle  co  fé 
importanti,  &  di  quelle  che  pure  erano  rime  fi  e  ad  arbitrio  fuo;  fi  riferiua  af- 
fai a  loro  pareri,  &  alle  loro  uolontà  ;  &  che  fé  per  quefti  beneficij ,  &  per  lo 
felice  flato,  chèhàueuanoYerano^difpoflTa-d^         la  propria  libertàifareb-  - 
hono  da  lui  non  altrimenti  aiutati,  &  difefi,  che  farebbe  iiicafofimiie  aiu- 
tata, &  difefa  Roma  :  l^eceffitarlo  la  gràuità  delle  cofe  occorrenti  ad  andare  ' 
a  Rauenna,ma  non  per  queflo  efferfi  dimenticato, ò  per  dimenticar  fi  lafalute 
di  Bologna.per  laquale  hauere  ordinato  che  le  genti  Vinitiane,  che  con  jLn- 
àrea  Gritti  erario  di  là  dalTÒ,  &  per  queflo  gittauano  il  ponte  a  Sermidi;an 


leflia  della  guerra,  &  per  ciò  per,  neceffitare  i  Fr  ance  fi  a  tornare  a  difendere  le 
cofe  proprie, erano  già  preparati  dieci  mila  SuiTgerr  per  difcenderenello  fla  ; 
to  di  Milanon  qualiperche  fi  mouefi'ero  fubitamente,  erano  flati  mandati  da 
lui  a  Vinetiauentimila  ducati,  &uenti  mila  altri  hauerne  ordinata  Fini- 
tiani:&  nondimeno  orando  a  loro  fu  fi  e 'più  grato  tornare' fotta  la  feruità  de* 
Bentiuogli,che di  godere  la  dolcezza della  libertà  Ecclefiaflica,  pregargli  che 
l  i  aprijfero  liberamente  la  loro  intentione,  perche  farebbe  feguitata  da  lui  : 
ma  r  .cordare  bene  che  quando  fi  rifolueffero  a  difender  fi,  erauenuto  il  tempo 
oppor  tuno  a  dimoflrare  la  loro  genero fità  ,&  ubligarfi  in  eterno  la  Sedia  *A- 
poflolica,fe,e  tutti  i  Tonte ficifuturi:ÌAtlaqualpropofla,  fatta  fecondo  il  coflu 
me  fuo  con  maggior  efficacia,cbe  eloquentia,poi  c'hebbero  confultato  tra  loro 
'mede fimi;  rijfrofe  in  nome  di  tutti  la  con  magniloquentia  Bologne  fé  il  Vriore 
deLReggimento>magnificando  la  fede  loro,  la  gratitudine  de'  beneficij  riceuu- 

ti,  la  - 


a  Si'leuòJa 


LIBRO 

fi,  U  iinotione  infinita  al  nome  fuo,  conofcere  il  felice  flato  chaueuanò,  & 
5aSGidio?i  <ptant0Per  la  cacciata  dS  Tiranni  fufiero  amplificatele  ricchezze ,  &  lo  file 
Bologna  a  dorè  di  quella  Città:&  douc  prima  haueuano  la  uita,  &  la  f acuità  fottopofle 
«£  xlii?%.  alt  arbitrio  d'altri,  horafuurida  ciafcuno  godere  quietamente  la  patria,  par- 
andò  a  i  mo  tecipi  delgouerno  partecipi  decentrate*  né  efiere  alcuno  diloro  che  priuata- 
ForU-  icUu  mentenon  baueffericeuutoda  lui  molte  grafie,  &  honorìiuedere  nella  Città 
gio  mo  fé-  loro  rinouata  la  dignità  del  Cardinalato,  uedere  nelle  perfine  de'  fuoi  cittadi- 
Senna?  Geo  w/  molte  Prelature, molti  ufficij  de  principali  della  Corte  Romana:per  lequali 
me  icriuc  gratie  innumerabili,  ■& fingulariffimi  benefici^  efier  dijpofiipnma  confumare 
felino  Ga"  tutte  le  f acuità,  prima  metter  e  in  pericolo  ìhonor  e,  &  la  falute  delle  mogli* 
dìnico.  tt  de"  figliuolhpr ima  perdere  la  uita  proprìa->che  partir  fi  dalla  diuotione  fua, 
.  &  della  Sedia  %Apùftolica.lAndaffe  pure  lieto,  &  felice  fen%a  timore,  òfcro- 
neii'Eicgio  puh  alcuno  delle  cofe  di  Bologna:perche  prima  intenderebbe  effere  corfo  il  Ca 
Ali  dofio  C°  m^e  mt0  difangue  del  popolo  Bolognefe,che  quella  Città  chiamare  altro  no- 
caKtmal  di  me,è  ubidire  altro  Signore,che  Vapa  Giulio,  Dettero  quefle parole  maggio- 
yauia,  d.fco  re  jheran7a,che  non  conueniua  al  Vontefice:  ilqualelafciatoui  il  Cardinale  di 

pre  lacgio        **   .         ^.     9         x  J  .tJ  , 

jie  della  di-  Tauia;  *  Jrn  andò  a  Ravenna  non  per  lo  camino  dmtto^con  tuttoché  accom-  a 
fa°rfia*i  car  Va£nat<)  ^€  ^ame  Spagnuole,  che  fé  ne  tornavano  a*Napoli  ;  ma  pigliando 
dinaie  ,  e'i  per  paura  del  Duca  di  Ferrara  la  flrada  più  lunga  di  Forlì .  Venuto  il  Trial 
Sle  non' ha  ^°  a^  '^>onte  a  Lainotfi  dimoftratta  grandiffimafolleuatione  nella  Città  di  Bo- 
uédoti  car  logna,empiendofì  gli  animi  de  gli  buomint  di  molti,  et  diuerfi penfieri.-perche 
tcTottenei*  mo^  affuefatti  al  uiuer  licentiofo  della  Tirannide ,  &  ad  efier  fomentati  eon 
dai  papa  la  la  robbay&  co  danarid r  altri,  battendo  in  odio  lo  flato  Ecclefiaflico;  defidera- 
»o"a°com'-  mno  ardentemente  il  ritorno  de*  Bentimglmkripcr  i danni  ricettati,  &  che 
*i  deiideia  t  emettano  di  riceuere,uedendo  condotti  fu  le  loropoffeffioni,  &  nel  tipo  pro- 
luì  f^prS  finclH0  alle  ricolte  due  tali  efier  citi,  ridotti  in  graue  difyeraiione;  defideraua- 
»o  defide-  no  ogni  cofa  che  fuffe  per  liberargli  daqueflimali:altrifof^ettàdo  che  per  qual 
^oVac^fta?-  cbe  tumulto,che  nafeefie  nella  Città,ò  per gli proceri ifucceffi de  France fi ',  U 
Cela  per  be-  memoria  dell'impeto  de  quali,quando  uennero  fotto  Clamante  laprima  uolta 
uinclioAe  A  Bologna, era  ancora  loro  innanzi  a  gli  occhi ;non  andafie  la  Città  afaccospro 
jFiancefi.  &  poneuano  la  liberatione  da  quefto  pericolo  a  qualunque  gouerno ,  ò  dominio 
Sfidod?  t"  fotejfero  hauere:  pochi  dimoflranfi  prima  nemici  de  Bentiuogli  fauoriuano , 
dìmento^a  ma  quafipiu  con  la  uolontà,che  con  C opere  il  Dominio  della  Chiefa:&  efiendo 
ni  'Incedi"  tutto  ilpopolo,chiper  defiderw  dicofenuoue  ,chiper  ficurtà ,  &  falute fua 
menti  ai  Du  meffofifu  VarmeiOgnicofa  erapiena  di  timore,&  di  Jpauento  :  &  nel  Cardia 
"et  maneg  noi  di  Vauia  Legato  di  Bologna  non  era  animo,  ò  configlio  baflante  a  tanto pe 
giat  la  gucr  ricolo:perc,he  non  battendo  in  quella  Città  sì  grande ,  &  sì  popolo  fa ,  più  che 
le  '  pwuifio  dugento  cauai  leggieri,  &  mille  fanth&  per feuer  andò  più  che  mai  nella  b  di-  b 
ni&ed'diena  fior(lia  col  Duca  d'Vrbino, ch'era  con  l'efiercito  a  Cafalecchio;haueua,mena- 
per  aptl/ la  to  ò  dal  cafo,  ò  dal  fato,  foldati  del  numero  de  cittadini  quindici  Capitani ,  d 

nirtotia  a',  qUaU 

France  fi  . 

Il  nembo  diccene  il  Cardinale  odiaua  il  Duca»  peicioche  hauerebbe  Doluto  antepotli  i  pioprij  fratelli. 


NONO.  tft 

spiali  ìnfìemè  con  le  compagnie  loro,  &  col  popolo  hautadato  cura  dettagliar 
dia  delia  terra ,  &  delle  porte:  de'  quali ,  non  hauendo  egli  battuto  prudentia  a  Poca- pn;-- 
neh  eleggergli;  era  la  maggior  parte  di  quelli ,  ch'erano  affettionati  a  Benti-  jen^udè  ri* 
a  uogli;  e  tra  qucfli a  Lorenzo  degli  viriofti  ,  ilquale  prima  incarcerato  >  e  tor-  lui,  a  chi  u- 
mcntato  in  Roma  per  Cadetto,  che  hauefk  congiurato  co3  Bentiuorii  ;  erapoi  i13"0.1"  ,u 

n         i  r         j  ni"  i       •  f  i    1 1         i>    r        habbia  fac- 

/fata  lungamente  guardato  in  Cajiei  S.  ^Agnolo  :  i  quali  come  hebbero  l  arme  to  ingiuria. 
in  mano  ^cominciando  a  far  e  occulti  ragionamenti \  &  conuenticoli ,  &femi-  *pe°j-  ^  *;' 
w^«^o  nel  popolo  fcandolo  fé  nouelle , cominciò  il  Legato  ad  accorgerai  tardi  del  Arpago;  i*  a 
la  propria  imprudentia:  &  per  fuggire  il  pericolo  nelquale  da  fé  mede  fimo  fi  foJaio^lf 
era  pòfio  fatta  fintióne,ehe  cefi  ricercajfe  il  Duca  d'Vrbino,  &  gli  altri  Capi-  Duca  £  Bor 
tanu  uolle  che  andaffero  conte  compagnie  loro  neltefiercito:  ma  rijpodendo  ef  c^/nIco 
fi  non  uolere  abbandonare  la  guardia  della  Terra  ;  tentò  di  metter  dentro  con  la  <*a  Cam- 
mille  fanti  RamaTgotto -.magli  fu  dal  popolo  uietato  l'entrami  :  onde  inuilito  l°tti  ^  * 
marauigliofamente  il  Cardinale,  &  ricordando  fi  efiere  infornino  odio  del  pò-  chaueua  no 
polo  iifiio  gouemo,  &  hauere  nella  nobiltà  molti  nimici, perche  non  molto  in-  u  pC0 f'^ ^ 

b  nan%ibaueua(benth  e  fecondo  difieper  b  comandamento  del  Tontefice)fattot  «g«>ne_dei 
procedendo  con  la  mano  Regia,decapitare  tr  e  bonorati  cittadini ,come  fu  not- 
te ujkjtù  occultamente  in  habito  incognito  perunufeiofecreto  del  palagio ,  fi  b  Anzi  non 
ritirò  nella  Cittad-ella,&  con  tanta  precipitatane ,  chef  dimenticaffe  di  por-  Juw  "comVr 
tarne  le  fuc  gioie  >e  ifuoi  danari dequali  cofe^hauendo  poi  finitamente  madato  flone  aicu- 
a  pigliar  e, com'egli  hebbe  riceuute;  fé  nandò  per  la  porta  delfoccorfo  uerfo  1-  m  &x\ì  „?! 
mola,accompagnato  con  cento  caualli  da  Guido  Vaina  marito  della  fot -eliaca  ««.comedi 
pitano  de*  caualli  deputati  allafua guardia:  &  poco  dopo  lui,ufà  della  Citta-  ml  \  cUt-ldi 
della  Ottauian  Fregofo,non  con  altra  compagnia,che  d'una  guida.  Intefa  la  n.£  dccaPita 
fuga  del  Legato,  fi  cominciò  per  tutta  la  Città  a  chiamare  con  tumulti  grandif  cò  tre,  ci<4é 
fimi;  il  nome  del  popolo daquale  occafione,  non  uolendo  perde  re  Loreto  de  gli  £]  ^crt0  di 
^driofii,  &  Fracefco  Rinucci,anch'  egli  uno  del  numero  de  quindici  Capitani,  nocétio  dai 
&feguace  de  Bentiuogli,feguitadogli  molti  della  medefima  f anione, cor  fi  al  ^  K}^^ 
le  porte, che  fi  chiamano  di  S.Felice,&  delle  Lame  più  coynmode  al  campo  de  Guidotu,2c 
Francefile  ruppono  con  faccette:  &  occupatele  mandarono  fen%a  indugio  a  1^1°^™° 

c  chiamare  i  Bentiuoglid  qual'hhauuti  dal  Triul^io c  molti  caualli  Fracefi,  per  ^uòmini  i* 
fuggire  il  camino  diritto  del  ponte  a  Reno  ;  alla  cui  mjlodia -era  Rafaello  de  noceun,n31' 
TaTgiyUno  de  condottieri  Ecclefiaflici,pafiato  il  fiume  più  bafio,  &  accofla-  c  Ceto  lice 

d  tifi  alla  porta  d  delle  Lame,  furono  fubit amente  introdotti.  *Alla  ribellione  dice  j 1 1 uo" 
di  Bologna  fu  congiunta  la  fuga  dell' eficrcito ,  perche  alla  ter^ahora  della 
notte,  il  Duca  d'orbino  le  genti  delquale  dal  ponte  da  Cafalecchio  fi  diflen-  d  P<?ria  Pot 
deuano  infimo  alla  porta  detta  di  Sirago7^a,hauédo(come  fi  crede)  tntefa  la  fu  ra  dice  il" 
ga  del  Legatoci  mouimento  del  popolosi  leuò  tumultui f ameni t 'Jafciando  la  Giouio>  <*) 
più  parte  de'  padiglioni  difiefi.con  tutto  l'efiercito,eccetto  quelli,  che  deputa-  Bentiuogii 
ti  alla  guardia  del  campo  ,er  ano  dalla  parte  del  fiume  uerfo  i  Fr  ance  fi,  a  qua  in  B°Iogna» 
linon  dette  auifo  alcuno  della  partita .  Ma  fentita  la  moffafua  i  Bentiuogjki  ro  Lorenza 
cìo  erano  già  dentro ,  auifatune  fiòcamente  il  Triul^io  ;  mandarono  fuor  a  AIlofto  • 

m        della 


LIBRO 

della terra  parte  del  popò  lo  a  dannaggiargli:dd  quali,  &  da*  uillani,  che  già) 
a  e  he  r  tut-  calauano  da.  ogni  pan  e  con  ijmifuratigndi,&  rumori  asfaltato  il  campo-,  che 
X°x%  &  Sic  Paffam  $&°  le  mura,  furono  tolte  loro  l'artiglierie,  &  le  monitioni  co  quati- 
coi»  furono  td  grande  di  carriaggi  benché  foprauenendo  i  Fracefi,  tolfero  al  popolo,  &  a 
ae  uniBuo.1  &&0in  delle  cofe  guadagnate  la  maggior  parte  :  &  già  era  arriuato  al  ponte  et 
n.accorfi ,  Rem  con  l'auanguarda  Teodoro  da  TrmlxiÀoue  Rafaello  de*  Ta^gi  combat- 
Sj£  d^Itl  Wì^°  ualorofamente  gli  foflenne per  alquanto  (patio,  àitempima  non  poten- 
te v  mi  ùa-  a  o  filialmente  reftfiere  al  numero  tanto  maggiore ,  rimafe  prigione  %  bauenda 

(come  corife ffauociafamo) con  la  refiflenxa  fua  dato,  commoìhànon  piccola. 
tu^dfl^oa  "fidati  della  Cbiefa  di  faluarfuma  le  genti  de*  Vinitiani,  et  con  loro  Rarna1^ 
io  di  i^apa  %otto,tbe  alloggi aua  fui  monte  più  eminenterdi  S.Luca3  non  battendo  fé  no  tar 
«  porta  nel  di  'mmta  nottua  della  fuga  del  Duca  d'Vrbino.prefcro  perfaluarfu  la  uia  de 
u  facciata,  monti  :pcr  laquale, ancora  che  riceue fiero  danno  grani  (fimo, fi  conduffero  in  Ro 
DtioTo  di*  ma2>na'  Furono  in  quefla  mttoria  acquiflata  fcn%a  combattere  tolti  quindici 
s.  Petronio,  pe%$i  a* artiglieria  grofJa>  & a  molti  minori  tra  del  Pontefice,  &  de  Vinitia-  et 
ir  filiti  T  nhloftendardo  del  Duca  proprio  con  più  altre  bandkre-.gran  parte  de'  carriag 
cDice  ìibuo  &  ^e  &*  Ecclefiafìici ,  &  quafi  tutu  quei  de*  Vinitiani  rfualiguti  qualch'uno 
mecorfì ,  degli  huomini  d'arme  della  thiefaima  de  vinitiani  più  di  ceniocmquanta,et 
ti^nJn'uoi  dell'uno*  &  dell'altro  efferato  diffipati  quafi  tutti  i  fanti  prefoOrjho  da  Mu- 
te accettare  gitano,  Giulio  Manfione,  &  molti  condottieri  di  minor  conditione.-.  ir?  Bolo- 
do  ^'IruJn  &na  nonfHrono  commeffihormcidip  ne  fatto  molenda  ad  alcuno, ne  della  nobtl 
uotei  toccar  tà,nè  delpopolo  :  folamente  fatti  prigioni  il  Vefcouo  di  Chìufi,  &  molti  altri 
ìa '  chieaJ  Vrelath^egretarì^,  &  altri  Vociali,  che  afjìfteuano  al  Cardinale ,  rima  fi  nel 
ma  che  foio  palagiodella  refiden%a  dei  Legatoiperche  a  tutti  batte  uà  celata  la  fua  parti- 
i'o  '&  u«£f  ta  J»/«/rò  //  popolo  Bologìiefe  la  notte  ifleffa  el  dìfeguente  ad  una  i>  fiat  ita  di  ^ 
uagiìa  ^  pò-  b  ron%o  del  Tonte fice,  tirandola  per  la  piaTga*  con  molti  fcherni, &  derifioni , 
rniufi^u  ò perche nefuffero  autori i  fatelhti de' Bcntiuogli,òpure perche' Ipopolo infa- 
Giouiodke,  flidito  da  trauagli,&  danni  della guerraycom  è  per  fua  natura  ingrato,  &  cui 
uoile  p^uió  fido  di  cofe  nuoue,haueffe  in  odio  il  nome ,  &  la  memoria  di  chi  era  fiato  ca- 
eoncjtareiri  gìone  della  liberatione,&  della  felicità  della  loro  patria.  Sopraflette  il  dì  fé- 
iUuo Repiu  guenteschefu il iz.di Maggiori Triuhio ne  Imed  efimo alloggiaméto;&  Fai 
<H  quei,  che  tro  dì  lafciatafi  indietro  Bologna  andò  fui  fiume  Lidi  ce  >&  poi  fi  fermò  a  Ca- 
huomo  pCio!  fel  S'Tiero,terrapoftafu  Ueflremitd  del  teniterio  Bologne  fé,  per alenare  in 

dQueftovc-  nar^\ìfaiPlJlet^i  °^tre  qMtefaffe  Hintentìone  del  Re  di  Francia,à  diprocede 
icouo.  c'ha-  re  auanti  contra  lo  flato  del  Tontefice,òfepure,baflandogli  hauere  ajjìcurata 
Mddiad^tì  Ferraraj  &  Iettato  alla  Chiefa  Bclogna.cheper  opera  fua  haueua  acquiflata  ì 
logna  in  cu  uolefjèfemiare  il  corfo  della  uittorta/però  bruendogli  Ciouanni  da  Sajfatello, 
fhiamò  Gh*  condottiex  del  pontefice }  &  che  cacciato  d'Imola  la  parte  Ghibellina  a  quafi 
%o  vitelli  *  dominaux  come  capo  de  Guelfi, quella  Città,offertQ  occultamente  di  dargli  I- 
ìTgìouìoI^  mola, c  non  mite  in  fino  alia  rijpojia  del  Re  accettarla.  Reflaua  la  Cittadella  di  e 
«cita,  vita.  Bologna3  nellaquale  era  il d  Vefcouo  Vitello,  Cittadella  ampia*  &  forte  a  ma  d 
oft  °*    gmedata  fecondo  l'ufo  delle  fon  eige  della  Chiefa:penhe  m  erano  pochi  fan- 

ti% 


NONO*  174 

ti, poche  gettonagli  e,  &  qua  fi  ninna  monitione:  nellaquale  mentre  ch'era  affé 
aiata,  udito  il  cafo  di  Bologna  ,  era  usnuto  la  notte  da  Modona  Filfrufl  a  per-   Be.vbojche 
fuadere  al  Vefcouo  con  promeffe  gradi  che  la  de  fi  e  a  Cefare:ma  il  Vedono  pat  jjDw»  d' v  v 
tuito  il  quinto  giorno  co  Bologne fi,  eh e fuffero  faine  leperfone,&  la  rMa  di  ihó.a  «iato 


:amera 


quelliyche  ni  crano,&  riceuuta  obligatione,che  a  lui  in  certo  tempo  fu (fero  pa  *-« 
gati  ire  mila  ducati;la  dette  loroilaquale  bauuta  cor  fero  fubito  popolarmeli-  w  era  aVda 
te  a  rouìnarla,  incitandogli  al  mede  fimo  i  Bentiuogli ,  non  tanto  per  far  fi  be~  f  °  ,?ef  ! cu  • 
niuoli  i  Cittadina  quanto  per  fio  (petto,  ehe'l  Re  di  Francia  non  la  uo  lejfe  in  pò-  1  uùV.  fe  0p- 
tefià  fina,  come  era  flato  già  parere  di  qualch'uno  de  Capitani  di  don/andarla:  P°%]  s  „da  l 
ma  il  Triul%io  giudicando  efiere  alieno  dalla  utilità  del  Re, ti  creder  fi,  ch'egli  r.h'a  lui  ha'. 
uolejfe  infignorirfi  di  Bologna,} haueua  contradetto.  Ricuperò  con  i'occafione  jjj^  j^ 
di  quefla  uittoria  il  Duca  di  Ferrar  anitra  Cento  >&  la  Viene,  Cutignuola,  lu  pa  d'hauer 
go,e  l'altre  Terre  di  Romagna:  &  nel  tempo  medefimo  cacciò  Alberto  Tio  di  f"^.^ ® 
Carpi,ilquale  lo  poffedena  con  luì  commimemente.  Ricciictte  della  perdita  di  a  .  apa  non 
JBólognagrandifflma  moleflia,com  era  conucniente,il  Vontefice, affliggendo-  "0°mca  *$"'_ 
lo  non  fidamente  l  e  fiere  alienata  da  fé  la  principale*.  &  più  importante  Cit  nàaieme  (e 
tàtfccettuata  Roma,  dì  tutto  lo  flato  Fcclefiaflico ,  elparerglieffereprìuato  natiche 
ili  quella  gloria,che  grande  appreffo  a  glibuomini,&  nel  concetto  fino maffi-  «gì»  pienodi 
mamente  gli  haueua  dataì'acqmflarla;  ma  vltraqueflo  per  lo  timore ,  che  cótraVc!^ 
l'esercito  uincitore  non  feguitaffe  la  uittoria:  alquale  cono  tendo  non  poter  re  óìn*jf  aut- 
fijlere,&  defiderofo  di rimuouerloccafioni,chelo  inuitaffero apafiarepiuin  in^uità^a 
nanzhfolleeitaua  che  le  reliquie  de  foldati  Vinitiani ,  richiamate  già  dal  Se-  contrastò 
nato;s  imbarcadero  diporto  l  ejenatico:  &  per  la  medejima  cagione  corame]  aa;  „  ,;R  coj 
fé  gli  fuffero  reflituiti  ì  nentì  mila  ducatui  quali  mandati  prima  a  Vinetia  per  pugile  (co 
far  muouere  gli  Sui'T^eri;  fi  ritrouauano  ancora  in  quella  Città.  Ordinòanco-  Ue)mà  con 
ra,che'l  Cardinal  di  l^antes  di  natione Brettone,ìnuitaffe,come  dafe,il  Trini  *a  jPa(la  s1  j 
%io  alla  pace, dimoflr  andò  effere  al  preferite  il  tempo  opportuno  a  trattarla::  l-  &i0  n  accor  • 
qual  rijpofe  non  convenire  il  procedere  con  quefla  generalità,mà  effer  necefia  fi  d'c|  c.ln; 
rio  uenire  efpreffamente  alia  particolarità:  hauere  il  Re  quando  defìderaua  la  onde  \  paìa- 
pace  propoflo  le  conditioni  :  dover  hora  il  pontefice  fare  il  mede  fimo ,  poi  che  |";"ie£  ld°[ 
tale  era  lo  flato  delle  co  fé,  che  a  lui  apparteneva  il  defiderarla.  Trocedeua  in  la  m  uia  i  io 
queflomodo  ilTontefice  più  per  fuggire  il  pericolo  prefente,  che  perche  havef  *^lono  \ 
fé  neramente  difpofto  del  tutto  l'animo  alla  pace, combat  tendo  infume  nel  pei  uc  poco  do- 
ro fino  lapavra,lapertinacia,todio,&  lo  j degno. ls[elq  vale  tempo  mede/imo  ^>oruteI1.neI* 
foprauenne  un  altro  accidente, chefir  addoppiò  il  dolore.  xAccufauano  appref  Buonaccor- 
fo  a  lui  molti  il  Cardinale  di  Tavia,alcvni  d'infelicità,  altri  di  timidità,  altri  nèfit "Sad* 
d'imprndentia:ilqnaleperfcnfarfi  dafeflefio  uenuto  a  Rauenna;mandò  come  ucnueio  a~ 
prima  arriuò,a  figmficargli  la  fina  uenuta,&  a  d.  mandargli  l'hora  a  ella  au-  jjjj^ "*  *^ 
dientia:deliaqual  co  fa  il  Pontefice, che  l' amava  fommamente;molto  rallegra-  à°&  l*fi  l'ai 
tofi ,  gli  rijpofe ,  cheandaffe  a  definare  feco  :  doue  andando  accompagnato  da  Gradilo'1 

r  Guido  Faina,  &  dalla  guardia  de'  fuoicaualli ,  il a  Duca  d'orbino  per  l'an-  tiene,chc  a 

*„  •  f*ng™  ùed 

Mm       1  tlCa  doinprou» 

ì'-al^cttaflc,&  ucdutolo  fcaualcatojk»  chìamafte  tradito!  nimico  del  fangue  lt3liano;8c  col  pugnai  1©  tcriflè. 


LI    B     R    O 

tica  nimichici ,  che  baueua  con  lui ,  &  accefo  dallo  [degno*  che  per  colpa  fua 
(cufidiccua)fuffe  proceduta  la  ribellione  di  Bologna  ;  &  per  quella  la  fuga 
dell'esercito ,  fatto  fegli  incontro  accompagnato  da  pochi,  &  entrato  tra  i  ca 
Halli  d/ella  fua  guardia ,  che  per  riuercntia  gli  dauano  luogo  ;  armàTgi  di 
fluttuano  propria  con  un  pugnale  il  Cardinale ,  degno  forfè  per  tanta  degni- 
tà  di  non  efiere  molato ,  ma  degmffimo\per  i  fuoi  uiiij  enormi*  &  infiniti ,  dì 
qualunque  acerbiffimo  fupplicioiil  romore  della  morte  delquak  peruenuto  fa 
bit  amente  al  Tapa;  cominciò  con  grida  in  fino  al Cielo  }  &  urli  mifer  abili  a  la 
mentarfi ,  mouendolo  fopra  modo  la  perdita  d'un  Cardinale  che  gli  era  tanto 
caro;  &  molto  più  leffere  su  gli  occhi  fuoi  ,  &  dal  proprio  nipote  con  efjìm- 


flica:  ilquale  dolore  non  potendo  tollerare ,  ne  temperare  il  furore;  parti , 
mede  fimo  da  Rauenna  per  ritornar  ferie  a  Roma:  nt  giunto  a  fatica  aRimmi, 
sc?eTino,2s!  acetiche  da  ogni  parte  in  un  tempo  mede  fimo  lo  circondaffero  infinite,  &gra 
croce,  co-  mffime  calamità,  hebb  e  notitia  che  in  Modona,  in  Bologna  ,&  in  moU  altre 
m" ",V«oSn  €&£  erano  appiccate  ne*  luoghi  publici  le  cedole ,  per  lequali  fé  gHintimaua 
do  ìi'buo-;  la  ,£onuo catione  del  Concilio ,  conia  ciiatione che ni.andaffe  per  finalmente  : 
perche  il  Vzfcouo  Gurgenfe,  benché  partito  che  fu  da  Modona  haueffe  carni- 
biicòciiio  nato  alquanti  giorni  lentamente ,  affettando  rifycfta  dall'Oratore  del  Re  di 
fico^nS  Scotia'y  ritornato  da  lui  a  Bologna,  fopra  kpwpofle ,  che  il  Tontefice  medèfi- 
ìàno  1+14.  mo  ■  gli  haueua  fatte;  nondimeno,  efifendo.uenuto  con  rifpofte  molto  incerte  ; 
fnniU!°i  uè  rnando  fubito  tre  procuratori  in  nome  di  CefareaMilano  :  i  quali  congiunti 
papi  depo-  co* a  Cardinali,  &  co  procuratori  del  Re  di  Erancia  indiffero  il  Concilio  per  il  a 
%ouili%<  primo  giorno  di  Settembre  proffìmonella  Città  di  Tifa. Voltarono  i  Cardinali 
detto  pdma  l  animo,  a  Tifaycome  luogo  commodo  per  laMicinità  del  mare  a  molti,  che  ba> 
coidalcre  ueuano a  uenire  al  Concilio;&  ficuro  perla  confidenza,  cheilRe  di  Francia 
gorio  iz.  &  haueuane  Fiorentini;& perche  molti  altri  luoghi >  che  ne  farebbono  flati  ca- 
li 13  .'detto  paci,eranoò  incommodifo  foretti  a  loro,  oda  potere  effere  con  colore  giuflo  ri 
prima  Ptc-  cufati  dal  Tontefice.   In  Francia  nonpareua  honeflo  il  chiamarlo,})  in  alcuno 
do°poìUquaii  luogo  fottopoflo  al  Re  .'.Goflan^aunadelle  Terre  Franche  di  Germania  pro- 
fa  creato    p0fla  da  e  efare,  benché  illuftre  per  la  memoria  di  quelfamofo  b  Concilio, nel-  " 
vedV  h  ria-  quale  priuatitre,  che  pmcedeuano  come  Pontefici,  fu  eftirpato  lo  feifma  con- 
tìna  nella  vi  tmua(0  nella  Chiefa  circa. quaranta  anni,  pareua  molto  incommodo ,  &  fo^ 
S,da  tolde*  jpetto  ali  una  parte ,  &  altaltra.  Turino  per  la  uicinità  de  gli  Sui%^eri ,  & 
10  Zì  '  de  gli  flati  del  Re  di  Francia:  Bologna  innanzi  fi  alienafie  dalla  Chiefa  no  era 

e  Amédue  fecura  per  i  Cardinali ,  dipoi  era  lime  de  fimo  per  il  Tontefice  :  &fu  ancora 
qqefte  hifto  ne\\a  elett ione  di  Tifa  feguitataln  qualche  parte  la  felicità  dello  augurio  per 
n«i  'piagna  la  memoria  di  dueConcilvj,che  ui  erano  flati  celebrati  projperamente^luno  e 
nelle  vite  qU^do  quafi  tutti  i  Cardinali  abbandonati  Gregorio  duodecimo,  &  Benedetto 
rio  ii.&d'A-  tredecimoyche  contcndeuano  delTonteficato,  celebrando U  Concilio  in  quella- 
fcfé&o.  v.  dtiàìde fiero  in  Tontefice  jikfiandro  QuintQil  altro  più  anticamente  fu  ce- 
lebrato 


NONO.  27? 

lebratb  qului  circa  tanno  Mille  cento  trentafei  da  Innocenzo  Secondo,  quan- 
do  fu  dannato  Tietro  di  Leone  Romano,  ^Antipapa,ilqual  facendo fi  chiama- 
re .Anacleto  Secondo ,haueua  con  fcifma  tale  dato  molto  tr attaglio  ,  nonfolo 

ad  lnnocentio,ma  a  tutto  il  Cbriflianefimo .  Haueuano  frimai  Fiorentini  co  a  Nella  coir 

fentitolo  al  Re  di  Franciajlqualegli  haueua  ricercati,proponendo  effere  dm-  |5fa  che .  fa 

tore  della  conuocatione del  Concilio  non  meno  C efare,  che  egli,  &  confentirui  n,  Romana 

il  Re  d'Aragona;  degni  d' efiere  lodati  forfè  più  del  fileni  io ,  che  della  pruden  &  Ia . Con- 

tia,  0  della  fortezza  dell'animo  :  perche ,  ò  non  hauendo  ardire  di  dinegare  al  ìkana ,  the 

Re  quel  che  era  loro  moleflo ,  'ònon  confiderando  quante  diffuultà  >  &  quanti  fauo*lla  a l- 

f     ,.  tr  •  -f       1     r      »   1  ->        1         1        \   iì  cunc  uoiie 

pencolipotefie  partorire  un  concilio,  che  fi  ceiebraua  cotra  lauolonta  del  Tori  da»  maina- 
tefice ,  tennero  tanto  fegreta  quefia  deliberatane  'fatta  in  un  con  figlio  di  più  |f  pj,ncipì 
di  centocinquanta  cittadini ,  che  fuffe  incerto  a  Cardinali ,  a  quali  il  Re  di  tribune  u 
Francia  ne  dauajperan^a/ma  non  certezza,  fé  l'hauefiero  conceduto  :  &  al  £0  #  dln°f 
Tonte  fice  non  neperueniffè  notitia  alcuna,  Tretendeuano  i  Cardinali  poter-  tà,  hauendo 
fi  giuridicamente  conuocare  da  loro  il  Concilio  fen^a  l'autorità  del  Tonte  fi-  fa""1  Ton" 
ce,  per  la  neceffità  euidentifjima,che  haueua  la  Chiefa  de  fiere  riformatalo-  cefìh  a  Papa 
me  diceuano)  non  folamente  nelle  membra,  ma  etiandio  nel  cape ,  cioè  nella  Te^o^di 
perfona  delTontefice  :  ìlqualc  (  fecondo  che  affermauano)  inuet erato  nella  la  Romana, 
fimonia,  & 'ne '  cofiumi infami,  &  perduti,  né  idoneo  a  reggere  il  Tontefi-  a^an^ie1- 
càto ,  &  auttore  di  tante  guerre ,  era  notoriamente  incòfrigibile  conimi-  «oApofto- 
uerfale  fcandolo  della  Chrifìianità ,  alla  cui  falute  ninna  altra  medicina  ba-  £  t  *£**  e-1 
flaua,  che  la  conuocatione  del  Concilio  :  allaqual  co  fa  efiendo  flato  il  Tonte-  *prefTo,  che 
fice  negligente ,  efierfi  legittimamente  deuoluta  a  loro  la  potefìà  del  con-  C\^A  maf- 
uocarlo  ,  aggiugnendouifi  maffimamente  l'autorità  dell'eletto  Imperatore ,  fidamente 
&  il  confentimento  del  Re  Chriflianijfimo  colconcorfo  del  clero  della  Ger-  concetterò-0 
mania ,  &  della  Francia .  Soggiugneuano ,  tufare  frequentemente  quefla  f°jp  aI  Por 
medicina  efiere  non  folamente  utile,  ma  necefiario  al  corpo  infermiffimo  no  ruttori- 
della  Chiefa  per  efiirpare  gli  errori  uecchi ,  perprouedere  a  quelli ,  che  nuo-  tà  ^  c°D_uo 
uamente pullulauano ,  per  dichiarare,  &  interpretare  le  dubitationi,  che  al-  fio,  o  di  fcio 
la  giornata  nafceuano ,  &  per  emendare  le  cofe ,  che  da  principio  ordinate  -  fe-,0r  '  * 
per  bene ,  fi  dimoflrauano  taluolta  per  l'ejperientia  perniciofe  :  perciò  ha-  o  di  rifiutar 
uerei  padri  antichi  nel  Concilio  di  Go fiamma  falutifer amente  flatuito,  che  ^%z£\nl 
perpetuamente  per  l'auenire  di  dieci  anni ,  in  dieci  anni  fi  celebrafie  il  Con-  ta  ro ,  &  rifo 
alio  .  Et  che  altro  freno  che  quefio  hauere  i  Tontefici  di  non  ufeire  del-  J"^^^ 
lauia  retta  ?  Et  come  altrimenti  poter  fi  in  tanta  fragilità  de  gli  huomi-  tìna  nella  vi 
ni,  in  tanti  incitamenti  ,  che  haueua  la  uita  nojlraal  male  ,flar  ficu-  "0d,TBe°:zo! 
ti,  fé  chi  haueua  fomma  licentia  f ape  fi  e  non  hauer  mai  a  rendere  conto  UMoccni- 
di  fé  mede  fimo  i  Da  altra  parte  molti  impugnando  quefle  ragioni,  &  ad-  ^q1/^^ 
herendo  più  alla  dottrina  de3  Theologi ,  che  de'  Canonici  ;  affermano  Càuto-  +  mettevna 
*  rità  del  conuocare  i  Conci lij  a  rifedere  folamente  nella  perfona  del  Tonte-  «"gi'uIìo  a! 

■     Mm       3  fice,    al  Re  di  Fra 

eia:   neJJa- 
guai  drce  cjiieftc formate  parole.     Concìlitmi  autem  vocarenon  tua,  fednoftrà  fegitiroa  poteftas  eft . 


L  I  B'  R  O 
fitt, quando  bene  fuffe  macchiato  di  tutti  i  uitij ,  pur  che  non  fuffe  foretto  di 
herejìà:  &  che  altrimenti  interpretando, farebbe  in  potefla  di  pochi  (ilche  in 
modo  ninno  fi  doueua  confcntire)ò  per  ambii  ione,  bper  odij  particolari ,  pal- 
liandola intentione  corrotta  con  colori  falfi  >  l alterare  ogni  giorno  lo  fiato 
quieto  della  Chic 'J ade  medicine  tutte  per  fu  a  natura  effere  falutif ere:  ma  non 
date  con  le  proportioni  debite,  né  a  tempi  conuenienth  efferpiu  tofto  ueleno  , 
eh  e  me  die  ine  :&  però  condannando  coloro,  che fentiuano  diuer fornente  ;chia- 
mauano  quefla congregai ione  non  Concilioyma  materia  di  diuifwne  della  uni- 
tà della  Sedia  ^poflolica,  principio  di  Scifmanella  Cine  fa  d'iddio ,  &  diabo- 
lica Conci liabulo , 


DE  L  UHI  STORI  A 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Genti  i'hv  omo    Fiorentino, 


LIBRO     DECIMO.' 


I 


SOMMARIO. 

L  nono  libro  contiene  la  pratcìca  della  pace  fra  il  Papa, e  il  Redi Francia;!  in- 
timation  del  Concilio  Lateranenfe  in  Roma  :  la  reftitution  di  Montepulciano 
fatta  per  opera  del  Papa  a5  Fiorentini:  iprogrelTi  della  guerra  a  Verona,  e  in  Fiiu 
li:  l'infermità  del  Papa,  &  la  foileuation  del  popolo  Romano:  i  fofpettichc'l  Pa- 
pa ha  del  Re  d'Aragona:  l'interdetto  di  Fiorenza  &  di  Pria: la  Legafra'l  Papa,  il 
Re  Catolico,  e  i  Vinitiani  contra  Francia  sia  priuation  de1  Cardinali,  che  chia- 
marono il  Concìlio.  :i  di feg ni  del  Papa  per  muouer  guerra  a'  Fiorentini:  la  diflb- 
lutionedel  Concilio  di  Pi(à,che  fi  trasfeiìa  Milano:  vndifcorfo  fopragliSuizze- 
*  riy  quali  uengono  fenza  frutto  in  Italia  :  la  guerra  ratta  da*  Collegati  contra  Bo- 
logna &  Ferrara ,  e  i  progreflì  di  quella  >  che  fi  faceua  in  Lombardia  :  la  rotta  di 
Rauenna  :  &  il  principio  della  declination  delle  cofe  Francefìin  Italia  . 


STET  TsAV\AS  1  con  grandijfìma  fofpenfione  degli  ani 
mi  di  tutta  Italia  3  &  dellamaggior  parte  delle  Trouincie 
[j  de*  Chrifliani,  quel  che  il  Re  di  Francia,ot tenuta  che  hebbe 
1]  :  la  uittoria,  deliberale  di  fare:  pere  he  a  tutti  manifeflamen 
,12$  teappariua  effere  in  fua  potefla  l'occupare  Roma.  &  tutto 
3  lo  flato  della  Chiefa  offendo  le  genti  del  Tontefice  quafi  tut 
te  dijperfe,&  diffipne,&  moltopiu  quelle  de  Vinitiani:  né  efìendo  in  Italia 
altre  armische  poteffero  ritenere  l'impeto  del  uincitorc ,  &parédo  che  il  Von 
tefice.difefofolarrìcnte  dalla maeflà  del  Tontefìcato  ,rimanefìe  per  ogn  altro 
rifletto,  alla  diferctune  della  fortuna:&  nondimeno  ill{e  di  Francia,  ò  rafie 

nandolo- 


DECIMO,  i?g 

n.indoh  la  rìueren%a  della  religione ,  ò  temendo  di  non  concitare  contra  fé,  fé . 
procedeva  più  oltre,  l'animo  di  tutti  i  Trincipi,deliberato  di  non  ufare  tocca- . 
ftonc  della  uittoria;comandò  con  configlio  perauentura  pinpietofo  che  utile,  a 
Gianiacopo  da  Trhd%i,cbe  lanciata  Bologna  in  pottfià  de'  Bentiuogli,  &  re- 
fi ituito  fé  altro  baite fie  occupato  appartenente  alla  Chiefa ,  riducete  fuhita- 
mente  f  efferato  nel  Ducato  di  Milano,  ^Aggiunfe  a  fatti  mansueti  humanif 
firme  dimofirationi,&parole.Vietò,cbe  nelfuo  Reame  alcuno fegno  di  pub  li* 
ca  allegrezza  non  fi  faceffe:  &  affermò  più  uolte  alla  prefentia  dimoiti,  che 
con  tutto  non  baueffe  erratole  contra  la  Sedia  ^Apofiolica,  ne  contra  il  Ton- 
tefice,nè  fatto  co  fa  alcuna  fé  nonprouocato,  &  neceffitalo,  nddimeno,cheper 
riuerenya  di  quella  Sedia  uoleua  humiliarfi ,  &  dimandargli  perdono  :  per* 
fuadendofi ,  certificato  per  l '  efyerientia  delle  difficultà  rche  haueuano  i  fiuoi 
concetti  ,,&  afficurato  del  fo fretto  hauuto  nanamente  di  lui ,  baueffe  a  de  fi  < 
derare  la  pace  con  tutto  t  animo-.il  trattato  dellaquale  non  sera  mai  interine f 
fio  totalmente ,  perche  il  Tonte  fi  ce  infimo  innanzi  fi  partiffe  da  Bologna,  ha- 
ueuaper  quefla  cagione  mandato  al  Re  l'iAmbafciatorc  del  Re  di  Scotta,  con- 
tinuando di  trattare  quel  che  per  il  mcdefimo  Vefcouofi  era  cominciato. a  trat 
tare  col  Vefcouo  Gurgenfe:  t  autorità  del  Re  fieguitando  i  Bentiuogli  ;fìgnifì- 
cauano  al  Tonte fice  non  uolere  efiere  contumaci,  ò  ribelli  della  Chiefa  ;  ma- 
perfeuerare  in  quella  fioggettione ,  nellaquale  haueua  tanti  anni  continuato  il     - 
padre  loro  ;  in  fegno  di  che  reflituito  il  Vefcouo  di  Chiufi  alla  libertà,  f  haue- 
uano ,  fecondo  l  ufo  antico,  collocato  nel  palagio ,  come  ^Apofiolico  Luogote- 
nente .  Vanì  adunque  il  Trinilo  con  lefiercito ,  &  fi  accofiò  alla  Miran- 
dola per  ricuperarla,  con  tutto  che  peri  prieghi  di  Giouanfi  ancefico  Vico  ui 
fuffe  entrato  Vitfiufi  fiotto  colore  dì  tenerla  in  nome  di  Cefiare ,  &  proteflato 
al  Triul%io,  che  eflendo  gimifdittione  dell Imperio,  fi  aftcne fife  di  offenderla:, 
ilquale  alla  fine  conoficendo ,  che  V autorità  uana  non  baflaua ,  fie  ne  partì  ri-  deno°nCuf 
tenute  da  lui  certe  promefìe ,  più  toflo  apparenti  per  rbonore  di  Ce  fare ,  che  9  parlando 
foflantiali:  &  ilmedefimp  fece  Giouanfi  ance  fico, impetrato  chehebbe  faluo-  Giuilofchc 
condotto  per  fhauere,  &  leperfione:&  il  Triul%io  non  hauendo  da  fare  altra  gl»  accreice- 
fi)editione,mandate  cinquecento  lande,  &  mille  trecento  fanti  Tedefihi,fiot-  SeUe'hà- 
to  il  Capitano  Jacob  alla  cufloàia  di  Ferona,&  hcentiati  gli  altri  fanti,  eccet  «ebbe  do- 
ra duemila  cinquecento  Guafconi  fiotto  Molar  do,  e  Monglrone,  i  quali,  &  le  T^0  ."""" 
genti  d'amedifiribuìper  le  terre  del  Ducato  di  Milano .  Ma  al  defiderio,& 
allafieran^a  delRenon  corrifiondeua  la  difiofitione  de  iTontefice  :  ilquale  ^a^ucLl* 

a  riprefo  animo  per  la  reuocatione  dell' efiercito, a  rendendolo  più  duro  quel  che  che  da  Alcf 
pareua  uerifimile  lo  douefie  mollificare,  &  perciò  e  fendo  ancora  a  Rimini  op  JJS^  ^Jt 
prefiato  daliapodagra,  &  in  me^o  di  tante  angufiie  ,proponeua  più  tofio  co-  k  %ìiuoia 
me uincitore  che uintoper me%o  del medefimo  Sco7gefe;cheper  f  allenire  fuf  fórno"  m 

bfc  per  il  Ducato  di  Ferrara  pagato  il b  cenfio  confueto  innamri  alla  diminutìo-  ftal°  rid°t- 
ne  fatta  per  il  Tonte fice  <Alcfiandro,  che  la  Chiefa  teneffe  uno  Fifdomino  in  come  ha  Tei 
Ferrara  come  prima  tenevano  i  Vinitiani,&  fé  gli  cedcfi  ero  Ingo,  _&  l  altre  to  *  fò?ra« 

?i.m      ■:  terrei 


LIBRO 

terrebbe  Jtlfionfio  da  Fflipoffedeua  nella  Romagna: lequali  conditionuancora 
che  pareffero  molto  grani  al  Re  j  nondimeno  tanto  era  il  defiderio  dellapace 
col  Tontefice,cbe  fece  rifondere  efifiere  cotento  di  consentire  aqtiajhutte  que- 
lle dimande,pure  che  ui  interuenififie  il  confentimento  dì  Cefare.Magéà  il  Von 
tefice  ritornato  a  Roma  haueua  mutata  fententia,dandogli  ardire roltr a  quel 
lo  chefìdaua  dafeflejfoy  i  conforti  del  Re  d '^Aragona  :  ilquale  entrato  per  la 
littoria  del  Re  di  Francia  in  maggior  fiofifitione;haucuafiubito  intermejfo  iut 
tigli  apparati  pot enti fifimhch e  haueua  fatti  per  pafifare  perfionalméte  in  ^jfrì 
cacone  continuamente guerreggiaua  co'  Morii  &  reuocatonc  Tietro  ISlauar-* 
ra  con  tre  mila  fanti  Spagnuoli;  lo  mandò  nel  Reame  di  ISlapoli ,  afficurando 
in  un  tempo  med  efimo  le  cofie  proprie, &  al  Tonte  fi  ce  dado  animo  di  alienar- 
fi  tanto  più  dalla  concordia,  Riffiofe  adunque  non  Mere  la  pace,  fé  infteme  no 
fi  componeuano  con  Ce  far  e  i  Vinitianiife  ^Alfonfo  da  Ejìi  oltra  le  prime  dima  • 
de7  non  gli  reftituiua  le  jpefie  fatte  nella  guerra  :.  &  fé  il  Re  non  fi  ohligaua  a 
7io gli  impedire  la  ricuperatone  di  Bolognadaquale  Citrà3come  ribellata  dal- 
la Cbiefiafhaueua  già fiottopofla  allo interdetto  jEcclefiaftico>et  per  dare  il  gua 
Jlo  alle  biade  del  Contado  loro,  mandato  nella  Romagna  Marcantonio  Colon 
na,&  Ramaxottoiben  che  quefii  a  fatica  entrati  nel  Bologne  fé,  furono  facil- 
mente f cacciati  dal  popolo.  Haueua  nondimeno  il  Tonte  fi  ce  imito  da'prieghi 
de3  Cardinali  quando  ritornò  a  Roma,confientito  alla  liberatione.dcl  Cardina- 
le d \4us, ilquale  era  flato  infine  a  quel  dì  cuflodito  in  Caflel  S><Angelo:  ma  co 
conditione  >  che  non  ufeiffe  del  Talagio  di  Faticalo  in  fino  a  tanio.non  f afferò 
liberati  tutti iTrelati,&  V fificiali.che erano  flati prefi  in  Bologna;&  chedL 
poi  non  potè  fife  fottopena  di  quarantamila  ducathper  laqualc  defife  idonee]}- . 
curtà  y  partir fi  di  Roma  :  benché  non  molto  poi  gli  confentì  il  ritornar  ferie  in. 
Francia  fiotto  la  medefima  pena  di  non  intervenire  al  Concilio.  Comimofife  la  ri 
jpofla  del  Tontefice  tanto  più  V  animo  del  Re  .quanto  più  fi  era  per fuafo  che  e- 
gli  doueffie  confientire  alle  condiùoni^che  efifio  medefiimo  haueua propofle  :  omo- 
deliberando  impedire  che  non  ricupcrafifie  Bologna;  ui  mandò  quattrocento  lan. 
eie ',& 'pochi  giorni  poi  prefie  in  protezione  quella  Città*  e  i  Bentiuogli,  fien%a 
riceuere  da  loro  obligatione  alcuna  di  darglhò  gente }ò  danari:  &  conofeendo 
efiergli  più  neceffiaria  che  mai  la.  congiuntone  con  Ce  far  e  »  doue  prima  haue-, 
uà  qualche-  inclinatone  di  non  gli  dare  le  genti  promefife  nàia  capitolation& 
fatta  con  Gurgenfe,  fie.egli  non  pafifaua  perfonalmente  in  Italia ,  perche  fiotto, 
quefla  conditione  haueua  conuenuto  di  dargliene;  comand  òche  dello  flato  di 
Milano  ui  andafifiè  il  numero  delle  genti  conuenuto  fiotto  il  gouerno  della  Ta- 
lififia,perche  il.Triufyo >ilquale  Cefiare  haueua  domandato^ricufaua  di  andar- 
ni.Era  Cefiare  uenuto  a  Spruch  ardente  da  unaparte  alla  guerra  contra  i  Vini 
tianhdalf  altra  combattuto  nell  animo  fino  da  diuerfi  penfiìeri  :  perche  confiìde 
randoiche  tutti  iprogrejjìyche  egli  face  fi  e  riuficirebbono  alla  fine  di  poco  mo- 
mento >fie  nonfiì  ejpugnaua  Tadoua  ;  &  che  a  queflo  bifiognauano  tante  fior%ey 
tf£  tanti  apparati  che  era  quafiimpoffibile  il  mettergli  in fieme;  bora  fi  uolge- 

HA 


v    a    e;    1    m    u.  ijf 

uà  al  defiderìo  dì  concordare  co*  Finitiani>allaqual  cofa  molto  lo  confortala  il 
Re  Catolico  ;  bora  traportato  da  fuoi  concetti  nani  ;  penfaua  di  andare  perfo- 
nalmente  con  l'efferato  a  Roma  per  occupare  ?  come  era  fuo  antico  desiderio  , 
tutto  lo  fiato  della  Cbiefa,  promettendoli  olirà  le  genti  de  Fr  ance  fi  di  condur- 
re feco  di  Germania  potente  efferato:  ma  non  covri ffondendo  poi  per  l' impo- 
tenza, &  disordini  fuoi  l'effecutioni  alle  imaginationi ,  promettendo  bora  di 
uenire  di  giorno  in  giorno  in  perfona3hcra  di  mandare  gente,  con  fumana  il  tem 
pò ,  fen\a  mettere  in  atto  imprefa  alcuna  ;  &  perciò  al  Re  di  Francia  pare- 
ua  molto  graue  dibattere  foto  afoflenere  tutto  il  pefo  :  l aquale  ragione  confor- 
me alla  fua  tenacità,  poteuafiefiò  pia  in  lui,che  quello  che  gli  era  da  molti  di* 
mofirato  in  contrario^  cbe  Cefare  fé  da  lui  non  fu  fé  aiutato  potentemente ,  fi 
congiugnerebbe  finalmente  co  nimici  fuoi  :  dallaoMal  cofa  oltra  il  foft enere 
perneceffità  ffefa  molto  maggiore , gli  fiati  fuoi  cader ebbono  in  grauiffìmi 
perìcoli .  Raffreddauanfi  in  qucfie  ambiguità  >  &  difficoltà  i  tumulti  dell'ar- 
mi temporali  :.  ma  arida  nano  ribaldando  quelli  dell'arme  finrituali ,  co  fi  dalla 
parte  de*  Cardinali  autori  del  Concilio ,  come  dalla  par  te  del  1?ontefice*inten- 
to  tutto  ad  opprimere  queflo  male,  innanzi  face  fi  e  maggiore  progre fio.  Fra  fi, 

a  come  è  detto  di  Copra  ,*  inditto ,  ^intimato  il  Concilio  con  £  autorità  del  Re  *  ^"V- 
de  Romani  ,&  del  Re  ai  Francia  ,interumuti.  alla  int mattone  i  Cardinali  l'intìmatìó 
di  Santa  Croce,  di  San  Malo,  di  Baiofa,  &  di  Cofen%a,&  confcntendoui  ma-  ^\f°^ 
nifefiamente  il  Cardinale  di  Sanfeuerino ,  &  fucceffiuamente  alle  confulte,&  affida  nelle 
delibe  rationk  che  fi  faceuano  ,  interueniuam  i  procuratori  dell' uno -,e  dell'ai  -  K^r/a  je 
tro  Re  :  ma  baueuano  i  cinque  Cardinali  autori  di  quefiapefie  ,  aggiunto  nella  p5rma  ,  di 
intimatone  per  dare  maggiore  autorità ,  il  nome  di  altri  Cardinali ,  de'  quali  Jj.""^*'* 
jLlibret  Cardinale  Francefe  ,  benché  mal  uolentieri  ui  confentifie  >  non  potè-  non  fi  na- 
na di fob  edire  a  comandamenti  del  fuo  Re  :  &  de  gli  altri  nominati  da  loro,  ^"tantoar 
il  Cardinale  ^Adriano ,  &  il  Cardinale  del  Finale,  apertamente  affermauano  di  teche  per 
non  e  fi  ere  fiato  fatto  con  loro  mandato,  né  di  loro  confentimento .  Vero  non  fi  p^o'Pob 
mani fefl andò  in  quefia  cofa  più  di  fei  Cardinali ,  //  Pontefice  fferando  poter-  l >g2 Ge  di 
gli  fare  nolontariamente  defifiere  da  quefia  infania  ;  trattaua  continuamente  potta  r§  le 
con  loro,  offerendo  uenia  delle  co  fé  commefìe ,  &  con  tale  ficurtà  cbe  non  ha-  b/UiatCbo^ 
uè  fiero  da  temeredy efiere  offe  fi ,  cofe  che  i  Cardinali  udiuano  fimulatamente.  u  dell'?» ti- 
Ma  non  per  queflo  cefiaua  da  rimedi]  più  potenti  :  an%i  per  configlio ,  fecondo  c5d?o  La- 
fi  di  fi  e ,  propoflo  da  ^Antonio  del  Monte  a  San  Souino  uno  de*  Cardinali  crea.-  te  ran  en  fé 

h  ti  ultimamente  a  Rjxuenna  >  uolendapurgare  la  negligentia  b  intimo  il  Conci-  J " '£•  ^°0  ^ 
Lio  uniuerfale  per  il  primo  giorno  di  Maggio  proffimo,  nella  città  di  Roma*  Luglio  di 
nella  Chiefa  di  San  Giouanni  Laterano  :  per  ùquale  conuocatione  pretende^  S^i  s°i  i*  ft 
uà  battere  difioluto  il  Concilio  conmeato  da  gliauerfarij ,  &  cbe  nel  Conci-  poco  dopo 
Ho  inditto  da  lui  fi  fufie  trasferita  giuridicamente  la  potefià ,  &  C autorità  ta,eP!nt'ma 
di  tutti ,  non  ofiante  che  i  Cardinali  allegafìero^  che  ft  bene  quefio  fufie  fior  »  *'  pj£ci 
io  uero  daprincipio ,  nondimeno  poi  che  effi  baueuano  preuenuto  >  douere  ìia-  ni  tic  he  feri 
aere  luogo  il  Concilio  conuocato  y&  intimato  da  loro .  Tublicato  il  Concilio  ue  jj  £uoa*- 

conjrdanacL 


corfi. 


LIBRO 

confidando  già  piti  delle ragioni  fue,&  dimorando  fi  di  potere  riconciliar  fi  il 
Cardinale  di  Santa  Croce,  ilquale  per  ambii  ione  d' e  fiere  Tontefice  >era  flato  in 
gran  parte  autore  di  queflo  moto,&  il  mede  fimo  quello  di  San  Malò,&  quel- 
lo di  Co  finito  .perche  degli  altri  non  haueua  ancora  perduta  la  fieran^a  di  ri 
durgli  fitto  l'ubi  di  enT^a  fina  ,  publicb  contra  quelli  tre  uno  monitorio  fitto  p e- 
na  dipriuatione  della  dignità  del  Cardinalato >et  dì  tutti  i  beneficij  Ecclefiafli- 
a.  ste^a"  "  ci,  fi  fra  a  fejfantacinque giorni  non  fiprefentaffero  innan1^,  a  lui:  allaqual  co-  a 
il  Bucnac-  fa  perche  più  facilmente  fi  ditone  fiero,  il  Collegio  de  Cardinali  mandò  a  loro 
uno  ^Auditore  di  Ruota  a  militargli  >  &  pregargli ,  che  depofle  lepriuate  con- 
tentìonUritornaffero  all'unione  della  Chiefa,  offerendo  di  fare  concedere  qua- 
lunque ficurtà  de fider afiero  •  Tslelqual  tempo  mede  fimo  ,  o  efiendo  ambìguo , 
&  irrefoluto  nell  animo >omouendolo  altra  cagione ,  udiua  continuamente  la 
pratica  dellapace  col  He  dì  Francìa,laquale  appreffo  a  lui  trattauano  gli  Ora- 
tori del  Re ,  &  appreffo  al  Re  il  mede  fimo  ambafiiatore  del  Re  di  Scoti  a  3  & 
il  FefcoMdiTiuoliJJuntiOiApoflolicOì&dallaltra  parte  trattaua  di  fare 
col  Re  d"*Aragona ,  &  co  Vinitianì  nuoua  confederatione  contra  i  Francefila 
Trocurò  nel  tempo  mede  fimo  che  a  Fiorentini  fuffe  refiituito  Mote  Tutelano , 
nonper  beneuolen%a  in  uerfo  loro  ;  maper  fofietto  che  effendo  fiirata  la  trie 
gualche  haueuano  co' Sanefi,  non  chiamaffero,  per  effere più  potenti  a  ricupe- 
rare quella  terra,in  Tofana  genti  Fr  ance  fi  :  &  con  tutto  che  al  Tonte  fi  ce  fuf 
fi  mole  forche  i  Fiorentini rìcuper  afferò  Monte  Tulciano, &  che  per  impedir-' 
gli  haueffegià  mandato  a  Siena  Giouanni  Vitelli  condotto  con  cento  huomini 
d'arme  da  Sane  fi,  &  da  luì,  &  Guido  Faina  con  cento  caualli  leggieri  ;  non- 
dimeno confederando  poi  meglio, &  quanto  più  la  difficoltà  fi  dinwflraua  mag 
giorc  tanto  più  s'inciterebbono  i  Fiorentini  a  chiamarle  ;  deliberò ,  accioche  il 
Re  non  haueffe  occafione  di  mandare  genti  in  luogo  uicino  a  Roma,  prouedere 
con  modo  contrario  a  queflo  pericolo;  allaqual  cofa  confentiua  Tandolfo  Te- 
truccictì  eranelmedefimo  fi  filetto,  nutritouiartificiof amente  da  Fiorentini, 
Trattofii  la  cofa  moki  giorni  ;  perche  come  STESSO  LE  co  fi  piccole  non 
hanno  minori  difficultà.nè  meno  difficili  a  efilicarfiche  legrandiffime.Tandol 
fopernon  incorrere  nell  odio  del  popolo  Sanefi,  uoleua  fi  procede ffe  in  modo  9 
cheparefie  ninno  altro  rimedio  ad  affair arfi  della  guerra,  &  a  non  fi  aliena-' 
re  X animo  del  Tontefice  .  Voleuano  oltra  queflo  il  Tontefice,  &  egli ,  che  nel 
tempo  mede  fimo  fi  face  ffe  tra  i  Fiorentini,e  i  Sanefi  confederatione  a  difefa  de 
gliflati,&  dall' altra  parte  temeuano  che  i  Mora  e  Tulcianefi,  accorgendo  fi  di 
quel  che  fitrattaua,nonperò  occupaffero,con  l'arrender  fi  da  loro  mede  fimi,  la 
gratia  de'  Fiorentini  ;  i  quali  conseguito  l'intento  loro  ,f ufi  ero  poi  renitenti  a 
fare  la  confederatione:  però  fu  mandato  ad  alloggiare  in  Monte  Tulciano  Gio 
uanni  Vitelli ,  &  il  Tontefice  ni  mandò  Iacopo  Simonetta  auditore  di  Ruo- 
ta, iiquale  non  molti  anni  poi  fu  promoffo  al  Cardinalato ,  perche  per  mc%o 
fuo  fi  accommod 'afiero  le  cofe  di  Monte  Tulciano .  Tantoché  finalmente  in 
un  tempo  mede  firmo  fu  fatta  confederatione  per  uintkinqitt  anni  tra  i  Fior** 


DECIMO.  178 

tini,e  ì  Sanefi;  &  Monte  Tulciano  interponendo  fi  il  Simonetta  per  la  nenia,  a  si  corn-m, 

a  &  confermatone  delle  effintionì,  &  priuilegif  antichi  ;  a  ritornò  in  mano  de  00  u  prati» 

Fiorentini .  Erano  fiate  per  qualche  me  fi  più  quiete  che  il  fililo  le  cofe  tra  il  ftitutionedì 

Re  de'  Romani,  e  i  Finitiani  :  perche i  Tede [chi 'non  abbondanti  digente ,  &  Monte  puU 
bifognofi  di  danari,non  riputauanofare  pocofeconferuaua.no  Verona  :  lYeffer-^  **  Agofto  Ì 

cito  de  Finitiani  non  effendo potente  ad  ejpugnare quella  città,  flaua  alloggia  &durò  fino 

to  tra  Soaue,&  Lunigo;  onde  una  notte  abbruciarono  di  quà,et  di  là  daltjLài  tembtè,  nei 

tenan  parte  delle  ricolte  del  Verone  fé ,  benché  affaltati nel  ritirarfi  perde f  jr»1  siornc> 

_  „ .<=»        r  r       •  ti      /-  ,    ,,/  rr»         "  1    rrr,    ì(T  i  Fiorentini 

bfero  b  trecento* fanti.  Ma  alla  fama  dea  approfjimarji  a  Verona  la  TaUjfa  con  v*entraron 

mille  àugento  lance ,  &otto  mila  fanti  ,fi  ridufie  l'efferate  loro  uerfo  Vicen-  ^"j^^ 

%a,  &  Lignago  in  luogo  forte ,  &  qnafi  come  in  1  fòla  per  certe  acque ,  &  per  u  fa  tezza , 

alcune  tagliate  che  ballettano  fatte  ;  nelquale  alloggiamento  non  fi  flette  fèr*  °ol^^\ 

mo  molti  giorni:  perche  effendo  la  V  auffa  arriuato-  con  parte  delle  genti  a  Ve-  di  matenec 

rana*  &ufcito  fólto  fen%$  affrettarle  tutte  infieme  co  Tedefchiin  campa-  tprau^  ^ " 

gna;  fi  ritirò  qua  fi  come  figgendo  a  Lunigo ,  &  dipoi  colmede fimo  terrore ,  giiuoii  in 

abbandonate  Vicenza,  &  tutte  l'altre  terre,  &  il  Tolefinedi  Rouigo,  preda  ^?od°k  ii* 

*  bora  de'  Vinitìanù  bora  del  Duca  di  Ferrara,  fic diflribuirono  in  Tadoua ,  &  ni,  fecondo 

in  Treuigi  :  alla  difcfz  dcllcquali  città  uennero  da  Vinetia  nel  modo  medeft-  n^Buonac- 

d  ino  che  prima  hdùeuano  fatto  a  T&loua*  molti  giouani  della  nobiltà  Vini-  cord. 

tiana  .-ficcheggiò  l' efferata  Frane  e  fé,,  &  Tedefco  Lunigo  :  &  s'arrendè  loro  b  Dl  mc:^ 


opportunità. 


ne  furono 


di  quelle  cittàfubitochegli  aiuti  Francefi  fipartiuano  da'  Tedefihi,  ricuperar 
nano  fin  xa  diffìcultà  le  cofe  perdute:  però  l'esercito  dopo  quefliprogreffiftet-  pw£&  mol 
te  fermo  più  dì  al  Tonte  a  Barb  erano,  affrettando,  0  la  uenuta  ,ola  determi-  ^egaìo- 
nazione  di  Cefare  lilquale  uenuto-tra  Trento,  &  Rouere,  intento  in  un  tempo  no , •  ^em 
mede  fimo  a  cacciare  fecondo  il  coflumefuo  le  fiere,  &  a  mandare  fanti  all' e  fi  tc°dixce  (  che 
finito, prometteua  di  uenire  a  Montagnana,proponendo  di  fare  bora  limpre  molti  ne  m 
fa  di  Tadoua,  bora  quella  di  Treuigi  ;  bora  di  andare  ad  occupare  Roma  ;  &  c  20O,  ?iccù 
in  tutte  per  la  inff abilità  fua  uariando,&  per  l'eflremapouertà  trouando  dif- 
fìcultà ;.  ne  meno  che  neh ?  altre  nell'andata  di  Roma: perche  lo  andaruicon  tan  ^ccnìgo , 
te  forxe  de  Francefi  par  eua  co  fa  molto  aliena  dalla  ficurtàx  &  dignità  fua ,  che  reterei 
&  il  pericolo-,  che  affintandofi  quello  efferato,  i  Finitiani  non  affdtaffero  Vef  J,°a  ^edufò 
rona,  lo  cofìrigneua  a  laf ciarla  guardata  con  potente  pr  e fidio  :  &  il  Redi  Fra.  dianft5Jeot" 
eia  faceua  diffìcultà  di  allontanare  pertanto  Jfratio  di  paefe  l?  genti  fue.  dal  nraùcij  di- 
Ducato  di  Milano:  perche  pochi/Urna  (beranragli  refiana  della  concordia: con  fpofe  di  eoa 
gli  SuiTgeri.  1  quali  oltra  ddimoflrarfi  inclinati  a  defiueru  del  Tontepce  eli-  go  fiCU  «  •.  jc 

carmggi,Sc  l'artiglierie verfo  Padbua  j  neltra montar def -ole i  v'andò  tutta  l'elTercito  in  ordinanza  i cioè 
la  fanteria  in  mezo  %U  huominid'arme  ;  ein  vltimogH  ftradiotti. 

d  Dice  il  Bembo,  che  a  Padoua  furon  mandai  venti ^genùrhuomini  Viniiiani ,  &  a  Triuìgi  dieci  con  die- 
ci tanti  pet  «alcuno  i.  6;  alucttanti  po£olaii  a  gi«rcuha  twa  con  UC  tanti  get  huoma  pei:  guardia  dei» 
k  £oac  ». 

cenano. 


t    I    B    il    Ò 

tenario  apertamente  all'Oratore  dal  Re  di  Francia  cffere  molcfiiffìma  à  quella 
nationc  la  ratina  de*  Vinitiani;  per  la  conuenienxa  che  hanno  infieme  le  Re- 
publiche .  Rifolueronfi  finalmente  i  concetti  5  &  di  fior  fi  grandi  di  Ce  fare  :  fe- 
cóndo l'antica  confuetudine ,  in  effetti  non  degni  del  nome  fuo  .-perche  accre- 
fciuxi  all'efferato  trecento  huomini  d'arme  Tedefchi ,  &  uditi  dall'altra  parte 
gli  Oratori  de'  Vinitiani,  co  quali  continuamente  trattaua  ,  &  fatto  uenire 
lavali  fa  prima  aLungarapreffoaVicen%a,  &  poi  a  Santa  Croce;  lo  ricercò 
che  andaffe  a  pigliare  Caftel  KJuouo  ,  paffo  difotto  alla  Scala  uerfo  il  Friuli  > 
&.iìkino  a  uenti  ìniglia  di  Feltro, per  dare  a  lui  facilità  di  fendere  da  quella 
parte .  Vero  la  TaliJJh  andò  a  Monte  Bellona  dì  fante  dicci  miglia  da  Treni- 
gi  :  donde  mandati  cinquecento  caualli,&  due  mila  fanti  ad  aprir  e  il  paffo  di 
Cafiel  Tritono }  aperto  che  l'behbonoz  fé  riandarono  alla  Scala .  Ts{elqual  temr 
pò  i  caualìi  leggieri  de7  Vinitianu  iquali  correuano  fen%a  oflacolo  alcuno  per 
tutto  ilpaefe  ;  ropperopreffoaMaroflico  circa  feit ecento  fanti ,  &  molti  ca- , 
ualli  Francefi ,  &  Italiani ,  i  quali per  poter  paffar  eternamente  aU  efferato 
andauano  da  Verona  a  Soaue,  per  unir  fi  con  trecento  lance  Francefi;  lequali 
effendo  uenute  dietro  alla  Talijfa  ,  afpettauano  in  quel  luogo  il  fuo  comanda-* 
mento:;  &  benché  nel  principio  fuccedendo  le  cofe  profiere  per  iFrancefi,& 
Tedefchi  fuffeprefo  il  Conte  Guido  Rangone  Condottieri  de*  Vinitiani,  nondi~ 
a  Non  pei  meno  a  calando  in  fauore  de'  Vinitianimolti  uillani,refiarono  uittorio fi, morti  a 
de  'Vi n*ni    c^rca  quaranta  fanti  Francefi,  &  prefi  Mongirone}j&  Ricamar  loro  Capita- 
in  fauor  de*  ni  \  Ma  già  continuamente  raffreddauano  le  cofe  ordinate  :  perche ,  &  il  Re 
ma°  perche  di  Francia,  uedendo  non  corriffiondere  gli  apparati  di  Ce  far  e  all'offerte  ,fi  era 
fopragianfe  difeoftandofida  Italia,  ritornato  dal  Delfinalo,doue  era  fopr  afiato  molti gior 
nz  Fiegoio,  ni  a  Bles  ;  &  Ce  far  e  ritirato  fi  a  Trento ,  con  deliberatone  di  non  andare  piti 
&  Federigo  all' efferato  per  finalmente ,  in  luogo  di  occupare  Mio  quello,  che  i  Finiti  ani 
oo*  canai     pofìedeuano  in  terra  ferma ,  o  neramente  Roma  con  tutto  lo  fiato  Fcclcfiafti+ 
leggieri  da  c0  proponeua  che  i  Tedefchi  entra  fero  nel  Friuli,  &  nel  Triuifano ,  non  tan 

cgni  parte,  r     r  rr        >    .-    ■  ■  J         n    •  /  j   1         r  i 

fame  il  Mo  toper  uefjarei  Vinittani,. quanto  per  coftrigmre  le  terre  del  paeje  a  pagare  da 

cenìgo,  che        •  ,)ey  Yicomperarft  dalle  prede ,  &  da  fiacchi  :  &  che  i  Francefi ,  perche  i 
Ui  i  pedo  l  r        j        .      r  .       •>    ,  .  j  t  . 

ni  de*  nimì  fuoi  nonjufsero  impediti,}1*  jace fiero  mnan^h  mettendo  in  Verona }cue  era  la 
?  .  ff*°™    pcfiilenxa  grande  dugento  lan  ce  \  perche  de'  fuoi,  uolendo  affali  are  il  Friuli  > 


pitano 

b  Trecento  Lafciarono  oltra  quefio  che  :  Tedefchi  per  maggiore  ficurtà  di  Verona  b  dugen  b 
cauatii,  dice  t0  caualìi  a  Soaue  :  iquali  fiandoni  con >■  grandi  filma  negligentia  ,  &  fin%a 
gojch'^rano  fcoltc,  o  guardie  furono  una  notte  quafi  tutti  morii ,  o  prefi  da  quattrocento 
m  soaue ,  i  caualìi  leggieri,  &  quattrocento  fanti  de  Vinitiani .  Erafì  tutto  quefio  ari- 
tennero  in  no  nel  Friuli,  in  ifiria,  &  nelle  parte  di  Tricfii ,  &  di  Fiume  ti -attagliato  fi- 
vpter  de*  vi  com{o  il  folito  diuerj amente  per  terrai  etiandio  per  mare  con  piccoli  legni, 

eftendo  quelli  infelici paefi  bora  dalf  una  parte  jhora  dall'altra  depredati,  entrò 

!■  H 


r>  UE    C    I    M    O.  i79 

poi  nel  Friuli  l efferato  Tedefco  :  &  cffendofiprèfentato  a  y  dine  luogo  primi     N    {aa^ 

pale  delia  Vrouincia,&doue  rifeggono  gli  Ffficiali  de'  Finitranheffendo ferie  no  alcun  a 

quelli  fuggiti  uilmente,la  Terra  fi  arrendè fubito:  &  dipoi  col  medefimo'.cor-  3/^"  ,'i 

fo  della- mttoria,  fece  il  medefmo  tutto  il  Friuli,  pagando  ciaf  una  terra  dana  Moceto,, 

ri  fecondo  la  loro poffibiUtà- .  Reftaua  Gradifcafituatajul  fiume  Lifontio,do  ^  ^Inclu 

uè  era  Luigi  Mocenigoproueditore  del  Friuli  con  trecento  caualìi ,  &  molti  ftin  ano,^ 
finti  :  lacuale  battuta  dall'artiglierie,  &  difefafi  dal  primo  a ffalto  ;  fi  arren- 


ate era  Luigi  Mocenigoproueditore  del  Friuli  con  trecento  caualìi ,  &  molti  fti.n  ano, 

che   Luigi 
Mocenigo 

*  dèper  ì  infanta  de  faldati, refiando a  prigione  il  Vroueditore .  DelFriuli  ri-  rimanefle  a 
tornarono  i  Tedefchi  ad  unir  fi  con  la  Vali/fa  alloggiato  ukino  a-  cinese  miglia  S"^  ;  *  " 
daTreuigi  ,  allaquale  città  s'accollarono  unitamente  ;  perche  C efare  faceua  - 
■infanti  a  grande  chef  tentaffe  di  ejpugnarla  :  ma  hauendola  trouata  da  tutte  \^mI\*&. 
le  parti  molto  fortificata  >  &  hauendo  mancamento  diguaftatcrru  di  munitioni,  ù ,  feco  n  Io 

$&  d 'altri  prouedimenti  neceffarvi  sperduta  interamente  lajferan%a  di  mene-  *lo  fV^fcfJ 
re  la  mttoria; fidi feoflarono.  Vanì  pochi  giorni  poi  laValiffa  per  ritornar  fé-  códo  il  Gra 
ve  nel  Ducato  di  Milano  per  comandamento  delRe:perche  continuamente  ere  J" seuabJe 
fccuail  timore  di  nuove  confederationi  &  di  mouimenti  degli  Sumeri.  Fu-  ■  si  «  .Qjf*- 

-  rongli  fempre  alle  jpalle  nel  ritirar  fi  gli  Stradiotti  de'  yinitiani  ,fperando  di  ^nd^òc 
danneggiarlo  almeno  al  tranfito  de'  fiumi  della  Brenta,  &  dell' ridice  :  nondi-  quelli  io 
meno  pafiò  per  tutto  ficur  amente ,  tiauendò  innanzi  pajfajfe  la  Brenta }  fuali-  Bembo  con 
giati  dugento  caualìi  de'yinitianiyaUoggiati  fuor  a  di  Vadoua ,  &prefo  Vie-  ftnte  co'i 

•  tro  da  Lunghera  lóro  condottiere .  Lafciò  la  fua  partita  molto  confufi  i  Tede-  intorno "  ai 
fch,  :  perche  non  hauendo  potuto  ottenere  che  alla  guardia  di  Ferona  rimane f-  finc ,dei  *?J£ 
fero  trecento  altre  lance  Fr  ance  fi  ;  furono  neceffitati  ri  tirami fh  lafciate  in  pre  ccch'effe  n- 
da  a'  nimici  tutte  le  co  fé  acquiflate.  quella  fiate .  Vero  le  genti  de'  yinitiani ,  ^J^"0 

h  dellequali  per  la  b  morte  di  Lucio  Malueigo ,  era  gouernatore  Gian  Vagolo  Gifmondo 

-  Bacione,  ricuperarono  fubito  Ficen^a  :  &  dipoi  entrate  nel  Friuli,  Jpianata  j?"^  'm  *' 
Cremonfa  ricuperarono  da  Gradifca  in  fuor  a,  laquale  combatterono  uanamen  te  cofe  det- 
te,tutto  ilpaefe  :  benché  pochi  dipoi  certi  fanti  comandati  del  contado  di  Ti-  t0  ^  ^{_ 
molo  ejpugnarono  Cadòro,&  faccheggiarono  Bellona .  In  quefiò  modo  con  ef-  u  negiigen 
fetti  leggieri ,  &  pòco  durabili  fi  terminarono  la  fiate prefentei  mouimenti  "£  dlj  p".' 
dell'arme  fen^a  utilità  ;  ma  non  fen%a  ignominiadel  nome. di  Ce  far  e ,  &  con  dri  termi  na 
acci e fermento  della  riputatone  de'  Finitianh  che  affaltatigià  due  anni  dagli  j^V  caffo? 
efferati  di  Ce  fare,  &  del  He  di  Francia*  riteneffero  alla  fine  le  medepme  for-  Fra  ta  n  to 
?£,&  il  mede  fimo  dominio  yleqitali  cofe  benché  tende ffero  dirittamente  con-  ^a  domi- 
to Cefare;  uccellano  moltopiu  al  He  di  Francia:  perche  mentre,cheotemen-  dar  licétia , 
do  forfè  troppo  le  profferita ,  &  l'aumento  di. Ce  far  e,  o  che  confidando  fi  con  *ceut  *"«?,&> 
fondamenti  falfi ,  &  nonconofiendo  i  pericoli  già  propinqui,  o  che  foffocata  gì'  fo c5cef: 
laprudentia  dalla  auaritia  ;  non  dà  a  Cefare  aiuti  tali  che  potejfeffierarediot  ha  Lèdo  ciò 
tenere  la  uittoria  defiderata  ;  gli  dette  occaftone,&  quafi  necefjìtà  di  inclina-  egli  a  male, 
re  l'orecchie  a  coloro  che  maiceffauanodiperfuaderlo ,  ches  alienaffe  dalui,  memi  ogni 

dì  molefta- 
dio  gli  orecchi  de'  Padri  ;  gli  fu  tornato  il  Tuo  luogo ,  nelquale  hauefte  a  durare  fin  che  reniiTe  G.io>  taolo  B&i 
$UQru;  tua  in  cju*ito  mez,o ailalito  da  vna  fcbbicttaiegu  yc/inc  a  sooite^ 

tonfete 


LIBRO 

eonferuando  in  un  tempo  mede  fimo  in  tale  flato  i  Vinitianu  chepoteffero  con 
maggiori  forze  unir  fi  a  quelli,i quali  defiderauano  di  abbaffare  la  fitta  poten* 
tia  ;  onde  già  cominciaua  ad  apparire  qualche  Micio ,  che  nella  mente  di  Ce- 
fiare,&  ffecialmente nella  caufia  del  Concilio,  germina]] ero  noni  penfieri;nel- 
laqualefareua  raffreddato,  majfimament  e dopo  Fintimat ione  del  Concilio  La 
teranenfie;  conciofia  che  non  ui  mandafie  fecondo  lepromeffe  più  mite  fatte 
alcuni  TrelatiTedefchiìn  nome  della  Germania ,  neTrocuratori ,  che  uaffi- 
fleffero  in  fuo  nome,  non  lo  mouendo  Ceffempio  del  Re  di  Francia,? Iquale  ba- 
tteva ordinato  che  in  nome  commune  della  Chiefia  Gallicana  ;  ui  andaffero  uen 
tiquattro  Veficour,  &  che  tutti  gii  altri  Tr ciati  del  fuo  Regno,  o  ui  andaffero 
perfonalmente ,  o  ui  mandafferoTrocuratori  :  &  nondimeno ,  o  per  ficufiare 
quella  dilatione ,  o  perche  tale  fuffe  uer  amente  il  fuo  defiderio  ;  cominciò  in 
queflo  tempo  a  fare  inflantia ,  the  per  maggior  e  commodità  de'  Tr  elati  della 
Gennania,  &  perche  afferrnauauoleruiinteruenire  perfonalmente,  il  Conci- 
lio inditto  a  Tifa  fi  tras) eriffe  a  Mantoua  ,oa  Verona ,  o  a  Trento  :  laquale 
d  L"  df  "  dì'manda  mole fla  per  uarie  cagioni  a  tutti  gli  altri  ;  era  folamente  grata  al a  ^ 
e roce ,  de t   Cardinale  di  Santa  Croce  :  ilquale  ardente  di  cupidità  d'aficendere  al  Tonte f- 
^camafa  vat0>  alqual  fin€  haueua  f eminato  quefìe  dificordie  ,ff>eraua  colfauore  di  Ce  fa 
le  ;  &  cflcn  re , nella  beniuokntia  delquale  inuerfo  fé  molto  confidaua,poterui  facilmente 
jlstS»  per*  peruenire ,  rì<[ondìmeno  rimanendo  debili tata,e  quafi  manca  fien^a  l  autorità 
duro  n  eli'-  di  Ce  fare  la  caufia  del  Concilio  ;  mandarono  di  commune  confientimento  a  lui  il 
v^siku  Cardinal  di  San  Seuerino  a  fiupplicarloxhe  faceffemuouere  iTrelatue  i  Tro- 
jnente  an-   curatori  tante  uoltepromefjì,  &  ad  obligargli  la  fede  che  principiato  chefufi- 
^0m^tC  fi  il  Concilio  a  Tifay  lo  trasferir  ebbono  in  quel  luogo  mede  fimo  che  egli  fl  e  fio 
cardia^     determina (fé,  dimoflrandogli  chél  trasferirlo  prima  farebbe  molto  pregiudi- 
Ìo?iChcadu  ciale  alla  caufia  commune,  &  Jpecialmente  perche  eradi  fiamma  importane 
lan^o  j  gii  n  preuenire  a  quello,  che  era  flato  intimato  dal  Tontefice .  Col  Cardinale  an- 
aUffoaiir^  dò  a  fare  la  inflantia  wedefima  in  nome  del  Redi  Francia  Galea^o  fuo  fra- 
e,  sonfia  ten0y  ilquale  con  felicità  diffimile  alla  infelicità  di  Lodouico  Sfiora  primo  pa 
„  icea^a*  d!  dronc ,  era  flato  honorato  da  lui  dell' Vfficio  del  grande  Scudiere .  Ma  princi- 
foera:e  la    palmente  lo  mandò  il  Re  per  confiermxre  con  uarie  offerte ,  &  partiti  nuoui 
SfcoitV'iu*  l'animo  di  Ce  far  e,  per  la  inflabilità  édqualeflaua  in  grandiffimafiofpenfiwne* 
prema,  do  &  f0jpetto, con  tutto  che  nel  tempo  -..ledefhno  non  fuffe  fien^a  fyeran'qz  di  con 
ud^Lo»1  chiudere  la  pace  coÌTonteflce  :  laquale  'trattata  a  Roma  dal  Cardinale  di 
.decimo.     /Nantes,  &  dal  Cardinale  diStrigonia,  &  in  Francia  dalVeficouoSco%^ 
Tgfi,  &  dal  Fcfcouo  di  Tiuoli,  era  ridotta  a  termini  tali,  che  cocordate  quafi 
tutte  le  conditioni,  il  Tontefice  haueua  mandato  al  Vefcouo  di  Tiuoli  l  auto- 
rità ci  i  dargli  perfiettione  z  benché  infierite  nel  mandato  certe  limitationi ,  che 
dauano  ombra  non  mediocre,  the  la  uoUmtàfiua  non  f uff  e  tale,  quale  fionaua- 
no  le  parole  ,fapendofimaf]imamente  che  nel  tempo  mede  fimo  trattaua  con 
molti  potentati  cofie  intieramente  contrarie .  7s[ella  quale  dnbietà  mancò  poco 
che  non  troncale  tutte  le  pratiche  >  e  i  principe  de  mali  fi  che  s  apparecchi  a- 


me 
patc 
do! 
à 


nano 


DECIMO.  lao- 

tiano £  uccide  te  improuìfo  del  Tontefice.-ilquale  infermato  fi  il  decìmofett  imo- 
porno  d'*Agofto,fu  il  quarto  dì  della  infermiti  offre  fiato  talméte  da  un  poten 
ti  filmo  sfinimento  ,  che  flette  per  alquante  fiore  riputata  da  i \  circolanti  per 

JJ  J     t  r  i     r  ^  r  ■      u.     -  r         ■        ■    r        rr         *  Non  Pure 

morto  :  onde  cor  fa  la  fama  per  tutta  bauere  terminato  ijuoi  giorni  ,Ji  mojjono  aflbiuè  "  r.i  - 
per  uenìr  e  adorna  molti  Cardinali affimi,  &  tragli  altri  quelli  che  inumano  p?  Gif?^1 


Tompeo  Colonna  Ve\com  ai  Rieti,  &  ^intima  òaueito gióvani  jeaiticj?  dei-  n*  d< 
la  nobiltà  Romana  5  chiamato  nel  Campidoglio  il  popolo  di  Roma  v  cercarono  d.'nat 
d'infiammarlo  con  feditiofifjime  parole  a  uendicarfi  in  Libertà  »  Ma  mentre  quì'f 


inatedi  la 

i*  ,  canne 

qui  fci  i ne  $ 

che  con  ambitione  grand  ijjìma  fi  sformano  a  eccitare  il  popolo  Romano  a  pu  Jj  *  òe|^  ^ 
blica  ribellione,  rei  biro  da  quello  accidente  tanto  peri  co  lofi  il  Tontefice  :  dal  ferì  uè  a  Gn 
quale  alquanta  folleuata ,  ma  efienda  ancora  molto  maggiore  il  timore  che  la  ^^ c^ 


jèpùgnandoaqiie 

fio  la  breuìtà  del  tempo-,  ma  come  penitente  per  gratin  ,  ér  indidgentia  Jipa-  ^  dT'Ferci 
fiolica  :  &  mi  me  de  fimo  Concifiora>  folle  citò  £he  l'eie  t  tiene-  del fucceffore  ca-  «  fonerò 
nome  amente  fi  faceffe ,  &  uolendo  prohibire  a  gli  altri  dfafcendcre  atanto  ^Moro  fn- 
frado  per  quel  mero,  colquale  ui  era  afeefo  evii  ;  fece  pnblìcare  una  bolla  pie-  terdetti,  fc5 

**     ?■  t         ir.  n-    ■        ri  rr  j  -  n  *  runiche, 

na  ai  pene  bombai  cantra  quellh  i  quali  procurajjero,  o  con  danari,  a  conaltn  &  maìedit- 
ftemif  di  efiere  eletti  pontefici  ,  annullando  l  elettwne  che  fifacefieper  fimo  ««**?  & ch* 
ma-,  <&  dando  £  adita,  molto  facile  a  qualunque  Cardinale  d'impugnarla .  La-  fila  figliuola 
quale  coflitutione  haueua pronunciata  infino  quando  era  in  Bologna,  [degnata  *$ic£y&° 
allhora  cotra  alcuni  Cardinali  >i  quali  procurauano  apertaméte  d  ottenere  prò  Giordano 
meffe  da  altriCardinali  per  efiere  dopo  la  morte  fua  afiuti  al  TÓtefìcato.Vopo  ?r?n^  A£~ 
ilqual giorno  feguita  miglioramento  molta  elùdente-,  procedendo*  o  dalla  com  Catf  dì  con 
pleffione  fua  molto,  robufia.a  dall  efiere  rifemato  da  fati  come  autore*  &  ca  tati,**!"lf<J 
gionepifacipaledipiutungfie*  e£r  maggiori  calamità  d'Italia  .-perche  né  alla  nipote  du. 
uirtu*  riè  arimedtj  de"  Medici  fi potetta  attribuire  la  fua  fallitela;'  qualiman  ca  ^v 
giarda  nel  maggiore  ardore  della  infermità  b  pomi  crudi \  &  co  fé  contrarie  d  bo  dic< 
precetti  loro,  in  parte  alcuna  non  obediua .  Solleuato  che  fu  dal  pericola  della  £J  Je^oj 
morte,  ritornò  alle  confuete  fatiche,  & penfieri, continuando  di  trattare  in  un  ciafeuno, 
tempo  medefìma  Idpacc  col  Redi  Francia  :  &  col  Re  dragona*  &  col  Se-  ^  *  NkS? 
nato  Vinitiano,  confida  attorie  a  offe  fa  de  Francefili  &  benché  con  la  uolon-  delia  none 
tà  molto  più  inclinata  alia  guerra  %  che  alla  pace,  pur  tal  uolta  diffrahendola  JJa  ibrena  l 
molte  ragioni,  bora  in  qucfla,hora  in  quella  fententia.  Inclinauanla  allaguer  &  Peft'o  m 
ra  oltra  Iodio  inueterata  contrai  il  Redi  Francia,  &  il  non  potere  ottenere  ^  Jvrbi- 
nellapace  tutte  k  conditimi  defideraua*  leperfuafionicotram  del  Re  d^Ara  nc^rhf^^ 

gpna*  de  m  here*. 
de  pagando  fi  vn  IcggieriflRiao  cenfò:  ogni  anno  a*  Pontefici  Romani. 

b  Più  didimamente  dice  il  Gi,idinico,come  colui  che  ferme  J>«iioa  <sioè*chc  Paga  Giuli»  nel  maggiore  as> 
dot  della  febre^  volle  mangiate  vua,  Defche»  &  bete  malusai*  » 


Ben» 
e  cen 
to  venti  li- 
bre d*oroa 


L   1    B   i    6 

*pna,ìnfofi>ettìtòpìu  che  mai  che  il  Re  di  Francia  pacificato  col  pontefice  non 
afialtafjc ,  come  prima  ne  haueffe  occafwne ,  /*/  Regno  di  KJapoli  :  &  perche 
quefli  e  enfigli  bau  e  [fero  maggiore  autorità,  haueua  oltra  la  prima  armata, 
paffata  lotto Tietro TSJauarra d'africa in  Italia ^mandata di nuouo  un  altra  - 
armata  di  Spagna  ,fu  laquale  fi  diceuanoeffere  cinquecento  huomini  dì  arme, 
feicento  Giannatarij,  e  tre  mila  fanti,  for^e  che  aggiunte  a  gli  altri  non  era- 
no, &per  lo  numero ,  &  per  lo  ualore  degli  huomini  dipiccoU  confideratio-^ 
ne .  Et  nondimeno  il  mede  fimo  Re,  procedendo  con  le  [olite  arti ,  dimofiraua  ■ 
defidcrare  più  la  guerra  contra  i  Morì,  ne  rimuouerlo  da  quella  utilità^  com- 
modo proprio,  né  altro  chela  diuotione  hauuta  fempre  alla  Sedia  ^Apoflolica  • 
Ma  che  non  potendo  folo  foflentare  ifoldatifuoi;  gli  era  neceffario  l'aiuto  del . 
"Pontefice,  &  del  Senato  Vinitiano  :  allequali  cofe perche  più  facilmente  co- 
feende fiero ,  le  genti  fue ,  che  tutte  erano  difeefe  neltlfola  di  Capri ,  uicina  a 
Trapeli,  dimofir  aitano  di  apparecchiar  fi  per  paffar  e  in  .Africa .  Onde  fpauen- 
tauano  il  Pontefice  le  dimande  immoderate  :  infaflidiuanlo  quefle  arti  :  & 
lo  infofpettiua  V  efferglimto  che  quel  Re  non  ceffaua  di  dare  fperan%e  contra- 
rie ai  Re  di  Francia .  Sapeua  che  i  Vinhianinon  declinerehhono  dalla  fua  uo 
lontà  :  mafapeua  medefimamente,  cheper  la  guerra  grauifjima  era  indeboli- 
ta la  f acuità  dello  fendere  :  &  che  il  Senato  per  feflefjò  era  più  toflo  de  fide- 
rò fo  d'attendere  per  allhora  a  difendere  le  cofe  proprie ,  che  a  prendere  di  nuo- 
uo una  guerra,  laquale  non  fi  potrebbe  foflentare  fen%a  Jpefegrandiffime}&  ; 
qua  fi  intollerabili  :  fperaua  che  gli  SuiTgeriper  la  inclinatione  più  commune 
della  moltitudine,  fi  dichiarerebbono  contra  il  Re  di  Francia:  ma  non  n'hauen 
do  certezza ,  non  pareva  douerfi  perquefla  fperanxp  incerta  fottomettere  a 
tanti  pericoli,  effendogli  noto  che  mai  haueuano  troncatele  pratiche  col  Redi, 
Francia  :  &  che  molti  de' principali,  a'  quali  dall' amicitia  Francefevifultaua. 
utilità  grandijfima,  s'affaticauano  quanto  potevano  ;  accioche  nella  dieta ,  la 
quale  di  proffimo  doueua  congregar  fi ,  laconfederatione  col  Re  fi  rinouaffe: 
dall'animo  die  efare*  bencheflimolato  inflantemente  dal  Re  Catolico ,  &  na- 
turalmente nimiciffìmo  al  nome  Francefe> haueua  minore  f^eran%aì  dietimo 
ye,fapendo  l'offerte  grandi ,  che  di  nuouo  gli  erano  fatte  contra  i  Vinitiani,  & 
contra  fé;  &  che  il  Re  di  Francia  haueua  poffibilità  di  metterle  in  atto  mag- 
giori di  quelle ,  che  gli  potè  fiero  effere  fatte  da  qualunque  altro  :  &  quando 
C efare  fi  umjfeaquelRe  yfirendena  per  l'autorità  fua  molto  formidabile  il 
Concilio,  &  congiunte  con  buona  fé  de  l'anni  fue  con  le  for%e,  &  co  danari 
del  Re  di  Francia,  &  con  t opportunità  de  gli  flati  a'ambidue  ;  niuna  fperaru 
%apoteua  il  Pontefice  hauerc  della  uittoria,  laquale  era  molto  difficile  ottene. 
re  contra  il  Re  di  Francia  folo .  Solleuaua  l'animo  fuola  Jf>eran%a  che  il  Re  di  • 
Inghilterra  haueffe  a  muouere  la  guerra  contra  il  Reame  di  Francia ,  indotto 
da  configli  >& perfusioni  del  Re  Catolico  fuofuocero  ;  &  per  l'autorità  della 
Sedia  jlpofiolica,  glande  allhora  neltlfola  di  Inghilterra,  &  in  cui  nome  ha- 
ueua con  ardentiffimiprieghi  fupplicato  l'aiuto  fuo  contra  il  Re  di  Francia  > 

come 


DECI    M    O.  2?t 

conte  cantra  òppreffore ,  &  ufurpatore  delia  cbiefa .  Ma  moueuano  molto  fin 

a  quel  Re*  a  l'odio  naturale  del  Re  ,  &  de' popoli,  di  Inghilterra  centra  il  nome 
de  Francefi,  l'etàgiouenile,&  l 'abbondanza  grande  de3 danari  lafciatigli 
dal  padre;  i  quali  era  fama ,  nata  da  autori  non  leggieri ,  che  afeendefiero  a 
quantità  quajìin:ftimabile:  le  quali  cofe  accendevano  i  animo  del  gwuane,  fi/crfne!>* 
nuouo  nel  Regno ,  &  che  nella  cafafua  non  haueua  mai  ueduto  altro  che  prò-  iìo  nei  i!?! 

b  Jper  a  fortunata  cupidità  di  rinouzre  la  gloria  de  fiuoi  antecefforì:  i  quali b  in-  #0.  ^il;1* 
titolatifi  Re  di  Francia,  &  hauendo  in  diuerfe  età  ueffato  uittoriofteon  gran-  ghiiterra,  ef 
diffìme  guerre  quel  Reame;  non  filo  hauenano  lungamente pò ffeduta  la  Chien  c^fJThfv'1 
na,  &  la  J^ormandia ,  ricche ,  &  potenti  Trouincie ,  &  prefo  in  uva  batta-  Moro  doué 

€  glia  fatta  appreffo  Tottieri c  Giouanni  Re  di  Francia  con  due  figliuoli,  &  con  checche 
molti  de  principali  Signori  ;  ma  etiandio  occupata  infieme  con  la  maggiore  i  F.^nce(i 
parte  del  Regno  la  città  di  Tarig^,j£z<?dpoli  di  tutta  la  Francia  ,  &  con  tale  \™l T\^\ 
fiucceffo ,  e  terrore ,  che  è  coflante  opinione ,  che  fé  Errico  quinto  loro  Re  ,  non  fl  »  °  P«  A 
fuffe  nel  fiore  dell'età,  &  nel  corfo  delle  uittoriep affato  di  morte  naturale  al-  eh™  " Iti  \n 
l'altra  ulta  ;  harebbe  conquifiato  tutto  il  Reame  di  Francia.  La  memoria  del-  lagM^-ra, 
lequali  uittorie  riuolgendofi  il  nuouo  Re  nell'animo;  fi  commoueua  incredibile  to  in  ' Fran- 
mente,  con  tutto  che  dal  padre  quando  moriua,  gli  fuffe  flato  ricordato  efpref-  ci,a. :  iI(3uale 
j amente ,  che  conferuaffe  fopra  tutte  le  cofe  la  pace  col  Re  di  Francia  :  con  la-  p  ex  h  co  n  te 
quale  folapoteuano  i  Re  d'Inghilterra  regnare  ficuramente ,  &  felicemente:  ,a  ^}f\ 
&  che  la  guerra  fatta  dagli  inglefi  al  Re  di  Francia,  infeftato  maffimamente  la  portanza* 


?L 7r"Z V."7**?rT >*""JV"  '""-J*  tra  t 

nome  Ingleje  :  &  nondimeno  il  Tontefice  perla  incertitudine della  fede  Bar-  be  :  ilch«  di 

bara ,  &  per  ejjere  ipaefi  tanto  remoti;  nonpoteua ripofare  in  queflofauore  due^Lglù 

ficuramente i  configli  fuoi.Quefle,&  con  tali  conditioni  erano  le  fperan%e  dei  medeiì- 

delTontefice.  Dall'altra  parte  il  Re  di  Francia  abhorriua  la  guerra  conia  moIlbro* 

Chic  fa  :  defideraua  la  pace ,  mediante  laquale  oltra  il  rimuouerfi  la  nimicitia  b  La  cagio- 

del  Tontefice  ,fi  liberaua  dalle  dimande  importune ,  &  dalle  neceffità  difer-  n*>che }  ^ 
uire  a  C efare  :  nèfaceua  difficultà  nella  annullatone  del  Concilio  Tifano ,  fa- 


xa   s  ìntito- 


trodotto  folamente  da  luiper piegare  con  queflo  timore  t'animo  del  Tontefice  h{ìV°  .R? 
allapace,purecbefiperdonafiea'  Cardinali,  &  agli  altri,  cheuhaueuano,  fcrST"!* 
o  confentito ,  o  adherito .  Ma  in  contrario  lo  teneua  fifpefo  la  dimanda  della  ?ry|j!pio 
reftitutione  di  Bologna ,  e (fendo  quella  città  per  il  fitto  fuo  opportuni  jfima  a  dell'hit'9' 
moleflarlo  :  perche  dubitaua  che  la  pace  nonfufie  accettata  dU  Tontefice  fin-  vaflp^\ 
ceramente,nè  con  animo  diftofto,  fé  loccafiomgli  ritomafiero,  ad  cfieruarla  :  foro  v.r^- 

ina    jjb  22 
e  Giouanni  Re  di  Francia  fu  fatto  prigione  in  battaglia  da  Edoardo  Terzo  Re  d'Inghilterra  a  ip  dì  sèttem 
bre  dell'anno  13  5  6.  in  Umidi  nella  campagna    di  Fittone  ,  o  di  Pcttieri,  quattro  miglia  fuor  del'a  città 
Vedi  Polidoro  Virgilio  rtel  libro  decimonono  deH'hiftoria  d'Inghilterra,  &  Paolo  EmiJio  nella  vita  di  G;o* 
wanni  primo  Redi  Francia  .  Ma  d'Errico  quinto  .  Vedi  l'ifteffo  Poh  doro,  nel  libro  22.  della  vittoria  ch'efio* 
tebbeaDangicort  ,oue  tagliòa^czzi  dieci  milaFianafi,  &  faftò  auanii  l'anno  hi6.6c  Paolo'tmi 
m  Carlo  (Quinto  il  Sauio  . 


LIBRO 

ma  per  liberarfì  di  preferite  dal  pericolo  del  Concilio,  &  dell'armi .  Speratta 
a  i  cardina  pure  hauere  a  confermare  l'animo  di  Cefare  con  la  grandezza  dell'offerte,  & 
lì  mmicidci  perche  infmo  a  bora  non  come  alienato ,  ma  come  confederato  trattaua  Ceco 

Papa  man-    i,   „  J  .  r  .   .  „    ,         Jr  ri 

darono  tre  delle  occorrenze  communi ,  confortandolo  tra  l  altre  coje  a  non  confentire  che 
faptfap°cj  Bologna  Città  di  tanta  importantia  ,ritornaffe nella  poteflà  del  Tonte fice  . 
cader  delie  Del  Re  d '^Aragona,  &  del  Re  d'Inghilterra  non  diffidala  interamente  ;  non 
efiLndó°fta-  °flante  H  procedere  già  quafi  manifefio  dell'uno,  e  i  romori  che  fi  fpargeuano 
to  intimato  della  mente  dell  altro  ;  &  con  tutto  che  gli  jLmbafciatori  loro  congiunti  in- 
pe?°douerfi  fiemelhauefiero prima conmodeftepay 'ole, & fitto  ffecie dtamicheuoleuffi- 
ceiebrare  in  cio,&  dipoicon  parole  piti  efficaci  confort  ato,che  operafie,che  i  Cardinali^  ì 
dfcendo  efli  pre^  &%  fi40  Regno  concorre  fi  ero  al  Concilio  Lateranenfe, &  che permettef 
ch'era  ne     fesche ìa  Chiefa  fufie  reintegrata  della  Città  fua  di  Bologna  :  perche  da  altra 
«!  due,°<me  p^rte  fimulando  lo  Inglefe  di  uolerepcrfcuerare  nella  confederatione,  che  ha 
feoìon!.  co  netta  feco;  &  facendogli  fede  del  mede  fimo  molti  de fuoi;credeua  non  baite  f 
tori  rifece*  fi  a  tentare  d offenderlo ;&  l'arti,  &  le  fimulat ioni  dell' dragone  fé  erana 
to  alcuni  a  t  tali,che  il  Repreftando  minore  fede  afatti>che  alle  parole ,  con  lequali  affer- 
aiiaPpreuen  maua,  che  mai piglicr ebbe  tarmi  contra  lui  ;fi  lafciaua  in  qualche  parte  per- 
tione,&cor  fuadere,che  quel  Re  non  farebbe  cofi  congiunto  con  l'armi  manifefle  a'nimicì 
delie  ior°ra  fuo'hcome  era  congiunto  co' configli  occulti,  l^ellequali  itane  opinioni  fi  ingan 
gioni:man5.  naua  tantoché  efiendogli  dataffieran^a  da  cobro,cbe  apprefio  agli Sui'^eri 
pL  Imfazì ,  feguitauano  le  parti  fite  di  poter  fi  riconciliare  quella  natione,fi  confintiua  al 
pchei  Fiore  fa  dimanda  di  aumentare  le  penfioni ,  pertinacemente  di  nuouo  lo  dinegò  ; 

tini  Io  meta      „  ,  ,  n  r  y        -    r  r     j    •    •    b    /••    n    • 

rono,  come  allegando  non  uolere  efiere  taglieggiato  :  an%i  ujando  i nmeaqajpri  otte  era- 
ferme  il  Bua  ^  necefiarij  i  benigni;  uietò  che  non  potè fi 'ero  trarre  uettouaglie  del  Ducato 
ma  (come  è  S  Milano;  dellequali  patendo  per  la  flerilità  delpaefegrandiffima  ineommo- 
faitto  in  q-  dita ,  fper  aita  shaut fiero  apiegare  arinoitare  con  le  conditioni  antiche  la  con 
fi  erano7 Ver  federazione. Soprauenne  in  quejlo  me%oil  primo  giorno  di  Settembre ,  giorno 
™tal£ot  determinato  a  dare  principio  al  Concilio  Tif ano  inelqital  giorno a  i procurato-  a 
ama.  fi  de'  Cardinali  uenuti  a  Tifa ,  celebrarono  in  nome  loro  gl'i  atti  appartenenti 

a^ *  aprirlo.per  ilebe  ilTontefi ce  [degnato  marauigliojamente  co-  Fiorentini  , 
fpetto  ai'so*  che  hauefiero  confentito  che  nel  dominio  loro  fi  cominciafie  il  Conciliabulo , 
derÌnT  *£  (ilqualecon  quefìo  nome  fempre  chiamaua)  dichiarò  efiere  fottopofle  all'in* 
iute  he  non  ter  detto  Ecclefiaflico  le  Città  di  Virente,  &  di  Tifa  per  uigore  della  bolla  del 
SrfiflSe5Ìe  umilio  intimato  da  lui  ;  nellaquale  fi  conteneua  che  qualunque  fauorifie  il 
coVe  delia  Conciliabulo ^Tifano  fufie  fcommunicato3& interdetto,  & fottopofìo a tut- 
&eldlÌ°con-  te  te  Pene  ordinate  feueraménte  dalle  leggi  contra  gli  filmatici*  &  ber  etici; 
«ilio ,  c©m«  &  minacciando  di  afi  aitargli  con  l'arme ,  eie  fi  e  il  Cardinale  de'  Medici  Lega 
u1o€ncihb!  to  di  Terugia;& pochi  giorni  poi  efiendo  morto  il  Cardinale  Regino  Legato 
z.  delia  viti  di  Bologna; b  lo  trasferì  a  quella  Legationeiaccioche  efiendo  con  tale  autorità  y 

di  Leon  X.  *  ^V/WO 

òcanchoae 

cennido  di  ....«.«  «..«..  /-«#•« 

aoler  far  quiuitefta  delle  fue  genti,  &  da  quella  banda  cominciar  l'aflalto  ^  come  dice  il  BuoiUCCOlfi  •  K»  « 
Cartolai  Rhegino  Siciliano  moxi  a  *i.4i  Scttcrabiexju.^me  iwiucil  Gwdjruw, 


* 


^ ■■„.  »   E    C   ì   M    ©:    ...    „         \L 

ìiicmò  a  confinì  loro  lo  anulo  di  quello  flato,  entrafferò  tra  fé  mede  fimi  in  fa* 
fletto  &  in  confusone  :  dandogli  JperanTg, che  tal  cofapoteffe facilmente  fuc- 
cedere  le  conditioni,nellequali  era  allhora  quella  città  :  perche  oltra  V  effere  in 
alcuni  il  defiderio  del  ritorno  della  famiglia  de*  Medici ,  regnauano  ira  gli  al- 
tri Cittadini  di  maggiore  momento  le  difeordie,  &  le  diuìfionUantica  infermi- 
ci tà  di  quella  citta\caufate  in  queP:o  tèpo a  dallagrand 1e?£aì&  autorità  del  Gon  a  vedi  il 
faloniere:  laquale  alcuni  per  ambinone,  &  emulatione  nopoteuano  tollerare,  pio4io  nch* 
altri  erano  mal  contenti  ,  che  egli  attribuendo  fi  nella  deliberatone  delle  cofe  Leo™™  dJ0 
forfè  pitiche  non  fi  conueniuaalfuogrado>nonlafciajfe  quella  parte  a  glialtri,  ue  £atla  .dl 
che  meritauano  le  lovo  condì  tieni ', dolendo fi  che  ilgouerno  della  città  ordinato  Pcordic  d!" 
ne  due eflremi,cioc  nel capopublico,& nel  configlio  popolare mancaffe.fecon  ^n™"' & 
do  la  retta  inftitutione  delle  Republiche  di  uno  Senato  debitamente  ordinato  :  nitionTThè 
per  loqualeMtra  effere  come  temperamento  tra  l'uno,  &  l'altro  eflremo,i  cit-  ?o!ioaPf/u* 
Padiniprincipalì,et  meglio  qualificati otteneffero  nella  Republica grado  più  ho  *\  Gonfaìo* 
norato:&  che  il  Gonfaloniere  eletto  principalmente  per  ordinare  queflo,oper  ™"  -j0^"/* 
ambitione,oper  fojpetto  uanofacefe  il  contrariò;  ilquale  defiderio,fe  bene  ra-  «òdimeno 
gioneuolcnonperò  di  tanta  importane  che  doueffe  uoltaregli  animi  loro  alle  I^SSck? 
diuifioniì,  perche  etiandio fen%a  queflo  otteneuano  honefto  luogo ,  né  alla  fine  moftraua  di 
fen^a  loro  fi  difponeuano  le  cofepublichcfu  origine,&  cagione  principale  co^onw.^ 
de  maligrauifjimi  di  quella  città.  Da  quefli  fondamenti  e  fendo  nata  la  diuì- 
fione  tra  i  cittadini ,  &  parendo  a  gli  emuli  del  Gonfaloniere ,  che  egli ,  &  il 
Cardinale  di  Volterra  fuo  fratello  hauejfero  dependentia  dal  He  di  Francia  ; 
&  confidajfero  in  quella  amici tia,  fi  opponeuano  quanto  poteuano  a  quelle  de- 
UberationUche  shaueuano  a  far  e  infauore  diquelRcJefiderofi  che  ilTotefi- 
ce preualeffe.Da  queflo  era  ancora  nato>che  il  nome  della  famiglia  de*  Medici 
cominciaua  a  effere  manco  efofo  nella  città  :  perche  quelli  cittadini  grandi  che  b  Loda  af. 
non  defiderauano  il  ritorno  loro  per  l  emulatione  col  Gonfaloniere,  no  concor,-  ^na^iu  di 
reuano  più  aperfeguitargli,nè  a  impedire(come  altre  mite  fi  erafatto)la  con  Leone  anco 
uerfatione  degli  altri  cittadini  con  loro,an%i  dimoflr andò, per  battere  il  Gon-  ^o^Uedi  la 
faloniere,di  non  effere  alienati  dalla  amicitia  loro'faceuano  quafi  ombra  agli  copo  salma 
altri  di  defiderare  la  loro  grandetta  dallaqual  cofa  nafceua,che  non  fola  quel  Jdìò  c«di 
li  che  neramente  erano  amici  loro,che  non  erano  di  molto  momento,  entraua-  "jtf  &'  Me. 
no  infberan%a  di  cofe  nuoueima  ancora  molti giouani  nobili  flimolati ,  o  dalle  £on  l apqeu/d!| 
troppe  (pefe,o  da  fdegniparticulari ,  o  da  cupidità  difoprafare  gli  altri  appe-  »»  alct»« 
titianolamntatione  dello  flato  permea  del  ritorno  loro;&haucua  con  gran-  perequai 
de  aflutia  nutrito ,  &  aumentato  più  anni  quefla  dijpofitione  il  Cardinale  de    Prette,  che 
-Medici  :  perche  dopo  la  morte  di  Tiero  fuo  fratello,  il  cui  nome  era  temuto, &  SLTrU  ripù 


mente  nelle  faccende  di  tutti  :  &  non  meno  degli  altri ,  di  quelli ,  c\x  s  erano  deUg!iCnhuo- 
feoperti  contra  il  fratello  :  trasferendo  di  tutto  la  colpa  in  lui ,  come  fé  l  odio  »  mini  ■ 

IS^n     i  &  l'offe  fé 


Y.    1     B    R    O 

&  l'offcfe  fufiero  terminate  con  lafua  morte;  nelqual  modo  di  procedere  effèn 
*  a  ca  r.  2  j  $  <fo  continuato  più  anni,  &  accompagnato  dalla  fama,  e  baueua  nella  Corte  di 
%l  ?•'<?  TJe  &*ww  di  e Jfer  per  natura  liberale-i  offequiofo,  &  benigno  a:  ciafeuno^era  diuen 
me  :«  are.  e  ta^>  /'«  b iremg grato  a  molti  :  &però  Giulio  defiderofo  di  alterare  quel  go- 
iJReÌF*a  uerno  non  imprudentemente  lopropofe  a  quella  Legatione  .a  appellarono  i  & 
no  di  cauo  •  Fiorentini  dati  interdetto  fion  nominando^  per  offendere  meno  nell  appellano- 
rlrc  ^r^ll  ne^  C°ncili°  tifano  :  ma  follmente  il  farro  Concilio  della  Chiefa  uniuerfa- 
ìooa  >.  lo  Iva  le  :  <&  cerne  fé  per  ly appellatane  fuffe  fojpefo  l'effetto  dell' interdetto; furono* 
^?  ljSd  t\{  Per  cornandamèto  delfupmnaMagifirato  afretti  i  Sacerdoti  di  quattro  Chic  fé 
coivi,  quan  principali  a  celebrare  public  amente  nelle  loro  Chiefegli  uffici  diuiniùlperche 
conte"0  co*  fifiopriwpiu  la  diuifione  de  Cittadini offendo  rimeffb  nell'arbitrio  diciafcu- 
pon  tetìci  -,  fi  no>o  affh'uareyò  ff  recare  ?  interdetto  .Onde  di  nuouo  fecero  inflantiagli  ^Am 
qb^l><Vc!  baferatori  del  Re  d'\Aragona,&  d  Inghilterra  al  Re  di  Francia,  offerendogli 
me  -z  iaqual  la  par  e  col.  Vontefice7in  cafofi  reflituiffe  Bologna  alla  Chiefa  ;  &  che  i  Cardia 
uSVeiu ' vi  na^  conueniffero  al  Concilio  Lateranenfe,d  quali  offeriuano>che  il  Tapaper- 
ta  d'Aifon-  donerebbe ,  Ma  ritenendolo  di  confentire  il  rifpetto  di  Bologna;  ri  fio  fé che 
do  Yhe  i"n  non  difi»deua  una  città  contumace,  &  ribella  della  Chiefa  sfotto  il  cui  Domi 
ciato  cótta  i  nio ,  &  ubidien^a  fi  reggeua ,  come  per  molti  (fimi  anni  baueua  fatto  innanzi 
potenti;  aV  a^  Tonte  ficaio  di  Giulio:  ilquale  non  douerebbe  ricercare  più  deli' autor  ità,con 
uenta  maffi  Uquale l'haueuano tenuta i  fuoi antece fiori imede fintamente  il  Concilio  Ti- 
crudeie  >  &  fi^  efiere  fiata  introdotto  con  bonefiiffimo^  fanti  fimo  propofito  di  riforma 
mortìfero ,.  re  j  difordini  notorij,  &  intollerabili)  eh  erano  nella  Chiefa  :  allaquale  fen%a 
de  per  li'  C5  perìcolo  éifcifma,  o  di  diuifione  facilmente  fi  reflituirebbe  l'antico  fflendore* 
ft!i|  di&d:  fe ìlTontefice,comyeragiufto,& conuenientejcontéeuifie aquel Concilio; fog- 
Ba  fijci .  e  t  giugnenda  che  la  inquietudine  fua.  &  l'anima  accefo  alle  guerre,  &  a  gli  fan 
"cl  lib5°  J:  doli  baueua  coftretto  luì  adobligarfi  allaprotettione  di  Bologna  ;  &  però  per 
Leon  io.di-  l'honor  fuo  non  uoler  mancare  altrimenti  di  difenderla,che  mancherebbe  al  di 
ce  elle  r  ere-  fendere  la  città  di  Tarigi  .llTontefice  adunque  rimoffì  tutti  ipen fieri  dalla 
l  papi  tritimi  pace  per  gli  odij,  &  appetiti  antichi,  per  la  cupidità  di  Bologna^  per  lofdegnoy 
biamo^f^  c  timore  del  Concilio:  &  finalmente  per  fojpettoyfe  egli  differiffe  più  a  delibe- 
ta,  o  penco-  rare ,d 'efiere  abbandonato  da  tutti- perche  già  i  faldati  Spagnuoli  dimoftrando 
cscii'o  %e  Sbattere  a  pafiarein  <Afiica,cominciauano  a  Capri  ad  imbarcar  fi  ;  delibero  di 
ciaimen  te  fare  la  confederatane  trattata  col  Re  Catolico-,  &  col  Senato  Vinitianodaqua 
«ontédonof  te  fu  b  il  quinto  giorno  d'Ottobre  publicata  folennementeprefente  il  Totefice ,  b 
in  fiemer  do  e  tutti  i  Cardinali  nella  Chiefa  dì  Santa  Maria  del  Vopolo.  Contenne  che  fi  có- 
che  Ijapapa  fèdevauano  per  conferuar e  principalmente  l'unione  della  Chiefa ,  &  ad  eftir- 
linuncìj  il  pationey  per  difenderla  dallo  feifma  imminente,  del  Conciliabulo  Tifano  ;  & 
vinterulga  Per  t*  ricuperatane  della  città  di  Bologna  y  appartenente  immediatamente 
priuato;  ac-  afa  Sedia  %Apofiolica>&  di  tutte  l'altre  terre,  &  luogbhcbe  mediatamente, 

cioche  le  l 

n'elegga  vno  con  le  uoci  di  tutti  eccellentifiimo  di  virtù,  &  di  religione. 

b  La  lega  fra'l  Fapa,il  Re  di  Spagna ,  quel  d'Inghilterra  ,  e  i  Vinitiani ,  che  fu  publicata  in  Roma  a'  cinque 

«l'Ottobre  15  xi.  fu  poi  in  Vinet. a  publicata  a'  venti  del  detto  mele,  come  fetiuc  il  Gradinico;  ma  de'  trattati 

A' ella,  è  da  vedere  U  Alocenigo,  asUib.^.per,  tacci;  il  Bembo,  ik  l'alno . 

ò  imrne* 


regimo;  it$ 

0  immediatamente  fé  gli  apparteneffero  ,  fiotto  ilqudl  fenfo  fi  còmprendeua 
Ferrara:  &  che  contra  quelli  che  ad  alcuna  di  quefte  co  fé  fi  opponefjero ,  oche 
d'impedirle  tentaffero  (fignificauano  quefte  parole  il  Re  diFrancia)a  cacciar' 
gli  totalmente  d'Italia  conpotènte  effer  cito  fi  procedeffe  :nelqualeilVontefi- 
te  teneffe quattrocento huomini d'arme, cinquecento caualli  leggieri)  &  feimi 
la  fanti.  Teneffe  il  Senato  Vinìtiano  ottocento  huomini  d'arme,  mille  caualli 
leggieri,&  ottomila  (antimi  Re  a  dragona  mille  dugento  huomini  d'arme , 
mille  candii  leggieri,  &  dieci  mila  fanti  Spagnuoli  ;  per  foftentatione  de*  qua 
lipagaffe  il  Vontefice  durante  la  guerra  ciafcun  me  fé  aerai  mila  ducati;  &  al 
frettanti  nepagaffe  il  Senato  Vinitiano, numerando  diprefente  lo  ftipédioper 
due  me  fi ,  tra  i  quali  doueffero  effer  uenuti  in  Romagna ,  0  doue  conueniffero  i 

a  Confederati . a  Urmaffe  il  Re  d'Aragona  dodici  galee  fonili  :  quattordici  nar  «J  L'annata 
maffero  i  Vinitianuì  quali  nel  tempo  medefimo  moueffero  la  guerra  nella  Lom  ragona,d£e 
bardiaalRedi  Francia.  Fuffe  Capitan  generale  dell' effercito  DonRamondo  il  eoceni- 
di  Cardona  di  patria  C atelano ,  &  allhora  Viceré  del  Reame  di  l^apoli.  Che  |ucftCi  Jbr* 
acquiftandofi  terra  alcuna  in  Lombardia,  che  fufie fiata  de'  Vinitiani,fe  riof-  ni  Harvenii 
feruaffe  la  dichiaratone  del  Vontefice:  ilquale  incontinente  per  fcritturafat-  cd  \  oojmo 
ta  feparatamente ,  dichiarò  fi  reftituìjfero  a  Vinitiani .  *A  Ce  far  e  fu  rifer-  Itìni  «J'ar- 
uata  facilità  d'entrare  nella  confederationetet  medefimamente  al  Re  d'inghil  uai 'leggieri, 
terra  :  a  quello  con  incerta  ff)eran%a  d'hauerlo  finalmente  a  feparare  dal  Re  ^n°-t0  m£ia 
di  Francia  :  a  queflo  con  efpreffo  confentimento  del  Cardinale  Eboracenfe ,  in- 
tervenuto continuamente  d  trattamenti  della  Lega  :  laquale  come  fu  contrai-  b  Girolamo 

b  ta,morì b  Gieronimo  Donato,  Orator  Veneto,  per  laprudentia ,  &  deftre%ga  ne^mone 

fua,  molto  grato  al  Vontefice ,  &  perciò  flato  molto  utile  alla  Vatria  nella  fua  '"»  ROTEa 

Legatkne .  Deftò  quefta  confederatone  fatta  dal  Vontefice,  fotto  nome  di  li-  ottobre6,  & 

ber  are  Italia  da  Barbari,  diuerfe  interpretationi  negli  animi  degli  huomini,  £u  fePolto  '» 

fecondo  la  diuer fità  delle  paffioni,  &  de  gì  ingegni '.perche  molti  prefi  dalla  i0,  £  come 

magnificentia  ,  &  giocondità  del  nome  efaltauano  con  fomme  laudi  in  fin  al  ^?eU  Gr,a 

Cielo  co  fi  alto  propofito,  chiamandola  prof effione  uer amente  degna  della  Mae  quale  tutti 

ftàVonteficale  :  né  potere  lagrandeTga  dell'animo  di  Giulio  hauere  affunto  |UaK"  !": 

impr  e  fa  più  genero  fa ,  ne  menopiena  diprudentia ,  che  di  magnanimità  ,  ha-  ti«ni   s'ac- 

uendo  con  l'induflria  fua  commoffo  tarme  de'  Barbari  contra  i  Barbari:  on-  cojJno,Ìi~ 

de  fiargendofì  contra  i  Francefi  più  il  fangue  degli  ftranieri  f  che  de  gì' Ita-  con  lui  mo- 

liani  ;  non  folamente  fi  perdonerebbe  al  fangue  noflro  ;  ma  cacciata  una  del-  !"£n0Qerlet 

le  parti,  far  ebbe  molto  facile  cacciare  con  l'armi  Italiane  l  altra  già  indebo-  che,&  LatU 

lita ,  &  eneruata .  ^Altri  confiderando  forfè  più  intrinfecamente  la  foftan%a  fceien"ia°f  "l 

delle  cofe ,  né  fi  lafciando  abbagliare  gli  occhi  dallo  fplendore  del  nome  ;  te-  xì  di  m?.i  di 

meuano  che  le  guerre,  che  fi  cominciauano  con  intentione  di  liberare  Italia  ^J1^  e  aP 

da  Barbari  ;  nocerebbono  molto  più  a  gli  Jpiriti  uitali  di  queflo  corpo ,  che  creato  fran 
non  haueuano  nociuto  le  cominciate  con  manifefta  profeffìone ,  &  certiffima  Saettila 
intentione  di  foggiogarlay  &  efier  cofapiu  temeraria,  che  prudente,  lo  fiderà-  to  Podeiu  a 
te  y  che  Carmi  Italiane  priue  di  uirtà,  di  difciplina,di  riputatone  di  Capitani,  ^0Ì1A' Bc: 

Is^n     3         d'auto- 


LIBRO 

$  autoritàri  conformi  le  volontà  de  Trincìpi  fiuoi,  fu  fiero  [ufficienti  a  caccia- 
re  d'Italia  il  lunature  :  alquale  quando  mancaffcro  tutti  gli  altri  rìmedijynon 
mancherebbe  inai  la  facilità  dì  riunir  fi  co'  uniti  a  rouìna  commune  di  tutti  gli 
Italiani^  efìcr  molto  più  da  temerebbe  quefiinuouimouimentideffero  occa. 
fione  di  depredare  Italia  a  nuouc  nationi}  che  da  fperare,  che  per  l'unione  del 
Tonicj:ce,&  de'  Finitianis  haiie fiero  adornare  i  Francefila  &  gli  Spagnuoli .. 
Hauere  da  decelerare  Italia  rche  la  dificordia  ,  &  cor.  figli  mal  fimi  de'  noflri. 
Trincìpi  non  baite fero  aperta  la  iti  ad*  entrami  all'armi  forefiiere:  ma  ebepoi 
che  per  la  fina  infelicità  due  de'  membri  più  nobili  erano  fiati  occupati  dal  Re 
di  Francia^  dal  Re  di  Spagna  ;  douerfi  riputare  minore  calamità,che  amen 
due  ui  rimanefferofina  tantoché  la  pietà  divina,  o  la  benignità  della  fortuna 
conduce ffero  più  fondate  occaponi  :  perche  dal  fare  contrapefo  firn  Re  ali  al- 
tro ;fidifendeua  la  libertà  di  quelli  >  che  ancora  non  feruiuano,  che  il  ucnire 
tra  loro  mede  fimi  all' arme  ^  per  lequali  mentre  duraua  la  guerra  fi  lacerereb- 
beno  con  depredationi,con  incenda  con  [angue,  &  con  accidenti  mifier  abili  le- 
•   parti  ancora  in  ter  e  :  &  finalmente  quel  di  loro,  che  r.ìmaneffe  uincitore  ;  l  af~ 
Papa3  Giulio  fligcrcbbe  tutta  con  più  acerba-  &  più  atroce  feruitù .  Ma  il  Tonte fice,  ilqua- 
ttvGondfta  le  fentiua  altrimenti ,  diuenuti  per  la  nuoua  confederatane  gli  fiiriti  fiuoi 
teménnero   maggiori,& più  ardenti,  fiubito,cbepafiò  il  termine prefiffo  nel  monitorio  fat 
18.  cardina  te  prima  a  Cardinali  autori  del  Concilio;*  conuocato  con  folennità  grande  il  a 
tóbre  "is  n:  Conci  fi  oro  pub  lieo, fedendo  nell'habito  Tonteficale  nella,  fiala  detta  deRe;di- 
de?  caUei.  CÌmro  '  Cardinali  di  SXroce,&  di  S.Malò,di  Co  fender  quel  di  Baiofia,  ef- 
lo,&  de'  be  fe%  caduti  dalla  dignità.del  Cardinalato  h  &  incorfì  in  tutte  le  pene ,  alle  quali 
dinari  noìfii  fomfottoP°fli  gliheretici,  &gli  fcifimaticiipublico  oltra  quefio  un  monito- 
nati  in  cjue  W  fiotto  lafiorma  medefima  al  b  Cardinale  di  S.Seuerino,ilquale  infimo  a  quel  b 
Eu^naccor'  Ìmm  non  ^auea  nwle fiato  i  &  procedendo  col  medefima  ardore  a  penfiieri 
fi.  -dell'armi;  fiollecitaua  continuamente  la  uenuta  degli  Spagnuoli }hauendo  nel- 

b  o  ueft  *  E  Mimo  che  innanzi  ad  ogni  altra  cofia  fi  moueffie  la  guerra  cotra  i  Fiorentini , 
guercardi  p  er  indurre  cu  uoti  de  confederati  quella  P^epublica,rimettendo  al  gouerno  la 
ho  V  COnJr  fam^a  a?  Mediarne  meno  per fiatiar e  l'odio  fimifiurato.  conceputo  contra  Tie 
fopta ,  che  YO  Soderìni  Gonfaloniere  ;  come  fé  dalla  autorità  fiua  fiuffe  proceduto ,  che  i 
vane  iperan  ^^orentini  nonfiì  fitffero  mai  uoluti  fieparare  dal  Re  di  Francia  ;  &  che  dipoi 
*£>  sromet  haueffero  confientito  che  in  Tifa  fi  celebrafie  il  Concilio  :.  della  qual  deliberano 
Spa^Re1!  Yie penetrando  molti  indicij  a  Firenze ,&  facendo fi per  poter fofienere  laguer 
nardinoCac  radiuerfie  preparai ioni  ;  fu  tra  %  altre 'cofie  propofio  e  fiere  molto  conveniente 
tinli'  d*s'.  C^K  a^aZHerra  soffia  ingiuflamente  dalla  Chiefia  •>  fi  Yefiifieffe  con  l'entrate  de* 
Cioce,accìo.  beni  delle  Chie fie:  &  perciò  s'afir igne fiero  gli  Ecclcfiaflici  a  pagar  quantità 
minate  le  granA(J}madidanari/ma  con  conditione,chedeponendofi in  luogo  ficuro,  non 
difeordie,  fé  fi Jpendefiero fie  non  in  cafio  fiuffe  mofiìa  la  guerra  :  &  che  cefiato  il  timore  che 
Sic"  n  gìo-  làdoucffe  effer  mofiìa  ;fi  reflitui fiero  a  chi  gli  hauefie  pagati  :  allaqual  cofit 
uio  nei  hb.  contradiceuano  molti  cittadini  ?  alcuni  temendo  di  non  incorrere  nelle  cenfiu- 
%L&n\L  refé  nelle  pene  imgofte  dalle  leggi  Canoniche  contrai  molatori  della  libertà 

Ecclefia- 


DECIMO.  2S4 

Ècclefiaflìca  !  ifnci  la  maggior  fané  di  loro  per  impugnare  le  co  fé  propefte  dal 
Gonfaloniere  y  dall'autorità  delquale  era  manifeflo  procedere  principalmente 
queflo  configlio .  Ma  efìendoper  la  diligentia  del  Gonfaloniere,  &per  la  indi 
natione  di  molti  altri  deliberata  già  ne'  configli  più  firetti  la  nuoua  legge  ordì 
natafopra  queflo  ;  né  mancando  altro ,  che  l'approuatione  del  Configlio  mag- 
giore, ilquatera  conuocato per queflo y  effetto;  il  Gonfaloniere  parlo  per  la  leg 
gc  in  queflafententia . 

ISliuno  èycbe  pofiapreflantiffimi  Cittadini)  giuflamente  dubitare ,  qual  fià 
fiata  fiempre  contra  lauoflra  libertà  la  mente  del  'Pontefice,  nonfioloperqud-, 
che  ne  apparifee  diprefente  d'hauerci  tanto  precipito  fornente  fiottopofli  atf  in- 
terdetto fen\a  udire  molte  uoflre  ueriffime giuflificationi->& la  fperanxa,che 
fé  gli  daua  di  operare  di  maniera ,  che  dopo  pochi  giorni  fi  rìmouefie  il  Concì- 
lio da  Tifa  ;  ma  molto  più  per  lo  difeorfo  delle  anioni  continuate  da  lui  in  lut- 
to il  tempo  del  fino  Tonteficato  :  delle  quali  raccontando  breuemente  una  par- 
te, perche  ridurle  tutte  alla  memoria  farebbe  co  fa  molto  lunga;  chi  è > che 
nonfappia,  che  nella  guerra  contrai  Tifarli  non fi potette ottenere  da  lui  (ben 
the  molte  uolte  ne  lo  fupplicafjìmo  )fauore  alcuno  ne  pale  fé ,  né  occulto ,  con 
tutto  che  &  lagiuflitia  della  caufa  lo  meritaffe,  &  che  lo  Jpegner  quelfuocoy 
che  non  molti anniprima  era  flato  materia  digrauiffimepcrturbationi,appar 
tene  fi  e  &  alla  ficurtà  dello  flato  della  Chiefa ,  &  alla  quiete  di  tutta  Italia  ? 
an\i  come  infimo  allhora  fi  fioJpettò,& 'fu  dopo  la  uittorianoflrapiu  certo  fem 
py -e >, quante  uolte  ricorreuano  a  lui  huomini  de  Tifimi; gli  udiua  benignamene 
te,  &gli  nutriua  nella  pertinacia  loro  con  uarie  fperan^e  :  inclinatìone  in  luì 
non  nuoua;  ma  cominciata  infimo  nel  Cardinalato  :  perche  come  noto  a  ci  a  feti 
no  di  uoiy  leuato  che  fu  da  Tifa  il  campo  de*  Francefi  ;  procurò  quanto  potet- 
te apprefio  al  Re  di  Francia,  &  al  Cardinal  di  Roano  ;  perche,  efclufi  noi,  ri- 
ceuefiero  in  protettone  i  Tifimi  :  Tontefice  non  concedette  mai  alla  Republi- 
ca  noflra  alcuna  di  quelle  gratie,  delle  quali  èfiolita  ad  e  (fere  fyefio  liberale  la 
Sedia  JLpdflolica;  perche  in  tante  diffidata ,  ■&  hifogni  noflri ,  non  con  finti  " 
mai  che  una  uolta  fola  ci  aiutafjìmo  decentrate  degli  Ecclefiaflici ,  come  dm 
uolte  hauea  confentito  JLlefiìanó.ro  V I.  benché  nimico  tanto  grande  di  auefla 
Republìca  :  ma  d imoflr andò  nelle  cofie  minori  l'animo  iflefio  .  chaueua  nelle 
maggiori;  ci  negò  ancora  il  trarre  dal  Clero  i  danari  per  foflentare  loftudio  te  d*  cTtdi 
publico ,  benché  fufie piccola  quantità ,  &  continuata  con  la  licenza  di  tanti  nfQ   A  'ca" 
Tontefici,  &  chef  conuertiua  in  caufa  pietofia  della  dottrina^  delle  lettere.  "è°rrc  tu»  tT 
Quel  che  per  Bartolomeo  d \Aluiano  fu  trattato  col  Cardinale  ^Afcanio  in  Ro  ?l{o?:a  neI 
ma  ;  non  fu  trattato  jenT^a  confentimento  del  Tapa ,  come  allhora  ne  appari-  ia  1.  do  uè 
tono  molti  indicvi  ,  e  tojìo  ne  farebbono  appariti  effetti  manifefìù  Ce  di  àlìri  di  fon  ^e:" "" 
a  maggior  potenza ,  che  u  interueniuano ,  non  fi  fu  fi  ero, ritirati  per  la a  morte  uimemi  qui 
improuifia  del  Cardinale  :  ma  benché  ce  fiati  i  fiori:,  amenti  primi,  non  uolle  mai  Jf^"31!  ■ 
confientirc  a  giufliprieghi  noflri  di  prohihire  alt  elidano  ?  che  non  aàunaffe ,  ™o   d°Ail  ' 
vintrattenefie  faldati  nel  territorio  di  Roma;  maprobibì  bene  a  Colonneti,  nSfJf?" 


LIBRO 

&  a  S anelli ,  per  me%o  de  quali  haremmo  con  piccola  Jpefa  diuertìti  i  nofiri 
pericoli ,  che  non  ajfaltajfero  le  terre  di  quelli ,  che  fi  preparauano  per  offen- 
derci .  Ideile  cofe  di  Siena ,  difendendo  fempre  Tandolfo  Tetrucci  contra  noi; 
ci  aftrinfe  con  minaccie  a  prolungare  la  triegua ,  né  $  interpone  poi  per  altro  > 
perche  noi  ricuperammo  Montepulciano,  per  la  difesa  delquale  haueua  man 
dato  gente  a  Siena  ,fe  non  per  paura  che  iejìercito  del  Re  di  Francia  nonfuffe 
da  noi  chiamato  in  Tofcana .  Da  noi  pel  contrario  non  gli  era  mai  fiata  fatta 
offe  fa  alcunaima  proceduti  fempre  con  la  diuotione  conueniente  uerfo  la  Che- 
fa  ;  gratificato  lui  particolarmente  in  tutte  le  dimande,  che  fono  fiate  in  pote- 
Jìà  noflra  ;  concedutegli  fen%a  alcuna  obligatione,  an^i  contra  la  propria  uti- 
lità ,  le  gen  ti  alt  imprefa  di  Bologna  :  ma  niuno  ufficio ,  ni  uno  offequio  è  ha  fia- 
to aplacare  lamente  firn  ,  dellaquale  fono  molt' altri  fegni  :  ma  il  più  poten- 
te ,  quello  che  per  non  parere  traportatadallo  fèegno%  &  perche  so  effere  nel- 
la memoria  di  ciafcuno  uoglio  tacitamente  paffare ,  dliauer  prefiato  orecchie 
(  uoglio  che  le  parole  fiano  moderate)  a  queffircbe  gli  offerfero  la  morte  mia; 
non  per  odio  contra  me,  dalquale  mai  haueua  riceuuta  ingiuria  alama,&  che 
quando  era  Cardinale  m  haueua  fempre  honorat amente  raccolto  ;  ma  per  lo 
defiderio ardente ,  che  ha  di priuar e  uoi  della  uoftra  libertà  :  perche  hauendo- 
fempre  cercato  che  quefla  Republica  aderiffe  alle  fue  immoderate)  &  ingiù fie 
uolontà ,  fuffe partecipe  delle  fue  fpefe,  &  de  fiuoi pericoli  ;  nèjperanuo  dalla, 
moderatione ,  &  maturità  de3  configli  uoftri poter  nafcere  imprudenti^ pi re 
cipitofe '  deliberatimi  ;  ha  diritto  il  fine  fuo  a  procurare  d  *  introdurre  in  que- 
fla città  una  Tirannide  >  che  dependa  da  lui;  che  non  fi  configli,  &  gommi 
fecondo  le  uoflre  utilità  ;  ma  fecondo  l'impeto  delle  fue  cupidità  ,  con  lequali 
tirato  da  fini  fmifurati  y  non  f enfia  ad  altro  y  che  a  f eminar  guerre  di  guerre  ; 
&  a  nutrire  continuamente il  fuoco  nella  Chriflianità:  &  chi  è  quello,  (he 
foffa  dubitare ,  che  bora ,  che  feco  fi  dimoflrano  congiunte  sì  potenti  arme  ; 
che  hora  clye  fignoreggiala  Romagna*  che  gli  ubidifcono  i  Sane  fi  >  donde  ha 
l  adito  a  penetrar  e  infino  nelle  uifcere  nofire ,  che  non  h  abbia  int emione  àìctf- 
J aitarci  t  che  ei  non  fiaper  ingegnai fi  apertamente  d'ottenere  con  le  for%e% 
quel  che  già  ha  tentato  occultamente  con  le  infidie  ì  &  che  con  tanto  ardore- 
ha  bramato  sì  lungamente ,  e  tanto  più  quanto  più  fuffimo  malpreparati  a  di. 
fenderci  Ì Ma  quando  niun altra  cofail  dimofir  affé,  non  dimofira  egliipen- 
fieri  fuoi  a  bafian^a,  hauere  deputato  nuouamente  Legato  di  Bologna  il  Car- 
dinale de*  Medici ,  con  intentione  di  proporlo  alt 'effere ito ,  Cardinale  non  mai. 
honorato  >  o  beneficato  da  lui ,  &  nel  quale  non  dimofir  o  mai  alcuna  confici  en 
%a  ?  Che  fignifica  quefio*  altro  >  che  dando  autorità ,  accofiando  a  uoftri  con- 
fini ,  an^i  mettendo,  quafiful  collo  uoflro ,  con  tanta  dignità ,  con  riputano- 
ne ,  &  con  arme  quel,  che  afyira  ad  effer  uoflro  Tiranno  >  dare  animo  a'  citta- 
dini (  fé  alcuni  ne  fono  tanto  praui  )  che  aminopiu  la  Tirannide  >  che  la  Li- 
bertà ,.  &  a  folleuare  i  fudditi  uoftri  a  quefto  nome  ?  Ver  lequai  cofe  quefti 
miei  honorenoli  colleghi  2  &  molti  altri  buoni,  &faui  cittadini  hanno  giu- 
dicato 


DECIMO.  i8f 

dicato  effer  neceffario,  che per  difendere  quefla  Libertà  fi  faccino  i  mede  fimi 
prouedimenti ,  che  sharebbono  a  fare  fé  la  guerra  fufìe  certa  :  &  fé  bene 
fia  iteri  fimi  le  ,  che  il  Re  di  Francia ,  almeno  per  l  intereffe  proprio  >  ci  aiuterà 
potentemente ,  non  debbiamo  per  quefla  fperan%a  ommettere  i  rimedij ,  che- 
fono  in  noftra  poteflà ,  né  dimenticarci  >  che  facilmente  molti  impedimenti  pò 
trebbono  foprauenire ,  che  cipriuerebbono  in  qualche  parte  degli  aiuti  fuoi . 
J^on  crediamo ,  c\ye  alcuno  nieghi,  che  qnefto  fa  fdutifero,  &  neceffario 
configlio  ,  &  chipurnegaffe  potrebbe  effere  >  che  altro  lo  moueffe ,  che  il  %e- 
lo  del  bene  commune .  Ma  fono  bene  alcuni >  che  allegano,  che  effendo  noi  in~ 
certi  fé  il  Tontefice  ha  nell'animo  di  mmuerci  la  guerra ,  è  inutile  delibera- 
tione ,  offendendo  /' autorità  fua,  &  granando  i  beni  Ecclefiaftki,dargligiu- 
ft a  cagione  di  [degnar fi, & prouocarlo  afarciquafineceffariamente  la  guerra:- 
come  fé  per  tanti ,  &  cofi  euidenti  fegni,  &  argomenti  ;.non  fi  comprende ffe 
manifeft  amente,  quale  fia  la  mente  fua,  o  come  fé  appartenere  a  prudenti  go 
nematori  delle  Bjpubliche,  tardare  a  preparar  fi  dopo  il  principio  dettaffalto  y 
uolere  prima  riceuere  dal  nimico  il  colpo  mortale,  che  uefiirfi  dell'armi  necef- 
J arie a  di  fender  fi .  ^4ltrì  dicono,  che  per  non  aggiugnere  all'ira  del  Tontefice, 
l'ira  diurna ,  fi  debbe  prouedere  alla  falute  noftra  con  altro  modo  : perche  non 
è  in  noi  quella  neceffità,  fen%a  laquale  èfempreprohibitoconpene  grauiffime 
dalle  leggi  Canoniche  a  fecolari  imporre  granché  a  beni  >  o  alle  perfine  Ec- 
clefiaftiche .  È  fiata  con fiderai a  quefla  ragione  fimilmente  da  noi ,  &  dagli 
altri ,  che  hanno  configliato ,  che  fi  faccia  quefla  legge  :  ma  non  baflando  co- 
me uoi  fapete  l' entrate  pub  liche  allefpefe ,  che  occorreranno ,  &  efiendofta* 
te  sì  lungamente ,  &  sì  grauemente  affaticate  le  borfe  uoftre>&  effendo  ma- 
nifefloyche  nella  guerra  haranno  ad  ognhora  di  nuono  a  effere  affaticate  ;  chi 
è  quello,  che  non  uegga  effere  molto  conueniente,  &  neceffario  ,  che  lefpefe  , 
che  fi  faranno  per  difenderci  dalla  guerra ,  mofia  dalle  perfine Ecclefiafticbe  > 
fi  fiflengbino  in  qualche  parte  co' danari  delle  perfine  Ecclefiafticbe  {  co  fa , 
molte  altre  uohe  ufata  nella  noftra  città ,  &  molto  più  da  tutti  gli  altri  Trin- 
cipi ,  &  Republiche  :  ma  non  già  mai  7  né  qui ,  né  altroue  con  maggior  mo~ 
deratione ,  &  circofpettione ,  poi  che  non  fi  hanno  a  {pendere  in  altro  ufo, 
an%i  fi  hanno  adepofitare  in  luogo  ficuro  per  reflituirgli ,  fé  il  timore  no- 
ftro  farà  flato  uanoya  religio  fi  mede  fimi.  Se  adunque  il  Tontefice  non  ci 
muouerà  la  guerra;  non  {penderemo  i  danari  de  gli  Ecclefiaflici  ,nè  quanto 
all'effetto  haremo  impcfto  lorograue%ga  alcuna  ife  ce  la  mouerà  >  chi  fi  potrà 
lamentare ,  che  con  tutti  i  modi  a  noi  poffibili ,  ci  difendiamo  da  una  guerra 
tanto  ingiufta  f  che  cagione  gli  dà  quefla  Republica ,  cbepernecejfìtà,nonpe¥ 
uolontà,  come  a  lui  è  notifjimoy  ha  tollerato  >  che  a  Tifa  fi  chiami  il  Concilio  » 
per  laqualfi  poffadire,  che  Ih  abbiamo  prouocatoyo  irritato  i  fé  già  non  fi  di- 
ce prouocareyo  irritare,  chi  non  por  gè  il  collo,  o  il  petto  aperto  al?af$altato~ 
re  :  benché  non  loprouoca ,  o  irrita  chi  fi  prepara  a  difender  fi ,  chi  fi  mette 
morirne  per  refiflme  alla  fua  ingiufta  uiokn^aibcm  lo  prouocberemmo, 

orni* 


t    I    B    R    O 

0  irriteremmo  fé  non  cìprouedeffimo:  perche  per  laf\>eran%a  della  facilità  del 

1  imprefa,dìuenterebbe  maggiore  I impeto,  &  l'ardore,  che  ha  didiflruggere 
da*  fondamenti  la  uoflra  Libertà .  J^è  ni  ritenga  il  timore  d'offendere  il  no- 
me diurno  .-perche  il  perìcolo  è  sì  grane, &  sì  e  ridente,  &  fono  tali  i  bi fogni, 
&  le  neceffnà  noflre ,  ne  fi  puerili  pregiudìzio  uofiro  trattare  co  fa  di  maggior 
pefoj  che  è  permeffo  non  folo  l'aiutar  fi  con  quella  parte  di  quefle  entrate ,  che 
nonficonuerte  in  ufi  p^anyi  farebbe  lecito  metter  mano  alle  co fé  fagre \per- 
che  la  difefi  è,  fecondo  la  legge  della  natura  >commune  a  tutti  gli  huomini,  & 
approuata  dal  fommo  1D  DIO,&  dal  confentimento  di  tutte  le  nationi-jia 
tainfiemecol  Mondo,  &  duratura  quanto  il  Mondo: &  allaquale  non  poffo- 
no  derogare  né  le  leggi  Ciudi ,  né  le  Canoniche  fondate  fu  lauolontà  de  gli 
huomini  &  lequali  ferine  fu  le  carte  non  poffono  derogare  ad  una  legge  non 
fatta  da  gli  huommì;ma  dalla  ifleff.i  natura  fritta,  fcolpita,&  infiffa  ne  pet 
ti ,  &  negli  animi  di  tutta  la  generatone  humanamé  fi  ha  affrettare,  che  fa 
mo  ridotti  ad  eftrema  neceffitàiperche  condotti  in  tale  flato  <,&  circondati,& 
tjjtafioppreffi  da'  nimici.tardi  ricorreremo  a  rimedij, tardi  farebbono  gli  anti- 
àothìncamato  che  fuffe  nel  corpo  noflro  ilueleno.  Maoltra  queflo  come  fipuò 
negar  e, che ne '  p vinati  non  fa  grauiffirnaneceffità  i 'quando le  granché  che 
fi  pongono  ne  coftnngono  una  grandiffima parte  a  eflr emare  di  quelle  fpefe , 
fenTg  lequali  non  poffono  uiuerefenon  con  grandiffima  incommodità,  &  con 
diminuire  affai  delle  co  fé  nece farle  al  grado  loro  <?  Qjtefìa  è  la  neceffità  con 
fiderata  dalle  leggi ,  lequali  non  uogliono  che  fi  ajpetti  che  i  uoflri  Cittadini 
fiano  ridotti  al  perìcolo  della  fame ,  &in  termine  che  non  pò  fino  foflentare 
più  ne  fejiè  le  fue  famiglie;  &  dall'altra  parte  con  quefla  impoftione  non  fi 
dà  agli  Ecclefiaflici  alcuna  incommodità:an%ifi  difagiano  di  queUaparte  del- 
V entrate Jaquale  ò  conferuerebbono  inutilmente  nella  caffafb  confumerebbo- 
no  injpefefuperflue,ò  forfè  molti  di  loro  (fiamiperdonataquefla  parola)ft>é- 
derebbono  in  piaceri  non  conuenienti  &  non  honefli.  E  conclufione  commu- 
ne  di  tutti  i  fauij,chea  D 1  o  piacciano  fommamente  le  libertà  delle  Città  : 
perche  in  quelle  più  che  in  altra  jpetie  di  gouernufi  conferua  il  benecommu- 
ne ,  amminìflrafi  più  fen%a  dìflintionela  giuftitia ,  accendonfi  più  gli  animi 
de'  cittadini  all'opere  uirtuofe,&  honorate,&  fi  hapiurijpettù,&  offeruan- 
%a  alla  religione  :&  noi  credete  che  glihabbia  a  dijpiacere,  che  per  difendere 
cofa  sì  preciofa,per laquale  chifparge  ilproprio  fangue,è  laudato  fommamen 
te;  uguagliate  d'una  piccola  parte  di  frutti ,  &  di  entrate  di  cofe  temporali  $ 
lequali  ben:  he  dedicate  alle  Chiefe  Jorio  peròperuenute  tutte  in  quelle  dall' c- 
lemofine  .dalle  donationì:&  da'  lajci  de' nqftri  maggiori:  &  lequali  fi  fpend  e 
ra  ino  non  meno  in  conferuatione  >  &perfalute  delle  Chiefe  jottopefle  nelle 
guerre,  non  altrimenti  chele  cofefecotari  alla  crudeltà,& auaritia  de'  f old  a- 
ti,&  che  non  faranno  più  riguardate  in  una  guerra  fatta  dal  Tontefice ,  che 
farebbono  in  una  guerra  fatta  da  qualunque  impio  Tiranno  ,  ò  da'  Turchi . 
Aiutate  mentre  che  mi  potete  Cittadmi  la  uoftraTatriaffir  la  uoflra  Liber- 
tà, 


DECIMO.  i%6 

tà  &  uiperfuadete  non  poter  far  co  fa  alcuna  più  grata,  &  più  accetta  alfomv 
mo  I D  D10,&  che  a  rimuouere  la  guerra  dalle  cafe ,  dalle  poffeffioni ,  da  i 
tempij  j&daì  monaflerij  uoflrì  ,  non  è  miglior  rimedio  >  che  far  conofcere  a 
chi  per? fa  d'offendenti,  che  uoi  fiate  determinati  dinon  pretermetter  e  cofa  al" 
cuna  per  difendenti  •. 

Vdito  il  parlare  del Gonfaloniere  non  fu  difficulta \  alcuna,  eh  e  la  legge  pra- 
pofla  non  f ufi  e  appr  ouata  dal configliomaggiore:  dallaqual  cofa  ,  benché  ere- 
fceffefopra  modo  la  'ndegnatione  del  Tontefìce ,  &  fi  concitaffe  tanto  piti  al 
difporre  i  confederati  a  rompere  la  guerra  a'  Fiorentini;  nondimeno  rimo  [fero 
da  quefla  fenten%a,  &  lui,  &  quelli,  che  in  Italia  tratt aitano  per  lo  Re  à'\A- 
ragona,le  per fua foni  di  Vandolfo  TetruccLilquale  confortando  che  saffaltaf 
a  fé  Bologna, a  deteftaua  il  muonere  la  guerra  in  Tofcana,  allegando,  che  Eolo-  a  Detefhu* 
gna  impotete  per  fé  medefima  a  dì  fender  fi;  farebbe  folamente  di  fé  fa  dalle  for  r5do! !?  Fe- 
Te  del  Re  di  Francia  :  ma  per  i  Fiorentini  refifierebbe ,  &  lapoten%a  di  loro  uec  la  guer- 
mede  fimi,  &  per  l'utilità  proprianon  meno,cheper  Bologna,il  mede  fimo  Re,  "ain  T^f 
I  Fiorentini  fe  bene  inclinati  con  V animo  al  Re  di  Francia;nondimenopruden  guardando 
ti,  &  ?elo fi  della  conferuatione  dello  fiato  loro,non  hauere  in  tanti  moti  ad  in  i11'1"^"?8 

a  r        <r  r     1  ;>  i    rr      rn     •        i-  •       r  7      •  proprio,che 

JtanTafua  ojfejo  alcuno  con  L  armeno  ejjergli  fiati  utili  in  altro,  che  in  accom  all'utilità 
modarlo  per  difefa  dello  fiato  di  Lombardia  didugento  huomini  d'arme,  per  Jini^ercio- 
gli  oblighi  della  capitolatone  fatta  communemente  col  Re  Catolico,  &  co  lui.  che  non  pò 
Tslpn  poter  fi  far  cofa  più  giratane  più  utile  al  Re  di  Francia,  die  neceffitare  i  ^ht^xwino 
Fiorentini  a  partir  fi  dalla  neutralità,^  far  diuentare  la  caufa  loro  commune  interuenifle 
con  la  caufa  fita:  effèr  grande  imprudenza  ,  hauendo  in  uano  il  Re  affrettigli  ?eUpecr  *  ™J 
con  molti  prieghi  &  promeffe,  che  fi  dichiarino  per  lui,  che  i  nimici  fuoi  fiano  le  de' vicini, 
cagione  di  fargli  confeguir  quello  ,che  con  l autorità  fita  non  hauefie  potuto  ot-  rà"0"  c°he  j~ 
tenereicomprenderfi  da  ciafeunoper  molti  fegni  ;  ma  hauerne  egli  certiffima.  tratta  deino 
notitia.  che  a  Fiorentini  era  molefiiffimo,che  il  Concilio  fi  celebrajfe  in  Tifa ,  iarr°  ^11  do 
ne  hauerlo  confentitoper  altroché  per  non  hauere  hauuto  ardirà  di  repugna:--  la,  ca'a  dcl  v» 
re  alle  dimande  del  Re  di  Francia,  fatte  fitbito  dopo  la  ribellione  di  Bologna ,  &  die^i'm 
&  quando  nonfiuedeuano  armi  oppofite  a  lui  in  Italia:&  che  era  certo  con-  cendi  trafeu 
correre  al  Concilio  l'autorità  di  Cefare}&fi  credeua,  che  anco  uifuffe  il  con-  no  pigfiar" 
fentimento  del.  Re  Catolico:  fape/egli  mede fimamente ,,  che  i  Fiorentini  non  forz2-  Naj? 
erano  per  tollerare,che  nel  Dominio  lorofifermafierafoldati  Francefi,& ef-  tue ,  panes 
fer  cofa  molto perniciofa  il  minacciargli^  Padreggiargli:  an7.iper  lo  contra-  cum  P*°xì" 
rio  effere  utiliffimo  il  trattare  con  manfuetudine,  &  con  dimefiraticne  diam  Et  negiefla 
mettere  le  loro  feufe -.perche  co  fi  procedendo,  ò  fi  otterrebbe  da  loro  col  tempo,  [gr"!  inc*"; 
ò  con  qualche  o  ce  afone, quel  che  hora  non  fipoteuafberare,  ò  almeno  non  gli  uircs,  nei  t. 
coftrignendo  a  far  per  timore  nuoue  deliberationi,  s  addormeterebbono  in  mo  dcl1'  EPlft(* 
do,c  he  ne*  tempi  pericolo  fi  non  nocerebbono,  <&  ottenendofi  la  uittoria  fareb- 
be inpoteflà  de*  confederati  dare  quella  forma  al  gouerno  de  Fiorentini ,  che 
più  giudicafiero  efpediente.  Diminuiua  in  quefla  caufa  l'autorità  di  Van- 
dolfo il  conofeerfiicheper  l'utilità  propria  defidcraua,  che  nella  Tofcana  non 

s'incornine 


t  1    B    ft    © 

$%incùthìndafìe  ima  guerra tanto  graue,  per  laquale  o  da  gli  efferati  amici,  o 
da  nimici  farebbono  parimente  diflrutti  ìpaejìdi  tutti:  ma  f  amerò  tanto  ef- 
ficaci le  [ne  ragioni,  che  facilmente  fi  deliberò  di  non  affaltare  i  Fiorentini  :  il 
.  f       qual  configlio  fece  riputar  migliorerà  contentane, che  non  molti  giorni  poi  cu 
in  quello  li  mincib  tra  i  Fiorentini,e  i  Cardinali* a  ISlon  erano  (com'è  detto  difopra)  inter  a 
a  s°  fi  £3ét  uenutì  ì  Cardinali  a  primi  atti  del  Concilio ,  perche  fi  erano  fermati  al  Borgo 
to,  &  nota-  a  S .  Domino ìò  per  affrettare  iTrelati,che  ueniuano  di  Francia^  quelli  chà~ 
dmìJu  Vcitr-  uem  proweffo  di  mandare  il  Re  de' Romanzò  per  altre  ragioni  :  onde  t  (fendo 
jnatid  haue  fattiti  per  diuerfe  uie;fiff>arfe  fama,  che  i  due  Spagnuoli ,  i quali  haueuano 
Storftocu  Vref°  il ccmmo  di  Bologna,  fi  rkoncilierebbono  col  Totefice;  ilfaperfi  che  con 
latori  ai  co  tiratamente  trattauano  con  l'  ^imbaf datore  del  Re  d'^ragonaxhe  dimoraua 
appreffo  alTontefice,&  perche  haueuano  dimandato,&  ottenuto  da  Fioren- 


ti no  pre- 
giudicare al  tini  la  fedepublica  di  poter  ficur  amente  fermar  fi  in  Fìren%c,accrefceua  que- 

»  ifettc  ap«  fta  opinione ,  Ma  arriuatì  al  paefe  di  Mugello  fi  uoltarono  improuifamente 
il  pc  i  rno  di  uerjo  Lucca  per  congiugner  fi  con  gli  altri  ;  ò  perche  neramente  haue  fiero  ha- 
fwttlpthecf  uutofempre  co  fi  nell'animo;  ò  perche  nel  Cardinale  di  Santa  Croce  potè ffe  più 
fi  co'i  ^  finalmente  l'antica  ambinone, che l  nuouo  timore  ;ò perche ■  battendo  riceuuto 
JSoUict*  i"n  cillel  luo%°  l*auifo  di  e  (fere  flati  priuati;fi  di^er  afiero  di  poter  più  efiere 
nen  rs  penià  concordi  col  Tontefice.  Taffauano  nel  tempo  mede  fimo  Impennino  i  tre  Car- 
abi rar  le'  dinali  Francefh San  Malò,[xlibret,&  Baiofa.per  la  uia  di  Tontriemoli, &co 
lor  trioni.  ioro  i  *prelati  di  Francia:  dietro  d  quali  partiuano  di  Lombardia  per  richiefla 

Il  Gradini-    r  .     .  .  /•    /•    r    •*  fi  j-^-o- 

co  lecite ,  fatta  da  loro  trecento  lance  Francefi,  fiotto  ilgouerno  di  Odetto  diFois,Signor 
CheftoCóci  ^  Lutrechi  deputato  da'  Cardinali,  cuflode  del  Concilio;  ò  perche  giudicafiero 
ho  ueiiuti  pericolofo  lo  filare  in  Tifa  fen%a  prefidio  tale;  o  perche  il  Concilio  accom- 
c- Tutt"*  Pa&nat0  dall'arme  del  Re  di  Francia  procede  ffe  con  maggiore  autorità;  bue 
ti Àbbati,c5  r amente  {come  diceuano)  per  bauerpoffan%a  di  raffrenare  qualunque  ardif- 
ditè»ero  li*  &  ^  contrafare,ò  di  non  ubidire  a  decreti  loro.  Ma  i  Fiorentini,  comeintefe- 
DottoriThc  roquefla  deliberationejaquale  infimo  che  le  genti  cominciarono  a  muonerfi* 
d^ch'era0^  eraflata  l°ro  celata;  deliberarono  non  riceuere  in  quella  Città  tanto  importa- 
mi ma  que  te,tal  numero  di  foldati,confiderando  la  mala  difpofitione  de'  Tifami,  ricorda 
fu  ueTa*  "fi  dofi,che  la  ribellione  paffata  era  proceduta  alla  pr  e fentia,&  permettendola  il 
per  altri  par  Re  Carlo,&  della  inclinatio?ie,che  al  nome  Tifano  haueuano  hauuta  ifolda- 
trarl^ch'S  tiFrancefi,&  dubitando  olir  a  que  fio, eh  e  peri \infolen%a  militare poteffe  na- 
iòggiugne  -,  feerui  qualche  accidente  pericolofo:  ma  molto  più  temendo ,  che  fé  l'arme  del 
Gioufo  dice  %e  di  Francia  ueniuano  a  Tifa,  non  ne  nafte  ffe  (&  forfè  fecondo  il  defiderio 
che  u'heb-  occulto  del  Re)che  la  Tofcana  diuentaffe  lafedia  della  guerra.  Terciò  fignifi- 
cscitiofct-  corono  nell'iftefio  tempo  al  ììè,cffcre  difficile  l'alloggiar  tate  genti  per  laflret 
te  cardina-  tC2^a}& ficriìità  del  paefe  ,incommodo,non  che  altro  àpafeere  la  moltitudi- 
poefa  v"-  ne,che  conueniua  al  Concilio;  né  effer  necefiario,perche  Tifa  era  talntèteret- 
fcoui.  ta,  &  cuflodita  da  loro,che  i  C  or  dinalipoteuanofen%a  pericoloso  d' infiliti  fo- 

refiierhò  d'oppofitione  di  quei  di  dentro, ficur infimamente  dimoranti: et  al  Cor 
dinak  di  S.Malo>con  la  cui  uolontàfi  reggeuano  in  quefte  co  fé  i  Frane e  fi,  e' ha 

ueuano 


DECIMO.  187 

mumo  deliberato  di  non  ammettere  in  Tifa  faldati:  ilqnale  dimoflrando  con 
le  parole  di  confinare -ordinava  da  altra  parte,  che  le  genti  ^paratamente , 
&  con  minor  dimofiratione  che  fi  poteva,  procede  foro  innanzi-;  perfuadédofi 
che  approfJimateaTifanientrerebbono;b  con  la  violen%a,ò  con  artico  perche  a  in  queft» 
i  Fiorentini  non  ardirebbono  con  tanta  ingiuria  del  He  di  prohibirlo  *  Ma  ha-  ™"°  j  ^ 
uendo  il  He  rifiofio  apertamente  efiere  contento  non  ui  vemfiero;i  Fiorentini;  fero  apmue 
* a  mandarono  al  Cardinale  di  San  Malo  con  ambasciata  pari  allafta  fuperbia ,  f^tetil  te 
Francefco  Vettori  a  certificarlo xhe  fé  i  Cardinali  entravano  co  l'arme  nel  Do  fec?"»  veni 
minio  loro,non  fola  non  gli  ammelterebbono  in  Tifa,ma  gli  perfegvilerebho-  ™  l"iu  c?trtea* 
no  come  nimiciiil  mede  fimo  Ce  le  kenti  d'arme  zaffavano  l  spennino  uerfo  To  dini  * ilani  • 

n  1  r  1  1  rr  rr         l       1  1  •  Mandarono 

fcana:percheprejumcreooono  non  paj  fai  fero  per  altro,  che  per  entrare  poi  oc-  anch0  tutte 

eultamente ,ò  con  qualche  faide  in  Tifaidalla  quale  propofta  commoffo  il  Car  Ie  §«£ ti  d'ar 

h  dinaie,  ordinò  xhe  le  genti b  ritomaffero  di  là  dall' spennino ,  conferiteli dogli  tà  ad  ailog- 

i  Fiorentini,  che  con  lui  rimaneffero  olir  a  le  persone  di  Lutrcch ,  &  di  Ciani-  §l?r  fr3  c*~ 

\  tema    Vico 

glione  cento  ciquanta  arcieri.  Conuennonft  tutti  i  Cardinali  a  Lucca  laqual  Cit  Lari,&  Pon 
tà  il  Tonte f  ce  per  quella  cagione  die  biavo  incorfa  nell'interdetto  :  oue  lafcia-  j5  dl  Sa"°c* 
e  to  infermo  il  Co  fintino ,  che  pochi  giorni  poi  uidde  [  ultimo  fuo  dì; c  andarono  chiaro™  al 
glialtri  quattro  à  Tifa-non  riceuuti  né  con  lieti  animi  de  Magi(lrati,nè  con  ri-  ^Vidau"!» 
Ueren'za ,  ò  diuotione  della  moltitudine  :  perche  a'  Fiorentini  era  moleftiffima  no  efler  coi 
la  loro  venuta,  ne  accetta ,  ò  aefimatione  alcuna  apprefio  à popoli  Chrijliani  l,'^, a  B^ 
la  caufa  del  Concilio:  perche  con  tutto  che  il  titolo  del  riformare  la  Chiefafuf  naccorfi . 
fi  honeftiffimo  &  digrandifUma  utilità ,  anxi  a  tutta  la  Chriflìanità  non  me-  , 
no  necejjario ,  che  grato  ;  nondimeno  a  ciajcuno  appanna  gùi  autori  muouerji  ai  Papa,  che 
dafni  ambitiofi ,  &  inuolti  nelle  cupidità  delle  co  fi  temporali,  &  fitto  colo-  fj^ero  to* 
te  del  bene  uniuerfale  contender  fi  de  gl'intere ffì  particolari  :  &  che  a  qualun-  nare  in  die  • 
quedieflìperueniffe  il  Tonte fic ato ,  non  harebbono  minore  bifogno  di  efiere  F^„cce|c:n&J 
riformati ,  che  haueffero  coloro ,  i  quali  fi  trattaua  di  riformare  :  &  che  però  fofpefe 
oltra  l' ambinone  de  ficerdoti  haueuano  fuf citato ,  &  nutrivano  il  Concilio  pinato*  a 
'  le  quiflioni  de  Trincipi,  &  de  gli  flati .  Quefle  hauere  ?nofpj  il  Re  di  Francia  P«fa,3c  a  Fio 
a  procurarlo .  Quefle  il  Re  de*  Romani  a  confinàrio .  Quefle  il  Re  d'<Arago~  "e II  *No  - 
na  a  defiderarlo .  adunque  comprendendo  fi  chiaramente, che  con  la  caufa  del  uébre-  Bll°* 
Concilio  era  congiunta  principalmente  la  caufa  dell'armi^  degl'lmperij^ha  naCc<K 
rf  ueuano  ipopoli  in  horror  e>  che  d  fitto  pietofi  titoli  di  cofi  fpirituali  fiprocv-  e  Arrìuaro-  • 
t afferò  per  me%o  delle  gitene ,  &  degli  [condoli  le  cofi  temporali  :  però  non  JJ^1  g3^ 
folamente  nell  entrare inTifai Cardinali,  apparì  manifeflamente  l'odio  y  &  l'vitìmo  di 
ildifiregio  commune  ;  ma  piv  manifeflamente  ne  gli  atti  conciliari  ;  perche  °n°ouefu« 
hauendo  convocato  il  clero  ai  intervenire  nella  Chiefa  Cathedrale  alla  prima  rono  aiiog- 
fiffione  ;  mano  religio  fi  uolle  intervenir  ui  ;  e  i  facerdotiproprij  di  quella  Chie  |JJ" ,  che*  fi 
fa y  volendo  ejfì  fecondo  il  rito  de*  Concili]  >  celebrare  la  Meffa  }per  laqvale  Potc  » comc 

s'implora  naccorfi.  \ 
d  Con  quefti  medefimi  titoli  di  pietà ,  &  di  religione  ho  prouato  nelPannotation  fatte  fopra  il  libro  terze  di 
quelli  hiltoria  a  car.82.  fa  e  2.  che  11  velano  le  ambitJoni,&  gli  altri  affetti  dell'animo:  e  in  ciò  ho  addetta  S^ 

fffcmoijciic  ^uiuili^olìbti  vedete ;ilche poi  Uocgiwuorato  wcilib. 5. a uk,i}$,  f«c,%,. 


LIBRO 

«  ti  Gradi-  ?  Implora  il  lume  dello  Spirito  fanto ,  ricusarono  ài  preflare  toro  i  paramenti  ; 
•iconel  fuo  &  procedendo  poi  amaggiore  audacia  ferrate  leporte  del  Tempio  >fì  oppofo- 
«  "  c°hcCrfù  no  pwke  non  ui  entrajfero .  Delle  quali  co  fé  effendofi  querelati  i  Cardinali  a 
mo  deih  fa  Firenze,  fu  comandato,  che  non  fi  negaffero  loro  né  le  Chic  fé ,  ne  gVinfrumen. 
cafd!na?esa  ti  ordinati  a  celebrare  gli  Vfficij  diuini ,  ma  che  non  fi  coflrignefie  il  clero  ad 
ta  croce ,  i!  jnteruenirui,  procedendo  quefle  deliberationiquafi  repugnanti  a  fé  fleffe  dal- 
tT  in"  caft"  le  diuifwui  de  cittadini  :  per  lequali  ricettando  da  una  parte  nelle  Terre  loro 
& vna  gen  il  j[  concilio ,  dall'altra  lafciandolo  uilipendere  ifi  effendeua  in  Un  tempo  mede 
che  per  'dò  fimo  il  Tontefice  y  &fi  difaiaceua  al  Re  di  Francia .  Vero  i  Cardinali  giudi- 
la  terra  fi  le  cando  locare  in  Tifafen%arme,  non  e  fiere  fen%a  pericolo,  &  conofaendo  di- 
nov.  à  menò  minuirfi  in  una  città  ,  che  non  ubidiua  a  decreti  loro  ,  l'autorità  del  Concilio  ; 
*E?cl-ude  j-  inclinauano  a  partirfene  come  prima  baueffero  indirizzate  le  cofe  :  magli  co- 
ti dif  co  e  re-  flrmfe  ad  accelerare  un  cafo  ,  ilquale ,  benché  fuffe  fortuito*  hebbe  perciò  il 
foifevir a  fin  fondamento  dalla  mala  difaofitione  de  gli  huomini  :  perche  hauendo  un  folda- 
ta  pe  e  co-  tv a  Trance  fé  fatto  ad  una  meretrice  certa  infolen%a  nel  luogo  publico,  &  ha-  a 
Sogir^tdro"  uendo  i  circolanti  cominciato  ad  efclamare  ;  concorfero  al  rumore  con  l'arme 
non  potedò  molti  Franccfi  ,  cofi  faldati,  come  familiari  de*  Cardinali,  &  de  gli  altri  Tre- 
cor  io  ad  par  l&*  *  &  Ul  concorsero  da  altra  parte  fimilmente  molti  del  popolo  Tifano ,  & 
ùtH,óc  non  de' faldati  de'  Fiorentini  ;  &  gridandofi per  quelli  il  nome  di  Francia,  per  que 
lìo're lo  ita   fol  °Luello  di  Marzocco  >  fogno  della  KepuUica Fiorentina,  cominciò  tra  loro  un 
re  in  pì  fa  ai  far  io  fa  affalto  :  ma  concorrendoui  i  Capitani  Fr ance  fi ,  e  i  Capitani  de  Fioren 
cofinCpochi>  tini,  fu  alla  fine  fidato  il  tumulto ,  efìendo  già  feriti  molti  di  amendue  le 
preiati  ,  &  parti  >  e  tra  gli  altri  Ciattiglione ,  corfo  nel  principio  fan^arme  per  ouuiare 
d?ip\e"zo°ii  &H°  foandolo ,  &  Similmente Lautrech  concor foni  per  lamedefima  cagione , 
gìouìo  di-  benché  luno ,  &  l altro  ferito  leggiermente .  Ma  queflo  accidente  empiè  di 
«ouito  ìia"  tanto  fpauepto  i  Cardinali  congregati  per  forte  althora  medefima  nella  Cbie- 
que  fin  pon  fa  qUjui  uìcina  di  San  Michele ,  che  fatta  il  giorno  feguente  la  fecondafeffìo- 
non  fi  sa  \  ne,  nellaquale ftatuirono ,  che  il  Concilio  fi  trasferire  a  Milano  ;  fi  partirono 
te  a  cafo,o  a  con  grandiffima  celerità  b  innanzi  al  quintodecimo  giorno  della  uenuta  loro  >  b 

con  fommaletitia de  Fiorentini,  &  de  Tifami y  ma  non  meno  e ffendoui lieti 
b  Perciò  «  /  'Prelati,  che  feguitauano  il  Concilio:  a  quali  era  molefio  effere  uenuti  in  luo 
riaii  èra n  Ve  go,  che  per  la  mala  qualità  degli  edificij,  &  per  molte  altre  incommoditàpro 
r.mi  a  Pila  cedute  dalla  lunga  guerra,  non  era  atto  alla  uita  delicata,  &  copiofa  de'facer 
ottobre ,  i  doti.  &  de'  Francefi  ;  &  molto  più  perche  effondo  uenuti  per  comandamento 
re  ne  pani,  fo \  ^e  contra  la  propria  uolontà ,  defiderauano  mutatione  di  luogo ,  &  qua- 
ouer  iì.  di  luìique  accidente  per  difficultarey  allungar  e  y  o  diffoluere  il  Concilio .  Ma  a  Mi 
Nouernbre^  iano }  Cardinali,  fa guitando  per  tutto  il  difaregio ,  &  l'odio  de  popoli,  hareb- 
Buonaccor-  bono  houtite  le  meaefime ,  o  maggiori  difficultà  :  perche  il  Clero  Milane fay  co- 
^o'no* a  m*"  me  fo  ™  </tu'Ha  #***  fuJfor0  entrati  non  Cardinali  della  Chiefa  Romana ,  foli- 
Èaao .  ti  ad  effere  honorati ,  &  quafi  adorati  per  tutto ,  ma  p  er fané  prò  fané  y  &  e  fa- 

cr abili ,  fi  aflenne  fubìt amente  da  fa  [le fio  dal  celebrare  gli  uffici  diuini  :  & 
la  moltitudine  quando  appariuano  inpublico  ;gli  malediccua  ,gli  faherniua 

palefe- 


.    D    E    C    I    M    O,  igg 

palefemente  con  parole ,  &gefli  obbrobrio  fi  :  &fopra  gli  altri  il  Cardinal' di 
Santa  Croce  riputato  autore  di  quefla  co  fa,  &  ch'era  più  ne  gli  occhi  degli 
huomini  ;  perche  neW ultima  fefjìone  Tifana  l'haueuano  eletto  Tre  fidente  del 
Concilio  •  Sentiuanfiper  tutte  le  flrade  i  mormori]  della  plebe  :  falere  i  Con- 
tili) addurre  benedittioni  ,pace,  concordia  :  queflo  addurre  maledittionhguer 
re  ,  difcordie.  Soler  fi  congregare  gli  altri  Concili]  per  riunire  la  Cine  fa  di  fi- 
nita :  queflo  e  (fere  congregato  per  difunirla ,  quando  era  imita .  Diuulgarjì  la 
contagione  di  queflapefle  in  tutti  quelli ,  che  gli  riccueuano ,  che  gli  obediua- 
no  ,  che  gli  fauoriuano  ,  che  in  qualunque  modo  con  efjì  conuerfauano}  che  gli 
udiuano  ,  o  che  gli  guardauano ,  né  fi  poterò  dalla  uenuta  loro  affettare  altro  > 
che  f angue  ,  che  fame ,  che  peflilen%a  ,  che  finalmente  per ditione  de*  corpi  > 
&  dell'anime .  Raffrenò  quefle  noci  già  quafi  tumultuofe  Gaflone  di  Fcis  :  il- 
quale  pochi  me  fi  innanzi  alla  partita  di  Longauilla  era  flato  prepoflo  al  Du- 
cato di  Milano ,  &  alt  efferato  :  perche  congrauiffimi  comandamenti  coflrin- 
fe  il  clero  a  riajfumere  la  celebratane  degli  uffici  ,  él  popolo  a  parlar  e  in  fu- 
turo modeflamente .  Vrocedeuano  con  quefle  diffcultà  poco  felicemente  iprin 
cipi]  del  Concilio  :  ma  turbaua  molto  più  lefferan^e  de*  Cardinali,che  Cefare 
differendo  di  giorno  in  giorno  ;  non  mandaua  né  Trelati ,  né  Trocuratori ,  con 
tutto  che,  oltra  tante promejfe  fatte  prima,  haueffe  affermato  al  Cardinale  di 
San  Seuerino ,  &  continuamente  affermale  al  Re  di  Francia  uolergli  man- 
dare :  an%i  nel  tempo  medefìmo ,  o  allegando  per  fcufa ,  o  effendone  fatto  ca- 
pace da  altri ,  non  efiere  fecondo  la  pia  degnita  mandare  al  Concilio  Tifano 
i  Trelati  degli  flati  propri]  ,fe  il  medefìmo  non  fi  faceua  in  nome  di  tutta  la 
natione  Germanica ,  haueua  conuocati  in  ^Augufla  i  Trelati  di  Germania  per 
deliberare  come  nelle  cofe  di  quel  Concilio  fi  doueffe  communemente  procede- 
re ,  affermando  però  a  Vr ance  fi ,  che  con  queflo  me^pgli  conducerebbe  tutti  a) 
mandami .  Tormentaua  anche  ì animo  del  Re  con  la  uarietà  delfuo  procede- 
re :  perche  oltra  la  fredderà  dimoflrata  nelle  cofe  del  Concilio,  pr e ftaua  aper 
tamente  l'orecchie  alla  concordia  co'  Vinitiani ,  trattata  con  molte  offerte  dal 
Tom  e  fi  ce ,  &  dal  Re  d'Aragona  :  da  altra  parte  lamentando  fi  del  Re  Cato- 
lico ,  che  non  fi  fuffe  uergognato  di  contrauenire  sì  apertamente  alla  Lega  di 
Cambrai ,  &  che  in  queflanuouanon  confederatione ymaproditione  l'hauef- 
fe  nominato ,  come  accefiorio  ;  proponeua  a  Galea'sgp  da  San  Seuerino  l'an- 
dare a  Roma  ptrfonàlmente ,  come  nimico  del  Tontefice  ;  ma  funminiftran- 
dogli  il  Re  parte  del  fuo  efferato,  &  quantità  grandi ffima  di  danari;  &  non- 
dimeno non  proponendo  quefle  cofe  con  tale  fermeyga ,  che  non  fuffe  dubbia 
quel  che  fatis fatto  etiandio  in  tutte  le  fue  dimande ,  haueffe  finalmente  a 
deliberare ,  Dunque  nel  petto  del  Re  combatteuano  le  confuete  foffenfioni  » 
che  Cefare  abbandonato  da  lui  s'unirebbe  cdnimici,afoflentarlo  fi  compe- 
raua  la  fua  congiuntane  con  prezgo  fmifurato ,  ilquale  non  fi  fapeua  >  che 
frutto  haueffe  a  partorire ,  cono  fendo  fi  per  l*  efierienig  del  p  afiato  ,  che 
fyeftogli  nocenanopiu  i  propri]  difordim,  che  gionafferQ  le  for%e ,  né  fapendo 

^*~"  "-'-*  a  lift 


t   ì   t   H   6         _ 

1/  fi?  ;«/f  mede  fimo  determinar  fi  quale  gli  hauefifero  più  a  nuocere  in  queflo > 
li?  dd  mo-  o  ifucceffì  proceri,  ogli  auerft  di  Cefare .  Mutava  quanto  potata  la  fua  fin 
cenigo  fi  leg  fpenfwne ,/  jfc  Catolko,  dando  ffieran^  per  farlo  procedere  più  lentamente  a 
K  "qucfto4'  prouedimenti  della  guerra ,  che  l'arme  non  fi  moutrebhono  ;  &  fintile,  ufficio , 
modo.Paite  g*.  p£r  ifafò  cagioni  faceua  il  Re  d'Inghilterra  :  ilquale  haueua  rijfiofio  al- 
ici* Gcrm?-  t Oratore  del  Re  di  Francia  non  ejfere  itero ,  che  hauefie  confentito  alla  Lega 
c^ubCrT°  fatta  a  R°ma>&  che  era  difpofi0  di  confermare  la  confederatone  fatta  co  lui  : 
fc'dfrepta  'ci  &  nel  tempo  me  de  fimo  il  Vefcouo  di  Tiuoli  propone  uà  in  nome  del  Tonte  fi  ce 
hmni  hl\  &  pacepur  che ì  Re  nenfiauorififie  più  il  Concilio,  &  firimouefiedalla  protct^ 
arida  tigna  tione  di  Bologna ,  o  ferendo  d'affìcurarlo ,  che  il  Pontefice  non  tenterebbe  poi 

ST^rma-    cofe  nuoue  contra  luL  DÌfPìacma  meno  al  Re  la  pMe>etiandio  con  ini{ìue  Con' 

iian>:  uThe  dltioni,cheil  fottomctter fi  a  pericoli  della  guerra,  &  alle  ftìefccbe  battendo 
I$inc5»o  a  refìflere  a  nimici,  &  affienar  Cefare  fi  dimofirauano  qua  fi  infinite  :  non- 
i  Tt  defehi  dimeno  lo  moueua  lo  fdegno  di  ejfere  quafi  sformalo  dal  Re  d'Aragona  col  ter 
pìeib  cado-  rore  dettame  a  far  quefio  :  ilpoterfi  molto  difficilmente  afficurare.  che  il  Va- 
io .  &  bc-  pa  ricuperata  Bologna  ,  &  liberato  dal  timore  del  Concilio ,  oferuafifie  la  pa- 
Bdfu^cTri  tei  e  l  dubbio  che  quando  pur  e  fi  dimofirafìe  apparecchiato  a  confentire  alle 
portarono  cotidiuoìù  propefte  ;  il  pontefice  non  fé  ne  ritrahefifie,  come  ali  re  uolte  haueua 
telate8  fatto  ;  onde  offefa  la  fua  dignità ,  &  la  riputatane  diminuita ,  Cefare  fi  ripu- 
LanTagna .  tafìe  ingiuriato,  che  lafciato  lui  nella  guerra  co"  Vinitiani  hauefie  uoluto  con- 
^et10paPro  chiudere  la  pace  per  fé  filo .  Vero  riftofieprecifiamentc  al  Vefcouo  di  Tiuoli  no 
le  m'induco  UQier  ccnrentire,  che  Bologna  flefie  fiotto  la  Cine  fa ,  fé  non  nel  modo.che  anti- 
JhV  quì'fia  coment  e  ' ficleua  filare  :&  nel  tempo  mede  fimo  per  far  ferma  determinatione 
tua  d.  ita-  con  Cerare  t  cj/cya  a  BYunecb ,  terra  non  molto  difiante  da  Trento  ;  mando  a 
£ce  *£*  lui  con  ampie  offerte,  &  con  celerità  grandi ffima  Andrea  di  Burgo  Cremone- 
iten  fé  non  ^  Qratore  Cefareo  apprefifo  a  fé:  nelqual  tempo  alcuni  de  fuoifiud diti  del  Con 
\moiÌo^l  tado  di  Tiruolo,  occuparono  '*  Batiften,Cafielio  molto  forte  all'entrata  dia 
a  v^eno  dir  raiucaid0ra .  Interrotte  del  tulio  le  pratiche  della  pace ,  furono  i  primi  pen- 
"iio  fdi  fieri  del  Re,  che  come  la  Tàìifla,  ilquale  Jafciati  in  Verona  tre  milafantuper 

l-""  _  _.  .  1.  •  f  1  Zi" J  ~J.l.    <m        mi     ..„fl  *       J   rtll  S%     n  timi-m. 


catte 


cui  ho  paria  mitigar  Cefare  f degnato  della  partita  fua,  hauefie  ricondotto  il  rejto  deUegen- 
»d  ibTa  tinel  Ducato  di  Milano,  che foldatinuoui  fanti,&  raccolto  infieme  tutto  Tef 
cnr.  208.  &  ymit0 .  £  ajìaitajfe  ia  jiomagnafierando  innan%i,chc gli Spagnuoli  uififiufi- 


«r. Xxìz9.  &  firo ' approfiìmatC occupala  %  in  tutto ,  o  inparte ,  &  dipoi,  o  procedere •più 
J         '' J:  oltre  fecondo  le  occafiom,o  fi fienere  la  guerra  nel  tcnitorw  daltri  infinaU 


doue  qui  di    o[tre 


ce  Valdical- 


dota?  voglia  Trimaucra  :  alqual  tempo vaffmio  in  luliaperfionalmentecon  tutte  lefior%e 
c"doroaltadn  del  fino  Regno ,  freraua  dovei  -e fi 'ere per tutto  fiuperior  e  animici.  Lequai  co- 
to^cheii  fe  mentre-,  che  difegna-  procedendo  più  lente  le  dclibcrationi,  che perauentu- 

B-;mbo  nel  J  <:■.';  ranon 

ì,t'chelergentidiMaflirnilianohaucuanoprero,3carro  Cadoro:  &  quindi  partiti  j  i  Cadorini  n»B<i<isM 
al  Senato  ì  domandar  chi  gli  reggefle,  promettendo  di  rifar  la  rocca  da  Idoli .  Mi  conferma  poi  più  quella 
opinione  il  Gradimco:  ilquale  fcriue  chiaramente  ,  che  de!  mele  d  Ottobre  1511.I  Imperadore  ^joitanz 
bitte  &  prete  Bottiflagno  :  8c  poi  andato  in  Cadoro  :  batte  il  Cartello  oue  era  Filippo  Salamoili:  ma^K. 
«he  non  potèhauerlo:  anzi  con  poca  ripuiatione  conuenne  tornare  a  Bottiftagno,  perche  il  Vitello  era  aiu- 
to tua  fotcoxfo  a  Ciuiule  :  «oudirueno  poi  lo  £ità.  eiVendow  torneo.    _ 


E)    E    C    I    M  ••  O.  289 

ra  non  comportavano  le  occafioni,  &  ritrahendoil  Reda  molti-  prouedim enti > 
&  fpeiialmente  dafoldare  dvnuouo  fanti,  l' effiere  per  natura  alieni/fimo  dallo 
{pendere  ifioprauennefiofipetto^chegliSui^eri  ncnfimouefifero  :  della  qualna 
tione  perche  jparfamente  in  molti  luoghi  fi  è  fatta  mentione;  pa.rx,  moka  apro 
apofito,&  qnafineceffario  particolarmente  trattarne,*  Sono  gii  SHÌ%n.      quei  a  chi  vo! 
mede  fimi  }che  dagli  antichi  fi  chiamano  Eluetij,generatione ,  che  babim  nel)  e  Séte 'Se 
montagne  più  alte  di  lura,dettc  di  S.  Claudio,  in  quelle  di  Briga,  &  di  S.  Go-  informato  . 
tardo,huomini per  natura  feroci  :ruflicani,&  per  la  fierilità  delpaefe,  più  to  diqSft^ni 
fio  paflorijche  agricoltori. Furono  già  dominati  da  Duchi  d'^ufiria,dd  quali  tlon  e  legga 
ribellatifihgià  egrandiffhno  tempo,  fi  reggono  per  loro  mede  fimi ,  non  facendo  g*òu?"i2i 
fegno  alcuno  di  recognit ione, riè  agi'  Imperadori,nè  ad  altri  Trincipi  :  fono  di-  di°  Mu't;o  » 
mfi  in  tredici  popolationi(c(fì  le  chiamano  Cantoni  )  ciafeuno  di  queflifi  reg-  \iL- io  "nc 
gè  con  Magiftrati,  leggi,  &  ordini  propri] .  Fanno  ogni  anno ,0 più  fpeffofecon  Sro> &  Gio" 
do  che  accade  dibi fogno,  confi  dia  delle  co  fé  uniuer fiali ,  congregando/}  nel  Ino-  pfio^e-u'Sl 
go ,  ilquale  hora  uno ,  bora  un  altro  eleggono  i  diputati  da  ciafisuno  Cantone  :  Jjj.0;*" '| l ? ri 
chiamano  fecondo  l'ufo  di  Germania  yuefte  congregationi  Diete  :  nellequali  fi  *«?.' 
delibera- [opra  le  guerre,  le  paci,  le  confederai  ioni  •  fiopra  le  dimande  di  chi  fa 
mfitantia,cheglifia  conceduto  per  decretopublico  foldati,  òpermeffo  a  uolon- 
tarij  di  andar  ui  :  &  fiopra  le  co  fé  attenenti  air  intere  fife  di  tutti .  Quando  per 
pub  lieo  decreto  concedono  faldati  .eleggono  1  Cantoni  mede  fimi  tra  loro  un  Ca 
pitano  Generale  di  tutt'ualquale  con  le  infegne,et  in  nome  publicofidà  la  ban 
diera.  Ha  fatto  grande  il  nome  di  quefla  gente  tanto  horridaxct  inàdt  a,  l  'un'io 
ne,&  lagloria  dell'arminoti  le  quali  per  la  ferocia  naturale ,  &per  la  dificì- 
pi  ina  dell' Ordinan%e,nonfiolaméte  hannofiempreualorofamcnte  difiefio  ilpae 
fé  loro, ma  esercitato  fuori  del  paefie  la  militia  confiomma  lande  :  laqualefia-  ££-£„ ' hd 
rebbe  fiata  fen%a  comparatone  maggiore  fé  l'haueffero  esercitata  per  llm-  m  dei  v", 
perioproprio,  &  non  agli  flipendij,  &  per  propagare  l'imperio  d'altri:  &  fé  £0fi0rdeÌS'o- 
piugenerofi  fini haueffierohauuto  innanzi agli  ozchuche  lofìudio  dellapecu-  no  hTEfuè 
nia:  dall'amore  della  quale  corrotti  .hanno  perduta  l'occafione  di  efifere  formi-  f^S/di 
diabili  a  tutta  Italia:  perche  non  uficendo  delpaefie,fienon  come  faldati  mercen  k*o  le  cor- 
narij;  non  hanno  riportato  frutto  publico  delle  uittone  :  affuefattifi  per  la  cupi  ^.«0  dito 
dita  del  guadagno  a  effiere  negli  effierciti  con  taglie  ingorde ,  &  con  nuoue  di-  Pra  q^iìo 
mande  quafi intollerabili:  &  oltraquefìonelconuerjarey&  nell'obedire  acbi  defimo ™ei 
gli  paga,  molto  fiaflidiofì,&  contumaci .  in  cafia  i  principali  non  fi  afienvono  %? àrprj» 
da  riceuere  doni,&  penfioni  da!  Trincipi  per  fauorire,  & fieguitare  nelleìon-  a^!VacS/ 
fulte  le  parti  loro:  per  ilche  referendofi  le  cofiepubliche  all' utilità  priuate ,  &  quando  ha 
fattifi  uendibilh  &  corruttibili,  fon  tra  lor  medefimifottoentrate  le  dificordie:  fi  cououf 
donde  cominciandofi  a  non  effiere  fieguitato  da  tutti  quello,  che  nelle  Diete  ap-  da  donau- 
prouaua  la  maggior  parte  de  Cantoni  ;  fono  ultimatamene  pochi  anni  innan-  meffe  m>s 
Zia  quefto  tempo,uenuti a  manifiefia guerra  confiomma  diminutione  dell' au-  fwni  s'era- 
torità,  che  haueuano  per  tutto .  Tm  uaffie  di  nueflefiono  alcune  terre,  &  uil-  tati  cómpra» 
b  laggi,doue  habit ano  popoli  chiamati b  Fallcji:perche  habìtano  nelle  Vaticini  ci*  * 

0  0         feriori 


L    I    B    R    O 

feriori  molto  di ftmnero ,  &  d'autorità publica,  &  dì  uirtu ,  perche  ogiudicio 
<di  tutti  non  fono  feroci  come  gli  SuÌTgeri .  È  un  altra  generatane  più  bafid 
a  i  Grigio.  4i  quejle  due  ;  chiamonfi a  Grigioni ,  che  fi  reggono  per  tre  Cantoni  :  &  però  a 
5ca  mente11  detti  Signori  delle  tre  Leghe  :  la  terra  principale  del  paefe  fi  dice  Coirà  :fono 
detti  Rhcti.  fiefio  confederati  de  gli  SuiTgeri,  &  con  loro  infieme  nonno  alla  guerra ,  & 
fi  wggpno  qua  fi  co*  mede  fimi  ordini*  &  coflumi,  antepofli  nell'arme  à  Valle- 
fi,  ma  non  eguali  agli  Suiyger'hnè  di  numero ,  ne  di  uirtu  .  Gli  Svizzeri  adun 
que  in  que  fio  tempo  non  degenerati  ancora  tanto ,  ne  corrotti  come  poi  fono  fio 
&  con  figii'ji  fc  efiendo  {limolati  dal  Tonte fice  ;  fi  prepor  aitano  per  fendere  nel  Ducato 
ch'erano  da  di  Milano,  diffimulmdo ,  che  queflo  mouimento  procede ffe  dall' uni  ucr fina  de* 
Franassi  '  Cantoni,  ma  dando  noce  ne  fuffkro  autori  il  Cantone  di  Suit,  &  quello  diFri- 
coiiegarfi      borvo  :  il  primo,  perche  (i  querelaua  che  un  fuo  Corriere  portando  per  lo  fiato 

con  gli  Suiz     , .  «=>    .      r         nr  J     '  i>rii       J         'r  a   \_       ;     ....      j 

zeri,  fi  leggo  di  Milano  era  flato  ammazzato  da  Joldati  Franceji  :  quejto  perche  pretende- 
no  nel  li*-  uà  battere  riceuuto  altre  ingiurie  particolari  :  i  configli  de'  quali ,  &  publica- 
hi  ftoriaUe,  a  mente  di  tutta  la  natione,  benché  pr  ima  f ufi  ero  peruenuti  ali  orecchie  del  Re, 
z^st2'**0'  non  l'haueuanoperò  moffo  a  conuenire  con  loro ,  come  i  fuoi  afjìduamente  lobb 
fac  2.  confort mano  ;  &  come  gli  amici ,  e  haueuo  fra  brogli  donano  fieran^o  po- 

ter  fi  ottenere,  ritenendo  lafolita  difficultadi  no  accre fiere  uenti  mila  franchi 
ri  antiche"  (fono  quefii  poco  più,  ò  meno  di  dieci  mila  ducati)  alle  cpenfioni  antiche,  &  e 
sufzzerf  &  co fi  bufando  per minimo  prezzo  quell'amicitia^he  poi  molte  uolte  con  te  foro 
cominciate  inefiimabile  bar  ebbe  comperata ,  perfuadendefi  che ,  ò  non  fi  mouerebbmo ,  ò 
dotile"  °xi  £^e  rriouendofipotrebbono  poco  nuocergli  :  perche  filiti  ad  e  fior  citar  e  la  fnilìr 
Re  di  Fra  ri  tia  a  pie  di  non  bone nano  condili ,  &  perche  non  haueuano  artiglierie .  Efferc 
nei  toolo  di  °^tra  l^fi0  in  quella  flagione  (già  era  entrato  il  me  fedi  Tfouembre  )  i  fiumi 
ibpracitato,  groffi ,  mancare  a  elfi  i  ponti,&  le  nani,  le  uettouaglie  del  Ducato  di  Milano 
feniJanmiu  ridotte  per  comandamento  di  Gafione  di  Fois  ne  luoghi  fonicene  cufiodite  le 
franchi  i*an  terre  uicine,& poter. fi  opporre  loro  allapianura  le  genti  d'arme:  per  iqualiim 
no*  pedimenti  e  fiere  neceffario,  che  mouendofi  farebbono  neceffitati  in  ifiatio  di 

d  Au3ti  che  pochi  dì  a  ritornar  fine  :  &  nondimeno  gli  Sui^eri  non  gli  fiauentando  que- 
comSindaffe  $e  àifficttltà,erano  cominciati  a  dfiendere  a  Varefe  :  nelqual  luogo  continuo-  Ì 
io  a  feende  •  mente aument anano, hauendo  fico  fette  pcTgi  d'artiglieria  da  campagna^  ' 
ie  a  varefe,,     0^  arch}yt{ft  ^fQffi  portati  da  cauollì,  &  rnedefimaraente  non  al  tutto  fen- 

aice  il  Bem  j   <>    jj  r  f,  c  .  r 

bo,che  man  %a  apparecchio  di  netto  i  toglie  :  la  uenuta  de  quali  focena  molto  più  timoroja, 

iot°m\nir.n  c^e eSen^° i  faldati Fraucefidiuenutipiu licentiofichel  folito , cominciano a l 

ftr  o ,  detto  effere  a'  popoli  non  mediocremente  grane  l  Imperio  loro  :  perche  il  He  aftretto 

«fi?/ sufc>  dall' auantianon  haueuo  confinato ,  che  fi  face  ffe  prone  dimento  di  fanti-,  né 

zero  a  vinc  le  genti  d'armccJx  allhora  erano  in  Italia ,  fecondo  il  numero  nero  mille  tre- 

tendere* j  "*  cent0  l^ice,  &  dugento  gentilhuomini,  poteuano  tutte  opporfi  a  gli  Suiigerh 

ch'effi  era-  effifidone  una  parte  allo  guardia  di  Verona ,  &  di  Brefiia ,  &  hauendo  Fois. 

3f  caSrei  mandato  dinuono  o  Bologna  dugento  lance  perla  uennta  del  Cordinole  de% 

fracelld'Ita 

Ita ,  8ceflere  in  foccorfo  de*  Vinitìanì  :  &  però  doraandauano  vcttouaglic,  aitigliene,  k  cinquecento  canal  < 

Ù  ;  ilche  fu  loie  uolemìcxi  proateiTg  &' Padd. 

Medici  % 


D    E    C    I    M    ©.  *y* 

Medici,  &  di  Marc  ^Antonio  Colonna  a  Faenza  :  me  fé  hene  non  hauefero 
fanti  pagati}  nondimeno  per  le  dimfioni  della  c?ttà3&  perche  in  quelli  ài  il  Ca 
ftellano  della  Rocca  dì Sal]ìglione,caftei!o della  montagna  di  Bologna,l'haueua 
spontaneamente  dato  al  Legato;  era  panno  neceffar io  mandarui  quefto  prefi- 
xiio.  Da  Vare  fé  mandarono  gli  Sui^eri per  un  Trombetto  a  disfidare  il  Luo- 
gotenente Regio  :ilquale  hauendofeco  poca  gente  d'arme ,  perche  non  haueua 
hauuto  tempo  a  raccorlenépiu  che  due  mila  fanti,  né  fi  rifluendo  ancora  per 
nondiftiacereal  Re  a  foldarne  di  nuouo;era  uenuto  ad  <Affaron  terra  diflantt 
tredici  miglia  da  Milano,non  con  intétione  di  cobattere,  ma  di  andargli  cofleg 
giandoper  impedire  loro  le  uettouagliemellaqual  co  fa  fola  rimaneua  lafperan 
"Za  del  ritenerglhnon  e  fendo  tra  Varefe,  &  Milano  ne  fumi  diffìcili  apaffa- 
re,nè  terre  atte  a  efere  difefe.Da  yarefeuennerogli  Sui'Tgeri  a  Galera  efifen 
do  già  aumentati  infino  al  numero  di  dicci  mila:  &  Gaflone  ilquale  feguitaua 
Gianiacopo  daTriul^i ,  fi  pò  fé  a  Lignago  difiante  quattro  miglia  da  Galera  : 
dallequali  co  fé  impauriti  i  Milane  fi,  foldauano  fanti  afte  fé  proprie  per  guar- 
dia  della  città;&  Teodoro  da  Triul%i  faceua  fortificare  i  bafìioni:  &  come  fé 
Tefiercito  haueffe  a  ritirar  fi  in  Milano,  fare  le  pianate  dalla  parte  di  dentro 
intorno  a  ripari ,  che  cingono  i  Borghi ,  perche  i  caualli  poteffero  adoperarci, 
'Prefentoffi  nondimeno  Gaflon  di  Fois, con  cui  erano  300.  lance,  &  dugento 
gentil' buomini  del  Re,&  con  molta  artiglieria  innanzi  alla  terra  di  Galera  : 
ali  apparire  de'  quali  gli  Sni%^eri  ufeirono  ordinati  in  battaglia  :  nondimeno 
-non  uolendo  infmo  non  erano  maggior  numero  combattere  in  luogo  aperto,  ri" 
tornarono  prefiod  entro.  Cr  e fceua  tra  tanto  continuamente  il  numero  loro, 
per loquale deliberati  di  nonricufarepiu  di  combattere  ;  uennero  a  Bufli,nel- 
laqual  Terra  eranoalloggiate  cento  lance ,  che  a  fatica  faluaron  fé ,  perduti  i 
carriaggi  con  parte  de'  caualli .  +Allafine  i  Fr  ance  fi  ritirando  fi,  fempr  e  che  efji 
procedeuano  innanzi;  fi  ridujfero  ne'  Borghi  di  Milano,eficndo  incerti  gli  huo 
mini  fé  uolef  ero  fermar  fi  a  difendergli  :  perche  altro  fonauanóle  loro  parole, 
altro  dimofìraua  il  fornire  follecit  amente  il  C  afelio  di  uettouaglie .  ^[pprofi- 
maronfì  dipoi  gli  SuiTgcri  a  fob  borghi  a  due  miglia  :  ma  ui  era  già  molto  al- 
lentato il  timore  -perche  continuamente  fopraueniuano  le  genti  d'arme  richia~ 
mate  a  Milano  ,& fìmilm ente  molti  fanti, e  he  fi  foldauano ,  &  d'hora  inho- 
ra  s  afpettauano  Molardo  co'  fanti  Guafconi,  &  Jacob  co' fanti  Tedefchi,  ri- 
chiamati l'uno  da  Verona,  l'altro  da  Carpi  :  &  in  queflo  tempo  furono  inter- 
tette  lettere  de  gli  Sumeri  a'  loro  Signori*  chefignificauano  efìer  debole  top 
pofitione  de  Francefhmarauigliauanfi  non  hauere  riceuuto  dal  Tonte fice  mei 
fo  alcuno,  né  fapere  quello,  chefacefiel'efiercito  de'  Vinitianh&  nondimeno 
che  procedeuanà  fecondo  che  s'era  de finato. Frano  già  in  numero  di  f edici  mi 
la^òtjt  uoltarono  uerfo  Monica:  laquale  non  tentato  di  occupare ,  maflandofi 
piuuerfo  il  fiume  ^Adda,dauano  timore  a  Francefi  diuoler  te  tare  di  pa farlo: 
però  gittauano  il  ponte  a  Cafciano per  impedir  loro  il  tranftto  con  l'opportuni- 
tà della  terra  ,  &  del  ponte  :  doue  mentre  fanno,  uenne,impetr  ato  prima  fal- 
>  Oo     2         uocondotto, 


LI    B    R    0 

uocondottOyHn  Capitano  de  gli  Suirgen  a  Milano ,ilquale  dimandò  lo  ft'ipbn- 
dìo  d'un  mefe  per  tutti  i  fanti, offerendo  di  ritornarfene  alpaefe  loro  :  mapar- 
tito  fen%a  conclusone  per  efiergli  offerta  fomma  molto  minore  ;  torno  il  fe- 
guente  dì  con  dimandepiu  alte:  &  ancor  cbeglifuffero  fatte  offerte  maggiori 
grandea^c  $téJ$  dinan^, nondimeno  ritornato  a  fuoi,  rimadò  fabito  indietro  un  Trom 
biahm^tigii  betto  afignificare  chenon  uoleuanopiu  la  concordia  :  &  l'altro  dì  dipoi  moffi 
quqfta  ieco-  contra  deflettanone  di  tutti  uerfo  Como  ;  *fe  ne  tornarono  alla patriaUafcian  4 
età  tornata    d  o  liberi  i  giudici]  de  gli  buominife  fnjfero  [cefi  per  affaldare  lo  flato  di  Mila* 
haucr  'fatto  no,bperpaffar.e  in  altro  luogo  ,per  qual  cagione  non  fopr afatti  ancora  daal- 
e  o:a  degna  ama  euidente  dijficultà,fuffero  tornati  indietro  ,ò  perche  uolendo  ritornarfene 
tte^rfcaOì".  non  baueffero accettato  i  danari,  hauendone  maffimamcnte  dimandati.  Come 
manente    fifa  e  manifeflo,  che  mentre  fi  ritirauano  7foprauennero  due  meffi  del  Tapa , 
eghno  fuper  &  ^  Vìnitiarii,  iquali  fi  diuulgo ,  chefe fuffero  arri  uati  prima  non  fi  far  eb- 
bamen  te  va  bongli  Sui-^eri  partiti .  lyèfi  dubitaua  che  fé  nell'ifieffo  tempo, ch'entrarono 
let  cacciar  "  ne^  Ducato  di  Milano, fuffero  fatigli  Spagnuoli  uic  ini  a  Bologna,  che  le  co  fé 
Fracefì  d'ita  fò  Francefi  non potendo  refifiere.da  tante  parti,  farebbono  andate  fen^a  indù 
ciò  haueu"  gio  in  manifefta  perdizione  :  ilqual  pericolo  gufando  il  He  per  l  effenentia  y 
no  tratto    cheprima  non  Ihaueua  antiueduto  con  la  ragione,  commefie,  innanzi  fapeffe 
biica  badie"  la  ritirata  loro,  a  Fois,cheper  concordargli D  nonperdonajfe  a  quantità  alcur  b 
"fi?1  Ch>°~  m  ^  danari,  né  dubitando  piu,qumdo  bene  gli  Sui^cri  coviponefero  di  non 
ra  fiata  fpie  hauere  a  effere  affiliato  potentemente ,  comandò  a  tutte  le  genti  a  arme ,  che 
gata  vitto-  haneuci  in  Francia,che  paffaffero  i  monti-,  eccetto  dugento  lane  e, le  quali  fi  rifer 
contra  car-  ub  nella  "Piccar dia,& ui  mandò  oltr 'a '  quefio  nuouo  Supplemento  di  fanti  Gua? 
b  Du"  di  fi0™ :  &  a  F°is  comandò,che  riempie  fife  l'efferato  di  fanti  ltaliani,&  Tede- 
Nanfi3,  &  fichi.  Ricercò  ancora  con  infiantia  grande  i  Fiorentini, gli  aiuti  de  quali  erano 
d^aiihora  in  ^  momeni0  glande  per  l'hauerfi  a  fare  la  guerra  né  luoghi  uicini,  &  per  £op 
trattata  ri-  p or tunit adi  turbare da '  con f  ni  loro  lo  fiato  Fcclefiaflico ,  &  interrompere  le 
Pu3ftndo°niae  uettouaglie,  &  l'altre  commodità  ali  esercito  de'  rumici ,  fé  fi  accofiauanoa 
tratterò  fuo  Bologna,  che  feop ertamente ,  &  con  tutte  le  forile  loro  concorre  fiero  feco  alfa 
pdma^tem^  guwra>  ricercando  lanecefìta  delle  cofeprefenti  altroché  aiuti  piccioli,  ò  li- 
pò  nubiio-  mitatiyòcheficontenejfero  dentro  a 'termini  delle  confederationi ,  né  potere 
pio'  b  .Cfo!  mai  hauere  maggior  occafione  d'obligarfi  fe>nè  fare  mai  beneficio  più  preda* 
bito  raflère-  yo>  &  delquale  fi  diflendeffe  più  la  memoria  in  perpetuo  a  fuoi  fucce fiori  ;fen 
ne  belloTYl  %&  che,  fé  bene  con fiderauatio,  difendendo,  &  aiutando  lui,  dìfendeuano,  & 
che  prefero  aiutauano  la  caufa  propria  ;  perche poteuano  e fiere  certi  quanto  fufie  grande 

•  felice 


Gradinico 

ilqual  e    ag- 

giugne  poi ,  ch'efiì  rompe/fero  i  Francefi  :  il  che  In  altri  non  fi  legge  . 

b  Qjuì  comincia  a  verificar  fi  quanto  ha  detto  nella  carta  precedente ,  parlando  della  tenacità  del  Re  Lodo- 

uico  in  non  volere  accrefeer  le  prouifioni  a  gli  Suizzeri  ;  cioè ,  ch'egli  ricusò  all'hora  per  minimo  prezzo 

cuiell'amicitia,  che  poi  con  teforo  incftimabile  molte  volte  haurebbe  comprata.  Il  fecondo  capo  e  notato 

di  (buo  in  quello  libro  medefimoa  car.2^8. 

non 


d   e   e  i  m  ©;  i$i 

non  confai  e?  aitano  quel  che  fot  effe  portare  feco  il  tempo  futuro  ?  in  altri  pò- 
a  fetta  Li  memoria  ,zb  e  mai a  dai  Re, né  da  Carlo  fuoyredeccfforefuffe  fiata  vico  a  il  che  otti 
nofciuta  la  fede, &  V  opere  di  quella  Republica,&  l' bavere  cm  prezzo  irati-  "3anicnte 

•  '  ,         i  I  .  i-i        ■  m  r~  ,  *    ^"^  "  mutuano 

de  venduto  loro  il  non  impedirebbe  ricvperafjero  Tifai  colqvale  effempio  non  compwfo  g 
poter  fi  confidare  delle  promeffe,  &  offerte  fu  e,  né  che  per  qualunque  beneficio  £!££-  °| 
gli  faceffero  trionfi  troverebbe  in  lui  gratitudine  alcuna  :  &  perciò  e  fere  non  finalmente 
piccola  temerità  fare  deliberatone  d'entrare  in  una  guerra, laquale  fucceden  £&*£  n|  Jì 
do  aver  fa ,  participerebbono  più  che  per  rata  parte  di  tutti  i  mali ,  \uccedendo  co  di^n  ó  ita 
proserà  non  bar  ebbono  parte  alcuna  ,  benché  minima  de  beni .  Ma  erano  di  (^-^  ^e 
maggior  momento  queìli,cbe  ò  per  odio ,  òperambttione  >  òper  dcftderio  d'ai-  Fantini  : 
'  fra  formx  di  governo  ,  s'opponevano  al  Gonfalonierey  magnificando  le  ratio-  ir'a  P:ana. . 
ni  già  dette  ,  &  addicendone  di  nuovo,  &  fpecialmente  che  flando  neutrali  ;  fa  ,  &  ad 
non  zonciterebbono  contra  fé  Iodio  d'alcuna  delle  parti,  ne  dar  ebbono  ad  alai  Re  4l  -i>a' 
no  de"  dueRcgivfla  cagione  di  lamentarfi:  perche  né  al  Re  di  Francia  erano  foa  quéìfa 


tenuti  d'altri  aiuti,  che  di  trecento  huomini  d'ame  perla  difefa  de  gli  flati  Sf^1'  c° 
proprii  ,  de'  quali  già  l' bave  vano  accommodato  ;  né  quefto  potere  effere  mole-  cUL^owt b 
fio  al  Re  étjlùgpiia  $  ìlquale  riputerebbe  guadagno  non  piccolo ,che  altrimen-  ?!  finc  d:  i 


ti  in  quefia  guerra  non  s  intromette ffero  :  ari sci  effere  fempre  lodati,  &  temi-  l'oiLwi  * 
ti  più  cari  quelli-  ,  che  offerivano  la  fede ,  &  fpecialmente  perche  per  quefto  ef-  <3uciu  hi  rto 
fempio  ffrererebbe>chea  lui  medefimamente  quando  gli  fopraueniffe  bifogno? 
fi  offeruer ebbe  quel  che  per  la  capitolatane  fatta  a  commnne  col  Re  di  Fran- 
cia. &  con  lui ,  era  flato  promeffo .  Procedendo  cefi,  fé  tra  i  Vrincipi  nafeeffe 
pace  ;  la  Città  farebbe  nominata7&  conferita! a  da  amendue  :fe  unootteneffe 
la  tintorìa-  non  fi  riputando  offefo ,  né  battendo  caufa  d'odio  particolare  ;  non  b  voféueri 
flvrebbe  diffìcile  comperare  Famkitia  fua  con  quei  mede  fimi  danari ,  &  forfè  f  Soder  n  ° 
con  minore  quantità  di  quella>che  bar  ebbono  fpefa  nella  guerra  :  modo  col  qua  parte"  Fran- 
le, più  che  con  tarme,  haueano  molte  volte  j alitata  la  libertà  i  maggiori  loro  :  cheeP  h  h°" 
procedendo  altrimenti  fofle-rr ebbono  mentre  dnraffe  la  guerra  per  altri ,  &  uendofi  f.cc 
fen%a  necefptà  ffrefe  grauiffime  :  &  ottenendo  la  parte  nimica  la  uittoria;  ri-  J*JJr  2-  ' 
marrebbe  in  mani fefli  (fimo  pericolo  la  libcrtà,&  lafalute  della  patria .  Con-  ftra*o  acqui 
trarlo  aquefliera  il  parer  del  Gonfaloniere ,  giudicando  effer  più  falliti  fero  kI^kI 


ter  effere  fé  non  pernicioftffimo  con  figlio  lo  fare  odo  fi  ad  affrettare  l'evento  r°ften^fi, 

dell  t guerra,  laquale  fi  faceua  in  luoghi  inani  >  &  tra  Vrincipi  tanto  ptu  pò-  mkfnT  4? 

tenti  di  loro  ;  perche  L  Jt  'Neutralità  nelle  imène  de  di  altri  effer  co* a  lau-  F"n«fi,  & 

•»   »  •»  »  .    ~  ~  .  .    >  -  »  JJ  con  le  !or 


feere  il  tuo  fiato:  né  effer  fi  curo  fondamento  il  non  hauere  offefo  alcuno,?  I  non  for  * 

0  0     z         batter 


- 


LIBRO 

kaucr  data  giufla*  cagione  di  querelar  fi  :  perche  rarifjìme  volte  &  forfè  non 
mai  fi  raffrena  dalla  giuftitia,o  dalle  difcrete  confiderationi  l'infolentia  del  uin 
citore  :  né  riputar  fi  per  qucjie  ragioni  meno  ingiuriati  i  Trincipi grandhquan- 
do  è  negato  loro  quel, che  defiderano  :  an%if degnar  fi  contra  ciafcuno ,  che  non 
feguita  la  uolontà  loro ,  &  che  con  la  fortuna  di  ejfi  non  accompagna  la  for- 
tunapropria .  Creder  fi  fioltamcnte,che  il  Re  di  Francia  non  sbobbia  a  tenere 
offefo,  quando  fi  uè  der  a  abbandonato  in  tanti  pericoli,  quando  uedrà  non  cor- 
ri fpond  ere  gli  effetti  alla  fede,  chaueua  ne  Fiorentini,  a  quel  che  indubitata- 
mente fi  prometteva  di  loro,a  quel  che  tante  uolte  gli  era  fiato  da  loro  mede- 
fimi  affermato ,  &  predicato  :piuflolto  effere  crederebbe  rimanendo  uincito- 
ri ilTontefice ,  è 7 Re d dragona  non  effercitaffero  contra  quella  Republica 
immoderat amente  la  uittoria  ;  l'uno  per  l'odio  infatiabile  :  amendueper  la  cu 
pidità  di  fermare  ungouerno ,  che  fi  regge '{fé  ad  arbitrio  loro  ,perfuadendofi 
che  la  città  libera  harebbe  fempre  maggiore  inclinatione  a'  Francefhche  a  lo- 
ro :  &  quefio  non  fi  ueder'egli  apertamente  hauendo  il  Tapa  con  approuatio- 
ne  del  Re  Catolico  defiinato  Legato  all'efferato  il  Cardinal  de' Medici  t  Dun- 
que loftar  neutrale  non  importare  altroché  uolere  diuentar  preda  della  uitto- 
ria di  ciaf  cimo  :  aderendofi  a  uno  di  effi  almeno  dalla  uittoria  fua  rifiatarne  la 
ficurtà,  &  la  conferuation  loro  ;  premio ,  poi  che  le  cofe  erano  ridotte  in  tanti 
pericoli,  di  grandi /fimo  momento  :  &fe  fi  face ffe  la  pace  douerui  hauer  mi- 
gliori conditionì;  &  effer  fuperfluo  dijjmtare  a  qual  parte  fi  doueffero  più  ade 
rire  ;  perche  ninno  dubiterebbe  douerfifeguitarepiu  toflo  l'antica  amicitia  & 
dallaquale  fé  la  Republica  non  era  fiata  rimunerata,o  premiata  ;  era  almeno 
a  Tiacefco  flata  più  uolte  difefa,  &  conferuata,  che  amicitie  nuove,  che  farebbono  fem 
ni  autor  del  pre  infedeli ,  fempre  fofyette .  Diceua  in  uanoil  Gonfaloniere  quefle  parole , 
la  preferite  impedeudofi  il  uoto  fuo  fopra  tuttoper  l'oppofitione  di  coloro.à  quali  era  mo- 
do fu  micu*  lefio,che  il  Re  di  Francia  riconofcejfe  dalle  fue  opere  t'efièrgli  e  ongivnti  i  F lo- 
to dalia  fu3  yentini  :  nellequali  contcntioni  interrompendo  lima  parte  il  parere  dell  alt  ra, 
bafeia  t'ore     né  fi  deliberava  il  dichiarar  fi,  né  totalmente  loft  are  neutrali  ;  ondejpejfo  na- 
ni Re  d'Ara  fieuano  configli  incerti^  &  deliberati  ordì 'epugnanti  a  fé  medefimeffen^a  ri- 
haucua  più  portarne gratia,  ò  merito  appreffo  ad  alcuno  :  an^j  procedendo  con  quefle  in- 
che  29.  an-  certitudini,  mandarono  con  difhiacere  wande  del  Re  di  Francia,  al  Re  d'^Xra- 

ni  :  5c  non  „!*/*.  r  •     •      i  ■    •  »      i     r     m         n     r   n 

era  memo*  gona  *Ambajc latore  Frane ej co  Guicciardini  5  quello  che  Jcrijje  quejta  bijioria, 
'uè*  1  t?  BottOYe  di  legge ,  ancora a  tanto  giouaneche  per  l  età  era  fecondo  le  leggi  del-  a 
alcuno  mai  lapatria  inhabile  ad  esercitare  qualunque  Magiftrato:  &  nondimeno  non  gli 
«e'haueffe*  Gettono  commeffioni  tali ,  che  alleggi eri fiero  inparte  alcuna  la  mala  uolontà 
hauuto  cofi  de  confederati  :  ma  non  molto  dipoi  che  gli  Smoderi  furono  ritornati  alle  ca 
Andò3  a C  uè  fe  l°Y0  >  cominciarono  i  foldatiSpagnuoli  ,&  quelli  del  Tom  e  fi  ce  a  entrare 
fta  Legatio-  nella  Romagna  :  alla  uenuta  de  quali  tutte  le  terre,  che  teneua  il  Duca  di  Fer 
"f^'deime  raradiquà  dalvò ,  eccetto  la  Baftia  del  Foffato  del  Geniuolo  s'arrenderon 
te  a,  Gen-  alla  femplicerichiefla  d'uno  Trombetto  :  ma  perche  non  erano  ancora  condot- 
muo  '         te  in  Romagna  tutte  le  genti)  et  l'artiglierie)  leqvali  il  viceré  affettando  s'era 

fermato 


D    E    C    I    M    O.  *$i 

fermato  ad.  Imola;  parue  che  per  non  con  fumar  e  quel  tèmpo  otto  fornente  Vie- 

troJ^auorra  Capitano  generale  de  fanti  Spagnuoli  andaffe  all' efpugnat  ione  ^,^1? 

della  Baflia  :  ilquale  bauendo.  cominciato  a  batterla  con  trepezgid'artiglie-  particola* 

ria,  &  trottando  maggiore  difficoltà  ad  off  ugnarla*  che  non  haueua  creduto ,  ™\\  dp!"a 

perche  era  benemunito ,  &  ualoro fornente  difcfada  cento  cinquanta  fanti ,  delIa  Bafti* 

che  ui  erano  dentro  ;per  ilche  atte  fé  a  far  fabr  icore due ponti  di  legnami per  ciViiafticff" 

dare  maggiore  commodità  a  folàati  di  paffare  le  foffe  piene  d  acqua  :  i  quali  &  è  da  juer 

due  ponti,  come  furono  finiti  il  ter^o  giorno, che  ui  s'era  a-rcoflatOy  che  fu  i'ul-  ermo  aku° 

timo  giorno  dell  anno  M.  D.  XI.  dette ferocemente  £  affatto,  inmodo  che  niJ°£ILÌl 
a  dopo  lungo,  &  brano  combattere,  i  f anti  f aliti  fu  le  mura  con  le  f e  ale, a  final- 


*'u*joio  uci- 

mente  l  ottennero >ammaz%ati quafi  tutti  ifanti,&  Vefiitello  loro  Capitano .  lunotto  , 
Lafciò  Vietro  laotiana  alla  Bajìia  dugcntofanthcontradicendo  Gioitami  Vi  Odetto*1** 
telli  :  ìlquale  affermano  effere  tanto  indebolita  do  colpi  dell'artiglierie ,  che  che  Veftiil 
fen%a  nuoua  reparatione  nonfipoteuo  più  difendere  :  ma  a  fatica  era  ritorna  -  ^\l^^  li 
to  ad  unir  fi  col  Viceré,  che  il  Duca  di  Ferrara  andatoia  con  noue  pez^i  groflì  «ntiMklfe 
d'artiglieria  ;  l' affatto  con  tal  furor  e, che  fquar  ciato  quel  luogo  piccolo  in  mot-  S  g*  "  hi- 
bte  parti  ;  u  entrò  per  forra  »  il  dì  mede  fimo,  ammazzati  parte  nel  combatte-  ttoricl  con- 
c  re, parte  per  uendicare  La  morte  de  Juoi,  il  Capitano  con  tutti  i  fanti,  &  egli c  quanto  qui 
percoffo  d'un  faffo  fu  la  tefla ,  benché  per  la  di  fé  fa  dello  celata  non  gli  facefìe  \?iue  '  Colif 
nocumento .  Eranft  tra  tanto  raccolte  ad  Imola  tutte  le  genti  co  fi  E  ccleftafli-  fc  nei  cVo 
che,  come  Sparitole  potenti  di  numero ,  e  di  uirtù  di  foldati ,  &  di  ualore  di  '.'  £(el  f"°  & 
Capitani  :  per  che  per  lo  Re  a  .Aragona  tu  erano  (coji  diunlgata  la,  forno)  mille  za  5+.  La  Ba 
buomini  d'orme, ottocento  Giannettarij,  erotto  mila  fanti  Spagnuoli ,  &  ol-  *f*  ^  "y* 
tra  la  per  fona  del  Viceré  molti  Baroni  del  Heame  di  J^apoli  :  de' quali  il  più  fteiiano. 
chiaro  per  fama,&  per  peritia  d'arme  era  Fabr itio  Colonna,chc  haueua  il  ti-  ,     . 
tolo  di gouernatore generale  :  perche  Trofpero  Colonna  fdegnandoft  d' battere  mero  f«du 
*  fior  e  fottopoflo  nella  guerra  a  comandamenti  del  Viceré  )  haueua  ricufato  Xo^^-^l\ 
dandomi. Del  Vontefice  ui  erano  ottocento  buomini  d'arme, ottocento  caualli  iiquaiprtmà 
leggieri,  &  otto  mila  fanti  Italiani  [otto  Marcantonio  Colonna ,  Giouanni  Jj  *Jf  {^ 
Vitelli,  Malateflo  Baglione  figliuolo  di  Gian  Vagolo,  Kafaello  de'vazgi,  &  giorno  innà 
i altri  condottieri  fottopofii  tutti  all'obedien^a  del d  Cardinale  de'  Medici  Le-  y^^l 
goto ,  né  haueuano  Capitano  generate  :  perche  il  Duca  di  Termini  eletto  dal  aia  fu  prefà 
Tonte fice,  come  confidente  al  Re  d'Aragona*;  era ,  uenendo  alt efìer  cito  mor-  ^f^ Spa" 
to  a  Cinità  Caflellana;  &  il  Duca  a' Vrbino  folito  ad  ottenere  qucflo  grado  non 
ueniita ,  ò perche  cofifuffe  piaciuto  al  Pontefice  ;  ò  perche  non  riputaffe  effere  S,.L<;g6Ì  ll 
cofa  degna  di  lui  lobedire ,  mafjìmamente  nelle  terre  della  Chiejo ,  al  Viceré  tìan.' *.* del 
Capitano  generale  di  tutto  l'efferato  de  confederati .  Con  quefle  genti  prouc-  ì?n?lod  di 
dute  abbondantemente  d'artiglierie,  condotte  qua  fi  tutte  del  Regno  di  1S[apo-  co  a  uoìkò. 
li,  fi  deliberò  di  porre  il  campo  a  Bologna  ;  non  perche  nò  fi  conofeeffe  nrrprefa 

molto   chora  in  ci 
:    pò  co'I  Cardinale  AlcfTandro  Pepoli ,  Hercole  Manicotto  >  &  Camillo  Goaadino  nobili  BoIogacM  :  iqu,U 
iuorufeiti,  &  nimici  de'  Bentiuogli  etfbrtauano gli  amici,c  i  parenti  a  Iettarli  dalla  Signoria  di  quattro  nat- 
ili, che  tanti  etano  i  iìgliwoli  del  Bcntiuoglio .  Giouio  . 

f&  Òo     4 


LIBRO 

motto  difficile  per  la  facilità,  chehaueuano  i  Fr  ance  fi  di  [occorrerla  ;  ma  per- 
che ninna  altra  ìmprefa  fi  potata  fare ,  che  non  haueffe  maggiori  affienita, 
&  impedimenti  :  filar  fi  con  tanto  efier  cito  ociofi  argnina  troppo  manifcfla  ti* 
midità,&  l'inflantia  del  Tonte fice  era  tale, che  chiunque  haueffe  mejfo  in  co- 
ftderatione  le  difficultà,  gli  harebbe  dato  cagione  di  credere,  &  di  lamentar  fi 
che  già  cominciajfero  ad  apparire  gli  artifici ,  &  le  fraudi  de  gli  Spagnuoli . 
Te  rò  il  Fice  rè  moffo  l*  efferato  ;fi  fermò  tra  il  fiume  del  Lidice ,  e  Bologna: 
otte  ordinate  le  co  fé  neceffarie  all' oppugnatone  della  città  &  dirìuati  ì  canali* 
che  dà  fiumi  di  Fieno >  &  di  Sanano  entrano  in  Bologna  ;  fi  accoflò  poi  alle  m% 
ra  y  diflendendo  la  maggior  parte  dell'esercito  trai  monte  ,  &  lajirada  che  uà 
da  Bologna  in  Romagna,  per  che  da  quella  parte  haneua  la  commodità  delle 
uettouaglie .  Tra  il  ponte  a  lieno  pofiofu  lajirada  Romea,  che  uà  in  Lombar- 
dia, &  la  porta  di  San  Felicepofla  fu  la  mede  firma  ftrada,  andò  ad  alloggiare 
Fabricio  Colonna  con  l'auanguarda ,  laquale  conteneua  fettecento  hnomini 
chiama"1 1?    d'arme,  cinquecento  caualli  leggieri,  &fei  mi  la  fanti  yper  potere  pinfacilmcn 
gìouìo  co.  te  itietare  ,fe  i  Francefi  uimandaffero  foccorfo  :  &  perche  i  monti  fUffro  in 
fopranom"  P°^efla  loro,  mefiero  una  parte  delle  genti  nel  monaftetio  di  San  Michele  in  ho 
era  detto     fCOy  molto  uicino  alla  città,  mapofto  in  luogo  eminente ,  &  che  la  jopragjidi- 
io  :  onde  pò  Ca  :  &  occuparono  fwùlmente  la  Chiefapiu  altx,  che  fi  dice  di  Santa  Maria 
trebbe  age-  de[  Monte  .In  Bologna  oltra  il  popolo  armigero,  benché  forfè  più  p  ■:;•  w  nfite- 
fere  error  di  tudiney  che  per  natura,  &  alcuni  caualli,  &  fanti  foldati  de  B  er.t  >  itogli  yhx- 
ftampa .       uem  p0is  mandato  due  mila  fanti  Ted efebi,  &  dugento  lance  firn  o  Q  i:  :o  di 
b  n  Buonac  F°is  >  &  luo  d'^Allegti  chiari  Capitani  \  qucfto  per  la  lunga  ci  *    ella 

coni  dice ,  guerra ,  quello  per  la  nobiltà  della  famiglia  fina  :  &  pen ) te  in  lui 

.paronoaBo  aperti  fegni  di  virtù ,  &  di  ferocia  :  &  ni  era?- e  due  alt  ini  1  a: 

logna  a  16.  &  a  f/icen^O)  cognominato  il  Crandiauolo  :  ■&  1  Vocai        piti  ha  a 

di  Gennaio      n  ,  \    ìr       i      n        1  r  r  r"     i     -^    ■  I  11.    e  • 

is  12.  dalla  fperan'za  del  difender]  mei  foccorfo  premv^  da  rois ,  t  r%e  pn  prie} 

banda  della  attefo  il  circuito  vrande  della  città-ai  Cito  dalla  parie  e. ì  iv.com- 

ports     che 

va  vedo  Fio  "modo-,  né  ni  efifere  altre  fior  ti  fi  cationi ,  che  quel!?  che  per  ite 

renza  :  &  a  erano  fla^e  fa^e tumultuariamente  foretti nèolti  dettano,  ika\  &  dt l  po- 
ciarono  a    polo  a  Bentìuogli ,  &  per  efier  arti  :a  laude  de 'far ■■:•.  Spaginici? ,  ita 

batteria  for  nuouamcnte  intorno  alla  Bufila  del  Geniuob ,  che  neUoppmnatio      1  Ile  iet- 

te  coni  art»  r  n  .,.    ,       ,     . -'  ,         ,.  ;       rr   a         r        i 

giierie ,  &  a  re  fu  fiero  per  agilità  >  cjr  defzrcTga  loro  ai  gran  nalore .  Ma  infermo  non  pò 
ftrigneria     co  a[i  animi  loro  il  procedere  i:nu(fimo  de'  nimici  :  i  quali  fettone  b  notte  dì  b 

concauC,8c         9r.  *  ■  n  r      1         L  1 

co  baftioni.  ociofi  intorno  alle  mura-  innanzi  tentafiero  coja  aUuna,eccetto  che  comincia- 
tono  con  duefagri,  &  due  colubrine  piantate  al  monafier  .  'va  À  ti  :  l-clc  a 
/ignor  di  tirare  a  cafo ,  &  fev,%a  mira  certa  nella  chtàper  offendetegli  huvnunì,&  le 
Fois  venu  to  caje  :  maprefto  fé  ne  aflenneto ,  cono/tendo  per  la  efpenentia  non  fi  offendere 
800.  lance,  con  queftì  colpi  inimici,  né  far  fi  altro  effetto ,  che  ccn fumare  le  munitiom 
&  con  dieci  inutilmente .  Canone  di  tanta  tardità  fu  l  hauete  il  giorno ,  che  s  accampar 0- 

raila  fanti,  .  .   >>      ,  '  ,  °    ,.  ,  ■  t    * 

ilice  il  buo-  rio  hauuto  nottua ,  che  Fots  uenuto c  al  Finale ,  raccoglieua  da  ogni  parte  le  C 
a-accoifi .     genù  ?  &■  parem  uerifimile  quel  che  diuulgaua  la  fama  3  che  per  confiderare 

qitatuo 


DECIMO.  295 

quanto  noceffè  alle  cofiedel  Re,  &  quanta  ripiaatione gli  diminuì ffe  il  la  fidar 
perdere  una  citta  tanto  opportuna  ;  haueffe  a  efborfi  a  ogni  perìcolo  per  con* 
feruarla  :  cndeuenìua  quafi  neceffariamente  in  aificuffwne ,  non  fidamente  da 
qual  parte  fi  potè  fiero  più  facilmente  ,  &  con  maggiore  fi>cran%a  d:  e(]>;igjiar± 
la  piantare  l artiglierie ',  ma  ancora  come  fi  potè  fi  e  uictare,  che  non  u'entraf* 
fé  il  foccorfo  de'  Fr  ance  fi  :  Ver  ciò  fu  nella  prima  confici:  a  deliberato  ?  che  Fa~ 
bricio  Colonna  proueduto  prima  di  uettouaglie ,  paffando  dall' 'altra  p.iv le  del* 
la  terra-)  alloggia/]  e  fui  poggio  fi  tuato  fiotto  Santa  Maria  del  Monte;  dalquai 
luogo  potrebbe  facilmente  opporfi  a  quelli,  che  uenìfi 'ero prr entrare  in  Bolo-*  . 
g,ia  :  ne  e  fiere  tanto  diflantedal  refio  dell' efier  cito,  che  ficpraue:iendogliperi~ 
colo  alcuno ,  nonpotefie  a  tempo  efier  e  foccorfo  :  &  che  nel  tempo  irsdefimo 
fi  cominci afi e  dalla  parte  dotte  erano  alloggiati,  ò  in  luogo  poco  difilante  a  bat- 
tere la  terra ,  allegandogli  autori  di  q  uè  fio  parere ,  non  efier  e  da  credere ,  che 
dependendo  la  confieruationc  di  tutto  quello,  chei  Francefi  t-'-neuano  in  Italia, 
dalla  conferuaùione dell 'efier  cito  >  Pois  tcni^fie  co  fa,  nell'efiecutione  dcllaqua 
le  [ufi e  potuto  efiere  coflretto  a  combattere  :  né  medefimamente  chauefie  in 
animo ,  quando  bene  cono fc? fi  e  poter  lo  fare  jìcuramenie ,  d  impiegar  fi  con  tut 
to  l'esercito  in  Bologia ,  &  cofipriuarfi  della  facilità  di  fio-  correre  ,fe  fufie 
dibifogno  y  lo  fiato  di  Milane  >  non  fiuuro  intieramente  da' mouìmenti  de  gli 
SuiTgeri  ;  ma  con  maggiore  fioretto  di  e  fiere  afialtaio  dall' efier  cito  Vinìtia- 
no  ;  ilqnale  uemtto  a'  confini  del '  Teronefie ,  minacciare  d'afialtarc  Brefida: 
ma  il  dì  fegiicnte  fu  quafi  da  tutti  i  mede  fimi  che  l'haueuano  confentito ,  ri- 
prò  nato  queflo  parere  3  confi  ier  andò  non  efier  e  certo,  che  l' efier  cito  Fr  ance  fie- 
no:: hiiuefie  a  uenlre.etfic  pure  uenifie  non  efiere  potente  l'ananguardiafiola  a 
niiftere^nèpoierfi;  lodare  quella  deliberatane  fofientata  daun  fondamento 
tale ,  che  in  potefià  de'  nmuci  fufie  uariarlo ,  ò  mutarlo  :però  fin  approuato 
dal  Viceré  il  p  ir  ere  di  Tietro  T^auarra ,  non  communicato  ad  altri  che  a  luì  : 
ilqual  configliò  che  fattaprouìfionc  di  uettouaglie  per  cinque  dì ,  &  lafciata 
filamento  guardia  nella  ChiefiadiSan  Michele,  tutto  l'efiercito  pafiafie  alla 
parie oppofita della  città;  onde  potrebbe  impedire  che  l'efiercito  nimico  non 
ut  en: sofie  :  &  non  e  [tendo  la  terra  riparata  da  quella  parte  (perche  non  ba~ 
ueuano  inai  temuto  douerui  efiere  afialtati  )  indubitatamente  intra  cinque  dì 
fi  piglierebbe  :  ma  come  que fra  deliberatane  fu  nota  a  gli  altri;  niunofu  che 
apertamente  non  contraaicefie  l'andare  coni  efier  cito  ad  alloggile  in  luogo 
priuato  intieramente  delle  uettouaglie,  che  fi  conduceuano  di  liomagna ,  con 
lequalifiolefifioflentaua:  di  maniera  che  fien^a  dubbio  fi  difiolueuafo  diftrug- 
geua  fé  fra  cinque  dì  non  otteneua  la  uittoria  :  &  quale  è  quello  ,diceua  Fa- 
bricio  Colonna  che  fé  lapofia promettere  afiolutamente  in  termine  tanto  flret 
to?&  come  fi  debbe  fiotto  unafpcran^a  fallaci \ffima  per  flanatura,  &  fiotto- 
pofia  a molti accidenti metter  fi  in  tanto  pericolo*  &  chi  non  uede  che  mancan 
doci  l'hore  mifurate,  &  battendo  alla  fronte  Bologna,  oue  è  il  popolo  grande , 
&  molti  foldati  alie^alle3i  Francefila  &  ìlpaefie  nimtiQiwnpQtremofienzg  la 

disfattane 


L    I    B    R    O 

disfattioncnoflr  aritirar  ci  con  le  genti  affamate ;  difir  dinate ,  &  impaurite.? 
Troponeuano  alcuni  altri, che  aggiunto  all'avanguardia  maggiore  numero  di 
fatiti,  fifermaffe  di  là  da  Bologna  qua  fi  alle  radici  del  monte  tra  le  porte  di  Sa 
rago'?a>&  di  S  .Felice,  fortificando  l'alloggiamento  con  t agliate, &  altri  ripa 
ri,&  che  la  terra  fi  hatteffe  da  quella  parte ,  dallaqualc  non  filo  era  deboliffi- 
ma  di  muraglie,  &  di  ripari  ;  ma  ancora  piantando  qualche  pe?go  d'artiglie 
rie  fui  monte  s  offendeuano  per  fianco,  mentre  fi  daua  la  battaglia,que!li  che 
dentro  difende afferò  la  parte  già  battuta  :  ilqual  con  figlio  era  mcdeftmamente 
riprovato, come  non  [ufficiente  a  impedire  la  uenuta  de  Francefi,&  come  pe- 
rì olofo  :  perche  fé  f uff  ero  af]  aitati  ;  non  potata  l'efferato,  con  tutto  che  in  pò 
1  flàjua  piffero  i  monti >conaur fi  al  foccorfo  loro  in  minore  fpatio  di  tre  bore . 
llequali  ambiguità  efftndo  più  facile  riprouare,  &  meritamente  i  configli 
fi  'pjfti.  da  glialtri,  che  proporre  di  quelli, e  he  merit afferò  di  effere  approuati  ; 
in  linarono  finalmente  i  Capitani  che  la  terra  fi  affaltaffe  da  quella  parte , 
ddLiquale  allogiiaual 'efferato  ,moffi tra  V altre  ragioni  dal  diminuire  già 
lupi/none  che  Pois,  poi  che  tanto  tardaua  haueffe  a  uenire  innanzi .  Terciò , 
&  cominciarono  a  fare  le  {pianate  per  accoflar  alle  mura  l'artiglierie,  &  fu 
ri  chiamato  l  avanguardia  ad  alloggiar  infieme  con  glialtri.  Ma  poco  dipoi 
effondo  venuti  molti  auifi  che  le  genti  Francefi  continuamente  multiplicauano 
al  Finale,  &  pero  ritornando  il  foretto  primo  della  uenuta  loro  ;  cominciò  di 
nuouo  a  pullulare  la  uarietà  delle  opinioni  :  perche  confentédo  tutti  che  fé  Pois 
s  approffimaua-fi  do ueua  procurare  di  affaltarlo  innanzi  entraffe  in  Bologna; 
molti  ricordavano  chel'hauerein  talcafoa  ritirare  dalle  mura  l'artiglierie 
piantate  ;  darebbe  molte  difficultà,  &  impedimenti  ali  efferato  :  ilche  quan- 
do le  co  fé  erano  ridotte  atermini  tanto  flretti,non  potata  effere  ne  più  perico 
lofi,  nepiupernitiofo .  jdtri  ricordavano  effere  co  fa  non  meno  vitupero  fa  che 
dannofa,  flare ociofamente  tanti  dì  intorno  a  quelle  mura,  confermando  in  un 
tempo  mede  fimo  gli  animi  de*  nimici ,  che  erano  dentro ,  &  dando  fpatio  di 
foccorrerla  a  quelli  che  erano  fuor  a  :  però  non  effere  più  da  differire  il  pianta- 
re dell'artiglierie  ;  ma  in  luogo  chefipoteffero  commodamente  ritirare  facen- 
do per  andare  ad  opporfi  a'  Francefi  lefpìanate  tanto  larghe,  che  infieme  ftpo 
teffe  muoverci' artiglierie, &  l'efferato .  ^All' opinione  ai  quelli  che  conforta- 
tiano  il  dare  principio  al  combattere  la  terra,adheriua  cupidiffimamente  il  Le 
gato,  infafìidito  di  tante  dilationi;  ne  già  ferina  fofpetto  cheque  fio  fuffe  per 
ordinatione  del  Re  loro*unprocedere  artificio  fi  de  gli  Spagnuoli,  dolèdofi  che 
fé  haueffero  fuhito, quando  fi accoflaì 'ono  cominciato  a  battere  la  citta,  forfè  a 
quell'hora  l'harebbono  efpugnata  :  non  douerfipiu  muli  ip  Lear  e  ne  gli  errori , 
non  flare  come  nimici  intorno  a  una  città  »  &  dall' altra  parte  far  fegni  di  non 
hauere  ardire  d'affaltarla  :  (limolarlo  ogni  dì  con  corrieri,&  con  meffi  il  Ton 
tefice  :  non  faperepiu  chef  rifpondere,nè  che  fi  allenire, ne  potere  più  nutrir- 
lo conpromeffe,  &fperan7£  uane .  ti  alle  quali  parole  commoffo  il  Viceré  fi  la 
mento  gravemente  >  che  non  effendo  egli  nutrito  nell'arme  >  &  ne  gli  effercittj 

della 


DECIMO.  294 

della  gnerra,uoleffe  ejfèr  cagione  col  tanto  folle  citar  e,  di  delìberatìoniprecipi 
tofe  :  trattar  fi  in  quefii  configli  dello  interefìe  di  tutto 7  mondo ,nè  poter fi  pro- 
cedere con  tanta  maturità,che  non  conueniffe  ufarla  maggiore  :  effere  co  fiume 
de  Tontefici,&  delle  Repub.  pigliare  uolonterofamente  le  guerre  ima  prcft 
cominciando  prefio  a  rincrefcer  e  Lo  (pendere,  &  le  molefiie  de fider  are  di  finir- 
le troppo prefio  :  lafciafìe  deliberare  a  Capitani,  chaueuano  la  medefima  in- 
tcntìone  che  egli^ma  hauemno  di  più  l  efpericntia  della  guerra.  In  itltintò  Tie 
tro  Icariana,  àlqualè  molto  fi  rifcriua  il  Viceré,  ricordò  che  in  una  dclihera- 
tiene  di  tanto  momento  non  deueuano  effere  in  confidcratione  due. otre  giorni 
più  :  &  però  che  fi  contìnuaffero  iprouedimenti  necefianj ,  &  per  l  e  fi ugna- 
tone di  Bologna,&  per  la  giornata  co'  rumici per feguit are quello  ,  che  confi- 
gliaffe  il  procedere  de  Francefi .  T^on  apparì  per  lo  corfo  de  due  dì  lume  alcu 
no  della  migliore  rifolutione  :  perche  Fois ,  a  cui  s'erano  arrenditi  e  Cento ,  la 
Tiene  i  &  molte  caftella  del  Bologne  fé,  foggiomaua  ancora  al  Finale,  ai  tende  *-x  sJ^?n  .!<>- 
do  a  r  accorr  e  le  genti,  lequaliper  e  fiere  diuife  in  uarìj  luoghi, ne  uenendo  co  fi  i>  .>  c/Tendo 
prefio  i  fanti,  che  haueuafoldati,non  fenica  tardità  fi  raccoglicuano:  però  non  r'a  p"«c  dei 
apparendo  più  cagione  alcuna  di  differire  ;  furono  finalmente  piantate  l'arti-  ,nur°  verfo 

',  "    .  r    ,     ^  ,.        ,  n        ■'.  J  ,  ■      ,   ,,  1  ,.   ilbaltione; 

gliene  contra  la  muraglia  ?  aijtante  arca  trenta  braccia  dalla  porta  detta  di  \  modochc 
Santo  Stefano,  donde  fi  uà  a  Firenze  :  one  il  muro  uolvendofi  uerfo  la  porta  facilmente 
detta  di  Cafiiglione.uolta  alla  montagna,  fa  un'angulo  ;  &  nel  mede  fimo  tem  montare;  fi 
pò  fi  daua  opera  per  Tietro  Islauarra ,  a  far  una  caua  fon  errane  a  più  uerfo  la  ^  figl,a  J£" 
porta  di  flrada  Caftiglione  a  quellaparte  del  muro,nelquale  era  dalla  parte  di  ii  gìouìo  ) 
dentro  fabrica:  a  una  piccola  cappella  detta  dal  Baracane  ;  accioche  dando  fi  {™r°™Jfo* 
la  battaglia  infieme  potefferpiu  diffìcilmente  refiflere  effendo  diuifi,chefe  capitani . 
uniti  hauefiero  a  difendere  un  luogo  fio  lo  :  &  oltra  qucflojion  abbandonando  Jo°£  ^^n 
i  pei: fieri  dell' oppor fi  a  Fr  ance  fi  ;  uollono  che  l  auanguardia  ritornafie  all'ai-  emraró  nel 
loggiamento  doue  era  prima.  Rouinaronfi  in  un  dì  con  l'artiglierie  poco  meno  \^\^[  bà 
di  cento  braccia  dimuraglia,& fi  conquafiò  talmente  la  torre  dellapcrta^  che  ftione,pian- 
piu  non  fi  potendo  difendere  ,fu  abbandonata  ;  di  maniera  che  da  quella  par-  flnnd^  &ln5 
tefipoteua  commodamente  dare  la  battaglia,  mafiafpettaua  cheprima  hauef  d'ce  n  gìo? 
fc  perfezione  la  mina  cominciata,  benché  per  la  temerità  della  moltitudine  ^^{Vi^a 
mancò  poco,che  il  giorno  mede  fimo  difordinatamente  non  fi  combatte fic:  per-  teneflèro  : 
1  che a  alcuni  fanti  Spagnuoli  f aliti  per  una  fiala  a  uno  foro  fatto  nella  Torre,  ™  ntre0n  gu* 
fcefero  di  quiui  in  una  cafetta  congiunta  con  le  mura  di  dentro ,  oue  non  era  hnomiM 
guardia  alcuna  :  ilche  ueduto  da  gli  altri  fanti  qnafi  tutti  tumultuo} amente  roa  refiften- 
uì  fi  uolgeuano,  fé  i  Capitani  cor  fi  al  rumore  non  gli  hauefiero  ritenuti:  ma  tia  »  &.chQ 
hauendo  quelli  di  dentro  con  un  cannone  uoltato  alla  cafetta ,  ammaccatane  volto  a' tem 
una  parte  ;  gli  altri  fuggirono  dal  luogo  nelquale  inconfideratamente  erano  ^°;;5lr\;,i 
entrati  \  Et  mentre  che  alla  mina  fi  lauoraua,  fi  attendeuaper  l' effere  ito  afa-  vJarr'giìc  • 
re  ponti  di  legname,et  a  riempiere  lefoffe  di  fafeineper  potere  andando  quafi  J1^8™11*/  - 
apiano,  accoflare  i  fanti  al  muro  rotto  ;  &  tirare  fu  la  rouina  qualche  pe%%o  cipito  nelle 
d'artiglierie  ;  accioche  quelli  dì  dentro?  quando  fi  daua  l'affalto ,  nonpoteffero  loflc' 

fermarfi 


I    T    75    TI    O 

firmar  fi  alla  ctifefa  :  lequali  pr par 'ationiuedendo  i  Capitani  trance  fi ,  &  in- 
tendendo che  già  il  popolo  cominciava  a  effere  foprafatio  dal  timorc,ma;:da-* 
Yo?io  fuhitc  a  dimandare  fiocrorfo  a  Fois  :  ilquale  il  giorno  mede  fimo  mandò 
mille  f:inti0  &  il  giorno  prò  (fimo  cento  ottanta  lance  rlaqual  co  fi  generò  ere* 
dvffigf&ftnà  ne  nirnici,  ejfo  battere  deliberato  di  non  uenire più  Ì7>nay:%i:per- 
che  non  faYèftà  iier.fimile,  che  fé  altrimenti  haueffe  inanimo^  ne  f  para  fi  e  da 


t  Leggi  \\     f! 
Gioito  nel  ' 


fé  iìWa  parte  :  &  tale  era  neramente  la  fua  intentione;  perche  fl'marJo  qne- 
h  ;  h    dij  effere  [ufficienti  a  difendere  Bologna;  non  uoleuafen'^a  ne  ceffi'  J  ten 


iib  i.  delia  tare  la  fortuna  del  combattere .  finita  inultimo  la  mina. &  filando  Vejfcrcito 
ì&£ue  kit  armato  per  dare  incontinente  labattaglia  ;  laquale  perche  fi  deffe  con  mag- 
ne u.r.iimé  pori  for^e  era  fiata  richiamata  t 'antiguardia  ;  fece  ill^auarra 'dare  il  fuoco 
rlcoio"  "U  a^amìna  •"  laquale  con  ^andififimo  impeto ,  &  romoregittò  talmente  in  alto 
la  cappella  che  per  quello  ffatio  rima  fé  trai  terreno,  e'i  muro  gittato  in  alto; 
b  -11  £erVb.°  fl  '  &&$&&  che  erano  fuora  ueduta  apertamente  la  città  dentro-,  e  i faldati  che 
oSdo  >ois  ft  ^'-'^10  preparati  per  difenderla  :  ma  fubito  fendendo  in  giù  ritornò  il  muro 
e*  o  à  Bo  intero  nel  luogo  medefimo,onde  lauiolen%a  del  fuoco  Vhaucua  sbarrato:  &fi 
^a'kco  Voa.  n-ongturfe  infieme,come  fé  mai  non  fujfe  flato  moffo  :  onde  non  fi  potendo  af- 
larce  tvan-  jaltare  da  quella  parte,  i  Capitani  giudicarono  non  fi  douer e  dare  folamente 
qU'  ^miiT"  dall' altra . a  .Attribuirono  queflo  cafo  i  Bolognefi  a  miracolo, riputando  impof 
ian-.i:  Kpai  fibile-,  che  fien%a  raiutorio  dittino,  fujfe  potuto  ricongiugner  fi  co  fi  appunto  ne  a 
^Sda  tool-  wed'ifimi  fondamenti  :  onde  fu  dipoi  ampliata  quella  cappella,  &  frequenta- 
to da  que-  ta  ccn  non  piccola  diuotione  del  popolo .  Inclinò  queflo  facce  ffo  Fois  come  fé 
uio  dice  (ci  pu  non  jujje  da  temere  di  Bologna ,  ad  andare  uerfo  Brejcui  :  perche  haucua 
ipiia  cauai-  notitia  che  l ' cffercito  V'mitianofi  moueua  uerfo  quella  città ,  delinquale ,  per 
venti  infe-  haucruiper  lòperkolo  di  Bologna  lafciati  i  prouedimcnti  deboli,  &  perche  du 
£-ne^  - *f  bitaua  che  dentro  pìffero  occulte  fraudi >non  mediocremente  tmieua.Ma  i  pre 
a  quattro  di  gbide'  Capitani  che  erano  in  Bologna,bora  dimoftrando  continuare  ìlperico- 
(econdoS  if*  ^°  ma&Jore  deprima,  fé  fi  partiua ,  bora  dandogli  fferan%a  feui  en  tratta  di 
Buonaccor-  rompere  il  campo  de  nimici,  l'alienarono  da  queflo  propofito  .Terò  ancora 
fi  •  che  nel  configUo  haueffro  contradetto  quafi  tutti  i  Capitani,  moffofi  inclinan 

e  Dice  fl  do  gì  a  il  giorno  dia  notte,  dal  Finale,  la  mattina  fieguente  non  e  fendo  più  che 
Giorno,  che  óHC  i?lQrc  di  giorno,  cambiando  con  tutto  Ve  fiere  ito  ordinato  a  combattere  con 
lirica  a"-  nette,  &  acuti  afyr  tifimi  ;  entrò  per  la  porta  di  San  Felice  in  Bologna-bauen- 
uenne  cofa  do  fé  co  °  mille  trecento  lance,  Mùtila  fanti  Tedefchi,  i  quali  tutti  baueua  coir  » 

per  ventura    ,  .      „•  ,.  J         .,    J  -~      ,     '     ,.      .    M  .  _    • 

ptu  maram  -  locati  ncll  antigua:dia  ,  &  otto  'mila  tra  Franctfi ,  &  italiani .  Entrato  Fois 


M 

S^if- tifflld  "a:r''a  Imo  a  .Allegri  c'òfigliò  che  per  un  dì  ancora  ripofiifie  la  gente  flr  acca  per 
n'haùeUero  la  difficultà  del  camino  jionpcnj andò  né  egli  né  ah  uno  altro  potere  efiere >  che 
»qwu*.      few^afaputa  lorofufie  enti  ato  di  dì,  &pcr  lafirada  Romana  uno  e  fi  cr  cito  sì 

grande 


D  'E    C    1    M    O.  a?? 

gr.ihtcmuns  città,alldquale  erano  accampati '-:  laqualé  ignòrttn%4' continua* 
and  medefmamente  in  fino  alt  altro  dì  >  fé per  forte  non  fufie  fiato  prefo a  mio 
Stradioti  o  Greco ,  ufcito  infieme  Con  altri  caualli  a  fcaramucciare  :  ilqual  dir  a  Vn»nu(> , 
mandato  quel  che  fi  face  ffe  in  Bologna*  rijpofe  che  da  fé  ne  rìceuerebbono  pie-  mo  d'arme 
colo  lume y perche  ni  era  uentito  Udì  innanzi  con  [efferato  Francefe  :fopra  ^r  g°ou1ì0  „ 
lequali 'pardo, 'interrogato  conmarauiglia  grande  diligentemente  da'  Capita-  delia  c5j>a- 
rii,&  trouatelo  cojlantenelle  ri(pofte>  preflandogli  fede  ;  deliberarono  Iettare  £"&  «ÌìVìm- 
il  campo,  giudicando  che  per  effere  ueffati  ì  faldati  dalla  ajprevga  della  fiagio-  na  ty*>&*jf 
ne,  &  por  la  iiicinnà  della  città,  nellaquale  era  entrato  mio  tale  efferato; fu f  ^s .  m3t  -x\ 
b  fé  pericoloso  [opraftarui .  Vero  la  notte  feguente  che  fu  ìlh  decimonono  dì,  dal  ssbo  ferme, 
dì  che  fi  erano  accampati,  fatte  ritirare  tacitamente  l'artiglierie ,  l'efferato  a  bero  not;., 
grande  hor a  fi  moffe  uerfo  Imola,  caminandoper  le  (pianate  per  lequali  era  ne  thd* vn  ^5 
mito,  che  metteua.no  in  me^o  laflrada  maeftra ,  &  l'artiglierie  :  &  hauendo  „;;  haueua 
poflo  nel  retroguardo  il  fiore  dell' efferato,  fi  difeoflarono  ficur amente ,  perche  vedati. 
non  ufeirono  di  Bologna  altri,  che  alcuni  caualli  de'  Fr  ance  fi  :  i  quali  hauendo  ^  Et  fu  a  $ 
faccheggiata  parte  delle  munitioni ,  &  delle  uettouaglie ,  &  perciò  effencofi  di  Febnio 
cominciati  a  di [[ordinare  ;  furono  né  ferina  danno  rimefji  dentro  da  Malate fia  ferme  il  uno 
e  Bacione ,  ilquale  andaud  nell'ultima  parte  dell'efferato .  Leuato  il  campo  c  na^c°l'(i:  i] 
Fois  lafciati  alla  cufiodia  di  Bologna  trecento  lance,  &  quattro  mìlafanti;par  ro/non  ve- 
tì  fubiio  per  andare  con  zrandifjìma  celerità  a  [occorrer  il  cafiello  di  Brefiia ,  niliano  %}1 
perche  la  citta,  era  il  giorno  precedente  a  quello ,  nelquale  entro  in  Bologna  >  efierfì  ìeua- 
peruenuta  in  poteflà  de'  V  indiani  ;  perche  Andrea  Gatti  per  comandamento  l\ d  declm° 
del  Senato  ftimolato  dal  Coni  e  Luigi  Aiuogaro  gentil 'huomo  Br  e  fidano,  &  da  no' ,  come 
gli  huomini  qua  fi  di  tutto  ilpaefe,  &  dalla  fperan^a,  che  dentro  fi  face  ffe  mo-  ^  Sfolla 
uimentoper  lui,  hauendo  con  trecento  huomini  d'arme ,  mille  trecento  caualli  ho  notato , 
leggieri,  &  tre  mila  fanti  paffato  il  fiume  dell' Adice  ad  Alberi  luògo  propin-  ^QZnJo'Al 
quo  a  Lignago>&  guadato  dipoi  al  fiume  del  Mincio  al  mulino  della  uolta  tra  caparono . 
Godo  &  Paleggio,  &  fucceffìuamente  uenuto  a  Mont echiaro  ;  fi  era  ferma-        - 
to  la  notte  a  Caftagnetolo ,  uilla  diflante  cinque  miglia  da  Brefcia  :  donde  fece  fc\m\  in  vna 
fub  ito  correre  i  caualli  leggieri  infino  alle  porte:  &  nel  tempo  medefimo  rifo-  'ua.  IetterA 
nandoper  tutto  il  paefe  il  nome  di  San  Marco,  il  Conte  Luigi  fi  accoflò  alla  por  Marca  ntor* 
ta  con  ottocento  huomini  delle  udii,  Eutropia,  &  Sabia  ;  lequali  haueua  [ol-  J1/ ne^lcl?iaì 
leuat  e, hauendo  mandato  dall'altra  parte  della  città  infimo  alle  porte  il  figlino-  déferiue  il 
lo  con  altri  fanti .  Ma  .Andrea  Gritti  non  riceuendo  gli  auifi  che  afpettaua  da,  I^ia  rotta 
quelli  di  dentro,  né  gli  effendo  fatto  alcuno  de'fegni  conuenuti,  anzi  intenden-  d  i  Rauéna , 
do  la  città  efiere  per  tutto  diligentemente  cufiodita  ;  giudicò  non  douerfi  prò-  m^ìù&o* 
cedere  più  oltre  :  nelqualmouimento  il  figliuolo  lAuogaro  affaltato  da  quelli  re  di  q<«- 
di  dentro  rimafe  prigione.  Ritiroffi  il  Gritti  appreffo  a  Montagnana>onde  fri-  ^e6  ch'eia 
ma  em  partito ,  lafciato  fufficiente prefidio  al  ponte  fatto  fu  [<Adice  :  ma  di  Fois,  rifoiu- 
nuouo  chiamato  pochi  giorni  poi  ;  ripaftò  l  Adice  con  due  cannoni,^  quattro  ]°t  ^Mhl 

man  dò  a  da 
mandar  tregua  al  Cardona  per  quindeci  dì,  pagandogli  mille  feudi  il  dì  ;  &  che  il  Cardona  con  fua  grande 
infamia  gliela  concefle,  3c  hebbe  i  denari . 

falco- 


LIBRO 

•  Tl  €«oiiJ«  falconetti \&fi fermo  a  Caflagnetclo,  effendofi  nel  tépo  mede  fimo  approdimi 
•pinione  ,*  io  a  un  miglio  a  Brefcia  il  Conte  Luigi  con  numero  grand  iffitto  ti  buumìni  di 
«tedici  vi  quelle  ualli:&  con  tutto  che  dellacittà  non  fi  fentiffe  cofa  alcuna  fauoremle  ; 

.rmiani  en-     *   _    .     .  .  .   ,  r  ,     ,,    .    J       .  .   , ..   '  s  . 

Mafìero  m  «  Gritti  multato  dal  concordo  maggiore  cbel  altra  uolta  ;  delibero  tentare  la 
Brefcia  per  for7a;però  accofiatofi  con  tutù  i  pj ciani;  fi  cominciò  da  tre  parti  a  dare  l'affaL 

la  logna  del   J'       \,r     ,  ri  T     i,  i    n  r  r      i  r 

.€umc  Gar-  tv  >  ilquale  tentato  infelicemente  alla  porta  della  torre  Succedette  projpera- 

ze  tta  ;  &  ce  fi  unente  alla  porta  delle  Ti  le  oue  cobatteua  l'^Auogaro,  &  alla  pò  rta  della  Gar 

co  :  ma  il  \ula,oue  i  faldati  guidati  da  Baldaffarre  di  Scipione ^entrarono  (fecodo  che  al 

Bembo,  e  il  cmi  dicono)3  per  Iq  ferrata,per  laquale  il  fiume*  che  ha  ilmedefimo  nome  en  a 

non  né  &pa r  tra  nella  città , in  uano  refiftendo  i  Franeefi,i  quali  ueduto  i nimici  entrar  nel- 

Uno.  Ceiaie  j^  àttàs  &  che  infauore  loro  fi  moutuano  i  Brefciani,  i  quali  prima  prohibiti 

« ,  che  i  v  i  da  toro  a  i  prenderei  arme  erano  fiati  quietici  ritirarono  injieme  con  Mons  di 

citian •;  n  p  ^H^a  Gouernatore  nella  fortezza,  perduti  i  cauall^e  i  carriaggi  :  nelqual  tu- 

fubgo  pi  »  de  multo  quella  p  arte, che  fi  dice  la  Cittadella,  feparat  a  dal  reflo  della  città,  ha- 

boie  ii  rn  u-  bitatime  di  quafi  tutti  i  Ghibellini, fu  faccheggiata, riferuate  le  cafe  de  Guel 

sitn  ui  la 1 1-  il .  Lacquiflo  di  Brefciafeguitò  fubito  la  deditione  di  Bergamo,  che  eccetto  le 

fc  ir &cv&  ^!iC  €afle^a^unoP°fl°  *n  m^Z?  la  città  >  l'altro  diflanteun  me%p  miglio  fi  ar- 

P  reftro  la  re  ndè  per  opera  d'alcuni  cittadini,^  il  mede  fimo  fecero  Orci  uecebi,  Orci  nuo 

cnti  •       .  ui.Tonte  Vico,&  molte  altre  terre  circoftanti,&  b  fi farebbe  forfè fatto  mag  b 

h  Percioche  giare  progrefioò  almeno  confermata  meglio  la  uittoriasfe  a  Vinetia,ouefu  le 

no  a « efeTn  #'?*f  incredibile  fuffe fiata  tantafoUecitudine  a  madar  foldati, &  artiglierie, 

efcorà  ere  lequali  erano  necefiarieper  Fejpugnatione  del  cafiello,  che  non  era  molto  po- 

crema  '  le  tente  a  refiflere,quantafu  nel  creare ,  &  mandare  i  Magifirati,che  haueficro 

quali  fi  ap-  a  reggere  le  terre  ricuperai  e;  laquale  negligentia  fu  tanto  più  dmnofa,  quato 

per X  a?ren-  fu  maggiore  la  dilige?itia,&  la  celerità  di  Pois:  ilquale  hauendo  paffuto  il  fu 

derfi:  ma  uè  me  del  To  alla  Stellata,dalqual  luogo  mandate  alla  guardia  di  Ferrara  1 5  o. 

3a  Milano*!  luncie,&  cinquecento  fanti  Francefi,pafiò  il  Mincio  per  Tonte  mulino,haac- 

Mocenigo ,  do  quafi  nel  tempo  medefimo  che  pafiaua ,  mandato  a  dimandare  la  facultà 

n  o;ma  il  Bé  delpafi  are  al  Mar  che  fé  di  Mantoua ,  0  per  non  lafciare  luogo  con  la  dimanda 

ho  non  d.ce  jmprouifa  d  configli  fuoi,  ò  percìie  tanto  più  tardati  e  ad  andar  la  notitia  del* 

nà .  rem°  la  venuta  fua  alle  genti  Vinitiane  :  di  quiui  alloggio  il  dì  feguente  a  litigar  a 

c  Gran  ai-  m  Peroncfi,  &  V altro  dì  a  Tonte  Te  fere,  &  a  Tremile  tre  miglia  apprefio  al 

uario  è  nel  la  Scala,oue  hauendo  hauuta  notitia,che  Gian  Tagolo  Buglione  planale  haue 

Te^tu*  ha  ua  fatta  la  feorta  ad  alcune  genti,  &  artiglierie  de  Vinitianì  andate  a  Bre- 

nefle  iiBa-  fcia,eraconc  loo.huomini d'arme,^oo.caualìi leggieri ',& mille dugento  fan  e 

f  uTaittori.  ft'  da  Cafiel  Franco  uenuto  ad  alloggiare  olii  fola  della  Scala>corfe  fubito  per 

11  Buonac-  affittarlo  con  trecento  lamie,  &fettecento  arcieri  -,  fé  gufandolo  il  reflo  dcl- 

Jooiuonfi-  1'cfiercito,  perche  nonpoteua  pareggiare  tanta  prefie^a:  ma  trouato  che  già 

ri  d'arme ,  era  partito  un  bora  wna&Q ,  fi  meffe  a  feguìtarlo  con  la  medefima  a.  Icrità . 

tìTiMoa1!  '  ,  tìaitcm 

«igojo.huomini d'arme, so. cauai  leggieri, &  1 2oo.fanti. Il  Giufììnian  non  pone ì  cinquanta  leggieri: ma  nel 
icilo  s'accorda  colMocenigo.  Il  Gradinico  mette,ch'egli  haueffe  s  00. lance, niille  dugento  tanti, «<c  dugento 
carni  leggieri  :  ma  lìè  il  Giouio ,  né  il  Bembo  pongono^nmero  dctcjminato . 


DECIMO.  *9<? 

limetta  Gian  tPagolofaputo,che  Bernardino  dal  Montone  .fitto  la  cài  cu/lo* 
dia  era  il  ponte  fatto  ad  ^Alberò ,  fentito  l*approffìmarfi  de*  Francefili' haueua 
diffoluto  per  timore  di  non  effere  rinchiufo  da  loro,&  da  T  ed  efebi*  che  erano 
in  Verona,oue  Ce  fare  alleggierito  dalla  cuflodia  del  Friuli  ;  perché  da  Gradi-  ■ 
fca  infiorai  tutto  era  ritornato  inpoteflàde*  Vinitiani>  haueuapoco  innanzi 
mandato  ti 'e mila  fanti Squali prima  haueua  in  quella  regione.  Vero  Gian  Ta 
golo  farebbe  andato  a  Brefcia  fi  non  gli  fuffe flato  moflrato, che  poco  fitto  Ve 
rona  fi  poteua  guadare  ti  fiume  ,  oue  andando  per  paffare  feoperfe  da  lungi 
Fois:  la  cui  prefte^a  incredibile  >  perche  haueua  auan%ata  la  fama  ;  penso 
nonpoteffe  effere  altro ,  che  parte  de  faldati ,  che  erano  in  Verona  :però  ri- 
meffi  ifaoi  in  battagliai' affrettò  con  forte  animo  alla  torre  del  Magnaninopro 
pinqua  all\Adice,  &  poco  diftante  dalla  torre  della  Scala .  Fu  molto  feroce  da. 
ciafeuna  delle  parti  t'incontro  delle  lance  ,  &  fi  combattè  poi  uaiorofamente 
t  con  l'altre  armi*  per  più  a" una  bora  :  ma  peggiorauano  continuamente  le  con  a  ?'^;!:ra^ 
;  ditioni  de*  Marcbefchi  ;  perche  tuttauiafopraueniuano  b  i  follati dell' effer  ci-  \ n  qudUcó 
to  rimafo  indietro,  &  nondimeno  urtati  ritornaivno  più  mite  ne?li  ordini  lo  -  ^liod\cc  ■ I 

ri  j       •         rn  ,  r       ■  S  •  r        rr         G  radili  ico  , 

ro  finalmente  nonpotcndopw  rejijtereal  numero  maggiore  >  rotti  ji  meffero  che  ruppe  u 
infughfeguìtati  da*  nimici ,  già  cominciando  la  notte,  infino  al  fiume, ilqua-  prlI^°  S^ 
le  fu  da  Gian  Vagolo  pafiato  a  faluamento  :  ma  u* annegarono  molti  de*  tuoi  :  dione  de'  ni. 
furono  de  Finitiani  parte  morti  yparte  prefì  circa  nouanta  huomini  d'arme  ,  "^,7'^nn^ 
tra  iquali  rimafero  prigioni  Guido  Rangone,  &  Balda ffiirr e  Signore Ilo  da  Ve  rUUetti  , 
rugia ,  diffipatì  i  fanti ,  &  perduti  due  falconetti  che  foli  bauenano  con  lo-  l^c^J  i 
ro ,  ne  qtìafi  fanguinofa  la  uittoria  per  i  Franceft .  Hifiontrarono  il  dìfcguen-  iiquai   dice 
te  Mele  agro  da  Fnrlì  con  alcuni  caualli  leggieri  de*  Vinitiani,  iquali  facil-  ^"fto  lutto 
mente  furono  meffl  in  fuga ,  rimanendo  Meleagro  prigione ,  né  perdendo  una  re. 
bora  fola  di  tempo ,  //  nono  dì  poi  che  erano  partiti  da  Bologna  ;  alloggiò  Fois  b  Quefta 
conl'antiguarda  nel  Borgo  di  Brefcia  lontano  due  baleftrate  dalla  porta  di  era  la  fante, 
Torre  Lunga  \  il  rimanente  dell'efferato  più  indietro  lungo  la  ftrada ,  che  con-  '"? :  efl2ndo 
duce  a  Vefcbiera  :  alloggiato  fubit  amente  ,non  dando  [patio  alcuno  a  fi  mede  (lata  ueduta 
fimo  a  reffirare;  mandò  una  parte  de' fanti  ad  affittare  il  Monafierio  di  San  jj^  jfèda  ai 
Fridiano,  pò  fio  a  me^  il  monte,  fitto  ilqual  era  £  alloggiamento  fio  guardato  tm  de'  tuo  * 
da  molti  uillanidi  Valditropia  :  iquali  fanti  falito  il  monte  da  più  parti ,  fa  -  ^cc  jeFrance 
wrendogli  ancora  mia  pioggia  grande,  che  impedì  non  fi  tira fferol'  artiglierie  fi  co  la  foia 
piantate  nel  Monafierio ,  gli  ruppono ,  &  ne  ammaccarono  una  parte  :  il  dì  fofferovena 
feguentebauendo  mandato  un  Trombetto  nella  città  adimandare  gli  fuffe  da  ti  ad  aflài- 
ta  la  terra  falue  le  robe,  &  le  perfine  di  tutti ,  eccetto  che  de*  Vinitiani ,  &  g^ata  dT 
°ffendogli  fiato rijpoflo  inprefen^a  di  Jlndrea  Grittiferocemente,girato  l*ef-  imoiardo , 
rercito  ali* altra  parte  delia  città  per  effere  propinquo  al  caftelto,  alloggiò  nel  cefere  a»- 
%rgo  della  porta,  che  fi  dice  di  San  Gianni  :  donde  la  mattina  figliente  quan  fclfflU 
lo  cominciaua  ad  apparire  il  giorno,  eletti  di  tutto  l  efferato  più  di  quattrocé 
Q  buominid* arme  armati  tutti dxarme  biancbe,&fei  mila  fanti  parte  Gua- 
coniè  &  parte  fedefibis  egli  contatti  apiede  falendo  dalla  parte  di  uer fi  la  .  . , 

porta 


E    I    B    R    O 

pòrta  delle  Vile  ]  entro  non  s'opponendo  alcuno  nelprimo  procinto  del  camello: 
dotte  ripofatigl'h  &  ri-afre  fiatigli  alquanto  ;gli  confortò  con  breui  parole,  che 
d1Ai?comì  feendeficro  animosamente  in  quella  ncchiffima ,  &  epulentifiìma  città  ove  la 
trarioi  dot  glòria,  &  lapreda  farebbe  fen%a  comparatane  molto  maggiore ,  che  la  fati- 
fheo  fmon-  Cch  elpwuoloi  battendo  a  combattere  con  faldati  Vinitiani ,  manift-fìamenfiM 
"/  da™""  inferiori  dì  numero ,  &  di  uirtù  :  perche  della  moltitudine  delpopolo  inefpcr- 
buomini  p  guerra,  &  che  zia  penfaua  più  alla  futa ,  che  alla  battaglia,  non  :ra  da 

d'arme  con   *  •  **"    £>  '  w  ù>     1      ■'         i  ?  ■      •       »   r '  ^      ;     .  -•/■  ! 

vr/ncciaper  tener  conto  alcuno ,  an^t  fi poteua  fperare ,  che  cominciandoli  per  la  maa  a 


vtii»  in  ma- 


&vicit  difirdinare,  far  ebbono  cagione,  che  tuttigli  altri  fi  metteffero  in  difordine , 
"dia  città-  replicandogli  in  ultimo,  che  battendogli  (celti  per  ipìu  ualorcfi  di  cofi  fiorito 


della 
tro 


lor  fece  e  fi  eretto  ;  nonfacejfero  uergogna  a  fefiefh  né  algiudicio  fio,  &  che  confide 


.  paripio  ottenejfcro  al  pr  e  finte,  hauédo  l'entrata  sì  patete, 
2nfd%2  nt altra  òppdfiti6ne,éhe  et  huomini  foli,tl  defìderio  loro.Dette  quefie parole  co 
Voc<-,?.boaf-  ynmcib  ■>  ^precedendo  i  fanti  agli  huomini  d'arme  ad  ufiire  del  cafiello  :  alta-  a 
dTnanz^a^  fitta  deh]  uà  le  battendo  trouati  alcuni  fatiti,  che  con  artiglierie  tentarono  d  ini 
terrai  daua-  pèdirgli  Laudare  innanzi,  ma  battendogli  fatti  facilmente  ritirare  ;  [cefi  fe- 
quefdSVe-  rocementeper  la  colia  fu  la*  piatta  delpalagio  del  Capitano  detto  il  Burlct-  b 
tro,che  f?a-  to:nelqual  luogo  le  genti  V  imitane  rifirette  infieme  ferocemente  lafyettaua- 
arfhìb°a|i  !    no  :  oue  uenutìalle  mani ,  fu  per  lungo  ftatio  molto  feroce ,  &  fpauentofia^  la 
&  poi  fi  riz  iattaalia ,  combattendo  luna  delle  parti  per  lapropriafalute,  l'altra  non  filo 
ZaUan°  '       per  la  gloria ,  ma  ctiandio  per  la  cupidità  di  faccheggiare^  una  città  piena  di 
b  Non  alla  tante rjCcheT7e ,  nb meno  ferocemente i  Capitani ,  che i  foldati  priuati ,  trai 
Ke«od  di-  quali  appariuà  molto  illufire  la  iurta ,  &  la  fierc^ja  di  Fois  :  finalmente  fu- 
ce  l' Anfei-  rmQ  cacaatj  Ja[)a  pialla  i  foldati  Vinitiani,hauendo  fatto  marauiglwfa  di- 
fofib1  faatron  fé  fa .  Entrarono  dipoi  i  uincìtori  diuifi  in  due  parti ,  luna  per  la  città ,  l'altra 
dal  Gxitri  :     •    ^  cittadella ,  a  quali  quafi  in  ogni  canto ,  &  in  ogni  contrada  era  fatta 
fono  «nto  egregia  refifien%a  dà  foldati ,  &  dal  popolo,  mafimpre  uittorioft  puntarono 
corneo ,    ■  n;^tcj  p€r  mt0,  non  mai  attendendo  a  robare  infimo  non  occuparono  tutta  la 
ioTm  co-  terra  (  cofi  haucua  innanzi  fiendefiero  comandato  il  Capitano  )  an^fe  nm- 
lor  '  Sé  dtfì  no  prcteritta  queflo  ordine  ;  era  finitamente  ammalato  da  gli  altri .  Mori- 
te, che  non.  rono  in  quefie  battaglie  dallaparte  de  Franccfi  molti  fanti,  ne  pochi  huomini 
^tariffe  d'arme ,  ma  de  nimici  circa  otto  mila  huomini,  parte  delpopolo, parte  defol- 
?a»  finui)  dati  Vinitiani,  che  erano  cinquecento  huomini  d arme  ottocento  cauaUileg-^ 
£ib  rt&h  gfew  '  &  mo  nnUfimi ,  &  tra  quefli  Federigo  Contar  aio  Trouedttore  degli 
iu'ora  vna    %tradiotti  jilquale  combattendo  fu  la  pialla  fu  morto  d'un  colpo  di  fìop- 
d'lifnceV"oe     pieno, tutti  gli  altri  furono  fre fi,  eccetto  dugentoStradiotti,tqna  li fuggiron 
t  .more  ne  per  m  pjCColo  portello,  che  è  alla  porta  di  San  lsla7^aro,  ma  con  fortuna  poco 
gii  stradiot  r         r  migliore, 

in  pwz^che  i  Francefi  Kaueuano  già  pacato  il  ripato  &  acquiftato  la  Cittadella  :  talché  fpauentati  i£ 
fieme  cu'l  Conte  L,igi ,  ingannato  da  quella  falla  voce  ;  C  mira  tono  alia  porta  d.  .anNazaro  :ondc  io* 
iala}corn)iiciarono  a  v>cire . 


DECIMO.  297 

g  mklioYC, perche  rifondando  in  quella  parte  de  Francefi, a  ch'era  rimata  fuo~     <. 

:   iì    ì  r  r  ■  \  •  \         r     ■         i-  ■  .     "  -       a  Sotto  M5 

ra  della  t,erra,jurono  quaji  tutti,o  morthopreji  :  iquali  entrai: poi  centro  jen  fìgnor  d'Ai 
za  fatica  per  la  medefima  porta;  cominciarono  e  (lì  ancora9?odendo  le  fatiche?  l5stiu  :,z™* 
e  i  pericoli  degliaitri  afaccheggiare .  Rirnafono  prigioni  Andrea  Gntti,  &  mi .  k&  u 
^Antonio  Infirmano  mandato  dal  Senato  per  pò  de  fi  a  di  quella  città,Gian  Va-  c5t?  Laif 
golo  Manfirone,et  ilfigliuoloyil  Caualier  della  Golpe,  Baliaffarre  di  Scipione,  ta  calca  non 
un  figliuolo  dintorno  de'  Vtj,il  Conte  Luigi \Amgaroi&  un  altro  fino  fidino  JJJ^  v.[^\ 
lo,Domenico-Bufeco  Capitano  de  Stradiotti .  Funelfaccheggiare  fialuaioper  fa  (atto  ori- 
b  comandamento  di  Fois  b  l'honefià  de  monafterij  delle  donne  :  ma  la  roba ,  &  %^\^  -. 
gli  huominirifuggitiui  furono  preda  de  Capitani, Fu  il  C  onte  Luigi  fu  la  pia^  d<  g\o  i*è» 
%a  publica  decapitato ,  fatiando  Fois  gli  occhi  propri^  del  fino  fupp  lido  :  i  due  §J  T^fZ 
figliuoli,  benché  allhorafi  differire  patirono  non  molto  poi  la  pena  medefima,  conobbero, 
Cofiper  le  mani  de  Francefi  ,  da'  quali  figloriauano  i  Brefciani  effere  dificefi ,  ronó  a  FcSl 
cadde  in  tanto  flerminio  quella  città  non  inferiore  di  nobiltà)  &  di  degnità  ad 
alcuna  altra  di  Lombardia  s  ma  di  ricchezze  eccettuato  Milano  Superiore  a  \  ^.^fdl 
tutte  l  altre  :  laquale,e fendo  inpreda  le  cojefiagre,  &  le  profane,  né  meno  la  mi  contra- 
uita,  &  l  bonorc  delle  perfine  >  che  la  robba,  flette  fé  tt  e  giorni  continui  ejpofia  d.wn  T^chc 
al'tauarii.ìa  alla libidine ,&  alla  crudeltà  militare .  Fu  celebrato  per  quefie  co  ».  Wonafté- 
fé  per  tutta  la  Chnftianità  confiomma  gloria  il  nome  di  Fois ,  che  con  la  fero-  'lo  luogo*  fu 
eia  ,  &  celerità  fua  haueffe  in  tempo  di  quindici  dì  coftretto  l  efferato  Ecclefia  profa  na  to  : 
fticOi  &  Spagnuolo  a  partir  fi  dalle  mura  di  Bolognarrotto  alla  campagna  Gian  Tedeschi  * 
Vagolo  Baglio?!  e  con  parte  delle  genti  de  emiliani, ricuperata  Brefcia  con  ta  clie  da  g!** 
tafirage  de  fiottati  &  del  popolo  ;  di  maniera ,  che  per  uniuerfale  giudicio  fi  auenire^hc 
confermaua,  non  bau 'ere  zia  parecchi  fecoli  uedui a  Italia  nell'opere  militari  fccond<>  «J 

'       r    r         i  À."'J     i>    ;  j  11  i-    Buonaccor- 

una  ioja  pmtgltante .  Ricuperata  Brejcia,&  l  altre  terre  perente,  aellequali  fi ,  l'Aniei- 
Bergamo  ,  ribellata  fi  per  opera  di  pochi,  haueua  innanzi  che  Fois  entraffe  in  £)''.c  :I  ^ra 
Brefiia  richiamati  popolarmente  i  Francefila  Fois  poi  che  hebbe  dato  forma  prete  Brc  - 
alle  cofcy  &  r  ipofiato ,  &  riordinato  l' e fifer  cito  firacco  per  sì  lunghi,  &  graui  *ch'*  ^  fac" 
franagli,  &  difordraato parte  nel  conftruare,parte  nel  disenfiare  lapredafiat  da'  Francefi 
ta;  deliberò  per lomandamento  riccuuto  dal  Re,  d'andare  contra  l'efiercito  de'>  \]ff^x  Fc"  . 
collegati:  ilqualt partendo fi  dalle  mura  di  Bologna  fi  era  fermato  nel  Bologne  il  gìouedì  * 
fe,ajirig  nendo  il  Re  a  quefiìo  molti  urgenuffimi  accidenti^  iquali  lo  neceffitaua-  n"^caiCat 
no  a  prendere  nuoui  configli  per  lafalute  delle  cofiefiue.Cominciauagiàmanifie 
fiamete  ad  apparire  la  guerra  del  Re  d' Inghilterra -.perche  fc  bene  quel  Re  l  ha 
ueua  prima  lo  aperte  parole  negato,  &  poi  co  dubbie  diJfimulato?  nodimeno  no 
fipoteuano  più  coprire  ifiatti  molto  diuerfi  :  perche  da  Roma  sintendeua  efifier 
finalmente  arriuaìo  l'inftrumento  della  ratificatwnc  alla  Lega  fiati a,  Sapeuafii 
che  in  Inghilterra  fi.  preparauano  geti;et  nauili,  &  inlfpagna  nani  per  pafiàr 
in  Inghiltcrra,et  effere  gli  animi  di  tutti  i  popoli  acce  fi  a  muouer  la  guerra  in 
Fracia  et  opponunamete  erafoprauenuta  la  Galeazza  del  Vapa  carica  di  ui 
ra  Grechi, di  formaggi, et  dlfommatedquali  donati  infiuo  nome  al  Re,et  a  mot 
ti  fignori,etprelati,erano  riceuuti  da  tutti  cofiefia  marauigliofia  :  et  cocorreua 

Vp         tutta 


LIBRO 

tutta  la  plebe,  laquale  ff>effo  non  meno  mttouono  le  cofe  nane,  che  le  gratti  ,  con 
fomma  dilettatane  a  ucderla,gloriandofi  che  mai  più  fi  fuffe  ueduto  in  quella 
Ifola  legno  alcuno  con  le  bandiere  Vonteficali .  Finalmente  battendo  il  Vefco- 
uo  di  Morauia,cbe baueua  tanto  trattato  tra  ìlVontefice,&  il  P^e  di  Francia* 
mojfo  ò  dalla  confeicntia,  ò  dal  defiderio,cbc  baueua  del  Cardinalato,  riferito 
in  nnparlamento  cbnuocato  di  tutta  l'i  fola  molto  fauorcuolmcnte .  &  con  ani 
pia  tcflimonìan%a  della giuflitia  del  Tonte fice  ;  fu  nel  parlamento  deliberato, 
che  fi  mandaffero  iVr elati  in  nome  del  ìiegno  al  Concilio  Laieranefe:  &  il 
He,  facendone infanga  gli  *Amb afeiatori  del  Tapa  ;  comandò  all'Oratore  del 
Re  di  Francia,cbe  fi  parti ffe  :  perche  non  era  conueniente-,  che  appreffo  ad  un 
He,  &  in  un  Reame  diuotiffimo  della  Chiefa ,  fuffe  ueduto  chi  rapprefentaua 
un  Re,  che  tanto  apertamente  la  Sedia  Apoflolica  perfeguitatta  :  &  già  pene 
tratta  il  fegreto  effer  e  occultamente  conuenuto,  che  il  Re  d'Inghilterra  mole- 
flaffe  con  l'armata  maritima  la  cofla  di  Normandia,  &  di  Brettagna,&  che 
mandaffe  in  ifpagna  otto  mila  fanti ,  per  muouere  unitamente  con  l'arme  del 
Re  dì! sAragona  la  guerra  nel  Ducato  di  Ghienna  ;  ìlquale  fofpetto  affliggeua 
marauigliofamente  il  Re  di  Francia  :  perche  effendo  per  la  memoria  delle  antì 
che  guerre  fpauentofo  a*  popoli  fuoi  il  nome  de  gli  ìnglcft  ?  ccnofceua  il  peri- 
colo maggiore,  effendo  congiunte  con  loro  l'arme  Spagnuole,  &  tanto  p\u  ba- 
ttendo da  dugento  lance  in  fuora ,  mandate  tutte  le  genti  d'ai  me  in  Italia  :  le 
quali  richiamando,  ò  tutte,  ò  parte ,  rimaneua  in  fnanifeflo  pencolo  il  Duca- 
to, tanto  amato  da  lui,di  Milano  :  &  fé  bene  per  non  rimanere  tanto  frotte- 
duto  accrefeefie  all'ordinanza  uecebia  ottocento  lance  ;  nondimeno  che  confi- 
denza poteua  battere  in  tanti  pericoli  negli  huomini  ine ff  erti ,  che  di  nuoko 
ueniuano  alla  mìlìtia  $  A'ggiugneuafi  il  foretto,  che  ogni  ai  più  crejceua  della 
alienation  dì  C efare:  perche  era  ritornato  ^Andrea  di  Età gos  flato  fpedito  con 
tanta  emettanone  :  ilquale  con  tutto  che  riferì  ffe  C  efare  efere  difpofto  a  per  fé 
uerare  nella  confederatone  ;  nondimeno  proponeua  molto  dure  ccnditwniy 
mefcolandouiuarie  querele:  perche  dimandaua  d  effer  e  affi  curato, che gli fuffe 
ricuperato  quello ,  che  gli  apparteneuaper  i  capìtoli  di  Cambrai ,  affermando 
non  poter  fi  più  fidare  delle  J 'empiici  preme  fi "e ,  per  batter  &  da  principio ,  & 
poi  fempre  conofeiuto  efiere  mole  fio  al  Re,  che  egli  acquiftafie  Tadoua  &  che 
per  confumarlo ,  &  tenerlo  in  continui  trattagli  baueua  fpefo  volentieri  ogni 
anno  dugento  mila  ducati  3  J apendo  che  a  lui  premetta  più  lo  (penderne  5  o. 
mila  :  hauere  ricufato  l'anno paffato  concedergli  laperfona  del  Trìul^io,  per- 
che era  Capitano,  &peruolontà>  &perfcien^a  militare-)  da  terminare  pre- 
fio  laguerra  :  dimandaua  che  la  figliuola  feconda  del  Re ,  minore  dì  due  an- 
ni, fifyofafie  alnipote,afiegnandogli  in  dote  la  Borgogna ,  &  che  la  figliuola 
gli  fuffe  confegnata  dì  prefente  :  &  che  nella  determinatìone  fua  fi  rimette f- 
fero  le  caufe  di  Ferrar  a>di  Bologna,&  del  Concilio^contradicendo  che  l'cfier- 
cito  Fr  ance  fé  andafie  uerfo  Roma,  et  protefì andò  non  efiere  per  comportar  che 
il  Re  accrefeefie  in  parte  alcuna  in  Italia  lo  flato fuo.  Lequali  conditionhgra- 

uijime, 


DECIMO.  ìo8 

uìffìme ,  &  quafi  intollerabili  per  fé  fleft  e,  faceua  molti  più  ^raui  il 


P 
pofteyfaceua  quafi  ma       io  argimiento  che  già  delibera?         Iwnarfi  dal  Re 

di  Francia,ccrcafie  ùcmfione  di  ....      fo<     ,      o  con  qualche  e  .  '■:- 

imamente  che  non  filo  nelle  parole, ma  etiandio  nell'opere  fi  fccygc:,  ano  molti 
fegni  di  cattino  animo  :  perche  ne  col  Enrgos  erano  uenuti  i  procuratori  tante 
uolte  pronte ffi  per  andare  al  Concilio  Tifano,an^i  la  congregatane  de  Trela 
ti  fatta  in  jCugufla,  haueua  finalmente  riffiofio  con  pub  li  co  decreto,  il  Conci- 
lio Tifano  efiere  feifmatico ,  &  deteflabile,  benché  con  quefta  moderatione , 
efiere  apparecchiati  a  mutare  fententia  fé  in  contrario  fufiero  dimojlratepiu 
efficaci  ragioni  :  &  nondimeno  il  Re,nel  tempo  che  più  gli  farebbe  bifògnato 
unir  le  forte  fue;  era  neceffitato  a  tenere  a  requifìtione  di  Ce  far  e  dugento  lan  e*  pe/kTe- 
te,  &  tre  mila  fanti  in  Verona,  &  mille  alla  cuftodia  di  Lignago .  Tormentaua  cor>  do  ?  po 
oltra  quefìo  molto  i animo  del  Re  il  timore  degli  Sumeri  :  perche  con  tutto  toogò  qiuto 
che  hauefie  ottenuto  di  mandaste  alle  diete  loro  il  Bagli  d'^Amiens^  alquale  ha  ha  iet  to  in 
uem  dato  ampliffim  e  commeffionu  nfohtto  con  prudente  con  figlio  (fé  pruden-  defì  m°o  Tib~ 
tifi  pofiono  chiamare  quelle  deliberationi,che  fi  fanno  pafiata  già  lopportu-  *h*"c  V*' 

a  nità  delgiouare  ) a  diffondere  qualunque  quantità  di  danari  per  ridurgli  alla  Lodouico 
fua  amicitia  ;  nondimeno  preualcndo  l  odio  ardenti  (fimo  della  plebe,  &  le  per  J^nin  per 
fuafionì  efficaci  del  Cardinale  Sedunenfe  alla  autorità  di  quellhche  haueuano  p^zzo  l'a- 
di dieta  in  dieta  impedito  ,  che  non  fi  facefie  deliberatione  contraria  a  lui  ;  fi  g™ Xs*vJ* 
fentiua  erano  inclinati  a  concedere  fei  mila  fanti  a  gli  fiipendij  de*  confedera-  "  >  dlc  poi 
ti,  iquali  gli  dimandauano  per  potergli  opporre  a  gli  [quadroni  ordinati ,  &  ^rbimbT- 
fiabili  de' fiuti  Tcdefchi .  Trouauafi  in  oltre  il  Re  priuato  interamente  delle  le  h3urebbe 
§>eran%e  della  concordia  :  laquale  benché  nel  femore  deli  arme  non  haueuano  n  JSfmo*  èa 
mai  emme  fio  di  trattare  il  Cardinale  di  Isjantes,  &  il  Cardinale  di  Strivonia  P°  >  Pcr  !  ° 
Trelatopotentiffimo  del  Reame  deli  Vngheria,pcr  che  il  Pontefice  haueua  ul-  ment/Tvè 
timat  amente  riff  ofloprocur  afiero,  fé  uole  nano  gli  udifi  e  più  che  prima ,  fufie  rificò  <JueU 
annullato  il  Conciliabulo  Tifano  >et  che  alla  Chic  fa  fufiero  rendine  le  città  fue  è^arTjo! 
Bologna,  &  V  errar  a;  ne  mofìrando  ne  fatti  minore  afpre^t;  haueua  di  nuo-  dPue  ho  an 
uo  priuato  molti  de  Tr ciati  Francefi  inter uenuti  a  quel  Concilio  ;  &  Filippo  ranaotario 
Decio  uno  de' più  eccellenti  lurifconfulti  di  quella  età,  perche  haueua  ferino,  nc* 
&difputato  per  la  giuftitia  di  quella  caufa,  &fcguitauai  Cardinali  per  indi-  b  Quefto 
ridare  le  cofe  che  s  haueuano  a  Jpedire  giuridicamente. ^  haueua  il  Re  nel  °ratore  fu 
le  difficultà,&  pericoli  che  fé  gli  mofirauano  da  tanti  luoghi,  piede  alcuno  guìc  dirdi  - 
fermo ,  ò  certo  in  parte  alcuna  rf  Italia .-  perche  gli  flati  di  Ferrara ,  &  di  Bo-  "i   auttot 
Ugnagli  erano  fiati ,  &  erano  di  molefiia ,  &  di  ffefa  ;  &  da  Fiorentini ,  te^hiSória* 
co' quali  faceuanuoua  inflantia  che  in  compagnia  fua  rompefiero  la  guerra  d'et.adi  **• 
in  Romagna  ;  nonpoteua  trarre  altro  che  rifpofle  generali  :  an^i  haueua  del-  di' "cgg°  "di 
V animo  loro  qualche  foretto  :  perche  in  F ir en^  rifedeua  continuamente  un  chele^'  di 

b  Oratore  del  Viceré  di  l^apoli  >  &  molto  più  per  hauere  mandato  /'  bOratore  °*U  *  **  '* 

Tp     z         alRe 


libro 

al  Re  Catolico,&  perche  non  communicauanopiu  feco  le  co  fé  loro ,  comefolc- 
uano:&  molto  più  perche  hauendogli  ricercatUcheprorogafferó  la  lega  che  fi- 
nititi frapochi  mefufen%a  dimandar  danari  tò  altre  grani  obligationi;andaua- 
no  differendo  per  ejfcre  liberi  apigliare  i  partitiche  a  quel  tépofn (fero giudica 
ti  miglioridaqualedifpofìtione  uolendo  aumentare  il  Vonteficem  dare  caufa 
che  la  troppa  afpreTga  fina  gì  indite  e  fife  a  feguìtare  con  l'arme  la  fortuna  del 
a  u  Moee-  ^ 'di  Francia; concedette  loro  fienza  che  in  nome  publico  ladimandaffero  l  af 
jftigo  pone ,  folutione  dalle  cenfiure  :  &  mandò  nimcio  a  Firenze  con  Immane  coditioni  Gio 
venu/oCFob  mnni  Go^adini  Bologne  fé  uno  de"  Cherici  della  Camera  <Apoflolica,sfòriran 
fui  Bologne  doft  d'alleggerire  il  foretto, che  haueuano  concepito  di  lui.  Vededofi  adunque 
to'  lungi' dai  ^  Re  foto  contra  tantino  dichiarati  nimiciy  o  ch'erario  per  dichiarar  fi ,  ne  cono- 
l'efferato     ficendo  potere  fé  non  molto  difficilmente  refìfterefieinun  tempo  me  de  fimo  con 
&ìiauendo-  COrreffero  tante  molefiie;  comandò  a  Fois  che  con  quantapiu  celerità pot effe  * 
i  Fr5cS(T v°  an^aJTe  contm  l  efferato  de'  nimici  :  de'  quali  per  efere  riputati  meno  poten- 
ti n°oue  i3ni  tl  dell'efferato fuo,  fi prometterla  la  uittoria  :  &  che  uincendo  affdtaffe  fien- 
mici  all'ira  7 a  rifletto  Roma)&  il  Tontefìce  :  ilche  quando  fucc  ed  effetti  pareua  rimane 

promfojgh     ^  j}1    -         ,  .         .     ...      .      .  2    .  r  •»/*-•      •        rr  j> 

Spagnuoi»  re  liberato  da  tanti  pencoli:  &  ebequefia  imprefa tacaoche  fi  ttmmuiffetm* 
auifni  (feU  uìdia,  &  anmentajfmfi  le  giuflifi  cationi  ;fi  faceffe  in  nome  del  Concilio  Vifia- 
che  quaaro  n0  :  *%##fé  deputale  un Legato  che  andaffe  nell'efferato-.  &  riceueffe  in  fuo 
nuiafiacefi  nome  le  terre  che  fi  acqmflaffcro .  Moffofi  adunque  Fois  da  Breftia  uenne  al 

haueuano  .      .  .    /        l     '    J!  .     .        .  J'  J r       .     '  c  '  rr    j  ■ 

panato  il  fai.  Finale;  otte  poi  che  per  alcuni  giorni  fu  foggwrnato  per  far  majja  di  uettoua 
me;  diedero  qlie^lequali  fi  conduceuano  di  Lombardia.  &  per  raccorrò  tutte  le  <?enti,che  il 

loro  addai-   »±     ,       l         . r7   „      ,.  ,,        .  *■      ^    x      .  ^„ 

fb,&  gii  mai  Re  baueua  in  Italia ,  eccetto  quelle)  che  per  neccjjita  rmianeuano  alla  guardia 
S ^uaMàf :  ^C  terre, impedito  ancora  da' tempi  molto  piouofi;  venne  a  a  San  Giorgio  nel  a 
tioncnon  è  Bologne  fe:nelqual  luogo  gli 'fiopr  attennero mandati di  nuouo  di  Francia  tremi 
potla  da  al-  ia  fanti  Gita  fcóni, mille  uenturieri,&  mille  Tìccardhdci  ti  fanti,  &apprcffo 
a  Francefi  di  nome  grande  ;  di  maniera  che  b  in  tutto,  fecondo  il  numero  nero,  b 


tonacele  i  jn  qiiefl0  numero  i  dugento  gentil  huomini.^A  quefto  efiercitofii  doueua  congm 
1800.  huo-  gnere  il  Duca  di  Ferrara  con  cento  huomini  d'armeAugento  cauai  leggieri,<& 
me*1  &'ar*  con  aPParat0  copio  fo  d'ottime  artiglierie  :  perche  Fois  impedito  a  condurre  le 
mila  fanti  '.  fi** 'per terra  dalia  difficultà  delle fìrade  ,lhaueua  lafciate al  Finale.  Veniud 
eod^-7  00  medefimanienie  nelle  fi  enito  il  Cardinale  di  San  Seuerino  deputato  Legato  di 
h  'omini  Bologna  dal  Concilio  :  Cardinale  feroce,  &  più  inclinato  all' arme  iche  a  gli  efi* 
14  rSfa  fan  fen^tlj^  penfiteri  Sacerdotali.Ordinate  in  queflo  modo  lecofe;s'indiri<2gò  con- 
ti: &  che  gii  tra  i  nìmici,ardentedi  defiderio  dì  combatter  e->cofi  per  i  comandaméti  del  Re, 
haueua  no  c^)e  °gn^^orn&P^  loflimolaua,  come  per  la  ferocia  naturale  del  fuofyirito , 
1  s  00.  huo-  &  per  la  cupidità  della  glorìayaccefa  più  per  la  felicità  de'  fucceffi  paffuti,  non 
mi"  &  doS  perciò  traportato  tanta  da  queflo  ardore  ,  che  haueffe  nell'animo  d'ufi  aitargli 
ci  mila  pe-  temerariamente:  ma  appropinquandof  a'  loro  alloggiamenti  tentare  fcfponta 
don  « .  neammte  ueniffero  alla  battaglia  in  luogo >  dotte  la  qualità  delfino  non  facefie 

inferiori 


DECIMO.  i99 

inferiori  le  fne  conditioni,  b  neramente  con  impedire  le  uettouaglìe  ridargli  a 
neceffità  di  combattere .  Ma  molto  differente  era  V intenzione  de  nimici ,  %lcr^Ta 
nell'efferato  de'  quali ,  poi  che  fitto  fcufa  di  certa  quifìione  yfe  ne  era  sortita  rao  il  Gradi 
la  compagnia  del  Duca  d'orbino  ,  effendo  fecondo  fi  diceua  mille  quattrocen-  oTario^cSè 
to  buomini  d'armemille  canai  leggieri ,  &  fette  mila  fanti  Spagnuoli ,  e  tre  che  il  ke  di 
mila  Italiani  faldati  nuouamente ,  &  riputando  fi  che  i  Francefi,oltra  Vecce  -  lluTcs  w.  d* 
dergli  di  numero ,  bauefferopiu  ualorofa  caualleria  ;  nonpareua  loro  ficuro  il  r<>  aHe  tue 
combattere  in  luogo  pari ,  almeno  infino  a  tanto  non  fopraueniffero  fei  mila  S™  comb!* 
Suiigeri  •'  iqualibauendo  dinuouo  confentito  i  Cantoni  di  concedere  fi  trat-  tederò:  air. 
taua  a  Vinetia ,  doue  per  queflo  erano  andati  il  Cardinale  Sedunenfe ,  &  do-  ce  «fn^df 
dici  lAmbafciatori  di  quella  natione  di  foldargli  a  fi)  e  fi  communi  del  Tonte-  q««ito,  e* h* 
afice ,  &  de'  Vinitiani .  a  ^ggiugneuafi  la  uolontà  del  Re  d'Aragona ,  ilquale  ""ite  fui"? 
per  lettere,  &  per  buomini proprij  baueua  comandato ,  che  quanto  fuffe  in  pò  ^e  di  &«* 
teflà  loro  ,  s'afleneffero  dal  combattere  :  perche  fperando  principalmente  in  Cu# 
quello ,  di  che  il  Re  di  Francia  temeua  principalmente ,  cioè ,  che  differendo  fi  b  Fu  h  riti 
infino  a  tanto  che  dal  Re  d  Inghilterra ,  &  da  lui  fi  cominciaffe  la  guerra  in  £",- rd0c n£[~ 
Francia  ;  farebbe  quel  Re  neceffitato  a  richiamare ,  b  tutte  y  b  la  maggior  par-  ctefoftico  e 
te  delle  genti  di  la  da'  monti  :  &  confeguentemente  fi  /lincerebbe  la  guerra  in  \  Pim0U|a  *  4 
Italia  fenTg  fangue ,  &  fin%a  pericolo  :pcr  laqual  ragione  harebbe  infino  28  di  M»r- 
da principio  y  fé  non  Vhaueffero  commoffo  la  infiamma  ,&  le  querele  grani  luonaccòr- 
del  Vontefice  ,prohibito  che  fi  tentaffe  l'efpugnatione  di  Bologna .  Dunque  il  fi  •  Et  è  da 
Vkerè  di  J^apoli  ,  &  gli  altri  Capitani  baueuano  delibera  to  d'alloggiare  fem  cSfa  II  'a  n- 
prepropinqui  all'efferato  trance  fé  :  perche  non  gli  rimane ffero  in  preda  le  cit  ^mi  in  vn* 
td  di  Romagna,  &  aperto  il  camino  d'andare  a  Roma  ;  ma  por  fi  continuamen  fcriu"""* 
te  in  luoghi  sì  forti ,  b  per  ifiti ,  b  per  hauere  qualche  terra  groffa  alle  jpalle ,  ?°IS  v*rtyo 
che  i  Frane e  fi  non  poteffero  affamargli  fetida  grandi/fimo  difauantaggio  :&  véne"  ReV 
perciò  non  tener  cento ,  ne  fare  difficultà  di  ritirarfi  tante  uolte  quanto  fuffe  gi0,  sià  ror~ 
dibifigno,  giudicando  come  buomini  militari  nondouerfi  attendere  alle  dimo  ca  di  Ferra 
fir adoni ,  &  romori  ;  ma  principalmente  ad  ottenere  la  mttoria,  dierto  alla-  ra  ■  fue  ?" 
quale  figuìta  la  riputatìone ,  la  gloria,  ,  &  le  laudi  de  gli  h uomini  iper  la-  a  piaceri,  in 
qual  deliberatone  il  dì  che  l'efferato  Franco  fé  alloggiò  a  Caflcl  Guelfo  ,&  a  dl  dl  t€rra 
k  Medicina)  ejji ,  ch'erano  alloggiati  appreffo  a'  detti- luoghi;  bfi  ritirarono  alle  «nne  a  F£ 
mura  d'Imola  .T  affarono  Udì  feguente  i  Fr  ance  fi  un  miglio ,  &  me^o  ap-  d^VenT8/* 
freffo  a  Imola  fiondo  i  nimici  in  ordinanza  nel  luogo  loro:  ma  non  uolendo  afi  <H  difpéfar© 
faltargli  con  tanto  difauantaggio  ypaffatipiu  innanzi  >•  alloggiò  l'auanguarda  fcti^lVr*1 
a  Bubanoy  Caftello  difìante  da  Imola  quattro  miglia  :  l'altre  parti  deUefferci-  banchetti  ; 
to  a  Mordano,  &  a  Bagnar a>  terre  uicine  l'ima  all'altra  poco  più  d'un  miglioy  ToVttéifdo 
eleggendo  d'alloggiare  fitto  la  firada  maefira,per  la  commodtta  delle  uettoua  ?  m«tere 
glie,  lequalifi  conduceuano  dal  fiume  del  TÒ  ficur amente  ;  perche  Lugo,  Ba-  ogni  "fifte^ 
gnacauallo  -,  &  le  terre  circoflanti  abbandonate  daglispagnuoli ,  come  Fois  za  *°tte  ]* 
entrò  nel  Bolognefe,  erano  ritornate  alla  diuotione  del  Duca  di  Ferrara.  *An-  parertelo  od, 
dorano  l'altro  giorno  gli  Spagnuoli  aCaflel  Bolognefe  lafciato  nella  Rocca  P°rlune- 

Tp     3  d  Imola 


LIBRO 

d'Imolaprefidiofufficìentei&nellaTcrrafeffanta  buomini  d'arme,  fitto  Ciò 
ttanni  Saf Catello, alloggiando  fu  laflrada  macflra,&  diflendendoft  uerfo  il  trio 
.  te>él  dì  mede  fimo  i  Francefi  prefero  perforai  il  Caflel  di  Solarolo:  &  sarren 
mcfi'fciiuo-  acromo  Cotignola*  &  Granatolo  oue  fletterò  il  giorno  feguente  :  &  i  nimici  fi 
no  tutù  gii  fermarono  nel  luogo  detto  il  campo  alle  Mofche:  nellequali piccole  mutationù 
rhiani!  che  &  luoghi  tanto  uicini  procedala  timo  ,  &  l 'altro  efferato  in  ordinanza  con 
fu  fcrwau  ( 'artiglieri 'a  innanzi,  & conia  feccia  uolta  a  nim:cf,comc  feadom  horado- 
«anzi  a!  Pa-  *&!££  corniciare  la  battaglia  ;  £T  nondimeno  pi  ocedenao  amenane  con  gran 
pa  fra  Maiìì  dijjìma  circoffeitìone,&  ordme  ;  l'uno  per  non  fi  lafci  are  firmare  a  fargior- 
v  initiani  :  i  »<*%  fé  non  in  luogo  dotte  il  uantaggio  del  fito  rìcomper.faffe  il  difauantaggio 
quali  mec  n  del  numero*  &  delle  forze  ;  l'altro  per  condurre  in  neceffità  di  combattere  i  ni 

tinetc  paga         .    .  .  17-  T  1  r  rr       1  ,    t 

tono  cinqui  miasma  in  modo  che  in  un  tempo  medcjimo  non  baueflero  la  repugnar^a  det- 
ti mila  da-  £  arme, &  del  fito.Hebbe  Fois  in  quello  allogriarnento  nuoue  commefjìoni  dal 

«.ai:. benché    _»        7  7        n      1  r        1       ■  ^       1     ;  »   /•  • 

iiGndinico  Re,  che  acceleraceli  fare  la  giornata  •aumentando  le  meacjime  cagioni,  che 
dice  quaran  lyj)aueuano  indotto  a  far  e  il  primo  comandamento  :  perche  battendo  i  Finitia- 

ta  mila,  eii       ,    .        1     •    1  1    i-  •         tri  *  n  1  > 

Bembo  5  00.  ni  3  benché  indeboliti  per  lo  cafo  di  Brejcia ,  &  aflr  etti  prima  da  pricgbiry  & 
Inducme^  poi  da  protefti,&  minacele  del  Tontefice,  &  del  Re  d'Aragona  ricufato  per- 
tiche è  con  tinac  emente  la  pace  con  Cefare,  fé  non  fi  confentìuache  ritenefero  Vicenza  ; 
aT«?e  fuoJ  sera  fingente  fatta  triegua  tra  loro  per a  otto  me  fi ,  ìnnan%i  al  Tonte f  ce,  a 
che  ai  Ga«  conpatto  che  ciafeuno  ritenejfe  quello  pò ffe  detta,  &  che  paga  fero  a  Cefare  citi 
di  meo.  quanta  mila  fiorini  di  Reno  ;  onde  non  dubitando  più  il  Re  della  fua  aUenatio- 
b  per  preti  ne;  fu  neltìfleffo  tempo  certificato  dtbauere  a  ricettore  la  guerra  di  là  da  mon- 
dCrlrii? c\Cn  ^ :  Perc^e  Gìeronimo  Cabauiglia ,  Orator  del  Re  dragona  appreffo  a  lui; 
alle  uettoua  fatta  infanti  a  di  parlargli  prefente  il  confìglio;  haueua  fìgnificato  batter  co- 
ghV  Kdelìc  mandamento  dal  fuo  Re  di  partir  fi;  &  confortatolo  in  nome fuorché  defiflefe 'e 

■  Ci  Lia  »  X      il.  s  ti  C  «       »      /*  •  1  i     •       /»       •  •  i  t  F 

uà  csreftìa ,  dal  jaiionre  contra  la  Cbieja  i  Tiranni  di  Bologna,  &  da  turaarepcr  una  cau 

naccorfi"  &  &  S1  ìnS?u$a  um  Pace  $  tanta  importante  tanto  utile  alla  Republica  Cbrir 
Girolamo  fiiana:  offerendo, eh  e  fé  per  la  reftitutione  di  Bologna  temeua  di  rìceuere  qual 
gnefll  ch^ei  eh  e  danno,  d'affi  curarlo  con  tutti  i  modi,  ìquali  elfo  me  de  fimo  defideraffe:  & 
penfaua,  no  in  ultimo  foggiugnendo ,  che  nonpoteua  mancare  ,  cornerà  debito  dìciafeun 
ue^na0^  Principe  Chriftiano ,  alla  difefa  della  Chic  fa .  Ver  ciò  Fois  già  cerio  non  ejfcre 
pò  benfor-  apropofito  Vaccoflarfì  a  nimici  ;  perche  per  la  commodità,  chaueuano  delle 
do-uciTe  CaSr-  terre  di  Romagna  ;  non  fi poteuano  ,fe  non  con  molta  difficultà  interromper  lo 
xenderc  ;o  yo  le  uettouagliej  ne  sforargli  fem^a  difauantaggio  grande  alla  giornata,  ìn- 
irldati  rin°  dotto  anco  perche  né  luoghi  doueraW  efferato  fuo  patina  di  uettouaglie  ;  de- 
frefeamen .  Uberò  con  confìglio  dey  fuoi  Capitani  <£ andare  a  carneo  b  a  Rauenna ,  fperando  y 
!è  peTman-  c^e  l  cìmici,  per  non  diminuir  tanto  di  riputatione-;non  uoleffero  lafciar  perde 
cargH  occa-  refH  gU  occhi  loro  ima  tal  città  ;  &  cofi  hauere  occafione  di  combattere  in  luo 
caHa  gior-  g°  eguale  :  &per  impedire  che  V efferato  nimico pr e f emendo  quefto,non  sac- 
Lep  coflaffe  a  Rauenna  ;  fipofe  tra  Cotignuola,  &  Granar olo, lontano  fette  miglia 
ddrÀn  da  loro  :  do  ite  flette  fermo  quattro  giorni,  affettando  da  Ferrara  dodici  canno- 
fciaù.         nìt  @»  dodici  peTgi  minori  d'artiglieria  :  la  deliberatione  del  quale  congettu  - 

randa 


rata 
ancho 

ter  a 


DECIMO.  Soo 

rando  i  nimici,  mandarono  a  Rauenna  Marcantonio  Colonna:  ìtytìale  fnnkn 
%i  confentiffe  d'nndarni  ;  bifognò  che  l  Legato al  Ficerè,Fabritìo,  "Pietro  J^a 
narra,  e  tutti  gli  a!  tri  Capitanigli  ubligaffero  ciafeuno  la  fede  fua  d'andare  „ 

con  tutto  l  efferato  >  fé  i  Frane  e  fi  ui  $  accampanano  ,  a  [occorrerlo  ;  e*r  con 

a  Marc  ^Antonio  andarono  *fejfanta  buomini  et  arme  della  fua  comfagnia,Tie-  a  cinou.itt 
tro  da  Caftro  con  cento  cauai  leggieri,  &  Salla%art,&  Tarades,  confeicento  &***  *•'*! 
fanti  Spagnuoli,  il  refio  dell'efferato  fi  fermò  alle  mura  di  Faenza ,  dalla  porta     e      ,8, 
per  laquale  fi  uà  a Rauenna  :  oue  mentre  fiauano  fecero  co  nimici  una  graffa 
fcaramuccia.  Et  in  quefeo  tempo  Foìs  majidò  cento  larice, &  mille  cinquecento 
fanti  a  pigliare  il  caflello  di  Rifjì \ guardato  jolamentc  da  gli  buomini  proprii  : 
■  iquali  benché  daprìncipio,  fecondo  l'ufo  della  moltitudine ^dimofr  afero  'andò. 
cia,nondimeno  fuccedendo  quafi  fulnto  in  luogo  di  quella  il  timore  comirxia- 
Yono  il  dì  mede  fimo  a  trattar  d  arrender f:  per  iquali  ragionamenti  l 'Frante fi9 
nedendo  allentata  la  diligentia  del  guardare,  entratila  impetuofamcnt e ,rnef- 
fono  la  terra  a  facco.nellaquale  ammalarono  più  di  dugentò  buomini, gì;  al- 
tri fecero  prigioni .  Da  Rufjì  s'accofiò  Pois  a  Rauenna  :  il  dìfeguente  alloggiò 
apprejfo  alle  mura  tra  i  due  fiumi  ,in  me7yo  de  quali  e  fituat  a  quella  città. 
Ì<lafcono  ne*  monti  <Apennini,  oue  partono  la  Romagna  dalla  Toj caria  il  fiume 

b  del b  Ronco,  detto  dagli  antichi  Vitis ,  ci  fiume  del  Montone ,  celebrato  per-  b  il  firtwe 
e  he?  eccettuato  il  vò,  è  il  primo  de'  fiumi,  che  nafeono  dalla  cofìa  finiflradel-  r^nldmi^ 
l\Apcnnino>ch' entri  in  mare  per  proprio  cerfo;  quefli  mettendo  in  mcrzola  eh  ch'è  chia  -' 
tà  di  Forlì  ;  d  Montone  dalla  manfiniflra  quafi  congiunto  alle  mura  ,  il  Ronco  fb,&°AMuà 
dalla  deflra  >  ma  diflante  da  due  miglia  ;fi  ri f  fingono  in  sì  breue  fpatioprefifo  doccio,&  <to 
a  Rauenna,cbe  l'uno  dall'una  par  te  J  altro  dall' altra.paffano  congiunti  allefue  ™  p'e^ae- 
mure ,  fiotto  lequali  me  folate  infìeme  l'acque,  entrano  nel  mare  lontane  bora  .der  c,,.« fi* 
tre  miglia  :  ma  che  già,  coni 'è  fama,  bagnaua  le  mura ,  Occupaua  lojpatio  tra  !ne .-  mamòi 
l'uno,  &  l'altro  di  quefli  due  fiumi  Ve  fere  ito  diFois>  bauendo  la  fonte  del  ca  xi.*lQ*  >  ch« 
pò  a  porta  ^Adriana,  quafi  contigua  al' a  ripa  del  Montone .  piantarono  la  net 
te  prof  [ima  l'artiglierie ,  parte  contra  la  Torre ,  detta  Ronconà  ,fituata  tra  la  c  q  «eRo 
porta  Adriana^ 7  Ronco  ;  parte  di  là  dal  Montone,  douepcr  un  ponte  gittato  giorno,  che 
fui  fiume,  erapaffata  unaparte  dell  efferato  accelerando  quantopoteano  di  banana'*! 
batter, per preuenir  a  dar  la  battaglia  innanzi  che  i  nimici ,  iquali  fapciuno  ,e  mura  di 
già  effer  moffi>  saccoflaffero  ,nè  meno  perche  erano  ridotti  in  grandi  ([ima  diffi-  £a,7ccon  j0 
cultà  di  uettouaglie  :  attefo  che  le  genti  Vinitianc ,  che  s  erano  fermate  a  Fi-  il  Buon?  •- 
theruolo  con  legni  armati,  impediuano  quelle,  che  fi  conàuceuano  di  l.ombar-  xSrftew  il! 
dia,  &  bauendo  affondate  certe  barche  alla  bocca  del  C anale j eh* entra  in  Vò,  v A  nft  mi 
dodici  miglia  apprejfo  a  Raucnna,  &  fi  conduce  a  due  miglia  preffo  a  Rauen-  Trofei  di! 
na  ;  impediuano  l'entrami  quelle, che  ueniuano  da  Ferrara  fu  i  le?ni  Ferra-  àeto  bC:  tre 
refhlequali  condurre  per  terra  fu  le  carra  era  difficile ,  &  pericolo  fo .  Fra  ol-  Raue^na:  u 
•traqueflo  molto  incommodo,&  conpericolo  l'andare  a  face  ornano  :per  the  era-  <3ual  *"  rcra 
no  neceff itati  difeoflarfi  fette  >  &  otto  miglia  dal  campo  :  dalle  quali  cagioni  fotofàméic* 

e  aflretti ,  Fois  deliberò  dare  il  e  giorno  mede  fimo  la  battaglia ,  ancor  che  cono-  dal  CoIóniu 

Tp     4        fceffe, 


L    I    B    R    O 

fceffeycV  era  molto  difficile  l'entrami  :  perche  del  muro  battuto  non  era  roui- 
nata  più  che  la  lunghetta  di  trenta  braccia  ;  ne  per  quello  ftpoteua  entrare , 
a  DJceiiRof  fi  non  con  ^  fia^e  •"  conciofìa  che  fuffe  rimafa  l'altera  da  terra  poco  meno  di 
fi,che  la  gio  tre  braccia  :  lequali  difficultàper  fuperare  con  la  uirtu ,  &  con  lordine ,  & 
Senna,  tedu  Per  accendergli  coni 'emulatione  tra  loro  me  de  fimi;  partì  intra  [quadroni  di- 
to venire  i  ftinti  Imo  dall'altro  i  fanti  Tedefchi,  Italiani ,  &  Francefì ,  &  eletti  di  eia- 

mmiciadar    r  •     ?•  i*  i       •   i  >     •         i       r     •         ,    i  i 

raflàhoido  Jcma compagr, ita  di  gente  d  arme dieci  de  piuualoroji;  impo\e  loro, che  coper 
r  *dò<?1  <r  °  tl  ^a^e  m*defime  armi ,  con  lequali  combattono  a  cauallo  ;  andaffero  a  piede 
U  prima  a  innanzi  a fanti  :  tquali  accoftatifi  almuro ,  dettomi *  affali  o  molto  terribile  y 
difenda  la  difendendofi  egregiamente*  quei  didentro  ;  con  laude  grande  di  Marc \Anto-  4 
dare  1  nimi  mo  Colonna  :  ilquale  non  perdonando  né  a  fatica ,  né  a  pericolo  ;  foccorreua 
ci.iiche  le  fu  hor  quày  hor  là3  fecondo  che  più  era  dibifogno .  Finalmente  i  Francefì ,  perdu- 
te r'aflàTto  ta>  lajperan^a  di  (puntare  i  nimici,& percoffi  con  grane  danno  da  una.  Colu- 
*Uto  preflo  brina  piantata  [opra  un  bafiione,  hauendo  combattuto  per  ifpatio  di  tre  bore; 


bella  hifto-  fa  y  Capitano  dell'artiglierie yiquali percoffi  dall'artiglierie  di  dentro; pochi 
ito  *\  à\?'  Zmm  dipoi  morirono.  Fu  ancora  b ferito  Federigo  da  Botolo, ma  leggìermen  b 
fo  &  degan  te .  Conuertironfi  dipoi  il  giorno  feguente  i  pen fieri  dal  combattere  le  mura  , 
■»cnib°8ICO  a^  combattere  co'  nimici  :  iquali  alla  moffa  dell' e fftr  cito  Francefe,  uokndo  of- 

feruar  la  fede  data  a  Marc' ^Antonio  y  entrati  a  Furi)  tra  i  fiumi  mede  fimi  >  & 
b  eguali  fof  d0p0  alquante  miglia paffato  il  fiume  del  Ronco  ;  ueniuano  uerfo  Rauenna  • 
&  moni  de»  l^elqual  tempo  i  cittadini  della  Terra  impauriti  per  la  battaglia  data  ilgior- 
difenfori  fi  no  precedente  ;  mandarono  fcn%a  faputa  di,  Marc'  ^Antonio  un  di  loro  a  e  trat  e 
ftoria  del  '  tare  d'arrender  fi  :  ilquale  mentre  uà  innanzi,  &  indietro  con  le  rijpoftey  ecco 
Roffi,  &  nel  fioprirfi  l' efferato  nimico ,  che  caminaua  lungo  il  fi  urne, alla  uifla  delquale  fi 

leuò  fubito  con  grandi (fimo  rumore  in  arme  l'efferato  Francefe  ,  armati  tutti 
e  Non  per  entrarono me'  loro  fquadroni  ,  Leuaronfi  tumultuofamentc  dalle  murai' arti* 
xamente1,  co  glorie,  &  leuatc  fi  uoltarono  uerfo  i  nimici ,  confultando  tra  tanto  Fois  con 
me  dice  gì  gli  altri  Capitani , fé  fuffe  da  p  affare  ali  bora  medefima  il  fitmie  per  opporfi 
fi  ;  ma  per  che  non  enti 'afferò  in  Rauenna  :  ilche  ò  non  harebbono  deliberato  di  fare,  ò  aL- 
uattenere.  j  meno  era  impoffibile  con  bordine  commùente,  &  con  laprefìex^a  neceffaria: 
arte  fin  che  doue  a  loro  fu  facile  l'entrare  quel  dì  in  Rauenna  per  lo  bofeo  della  Vmeta , 
d'u^L t0  c^  *  tYct>  lmare>  &  ^a  Cltt* :  laqual  co  fa  cofìrignena  i  Francefì  a  partir  fi  per  la 
fi  forte  auui  penuria  delle  uettouaglie  dishonorat amente  della  Romagna .  Ma  e  (fi,  b  non  co 
cmato:e  in.  nojcenci0  l'occafione,  e  temendo  di  non  e  fiere  sfondati  mentre  caminauano ,  a 
vna  oratio-  combattere  in  campagna  apertay  ò  giudicando  per  l' approffimarfi  loro  effere  a 
cardinal!?-  baftanig  foccorfo  Rauenna,perche  Fois  non  ardirebbe  di  dami  la  battaglia;fi 
feuerino  da  fermarono  contra  l' emettanone  dì  tutti  appreffo  a  tre  miglia  a  Rauenna,  dout 
An?bafc?au>  fi  ^ice  ^  Mulinacelo  :  &  formiti  attefero  tutto' l  reflo  di  quel  dì ,  &  lanotte 
ri  Rauigna-  feguente  a  far  lauorare  unfoffo  tanto  largo  ,  e  tanto  profondo ,  quanto  patì 

la  br suiti  del  tempo  innan^  alla  fronte  del  loro  alloggiameuto.  ^Iqual  tem 

pò 


m. 


V>    E    C    I    M    Ó.  501 

pò  fi  configliaua  non  fenica  diuerfità  di  pareri  tra  i  Capitani  trance  fi  .-per- 
ete dare  di  nuouo  ly affatto  alla  Città  >  era  giudicato  di  molto  pericolo  batten- 
do innanzi  a  fé  poca  apertura  del  muro  ,  e  alle  (palle  i  nimici ,  inutile  ilfopra-  . 
federe  fen%a  fteran%a  di  far  più  aleuti  effetto  :  an^i  impoffibile  per  lacare- 
flia  delle  uettonaglie,  e'I  ritirar  fi  rendere  agli  Spagnuoli  maggior  rìputatione  *  .Dif e  ì\\tì 
di  quel  ch'effi  col  far  fi  innanzi  haueuano  i  giorniprecedenti  guadagnata  :  pe-  rabricio  co 
ricolofiffimo  ,  &  contra  le  deliberationi  fempre  fatte  y  l'affettargli  nel  loro  ioni]a  !*j** 
alloggiamento ,  il  fiale  fi penfaua  baueffero  fortificato ,  e  ira  tutti  i  pericoli  cefi  p  affati  i 
douerfipiu  fuggire  quello ,  dal  quale  ne  poteuano  fuccedere  maggiori  mali ,  no  *!•  f\"m<rÌ 
né  potei- fi  difordine ,  ornale  alcuno  pareggiare  all'effer  rotti .  J^eHequali  diffi  cafona , 
tutta  fu  alla  fine  deliberato,  confortando  mafjìmamente  Fois  quefla  delibera-  ch£gli  afFaI 
tione ,  come  coja  pingloriofa ,  ZT  più  Jicura,  andare  come  prima  appanffs  il  la  metà  d'ef 
dì  ad  affettare  i  nimici  :  fecondo  laqual  deliberatone  gittato  la  notte  il  ponte  f  "^chè 
fui  Ronco ,  &  pianati  per  facilitare  il  p  affare  gli  argini  delle  ripe  da  ogni  «gii  «irgoie 
parte  ;  la  mattina  alt  aurora ,  ebe  fu  l'undecimo  giorno  d^Aprile  ,  di  folen-  mefo"  f". 
a  nifjimoper  la  memoria  della  Santiffima  Refurrettione , a  paffaronoper  lopon  Telargli  paf. 
tei  fantiTedefcbi,  ma  quafi tutti quei  delì  auanguarda ,  &  della  battaglia  ,  ^'^iw: 
paffarono  agnaT^o  il  fiume  :  il  retroguardo  guidato  da  luo  d'allegri,  nel-  di  che  véne 
quale  erano  quattrocento  lance ,  rimafe  fu  la  riua  del  fiume  uerfo  Raucnna  :  p^o?  éiì 
perche  fecondo  il  bifogno potè 'ffe  foccorrere  l'efferato ,  &  opporfi  >  fé  i  foldor  coiónadif- 
ti ,  ò  il  popolo  ufciffero  di  Ravenna  :  &  alla  guardia  del  ponte  gittato  prima  ^ì 1%  °pft 
fui  Montone  ,fu  taf  ciato  Taris  Scoto  con  mille  fanti .  Trepararonfi  con  que- 
fi ordine  i  Fr  ance  fi  alla  battaglia .  L 'auanguarda  con  l'artiglierie  innanzi  gui 
data  dal  Duca  di  Ferrara,  con  fettecento  lance ,  &  confanti  Tedefcbi  fu  col-  tuto. 
locata  fu  la  riua  del  fiume ,  ch'era  loro  a  man  deflra ,  fiondo  i  fanti  alla  fini  !eSigrim?d  ! 
flra  della  caualleria:  alato  all' antiguarda  pur  per  fianco  furono  pofli  i  fanti  c  i{  vic"è 
della  battaglia  ottomila , parte  Guafconi 3  parte  Riccardi ;&  dipoi  aliar-  hot"  fiifu 
gandofì  pur  fempre  tanto  più  dalla  riuadel  fiume  ;fupofto  ^ultimo  fquadro-  méte  8li?° 
ne  de  fanti  Italiani,  guidati  da  Federigo  da  B0730I0  ,nelquale  non  erano  «wT&^i 
più  che  cinque  mila  fanti  :  perche  con  tutto  che  Fois ,  paffando  innanzi  a  Bo-  a*jtó% 
logna  haueffe  raccolti  quelli,  che  ù erano  a  guardia  ;  molti  $  erano  fuggiti  per  bò  '  molto1 
lafirettezza  de' pagamenti  ;  &  a  lato  a  queflo  Squadrone  tutti  gli  arcieri ,  JJ^Jj  % 
ei  cauai  leggieri,  ebepaffauanoper  il  numero  di  tre  mila .  Dietro  a  tutti  que  fendo  uco 
fii  fquadroni,  iquak  non  diftendendoft  per  linea  retta ,  ma  piegando  fi  faceua-  Jij"^»  aut 
no  quafi  forma  di  me^a  luna  ,fu  la  riua  del  fiume  erano  collocate  le  feicento  tòma:  iichc 
lance  della  battaglia  guidate  dalla  Taliffa ,  &  infume  del  Cardinal  di  S.  Se-  filoni  a 
uerino  Legato  del  Concilio:  ilquale  grandi  [fimo  di  corpo,&  di  baffo  animo,  co  car.jox.  fac. 
peno  dal  capo  infima' piedi  d'arme  lucentiffime  ;  faceua  molto  più  l'ufficio  di  l' 
h  Capitano,che  di  Cardinalefodi  Legato . b  ISlonfi  riferuò  Fois  luogo*  cura  al-  b  Ccd  dico 
cunaparticolare:maelettidituttoref}èrcitotrentaualorofifiimigentil'buo-  n.°  il  Gio" 
mmi,uolìe  effere  libero  a  prouedère,  &  foccorrere  per  tutto,  facendolo  mani  fé  mecòriì™  i 
flamente  riconofiere  dagli  altri  lojpkndore3  &la  belleiga  dell'arme,  &  la  KoflL 

fopra- 


co  figlio  del 
Nauaria  ha 
ueuano  po- 
co vart 


LIBRO 

fuprauefta  ;  &  allegri  fjìmo  nel  mito  con  gli  occhi  fieni  di  uigore,  &  quafiper 
la  letitia  sfauillanti.  Come  l'efferato  fu  ordinato  [alito  fu  l  argine  del  fumé 
tonfacundii  (  cofi  diuulgò  la  fama)  più  che  militare  parlò  accendendo  gli  ani 
mi  dell'efferato  »  in  quefto  modo  . 
i  v  a  n  felini  a  'Quello  che,  faldati  miei,  noi  habbiamo  tanto  defiderato  dì  potere  nel  cam~  * 
i n  nodi  ce  p0  aperto  combattere  co  nimici  ,  ecco  che  quefto  giorno  la  Fortuna  fiataci  in 
o?a!iorj!(  fat  tante  uittorie  benigna  maire*  ci  ha  largamente  conceduto ,  dandoci  l'occafio- 
ic ,  vaa  i-n-  nc  tacqui  (lare  con  infinita  gloria  la  più  magnifica  uittorìa-  che  mai  alla  memo 
dóna,8c  Val  ria  degli  huomini  acquiflaffe  efferato  alcuno  ;  perche  ncn  folo  Rauenna,  non 
tu  poi  dai  rcj0  tutte  ie  ferre di  Romagna  refteranno  efbofìe  alla nofira  diferetione^ma  fa 
éfiexcito  ,  ri~r.no  parte  minima  de*  premi)  del  uoftro  ualore  ;  concio  fa  che  non  rimanendo 
più  in  Italia  chipoffa  opporfi  aitarmi  uofir  e^corr  eremo  fen^a  refìftcnya  alcu-, 
na  i.fiv'a  Roma  :  oue  le  ricchezze  fmì furate  di  quella  federata  Corte*  eftr  at- 
te per  tanti  fecoli  dalle  ui  fiere  de  Chrifiani;  far  anno  J archeggiate  dauoi% 
tanti  ornamenti  fuperbiffimi,  tanto  argento,  tanto  oro ,  tante  gioie  ,  tanti  ric- 
chiffnni prigioni^  che  tutto 7  Mondo  hara  inuidia  alla  forte  uoflra  :  da  Roma 
con  la  mede  firma  facilità  correremo  in  fin  a  l^apoli  uendicandoci  di  tante  in* 
giurie  ritenute  :  laqual  felicità  io  non  so  imaginarmi  co  fa  alcuna ,  che  fa  per 
impedircela,  quando  io  con  fu  ero  la  uoflra  untù,  la  uoflra  fortuna,  l'honorate 
umor  le  7  chauete  hauute  in  pochi  giorni ,  quando  io  riguardo  i  uolti  uoflri  , 
quando  io  mi  ricordo  che  pochi/fimi  fono  di  uoi,  che  innanzi  a  gli  occhi  miei  rio 
habbino  con  qualche  egregio  fatto,  data  teftimonian%a  delfuo  ualore .  Sono  i 
nimici  mftri  quei  mede  fimi  Spagnuoli,  che  per  la  giunta  nofira  fi  fuggirono  iti 
tupero'ìumenie  dinotte  da  Bologna:  fono  quei  mede fimijhe  pochi  giorni  fono, 
non  al  rimer.  t  hs  (rifuggir fi  alle  mura  d'Imola,  &  di  Faenza,  ò  ne3  luoghi 
montucfi  &  difficili  fi  j alitarono  da  noi .  T^pn  combattè  mai  quefia  natione  ■ 
nel  Regno  di  1<[apoli  con  gli  efferati  nofìri  in  luogo  aperto,  &  uguale,ma  con 
vantaggio  fempre  ò  di  ripari ,  ò  di  fiumi,  ò  difofjì  :  non  confi datifi  mai  nella 
uirtii,  ma  nella  filande, &  neU'infidie  ;  benché  quefli  non  fono  quelli  Spagnuo 
li  inueterati  nelle  guerre  rtJapolitane,  ma  gente  nucua ,  &  inesperta ,  &  che 
non  combattè  mai  centra  altre  arme,  che  contra  gli  archi,  &  lefreccie ,  &  le 
lande  (puntate  de'  Mori;  &  nondimeno  rotti  con  tanta  infamia  da  quella  gen 
te  debole  di  corpo,  timida  d'animo ,  difarmata ,  &  ignara  di  tutte  l'arti  della 
guerra,  l  anno  paffato  all'i fola  delle  Gerle,  dotte  fuggendo  quefìo  mede  fimo 
Tietro  lS[auarra  Capitano  appreffo  a  loro  di  tanta  fama  ;fu  effempio  memo- 
rabile a  tutto 7  Mondo,  checiiffcr£n%a  fìa  a  far  battere  lemma  con  l'impeto 
della  poluere,  &  con  le  cane  fatte  nafeof  amente  fotio  terra,  a  combattere  con 
la  nera  animofità  &  fortezza  :  fanno  hora  rinchiufi  dietro  ad  un  foffo  fatto 
con  grandiffvma  paura  quefia  notte,  coperti  i  fanti  dall'argine  &  confidati  fi 
nelle  carrette  armate;  come  fé  la  battaglia  s'haueffeafare  con  queflt  inftru- 
menti puerili  ;  &  non  con  la  uirtu  dell'animo ,  &  con  lafor%a  de' petti ,  & 
delle  braccia  :  cauerannogli ,  predatemi  fede ,  di  quefte  loro  caucrne ,  le  nofire 

arti- 


t>    E    C    I    M    O.  30* 

artiglierie,  condurr  annogli  alla  campagna  [coperta ,  &  piana  :  doue  appari- 
rà quello,  che  l'impeto  Francefe,  la  ferocia  Tedefca,  &  lagenerofitàdegl'lta 
Uaniuaglia  pitiche  l*aftntia,& gì 'inganni Spagnuoli . l^onpuò cofa  alcuna 
4  diminuire  la  gloria  nofira ,  fé  non  feffere  noi  tanto  *  fuperion  dì  numero  &  *  L'Anfci  mi 
•  quafi  il  doppiò  di  loro  :  &  nondimeno  l'ufar  quefio  uantaggio ,  poi  che  ce  l'ha  j°  J^1  *j#j 
dato  h  Fortuna,  non  farà  attribuito  a  uiltà  nofira,ma  a  imprudentia  ,  e  teme  d  >rc?h*  ^t 
ri  fi  uro  >  laftì/*  wo»  conétteea  combattere  il  cuore ,  0  w  #/rf«  ;  ww  l  amor  un  irn>c  d,  g^ 
a/  Faonti 


in  parole  t  perche  con  fpfeifui  conforti appref/b  a  faldati  di  tanta  uirtì:  dijfe-  «  <*J  &«*«*« 
ri  ito  io  tanto  la  aittcria,  quanto  di  tempo  fi  con  fuma  a  parlar  con  noi  t  Fitte  - 
uìmnnn'xiualorofamenie  fecondo  f  ordine  dato,  certi  che  quefio  giorno  darà 
al  mìo  Re  la  Signoria, a  uoi  le  ricchezze  di  tutta  Italia  ;  io  uoflro  Capitalo  fk 
rò  ferapre  in  ogni  luogo  con  noi,  &  e/porrò  come  fon  folito,la  ulta  min  ad  ogni 
pericolo  ,felu;iffirtiopÌH  che  mai  fuffe  alcun  Capitano  ,  poiché  ho  a  far  e  con  U 
uhi  orla  di  quefio  dì  pili  glorio  fi,  &piu  ricchi  i  miei  foldathche  mai  da  treccn 
to  anni  in  qua  fu  ffer  0  foUati  >ò  effer cito  alcuno . 

La  qnefte  parole  rifonando  l'aria  di  fuoni  di  trombe ,  &  di  tamburi ,  &  dì 
aUegì'ìjJìmigi-idi  di  tu  no  l' efferato  ;  cominciarono  a  muouerfi  uerfo  l'alloggia- 
mento de  nimici  diftante  dal  luogo,doue  haueuanop affato  il  fiume  ,  meno  di 
due  miglia  :  lattali  alloggiati  diftefì  fu  la  ritta  del  fumé ,  ch'era  loro  da  man 
ftmflra  ;  &  fatto  innanzi  a  fé  un  foffo  tanto  profondo  ,  quanto  la  brenna  del 
tempo  haueuapermeffo 3  che  girando  da  man  deflra  cigneua  tutto  l'alloggia- 
mento ,  lafciato  aperto  per  poter  ufeire  co  caualli  afearamucciare  fu  la  fronte 
del  foffo  uno  Jpatio  di  uenti  braccia  ;  dentro  alquale  alloggiamento,  comefen- 
t  irono  i  Fr  ance  fi  cominciar a  p  affare  il  fiume ,  s'erano  meffiin  battaglia  con 
quefl'ordine;  l'auanguar da  di  ottocento  huomini  d  arme  guidata  daFabritio 
Colonna  ,fu  collocata  lungo  la  riua  del  fiume  >  &  congiunto  a  quella  a  man 
deftra  uno  fquadrone  di  fei  mila  fanti  ;  dietro  ali  auanguarda.pur  lungo  il  fin 
me,  era  la  battaglia  difeteento  lance,  &  a  tato  uno  fquadrone  di  quattro  mu 
la  fanti  condotta  dal  Vicert,&  con  lui  il  Mar  che  fé  della  Talude  ;  &  in  que- 
flauenìuail  Cardinal  de'  Medici  priuo  per  natura  in  gran  parte  del  lume  de 
gli  occhi y  manfueto  di  coflumi,  &  in  habito  di  pace,  &  nelle  dimoftrationi,& 
negli  effetti  molto  diffxmile  al  Cardinal  di  San  Seuerino  :feguitaua  dietro  al- 
la  battaglia  pur  fu  la  riua  del  fiume  il  retroguardo  di  quattrocento  huomini 
d* arme  condotto  da  Caruagial  Capitano  Spagnuolo  con  lo  fquadrone  a  lato  di 
quattro  mila  fanti  :  e  i  cauai  leggieri  de*  quali  era  Capitan  Generale  Ferran- 
do Danaio,  Mar  che  fé  di  Tefcara ,  ancor  giouanetto ,  ma  di  rariffima  efpetta- 
tione  ;  erano  pofii  a  man  deftra  alle  jpalle  de'  fanti  per  foccorrer  quella  par- 
te, che  inchinale  :  l'artiglierie  erano  pofte  alla  tefta  delle  genti  d'arme  :  & 

Tietro 


LIBRO 

Tìetrol^auarya ,  che  tòn  cinquecento  fanti  eletti  non  s'era  ubligato  a  luògo 
alcuno,  baueua  fui  foffo  alla  fronte  della  fanteria  collocate  trenta a  carrete ,  a 
a  Qjtefte  e  bancario  fimilitudine  di  carri  falcati  degli  antichi ,  cariche  d'artiglierie  mi- 
carrcne,  di-  nutc<>  con  un  {piede  lunghi ffimo  [opra  effe  per  foftener  più  facilmente  l' affollo 
mi,c'baue-  de' Francefi  :  colquale  ordine  ftauano  fermi  dentro  alla  fortezza  delfoffoy 
nano  nella  gettando  che  r efferato  nimico  ueniffe  ad  affamargli  :  laqual  deliberatone , 
ipiedi,iughi  come  non  riuficì  utile  nella  fine,  apparì  fimilmentc  molto  nociua  nelprincipio, 
come  vna  perche  era  flato  configlio  di b  Fabritio  Colonna,che  fi  percotefie  ne'  rumici  qua  b 
tiflìmi ,  con  do  cominciarono  apaffareil  fiume  giudicando  maggior  Montaggio  il  combat- 
al.cu"!  sj"hJ  ter  e  con  una  porte  fola,  che  quello ,  che  daua  loro  l'bauer  fatto  innanzi  a  fé 
!ugi,inchio  un  piccolo  foffo  :  ma  contradicendo  Vietro  J^auarra,  i  cui  configli  erano  oc- 
dati  iopra  ^  ùttati  quofi  come  oracoli  dal  Viceré  ì  fu  deliberato  poco  prudentemente  la- 

iareollaco-  1     J  ^  .     .  //  r  >x    r   .    . 

lo  agii  huo  f  elargii  pafjare.Tero  f  atti  fi  innanzi  Francefi ,  &  già  mani  circa  dugento 

in,m  tmlw  braccia  al  foffo  ;  come  uiddono flore  fermi  inimicune  uolere  ufeire  dell' allog- 

A'  dtri  fai-  gìamcnto  ;  fi  fermarono  per  non  dare  quel  uantaggio ,  ch'ejjì  cercauano  d'ha- 

c.3  "j^'  uere  ;  cofi  flette  immobile  l'uno  efferato  &  l'altroper  ((patio  di  più  di  due  ho 

a  ì  efi'andr  o  re  ;  tirando  in  queflo  tempo  da  ogni  parte  infiniti  colpi  d'artiglierie, dalle  qua 

?lr.gdeferit-  li  patinano  non  poco  i  fanti  de'  Francefi  per  hauere  il  %ouorra  piantata  l'ar- 

ti  da  curtio  tiglieria  in  luogo,  che  molto  gli  offendeua  :  ma  il  Duca  di  Ferrara,  tirata  die- 

c*{  uio  «e  tro  all'efferato  una  parte  dell  artiglierie  ;  le  conduffe  con  celerità  grande  olla 

paria ,  &\  punta  de'  Francefi  nel  luogo  proprio  don  erano  collocatigli  arcieri:  laqual  putì 

luccrmame  ^  ^  hauere  l'efferato  forma  curua,  era  quofi  alle  frolle  de  nimìci  :  donde  co 
mincio  a  battergli  per  fianco  ferocemence  >  &  con  grandiffimo  danno  maffi- 

b  ^WTo-  Mamente  della  caualleria:  perche  i  fanti  Spaglinoli  ritirati  dal  Tuonano  in 

tato  di  fopra  luogo  baffo  a  canto  alt  argine  del  fiume,  &  gìttatifi  perfino  comandamento  dir 

Yar;  3f-rit-  flefi  m  tm&>  nonpoteuano  efiere percoffi .  Cridaua  con  alta  noce  Fabritio,et 


to 
A 

vna 


tera  :  douc  'Nauarra,  c  moffo  da  peruerfa  ambinone,  perche  prefupponendofidouereper  e 

Slitì  wtt°o  la  uirtu  de  fanti  Spagnuoli  rimanere  uitt  or  io  fio, quando  bene  fu  fiero  periti  tut 

ai  vìcerè,&  ti  gli  altri,  riputano  tanto  aumentai  fi  la  gloria  fuo,  quanto  più  crefceua  il  da- 

"a°rnra!ldfcui  no  dell' efienito .  Magia  tale  rouina  bautta  fatta  nella  gente  d'orme ,  &  ne 

i  n  quefto  ca  cami  leggiCri  l'artiglieria,  che  più  non  fipotcHafoflenere,&  fi  uedeuano  con 

ttne  U  me  mifer abile  frettacelo  mefcolato  con  gridi  bombili  bora  cadere  per  terra  mor- 
ti i  foldati,  e  i  caualli ,  bora  bollar  per  aria  le  tefle  &  le  braccia  ficcate  dal 

mederò  °  refl°  del  corpo  .  TeraFabritio  e f damando, h abbiamo  noi  tutti  uituperofamen 

conientono  te  a  morire  per  l'oftinationey  &  per  la  malignità  d'un  Marrano  i  ha  ad  e  fiera 

Ì!en!brJo°2.  diflrutto  tutto  queflo  esercito,  fenica  che  facciamo  morire  un  folo  de  ninnici  * 

delia  vita  di  doue  fono  lenoftre  tante uittorie  contro i Francefi  i  ha Ihonore  di Spagna,& 

idamo  Rof  d'italiaa  perdei fi per  un  l^auarro  i  frinfe  finora  del  foffo  la  fina  gente  d'arme 

fi  nel  libro 

ottano  delle  Tue  hiftoxie  diJRauenna,ck  l'Anfeljm  nella  Tua  lettela, dannando  I'oftina:ione,&  l'an  bition  del 

Nauarxa. 

eh  Za 


z 


DE    C    I    M    O.  jpr 

ferina  affrettare  ò  licenza,  ò  comandamento  del  Viceré:  diètro  alquale  fé  gui- 
dando tutta  la  caualleria  ;  fu  corretto  Tietro  J^auarra  dare  il  fegno  a  [mi 
fanti:  iquali  rizzati  fi  con  ferocia  grande  ,fi  attaccarono  co  fanti  Tedefehi* 
che  già  s'erano  approffimati  a  loro:  co  fi  me  folate  tutte  le  [quadre ,  cominciò 
una  grandiffima  battagliai  &fen%a  dubbio  delle  maggior i,  che  per  molti  an- 
ni hauefìe  ueduto  Italia: a  perche  &  la  giornata  del  Taro  era  flato  poco  al- 
tro più  che  un  gagliardo  [contro  di  lance;  e  i  fatti  d'arme  del  I{egno  di  "Na- 
poli furono  più  preflo  difordini,  ò  temerità,  che  battaglie  ;  &  nella  Chiara-  fn  1"^"' 
dadda  non  haueua  dell'esercito  de  Vinitiani  combattuto  altro  ,  che  laminor  luogo  >* fst 
parte  :ma  qui  mefcolati  tutti  nella  battaglia,  che  fi  faceua  in  campagna  pia-  ™  Rauerìn* 
na^fenxa  impedimento  di  acque  >ò  ripari,combatteuanodue  efierciti  d'animo  a  gtì  a.ltri  dc 
cftinato  alla  vittoria,  ò  alla  morte  sfiammati  non  folo  dal  pericolo,  dalla  glo  p"1"^  \0  cc 
r ia)  '&  dalla  ff>eran%a,ma  ancora  da  odio  di  natione  contra  natiòne:  &'fu  me-  le.bra  Per  lo 
mor  abile  fpett  acolo ,  che  nello  [contrarfi  i  fanti  Tede  [chi  con  gli  Spagnuoli ,  ba  degù  a°i- 
mejjìfi  innari  a  glifquadroni  due  Capitani  molto  pregiati  Iacopo  Empfer  Te  !ri:  ilche  c5 
defco  ;  &  Zamudio  Spalinolo  combatteron  quafi  come  per  prouocatione:  do-  emano  Fio 
uè  ammaxj^to  il  nimicoyreflb  lo  Spagnuolo  uincitore.  Tuonerà  per  l'ordina-  *?$$&•  neI 
rio  pari  la  cavalleria  dell'efferato  della  Lega  alla  caualleria  de  Fr  ance  fi ,  &  &0  a°cap.  te- 
l'haucuano  il  dì  conquaffata,  &  lacerata  in  modo  l'artiglierie, eh' era  diuenta  J.todeci.mo. 
ta  molto  inferiore  :  però  poi  c'hebbe  foflentato  per  alquanto  (patio  di  tempo  fcoifi,  qaan 
più  col  ualor  del  cuore,  che  con  le  forze-,  l  impeto  de'  nimicL  &  [oprauenendo  do la  mem_° 

r  j   rr        i  r  v     w; i        •      ;      I  i     ^  •;,     r       ■  j        nancnma- 

adojjo  a  loro  per  fianco  Iuo  d  Allegri  col  retroguarao  z?  con  mille  fanti  la-  chi ,  poiché 

[ciati  al  Montone?  chiamato  dalla  Taliffa -,  &  prefo  già  da'  foldati  del  Duca  t™™*  "{£ 

h  di  Ferrara  b  Fabritio  Colonna,  mentre  che ualorofamente  combattena:nonpo  detto  )  già 

tendo  più  refiftere  ;  uoltb  le  fyalle ,  aiutata  anco  dall' e  fi  empio  de'  Capitani:  ^J  l*£™\ 

perche  il  Viceré,  &  Caruagìale,  non  fatta  l ultima  efperientia  della uirtù  de  è  fiato  ieri- 

fuohfi  meffono  in  fuga,conducendonc  quafi  intero  il  ter^p  [quadrone,  &  con  t0  ucd€rl°  • 
loro  fuggì  Antonio  da  Leua,  huomo  allhora  di  piccola  conditione,  ma  che  poi 

esercitato  per  molti  anni  in  tutti  i  gradi  della  militia;diuentò  chiari/fimo  Ca-  b   Fabritio 

pitano.   Erano  già  flati  rotti  tutti  i  canai  leggieri,& prefo  il  Marche  fé  di  Te  gendo  rotti 

fcara  loro  Capitano  pieno  di  f angue  y&  di  ferite -pre fa  il  Marchefe  della  Talu  nation  dd 

de,  ilquale  per  un  campo  pieno  di  foffe,  &  di  pruni  haueua  condotto  alla  batta  ti  iTiUma  *  ca. 

glia  con  difordin e  grande  il  fecondo  fquadrone  coperto  il  terreno  di  cauallh&  sion  della 

d'huomini  morti  :  &  nondimeno  la  fanteria  Spagnuoh  abbandonata  da'  ca-  caualleria  ; 

ualli,combatteiìa  con  incredibil  ferocia:  &  [e  bene  al  primo  feontro  co'  fanti  moffc  Pe? 

tedefehi  era  fiata  alquanto  urtata  dall' ordinanza  ferma  dalle  picche  ;  acco-  mz  andò 

flatifipoi  a  loro  alla  luughe-^a  delle  fpade  5  &  molti  degli  Spagnuoli  coperti  drittamen- 

da  gli  fcudhentrati  co'  pugnali  tra  le  gambe  de'  Tedefehi  y  erano  con  gran-  bocca   dei- 

diffima  uccifionepemenut i  già  quafi  a  me%o  lo  fquadrone:preffo  a'  quali  ifan  J.'*.1  J?h  "  jfi 

ti  Guafcani  occupata  la  uia  tra  ilfiume^t  l' argine ;haueuano  affaltato  i  fanti  fonfo  ,  che 

tutti  i  Tuoi 
foldati  gli  sbaragli  ò:&eflb  dal  Duca  Alfonfofu  fatto  prigione.  Di  ciò dille  l'Ariefto  nel  Canto  iattanza  s* 
La  gran  Colonna  del  nome  Romano:&c, 

Italiani: 


LIBRO 

fé  r*v  *Q  ltauan*:  kpùti  benché  hauefero  patito  molto  dall' 'artiglierie  ;  nondimeno 
dj  vender  gli  rimette  nano  confomma  laude,  fé  con  una  compagnia  di  caualìi  nonfuffe  cn 
m  diloò'fuo  trat0  tra  l°ro  a  Iu0  dì  lAllcgrucon  maggior  uirtu  t  che  fortuna  :  perche  e  fendo. 
figliuolo  j  gli  quafi  fubito  uccifo  innanzi  agli  occhi  preprij  Vumroe  fino  figliuolo  ;  egli 
«n0;tnOninV!  non  udendo  foprauiuere  a  tanto  dolore  ;  dittatoti  col  cauallo  nella  turba  più 

no  innanzi  .»    r  r>  r       -rr 

in  Ferrara  fretta  de*  nimici  ,  combattendo  come  fi  conueniua  a  fortijjtmo  Capitano ,  & 
if  Rama"-  hauendone  già  morti  di  loro ,  fu  ammainato .  Tiegauano  i  fanti  Italiani  non 
zouoj  andò  potendo  refi  fere  a  tanta  moltitudine  :  ma  una  parte  de  fanti  Spaglinoli  cor  fa  ■ 
gentUUuif  dfoccorfo  loro  ;  gli  fermò  nella  battaglia  :  e  i  fanti  Tedefcbi,  oppreffi  dati  al- 
to uè  gii  fu  tYa  parte  de  gli  Spagnuoli  a  fatica  poteuano  più  refiflere  :  ma  e  fendo  già  fug- 
uerro°e  Pai-  gita  tutta  la  cau aììeria  :  hfi  uoltò  loro  addoffo  Fois  con  gran  moltitudine  di  ca  l 
tro  figHuo-  m\\ii  ilperchegli  Spagnuoli  più  tofto  ritraendo  fi, eh  e  fcacciati  dalla  battaglia* 
mo  vìkVò  non  perturbati  inparte  alcuna  gli  ordini  loro  ,  entrati  fu  la  uia  eh' e  tra  ilfiu- 
anchoretfb.  me^  l'argine,  caminando  dipaffo ,  &  con  la  fronte  fretta ,  &  però  per  la 
uio,  &  Giro  fortezza  di  quella  ributtando  i  Franccfi ,  cominciarono  a  difeoftarfì  :  nclqual 
lamo  Rodi .  teritp0  'Pietro  Rinarra  defiderofopiu  di  morire >  che  difaluarfi ,.  &  però  non 
b  scrìue  fi  partendo  dalla  battaglia;  rimafe  prigione.  Ma  non  potédo  comportare  Fois, 
v  a  neimi ,  cjje  quella  fanteria  Spagnuolafe  nandaffe  qua  fi  come  uincitrice faina  netior- 
fu'rooho18  àinan%afua,&  conoscendo  non  effer  perfetta  la  tintoria  ,fequefii  ccmeg'i  al 
difeonforta  tYl  nonfi  rompeuano  ;  andò  furie fornente  ad  affiatargli  con  unafquadra  di  ca- 
capj uni"  a  ualHpercotendo  ne  gli  ultimi  :  da'  quali  attorniato,  &  gittato  da  cauallo,  ò  co 
perfeguitar    me  a[cmi  dicono  effendo?li caduto ,mentr e  combatteua,il cauallo  addoffoScri- 

]a  fanteria ,  „  ;.</»-,  r  ,    r  r        j      *  j  ri       i  • 

che  in  ordì-  to  d  unapicca  in  un  fianco c  ]u  ammainato  :  &Je  come  fi  crede*  e  defiderabi- , 
nanza  fé 'n'  ^e  ji^ome  a  chi  è  nel  colmo  della  maggior  proferita,  morte  certo  felici '(fìnta , 
Lndo  afiai  morendo  acquiflata  già  sì  glorio  fa  tintoria .  Mori  di  età  molto  giouane,&  con 
a  eflcr  r  ma  jama  fmgolare  per  tutto  il  Mondo  thauedo  in  meno  di  tre  mefi:  &  prima  quafi 
òt\  campo  ,  Capitano3che fioldato,  con  incredibile  celerità,&  ferocia  ottenute  tante  nino 
fenzu  fortu  'ne  •  Rimafe  *n  terra  aPPreJF°  a  hù  con  tienti  ferite  d  Lautrecìh  quafi  per  mor- 
ma  egli  toy  che  poi  condotto  a  Ferrara  per  la  diligente  cura  de*  medici  ,faluò  la  uita . 


bbé  altra-  carriaggi  pY ej e  te  vanaierczr  i  artiglierie,  ^prejo  u  Legato  aei  Tomeftccn- 

mente  ftata  quale  dalle  mani  degli  Stradiotti  ucnuto  in  potè  fa  di  Federigo  da  Bo7^ole;fu 

coio°roafaiuei  da  lui  prefentato  al  Legato  del  Concilio  :  preft  Fabricio  Colonna,Tietro  Tslg- 

in ordinàza  Uarra,il Marchefe della Talude,qneUo di Bitonto,il Marchefe diTefcara,  & 

phanoVSfe  molti  altri  Signori,  e  Baroni ,  &  honorati  gentil* buomini  Spagnuoli ,  &  del 

t  Scriuonóil  Giouio,&  rAnfelmijCheMonfignor  di  Fé  i  spedendoli  dagli  Spagnuoli  ferito  ;  gridò  più  uol 
te  il  nome  fuo,dicendo  ch'era  Fois,&  fratello  della  Reina  di  Spagna:*khe  non  gli  giouò  però  punto. L*  A nfel 
mi  non  lo  crede,  dicendo,  che  quantunque  polla  molto  il  timor  della  morte  ;  lo  contrafta  nondimeno  affai 

l'altezza  di  vn  cuor  Reale.  ,,,„  r  -^r  o    rr      .  j- 

d  Monfignor  di  Lotrecco  fu  poi  Capitan  general  de  franceli  con  auttonta  fuprema ,  &  fufratel  cugino  di 

e  Difetto  a  cai.  3  26.  fcriue  quello  auttorc ,  che  U  Cardinal  de*  Medici  Legato  l'anno  fegueme  in  quello  giei 
no  tnedeiifflo  fu  coronato  Papa . 

Regno 


DECIMO.  304 

a  'Regno  di  Ttfapoli.  ariana  cofa  è  più  incerta,che'l  numero  de  morti  nelle  bat-  Taat0  è 
taglie  ;  nondimeno  nella  uarietà  di  molti  fi  afferma  più  communemente ,  che  incerto  il 
tra  rimo  esercito ,  &  £  altro  morirono  almeno  dieci  mila  huomini  :  il  ter70  JL"?,?1^' 

v»       *  »  %  «        *  •  «  •        more*  ne 

de  Fr  ance  fi,  i  due  ter^i  de  nimici  :  altri  dicono  di  molti  più ,  mafen%a  dubio  fatti  d'ar  - 

qua  fi  tutti  i  più  ualarofh  &  più  eletti  >  tra  iquali  degli  Ecclefiaflici  Rafaello  ™  eft0hfon« 

de*  Vax^iìCondottiere  di  chiaro  nome ,  &  moltiffimi  feriti ,  Ma  in  quefta  par  quali  tutti 

te  fu  ferina  compar adone  molto  maggiore  il  danno  del  uincitore per  la  morte  '^  a'ucr°0;j* 

di  Pois,  d'ino  d\  -lUegti,  &  di  molti  huomini  della  nobiltà  Francefe  :  il  Capi-  il  gìouìo  ,  e 

tano  lacolh  &  più  altri  ualorofi  Capitani  della  fanteria  Tede  fiatila  uirtà  del  L  vcntfmì 

laqualefi  riferiua,  ma  con  pre^T^o  grande  delfangue  loro ,  in  non  piccola  par-  i«  •  i|  Bebo, 

te  la  uittoria  :  molti  Capitani  infwne  con  Molarlo  de*  Guafconi,  &  de1  Tic-  mì  l8t  ^ìu! 

cardi,  lequali  naiionì  perder ono  quel  dì  appreffo  a  Francefi  tutta  la  gloria  lo-  H  Buonac- 

ro  :  ma  tutto  il  danno  trapafìò  la  morte  di  Fois ,  col  quale  mancò  del  tutto  il  ^L*  &  pò- 

neruo  &  la  ferocia  di  quell'efferato  :de  uintì  che  fi  faluarono  nella  batta-  <jo  meno 

glia  ,  fuggì  la  maggior  parte  uerfo  Cefena ,  onde  fuggiuano  ne'  luoghi  più  di-  a  GMUnia 

flanti  :  ne  il  Viceré  fi  fermo  prima  che  in  .Ancona-,  oue  peruenne  accompama  P°> da'  ^.a~ 

7  7    rr     •  li     r  r     i-    •    ;«    ^  »   •       u      r  r       1       1'  Poco  <*n- 

to  da  pochi  (limi  caualli:  furonne  jualigiati,  &  morti  molti  nella  fuga; perche  corda  il  Rof 

e  i  ?ae fatti  correuanoper  tutto  alle  flr ade ,e'l  Duca  dVrbino,  ilqual  mandato  J. :  ?  ^  Gra" 

molti  dì  prima  Baldaffarre  da  Caflìglione  al  He  di  Francia  >  &  hauendo  huo-  di  veti  mila. 
mini  proprij  appreffo  a  Fois  fi  credeua  y  che  occultamente  haueffe  conuenuto 
contra  il  Zio-  non  folofufcitò  contra  quelli  che  fuggiuano  gli  huomini  del  pae 
fé,  ma  mandò  faldati  a  fare  il  mede/imo  nel  tenitorio  di  Tefaro  :  foli  quelli  * 
che  fuggirono  per  le  Terre  de'  Fiorentini  per  comandamento  de  gli  officiali , 

&poi  della  Republica , paffarono illefi ,  Ritornato  l efferato  uincitore  a  gli  b  Di5eJ*A." 

alloggiamenti,  i  Rauennati  mandarono  fubito  ad  arrender  fi  :  ma  ò  mentre  che  n&otto  ' 

contengono,  ò  che  già  conuenuto,  attendono  ad  ordinare  uettouaglieper  man  ruppero  il 

darle  nel  campo, int  erme ffo  la  diligentia  del  guardare  le  mura ,  i  fanti  Tede-  ouo?fidan- 

ffibi,  &  Guafconiy  entrati b  per  la  rottura  del  muro  battuto  nella  Terra ,  cru-  dofl  \  K™[- 

deliffim amente  la  j ^echeggiarono  ;  accendendogli  a  maggior  crudeltà ,  oltra  IS^dei^S 

Iodio  naturale  contra  il  nome  Italiano*  lo  fdegno  del  danno  riceuuto  nella  c-  f1/0"^ 

giornata .  Lafciò  il  quarto  giorno  dipoi  Marcantonio  Colonna  la  Cittadella ,  dice  cb/en* 

nella  quale  s'era  rifuggito ,  falue  le  perfine >  &  la  robba,  ma  promettendo  al-  *raron  Pf.r 

1  >  •   r  ii-^-i-  »        *        r  .  -»1*  rotto  di 

lo  ncontro  infieme  con  gli  altri  Capitani  di  non  prender  più  arme  ne  contra  il  prima  :  &  è 
Re  di  Francia,nè  contra  il  Concilio  T ifano, fin  alla  feftiuità  prò ffima  di  Maria  ^  5J31"  ^ 
:  Maddalena  ;  ne  molto  dipoi  il  e  Vefcouo  Vitello prepofito  con  cento  cinquan-  autto?e  que 
taf  ami  alla  Rocca,  concedutagli  la  medepmafacultà,con finti  di  darla»  Segui  A?  {fa- 
tarono la  fortuna  della  uittoria  tutte  la  Città  d'Imola,  di  Forlì,di  Cefena  %  &  luuenna . 
di  Riminiy  e  tutte  le  Rocche  della  Romagna  eccetto  quella  di  Forlì  >  &  d  Imo- 
Li  :  lequali  tutte  furono  riceuute  dal  Legato  in  nome  del  Concilio  Vifàno.Ma  „afi  gSo 
l'efferato  Francefe  rimafoper  la  morte  di  Fois ,  &  per  tanto  danno  riceuuto  >  vitelIi  »  & 
comeflupido  ;  dimoraua  ociofamente  quattro  miglia  appreffo  a  Rauenna ,  &  aT  cfttT "di 
incerti  il  Legato,  &  la  Taliffa7  ne'  quali  era  peruenuto  Ugouerno3perche  ^Al-  cucilo  » 

fonfo 


ft»/ò  <foE/fc.  fé  »'f  M  già  ritornato  a  Ferrara ,  qual  fufie  la  uolonta  del  He  ; 
alien aitano  le  fue  commcffioni ,  non  effendo  anco  appreso  a  faldati  ai  tanta 
autorità,  che  fuffebafiante  a  far  muoue-re  l'efferato  implicato  nel  diffcnla- 
re ,  ò  mandare  in  luoghi  ficuri  le  robbe  faccheggiate ,  &  indeboliti  tanto  di 
for%e,  &  d'animo  per  la  uittoria  acquifiata  con  tanto  [angue ,  che  pareuano 
più  fintili  aitimi,  che  auincitorv.onde  tutti  i  faldati  tonlamenth  &  con  la- 
grime cbiamauanoilnome  di  Fois,ilquale  non  impediti,  né  fpauentati  da  co- 
la alcuna  harebbono  feguitato  per  tutto .  J^è  fi  dubitaua  che  tirato  daU  im- 
peto della  fui  ferocia,  &  dalle  promeffe  fattegli ,  fecondo  fi  diceua  ual  Re , 
che  a  lui  s'acquiflaffe  il  Reame  di  -Napoli  ;  farebbe  fiotto  dopo  la  uittoria , 
con  la  confitela  celerità  corfo  a  Roma,  &  che  il  Tonteficc,  &  gli  altri  non  ba- 
ttendo alcun  altra  fperan%a  di  faluarfi  ,fi  farebbono  preapitefamente  meffi 
in  fima .  Teruenne  la  mona  della  rotta  a  Roma  il  tenodeamo  di  d  aprite , 
portata  da  Ottauian  Fregofo ,  che  corfe  co  canai  delle  pofte  da  Fofiombrone, 
&  fentita  con  grandiffima  paura,e  tumulto  da  tutta  la  Corte.  Tero  i  Cardi- 
nali concorfi  fubit amente  al  Tapa  lo  flrigneuano  con  fonimi  prieghi,cbe  ac- 
cettando la  pace,laquale  non  diffidauano  poter  fi  ottenere  affai  bone  ta  dal 
Re  di  Francia,  fi  difione fife  a  liberare  hormai  la  Sedia  ^pofiolica.  &  la  per- 
fonafua  da  tanti  pericoli:  bauere  affaticato  affai  per  la  cffaltationaelta  Cine 
fa,  &  per  la  libertà  d'Italia,  &  acqui/iato  gloria  grande  della  fita  Janta  in- 
tentione-.effergli  fiata  in  cofi  pietofa  imprefa  auerfii,  come  fi  era  ueduto  pei 
tanti  fegnUauolontà  di  D  i  o:  alìaquale  uolerfi  opporre non  efiere  altroché 
mettere  tutta  la  Chiefa  in  ultima  rouina-.^ppartenerepm  a  Dio  che  a  lui  la 
cura  della  fita  jbofa,però  rimetteffifene  alla  uolontà  fitta ,  &  abbracciando  la 
pace  fecondo  il  precetto  dello  Euangelio  ,  traeffe  di  tanti  affanni  la  fita  uec- 
chiexZtMato  della  Chiefa,&  tutta  la  fina  cortese  nonbramaua ,  ne  gru 
daua altro  che  pace  :  efiere  da  credere  che  già  i  uincitori  fi  fkffero  moli  per 
nenire  a  Roma,  co  quali  farebbe  congiunto  il  fiuo  nipote  :  congmgnerebbonfi 
1 SS*  medefimamente  Ruberto  Orfino,  *  Tompeo  Colonna,  antimo  Saltello ,Tietro 
S  fitgc  Margano,&  Renzo  Mancino,!  quefii  fi  fapeua  che  ricciuti  danari  dal  Re  di 
«corretta™  F    *;    rtpreparauano infino  innanzi  alla  giornata  per  molestar  e  Roma)* 
cofo^n  quali  pericoli  che  altro  rimedio  effereebe  la  pace?  Da  altra  parte  gliUm- 
ue«  t  P5-  bafciatori  del  Re  d'Aragona  &  del  Senato  Vinitiano  faceuano  incontrano 
*Z^Z  Jandiffima  infiantia,  sfittando  fi  perfuadergli  non  effere  le  cofi  tanto  afflit- 
ta sauci-  f     è  rjdgm  in  tmo  efiemini0,  né  cofi  difiìpato  l  efiercitoche  non  fi  potejje 
in  breuiffimo  tempo,  ni  con  graue  fiefia  riordinare  .-fiaperfi pitre  il  Viceré  ef- 
ferfi  faluato  con  lamaggwre parte  de  cauaUr.efferfi partita  dal  fatto  d  arme 
riftretta  Meme  in  ordinanza  la  fanteria  Spagnttola:  laquale  fi  fufie  jalM 
comeerauerifimilcogni  altra  perdita  effere  di  piccolo  momento  ;ne  bauerfi 
da  temere  che  i  Francefi  potefkro  uenireuerfo  Roma  cofi  preflo,cbe  non  ba- 
ueffe  tempo  aproueàerfiv.pmhe  era necefjario  che  aliamone  del  Capitano  fit\ 
fero  accopagnatt  molti  diJordinh&  molti  danni;  &  effere  per  tenergli fioffefi 


t)    E    C    I    M    O.  m 

it foretto  de  gli  Suì'ZgcYvi  quali  non  effe?  e  più  da  dubitare  che  fi  dìchìarereb 
honoper  la  Lega;&  fcenderebbono  in  Lombardia:  ne  fi  potere  operare  di  otte 
nere  la  pace  dal  Re  di  Francia,  fé  non  con  conditioni  ingiufliffime,  &  piene  di 
infamia,&  hauerfi  a  riceuere  anco  le  leggi  dalla  fuperbia  di  Bernardino  Car~ 
vagial^  dalia  infolen^adì  Federigo  da  San  S  euerino;pero  ogni  altra  co  fa  ef 
fere  migliore  >cbe  con  tanta  indegnità^  con  tanta  infamia  metter  fi  fotto  no- 
me di  pace  in  acerbifftma  &  infedeliffima  Cernita  :  perche  non  cejferebbom 
mai  quegli  feifmatici  diperfeguitare  la  degni  t  a,  &  la  uitafua  :  efiere  molto 
minor  male  ^quando  pure  non  fi  potè  fi  e  fare  altrimenti,  abbandonare  Roma^ 
&  ridnrft  con  tutta  la  corte ,0  nel  Regno  di  ls[apoli)ò  a  Vinetia,  doue  ftareb-' 
be  con  la  medefimaficurtà,&  honore  &  con  la  mcdefimagranderzga:perche 
con  la  perdita  di  Romanonfiperdeua  il  Tonteficato-.annejfofempre  in  qualun 
que  luogo  aUaperfona  del  Tonte fice:  r  itene  fi  e  pure  lafolita  coftan%a,  &  ma- 
inanimita  perche  Iddio  fcrutatore  de9  cuori  degli  huomini,non  mancherebbe 
d'aiutare  il  fanti/fimo  propofitofuo.nè  abbadonarebbe  la  nauicella  diTietro, 
follia  aeffere  ucff.it a  dalle  onde  del  mare ,  ma  non  giamai  a  fommergerft  :  e  i 
principi  Chrifliaui  concitati  dal  "Zelo  della  religione,^  dal  timore  della  trop- 
pa grandezza  del  Re  di  Francia  ,  piglicrdbono  con  tutte 'k  for^e,  &  con  le 
per  Jone  proprie  lafua  difefadequali  co  fé  udiua  il  Vontefice  con  fornma  ambi 
guità)&  fojpenfione:&  in  modo  che fi  potè ffè facilmente  comprendere,  com^ 
battere  in  lui  da  una  parte  l'odio  do  fdegno ,  <ò~  la  pertinacia  infolitaa  ejfer 
tdnta,b  apiegarfudalt  altra  il  pericoloni  timore :& fi  coraprendeua  anco  per 
le  rifyofte  faceua  agli  ^Ambafciatori,  no  gli  effere  tanto  moleflo  l'abbandonar 
Roma,quanto  il  non  poter  ridurfi  in  luogo  alcuno,doue  rio  fufie  in  poteflà  d'ai 
tri .  Vero  rijpondeua  a'  Cardinali  uolere  la  pace,  confentendo  fi  ricercajfero  i 
Fioentini,chefene  interponeffero  col  Re  di  Francia:  &  nondimeno  non  ne  ri 
fyondem  con  tal  rifolutione,nè  con  parole  tanto  aperte,che  face  fi  ero  piena  fe- 
de della  fua  intentione:haueua  fatto  uenireda  Citata  Vecchia  ilBiafcia  Gè* 
nouc fé, Capitano  delle  fue  galee, onde  sinterpretaua  che  penfafie  apartir  fi  da 
Roma;&poco  dipoi  l'haneua  licentiato.-ragionaua  di  foldare  quei  Baroni  Ro  a  G,Vì°  de* 
manì3cl>e  mn  erano  nella  congiura  con  gli  altri:  udiua  uolcntieri  i  conforti  de'  fu  *p^  pj  P* 
due  lAmbafciator'uma  rifondendo  il  più  delle  uolte  parole  contumeliofe,  &  c  ' cmétc  7- 
a  piene  di  fdegno .  TS^elqual  tempo  foprauenne a  Giulio  de  Medici  Caualier  di  delia  bì  t!a° 
Rodi;  che  fu  poi  Tapa,  Uquale  il  Cardinale  de  Medici ,  ottenuta  licentia  dal  SIia  *  Ccfc* 
Cardinal  Sanfeuerino,mandaua  daltefiercito,  in  nome  per  r accomandar f egli  tonio  da  l« 
in  tanta  calamitala  in  fatto  per  riferirgli  lo  flato  delle  cofe  :  da  cui  hauendo  ua:  &.ha?u* 

r  rn         ■    j    i     1  •    ••  ^  r       i-  ■  „  ■    *o  poi  faluo 

:  mtejo  pienamente ,  quanto  jnfiero  indeboliti  1  Franceji  ;  di  quanti  Capitani  condotto 

fufiero  prmati,  quanta  ualorofa  gente  hauefiero  perduta,  quanti  fu  fi  ero  *•»»<*««« 

quelli,  che  per  molti  giorni  erano  inutili  per  le  ferite;  guafìi  infiniti  caualli ,  cardi  nai 

diffipato  parte  dell' efi  ere  ito  in  uarij  luoghi  per  lo  fiacco  di  Rauenna  i  Capita-  ^S&P* 

ni  jojpefì,  &  incerti  della  uolontà  del  Re >  né  molto  concordi  tra  loro  ;  perche  dito  ai  pa- 

laTalifia  ricujaua  di  comportare  la  infolentia  di  Sanfeucrino ,  cheuoleua  l>i'  Gionio> 

Q^  q         fare 


LI    B    R    O 

fare  t *  ufficio  di  legalo*  &  di  Capitano  ifentirfi  occulti  m'ormórij  della  uenuìa 

de  gli  Suiygeri;  ne  uederfifegno  alcuno ,  che  quelt  efferato  fuffepermuouerfi 

preflo.-dallaquale  relatione  confortato  molto  il  'Pontefice,  introdottolo  nel  Co 

ciftoro;  gli  fece  riferire  a' Cardinali  le  cofemedefime,  &fiaggiunfe  cbel  Du 

ca  ÓLVrbinO',(\ucl  che  lo  mone ffe  mutato  configlio, gli  mandò  ad  offerire  dugen 

b  ?nu  ad4  t0  b  uomini  d'arme,&  quattro  mila  fanti .  Terfcuerauano  nondimeno  i  Car- 

cairetto      dinoli  aflimolarlo  allapaceidallaquale  benché  con  le  parole  non  fi  dimoflraf- 

c?iio°  do-  fi  alieno,  haueua  nondimeno  refoluto  non  l 'accettare ,  fé  non  per  ultimo ,  & 

xnenico  Car  difberato  rimedìo:an7i  quando  bene  al  male  preferite  non  fi  dimoflrafìe  medi- 

dinaldclFi        ~^      *     .         ,,       >  L.    ,  a       ,  r        .     V»  l  A    i  •  tr 

naie ,  di  cui  Cina  prejcnte;aciberiua  più  tojto  ai  fuggire  di  Roma;  pure  che  non  rimanejje 
ho  filato  ai  tutiQ  dijperato,  che  dall'arme  de  Trinciphbauefie  ad  efiere  aiutata  la  cau 
pcr°iLo  Vio  fa  ftia>  &  jfiecialmente  che  gli  Sui?geri  fi  moueffero  :  i  quali  dimoflrandofi 
gran  uaiorc  inclinati  a  fuoì  defiderìj,baueuano  molti  dì  innanzi uietato  agli ^Ambafcia- 
Maeftro  dei  tori  del  Re  di  Francia  di  andare  al  luogo  >  nelquale  per  determinare  fopra  le 
la  R^Jg'o"  dimande  del  Tontefice,  conueniuano  i  deputati  da  tutti  i  cantoni,  Lampeviio 
*nno  ss  13.  in  qucjio  fiato  alcuna  \peran7a  della  pace  :  perche  il  Re  di  Francia  innari^  fi 
ìn>-n- t5  v  faceJfe  ^a  giornata^commojfo  da  tanti  pericoli ,  che  glifopraftauano  da  tante 


Turchi  non  cardinale  del  Finale  ,  a  Cardinali  di  Nantes  >  &  di  Stmonìa ,  che  non  mai 

aroiron  mai  _  f  >-»  i« 

andare  a  aio  '  del  tutto  haueuano  aboandonati  i  ragionamenti  della  concordia ,  proponendo 

Iettarlo.  €^eY contcnt0  cf)€  Bologna  fi  rendefie  al  Tonte f  ce  :  che  *Alfonfo  da  Ffii  gli 

b  Dice  il  Bé  defie  Lugo>e  tutte  l'altre  Terre  teneua  nella  F^omagna:  ohligafflfi  al  cenfo  an 

bo^hei'apa  tlC0ì  &  cfoe  pju  non  jj  face  fiero  fiali  nelle  fue  Terre:  &  che  fi  eftingueffe  il 

uendo  man  Conci  lio>non  dimandando  dal  Tapa  altro y  che  la  pace  folamente  con  lui  :  che 

da  l?toii  fer-  ^fonf°  d*  Efii  fHffe  affoluto  dalle  cenfure,  &  reintegrato  nelle  antiche  ragia 

man  de  ila  ni>  &  priuilegtj  fuoi:  che  a!  Bentiuogli,  ì  quali fle fiero  in  e  fillio  >fuffero  rifer- 

pace  ;  chu-  mtj }  y^  propYu;&  refiituiti  alle  dignità  i  Cardinali .  &  Trelati>  chauena- 
«ìopocoap  .    r    r  j     ,     J  &  . 

pteflb  gii  no  aderito  al  Concilio  :  leqnali  conditioni ,  benché  1  due  Cardinali  teme  fiero  > 
il!d  ì Ref  «  c^je  efiend°  dip°i  fucceduta  la  uittorie  non  fuffero  più  confentite  dal  He;  non 
binando,  &  ardirono  proporle  in  altra  maniera  ;  né  il  Pontefice ,  efiendo  tanto  honorate 
tf  &d!fle  fó  Per  ^  nè  volendo  ancora  manifeflare  quella  occulta  deliberatione,  e  haueua 
10^  che  non  nell'animo  ;  giudicò  potere  ricufarle  :  an^  forfè  efier  più  utile  ingegnarfi  di 
k>  pefqud,"  filmare  con  quefìi  ragionamenti  l'armi  del  Re ,  per  batter  maggiore  fpatio  di 
«h'eg!ì  ha-  tempo  auederei  progreffi  di  coloro  ,  ne'  quali  fi  collocauano  le  reliquie  delle 
^doche^gi!  Jperan^e  fue .  Terò  facendo  del  mede  fimo  infiantia  tutti  i  Cardinali ,  »  fot-  b 
»5  muruo  tofcriffe  il  nono  giorno  dalla  giornata  quefti  Capitoli  ,aggiugnendo  a*  Cardi- 
foTuo'.oma1  nali  la  fede  di  accettargli  ,fel  Re  gli  confermaua,  &  al  Cardinale  del  Fina- 
•orma  i  Fra  [e ,  c  fa  dimoraua  in  Francia ,  ma  ajfente  per  non  offendere  il  Tonte  fi  ce  dalla 
Za  fatai  Corte,  &  al  Vefcouo  di  T  inoli ,  ilquale  teneua  in  jLuignone  il  luogo  del  Le- 
addormen    gato }  commcffe  per  lettere  fi  trasferiffero  al  Re  per  trattare  quefte  cofe  ;  ma 


mm  ifpeatloro  ne  mandato,  nlpoffan^a  di  concluderle..  Infimo  a  quefio  t er- 
rarne procedendo  i  mali  dei  Tontefìce,mfino  a  quefio  giorno  fin  il  colmo  del- 
le  fiie  calamità,  &  de  fimi  pericoli:  ma  dopo  quel  giorno  cominciarono  a  di- 
mofirarficontinuamentc  le  Jperan^e maggiori,  & auolgerfialla  grandezza 
fita  fien&lcun  freno  la  ruota  delia  Fortuna.    Bette  principio  a  tanta  muta- 
tone la  panna  [abita  della  Valifja  di  Romagna:  ilquale  richiamato  dai  Ge- 
neral  di  Islormandia  per  lo  rumor  e ,  che  crejceua  della  uenuta  degli  Smtzc- 
rufìmoffe  con  £  efierato  uerfio  il  Ducato  di  Milano,  lafciati  in  Tamagna  fono 
a  il  Legato  del  Concilio*  trecento  lance,  trecento  caualli  legnen ,  &  fei  mila 
fanti  con  otto  peT^i  groffi  d'artiglierie  :  &  renderla  maggiore  il  timore  ,  che  Je2?8K 
s  haueua  degli  Sm^eri,che  il  mede  fimo  Generale,  penfandopiu  a  farfi  gra-  f  %.mn* 
to  al  Re ,  che  a  fargli  benefìcio  ;  haueua  contra  quello ,  che  ricer  cauano  le  co  fé  b uoatToll 
prefetti,  Ucentiati  imprudentemente  fubito  che  fu  acqui/lata  lauittoria\i  fi' 
fanti  Italiani,  &  ima  parte  de  Fr ance  fi .     La  partita  della  Valifìa  afficurò 
il  Tontefice  da  quei  timore  ,  chepiu  gli  premetta  ;  confermollo  nella  pertina- 
cia; &  gli  dette  facilità  di  fermare  le  cofe  di  Roma ,  per  lequali  haueua  fal- 
dati alcuni  Baroni  di  Roma  con  trecento  huomini  d'arme, e  trattaua  di  far  Ca 
pitano  Generale  Troverò  Colonna  :  perche  indeboliti  gli  animi  di  chi  tenta-  . 
uà  cofe  nuoue, Pompeo  Colonna,  chefipreparaua  a  Monte  Fortino  ;  confentì,  dici  %?£ 
interponendofeneTroJpero ,  di  diporre  per  fi  ama  del  Tontefice  inmano  di  P^'"ftituì 
h  Marcantonio  Colonna  Monte  Fortino ,  b  ritenendo  fi  bruttamente  i  danari  *       "  * 
hauuti  dal  Re  di  Francia .  Onde  &  Ruberto  Or  fino,  che  prima  era  uenuto  da  cPietwMar 
Migliano  nelle  Terre  de  Colonne  fi  per  muouer  lami ,  ritenendo  fi  mede  fi-  TiTÌ* 
mamente  i  aanan  haimti  dal  Re,  concordò  poco  poi  per  mero  di  Gridio  Or  fi-  fortunato  I 
no ,  riceuuto  dal  Pontefice  in  premio  della  fita  perfidia  l^rciueficouado  di  gSS* 
€  Reggio  nella  Calauna.  Solo c  Pietro  Margano  fi  iterano  di  ritenere  i  dana-  Re:  Perd 
ri  peruenuti  aluitcon configlio  più honoreuoie, & pìu Sfortunato: perche  non  nÌ!uH° 
molto  tempo  dipoi  prefo  nella  guerra  dal  fuccefiore  del  prefente  Re[,  hareb-  c*"5  ' 
he  coi  fiipplicio  debito  pagata  la  pena  della  fiaude.  Dallequali  cofe  conferà  ckc  ZTdo 
mato  molto  l  animo  dei  Tapa,poi  che  cefiaua  il  timore  prefente  de  nimici  fo-  Pf  ofP«oC« 
d  refiieri,  &  de  dom:fiicr,dette  il  d  ter^o  giorno^  di  Maggio  con  grandina  fio  £ "$£1 
Unnica  principio  al  Concilio  nella  Chiefa  di  San  Gioitami  Lacerano  >  ?ià  cer-  Kr!  a  • chof 
foche  non  foloui concorrerebbe  la  maggior  parte  dt Italia,  ma  la  Spaona,  2P\Sfo£ 
/  Inghilterra,  w  i  angheria:  alquale  principio  interuenne  egli perfonalmen-  dehaurcbbe 
te  inhabito  Tonteficale,  accompagnato  dal  Collegio  de  Cardinali,&  da  mol-  «rTP5 
mudine  grande  di  Vefcouuouetelebrata ,  oltra  molte  altre  preci ,  fecondo  il  ddl-afua  a" 
coflume  antico, la  Meffa  dello  Spirito  Santo,  &  efiortati  con  una  publica  ora-  ™™  " 
none  1  padri  ad  intendere  con  tutto  l  cuore  al  ben  publico ,  &  alla  dignità  d  A  cim9* 
JftClmflianareli^  t?'iVn 

che  infuturo  s  haueuano  a  fiatuire,  il  Concilio  congregato  effier  uero  levitti  bo,che  G  co 
mo,  &  finto  Conci  lio,&  in  quello  rifedere  indubitatamente  tutta  l'autorità  \  S32  T 
crpotejta  della  Chiefa  uniuer fiale, cerimonie  bellifjìrae ,  &fiantijfime ,  &  da  Concilio  «• 

«Qw.  ?     *        penetrar* 


o- 

to 
ii.  a 

JS7«fcc. 


L    ì     B    U     O 

penetrare  infitto  nette  uifcere  de  cuori  degli  huominufe  tali  fi  treaejjccbejui 
fero  i  penfieri,e  i  fini  de  gli  autori  di  quelle  cofe, quali  franano  le  parole  .Colt 
dopo  U  battaglia  della  Città  di  Rauenna,procedeua  ilTontefice.  Ma  U  Refi 
Francia  contutto  cheìaletitia  della  uittoria  perturbale  alatola  more 
di  Fois,amatmmo  da  Scornando  [abito  che  il  Legato,  &Ja^allJ^C0^'n 
cecero  l'aerato  quanto  più  preflo  fipoteua  a  Roma:  nondimeno  i freddato 
ilprimo  «dorejcominaò  a  ritornare  con  tutto  l'animo  al  df^'°^'aJa. 
ti  parendogli  che  troppo  grane  tempefta&  da  troppe  parti  fiprauem f\ '.al- 
lecofefueÀrche  fé  ben  C  efare  continuaffe  nel  prometter  ^olerefiarecn 
giuntoLLaffLmandolatriegua  fattaci  ^ 

tafattafenxafuo  confentimento,  &  che  non  la  r"fc^''^™£m 
Re;oltrail  dimore  della  fua  incoftantia,e'l  non  efer  certo,  che  queftecofe  non 
Mero  dette  fmulat amente;  pareua  hauereper  le  conduioni  ^d^tZ 
pagnograuealla  guerra,  &  dannofo  alla  pace:  perche credeua  f*f$°. 
fitioneCua  l'hauefe  a  neceffitare  a  confentife  a  pm  indegne  conditionn  &  ol 

uerhLtr  dal  Re  d'Inghilterra  ajpettaua  la  guerra  certa:  fer^  quel  hcj* 
ZSSStm  unUrLadintinlrgl„che  prete, dcua  effi »£*£»£ 
confederationi,&  conuentioni. eh 'erano  tra  loro ,  perche  m  lffcJf* 
deua  teccettione,  *  pure  ch'ei  non  faceffe  guerra,  ne  ">nhCbufi£ cdR  a 

f„P«  fJ  Catolico  fuofuoccro.TerciòilReintefo  con  P^Jffe/%^'""e 

^^-catiiriorentinUzheiinterponeffcr,^ 

Ke°  d'tV,   con  ampli/fimo  mandato  il  Vreidente  àiQranopoli ,  T™h<}™"£e  «JJ 

5SSSS  *  ìrLoiiL  fa  per  kfottofer.ttione  de' Capital,  amdmmon       *  epare»? 

«n/o  „'„„  %u   *ta  di  Pontefice ;s' inclinò  interamente  alla  pacc;be»chc  te  me  ndopn. 

&°P  ^Ptadell'elJerato  rmnto^em^^con^^^ 

%  u„  *5  %  TaPlljra>cbe g,à  eraperuemao  a  Tarmale  conpane  delle  tP^^W* 

^^bJnRomigna^chefpargefc 

«i.  Chie>  mzU  zraue  il  concèder  Bologna,non  tanto  per  l  mflan%a,che  in  ^°t" 

t£S&  ltLrafattaincomrario%uantoperehetmendo,chee^ 

tì'ÀtZ*  JcenL rirnLfTeiimedefimo animo nelTonteficecontralu^  &?*<%«& 

p«fe6ui,a-    mh  ld  D;ICM0  di  Milano:&  altra  quefto  effendo  uenuti  il  c*ràtmie™l*\ 

5&£  Mi  Vefcouo  di  Tiuolifenxa  mandato  a  ^h^eZn7ZTclet 
IbofailTapadatanteangHflie&perKoliipareuaconuenicntefegM 

Zlatamelte  haueffe  consentito.  Wtmdjma»  ^rfffZTcott 
Capitolipredett,condcunelimitationhmanontali,chetur^ 

fSSdiL  laqual  rijpofla  andò  a  Roma  il  ^^tiJantZtco^ 
ricercando  m  nlme  del  Re,che'l  -Pontefice  o  ™»àf*Xtl^i^Z 
A~*  al  vefcouo  predetto,  &  al  Cardinale^  che  chiamale  da  Firenze  tu  n 


a  Co  fi  poco 


G    E    C    I    M    6.  367 

Ma  nel  Tontefice  aumentauano  ogni  dì  le  fperanTg,  &per  confeguentè  dmi 
nuiua,  fé  inclinatione  alcuna  haueua  hauuta  alla  pace .  Era  arriuato  il  man- 
dato del  He  d'inghilterra^per  loquale 'ijpedito  in  fin  di  K{ouembre  ;  daua  fa- 
tuità al  Cardinale  Eboracenfe  d'entrar  nella  Lega,  tardato  tanto  auenire  per 
lo  lungo  circuito  marittimo ,  perche  prima  era  flato  in  Ijpagna  :  &  Ce  far  e  di 
0,  nuouo  dopo  lunghe  dubitationi ,  haueua  ratificata  a  la  triegua  fatta  co'  Fini-  *  L*g«i  fi* 
tian'h  accendendolo  fopra  tutti  a  queflo  le  fperanTg  dategli  dal  Re  Catolico  >  dice?  *meti  * 
&  dal  Re  d'Inghilterra  fopra  il  Ducato  di  Milano}&  la  Borgogna.  Confer-  j"»a»?*i  :  al 
mò  medefimamente  non  mediocremente  la  (peran%a  del  Tontefice*  le  fperan  mt\  *  comi 
%e  grandiffime  dategli  dal  Re  d'Aragona  :  ilquale  hauendo  hauuta  la  prima  h°c  uo"to 
notitia  della  rotta  per  lettere  del  Re  di  Francia  ferine  alla  Reina,per  lequa-  in  quegli* 
// gli  fignificaua  Gafton  di  Fois  fuo  fratello  effer  morto ,  con  fomma  gloria  in  ^  mcdcfi- 
ttna  uittoria  hauuta  contrai  nimici ,  &  dipoi  più  paratamente 'per  gli  auifi 
de*  fuoi  mede  fimi ,  i  quali  per  le  difficultà  delmare pertteniuano  tardamene 
tey&  parendogliele 7  Reame  di  jjapoli  ne  rimaneffe  in  graue  pericolo;  ha- 
ueua deliberato  dimandare  in  Italia  confupplimento  di  nuoue  genti  il  Gran 
Capitano, alqual  rimedio  ricorreua  per  lafcarfità  de  gli  altri  rimedi]  .-perche 
benché  eftrinfecamentel'honoraffe;gli  era  per  le  cofepafìate  nel  Regno  rb{a- 
politanoypoco  accetto  ,& per  lagrande'2ga>&  autorità  fua  foretto.  ^Aduque 
quando  al  Tontefice  confermato  da  tante  cofe  peruenne  il  Segretario  del  Ve- 
feouo  di  T inoli  co  Capitoli  trattati^  dandogli  fperan^,  che  anco  le  limita- 
tioni,aggiunte  dal  Retfer  moderare  l'infamia  dell'abbandonare  laprotettion 
di  Bologna;  fi  ridurrebbono  alla  fita  nolontà,deliberato  al  tutto  non  gli  accet 
tare,ma  rifletto  alla  fiotto fcrittione  fua,  &  alla  fede  data  al  Collegio  fimulan 
do  il  contrario, come  contro,  U  fama  della  fita  ueracità  ufaua  qualche  uolta  di 
fare;glifece  leggere  nel  Concifìorio  dimandando  con  figlio  dà  Cardinali:  dopo 
lequali parole  il  Cardinale  ^Arborenfe  Spaglinolo,  &'  il  Cardinale  Eboracen* 
fé  ,c  baueuano  così  prima  occultamente conitenuto  con  lui ,  parlando  fimo  in 
nome  del  Re  d\/£ragona>l  altro  in  nome  del  Re  d  Inghilterra ,  confortarono  il 
Tontefice  a  perfeuerare  nella  conflamia,nè  abbandonare  la  caufa  della  Chie- 
falche  co  tata  dignità  haueua  abbr acciaiale ffendo già  cefiate  le  neceffitày  che 
l'haueuano  moffo  a  preflare  l'orecchie  a  quelli  ragionamenti,  et  uedendofi  ma 
nifeft  amente  che  Di  oy  per  qualche  fine  incognito  a  noi ,  haueua  permeffo  che 
lanauicella  fuafuffe  trauagliata  dal  mare^aon  uoleua  che  laperifie;nè  effer  e 
conueniente,nè  giufio  fare  pace  per  fé  particolarmente  >,&  battendo  a  efiere 
commune,  trattar la  fenvra  par  ticipat  ione de  gli  altri  confederati)ricordando<* 
gli  in  ultimo  che  diligentemente  confideraffe, quanto  pregiudicw  potefie  efie- 
re alla  Sedia  iApofiolica,&  afe  l'alienar  fi  dagli  amici  ueri>&  fedeli  per  ad- 
ii erire.  a'  nimici  riconciliati  :  da'  quali  configli  dmoftrando  il  Tontefice  efie- 
re moflo  ;  ricusò  apertamente  la  concordia:  &  pochi  dì  poi  procedendo  con 
l'impeto  fuo  pronunciò  nel  Concifioro  un  mormorio  al  Re  di  Francia  che  ri- 
lafciafi e  fiotto  le  pene  ordinate  da  Sacri  Canoni  9  il  Cardinale  de'  Medici; 

Q  q     i>         benché 


1   I  »  ■  *  o 

benché  Confati  che  fi  foprafadeffc  a  publicarlo ,  perche  il  Collegio  de  té  di- 
nali pregandolo  differiffe  quanto  patena  i  rimedij  feuerijjimi;  offcrfe  con  lette 
re  ferine  in  nome  di  tutti  fare  l'effetto  mede  fimo,  confortandolo  &  fupplican 
dolo  che  come  Trincipe  Cbriflianiffimo  lo  liberajfe.Era  il  Cardinale  de  Medi 
•  ti  G.omo  ci  flato  menato  a  Milano.doue  era a  honefiamente  cufloditotet  nondimeno  con  a 
dice ,  che  il  tutto  che  fiìffe  inpoteflà  d'altri;riluccua  nella  perfonafua  X autorità  della  Se-  j 
Siedici   àia  <Af>cMica,&  la  riuerentia  della  religione,  &  nel  tempo  medefimo  Udir 
legato  ,  al.  faregio  del  Concilio  Tifanoda caufa dclquale abbandonauano conladiuotio- 
oudefea"  ne>&  con  la  fede  non  folo  gli  altri;ma  coloro  ancoraché  Ihaueuano  accompa 
*oa!  sante-  gnata.  &  ftiuorita  con  l'arine  .-perche  battendo  il  Tonteficeh  mandatogli  faculb 
uimTtc  ho  ti  d'afìoluere  dalle  cenfure  i faldati,  che prometteffero  di  non  andare  con  far- 
«orato  da'   me  pju  contra  la  Chi  e  fa,  &  di  concedere  a  tutti  i  morti,  per  i  quali  fuffe  dima 
pScì£  datarla  fepoltura  Eccìejìaflica;era  incredibile  il  concorfa,  &  marauiglwfa  la 
&  dPTtiuui  àiuotione,con  laquale  quefle  cofefi  dimandali  ano, &  prometteuano,non  con- 
£'  uhnci £  tradicendo  i  miniflri  del  Re, ma  co  grauiffima  indegnatione  de  Cardinali,  che 
re,  e  in  ahif  iman^  a  gli  occhi  loro  nelluogoproprioioù  era  la  Sedia  del  Concilio  ifuddi- 
«T  hfufeb"  ti,ei  faldati  del  Re,contra  l'honorey&  utilità  fua,&  nelle  fate  terre,  uilipefa 
be  poturo  ef  totaimente  l'autorità  del  ConcilÌQ,adherifiero  alla  Chi  e  fa  Roman  a,ricono fa  en 
p?u  "Su  do  con  fontina  riuerentia  il  Cardinale  frigione,come  jLpoflolico  Legato  .  Ter 
mente  *       la  triegua  ratificata  da  Cefare.ancora  che  gli  agenti  fuoi,  clf  erano  in  Verona 
b  Per  Giulio  la  negaffero>riuoco  il  Re  di  Francia  parte  delle  genti, che  haueua  alla  guardia 
Cc*  Mcd-ci ,  fa  yieiia  città,come  fé  più  non  uifuffero  necefiarie,&  perche  hauendo  richia 
'  hfue'  mato  di  là  da  monti  per  le  minacele  del  Red  Inghilterra  idugento  gétdhuo 


ma  2 


ina    a,i-   uouv.       tirwwwv    www  www  -•-»     ww^^-wwm-  w-  w-  . .  -  <j  \*j  *_» 

Uupdro°  d?  mini,  gli  arcieri  della  fata  guardia, &  dugento  altre  lancie;conofceua per  lo 
teceffi  a Ra  fojpetto,che  aumentaua  degli  Sutigeri,  battete  bifogno  di  maggiore  prefidio 
iTcbu^if-  nel  E>ucat0  ai  Milano,  &  per  la  mede  fama  cagione  haueua  aflretti  i  Fiorenti 
^uaieferme*  ni  a  mandargli  in  Lombardia  trecento  buomini  d'arme ,  come  per  la  difefa  de 
CÀVJZ*?  tli  flati  Cuoi  d'Italia  erano  tenuti  per  i  patti  della  confederatane:  laquale  per 
poteuano     chefimuafra  due  me  fi  gli  coflrinfe,  e  fendo  ancora  frefaa  la  nputatwne  della 
EPSÌÌ.  uittoria-.a  confederarli  di  nuouofaco  per  cinque  anni ,  obligandofi  alla  difefa 
ti  dell'alio-  delio  flato  loro  con  feicento  lande ,  e  i  Fiorentini  promettendogli  alt  incontro 
pò  nTic  d*  quattrocéto  buomini  d'arme  per  la  difefa  di  tutto  quello  poffedeua  in  Italia  ; 
jiicnze  de'  benché per fuggire  ogni  occafione  d'implica)  fi  in  guerra  col  Tapa,  eccettuaro 
fthmàud.    no  daltobligatione generale  della  difefa  la  terra  diCotignuola,come  fa  laCbie 
fa  ui  potefk  pretendere  ragione .  Ma  già  fopragiugneuano  apertamente  alle 
cofe  del  Re  grauiffmi  pericoli .perche gli  Sui^eribaueuano  finalmente  deli- 
berato di  concedere  fai  mila  fanti  a  gliflipendu  del  Tontefice,  che  gli  haueua 
dimandati  fatto  nome  di  ufare  l  opera  loro  contra  Ferrar  a,non  hauendo  quel- 
li,che  fofleneuano  le  partidel  Re  di  Francia,  potuto  ottenere  altro,  cheritar 
dare  la  deliberatione  infmo  a  quel  giorno: contra  i  quali  con  furore  grande  e- 
fclamaua  nelle  diete  la  moltitudine, acce  fa  d'odio  marauiglwfa  cotra  il  nome 
del  Re  di  Francia ,  affermando  non  efaere  baftata  a  quel  Re  l'ingratitudine 

d'bauert 


DECIMO.  fòt 

d  ihantrè  negato  di  accrefcefe. a  piccola  quantità  alle  penfìonìdi  coloro >  ro«  /^     - .  *  ^ 
/wrt#  C^  co/  J angue  de  quali  baueua  acquetata  tanta  riputatane,  &  tanto  ti  mila  f«n 
fiato*  che  oltta  quefio  batte  fi  e  con  parole  contumeliofiffime  difpregiata  la  lo  Sttù^Jr" 
n?  ignobilità,  come  fé  al  principio  non  baueffero  bauuta  tutti  glihuominiu-  pra  ai  ?i  n. 
na  origine,  &  uno  nascimento  mede  fimo,  &  come  fé  alcuno  fuffe  al  preferite  S^JJ!  U; 
nobile  &  grande,chein  qualche  tempo  i  fuoi  progenitori  non  piffero  flati  pò  ^c.z.out  à 
neri, ignobili,  & humili :  bauere  cominciato  a  foldare i  fanti  Longhene  eh  p^e™,™ 
per  dimoflraredi  non  gli  efiere  neceflaria  più  nella  guerra  Coperà  loro,  per-  «wnielibiè 
fuadendofi  che  effi  priuati  del  folio  fuo  hauefìero  ociofamente  a  tollerare  di  contri gu* 
efiere  confumati  dalla  fame  in  quelle  montagne;però  douerfi  dirnoflrare  a  tut  Su-zzsri .. 
to  il  mondo  nani  efiere  flati  ifuoipenfieri,falfe  leperfuaf:oni3nociua  folamen  gu™ li  "£? 
te  a  lui  la  ingratitudine  ;nc  potere  alcuna  diffidata  ritenere  gli  huomini  mi-  nati  Kel!c 
Ut  ari, che  non  dimofìr  afiero  il  fuo  ualore;  &  che  finalmente  Coro,  e  i  danari  mttnta£nc  • 
ferniuano  a  chi  baueua  il  ferro,  &  tarme;  &  efirre  nece fi ar io  fare  intende- 
re una  uolta  a  tutto  l  mondo  quanto  imprudentemente  dificorreua  chi  alla  na- 
zione de  gli  Heluetijpreponeuai  fanti  Tede  fichi.  Traportauagli  tanto  queflo 
ardore,  che  trattando  la  caufa  come  propria ,  fi  partivano  da  cafa ,  ricemito 
folamenteun  fiorino  di  Reno  per  ciafeuno:  oue  prima  non  monotono  a  foldi 
del  Pie,  fé  a'  fanti  non  erano  promefic  molte  paghe,  &  a*  Capitani  fatti  mot 
ti  doni.  Congregauanfi  a  Coirà  terra  principale  de'  Grigioni:  i  quali  confedera 

k  ti  del  l\e  di  Francia ,  da  cui  riceueuano  ordinariamente  pen filoni*  haueuano 
^andato  a  feufarfì  >  che  per  le  antiche  leghe,  e  haueuano  co  cantoni  più  alti 
de  gli  Su iygerìy  non  poteuario  ricufardi  mandare  con  loro  certo  numero  di 
finii.  Veri  urbana  molto  gli  animi  de*  Francefi  queflo  moto,  le  forile  de*  qua- 
li erano  molto  diminuite  :  perche  poi  che  il  Generale  di  TSlprmandia  hebbe 

■■-  caffato  i  fanti  Italiani,  non  haueuano  oltra  diecimila  fanti  :  &  efiendop af- 
fate di  là  da  monti  le  genti  d'arme,  che  baueua  richiamate  il  Re;  non  rima" 
nettano  lor  in  Italia  più  che  mille  trecento  lande ,  dellequali  trecento  erano  a 
Tamia: &  nondimeno  il  Generale  di  T^ormandia  facendo  più  l'ufficio  di  Te 
foriere tcbe  dimoino  di  guerra;mn  confentiua  fi  foldaffero  nuoui  fanti  fen- 
%a  la  commeffione  del  Re;  ma  haueuano  fatto  ritornare  a  Milano  le  genti  che 
per  poffare  fiotto  laTalifia  in  Romagna ,  erano  già  peruenuteal  Finale  :  & 
ordinato  che  il  Cardinale  di  San  Seuerino  facefie  il  mede  fimo  con  quelle  che 
erano  in  Romagna  :  per  la  partita  dellequali  Rimini ,  &  Ce  fieno  con  le  loro  .  ..    .r 
Rocche ,  &  infìeme  Rauenna  tornarono  fien^a  difficoltà  all'obedienTg  del  infiemè  eg** 
Tonte ficc:  ne  uolendo  i  Francefi  fprouedere  il  Ducato  di  Milano ,  Bologna ,  ?ULZ z3ri  al~ 
per  foftentatione  dellaquale  fi  erano  riceuute  tante  moleflie;  rimaneua  cerne  ■  yo  i  si  t.  & 

\  abbandonata  in  pericolo,  b  Vennero  gliSui'igeri  come  furono  congregati,  no™^3? 
da  Coirà  a  Trento,  bauendo  conceduto  loro  Cefare  che  pafi afiero  per  il  fuofla  re.hauuto  n 
tonlquale  ingegnandofi  di  coprire  al  Re  di  Francia  quanto  poteua  quel  che  già  \*„\à^v~ 
baueua  deliberato;  affermaua  non  potere  per  la  confederatone ,  che  baueua  come  dice  il 
conlorouictarcil  paffo.  Da  Trento  uennero  nel  Verone  fé,  doue  gli  affretta-  j^onacco* 

Q^q    4        uà 


Libro 

m  t  esercito  de  Vìnitìani  ,i quali concorreuano  infiemecolTontef.ee  agli 

flipendvj  loro:&  con  tutto  non  ui  fuffe  tanta  quantità  de  danari  ,  che  baftaffe 

a  pagargli  tutti  ,  perche  erano  oltra  il  numero  dimandato ,  più  di  [cimila, a  « 

.era  tanto  ardente  l'odio  della  moltitudine  contra  il  Re  di  Francia  ,che  centra 

ncheiro'  la  loro  confuetudine,  tollerauano patientemente  tutte  le  difficultà.  Dall'ai- 

to  erano  uè  tra  parte  laTaliffaerauenuto  prima  con  l'è fier rito  aTontoglio  per  impedì- 

zerTa'qua*  re  il  pafioy  credendo  noie  fiero  fc  end  ere  in  Italia  da  quella  pan  e:  dipoi  uedu- 

Ui  diedero  t0  altra  efi6Ye  ** loro  inteHticne>  fi  era  femat0  a  Cafiiglione  dello  Striuiere , 
P«  il  fopu  terra uicina  a  fei miglia  a Tefchiera :  incerto  quali  fufiero i  penfieri  degli 
cìV^chT  $*&&***$  di  andare  come  fi  dìuulgaua,ucrfo  F errar a,ò  di  afialtare  il  Duca- 
catLiioce-  to  di  Milanodaquale  incertitudine  accelerò  forfè  i  mali,  che  foprauennero  i 
uigo  &  buo  :p     i  r  duyita  C]K  harelbono  fewitato  il  camino  uerfo  il  Ferrare  fé ,  fé. 

Ma  ;ìi  Bébo  non  gli  hauefie  fatto  mutare  configlio  una  lettera  intercetta  per  la  mala  \or- 
«no' ushuS  te  de*  Fr  ance  fi  dagli  Stradiotti  de  Vìmùani  :  per  laquale  la  Taliffa  fignifi- 
z«i  i°8.  mi-  cando  lo  flato  delle  co  fé  al  Generale  di  Vormandia  rìmafo  a  Milano  ;  dimo- 
u  '  ftraua  efiere  molto  difficile  il  refiftere  loro  fé  fi  uolgeffero  a  quello  fiato:  fopm 

laquale  lettera  confultato  infieme  il  Cardinale  Seduncnfc,  checrauenuto  da 
Vinetìa,  e  i  Capitani,  deliberarono  con  ragione ,  che  rare  uolte  è  fallace,  uoU 
gerfi  a  quella  imprefa,  laquale  comprendeuano  e  fiere  più  molefta  a  umici:  pe 
rò  andarono  da  Verona  a  Villafranca,àoue  fi  unirono  con  l'è  farcito  Vinitia- 
b  il  Buonac  no ,  nelquale  fiotto  il  gouerno  di  Gian  Tagolo  Maglione  erano  b  quattrocento. b 
sofhuoml  huomini  d'arme,  ottocento  cauai  leggieri ,  &  fei  mila  finti,con  molti  pcTgL 
m  d'arme ,  d'artiglieria,  atti  ali' efyugnatione  delle  terre, &  alla  campagna  .fuqucftoca- 
t?nd  !bu!ila  gione  che  la  Taliffa  Madonato  V  aleggio,  per  eh  e  era  luogo  debole, fi  ritirò  * 
Gambara  con  inientione  di  fermar  fi  a  Tonte  Vico  non  hauendo  neli'efierci- 
c  il  Moceni  ta  pu  che  e  fei,ò.  fette  mila  fanti;per  che  gli  altri  erano  difiribuiti  tra  Brefcia,  e 
Ihe  ?  Fran-  Tefchiera,  &  Lignago;  né  più  che  mille  lande:  perche  fé  bene  fu fie  flato  indi 
cefi  eflendo  nat0  a  richiamare  le  trecento,che  erano  a  Tarma;  l' haueua  il.  pericolo  mani- 
crino  fwt-5  feftijfimo  di  Bologna  cofìretto,  dopo  grmdiffima  infamia  de  Bentiuoglh  a  or 
..  huo  faft  che  entr afiero  in  quella  Città,  refiata  quafi  fen%a  prefidio ,  quiui  accor- 
ali gendofi  tardi  de  pericoli  loro  &  della  uamtà  delle  fperan^e,  dallequali  era- 
ieri?  no  flati  ingannati;  &  fopra  tutto  lacerando  Cauaritia,  e  i  cattiui  configli  del 
U  fàml° mi  Generale  di  Normandia  ;  lo  coflrinfono  a  confentire  che  Federigo  da  Boto- 
le >  &  certi  altri  Capitani  Italiani ,  foldafiero  con  più  prefleT^a  potè  fiero  fei. 
milafanti,rimedio  che  non  fi  poteua  mettere  in  atto  fé  non  dopo.il  corfo  alme 
no  di  dieci  dì:&  indebolma  l' efiercitoFrancefe  oltra  il  piccolo  numero  de  fol 
dati,la  difeordia  tra  i  Capitani:  perche  gli  altri quafi  fi  fdegnauano  di  obedire 
dia  Talifia;&  lagente  d'arme  ftracca  da  tante  fatiche, &  cofi  lunghi  traua- 
gli;defiderauaphipreflochefiperdefieil  Ducato  di  Milano  per  ritornar fene 
in  Francia.ckc  difenderlo  con  tanto  difagio>&  pericolo. Tartito  la  Talifia  da 
Paleggio  ui  entrarono  le  genti  de  Viniùanì>&  gli  Sui7geri:&  paffate  dipoi 
il  Mincio  alloggiarono  nel  Mantouano^ue  il  Mar  che  fé ,  feufandofi  per  la  im<- 
*°  potenti* 


io  800 
mini 
me,  mill 
uai  legg 

&  none  mi 


DECIMO.  305} 

potentìa  fua,concedetta  ilpaffo  a  ciafcuno .  In  quefie  difficultàfu  la  delibera- 
tione  de  Capitani, abbandonata  del  tutto  la  campagna  Attendere  alla  guardia 
delle  terre  più  import  anti,fi>er  andò  &  non  fen%a  cagione ,  che  col  temporeg- 
giare sbattere  a  rifoluere  tanto  numero  diSuizgeri  :  perche  il  Tonte ficè  non . 
meno  freddo  atto  fendere,  che  caldo  alla  guerra,  diffidando  fi  anco  di  potere 
firtplire  a*  pagamenti  di  numero  tanto  grande;  mandaua  molto  lentamente 
danari  :  pero  meffono  in  Brefcia  due  mila  fanti,  cento  cinquanta  lance ,  &  cen- 
to huomini  d'arme  de  Fiorentini  ;  &  in  Crema  cinquanta  lance,  &  mille  fan 
ti  ;  in  Bergamo  milk  fanti ,  &  cento  huomini  d'arme  de*  Fiorentini  :  il  reflo 
dell' e ffer  cito, nelquale  erano  fettecento  lance,due  mila  fanti  Francefila  &  quat 
tra  mila  Tedefchi  ;fi  ritirò  a  Tonte  Vico  ,  fitto  forte  &  opportuno  a  Milano  > 
Cremona,Brefcia>&  Bergamo  :  doue  facilmente  fperauano  poter  fi  fofienere  : 
ma  il  feguente  dì  foprauennero  lettere  ,  &  comandamenti  di  Ce  far  e  a' fanti 

A  Tedef chicche  finitamente  *partijfero  dagliflipendij  del  He  di  Francia:  iquali  a  Non  fols 
ejfendo  quafi  tutti  del  contado  di  Tiruoloy  né  uolendo  effere  contumaci  al  Si-  màdò  (dice 
gnore  proprio  ;  partirono  il  giorno  mede  fimo  :  per  la  partita  de*  quali  perderò-  n,™"^ 
no  là  Taliffa,&  gli  altri  Capitani  ogni  jperaw^a  dipoter  più  difendere  il  Du-  Maffìmiiia- 
catodi  Milano: però  daTonteVico  fi  ritirarono  jubito  tumultuofarmente  a  SVed'efchV 
TirZgichitone,per  laqual  co  fa  i  Creinone  fi  del  tutto  abbandonati, fi  arrenderò-  e  he  lì  Ieaaf- 
no  alt  efferato  de \Collegatt \che già  s  approffimaua ,  obligandofi  a  pagare  a  gli  u"°0  ^  ^  Jj 

h  Sui^eri D  quarantamila  ducati  :  iquali  hauendo  difputato  in  cui  nome  sha-  ch}  ma  egli 
ueffe  a  riceuere ,s forando fi  i  Vinitiani  che  fife  loro  reflituita ,  fu  finalmente  1  penamele 
riceuuta,ritenendofi  perciò  laforteTgaper  i  Francefijn  nome-delia  Lega  ,  &  leuato  dal 
di  Maffìmìlìano  figliuolo  di  Lodouico  Sfornii  per  loquale  il  Tontefice ,  &  gli  pjf3. 
SuÌTgerì  pretendeuano  che  fi  acquiftaffe  il  Ducato  di  Milano  .  Era  uenuto  ne3 
giornimedefimi  alienata  da3  trance  fi  inpotefià  de*  Collegati  la  città  di  Berga  miS^Jcrfue- 
mo  :  perche  hauendo  la  Taliffa  richiamate  le  genti,  che  ni  erano  per  unirle  al-  il  Buonac- 
l'effercitO)  entratiui,fubito  che  quelle  furono  partite  alcuni  fuor  ufcituf mono  cecche  Cre- 
cagionefi ribellaffe .  Da  T'vx^chitone  pafiò  la  Talifìa  il  fiume  dell  jtdda :  *»ona  ? »*? 
nelqual  luogo  fi  unirono  feco  le  trecento  lance  deflinate  alla  difefa  di  Bologna:  '££  &  q^t 
lequali  crefeenao  il  pericolo  haueua  richiamate,  &  Jperaua  quiui poter  uieu-  g no  1  s  1 2. & 
re  a'  ninna  ilpafio  del  fiume,  fé  fufi  ero  foprauenuti  i  fanti  che  fi  era  delibera  pagò  u  cit- 
ta di  foldare  :  ma  quefto pen fiero  appariua  come  gli  altri  uano  :  perche  man-  tà  di  Bcrs* 
cauanoi  danari  da  foldargli,non  hauendo  il  Generale  dij^ormandia  pecunia 
numeratale  modo,  efjendo  in  tanti  pericoli  perduto  intieramente  il  credito^a 
trouarne  come  folcita  ,obligando  l'entrate  Regie  inprefian%a:pcrò  poi  che 
ni  fu  dimorato  quattro  dì  yfubito  che  i  nimici  fi  accodarono  al  fiume  tre  mi- 
glia fiotto  Ti'Zgichitone  ;fi  ritirò  a  Santo  .Angelo  per  andar fene  il  giorno fe^ 
guente  a  Tauia .  per  laqual  cofa  ejfendo  del  tutto  disperato  il  poter  fi  difende- 
re il  Ducato  di  Milano,  &già  tutto  ilpaefe  in  grandijjìma  fotteuatìone ,  e  tts 
multi  ;  ftpartirono  da  Milano  perfaluarfi  nel  Tiemonte  Gianiacopo  da  Triul 
%i>il  Generale  di  T^mandia^monimria  Talamfmo^Gaka^  vifeonte* 

&m<ìltì 


mj. 


Va£  ^ ^  Cardinale, che  ui  era  alloggiato  la  notte,s' erano  conuenuti  ;fu  tolto  di  ma 
Boga!-  no  a  faldati  Fr ance fi  che  logvardauano,chefi)auentati<  e  timorofi  d'ogni  acci- 


L     I     B     R      O 

A*  motti  altri gent il huomini  &  tutti  gli  ufficiali,  &  mìnìjlri  del  He  :  &  al- 
quanti di  prima  temendo  non  meno  de'  popoli, che  de*  ramici  :fi  erano  fuggiti  i 
•  Rinaldo  Cardinali,  con  tutto  che  più  feroci  ne*  decreti ,  che  nell'altre  opere  ,  haueffero 
h  uomo°Pa-  quafi  nel  tempo  mede  fimo  come  preambulo  alla  priuatione;fofaefa  il  Tontefi- 
nei'c  io  chia  ce  fa  tutta  l '  amminiflratione  fpirit  itale, &  temporale  della  Chic  fa .  Giouaro- 
£b  '  iiquai  no  quefli  tumulti  alla  falute  del  Cardinale  de'  Medici  riferuato  dal  Cielo  agra 
4«fciinc  tut  diffima  felicità  :  perche  effendo  menato  in  Francia-,  quando  cntraua  la  matti- 
t?at Sto  ài  na nella  barca  alpaffo  del  To,che  è  di  contro  a  Baffignana  detto  dagli  antichi 
librare  «i  ^Angnfla  Bacienorum,  leuato  il  romore  da  certi paefani  della  uilla,  chef  dice 
Medi  ci,  fa>  la  Tiene  del  Cairo,  de*  quali  fu  capo  a  Rinaldo  Tallo ,  con  cui  alcuni  familiari 

to  per 
;to  de 
bate  B 

f*  *  WoV *  àentefentito  il  romore,  atte  fono  più  a  fuggire  che  a  refiflere .  Ma  la  Valiffa 
&  metvc  entrato  in  Tania  deliberarla  di  fermami  fi ,  &  perciò  ricercarla  il  Trinilo  > 
ch? : l$kÉ*  e^  Generale  di  l<[ormandia,  che  uandaffero ,  alquale  mandato  il  Trininogli 
bc.o  s' i n fin  dimoflrò  (ce  figli  h  alienano  corame ffo  il  Generale*  &  gli  altri.principali)  la  uà 
%  ap^nScì  n*?*  del  fuo  con  figlio  :  non  effere poffibile  fermare  tanta  rouina ,  effendo  te  fa 
ter'  té  pò  in  farcito  fen^a  fanti,non  comportare  la  brenna  del  tempo  diffidarne  di  nuov.Oy 
2hcZii  «atta  non  fi  potere  più  trarne  fenon  di  luoghi  molto  diflanti,&  con  fomma  difficili- 
to  iiufcifle ,  tà,  &  quando  quefli  impedimenti  nonfuffero,  mancare  i  danari  da  pagani ,  la 
tò  mftcePlin  riputatane  effere  perduta  per  tutto,  gli  amici  pieni  difaauento ,  i  popoli  pieni 
queiio ,  che  d'odio  per  la  licentia  ufatagià  tanto  tempo  immo deratamente  da  faldati,  dei 
uaica  u»a  cS  te  qnefle  cofe  il  Trinilo  andò  per  dare  commodità  alle  genti  dipanare  il  To,a 
cardinale ,  fargittarc  il  ponendone  il  fiume  lontano  da  Valenza  uerfo  ^fli ,  più  fi  riflri- 
giàVoccato  gne .  Magia  /'  efferato  de*  Collegati, a  cui  sera  arrenduta  quando  i  Trance  fi  fi 
co  *  pìei  dì-  yitirarono  ad  *Adda,la  città  di  Lodi  con  la  Rocca ,  sera  da  Santo  ^Angelo  acco 
SaTcì  naS  flato  a  Vaniamone  fubito  chegiunfero ,  cominciarono  i  Capitani  de'  Vinitiani 
iì0'h>  B€r  a  pCYCUOterc  con  l'artiglierie  il  caflello  :  &  b  una  parte  de  gli  Sumeri  pafìò  y 
il  cardinal  con  le  barche  il  fiume ,  che  è  congiunto  alla  città  :  ma  temendo  i  Francefi  non 
df  hi^lCA-  impedì fero  il  paffane  il  ponte  dipietra,che  è  fui  fiume  del  Te  fino,  per  loquale 
Biagio  cri-  falò  poteuano  fahtarfi  ;fi  moffono  uerfo  il  ponte  perufeirfi  di  Vania  :  ma  in- 
r  ell°t *"  ì  al  nanzifiiffeufaìto  il  retroguardo ,  nelquale  per  guardia  de'  caualli  erano  flati 
Milano  A  a  me  (fi  gli  ultimi  ;  alcuni  fanti  Tedefchi,  che  non  fi  erano  partiti  infieme  con  gli 
Mantcua  (e  a^  .  ^-  57^^/  ufaendo  di  uerfo  Torta  lenona,  &  dal  Caflello  già  abhan-, 
donato, andarono  combattendo  con  loro  per  tutta  la  lunghezza  di  Tania ,  & 
b  Tutto  que  del  ponte ,  refiflendo  egregiamente  fapra  tutti  gli  altri  i  fanti  Tedefchi  :  ma 
di  Pauia  'è  pajjando  alpoìite  del  Graualone ,  ci)  era  di  legname,  rotte  l'affi  per  lopefo  de 
cofi  puntai  caminjrcftarono prefi ,  ò  morti  tutti  quelli  de'  Francefi  >  &  de  Tedefchi ,  che 
ferino  dai  non  erano  ancora  paffuti .  Obligoffi  Vania  a  pagare  quantità  grande  di  dana- 
LbOUI°denih  Yl  :  il  mc^efmo  haueuagià  fatto  Milano  componendo  fi  in  famma  molto  mag 
vita  di  Leo  giore,  &  faceuano,da  Brefcia,  &  Crema  in  finora  tutte  l'altre  città  agaranl 
izcimo.       medeftmo  gridauafiper  tutto  ilpaefe  il  nome  dello  Imperio:  lo  flato  fi  nccuc- 

ua 


DECIMO.  »T# 

ua&gouemaua  in  nome  della  Santa  Lega(cofì  concordemente  là  chiamava- 
no) dtfronenioft  la  fomma  delle  cofe  con  l'autorità  delCardinale  Sedonenfe, 


li  cofe  commofa  tutta  la  natione,fubitoche  fu  finita  la  Dieta  chiamatala  Zu 
neh  per  quefio  e f  etto,  uenne  adunirfi  con  gli  altri  grandiffima  cucntità .  In 
Va  mut anonc  delle  cofe ,  le  Città  di  Tiacen^>&  di  Tarma  fi  dettelo  no- 


lontanamente  dVontefice  :  ilqual  pretendete  appartenetegli  come  membri 
a  dell  a  EJarcato  di  Rauemia .  Occuparono  gli  Sideri  Incarna ,  e  i  Ormoni  la 
ValuoltoMia,  &  Cbiaaema,  luoghi  molto  opportuni  alle  cofe  loro  :  &  lanus 
Fregofo  Condotlm  de  Finitiani  andato  a  Genoua  con  caua!U,&  fanti  ottenu 
ti  da  loro  ;fu  caufa  che  fuggendo fene  il  Gommatore  Trame  fernetta  città  fi  ri 
b  Dedale ,  er  eglihft  creato  Doge  :  laqual  degnità  haueua  già  battuta  il  padre 
juo.  Ritornarono  col  mede  fimo  impeto  della  fortuna  al  Vontefice  tutte  le  terre 
&  le  fortore  della  Romagna ,  &  acceflandoft  a  Bologna  il  Duca  àVrbino 
con  le  genti  Ecclefmfliche,  i  Bentiuogliprìui  d'ogni  Speranza  ;  l'abbandonaro- 
no: iqualnl Vontefice  aftriffimamente  per feguit  andò  ;  interdi  fé  tutti  i  luo- 
ghi, che  in  futuro  gli  ricettaffero  :  né  dimoflraua  minore  odio  contra  la  città , 
jdegnatoche  dimenticataci  tanti  benefici] ,  fi  fuffe  cofi  ingratamente 
ribellata  >  che  alla  fua  fatua  fujfe  flato  mfultato  con  molti  oh- 
bmb'Kf,  &  Schernito  con  molte  cuntumelie il  fuo  nome: 
onde  non  creò  loro  di  nuouo  i  Magnati ,  ne  gli  am- 
meffepiu  in  parte  alcuna  al gouerno,  eftorquen 
do  per  me%o  de  mimjlri  ajprhdanari  af- 
fai da  molti  cittadini ,  come  adhe- 
rentide  Bentiuogli  :  per  le 
quali  cofe  So  nero }è  fai 
fo  chefuSfe.fi  di- 
uulgò , 
€  he  fé  ipenfieri  fuoi  non  piffero  fiati  m- 
terroni  dalla  morte,  hauere  hauu- 
to  nelt  animo  >de frutta  quel- 
la Città  ,  trans  ferir  e  a 
Cento  gli  habi-. 
tatori  • 


a  la  chete 
pò  comin- 
cia/fri "KiTa* 
cato  di  r\a- 
aerina  j  le 
dclcriue  il 
Bioaij  ryél 
lib.  8  adi' hi 
itone;  l' en- 
ea- ed. net 

no  tu  lui,  il 
Va':  .errano, 
&  iltn-Che 
cofà  poi  fof 
le  querfo  Ef 
farcaro,  qui 
ti  ne  fof  fe- 
ro, 8cq'iàdo 
comincia/le 
in  Rauéna, 
oltra  quato 
fé  ne  legge 
nel  Platina 
nella  vita  dì 
Stefanofèco 
do  ;  è  da  ef- 
fer  letto  ai 
principio 
«el  libro  4, 
«kll'hifto- 
iie  di  Raué 
«a ,  di  Giro 
lamo  Roti, 
&  altxoue. 

bGisnoFre 
gofo  fu  crea 
to  Doge  di 
Genoua  a 
29.  di   Giù 
gno  is  12. 
come  ferine 
il  Velcouo 
«jNfbio, 


DE  Ir 


DELL'HISTORIA 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Gentil'hvomo    FiouKm^ g 


«£*. 


TT?  R  "6    V  N  D  E  C  I  M  O. 


N 


«    Quella 
fu  Leonora: 
laqual  e  fleti 
«lo-ftata  ma 
xitataprima 
«Sforra  Ma 
fia  figliuolo 
di  Fracefco 
Sforza  Du- 
ca di  Mila- 
noi  morto 
il  prime  ma 
lito  iu  data 
per  moglie 
a  Hercole 
Eftenfe  pa- 
dre di  A  liòn 
io ,  a  tre  di 
Giugno 
34.73.    Co- 
nio ,  Gira  Idi 
jie'  Cómen 
tari  ;  &  Pi- 
gna nellib. 
7.  oc  8.  del- 
l'hiftoria 
de'  Principi 


*~ ~~~"  e     r^    M      M     A     R     I     O  •  .  r 

,,u         j    ^««Ducadi  Ferrata  va  a  rieonciliarfieo'l  Papa.»  poi  «ift 

E  1  bro  vndccinio  il  Duca  ai  jeiran  »   •  .    •  ,       ,  ,,  _       Cefare.ei  Vini 
IN  t  di  Roma.  I  Franceh  fon  rotti  a  Paterna.L lega  fai  .)  |W£  »j   '  f  rimet 
tianTfid.fun.fce.Siradieta^ 
tere  i  Medici  .  Prato  e  Taccheggiato.  Pier  soanim  e  «  .       dj  ;  tornana 

redini  fanno  lega  co'l  YATCtfZtS  '.  Maffimiliano  Sfor 
in  Fiorenza .  Il  Papa  fi  collega  con  Cefare  centra  i\V  ln'"*       ,    &  &     h  Slihz(. 

za  è  fatto  Duca  di  Milano,  S.  fa  ^«^gSfc viene  Immc  =  Si 

ff.furtiuamenteda'  Tedefchi . _ 

1  M  A'nEVjt  ai-Pontefice,  foi che  nelle  maggiori fue 

minio  della  Cbiefa,  l'antica  cupidità  della  <ttaf'f™™ 
-     —  *   lalmlbencbe ardentemente dcftderaJSe  dl/f&re  l  a™e' 

MaJeJedi  Mantoua,  ^^^^icon^heLneflaco^ 
andafieadimandarghueniaaRoma^ernceue        j 

none  nella  fua  grana  .-  ft*  ^?Mor<^^Z^ola  divalli  - 
McomeperparentedelfuoRe  (era  jilfonfo  natod  ma JJ . 

do  ueccbìo  Redt  Napoli  )  ^f^^[t2S^Ut  Cbiefa  fi 
«ÌPÉSSXSS  iMSnSdi  Francia  dopo  lagena 

^#3S  ^Sa^tS^rgU  'gratin* 
mutatane  [acceduta  aellecoje  capa  u  j    j     j 


V    N     D     E     CI    M     O.  f?  t  r 

dare  &  ritornare  ficur  amente  :  douefoi  chefuperucnuto ,  hauendo  il  Tontefi 
cefofpefe  le  cenfure ,  ammefjolo  nel  Concifloro  ;  dimandò  humilmente  perdo- 
nan%a,fupplicando  conlamedefima  fommeffione  di  e  (fere  reintegrato  nella  »  Attribuì. 
fuagratia,  &  della  Sedia  <Apoflolica7  &  offerendo  uolere  continuamente  fa-  tcuet|a  ià°Coi. 
re  tutte  quelle  opere,  che  apparteneuano  afedeliffimo  feudatario ,  &  uaffallo  Pa  delia  da 
della  Chiefa .  V dillo  affai  benignamente  il  Tontefice ,  &  deputò  fei  Cardinali  p1g?u1ìo  cs 
a  trattare  fico  le  conditioni  della  concordia  :  iquali,  poi  che  più  giorni  fu  difpu  trf fy  pu  ca 
a  tato, gli  aperfono  che  *  non  intendeua  il  Tapa  in  modo  alcuno  priuare  la  Chie  Alberto  pì*> 
fa  della  città  di  Ferrara  ,poi  che  legittimamente  gli  era  ricaduta  ;  ma  che  in  **  9"?!*0? 
ricompenfo gli  darebbe  la  città  d'^ljli,  laquale  riceuutaper  la  partita  de'  Fra  putitionc & 
cefi  inpoteftà  della  Lega ,  ilTontefice  ^pretendendo  appartener^  alla  Chiefa  d'auttorri -. 
tutto  il  di  qua  dal  To,  haueua  mandato ,  benché  in  uano  il  Vefcouo  ^Agrigen-  mìco  <r  ai. 
tino  a  prenderne  il  poffeffo  :  laqual  co  fa  negando  ^Alfonfa  coflant  emente ,  co-  iox^J*  d{j 
minciòper  quefta  dimanda  tanto  diuerfa  dalle  Jperan^e  dategli ,  nò  meno  per  caftei  di  c« 
quel  che  di  nuouo  era  fucceduto  a  Reggio ,  a  temere  che  il  Tontefice  non  l'in-  ^nfi^Uo'fc 
;  trattenere  artificiofamente  in  Roma  per  affaltare  nel  tempo  medefimo  Fena  creto ,  che 
ra.Haacua  il  Tontefice  militati  i  Reggiani,  iquali  in  tanta  confufione  delle  co  tempio0 
fé  non  mediocremente  temeuano ,  che  feguitando  l'effempio  de*  Tarmigiani  ,  &  ribeilo  ' 
&  de' Tiacentini  fi  deffero  alla  Chiefa,  &  or  dinato  per  eh  e  fu  fero  più  efficaci  Jj°  "èpa"©! 
i  conforti  fuoi,  che  il  Duca  d'orbino  con  le  genti  uemffe  nel  Modonefe.  Tenta-  «è  ^dono  : 
uà  il  medefimo  per  Cefare  Vitfi-ufl  andato  pcrfonalmente  in  Reggio,  &  il  Car  -J  Pa^  a°*  g 
dinalc  da  Eflh  ilquale  affente  il  fratello  haueua  la  cura  delfino  flato,  conofeen-  «n«  c<g  *«• 
do  non  potere  confemar e  quella  città ,  <&  giudicando  effere  meno  p  emide  fo  allo  Fabr  i  rio  per 
flato  loro  che  uemffe  in  poteflà  di  Ce  far  e,  ilquale  iionpretendena  a  Ferrara, &  farlo  ai  tut- 
nelle  cui  cofe  fi  potata  jperar e  maggiore  uarietà;  confortaua  i  Reggiani  a  rico  co^ifrue^ 
no  fiere  più  prefto  il  nome  dello  Imperio  :  ma  e  (fi  rifondendo  uolere  feguitare  <3u.cfto  ?  n?° 
l'effempio  del  Duca  che  era  andato  al  Tontefice  non  a  Cefare ,introJuffono.  nel  ftà°  Gitìidi 
la  terra  le  genti  della  Chiefa  ;  lequali  con  arte  occuparono-ancora  la  Cittadel    nc*  ruo! c5 
la,con  tutto  che  Vitfrufi  ui  haueffe  già  meffi  alcuni  de'  fitoi  fanti .  ^Arrendeffi 
finalmente  al  Duca  d'Vrbino  la  Carfagnana  ;  ilquale  dipoi  ritornato  a  Bolo-  *> .  Ti5n«  'I 
gna  licentiò  tutti  i fanti:  perche  effendo  flato  molefliffimo  a  Collegati  yche  il  n  p^paieae 
Tontefice  haueffe  occupata  Tarma  &  Tiacen%a  ifece  il  Cardinale  Sedunenfe  tameote  tra 
intendere  al  Duca  non  effere  neceffario  che  poi  che  era  ottenuta  la  uittoria  con  gigione  Ai 
tra  i  communi  nimici  paffaffe  più  innanzi .  Ma  dalla  durezza  del  Tontefice ,  fonl°  ;  m* 
&  dall' occupazione  di  Reggio  infojpettito  non  mediocremente  il  Duca  di  Fer-  potere  ciò 
rara,dimandò  al  Tapa  per  mezo  dell'Oratore  Spaonudlo-,  &  di  Fabricio  Colon  tanto  tcn,cr 

•/        »  n  i    •  •    -^  i-    ■  /•  fecreto,  che 

~na,ilquale  era  flato  con  lui  in  Roma  continuamente ,  di  ritofnarfene  a  Ferra-  non  venifte 

ra  :  allaquale  dimanda  egli  mofirandofi  renitente,&  affermando  non  riuoca-  j?er  Yia  M 

re  il  faluocondotto  conceduto  per  la  differenza ,  che  haueua  con  la  Chiefa ,  a'  Aragona  pa 

creditori  particolari,  de*  quali  molti  lo  ricercauano  che  amminiflrafìe  loro  giù  J5n*e  dAl* 

ijlitia ,  b  rifilo  fono  apertamente  l'Oratore ,  &  Fabritio  che  non  ft  per fuade fife  orecchi  de* 

the  ai.  Duca) '&  alorq  haueffe  a  effere  uiglata  la  fede.  :  &  la  matpinafeguen-  Colo«*e$ - 


-  ■*»• 


LIBRO 

te  per  prcuenire  ,fe  il  Tapa  noie  ffc  fare  nuoueprouifionì,  Taurino  montato  4 
cavallo  ;  andò  uerfo  il  Tortone  di  San  Giovanni  in  Later  ano  Seguitandolo  non 
molto  da  lontano  il  Duca-j&  Marcantonio  Colonna;  trovato  il  portene  par 
dato  da  molti  più  che  non  era  confueto,i quali  contradicendogli  che  nonfaffaf- 
fe,egli più  potente  di  loro ,  affrettato  il  Duca  fu  la  porta  ;  lo  condnffe  ficuro  à 
Marino,  ncompenfato  come  communemente  fi  credeva  il  beneficio  della  liber- 
tà ricevvta  da  lui  :  perche  nivno  dubitò  che  il  Tonte fice,  fé  nonfufie  flato  im- 
m«e?  /ice  fedito  da  Colonne/i, l 'hai -ebbe incarcerato  :  donde  effendogli  impedito  il  carni 
11  gìouìo  ,    no per  terra  ;  ritornò  non  molto  poi&per  mare  a  Ferrara  .  Haueua  ancho  men 
«io*  Atfon  tre  che  quefle  cofe  fi  faceuano  procurato  con Sedunenfe  il  Tontefice  accefo ,  co 
fo  di  caftei-  me  prima  doli  odio  contra  la  libertà  de'  Fiorentini  >  che  le  genti  che  haueuano 
io  '" &  p«  concedute  al  Re  di  Francia,  fiufi  ero  fualigiate  :  delle  quali  quelle  che  fotto  Lu- 
opra  «li  Pro  ca  sauello  erano  con  fefferciro  in  numero  dì b  cento  uenti  huomini  darme,  &  b 
n?3}uaucfti-  feffantacaualli  leggieri  (perche  Franccfco  Torello  con  l'altre  era  rimafio  alla 
t0 ,  hot  da  ciiflodja  di  Brefcìa  )  haueuano  innanzi  che  i  Fr ance  fi  paff afferò  il  fiume  del 
h0gr^a°cac'  Tò,  ottenuto  ilfaluocondojto  da  Sedunenfe ,  &  la  fede  da  Gian  Tagolo  Ba- 
ciatore ,  &  gHone ',&  da  qua  fi  tutti  1  Condottieri  Vinitianidi  potere  ritornar fene  in  To- 
xì\  io3coi>  fcana  :  ma  effendo  >  fecondo  la  norma  riceuuta  da  effi, alloggiati  uicinoa  Crc- 
dvafie  in  luo  mcna  *  \  faldati  Vinitiani  con  confentimento  di  Sedunenfe  glifualigiarono:  il 


£° 


ficuro 


AC 


he  con-  quale  fecondo  che  alcuni  affermano  ;  ui  mandò,  perche  più  ficur  amente  potef- 
feue-ìl  Gi,ì  fero  farlo,  due  mila  fanti  ;  attefo  che  infieme  con  ejji  alloggiavano  le  cornpa- 
Bcnlbo  ferì  %nie  del  Trinici  &  del  Grande  Scudiere ,  lequaliper  effere  quafi  tutte  difoU 
ue,chepaf.  ^at-  jtaliani,  haueuano  mede fimamente  ottenuto  falvocondotto  dipanare. 
fcpédo ,  che  Sualigiate  che  furono  ;  mandò  fubito  Sedunenfe  a  dimandare c  a  Chriftoforo  < 
ii  ^rn^cu  jtforo  &  a  <pag0l0  capello  Troueditori  del  Senato  Ja preda  fatta  comeappar 
iìcuio  ,  &  tenente  a  gli  Svilenti  quali  non  la  concedendo,  &  andando  un  dì  poi  nel 
SoniaI(c  &a  Campo  degli  Svizzeri  per  parlare  a  Sedvnenfe,fvrono  qvafi  come  prigioni  me 
quindi  '  alte  nati  a  lacofo  Stafflier  loro  Capitano  :  &  da  lui  condotti  al  Cardinale ,  furono 
&  a*  etri  !°'  coflr  etti  promettere  in  ricompenfo  della  preda  fei  mila  ducati, non  parendo  con 

uenìente  che  d  altri  fuffe  il  premio  della  fua  perfidia  :  con  laqvale  cercò  anco 
b  cèto  cìn  cj)e  -^/cco/ò  Capponi  Oratore  Fiorentino ,  ilquale  ritirato  fi  a  Cafal  Ceruagio , 
mìni  d'ar  haueua  ottenuto  falvocondotto  da  lui  ;  gli  fuffe  dato  prigione  dal  Marchefe  di 
«e  dice  il  Monferrato  .Stimolaua  in  queflo  mero  il  Senato  de  fiderò  fo  di  attendere  alta- 

ricuperatone  di  Brefcia,&  di  Crema ,  che  le  f uè  genti  ritomajfero  >  lequali  il 
«  a  queftì  Cardinale  intratteneua  fiotto  colore  che  andafi  ero  infieme  con  gli  Suixgeri  nel 
ag^iugne S°  Tiemonte  contra  il  Duca  di  Sauoia ,  &  il  Marchefe  di  Salii7^o,chc  haueuano 
Andrea  Mo  feouitato  le  parti  del  Re  di  Francia  :  ma  effendo  dipoi  ceffata  quefla  cagione 

ctnjgo  Pio-  J  <S  .,*•».  1     ,   1  j       ;•„    -  •     ^  ì  f„ 

tonoiario,  per  la  moltiplicatione grande  del  numero  de  gli  SuiT^cn  3  &  perche  manije- 
*hd,C°rirfu  fiamentefi  fapeuachei  foldatiFrancefi  paffauano  di  là  da'  monti  ;  non  con- 
condotto  ai  fentiua ,  né  dinegava  fi  partiffero  :ilche  fi  dubitava  procedere  per  inftan^a 
&  a^sèdu-  fatta  ^a  Cefiare  ;  acciò  che  effi  non  ricuper  afferò  quelle  terre  -.finalmente  eficn. 
*tft .  dogli  SuiTgeri  in  Meffandria ,  i  Vinitiani  partiti  fi  dal  Bofco  ali'improuifo 

paffaron* 


remo  vocili. 


V    N    DE    CI    M    »;  m 

a  pacarono  %fen%a  oracolo  alcuno  il  To  alia  Caua  nel  Cremonefe,  difjlm ut  landò,      9.  ..    . 
come  fi  credette,  a  r  equi fitione  del  Tontefice ,  il  Cardinale ,  libale  certo  gli  ìc  Zie 
barebbe potuti  impedire  ipaffato  il  Tofi  diuifono parte  contra  Brefcia ,  parte  f r  foJM'* 
contra  Crema  cufloditeper  il  Re  di  Francia  :  &  hauendo  i  Francefi ,  che  era-  pon"c  dico 
e  no  in  Brejcia  abitatigli  alla  uilla  di  Taterna^perdutipiu  di b  trecento  huomi-  a  Moccn** 
ni,  furono  coflretti  a  ritirar  fi  dentro  :  &  gli  Sumeri  rimafi  foli  nel  Ducato  di  S°' 
Milano  y  &  nelTiemonte  attendeuano  a  taglieggiare  tutto  il  paefe,flcuri  b  Dicc  a 
interamente  de'  Francefi  :  perche  fé  bene  il  Re  di  Francia  per  l  affliti  ione  in-  ^Tvll\ 
tenfa  che  haueua  al  Duca  di  Milano  ;  mal  uolentierifi  dijponejfe  a  lafciar  del  no  fu  rouo 
tutto  le  cofe  d'Italia  abbandonate  ;  nondimeno  la  neceffità  lo  coftrinfe  a  pre-  VtlfJl % 
ftarefede  al  confìglio  di  coloro, che  lo  confortarono ,  che  differito  ad  altro  tem  *ref  ,IS.'°  ì 
pò  queflo  penfiero>  attendere  per  quella  fiate  a  difendere  il  Regno  Hi  Francia  :  xadini^T 
conciofia  che  il  Re  a" Inghilterra,  fecondo  le  conuentioni  fatte col  Re  Catolico;  ,vad-etta  dcl 
haueua  mandato  per  marefei  mila  fanti  Inglefia  Fonte  Rabbia,terra  del  Re-  U^SZ 
gnodi  Spagna  pofla  fui  mare  Oceano  ;accioche  congiunti  con  le  genti  di  quel 
Re  afìaltafìero  il  Ducato  di  Ghienna  ;  &  oltra  queflo  cominciata  a  infilare 
con  armata  di  mare  le  cofle  di  K(ormandia ,  &  di  Brettagna ,  con  Jpauento 
grande  de  popoli  :  né  di  ritirare  più  Cefare  altamicitia  fua  reflata  Jperan^a 
:  alcuna  :  perche  per  relatione  del  fefcouo  di  Marfilia  flato  a  lui  fuo  ^imba- 
faatore,intendeua  hauere  l'animo  alieni/fimo  da  lui  :  né  per  altro  hauergli 
dato  molte  fperanrj ,  &  trattate  feco  tante  cofe  con  fomma  fimulatione ,  che 
per  hauere  occafione  di  opprimerlo  incauto,  o  almeno  percuoterlo  con  un  colpo 
quafi  mortale,  come  nella  reuocatione  de  fanti  Tedefchi,  figloriaua  di  hauere 
fatto ,  lAfficurata  adunque  per  queflo  anno  Italia  dall'arme  del  Re  di  Fracia> 
dalle  cui  genti  ancora  fi  guardauano  Brefcia,  Crema,  &  Lignago,  il  Caflellet- 
to,&  la  Lanterna  di  Genoua,il  caftello  di  Milano-quello  di  Cremona,&  alcu- 
ne altre  fortezze  di  quello  flato  ;  appartano  fegni  di  differenza,  &  difunione 
trai  Collegati^ fendo  molto  uane  le  uolonta,e  i  fini  loro .  Defiderauano  i  Vi 
nitiani  ricuperare  Brefcia,&  Cremat  douute  loro  per  le  capitolationi,  &per 
thauere  tanto fopportato  de  pericoli,&  delle  moleflie  della  guerra  :ikbeme 
defimamente defiderauaper  loro  il  Tontefice.  Cefare,  dall'altra  parte,  dalla 
cuiuolontanonpoteua  finalmente  fepararful  Re  d\Aragona,penfauad'attri 
buirle  a  fé:  &  oltra  queflo  fogliare  i  Vinitiani  di  tutto  quello>ehe  gli  era  fio. 
to  aggiudicato  per  la  Lega  di  Cambrai .  Tratt aitano  Cefare  >  &  il  mede  fimo 
Re,ma  con  occulti  configli,che  il  Ducato  di  Milano perueniffe  in  uno  de'  nipo  - 
ti  communi.  In  contrario  s affaticauano  [copertamente  ilTontefice ,  &  gli 
SÙTZeriypercbe  nel  grado  paterno  fufie  reflituito,come  fempre  fi  era  ragiona 
■o  daprincipioMalfimiliano  figliuolo  di  Lodouico  Sforai:  ilquale  dopo  la  ro- 
ma uel  padre  era  dimorato  continuamente  nella  Germania ,  mofio  il  Tonte  fi 
■e perche  Italia  non  cadefie  interamente  in  feruitù  Tedefca  >  &  Spagnuola  ; 
iiSuiT^er'hpercheper  l'utilità  propria  defiderauano  che  quello  flato  non  fu fi 
e  dominato  da' Trìncipi  tanto  potenti*  ma  da  cbinonpotefie  reggerjì  fernet 

8$ 


t    I    B    R    O 

fliaiutìloro;  laqualcofa  dependendo  quafi  deltuttodatóro,inpoteflàde%'qtm 
li  era  quello  flato, &  per  il  terrore  delle  loro  armisi  pontefice  per  confermar- 
gli in  quefla  uolontà,  &  per  hauere  in  tutte  le  cofe  parato  quefio  fieno,  col  qua 
le  potete  moderare  l'ambitione  di  Celare,  &  del  He  Catolicoyufaua  ogni  indù 
flria,&  arte  per  farfegli  beniuoli;  perciò  oltra  l' e faltar  e  pudicamente  il  ua- 
loredeUanatmneHeluetiainfmo  alle  ftelle>&  magnificare!  opere  fatteper  la 
falute  della  Sedia  jipoflolica,  haueuaper  honorargli ,  donate  loro  le  bandiere 
della  Chiefa,&  intitolatogli  con  nome  molto  glorio fo,aufihat  or  u&  defenjon 
éeila  libertà  Zcclefiaftica\^ggiHgne 

Viceré  rimejfe  in  ordine  le  genti  Spagnuole,che  dopo  la  rotta  fi  ermo  tnjieme 
con  lui  ritirate  tutte  nel  Reame  di  J^poli ,  &  mouendofiperpafiare  con  efie 
in  Lombardia;  negauano  il  Tontefice,ei  Vinuianidi  riaffumere  ilpagamento 
de  quaranta  mila  ducati  il  me  fé ,  intermefìo  dopo  la  rotta ,  allegando  che  per 
hauere  l'efferato  Fr  ance  fé  paffato  di  là  da  monti,  non  erano  più  fottopcfii  a 
quella  oblìgatione,  laquale  terminata  fecondo  i  capitoli  della  confederatane . 
ogni  uolta  che  i  Francefi  fuffero  cacciati  d'Italia  ;  &  a  queflo  fi  replìcaua  in 
nome  del  Re  d'Aragona  non  fi  potere  dire  cacciato  il  Re  di  Italia,  mentre  che 
erano  inpotcfiàfua  Brefcia£rema,&  tante  foriere.  Querclauafi  oltra  que, 
fio  infime  con  Cefare,che  il  Tontefice  a  fé  proprio  ipremij  della  mttoria  com 
mime  attnbuendo,&  quel  che  ad  altri  manifeflamente  apparteneua  ufmpan 
dchaueffe  con  ragionilo  finte,  ò  confumate  dalla  vecchiezza ,  occupate  Tar- 
ma^ T?iacenza,cittàpo{fedute  lunghi  [fimo  tépo  da  quelli, che  haueuano  do- 
minato Milano, come  feudatari]  dello  Imperio appari  uà  fimi  Imeni e  dwofi- 
tà  d'animi  nelle  cofe  del  Duca  di  F  errar  a,ardendo  il  "Pontefice  della  medefma 
cupidità:&  dall'alt? -aparte  defiderando  il  Re  d'Aragona  di  [alitarlo, f degna- 
to ancora  che(comefi  credeua)fufie  flato  tentato  di  ritenerlo  in  Roma  contra 
la  fede  data.  Onde  il  Tontefice  foprafedeua  dal  moleflare  F  errar  a,a$ettando 
perauentura  che  prima  fi  componejfero  le  cofe  maggiori  :  nella  de  terminal  ione 
dellequali  uolenio  Ce  fare  intemenire;  mandaua  in  Italia  il  Vefcouo  Gurgen* 
fe,deftinato  a  tienimi  infine  quando  dopo  la  giornata  di  Rauenna  ,ft  trattaud 
la  pace  tra  il  Tontefice, &  il  Re  di  Francia  :  perche  temeua  non  fifaceffe  tra 
loro  conuentione  fen^a  hauere  in  confida  atione  gli  intere  fi  fuoi  :  ma  fucce- 
dutapoi  la  muta/ione  delle  cofe  -.continuo  nella  deliba  atione  dimandarlo. Ve 
notano  jìmilmente  in  confiderai  ione  le  cofe  de  Fioritimi  :  iquali  pieni  di  fo- 
retto,comìnci  auano  afentirc  i  frutti  dellaneutralità,ufata  improuidamente , 
&  a  cono  fiere  non  e ffer e  fufficiéte  prefidio  l'abbracciare  la  giuftitia  della  cau 
fa,doue  eramancataìaprudentia  :penhe  nella  prefente  guerra  non  haueuano 
offefo  i  Collegatura  prefiato  al  Re  di  Francia  aiuto  alcuno,  fé  non  quanto  era- 
no tenuti  alla  di  fé  fa  del  Ducato  di  Milano, per  la  confederatone  fatta  commi* 
nemente  col  Re  Catolico,&  con  lui:  non  haueuano  permeffo  fuflero  mole  flati 
nel  dominio  loro  ifoldatiSpagnuoli,  fuggiti  della  battaglia  di  Rauenna  :  della 
qualcofa  il  Re  d'Aragona  proprio*  baueuarendute  gratic  alt  Umbafaatorc 


V    N    D  .E    C    I    M    O.  3t^5 

FioYentwo;an7J  haueuano  intieramente  adempiuto  co  fatti  le  fue  dìmande  : 
perche  poi  che  partì  il  Concilio  da  Tifas  e  i  min  ijlri  fuoi  in  Italia,  &  il  Re  me-  a  Lorena» 
defimo  baueua  offerto  all'^Ambafciatore  d'obligarfi  a  difendere  la  loro  Repu-  p1*^1  °™* 
Mica  contra  ciafeunorpur  che  fi  prometteffe  non  difendere  Bologna  ;  non  muo-  vna  Jung* 
nere  l'arme  contra  la  Chiefa  ;  né  darfauore  al  Conciliabulo  Tifano  :  ma  effì  decornò  in 
impediti  dalle  difeordie  ciudi  a  eleggere  la  parte  migliore "3non  s'accompagna-  senato  a 
rono  col  Pie  di  Francia-M  con  altri  ;  &  la  neutralità  di  giorno  in  giorno ,  &  fiTbeSfiX 
con  configli  ambigui,  &  interrotti  efferuando  :  ma  non  mai  unitamente  delibe  eh*  Papa 
rando,nè  di  uolerla  offeruare  dichiarando  ;  offefono  non  mediocremente  IH  ani-  Da,Ufani  'a* 
mo  del  Re  di  Francia ,  ilquale  da  principio  fipromctteua  molto  di  loro  :  l'odio  quella  r  e- 
del  Tontefice  non  mitigarono,  &  al  Re  d'Aragona  lafciarono,fen%a  batterne  u^uaU'iyi 
alcuno  ricompenfo,  godere  il  frutto  della  loro  neutralità ,  ilquale  per  ottenere  ucua  »por- 
barebbe  cupidamente  conuenuto  con  loro,  ^Adunque  il  Tontefice  flimo  lato  dal  j  ngr»riti:djf 
l'odio  contra  il  Gonfaloniere,  &  dal  defiderio  antico  di  tutti  i  Tontefìci  d'ha-  n*  •* roa  chc 
uere  autorità  in  quella  Republica,faceuo  infiorila ,  perche  fi  tentaffe  di  refii-  buo  n  pTh  o 
tuire  nella  priflina  gronderà  la  famiglia  de*  Medici  :  allaqual  co  fa  benché  reP«d? «*• 
con  l'tAmbafciatore  Fiorentino  ufafje  parole  diuerfe  da'  fatti,  inclinano,  mede  io  correr/o" 
fimamente,ma  non  già  con  tanto  ardore,  il  Re  dì  ^Aragona  >  per  fofpetto  che  in  ?d  v^* t0  : 
qualunque  mouimento  non  indinaffero  per  l'autorità  del  Gonfaloniere  al  fa  -   teder  la  me 
uore  del  Redi  Francia  :  an%ififcffettav.a  chc  et  i  audio  rimoffo  il  Gonfalonie-  "  dl  ^.e!U 
re, la  Rcpublica governata  liberamente,hauc fife  per  le  dependentiefrefche, &  acnirc;  cioè 
antiche  la  medefima  affettione  :  ma  la  deliberatìone  di  quella  co  fa  fi  riferua-  rc.yoIeua  c.° 

•    r  i>    i  u  ;•  r  •  i   i  t  tribtrre  al- 

m  injieme  con  l  altre  alla  uenuta  a  t  Gttrgenje,  con  cui  era  deliberato  conuenif-  ripugna  - 
fero  in  Mantoua  il  Ficcre,e  i  minìfiri  degli  altri  Collegati  :  ilquale  mentre  uè  foltezze*  di 


uenuia.  ma  neramente  lo  mandano  per  efploraregli  animi  de'  Cittadini:  fopr  a  ^peflo  in 

laquale  dimanda,  trattata  molti  giorni  •>  non  fi  focena  alcuna  conclufione:offe  cordo  dU*5 

rendo  i  Fiorentini  di  pagare  à  confederati  certa  quantità  di  danari*  ma  rifbon  fcr:"c  il^° 

dendo  dubiamentefopra  la  dimanda  deli  entrare  nella  Lcga>&  die  Inorar  fi  co-  c^uT^uo  kg 

tra  il  Reidellaquale  ambiguità  era  in  parie  cagione  il  credere(ccme  era  nero)  &erfi  q^o 

che  quefie  cofe  fi  propone ffero  artificiofameni  ernia  molto  più  la  rifpcfta  fatta  a  che°fi  véne 

Tréto  dal  Vefcouo  Gurgéfe  all'Oratore  loro  ilquale  haueuano  madato  o  rinco  a.'  Pirticot* 

trarlo-perche,moflràdo  no  tenere  colo  di  quello  gli  era  ricordato,  Ce  fare  per  la  tati?" 
copitoUtione  fatto  a  Ficé^a  per  manofna,effcre  tenuto  alla  loro  difefafafficr- 

b  mano  il  Totefice  hauere  in  animo  di  molcjìargli,  et  che  pugado  a  Ce  fare  b  qua  tufntlcot- 

rata  mila  ducati,gli  libererebbe  da  qucjio perù  oh.  ^Aggihgneua  durare  anco  fi  »  che  d°- 

ra  lo  cofederotione  tra  Cefare,e  il  R>e  di  Frdciu;perògli  cbfortaua  a  nò  mirare  limila  Su" 

nella  lega  infima  tato  non  entrano  CefareSNolarcbbono flati  i  Fìorctini  ali-vii  csti  lì  9"*' 

....  v  •*  genie  a*  Fio 

rem:  ni  :  i  qua  li  viua  mente  de  negarono,  allegando  i'vltimo  accordo  fdttocon  Oefare. 

R  r  da 


LIBRO 

da  ricomperare  con  danari  la  loro  quiete  :  ma  dubitando  che  il  pome  foto  dì  Ce 
fare,ancora  che  Gurgenfe  afferma/]  e  che  la  Itotontàfùafegititcr ebbero  gli  Spa 
gnuoìi,non  baftajfea  rimuonere  la  mala  inicntione  de  gli  altri  ;  flauano  fojpefì 
per  potere  con  con  figlio  più  maturo  porgere  gli  unguenti  a  chi  potè  fife  giouare 
alla  loro  infermila.  Era  forfè  queflo  confiderato  prudentemente:  ma  procedeua 
benej)  da  impruù  etiafò  dalle  medefime  contentioui.ò  da  confidare  piu  chenon 
fi  doueiu  nell'ordinandi,  de1  fanti  delfuo  dominioyil  nonfproucdere  difoldati 
efflrcitatiì  iqualifarcbbuiio  flati  utili  a  poterfi  più  agevolmente  difendere  da 
uno  affilio  fubito,  ò  a  facilitare  almeno  il  conuenire  co  Collegati ,  quando  ha- 
ueffero  conofeiuto  effere  difficile  lo  sformargli  :  lequali  cofementre  che  fi  trai- 
\  a  e 4 ft*ì  lattano  t  erà  già  il  licere peruenuto  co  fanti  Spagnuoli z  nel  Bolognefe:  nelqua  a 
'dice  a  cu  le  luogo  mancandogli  la  facultà  di  pagare  i  danari  promeffì  a  fanti ,  corfono 
di.ùco.        CGn  tlhto  tumulto  all' alloggiamento  fuo,  minacciando  d' ammainarlo  >cb  e  afa 
tua  hebbe  tempo  di  fuggir fene  occultamente  andando  uerfo  Modona:  una  par 
te  de  fanti  fi  uoltò  uer\o  il  paefe  de  fiorentini-,  gli  altri  non  mutarono  allog- 
giamento y  mafiando  fenxa  legge,fen^a  ordine, fen^a  Imperio. pure  dopo  tre, 
ò  quattro  giorni  quietati  con  una  parte  de  danari  promeffì  gli  animi  loro,  & 
ritornati  il  Vicerè:&  tutti  i  fanti  all'  efferato, pronte fjvno  affettarlo  nel  luego 
>  Abboccof  mede  fimo, in  fino  a  tanto  ritornaffe  da  b  Mantona,  ouegtà  era  peruenuto  Cur-  \ 
in  Matuoua  genfe  :  alquale^qu andò pafiaua  per  lo  Vcronefc,  i  Frana fi  che guardauano  Li 
co'!  Gurgé-  gn  ago, rifiutate  molte  offe)  te  de'  Vinitiani,  haiieuanodata  quella  terra,che  da 
mezo  ^  go    loro  nonfipoteua  più  tenere  3  per  comandamento  >  fecondo  che  fi  credei  fatto 
prima  dalia  Talifìà,  coft  a  loro,  come  a  tutti  quelli^  che  guardauano  l'altre  ter 
re,  afìne  di  nutrire  la  difecr.'ia  tra  Cefareye  t  Vimtiam  ;  benché  queflo  a  fal- 
dati fuccedetic  mfcluemcnte  :  perche  tifati  di  Ugnagp  furono ,  mn  battito 
rifletto  al  faluocondoito  ottenuto  da  Gurgenfe ,  depredati  dati 'efferato  Vitti- 
tianojche  era  intorno  a  Brefcia  :  cue  quando  ritornarono  dal  Lofio, ricuperato 
feiiT^a  fatica  Bergamo,  fi  era  fermato  :  ma  non  combattcuano  la  città  >  perche 
(fecondo  fi  diceua  )  era  flato  probibito  loro  dal  Cardinale  Sedunenfe .  Isella 
e  r>i:e  il    congregatane  diMantoua  fi  determinò  ,  che  nel  Ducato  di  Milano  ueniffe 
finche0  II  Maffimiliano  SforT^a,  defìd  erato  ardentemente  da' popoli ,  concedendolo  Ce  fa 
Gurgen'«di  re,  e  il  Re  d'Aragona ,  per  la  uolontà  coflannfjìma  del  pontefice ,  &  de  gli 
pome0  hi  -  Sui%geru&  che  il  tempo ,  &  il  modo  fi  filabili ff e  dal  Gur genfe  col  Tontefìce  > 
ver  danari    alquale  doueua  andare p er fi ab i lire  amicitia  tra  Cefare,  &  lui,  &per  tratta- 
nti gens  òdi  re  la  concordia  co'  Finitiani;&per  me^o  dell'unione  commune  confermare  la 
cóuen  *  co  fiCHnà  <£  Italia  del  Re  di  Francia .  Trattoci  nella  medefima  dieta  d*affaltare  i 
dV  Medici .  Fiorentini ,  sfacendone  inflanxa  in  nome  fuo,&  del  Cardinale*  Giuliano  de*  e 
h  quai  glie  Medici ,  e^  proponendo  facile  la  mutatione  di  quello  flato  per  le  diuifioni  de 
v\&°m*$-  Cittadini  :  perche  molti  defiderauano  il  ritorno  loro ,  &  per  occulto  intendi- 
gior  (om      mento,che  (  fecondo  affermaua)ui  haueuano  con  alcune  perfone  nobili  >&po 

ma.  quando  .      ,        KJ  .      .      .    u       .    .   . .  fL  ,   ,  .        ì  ■     •  j»  il 

ioti?  riroei-  tenti ,  &  perche  i  Fiorentini  difjipata  una  parte  de  loro  huomini  d  arme  m  Lo 
&  ia  maio .  badia,  un' altra  parte  rinehiufa  in  Brefcia  ;  non  haueuano  fcr^e  fuffiaenti  a 

difen- 


ito    S  S  I  2 

iìuoiuccur 
li. 


V    N    D    E    C    I    M    O.  $H 

difenderfi  contrauno  affatto  tanto  repentino  :  dimojtraua  il  frutto ,  che  oltra  i 
danari  off eriua->rifulter  ebbe  della  loro  refìitutione  ;  perche  lapoten^a  dì  quel 
la  città  ìenata  di  mano  di  uno  che  dependeua  interamente  dal  Re  di  Francia  ; 
peruerrebbe  in  mano  diperfone,che  offe/e  &  ingiuriate  da  quel  Re ,  non  rìco-  *a^t'w  ^T 
ttofeerebbono  altra  dependentia-,  &  congiuntione,che  quella  de  Collegati  :  del  ducati 


ti ,  co» 


mede  fimo  in  nome  del  Tot  e  fi  ce  fi  affaticala  Bernardo  da  Bibbiena,  che  fu  poi  J£cpoco  Jb" 
Cardinale ^mandato  dal  Vontcjice  per  quefla  cagione ,  ma  nutrito  infieme  co'  pra;  benché 
fratelli  infino  da  puerìtia  nella  cafa  de'  Medici .  Era  Ambafciatore  de  Fiorcn  \ol  £ ?^ll 
tini  appreffo  a  Gurgenfe  Giouan  V  et  torio  Soderiniy  lurìfconfulto  fratello  del  <*nto  mila. 
Gonfaloniere  :  alquale  né  dal  Viceré*  ne  in  'nome  -iella  Lega  era  detta-,  ò  dima  ut*  ^t[  i£" 
data  cofa  alcuna:  ma  il  Vefcouo  Gurgenfe  climcflrando  qu  fli  perìcoli;  lo  per  z-  ,ella  Vjtl 
fualeua  a  conuenire  con  Cefare  feconio  le  dimande  fatte  prima  ,  &  offerendo  dfc*  '■  che  ' 
che  Ce  fard  &  il  Re  d'Aragona  oli  riccuerelbono  in  protettwne:  ma  lo  .Amba  G.  io\  V:t!°: 
filatore  non  hauenio  auttonta  di  conuenire  ;  nonpoteuaje non  jigmfictre alla  Fiorentini, 
Republica,ct  affettare  le  rifbofle.nè  per  lai, né  per  altri  fi  faceua  inflantia  col  ch  *iìó  ha- 

r      .      \   li-    r      •      ;••        *  »  n     ,  »  i    •    -,  »•  i      udlero  rct- 

Vicere,nt  dmgentia  di  interrompere  le  propofe  de  Medici:  &  non  :  meno  la  - 1  :a  lega  a» 
cofa  in  fé  medefima  non  mancaua  di  molte  difficultà-  perche  il  Viceré  non  ha-  j>"J  5JJ'1  R.e 
ueua  esercito  tantopotente  che  fé  nonfuffe  necejjltatoydoueffe  uolentieri  ejf:  d  j^.k>  W 
rimentarele  forze  fue;  &  Gurqenfeper  imo:  lire  che ì  Vinitiam  non  ru.ut.    •'^yi->,  che 
raftero  Brefciafo  face {fero  maggiori  progrcfjì,d(fderaua  che  gli  Spagiwolipn'  a  d>  &o«hi 
fajfero  quanto  più  preftofi  poieua  in  Lombardia  :  però  fi  crede  che  fé  i  Fio  retati  J£*c  huXi  I 
niìponendo  da  parte  il  negotiare  con  uantaggi  &  con  rifyiarmo  ,come  ri:c  rea-  r<  dato  \>»ù 
d  nano  gli  imminenti  pencoli  ;  haue fiero  confentito  e  i  dare  a  Cefare  a  i  danari  f^liL*??*» 
dimandati, &  aita. ito  con  qualcmfomrna  di  dànafl  u  Viceré  coftituì.  o  in  fo?n  ti:  né  impoc 
ma  necci  fi  ta,  harebbono  facilmente  fch ifata  quefla  temp: fa  :  &  che  Gurzen  *3rrtc,r*  h*ue 
fc> &  il  Viceré  harebbono  perauentura  conuenutopiu  uolentieri  con  la  Repu-   fo  t Fts nera 
blicadaquale  erano  certi  che  attenderebbe  le  cofe promeJJL\  che  ccì  Melici .  ì  Sf  miUb?  . 
quali  non  poteuano  dare  cofa  alcuna  ;  fé  prima  non  ritomauano  con  Parme  in  p«ch«  fimi 
Firenze  :  ma  effendofoper  negligentia,òper malignità  degli  huornìni abban    h^euano 
donata  quajì  del  tutto  la  caufa  di  quella'dttà;  fu  deliberato  che  V efferato  Spi.  ««  Spagna 
gnuGloyColqiiale  andaffero  il  Cardinale -,&  Giuliano  de'  Medici ,fì  udgejfe  iter  d^N^ ?." 
fu  Firewze  :  chiamaffe  il  Cardinale ,  ilquale  il  Tonte f  ce  dichia>-aua  in  quefla  ìn.  *h-!r? 
ejpcditione  Legato  della  Tofcanaàfcl  iati  della  Chiefa  &  quellùche  più  gli  pa  u^ontor 
re/fero  a  propofito  delie  terre  mane.  Ffpedite  le  cofe  della  Dieta  il  Viceré  tor-   s?dt  "  no 
nato  nel  Bologncfe>moffefubito  le  gemi  contra  i  Fiorentini:  a  quali  il  non  ha  -  dfófS*  *2t« 


o 


battere  le  muraglie,  hau.ua  fitto  muouere  da  Bologna  due  cannoni  >  cS^  a  fui  ùi  almo!  Il 

erano  uenuti  Franciotto  Or fino te  i  Vitelli  Condottieri  della  Chiefa ,  ma  fea^a  *^V  ,cUc 

le  compagnie  loro  :  perche  &  a  loro ,  &  a  gli  altri  foldati  della  Chiefa  l  ha-  au  "or  »  u  di 
ueua  uietato  il  Duca  d  Vrbino,ilquak,con  lutto  che  nella  Corte  fifa  fuffe  fta- 

Rr     »         to 


conuenue. 


* 


to  marito  qualche  anno  Giuliano  de  Meàicu&  ebe  Tempre  bditcfiè  fatto  p  o 
fi  -iim-nt°  fe(Pone  di  defiderare  la  gronderà  loro  ;  baueua  negato, a  quale  fifufle  la  ca 
ibce^a?  gione,di accomandargli  l'artiglierie,  &  d'aiuto  alcuno  de  foldati,  &fuddiH 
e- ión mi0  fmi' &  non  °Aante  che  il  pontefice  a  lui,  &  d  fudditi  delle  terre  mane  della 
Ducand'vr-  chi  e  fa  haucfjecon  ampli  brieui  comandato  il  contrario.  M  Viceré  Quinto 
u^r  °  volto  che  fu  entrat0  nel  dominio  Fiorentino ,  uenne  uno  jtmbafciatore  della  Repu* 
ccn  Jd«  2  blicaàlquale  dimoftrando  Ufferuan%a  battuta  fempre  al  He  d1 *  jlragona,(\ual% 
«1!^  f  fuffero  fiate  l'anioni  loro  nellaproffma  guerra ,  &  quel  che  il  fio  Repoteffe 
iiuelia  ii   jberare  da  quella  città ,  riceuendola  nella  fita  amicitia  ;  lo  pregò  che  innanzi 
*lCla  •         procedere  più  oltre,figmfica(fe  quello  chericercaua  da  Fiorentini: perche  al- 
le dimande  connenientu  &  che  fufjiro  fecondo  lefor%e  loro ,  gli  farebbe  libe- 
ralmente corrifpoflo.Rjfpofe  non  effere  la  fita  uenuta  deliberata piamente  dal 
Re  Catclico/ma  da  tutti  i  confederati  per  laficurtà  commune  £  Italia:  concio- 
fiache  mentre  che  il  Gonfaloniere  ftaua  in  quella  ammwiflratione  ;  ninna  fi- 
curtà  fi  poteua  batter  e,  che  m  qualunque occafione 'non  feguil 'afiero  il Redi 
b  Doman  -  Francia:  perciò  in  nome  di  tutti  dimandare  b  che  il  Gonfaloniere  fitffe  pnuato  y 
il  vLdrèPco  del  Magfirato>&fi  cofiit  nifi  e  forma  digoncrno*  che  non  fuffe  fo fretta  a  con 
me  fi  ie?ge  fec[eratj  .debenenpoteua  efiere  fé  il  Cardinale ,  &  Giuliano  de  Medici  non 

co!rfU°vTa  eranorefiituhivAlaTatriade^^ 

toma  di     £Ó?£j  n€\l  altre  :  però  andaffe  a  riferire ,  ò  altrimenti  fignifi ìcaffe  a  Firenze  la 
ducluàkhc  mente  fua;  ma  non  uolere  infimo  ueniffe  la  riftoftaficprafedere.^ Firenze  in- 
lenire  fu  vi  tera  la  uemta  degli  spxgnuoli,&perfuadendofi  che  dalf  altra  parte  gli  hauef 
™C  ""  fero  ad  affollare  le  forze  del  Tontefice  ;  era  in  tutta  la  città  grandi fi imo  fra- , 
uento,temendofi  della  dìuifìonede  Cittadini ,  &  della  inclinatwne  di  moina 
cofe  nuoue  :  haueuano  poche  genti  d'arme  infanterie,  fé  non,  o  fatte  tvmul- 
tuofamente,  ò  raccolte  delle  loro  ordinante ,  la  maggiore  parte  dellequak  non 
era  efberimentata  alla  guerra:  non  alcuno  Capitano  eccellente, neda  mrm,o  a* 
tnritàdelqualepotejfero  ripofarfi: gli  altri  Condottieri  tali,chemai  alla  memo 
ria  degli  huomini  erano  fiati  di  minore  ejpettatione  agltftipendtj  loromondi- 
meno  prouedendo  folle  diamente  quanto  in  tanta  breuità  di  tempo  poteuano* 
racwlieuano  le  genti  d'arme  diuifiein  uarij  luoghi,  foldauano  fanti,  ma  tali , 
amàTa  potemmo  hauere ,  &  fcegliendo  le  più  utili  bande  di  tutte  l  ordinai 
re,  nduceuano  tutto  lo  sforzo  a  Firenze  per  fteurtà  della  citta,  &perproue- 
*  premer-  deredi  quitti, i  luoghi  doue  fi  uoltaffero inimici: ne  mancando  di  tentare, 
^a^  foli"  ri  benché  tardi ,  la  ttia  dell'accordo ,  oltra  quello  che  continuamente  per  l  Ora- 
SUe  ftipé  me  fi  trattauacol  *  Viceré  ,ficriffono  al  Cardinale  di  Volterra,  che  era  a  Ora  e 
r2/i.°SX  doliinterradÌRoma,che  trasferiti  al  Tontefice ,fi  ingegnaffe  con  offer- 
haurebbe      te ,  con  prievhi ,  &  con  ogni  arte  >  di  placarlo  :  ilquale  indurato  ,  ma  co  jat- 
ÌSfe&T  ti  contrari*  alte  parole ,  rifrondeua  quefta  non  effere  imprefafua ,  &/arfifen 
amici,  chei  rra  fHe  venti  :  ma  che  per  non  fipronocare contro  tuttala  Lega,  era  Jtato co- 
uMt^ò  firettotconferitvda  ,  & comportare ,  che  il  Cardinale  de  Medici  face  fi  e  con- 
'    ,:gi° \  durre  t  artiglieri* 'di  Bologna  :  non  haum  potuto  oimtare  immq  >  e  ne 


voluto 


V    N    D    E    C    I    M     O.  3if 

la  fi  conmciajjiymolto  meno  poterla  rimuovere  poi  che  eragìà  cominciata .  Il 
a  Viceré  tra  tanto  difcefo a  delle  montagne  a  Barberino ,  terra  lontana  quindici  a  n«ii«  m» 
miglia  a  Firenze',  mando  per  unhuomofiuo  a  lignificare  non  e  fiere  intentiate  |asne  dì,*<j 
della  Lega,alterare  né  il  dominio>nè  la  libertà  della  cittàypure  che  per  laficur  rono  co'm« 
tà  d'Italia  fi  rimuoueffe  il  Gonfaloniere  del  Magi/Irato:  defiderare  che  i  Medi  dici  **««** 
cipotejfero  godere  la  Tatria,non  come  capi  del  gouerno,  ma  come  prillati,  &  fue  compa- 
per  uiuere  fiotto  le  Leggi,  &  fiotto  i  Magifiratiy  filmili  in  tutte  le  cofie  agli  altri  &"£'.  j '^ 
Cittadini  :  laqualpropofìa  efiendopalefe  a  tutta  la  città  ;  erano  uaric  l'opinio  gii  fouuen- 
ni  degli  buominiycome  fono  uarij  i giudicale paffioniy  &  il  timore .  Biafima-  "j^denlrL 
nano  alcuni  che  per  lo  ricetto  d'unfiolo  fi  haueffe  a  ejftorre  tutta  l  uniuer fiali-  di  ve  ttcua- 
tà  de  Cittadini  y  &  tutto  il  dominio  a  tanto  pericolo  ;  atte  fio  che  per  la  defofii-  f^^-f*^ 
tionefiua  del  Magijlrato  nonfiperdeua>ò  il  configlio  popolatelo  la  libertà  pu-  cedane,  co- 
hlica  :  laquale  non  farebbe  difficile  confieruare  da*  Medici  Jpogliati  di  riputa-  Siouió? 
tione,&  di  facult  acquando  uolefiìcro  eccedere  il  grado  priuato  :  douerfi  confi- 
derare  in  che  modo  potè  fi  e re  fi  fiere la  città  all' auttor  ita,  &  alle  fiorile  di  tan- 
ta Lega  :fola  non  e  fiere  baflante,  Italia  tutta  nìmicayperduta  intieramente  la 
jperarr^a  di  efiere  fio  e  cor fio  da'  Francefihiquali  abbandonata  uilmente  Italia ,. 
haueuano  che  fare  a  difendere  il  Reame  loro  -,  &  confeij  della  loro  debolezza 
haueuano  alle  dimande  fatte  da  Fiorentini rifpoflo  e  fiere  contentiychcfifacef- 
fie  accordo  con  la  Lega .  .Altri  in  contrario  diceuano  efiere  cofia  ridicula  a  cre- 
dere che  tanto  moto  fifiacefie  per  odio  folamente  del  Gonfaloniere  y  b  perche  i 
Medici  potè  fi  ero  filare  in  Firenze  comepriuati  cittadini  :  altra  effere  laintcn 
tione  de  Collegati ,  i quali  per  hauer  la  città  unita  alle  uoglie  loro  y  &  poterne 
trarre  quantità  gr  and  iffima  di  danari  ;  non  haueuano  altro  fine  che  collocare  i 
Medici  nella  Tirannide:  ma  palliare  la  loro  mtentione  con  dimande  meno  acer 
he  y  lequali  conteueuano  nondimeno  l'effetto  mede  fimo  :  che  altro  fignificare 
il  rimuouere  in  quefio  tempo  con  le  minaccio  y  &  con  lo  fpauento  dell'arme  il 
Gonfaloniere  di palaghyche  lajciare  la  greggie  (marrita  fen%a  Taftoret  che 
altro  entrare  in  Firenze  i  Medici  in  tanto  tumulto^  che  aliare  un  uejjillo  >  ih 
quale  feguitaffero  coloro ,  che  non  penfiauano  ad  altro  cheafpegnere  il  nome, 
la  memoria ,  le  uefligie del  con figlio  grande  y  ilquale  annullato  era  annullata 
la  libertà  (  &  come  fi  potrebbe  ouuiare  che  i  Medici accompagnati  fuor  a  dal 
l' efiercito  Spagnuolo  y&  feguitati  dentro  da  gli  ambitiofiy  &  fieditiofi  non 
opprime  fi  ero  il  giorno  me  de  fimo  y  che  enti 'afferò  in  Firenze  la  libertà?  Dc-> 
uerfi  confederare  quello  cìk  potè  fi  ero  partorirei  principi]  delle  cofie  ,&  il  co- 
minciare a  cedere  alle  dimande  ingiuftey  &  pemiciofieznè  fi  douere  tanto 
temere  de' pericoli  y  che  fi  dimenticafiero  detta  fialute  della  città  3  &  quanto 
fuffe  acerbo  il  uiuere  infieruità  >  a  chi  era  natoy  &  alleuato  in  libertà.  Ricor- 
daffmfi  con  quanta  generofità  fi  fuffero  per  confieruare  la  libertà ,  oppofli  a 
Carlo  Re  di  Francia  quando  era  in  Firenze  con  efferato  tanto  potente  ;  & 
confiderà  fi  ero  quanto  era  più  facile  refiftere  a  sì  piccola  gente  priuata  di  da- 
ma ,  fien%a  prouifiwne  di  uettouaglie  >  con  pochi  pe%gi  d artiglieria ,  & 

""     "     '      *"      R*    l        fi 


LIBRO 

fcnzatòmmoditàalcunadipoterejefidifcndefferodalpwno 

tare  la  ?uerra-.&  laquale  neceffitata  a  dimorare  brieue  tempo  in  Tofana,  & 
wofla  dalle  foranee  date  da  fuorufciti  dluuere  con  un  femplice  afiolto  a  ot- 
tenere la  tuttora  come  uedeffe  cominciar  fi  uigorofamente  a  refiflere,  incline- 
rebbe alla  concordia  con  honeftiffimeconditioni.  Quelle  cofe  fi  duellano  ne 
a  il  confa  circoli,&  per  lepiote  tra  i  Cittadini.  Ma  *  il  Gonfaloniere,  udendo  che  dal  a 
lonicr  ?-?  molo  medefimofi  deliberajfe  la  rijpofloycbe  dal  Magiflrato  s  haueua  a  dare 
jrueder      aèhuomo  mandato  dal  Viceré ,  connotato  il  Configlio  maggiore ,  adunati  che 
T«Z?£  furono  i  Cittadini  parlò  in  qucflafententia. 

SS  Pficurcz  J  Se  io  CYedeffi  che  la  dimanda  del  Viceré  non  concernere  altro  che  linteref- 
»  denoto.  £  di  me  r0i0yj)arei  fa  me  medefimo  fatto  quella  deliberai  ione, che  fu  fé  confor 
S  «cho'oi  Jme  aipLofito  mio  :  ilquale  efendo  flato  ftmpre  dìeffere  parato  a  efjwrre  la 
^cifion'i  ulta  per  beneficio  uoflro;mi  farebbe  molto  più  facile  a  rifoluermi  di  rinuncia- 
[hiamu,  a  fi  p,r  liberami  da' *  danniti  da'' 'pericoli  della  guerro,il  Magifirato  che  dami 
«mii'huo-1  mi  e  flato  datoMuendo  maffimamente  in  tanti  anni  che  fono  feduto  in  queflo 
nini  ,  che  do  amao  fi  COrpoy&  f  animo  per  tante  moleflw>&  fatiche  :  ma  perche  in 
fiST*  quello  dimandapub  effere  che  fi  tratti  pm  oltre  che  deliintereffe  mio;è  potuta 


cipedi  quefla  città >&  a  quali  jolo  appartiene  sipomieroja  u^cuuvny  ^ 
nodio  io  confortami  più  in  una  parte  che  in  un  altra  :  uoftro  fia  il  configgo 
(Irò  fiati  ziudicio,qucllo  che  delibererete  farà  accettato,  &  lodato  da  me  ,che 
vofferifeo  non  filo  il  Magiflrato,che  è  uoflro  :  ma  la  per  fona,  &  la  propria  m 
ta,&  mi  attribuirei  afingolare  felicità  sio  potcfjì  credere  che  queflo  juficil 
m>70  della  falute  uofira .  sfiammate  quel  chepoffa  importare  la  dimanda  del 
Viceré  allauoflra  liberta\&  Dio  iti  prefli  grafia  di  alluminare, &  di  fare  rijol 
tare  alla  migliore  parte  le  menti  uoflre.  Se  i  Medici  baueffero  diftofitwned  ha 
bifore  inq^flacittlcomepriuatiCiitadini^patierJiagmdictj  de  Magi  ira- 
ti &  delle  leggi  uoflre  ;  farebbe  laudabile  la  loro  rcflitutione ,  accioche  la  Ta 
trio  communefi  unijje  in  un  corpo  commune  :fe  altra  è  la  mente  loro  auertite 
d  pericolo  uoflro m  ut  paia  grane  fofienerefpcfe,  &  difficultàper  cmfermre 
la  uoflro  libertà,laquale  quanto  fia  pretto  fa  conojeerefli  meglio, ma  ferina  imi 
tornando?  io  ho  horrore  di  dirlo)  nefufflpriuati  :  né  fia  alamo  che  fi  perjua-^ 
dacheilgoucrnode  Medkihaueffie  a  efiere  quel  mede fimo  che  era  innanzi 
fuGero  cacciati:  perche  è  mutata  la  firmai  lanciamenti  delle  cojcahhora  nu 
triti  tra  noi  quafi  a  ufo  dipriuati  Cittadinlricchifjimi  di  f acuità  fecondo  ilgra 
do  teneuano ,  né  offe  fi  da  alcuno  Jaceua??o  fondamento  nella  bemuolen%a  de 
Cittadini,  configliauano  co  principali  le  cofe  publiche,  &  fi  ingegnamno  col 
mantello  della  cmilità ,  coprire  piupnflo  che  jcopnrc  la  Loro  grandezza  ;  ma 
bora  habitati  tanti  anni  finora  di  Vircn^mmiti  m  coflumi  flramen,tnteui~ 
•*  — '■     —  venti 


genti 


V    N    D    E    C    I    M    O.  jitf 

genti  per  queflo  poco  delle  cofe  ciuili,  ricordevoli  dell' efìlio ,  &  delle  acerbità 
tifate  loro ,  poueriffimi  di  f acuità  >  &  offe  fi  da  tante  famiglie ,  corifei]  che  la 
maggior  parte,  an%i  qua  fi  tutta  la  città  abhorrifce  la  Tirannide,  non  fi  confi- 
derebbono  d'alcun  Citt odino, &  sfor%ati  dalla  pouertà,  &  dal  foretto,  arra- 
gberebbono  tutte  le  cofe  a  loro  mede  fimi ,  riducendo  fi  non  fu  la  beninolen%a , 
&  fu  l'amore,  ma  fu  la  forila,  &  fu  l'arme  ;  in  modo  tale  >  che  in  vreuifjìmo 
tempo  qucjia  città  diuenterebbe  fimile  a  Bologna,  qual  era  al  tempo  de'  Edi- 
tinogli, a  Siena,  &  a  T'erugia .  Ho  uoluto  dire  queflo  a  quclli,che  predicano  il 
tempori goiicmo  di  Lorenzo  de'  Medici:  nelquale  benché  fufìeto  dure  con- 
ditioniy  &  fuffeuna  T  irannide,  benché  piumanfueta  di  molte  altre  ìfareb'.  e 
fiato  a  comparatone  di  queflo  una  età  doro .  ^Appartiene  bora  a  noi  il  delibe 
rare  prudentemente,  a  me,  ò  r  inondar  e  con  animo  coftante*,&  lietijjimc  a  que 
fio  Magìflrato  ;  ò  francamente,  quando  noi  delibererete  altrimenti >  attende- 
re alla  conferitatene,  &  alla  difefa  della  uoflra  libertà .  ls[pn  era  dubbio  quel 
che  haueffe  a  deliberare  il  Configlio,  per  la  inclinatione,  che  haueua  qua  fi  tut 
to'l  popolo  di  mantenere  il gouemo popolare  :  però  con  marauigliofo  confenfo 
fu  deliberato,  chef  confentiffc  alla  ritornata  de  Medici,  comepriuatirma  che 
fi  dinegale  il  rimuouere  il  Gonfaloniere  del  Magi/irato ,  &  che  quando  i  Hi- 
mici  flefiero  pertinaci  in  quefla  fenten^a,  che  con  le  facilità,  &  con  la  uitafi 
attendere  a  difendere  la  libertà,  &  la  patria  commune  :però  miti  tutti  ipcn 
fieri  alla  guerra ,  &  fatto  prouedimento  di  danari  ;  mandavano  gente  nella 
terra  di  Trato  propinqua  a  dieci  miglia  a  Firenze,  laqualefi  credeua^che  pri- 
ma haueffe  ad  effere affaltata  dal  Viceré  :  ilquale  poiché  a  Barberino  hebbe 
raccolto  l  efferato  &  l'artiglierie,  condotte  con  difficultà  per  l'afpreTga  del- 
l'^Appennino, & perche  per  mancamento  di  danari  non  haueuano  il  prouedi- 
mento debito  di  guafiatori,  &  d  inflrumenti per  condurle  ',  fi  acco/lò(come  fi 
era  creduto  )  a  Trato  :  doueperuenuto  quando  cominciaua  il  giorno  ;  battè  il 
dì  mede  fimo  per  qualche  bora  con  falconetti  laporta  di  Menatale,  allaquale 
per  efìer  dentro  bene  riparato ,  non  fece  frutto  alcuno .  Haueuano  i  Fiorenti- 
ni meffi  in  Trato  da  due  mila  fanti  quafi  tutti  dell  ordinanza  loro^gli  altri  rac 
cotti  in  fretta  d'ogni  arte ,  &  efiercitij  uili ,  pochiffimi  in  tanto  numero  efye-  fi  Buonac-* 
d  rimentati  alla  guerra  :  &  con a  cento  huomini  danne ,  Luca  Saucllo  Condot-  corfi  nel  ni» 
tier  uè  echio ,  ma  che  neper  l'età,  neper  /' efperieri'^a  eraperuenuto  a  grado  al  huomini 6  ' 
cimo  di  fcien%a  militare  :  &gli  huomini  darme  quei  mede  fimi  ch'erano  fla-  d*arme,  cfce 
ti  poco  innanzi  fualigiati  in  Lombardia  :  aggiugneuafi ,  che  per  la  breuità  del  to  (otto  lu- 
tempo,  &  per  la  impernia  di  chi  haueua ,.  auuto  aprouederlo ,  ui  era  piccola  g  ?*adlP,  » 
quantità  d'artiglierie  ,fcarfità  di  monitioni,  &  di  tutte  le  cofe  ncceffarie  alla  ran  fòiarac 
difefa .  Col  Viceré  erano  invento  huomini  d arme ,  &  cinque  mila  fanti  Spa-  te  s?31*13  » 

/./ri  i  •      n  i     •  L  i  ,  ma"  nume 

gnuoli ,  &  jolamente  due  camioni,  ejsercito  piccolo  in  quanto  al  numrro,&a  ro  de*  fanti 
gli  altri  apparati,  ma  grande  in  quanto  al  ualore  .-perche  i  fanti  erano  tutti  di  [£  mt*°  r™ 
quei  medefimi  che  con  tanta  laude  fi  erano  faluati  della  giornata  di  Rauen-  no  quattro 
tia  :  iquali  come  huomini  militari  confidamiofi  molto  nella  loro  uirtù,  difpreg-  mUa  • 

Rr    4        giauano 


t    I  '   B    R    O 

gìauano  fommamentettmferitia  degli  duerfarij  :  ma  e  fondo  uenutì  fin^a 
apparecchiamento  di  uettouaglie ,  ne  trottandone  copio  fi  il  paefe ,  perche  con 
tutto  che  a  fatica  f uff  e  finita  la  ricolta,  erano  fiate  condotte  a  luoghi  muniti  ; 
cominciarono  fubito  a  fentirne  il  mancamento  :  dalla  qual  cofa  fpauentato  il 
Viceré  inclìnaua  alla  concordia ,  che  continuamente  fi  trattaua ,  che  i  Fiore» 
tini  confentendo  ,  che  i  Medici  ritornaffero  eguali  a  gli  altri  Cittadini  ,r:c  fi 
parlando  più  della  depo fittone  del  Gonfaloniere  ;  pagaffero  al  Viceré  ,  perche 
partifje  del  dominio  Fiorentino,  certa  quantità  di  danari ,  laquale  fipcnfaua 
nonpaffafie  trentamila  ducati  :  perciò  il  Viceré  haueua  confentito  faluoccn- 
dottoagli  lAmbafciatori  eletti per  quefia  ejpedìtione  ,  &  fi  farebbe  afte  nuto 
infino  alla  uenuta  loro  diafaltare  piuTrato  ,fe  di  dentro  gli  hauefftro  dato 
»  che  l'oc-  qualche  commodità  di  uettouaglie . a  TvJV/  V7{*A  co  fa  uola  più  che  l'o  -cifio  a 
fu^ac"  p!-ò  ne->mum  più  pericolo  fa  v  che  [giudicare  dell'altrui  profeffioni }  mima  pm  dan- 
vckccù  con  nofa  cbelfifpetto  immoderato .  Defiderauano  la  concordia  tutti  i  principali' 
Ep^mw*  Cittadini,  affile  fatti  dietro  a  gli  effempide  maggiori  loro  a  difendere  jfieffò  la 
d  Auìoaio  ,  libertà  dal  ferro  con  l'oro  :  perciò  faceuano  inflan%a,che gli  ^imbafeiatori  e- 
in  '  v  nK|'uo°  '^*#  fubit  amente  andaffero  :  d  quali  oltra  l'altre  co  fé  fi  commetteua ,  che  di 
Embie  i.a  $  Trato  fi  faceffero porgere  uettouaglie  ali  efferato  Spagnuolo ,  acciò  chelVi- 
4uein*4?aJo  cere  quietamente  off  ett  affé,  fé  la  concordia  trattata  haueua  effetto  ima  il 
go  la  deferì  Gonfaloniere -ò  perfuadendofi  contra  lafua  naturale  timidità,  che  i  minici  di  - 
«to^G^è*  forati  della  uittoria  doueffero  da  fi  fleffi  partirfh  ò  temendo  de' Medici  in  qua 
d  il  fogge  t-  lunque  modo  ritorna/fero  in  Firenze ,  ò  conducendolo  il  fato  ad  e/Ter  cagione- 
della  rouinapropria,&  delle  calamità  della fuaTatria ,  allungando  artificio*- 
b  Dice  il    fornente  l'efpcditione  degli  ^Ambafiiatori  ;  operò  talmente, che  b  non  ondami  b 
^uonaccor-  ^  ^ giorno ,  nelquale  fecondo  la  deliberatone  fatta  doueuano  andare.  Dun^ 
Amba*  ciato  que  il  Viceré  aftringendolo  la  penuria  delle  uettouaglie,  &  incerto  fé  più  uer- 
iUv  icerè™    rcbbonogli  iXmbafciatoriy  mutato  la  notte  feguente  l'alloggiamento  dalla  por 
«raal  co  uen-  ta  del  Menatale  >  alla  porta,  che  fi  dice  del  Serraglio,  donde  fi  uà  uerfo  il  mon- 
eti mandaf-  te  ;  cominciò  a  battere  con  due  cannoni  il  muro  a  quella  uicino  eletto  quefio 
jj*ro  cento  lUOgo  perche  al  muro  era  congiunto  un  terrato  alto ,  dalquale  fi potcua  facil- 
»cT&  tornai  mente  falire  alla  rottura  del  muro  difopra  che  fi  batteua  :  laquale  facilità  dal 
feto  alla  si-  [at0  di  fuor  a,  diuentaua  difficultà  dal  lato  di  dentro  :  perche  la  rottura,  che  fi 

enoria  per       ~  ri  •  /•  j  1^11  ^  r    >      • 

commi  nió  jaceua  Jopra  il  terrato, nmaneua  di  dentro  motto  alta  da  terra .  Roppeji  a  pri 
«jfoiuta  di    mi  CGipi  lmo  fè  due  cannoni,  &  t'aliro  col  quale  filo  continuauano  di  batter 

appuntar  le  *  .  .  ,  '  •     •  ?        n  ;• 

co  :  ma  .che  re  per  lofpefjo  tirare  haueua  perduto  tanto  di  uigore,cbe  alla  muraglia  perite- 

diaIlanon8nfi  niuano  i  colpi  molto  lenti  y  &  di  piccolo  effetto  .-pure  poi  chebbono  per  ifia- 

pocè   otte-  tio  di  molte  bore  fatta  un  apertura*  di  poco  più  che  di  dodici  braccia  ;  corniti- 

txtt  detto  ciarano  aicunj  de  fanti  Spavnuoli  montati  fui  terrato  a  falire  alla  rottura , 

pane,ltima-  unir  rvj;  j  j       j  >  r  1 

«io  che  Pra-  &  da  quella  fu  la  jommita  del  muro ,  doue  ammaccarono  due  de  fanti  >  che 
tene0/?  ga-  loguardauonoipet  la  morte  de'  quali  cominciandogli  altri  a  ritirar/ì  :  uifali- 
giiardamen  nano  già  i  fanti  Spagìiuoli  con  le  fiale  ;&  benché  dentro  apprefjò  al  muro 
"  *  fufse  uno  Squadrone  di  fanti  con  gli  fioppietti  >  &  con  le  picche ,  ordinato 

per    ì 


y  n  »  e  e  t  m  o;  $17 

per  non  lafciare  alcuno  de  rimici  fermarfì  fui  muro *  &  per  opprimere ,  (e 
alcuno  temerariamente  faltaffe  dentro-fio  in  altro  modo  dificendefie;nondime- 
no  come  cominciarono  a  uedere  i  mmici  fu  la  muraglia*  mefififii  in  fuga  da  lo- 
ro  mede  fimi, abbandonarono  la  difefa:  onde  gliSpagnuoli  fiupiti  cheinhm- 
mini  militari poteffe  regnare  tanta  uiltà>& fi  piccola  efferientia,  entrati  fen 
,  ?a  oppofitione  dentro  da  più  parti* a  cominciarono  a  correre  per  la  TerraAo-  «  * rat°  P^- 

1  ^-     rr  J  rn  ri  ir  ir  r  fo,  biacche 

ue  non  era  più  refijten%a*ma  piamente  grida*  fuga,  molenda,  facco*f  angue*  glato  da  gìj 
&  uccifionijgittando  i  fanti  Fiorentini  fanne  in  terra*&  arrendendofi  a'  uin  spagnuoh  : 
àtorudaìf  auaritia  libidine ,  &  crudeltà  de'  quali  non  farebbe  flatafalua  co-  ie,come  feri 
•7  fa  alcuna,  fé  il  Cardinale  de*  Medici, mefle  guardie  alla  Cine  fa  maggiore  ;  b  u*  m  buo. 
non  hauefìe  confieruaM  i  honeflà  delle  donne ,  lequali  qua  fi  tutte  ui  erano  ri-  ìo.  d' Ago. 
fuggite.  Morirono  non  combattendo ,  perche  alcuno  non  combattè *  ma  ò  fug-  £°  *s*1*.* 
gendo,ò  fiupplicandopiudi  due  mila  buominiytuttì  gli  altri  infieme  col  Com- 
une ffar  io  Fiorentino,  furono  prigioni,  Terduto  Trato,  i  Tiflolefi,nonfi  par-  *>  H  Buonac 
tendo  nell'altre  co  fé  dal  dominio  de  Fiorentini  ;  conuennero  di  dare  uettoua*  Jbc  non  fu 
glia  al  Viceré, riceuendo  promeffa  da  lui-,  che  non  farebbono  moleftati.  Ma  a  perdonato  a 
Firenze come  s'inte fé  ilcafo  fucceduto ,  per loquale gli <Ambafciatorì , che  fanciulli*,4 
andauano  al  Viceré *  effendo  a  me%o  il  camino  ritornarono  indietro  ;fu  ne  gli  j?*  a  luoghi 
animi  de  gli  huomini  grandi ffima  alter  aticne .  il.  Gonfaloniere  pentitofi  Gioub  Viri 
della  uanità  del  fino  configlio ,  fpauentato ,  &  perduta  quafi  del  tutto  la  rifu-  uc  >  chve  la 
tatione,  &  l'autorita,retto  piuprefio  che  rettore,  &  irrefoluto,fi  lafciauapor  gii  spagnuo 


tare  dalla  uolontà  de  gli  altri  >  non  prouedendo  a  co  fa  alcuna,  né  per  la  con-  {'  a"5,Zo  ^ 
feruatione  di  fé  mede  fimo ,  né  per  la  fallite  commune:  altri  defiiderofi  della  Cch\ ,  s/dc* 
matafione  del gouerno  prefo  ardire,  ì.  lafimauano  publicamente  le  cofeprefen  f***c^  3 
ti:  ma  la  maggior  parte  de'  Cittadini  non  afiueta  all'arme,  &  hauendo  innan  fCia ,  &  ch< 


re 
che 


piagli  occhi  feffempto  mifier  abile  di  Tralo  5  benché  amatrice  del  regimento  U2  *uronove 
popolar  e, flaua  per  Umore  effofìa  ad  efier  preda  di  chi  uolefie  opprimerla:  dal  cinqueUmiU 
le  quali  cofe  fatti  più  audaci  Tagol  Vettori*  et  ^Antonfrancefco  de  gli\Albi%i,  J?alJ^mini  di 
giouani  nobili, feditic fi ,  &  cupidi  di  cofenuoue;  i  quali  già  molti  me  fi  fi  era- 
no occultamente  congiurati  con  al.uni  altri  in  fauorde  Medici,  &  percon- 
uenire  con  loro  del  modo  dirimei  ter gli,er  ano  flati  fegrct  amente  a  parlamen- 
to in  una  uilla  del  tenitorio  Fiorentino  uicina  ai  tenùorio  de3  Sanefiycon  Giù* 
Ho  de  Medici;fi  rifoluerono  di  fare  efferientia  di  cauar  per  for%a  il  Gonfalo- 
niere del  palalo  publko  :  &  communu  ato  il  configgo  loro  con  Bartolomeo 
Valori  giouane  di  firmili  conditioni,&  implicato  per  lo  troppo  fyender  e  *come 
era  anco  Vagolo  in  molti  debitija  mattina  cklfeccdo  dì  dalla  perdita  di  Tra- 
to,chefu  l'ultimo  giorno  d^Agofio,entrau  con  pochi  compagni  inpala^o,  do 
neper  lo  Gonfaloniere  ,che  s'era  rimeffo  ad  arbitrio  del  cajo,  et  della  Fortuna* 
non  era  prouifione,  né  nfifienya  alcuna;  e?  andati  alla  camera  fina  lo  minac- 
ciarono di  torgli  la  uita,je  non  fi  partiua  del  palalo  *  dandogli  in  tal  cafio  la 
fede  di  fialuarlo.-allaqual  cofa  cedendo  egli  &  cfìendo  a  quefto- tumulto  fioìle- 
ttata  la  Città,  ficoprendofi  già  molti  contrari]  a  lui*  &  niunv  in  fino  fattore  > 

fatti 


fatti  per  ordine  loro  congregare  fubito  i  Magiflratiì  che  fecondo  tè  leggi  batte 

uanofopra  i  Gonfalonieri  ampliffima  autorità;  dimandarono  che  lo  priuaffe- 

ro  legittimamente  del  Magi/Irato  minacciando  che  altrimenti  lopriuerebbo~ 

no  della  uita:per  lo  quale  timore  battendolo  contra  la  propria  uolontàpriuatot 

lo  menarono  faluo  alla  cafa  di  Vagolo >donde  la  notte  feguente  bene  accompa- 

&  Fier  Sode  guato a  fu  condotto  nel  tenitorio  de  Sanefi,&  di  quitti  ftmulando  Mandare  a  a 

di  Gonfilo-  Roma  con  faluocondotto^ottenuto  dal  Tontefice,  prefo  occultamente  il  carni- 

r.isre,  fugge  no  £  .Ancona  ;  pafiò  per  mare  a  Rauna  :  perche  per  ordine  del  Cardinale  fuo 

<it  Fiorenza,    n        ,,  r,  l     .        j      •;,„  /*       \  Vi  \  .  ,•    \   »•  n 

h^ucio  (co  frate  domerà  flato  alterato  che  il  Tontefice  yO  per  jclegno,  o  per  cupidità  di  Jpo- 
mt  dice  il  gliarlo  de  fuoì  danar'hcbe  era  fama  effere  molti,gli  molerebbe  la  fede.  Leua- 
fi  >gouema-  to  il  Gonfaloniere  del  Magiflrato,  la  Città  mandò  fubito  *Ambafciatori  al  Vi 
to  la  otta  cerèycolquale  per  opera  del  Cardinale  de  Medici  facilmente  fi  campo  fé:  per- 

none  anni,      .      .,  ^  '    ,  .>'.'.     rl  x      ,      ,        f.  .  rr  ■■  /  n    ■  r   m     i 

&  dicci  me  che  il  Cardinale  ji  contento  che  de  gli  interejji  proprtjnon  fi  efprimejje  altra 
fi  con  fom-  c})e [a reflitutione de'  fuo'u&di tutti quelluche  Ihaueuano  fezuitato alla Ta 

mi  in  noce  *  i 

t:a,  efrenJo  tria,comepriuati  Cittadini)  con  faculta  di  ricomperare  fra  certo  tempo  i  beni 
egli  iU:o£~  alienati  dal  fifcoyna  rendendo  HpreTgo  sborfato,  e  i  miglioramenti  fatti  da 
è  fcritto  di  coloro,ney  quali  erano  flati  trasferituma  quanto  alle  cofe  communi, entrarono 
iopra  nei  h.  ^  ■pi0Yentini  nella  Lega  :  obligaronfi  ,feguitando  quello  che  i  Medici  haueano 
l'ano  1502.  promeffo,per  mercede  del  ritornoloro  a  Mantoua,a  pagare  al  Re  de'  Romania 
*c  %f  SeC~  fecondo  le  dimanie  di  Gurgenfe  guarani  a  mila  ducatual  Viceré  per  l *  effera- 
to ottanta  milaja  metà  di  prefcntedl  rimanente  fra  due  me  fi  :  &  per  fé  pro- 
prio uentimila  ducati:  &  che  riceuuto  il  primo  pagamento  p  arti ffle  fubito  dei 
dominio^ fiorentino -jilafciando  quel  che  haucua  occupato. Fecero  olir  a  qucfto 
Lega  col  Re  d'Aragona  con  obligatione  reciproca  di  certo  numero  di  gè  te  d'ar 
me  a  dì  fé  fa  de  gli  flati:  &  che  i  Fiorentini  conduce  fiero  a  gliflipendij  loro  du- 
gento  huomini  d'arme  de  fttdditi  di  quel  Redaqual  condotta, benché  non  fi  e- 
jprimeffe,fi  difegnaua  per  il  Marche  fé  della  Valude,  a  cui  il  Cardinale  hauc- 
ua promejfoyò  almeno  dato  fperan^a  di  farlo  Capitano  Generale  deli  arme  de' 
Fiorentini.  Cacciato  il  Gonfaloniere ,  &  rimo fri  per  Raccordo  i  pericoli  della 
guerra tdettono  i  Cittadini  opera  a  ricorreggere  ilgouemo  in  quelle  cofe^nelle 
quali  fi  era  giudicata  inutile  la  forma  prima  :  ma  con  intentione  uniuerfale* 
■    eccettuati  pochi fjimi,  &  quefli,  ò  giouani,o  quafi  tutti  di  piccola  confideratio- 
ne,di  conferuare  la  libcrtà,&  il  Con  figlio  popolare.  Vero  b  determinarono  co 
m^nation[~  nuoue  leggi,che  il  Gonfaloniere  non  fi  eleggere  più  in  perpetuo, ma  folamen- 
de'  Fiorenti  te  per  uno  anno:&  che  al  Configlio  de  gli  ottanta,chefi  uariaua  di  flei  meft  in 
forma  dei  "  fà  mefl>  con  l>'autorità  delqualefi  deliberatiano  le  cofe  più  graui,acciochefem 
gouemo  fi  pre  ui  interueniffero  i  Cittadini  di  maggiore  qualità,  fuffero  aggiunti  in  perpe 
co8ne?Buon-  tuo  tutt^  coloro, eh  e  in  fino  a  quel  giorno  hauejfero  ammintflrati,òdétro>ò  fuo- 
«actorfi .     ri  i  primi  honori,dentro  quelluche  erano  flati,ò  Gonfalonieri  di  Giuflitia,o  de 
%  Dieci  della  Balia,  Magiflrato  in  quella  Republica  di  grande  autorità  ;  fuori 
tutti  quelluche  eletti  nel  Configlio  degli  ottanta,  erano  flati  ò  ^mbafeiatori 
*Trincipi>Q  Commefiarij  generali  nella  guerra  >  rimanendo  fermi  in  tutte 

l'altre 


V    N    D    E    C    I    M    O.  5 18 

l'altre  cofe  gli  ordinamenti  del  mede  fimo  gouerno,  Lequali  cofefiabilite  ,fu 
eletto  per  lo  primo  anno  Gonfaloniere  Giouanbattifia  Ridolfo  nobile  cittadi- 
no,&  reputato  molto  prudente ,  riguardando  il  popolo  (come  fi  fa  ne  tenjpi 
t-irbulenti)non  tanto  a  quelli,  che  per  l'arti  popolari  gli  erano  più  grati  >quan 
to  ad  unoy  che  con  l  autorità  grande ,  che  haueua  nella  Città ,  maffimamente 
apprefio  alla  nobiltà  ,&  conia  uirtk  propria  potefie  fermare  lo  fiato  treni  an- 
te  della  Kepublica.Ma  troppo  erano  trafeorfe  le  cofe,  troppo  potenti  nimici  ha 
ueua  la  publica  libertàmelle  uìfecre  del  dominio  l'efsercito  foretto ,  dentro  i 
più  audaci  della  giouentu  cupidi  d'opprimerla  :  la  mcdeftma  era ,  benché  con 
le  parole  dimofirafie  il  contrario  da  uolontà  del  Cardinale  de*  Medici:  ilquale 
fin  da  principio  non  harebbe  riputato  premio  degno  di  tante  fatiche  la  reflitu- 
tione  de'  fuoUcome  priuati  Cittadini iconfideraua  al  preferite  di  più-,  che  ne  art 
co  quefto  farebbe  co  fa  durabileiperche  infieme  col  nemefuo  farebbono  ingra 
de  odio  di  tutthper  lo  foretto  che  continuamente '/limolerebbe  gli  altri  Citta- 
dini, che  ejji  non  infidiafiero  alia  libertà,  &  molto  più  per  lo  fdegno ,  che  ha- 
uc fiero  condottò  l'efiercito  Spagnuolo  contra  laVatria  fiati  cagione  del  faccù 
crudeliffimo  diTrato,&  che  per  lo  terrore  dell  arnie ,  la  Città  fu  fé  fiata  co- 
ftretta  a  riceuerecofi  indegne, &  inique  conditionu  Stimolauanlo  al  mede  fi- 
mo coloro  .che  prima  erano  congiurati  feco,&  alcuni  altri,  che  nella  Republi 
ca  bene  ordinata,  non  haueuano  luogo  honorato  :  ma  era  necefiario  il  conferì- 
timento  del  Viceré, ilquale  affettando  il  primo  pagamelo-,  eh e per  le  conditio- 
ni  della  Città  fi  efvediua  dijfcilmente;foggìornaua  ancora  in  Trato,  né  haue- 
U&rfuaU  fifuffe  la  cagione  J animo  inclinato ,  che  nella  Città  fi  facefìe  nuova 
altera:  ione  nondimeno  dimoflrandogli  il  Cardinale  ,&  procurando  chél  Mar 
che  fé  della  Talude,&  ^Andrea  Caraffa  Conte  di  Santa  Scuerma,  Condottieri 
nell efferato  i  facefiero  il  mede  fimo,  che  alla  Città,  che  haueua  riceuuta  tanta 
offe  fa  non  poteua  più  e  fiere  fé  non  odiofi (fimo  il  nome  Spagnuolo ,  &  che  in 
qualunque  occafwne  aderirebbe  fempre  a*  nimici  del  T\.e  Catolico ,  atr^i  efìer 
pericolo, che  come  fi  a  ifcofl  afe  l'efiercito -non  richiamafìe  il  Gonfalonicre,il- 
quale  sformata, haueua  cac.  iaio,mouendolo  anco  dprouederficon  tanta  diffi- 
coltà d '  danari  prome  (fi, i quali  fé  fu  fi  ero fiati  più  pronti ,  harebbe  fatto  mag- 
giore fondamento  nel  gouerno  lib  ero  ;conf enti  al  defiderio  del  Cardinale rUqua  *  Entrò  la 
*  te  compofte  le  cofe  con  lui , a  venne  fubito  in  Firenze  alle  cafe  fue:  oue  parte  c«d?na  1  .** 
con  lui, parte  feparatamente,entrarono  molti  Condottieri,  &  foldati  Italia-  de'  Mc^cu 
ni,non  hauendo  i  Magifirati  per  la  uicinità  degli  Spaglinoli  ardire  di  probi-  h°  Gmufa^ 
bire,che  non  ni  entrafiero:dipoi  il  giorno  feguente  cfsendo  congregato  nel  pa  do^°  } 8- ia 
lagio  pubi ico  per  le  cofe  occorrenti  unConfiglio  di  molti  Cittadini >  alquale  le  VorL^di 
tra  preferite  Giuliano  de'  Medici,  i  foldati  afi aitata  all' improuifo  la  porta ,  c,2r!°  v  n  L 
&poifalite  le  fiale  .occuparono  ilpalagw,  depredando  gli  argenti ,  che  ni  fi  cacTjVto"^' 
conferuauano  per  ufo  della  Signoria: lacuale  infieme  col  Gonfaloniere  cofiret-  che  *,u  •  CT 
ta  a  cedere  alla  uolontà  di  chi  poteua  più  con  l'armi ,  che  non  poteuano  i  Ma-  Eèbo  a  c«- 
gifirati  con  la  riueren%a>& autorità  difamata;c9nuccòJubno>cofi proponen  |^cc  dl  s<* 


LIBRO 

do  Giuliano  de  Medici,  fu  lapiai^a  del 'palagio, colfuono  della  campava  grò) 

fa  il  popolo  alparlamento:doue  quelli  che  ui  andarono,  effendo  circondati  dal 

i     _     Vanne  de  foldati,  &  de  gwuani  della  Città-,  che  haucuano  prefe  l'armi  per  i 

huolnim  di  Mcdicuconfentirono  che  a  circa  a  cinquanta  Cittadinitncminati  fecondo  la  no  a 

ce  parimcn  Ionia  del  Cardinale  ifuffe  data  fopra  le  cofe  publiche  la  medefima  autorità , 

»1  orioni a  ch?  bau e "<*>  tutto  il  popolo  (chiamano  i  Fiorentini  quefta  potefià  cefi  ampia 

il  g ionio  a  Balia)per  decreto  de3  quali  ridotto  il  gouemo  a  quella  forma,  che  folcita  ef 

dtUib^°del  ferc  mnmV.  ^  sAnno  Mille  quattrocento  nouantaquattro,  &  meffa  unaguar. 

h  vita  di  dia  di 'foldati  ferma  al  palagw;ripigliarono  i  Medici  quellamcdej 'ima  gran- 

u^  che  iuro  àe7^a,ma  gommandola  più  hnperiofamente ,  &  con  arbitrio  più  ajfoluto  di 

110  creai  15 .  quello,  che  foleua  hauere  il  padre  loro. In  tal  modo  fu  oppreffa  con  Farmi  la  li- 

qu;.  ii  cieiìi  berta  de  Fiorentini,condotta  a  queflo  grado  principalmente  per  le  difeordie 

io  poi  iena  de  fuoi  cittadini-.alqualefi  crede  non  farebbe  peruenuta  fe(io  paffero  la  neu 

di  grandini  tY  alita  imprudentemente  tenuta^  &  l  hauere  il  Gonfaloniere  lafciato  pigliaYe 

To*  I,puì?"  trotf°  animo  animici  del  gouemo  popolare)  non  fuffe  fiata,  etiandio  ne  gli 

cutà,&  ami  ultimi  tempi,  negligentemente  procurata  la  caufa  public  a  .perche  nel  Re  d \A 

M^dT'i  d,h    raSona  non  cya  da  principio  tanto  defiderio  di  fcuertire  la  libertà ,  quanto  di 

uefieio'  co'i  vimuoHCYC  la  Città  daltaderentia  del  Re  di  Francia,  &  di  trame  alcuna  quan 

con  iir*"0  *****  $  danari  per  pagare  alt  esercito -.perciò  fubii  o  che  i  Fr  ance  fi  abbandona- 

gouemaz  lo  yqìio  il  Ducato  di  Milano;  e  om?ncffe  al  Vicerè)Che  quando  ò  le  cofe  occorrenti 

**l<*  «         lo  tir  afferò  ad  ali  ra  imprefa,  ò  che  per  altYa  cagione  conofecfie  difficile  la  Yefli 

tutione  de*  Medici, pigliando  la  delibevatione  dalle  conditionide  tempi  ;con- 

ueniffe,o  no  con  la  Città,  fecondo  che  più  gli  paYefje  opportunoiqucfto  era  fa 

to  da  principio  il  comandamento  fiw:  ma  dipoi  fdegnato  contra  il  Tonufce 

per  queUche  haueua  tentato  a  Roma  contra  ^Alfcnfo  da  Efli  \  &  mfofpettito 

per  le  minaccie,che  pubicamente  faceva  contra  il  nome  de3  Barbari  ;àimo- 

ftrò  apertamente al  mede fimo  ^Ambafciator  Fiorentino-, eh  e  al  principio  della 

guerra  era  andato  a  ltu,&  al  Viceré  commefìe,  che  non  ientaffe  di  alterare  il 

gouemo >o  perche giudicaffe  effergli  più  ficuro  conferuareil  Gonfaloniere  ini 

micato  dal  Tontefice,ò  perche  temefe,che  il  Cardinal  de*  Medici  reftituito, 

non  haueffe  maggiore  dependentia  dal  Tontefice,che  da  Imma  non  fu  nota  al 

Viceré  quefta  ultima  deliberationefe  non  il  giorno  dapoi  che  era  fiata  Yidotta 

la  Republica  inpotefià  del  Cardinale,  TeY  loqual  difeorfo  apparifee ,  che  fé  i 

finalmente  FioYentini  haueffero  dipoi  che  furono  cacciati  i  Frane  e  fi;  procurato  diligente- 

ai  iìnc  del  li  mente  di  afficurare,mediantc  la  concordia,  le  cofe  loro  ò  fé  fi  f ufi  ero  forti  fi- 

vaa  di  Leo  coti  d'arme  di  foldati  efpertifo  non  fi  far  ebbe  il  Viceré  moffo  contra  loro,  o  tro 

x  fciiue  di  Uato  difficultà  netf  opprimergli:  har  ebbe  facilmente  compofio  con  danari  :  ma 

yauucnut!  era  defiinato  non  lo  face  fiero,  ancora  che  oltra  quello  che  fipoteua  compren- 

.«Fiorenza,  deYe  peY  i  difcoYfi  humani ,  fuffero  fiati  ammoniti  dal  Cielo  de  gli  imminenti 

5àion { la  "!*  pericoliiperche  non  molto  innan%i b  uno  fulgore  caduto  in  fu  laporta.che  dal-  i 

»wi«»ó  d«|  la  Città  di  FÌYe%e  uà  a  TYato;leuò  d'uno  feudo  antico  di  marmo  i  gigli  ad  om 

^wtiu°iuà!  infegna  del  Re  di  Franciamri  altm  caduto  fu  la  fommità  delpalagioy  &  en- 
trate 


V    N     t>    E     C    T    M    O.  ?t9 

/jvtffl  nella  amerà  del  Gonfaloniere ;nonbaueua  percofio  altroché  un  bufo- 
lo gr an  le  £  argentò)  neijuale  firaccoglieuano  i  partiti  del  fommo  Magi/ira-  «  Dodici  *# 
to,  &  dipoi  [cefo  nella  infornapane  ,percofle  di  maniera  una  lapide  grande ,  J*  ^""  J 
c//<z  p/e  della  [cala  fofleneua  la  machina  dell*  edifìcio,  che  ufeìtane  iliefà,  pare-  annali  dei 
uà  fuffe  fiata  cauata  da  periti  con  grandi ffima  deflreTga  >  &  architettura.  In  ^?uoc^ 
qttefit  tempi  mede  fimi,  òpoco  prima  battendo  i  Genouefi  il  Caflelletto  di  Geno  riceuè  fìIi> 
uà  con  l 'artiglierie  t  e*  haueaa  preflato  loro  il  Tontefice;  il  Caflellano  ricettati a  ^nioR5a?" 
dieci  mila  duratilo  dette  a  Genouefi, non  battendo  fperan^a  di  efìer  foce  or -■  Doge  di  g* 
foiperche  un  armata  Jpedita  di  Trouen^a  innanzi  chel  Re  fapeffe  la  ribollio  5S£$t  ca 
ne  di  quella  Città  per  attendere  a  di  fenderla, non  baitelo  battuto  ardire  di  por  ftcìietto,  ci} 
ve  in  terra;era  ritornata  indietro:  ma  per  lo  Refi  teneua  ancora  la  Lanterna-,  jfoufIjo  Si 
nellaquale  ne*  giorni  mede  fimi  baueuano  alcuni  legni  Fr  ance  fi  meffe  ucttoua  -  era  fcàto&i  e 
glie,  &  altri  biCognLEJpedite  le  cofedi  Firenze,  &  riceuuti  i  danari promef-  ^J™^] 
fhil  Viceré  moffe  l'efferato  per  andare  a  Brefcia-Jntorno  allaquale  Città  Im-  gJk*«;«»aa 

f                       I         /            f     ir    ■           ■            i                v    n              r»      .  da*e  daÌP<* 

uendo  mitigata  la  uolonta  degli  SuiTgertl  combatteua  l  cfìertito  Vnntiano ,  p3 .  &  ^e 

allozziato  alla  porta  di  S.Gìouanni,  &  batteuano  in  un  tempo  la  Città,  &  c<*  c/<  *  &  me- 

i»     òr. ..             .                /di                          r      1     r                    n                           >    *•            j  dhtor  di  q- 

/  artiglierie 'piantate *:ju  l  monte  oppojuo  la  fortezza:  fperauano  mcacjnname  n0  accora,i 

i  te  di  effer  mejjl  dentro  per  me?o  d  uri  trattato  per  la  porta  delle  Ti  le-,  ikjnale  fu  un  Ffatei 

;  uenu'co  a  luce  rejìò  uanoiraa  giunto  che  fu  tefi  eretto  Spagnuolo  al  Caftcllo  di  b  b  Goid  \  lo 

Gairo  uicino  a  Brefcia,  Obignì  Capi  tano  de'Fmncefi,  che  uera  dentro ,  eie  fé  chiama  il 

di  darla  ìnfieme  con  la  fortezza  al  Vice)*è,con  patto  che  tutti  i  faldati  che  uè  deWifto- 

rano  nufcifferó  fatui  con  le  co  fé  ioroma  con  l:  bandiere  piegate ,  &  con  far-  th  dd  M"- 

me  inhajia ao'oajjate }&  lajciate  l  artiglierie  :  &ji  crede  che  Obigni  antepo-  n  U%Q  |at> 

nefìe  il  Viceré  a  V'mitianiper  coman  lamento  battuto  prima  dal  Re,  che  più  no  d[cc  G^x 

toflo  la  de  fé  a  gli  Spagnuoli,ò  a  Cefarenon  per  odio  contra  ejjì/maper  fugge  «JJigarmeà- 

nre  materia  di  contentarne  con  Ce  fare,  &  col  B^e  d'Aragona:  il  mede  fimo  con  te  !o  dic0il 
figlio  baueuano  innanzi  che  gli  Spaglinoli  paffaffero  in  Lombai'.Ua ,  feguitato 
i Francefile  guardamano  Lignagbn  quali  difpregiatemolte  offerte  de  Vini- 

tianUf  baueuano  dato  al  Vefcouo  Gurgenfe ,  a  cui  nel  tempo  medefimo  *  chel  ce^  ^igfr 

Viceré  entrò  in  Brefcia,s  arrende  fimiimente  Tefchiera:  &  dimandaua  Guy-  mente  Bt- 

genfe  la  poffef fiori  di  Brefciarma  al  Viceré  piacque  di  ritenerla  ali  bora  per  la  n^ltopS- 

Lega]incui  nome  fbaueua  ricettata.  Dwerfo  fucceffo  hebbono  le cofe  di  Cre-  che  la'  ucce 

maàntomo  allaquale  era  Ren%o  da  Ceri,con  una  parte  de*  faldati  Vinitiani  :  ££"" °J! 

perche  appropinquandofi  quattro  mila  SuiTgeri,  mandati  da  Ottauiano  Sfor-  me  fi  ie^e 

^a,  Vefcouo  di  Lodh  Gouemator  di  Milano,  per  acqttiftarla  in  nome  di  Maffi-  "^"a  be'- 

milìano  Sforma  futuro  Duca, c  Benedetto  Cribrar io  corrotto  con  doni  ,et  con  la  bo  ,  sedei 

promeffa  di  effer  creato  Gentiluomo  di  Vinetia;la  dette  a*  Vinitiani3confen  ^Tua- 

tendo  Monfignor  di  Durafoprepoflo  alla  guarditi  della  Rocca,perche  non  con-  dtmon  rhi 

fidatta  lafuafalute  alla  fede  degli  Suiirjeru  .Andò  dipoi  il  Vefouo  Gurgen  StaCrhfeU 

fé  a  Roma,  l'animo  delquaiedefideranda  il  Vapa  eflremamente  di  conciliarti,  io:  &co  fi  a  » 

1               J                               r     .                                         r  cho  UleMt 

Sformati-  Alemanio 
Finonell'hiftoriadi  Crema:  ikjital  recita  tutto  quefto  trattato.  Cofi  anchodoueò/u  è  fcnttoMons.  di  Du- 
ia!o,deuc.  dirfidi  Durazio,  kg^e.idofi  co!i  nella  detta  hifto.di  Cremi.  Il  Gradi  meo  ancho  nei  Aio  DiaÙO  a& 
iraita,  &>  dice,  che  i  Vi mhui  cotutong  ia  C««a  uà  Giouedì  a 9. 4i  Scucinbie  1 5  iz* 


LIBRO 

sformando  lafua  natura;  lo  fece  per  tutto  il  Dominio  riceuere  con  ogni  fpetie 
dì bonorc,  fatte  per  tutto  il  camino  a  lui,&a  tutti  coloro,  che  lo  fegujtauano, 
Liutiffime fpefe:rkeueuanlo per  tutto  le  terre  con  cccefjiui,an%i  ini; f  tati  kono 
r'hpiene  leflrade  di  quelli,  che  gli  andauano  incontro  :  nifi  tato  in  moki  luoghi 
da  nuoue  amba]  tiene  di  Tr  elati ,  &  perfine  honorate  mandate  dal  Tonte  fi- 
ce:&  bar  ebbe  uoluto,  che  il  Collegio  de*  Cardinali  fuffe  andato  a  riceuerlo  al 
la  porta  di  Romagna  ricufando  il  Collcgìo,come  cofa  non  folonuoua.ma  pie- 
na di  fomma  indegnità  laudarono  infino  fu  i  prati  un  me%o  miglio  fuor  a  dulìa 
porta  a  riceuerlo  in  nome  del  Tontefice  i  Cardinali  *Agenenfe ,  &  quello  di 
Strigoniatdd  quali, andando  in  me^o  come  Luogotenente  diCefare/fu  mena- 
to in  fino  alla  Chiefa  di  Santa  Maria  del  Topolo:  dallaquale  poi  che  da  lui  fu- 
rono partiti  i  due  Cardinali^accomp  agnato  da  moltitudine  innurner abile  ;  fi 
pre  finte  al  Tontefice-cbe  nella  Sedia  Tonte  ficaie  in  h  abito  folenne  l'affetta  ■ 
uanelConcifloro  publico:  nelquale  haueua  pochi  dì innanin' ricéunti molta 
honorat amente  dodici  *Ambafciatori  degli  Suitgeri  mandati  da  tutti  i  Can- 
toni a  dargli  pubicamente  l'ubidien%a,  &  ad  offerirebbe  quella  natione  uo  - 
leua  in  perpetuo  difendere  lo  flato  della  Chiefa,&  a  ringratiarloj  che  a  quel 
la  haueffe  con  tato  honore  donato  la  [padani  capello  ,1  elmetto  >&  la  bàdiera* 
ci  titolo  di  difenfori  della  libertà  Ecclefiaflica.  *Xlla  uenuta  di  Gurgenfefi  co 
minciò  a  trattare  lo  flabilimento  delle  co  fé  communi:  di  che  il  fondamento  con 
fifieua  in  rimuouere  le  differente ,  &  conte  fé  particolari;  acciò  che  Italia  ri- 
maueffe  ordinata  in  modo,che  con  animo ,  &  configlio  unito  fipoteffc  re  fife- 
re  al  Re  di  Francia: &  in  quefio  era  la  piti  difficile  la  compilinone  tante  uol- 
a  Diqucfto  te  trattata  tra  Ce  farete  il  Senato  V  minano -.perche  Gurgcnfc  confentiua a  che  x 
Ì"cc?n°B.o-  À  Vinitiani  rimanefiero  Tadoua,  Treuigi,  Brefciay  BergamoyCrcma:  ma  che 
ni»  innan-  all'imperatore  reflituiffro  Vicenza ,  rmonciafiero  alle  ragioni  di  quelle  Ter- 
«o'i*  v«fc0-  re,che  riteneua  Cefure: pagaffingli  di  preferite  dugento  mila  fiorini  di  Reno , 
uo  g urger»-  fr  in  perpetuo  ciafeun 'anno  per  cenfo  trenta  mila .  Grane  era  a'  Vinitiani  il 
k  eì  v in*-  riconofeerfi  cenfuarij  di  quelle  Terre  >  lequali  tanti  anni  haueuano  poffedute 
tiani;fi  può  come  proprie :graue  il  pagamento  de*  danari ,  con  tutto  che  il  Tontefice  offe  - 
Bembo  ài  ti  riffe  predarne  loro  una  parte;  più  grane  il  reflituire  P'icen%a,  allegando-,  che 
ne  del  lì  12.  Sparando  al  ritenerla  l  Imperatore,  il  corpo  del  loro  flato  ;  glipriuaua  della 
fue^'ftorie:  commodita  di  puff  ir  e  dal  capo,&  dal?  altre  membra  principali  all'altre  mem 
ilquaie  è  ai-  yra  fr  perciQ  rimanere  loro  incerta ,  &  mal  ficura  la  poflefjione  di  Bref  ia , 

Stianto  più  «        ,      '  ,.  .  n  r       i  r    ■  •     I 

jfteto,  che  Bergamo ,  &  Crema: ali egauano  oltra  quejioperjare  ta  recujationepiu  bone- 

no  fi  legge  aajjaue  e  data  la  fede  a'  vicentini,  quando  ultimamente  fi  arrenderono}  di 
tore,  &  àici  non  sparargli  gì  amai  uà  loro,  Trattauanji  aure  tonditioni  tra  il  Tuntejicc* 
Mocemgo .  frali  ^imbafiiatori  del  Re  d'Aragona ipropofie  uua  parte  più  per  ricompi* 
fo  delle  querele  de  gli  altri.cbc  per  {peranno,  a  ottenerle  :  perche  il  Tontefice 
dimandaua,  che  quel  Re>  fecondo  fi  dtfponena  nella  confeàerationCì  Paint  affé 
ad  acquiflare  Ferrar -a:dimandaua  lafciafie  la  protettione  di  F abrino  >  &  di 
Marcantonio  CplonriayContra  i  quali  haueua  cominciato  aprocedere  con  Par 

me 


;  V     N     D     E     C     I     M     O.  Vo 

me  fpirituali  >  per  battere  molentata  la  fona  Later  aneti  fé ,  &  ricettato  M  - 
fonfo  da  Efli  ribelle  fuo  nelle  terre,  dellequali  il  dominio  diretto  apparteneua 
alla  Cbiefa-.dimandaua  rinoticiaffe  alle  protettioni  che  baueua  accettate  nella 
Tofcana  de  Fiorentini,de  Senefi,de  Luccìiefi,&  di  Tiombino}come  fatte  in 
diminutione  delle  ragioni  dello  Imperio,  &  come  fi  flette  a  Italia  in  commu- 
ni &  in  particolare  alla  Cbiefa:  ma  che  né  a  gli  altri  Totentati  era  utile  che 
in  Italia  batte fie  tante  aderétie,&  alla  Cbiefa  molto perico lofi  che  una  Tro- 
lància  congiunta  col  dominio  di  quellaÀependefie  dalla  fua  autorità.  lAllequa 
li  co  fi  repiicauano  gli  Spagnuoli  non  fi  recufaredi  aiutarlo  contra  Ferrara, 
pure  che  fecondo  l'obligationi  della  medefima  Lega, pagaie  i  danari  debiti  al 
l'efferato  per  il  tempo  p  affato, &  prouedeffe  per  il  futuro:  non  effere  co  fa  Lui 
dabile  il  procedere  contra  Fabritio,&  Marc' Antonio  Colonna  :  perche  le  de- 
pendentie,chehaueuano,&  perche  erano  Capitanici  autorità)  il perfeguitar 
gli  farebbe  materia  dinuouo  incendiomon  potere  il  Re  Catolico  fen%a  pregiu 
dicio  grane  dell' honor e  proprio  abbandonargli ;nè  meritare  tale  remunerato- 
ne le  cofi  fatte  inferuigio  del  Tontefice,&  fuo  dalluno,&  l'altro  di  loro  nel 
Li  guerra  contra  il  Re  di  Francia  :  7v(è  nafeere  da  giufto  ^r/o,  ò  da  fi/petto  la 
querela  delle  protettioni  di  Tofcana:  ma  per  che  alla  fua  cupidità  rimane  fero 
in  preda  Siena!  Lucca-,  &  Tiombino,  accennando  nondimeno  che  di  quefie  fi 
riferirebbe  il  Ile  all'arbitrio  dell'imperatore.  Confentìuano  tutti  i  confedera- 
ti unitamente ,  che  nel  Ducato  di  Milano  eniraffe  Maffimiliano  Sforma  ,  non 
confentendo  perciò  Ce  far  e  d  inuefiirnelo,o  di  dargli  nome  di  Duca,o  al.  uno  ti 
tolo  giuridico. Ma  rifurgeua  la  querela  del  Vefcouo  Gurgenfe,  &  degliSpa- 
gmwli  dell' ociufdt Ione  diTarma,&  di  Tiaccn%a  in  pregiudicio  delle  ragio- 
ni dello  Imperio  .in  troppa  grandezza  de'  Tonte fici  ,  &  in  troppa  debolezza 
del  Ducato  di  Milano ;dquale  farebbe  flato  neceffario  fare  piupotente, per  clye 
haueua  fempre  a  e  fere  il  primo  per  eofio  da'  Fr ance  fi:  non  hauerene'  capito- 
li  della  Lega  parlato  il  Tontefice  a  altro  che  di  Bologna  &  di  Ferrara  :  bora 
con  ragioniidellequali  non  apparifea  alcuna  autetica  memoria,  ufnrparfi  quel 
lo  che  da  grandiffimo  tempo  in  qua  non  hauefiema-  la  cbiefa  Romana  pojfe- 
dutomè  che  anco  fi  haueffe  certa  notitia  che  l'hautfk  mai  pofìeduto  etiandio 
ne'  tempi  antichi/fimi  :nè  mofirarfi  delle  donationiuc  ga  imperatori  altro  che 
unafimplice  carta ,  che  poteua  e  fiere  fiata  finta  ad  arbitrio  diciafeuno  ;  & 
nondimeno  il  Tontefice ,  come  in  cofa  manifefia  &  notoria  con  l'occafione  de' 
tumulti  in  Lombardia  hauerfi  amminiftrato  ragione  da  fi  fie  fio.  Tutte  quefie 
dijpute  difficilmente  fi  rifolueuano:  ma  molto  più  turbaua  tutte  le  cofi  la  dif 
ferenTg  tra  Cefare,  e  i  Vinitiani:  affaticauafene  quanto  poteua  il  Tontefice* 
bora  confortandogli,  bora  pregandogli  Jior  a  minacciandogli,  de  fiderò  fi  come 
prima  per  il  benepublico  di  Italia, della  confcruatione  de  i  Vinitiani ';&  per^ 
cbejperaua  potere  con  gli  aiuti  loro  fin%a  l'ame  Spagnuole  ejpugnare  Ferra 
ra:affaticauafe?ie  gli  ^mbafeiatori  del  Re  d  .Aragona.t  emendo  che  con  peri- 
colo commune  non  fi  de  fie  cagione  a  Fiumani  di  riuolgere  l'animo  a  riunir  fi 

col 


r    f  fi  n  o 

*>/Kf  A  ftvwd*:  wemnanf affilati  procedere  caut  nonpmo* 

far  Cefare  a  fare  unione  co  Framófi  ,  loquele  il  loro  Re  haueiia  con  tanta  fa- 
tica I eparata;  &  perche  per  altre  cagioni  non  nokiiaparurfidall  amicata 
fwaffatieaHMfenegli  ^mbafiiatori  degli  Suturi,  perche  uhhgati  a  difen 
d.  re  iVmmam  cornuti  a  pagare  Uro  per  quello  eia  fcun  anno  nenltcìnque 
nn'uc^atiMidrrauanononuenireinnecefiìtàodinonofemarelepromef- 

fritti  opporfi  a  Cefare  in  cafo  gli  affili ^.Finalmente  non  fi  potendo  nmuo 
nere  Gumenfi  dalla  dimanda  di  ribatter  Vicenza ,  ne  difpone  i  V  milioni  a 
'  àarloMcordando  ancora  nette  quantità  de'  danarhil  ■papajqualefopratut- 
to  defideraua,  per  eflinguere  il  nome ,  &  l'autorità  del  Conciliobulo  Tifano , 
che  l'imperatore  approuafie  il  Concilio Lateranenfe-.protefioagli  Oratori  lo- 
to,che  larebbe  cofiretto  a  perfeguitare  quella  Republica  con  l  arme  fpintuali, 
e  temporalr.ilquale  proteflonongli  mouendo,  uenne  alia  confeda attorie  con 
a  ,„  q«ft,  Cefare folo,perche  t  '  Oratore  Spagnuolo  ricusò  d'interuenirui ,  o  non  banen-  * 
confedera-    rf  •  commenìone  dalfi:0  Re, ò  perche  quel  Re,ancor  chauefie  in  annuo  d  attua 
?£&£  rel'lmperatore,cercaffe  di  poter  nutrire  conqualche  jberan^a  iVimtiam . 
MaitìroHi*-   ^  mJimft  nel  proemio  detta  confederationc,  che  fi  pMicopoi  foknnemente 
ZhTZ  ndta  cbiefa  di  Santa  Maria  del  Topesche  hauendo  1  Vinitiam  ricusa  ofii- 
Fo«.o«°  natamente  la  facce  l  Toteficeper  lanecefità  della  RefMica  Chrftanajro 
UgL,  p.-  tcjUto  d'abbandonarglhCefare  entrano ,  &  accettai,»  la  Lega  fatta  IjLnno 
."atoluen"  Mille  cinquecento  undici,tral  Tafani  Re  d'Aragona,:  1  Vinitiam,  fecondo 
SoÉTS:  1  ^Z  gii  era  fiata  riferita  la  f acuità:  promettala  aderire  al  Concilio 
ESSE  Lateranenfi,  annullandoli  mandato ,  &  ritmando  natele  procure, 6  m 
.-anSair.  co  fmi  in  fa^ore  det  conciliando  Tifanombhgauaf,  non  aiutare  alcun  suddito, 
™^ònim>codellaCbiefa,& fpeciolmente  ^Modaf,etm^ghoaupa- 
~r  ch«  ton  àìferrara,&ài  Bologna;&  di  far  parure,  fantij edefebi ,  h  n».  a 
lì^'l  gli fiipendyd'^lfonfo,&  Federigo  da  B^^ 
r.o.nhnha-  f  /,  ^m]ca  prometteua  aiutar  Cefare  centra  1  Vintimi  con  l  arme  tempo 

Sclf.tr  rdi^MrituìliìinatamP^ 

*>*>■         nella  Lega  di  Combraiidichiarouafi  i  Vtnitiani  efiere  in  tutto  efclufi  dottale 
m&  dalla  triegua  fatta  con  CefmperchehoHeuanoeontrayenutoaM 

Re  CatdicoJqualenferuauano  luogo  di  entrare  nella  ^nfframnc^\ 
)'  t0  tempo,&  folto  certe  conditionimonpotcffeilTonteficefarconuentioned 
ama  con  loro  ferina  eonfentimento  di  Cefare ,  òfe  Cefare  non  bauefie  p.ima 
ricuperato  quìuo%  fé  gli  appartenente  difopra  nonpotejfc W  ?*» 
tefiL  né  Cefare  fen^a  confenfo  l'uno  dell'altro  connemre  con  ^unTrimpe 
àmfiiano:  che  duramela  guerracorAraìVinmanir^ 
1  fìce  Fabntieet  Marc  Ritorno  Colonna,nferuotogli  il  procedere  contati  Ve 
fcouo,Vompeo,&  Ciulio,&  alcuni  altri  dichiarati  riheUt:  ^eperquefi <axa 

pitolmonlfebene  ^^«/^^W.^S 
l'mtmdefiepremdhato  Sragioni  dello  imperio.   Valicata  laeoned^ 


VNDECIMO.  3*1 

g  ratìone ,  GurgenCe  nella  proffìma  feffione  del  Concilio  Lateranenfe, a  aderì  ai  a  ?j.rchc  a 

Concilio  in  nome  dell* Imperatore,  &  come  Luogotenente  fuo  Generale  in  Ita  ve  fcouo 

//d,  annullando  il  mandato,  gli  aiti  fatti ,  e^  le  procure  :  &  pr  e  fera  e  tutto  il  ^r?  fi'con 

Concilio  teflificò  non  bauer  mai  Celare  afìeniito  al  Condii  abido  Ti  fimo,  d^te-  ci  iio  utera 

ftando  ciafcuno,che  haueffe  ufato  il  nome  fuo.  Vanì  dipoi  Gmgenfe  di  Roma ,  ||c  ^ocelli- 

per  efferprefente  quando  Maffimiliano  Sforma ,  uenutopcr  commeffiene  del-  *o?che  s»ac« 

l'imperatore  a  frerona,prcndeua  lapofìeffione  del  Ducato  di  Milanoila  uenu  Sera0  l'ani! 

ta  del  anale  Ci  difboneuano  diffìcilmente  ad  affettare  il  Cardinal  Ssdunenfe ,  ™°  ,del  p*; 

C^r  g/j  ambafeiatori  di  tutta  la  natwne  Smurerà ,  a?  erano  a  Milano  :  perche  a»  lui  otten 

uoleuano  che  nelle  dimoflrationi,&  nellafolennità  degli  altri,che  s  haueua-  ne  un  ™onj 

no  afare^apparifie  quel  ch'era  negli  effettivi  SuiT^eri  efìer  quelli,c  haueua  viniuani.sc 

no  cacciato  i  Franceft  di  quello  flato:  quelli  per  la  uirtu,  &  opera  de  quali  lo  *£$*$?* 

rìceueua  Maffvmilianoiottenne  nondimeno  il  Viceré  più  con  l'arti,  &  con  l'in  fare. 
duflria,che  con  l 'autorità  >che fi  affettaffe  :  ilquale  ratificata  a  Firenze  in  no- 
me di  Ce  far  e  la  confederazione  fatta  in  Trato,&  riceuuia  certa  fomma  di  da, 
nari  da  Lucchefi,accettati  nella  fuaprotettione;peruenne  a  Cremona.nelqual 
luogo  l'ajpettauano  Maffimiliano  Sfor%a,e9l  Vicercidonde  andarono  tutti  in- 
fieme  a  Milano  per  entrare  il  giorno  deputato  in  quella  Citta  con  le  folenni- 
tà ,  &  honori  confueti  a*  nuoui  Principi  :  nelqualc  atto  benché  fuffe  dijputa 
grande  trai  Cardinal  Sedunenfe,e'l  Viceré, \chi  di  loro  gli  haueffe  all'entrare 

dellaporta  a  confegnare  le  chiaui in  fegno  della  confegnatione  del pofft ffo.no  X^ffff^ 

dimeno  cedendo  finalmente  il  Vicerè,il  Cardinale  in  nomepublico  degliSui^  è  fatto  Du- 

%eri  gli  pò  fé  in  mano  le  chiaui,  &  efferato  quel  dì, che  fu  de  gli  ultimi  di  De  "  *!<.  jJJ1  jj 

h cembre  tuffigli  atti,che  dimofirauano  b  Maffimiliano  ritenere  la  poffeffione  fecondo    ìi 

da  loro  :  ilquale  fu  riceuuto  con  incredibile  allegrerà  di  tutti  i popoli  per  lo  J"ra J"^J 

defiderio  ardenti/fimo  d'hauere  un  Trincipe  proprio,&  perche  Jperauano  ha-  b*e  iS fl,m* 

uejfe  ad  effer  fimile  all'auolo  ò  al  padrefla  memoria  dell'uno  de'  quali  per  le  [^cTon- 

fue  ec celienti) ifime  uirtu  era  chiari (Jìma  in  quello  flato  ,  nell'altro  il  tedio  de  mo  di  Mag- 

gl'imperi]  foreftieri  haueua  conuertito  l'odio  in  bcniuolen'za  :  l equali  fefte  S10, 

non  ancora  finite,  fi  ricuperò, arrendendo  fi  quelli  che  iterano  dentro,  la  Hoc-  e  TacopoStaf 

ca  di  "Nouara.l^on  haueua  la  cofederatione  fatta  in  Roma  interrotta  del  tut  ^^"é! 

to  la  j^eran^a  della  concordia  tra  Ce  fare,  e  i  Vinitiani  :  perche  il  Tapa  baue-  ra  Auditor 

e  uà  mandato  fubito  a  Vinetia  c  Iacopo  Staffìleo  fuo  nuncio,colquale  erano  an-  ué,^™*^ 

dati  tre  ambafeiatori  de  gli  Suiigeri  perperfuadergli  alla  concordia  :  &  da  foriate  i  Pa- 

altra  parte  il  Senato  per  conferuarfi  la  beniuolen^a  del  Tapa,et  non  dar  cau  ta"  \\  "nd! 

fa  a  Ce  fare  d*  affiliargli  con  l'arme;  haueua  commeffo  àgli  ambafeiatori  [noi,  "oni  delia 

che  adberiffero  al  Concilio  Lateranenfe,  &  fubito  fatta  la  confederai  ione  co  gei?a' Araba! 

mandato  alle  genti  loro,che  fi  riiir afiero  nel  Tadouano:  &  però  il  Viceré  no  fc|«*p   de 

"polendo  turbare  la  (peranno,  della  pace  ;  haueua  voltato  l'efferato  verfo  Mi  f  qUa"i"c5- 

lano: nondimeno  perfeuerando  l'ifleffe  difficultà  della  reflitutione  di  Vice%a,  do  il  Mocc* 

&  de' pagamenti  de'  danari,erano  uane  quefle  fatiche,  laqual  cofa  era  cagio-  Sul"  non  f» 

ne,  che  il  Tontefice  non  afialtajfe  il  Duca  di  Ferrara;  perche  in  tal  cafo  hareb  e8h  »«nii© 


LIBRO 

he  forato  baflargli  alla  muorici  le  forze  fine. &  gli  aiuti  de  V 'mh Uni  Col nó- 
me filo  di  accoflami>bifignando:gli  Spagnuoli. altrimenti  fi  nlolueua  a  diffe 
rire  alia  Trimauera  ;  perche  era  riputato  difficile  Fé/pugnate  nel  tempo  della 
uernata  Ferrara  forte  di  [ito  rijpetto  al fiume ',et  laqualt  iAlfòrifo  baueua  mol 
to  forti ficata,& fin%a  intermijfwnealcunafortifica.ua. .Varrà  forfè  alieno  dal 
mio  propofito  flato  di  non  toccare  le  cofe  fuccedute  fuor  d'Italia,  fare  metìone 
di  qndfajche  Vanno  medefimo  fi  ficee  in  Francia:  mala  deperititi  ài  qui  II  e  a 
quelle  >  &  perche  a  fuccejfi  deli  una  erano  congiunti  molte  mite  le  déjibt  ra- 
rioni,  e  ifucceffi  dell  altra  ;  mi  sforma  a  non  le  pafeare  del  tutto  tacitamente  • 
Erano  infimo  al  principio  di  Maggio  paffuti  con  le  naui  Inglefi-  &  Spanitele 
a  Fonterabia,ultimo  termine  del  Reame  di  Spagna,  uerfo  la  Fra  eia  fui  mare 
Ocea-iofei  mila  fanti  Inglefi  per  afe 'altare  congiuntamente  con  le  forze  Spa^ 
gnuoleKfeeodo  le  eouentioui  fatte  trdlfuocero,  e'I  genero-  il  Bucato  eli  Gbieh 
ria  parte  fecondo  gli  antichi  nomi,&  diuifioni  dellaTrouincia  ^Aquitanid:  co 
tra  ilquale  mouimcnto  il  P^e  di  Francia  ;  non  fu  uro  ancora  delle  parti  di  Tic*- 
cardia,preparaua  l'ordinanza  nona  di  ottocento  lance  ■  e  baueua  fatte,  &  fol- 
daua  delle  parte  più  hafìe  dell' Alemagna  nonfuddite  a  Ce  far  e  molti  fanti,  & 
conofeendo  quanto  più  importaua  alla  difefa  del  Ducato  di  Ghienna  il  Reame 
di  lslauarra,ilquale  dotale  di  Caterina  di  Fois,pofeedeua  infiiemc  con  lei  Gio- 
uani  figliuolo u  iAlibret,fuo  marito;haueua  cbiamatoaììa  Corte  fuo padre, et 
cercato  con  diligentia  grande  di  congiugnetelo:  allaqual  co  fa  gli  baueua  dato 
grandifflma  opportunità  la  morte  di  Gaflondi  Fois,  per  cagion  del  quale, pre- 
tendente  quel  Regno  no  appartenere  alle  f emine  ma  afe  piUproffimo  majthio 
a  chi  uo!e  della  famiglia  di  Fois, baueua  il  Re  di  Francia  per fegnitato  Giovanni  3  Dal  a 
hau"  .  Pie"  l'altra  parte  il  Re  C  atolli  o  ilquale  baueua  uoltato  {li  occhi  a  quel  Rcame:di- 

na,  &  ditte-  .  r        ,  ,  ii     n    n  i  1         j   r  _//•- 

fe  informa-  mondana  al  Redi  TSJauarra^cbeJtepe  neutrale  tra  a  Re  di  Francia  e?  luueo 
tione  di  qus   centlrpe  pcr  [0  Remo  il  paffo  alle  fue  venti^chedoHeuano  entrare  in  Francia,et 

Ita  guerra  di  J         &   r  \*> .        .ne  J n  rr       k>  i  tri  j  i  e 

Nauarra  fat  che  per  ficurta  e.:  ofeeruargli  quefle  proraefie-,  gli  aejje  in  mano  alcune  fortc7£ 
»e  Pde?rRe  Z$ -promettendo  reftiluir gliene ,  come  prima  fuffe  finita  la  guerra:  kquali  di- 
Catiioiico  i  monde  conofeendo  il  J^auarra  doue  tende  fiero, peri  he  era  noto  l'antico  de  fide 
br! latini  *•  n0  ^c'  Re  di  Spagna di  o  cupare  la  J^auarra;eleggeua  più  toflo  di  efporfi  al  pe 
che  ne  (enf  ricolo  incerto,ebe  accettare  la  perdita  certa  fperando  non  douergli  mancare  il 
%  Ncbr?fl?  ficcorfo  promefìo  dal  Re  di  Francia ,  alle  cofedelquale  era  opportunijjìmo  il 
appartata  -  ritenere  la  guerra  in  "Nauarra:  &  nel  mede  fimo  tempo,  o  per  dare  maggiore 
mcnancho°  jpati°  di  uenire  alle  genti  deftinate  al  fuo  ficcorfo,ò  per  liberar  fi  fi  poteua  da 
in  lingua  quefle  dimade '  trattaua  col  Re  d'Aragona., ilquale  fecondo  il  coflumefuo prò- 
fu  ^efed  tu  cedeua  in  quefle  cefi  con  grande  arte .  Ma  non  nocque  più  a  l  Re  di  Tslauarra  la 
tutta  da  Lui  jnduflria,&  foUecitudim  del  Re  d'Aragona,  che  la  negligenza  del  Re  di  Fra 
Ipagunoio.  ma  il  quale  hauendo  pre fi  animo,percbe  gì  Inglefi  pafiati  a  Fonterabia  ,non 
haueuanogià  molti  giorni  mofio  cofa  alcuna .  &  confidando  fi  che'l  Re  di  "Na- 
uarra potè  fife  per  alquanto  tempo  con  le  forze  proprie  difenderfi ,  procedette 
lentamente  a  mandargli  il  ficcorfo  :  donde  bauendoui  il  Re  d  .Aragona ,  il- 

quale 


■  ■  •  v  m   t>   t   e  t  m  o;  pi 

anale  haueua  acutamente  nutrito  le  jperari^e  del  rNa,uarra ,  noltateui  con 
a  fonimi  celerità a  le  genti  preparate  per  min  fi  con  gtlnglefi ,  il  Re  dì  Trattar-  co^nc^ué 
ra  non  efiendo  preparato  »  disperato  di  poter  refi-fiere  sfuggi  nella  Eterna  di  »i  Gradini. 
là  da'  Monti  "Pirenei. e' 7  Reame  a i  rì^auarra  abbandonato >  da  alcune  fiorte^-  ^ndlool'. 
%e  infuori  che  fi  guardati  ano  per  lo  He  fuggito;  peruenne fien%a  oleum  fpefa,  Uce,&  mii- 
&  fen7ya  difficultà  >  &piu  per  la  riputatione  della  uicinità  degllnglefiy  che  JJexL*1 lCS" 
per  le  forTg  proprie  <>in  poteflà  del  Re  d'Aragona:  il  quale  no  potendo  afferma 
re  di  pò ffe  devio  legittimamente  con  altro  titolo  ;  aUegaua  l  occupinone  e  fiere 
fiata  giuridicamente  fatta  per  l'autorità  della  Sedia  lApoflolicaiperche  il  Ton 
tefee  non  fatiato  de  profferì fiucceffi  £  Italia;  haueua  poco  innanzi  publicata 
una  bolla  contra  il  Re  di  Francia  nella  quale  nominandolo  non  più  Chriflianifi 
fimo }  ma  Illuftrijfimo  }fottoponeua  lui  >  &  qualunque  aderifie  a  luì ,  a  tutu 
le  pene  gli  her  etici ,  &  feifmatici ,  concedendo  a  ciaficuno  f acuità  di  occu* 
pare  lecitamente  le  fbflan%e ,  gli  fiat  i,e  tutte  le  co  fé  loro  :  &  con  la  mede  fil- 
ma acerbità  fidegtiato  che  nella  città  di  Lione  fufiero  flati  ricettati  i  Car- 
dinali 5  &  gli  altri  Tr  ciati  fuggiti  da  Milano  ;  haueua  fiotto  grauiffime  cen- 
fiure  comandato ,  che  la  fiera  fiolita  a  celebrar  fi  ogni  anno  quattro  uolte  con 
grandifjimo  concorfio  di  mercatanti  a  Lione;  fi  cele brafifie  pertauuenire  nella 
Città  di  Gineura,  donde  già  il  Re  Luigi  Vndecimo ,  per  beneficio  del  Regno 
fino  t haueua  rimofia  :  &  alt  ultimo  fiottpofto  alt  interdetto  Ecclefiaflico  tutto 
il  Reame  di  Francia.  Ma  il  Re  dt .Aragona  poi  che  hebbe  acquiflato  la  7{a- 
uarra  Régno  benché  piccolo  &  di piccole  entrate, per  lo  fitto  fuo,molto  oppor- 
tuno j  &  di  fìcurtì  grande  alle  cofie  di  Spaghi  ;  haueua  fi  fio  nel t  animo  di  non 
proceder  più  oltre ,  non  riputando  apropofito  fino  la  guerra  col  Re  di  Francia, 
di  là  da  "monti:  perdo  &  nel  principio  della  giunta  de  gtlnglefi  era  flato  tar- 
do a  preparare  le  fiorze  fiue^  &  dopo  tacqui/iodi  J^auarra > fiollecitandolo 
gtlnglefi,  che  uniffe  con  loro  le  genti  fiue,pcr  andare  infieme  a  campo  a  Baio- 
na,  Città  uicina  a  Fonterabia,  pofla  quafi  fui  mare  Oceano  iproponeua  altre 
imprefie  in  luoghi  diflanti  dal  mare, allegando  Baiona  e  fiere  talmente  fortifica 
ta,e  talmente  pmue  ditta  di  faldati,  che  ninna  fficranxa  fi  pcteua  hauere  di  ot 
tenerla  :  alle  quali  cofie  contradiccndo  gt  Inglefhche  di  tptegiauano  qualunque 
acquiflo  nel  Ducato  di  Ghìenna>fi.n%a  Baiona3poì  che  in  quefle  dirute  fu  con- 
fumato molto  tempo  ,  in fafl  idi  ti  gtlnglefi,  &■  riputando  fi  delufii ,  imbarcati  fi 
fen%a  commeffwne ,  ò  licenza  del  fiuo  Trìncipe  fie  ne  tornarono  in  Inghilter- 
ra :  donde  il  Re  di  Francia  rimanendo  ficuro  da  quelle  p-rti,  ne  temendo  più 
de  gtlnglefi ,  che  l  haueuano  affaltato  per  mare  ?  perche  alla  fine  diuentò  con 
l  armate  marittime  tanto  potente ,  che  fignoreggiaua  tutto  l  mare  dalla 
cofladi  Spagna,  infino  allecofle  d'Inghilterra;  deliberò  di  tentare  di  ricu- 
perare la  l^auarra ,  dandogli  animo  a  quefio,  cltra  la  partita  de  gtlnglefi 
t  hauere  per  i  fiuccefifi  auerfii  d  Italia  ridotte  tutte  le  fiue  genti  nel  Regno  di 
Francia .  Haueua  il  Re  d'Aragona  nel  tempo  che  a  gtlnglefi  daua  jperan- 
%a  di  fare  la  guerra  3&  per  occupare  tutto  ì  Reame  di  Jjauarra  mandato 

Sfi    i         alcune 


LIBRÒ 

alcune  genti  a  San  Gioitami  Vie  di  Torto ,  ultimo  confine  del  Reame  di  7^*- 
uarra,&pofio  alle  radici  de  monti  Tireneì  uerfo  la  Francia^  dipoi  comin- 
ciando ad  aumentare  le  forze  de*  Trance  fi  ne  luoghi  uicini  uhaueua  man- 
dalo con  tuttofi  fuo  efìercito  Federigo  Duca  d'^4lua,Capitan  Generale  della 
guerra  :  madiuenuto  ultimamente  molto  fuperiore  lefìercito  Fr ance  fé ,  nel 
a  ti  Dei  fino  quale  era  uenuto  a  //  Delfino ,  Carlo  Duca  di  Borbone>&  Longauiliay  Signori  a 
cerilo,  ch*e  principali  di  tutta  la  Francia;  il  Duca  d'^ilua  fermato  fi  in  alloggiamento  for 
ia  uè  n  u  to    te  trai  piano ,  e'I  monte)  giudicaua  fare  afìai  fé  probibiffe  che  i  Francefi  non 
hupmSa  "     entr afferò  nella  Tslauarra  :  i  quali  non  potendo  urtarlo  in  quel  luogo  per  la 
d'arme  ,     fortezza  del  fìtOydeliberaronoy  chél  Re  di  Ts[auarra  con  fette  mila  finti  del 
u^tiT&i  fi40  pxefe  y  &  con  lui  la  Talijfa  con  trecento  latice ,  mouendofi  da  Saluatier- 
ouo  mila     xa  uicina  a  San  Giouanni  Vie  di  TortOydoue  alloggiaua  tutto  l'efferato;  paf- 
diea'  mila    faffero  per  la  uia  di  Valdironcales  ì  monti  Tir  enei ,  &  accoflandofi  a  Tarn- 
fami  erano  palonay  Metropoli  della  l^auarra ,  nella  quale  ipopoli  prefo  animo  dalla  tu- 
fi, cinità  de*  Frane  e  fi  già  faceuano  per  lo  defiderio  del  fuo  Re  molte  folleuatio- 
ni  ;  occupa/fero  il  pafìo  di  Roncifualle ,  per  lo  quale  folo  fi  conduceuano  alle 
genti  Spagnuole  le  uettouaglie  y  delle  quali  nel  luogo  doue  erano  per  la  fte- 
rilità  del  paefeytion  haueuano  copia  alcuna:?  effetto  fu,  che'l  Re  di  l^auarra9 
&  la  Talifìa  occupato  prima  unpaffo,ch'ùfu  la  fommità  de'  monti  Tireneì* 
sformarono  il  Borghetto  terra  pofta  a  piedi  de*  monti  Tireneiy  difefa  da  Bai- 
b  con  soo.  des  Capitano  della  guardia  del  Re  d'Aragona  con  b  molti  fanti  :  &  fc  con  la  l 
fa  n  ti  dice  a  celerità  debita  fuffero  andati  ad  occupare  il  pafìo  di  Roncìfualle  ;  baflaua  la 
che^va'f^es  fame  f°^a  a^  effwgnare  l'efìercito  Spagnuolo  circondatola  ogni  parte  da'  ni- 
era  al  preG-  mici  y  &  dà  paefi  oltra  modo  difficili  :  magli preuenne  la  celerità  del  Duca 
ciie,&  non  d\Alua,ilquale  lafciati  in  S.  Giouanni  Tie  di  Torto  mille fant'ue  tutta  l'arti- 
del  b  org  net  glìeria}pafìò  a  Tampalona  per  lo  paffo  di  Rocifualkj  innan  %i  eh' e  (fi  u  entr  afe 
caie^dfee ,°  monde  ingannati  da  quefta  fperan^a  il  Re  di  J^auarra,&  la  Talifìa,  a'  qua 
ch'è  uno      li  il  Delfino  haueua  di  nuouo  mandato  quattrocento  lance  &  fette  mila  fan- 
che"  mena-  ti  Tedefci;fi  accojlarono  a  Tampalona  con  quattro  pezgi  d'artiglieria, laquà- 
no  di  Fran-  [e  con  difficultà  grande  per  l'ajpreTga  de'  monti  haueuano  condotta  :  &  dipoi 
feo^na.     "  dato  l'affaliOy  non  l'hauendo  ottenuta,  coflretti  dalla  flagione  del  tempoych'e- 
ra  del  me  fé  di  Decembre,  &  dal  mancamento  delle  uettouaglie  per  laflerilitì 
delpaefe;  ripaffarono  i  monti  Tirenei  :fu  i  qualiper  la  difficultà  de'paffh  & 
impedimenti  de' paefani  furono  coflretti  lafciare  l'artiglierie: et  nel  tempo  me 
de  fimo  Lautrech,  che  con  trecento  lance3e  tre  mila  fanti  era  entrato  nella  Bi- 
fcaiapredandoy  &  abbruciando  tutto' lpaefe,afì  aitata  in  uano  la  terra  di  San 
Se  afiianojipaffati  i  monti  tornò  all'efferato:  il  quale  ceffato  il  timore y&  U 
fperan^a  da  ogni  parte  fi  diffolue ,  rimanendo  libero ,  &  pacifico  tutto  l  Re- 
gno di  1>{auarra  al  Re  $  jLragona.1<[el  qual  tempo  cfìendo  uenuto  a  luce,  che 
Ferdinadoyche  fidichiaraua  Duca  di  Calauna  figliuolo  già  di  Federigo  Re  di 
*Napoliy  conuenuto  fegretamente  col  Re  di  Francia  ;  trattaua  di  fuggire  nel- 
lo efìercito  Francefe  ,  non  molto  lontano  dalla  Terrà  di  logrcgno,  nella 

quale 


v  n  d  e  e  i  m  o;  sn 

quale  era  allhora  il  Re;fu  mandato  da  lui  nella  fortei^a  ài  Scìatìua^f olita  ad 
ufarfi  da'  Re  dragone  fi  per  carcere  delle  per  Jone  chiare ,  òper  nobiltà  ,  ò  per 
uirtit ,  [quartato  per  la  medeftma  cagione  Filippo  Cepola  Napolitano,  ilobate 
a  era  andato  occultarne  e  al  He  di  Francia  per  quefle  cofe,  a  uariado  cofi  la  For  «  Nel  Hb.+. 
luna  lo  flato  de  gli  buomini,cb' egli  fujfe [quartato  in  feruigio  di  colui,dalÌa-  aitrou"  *£ 
Uolo  paterno  delquale  il  Conte  di  Sarni  fuo  padre  era  flato  fatto  decapitare  :  ra«  <3l»iui  <* 
&  faceua  alle  cofe  d'Italia  qualche  momento  iefferfi  feoperta  quefla  congiu-  tafo  die°«S 
va-,  laquale  haueua  hauuto  origine  da  un  frate  mandato  occultamente  a  Fer-  JJ^jf*^ 
amando  dal  Dttca  di  Ferrara  :  perche  il  Re  Catolico  hauendogià  inclinatione  rooite   co- 
di fodisfare  alTontefice;fi  accefe  molto  più  per  queflo  fdegno;in  modo,che  co  r<j  dc2ne  * 
mando  al  Viceré ,-&  alt  Oratore  fuo  appreffo  al  Tontefice,  che  quando  a  lui  fa  io  ne,&  d'ac 
reffe,  uolt afferò  l'esercito  fuo  contra  Ferrara,non  lo  ricercando  d'altri  dana-  c,d«i't"  !« 
Yhcbe  diquellhchefuffero  necefiarij  afoflentarlo.  Quefle  cofe  fi  feciono  quel-  feteaanège 
l'anno  in  ltalia,in  Francia,  &  in  ifyagna.Seguita  l'anno  Mille  cinquecéto  M-PXI11.-., 
tredici  non  men  pieno  di  cofe  memorabili ,  che  l'anno  precedente  :  nel  primi-  £"j  ili^\ 
fio  del  quale  cefi  andò  l'arme  da  ogni  parte  7  perche  né  i  Vinitiani  moleftaua-  copoia  :  ti- 
no altri, né  alcuno  fi  moueua  contra  loro  ;  il  Viceré  andato  con  tre  mila  fanti  «tato  j  S 
a  campo  alla  Rocca  di  Tre?$p',l' ottenne  con  patto,  che  con  le  cofe  loro  parti fle  J"."^.1, co" 
ro  falui  quelli ,  che  u  erano  dentro  ma  premevano  gli  animi  di  tutti  ì  pen  fieri  io  'dtiquaie 
delle  cofe  future  ,fapendofi  che'l  Re  di  Francia  effendo  liberato  dall'armi  fo-  j^^""  di 
refliere  il  Regno  fuo,&  prefo  animo  dall' liauere  faldato  molti  fanti  Tedefchi,  padrecraft* 
&  accrefciuto  non  poco  il  numero  dell'ordinanza  delle  lance  ;  niun  altra  cofa  l°  f*"(^ce* 
più  penfaua,che  alU  ricuperatone  del  Ducato  di  Milanodaqual  diffiofitione,  gi  anc'ho  di 
benché  nel  Re  fufje  ardentiffvma ,  &  defideraffe  fommamente  accelerare  la  J "^"dJgJ 
guerra,mètre  che  le  Caftella  di  Milano,  &  di  Cremona,fi  teneuano  ancor  per  mo  l'offer- 
lui,nondimeno  confi  denthdo  quanta  diffiadtà  gli  face  fi  e  l'oppofìtione  di  tati  J^JJJJa  us 
nimicane  ficuro  che  laftateproffima  non  iaffaltaffe  con  apparati grandiffimi  x.acar.3 44. 
il  Re  d'Inghilterra  ;  deliberaua  non  muouere  cofa  alcuna  ,fe  0  non  feparaua  Bartolomeo 
daUt  unione  commune  quali/ uno  de'  confederatilo  non  fi  congiugrieffe  co'  Vi-  d*  Aiuiano  a 
nvtiani:  dellequali  cofe  >  che  qualclo  una  pot  effe  fuccedere  fé  gli  erano  infimo  l48. 
Vanno  precedente  prefentate  uarie  fyeran^e  :  perche  il  Vefcouo  Gurgenfe , 
quando  daRomaandauaa  Milano /idito  benignamente  nel  camino  un  fami- 
liare del  Cardinale  di  San  Seuer ino  ^mandatogli  in  nome  della  Rema  di  Fran- 
cia ,  haueua  dipoi  mandato  fegretamente  in  Francia  uno  defuoi ,  proponen** 
do  che  l  Re  s'ubbligaffe  ad  aiutare  l'imperatore  contrai  Vinitiani  :  contra- 
heffifi  il  matrimonio  tra  la  feconda  figliuola  del  Re ,  con  Carlo  nipote  di  Ce* 
far  e, alla  quale  fi  deffe  in  dote  il  Ducato  di  Milano  :  cedeffe  il  Re  alla  figliuo- 
la, &  al  futuro  genero  le  ragioni ,  lequali  pretendeua  hauere  ai  Regno  di 
l^apoli  :  &  perche  la  fteurtà  dell'imperatore  non  f uff  ero  le  f empiici  parole* 
&promefie,  che  diprefente,  ueniffe  in  poteflà  fua  la  jpofa,&  che  ricuperato 
chaueffe  il  Re  il  Ducato  di  Milano  yfujfero  tenute  da  C  e  far  e  y  Cremona ,  & 
la  Chiaradadda,  Sperava  mede fimamente  il  Re  poter  fi  congiugnere  i  Vini- 

Sf    3         tianij 


LIBRO 

tìani  3 [degnati  Jommctmente  quando  il  viceré  occupò  Brefcia  >  &  molto  più 
per  le  cofe  conueuutepoi  a  Roma  trai  Tontejìce  &  Cefare:perciò  in  fino  allho 
ra  baueua  fatto  uenire  occultijfimamente  alla  Corte  ^Andrea  Gritti  :  ilquale 
prefo  a  Brefcia  dimoraua  ancora  prigione  in  f  rancia,  &  operato  che  Giania- 
copo  da  Triul%i,in  cui  molto  confidauano  i  Vinitianimandaffe  a  Vinetia  fit- 
to fimulatione  d  altre  facccde,  unfuo  Segretario:  offeriuafegli  fimilméte  qual 
che  fperan^a  di  conuenire  col  Re  d'Aragona:  ilquale  come  erafolito  trattare 
fpejfo  le  cofe  fue per  me%o  di  perfine  religiofe;haueua  occultamente  mandate 
in  Francia  due  frati;  accioche  dimoflrando  bauere  i^elo  del  bene  publico,  co- 
minciaffero  a  trattare  con  la  Reina  qual  co  fa  attenete  alla  pace ,  ò  uniuerfale, 
ò  particolare  intra  i  due  Re  mia  di  queflo  era  piccola  f^eran^afapendo  il  Re  di 
lcrancia,cbe  egli  fi  uorrebbe  ritenere  la  TS^auarra,  et  a  lui  effendo  molto  duro> 
&  pieno  di  fomma  indegnità  abbandonare  quel  Re,  che  per  ridurfi  all'amici- 
tia  fu*  &  fitto  laf^eran%a  de  fuoi  aiuti  era  caduto  in  tanta  calamitàima  rim 
na  co  fa  più  premeua  il  Re  di  Francia  che  il  defiderio  di  riconciliar  fi  gli  SuiT^e 
ri,conofcendo  da  quefto  dependere  la  uittoria  certiffima ,  per  lì  autorità  gran- 
di () ima ,  che  baueua  allhora  quella  natione  per  lo  terrore  delle  loro  armi  >  & 
perche  parena  che  baueffero  cominciato  a  regger  fi  no  più  comefoldati  mercen 
narij,nè  come  p  aforisma  uigilando  come  in  Republica  bene  ordinata,^ come 
huomini  nutriti  nell'amminiflrationc  degli  flati,  gli  andamenti  delle  cofe ,  né 
permettendo  fifaceffe  mouimento  alcuno  fi  non  fecondo  l'arbitrio  loro  :però 
concorreuano  in  Eluetia  gli  *Ambafiiatori  di  tutti  i  Trincipi  Chrifliani:  il  To 
tefice  &  quafi  tutti  i  Totcntati  Italiani  pagauano  annue  penfioni  ,per  effere 
riceuuti  nella  loro  confederatione  ,  &  bauere  facilità  difildare  per  la  dififa 
propria  quando  n  baueffero  dib  fogno  foldati  di  quella  natione:  dallequali  co- 
fe infuperbiti;&  ricordandofi,  che  con  l'arme  loro  baueua  prima  Carlo  Re  di 
Francia  conquafiato  lo  flato  felice  d'Italia  :  &  che  con  l'arme  loro  Luigi  fio 
fuccefìore  baueua  acqui  flato  il  Ducato  di  Milano -,  ricuperata  Genoua  &  tan- 
ti iVinitiani;  procedeuanoconciafcunoimperiofamente  &  infolent  emente  i 
&  nondimeno  al  Re  di  Francia  >  oltra  i  conforti  di  molti  particolari  della  na- 
tione ,  &  il  perfuaderfi  che  gli  haut fiero  a  muouere  l'offerte  grandijjime  di 
danari;  daua  fieran^a  che  hauendo  quelli  che  gouernauano  Milano  conuenu 
to  con  gli  Oratori  de  gli  Suiigeri  in  nome  di  Maffimiliano  Sforma  di  dare  lo- 
ro, come  prima  eglihauejfe  riceuuta  la  poffejjìone  del  Ducato  di  Milano ,  & 
delle  fortezze  Aucati  cento  cinquanta  mila,&  per  fiatio  di  uenticinque  anni 
(\uaranta  mila  ducati  .ci  afeuno  anno  riceuédolo  ejji  fitto  lafuaprotettione,et 
obligandofia  concedere  de  loro  fanti  a  fuoi  flipendij;  nondimeno  non  haue- 
uanomaiì  Cantoni  ratificato  .  Terciò  nel  principio  dell'anao  pre finte  con 
tutto  che  prima  haueffe  tentato  in  nano  che  gli  ^Ambafiiatori ,  i  quali  inten- 
deua  mandare  a  trattare  di  quefle  cofe,  fufi ero  uditi;  conferiti  per  poterlo  fa- 
re di  dare  loro  libere  le  forteige  di  Val  di  Lugana ,  &  di  Lugarna  per  otte- 
nere con  quefto  pretto  l'ami  Uw^a  loro: con  tanta  indegnità  ccuaua,iQ  i  Vrin- 

cipi 


V   H    »  .fi    C    !   tó   O,     .  $14 

tipi  grandi  l *  amichi 'a  'dì  quella  natione.   Penne  adunque  per  tòmmeffione 
del  Re  Monsignore  della  Tramoglia  a  Lucerna  ;  nelqual  luogo  era  chiamata 
la  Dietaper  uiirlo:&  benché  raccolto  con  lieta  fi  onte,  conobbe  preflo  efiere 
in  quanto  al  Ducato  dì  Milano,uane  le  fiue  fatiche  -.perche pochi  giorni  innari 
%i,fiei  de*  Cantoni  haueuano  ratificato  &  fiuggellato  i  Capìtoli  fatti  con  Mafi» 
ftmiliano  sfor7xa:tre  haueuano.  deliberato  di  ratificare :gli  altri  tre  moftr aita- 
no di  filare  ancora  ambiguvperò  non  parlando  più  delle  co  fé  di  Milanotfropo- 
neua  che  almeno  aiutafìero  il  Re  a  ricuperare. Genoua,  &  ^Afihche  nella  capi 
tolatione  fatta  con  Mafjìmiliano  non  s  includeuano:allequalidimande  il  Tri- 
ul%io  per  dar  fauore  ,fiece  infiamma  di  potere  andare  alla  Dieta, fiotto  colore  a  sì  verità 
di  trattar  co/e  fiue  particolari,&  glifiu  conceffo  il  faluocondotto,  ma  con  con  nd  tcIZO 
ditione  che  non  trattale  di  cofia  alcuna  attenente  al  Re  di  Francia:  ani^i  come  ftc  parole  ; 
fu  giunto  a  Lucerna,  glifiu  fatto  commandamento  che  non  parlafie,  né  inpu-  ^n^°^ 
blico,nè  in  priuato  con  la  Tramoglia  .'finalmente  con  confentimento  commu-  ai  Re  di  Fri 

4  ne  furono  ratificati  da  tutti  i  Cantoni  i  capìtoli  fiat  ti  col  Duca  di  Milano  > a  Sji nó  uo 
dinegate  tutte  le  dimande  del  Re  di  Francia:  &  aggiunto  che  non  fiegli  conce  ti  mila  fan 
defilé ,  foldare  fanti  di  quella  natione  per  fieruirficne ,  né  in  Italia ,  né  fiuora  c^feun^n- 
d'italia.Terciò  il  Re  eficlnfio  da  gli  Sui%geri  conofceua  efiere  necefiario  di  ri-  no  coperai 
conciliar/} ,à  con  Cefiarco  co  Vinitìani,  i  quali  nel  tempo  medefimo  trattaua-  ìwus^a. 
no  ancora  con  Cefare:perche  creficendo  ne  gli  animi  de'  Collegati  il  fioretto  del  «*»>  &  r  ha 
la  riconciliatione  loro  col  Re  di  Francia;confentiua  Gurgenfie,  che  e/fi  ritenef-  ilSfi  oiuag 
fero  Vicenza  :  ma  dando  animo  al  Senato  quelle  medefìme  ragioni  che  face-  g««i  :  iichi 
nano  timore  a  nimici;  negauano  uolere  più  far  la  pace  ,fie  non  fi  reflituiua  lu0ghf  t^ 
loro  Verona,  ricomperando  C e fiar e  con  maggior  fomma  di  danari  :  ncllaqual  noi*to  di  fo 
dimanda  trottando  difficultà  inclinati  tanto  più  all'amicitia  Francefe,conuen  p"  * 
nono  col  Segretario  dal  Triul%ìo  di  confederarli  col  Re,  riferendo/}  alle  prime  b  in  qucfto 
capitolationi  fatte  tra  loro  .per  lequali  fé  gli  doueuano  Cremona,&  la  Ghia  *££  °  %%. 
radaàda:ma  il  Segretario  efyrefie  nella  capitolatile ,  che  niente  fu/fe  ualido  «°»  che  bjfo 
fé  infia  certo  tempo  non  fi  approuaua  dal  Re:  nel  configlio  de Iquale  erano  uà  l^coiui" 
rie  dirute,  quale  fuffepiu  da  defiiderare,  ò  la  riconciliatione  con  l'Imperato-  che  una  uoi 
re,  ò  la  confiederatione  co'  Vinitìani:quefia  più  approuauano  Rubertet  Segre-  naroluchlè 
torio  di  grande  autoritàri  Triduo,  &  qua/}  tutti  ì  principali  del  Configlio,  toIto  da  Ho 
allegando  quel  che  l'e/perien^a  prefente  haueua  con  tanto  datino dimofirato  rddbiìia- 
della  incofiantia  di  C  efare  :  l'odio  che  haueuacontra  il  Re ,  &  ildefiderio  di  dc» euc  foB 
Mendicar  fi,  penetrando  maffimamente  da  autori  non  leggieri  efiere  fiate  in  ìT/fperò?. 
quefio  tempo  qualche  uolta  parole  fiue,che  haueua  fifia  nell'animo  la  memo-  6'J.  Pdda^« 
ria  di  dkiafiette  ingiurie  riceuute  da'  Francefi,  &  che  efiendogli  uenuta  la  fa-  bufai Ws  fé 
cultà  di  uendicarle  tutte  ;non  uoleua  perderne  loccafione:  neper  altro  effetto  ?el/ftf 'f  1 
trattar/}  quefte  co/e  da  lui, /e  non,  ò  per  hauere  per  mc%o  della  riconciliatio-  ìu.Non  ite- 
ne  fiaudolenta,maggiore  commodità  di  nuocere ,  ò  almeno  per  interrompere  fG  Jj^JV  Tc{ 
quel  che  fi  fiapeua  trattar/i  co'  Vinitìani ,  o  per  raffreddare  le  preparationi  to  :  &  quel 

b  della  guerra,  b  7{E  Totere  ficufiart,  nèmeritare  empaffione chiwia  uolta  ch* fegu** 

S  fi    4         ingan~ 


LIBRO 

ingannato  da  uno>tornaua  incautamente  a  confidar  fi  di  lui  Replìcaua  in  con^ 
travio  il  Cardinale  di  San§z'àcrìnomoffo^ome  dicevano  gli  auerfarij  tpiu  per 
io  ftudio  delle  parti  contra  il  Triulzjo,che  per  altre  cagioni,  perche  in  Mila~ 
no  haueuafevnpre  mfieme  co*  fratelli  feguitata  la  parte  Ghibellina;  ninna  co 
fapoterejjcre  più  utile  al  Re,cbe  col  congiugner  fi  con  Cefare,  rompere  l  un'io 
ne  de'nimici ,  majfimameute  facendo  fi  la  congiuntone  perme%o  tale  che  fi 
potefìe  jperare  douere efiere  durabile  ;  e  fendo  proprio  de*  Trincipi  preporre 
nelle  loro  deliberazioni  fempre  l'utilità  alla  beniuolen%a>a  gli  odif>&  ali' al-, 
tre  cupidità:&  quale  cofa  potere  a  Cefare  fare  benefìcio  maggiore  che  l'aiu- 
to prefente  contra  i  VinitianiUa  fyeran%a  d'hauere  a  fuccedere  il  nipote  nel 
Ducato  di  Milano  $  Separato  Cefare  da  gli  altri  non  potere  per  l  inter effe 
del  nipote  ,  &per  gli  altri  rifletti  opporfi  all'autorità  fua  il  Re  Catolico:  né 
cofa  ale  una  potere  più  Jpauentare  il  Tonteficeyche  quefla:  &  per  contrario  ef 
fere  piena  di  indegnità  la  confederatone  co'  Vinitiani ,  hauendo  a  concedere 
loro  Cremona,  &  la  Ghiaradadda,  membri  tanto  proprvj  al  Ducato  di  Mila- 
no ,  per  la  ricuperatone  de'  quali  haueua  il  He  concitato  tutto  il  Mondo  :  & 
nondimeno  fé  non  fi  diuideua  l'unione  de  gli  altri ;non  baflare  aconfeguire  la 
uittoria  la  congiuntane  co  Vinitiani,  Treualeua  finalmente  quefla  fenten- 
Xa  per  \ autorità  della  Reina,defiderofa  della  grandezza  delia  figliuolaypure 
che  fi  potè ffe  ottenere  ,cìk  infino  alla  confumatione  del  matrimonio  fi  confer- 
uafie  apprefio  alla  madre, laquale  obligaffe  la  fede  fua  di  tenerla  in  nome  di 
Cefare  comedo  fa  deflinata  al  nipote, &  di  confegnarla  al  marito  y  come  pri- 
ma letàfuffc  habile  al  matrimonio.  Ma  certificato  poi  il  Re,  Cefare  non  effe- 
re  per  conuenirecon  quefla  limitatione,  an%i  più  toflo  quefle cofe  effere  fiate 
propofle  da  lui  artificiofamente  per  dargli  cagione  di  procedere  più  lentamen- 
tene  gli  altri pen fieri, rimo ffo  l'animo  da  quefla  pratica;riuoco  *Afparoth  fior 
tello  di  Lautrech, partito  già  dalla  Corte  per  andare  a  Gurgenfe  con  quefla  co- 
meflìone.  Dall' altra  parte  ere  fendo  il  timore dell  'unione  tra  il  Re,  e  i  Vinitia 
ni,il  Re  d'Aragona  confortaua  Cefare  allareflitutione  di  Verona,  proponen* 
dogli  il  trasferire  co'  danari  che  harebbe  dà  Vinitianiy&  con  l efferato  Spa~ 
gnuolo  la  guerra  nella  Borgognaùl  mede  fimo  fentiua  Gurgenfe  •alqude  fpera- 
do  potere  conlaprefen%a  muouere  Cefare , ritornò  in  Germania,  feguitandoh 
nori Jolo  Don  Tietro  Durrea  uenuto  feco.ma  ancora  Giouanbattifla  Spinello 
Conte  di  Carnati  ^fmbafeiatore  del  mede  fimo  Re  apprefio  a'  Vinitiani,  haué 
do  prima  indotto  il  Senato ,  accioche  nuoue  difficultà  non  interrompefiero  le 
pratiche, che  fi  trattauano^afaretnegua  con  Cefare  per  tutto  Urne  fé  di  Mar- 
7$>data  la  fede  dagli  Oratori  predetti)  che  Cefare  reflituirebbe  Verona,  pur 
che  a  luifufieropromeffi  in  certi  tempi  dugento  cinquanta  mila  ducati,  &  eia 
feuno  anno  ducati  cinquanta  mila .  In  quefla  agitatione  di  cofe  &  in  tempi 
ta  nto  grani  fopr attenne  la  infermità  del  Tontefice ,  pieno  *  perche  D  *A.  L- 
ìl  Hauere  ottenuto  le  cofe  defiderate ,  non  fi  diminuifeono,  ma  fiaccrefeono 
fempre  i  difegni ,  di  maggiore  uoglie  &  concetti  che  forfè fuffe  fiato  innanzi 

FI 


V    N    D    E    C    I    M    0.  .  3ij 

per  tempo  alcuno,percbe  bauea  deliberato  di  far  alprincipio  della  Trimauers 
t'imprefa  tanto  defiderata  di  Ferrara  :  laqual  città  effondo  abbandonata  da 
tutti  gii  aiuti,&  douendoui  andare  oltra  le  genti  fuej  efferato  Spagnuolo  ,fì 
credeua  haueffe  a  fare  piccola  refiften%a  :  haueua  comperato  fegretamente 
per prc^go  di  trenta  mila  ducati  da  Cefare  la  Città  di  Siena  per  lo  Duca  d'Vr 
bino,alqualeper  conferitaci  intiera  la  gloria  d'bauere  penfato  febiettamente 
alia  efaltatione  della  Chìefa  ;  non  hauea  daTefaro  infiora  uoìuto  mai  conce 
dere  co  fa  alcuna  delio flato  Ecclefiafiico  :  conueniuapreflare  a  Cefare  quaran 
ta  mila  ducati  7  riceuendone  in  pegno  Modena  :  minacciaua  i  Lucchcfi  che  né 
franagli  del  Duca  di  Ferrara  baueffero  occupata  laCarfagnana ,  inflando  la 
deffero  a  lui  :  & fdegnato  col  Cardinale  de*  Medici  per  parergli  ebe  ad  eriffe  Ja  ?Aiftnfo 
più  al  Re  Catolico  che  afe,  &  per  conofeere  di  non  poter  ditone  come  fi  batte  da  Efte  '."i 
uaprefuppoflo  di  quella  città.già  baueua  nuoui  difegni,&  nuoue pratiche  per  "io  ,'LTpÌ 
alterare  lo  flato  di  Firenze  :  &  fdegnato  col  Cardinale  Sedunenfe ,  perche  di  Pa  'Gi  v!io^ 
flati,  &  di  beni  di  diuerfe  perfine  nello  flato  di  Milano  baueua  attribuito  afe  to  Colemie 
entrata  di  più  di  trenta  mila  ducati  Canno  ;  gli  baueua  tolto  il  nome  del  Le*a-  l\ il  tko¥ 
toy&  chiamatolo  a  Roma  :  haueua>acciò  che  le  cofe  del  Duca  d'orbino  in  Sie  bèrala  \li" 
na per  la  intelligenza  de' uicinifuffero più  flabili,  condotto  di  nuouo  Carlo  Ba  lia» chc  fop~ 
gì  ione  per  cacciare  Gian  Vagolo  di  Perugia  congiunti/fimo  di  affinità  co  figli-  fu r  foffé^ 
uoli  di  Vandolfo  Tetruccifucceffori  della grandeTgapaterna  :  uoleua  coflitui-  fait.to  da 
re  in  Genoua  nuouo  Doge  Ottauiano  Fregofo,  rimoffo  lanus  di  quella  dignità ,  E  d™  è  e 
confentendo  a  queflo  gliahri  Frego fi  .-perche  per  lo  grado,  ilquale  uhaueuano  f™dojfl  ^ 
tenuti  i  fuoi  maggiori  ,  pare  na  che  più  a  lui  fi  apparteneffe  :  penfaua  affidua-  1"  voce  4cl 
mente  come  poteffe ,  ò  rimuouere  di  Italia,  ò  opprimere  con  l'aiuto  de  vii  Sui?  CaFdina!  .. 

„     .         i-  r  i-  e  v-    /  ;  v    rr  ,  <-*  ^*  dimani,  il 

Tgri ,  iquali  foli  magnificaua ,  &  abbracciaua ,  l  efferato  Spagnuolo ,  accio-  quai  ;gH  dif. 

a  che a  occupato  il  Regno  Napolitano  ,  Italia  rimane  ffe  (  quefle  parole  ufciua-  le* che  Iefta 

no  frequentemente  della  bocca  fua  )  libera  da'  Barbari,  &  a  queflo  fine  haue  "otto  il  gio- 

ua  impedito  che  gli  SuiTgeri  non  fi  confederassero  col  Re  Catolico  :  &  nondi-  ft  l^f  ^,"  ° 

meno  come  fé  in  poteflà  fua  fuffe  percuotere  in  un  tempo  medeflmo  tutto  il  vna  deli/ 

mondo,  continuando  nel  folito  ardore  contra  il  Re  di  Francia,con  tutto  che  ha  f  h^paV^" 

uè  ffe  udito  meffo  della  Reina  ;  concitaua  il  Re  d'Inghilterra  alla  guerra  :  al-  d' Italia  ;  il 

quale  haueua  ordinato  che  per  decreto  del  Concilio  Lateranenfe fi  trasferi  ffe  il  Jo^i  bafto- 

nomedel  Re  Chriflianiffìmo  ifopra  laqual  cofa  eragià  ferina  una  Bolla ,  con-  D,e> co1  ^ 

tenendofi in effamedefimamente lapriuatione della  degnìtà  &  del  titolo  dì  ua,&fflm5 

Re  di  Francia  >  concedendo  quel  Regno  a  qualunque  lo  occupaffe.ln  quefli  ta-  *?  coa  ir? 

//,  e  tanti penfieri,  &  forfè  ancora  in  altri  più  occulti  &  maggiori  (perche  in  co«ó,Cn5  % 

un  animo  tanto  feroce  non  era  incredibile  concetto  alcuno  >  quantunque  uaflo  ipon«ndo  ** 

&fmifurato  )  Uppreffe  dopo  infermità  di  molti  giorni  la  morte  :  dalla  quale  mente?!  wìi 

fentendofi  preuenire ,  fatto  chiamare  il  Concifloro  ,  alquale  per  la  infermi-  Politani  *«• 

tà  non  poteua  interuenire  per  finalmente  ;  fece  confermare  la  Bolla  publi-  aTch^efi 

ata  prima  da  lui  contra  chi  afeendeffe  al  Tonteficato  per  fimonia  ,  &  l€uatoiIco1 

dichiarar  e  la  elettione  del  fucceffore  appartare  aì  CQÌlegiq  de  Cardinali  »  ^  giog£"* 


-:-w 


inno 

&  non  al  Concilio,&  che  i  Cardinali  Scifmatici  non  uipoteffèro  ìnt mentre  : 

d  quali  diffe,cbe  perdonaua  £  ingiurie  fatte  afe,  &  chepregaua  Iddio  che  per 

donajfe  loro  le  ingiurie  fatte  alla  fua  Cbiefa.  Supplicò  poi  al  Collegio  de. Cardi-, 

naliyche  per  fare  co  fa  grata  afe  concede  (fero  la  citta  di  Ve  faro  in  Vicariato  al 

Duca  dVrbino, ricordando  cbeper  opera  principalmente  di  quel  Duca  erafla 

a  il  cèbo  al  ta  alla  morte  di  Giouanni  Sforma  ricuperata  alla  Cbiefa .  In  niurì altra  cofa  di 

tathiiìotic  mofirò  affetti  priuathò  propri^  :  an^i  applicando  beantemente  Madonna  Fé 

mette ,  che  foce  fua  figliuola,  &  per fua  interceffione  molti  altri  ebe  creaffe  Cardinale  Gui 

iapaGiuiio  do  da  Mont  efalco  ,  perche  erano  nati  d'una  medefima  madre  :  rifilo  fé  aperta- 

a.  ìuccedet-  yyiente  non  effereperfona  degna  di  quel  grado  :  &  ritenendo  in  tutte  le  cofe  la 

libraio  de!  folita  cofian%a  &  feuerità  ,  &  il  mede  fimo  giudicio  ,  &  uigore  danimoy  che 

r an no  i s  1 3 .  baueua  innanzi  alla  infermità , riceuuti  diuot amente  i  facr amenti  Ecclefiafli- 

^!  co  dice3  a*  ci,  finì a  la  notte  dinanzi  al  uigefimoprimo  giorno  di  Febraio ,  effendo  già  prò-  a 

20.&  foggiti  pnqjio  il  giorno,  il  corfo  delle  fatiche  prefenti  :  Trincipe  d'animo,&  di  cofian 

Sonedi  lui  %a  inefiimabile ,  ma  impetuofo ,  &  di  concetti  fìnifurati,per  iquali  che  non 

fu  per  dolo  precjpitajfe,  lofoftennepiu  la  riueren%a  della  Cbiefa ,  la  difeordia  de*  Trinci- 

pièfle:impc  pi,  &  la  conditione  de'  tempi,  che  la  moderatione,&  lapruden%a  :  degno  cer 

xoch£  Pbl  tamente  di  fomma gloria,  fé  fuffe  fiato  principe  feculare,  ò  fé  quella  cura,  & 

ial  cóciiio  int entione t  che  hehbe  ad  efaltare  con  larti  della  guerra,  la  Cbiefa  nella  gran* 

Sporto  dei  je7ga  temporale ,  baueffe  bauuia  ad  efaltarla  con  l'arti  della  pace  nelle  cofe 

chTcófinte  fyirituali  :  &  nondimeno  fopra  tutti  ifuoi  anteceffori ,  di  chiariffima ,  &  bo* 

ÌÌGÌ *  nlb*  noratìJfima  memoria,  maffimamente apprejfo  a  coloro,  iquali,  efiendo perduti 

1 1 .  deli' hi  i  neri  uoc oboli  delle  cofe,  &  confufa  la  difiintione  del  pe farle  rettamentegiu- 

ù  one  Frale  dicano  chefia  più  ufficio  de'  Tonte fici,  aggiugnere  con  l'armi,  &  colf  angue  de 

Onofrio  Pa  chrifliani,  imperio  alla  Sedia  ^Apoftolica,  che  l'affaticar  fi  con  l'efiempio  buo- 

""èn'aVia    no  detta  %?*&>  &  c°l  correggere ,  &  medicare  i  cofiumi  trafeorfi  per  la  falute 

ta ,  ch'eli  fé  di  quelle  anime,  per  laquale  fi  magnificano  che  Chrìfto  habbia  coflituiti  in  ter 

d-,apaoìVdS  rafuoi  Vicarij.  Morto  il  Tontefice,  il  Viceré  di  Tslapoli  andato  co'foldati  Spa 

vhùna;  feri  gnuoli  uerfo  Tiacen%a,  coflrinfe  quella  città  a  ritornare,  come  già  fole  uà, fiotto 

ih  2i.CdiFe  l'Imperio  de'  Duchi  di  Milano  :  leffempio  de'  Tiacemini  feguitarono  per  lo 

b raio ,  i'a  n-  mede  fimo  terrore  i  Tarmigiani  :  dall'altra  parte  il  Duca  di  Ferrara  ricupera- 

mefe°™zo*  te  fubito  le  terre  di  Romagna ,  saccoflò  a  Reggio  :  ma  non  fi  mouendo  dentro 

&  gio  m  i  21.  cofa  alcuna,non  hebbe  ardire  di  fermami  fi ,  perche  l  '  efferato  Spagnuolo  s'era 

riScato  f  °&  difiefo  ad  alloggiare  tra  Tiacen^a  &  Reggio .  J^im  altro  mouimentofu  nello 

qui-ii  può    flato  della  Cbiefa  :  nefentì  Roma ,  ò  il  Collegio  de'  Cardinali  alcuna  di  quelle 

vnCpri?no°di  difficultà,  che  baueua  fentite  nella  morte  de  due  proffimi  Tonte  fici .  Terò  fi- 

icoxio  imor  nùe  fecondo  l'ufo  l'efequie,  entrarono  pacificamente  nel  Conclaue  uentiquat- 

5£  Sb^Ache  tro  Cardinali,  bauendo  prima  conceduto, eh  e  il  figliuolo  del  Mar  eh  e  fé  di  Man 

parimente    toua,cbe  era  apprejfo  a  Giulio  per fiatico ,  libero  dalla  fede  datapotefìe  ritor- 

Vfcfrouo  di  narfene  al  padre  •  isfel  Conclaue  fu  la  prima  cura  moderare  con  Capitoli  mol 

toebio  n«    toflretti  l'autorità  del  futuro  Tontefice ,  efifer  citata  come  diceuano  dal  morto 

£  gcjiou»  .  troppo  immoderataniente ;  benché  non  molto poheome  degli  huomini  >  alcuni 

non 


V    N    D    E    C    I    M    o;  J>* 

non  hanno  ardire  di  opporfì  al  Trincipe,  altri  appetiscono  di  farfelo  beniuolo  » 

agli  annullarono  da  loro  mede  fimi  quafi  tutti .  Elefiono  il*fettimo  giorno  non  «  n  giorno* 

difcrepando  alcuno,  in  pontefice  Giouanni  Cardinale  de'  Medici ,  ilquale  af-  j£[  £rj2 

funfe  il  nome  di  Leone  decimo*  dieta  d'anni  trentafette  :  co  fa  fecondo  la  con-  dici  fu  du 

fuetudinepaffata,  marauigliofa,  &  dellaquale  fu  principale  cagione  la  indù-  p^a£atd°cttJ 

bftria  de* b  Cardinali  giouani ,  conuenutift  molto  prima  tacitamente  infteme  di  Leon  x.  f« 

creare  ilprimo  Tontefice  del  numero  loro .  Sentì  di  quefla  elettìone  quafi  tut-  ™  Vj^ef 

ta  la  Ckriflianità,  grandi  (fimo  piacere ,  perfuadendofi  uniuerfalmente  gli  huo  i«n  do  v  a  e* 

mini  che  haueffe  a  e  fiere  rariffimo  Tontefice,  per  la  chiara  memoria  del  ualore  ^ Po  ftoUci* 

paterno %& 'per  la  fama  che  rifonauaper  tutto  della  f uà  liberalità,  et  benigni-  is.  giorni. 
tà,  filmato  caflo  &  di  perfetti  cofiumi,  &  jperandofi  che  a  e  fi 'empio  del  padre 


nuuiio. 


. 


bauefie  a  e  fiere  amatore  de  liner  ati ,  &  di  tutti  gli  ingegni  illufiri  :  laquale 
efiettatione  accrefceua  l 'efiere  fiata  fatta  l'elettione  candidamente  fetida  fi-  \iQ°t$* 
monia,  ò  fio fp  etto  di  macula  alcuna:  (^rp  arena  già  eh  e  Iddio  cominciafifie  ad  n  giouani , 
àpprouare  queflo  Tonteficato  :  perche  il  quarto  giorno  dalla  elettione  uenno-  p^acr "eon 
no  in  fua  poteflà  i  Cardinali priuati  di  Santa  Croce,  &  di  San  Seuerinoiiqua  -  x.  Aragoaa, 
//  intefa  la  morte  di  Giulio  :  andauano  per  mare  a  Roma ,  accompagnati  dallo  cornalo  * 
jLmbafciatore  del  Re  di  Francia  :  ma  intefo  nel  porto  di  Liuorno ,  oue  erano  retrucci , 
furti,  efiere  eletto  il  Cardinale  de'  Medici  in  nuouo  Tontefice  confidati  fi  nel-  auncfcOnò 
la  fua  benignità,  &  fpecialmente  San  Seuerino  nella  amicitiaflretta,  che  ha-  «*>  P««ui. 
ueua  hauuto  feco,&  col  fratello,  impetrato  faluocondotto  dal  Capitano  di  Li- 
vorno, ilquale  non  fi  flendeua  oltra  i  termini  della  fua  iurifdittione ,  difecfero 
in  terra  :  &  dipoi  non  ricercata  altra  ficure%£a  ,fi>ontaneamente  andarono  a 
Tifa  :  nellaqual  città  raccolti  honoratamente ,  &  dipoi  condotti  a  Virente , 
erano  honefiamente  cufloditi  ;  dà  manieratile  non  haueuano  f acuità  dipartir- 
fi,  co  fi  defiderando  il  Tontefice  :  ilquale  mandato  il  Vefcouo  dQruieto  ;gli 
confortò  con  parole  molto  benigne,  che  per  ficurtà  loro,&  per  pace  della  Chie 
fa  fopr afede fifero  in  Firen7g,infino  a  tanto  fi  determina fife  in  che  modo  baue fi- 
fero  ad  andare  a  Roma ,  &  che  efiendo  flati  priuati  giuridicamente ,  &  con- 
fermata lapriuatione  nel  Concilio  Lateranenfe,  non  and  afferò  più  in  habito  di 
Cardinali  :  perche  facendo  fiegni  d'humiliarfi,faciliterebbono  a  lui  il  ridurre^ 
fecondo  che  haueua  in  animo  di  fare ',  in  porto  le  cofie  loro .  Fu  la  prima  anione 
t  del  nuouo  Tonteficato,  la  incoronatione  fua , c  fatta  fecondo  luflo  de  gli  ante-  e  il  ^orao 
cefibri,  nella  Chie  fa  di  San  Giouanni  Laterano,  con  tantapompa  co  fi  dalla  fa  »  "$*l3  £H\l 
miglia,  &  Corte  fua,  come  da  tutti  i  Tr elati,  &  da  molti  Signori  che  ui  erano  il  PanuiAi©» 
concorfiy  &  dal  popolo  Romano ,  che  ciafeuno  confefib  non  hauer  mai  ueduto 
Koma  dopo  le  inondationi  de*  Barbari  giorno  più  magnifico ,  &  più  fiuperbo 
che queflo  inellaquale  folennità  portoti  Gonfalone  della  Chie  fa  ^Alfonfio  da 
Efie  :  ilquale  ottenuta  lafiofpenfione  dalle  cenfure  ;  era  andato  a  Roma  con  fife 
ranT^a grande  di  comporreper  la  manfuetudine  del  Tontefice  le  cofefue.Tor- 
tò  quello  della  religione  di  Rodi  Giulio  de'  Medici  armato  fiopra  un  grofib  cor- 
fiere)  inclinato  dalla  uolontà  fua  alla  profejjione  dell  arme  >  ma  tirato  da' fati 

alla 


.'LIBRO' 
alia  uitafacerdotale  >  neUaqttale  haveffe  a  cffere  effewph  màravìgliofo  detta 
varietà  della  fortuna  :  &  fece  quefio  giorno  fin  memorabile*  &  di  maggiore 
ammiratione,  il  con fid  erare  che  colvuchc  ima  figliava  ce??  $}  rara  Pompa s& 
a  Ometta  è  fplendore,  le  infegne  di  tanta  degnità ,  era  fiato  nel  *  giorno  medepmo  l'anno  a, 
ìvffctuatt  ó  dinanzi  fatto  miferabilmente  prigione.  Confermò  quefla  magnificen%a  apprtf 
eh*1  io  hoft  t  fo  d  vulgo  da  efpettatione  che  fi  haueva  di  ìui;promettendcfi  ciaf,  uno  che  Ro 
u  ne'siomi  ma  haueffe  a  e  fi vere  felice  fotta  un  Tonte fi  ce  ornato  di  tanta  liberalità  >  &  di 
doU'e  dTfo  tanto  fbìendove  :  perche  era  certo  efiere  fiati  ffe fi  da  lui  in  quefio  dì  cento  mi- 
pra  ho  nota  (a  ducati  :  ma  di  huomini  prudenti  defiderarono  maz<riore?rauità>  &  mode- 

to  di  Dona-  .  «=>   ,  .        *  J  r   •       v '    *r.      /•  , 

to  r  aft-gn  t  ratione giudicando ,  ne  convenire  tanta  pompa  a  Tontepci ,  ne  e J fere  jecondo 
no  n€i  hb.  laConditwne  de 'tempi  prefenti  ildiffipare  inutilmente i danari  accumulati 

4.  acar.119.      ,    .,,  _,  \f  '•■**]  r  x     1  j  1    n 

*  ac  2. 6c  ai.  dalt  ante:  e  fiore .  Ma  ne  la  mutatwne  net  Tontepce>ne  altri  accidenti  bajlaua- 
"ìetto  me-  7i0  'tftxbilire  la  quiete  d' Italia  :  an%igià  apertamente  cominciavano  ad  indi- 
ììcfimoiib.a  n^arfi  le  cofe  più  alla  guerra,  chealìapace  :  perche  Cefare  alieno  totalmente 
to  di  b  ™"  ^a  veftìtutione  di  Verona ,  parendogli  rimanere  priuato  della  facilità  d'en- 
lonco  d'A  1  trave  in  Italia*  con  tutto  chefuffe  fiata  prolungata  la  trieguaper  tutto  >Apru 
Mnwiic  7n  &&$&&$  le  conditioni  deli  accordo  trattato  a  Milano ,  &  infafiidito  dell* 
quei  gior  -  wflan%a,cbe  gli  facevano  gli  Oratori del  He  Catolico;diffeal  Conte  di  Carnati 
"o  an  n?  pil  c^e  Per  l*  ine  Un  at  ione, eh  e  da  lui  fi  dimefiraua  a  Vinitiani,  conueniua  chefuf 
xtìp  era  fta-  fe  chiamato piuprefto  ^Ambafciator  Vìnitiano>che Spagnuolo  .  Ma  aumentò 
Son"a  vii  molto  più  quefla  dijpofìtione  la  triegua ,  laqual  tra  ti  Re  Chrifiianiffimo ,  & 
là.  1!  ve  ner  Catolicojfu  fattaper  un  anno  folamente  per  le  cofe  di  là  da  monti  :  per  laqua 
V  gì!  spa-  le  al  Re  di  Francia  liberato  da'  foretti  diuerfo  Spagna;  fi  daua  facilità  gran- 
gnuoii ,  co  diffima  di  rinouare la  guerra  nel  Ducato  di  Milano .  ^Abhomua  in  ogni  tempo 
mlhì  luo"  il  Re  CatolicoÀ'hauere  la  guerra  di  là  da  monti  co  trance  fi  :  perche  non  ef- 

giù  di  que.   renci0  potente  di  danari ,  &  per  qveflo  coftretto  ad  aiutar  fi  delle  forze  de*  Si- 
na  hiftona  J         J ,     .  ,  ,,„  *     \  1  ì'    •'"•"•-  "7  »  1  •/•  7 

uci  hb.  s  .ai  gnorh  &  de  popoli  di  Spagna ,  0  non  haueua  gli  aiuti  pronti ,  0  btjognaua  che 
fine  deflò  a  nei  tmp0  delia  mena  fleffe  con  loro  qua  fi  come  in  foggettione  :  ma  in  quefio 

cai-  150-  oc  *     _,        **  f,  ir  pì'  1  1         • 

»ei  lib.  6.  a  tempo  maffimamcnte  era  confermato  il  Juo  antico  conjiglio -perche  con  la  qute 
ne  1 70.  tefiflabilwa  meglio  il  Regno  nuouamente  acquiftato  di  l^auarra  :  ma  molto 
pitti  perche  efiendo  dopo  la  morte  della  Reina  !J  abella  non  più  Rey  ma  Gover- 
natore di  Caftìglia  >  non  haueua  tanto  fondata  ne  tempi  turbolenti  l autorità 
fua,  &  haueua  ueduto  l'ejperien^afrefcamente  nella  difefa  di  l^auarra  :  del- 
inquale fe  bene  fuffe  fiato  felice  il  fine  ;  non  eraperò  che  per  la  lentezza  de* 
foccorfh  non  fi  fufi'e  ridotto  in  molti  pericoli  :  à  quali  non  uolendopiu  ritorna 
re-,  contraffa  non  f apendo  ancora  la  morte  del  Tontefice,  la  trieguay  con  tutto 
che  non  fu  fife  publicata  innanzi  f ape  fi  e  l'elettione  delnuouo  :  &  allegava  per 
giuftificatione  di  quefla  ìnajpettata  deliberationey  efiergli fiato  uiolato  la  Le- 
ga dal  Tontefice,  &  de'  Vinitiani  -.perche  dopo  la  giornata  di Rauenna ,  non 
battevano  mai  uoluto  pagare  i  quaranta  mila  ducati,  come  erano  tenuti  men~ 
tre  che  il  Re  di  Francia  pò ffedeua  co  fa  alcuna  in  Italia  :  egli  folo  liauere  pcn- 
fato  al  bene  commime  de'  Confederatane  attribuito  afe  i premi]  della  uittoria 

communef 


V    N    D    E    C    !    M    O,  $17 

commune  5  né  poff edere  in  Italia  ma  piccola  torre  più  di  quello  che  poffedéua 
innanzi  alla  guerra  :  ma  il  Tapa  hauerepenfato  al  particolare ,  &  fatte  fue 
proprie  lecofe  communi  ^occupato  Tarma ,  Tiacen%a ,  &  Reggio  $  nhpenfare 
ad  altro  che  ad  occupar  Ferrara  :  laquale  firn  cupidità  haueua  difiurbato  lac 
quiftare  le  foriere  del  Ducato  di  Milano ,  &  la  Lanterna  dì  Genoua  :  haue- 
re  egli  interpola  tutta  la  foia  diligenza ,  &  autorità  per  la  concordia  tra  Ce- 
farce  i  Vinitiani  :  ma  ilTontefice  ejferfi  per  gli  intere/fi  proprij  precipitato  a. 
efcludergli  dalla  Lega  :  nella  qual  cofa  hauere  fatto  imprudentemente  gli  Ora 
torifuoiy  che  non  hauendo  confentitOyperche  cofifapeuano  effere  la  mente  fua, 
che  eifuffe  nominato  nel  capitolo ,  nelquale  fi  introduceua  la  confederatane  ; 
l'haueffero  lafciato  nominare  in  quello  3  nelquale  fi  efcludeuano  i  Vinitiani  : 
ne  hauere  in  queflo  maneggio  corrìffoflo  i  Vinitiani  al  concetto ,  che  $  haueua 
della  prudm%a  loro, hauendo  tenuto  tanto  conto  di  Vicenza ,  che  per  ncn  per- 
derlaynon  haueffero  uoluto  liberar  fi  da  trauagli  della  guerra:  effergli  hnpoffi- 
bile  nutrire  ferina  i  pagamenti  che  gli  erano  fiati promeffì  >  l'efferato  che  haue 
uà  in  Italia ,  &  meno  effergli  poffìbile  fofienere  tutta  la  guerra  a*  confini  de* 
Regni  fuoi,  come  conofceua  desiderare,  &  procurare  tutti  gli  altri  :  né  diffirnu 
lare  il  Tontefice  il  defiderio  già  inanimato  dì  torgli  ifRegno  di  T^apoìi  :  & 
nondimeno  non  muouerlo  quefle  ingiurie  apenfare  di  abbandonare  la  Chiefa , 
&gli  altri  di  Italia ,  quando  trouaffi  la  corriffonden'^a  conuemente  liqualì 
jperaua,che  commoffi  da  quefia  triegua  col  Re  yfarebbono  più  pronti  a  conue- 
nirefecoper  la  di  fé  fa  commune.  Inferì  nello  inflrumento  della  triegua  il  nome 
di  Ce  far  ey  &  del  Re  di  lnghilterray  con  tutto  che  con  loro  non  hauefìe  commu 
nicato  cofa  alcuna  :  &fu  cofa  ridicola  che  ne  mede  fimi  giornUche  ella  fi  ban- 
diuafolennementeper  tutta  Spagna  ;  iienne  uno  ^Araldo  afignificargli  in  no- 
me del  Re  di  Inghilterraygli  apparati  potenti  ffimi ,  che  eifaccuaper •  a(f altare 
la  Francia,&  afollecitare  che  egli  mede  finamente  moueffe ,  fecondo  che  ha- 
ueua promeffo,  la  guerra  dalla  parte  di  Spagna .  La  triegua  fatta  in  queflo  mo 
do  ,jpauentò  fommamente  in  Italia  gli  animi  di  coloro  ,  a  quali  era  moleflo 
l'imperio  de  Fr ance  fu  tenendo  fi  qua  fi per certo  da  tutti ,  che  il  Re  di  Francia 
non  haueffe  a  tardare  a  mandare  l'efferato  di  qua  da  monti  y&  che  per  l'ofii- 
natione  di  Ce  far  e  alla  pace,  i  Vinitiani  haue  fiero  a  unir  fi  feco  ;  a*  quali  refifle 
repareua  molto  difficile:  perche  Cefiercito  Spagnuolo  ancora  che  dallo  fiato  di 
Milano  afflitto  dafpefe  infinite-,  haueffe  tratto  alcuna  uolta  qualche  fomma  di 
danari  ;  non  haueua  più  modo  afoflentarfi .  Del  nuouo  Tontefice  non  fi  com- 
prendete ancora  quale  fuffe  laintentione :  pareua  che  fegretamente  defide- 
rafie,  che  la  potenza  del  Re  di  Francia  haueffe  per  termine  ì  monti:  nondime- 
no nuouo  nel  Tonteficato,&  confufonon  meno  cheglialtri  dalla  triegua  fatta 
dal  Re  Catolico  nel  tempo  che  fi  credeua  haue  fi  e  applicati  ipen fieri  alla  guer- 
ra ;  flotta  con  l'animo  molto  fofpefoyfdegnato  ancoraché  ricercando  con  gran- 
de inftan^a,  che  alla  Chiefa  fuffero  reflituite  Tarma  &  Tìacen%a  ;  il  darne 
fteranig  era  pronto,  rejjecutioneprocedeua  lentamente  tdefidcrando  tutti  gli 

altri 


LIBRO 

altri  ronferuarle  al  Ducato  di  Milano  :  &  perauentnra  flerando ,  che  il  defi- 
derio  di  rie  per  ade,  lo  induce  ffe  alla  difefa  di  quello  flato .  Tarteuanà  pia  rer- 
to  ,  &  fin  potente  pr  e  fi  dio  gli  Sinceri  :  ma  con  feltrando  non  poter  fi  né  da 
Maffimiliano  Sforma ,  ni  da  altri  pagare  i  '.lanari ,  che  fecondo  le  eonuentioni 
erano  ne  effarij  al  muouergli  ;  ft  temeua  che  nel  maggiore  hi  fogno  ri:  ufafft  ro 
di  feen  ere  nello  fla'O  di  Milano .  Da  altra  parte  il  Re  di  Francia  fatta  che 
b  hbe  la  triegua  ;  deliberò  di  mar  dare  l'efferato  in  Italia ,  dandogli  fperat.'ia 
alla  tintoria  le  ragioni  dette  di /òpra  :  allequali  s'aggiugneua  ilfapereche  i  pò 
pi' dello  flato  di  Milzno,  ne  flati  da  tante  taglie ,  &  rapine  degli  Sui^eri,t$ 
da  gli  alloggiamenti  <,&  pagamenti  fatti  a  gli  Spcignuoli;  defiaerauano  arìen 
a  \\  fuc-ef    temente  di  ritornare  Cotto  il  dominio  Cito  hauendo  per  l'acerbità  degli  altri , 

lo  di  quella  r  .  fi.  J  ,,,*,       ;i#«  j  ■  >  v  r 

n^ue  -ùe  conojciuto  eflere  in  omparatione  loro,  dejiderabile  l  Imperio  eie  traneeju  an 
d  ì C  dC  Svn  ??  molti  gentil' huoìnini  particolari  per  meffìproprij ,  indiritti  chial  Re,  chi  al 
Daimatino  Ty.idTjo,  ilquale  il  Renaccio,  he  di  luogo  più  propinquo  trattaffeco  M  liane fi9 
era  parti u  i)dli:m  mandato  a  Lione;  confottauano  a  non  differire  a  mandare  ìd  efferato , 
Provenza  |  promettendo  [ubilo,  che  hauefiepaffato  i  monti  di  pigliare  [copertamente  l  or 
coirete* iaC  meVtY  ^ :  n^  mancauano  gliflimoli  aflidui  del  Trìulxio,  &  degli  altri  fuo* 
f  o  e  e  de  i  ritieni ,  che  fecondo  il  coflume  di  chi  è  fuori  della  Tatria ,  propone  nano  la  ìm- 
nou°  'èco-  fYefa  douere  effere  molto  facile,  mafflmamente  congiugnendo  fi  fòco  i  Vinitia- 
piojamente  ni  :  &  lo  coflrigneua  ad  accelerare  il  confidare  di  preuenire  con  la  fine  di  que- 
Gioaio°nd  fl°  m°to,  il  principio  della  guerra  del  Re  di  Inghilterra,  laquale  non  poteua  co 
lib.  12.  del.  minciare ,  fé non  dopo  il  torfo  di  qualche  me  fé  :  perche  quel  Regno  e  (fendo  già 
dai've^ouo  molti  anni  flato  in  pace  era  ffroueduto  d'armadure ,  d'artiglierie ,  &  quafi  di 
ci  Nebio  :  i  tutte  le  cofe  neceffarie  alla  guerra  ;  non  haueua  caualli  da  combattere ,  perche 
due  n'aiti-  gli  Inglefi  non  conofeono  altra  militia  che  lapedefhe,  &  quella  non  effendoffe 
buifeono  Ja  rimentata  ;  era  neceffitato  il  Re, perche  uoleuapafsare in  Francia  potentijfi- 
Ir  Emanuel  mo,foldare  numero  grande  di  fanti  Tedefchi,cofe  chefen%a  lunghe'^a  di  tem 
causilo .,  t  p0  non  fi  potè  ano  fedire .  Coflrigneua  fimilmcnte  il  Re  ad  accelerare  il  timo- 
l  pun  io  no  re,  che  leforteTge,  non  fi  per  deaero  per  mancamento  di  uettouaglie,  &  fpecial 
mina»  ,  a  mente  la  Lanterna  di  Genona:  laqual  pochi  giorni  innanzi  non  vii  era  fuccedu 

cui  oan  no  P  •■■.■*..•  '-*"'  v.  o  .» 

compagno  to  di  rinflefear a  per  una  nane  mandata  a  queflo  effetto,  laquale  da  ^Arbinga,  & 
^"di"  f-°  infino  &ouc  era  fiat  a  accompagnata  da  tre  naui,  &  da  un  Galeone ,  entrata  in 
ila'  fu  la  prì  alto  mare  col  Mento  pr  off  ero ,  per  la  for%a  delquale  ;  pafìata  per  me%o  de  le- 
&*!»«"  Il  &™  Genouefi,  fiera  accoflata  al  Caftello ,  forta  in  fu  l'ancore ,  &  dato  il  cauo 
Giouio  mi-  alla  fonema ,  già  cominciaua  a  fcaricare  le  uettouaglie ,  &  lemunitioni  che 
f^modcMe-  ^aueua  portate  :  ma  .Andrea  Boria  y  quel  che  poi  fu  tanto  felice ,  &  famofo 
noto,  i  peri  -  fulmare,  entrato  con  pericolo  grande  con  una  nauegroffa,  dellaquale  erapa- 
bouinc^  fat  ^ronc> tra  ^a  Lanterna,  &  la  naue  Francefe ,  &  tagliato  il  cauo  dato  alla  Jor- 
io, e  ì  pre-  tc^a ,  e  i  cani  delle  ancore ,  combattendo  egregiamente ,  &  nel  combattere 
snatiC  angli  fer^°  ne^  tiolto,  la  conquiflo .  Deliberato  adunque  il  Re  non  differire  il  dare  co 
animoa  ai"  minciamento  alla  guerra ,  alquale  fine ,  per  efiere  parato  ad  ogni  oecafione  > 
iaiiiori .       haueua  prima  mandato  molte  lance  nella  Eor?ognay  <£r  nel  Delfinato  ?  riftrin- 

felc 


con 
e 


V    N     D    E     C    T    M     O.  U8 

fé  le  co  fé  trattate  già  molti  me  fi  co  Vinitiani,  ma  allentate  alquanto  dall'una 
parte,  &  dall'altra  :  perche  &  il  Re  haueua  tenuto  fojpefo  bora  la  fyeranxa 
della  pace  con  Ce  far  e  >  bora  il  dimandare  cjjì  pertinacemente  Cremona ,  e^  la 
Ghiaradadda,&  nel  Senato  erano  flati  uarij  pareri  :  perche  molti  di  autori- 
tà grande  nella  Republica  ,proponeuanola concordia  conCefare,  dimoflrando 
ejjerpiu  utile  alleggerir  fi  al  prefente  da  tante  fbtfe ,  &  liberar  fi  da  pericoli  % 
per  potere  pia  prontamente  abbracciarci  ur  cationi ,  .he  fi  off  eri  [fero  ,  che  effen 
do  la  Republica  affaticata,  &  indebolite  lefuftan%e  de'  priuati  >  implicar  fi  in 
nuoue  guerre  in  compagnia  del  Re  di  Francia:  dell' amicitia  delquale  quanto 
fuffe  fedele, &  ficur  a }  ballettano  sì  frefcal  efperien^a:  nondimeno  parendo  al- 
la maggior  parte  rare  uolte  poter  uenir  e  tale  occ afone  di  ricuperare  l  antico 
flato  loro,  &  che  la  concordia  con  Cefare,  ritenencivfi  Verona. non  ,  li  Uber af- 
fé dalle  moleflie-,  &  da  pericoli  ;  fi  rifoluerono  a  fare  la  confeàeratwne  col 
Re  di  Francia,  lafciato  da  parte  il  peri fiero  di  Cremona ,  &  della  Gbiaradad- 
da  :  l  aquale  per  .Andrea  Crini  .che  già  fiflencua  più  la  perfona  d'Ambafiia- 
'■  tor  e,  che  di  prigione;  *  fu  concbiufa  nella  Carte  del  Re  :  nellaquale  ottenuta  ^  Fu  C0R 
la  Uberatione  di  Bartolomeo  a  Aliti  ano, &  £  Andrea  Gritti  sohligarono  i  Vi  feje>rat!on< 
mtiani  ({aiutare  con  ottocento  huomini  d  arme, mille  cinquecento  caualli  leg-  fra  ll  .Re  d! 
gieri  y  &  dieci  mila  fanti  contra  qualunque  fé  gli  oppone  ffe  alla  ricuperatone  vini  uà  ni  m 
d'Ajìi,  di  Genona,&  del  Ducato  di  Milano  :  &  il  Re  fi  obli?ò  ad  aiutare  lo-   ?Ies  »  c,ome 
ro  mjino  a  tanto  ncuperajfero  interamente  tutto  quello  popedeuano  innanzi  cen^o  a  24, 
alla  Lega  di  Cambrai  in  Lombardia ,  &  nella  Marca  Triuifana  :  laquale  con-  à]  Mina 
federatale  fubito  che  fuflipulata  ,  andarono  a  Sufa  Gianiacopo  da  Trittici,  due  egli,  fa 
&  Bartolomeo  d'Aluiano  :  l'uno  per  andar  e  poi  per  la  uiapiu  ftcuraa  Vine    **bbe.& lt* 
tia  :  l'altro  per  unire  quiui  IH  esercito  deftinato  alla  guerra ,  che  era  mille  cin-  améduc  ha- 
quecento  lance ,  ottocento  caualli  leggieri ,  &  quindici  mila  fanti ,  otto  mila  ueflfero  ha- 
Tede fichi,  gli  altri  Francefi >  tutti  fiotto  ilg/merno  di  Monfignor  della  Tramo-  c5  gli  suiz.- 
glia  -,  deputato  dal  Re ,  perche  le  co  fé procede  fi 'ero  con  maggiore  riputatione ,  *ea' 
fuo  Luogotenente .  F  acena  in  queflo  tempo  mede  fimo  il  Re  confiommiprieghiy 
mflanxa  col  Tontefice,che  non  gli  impedì  ffe  la  ricupcratione  del  fuo  Ducato  r 
offerendogli  non  fittamente che  dopo  la  uittoria  non  procederebbe  più  oltre  > 
ma  che  fempre  farebbe  la  pace  ad  arbitrio  fuo:  lequali  cofe  benché  il  Tontefi:e 
udì  ffe  benignamente, &  che,acciocbe  con  maggiore  fede  fu  fi  ero  rkeuute  lep& 
rolefiue ,  ufafte  a  trattare  col  Re  l'opera ,  &  il  me%p  di  Qiuliano  fuo  fratello * 
nondimeno  molte  cofe  lo  faceuano  foretto  al  Reda  memoria  delle  cofe  prece* 
dènti  al  Tonteficato:  l'bauerefubito  che  fu  afiunto  al  Tonteficato,  mandato  a 
lui Cintio  fuo  familiare  con  una  lettera  con  humane  commeffioni ,ma  tanto 
generali,che  arguiuano  non  hauere  l'animo  inclinato  a  lui:  l  hauere  confenti- 
to,cbe  Trofpero  Colonna  fufie  eletto  Capitano  Generale  del  Duca  di  Milano  % 
ìlche  Giulio  per  l'odio  contra  i  Colonne  fi  haueua  fempre  uietato  :  infofpetti- 
ualo  molto  pm  ,  che  il  Tontefice  haueua  fignificato  al  Re  d'Inghilterra  uo- 
lere  continuare  mila  confederatone  fatta  con  Cefare ,  col  Re  Catolico  , 

&CQU 


LIBRO 

&  con  lui:  &  afte  Communità  degli  Sumeri  haueua  fcritto ,  qua  fi  dimo- 
ftrando  d' e  fonargli  alla  difefa  d Italia  :  né  diffimulaua  uolere  continuare  con 
loro  la  confederatone  fatta  da  Giulio  .perlaquale  riceuendo  ogn  anno  uenti 
mila  ducati  da  lui  ,  s'erano  obligati  alla  protezione  dello  flato  Ecclefiaflico . 
Era  anche  fegno  del  fuo  animo, il  non  hauere  riceuuto  in  grati  a  il  Duca  di  Ver 
rara  :  ma  differita  con  uariefcufe  la  reflitutione  di  Reggio ,  infino  a  tanto  che 
a  Romaueniffe  il  Cardinale  fuo  fratello  :  ilquale  per  fuggire  le  perfecutioni  di 
Ginlio,ettinflan%a  del  Re  di  Francia.che  andafìe  al  Concilio  Tifano,  fé  nera 
andato  ad  jLgriafuo  Vefcouado  in  Vngheria .  Ma  più  che  d'alcuna  di  quefle 
co  fé  rendeuafojpetto  il  TonteficeT  hauere  (  benché  più  occultamente  gli  fu  f 
fé  flato  poffìbile)  confortato  il  Senato  Vinitiano  a  conuenire  con  Ce  far  e ,  cofa 
tutta  contraria  all' intentione  del  Re,  ilquale  haueua  ancora  interpretato  in 
mala  parte }  che* 7  Tapa  dimoflrando  di  muouerfinon  per  altro  che  per  l'officio 
Toni e  ficaie  ;  gli  haueua  fcritto  un  brieue  e  fonatorio  a  non  muouere  l'arme ,  a 
inclinare  a  finire  la  guerra  conhonefla  compofitione  :  cofa  che  per  fé  fleffa  il 
Re  non  harehbe  biafimata,feper  il  mede  fimo  defiderio  della  pace  haueffe  con 
fortato  il  Re  d' Inghilterra^  non  moleflare  la  Francia:  &  certamente  non  era 
nano  il  fo  (petto  del  Re  :  perche  il  Tonte  fi  ce  defiderauafommamente,chei  Fra 
cefi  nonhauefiero  piufedia  in  Italia  ;  ò  perche  gli parefie  più  utile  per  laficur 
tà  commune  ;òper  lagrandeTga  della  Chiefa  ;  ò  perche  gli  rifede  fi  e  nell'ani- 
mo la  memoria  dell' offeje  riceuute  dalla  Corona  di  Francia  :  allaqualefe  bene 
il  padre,  &  gli  altri  fuoi  maggiori  fufiero  flati  deditiffimiy  &  nhaue fiero  in 
uarij  accidenti  riportato  commoditày  &  honore  ;  nondimeno  erapiufrefco  che 
i  fuoi  fratelli  y  &  egli  erano  flati  cacciati  di  Firenze  per  la  uenuta  del  Re  Car- 
lo; &  che  queflo  pr  e f ente  Re,fauorendo  il  gouemo  popolar  e yò  gli  haueua  fem 
tre  difyregiati;  ò  fé  alcuna  uolta  fi  era  dimoflrato  inclinato  a  loro  ;  l'haueua 
fatto  per  ufargli  ,  come  inflrumenti  a  tirare  per  queflo  foretto  i  Fiorentini  a 
conuentioni  utili  a  fé  proprio ,  dimenticandofi  di  loro  intieramente .  *Aggiu- 
gneuafiperauentura  lo  fdegno  di  efiere  flato  dopo  la  giornata  di  Rauenna,  me 
nato  prigione  a  Milano,  &  che  il  Re  haueua  comandato  fufie  condotto  in  Fra 
eia .  Ma  quantunque  ,òper  quefle  cagioni  >  ò  per  altre  hauefie  quefla  difpofi- 
tione,  il  non  uedere  i  fondamenti  potenti,  come  harehbe  defiderato ,  a  refifle- 
re;  lo  faceua  procedere  cautamente>&  diffimulare  quanto  potè  uà  il  concetto 
fuo,  udendo  fempre  cupidamente  le  dimande,  &  leinflan%e  che  gli  erano  fat 
te  contra  il  Re  -.perche gli  Suix^eri  inclinatiffimi a  muouerfi  per  difendere  il 
Ducato  di  Milano ,  ojferiuano  muouerfi  con  numero  molto  maggiore  ,pur  che 
gli  fufie  porta  quantità  mediocre  di  danari  :  laquale  per  la  impotenza  degli 
altri  non  fi  poteua  jperar  e,  fé  non  dal  Tonte fice  :  ma  del  Viceré  erano  incerti 
i  configli  y  uarie  &  occulte  le  parole  :  perche off  èrma  al  Tonte  fice  d'opporfìa 
Framefh  difendendo  egli  medefimamente  apertamente  nella  caufa  .mandan- 
do a  unir  fi  con  lui  le  f uè  genti,  &  pagando  per  tre  me  fi  quantità  non  piccola  di 
fanti:  &  perche  più  facilmente  fi  credefidchiamati  ijuoifoldatidel  Tarmi- 

gianoy 


V    N    D    E    C    I    M    O.  )i9 

gianòì&  del  Reggiano  fi  era  fermato  con  l'efferato  fui  fiume  deità  Trebbia  : 
&  e  (feudo  ancora  alcuni  de  fuoi  faldati  alla  guardia  di  Tortona,  &  di^ilef- 
fandriajquali  mai  non  haueua  mofji  »  bora  affermaua  hauerericeuuto  cornati 
damento  dal  fuo  Re  nel  tempo  mede  fimo  cbeglifignificò  l'hauere  fatta  la  trie 
guardi  ridurre  He  fi  eretto  nel  Reame  di  7s(apoli:altrimentiparlauaGieronimo 
Vich  Oratore  appreffo  al  T Pontefice ^confermando fi  in  queflo  con  quello  che  prò 
metteua  ilfuo  Re, che  pigliando  il  Tonte 'fi  ce  la  di  fé  fa  dì  Milano ,  egli  non  ha- 
uendo  rifletto  alla  trieguafatta,romperebbe  la  guerra  in  Francia  :  ilche  dice- 
uaejfergli  lecito  fenica  uiolare  la  fede  data .  Ter  ciò  molti  credettono  che  quel 
Reytemendo  che  per  la  trìegua  fatta  niuno  fujj'e  peropporfi  al  Re  di  Francia , 
bauefìe  comandato  al  Picerèycbe  in  cafo  non  uedeffegli  altri  cocorrere  calda* 
mente  alla  difefa  del  Ducato  di  Milano,  che  non  cercando  diprouocare  con  /«« 
giurie  nuoue  il  Re  di  Francia,riducejfe  l' efi  eretto  a  Islapoli  :per  laqual  cagio- 
ne mede ftmadimoflraua  al  Re  d'bauere  l'animo  inclinato  alla  pace,offt  rendo 
di  indurui  etiandio  Ce  far  e, &  il  Re  d'Inghilterra:  &per  renderlo  meno  acer- 
bo feco,in  cafo  ncuperaffe  Milano, g^ifaceuapromeff a  quafi  certa,chél  fuo  ef- 
ferato non  fé  gli  opporrebbe .  Ter  e  io  il  viceré  bauemjo  in  animo  di  par  tir  fi  ; 
richiamò  i  faldati,  che fatto  7  Mar  che  fé  di  Tefcara  er/no  in  %Aleffandria,&  in 
Tortona,  fignificando  (come  fu  fama  )  nel  tempo  mede  fimo  al  Trittico  lafua 
deliberatane  ;  accioche  il  Re  di  Francia  ricette ffe  in  gratta  la  partita:  ma  non 
a  efequìfubito  queflo  con  figlio ,  perche*  gli  SuiTgeri  ardentiffimialla  difefa  del 
Ducato  di  Milano ,  haueuanoper  publtco  decreto  mandati  cinque  mila  fanti  ? 
&  dauano  fteranya  di  mandarne  numero  molto  maggiore  :  an^idimoflrando 
il  contrario  mandò  Trojpero  Colonna  a  trattare  con  gli  Sui^^reri  in  qual  luogo 
fi  haueffero  a  unire  infieme  contra  i  Francefi  ;  ò  perche  batte  ffe  riceuuto  aui- 
fo,  a  Ce  far  e  effereflata  molefltffima  la  triegua  fatta,  ò  dal  fuo  Re  nuoue  com- 
meffwni  che  feguitaffe  la  uolontà  del  Tontefice  :  ilqualc ,  combattendo  in  lui 
da  una  parte  la  piccola  fperan%a ,  dall'altra  la  propria  inclinatane ,  perfeue- 
raua  ancorartela  medefìme  perpleffità  ;  &  nondimeno  effendo  gli  Si  Uggeri 
uenutinel  Tortonefe  ,oue  Trojpero  haueua  data  intentione)  cheilvkerè  uer 
rebbe  a  unir  fi ,  interponendo  uarie  feufe  ;  gli  ricercò  che  ueni fiero  a  unir  fi  fu  la 
Trebbia  :  dalla quale  domanda  ejfi ,  comprendendo  la  di  uer  fi  tà  della  uolon- 
tà dalle  parole }  rifpofono  ferocemente ,  non  ricercare  queflo  il  Fi  cere  per  an  • 
dare  a  moflrare  la  fronte  arditamente  a  nimici ,  ma  per  uoltare  con  ficttrtà 
maggior  e  le  fp  alle  :  non.  importare  niente  a  gli S  aligeri ,  fé  haueua  timore 
di  combattere  co  Francefi  :  quel  mede  fimo  flmiar  e  il  fuo  andare ,  il  fuo  fla- 
re ,  il  fuo  fuggir  fi  :  effi  baflare '  fah]a  difendere  il  Ducato  di  Milano  t entra 
ciafeuno .  Ma gtàtumultuaua  tutto  il  paefe  :  il  Conte  di  Mufo:  co  figliuolo 
di  Cianiacopo  era ,  non  fi  opponendo  alcuno,  entrato  in  <Afii,  &poi  in  jlUf- 
fandria:  i  Francefi  partiti  da  Sufa  fi  faceuano  innanzi:  il  Duca  di  Milano 
non  effendo  flato  a  tempo  a  entrare  in  ^Aleffitndria,  fi  unì  congtiSuitteriap^ 
frejjo  a  Tortpna:  oue  effendojlato  figmficato  loro  apertamente -d^al  Vkerh  \ 

Tt         che 


a  In  race?' 
tar  quefto 
folleuamen 
to  de  gii 
Suizzcri  pti 
difender  lo 
flato  di  Mi 
UnojH  Gio 
uio  nel  lib. 
li. è  più  co- 
piofo ,  &  di 
ce  anco  che 
maggiore  iti 
il  numero  , 
che  fi  mof« 
(è  di  quanto 
e  qui  lcrit> 
to  :  per  ciò  «■ 
che  i  cinque 
nula  fanti, 
guidati  da' 
Akoiaflo,  '. 
h uomo  illuj 
Jhe  in  guer- 
ra ;  erano' 
nella  retro* 
guardia. 


■   •  i. 


che  haueua  deliberato  di  partir  fi  yfe  ne  andarono  a  ^ouara .  i  Milane  fi  atta 

fama  della  partita  del  V iccrè,  mandarono \Ambafciatori  a  J^puara  a  fcufarft 

con  lui  ,fe  non  hauendo  chi  gli  difendere  per  fuggire  gli  ultimi  mali  conuenif 

fero  co  arance  fi  :  ilquale  dimoflrò  d'accettare  benignamente  la  loro  efcufatio- 

ne  :  ansigli  commendò ,  che  alla  falute  della  patria  commune  pietofamente 

a  Taira  ì  i    penfaffero  :jh  laqualc  occafwne  ft  Sacromoro  Vi  fonte  deputato  all'affedio  del  e 

SScntS'J   C  afelio,  riuoltatofi  alla  fortuna  de  Fr  ance  fi;  ui  meffe  dentro  ucttouaglie.Tar 

fto  sagiamo  ti  adunque  il  Viceré  dalla  Trebbia  con  tutto  l'efferato  >  nelquale  erano  mille 

ài  nbeUio-  dugento  huomini  dì  arme ,  &  otto  mila  fanti  pei  ritornar fene  nel  Reame ,  co- 

ne,  &  d'ai  tri  me  difberate  le  co  fé  di  Lombardia,  &  però  penfando  folamente  alla  faluatio- 

d;shonefti  J   li     /T      •*  ■#     ■  tri  ■ 

▼itii ,  Se  lo  ne  "e"  efferato  :  ma  il  giorno  medejimo  ,  mentre  che  cammaua ,  riceuute  tra 
xctmu  vn  Tiacen%a ,  &  Firenzuola  lettere  da  Roma ,  uohate  fubitamente  le  infegne  ; 
lì  natila  cit-  tomo  ne^  wiedefimo  alloggiamento  :  la  cagione  fu  che  ilTontefice,alqualt 'era- 
tà  d.  Mila-  no  fate  quafi  ne  giorni  medefrmirefliiuite  Tiacen%a  ,&  Tarma ,  deliberato 
conofeendo  &  tentare  7fe per  me^o  degli  Sinceri  fi 'poteffe  difendere  il  Ducato  di  Mili- 
ti od-ato  da  no  ;  dette  occulti  fìmament e  a  Girolamo  Morone  U'mbafciatoredel  Duca  ap- 
cordò'  co'i  prejfo  a  fé  quarantadue  mila  ducati  per  mandare  a  gli  SuiTgeri  :  mafotto  no- 
Tr.uuUio  5c  me  ,fpUY  preuenifie  anotitia  d'altri,  che  uent imita  fuflero  per  conto  delle 

li  condufle  r      •  1  i  ,         K  ,, 

ai  fbido  di  penjiom ,  uentidue  mila  per  quello  ,  che  i  Uè  Cantoni  pretendeuano  douer  ha- 
Francia .       uere  dall  anteceffore ,  ilquale  haueua  fempre  ricufato  di  pagargli .  Ter  la  ri- 
■   tornata  del  Viceré  fu  la  Trebbia,  &  per  la  fama  della  uenuta  de  nuoui  Sui^ 
%eri,i  Milane  fi  pentiti  fi  d'efferfi  moffi  troppo  preflo;  dauano  fperan^a  a  Maf- 
fimiliano  Sforma  di  ritornare  fotto  il  dominio  fuo,  ogni  no Ita  che  gli  Suiz£eri3 
tion  d*  h»fto  &  l'efferato  Spagnuolo  fi  uniffero  fu  la  campagna  :  lequali  fperan%e  per  me* 
ria  ne'gior  trìre  il  Viceré  ,appreffo  alquale  era  Troverò  Colonna  ;  gittaua  il  ponte  fui 
chiedine!  To  ' promettendo  continuament e  dipaflare ;ma  non  lo  mettendo  a  effetto: 
lib  4  *  que  perche  penfando  principalmente  alla  falute  dell 'efferato,  deliberaua procede- 
la^Don"  re  fecondo  ifucceffi  delle  cofe,  parendogli  molto  pcricolofo  douer  hauer  alla 
to  Raffagni  fonte  i  Francefualle  fratte  l  efferato  Veneto  ;  ilquale  occupata  già  la  città  di 
i  i/.fa  et.  e  Cremona,  &  gittato  il  ponte  alla  Catta  fui  Togli  era  uicino .  Era  Bartolomeo 
in  3  Teift?  a  £°tlkìano  andato  da  Sufa  per  lungo  circuito  a  Vinetia  :  doue  hauendo  ne'  lo 
no  fata  fé  a  ro  configli  poi  che  della  rotta  di  Ghiaraddada  hebbe  fen%a  contradittione  rife 
Tapa  Leone  YltcL  [a  co[pa  nel  Conte  di  Titigliano ,  parlato  magnificamente  della  preferite 
ti  altri  luo-  guerra,  fu  eletto  dal  Senato  per  Capitano  Generale  con  le  medefime  conditio- 
la'  jf'ftqur  T1^con  Squali  haueua  quel  grado  ottenuto  il  Contedi  Titigliano,  &perauen 
£  vede  il  ve  tura  b  il  giorno  mede  fimo  (  tanto  Jpeffoft  ride  la  fortuna  della  ignorane  de'  b 
ih"*'  fatai*  moYtab)  nelquale  quattro  anni  innanzi  era  uenuto  inpoteflà  de'  nimici  :  onde 
a  gii  $pa-    fubito  andato  altef\ercito,chefi  raccoglieua  a  San  Bonifacio  nel  Veronefe ,  ef 
*m'è  neUi'  fen^°fico  Teodoro  da  Triul^i ,  come  Luogotenente  del  Re  di  Francia  ;ft  acco 
5. a  car.  i$6.  fio  congrondiffima  celerità  il  giorno  medefimo  che  l'cfienito  Francefe  ftmoffe 
to  fi&Cnei  «f.  d*  Sufa  alle  porte  di  Verona:  nellaquale  città  haueuano  congiurato  alcunifer 
•  tac.  J7«.    ritenerlo  dentro  :  ma  il  giorno  feguente  entrarono  in  Verona  per  lo  fiume  del» 

fMte 


V    N    £>    E    C    I    M    O.  ^o 

t*Adìce  cinquecento  fanti  Tedefchi,  &  effendo  uenuto  a  luce  quello ,  che  den-  «  Condii 

a  tro  fi  trattano, ,  miniano  perduta  la  ff>eran\xa  ti1  ottenerla  ;  deliberò a  contra  af  qucii,  di 

l  autorità  del  Troucditore  Veneto ,  d'andare  uerfo  il  fiume  del  To  per  impe-  «  ll  Mo,;c- 

dire  gli  Èpxgnuoli,  o  fecon  do  iprogreffi  delle  co  fé  unir  fi  co  Frane  e  fi  :  nèfign  iH-  uè  uà  no  pm 

co  quefla  deliberatane  al  Senato  ,.fe  non  poi  che  per  uno  alloggiamento  fi  fu  curaalla  £f 

difeofiato  da  Verona  :  perche  con  tutto  che  allegafìe  dependere  interamente  la  atte  cole  de* 

Comma  del  tutto  da  quel  che  fuccederebbe  del  Ducato  di  Milano, &  proceden  P??,"? vo1 

do  in  quello  auerjamente  a  Francefi  le  coje  ,  uano  epere ,  &  non  durabile  cw  fare  »  iùo 

che  in  altro  luogo  fi  tentaffe,  ò  otteneffe  r&  però  douerfi  quanto  era  poffibile,  ^f°A^\* 

aiutare  quiui  la  uittoria  del  Re  di  Francia  ;  nondimeno  temeua ,  né  uanamen-  Fu  »ceii. 
teche  il  Senato  non  contradice ffe  ;  non  tanto  per  defiderio  che  prima  satten- 

deffe  alla  ricuperatione  di  Verona,  &  di  Brefcia  ;  quanto  perche  alcuni  degli  \Q  rAiuiano 

altri  Condottieri  dannauano  il  poffare  il  fiume  del  Mincio ,  fé  prima  de*  prò-  *ndare  a  tì^c 

gre/fide  Francefi  non  shaueua  più  particolare  notitià,  dimofirando  fé  fopra-  lecita  l'imi 
ueni  ffe  qualche  (inifiro,  quanto  farebbe  difficile  ilriiirarfifalui,hauendo  a  paf  Prca  dl  Cr« 

r  iLi  w*  r    -i     \m  r    \r  jj^-    »  j  •■   •*•     ^   r  mona;  ma 

fare  per  il  Veroneje,&  Mantouano,paeji,  ofudditi,  o  dinoti  a  Ce j  are  •  arren-  v;  mandò 

deronfegli  impauriti  dalle  fue  minaccie  V aleggio ,  &  la  terra  di  Tefchiera ,  Renzo  da 

onde  jpauentato  il  Cafiellano,  dette  la  rocca,rkeuuta  piccoliffima  quantità  di  preie  1*  viti- 

danariperfe,&  per  alami  fanti  Tedefchi  che  hi  erano  dentro .  Entrarono  ne  mo  di  Ma8 

giorni  mede  fimi  in  Brefcia  infauore  de*  Vinitiani ,  alcuni  de*  principali  della  me  '  cUe/ri 

montagna  con  molti  paefani:  &  nondimeno  l  miniano,  benché  pregato  da  gli  j£<*enis°. : 

lAmbafiiatori  Brefciani,  che  lo  trouarono  a  Gambera  ;  &.  facendone  inflan-  to.  ^ 

Q%a  il  Troucditore  Vinitiano^non  uolle  confentire  d  andare  a  Brefcia  ,  per  c  u  Mcctf. 

dimorami  pure  un  giorno  filo  ;  a  fine  fi  ricuperale  la  fartela ,  guardata  in  «igo  fen*a 

nome  del  Viceré  :  tanto  era  l'ardore  di  prò feguir  e  ferina  alcuna  intermiffione,  "k^o  "£  e 

la  prima  deliberatone  :  con  laquale  celerità  uenuto  alle  porte  di  Cremona  &  che  i  Paiu- 

trouando  che  nel  mede  fimo  tempo  ui  entrauapurein  fauore  del  Re  di  Frati-  "o.'huomiR 

e  eia  cGalea,2go  Talauifino  chiamato  da  alcuni  Cremane  fi ,  non  uolendo  com  d'arme  ,_& 

municar  e  ad  altri  la  gloria  tihauerla'ricuperatairoppCy&meffein  predale  ^nnti  £fefe~ 

genti  fue:  &  entrato  dentro  fualigiò  C  efare  Fieramofca  che  con  trecento  ca-  ro  cremo- 

ualliy  &  cinquecento  fanti  del  Duca  di  Milano  ui  era  rimafo  a  guardia .  J<[è  eia  *' doiuT 

accadeua  perdere  tempo  per  la  ricuperatione  della  fortezza ,  perche  fempre  Poi  l*  *luìa* 

era  fiat  a  tenuta  per  il  Re  di  Francia  ,  &  proueduta  poco  innanzi  di  uettoua-  p^  I  Vi™eT 

glie  da  Ren%o  da  Ceri  :  ilquale  nel  ritornare  a  Crema ,  oue  era  propofio  alla  fe  ja  c,Ua  e 

d  guardia ,  hauendo  feontrati  a  d  Serena  dugento  caualli  d'^Aleffandro  Sforma; 

gli  haueua  rotti:  donde  fermatofi  alla  caua  fui  Tò  col  ponte  ordinato  per  à  Sorcfina 

p affare  ;  non  prohibì  che  i  fuoi  foldati  non  moleflafiero  alcuna  uolta  le  terre  tnéreTt*"* 

del  Tontefice  :  andò  dipoi  a  TiTgichitone ,  hauendo  già  per  la  mutatione  di  Aleramo 

Cremona,  Sondino,  Lodi ,  &  l'altre  terre  arcoftanti ,  aliate  le  bandiere  de*  Jjjj,,q0urf 

Francefi ,  Ma  prima ,  fubito  che  ricuperò  Cremona ,  haueua  mandato  Ren^p  ^om\ti  <t:- 

da  Ceri  a  Brefcia  con  unaparU  delle  genti  per  prouedere  allo  ftabilimento  di  SIiTeV 


sento  ca- 


quella  città ,  &  alla  ricuperatione  della  foriera ,  &  molto  più  per  raffrena-  ,ual,i> co,n* 


Tt    i         rei 


L    1    B    R    O 

Y€  ifucceffi  proferì  de  Tedefchi  :  perche  quafi  fubito  che  egli  fi  difcofiò  dà  Ve 

rona ,  Rocandolf  Capitano  de  i  fanti  Tedefchi  y  &  con  lui  Federigo  Gonzaga 

da  Boyjole ,  ufeiti  dì  Verona  con  feicento  cauallh&  due  mila  fanti  erano  an 

'  dati  a  San  Bonifacio  :  otte  Putiniano  haueua  lafciati  [otto  Smfmondo  Cabala 

a   Non  IttCt     1        ^         '  •  ì         •  r  r 

te  il  Moco-  lo  >  <&  Giouanni  Forte a  trecento  cauai  leggieri  3  &  feicento  fanti  :  iqualijpar  4 
chge°  JoElo  fiPer  ^°  Paefcfcn^a  alcuna  difcìplina  militare ,  [entità  la  uenuta  de  rumici  ; 
(otto  Gif-  fi  erano  fuggiti  a  Cologna  :  oue  i  Tedefchi  fermandogli  >  entrati  per  for%a 
"?!?,&  g?o  ttc^a  tena  »  fatigli  tutti  prigioni;  la  faccheggiamio  ?  &  abbruciarono  :  il 
uanAi  For-  medefìmo  feaono  poi  a  Soaue  ìruppono  il  ponte  fatto  dà  V in  iti ani  fopra 
dlce?cfce<i  l'"*"ice>  &  harebbono  con  r impeto  medefimo  occupata  Vicenza,  fé  non  ut 
vinituni  fuffe  entrato  dentro  finitamente  numero  grandi  (fimo  dipaefani  :  i  quali  prò- 
cfc^DSSe  &n$  faceua  di maggiore  con fiderat  ione  l 'efferfi  diuulgatOyche  dal  Contado 
poi  qui  feri  di  Tir  nolo  ueniuam  a  Verona  nuoui  fanti .  l^elqual  tempo  mede fimo  fiacco > 
r&n  di  v«o  fl°per  mare  a  Genoua  l'armata  del  Re  di  Francia,con  ncue  galee  fonili  ,&  al 
iu  600.  ci-  tri  legni  :  &  per  terra  col  fauore  de  Riuierafchi  della  loro  parte 3  &  con  altri 
«Scjoq?11  dl  focati  condotti  co' danari  del  Re  y  ^Antonlotto ,  &  Gieronimo  fratelli  de  gli 
^Adorni,  moffifi  con  grandiffima  occafione  rper  la  difeordia  natapoco  innanzi 
b  d'  nC  b°  tra  Fitfchì  y  &  ^  F)oge  di  Genoua  >  con  cui  erano  flati  prima  uniti  contra  gli 
par ,  che  at  adorni  :  percheyO  per  quiflione nata  a  cafo>ò  b per  fofpetto  foprauenuto  Giero  & 
tribuifcaquc  nimo>  figliuolo  di  Gianluigi  dal  Fiefco,  ufeendo  del  palagio  pub!  ico ,  era  flato 
tia  fra  i  Vre  ammainato  da  Lodouicoi&  da  Frego  fino  fratelli  del  Doge:  per  laquale  ingiù 
f  °hi  '  C(  'fFÌ  C  r*a  Ottobuonoy&  Sinib  aldo  fuoi  fratelli  ritiratìfi  alle  loro  caflella,  &  poco  di- 
io  pubiico ,  poi  conuenutofi  col  Re  di  Francia,  &  condir  andò  con  gli  ^Adorni; fi  acceftaro- 
fcC  fcdé  'ìe  no  dall' altra  parte  con c  quattro  mila  fanti  a  Genoua.  7\(o«  era  il  Doge  poten*  < 
Fiefchi  era  te  a  refiftere  per  fé  Jleffo  alla  parte  Fiefca ,  &  Adorna  congiunte  infieme  »  né 
temuta  ;  &  pcr  fa  celerità  de  zìi  auuer farvi  poteua  effere  a  tempo  il  foccorfo  %  che  haueua 
a  quiftione  chiejtoal  Viceré:  &  inaino  del  tutto  Le  coje  >  che  mule  fanti  de  juoijcrmatiji 
Girolamo  in  fH  j  monti  uicini ,  non  potendo  refiftere  al  numero  maggiora  furono  rotiti 
cobo  Lomet  Onde  il  Doge  infieme  con  Fregofino  hauendo  a  fatica  hauuto  tempo  di  faluart 
Utti*  i  Fre  lapropnauita  ;  fuggì  per  mare  y  lafciato  Lodouico  l'altro  fratello  alla  cuflodia 
ftarono  a*  del  Caflelletto.e  i  limatori  entrarono  in  Genoua:doue  i  fratelli  de'  Fiefchi  tra- 
Lomeiiini  :  ^tati  cLilf  impeto  della  uendetta,  fecero  ammainar e^  &  dipoi  legato  crudeU 
d'elfi  arma  mite  alla  coda  d'un  cauallo  flrafcinareper  tutta  la  citta  Zacchcria  fratello  del 
rarono  il  £)cgeyrimafo  prigione  alla  battaglia  fatta  fu  i  monti  nlquale  era  infieme  cogli 
Giouio'  nel  altri  interuenuto  alla  morte  del  fratello. Co  fi  ridotta  Genoua  alla  diuotionedeb 
i'hft l  ie*1"  Re  di  Francia,fu  fatto  in  nome  fuo  Gouernatore  ^Antoniotto  ^Adorno:  &  l'or 
fetiae,  chei  mata  Francefe  fornì  di  gente,  &  di  uettouaglie  la  Lanterna,  &  dipoi  faccheg 
ìftre  vni"  &^a  ^  fy^ie  -,  fi  fermò  a  Torto  Venere .  K^on  rimaneua  più  niente  al  Re  di 
con  Fiacia,  Fronciafaìla  ricuperatone  intiera  de  gli  flati  perduti  l'anno  dinari)  che  J^ona 
ti"  da^  °Fre-  ray&  Comodequali  due  città  fole  fi  teneuano  ancora  in  nome  di  MaffimiliaM 

|  Tre  mila  fanti  dice  il  TC  feouo  di  Nebio;&  quello  fucccflc  a  ventiquattro  di  Maggio  tSH*  benché  il 
Mo6«niEQdi«t  aaé,  ,-\:;'  ? 

.         \  Sforma 


Y    N    D    E    C    I    M    O.  >jj* 

Sforma  tn  tutto  il  Ducato  di  Milano  :  ma  era  con  infamia  grande  di  tutti  gli  a  Legȓ  fl 

*/m  deftinata  la  gloria  di  queflaguerra,non  d  Francefi,  no  a  fanti  Tedefchi ,  r<,Ppren^  ai 

noft  all'armi  Spagnuole,non  alle  Vinitiane,mafolo  agli  SuiTgeri:  coìr  a  ìquali  fine  a  car. 

I  efferato  Trance  fé, lafciato  in  lAleffandriaprefidiofitfficiente  per  feflenere  le  12S* 

co  fé  di  là  dal  TÒ  yfiaccoflò  a  Ts[ouara,  feroce  per  tanti  fucceffi>per  la  conferò  b  in  quello 

ne  de  nimici  rinchiuft  dentro  alle  mura ,  &  per  lo  timore  già  manifeflo  degli  ìu30.  ha  d* 

Spagnuolurapprefentauafioltra  quefle  cofe,alla  memoria  degli  huomini  quafi  gìouìo*  nel 

come  una  imagine,&  fimilitudine  delpaffato  :  quefla  effere  quella  medeftma  JjjH1-  .del- 

*ìs(ouara  >  nellaquale  era  flato  fatto  prigione  Lodouico  Sforma  padre  del  Duca  q  Uai  recVa', 

dprefente,effere  nel  campo  Fr ance  fé  quelli  mede  fimi  Capitani, a  la  Tramoglia,  'hp  dan'io  " 

&  Gianiacopo  da  Triul^i,&  apprefìo  al  figliuolo  militare  alcune  delle  mede  batteria1  a" 

fme  bandiere}  &  de'  mede  fimi  Capitani  di  quelli  Cantoni,che  allbora  il  padre  N°uara*  gì 

uenduto  baueuano  :  onde  la  Tramoglia  haueua  fuperbamente  fcritto  al  Re ,  detuaid  co 

che  nel  mede  fimo  luogo  gli  darebbe  prigione  il  figliuolo ,  nelquale  gli  haueua  ^1J,°-Sui  \ 

b  dato  prigione  il  padre. b  Batterono  i  Francefi  impetuo fornente  con  IH  artiglierie  le  mai ,  che 

le  mura,ma  in  luogo,donde  lofcendere  dentro  era  molto  diffìcile y& pericolo-  ^unfarccfrc  a! 

fo>&  dimoflrando  tato  di  non  gli  temere  gli  Sui7£eri,cbe  mai  patirono, fi  chiù  ne  trincea  ) 

dejfe  la  porta  della  città  di  uerfo  il  campo.gittato  in  terra  /patio  fufficiente  del  ^médo™ 

la  muragliaydettero  quelli  di  fuor  a  molto  ferocemente  la  battaglia,  dallaquale  fa»;  &  co' 

fi  difefero  congrandiffimo  ualore  di  quelli  di  dentro  :  onde  i  Francefi  ritornati  *&"£££. 

a  gli  alloggiamenti ,  intefo  che  il  giorno  mede  fimo  erano  entrati  in  Ts^ouara  «Wnimi- 

nuoui  Suiigeri ,  &  hauendo  notitia  ajpettarfì  Mtofalfo  Capitano  di  fama  c£  ™*t?5- 

grande,con  numero  molto  maggiore y  difperati  di  poterla  più  ejpugnare,ft  difco  *>««  «  fare 

flarono  il  giorno  feguente  due  miglia  da  Tsfouara  ,fperando  horamai  di  otte-  FrJeefi,Cche 

nere  la  uittoria  più  per  i  difordini,&  mancamento  di  danari  d  nimici \che per  non  con  fu. 

l 'impeto  dell'armi .  Ma  interroppe  quefle  fpcran^e  di  ferocia,  &  ardentiffimo  gialli,  per 

fair  ito  di  Mottino  uno  de'  Capitani  de  gli  Sui'^eri  :  ilquale  chiamata  la  mol    cioch«  c{fi 

titudine  fu  la  pianga  di  K(ouara ,  gli  confortò  con  feruentifjìme  parole ,  che  fciato^'per- 

non  affettato  il  foccorfo  d' ^iltofafìo ,  ilquale  doueua  uenire  il  profjimo giorno;  *?  ,c  P° ttc 

andaffero  ad  affaltare  i  nimici  a  loro  alloggiamenti  :  non  patiffero  che  laglo-    l    °ua' a* 

ria ,  &  la  uittoria ,  laquale  poteua  efiere  propria ,  fuffe  commune  ;  an^i  diuen-  «Ug  iouìo 

taffe  tutta  d'altri  :  imperò  che  come  LE  COSE  feguenti  tirano  afe  le  prece  Prodotti 

denti ,  &  l'aumento  cuopre  la  parte  aumentata ,  non  ad  effi ,  ma  a  quelli  che  *«VT©tta  - 

c  fopraueniuano,fi  attribuirebbe  tutta  la  laude .     c  Quanto  la  cofa,diffe  Mot-  uXo  a'  e" 

*eri  per  ribellarli  da  M  a  Ili  miliario,  &  accorta  r  fi  a  Francia.  5c  dopo  che  per  configlio  dell'iiteiToTriuuìtio  ha 
iatto,che  il  campo  Francefe  s'è  ritirato  alla  Riotta  ;  fcriue  che  venne  foccorfo  di  Suizzeri  in  Nouara:  ma  no 
quello  ci' Aliofaifo:  &  che  tubito  entrati  a  con  figlio;  non  Mottino(come  qui  fcriue)  ma  Gramo  maeltro  del 
Cantone  di  Zurigo, huomo  di  grande  auttorità;parlò  a*  compagni  effortando  a  non  afpcttare  Altofaflo  :  ma 
romper  i  Franceiifènza  aiuto d'alrri.  Ben  poi  introduce  Iacopo  Mottino  da  Lorfa no  alar  buono  animo* 
Malfimiliano.quando  hebbe  veduto,chc  i  cani  de*  Francefi  partiti  deU'eflcrcito  in  vna  fquadra,erano  aodati 
in  Nouara  a  leccar  le  gambe  a  gli  Suizzer squali  doueflero  eflcre  i  lor  nuoui  patroni-  Ma  poi  nel  libro  i. della 
vita  di  Leone  fi  conforma  con  qucfto  'uogo, dicendo, che  intcndedofi  la  venuta  d'Altofàflb *  il  Mottino  co- 
minciò a  decorrere,  che  fi  doueuano  aflalire  i  nimici,qua  11  ch'egli  hauctìc  inuidia  alla  gloria  d'Altofaflo  ,  al 
<jual  pareua  che  doueiTe  inclinar  la  riputation  con  la  venuta  del  foccorfo  opportuno ,  d'haucr  conlcruato  1  ira- 
felli,  Si  rinomata  ,  cfuegliaia  la  fperan**  4' vna  certa  vittoria, 

Tt     3         tino, 


^9Alt##iC*.  LIBRO 

*  *"'  *  *       tino  >  pare  più  difficile  ,  &  più  pericolo  fa ,  tanto  riufiirà  più  facile ,  &  pm  fi- 
cura  :  perche  quanto  più  fono  gli  accidenti  improuifi,&  ina fiet  tati,  tanto  più 
fiauentano ,  &  mettono  in  terrore  gli  huomini  :  niente  meno  affrettano  i  Fran 
cefi  al  pr  e  finte ,  che'l  noflro  affatto  :  alloggiati  pure  hoggi  ;  non  pò  fono  e  (fere 
alloggiati  fé  non  diflor  dinatamente }  &  fcn%a  fortezza  alcuna:  filettano  gli  ef- 
ferati Fr  ance  fi  non  haucre  ardire  di  combattere ,  fé  non  bau:  nano  appreso  i 
fanti  noflri  :  hanno  da  qualche  anno  in  qua  ,  battuto  ardire  di  combattere  fenr 
%a  noi ,  ma  non  mai  contro  noi  :  quanto  fiauento  ,  quanto  terrore ,  quando  fi 
Mederanno  furio f amente ,  &  improuifamente  affittati  da  coloro  >  la  uiru\,& 
ferocia  de  quali ,  foleua  e  (fere  il  cuore,  &  laficurtà  loro  i  non  ui  mucuino  i  lo 
ro  caualliìle  loro  artiglierie,  perche  altra  uolta  babbi  amo  fermentato  quan- 
to e[}i  medeftmi  confidino  in  quefle  cofe  contra  noi .  Cafone  di  Fois  tanto  fero- 
ce Capitano,  con  tante  lance ,  con  tanti  cannoni ,  non  ci  dette  egli  fempre  alla 
pianura  la  uia,  quando  fen%a  cauaìli ,  fin^altre  armi,  che  le  picche  Scen- 
demmo due  anni  fono  >  infino  alle  porte  di  Milano  ì  hanno  fico  bora  i  fanti  Te 
defchi ,  &  queflo  è  quel,  che  mi  rnuoue,  che  mi  ai  aride,  battendo  in  un'ifteffo 
tempo  occafione  di  moflrare  a  colui ,  che  con  tanta  auaritia ,  con  tanta  ingra- 
titudine d/Jpre%zò  le  noflre  fatiche ,  il  noflro  faìigue ,  che  malfece ,  nèptrfc, 
né  per  lo  Regno  fuo,peggior  deliberatane ,  &  di  moflrare  a  coloro  •>  chcpen- 
a  Dicono  i  farono  l'opera  loro  efficr  [ufficiente  a  priuar ci  del  noflro  pane  ;  non  efier  pani 
dotti  ,  che  Lan'ficbenec  a  gli  Sui%geri  :  haucre  Utnedefima  lingua ,  la  mede  finta  ordi- 
ti militari    nan%a ,  ma  non  già  la  mede  finta  uirtà ,  la  mede  firma  ferocia  :  una  fola  fatica 
lalzf&  e?    ^  l'occupare  l'artiglierie ,  ma  l'alleggerirà  non  efferpofle  in  luogo  fortificato , 
{tendere  il  l'affaltare  all' improuifo  >  le  tenebre  della  notte  :  affamandole  impetuofamen- 
^od'a 3èro  te >  èpiccolijfimo  jpatio di  ttmpo quello,  nelquale poffono offenderci ,  & que- 
uare ,  &  di  fio  interrotto  dal  tumulto  >  dal  difordine ,  dalla  fubtta confi fione  :  l'altre  co  fi 
fic^crò' fi :  fono  fomma  facilità  :  non  ardiranno  i  caualli  uenìre  ad  urtare  le  noflre  picche, 
legge  molte  moko  meno  quella  turba  tùie  de' fanti  Fr  ance  fi,  &  Guafconi ,  uerranno  a  me- 
nofonte  Xe  fcolarfi  con  noi  :  apparirà  in  quefla  deliberatone >  non  meno  la  prudenza  no* 
che  fé  i  fol  flra,  che  la  ferocia  :  èfalita  in  tanta  fama  la  noflra  natione,  eh  e  non  fi  pub  più 
uauanoPquà  conferitore  la  gloria  del  noflro  nome  ,fe  non  tentando  qualche  cofa  fiora  det- 
to era  loro  £  efiettatione,  &  ufo  commune  di  tutti  gli  huomini  :  &  poi  chefiamo  intorno 
ft"  haue°uPa°  a  K{puara ,  il  luogo  ci  ammonifee ,  che  non  poffiamo  in  altro  modo  flfegnere 
no  commif  l'amica  infamia,peruenutaci  quando  con  Lodouico  Sforma  mìlitauamo  alla  me 
ie°man?.on  de fimo  J^puara  :  andiamo  adunque  coni'  aiuto  del  fommo  Dio,  perfecuto- 
de  fàpìente-  re  de g[j  fiifmotici  ,  degli  fcommunicoti ,  de  nimici  del  fio  nome  ;  andiamo 
tohmodot-  ad  una  fattoria  >  fé  faremo  huomini,  ficura ,  &  facile >  della  quale ,  quanto 
to  qui  ne    pare  fa  fìa  maggiore  il  pericolo ,  tanto  farà  il  nome  noflro  più  gloriofo ,  & 
fi  'diftendet  maggiore  :  quanto  fono  maggior  numero  i  nimici ,  che  noi  ;  tanto  più  ci  arric- 
ii  braccio  p.  cfaranno  le  jpoglie  loro .  jllìe  parole  di  Mottino ,  gridò  ferocemente  tutta  la 
parole  di     moltitudine,  approdando  ciafeuno a  col  braccio  diflefo ,  il  detto  fuo  :  &  dipoi» 
aiouiBo.     egli  promettendo  la  uittoria  certa  >  comandò  che  andafiero  a  ripofarfi,&  pro- 
curari 


VNDECIMO.  *?* 

curare  le  per  forte  loro,  per  metterfu  quando  col  [nono  de"  tamburi  fuffero  chia  Jo  J°™o  &. 

wwft  ne  gli  [quadroni .  tfonfece  mai  la  natione  degli  Sutigeri ,  né  la  più  fu-  Ce  ti  gìouìo 

pcrta ,  we  la  pili  feroce  deliberatone  t  pochi  contra  molti ,  fen%a  caualli ,  &  suberina 

fen% 'artiglierie ,  contra  un  efferato  potenti ffimo  di  quefie  co  fé  :  non  indotti  da  v0 1  fero  Wdr 

alcuna  neceffità ,  perche  1s(ouara  era  liberata  dal  pericolo ,  &  ajpettauano  il  fa  n£ j^™ 

giorno  feguente  non  piccolo  accrefcimento  di  faldati  :  elefìono  Jftontaneamen  doche  ogn  i 

te  di  tentare piu  toflo  quella  uia ,  nellaquale  laficurtàfuffe  minore,  ma  lafye-  cor°renzaC  di 

raw^a  della  gloria  maggiore  ;  che  quella ,  nella  quale  dalla  ficurtà  maggiore  ri  honore  pò 

éfultaffe  gloriaminore .  Vfcirono  adunque  con  impeto  grandijJimo,adopo  la  J^a  Machia - 

me%a  notte-,  di  T^ouara,  tiferò  giorno  di  Giugno,  in  numero  da  dieci  mila,di-  riffima  luce 

ftribuìtifi  con  quefl' ordine  :  fette  mila  per  affiliare  l 'artiglierie ,  intorno  alle  p^^poco  ' 

quali  aììogqiauano  i  fanti  Tedefchi  :  il  rimanente  per  fermar  fi  con  le  picche  al  prima  ch'ap 

te  atìoppofìto  delle  genti  zanne .  J^on  erano  per  la  breuita  del  tempo ,  &  IfJrno.eiet 

perche  non  fi  temeua  tanto prcfto  d'un  accidente  tale,  flati  fortificati  gli  al-  fc*o  d.  tut- 

loggiamenti  de  Franceft  :  ér  al  primo  tumulto ,  quando  dalle  fcolte  fu  fi-  °0  ^  ch"ra" 

gmficata  la  uenuta  de*  ni?;:; e: ,  il  cafo  improuifo ,  &  le  tenebre  della  notte  di-  j*a  Poa.c  ni* 

moflrauano  maggior  fon f tifone  >  &  maggior  terrore  :  nondimeno  ,  &  legen  \l  ha"om  !!>!,- 

fi  d'arme  fi  raccolfono  prefissi; nt e  a  di  (quadroni  ,  e  i  fanti  Tedefchi ,  iqua-  ch«  g°ucr- 

, .  r  r  •//•/•-       -r-r        ri-  r        j-    •   i         naffero   ot- 

/;  furono  jeguitati  da  gli  altri  fanti  ;fi  mijero  jubitamente  negli  ordini  lo-  t0  falcona. 

ro .  Già  con  grandiffirno  ftrepito  percoteua'ao  l'artiglierie  ne  gli  Sui%£erì ,  li> &  a"orn 

cheueniuanoper  affaltarle  /facendo  tra  loro  grandiffima  occifwne:  laquale  Mammina- 

fi  comprendeuapiu  toflo  per  le  grida  >  &  urla  degli  huomini ,  che  per  bene-  no>  ,c, -1  ÌUJ£ 

fido  de  gli  occhi  ;  l'ufo  de'  quali  LVdpediua  ancora  la  notte  :  &  nondimeno  con  gii  altri  'par 

fiereTgamanutiguofa ,  non  curando  la  Wprte  prefente  ,  ne  fpauentati  per  lo  p*  *n  <|l]C 

cafo  di  quelli  >  che  cadeuano  loro  a  lato  ,  né  rfijjoluenda  l  *  ordinanza  ;  e  amina  za  Tuono  di 

nano  con  paffo  prcftifftfno  contra  l'artiglierie  :  alle  quali  per ucnuti  ,fi  urta-  "rnbur!»an 

rono  infieme  ferocifjìmamente  ejji  ,  e  i  fanti  Tedefchi  >  combattendo  con  ti  cheti  atro 

vrandilfima  rabbia  Fune  contra  l'altro  ;  &  molto  più  per  l'odio,  &  per  la  cu-  uare'  niml 

•    ■    »     i   /)        ;      •       in-        i         /  ■  '•  "\  ■  •  •/       i         i  ci.  Ma  que- 

pidita  della  gloria  >  bareyli  ueauto  (  già  inamnnuaua  il  Sole  ad  apparire  )  ita,che  pare 

piegare  hora-quefti^hora  quelli,  pai  ere  fyefio  fuperiore  quelli ,  che  prima  co,ra,ncla  J 

pareuano  inferiori ,  d'una  mede f  ma  parte  innn  tempo  mèd  efimo  alcuni  pie  cioche  dice 

garfi ,  alcuni  far  fi  innanzi ,  altri  difficilmente  refiftere ,  alta  impetuofamen-  ^jJ^mS 

te  infultare  a  nimici ,  piena  da  ogni  parte  ogni  cofa  di  rmorti ,  di  feriti^  di  fan-  te;  vuole  in 

gite:  i  Capitani  fare  bora  fortiffimamente  l'ufficio  di  faldati,  per  colendo  i  fó^Tauj 

nimki  7  difendendo  fé  mede f  mi ,  e  ifuoi  :  bora  fare  prudentiffimamente  l'uf-  ti  giorno  r  il 

fido  di  Capitani ,  confortando ,  prouedendo ,  foce-orrendo ,  ordinando ,  co-  .appal"ceh0 

mandando .  Dall'ultra  parte  quiete  ;  &  odo  grandiffimo  doue  ftauaao  ar-  Piu  B$.<Mtf 

mapi gli  huomini  d'arme 7  perche . cedendo  al  timore,  ne'  faldati  votatori-  iwne^chc 

tà  ,  i  confarti ,  i  comandamenti  yi  prkvhì  ,  l  efdamahoni ,  le  minacele  §!à  co,"ìin- 

1       °  /  j  ft      c,aua  "  Sole 

della  ad  apparire. 
Ora  il  Giouio  in  recitar  quello  fatto  d'arme  alla  Riatta  è  molto  più  copiofo.  li  Gradinico  fcriue,  che  perlct 
tere  di  Andrea  Gritti  al  Senaioidate  a  ktte  di  Giugno,  fi  ieppe,che  il  fatto  d'arme  cominciò  a  tre  hore  di  noe 
te,&  darò  da  lette  in  otto  horc,aflendo  elfo  Gmti.in  caropo^ 

Tt     4 


LIBRO 

delia  Tramoglia ,  &  del  Triulxio  ;  non  hebbero  mai  ardire  d'inuefiire  i  nimi 

ci,  che  haueuano  innamj,  a  loro  :  &  a  gli  SuiTgeri  bajiaua  tenergli  fermi , 

perche  non  [occorre {fero  i  fanti  loro  ;  finalmente  in  tanta  ferocia ,  in  tanto  uà 

lore  delle  parti ,  che  comhatteuano  ,preualfie  la  uirtù  de  gli  Sui7geri  :  iquali 

occupate  uittoriofamente  l'artiglierìe  ,  &  uoltatele  contra  i  nimici ,  con  effe  » 

&  col  ualore  loro  gli  meffono  in  fuga .  con  la  fuga  de  fanti  fu  congiunta  là 

fuga  delle  genti  a"  arme,  delle  quali  non  apparì  uirtù,ò  laude  alcuna  :  folo 

Ruberto  della  Marcia  >fofpinto  dall'ardore  paterno  ,  entro  con  un  [quadrone  di 

t  Fiorando  caualli  ne  gli  Sui%£eri  perfaluare a  Floranges,  &  Denefw  fuoi  figliuoli*  Ca-  4 

fi  fcgg?  ne?  titani  dlfmti  Tede  fichi ,  che  oppreffi  da  molte  ferite ,  giaceuano  in  terra ,  & 

Giomo.       combattendo  con  tal  ferocia ,  che  non  che  altro  pareua  co  fa  marauigliofia  a  gli 

Suisgeri ,  gli  conduffe  uiui  fuori  di  tanto  pericolo .  Durò  la  battaglia  da  due 

Y>  Da  mille  bore ,  con  danno  grauiffimo  delle  parti  :  degli  Sui'^eri  morirono  forfè  b  mille  g 

&  trecento  cinquecento ,  tra  iquali  Mottino  autore  di  co  fi  ?  Iorio  Co  confetto ,  percoffo  men 

Su.zzen  di-    .     V  ;  >•         i     .     J  ^    .     J     ,  i     •     ■   •  i 

ce  il  gìo-  tre  ferocemente  combatteua ,  nella  gola  da  una  picca  ;  de  nimici  numero  mol 
uio  :  &  è  da  t0  maggiore.   Dicono  alcuni  dieci  mila ,  ma  de  Tedefchi  fu  morta  la  maggior 

auertir  che  °°.  ,  ,  r  J        J  °°. 

Mottino,  fé  parte  nel  combattere  :  de  fanti  Francefi  ,&  Guafconi  fu  morta  la  maggior 
monomi"  farte  ne^  $uVÌne  -'fiiluojji  quafi  tutta  la  caualleria ,  non  gli  potendo  perfegui 
vn'anigiie-  tare  gli  SuÌTgeri  ,  iquali  fé  haueffero  hauuti  caualli ,  gli  harebbono  facìlmen- 
('còme  "qui  tediffipati ,  con  tanto  terrore  fi  ritirauano  .  Rimafono  in  preda  a  uincitori 
fi  legge  )  da  tutti  i  cariaggi,  uentiduepeygi  d'artiglieria groffa ,  &  tutti  i  caualli  deputati 
DeireiTetci-  Per  ufi°  l°ro  *  Ritornarono  i  uincitori  quafi  trionfanti ,  il  giorno  mede  fimo  in 
to  Francete  1<louara ,  &  con  tanta  fama  per  tutto 7  mondo ,  che  molti  haueuano  ardire* 
ton' motti  conflderato  la  magnanimità  del  propofito,  il  dispregio  euidentiffimo  della  mor 
da  otto  mi    te  ,  la  fierezza  del  combatterei  &  la  felicità  del  fuc  ceffo,  preporr  e  quefto 

teditene  fi'  fatt0  *&*$  a  tutte  ^  cofe  memorabili ,  che  fi  leggonomde"  Romani ,  &  de  Gre 

miimente  ci .  Fuggirono  i  Francefi  nel  Tiemonte,  donde, gridando  in  nano  il  Trinilo , 

Gratifico  ;  PaIfarono  finitamente  di  là  da  monti .  Ottenuta  la  uittoria ,  Milano ,  &  l'ai 

che  fu  auiià  tre  terre,  che  fi  erano  aderite  a'  Francefi ,  mandarono  a  dimandare  perdono  : 

di  vinet^E  'lHHa^e  fu  inceduto ,  maobligandofi apagare  quantità  grande  di  danari  :  i 

le  lettere  Milane  fi  dugento  mila  ducati,  gli  altri  fecondo  le  loro  punibilità  :  &  tutti  fi 

ch'era  'incl  pagavano  agli  SuiTgeri ,  a'  quali  della  uittoria  acquiftata  con  la  uirtù,  &  col 

poMaiinu  [angue  loro  fi  doueua  Qiuflamente  non  meno  l'utilità,  che  la  vloria  :  iquali 

snero  de  gli  •  -ir  %      e  .       •      .       »    /*         i* 

saizzeri      Per  Mone  tutto  il  frutto ,  che  fi  poteua ,  entrarono  poi  nel  Mar  eoe  fato  di 

moni ,  dice  Monferrato ,  &  nel  Tiemonte ,  incolpati  d'hau  ere  ricettato  l'efferato  Fran- 

torno"  a  cSi  cefe :  àoue  parte  predando  .parte  componendo  i  mifieri  popoli  (  ma  afienendofi 

3*e  mila,      da  uiolare  la  ulta,  &  l  honore  )  fecero  grandi ffimi  guadagni .  J^è furono  del 

tutto  gli  Spagnuolipriuati  de' premij  della  uittoria:  perche  ejfendo  ricorfi  al 

Viceré  ,  dopo  il  fatto  dì  arme ,  lanus  profjìmamente  cacciatù  di  Genoua ,  & 

Ottauiano  Fregofì.de  quali  ciaficun  ambi  uà  aeffer  Doge, il  Viceré  pnpofio  Ot 

tauiano  yper  loquale  s'ajfaticauafiommamenteper  l  antica  amicitia  il  Tonte- 

pce ,  &  rie  entità  da  lui  pronte 'fifa  di  pagare  3  come  fujfe  entrato  in  Genoua  % 

€  inquarta 


V    N  "  D    E    C  ■  I    M    O.  35* 

a  cinquantamila  ducati;gli  concedette*  tre  mila  fanti  [otto  il  Marchefe  di  Te-  a  Agogno 
fcara:effo  col  reflo  dell1 'efferato  andò  a  Chiefieggiodimofirando  fefuffe necef-  «  vefcoua 
Cario jdip affare più  innan^ma  come  il  Marcbefe,&  Ottauiano  fi  appropri-  qu«fti  ire 
quarono  a  Genoua,  i  fratelli  Monti  conofeendofi  impotenti  a  re  fi  fiere  ;  fé  ne  |£^daf£al 

b  partirono ;&  Ottauiano  entrato  dentro;  b  fu  creato  Doge  di  quella  città  la  -  dona  ai  ut 
quale  nell'anno  mede  fimo  uidde  propofii  alfuo  gouerno  i  Trance  fu  Ianus  Tre  gjg  *0(,-w* 
gofoygli  Morniy&  Ottauiano.Ma  Bartolomeo  d filmano,  come  bebbe  feti-  fa  0*  . 
l'ito  la  rotta  dell'efferato  del  Re  di  Trancia*  temendo  di  non  efiere  fubito  fé-  no  Ficgofe 
guitato  da  gli  Spagnnoli;  fi  ritirò  fen%a  dilatione  a  Tonte  Fico,  lafaati  per  Jj^f^J 
non  perdere  tempo  per  laflrada,alcuni  peT^i  d'artiglieria,  che  fi  conduceua-  Ua  a  io.  di 
no  pm  tardamente:  da  Tonte  Fico,  lafciato  Ren^o  da  Ceri  in  Crema ,  &  ab-  f^f  n°ccon 
bandonata  Brefcia,percbe  era  inutile  diminuire  l'cfìercito>nelquale  erano  ri-  do  il  vefeo 
mafifekento  huomini  darme,mille  caualli  leggieri,&  cinque  mila  fanti: prò  Sqifaica^ii 
cedendo  con  la  medefima  celerità-, &  con  tanto  timore,  &  disfauore  del  pae-  mente  feri. 
fe,che  qualunque  pìccola  geritegli  baueffe  feguitati.fi  far ebbono  rotti  da  lo-  Jjo^un^i* 
ro  medefimi;  fi  condufie  alla  Tomba  prejfo  aU'Miceynon  fi  effendo  mai  ripo  -  no  Genoa* 
fato  in  luogo  alcuno ,  fé  non  quanto  lo  coflrigneua  la  neceffità  del  ricreare  gli  °0"t"  £  £ 
buominu  e  i  cauaili:  fermoffi  alla  Tomba  offendo  ceffata  la  paura,  perche  niu  to. 
no  lo  feguitaua:doue  dette  opera  di  far  condurre  a  Tadouat&  a  Treuigi  qua  c  Con  Tetti 
ta  più  quantità  potette  di  uettouaglie  del  Veronefe  :  &  nel  tempo  mede  fimo  J*ar^J|J." 

c  mandò  Gian  Tagolo  Baglione c  con  fefianta  huomini  d'arme^  mille  dugen  -  il  g  radi  ni- 
to  fantiaLignago:  ilquale  riceuuto  fubito  da  gli  huomini  della  Terra  ,  oue  ^^  l™£ 
non  era  prefidio  alcuno;  dette  la  battaglia  alla  Rocca,  guardata  da  cento  cin-  il  Baglione 
quanta  fanti,  tra  Spagnuoli,  e  Tedefchi,  battutala  prima  con  l 'artiglierie  da  Lcgnago!* 
quella  parte ,  eh' e  uolta  uerfo  la  pia'zga  :  nelquale  affalto  non  so  che  potefìe 
più  ò  la  uirtà,ò  la  fortuna:  perche  mentre  fi  combatteua,  cominciata  perfor  \\  Mocenigo 

i  teadd  arder  la  monitione-  per  alcuni  inftrumenti  di  fuochi  artificiati ,  gitta    quefto  »ncé 

.  .  ■  j-  r  i  i        -\  i   >.  iij  •  diodellamo 

ti  da  quei  di  juora;abbrucw  una  parte  della  Rocca  :  nelqual  tumulto  entrati  nition  della 
dentro  parte  per  lo  muro  rottOyparte  con  le  fiale ,  i  fanti  che  dauano  la  bat-  rocca  di  Le 

i  •    r       r  -i  *  i  ,     r  ...  .  gnago  :  ma 

taglia  y  prejo  il  Capitano  Spagnuolo;  ammalarono >>  &  fecero  prigioni  tutti  bé dice  che 
quei>cbe  u  erano  dentro:prefo  Lignago,  Bartolomeo  d \Aluiano  gittò  il  ponte  ^tocó**** 
fu  l'Mice,  &  dipoi  effendogli  fiata  data  da  alcuni  Verone  fi  fperan%a  di  tu*  forza  di  tuo 
mukuare  contra  i  Tedefchi;andò  ad  alloggiare  alla  uilla  di  San  Giouanni,du  ^  ^"^JJ 
fiante  quattro  miglia  da  Verona  :  donde  accoftatofi  la  mattina  feguente  alla  pó'gono  an- 
porta*  che  fi  dice  di  San  Maffimo  ;  piantò  con  grandiffimo  furore  l'artiglierie  ^^avì 
alla  torre  della  porta,  &  al  muro  congiunto  a  quella ,  attendendo  fé  in  queflo  imianijcioè 
tempo  nafeeffe  dentro  qualche  tumultoirouinate  da  quaranta  braccia  di  mura  J?0  ^[f  *££ 
gliaioltra  la  torre ylaqual cadde  di  maniera,  che  fece  un'argine  fortiffimo  alla  ftiniano  : 
e  porta  y  dette  molto  ferocemente  la  battaglia  :  ma  in  Verona  erano  *  trecento  ro^Vdifca 
cauaUi,e  tre  mila  fanti  Tedefchi,  fiotto  Roccandolf,  Capitano  di  molto  nome ,  fori  morti , 

ì  qU*H  d»nico,chè 
fu  di  i8o.  Il  Giouio  la  patta  feccati  ente.nominando  il  Capitano  Spagnuolo  detto  Villiada,  che  s'aueiejhl- 
ucndo  con  poca  gente  valorofamente  dife  o  La  rocca. 

«  Trecento  caualli,  &  due  mila  fanti  dice  il  Moceuigo  » 


LIBRO 

t  -,  *  quali  ualorofamente  fi  difcndemno  :  dalla  rottura  del  mnro  al  difcenderc  in 

terraìeranonpiccolofpatiodìaltef^ai  né  per  iVeronefi  fi  faceua,  fecondo  le 
fi>eran%edate,mouimento:onde  l' Mutano  uedendo  la  difficultà  deti  efyugnar 
la;ritirò  i  fanti  fuoi  dalle  mura ,  &  già  haueua  cominciato  a  difcoflare  l  ar- 
tiglierie: ma  mutata  in  un  momento  finteti^  credette  fi  per  ambafciatari* 
ceuuta  da  quei  di  dentro,  fatti  ritornare  i  fanti  alla  muraglia;rinouò  con  mag 
gior  ferocia  che  prima  f  affatto:  ma  erano  le  medefime.che  prima,  le  difficul- 
tà dell' ottenerla,laJ  mede fima  tiepidezza  in  color  o, che  l'haueuano  chiamato; 
«  Thomafo  in  modo  che  dijperata  del  tutto  la  uittoria,  ammalati  nel  combattere  più  di 
addice  il  dugentohuomini  de' fuoi,tra  i  quali  a  Tbommafo  Fabbro  da  Rauenna  Conc-  a 
y-°UÌo'  <?  fidile di  fanti,leuate  con  marauigliofa  prcfteTga  dalle  mure  l'artiglierìe,  ri 
Vmbrìa .  il  tornò  il  giorno  ifleffo  all'alloggiamento ,  dal  quale  la  mattina ,  fi  era  partito , 
condi1'^    mn  l°dat0  in  <luefto  damper  il  configlio  >nè  per  l'euento,  ma  celebrata  fom- 
patria  :  ma  -inamente  per  tutta  Italia  la  fua  celerità ,  che  in  un  giorno  filo  haueffe  fatto 
to  dubnez  clHe^0ìC^fe  con  fatica  gli  altri  Capitani  in  tre,o  in  quattro  giorni  fogliono  fare. 
za.  Dette  poi  il  guaflo  al  Contado. tentando  fé  con  queflo  timore  poteua  coftrigne 

b    m      '  re  *  ^sroneft  ad  accordar  fi  :  %ia  già  ueuiiM  innanzi  lo  efferato  Spagnuolo: 
go  non  mct  perche  il  Vicerhinttfa  che  hebbe  la  perdita  diLignago,  né  ritardato  più  per 

te  più  di     lo  profberofucceffo  delle  co  fé  di  Gsnoua,  dubitando  che,  ò  per  la  mala  difbo  fl- 
200.  tanna      ..*   :'*y  ,     r       ,.    .     ,  J  .^  ,  ,      .    .  .    r.    ,  ,.t      \  r    Jr 

guardia  del  twne de  cittadini,  Verona  non apricele porte a  Vimtianr3delibero  Joccorre- 
refcMen  ^  re  fin^  dilatione  le  co  fé  di  Ce fare:perop  affato  alla  Stradella  il  fiume  del  Tè, 
&  dice,  che  &  arrendutefegli  fcn%a  difficultà  le  città  di  Bergamo,  &  di  Brefcia^  fimil 
ì\l  quaa"ro°  mente  (& terra  di  Vefchiera;  fi  pò  fé  a  campo  alla  rocca  guardata  dab  dugento  h 
»oite  rinc-  cinquanta  fanti daquale  con  tutto  che  fecondo  l'openione  commune  fifuffepo 
to,r&  Is'éprc  tuta  ^fendere  ancora  qualche  giorno,  uenne  per  for%a  in  fua  poteftà,rimamn 
furon,  ribut  do  prigione  il  Troueditore  Vimtiano ,  e  i  fanti,  che  non  furono  ammazzati 
Jedu?oYca  ne^  combattere.Ritiroffi  l  Mutano  per  l'approjfimarfi  degli  Spagnuoli  ad  M 
pitani  trat-  beyé  di  là  dall 'ridice richiamati per  riempire  il  più  poteua  f  efferato Monfo- 
aìlaii'àilt  lamente  alcuni  fanti ,  ch'erano  nel  Tolefine  di  Rouigo ,  ma  quelli  ancora  che 
u  n  deriì  $  i    haueua  lafciati  in  Lignago:  &■  poco  dipoi  effendofi  i  fanti  Tede  fichi  uniti  a  San 
ti  "n"  &  (,*]"  Martino  col  Viceré)  &  andando, ricuperato  Lignago,  a  Montagnana  ;  *  Vini* 
iarono  iiuo  tiani>d  quali  in  quelle  parti  non  rimaneua  più  altro  che  Tadoua,  &  Treui- 
coti  laToc-  gioenti  a  ninna  altra  cofa  che  alla  conferuatione  di  quelle  città  ;  ordinarono 
cz  fu  p cela  ;.  che  fejfercitofi  diftrihmffe  in  quelle: c  in  Treuigi  dugento  h uomini  d'arme,  tre  c 
e  Tutto  que  cent0  caualli  leggieri  ,&  due  mila  fanti  fitto  Gian  Vagolo  Baglione>appreffo 
fio  numeio  alquale  erano  Malaiefia  daSogliano,  &  il  Cavaliere  della  Volpe  :  in  "Vado- 
&  Riunii'  m  £  Mutano  col  rimanente  deli  efferato, ilquale  attendendo  a  fortifii  are,i  ha 
che  fi  ritira  fiioni  fatti  riftaurando,&  a  molte  opere  imperfette  perfezione  dando; faceua 
'  guardia  di    °^ra  queflo,accioche  i  nirnici  non  potè  fero  accoflaruifhfe  non  con  grauiffimo 
rrcuigi  è    pericolo  >&  difficultà, &  con  moltitudine  grandiffima  diguaflatori  ,Jpuviare 
flci  ìiV/daì  tutte  le  cafe  '  ^  tagliare  tutti  gli  alberi  per  tre  miglia  d'intorno  a  Tadoua  : 
Hocenigo .  ma  métre  che  le  co  fi  dell'arme  procedeuano  in  quefia  firma,  il  Tontificefi  af- 
faticava 


V    N    D    E    C    I    M    O.  334 

faticava  con  fomma  indufiriapereflirpare  la  divtfione  della  Chie fa,  introdot- 
ta dal  Concilio  Tifano  :  laqual  co  fa  difendendo  totalmente  dalla  volontà  del 
Re  di  Francia, fi  ingegnava  con  molte  arti  di  placare  l'animo  fuo, affermando 
effere  falfa  la  fama  divulgata  dell 'e fiere  fiati  mandati  da  lui  danari  a  gli 
St4ÌTZeriì&  dmofirando  non  hauere  altro  de fiderio  che  della  pace  vniuerfa- 
le,&  di  effere  padre  commune  di  tutti  i  Principi  Chrifiianudolerglifopra  mo 
do  che  la  diffenfionefua  con  la  Chiefa  priuaffe  lui  delta  (acuità  ai  dimcftrar- 
<Auquanto  naturalmente  fufìe  inclinato  alt 'amidi ut  fua  :  perche  per  l'honore 
della  Sedia  j[pofioli:a.&  della  per jonajua  propria  era  necejfitato  a  procede- 
re fep aratormente  con  lui ,  infino  a  tanto  che  effendo  ritornato  all'obedicn%a 
della  Chiefa  Romana;glifuffe  lecito  riceverlo  come  Re  Chrifliamffimo,  &  ab- 
bracciarlo come  figliuolo  primogenito  della  Chiefa  :  defiderava  il  Re  per  gli 
intere  (fi  propri]  l'unione  del  Regno  fuo  con  la  Chiefa,dimandata  inflant emen- 
te da  tutti  i  popoli,&  da  tutta  la  Corte-,  &  allaqval  era  molto flimolato  dalla 
Reina:&  conofeeva  olirà  qvefio  nonpoiere  mai  fberare  congiuntane  col  Ton 
tefice  nelle  co  fé  temporali \fe  prima  non  fi  componevano  le  differente  fpiritva 
li:però,ò  preftando fede, ò  fingendo  diprtfiarne  alle  fm  parole;  gli  mandò  *Am 

i   V  •  ^ -.  -  -—  a„^ »(1»  *~r„  :l  a  tricot»  j:  \j^,.CI;^  .   ,ìl  *..„„■,.+*  A  *>ì      a     Cbudi© 


;  hafeiatore  per  trattare  quefie  co  fé  il a  Vefcc::^  di  Marfilia  :  alla  venuta  del- .  Jh  j^^ 
quale  il  Tontefice  fece  per  decreto  del  Concilio ,  refiituire  la  facvltà  di  pur-  gìouìo  que 
gare  la  contumacia  per  tvtto  ^Novembre  profjimo  a  Vefcovi  Franccfi  &  al-  J^^"® 


tri  Trelatiycontra  i  qvalh  come  fcifmatici ,  tanvecefiore  havevarigidifjìma- 
mente  proceduto  per  via  di  monitor  io  :  &  la  mattina  medefana  nellaqvale 
cofi  fi  determino;  fv  letta  nel  Concilio  una  fcrittvra  fottofentta  di  mano  di 
Bernardin  Carvagiale,&  di  Federigo  da  San  Severino:  nellaqvale  non  fi  no- 
minando Cardinali ,  approvavano  tutte  le  cofe  fatte  nel  Concilio  Lateranen- 
fe,  promettevano  di  aderire  a  quello,  &  di  ubidire  il  Tontefice  :  onde  in  con- 

feqvenxa  confeffauano  effere  fiata  legittima  la  privatone  loro  del  Cardina-  d^c  £c J 

lato,  laquale  fatta  da  Giulio;  era  fiata  confermata  effo vivente  dal  mede  fi-  be  nome^ 

mo  Concilio .  Erafi  trattato  prima  di  refiitvirgli ,  ma  differito  per  la  contra-  fcath°0ma 

dittione  de  gli  Oratori  dell'imperatore ,  &  del  Re  a  dragona,  &  de  Cardi-  ài  orribile 

&  nati b  Sedvnenfe,  &  Fboracenfe  :  i  quali  detefiavano  come  cofa  indegna  del-  d8grandiffi 

la  Maeflà  della  Sedia  ^pofiolica ,  &  di  peffimo  effempio  il  concedere  ne-  ™£lf£% 

nia  a  gli  avtori  di  tanto  fcandolo ,  &  d'vn  delitto  tanto  pemiciofo ,  &pie-  cefc  f„  det. 

no  di  tanta  abominatone ,  ricordando  la  coflan^  di  Giulio  ritenuta  contra  g^1^ 

loro,  né  per  altro  che  per  lo  bene  pvblico  infino  all' vlt imo  pvnto  della  vita .  due  ^to 

Ma  il  Tontefice  inclinava  alla  parte  più  benima  ,  nvdicando  più  facile  cardinali 

„  .,  ,,  •*  , .       l  n  »i  7i-  era  n  minici 

ftegnere  in  tutto  il  nome  del  Concilio  Tifano  con  la  clemen%a,cbe  coi  rigore,  de*  Fràcefi . 

&  per  non  esacerbare  l 'animo  del  Re  di  Francia,  ilquale  inftantemente  fitp-  *£*£  £j° 

plicaua  per  loroine  lo  riteneva  odio  particolare ,  non  effendo  fiata  la  ingiuria  dei  li 
fatta  a  lui,  an%i  fiati  innanzi  al  Tonte  ficaio  congiuntiffimi  i  fratelli,  &  egl 


ii.  do 
uc  tratta  del 

la  retti  tino 


con  Federigoiper  lequali  ragioni  feguitando  il  proprio  giudichi  haueua  fat-  de*  fai  fi  cas 
to  leggere  innanTg  a*  Tadri  del  Concilio  lafcnttura  iella  loro  humiliatione,  dinah -• 

&  dipoi 


— i 


&  dipoi  flatuì  il  giorno  alla  reflitutione  :  laquale  fu  fatta  con  quefto  ordine  • 
«paireflem  Entrarono  Bernardino, &  Federigo  in  Roma  occultamente  di  notte  fcn%a  ha 
Si°duc  car"  b?t0  >  &  infegne  de  Cardinali,  &  la  mattina  feguente  douendo  prefentarfì 
binali  già  innanzi  al  Tontefice,r 'e  fidente  nel  Conciftoro,  accompagnato  da  tutti  i  Cardi- 
« pèiio  dda  nali,eccettuati  lo  Suifz%eroì  &  l'inde  fa, che  ricufarono  d'interuenirui,paffa- 
gìuiìo  a.&  tono  prima  uefliti  dafemplici  facerdoti  con  le  berrette  nere  per  tutti  i  luoghi 
timi  da'us  publici  del  palagio  di  Vaticano, nelquale  la  notte  erano  alloggiati,  concorren 
x.  eflcndo  do  moltitudine  grandiffima  a  uedergli,  &  affermando  ciafcuno  douer  quefto 
«anzf  gonfi  vilipendio  co  fi  publico  efiere*  acerbi/fimo  tormento  alla  fuperbia  fmifurata  a 
*  "ana  ih-  di  Bernardino,^  all'arroganza  non  minore  di  Federigo,  jlmmeffi  nel  Conci- 
ri  conduce  fioro dimandarono  genufleffi  confegni  di  gradijjima  humiltà.perdono  al  Ton 
«lofi  a  que-  tefice,&  a'  Cardinali  >approuando  tutte  le  co  fé  fatte  da  Giulio,&  nominata* 

ito  uilipcn-  .    .  .    r*  ,i  r  r 

dio  per  ci",  mente  la  loro  priuatione,  &  l  elettwne  del  nuouo  Tontepce,  come  fatta  ca- 
f?rfi"icnc'~  nonicamente>  &  dannando  ilconciliabulo  Tifano,come  fcifmatico,&  dete* 
comptédet  flabile:  dellaquale  loro  confezione ,poi  che  fu  eflratta  autentica  frittura,  & 
Sftr  °u«ae*  fottofcrìtta  di  loro  manoyleuati  in  piede  feciono  riueren%a>  &  abbracciarono 
l'aimoutà  tutti  i  Cardinali^  quali  non  fi  moffero  da  federe:&  dopo  quefto  uefliti  in  ha- 
p«  tacerli  ^t0  ^  Cardinali, furono  riceuuti  a  federe  nell'ordine  mede  fimo,  nelqualefe- 
le  delia  fcnt  deuano  innanzi  alla  loro  priuatione  :  ricuperata  con  quefto  atto  folamente  la 
che  dice  cV  dignità  del  Cardinalato, b  ma  non  le  Chiefe ,  &  l'altre  entrate,  che  foleuano  y 
fi  ,  fé  però  poffedereiper  che  molto  prima  come  uacanti,er ano  in  altri  fiate  trasferite.  Sa- 
no.Maxima  tlsfcce  *n  quefto  atto,fe  non  in  tutto,almeno  inparte  il  Votefice  al  He  di  Fran 
«jusqj  per-  ciaima  non  gli  fatisfaceua  nelt altre  anioni,  perche  follecitamente  procuraua 
Humihame  la  concordia  tra  £  Imperatore, e  i  Vinitiani,  come  co  fa,  per  gli  accidenti  fegui- 
zeddìdit,  ite  ti,non  difficile  ad  ottener  e -.perche  fi  credeua  che  Ce  far  e,  inuitato  dalle  occafio 
mSt  .e°n~  n*  di  là  da  monti,  inclinaffe ,  per  potere  più  ejpeditamente  attendere  alla  ri- 
cuperatione  della  Borgogna  per  il  nipote,  ad  alleggerirli  di  quefto  pefo:&  mol 
delia  vfca  di  to  P*u  fi  jperauacbelo  defiderafteroi  Vinitiani ,  faauentati  per  la  rotta  de 
papa  Leone  Freme  fi,  &  perche fapeuano  che  il  Re  di  Francia,  efìendo  imminenti  molti  pe 
«io"che  aie  'moli  al  Regno  proprio;  nonpoteuapiu  l' anno  pr  e  fante  penfare  alle  cofe  d'ita 
ili  card.na  Uaifantiuano  appropinquarfi  l  efiercito  Spagnuolo,  &  douer  fi  unire  con  quel- 
papaTefti-  1°  K  genti  ch'erano  in  Verona-.effi  efaufti  di  danari,  débili  di  faldati  ,Jpecial- 
tuitì  airho-  mente  di  fanti,  battere  foli  a  refiftere  fen%a  che  appari ffe  fcintilla  alcuna  di 
beffici)  di  lume  propinquo:  &  nondimeno  rijpondeua  coftantijfimamente  il  Senato  non 
p rima  .  ttolere  accettare  concordia  alcuna  fen%a  la  reflitutione  di  Vicenza,  &  di  Ve 
tona.  Ricercò  in  quefto  tempo  l'imperatore  il  V onte jìce, che  gli  concede  ffe  du- 
gento  huomini  d'arme  contra  i  Vinitianidaqual  dimandafienche  glifuffe  mo 
t  }\  Gìouìo  leftiffimaAubit andò, che  il  concedergli  non  fufie  molefto  al  Re  di  Francia ,  né 
Achi/u^To  gli  parendo  a  propofito  di  Cefare3òfuo  diuentare  foretto  a'  Vinitiani  per  una 
«elio:  ma  in  cofa  dj  s}  pìccola  importanza  ;  nondimeno  per feuer andò  l'imperatore  oftina- 
mtnt  odi  tamente;gli  mandò  il  numero  dimandato  fatto c  Troilo  Saltello,  ^Achille  To-  < 
Mo£i«-  ven0i  q>  Mutio  Colonna>non  uolendo  col  recufarefarefagno  di  non  uoler  per- 

feuerare 


V    N    D    E    C    I    M    O.  jjj 

feuerarenelta  confedera  t  ione 'contratta  col  Tonte ficc  paffato  ;  sparendogli* 
non  e  fi:  re  ritenuto  da  oblìgo alcuno  co*  biniti  ani  :  i  quali  altra  che  l *  efferate 
loro  quando  Bartolomeo  d* stimano  era  appreso  a  Cremona. haueua poco  ami 
cheuolmente  predato  per  lo  Varmegiano,  &  Tiacentino  ;  non  haueuano  mai  ft.  * 

eletti  Ambajciatori  a  preflargli,  fecondo  l'ufo  antico  l'ubidiem^t ,  fé  non  da-  vincemio 
poi  che  i  Francefi  uinti  -,  erano  ritornati  di  là  da  monti .  Spauentò  mafia  deli-  Ca  ^l  lo ,  *u 

i  ,      .    .  ,  *       .  *  Quale  pitra 

heratione  iyinitiani, non  tanto  perVimportanxa  aitai  fufpdio  5  quanto  per  no  uè  galee, 
umoresche  da  quefto  principio  il  "Pontefice  non  procedere  più  oltre,  riputati-  £  co/firmi 
dolo  ancor aper  fegno  manifeftiffimo ,  che  mai  più  hauefic  a  fepararfi  da'  nimi  fé  ùi  pociu 
xi:&  nondimeno  non  uariarono  da  primi  configuranti  dijhoftt  moflrare  quan  ^°™|  '^ 

4  tu  poteuano  il  uolto  alla  fortuna- commeffono  al  a  Trouedltore  di  mare)  ci/ e-  gàtini,  ò  uaf 
ra  a  Corfù ,  che  raccolti  quanti  più  legni  poteffe  ,  affaltaffe  i  luoghi  marittimi  '^^i,1 1 
della  Tuglia;benchepoco  dipoi  cor,  fider  andò  meglio  quel,  che  import  affé  prò  Moccnìgo , 
uocare  tanto  il  Re  d  .Aragona  per  U potenza  fua,&perche haueua  fempr e  di  b  E^endo 
moftrato  confortare  Cefare  alia  concordia;  riuocarono  come  più animofa ,  che  reflercito 
prudente  quefla  deliberatone v  Soggiomaua  il  Viceré  a  Montagnana,non  de-  ll^olinn 
terminato  ancora  quello  s'haueffe  a  fareipenhe  erano  alti  i  concetti  de'  Tede  alla  "'Ha  del 
fichi  Jifficile  le  imprefe  ,che  fole  rimaneuano  a  fare,  ò  di  Tad&ua,ò  di  Treuigi,  pCf  Vcclpjr 
&  le  for^e  molto  inferiori  alle  diffidili  a  :  perche  in  tutto  l'efiercito  non  era-  fi  fono  fr* 

h  no  óltrah  mille  huomini  d'arme,  non  molti  canai  leggieri,  &  dieci  mila  fan-  ?i°  Mofcen£ 
ti  tra  Spagnuoli,  e  Tedefchi  :  laqual  deliberinone  hauendofi  finalmente  a  ri-  g°  »  c^c  4» 
ferire  alla  uolontà  del  Vefcouo  Gurgenfe ,  che  fra  pochi  giorni  doueua  efiere  mS\c°h!!ol 
alUfìercito  ;  $  afpettaua  la  fua  uenuta.  Tielqual  tempo  efiendo  in  Berga-  mini  d>ar* 
mo  unCommefiario  Spagnuolo ,  che  rifeoteua  la  taglia  di  uenticinque  mila  du  Zì'kl&cZ 
tati ,  impofla  a  quella  Città ,  quando  fi  arrendè  al  Viceré  ;  Ren%p  da  Ceri  ui  to&fffih 

€  mandò  da  Crema c  una  parte  de*  fuoi  faldati:  i  quali  entratiui  di  notte  con  a-  «a  no  *  joi. 
luto  d'alcuni  della  terra,  prefo  il  Commeffario  con  quella  parte  di  danari,  che  ^.uomin  • 

VL  r    it  r  „       n  /*      i  .  n.     .  darme,  & 

haueua  njcoffi  (e  ne  ritornarono  a  Crema.  F  ecefi  finalmente  in  queftì gior-  $ ooo.  fan ù 
ni  mede  fimi  preparatane  per  turbare di  nuouo  le  cofe  di  Genoua,  efjendo  con  c™  ™°£* 
formi  aqueflo  le  uolontà  del  Duca  di  Milano, &  degli  SuiTgeri  :  a  quali  ri-  d^clpagna, 
cor  fi  >Antoniotto,&  Gieronimo  .Adorni,  haueano  ricordato  ab  Duca  la  dipen  %£*  b,a"n^ 
denira,  che  i  padri  loro  haueuano  hauuta  con  Lodouico  fuo  padre,che  con  le  mero  è  ri>lg 
spalle  de  gli  ^Adorni  haueua  ricuperato ,  e  tenuto  molti  anni  quieto  il  Domi-  JfjJìF  *fàh 
nio  di  Genoua  ;  delquale  era  fiato  fraudoletemente  fogliato  da  Dogi  Frego-  fto^Ma  do- 
fi:&  battere  gli  adorni  pan  icipato  della  mala  fortuna  degliSfor%efchi:per-  "^rì  §£l 
the  nel  tempo  mede  fimo  che  Lodouico  bauea  perduto  il  Ducato  di  Milano  ;  e-  «aua  a  v«- 
rano  flati  gli  Adorni  cacccati  di  Genoua  :  però  efier  conueniente,  chefimil-  èT  uScr li 

mete  participaffero  della  buonatdurare  lamedefimabeniuolélzailiiftef[afede,  Giou,>  al 

i-,        .....      ,  -  -    .     ;  '*•  t3r'clPJo  del 

iib.  12.11  Gradinico  diccene  quando  erano  inimici  al  BafTanello;  Faceu3no  da  uenti  mila  perfòne  , 

C  Che  furono  500. cauaiii ,  (rcondo  il  Mocenigo:  ma  Aleniamo  Fino  non  ìfpccifica  quello  rumerò  ,  fotte 

Maffeo  Cagnuolo:ilquate  in  cafadc'  Brembatt  Tualigiò  il  Tefonere  Spagnuolo, &  gli  toliè  dieci  mila  ducati, 

pertanto  s'ha  dal  Mocenigo:benche  Alemamo  non  dice,  altro,  che  i  danari  xiicoifi  per  la  taglia  fatta  da* 

'né  ' 


timo 

ne  douereffere  imputati,  fc  non  uditi  in  luogo  alcuno,  abbandonata  (togli  frt 

o  m  premio   raj:%a;erano  non  front ane aniente  ma  per  neceffità  ricorfi  a  onci  i?e,  datqua- 

gh  stradai  Le  prima  erano  Jtatt  jcacaati  :  ricordajjifi  da  altra  parte  dell  odio  antico  de 

Hi  da'*  vini  Freg°fi>quanteingiurie,&  quanti  inganni  haueffero  fatti  al  padre,  Battifta, 

tiar.  :  paflato  e'I  Cardinale  Frego  fi,  l'uno  dopo  l 'altro  Dogi  di  Genoua;  &  confideraffe  come 

cip?  j1  fina"  fotemno  battere  conuenien^a  a  confidar  fi  d'Ottauian  Fregojo  :  ilqualeoltra 

mcn  te,  non  l'antico  odio,ricufaua  d'hauere  fuperiore  in  quella  Città: a  gli  Suiygeri  haue- 

gkrCcSa(co  udnopropoftiftimoli  d'utilità,  dificurtà ,  dhonore  :  pagare  fé  per  opera  loro 

*ne  dice  il    fuffero  reftituiti  alla  patria,quantità  di  danari  pari  a  quella,chaueua  pagata 

gualche  fde  M  Fregofo  a  gli  Spagnuoli:  ejferfi  per  la  uirtà  loro  conferuato  il  Ducato  di  Mi- 

gno ,  o  per  Uno ,  &  ad  effi  appartenere  il  patrocinio  :  perciò  douer  confìderare  quanto 

giio/'guada  fufi e  contrario  alla  fteurtà  di  quello  flato, che  Genoua  Città  uicina,  e  tanto  im 

gnoi  «a  tor  portante,fufre  dominata  da  un  Doge,dependente  intieramente  dal  Re  d'^Ara- 

ie  iVinìua  gona*  &  ejfereftato  molto  indegno  del  nome,  &  della  gloria  loro,  l'hauere  per 

»j:  ikhe  (cri  meffo,che  Genoua  sfrutto  della  uittoria  di  ISIouara ,  fuffe  caduta  in  utilità  de 

.iiradmico .  gli  Spagnuoli  :  i  quali  mentre  che  gli  SuiTgeri  andauano  con  tanta  ferocia  a 

percuotere  nelle  palle  fulminate  dall'artiglierie  de  Francefila  mentre  che  per 

dcivUfcouo  ^*r  me&l0>  eorreuano  incontro  alla  morte  ;  fedeuano  ode  fi  fu  la  Trebbia,  a- 

Gmgenic  in  frettando  come  da  una  uedetta ,  fecondo  ilfucceffo  delle  cofe ,  ò  di  uituperofa- 

wlb£e  r*.£  mente  fuggire*  ò  di  fraudolent  emente  robbare  ipremij  della  uittoria  acquifla 

krcito  dì     ta  con  l  altrui  fangue.  Da  quefle  cagioni  acce  fi,  muoueua  già  il  Duca  le  gen 

d»aime  To"  t*  fHe>  &  $  Sui7^eri  quattro  mila  fanti:  ma  le  minaccie  del  Viceré  contra  il 

janti ,  k  da  Duca,  &  l'autorità  del  Tonte fìce,a  cuifommamete  erano  a  cuore  le  cofe  d'Ot- 

kuominr0  tauiano;gli  fece  reflare.  [Era  in  quello  me%p  il  Viceré  andato  alla  Battaglia  > 

d'ar.ne  del  luogo  uiflante  da  Tadoua  fette  miglia  :  doue  caualcando  inauertentemente 

meni  (eco"  Bernardin  Caruagiale  con  pochi  caualli  a  guardare  il  ftto  del  paefe;fu  prefo 

Moccmgo .  da  a  Mercurio  Capitano  de'  cauai  leggieri  de'  Vinitiani.  'ì^elqual  tempo  b  uè- A 

1  nobili  nut°H  VefcouoGurgenfealleficrcito%ficonfultauaquellofidoueffiefare,& 
vinmani ,  proponeua  GuYgenfe  Mandare  a  campo  a  Tadouaydimoflr  andò  frer  are  tato  nel 
dat?raib°ai"  ^  u*rtù  ^  Tedefchi:  &  degli  Spagnuoli  contra  gì  Italiani ,  che  haue fiero  fi- 
fefa  di  Pado  nalmente  a  fuperare  tutte  le  difficultà:  effere  poco  meno  laboriofa  l'efrugna* 
« 'uLTta^e-  tlone  d*  Treuigimia  diuerfijfimo  il  premio  della  uittoria;  perche  l'ottenere  fio- 
coodo  che  lamente  Treuigi  era  alla  fomma  delie  cofe  di  piccolo  momento:  ma  per  la  efru 
»ei  iib?"fu-  gnatione  di  Tadoua ,  afficurarfi  intieramente  le  terre  fuddite  alt  Imperatore 
tono 400. &  dalle  moleftie,&  da'  pericoli  della  guerra,& priuarft  d 'ogni  freran%a  i  Vini 
bò  fan  uTe*  tiam  d' battere  mai  più  a  ricuperare  le  cofe  perdute.  Incontrario  fentiuano  il 
coniche  feri  viceré  >  &  quafi  tutti  gli  altri  Capitani,  giudicando  più  toflo  imponibile,  che 
Vico,  n* re-  diffìcile  lo  sformar  Tadoua  per  le  fomficationi  quafi  incredibili^per  effer  mu- 
fto  del  pre  nitiffima  d'artiglierie,  &  di  tutte  le  cofe  opportune  alla  difefi ,  &  proueduta 
«h'era  da  '  molto  abbondantemente  di  faldati ,  &  nellaquale  erano  ucnuti ,  come  l'altre 
800.  lance ,  mit e  haueuano  fatto, c  molti  viouani  della  nobiltà  Vinitianauliceuano  la  ter 

1500.  canai  ° 

kggiexi,  &  fci  mila  fanti.,  oJ  tra  quelli  che  fi  faceuano  ogni  giorno:  perche  baneuano  a  cfici  dieci  mila . 

ra 


l 


V    N     D    E    C    I    M    Ò.  ti6 

U  epere  grandi ffima  di  circuito,  &  per  queflo ,  &  per  la  moltitudine  de  di- 
fenfor'h&per  l'altre  difficultà  bifognare  circondar  la*,  &  combatterla  con  due 
eft  creiti:  &  nondimeno  non  che  altro  non  ne  bauere  un  filo  (ufficiente, non  ef 
fendo  grande  il  numero  de'  loro  faldati,  &  di  quefli ,  i  Tedefchi  infiliti  afop  - 
portare  maluolentieri  la  tardità  de  pagam^ntiy  non  troppo  pronti ,non  abhon 
dare  di  monitioni,  &  batter  careflia  diguaflatoriy  co  fa  molto  ne  cefi  aria  a  tan 
to  ardua  fpugnationc.  Ma  fu  finalmente  neceffzrio  -,  che  le  ragioni  addotte  dal 
Vicerè,&  dagli  altri,cedeffero  alla  uolontà  del  Vefcouo  Gurgenfeiper  laqud- 
le  l'efferato  àccoftandofi  a  Tadoua;  andò  ad  alloggiare  a  Bafi anello  fu  la  riua 
deftra  del  C anale  difcoflo  un  miglio  &  me%o  a  a  Tadoua;  nelquale  luogo  effen 
do  molto  infefiato  il  campo  da  alcuni  Cannoni  doppi ,  piantati  fopra  uno  ba- 
ftione  della  terra  paffato  il  Canale  alloggiarono  alquanto  più  lotani  dalla  ter- 
ra-.onde  mandati  i  fanti  alla  Cine  fa  di  Sant'Antonio  a  me%o  miglio  appreffo 
a  Tadoua. cominciarono  per  accefcavfi conminore  pericolo  a  lauorare  le  trin- 
cee apprefio  alla  porta  di  Sanf 'Antonio ima  l  opere  erano  grandiffime  »  &  e- 
firemo  in  pae feconde  tutti  gli  h  abitatori  erano  fuggitici  mancamento  de' gua 
ftatori:però  il  lauorare  procedeva  leni ament e, ne  fen^a pericolo -.perche  i  fal- 
dati ufccndo  jpe-ffo  fuor  a  &  di  giorno .  &  di  notte  all'improuifo  faccuano  da  -  \\  gSkììo  t 
no  a  quelli  ,cbe  lauorauano:aggiunfefi  la  penuria  delle  uettouaglie ,  perche  ef-  che  Gurs?n 
fendo  fola  una  piccola  parte  della  terra  circondata  da  nimici  ;  gli  Stradiotti  campo  at- 
hauendo  commodità  d  ufeire  dall'altre  parti  della  Città,correndo  liberamen-  Jorno  a  Pa* 
teper  tutto  ilpaefe,impediuano  tutto  quello, che  fi  conduceuaal  campo,  impe  che  ftando 
dito  anco  da  certe  barche  armate, me ffe  a  queflo  effetto  da'  Vinitiani  nel  fiu    j"  Ver°n* 
me  dell' Adice  :  perche  gli  huomini  portati  da  quelle ,  non  ceffauano  bora  in  co  lettere  il 
queflo  luogo ,  bora  in  quell'altro  di  moleftare  tutta  la  campagna  :per  lequali  c,f^°.m  * 
difficultà  propoflo  di  nuouo  dal  Viceré  lo  flato  delle  co  fé  nel  configlio,  ciafeu-  a  fare  tmpre 
no  apertamente  giudicò  effere  minore  infamia  ricorreggere  la  deliberatione  fì^^ttì 
imprudentemente  fatta  col  leuare  il  campo, che  per feuerado  ne  II  errore  ,  efler  di  cefare . 
cagione  che  ne  rifultaffe  maggior  danno,  accompagnato  da  uergogna  maggio-  cordona* le 
(  redaquale  opinione  riferita  dal  Viceré  in  prefen^a  di  molti  Capitani  a  a  Gur-  ce  un*  ora- 
genfe,chaueua  ricufato  d'interuenire  nel  Con  figlio;  rijpofe,  che  per  non  effere  "^  a'£* 
fua  profeffwne  la  difciplina  militar  e;non  fi  uergognaua  di  confeffare  di  non  ha  ìuadèdò  che 
ver  giudicio  nelle  cofe  della  guerra  :  &  che  fé  haueua  configliato  l'andare  a  clp^da^Pa- 
campo  a  Tadoua;non  era  proceduto:perche  in  quefta  deliberatione  haueffe  ere  doua,&  a  «  - 
duto  afe  medefimoima  bauere  creduto}&  feguitato  l'autorità  del  Viceré:  il-  ruin"  Vi"* 
quale  e*r*  per  lettere,& per  meffì  proprij  n'haueua  confortato  più  uolte  Cefa   te»e,che  so 
te,  &  datogli  fperan^a  grandi  fjìma  d'ottenerla  :  finalmente  non  fi  rimouendo  slentafaiìa 
neper  le  querele,  neper  ledijpute,  le  difficultà,  an%icrefcendo  adognhora  la  walc  oj?»- 
difperatione  dell'efpugnarlaffi  leuò  il  campo,  poi  che  diciotto  giorni  era  flato  tédcf  if  Mar 
alle  mura  di  Tadoua:  &  efiendo  nel  leuarfi  &  poi  nel  caminare  infefiato  con  c  hcfe  di pc" 
tuiuamenteda  Cappelletti;  fi  ritirò  a  Vicew^auota  allhora  d'habitatori  &  dufc'profpè 
preda  di  t  hi  erafuperiore  alla  campagna.  Ottennero  in  queflo  me%p  le  genti  t0  Cola  na  • 

del 


t    I    B    TI    0  ' 
del  Duca  di  Milano, in  fuffidio  delle  quali  il  Viceré  haueua  mandato  ^Antonio 
■  ^ 'imrrcJjli  àa  Lena  con  mille  fanti  4 a  Tonte  Vico,a  guardia  dellaqual  terra  erano  dugena, 
sfo  1  zefehi     to  fatiti  de  Vtnitianij  i  quali  non  ifpauentati  riè  dall'artiglierie  ,  ne  dalle  mi- 
COIi Ua>  ?dc    ne>&  battendo  fiflenuto  ualorofamente  l* affatto; furono  alla  fine  d'un  mefe  co 
fcrkta  tutta  fretti  ad  arrender fi  per  mancamento  di  uettouaglie  :  &  circa  a  queflo  tempo 
toncMi* T  me^efmo  Ren%p  da  Ceri  tifato  di  Crema-Truppe  Siluio  Sauello ,  ilquale  man- 
dato dal  Duca  dì  Milano ,andaua  con  la  fua  compagnia,  &  quattrocento  fan 
5  iiche  in  a  tl  spagnuoli  a  Bergamo  :  &  poco  dipoi  e  [fetido  ritornato  a  Bergamo  un  Corn- 
eo 1513  co  meffarw  Spagnuolo  ari  Scuotere  danari  ;Ren%ob  ui  mando  trecento  caualli>etL 
me  fcriue    cinquecento  fanti:  i  quali  prefono  infume  il  Comminarlo,  &  la  Rocca  >  nella-  ; 
ri  noi  bèc  he  quale  s'era  fuggito  co  danari  rifeoffi  effendom  dentro  pochi/fimi  difenforiiper 
eg:i  (|m  no  iaqt,ai  cofaft  moffono  da  Milano  per  ricuperare  Bergamo c  feffanta  huomini  c 
comm ifla-   dar  mentre  cento  caualli leggieri  &fettecento  fanti, con  due  mila  huomini  del 
a^ce^h^la  Monte  di  Brian%a  fotto  Siluio  Sauello,  &  Ce  far  e  Fieramofca:  i  quali  hauen- 
Bergiuio  in  do  fiontrati  nel  camino  cinquecento  caualli  leggieri,e  trecento  fanti  mandati 
C%iÌC{<c^  d*  Ren%o  a  Bergamo;gli  meffono  in  fuga  facilmente;ilperche  gli  altri ;chepri 
pri?ion<  un  ma  haueuano  occupato  Bergamo ,1  abbandonarono, lafiiata  folameute  guar- 

"crfonaegio  ^a  ne^a  R°cca  P°fla  fa'l monte  fuora  della  Città,  laquale  fi  dice  la  Capella . 
spagnuo'o .  Soggiornarono  alquanti  giorni  il  Viceré,  e'I  Vefcouo  Gurgenfea  Vicen^  > 
k«adMuft!  mandata  ima  parte  de  gli  Spagnuoli  fotto  Troverò  Colonna  a  facebeggiare 
di  iu«  nei  h.  Bafciano,  &  Maroflico-non  per  alcuno  delitto  loro,ma  perche  con  le  foflan^e 
wowràquai  de  gl'infelici  popoli  sandaffe  il  più  chefipoteua  fomentando  l  efferato, alqua 
che  dtfeor-  [t  mancauano  i  pagamenti  :  perche  Cefareflaua  fempre  oppreffo  dalle  mede- 
rà fa  queiu  fme  difficultà:il  Re  diAragona  filo  non  poteua  foftenere  tanto  pefo,el  Du^ 
hiftom  oc  cato  di  Milano  grattato  ecceffiuamente  da  gli  Suiigeri,  non  pcteua  porgere 
anco  u  mo-  &d  dltri  cofi  alcunaia  Vicenza  flaua  V esercito  con  grandiffima  incommodità 
eenigo  nei  per  le  molefre  continue  de*  Cappelletti^  quali  feorrendo  giorno,  &  notte  tut- 
to il  paefe ,  impediuano  il  condurui  le  uettouaglie ,  fé  non  accompagnate  da 


e 


Bifcotda  groffafcortadaquale  perche  haueuano  pochiffimi  cauai  leggieri  >  era  necefìa- 
f  Suefto"  nu  riofaceffero  gli  huomini  diarme:&  p ero  per  fuggire  quefio  tormento,  Gurgen 
mero  difoi  fi  fi  ri  andò  co  fanti  Tedefihi a  Veronamal  Jodis fatto  del  Viceré,  ilquale 
fo«ó  T^ror  figurandolo  a  minori  giornate  fi  fermò  ad  libere  fu  Indice, doue  fopraflet 
lo  sauello  :  te  qualche  giorno  per  dare  commodità  a  Verone  fi  di  fare  la  uindemiay  &  la 
5"°  ch,hegìi  fimenta>non  ceffando  però  le  moleftie  de  Cappelletti,!  quali  fu  le  porte  di  Ve 
haueua 3  00.  Yona  tolfino  d  Tedefihi  i  buoi ,  che  conduceuano  V artiglieria .  haucua  prima 
d'arme^  00  penfato  il  Viceré  di  diflribuire  l'eflercito  alle  flange  nel  Brefiiano,  &nel 
fàntiA  200  £ergamafio>&  nel  tempo  medefimo  moleflare  Crema,  che  fila  teneuano  i  Vi 
monte'  di'  nitiani  di  là  dui  Mincio  :&  queflo  diuulgato>  h  aite  uà  afficurato  i  paefi  circo- 
Brian-M  :  &  ftantvjn  modo  chel  Tadouano era  pieno  d  habitatorii&  di  robbeiper  laqual 
pof  S   co  fa  il  Viceré ,  che  non  haueua  altra  f acuità  di  nutrire  l 'efi  eretto,  che  le  pre- 

Jiexamofca 

con  teflanta  haomin  d'arme  Spagnuoli,  ^centocinquanta  fanti  :  ma  nel  nmacio  delle  genti  mandate  il 

XtniO)  conuicne  eoa  quello  auuoie  ,^ 

de* 


V    N    D    E    C    I    M    ©.  JJ7 

ieMrìtìò  configlio.  &  chiamati  ì  fanti  Tede  fichi  andò  a  Moni agrigna  >  &  a 
Efle.'donde  andato  alla  ùilla  di  Bouolenta,& fatta  grandifjima  preda  di  htflia 
mi;  abbruciarono  ifoldati  quella  Villa,&  molti  magnificili  pala'zgi,  eh* erano 
ali 'incontro :da  Botiolenta  multandogli  la  cupidità  del  predare  >&  dando  loro 
animo  l'effere  i  fanti  de  Vinitiani  diflribuiti  alla  guardia  di  Tadoua  ,&di 
Trenigi;deliberàil  Vicerè,benche  contradicendo  Trojpero  Colonna,come  co- 
fa  temer  aria  }&  pericolofiaì  upproffìmarfì  a  Vinetia:perop  affiato  il  fiume  del 
-Baccbiglione  «  &  fiaccheggiattoT ieue  di  Sacco,  popolofio,  &  abbondante  Ca- 

éftello>&  dipoi*  andati  a  MefitrL&  di  quim condotti  fi a  Marghera  fu  l'acque  i  Andò  prf- 
falfe girarono ,acc\o  che  fuffepiu  chiarala  memoria  di  quefìa  effieditione,  con  ^a  a.Mci? re 
dieci pe?gi d'artiglieria  grofifia  uerfo  Vinetia ,  le  palle dellequaliperuennero  h>nn«  con 
final  Monaflerio  del  Tempio  di  S. Secondo:  &  nel  tempo  medefimopredaua-  ""*a{jf  &<?- 
no,  &  guaftauano  tutto  il  paefie,delquale  erano  fuggiti  tutti  gli  habitatorufa  grofoiom- 
tendo  iniquifjìmamentelaguerracontra  le  mura  .'pèrche  non  contenti  della  ^efSf&li! 
'preda  grandifjima  degli  animali.  &  delle  cofe  mobili, abbruciarono  con  fiom-  fc  la  «eri» , 

t  ma  crudeltà  Meflri,Marghera,&y>  Li?£afufina,e  tutte  le  Terrea  Ville  del  Sonoundl 
paefe:&  (fiera  quelle  tutte  le  cafie,  che  haueuano  più  di  ordinaria  belleTga  ,ò  fen  fori  :  se 
apparen%a:neliequai  cofe  non  appariua  minore  l'empietà  de*  foldati  del  Va-  rono^cac 
fa,&  de  gli  altri  italiani ,  an%i  tanto  maggiore ,  quanto  erapiu  dannabile  a  donarne© 
lorojche  a  barbari  incrudelire  contra  la  ma\nificen%a,et  ornamenti  della  Ta  tunoT Sèr 
Pria  commnne;ma  in  Vinetia  uedendo  il  dì  fumare,  &  la  notte  ardere  tutto  il  cito-  g ««io 
ypaefeper  gì 'incendi} delle  uillc,  &  falangi  loro,  &  fentendo  dentro  alle  ca- 
fe',  &  hahitationi  proprie  i  tuoni  dell'artiglierie  de  nimici>non  piantate  per  b  LimfuG 
nitro,  che  per  fare  più  chiara  la  fiua  ignominia  ;  erano  concitati  gli  animi  de  na  '(Jouc  fi 
glihuomjni  a  grandifjima  indegnatione  ,  &  dolore ,  parendo  a  cìaficheduno  no  ie"bar- 
acerbiffimo  oltra  mifiura,  che  tanto  fufìemutata  la  fortuna,  che  in  cambio  di  c^\nidSu 
tanta  gloria ,  &  di  tante  uittorie  ottenute  per  lo  paffato  in  Italia ,  &  fuori.  Brenta  net 
per  terra-,  &  per  mare,  uedeffero  al  prefiente  unefierciìo  piccolo  a  compara-  ™a0re  f^* 
tiene  deli  'mitiche  fór%e\  &  potenza  loroànfiultare  sì  ferocemente,  et  contitme  «--heggiatada 
Uofamenteal  nome  di  cosi  glorie fa  Republica,  Dallequali  indegnità  uhlen-  Jo^^àt 
tata  la  deliberàtione  di  quel  Senato,  oftinatò  infimo  a  quel  giorno  di  fiuggire  «*  ìigìouìo, 
quantunque  grandi  fperan^e  gli  fiuffiero  propofle,d  fare  efperien^a  della  fior-  ch^xoSnT 
tuna;acconjtntì  alle perfiuafioni  efficaci  di  Bartolomeo  di  stimano, che  chiama  P*r*°  '***€ 
ti  tutti  ifoidatu&  commoffi  tutti  i  uillani  dellapianura,  &  delle  montagne,  gr0flè  prc- 
fitétaffe  d'impedire  il  ritorno  animki;laqual  cofial' JLluiano  damofilraua  mot  d«.  dritta 
Po  facile  :  perche  efikndo  temeriamente  traficorfi  tanto  innanzi ,  &  me'tjìfi  in  m 
me%o  tra  Vinetia,  Treuigi ,  &  Tadoua  non  potevano ,  &  mafjimamenteefi- 
fendo  caricati  di  tanta  predai  ritirar  fi  fienT^a  grauifijìmo  pericolo  per  la  inco- 
modità delle  uettouaglie,&  per  l  impedimento  de'  fiumi,  &  de'  puffi  diffici- 
li: &  già  gli  Spagnuolifentito  il  mouimento  chefifaceua,  accelerando  il  cerni 
nare;eranoperuenuti  a  Cittadella:  laquale  non  hauendo  potuto  occupare, per- 
che ui  erano  entrati  molti  foldati, alloggiarono  difetto  a  Cittadella  apprefio 

Vu  alla 


t    I    B    R    O 

jlÌìa  Brcntaperpaffarc  alla  Villa  Conticela,  nclqual  luogo  fi  poteua  guada- 
■  Cofl  §  pfl  yc:  ma  gli  ritenne  da  tentar  di  paffare  toppofitione  dell  filmano  »  ilquale  fi 
ne!  m occiil  era  pofto  dall'altra  parte  con  le  genti  ordinate  ne  gli  [quadroni*  &  con  l'ar- 
idi cui  pj  tiglierie  dtflefe  fu  la  mia  del  fiume ,  prouedendo  follecitamente  non  folo a 
kabiano  toi  quel  luogo  ma  a  più  altri;  donde  fé  non  baueffero  bauuta  rcfflen^a ,  farebbe 
toquefteco  jlat0  facile  il  poffare  :  mail  Viceré  continuando  nelle  dimofirationi  di  uoler 
fi  '  cóforma  paffwe  dalla  parte  di  fotto  aliami  ale  l\4luiano  bauea  uoltate  tutte  le  forile 
i  G'uftinia  jye;  paflò  la  notte  feguente  fenzg  oflacolo  al  p  affo  detto  di  Tsluouacroce a  tre  4 
i!  ma  ìigìo  miglia  fopra  Cittadella:  onde  fi  indrix^arono  con  celerità  grande  iterfo  Vi- 
uio  lenza  cen\a:ma  l\  -ìluiano  uolendo  opporfi  al  paffo  del  fiume  del  Brxchiglione  gli 
il  luogo  di  preuenne:  unir on fi  feco  prefio  a  Vicenza  b  dugento  cinquanta  huomini  d'ar-  h 

ce110  fcr?0  me>  &  ^ue  m^a  fentl  ucnutl  da  Treuigi  fotto  Gian  Vagolo  Buglione ,  &<An 
che  fu  irò',  drea  Gritti:  &  era  il  configlio  de'  Capitani  Vinitianì  non  combattere  a  ban- 
4o°  rèi  Smi"  diere  piegate  in  luogo  aperto  co'  rumici,  i  quali  ueniuano  uerfo  Vicenza  :  me 
g.iia  fopra ,  guardando  ipaffi  forti,  &  i  luoghi  opportunuimpeàire  loro  il  camminare  a  qua 
f^uoif'eta*  lmclue  parte  fi  uolgeffero  :  a  queflo  effetto  haucuano  mandato  Gian  Vagolo 
i»o  accapati.  Manfrone  con  quattro  mila  comandati  a  Montecchio,a  Barberanoper  impedi 
,  '• .--  re  la  uia  de'  monti, cinquecento  caualli  con  molti  altri  paefani,  &  fatto  occu  - 
il  Mocengo  pare  da'  uillani  tutti  i  paffi,  che  andauano  nella  Magna  ,  &  fortificategli  con 
*  T******  f°fà  con  tagliate>con  faffh  &  con  alberi  attranerfaii per  le  ftradc:  a  guar- 
ii* &  del  dia  di  Vicenza  lafcib  l\Aluiano  con  fufficiente  prefid io  Theodoro  da  TriuU 
G lìl  •  il  °?  Kf ;  e&*  c°l  re'fi°  dell'efferato  fi  fermò  a  c  Olmo ,  luogo  uicino  a  Vicenza  due  e 
fi .  miglia,  fu  laflrada  che  uà  a  Verona  impedito  talmente  quel  paffo,  &  un  al- 

tro uicino  con  tagliate,  &  confoffi-  &  con  £  artiglierie  diftefea  luoghi opporr 
*o  dice  il  *  tnni,ch'era  quafi  impoffibile  ilpaffarloicofi  impedito  il  carnaio  deflmato  uerfo 
Mocenìgo  .  yerona;er 'a  finalmente  difficile  a  gli  Spagnuoli,che  caminauano  lungo  i  mon 
fo°f °v?céVa  thallargarfiper  lo  paefe  paludofo,  &  pieno  d'acque  :  difficile  pigliare  la  uia 
due  miglia,  ^  monte  flretta ,  &  occupata  da  molti  armati,  in  modo  che  circondati  da'  ni 
ticcttoUmoi  mici  quafi  da  ogni  parte,alla  fronte,alle  jpalle,&  per  fianco  }&  feguitati  con 
to  jttoaii'ar  tinuamente  da  moltitudine  grande  di  cauai  leggieri ;non  haueuano  delibera- 
«fauailèfot  tione,  fé  non  difficile,  &  molto  pericolofa:  alloggiarono  foprauenendo  la  not 
to,;  c6I{1n0,<Jla  te,dapoi  che  alquanto  fi  fu  fcaramucciato,  uicini  ad  un  mc^p  miglio  all'allog 
■f,  per  eflei  gì amento  de  Vinitiani,  oue  confultato  la  notte  i  Capitani  quel ,  che  fra  tante 
^HfJRJl  difficultà,  &  pericoli  dout fiero  fare  ;  elefiono  per  meno  pericolofo  d  uolgere  " 
•ha  palude:  ly  in fegne  uerfo  la  Magna ,  per  ritornar fene  per  la  uia  di  Trento  a  Verona , 
VadtnftV  benché  perla  lunghezza  del  camino ,  &  per  la  piccola  guardia  u  haueuano 
;i  gìou'o,  fé  lafciata;  prefupponeuano  quafi  per  certo ,  che  prima  ui  entrerebbono  i  Vini" 

!>é  no  nomi  ,  •      •  . 

aaCreazzo:  . 

jba  folo  d  ce  un  luogo  pretto  fa  rilla  dell' Olmo,  lungi  due  miglia  da  Vicenza.  Poco  appretto  recita  quefto  aut 

tore  riftetib,come  opinion  d'alcuni . 

4  Fuconfi^l.a.o  (dice  il  Giouio)di  tornare  in  dietro,  pigliandola  ftrada  a  mandritta  per  quella  uia, che  m« 
uà  a  BaiTano  :  con  quello  però,  the  partendo}  pcnfauanodi  tirar  l'Aiutano,  tèroce  d'ingegno,  tuora  de'  torti 
alloggiamenti  in  campagna  aperta, a  combattere:ouero  (chi lata  Vicenza,  giudo  Picttb  le  montagne  di  T*c» 
joj  wraaa  .aiw  a  V«onaain  «alo  che  con  foìlcio  multila u. 


M    D    E    C    !    M    O.  $rt 

*  riatti:  cofi  fitnoffono  fui  fare  del  giorno  uerfo  Bafiano,  *  ucltario  le  f.  .>lh 
à  nimici:  di  che  ninna  cofa  è  più  ffauentofa,  &  più  perniciofa  a  gli  effe  rctiì  :  a  rUeità  il 
&  ancor  che  camiuaffero  ordinatamente  con  tanto  piccola  ff*eran%aài  falli    ^r.o  «àcs 
te,che  flimau ano  ilperdere  tutti  i  carriaggio  i  caualli  meno  utìU>effere  il  mi-  refe  w^\ 
normale, che  potè ffe  loro  fuccedere;non  saccorfe  della  leuata  loro  fatta  taci-  ^cdóaa: 
tamente  fen%afuon  di  trombe*  &  di  tamburino  fi  preflo  l'<Aluiano:perche  la  pacche  Pr  o 
nebbia  foltiffìma*  ch'era  la  mattinaci 'impediua  lauifta  :  ma  come  prima  fé   ^r  £°VJ 
ne  fu  accorto;  gli  feguitò  con  tutto  l'efiercito  :  nelquale  fi  diceuano  effer  mille  guardia*  di- 
huomini d'arme,mille Stradiotth&  fei mila  fanti, inficiandogli fempre da o-  "ccaua'ho! 
gni  parte  gli  Stradiottiy  &  numero  infinito  diuillaniyche  feendendo  dalle  moti  ra  per  rag*  5 
tagne;glipercoteuano  con  gli archibufi:  onde  col  pericolo  aumentaua  fempre  Jétroguax-* 
la  difficultà  del  caminare ,  maggiore  per  la  moltitudine  de'  carri ,  &  de*  car-  dia,aiiegan- 
riaggh  &  per  la  quantità  grande  della  preda;  &  perche  procedeuano  per  flra  p^ùòlL 
de  angufle>&  affoffate  >  lequalinon  haueuano  hauuto  commodità  d'allargare  ««  dell'ordì 
con  le  (pianate :ma  gli  conferuaua  ordinati ,  benché  caminafìero  con  paffo  ac-  j^ch^pri" 
celeratOyoltra  la  uirtù  de'  faldati,  lafollecita  diligenza  de1  Capitani:  &  non-  j»«  **asE?*? 
dimeno  effendò  proceduti  in  tante  angujlie  forfè  due  miglia;  pareua  ad  effiftef  co*° 
fi  difficillimo  il  continuare  molto  coshma  nonfupatiente  la  temerità  de'  nimi 
ci  ad  affrettare  che  fi  maturaffe  sì  bella  occafione ,  condotta  già  qua  fi  alla  fua  c'h3no°ine* 

l  perfezione: b  l' filmano  impotente, come  fempre, a  raffrenare  fé  mede  fimo;  af  gnato  pre- 
fialtò  non  tumultuo  fornente,  ma  con  l'efiercito  ordinato  a  combattere ,  &  con  j"«  difcbiì 
l'artiglierie  il  retroguardo  de  nimici,guidato  da  Tr  off  ero  Colonna. Tiu  certa  **>  uica  «- 
fama  è;che  tardando  l'jLluiano  ad  affittargli, il  Loredano,uno  de  Vrouedito  me'nte^J 
rijconferuenti parole  lo  morfeperchenon  daua  dentro. perche  lafciaua  andar  ft°  ll">go  «1 
ne  falui  i  nimici  già  rotti:  dallequali  parole  precipitato  il  ferociffimo  Capita-  i^Liana  i 
no;  dette  furiof amente  il  fegno  della  battaglia .  ^Altri  affermano  efiere  flato  dicendo  che 
autore  del  fatto  d' arme  Troff  ero  Colonna-,  per  configlio  delquale  il  Viceré  ha  dèue  cóbat- 
uere  uoluto  più  toflo  efferimentare  la  fortuna  incerta  del  combattere,  che  fé-  lcr. c5  *'*$* 
guitare  per  altro  modo  la  fferanya  pkcoliffima  di  faluarfi:  &  aggiungono  w  ogniuno* 
che  hauendo  fatto  femo  di  uoler  ritornare  uerfo  Vken%a;l\Aluiano  haueua  ual  per  cifl~ 
fatto  fermare  ne  Borghi  di  Vicenza  Gian  Tagol  Baglione  con  le  genti  uenute  poggiarli . 

t  da  Treuigì.  effb  col  re  fio  delt  effer  cito, fi  era  fermato  a c  Creatia  due  miglia  ap  Vc.^  l\ '  ?*• 
preffo  a  Vicen%a,ou è  un  piccolo  colle,onde  commodamente  fipoteuano  ufare  ta  nei  lib  j. 
contra  i  nimici  l'artiglierie,  a  piedi  di  quello  è  una  ualle  capace  dell' esercito  ?**  c!?e  a 

?■  ti  i     r  r  •  r  i     n       t     n    f  rr     >       »    l'roucditor 

in  ordinan%a,auaquale  ji  peruemua  per  una  jota  Jtradajtretta  apprejjo  a  col  Lordano  ri 
li,  &  qua  fi  circondata  da  paludi:ilqual  luogo  Trufferò  cono  fendo  efiere  più  ll^^f,  ** 
incommoao  a  nimici;  confortò  che  in  quel  luogo  s 'affali afiero.  Comunche  fi  no,  &  gii  c5 
fia}Vroffero  cominciando  uirilmente  a  combattere, &  mandato  a  chiamare  il  £ r  ndf0  * 
Ficerè,cheguidaua  la  battaglia,  &  mouendoft  nel  tempo  mede  fimo  per  com-  fc«;  (o  ferme 

il  Giouio,  te 
eendolo  il  Mocenigo,5c  gli  attrbcV  dice  il  Giouio  la  rifpofta,  che  fu  data  ancho4aU'Ajtiiano:Iaquaie  affer* 
ma  haacr  intela  da  color,  che  ui  furon  prefcnti,&  l'udirono. 

c  Poco  (opra  ho  notato,che  quefta  è  opinion  del  Moceuigo  mi  l»b.$.  da  cui  pollono  efler  tolte  queite  f& 
aek.  Vedi  ancho  l'hiftoiie  di  Pietro  Giuftmiano  mi  lib.J  i. 

fu    x         mandammo 


J>       IV       vj 


mandamento  del  Marche fc  di Tefaara  i  fanti  Spagnuoli  da  mia  parte,  e  i  Te- 

defibi  dall'altra*  zpercoffi  con  grandiffimo  impeto. i  faldati  de  Fini:  ìaui  ;  gli  a 

meffono  in  fuga  quafi  finitamente .perche  i  fanti  nohfòfténendo  la  ferocia  del 

a  ©  ucfto  Ut  ^affa^t0^ttate  le  p^cbe  in  terra  cominciarono  uituperofamente  [libito  afug 

to  d'arme    giu,effendo  ì  primi  e f]  empio  a  gli  altri  di  tanta  infamia  i  fanti  Romagnuoli , 

niik  Vo\ìs  'a  ^e  1ua^  e,a  Co^nc^°  Barbone  di  Ivaldo  da  Brifighella:  la  m^defimabmttet 
gji'uofi  a  7.  ^afaguitò  il  reflo  dell' e ffer  cito, niuno  quafi  combattendolo  mofkando  Uno  Ito 
X5?3r  diririt  a  &*  auerfarijfamarritanonche  altro  per  la  fuga  cofifuhitada  uirtù  delimi- 
to qui  fotto  uianoiilquale  b  lafaò fenyg. combatt  eresia uittoria a  nimicUa  quali rimajò-  b 
dSSmétc  no  %artiglierie,e  tutti  i  carriaggi  :  diffiparonfii  fanti  in  dmerfi  luoghi  :  de  gli  : 
raccontato  huomini  &  arme  fuggì  una  parte  alla  montagna$wa  parte  fi  faluò  in  Tadcua, 
nei  \?o°izl.ct  &  *n  Treuigi, dotte  anco. ri  fuggirono  l' jlluiano,e*l  Gritti:  furono  ammendati 
dai  Giutti-  Francefao  Calane  Antonio  Tio  Capitano  vecchio*  infume  con  Gofian%ofm 
Sb.i  x. nC     figliuolo ,  Meleagro  d&Forlì ,  &  Luigi  da  Taima ,  &  poco  meno  che  morto 

Taoloda  Sant' ^Angelo  yilquale  fi  faluò  pieno  di  ferite  :pr  e f [Gian  Vagolo  Ba 
ì  il  Gulfe  ghone,&  Giulio  figliuolo  di  Gian  Vagolo  Manfrone^Malatcfia  da  Sogliano , 
niano  fai-  dr  molti  altri  Capitani, &  huomini  honorati,  &  e  on  peggior  fortuna  rtTro* 
Ai-Auno  Vó  ueàitot  Loredancperche  combattendo/i  tra  due  faldati  di  cual  dà  loro  dotte  fa 
batte  cò.gri  fa  effèr  prigione. uno  d'effi  beftialmente  lo  ammazzò .  Kimafono  in  tutto  fra 
guerra,0^  morti,  &  pr  e  fi,  far  fa  da c  quattrocento  huomini  dame,  &  quattro  mila  fan*  e 
do  ufficio  dì  ti  :  perche  a  molti  fu  impedito  il  fuggire  dalla. palude ,  &  fece  nella  fuga  il  . 
&ad7 foidà.  danno  maggiore,  che  Theodor 0  da  Trinici,  chiufa  le  porte  di  Kicen%a,  accio- 
to:  &  è  da  ef  che  iuinti,e  i  uincitori  alla  mefaolata  non  ui  entrafferoynon  ui  ammefìe  aku- 
loro  Vini-  noionde  molti  mettendo  fi  apaffare,  annegarono  nel  fiume  uicìno,  e  tra  quefli 
mero  de; ca  Hermes  Bentiuoglio,  &  Sacrmnoro  Vifaonte.  Qucfia  fu  la  rotta,  che  rice- 
iuftre  mor-  netterò  ilfettimo  giorno  d'Ottobre  i  Finitiani, appreffo  a  Ficen'^a,  memora? 
59.  frtri  P«  bile  per  l'effempio  che  dette  a  Capitani ,  che  ne]  fatti  d'arme  non  confidaffero 
ìì  fon^pofti  de  fanti  Italiani,  non  efaerimentati  alle  battaglie  ftabili>  &  perche  quafi  in 
ancho  dai  mo  iftante  di  tempo  andò  la  uittoria  a  coloro,,  che  haueuano  piccoliffima  fae- 
nei  iuo.Dia-  ran%adi.fa.lute:  laquale  harebbe  meffo  in  pericolo,  òTreuighò  Tadoua,  ben-. 
£lQ  •  che  in  quefla  Bartolomeo  a  filmano ,in  quella  ^Andrea  GrittUfifuffero  rifug- 

ii Huomin  g)tl  con  fc  reliquie  dell efi ere ito: ma  ripugnaua  oltra  la  fartela  delle  terre*. 
d'arme  i  so  la  flagione  deli* anno  già  uicina  alle  pwggie>nè  potere  i  Capitani  difaorre  ad  at 
«nlgo  ^&  bitrio  loro  i  faldati  non.  pagati  a  motte  imprefe:  &  nondimeno  i  Finiti  ani  afa 
quattro  mi  flittida  tanti  mali,& faauentati  da  accidente  tanto  coir  ar io  alle  fa  eran%e  lo- 
ft Gfouio^g  ro;non  macauano  diprouedere  quanto  poteuano  a  quelle  Città>nefiequali  oltra 
pugne  mii-  gli  altri prouedimentimaniarono,com  erano  confueti  ne  pencoli  più  graui,  ad 
#£  tanu  ai,  mofò  fona  giouentù  nobile .   ball  arme  dopo  la  giornata  fi  riduffono  le  cofe 

a  penfieri  della  concordia  trattata  dppreffoAlVontefìce ,  alquale  era  andato 
ufiofiìi  vi  il  Vefaouo  Gurgcnfa sfotto  nome  principalmente  di  dargli  fubidien%a  in  nome 

aitiani.  che  .  r 

iridarono  alla  difefa  di  Padoua  &  di  Treuigi;  furono  (come  dicci!  WoceWÉP)  ifigUuoji  del  Doge  Loredana 

i&  culli  au4o  J»ui£i  %  i  a*iew*^  fljwwxdo  a  Tiioigi. . 

dell  imperatore* 


a  Queftà 
gP«riClia  del 
i'apu  dice  ri 

.  ?r   ieri  ti 
di  propria 
iti  a  nudi  ìì5 
iùj  Diente 
più  di  quel* 
io,  cheah'u 


b  Domanda 
uà  Celate  in 
quella  con-» 
cordÌ2a'  Vi 
nitiani,  ol- 


V    N    DEC    T    M    O.  3*9 

delt  Imperatore,  &  dell' arciduca  9  feguitandolo  Francefco  Sforma  Luca  di 
Bari,  per  far  e  l'effetto  mede  fimo  in  nome  di  Ma  (fimi  1/ ano  sforma  fuo  fratel- 
lo: &  benché  Gurgenfe  rapprefentaffe  come  l'altre  mite  la  per  fona  dell' im- 
peratore in  Italia  :  nondimeno  pr  et  erme  fio  il  faflo  confueto  ;  era  entrato  in 
Roma  modeflamente,nè  minto  ufareper  lo  camino  le  infegne  del  Cardinala- 
to mandategli infimo  aToggibon^i del Tontefice.  Mlauenuta delCardina-  ^cenigo, 
le  Gurgenfe  fu  fatto  compromefio  da  lui ,  &  gli  Oratori  Vinitiani ,  di  tutte  pel  &u!S 
le  differente  tra  l'imperatore ,  e^  la  loro  Repubblica  nel  Tontefice:  ma  com- 
promefio più  tofto  in  nome*  &  in  dimoflratione ,  che  in  effetto,  &  in  fcftan- 
%a: perche  niuno  uolle  compromettere  nell'arbitrio  fofpettoper  l'importanza 

4della  cofa  ,fe  non a  riceuuta  promefia  da  lui  feparatamente*  &  fegretamen-  na.&Vu-al 
te  di  non  lodare  fen%a  fuo  confentimento .  Fattoti  compromefio,  fofp  e  fé  il  J"^"for 
Tontefice^  per  un  brieue  l'offefe  tra  le  parti:  ilche  benché  fuffe  accettato  da    '  PUCmt°  ' 
tutti  con  lieta  fronte  ;  fu  dal  Viceré  male  ofieruato  :  perche  uenuto  tra  Mon 
tagnana ,  &  Efti ,  non  hauendo  dopo  la  mttoria  fatto  altro  che  prede  ,  & 
correrie,  &  mandata  una  parte  de  foldati  nel  Tolefine  di  Rouigo  ;  faceua  . 

in  tutti  quefii  luoghi  molti  danni,  hora  feufando  ch'erano  territorio  di  Ce  fa-  tùrfetemj 
rejoora  dicendo  affrettare  auifo  da  Gurgenfe .  1\c  hebbe  il  compromeffo  più  ^^f.  fl 
felice  ti  fine ,  che  haueffe  hanuto  il  me%o ,  e'I  principio^,  per  le  difficultà ,  che  me  Sta 
nel  trattane  le  cofe  fi  feoperfono  :  perche  Ce  far  e  non  con fcnùua alla  concor-  MoceniS°  • 

*  diaje  non  ritenendo  parte  delie  terre,  &  per  l'altre  mettendo  b  quantità  gran  c  Marano/», 
diffima  di  danari  :  &  per  contrario  i  Vinniani  dimandamno  tutte  le  terre ,  Pfc(ò> fecon 
&  offeriuano  piccola  firma  di  danari,  &  fi  crcdeuachel  Re  Calolico,ben-  S 
che palefamente dimoflrafje dì defìderare,  come  già haueua  fatto, quefla con  *'}l  Glu ™- 
cordiajjora  occultamente  la  diffuadcjfe .  wt  erpici  sndofì  che  per  difficultar-  amento 
lapiuMuefie  nel  tempo  medefimo  lafcìato  Brefcia  in  mano  di  Cefare;laqua-  d'un  fìClt 
le  il  Viceré  affermando  ritenerla  per  renderlo  'più  inclinato  alla  pace  potigli  mólto  fami 
haueua  infima  quel  giorno  uoluto  cenfentne:  le  caconi  fi  congetturarono  uà-  [^  A*4 
riamente,  b perche  hauendo  offefo  tanto  i  Vinitiani ,  giudicale  non  poter'ha-  ctwZ^t  J 
Mere  più con  loro  fine  era  ammtta;b  perche  conofecfie  la  nputatione,&  gran-  *roada,*la  \$ 
deT^ajua  in  Italia  dependere  damai ener  uiuo quell'efierciio ,  ilquale  per  quaWW 
rarefila  di  danari ,  nonpoteua  nutrire  yfe  non  opprimendo  >  e  taglieggiando  ì  ^Ted*!? 
popoli amich&  correndo,& predando' 'per lo \paefe de 'nimicu  Lajaò adun-  ic°hi5  rifece 
que  imperfetta  la  cofa  il  Tontefice,  &  poco  dipoi  /  Tede  fi  hi  occuparono  fur-  ?0al  £r"£*" 

ctiuamentec  perme%o  de  fuor  ufi  iti  Marano ,  terra  marittima  nelFrmli, 
&  poi  prefero  Montefakone  :  &  benché  t  Fimtiam  defiderofi  diricupe- 

»  rar  Marano >  propinquo  a  fiefianta  miglia  a  Finetia}  d  £  a  fi  alt  afiero  per  ter- 


ra. 


chaui  una1 
mattina  pe* 
téVi filmo  ,' 
ir.» io  tinta; 
d'andàr,co» 
rn'era  ioli- 


to.a  caccia  :fr  cosi  ui  mre  dentro  Ch^^ 

lettiera  di  Tedclchi  naicclta;  arrazzarono  le  gua.che,  &  Marano  fu  picfò .   Ma  di  qudìà  préla  &  guerra-io 

Priuli  paria  l'auitoieancho  nel  libro /eguentc  a  car  34S- 

è  Mandarono  iVinitiani  a  ricuperar  Marano  Bald.ilar.i  Scipione.  &  Girolamo  Sauorgnanofil  Giou.o  dice 

*  o  ?  ."i  r     a M?nl,on«)  Jon  S«n«  Per  terrai  &  Funielco  da  Mcm>  cos  armata  di  M^rc  .   Vttti  il  Mo«* 
*-So,eil  c*iwitiAiano,  e  il  Grouio. 

Vu     3 


t 


LIBRO 

va,  &  per  mare;  nondimeno  effendo  in  ogni  luogo  fintile  la  loro  fortunafurò- 
èhìama  il*  nodaciafcuna  delle  parti  danneggiati  :  folamcnte  in  quefto  tempo  Reniyda 
Mocen  igo ,  ceri  confomma  laude  foftcntaua  alquanto  il  nome  deli  arme  loro:  ilquale  con 
«io  Fino  tutto  che  in  Cremandoti  era  a  guardia fuffepefle,  &  careflie  non  leggiere  y  & 
Ifwi^icV  C^e  e$m*°  le  &enti  tya&molc  y  &  Milane  fi  diflribuìtefi  per  la  ftagione  del 
tStii  iitsl  tempo  alle  flange  per  le  terre  circoftanti,fipoteffe  dire  quafi  affediata;  affal- 
uno*  "i  io  tat0  a^tmprouifo  a  Calcinaiayterra  del  Bergamasco;  fualigiò  Ce  far  e  Fieramo 
ne  con  s«.  fia  con  quaranta  huomini  d \arme,  &  dugento  cauai  leggieri  della  compagnia 
Mocen)1  o*1  ^  Sofferò  Colonna  :  &  pochi  dì  poi  entri:  j  di  notte  in  Quin%ano  prefe  il 
fcriue,comc  Luogotenente  del  Conte  di  Santa  Sellerina-,  &  ut  fualigiò  cinquanta  huomini 
quefto  aut-  d'arme:&  in  Treuì  diece  huomini  d'arme  di  quei  di  Tro  fiero.  L'altre  co  fé  d'l-> 

tore.    Il  oio  ...  j  •  n  n    m  i 

pio  recita  tal  ia  procedeuano  in  quefto  tempo  ifleffo  quietamente ,  eccetto  che  gli  <Ador- 
tato°  &  "o*  n*>  e  *  FtefehWW tYS  fotte  huomini  delpaefe,  &  b  forfè  con  fattore  occulto  del  b 
mina  la  ter-  Duca  di  Milano,prefa  la  Specie, &  altri  luoghi  della  rimerà  di  Leuante;  s'ac 
to:  nsa^non  cofiarono  a^e  mHra  di  Genouama  fuccedendo  le  co  fé  infelicemente ,  fi  parti- 
pone  il  nu-  rotto  quafi  come  rotti, perduto  parte  delle  genti, che  ùhaueuano  menate,&  al 
huomini .  cunipc^i  d'artiglierie,  apparirono  anco  in  Tofcanaprinciptj  dinuouifean* 
doli:  perche  i  Fiorentini  cominciarono  a  moleflare  i  Lucchefhconftdandoft  che 
e  a  vele  "di  Per  tmoY  del  Pontefice ,  ricomprebhono  la  pace  con  la  reflitutione  di  Tietra- 
Nebio  con  finta  &  di  Mutrone,&  allegando  non  effere  conueniente  ,godeffero  il  bene* 
eirAdórnY  fic*°  ^  ^He^  confederatone, laquale  preftando  occultamente  aiuto  a'  Ti  fini, 
fodero  l'auo  haueuano  uiolata:dellaqual  cofa  querelando  fi  i  Lucchefi  col  Tapa ,  &  col  Re 
«"anliSa"  Cat°hco>  m  cuiprotettione  erano*  &  non  uedendo  rifultar ne  alcun  rimedio  ; 
no  :  anzi  il  furono  contenti  finalmente  per  fuggire  i  maggiori  mali  y  farne  compromefio 
KebioUui  ag  ne^  Pontefice:  ilquale  hauuta  fimilmente  autorità  de'  Fioretti  ini  ;  pronunciò 
ghigne  an-  che  ì  Lucchefhi  quali prima  haueuano  reflituita  al  Duca  di  Ferrara,  la  Cai  fa 
Se  giisuii*  gnana,lafciaffero  quelle  Terre  a'  Fiorentini ,  &  che  tra  loro  fuffe  in  perpetuo 
»e«-  pace*  &  confederatone .    +Alla  fine  di  quefto  anno  le  Caftella  di  Milano ,  & 

.  j.  r  di  Cremona,hauendo prima ,  perche  cornine iauano  a  mancare  le  uettouaglie , 
feouo  di  Ne  patteggiato  d'arrender  fi,  fé  infra  certo  tempo  non  erano  foccorfe ,  uennero  in 
«KeUapie  Poteftà  del  Duca  di  Milano, né  altro  fi  teneua  più  per  lo  Re  di  Francia  in  1  ta- 
be minuta  liayche  la  Lanterna  di  Genouadaquale  i  Genouefi  tentarono  nella  fine  dell' an 
chei?1  facef  nomedefimodi gittare  in  terra  con  le  mine,acccftandofi  a  quella  con  un  pun* 
k  quefta  e-  tone  di  legname  lungo  trenta  braccia, &  largo  uenti,  capace  di  trecento  huo- 
Sghar'fa  £j  mini,  faf ciato  tutto  per  refiftere  a'  colpi  dell'artiglierie  di  balle  di  lana,cofa  di 
urna  con  grande  artificio,&  tnuenttone:  ma  che  tentata,  come  fanno  Jpejfo  fimi  li  ma- 
Èfdenoa  chine ;c non fuccedette.  ' 

funtore  t 

f  ercioche  a  gl'intendenti  non  panie  mai  uc(ifirnile,chc  iiufciiTc:&  che  quefta  machina  fu  di  danno  alla  Re- 

f  ublica  di  4o«Ui  mila  duca». 


VEL- 


J4» 


DELL'HISTORIA 

DI   M.    FRANCESCO 

GV1CCIARDINI 

Genti  l'hvomo    Fiorentino, 


LIBRO    DVODECIMO. 


SOMMARIO. 

VT  en  defcritta  nel  libro  Duodecimo  la  guerra  de  gringlefi*  contra  Francia, 
&del  Redi  Scoria  conerà  Inghilterra:  l'affedio  &prefa  di  Terroana: l'accor- 
do del  Tramoglia  con  gli  Suizzeri  a  Digion:  la  proroga  della  tregua  tra  Spagna 
&  Francia  :  1  incendio  (uccello  in  Rialto  di  Vineria:  i  progredì  della  guerra  in 
Friuli:  la  pace  fra  i  Redi  Francia  &d  Inghilterra:  leconuentionifra'l  Papalini 
peratore,e  il  Re  Catolico:il  /uccello  della  guerra  fatta  da'  Vinitiani  in  Lombar- 
dia :  la  morte  di  Luigi  Duodecimo  Redi  Francia,  a  cui  fuccellc  Francefco  Pri- 
mo,che  fece  Léga  co'  Vinitiani:  la  confederatione  fra  l'Imperatore,  i'  Re  d'Ara- 
gona, &  gli  Suizzeri:  &  quella  de*  Fregoli  con  Francia:  la  tienuta  in  it.  lia  del  Re 
Francefco:  il  fatto  d'arme  a  Marignano  &  la  rotta  de  gli  Suizzeri  :  la  perdita  del- 
lo flato  di  Milano  fatta  da  Mailìmiliano  Sforza  :  l'abboccamento  di  Papa  Leone 
&  del  Re  Francefco  in  Bologna  :  la  morte  del  Re  d'Aragona:  la  pattata  di  Maf- 
emiliano  Cefarc  in  Italia  :  la  guerra  contra  il  Duca  d' Vrbino  :  la  Diera  a  Noion 
peraccommodàr  ie  cofe  fra  Spagna  &  Francia  :  l'affedio  di  Verona ,  &  1  acqui- 
Roderla  fatto  per  li  Vinitiani. 

VCCEDETTO  Ts^p  nell'anno  mede  fimo  nelle  regioni 
Oltramontane  >  pericolofiffime  guerre ,  le  quali  faranno 
raccontate  da  me  perla  medefima cagione,  &  con  lame- 
defima  breuità,  con  laqual  le  toccai  nella  narrazione  del- 
l'anno precedente .  Origine  di  quei  mouimenti  fu  la  de- 
liberatone  del  He  d'Inghilterra ,  a"  affaltar  quefia  State 
con  grandijjlme  forze  per  terra,&per  mare  il  Reame  di  Francia:  dellaqual 
imprefa  per  far  fi  più  facile  la  uittoriajoaueua  conuenuto  con  Ce  fare  di  dar- 
gli cento  uenti  mila  duetti  ;  accioche  entraffe  nel  tempo  mede  fimo  nella  Bor- 
gogna con  tre  mila  caualli ,  &  otto  mila  fanti  parte  SuiT^erì  >  parte  Tede* 
fichi  ipromeffe  ancora  a  gli  Sui?geri  certa  quantità  di  danari ,  perche  face  fi- 
fero  il  mede  fimo  congiunti  con  Cefarc ,  ilqnale  confentiua  r  itene  fiero  in  pe- 
gno una  parte  della  Borgogna  ,  infino  a  tanto  fufiero  pagati  intieramente 
da  lui  de  gli  flipendij  loro .  Terfuadeuafi  oltra  queflo  il  Re  d'Inghilterra  » 
che  il  He  Catolico  fuo  fuocero  adherendo  alla  confederatione  di  Cefare  >  & 
fuay  come  fempre  haueua  ajferito  di  uolere  fare,  rompe ffe  nel  tempo  mede- 
fimo  la  guerra  da  fimi  confini  :  perciò  la  nouella  della  triegua  fatta  da  quel 
Re  col  Re  di  Francia ,  con  tutto  che  l'ardore  alla  guerra  non  rajfreddaffe ,  fu 
riceuuta  con  tanta  indegnatione  non  folamente  da  lui  >  ma  da  tutti  i  popoli 
d 'Inghilterra ,  che è  manifefto  che  fé  l'autorità  fua  non  haueffe  ripugnato» 

Vìi     4        farebbe 


LIBRO 


farebbe  flato  fjtmUfcìatore  Spagnuolo  ìmpétuofamente  dalla  moltitudine 
ammanto  :  ag?iugneuafi  a  quefle  cofe  [opportunità  dello  flato  dell ' .Arci- 
duca; non  tanto  perche  non  prohibiua  che  i  fudiiti  rkeue fiero  lo  flipendio 
contra  i  Francefi  ,  quanto  perche  prometteua  di  concedere  che  dal  domi- 
nio \m  ficonduccfic/o  uè tt ortaglie  al? efi eretto  Ingleje.  Cantra  tanti  ap- 
parati, &  pericolofijfime  minacele  non  onmetteua  lille  di  Francia  proue- 
dimento  alcuno  :  perche  per  mare  preparaua  una  potente  armata  per  op- 
porla  a  quella ,  che  fio* -dinaua  in  Inghilterra,  &  per  terra  congregata  ef- 
ferato da  ogni  parte ,  sforxanizfi  ftfra  tutto  di  condurre  quanti  più  poteua 
fanti  Tedefchi:  haue>da  anco  fatto  prima  inflativa  con  gli  Sinceri  che,  poi 
che  non  uoleuano  aiutarlo  perle  guerre  d Italia;  gli  confentiffero  almeno 
fanti  per  la  difefa  di  Francia:!  quali  intenti  totalmente  dia  flabihta  del  Du* 
cato  di  Milano;  rifpondeuano  non  uolergliene  concedere,  fé  non  tomaua  aia 
unione  con  la  CÌnefa ,  lafciaua  il  Caflello  di  Milmo\  che  ancora  non  era  ar- 
ren  iuto ,  &  facendo  ceffone  delle  ragioni  di  quello  flato;  promette fle  di  non 
a  p-jo  ueder  mole/lare  più  né  Milano ,  né  Genoua .    Haueua  fimilmente  il  Re  per  injo- 
DulaSttf  Ipettire  dèe  cofe  proprie  il  Re  d Inghilterra,  chiamato  m  Francia  il  Duca  <§ 
ibi  h  dmo  sufiok  ,  come  competitore  aquel  Regno  :  per  loquale  jaegno  il  Ke^ingio%d 
vuoilo  Ed  fece  decapitare  il  fratello ,  cufiodito  infmo  allhora  incarccreinlnghylterra, 
«ondo  Po-  poi  che  da  Filippo  Redi  C  aft  igli  a  nella  nauigat  iene  fua  inlfeagna  era  JMo 
ioSfo^S  dato  al  fuo  padre  .  Kè  mancava  al  Re  di  Francia  ®eram  di  pace  col  he 
Pra  neiiib.  catolico ,  perche  quel  Re  come  hebbe  intefa  la  Lega  fatta  tra  In,  e iViu- 
lm T£.  tianu  diffidando  pterfl  difendere  il  Ducato  di  Milano;  haueua  mandato  uno 
i85.  &  qua-  fe>  fai  Secretarti  in  Francia  a  proporre nuoui  partiti: &  ji  creaeua  eoe 

di  ciò  che*  ro  alterarci  il  20uernodiCafliglni;nonglipiaceSfemalmenteladeprej}io^ 
Sìo^o'lì  nedelR^nohrancia.  Sufato oltraqueflo Iacopo l**s™%tt 
r5° ?  rGi*«°  co  collegato ,  per  che  romp  effe  guerra  nel  Regno  d  Inghilterra  :  ilquale  mojjo 
\££ct  molto  più  dllinterefìe  proprio ,  perche  U  auuerflta  di  Francia  erano  peri- 
rie*  de'  Re  cor0realKe?no  fuo;  fipreparaua  con  grande  prontezza  ,  non  hauendoai- 
«S  mJndatfdll  RÌ  altri  Ucinqu,nta  "mila  francln  per  comperare  uettoua-. 
*"*?  S*  ilie>&mmitioni.  Nondimeno  a  far  quefle  prò mfww  era  il  Redi  Fran-, 
™taP°di  da  proceduto  con  tardità  :  perche  haueua  uolto  i  penfien  aliimprefa  di 
suff.ich,  fu  /  &  per  k  nerli^nxa  {olita  ,&perl  ardire  che  nanamente  haue- 
«upotc  Pef  V    Ji.  i^uii^rJ^tà  +frfìidii-a  .  ronfummaronfi  per  lo  Re 

fudditifuoi 
di  di  guer- 
„  '  tempi  pre' 
("ra1^ Fri  Zìlnti; '^  7ec7ffiìatoURe  Jaré "grandiffìma  prmufione  dame, darti- 
Ducati  ètterié.&dimfinitiom: 'concedere,  come  follati  efrerti,  molti  fanti  Te* 
S«o  Paair  %fcbì ,  &  pemeccljità  molti  malli  :  perche  il  toflume  antico  de  gì  In- 
tt  F"n  géfi  era  di  combattere  a  piede .  però  non  prima  che  del  mefe  di  Luglio,  pa]> 


D  V  0  D  E  C  t  M "O.  ^41 

t  fdrono*  gì'  ìnglefiiìmare,&  flati piugiorni in  campagmprefio  a  Bologna, ari 

darono  a  capo  a  Terroana,terra  p ofla  fu  i  confini  di  Viccardia ,  &  in  quei  pepo  ^  ^.^"fj! 

lì, che  da*  Latini  fono  chiamati  Morini-  Tafiòpoec  dipoi  la  per  fona  del  Re-,  che  f«  *  qucftt 

haueua  in  tutto  il  fuo  efferato  cinque  milacaualli  da  ccbatterc,&  più  di  40.'  pmc^erdia  '£ 

mila  fantr.con  laqualmoltituiine  accampati/i*  &  circondato  fecondo  Fantìt  0  Taibotto,  fé 

coftume  degli  Ingle fi  J alloggiamento  loro  confoffh  con  carra,  &  con  ripari  di  ^^\  £l 

tignd?rìc,& munito  intorno  intorno  d'artiglierie, &  in  rmdopareua  fufìero  in  uio  nel  lfc. 

'  una  terra  murata  ;  attendeuano  a  battere  co  [artiglierie  la  terra  da  b  più  par  l  l  ' 
tiy&  a  trauagliarla  con  le  mine  :  ma  non  corrìifondendo  con  la  uirtu  a  tanti 

apparatile  alla  fama  della  ferocia  loro.nongli  dottano  l'afialto,  Erano  in  Ter  ti  dice   y 

•  roana  bene  munita  d'artiglierie, c  dugento  cinquanta  lance*  &  due  mila  fan-  gìouìo,  che 

ti-prefidio  piccolo-ma  no  fen%a  fferan^a  di  foccorfo  :  perche  il  Re  di  Francia,  Terroana  : 

attendendo  a  r  accorre  follecit amente  l'esercito  desinato  di  due  mila  cinque-  di  qllà  Tal" 

cento  lance ,  dieci  mila  fanti  Te  de f chi  guidati  dal  Duca  di  Ghelleri,  &  dieci  mi  <?"£  '  s'0 . 

'  la  fanhi  del  Regno;  erauenuto  ad  d  ^/Lmiensper  dare  di  luogo  uicino  fauore  a  merfetto:  $c 

gli  àffediati:  iquali  non  temendo  d  altro  che  del  mancamelo  delle  uettouaglie,  ]*0?p  \\  £e 

perche  di  quelle  non  era  fiata  proueduta,eccetto  che  di  pane,  Terroana  a  balìa  medefimo 

%a;  moleftauano giorno, &  notte  con  l  artiglierie  l  ep eretto  nimico :dalle qua  rie  groffc 

li  fu  amarrato  il  <?ran  Ciamberlano  Regio ,  &  leuato  una  gamba  a  Talboth  *"**$*?* l 

J   ..        y>     .      <->  .1  1         •     1     1^  1  merli  delle 

Capuano  di  Calcs.  Tremeua  il  Re  il  pericolo  di  Terroana  :  ma  per  hauere  tar-  mura,  &  g'i 
dh&con  la  negligenza  Francefe, cominciato  aprouederfi,&  per  la  diffcultà  cdll^cel11da1  d^ 
d hauere i fanti Tedcfchi)  non haueua ancora mefio  infieme  tutto  l'efferato  >  tà. 
determinato  anche  in  qualunque  cafo  di  non  uenire  a  giornata  co  nimici;per-  ■ 
che  fé  fuffe  flato  uinto,  farebbe  flato  in  manifefliffimo  pericolo  tutto  il  Reame  £lgo  dice* 
di  Francia  ;  &  perche  fberaua  nella  uernata ,  laquale  in  quei  paefi  freddi  era  +°a-  huomi 

*«         r     •   ■  1    ti  r    rr      •        rr Lj        1    ■       *     ■  n«  d'arme, 

già  quaji  uicinaima  come  hevbe  congregato  l  e\)erato%e\)endo  egli  in  ^zmiens,  &  tre  mii* 

lo  mandò  a  Ver  e, propinqua  a  Terroana  fotto  Longauilla ,  altrimenti  il  Mar-  fanti  :  &  di 

ebefe  del  Rotellino,  Trincipe  del  [angue  Reale,  &  capo  de'  gentilhnomini  del  do  \\  'gio- 

Re,&  la  Valiffa ,  con  commeffxone  che  fuggendo  qualunque  occafione  di  fat-  «*© ,  eran» 

to  d  arme  }att  end  efiero  aprouedere  le  terre  circoflanti ,  in  fino  a  quell'horaper  pentiremo, 

la  medeftma  negligenza  male  prouedute ,  &  a  mettere  fé  poteuano  foccorfo  &  ^""4* 

di  gente ,  &  di  uettouaglie  in  Terroana,  cofa  in  fé  difficile,  ma  diuentata  più  gran   valo- 

diffcileper  la  piccola  concordia  de'  Capitani ,  de'  quali  ciafeuno  >  l'uno  per  la  re  • 

nobiltà,  l'altro  per  la  lunga  efpenenr^a  dellamilitia;  arrogaua  a  fela  fom-  d  Ambu»- 

ma  del  gouerno: nondimeno  dimandando  quelli,  che  erano in  Terroana  foc-  fa  legge  u 

corfo  di  genti  ;  ui  fi  accoflarono  da  una  parte  più  rimofia  da  gli  Inglefi  mil  -  chTtraduifc 

le  cinquecento  lance  3  &  hauendo  C artiglierie  di  dentro  battuto  in  modo  tre  *  gìouìo. 

1  °  1       Ma  è  da  aa 

mila    ucrtire,che 

il  Giouio  non  fa  punto  mentione  della  morte  del  Ciamberlano,  &  dello  ftroppiamento  di  Talboth  :  8c  at- 
l'inconti'o  queflo  autto"  non  mette  ,  che  tofie  venuto  in  c.^mpoil  Re  d'Inghilterra  :  ilquale  vnito  co» 
MatHmiliano  Imperatore,  che  poco  fotto  è  nominato  ;  diede  la  roua  a'  Francefi  .Cofiq  u  è  poftocheTer 
Ioana  (offe  foccorfa  d  huomini,c)C  egli  pone.che  nel  volere  i  Francefi  foccorrerla;tofIè  commeflò  il  fatto  d'at 
me.  (^ui  dice,che  il  foccorfo  Francete  l'offe  fotto  il  Marchete  del  Kotellino  :  e  il  Giouio  lctiue ,  che  e*  iófii 
capo  i'itoo  huomo  ttobiiiiììmo  in  l iccaidia,  éc  Gouematoc  di  quella  l xouiacia. 


LIBRO 

mila  Inglefi  pofii  a  certi  paffi  per  impedir glhche  nonpotettono  uietarglUne  jm 

tendo  probibirlo  loro  il  reflo  dell'efferato  per  impedimento  di  certe  trauerfe 

di  ripari,  &  di  f offe  fatte  da  quei  di  dentro  ;  il  Capitano  Frontagita  ecdottofi 

alla  porta,meffe  in  Terroana  ottanta  huomini  d'arme  fin^a  caualli ,  cerne  effi 

baueuano  dimandato,  &  fi ritirò  faluo  con  tutto  l  reflo  delle  genti,  &  bareb- 

bono  nel  mede  fimo  modo  meffoui  uettouaglie ,  fé  ne  baueffero  condotte  [eco  : 

dalla  qual  ejperien^aprefo  animo  i  Capitani  Fr  ance  fi  ,fi  accoflarono  un'altro 

giorno  con  quantità  grande  di  uettouaglie  per  metteruele  per  la  uia  medefima: 

magli  Inglefi  prefentendolo  ,  &  bauendo  fatto  nuoua  fortifi  catione  da  quel- 

a  TaHATa ,  e  la  parte ,  non  gli  lafciarono  accoflare:  &  dall'altra  parte  mandaron  i  loro  ca 

Jtf Cantica  ttalli ,  &  quindici  mila  fanti  Tedefcbiper  tagliare  loro  il  ritorno  :  iquali  tor- 

a»*  cina ,  &  nando  fen%a  foretto,  &  già  montati  per  più  commodità  fu  piccoli  caualli,co- 

?abaueut  no  me  furono  affittati,  fi  meffero  fubito  in  fuga  fen%a  refiflere  :  nelqual  difirdu 

con  r  oieo,  ne  perderono  i  Francefi  trecento  huomini  d  armeno'  quali  fu prefi  il  Marche- 

Sdio  !*  dice  fé  del  Rotellino,  Baiar  do,  la  Foietta,& molti  altri  huomini  nominati,  &  era. 

il  g  omo ,  flato  fatt0  anco  prigione  la  Taliffa,  *  ma  fortuitamente  fi  faluo  :  &  fi  crede  e 

«he  turono  J  ,      r ■  i         rr       r  r  t  •         >        •  f    ■  /     a      j 

baiati  in  che  fé  kaueffero  faputo  feguitare  la  uittona ,  s  apriuano  quel  giorno  la  Jtrada 
battaglia  a  p:gljare  il  Reame  di  Francia  :  perche  indietro  era  reflato  una  groffa  banda  di 
/oig<'gno  -  La7Kchenech,che  baueuafeguitato  le  genti  d'arme daquale  disfatta  era  di  tato 
151  ■  d  ano  aU  efferato  Fr  ance  fé, che  è  certo  che  il  Re,quado  hebbe  la  prima  noueUaf 

b  Hauendo  &  credendo  che  quefli  medefimamente  fuffero  rotti,  difierato  delle  cofefue,et 
imflì  mam*  con  lamenti ,  &  pianti  mifer abili  già  penfaua  fuggircene  in  Brettagna  :  ma 
Suatòie  mi  gfingl ?fi  come  hebbono  meffo  in  fuga  i  caualli,  penfando  all'acquifio  di  Terroa 
%e ,  &  con  m  .  conducono  Xinfeme,  e  i prigioni  innanri  alle  mura  :  però  disperati  i  fiU 

l'artigliere  .        *'•  «?-©  i     <-»      _  r      \       i       1     •  r       ■  **-,    i Ir  i  • 

lotto  vna  dati  che  erano  in  Terroana  b  efjere }occorji,ne uolendo  i fanti  Tedejchi partire 
pam  d  i     rn7a  pranza  infino  all'ultima  eflremità  delle  uettouaglie, conuennerofalui 

muro.  Gio-  J       >•   J{.     ■       f*      J  r         ifrij^j*rrr-rj-        •  r 

«io .  i  caualli,  &  le  perfine  de  foldati  d  ufcirji  ,Je  in  fra  due  giorni  non  erano fic- 

corfu  di  Terroana .  Tiè  fi  dubita  che  Ibauer  tollerato  l'affedio  da  cinquanta 
K^f  fan  giorni,  fu  co  fa  molto  f aluti  fera  al  ne  di  Francia .  Era  pochi  giorni  innari^  ue- 
eu  faceua  nuto  per  finalmente  nell'efferato  Inglefi  Maffimiliano,  riconofeendo  quei  luo- 
Tedefch?  E  ghi,ne'  quali  bora  diffimile  afe  mede  fimo ,  haueuagiouanetto  rotto  con  tanta 
li  confini  :  gi0Y'm  f  efferato  di  e  Luigi  undecime  Re  di  Francia ,  nelquale  mentre  flette  fi 
roHUnoAfA  gouemaua  ad  arbitrio  fuo.  Ma  non  trauagUauano  le  cofi  del  Re  di  Francia  à 
Tendo  gioua  qUt,fla  parte  fola:  an^i  erano  con  pericolo  maggiore  molefiate  dagli  Suiigeri. 
\l  qui"e  5  la  plebe  de' quali  infiamrnatifjima  che  il  Re  ai  Francia  cedeffe  alle  ragioni ,  le 
ehm  di  <iua^1  pretendeua  al  Ducato  di  Milano ,  &  però  ardente ,  infino  non  lo  face- 
iiiippo  uè-  uà,  d'odio  incredibile  contra  lui  Joaueua  fatto  abbruciare  molte  cafed'buomi- 
C°io°  fcr'  ni  priuati  di  Luce-ma  ,  filetti  di  fauorire  immoderai 'amente  le  cofi  del  Re  di 
ti  flìmo  con  Francia  :  &  procedendo  continuamente  contragli  huomini  notati  difimilcfu 
Fiancefi"  a  fpici°ne>  haueua  fatto  giurare  a  tutti  i  principalità  mettere  lepenfioni  in  com 
•he  icriuc  il  mune  :  &  dipoi prefi  l'arme per publico  decreto,  erano  in  numero  di  uenti  mi 
„«iomo,       ^  jantl  ftftytfì  qUap  popolarmente  nella  Borgogna  *  ricemto  da  C  efare ,  il 

quale. 


Pone  H 


D  V  OD  ECIMO,  34t 

quale,  b  fecondo  le  fue  uariationiy  è  per  foffetto  che  haueffe  di  loro  ;  ricusò , 
benché  l' haueffe  promeffo  &  al  "Red Inghilterra ,  &  a  loro ,  d *  andarvi perfo- 
nalmente,  artiglierie,  &  mille  caualli  :  andarono  a  campo  a  Digiuno  Metro- 
poli della  Borgogna,  doueera  la  Tramoglia  con  mille  lance, &  fei  mila  fanti: 
g  &  hauendo  a  la  plebe  per  paura  delle  fraudi  de  Capitanile  già  cominciaua-  •  . 
no  a  trattare  co  Franceft,  prefe  l'artiglierie,  cominciarono  apercuotere  la  ter  folfe  viderl 
ra  :  della  difefa  dellaqual  dubitando  non  poco  la  Tramodia  ,  ricorrendo  a  ili  50,^arche* 

i   •      •     •         i  •  •  *  \  *%  i  *^        fc  di  V 1  r  tei! 

ultimi  rimedu  accordo fubitamente con  lorofen^a  affrettare  commiffione  alcu  berga,  capi- 
\j  na  dal  Re,  \>  con  patto  che  il  R  :  fuffe  tenuto  cedere  alle  ragioni ,  che  haueua  ca?°  de' ca 
fui  Ducato  di  Milano, &  a  pagare  loro  in  certi  tempi  feicento  mila  ducati )per  "chi ,  quelli 
l'ofìeruan^a  delle  quali  co  fé  dette  quattro  flati  chi s  perfine  honorate  &  di  gra  c  ^\™g 
coniitione  :  né  gli  Sui^eri  sobligarono  ad  altroché  di  ritornar  fi  alle  cafepro  pre^deli'af 
prie  :  onde  non  erano  tenuti  a  effere  infuturo  amici  del  Re  di  Trancia,  an%ipo  "j  Jn°  £  J£ 
teuano  quando  uoleuano  ritornare  a  offendere  ilfuo  Reame .  Riceuuti  gli  fla-  ddré  h  III 
fichi  partirono  fubitamente  .allegando  per  efeufatione  d' hauere  conuenutofen  JS^-Stf? 
%al  Re  d'Inghilterra,  il  non  hauere  riceuuti  al  tempo  debito  i  danari  promeffi  ripoftr  gu  ai" 
da  lui .  Fu  giudicato  quefla  concordia  hauere  faluato  il  Reame  di  Francia:  me'"  «che 
perche pr e fo  che  haueffero  Digiuno,  era  in  poteflà  de  gli  Sui%£eri  correre  fen-  dubitSti 
^alcuna  refiflen%afino  alle  porte  di  Tarigi  :  &  era  uerifimile  che  il  Re  d'In-  ^  sliL^. 
ghilterrapaffato  il  fiume  della  Somma,  ueniffe  nella  campagna  per  unir  fi  con 
loro  :  cofaclwnonpoteua  effere  impedita  da  Francefi  :  perche  non  hauendo  a  ì  1}GÌOU'^ 
quel  tempo  più  difei  mila  fanti  Tedefchi ,  ne  effendo  ancora  arriuato  il  Duca  foPne*  «pi- 
di  Ghelleri  ;  erano  neceffitati  a  flare  rinchiufi  per  le  terre  :  &  nondimeno  al  £"  ^SUE 
Re  fu  moleflitjìmo,  &fi  lamento  fommamente  della  Tramoglia  per  la  quan-  **«  gu'sufc- 
tità  de  danari  promeffi ,  &  molto  più  per  hauerlo  obligato  alla  ce/pone  delle  m^lh^u 
ragioni,  come  cofa  di  troppo  pregi udicio,  &  troppo  indegna  della  gronderà ,  no°nfeiccn. 
&  dellagloria  di  quella  Corona  :  però  ancora  che  il  pericolo  Me  nauifHmo ,  £j ™  qua- 
egli  Sungeri  Jdegnati  ritornafiero  di  motto  ad affaltarlo  ;  nondimeno  con-  la  du«ti ,  <* 
fidando  fi  nella  propinquità  del  Verno,  &  nel  non  effere  facile  che  tanto  pre-  Zwtik  SS 
fio  fi  rimettefiero  infieme,  deliberato  ancora  di  correre più  preflo  gli ultimi pe  ga"»ma  rag 
titoli,  chepriuarfi  delle  ragioni  di  quel  Ducato,  ilquale  amano,  ecceffiuamen    fStioni 
te  ;  deliberò  di  non  ratificare^  ma  cominciò  a  fare  proporre  loro  nuoui  partiti  :  furono  ini- 
da  quali alieniffimhminacciauano,  fé  la  ratificatane  non  uenifìefra  certo  ter  £  omo!£ 
mino  tagliare  il  capo  a  gli  Statichi .  Trefo  Termina,  allaquale  l \Arciduca  n^°  fimiI- 
pretendeua  per  antiche  ragioni;  &  il  Re  d'Inghilterra  diceua  effere  fua  per  £o  miu2 
hauerla  guadagnata  con  giufta  guerra  ;  parue  a  Ce  fare ,  &  a  lui  per  fremere  i  cati* 
femi  della  difcordia  di  cgittare  in  terra  le  mura ,  non  oflante  che  ne'  capitoli 
fatti  con  quei  di  Terroana  fufie fiato  prohibito  loro .  Vanì  poi  Ce  fare  imme-  e  Fu  ruìna- 
diate  doli  esercito  affamando  che  gli  Ingleft  per  la  efperien^aueduta  di  lo-  r^llnYÌ 
ro,  erano  poco  periti  ddla guerra,  e  temerari] .  Da  Terroana  andò  il  Re  d'in    *  "  ^Ago* 
ghiltena  4  campo  a  Tornai,  città  fortiffimaì&  molto  ricca &  affettionatiffi-  &£%&& 
map  i  iTiùcaindinatìone  olla  Corona  diFrancia ,  ma  circondata  dal  paefe  ««►• 

dell'arciduca, 


I.    I    B    R    O 

dell' Arciduca  ,&  però  imponìbile  a  effere  foccorfa  da  Frutice  fi ,  mentre  non 
*  Tn  quarto  eran0  fuperiori  alla  campagna  :  Uquale  dehberatione  fu  molto  "rata  al  He  di 

modo  i  Nei  ■'.  r         ,  *:..*;       ■■•«   2.  ti        '    •      •    • 

ni)  K  dice  il  Tranciai  perche  temeua  non  andaijero  a  percuotere  nelle parti  più  importanti 

ciouio,  ci-  fcirH0  Reame  ;cofa  cbelomettcua  in  molte  difficultà  ;  perche  fé  bene  ha- 

«ai  emà  di  «effe  già  congregato  efferato  potente,  trouandofi,  oltra  cinquecento  lance  che 

q ic ita  nano  j)auel4a meffa a gua rdia  di  San  Qiiintino,  due  ?n ila  lance,  ottocento  cauai  leg- 

jbtti  (limi  gìeri  cibane fi,  dieci  mila  fanti  Tedefchi ,  mille  Sui7geri ,  otto  mila  fanti  del 

ì  !i a-  on  L  TfcV10  fuo  '>  era  molto  più  potente  l  efferato  Inglefe  :  nclquale.  concorrendo^ 

«en'ao  top  ogni  giorno  nuoui  faldati  erapublica  fama  trouarfi  ottanta  mila  combatten- 

i*°dU>  na  dei  ** :  Pcr°  &  ^e  non  §erand°  molto  di  potere  difendere  Eologjia ,  &  il  re/lo  del 
Faàtica  gio   paefe  pofto  di  la  dalla  rì/àera  di  Sommatone  temeua  che  gli  bigie  fi  non  fi  uol 
n  fwon  pu  $>effjro-  PenfaIia  a]da  difefa  di  ibernile,  &  ^imiens,  &  l  altre  terre ,  chefir 
min  in  de    no  fu  la  Somma,  &  arefijìere  chenonpaffaffero  quella  riuiera;  &  cofi  an- 
faiono  V\T  darfì  temporeggiando infimo  che laflagione  fredda  faprauenìffe,o  che  la  diuer 
gloria  ad-  pone  del  Re  di  Scotia,  nellaquale  molto  Jperaua,  face  fé  qualche  effetto,  carni 
iwtatioB  To  *sàà&  &  queflo  tempo  l'efferato  fuo  lungo  la  Somma  per  non  lafciare  guada- 
ta •  gnare  il  paffo  a  nimici .  Credette  fi  che  della  deliberatione  degli  Inglefi,  inde- 
..  gna  certamente  d'huomini  militari,  &  di  sì  grande  efferato,  fuffe  fiata  cagio- 
scotia  era    ne,  ò  i  conforti  di  C  efare,  che  fferaffe*  chepigliandofi ,  poteffe  b  ailhora ,  ò  con 
deiti?  !aka  tempoperuenire  in  poteflà  del nipote,  alquale  fi  pretende  uà  che  fartene  ffc; 
rn  iiàt  a  dei  ò  perche  temeffero  andando  ad  altro  luogo,  della  difficultà  delle  ueitoù'^pic;  à 
daC  rtoffe"  c^e  Pdtre  terre,  adequali  andafiero,  non  fu  fero  foccorfe  da'  nimici .  Fece!* 
quefta  guer  Città  di  Tornai ,  non  efendoprouifla  di  genti  far  e  fiere ,  &  differandofi  del 
è"  diicrma*  faccorfo,effendo  battuta  con  l'artiglierie  da  più  parti,  bneue  difefa  ;  & a  fi  ar  a 
dai  Giotto  rende,  falue  tutte  le  robe,  &  per  fané  loro,  mapagando  fatto  nome  di  riiompe 
n""  hb"  i ie  rarfi  dalfaco  cerito  mila  ducati .  l^èfìmofiraua  altrouepiu  benigna  la  far- 
Con  tra  lui  tuna  de  trance  fi  :  perche  il b  He  di  Scotia  utnutoful  fiume  Tendo  alle  mani  fr 
Remarlo-  con  efferato  Inglefe ,  nelquale  era  in  per  fona  Caterina  Reina  d  Inghilterra  ; 
ghihe  tra      fu  uiuto  con  grandiffima  ucciftone,  perche  ui  furono  ammalati  più  di  dodici 
HaUaìdo      m^a  Scv&éfi  infi&ne  con  lui ,  &  uno  fuo  figliuolo  naturale ,  ^Arciuefcouo  di 
c5v  f  s"r  Sant0  Andrea,  &  molti  altri  Trelati  &  nobili  di  quel  Regno .  Dopo  Iemali 
"e<ib;iCfk  uittone  effendo  già  alla  fine  delme fa  d'Ottobre,  il  Re  .Anglico  Aa fiat  agitar- 
*°.f  "f e  al  dia  grande  in  Tornai,  &  licentiatii  caualh ,  &  fanti  Tedefchi  ;  fé  ne  ritornò 
il  Oddo  nd-  *w  Inghilterra  ;  non  hauendo  della  guerra  fatta  con  tanti  apparati,  &  con  fife- 
la  Nortum-  fa  ineftimabile  riportato  altro  frutto  che  la  Città  di  Tornai  :  perche  Terroana 
le  fu  pan  ia  sjajciataaimuray  njtaua  inpotere  del  Re  di  Francia .  Moffelo  apafare  Urna 
mortalità:    r6y  perche  non  fi  potendo  più  in  quelli  feddijfimi  pac  fi  efiercitare  la  guerra , 
il  Re  d.  Sco  erajnutile  il  dimorar  ui  con  tanta  faefa  ;  &penfaua  oltra  queflo  a  ordinare  il 


ma  vi  mori 
il  Re  di  Sco 

tU  ^0,-0  loumiodelnmiìO  Re  di  Scotia  pupillo,  &  figliuolo  d'una  far  ella  fuaydoue  er 
io  :  ma  anco  andato  il  Duca  a' Albania,  che  era  del  fanme  mede  fimo  di  quel  Re.  Te 


Giglio  :  ma  anco  andato  il  Duca  a  Albania,  che  era  del  j  angue  mede  fimo  di  quel  Re.  Ter 

il  Giouiopo 

ae ,  che  Thomafo  Hauardo  fotte  fìgliuol  del  Conte  di  Surre,  &  eflb  Conte  è  da  lui  detto  Sur!eio,.aflferma« 

do  che  fotte  il  pmuobil  fiatone  del  Regno. 


DVODECIMO.  345 

lapartitadelquale  il  Re  di  Francia  ritenuta  fanti  Te  de  fichi;  licentiò  tutto  il 
r.efto  delt  efferato, liberato  dalla  cura  de* pericoli  prefenti,ma  non  già  d'aitimi 
re  di  non  ritornare  l'anno  feguent e  in  maggiore  difficultà  :  perche  il  Re  d'In- 
ghilterra partito  di  Frància  con  molti  minacci ,  affermano  uolerui  ritornare 
la  fiate  proffima:  an%iper  non  differire  piti  tanto  ilmuouere  la  guerra,  corniti 
ciauagiàa  farenuoue  preparationi  -.fapeua  efferein  Ce  far  e  lamedefima  di- 
fipofitione  di  offenderlo*  &  teme  uà  die  ilRe  Catolico,ilquale  con  uarijfutter-. 
fugvj  haueua  fcufato  latriegua ,  fatta  per  non  fé  gli  alienare  totalmente ,  non 
figliale  l'arme  infieme con  loro  :  andine  haueua  potenti  indicij,  perche  era 
fiata  intercetta  una  lettera  ,  nellaquale  quel  Re  fcriuendo  alì  jLmbaf datore 
refifiente  appreffb  a  C efare ^imofir andò  l'animo  molto  alieno  dalle  parole, con 
lequai  fempre  dimofiraua  ardente  defiderìo  dimuouer  guerra  contra  gl'infe- 
deli, &  di  pafì  are  per fonalmente  alla  ricuperatane  di  Gierufalem  proponeva 
che  communemente  fi  attendere  a  farepreuenire  il  Ducato  di  Milano  in  Fer- 
dinando nipote  commune  fratello  minore  dell' *Ar riduca.,  dimoftrando  che  fiat- 
io  quefio,  il  refio  d'Italia  era  neceffitato  àiricejuere  leggi  da  loro,  &  che  a  Ce- 
fare  farebbe  facile,  congiunti  maffimamente  gli  aiuti  fuoi  •  peruenire,  come 
dopo  la  morte  della  moglie  era  fiato  fempre  fm  defiderio ,  al  Tonteficato ,  il- 
quale  ottenuto  rinuncerebbe  all'arciduca  la  Corona  Imperiale  :  conchiuden- 
do però  che  cofe  sì  grandi  non  fi  poteuano  conducere  a  perfezione  fé non  col 
tempo,  &  con  l'occafioni .  Era  anchemanifefio  al  He  di  Francia  l'animo  degli 
Sui%^eri,à  quali  offèrìuagrandiffime  conditioni ,  non  placar  fi  in  parte  alcu- 
na uerfo  lui  :  ani^i  efìerfi  nuouamente  irritati ,  perche  gli  fiatichi  dati  loro 
dalla  Tramoglia,  temendo  per  inojferuan^a  del  Re, dinone  fiere  decapitati,  fi 
erano  occultamente  fuggiti  in  Germania  tonde  meritamente  haueua  paura* 
che,  ò  diprefente,  ò  almeno  l'anno  proffhnoper 'la  occafione  ditanti  altri  fuoi 
trauagli,  non  afialtaffero,  ò  la  Borgogna,  Ò  il  Delfinato .  Quefle  difficultà  fu- 
rono in  qualche  parte  cagione  di  farlo  confentire  alla  concordia  delle  cofe  (piri- 
tuali  col  Tontefice:. della  quale  l'articolo  principale  era  la  eflirpatione  totale 
del  Concilio  Tifano  :  laquale  trattata  molti  mefi,  haueua  uarie  difficultà ,  & 
ferialmente  per  le  cofe  fatte ,  ò  con  l'autorità  di  quel  Concilio,  ò  contra  11  au- 
torità delVontefice  ilequali  appromr  e  pareua  indegni [fimo  della  Sedia  jLpo 
ftolica,  ilritr attorie  non  era  dubbio  che  partorirebbe  grandi ffima  confufione  t 
pero  erano  fiati  deputati  tre  Cardinali  a  penfarei  medi  diprouedere  a  quefio 
difordine,  &  faceua qualche  difficultà  il  non  parere  conuenicnte  concedere  al 
Re  l'affolutione  delle  cenfure9fe  non  la  dimandaffe  :  &  da  altro  canto  ìlJRe  ne 
gaua  uolerla  dimandare  per  non  notare  per  feifmatici  la  per  fona  fua,  &  la  co 
ronadi  Francia*Finalmenteil  Re  firneco daquefiamolefiia,e  tormétato  dalla 
uolontà  di  tutti  ipopoU.delfuo  Regno, iquali  ardétemente  defiderauano  il  riu- 
nir fi  co  la  Chiefa  Romanaffloffo  ancor  a  molto  daìli7ifian%a  della  Reina,  laqu& 
le  fempre  era  fiata  alieniffima  d*  quefle  controHerfie^eliberò  cedere  alla  uolo- 
iÀMTonteficejnè, anche fenig  qualche $eran7g}cbeleuatQ.uiaquefia  diffe? 

unTgii 


LIBRO 

ter.%A)il  Tontefice  haueffe,  fecondo  l  intentione  che  artificiofimente  gli  haut 
uà  datala  non  fi  moflrare  alieno  dalle  cofefue  ;  benché  alle  querele  antiche  fùf 
fé  aggiunta  nuoua  querela  ;  perche  il  Tontefice  haueua  per  un  Bricue  coman- 
dato al  Re  di  Scoti  a ,  che  non  moleflaffe  il  He  a  Inghilterra .  Vero  neltottaua 
feffione  del  Concilio  Laterauenfe,chefu  celebrato  negli  ultimi  giorni  dell'an- 
nodi agenti  del  Re  di  Francia  in  nomefuo,  &  prodotto  il  feto  mandato,rinun 
ciarono  al  ConciliabuloTifano,&  aderirono  al  Concilio  Lateranenfe,  con  prò 
meffione  che  fei  Tr  elati  di  quelli, eh*  erano  interuenuti  al  Tifanoyanàerebbono 
«  Roma  a  fare  il  mede  fimo  in  nome  di  tutta  la  Chiefa  Gallicana,^  che  anche 
uerrebbono  altri  Tr  elati  a  difyutare  fopra  la  Tragmatica  con  intentione  di 
rimetter fene  alla  dichiaratione del  Concilio  :  dalquale  nella  medefimafefjionc 
.  ottennono  aflblutione  pieniffima  di  tutte  le  cofe  commeffe  contra  la  Chiefa  Ro 
*  A2i"  Fra"  Vfuma..  Quefie  cofe  fi  fecero  l**Anno  mille  cinquecento  tredici  in  Italia ,  in  Fra 
eia  morì  a  §  cia3&  in  Inghilterra.  l<[el  principio  dell* anno  feguente  non  hauendo  a  fatica 
i5X4.u<cian  guflata  la  letitia  della  unione  tanto  defiderata  delia  Chiefa,morì a  Jinna  Rei-  4 
do  d«  (e  due  na  fa  f  rancia,  molto  prefante,  &  molto  Catolica,  con  grand ijfimo  difpiacere 
cSaudu ,  &  di  tutto  il  Regno,&  de*  popoli  firn  della  Brettagna .  Ridotto  che  fu  il  Reame 
penata.  La  jjj  f  rancia  all' obedien%a  della  Chiefa,  &  cofifyento  già  per  tutto  ilnome ,  & 
ciaud*a  '  tu  autorità  del  Concilio  Tifano,  cominciauano  alcuni  di  quelli,che  haueuano  te 
■untata  a    muta  ia  grandetta  del  Re  di  Francia  a  commuouerfi,  &  a  temere  che  troppo 
Jfó  di  quf-  non  fi  deprime {[e  la  fua  potenza,  &  penalmente  il  Tontefice  :  ilquale  benché 
ijoanao  me  ^eYfeuer affé  nel  mede  fimo  defiderio ,  che  da  lui  non  fuffe  ricuperato  il  Ducato 
jrancefco     di  Milano  ;  nondimeno  dubitando  che  il  Re  Jpauentato  da  tutti  i  pericoli ,  & 
Va  d' abDo"  hauendo  innanzi  agli  occhi  le  cofe  dell*  anno  paffato ,  non  fi  precipita  fé  >  come 
Jem,che  ioc  continuamente  con  uolontà  di  Cefare  trattaua  il  Re  Catolico^alla  concordia  co 
'litoti  Cefare, per  laquale  contrahendo  lo  fponfalitio  della  figliuola  con  un  de7  nipoti 
mìco  xu.  co  di  quei  Re, gli  concede ffe  in  dote  il  Ducato  di  Milano  ;  cominciò  a  perfuadere 
dirotto  "in  gUStti^eri  che  per  lo  troppo  odio  contra  il  Re  di  Francia,non  lo  mette fferoin 
fucilo  me-  neceffità  di  far  deliberatione,non  meno  nociua  a  loro,che  a  lui  :  perche  fapen- 
«r?  jsi-  £«  do  ancl/ejjì  la  mala  dijpofitione  che  contra  loro  haueuano  Cefare ,  &  il  Re  Ca 
l'alt ra ,  cioè  tolico,  per  ìaccordo  colqualc  fé  confeguijfero  lo  flato  di  Milano ,  non  farebbe 
»ed-afimoal  meno  per  itolo fo  alla  libertà,  &  autorità  loro,  che  alla  libertà  della  Chiefa  & 


Le  frauce- 


di  tutta  Italia  ;  douerfi  perfiflere  nelpropofito  che  il  Re  di  Francia  non  ricu- 
taL  "  He"  perafte  il  Ducato  di  Milano  :  ma  auertire  ancora  che  (  come  fpeffo  interuiene 
cote  1 1.  Du  neiie  anioni  humane  )per  fuggire  troppo  uneflremo ,  non  incorrefìero  nell*al 
"  FezMia"!  tro  cftremo  parimente,  &  forfè  più  danno  fo,  &  pericolofo  :  né  per  «(fumar fi 
vf  ds<r  Ct°  f°Pra  ^  ty°Sno>  clje  quello  fiato  non  ritornafie  nel  Re  di  Francia .  effere  cagio^ 
eiaV  iìgìo"  ne  di  farlo  cadere  in  mano  d altri  con  tanto  maggior  pericolo ,  &  pcmicie  di 
ul°a"Cif vi  tuttìy  quanto  ci  refierebbe  meno  chìpoteffe  loro  re  fi  fiere-,  che  non  era  fiato  chi 
je.e  it  Girai  potefìe  refifiere  alla  grandezza  del  Re  di  Francia  :  douerc  la  Rtpublua  degli 
di  ne*  tuoi  suizzeri,  hauendo  e f aitato  infimo  al  Cielo  il  nomefuo  nell'arti  della  guerra  co 

Commenta  v-  ..  r      .     ,J       ,  .,      *  1  r    t  n   a       *~ 

iì  deik  cole  tanti  egregij  fattt>  &  nobiliffime  untone,  cercar  di  farlo  non  meno  ilhfire  con 
éiftuM*  {arti 


DVODECIMO.  544 

farti  della  pace,  antiuedendo  dallo  fiato  preferite  i  perìcoli  futuri ,  rimedian- 
dogli con  la  prudenza,  &  col  con  figlio,  riè  lafcianao  precipitare  le  cofe  in  lue 
go  >  donde  non  poteffero  reftituirfi  fé  non  con  la  ferocia ,  &  uirtìi  dell* arnie  : 
perche  nella  guerra ,  come  a  ogn  bora  teftimoniaua  l  effcrìen%a ,  molte  mite 
a:caleua  che  il  ualore  degli  buomini  ero  fu  focato  dalla  poteflà  troppo  grande 
della  fortuna  :  effere  miglior  con  figlio  moderare  in  qualche  parte  l'accordo  di 
Digiuno,  offerendo  fi  maffimamente  dal  Re 'maggiori  pagamenti ,  &promif 
pone  di  far  trieguaper  tre  anni  con  lo  flato  di  Milano;  pure  che  nohfùffè  afiret 
to  dia  ceffone  delle  ragioni  ;  laquale  effendo  di  maggior  momento  in  dimoflra 
tione  ,  che  in  e jf  etto ,  (perche  quando  al  Re  ritornale  l'opportunità  di  ricupe- 
vario ,  rhauere  creduto  non  gli  farebbe  altro  impedimento  che  uolefie  egli  me 
de  fimo  )  non  douerfiperquefia  difficultà  ridurre  le  cofe  in  tanto  perìcolo  Dal- 
l'altra parte  con  efficaci  ragioni  confortaua  il  Re  di  Francia  a  uolere  viu pre- 
fio  per  minore  male  ratificare  l'accordo  fatto  a*Digiuno ,  che  tornare  in  pcrico 
to  d'hauere  la  fiate  proffima  tanti  nkzki  nel  fuo  Regno  :  e  fi  ere  ufficio  di  Trin 
cip  e  fauioper  fuggir  e  il  male  maggior  e  abbracci  are  per  utile  >&  per  buona 
l'elettione  del  male  minore,  ne  fi  douercper  liberar  fi  da  uno  pericolo ,  &  um 
difordine,  incorrere  in  un  altro  più  importante,  &  di  più  infamia  ipercheyche 
honore gli farebbe  concedere  a'  rumici  fimi  naturali,  &  che  l'haueuano  perfe- 
guitato  con  tante  fraudi ,  il  Ducato  di  Milano  con  sì  mamfefia  nota  di  uiltà  i 
che  ripqfby  cheficurtày  diminuita  tanto  la  fua  riputatione ,  hauere  a  cresciu- 
to lapoten^a  di  quelli,  chenonpenfauano  ad  altro,  che  ad  annichilare  ti  Rea- 
me di  Francia  <  da  quali  conofceua  egli  mede  fimo  che  niunapromefia,  niuna 
fede,  niuno  giuramento poteua  ajficurarlo,come  con gr andiamo  fuo  danno  gli 
dimoflraua  l'effieriew^a  del  tempo pafiato  :  effere  cofa  dura  il  cedere  quelle  ra 
gioni,  ma  di  minore  infamia,  perche  una  piccola  frittura  non  faceua  piupo- 
tenti  ifuoi  auuerfartj  :  &  effendo  fiata  fatta  quefla  promeffa  fen^a  confimi- 
mento  fuo  da  ifuoi  minifiri,  non  fi  potere  dire  che  da  principio  fu  fé  fiata  fua> 
deliberatione,  ma  efiere  più  feufato  a  efeguirla  ,  quaficome  ne  ceffi  tato  dalla 
promefia  fatta,  &  da  qualche  ofieruan^a  della  fede  :  &  faperfi  pure  per  tut 
to  il  monio  da  quanto  pericolo  hauefie  quello  accordo  liberato  allhora  il  Rea- 
me di  Francia  :  lo  lare  che  con  altri  partiti  cercaffe  d'indurre  gli  Sumeri  alla 
fua  intentione  :  &  egli  defilerofo ,  che  per  ficurtà  del  Regno  fuo ,  feguitafle 
in  qualunque  mo  io  la  concordia  ira  lui,&  loro  ;  non  mancare  di  fare  con  ogni 
fiudl0  mugli  ufficij  >  perche  gli  Sumeri  fidi ffionefiero  alla  fua  uolontà  :  ma 
quando  pure fie fiero  pertinaci ,  e  fonare  paternamente  lui  a  piegar  fi ,  &  ad 
obedireà  tempi  &alla  neceffita\  &  per  tutti  gli  altri  rifpetti,  &  per  non  Ie- 
ttare la  feufa  a  lui  di  difcofiarfi  dalla  congiuntone  de  nimici ,  Conofceua  il  Re 
efiere  u?re  quefl:  ragioni ,  benché  fi  lamentafie  the  il  Tontefice  hauefie  me- 
fiolato  tacitamente  le  minacele  con  le  per  fua  foni,  &  confefiaua  efiere  necef- 
fitato  a  fare  qualche  deliberatione  the  gli  diminuiffe  il  numero  denimi:i:ma 
Iwieua  fifio  nell'animo  fottopcrfipiu  tofio  a  tutti  i pencolile  cedere  le  ragio 


m 


LIBRO 

ni  del  Ducato  di  Milano,  confortandolo  a  queflo  mede  fimo  il  (ho  configUo,^ 
tutta  la  Corte  :  a  quali  benché  fuffe  moleftijfimo  che  d  Re  facefje  pia  guerra 
in  Italia, nondimeno  haueniorifpeito  alla  derrata  della  Corona  di  Francia; 
tra  molto  fin  molcfio  che  fuffe  cofi  ignomimofamente  sformato  a  cederle .  Si- 
mile pertinacia  era  nelle  Diete  degli  Sui^eri  :  a  quali  benché  il  Re  ojf'erijfe 
M  pagare  di  preferite  quattrocento  nula  ducati  i  <&  poi  in  uarij  tempi  ottocen- 
to mila,  &  che  il  Cardinale  Sedunenfe,&  molti  de*  principali ,  confederando 
il  pericolo  imminente,  fé  il  Re  di  Francia  fi  congiugne ffe  con  Cefare,&  col  Re 
Maiolico,  fuffero  inclinati  ad  accettare  quefle  conditioni;  nondimeno  la  molti- 
tudine-inimici  ffima  del  nome  Fr ance  fé ,  &  che  fuperba  per  tante  uittorie  yfì 
confìdaua  di  difendere  contra  tutti  gli  altri  Vrinctpi  uniti  infieme  il  Ducato 
*  Quella    di  Milano ,  &  appreffo  allaquale  eragià  molto  diminuita  l'autorità  di  Sedu- 
pjatucadodl  nenfe,&  foretti  gli  altri  Capi  per le  penfwni  foleuanoriceuere  dalRediFra 
fia  ìi  Ke  di  eia  ;  wfifleua  oflinatifjimamente  nella  ratificatione  dell'accordo  di  Digiuno: 
vudd*$pt  anV.  concitata  da  grandijjima  temerità,  trattaua  d'entrare  di  nuouoin  Borgo 
gu  j,  accen    gna,  benché  opponendofi  a  queflo  Sedtinenfe,  &  gli  altri  Capi ,  non  con  mani- 
dhopra"è  d°i  fefld  autorità>  ma  con  uarij -artifici],  &  modi  indiretti,  traportauano  di  Dieta 
-chi,  rata  dal  in  Dieta  quefta  deliberatone  :  però  il  Redi  Francia:  non  effendo  né  offtfo ,  né 
Squaiducoc  a(fiCHrat0  da  loro ,  non  cejfaua  di  continuare  la a  pratica  del  parentado  col  Re  a 
ce  ftmiimé    Catolico  :  nellaquale  come  altra  uolta  era  laprincipale  difficultà,fe  inpotefià 
rqueft^nc-  del  padre ,  b  del  fuocero  doueua  flare  la  fanciulla  infino  al  tempo  habile  alla 
go:ij  nel  li.  confumatione  del  matrimonio:  perche  ritenendola  il  padre,  niunaficurtà  del- 
che^  f  u*  "i  '  l'effetto  pareua  hauere  a  Ce  far  e:  &  il  Re  in  fino  che  gli  reftaua  qualche  fyeran 
maritar  Re-  *%&  che  la  fama  di  queflo  maneggio  Xaquale  egli  fludio fornente  diuulgaua,  pò- 
la  dei  °Re    teffeper  lì inter effe  proprio  mitigare  in  beneficio  fuo,  gli  animi  degli  altri)  nu- 
Lod'JUÌ.c°  *  tr  ma  uolentier  ile  di fficultà  che  uinafceuano  .Venne  alui  Quintana  Segre- 
tfrateiio*  di    tario  del  Re  Catolico,  quello  che  per  le  medefimt  cagioni  ui  era  flato  Vanno  di- 
cario  Duca  nan%i,  &  dipoi  pafìato  con  fuo  confentimento  a  Ce  far  e  *  ritorno  dinuouoal 
gna,ch'amé  Re  di  Francia  :  alla  ritornata  delquale ,  perche  fi  potè fiero  con  maggiore  com- 
ronoPi  m  u*  mo^ta  rifoluere  le  difficultà  della  pace, il  Re,  &  Quintana  in  nome  del  Re  Ca 
latori .-  vno  tolico prorogarono  per  un'altro  anno  la  triegua  fatta  l  anno  paffatocon  le  me 
Ìd  ui°nt?r&  defime  conditioni  :  allequali  fiaggiunfe  molto  fegret amente ,  che  durante  la 
r*itro  Ferdi  triegua  ;  nonpoteffe  il  Re  di  Francia  moleflare  lo  flato  di  Milano,  nelquale  ar 
«andò  pn-  iiC0[Q  nonft  includcua  ne  Genoua,nè  *Afii  :  laquale  conditione  tenuta  occulta 

rococò  dote     i     i        r         i  i  ju  Ai  ? 

delio  ftato  da  lui,  jupublkata ,  &  bandita  folennemente  dal  Re  Catolico  per  tutta  Spa- 
faVul^praV  &m' mcer^^  huomini  quale  fuffe  più  nera,  ò  la  negatione  dell  uno,o  l'affer- 
ticaii  Ke  di  matione  dell'altro .  Fu  nella  me  de fima  coment  ione  riferuato  tempo  di  tre 
celare  voìé  mefi  a  Cefare>  &al  Re  d'Inghilterra d'entrarui ,  iquali  affermaua  il  Quinta- 
ti  eri  tra  tu  -  na,  che  ui  entrerebbono  amendue  :  ilche  quanto  al  Re  d'Inghilterra  fi  diceua 
uodu^tìnd  nanamente,  ma  a  Ce  far  e  haueuaperfuafo  il  Re  d'Aragona ,  rifolutofempre  a 
Keguo  d'  i  -  non  uolere  la  guerra  diuerfo  Spagna,non  fi  potere  con  migliore  uia  ottenere  il 
maritaggio  che  fi  trattaua .  accrebbe  quefta  prorogatone  il  foretto  al  Ton- 
tefi  et , 


«alia. 


SVODEC1MO.  ?45 

trecche  tr.t  qaefìi  tre  Trini  pi  non  Me fatra,ò  m  vmmtò  ài  farti  in  Derni- 
■■$#  d  Ita//**  concimi       li  coje  maggiorila  non  perciò  partendo/!  dalleprime 
deliberatwì'hche  alla  libertà  communefuffe  molto  peniciofòjche  il  Ducato  di 
filano  per nen>ffe  in  potere  di  Cefare,&  dei  Re  Catolko,ma  d'dnofo  anco  che  »  Mentre 
je  ricupcr*:  o  dal  He  di  Francia  ,;gli  era  molto  difficile  procedere,®'  bilan-  ■  l*c  jj,^ 


Annotano- 
t)ì,i3c  mi  tro 
uo  a  difeor 


grandezza ,  e^  dalla  fìcurtà  del  Re  di  Francia  :perà  reic  r°Pr» . 

p.T //forare  quel  Re  dalla  neceffitad 'accordar/i  con  loro.ccntinuaua  di  confor-  £di  JSf 

tare  g//  Svizzeri,  a  quali  era  [omettala  triegua  fatta  eli  compor fi  con  lui  :  &  lo  ift  vine 

per  occultargli  in  qualunque  euento  il p affare  in  Italia ,  saffati&iua  più  che  fc&^y 

.  mai  per  la  concordia  tra  Ce  fare ,  &  il  Senato  Vinitiano  lilquale ,  giudicando  fufitfìrnaae 

*  che  d  fare  triegua  fiabU^  ?j?  c*8l 

foluc  ita  .con  animo  coftante3ò  di  far  paceyò  di  continuare  fu  Varmhnonft  rimo-  «  ia"°  •*  è  ** 

pe/Zi£>  daqucfla  generofitàper  accidente,})  infortunio  alcuno: perche  oltra  tati  gff "te  fi? 

K :/  d  mrfi ,  e  tanti  infelici  fuccefjì  hauuti  nella  guerra ,  &  il  di  iterare  che  per  m°  a  x  i .  a 

quell'agio  il  Re  di  Francia  mandafie  efferato  in  Italia ,  hauendo  ancora  con-  CnS5  £} 

trarla,  ò  Lira  del  Cielo,  ò  i  cafi  fortuiti  che  dipendano  dallapotcftì  della  forili  cidl°  in  v» 

Mita,  era  flato  in  Vinetia  nel  principio  detìan-io  *  un  gran  ■  ■/ :;?i vrio  wcendiayilqua  l\\cl  "$2 

le  comincialo  di  notte  dal  Tonte  del  Rialto,  &  aiutato  da'  iknti  £>■  reali*  non  zo  d.e!,a  si- 

ndorim^ianà  alcuna  diligendo  fasica  ci                        ejofpcriuu-  mohoiSS 

,  ;  haueua  abbruciato  la  /  ;  P        >                      :  icca  parte  di  fe°  di .  lut4 

i .  Ter  la  interpofitione  da  Ti,   . .                         /}  fece  di  motto  giwiu^^ 

&  loro  compromeffo  in  lui  non  riflncio  ai.                         0u  ani  *nira  aUa  c* 

j      &  indeterminata  potefta  :  ma  non  ai:         -on  fegreta  \               f:  a  con-  q^eiìI'cTnS 

j.  rmatacon  cedola  di  propria  mano,  di  non  f                     io  con  a        ìmèn  Kcf  ubiic 


i            cimo  lilquale  compromeffo  come  ho  al-  b  Qurfto 

rte>&aa  altra  che  fojpe/ìfefférg  fu  da  #*&&*** 

gli Spagnuoì i,eT€d*jhbLpócoti  muoli  foÌ?w<É 

ihee, .                    r  J  r     --    •  "■"■'■■■'        "       ■  t,s  i  •   --     - 

~Uì& il  l'i  tremando  ?e 

ini:  .           o  i.uamirinitiani ,iTi'dejLhi pe  }cmi  l^^ 

firn                   o parano, tcrr : >l~i .  ■■  ffxffil  ^^n-m 

m ice: perai Finitiamkim?:  iCY  l        no 


infqccorfo  di  quella  cinque xr.  ,_  <U*«ft«fo- 


o 

da 


tuia  de*  quali  ufeendo  anco  quelli  di  deniro  e  ^    t  • .  sTdìii 


L     t     I>     K  ■    .>• 
cvrfio ,  &  penato  >  &  fcntcndo  la  ueuuia  delle  genti  V  inaiane ,  con  /*> 
//  congiugneua.no  molti  delpaefie,fì  r  it  ir auano  prefiio  alle  loro  a  m- 

doui  poi  fecondo  loccafiwne .     Mona  {Finii        \ente  dinnono:peril 

che  il  Viceré  ordino  che  dianone  uno  de  Capitani  moli ,  che  erano  al- 
loggiati  tra  Ejìi,  Montagnana>  &  Co  a  >  huomini  ctar 

me>  cento  caualìi  leggieri >  &  cinqui  nel  Friuli  :  ma  intefo  per  lo 

camiuoy  che  nelpacfe  era  fiata  fatta  triegua  per  fare  Li .  mia  ;fe  ne  tor- 
nò al  primo  alloggiamento .  Cofì  procedendo  legù  :  ne  d  li  dia  lentamente , 
non  fi  intermetteuano  le  pratiche  della  pace  >  &  de  :  perche  il  Re- 

nan priuato  al  tutto  di  jperan\?ayche  gì.  yrl  co  vere  ri- 

comperilo di  danari  in  cambio  della  i  effion e.      lei  agioni ,  fiol  .  ìpprejjò* 

a  loro  queflo  effetto  con  molta  infranga  :  dalquale  er  a  la  ynd  illudine  tana 
aliena,  che  hauendo  quando  fuggirono  gli  fianchi ,  coflvetto  con  minacci  il  Co 
mrnxtore  di  Gineura  a  dare  loroprigionc  il  Vr efidente  di  Granopoli ,  manda- 
to dal  Re  in  quella  città  per  trattare  con  loro-X  efiaminanano  con  molti  tormcn 
tiper intendere  .■»  Ce  alcuno  della  loro  natione  ricette  fé  pia  penfione,  ò  hauefie 
intelligenza  occulta  col  Re  di  Francia  i  .  >,  né  humanità  >  ne  giufti~ 

ficatione  alcuna  a  reprinu ì  e  l.i  I/co  bari,  >,.  ì;nè  erafienr^a  foretto  il 

Re  che  anche  il  Tonte  fine,  t  Ire  per  la  dmerfiià  de  fini-  [noi  era  t  to  naui- 
gare  con  grandiffima  circoj peuione ,  fa  tanti  [logli,  uon  p  «c;ti.afie  fi-  -reta- 
mente ,  che  gli  S ulceri  non  ccnaenifiero  feco  fenz*  Inter  uento  fino ,  uwper 
incitargli  a  rompere  la  guerra ,  che  da  quei  .  imamente  gli  fionfoìi*.  \ta  : . 
ma  perche)  ò  refuserò  firmi  nel f  accordo  di  Digluno}  a  per  paura  i  he.evn  ov.e 
Jìoprhiciplo  non  fiifiepara  fivo  da  lui  ;pero  minacci  aiia  di  precipita  ■• 
cordo  con  gli  altri  ?  pei  non  uoler  reflue  più  filo  .        rrcofie  d  p .7- 

do,  fracco  ancora  dalle  fise  fi  ec'Ci  ;  hj. 

hauendo  condotti  in-  Francia  uniti  nula  fanti  '.<  nò  poi  m  0  hc:nergli  tut 


in  ltalia,&  chiglia'  cnlk 

tày&  in  tanta pt.rplefErMelletv  •  f,- 


tà,&  afiafi^ranxadi-  ha-ity 

gnationc  incredibile ,  ci ,        .  tette  il  R e  d'I        .  ert  a  detia  trugua  r  inoliato^ 
dalfiuocero  coatta  quello  che  mei teuolce  gli >  baite  uapromeffo, di  non  fart  p> 
fen%a  fio  confentimcnto  convention?  ai  una  col  Re  di  Francia;uc!la  quale  1, 
giuria  ìamentandofi  pubicamente  >  &  affermando  e  fiere  fiat  0  \  •  gai,  nato  dal 
fuocero  tre  mite;  fi  alienano.' ogni  giorno  più  dapenfieri  di  ri®oua,  e  laguer-, 
ra  contra  i-Francefì  ;  laqualcofiaperuenuta  a  notitia  del  'Pontefice  ;  mofio  >  i 
dal  foretto  che  il  He  di  Francia  in  cafio  fuffe  moleftato  da  lui  s  non  facefie  la 
pace)&  ilparentado,  come  continuamente  minacciauay  con  gli  altri  due  Re  ; 
e  Perche  (enfiando  che  ad  ogni  modo  hauejfe  afwcedere  la  pace  tra  loro ,  de- 

ftderafii 


• 


DVODECIMO.'  547 

ftderajfe  con  lo  ìnterporfene  ,acquiflare  qualche  grado  col  Re  di  Trancia  de 
quello  che  non  era  inpoteflà  fua  diprohibire  ;  cominciò  a  confortare  il  Cardi- 
nale Eboracenfe ,  che  perfuadeffe  alfuo  He  ,  che  contento  della  gloria  guada- 
gnata, &  hauendo  in  memoria  che  corrijponden^a  di  fede  haueffe  trouata  in 
Ce  fare ,  nel  Re  Catolico ,  &  negli  Sui^eri;  non  trauagliaffe  più  con  ranni 
il  Reame  di  Francia .     Certo  è,  che  efìendo  dimoflrato  al  Tonte fice ,  che  ca- 
rne il  Re  di  Francia  fi  fufì e  affi curato  della  guerra  d 'Inghilterra  ,mouerebbe 
Tarmi  contra  il  Ducato  di  Milano ,  riffondeua  conofeere  queflo  pericolo  ,  ma? 
hauerfi  anco  a  confiderare  il  pericolone  partorirebbe  dall'altra  banda  la  di- 
funione  di  quei  Re ,  &  e  (fere  in  materie  si  graui troppo  difficile  il  bilanciare 
lecofesì  perfettamente ,  &  trottare  conftglioche  fufle  totalmente  netto  da 
quefli  pericoli  ■:  reflare  in  ogni  euento  allo  flato  di  Milano  la  difefade  gliSui^ 
ieri  ,  &  efiere  necefiario  in  deliberationi  tanto  incerte ,  &  tanto  difficili  ri- 
metterne unaparte  alt  arbitrio  del  cafo,&  della  fortuna .  come  fifa  cominciò 
preflofoper  l'autorità  del  Tontefice3òper  inclinatione  propria  delle  partila  no, 
fiere pratica  d'accordo  tra  il  Re  di  Francia,  &  il  Re  d'Inghilterra  ,  /  ragiona- 
menti dellaquale  cominciati  dal  Tonte  fice  con  Eboracenfe ,  furono  trasferiti 
yreflo  in  Inghilterra  :  doue  per  quefla  cagione  fu  mandato  dal  Re  di  Francia  il 
Generale  di  rNgrmandiaìma  fiotto  colore  di  trattare  delia  liberatione  del  Mar 
che  fé  di  RoteUino  :  all'arriuare  delquale fu  public ata  foftenfwne  dell'armi  per 
terra  folamente  tra  Funo,&  l'altro  Re  per  tutto  il  tempo  che  il  Generale  flef- 
fenell'lfola .  *Accrefceuafi  per  nuoue  ingiurie  la,  inclinatione  del  Re  d'Inghil- 
terra alla  pace:  perette  Ce  far  e, che  gli  haueua  promefo  di  non  ratificare  fen^a 
lui  la  triegua  fatta  dal  Re  Catodico  ;  mandò  a  quel  Re  l'mflrumento  della  ra- 
tificationeàlquale  per  una  lettera  fua  al  Re  di  Francia,  ratificò  in  nome  di  Ce 
fare, ritenendo  fi  lo  inflrumento  per  poter  e  tifar  e  le  fimulationi,  &  artifue.  Co 
minciata  la  pratica  tra  i  due  Re,  il  Tonte  fice  defiderofo  di  far  fi  grato  a  ciafeu-  t  La  città 
no  di  loro  ;  mandò  inpofle  al  Re  di  Francia  il  Vefcouo  di  Tricarico  a  offerire  Ì?ir"vìè 

j>  \  .j  n       •!         i  /">\  a»  /-•  citta uc  2n e l 

tutta  l  autorità  &  opera  Juanlquale  pafio  conjuo  confentimento  in  Inghìlter  "»)  grand  ii- 

raper  l'effetto  mede  fimo .  Dimoflraronfi  in  quefla  cofa  da  principio  molte  diffi  co^córfc^ctt 

tultà:  perche  il  Re  d'Inghilterra  dimandaua  che  glifuffe  dato  Bologna  di  Tic  mcrcan  ti,8c 

cardia-  &  quantità  grande  di  danari:  finalmente  riducendofi  la  differenza  fu  2*  famofiit 

le  cofe  di  Tornai  perche  il  Re  d'Inghilterra  inflaua  di  ritenerlo  ,  &  dal  canto  fima:  &  P« 

del  Re  di  Francia  fé  ne  moftraua  qualche  difficultà;  mandò  quel  Re  il  Vefcouo  Ttuo  qui" 

di  Tricarico  in  pofle  al  Re  di  Francia-.alquale  no  effendo  notificato  in  che  par-  cVCX3i  tcrra 

ticolare  cofifleffe  la  difficultàffu  data  comeffione  che  infuo  nome  lo  cofortaffe,  cìoche3 Imi 

che  per  rifletto  di  tanto  bene  non  in  fi fl  effe  co  fi  fottilmente  nelle  cofeffopra  che  éo  in  lil?er- 

*  //  Re  di  Francia  non  uolendo  hauere  carico  co'  popoli  fuoì  per  e  fiere a  Tornai  «l'inni  nsdl 

terra  nobile,&  di  fede  molto  nota  uerfo  la  Corona  di  Francia  ;propofe  la  co-  Brc  di, Fran" 

fa  nel  conjìglio , nelquale  interuennono  tutti  i principali  della  Corte  zàouè  fu  mno  i^uu- 

nnitamente  confortato  ad  abbracciare  etiandio  con  quefla  conditmie  la  pace  >  *a  1* ki€.>* 

mnojlante  che  in  quefli  tempi  il  Re  Catolico  cercando  ceri  ogni  induftria  Giorno  ?"*' 

X  x     3         aìnter- 


LIBRO 

d'interromperla,  propone ffe  al  Re  di  Francia  molti  partiti,  &  ferialmente  di 
dargli  fattore  alt  acquilo  dello  fiato  di  Milano .  però  come  in  Inghilterra  fu  av 
t  La  pace  Yimta  la  rifpofìa  the  il  Re  era  contento  delle  cofe di  Tornai;  fu  al  principio 
fra  i  Re  di  d'^Agoflo  conchiufa  la a  pace  tra  i  due  Re  durante  la  uita  loro,  &  uno  anno  do  a 
«ringhiiter  P°  ^  morte>con  conditone  the  Tomai  reflaffe al  Re  d'Inghilterra  :  alquale  il 
ra  fi  concia  Re  di  Francia  pagaffe  feiccnto  mila  feudi ,  dtftribucndo  il  pagamento  in  cento 
dei  DuMd?  m^a  franchi  per  anno  :fujfero  tenuti  alla  difefa  de  gli  flati  l  uno  dell'alno  con 
Longauiita,  dieci  mila  fanti,  fc  la  guerra  fuffe  moffa  per  tcrra,confei  milafolo,  fé  per  ma- 
detteil  Mai  re  :  che  il  Redi  Francia  fuffe  obligato  a  feruire  il  Re  d'Inghilterra  in  ogni  fuo 
tcUncfch'e  affare  ^  m^e  dugento  lànce,  &  quel  Re  fuffe  tenuto  a  feruire  lui  di  dieci  mi- 
ri prigione  la  fanti  :  ma  in  queflocafo  afpefe  di  chi  n'haueffe  di  bifogno  :  furono  nominati 
in  inghiitcf  dall'uno,  &  l  altro  di  loro  il  Re  di  Scotta,  l'arciduca,  &  l'imperio  :  ma  non 

ra,comefcri    r  .  v  „   r  \  •»  «.  ;■  h   <        .     ,.       -.  *. 

uono  lecro  fu  nominato  ne  Cejare,  ne  il  Re  Catolico  :  nominatigli  Sm^jcrt,  ma  conpatto 

ni  -  du  da  "  c^e  cìm^m(ìlie  difende  ffe  contra  il  Re  di  Francia  lo  flato  di  Milano, o  Genouay 

Regni.  è  Jlfli  fuffe  efclufo  dalla  nominatane .  Laquaìe  pace  fatta  con  grandiffima 
prontezza ,  fu  corroborata  conparentado  -.perche  il  Re  d'Inghilterra  conce  ffe 

h  dei  r  e  la  b  fare  Ha  fu  a  per  moglie  al  Re  di  Francia ,  con  conditione  ricotto f ce  ffe  d'haue  b 

d' inghi  i  ter  re  riccuuto  per  la  fua  dote  quattrocento  mila  feudi .  Celebroffi  fubito  lo  fyon- 

ottauo,  ma  falitio  in  Inghilterra ,  alquale  il  Re  non  uolleper  l'odio  grande  che  haueua  al 

r  tata  in  Lo  r€  catolico,  che  l'Oratore  fuo  ù  interueniffe .  isje  era  appena  conchiufa  quefla 

Re  di  Fran-  pace,che  alla  Corte  di  Francia  àrriuò  l'inflrumento  della  r  atifi  catione  fatta  da 

il*'  ^  &T  Cefare  della  triegua,  &  di  mandato  fuo,  &  del  Re  Catolico  per  la  cotte lufione 

rono  cele,  del  parentado  che  fi  trattaua  tra  Ferdinando  d'\Auflria,  &  la  figliuola  fecon 

b"r  d1  AbìT  "^a  ^  RCy  c^eera  ancora  in  età  di  quattro  anni  :  laquale pratica  per  la  concln 

uijia  a  otto,  ftone  dellapace  fu  in  tutto  efclufa,  &  il  Re  ancora  per  fatis fare  al  Re  d'inghil 

tobie^che  tencL  U0^eVan^  del  Regno  di  Francia  il c  Duca  di  Suffolch,  che  era  Capita-  * 

<ofi  fc'rìuo  -  no  Generale  de'  fanti  Tedefchi  condotti  da  lui  :  &  nondimeno  honorato ,  & 

che  d'amen  carenato  dal  Re,  partì  bene  contento .  Islelqual  tempo  haueua  anco  il  Ton- 

due  queftì  tefice  fatte  nuoue  congiuntioni  :  perche  pieno  d' artifici],  &  di  fimulationi ,  uo 

Regni,  del-  j       fa  un  cant0  che  il  Re  di  Francia  non  ricuperaffe  lo  flato  di  Milano,  da  al- 

Morto  poi  tro  intrattenere  lui ,  &  gli  altri  Trine ipi  quanto  poteua  con  uarie  arti  :  peto 

«i^eUa  fu  Per  mc7$  del  Cardinale  San  Seuerino ,  che  nella  Corte  di  Roma  trattaua  le  co 

rimaritata  ^  fé  del  Re  di  Francia ,  haueua  propoflo  al  Re ,  che  poi  che  i  tempi  nonpatiuatio 

L^oDuca  cIk  tra  loro  fi  faceffe  maggiore,  &  più  palefe  congiuntone,  che  almeno  fi  fa- 

di  suffolch  ceffe  unprincipio ,  &  un  fondamento ,  fui  quale  ftpoteffe  fperare  hauerfi  a 

panno  1517-  fare  ajttm  uolt  a  flr  etti ffima  intelligenza  \  &  haueua  mandato  la  minuta  de* 

e  Petto  Ed-  capitoli  :  alla  quale  pratica  il  Re  di  Francia ,  ancora  che  dimoflraffe  gli  fuffe 

mòdo  Poia,  -    t     mn  ]muena\0  fatt0  rifbofla  sì  preflo  ,  che  tardò  quindici  giorni  a  rifol- 

come  ho  no   £  \  J         .    « .  7,  in.  rr   j>    ;        ;  11        -ru* 

tato  nei  lib.  uerfi,  o  per  altre  occupatiom ,  o  perche  affettale  d  altro  luogo  quali  he  njpo- 
L^nùefto  fl^ypcrgpuernarfi  fecondo  i  progrejfi  delle  cofe;  il  Tonte ficc  fece  nuoua  capito 
medefi.no  lattone  con  Ce  fare ,  &  col  Re  Catolicoper  uri  anno  :  nellaquale  non  fi  conte- 
deue  icciuc  »  clxe  *l Re  Lodouico  lo  chiamò  in  Fianciaper  metter  fofeetto  al  Re  d'Inghilterra . 

neutt 


DVODECIMO.  $48 

neuaperb  altro ,  che  la  dìfefa  de  gli  flati  communi ,  hauendo  prima  il  Ré  Cato 
lieo  non  nanamente  fiorettato ,  che  egli  affair  affé  al  Regno  di  T^apoliper  Giu- 
liano fuo  fratello  ,fopra  che  haueuagid  hauuto  qualche  pratica  co*  Vinitiani: 
ne  l'haueua  ancora  quafì  conchiufa  ,  che  foprauenne  la  rijpofla  del  Re  di  Frati 
eia ,  per  laquale  approuaua  tutto  quello,  che  haueuapropoflo  il  Tontefice, ag- 
giugnendom  folamentc ,  che  poi  che  egli  fi  haueua  ad  obligare  alla  protett  io- 
ne de*  Fiorentini ,  di  Giuliano  fuo  fratello ,  &  di  Lorena  de  Medici  fuo  ni- 
pote yilquale  il  Tontefice  haueua  prepoflo  all' amminiflrat  ione  delle  co  fé  di  Fi 
Yen%e  ;  uoleua  che  anco  efji  reciprocamente  sobligaffero  alla  difefafua:  laqua 
le  riceuuta  il  Tontefice  ,  fi  ficus  ò  efferfi  rlflretto  con  Ce  far  e ,  &  col  Re  Catoli- 
coy  perche  uedendo  differir  fi  tanto  a  rifondere  ad  una  dimanda  tanto  conue- 
niente  ;  non  haueua  potuto  fare  non  entraffe  in  qualche  dubitatane ,  e^  non- 
dimeno hauerla  fatta  per  brieue  tempo ,  né  contener  fi  in  quella  cofe  pregiu- 
diciali  a  lui ,  né  impedire  la  per fettione  della  pratica  cominciata  tra  loro  :  le- 
quali  giuflificationi  accettate  dal  Re  >  fermarono  infume  la  conuentione  ,  non 
per  inflrumentoper  maggiore  J egreto  >  ma  per  cedola  fiotto  fritta  di  mano  di 
ciafeuno  di  loro .  La  pace  tra  il  Re  di  Francia  ,  e  il  Re  d'Inghilterra  fatta  con 
maggiore  facilità,  &  prefle^a,  che  non  era  fiata  l'opinione  uuiuer fiale ,  per- 
che ninno  credette  mai  y  che  tanta  inimicitia  poteffe  co  fi  preflo  conuertirfì  in 
beniuolenira ,  &  in  parentado  ;  non  fu  forfè  grata  al  Tontefice ,  che  come  gli 
altri,  s'era  perfiuafóìlouerne  nafeere  più  preflo  triegua>chepace  ;  bfe  pure  pa- 
ce y  che  haueffe  ad  effere  con  conditione  più  grane  al Re  di  Francia ,  ò  almeno 
con  obligatione ,  eh  e  per  qualche  tempo  non  affaltaffie  lo  flato  di  Milano  :  ma 
difpiacque  fommamente  a  Ce  fare ,  &  al  Re  Catolico ,  ilqualc ,  come  7^0  7^ 
É  male  alcuno  nelle  cofe  Immane,  che  non  habbia  congiunto  feco  qualche  be- 
ne, affermaua  riccuerne  due  fodisfattioni  d l'animo  :  lì  una  che  l'arciduca  fuo 
nipote  efclufo  dalla  ffaerani^a  di  dxre  la  for ella  per  moglie  al  Re  di  Fr ancia,  & 
uenuto  in  diffiden'za  col  Re  d'Inghilterra,  farebbe  coflretto  a  procedere  in  tut 
te  le  cofe  col  confìglio,  &  autorità  fna  :  l'altra  che  potendo  facilmente  il  Re  di 
Francia  hauer  figliuoli, era  meffa  in  dubio  lafuccejjione  d\Angolem,  colquale 
egli,  per  effere  ^ingolem  defiderofìfjìmo  di  rimettere  il  Re  di  Ts[auarra  nel  fuo 
flato,  riteneuagrandifjimo  odio  :  foli  gli  Suiigeri,  benché  ritenendo  il  medefi 
mo  odio ,  che  per  lo  paffato  contra  il  Re  di  Francia ,  affermauano  efferfi  ralle- 
grati di  quefla  concordia  .-perche  reflando  come  fi  credeua ,  eredito  quel  Re  a 
muouere  la  guerra  contra  ti  Ducato  di  Milano,  harebbono  nuoua  occafwne  di 
dimoflrare  a  tutto  il  Mondo  la  uirtà,  &  la  fede  loro .  7{èfi  dubitauaper  alcu 
no  chél  Re  di  Francia  cefìato  quafi  in  tutto  il  timore  d'efier  moleflato  di  là  da 
monti,  non  hauefie  il  confueto  defiderio  di  ricuperare  il  Ducato  di  Milanoima 
era  incerto  fé  hauefie  inanimo  dimuouer  l'armi  fnbito  ,ò  differire  all'anno 
futuro  :  perche  la  facilità  appariua  prefente,  manonappariuano  ifegni  diprc 
faratione.  nellaquale  incertitudine  il  Tontefice,  ancor  che  gli  fiuffe  mole fliffi- 
mo,  chel  Re  ricuperaffe  quello  flato  ;  lo  confortò  molto  efficacemente ,  che  col 

Xx     4         differire 


LIBRO 

t  Raccont  a  aWJf\re  non  corrompe ffe  le  occafwui  preferiti ,  dimoflrando  le  co  fé  ejkvè  mal 
in  patte que  preparate  a  refiflere  '.perche  H  efferato  Spaglinolo  era  diminuito. &  non  paga- 
roch  t?a  nco  tori  popoli  dello  flato  di  Milano  peneri,  &  ridotti  in  ultima  i^craùone ,  & 
il  n°\u\^~  H°H  UÌ  €fóre  chi?oteffedare  danari  per  muovere  gli  Sui^eri  :  lequali  perfua 
S^rL àpio  fioni  baueuano-  maggiore  autorità:,  perche  non  molto  innanzi  che  fi  faceffe  la; 


ua  co'i  Re  meramente  :  maji  crede  lo  moueffe,  o perche  uedendo  le  cofe  malprouifle ,  & 
&  hauédo  -  du^itando  del  Re  di  Francia  non  faceffe  etìandio  fen^a  ifuoi  conforti  quefla 
gii  promef  efpeditione,perche  haueua  le  genti  d'arme  parate*,  &  molti  fanti  Tedefchi;tto 
«ofòaa  ua'  °  ^lTecon  ta^e  arti  preoccupare  lafua  amicitia ,  ò  che  procedendo  con  maggiore 
venire  in  aflutia  yfapeffe  effereucro  quello,  che  ^Imperatore ,  e  il  Re  Catolico  afferma- 
la .  nano,  e  n  j^e  fa  lancia  negaua ,  che  gli  fuffe prohìbho  muouere  ,  durante  la 
b  Accorda-.  triegua ,  l'armi  contra  lo  flato  di  Milano  :  &  però  perfuadendofi,  chel  Re  ne 
Udfmn  ila  $}ere^e  ^  fare  ^^efa,  gli  par  effe  fargli  buon  concetto  della  fua  diftofitio- 
Lanterna  di  ne  >  &  preparar  fi  feufa  yfeda  lui  fuffe  ricercato  ai  altro  tempo  d'aiuto  :  & 
Go'\°v a  *  fimcc$e  k*  cofa  fecondo  il  difegno  fuo ,  perche  il  Re  deliberato ,  b  per  la  cagio- 
ottauiano  ne  predetta ,  ò  per  hauere  difficultà  di  danari  ,  ò  per  la  propinquità  del  uerno 
f  " f n°\Che  ^ non muouere  Iwwi  fin  alla  Trimauera ,  &  dimoflrando  confidare  che an- 
d'Agofto  co  a  quel  tempo  non  gli  mancherebbe  il  fauore  delTonteficeyrifbondeua  alle- 
crVtòrd011  &ando  uarie  feufationi  della  dilatione ,  ma  tacendo  fempre  quella  >  che  forfè 
foccor fo;ef-  era  laprincipale  della  triegua  >  che  ancora  duraua .  Haueua  nondimeno  indi 
SdeTiffor  mtl0m stentare  le  cofe  di  Genoua  ,b  almeno  di  foccorrere  la  Lanterna ,  la- 
tezza  al  Do  quale  per  ordine  fuo  era  fiata  neltanno  mede  fimo  rinfrefeata  più  uolte  di  qual 
fkUerie1 2&  c^  ^Mìtà  di  uettouaglie  da' piccoli  legni  ,  iquali  fingendo  di  uoler  entrare 
con  tutte  Je  nel  porto  di  Genoua  ,  ui  s'erano  accoftati  fur  t  inamente  ;  ma  la  eflremità  del 
cnT  vi°era!  u^uere  era  ta^e  »  ehe  b  non potendo  quella  fortezza  affrettare  il  foccorfo,furo-  b 
no  :  &  a  io-  no  coflretti  quei  di  dentro  ad  arrender  fi  a  Cenone  fi  ,  iquali  con  dijpiacere  ma- 
io  effer^a-  rmìgtiofodel  Re, la  disfeciono  infino  da' fondamenti .  Rimoffe  la  perdita  del" 
gat  i  venti-  la  Lanterna  il  Re  in  tutto  da'  penfieri  di  moleftare  perallhora  Genoua  ,ma  fi 
cai!  "per  le  uoltòtutto  alle preparai ioni  d'affaltare  il  Ducato  di  Milano  l'anno  futuro,  &. 
paghe ,  che  fyeraua  infino  a  qui  per  la  intentione  buona  3  che  gli  dauail  Tontefice ,  per  la 
bi  torV/on-  àifi>ofitÌQney  che  haueua  dimoflrato  nelle  pratiche  col  Re  d'Inghilterra,  &  coti 
et  nò  eflen  gli  Suiigeri ,  &  per  hauerlo  flimolato  a  fare  l'imprefa,gli  haueffe  ad  effere 
?Koccorfo?  congiunto,  &  fauoreuolcmajjimamente  che  a  lui  faccua  offerte  grandi ,  & 
la  Lanterna  particolarmente prometteua  aiutarlo  adacquiflare  il  Regno  di  Tslapoli  ò  pet 
%qÓ*\  che  la  Cine  fa,  òper  Giuliano  fuo  fratello  :  manuoue  cofe  che  foprauennono  >  co- 
la  fece  rui-  minciarono  a  metterlo  in  qualche  diffidewT^a  di  lui .  T^on  haueua  ill?ontefice 
SaXndofiqUin  W*  uolutQ  comporrekcofedel  nuca  di  Ferrara  ,fe  bene  nel  principio  della, 

ciò  molta 

lode  di  cottane,  pei  hauer  tanto  mantenuto  quel  l'afte  4ìo;  &d!aaaoxcpci  fraaex  luiaAto.  o,ticiloach'cja  gratf 

■%rS^aA  del  ino  ibio .  Ycdi  il YsÌwho  di  Ncbiv  * 


DVOD  E  CI  M  O.  $49 

juà  promotione  ,gli  haueffe  dato  in  Roma  grandi [tjima  (bcrm%a.,  &  promef- 
fo  la  reflitutione  dì  Reggio  ai-ritorno-  à'Vngheria  del  Cardinale  fuo  fratello  : 
ilqualepoi  che  fu  ritornato;  era  andato  differendo  con  uariefcufe,  conferma-  a  Fu  qlicft(>. 
tegliperb  le  medefime  promeJfe3non  filo  con  parole ,ma  con  un  brieue,  &  con  Lorenzo  fi 
fcntmdo  ch'egli  pigliaffe  l'entrate  di  Reggio ,  comedi  cofa  che  preflo  hauefie  nUei  picrr» 
a  ritornare  fitto  il  fuo  dominio  :  ma  la  intentione  fua  era  molto diuerfa  >  &  jk  f^ff 
inclinata  ad  occupar  Ferrara  ,  flimolato  da  .Alberto  da  Carpi  Oratore  Cefa-  pa,che  di  fo 
reo  .nimico  acerbiffimo  del  Duca,&  da  molti  altri ,  che  gli  proponeuano  l'ef-  pl\helffì' 
f empio  della  gloria  di  Giulio*  fatta  eterna  per  hauere  tanto  ampliato  il  domi-  go  nei  Garì 
nio  della  Chiefa,  bora  l'occafione  di  dare  uno  flato  honoreuole  a  Giuliano  fuo  jf  "deirsn»- 
fratello, ilquale  hauendofipropoflo§eran%epoco moderate }haueuafyontanea  1503.  vedi 
«  mente  confentito,  che a  Lorenzo  fuo  nipote  riteneffe  in  Firenze  l'autorità  del  fa""c  I7°" 
la  Cafa  de  Medici rperò  entrato  in  queflipen fieri  il  Vontefice  ;  ottenne  facil- 
mente dall'imperatore  bifognofo  in  ogni  tempo  di  danaruche  gli  defiein  pe  b  pu  o««n* 
gno  la  Città  di  Modona  per  quaranta  mila  ducatheomepoco  innan%i  alla  mor  toria  da  se- 
te  di  Giulio  sera  trattato  con  lui*  difemando  unire  quella  Città,  con  Rev2Ìo>  lim  Otho" 

,  ,  1     1    .         .        .         i  \  ■  mano  pnn- 

Varma ,  &  Viacen%a ,  &  concederle  in  Vicariato ,  0  m  gouerno  perpetuo  a  Cipe  de'  Tur 
Giulianoycon  aggiugnerui  Ferrar  a*  fi  gli  ueniffe  mai  Voccafione  d  ottenerla*  ff  a£°  ^tra- 
Dette  quefla  compera  fifietto  non  mediocre  al  Re  di  Francia ,  parendogli  fi-  a  coi  nelle 
gno  di  congiuntione  grande  con  C  efare, &  effendogli  mole  fio  che  gli  deffe  da-  ^™dpcarf  „e 
nariibenche  il  Vontefice  fi  feufaua  >  Ce  fare  hauergliene  conce jfa  per  danari ,  a~26.d'Ago- 

lf  che  prima  haueua  hauuti;  &  accrebbe  ilfojpetto,  che  per  hauere  ottenuto  il b  £0  ^  x£  c£ 
Trincipe  de'  Turchi  una  uittoria  grande  contra  il  Sofi  Re  della  Verfiajl  Ton  nei  gìouio., 
tefice, come  pei  cofa  pericolofa  a  Chrifliani,  fcrijfe  lettere  a  tutti  i  Vrincipiy  Selle  ùe  hi 
confortandogli  a  pò  far  e  t'armi  tra  loro  per  attendere  a  refiflere,  b  affaltare  i  ftorìe^oue  e 
nimici  della  fede  :  ma  quello  che  quafi  in  tutto  feoperfe  a  lui  l'animo  fuo  ,fu  ^""iék- 

£  ch'egli  mando  fitto  ih  mede  fimo  pretefto  c  "Pietro  Bembo  fuo  Segretario*  che  to  d'arme» 
fu  poi  C  ordinale, a  Vinetiaper  difiorgli  all'accordo  con  l' Imperatore melqnale  r  é 
efìendo  le  medefime  difficultà,cheper  lopaffato;non  l'baueuano  uoluto  accet  bo  dice  ai  fi 
tare:an%i  manifeflarono  al  Re  di  Francia  la  cagione  della  fua  uenuta:  onde  il  {Jf^1^^ 
ReydifpiacendogliìChe  in  tempo  tanto  propinquo  a  muouere  l'armi,  cer coffe  di  fendo  Leo» 
priuarlo  de  gli  aiuti  de  fuoi  confederai hrinouò  le  pratiche paflate  col  Re  Ca-  £*  t [" f ci«f 
tolicofo  perche  quefto  terrore  moueffe  il  Vontefice 3ò  non  lo  mouendo,per  con-  fé  fubito  al 
chiuderle  :  tanto  era  fopra  ogni  cofa  ardente  alla  ricuperatone  del  Ducato  di  5^* t  * 
Milano,  Ma  in  queflo  tempo  mede  fimo  non  erano  flati  in  Italia  altri  moui-  iu»  e  iacope 
menti ,  che  contra  i  Finitiani ,  contrai  quali  anco  s'era  tentato  di  procede-  qJaU  amèi 
te  con  occultijjime  infidie:  perche  (s'èuero  quello  3cbe  riferifeono  gli  fcrittori  due  morii* 
Vinitiani)akuni  fanti  Spagnuoli  entrati  in  Vadoua  Simulando  d'ejjerefug-  ^àtiM'ì. 
giti  del  campo  de  nimici,  ceuauano  d'amma'tgare  l'Siluiano  per  commeffio-  Pa  Per  fe^s 
ne  de'  Capitani  loro:  i  quali  jperauano ,  che  accoftandofi  fubito  con  l'efferato  Jfj'  din""* 

ckia  di  Fra— 
cia,&  unirgli  all'Imperatore}  mandò  cflo  Seajbg  a  Vineùa;  llquai  K«itò  un'OaÙOJie  a  quel  Principe^'*  a. 
aUmpa  &  molto  sùjdJciQ  fa. 

a.Tadou& 


LIBRO 

*  Tadotta,  difordinata  per  la  morte  d'un  tale  Capitano ,  batterla  facilmente 
ApigUare:tantofono  di  (fimi  li  imodi  della  militia  pr  e  finte  dalla  uir  tu  de  gli 
éntichin  quali  non  chefubornaffero  ipercuffori,riuelauano  al  nimico, fé  alcu- 
na fcelerateTga  fitrattaua  contra  lui,  confidando  fi  di  poterlo  uincere  con  la 
uir  tu:  laqual  congiuratone  uenuta  a  luce  ,fu  de  gli  federati  fanti  prefo  da  i 
Magiflraci  il  debito  fupplicio .  ^Alloggiarono  le  genti  Spagnuole ,  diminuite 
non  poco  di  numero  tra  MontagnanaXologna,  &  Efti,  i  quali  per  sformare  al 
ritirar  fi  nel  Reame  di  'Napoli  ,i  Vinitiani,ordinauano  un 'armata  /delinquale 
baueuano  fatto  ^Andrea  Gritti  Capitano  Generale ilaquale  dejlinata  adaffal- 
tare  la  Tugliafu  peruarie  difficultà  alla  fine  difarmata,&  me  fa  in  fdentio: 
ttenneropoi  gli  Spalinoli  alla  Torre  appreffo  a  Vicen?a,ftìmolati  da  i  Tede- 
fchi-ch  erano  in  Verona,  d'andare  infieme  con  loro  a  dare  il  guaflo  alle  biade 
de3  Tadouani  :  ma  hauendoglì  affettati  in  quell'alloggiamento  più  giorni  in 
uano, perche  erano  ridotti  a  piccoliffimo  numero,  &  impotenti  per  adempire 
le  promefie, fitto  lequali  gli  baueuano  chiamati ,  laf ciato  ildifegno  del  gua- 
fto,&  ottenuti  da  loro  mille  cinquecento  fanti; andarono  con  fett ecento  huo 
mini  d'armey fett  e  cento  caualli  leggieri, &  tre  mila  cinquecéto  fanti  Spagnuo 
li  a  campo  a  Cittadella,nellaquale  Terra  erano a  trecento  cauai  leggieri idoue  f 
it.  300.  ca-  e/fendo  arriuati  a  due  bore  di  giorno-  bauendo  caualcato  erediti  tutta  la  not- 
}ui  !*8W«'  te;la  batterono  fub  ito  con  l  artiglieria^' l  giorno  mede  fimo  la  prefero  con  tut 
u  lotto  ìigo  ti  quei  cana'liper  for%a  al  fecondo  affalto  >&fi  ritornarono  al  primo  allog- 
ue  no  diBct  ^amen{0  propinquo  a  tre  miglia  a  Vicen7a,non  fi  mouendo  l' filmano:  ilqua 

naicr.no  a n   o  fri  o  1  i-  1  >  r 

lignoio ,  &  le  bauendo  hauuto  dal  Senato  comandamento  di  non  combattere,  $  era  con  jet 
ìé^come  tecento  buomini  d'arme -mille  cauai  leggieri,&  fette  mila  fanti  fermato  in  al 
a  legge  nei  lovviantento  forte  fui  fiume  della  Brenta,  dalquale  co'  caualli  leggieri  traua- 


«nieo1  The  gl^aua  continuamente  i  nimici  mondimene  poi  per  maggiore  ficurtà  dell' efier 
riccóta  tut   citoyfi  ritirò  a  Barciglione  quafifu  le  porte  di  Vadoua:  ma  efsendo  tutto' Ipae- 
r^ifìA  nd  fi  confummato  dalle f correrie,  &  dalle  prede,chefifaceuano  dall' uno,&  dal 
ì  undécmio  £  altro  efferato  ;gli  Spagnuoli,  mancando  loro  le  uettouaglie ,  fi  ritirarono  a 
Juno  !UÌtÌ*  primi  alloggiamenti;da  quali  s'erano  partiti,  abbandonata  la  Città  di  Vicen 
%a.&la  Kocca  di  Brendola,diflante  da  Vicenza  fette  miglia: ne  fi  marina- 
no con  altri  fuffidij.ò pagamenti,  che  con  le  taglie  metteuano  a  Verona,  Bre- 
k  Mandò  t'  fcia,Bergamo,  &  gli  altri  luoghi  circoftanti.     Ritiratigli  Spagnuoli,Barto- 
Aiwano  An  iomeo  d'tAluianojipofe  con  l'efìercito  tra  la  Battaglia ,  &  Tadoua  in  allog- 
« ftcni°  con    giamento forti/fimo  :  donde  inttfo  efferein  Efti  poca,  &  negligente  guardia; 
éoo.ianuA  liimando  dinotte  b  quattrocento  caualli,&  mille  fanti,  dotte  entrati  innati-  b 
i  a  E°it  "doue  ?i  fuffero  fintiti, &  prefi  ottanta  caualli  leggieri  del  Capitano  Cornerà, ilqua 
il  Moceto  lefijaluò  nella  Rocca; fi  ritirarono  all'efferato:  ma  battendo  i  Vinitiani  man- 
•  fcce^moito  dato  nuoue  genti  all'efferato,  l'aiutano  accoflatofi  a  Montagnana ,  prefentò 
*ia8gh°r  ?,*  I*  battaglia  al  V  iter  e  nlquale  perche  er  amolto  inferiore  difor%e,  ricufando 
SonVi  «e-  di  combattere ,  fi  ritirò  nel  Tolefme  di  Rouigo  :  onde  l'Muiano  non  hauend* 
*>»*"       più  alcuno  contrailo  di  là  dall  Mice;corrma  ogni  giorno  infmofu  le  porte  di 

Verona: 


DVODECIMO.      .  5f6 

Verona-Alche  fu  cagione  che  il  Viceré  mofio  dal  pericolo  di  quella  Cittàdafcia  .  Ytr  UM 
ti  nel  Tolefine  trecento  kuomini  d>arme,&  mille  fanti,  u  entrò  col  tutto'l  re-  le"«a  d5* 
fio  delt  esercito .     Molte  maggiori  difficultà  erano  in  Crema  quafi  affediata  j^dhot 
dalle  genti  del  Duca  di  Milano  Alloggiate  nelle  tene }  &  tulle  uicine  :  perche  <*»  Cteina 
dentro  era  la  careflia,la  pefle  fmifurata  flati  ijbldatipiu  mcfi  fetida  danari,  £25V?pw 
mancamento  di  monitioni,  &'di  molte  prouifioni  più  uolte  dimandate  :  però  fe> che  | mot 
Ren^o  diffidando  poterfipiu  fofienere,haueuaquafiproteflatoa  Viniùani  :  dtSddsfc 
&  nondimeno  moffirandofegli  ancora  benignala  medefima  Fortuna  ;  affaltò  ueiio^iuro- 
Stimò  S  anello, che  haueua  dugento  huomini  d'arme,  cento  caualli  leggieri,  &  t"°4 j  ^cauTl 
amille cinquecento  fanti,& giuntogli addoffo alfimpronifojo a ruppe  fubito ,  H>>  &  +sc>: 
elSauello  con  cinquanta  huomini  d'arme  fuggì  in  Lodi .    Rifornirono  dipoi  ^w  pe'zzi* 
uri  altra  volta  i  Viniùani  Crema  di  uettouaglie,  él  Conte  piccolo  Scotto  ui  d'attl£iiclÌ5 
meffe  mille  cinquecento  fanti idalqualeprefid io  effendo  accrefciute  lefor%e,et  SoS  P'icS 
V  animo  di  Renzo;  entrò  pochi  dì  poi  nella  Città  di  Bergamo  chiamato  da  %li  &^°rf"2 
huomini  della  Terra,&gli  Spagnuoli  fi  fuggirono  nella  Cappella:  &  neltiflef  fanteria  & 
bfo  tempo  b  Mercurio,  &  Malatefla  Buglione, pr e  fono  trecento  caualli ,  i  quali  ^uef^A%* 
erano  alloggiati  fuor a:ma  andando  pochi  giorni  poi  Taccole  Scotto  con  cinque  fto  is  ifT 
cento  fanti  Italiani  da  Bergamo  a  Crema>incontrato  da  dugento  SuiT^eri  fu  f^alfof 
rotto,&  fatto  prigione,&  condotto  al  Duca  di  Milano,che  lo  fece  decapitare,  co .  Ma  pi« 
laperdita  di  Bergamo  deflò  il  Vicerè,&  Troverò  Colonna:  iqualicon  legen  ^ge£ 
ti  Spagnuole,&  del  Duca  di  Milano,  andatiui  a  campo  con  cinque  mila  fanti,  Smanio  Fi 
piantarono  l  artiglierie  alla  porta  di  Santa  Caterinaxon  lequali  hauendo  fau  Zifi  «hi 
toprogreffo  grande,Ren^o  che  nera  dentro ,  uedendo  non  fi  poter  difendere ,  fto.  di  cre- 
lafciata  la  Terra  a  diferetione  ;  accordò  di  poter fene  ufeire  con  tutti  i  foldati  ^o  ^u  gìo" 
conlelororobbe,mafen%afuonoditrobe,  &  con  le  bandiere  b  afte.  Copofeil  monella. 
Viceré  Bergamo  in  ottanta  mila  ducati.  Ma  opera  molto  celebrata,  &  piena  l2" 
di  grande  induflria,&  celerità,  mentre  che  quefle  cofe  a  Crema ,  &  a  Berga-  b  Mercurio 
rno  fuccedeuano,fece  Bartolomeo  dUluiano  nella  Terra  di  Rouigo:nellaqua-  f££  *£ 
e  le  ependo  alloggiati  più  di c  dugento  huomini  d'arme  Spagnuoli  ,&  ripu-  gfoni  rup- 
t andò  d'efìerui  ficuriffimu  perche  tra  le  genti  Vinitiane,  &  loro  era  in  me^o  ITi^icd 
ti  fiume  dell  ^Adice;  VMuiano  gittato  il  ponte  alHmprouifo  apprefìo  alla  ter  deU'eflferci- 
ra  deli^nguillara,  &pafiato  con  gente  eredita  il  fiume  con  prefle^a  in-  £ aUa  Sua 
tr edibile,  &  arnuato  alia  terra ,  la  porta  dellaquale  era  già  fiata  occupata  dl  Geuio  di 
da  cento  fanti  uefliti  da  uillani ,  mandati  innanzi  da  lui  ,jotto  l'occafione  che  ^meleti 
quel  dì  mede  fimo  ui  fifaceua  il  mercato;entrato  dentro  gli  fece  tutti  prigioni:  £'u  Moce- 
per  loqnal  cafo  gli  altri  Spagnuoli  ch'erano  alloggiati  nel  V  ole  fine, rifuggitifi  ni5°  ' 
alla  Badiaycome  luogo  più  forte  del  paefe,abbandonato  poi  tutto  l  Volefine ,  '  Trecento 


,      caualfi  ,   Se 
C"    mille  fanti 


Sp*gnuol«,  diceil  Mocemgo,  ch'erano  in  Rouigo  :  i  quali  fu  la  piazza  fccero  gran  difefa-  mTnon  recita  eflb 
lo  ftratagema  d  hauer  mandato  i  cento  fanti  utftiti  da  u.llani ,  £  coupon  lo  rec-u ne  aneto \\  Giù  ftin  a^ 
«o  ne  ,1  Giomo,  cke pJU  diffulamente  ne  tratta  nel  l.bro  12.  ne  meno  LodomVc Celio da ! 7u  'o  ne     bT 


LIBRO 

&  etìandio  Lignago  ;  fi  faluarono  uerfo  F  errar a.VreJo  Rouìgó,  andò  t^tuìa- 
d/  Nf^oUd°i  no  con  ^efierc^°  <*d  Oppiano  preffo  a  Lignago,  hauendoui  anche  condotto  per 
ce,  che  non  lo  fiume  l'armata  delle  barche,  &  di  quiui  a  uilla  Cerea>preffo  a  Verona  Jùó- 
entrar  "di  £°  dalquale-,  fé  non  glifuccedeffe  il  pigliar  Fervila ,  ncllaquale  erano  due  mi- 
notte  in  Gè  la  fanti  Spagnuoli,&  mille  Tedefchi  ,  difegnaua  di  Uguagliarla  tutta  lauer- 
Jun'ghezL  \  nata; ma.  hauendo  notitia,che  uerfo  Lignago  andauano  trecento  huomini  d'ar- 
te grezza  me,cinquecento  cauai  leggieri  &fei  mila  fanti  de  nimici,  temendo  norìgl'im. 
an^arf  §ùa-  Piffero  le  uettouaglie,ò  lo  flrignejfero  a  combattere;  fi  Iettò,  &gli  andò  co- 
ti ai  Caitd  aleggiando  che  andauano  uerfo  radice,  &  lopaffarono  ai  ^Albereto  con  dif- 
du :o0iò?["C  faultà  grande  di  uettouaglie,per  la  moleflia  riceueuano  da  cauai  leggiera  & 
giusnere  il  dall 'armata delle barchemelqual luogo hauèdo intefo che l  effercitoìpagnuo- 
S°oniu  fot-  lo  ricuperato  Bergamo  ;  ritornaua  uerfo  Verona  y  deliberato  non  l'affettare  ; 
ih  d'andare  mandò  le  genti  d'arme  per  terra  aVadoua,egli  con  la  fanteria,  carriaggi,^ 
foJaimèn  te  artiglierie  .per  fuggire  le  pioggieye  i  fanghi  grandine  n'andò  di  notte  per  fb- 
andati la    dice  alla  feconda,non  fenza  timore  deffere  affaltato  da'  nimichi  quali  furono 

mattina  de      • „,,   j\»- j    »>  ;  ir  ••       l  i    /r>  i 

a  s. di  Dece-  impediti  dall  acque  troppo  alte  ;  ma  egli  fmontato  in  terra  fi  condufje  con  ht 
bre  1si4.cn  confueta  celerità  faluo  a  Vadoua ,  oue  due  giorni  innan%i  erano  entrati  gB 
karponaPdi  huomini  d'arme;  dipoi  difiribuì  l 'efferato  tra  Vadoua ,  e  Treuigi  ;  el  Viceré? 
t  comba*'  ^  TroIPero  Colonna  pofle  le  genti  alle  flange  nel  Tolefine  di  Rouigo,  andata 
teron  come  no  a  Spmcb,per  confultare  con  l'Imperatore  delle  co  fé  occorrenti.  Stette  que- 
quì  faine .    fio  anno  medefimopiu  quieto  che'l  folito;  ilpaefe  del  Friuli  offendo  per  la  cat 
tura  del  Frangipane ^mancato  quell'inftrumento>  ilquale  più  che  tutti  gli  altri 
h   chi  uoi  lo  inquìetaua;&  però  i  Vinitiani  cono  fendo  quello  che  importaffe  il  ritener- 
fiTp^ceuo"  loyhaueuano  ricufato  di  permutarlo  con  Gian  Vagolo  Baglione  ;  ilquale  trat- 
te hiftorìa    tandofi prima  di  permutarlo  con  Bernardin  Caruagiale,haueua  hauuto  licen~ 
ìlfzn tiftpri-  3?  da  gli  Spagnuoli  d'andare  a  Roma ,  ma  data  la  fede  di  ritornar  prigione, 
ma  che  par  non  fi  concordando  la  permutatone daquale  mentre  che  fi  tratta ,  fucceduta 
l'oSogaHoj  ^  mone  di  Caruagiale,  Gian  Vagolo  affermando  per  quefio  accidente  rimane 
uegga  il  ìib.  re  liberOyricusò  di  tornare  più  in  poteflà  di  chi  l'haueua  fatto  prigione;  &  ne 
'  iifici  HdiX°  mede  fimi  giorni,che  fu  intorno  alla  fine  dell1  anno, gli  .Adornici  Fiefchiyfauo 
Giouan  Pie  riti  occultamente  fecondo  fi  credeua ,  dal  Duca  di  Milano , a  entrati  di  notte  d 
no  \  dotle   Per  trattato  in  Genoua,&  uenuti  alla  piazza  del  palaTgo ,  furono  facciati 
mette  jche    da  Oitauìan  Fregofo;  ilquale  co'  fanti  della  fua  guardia  fatto  fi  loro  incontro 
fti °Eiefcìnti  fuor  a  delle  sbarre ,  combattendo  egli  fopra  tutti  gli  altri  ualorofamente ,  gli 
forte  incan-  meffe  injuga,riceuuta  una  piccola  feritanella  mano; reflarono prigioni  Sini- 
dVrfi  ancho  baldo  dal  Fiefco,  Geronimo  *Adorno,&  Gian  Camillo  da  J^apoli.  Vare  oltra 
•1  g  iouio    le  cofefopr  adette ,  degno  di  memoria,  che  in  quefio  anno  mede  fimo  Roma  uid- 
djCDon  Trf-  degli  Elefanti,  animale  forfè  non  mai  più  ueduto  in  Italia ,  dopo  i  trionfi,  e  i 
ftano  acu-  giuochi publici  de  Romani  : perche  b  mandado  Emanuel  Re  di  Vortogallo  una  b 
ehefe:&  nei  honoratiffima  ^Ambafcieria  a preftare  l'ubidien^a al  Vontcfice;  mandò  infte- 
hb.  il delie  me  a  prefentargli  molti  doni,&  tra  queftì  due  Elefanti  portati  a  lui  dell' lu- 
ne non  ponetene  il  Re  Emanaci  msndafle  più  d'uno  Elefante,  una  Lionella,  &  altri  preciofi  doni  « 

dia 


nvo  Xj  ec  imo.  jj.i 

ài y  ^4//e  //*<?  »d«i ,  Ventrata,  de  quali  in  ìcoma  fu  celebrati mi  grand 
concorfo.     Ma  in  quefli  tempi  mede  fi  hi  il  Re  di  Fra>  j 

ad  altro  eh  e  a  pò  %u  e  oU,(blkck 

t 'a> <&  defilerò  rti  m  ■    .  'ìinato   uà- 

Uinque .  bia*\ 

ra,fiinj,         orcYìco:  ce-. 

fduj'o  dalla  fila  a  ;  ettm  .    -.    i     .  ■  aioli"  . 

Co  le  conditioni  giàr  menagli  mcunfidaraùi .  zìa  poti.  .      :lb.e 

gno ^fuoylaconfeder -ai .'.av? g 7  slitti fronte  fciwtianheffpxt  ■ 

fa  piccole  in  Italia  le  far*;/-'  di  Ce; ave,  &  del  He  a  \4)\,  &  rimo  >&F al- 
tro dì  quefli  Re>bif:wofi!]i;no  di  danari  &  impotente  a  <:  agore  i  faldati  prò 
prijyiion  che  a  fai  è  muoiierre  gli  Sinceri,  i  quali  non  pa  \aùatm  feen^ereb- 
bono  de  monti  Iprotnon  desiderare  altro  tutti  i  popoli  di  Àfilano^poi  che  ba- 
llettano franato  il  giogo  acerbo  de  gli  altri ,  che.  di  ritornare  fattoi  Imperio. 
de  Franse]}':  uè  batter*  cagione  il  Pontefice  di  prouocarlo  a  afre  Lontra  lui 
mcbeu  i te  la  uittoria  :  perche  la  grande?^  d:  Ile  di  Francia  in  Ita- 
la ejfere  fiata  in  ogni  tempo  utile  alla  Sedia  ^dpofiolica  ; 
f  -  iti  fempre  delle  cofe, che  di  ragione  fé  gli  apparteneuanojnon  ha 

tic  re  mah  conte  h  menano  tante  efperien%e  dimofirato,  perfino  ad  occupare  il 
refio  d'Italia:  diuerfit  efserc  laintenùone  di  Cefare,  &  del  Pie  Catolico ,  che 
inai  haueuano  f  enfiato  fé  non,  o  con  armc>  ò  con  parentadi,  ò  con  infidie  d'oc- 
cupare r Impèrio  di  tutta  Italia-,&  mettere  in ■  fcruitk  non  iver.o  the  gli  altri 
la  Sedia  .Apofiolica ,  e  iVontcfici  Roìnaiii,  tome  fiipeua  tutto  il  mondo' effe  re 
antìchiifimo  de  fui  erto  di  Cefarcpcroprouedeffe  m  un  letupo  mede  fimo  atta  fi? 
curtk  della  Chiefii,a!la  libertà  commune  d1 'ltalia>ct  alla  grandini  della  fami 
glia  fua  de  Medici, occafione  che  mai  barcbbe,nè  in  altro  tempo, rie  con  altra 
1  congiunt  ione, che  con  lafuaine  mancauam  al  Pontefice  in  contrario  efficaciffi 
me  perfuafioni  di  Cefare,&  del  Re  d\Aragona,perchefi  miffe  co  loro  alla  di- 
fefa  d'italiaydimofirandogli  che  fé  congiunti  infiem&bauriuno-  -potuto,  caccia 
re  il  He  di  Francia  del  Ducato  di  Milano, erano  molto  pu  bafianti  a  difender 
lo  dà  muncorcafìfì  delU  offefa  fati  agli  lannopafìato  -,  ere,  quatto  l'effer- 
ato fuopafiò  in Itd:aytnan:,ato  danai iagliSmc^erh.  &  tonfiderafie, (he fé 
il  Re  otto/effe  la  vittoria  'dorrebbe  iìi  un  tempo  tned  e  fimo, &\  vendicar  fi  con- 
tra  tutti  delle  ingiurie  ricevute.,  &  afjkurarfi  da  pericoli)  &  da  foretti  fìt  > 
turi.  Ma  più  moueuano  ì  l  Pontefice  £  autorità,  &  l'offerte  degli  Sui^eri  : 
i-quali  per]  e  iterando  nel  prìfuno  ardore  o ff srhiano>r  temendo  fé  t  mila  raines  il 
mefe  M'occuparsi  difende  re  con  feimiia  fanti  ipaffi  del  Monfanefe,di  Mon 
ginvura ,  &  del  Finale;  &  e  pendo  pagati  loro  quaranta  mila  raines  il  mefe 
d asfaltare  con  ueru  i  mila  fanti  la  Borgogna.  Inquefle  confluttuationi  am~ 
biguo  il  -pontefice  in  fé  mede  fimo,  perche  donde  lojpronaua  la  uogliajo  ritra- 
heua  il  timore,dando  a  ciafeuno  rijpofte3&  parole  generali  ydijferiua  di  dichia 
tare  quanto  poteua  la  mente  fuarma  infilando  già  qua  fi  importunamente  il  Re 

dì 


IIHO 

di  tranciagli  riftofe finalmente ,niuno  fapere  più  diluì quanto  fuffe  inclina- 
to alle  cofe  fue:per  che  fapeua  quanto  caldamente  Vhaueffe  confortato  a  f  affa- 
te in  Italia  in  tempo  che  fi poteuafen%a  pericolo ,  &  fenica  uccifione  ottenere 
la  uittoria:lequaliperfuafwni,per  non  fi  effere  ofjeruato  il  fegreto  tante  uolte 
ricordato  da  lui >  erano  peruenute  a  notitia  degli  altri  con  detrimento  di  tut~ 
tadue -.perche  &  egli  era  flato  in  pericolo  di  non  effere  offefo  da  effh  &  all'im- 
prefa  del  Re  erano  crefciute  le  difficultà:  perche  gli  altri  haueuano  riordinate 
le  cofe  lorOidi  maniera  che  non  ftpoteuapiu  uincere  ferrea  grauiffimo  perico 
douìcc   lo>&fen%a  effufione  di  molto  J angue  :  &  che  e  (fendo  nuouamente  crefciuta 
duodecimo   con  tanto  fucceffo  la  potenza  del  Trincipe  de1  Turchipion  era  né  conforme  alla 
oa  ticn^à  fm  natura ,  ne  conueniente  all'ufficio  d'un  Tontefice  fauorire  ,  ò  configliare  i 
mone  in  ea  Trine  ipi  Clmfliani  a  fare  guerra  tra  loro  mede  fimi  ;  ne  potere  altro  che  con- 
JiTiol'annf  fonarlo  a  foprafedereyajpettando  qualche  facilitai occafione migliore,  la- 
iiis.&cofi  quale  quando  appari ff ,  ri- onorerebbe  in  lui  la  medefima  difpofit ione  alla 
ucwMchc  gloria,  &  grandetta  fua.chehaueua  potuto  conofeere  a  mefipajfati:  laqual^ 


di  Frane  a 


rifpofta,benche  non  efprimeffe  altrimenti  il  concetto  fuo>  nonfolo  harebbepri 
<o  Gwffi»  mt0  ll  Ke  di  Francia  della  Speranza  d'hauerlofauoreuole,  ma  fé  gli  fuffe  per 
D  ano  :  ma  uenuto  a  notitia ,  l'harebbe  quafi  certificato  che  il  Tontefice  farebbe  congiun- 
ìkètvSÀ  *<>>&  con  cónfiglh&  con  le  armi  contra  lui.  Queflecofe  fi  fecero  Canno  mille 
ii  detto  rc  cinquecento  quattordici. Ma  interpofe  dilatione  alla  guerra  già  imminente  la 
qJan^oYe1  morteyfolita  a  troncare  fteffo  nelle  maggiori  fperan^e  i  ce  figli  uani  de  gli  huo 
ferii*  a  g»o  mim: perche  il  Redi  Francia^  mentre  che  dando  cupidamente  opera  alla  beU 
«fchiro  i+C  le%$a  eccellente  &  alla  età  della  nuoua  moglie  ,  giouane  di  diciotto  anni:  no» 
Lh*t  uun  fi  ricorda  dell'età  fua,&  della  debilità  della  compie ffione.oppr  e ffo  da  febbre* 
ma'eio  Tda  &  foprauenendogli  accidenti  dì  flujfo ,  partì  quafi  repentinamente  della  ui- 
n^noiU  taprefente  hauendo  fatto  memorabile  il  primo  giorno  dell' Unno  Mille  cin- 
ie*n^leTn  quecento  quindici  con  la  fua  morte  : a  Re  giuflo ,  &  molto  amato  da  popoli  * 
qa«  itola  cai  fuouma  che  mai  ne  innanzi  al  Regno  né  Re  hebbe  coftante,  &  filabile  w  l  au 
t  u  ioorte  nerfa^é  la  proserà  Fortuna;conciofia  che  di  piccolo  Duca  d  Orliens  peruenu 
dei  :  a  r ema  to  felici ffimament e  al  Reame  di  Francia  per  la  morte  di  Carlo  più  giouane  di 
dann<?ot«  ,è  lui  &  di  due  fuoi  figliuoli  ;acquifiò  con  grandiffma  facilità  il  Ducato  di  Mi 
che  moglie,  lano>&  poi  ilregno  di  Jtypoli  reggendoci  per  più  anni  quafi  afuo  arbitrio  tut 
&rRci-  ta  Italia: ricuperò  con  fomma profferita  Genoua  ribellata ,  uinfe gloriofiffi- 


iU 

in?  moTiro 


mamentei  Vinitianhinteruenendo  aquefledue  uittorie  perfonalmcnte.Dal- 
TrTctTo*  £1  l'altra  parte  <  giouane  ancora  fu  corretto  da  Luigi  Vndecimo  di  pigiare  per 
no:  quella  a  mogHe  U  figliuola  fier  ile,  &  quafi  motiflruofa  ;  non  acquifiata  per  quefìo  ma- 
Ji  is  il.  oc  trimomo  ^a  beniuolenxa ,  né  il  patrocinio  del  fuo  fuocero  ;  &  dopo  la  morte 
*,uelt°  a*  fua  non  ammeffoper  la  grandezza  di  Madama  di  Borbone  al  goucrno  del  nuo 
m  "dì  mo  uo  Re  pupillo;  et  quafi  neceffitato  a  rifuggir  fi  in  Brettagna:  prefo  poi  nella  gior 
ueii'annofe  mta  ^  $  ^i^mo  ftette  incarcerato  due  anni:  aggiunfe  a  quefle cofe  l'affeaio* 
jìiv"  oVa  "  &  la  fame  di  7{ouara:tante  rotte  hauute  nel  Regno  di  Isjapoli:  la  perdita  del 

* ,7'         lo  flato  di  Milano  >  di  Cmoua ,  &  di  ime  le  Terre  tolte  a,'  Finìnam  :  &  ti 

guerra 


fc  V  6  D  E  C  IMO.  ìù 

guerra  fattagli  da  nimici  potentiffimi  nel  Reame  di  Trancia  :  nclqual  tem- 
po uidde  r Imperio  fuo  ridotto  in  grauiffimi  pericoli:  nondimeno  morì  in  tem* 
pOiChep arenagli  ritornale  la  profferita  detta  Fortuna,  hauendo  difefo  il  Re-  . 
gno  fuo, fatta  la  pace,&  parentado,  &  in  grandiffima  unione  col  Re  d'inghit 
terra,&  in  grande  f^eram^a  di  ricuperare  il  Ducato  di  Milano.  ^4.  Luigi  Duo 
decimo  fucc edette  Francefco  Monfignor  di  ^Angolcmpiuproffimo  a  lui  de  ma 
fichi  delfangue  Reale, &  della  linea  medefima  de*  Duchi  d'Orliens ,  preferito 
nella  fucceffione  del  Regno  alle  figliuole  delmorto  Re,  per  la  dijpofitione  della 
a  legge  Salica  degge  a  antichiffima  del  Reame  di  Francia  :  per  lacuale ,  mentre  t  fetc'l0cfo 
che  della  medefima  linea  ui  fono  mafchi,s  efcludono  detta  dignità  Reale  le  fé  fa  fatta  l'aa 
minedelleuirtù,dellamagnanimità,dcUingegno,&fyiritogcnerofodicoftui  Ttosi^Tte 
shaueua  uniuerfalmente  tanta  Jperan^a,  che  ciafeuno  confeffaua  non  effere  4"daFaa 
già  per  moltiffimi  anni  peruenuto  alcuno  con  maggior  ejpettatione  alla  Coro-  SJ^Re  di" 
y  na  :  perche  gli  conciliaua  fomma  grafia  il  fiore  dell'età  ,  eh* era  di b  uentidue  Fr5cIa  il  tc* 
anni,  la  helle7^a  egregia  del  corpo,  liberalità  grandiffima,  humanità  fomma  fu^Regn* 
con  tutti,&  notitia  piena  di  molte  cofe;&fopra  tutto  grato  alla  nobiltà  Atta  come  $'ha. 
quale  dimoflraua  fommo  fauore.ajfunfe  infieme  col  titolo  di  Re  di  Francia,il  che  dUFra» 
titolo  di  Duca  di  Milano,come  appartenente  a  femori  filo  per  l'antiche  ragia  cia* 
ni  de  Duchi  d'Orliens,  ma  ancora  comecoprefo  netta  inueftitura  fatta  daltlm  b  Nella  cw 
peratoreper  la  Lega  di  Cambrai,  hauendo  a  ricuperarlo  la  medefima  inclina-  n.ica  <?»  Fx*- 
tione,che  haueua  hauuto  l'antecefiore;attaqual  cofaflimolaua  non  folamente  "Li  T?gUo 
luì,  ma  etiandio  tutti  i  giouanì  della  nobiltà  Fr ance  fé  la  gloria  di  Caflone  di  c9?  ™oh* 
Vois,etlamemoria  di  tanteuittorie  ottenute  da  proffimiRe inltalia,benche  oìfe"'^ 
per  non  inuitare  innanzi  al  tempo  gli  altri  a  preparfì  per  refiftergli,la  diffi-  fcritta;  fiieg 
mulaffeper  confido  de'fuoi,  attendendo  in  queflo  me%p  a  trattare  come  fi  fa  lancio  * 
ne  Regni  nuoui,  amicitia  con  gli  altri  Trincipi,  di  molti  de  quali  concor  fono  hau?ua  '*• 
«  luifubitoilAmbafciatori,riceuuti  tutti  con  lieta  fronte,mapiu  che  tutti  gli  dTfa  eknÒ 
nitri  quei  del  Re  d'Inghilterra,  ilqualeefiendo  ancora  frefea  l'ingiuria  riceuu  J^"1  ac^ 
tadalReCatolicoy  defideraua  continuar  feco  l'amicitia  cominciata  col  Re  fìaerrordi 
Luigi:  uenne  et  nel  tempo  me  de  fimo  un  ^imbafeieria  dell' arciduca,  dettaqua  ì^hpea;fip£ 
le  fu  il  principale  Mons.di  ls(anfau,&  con  dimoflratione  di  granfommeffio-  uà  dai  gìo- 
ne,come  a  Signore  fuofoprano,per  efferpoffeffore  detta  Contea  di  Fiandra,la-  dSè'Jan" 
qual  riconofceua  la  fuperiorità  detta  Corona  idi  Francia:  l'una  &  l'altra  lega-  i  s .  &  da  al- 
f  ione  hebbeprefia,  &  felice  efl>editione:perche  col  Re  d'Inghilterra  fu  ricon-  "h'egU  foft 
fermata  la  confederatone  fatta  tra  lui,  e  il  Reco mede  fimi  Capitoli,  &  du-  &  gjouanct 
tante  la  uita  di  ciafeun  di  loro,  riferuato  tempo  tre  anni  al  Re  di  Scotia  d'en-  „°  f  f*'^ 
trami,  &  con  l'arciduca  ceffarono  molte  difficultà ,  lequalifi  giudicaua  per  rona">  '» 
molti  douefiero  impedire  la  concor dia:ma  l'arciduca,  ilquale  finita  l'età  pu~  £.d!  Gcnn* 
pillare ,  haueua  affimto  nuouamente  il  gouerno  de  gli  flati  fuoì,  moueuano  a  «**$*$• 
queflo  molte  cagioni,  l'inflan%a  de*  popoli  di  Fiandra ,  de  fiderò  fi  di  non  hauer 
guerra  co'l  Reame  di  Francia,  il  defiderio  d'afficurarfi  de  gl'impedimenti ,  che 
nella  morte  dell'Eolo  gli  potejfero  efier  dati  da  Franccfi  atta  fucceffione  del 

Regno 


I    ?    fi    «    o  ■ 

«aTu'cSfó  *^^-  «6 Spagnay&  ftp  tu rgli  pericolo  f  m '■znercfenZa  legale  $0nìchi\  $ 
kc  aiia  co-  in  me^o  del  Re  di  Francia,  &  dei  Re  d'iugbiU  erra  to\  r,&  dal- 

éna  fidlcgSe    ^ira  VaYte  ne^  $?  Wfc  defili!')  grande  d:  YÌ>);UCHC)  t  ftOi        he  lù 

nei  Diario    potefero  'ofìrignere a  re  Igerft  i  oh  l'autorità  '  dio  delibinolo paterno* 

co,  che  i'ac  Q  materno.Fu  adunqu.  ?:eìia  Città  di  7\  loro  pace,  &.  confedera 

ciduca  cat-  tione  perpetua . ri feruandof acuità  a  ■  *  ti  \  {<  0  ■    lieo-  fen^a  l'autori- 

dò^n  Fri-  tà  de  quali :  conuenìua  l \Arcid:.ica  -,  :  fi*  tre  me  fi:  promeffo  di  fare  lo 

eia  a  co  in  fyonfalnw  trattato  tante  mite  ira  \  :    Rema  figlinola  del  Re  Lui 

ciochci-edè  gì  con  dote  difeicenio  mila  fendi .  é  ai.  o  di  Beri  perpetuo  per  lei ,  & 


IO  farce     lu'Vl>S  ■/  V       '■'-'*•/»'»■-  •*'*  Citi  Uf  »WIB   wtnmr*  lift.;  vv/»    issiti/  i  nwru/f+jix.  •* 

i  dimo-  fiate  le  ragioni  dell 'hereàità paterna  ■&  materna,  &  nominatamente  a  quel 
:r  priuar  le  gli  apparlencffcroful  Ducato  di  Milano, &  di  Brettagna;  ubligato  a  dar- 
Vfil™1  &1  ^  r^  auit0  digenti->&  di  nauìper  andare  al  Regno  di  Spagna,  dopo  la  mot 
olente  per-  te  del  Re  Calolico.  Fu  nominato  a  richieda  del  T\.c  il  Duca  di  Ghelleru  &  af~ 


in  u  Re  Tel  per  i  figlioli ,  laquale  effendo  allhera  d'età  icncrifjvma ,  gli  haueffe  ad  effere 
tioio  far  ce  confegnata  fuhito  peruenifìe  ali  età  di  none  anni;  ma  con  patto  rinunciale  a 

su  &di 
ftratioi 
uoter  pi 
se  lui, a  cui 
lejit 
ine  ti 

-u"ftlre  Fer  fa7^?0  aiCiini  fa  oltra  le  cofe  predette  fu  coimcnuio,  che  in  nome  dell'uno  » 
dìnando  fra  &  dell'altro  di  loro  andaffero  fra  t  re  me  fi .  Amba f latori  al  Re  d'<Xragona^  a 

Rea- 
ti Re- 
7s[èft  dubh 
accordo  co  taxbc  ciaf  imo  di  nucfli  due  Trine ipi  penso  più  nel  confederar  fi  alla  cornino*. 
STpeVcVef  ^H  rtefi  dimofìraua  diprefhiteychi  all'ojìh'uan'zadel  tempo  futuro,  perche 
i-  gti  profni  quale  fondamento  fi  potata  far  nello  fhonfàlithìChe  fiprometteua,non  efft  ti* 
tarU>,acdo-  ào  umora  là  (fo  fa  per  venuta  alla  età  di  quattro  anni?  &  comepoteua  piace* 

§Ra-  Brettagna ,  perche  i  Brettoni  de  fiderò  fi  ahauere  qualche  uolta  un  Duca  par- 

h  dì fopra  tì(vLre*/yia7idob.Anni^  b 

nei  limo* .a  -(IQ  a{  .        '.ogcnìto  de*  figliuoli, &  difcendcntidi  lei,peruenendo  il pnmog 

è  "tenti©  li  WG  atta  Corona  di  FrancL1:P^rueniffe  quel  Ducato.  Trattaua  medcfimarnsf^ 

manimo-     f  c  n  %e  fa  Francia  col  Re  Catclkó  di  prorogare  la  trievua  fatta  col  Re  moria  : 

ila  DuchcC  W>  rimojja  i a  coniatone  di  non  molefiat -e, durante  la  triegua>il  Durato  ai 

u  ft -onA?  ^mo  !P€raffdd'pot  dolergli  efier  facile  il  convenire  con  C efare,  perlaaval  ca~ 

«otta,  e  he  fu  ,  fi  i  Viuitiani ,  e  he  offeriuano.  di  rinouare  la  Lega  fatta  con 

co1!  iu  Lv-  /        cefforeyuoicndoèfitr  liberoad  ubicarti  con  C  efare  contraloro:  ma  ilRi 

ouc  io  no  -  (  o  che  in  Ini  potepc  come  fempre  >  il  dcfiderio  di  non 

tato 


rhe   t'ucce-  re  a[  %€  (lj  Frdììcia^hc  Rèma  diueniffe  moglie  deU ^Arciduca,allaquale,e(ìen 
(ni  di  $pa-  do  la  Jorcìla  maggiore  moglie  del  Re,  era  parata  l  anione  fopra  il  Ducato  dt 


te  fico  fin\iq;id  glori:  o,  fi  Holger  ebbe  all\ 

nabnerifc  d:  prolungare  la  tricgua,fe  non  con  le  mede  fin,  ?cort  \  iohi ,  ( 

quali  l'haitL'ua  moua'ta  coi  Re  paffuto  :  onde  il  Re  francefeo  e  fi  In 


. _    dvodec  r  m  o;  flJ 

ffréranzà,  ì&mno  fberando  che  Ce  far  e  cantra  la  uolontà  >  &  tonfigli  dì  quel 
ke  baueffe  a  conuenire  fieco  ;  riconfermò  col  Senato  Vinitiano  la  Lega  nella 
forma  meàefima  eh*  era  fiata  fatta  con  V  anteceffore:  rìmaneuano  il  Tontefice, 
&  gli  SuiTgeriia  quefii  dimandò,  che  ammette fi ero  ifuoi  ^imbaficiatori  :  ma 
efifi  per feuer  andò  nella  medefima  durezza ,  ricufarono  concedere  il  fialuocon- 
àottoicol  Tontefice,  dalla  uolontd  delquale  dipendeuano  intieramente  i  Fiore 
tini  Ànon  procedette  per  aUhorapiu  oltre  ,che  a  confortarlo  a  conferuarfi  libero 
da  qualunque obligatione;  acciò  che  quando  i  progreffi  delle  cofe  lo  configliafi- 
fero  a  rifioluerfi;fuffe  in  fiuapotefià  l'eleggere  la  par te  miglior  e, ricor dandogli 
€be  mai  da  ninno  più  che  dafie,harebbeperfie,  &  per  la  cafa  fua.nl più filme- 
rà beniuolen^nèpiu  intiera  fiede,nè  maggiori  conditionu  Gittati  il  Re  que 
fti  fondamenti  alle  cofie  fiue; cominciò  a  fare  fludiofamenteprouedimcnti  gran- 
diffimi  di  danari,  &  ad  accrefeere  infimo  al  numero  di  quattro  mila,l ordinati 
%a  delle  fiue  lance, diuulgando  fare  quefle  cofie,  non  perche  hauefiepenfiieri  di 
molefiareper  quefto  anno  altri,maper  opporfii  agli  Sui7^ri,i  quali  minaccici 
uano,  che  in  cafio ,  ch'egli  non  adempie fie  le  conuentioni  fatte  in  nome  del  He 
morto  a  Digiuno, d'affali are  ò  la  Borgogna.ò  il  Delfinato  :  laqual  fiimulatione 
haueua  apprefiìo  a  molti  fiede  di  uerità ,  per  l'è  fi  empio  de  prò  (fimi  Re  >  i  quali 
haueuano  fiempre  fuggito  lo  implicar  fi  in  nuoue  gtmre  nel  primo  anno  del  é  &  ,  m 
Regno  loro:  nondimeno  non  simprimeua  il  mede  fimo  ne  gli  animi  di  Ce  fare,  fi  pio  w- 
&  del  Re  di  Uragona,à  quali  era  fioretta  lagiouentà  del  Re,la  facilità,  che  £ej» che  fof 
baueua  fiopra  il  confiueto  de  gli  altri  Re  di  ualcrfi  di  tutte  lefor^e  del  Regno  tw  ™<w 
ài  Francia,nelquale  haueua  tanta  gratia.con  tanta  efHmationc>&  eranono-  £  c"£Wm 
telepreparationigrandi,ckebaueualaficiateilReLuigi,pcrlequali,poicb$e-  tc>c 'odi* 
ra  ajficurato  del  Re  d'lnghilterra;ncnpareua  che  di  nuouo  deliberale  la guer  ulTL^ 
remapiutofio  che  continuafie  la  deliberatane  giàfiattaiperciòpernonefie-  fi  .'  Coftul 
ite  opprefifi  all' improuifo ,  fiaceuano  infilando,  di  confederar  fi  col  Tontefice  y  &  h^gìouIo  ) 
con  gli  SuiTgeri:  ma  il  Tontefice  ufiando  con  ciaficuna  delie  parti  benigne  paro  Meit?3ii 
le,  &  ingegnandoli  di  nutrire  tutti  con  uariefperan^  differiuaper  ancora  il  toSiirA 
fare  alcuna  certa  dichiaratone.  1S{ègli  Sui7geri  nonfolo  continuaua,  ma  ac-  no  ìn  uno 
creficeua  continuamente  l'ardore  di  prima ,  efiendofi  le  cagioni  cominciate  da  Ioni  d?agil 
dolori  pnbliciper  l'aumento  delle  penfioni  negato  ;  per  ìhauere  il  Re  Luigi  $"'«*"  >  & 
chiamato  aglifiipendij  fiuoi  i  fanti  Tedefchi;per  le  parole  inghmofie,  &pie-  ì^&nlmì 
ne  di  di  fregio  ujate  contra  la  natione, aumentate  da'  dolorì,aifpiaceri  &  cu-  tc .» c  in  pu- 
piditàpriuate;per  l'inuidia,che  haueua  la  moltitudine  a  molti priuati,i  quali  ^mtxà^lt 
i  riceueuano  doni,&  penfioni  dal  Re  di  Francia;  &  perche a  quehche  più  arde  cefl>  Ech'c- 

temente   ' "     '  -    *      •-»•••"•  -■-*■.■*      -        T.  .  .nomano» 

cefie, 
laplebe  i 

tàyfie  dinouolaRepubliCù xfii  congiugnefie co '  Francefi  ;  di  manierale  non  fi  JjJ  ***£ 
(onfiultandO)  &  dentando  col  ^ lo  pub  lieo  -/ma  con  l'ambinone,  &  difienfio-  *mA*toiu 
ìiiciuiUyqueflipreualendQ  di  credit;*  GalliTggntiy  otteneuano  che  fi  ricufiafi  ,a  naÙ0JiC* 

Yy         firn 


t  Erano  o 
fel 

Sui 
aìl.ilur  la 


LIBRO 


«s »• j  su,    f^o  T  offerte  granìiffimeyan7^  fmifvrate  del  Re  di  Francia .  In  quefla  difpo* 
-iatctc'la  "  ;/i*«MW  d<r  g/j  animu&  delle  cofcgli  jlmbafc latori  di  CefareÀel  Re  d'^frag* 
Borgogna ,    wtfj^-  del  Duca  di  Milano  congregati  appreffo  a  gli  Suix^eriycontraffono  con 
VcòndfJi  loro  in  nome  de  fuoi  Trine  ipiyconfederatione  per  la  difefa  d'Italia  :  riferuato 
ci  mi  la  fi  n    a[  *ponteficc  luogo  d'entrami  infinalla  D  omenica>  che  fi  dice  Letare*  -iella  prof 
talia  fefft  "  fima  Qvadragefima:nellaqvalefv  conuenuto,  che  per  coflrignere  il  Re  di  Fra 
feto  Wfo     CICL  a  cedere  le  ragioni  del  Ducato  di  Milano ,  gli  Suixgeri,  ricevendo  ciafcvn 
Svalutiti"  me  fé  dagli  altri  Confederati  trenta  mila  ducati, a  affaltajjero  ò  la  Borgogna ,  é 
%  ff«  TAti   *  ^  De$mt0  *  &  che  ti  %e  Catolico  moueffe  con  potente  efferato  la  guerra 
loro  aPiKct.   <ù//rf  parte  òdi  Terpignano,  ò  di  Fo?iterabia  nel  Reame  di  Fraudale  ciò  che 
Aioctn^ó''  ilRecoflr  etto  a  difender  e  il  Reame  proprio  non potefife,  (e  pure  haueffenelU 
°C  n'S      nimo.altnmenti  moleflare  il  Ducato  di  Milano.  Stette  occulta  infino  al  me  fé 
ì  &£»***  di  Oiugaoyla  deliberatane  del  Re  :ma  finalmente  per  la  grandc3g*,&  folle-  . 
cbicnntfi ,  citudine  de  gli  apparecchi,  non  era  più  poffibile  tanto  movimento  dtffìmvla- 
*\  dìp!i(ca*   re:  perche  erano  immoderati  iprovedimenti  di  danarhfoldavanvmero  gran- 
gii'ai ,  &  di  diljimo  di  fanti  Tede/chi ,  faceua  condurre  molte  artiglierie  uerfo  Lione  >  & 
^Vhabfta  ultimamente  haucua  mandato  in  Ghienm  per  foldare  ne  confini  di  Jiauar- 
nò  fu  i  mon  ra  1>  dieci  mila  fanti  Tietro  l^auarra ,  condotto  nuovamente  a  gli  ftipendij  b 
fidate  Cdaaf  fuoiipcrche  non  hauendo  il  Re  d'Aragona,  [degnato  conira  Imperché  in  gran 
Tietro  Na-  part;e  fé  %li  attribuiva  l  infelice  fuccejfo  del  fatto  d'arme,  voluto  mai  paga- 
G.ou^ol'ch'  re  per  la  fva  Uberationc,  la  taglia  pollagli  di  uentìmila  dvcatulaqvale  il  Re 
erano  i'gu-  moYto  haveva  donato  al  Marche  fé  del  Rotellino ,  per  ricomperarlo  in  qval- 
te  baUftrìe-  che  parte  della  taglia  de  centomila  ducati  pagati  m  lnghilterra;il  nuovo  Re 
ri ,  e  il  rcfto  deliberando  ufare  l'opera  fva7  haucua,  quando  pervenne  alla  Corona,  pagato 
w^voftì  la  taglia  per  lui ,  &  dipoi  condottolo  a  gli  flipendij  fvoi ,  hauendo  prima  il 
*}e  ncl  ll- x  *•  Invarrà  per  ifcarico  dell' h onore  fuo  -mandato  al  Re  d'Aragona  a  fcufarfiyfe 
k  "agioni  fi  abbandonato  da  lui  cedeua  alla  neceffit-ì,&  a  rinunciare uno  flato, ilqualepof 
*"ic*Ìu*5  fedeuaper  fua  donationenel  Regno  di  Napoli.  Effendo  adunque  manifefto  a 
NauaTrapaf  ciafcvnojche  la  guerra  fi  preparava  cantra  Milano,  &  che  il  Re  deliberai** 
so  a*  f  «cefi  d!  andarvi  perfonalmente;  cominciò  il  Re  a  ricercare  apertamente  il  Tontefi- 
c  Dice  il  ma  ce,chefì  vniffe  feco,vfando  a  qvefto.oltra  molte  perfuafioni,  &  inflrumenti  il 
g  ionio  lìli  WZPdi  Giuliano  fuo  fratelloyilqvale  nuovamente  haveva  prefa  per  moglie 
iib?3 !«■  c  Fitiberta  forclla  di  Carlo  Dvca  diSavoia  >  &  %ia  materna  del  Re,dotando-  i 
leoifx  che  l*  c°  danari  del  Tontcficc>  in  cento  mila  dveati  :  laqual  cofa  gli  haveva  data 
Giuliano^  far an^  che  ilVonì t fice  fvffe inclinato  all' amicitia  fva  yh avendo  contram 
teuaÌCtoUo~  fcosì  flretto  parentado:  & tanto  più  chehauemlo  prima  trattato  col  Re  Ca- 
Jet*  mogli»  'tolico  di  congiugnere  Giuliano  con  una  parente  fua  della  famiglia  diCardo- 
"na  m?J«  na  ;  pareva  rie  più  per  ricetto  fuo ,  che  per  altra  cagione  haueffe  prepofli 
rial  Re  Fra»  qveflo  matrimonio  a  quello  :  né  dubitava  Giuliano  dovere  cupidamente  favo- 
orioli  nre  quefia  inclinationc  per  dejiiem  d'asqmflare  col  me%o  fuo  qualche  fiat; 
a  sauoia  :    c0\nmle  poteffe  foftentare  le  jpefe  convenienti  a  tanto  matrimonio ,  &  per 
""  "" n' At  fiabUirji  meglio  il  governo  perpetuo ,  datogli  dal  Tontefice  umnamentc  del- 

... 


joa  nò  ne  di 
«  il  nome 
»t  la  dota» 


ì  DVOD1CIMO,  394  «  e**». 

la  Citta  dì  Modena,  Reggio-,  Tarma,  &  Tiacen^a  :  ilquale  non  (bjlenuto  da  mo.  *»*•• 
fauore  di  Principi  potentina  di  poca  fieran^a  che  baueffe  a  durare  dopo  la  »"{fu"  cjita- 
morte  del  fratello.  Ma  era  cominciata  preflo  a  turbarfi  la  fberanra  del  He  :  ]?  ?  1M! ds- 

?      •;  ri  i  i  />  i         ■'   «  i    i  iciirro  di  so 

perche  il  Pontefice  balletta  conceduto  al  He  d  dragona  le  crociate  del  Regno  ma  eruditi© 

di  Spagna  per  due  anni ,  delle  quali  fi  credeua ,  che  baueffe  a  trarre  più  d'un  n* ;  ™<!an: 

millionedi  ducati,  & perche  udiua  con  tanta  inclinutione  Alberto  daCar-  caueramen 

pi,  &  Gierolamo  Vìch  Oratori  di  Celare ,  &  del  He  Catoiico-cbe  erano  mol-  tc  **$»»- 

iv  i    •  /r      i    •     i  •  i-  /*'•/*•  u  ne  tollero 

to  ajjidui  appreso  a  lui,  che  pareuano  partecipi  di  tutti  i  conpgu  [noi .  7{u-  ai  iuo  tép© 
trina  quefla  ambiguità  il  "Pontefice ^dando  parole  grate ,  &  dimoflrando  ot-  l'""31''  "• 
urna  intcnticne  a  quelli  che  intercedeuano  per  il  Re ,  ma  fen%a  effetto  di  al-  cia.tm  anc© 
tuna  conclufione>comc  quello, nelquale  preualeuaa  tutti  gli  altri  rifletti ,  il  '*01** ;^°|* 
iefìderio  che  il  Ducato  di  Milano  non  fuffe  più  poffeduto  da  Trinapi  fore-  no  fc3  l'opc 
flien  :pero  il  Re  defiderando  di  certificarli  della  fua  mente;  mandò  a  lumuo-  ^t^Jn. 
4  hi  Ambafciatori.tr a  i  quali  fu  a  Guglielmo  Budeo  Parigino ,  huomo  nelle  let  tiene  i  dell* 
terehumane  così  Greche , come  Latine  di  fomma ,  &Jbrfe  unica  eruditione  e^5comme 
tra  tutti  gli  hmmini  de  i  tempi  noftri:  dopò  i  quali  mandò  Anton  Maria  Va-  "»  delia  ft 
iauifino ,  huomo  grato  al  Pontefice  :  ma  erano  uane  quefle  fatiche  :  perche  &  utina^ 
già  innanzi  alla  uenuta  fua  haueua  occulti  ffimamente  infimo  del  me  fé  dì  Lu- 
glio, conuenuto  con  gli  altri  alla  dififa  dello  flato  di  Milano:  ma  uoìendo  che  oimu™  Fre 
quefla deliberatione  flefìe  fegretijjima  infimo  a  tantoché  la  ncceffità  delle  go<bco'iRe 
cofe;  lo  coflrignefle  a  dichiarar  fi ,  &  defuìerando  oltra  queflo  pubìicarla  con  fer conati©6- 
qualche  ficufia ,  bora  dimandaua  che  il  Re  confientifiie  che  la  Chiefia  fi  rite-  ■»  fottofcnt 


gli  negafie  co  fa  alcuna  di  quelle ,  che  non  al  tutto  fienai  colore  d 'honeftà  pò  -  *!  cb.  ìiquai 

teua  proporre;  fiaceua  rijpoflc  uarìe ,  ambigue ,  &  irrefolute  :  ma  erano  u-  che*  perule 

fate  jèco  da  altri  delle  medefìme  arti ,  &  aflutie  :  perche  Ottauiano  Frc?o~  fto  t  apP°S" 

r  r,        j-^  i      j       i-  •  rrr>     •    ,   i  ,.  ^  gio.fuGcno 

io  Doge  di  Gcnoua  temendo  de  gli  apparati  potentifpmi  del  Re  di  Francia,  uà  la  prima 

&  hauendo  da  altra  parte  fioretta  la  uittoria  de3  confederati  per  l'inclina-  jjf  *A"w£ 

tione  del  Duca  di  Milano ,  &  de  gli  Sui^eri  a  gli  auerfarij  fuoi  ;  fi  era  per  leì'mfegne 

h  me^o  del  Duca  di  Borbone  b  conuenuto  fiegr eternamente  col  Re  di  Francia  ;  ^nc^*  f\ 

hauendo  &  mentre  trattaua,  &poi  che  conuenne*  affermato  jbnpre  coflan-  Ganro  le  re 

tiffimamente  il  contrario  al  Pontefice:  ilquale  per  e  fière  Ottauiano  congiun-  ?££*£*' 

tijfimo  d'antica  benìuolen%a  a  lui,  &  a  Giuliano  ftw  fratello ,  &  flato  fauo-  che  ortaui» 
tuo  da  loro  nel  far  fi  Doge  di  Genoua  ;  gliene  preflo  tal  fede>  che  hauendo  il 
Duca  di  Milano  infoffiettito  da  quefla  fama  >  dijpoflo  dafi aitarlo  con  quati  ro 

mila  Sui7£eri,che già  erano  condotti  a  T^ouara,  &  con  gli  Adorni,  &  Fie  am.cma  (e© 

fchi;U  Pontefice  fu  operatore  che  non  fi  procede  fife  più  oltre..  Conuenne  il  Fre-  n:«  quj  lcr'- 

gofo  in  quefla  forma:  che  al  Refi  reftituifle  il  dominio  di  Genoua,  infume  col  &*£u2i 
Cujlelletto  :  Ottauiano  depoflo  il  nome  del  Doge ,  fuffe  Gouernatore  perpetuo 
tei  Re,copo:efld  di  concedere  gli  ufficij  di  Genoua:haueffe  dal  Re  la  condotta 

Yy      i  fa  feictoxe. 


cita  nel  lib. 
15.  oc  dice 
che  Oitauii 
no  uccello 
mono  bene 
ou   l'arte 
della  iin  a 


zo  di  bene- 
detto Viual 
d:  iuo  Ara- 


I    I    B    R    O 

di  cento  lande  Sordine  di  S \  Michele >yprouifione  annua  durante  lafua  uita:  no 
riface fie  il  Re  lafortex^a  di  Codifd  mollo  odiofa  a  Genouefì,  &  concedere  a 
quella  Città  tutti  i  Capitolh&  priuilegij, eh*  erano  flati  annullati>&  abbrucia 
ti  dal  Re  Luigi:  deffe  certa  quantità  di  entrate  Ecclefìaflicbe  a  Federigo  jircì- 
uefcoua  di  Salerno, fratello  dyOttauiano>&  a  lui,  fé  mai  accade  ffe fuffe  caccia 
to  di  Cenoua,alcune  Caflella  nella  Trouen%a:  lequali  co  fé  quando  poi  furono 
publicate,nonfu  difficile  ad  Qttauiano,perche  ciafcuno  fapeua>che  meritarne 
te  temeua  del  Duca  di  Milano,  &  de  gli  Suturi,  giuftificare  la  fua  delibera 
tione Solamente  gli  daua  qualche  nota  l'hauer e  negato  la  uerità  tante  uolte  ai 
Tontefice,da  cui  haueua  riceuuti  tanti  beneficane  offeruata  la  promeffa  fat- 
ta di  non  conuenire  fen%a  fuo  confentimento:&  nondimeno  in  una  lunga  lette 
ra,che  dipoi  gli  feri  ffe  in  fuagiuflificatione ,  riandate  accuratamente  tutte  le 
cagioni  che  Ihaueuano  moffa,e  tutte  le  fcufe,con  lequali  appreffo  a  lui  potè- 
uà  difendere  Xhonor,el  procedere  fiocino  hauere  difpreTgato  la  diuotioney 
che  come  Tonte fice,&  come  a  fua  benefattore  gli  haueua;conchiufe  che  gli  fa 
r  ebbe  più  difficile  la  giufiificatione, fé  ferine  ffe  a  huominipriuati,  ò  a  Trinci* 
pe  che  mifuraffe  le  cofe  de  gli  flati,  fecondo  i  ricetti  priuatiima  che  frinendo 
a  un  Trincipe  fauia,quanto  in  quella  età  fufì e  alcun  altro,  &  che  per  lafapit 
%afua  conofceua,cbe  einopoteuafaluare  lo  flato  fuo  in  altro  modo;  erafuper 
fluo  lofcufarficonchì  conofceua,& fapeua  quel,  che  fuffe  lecito,b  almeno  con 
fueto  a  Trincipi  di  fare, non  folo  quando  erano  ridotti  in  cafo  tale.ma  etiandio 
per  migliorar  e  ,ò  accrefeere  le  conditioni  dell*  flato  loro  »  Ma  già  le  cofe  dalle 
parole, &  da*  configli  procede  uano  a  fatti ,  &  alt  effe  cutione  :  il  Re  uenuto  a 
Lione  accompagnato  da  tutta  la  nobiltà  di  Francia,  &  da  Duchi  del  Loreno  > 
a  tx  cheaui  &  di  Ghdkrhmoueua  uerfo  i  monti  £  efferata  x  a  maggiore  &  più  fiorito  che  4 
fco;hod  ff  &ÀgrandijfimQ  tempo  fuffe  paffato  di  Francia  in  1jalia,ficuro  di  tutte  le  per~ 
*e  France-  turbationi  di  là  da*  montiiperche  il  Re  £  dragona,  ilquale  temendo  prima  che 
fco  così  d'-  tantì  pyonedimenti  non  fi  uolgeffera  contrafe;haueua  armato  ifuoi  confinici 
d'arme,  co-  accia  che  i  popoli  fufìerapiu  pronti  alla  difefa  della  ISlauarra  ;  ìhaueua  unita 
ried/ikdi  *n  P€rtetuo  al  ^ame  di  Cafliglia;fubito  come  intefe  la  guerra  procedere  ma- 
cauaì  ì^g»  nifefla/nente  in  Italia-Jicentiò  tutte  le  genti  che  haueua  raccolte,non  tenendo 
to^a  C°areUS  Vm  conto  ^^  promeffa  fatta  quell'anno  ar  Confederati  di  mucuere  la  guerra 
<hio  d'arti-  nella  Francia ,  che  haueffe  tenuto  delle  promefk  fatte  à  mede  fimi  ne  gli  anni 
luaftatori*,1  precedevi  i.^Alla  fama  della  moffa  del  Re  di  Francia,  il  Viceré  di  Tripoli ,  il- 
ei, d'ogni  ai  quale  effendo flato  per  molti  me  fi  qua  fi  in  tacita  triegua  co*  Finitiam;  era  uè- 
min ttVc£  nut0  nel  ^U entim  Per  approffimarfi  a*  nimici}al!oggiati  infortiamo  alloggia 
sì  grande  e-  menta  vicina  a  gli  Olmi  appreffo  a  Vicenza;  riduce  £  efferata  a  Verona  per  an 
u>  dice  "il*  dare,  fecondo  diceua,  a  [occorrere  il  Ducato  di  Milano :e'l  Tontefice  mandaua 
gìouìo  nei  uerfo  Lombardia  le  fue  »enti  dya?me>&  de  Fiorentini  fotta  il  zouerno  del  fra 
fciiuVie .      iella  detto  Capitano  della  Chiefa,per  foccorrere  medefimamenie  quello  flato» 
come  non  molti  giorni  innanzi  haueua  comienuia  con  gli  altri  con  fedi  rati* 

fm  tuffo  che  infiflaido  nelle  Jòlitcfmmlatìoni,  de  ffe  uo.ee  mandarle  ^ 

g.rU 


DVODECì  M'.O.  ?Tt 

per  la  euftòiìd  di  Tìatt%a,  dì  Tarma,  &  di  Règgìotfìr  fuffe  fvoeeèito  tant'ct 
tre  con  gli  Oratori  del  Re  di  Francia,che'l  Reperfhaaendofìcl  certo  lafaa  co- 
cor  dia  ,  haueuada  Lione  effiedito  a  gli  ^Ambcfciateri  fuoi  il  mandato  di  con- 
chiudere,confentendo  che  la  Cbiefa  ritenere  Tjiaccn7ya,&  Tarmanti  a  tanto 
ticeu  :ffe  da  lui  ricoynpenfo  tale, che' l  Tontefive  mede  fimo  Vapprouaffcma  era 

no  per  le  cagioni /che  difoito  appariranno ìtutti  uani^itefìi  nmedij:  era  defiina  dì  Turino  » 

$o  che  col  pericolo  &  col [angue de  gli  Sinceri  folamente ',ò \fi difende ffe.h  fi  &  «JiSaiu*. 

perdeffe  il  Ducato  di  Milano:quefli  non  ritardatida  negligenza  alcuna  no  da  iti  gi/s  wL 

*    piccola  quantità  di  danari Scendevano  follecitamente  nel  Ducato  di  Milano:  Wlì*  &  h*" 

4  già  ne  erano  uenuti  più  di  uenti  mila,de  qualidieci  mila  *ji  erano  acca/tati  a  i  p*  ih  rt  ì  ;  É 

monti  :  perche  il  configlio  loro  era ,  ponendo  fi  a  paffiflrettiii  quelle  ualkte  >  "f1?*  ^cil'r 

the  dall'alpi,  che  diuidono  Italia  dalla  Francia ,  sboccano  ne  luoghi  aperti ,  gjouìo:  c  il 

mpedire  ilpaffiireinnani^i  a  Francefi.  T urbana  molto  queflo  configli o  degli  J?^"'^ 

Suilgeri  l'animo  del  Re  ;  ilquale  prima  per  la  grandezza  delle  fue  for%e  ,  fi  caiicr ,  &  a 

prometteua  certa  la  uittoria  :  perche  nell'efferato  fito  erano  due  mila  cinque-  Pmarol°- 

cento  lance,  uentiduemila  fanti  Tedefcbi  guidati  dal  Duca  di  Ghelleri,  die-  b  n  Moceni 

ci  mila  Guafcbi  (costchiamauano  i  fanti  follati  da  Tietro  *ìs(auarra)  otto  8°  fcriuc> 

mila  Francefi ,  e  tre  mila gita/latori  condotti  col  mede  fimo  flipcndio  che  gli  \  pa  flfdei* 

nitri  fanti:  conftderaua  il  Re  co'  fuoi  Capitani  efiere  impoffibile,intefo  il  uà-  r  A,t>i  Pervc 

iore  de  gli  Sui'zgeri,  rimuouergli da  pajji  forti,  &  angufli,fe  non  con  nume-  lia.  Due  per 

ro  molto  maggiore:ma  queftonon  fi  fittemi  in  luoghi  tanto  fretti  adoperare:  {»,AcoUciideIi 

difficile  fare  cofadi  momento  in  tempo  brieue  :  più  difficile ,  dimorare  lunga-  catte!  Delfi, 

mente  nei  paefe  tanto  ferite  con  sì  grand' efferato,  con  tutto  che  continuamen  ^°'j^f  CI°~ 

te  tieni ffe  uerfo  i  monti  copia  grandtffima  di  ucttouaglie  :  nellequali  difficultà  &  da  nò  pi 

alcuni  (ber andò  più  nella  d ineritone  che  nell'urtar?li;proponcuano  che  fi  man  !terulfl  co"" 

*   rr  i       ■     i  ■  i        •  ourre   arn- 

dajjero  per  ix  uta  di  Vrouen%a  ottocento  luncie,  &  per  mare  Tietro  Wauarra  g'>«»e  :  e  il 
co  li  dieci  mila  Guafcbi,  i  quali  fi  uniffero  infieme  a  Sauona:  altri  diceuano  per  £ '  ^°£Jfea  s^ 
derfi  a  fare  fi  lungo  circuito ,  troppo  tempo,  indebolir  fi  le  for%e  &  accrefeerfi  cJmmodo  : 
troppo  di  riputatone  a  nimicijimofirando  di  non  battete  ardire  di  nfcòtrarfi  ^5  aio dt 
con  loro, Fu  adunque  deliberato  non  fi  difeoftando  molto  da  quel  camino  peri-  diccl  m»i* 
fare  dipanare  da  qualche parte ;che  ò  non  fuffe  offmtataà  almeno  meri  cuflo*  «b  n'miimé 
dita  dà  nimici,&  che  Emat  di  Tria  con  quattrocento  lancìe,  &  cinque  mila  te  nomina 
fanti,  andaffeper  la  uia  dìGenoua,nonperfperan%a  di  diuertire ,  ma  per  in-  ?«  ftlàde/j 

bfeftare  ^Aleffandria..  &  l'altre  terre  di  qua  dal  To.bDue  fono  i  camini  dell'ai  1-€<lual '  flPof 
phper  i  quali  ordinariamente  fi  uiene  da  Lione  in  Italia,quello  del  Monfane  ■  v Alpi"?  Ma 
fé, montagna  della  giurifdittione  del  Duca  di  Sauoia più  brieue,  &  più  dirti-  ^ueft*  ,con: 
to,&  communemente  più  frequentato:  l'altro  che  da  Lione  torcendo  a  Grano-  Sfilata*  d™ 

.  poli,pafja  perla  montagna  di  Mongineura,giurifdittwne  del  Deljinaio:  l'uno  °PCÌ{*  Paro: 
&  l'altro  feruiene  a  Sufa.oue  comincia  ad  allargar  fi  la  pianura:  ma  per  quel  lit  iuSìc 
lo  di  Mongineura,benche  alquanto  più  lungo -perche  è  più  facile  a  paffare,  &  fi"d,DO 
più  commodo  a  condurre  l'artiglierie ,  foleuano  fempre  paffare  gli  efferati  riamen" 
Framefualkcufiodia  di  quefli  due  puffi ,  &  di  quelli  che  riufeiuauoin  luoghi  T£* 

Yy     5  mani 


LIBRO 

meliti  intenti  gli  Sui'sgeri  >  fi  erano  fermati  a  Stifa ,  perchè  i  poffiptu  baffi 

uerfo  il  mare,erano  tanto  flretti,et  repéti  che  effendo  molto  difficile  il  paffar- 

ni  i  caualli  di  tanto  efìercito,  pareua  impoffibile  che  per  quelli  fi  conduce ffero 

.,    I  artiglierie.  Dal!  altra  parte  il  Trivi? io3a  cui  il  Re  baueua  data  quefìa  cu- 

•   Tre  mila  *    .  .  .   .     r. .  ,  ^^      ,.  n         .    ,    7  J     J        n 

guaftjton     ra,  feguitato  da a  moltitudine  grandijjwui  di  guajiaton-. <&  battendo apprcpo  a 
PjSat&Ynet  a  fe  fiuoiftim  induflriofi ,  &  efperimentati  nel  condurre  l'artiglierie ,  i  quali 
x*i  \c  ftii-  mondana  a  uedere  i  luoghi  che  gli  erano  propofli ,  andana  inueftigando  per 
Gio^C  il     4ual  luogo  fi  potè ffc,fen?a  trottare  l'oflacolo  degli  Sui^eri ,  più  facilmente 
poffare :per  ilche  ì'efiercito  diflefo  la  maggior  parte  tra  Granopoli,  &  Brian- 
%pne 'tafpettando  quel  che  fi  deliberaficprocedeua  lentamente ,  coflrignendo- 
gli  anco  al  mede  fimo  la  neceffità  d'affettare  iprouedimenti  delle  net  tovaglie: 
nelqual  tempo  uenne  al  Re  partito  già  da  Lione ,  unhuomo  mandato  dal  Re 
d'inghilterrayilquale  in  nomefuo  efficacemente  lo  conforto,  che  per  non  turba 
re  la  pace  della  Chriftianita  non  paffaffe  in  Italia:  origine  di  tanta  uariotione 
fu^ebe  effendo  flato  moleflo  a  quel  Re,  che  il  Re  di  Francia  fifujfe  congiunto 
con  ViArciduca>parédoglì  che  le  cofe  fitte  cominciaffero  a  procedere  troppo  prò 
fieramente, haueua  da  queflo  principio  cominciato  a  prefia;?  I  orecchie  a  gli 
[Ambofciatori  del  Re  Catolico,  che  non  ceffonano  di  dimoflrargli  quanto  a  lui 
fuffe  pernii iofia  la  grandetta  del  Re  di  Francia,cbeper  l'odio  naturale  >ct  per 
hauere  effier citato  i  principi]  della  fina  militia  contro  lui  non  gli  potetta  effere 
fe  non  nìmiciffìmo  :  ma  lo  moveva  più  l'emulotione  ,  &  lo  invidio  alla  gloria 
fua.laquale  gli  parevo  che  fi  accrefeeffe  molto yfe  ei  riportale  la  vittoria  del 
lo  flato  di  Milano  :ric  or  douofì  eh' egli,ancor  che  haueffe  il  Regno  r  ipofiato  y  er 
di  ricchi/fimo  per  la  lunga  pacete  trottato  tanto  te  foro  accumulato  dal  padre  ; 
non  haueua  però  fe  non  dopo  qualche  anno  hounto  ardire  d'ajfaltare  il  Re  di 
Francia ,  folo ,  &  cinto  do  tonti  nimici,  &  affaticato  da  tanti  trattagli:  ima 
queflo  Re  alquanto  più  giouane  che  non  era  egli}qvando  pervenne  alla  Core- 
b  Bell'odio  na,ancor  che  houefie  trottato  il  Regno  affaticato .  &  efauflo  per  tante  guerre* 
Jendue°nado  bavere  ordire  ne  primi  mefi  del  fino  Regno  andare  ad  nnimprefa ,  dotte  ba- 
rn Fran cefe  ueua  oppofitìone  di  tanti  Trine ipi  :  non  haucregli  con  tanti  apparati y  &  con 
L^pa^to  tante  occafioni  riportato  in  Inghilterra  altro  guadagno  che  la  Città  di  Tor- 
abbó  Jeuoi-  najy  con  jpeja  nondimeno  intollerabile,  &  infinita:  ma  il  Re  di  Francia  fe  con 
prenci  l'ib!  feguijfe*  come  fi  potetta  credere,  la  uittoria,  acquiflando  sì  bel  Ducato,  haue 
io.  a  c.28 1,  re  a  tornare  glorio fifjimo  nel  Regno  fuo  :  apertafi  ancoro  lo  flroda ,  &  forfè 
•  Non  voi*  ìnnanxi  che  ufeiffe  d'Italia,  prefa  l'occafione  d'affaltare  il  Regno  di  liapoli  : 
il  gìouìo  ,    C(f  quali  flimoli ,  &  punture  >  effendo  flato  facile  rifufeitore  /'  b  odio  antico  b 
»erefoflero  nel  petto  fino,  non  effendo  a  tempo  di  poter  dargli  con  l'armi  impedimento  al- 
condoiteda  cuno,&  forfè  anco  cercando  a'o:quiflore  qualche  pm  givflifi catione;  haueua 
JeHa  Mar.   mandato  a  fargli  queflo  ambafeioto ,  per  laquale  il  Rf  non  ritardando  il  fuo 
eia  ;  ma  da  camino, uenne  da  Lione  nel  Delfinato  :  oue  ne'  giorni  mede  fimi  cornparfero  i 
chele,  du-  lan%chencib,  detti  della  banda  l^era  > c  condotti  da  Ruberto  delia  Marcia ,  i 
«  di  ckuc*  iaqual  banUa  della  Germania  baffi ,  era  per  la  fitta  ferocia  >  &  per  la  fede 

fen.prc 


D  V  O  B  EC  I  M  O.  5^ 

fempr'e  dimoflrata  negli  efferati  Francefi  in  grandiffìma  eflimatióne .     In 
4  queflo  tempo  fignificò  *  Gianiacopo  da  Trinici  al  Re  poter  fi  condurre  di  là  da'  a  in  eie  «o 
monti  l'artiglierie  tra  l'alpi  marittime,&  le  Cottie,  (tendendo  uerfo  il  Mar  d°  ^io,T|*; 
ebefato  di  SaluTgoioue  benché  la  difficultà  fuffe  quafi  ineflimabilepiondime  -   uuiii  impa- 
noper  la  copia  grandiffìma  de  gli  huomini,  &  de  gì 'inflrumenti,douere  final  raire  qucJ*£ 
mente  fuccedere:  &  non  effendo  da  quefla  parte,  né  fu  lafommità  de'  monti ,  mino  di  <$ 
né  alle  bocche  delle  uallàte  cuflodia  alcuna  ;  meglio  effer  tentare  di  fuperare  £""1n  Ita- 
l'ajpre%ga  de'  monti,e  i  precipiti]  delle  ualli;laqual  cofa  fifaceua  con  la  fati-  iia  h>ec  dùìi- 
ca,ma  non  colpericolo  de  gli  huomini,  che  tentare  di  fare  abbandonare  i  pajji  è  dcuo  aS 
agli  Suvzgeri  tanto  temuti)  &  oflinati  ò  a  uincere,ò  a  morire-,  maffimamenie  tìiom». 
non  fi  potendole  fi  trouauorefiflen%a  fermar  fi  molti  giomi;perebe  niuna  pò 
ten%a,  o  apparato  baflaua  a  condurre  per  i  luoghi  tanto  affru  e  tanto  flerili » 
uettouagliafofficiente  a  tanta  gente  :ilqual  conftglio  accettato ,  l'artiglierie  > 
che  s  erano  fermate  in  luogo  commodo  a  uolgerfi  ad  ogni  par  te- fi  mofiono  fu- 
bito  a  quel  camino. Haueua  il  Triulxio  fignificato  douereffere  grandiffìma  la 
difficultà  del  paffarle,mo  con  l'ejperientia  riufeì  molto  maggiore  :  perche  pri- 
ma era necefìariofalire  fopra  i  monti  altiffimi,& afi>riffimi,ne 'quali  fi  fall- 
ita con  grandiffìma  difficultà.-perche  non  ni  erano  fentieri  fatti ,  né  tal  uolta 
larghetta  capace  dell' artiglierie, fé  non  quanto  di  palmo  inpalmo  facilitava- 
no iguaflotori,de  quali precedeua  copia  grandiffimoy  attendendo  bora  ad  al- 
largare  la  flrettc^a  de  paffi,  bora  a  pianare  l'emincntie ,  che  impediuano  : 
dalla  fommitàde' monti  fi  feendeua  per  precipiti]  molto  pr  erutti ,  &  non  che 
b  altro  ftaucntofiffimi  aguardarglunelle  uafli  profondarne  del  fiume  dell  *>^r  b  Non  4enc 
gentieraiperi  quali  non  potendo  foflsnerlei  caualli  che  le  tirauano ,  de quali  «tcurio'òici 
ui  era  numero  abbondantiffimo,nè  lejpalle  deguaflatorì  che  l' accompagnano-  \t 5£? $ 
•  no;eraff>cffo  necefiario,  che  appiccate  a  canapi groffijfmi  ,fufjero  calate  con  *a  _noli"* 
lemamdefantià  quali  in  tante  difficultà  fi  metteuano  ad  ogni  faticarne  paf-  g^efJrd! 
fati  i primi  monti,  &  le  prime  ualli  cefìouo  la  fatica.-perche  a  quelli  fuaedcua  le^er  la  di 
no  altri  monti,et  altre  uallote,i  quali  fi  paffauano  con  le  medefvne  difficultà  :  %*  *?&  a 
finalmente  infpacio  di  cinque  giorni,  l'artiglierie  fi  conducono  in  luoghi  apcr-  ,(?,omo  nel 
ti  del  Marche  fato  di  Saluto  di  qua  da'  monti,paffate  con  tante  difficultà,che  le  mi  '  par* 
è  teniffimo  che  fé  A  hauefiero  hauuta  refiflen%a  olcuna,o  fé  i  monti  fufi  ero  fla  che  fu^ri  r« 
ti,come  la  maggior  forte  fogliano  e  fiere, coperti  dalla  neue, far  ebbe  flato  fati  £%«?« 
€0  uana.ma  dalla  oppofitione  de  gli  huomini ,  gli  liberò,  che  non  battendo  mai  nafratio»*« 
f enfiato  alcuno  poter  fi  l'artiglierie  condurre  per  monti  tanto  offri;  gli  Sui^e 
rifermatifi  a  Sufa;erano  intenti  a  guardare  i  luoghi,pe  r  i  quali  uiene  cbipaf- 
failMonfanefe,ilMongineura,òpermontipropinquiaquelli:&  laflagione 
àeltanno ,  effendo  circa  il  decimo  giorno  d'<Agofto ,  haueua  rimoffo  l'impedL 
mento  dette  neni  già  liquefatte.  Vafìauano  ne  giorni  mede  fimi, no  fen^a  moU  \ 
U  difficultà  le  genti  d'arme,  &  le  fanterie:  alcuni  per  lo  mede  fimo  camino , 
altri  per  lo  paffo  che  fi  dice  la  Dragoniera  :  altri  per  i  gioghi  alti  della  Rocca 
T>emta>&  di  Cuni,paffipiu  baffi  uerfo  lo  Vrouen^a:per  loquale  ni  a  pafiato 


LIBRO 

Sfiderà  £**  l*  *  Talifia  hebbc  occajìone  di  fi ire  un  fatto  memorabile -.perche  partito  da  Sin* 
oberino ,  giare  con  quattro  [quadre  di  caualli ,  &  [atta fi  guidandolo  ipae[ani&na  lun-  - 
&ofcno"«c'  ghiffimacaualcata;[opragiun[eimproui[oa  Villa  Franca,  terra  dijlante  [ette 
Baiardo  e*  miglia  da  Saluto,  &  di  nome  più  chiaro,  che  non  ricerca  la  qualità  della  ter 
«filmi,  c'ha  r a:  perche  appreso  a  quella  na[ce  il  fiume  tanto  famofo  del  TÒ.  alloggiaua  in 
a  cui  n  reco  quella  con  la  compagnia  [uà  Trojpero  Colonna  ferrea  alcuno  [ometto  per  U 
«Salii?  d!  lunga  diftan%a  de  nimici,  né  quali  non  temeua  quella  celerità,  che  e[[o  dina 
qucfti  ito-  tura  mo[to  lento ,  non  era  [olito  a  tifare:  &  dicono  alcuni  che  il  giorno  mede- 

»aCr*'frrd«  [imo  uoleua  andare  ad  unirfi  con  gli  Sùtgerima  come  fitta,  certo  è,  chefia- 

àor 

ii 
mei 

«he  cefaré  Ya,coy'quaù  la  Tali  [fa  intento  a  tanta  preda  ->fi  era  prima  occultamen  te  inte* 
fo;  haueuano  tacitamente  preje  le  fcolte .  cosi  ti  xv.  giorno d  ^gojio ,  rimale 


»a    rarrel*   JWIO  UOlcita  attuare  au  iwtrji  ivft-  ^^«(^cu.fWMn/fw^iwjtun/v,  i">-r^ 

àob.gnino,  m  aUamen[a  de[maudo>  quando  [opragiunfono  le  genti  della  Talifiarton[en- 
mentàTofi,   the  in[tno  furono  alla  ca[a  medefima  da  alcuno  :per  oh  e  gli  huomini  della  ter* 


Bon 


!f  lemKO  ,!a  prhione,non  come  fi  conuiene  all'antica  vloria,  Trofpero  Colonna  tanto  chia- 

guardia  alle  t     o>         *  J  r  °  ••         ;      r  ;  «  j: 

fortc,comc  ro  Capitano,& per  l  autorità [ua,&  per  lo  credito,  che  haueua  nel  Ducato  di 

wmmfnT  Milano.di  momento  grande  in  quella  guerra:[u  prefi  infime  con  Trojpero, b  b 

\o  :  iiche  fi  Tietro  Margano  Romano,  &  una  pane  della  compagnia  [ua:gli  altri  al  pri^ 

i^deU'hift  mo  romore  difperfi  in  uarie parti  fuggono.  Vano  la  paffuta  de  Francefila  &  ti 

dei  gìou.oJ  cafó  di  Trojpero  Colonna  i  configli  di  ciafiuno ,  &  lo  flato  uni  iter [almente  di  ■ 
h  dì  quefto  tutte  le  co[e ,  introducendo  ne  gli  animi  del  Tontefice,  del  licere  di  Tripoli , 

P!Ctr(haMat  &  de&i  SuiT^eri  nuoue  dìjpofit  ioni:  perche  il  Tontefice,  ilqual  s'era  coftan-  • 

fa3to°di  foj>"  temente  perfiuafio  che  il  Re  di  Francia  non  poteffe  per  toppo fitioni  de  gli  Sui^ 

cruento'  ^m  Paffare  i  monti,  &  che  molto  confidaua  nella  uirtù  di  Trojpero- Colonna,  * 

bauuto  de  perduto  grandemente  d'animo;  comandò  a  Lorenzo  [uo  nipote,  Capitano  Gè-  j 

douico  xu  ^rale  de  Fiorentini, alquale  perche  Giuliano  [uo  fratello,  [oprauenut agli  lun 

jLedT  Fraa  ga  [ebbre,  era  rimafio  in  Firenze  ci  haueua  data  h  cura  di  condurre  l  efferato  e 

ciaconaicu  •  Lombardia ,  &  che  tre  jiiorni  dopo  ttcafo di  Trojpero  era  uenuto- a -Modo- 

si  Colone-  «->  ,     i    ,         •,.  Jòk r        ...       ?  .  A  , 

fi  per  far  gè  na,  che  procedefic  lentamente  :  ilquale  pigliata  occajwne  di  uoùere  ricuperare 

m  Ghino  z?  ia  accadi  Rubiera,occupata  da  Guido  Rangone,per  laquai cagione  gli pagò  • 

Wndofi  '  finalmente  due  mila  ducati;  con  fumo  molti  giorni  nel  Ntodone[e,&  nel  Reg-  • 

f!Ìó!draio0Ì  giano  ;  &  ricorrendo  oltra  quefto  il  pontefice  die  [ne  arti  ffpedì  occultiifima- 

«yi  Papa,&  mente  *  Cintiofiio  familiare  al  Re  di  Francia  per  ijlufare  le  coje juccedute  m^  d 

inali-  Ili  fi™*  quelgiorno,&  cominciare  per  me%o  del  Duca  di  Sauoia  a  trattare  dico 

foio  fi  '  uer  -  uenire  fèco;accioche  da  quefto  principio  glifiifie  più  facile  il  procedere  più  ol  <• 

feTruf con  »*>fi  &  *W*  &l  Ducato  di  Milaiio.fuccedcfie  in[elicemenu:ma  a  e  on figlio 

«ófigtio  (co  di  maggior precipitatione  inducono  iìTontefice  il  Cardinale  Bibbiena  &  ab- 

cT)  piu'ho1  cuni altrimoffipiu dapriuatepaffiom/ùe dalCinterefic delfuo  Trinape: per- 

*o*c«ioie&  che  dimoiandogli  efiere  pericolo ,  che  per  la  [ama  de'  juccejji  profferì  de' 

toUpet  rifp" ito  di  quefta  p-rc Tf  nt«  prigionia.  Con  lui  furon  prigioni  Gbuanni  Barcalone.Ccfare  FeMWofcè,!^ 
ffierro  Antonio  Caraffa  figliuolo  del  Conte  di  Folicaiìro,  huoauni-ilU»it.i.  Giou>ohb.»$. 
«  Oue  poco  appreffo  era  ueauto  a  morte.GiOWO  nel  l»bT  ;.  della  vita  di  Leon*.  Ma  doue  qui  dice,  che  Lo- 
*cn*o  era  uenutoa  'Mpdena.il  Giouio  nel  luogo  detto,  &  nel  \ib  i$  .del l'hift  (enne,  eh  egli  era  m  '"centf. 
4  Cinthio  da  T.uoli  mandato  dal  Papaal  R.e  ,  fu  prefo  dagli  «pagmioli-,  & gli  turo»  «°?,eJe '"'«"•  ®~ 
marciò  Lorenaade'  Medici  fu  d'allhora  i»POi  foretto  al  Cudona.  Grauiolib.j  dc»laTUad>  Leone.&jm* 
■m  èi  Ì9i  to  ia  ^ut  ito  mede  fimo  Ubo . 


DVODECIMO,  w 

franccfh  &  per  gli  ftimolì,&  forfè  aiuti  del  Re,che  il  Duca  di  Ferrara  fi  mo 
ueffeper  ricuperare  Modona,  &  Reggio,  e  i  Bentiuogli per  ritornare  in  Bolo- 
gna  &  in  tanti  altri  trauagh  e  fiere  difficile  combattere  con  tanti  nimici,  an%i 
migliore ,  &  fen%a  dubbio  più  prudente  con  figlio  preoccupare  col  beneficio  la 
benìuolen^a  loro,  &  conciliategli  in  qualunque  euento  delle  cofe ,  fedeli  ami 
ci  gliperfuafono  che  rimettere  i  Bentiuogli  in  Bologna,  &  al  Duca  di  Ferra- 
va  refihuifie  Modona,  &  Reggio  :  ilebe  farebbe  fenica  dilatione  flato  efequi- 
to,fe  Giulio  de  Medici  Cardinale,  &  Legato  di  Bologna  jlquale  il  Tapa,per- 
che  in  accidenti  tanto  graui  foflenejfe  le  cofe  dì  quelle  parti,  &  fufie  come  rm 
deratore,&  configliatore  della  giouentu  di  Loren^  haueua  mandato  a  Bolo- 
gna; non  fuffe  fiato  di  contraria  fenten^a  :  ilqual  moffo  dal  dijpiacere  della  in- 
famiate di  configlio pieno  di  tanta  uiltà  rifiuterebbe  alTontefice,  maggiore 
certamente  che  non  era  fiata  la  gloria  di  Giulio  ad  acquiflare  alla  Cbiefa  tanto 
dominio,  moffo  ancor  a  dal  dolore di fare  infame  ,&  uituperofa  la  memoria 
della  fua  Legatione,  alla  quale  non  prima  arriuato  7  haueffe  rimejfo  Bo  fogna ,  t  M       f 
città  principale  di  tutto  lo  fiato Fede ftaflico,  in  potefià  degli  antichi  Tiranni)  dubbiò  il 
lafciando  in  preda  tanta  nobiltà ,  che  in  fauore  della  Sedia  jLpofiolica  fi  era  fj^huomff 
dichiarata  apertamente  contra  loro,  &  però  mandato  huomim proprvj  al  Ton  «»  delia  te* 
tefìce,lo  ridufie  con  ragione,  &  con  prieghi  al  configlio  più  honorato,  &  più  "^  n^; 
fano .  Era  Giulio,  benché  nato  di  natali  non  legittimi, fiato  promeffo  da  Lione  lefleroiafci» 
ne  primi  me  fi  del  Tonteficato  al  Cardinalato,  feguitando  l'è  fi  empio  di  Jilef-  "J  ™"  $* 
f andrò  Se  fio  ne lì 'effetto, ma  non  nel  modo:  perche  Me  fi andrò  quando  cre&Car  tr<>  *  pigliar 
dinaie  Cefare  Borgia  fuo figlinolo;  fece prottarc  per  teflimonvj ,  che depofono  uagUe7pw 
la  uerità ,  che  la  madre  al  tempo  della  fua  procreatone  haueua  marito ,  infe-  Paurf  di  co 
tendone  che  fecondo  la  pr  e  firn  ione  delle  leggi  ,fl  haueua  a  giudicare  chel  fi-  rofò  perTt 
gliuolo  fuffe  piuprefio  natodeimarito ,  che  dell'adultero:  ma  in  Giulio  itefii  fc"io«  *'h* 
moni propo fono  la gratia  humana  alla  uerità  :  perche  prouarono ,  che  la  ma-  Francefili 
dre,  dellaquale,  fanciulla  &  non  maritata  era  fiato  generato ,  innanzi  che  am  Pcrò  dicc  _• 
metteffe  agli  abbracciamenti  fuoi,il padre  Giuliano, haueua  hauuto  daini  fé-  ìepor*""*- 
greto  confentimento  d* e  fi  ere  fua  moglie .     Panarono  fimilmente  quefii  mio-  uendo  *nca 
uicafi  la  difpofitione-del  viceré  ;  ilquale  non  partito  amora  da  Verona  per  le  deunf  "ufc 
diffìcultà  che  haueua  a  muouere  i  faldati  fenica  danari,  et  per  affettare  nuoue  Eeri  ;  ,,(3uaU 
gentipromefieda  Cefare, uenuto  a  SprucLperche  era  neceffario  lafaare  fuffi-  mietuta 
cientemente  cuftodite  Ferona,&  Brefcia;comincib  co  quefte,  &  con  altre  feu  * tctrfl  '|,mu 
fé  a  differire,afi>ettado  di  uedere  quel  che  dipoi  fuccedeffe  nel  Ducato  di  Mila  t°gH«ie  ** 
no.  Commoffono,  &  gli  Sui%geri  medefimamente  quefie  cofe:  iquali  ritirati  fi  ^n"""0  & 
fubito  dopo  la  p  afiata  de'  Fr ance  fi  ^Tiriamolo ,  benché  dipoi  intefo  che  il  éc  Taccheggi» . 
dpafiate  l'alpi  umua  leghi  a  Turino,uenuti  a Ciuàs  l'haue fiero, perche a  ricu-  ™n^  "** 
faua  dare  loro  uettouaglie:prefa.etfaccheggiata,&  dipoi  quafifugli  occhi  del  fa  il  gìouù» 
Re  che  era  a  Turino  fatto  il  mede  fimo  a  Vercelli:  nodimeno  ridottifi  in  ultimo  ™c"^en  pr^ 
a  T^ouara ,  prendendq  dalle  auerfità  animo  quelli ,  che  non  erano  tanto  alieni  dettero  ve* 
idle cofe  Francefila  cominciarono  a  trattare  di  conuenire  col  Re  di  Francia  ;  ceUu 
'  uelqual 


LIBRO 

nelqual  tempo  quella  parte  de  Trance  fi »  che  ueniuano  per  la  uìa  di  Gettona , 

*  *ì  \e*b°  c°y  (lm^  fi  erano  un*** a  4uattro  mila  fanti ,  pagati  per  opera  £  Ottauiano  Tre  a 
d.ce  due  mi  gofo  da  Cenone fty  entrati  prima  nella  terra  del  Caftellaccio,  &  poi  in  ^Alefian 
Ianti  a'u  dria,  &  in  Tortona,  nelle  quali  città  non  era  faldato  alcuno,  occuparono  tutto 
Giouio  più  ilpaefe  di  qua  dal  To .  Era  il  Re  uenuto  a  Vercelli:  nelqual  luogo  intefe  lapri 
^'iiaTifMo  ma  uolta  il  Tonteficeejferfi  dichiarato  centra  lui, perche  il  Duca  di  Sauoia 
«<nigo  due  gliene  fignificò  in  fuo  nome  :  laqual  cofa  benché  gli  fuffe  fopramodo  molcftijfi 
S'^  ol'hoo  ma  *  nondimeno  non  perturbato  il  configlio  dallo  fdegno  ;  fece  per  non  lo  irrita 
»i  in  d'ar  -  re  ton  bandi  publichomandare ,  &  nell'efferato ,  &  alle  genti  che  haueuano 
Mlt  '  occupata  ^Aleffandria^che  ninno  ardiffe  di  moleflare ,  ò  di  fare  infulto  alcuno 

b  oitra  que  nel  dominio  della  Chiefa .     Soprafedette  poi  più  giorni  a  Vercelli  per  affetta 

che  de  fide  '  re  ^efit0  ^eìfe  cofe>  c^e  fi  trattauano  con  gli  Sui^eri  :  iquali  non  intermetten 

iauano  tor  do  di  trattar  e,  fi  dimoflrauano  dall'altra  parte  pieni  di  uarieta\&  di  confufio* 

fflapc  "(aTuar  ne  :*n  Wpwira  cominciando  a  tumultuare ,  prefaoccafione  del  non  effere  an- 

u  ricchezze  e  ora  ucnuti  i  danari ,  a  quali  era  obligato  il  Re  d \Aragona ,  tolfono  uiolente- 

??«no  *aV  *nente  a*  Commejfarij  del  Tontefice  i  danari  mandati  da  lui ,  &  col  mede  fimo 

e  ho  Aibei-  furore  partirono  dileguar  a ,  con  intentìone  di  ritornar fene  alla  patria  :  cofa 

Giouini'De  $e  b  mo^tl  4*  l°ro  defiderauano,  squali  ejfendo  flati  in  Italia  già  tre  me  fi ,  &  b 

jpachia  e**  carichi  di  danari,&  dipreda,uoleuano  condurre  faine  alle  cafe  loro  le  ricche^ 

!«nefi,Cfta  3£  guadagnate  :  ma  a  fatica  partiti  di  IJpuara ,  foprauennero  i  danari  della 

ti  fcmpre  af  portione  del  Re  d'Aragona  :  iquali  con  tutto  che  nel  principio  occupajfero.no- 

mVa0FrVcia!  dimeno  confederando  pure  quanto  fuffero  ignominiofe ,  co  fi  precipito  fé  delibe- 

c  i  sauoiai  ratiorìiy  ritornati  alquanto  afe  mede  fimi,  re flituirono  &  quefli,  &  quelli  per 

nldati  fot-  riceuergli  ordinatamente  da  Commejfarij  :  riduffonfi  dipoi  a  Galera,  afyettan 

to  mano  da  fo  intimila  altri  che  di  nuouo  fi  dkeuano  uenire,  tre  mila  andarono  *ol  Car- 

•Duca ,  che  dinah  Sedunen fé  per  fermar  fi  alla  cuflodia  di  Vauia:  per  ciò  il  Re  diminuita 

foiiecitaua-  per  tante  ìm\ationi  la  jperan%a  della  concordia  ,partì  da  Vercelli  per  andare 

tudme,&  la  uerfo  Milano,  lafciati  a  Vercelli  col  Duca  di  Sauoia  il  Baflardo  fuo  fratello , 

iubomaua_-  Lautrec,  &  il  Generale  di  Milano  afeguitare  i  ragionamenti  principiati  con 

catdinaie.a  gli  SuiTgeri,  &  clafciata  affediéta  la  Rocca  di  TJouara , perche  alla  partita  t 

Ke°Frat  ce-  de$f*  Sungeri  haueua  ottenuta  la  città ,  laquale  battuta  dall'artiglieria  fra 

-|co.  gìouìo,  pochi  giorni  fi  arrendette,  con  patto  che  fufle  faina  la  uita}  &  le  robe  di  co- 

f .,  ..  loro  che  laguardauano .  Taftò  dipoi  il  Re ,  alquale  fi  arrendè  Vania ,  il  Tefì- 

r«  Franee-  no,  &  ilgiorno  mede  fimo  Gianìacopo  da  Tr  iulxj.fi  diftefe  d  con  una  parte  del-  d 

4°  a  1 afle  leZen*i a  $an  Chrifiofano  propinquo  a  Milano,  &poi  infimo  al  Borgo  della  por 

jiocca  d  i    ia  Ticinefe,  jperando  che  la  città,  laquale  era  certo  che  mal  contenta  delle  ra- 

Kouara  Pie 

tro  Nauarro  :  ilquale  piantate  l'artiglierie  ;  in  poche  bore  gettò  a  terra  la  eiraa  delle  mura  ,  «  i  baftioni  pia 

.-alti  .  Onde ii  Cancellano,  huomo  d'animo  ?ilc,re!c  fé iteflo d'accordo ,  e'i  prefidio  ,  come  recita  ilGio-  . 

«ionellib.  ij. 

■d  Con  trecento  caualli,  &  con  fette  mila  fanti  fcriue  il  Moccnigo,che  il  Triuuhio  era  andito  a  San  Chrifto» 

foro  due  miglia  predò  Milano.  Ma  nel  caio  de'  Milanefi  egh  discorda  da  qui- ito  auttore  :  percioche  dice^comc 

eflt  rifpoièro  fuperbamente  a  quattro  trombetti  dt.Rc  ronde  fu  xifòlutod'viar  le  forze  centra  la ciita di  Mi 

kno  .  Et  poco  appreifofofgiugncch'eflendo  andato  ilTriuultio  a  porta  Ticineie  per  contattare  i  cittadini 

ad  «iieftdejJì;  la  ylebe  ainaata  fallò  &iox  di  Milano, &  lo  ributtò  non  lenza  pericolo  delia  vita  ima . 

pm 


D  V  O  E>  E  C  I  M  O.  35S 

pine,  &  delle  taglie  degli  Suhgeriy&  degli  Spagnuoli ,  defaderaua  di  ritor* 
nare  fatto  il  dominio  de*  Trance fh  ne  haueua  dentro  faldati  ;  lo  riceuefie  :  ms 
era  grande  nelpopolo  Milane  fé  il  rimore  degli  SMZgeri,  &  uerde  la  memo- 
ria  di  quello ,  che  baueuan  patito  l'anno  p affato  ,  quando  per  la  ritirata  de  gli 
Sumeri  a  Tuonar  a  fi  folleuarono  in  fatiate  del  Re  di  Francia  :  però  rifoluti , 
non  oflante  che  defaderaffero  la  tintoria  del  Re,  d'affettare  l'efito  delle  cofe  ; 
mandarono  a  pregare  il  Trinilo ,  che  non  and  affé  più  innanzi  :  &  il  giorno 
fagliente  mandarono  JLmhafciatori  al  Re.ch'era  a  Bufaloro ,  afupplicarlo  che  ^ 

contento  della  àifpofnione  del  popolo  Milane  fé  diuotiffamo  alla  fua  Corona  & 
che  era  parato  a  dargli  uettouaglie}ficontentaffe  non  faceffero  più  manifefla 
dichiaratale  laqual  non  gli  profittaua  co  fa  alcuna  allafomma  della  guerra , 
come  non  haueua  giouato  il  dichiarar  fi  loro  i l'anno  dinanzi  al  fuo  antecede  ; 
&  a  quella  città  era  flato  cagione  dimandi/fami  danni  :  andaffe ,  &  uincefie  i 
nimkijprefupponendoche  Milano  ;  a-quiflata  ch'egli  bone  fai  la  campagna , 
fufaeproìitiffimamenteper  riceuerlo  :  allaqual  cofa  il  Rey  che  erap-àma  molto 
falegnato  del  non  hauere  accettato  il  Triul%io ,  raccoltigli  lietamente ,  rifaofe 
effere  contento  compiacergli  delle  dimande  loro  ;  .Andò  da  Bufaloro  il  Re  con 
l  efferato  a  Biagrafaa  :  doue  mentre  che  {lana,  il  Duca  di  Sauoia  battendo  udì 
ti  uenti  Umbafaiatorl  degù  Sumeri  mandati  a  lui  a  Vercelli ,  andato  poi  > 
feguitando  il  Baflardo,  &gli  altri  deputati  dal  Re  a  Galera,  contrade  la  pace 
in  nome  del  Re  con  gli  Sumeri  con  quefle  conditioni .  Fufae  tra  il  Re  di  Tran 
eia,  &  la  natione  degli  Suix^eripace  perpetua  y  durante  la  uita  dtX  Re>  & 
dieci  anni  dopo  la  morte  ;  reflituifierogii  Sumeri,  e  i  Grigioni  le  uaìluche  ha 
ueuano  or  cupate  appartenenti  al  Ducato  di  Milano  :  Uh  er afa  ero  quello  flato 
dall' obligat ione  di  pagare  ciafeuno  anno  la  penfione  de  quaranta  mila  ducati: 
de  fa  e  il  Re  a  Maffimiliano  Sforma  il  Ducato  di  IS^emors,  penfione  annua  di  do 
dici  milafaanchheondotta  di  cinquanta  lance,&  moglie  delfaangue  Reale:re- 
flituiffe  a  gli  SuiTgeri  la  penfione  antica  di  quaranta  mila  franchi  tpagaffe  lo 
flipendio  di  tre  me  fa  a  tutti  gli  SnÌ7geri>chc  allhora  erano  in  Lombardia,  ò  nel 
camino  per  uenìrui  :  pagaffe  a  Cantoni  con  commodità  di  tempi  feicento  mila 
feudi  promeffa  nell'accordo  di  Digiuna  et  trecento  mila  per  la  reftitutione  del- 
le ualli  :  teneffero  continuamente  afoldifìioi  quattro  mila  nominati  con  confi» 
timento  commune,  il  Vontefice ,  in cafao  reflitmffe  Tarma,  &  Tiacen%a,l' lm 
peratore,il  Duca  di  Sauoia,&  il  Mar  che  fi  di  Monferrato  :  non  fatta  mentito- 
ne alcuna  del  Re  Catolico,  ne  de  Vinitianu  né  d'alcun  altro  ItalianoMa  que 
fla  concordia  fu  quafì  in  un  giorno  medefimo  conchiufa ,  &  perturbata  per  la  fG^UCvÌna 
1  uenuta  de' a  nuoui  Sui^eri  .•  iquali  feroci per  le  uittoriepafaate,  &  fierando  indegne™! 
non  douere  della  guerra  acquiflare  minori  rkche%^e,che  queUeMle  quali  uè-  azzera  gui 
deuano  carichi  i  compagni ,  haueuano  l  animo  alieniffamo  dalla  pace  :  &  per  date  da  Ro- 
difficultarla  ricufauano  di  reflituire  le  ualli  ;  in  modo  che  non  potendo  i  primi  di%ìdc  Tut 
Sumeri  rimuouergli  da  queflo  ardore,  fi  ne  andarono  in  numero  di  trentaan  <°™à  &  ri» 
lue  nula  a  Monda  per  fermar  fa  ne  borghi  di  Milano >effendofi  partito  da  loro  È^ 

per 


t    I    B    !t    O 

per  la  ma  di  Como ,  lacuale  flrada  il  Re  fludiofamente  haueua  lafcìata  apef- 
rictra*rt°&  ta"> a  Uberto  Tetra  famqfo  Capitano  con  molte  infegne  :  cofi  non  quafi  prima  a 
oioiktnni  fatta  che  turbata  la  pace,  ritornarono  le  cofe nelle  me.Ufime  difUcultà .  &  am 
ca  pìunì  °  &£&&*)  arìV  m°lto  maggiori,  effendofi  nuoue  forati  &  rimiti  efferati  approf 
4c'  Berneii  fimati  al  Ducato  di  Milano  :  perche  il  Viceré  finalmente  lafciato  alla  guardia 
dUtciPnuidl  di  Verona  Marcantonio  Colonna  con  cento  buomini  d'arme  ,fe[fanta  cattai 
imo  rp:  u  i  leggieri  ,&  due  mila  fanti  Tedefchi,  &  in  Brefcia  mille  dugento  Lanvcbnecb, 
£flMa4ió*  €Ta  uemt0  ^  alloggiare  fui  To  appreffo  a  Tiacen%a,  battendo  fettecento  Imo 
ce.iè  n'ai.da  mini  d'arme,  feicento  canai  leggieri ,  &fei  mila  fanti  &  il  ponte  preparato  a 
«■offuiaaca  Paffare  ti  fiume  :  alquale  per  non  dargiufla  caufa  di  querelar  fi  Lorenzo  de* 
la.  Giorno.  Medici  >  che  era  foggiornato  induflriofamentemolti  giorni  a  Tarma  con  lef* 
^  c      .       fercito.  nelquale  erano  Settecento  buomini  d'arme ,  ottocento  canai  levrieri  , 

frSettcban   *  t  l      ,     r       ■  i  i  •   i  •   /*       •       »• 

de  uà  huo-  &  quattro  mila  janti  ;  uenne  a  Tiacen%a ,  battendo  prima  a  ricbiejia  degli 
mc°  &  '  V  "  fP&S&R-  mandati  y  mentre  trattauano  yper  feruirfene  a  rat  corre  le  uettoua* 
cai  ìeggjeri  glie  b  quattrocento  cauai  leggieri  fotto  Mutio  Colonna ,  &  Lodouico  Conte  di  y 
«io*  li  mu  Titigliano  Condottiere  l'uno  delia  Chiefa,  l'altro  de'  Fiorentini  :  iquali  non  ha 
•ggi'ugns  £  ucua  mandati  tanto  per  de fìderio  d'aiutare  la  caufa  commune,  quanto  per  no 
Guido  Ran  dare  occafione  agli  Sui^eri,  fé  pure  componeuano  col  Re  di  Francia ,  di  non 
geme,  n  ico    includere  nella  pace  il  Tontefice  •  Dall' altra  parte  Bartolomeo  d'.Aluiano,  il- 
tLùxictiZdei    qmle  haueua  datafaeraxa  al  Re  di  tenere  di  maniera  occupato  l  esercito  Spa 
u  saflctu ,  gnuoloy  che  non  bar  ebbe  f acuità  di  nuocergli  ifubito  che  Vinte  fé  la  partita  del 
a*  Fermo,    Viceré  da  Verona*  partendo  fi  del  Tolefine  di  Rouigo,  paffato  l\4dice,  &  ca- 
ie Rinaldo  minando  fempre  appreffo  al  To,  con  nuouecento  buomini  d'arme ,  mille  quat- 
trocento cauai  leggieri,  &  notte  milafantiì&  con  prouedimento  conveniente 
e  dì  quefta  d'artiglierie  ;  era  uenuto  con  grandiflima  celerità  alle  mura  di  Cremona  :  del- 
Marco  cfàu  ^a  </^/e  ce^eytià  infolita  d  Capitani  de  tempi  noflri ,  egli  gloriandof  fol'eua 

dio 
che 
tfon  . 

ui«  saì;na-  lo  era  uario,ma  confufo,&  implicato  molto  lo  flato  della  guerra  :  tticini  a  Mi- 
'ioUo,s'op°  lano  da  una  parte  il  Re  di  Francia  con  esercito  inflruttiffimo  d'ogni  co  fa,  ilqua 
pofe  ad  Af-  le  era  uenuto  a  Marignano  per  dare  alleluiano  facilità  d'unirfifeco  :  allegen 
«Td'Ann"  ti  Eccltfiaflicbe  ;  &  Spagnuoledifficultà  d'unir  fi  co'  nimici:  dall'altra  tren- 
baie  a  i  Me-  tacinque  mila  Sinceri ,  fanteria  piena  di  ferocia ,  &  infitto  a  qttel  dì  in  quan 
do'a'pezri  t0  a  francefi  inutita  :  il  Viceré  fui  To  preffo  a  Tiacen^a,  &  fu  la  flrada  prò 
s  6.  mi  la ,  &  pria  the  uà  a  Lodi,  &  col  poni  e  preparato  a  pafìareper  andare  ad  unir  fi  con 
à^ifc'attaij  gli  Sui'Tgeri:  &  in  Tìacen%aper  congiugner^  feco  al  mede  fimo  effetto  Loren 
do  meglio  ^g  de'  Medici  con  le  genti  del  Tontefice  y  &  de  Fiorentini  :  l'ululano  Capi- 
miia'cittadi  tano  follecito,&  feroce con  l'tfìercito  Vinitiano in<;remvnefe,quafifu la nua 
»i  Roaa  -  fai  *pò  per  aiutare,  ò  conia  unione,  ò  diuertendo  gli  Ecclefiaflich  &  Spagnuo- 
djffuiamé'e  Ih  d  Re  di  Francia .  Rimaneua  in  mez^p  di  Milano,  &  Tiacen^,  con  eguale 

JJuio  nel  lì. 

7-delIa  terza  Deca  :  &  Flutirco  ne  la  rifa  dì  Annibale.  Vedi  L.  Ilo(«  nel  i.al  titolo  6.k  Valerio  nel  terso» 

al  ag.DtlU  FtdacM  di  f«  iitUo,  M Silio  Italico  nd  lib.i 5 • 

diflanxay 


n  erone  agguagliarla  alla  celerità  di c  Claudio  T^erone, quando  per  opporfi  ad  *Afdm-  < 
!  ai  M  u-  baie, conduffe  parte  dell'esercito  eredito  fui  fiume  del  Metauro .  cosi  nonfo 


DUODECIMO,  hj 

diftan%a,la  città  di  Lodi  abbandonata  da  ciafeuno,  ma  faccheggiata  prima  da, 
Renzo  da  Ceri,entratoui  dentro  come  faldato  de  Vìnitìanì:  Uguale  per  difeor 
dia  nata  tra  lui,  &  V*Aluiano,hauenào  prima  con  protefìi>&  quafi  con  minac 
ci  ottenuto  licenza  dal  Senatori  era  condotto  con  dugento  buon? ini  d'arme,  et 
con  dugento  caualli  leggieri  a  glifiipendij  del  Tonte}?  ce  :  ma  non  potendo  co  fi 
preftofegmtarlo  i  faldati  fuohpeuhe  t '  Finttìani  prohibiuano  a  mólti  il  partir 
fi  di  Tadouajoue  erano  alloggiati;  fi  era  partito  'da  Lodi  per  empiere  il  nume 
ro  della  compagnia,  con  laquaìe  era  fiato  condottola  il  Cardinale  Sedunenfa, 
ilquale  prima  jpauentato  dalle  pratiche, eh  e  t  menano  ifuoicol  Re  di  Francia, 
&  dalla  uacillatione  della  città  di  Milano  fi  era  fuggito  con  mille  Sumeri  a 
Tiacen%a,&  con  parte  delle  genti  del  Duca  di  Milano,&  dipoi  andato  a  Cre 
mona  a  follecitare  il  Viceré  a  far  fi  innanzi ,  indirizzato  fi  al  camino  di  Mila- 
no,innan%i  che  l'efferato  Francefegli  impedì (fé  quella  firada;  lafiiò  alcuni  de 
fuohbenche  non  molto  numero  a  guardia  dì  Lodi  :  t quali  come  int e  fono  la  uè- 
nuta  del  Re  di  Francia  a  Mar ignano, impauriti  l'abbandonarono  :  ma  mentre 
che  il  Viceré  dimora  fui  fiume  del  Vo,&  innanzi  che  Lorenzo  de  Medici  gin 

égne{fe  a  Tiacenza;  *  fu  prefo  da  fauoi  faldati  Cintio ,  mandato  dal  Tontefice  al 
Re  di  Francia  :  appreffo  alqualc  e/fendo  trouati  i  brieui,  &  le  lettere  creden-  Jra  in°  ™! 
Siali,con  tutto  che  per  riueren%a  di  chi  lo  mandaua;lo  lafcìaffe  fubitopafiare;  fto  ™<*cft 
cominciò  nonmediocr  emente  a  dubitare  che  la  Jperan^a  che  gli  era  data  che  ho°  det™, 
l'efferato  Ecdefiaftico  unito  feco ,  palerebbe  il  fiume  delvò,  nonfuffe  uana  ;  f  Cinthia 
tanto  più  che  ne  mede  fimi  giorni  fi  era  prefentito,che  Lorenzo  de  Medici  ha-  fu  pSò  d* 
uè  uà  mandato  occultamente  uno  de'fuoi  al  mede  fimo  Re ,  laqual  cofa  non  era  jf^f  "J£ 

b  aliena  dalla  uerità  .'perche  Lorenzo,  ò  per  con  figlio  propr  io, ò  b  per  comanda-  intcneui-i 
mento  del  Tontefice,  haueua  mandato  afaufarfhfa  contra  lui  conduceua  l*ef  ^l^c0h'^ 
farcito,  flretto  dalla  necejfità  che  haueua  d'obedire  alTapa  :  ma  che  in  quello  Re '"iichc 
chepoteffe,fenxa  promearfi  la  ìndegnatione  del  zio ,  &fen^a  maculare  l'ho  TonfiTAz^ 
nore  proprio  sfarebbe  ogni  opera  per  fatisfargliy  facondo  che fempre  era  fiato,  nell'animo 
&  erapiuchemaiilfuo  defiderio  ;  ma come  Lorenzo  fu  arriuato  a  Tiacenza,  ì?.£a^ 
fi  cominciò  il  giorno  medefimo  tra  il  Vicerè,&  lui,& glihuomini  che  interne  fi  1<?sse  ■** 
niuano  a  configli  loro  a  diftutare,  fa  fuffe  dapafiare  unitamente  il  TÒper  con  1SÌ5  il! 
gmgnerfi  con  gli  Suiz^eri,adducendofi  per  ciafeuno  diuerfe  ragioni .  .Allega-  rhii*-  !"  da* 
nano  quelli  che  confortauano  al paffar e  niuna  ragione  dijfuad  ere  l'entrare  m  Itt°§hu 
Lodhdoue quando fiiffem,  fi dificulterebbe alleluiano  d'unirfi con  l'efferato  b  A&*&* 
Francefe,  &  a  loro  fi  darebbe  {acuità  d'unirfi  con  gli  SuÌ7^eri,ò  andando  uer-  éfef 5SSrt 
fa  MHano  atrouarglijò  e  (fi  uenendouerfo  loro  :  &  fa  pure  i  Francefì  fi  ridu-  co  canoffe 
ceffiroycome  era  fama  uolcuanofare,  òfufierogià  ridotti  fu  laflradatra  Lodi,  £**££,  ?! 
&  Milano  ;  l' battere  alle  {palle  quefti  efferati  congiuntagli  metterebbe  in  tra-  ma  fto  N^ 
uaglio ,  &  pericolo  >  &  anche  forfè  non  farebbe  difficile ,  benché  con  circuito  [„°  t£!*£ 
maggior  e, trottar  modo  di  congiugner  fi  con  gli  Smoderi  :  efiere  quefla  delibe-  Re»  *""*"* 
rattorte  molto  utile, anzi  necejfaria  alla  imprefa  &  per  leuare  a  gli  Sui^erì  VzQQQl*°  * 
tutte  loccafionì  dì  nuoue pratiche  d'accordo ,  &  per  accrefcere%ro  forze , 

delle: 


LIBRO 
iete  quoti  contra  sì  graffo  efferato  battevano  dibifogno  &  ferialmente  dita 
mallh  de  quali  mancavano  :  ma  ricercarlo  olirà  queflo  (a  fede,&  Chonoredel 
Vontcfice,  &  del  Re  Catolico>  che  per  la  capitolatone  erano  ohligati  a  foccor 
rcre  lo  flato  di  Milano ,  &  che  tante  uolte  n'haucuano  data  intentione  a  gli 
Suiigeri  :  iemali  trovandofi  ingannati  diventerebbono  o'amicìjJimi,inimiaffi 
mi .  Ricercare  queflo  medefimo  l'intertfie  degli  flati proprij  :  perche  perden- 
dogli Svizzeri  la  giornata ,  ò  facendo  accordo  col  Re  di  Francia  ;  non  refluire 
m  Italia  forze  da  prohibirgli  che  non  correffe  per  tutto  lo  fiato  Eccltfiaftico 
inflno  a  Roma .     jillegavanfi  in  contrario  moli  e  ragioni  &  quella  maffxma- 
mente:  non  effere  credibile  chel  Re  nonhaueffe  a  qvelthora  mandato  genti 
a  Lodi  :  lequali  quando  uifi  trouaffero  ,  farebbe  nccefjkrio  ritirar  fi  con  vergo- 
gna, &  forfè  non  fen^a pericolo. potendo  hauere  in  un  tempo  medefimo  i  Fran 
et  fi,  e  i  Vinitiani,  ò  alla  fronte,  ò  al  fianco*  né  fi  potendo  fenica  tempo,  &  fen- 
%a  qualche  confufione  ripaffare  il  ponte  :  ilqual  partito  fé  il  pericolo  fi  compe- 
rafie  con  degno  pre?gp  non  efiere  forfè  da  ricufare  :  ma  quando  bene  entrafi 
fero  in  Lodi  abbandonato, che  frutto  farebbe  queflo  alla  imprefa  t  comepoterft 
difegnare  ,  filando  tra  Milano ,  &  Lodi  un  e  fi  er  cito  sì  potente ,  ò  d'andare  ad- 
Umrfii  con  gli  SuiTgeri,  ò  che  gli  Sui^eri  andafiero  a  unirfii  con  loro*  ne  effere 
forfè  ficuro  configlio  rimettere  nelle  mani  di  quefla gente  temeraria,  &fen^a 
ragione  tutte  lefor^e  del  Tontefice,&  del  Re  Catoltco,dalie  quali  dipendeva 
lafalute  di  tutti  gli  flati  loro  :  perche  fi  fapeua  pure  che  una  gran  parte  haue 
uà  fatto  la  pace  col  Re  di  Francia,  &  che  tra  quefii,  &  gli  altri,  che  ripugna- 
vano, erano  molte  contentioni .  Finalmente  fu  deliberato  che  il  giorno  proflì- 
•  €oftr»a  mo  tutti  due  gli  efferati  fediti  fien%alcuna  bagagliapaffajfero  ti  Tò,lafaatc 
2"fim°o  "IT  ben  guardate  Tarma,  &  Viacen%aper  timore  dell  e  fi  er  cito  Vinitiano  ,  ica- 
cìouìo  ,  di-  l'ai  leggieri  delquale  haueuano  in  quei  giorni  ficorfio ,  &  predato  per  lo  paefe  : 
Sto  i«e'M°  ^aclua^  connetti  ione,  fecondo  che  allhora  credettono  molti,  da  nejfuna  delle  par 
éìi~^t  i\  cai  ti  fu  fatta  finceramente  ,penfiando  ciaficuno a  col  fimulare  di  uolere  paffare  , 
tia^no  Tra  trasfer^re  ^  cotya  netf altro  fen%a  mettere  fé  fleffo  in  pericolo  :  perche  il  yi- 
loaj  ìoiamé  cere  infojpettitoper  l'andata  di  Cintio,  &fiapendo  qvato  artificio famentepro- 
ina  ifiio°rda  ce^eua  ne^fue  cofie  il  Tontefice  ,fiperfuadeua  la  volontà  fiua  efiere  che  Lori 
«ano  di  f3t  %p  non  proccdefjepiv  oltre  :  &  Lorenzo  confiderando  quanto  malvolentieri 
gradente0  ^  Vtctrì  metteua  quello  efferato  in  poteftd  della  fortuna  sfaceva  d'altri  quel 
fino  delia  giudicio  medefimo  ,che  da  altri  era  fatto  di  fé.  Cominciarono  dopo  il  me%ogior 
rahio!onde  no  *  paffare  per  loponte  le  genti  Sp  agii  vote, dopo  lequali  doueuano  incontmen 
»on  fi  potè  tepafiaregli  Ecclefiaftici  :  ma  hauendoper  lo  foprauenire  della  notte, differito 
chi  ' vokfic  neccjfzriamcnte alla  mattina  fegvente  ;  nonfolamente  nonpajfaro?w,ma  il  Vi 
ctfer  -ì  pri-  cere  ritornò  con  i l'efferato  di  qua  dal  fiume,  per  la  relatione  di  quattrocento 
*c  il  fiumi  cavalli  leggieri:  iquali mandati  parte  dell' vno , parte  dell'altro  efferato  per 
«o'i  campo:  fientire  de  di  andamenti  de'  nimici ,  rapportarono  che  il  giorno  innanzi  erano 

«  intorno  a  ■     r    j  i  >  >^  ri       »  .-i  %       . 

»<ò  difterie  entrate  in  Lodi  cerno  lance  de  Fr  ance  fi  :  donde  ritornati  il  Viceré  ,  &  Loren- 
zàii .  ^q  agH  alloggiameli pnmi ,  l' Mutano  andò  con  l'efferato  fvo  a  Lodi .  ;/  Re 

m 


DVODECIMO.  S^fr 

in  queflo  tempo  mede  fimo  andò  da  Marignano  ad  alloggiare  a  San  tonato  tre 
miglia  appreffo  a  Milano  :  gli  Suturi  fi  riducono  tutti  a  Milano  :  tra  iquali 
efiendo  una  parte abbonenti  dalla  guerra ,  gli  altri  alieni  dalla  concordia;  fi 
faceuanofpeffi  conftgli>&  molti  tumulti .  finalmente  emendo  congregati  in- 
fame il  Cardinale  Sedunenfe,che  ardentiffimamente  confortaua  ilperfeuera- 
*  re  nella  guerra  ;  a  cominciò  con  cddiffime  parole  a  flimolargli  che  ferina  più  *or^efte  «f 
differire  ufciffero  fuora  il  giorno  mede  fimo  ad  afialtare  il  Re  di  Francia ,  non  f,  "^JJat 
battendo  tanto  innanzi  a  zìi  occhi  il  numero  de  caualli ,  &  dell'artiglierie  de    «o  La  ngo 

...  .    2;    ,°  ti,/-        •     i       i„  •    v    j   n        *      Ordinai  Sfc 

mmich  che  perturbale  la  memoria  della  ferocia  degli  Suii^eru  &  delle  mt-  éunck  a  gR 
torte  hauute  contra  i  Francefì .  Dunque  difìc  Sedunenfe  ha  la  natione  noflra  ^^  « 
foflenuto  tante  fatiche,  fottopoflafi  a  tanti  pericoli ,  fparfo  tanto  fangue  per  fpongano  a 
lafciare  in  un  giorno  filo  tanta  gloria  acquiflata  ,  tanto  nome  animici  flati  j£^t:rre» 
uintidanoi  i non  fono  quefli  quei  medefimi Francefì  .che accompagnati  da  dotte anchV 
noi  hanno  hauute  tante  uittorie  *  abbandonati  da  noi  fono  fempre  flati  uinù  j^  gj°uì« 
da  ciafeuno  i  non  fono  qnefli  quei  mede  fimi  Francefì,  che  da  piccola  gente  de    mi  f0I[c  ^ 
noflri  furono  ìannopaffato  rotti  con  tanta  gloria  a  T^puara  ì  non  fono  eglino  J£^l*°  .£* 
quelli  che  Jpauentati  dalla  noflra  uir tu  yconfufì  dalla  loro  grandiffima  mltày  con  tanta 
hanno  e f aitato  infino  al  Cielo  il  nome  degli  Heluetij  t  chiaro ,  quando  eraua  •  «nerS«* 
mo  congiunti  con  loro ,  ma  fatto  molto  più  chiaro  poi  che  ci  f eparammo  da  lo- 
ro :  non  haueuano  quelli  che  furono  a  l^ouara  né  caualli ,nè  artiglierie  :  haue- 
uano  la  jperanxa propinqua  del  foccorfo ,  &  nondimeno  credendo  a  Mottino, 
ornamento,  &fplendore  de  gli  Heluetij,  asfaltatigli  ualorofamente  a?  loro  al 
loggiamenti;  andati  ai  urtare  le  loro  artiglierie  ;  gli  roppono ,  ammalati 
tanti  fanti  Tede  [chi,  che  nell'uccifìone  loroftraccarono  l'armi ,  &  le  braccia  : 
&  uoi  credete  che  hora  ardifchino  d'affrettare  quaranta  mila  Sui%£eri ,  effer- 
ato sì  ualorofo ,  &  sì  potente ,  che  farebbe  bajlante  a  combattere  alla  campa- 
gna con  tutto  il  reflo  del  mondo  unito  infìeme  <?  Fuggiranno  credetemi  alla  fo- 
la fama  della  uenut  a  noflra  mon  hanno  hauuto  ardire  d'accoflarfi  a  Milano 
per  confidenza  della  loro  uirtà ,  ma  filo  per  la  fperan^a  delle  uoflre  diuifìonk 
nonglififlerrà  la  per  fona,  ò  laprefen%a  del  Re  :  perche  per  timore  di  non  mei 
tere  in  pencolo,  ò  la  uita,  ò  lo  flato  ,farà  ilpnmo  a  cercare  di  faluare  fé ,  & 
dare  esempio  a  gli  altri  di  fare  il  mede  fimo  .fé  con  quefto  efiercito ,  cioè  con 
le  forze  di  tutta  Heluetia  non  ardirete  d! afi aitargli,  con  quai  for%e  ui  rimar- 
ra eglijperan^a  di  potere  refiftere  loro  t  U  che  fine  fiamo  noi  fcefì  in  Lombar^ 
dia  ì  a  che  fine  uenuti  a  Milano  fé  uoleuamo  hauere  paura  dello  (contro  de*  ni 
mici  t  Doue  farebbono  le  magnifiche  parole  t  le  feroci  minaccie  ufate  tutto 
queflo  anno  /  quando  ci  uantauamo  di  uolere  feenderc  in  Borgogna  ;  quand* 
ci  rallegrammo  dell'accordo  del  Re  d'Inghilterra  ;  della  inclinatione  del  Ton- 
lefice  a  collegarfì  col  Re  di  Francia,  riputando  a  gloria  noflra  quanti  più  fuf- 
fero  uniti  contra  lo  flato  di  Milano  ?  meglio  era  non  hauere  hauute  quefli  an- 
ni sì  honorate  tintorie  ;  non  hauere  cacciato  i  Francefì  d' Italia  ;efferft  con- 
tenuti ne  termini  della  noflra  antica,  fam*>fc  poi  tutti  infteme  ingannando 

"  Uftetu-* 


LIBRO 

Tcfiettatione  di  tutti  gli  huomini,haueuano  aprocedere  con  tanta  uiltai  hajjl 
hoggi  afaregiudiciò  da  tutto  il  mondo,  fé  delia  uittoria  di  J<lpuarafu  cagione 
•  ^^  ò  la  nofira  uirtù,  ò  la  fortuna  :fe  moflreremo  timore  de'  nimici  ,farà  da  tutti 
Trasogna ,  attribuita,  ò  a  cafo,  ò  a  temerità  :fe  uferemo  la  medefìma  audacia  ;  confedera 
&  %££!!  ciascuno  effere fiata  uirtù  :  &  battendo  (comefenxa  dubbio  baremo  )  il  mede 
tio,  come  fi  fimo  fucceffo,  faremo  non  piamente  terrore  dell  etaprefintema  in  ueneratio- 
ib8gr!  in°quc  ™  ancora  de  pofleriy  dalgiudicio ,  &  dalle  laudi  de  quali  farà  il  nome  degli 
ftoroedefi-  SuiT^eri  antepofio  al  nome  de  Romani  :  perche  di  loro  non  fi  legge  che  mai 
«no hbxo,     ufaffeY0  una  audacia  tale  ;  ne  che  mai  confeguiffero  uittoria  alcuna  con  unto 
\  m  qucfto  uaìore  ;  né  chemaifen%a  necejjìtà  elegge  fero  di  combattere  contra  i  nimici 
modo  ftef-  con  tmt0  difauant aggio  :  &  di  noi  fi  leggerà  la  battaglia  fatta  preffo  a  Voua 
%'  smzzen  ra,  doue  con  pocagente  >fen<$a  artiglieYie ,  fen^a  caualli  ,  mettemmo  in  fuga 
combatterò  un' efferato  poderofo,  &  ordinate >di tutte  le prouifioni,& guidato  da'duefa 
SrancefiV  mofi  Capitani:  lunofen\a  dubbio  *  il  primo  di  tutta  Trancia ,  l'altro  il  primo  a 
Kouara  a  6.  fa  tutta  Italia.  Leggeraffi  la  giornata  fatta  a  San  Donato  con  le  medefime  diffi 
t\  H.Ucomc  cultà  dalla  parte  nofira,contra  laperfona  d'un  Re  di  Francia,  contra  tanti  fan 
hi  fermo    tl  xedefcbi:  iquali  quanto  più  numero  fono, tanto  più  fatieranno  l'odio  noflro; 
Mottino-  |à  tanto  maggiore  f acuità  ci  daranno  dijpegnere  in  perpetuo  la  loro  militia;  tan 
fuafe  •*  fuoì,  topiufi  aflerranno  da  uolere  temerariamente  fare  concorrenza  nell'arme  con 
%aff«"o  n  foc  gli  Suiigeri  :  non  è  certo  an^iper  molte  difficultàpare  imponìbile  che  il  Fu  e 
«orfo  d*  Ah  r^  ^  \c genti  della  Chiefafi  unifichino  con  noi  :  però  a  che  propofito  affettar- 
JTon  haùerc  gli  ine  èneceffaria  la  loro  uenuca,an^i  ci  debbe  e  fiere  grato  quefio  impedirne 
"  ^iTior  *  to,perche  b  la  gloria  farà  tutta  nofira  :  faranno  tutte  nofire  tante  foglie Jan-  fr 
gloria  co  al  te  ricchezze  che  fono  nell 'efiercito  nimico  :  non  uolle  Adottino ,  che  la  gloria  fi 
i°  o  'n  fie  commumcafie  non  che  ad  altri,a  noftrimedefimi  ;  &  noi  faremo  sì  uili,  sì  di- 
me con  que  fbrcT^atori  della  nofira  ferocia,  che  quando  bene  pott fiero  uenir  ad  un  ir  fi  ;  uo 
É»°iène  d?  ^mo  ^jptttare  di  cotnmmkare  tanta  laude, tanto  honorecd  foreftieri  tnon 
quel ,  che  (ì  ricerca  la  fama  degli  Ski%%eri#on  ricerca  lo  fiato  delle  cofe  che  fi  ufi  più  dila- 
Ìo"l«uo  ne!  tìone,  b  fi  faccia  più  configli;  bora  è  neceffario  ufiirefuora ,  hcr'hora  è  neceffa- 
li  7 .  della  r;0  r  fidare  ad  afialtare  i  nimici:  hanno  a  confultare  i  titmdhch e p enfiano  non 
in  % -.cn?  U  opporfiapcncdhma  a  fuggirgli:  ma  agente  f croie  &  beUicofa.come  la  no 
<h  Claudio  jira  appartiene  prefentar fi  al nimico  fubito  che fi è battuto  uifia  di  lui:  però 
«itf*  1'  eon  l'aiuto  di  Dio ,  che  con  giufio  odio  perfeguita  lajuperbia  de  Francefi ,  pi- 
fuoi  foidati  telate  con  la  confueta  animo fila  le  nofire  picchettate  ne'  uofiri  tamburi  andia 
lUodoUC  fe°    mo  fubito  fetida  interporre  una  bora  di  u  mpo, andiamo  afiraccare  l'armi  no- 
■ari  affé   in  feg%a  fatiare  il  nofiro  odio  colf  angue  di  coloro  yche per  lajuperbia  loro  uoglio- 
il  "f  "a  Qjici  no  uefiare  ognuno,  ma  per  la  loro  mlta  refiano  fempre  in  preda  di  elafi  uno . 
poco  d'aia  jncitati  da  quefio  parlare  prefe  fubitofunofamente  le  loro  armi,  &  come  furo 
Jmgne*  ^  no  fuora  della  porta  Romana  >  me/fifi  co'  loro  fquadroni  in  ordinanza ,  ancora 
Uzzo  ;  p«    £j)C  c  mn  reflafie  molto  ddgioruoi  fi  auiaro  uerfo  l' efiercito  Francefi  con  tata 
c'habbia  fat  allegrerà,  &  con  tanti  gndi>  che  chi  non  bauefiefaputo  altro, bar  ebbe  tenute 

s  PcKioche  crino  li.horc^comc  fcxiuc  il  Mo  ;ci».£  >,&  |>ochc  li^he  fon  e  \o  dice  cjucfio  Autiere  • 


D  V  O  D  E  C  I  M  O.      ^  jt* 

per  certo  chehaueffero  conseguito  qualche  grandifiima  uittorìa:t Capitavi fii~ 
molauano  ifoldati  a  caminare:  i  faldati  gli  ricordauano  che  a  qualunque  ìjora 
saccoftaffero  all'alloggiamento  de  mimici ,  defiero  fuhito  il  fogno  della  batta- 
glia;uolere  coprire  il  campo  di  corpi  morti,uolcre  quel  giorno  fpognere  il  nome      0    ft 
de'  fanti  Tedefchi,&  di  queimafjimamenle  che  pronoflicandofi  la  morte \  por  latte  dar  - 
tauano  perfegno  le  bande  nerexon  quefìa  ferocia  acccflattfi  agli  alloggiamen  "^  zIra  &1*- 

*  ti  de*  Fmncefi ,  non  reflando  più  di  due  hore  di  quel  giorno ,  principiarono a  //  Fxa&cefi  a 
fatto  d'arme,afia  Ir  andò  con  impeto  l'artiglierie, e  i  ripari,  colquale  impeto  ap  prefio°M  n* 
pena  erano  amuati,che  haueuano  urtato, &  rotto  le  prime  fquadre,&  guada  no,  iucceirc 
gnata  una  parte  dell'artiglierie  :  ma  facendo  fi  loro  incontro  la  caualleria ,  &  ìièt/ìì** 
unagran  parte  dell' efi  eretto,  &  il  Re  mede  fimo  cinto  da  un  ualorofo  fquadro-  come  sha  * 
ne  di  gent il 'huomini>c {fendo  alquanto  raffrenato  tanto  furore  ;  fi  cominciò  una  g*1  ^q^Ì 
ferocifiìma  battaglia  :  laqualecon  uarij  euenti  ,  &  con  grani  filmo  danno  delle  ui<> .  &  dai 
genti  d'arme  Francefi  lequai  furono  piegate.fi  continuò  il  combattere  infino  a  Graduuco  • 
quattro  hore  della  notte,  efiendo  già  refiati  morti  alcuni  de  Capitani  France-  b  Nata  dal- 
fiy&  lille mede fimo  pertofio  da  molti  colpi  di'ficche  :  allhora  non  potendo  j^^n^r25 
più  riè  l'una,nc  l'altra  parte  tenere  per  lafiraechev^a  l'arme^m  mano  fyicca-  me ,  &  dai- 
tifi  fen%a  fuono  di  trombe  ,fen%a  comandamento  de'  Capitani  ;  fi  mefiono  gli  {*  p^Zcn^ 
SuiTgen  ad  alloggiare  nel  campo  mede  fimo,  non  offendendo  più  l'uno  l'altro ,  ueie  fpetfa , 

h  ma  affrettando,  come  con  b  tacita  triegua,il  profilino  fole  :  ma  efiendo  fiato  tan  oioMìi0*.0" 
to  felice  il  primo  affalto  degli  Sui'Zgeri  a'  quali  il  Cardinale  fé  e  e, come  furono  *o  lib.  dciu 
r  ipofati, condurr  e  ucttouaglie  da  Milano,  che  per  urna  Italia  cor  fono  i  canal*  ™a  £  {?*** 
lari  a  fign, fi-care  gli  SuiT^cri  hauere  mefio  in  fuga  l'efiercito  de  nimici .  K[on  cenna  nei 
confumc  inutilmente  il  Re  quel  che  auan%aua  della  notte  :  perche  conofeendo  {hìftorìe •*& 
la  grandetta  delpencolo.attefe  a  fare  ritirare  a' luoghi  opportuni,  &  all'or-  è  da  cflèi 
di ne  debito  l'artiglierie^ ,  a  fare  rimettere  in  ordinar .  %a  le  battaglie  de'  Lan7c  j*"o  q°ue  ito 
chene eh,  &  de' Cuafioni  &  la  caualleria  a  fuoif quadroni  :foprauenne  il  dì,  ùuo  d'ai> 
d  principio  delquale  gli  Suir^eri  àifir  oratori  no  che  deli  e  fior  cito  Fracefe ,  ^uli  co- 
ma  di  tutta  la  militia  d'Italia  unita  inficine  affaltarono  co  l\mpeto  mede  fimo,  p»oiàmète  , 
et  molto  temerariamente  i nimici:da  quali  raccolti  ualorofamente,  ma  copiti  *  mhìcou 
prudenza,  &  maggiore  ordine, erano  per coffi  parte  dall'artiglierìe^  parte  ci  al  »" :  °ue  fr 
faet  lume  de  G  uà f coni, a  fi  aitati  ancora  da'  canali i  in  modo ,  che  erano  amma7K  ™  vna'Ta  n- 

c  Tati  da  fronte,ct  da'  lati; &  foprau enne  cfu'l  leuar  del  Sole  l'^Aluiano,ilqua~  da  *  suiz-. 
le  chiamato  la  notte  dal  Re <  meffe fi  fuhito  a  camino  co'  cauai  leggieri,  et  co  una  peiduri,bk- 
partepiu  eredita  deli 'efferato,  et  giunto  quando  era  piuftretto.&  più  feroce  da  ciettìffi-. 
il  combattere,  &  le  coje  ridotte  in  maggior  trauagliOj  &  pericolo ,  feguitau-  ZìnAìmT- 

.  IàI*  P€r  *°" 

tìerchia  brauura.  Si  vede  ancho  qualche  diuerfìtà  fra  lui,  &  queflo  hiftonco. 

e  Dei  tèmpo  che  dutò  qucfto futod'aunc,  5c  chefofie  rsuaccato  la  mattina  ,  conuergeno  co'l  Guicciar- 
i'wo  il  Giouio  ,  il  GiuitUDano  ,e  il  Gradmico  :  mail  Moceoi^o  difcoida  ,  dicendo  chc'combatterono  cut- 
tala  notte  fino  a  hore  quindici  del  giorno:  ìlche  parimentepar  che  voglia  inferir  Monfisnor  Macone  nel 
luo^o ,  che  cueio  «ella  lèguente  annotatione  :  il  qual  dice ,  che  durò  vna  gran  pane  di  due  giorni  ,  &  vna> 
fioue  nnera,  piegando  la  vittoria  ,  hor  di  qua  ,  hor  òi  là  incerta  .  Il  Gradinko  ne  fcriue ,  kcondole  let- 
^eredcgli  Oratomiel  Senato  ,  preilo il  B»e,  ìx  dei  Generale  Aluiano:  lequali  airiu3iono a  ledici  diSer- 
tecubre  15 1$.  in  Vincaia. 

Z  ^         dolo 


1    I    B    R    O 

dolo  dietro  di  mano  in  mano  il  reflo  dell* efferato;  affatto  con  glande  impeto  gli 
Suiìgeri  alle  jpalle  :  iquali  benché  continuamente  combatteffero  con  grandi f- 
*  Ut©  «s-  fima  audacia ,  &  ualore;  nondimeno  uedendo  sì  gagliarda  refifien^a ,  &  fi- 
at fu  la  vir  pragiugnereFeffercito  Finitiano  ydifierati poter  ottenere  la  uittoria,  effendi 
iracefcoRin  già  flato  più  bore  fopra  la  terra  il  Sole  ,  fonarono  a  raccolta  >  &  poftcfì  fu  le 
oucfto  fatto  jpalle  l'artiglierie,  che  haueuano  condotte  fecoy  uoltaronogli  fquadroni-,  ritc- 
xignTno?1*  vendo  continuamente  lafolita  ordinanza,  &  cambiando  con  lento  paffo  uer- 
che  Mona,  fi  Milano  ,  &  con  tanto flupore  de  Franceft,  che  di  tutto  l'efferato  niuno  ni 
▼ruoMcio'11  de  fanti,  né  dey  caualli  hebbe  ardire  di  feguitarli  :  filo  due  compagnie  delle 
ch;ei  fece  loro  >  rifuggite  fi  in  una  uilla ,  ui  furono  dentro  abbruciate  da'  caualli  leggieri 
te°di7ui7  n6  de  Vinitiani  :  il  rimanente  deW e  fi  cr  cito  intero  nella  fua  ordinanza ,  &  fii- 
dufaitò,  per-  rando  la  medefima  ferocia  nel  uolto ,  &  negli  occhi ,  ritornò  m  Milano  ,  la- 
ucua  vìnto,"  filati  per  le  foffe ,  fecondo  dicono  alcuni ,  quindici  pe^gi  d'artiglieria  groffa, 
vna  natione  cjje  haueuano  tolta  loro  nel  primo  feontro,  per  non  hauerc  commodità  di  con* 
cer  fempre;  durla .  ^Affermaua  il  confentimento  communedi  tutti  gli  huomini  non  effere 
d'agguagliar  fiata  per  moltiffimi  anni  in  Italia  battaglia  più  feroce,  &  fpauento  maggio- 
padred'Mei  re  :  perche  per  t *  impeto  ,  colquale  cominciarono  l *  affatto  gli  Sui'zgeri ,  &  poi 
•iandro  Ma  per  gli  errori  della  notte  effendo  confufigli  ordini  ditutto  E  efferato  ,  &  com- 
ue°ff  ttepqì  battendo  fi  alla  mefcolatafen^a  imperio ,&  fen%a  fegno;ogni  cofa  era  fottopo 
giorno,  eh*  fia  amaramente  alta  fortunali  Remedefìmo  fiato  molte  uolte  in  pericolo,  ha~ 
vincitórc  ueua  a  ricono  fiere  lafalutez  più  dalla  uirtù  propria,  &dal  cafi,che  daW aiuto  * 
iella  comu  de*  fuoi*  da  quali  molte  uolte  per  la  confufwne  della  battaglia >  &  per  le  tene 
de*  g  reci  bre  delta  notte  >  era  fiato  abbandonato  ;  di  maniera*  che  il  Triul%io  Capitano 
nco  CLer°:  c^e  ^aueua  cedute  tante  cofe.affermaua  quefia  effere  fiata  battaglia  no  d'huo 
Torino  det  minima  di  Giganti:  &  che  diciotto  battaglie,  adequali  era  inttruenuto,  era» 

che 
quali 
tue1  e€ir°'Re  eniratl  nel  primo  mpeto  dentro  a*  ripari  de*  Frane  e  fi ,  tolto  la  più  parte  del- 
^ucfto  tem.  r artiglierie  ;haneuano  fempre  acqui  fiato  di  terreno  ine  fu  dipoco  momento 
Segn^/ci?  ^ giunta  delfiAluiano*  che  fiprauenendo  in  tempo  che  la  battaglia  era  anco- 
Ut  veduti .  ra  dubbia,  dette  animo  a  i  Franceft,  &  fpauento  agli  Suit^eri,  credendo  ef- 
«fL  *??CuZ  fere  con  luì  tutto  l'efferato  Vinitiano .  Il  numero  de*  morti ,  fi  mai  fu  incerto 

mgo  ancno  J  ■■  JJ  r  r    .  n   *  .-* 

fono  fcfhte  in  battaglia  alcuna,  come  quafi  fempre  in  tutte  ;ju  in  quefia  incertijjimo,  ua- 

«"&  «ni  riwdo  affai  gli  huomini  nel  parlarne  chiperpaffìone,  chi  per  errore:  a  ferma- 

pencoli  dei  rono  alami  effere  morti  degli  Sui'fjerì  più  di b  quattordici  mila:  altri  diceua  b 

ciouio'rò  no  dì  dieci,  ipiu  moderati  di  otto  mila  :  né  mancò  chi  uoleffe  rìfirignergli  a  tre 

im  quefto  mila  capi  tutti  ignobili ,  &  di  nomi  ofeuri  :  made  Franceft  morirono  nella 

auttor  noo  *  ^  La****,!;* 

fono  s  ,  battaglia, 

h  I  Franse  fi  dedero  fama  d'hauer  tagliato  ar  pezzi  fa  metà  de  venticinque  mila  Suizzcrf  che  furon  nei  tatto 
d'arme ,  &  che  di  loro  fò'.i  eflTer  morti  tre  mila  .  Gli  Suizzcri  fatta  laraflegna  a  eafa  loro,  differo  d'hauerne 
perduti  cinque  mila  ,  &  non  più  :  ma  che  de*  Francefi  n'haueuan  morto  maggior  numero .  Il  Mocenigo  feri 
«e,  che  degli  Suizzcri  mion  morti  dieci  mila:  ma  dell'altra  parte  non  parla  quanti  ne  perdeflè.  li  Giufti- 
maao  pose  più  4<  quindici  wila  Suisawi,  ót  fei  mili  Fxanceli;  e  il  Giadioico  dice  in  tutto  ventidu* 
JBU*. 


BVODJ'CIMO;  ì** 

battaglia  àeta  notte ',  Francefco  fratello  del  Duca  di  Borbone*  fmhrkort  ,  San 
Serro,  il  Trincipe  di  T  alamont e ,  figliuolo  della  Tramoglia }  Boifr  nipote  già 
del  Cardinale  di  Roano,  il  Conte  di  Safarth ,  Catelartb  di  SauOia  *  Buficcbio  , 
et  la  Moia,cbeportaua  linfregna  de  gentil  buomini  del  Re,tutt e  perfine  chia 
re  per  nobiltà ,  &  grandezza  di  flati ,  òper  hauere gradi  honoratì  nelt eser- 
cito :  &  del  numero  de3  morti  di  loro  fi  parlò  per  le  medeftme  cagioni  ,  nana- 
mente, affermando  alcuni  efìerne  morti  fei  mila,altri  che  non  più  di  tremila, 
tra  iquali  morirono  alcuni  Capitani  de  fanti  Tedefibi.  Ritirati  che  furono  gli 
Sui^^eri  in  Milano,  effendo  in  grandiffrma  difiordia,  ò  di  conuenire  col  Re  di 
Francia,ò  di  fermar  fi  alla  difefa  di  Milano  ;  quei  Capitani,  iquali  prima  baue 
nano  trattata  la  concordia,  cercando  cagione  meno  inbonefra  di  partir fr,dima 
&darono*danariaMaffimilianoSfor?g,ilqualeeramariififiiffiTnoefferc  rmpo  t  \  <jenari 
lente  a  darne  :  &  dipoi  tutti  i  fanti ,  confortandogli  a  queflo  Rofrio  Capii  ano  chc  *o***£ 
Generale,  fi  partirono  il  giorno  feguente per andar ferie  perla  uia  di  Como  al  sumeri  g*{ 
paefe  loro ,  data  fieran^a  al  Duca  di  ritornare  preflo  afoccorrere  il  C  afelio ,  Du,ca  Ma  ift 
b  nelquale  rimaneuano  b  mille  cinquecento  fanti  Sumeri ,  &  cinquecento  Ita-  "o'ie  p°3gh* 
liani  :  con  quefia  fperan^a  MaJJimiliano  Sforma ,  accompagnato  da  Gimtanni  5 *«  mcfi  * 
da  Gon-^aga,  &  Gierolamo  Morone,  &  da  alcuni  altri  gentil buomini  Mila-  Gl0Ui°  * 
nefhfi rincbiufe nel Cafìello* bauendo confinino, benché nonfin^a difficoltà,  b  Q^eft* 
cbe  Francefco  Duca  di  Bari fuo  fratello*  fé  ne  andaffe  in  Germania,  et  Cardi    gnVd^ur 
nal  Sedunenfeandb  a  Cefareper fillecitare  ilfoccorfo ,  data  la  fede  di  ritorna-  *«",  <he  ri. 
re  innanzi  paffaffero  molti  giorni  :  &  la  città  di  Milano  abbandonata  da  ogni  cafteTdi  \i! 
:prefidio ,  fi  dette  al  Re  di  Francia ,  conuenuta  di  pagargli  cgrandiffima  quan  -  hn°i  «  tiro 
tità  di  danari  :  ilquale  ricuso  Centrami  mentre  fi  tencua  per  li  nimici  il  Ca-  ^i  caJdi- 
ftello .  come  fé  a  Re  fra  indegno  entrare  in  una  terra,  cbe  non  fra  tutta  in  potè-  n*1  Scdun* 
fi àfua.  Fece  il  Re  nel  luogo,  nelquale  baueua  acquiflato  la  uittoria}celebrare  ^gìo8^* 
tre  giorni  fi  Unni  meffe:  la  prima  per  ringratiare  Dio  della  uittoria  J altra  per 
frappile  are  per  la  falute  de  morti  nella  battagliai  la  terza  per  predalo  cbe  con-  c  TrerC*n,^° 
cedejse  la  pace,  &  nel  luogo  mede]  imo  fece  a  perpetua  memoria  edificare  una  «  tre  paglie 
Cappella.  Seguitarono  la  fortuna  della  uittoria  tutte  le  terre ,  &  le  fortezze  |jjce  jj  Gio 
del  Ducato  di  Milano, eccetto  il  CaflcUo  di  Cremona,  &  quello  di  Milano:  alla  «enne  la  cit 
'  efpugnatione  delqmle  effendo propoflo  <*  'Pietro  Italiana ,  affermaua  nonfen  J,à0  %  Mi[a" 
%a  ammiratione  di  tutti,  effendo  il  Caftello  fortiffimo ,  abbondante  di  tutte  le  "  ai  r/fxì 
promftoni  nece frane  a  di  fender  fi,  &  a  tener  fi,  &  dotte  erano  dentro  più  di  due  ce,C0, 
mila  buomini  da  guerra ,  deff  ugnarlo  in  minor  tempo  d*un  vie  fi .  Hauuta  la  d  con  dieci 
nuoua  della  uittoria  de*  Francefr  il  Vicere>fopr afiato  pochi  giorni  nel  mede  fi-  ,m,,a  fami  fi 
mo  alloggiamento  più  per  neceffrtà,  cbe  per  uolontà ,  potendo  difficilmente  per  jm^  ccaJgo  É 
careflia  di  danari  muouere  leflercito,  riceuutane  finalmente  certa  quantità,  ^he  Pim  r 
&  inprefian^a  da  Lorenzo  de  Medici  fei  mila  ducati  ?fr  ritirò  a  Tontenuro  porto  a  co* 
con  intentione  d'andar  fine  nel  Reame  di  J^apoli  :  perche  fi  bene  il  Tontefice,  ci  ftdC  f 
intefo  i  cafri  frucceffi ,  baueua  nel  principio  rappre fintato  agli  buomini  la  co-  Milaao. 
fianca  delfuo  anteceffore,  confortando  gli  Oratori  de  confederati  a  uoler  mo- 

%%    »        ftr«rf 


L    I    B    R    O 

ftrare  iluolto  alla  fortuna,&  sfov^arfi  di  tenere  in  buona  dtfpofitione  gli  $ui\ 
%cri,& uariando  loroycbein  luogo  d* efiì,  fi  conduce jfero  fanti  Tedefihi;  non* 
dimeno  parendogli  le  proni fwni  non  potere  effere,  fé  non  tarde  a  pericoli  fuoi, 
&  cfie  il  primo  percoffohaueua  a  effere  egli,  perche  quando  bene  la  r  inerenza 
della  Chiefa  faceffe, che  il  Refi  aflenejfe  da  moleftare  lo  flato  Fede fiaflico, non 
eredena  baflaffe  a  farlo  ritenere  da  affaltar  Tanna,&  Tiacen%a,  come  mem- 
bri attenenti  al  Ducato  di  Milano ,  &  da  moleftare  lo  flato  di  Firenze  >  nella, 
qual  co  fa  ceffona  ogni  rifletto  ,  &  era  offefa  sì  filmata  dal  Tonteflce ,  quanto 
a  oucfti  ca  fe  °ifendeffe  lo  flato  della  Chic  fa .  7^è  era  nano  il  fiso  timore  :  perche  già  il  He 
pitou  della  haueua  fatto  ordinare  il  ponte fu 7  Topreffo  a  Vania  >per  mandare  a  pigliar 
tk>ncdfra  il  Tarmai  Tiacen\a,  &  prefe  quelle  città  quando  il  Tonteflce  fleffe  remten- 
Papa,e  iiRe  te  all' ami  citi  a  fuay  mandare  per  la  uia  di  Vontriemoliafarproua  di  cacciare  i  . 
anctfoS°nei     Medici  di  Firenze  :  ma  giàper  commeffwne  fua  il  Duca  di  Sauoia ,  él  Vefi  0- 
gìou.o  nel  uo  di  Tricaricofuo  nuntìo  trattauano  col  Re, ilquale  fumetto fo  ancora  di  nuoue 
chc^unVo  '  unioni  contra  fe ,  &  inclinato  alia  riuerenxa  della  Sedia  *Apofl.olica  >  per  lo 
aó  variano  fpauento  che  era  in  tutto  il  Reg?io  di  Francia  delle  per fecutioni  hauute  da  Gin 
«juì^itto  !  boterà  molto  defiìerofo  dell'accordo  ;  p  ero  fu  preft  amente  conchiufo  tra  loro a  g 

confederatone  a  difefa  degli  flati  dy Italia  \  &  particolarmente,  che  il  F,e  pi- 
cokà  ancho  g^afie  la  p'totcttione  della  per  fona  del  Tonteflce  >  &  dello  flato  della  chic  fa  , 
indurre  la  dì  Giuliano-  &  di  Lorenzo  de  Medici ,  <&  dello  flato  di  Firenze  :  defle  flato  in 
Fe*  a»eiaFpace  ^ranc^a> &  penpone  a  Giuliano  penfione  a  Lorenzo >,.&  la  condotta  di  cinqui 
co'i  Papa,  5  ta  lance:  confentiffe  che!  Tonteflce  deffe  ilpaffoper  lo  fiato  della  Chiefa  al  Vi 
deU'Viufa-  cer^  di  tornare  con  l  e  fi  eretto  nel  Pregno  di  TS{apali:  fuffe  tenuto  il  Tonteflce  le 
no:  ilquale  uare  di  Verona,&  dati  aiuto  di  Cefare  contra  1  Vinitiani  le genti fue>reflitui- 
nat uri,  &  £  re  al  Re  di  Francia  le  città  di  Tarma  ,  &  Tiacen^a  ,  riceuendo  m  ricoro  penfo 
la  vittoria ,  dal  Re,  che  il  Ducato  di  Milano  fu fie  tenuto  a  Iettare  per  ufofuo  i  fiali  da  Cer- 
oppnmere  uia,che  fi  cakulaua  effere  co  fa  molto  ut  ile  per  la  Chiefa  ,  &  già  il  Tonteflce, 
il  cardona  nena  confedcratione  fatta  col  Duca  di  Milano  ,  haueua  conuenuto  feco  quefio 
lare  nimico]  mede  fimo  :  che  fi  facefie  compromefio  nel  Duca  di  Sauoia  *  fe  i  Fiorentini  ha- 
&  faciimen  ueuano  contrafatto  alla  cm federai ione ,  che  haueuano  fatta  col  Re  Luigi ,  &, 
la  Thofca  -  che  hauendo  contrafatto,  hauefi  e  a  dichiarare  la  pena,  ilche  il  Re  diceua  dì- 
»a ,  &  poi  il  mandar  più  per  honore  fuo+cke  per  altra  cagione .  fatta  la  conclusione,  Trica- 

Regno    di         .  Ari-  n        L  ri  i^  r       i  r 

Napoli  in  ta  tico  amo  fuoitompofie  a  Roma  perperjuadere  al  Tonteflce  u  ratijicattcne  ; 

a  ProfPeri-  e^  Lorenzo,  accioche  il  Viceré  hauefie  cagione  dipartir  fi  più  preflo ,  ritirò  a 

on  ìequali  Tarma,&  Reggio  legenti,che  erano  a  Tiacen^et  egli  andò  al  P,e  per  far fe- 

perfuafioni  „n  qrato,&  perfuadervli  fecondo  zìi  ammonimenti  artificio  fi  del  7io,di  uole- 

À  feon  forra    o    p  r         ,  „        /  t-         i        j  '  *  "•  u  r    r  r/r     »    ••    i  11 

uà  il  Re,(e-  re  m  ogni  euento  delle  cole  dipendere  da  lui.  rionb  pi  \cn?radijjicuita  indurre  ili 
condo  che  'Pontefice  alla  ratificatone  :  perche  gli  era  mcleftifjìmo.  il  perdere  Tarma,  &. 
aio  pei  iu  s  Tiacenrjta ,  &  hartbbe  uolentieri  affettato  d'intendere  prima  quel  che  delibe 
ne»1'1"  della  rafier0  &1  Sui^^eri  :  iquali  conuocata  la  Dieta  a  Zurich ,  Cantone  principale 
vita  di  Leo-  di  tutti  gli  Heluetij;  &  mmiciffimo  a  Fr ance  fi, trattauano  di  [occorrere  il  Ca- 
*c  *•         fide  Milano ,  non  ofiante  che  hauejjiro  abbandonato  le ualli ,  &  le  terre  di 

BclHnTprfr 


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con 


DVODICIM  ©.  V3 

ieHin%one,  &  àìLugarna,  ma  non  le  fortezze  >  benché  U  Re  pagamelo  feìmì-  %  fl  Giorno 
la  feudi  al  Caflellano,  ottenere  cucila  diLugama  ;  ma  non  abbandonarono  già  preiTo  ai  fi- 

i  Grigioni  Chiauenna:  nondimeno  dima  Arandogli  Tricarico  effere  perìcolo  i,e  dell,b*< 

che  il  Re  non  aft  alt  affé  fen%a  dilatione  Tarma  ,  &  Tìacen^a ,  &  mandale  pio'fa  mente 

gente  in  Tofcana?  &  magnificando  il  danno  che  gli  Suiigeri  haueuano  riceuu  cheVnodo  u 

to  nella  giornata  :  fu  contento  ratificare  con  moderatone  però ,  di  nonhauere  Namrra  tra 

egli,  òfìtoi  agenti  a  confegnare  Tarma ,  &  Tìacen^a  :  ma  lafciandole  uacue  oieì^V1 
di  fue  genti,  &  di  firn  ufficiali,  permettere  che  il  Refe  lepigliaffeyche  il  Tori  Milano  ,  & 

tefice  non  fufìe  tenuto  a  leuare  legenti  da  Verona,per  non  far  e  quefla  ingiuria  c^i  ?f  f"  £ 

a  Ce  far  e, ma  bene  prometteva  da  parte  di  leuarlepreflo  con  qualche  commoda  f«"  &«*,  & 

occafwne,et  che  i  Fiorentini  fufjero  affoluti  dalla  contraiamone pretenfa  del-  \t  'dai?™  * 

la  Lega,  fu  anche  in  queflo  accordo  che  il  Re  non  pìgliaffe  protettone  a* alcuno  pi«e>£c<w 
feudatario,  òfuddito  dello  flato  della  Chiefa,nè  folo  non  uietafle  al  Tontefice, 

tome fnperiore loro,il procedere contra effi,& il cafligarglhma etiandiofiob-  b  GioaaKS* 

ligafìe  quando  ne  fufìe  ricercato , a  dargli  aiuto  :  trattofjì  àncora  che  il  Tontefi  choilmo^ 

e  e,et  il  Refi  abboccaffero  in  qualche  luogo  commodo  infieme,cofapropofla  dal  Morone  fàf 

Rema  desiderata  daltuno,et  dall'altro  di  loroidal  Reperflabilire  meglio  que  "he  Gfii°ro^ 

fla  amkitia,per  afficurare  le  co  fé  de  gli  amici  che  haneua  in  Italia,  &  perche  incolpati 

ffceram  con  laprefen%afua,&  con  offerire  flati  groftì  al  fratello  del  Tontefice,  (uaf^Mafl^ 

•  &  al  nipote  attener  e  di  potere  confuo  confentimento  affaltare ,  come  arden-  «»Hano  ad 
liffimamente  defìderaua,  il  Reame  di  l<[apoli  :  dal  Tonteficeper  intrattenere  caftei  5!  Mi 
con  quefto  ufjiao,&  con  la  maniera  fua,efficaciffima  a  conciliarfì  gli  animi  de  iano:mache 
gli  huomini ,  il  Re, mentre  che  era  in  tanta  profferita,  non  oftante  che  da  molti  pofucono . 
fufìe  dannata  tale  deliberai  ione, come  indegna,  della  Maeflà  del  Tontefcato,  *ciuta  .1>in* 

•  €^  come  fé  conueniffe  -che  il  Re  uolédo  abboccarfifeco,  andaffe  a  trouarlo  a  Ro  ro.Ben  taffa 
maiallaqual  cofa  egli  affermaua  condefeendere per  defiderio  di  indurre  il  Re  a  e§h  J.n  cer^ 
non  moleflare  il  Regno  di  Tripoli, durate  la  ulta  del  Re  Catolico:  laquakyper  chino ,  che 
tfiere  egli  già  più  dì  mi  anno  caduto  in  mala  difto fittone  del  corpo ,  era  comune  J^"^1  fjj 

^opinione  bau  effe  a  effere  brieue .  Trauagliauafi  in  quefto  me%o  «  Tietro  7$4-  kuaffe  i  ibi 

narra  intorno  al  Cestello  di  Milano,  &  inftgnoritofi  d'una  Cafa  matta  delfoft  ^"J^pt- 

fo  del  Caftello  per  f  amo  uerfo porta  Comafma , &  acceflatofi  con  gatti,  &  tra-  li ppi'no  dal 

nate  al  foffo,&  alla  muraglia  della  fortezza;  attendeua  a  fare  la  mina  in  quel  J^^H 

luogo:  &  leuate  le  di  fé  fé  ne  cominciò  poi  più  altre,  &  tagliò  con  glifcarpelli  da  già  panici-' 

unfiaco  della  forteto, gran  pe\%o  di  muraglia ,  etmeffela  fu  i  putelli  per  farla  jj^ento  t<u- 
cadere  nel  tempo  mede  fimo  che  fi  defìe  fuoco  alle  mine:  lequali  cofe  benché  fe->  Bernardino 

e  ondo  ìlgiudicw  di  molti>non  baftafjero  a  fargli  ottenere  il  Caftello,  fé  non  con  cn^uadi 

molta  lunghe^a  ,&  difficultà  ;&  già  s  haueffe  certa  notitia  ygli  SuiTgeri  q«cft°  «nc- 

preparar  fi  fecondo  la  determinatone  fatta  nella  Dieta  di  Zurich  per  foccor-  J' /io  °n  ^ 

h  rerio  ;  nondimeno  effendo  nata  pratica  tra  b  Giouanni  da  Gonzaga  Condottici  ****'  Fran 

re  del  Duca  di  Milano,  che  era  in  Caftello,  &  il  Duca  di  Borbone  parente  fluo  :  Lodovico" 

Sforza  -,  ho- 
ra  con  pati  tradimento  contxa  il  figUuol  d'eflò  Lodouico  auifcfle  i  Francefl  de'  difetti,  che  follerò  nel  muro^ 
$  ne'  xioaxi  di  «'«Atro* 

Z\    3         &  dipoi  . 


t    I    B    11    O 

tf  t>\  qtìefto  &  dipoi  interuenendo  nel  trattare  col  Duca  di  Borbone  Oierolamo  Morone  » 
fimo'có C  a*  ^  due  Capitani  de  gli  Suiz^eriy  che  erano  nel  Caflello  ;fi  conchiufe  congran- 
tote  nei  do  de  ammirazione  di  tutthil  quarto  giorno  d'Ottobre  con  imputatone  grandiffi- 
l uLftì  che  ma  ^  Oierolamo  Movane ,  che  ò per  troppa  timidità ,  ò  per  poca^  fede  haueffe 
è  ù  cu  'da  perfuafo  a  queflo  accordo  il  Duca  con  l'autor  ita  fua,  che  appreffo  a  lui  era  gran 
iw\%  AquV  diffima;  ilquale  carico  eglifcufaua  con  allegare  e  fere  nata  differenza  tra  ifan 
i«,  &  ai  Gà>  ti  Suii^eri  y  &  gli  Italiani .  Contenne  la  concordia  che  Maffimiliano  Sforma 
périuadèuft?  confegnafe  fubito  al  Re  di  Francia  i  caflelli  di  Milano ,  &  di  Cremona  :  cedef- 
tio  a  no  vo  fegh  tut te  le  ragioni,  che  haueua  in  quello  flato  :  riceueffe  dal  Re  certa  fomma 
Sfotte  m"C:  di  danari  per  pagare  i  debiti  fuoi ,  &  andafe  in  Francia  doue  il  Re  gli  de  fé 
ftn ,  che  l'-  ciafeuno  anno  penfione  dì  trenta  mila  ducati,  ò  operaffe  che  fu  fé  fatto  Cardi- 
e?iP"e  Fcc  •  na^e  con  VaYl  entrata  ■  perdonale  il  Re  a  Galeazzo  Vifconte  y  &  a  certi  altri 
tando  mira  gentil' h  uomini  del  Ducato  di  Milanoy  che  fi  erano  affaticati  molto  per  Mafi- 
eia  do  per"  rniliano  :  defìe  agli  SuiT^eri,  ch'erano  nel  Caflello  feudi  fei  mila  :  conferma f- 
dfr  it  ote°  &  a  G*0Hann*  da  Gonzaga  i  beni,  che  per  donatione  del  Duca  haueua  nello  fla 
cario  *•  &  to  di  Milano,  &  gli  deffe  certa  penfione  :  confermale  fimilmente  al  Morone  i 
bH  nèì* ih!  beniproprìji  e  i  donati  dal  Duca,  &  gli  uffictj,  che  haueua,  &  lofaceffe  mae~ 
oiede  in  go-  ftro  delle  richiefle  della  Corte  di  Francia  :  ilquale  accordo  fatto  ,Maff>miliano> 
"  •  altrimenti  il  Moro  per  lo  nome  paterno  ,  ufeito  del  Caflello  fé  ne  andò  inFran 

b  dì  quelli  eia,  dicendole  fiere  ufeito  della  feruitù  degli  Suixgeri ,  degli  flratij  di  Cefa-  <$ 
lli™  re,  &  de  gl'inganni  de gli  Spagnuoli  :  &  nondimeno  lodando  ciajcuno  più  la. 


»oha  faco-  fortuna  d'hauerlopreflo  depofto  di  tanto  grado  >  che  d'hauere  prima  ef aitato 
^tione  ai    un^omo  >  cheper  la  incapacità  fua,  &  pe 


erhauere  penjieri  flrauaganti ,  & 

Re ,  dei  te-  coftumi  fordidiffìmi;  era  indegno  d'ogni  grandezza .  Ma  innanzi  alla  deditio- 

fermo*1?  oc  m  del  Caflello  di  Milano  uennero  al  Re  D  quattro  jlmbafciatori  de%principa-  b 

•lai  Giufti-  li,  &  più  honorati  del  Senato  Vinitiam ,  ^Antonio  Grimano,  Domenico  Tri- 

iìxQ*\<m*\l  fflfotih  Giorgio  Cornaroy  &  Andrea  Grinta  congratular  fi  della  uittoria ,  & 

roet-e  poi.    a  ricercarlo  che  come  era  tenuto  per  i  Capitoli  della  confederatone  y  gli  aiutaf- 

■qi  Sciupi  fi  ^ricuperatione  delle  terre  loro  :  cofa  che  non  haueua  altro  oflacolo  che 

fpo  fta  ài\     delle  for^e  di  Ce  far  e  %.  &  di  quelle  genti  >  che  Marcantonio  Colonna  erano  per 

»igo  pone*  1°  Tonte fice  in  introna  :  perche  il  Viceré ,  poi  che  leuato  del  "Piacentino  heb- 

j*omion  ,    befoggìomato  alquanto  nel  Modonefe  per  affettare ,  fé  il  Tontefice  ratificaua 

'^x    t'accordo  fatto  col  Re  di  Francia  ;  ime  fa  la  ratificatwney  fé  ne  era  andato  per 

e  Sola  U  Tti  la  Romagna  a  ^Napoli  «  dipntò  il  Re  prontamente  in  aiuto  loro  il  Baflardo  di 

minto  iOi  Sauoia ,  & c  Theodoro  da  Tnulqo  >on  fettecento  lance ,  &  fette  mila  fanti  € 

Giudi»  la  no  Tedefchi  :  iquali  mentre  differì  fimo  a  partir  fi ,  ó  per  affrettare  quello  che  fuc~ 

«2e  "iifu's  cedeva  del  Caflello  di  Milano,  ò  perche  il  Re  uolefie  mandare  le  genti  mede  fi- 

lattate  j ;  oo,  me  alla  efpugnatione  del  Caflello  di  Cremona  ;  l  filmano ,  alquale  i  Vinitianì 

■d&j'ÌLmì  !  non  kaueuano  conferito  che  feguitaffe  il  Viceré  y  per  che  defiderauano  di  ricu 

Ma  a  Moce  parare  yfi  era  pofRbile  fenza  aiuto  d'altriy  Brefcia,  &  Verona:  andò  con  l'ef* 
aigo  tenue  *•,-■*  -,  ■      ^  m'    -1 

eome  è  qui  fercttù  ' 

frecjrarrentenottto.UGiouio  nomina  lòto  il  B.-ftardodi  ^aupia  ,  che  venidein  aiuto  de'  Vinitiam  con  tre 
■■  iN  caua  li  &  tei  mila  tanti  ;  au  tutu  quefta  aauaùouc  d^  <juc(ta  hiitona  j> arc,chc  ila  toUa,v.om<  ifl  Àolti 


y£ra/0  Jtfr/o  Brefcia  :  ma  efiendo  entrati  dinuouó  in  quella  città  mille  fanti 
T  ed  efebi,  l'^Aluìano,  efiendo  fi  molti  giorni  innan%i  Bergamo  arrenduto  a*  Fi 
nitiani,  fi  rifolueua  d'andar  e  prima  alla  efpupiatione  di  Verona,  per  che  era 
meno  fortificata ,  per  maggiore  commodità  delle  uettouaglie,  &  perche  prefa 
Verona^  Brefcia  reflando  fola ,  &  in  fito  da  potere  battere  difficilmente  foc- 
corfo  di  Germania,  era  facile  a  pigliare  :  ma  fi  tardaua  a  dare  principio  all'im 
prefa  per  timore  che  il  viceré ,  &  le  genti  del  Tontefice  erano  in  Reggiano  > 
&  Modonefe  non  paffaffero  il  Tò  a  oflia  per  (occorrere  Verona  :  delqual  fo- 
retto poi  che  per  la  partita  del  Viceré  fi  re  fio  ficurOì  daua  impedimento  la  in- 
fermità dell' Stimano  :  ilquale  ammalato  a  Gbediin  Brefciano  minore  difef- 
éfantaanni;  *pafiò  ne' primi  giorni  di  Ottobre,  con  grandi /fimo  dijpiacere  de'  •ttàò.VAt 
Vinitiani  all'altra  ttita,  ma  con  molto  maggiore  difpiacere  de  fuoi  foldati^che  ""  "h/a  7. 
non  fi  potendo  fatiar e  della  memoria  fua ,  tennero  il  corpo  fuo  uenticinque  dì  d'ottobre 
nell'esercito,  conducendolo  quando  fi  caminaua  con grandiffima  pompa:  &  no  doVhe^ui- 
lendo  condurlo  a  Vinetia^non  comportò  Teodoro  Triul%io ,  che  per  poter  pafi  uon.°  J  M*J 
fare  per  Verone  fé ,  fi  dimandale ,  come  molti  ricordauano  ,faluocondotto  a  Gtal»«ieV# 
Marcantonio  Cclonna,dicendo  non  efferc  conuenicnte,che  chiuiuo  non  haue 
uà  mai  bauuto  paura  denimici  ,  morto  face  fi  e  fegno  di  temergli .  a  Vinetia 
fu  per  decreto  publico  fepellito  con  grandi ffimo  honore  nella  Chic  fa  di  San  Ste- 
fano, doue  ancora  hoggi  fi  uede  ilfuofepolcro,  &  Coratione  funebre  fece  ^An 
dreaT^auagiero  gentil' huomo  Vinitiano giouane di  molta  eloquen'za:  Capita 
no  (come  ciafcuno  confeffaua)  di  grande  ardire,  &  efiecutore  con  fomma  cele 
vita  delle  cofe  deliberate,  ma  che  molte  uolte.òperfua  mala  fortuna ,  ò  come 
molti  diccuano,per  efiere  di  configlio  precipito fo,  fu  fuperato  da'  nimici  :  an%i 
forfè  doue  fu  principale  degli  efferati ,  non  ottenne  mai  uittoria  alcuna  .  Ter  ^  Nej  M#fc 
la  morte  dell' *Alui ano, il  Re,ricercato  da'  Vinitiani  accedette  algouerno  del-  cenago  fi 
i'efiercito  loro  il  Triufyodefiderato  per  lafuaperitia,  &  riputatone  nella  di  /08£c  fz*^* 
fciplina  militare;  &  perche  per  la  inclinatione  commune  della  fattione  Guel    Wciron  fuo- 
fa  era  fempre flato  intrattenimento,  &  beniuolen^a  tra  lui ,  &  quella  Repu-  J-*  a  t'd  aJ-*j 
blica:  ilquale  mentre  che  andaua  all'efiercito,  legéti  de'  Vinitiani  efyugnaro-  t>*  )'*"[- 
no  Tefchiera  :  ma  innari^  l '  efpugnafferojruppono  alcuni  cauaUi ,  &  trecento  fbldVti  vfni 
fanti  Spagnuoli  che  andauano  per  fot  correda,  &  dipoi  ricuperarono  ,Afola,et  tianiùquatt, 
Lonà}abbandonate  dal  Marche  fé  di  Mantoua .  alla  uenuta  del  Triul%io  fi  pò-  fup^ior^di 
fé  per  gliflimolidel  Senato  il  campo  a  Brefcia,auenga  che  l'ejpugnationej'en-  dumeto  fi 
%a  l'efiercito  Francefeparefie  molto  difficile '.perche  la  terra  era  forte,  &  den  J^Etc'ome 
tro  due mila  fanti  tra  Tedefchi>&  Spagnuoli ,  flati  toftr  etti  a  partir  fi  numero  chc  Wei]9 
grandi  ffimo  de'  Guelfi ,  &  imminente  già  la  uernata ,  &  il  tempo  dimoflrarfi  toUo°daPiui* 
molto  fottopoflo  alle  pioggie  ine  ingannò  l'euento  della  cofa  ilgiudicw  dei  Capi  n^d,n!en,) 
tano  ;  perche  battendo  cominciato  a  battere  le  mura  con  l'artiglierie  piantate  te  quanti  ne 
fulfoffo  dalla  parte  >onde  ejciela  Garetta,  quelli  di  dentro,  chefpcffo  ufciua-  fofi-ro  .  •: 
h  no  fuor  a  fipinti  una  uolta  b  mille  cinquecento  fanti  tra  Tede  fichi  >  &  spagnuoli  quetu  fa* 
*d  affaltare  la  guardia  dell  artiglieria ,  allaquale  erario  deputati  tei  0  huomini  uo  ■•• 


LIBRO 


?„.JV!£ft<ii  (tarme>&  fci  mila  fanti,  &  battendogli  anche  con  la  fcoppìetteria  diflefapé? 
Franceii  fe  queflofu  le  mura  della  terra  ;  gli  mefjono  facilmente  tutti  in  fuga,  amor  a  che 
Baftaìd?  di  Gian  Vagolo  Manfione  con  trenta  huomim  d'arme  fofieneffe  alquanto  limpe 
sauoia  di  t0  loro3amma7garono  circa  dugentofanti,abbruciarono  la  poluere,  &  conduf 
Vlr m  e°,mic  fero  in  Brefcia  dieci  peTR  d'artiglieria  :  per  loquale  disordine  par  uè  al  Triu{ 
di  fette  mila  <-n0  d' allargar  fi  con  ìzffercito,  per  affrettare  la  ucnuta  de*  Francefh&fi  ritirò 
doli  moc£  a  Coceai  lontano  dodici  miglia  da  Brefcia  >  attendendo  intra  tanto  i  Vxnitiani 
n  '8°  •  a  prouedere  nuoua  artiglieria  &  munitione ,  a  uenuti  i  Fr  ance  fi  fi  ritornò  al-  0 

b  Quefto  /'  efvugnatione  di  quella  città-*  battendo  in  due  diuerfi  luoghi ,  dalla  porta  delle 
chTÒYro fu  Tile  iterfo  U  Caftello,  &  dalla  porta  di  San  Ghuanni,  alloggiando  da  una  par 
Mercurio  „  % e  /' efferato  Francefe,  nelquale  Ucentiati  i  fanti  Tedeschi ,  perche  ricuftuano- 
tìuwJ"  andare  cantra  le  città  pò ffedute  da  Cefare.erauemto  Tietro  ls(auarracon  cm 
de  qui  è  reo*  qlie  miia  fanti  Cuafcon'h  &  Fr  ance  fi  ;  dall'altra  parte  era  il  Triulxio  co  fol- 
ftap^&Mer  dati  Vinitiani  ,fopra  ilquale  rimafe  quafi  tutta  lafomma  delle  cofe  :  perche  il 
cuno  deuc  ^aftardo  di  Sauoia  ammalato  era  partito  dell* efferato .  battuta  la  muraglia 
«oHuouan-  non  fi  dette  /' affai to  >  perche  quei  di  dentro  hauemno  fatto  molti  ripari ,  & 
d\>h ?£ tutti  con  grandijfima  diligenza  >  &  ualoreprouedeuano  tutto  quello  che  era  necef- 
vinitia^ì %  farlo  alla  difefa  :  onde  Tietro  Ts(auarra  ricorrendo  al  rimedio  confueto,  comiu 
nei  gìouìo.  c^a  ciare  0pera  alle  mine ,  &  infieme  a  tagliare  le  mura  co*  picconi:  nelqual 
e  GiuiioMS  temt)o  Marcantonio  Colonna  ufeito  di  Verona  con  feicento  caualli  >  &  cin~ 

irone  no  pò  *'/..,     i  i     •  ri  ">£■       ^        t    \Y 

tendo  patir  quecento  fanti ,  &  hauendo  incontrato  fu  la  campagna  Gian  Vagolò  Man- 
tanta  vergo  froney&  b  Marcantonio  Bua,che con  quattrocento  huomini  d'armex&  quatb 
tuoi  fuggirle  trocento  caualli  leggieri  erano  a  guardia  di  Paleggio  gli  roppe;  nelqual  in? 
h°cbbePa°idi-  c ontro  c  Giulio  figlinolo  dà  Gian  Vagolo ,  mortogli  mentre  comhattcua  il  ca-  0 
redioppoc-  uallofotto  ,uenne  inpotefàde  nimici ,  &  il  padre  fuggì  a  Goito  ^occuparono 
nlZfVl  2?  dipoi  Limavo  >  oue  prefono  alcuni  gentil' huomini  Vinitiani  ;  finalmente, mo- 

mero  ai  ni-        r  _£>     o  i     ,•  ,,,r    . ,     ,.  .  i     /         • 

mici  :  ma  flrandofi  ogni  giorno  pm  dura ,  &  difficile  l  oppugnatione ,  perche  le  mine  ot 
«ua^fotto11  dinate  da  Vietro  l^auarra,  non  riufciuano  allefperan%e  date  da  lui,&  inten- 
dono e' heb  dendofi  uenire  di  Germania  otto  milafanti^iquali  i  Capitani ,  che.  erano  intof 
za  fóbau"  no  a  Brefcianon  fi  confidauano  d *  impedire ,  furono  contenti  i  Vinitiani ,  per 
to  a  piedi  ;  ricoprire  in  qualche  parte  l ignominia  del  ritirar  fi ,  conuenire  con  quelli  >  che 
huo  Vpii^io  erano  in  Brefcia ,  che  fé  in  fa  trenta  dì  non  f afferò  foccor fi  ahbandonerebbo- 
»e .  vedi  il  no  \a  città,  ufeendone  (  cofi  promeiteuano  i  Vinitiani  )  con  le  bandiere  Jpieg4 
SfiTn  que-  te,  con  l'artiglierie,  &  con  tutte  le  cofe  loro:  laqual  promeffa  (  tale  era  la  cet 
fto  paflò,  co  texxa  della  nenuta  delfoccorfo  )J apena  ciafeuno  douere  effere  nana  :  ma  alla 
Se  appare  gente  di  Brefcia  non  era  inutile  il  liberar  fi  in  queflo  me%o  dalle  molefiie:  mef* 
ne  airaccor  jono  dipoi  i  Vinitiani  in  Bre  y  Caftello  de'  Conti  di  Lodrone  r  otto  mila  fanti* 
ùa  i  vicina  ma  come  queftì  fentirono  i  fanti  Tedefcbi^  a  quali  fi  era  arrenduto  il  Caflcllo 
di,&-8iiGp  ^  ^nf°  uenire  iman"<i  >fi  ritirarono  miniente  alt  efferato  :  né  fu  maggiore. 
»io  'nel  hb.  animo  ne  Capitani ,  iqttali  temenuo  in  un  tempo  mede  fimo  non  effere  affalta- 
^6'tuutrue  ti  da  quefli  >&  da  quelli  che  eranojn  Brefcia.  >  &  da  Marc  Antonio  cofolr. 

fta  guerra  a  iajtj^c  eram  ^Verona  ;fi  ritirarono  a  Ghedi  >  oue  prima  già  certi  di  qncfl* 
ifcfcfc**  accidente» 


P  V  O  p  EC.IM  O.  tft 

decidente  ;haucuano  mandate  Partigliene  maggiori ,  &  quafi  tutti  i  carri ag- 

g  gue  i  Tedeschi  entrati a  in  Verona  fen^a  contraflo  froueduta  che  thebbonodi 
usttouaglie,&  accresciuto  il  numero  de  difcnfori'fe  ne  ritornarono  in  Germa 
nia.h auenano  in  queflo  me%o  flabilito  il  'Pontefice,  &  il  Re  di  conuenire  infie 
me  a  Bologna,  bauendo  il  Re  accettato  queflo  luogo,  più  che  Firenze,  per  non 
fi  allontanare  tanto  dal  Duca  di  Milano,  trattando ft  maffimamente  del  conti  a  tft  tttkì» 
nuo  per  il  Duca  di  Sauoia  la  concordia  tra  gli  Sui7£eri,  &  lui:  &  perche  fé-  fi  legge  nel 
tondo  diceux, farebbe  neceffitato,  paffando  in  Tofana  menare  feco  molti  fot-  &  °cofi  gP°ai 
dathperche  conueniua  althonore  fuo  non  entrare  con  minore pomùa  in  Firen-  che,  fi  deb- 
%e,  che  già  ni  fuffe  entrato  il  Re  Carlo  :  laqualeper  ordinare  fi  interporrebbe  cflèndo'Yi  " 
di  lattone  di  qualche  giorno  Jaquale  al  Re  era  grane,  &  per  altri  ricetti ,  &  folcono  u* 
perche,  tanto  più  farebbe  flato  neceffitato  a  ritenere  tutto  l'esercito,  delquale  queu»  cmL 
ancora  chela  jfcefa  fuffe  grauiffima  non  haueua  fin  a  quel  giorno,  né  intedeua,  &  non  Hct 
mentre  era  in  Italia,  licentiare  parte  alcuna .  Entrò  adunque  l'ottano  giorno 

-  dìDecembre  il  Tontefice  in  Bologna,  &  due  giorni  appreffo  u  entro  il  Re,  il- 

*  quale  erano  andati  a  riceuere  b  a  confini  del  Reggiano  due  Legati  *Apoflolici,  fjj^ ìocUj[* 
il  Cardinal  dal  Fiefco,&  quello  de*  Medici:  entro  fen%a  genti  dì  arme,  ne  con  ufeendo  il 
la  Corte  molto  piena:&  introdotto,  fecondo  l* ufo, nel  Concifloro publico  inno.  ££  #  Va"* 
%i  al  Tontefice;egli  mede  fimo, parlando  in  nome  fuo  il  Gran  Cancelliere, offer"  mai.  randa* 
fé  la  ubidienxaMquale  prima  no  haueua  preflata:flettero  dipoi  tre  giorni  in-  \°™  RUnbc* 
fieme  alloggiati  nel  palagio  mede  fimo,  facendo  l'uno  uerfo  l'altro  fegni  gran  4  t0  odino 
diffimidi  beniuolen%a,&  di  amore  :  nelaual  tempo  altra  il  ri  confermar  e  con  Jpdi*Re««. 

*  leparole,&  con  lepromeffe  le  già  fatte  ubligatiom, c  trattarono  infieme  mol  r  8io> &  Pon» 
te  cofe  del  Regno  di  Tsfapoli  :  ilquale  non  offendo  allhora  il  Re  ordinato  ad  afi  na°veTcouà 
fakarer.fi  contentò  della  §eran%a  datagli  molto  efficacemente  dal  Tontefice  <*!  &«»? nt> 
di  efìergli  fauoreuole  a  quell'imprefa,  qualunque  uolta  fopraueniffe  la  morte  &$!  :  *& Loa 
del  Re  d'Aragona . laqualeper  gìudicio  commune  era  propinqua, ò  neramente  fa  PunJ°  mS 
fuffe  finita  la  confederatione,che  haueua  feco,  che  duraua  ancora  fedici  mefi  :  fodue  or- 
intercedette  ancora  il  Re  per  la  reftitutione  di  Modona,&  di  Reggio  a l  Duca  Jna.u  9UÌ 
di  Ferraxa,el  Tontefice  promeffe  di  reftituirle pagandogli  il  Duca  1  qo.mila  da  eiier  leu 
ducathi  quali  il  Tapa  haueua  pagati  per  Modona  a  Cefare:&  oltra  quefli  cer  t36a£\i  'tue 
taquantità  didanariper  f^efe  fatte  nell'una  :&  l'altra  Città:  intercedette  an  aporie  qae 
cara  il  Re  per  Francefco  Maria  Duca  d'orbino ,  ilquale  e  fendo  foldato  della  J*  £ccn££n 
Cine  fa  condugento  huomini  d'arme,&  douendo  andare  con  Giuliano  de'  Me  cefeo  a  bo- 
dici  all' efferato, quando  poi  per  l 'infermità  fua  uifupropoflo  Lorenzo ,  non  fo-  ^"  Jn'jg<>U 
lamente  haueua  ricufato  d' andar  ui, allegando  che  quello,  che  contra  la  fua  dì-  ferme  come 

*  gnità  haueua  confentao  alla  lunga  amicitia  tenuta  con  Giuliano,  d'andare  co  ^lo  aufc* 
me  femplice  Condottiere ,  &  fottopoflo  alt  autorità  d'altri  nelt  efìercito  della 
Chiefa.nelquale  era  flato  tante  uolte  Capitano  Generale  fuperiore  a  tutti;  no 

uoleua  concedere  a  Lorenzo  ;  ma  oltra  queflo  hauendo  promefìo  di  mandare  g0a°ndGli 

uio  ie  capi- 
tolatiòni  dell'accordo  fra  Tapa  Leone,  e  i]  Re  Fiaj&etfco  in  Bologna  :  oeteiocne  egli  dice,  «he  non  glie  gas» 

fo^wuo  aecefiario  lo  ùngile  « 

k 


I   I    B    R    O 

le  genti  della  fua  condottale  riuocò  mentre  erano  nel  camino :penhe già  fe- 
rmamente baueua  conuenuto,  ò  trattarla  di  conuenire  col  He  di  Francia ,  & 
dopo  lauittoria  del  He  non  haueua  cejfato  perme%o  dhuomini  proprij  conci- 
tarlo,quanto  potette  contra  il  Totefice,  ilquale  ricordeuole  di  quefle  ingiurie^ 
&  già  penfando  £  attribuire  alla  famiglia  propria  quel  Ducato,  dinegò  al  Re 
la  fua  domanda,dimoflrandogli  con  dolcifjìme parole  quanta  difficultà  fareb- 
be alle  co  fé  della  Chiefa  il  dare  con  effempio  così perniciofo  ardire a 'fudditi  di 
ribellarfiiaìlequali  ragioni,  &  alla  uolontà  del  Tapa  cedette  patient emente  il 
Re,con  tuttOycheper  l'honore  proprio  haueffe  deftderato  difaluare,chi  peref 
ferft  aderito  a  lui,  era  caduto  in  pericolo,  &  che  al  mede  fimo  lo  confort afiero 
molti  del  fuo  configlio,&  della  Corte  ricordando  quanto  fufìe  fiata  impruden 
te  la  deliberatane  del  He  paflato  dtbauere  permeffo  al  Valentino  opprimere 
i  Signori  piccoli  d9 ltaliaiilper che  era  falito  in  tanta  grandev^a,cbe  fé  più  lun 
gamente  fuffe  munto  il  padre  jlleff andrò  ,harebbe  ferrea  dubbio  nociuto  alle 
cofefue.     Tromefie  il  Tontefice  al  He  dargli  f acuità  di  rifcuotere per  unan 
no  la  decima  parte  delle  entrate  delle  Chiefe  del  Reame  di  Francia.   Conuen- 
nero  ancoraché l  Re  haueffe  la  nominazione  de  beneficij  che  prima  appartene 
ttad  Collegi], &  a  Capitoli  delle  Chiefe ycof amolto  apropoftto  di  quei  Re,  ha 
nendo f acuità  di  difiribuire  ad  arbitrio  fuo  tanti  riccbiffimi  benefici^:  &  dal- 
X  altraparte,che  le  annate  delle  Chiefe  di  Francia ,//  pagaffero  infuturo  al  To 
tefice  fecondo  iluero  ualore  &  non  fecondo  le  taffe  antiche,lequali  erano  mot 
to  minori:  &  in  quefio  rimafe  ingannato  il  Tontefice:perche  hauendofi  contra 
coloro,che  occultauano  iluero  ualore  a  fare  l'effccutione,  &  deputare  i  Com- 
mejfarij  nel  Regno  di  Francia ,  ninno  uoleua  prouare ,  ninno  effeguire  contra 
g£impetratori;di  maniera,  cbeciafcuno  continuò  di  fpedire  fecodo  le  taffe  uec 
cbie:promef]e  ancora  il  Re  di  non  pigliare  in  protettone  alcuna  delle  Città  dì 
Tofana, benché  non  molto  poi  facendo  inflan^acbe  gli  confentiffe  d'accetta- 
re la  protettione  de  Lucchefi,  i  quali  gli  offeriuano  uenticinque  mila  ducati  > 
«a  fihqid?o  &  allegando  efferne  tenuto  per  le  ubligationi  dell' antecefìore  il  Tonte  fice  ri- 
ga Macft  o  ct{Jando  di  concedergliene  ;  gli  promeffe  di  non  dare  loro  moleflia  alcuna , 
AttuBoirtì*    Deliberarono  oltra  quefle  cofe  mandare  Egidio  Generale  de'  frati  di  Santo 
no ,  ch'era     scodino  >&  eccellenti/limo  nelle  predicationi  alt  Imperatore,™  nome  del  To 

Balio   del  p"  %  n      i  r  >/,..       .  *        r    j-  i  •    «     r  • 

He ,  &  Go-  teficcper  difforlo  a  conjentire  a  Vinitiani  con  ricompenjo  di  danari,  BreJctOy 

ueinatoi  di  ^  ycrona:  lequai  cofe  ejpedite,  ma  non  per  ifcrittura,eccetto  quello,  che  ap- 

gul'comc  di  parteneua  alla  nominatone  de'  benefit^  &  al  pagamento  delle  annate  fecon- 

ce  a  .^,ou*°  do  il  nero  ualore;il  Tontefice  ingratia  del  Re ,  pronunciò  Cardinale  Adriano 

éeii'hiftor.  di  Boi  fi  fratello  del a  Gran  Maeflro  di  Francia,cbe  nelle  cofe  del  gouerno  te-  4 

rhnchCd  "u  neHa  il  Prmw  lt*°go  appreffo  al  Re.  Da  quefio  colloquio  partì  il  Re  molto  con 

vita  ii  Leo  tento  nell'animo ,  &  congrande  fperan^a  della  beniuoleni^a  del  Tontefice ,  il* 

lòM."<-aro  quale  dimofìraua  efficacemente  ilmedefìmo  >  ma  dentro  feutiua  altrimenti: 

ila  fami  perche  gli  era  moleflo  come  prima  che  il  Ducato  di  Milano  fuffe  poffduto  da 

a  dei  m  .  fej.  ynoìeflijJìmQ  hauere  nlafciato  Tiacen^a,  &  Tarma; parimente  moleflo  il 

rcftitHùn 


Ili 
glia 


DVODECIM6.  j«> 

I      reflituire  al  Duca  di  Ferrara ,  Modona,  &  Reggio  :  benché  queflo  non  rnolt9 
poi  tornò  uano,  perche  hauendo  ilTonteficein  rivenderne  dopo  la  partita  da 
Bologna  flette  da  un  mefe,riceuute  dal  Duca  le  promeffe  de  danari,che  s'ha- 
ueuano  a  pagare,  fubito  che  fuffe  entrata  in  pofleffione,  &  efìendo  di  commu- 
ne  confentimento  ordinate  le  fritture  de  gì' inftr amenti  che  tra  loro  s'haueua- 
no  a  fare.il  Tontefice  non  negandola  interponendo  uariefeufe,  et  dilationU 
&  fempre  promettendocelo  di  dargli  per  fé  ttionc.  Ritornato  il  Fé  a  Mila- 
nojicentiòfubito  V  efferato  .riferitale  alìaguardia  di  quello  flato  Settecento  la 
ce,  &fei  mila  fanti  Tedefc  hi,  &  quattro  mila  Trance  fi  di  quella  forte,  che  da 
loro  fono  chiamati  Venturieri: egli  con  grandiffima  celerità  ne  primi  dì  del- 
l'anno Mille  cinquecento  fediti ,  ritornò  in  Francia ,  la feiato  Luogotenente  m.d.xvi. 
fuo  Carlo  Duca  di  Borbone ,  parendogli  hauere  flabilite  in  Italia  le  cofe  fue , 
per  la  confederatane  contratta  col  Tontefice,  &  per  e  he  in  quei  giorni  mede  fi- 
mi haueua  conuenuto  con  gli  Sumeri  ;  i  quali  benché  il  Re  d'Inghilterra  fli- 
tnolafft  a  muouere  di  nuouo  l'armi  contra  il  Residuarono  fé  co  la  con  federa- 
tone,ubligandofi  a  dare  fempre  in  Italia,&  fuori,  per  difefa,&per  offefa  co 
tra  ciafcuno  col  nome,  &  con  le  bandiere publich e  a  fuoi  flipendu  qualunque 
numero  di  fanti  dimandale -,  eccettuando  folamente  dall' offefa  il  Tontefice» 
l  imperio,  &  C efare:  &  dall'altra  parte  il  Re  riconfermò  loro  lepenfìoni  an- 
tiche: promefìe  pagare  in  certi  tempi  feicento  mila  ducati  commuti  a  Digiti- 
no,e  trecento  mila  fé  gli  reflituiuano  le  terre 3  &  le  ualli  appartenenti  alDu- 
tato  di  Milano:  tlche  ricufando  di  fare ,  &  di  ratificare  la  concordia  i  cinque 
* Cantoni,  che  le  pojfedeuano;  cominciò  ilRe  a  pagare  a  gli  altri 'ottobrata  a»iceiiM* 
de  danari  appartenente  a  loro,  i  quali  l'accettarono,  ma  con  efbreffa  conditio-  «nigo,  <hc 
ne  di  non  e  fere  tenuti  d'andare  a  gli  flipendtj  fuoi  contra  i  fanti  de'  cinque  'H££òl 
Cantoni .  r^el  principio  dell  anno  il  Fefcouo  de  Tetrucci  antico  familiare  del  q^» 
Tontefice  con  l'aiuto  fuo ,  &  de'  Fiorentini  cacciato  di  Siena  Borghefe,  figli-  s^en  di! 
uolo  di  Tandolfo  Tetrucci  fuo \  cugino in  mano  delquale  era  il  gouemo;arro?ò  &nxo  "»»* 
afe  la  mede fìma  autor  ita,  mouendoft  il  Tontefice  ,perche quella  Città  pofta  lcud'' 
tra  lo  flato  della  Chiefa,  &  de  Fiorentini  fuffegouernat  a  da  huomo  confiden- 
te a  fe,& "forfè  molto  più  perche  graffe quando fuffe  propitia  l'opportunità 
de  temphpotere  con  uolontà  del  Fefcouo  mede  fimo  fottoporla  ò  al  fratello,  à 
almpote.     Rimafono  in  Italia  accefe  le  cofe  tra  Cefare,  e  iVinitianìdefide- 
roji  di  ricuperare  con  l'aiuto  del  Re  di  Francia }Brefcia,&  Verona:Ultre  co- 
[epareuano  afìai  quiete mapreflo  cominciarono  ad  apparire  principi}  di  nuo- 
Hi  mouimenthcteftfufcitauano  per  opera  del  Re  d  dragona,  ilquale  temen- 
do al  Regno  di  l^apoli  per  la  grandetta  del  Re  di  Francia ,  trattaua  con  Ce^ 
fare:&  col  Re  ci'lnghilterra,che  di nuouo  fimout fferp  l'armi  contra  lui:  ilche 
non  folamente  non  era  flato  difficile  perfuader  a  Cefare  defiderofo  femore  di 
cojemioue  &  ilquale  dafefleffo  diffìcilmente  poteua  conferuare  le  terre  tol- 
te a  Vmitiani,  ma  ancora  il  Re  d'Inghilterra ,  potendo  meno  in  lui  la  memo- 
ria dell  hauere  ilfuocero  molatogli  le  promeffe>che  l' emulaticene ,&  l'odio  pre 

fentc 


LIBRÒ 

4  dì  <pefti  fente  Cóntro  il  Re  di  Francia ,  iti  affentiua  :  flimolaualo  ottra  queflo  il  defiie* 
&  uno  do.  ri0  cj?c  ji  fìe  dj  scotta  pupillo  fuffe  gouemato  per a  huomin'1,0  propofli,ò  de-  a 
do  Duca  d1-  pendenti  da  lui:  lequali  cofe  fi  forebbono  tentate  con  maggiore  configlio ,  & 
Albania,  tea  CQn  ma<rgi0Y  for%e,  fé  mentre  fi  tr  ottonano  non  fuffe  fucceduta  la  morie  del b  b 
dei  Re  iaco  Re  d^ragona:  ìlqualc  afflitto  da  lunga  indifpofitione ,  morì  del  me  fé  di  Gen- 
po  morto:  il  mi0  mentre  andana  con  la  Corte  a  Sibilio,  in  Madrìqalevio  uilla  ignobili fìì- 
pcx  ordir*  rna:Re  di  eccellenti/fimo  configlio,&  uirtii,  &  nelquale  fé  fnffe  flato  coftan- 
deì  Re  Ino  te  n£tte  promeffenon  potrefli  facilmente  riprendere  co  fa  alcuna.perchk  la  te- 
uà  molte  co  nacità  dello  ffendere^deìlaquale  era  calunniato,  dimoflrò  facilmente  fai  fa  la 
ft,<ior  cttdc  moYte  fiia:  concio fia  c°fa>  che  battendo  regnato  quarantadue  anni  ;  non  iafeib 
ai  eie  d' i  n-  danari  accumulati  ima  accade quafi fempre  per  lo  giudicio  corrotto  degli  huo- 
fiiouio"  '  rnmi'>  c^e  ne>  Re  &  fm  lodata  la  prodigalità,  benché  a  quella  fio  annefia  la  ra- 
pacitàicbe  la  parsimonia  congiunta  con  l'aftinen%a  dalla  robba  d'altri.  .Alla 

d  II-  f  *!**  u*n^  rara  ^  ^  $0  ^e  &  alÌumfe  la  felicita  rariffima,  perpetuale  tu  leui  la 

xagona,  ap.  morte  dell  unico  figliuolo  mafibio.per  tutta  la  uita  fua.perche  i  cafi  delle  fe~ 

do  ifhian  mine>  &  ^l  genero  furono  cagione  jthe  infinalla  morte  fi  conferuaffe  la  gran 

ra,quì  acce-  de-^a:  &  la  neceffità  di  partir  fi  dopo  la  morte  della  moglie ,  di  Cafliglia  ,fìt 

rrancSn,&  V™  to^ogiuoco,chepercoffa  della  fortunadn  tutte  t altre  cofe  fu  felìciffimo. c  G 

per  ciò  an-  Di  fecondo  genito  del  Re  d*  dragona  }morto  il  fratello  maggiore,  ottenne  quel 

fogliai  Tri  Reame  •'  peruenne  per  me%o  delmatrimonio  contratto  con  JJ abella  al  Regno 

daiog^a  àfar  di  Cafliglia:  f caccio  uittor  io  fornente  gli  auerfarij,che  competeuano  al  mede  fi- 

Setter  *tn  mo  Recl?ne:  ricuperò  poi  il  Regno  di  Granata  poffeduto  dà  nimifi  della  noflra 

punto  l'ar-  Fede  poco  meno  di  otto  cento  anni:  aggiunfe  alt  Imperio  fuo  il  Regno  di  7$a- 

wgens^ani-  polhquello  di  TSIauarra,  Orano,  &  molti  luoghi  importanti  de  liti  d'africa: 

inaiando  di  fuperiore  fempre  &  quafi  domatore  di  tutti  i  nimici  firn  :  &  mie  manifefla* 

a  NiadriTnei  mente  apparì  congiunta  la  fortuna  con  finduflria:  coprì  quafi  tutte  lefue  cu- 

Contado  di  piditd  fiotto  colore  d'honeflo  Telo  della  Religione,  &  difanta  intentìone  al  he 

*b°a  sàu  PMa  commnne .    Morì  circa  a  un  me  fé  innanzi  alla  morte  fua  iH  Gran  Capitano  d 

ria  di  Gna-  affente  dalla  Cortei  mal  fodisfatto  di  lui:&  nondimeno  il  Re  per  la  memo- 

tà  Janni*  ri*  della  fua  uirtii,  haueua  uoluto  che  da  fé  ,&  da  tutto  il  Regno  gli  fuffero 

7  s  -iccondo  fatti  honori  infiliti  a  far  fi  in  Ijpagna  ad  alcuno, eccetto  che  nella  morte  de*  Re* 

Giomo.co  .con  gr  ondi ffima  approbatione  di  tutti  i  popoli ,0'  quali  il  nome  del  Gran  Capi- 

jtimciò  a  re  fam  per  [a  jm  grandiffima  liberalità  era  grati  (fimo ,  &per  t opinione  della 

|na  ?  inno  prudenza,  &  che  nella  fcien%a  militare  trapaffaffe  il  ualore  di  tutti  i  Capita 

i+77^&  re-  n[  ^  tempi  fuoi ,  era  in  fomma  ucneratione .  JLcccfe  la  morte  del  Re  Cato* 

anni  indr-  lico,l '  animo  del  Re  di  FrahciaaU imprefa  di'ls[apoli  >  allaqualc  penfauaman- 

Ca' F°nono°  darfubito  il  Duca  di  Borbone  con  ottocento  lancia  &  dieci  mila  fanti,perfua 

fcjo  'panui-  dendofi  che  per  effer  il  Regno  folleuato  per  la  morte  del  Re,  &  male  ordinato 

»iio. 

C  Potrei  foggiugner  molti  altri  particolari  diqnefto  Re  Ferdinando:  ma  eiTendoabartanza  quanto  n'èqui 
Scritto;  chi  meglio  ne  uole  effer  informato,  uegga,ol  traili  altri  da  me  altre  uohe  cititi  auttori  Spagnuoli, 
le  due  Deche  d'Antonio  diNcbrilìa  de'  fatti  di  quefto  Re,  &  della  Reina  fua  moglie. 

d  Confaluo  Ferrando  Gran  Capitano  uenne  a  morte  a  2. di  Dcccaibrc  15  li .  effe  a  do  siffb  anni  feflantadue 
tic  meli,  &  undici  giorni.  Q  ionio  al  rìn  della  vita  d'eflo  • 

alla 


DVODECIMO.  j« 

alla  difefa-nè  potendo  l'arciduca  effere  a  tempo  a  [occorrerlo,  batterne  facil- 
mente ad  ottenere  la  uittonamè  dubitaua  che'l  Tontefire  per  lefyeran%e  ha- 
unte  da  lui  quando  furono  infiemea  Bologna,  et  per  la  beniuolenxa  contratta 
[eco  nel? abboccamento, gli  hauejTe  ad  effer  fauoreuole.nc  meno  per  Vintereffe 
proprio yCome  fé  glihaueffe  ad  effer  molefla  la  troppa  grandetta  deV'Arcùn 
ca  fucce  flore  di  tanti  Regni  del  Re  Catolico,&  fucceffore  futuro  di  Ce  far  e . 
Sperana  olir  a  queflo  che  l'Arciduca  conofecndo  poterglimolto  nuocere  l'ini* 
micitia  fua  nello  flabilirfi  i  Regni  di  Spagna,  &  fl-ecialmente  quello  d* dra- 
gona, aUjuale  fé  alle  ragioni  fuffe  fiata  congiunta  la  potenza  bar ebbono  adi- 
rato alcuni  della  meìeflma  famiglia  farebbe  proceàutomoderatamente  ad  op 
porfegli:  perche  fé  bene  uiuente  il  Re  morto,  &  lfabella  fua  moglie,  era  fla- 
to nelle  congregationi  di  tutto 7  Regno  interpretato ,  che  le  coflituiicni  anti- 
che di  quel  Re  anice fcludenti  dalla  fucce filone  della  Corona  le  f emine  non  pr  e 
giudicauano  a  mafl  hi  nati  di  quelle,quando  nella  linea  mafculina  non  fi  trcua 
nano  fratelli, %Vj,b  nipoti  del  Re  morto, b  di  chi  gli  fuffe  piuproffimo  di  l  nato 
delle  (emine  }ò  almeno  in  grado  pari,&  che  per queflo  fuffe  flato  dichiarato  ap 
partenerfl  a  Carlo  Arciduca  dopo  la  morte  di  Fcrdinando>la  fucce ffwne  addii 
ccndo  in  effempio  che  per  la  inerte  di  Martino  Re  d'Aragona  morto  fen%a  fi- 
gliuoli K-iafibi  era  flato  per  fenten^a  de  giudici ,  deputati  a  queflo  da  tutto  l 
Regno,  preferito  Ferdinando  Auolo  di  queflo  Ferdinando ,  benché  congiunto 
per  linea  femmina  al  Conte  d'Vrgelli,&  agli  altri  congiunti  a  Martino  per  li 
ma  mafculina}ma  in  grado  più  remoto  di  Ferdinando;nodimeno  era  flato  fin 
allhora  tacita  querela  né  popoli, eh  cinque fl  a  interpretatione,  &  dichiaratici 
nehaueffe  più  potuto  la  potemmo,  di  Ferdinando^  d lfabella  che  lagiuflitia, 
non  parendo  a  molti  debita  interpretatione,  che  efclufe  le  flemme  poffa  efiere  a  viofat» 
ammefio  chi  nafee  di  quelle  ,  &  che  nella  fenten%a  data  per  Ferdinando  uec-  colonna  <n 
chwhaueffepiupotuto  il  timore  dell 'armi  fue, che  laragionedequai  cofe  effen  che  fu°i!b£ 
do  note  al  Re  di  Francia,  &  noto  ancora,  che  ipopoli  della  Trouincia  d'Ara-  rat0  p«  1c 
gona,di  Valew^a ,  &  della  Contea  di  Catalogna(includendofi  tutti  quefli  fot-  mP'ferm;u* 
tol  Regno  d  jLr^gona)harebbono  defiderato  un  Re  proprio;  fferaua  che  l'Ar  ù?1  P;:p*» 
ciducayper  non  mettere  in  pericolo  tanta  fucce ffione,  e  tanti  flati,  non  haneffe  %*v?T?\ 
finalmente  ad  effer  e  alieno  dal  concedergli  con  qualche  condeceuole  compofì-   From|ic,a.1 
tiene  il  Regno  di  7<{apoli:nelqual  tempo  per  aiutar  fi  oltra  lefor^e  co*  benefi-  x^il ,  &  dì 
*  cijtUoHe  che a  Trefpero  Colonna,  ilquale  confentiua  di  pagare  per  la  liberano-  ^^"S1»  ** 
ne  fua-,  $  ■>  .mila  ducati  fu  fi  e  liberato, pagandone  folamente  la  metàionde  mol  &  non  (col 
ti  credettero, eh  e  Trofpero  gli  haneffe  fegretamente  promefjo  di  non  prendere  ^  ^c  dice<2 
arme  contra  lui  ò  forfè  d'effcrglifauoreuole  nella  guerra  fNapolitana,ma  con  la  taglia  :  & 
qualche  limitatwne,  ò  riferito  dell'honor  fuo.     In  quefli  penfleri  coftituito  il  fuhfa"^.P2 
h.e,&già  deliberando  di  non  differire  il  muouere  dell'armi;  fu  neceffitatoper  dice ,  che  l 
moni  accidenti  a  uolgere  l'animo  alla  difefa  propria  :  perche  Ce  fare  riceuuti ,  \^HTlj. 
fecondo  le  cofe  cominciate  a  trattar  fi  prima  col  Re  d'Aragona ,  centouenti  &  non.»» 
affila  ducati  ;fipreparauaper  affattura  come  haucua  CQmmuto  con  quel  Re,  miU<lttca* 

il 


ITERO 

il  Ducato  di  Milano,foccorfe  che  baueffe  Veronat&  Brefcia:perchc  i  Vìntila 
ni  fermato  l*  efferato  >ilquale>effendo  ritornato  il  Triut\io  a  Milano,  reggetta 
Tbeodoro  da  Trinici  fatto  Governatore,  fei  migliapreffo  a  Brefcia,  fcorreua- 
no  con  gli  Stradiotti  tutto  il  paefe:  i  quali  aff aitati  un  giorno  da  quei  di  den- 
tro^ concorrendo  da  ciaf  cuna  delle  parti  aiuti  a  fuoi;gli  rimeffono  dopo  non 
piccola  ^uffa  in  Brefcia  ,  ammaccatine  molti  di  loro ,  &  prefo  il  fratello  del 
a  Mille  ni-  Governatore  della  Città .    Tochi  giorni  apprejfo  Lautrech  principale  dell'- 
m\ó  furono  efferato  Francefe ,  e  Tbeodoro  da  Triul%i  ,  fentito  che  a  Brefcia  ueniuano 
pKfi,d"eU  tre  mila  fanti  Tedefchi  per  accompagnare  gli  danari,  che  fi  conduceuano 
Moccnigo  .♦  per  pagare  i  foldati;mandaronoper  impedire  loro  lanus  Fregofo  ,  &  Giancur 
iLTquefto  vado  Or  fino  con  genti  dell  uno ,  &  l'altro  efferato  alla  Rocca  dìjlnfo  :  lequali 
paflb  wtta    ri  ammazzarono  forfè  da a  ottocento>gli  altri  infieme  co*  danari  fi  rifuggirono  & 
euefta  1       a  Lodrone .-mandarono  dipoi  i  Vinitiani  in  Val  di  Sabia  due  mila  cinquecento 
fanti  per  fortificare  il  Cafiello  d'info,  i  quali  abbruciarono  Lodrone,  &  ^d- 
*    Q  uefto  ftorio .  ilpericolojche  Brefcia  così  ftretta,  &  moleflata  non  sarrendeffe,  co* 
prefuio  d'-  firinfe  Ce  fare  ad  accelerare  la  fua  uenuta  :  ilquale  bauendo  feco  cinque  mila 
ìe' ondo  Ti*  caualli, quindici  mila  Suizgeri  datigli  da  i  cinque  Cantoni,&  dieci  mila  fan- 
Mocenigo ,  ti  tra Spagnuoli,e Tedefcb'huenneper  la uia di  Trento  a Veronaionde l'effer- 
petio  dà m  Clt0  Fvancefe,&  VinitianoMfciate  bene  cufiodite  Vicen^a,&  Tadouafì  ri- 
cefeo  con-  dufie  a  Tefchiera,affermando  uoler  uietare  all'imperatore  ilpaffar  del  fiume 
cSulonon  del Mincioma non corrifpofe,come  fieffo accade  d'effecutione al configlioiper 
nomina  ai-  cke  come  fentirono  i  nimici  approffvmarfi,  non  hauedo  alla  campagna  quell'ali 
Uno 'd*  a*-  dada  ad  effeguire ,  che  baueuano  bauuta  né  padiglioni  a  configliare ,  paffato 
ja  :  ilquale    Oglio,fi  ritirarono  a  Cremona,crefcendo  la  riputatane,  &  l'ardire  al  nimico* 
gliofavUiS,'  e  togliendolo  afe  fleffi,  Fermoffi  Cefareò per  cattino  configli  tirato  dalla 
h  a  igÀUtU  mala  Fortuna  fua  a  campo  ad  i^fola3  cuflodtta  b  da  cento  buomini  dì  arme,  &  b 

dacie  ie  itei  /•!>*•••  r      >  .....        i 

io,  &.  Ja  pa-  quattrocento  fanti  de  Vinitianv,oue  confumo  nanamente  più  giorni:  ilquale 
tr"'  indugio  fi  cu  de  certiffimamente  che  gli  togliere  la  uittoria.  Tartito  da  *Afo  - 

e  sì  come  il  lapafib  il  fiume  del  foglio c  a  Orci  l$uoui,&  i  nimici  lafciatiin  Cremona  tre$ 

Giorno 
Jone  q 
progrel 

lìuanoi  co-  tnona,&  Crema  l'ima  guardata  da'Francefi,  l'altra  da'  Vinitiani.     Segui- 
ta egli  pone 


dato 


ko  : ikhe  g.  me:i  quali  il  dì '  feguente,non  eficndo  uenuti  gli  Sui'7^eri,&  poffendofi  l'^id- 

*  "c<  *       da  guadare  in  più  luoghi ,  fi  ritirarono  a  Milano  }non  Jenfy  infamia  di  Lau~ 

tretb> 


SVODECIMO.  tft 

trech,che  h  aueua  public ato,&  fritto  al  Re,  che  impedirebbe  a  Cefare  if puf- 
fi di  quel  fiume  :  alquale  paffuto  fen^a  oflacolo ,  s'arrendè  fubito  la  Città  dì      ' 
Lodi:  accoflatofi  a  Milano  apoche  miglia ,  mandò  uri  araldo  a  dimandare  la 
Terra,minacciando  i  Milane fi,che  fé  fra  tre  giorni  non  cacciauano  l  efferato 

g  Francefefarebbe  peggio  a  quella  Ciniche  non  haueua  fatto  a  Federigo  Bar-  a  vedi  il  o> 
barofafuo  ante  cefi  or  e  si-quale  non  contento  d'bauerla  abbruciata,  &  disfai-  rio  nel,a  Pfi 
ÙM  fece  per  memoria  della  fua  ira,&  della  loro  ribellione,  feminar  e  il  fiale:  FhXStì 
ma  tra  i  Francefi  mirati  con grandiffimo  fiauento  in  Milano^erano  flati  uà-  MUano  • 
rij  configli,  inclinando  alcuni  ad  abbandonare  bruttamente  Milano  per  non  fi 
riputare  pari  a  refiflere  a  turnici,  né  crederebbe  gli  Sumeri,  ancor  che  già  fi 
f ape  fé e  fière in  camino ,  haueffero  auenire;  &  perche  s'intendeua  che  i  Canto 
nho  haueuano  già  commandato,  ò  erano  in  procinto  di  commandare ,  che  vii 
SuiT^eri  fi  parti  fero  da  feruitij  dell'uno,  &  dell'altro ,  &pareua  dubitabi- 
Uyche  nonfufle  più  pronta  lubidìen^a  di  quelli,che  ancora  erano  in  camino, 
chediquellhfhegiàeranoconimicualtrideteflauanola  partita,come  piena  br.Sc^c'ìl 
d  infamia ,  &  hauendo  migliore  fieran^a  delia  uenuta  de  gli S ulceri,  &  iT  Sk£ 
del  potere  difendere  Milano  >configliauano  il  metter  fi  alla  difefa,  et  che  rimof  fupIicò ,' no' 
fi  in  tutto  l pen fiero  di  combattere,  &  ritenuto  in  Milano  tutti i  fanti,&  ot-  fcn  Viridi' 
mento  lance  Jtftribui fero  l'altre,&  quelle  de  Vinitiani ,  e  tutti  i cauai  leg-  ni?a-iobt* 
gten  per  le  terre  uicine3per  guardarle ,  &  per  moleflare  a!  nimici  le  uettoua-  g«  ™  «&• 
gliemondimeno  fi  farebbe  efieguito  ilprimoconfigliofe  non  hauefero  molto  £  ta' che 
dijjuajo  Andrea  Gntti,&  Andrea  Triuifano  Troueditori  de  Vinitianijau  fc»P'«  ** 
tonta  de  quali  nonpotendo  ottenere  altro.operò  quefio,chel  partirli  fi  deli-  d"no* 
bero  alquantopiu  lentamente;di  maniera  che  già  uolendopartirfufiprauen-  e  Con  Cefr 
neronoueUe certe,chél giorno  feguente  farebbe Alberto  Tietra  con  dieci  mi  c^che 
la  tra  Sumeri,  &  Grigwni  a  Milano  :  ilperche  riprefo  animo ,  ma  non  però  «>*&  Galea* 

h  confidando  di  difenderei  Borghi  ;  fi  fermarono  nella  Città,  *>  abbruciati  pure  £0S ci 
per  con  figlio  de  Troueditori  Finitianii  Borghi  :i  quali  confidarono  così,ò  *  Mila**. 
ff^egiudicafieroefiernecefiarioallad^ 

Jtaoccafioneuolefierofodisfare  all'odio  antico,  eli  è  tra  i  Milane  fi,  e  i  Finitia  tW:!i!^ 
nucacciarono  ancora  della  Cittàfo  ritennono  inhonefla  cuflodia  molti  de  pnn  J^SE 
cipali  della  parte  Ghibellina,come  inclinati  al  nome  dell'imperio  per  lofìudìo  &  <*»»*  « 

<  della  fattione,& per  efiere  nell'esercito  tanti  della  medefima  parte,  e  Cefa-  ff  & 
re  fra  tanto  fi  pofe  con  l  efiercito  a  Lambra,uicino  a  due  miglia  a  Milano  •  do-  il  d°™ni<> 
ueefiendo}arriuarono  in  Milano  gli  Sumeri  :i  quali  dimoflrandofi  pronti  a  TmÙo 

aijenaere  quella  Cittayncufauano  di  uolere  combattere  con  di  altri  Suizzeri  c5  lito!o  di 
l«™™tfororendh  JJ-.  £ 

tejare:Uquale  confiderando  l  odio  antico  di  quella  natione  coir  a  la  cafa  d'^tu  mc  haueu* 
f ^ornandogli 

aue gii  efferati  oppofitijufie  accaduto  a  Lodouico  Sforma,  cominciò  a  temere  slori'  *  «^ 
Me  haueua  diffi eulta  di  Pagargli,  che  i  Francefi,  a\uali  non  mancher abbono  "D«  * 


L  T   b   n   o 

iliiarorì né  perpagarglinèpercorrompergli:&  accrefccuaglila  dubitatio* 
«  li  e.ud  -mcbe  Iarcpo  staffar  Capitan  Generale  de  gli  Sumeri,  gli  haueua  congni 
c"u»'na  de  arroganza  domandata  la  pagatale  oltra  l'altre  diffiditi  fi  afferma, 
Mbt.}.  ddia  perci^ìxtiaidovli  danari  di  Germania- giterano  fiatintenutida  fanti  Spa- 

S'."*:  muoU  ch'erano  in  Breffiiaper  pagar  fi  de' '  foldì  fcofpzrò  commoffio  maram- 
fco«.odo     ^i.0ramenteàallimorediqueflopcrkolo,leuatofubitolefkrutoffiritirouey 

;S2  !%"«  Ti  i/jbme  delUdda-non  dubitando  alcuno  the  fé  tre  dì  prima ifi  fife  aucfta 
...du^.o         rf  Mjlanojkual  tempo  dimorò  intorno  ad  affila,  i  Francefi  moltopm  am- 
%££**  bwi,&  incerti  della  venuta  de  gliSuiTSeriJarebbono  ritorcati  di  la  cu  mo 
#fi"i?'  '•-•    titai.zinon  fi  dubitale  fé  cofipreflo  non  fi  partiuano,o  che  i  Francefi  non  ft 
£*?££  confidando  pienamente  de  gli  Sumeri ,  per  lo  rifritto  dirnfirauano  a  quei 
r'f1"'      tb' erano  ionCefareharebbonoffigmtato  il  primo  confighoio  che  gli  Suiz^en 
Sfma  2*1  mede  funere  fa  fiufa  dal  commandamento  de  fimi  fupenoriche  g^raeffie 
lì  p=  :,c' co  dito,  barebbono  abbandonato  i  Francefi.     Tafiò  Cefare  ti  fiume  dell  adaa, 
%V\  ££  non  lo  [mutando  gli  Superni  quali  proteflando  dipartirfi,  fé  non  erano  p* 
b,a  \  VT  «ati  tra  quattro  giorni,  fi  fermarono  a  Lodi ,  dando  continuamente  l  impera- 
Z;  !tcn'"e  mecche  s'era  fermato  nei  temtorio  di  Bergamcffieranxa  de  pagamenthfer- 
£:  iSfcS    chediceua  ajbettare  nuoui  danari  dal  Re  a' Inghilterra,  &  minacciando  diri- 
S»ii££-  tornare  a  Milanotcoffi  cbeteneuainfoffietto  grandiffimo  t  Fraceft,  meerupm 
tStì*    che  mai  delia  fede  de  gli  Sumeri  .-perche  oltra  la  tardità  tifata  fludiofamen- 
niknrlo    teneluenire  &  l'bauer  fempre  detto  non  uoler  combattere  centragli  Suìt^ 
£*?£rt  ri  deh'eSercito  nimico,era  uenuto  il  commandamento  de  Cantoni,cbe  parti - 
.bbaiSi    rer0  da  zhilipendli  de  Frate fuper  loquale  *  ne  era  già  partiti  circa  due  mia,  4 
JSJS  &fi  temeuaiheglialtrinonfacefieroilmedefimo,  benché  i  Cantoni  da  a  tra 
«  .nNaPo    parteaffemauanoalnehauereoccultamentecomKandatoaJuottantiUco- 

^Tafo  trarlo.  Finalmente  Cefare,  ilquale  nfeoffi  dalla  Citta  di  Bergamo  feci  ci  mila 
Pra ,  &  fel-  àumi  em Mìàm  fùtt0  fpaanxa  d'un  trattato  uerfo  Crema-ritornato  feny, 
£££*.  fare  effetto  nel  BergamafcoWiberh  d'andare  a  Tieto:perofigmficataa  Ca  h 
l  fi  poca»  pitantdeWeffirato  la  fua  delikrattone,  &  affermato  muouerfì  a  queflo  per 
^o^famuompLedmentidi  danari,co  quali  &  con  quei  dcUed  Inghilterra, 
ice  ancor  '^  in  camn0,ritorucrebbejhbito  ;  gli  conforto  ad  affettare  dfr.o  ritorno . 

l^Zuìqudifrccheggia*-^ 

* e  9"  «•  chetata  la  terra  di  Sani  Rigelo  flretti  dal  mancamento  delle  uettouaglie  , 
s'erano  ndomr.eUa  Ghiaradadda.FHdopo  lapartita  diCefare  qualche  ffieran 
t  Nò  fi  !cg  XA  che  tU  Sumeri ,  io  quali  a  Romano .  'unì  tutto  l  e  fi  eretto ,  papero  di 
G££fè  nuouo  tidda:penhe  nel  campo  era  uenuto  ilMarchefe  di  Brandiburg  ,&a 
tftmia  nota  Berzamo  Ù  Cardinal  Seàmtnje  con  trenta  mila  ducati  mandati  cai  Red  in- 
Mb?  m  ghilterraiper  hqual  timore  il  Duca  dì  Borbone  da  cui  erano  fartm  quafitut* 
!,.•»  Maffi  ti  „n  suizxeri  ■  e  i  joldati  Vinitiani  era  uenuto  con  1  esercito  fu  la  nua  di  a 

uiìa'nodal       °  ^-^  '  dal 

taffitg^el  libr.  w.dell'i.  .ftorie  del  Giouio:  dooe  pone  ch'ei  rr.andafie  lettere  contiafatrc  ^PJ«WJJ 
gì,  Suizmi * ftt %<$*U  gli  auK?au,  che  tra  due  giormt.ceUcro  quarto  erano  con«nn.  »«^ ^,£2 
inette  daU'Impe'iatoreiegli  pie*  tato  lo  petto  d'eiTei  uadnoda  gb  Stuzzcxi.che.^^o  d.faoUel  Mi* 


DV'ODECIMO.  '$<*>■ 

dal  fiume:  ma diventarono  facilmente  uani ipenficri de9 rumici, perche  gli 
Suivgeriy  non  baftando  i  danari  venuti  a  pagare  gli  flipendij  già  cor/I,  ritor- 
narono per  la  ualle  di  Voltolìna  al  paefe  loro;  &per  la  medesima  cagione  ire 
mila  fanti ,  parte  Spagnuoli ,  parte  Ted efebi ,  paffarono  nel  campo  Francejè, 
&  Finitianodlqvalehavendo  paffato  il  fumé  Mda ,  non  haueua  cefjato  di 
moleflar'e  più  giorni  con  uarie  fcorrerie,&  fcaramucce  inimici  con  acciden- 
ti uarij ,  bora  ricevendo  maggior  danno  i  Trance  fi  ;  i  quali  in  una  fcaramuccia 
grò  fifa  appreffo  a  Bergamo, per  derono  da  dugento  buomini  d'arme  ;  bora  ini- 
a  mici,  de  quali  in  uri  affatto  fimile  fu  prefo a  C efare  Fieramofca  :  il  refìo  della  a  cefare  F» 
gente  riceuuto  un  ducato  per  uno,s'accoflò  a  Brefcìaima  effendo  molto  molefla  .ramo  ca  c» 
ti  da  canai  leggieri.  Marcantonio  Colonna  co'  fanti  Tede  fin,  &  con  alcu-  duc.1^ 
ni  fanti  Spagnuoli;entrò  in  Verona*  &  gli  altri  tutti  fi  diffoluerono .  Queflo  ^no><o  dive 
fine  hebbe  il  movimento  di  Cefare ,  nelqvale  al  He  fu  molto  fofpetto  il  Tapa  :  ?"£«*«•!£ 
perche  hauendo  ricercato  che  fecondo  gli  oblighi  della  Lega  fatta  tra  loro,man  ^,uaai°  ?cI 
daffe  cinquecento  buomini  d'arme  alla  di  fé  fa  dello  fiato  di  Milano,  ò  almeno  ntch^Tz 
gli  accoftaffe  a  fuoi  confini?  &  glifagaffe  tre  mila  S  viveri,  fecondo  allega-  *?£ abbr u: 
uà  bauere  offerto  ad  Untori  Maria  Talauifmo;il  Tonte fice  rifondendo  fi  ed  -  &  "  omo" 
damenteal  pagamento  de  gli  Sumeri ,  &  (enfiando  effer  e  male  in  ordine 'le  "V^™1* 
genti  fine  ;  prometteva  mandare  quelle  de'  Fiorentini ,  le  quali  con  alcuni  de*  uefi  p«  vnà 
l  faldati  fiuoi  fi  moffono  molto  lentamente  uerfio  Bologna,  &  Reggio.  Uccreb-  fUne0|!enj e. 
be  il  fofpetto,  che  la  venuta  di  Cefare  fivffe  fiata  con  fina  participatione  l  ha-  niS! 
nere  creato  Legato  a  lui.  come  prima  intefe  effer 'entrato  in  Italia  ,  Bernardo 
da  Biebbiena  Cardinale  di  Santa  Maria  in  ? or  ti  co, [olito  fempre  ad  impugna 
re  apprefio  alToniefice le  cofe  Franco  fu  &  molto  pud  bauere  permeJfo,che 
Marcantonio  Colonna  fegvitaffe  con  le  fine  genti  lefìercìto  di  Cefare:  ma  la 
uerita  fin,  che  al  Tcnteficefv  molefla  per  linter effe  proprio  la  vcnvta  deitìm 
femore  con  tante  fior^  temendo  che  vincitore  non  tentaffe  d 'opprimere,  fe- 
condo l'antica  inclinatone ,  tutta  Italia  :  ma  per  timore ,  &  perche  qveflo 
procedere  era  conforme  alla  firn  natvra,occvltando  ifivoi  penfieri;  s'ingegna- 
uà  far  fi  odio  fio  il  meno  che  poteva  a  ciafcvna  delle  parti  .-però  non  ardì  nuo- 
tare Marc Antonio. non  ardì  mandare  gli  aiuti  debiti  al  He,  creò  il  Legato  a 
Cefare;  &  dall'altra  parte  effindo  già  partito  Cefare  da  Milano;  operò  che  il 
Legatotftmulando  infermità, fi  fcrmaffe  a  Rvbiera,per  fpecvlare  innanzi  pafi- 
fafjepm  oltre, dove  inclinato  le  cofe:&  dipoi  per  mitigare  l'animo  del  Re,  noi 
le  che  Lorenzo  fino  nipote,  continuando  la  fìmulatione  della  depcndenxa  co- 
minciata a  Milano  ;gli  face  fife  donare  da'  Fiorentini  i  danari  da  pagare  per  un 
mefie  tre  mila  Svisceri:  i  quali  danari  benché  il  Re  accetta  fife ,  diceva  nondi- 
meno ,  dimoflrando  di  conofeere  l'arti  del  Pontefice ,  che  poi  che  fempre  gli 
era  contrario  ne  Ila  guerra  ne  la  confederatione  fatta  ficco, gli  haueua  giouato 
ne'  tempi  del  pericolo,  voleva  di  nuovo  farne  vrì  altra,  che  non  l'ubligaffe  fé 
non  nella  pace,  &  ne'  tempi  ficuri.  Difiblvto  l'efìercito  di  Cefare  >  i  Fini  ciani 
nonafpettati  i  Francefi;  fi  accoflarono  all' improuifo  una  notte  a  Brefcia  con  le . 

*Aaa  ficaie, 


LIBRO 

fiale, confidando  fi  nel  pìccolo  numero  de*  difenfori:  perche  non  ui  erano  rimafi 
«  il  Mocenì  più  che a  feicento  fanti  Spagnuoli,&  quattrocento  caualli  :  ma  non  effendo  le  4 
nò  erano  in  fide  lunghe  a  ba.flan%a,&  refiflendo  ualorofamente  quei  di  dentro,  non  l'ot- 
Brefcia  più  tennono  ;foprauenne  poi  V efferato  Francefe  fitto  Odetto  di  Foisy  eletto  nuo- 
ti  Cai  °prcfin  uamente  fucceffore  al  Duca  di  Borbone, b  partito  frantane  amente  dal  gouer  b 
éio  -  no  di  Milano  >  asfaltarono  quefli  eserciti  Brefcia  con  l'artiglierie  da  quattro 

b  Pcreioche  partitacelo  che  gli  affediati  non  poteffero  refiflere  in  tanti  luoghin  quali  fi  fa- 
Borbone  an  ftentarono  mentre  hebbono  fi>eran%a  che  fette  mila  fanti  del  Contado  dì  Ti- 
eia  ? ragguà  r  nolo, uenuti  per  commandamento  di  Cefare  alla  Montagna,  paffaffero  più  in- 
giiare  ii  Re  rianima  come  queflo  non  fuccedette  per  l'oppofitione  fatta  de  Vinitiani  alla 
ce  ili1  :  douc  Rocca  d'info,  &  ad  altri  p  affi  ~effi  non  uolendo  affettare  la  battaglia,  che  ef- 
da  lui  fu  tau  fm(JQ  gQ  m  terra  jpatio  grande  di  muraglia  fi  doueua  dare  il  dì  figliente;  con 
to  ,  che  io  uennono  i  faldati  di  e  ufiir  della  terra,&  della  fortezza  Solamente  con  le  lor  e 
"ftabf  del  cofi>fifra  un  dì  non  erano  foccor fi.  In  quefli  tempi  ifìejjì  preparando  fi  il  Va- 
Regno .  si  pa  di  fogliar  con  l' armi-M  Ducato  d'Frbino  Fr  ance  fio  Maria  della  Roueret 
ch'ef  "aìSf-  commc^  a  procedere  con  le  cenfure  contra  lui,publicato  un  monitorio,  neloLna. 
Te  da  Mila-  Ufi  narraua,che  effendo  foldato  della  Chìefa,dinegandogli  le  genti  per  lequa- 
iuoeo"a  o-  ^  baueua  riceuuto  lo flipendio; s'era  conuenuto fegret  amente  co'  nimicì',  l'ho- 
detto  di  Fo  micidio  antico  del  Cardinal  di  Tauìa  >  delquale  era  flato  affoluto  per  gratia, . 
molto  i"zn  non pergiuftitia;  altri  homicidij  commeffi  da  lui',1  hauere mandato d  nel mag  à 
ti*  dei  Re j  giorfiruore dellaguerra trai Tontefice Giulio, delqualì  era nipote, fuddito,& 
ceduTe  neT  Capitano,  Baldajfarre  da  Cafliglione.per  condurfi  a  foldi  del  Re:  l'hauere  nel 
gouerno.  l'ifteffo  tempo  negato  il  paffo  ad  alcune  genti,che  andauano  ad  unir  fi  con  l'ef- 
uio  dice:  ma  finito  della  Chiefa,&  perfeguitati  nello  flato, quale  poffedeua  come  feudata 
il  Gradinico  rio  della  Sedia  ^ipoftolica,i  faldati  della  medefima  Sedia  fuggiti  del  fatto  d'ar 
folle  l'euato  W£  di  Rauenna:  haueua  il  Tontefice  battuto  nell'animo  di  muouergli  più  me  fi 
2  ibfpcuo .  prima  la  guerra  ,  mouendolo  olirà  le  ingiurie  nnoue  lo  fdegno ,  quando  negò 
e  in  quefto  d'aiutare  c  //  fratello ,  &  luì  a  ritornare  in  Firenze:  ma  lo  riteneua  alquanto  e 
modo  600.  [a  uergogna  diperfeguitare  il  nipote  di  colui ,  per  opera  delquale  era  falita  la 
cauaiìi  a4b°b3  Chiefa  a  tanta  grandex^a-,&  molto  più  iprieghi  di  Giuliano  fuo  fratello  ,  il- 
donaió  Bre  quale  nel  tempo  delìefilio  loro  dimorato  molti  anni  nella  Corte  d'orbino  ap  - 
d'oià  alvini  pnJfi  &  D?ica  Guido  >&  morto  luiappreflo  al  Bucaprefenteyaonpoteua  tol- 
tiani ,  che  a  lerare.che  da  loro  medefimi  fuffe  priuato  di  quel  Ducato ,  nclqnale  era  flato 
Ito  15 JS5-  fiflentato,  &  honorato:  ma  morto  dopo  lunga  infermità  Giuliano  de' Medici 
«"«5Q  de-  jn  Firen%e,&  diuentatouano  il  mouìmento  di  Cefare  ;  il  Tontefice  ftimolata 
cup'eraiono"  da  Lorenzo  fuo  nipote,  &  da  *Alfonfina  fua  madre, cupidi  dì  appropriar  fi  qut  l- 
.     lo  flato;  deliberò  non  tardare  piu,allegando  per  ifiufa  della  ingratitudine*  la- 

quelm^de'S  1***1* 

roo  tempo, che  fuccefle  il  fatto  d'arme  di  Rauenn?,dice  il  Giouio  r>el  lib  3  .della  rita  di  Leone. 
e  Nel  lib.  il  verfoil  principio  ha  detto  quefto  auttore,che  cola  denegale  il  Duca  d'Vrbiro  a*  Medici:  ilche 
umilmente  dice  il  Giouio  nel  lib  j. della  yita  di  Leone:  n.a  toggujgnc,  ch'ei  dille  d'rr.uernc  bifogno  per  fé. 
Qjjìuì  hmendo  elio  Giouio  dilcopertu  le  cagioni  apparenti, che  moueuano  il  Papa  a  quota  guerraidice  the  le 
?ere,e  in  trinfeche  furono  la  vicinità  della  flato  d'VrbinoallaTofcana  per  ornarne  Lorenzo,  Se  'ambinone 
4'Alfijfliiua;ulclie  Leone  aifanaajo  pei  la  noia  delle  k>r  cóùnuaic  pre^lua^m  forza  ili  uKiuìu  che  cedellc^ 


DVODECIMO,  $7© 

quale  h  molti  erti  rimprouerata,nonfolamente  V  offe  fé  ricévute  da  fui,  le  pe- 
ne nellequali  fecondo  la  difiofitione  della  giufiitia.incorreua  un  uaffallo  conta 
mace  al  fuo  Signore, un  fildato}ilquale  kbligatofi,&  riceuuti  i  danari  .dinega 
uà  leghi  a  chi  l'haueua  pagate /ma  molto  più  e  fiere  pericolo  fi  il  tollerare  nel- 
le uifcere  del  fio  flato  colui  àlqUale  hauèdo  già  cominciato  fin%a  rifivtto  del- 
la fede  >&  deWhonore  ad  offenderlo  poteuaeffer  certo  che  quanto  maggiore  fi 
dimoflraffe  l'occafione;  tanto  più  farebbe  pronto  a  far  per  laùuenire  il  mede  fi 
mo..  llprogreffo  di  quefla  guerra  fu,  che  come  Lorenzo  con  Ve  fin  ito  raccolto 
de  '  follati,  &  de  fudditi  della  Chiefa,  &  de'  Fiorcntim,toccò  i  confini  di  quel 
Ducato,  la  Città  d'Frbino ,  &  l'altre  Terre  di  quello  flato  fi  dettano  uolonta- 
riamente  al  Tonte fice,confentèdo  il  Duca,ilqualefi  era  ritirato  a  Vefaro, che 
poi  non  glipoteua  difendere  fi  faluaffero .  fece  &  Vefaro  il  mede  fimo  s  come 
l 'efferato nimico  fi  fu  accoflato:  perche  con  tutto  ui  fufiero  tre  mila  fanti  >  la 
Città  fortificataci  mare  aperto,  Francefio  Maria  lafiiato  nella  Rocca  Tran- 
quillo da  Mondolfo  fuo  confidato  ;  fin  andò  a  Mantoua ,  doue  prima  haueua 
mandato  la  moglie  ,e'l  figliuolo,ò  non  fi  confidando  de'  foldatija  maggior  par 
te  non  pagatilo  come  molti,fcufando  il  timore  con  l  amore, affermauano.,  impa 
tiente  difiare  affente  dalla  moglie: così  il  Ducato  d'Frbino,infieme  con  Tefa- 
ro,&  Sinigàglia,  ùenne  in. quattro  giorni  fili  alla  ubidien%a  della  Chiefa,  ec- 
cettuate le  fortezze  di  Sinigaglia,  di  Vefaro ,  di  San  Leo,  &  della  Rocca  dì  Ma 
iuolo:  arrende fil  quafi  immediate  quella  Sinigaglia:  &  quella  di  Vefaro,  ben- 
ché fortiffima,  battuta  due  giorni  con  l'artiglierie,  conuenne  d'arrender  fi ,  fé 
fra  uenti  giorni  non  erafoccorfa,  con  conditone  che  in  quel  me%o  non  ui  fi  fa- 
ce ffe  riparane  alcuna  fortificationenlqual  patto  male  offeruato ,  fu  cagione  y 
che  Tranquillo, non  hauendo  hauuto  ficcorfo  infra  il  termine  couenuto;  ricusò 
di  confegnarla:&  cominciato  dinuouo  a  tirare  l' artiglierie, afi alto  la  guardia 
di  fuor  arma  era  più  dura  lafua  codinone, per  che  ritornatofene,hauuta  che  fu  ?  £c* Capi* 
*  la  terra,  Lorenzo  a  Virente,  i a  Capitani  reflati  neltefiercito  haueuano  fatto  fta  guerra 
trincee  intorno  alla  Rocca,&  me  fio  in  mare  certi  TSlauilij  per-uietareno  ui  en  cJ'd' V/w" 
tr  affé  ficcorfo:  perbfiirato  il  termine; fi  comincio  fiìbito  a  batterla:ma  il  gior  «p  »  ì'  gjo- 
no  mede  fimo  ifoldati,che  ui  erano  dentro  >  fatto  tumulto  contra  Tranquillo  ;  mtna'aitri0 
lo  dettono,per  faluare  fi,  a  i  Capitanila  quali  inpena  della  fua  contrauen-  «ne  Renzi 
tione;  fu  condannato  colfupplicio  delle  forche .  arrende ffl pochi  giorni  dipoi  quSo'  àu  * 
la  Rocca  di  Maiuoloduogo  neceffario  ad  afìediare  San  Leo  perche  è  uicina  ad  XOTC  nof»  fe 
un  miglio,  &  fiutata  all'oppofito  di  quella.     Intorno  a  San  Leo  furono  mefiì  minato  aicu 
due  mila  fanti, che  lo  tene  fiero  aflediato:percheper  lofito  fio  forti  filmo  niu-  no  :  ma  nel 
na  fieran%a  ui  era  d'ottenerlo ,  fi  non  per  l 'ultima  necefiità  della  fame  :  &  àòfìe  d .  eu 
nondimeno  tre  me  fi  poi  fu  prefi  furtiuamente  per  inuent  ione  d'un  Maeflro  ueni,a  dl  Gì 
di  legname:  ilquale  f alito  una  notte  per  una  lunghi  filma  fiala  fopra  un  diru  J?  è  Tony- 
pato,ch'era  riputato  il  più  difficile  di  quel  monte,  &  fatta  portare  uia  lafia  n3to  ?,rv?° 
la,dimorato  in  quel  luogo  tutta  la  notte,  comincio  fubito  che  apparì  il  giorno  MaenVo  di 
a  falire  con  certi  ferramenti,  tanto  che  fi  condufie  fin  alla  fommità  del  moti-  can'po  ■ 

ùia  ai         te; 


LIBRO 

M  .  te:  donde  fienàendo,&  con  gl'inflrumenti  di  ferro  facilitando  alcuni  de*  Ittó* 
Alberti  nei  ghi  più  difficili ,  la  notte  feguente  per  Viftefia  fiala  ,  fi  ne  ritornò  a  gli  al- 
U  deferittid  loggic;;xenti:  doue  fatta  fede  poterfi  faine  ;  ritorno  la  notte  deputata  per  la 
mila  della  l&edcfiwa  fiala ,  figurandolo  cento  cinquanta  fanti  de*  più  detti  :  co  quali 
|C*uo  f-it-  fcvl,tatofi  fu^  dirupato  5  come  fu  laica  del  giorno  ,  perche  era  hr.pofjìbile 
«ecLr'i'ibl-  filire  di  notte  più  alto:  cominciarono  per  quei  luòghi  flretùffiirii  :  -'..lire  ad 

per'  Sfalda  ur,°  ^  ~-  i0:  &  erctno  $*  montati  cdla  fommità  del  me  ■  rema  ài  lo- 

ìcofcefa  dei  yò  ce::  un  Tamburino  >  &  con  lei  infe&ic  3  &  occultatiti  murra  afo  citavano 
le  "baie  C°*c  l  C0™Paglh  c^c  montauano:  ma  effendo  di  alto,  una  guardia}che  partiua  dal 
poi  d:  mano  luogo  fuoi  a  gli  uidde  cofi  proflrati  in  terra:  &  battendo  leuato  il  rumorecf-  a 
^curandole  fi  u*dùtifi  ficperti ,  non  affettati  altrimenti  i  compagni ,  dettene  il  cenno  co- 
nei  fa'ib  in-  me  erano  conuenuti  a  quei  del  campo  :  i  quali  fecondo  lordine  dato }  ajfalta- 
ìoVcaroeUo  rono  finito  con  molte  fiale  il  monte  da  molte  parti ,  per  diuertire  quelli 
&  Ponendo  di  dentro  :  i  quali ,  correndo  ciafeuno  a  limbi  ordinati ,  fvauentati  per  uede- 

ui  altre  fca-  •  -v  %  r  •  •   r  ir  •?  i   i  ri 

le  una  fopra  re  gla  aentY0  fa  mjegne  3  che  Jcorreuano  il  piano  del  monte  %  <z?  baueuano 

l'altra,  tal-  morto  qualcb 'uno  di  loro  ;  fi  r incbiu fono  nella  fortezza  y  eh* era  murata  nel 

curate  hvt  '  monte  :  doue  ependo  già  faliti  de  gli  altri  dopo  i  primi?  aperfono  la  porta , 

«h'arriuaro  pcr  laquale  fi  entraua  fu  l  monte  :  per  laquale  entrati  gli  altri ,  ebe  ancora 

mità  delia  non  erano  faliti,  &  cofi  prefo  il  monte  ;  quelli  ch'erano  nella  nocca  >  benché 

«rupe;  afp«-  lafuffe  bene  proueduta  d'ogni  cofais  arrenderono  il  fecondo  giorno,  ^Acqui- 

na  delia  pio  flato  con  Vanni  quello  flato ,  che  infume  con  Te  faro ,  &  Sinigaglia  >  membri 

già,  che  pio-  fiparati  fai  Ducato  d'orbino  ;  non  erano  di  entrata  di  più  di  uenticinoue  mi- 

ueua,&len  J  r  r  l 

za  aLù  mo-  la  ducati  y  Leone  Jegmtando  il  procefo  cominciato  >  ne  pnuo  per  finten%a 
iella  "città0  ^rancefco  Maria ,  &  dipoi  ne  inueflì  nel  Concìfloro  Lorenzo  fuo  nipote,  ag- 
&  la  prefe--  giugnendo  per  maggiore  uah dita  alla  bolla  efbedita  fopra  queflo  aitola  fo- 
2o  ghhab?  firit  tiene  della  propria  mano  di  tutti  i  Cardinali ,  co  quali  non  uolle  concor- 
soti lenza  rere  Domenico  Grimano  Vefiouo  d'orbino ,  &  molto  amico  dì  quel  Duca  : 
«oTIfch'eè  donde  temendo  lo  fdegno  del  Vontefice ,  partì  pochi  dì  poi  da  Roma  >  né  ut 
contrario  a  ritornò  mai  fi  non  dopo  la  fua  morte.  Èra  fiata  molefta  alme  di  Francia 
dice!  Lodo*  Koppr  e  filone  del  Duca  d'Vrbino  fbogliato  per  quel ,  che  haueua  trattato  fé  - 
uico  Dome-  co.  Erangli  più  molefle  molte  opere  del  Vontefice ,  perche  efìendofi  Vro  fiero 
».  della  fua  Colonna  quando  ritornaua  di  Francia  fermato  a  Buffeto  ,  Terra  de'Vallaui- 
Varia  hifto.  fini,  &  dipGÌperfoff>etto  de  Vy  ance  fi  uenuto  a  Modona,  doue  medefimamen- 
Jode'd!  qu*  te  em  rifuggito  Cieronimo  Morone  infofbettito  deFrancefu.che cantra  lepro- 
fta  ìnuentio  meffe  fattegli  baueuano  commandato  che  andaffe  in  Franciaurattauano  con 

MIC  al  D'*TlÌìf 

k  fortezza  tintamente  mentre  che  Trojpero  flette  a  Modona ,  &  poi  a  Bologna  di  occu- 

t'  ftà-  Lc°ia  fare  Per  me7£  d'alcuni  fuorufati  furtiaamente  qualche  luogo  importante 

grò  da  catti  àel  Ducato  di  Milano ,  concorrendo  alle  medefime  pratiche  Mutio  Colonnay 

f  io"*  ifchC  a  CH*^  c^mte^ce  swféìà  diquefte  cofe^  haueua confintito  alloggiamento  per 

dice  hauere  (  l<& 

jnttfo  da  molte  perlbne  degne  di  fede  ,  che  fi  trouarono  »  quella  guerrarlaqual  colà  ho  anchor  io  molte  ool- 
teinttfada  molti  honorati,5c  auttoreuoli  vecchi  di  detta  terra  di  Calìi-jiionCj  Donato  Cotti,  Antonio  Ghix 

l»4t aùe  Auolo matsiao,  £etfìac4ino  Jotcacchjraio  padre,  haliti . 


BVÒ  DÈCIMO.  571 

la  compagnia  fra  nel  Mòdonefie.Hatteua  in  oltre  il  Tonteficè  confortalo  il  Re 
Catolico  (così  dopo  la  morte  dettinolo  materno  fi  chiamaua  ì .Arciduca) 
che  non  facefie  nuoue  conucntioni  col  He  di  Francia:  &  appreso  a  gli  Sui1^ 
4  %eri  *  Ennio  Vefcouo  di  Fendi,  Ttyncio  *Apoftolico>,  che  poi  qua  fi  decrepito  fu-  %    Q?e*» 
promojfo  al  CardinalatoMtra  molti  altri uffit  ij molefli  al  Re;confortaua  i  cin  Srdof/nJS 
que  Cantoni  a  feguttare  Vamìcìtìa  dell  imperatore  :  onde  trattando  finti  me-  *ncho  Ycr 
defimo  tempo  tra  Ce  far  eguale  fermatofi  tra  Trento*  &  Sprucb ,  ftauenta-  S? 
napiu  1  Fr  ance  fi  con  le  dimofirationu  che  con  gli  effetti,  &  il  He  d'inghilter-  pi  •  a°  sn 
ra,&  gli  Sui7geri>  che  di  motto  fi  affaltaffe  il  Ducato  dì  Milano  ;  temeua  il  pel???  gS 
He  di  Francia,che  quefie  cofe  non  fi  tratta fiero  con  uolontà  del  'Pontefice,  del  "'°  1neI  j*t 
quale  appariua  anco  in  altro  il  malanimo  :  perche  con  naie  eccettioni  inter-  mi  Am£- 
foneua  dijficultà  nel  concedergli  la  decima  de  beneficìj  del  Regno  di  Francia,  f^to,n  anti 
promejfaglia  Bologna  :  &  nondimeno  (tanta  è  la  Maeflà  del  Tonte  ficaio)  il  fi  preffeìji! 
Re  smgegaaua  di  placarlo  con  molti  ufficij:  onde  uolendo  dopo  la  partita  del-  ,a  a&ti099  ' 
l'Imperatore  molefiare  per  trarne  danari  li  Mirandola ,  Carpi,  &  Correg- 
gio,come  terre  Imperiali;  fé  ne  aflenne  per  le  querele  del  Tonte fice ,  che  pri- 
ma haueua  riceuuti  i  Signori  di  quelle  Terre  in  protettione  :  &  infeftando  i 
Mori  d'africa  con  molti  legni  il  mare  di  fiotto  ;  gli  0  ffer  fé  di  mandare  per  fu 
curtà  dì  quelle  marine  molti  legni,  che  Tietro  Tfauarra  armaua  a  Marfilia  di 
confentìmento  fino  per  afìaltare  ,folo  per  la  foranea  di  predare,  confei  mi- 
la fanti  i  liti  della  Barheria  :  &  nondimeno  il  Tonte fice  per  feuer andò  nella 
Sentenza  fitta,  con  tutto  che  parte  negafie, parte  feufafie  quefie  cofe;  non  con- 
fanti mai,  non  che  altro,  alla  fitta  dimanda,  fatta  con  grande  infanga  di  ri- 
muouere  il  Vefcouo  Verulino  delpaefe  degli  Sumeri;  né  mai  rimo  (fé  Mutio 
Colonna  del  Modonefe,oue  fingeua  e  ffer  alloggiato  di  propria  autorità,  fé  non 
quando  partito  Trufferò  da  Bologna,&  rimafe  uane  tutte  le  cofe,  chef  trat- 
t  aitano;  non  era  pm  d'alcuno  momento  la  fianca  fitta:  alquale  fu  infelicìffimo 
il  par  tir  fu  perche  non  molto  poi  entrato  con  le  for%e  de  Colonne  fi ,  &  con  al- 
cuni fanti  SpagnuolUfiurtiuamente  di  notte  in  Fermomori  in  ijpatio  di  pochi 
di  d'una  ferita  riceuuta  la  notte  medefima,  mentre  daua  opera  a  fiaccheggia - 
re  quella  Città,  in  que  fio  fiato  delle  cofe  facendo  il  Senato  Vinitiano  infanga  "  I»  !ìd 
per  la  ricuperationc  di  Verona,Lautrech  hauendo  nel? efi eretto  fiei  mila  fan-  ***■  che  nò 
ti  Tedeficbi,i  quali  a  quefla  imprefia  erano  conuenuti  pagare  i  Vinitiani;uen-  ^S^ 
ne  Ju  l  \Adiceper  p  affare  il  fiume  a  Vfiolingo,  &  accampar  fi  infieme  con  refi  Veiona  d** 
jercito  Veneto  a  Veronama  dipoi  ere  fendo  la  fama  della  nenuta  degli  Sui?  ^ZITÌ 
\en,&  per  lo  fioretto  della  fianzadi  Troverò  Colonna  in  Modona,  crefciuto  che  Peiò*d» 
per  e  ffer  fi  fermato  nella  medefima  Città  il  Cardinale  di  Santa  Maria  in  Tor-  s^nuoif* 
tko;firitirononfin%aquereladeVinitianiaTefichiera,dìfirihmtele  «enti  &  Tc^ichi 
di  quà&  di  là  dal  fiume  del  Mincio:  nelquale  luogo  con  tutto  che  fiufkro  cefi  l'viniZi 
vjatt  1  fioretti  già  detti,  &  che  di  Verona  *>fuffero  pafìatì  aglifiipevdu  Vene  ds'  ^uaIi  f« 
u più  di  duemila  fanti  tra  Spagnuolhe  Tedefichi,  &  continuamente  nepafiafi  £•"«£ Vi 
jero,fopraftettepiu  d'un  me  fé  affettando,  fecondo  dicetta,  danari  di  Francia,  ccuutl* 

*Aaa     3         & 


LIBRO  ■ 

<Jr  f  fctf  i  Vinitiani  faceffero  prouedimenti  maggiori  di  danari ,  d'artiglierie, 
&  munitwni:  ma  la  cagione  era  fin  nera ,  the  affrettava  quel  che  fuccedefje 
delle  cofe,cbefi  trattavano  trai  fuo  ?,e,c'l  Re  Catolico:  perche  il  Re  di  Frati- 
eia  conofeendo  quanto  a  quell'altro  Re  fujfe  neceffana  lafua  amicitia,  *per  ri  a 
%  ddf  hi*   mmuerfi  le  diffiditi  del  pacare  in  Ii]>agna,  &  dello  flabilimento  di  quei  Re- 
ni couio    ani;non  contento  a  quel  che  prima  fi  era  concordato  a  Tangi;cercaua  d  ivnpor 
*£ìò  li  fi"  %U  più  dure  condittom,  &  di  pacificar  fi  per  me'to  fuo  con  l'imperatore  ,ilche 
non  fi  potata  fare  fen%a  la  refiitutione  di  Verona  a  Vinitianu  e  il  Re  di  Spa 
ina  per  configlio  di  Monfignor  di  Ceurcs  con  l'autorità  delquale,  ejjendo  neU  e 
tà  d'anni  quindici,totalmente  fi  reggetta;  non  ricufaua  di  accomodare  a  tem- 
pii alle  neceffità  lefue  deliberatwni:  però  erano  congregati  a  Wpton  perla 
parte  del  Re  di  Francia  il  Vefcouo  di  Tarigijl  Gran  Maeftro  della  fua  Caja, 
&  il  Tre  fidente  del  Variamento  di  Tarigi  :  &  per  la  parte  del  Re  Catoliw  il 
mede  fimo  Monfignor  di  Ceures ,  el  Gran  Cancelliere  dell'imperatore  :  l  cjito 
dellequai  cofementre  che  Lautrech afpetta.fi  e^ercit aitano  continuamente,  co 
me  e  d  cofiume  della  militia  del  noftrofecoloj'armicontra  gì' infelici  paejam: 
perche  &  Lautrech  gittato  il  ponte  alla  uilla  di  Mon%arbanio  ;  attemeuaa 
tagliare  le  biade  del  Contado  di  Verona ,  &  a  fare  correre  per  tutto  i  cauallt 
lewieru&  battendo  mandato  una  parte  delle  genti  ad  alloggiore  nel  Manto- 
r     um>;diflru?geita  con  gramffimi  danni  quel  paefe;  iaUaquale  moleftiaper  0- 
chcgg.ata  u  berarfi  il  Marche  fé  di  Mantoua  ;  fu  contento  di  pagargli  doci  tei  mila  feudi  :  t 
città  di  vi-  ^1^1  fa  Verona  correndo  ogni  giorno  nel  Vicentino,  &  nel  Vadoumoyjac- 

*  £  faE  ibernarono  »>  la  mifera  Città  di  Vicenza.  Tafiò  pur  poi  Lamech,  (limolato  b 
ne  il  Gradi-  con^rauiffmc  querele  de  Vinitiani, il  fiume  dell' Mice  per  lo  ponte  gittato 

*  ^if  ad  Vfolmgo:&fattaper  lo  paefe  grandiffimapreda,perche  non  s  era  mai  ere 
,s  16.  un  sa  dm  che  £  e(ferclt0  pafiaffe  da  quella  par  te, sacco  fio  a  Verona  per  ponti  il  cani 
ZZJoU  pò ,  hauendo  in  queflo  me%o  con  l'aiuto  de  gli  huomini  del  paefe  occupata  la 
Domenica .  *Qhìuca  per  fa  ph{  officile  il  paffare  al  foccorfo  ,  che  uemffe  di  Germania . 

e  il  Moceni  Ma  l'ifteffo  giorno  che  s'accoflò  a  Verona,  i  fanti  Tedefcbi  ò  fioritane  ameni  e, 
go  aggiugne  0  ruyormtl  da  Ui  tacitamente ,  ancor  che  Jofientati  già  tre  rnefi  con  le  pecur 

nmwri  niedcyinitiani;pM 

di  più  al  nu  Ke  ^  Francia ,  andare  ali  efyngnation  d'una  terra  pcfltauta  da  Cejare  :  pero 

"o™  vf„i€  Lautrech  ripaffato  l'Mice ,  s'allontanò  un  miglio  dalle  mura  di  Verona ,  & 
tuneimor-  i>enercito  Veneto  ,  nelquale  erano  c  cinquecento  Intonimi  d  arme ,  attret-* 
2T  V<r°"  tanti  cauai  leggieri^  quattro  mila  fanti, non  gli  parendo  flarficuro  di  la  dal 
fiume;andò  ad  unir  fi  con  Im^lqual  tempo  i  deputati  de  due  Re  conuennero 
fccfue1  il  Mo  a  dì  *  quindici  dUgofio  a  J^oion  in  ^ftafenten^a:  che  tra  il  Re  ài  Francia,  d 
cenigo  :  ma  e*i  Ke  di  Spatria  fnjfe  perpetua  pace, &  confedcratwne  per  difenjion  deglijta, 
r47el  &  ti  loro  contra  ciafcuno-,  chel  Re  di  Francia  deffe  lafìglinola,ch' era  d  età  d  un 
cho  nei  Dia  amo  in  matYim0nio  al  Re  Catolico,dandogliper  dote  le  ragioni ,  che  preten^ 
«»£!*£  detta  appartener  [egli  al  Regno  di  Napoli  fecondo  la  partitone  già  fatta  da 
Aiic  a  1 5 .      ioro  antecelfori;  ma  con  patto  che  fin  i  he  la  figliuola  non  jnJle  a  età  nabile  ai 

"  matti- 


DVODECIMO,  37't 

matrimonio,  pafaffe  il  Re  Catolico  per  Mentanone  delle  fbefe  dilei,al  Re  di  *.  Vo,€  '1 

.    /.r    »   J  .  .  .  -,     /    ,.    ,  ,     r  .  Jr /  ...      Giorno   nel 

a  Francia  ciajcun  anno  a  cento  mila  jcudi:  laquale  je  fnonua  innanzi  al  mairi-  iib,  1  ».  prei: 
w^wio  j&alRe  nafceffe  alcun  altra ,  <pe//d  co«  liflcfie  conditioni  fi  defife  al  foh  li  hnJ  » 
2fc  Catolico;&  in  cafo  non  Me  ne fuffe  alcuna,  Rcnea,  quella  eh  era  fiata  prò-  cento  mila 
meffa  nella  capì tolat ione  fatta  a  Tarigi:  &  morendo  qualunque  di  effe  nel  ma  fe"^lc^"el  " 
trimonio  fen^a  figliuoli,  ritornaffe  quella  parte  del  Regno  di  J^apoh  al  Re  di  g«ù  dal  k« 
Francia .  Chel  Re  Catolico  reflituiffe  al  Re  antico  il  Reame  di  ISlauarra  fra  ?l21,S!  al 
certo  tempo;&non  lo  rejtituendo  fujje  lecito  al  R.e  di  Francia  aiutargliene  a  eia  j  accio- 
ricuperareima  fecondo  che  poi  affermauano  gli  Spagnuoli  ,fe  prima  quel  Re  nomce0d]quf 
gli  faceua  conftare  delle  fue  ragioni.  Haueffe  Ce  far  e  f acuità  d  entrare  in  ter-  bmo  parefJ 
mine  di  due  me  fi  nella  pace  :  ma  quando  bene  uentrajfe ,  fufie  lecito  al  Re  di  ©^h^'* 
Francia  d'aiutare  i  Vinitiani  alla  ricuperation  di  Verona:  laqual  Città  fé  Cefa  fero  quaì"- 
re  metteua  in  mano  del  Re  Catolico  con  f acuità  di  darla  fra  feifettimane  libe  ì£f  ^gno 
ra  al  Re  di  Francia,che  ne  potejfe  disporre  ad  arbitrio  fuo;gli  haueffero  ad  ef  di  Napoii.n 
fer  pagati  da  lui  cento  mìlafcudi,&  altrettanti^  arte  nell'atto  della  confegna  S"^ 
tione  parte  fra  fei  mefi,da  Vinitiani,  &  liberato  di  circa  trecento  mila  bauu  doueuan  pa 
ti  dal  Re  Luigi,quando  erano  confederati:  &  che  in  tal  cafo  fuffe  triegua  per  ^  '  £undl° 
diciotto  mefi  tra  Cefare,e  i  Vinitiani;&  che  a  Cefare  rimaneffe  Riua  di  Tren  <p!  anno 
t oy  &  Rouerèy  con  tutto  quello,  che  pofìedeua  allbora  nel  Friuli:  e  i  Vinitiani  bibin^Lui. 
continuaffero  di  tenere  le  Caftella,  che  allbora  teneuano  di  Cefare  ,fina  tanto  eia  fo^«  m 
che  l  Re  di  Francia,  e  l  Re  di  Spagna,  termina/fero  tra  loro  le  differente  de    £>*"!£"<! 
confini.  'Nominò  luna  parte,  &  l'altra  il  Tontefice.Ter  la  concordia  fatta  a  che  foflr«  ft« 
ls[oion,non  cejfarono  i  Vinitiani  di ft molare  Lauirech,che  ponefìe  il  campo  a  fé  t^agai* 
Verona:perche  erano  incerti  fé  l'imperatore  accetterebbe  la  pace,  &  perche  fcro  Vn^i 
per  la  quantità  de  danaruche  gli  harebbono  a  pagare  defiderauano  il  ricupe  che^aVcef- 
rada  piuprejìo  con  Tarme.  Dati  altra  parte  al  Re  di  Francia  Perlo  (labili-  fc  ,un  HVu 
tnento  dellapace  co  Cefare  era  più  grata  ta  cocordiache  la  forila:  etnoitmeno  d«  :  Uquai* 
Lautreclhnogli  rimanédo  più  fu  fa  alcuna .  perche  i  Vinitiani  haueuano  copio  °Pinione  è 

r  r  i  j        c  r  .  .  f.  ...  ,      .  ,     ,         »       £        tenuta  anco 

Jamente Joldato)anti,et fatto  tutti  i  prouedimenti  dimandati  da  lui,ne  i  La^  dai  Gradini 

chenech  ricuf  mano  più  di  andarui  infieme  con  gli  altri  ;  confentt  alla  uolontà  ^ -~ 

loro.Teiò  gli  efìerciti  pacarono  feparatamente  il  fiume  dell  .Alice  d'uno  per  uer  "audio  " 

b 


battere  poi  tutti  oue  il  muro  tra  la  Cittaddla,&  la  Città  fi  uiene  a  congiugne-  gioum  nel 
re  col  muro  delia  terra ,  accioche  potendo  in  un  tempo  mede  fimo  entrare  nella  Ji'pm  c<Sfc 
Cittadella  ;  &  nella  Città;quei  di  dentro  bauefiero  neceffità  di  diuiderfiper  ri-  :o:  (ua  il  M» 
fpetto  del  muro  di  me^o  in  due  parti:  pafiò  l'efiercito  V  minano  di  fono  a  V^  ^KoX't 
rona  in  campo  Martio,&  f:  pofe  a  San  Michele  trai  fiuw?,&  il  Canale  per  nica  T«fto 
Iettare  quitti  Coffe  fé ,  &  battere  alla  porta  del  Vefcouo,parti  più  deboli  S  rne  \cd°^'^ 
no  munite  :  leuaronfi  né  primi  due  giorni  con  l  artiglierie,  l'offe  fé,  c]e  erano  il  Giorno  «- 

°  j  no  *bi>attéy 

memo  di  f  iancefì  ,  &  ^'Imperiali ,  che  fu  fatto  in  auefto  a/Tt4io ,  &  pone  il  no-e"iaIc«nid'e(2. 

+A  a  a     +*        afai 


1    I    B    R    O     ' 

lanino* il  afia*  f0Yth  &  Per  fiancù:ma  con  maggiore  difficultà  fi  Iettarono  dal  canto  de9 

gìouìo  da  Vinitiani  l'offefe  de  tre  baftioni:  lequali  leuatey  cominciò  ciascuna  delle  par- 

co  An'onfo  ti  a  batter  e  la  muraglia  con  diciotto  pez^i  groffi  d artiglierie  >  &  quindici 

cotona  fof  pe^gi  metani  per  batteria: &  il  ter%o  giorno  erano  da  ciafcuno  degli  ejfer 

glerment/f  Cltl  gittate  in  terra  Settanta  braccia  di  muraglia  ,  &  fi  continuaua  di  batte* 

ch'ei  dice ,  re  per  far  fi  molto  più  larga  la  ftrada:  &  nondimeno  i  Vinitiani,  dalla  parte 

mottai  Vu-  de  quali  era  la  muraglia  più  debole ,  ancora  che  boueffero  battuti  quafi  tutti 

ga  lungo  te  i  baftioni ,  &  ripari;  non  baueuano  mai  leuato  intieramente  l'off  e  fé  di  den- 

trauaghato  tro  per  fianco,  perche  erano  tanto  baffe ,  &  quafi  nelfojfo  che  l'artiglierìe,  ò 

con  un'o ft ì  pxffanano  di  [opralo  innanzi  ui  arriuaJferoy  batteuano  m  terra.     Tagliauafi 

«  ferme  che*  anco  nel  tempo  medefimo  il  muro  co'  picconi,  ilquale  con  tutto  che  puntella* 

Lotrecco  gii  to,anticìpò  di  cadere  innanzi  al  tempo  difegnato  dà  Capitani.ln  Verona  era* 

.medico.  Po-  no  ottocento  caualli ,  cinque  mila  fanti  Tedefchi ,  &  mille  cinquecento  Spa- 

ne  egli  an-  nnm\i  \0tt0  H  houerno  di  Marcantonio  Colonna,non  più  foldato  del  Tonte-* 

cho  molte    <>  ■?;..-».         ,.  ,       ,         .  rn-  ^  « 

cofefatteda  fice,ma  di  Cejaren  quali  attendendo  anparare  jollecit  amente,  &  proueden* 

\n°toi?orCO  do,&  difendendo  ualoro fornente  per  tutto  doue  fufie  necejJario,dmoftraua- 

ch«  io  ne'*    no  ferocia  grande  confomma  laude  di  Marcantonio:  ilquale  ferito  benché a  a 

wu'ho  "pi-  leggiermente  danno  feopietto  in  una  frolla,  non  ceffona  di  rapprefentorfi  in 

*agonate  co  qualunque  ima  del  giorno  &  della  notte  a  tutte  le  fatiche*  &  pericoli.  Già 

■^onohi"1  l'artiglieria  piantata  da'  Frane  e  fi  in  quattro  luoghi  doue  erano  le  Torri  tra  la 

GiSieppe  he  porta  della  Cittadella, &  la  porta  dì  Santa  Lucia  haueuo  fatto  rouino  tale, 

coTfaìte^a  c^e  ciofeuna  delle  rotture  era  capace  a  r  ice  nere  ì  foli  oc  i  in  ordinartene  mal 

Giofippo ,    to  minore progrejfo  baueuano  fatto  quelle  de'  Vinitiani:  &  nondimeno  Lau- 

a/Tediato  da'  trecb  dimandano  nuoue  artiglierie  per  fare  la  batteria  maggior  e^abbraccian- 

Romani  in  do  prontamente } hencht '■  reclamando  in  nano  i  Vinitiani  >  i  quali  jìimolauano 

totopata .  ^  jejj^  ^  \jattaglia,qualunque  occafione>che  sofferma  di  differire -.perche  era 

fctiue°iiGlio  accaduto  che  uenendo  per  lo  piano  di  Verona  all'esercito  ottocento  bariglio*- 

uio:  i  quali  nidi  poluere  fule  carra,& molte  munitioni.il  uolere  i  conduttoride  buoi  ai* 

t? da°G8ugii-  trare  l'uno  innanzi  all'altro  ;  gli  fece  in  modo  accelerare ,  che  per  la  colli fione 

*lmo  *S°c-  delle  ruote  fufeitato  il  fitoco;abbmciò  lo  poluere  infieme  con  le  corra,  &  co9 

che  l'anno  buo'hche  la  conduceuano.Ma  a  gli  affediatifi  aggiugneuo  un'altra  difficultà  : 

innanzi  ha  prchenello  CU tà  fiata uejìota  dalla  propinquità  decimici  già  tanti  mefi>co* 

V3  b  refeia    minciauano  a  mancare  le  uettouaglie,non  uè  ne  entrando  fé  non  piccola  quant 

dfo  "r  m     **££>  &  occultamente  per  la  uia  de  monti.  Stando  le  cofe  di  Verona  in  quefio 

«enig.  po!  termine,  foprauennono  b  none  mila  fanti  Tedefchi  mandati  da  Ce  far  e  per  foc  b 

cht^e- 


i  Fracefi  im  °  tetnwdo,  ò  fimulondo  di  temere,  leuato  il  campo  contro  la  uolontà  de  Vi* 
jauritì,  fubi  nitianhyfi  ritirò  a  Pilla  Franca ,  &  con  lui  uno  parte  delle  venti  Vinitiane: 

«o  fé  n'an-  \  »  ° 

ÀUQfikQ  a  ViilAÌMttea;«  w\4tio addici  letti  alcuni  gtogtcìHdi  gueaa  (Uccelli  dopo  quefta  litirata  ■ 

Saltiti 


DVOBE'CIMO;  ilf 

f  altre fotto  Gian  Vagolo  Manfronefi  ritirarono  al  Bo feto, di  là  da  tjtàice  còl  a  Co&  $^ 

fonte  preparato:  onde  i  Vinitiani  dijperati  dell'efpugnare  Verona,  madarono  il  Giorno , 

tutte  l'artiglierie  groffe  a  Brefcia.  Dunque  non  hauendo  oflacolo  i  fanti  Tede  l^otc  ^Su 

ftbi  fi  fermarono  alla  Tombadoue  prima  alloggìaua  l'efferato  Francefe  :  don  tafi  offerta 

de  una  parte  di  loro  entrò  nella  città,  l'altra  reflata  fuora;attcndeua  a  metter-  ^  f  fden* 

ni  uetiouaglie  :  lequali  meffe  dentro  fi  partirono ,  rimafi  a  guardia  dì  Verona  "j non  rifì(u 

fette  in  otto  mila  fanti  Tedefchi:  perche  la  maggior  parte  degli  Spagnuoli  no  J*  nduione, 

potendo  conuenire  co  Tedefcb'h  era  fotto  il  Colonello  Maldonato  pafìata  nel  tanto  P'u 

campo  Vinitiano:  foccorjo  agmaicio  ci  ognuno  di  piccolo  momento  ^per  eh  e  no  teua  tffc«J 

coniuffono  fé  co  altri  danari  che uenti mila  fiorini  di  Reno,  mandati  dal  Re  d.er,  Sae^a 

d' Inghilterra  ,&  con  fumarono  mentre  ui  flettono  tante  uettouaglie^chepareg  c*5graue  fg« 

giarono  quafi  la  quantità  di  quelle  ui  conduffono .  Ridotte  le  genti  a  Villa  Fra  fa* 

ca  doue confumauano  il  Verone  fé, &  il  Mantouano  ;  furono  necefjitati  i  Vini  b  ir  moc*- 

tiani,accioche  ìfoldati  Francefì,  iquali  il  comandamento  del  Re  non  baflaua  a  njs°  dice . 

ritenere  ■  non  fé  ne  andaffero  alle  flangia  prouedere  che  la  città  di  Brefcia  do-  \£\  W  tutti 

naffe  loro  tuttala  uettouaglianeceffaria>fpefaciafcun  giorno,  di  più  di  mille  'l  tr5dici  ca 

feudi .  Finalmente  le  cofe  cominciarono  a  riguardare  manifeflamente  alla  pa-  £0  dffaTo 

ce  -.perche  s'intefe  che  Ce  far  e  con  tutto  che  prima  baite  (Te  infiant  emerite  prò-  rirf  *'  rF"a 

j.        1    •«.  /  •a'       1         ••  .  n        1  •        r  cen.fefoiTe- 

curato  col  nipote  che  non  conuenifle  col  Re  di  Francia  ;  antepofla  ultimameli-  to  dati  loro 
i  te  la a  cupidità  de'  danari  all'odio  naturale  centra  il  nome  Francefe ,  &  a  vii  ci  Wcét9. 

•  i.1     /*.,.,       .  ...  /-.,  ,      mila  ducati» 

antichi penjieri  di  dominare  Italta,haueua  accettata>&  ratificata  la  pace,  &  &  per  le  me 

deliberato  di  reflituire  fecondo  la  forma  di  quelle  conuentionu  Veronaidonde  c^  £'  ]|u^* 

feguitò  un  altra  cofit  in  beneficio  deÌRe  di  F  r  ancia,  che  tutti  i  Cantoni  de  gli  carno.&no 

Sui7^eri,uedendo  deporfi  l'arme  tra  C  efare,  &  lui,  s  inclinarono  a  conuenire  jjgj^  g||* 

feco some prima  haueuano fatto  i  Grigioni ,  adoperando  fi  -molto  in  quefla  cofa  cerna,  Méta 

GaleaTgo  Vifconte  :  ilquale  effendo  e  fide ,  &  in  contumacia  del  Re ,  ottenne  Jbggiugnef 

da  lui  per  queflo  la  refiitutione  alla  Tatria,  &  in  progreffo  di  tempo  molte  gra  che  i  cioqa* 

tie,  &  honori .  La  conuentione  fu  che  il  Repagaffeagli  Sumeri  interinine  5^h°c"Ì;^ 

b  di  tre  me  fi b  trecento  cinquanta  mila  ducati ,  &  dipoi  in  perpetuo  annm  pen-  itati  ri  trofe 

[ione.  Fufìero  obliatigli  Suiigeri  concedere  per  publico  decreto  a  gli  flipen-  *o™X  h~ 

dufuoi  qualunque  uoltagli  ricercaffe,  certo  numero  ài  fanti  :  ma  in  queflo  prò  ion  riceuuti 

cederemo  diuerfamente  :  perche  gli  Otto  Cantoni  fi  obligarono  a  concedergli  Ì0cS1Td£ 

etiandio,  quando  faceffe  imprefa  per  offendere  gli  flati  d'altri,  i  cinque  Canto-  «ti. 

ni  non  altrimenti  che  per  di  fé  fa  de  gli  flati  propri] .  Fujfe  in  poteflà  de  gli  Sui^  vS"  ìi 

%eri  di  reflituire  al  Re  di  Francia  le  rocche  di  Lugano,&  di  Lucerna.pafjì  for  Trento  io 

ti,&  importanti  alla  ficurtàdel  Ducato  di  Milano:  &  eleggendo  il  reflituir-  Moceto, 

le,douefìe  il  Re  pagare  loro  trecento  mila  ducati  :  lequali  Rocche,  fubito  fatta  *<P**9  djj* » 

la  conuentione ,  gittarono  in  terra .  Quefle  cofe  fi  fedone  in  Italia  l'anno  mil-  ^VA,u? 

e  le  cinquecento  fedici .  Ma  ne' primi  giorni  dell'anno  feguent  e, il  *  Vefcouo  di  renna  fu.fc 

il  termine 


jUUa  gueixajCeme  dice  il  Gioujo  nel  lib.  s  «della  vita  di  Leon  X* 

Trent% 


t    I    B    R    O 

^TrentùiUenuto  a  Verona  offerfe  a  Lautrech,colquale  parlò  tra  uiik  franca,  et 
Verona,  di  confegnare  al  Re  di  Francia  fra  il  termine  dìfei  mefiflatuito  nella 
capitolatane  quella  Città  ,  laquale  diceua  tenere  in  nome  del  Re  di  Spagna  : 
ma  rimanendo  la  differenza  fé  il  termine  cominciaua  dal  giorno  della  r  atifi- 
catione  di  Cefare.  o  dal  giorno  fi  era  ricono  [àuto  Verona  tener  fi  per  lo  Re  Ca- 
tolico  ;Jì  diruto  fopr  a  queflo  alquanti  giorni  :  ma  il  dimandare  i  fanti  di  Ve- 
rona tumultuo f amente  danari  ,  coftrinfe  il  Vefcouo  di  Trento  ad  accelerare  : 
però  pigliando  il  principio  dal  giorno  che  Ce  far  e  gli  baueua  fatto  il  mandato  ; 
conuenne  confegnare  Verona  il  quintodecimo  giorno  di  Gennaio  me Iqual  gior- 
no riceuuti  da  Vìnitiani  i primi  cinquanta  mila  ducati,  &  quindici  mila,  che 
fecondo  la  conuentione  doueuano  pagare  a  fanti  di  Verona ,  &  da  Lautrech 
promefia  di  fare  condurre  a  Trento  l'artiglierie  che  erano  in  Verona  ;  confe- 
gnè  a  Lautrech  quella  città  riceuendola  in  nome  del  Re  di  Francia  :  &  Lau- 
trech immediate  in  nome  del  medefimo  Re,  la  confegnò  al  Senato  Veneto ,  & 
per  lui  ad  Andrea  Grittiproueditore,  rallegrando  fi  fommamente  la  nobiltà  , 
&  ilpopolo  Vinitiano  che  diguerra  sì  lunga  &  sì  pericolofa  haueffero ,  ben- 
ché dopo  infinite  fpefe,  &  trauagli  hauuto  felice  fine  :  perche  fecondo  che  af- 
famano alcuni  fcr  mori  delle  co  fé  loro,  Jpe fono  in  tutta  la  guerra  fatta  dopo  la 
Lega  di  Cambrai  cinque  milioni  di  ducati  :  de*  quali  ne  eflraffono  della 
uenditadegli  ufficij  cinquecento  mila  :  ma  non  meno  fi  raìlegra- 
uano  i  Verone  fi,  e  tutte  l  altre  città,&  popoli  fottopofli  al- 
la loro  Republica  ,perchejperauano  ripofandofi  per 
beneficio  della  pace, hauer fi  a  liberare  da  tan- 
te ueffationì,  e  tanti  mali ,  che  cofi  mi- 
ferabilmente  haueuano  bora  da 
una  parte,  bora  dall'altra 
tanto  tempo  fop  - 
portati . 


DtV 


374 

DE  LL'HISTORIA 

DI   M.    FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Genti  l'hvomo    Fiorentino, 


I»    UP   il" 


? 


LIBRO     TERZODEGIMO. 

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SOMMARIO. 

NE  L  libro  decimoterzo  il  Ducad  Vrbino  fa  guerra  per  ricuperare  il  Tuo  (ta- 
to :  ilquale  perciò  è  da  Papa  Leone  ca'unniaco  predo  i  Prinopi  Chrittiani  : 
&  fi  narrano  i  progredì  di  detta  guerra,  coti  per  la  parte  del  Duca  Francefco  Ma 
ria,  come  per  quella  di  Lorenzo  de  Medici .  Si  fa  congiura  d'attodìcare  il  Papa  , 
làqual  è  (coperta.  S'accennano  le  uittorie  di  Se!im  Principe  de'  Turchi.  Si  confer 
ma  la  lega  tra  Franàa,  e  Spagna  .11  Triuuitio  ,  &  Maflìmiìiano  Imperator  uen- 
gono  a  morte,  e  il  Re  Francefco  compete  per  l'Imperio  con  Carlo  Re  di  Spagna, 
che  eietto  Imperatore,  &  detto  il  Quinto  .Si  narranle  cagioni  della  guerra  fra 
lui,  e  il  Re  Francefco  :  la  congiura  contra  il  Duta  di  Ferrara  >  il  principio  dellhe- 
refia  Luterana  :  Ja  morte  di  Gio. Paolo  JBaglioni  :  i  tumulti  nati  nella  Spagna  per 
jmal  goncrno  de'  miniftri,  &  1  ammottinamento  de  gli  Spagnuoli  in  Sicilia . 

JL  R  E  V  ^4.  che  depofle  farmi  tra  Ce  far  e,  e  i  Vinitiani,  & 
rhnoffe  dal  Re  di  Francia  Foccafwni  di  fare  la  guerra  con 
Ce  far  e,  &  col  Re  Catolico ,  haueffe  Italia  ueffata  a  &  con- 
quaffata  da  tanti  maliaripofarfi  per  qualche  anno  :  perche 
&  gli  SuiTgeri  5  potente  inflrumento  a  chi  defideraffe  tur- 
bar le  cofe  ;  pareuano  ritornati  neltamicitia  antica  col  Re 
di  Francia ,  non  hauendo  per  queflo  l'animo  alieno  da  glialtri  Principi  ;  & 
nella  concordia  fatta  a  l<[oion  fi  dimoflraua  tale  {peranno,  cheperflabilir  con- 
giuntone maggiore  tra  i  due  Re  ;  fi  trattaua  che  infume a  conueniffero  a  Cam  a  e  ra  fi  i«- 
brais  doueper  ordinare  il  congrejfo  loro  erano  andati  innanzi  Ceures>  il  Gran  J^q^0^ 
Maeflro  di  Francia ,  &  Rubertetto  ;  &  in  Ce  fare  non  fi  dimoflraua  minore  di  Francia,  e 
prontezza;  ilquale  olir  a  Ihauere  reftituita  Verona ,  haueua  mandato  al  Re  l^efl  fj*£t 
di  Francia  due  ^imbafciatori  a  confermar  e>  &  a  giurare  la  pace  fatta .  Dun-  i«o  a  paria 
que  non  fen%agiufla  cagione  fi  giudicaua  chela  concordia^  la  pace  tra  Trin  meTcam*. 
cipi  tanto  potenti, haueffe  ajpegnere  tutti  ifemi  delle  difeordie,  &  delle  guer-  brai  il  gior- 
re  Italiane  :  &  nondimeno^  per  la  infelicità  del  Fato  noflro ,  ò  perche  per  ef-  rigcauoneU 
fere  Italia  diuifa  in  tanti  Trincipi,  &  in  tanti  flati  fuffe  quafi  imponibile  per  *•  <*»  Febra- 
le  nane  mlontày  &  intereffi  di  quelli, che  Fhaueuano  in  manovella  nonflef-  me  farmeli 
fé  fottopojìa  a  continui  trattagli ,  ecco  che  a  pena  depofle  Farmi  tra  Ce  fare ,  e  i  Mocenig» 
Vinitiani,  am^i  non  effendo  ancora  confegnata  la  città  dì  Verona  ;  fi  feoper  fo- 
no principij  di  nuoui  tumulti  y  confati  da  Francefco  Maria  dalla  Rouere-»ilqua 
le  haueua  folleuato  i  fanti  Spagnuoli ,  che  haueuano  militato  in  Verona  y  & 
nell  esercito  Franccfe>  &  Vmitiano  intorno  a  quella  città,  che  lo  feguitaffero 

alla 


1     t    B    R    ò 

i  co  ftanti  afla  fkuperatìone  de  zìi fiat %d e  aitali  là  Hate  medefima  era  flato  cacciato  dal 

no    boccali  „r  ù>    •>        >        i  j  ^    j  ir1, 

k)  chiama  it  Tontefice  ;  cojaperjuaja  con  gr  aridi  fi  ima  facilita  :  perche  a  [oliati  forefiiert 
ciiuiuo^.d  affuefatti  nelle  guerre^  a'  fiacchi  delie  terre,  &  alle  prede  >&  rapine  de'paefi  ; 
¥iti  di  Leo  ninna  cofa  erapiu  molvfla  che  la  pace-,  alliquale  uedeuano  difpofie  tutte  le  co- 
x.  ouc  no-  fe  d'jtalia .  Terò  deliberarono  feguitarlo  da  cinque  mila  fanti  Spagnuoli ,  de9 
queiti  capi  quali  era  ilprincipale  Maldonatc,  huomo  della  medefima  nationey  &  efiercU 
cani ,  &  i-c  tatQ  m  moite gUerre  :  a3  quali  saggiunfbno  forfè  ottocento  cauai  leggieri  fotta 
mente  4uc  Federigo  da  Bozzolo,  Gawfio  Spagnuoloy  Zucchero  Borgognone  Andrea  Bua, 
&a  guerra^  ^  a  Qofìantino  Boccola  cibane fé ,  tutti  Condottieri  efiercitati ,  &  di  nome  A 
doiì  co  que  non  difbre%£abìle  nell'armi  :  tra  iquali  di  riputatone  mohomaggiore ,  per  la 
**°  'dU}\oll  nobiltà  della  cafa,  &  per  i gradi,  che  infino  da  tenera  età  haueua  battuti  nella 
Vx,  militia,  era  Federigo  da  Coniuga  Signore  di  BoTgolo, flato  uno  de  più  effica- 

ci infirumenti  a  perfuadere  quefla  unione,  moffo  nonfolamenteper  lo  defiderio 
i5  di'ciia  dì  accrescere  con  nuoue  guerre  la  famafua  neli'efiercitio  del  farmi,  &per  l'a- 
b  i  s  «  7- co  micitia  grande,  che  teneua  con  Francesco  Maria  ;  ma  ancor  a  per  l'odio,  che  ha 
To  alfine    tacita  centra  Lorenzo  de*  Medici  :  perche  quando  in  Lorena  de  Medici  fu 
dcHì  bic  p-  trasferitayper  la  infermità  di  Giuliano  fuo  %io ,  l'autorità  di  tutte  ranni  del- 
ta Chic  fa,  &  de*  Fiorentini  ;gli  haueua  dinegato  il  Capitanato  generale  delle 
e  Non  ma  fanterie  concedutogli  prima  da  Giuliano  •     Queflo  efìercito  adunque  da  effe- 
vóitàce  *l  n  re  filmato  per  la  uirtù  molto  più,  che  per  lo  numero, ò  per  gli  apparati,che  ha- 
elio  alai  tot  uè  fiero  dijcftentare  la  guerra. perche  non  haueuano  né  danari,  ne  artiglierie , 
Se!1  intor-  nè  rnunitioni,  né  da  caualli,  &  armi  in  fuor  a  alcuna  di  quelle  tante  prouifio- 
no  a  fìmit    n[  che  fogliono  feguitaregli  efferati  ;  fi  partì  per  andare  nello  fiato  d'Vrbino 
cSé°  u"  &  b  giorno  mede  fimo ,  che  a!  Vinitianifu  confegnata  la  città  di  Verona  :  della  \ 
cardinal      qUal  Cofa,  comefufentita  dal  Tontefice,  ne  riceuè  grandiffima per tur battone  : 
too  intrinfi  perche  confideraua  la  qualità  dell' efferato,  formidabile  per  l'odio  de'  Capita- 
vo alno  no  njy  & per  [a  uirtà,  &  riputatione  de' fanti  Spagnooli  :fapeua  l' inclinatone , 
persuadergli  che  haueua  ipopoli  di  quel  Bucato  a  Francejco  Maria ,  per  e  fiere  flati  lunga- 
con  efficaci  mente  fiotto  il  gouernomanfueto  della  cafa  da  Montefeltro  ,  l' dffettione  della 
«on° voieiie  quale  haueuano  trasferita  in  lui,  nodrito  in  quello  flato,  &  nato  d'una  forella 
ìnuapreder   fe[  r)uca  Quido  :  daua  olirà  queflo  moleflia  grandiffima  al  Tontefice  l'hauere 
xa ,  per  non  a  fare  la  guerra  con  uno  cffercito,  che  jen^a  potere  peraere  cofa  alcuna  ,fi  mo- 
te reclama  ueua  fo[amcnte  per  defiderio  di  prede,  &  di  rapine,  per  la  dolcezza  delleqna 
chriftum    li  temena  che  molti  foldatì  refiati  per  la  pace  fatta  fen%a  guadagni ,  non  fi 
«on tra  iui,  uniftero  con  loro  :  ma  quello  che  Copra  tutto  ctormcntaua  l'animo  fuo  era  il, 

tato  p»u  ho     ,  ./  ,  n         *    .  r  r>  ...  .   ,  r.  .     fr 

ra.ch'effiha  fofpetto,chs  queflo  ìTiommcnto  non  fiific  coHparticipatwne  del  He  di  Francia: 
ucuanoj>^-  perche  olirà  dfiipere  efjhgli  fiata  molefia  la  guerra  fatta  contra  Fracefco  Ma 
ET  »'  onde  ria  ;  era  confido  a  fi  r.iedefìmo  quante  cagioni  haueffe  date  a  quel  Re  di  eficre 
q"cfti  ro°n  ma^  conicnto  di  l&i  :pw  non  gli  hauere  ofjbuato  nella  pafìata  di  Cefiare  la  con 
che  vn  coi-  federa- 

turbarla  pace  della  Republica  Chritliana  a  pofta  de'  Tuoi  parenti:  lequali  paieIe,ciTcndo  vere,  traiiggeuano 
l'animo  del  Papa;  il  quale  tanto  più  fé  ne  affline,  quanto  che  Lorenzo  Tuo  nipote,  per  ciò  alterato  contra  X 
Bibbiena  ;  volle  amazzailo  ^ii  Tuo  pugno  ;  Uchc  lì  lcg£C  ermo  nel  Gradinilo. 


T  E  R  Z  O  D>  TE  C  I  M  O.  57? 

fcàemtionc,  fatta  dopo  Cacqmflo  di  Milano  :per  bàttergli,  poi  che  fu  ritorna* 
to  a  Roma ,  mandata  ima  bella  fopra  la  coUatione  de  benefici]  del  Regno  di 
Francia ,  &  del  Ducato  di  Milano  di  tenore  diuerfo  dalla  conuentione,che  ha 
ueua  fatta  in  Bologna,laqualeper  la  brevità  del  tempo  non  eraflatajbttofcrit 
ta  ;  laqii.ile  il  Re  fdegnato  ricusò  d  accettare:  per  le  cofe  trattate  cccultamcn 
ie  con  gli  altri  Trincip;ì&  con  gli  Sumeri  commini  :  per  hanerepoco  innan 
%i>de federando  d'impedire  dire  tta?a  ente  la  ricuperatone  di  Ferona.permcffo 
che  i  fanti  Spagnuolhche  da  J^apoli9andauano  afoccorrerla,  paffaffero  fepa- 
raiamenteper  lo  fiato  della  Chiefayfcufandofi  non  mitre  dare  loro  cagione  di 
f  affare  unituperche  non  era  fuffìciente  ad  impedirgli  :  non  hauere  fecondo  le 
fromefie  fatte  a  Bologna  concedutagli  la  decima  [e  non  con  implicate  condì- 
tioui  :  non  refiituito  le  terre  al  Duca  di  Ferrar  ài  lequali  ragioni  gli  dauano 
ginfiifjìma  cagione  di  fiorettare  della  uolontà  del  Re  :  ma  glipareua  anco  ve- 
derne certi  indicij,  perche  efiendo  fiata  quefla  folleuatione  ordinata  intorno  a 
Verona;  era  impoffibile  nonfuffe  uenuta  molti  giorni  innanzi  a  notitia  di  Lau 
trech  :  &  hauendolo  taciuto  fi  poteuapr  e fumere  del  confenfofuo:  a  chefiag- 
giugneua  che  Federigo  da  BoTgplo  era  flato  inftno  a  quel  giorno  agliftipen- 
di^  del  Re  :  nefifapeua  e  fiere  uero  quello  che  in  efcufatione  fua  affermaua  Lau 
trechy  che  fuffe  finita  la  fua  Condotta  :  dubitaua  ancora  il  Pontefice  della  uo- 
lotà  de  VinitianUi  Troueditori  de'  quali  fi  diceua  efferfi  affaticati  in  fare  que 
jia  unione  offendo  quel  Senato  per  la  memoria  delle  cofe  p  affate  mal  fatisf atto 
di  lui,  né  contento  della  grandezza  fua:  perche  fucceduto  in  tanta  potenza  >& 
riputatone  del  Tonte  ficaio ,  difyoneua  dello  flato  de  Fiorentini  ad  arbitrio 
fiso  :  fpauentauanlo  quefle  cofe,  ma  non  lo  confort aua già  5  negli  dauafperan- 
%a  la  confidenza  congiuntwne  che  hauefie  con  gli  altri  Vrincipi:  perche  ol- 
irà eflerfi  nuouamente ,  ò  pacificati ,  ò  confederati  col  Re  di  Francia  ;  non  era 
flato  grato  ad  alcuno  il  modo  del  procedere  fuo  con  occulti  configli  &  artifici^  : 
ne'  quali,  fé  bene  fuffe  flato  inclinato  alla  parte  loro  ;  nondimeno  andando  re- 
nitente allo  fooprirfi  >  &  lentamente  a  mettere  in  effetto  le  intentioni,  &  le 
promeffe  fatte  loro  yhaueua  fodis fatto  poco  a  ciafeuno  :  an%i  temendo  fi>efie 
uoltedi  tutti-Joaueua  poco  innanzi  mandato  Fra  T^ccolò  Tedefco  Segretario 
idei  Cardinale  de*  Medici  al  Re  Catolico  >perdiuertirloz  dal?  abboccamento ,  *  f/°è  j|* 
che  fi  trattaua  col  Re  di  FranciaAubitando  che  tra  effi  nonfifacefie  maggiore  j}^  a  gjCot. 
congiurami e  in pregiudicio  fuo .  In  quefla  fofpenfione  di  animo  non  ceffauano  ".£**£  p* 
né  Lorenzo  fuo  nipote',  ne  egli  di  mandare  continuamente  gente  in  Romagna ,  huieua  a  ut 
parte  di  fanti  che  fi  foli 'aitano  di  nuouo ,  parte  di  battaglioni  dell'Ordinane  ?  ^?n^S 
F mentina  ^accio  eh  e  uniti  con  Ren%o  da  Ceri,  &  con  Vitello,  iquali  erano  con  nr  tll0  ai . 
le  loro  genti  d'arme  aRauenna;  face fiero  refiflen%a  al  tranfito  denimici.  P^jg^j 
Ma  cfjì  papato Tè  aoftia  preuenendo  con  la  celerità  loro  gli  apparati  degli 
altri  ;  erano  per  la  uia  di  Cento ,  &  di  Butrio}attrauerfato  il  Contado  di  Bolo- 
gna ,  entrati  nelle  Terre  fottopofle  al  Duca  di  Ferrara  :  da'  quali  luoghi  fac- 
cbeggiatQ  Granaiolo Cafkìlo del F (mutino ,  s  accoflarqno  aF  aen%a  perten- 

tare4 


-1    I    B    R    O 

tare,  fé  per  nome  $  urtò  gioitane  de  Manfredi ,  che  era  in  quello  efferato,  fa- 
ce fiero  iFauentiné  qualche  mutatione  :  ma  non  fi  mouendo  dentro  cofa  alcu~ 
na,paJfaronopiu  oltre  fenxa  tentare  alcun  altra  delle  terre  di  Romagna,  nelle 
quali  tutte  erano  a  guardia,  ò  genti  d'arme,  ò  fanterie  :  &per  meglio  afficu- 
rarfi  di  RiminiyRen^p,&  Vitello  u  erano  andati  per  mare .  Venne  &  Loren- 
zo a  Cefenaper  r accorre  quiui,  &  a  Rimini  le  fue genti;  ma  effendo  già  paffa- 
ti  i nimici:  ne  ceffauain  queflo  me%o  difoldare gente  in  molti  luoghi,  lequali 
gli  abbondarono fopra  le  uolontà,  &  configlio  fuo  :  perche  partendo  fi  da  Lau- 
trech  per  ritornar  fine  alle  cafe  loro  due  mila  cinquecento  fanti  Tedefihi,  & 
più  di  quattro  mila  Guafconi,  Giouanni  da  Toppi  Segretario  di  Lorenzo  flato 
per  lui  più  me  fi  apprejfo  a  Lautrech,ò  effendofi  uanamente  laf ciato  mettere  fo 
filetto  che  quefta  fanteria,non  hauendo  fiipendio  da  altri,  feguitet ebbe  Fran- 
cefilo Maria  ;  òperfuadendofi  leggiermente  che  con  quefte  for%e  s  otterrebbe 
prefto  la  uittoria;  gli  conduffe  di  propria  autorità,  ufando  l'autorità  di  Lati- 
trechyco  Capitani,&gli  uoltòfubito  uerfo  Bologna  ;  di  maniera  che  al  Ton- 
teficct  &  a  Loren%o,à  quali  per  lo  fofpetto,che  haueuano  del  Re, fu  quefla  co- 
fa  mcleflijjìma,  non  rimafe  luogo  di  recufargli,  temendo  che  poi,  che  erano  uè- 
nuti  tanto  innanxijion  andaflero  ad  unir  fi  co*  nimici.  Vrocedeua  in  queflo  me 
^  innanzi  Fr  ance  fio  Maria,&  entrato  nello  flato  d'Vrbino  era  riceuutoper 
tutto  con  letitia grande  de' popoli,  non  effendo  nelle  terre  foldato  alctmo  .-per- 
che Lorew^p,  non  hauendo  hauuto  tempo  aprouedere  in  tanti  luoghi  ;  haueua 
folamente  penfato  alla  difefa  della  città  d'Vrbino  yfedia ,  e  capo  principale  di 
quel  Ducato  :  perciò  per  configlio  di  Vitello  lì  haueua  mandato  due  mila  fanti 
da  città  di  Capello,  &  in  luogo  di  VitellOyche  ricusò  di  andar uìy  Iacopo  Rojfet 
iel  liSTdS  t0  da  ùrt*  di  Caftello  :  ilqual,  configliando  molti,  che  effendo  il  popolo  fojpet- 
u  vi»*  jì^  tijjimoyfi  cacciajfero  della  città  tutti  coloro jche  erano  habilia  portare  arme>i  * 
Iacopo 'jlq£  Ylcmo  ài  farlo.  Voltoffi  adunque  Fr  ance  fio  Maria  nonperduto  tempo  altroue* 
uni,  r-aGiu  a  Vrbino  :  &  fé  bene  la  prima  uolta  che  fi  accoftò  alle  mura  fujfe  uano  il  co- 
fcriue^che  natofuo  ;  nondimeno  la  feconda  uolta  che  uifi  accoflòy  Iacopo  Roffetto  conué 
co  tre  mila  ne  fo  dargli  U  Terra,moJfo  ò  da  infedeltà,come  molti  credeuano,  ò  da  timore^ 
la"  cuftodia  per  e  [fere  il  popolo  tutto  follcuato  .•  perche  delle for^e  fole  de'  nimici ,  che  non 
d'  v:  bino: «e  baueuano  né  artiglierie, né  apparati  da  efiugnare  terre  non  haueua  cagione  di 
oiei  chequi  temere .  V furono  fecondo  le  conuentioni  i  foldati  fialui  con  le  robe  loro:  il 
li  legge  -,  ca  e  ^efeouo  VitellOyche  m  nome  del  nuouo  Duca  vouernaua  quello  flato,  &  fiotto 

Ciò    tuora  I    -.»         ■*,  i.  r    r  ,    rr  •         n  .        r        .    . 

cittadini .  uquale, pareua che muna cojajuccedejje mai pro]peramente,rimaje prigione. 
f13  »  ^S'i  Se&H*tò  ìeffempio  d'Vrbino,da  San  Leo  in  fuor  a,  che  per  lo  fino  muniti/fimo  co 
Duca,  &  al-  piccolo  prcfiaio  fi  difendeuajutto  il  Ducato .  La  città  di  <Agobbio,chc  daprin 
zan do  le  gn  C^Q  foaueìi_  rinomato  il  nome  di  Francesco  Maria-, &  dipoi  pentendofi  ritor* 

da  alle  por-       f  .       .  . ;      .  f  '  t      r \  * 

te;  d  ce  e  he  nata  alla  obedien%a  di  Lorenico,  uectuti  i  Juccejji  tanto  projperi  ;  fece  il  mede- 
riuiperoia     rjmo  c^e  ^aitYe  %  ^tmaneuano  in  pote/ìà  di  Lorenzo, Te  favo ,  ^/«/'we/wj  Grdr 

mente  s  ai    '  .  *       r  .  \        J  §  >  *•  " 

«eie,  faina  la  darà,  &  Mondauio,  terre Jeparate  dal  Ducato.  Ricuperato  Vrbino,uoUo  FM 

rfoidik  &  cefi°  Maria  l'animo  a  infignorirfi  di  qualche  luogo  pò  fio  fu  la  marina:  &  per- 
da* 


TERZODECiMO,  $7<J 

che  in  Vefaro,&  in  Sinigaglia  erano  entrati  molti  fittati ,  fatta  dimofirath- 
ne  d'andare  a  Ve  faro, fi  moffe  uerfo  Vano*  più facile  per  l'ordinario  a  efpugna- 
re,&  dellaquale  città>non  effendo  mai  fiata  dominata  da  luimenofi  temeua. 
Ma  Ren%o  da  CerUche  era  a  Vefaro,hauuta  notitia  de'  fuoipenfierim  mando 
fubtto  Troilo  Saltello  con  cento  buomini  d'arme,  &  con  feicento  fanti .  Meo- 
fiaronfi  inimici  con  cinque  pe^  d'artiglieria  non  molto  graffa,  liqualibaue- 
uano  trouati  in  Vrhino  ;  &  battendo  anco  careflia  dipoluerenongittarono  in 
terra  più  che  da  uentt  braccia  di  muro,  né  quefiefen%a  difficultà;pure  dettano 
la  battaglia  .nella  quale  perderono  forfè  cento  cinquanta  buomini:  non  (pauen 
tati  da  quefio,  afialtarono  di  nuouo  il  giorno  feguente,  &  con  tanto  ualore  che 
l'apertura  della  muraglia  fu  auafi  abbandonata^  entrauano  fen%adubìofe 
nonfufie  fiata  la  uirtà  di  Fabiano  da  Gallefe  Luogotenente  di  Troilo:  ilquale 
rima  fi  alla  muraglia  con  pochi  h  uomini  d'arme,  facendo  marauigliofa  difefa, 
glififlenne .  Haurebhono  il  dì  feguente  data  un'altra  battagliala  intefo  che 
la  notte  u  erano  entrati  per  mare  da  Vefaro  cinquecento  fanti,  fi  leuarono,  & 
andarono  ad  alloggiare  al  caflello  di  Monte  Baroccio  pofio  fopra  un  monte  mot 
to  alto,&  difito  munitiffimo, donde  è  facile  la  fee fa  uerfo  Foffombrone,&  Vr 
binomi  fficile  &  ajprijfima  uerfo  Ve  faro:  nelqual  luogo  fiando  ,poi  che  non  ha- 
ueuano  per  allhor a  alcuna  opportuna  occafione,guardauano  il  Ducato  d'orbi 
no,che  rimaneua  loro  alle  Jpalle.  Dati  altra  par  te  effendo  uenuti  a  Rimini  olie- 
ra Lorenzo  de' Medici i fanti Tedefchi>&  Guafconi, faldato oltra quefio mol- 
Xìffimi  fanti  Italiani,  &  mille  cinquecento  altri  fanti  Tedefchi  dì  quelli,  ch'e- 
rano fiati  alla  difefadi  Verona  >&  raccolta  infteme  quafi  tutta  la  cauallerìa 
delVontefice,&  de  Fiorentinhloren'zo ilquale  inefperto  della  guerra  fireg- 
%geua  col  configlìo*  de'  Capitani,  uenuto  con  le  genti  d'arme  a  Ve  faro,  mando  a  Erano  ^ 
ad  alloggiare  i  fanti  ne  monti  oppofiti  a'  nimicu  E  la  città  di  Vefarofttuatafu  M  capitani 
la  bocca  d'una  uallata,  che  uiene  di  uerfo  Vrbino  ,  deUaquale  ufeendo  il  fiume  £?  ìljSf  '  fi 
che  dagli  habitatori  è  chiamato  Vorto ,  perche  per  la  profondità  fua  entrano  r«gseiM  Lo- 
in  quel  luogo  le  barche  >  s'accofla  alla  città  dalla  parte  uerfo  RiminUa  rocca  è  éh^nlrfa^ 
uerfo  il  mare,  e  tra  il  fiume  y&  la  città  fino  molti  magagni,  iquali  Ren%o  Giani©;  M$ 
per  la  ficurtà  della  Terra  haueua  rouinati .  Circondano  parte  grande  della  cit  ™ teiio  "i  " 
ta  monti  da  ogni  parte,  iquali  non  fi  dtflendono  infino  al  mare ,  ma  tra  loro  el  ciìfa  di  c* 
mare  refla  qualche  fratto  di  pianura  :  laquale  dalla  parte  uerfo  Fano,  s'allarga  còte  g  ufdo 
da  due  miglia  &  fu  la  collina  fono  due  monti  rileuati  l'uno  all'incontro  dell  al  *™%on?  > a' 
tro:  quello  che  è  uerfo  la  marina  fi  chiama  Candelara,l' altro  uerfo  Vrbino  J^u  giùfe  Paofa 
golara ,  &  nella  fommità  di  ciafeuno  d'effi  è  un  Caflello  del  mede  fimo  nome ,  B^Vì0f}[  : 
(he  ha  il  monte,  alloggiarono  adunque  i  fanti  Italiani  al  Caflello  di  Candela-  h?«eua  2* 
ra,i  Tede  fichi, &  Guafconi  a  quello  di  Mugolar a,piu  uicino  animici  :  ne  fi  fa-  to  c[f%°r  l 
ceua  queflo  con  intentione  di  combattere  fé  non  con  leggieri  fcaramuccie  con  ato,n  uH 
loro, ma  per  impedirgli  che  non  uagaffero  per  lo  paefe  liberamente, ne  fi  deter  T-l%ìt 
mmafiero  a  fare  imprefa  alcuna  :  perche  il  configlio  del  Vapa  era ,  che  oue  non  nVffc  8J- 
gli  tir  affi  la  pranza  quafi  certa  della  uittoriaì  non  fi  facete  battaglia  giudi  -  vS  \ C  * 

cata> 


y  :' '  ""* 


LIBRO 

tata  co*  nìmìcucono fiondo  pericolo fo  il  combattere  con  [oliati  ualorofi  &pev 
€(fere  ineguale  il  premio  della  proferita  >  facili  ad  auentuy w 'fi y danno f '(fimo 
^ efiore  uimo  il  fio  efferato ,  perche  fi  mettono,  in  pericolo  manifefio  lo  fiato 
della  Chiefa»  &  de  Fiorentini)  &fcuro  il  temporeggiare  attendendo  a  difen 
à&fhpo  tendo  fi  con  euidenti  ragioni  fiorare  che  il  mancamento  de  danari ,  & 
delle  ueitoHxglie  inpaefe  tanto  flerilc,  &  povero ,  haueffe  a  difordinargli ,  né 
meno  perche  l  efferato  fuo  per  l'efperìen'za,  &  perche  di  ine  fé  in  me  fé  s  em- 
pieva di  fidati  più  eletti,  diuentaua  migliore ,  &  perche  jperaua  douerfi  au~ 
mentare  di  giorno  in  giorno  le  cofefue  :  concio  fa  che  nel  principio  di  quefio  wo 
uimento  ^procurando  d  aiutar  fi  ctiandio  con  l 'autorità  Tontefi cale Jjaueffe  in* 
flantemente  dimandato  aiuto  da  tutti  i  Trincipi ,  querelando  fi  con  gli  Oratori 
brocche  erano  in  Roma,&  per  hrieui  iApoftolici,&  per  meffi  co"  Trincipi  me 
de fimi /ma  non  con  tutti  nel  modo  medefimo  :  perche  fignificando  a  Cefare,  & 
alile  di  Spagna  la  confpiratione fatta  da  Francefco  Maria  delia  Rouere,  & 
da  fanti  Spagnuolinel  campo  del  Rodi  Francia  ,&fu  gli  occhi  del  fuo  Luo- 
gotenente ;  inferì  ne  hrieui  tai parole,  chefipotoua  comprendere  hauerenon 
piccola  àuhitatione  che  quefle  cofefuffero  fiate  ordinato  con  faputa  di  quel  Re:' 
ma  col  Re  Chrifìianiffimoydimofirando  qualche  foretto  diLautrech ,  non  pafi 
faronopiu  oltre  le  fuo  querele .  Fu  quefla  cofa  da  Trincipi  predetti  accettata 
diuerfamente  :  perche  Cefare ,  &  il  nipote  intefono  molto  lietamente  che  il 
Tontefice  riputaffe  quefla  ingiuria  dal  Re  di  Francia:  concio  fi  a  che  Cefare  alio' 
nandofigiàper  l'odio  antico ,  &per  lafua  incoflan^a  del  Re  di  Francia,  fi  età 
confederato  di  nuouo  col  Re  d'Inghilterra  ,  &  conuenuto  col  nipote  appreffo 
art  ^nucrfa;  l'hauoua  confortato  non  fi  abboccare  col  Re  dì  Francia:  ih  he  fi- 
nalmente fu  intermefìo  con  confentimento  dell  uno ,  &  dell'altro .  Re  :  &  nel 
Re  Catoliconon  baflaua  a  cancellare  l'omulatione,  &  ilfofpetto  la  confedèra- 
tione  fatta  con  lui .  Toro  off er fono  al  Tontefice  prontamente  l  opera  loro,  co- 
mandarono a  tutti  i  loro  fui diti  chefipartiffero  dalla  guerra,  che  fi  focena  cori 
tra  il  Tont efico,  &  il  Re  Catolico  modo  il  Conte  di  Toten%a  nel  Regno  di  Ng 
a  il  Giouìo  p0H  ;  perche  riordinate  le  genti  d*arme ,  conducete a  quattrocento  lance  in  aiu  < 
che  ìf  cote  tofuà  :  &  per  maggiore  tcflimonian%o  della  fuo  uolontà  fpogliò  corno  inobe-_ 
dì  P^ten  Zd     diente  Francefco  Maria  del  Ducato  di  Sor  acquale  comperato  dal  padre  poffe 
lugno  dì    dona  tip  confini  di  Terra  di  Lauoro .  Ma  al  Re  di  Francia  furono  grati  per  al- 
Kapd>H  'ir*  ira  ca&one&i  off  anni  del  Tontefice  cove  di  TrincipOyche  haueffe  l'animo  alio 
«eii'efierci-   no  da  lui  :  però  nel  principio  yfegui tondo  l'eff empio  fuo ,  deliberando  nutrirlo 
4o  dei  l'fcpaj  con  nane fpera'a%ey  rifpondeua  hauerne  riceuutomoleflia grande, promettendo. 
to  huoonni  di  operare  che  Lautrecb  darebbe  fattore  alle  cofe  fi:e,foggiugnendo  nondimeno 
jTarme,       cj)e  ;?  rpGntcfiCc  patina  di  quello ,  che  oraflato  confato  da  fi  medefimo  :  perche 
gli  Spagnuoli  non  hareubono  bornio  tanto  ardire  >  fi  non  fuffe  ere  fiuto  il  nu 
mero  loro  per  quelli  ,  che  con  liccm^a  fuo  orano  p affati  da  i^apoli  a  V 'crono  • 
Quefla  fu  da  principio  lintont ione del  Re  :  ma  dipoi  confici orando  che  il  Ton 
tefice  abbandonato  da  lui*  precipiterebbe  fin^alcun  freno  aWamicitia  del  Re 

Catolico  ; 


T  E  TI  T  O  t>  E  C  I  M  O:  177 

Ccttolkù  ;  deliberò  di  dargli  fauore,  w\a  traendo  nel  tempo  me? efimo  qualche 
frutto  della  fica  neceffità  :  però  ricercandolo  il  "Pontefice  d'aiuto,  ordinò  che  da, 
Milano  ni andafi 'ero  trecento  lance;  &  infierì: e  propofe  douerfi  fare  nuoua 
confederatone  tra  loro  :  perche  quella ,  di  era  fiata  fatta  a  Bologna ,  effendo 
fiata  molata  dal  Tonte  fi  ce  in  molti  modi ,  non  era  più  di  alcuna  confiderai io- 
ne :  aggìugneua  alle  offerte  molte  querele,  perche  bora  fi  lamentaua  che  il  To 
teficegli  defie  carico  appreffo  agli  altri  Trmcipi ,  hora  che  per  fare  ingiuria  a 
fé ,  &  co  fa  grata  al  Cardinale  Sedunenfe  ,  haueffe  feommunicato  Giorgio  So- 
prafaffoyilquale  fauoriua  negli  S  n'iterile  co f e  fue .  Oltra  quefio  la  Reggente 
madre  del  Re,  &  appreffo  a  lui  di  grande  autorità ,  riprendeva  fenica  rifletto 
la  impietà  del  Tontefice ,  che  non  glibaftando  Thauere  cacciato  un  "Principe 
dello  flato  proprio  ;  l'haueffè  poi  ancora  tenuto  fottopofìo  alle  cenfurc-,  &  dine- 
gando  dare  la  doterò  gli  alimenti  di  quella  alla  Buche  fi  a  uedoua ,  &  alla  Du- 
che  fi  a  gioitane  fua  moglie,  f ufi  e  cagione  che  elle  non  barn fiero  modo  difoflen- 
tarfide  quali  parole  ritornando  agli  orecchi  del  Tontefice;  gli  aumentauano  il 
.  fojpetto;ma  conflituito  in  tante  difficultà,dcfiderando  gli  aiuti  fuoi,  noperVef 
a  f etto , ma  per  la  riputatone, &  per  il  nome:  a  le  trecento  lame  delquale  parti-  a   Qwflc 
t  e  da  Milano , furono  fatte  dal  Tonte fice ,  che  non  poteua  diffimulare  il  Jòfpet-  comandale 
to,Joprafedere  molti  giorni  nel  Modonefe,  &  nel  Bologne  fé,  &  poi  da  Loré'^o  à^  Re  <h  • 
fatte  fermare  a  Rimini  :  perche  efiendo  quella  città  lontana  a'  nirnici  hancua-  aiuw^d'pa 
no, filando  quiui,  minore  facultà  di  nuocergli .  T^cfì  alleggerirono  queflifofpet  J?>  fcriue  i! 
ti  per  la  confederatone?  laquale  quafi  in  quefio  tempo  n^edefimo  fi  cochiuje  in  iib?+!°ddìa 
Roma  -.per che  il  Re  innanzi  ratificaffe,fece  nuoue  difficultà,per  le  quali  la  co  fa  viu  di  ,Le<>- 
flette  fofpefa  molti  giorni  :  finalmente  cedendo  a  molte  co  fé  il  Tontefice*  il  Re  no  gouerni 
ratificò .  Contenne  la  confederarne  ohligatione  reciproca  tra  l  Tontefice,  &  }c  dal  si^e«, 
il  Re  a  difefia  de  gli  flati  loro  con  certo  numero  di  gente ,  &  di  dodici  mila  du- 
cati per  ciafeuno  me  fé  :  che  tra  il  Re  di  Francia-,  e  i  Fiorentini ,  co  quali  fi  con 
pugnata  l'autorità  di  Lorenzo  de  Medici ,  con  inclufiwne  del  Ducato  di  or- 
bino,  fu  fie  la  mede  fima  ohligatione ,  ma  con  minore  mimerò  di  genti,  &  di 
fé i  mila  ducati  per  ciafeuno  mefeifufie  tenuto  il  Re  ad  aiutare  il  Tontefice 
quando  itole  fi  e  procedere  contra  ifudditi ,  &  feudatari^  della  Chiefa  :  al  Re  fu 
conceduta  la  nominatione  de  beneficij ,  &  la  decima  fecondo  lepromefie  fot 
te  a  Bologna ,  con  patto  che  fi  depone  fiero  i  danari  per  ijpendergli  contra  i 
Turchi  (  concedeuafi  fiotto l  honeflà  di  quefio  colore  la  decima)  ma  con  ta- 
cita fperan^a  data  al  Re ,  che  fatto  il  depofito  di  tutta  la  quantità ,  licentia- 
ta  per  uri  altro  brieue  laconditìone  appofta ,  fi  conuertifiero  liberamente  in 
ufo  del  Re  :  promefie  il  Tontefice al  Re  per  uno  brieue  feparato  di  non  lo  ri- 
chiedere mai  di  aiuto  contra  il  Duca  di  Ferrara,  an%i  e  fiere  contento  che  il  Re 
lo  riceuefie  nella  fitta  protettione .  Lunga  alter  catione  fu  fopra  la  reflit  utio- 
ne  di  Reggio,  Modona,  &  Rubicra  dimandata  confomma  infilatila  dal  Re  fe- 
condo le  promefie  riceuute  a  Bologna  ;  ne  dal  Tontefice  dinegata ,  ma  riferita- 
la ad  altro  tempo,  allegando  efiergli  molto  indegno-,  &  quafi  confeffionc  di  ul- 

Bbb         ti  ma 


LIBRO 

Gii  f  iir'ia  neC€JFlt^  M  refàiuirle,  quando  era  oppreffato  dalla  guerra,&  il  Re  faceti 

Horoiogi  do  infialila  ch'elle  fi  reflituijfero  di  preferite  :  all'ultimo  dimojìrandofi  gran- 

"he  fcriile  ^e,  feP*fi  uoleffcflrigncrlo ,  l 'alienatale  del  Pontefice  y  &  emendo  al  Re  nimi 

di  Camillo  co  il  Re  d Inghilterra,  fofpetti  Cefare,  il  Re  di  Spagna,  &  gli  SuiTgeri:  accet 

ch^ca miu  io  c^e  ^  pontefice  per  uno  brieue, ilquale  [ufi e  congegnato  a  liti-, promette ffe  di 

\o,  quando  reflituire  al  Duca  dì  Ferrara,Modona,Reggio,&  Rubicra  fra  fette  me  fi  prof 

uaiiiU°prohì  fiwhhaueudo  il  "Pontefice  neU  animo  fe  prima  ceffauano  ifuoi  peri  coli, non  fa* 

bì  le  vetto  ye  maggiore  flimatione  del  Brieue,che  delle  parole  dette  in  Bologna:ct  al  Rey 

vicari  atoV  p°i  c^e  fin%a  pericolo  di  grandi  ffima  indegnationc  non  pot.eua  ottenere  piu.pa 

nimici ,  era  rendo  pur  di  qualche  momento  che  le  promeffe-,  et  la  fede  apparifiero  per  i  ferii 

u  cauallcria  tura .    Ma  menrre  che  quefte  cofe  fi  trattammo  efendo  aumentato  affai  fef 

del  Papa:  &  farcito  di  Lorenzo ,  perche  oltra  i  molti  Italiani  foldati  di  nuouo,  il  Pontefice 

fintili    t P (* \  TU  * 

il  grande  a    haueua  foldato  a  Roma  mille  fanti  Spagnuoli,  &  mille  Tedefchì;  parcua  fu  ffe 
monche  gli  già  maturo  il  tempo  di  tentare  di  liberar  fi  da  quefia  guerra  :  allaquale  cofa 
to  eh  iPDuca  per  la  fortezza  delt alloggiamento  de  nimici  era  unica  fferanta  il  coftrigner- 
Lorèzo  de'  gH  per  [a  pemria  delle  uettouaglie  a  partir  fi  :  però  fu  mandato a  Camillo  Or  a 
fino  con  feti  ecento  caualli  leggieri  a  fior r ere  ilpaefe ,  che  fi  dice  Vicariato,  le  « 
b  sogliono  uettouaglie  delquale  per  la  ma?zior  parte  ?li  foflentauano\eNelqual  tempo 

fnoltevohe  °        ,     L  r    .       „N  r        j  ,,'  o        1      •     ■        r    j-         J '■*        r 

ì  Principi  per  un  Trombetto  ucnuto  a  Vejero  dell  esercito  nimico  ;  fu  dimandato  a  Lo- 

gelo  a  della  yen%o.faluo  condotto ,  per  ilquale  potè  ffe  ucnire  a  lui  il  Capitano  Suarcs  Spa~ 

/oh  propor  gnuolo,  con  chi  menaua  in  fua  compagnia  :  ilquale  Lorenzo  facilmente  con- 

la  via  del  cedette ,  credendo  f ufi  e  uno  Capitano  colquale  haueua  fegreta  intelligenza  ? 

cioche 'i  fud  ma  uenne  un  altro  Capitano  del  mede  fimo  nome ,  &  con  lui  Or  alio  da  Termo 

diti  hab  bia-  Segretario  di  Francefio  Maria  :  &  dimandata  publica  audien^a.  Sitar es  effo, 

berati  dai-  fé  in  nome  di  Francefco  Maria ,  chepotendofi  decidere  le  differente  tra  loro 

l'ingiurie .  con  b  abbattimento  a  corpo  a  corpo  >  ò  con  detcrminato  numero  con  ciafeuno  di  b 

Cofì   ieggia 


qualunque  nhauefie  a  effere  Signore:  però  Francefco  Maria  offerire  quale  pi 
10  fe  £&  d°  &  Piace!fe  di  quefli  modi;  dopo  lequali parole  uolendo  leggere  lafcrittura,che. 
curiatij ,  &  haueua  in  mano;  gli  fu  prohibito .  Pdffofe  Lorenzo  con  configlio  de  fuoi  Capi- 
dfrVchc  Up  l  ani  che  volentieri  accettaua  quefia  propofia.pur  che  Francefco  Maria  lafciaf- 
tai  cagione  fe  prima  quello  che  irnientemente  gli  haueua  occupato  :  dopo  lequali  parole 
queianchhe°v1  fiìmolatodaRen^p  da  Ceri  ;  gli  fece  amendue  incarcerare  :  perche  Renxoaf- 
«  fcritto  di  fermaua  meritare  punitione,  per  battere  fatto  un  atto  troppo  infoiente:  ma  ri- 
tf  odila  spa  f  rendendo  fi  la  uiolatione  della  fede  da  gli  altri  Capitanigli ceraio  Suarcs ,  ri- 

Virgilio,  quel  d'Enea  con  Turno.  Con  quefto  colore,  fe  ben  con  altro  difegno  ,  fi  modero  a  voler  combat 
tere  a  corpo  a  corpo  il  Re  Pietro  d'Aragona^  il  Re  Carlo  d'Angiò  per  lo  dominio,o  (come  dice  il  Villani) 
tenza  di  Cicilia,  fecondo  che  nel  libro  7-a  cap.ss-  di  Giouan  Villani  fi  legge.  Coli  a'  tempi  noftri  Carlo  V., 


altro  uè  Te  ce  leggono  molti. 


TERZÓDECtMO.  '  378 

tenne  (blamente  Oratio,  [enfiando  la  infamia  della  fede  rotta  con  f alfe  cauilla- 
tioni  ,  come  fé  fuffe  flato  neccffario  nominare  cjprejfamente  nel  faluocondotto 
Or  atto  fhdditoper  origine  delia  Chiefa,  &  fegretario  del  nimico  :  ma  fi  faceua 
per  intendere  da  Im  i  fegreti  di  Fr  ance  fico  Maria ,  &  fyecialmente  con  confi- 

\  glio,  b  per  l'autorità  di  chi  baite ffe  moffa  la  guerra .  Sopra  lequali  co  fé  e  fa- 
minato  con  tormenti ,  fi  diurdgò  la  confezione  fua  efiere  fiata  tale ,  che  baue* 
ha  augumentato  il  foretto  conceputo  del  Re  di  Francia .  Ma  il  defiderio  di 
Lorenzo  di  impedire  a  gli  Spagnuoli  le  uettouaghe  del  vicariato  ,  haueua  bi- 
fogno  di  for^e  maggiori  :  perche  dalle  correrie  de'  caualli  leggieri  non  fucce- 
deuano  fé  non  effetti  di  piccolo  momento  :  &  già  l'efferato  era  tale  chepote- 
uà  arditamente  opporfi  a  nimici  :  perche  haueua  raccolti  Lorena  olir  a  mille 

fihuomiui  d'arme,  &  mille  caualli  leggieri,  a  quindici  mila  fanti  diuarie  na-  a  Nel  11.4. 
tioni;  tra  iquali  erano  più  di  due  mila  Spagnuoli  foldati  a  Roma,  fanteria  tut  ^\^ 
ta  efiercitata  nell'arme,&  molto  eletta: perche,  e  i fanti  ltaliani,non  fi  facen  ferma  dai 
do  guerra  in  altro  luogo, &  perche  i  Capitani  haueuano  hauuto  commodità  di  ^'°on°0  fe, 
permutar  di  mano  in  mano  in  fanti  più  utili,  la  parte  de  gli  inutili ,  raccolta  al  dici  mila. 
primo  flipendio  tumultuo f amente,  erano  il  fiore  de  fanti  di  tutta  Italia.Deli- 
beroffi  adunque  d'andare  ad  alloggiare  a  Sorbolungo ,  Caflello  del  Contado  di 
Fano  diflante  cinque  miglia  da  Foffombrone  :  dal  quale  alloggiamento  le  uetto- 
uaglie  del  Vicariato  facilmente  fi  impediuano  a  nimici .     E  la  città  di  Fof- 

bfomhrone  fiutata  fu  l  fiume  del  Metro,  fiume  famofb  per  la  b  uittoria  de  Ro-  b  Dl-      fta 
manixontra  jLfdrubale  Cartaginefe:  ilqual  fiume  hauendo  corfo  infimo  a  quel  vittoria  ho 
luogo  per  letto  nflretto  tra  i  monti,  come  ha  paffuto  Foffombrone ,  comincia  a  ^^J 
correre  per  una  uallata  più  larga  :  laquale  tanto  più  fi  dilata,quanto  più  s  ap  nei  libro  p- 
propinqua  al  mare ,  diflante  da  Fofiombrone  quindici  miglia ,  nelquale  entra  di  lìuìo  net 
il  Metro  apprefio  a  Fano  :  ma  dalla  parte  uerfo  Sintgaglia .  Da  man  deflrafe-  ]  ib  i>  deli* 
rondo  il  corfo  del  fiume,  è  quelpaefe ,  che  fi  denomina  il  Vicariato, pieno  tut-  teraa  Dcca  ' 
to  di  colline  fertili,  &  di  Caflella,  ilquale  fi  diflendeper  lungo  ffatio  uerfo  la 
marina:  &  dalla  man  finiflradel  fiume,  fono  ctiandio  colline, ma  allontanali 
-do fi,  fi  truouano  monti  alti,  &  ajpri  :  &  loffatio  della  pianura  che  fi  diflende 
uerfo  Fano,  è  largo  più  di  tre  miglia .  Qiiando  adunque  Lorenzo  deliberò  d'an 
dare  ad  alloggiare  a  Sorbolungo,  dubitando  che  i  nimici,  fentendo  muouerfi  il 
campo  fuo,  non  per  ueni fi  ero ,  mando  la  mattina  innanzi  giorno  a  pigliare  il 
Caflello  Giouanni  de'  Medici,  Giouan  Battifla  da  Stabbia,  e  Brunoroda  Furi) 
con  quattrocento  cauai  leggieri  :&  ordinato  a  fanti,  che  erano  a  Candelara , 
■&  islugolara ,  che  attrauerfando  i  monti  andafieroper  unir  fi  con  gli  altri  uer 
fo  il  Metro  ;  egli  con  tutto  il  rimanente  dell'efferato ,  lafaato  Guiuo  Rangone 
alla  guardia  di  Tefero  con  cento  cinquanta  huomini  d'arme ,  a  leuata  di  Sole 
prefe  il  camino  da  Tefero  uerfo  Fano  per  il  lito  della  Marina:  &  uoltatof  uer 

fo  Foffombrone  doue  comincia  la  ualle  ;  arriuò  a  me^p giorno  a  un  luogo  detto 
il  Mulino  di  Madonna  fu  l  fiume ,  ilqual  e  tutti  i  caualli ,  e  i  fanti  Italiani  gita 
darono  :  mai  Guafconi ,  e  i  T  e  defclrip  affarono  tanto  tardamente  per  lo  ponte 

"'  ■  '  Bbb     z        prepa- 


LIBRO 

pìrparatoaqucflo  ,  che  non  potendo  V  efferato  conàurfi  il  giorno  tncdcfimo , 
fecondo  la  deliberatone  fatta  a  Sorbolimgo  ;funeceffario  che  alloggialo  a 
San  Giorgio,  Or  ciano ,  &  Mondauio ,  C ajlelì 7  difìantemc%p  miglio  l'uno  dal- 
l'altro  .  Ma  non  hebbe  miglior  fortuna  quello,  che  era  flato  commeffo  a  canai 
a  pi  quefto  leggieri  :  perche  parendo  nel  cambiare  a^Giottanni  de  Medici,  nclquale  in  a 
Medie"1  a    queftafua prima  e  ffer  citai  ione  della  militia  appannano  fegni  della  futura  fe- 
;ono  di  vocia 9  &  uirtà ,  che  per  errore  fi  piglia (fé  la  uia  più  lunga,  abbandonati  gli 
ila  littoria  ahri>  iqudi  derogarono  il  configlio  fuo  :  entrò  più  bore  innanzi  che  f opra- 
molte  prò-  ucniffe  la  notte  in  Sorbolungo  :glialtri  due  Capitani  dopo  lungo  circuito  in- 
Egii  fu°pa*.  gannati ,  fecondo  diceuano,  dalla  guida ,  ritornarono  finalmente  alt effercito  t 
dre  di  Coi"  ne]  potette  Giouanni  de  Medici  rimafo  con  lafua  compagnia  fola ,  fermar  fi  la 
Duca  di  rò  notte  in  Sorbolungo  ;  perche  la  mattina  medefima  Francefco  Maria  prefenti- , 
Peana ,  &    ta  [A  moffi  de  nimici,  imaginando  doue  andaffero  ;fi  era  con  grandiffima  ce- 
fiMnrna  ptu  lerità  moffo  con  tutto  r efferato  :  ilquale  non  riceuendo  impedimento  dal  tran 
dètia,  la  cu?  fn0  fai  fiume ,  per  che  lopaffarono  a  Foffombrone ,  doue  è  il  ponte  di  pietra  ; 
uamente  è    peruenne  innanzi  fuffe  la  notte  a  Sorbolungo  :per  la  uenuta  de  quali  Giouan 
la.hra  (c°mc  ni  uedendofi  impotente  a  refiflere ,  fi  ritirò  uerfo  Or  ciano  Seguitandolo  i  ca- 
fi  crede  )  ai  ualli  de 'nimici ,  da  quali  furono prefi  molti  de  fuoi .  cordano  entrato  nel- 
Cicl°  ■         l'alloggiamento  di  Lorenzo  gli  difie  con  grandi ffima  indegnat  ione ,  ò  la  ncgli- 
gcn'fa ,  ò  la  utltà  di  Brunoro ,  &  di  Giouan  Battifla  da  Stabbia ,  iquali  era- 
no prefenti  ,  hauergli  tolta  quel  dì  lauittoria  della  guerra .  Qucfta  fu  la  pri- 
ma ,  ma  non  già  fola  occafione  di  proserò  fucceffo ,  che  perdeffe  l'efferato  di 
Lorena  :  perche  ,&  dipoi  ?:e  perde  dell'altre  maggiori ,  &  feguitarono  con- 
tinuamente più  pernitiofi  difordini ,  accompagnando  fi  con  la  fortuna  auerfa  i 
cattiui  configli .  Le  Co/iella  di  Orcia.no  &  Sorbolungo  pofle  in  luogo  eminente 
fono  diftanie  l'uno  dau  altro  poco  più  di  due  miglia  :  nel  mexp  oue  fono  tutte 
,  Colline ,  &  monticela,  è  un  Caflello  chiamato  Sarti ,  donerà  alloggiata  parte 
della  gente  di  Francefco  Maria  :  neìlaquale  propinquità  de  gli  efferati  s' atte  fé 
tutto  il  àifeguente  afearamucciare .  Vari]  erano  i  configli  tra  i  Capitani  del- 
l'efferc  ito  di  Loren^  :  perche  alcuni,  &  quei  mafjìmamente ,  dalla  fentcn- 
%a  de  quali  non  pendeua  la  deliberatione,  confortauano  che  fi  andaffe  ad  af~ 
falt  are  inimici, parendo  forfè  loro  fenica  mettere  ne  fé,  ne  altri  a  pericolo 
col  proporre  uanamente  configli  arditi  >  acquiflare  nome  di  con  aggio  fi  :  ma 
Jxcn'Zp ,  &  Vitello ,  il  parere  de"  quali  era  fempre  feguitato  da  Lorenyp,  di  fi 
fuafono  queflo  configlio  -.perche  i  nimici  erano  alloggiati  infitto  forte ,  haue- 
nano  il  Caflello  a  ridoffo ,  doue  nonpoteua  andarfi  ,fe  non  per  camino  diffìcile  » 
dannando  ancora  il  foprafedere  in  quei  luoghi  come  co  fa  inutile, et  da  non  par 
torire  l'effetto  per  loqualefi  erano  moffi  da  Te  fero  :  perche  effendo  Sorbolun- 
go in  poteflà  di  Francefco  Maria ,  era  molto  difficile  impedire  le  uettouaglie 
del  Vicariato  :  con  lequali  ragioni  hauendo  dannata  ogni  altra  deliberatio- 
ne ;  otteneuano  per  ne ceffi tà  che  fi  doue jfe  ritornare  indietro  :  &  perche  la  ti 
ùr aia  non  baueffe  fimilitudine.  di  fuga ,  proponevano  non  che  l' esercito  ritor- 

staff* 


T  E  RZ  O  D  EC  I  M  O,  379 

'nafte,  a  gli  alloggiamenti  di  prima,ma  che  s  W/ 'afte  a  occupai*  Monte  Baroe* 
ti$,e  i  luoghi,  da  quali  fi  erano  partiti  inimici ,  donde  fi poteua  procedere  im 
Uerfo  Urbino  :  con  laquale  delio  crattone  partì  l  *  efferato  la  mattina  feguente 
al  far  e  del  giorno  :  ma  fi  creJeua  qucfia  e  fiere  non  ritirata  ma  fuga  :  dallaqua- 
le  opinione  diuidgataper  tutto  il  campo  ^procedette  che  due  huomini  d'arme 
fuggiti  a  Francefco  Mariani  riferirono  i  nimtcipieni  di  fpauéto,leuarfi  quafi 
fuggendo  :  però  parendogli  dhauete  la  nittona  quafi  certa ,  moffefubito  l'effer 
cito  per  lo  camino  attrauerfo  de3  monti,  fferando  di  preuenire  a  loro  come  fufi- 
fero  calati  nella  pianura  ;  iquali  crcdeua  doueffero  andare  per  la  uia  più  br ie- 
ne, &piu  facile  ;  per  laquale  fé  andauano  non  poteua  né  funaparte,nè  l  al- 
tra fuggire  il  combattere  :  ma  la  fortuna  uolle  che  per  faluare  un  cannone  ri- 
ma fo  in  dietro  il  giorno  innanzi  perche  alla  e  arrena  fi  era  rotta  una  ruota  Cefi 
fercito  di  Lorenzo  andafie  a  ripagare  il  Metro  al  mede  fimo  Mulino  di  Madon 
najuogo  bafìophi  di  quattro  miglia,che  quello, alquale  lo  conctuceua  laflrada 
più  facile,  &  più  brieue  :  ÙJl  C  *AVSE,  &  da  accidenti  tanto  piccoli  fi 
uariano  ffjeffo  nelle  guerre  euenti  di  grandijjìmo  momento  :  paffarono  tutti  i 
tamllhei  fanti  aguaxjo,ma  con  grandi  ([ima  tardità,&  quelli,che  erano  paf 
fatifiuoltauanofiibito  in  ordinane  per  lo  piano  uerfo  Foffombrone .  era  già 
paffata  la  fanteria,  &  douendopafiare  le  genti  a"  arme }  e  i  cauai  leggieri ,  <he 
caminauano  ncll  ultima  parte  del  campo  ;  cominciarono  i  cauai  leggieri  de  ni 
mici ,  che  erano  molti ,  &  eletti  afearamneciare  con  loro  :  nellaquale  ficara- 
mucciafuprefo  Gofiantim  figliuolo  ,  an%inon  meno  nipote ,  che  figliuolo  di 
M  Gian  Vagolo  Baglione:  perche  era a  nato  di  lui-,  &  dama  forellafua:  pero  Gian  a  Molti  ha- 
T  avolo  >i  la  itale  uenuto  non  molti  ?iorni  prima  alt  efier  cito,  conduceua  l'auan  *?  trouato» 

6  1  •        l        1       ?        r  ■    r  r  1  j  \    -        ?i-  che  per  que 

guardia^itteniencio  a  fare  ogni  sjor^oper  ricuperarlo,  tardo  tato  che  di  auan  fto  partico- 
lare diuentò  retroguardo,fiiccedendo  nel  primo  luogo  Lorcn%o^che  mena-  j"3r  ^et.° 
uà  la  battaglia .  &  nel  luovo  della  battaglia  Troilo  S anello, che  menaua  il  re-  iato  la  prò  - 
troguardo:  perche  ~Ren%o ,  &  Vitello  andauano  innanzi  co  fantuma  come  Fra  p"pa  Leone 
cefico  Maria;  e  i  fimi  Capitani  ueddono  che  1  nimi ci,  fecondo  che  haueuanopaf  facefie  poi  a 
fato  il  fiume,  fi  uoltauano  uerfo  Fcfiòmhronefiaccorfono  non  efier  fi  moffi  per  paglioni  Irò 
fuggire ,  ma  per  occupare  Monte  Baroccio  :però  cefi  andò  la  cupiaità  prima  car  la  tefta  / 
del  combattere  fondata  fu  l  terrore  imaginato  de  nimici , lanciatele  baga-  toduot"* 
glie  cor  fero  fubito  con  fomma  celerità  fèn^a  ordine  alcuno,  &  con  le  bandie-  »n  quello  n 
re  fu  le  ff  alle  per  occupare  un  paffb  forte  del  fiume  chiamato  le  Tauernelle, 
doue  la  natura  ha  fatto  un  fojfato  dirupato ,  che  piglia  tutto  il  trauerfo  d'uno 
piano  infimo  al  monte,  né  fi  può  paffare  fie  non  a  un  pafio,  che  è  fatto  per  laftra 
da,alquale  fie  le  genti  loro,  che  fecondo  pafiauano ,  fi  uoltauano  a  quella  par- 
te,fufiero  peruenute  fi  riduceuano  gli  Spagnuoli  in  manifefitffirm  pericolo:  & 
benché  Lodouico  figliuolo  di  Liuerotto  da  termo  ,  ilqnaie  il  giorno  medefimo 
era  con  mille  fanti  uenuto  neli'efi eretto  di  Lorenzo >  &un  Sergente  Spagnuo- 
lo  pratichi  delpaefe  ne  auertifkro  Lorenzo  tifimi  Capitani^  non  fecwno  fiut  ,: 

to  alcuno  :  perche  con  tutto  che  i  fanti  Te  de  fichi,  &  Guafconi  fi  dimofirafiero     , 

B  b  b     3         proniiffimi 


LIBRO  '  - 

pronti  (fimi  a  combattere,  i Imed e  fimo  fi  gridaffe  per  tutto  il  campo ,  &  appa- 
rific  Lorenzo  non  ne  effere  alieno,  nondimeno  Ren?$  da  Ceri  >  &  citello  con- 
ftgliarono  non  effere  bene  far  fi  incontro  animici:  ma  douerft  ritirare  a  un  col- 
le uicino  -,  donde  fen^a  fottopor fi  ad  alcuno  pericolo  ,farebbono  loro  nel  pafi 
fare  il  fiume  co'  caualli  efpediti  danno  grauiffimo  :  co  fi  la  fiato  quel  paffo  for- 
te,  Ren'zp  fi  uoltò  uerfo  il  monte ,  &  gli  Spagnuoli  come  hebbono  occupato 
quel  paffo ,  fallitati  con  gli  archibufi  i  Tede  fichi ,  a  quali  erano  più  propinqui, 
figriif  corono  con  allegri/fimo  grido  di  conofcere  di  effere  di  manifeflo  pericolo 
«  il  Giouio  ridotti  alla  falute  qua  fi  certa  ;  co  fi a  ò  per  imprudenza ,  ò  per  uiltà  (fé  già  la  & 
f^fincTdel  malignità  non  uhebbe  parte  )  perde  Lorenzo  quel  giorno  a  giudicio  ditut- 
lìb.  3.  deli*  ti  ,  l'occ  afone  della  uittoria .  alloggiò  la  notte  l'efferato  fuo  a  un  C  afelio  ui- 
ne.dice  che  cmo  ^€tt0  Sahara  ;  ma  C  efferato  di  Franccfco  Maria  continuando  con  gran- 
non  fi  sa,  fé  diffima  celerità  il  camino  infino  a  non  piccola  parte  della  notte,  fi  conduffe  al- 
vitello)  per  ^alloggiamento  di  Monte  Baroccio  ,  preuenendo  due  mila  fanti  mandatila  da 
ignoranza ,  Lorenzo  per  occuparlo  ,  ilquale  andò  il  giorno  feguente  ad  alloggiare  due  mi- 
ai a  nódiniè  gli*  più  alto  di  Saltar  a  uerfo  il  monte ,  luogo  uolto  uerfo  Monte  Baroccio  ,  ma 
no  ?°?  otti  Pu  baffo*  &  dalla  parte  del  mare .     Stettero  in  quefìi  luoghi  amenduegli  efi 
ftafleio'di   fercitimcini  circa  a  un  miglio ,  ma  con  incommodità  maggiore  quello  di  Lo- 
v°  a  bgiU,lC  '    r€n%9y^ciuale patiuafpejfo  di  uettouaglie  :  perche portandofi  da  V efero  a  Fa* 
toria  de*  ui  nò  per  mare ,  bifognaua  quando  i  uenti  contrarij  impediuano  la  nauigatione  > 
mÌQU  condurle  per  terra  ,  &  a  qneflo  dauano  molti  impedimenti  i  caualli  leggieri  di 

Francefco  Maria  :  iquali  auertiti  da'paefani  di  ogni  andamento  benché  mìni- 
mo ,  de nimici  {correuano  continuamente  per  tutto  ,l<[clqual  tempo  mandò  1 
Francefco  Maria  un  Trombetto  a  moflrare  a  fanti  Guafconi  certe  lettere  tro- 
iate nelle  fritture  de*  Segretari)  di  Lorenzo ,  lequali  il  giorno  cheei  fi  partì 
dal  cafìello  di  Sahara,  erano  fate  infieme  con  una  parte  de'fuoi  carriaggi  tol- 
te da'  caualli  de*  nimici ,  per  lequali  lettere  fi  comprendala  che  ilTontefice 
infaflidito  delle  difonefle  taglie  de'  Guafconi ,  a'  quali  era  flato  neceffario  ac- 
cr  e  fiere  ciafeun  me  fi  mmoderatiffimamente  i  pagamenti;  defìderaua  fi  fa*- 
ceffi  ogni  opera  per  indurgli  a  tornar  fine  di  là  da'  monti  :per  laquale  occafto- 
k  Poco  fot    ne  era  pe  riccio,  che  il  giorno  mede  fimo  non  *>  faceffero  qualche  tumulto, fi  Car~  b 
ioDfi  legge  bone  Guafcone  loro  Capitano,  &  Lorenzo  de'  Medici  ingegnando^  diperfim- 
in  fuetto    <f  ere  effere  lettere  finte ,  &  inganni  de  rumici  ;  non  gli  haue fiero  raffrenata  * 
li  oro ,  'chi  i  lipndimeno  il  fofpetto  di  quefla  cofa,la  difficultà  delle  uettouaglie,  &  l *  effere 
Goafeoni     alloggiati  in  luogo,  doue  jen^a  comparai  ione  fimofhaua  maggiore  il  pencolo 
capitano     diperdere  che  lafperan^a  dacquiflare  ;  fece  deliberare  di  leuarfi}  ancora  che 
Ambia  ytu    non  par  effe  finita  uergogna  il  difccflarfi  tanto  fpeffo  da  nimici,  &  entrare  nel 
»o,&  yartk   vicariato  da  quella  parte  che  è  più  uicina  al  mare,  &  procedere  in  fino  al  fine 
«a  "£ ^  ^o  uerl°  F°ffombrone  1  \lelibcratione  approuata  da  tutto  il  campo ,  ma  nonfen%a 
Maria  :  doue  infamia  grande  di  Renzo ,  &  di  tritello  .-perche  le  noci  di  tutti  i  faldati  rifo- 
h°ato°ii4G?    nauano  che  fi  da  principio  haueficro  deliberato  quefio  me  de  fimo  ;  bar  ebb  otto 
«io  fc  «ut,,   weffo  i  nimici  in  gran  difficuhà  delle  uettouaglie  :  an%i  Lorenzo  mede  fimo  gli 

ripren* 


TERZ0D!CIM0;  ;fto        ' 

riprendenti  più  che  gli  altri,  lamentandofi  che,  ò  per  allungare >per utilità  pro- 
pria la  guerra ,  ò  per  impedire  a  lui  il  far  fi  f amo fo  nel! 'armi  ,  forfè  temendo 
*  dalla  grandezza  fua  effetti  fimi  li  a  quelli  ,  i quali  baite  uà a  contra  le  e  afe  loro  ?  Perdo  che 
prodotta  la  grandezza  del  Duca  Valentino  ;  hauejfero  condotto  in  tante  difR-   feCe  rtrl'go^ 
cultà,  &  in  tanti  pericoli  uno  efferato  sì  potente,&  tanto  fuperiore  di  nume-  ,ar?  mohi 

v*.  J-r  '     •      •    •  /   i\      i  v   n        •  t  /->  ^e|ia    fa  mi- 

ro, &  difor'ze  a  nimici .     .Ando  adunque  l  epercito  a  campo  a  San  Coflan-  gii*  o* fina, 

^o  cd/fo//o  <&7  Vicariato  :glt  huomini  delquale  benché  cerca/fero ,  battendo  fi  ,&  w,  '*ile- 
£/à  /e  w#ra  cow  l'artiglieria ,  d  arrender  fi  ;  nondimeno  conofeendofi  la  facili-  che  -ferino 
tà  dello  sformarlo ,  dr  defiderando  di  mitigare  gli  animi  gonfiati  de'  Guafco-  ÌLC°2%  n,d 
»/,  mira//  tutti  gli  altri  foldati  dalla  muraglia  ;  fu  lafciata  la  facultà  Zaffai  ita'Wuiia 
tarlo  a  Guafconi  foli  :  accioche  foli  lo  faccheggiaff'ero .  Trefo  San  Goflan^p  a  H9' 
andò  il  giorno  mede  fimo  il  campo  a  Mondolfo  diflante  due  miglia ,  caflello  pia 
forte,  &  migliore  del  Vicariato ,  fituato  fopra  una  collina  in  ìuogo  eminente , 
cinto  dafoffi,  &  da  muraglia  da  non  dijpr  rigare  ;  alìaquale  ilfito  del  luogo  fa 
terra  pieno,  &dou  erano  a  guardia  dugento  fanti  Spagnuoli .  Tiantarohfi  la 
notte  medefima  l'artiglierie  dalla  parte  diuerfo  mc%o  dì  :  ma  òpernegdgcn- 
7gàperinconfiderationedi~B,en%o  da  Ceri,  ilqualebebbequcfiacura  ^furono 
piantate  in  luogo  feoperto  ,&fen%a  ripari,  in  modo  che  innanzi  che'l  Solefuf 
fé  flato  una  bora  fopra  la  terra,furono  dall' artiglierie  di  dentro  ammalati  ot 
to  bombardieri^  molti  guaflatori ,  &  ferito  Antonio  Santa  Croce  Capitano 
dell' artiglierie '.pcrilche  commoffb  molto  di  animo  Lorenzo,  ancora  che  confor- 
tato da  tutti  i  Capitani  che  quello  che  poteua  commettere  ad  altri,  non  mie  fife 
efeguire  da  fé flefio  con  tanto  pericolando  in  perfona  a  far  fare  iriparudoue  b 
effendofi  affaticato  infino  ame%o  giorno,  hauendo  proueduto  opportnnamen-  al  r]ne°d3 
te  ;  fi  ritirò  indietro  per  andare  a  ripofarfi  fiotto  certi  alber sparendogli  efiere  '  -'  '  *  delIa 


nue, 


coperto  dalla  fommità  del  monte  :  ma  nell'andare  mancando  l'altera  del  col-  ne  Ve. . 

le,  feoperfe  la  Rocca  per  fianco,  fi  tuata  dalla  parte  di  Tonente  :  né  prima  l  heb  cc\*  dop-° 

be  feoperta  che  uidde  dar  fuoco  a  unarchìbufo ,  il  colpo  delquale  per  fichi  fare  É»  fttìwve? 

gittandofiin  terra  bocconi  .innanzi  che  arriuafìe  a  terra)  il  colpo, che  altrimen  |5ndofl  esli 

tigli  harebbe  dato  nel  corpo,  glipercoffe  nella  fommità  del  capo  .toccando  lofi  xe'in  Anco" 

bfo, &  riufeendo  lungo  la  contenna uerfo la  nuca . b  Ferito  Lorenzo  i  Capitani  "•  V  £apita 

accorgendofì  che  ancora  che  fuffe  battuto  il  muro,  reflaua  troppa  altera  del  "««or?©  nc'o 

terrapieno,  cominciarono  a  far  una  mina  :  con  laquale  entrati  Coito  un  torria-  pefi]me  ar" 

i)  ■  i  ;  i.  «  .'#  •*       v'"»*v/fn/     a  inanellar 

ne,cb  era  contiguo  al  muro  battuto  ;  gli  dettono  il  quinto  giorno  il  fuoco:  ilqua  *  *  guerra:  a 
lehaucndo  con  grande  impeto gittato  in  terra  amezp  giorno  il  torrione,  &  Stf  nò*'1" 
unpeTgo  grande  della  muraglia  congiunta  a  quello;  fi  cominciò  fubito  a  dare  Penf«onoU 
la  battaglia ,  ma  con  poco  ordine ,  &  quafi  a  cafo  ;  laquale  non  partorUltro  ria*  3?è. 
frutto,che  quello  che  fogliono  communemente partorire gli  affalu  male  ordina  nirla  &ucc- 
ti :  nondimeno  efìendo  uenuta  la notte,i foldati non jperando  foccorfo , perche  faccheggia* 
Vrancefco  Mariano  per  non  perdere quel 'fitto  ,ò per altra  cagione;  non  fi  erapar  le  caftc,!a  » 
tito  dall'alloggiamento  di  Monte  Baroccio  ;  s'arrenderono  faluo  l'hauere,&  «IfShlSS 
le  perfine ,  lafciando  in  preda  bruttamente  gli  huomini  della  terra .  Ter  la  fé-  *ia- 

Xbb     4         rit* 


LIBRO 

ferita  di  Loren%o,colìitmto  in grauiffìmo  pericolo  delta  ulta,  il  Tontefice  man 

dò  legato  alt  efferato  il  Cardinale  di  finta  Maria  in  Tonico:  ilquale  congiun 

tagià  la  fortuna  a  peffimigouerni ,  cominciò  con  infelici  aufpicij  a  esercitare 

kuao"™.**  9we^  legatione:  perche  il  giorno  feguente,  che  fu  arriuato  alt  efferato , a  effen  a 

more  e  vna  do  nata  a  cafo  una  quiflione  tra  un  fante  Italiano)  &  un  Tede  fio,  &  corren- 

?«?' racco-  ^0U*  l$m  Mei™'  &  ciafeuno  chiamando  il  nome  della  fua  natione  ;fi  ampliò 

manni  ,  &  il  tumultoper  tutto  il  campo,  in  modo  che  nonfifapendo  che  origine  haueffe  > 

n™moitì?di  ^  C^e  cagì°ne>  tutti  i  fanti  per  armar  fi  fi  ritiravano  tumultuo fament  e  a  gli  al 

ce  il  gìouìo  loggiamenti  de fuoi  :  ma  quelli,che  nel  ritirar  fi  fi  rifeontrauano  in  fanti  d'ai- 

viri  d'i  Leo*  trelmgHe  '  erano  molte  uolte  amatati  da  loro  :  &  quello  che  fu  cagione  di 

ne)  fu  Patto  maggiore  difordine  efendo  i  fanti  Italiani  andati  in  ordinanza  uerfo  il  luogo, 

io  Vn  fatto  nehuale  era  cominciata  la  quiflione  ;  furono  da  fanti  Guafconi  faccheggian 

d'arme .       gli  alloggiamenti  loro,  concorfono  i  Capitani  principali  dell' efferato,  ìquali  al- 

Ihora  erano  nel  configlio  per  porre  rimedio  a  tanto  difordine:  ma  uedemìo  il  tu 

multo  efiere  grande,  &  pericolo fo,  ciafeuno  abbandonando  ipèn fieri  delle  cò- 

fe  communi  per  tinterefi  e  particolare,  fi  ritirò  a  fuoi  alloggiamenti,  &  meffe 

fuhito  in  ordine  le  fue genti  d'arme ,  non  penfando  fé  non  a  faluare  quelle  ;fi 

b  Parlando  difeoftarono  con  effe  dal  campo  circa  un  miglio  :folo  il b  Legato  Ribbiena  con  k 

ìi  gìouìo  di  la cofìanrya,& pronte'Tga,  che apparteneua all'ufficio,  &  althonorefuo ,  non 

Aio/natT*  abban(lonò  la  caufa  commune,  riducendo  fi  molte  uolte  per  lo  furore  della  mol 

iieii'eiTerci.  titudine  concitata,in  pericola  non  piccolo  della  uita:  per  opera  delquale  non 

«Kcc  qPu*eftc  feniZ?  molte  difficultà  i  &  interponendofene  molti  de* Capitani  de  fanti,cefiò 

parole,-  En-  finalmente  il  tumulto ,  nelquale  erano  flati  in  dina  fi  luoghi  del  campo  morti 

mczo°iif  u-  P*u  &  cento  fanti  Tedefchi,piu  di  uenti  Italiani,  &  qualche  fante  Spagnuolo-, 

gato  Bibbie  Queflo  accidente  fu  cagione ■,  che  dubitando  fi  che  (e  t  efferato  ftaua  in  fernet 

croce  inni-  finti  efitcerbati  perle  offe  fé  riceuute  non  combatteffero  per  ogni  piccolo  cafb 

aì,&  corre-   l'uno  contra  l'altro  ;  fi  deliberale  non  procedere  per  allhora  ad  imprefa  alcu- 
no funofa.  r  v   rr      •         '      \   r  u  /i       •„    '  j  •  ^    r 

méte  in  ha  nay  ma  tenere  f eparato  l  efferato  .-pero  furono  alloggiate  nella  citta  ai  T?  efaro 
Imo  di  chi  le  gemi  d'arme  della  Chiefit,  &  de  Fiorentini,  e  i  fanti  Italiani  ipercbc  le  Un 
Farmi ,  che  ce  Francefi,  non  effendo  ancora  ri  folate  le  difficultà  trai  Tontefice  ;  &  il  Re  y 


la  Imperiale ,  monte  fopra  Ve  faro  dalla  parte  uerfo  Himini ,  fu  l  quale  è  uno 
IPalaTgo  fabricato  da  gli  antichi  Malatefli  :  &  furono  alloggiati  con  queflo 
ordine, gli  Spagnuoli  fu  lafommitàdel  monte,  i  Tede  fichi  più  abaffo ,  fecondo 
the  il  monte  fende,  e  i  Cor  fi  alle  radici  del  monte .  Cofi  flettono  uentitxc  gìor- 
ni,non  fi  facendo  in  quel  me'zp  altro  che fcaramuccie  di  caualli  leggieri  :per~ 
che  Frane  e  fio  Maria  non  potendo  ff  erare  di  rompere  alla  campagna  sì  groffo 
efferato ,nè  tentare  per  lauicinitaloro  l'efpugnatione  d'alcuna  Terra ,  atten- 
dendo a  cónferuarc  quello >,  chehaueua  acquiflato;  fi  ftaua  fermo:  ma  il  uigefi- 
mo  quarto  giorno  partito  di  notte  da  Monte  Baroccio,arriuò  all'alba  del  gior- 
no fu  lafommità  del  monte  ne  gli  alloggiamenti  degli  Spagnuoli  ^co  quali  ò 

con 


T  E  RI  ODE  C  r  M  O.    ^  iti 

còti  tutthb  con  parte  di  loro  fi  credette  per  quello, eh  e  dimoflrò  ilprogrefio  del 
la  cofa,cbe  bauefìe  battuta  fegreta  intelligenza  :  uenuto  quiui ,  fubito  i  fuoì 
Spagnuoli  gridarono  agli  altri  che  fé  uoleuano  faluarft  gli  feguit afferò:  alla- 
quale  uocela  maggior  parte,mefioficiafcuno  fui  capo  uno  ramufcello  di  fron- 
de uer  di  come  haneuano  effi ,  glifeguito  ifoli  i  Capitani  con  circa  ottocento  a  KeI  jiM. 
fanti  fi  ritirarono  a  Tefaro  :  cofi  imiti  infieme  andarono  a  gli  alloggiamenti  JJJ'^/j 
deTedefcbiyiqualinonfaceuanodaqueìlapartecuftodiaalcunapcrlaficur  ue  £  gjo. 

tà,cbe  daua  loro  la  uicinità  de  fanti  Spagnuoluet  trouaùgli  cofi  incauti;  rìam  J!®  ;t-c  J.ea jj 

magarono, &  ferirono  più  di  fé  i  cento: gli  altri  fuggendo  ne  gli  alloggiarne^  bone ,  non 

ti  de  Cor  fi;  fi  difeofiarono  infime  uerfo  Tefaro:  i  Guafconi  fentito  il  tumulto  p«e »°  "  *j 
meffifi  in  ordinanza  non  uollono  mai  muouerfi  del  luogo  loro .  Vccifi  i  Tede- 


ritenere  1 


fcbi,e  tirata  a  fé  la  maggior  parte  de  fanti  Spagnuoli,  Francefco  Maria  fer-  f^^n^i 

mb  l'efferato  tra  Vrbino,&  Tefaro  .pieno  dijpcran^a,cbeconlui  sbaueffero  faflero  neUh 

ad  unire  i  Guafconi,et  quei  fanti  Tedefcbi,i  quali  leuati  nel  tempo  mede  fimo  ^ac,£adne! 

del  campo  di  Lautreclherano  fempre  andati,  alloggiati,  &  proceduti  infieme .  cefcoMariaj 

Era  tra  i  Guafconi  .Ambra  emulo  del  Capitano  Carbone  :  ilquale  giouane  di  [Snemccfn 

fanguepiu  nobile,et  parete  di  Lautrech,  haueua  appreffo  a  loro  autorirà  mag  l'Ambra  ue 

giore:coflui  bauea  trattato  occultamente  molti  giorni  di  pafìare  con  quei  fan-  6  ' gul  a  e  * 
ti  a  Francefco  Maria,&  gli  daua  occafione  ebe  no  contenti  d'haucre  accrefeiu 

ti  immoderat amente  ?liftipendij;dimandauano  di  nuouo  infolent emente  con-  b  che  An- 

i.  .      .        »  .     •     ii  i-  i     •••/}•  i    ;  c        »■  nibale  man 

anioni  molto  maggiori :allequali  ripugnando  i  minijtri  del  Tontejice,s  interpo  tenene  con 
neuanoper  concordargli  Carbone,  él  Capitano  delle  lance  Fr  ance  fi  uenuto  da  ^»»  c°£ 
Himini  a  Tefaro  per  quefla  cagione.  Ma  cinque, bfei giorni  dapoi  ebe  era  fitc-  r  eflerch©  \ 
ceduto  il  cafo  de  gli  Spagnuoli,  e  T  ed  efebi  al  monte  della  Imperiale  ;  France*  k°»  ™*c*? 
feo  Maria  con  tutto  l'efferato  fifeoperfe  uicino  a  loro:  una  parte  de  quali  in-  gii0  d'ogni 
fieme  con  .Ambra  meffafi  in  battaglia  confei  fagri,  &  feguit  ata  da"  T  ed  efebi  [*£  j^  4/ 

Asimì  con  lui, a  ingegnandofi  in  uano  Carbone  conpriegbi,&  con  parole  arden  huormni 
ti  di  ritenergli:  colqualerimafono  fette  Capitani  con  mille  trecento  fanti:  gli  ^nd"^|g^ 
altri  tutti  infieme  co'  Tedefchi  C abbandonarono^  come  ls(ELLE  cofe  della  linguaio  dì 
guerra  s'aggiungono  fempre  a. difordini,nuoui  difordini,  i fanti  Italiani uede  "b^Ug°deil 
do  là  neceffità,  che  s 'haueua  di  lorQyla  mattina  feguente  tumultuarono  :i  qua  u  terza  e* 
li  per  quietare,  bi fogno,  ne  pagamenti. conceder  e  dimande  immoderate  :  non  ^^\n^t 
efiendo  né  più  uergogna,nè  minore  auaritia  ne  Capitanicene  fanti:  &  era  no  alia  pm- 
certo  cofa  marauigliofa,  ebe  nel?  e  fi  er  cito  di  Francefco  Maria,  nelquale  à  fol-  n,"*^  i  aé 
dati  non  fi  dauano  mai  danar'hfufìe  tanta  concordia>ubidicn%a,  &  unione, rio  ™ù  «5  co» 

bdependendo  tanto  quefto,come  con  fomma  laude  fi  dice  d* b  Annibale  Cartagi  conCordia 
ne  fé ,  dalla  uirtu  ò  autorità  del  Capitano ,  quanto  doli 'ardore.,  &  oftinatione  ■eU'èflfa* 
de"  foldatu  Et  per  contrario, che  netf  eflercito  della  Cbiefa,  oue  a  tempi  debì-  ^uefto^è  Iti 
ti  non  mancauano  ecceffiui pagamenti  fufiero  tante  confufìoni,&  difordini?  e  tempio  ra- 
tanto  defiderio  ne  fanti  di  pafiare  a  nimici:  donde  apparifce,che  l^OJ^Tan  uede  dalie 
to  i  danari,quanto  altre  cagioni  mantengono  Jpe fio  la  concordia,  &  fubidien  ™f°fyj£ 
HcUe  fono  addotti  dal  Cauallier  Amelio  Cicuta  Bei  libro  2 ,  della  Difcigli  aa  militale,  di  che  egli  ha  tomo* 


1    I    B    R    O 

%a  negli  efferati Spauentati  da  tanti  accidenti  il  Legato,  &  gli  altrhche  in* 
tcruenìuano  nel  con  figliole fiammato  lungamente  quello  che  per  rimedio  delle 
cofe  afflitte  fu ffe  da  fareste  effendo  più  prudenti^  abbandonati  di  modi  babili 
a  procedere  dopo  i  difordini  feguiti,che fuffero  flati  a  prouedcrej  che  non  fe- 
*  Auanchc  guifferoymouendogli  ancora  gì' intereffi,& le  cupidità  particolari;  concbiufo- 
cCr-oCMalia  no  €^ere  ^a  confortare  il Tontefice,che  refìituiffe  i  Bentiuogli  in  Bologna,  in» 
a  iohafle  nam^i  che  efjìprefo  animo  dalla  de clinatione delle  cofe:ò  incitatida  altri ,  fa* 
ftlna  ferme  ceIfero  qualche  mouimentoialauale  come  fi  potrebbe  refiflere  moftrarlo  le  dif- 
\\  g.ouìo  ,  ficultà,chebaueuano  difoftenere  la  guerra  in  un  luogo  falò:  però  hauendopet 
p!?r  rSóm^«  dar  m^ggi°Y£  autorità  a  tal  configlio,òperpiugiuftificatione  in  ogni  euento  di 
sii  suizzeri  tutt ifiatto  difendere  in  ifcrittura  il  parer  d  ognuno  ,  &  fottofcrittolo  di  ma- 
*à  Ergila*  no  del  Legato,  &  del?  <Arciuefcouo  Or  fino  £  uno  de*  quali  era  congiunto  d'an- 
«jueih  citta:  tica amìcitia a  Bcntiuogliyl 'altro  diparentado3&da  tutti  i  Capitani;manda 
lìc/hifturi-  tono  per  lo  Conte  Ruberto  Bufchetto gentilìbuomo Modonefe  al Tapa  quefla 
co,non  è  pò  feriti  uradaquale  nonfolofu  difpreygata  da  luhma  fi  lamentò  conparole  mot 
che  dai  gìo  to  acerhe?cbe  i  minifirifuoi>&  quelli  che  da  lui  haueuano  riceuuti  tanti  bene 
ino  rnoi  te  al  fiL  z  h  potevano  Jperare  a  ogni  bora  di  riceuemcgliproponejfero  con  tanto  pie 
io  date,  che  colafede3&  amore  configli  non  meno  pernUiofi,  che  i  malici  quali  gli  faceua 
<juì  fon  de-  no  i  nimìci;  rifeniendofene  principalmente  contra  r^Arciuefcouo  Orfino ,  per 
è  da  eiftì  lei  e  fiere  forfè  fiato  principale  flimolatore  de  gli  altri  a  quefio  configlw  :  ilquale 
™?tè  d'Ari?  fle£n0fl  crcde  che  forfè  fuffe  cagione  di  torgli  la  degnità  del  Cardinalato  >  la- 
snino  nei  lì.  quale  gli  erapromeffa  da  tutti  nella  prima  promotione.  Ma  Francefco  Maria 
di  Leon  x"  efànd°  tant0  accref cinte  le  for^e  fue ,  &  diminuite  quelle  de  gli  auerfarijì 
aI%ò  l'animo  a  maggiori  penfieri  ,flimolato  ancora  dalla  neceffità:  perche 

biiCni°Ba    *  fant*  uenutl  feco  crano  $atl  tremefi  quafi  fen^3  danari,  a  quelli  uenuti 
fuoru  cito     mortamente  niuna  j acuità  haueua  di  darne  :  &  efendo  il  Ducato ejauflo  > 

Jiauermoifi  &  1uafi  tutt0  fP°g^at°inon  f°t°  &*  haneuano  i  faldati  f acuità  di  predare* 
anni  in nan  ma  con  difficultà  ui  erano  uettouaglie  baflanti  a  nutrirgli  :  ma  nella  elei- 
«n'afa<rudei  **one  ^a  ^mPrefa  &  bifognò  feguitare  la  uolontà  d'altri ,  perche  effo  per 
congiura,  ta  lo  ftabilimento  del  fuo  fiato  defideraua  innanzi  tent  affé  altra  co  fa  ,  ajfitlta- 
ìu  A  fattilo  re  dimwuo  Fano  io  qualche  un  altra  delle  terre  pcfle  fui  mare  :  ma  per  la  in- 
c  il  zio  di  clinatione  de  faldati  cupidi  delle  prede,  &  delle  rapine ,  deliberò  a  holtarfipm  a 
gi1r,1ni,& "al  prefioin Tofcanajoue per effire pieno ilpacfe3chccra  fen%a foretto ,&  efi 
tri  fuoi  pare  ferui  pìccoli  prouedmienti^perauano  poter  fare  gran  dijjìmi  guadagni:  incita- 
i'élf  gìouìo  vaio  olirà  quefìo  la  (petardi  di  potere  per  we^o  di  °  Carlo  Buglione ,  &  di  b 
ai  fin  deiii.  BorghefeTetruccifare  mutauone  in  Terugia*  &  in  Siena ,  donde  farebbono 
di  Leon™*,  aumentate  affili  le  cofeJue>&  le  mclefìie>e  ipcn.olidel  Tontefice,&  del  ni- 
©uè  è  da  leg  pote^  q>eraò  tl  giorno  feguente  a  quello,  nelquale  hebbe  raccolti  i  Quafioniy 
fantoparri!  moffe  V  efferato  uerfo  Terugia  :  ma  come  fu  nel  piano  di  ^Agobbio  ;  deliberò 
colarmele ,  mamfeftare  il  fofpetto  fuo  ,anr^i  faenza  quafi  certa,cbe  haueua  della  perfidia 
«Li  Maìdona  del  ColonnePo  Mal  tonato  >  &  d'alcuni  altri  congiunti  nella  mede  finta  caufa 
**  con  luuEra  la  cofiwata>&  uenuta  a  luce  in  quefla  modo»  Quando  l'cficrcito 

pafio 


1  T  E  R  Z  O  D  E  CI  M  O.  381 

pafiò  per  la  Romagna,Suares  de  Capitani  Spagnuoli  rima  fo  in  dietro  fitto  fin 
tione  deffer  ammalato,  fiera  lafciatoftudiofamente  far  prigione,  &  menato 
a  Cefena  a  Loren^gli  difie  per  parte  di  Mattonato,  &  di  due  altri  Capitani 
Spagnuoli  la  cagione  di  congiugner  fi  con  Francefilo  Maria  non  e  fiere  fiata  per 
altroché  per  hauere  occafione  di  fare  qualche  feruitio  notabile  al  Tonte fice, 
&  a  lui  poi  che  non  era  fiato  in  poteflà  di  ejfiouiare  che  queflo  mouimento  fi 
facete,  promettendoci  in  nome  loro  che  Cubito  chehauejfero  opportunità,  di 
farlodo  metter  :bbono  a  effiecutione  :  lequali  co  fé  noneffendo  note  a  Fr ance  fica 
Mar ia,comin:io  a  filettare  per  alcune  parole  dette  incautamente  da  Ficn%o 
da  Ceri  a  un  Tamburino  degli  Spagnuoli  ,  perche,  come  motteggiando ,  lo  di- 
m.iniò.Qu  indo  uorranno  quelli  Spagnuoli  darci  prigione  iluoflro  Duca  t  la- 
a  qual  noce  entrata  più  altamente a  nel  petto  di  Fr  ance  fio  Maria  gli  haueua  da  a  Aggine 
ta  cagione  di  offeruare  diligentemente  fi  nelt  e fier  cito  fuffe  fialide  alcuna:  ma  n  Glo":o , 
finalmente  per  lefcritture  intercette  ne  carriaggi  di  Lorenzo;  comprefe  Mal  »  oliano 
donato  e  fiere  autore  di  qualche  infidia:  laqual  co  fa  hauédo  diffimulata  infima  Puca  <*'  Tfa 
■  quel  giomoynè  gli  parendo  doueda  più  di Simulare  .chiamati  a  parlamento  tut  ^DucaTr! 
ti  i  fanti  Spagnuoli  &  egli  fìando  in  luogo  rileuato  in  me%o  di  tutti;  cominciò  «koMaria, 
a  ringraziargli  con  efficaci ffime  parole  dell'opere,  che  con  tanta  prontezza  ha  màdao*  e* 
ueuano  fatto  per  lui ,  confeffando  non  e  fiere  0  ne'  tempi  moderni,  bnelle  hiflo-  uilIano  SP*- 
rie  antiche  memoria  di  Vrincìpefo  di  Capitano  alcuno,  che  hauefie  tante  ubli-  pica  no  duà 
gattoni  a  gente  di guerra,quante  conofieua  egli  hauere  con  loro  :  conciofia  che  "al!i>fhe  io 
non  hauendo  danari,nè  moda  di  prometter  eloro  rimunerai  ione, e  fi  endo  quan  mlEutlT 
do  bene  hauefie  ricuperato  tutto  il  fuo  fiato,  piccolo  Signcre;non  fatto  mai  lo  °!traAciò 
ro  alcun  beneficio,  non  efiendo  della  medtfima  natione,  né  hauendo  mai  miti-  Ticui^  ™n 
tato  ney  campi  loro  ;  fi  fufiero  sì  prontamente  dijpofli  a  fieguitarlo  contra  un  *■*  Kc?\ 
Principe  di  tanta  grandezza ,  &  riputatone:  né  tirati  dalla  fieranza  dèlia  ?"  Suri 
freda,  perche  fapeuano  e  fiere  condotti  in  un  paefe  pouero,  &  fiorile:  delle-  ìffiXcte 
j  quahoperatwninon  hauendo  facultà  direndere  lorogratie,  fi non  conia fin"  &  prefoun 
cerità della HolontàMtanimo,efierfifoyyimamente rallegrato chauefieroac-  Secche 
quifiato  non  filo  per  tutta  ltalia,ma  per  tutte  ICProuincie  £  Europa  mar aui  a«^uaio  a 
gliofiafama,al^ndo  in  fin  al  Cielo  ciafiuno  la  loro  egregia  fede,  &  uirtu,che  m'ct^ 
pochiffimi  di  numero  ,fen%a  danari,fin%a  artigli  erie,fien^alcuna  delle  proui-  fte"afle  * 
[ioninecefiarkaUaguena,hauefierotmteuoltefattouQlta-^  ÌStoTÉi 

efiercitoabbondantiffimo  di  danari ,  &  di  tutte  l altre  cofe,  nelquale  milita-  to haueua  " 
nano  tante  bellico  fi  nationu&  contra  la  potenza  d'un  Tonteficegrandiffimo,  £&"£& 
&  dello- flato  de  Fiorentini^  quali  era  consuma  Eautorità,  &  il  nome  del  ceiFe  buono 

gli  huomim  militari,  1  commandamenti  deproprvj  Signori  :  lequali  cofe  come  xmxLn'h^ 

perla  gloria  delnome  loro  gli  dauano  incredibile  piacere,  cofi  per  contrario  £™£S 

bauexgh  dato,  &  dargli  moleflia  incredibile  tutte  le  cofe,  che  potè  fiero  ofeu-  di^imi  pr<8> 

rare  tanto  Seniore:  mal  uolentieri,  &  con  inefiimabile  dolore  indurfi  a  ma-  *"'  * 
beffare  cofe,chegli  cofirignt fiero  ad  offendere  alcuno  di  quelita  ciafiuno  de 

quali 


'quali  haueua  prima  fatta  àeliberatione  d* effer  e  ,  mentre  glìduraua  la  ulta 
jlbiauo  particolarmente:non  wieno,  per:  he  perla  tacere  fuo  il  dì  [òr  din  e  co- 
minciato non  diuent.iffe  maggiore  •  &  perche  la  n:  dignità  d'alcuni  non  fpe- 
gneffe  tanta  gloria  a.quiflata  da  quell'esercito  &  efjendo  anche conueniente 
che  in  lui  potè 'ffe  più  Ihonore  di  tuniche  l  n (petto  di  pochi j  mamfiftare  loro 
effer  e  in  quello  efiercito  quattro  perfine  che  traci 'iua.no  la  gloria,  &  li  fallite 
di  tutti: della  fua  non  fare  mentione,nè  lamentarfi  perche  trauagliato  da  tan 
ti  cafi,&  flato perfeguitato  ferina  fua  colpa  sì  acerbamente  dalla  fortuna;  e  fi 
fere  qualche  uolta  meno  de  fiderò  fi  della  uita ,  che  della  morte  ima  non  patire 
l'ubligationix  haueua  con  loro  non  H  amore  fini  furato  che  meritamente  porta 
uà  loro  che non  face ffe  loro  pale  fi  che  l  Colonnello  Maldonato  in  cui  doueua 
effer  maggior  cura  della  falute ,  &  gloria  di  tutti,  il  Capitano  Suares,  quello 
che  per  ordire  tanta  triflitia,  fimulando  di  effer  e  infermato  fi  era  fatto  in  Ro- 
.  magna  pigliare  da  i  nimici,& a  due  altri  Capitani  haueuano  co  federati  con 
»e  "nomina  figli  promeffo  tradirgli  a  Lorenzo  de*  Mediali  quali  configli  erano  flati  inter- 
ii  gìouìo  ,  i  YQtfì  daHa  uigilan%a  fuatper  laquale  rendendo  fi  ficuro^non  hauere  prima  uo  a 
io^cinquej  luto  mani  fé  flave  tanto  peccatola  non  gli  parendo  di  tenere  più  fottopoflo  fi, 
cioè  Maido  e  tutiin\ì  altri  a  sì  oraue  pericolo, hauèYe  averto  loro  quello,cbe  molto  innan 

nato,  Mac        ,         £  j    i,  •  •  n      V  i  •/ 

ciò,  Pìaioia,  7,1  era  flato  japuto  da  lui:  apparire  quefle  co  fi  per  lettere  autentiche  trouate 
r°"  &usua-  nelle  fcritture^che  furono  intercette  di  Lorenzo:  apparire  per  molti  indicij,  & 
te  Ruffo,      congetture ylequali  tutte  uoler  proporre  loro  ,  acciò  che  fuffero  giudici  di  tan* 
to  delitto,&  udito  le  cofepropoflet  quello  che  in  difenflone  loro  diceffero  que- 
fli  accufatiypoteffero  rifoluerfl  a  quella  deliberatone  <>  che  pare  ffe  loro  più  con- 
forme alla  giuflitia  &  alla  gloria^  &  utilità  dell' efiercito.    Finito  che  hebbe 
di  parlare  fece  legger  e,  &  e  fifone  gì' indicij  dequali  co  fi  udite  da  tutti  co  gran 
diffima  attétione;non  fu  dubbio  che  per  commuti  giudicio  non  fuffero  sfin^a 
b  li  gìouìo  udirgli  altrimenti, Maldonato>Suares>  &gli  altri  due  Capitani  condannati  al 
dice  fero p  ì  [a  morte  daquale  fiubito,  b  fattigli  p affare  in  meyo  delle  file  delle  picche  ,fu}> 
furono  ara    meffa ad  effe e ut ione :& purgato,  fecondo  diceuano,con  queflo  fupplicio ,  tutta 
jnazzati:ma  [a  malignità  ch'era  nell 'efferato,  figurarono  il  camino  uerfo  Ttrugia:  nella^ 
Toàì^àt  quale  eragià  entrato  Gian  Vagol  Baglione  partitofi  da  Tefaro-fubito  che  beh 
per  le  pie-    ye  intefi  //  difegno  loro,  &fi  preparauaper  di  fender  fi,  battendo  armati  glia- 
to^oggii  è  mici ,  &  me  (fi  dentro  molti  del  Contado  »  &  de'  luoghi  uicini ,  &gli  baueua. 
tolto  dagli  mandato  il  Levato  in  aiuto  Camillo  Or  fino  (uo  venero  Condottiere  de Vioren- 

antichiRo-  i    i  ■    •  j»  i  /•    „       ,  r       -/  j 

nian»,diche  tini  con  gli  h  uomini  d  arme  della  Conaottafua,  &con  dugento  cinquanta  ca- 
per  no  moi  ua^  leggieri, con  kquali  fir%e  fi  credeua  che  haueffe  a  fiflenere  l'impeto  de' 
tefro  lungo,  nimici,  maffimamente  efiendofi  fatto  molti  prouedimenti  per  interrompere  i 
paria  fra  gii  pr0greffi  loro: perche  a  Città  diCaflello  era  andato  Vitello  con  la  fua  compa- 
wiiier  Aure  gnia  delle  genti  d'arme  &  Sifi  con  le  lance  Francefi,  le  quali  perche  trai  Ton 
h°\  Cu  dei-  tefice>e'l  Re  eraflabilita  la  confederatone;  non  erano  piufifpette:  &  Lorcn- 
la  Difcpii  ^p  de'  Medici  che  guarito  della  fua  ferita  era  nuouamente  uenuto  da  ancona 
na  militare.  a  *pefiro;era  andato  inpofte  a  F ir w^e  per  far e  di  là  le  proni flonh  che  fufiero 

neccffoTi 


T  E  R  Z  O  D  E  C  I  M  O.  ^  5§5 

necefiarie  alla  conféruatione  di  quel  Dominio,  &  delle  Città  uicirie:  &fi  era 
deliberato, che' l  Legato  col  refio  dei?  efferato ,  per  ncccjfitare  Fr  ance  fio  Ma- 
ria ad  abbandonarla  imprefa  di  Tofcana;  entrale  nel  bucato  d'Frbino ,  alla 

A  guardia  delquale  non  erano  reflati  altri,  che  gli  huomini  delle  Terre.  *  <Acco-  a  c]  hn9 
fioffi  Fracefco Maria  a  Verugia,non  fin%a fiera^a  di  qualche  iniclìigen%a:do  Msnéti  nei 
uè  caualcadoGìan  Vagolo  per  la  Città  fu  afi  aitato  in  me%o  della  ftrada  da  uno  ^^f? 
della  Terra:  ilquale,  non  gli  emendo  viufiito  il  ferirlo  7fu  fubito  amma%%ato  us.chs  que- 
dal  concorfo  di  coloroyche  accompagnauano  Gian  Vagolo dlquale  in  queflo  tu-  [}  ^  °c*Sj£t 
multo  fece  ammainare  alcuni  altri  di  quelli,  che  gli  erano  fofpettì ,  &  libe-  cefeo  Maria 
rato  dalle  infidie  pareua  liberato  da  og?ii  pericolo  :  perche  i  nimici  flati  già  Jl^j J  % 
intorno  a  "Perugia  pia  giorni  non  haueuano  f acuità  disformarla  :  &  nondi-  Perugia;  ma 
meno  Gian  Vagolo  ,  quando  meno  il  Vontefce  afie  natia  quefio ,  allegando  in  cado"  Ba-* 
eiulìificatione  fua  che  il  popolo  di  Veruna-,  alqnale  non  era  inpoteftà  fua  dì  gUoni,&  gì 
re filiere ,  non  uoleua  più  tollerare  i  dannicene  ji  faceuano  nel  paeje;  conuen-  u  l>enna  ^ 
ne  con  quell'efferato  di  pacare  dieci  mila  ducati ,  concedere  uettc aaglia  per  iUbeoflog 
quattro  giorni  Sion  pigliare  armi  contra  Francejco  Maria  in  quella  guerra,  ev  cjn  u  caual 
che  elfi  fi  ufiiffero  fubito  del  Verugino  :  cofa  molto  molefla,&  riceuuta  in  fi-  !«£  £e  cap 
nifira  parte  dal  Vontefice:perche  confermò  l'opinione  infino  dal  principio  del-  d!taCfor  "dai 

.  la  guerra  conceputa  di  lui,  quando  molto  lentamente  andò  all'efiercito  con  gli  ^ca  ^afle- 
aiuti  promeffi,  che  per  efferglifojpetta  la  potenza  di  Loren^o}defidcraffe  che  iati  qiia  cit 
Fr  ance  fio  Maria  fi  conferuaffe  il  Ducato  d'Frbino  :aggiugnendofil'cfiergli  ^^^g 
fiato  moleflo  che  mentre  flette  nel  campo  appreffo  a  Lorenza  fuflfe  fiata  molto  haueuai  feto 
maggiore  l'autorità  di  Ren7$,&  di  Vitello,che  la  fua:  la  memoria  dellequali  ^gf^J^ 
cofe  fu  nel  tempo  figliente  peraueniura  cagione  in  gran  parte  delle  fue  ca~  ri  da  Todi „ 
lamità.  Contenuti  Francefio  Maria  co*  Vertigini  fi  uoltò  uerfo  Città  di  Ca-  ^"q^ 
(lello:doue  hauendo  fatto  qualche  feorreria  con  intentione  d'entrare  dalla  par-  ra  da  orute 

^  te  del  Borgo  a  San  Sepolcro  nel  dominio  Fiorentino,  b  il  pericolo  dello  flato  jg»  p^3! 
proprio  l'iuduffe  ad  altra  deliberatane:  perche  il  Legato  Bibbiena  hauendo  di  no,&  gii  ar 
nuouo  faldato  molti  fanti  ItalianU  fegmtando  la  deliberatone  fatta  a  Veje-  uenr-na'  JSS 
to',  fi  era  col  reflo  dell' e fier  cito  accoflato  a  Foffombrone  :  laqual  città  battuta  parenti. 
dall' artiglierie, fu  il  ter%o  dì  espugnata,  &  faccheggiata.  *Andò  dipoi  a  cam-  b  Di  ,  fi 
pò  alla  Vergoladoue  il  fecondo  dì  s'unì  con  l'efferato  il  Conte  di  Voten%a  con  uede  q'-un- 
quattrocento  lande  Spagnuole  mandate  dal  Re  di  Spagna  in  aiuto  del  Von-  H^^tl* 
tefice.1>lpn  era  nella  Vergola  faldato  alcuno, ma  folamente  un  Capitano  Spa-  nelle  guer- 
gnuolo, &.  molti  huomini  delpaefe  ;  i  quali  impauriti  cominciarono  a  tratta-  "^^"é 
re  d'arrender  fuma  mentre  che  fi  trattaua,  effèndo  flato  ferito  nel  uolto  il  Ca-  tante  uoite 
fitanotcheflauafu'l  muro  coltati  fi  i  faldati  fen^a  ordine  alcuno,  &  fenica  co  ^l£a  ™£ 
mandamento  de'  Capitani  alla  muraglia ,  prefono  per  for%a  la  terra .  Dalla  lato  di  io- 
Vergola  fi  difegnaua  d'andare  a  campo  a  Cagli  :  ma  efiendo  uenuto  auifo  die  g*  ' 


itto  anno» 


.  Francefio  Maria  intefa  la  perdita  di  Foffombrone, ritornaua  con  celerità  gran  taiioni 
de  in  quello  flato;  deliberarono  di  ritirar  fi  :  però  la  notte  medefima  che  il  Le- 
gato hebbe  quefla  notitia,fi  Uuarono  Ma  Vergola?  &  uemti  a.  Montelione* 

& 


L    I    B    R    O 

&  già  Cominciato  a  fami  l'alloggiamento  perflare  qttiui  la  nòtte  Jyauutt  auìft 
motti  che  la  prefle^a  de'  nimicì  riufciua  maggiore  di  quello  che  fi  erano  per 
fuafi,&  che  mandauainnanrzi  mille  cauallìcon  uno  fante  in  groppa  per  uno, 
accwche  coflrignendogli  a  caminarepm  lentamente,  haueffe  tempo  l'esercito 
afopragiugnerlì,  andarono  fette  miglia  più  innanzi  a  un  luogo  detto  il  Bofco: 
donde  partiti  la  mattina  feguente  innanzi  al  giorno  fi  riduffero  la  fera  a  Fa- 
no,hauendo  già  quafi  alla  coda  i  caualli  de  nimica  uenuti  con  tanta  prefleiga 
che  fc  folamente  quattro  hore  fuffe  fata  più  tarda  la  ritirata}non  farebbe  fla- 
àTViceii  gìo  t0  fen'KP'  difficulta  il  fuggire  la  neceffità  del  combattere.  Ma  non  procedeua- 
iiìo  al  prin-  no  in  queflo  tempo  più  felicemente  le  cofe  del  Tonte fice  nell'altre  anioni,  che 
4  PdeiiaCvità  ne*  trattagli  della  guerra  :  alla  uita  delquale  infidiaua  ^Alfonfo  Cardinale  di 
di  Leone,o-  Siena  fdenato  chél  Tontefice '^dimenticate fi  delle  fatiche,  &  de3  pericoli  fo- 
quefta^n-  ftenutigiàper  Tandolfo  Tettucci  fuo  padre ,  perche  i  fratelli  ,  &  lui  fu  fero 
giura,  che  il  refluititi  nello  fiato  di  Firenze,  &  dell'opere  fatte  da  fé  infieme  con  gli  altri 
Aiforvfo  pc-  Cardinali  giouani  nel  Conciane, perche  fuffe  affunto  al  Tonteficatofhaueffe  in 
«ucci  entrò  ricompenfatione  di  tanti  benefici) ',  fatto  cacciare  di  Siena  Borghefefno  firatel- 
voita (come  lo,  &  lui:  donde  prtuato  eziandio  delle  facoltà  paterne  ,non  poteua  foflenere 
fu  fama)  in  Mendió.  amente, come  Colettarla  dignità  del  Cardinalato:  però  ardendo  d'odio* 
con  un  pu    &  quafi  ridotto  in  difperatione  ;  haueua  battuto  pensieri  gwuanili a  ai  offen-  a 
gnaie  afcoio  ^er\0  egH  proprio  uiolent emente  con  l'armi:  ma  ritenendolo  il  pericolo,  &  la 
il  papa .  Fu  difficulta  della  cofa}piu  che  l'eftempio,ò  lo  fcandolo  commune  in  tutta  la  Chri 
a"co.  ^jj»  ftianitàyfe  uno  Cardinale  haueffe  di  fua  mano  ammalato  un  Tonteficefbàue 
le  affricate  uà  uoltato  tutti  ipenfieri  fuoi  a  torgli  la  uita  col ucleno  ,  per  me%p  di  Battifla 
^Jando  effil  ^a  Ver  celli  *,f amo  fo  Chirurgico t& molto  intrinseco  fuo  :  delqual  configlio  (fé 
incarnarne-  tal  nome  merita  così  federato  furore)  queflo  haueua  ad  effere  l'ordine  :  sfif- 
fcone'uf  ef  Wfi  co^  ce^rare  p°i  c^e  altra  occafione  non  haueua  con  fomme  laudi  la  fua 
sedo  deùut  peritia,ché lTontefice>ilquale  per  una  fiflola  anticaglie  haueua  fitto  le  na- 
te guardia!  tK^e"  ufim  continuamente  l  opera  de'  medici  dì  quella  prof effwne  pigiando- 
Ma  dei  mo-  ne  buon  concetto  lo  chìamaffe  alla  cura  fua:  ma  la  impatientia  d'iAlfinfo  dif- 
ési cTrdina  fiwhò  molto  la  fperan^a  dì  quefla  cofa:  laquale  mentre  chef  tratta  con  lun- 
le  per  fare  ghc^a^Alj con fo  non  fapendo  contener fi  di lamentai  fi molto  pale fement e del 
ve  "eUi  *a    t&  ingratitudine  del  Tonte  fice, dittentando  ogni  giorno  più  efofo,&  uenuto  in 
medicare  il  foretto  che  non  machinaffe  qualche  cofa  centra  loflato;fu  finalmente  quafi  co 
toccargli     fretto  dipartirfi  per  ficurtà  di  fi  Jìeffo  da  Roma,  ma  ni  lafcio  ^Antonio  T$i- 
k  pezae,có  no  fuo  Se°retario:tra  Unitale, &  luì,  e  (Tendo  continuo  commercio  di  lettere  » 

che  doueua  r  ~  '      .  ir  r  i 

medicarlo^  compre}  e  Tapa  Leone  per  alcune  :che  furono  intercett  e, trattar  fi  contra  la  ta- 
ta fimperò  fitto  colore  di  ttolerprouedere  alle  cofe  d'^Alfonfo;  lo  chiamò  a  Ro 
ma,  concedutogli  faluocondotto:  &data  perla  bocca  propria  fede  di  non  lo 
molare  all'Oratore  del  Re  di  Spagna  .-fitto  laqual  ficurtà ,  ancora  che  confido 
di  tanta  fielerate^a, andato  imprudentemente  innanzi  al  Tontefice; furono 
egfi)&  Bandinello  Cardinale  de'  Sauli  Genoue fi, fautore  anch' effo  dell'affitti" 
twne  di  Leone  al  Tonteficato^ma  tanto  intrinfeco  del  Cardinale  di  Siena,  che 

fi 


T  E  RrZ  O  &.E€!M  O.  $g4 

fi  ptnfaua  fuffe  confilo  d'ogni  co f ^ritenuti nella  C amera  mede fima  del  Tonte- 
fice:donde  furono  menati  prigioni  in  Caftel  Sani \Agnolo>  &  Subitamente  orr- 
dinato  che  Battifia  da  Vercelli  Chirurgico,  ilquale  allbora  medicaua  nella  Cit 
tà  di  Firenze, fuffe  incarcerato,  &  incontinente  mandato  a  'Roma.  Sforxpffi 
con  ardentiffrme  querele-^  protefti  di  far  liberare  MfonfoJ  Oratore  del  Re 
di  Spagna}  allegando  la  fede  data  a  lui,  come  a  Oratore  di  quel  Re,  non  efiere 
altroché  la  fede  data  al  Re  proprio:  ma  il  Tonte fi 'ce  rifpondcua,  che  per  nin- 
no faluocondotto  quantunque  ampli ffimo,  &  pieno  di  claujule  forti,  &  ffe- 
ciali-.non  s'intende  mai  accurato  il  delitto  contra  la  uita  del  Tontefice,  fé  non 
uè  nominatamente  fpecificato  ;  hauere  la  medefima  prerogativa  la  caufa  del 
ueleno  aborrito  tanto  dalle  leggi  diuine,  &  immane,  &  da  tutti  i  [entimemi 
degli  huomini,cbe  haucua  bifogno  di  particolare 3  &  indiuidua  effrejfione* 
Trepofe  il  Tontefice  aìl'efiamina  loro  Mario  Terufco  Romano ,  Trocurator 
Tifale;  dalquale  rigor  of amente  e  fi  aminati  conferirono  il  delitto  machìnato 
da  ^Alfonfo  con  faputa  di  Bandinello.  laqual  corife '([ione  fu  confermata  da  Bat 
tifa  da  Vercelli ,  &  da  Tocointefta  da  Bagnacauallo ,  ilquale  fotto  Tandolfo 
fno  Tadre,&  fotto  Borghefe  fuo  fratello  era  flato  lungamente  Capitano  della, 
guardia ,  che  flaua  alla  Tiaxga  di  Siena  :  i  quali  due  furono  publicamente 
fquartatu  Ma  dopo  quefla  confeffione  fu  nel  proffimo  Concifioro ritenuto, 
&  condotto  nel  Caftello, Raffaello  Riario  Cardinale  di  San  Giorgio,  Camerlin 
go  della  Sedia  Apoflolica,ilquale  per  le  ricchezze,  per  la  magnificenza  della 
fua  Corte,  &  per  lo  tempo  lungo, eli  era  flato  in  quella  dignità;  era  fen^a  dub 
bio  principal  Cardinale  del  Collegio:  ilquale  con  fé  fio  non  gli  e  fiere  fiata  com- 
municata  quefla  machinationeyma  il  Cardinale  di  Siena  lamentando  fi x&  mi 
vacuando  il  Tontefice  hauergli  detto  più  uolte  parole,  per  le  quali  haueua  pò 
luto  comprendere  hauere  in  animo  ,fe  nhaueffe  occafione ,  d'offenderlo  nella 
per  fona.  Quer  eloffi  dipoi  il  Tontefice  in  un'altro  Concifioro,  nelquale  i  Car 
.  dinali  non  affue fatti  ad  effere  uìolat iterano  tutti  fmarriti  d'animo,  &  fpauen- 
tati,che  così  crudelmente,&  federatamente  fufie  fiato  infidiato  alla  uita  fua 
da  quelli, i  quali  confluititi  in  tanta  dignità,&  membri  principali  della  Sedia 
jLpoflolica,eranoflopra  untigli  altri  obligati  a  difenderla,  lamentando  fi  effi- 
cacemente del  fuo  infortunio,&  che non  gli  fuffe  giouato  l 'efiere  flato,  &  l'ef 
fere  continuamente  benefico,  &  grato  con  ognuno,etiandio  fina  grado ,  che 
da  molti  ne  fuffe  biafimato,foggiugnendo  che  in  quefio  peccato  erano  ancora 
de  gli  altri  Cardinali^  quali  fé  innanzi  che  fuffe  licentiato  il  Concifioro  con- 
feffaffero  fpontaneamente  il  loro  delitto,  effer parato  ad  ufare  la  clemenza,  et 
aperdonare  loro-.ma  che  finito  il  Concifioro  buferebbe  contra  chi  fuffe  congiuri 
to  a  tanta  fieleratex^a  la  feuerità,  &  la  giuflitia .  Ter  lequali  parole  *A- 
ariano  Cardinal  di  Corneto,  &  Fr  ance  fio  Soderini  Cardinal  di  Volterra,  ingi- 
nocchiaci innanzi  alla  Sedia  del  Tontefice,  diffono  il  Cardinale  di  Siena  beate 
re  con  loro  ufate  delle  medefime  parole,  che  haueua  ufate  col  Cardinale  di  San 
Giorgio.    Finiti,  &  publicati  nel  Concifioro  gli  efiamini,  furono  Mfonfo,  & 

Bau- 


LIBRO 

Band  inetto, per  ftntcn%a  data  nel  Conci/toro  publico,  privati  della  dignità  del 
Cardinalato^ egradatiy&  dati  alla  Corte  [ecolare  ,^Al[on[o  la  notte  pyoffima 
fu  occultamente  nella  carcere  flr  angolato.  La  pena  di  Band  ìndio  permutata 
per  gratta  del  Tonte [ice  a  perpetua  carcere;  ìlquale  non  molto  dipoi  non  folo 
liberò  dalla  care  ere -ma  pagati  certi  danari  lo  reflit uì  alla  dignità  del  C  aretina 
lato  ,  benché  con  lui  hauefie  più  giufta  cagione  di  [degno ,  perche  beneficato 
fempy  e  da  lui  >  &  ueduto  molto  benignamente  ;  non  s  era  alienato  per  altro , 
che  per  l'amicitia  grande, che  haueua  col  Cardinal  di  Siena,et per [degno  chel 
Cardinal  de'  Medici  gli  [uj[e  flato  antepoflo  nellapetitione  di  certi  benefit  m 
&  nondimeno  non  mancarono  interpretatori,  forfè  maligni '>  che  giudicarono  , 
che  innanzi  fufife  liberato  dalla  carcere  gli  fufie  flato  dato  per  commejjion 
del  Tontefice  ueleno  di  quella Jpecie,che non  ammainando [ubitamente,con- 
[ima  in  progrefio  di  tempo  la  iuta  di  chi  lo  rìceue.  Col  Cardinale  di  S ,  Gior* 
gio  per  efiere  il  delitto  minore ,  ancor  che  le  leggi  [atte ,  &  interpretate  da 
"'Prìncipi  Ver  jìcurtà  de'  loro  fiati ,  uogliono  che  nel  crimine  della  Maeflà  le- 
[a,[ia  [ottopoflo  all'ultimo  [upplicio,non[olo  chi  machina,ma  chi  sa ,  chi  ac- 
cenna contea  lo  flato;  &  molto  più  quando  [i  tratta  con  tra  la  vita  del  Trin- 
cip  e:  procedette  il  Tontefice  più  man[uetamente,haucndo  rifletto  alla  [uà  e- 
tà,&  autorita>&  allacongmntione  grande ,  che  innanzi  al  Tonte ficato  era 
-lungamente  [lata  tra  loro:  però  [e  bene  [uj[e ,  per  ritenere  l'autorità  della  [e- 
uerità^nella  [enten%a  mede[ima,priuato  del  Cardinalato  fu  quafi  incontinen 
te,ubligando[i  egli  apagare  quantità  grandi ([ima  di  danari, reftituito  per  gra 
ti  a, eccetto  che  alla  uoce  attiua,etpa[fìua,allaquale[u  imi  antipapa  fife  unan 
no, re  integrato;  ad  <Adriano,&  Volterra,non  fu  datomoleflia  alcuna,  eccet- 
to, che  tacitamente  pagarono  certa  quantità  di  danari  :  ma  non  [i  confidando 
.né  l'ime, né  l'altro  di  [lare  in  Roma  [ternamente  ne  con  la  conuenientc  digni- 
tà,Volterra  con  la  licenza  del  Tontefice  [e  n  andò  aV  ondi, doue flotto  l'ombra 
di  Troverò  Colonna  flette  [inaila  morte  del  Tapa;&  ^Adriano  parti  tofi  oc- 
cultamente,quello  che  s'auenifìe  dilui,non  fu  mai  più,  che  fi  [apefle,  né  tro- 
uato,nc  ueduto  in  luogo  alcuno .  Coflrinfe  l'acerbità  di  queflo  ca[o  il  Tontefi- 
ce a  penfiare  alla  cr catione  di  nuoui  Cardinali. cono  fccndo  quafi  tutto  il  Colle- 
gio per  lo  [upplicio  di  duefliy  &  per  altre  cagioni ,  hauere  l'animo  alieni  filmo 
da  lui;allaquale procede  tanto  immedev  at  amento ,  chepronunciò  in  una  mat- 
tina mede/ima  in  Conci floro ,  confentendo  il  Collegio  per  timore,  &  non  per 
volontà, treni  uno  Cardinali^neli  abbondanza  delqual  numero  hebbe  [acuità 
di[odis[are  a  molti  fini,  &  di  eleggere  d'ogni  qualità  d  buomini;  perche  pro- 
tnojfe  due  figliuoli  di  [creile  [uè, &  alcuni  di  quelli,  che  flati  &  nelTonte fi- 
cato, &  prima  a' [eruitij  [noi,  &  grati  al  Cardinale  de'  Medici,&  a  lui  per 
diuerfi  cagioninoti  erano  per  altro  rifletto  capaci  di  tanta  dignità  .[odisjece 
nella  creatione  di  molti  a'  Trincipi  grandi^crcandogli  ad  ìnfian^a  loro,molti 
ne  creò  per  danari,  trouandofì  efaufte,  &  in  grandi fffima  neceffità  ;  [uronuene 
alcuni  chiari  per  opinione  di  dottrina, e  tre  Generali  (è  queflo  tra  loro  il  [upre 

uno  grado) 


T  E  R  Z  O  D  E  C  I  M  O.  $8y 

fnò  grado)  delle  "Religioni  di  Santo  jtgoflino,di  San  Domenico ■>&  di$.  Tran 
cefo:&  queìloyche  fu  rari  (limo,  in  una  medeftma  promotione  due  della  fami 
già  de*  Trinici ,  movendolo  nell'uno  l'efferefuo  Cameriere ,  e^  il  defiderio  di 
fodisfare  a  Gianiacopo;  nell'altro  la  fama  delia  dottrina  aiutata  da  qualche 
fomma  di  danari:  ma  quello,  che  dette  maggiore  ammiratione->fu  la  creatione 
di  Franciotto  Orfino,&  di  Tompeo  Colonna,  &  di  cinque  altri  Romani  delle 
famiglie  principali ,  che  feguitauano  ò  quefla,  ò  quella  fattione  con  configlio 
a  contrario  alle  deliberationi  dell' anteceffore,  ma  riputato  imprudente, &  che  a  p0P"pc,0CÌe 
riufeì  poco  felice  per  i  fuoi  .-perche  effendo  fempre  la  grandetta  de  Baroni  ^nna  aloi- 
di Roma,  deprefflone  ,&  inquietudine  de'  Tontefici  ;  Giulio  effendo  mancati  i  JJÓ  ancn0'^' 
Cardinali  antichi  di  quelle  famigli  e  de  quali  ^Aleffandro  Sefìo  per  fogliarle  de  *«>ppo  par. 
gli  flati  proprij, haueua  acerbamente  perfeguitatcyaon  haueua  mai  uoluto  ri-  perfori l? 
mettere  in  alcuno  di  loro  quella  dignità, Lione  tanto  immodcratamente  fece  il  «g'on  dei 
contrario -non  potendo  pero  dir  fi,  che  fuffe  flato  tirato  da  meriti  delle  perfo-  n,"  &  ic^ 
ne  :  perche  Franciotto  fupromoffo  dalla  profeffione  della  militici  alla  dignità  Pre,a  4ì  ?a- 
del  Cardinalato; &  a  Tompeo  doueua  nuocere  la  memoria, che  con  tutto  fuf-  fé ,  fecondo 
fé  Vefcouo ,  haueua  per  occafione  delia  infermità  di  Tapa  Giulio,  cercato  di  che  s'ha  dai 
£  far  b  tumuli  are  il  popolo  Romano  contra  l'imperio  de7  Sacerdoti,dalquale  era 
flato  per  queflo  prillato  delia  dignità  Eptfcopale.     Ma  in  qucfto  tempo  Tran-  b  Haueua 
cefo  Maria  poi  che  per  la  ritiratagli  più  preflo  fuga  de'  nimici,non  haueua  focile9"* 
hauuto  facultà  di  combat  ter  e  :  haucnclo  l'efferato  molto  potente, per  che  alla  fa  tion«  »*>  Ro 
ma  del  non  hauere  refiflen^a  nella  campagna,  concorrevano  continuamente  coianT  v'0 
nnoui  faldati, tirati  dalia  {peretta  delle  prede;  entrò  nella  Marcatone  Fabria  r5ouo  <toe 
no  &  molte  altre  terre  fi  compofono  con  lui,  ricomperando  con  danari  il  peri  Cò  Antimo 
colo  del  fiacco ,  &  delle  rapine  de'  loro  Coni adi,faccheggionne  alcune  altre, tra  Saueii»  .  e©. 
lequali  le  fi  Città  mentre  irattaua  di  comporfi  :  &  dipoi  accoflatofi  ad  Anco-  JJ5  Ub""* 
na:alla  di  fé  fa  dellaqnal  Città  il  Legato  haueua  mandato  gente;  ut  flette  fer-  di  q^a.  t 
mo  intorno  più  giorni  con  detrimento  grande ,  per  la  perdita  del  tempo,  delle 
cofcfue.non  combattendo ,  ma  trattaio  d'accordar  fi  con  gli  .Anconitani:  i  qua 
li  finalmente  per  non  perdere  le  ricolte  gii  mature;  gli  pagarono  otto  mila  dtt 
cat'u  non  demando  in  altro  dalla  ubidien^a  folita  della  Chìefa.  <Affaltò  dipoi 
la  Città  d'ofimopoco  felicemente  rmeffe  finalmente  il  campo  alla  Terra  di  Co- 
t  inaldo  idotic  erano  dugento  fanti  fiore  fi ieri,  da'  quali-,  &  da  gli  huomini  della 
terra  fu  difefa  sì  francamente, eh  e  fiatoni  intorno  uentidue  giorni,  alla  fine  di- 
fyerato  di  pigliarlo ,  fi  leuò  con  gran  diminutione  del  terrore  di  quelì  cfflerci-> 
to,che  non  haueffe  ejpugnato  terra  alcuna  di  quelle ,  che  haueuano  ricufato  di 
compor fi-Alche  non prócedeua  né  dalla  impernia  de*  Capitani,  ne  dalla  ignavia 
de  foldati;ma  perche  non  haueuano  artiglierie ;  fé  non  piccoliffvma  quantità, 
&  piccoli  pe^h  &  quafi  fen^a  monitwne:  &  nondimeno  era  flato  neceffa- 
rio  alle  terre ,lequali non  haueuano  uoluto  cedergli,  dimoflrareda  fi  fleffela 
fua  ceflan^a ,  elfuo  ualore  :  perche  i  Capitani  dell'efferato  Ecclefiaflico ,  de* 
quali  era  principale  il  Conte  di  Voten^a }  fé  bene  haueffero  mandato  gente  a 

Ccc        predare 


LIBRO 

predare  infino  fu  le  mura  ti*  orbino ,  &  Si  fé  ritornato  da  Città  di  Caflello  in 
Romagna >fuffe  dipoi  entrato  nel  Monte  Feltro.etprefo  per  for%a  Secchiamo 
&  alcune  altre  piccole  Terre; fi  erano  ridotti  ad  alloggiare  cinque  miglia  prej 
fa  a  Tefaroyd e liberati  di  no  [occorrere  luogo  alcuno, né  di  muoucrfife  no  quan 
to  gli  face ffe  muouere  la  necejfità  del  ritirar  fi  .-perche  effendo  quando  erano  ta 
io  fuperiori  di  for%e  Succedute  co  fi  infelicemente  le  cofe,trouandofi  bora  tanto 
meno  potenti  di  fanterie  >non  harebbono  non  che  altro  ardito  difoflenere  la  fa 
ma  dell' approffmar fi  de'  nimicimelìaquale  deliberatone sfatta  fecondo  lamé- 
te  del  Tontefceygli  confermaua  lafferan%a  della  uenuta  di  fei  mila  SuiTge- 
Yhi  quali  il  Vap  a  Seguitando  il  configlio  del  Redi  Francia,baucua  mandato  a 
foldare:  perche  quel  He  dopo  la  confederatone  fatta ,  defideraua  lauittoria 
del  T?onteficey&  nel  tempo  mede  fimo  haueua  di  lui  il  mede  fimo  foretto  >  che 
prima: conferuauanlo  nel  fofpctto  le  relationi  fattegli  da  Galeazzo  Vifconte , 
&  da  Marcantonio  Colònad'uno  de'  quali  reflituito  dall' e  fi  Ho  nella  Tatria; 
d'ffid"  l'iti™  pcr  non  gli  parerebbe  dall'imperatore  fuffero  riconofeiute  l'opere  fine, 
tìa  ne*  petti  condotti  con  honorate  conditioni  a  gli  ftipendij  del  Re>haueuano  riferito  il  Ta 
Mnwforza1  P a  efferfi  m°lt0  affaticato  con  l'imperatore,  &  con  gli  Sinceri  centra  lui:  & 
&  di  tanto  moltopiu  moueua  il  Reche'l  Tontefice  haueua  occultar/;  ente  fatta  mwua  con 
«Infarda6  federatone  con  l'Imperatore.col  Re  di  $pagna3&  col  Re  d'inghilterra.-laqua 
che  mai  r-  le  benché  gli  fu  ffe  flato  lecito  di  far  e, per  che  era  fiata  fatta  fólamente  a  dife- 
fa^fira^r  fa;turhauap  ure  non  poco  l'animo  fuoffaceuagli  defiderarechefi  liberaffe  dal 


pa-ia^ht  quale  erano  fanti  Spagnuolhe  Tedefihi  :  però  olirà  hauere  con  figliato  il  Ton 
Hcua  a' giudi  tefice  di  armar  fi  di  fanti  Sui%^eri ,  gli  haueua  offerto  di  mandare  di  r.uouo 
fé  io  nómi  trecento  lance, fiotto  Tommafo  di  Fois.Monfigmr  a  dio  S 'cucio, fratello  di  Odet 


»on  Vpin-  Haueua  ilTontefice  accettata  quefla  offerta ,  ma  con  l'animo  molto  fojpefe  ; 
«lo,  mi  deflfe  perche  dubitaua  come  prima  della  uclontà  del  Re  5  delinquale  %li  haueua  ac- 


crefeiuto  il  fio ff  etto  la  fuga  de' fanti  Guafiom,  temendo  che  occultamente  non 

'  in  qui  fio 
tno  iti" 


ètào  di  da*  juffe  preceduta  per  opera  di  Lautrech .  Et  certamente  chi  offeruò  in  e 
Sore°E  \  Po  tempo  t  progrefjì  de*  Trincipi ,  potette  apertamente  conofiere  che  ni  io 
polo  Roma  trattenimento  niun  benefìcio,  ninna  congiuritele,  è  baflante  a  rimnouere de 
J!e,che  Vro^  petti  loro  la  a  diffidentia>che  hanno  l'uno  dell'altro:  perche  non  fólamente  era  a 
»e«eua  v-  ^  foretto  reciproco  tra  il  Re  di  Francia  e'I  Vontefice^ma  il  Re  di  Spagna  in- 
ffwngfurn  tendendo  trattarfi  dell'andata  de  gli  Swygen  >  &  di  Tcmmafo  di  Fox  ;  non 
a"  il?c5  "h  era  fen,*& tmore  *  rìtl  Tontefice,  e'I  Re  congiunti  infume  penfiiffero  di  jp*~ 
lon°gii  ci"  gliarlo  del  Regno  di  'Napoli:  lequali  cauje  fi  crede 3che  giouafft  ro  alle  coje  del 
*««*  ■         Tontefice  :  perche  ciaf  amo  di  loro  per  non  gli  dar  caufa  >  ò  giuftfaatwne  di 

utitv 


TERZODECIMO.  $W 

alienar  fi  ia  re,eercaua  di  con fermarlo ,  &  di  afficurarfene  co  benefìcij,  &  con  *.  ^JJ* 

gli  aiutUma  Francefco  Maria  partito  da  Corinaldo  ritornò  mito  flato  dVrbi-  ^lìo% 

no  per  fare  (palle  a%  popoli  fuolche  faceffero  le  ricolte:  donde  deaerando  afi  J^J^J 

fai, come  fé  mpr  e  haueua  desiderato,  l 'acqui fio  di  Tefaro.nellaqwl  Città  era  il  fattc  ia  ai- 

Conte  di  Toten\a  con  le  fue  genti  ;s'accoftò  con  l'efferato  :  &  per  impedirgli  ^"^gj 

le  uettouaglte  mefte  in  mare  alcuni  nauilij  :  ma  alToppofito  fi  prepararono  a  mancando 

Filmini  feJci  legni,  tra  barche,  brigantini,&  filmaci  quali  come  furono  £!e  ™j£  j* 

armati  andan  io  a  Ve  fero  per  ficurtà  di  certe  barche,  che  ui  conduceuano  uet  foiiecuiio- 

toltaglieli  rifeontrarono  con  quei  di  Francefco  Mariano*  quali  uenuti  alterna  ^'ia°<H- 

ni  mejfo  in  fondo  il  nimbo  principale;  prejero  tutti  gli  altri  :  ilpert  he  egli  di  pa  ;  io  notai 

fremo  di  pigliar  Ve  faro  fi  partì .  Faceuafi  in  quello  me^e  lo  Scudo  innanzi  *  fo*ftr*  £» 

con  le  trecento  lance,ma  tariauanogli  imperi,  perche  i  Cantoni  ricufauano  prete  dei  d« 

di  concedergli,  fé  prima  non  erano  pagati  da  lui  delle  penfioniuecchie  :  dalla-  JJ,'""* » 

qual  dijpofittone  non  fi  potendo  rtmuouergli ,  e  iTontefice  impotente  per  le  era  da  q*e- 

grauijfimejpefe  a  fio  disfargli^  miniftri  fuoi  dopo  hauer  confummato  in  quefla  coà\o°mi 

mfian^a  molti  giorniyfoldarono  fen^  decreto  publico  due  mila  fanti  panico-  tion  drffi  m 

lari  di  quella  natione,  &  quattro  mila  altri  tra  Tedefchh  &  Grigiom:  i  quali  ^fno .  deJ£ 

*  ejfendo  finalmente  ucnuti ,  &  alloggiati  a  *  Rimini  ne  Borghi ,  i  quali  diuift  q^i  t««a. 

dal  fiume  del  reflo  della  Città,fono  «  inondati  di  mura, Francefilo  Maria  entra  g}*  Superò 

to  di  notte  Cotto  le  pile  del  Tonte  evrevio di  marmo,  che  umfee  i  Borghi  con  la  chi  è  punto 

J                r/r           »   /»  •  ■?**      -      a*                1       •        r                  j»  compaflìo- 

Citta.non  potette  pafiareil  fiume  ingroflato  per  lo  nere  lamento  del  mare,  neuoica  co 

Fu  la  battaglia  grande  tra  le  fue  gentue  1  fanti  alloggiati  ne*  borghi;  nella-  J?^0^8^ 

quale  fu  am>na%£ato  Guarani  Capitano  delia  guardia  del  Tonte fice  che  gli  (aj  piu  toft<j 

haueua  condotti:  ma  fu  maggiore  il  danno  de  nimvi,  ammazzati  Balafiìchi  ^rmf  qlaf- 

no,&  Vinca  Capitani  Spagnuoli,  ferito  Federigo  da  Botole,  &  b  Francefco  ch  !o  i<  dei 

Maria  d'uno  feopietto  nella  corata    Folto  iipd  l'efiercito  uerfo  Tofana ,  |fc™' ",£ 

menato  più  dalla  necelfità,che  dalla  jp  cranio.  :  p:rche  nello  fiato  tanto  confu  bja  fi  m'armi 

mato  non  fi  poteua  sì  grand' efferato  foftentare.  In  Tofana  dimorato  qual  *  C11^,',J^ 

che  giorno  tra  la  Tieue  di  Santo  Stefano  il  Borgo  a  San  Sepol.ro,  &  cinghia  rorcjgiaciie 

thTerre  de'  Fiorentini,  &  occupato  Montcdoglio,  luogo  debole .  &  poco  im-  £0:^d^ 

portante;  dette  una  lunghiffima  battaglia  ad  *Angbiari,  Terra  forte  più  per  luga  più  .m 

la  fede,  &  uirtu  degli  huomini ,  che^per  la  forte^a  della  muraglia  ,  ò  per  £f£"£é  e 

altra  monttione:  laqualc  non  battendo  ottenuta ,  fi  ridujfe  fiotto  l  spennino ,  b    Dicc  it 

trai  Bor?o . &  Città  di C alleilo: doue  fatti uenire quattro  pe^ d'artiglieria  gìou.o, che 

•               d     .1         .i          x      ■         ,»                        'i-iriUlriflJ  li  Duca   Fri 

da  Mercatello;  alloggio  meno  d  un  me%o  miglio  prefio  al  Borgo  Ju  la  Jtrada>  ^  co  Maria 

per  laqualc  fi  uà  ad  orbino  incerto  di  quello.che  hauefie  a  fare:penhe  effen  £^^° 

do  immici  pafiati  dietro  a  lui  in  Tofana,  entrati  nel  Borgo  molti  de  foldati  "/£  u/ò,a» 

Italiani  m  Città  di  Caftello  fi  era  fermato  Vitello  con  l'altra  parte  ;  in  Un  ^^ 

gbian  t  nella  Tieue  a  Santo  Stefano ,  &  neh •  altre  Terre  conuicine  erano  en-  uita.  Ma  dci 

tratti  fanti  Tedefchi,tCorfiiGrigionh&gliSuÌ7ijeri.  Venne  fimilmen  }•  ta*JlaAd£ 
te  benché  più  tardi  Lorenzo  de  Medici  da  Firen%e,al  Borgo,  oue  flette  intor  ghiari  egli 
no  Francesco  Maria  otiofamente  molti  giorni  :  ne  quali  luoghi  cominciando  ™U?l]* 

ice     z         ad 


b 


. 


L    i     B    11    © 


à  Mctrcil 
Cìiouio,  che 
il  Duca  Fra- 
cefco  Maria 
fuctrilè  moi 
ti  urtici  con 
gli  Spagnuo 
li  con  racco 


àdbauere  incommodità  grande  diuettotiaglJ€,rièfiucdendoprefentejperan-. 
S$É  <#£«#£  di  poter  fare  buon  e  fletto, an^i  diuentato  l } efferato  fuo,ilqualera 
neccffariofifofientaffediprede,&dirapine,nonmeno  formidabile  a  gli  ami 
ci,che  a  n  imi  ci,  cornine  iaua  egli  mede  fimo  a  non  cono f cere  fine  lieto  alle  co  fé 
fue;ei  fanti  che  l'baueuano  feguìtato  non  battendo  pagamento  -,  non  Jperan^a 
di  potere  più  molto  predare  per  non  hauere  artiglierie,  &  monhioni  di  quali- 
tà da  sformare  le  Terre,  fopportando  careflia  di  uettouaglw,  uedendo  i  mmici 
Sanfedefiio-  acc/efciutt  difor?g,&  di  nputationeypoi  che  s'era  [coperto  loro  tanto  [onore 
ro:  &  che  ef  de  Princìpi  ;  comincìauono  ad  infaflidirfi  della  lunghezza  della  guerra,  non 
confonaro-  IPeran^°  Vm  poterne  hauere^nè  col  combattere prefto,nè  con  la  lunghezza  del 
no,  che  ftcf  tempo, felice  fucceffo:& al  Pontefice  dall 'altra  parte  accadeua  ilmedefimoy 
•nìmo:Upe£  efaufl°  di  danari  poco  potente  perfefleffo  a  fare  le  prouifwni  necejfarie  nel  co 
«he  foiieci-  pofuo:  &  dubbio  comemai  della  [ede  de'  Re,& {penalmente  del  Redi  Fran- 
nordioroh(&  c^a> fyuale  tardamente prouedeua  alfuffidio  de  danari  douutigli  per  la  capi* 
delia  fallite  tolatione:&  perche  lo  Scudo  fermato  fi,  fecodo  la  uolontà  del  Papa,in  Roma- 
rhaurebba»11  $m^aueua  ricu[ato  di  mandar  parte  delle  [ne  genti  inTo[cana,alleganao  no 

no  mai  fa- 
lciato inga- 
«are.o  tradì 
*e  da  alcu- 
no. 


leuoler  diuidere  ;p  ero  <&  primo  che  gli  efferati paffaffero  t 'spennino, et  moi 
to  più,  ridotte  le  co  fé  in  queflo  flato,  erano  flati  uarij  ragionamenti  d'accordo 
trai  Legato,  &  Francefco  Maria  infiemé  co  [noi  Capitani,  interponendofene 
lo  Scndo,&  Don  Vgo  di  Moncado,Vicere  di  Sitili a,mandato  dal  Re  Catolico 
per  queflo  effètto:  ma  niente  era  [acceduto  infina  quel  giorno  per  la  durezza 
delle  conditioru  propofle  da  Francefto  Maria.  Finalmente  i  [ariti  Spagnuo  Ih 
indotti  dalle  difficultà,cbe  fi  dimoflrauano,&  dalla  infiamma  di  DonVgo,il- 
quale  trasferito  fi  a  loro,  &  aggiugnendo  le  minacele  ali  autorità,  haucua  di- 
moflrato  quefla  efler  e  preci  fornente  la  uolontà  del  Re  di  Spagna;*  inclinarono  a 
alla  concordiadaquale  preflando  il  confentimcnto.ben  che  mal  uolentieri  Fra 
cefeo  Maria,  &  interuenendouiper  lo  Pontefice  il  Vefcouo  d! duellino  mon- 
dato dal  Legato, fi  conueniua  in  queflo  m o do :,conf emendo  ancora  i  fanti  Gua- 
feoni  per  la  interpofìtione  dello  Scudo .  Che'l  Pontefice  pagaffe  a  fanti  Spo- 
gnuoli  quarantacinque  mila  ducati  douuti,  fecondo  diceuano,per  lo  flipendio 
di  quattro  mefi-,0  Guajconi,  &  a  Tedefchi  uniti  con  loro,ducati  fé  frantami- 
laipartiffero  tutti  fra  otto  giorni  dello  flato  della  Chiefa-,  de'  Fiorentini,  & 
d'orbino  :  che  Francefco  Maria ,  abbandonalo  nel  termino  mede  fimo  tutto 
quello  poffedeua;  fuffe  lafcìato  pafiare  ficur amente  a  Mantouaipotcffe  con- 
durre l'artiglierie ,  tutte  le  robbe  fue ,  &  nominatamente  quella  famófa  Li- 
breria, che  con  tanta  ffefa ,  &  diligentia  era  flato  [atta  da  b  Federigo  fuo  b 
tAuolo  materno ,  Capitano  di  efferati  chiari frimo  di  tutti  ne' tempi  [noi  ;  ma 
chiaro  ancora  tramolte  altre  egregie  uirtù,pcr  lo  patrocinio  delle  lettere.  Jif 
Joluefrilo  il  Pontefice  dalle  ci  nfitre,  &  perdonaffe  a  tutti  i  fudditi  dello  State 

d'FrbiriQy 


T  E  R  T  O  D  E  C  t  M  O.  487 

fPrhtnò,&  a  qualunque  gli  fuffe  flato  contrario  in  quefla  guerra,  tdfoflan- 
%a  dellequali  cofe,mentre  che  piuproliff amente  fi  riduce  nella  fcrittura;uole-  a  11  Giovi* 
uà  Francefco  Maria  ui  sinferiffero  certe  parole,  per  lequali  s*  inferma  gli  Spa  " °£*  ™n£9 
gnuoli  effere  quclli,che  prometteuano  làfciare  al  Tontefice  lo  flato  d'orbino:  nonio  di  io 
iaqual  cofa  effi  ricufando  come  contraria  alt honore loro  , uennero infieme a  chefur.ód? 
contentione  :  onde  Francefco  Maria  infojpettito  che  non  lo  uendeffero  al  Tori-  ottima  fc- 
tefice  ;  fé  n'andò  altimprouifo  nel  Tiuieri  di  Seflina  con  parte  de  caualli  leg-  nUelKfp  at 
gier'hcó  fanti ItalianhGuafconi,e  Tedefchi, &  con  quattro  pC2^i d'artiglio- 
ria.gli  Spagnuoli  data  perfezione  alla  concordia,et  riceuuti  tutti  i  danari  prò  £  ^nc*J.  *V 
meffi:  andarono  nel  Regno  di  l<(apoli,e(fendo  quando  partirono  poco  più ò  me  fto  anno» 
no  difeicento  caualli,&  quattro  milafantufecero  il  mede  fimo  gli  altri  fanti*  "^7!  a™pa* 
riceuuto  il  premio  della  loro  perfìdia:  a  gl'italiani  foli  non  fune  datarne  prò-  uwo  a  v«- 
meffa  cofa  alcunaipercio  &  Francefco  Mariaydellafalute  delqualeparue  che  Bc^amafc» 
lo  Scudo  teneffe  cura  particolare, poi  che  fi  uidde  abbandonato  da  tutti-,  adhe-  prodigi  di 
rendo  alla  concordia  trattata  prima;  fé  nando  per  la  Romagna,  &  per  lo  Bo-  j  *  aud^he 
lognefe  a  Mantoua,  accompagnato  da  Federigo  da  Botole,  &  cento  caualli,  *«*«»*« 
tyfeiccnto  fanti.  In  quefta  maniera  fi  terminò  la  guerra  dello  flato  d'orbino  n°&  c?afcg 
continuata  otto  mefi  congrauiffima  fbefa ,  &  ignominia  de'  uinciton  :  perche  g'omo  «<*« 
dallapartc  del  Tontefice  furono  fpefi  ottocento  mila  ducati ,  la  maggior  parte  qu"°ro*uoi 
dc?  quali  per  la  poten%a,che  haueua  in  quella  Citta  ;  furono  pagati  dalla  Repu  "  «  «»  ot 
blica  Fiorentinaie  ì  Capitani,  appreffo  a  quali  era  la  fomma  delie  co  fé,  furo-  taglioni  u-* 
no  da  tutti  imputati  di  grandifjima  uiltà,di gouemo  molto  difordinato,  &  da  ^r.f"°croa  f 

4  alcuni  di  *  maligna  intentioneperche  nel  principio  della  guerra,  effendo  mol-  dafeun  d«' 
to  potenti  le  forze  di  Lorenzo,  &  deboli  quelle  de'  nimici,  non  feppono  mai  ^alc'^h'ucrt 
ne  con  aperto  ualorc ,  ne  con  induflria ,  0  proni  den^a  tifare  occafionc  alcuna  :  poteuano  ef 
d  quali  prinapu  fi  creduta  per  la  perduta  loro  riputatione ,  la  confufume ,  p^^kJJ 
&  la  difiòidicn^a  delt 'efferato;  fi  agginnfe  nel  prógreffo  della  guerra  lì  man  ti,con  mille 
camento  in  campo  di  molte  prouifiom  :  &  in  ultimo  battendo  la  fortuna  uo-  Jr"°"' JJ  £ 
luto  pigliavo: a,  ere  de'  loro  errori;  moltiplicarono  per  opera  di  quella  tanti  di  no,  &  ami 
fordini.che  fi  conduffe  la  guerra  in  luogo ,  che  il  Tontefice  feoper  te  fogli  infidie  ^nouumt 
alla  uita ,  trauagliato  nel  dominio  della  Chiefa ,  temendo  qualche  uolta,  &  io  di  caualli 
non  poco  dello  Stato  di  Fircnv^necefftato  a  ricercare  con  pneghi,&  con  nuo  ftfgg"  hu?. 
ne  ubligationi  gli  aiuti  di  ciafumo;non  potette  anco  liberar  fi  da  tanti  affanni,  min  d'armo 
fé  non  pagando  col  fuo  proprio  quelle  genti  delt  efferato  nimico ,  0  ch'erano  So 'Janì 
fiate  origine  della  guerra ,  ò  che  condotte  à  foldi  fuoi  dopo  hauergli  fatto  gf«*'?  grok 
molte eflorfiom. s'erano  bruttamente riuoltate  contra  lui,   Inquefloannome  i,nC5tro  fi 

b  de  fimo,  &  o  quafi  alla  fine,  il  Re  di  Spagna  andò  con  felice  nauigatwne  api-  uedeua  un': 

gliare  t'o'Vdopo 

molti  abboccaméti  di  Capitani,efIendoui  ancho  molti  Re  con  le  Corone  in  teft;>,&  uno  a  cui  tutti  porta- 
uano  grandifTìmariuerencia,fénza  poterli  comprender  chi  folle,  ilqual  s'abbocco  con  un  Re,&  poi  cablatori 
il  guantojlo  gettò  in  aiiajfucon  molti  iìionie  itrepiti  commetto  un  fatto  d'arme  atroci  (Ti  mo:&  quiui  furor» 
sedute  altre  maraviglie,  fecondo  che  s'hi  da  una  lettera  del  Conte  Bartolomeo  Martinengo  Conte  di  Villa 
chiara  feruta  a  M.lionofrio  Bon  nuntio  Veronele  in  Vincth,  &  dsta  nel  Calte!  à\  ViUachiaraa  23.  di  De- 
•#mbre  \$  17-doueeflò  Conte  afferma  elìere  ffato  in  per'.ona,  &  hauer  uedutoco*  propii  occhi. 

Ccc     3 


• 


LIBRO 

bi  quc  fta  glìare  la  pofìcffionc  de  Regni  fuoi,  bauendo  ottenuto  dal  Re  dì  Francia ,  tri 
^«"dYtionc    l'mo>  &  l'altro  de  quali,  palliando  la  dijpo fittone  intrinfeca,  erano  dimoflra- 
dciia  diri-  funi  molto  amicheuoli,  che  gli  prorogale  per  fei  mefi  il  pagamento  de*  primi 
waT-rurchi,  cento  mila  ducathctìera  tenuto  a  dargli  per  l'ultimo  accordo  fatto  tra  loro:  e  i 
toc  ci  il  mo  j/ miti  ani  riconfermarono  per  due  anni  la  Lega  difenfuta ,  che  haueuano  col 
deihvitàdi  Re  di  Francia;  colquale  jlando  congiunti  (fimi  ,  teneuano  poco  conto  del- 
Xeon  x.  il  £  amicizia  di  tutti  gli  altri ,  e  tanto  che  ancora  non  haueuano  mandato  a  dare 
qu  O'o10f."  pia  fubidien%a  al  Vonteficerdquale  fu  molto  imputato  che  hauefie  mandato  Le- 
da ic;  i  ile  a  qat0  a  yi-iietia.Mtohello  Fefcouo  diVola,  come  co  fa  indegna  della  fu  a  Mae 
M.D.Kvttt  fta»     Seguita  fjLnno  Mille  cinquecento  diciotto  >  nelquale  Italia  (cofa  non 
«he  è  a  ..r  accaduta  già  molti  anni)non  [enti  mouimento  alcuno  Joench  e  minimo  fai  guer 
Priai-11»!  ^*>  ^K/  appariua  la  medefima  dijpofìtwne  in  tutti  i  Vrincipi  Chriftiani ;  tra ì 
fa  fatino  u-   nìilX\i  ejfendone  autore  il  "Pontefice  fi  trattaua,mapiuprefio  con  ragionamene 
beìi'no'n  co  ti  apparenti,  che  con  configli  foftantiali  la  a  effteditione  uniuerfale  di  tutta  la  a 
fi  teììcemé-  chriftianità  contra  Selim  Trincipe  de'  Turchi  ;  ilquale  haueua  fanno  prece- 
tLie  Ar-1    dente  ampliata  tanto  la  fuagrande%%a,che  confideraxdo  lafnapotentia ,  & 
meno,  &  fu  non  meno  [a  cupidità  del  dominare  Xa  uirtù,  &  la  ferocia,  fi  potcua  merita- 
jplp"  Gieaw  mente  dubitare, che  non  preuenendo  i  Chrifiiani  aaffaltarlo,  baueffe  innanzi 
te  v.  intor-  paffaffe  molto  tempo, a  uolìar  farmi  tintorio  fé  contra  loro  :  perche  Selim  ha- 
fimo  ™iget  uendo  innari^  compre f>  che  b  Baifet  fuo  padre  già  molto  uecchio.penfaua  di  b 
tt>  :ikhe  è  flfyflfce  [a  fuccefjionedeU 'Imperio  in  Jicomaffuo  primogenito ,  ribellato  fi 
tforia  delie  da  lm;lo  cofirinfe  con  faì7nh&  con  V  battere  corrotto  i  foldati  "Pretoriani a  ri 
cole  de'  Tar  nMncjarwi  [a  Signoria:  &  fi  credette  anco  uniuerfalmente,che  per  afficurarfi 

tari  ac.49,  à>  P.   .      r       J  .        r    ,  j-       i  .      ■  ».      . 

totalmente  di  lindo  facejje  morire  joe  gratamente  ai  veleno  :  umatore  dipoi 
h  chi  uot  ài  in  un  fatto  d'arme  contra  ilfrdteUo;loprÌHÒ  apèrtamente  delia  Mita:  il  me  de  fi* 
Imore^Tdf  mo  fece  a  Corca  fratello  minore  di  tutti:  riè  conte:  .  mere  fatto  avama%? 
seiim  pria  -^are,  fecondo  il  Coflume  de  gli  Ottomani^  •ii:pQti,&  qualunque  uiuea  di  quel 
chT  hUcr'  lafiirpe-fi  crede(tantofu  a  'ingegno acerbo ,&  implacabile)  che quaUhe mi- 
f  articolar     ta  penfaffe  di  priuare  della  ulta  Solimano  fco  unico  figliuolo.    Da  ouefli pritt 

«otitiajeg-       .  *.    J   r         r   ,      j  .  •    *•     ;■     Jj   t^-  ,  r  •  ^éé 

g3  il  gìouìo  cip ij  continuando  di  guerra  m  guerra ,  unni  gii  aduliti  popoli  rnontani,zT 
nei  lì.  15.  &  feroci  trapaffato  in  Verfia  centra  il  Soft,  &  uenuto  con  lui  a  vicinata  lo  rup~ 

j>e  eli  altri   J  *£   -'■'  .      *    1.^J     .      .  ,.         ■»,  •"         Ò.  .  f- 

leguenùdei  pe;occupo  la  Citta  di  TaunSijeéia  di  queil  imperio, con  la  -maggiore  parte  del 
le  lue  hifto-  ia  <perfìa  ;  laquale  fu  coflretto  ad  abbandonare  non  per  uirtu  de  nimici ,  che 
càbini,  Fio  diffidando  fi  di  poter  foftencre  f  efferato  fuo  fi  erano  ritirati  a  luoghi  montuo 
fé  HTe  dell'-  f1,  &falmtich<>^apercke  effendo fiato  quelfanno  fteriliJJmo,gli  mancaua- 
otìgine  de*  no  le  ucttouaglie .  Da  quefia  ejpsditione  poi  che  ritornato  in  Ccftantinopo- 
TheodVro  ^ 3  &  ¥mitl  ^°l*l  p Idati  autori  di  fediticne ,  hebhe  reflaurato per  qualche 
spaiugino ,  me  fé  ftffercito  ,fimulando  di  uolcr  ritornare  a  debellare  la  Terfia;uollò  Var~ 
t£Cma  nei  w/  contra  il  Soldono  Re  della  Seria .  &  dell'Egitto  :  Trincipe  non  folo  tfan* 
l'imprefe  di  ticbijjìma  riucrenTg,  &  dignità  appreffo  a  quella  religione  :  ma  potentiffuno 

Se'immli 

«ecfu  da  quf-lches'ha  da'  Giouio,  U  neferiffe  molto  poco  per  quel  che  noi  n'habbìamo.douepiudifFufà- 
«nente  fé  n'ha  in  un'alno  iibto,  che  tratta  de'  Fatti  iiluftxi  di  SelUn  8 dclcju^le  B.gja  mi  1ÌCO14ÌO  perjiOUfrk» 
ivife  l'aiii. loie; &  a  lui  il  Giouio  è  £m  conforma 


TER20DBCIMO?        ^      '$** 

p?r  V  amplitudine  del  Dominio, per  l'entrate grandi,&per  Id  mìlìtìa de  Ma* 
malucchi, dalle  armi  de  quali  era  flato  pofieduto  quell'imperio  con  grandi [ffì~ 
ma  riputatione  trecento  anni;  perche  e  (fendo  retto  da  Soldatini  quali  non  per 
fucce[Jìone3ma  per  eie tt ione  afecndeuano  al  fupremo  grado,  &  dotte  non  era- 
no  esaltati  fé  non  huomini  di  manifefla  uirtù  ,  &  prouettiper  tutti  i  gradi 
militari  al  gouerno  delle  Trouincie,&  degli  ejferciti;&  effondo  il  neruo  del- 
l'armi loro  non  di  foldati  mercennarij  ,  &  foreflieri ,  ma  d'huomini  eletti  ,i 
quali  rapiti  da  fanciulli  delle  Trouincie  ideine ,  &  nutriti  per  molti  anni  con 
par  cita  di  uittoytolleranxa  delle  fatiche, &  con  efferciiarfi  continuamente  nel 
l'armi,  nel  caualcare,  &  in  tutte  l'effercitationi  appartenenti  alla  disciplina 
4  militare,  erano  aferittia  'nell'ordine  de'  Mamalnc  chi  ifuc  cedendo  di  mano  in  a  gìoi»»*! 
mano  in  quell'ordine  non  i  figliuoli  de*  Mammalucchi  morti 'mia  altri  chepre  ■  Uc^  a  f*ì. 
fi  da  fanciulli  per  ifchiaui  uiperueniuano  con  la  mede  fina  difciplina  ;  &  con  v^iIqk 
le  medefime  art'uch' erano  di  mano  in  mano  peruenuti  gli  antecefforì;  quefli  in  *•  &  *«» 
numero  non  più  di  fcdici,ò  diciotto  mllajeneuano  foggiugati  con  acerbi  (fimo  dandogli"' 
Imperio  tutti  i  popoli  dell'Egitto,  &  della  Soria  ;  fogliati  di  tutte  l'armi ,  &  J°mc  ìuo 
probibiti  di  non  caualcare  caualli ,  &  e  fendo  huomini  di  tanta  uirtù,  &fe-  mo ,  &  Pet 
roda ,  &  che  faceuano  la  guerra  per  fé  proprij , perche  del  mmiero  loro ,  cojn<?i»eii 
trda  loro  fi  eleggeuano  i  Soldani,loro  gli  honori,  le  utilità >  &  Vammi-  ueua  cflen- 
niflratione  di  tutto  quell'opulenti 'ffimo>&  ricebi flimo  Imperio,  non  folo  batte  ?°  Pontefi; 

J       ,  ,     '       •    r.     .   .       i  •    ;  •     ;     ?  •         r  r  i  ce,tratta  nel 

vano  domate  molte  natiom  mane, battuti  gli  *Aram ,  ma  jatte  molte  guerre  l'ottaua  pac 
co  Turchi,erano  rimafi  molte  uolte  uittoricfi:  ma  rare  uoltcò  non  mai  uinti  [eA  daTuf  d* 
da  loro,  Contra  quefli  adunque  moffofi  con  l'efiercito  fuo  Selim ,  &  rottigli  in  fcmta  come 
più  battaglie  in  campagna  nelleqnali  fu  ammazgato.il  Scldano;&  dipoipre-  soidTnoV- 
fo  ih  una  battaglia  l'altro  Soldano  fuo  fuccejfore,  ilqual  fece  morire  pub  lica-  Eguto,&  d* 
mente  con  ignominiofo  fupplicio;  &  fatta  uccifione  grandiljìma ,  an%i  quafi  ^"l'oJSnf 
Jpento  il  nome  de'  Mammalucchi, debellato  il  Cairo,  Città  pcpolofiffimu ,  nel    eMprincipió 
laquale  rifedeuano  i  Soldani;  occupò  in  breuiffimo  tèpo  tutta  la  Soria,  e  tutto  ìuc/hfT^I 
l'Egitto:  in  modo  che  battendo  cofipreflo  accrefeiuto  tanto  l'Imperio,  duplica-  che  fi]  legge 
te  quafi  l'entrate,  Iettato  fi  l'oflacolo  di  emuli  tanto  potenti,  &  di  tanta  ripu-  Jm«ai!o  dì 
tatione;era  non  fen%a  cagione  formidabile  a'  Chnfliani,  Et  accrefceua  meri-  Lodcmico 
tamente  il  timore  l'effer  congiunta  a  tanta  potenza,  &  ualore  un'ardente  cu-  BoicSnefe 
pidità  di  dominare ,  &  di  far  glorio fiffimo  a  pojieri  con  leuittorie  il  fuo  no-  °  (come  ai- 
me;  per  laquale  leggendo  fyeffo  (come  era  la  fama)  le  co  fé  fatte  da  <Aleffan- 
w  dro  Magno ,  &  da  Giulio  Ce  fare  ;fi  cruciaua  nell'animo  mirabilmente  che  le 
cofe  fatte  dafe,nonfnffero  inparte  alcuna  comparabili  a  tante  uittorie,  e  trion- 
fi loro:&  riordinando  continuamente  i  fuoi  efferciti,&  lafuamilitia,  fati- 
cando di  nuouo  numero  grandi/fimo  di  legni,  &  facendo  nuoueprouifionine- 
ceffarie  alla  guerra; fi  temeuapenfaffe  d 'affaltare*  quando  fuffe  preparato,  chi 
diceua  Rodi,  propugnacolo  de'  Chnfliani  nelle  parti  deponente,  chi  diceua  il 
Regno  d' angheria,  già  per  la  ferocia  degli  habitaoori  temuto  da'  Turchi;ma 
inqueflo  tempo  indebolito  per  effere  in  mano  d'un  Re  pupillo  governato  da* 

Ccq    4        Tr  elati  t 


mano. 


t    I    B    R    o 

Trelati ,  &  da  Baroni  del  Regno  difcor  danti  tra  loro  mede  fimi .  jlltrì  af- 
a  La  città  fermauano  ejfere  ifuoi  penfien  uolti  tutti  ad  Italia,  come  fé  ad  affamarla  gli 
fu  efp" £5  deffe  audacia  la  discordia  de'  Trincipi,e*lfapere  quanto  fuffe  lacerata  da  lun- 
ta  daMaco  gbe guerre ;&  lo  incitale  la  memoria  di  Maumet  fuo  .Auolo,  che  con  potcn- 
me"o°dìP  a-  %*  m°lt0  minore, &  con  piccola  armata  mandata  nel  Regno  di  "Napoli,  bau* 
nra&Br  m  Cm  att^t0  wiprouìjò  ejpugnata  la a  Città  d'Otranto^  apertafhfe  non  gli  a 
morte  di  lui  fuffe  fapraucnuta  la  mone3una  porta ,  &  flabilito  una  fedia  dx  uejfare  con- 
d"C  mT*  3i 3  "  tmmmente gli  Italiani.  Vero  il  Tonte fìce  infieme  co  tutta  la  Corte  Romana 
14-81.  dòpo  fyauetato  da  tanto  fucceflhJ&  dimoflrado  perprouederc  a  sì  graue pericolo , 
t  quav  &  voler  prima  ricorrere  a  gli  aiuti  Diurni  ;  fece  celebrare  per  Roma  dinoti jfime 
ftéRero  i'af  fupplicationi;  adequali  andò  egli  co'  piedi  nudib:  &  dipoi  uoltatofi  apenfa-  b 
fèdio  dì  qua  YCy  &  a  trattare  de  gli  aiuti  Immani  fcriffe  brieui  a  tutti  i  Trincipi  Chrifiia- 
cipi  chri-  ni  ammonendogli  di  tanto  pericolo ,  &  confortandogli,  che  depofle  li  difcor- 
nòan  &n  lu  die>&  contentioniuoleffero  prontamente  attendere  alla  di  fé  fa  della  r  eligio - 
roeiì.  gìo-  ne,  &  della  falute  commune ',  laquale  flaua  continuamente  fottopofla  a  gra- 
C5bini°sp5.  u^IPm^Per^C0^>  fa  c°n  gli  animi,  &  con  le  for%e  unite  di  tutti  non  fi  trasfar 
dugino ,  &  riffe  la  guerra  nell'Imperio  del  Turco,  &  affaltaffifi  il  nimico  nella  cafa  pro^ 
*ltrl  •  pria:  fopra  laqual  co  fa  ejfendo  flati  effamìnati  molti  pareri  d'huomini  milita* 

b  Fino  alla  ri,&  di  perfine  perite  de'  pae fi, della  difyofitione  delle  prouincic,  &  delle  far- 
£hM?neruà  ^' ^  armi  ^  (lue^°  lmperio;rifolueua  ejfere  neceffario, che  fatta  grofliffima 
per  raccom  prouifione  di  danari  con  la  coniributione  uolontaria  de*  Trincipi,&  con  impo 
Sa^veVAne  fi^one  uniuerfale  a  tutti  i  Topoli  Chrifliani ,  e  Cefare  accompagnato  dalla  ca- 
Maria  la  fa  ualleria  de  gli  Vngheri,&  dei  Tollonij  cationi  bellico  fé,  &  e ffer  citate  in  co- 
Republica3  **nue  £uene  lontra  i  Turchi ,  &  con  uno  e  fi  er  cito  quale  fi  conueniffe  a  tanta 
ciuiftiana .  imprefa  di  caualli,  &  di  fanti  T  ed  efebi  ^nauigaffe  per  lo  Danubio  nella  Boffina 

(diceuafi  anticamente  Mifia)  per  andare  di  quiui  in  Tracia ,  &  accoflarfi  a 
e  Leggi  più  Coflantinopoli  fadia  dell'imperio  degli  Ottomanni:  che  il  Re  di  Francia  co  tut 
quefte  deli  te  lefor"Z?  del  Regno  fuo,  de  Vinitiani,  &  de  gli  altri  di  Italia,  accompagna- 
berationi  to  dalla  fanteria  de  gli  Sui"2geri  paffaffè  dal  Torto  di  Erindìfi  in  ^Albanìa,paf 
elio  de?  gIo  faggio  facile y&  breui (fimo, per  afi  altare  la  Grecia  piena  dCh abitatori  Chriftia 
ujo  :  iiquaie  ni,  &  per  queflo ,  &  per  l'acerbità  dello  Imperio  de'  Turchi  dijfofliffima  a  ri  * 
il  kI  dT5Da  Sellar  fiche  i  Re  di  Spagna,di  Tortogallo>  &  d'Inghilterra  congiunte  lamia  • 
lùmarca ,  i  te  loro  a  Cartagenia,  &  ne' porti  fucini  fi  dirizgafiero  con  dugento  na  ai  piene 
deÌRe^Vn  di  fanti  Spagnuoli,  &  d'altri  faldati  allo  flr etto  di  Galipoli  per  afialtare,  e- 
ghena ,:  e  il  pugnati  che  fufìero  i  Dardanuli,  altrimenti  le  Caftella,  pofle  fu  la  bocca  del- 
agenti  che  lo  fretto  di  Coflantinopoliialquale  camino  nauigafìe  medefimamente  il  Ton  j  " 
fé  ne  douef  tefice,mouendofi  da  Ancona  con  cento  naui  roflrate  :  co'  quali  apparati  epen- 
tuue^eVro  do  coperto  la  terra,  &  il  mare,&  afi  aitato  da  tante  parti  lo  flato  de'  Turchi» 
uifioniaciò  i  quali  fanno  principalmente  il  fondamento  di  difender  fi  alla  campanai 

Altrimenti .        ■  •  zy»  i>    •  •  r    n  •  • 

Ma  quefte  fareua ,  aggiunto  maflimamente  l  aiutorio  Diurno ,  poter fl  {per  are  di  guerra 
*** C*£1dSa  tant0  pietofa  feUùffimo  fine .  Quefte  cofe  per  trattare,  ò  almeno  per  non 
fu  :<*AUmo  qui  £o&0jf«a  imiti  t  quelle,  cJk  da  tifo  Gioirò  foao  relitte  ae\  ljl>.+.4ella  fisi  di  Leon  x.  i 

f'otir 


TERZODEC  I  M  O.  389 

tòtcr  effere  imputato  di  mancare  all'ufficio  Tonteficale ,  Lione  tentati  prima  _  .... 

*f       •     •  j  *Jt  :   Jvl-        ;i     \  •    ^         /3            •                       r  /•                  r          •  *   Nelli»* 

g/j  tf»/WM  ae  Tnncipi;publico  in  Conciftoro  tnegueuniuer fall  per  cinque  anni  formatio»». 

tra  tutti  i  Potentati  Chrifliani  fiotto  pena  digrauiffime  cenfure  a  chi  contratte-  **5ta .  dal 

nijfe:  &  perche  fusero  accettate t,  &  trattate  le  co  fé  appartenenti  a  tanta  im  cario  v.im 

prefadequalianco  confìdtaua  continuamente  con  gli  Oratori  de  Vrìncipi;  de  p«ato«dei 

fimo  Legati  il  Cardinale  di  San  Sifio  a  Cefare,queìlo  di  Santa  Maria  in  Torti-  principi  o- 

co  al  Re  di  Tranciaci Cardinale  Egidio  al  Re  di  Spagna ,  &  Lorenzo  Cardi-  j^0™-"^. 

naie  Campeggio  al  Re  d'Inghilterra;  Card  inali  tutti  d'autorità,!)  per  ejfierien-  deììmo;  eie 

%a  di  faccende, ò  per  opinione  di  dottrina  fo per  effere  intrinfechi  al  Tontefice:  hm^  ^£ 

leqiuli  co  fé  benché  cominciate  con  grande  ejpettatione:  &  ancora  che  la  trie-  giouane  im- 

gua  unìuerfile  fuffe fiata  accettata  da  tutti ,  &  che  tutti  contra  i  Turchi  con  JS°ffim* 

oflentatione,&  magnificenza  di  parole  fi  dimofir  afferò ,  fé  gli  altri  concorre-  natura»  fece 
uano,d' effere  pronti  con  tutte  lefor%eloro  a  caufa  tanto  giù fta;nondimeno  ef 


ma  coramu 


fendo  riputato  da  tutti  il  pericolo  incerto,  &  molto  lontano,  &  appartenente  ne  :  ma  ch« 
più  agli  Stati  dell'uno  che  dell' altro, &  effendo  molto  diffìcile,  &  che  ricerca-  fa'  ^nJon« 
uà  tempo  lungo  l  introdurre  uno  ardore  f&  una  unione  tanto  uniuerfale;pre-  *"oi»  poi.  r« 
mimano  i  priuati  intere ffi, &  commoditàiin  modo  che  quefle  pratiche  non  fo  J^^\, m" 
lo  nonfteonduceffero  afperanxa  alcuna,  ma  non  fi  trattarono  fé  non  leggiermé 
te,&  qukfiper  cerimonia,effindo  anco  naturale  degli  huominhche  LE  COSE  b  ^^ue 
che  ne' prìncipi]  fi  rapprefentano  molto  fpauento  fé i  fi  uadino  di  giorno  in  gior-  fta  fpofa , 
no  in  modo  diminuendo,  &  cancellando  che  non  foprauenendo  nuoui  acciden-  che  lrV.Fi°i 
ti,che  rinfrefehino  il  terrore, fé  ne  rendino  in  progreffo  di  non  molto  tempo, gli  ricettata  e  & 
buomini  quafificuri:  laquale  negligenza  alle  co  fé  publiche ,  &  affettione  im-  f^f  vf  n^e' 
moderata  alle  particolari ,  confermò  più  la  morte  che  fuccedette  non  molto  poi  figliuola  det 
di  Selimdlquale  hauendo  per  lunga  infermità  fio fpe fi  gli  apparati  della  guerra,  {^af  "  di* ; 
confumato  filialmente  da  quella  ;  pafiò  all'altra  uita,  lafciato  tanto  Imperio  a  l'apa   cie- 

a Solimano fuo figliuolo, giouane  detà,ma  riputato a d'ingegnopiu manfuetot&  ™™fa ^\[\ 
d' animo  ibenche  gli  effetti  dimofir  arono  poi  altrimenti,non  accefo  alla  guerra,  tata  in  Arri 
T^elqual  tempo  tra'l  Tontefice,  &  il  Re  di  Francia  fi  dmioftraua  grandi  ([ima  ||°  pfacefea 

b  congiuntone -.perche  il  Re  dette  per  moglie  a  Lorenzo  fuo  nipote  °  Maddalena  ^c  di  F  /a* 
nata  del  nobilj angue  di  cafa  di  Bologna,  et  con  entrata  di  feudi  dieci  mila,  par  fùcceiTe  ai?a 
te  donatagli  dal  Re>parte  appartenetegli  del  patrimonio  fuo  :&  effendo  nato  corona  :  se 
al  Re  un  figliuolo  mafchioyrkhiefe  il  Tontefice  che  lofaceffe  tenere  al  batte  fi-  ?"5+.  Inco? 
mo  in  nome  fuo  perlaquale  cagione  Lorenzo, che  fi  ordinauaper  andare  a  fyo-  viuc.  \cs£ 
fare  la  nuoua  moglie ,  accelerando  Mandata  ,fi  conduffe  inpofle  alla  Corte  di  gno  di  Fra» 
francia:douefu  molto  caratato,  &  honorato  dal  Re,  alquale  egli  dimoflran  ™  »  J.  "JJ* 
do  di  dar  fi  tutto,  &  promettendo  difeguitare  in  ogni  cafo  la  fua  fortuna;acqui  Re  coronati 
fio  molto  della  fua  gratta.  Torto  al  Re  un  brieue  del  Tontefice,  per  loqualegli  ^"ondo  f!» 
concedeua  che  infino  a  tanto  che  i  danari  rifeoffi  della  decima,  &  della  crucia-  di  Francia , 
ta  non  s'haueffero  a  fendere  cotra  i  T  ur  chi  >pot  effe  fendergli  ad  arbitrio  fuo,  chacrio  non» 
promettendo  refiituirgli  ogniuolta  che  all'effetto ,  per  loquale  era  fiata  pò-  che  regna 

*  Ajrigo,  che  il  £ajftw  fflefc  4i  fsbMfo  dio/Kfto  fteiToanna  *m«fc  fato  Clonato  Kcdi  Polonia. 

fa 


a 


l    I    B    R    O 

Jta ,  nefufie  di  hi  fogno ,  convertendone  però  in  ufo  di  Lorcri%ò  feudi  cinquan- 
ta mila  :  &  il  He  che  infino  a  quel  giorno  haucua  difiimulato  il  non  efeguire  il 
Tontefice  la  pome  fio,  fattagli  per  bri  tue  della  reflitutione  di  Modona  ,  &  di 
Reggio,al  Duca  di  Ferrara,ancora  chefufiepafiato  il  termine  dà  fette  mefitico 
nofcendo  non  poter  fare  al  Tontefice  co  fa  più  molefia  ,  che  fargli  inflan^adi 
cjuefla  reflitutione ,  &  tenendo  come  ffeffo  accade  più  conto  de *  maggiori3che 
Fu  proro-  de*  minori ,nmeffe  in  mano  di  Lorenzo  il  brieue  della  promeffa. a  ^Prorogarono  4 
tr*eeuaUffaa  anco  V*^1  ne^  tmP°  mede  fimo  i  Vinitianiper  meyo  del  He  di  Francia  la  trie 
Celare,  e  i  gualoYO  con  Cefare  per  cinque anni  >  con  conditione  glipagaffero  ciafcuno  de 

imormTai-  cinclue ann^  fcu^  uentl  m^a  :  &  neìlaquale  era effreffo  che  ciafcuno annopa 
la  fine  di    gaffero  àfuorufciti  delle  terre  loro,iquali  haueuano  feguitato  Ce  far  e,  il  quar 
f  s6i0gft  come  t0  dell'entrate  de  beni,  che  prima  poffedeuano  >  taffando  pagaffero  per  quefla 
fcriue  il  Mo  cagione  ducati  cinque  mila ,  &fi  farebbe  Cefare  indotto  perauentura  fé  gli 
quale  °nei>iè  haueffero  dato  maggiore  fiomma  di  danari,afare  la  pace:  ma  al  Re  erapiugra 
cAJiditionì    ta  la  triegua,perche  i  Finitiani  non  afficurati  del  tutto  ,  haueffero  maggiore 
formVa  que  ^gione  di  tenere  cara  la  fua  amicitia  :  &  perche  a  Cefare  non  fuffe  data  fa- 
tto \  luogo i ,  cuità  di  far  e  co  danari  ,  che  hauejfe  da  loro  ,  qualche  innouatióne  :  &  diri'%- 
io r  in"  que^  %andofi  le  co  fé  da  ogni  banda  a  concordia, fi  compojbno  anco  le  differentie  tra 
ch'appartie  ;/  fte  dì Francia ,  &  d'Inghilterra ,  confermandole,  accioche  la  conuentione 
to  deiS"  fuffe  più  filabile,  con  nuouo  parentado  :  perche  il  He  d'Inghilterra  promeffe  d* 
tra  te  de*     re  [a  figlinola  fua  unica,  aUaquale  non  hauendo  altri  figliuoli ,  fifferaua  do- 
che  poteua  uer fi  appartenere  la  fucce filone  del  Regno ,  al  Delfino  figliuolo  primogenito 
importai?     del  ^e  fa  arancia  con  ducati  quattrocento  mila  di  dota,l'uno,  &  l'altra  di  età 
da  circa  ot-  si  tenera  ,che  infiniti  accideti  poteuano  nafcere  innanzi  che  per  l  babilita  del- 
«tiTouc du*  l'étófyotejféftabììw  il  matrimonio  :  fu  fatta  lega  difenfiua  tra  loro,  nomina 
fcriue  cin-  douifer  cotrahenti  principali  C  e  far  e, e  l  Re  di  Spagna  in  cafio  ralific  afferò  fra 
gue  mila .    ceYt0  femp0  «  &  n  %e  d'Inghilterra  fi  obligò  a  refiituire  Tornai  »  la  guardia 
delqualegli  era  difftefe  molto  graue  ,riceuendo  da  lui  di  prefente  per  le  Jfrefe 
fatte  ducati  dugento  feffanta  mila  :  trecento  mila  ne  confefiafie  d'bauerri- 
€euutiper  la  dota  della  nuora ,  &  pagandone  trecento  mila  altri  in  tempo  di 
dodici  anni  :  promettendo  etiandio  di  rendergli  in  dietro  Tornai  ,fè  la  face , 
él  parentado  non  feguitaffe  :  per  laqual  lega>&  parentado  effendo  andati 
dall'una  parte  all'altra  ^Ambafciatori  a  riceuere  le  raffficationi,  e  i giuramen- 
ti, furono  efpediti  queftì  atti  nell'una,  &  nell'altra  Corte  con grandiffimafio- 
lennità,  &  cerimonia,  &ftabìlito,  che  i  due  Re  s  ahboccaffero  infieme  tra  Ca 
les,  &  Bologna,  né  molto  poi  fatta  la  reflitutione  di  Tornai,     l^el  mede  fimo 
tempo  effendo  morta  la  figliuola  del  Redi  Francia  deflinata  a  effere  ffofa  del 
Re  di  Spagna,  fu  riconfermata  tra  loro  la  pace ,  &  prima  capitolatone  con  la 
promeffa  del  matrimonio  della  feconda  figliuola,  celebrando  l'uno ,  &  l'altra 
Trincipe  quefla  congiuntone  congrandiffime  dimoflrationieflrinfeche  di  be- 
niuolen?g>il  Re  di  Spagna,che  gli  haueua  già  fatto  pagare  in  Lione  i  cent)  mi 
la  ducati,  portò  pubicamente  l'ordine  dì  San  Michele  il  dì  della  firn  fefUmtà* 


V-.J 


TERZOD  E  CI  M  <5^  55«, 

&  il  Re  di  Francia  il  giorno  dedicato  a  Santo  ^Andrea  portò  pubicamente  l'òv 
dine  del  Tofane .  Co  fi  fiando  quiete  le  co  fé  d  Italia  ,  &  d'oltre  a  monti  ,fiol§ 
Cianiacopo  da  Trinici  trauagliaua,  non  gli  giovando  né  l'età  ridotta  qua  fi  aU 
l'ultima  vecchiezza,  né  la  virtù  fperimentata  tante  volte  in  fervigio  della  ca 
fa  di  Francia ,  parche  dandone  forfè  cagione  in  qualche  parte  l'ambitione  ,  & 
la  inquietudine  fiua^effendo  combattuto  da' fittili  hvmori  degli  emuli  fuoi><& 
ferfagttitato  in  molte  cofe  da  Lavtrech-  era  fiato  fatto  foretto  al  Re,  che  egli9 
&  la  e  afa  fitta  per  /' intere  fi 'e  della  fiati Ione  Guelfia ,  &  per  antichi  intratteni- 
menti fivfie  troppo  accetta  a*  Vìnitiani ,  delle  genti  de'  qvali  era  Governatore 
Teo  loro  da  Triul%i,  &  che  ballettano  nvovamente  fioldato  Renato  della  mede 
fima  famiglia  ;però  il  Re,  ejfendodopo  la  morte  di  Fr  ance  fico  Bernardino  Vi- 
f conte zritnafo  capo  della  fattione  Ghibellina  Galeazzo  Vificonte ,  per  opporlo 
al  Trìvlxio  con  maggiore  autorità ,  gli  haueua  dato  bordine  di  San  Michele  9 
cofikuiio  penfione,  &  egli,  &  Lavtrech,  in  ogni  occafionegli  davano  ripvta- 
tionc  ;  le  aitali cofie non  pafis }ando  fien%a  deprefjìone  del  Trivl^io  malepatiente 
a  dij]iwddre-j  &  che  fi  lamentaua  fi-eqventemente ,  diventava  ogni  giorno 
più  efiofio,  &  pittfiojpetto»  ma  accrebbe  occafione  a  Lavtrech,  &  a  gli  altri,  che 
io  calunniaiiano  appreffb  al  Re,  l'efierfi  fatto  Borghefe  degli  Svixgen ,  come 
{e  uoleffie  per  me%p  loro  bavere a  patrocinio  contra  il  Re,&  fiorfie  afiirafie  a  a  il  Gradi- 
maggiori  penfieri  :  delle  quali  calunnie -,  efìendo  cofii  vecchio  come  era  andato  Dhrio^cr! - 
in  Francia  a  givflifi  Àvfi,  nofiolo  Lavtrech  come  egli  fin  partito  per  ordinatone  uè ,  che  i! 
battuta  dal  Re,  ì  tte?;::e  a  V igeitene  con  honefia  cuflodia  la  moglie,  &  il  nipo-  torcendo 
te  nato  del  Cete  di  Mufiocco  fitto  unico  figliuolo  già  morto,ma  ettandio  dal  Re  1-ìjmmU  ** 
tonfiti  raccolto ,  né  con  benignità ,  né  con  l'honore  (olito ,  an%i  riprendendolo  p""'^  de*" 
tiefkrfi  fiotto  StdTgerotgti  difiey  che  da  punirlo  fecondo  farebbe  fiato  conue-  Francese» 
%iente>  non  lo  ritenenti  altro  che  la  fama  divulgata  per  tutto ,  ma  fiopra  la  ve-  p^figiiuo 
tità,  de  meriti fiuoiuer fio  la  Corona  di  Francia ,  fin  necefifitato  ritrattare  quel-  io  dei  còte 
lo,  che  batteva  fatto  >&  pochi  giorni  poi  fiegvit andò  la  Corte ,  ammalato  a  nonh^ureb 
fCiartreSj  palio  all'altro  fiecolo  :  buonso  agiudicio di  tutti  (come  hauevano  con  be  potuto 
fermato  molte  jperien^e  )  di  valore  grande  nella  difciplina  militare, &  fitto-  ^"rJn  ha- 
pofloper  tutta  la  uitafiva  all'incofian%a  della  fortvnay  che  bora  l'abbracciava  urebbono 
con  prò ff  eri  fiucceffi, bora  lo  efiagitaua  con  aver  fi:  &  a  chi  meritamente  fi  con-  \°0h?3  !°it^ 
ttemffie  quello  che  per  ordine  fito  fin  inficritto  nelfivo  Sepolcro.  Ripofiarfii  in  qvel  »}  '  teforò  ; 
Sepolcro  Gianiacopo  da  Triul%i,  che  innanzi  non  s'era  mai  ripofiato.ln  quefio  sui"zer?pSe  j 
anno  medefìmo  Cefiare  defidzrofio  di  ftabilire  la  fuccefjìone  dell  imperio  Ro-  Acuirlo:  & 

(mano  dopo  la  morte  in  uno  de'  nipoti ,  trattava  con  gli  Elettori  di  farne  eleg-  ^oh?  Jen* 
gere  uno  in  Re  de'  Romanijaqual  degnila  chi  ha  confieguito  fivecede  immedia-  *\  '>  %]ì  fe.c,v 
/amente  fien%a  altra  elettione,  ò  confirmatione?  morto  l'imperatore,  altlmpe  fèniatio'  hi 
rio:  &  perche  a  qvefia  elettione  nonfiipuo  pervenire  infimo  a  tanto  che  chi  era  ^xo  » &  lo 
e  fiato  eletto  allo  Imperio  non  ha  ottenvto  la  Corona  Imperiale  ,  faceva  infilan  ta  r  nei  "ul 
%a  col  Tonte fice  che  con  efi  empio  nuovo  lo  facefieper  mano  di  alcvni  Cardi-  .me!°  ét' . 
mlh  deputati  Legati  ^ipofiolm  a  quefio  attOitncoronarem  Gemama.Et  ben  &  leghe  r 

the 


LIBRO 

the  Ce  fare  battere  prima  defiderato  che  qucjlct  degnità  fufte  Conferita  a  Tef> 
dinandofuo  nipote,  parendogli  conueniente  >  che  poi  che  al  fratello  maggiore 
erano  concordi  tanti  flati,  &  tanta  grande^i,  eglififoflentafie  conqueflogra 
do,  &  giudicando  che  per  mantenere  più  ilìuflre  la  cafa  fua,  &per  tutti  i  cafì 
finiflri  che  nella  per  fona  del  maggiore  potefferofuccedere,efiere  meglio  hauer- 
ui  due  perfine  grandi,che  una  fola,  nondimeno  {limolato  in  contrario  da  molti 
de' fuoi,  &  dal  Cardinale  Sedunenfe,  &  da  tutti  quelli ,  iquali  temeuano ,  & 
odiauano  la  potenza  de'  Francefili  fiutato  il  primo  configlio  ;  uoltò  l'animo  a 
far  opera  che  a  quefta  degnità  fu  ffe  affunto  il  Ré  di  Spagnai  imoflradoglì  que 
fli  tali  e  fi  ere  molto  più  utile  all' efaltat  ione  della  Cafa  d'^ufiria  accumulare 
tutta  la  poteri^  in  un  folo,che  dividendola  inpiu  parti  fargli  meno  potenti  a 
configurare  i  difegni  loro  :  efiere  tanti,  &  tali  i  fondamenti  della  grandezza 
di  Carioche  aggiugnendofegli  la  degnità  Imperiale  fipoteffe  $  erare  che  ha- 
uè  ffe  a  ridurre  in  Italia  tutta,&gran  parte  della  Chriflianità  in  una  Monar- 
chia  :  cofanon  folo  appartenente  alla  grandezza  de' fuoi  difeendéti,  ma  anco- 
raalla  quiete  de'  fudditi,&  per  ricetto  delle  cofe  de  gl'infedeli  a  beneficio  di 
tutta  la  Republica  Chrifltana  :  &  ejfere  ufficio,  &  debito  fuopenfare  all' au- 
mento^ all' efaltatione  della  degnità  Imperiale  fiata  tanti  anni  nella  per  fona 
a  i  n  quefta  fua,  & a  nella  famiglia  d'^Auflria  laquale  infimo  a  quel  viorno  fiata  per  la  im- 
ra  fino  al    potenza  jua, &  de  juoi  antece fiori  maggiore  in  titolo* &  in  nome  che  tnfoflan 
£io™°  1*  %*' ^ /w  effetti, non  fi  poteua  fiorare  hauerfi  afolleuare,  né  ritornare  al prifli 
iìamo'  dei    no (plendore ,fe  non  trasferendofi nellaperfiona  dì  Carlo, &  congiugnendofì al- 
11  £t"  ia  di~  la  fua  potenza  :  laquale  occasione  portataci  dall'ordine  della  natura,  &  della 
xiaie?  perciò  jortuna^non  ejjere  ufficio  Juo  d  impedir,  an%i  di  aumentare  :  uederfi  per  gli  ef- 
Maflì  mfi?a-  fmP  ^e$ì  antichi  Imperatori  Ce  far  e  ^fuguflo ,  &  molti  de'  fuoi  fucce fiori , 
«o  pri  mo ,  che  mancando  difigliuoliy&  diperfone  della  medefimaflirpe.gelofi  che  non  fi 
venfu0Cnipo  Ìl!e&neffe>  °  dimimifie  la  degnità ,  rifeduta  nellaperfiona  loro ,  hauere  cercata 
te,  a  cui  lue  fuccefioHrimoti  di  congiuntione ,  ò  non  attenenti  etiandio  in  parte  alcuna, 
te  i  Ferdfnì  fer  me7&  dette  adottioni  :  &  efiere  fiefeo  l'efiempio  del  Re  Catolico ,  che  ama 
<io,  dopo  ia  do  come  figliuolo  Ferdinando  Meuato  continuamente  apprefio  a  lui, né  hauen 
qua'ie  fuV  do  non  eh  e  a^tro  maiueduto  Carlo ,  an%i  prouatolo  nella  fua  ultima  età  poco 
ietto  impe  obedientc  a'  precetti  fuoi  ;  nondimeno,  non  hauuta  compaffione  della  pouertà 
fente  Ma' m  di  queìlo,che  amaua  come  figliuolo  ;  non  gli  haueua fatto  parte  alcuna  di  tan- 
«iiiajio  li.  ti  fiati  fuoi,  né  di  quelli  etiandio, che  per  efiere  acquifiati  da  lui  proprio,era  in 
f acuità  fua  di  difyorre.an'zi  hauere  lafciato  tutto  a  quello,  che  quafi  non  cono- 
.  [cena  fé  non  perflrano  :  ricordar  fi  Ce  far  e  il  mede  fimo  Re  hauerlo  fiempre  con- 
fonato  ad  acquiflare  a  Ferdinando  Stati  nuoui,ma  a  laficiare  la  degnità  lmpe 
viale  a  Carlo,&  efierfiueduto  che  per  fare  maggiore da  grandezza  del  fucce  fi- 
fior  e  haueua  fior  fé  con  configlio  dannato  da  molth&perauenturaingiuflo,  ma 
non  mofio  da  altra  cagione  che  daquefio  fogliato  del  Regno  d'Aragona  il 
C  afato  fuo  proprio  tanto  nobile,  &  tanto  ilìuflre 3  &  confiamo  contra  il  defide 
rio  commune  della  maggior  parte  de  gli  ìmomini,  che  il  nome  della  Cafa  fua  fi 

fpegnefi 


TERZO  B  E  CTMO.  391 

fpegnefie,& fi  annichila  ffe.  *A  quefta \inftan%a  die ^ efare  fi  oppoheuu  con  ogni  *éi  nUefuÌfr 

arte*  &  induftria  il  Re  di  Francia ,  effendoglimoleftijfimo  che  a  tanti  Regni  ,.  ft°*ia  a  «*• 

&ftati  del  Re  di  Spagna  fi  uggiugnefie  ancora  la  dignità  Imperiale,  che  ripi-  Ma  in  mì\£ 

gliando  uìgore  da  tantapoten%adiuenter  ebbe  formidabile  a  ciafeuno:  però  cer  no  c*'ar* 

cancio  di  difiurbarla  occultamente  apprefio  a  gli  Elettori  ;faceua  infanga  col  ratione  nel 

pontefice  che  non  confeniìfjc  di  mandare  con  efiempio  nuouo  a  Ccfare  la  Coro  la  Dieta  di 

na:&  u  Vinitiani  haueua  mandato  ^Ambafciator ', per  che  fi  uni  fi  ero  feco  afa  detto,che  la 

re  troppo fittone*  ammonendo ,  el  Tontefice,  &  loro  del  pericolo  porterebbe-.  c°r°nati5 

no  di  tanta  grandezza  :  nondimeno >>  &  gli  Elettori  erano  in  gran  parte  tirati  tore  è  più 

nella  fenten%adi  C  efare,  &  già  qua  fi  afficurati  de*  danari  che  per  quefta  elet-  toft°.dl  ™l 

tione  fi  prometteuano  loro  dal  Re  di  Spagna,ilquale  haueua  mandato  per  que  di  foft'àtia  ; 

fio  dugento  mila  ducati  nel? Ulamagna-,non  potendo  anco  con  honeftà,nè  forfè  Jt°  hc°h  "f£V 

fenica  pericolo  difcandolo>  hauuto  ricetto  agli  effempip afiati  ;  dinegare  que-  neceflfaria 

fta  petitione  :  né  fi  credeua  che  il  Tonte  fi  ce, ancor  a  cheglifuffe  moleftiffimo,ri  Jj*[  J^teS 

cufaffe  di  cocedere  che  per  mano  de3  Legati  Apoflolici  Ccfare  riceuefie  in  Cer-  ce,ò  di  tuoi 

mania  infuo  nome  la  Corona  dell'imperio;  cociefia  che  l'andare  ad  incoronar  fi  Jjjf  *nCo" 

a  Roma,fe  bene  con  maggiore  autorità  della  Sedia  ^Apofiolica,fuffe per  ogni  al  ftata  ordina 

x  tro  r ijpetto  più  prefto a  cerimonia,  che  foftantialità .  Con  que flipen fieri,  &  con  ^en*e  cve" 

quefie  anioni  fi  confumo  l'anno  mille  cinquecento  diciotto,  non  efiendo  ancora  *iche  poco 

fatta  la  deliberatone  dagli  Elettori,  laquale  diuentopiu  dubia ,  &piu  diffi-  fermatone! 

cile  per  la  morte  di  Ce  far  e  fucceduta  ne' primi  giorni  deU^Anno  mille  cinque-  l'ifteffò  Ub. 

b  cento  dicianoue . b  Morì  a  Lin\  terrapofta  ne  confini  dell  jLuftria  intento  co  MtDJXu. 
e  mefempre, c  alle  cacete  delle  fiere ,  &  con  la  medefima  fortuna ,  con  laquale 

era  uiuuto  quafifempre,et  laquale  fiatagli  benigniffima  in  offerirfigràdijjìme  ^/^m™- 

occ  afoni, non  so  fé  gli  fu  parimente  auerfa  in  non  gliene  lafciare  confeguire ,  0  minano  pri 

fé  pure  quello ,  che  infimo  alla  e  afa  propria  gli  era  portato  dalla  fortuna ,  né  lo  ™a°  ruau> 

priuafie  la  incofian%a  fina,  e  i  concetti  male  moderati ,  &  differenti  jpefio  da  gùm&óaì 

giudici]  degli  altri  huomini, congiunti  ancora  con  fmifurata prodigalità,  et  dif  f^ ^"^an- 

fipatione  di  danari  de  quali  co  fé  interroppono  tutti  ifucceffi-,  e  l'occaficni:  Vrin  ni  dopo  au- 

tipe  altrimenti peritijjìmo  della  guerru,diligente,fegreto,  laboricfijfimo,  de-  Sefirno,  che 

mente >bcmgnOj& pieno  di  molte  egregie  doti,&  ornamenti. Morto  Muffimi-  due  anni  do 

iiano  cominciarono  ad  ajpirare  allo  Imperio  apertamente  il  Re  di  Francia,  e  7  J,°  Fetóc* 

Re  di  Spagnailaquale  controuerfia,benche  fufth  di  cofii  sì  importante  ,&  tra'  tuo  padre  j 

Trincipi  di  tanta  grande7ga;nondimenofu  effercttata  tra  loro  modeftamente,  2°  cofiW 

non  procedendo  né  a  contumelie  di  paroline  a  minaccie  dsarmi,ma  ingegnati-  *ib*le  vchc 

dofi  ciafeuno- con  l'autorità,et  me%ifuoi  tirare  a  fé  gli  animi  degli  Elettoriian  te  le  città, 

ZÌ  il  Re  di  Francia  molto  laudabilmente  parlando  fopra  quefla  elettione  cogli  ""eie  ter- 

Jimbafciatori  del  Re  di  Spagna,dice  e  fiere  commendubile  che  ciafeuno  di  loro  iafciò  iu»- 

go,che  non 
foffe  infettato  .  Delle  virtù  di  quefto  Imperatore  ,  dei  tempo,  ch'ei  vifle  &  regnò ,  &  di  tutto  quel  ch'appas 
tienealla  vita  di  lui ,  fi  può  leggere ilnobil  Caualier  Pietro  Meiììa,  che  ne  lcriiTe  la  vita  per  tacer  ia  me»- 
tione  degliauttori  Tedefchi,  iquali  nondimeno  da  lui  fon  citati. 

e  Nel  lib.-f. della  vita  di  Leon  X.  Ieri  uè  il  Giouio;che  Maffimiiiano  morì  a  Ljntz  nelle  montagne  di  Baaifig 
ia,  eiTen  do  ajuD&uLato  di  fobie,  &  piglrajidQ  iuoi  di  giof  bfito'nediòiia , 


eercajfe 


t    t    !    R    O 

iereaffe  honeftamente  ài  ernarfi  dello  Jplendore  di  tanta  degniti,  lacuale  in  di 
uerft  tempi  era  fiat  a  nelle  cafe  delie  perfine  &  de  gli  antcceffon  loroima  non 
per  queflo  douere  l'uno  di  loro  ripigliarlo  dati  altro  per  ingiuria^  né  diminuir  fi 
per  queflo  la  beniuolen%a,  &  congiuntone,  ani^i  douere  Seguitare  l\ffempiot 
che  qualche  uoltafi  uedc  di  duegiouani  aminti  che  benché  amino  una  donna 
meiefima,  &  fi  sforai  ciascuno  di  loro  con  ogni  arte  ,  <&  indujlria  poffibile  di 
ottenerla  non  per  queflo  uengono  tra  loro  a  coment  ione .  Tare  uà  al  Re  di  Spa 
gna  appartenerfegli  l'Imperio  debitamente.,  per  effère  continuato  molti  anni 
nella  cafa  d^Auflria^nè  effire  flato  soflume  de  gli  Elettori  priuarne  i  difcenden 
ti  del  morto  fen^  elùdente  cagione  de  la  Mobilità  loro  :  uon  effere  alcuno  in 
Germania  di  tanta  autorità  ò  poten  xa  che  haueffe  a  competere  fico  in  quefla 
elettione  :  negli  par euagiuflo,  ò  uenfimile  che  gli  Elettori  haueffero  a  trasfe- 
rire in  uno  Trin.ipeforefliero  tanta  degni  tà,  continuata  già  molti  fecoli  nella 
natione  Germanica  :  &  quando  alcuno  corrotto  con  danari,  òper  altra  cagio- 
ne fuffe  di  intentione  diuerfa^jperaua*  &  di  Jpauentargli  con  l*armi  prepara- 
te in  tempo  opportuno,  &  che  gli  altri  Elettori  [egli  opporr  ebbono,&  alme- 
no che  tutti  gli  altri  Trincipi,  &  £  altre  terre  Eranche  di  Germania  non  com- 
porterebbono  tanta  infamia,  &  ignominia  di  tutti,  &  maffimamente  traitan 
do  fi  di  trasferirla  nella  per  fona  d'un  Re  di  Francia ,  con  accrescere  la  potenza, 
£un  Re  nimico  alla  loro  natione,  &  donde  fi  poteua  tenere  per  certo  che  quel- 
la dignità  non  ritornerebbe  mai  in  Germania .  Stimaua  facile  ottenere  la  per» 
fettione  di  quello  che  era  già  flato  trattato  con  l  aiuolo ,  effendo  già  conuenutù 
de  premù)  &  de'  donatiuiconciafeuno  de  gli  Elettori .  Dati* altra  parte  non 
era  minore  nèh  cupidità ,  né  la  [peranno,  del  Re  di  Francia  fondata  princi- 
palmente fu  la  creìen^a  deltacquiflare  congrandiffima  fomma  di  danari  i  uo 
ti  degli  Elettori  :  de9  quali  alcuni  congiunti  Jeco  per  antica  amichia ,  &  in- 
trattenimento,moftrandogli  la  facilità  della  cofa  ;  lo  incitauano  a  farne  impre 
fa  :  laqualefperan'^a  (  come  fono  pronti  gli  huomini  aperfuaderfi  quello ,  che 
defiderano)  nutriua  con  ragioni  più  preflo  apparenti  che  uere  '.perche  fapeua 
che  ordinariamente  a'  Trincipi  di  Germania  era  moleflo  che  gli  Imperatori 
fuffero  molto  potenti  per  lo  foretto  ,  che  non  uoleffero  in  tutto  >  o  in  qualche 
pane  riconofeerc  le  iurifdittioni,  &  autorità  Imperiali  occupate  da  molti:& 
pcròfiperfuaieua  che  in  modo  alcuno  non  fuffero  per  confentire  alla  elettione 
del  Re  ai  Spagna,  fottomettendofi  da  fé  medefimiauno  Imperatore  più  poten 
te,  che  dalla  memoria  degli  antichi  in  qua  fuffe  flato  Imperatore  alcuno ,  cofit 
che  non  pareua  al  tutto  fimile  in  lui  :  perche  non  hauendo  flati  né  adherentie 
antiche  in  Germania ,  non  poteuano  hauere  tanto  filetta  la  fua  grandeTga  : 
per  laquale  ragione  fimi Imente  alle  terre  Franche  flimaua  non  filo  contrape- 
farfhnaoppnmerfiil  njpetto  della  gloria  della  natione, come  SO  GLI  0 1^0 
communemente  potere  più  negli  huomini  fen%a  comp  arat  ione  gli  fiimoli  del" 
lo  intere  f]e  proprio,  che  il  njpetto  del  beneficio  commune  :  eragli  noto  effere 
molefliffimoamolte  cafe  Illufiri  in  Germania,che  pretendevano  effere  capaci 

di 


f  E  R  Z  O  D  E  C  I  M  O.         n  $9*  I 

rf/  quella  degniti ,  cfo  V  Imperio  fuffe  continuato  tanti  anni  inuna  cafa  mede  fi 
ma,  &  che  quello,  che  boggi  all'una,  domani  alt  altra  doueuano  dare  per  elet- 
trone ;  fuffe  cominciato  quaftperfuccejjìone  aperpetuar  fi  in  una  ftirpe  mede  fi 
ma,&  poter  fi  chiamare  fucceffione  quella  elettione,  che  non  ardiua  difcoflarft 
i  da  più  proffimi  della  ftirpe  degli  Imperatori  morti  :  così  da  a  .Alberto  d'jlu-  «  Aggiugné 
flria  efferepaffato  l'imperio  in  Federigo  fuo  fratello ,  da  Federigo  in  Muffimi-  ?r°e  impera-      I 
liano  fiuo  figliuolo,  &  bora  trattar  fi  di  trasferirlo  da  Maffimiliano  nella  per-  «»«  di  9afa 
fona  di  Carlo  fuo  nipote  :  iquali  hnmori,  &  indegnationi  de"  Principi  di  Ger-  J^Sati*     I 
marnagli  dauano  fperan?a  che  le  difcordie ,  &  emulazioni  tra  loro  mede  fimi  8lialtr! trc. 
fotejfero  aiutare  la  caufia'fua ,  accadendocelo  nelle  contentini  che  CHI  ne  fu^eLa-1      I 
de  efclufofe,  ò  chi  è  fauorito  da  fe7  fi  precipiti,  propofli  tutti  i  rifaetthpiu  pre-  mcmc.  * ft" 
fio  a  qualunque  ter%o ,  cbe  cedere  a  chi  è  fiato  oppofito  alla  firn  intentione .     \T  ftati  tó      I 
Sperò  oltra  quefio  il  Re  di  Francia  nel  fauore  del  Tontefice ,  così  per  la  con-  5**"  J*1      I 
giuntione*  &  beniuolen%a,  cbeglipareua  hauere  contratta  fé  co,  come  perche  caracche       I 
non  credeua  che  a  Ini  potè  fi  e  piacere  che  Carlo  Trincipe  di  tanta  potenza ,  &  J,'".™  f[H      I 
che  contiguo  col  Regno  di  T^apoli  allo  fiato  della  ChiefaMueuaper  ladberen  \l  dignità 
tia  de  Baioni  Ghibellini  aperto  il  pajjò  infimo  alle  porte  di  Roma ,  confeguiffe  tgJJ  p^*      ] 
anco  la  Corona  dello  Imperio ,  non  confiderando  che  quefia  ragione  ueriffima  notato)  fon 
tontra  Carlo  militaua  ancora  cantra  lui  :perche,  &  al  Tontefice,  &  a  ciafcu-  Peiucnuti* 
no  altro  non  haueua  a  e  fiere  meno  formido  lofio  lo  Imperio  congiunto  in  Iucche, 
in  Carlo  ;  concio fia  che  fé  l'uno  diloro  poffedeua  forfè  più  Regni,  &  più  flati, 
l'altro  non  era  da  fiumare  meno,  perche  non  haueua  ffarfa  &  diuulfia  in  uarij 
luoghi  la  firn  potenza  ,  ma  il  Regno  tutto  raccolto ,  &  unito  infieme  conobe- 
dien^a  marauigliofia  de* popoli  fiuoi,  &  pieno  di grandiffime  ricchezze:  non- 
dimeno non  conofcendo  in  fé  quello,  che  facilmente  confideraua  in  altruricor- 
fe  al  Tontefice,  fupplicandolo  uolefie  dargli fiauore, perche di  fé,  &  de"  Regni 
fiioiyfipoirehbe  uaìere  come  di  proprio  figliuolo .  Tremeua  grandiffimamente 
il  Tontefice  la  caufa  di  quefia  elettane  >  efiendogli  molefiifiimoper  le  fi  cuna 
della  Sedia  ^pofioltca,  &  delreflo  £  Italia  qualunque  de*  due  Re  fuffe  affitti- 
to all'imperio  :  né  efiendo  tale  l'autorità  fua  apprcffo  agli  Elettori,  che  f^er af- 
fé con  quella  poter  giouar  e  molto  ;  tiudicò  efiere  necessario  adoperare  in  co  fa 
di  tanto  momento  la  pruden^ ,  &  [arti  : perfiuadeuafi  che  il  Re  dì  Francia 
ingannato  da  qualch  uno  degli  Elettori  non  hauefieparte  alcuna  in  quefia  e-  luSS?** 
lettione,  né  hauere,  benché  m  huomini  uenali,  a  pner  tante  le  corruttele  >cbe  che  a  ?aP* 
hauefierodifioneftamente a  trasferire  l'Imperio  della  natione  Germanica  nel  JJ?mb»  . 
Re  di  Francia .  T  arcuagli  che  al  Re  di  Spagna  per  effèrz  delia  medefima  natio-  fioche  foC 
ne,  per  le  pratiche  cominciate  da  Maffimiliano,  &  per  molti  altri  rijpettifuf-  [?«"<£  5* 
fé  molto  facile  confeguire  l'intento fuo,  fé  non  glifaceua  oppofitione  molto  pò  (cr,ue  !t. Gio 
tente  :laquale  giuàu  atta  non  potere  far  fi  inaino  modo,  fie  non  che  il  Re  di  driia*ìtrfi 
t  Francia  fi  difponcfiz  a  <  citare  in  b  uno  degli  Elettori  quei  rned  fimi  fauorn  &  Leo,?c»  ch'e 
danari,  che  ufauaper  leggere  fé:  pareuagh  imponibile  indurre  il  Re  a  quefio,  chele  di  Bri 
mentre  che  eranelfcrkore  delle fèeranig  nane  ;  pero  fteratia  che  quanto  pm  4«»bur&* 


■  t'.  I    B    U    O 

#dentmenle,&  con  più  fperanra  s' ingolfale  in  quefla  pratica ,  tanto  p,u  /B- 
«7»»e»ft?  fl«4»rfo  cominciaffe  ad  accorger  fi  riufeìrgli  uam  t  peti  fieri  fuot,  nona 
iofivà  [coperto,  &  irritato.  &fu  lagara  hauerfi  a  precipitare  a  fauortre  la 
tlettione  d'uno  terzo  con  non  minore  ardore  che  haueffe  fauoYtto  quella  di  fé 
mede  fimo,  &  potere  in  quefio  tempo ,  acquifiato  che  haueffe  fede  col  Re  def- 
fendi  fauoreuole,  &  d' batter  e  defiderato  quel  mede  fimo  che  lui ,  efiere  udita 
l'autorità,  &  il  configlio  fito  :  &  potere  Similmente  accadere  fauorendofiga 
SÌiardamente  ne  principe  le  co  fé  del  Re  di  Francia,  che  l  altro  Re  ueduto  dtfft 
cultar fi  il  defiderio  fiuo,  &  dubitando  cbe'l  Re  auerfiario  non  in  haueffe  qual- 
che parte;  fi  precipitaffemedefimamente  a  un  ter%o:pero  non  filo  dtmoflro, 
al  Re  di  Trancia  d'hauere  fommo  defiderio  che  in  lui  perueniffe  l  Imperio ,  ma 
lo  confortò  con  molte  ragioni  a  procedere  uiuanìente  in  quefla  tmprefa,promei 
tendovli  amplifftmamente  difauonrlo  con  tutta  l'autorità  del  Tonte fi  catomè 
parendogli  potere  fare  maggiore  impresone  che  quefla  fifie  la  fua  intenta- 
ne,  che  Ùfare  in  quefla  anione  uno  inflrumento,ilquale  il  Re  di  Francia  giudi- 
caffè  dependere  più  da  fé  che  da  altri ,  deflinò  fubttamenti "Himao  fitto  in  Gcr 
mania  Ruberto  Orfino  jirciuefcouo  di  Reggioperfona  confidente  al  Re,con  co- 
medone che,  &  da  parte,  &  infime  con  gli  agenthebe  ut  erano  per  lo  Reja- 
uortfìe  quanto  poteuaappreffo  agli  Elettori  la  fua  intentione;  attenendolo 
perciò  a  procedere,  ò  con  maggiore,  ò  con  minore  moderatone ,  fecondo  che  m 
Germania  trouaffe  la  difbofittone  degli  Elettori,&  lo  flato  delle  cofe  :  lequa- 
li  anioni difeor fé  dalTontefice prudentemente,  &  coperte  con  fiamma] 'mula 
tiene,  harebbono  hauuto  btfogno  che  nel  Re  di  Francia ,  &  ne  minijtri  fuot , 
che  erano  in  Germania,  fuffe fiata  maggiore  prudenza,  &  ne  mintflri  del  To 
tefice  madore  grauità ,  &  maggiore  fede .  Ma  mentre  che  quefle  cofe  fi  trat- 
tano conte  pratiche,  &  con  le  armi  :  il  Re  di  Francia  ordino  che  ■Ptetro'Na- 
uarra  ufeifie  in  mare  con  una  armata  di  uentt  galee ,  &  d  altri  legni ,  &  con 
quattro  mila  fanti  pagati ,  fiotto  nome  di  reprimere  le  fufle  de  Mori  ;  lequali 
battendo  nà  molti  anni  feorfo  fenxa  oflacolo  i  noflri  mari  ■Jfiorreuano  in  que- 
fio anno  mede  fimo  più  che  mai  ;  &  d'afìaltare  ,fe  co  fi  par  effe  alVontefice ,  t 
Mori  di  africa  :  ma  principalmente  perche  il  Tontefice  feopertofi totalmente 
per  lui  nella  caufa  dell'imperio ,  non  haueffe  cagione  di  temere  delle  fior%e  del 
Re  Catolko,  ilqualepiu  per  timor,  che  haueua  d'effere  offefo.cheper  defiderio 
che  haueffe  d'offendere  altri ,  preformi  follecitmente  un  armata  fer^  man- 
darla alla  cuflodia  del  Reame  di  Vafoli  :  &  nondimeno  in  quefle  difpaentie, 
&folbetticontinuandofìtral'uno,  &l 'altro  Re  nella  fimulatione  d  amicttta, 
fi  contennero  in  nome  loro  a  Mompolieri  il  Gran  Maeftro  di  Francia,  &  Mon 
fignor  ài  Ceures,in  ciafeuno  de  quali  confifteua  quafi  tutto  il  configlio,  &  l  a- 
ntmo  del  fito  Re,  per  trattare  fopra  loflabtlimento  del  matrimonio  della  fccon 
da  figliuola  del  Re  di  Francia  col  Re  di  Spagna ,  &  molto  fiu  fer  nfoluerele 
cofe  del  Reame  di  Tfauarra:  la  reftitutione  del  quale  all'antico  Re  fromejSa 
nella  concordia  fatta  a-mion,  benché  molto  foUecitata  dal  Re  di  Francia- 


y 

era 


I  TERZODECtMO;  jpj 

era  fiata  infuno  a  quel  giorno  diferita  dal  Re  di  Spagna  con  Harìe  fiufationì  :  l^^f^i 

ma  la  morte  del  Gran  macflro  fucceduta  innanzi  parlaffero  infteme;interrop  2Ì  aIJa  ni°*- 

pe  lajperan'^a  di  quefla  andata .  Morì  in  queflo  tempo  Lorenzo  de'  Medkuop  ^0  ^m  «u 

preflato  da  infermila  quafi  continua,  dapoi  che  confumato  con  infelici  aufiicij  ci  >  niori 

«  il  matrimonio,era  ritornato  di  Francia:  perche  &  *pochij]ìmi  giorni  innanzi  di*  Boìoglw 

alla  morte  fua,  la  moglie,  hauendo partorito  ,gli  haueua  morendo  preparata  ,aa  moflc* 

la  flrada.  Ter  la  morte  di  Lorenzo  ilTontefice  de  fiderò fo  di  tenere  congiunta  fdato  vna* 

mentre  uiueua  lapoten%a  de  fiorentini  a  quella  della  Cbiefa,difpr  ergati  i  co  fig^'ad" 

figli  di  alcuni,che  lo  configliauano  che  non  reflandopiu,eccetto  lui,alcuno  de  hoggi  m«! 

difendenti  legittimi  per  linea  mafculina  di  Co  fimo  de  Medici  fondatore  di  lrc«cl  k-et 

quella  gr  ad  eTgayreftituiffe  alla  fua  Tatria  U  libertà ,  propofe  il  Cardinale  de*  di  FcanVia  , 

Medici  ali*amminiflratione  di  quello  fiato  ò  per  defiderio  di  perpetuare  il  no  *;0fnc  h# 

me  delia  Jua  caja,  o  per  odio  caujato  per  l  ejilio,  contra  il  nome  della  Repnbli-  (opra  .  Ma 

ca:  &  penfando  che  il  Ducato  ÀVrbincfipoteffe  difficilmente  per  11  amore  de'  *?u£  ^iU' 

popoli  all'antico  Duca,tenere  fitto  nome  della  figliuola  re  fiata  unica  di  Loren  *o  pari»  il 

%p,comprefa  nella  inueflitura paterna; lo  reftituì  infiemecon  Te  faro,  &  Sinì-  nb?J ^dJlu 

guglia  alla  Sedia  *Apoflolica;nè  parendogli  the  queflo  baflafje  a  raffrenare  Far  vita  di  Leo" 

dorè  de  popoli;  fece  gittare  in  terra  le  mura  della  Città  d' orbino  ,&  de  gli  al  £  ^feP°  "a 

tri  luoghi  principali  del  Ducato  >  eccetto  di  ^igobbioiallaqual  Città ,  per  non  me  luna  a  o 

effere  per  la  emulationcyche  haueua  con  la  Città  à'Vrbino, tanto  inclinata  con  tate' 

Fantino  a  Francefco  Maria;  uoltòfauore, &  riputatane,  conflituendola  come  jatI  wtJoù 

capo  di  quel  Ducato:  ilqualeper  indebolire  tantopiu,  dette  a'  Fiorentini  in  pa  dell'inde « 

gamenco  de'  danari  fbefi  per  lui  nella  guerra  a 'turbino ,dc  quali  gli  haueua  fat  TtómCc^M 

tiprima  creditori  in  Camera  ^Apofiolica ,  la  fortezza  ài  San  Leo  con  tutto  il  d!  colonia, 

Monte  Feltro,  &  il  Viuie  ri  di  Seflina,che  Jolcuatffir  te  uh  or  io  di  Ce  fina,  con  &  di  Treui  * 

tentando  fi  poco  i  Fiorentini  di  quefla  fatisfattione ,  ma  no  potendo  opporft  alla  ri  |  e  .*  y» 

fuauolontà.Refiaua  la  controuerfia  dello  Imperio  con  grandi ffima  fofpenfwne  celaci  Da 

di  tutta  la  Chriflianitàprofeguita  da  l'uno,  &  l'altro  Re  con  maggiore  caldea  c*  di  Safl5> 

%a  che  maimelìaquale  il  Re  di  Francia  fi  ingannano,  ogni  giorno  più ,  indotto  Palatino?1" 

delle  promefi  e  grandi  del  Marchefi  di  Brand iborg.uno  de  gli  Elettori,  ilqua-  jj.  Ma"hefc 

le  hauendo  ritenuto  da  lui  offerte  grandiffime  di  danari,  &  forfè  qualche  fom-  burg,  a'  qua 

ma  prefinte ,  fi  era  non  folo  oblivato  con  occulte  capitolationi a  dardi  il  noto  ll  Pef  fetti" 

v.Juo ,  mapromefio  che  l  <Avciuejcouo  ai  Magando,  fio  fratello  de  °  tre  "Prelati  gne  il  Re  di 

Elettori  farebbe  il  mede  fimo .    Trometteuafi  etiandio  il  Re  molto  d'un  altra  ?oh  c  "^  J  * 

parte  degli  Elettori,  &fieraua>in  cafo  che  i  uoti  fuffmo  pari,  nel  uoto  del  Re  magio  Ams" 

di  Boemia,per  lo  uoto  delquale,difcor  dando  ifii  Elettori,  che  tre  ne  fono  Tre-  Matteo  SV* 

latiitre  Trincipi.fi  decide  la  controucrfia:però  mandò  all'ammiraglio  ilqua  luoi  dieci 

le  era  andato  prima  per  quelle  cofi  in  Germania ,  quantità  grandiffìma  di  da-  J'iJjf  erid0et 

nari  per  dare  agli  Elettori:  &  intendendo  che  molte  delle  terre  Franche  infie  Pietro  bìm 

me  col  Duca  di  Vertimberg.minaccianio  chi  uoleffe  trasferire  l'imperio  in  fo  "u*  ^ht^m 
refiieri,congregauanO  molte  genti, faceuapromfion e  d'altri  danari,per  opporft 
degl'armi  a  chi  uoleffe  impedire  che  gli  Elettori  non  l'elegge  fiero  .  Ma  era 


Ddd        grande  *ii 


ho  notato 
di  lòpra  nel 
lib.o.  acar* 


LIBRO 

grande  la  inclìnationc  de' popoli  di  Germania, perche  la  degniti  imperiale 
«  F.  ono-  non  fi  rimouefie  di  quella  natione  :  an%i  infino  agli  Suitgerismoffi  dall'amore 
»u?o  Pverof-  della  Tatria  commune  Germania  :  haueuano  fupplicato  il  Vontcfice  che  non 
nefe  ne)  ti-  fauorifie  a  quefta  eie tt ione  alcuno ,  che non  fujfedi  lingua  Tedefca  :  ilquale 
IcM ire  !* De1'  per feuer andò  nondimeno  nel  fauorire  il  Re  di  Francia ,  fperando  pure  che  di- 
comiiijs  ina  moflrandofi  coft  ardente  per  lui,  il  Re  haueffe  a  udirecon  maggiore  fede  i  con- 

n tinta  "otai  fi$  fi40*  * co'  <lmk  a^a  fine  fi  sformò  diperfuadergli  che  depofta  la  fperan%a 
mente  la  co  d'hauere  a  e  (fere  eletto  lui  ;  procuraffe  con  quella  ìnfian%a  medefima  la  elet- 
nlone ,  che  tlone  di  qualunche  altro  de3  "Principi  di  Germania  :  configlio  dato  fen^alcun 
Gregorio  v.  frutto  ;  per  che X \Ammir  aglio ,  &  Ruberto  Or  fino  ingannati  dalle  promeffe  di 
h  concaio  qtielihche  per  trarre  danari  di  mano  de'  Francefi,  dottano  certiffime  intentio- 
deii'etegger  m\€  occupati  dalla  paffione, l'uno  per  effere  d'ingegno  Francefe,et  miniflro  del 
u  T&€lpe?ò  Reti' altro  di  natura  leggiere,&  defiderofo  d'acquiflare  lagratia  fua  ;  lo  con- 
fono^  da  ef-  fermauano  con  auifi  uani  ogni  giorno  più  nella  $era%a  di  ottenere .  Con  lequai 
molte  Tue  pratiche  efiendofi  condotti,  fecondo  l'ufo  antico  a  Franchfort,  terra  della  Ger- 
ragioni  Se  mania  inferiore  quelli,  a'  quali  nonperpiu  antica  confuetudine,  ò  fondata  ra- 
che  dei  tut  gwne,  ma  per  concezione  di a  Gregorio  Quinto  Tonte f  ce  Romano  di  natione  & 
no  ulTa-  Tede  fio ,  appartiene  lafacultà  di  eleggere  lo  Imperatore  Romano,  mentre 
ta  opinione  che  ftanno  in  uarie  dirute  per  uenireal  tempo  debito ,  fecondo  gli  ordinilo- 
tough  fcm*  ro  *  a^a  ^ettlone  > mo  effercito  meffo  in  campagna  per  ordine  del  Re  di  Spa- 
gnai ilquale  fu  più  pronto  co danari  araccorre gente  che  a  dargli  a  gliElet- 
b  il  gìou  io  x0Tl)  auicinatofi  a  Franchfort \  fiotto  nome  di  prohibire  chi  procurale  di  uiolen 
ftivaticipij,  tare  la  elettione, accrebbe  l  animo  a  gli  Elettori ,  che  fauor mano  la  caufa  fuat 

m*  f?flfetl  tlY0  ne^a  finten'7^1  '^€ gli  al^  quelli,  che  erano  dubij ,  &  Jpauentò  il  Brandi- 
d'un'antico  burgenfc  inclinato  al  Re  di  Francia  ;  talmente  che  difperato  che  a  queflo  con- 
inua?c5chia  correI^tro  &  a^w*  Elettori,  &  uolendo  fuggir  e  l'odio }  &  la  infamia  appreffo 
n  line^nien  di  tutta  la  natione  ;  non  hebbe  ardire  di  feoprire  la  fua  intentwne  ;  in  moda 
&  dd  ?n?e ta  C^e  uenend°fi  Allatto  della  elettione  fu  eletto  il  dì  uigefimoottauo  di  Giugtio 
gno,  paceua  Imperator  Carlo  d'^Auflria  Re  di  Spagna  da*  uoti  concordi  di  quattro  Elettori, 
fe  quci?0ef  r^'wwefcouo  di  Magatila,  &  quello  di  Cotogna,  &  dal  Conte  T  alatino, & 
giouane ,  il  dal  Duca  di  Saffonia  :  ma  l' jLrcìuefcouo  di  Trcueri  elcffe  il  Mar  che  fé  di  Bran 
Sodi  se  tTen  dimborgo.  ilquale  concorfe  anch' egli  alla  elettione  difeflejfo  :  ne  fi  dubita  che 
mone  i  era  fé  per  la  equalità  de'  uoti  la  elettione  fufe  peruenuta  alla  granfi 'catione  del 
SfffiaiVdan*  fettimo  Elettore ,  che  farebbe  fucceduto  il  mede  fimo  :  perche  Lodouìco  Redi 
ni  a  tutta  Boemia,  ilqual'era  anco  Re  d'Fngheria-,  hautuayromefio  a  Carlo  il  fuo  uoio . 
cialmem/a  Deprefie  quefia  elettane  inolio  l'animo  del  Re  d' Francia,  &  di  quelli,  che  in. 
Roma  &  al  Italia  depenueuano  da  lui.  &  per  contrario  inanimì  molto  chi  haueua  Jperan 
(erme  egli'  pàperi  fieri  contrari*,  uedendo  congiunta  tanta  potenza  in  un  Trincipefolo , 
»  ei  ubi©  4  gwuane ,  &  alquale  fi  fenùua per  molti b  uaticinij  efferepromeffo  grandi ffimo  b 
Leo  a  a. Ma  Imperio* 

altre  pio. etie  andarono  a  ftampa,  che  da  Giouaimi  C.  furon  regi  ftrate  :&  fra  quefte  quella  di  Lorenzo  Mi* 
niato  Aftrologoecce.lentiflìmo,  ma<iho  del  l'ontano  :  dell'Abbate  Gioacchino»  &  d'altri, ch'io  aoji  t*. 
si  asm«3tiIcjìdo  molti an/ù, che  noa  m'e  listo  permeilo  veder  quel  libro . 


I  TERZODECIMO,  m~ 

Imperlo ,  &  fiupenda  felicità  :  &fe  bene  non  fufie  copiofo  dì  danari  quanto 
era  il  Re  di  Frana  a,  nondimeno  era  tenuto  di  grandi  filma  importanza  il  po- 
tere empiere  gli  efierciti  fuoi  di  fanteria  Tedefca ,  &  Spagnuola  >  fanteria  di 
molta  (ìimatione ,  &  ualore  :  co  fa  che  per  lo  contrario  accadeva  al  Re  di  Fran  *  Di  T*eft* 

1  1  1  '■'       i"li-  /•       r       ■  j  n-  guerre  fatte 

eia  :  per  che  non  hauendo  nel  Regno  Juo  fanti  da  opporre  a  quelli  ;  non  poteua  C5ua  il  d» 

implicarfiin  guerre  potenti,  fé  non  cauando  con  grandiffima  fi>efa,  &  qualche  «a  ^"lo  dl 

uolta  con  grami iffima  di  fficultà,  fanteria  dipaefiforefiieri  :  laqual  cofa  lo  ne-  dai  Re  luì- 

cejjitaua  a  intrattenere  con  grande  jftefa ,  &  diligenza  gli  Sui7geri>  tollerare  f'jf l' ^cx^r- 

da  loro  molte  ingiurie,  &  nondimeno  non  efiere  mai  totalmente  ficuro  né  del-  figaor  <r  a  t 

la  loro  coflan^ay  né  della  loro  fede  :  né  fi  dubitaua  che  tra  due  Trinapigioua-  f f^"^* 

nh  &  tra  iquali  erano  molte  caufe  di  emulatione-,  &  di  contentane ,  haueffe  ne,  feconda 

finalmente anafeere gramffima guerra: perche  nel  Re  di  Francia  ri fedeua  il  jj^o  now! 

defiderio  di  ricuperare  il  Regno  di  l^apoli,  pretendendo  hauerui giuflo  titolo  :  to . 

eragli  a  cuore  la  reintegratwne  del  ReGiouannial  Regno  di  T^auarra,  della  b  D>| 

quale  comprendeua  horamai  effergli  fiate  date  uanefperan^e.     Molefloera  dei  primo 

a  Cefare  il  pagamento  de*  cento  mila  ducati  prome  (fi  nell'accordo  di  T<{oion:&  ^  ^"chi'a* 

glipareua  che  il  Re  (predato  l'accordo  prima  fatto  a  Tarigh  ufando  immode  ro,  che  fe« 

ratamente  l'occafione  dell  e  fiere  egli  neceffitato  apafiare  in  lfpagna,thauefie  JJ  [£,*  ***  °dì 

quafi  per  for%a  coflretto  a  fare  concordia  nuoua .     Era  fempre  frefea  tra  lo  -  co  ron are 

ro  la  caufa  del  Duca  di  Ghelleri,  laquale  fola  per  hauerne  il  Re  di  Francia  la  fon  "/leui 

protettone,  Ù  lo  flato  di  Fiandra  riputarlo  inimici  (fimo,  poteua  e  fiere  baflan  ne  Uà  ritti 

te  a  eccitargli  all'armi  :  mafopra  tutto  generaua  nell'animo  del  nuouo  Cefa  na.^"'J ^{ 

a  re  flimoli  ardenti  filmi  il  D  ucato  di  Borgogna  ilquale a  occupato  da  Luigi  un-  fo  < !  fegg»o , 

decimo  per  l'occafione  della  morte  di  Carlo  Duca  di  Borgogna  ,  auolo  materno  fep0|Vu  n,  & 

del  padre  di  Cefare ,  haueua  fempre  tormentato  l'animo  de  ifutccfiori .  "Né  ,fl  contènta 

z  n  i-    \  ri-  r  •  i    i  ~  j  •  »  >  i  la   Corona 

mancavano Jtimoli,  0  cauje  di  controuerjieper  cagione  del  Ducato  di  Milano,  di  carioMa 
delquale  non  hauendo  il  preferite  Re  dopo  la  morte  di  Luin  duodecimo  ottenu  Rno  •  ^i1* 

",    f.  .  ,     ■       rn  ,  r        1       t    r         1  -ii  1  eletto    Itn 

ta ■  ne  dimandata  la  inuefiitura,  &  pretendendoli  molte  eccettwni  alle  ragio  pectore  fé- 
ni,  che  gli  nafceuano  dalla  inuefiitura  fatta  ali'antecefiore-,  &  di  inualidità .  &  de  io?™  ,a 
di  perdita  di  ragione  ;  era  baflante  quefto  afufeitare  guerra  tra  loro  :  nondime  ca  rio  Ma- 
no né  i  tempi,  né  l'opportunità  conjentiuano  che  per  allhorafacefiero  mouimen  sno  ?  £h'è 
to  :  perche  oltra  che  a  Cejare  eranecefiario  npafiare  prima  in  Germania  per  faCathedrai 
y  pigliare  in  b  ^Aquifgrana ,  fecondo  l'ufo  de  gli  altri  eletti >  la  Corona  dello  lm-  Jelr,a.  ^  * 
perio ,  s'aggiugneua  che  efiendo  ciafeuno  di  loro  di  tanta  potenza;  la  diifi-  hcarada'iui: 
cultà  dell'offender  fi  l'uno  l'altro  gli  riteneua  dall' ajfaltar fi  ,fe  prima  non  in-  *  ™™"  J£ 
tendeuino  perfettamente  la  mente,  &  la  dijpofitwne  degli  altri  "Principi,  &  rona  *  è  di. 
fiecialmente ,  fé  shauefie  a  far  e  guerra  in  ltalia,quella  del  Tonte  fi  ce:  laquale  ^La'magna 
recondita  dalle  fimulationi  >  &  arti  fue  ;  non  era  noia  ad  alcuno  &forje  tal  &  di  Fraaa. 
uolta  non  ri  folta  a  in  fé  mede  fimo  :  benché  pm  preflo  per  non  hauere  occafione  )*f  \'£™* 
di  negargliene  j e >h%a  offendere  grauemente  l  animo  fuo, che  per  li  ber  a  nolotà,  nio  nel  fuo 
haueffe  disenfiato  Carlo  ad  accettare  la  elettione  fattagli  dello  Imperio  cotra  ^^^ 
il  tenore  della  inuefiitura  del  Regno  di  JJapoli  :  nellaquale ,  fatta  fecondo  la  raoi.-js. 

Ddd     1         forma 


t   ì  fin*  o 

forma (delle antiche  inueftiture,  gli  eraprohibito  ejprejfaffiente .  Conferuauafi 
adunque  Italia  in  pace  per  quefie  cagioni,  benché  nella  fine  di  queflo  medefi 
mo  anno  il  Tontefice  tentaffe  d'occupare  la  città  di  F  errar  a,no  con  armima* 
nifefle,  ma  con  infidie  :  perche  fé  bene  fi  fuffe  creduto  che  per  la  morte  di  Lo- 
rena fuo  nipote,  mancando  già  alla  cafafua  più  preflo  huomini ,  che  Stati , 
haueffe  leuato  ilpenfiero  dall' occupatane  di  Ferrara ,  allaqu ale  prima  haue- 
ua  fempre  afiiraio  ;  nondimeno  ò  flimolato  dall'odio  conceputo  contra  quel 
Ducaò  dalla  cupidità  di  pareggiare^  almeno  approffimarfi  quanto  più  potè- 
uà  alla  gloria  di  Giulio ;non  haueua  per  la  morte  del  fratello,  &  del  nipote  ri- 
me fio  parte  alcuna  di  queflo  ardore  :  donde  che  facilmente  fi  può  compì  'édere 
che  l' ambinone  de'  Sacerdoti  non  ha  maggior  fomento \che  dafefleffa:  né  com 
portando  la  qualità  de'  tempi,&  ilfito,  &  la  fortcìga  di  quella  Città  laqual. 
^dlfonfo  con grandiffìma  diligenza  haueua  renduta  munitiffima,  che  fipen- 
f affé  ai  espugnarla  con  aperta  for%a  ,hauendo  egli  maffimamente  quantità 
quafi  infinita  di  belli ffime artiglierie ',& munitioni,  &  hauendo:con  limitare 
tutte  lefpefe,aggiugnere  nuoui  datij,  &  gabelle,  fare  uiue  in  qualunque  mo- 
do l'entrate  fue>&  esercitando  fi  con  la  ìnduftria  rapprefentare  in  molte  cofc 
più  il  mercatante  che  ilTrincipe,accumulato,fecondo  ficredeua  grandiffìma 
quantità  di  danari;non  reflaua  al  Tontefice,  fé  non  fi  mutauano  leconditioni 
de'  tempi,altra  fyeran%a  di  ottenerla,che  con  occulte  infidie,  &  trattati  :  de* 
quali  hauendone per  lo p affato  tentato  con  'Niccolò.  daEfte,&  con  molti  altri 
uanamente,&  effendofi  iilfonfoper  non  hauerenotitia  che  attende  fife  più  a 
quefie  pratiche  quafi  afficurato  non  delia  fua  uolontàma  delle  in fidie  ;  par  uè 
al  Tontefice  per  partitiche  gli  furono  propoflh  &  per  efiere  ^Alfonfo  eppref 
fo  da  lunga  infermità, ridotto  in  termine  che  quafi  fi  dtfperaua  la  fua  falute , 
e'I  Cardinale  fuo  fracello,  per  non  flare  con  poca  gratta  nella  Corte  di  Roma  , 
trouandofi  in  Fngheria,tempo  opportuno  di  tentare  di  efequire  qualche  dife- 
gno,chegli  era  propoflo  da  alcuni  fuor' ufi  citi  di  Ferrara ,  &per  me%o  loro  da 
*Aleff andrò  Fregofo  Vefcouo  di  Ventimiglia  habi tante  allhora  a  Bologna  : 
perche  adirando  a  effer  Doge  come  era  fiato  il  Cardinale  fuo  padre  ;era  jo fi  et 
to  a  Ottauiano  Fregofo,  ilquale  fiato  poco  felice  ne'  trattati ,  che  haueua  fatti 
per  rientrare  nella  propria  patria ,  promctteua  più  prò  fiero  fucceffo  in  quelli 
che  faceua  per  altri  nelle  Tatrie  forefiien .  Sotto  colore  adunque  di  uolere 
entrare  con  l'armi  in  Genoua^  il  Vefcouo,  riceuuti  occultamente  dal  Tctefice 
dieci  mila  ducati,foldè  parte  nelpaefe  di  nomatane  nella  Lunigìana  due  mi 
la  fanti:  al  romore  dellaquale  adunatione  >  effendofi  per  foretto  di  fé  armato 
per  terra)  &per  mare  Ottauiano  Fregofo,egli  come  fé  per  effere feoperti  ifuoi 
difegni  reflaffe  efclufo  difi>era%a  di  poter  per  allhora  uoltarlo  Stato  di  Geno 
uà,  fatto  intenderei  Federigo  da  Bo^^ple  con  l'aiuto  delqualefi  mateneua  in 
gran  parte  la  Concordia  contra  il  Conte  Giouanfrancefco  dalla  Mirandola,po- 
Urloferuire  di  quelle  genti  infino  non  fuffe  finita  la  paga  loro ,  laqual  duraua 
freffo  a  mmefe^affato  l' spennino  >fcefe  in  qml  il  Careggio,  pigliando lenta- 


mente 


■ 


^  T  E  RZ  O  I>  E  C  IMO.  j& 

mente  H  camino  delia  Concordia  :  &  era  il  fondamento  di  ijùéflo  trattato  Ù 
paffareil  fiume  del  TÒ:  alquale  effetto  certi  miniftridi  ^Alberto  da  Carpi,  con 
fcio  di  quefla  pratica,  haueuano  noleggiato  fotto  nome  di  mercatanti  di  granì 
molte  barche-,  che  erano  nella  bocca  del  fiume  della  Secchiamo  fi  chiamano  i  cir 
conuianiquel  luogo  doue  l'acque  della  Secchia  entrano  nel  To)con  lequalipaf 
fando  il  TÒ,  difegnaua  il  Vefcouo  accoflarfi  preflamente  a  Ferrara  :  clone  egli 
ftatopochi  mefiinnanxi ,  haueua  {peculato  un  luogo  della  Terra  fui  Tò.doue 
erano  interra  più  di  quaranta  braccia  di  muro Juogo  aperto,  &  molto  facile  a 
entrami:  ilqual  muro  effendo  caduto  non  molto  prima,non  s'era  riflaurato  cofi 
preflo  :  perciò  [a  uicinità  dd  fiume  >  &  lo  flarfi  fen%a  timore,  haueuano  nu- 
trito>  la  negligenza  di  chi  foleua  follecitamente  prouedet -e  a  quefii  difordini: 
ma  còmefufentitoper  lo  paefe  circoflante  in  Ventimiglia  con  quefle  genti  ba- 
vere paffato  Impennino, il  Marchefe  di  Mantoua  non  per  alcuno  foretto  par- 
ticolare ,  ma  per  confuetudine  antica  di  difficultare  alle  genti  forefliere  ipaffi 
de  fiumi  ;  ritiro  a  Mantoua  tutte  le  barche ,  che  erano  in  bocca  di  Secchia  ;  in 
modo  che  il  Ventimiglia  non  potendo  feruirfi  delle  barche  noleggiate  ,  né  ha- 
uendo  commodità  diprouederne  così  preflo  dell'altre ,  mafijlmamente  perche  i 
Gouernatori  uicini  della  Cine  fa  non  erano  auertiti  di  quefta  pratica ,  né  haue- 
uano commeffione,  quando  bene  Ihaueffero  faputa ,  di  intrometterfene ,  men- 
tre che  cerca  di  qualche  rimedio,  egli,  &  i  miniftri  di  Alberto ,  foggi  ornò  con 
le  genti  uerfo  Coreggio ,  &  ne'  luoghi  uicini  :  doue  hauendo  parlato  con  molti 
incautamente ,  &  con  alcuni  [coperto  tutti  i  particolari  del  fuo  difegno,  il 
Marchefe  di  Mantoua  auertitone  ;  notificò  per  unhuomo  fuo  la  cofa  al  Duca 
di  Ferrara  ,  ilquale  era  tanto  alieno  da  quejlo  foretto  che  con  difficultàfi  in- 
dufse  apreflargli  fede  :  puremouendolo  più  che  altro  quel  rifeontro  del  muro 
rotto  ,  cominciò  a  preparar  fi  di  gente  :  né  moflrando  hauercfojpetto  del  Ton- 
tefice  7  benché  fentiffe  in  fé  altrimenti ,  fattogli  intendere  linfidic,  che  gli 
erano  ordinate  dal  Vefcouo  di  Ventimiglia ,  lo  fupplìcò  che  commettere  a  i 
Gouernatori  uicini ,  che  occorrendogli  di  bi fogno  gli  porge/fero  aiuto  ;  laqual 
cofa  fu  dal  Toniefice  confauoreuoli  brieui  efeguita  prontamente ,  ma  data  pe 
rò  nel  tempo  mede  fimo  occultamente  altra  commefiione .  La  fama  che  a  Fer- 
rara fi  cominciaffe  a  far  e  proni fìone, aggiunta  alla  difficoltà  dipaffare  TÒ,  tot 
fé  al  Vefcouo  ognifperan%a  :però  condotto  fi  con  le  genti  appreffo  alla  Concor- 
dia-mentre che  con  quelliyche  ui  erano  dentro ,  infiorettiti  già  di  lui,  tratta  di 
uolere  offendere  la  Mirandola,  prefentatofi  alt improuifo  una  notte  alle  mura 
della  Concordia  ;  gli  fece  dare  la  battaglia  :  maper  dare  cagione  a  gli  huomini 
di  crederebbe  non  per  andare  a  F  errar  amaper  occupare  la  Concordia  fu  (fé  uè 
nuto  in  quelli  luoghi.  Fu  uano  quefto  affalto,  dopo  ilquale  i  fanti  con  fu  a  licen- 
za fi  diffoluerono,lafciata  opinione  in  molti ,  &  in  jilfonfo  mede (mio ,  che  fé 
no  gli  era  interrotto  la  f acuità  dipaffare  TÒ,harebbe  ottenuta  per  lo  muro  rot 
to  Ferrara,  doue  non  era  gente  alcuna,  non  fojpettojl  Duca  ammalato  grane* 
mente  i&  i  {.popolo  in  modo  mal  fodis fatto  di  lui,  chepqchiflimi  inimtumultò, 

Ddd     3  quafi 


-r  t       I       B       R      O 

quafi  improuifo,barebbono  prefe  l'ambo  oppoftifì  al  pericolo .  Seguita  t^n 
M.  D.  x  x.    no  mille  cinquecento  uenti,nelqual  continuando  fi  per  le  medefime  cagioni  >  per 
t  equali  era  fiata  conferuata  l'anno  precedente  la  pace  di  Italia  ;  cominciarono 
molto  ad  ampliar  fi  dottrine  nate  di  nuouo, prima  contra  l'autorità  della  Chie- 
fa  Romana 'dipoi  contra  l'autorità  della  Chriftiana  religione:  ilquale  peflifero 
ueleno  hebbe  origine  nelt  ^Alamagna  nella  prouincia  di  Sajfcnia,  per  le  predica 
a  vedi  il  f  tioni  di a  Martino  Lutero  fiate profe fio  dell'ordine  di  Santo  ^Agoftinoyfufcita  a 
ftigJJIen  ti*    tore  per  la  maggiore  parte  ne'  principi)  fuoi  de  gli  antichi  errori  de*  Boemi  :  i 
dei  iib.20.    qmn  riprobati  per  il  Concilio  uniuerfale  della  Cbiefa  celebrato  a  Gofian%a  > 
ftorieAnei  &  abbruciati  con  11  autorità  di  quello  b  Giouanni  Hus,  &  Gierolamo  da  Tra-  b 
4.  delia  vita  ga,due  de'  capi  principali  di  quefta  bere fia;er ano  flati  lungamente  rifiretti  ne 
p«  tacer     confini  di  Boemia:  afufcitargli  nuouamente  in  Germania  haueua  dato  occafio 
moki  altri ,  ne  l'autorità  della  Sedia  ^Apofiolica.ufata  troppo  licentiofamente  da  Lione:  il 
tin  l  utero    quale  feguit  andò  nelle  grafie,  ebefopra  le  co  fé  fi>irituali,  &  beneficiali  conce» 
han  no  pax-  %e  \a  Corte, il  con figlio  di  Lorena  Tue  ci  Cardinale  di  Santi  Quattro  ;  haueua 
Jparfoper  tutto  il  mondo  fen%a  diftintione  di  tempi,  &  di  luoghi,  indulgentie 
b  Giouanni  ampliffime,non  folo  per  poter  giouare  con  effe  quelli,che  ancora  fono  nella  ulta 
xobmo  di    prefente,ma  confacultà  di  potere  oltra  quefio  liberare  l'anime  de  defunti  dal» 
Ttagf  i(u  r°    lePene  del  Purgatorio  :  IcqualU  perche  era  notorio  che  fi  concedeuano  fola» 
u  di  Gioua  mente  per  efiorquere  danari  da  gli  huomini ,  &  effendo  e  ffer citate  impruden» 
ni  vigkf  ;    temente  da  Commefiarij  deputati  a  quefio,  efattione,  la  più  parte  de  quali  ccm 
irle  herefiar  peraua  dalla  Corte  la  facultà  di  effercitare  ;  haueua  concitato  in  molti  luoghi 
chf  fuvedi°  indegnatione,&fcandoloaJfai,&fpecialmeKte nella  Germania,doue  a  molta 
fra  gii  diri    de*  miniflri  era  ueduta  uendere  per  poco  pre^pyò  giocar  fi  fu  ie  taueme  la  fa» 
aeiu  vita  di  cu^  ^  liberare  l'anime  de'  morti  dal  Vurgatono .  Et  accrebbe  che  il  Ton-» 
Siouani  2* .  teficet  ilquale  per  facilità  delia  natura  fua,  effercitaua  in  molte  co  fé  con  poca 
maeflà  l'ufficio  Ironie  ficaie,  donò  a  Maddalena  fua  forella  lo  emolumento, & 
l' efattione  delle  indulgente  di  molte  parti  di  Germania:  laquale  battendo  fiat 
to  deputare  Commcffario  il  Vefcouo  iiremboddominifiro  degno  di  quefta  com 
meffione^che  Ccfiercitaua  con  grande  auaritia,&  efior fione,  &  f apendo  fi  per 
tutta  la  Germania  che  1  danarUchefe  ne  cauauano  non  andauano  al  Tontefi- 
ce,ò  alia  Camera  ^pofiolica ,  donde  pur  farebbe  forfè  fiatopoffibile  che  qual» 
che  parte  fé  nefuffefpefa  in  ufi  buoni ,  ma  era  defimata  afatisfareall'auaritia 
dì  una  donna,haueua  fatto  deteflabile  nonfolo  l' efattione, e  i  minifiri  di  quel» 
la,ma  il  nome  ancora  &  l'autorità  di  chi  tanto  inconfultaméte  le  concedeua* 
Laquale  occafione  battendo  prefa  il  Lutero,  &  hauendo  cominciato  a  difl>re%»> 
%are  quefle  conceffioni^  &  a  taffare  in  quefie  l'autorità  del  Tontefice  >  multi" 
plicadogli  in  caufafauoreuole  agli  orecchi  de' popoli,  numero  grande  d'audito> 
ri;comincih  ogni  dì  più  feopertamente  a  negare  l'autorità  del  Tontefice  .La 
que fi;  principi]  forfè  honefti.ò  almeno  per  lagiufla  occafione,  che  gli  era  data  > 
in  q  uaUhe  parte feuj abili,  t  r aportandolo  L'ambinone  ^&l  aura  popolare  &  il 
fauore  del  Duca  di  SaJJonia^  non  folo  fu  troppo  immoderato  contra  la  potcftà 

de 


1  TERZODECIM  O.  *9<S 

de  Tontef!cL&  autorità  della  Chiefa  Romana,ma  trascorrendo  ancora  negli 
errori  de*  Boemi;  cominciò  inprogreffo  di  tempo  a  leuare  le  imagini  delle  Chie 
fe >a Sfogliare  i  luoghi  Ecclefìaftuhi  de*  beni ,  permettere  a  monachi ,  &  alle 
monache  profeffe  il  matrimonio, conualidando  quefla  opinione  nonfolo  co  Vati 
tontà-,&  congliargumenthma  etiandio  con  l'effempio  di  fé  mede  fimo  :  nega- 
re la  poteflà  del  Vapa  diftenderfi  fuor  a  dello  JEpifcopato  di  Roma,&  ogn*  altro 
Vefcouo  bau  ere  nella  Dio  cefi  fua  quella  mede  fina  autorità,  eh  e  haueua  il  Va- 
pa  nella  Romana:  di/predare  tutte  le  co  fé  determinate  ne'  Condii] ', tutte  le  c§ 
fé  frìtte  da  quelli,chefi  chiamano  i  Dottori  della  Chiefa,tutte  le  leggi  canoni- 
che, e  i  Decreti  de*  Tontefici,riducendofi  folo  al  teflamento  uecrhio,al  libro  de 
gli  Euangelij,agli  *Atti  degli  KApofloli-/&-  a  tutto  quello  che  fi  comprende  fot 
to  il  nome  del  Teflamento  nuouo,  &  all'Epiflole  di  San  Vaolo,ma  dando  a  tut 
te  quefle  nuoui,&  foretti fenft,&  inaudite  interpretationi.  Inflette  in  que 
fli  termini  l*infania  di  coflui ,  &  de*  feguaci  fuoi ,  mafeguitata  fi  può  dire  da 
quafi  tutta  la  Germania,trafcorrendo  ogni  giorno  in  più  deteft  abili,  &  perni- 
tiofi  errori  ;penetrò  a  ferire  ifacr  amenti  della  Chiefa,difpre%£are  i  digiuni,  le 
penitente,  &  le  confeffioniifcorrendopoi  alcuni  de  fuoi  fettatori,*ma  diuenta- 
tigià  in  qualche  parte  diferepanti  dall'autorità  fua,a  fare  pefti fere,  &  diabo- 
liche inuentioni,fopralaEucariflia  :  lequali  co  fé  hauendo  tutte  per  fondamen 
to  la  reprobatone  dell  autorità  de*  Concilij ,  &  de*  Sacri  Dottori ,  hanno  dato 
udito  a  ogni  nuoua,&  peruerfa  inuentioneyò  interpretai 'ione, &  ampliato fi  in 
molti  luoghi  etiandio  fiora  della  Germania  i  per  cotenere  dottrina  di  forte  che 
liberando  gli  huomim  damo  Li  precetti  trouati  per  la  falute  uniucrfale  dai 
Concilij  miuerfali  della  Chieja,da  i  decreti  de'  Toìitefìci,  dall *  autorità  de*  Ca- 
nonia dalle  fané  interpretationi  de  facri  Dottorigli  riducano  a  modo  di  tu- 
ta quafi  libero, &  arbitrario .  Sfor^auafi  ne  principi]  fuoi  di  Jpegnere  quefla 
feftiftra  dottrina  il  Tontefice,non  tifando  perciò  i  rimedijì&  le  medicine  con 
uenicnti  afanare  tanta  infermitàiperche  citò  a  Roma  Martino  Lutero  fofyefe- 
lo  dall'ufficio  del  predicare ,  &  dipoi  per  la  inobedien^a  fua  lo  fot  topo]  e  alle 
tenfure  Ecclefiafliche  :  ma  non  saflenne  da  molte  co  fé  dipeffìmo  effempio ,  & 
che  dannate  ragioneuolmente  da  luterano  mokfliffìme  a  tutti:  donde  ilproce 
dergli  contro  con  l'armi  Ecclefiafliche  non  diminuì  appreffo  a  popoli, an^i  au- 
mentò la  riputatione  di  Martino ,  come  fé  le  pafecutioni  najufteropiu  dalla 
innocenza  della  fua  uita ,  &  dalla  fanità  della  dottrina  che  da  altra  cagione . 
Mandò  il  Tontefice  molti  religio  fi  a  predicare  in  Germania  contra  lui  :  fcriffe 
molti  brieui  a*  Trincipi,&  a*  Tre  lati  :  ma  nongiouando  ne  queflo  né  molti  al 
tri  modi  ufati  >  per  reprimerlo  ,per  l*  inclinatone  de* popoli  ,&  per  lo  fauore 
grande, che  nelle  terre  fue  haueua  dal  Duca  di  Saffoma  ;  cominciaua  a  parere 
in  corte  di  Roma  ogni  giorno  quefla  caufa  più  grane,  &  accrefeere  ladubitatio 
ne  che  alla  grandetta  de*  Tontefici. all' utilità  della  Corte  Romana,&  alt  uni- 
tà della  Religione  Cbrtftiana  non  ne  nafcejfe granài  fflmo  detrimento:  per  que- 
flo fi  facenano  quell'anno  a  Rom^jpeJfiConcijÌQri,$efle(ionfulte  di  Cardinali» 

Ddd    4         & 


t    I    B    R    O 

cr  Teologi  deputati  nella  Camera  del  Tontefice,per  trottare  i  rimedi)  a  qnefiò 
malerbe  continuamente  ere  [cena  :  &  ancora  che  non  mancajfe  chi  riduce  fi  e 
in  memoria ,  che  la  perfiecutione  fattagli  infino  a  quel  giorno ,  poi  che  non  era 
accompagnata  col  correggere  in  loro  mede  fimi  le  cofe  dannabili,  gli  haueua 
crefeiuto  la  riputatione,&  la  beniuolen%a  de  popoli,  &  che  minore  male  fa- 
rebbe fiato  dìfifimulare  dinonfientire  quefia  infamia,cbe  forfè  per  femedefima 
fi  dififoluerebbe,cbe  fio ffiando  nel  fiuoco  accenderlo,  &  farlo  maggiore  ;nondi 
meno  come  è  natura  degli  huomiui  di  procedere  uolentieri  a*  rimedtj  caldi,  no 
fiolo  furono  accref cìnte  le perfecutioni  contra  lui,  &  contra gli  altri  fuoi  fet- 
tatori ,  chiamati  uolgarment e  i  Luterani ,  ma  ancora  deliberato  un  monitorio 
grauiffvmo  contra  il  Duca  di  Safifionia,dalquale  efacerbato  diuentò  fautore  più 
uehemente  della  caufiafiua  :  laquale  in  ifpacio  di  più  anni  andò  in  modo  multi-* 
plicandoyche  fia  flato  molto  pericolo  foche  da  quefia  contagione  non  refli  infet. 
ta  qua  fi  tutta  la  Chrifiianità  :  né  ha  tanto  raffrenato  il  cor  fio  fino  co  fa  alcuna , 
quanto  l'efiferfi  conofeiuto  ifettatori  di  quefia  dottrina  non  effere  meno  infefii 
alla  potefià  de  Trincipi  temporali,  che  all'autorità  de3  Tontefici  'Romani  :  il-> 
che  ha  fatto  che  molti  Trincipi  hanno  per  l'intere  fife  proprio  con  uigilan%a,  & 
confieueritàprohibìto,  che  né  Regni  fuoi  non  entri  quefia  contagione  ;  &  per 
contrario  ninna,  co  fa  ha  fofienuto  tanto  la  pertinacia  di  quefli  errori,  iquali 
qualche  uolta  per  la  troppa  trafigre filone  de  capi  diquefle  berefie ,  &  per  la 
uarietd,  &  etiandio  contrarietà  dell  opnioni  tra  loro  mede  fimi  fono  fiati  ui- 
cini  a  confonder  fi,  &  a  cadere ,  quanto  la  li  cent  io  fa  libertà,  che  nel  modo  del 
uiuer  e  rihanno  acqui  fiato  ipopolir  &  tauaritiade  '  potè  ntiper  non  reftarefpo. 
gliati  de  beni,  che  hanno  occupati  delle  Chic  fé .  1S[cm  accadde  quefto  anno  co- 
fa  degna  dimemoria ,  faluo  che  efifendo  in  "Perugia  Gian  Vagolo ,  &  Gentile 
della  medefima  famiglia  de*  Baglioni,  ò  perche  nafeeffe  tra  loro  contentione-,0 
perche  Gian  Vagolo  non  gli  baftando  bavere  più  parte,  &  più  autorità  nclgo 
a  Ten  tò  an  uemo,  uolefie  arrogarfi  il  tutto; a  cacciò  Gentile  di  Ver  ligia  :  ilche  e  fendo  mo  •  a 
fto°  tempo  "  lefto  al  Vonteficejofeco  citare  che  perfonalmente  comparile  a  Romaiilquale 
r^ì  **°l °a-  temen^0 d'andarui,mandò  Malatefla  fuo  figliuolo  agiuftificarfi,&  ad offeri- 
farfi  sj^no-  red'effereprefioadobedire  a  tutti i  fuoi  comandamenti  ima  infilando  pure  il 
*l  èro  cit"  'Pontefice  della  uenuta  fua ,  poiché  fu  fiato  molti  giorni  perpleffo  ;fi  rifilile. 
to ,  ma,  co-  ad  andar e,confidato(ì  parte  nell'antica  fieruitu,cbe  in  ogni  tempo  haueua  hauti 
r e  rP"  m    t0  con  ^afHa  cafa>  parte  pwfitafo  da  Camillo  Or  fino  fuo genero,  &  da  altri  ami 
«ente  nel  fé  cifiuoi,  iquali  ufiando  l'autorità  loro,&  udendo  fi  de  me^i  potenti  appreffo  al 
fìuf  ufdfr*  Tonte fice,  ò  ottennero  fede  ejprefifa  da  lui  benché  non  per  ificrittura ,  ò  almeno. 
gno.  furono  dal  Vontefice  tifiate  tali  parole  con  fiomma  afiutia ,  &  fatte  tali  dimo- 

firationì  che  quelli,  che  fi  confidauano  potere  ritrarre  da  lui  la  mente  fua ,  gli 
dettono  animo  a  comparire,  dando  fi  ad  intendere  che  egli  potè  fife  farlo  fiicura- 
mente  :  ma  arriuatò.  a  Roma  trouò  che  il  Vontefice  fiotto  fpetie  di  fine  recr ca- 
tioni, come  altre  uolteexafiolito  di  fare ,  era  andato  pochi  giorni  innam^t  in 
Cafiel  Sant'agnolo;  dom  andando  la  mattina  fieguente Gian  Vagolo  per  pre- 
</        -,  ,  ~"~^  fentar- 


TERZ  O *DTE  G  t%i  O.  ?97   aSif€rìft* 

fcnlatfeglhfu  innanzi  arriuaffe  al  coietto  fuoyincaf ceraio  datCaftelìanc:  &\  nella  motte 
dipoi  per  giudici  deputati esaminato  rigorofamente;confefiò  molti  grauiffimi  £  g^o- 
delitti;sì  per  cofe  attenenti  alla  con feruatione  della  Tirannia  e;  come  per  pia-  «j^ije  h% 
ceri  nefandi,  &  altri  fuoi  intere/fi  particolari  :per  i  quali  poi  chefuflato]in  car  *cx™$£f: 
a  cere  più  di  duemefi,  afu  decapitato  fecondo  l'ordine  della  giuflitia,mouendofi>  a  e.  i49.ch*- 
feconddo  fi  credette ,  il  Vontefice  a  quefto ,  per  hauere  nella  guerra  d'orbino  £[™  J°3aU. 
compre  fo  per  molti  fegni  Gian  Vagolo  effere  d  *  animo  alieno  daini ,  hauere  l'in  fidie  del 
tenuto  'pratiche  con  Francefco  Mariane  potere  in  qualunque  accidente  glifo-  j?|J"era  dS 
prauemffe  ,  fare  fondamento  fermo  in  lui  ,  &  confeguente;mente  mentre  che  tonato àpitf 
.  egli  era  in  quello  flato,nelle  cofe  di  Verugiadequali  per  ritornare  a  fuopropo  mz^fap 
fitoyeffendofi  i  figliuoli  di  Gian  Vagolo  fuggithcotne  hebbono  nuoue della  fua  piicio.Ma  ri 
retentione ,  dette  quella  Legatione  a  Siluio  Cardinale  di  Cortona,  antico  fer-  ^^t\\tii 
aitore,&  allievo  fuo;reftituì  Gentile  in  VO'ugia,alqvale  donò  i  beni,che  era-  ta  di  Leone 
no  flati  poffeduti  da  Gian  Vagolo  ;  &  appoggiando  fi  aim  foggetto  molto  de-  iV°Bagtioni" 
bole,uoltò  la  riputatane, &  grar.deT^a  a  lui. Continuò  medefmamente  que-  mi  *ofl'e- 
fio  anno  il  Vontefice,  attribuendo  più  al  cafo,ò  aììapoca-prvden%a,che  ad  al-  Jjj  Papa  t 
tro  l'occafione  perduta  dal  Vefcouo  di  Fentimiglia  ,di  tentare  nuoue  infidie  K°m** ma 
contra  il  Duca  di  Ferrara  per  me%o  d'Uberto  da  Gambera  Vrotonotario  *A-  fteff0  u'aa- 
poflolìco  con  Ridolfel  Tedefco  Capitano  d'alcuni  fanti  Tedefchi,  che  jtlfonfo  daffe* 
teneva  alla  fua  guardia,  ilquale  gli  haueua  promeffo  dargli  a  fuo  piacere  la  b  Leggi  qua 
entrata  della  porta  di  Caflello  Tialto  :  doue  potendo  pervenire  le  genti ,  che  J?  ^f^^ 
mandafìero  da  Bologna,  &  da  Modona  fenya  hauere  a  paffare  il  Vo,  fé  grana,  delia 
non  per  lo  ponte  di  legname ,  che  è  innanzi  a  quella  porta  ;  fu  dato  ordine  a  ^*»  ^  £°" 
Guido  Rangone,  &  al  Governatore  di  Modona  »  che  raccolte  certe  genti  fot-  io  Magno , 
to  altri  colori  andaffero  all' improvifo  ad  occupare  quella  porta  per  difenderla  J°  h°  ^ r^* 
tanto  che  ghigne ffero gli  aiuti  da  Modona,  &  da  Bologna,  doue  erapoflo  or-  pra  in  qfto 
dine  che  la  gente  fi  moueffe  quafi  popolarmente ima  giàfìatuito  il  giorno  del  -  |JoJ  7^  ne,£°  * 
V asfaltarla; fi  feoper fé  che  Ridolfel,  a  chi  per  ordine  del  Vontefice  erano  flati  ne  del  Pa- 
dati  da  Vberto  da  Gambera  circa  due  mila  ducati,  haueua  da  principio  com~  3"'^  :q™* 
municato  ogni  co  fa  con  *Alfonfo:  ilquale  poi  che  hebbe  feoperto  affai  della  men  notato  dei- 
re  del  Vontefice ,  &  de  fuoi  di  fegni ,  non  uolendo  che  la  cofa  procedeffe  più  deU'Tmpe^ 
innanTijenne  modo  che  la  fraude  di  Ridolfel  fi  pvblicaffeAn  queflo  anno  me  ratoie,  cioè 
defimo  pafiò  Cefareper  mare  di  Spagna  in  Fiandra,  hauendonel  paffare  non  i0natod^ot 
per  nece\fita\come  haueua  fatto  il  padre  ma  uolontariamente,  toccato  in  In-  tobre;è  eoo 
gbiiterra>per parlare  con  quel  Rexolquale  reftò  in  buona  concordia. DiFian-  cun!,°i  quali 
b èra  andato  in  Germania  ricevè  del  me  fé  d'Ottobre  in  b  ^Aquifgrana  Città  no  -  tégono  che 
bile  per  l'antica  refidenTg?  &  per  il  fepolcro  di  Carlo  Magno  con  grandiffimo  gu  £&  aa. 
toncorfo  la  prima  Corona.quella  medefma,fecondo  che  è  la  fama,  con  laqua-  »  il  g'?™* 
le  fu  incoronato  Carlo  Magno,  datagli, fecondo  il  coflume  antico  con  l autori-  thia  fuo  na- 
tà  de'  Vrindpi  di  Germania  :  ma  quella  fua  felicità  era  turbata  da  vii  acci-  tal,e  a  .24v  4* 

t  •   ir  n  7      i        »  i-    i-  •  ~         •  n  Febraio.be- 

denti  nati  di  -mono  in  Ijpagna:  perche  a  popoli  di  quei  Regni  era  fiata  mo  •  che  ioftìmo 
itfta  la  promotione  fva  alt  Imperio ,  perche  cojiojceuano  che  con  grandif-  che  fiano* 

[ima 


L  *  B  R  o 

/fm*  tnceimodità,&  detrimento  di  tutti  farebbe  per varie  cagioni  necefjìk- 
toaflare  non  piccola  parte  del  tempo  fuor  a  dì  Spagna:  ma  molto  più  gli  ha- 
fto  ueua  mojji  l'odio  grande*  che  haueuano  conceputo  contra  l'auaritia  di  quelli , 
c«uì«7,  di  che  lo  gouernauano,maffimamente contra3 Cenresùlqualedimoflratofiinfa  4 
oiì  pm  uot-  tiabile,haueua  per  tutte  ie  uie  accumulato  Comma  vrandiflfima  di  danari  :  il 
■e  i  quella  medejwio  gli  haueuano  fatto  gli  altri  Fiamminghi  pendendo  per pretto  a  fo 
ch^òca*  reflieri  gtiufati  follti  *  darfi  a  gli  Spagnuoli,&  facendo  uenali  tutte  le  gra- 
to, &  fu  que  tie,priuilegijì&  efteditioni ;  che  fi  dimandauano  dia  Corte,  in  modo  che  conci 
So  nwpera  ^ tmi  *  P0?0^  contra  il  nome  de*  Fiamminghi ;haueuano  alla  partita  di  Ce 
towmacra  fare  b  tumultuato  quei  di  yagliadulit,&  appena  ufcito  di  Spagna,folleuatii 
*ffimo8dc'  mti  non  (Jecondo  diceuano)contra  il  Rema  contra  i  canini  Gouernatoruet 
ducati  d\o-  communicatì infiemeiconfigli,non  predando  più  obedìen%a  a  gli  officiali  Re 
Scucii  gij  haueuano  fatta  congregatane  della  maggior  parte  de  popolili  quali  data 
gìouìo  ,  forma  al  gouerno  fi  reggeuano  in  nome  della  Santa  Giunta  (così  chiamauano 
b  ca  i  di  co  ■'*'  mfl&°  uniuerfaU  de*  popoli) contra  i  quali  effendofi  leuati  in  arme  i  Capi* 
ftoro!chetu  tarJ,&  miniflri  Regu\ridotte  le  cofe  in  manifefla  guerra;erano  tanto  molti- 
E,uIt dicTii  fàcatl  *  dtjordiniyche  Cefare  piccolijjima  autorità  ui  riteneua:  donde  in  Ita- 
gì  omo,  che  lia,&  fuori  crefceua  lafperan%a  di  coloro  \  charebbono  defiderato  diminuire 
vld™?10 '  tanta gran(ie'Z&1  •  Haueua nondimeno  l  armata  fina  acqui/iato  contra i  Mori 
g?o  Biauo,  Clfola  delle  Gerbe,&  in  Germania  era  fiata  repreffa  in  qualche  parte  la  npu 
n  ltoU  ]°  tatl0ne  del  Re  di  Francia:  perche  dado  egli  per  nutrire  di  fior  die  in  quella  Tro 
muciayfauore  al  Duca  di  Vertimberg,difcordante  con  la  Lega  di  Sueuia^i po- 
poli rìfentitifipotent  eméte ;lo  cacciarono  del  fuoflato^  &  acquifiato  che  l'beb 
ni  dopo  1"  hono;lo  uenderono  a  Cefare  de  fiderò jo  d'abbaffare  ifeguaci  del  Re  di  Francia* 
bottinaio  obligandofi alla  difefa  contra  qualunque  lo  moleflaffe:  ilperchequel  Duca  tro 
te°  in's/clha  uandofi  diftruttó  fiotto  la  §eran%a  de  gli  aiuti  Fr  ance  fi) fu  necejjìtato  ricorre- 
vi spagnuo  re  alla  clemenza  di  Cefare,  &  da  lui  accettare  quelle  leggiuhegli  furono  da- 
ikm  Fe«an  te,non  rimvffo  però  per  que  fto  nella  poffe (pone  delfuo  Ducato .  Isella  fine  di 
te  Gonzaga  quefio  anno  ifleffo  forfè c  tre  mila  fanti  Spagnuoli  fiati  più  me  fi  in  Sicilia,  non  c 
queii'iioia*  volendo  ritornare  in  Ifpagna  fecondo  il  commandamento  hauuto  da  Cefare  * 
te/a  di  r  ~a  dijf  recata  l  autorità  de'  Capitani,paffarono  a  Reggio  di  Calauria,  &  proce- 
dazzo:  douc  dendo  con  fare  per  tutto  grauifjìmi  danni  uerfo  lo  fiato  della  Chiefa;  meffono 
h<  bbc  moi  ingrauc  terrore  il  Tapajielt  animo  delquale  era  fiffa  la  memoria  de  gli  acci- 
tjonzaga  a  denti  d'orbino  che  0  folle nati  da  altri  Trincipi,  ò  accompagnandofi  col  Duca 
Se"8  ie^C  e  Franceft°  Marasco  figliuoli  di  Gim  Vagolo  Baglione,  &  con  gli  altri  nimi- 
neiia  yi ja  dì  ci  della  Chiefa;non  fufcitaffero  qualche  incendio;maffimamente  ricufando  l'of 
luce  da' aT  fatefate  dal  licere  di  J^apoli  e  da  luisdi  foldarne  una  parte,  &  a  gli  altri 
lonfo v»ioa,  far  donatione di  danarudaìlequali  offerte prefo maggiore  animo; fi  moneuano 
ItJhillor7'  uer'°  d$umc  del  TrontOynonper  lo  paefe  flretto  dei  Capitanatola  per  lo  ca 
dei  Gìouìo.  mino  largo  di  Vuglia  $  cy  aggiugncndofi  continuamente  altri  fanti,  &  qual~ 
checauallo  diuentauano  fempre  più  formidabili :nondimeno  firifoluèpiufa~ 
cilmente>&  più prefio^e gli  huomim  non  crede uano  >quefto  mouiméto .-per- 
che 


QJV  ARTO'DECI  M  O.  }9* 

the  paffuto  il  Tronto  per  entrare  nella  Marca  UnconitanajiellaquaU  il  'Pon- 
tefice haueua  mandate  molte  genti,  &  andati  a  campo  a  Ripa  Tranfona,  ha- 
uendoui  dato  un  afì alto  gagliardo, perduti  molti  di  loro  furono  corretti  a  rifa 
rarfi:ilpercbe  diminuiti  molto  di  animo,  &  di  riputatione ,  accettarono  cupi* 
damente  da  miniftri  di  Ce  far  e  conditioni  molto  minori  di  quelle  t  lequali  pri- 
ma baueuano  diffireigate  • 


DE  LLHISTORIA 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCI  ARD  INI 

Genti  l'hvomo    Fiorentino, 


^!*^* 


■  i   '  n 


LIBRO     Q^V  ARTODECIMO. 

s    Q    M    M    A    R    x    Q  ' 

Descrive  nel  libro  quartodecimo  i  penfieri  di  Papa  Leone  per  liberare 
Italia  da  Oltramontani:  1  acquiflo  del  Regno  di  Nauarra,fatto  dal  Re  di  Fra 
eia:  ia  Lega  feci  età  fra!  Papa,&  l'Imperatore  cantra  Francia:  che  i  Francefiucn- 
neio  lotto  Mot. s  dello  Scudo  a  difender  Io  Stato  di  Milano,  &  la  guerra  che  ui  il 
lece  lotto  Lautrech  ,  fin  che  gl'Imperiali,  &  Francesco  Sforza  acquetarono  quel 
Diuato  :  !a guerra  di  Parma,  che  con  la  Città  di  Piacenza  uenne alla  Chiefa  :Ia 
morte  di  Papa  Leone,  che  diede  occafionear  Duca  di  Ferrara  di  ricuperar  molti 
lu"glu  ck  di  folieuai  li  tumulto  in  molte  parti:  lacreationdi  Papa  Adriano:  l'en- 
trata di  Fiancefco  Sforza  in  Milano  :  iì  fatto  d  arme  alla  Bicocca  :la  prefadi  Gc-  L'ambino 
noua  per  gli  Spagnuoli  :  i  trauagli  di  Thofcana,  StToccupation  d  Àiiminoper  ne,  come  al 

Gifrnondo  Malatelta.  treuolteho 

..!....        — ,  notato, è  u» 

^EDtATO  nel  principio  delt^Amo  Mille  cinquecento  uen  na  ^tftfcfo: 

Ìa    _•  r  ;      r  •  '     i  M.  D.  xxi. 

t  uno  quejto  piccolo  mouimento  >  temuto  più  per  la  memo*  -      ralue 

riafrefea  de3  fanti  Spagnuoli:che  asfaltarono  lo  flato  d'Fr-  Pie.na  & rni 

bino,cbe  perche  appari ffero  cagioni  probabili  di  timore  ;co-  lèiimen  té 

minciarono  pochi  me  fi  poi  a  perturharf;  le  cofe  d'Italia  con  (corae  vo1 

^  guerre  molto  più  lunghe, maggior  i,&  più  per icolofe,chc  le  nVi  i.  degli 

tpaffaie  (limolando a  l'ambitione  di  due poi enti (fimi  Re, pieni  tra  loro  di  emù-  officiai la- 

latic,ne3d'odìo,  &  di  fofbetto  ad  esercitare  tutta  la  fua  potenza ,  e  tutti  gli  n"  "r.'qut" 

fdegni  in  Italia:  laqualc  fiata  da  tre  anni  in  pacej  benché  dubbia ,  e  piena  di  *  »  ■  ,^:  W 

fojpettione;pareua  chaueffe  il  Cielo, il  Fato  proprio-  &  la  Fortuna  ò  inuidiofì  to  l'Aimo* 

della  fua  quiete  ò  timidi,  che  ripofandofipiu  lungamente  non  ritornale  nel-  !c  inh-mcu.cÌ 

X antica  feliàtà.  'Principio  a  nuoui  mouimentt  dettono  quelli,  i  quali  ubligati  .tata  «gioii 

più  che  gli  altri  a  precurare  la  conferuatione  della  pace,  più  ffieflò  che  gli  al-  %y^l^ 

tri  la  perturbano;  &  accendono  con  tutta  l'mduftriaì  &  autorità  loroitfuo-  ditali*  * 

co* 


r  LI    B    R    O  / 

-t9,ilqttale  quando  altre  rimedio  non  baflaffe;douerebbono  col  propria  fannie 
procurar  di  jpegnere:  perche  fé  bene  tra  Ce  fare,  ed  Re  di  Francia  crefce fiero 
continuamente  Iemale  inclinationi  ;  nondimeno  nò  bau  e  nano  cagioni  molto 
■■  urgenti  alla  guerra  prefente,nè  eccedeuano  tanto  ìun  l'altro  di  potenza  m 
-Italia ,  né  d\  alcuna  opportunità  che  fen%a  compagnia  di  qualch' un  altro  de 
principi  Italiani  fuffero  baflanti  ad  offenderfi  :  perche  il  Re  di  Francia  ha7 
uendo  congiunti  [eco  i  Vinitiani  alla  difesa  dello  flato  di  Milano ,  &  efiendo 
~~gliSui%£eri  non  pronti  più  a  fare  le  guerre  in  nome  proprio,  ma  diffofli  fo- 
tamente  a  feruìre,  come  foldati  chi  gli  pagaffe,  non  haueua  cagione  di  teme- 
re mouimento  alcuno  di  Cefare,  neper  uia  del  Reame  dì  l<lapoli,nè  per  uia  di 
Germania:  né  da  altra  parte  haueua  facilità  d'offender  Cefare  nel  Reame  di 
Trapeli,  non  concorrendo  feco  a  quella  imprefa  il  Tontefice:  ilquale  ciafeuno 
di  loro  con  uarie  offerte,  &  arti  fi  ceuauadi  conciliare,in  modo  che  fi  crede-* 
uaychefel  Tontefice  per feuer andò  a  flare  di  mc%o  tra  tutti  due ,  fl'efìe  uigL 
lante,&  follecito  a  temperare  ContauioritàTonteficaley  &  conia  fede,  che 
gli  darebbe  la  neutralità,  gli  fdegni,&  reprimere  l'origine  di  configli  inquie- 
tujhaueffe  aconferuarla  pace .  1s(è  fi  uedeua  cagione ,  che  lo  neceffitaffe  a 
defiderare,  ò  a  fufeitare  la  guerra ,  perche  &  prima  haueua  tentato  l'armi 
,  infette ement e ,&  efiendo  amendue  quefiiTrincipi  tanto  grandi,baueua  da  te 
a  Quali  for ,  mere  parimente  della  uittoria  diciafeun  diloro >conofcendo fi  chiaramente  che 
nerii ,  &  di  quello,che  rimanefie  fuperiore,non  bar  ebbe  ne  ofiacolo,ne  freno  a  fottoporfi 
facetie  pia.  tutta  ltalia,pojfedeua  tranquillamente }&  con gxandiffima  ubidien%a  lo  fia- 
pa  Leone;  fi  to  ampliffimo  della  Chiefa ,  &  Roma,e  tutta  la  Corte  era  collocata  in  fommo 
fèr  da??*  fi0Ye>&  felicità,haueua  piena  autorità  fopra  lo  fiato  di  Firenze ,  fiato  pò* 
4-  delia  vita  tente  in  quei  tempi ,  &  molto  ricco ,  .&  egli  per  natura  dedito  alt  odo ,  &  a 
GìlvA  *f    piaceri,  &  bora  per  la  troppa  licenza,  &  grandezza  alieno  fopra  modo  dal± 
Deponetene  le  faccende, immerfo  ad  udire  tutto  l  giorno  mufiebe, a  facetie,  &  buffoni,in-  a 
«comedi  c^mt  °  ancom  tr0PP°  fi*  c^e  l'honeflo  a  piaceri;  pareua  doueffe  e  fiere  total' 
fi  fece  prò-  mente  alieno  dalle  guerre,-    *Aggiugneuafi  chebauenclo  l'animo  pieno  di  tan 
«Tmpazzf?  ta  m*?P$cen%&>&!felendore,cke  farebbe  flato  marauigliofo,feperlunghiffi 
Mimomini,  mafucceffionefuffedifcefo  di  Re  grandiffimhnè  bauendo  nello  {pendere,  ò  nel 
ctuoìtzle     donare  mifura>ò  diflint  ione;  non  folo  haueua  in  brieue  tempo  diffipato  con  ine 
sali.-  onde  il  filmabile  prodigalità  il  teforo  accumulato  da  Gìulio,ma  bauendo  dalle  Jpedi- 

fi'peìfoaf  e  ^on^  ^e^a  Corte  '  ^  ^  mo^e  forte  di  ujficifnuoui  efeogitati  per  far  danari  $ 
d'e/Tere  gra  tratto  quantità  infinita  di  pecunia,  haueua  fife fo  tanto  ecceffiuamente ,  ch'era 
Barbali©11  neccffitato  continuamente  a  penfare  modi  nuoui  da  foflenere  le  profufe  Jpefe 
fu  laureato;  fue^nellex\ualinonfolamenteperfeueraua,mapiu prefio  aumentaua.  ls[onba 
da  totu  i\e!  ueuaflimolati  di  far  grandi  alcuni  de'fuoi ,  &  fé  bene  lo  tormentaffe  il  defi- 
le/ante ,  e  i  derio  diricuperare  Tarma,&  Tiaccn^a,  &  d'acquifiar Ferrara ,  nondimeno 
fon  fomma  nonpareuano  cagioni  baflanti  ad  inducerlo  a  riuolger  fiotto  fopra  lo  flato  quie* 
«nenjtc  fauo  to  del  Mondo,ma  più  prefio  a  temporeggiare,  &  affettare  l'opportunità  >  & 
*"'  faccafioni,Maèmoquello,chefidice,^  glihuom{m 

maggior 


Qjtf  A  &  TODEC.l  M  O.  39* 

maggior  nimico,  chela*  troppi  profferita, per  che  gli  fa  impotenti  di  fé  mer  èU  u 
definii ylicentwfu  &  arditi  ai  male*  &  cupidi  di  turbare  il  ben  proprio  con  co  proferita 
fenuoue. Lione  coflituito  in  tale  flato ,  ò  riputando f:  a  grande  infamia  l'hauer  ^ìo  «iS 
perduto  Tarma,  &  Tiacen?asacquiflate  con  tanta  gloria  da  Giulio yò  non  pò-  co)  è  di  mag 
tendo  contenere  l'appetito  ardente  ali'acquiflo  di  Ferrarayè  parendogli  fé  mo  SeQto,°ch* 
riua  fen%a  bau  ere  fatto  qualche  co  fa  grande ,  lafciare  infame  la  memoria  raunerfitàv: 
delfino  Tonteficato,ò  dubitando,come  diceua  eglhche  i  due  Re,efclufìciaficu-  giij0  nei  io. 
no  dalla  fteran%a  di  e  fi  ere  congiunto  feto ,  &  perqueflo  pocohabili  a  ojfen-  jeji'BvJej-d* 
derfi  infieme  condefeend efiero  finalmente  tra  loro  a  qualche  congiuntione  che  mCn's  homi 
fufie  a  deprejfione  della  Chiefa>&  di  tutto 7  refto  d'italiano  fperandoycome  io  nu™  *ati>101 
udì  poi  dire  al  Cardinal  de  Medici, confido  di  tutti  ifuoi  fiegretheacciati  i  Fra  Et  lemare 
cefi  di  Genoua,&  del  Ducato  di  Milano  poter  poi  facilmente  cacciar  Ce  fare  ?odfjJJ"" 
del  Reame  Tslapolitano,  uendicandofi  quella  gloria  delia  liberta  d'Italia,  al-  iecundu.  Et 
iaquale  prima  haueua  manifcjìamente  adirato  l'antecefiore:cofia  che  non  pò-  f  dell'art» l 
tendo  fuccedere  a  Lione  con  le  proprie  forte  >  fperaua  mitigato  prima  in  qual-  Luxuruut 
che  parte  /'  animo  del  Re  di  Francia  con  eleggere  qualche  Cardina  le  de  fiderà-  J"e!r™"bf^ 
t o  da  lui ,  &  col  dimoflrarfi  pronto  a  concedergli  dell'altre  gratie ,  indurlo  a  cundis.  Net 
dargli  aiuto  contra  Ce  far  e, come  fé  fufie  per  pigliare  in  luogo  di  rifioro  Ufo-  ^"romò 
laygOyche  a  Ce  fare  accade fie  il  medefimoych'  era  accaduto  a  lui.  Qualunque  da  mente  p« 
lo  mone  fie  di  quefle  cagioni^  una ,  b  più,  ò  tutte  infieme;  uoltb  tutti  i  pen fieri  u' 
allaguerra,&  ad  unir  fi  con  uno  diquefli  dueVrincipi ,  &  congiunto  con  lui , 
tnuouere  in  Italia  l'armi  contra  l'altro:  a'  quali  pen  fieri  per  trouarfi  prepara- 
to né  potere  fra  tanto  efiere  opprefio  da  alcuno ,  mentre  trattaua  con  ciaficu- 
no,ma  più  grettamente  col  Re  di  Francia  ;  mandò  in  Eluetia  Antonio  Tucci 
Vefcouo  di  Tifloia,ilquale  ottenne  poi  in  altro  tempo  la  dignità  del  Cardina- 
lato,a  foldare,&  condurre  nello  flato  della  Chiefa  feimila  Suiigerin  quali  ef 
fendoglifen^a  difficultà  conceduti  da'  Cantoni,per  la  confederatione  che  dopo 
laguerra  d'Vrbino  haueuarinouata  con  loro, ottenuto  il  pafio  per  lo  flato  di 
Milano  ;gli  condufie  nel  Dominio  della  Chiefa  ,intr  attenendogli  più  me  fi  in  Ro 
magna, &  nella  Marca:efiendo  incerto  ciaf  cimo  a  che  propofito ,  non  efiendo 
mouimento  alcuno  in  Italia,foflcnefie  otiofamente  tanta  fpefia  ;  egli  afferma- 
va battergli  driamatiper  potere  uiuere  ficur amente,  f apendo  che  ogni  giorno 
erano  da  i  ribelli  della'  Chiefa  rnachinate  cofie  nuoue  :  laqual  cagione  non  pa-  + 
rendo  neri  filmile  ,cadeuano  né  difeorfi  de  gli  b uomini  uartj  conce ttuchi  crede- 
ua  ch'egli  fi  fufie  armato  per  timore, eh3  egli  hauefie  del  Re  di  Francischi  per 
qualche  difegno  d'occupar  Ferrar  ai  chi  che  hauefie  ine  linat  ione  di  cacciar  Ce- 
fare  del  Reame  di  Isfapoli.  Ma  tra  lui,e'l  Re  fi  trattaua  fegretamente  d'afial 
tare  con  Farmi  congiunte  infieme  il  Regno  Napolitano ,  con  conditione,  che 
Gaeta,e  tutto  quello, che  fi  contiene  tra 7  fiume  del  Garìgliano,e  i  confini  dello 
fiato  Ecclcfiaftko,s  acqmfiafie  per  la  Chiefaul  reflo  del  Regno  fufie  del  fecon 
do  genito  del  Re  di  Francia  ,  ilquale  perefier  d'età  minore  hauefie  ad  e  fiere 
infimo  ctìei  fufie  d'età  maggiore ,  gommato  wfteme  col  Reame  da  un  Lega- 
te 


LIBRO 

io  ^ipoflolicù,ehe  rìfciefic  a  J^apoli.  Contenenti  altra  queflo  la  capitolartene 
ebe'l  He  doueffe  aiutarlo  contra  i  fudditi*&  feudatari]  della  Sedia  .Ape/loti- 
ca, conditane  appartenente  allo  ftabilimento  delle  cofe  poffedute  dalla  Chie- 
fa  ;  ina  non  meno  alla  cupidità*  che  baueua  il  pontefice  d'acqui  far  Ferrara  • 
lS[elqual  tempo  molto  opportunamente  a  quefti  difegni  il  He  di  Francia  mili- 
tato dall' occaftone  de*  tumulti  di  Spagna  &  confortatone  fecondo  che  poi>que 
relandofi*affermaua*dal  Tonte fice;mandò  un  efferato fotto  lAfrarotk,  fratel 
lo  di  Lautrecb  inlslauarra  per  ricuperar  quel  Regno  al  Re  antico  ,&  nell'iflef 
fo  tempo  Ruberto  della  Marciaci  Duca  di  Ghelleri  cominciaffero  a  moleflare 
i  confini  della  Fiandra  .     Le  difeordie  di  Spagna  feciono  facile  ad  jlfyarotb 
l'acqmftare  il  Regno  di  l^auarra.defiituto  da  ogni  aiuto, &  nelquale  non  era 
a  Dì  quefti  fanta  la  memoria  del  primo  Re:&  bauendo  con  l'artiglierie  e  (pugnata  la  Roc 
Giouio  nei  ca  di  Vampalona*entrato  ne'  confini  del  Regno  di  Catalogna;occupò  Fontera~ 
lib.zo.  Don  bia*&  corfe  fina  Logrogno*donde(come{pejfoauiene  nelle  cofe  bumane)gio- 
ico  gr  à  co  n  uò  a  Ce  far  e  quello  che  gli  buomini  baueuano  creduto  douergli  nuocere -.perche 
Arri*  o'J'm    k  cofe  di  Spagna  trauagliate  fin  a  quel  giorno  con  uarij  progreffì;  erano  ridot- 
miragdo ,     te  in  grandiffime  turbulem^e^  emendo  da  una  parte  congiunti  ì  popolari *  & 
^nòeiifavii  P^bù*  dall'altra  bauendo  prefe  l'armi  in  beneficio  di  Ce  fare  molti a  Signori  i 
la  Aiaua.      quali  per  l' intere ffe  de  gli  fiati  temeuano  la  licenza  popolare:  laquale  proce- 
duta a  manififla  ribellione  Àe fiderò  fa  di  hauer  capo  d'autorità*  baueua  tratto 
capeiiaaZin    della  Rocca  di  Sciatiua  il  Duca  di  Calauria*ilquale  ricufando  di  pigliar  l'armi 
quei  luoicó  contra  Cefare*non  uolle  difeoflarfi  dalla  carcere. Ma  l'è  fiere  afìaltato  il  Regno 
fcrifle  '  per   proprio  dal  Re  di  Francia*  commoffe  in  modo  gli  animi  de*  popoli*  i  quali  fen- 
la  reftitutio  ^  difpiacere  baueuano  tollerata  la  perdita  del  Regno  di  7<{auarra>benche  di- 
feo  sforza,  uentato  per  l'unione  fatta  dal  Re  Catolico  *  membro  de'  Regni  loro,cbe  parte 
adduce  un».  per  quefla  cagione  .parte  per  qualche  profilerò  fuccejfo,  che  baueua  hauuto  l'ef 
ne  delio  fde  fercito  Cefareo,tu:to'l  Reame  di  Spagna >depoflo  più  facilmente  le  contentio- 
comra  li  p*  w/  tra  ^oro  medefimi;ritornò  allubidien%a  delfuo  Re.  *AUa  proferita  del  Re 
pa  :  &  è  che  di  Francia  per  la  uittona  cofi  facile  del  Reame  di  1$auarra;s'aggiunfe,fe  ha- 
uoUPiicon"  ueffefaPut0  ?*fare  C occafìone, maggior  fucceffo:  perche  gli  SuiTgerL,  apprefio 
fermare  a-   a  quali  erano  gli  ^imbafeiatori  fuoi,  &  di  Ce  fare *  sfor^andofi  ciaf  un  a  'effi 
dioTd'  Am  di  congiugner  fi  con  loro,  rifiutata  contra  l'opinione  di  molti*  &  contra  l'inten 
buuia,  foto  tione*che  baueuano  data  l'amicitia  di  Cefare  ;  abbracciarono  la  congiuntone 
gaUtoain°Fr5C  c°l  &e  dì  ^ancia*ubligandofi  a  concedere  a  gli  ftìpeniij  fuoi  quanti  fanti  uo- 
«ia,  come  il  le  ffe  a  qualunque  imprefa*  &  di  non  ne  concedere  ad  alcun  altro  per  tifargli  a 
m*di  che1'!  °ffefa  di  quel  Re.  Reflaua  l'effecutione  iella  capitolatwne  fatta  a  Roma  irai 
teratoj  dille  Pontefice  *  &  luiidellaquale  effendogli  ricercata  la  rat ifi catione,  cominciò  a 
pakclle  nò  ft*re  bfo;/pe(b)ejfendogli  meffo  foretto  da  molti  che  attefo  le  duplicità  del  To-  j 
era  ?er  man  tefice*  &  Colio*  che  affimto  ai  Tonte  fi  ato  gli  baueua  continuamente  dimo- 
fione  d"aé  fàato  &*  àa  dubitar:  di  qualche  frauda  *  dicendo  non  efer  uerifnnile  *  che  il 
è    di  di  \    'pQHtefitf  dcfideraffe  che  in  lui-  ò  ne'  figliaci1  pcruemjfc  il  Reame  di  'ìsfapoli  : 
iu  hguttìi.        jj.  j?V4enj0  qltei  Regri0  e' l  Ducalo  Ui  MiUno^cmereblK- troppo  ufitapo 

tcn%a: 


QJV  ART  O  DECI  M  O.  .  ,    4ca 

ten%a:pcr  certo  tanta  bcniuolen%a  fcopertafi  cofi  difubito  non  efferfcn^a  mi  * 
fterio.  Auemffe  bene  alle  co  fé  fue  da  gl'inganni,  &  che  credendo  acquiflare  il 
Regno  di  'Napoli  nonperdeffe  lo  flato  di  Milano:  perche  mandando  l'efferato 
a  Tripoli  farebbe  in  poteflà  del  Tontefice,che  haueua  fei  mila  Suiigeri ,  w- 
tendendo  fi  co'  Capitani  dell'Imperatore  di$farlo:&  disfatto  quello,  che  difeft 
rimanere  a  Milano11<lèefferedamarauigliarfuche'lTontefice  hauendo  ten- 
tatole con  le  for%e  gli  fuffe  tolto  quel  Ducato*  diffrerato  di  poterlo  §ttene- 
re  altrimenti, cerraffe  priuarnelo  con  gl'inganni.  Quefle  ragioni  commoffono 
il  Re  in  modo  .che  fl  andò  dubbio  del  ratificare, &  forfè  affrettando  riffrofla  £al 
tre  pratiche;non  auifauaaRoma  cofa  alcunadafciandofioffrefiil  Tapa,&  gli 
jlmbafciatori  fuoi.Ma  il  Tontefice;ò perche  uer amente  gouernandofi  con  le 
fimulationi  confuete,baueffe  l'animo  alieno  dal  Re;  ò  perche  come  uidde  paf- 
fati  tutti  i  termini  del  rifondere ,  affrettando  di  quel  ch'era,e  temendo  che'l 
Re  non  ifcopnffe  a  Ce  far  e  le  fue  pratiche,  &  che  tra  loro  per  quefto  poteffe  na     Acciebbe 
fiere  congiuntione  in  pregiudicio  fuo,  concitato  ancora  dal  defiderio  ardente  >  anco  i0  h* 
e  he  haueua  di  ricuperare  Tarma,&  Tiacen%a,&  di  fare  qualche  cofa  memo  1*°^^/* 
x  r abile, a  f degnato  oltra  queflo  dalla  infolen%a  di  Lautrech,  &  del  Vefcouo  di  Maiia  dalia 
Tarbafno  mimfìro,i  quali  non  ammettendo  nello  flato  di  Milano  alcuno  com  *°J"*h£* 
mandamento^  prouifìoni  Ecclefiaftiche;le  diffrregiauano  confuperbi[fime}&  no  :  ilquale 
infolentiffime  parole  ^deliberò  di  congiugner  fi  contra  il  Re  di  Trancia,  con  Ce-  Jgjj  |*,ns^e 
farenlqu&le  irritato  dalla  guerra  di  Jlauarraflimoìato  da  molti  fuor  uf citi  di  fofle  ftat© 
Milano ,  commofìo  ancora  da  alcuni  del  configlio  fuo  de  fiderò  fi  d'abbafiare  la  ^"f/,^ 
grandetta  di  Ceures,che  haueua  fempre  difiuafo  il  fepararfi  dal  Re  di  Tran-  to  Ecclefia- 
cia;fi  rifoluè  a  confederar  fi  col  Tonte fice  contra  il  Reiallaqual  cofa  fi  crede  lo  j£°  Gl^l 
fa:efie  accelerare  la  ffreran^a  di  poter  facilmente  e  on  l'autorità  del  Tontefi-  *>  capeiu 
ce 3  & fuajndebolire  la  Lega  fatta  con  gli  Sui7^erhinnan%i  che  con  doni,  &  JJ^^.^ 
ton  gratificategli  la  confolidafie.     Indufie  anco  a  maggior  confidenza  l'ani  quale  chia- 
mo del  Tontefi  ce ,  che  l'imperatore  hauendo  udito  nella  Dieta  diVormatia  JJJfqJfcrit 
Martin  Lutero ,  chiamato  da  lui  folto  faluocondotto  &  fatto  esaminare  le  to  di  TaiDa, 
cofe  fue  da  molti  Theologui  quali  haueuano  riferito  e  fi  ere  dottrina  erronea,  bei  Se ,  " 
&  pemitiofa  alla  Chrifliana  religione  ;gli  dette  per  gratificare  al  Tontefice  il  cui  nomee. 
bando  Imperiale  daquale  cofa  ffrauento  tanto  Martino,  che  fé  le  parole  ingiù 
h  riofe,&  piene  di  mmaccie,che  gli  difte  il b  Cardinale  di  San  sfio,Legato  j£-  b  H  cardi- 
poflolico,non  l'haue  fiero  condotto  ad  ultima  diffreratione;fi  crede  farebbe  fla  JQl  £  ^3S£ 
to  facile, dandogli  qualche  dignità^  qual  he  modo  honeflo  di  mnere,farlo  par  ftro  i  homa 
tire  da  gli  errori  fuoi.     Ma  quelloshe  fi  fia  di  quefio,fu  fatta  trai  Tontefi-  JcU'oSfn»0 
ce  &  l'Imperatore  ferina  faputa  di  Ceitres, ilquale  infima  quel  tempo  haueua  de*  Predica 
bauuto  in  lui  fomma  autorità. &  ilquale  opportunamente  morì  quafine' me-  ^"dotnln  * 
de  fimi  giorni  ;confederatione  a  difefa  commune  etiandio  della  Cafa  de'  Medi-  n»o  ,  come 
ci,  &  de'  Fiorentini ,  con  aggiunta  di  rompere  la  guerra  nello  fla  io  di  Milano  ^e  fi°puoc& 
in  quei  tempi, &  modi  che  infieme  conuenifi  ero:  ilquale  acquiftandefi;  reflaf   piendece.. 
fé  alla  Chiefa  Tarma,  &  Tiaccnza}  chele  tenefie  con  quelle  ragioni  ton  lequa 

li 


'LIBRO 

H  haiteua  tenute  innanzi  ■&  che  atte  foche  Francefce  Sforza,  lUiuateu  efuìe 
a  Trento;  prete  ndeua  ragione  nelle  flato  di  Milano  perla  inueflitura  pater- 
na,&  per  la  monda  del  fratello;cbe  aequiflandof,  fuffe  me  fio  in  poflefjwne , 
&  ubicati  i  Collegati  a  manteneruelo  &  difenderuelo:  che  il  Ducato  di  Mi- 
lano notconfummaffe  altri  falche  quelli  di  Ceruia:permeffo  al  Tapa  non  fa- 
lò di  procedere  cantra  i  fudditi,& feudatari^  fuor,ma  ubltgato  etundio  Cefa- 
re,acqmflato  che  fuffe  h  flato  di  Milano  ad  aiutarlo  cantra  loro  ,  &  nomina- 
tamente aWacquiflo  di  Ferrara:  fu  accrefeiuto  il  cenfo  del  Reame  uiVspcli-, 
promstfa  al  Cardinale  de  Medici  una  penfione  di  dieci  mila,  ducati  Ju  L  ^ìrci- 
uefeouado  diToltedo,uacatonuouamente,&  uno  flato  nel  Reame  ut  T^pon 
d'entrata  di  dieci  mila  ducati  per  Meffandro  de  Media,  figlimi  naturale 
di  Lorenzo  ?ià  Duca  d'orbino:  per  dichiararne  deUequai  cofe  fare  necefja- 
rw  brievemente  raccontare  quali  Cefare pretendeva,  cbefujfero  mqueflo  tem 
,  ai  pri.d-  po  k  razioni  deli  Imperio  f opra  il  Ducato  di  Milano.  »  ^ffermauajiper  la  par  t 
£°™  tedi  C  efare,  che  a  quello  flato  non  erano  di  momento  al  cuna  le  ragioni anti- 
«,  ««,  ,u.  chede  Duchi  £Orl,ens,pernon  ejfere  flato  confermato  coni  autorità  Impe- 
SSuSST,  naie  il  patto  della  fucceffione  di  Madama  Valentina,  &  che  al  preferite  ap- , 
eh*  pxir n-  pmene.M  immediatamente  alflmperio,perche  la  inueflitura  fatta  a  Lodout- 
ìfftfSC  co  Sforzaperfe,  &  per  i  figliuoli  era  fiata  riuocata  datolo  con  amflitu- 
*»°  *  *-  dine  di  fante  claufule,che  la  riuocatione  haueua  hauuto  giuridicamente  efet 
kn*-  to,inpregiudiciomaffmamente  ie  figliuoli:,  quali  non  l  aauendoma,  pojfe- 

dutoihaueuanoragione  in  fperanza,&  non  in  atto:  & perno <  effen  ftaiaua- 
iida  inueflitura  fìtta  al  Re  Luigi  per  fe..&  per  Claudia  fua  figliuola,,»  cafo 
fimaritaflea  Carlo,&cenpatto,cbeno»  feguendo  tltmtnmonto  f^[± 
pa  di  Carlo;fu(fe  nnlla,&  che  Milano  per  la  maretta  paffaffe  a  Carlo-ilqaale 
le  fu  in  cafotale,prefente  il  padre  F,lippo,inufto.Da  queflo  inferi; p  enea 
ninno  udore  era  fiatala  feLdainueftitura  fatta  al  medejimo  Re  Luigi  pr 
fe,per  la  medefima  Claudia,&  per  Jlngolem  in  pregmdteio  ài  Carlo  pupillo, 
Jcoflituito  fono  la  tutela  di  Maffimdiano-.netiaquak  non  potendo  fare  fon 
TaZoauL,lReprefente;menopoteuaal^ 
caZeX^Zragfol  perche  da  Cefare  non  haueuama,  né  ottenuta,  ne  dy 
^Z:Z$ura:&  eflermafeflonon  ^iS^M 
Xada  Maffimiliano  Sforza , quando  gì, dette, l c.^* M'^Jtnbeg 
Feudo  alienato  di  propria  autontà;made  incontinente  al  Signor  Jop>  ano.  & 
jeuao  alienato  a  prot  tonfent,mento  di  Cejare ,  morto  m 

perche  Maffimiliano ,  benché  at,m.^)oai  epw«»i  j 

quello  fiato -non  hauendo  mai  nceuuta  l  inueflitura  ,non  poteua  ^ferire m 
Il ILelkragionueheafenonapparteneuano. ■    ^f^Zt^t 
tivlmenteÌconfederat,onemnTonUflce,&Ce^^ 
d;fU  eonfiglio  commune  procedere  innanzi  che  mancamente  fi  mouefiero 
t'aLò  on,nf,d,e,ò con  Iffalto  mpromfo  ,n  un  tempo  ,ftefi o p er  mezode  fu 

d  le  galee  ielt  Imperatore^  erano  a  7tyQh*t  quelle  del  P«»#Jg 


' 


Q^V  ARTODECIMO;  «ot  I 

feritafiero  altìmprouifo  nel  Torto  di  Genoua  armate  di  due  mila  fanti  Spd- 

gnuoU,&  conducendo  Ceco  Gieronìmo  ^Ldornoiper  lìautorità)&  feguito  del-  ^  p.       ^ 

quale  mouendofi  fimìlmente  nel  tempo  mede  fimo  per  Gpera  fua  gli  huomini  Moroncfcri 

delle  Rudere  partigiani  degli  Momi;fperauano  che  quella  Città  tumultua?-  J^^^I     ]|| 

re. Dall'altra  parte  era  flato  trattato  per  Fracefco  Sfor7a?&  per a  Gieronìmo  mt  quégli 


*J 


Morone,c\iera  a  Trento  appreffo  a  lui  con  molti  de  principali  de  fuorufcith  £  ^ 
che  in  Tarma,  in  T tacendo,  &  in  Cremona  fu/fero  affaltate  altìmprouifo  le  gè  rio  dei  Da- 
ti trance fiycbe  u  erano  alloggiate,  el  mede  fimo  fi  facefle  in  Milano ,  &  che  JJj  f™e££ 
Manfredi  Talamfino,el  Matto  di  Brin%i,capo  dì  parte  in  quelle  motagne  con  tote  :  &  pe- 
ducedo  fanti  Tedefchiper  il  Lago  di  Como,  affaltaffcro  quella  Cittldoue  affer  J^iSrlald* 
b  mattano  hauere  b  fegreta  intellìgéza:et  chefuccedédo  quefle  cofefo  alcuna  del  cffci  ietto  ; 
le  più  importanti;!  fuor  ufciti  di  Milanoxhe  ermo  molti  Getifhuomìnij  qua  ^4^$ 
li  shaueuano  occultamente  a  trasferire  a  Reggio,  doueil  giorno  deflinato  do-  nominato  * 
ueua  ejfere  Girolamo  Morone;fi  moueffero  per  entrare  nello  flato, facendo  con  ^rio  l 


noi»* 


z  più  preflevga  fi  poteua  tre  mila  fanti  :  alquale  effetto  il  Tonte f  ce  mandò  a c  ^jj»*1» 
Francefco  Guicciardini  Gouernatore  già  molti  anni  di  Modona,&  di  Reggio, 
dieci  mila  ducati  con  commi  [Jione  che  gli  deffe  al  Morone  per  fare  fegr  et  amen  b  scriue  il 
te  fantiychefuffro preparati  alfucceffo  di  quefle  cofeiallequali  il  Guicciardì-^  ^^ht{ 
no  preftafte  fauore ,  ma  occultamente ,  &  in  maniera  tale  che  dall'anioni  de  nella  carta 
miniflri  non  poteffe  il  Re  di  Francia*  querelar  fi, o  farfinìflra  interpretatione  {£™*£*u 
del  Tontefice.Manon  fu  felice  l'euento  d'alcuna  di  quefle  co  fé.  L\irmataan  eìicapeiia 
data  a  Genoua  di  fette  Galee  fonili, quattro  Brigatini,  &  alcune  J^auifipre  J£nt^  u  *" 
fentò  in  uano  al  Torto  .-perche  il  Doge  Frego  Co  prefentendo  la  loro  uenutaha- 
nsua  opportunamente  proueduta  la  terraiperh  nonfentendo  rinouarfi  cofa  al-  ^  ^f£\ 
cunaffi  ritirarono  nella  Pernierà  di  Leuante:&  in  Lombardia  efìendo  quel  che  malignità,© 
//  trattaua,&  il  douere  uenire  Girolamo  Morone  a  Reggio,  in  bocca  di  molti  P",  ° °"a*~ 
fuor  tifiti,  Federigo  da  Botole ,  peruenutogli  air  orecchi  e  ;andb  a  Milano  a  il  nome  del 

"  notificarlo  allo  d  Scudo, ilquale  teneua  a  Milano  il  luogo  del  fratello,che  poco 


no   Goucr. 

innan%i  era  andato  in  Francia  :  ilquale  raccolte  le  genti  darme  alloggiate  in  natore  :  ma 

pone  . 


uarij  luoghi,&  dato.ordine  a  Federigo  che  dalle  fue  Caflella  menaffe  mille  fan 
tifando  fubìto  con  quattrocento  lande  a  Tarma  >certifìcandofì  mentre  andaua 
a  ogni  horapiu  della  uerità  di  quel  che  Federigo  gli  haueua  riferito  :  perche  i  sdcJ*~  £* 
fuor  ufciti non  feguit andò  l'ordine  dato  dello  adimarfifegretamente;eranopa  chiamato 
lefemente  andati  a  Reggio,  facendo  in  tutti  i  laogìn  circoftanti  richiefle  d'huó  Jk.°ra*u°  ^ 
mini,&  dimoflrationi  manifefle  dìhauerefen%a  indugio  a  tentare  cofe  nuoue:  da  un  ca- 
nelquale  modo  di  procedere  continuo  Girolamo  Morone  yuenuto  dopo  loro,  diecul|cecr!ain 
moffoperauentura  perche  quanto  più  feopertamente  fi  procedeua;  tanto  più  Guafcogna 
fi  genererebbe nimichi  a  tra  il  Tontefice,&  il  Re.  .Xpparìuagià  manifefta-  Jjf^^"' 
mente  a  tutti  la  uanità  dì  quefle  machmationì:&  nondimeno  lo  Scudo  giunto  Mon  fig.  di 
*Tarma;deliberò  la  mattina  feguente,giorno  falene  per  la  natiuità  di  S,  Gio  Cnpc\\t  \  & 
uanni  Battifla,apprefentarfì  alle  porte  di  Reggio  fyeraudo  potere  hauere  oc-  jjj^P"1  neI 
cafone  di  prendere  tuttì,o  parte  de  fuorufati,  ò  mentre  che  effi  fentendo  la 

Fee        fua 


LIBRO 

v  c  de  fi  fua  venuta  fuggi ffero  della  Terrafo  perche ,non  ui  emendo  faldati  foreflieri;  ti 
che'j  capei  Governatore  huomo  di  profejfwne  aliena  dalla  guerra,fyauentato;gliene  defa 
petto  dod?ò  fi  prigioni;  ò  forfa  nella  trepidatane  della  Città  Jpcrando  hauere  qualche  oc* 
contra  que-  capone  d'entranti  dentro  .  Trefentì  qualche  cofa  il  Governatore  di  quefio  > 
co°j  finché  &  benché  neri  ejjendo  ancora  noto  l'affalto  di  Genoua;  non  gli  pare  fi  e  uciifi- 
nen  ha  mai  mile  che  lo  Scudo  fen^a  commandamento  del  fuo  Recando  quafi  principio  ai 
mm^io^ò  l*  guerra  \  entrale  con  l'armi  nel  dominio  del  Tontefice;  nondimeno  confiderà 
me  perche  do  quali  fyeffo  pano  gli  impeti  de  i  Francefhper  non  effere  del  tutto  fyrouedu 
.Lefcuns  tr«  t ormando  fubito  a  chiamar  Guido  Rangone ,ch'era  nel  Modonefa,  che  la  notte 
teneua  con  medefima  ueniffe  a  Reggio  :  ordinò  che  de'  fanti  faldati  dal  Morone  ueniffe  la 
ftfu  guìc°  notte  medefima  quella  parte,  ci/ era  in  alloggiamenti  più  vicini:  che'l  popolo 
c!ardinoj  «  della  7 'erra  >quale  fapeua  effere  alieno  da  Francefili  fuono  della  Campana  fi 
l'ai  ira  parte  TÌduceffe  alla  guardia  delle  porte>confegnata  a  ciafeuno  la  cura  fua.Venne  lo 
Ai'rr  a"*  Scudo  la  mattina  feguente  con  quattrocento  lance-Metro  allequali,ma  lonta- 
Triuuitiocó  no  per  qualche  miglio,ueniua  Federigo  da  Botole  con  mille  fanti:  &  hauen 
d/"  fi5""'  do  come  fu  vicino  alla  terra  mandato  Buonaualle  uno  de'  fuoi  Capitani  al  Go- 
no  effer  del  uernatore  a  dimandare  di  uoler parlare  con  lui;  fi  couennono  che  lo  Scudo  s'ac 
do°n  'faceto  coflafie  ad  una  por  tella,ch' entra  nel  Riuellino  della  porta,  che  uà  a  Tarma  & 
proua  di  en  nel  luogo  medefimo  ueniffe  il  Gouernatoreficuro  ciafeuno  di  loro  fatto  la  fede 
ciuà  Mane  ^uno  dell'altro,  Cofi  uenuto  innanzi  lo  Scudo,&  fmontato  a  piede;  s'accofià 
co  mando  la  con  parecchi  gentiluomini  a  quella  porta:  donde  ufeito  il  Governatore  ;  cq~ 
ti°cap"dhler  linciarono  a  parlare  infieme  lamentando  fi  rimo,  che  nelle  Terre  della  Chie- 
fa  da  quei ,  fa  contra  i  Capitoli  della  confederatone  fi  clefie  ricetto,  &  fomento  a  fuor  H- 
ciàrdinofai  fà1*  adunati  per  turbare  lo  fiato  del  Re;  l'altro  ch'egli  con  efferato  armato  fuf 
ue.che  fu  m  fa  entrato  all'improuifo  nel  Dominio  della  Chiefamelquale  fiato  hauendo  alcu 
fto  Storto  ni  del  popolo  contra  l'ordine  dato, a  aperto  una  delle  porte  per  introdurre  uno  a 
cheaicapei  carro  carico  di  farina;  Buonaualle  ch'era  incentro  a  quella  por  ta,per  che  legen 
»e  pre*ftai  fc  ti  dello  Scudo  fparfefi  intorno  alle  mvra,nè  circondavano  una  parte ;fìfainfa  in 
**•  nan%i  con  alcuni  huomini  d'arme, per  entrar  dentro:  ma  effendone  cacciato, et 

b  sì  verifica  farrata  ^  porta  con  grande  firepito;il  rumove.uenuto  nel  luogo,,  doue  lo  Scu- 
cpato  è  lem  do,e'l  Gouernatore  parlauano  ;fu  cagione  che  quei  della  Terra,  &  alcuni  de* 
a95  "xh?  v-  fuorufcitiyàe'  quali  erano  piene  le  mura  del  Riuellino,  fiancati  gli  fioppi  con 

uoce  uà-  tra  quelli,  eh 'erano  uicini  allo  ScuJ  o; ferirono  grauemejite  ^ileffandro  da  Tri- 
ul%io -. dell ]  aquale  ferita  morì  fra  due  giorni:  indegno  certamente  di  quefla  cala. 


na 
na 
un  minimo 


foida  toiè  ca  mità3perche  haueua  diffuafa  il  venire  a  Reggio  :gli  altri  fuggirono, né  falnò  lo 
di°accìdf t?  Scudo  altra  cofa^che'l  rifpetto,ilqual'hebbe  chi  uoleua  tirare  a  lui, di  ncn per^ 
neiquai  i  uo  cvotere  il  Gommatore  ima  e  fendo  egli  pieno  di  faauento,  &  lamentando  fi  ef 
dei  libr.  s*!*  fargli  mancato  della  fede,nè  fapendo  rifoluerfi,o  a  fiare  fermo ,o  a  fuggire;  il 
i  s  6.  ho  no-  Gouernatore  prefolo  per  la  mano,  &  confortandolo,che  fopra  la  fedefua  lo  fé 
m'oclorfe1?  guitaffe;lo  introduffa  nel  Rivellino,non  l'accompagnando  altri  de'  fuoi,che  la 
lì  come  èan  Motta  gentil  buomo  Francefe:& fu  cofa  marauigliofa,ehe  tutte  le  genti  d'ar 
3.a°7a,e  *  '  mexcome  int efono  lo  Scudo  efier  entrato  dentro  ;  andata  tra  loro  b  la  uoce  che  b 


era 


Q^V  ARTODBCIMO;  Aot 

era  finto  fatto  prigione;  fi  mefiono  in  fuga  con  tanto  timore  che  molti  di  loro 
pittarono  le  lanci  e  per  le  flrade  >  pochifjimi  furono  quelli ,  che  af^ett  afiero  lo 
Scudo:ilquale  dopo  lungo  parlamento, &  efiere  flato  certifìcato.che'l  difordi 
ne  era  nato  da  fuoi;fu  licentia-o  dal  Gommatore  :  ilquale  rifpettoo  alia  fede 
data  ,&  alle  commejfioni  bauute  dal  Tontefice  di  non  far  dimofìratione  alca 
na  contra  il  Re;non  uolle  ritenerlo :dellaquale  ritentione  non  farebbe  feguito 
l'effetto, che  allhora  per  molti  fi  credette*  della  ribellione  dello  flato  di  Mila- 
noiperchele  genti  d'arme  fé  bene  meffe  in  fuga  non  eficndo  feguitate  da  al  cu 
noverche  in  Reggio  erano  pochiffimi  caualli,&  hauendo  rifeontrato  a*  confi» 
ni  del  Reggiano  Federigo  da  Botole >che  ueniua  innari  con  mille  fanti;  fi  fet 
marono,&  riordinarono :e'l  terrore  cominciato  a  Tarmai  a  Milano  per  ef- 
fere  flati  ipr imi  auifi, che  lo  Scudo  era  prigione,  &  le  genti  d! arme  rotte ;non 
farebbe  andato  innantycome  fi  fufic  intefo  le  genti  darme  efiere  falue,  non 
efiendo  maffimamente  in  luoghi  uicini  efiercito-M  forile  da  poter  fare  moui- 
tnento  alcuno,  &  reflandoui  molti  altri  Capitani  di  genti  d'arme .  Ritiroffi  lo 
Scudo  raccolti  i  caualli,  e  i  fanti  a  Coriago  uilla  del  Reggiano,  uicina  a  fei  mi- 
glia di  Reggio:  donde  tra  pochi  giorni  fi  ritirò  di  là  da  Lenza  in  Parmigiano, 
hauendo  mandato  a  Roma  la  Motta  a  ginflificare  col  Tontefice  le  cagioni  del 
r  efiere  andato  a  Reggio, &  a  fare  inflaza}che  fecodo  i  Capitoli,  ch'erano  trai 
Re,&  lui,cacciafie  i  ribelli  del  Re  fuor  a  dello  flato  della  Cbiefa.  Ma  ne'  gior- 
ni msdejìmi  un  cafo, che  accadde  a  Milano  jpauentò  molto  l'animo  de'  ¥  canee 
fi,  come  fé  co  fegni  manifeflifufiero  ammoniti  dal  Cielo  delle  future  calamità: 
perche  il  giorno  folenne  per  la  memoria  della  morte  del  Trincipe  degli  *Apo-  x  D;ce  \\  Ca 
tftoli,  tramontato  già  il  Sole  nel  Cielo  fereno,  cadde  per  l'aria  da  alto a  a  guifa  pecche  fa 
d'un  fuoco  innanzi  allaporta  del  Caflello,oue  erano  flati  condotti  molti  barili  "he  percoV 
di poluere  di  artiglieria  tratti  del  Caflello  per  mandargli  a  certe  fortezze:  il-  fc  ne ' la  t0* 
perche  leuatofi  finitamente  con  grande  flrep  ito, gr. inde  incendioyrouino  nifi    porudeica 
no  da  fondamenti  una  torre  di  marmo  hellifjima,fabricata  fopra  la  portamel  .ft€,!°:&che 
lafommità  dellaquale  flaua  l'Horologiomè  folamente  la  Torre, ma  le  mura ,  fiferbauano 
&  le  camere  del  Caflello ,  &  altri  edifici^  contieni  alla  Torre ,  tremando  nel  m.?hl.  !?.ari: 

ir  i  7  -r      1       -/  i  7  •    £"oni  dipoi 

tempo  mede] imo  per  lo  tuono  jmijurato ,  &  per  la  rouina  tanto  grande  tutti  ueve  g  l'ani 

gli  edifici]  del  Caflcllo,e  tutta  la  Città  di  Milano,e  ifaffi,  &  pietre  grandifji-  f™£  '•  & 

me  dalle  rouine  uolauano  con  impeto  incredibile  Jpauentofamente  in  qua  >  &  huonuni ,  ' 

in  là  per  l'aria,horapercotendo  nel  balere  molte  perfine,  bora  ricoprendole  guard^del 

con  le  rouine :dallequali  era  ricoperta  con  tanti  fafjì}che  pareua  cofaftupen-  calteli©  ; 

b  dijfima,  la  piazza  del  Caflello  :de  quali b  alcuni  di  fimi  furata  grandezza  noia  xnzc  falf"fm 

rono  lontani  per  ifpatio  di  più  di  5  oo.pajfi,  &  era  l'hora  propria  che  gli  huo-  *ono . 

mini  cercando  di  ricrear  fi  dal  caldo,  andauano  pafieggiando per  la  piazza  :  b    .    ..  . 

però  furono  ammazzati  più  di  cento  cinquanta  fanti  del  Caflello,  e'I  Caflel-  paia  di  buoi 

lano  della  Rocchetta>&  quello  del  Caflello:&  gli  altri  tanto  attoniti..  &  pri-  Jre?^."J  ^ 

m  d'animo,&  di  configlio,  &  vomitato  tanto  Jpatio  dimuro, che  al  popolose  fi  ,  ferme  il 

fi  fufie  mofio  ,  farebbe  flato  molto  facile  l'occupare  quella  notte  il  Caflello .  CaPcl,a- 

E  e  e     z         Ma 


LIBRO 

Ma  il  Tùntefióe,Come gli  fin  nota  la  uemtta  dello  Scudo  alle  porte  di  Reggio,pi 
gliamhh  per  occafron  di  giuftiflcare  le  [ne  attioni;fie  ne  lamentò  grauiffima- 
mente  nelConafloro  de*  Cardinali:  e  tacendo  la  confederatione  già  prima  fat- 
ta fegretamente  con  Cefare,  &  l'ordine  datocele  galee  dell  'uno ,&  dell' al- 
a  Di  qucfto  tro  affaltajfero  Genotta;dimoflrò  che  l'hauer  noluto  lo  Scudo  occupar  Reggio  ; 
trattato  fu  fignìfièaua  la  mala  dijfrofitione  ,che  haueua  il  Re  di  Francia  contra  lo  flato 
Medeao  Ru  della  Sedia  ^ipoflolica:  &  però  effer  per  difefa  di  quella  necefjitato  a  congiu- 
ro ài  co   gnerfi  con  Cefiare,delquale  non  fi  era  mai  ueduto,fie  non  ufficij  degni  di  Trinci- 
undur?é!o~  pe  Chriftiano,&  in  tutte  l'altre  opere  fiue,  &  nell'bauere  ultimamente  prefo 
«l'Antonio    a  yormaiia sj  ardentemente  ilpatrocinio  della  Religione.  Cofj  fimulando  con 
ìe^iVueiu  trarre  di  nuouo  con  Don  Giouanni  Manueìle  Oratore  di  Cefare  la  confedera- 
città  :  ma  tione  che  prima  era  contrattai  chiamarono  fiubiio  a  Roma  Trotterò  Colonna, 

non  heobe  ,      i    n    ,  .. .       ,.  .,  J  .  r  r  i  r 

affetto,  co-  alquale  eraflabilito  di  commettere  il  gouerno  della  imprefia}per  confidi are  J e 

mei\cTei-  co  con  c^c  mo^)  &  con  c^e  forV  sbau<tf]e  a  muoucrc  l'armi  apertamente, poi 
la  co  :brme  che  erano  fiate  infelici  le  infidiey&gli  affiliti  improuifi .  imperoche  ne  era 
ìtorico!  hl  flato  più  fortunato  il a  trattato  di  Como:  perche  effendo  Manfredi  Talauifino,  a 

&  il  Matto  diBruixì  con  ottocento  fanti  tra  Italiani,  &  Tede fichi  acce-fiati  fi 
J}-11  °|p/lla  di  notte  alle  mura  di  Como  fiotto  fifrera%a  che  Antonio  Rufica  cittadino  di  quel 
effetto  il ca  la  Città  rompe  fife  tanto  muro  mano  alla  cafamie  babitaua,  che  hauefiero  fia- 
Tedefchhe-  cu^^  centrare  m^a  T  errandone, per  che  ui  erano  pochi  Francefi,nen  credeua- 
ta  ftato  cor  no  trouare  refifien^ayma  battendo  affrettato  per  grande  Jfratio  di  tempo  in  uà 
S!S  &r  ™  noni  Gouernatore  della  Terra  adunati  tutti  i  Trance  fi ,  &  alquanti  Cornifichi, 

USUO   vjuITO  ■>        -  •'  .p  m*  *  ii  •     r  • 

Gouemator  che  teneua  per  più  fedeli :ma  con  numero  molto  minore  che  non  erano  quelli  di 
4i  Canos .  fi4ora;affaltatigli  ah'improuifo;gli  mefifie  in  finga  con  tanta  fasUità  che  hfi  ere  b 
e  Federico  dette  per  molti  che  haueffie  con  danari  j&  con  promefìe  corrotto  il  Capitano 
Mantoua  ef  ^e  T  e  defibi.  affondarono  nel  Lago  tre  barche, prefione  fette,  &  molti  de' ni- 
fendo  fuccef  miciytra  i  quali  Manfredi ,  &  il  Matto  e  he  fuggivano  per  la  aia  de'  monti  : 
fco^ifo311"  &  aerati  tutti  i  fanti  Tedeficbi  ;  gli  altri  furono  condotti  a  Milano ,  doue 
àie,  che  mo  Manfredi  &  il  Matto  furono  fquartati  publicamente ,  hauendo  prima  con- 
Mario^de!  fefiat0  Bartolomeo  Ferrerò  Milane fie  buomo  di  non  piccola  autorità ,  efferc 
1519.  ferme  confido  delle  pratiche  del  Morone  :  ilquale  incarcerato  in  freme  col  figliuolo  ; 
cob'c'heb-  fi*  condannato  al  mede  fimo  fupplicio  per  non  battere  riuelato  che  il  Morone 
be  maggior  l'haueua  con  occulte  ambasciate  Annoiato  a  trattare  cofie  nuoue  contra  il  Re . 
Papa  }  cioè  rHelqual  tempo  il  Tonte  fie  e  conofeendo  di  quanta  opportunità  fu  fife  lo  Sta** 
di  trecento  to  di  Mantoua  alle  guerre  di  Lombardia ,  condufie  per  Capitano  Generale 
arme1,1  &  di  della  Chiefia  c  Federigo  Marche fie  di  Mantoua  con  dugento  h  uomini  d'arme,* 

mille  fanti  &  du?entO 

in  tempo  di  ° 

guerra  con  dieci  mi'a  ducati  di  fti^endio ,  &  che  la  condotta  durafle  due  anni',  &  uno  ad  arbitrio  :  &  no» 
dice  egli,  ch'efTo  riman  dalle  l'ordine  di  San  M  chele  :  ma  che  il  Re  Francelco  uolentieriacconfenti,  ch'egli 
accettalTe  coli  honorato  calicò  .  Il  Capella  dice  ,ch'ei  rimandò  la  Collana  per  un  trombetta  a  Monfig.  di 
Lautrech  .  Ma  il  Giouio  Tenue ,  che  il  Marchefe  hebbe  fole  carico  di  General  della  caualleria  del  Papa  :  il» 
che  fi  legge  nel  libro  quarto  della  vita  di  Leon  Decimo ,  ma  nel  fecondo  di  quella  del  Marchefe  di  Pekara  t 
dice,  ch'era  General  di  tutto  l'eflercito  del  Papa  .  Ciucilo  Auttore  poco  lotto  lo  chiama  General  della  iaa» 
tecia  Spaglinola  * 


Ct  V  ÀftTÓDECIMO.  4©1 

ér  ingente*  Cauaìli  leggieri:ilquale  innanzi  fi  conduceffe,YÌnoncìk  alt  ordine  di 
San  Michele  y  nelquale  era  flato  affunto  dal  Re  di  Francia^  &  gli  rimandò  il 
collare  &  ilfegno->che  dona  il  Re  a  chi  fi  affume  in  tale  ordine .  Ma  a  Roma 
con  configlio  di  Trofpero  Colonna  fu  deliberato  dal  Tonte 'fice ,  &  daltOrator 
Cefareo  l'ordine.  &  il  modo  di  procedere  nella  guerra:che  quanto  piupreflofi 
potè ffe-,  fi  affalt  affé  da'  confini  della  Cbiefa  lo  Stato  di  Milano  con  le  genti  d'ar 
me  del  TonteHce>  &  de"  Fiorentini:  lequali  computato  la  condotta  del  Mar- 
chefe  di  Mantoua>afcendeuano  al  numero  uero  di  feicento  huomini  d'arme  » 
d  quali  fiaggingneffero  tutte  le  genti  dyarme  di  Ce  far  e ,  che  erano  nel  Reame 
di  Trapali ,  in  numero  quafi  pari  a  quelle  di  fopra  :  che  fi  foldaffero  fei  mila 
fanti  Italiani, ueniffero  all' effer  cito  ,che  haueua  a  unir  fi  tra  il  Modoneje*  &  il 
Reggiano^  due  mila  fanti  Spagnuoli  che  con  lo  adorno  fi  trottauano  nella  Ri 
mera  di  Genoua ,  due  mila  altri  ne  mcnafìe  del  Regno  di  Napoli  il  Marche  fé 
di  Tefcara ,  &  fi  conduceffero  a  fpefe  communi  del  Vontefice ,  &  ài  Ce  fare 
quattro  mila  fantiTedefchi ,  &  duemila  Grigicni:  aggiugneffinfi due  mila 
Sui%zeri,ì  quali  erano  uolontariamente  rimafti  a*  foldi  del  "Pontefice:  perche 
gli  altri  infajliditi  dal  lungo  ceto  t&  perche  fi  approjjìmaua  il  tempo  delle  ri- 
tolte ;  erano  prima  che  lo  Scudo  ucmffe  a  Reggio >  ritornati  alle  cafe  loro,  ba- 
ttendo in  nano  procurato  di  ritenergli  il  Tonte fc  e, poi  che  in  effi  haueua  fpefi 
inutilmente  cento  cinquanta  mila  ducati.     Deltberoffi  oh ra  quefli  proiiedi- 
mentiiChe  con  l'autorità  del  Tontefice,&  di  Ce  fare  fi  faceffe  inflan^a  appref- 
fo  à  Cantoni  degli  Svizzeri ycbe  conduceffero  fei  mila  fanti  (tanti  erano  obli 
fati  concederne  per  le  conuentioni^chc  haueua  con  loro  il  Tontefice)&  che  al 
Re  di  Francia  rwufaffro  di  concederne)  allegando  il  Tontefice  la  confederatici 
ne  fua  con  loro  e  (fere  anteriore  di  tempo  a  quella  »  che  haucuano  contratta  col 
Re  di  Francia  :  &  che  ottenendofi  quefle  dimande ,  fi  affaltaffe  dalla  parte  di 
uerfo  Corno  il  Ducato  di  Milano  :  nelquale  fi  fperaua  haueffe  facilmente  a 
nafeere  folle uat ione  per  la  moltitudine  grande  de'  fuor'ufciti  d'honoratifji- 
mefamiglie>& perche  la  beniuole^a  che  i popoli  foleuano  hauere  al  nome  del 
Re  Luigi  ;  era  conuertita  in  odio  non  mediocre  :  concio fia  che  effendo  fiate  le 
genti  d'arme,  che  ordinariamente  /lattano  a  guardia  di  quello  flato ,mal pa- 
gate per  idifordmi  del  Re ,  che  era  flato  parte  perneceffità  ,  parte  per  no- 
lontà  aggr aitato  dafopercbiefpefe>erano  uiuute  con  molta  licenza:  né  i  Gouer 
natori  Regij  prefa  audacia  dalla  negligenza  del  Re ,  amminiflrauano  quella 
giuflitia.cbe  era  folita  ad  ammimflrarfi  nel  tempo  del  Re  morto:ilquale  affet 
ùonatifjìmo  al  Ducato  di  Milano ^haueua  fempre  tenuto  cura  particolare  de 
gli  intereffi  fuou     Tremeuagli  oltra  queflo ,  che  nelle  cafe  proprie  erano  co- 
stretti y  fecondo  l'ufo  di  Franzia  y  alloggiare  continuamente  gli  officiali ,  ei 
follati  Fr  ance  fi  :  ilche  fé  bene  non  fuffe  con  loro  ff>efa,  nondimeno  effendo 
cofa  perpetua  ,  eradi  fomma  incommodità }  &  moleflia:  &  attenga  che 
queflo  pefo  mede  fimo  foflenefiero  al  tempo  del  Re  p  afiato ,  ilqualc  f  cu f an- 
dò cqì  Cefi  empio  della  Città  di  Tar.igi ,  non  haueua  mai  uoluco  concederne. 

he  e     3         grana 


LIBRO 

grati  a  a  Milane  fi;  nondimeno  acccmp agnato  da 'mali già  detthpareua  al  pre 
[ente  pi  u  grave:  &  fi  aggiugneua  L  *A  7>{y£  T VR*A  dei  popoli  de  fiderò 
fi  di  cofienuouc,&  la  inclinatione  sì  ardente ,che  hano  gli  huomini  à  liberar- 
fi  dalle  moleflie  preferiti  }che  no  con fider ano  quel  che  fucce aera  per  l'avenire. 
La  fama  della  guerra  deliberata  dal  Tonte fice*  &  da  Ce  far  e  con  apparecchi 
ta  nto  potenti, per  venuta  a  gli  orecchi  del  Re  di  Francia  ;lo  coftrinfe  à  penfare 
di  difendere  con  non  meno  potente  proni fione  il  Ducato  di  Milano:  dellequali 
la  prima  jpedit ione  fu  che  Lautrech,andato  per  [accede  particolari  alla  Corte; 
ritornale  fubito  a  Milano:  ilquale  fé  bene  dubitando  della  uarietà  ,  &  della 
a   Molto  è  negligenza  del  Re,  &  di  quclii,che  gouernauano a  ricufaffe  di  partir  fi,  fé  pri-  a 
carena*  dal  ma  non  SÌ*  erano  numerati  trecento  mila  ducati ,i  quali  affermava  bajlargli  a 
dir, che  Lau  difendere  quello  fiatoynondimtno  uinto  dalla  infianza  grande  del  Re,&  della 
fanlVpar"  madre,  &  ingannato  dalla  fede  datagli  da  loro,  &  da'  miniflri prepofli  all'am 
tìitt  di  Fra-  minìflratione  delle  pecunie, eh  e  non  prima  arriverebbe  a  Milano,  che  i  danari 
«5  numera  dimandati ';ri  tornò  con  grandi  (fìma  ctlerità  preparando  follecitamente  le  co- 
ti  |  de  nari  :  fe  riecefiarie  alla  difefa:per  laquale  hauena  infieme  col  Re  deliberato  >  che  alle 
arsendo  alia  genti  d'arme  Regie, che  allhora  erano  in  Lombardia, fi  unì  fiero  gli  aiuti  difei- 
Co rie  Rea-  cerJj0  huomini  a  arme,  &  di  fei  mila  fanti,  a*  quali  erano  tenuti  i  Vinitiani  > 
te  calunnia  che  prontamente  gli  offerivano,  &  già  facevano  cauakar e  le  genti  d'arme  nel 
to  ruo  fratei  yeronefie,  &  nel  Rreficiano:fioldare  dieci  mila  Sui?geri,tenendo  per  certo  e  he 
dato  giuftif  peruirtv  dellanuova  confederatone  non  farebbono  negati,  &  far  pacare  di 
fima1capgio"  Francia  in  Italia  fei  mila  Venturieri,  &  aggiugneremqualche  numero  di  fan- 
difar  guer-  ti ìtalianuco quali  fiijfidij  ffterauanoà potere  fen%amolto  pericolo  tentare 
F*  LtUnnC  ^  fortuna  d'una  giomata,ò  quando  non  havejfero  forze  baflanti  a  qvefto,al- 
quanto  pri.  meno  provedendo  fiofficienternente  le  terre  >  e  temporeggiando  fin  le  difefe  ; 
uaha^cor  ftraccare  i  »&fttò  de' quali  l'uno  per  la  fina  naturale  prodigalità  y  &  per  le 
regger  gii  et  fpefe  fatte  nella  guerra  d'orbino,  era  efaufio  di  danari ,  all'altro  i  Regni  fiuoi 
teUod  fé  pah  non  ne  fiommiuiftrauano  copia  tale, che  fi  crede fi}  potere  lungamente  nutrire 
ti  lAnciieì  una  guerra  di  tanto  pefo.  Tenfiauano  olirà  quefio,cbe  ^Ifonfo  da  Efìe,  difye 
rando  dello  flato  proprio,  fé  il  Vontefice  otteneva  la  vittoriano  fi  move  fi  e  per 
ricuperare  le  cofe  perdute,  è  almeno  fiondo  armato  teneffe  il  'Vontefice  in  fo- 
retto tale,  che  ei  fuffè  necejfitatoa  la  filar  e  molti  faldati  alla  guardia  delle 
terre  lucine  à  [voi  confini,     Quefii  erano  i  configli  ,e  iprep  annienti  di  eia- 
feuna  delle  parti,non  omettenc.0 perciò  il  Re  fatica,?  indufiria  alcvna^na  va- 
riamente  per  mitigare  l  animo  del  Vontefiie.Era  in  queftó  tempo  Trojfiero  C* 
lonna  a  Bologna,donde  non  appettate  le  genti,  che  douevano  venire  del  Rea- 
me di  Tslapolhne  ifaatiTede fichi, raccolti  gli  altri  fcldati  >&laficiat e  fuffì- 
cient emente  guardate  per  filmetto  del  Duca  di  Ferrara,Modona,Reggio,Eò- 
lognaJRavenna,&  Imola  ;  uenne  ad  alloggiare  fui  fiume  della  Len%a  vicina 
a  Tarma  a  cinque  migliai  pieno  di  fieran%a ,  che  i  Frana  fi  non  baueffero  ad 
attenere  fanti  da  gli  SuiT^eri ,  &  che  per  quefio ,  &per  la  maliuolen%a  de' 
fopoliihavejfiro  a  penfare  più  di  abbandonare  the  difendere  il  Ducato  di  Mi 

LaiiQì- 


aicuna  cola 
«ansato 


<^v  a  r  f  o  decimo;   _    é  4^4 

to:tfw  ti  co  fa  fuccedette  altrimenti  :  perche  i  Cantoni  con  tutto  che  in  con- 
trarlo  facefìero  infian%a  grandi ffimailCar  dinaie  Sedunenfe,&  gli  Oratori 
de1  ?ontefice,&  di  Cefare deliberarono  concedere  al  Re  1  fanti  fecondo  era- 
no tenuti  per  l'ultime  conuentioniii  quali  mentre  fi  preparavano,  eraMemto 
a  Milano  Giorgio  Soprafafio  con  quattro  mila  fanti  Vallsfu  onde  Lautrcch 
Polendo  difender  Tarmaci  haueua  mandatolo  Scudo  fuo  jratello  con  quat- 
trocento lance, &  cinque  mila  fanti  Italiani,  de  quali  era  Capitavo  Federigo 
da  Botole.  Sentiuafi  oltra  quefto,che  i  Vinitiani  racco  menano  le  loro  gen- 
ti a  Tonte  Vico  per  mandarle  in  aiuto  del  Re  di  Francia ,  &  che  il  Duca  di 
Ferrara  foldaua  fanti.  Vercib  Troverò  conofeendo  effere  necefiane  mgj 
Piori  forze,flettc fette  giorni  in  quelt 'olloggiamentomelqual  tempo  fi  congiun 
fono  con  ùfìercito  quattrocento  lance  Spagnuole ,  guidate  da  .Antonio  da  Le- 
na ,  che  ueniuano  del  Reame  di  popoli ,  el  Marchefe  di  Mantoua  con  parte 
deUefuegentunonfialterandQ^ercibperlauenutadelMarcoefe,^  f  ^  fl 

*  Generale  di  tutte  le  genti  della  Chiefa,  l 'autorità  di  Troverò  Colonna,  »  nella  Pro.?croCd 
perfonadelqualeperuoìontàdelVomefce,&diCefarer^  t*<t* 

xa  alcuno  titoloni  gouerno  di  tutto  l'esercito:  anzi  lapoteflafu^ema  di  com  la}  cjoè  che 
mandare  atutte  le  genti  della  Chiefa,&  al  Marchefe  di  Mantoua  nominata-  jì.'-p^u 
menteera  in  Francefco  Guicciardini ,che  haueua  il  nome  di  Commefiarw  Gè  rattc  ddu 
nerale  dell' e(fercito>mafipra  il  confueto  de  Commefiarij  con  grandiffimaau-  R«» j/^ 
torità.  Conàuffe dipoi  Troverò  l'efiercito  a  S.Lazjaro  un  miglio  apprcjjo  a  ceda  la  fom 
Tarma  fu  laflrada>che  uà  a  Reggio, con  deliberatane  di  non  procedere  piuol  £ane<  .$£ 
tre  Mino  a  tanto  non  uenifjeil  Marchefe  dìTefcara,  ilquale  s  affettano  del  cito.  iigìo. 
Revno  con  trecento  lancie,&  due  mila  fanti  Spagnuoli,&  in  fino  non  ueniua-  ™™h  ;£ 
no  1  fanti  Tedefchi  :  nelqual  tempo  non  fi  focena  a  Tarmigiam  altra  moleftia  f^onx 
che  in*e<marfi  col  diuertire  l'acque,  &  rompere  i  mulini ,  che  hauejjero  difli-  Profp;ro  fu 
cullati  macinare.  Ma  ì omettanone  de  glihuominierauoltaallauenutade   mòrtu 
Tedefchi,contra  i  quali  per  impedire  che  non  pajfajfero.mand  anano  1  Vimtia  n  la  gue;ra. 
ni  nel  Verone  fé  a  infiamma  de  France fi. parte  delle  loro  genthperche  uenutia  ma^ei  hb. 
Spruch  dimandauano  u ole  re  riceuere  lojìipendio  del  primo  mefe  a  Trento^  del  M3rche 
di  effere  alle  radici  della  montagna  di  Monte  Baldo, donde  dicenano  uolere  paf  fé  di  Perca- 
far  p, incontrati  da  qualche  numero  di  caualli ,  per  potere  con  la  compagnia  lo-  ri;  a  fc  me_ 
ro  paffare  innanzi  più  fieramente.   Terb  Troverò  honcuo  mandato  a  Man  dcimo.  dice 
tona  du^ento  caualli  leggieri )percl?e  congiunti  con  due  mila  fanti  commanda  Ió;3  era  Ge 
ti  dal  temtorio  Mantouano.fi  face  fi  ero  innanxi,&  con  l'artiglierie  del  Mar-  »«»lc*  «£ 
chefe,ilquale  in  tutte  le  cofe  per  gratificare  al  Tontefice,&  a  Cejare  prece-  ria  ci  Pelea 
deità  come  in  caufapropria.non  come  faldato .  Tiu  difficile  era  il  pagargli  a  »  delia  faa 
Trento  .-perche  numerando  fi  i  danari  etiandio  per  la  parte  di  Ce  far  e  dal  Ton- 
tefice;nonfipoteuano  mandare  per  lo  paefe  de  Vinitiani  fé  non  con  grane  pe 
ricolo .    Intefa  poi  l'oppofitione  de  Vinitiani,  dimandarono  1  Tedejchi  mag- 
giori aiuti, uariando  etiandio  nel  tempo  del  poffare  la  montagna,&  nelcami- 
no>&  per  cloche  il  Marchefe  dìTefcara,  che  era  arriuato  nel  Modonefefi  noi 
*  Eec    4         taffe 


L    t    B    R    O 

tafie  nel  Mintòuano,alqualc  furono  mandati  dal  campo  cento  buofnim  (Tar- 
me,&  $  oo. fanti  Spaglinoli  :  ultimamente  i  Tede  [chi  impattarti  d'affrettare 
il  tempo,chebaueuanofigmficato  feciono  di  nuem  intendere  uolere  anticipa 
re  cinque  giorni,  affermando  che  afpetterebbono  alle  radici  di  Monte  Baldo  ì 
caualli  un  giorno  folamen  te,  &  non  uenendo  ritomerebbono  indietro:  alquale 
tempo  non  potendo  efferui  ti  Mar  che  fé  di  Tefcara;  fu  nece feria  che  dal  cam- 
po uandafjero  con  grandtffima  celerità  Guido  Kangone  ,  &  Luigi  da  Gonza- 
ga, prouedimenti  tutti  fatti  fuperftuamcnte  :  perche  comeTrojperohaueua 
fempre  affermato  ,  non  poteuano  i  Vinitiani  impedire  il  pajfaggio  a  feimila 
fantUquanti  tra  i  Tedefchh&  Grigioni  erano  queftiX  ordinanza  de'  quali  ha 
rebbe  foflenuti  i  loro  caualli;nè  i  fanti  Italiani  harebbono  battuto  ardire  di 
opporfegli:per  laqual  ragione ,  & perche  il  Senato  abbonente  dalie  occ  afoni 
di  ridurre  la  guerra  nello  flato  proprio ,  baueua  uoluto  fodisfare  a3  Franceft 
più  con  le  dimoftrationi}che  con  gli  effetti:  le  genti  de'  Finiti  ani  il  giorno  in- 
nanzi-, che  i  T  ed  efebi  doue fiero  pafìare  ;  ft  ritirarono  uerfo  Verona  :  donde  ì 
Te  de  fichi  fenica  alcuno  oflacolo  paffarono  a  Paleggio  ,  &  il  giorno  feguente 
a  Arrìuò  il   mi  Mantouano'.Ma a  arriuato  che  fu  il  Mar  che  fé  di  Tefcara  nel  campo,  Tefi  # 
Marchefe  di  fcrcito  flato  a  S. Labaro  tredici  dimandò  il  giorno  feguente  ad  alloggiare  a  S. 
campo,  fccó  Martino ,colquale  il  giorno  mede  fimo  fi  congiunfono  i  fanti  Tedefcht,e  i  Gri- 
do il  capei  gioYiu  Cofiefiendo  ridotte  in fteme  tutte  le  fo)\e  deftinate ,  fi  cominciò  a  con- 
h  uorn  i  n  f-  fultare  quello  chef  uff  e  da  far  e  proponendo  una  parte  del  confalo, fi  at  tende f- 
ain>e  delire  fe  all'efpugnatione  di  Tarma,per  effere  la  prima  terra  della  frontiera ,  &  la* 
giun le  anco  qual  non  eraftcuro  lafciaift  alle  ffr>  allerte  per  Tefiercito  che  andaffe  innan%iyrì 
Giroh mo  _  (heti0  alla  incommodUà  delle  uettoua°lie-.  et  del  fare  condurre  i  danari»  &  Tal 

Adorno   co   ^  r       •     1      r  n  rr     ■         \         /  j  in 

tre  mila  spa  tre  proni  font  che  fu  fero  neeejj f  arie, ne  utile  per  le  terre,  che  rejtauano  tra  Tar 
gh»  rf1-'  • be"  ma>&  Bologna  »lslon  effere  i  fanti  che  ui  erano  dentro /raccolti  la  maggior  par 
Ja  ha  fci  itto  te  quafi  tumultuariamente M  molto  ualore,  &  di  quei  per  la  diffidata  de  pa 
Puefto1  Apra  gamenti,&  perche  in  Tarma  fi  patina  di  macinato*  fuggirfene  ogni  dì  qual- 
tote)  che  in  eli  uno  in  campo:  il  circuito  della  terra  effere  grande  ,  hauerc  il  popolo  mal  di- 
»an°tefttato  fpojioyilqual  bcnchefufk  sbattuto  pigherebbe  animo  dal  fentire  T efferato  al 
lo  flato  di  le  mura;  in  modo  che  battendo  fi  la  Città  da  più  parti  >  potriano  difficilmente 
cfouiìTicr!-  refifiere  ì  Franceft  a  nmùci  di  fuor  a  ,  er  guardar  fi  in  un  tempo  mede  fimo  da 
ne  ,  che  ù  quei  di  dentro: altri  allegauano  la  Città  effere  ben  fortificata- bauere  difenfori 
«WòCcon  a  fìfficien^yi  fanti  che  erano  fuggiti  efiwe  tutti  inutili, &  uili;eficrui  rima 
«enti  inie-  flj  i  fanti  più  utili,  &  cfberti  alla  guerra:t  ante  lande  Franceft  dtffofli  tutti  a 
feria  Spa?    difender  fi  ualorofamemc -.perche  non  ah  rimenti  ui  fi  farebbe  rinchiufo  lo  Seti 
grmoU ..       do,  Federigo  da  Bozgole  >  e  tanti  altri  Capitani  :  faperfi  per  efiere  mutati  in 
bricue  (patio  di  tempo  i  modi  della  milttta  ,  &  Tarti  del  difendere ,  quanto 
fufie  divenuta  difficile  T efpugnatione  delle  terre ,  &  douerfì  diligentemente 
auuertire  che  fé  la  prima  imprefa  ,  che  fi  ientafiey  non  fi  ottenefie ,  in  che 
grado  re  filerebbe  la  riputatone  di  quelle  fi  er  cito ,  prefupp'orfi  per  ciafeuno 
t$er  ernie  filarie  piantare  intorno  a  Tarmai* artiglierie  in  duedtuerfi  luoghh 


H  Q^V  A  R  T.ÒBECIM  O.  4*? 

madouefono  in  campo  X  artiglierie, &  gli  altri prouedimenti  afujficicn^aìriè 
fi  potere  condurne  fé  non  dopo  (patio  di  qualche  giorno  :  ilquede  indugiò ,  oltra 
che  sera  con  fumato  pure  troppo  tempo ,  dare  occafione  che  con  Lautrech,  che 
di  giorno  in  giorno  s'afcettaua  a  Cremona,  fi  unifiero  le  genti  de9  Vinitiani,& 
maggiore  numero  degli  Sui'^erhpenhe già  ne  era  uenuta  una  parte, e  ì  fanti 
uentur  ieri  .che  s'afpettauano  di  Francia  Squali tutti  fifentiua  che  già  s'appro- 
finquauano,che  farebbe  fé  impegnato  l 'efi  eretto  intorno  allarmategli  fi  acro- 
fìajfe  in  qualche  luogo  uicino  f  donde  non  fi  Infoiando  sforare  a  combattere , 
trauagliaffè  le  forte  delfaccomanno,&  le  uettouaglie  che  giornalmente  fi  co 
duceuano  da  Reggio  ,  lequaligià  dalle  genti,  che  erano  in  Tamia,  riceueuano 
continua  molefiia.  Efiere  migliore  configlio  fan a  prouifione  di  uettouaglie  per 
qualche  giorno, lafciatafi  indietro  Tarma,  andare  alt  improuifo  a  Tiacen^a: 
nellaquale  Città  di  circuito  molto  maggiore  >  erano  a  guardia  pochi  foldati,  né 
ut  erano  ftp  ari>o  artiglierie,  &  la  dtfpofitione  del  popolo  la  medefima  che  quel 
la  di  Tarmamapiu  habile  a  rifentirfi,  non  effendo  fiati  battuti  come  loro  >  & 
effendoui  dentro  sìpocagenteiper  lequali  ragioni  non  effere  da  dubitare  acco- 
flandomfhdinon  la  pigliare  fubito  :  & affermauaTrofpcro inclinato  molto  a 
quefta  fenten%a,fapere  uno  luogo  donde  era  impoffibile  gli  fufìe  prohibito  l'en 
trave, che  era  quello  mede  fimo  \  per  loquale  altra  uolta  ni  era  contra  i  Vinitia- 
i  ni, che  Vhaueuano  dopo  la  morte  di  Filippo  Maria  Vifconte  occupata,  *  entra-  »  En trò  per 
$o  uìttoriofamente  Francefco  Sforma ,  Capitano  allhora  del  popolo  Milane  fé  ;  ctnll%ìl% 
in  Tiacen%a  e  fi  ere  abbondanza  grandini ma  di  uettouaglie  ,  &  il  luogo  effere  cerco  s/or- 
tanto  opportuno  ad  affittare  Milano,  che  farebbono  necejjìtati  i  Fr  ance  fi  riti-  "  de,P^"it 
rare  in  quel  luogo  quafi  tutte  le  for%e  loro  :  &  cofi  non  rimarrebbono  inperì-  «eli  l'anno 
colo  le  Città  uicine  a  Tarma ,an%i  fi  prometteua  Trojpero ,  che pafi andò  il  To  at  okébrc 
follmente  co*  caualìi  leggieri  ,  &  conducendofi  con  celerità  a  Milano  ;  quella  ^ome  u- 
CittàjUdito  il  nome  fuo,hauere  a  tumultuare;  &  era  quefta  infimo  innanzi  par  h  c0r?o  "5 
tifi  e  da  Bologna  fiata  fentenya  fua,pcr  laquale  penfando  non  douere  fermar  fi  la  quìn« 
a  ejfiugnatione  di  alcuna  terra,  non  haueua  uolutoprouedimento  abbondante  htftorie  di* 
di  artiglierie ,  &  di  munizioni  :  in  quefta  uarietà  di  pareri  fu  determinato  >  Milano, 
Via  molto  fegretamente  per  quelli ,  che  haueuano  autorità  di  deliberare ,  che 
come prima \fu fiero  prepara},e  pane>  & farinehaflanti  a  nutrire  V  efferato  alme 
no  per  quattro  giorni;  fi  tpoue fièro  con  grandi filma  celerità  uerfo  Tiacen^a 
cinquecento  h uomini  d'arme,  una  parte  de'  caualìi  leggieri,  i  fanti  Spagnuoli , 
&  mille  cinquecento  fanti  Italiani  ;  &  che  dietro  a  quefiofi  mouefìe  il  rima- 
nente dell' efiercitoàlquale  douendo  condurre  l'artiglierie ,  le  uettouaglie  y  & 
tanti  impedimenti  nonpoteua  procedere  fé  non  lentamente ,  &  fi  tencua  per 
certo  che  come  i primi  ui  arriuaffero  ;  la  città  chiamerebbe  il  nome  della  Chie-  -  fJ  j 

fa;  &  quado  pure  non  fuccede fife  che  effi  farebbono  cagione  non  ui  cntraffefocr  :l 

corfo;m  modo  che  come  giugneffe  il  refto  dell3  effere  ito  otterrebbono  la  città  m-  > 
dubitataméte.  Ma  accadde  che  il  giorno  precedete  a  quello,chefi  doueua  mito  .  \ 
fterc  l'efferato, alcuni  caualìi  de'Fucefipaffato  il  TÒ?corfono  infimo  a  Bufieto, 

dond§ 


•  Bice  fìGio  ^6u^e  ^  fcfiìtpMc  hawef  affate  il  To  tutto  l  efferato  traneefe  :  lacjual  ci 
«io  nei  iib.  fa  perche  interror^pcna  la  deliberai ione  già  fatta  s  fi  ritardò  la  partita  delle 
di ^Lcon "a  &mtl i'lfino a  tant0  fi  nhauefife la  uerità  : laquale  a  inuefligare  fu  mandato 
che  i'emuU  Ciouanni  de  '  Medici  Capitano  de*  caualìi  leggieri  del  'Pontefice  con  quattro- 
Colio»"  e*  i  cent0  cau<dlk  Ma  quel  che  principalmente  turbò  quefla  deliberatione  fiu a  lam 
Pcicara  Vu ,  bitionc  nata  tra  Troverò,  e'I  Marche  fé  di  Tefcara,  etiandio  innanzi  a  quejìo 
con  «nino  tmP°P0CO  concordi .  Troverò  proponeua  uolere  menare  la  prima  parte  del- 
fopetbo  no  lefiercitò,c'l  Marchefie  dati  altra  parte  allegatici  non  effer  conuenientc  che 
Jrea'con-  fin7&  fi  andaffèro  a  e fyedit ione  alcuna  i  fanti  Spagnuoli ,  de  quali  era  Capi- 
figli  altrui  :  tano  Generale  :  per  laquale  emulatione  tra  i  Capitani,  danno  fa  y  come  fpeffo 
identità  mi  ^cade  ,  alle  cofe  de*  Trincipi ,  ancora  che  fi  fufifie  fiaputo  non  molte  hore  poi 
tener  v  an  ti  quella  parte  de  i  Fr ance  fi  efifiere  ritornata  di  là  dal  To,  &  che  Lautrech,  non  fi 
Se r  ddVuo  moiieua  ;  non  fifeguitò  la  prima  deliberatione ,  arnj,  per  la  uarietà  de*  pare- 
nome, &  co  ri,  &  per  la  tardità  naturale  di  Trofpero,procedeuano  le  cofe  in  maggior  lun 
concfottcheC"  $}je,Z3@ifiìl  Commeffiario  jlpoflolico  non  gli  haue fife  con  efficaci  parole  fli- 
ro«itaua  molati  dimoftrando  quanto  fuffe ,  &  giufilamente,  molefliffimo  al  Tontefice  il 
la  fua  età  procedere  sì  lentamente  ,  ne  poter  fi  più  con  alcuna  feufa  difendere  appreffo  a 
matura  Da  lui  tanta  dilatione  foftenuta  infimo  a  quel  giorno  con  /  emettanone  della  uentt 
il  Papa  fcrif  t  a  prima  degli  Spagnuoli ,  poi  de*  Tede  fichi  :  le  quali  parole  a  fatica  dette  ,fit 
fé  di  fuo  pu  deliberò  più  prefilo  tumultuofiamente  ,  che  con  maturo  confiìg  Ho ,  chef  poneffi 
tera,regiftra  il  campo  a  Tarma,  affermando  quei  mede  fimi  che  il  giorno  precedente  haue- 
gì  uf  tir°\  uanoafiermato  il  contrario,  donerfienefperare  la  uittoria}majfimamentecon- 
cardinal  tinuando  pure  a  uficire  di  Tarma  molti  fanti  per  mancamento  di  danari ,  & 
Sedici  tu  di  pane  :mabifognòfioprafieder  e  ancor  a  alcuni  giorni  per  far  uenir  e  da  Bolo- 
cugino,ch'e  gna  due  altri  cannoni,  &  prouedere  molte  cofe  neceffarie  a  chi  affalta  le  Terre 
za  Ti  souer  con  ^art^er^e  :  Icquali,  come  è  detto  difiopra ,  Trofpero  b  haueua  prima  ri- 1 
no  delia  Re  cufate  :  laquale,  ò  negligenza ,  ò  mutatione  di  con  figlio  portò  grandi/fimo  de- 
fubho  8arNC  tYimeni0  altimprefia  -.perche  tanto  maggior  tempo  hebbe  Lautrech  a  r  accorr  e 
dafle  in  ci-  le  genti,  che  afifiettaua  di  Francia,  dà  Finiti  ani,  &  dagliSuiTgeri.  Tanto  è 
torhà  diu  t4ffic^°  de*  fiaui  Capitani  penfiando  quanto  fifieffo  nelle  guerre  fiia  necefiario  ua- 
gato ,  sì  co-  riar  le deliberationi,  fecondo  la  uarietà  degli  accidenti,  accommodare  dapriri 
Sf  n8CiPei  C*P*°  W17110  fi* può  iprouedimenti  a  tutti  i  cafi,&  a  tutti  i  configli .  1<{elqual 
la  recita ,  tempo  dimorando  ociofiamente  fefìercito,  non  fi  fiaceua  intorno  a  Tarma  altro 
pe/  Azi  a  c^e  Icggieriffime  battaglie .  Finalmente  il  ter^pdecimo  giorno,  poi  che  erano 
vn'afiaito  alloggiati  a  San  Martino ,  /'  efferato  paffiato  la  notte  di  là  dal  fiume  della  Tar-f 
P^ma  -c  n  ma ,  alloggiò  fu  lafiìrada  Romana ,  ne  Borghi  della  porta,  che  uà  a  Tiacen^a , 
Tefcara  non  che  fi  dice  Santa  Croce  :  iquali  il  giorno  dauanti  lo  Scudo  prefientendo  la  loro 

cheinuidiaf  UeUUta, 

fc  (  dice  )  alla  gloria  dì  Profpero  ;  ò  perche  temeUc  la  vicinità  di  Lautrech  .  Ma  di  quanto  danno  fia  l'erau 
lattone  fra  i  Capitani  ;  celo  inoltrano  gli  e/Tempi  di  Siila  Se  Mario  ,di  Pompeo,,  oc  Lucullo ,  Se  d'altri. 
Vedi  Appiano,  Plutarco,  &  altri . 

b  Haueua  ricufato  Profpero  l'artiglierie,  peteioche  configlio  fuo  fu  (co  in  e  ha  detto  poco  fopra  )  d'andar  di 
lungo  a  Milano,  lènza  fermarli  a  batter  terra  alcuna  :  &  quiui  con  folamenteapprelentarfi  Ipexaui  impatio 
r*irfi  di  Milano  per  li  fc>lieu2mcnti,chftcofitra  i  Fraacelt  vi  iaieb  bono  folcitati , 


Q^V  A  *  TO  b  E  C  I  M  O.  40* 

Mentita,  haueua  fatti  abbruciare . a  Diuide  la  città  di  Tarmai  non  con  tali  ac-  a  sì  tegge 
que  che  non  fi  poffa,  eccetto  che  ne  tempi  molto  piouofi  guadare ,  un  fiume  del  JJjJj^  ^5 
mede  fimo  nome  :  la  minore  parte  della  quale  habitata  daperfonepiu  ignobili*  gìouìo  nel 
'&  eh' è  circa  la  ter**  parte  del  tutto,  detta  dagli  h abitatori  il  Codiponte ,  ri*  S^JdSSj 
mane  uerfo  Ti  acetica ,  Eleffono  queflo  luogo  i  Capitani  per  impedire  più  fa-  chef*  di  Pc 
cilmente)  che  in  Tarma  non  entraffe  foccorfo ,  &  molto  più  perche  la  mura-  lcata* 
glia  da  quella  parte  era  debole ,  &  fituata  in  modo  che  non  poteua  percuotere 
per  fianco .  Haueua  riferito  il  May  che  fé  yilquale  il  giorno  precedente  era  an- 
dato con  alcuni  Capitani  a  fpeculare  il  luogo,che'l  giorno  ifleffo  fi  potrebbe  dar 
principio  a  battere  la  muraglia  :  ma  effendo  flato  neceffario  per  leuare  le  dife^ 
fé ,  battere  prima  una  Torre ,  ch'era  fopra  la  porta ,  di  murofaldo ,  &  molt& 
mafficcia  ;  fi  confiamo  tutto  7 giorno  intorno  a  queflo,  ouefi  ruppe  una  colubri- 
na grafia .  Tiant aronfi  la  n ottefeguente  l'artiglierie  alla  muraglia  dalla  ma^ 
nofinìfira  della  por tay  fecondo  che  fi  entra,  &  era  flato  difegnato  fare  il  me- 
de fimo  dalla  mano  deflra,  mettendo  conle  batterie  la  porta  in  me%o  :  ma  non 
fi  potendo  ,per  non  effere  flati  condotti  più  che  fei  cannoni  &  due  colubrine 
grò  fi  e,  piantare  l'artiglierie  in  due  luoghi  f eparati  ;  pareua  che  dal  neceffita- 
re  quei  di  dentro  a  diflenderfi  alla  dìfefa  per  lungo  ff>atio,ne  rifultaffe  qua  fi 
V  ifieffo  effetto  :  ma  queflo  non  fu  mandato  a  efiecutione,per  che  da  quella  par- 
te era  a  capo  del  foffo  che  circonda  le  mura,m  argine  sì  altoshefe  prima  non 
fifpianaua,  ò  non  fi  apriua  (  cofa  da  non  fi  poter  fare  in  tempo  sì  brieue  )  im~  h  Dan(Jo  jft 
pedina  che  l'artiglierie pot efiero  percuotere  la  muraglia ,  non  refifleua  il  mu^  fanterie  ita 
ro  per  efi  erette  echio,  &  molto  debole  all'artiglieria  :  laquale  hauendogiàfat  g  a^£  SvPrT 
té  due  rotture  di  muro  affai  patenti  ;  fi  ragionaua  tra  i  Capitani  dare  il  giorno  tumultua  - 
medefimo,  benché  non  con  ferma  rifolutione,la  battaglia  :  ma  battendo  il  Mar  fenzaVpe?- 
ebefe,  che  rafieme  co'  fanti  Spagnuoli  haueua  tutta  la  cura  della  batteria}man  w  alcun 
dato  certi  fanti  ad  affacciar  fi  alla  rottura,  per  uedere,  fé  fi  poteua,  comeftef-  rosa"°e  fante 
fero  dentro  i  ripari,  quei  come  furono  fui  muro  rotte ,  cominciarono  con  alta  iie.  *m»wÌ 
mee  a  gridare  che  l'efferato  s'accoflaffe  per  entrare  dentro  :  donde  i  fanti  Spa-  ugnèlla  vi 
gnuoli,  &  Italiani  cor  fono  tumultuofamente  fen%a  ordine  alcuno  alla  mura-  ta  d*1  Pcfca 
?  glia  :  aìlaquale  apprejentatìfi,  &  già  b  cominciando  a  uolere  falire  fui  muro  "ma  te  fu'i 
rotto,  fopra  ilqnale  fu  ammainato  Girolamo  Cuicciardino  Capitano  di  fanti,  ri?ar5>  J»  rd| 
t  Capitani  cor  fi  al  romore  con fider  andò  che  uno  affalto,  an%i  tumulto  debole  >  gUerie ,  che 
&  difordinato  non  poteua  partorire  frutto  alcuno  ;gli  feciono  ritirare:  ilqua-  frtonofcari 
le  accidente,  ò  raffreddò  il  pen fiero,  ò  dette  feufa  di  non  dare  il  giorno  ordina-  ribatta*?  - 
iameme  la  battaglia .     Seguitoffi  il  giorno  feguente  a  battere  il  muro  rima-  J?°  «e^a^f 
fio  intero  in  mc%p  delle  due  rotture ,  &  un  fianco  fatto  fu  la  torre  della  porta  ton,c5  mot 
dal  lato  di  dentro  :  ma  diuulgandofi  per  l'efferato,  che  per  i  ripari  grandi  fatti  ?af  ^Sj 
da'  Francrfi  farebbe  molto  difficile  confemphee  affalto  d'eff) ugnar la;  manda-  i?uata  la  te. 
Yono  i  Capitani  due  fanti  di  ciafeheduna  lingua  a  ricono  fiere  la  batteria:  iqua  **  AgIJ£. 
li,  è  oa  ijpàti  da  troppo  timor  e-,  ò  da  poca  diligenza ,  o  forfè  come  alcuni  dubi-  u  mo  Guie- 
tarono  ,JuuQmati  da  altri  ;  riferirono  refiare  dal  muro  battuto  alla  terra ,  al-  ciar£tifti  * 


LIBRO 

ttZZa  eli  più  £  cinque  braccia  ,  e  fiere  fatto  dentro  un  foffo  profondo ,  &  talk 
di  altri  ripari,  che  ì  Capitani  diffidandofi  di  poterla  e  fognare  almwcntudc- 
terminarono  che  fi  face  (fero  mine  a  lato  al  muro  rotto,  &  chef  tagliaffe  il  mu 
tu  contino  con  gli  fcarpelli ,  &  co  picconi  ,per  riempiere  con  quelle  roume  il 
foffo,  chef  diceua  effere  fatto  di  dentro ,  &  far  piw  facile  l  entrata  :  lequali 
opere  come  fuffero  condotte  alla  perfettione ,  &  che  aggiunti  ali  artiglieria , 
ch'era  nel? efferato  due  e  arnioni, iquali  ueniuano  da  Mantoua  ;  fi  face]) e  un  al 
tra  batteria,  oue  il  muro diftefofi per  linea  retta  per  lungo  fratto  dalla  parte 
delira  della  porta  uolgendofi  fa  angola ,  alqual  cantone  gitiandofi  in  lena  il 
muro  fi  poteuano  percuotere  per  fianco  quelli,  che  difende fero  dal  lato  di  den 
tro.  Co  fi  dalla  parte .  dalla  quale  era  flato  battuto  ;  fi  comincio  a  Uuorare  una 
trincea,  &  pochi  dì  poi  un  altra  per  gittate  con  le  mine  in  terra  il  muro  :  ma 
andauano  adagio  l'opere  ;  sì  perche  ,per  hauere  hauuto  Troffero  penfien  di- 
uerfu  non  erano  ancora  in  campo  tutte  leprouifiont  neceffane  a  quefii  lauori  ; 
sì  perche  il  terreno  douefi  cauaua  riufeiua  diffìcile  5  &  duro  :  allcquali  opere 
mentre  che  s'attende  con  intentione  di  non  affali are  la  Terra  innanzi  eh  elle 
fufiero  finite  ;  Lautrech ,  Aquale  era  tardato  tanto  a  muouerfi  per  la  tardità 
delle  genti,  che  ueniuano  ali  efferato ,  hauendonegià  infime  la  maggiore  par 
te  ;  uenne  cinque  miglia  più  innanzi,pur  lungo  il  fiume,  hauendojeco  cinque- 
cento lance,  da  fitte  mila  Sumeri,  quattro  mila  fanti,  che  l  giorno  medesi- 
mo haueua  condotto  Monfignor  di  San  Valerio  di  Francia ,  &  Jotto  Teodoro 
da  TriulvCouernatorde  Vmitiani ,  &  Andrea  Grétti  Troueditcre,  quat- 
trocento huomini  iCarme,&  quattromila  fanti  ;  &  fegmtauano  quejio  eser- 
cito ilDucad'Frbino,&  Marcantonio  Colonna,quefto  come  follato  del  Re, 
ma  fenra  titolo ,  &  fenza  compagnia  ;  i altro  dietro  alle  freran^e  communi 
defuorufciti:afbettaua  ancora  fei  mila  Suiz^eri  concedutigli  aa  Cantoni 
ch'erano  in  e  amino, ma  fecondo  l'ufo  loro  procedeuano  lentamente,&  con  mot 
te  diMcultà  :  iquali  comefufiero  uniti  feco ;  non  harebbeperfoccorrer  'Vanna 
mutato  di  tentare  la  Fortuna  della  battaglia  :  però  fiorettandogli,  &  ajpet- 
tandodi  Jowwrnaua  per  lo  camino ,  non  fi  difeoflando  dalle  npeael  To  :  ma 
dubitando  che  in  quefio  mezp  il  fratello  non  conueniffe  co  mmich  haueua  man 
datoafeufare  la  tardità  fita  procedutaper  affettare  maggior  numero  di  Smz 
zeri,  iquali  erotto  già  propinqui,  &  perche  quelli,  eh  erano  feco  hauenanojat 
tó  difficoltà  di  paffare  il  TÒ ,  nondimeno  che  uerrebbe  in  luogo  memo  a  Tar- 
mai ne  farebbe  fegno  conpiu  fin  d'artiglieria,  el  giorno  feguentes  accofle 
rebbe  più  preffoa  nimicipe-r  combatterglumandando  qualche  cauallo  ajeara 
mucciare, acciò  che  anch' egli  haueffe  facultà  d'ufeiread  uni,  fi  con  loro ,  alla 
mal  cofa  lo  Scudo  lo  foUecitaua,  affermando  non  poter  fi  tenere  più  che  due  ,o 
tre  Giorni  in  quella  parte  della  terra ,  &  poi  di  là  dal  fiume  due  altri  giorni  ; 
penhe  la  terra  era  grande,  &  debole,  negli  reflarepiu  di  due  mila  fanti, per- 
che moltiffimi  ne  erano  partiti  ;  ne  potere  le  genti  d  arme,  non  effendopiu  che 
t,  ecento  lan^,  lequaliportauano  ilpefo  di  tutte  lejatiche,  refiftere,  fefufie- 


Q^V  A  RTODECIMO,  407 

ro  asfaltati  da  più  parti.  Venne  dipoi  il  giorno  the  haueua  pronte fo  di  ucce- 
llar fi  a  nimici  a  'Libello ,  Caflello  nicino  a  Tarma  meno  di  nera miglia  :  onde 
mandò  quattrocento  caualli  a  correre  in  fino  fu  gli  aflo vgiamenti  de' ramici, 
l'opere  de' quali  e  fendo  condotte  fino  alla  muraglta,&  dipoi uoltate  al  luogo 
nelquale  s  haueua  a  dare  il  fuoco  ;  il  Conte  Guido  Rangone  co  fanti  Italiani,   temo  "m. 
de  quali  era  Capitano  generale,  cominciò  a  piantare  l'artiglierie  dall'altra  Vti£flg% 
parte  della  muraglia  :  ma  i  Francefifentito  lofirepito  chef  faceua  nel  maneg  fo  !  'ch'ala 
giarle,  abbandonato  due  bore  innanzi  il  Codiponte  ;  fi  ritirarono  ordinata-  **ata  £b,baa 
mentc,&  ferrea  tumulto  infieme  con  le  loro  artiglierie  di  là  dal  fiume.  Laqual  Fnnwfi  ia 
1  co  fa a  conofeiuta  fu 7  far  del  nomo  la  mattina  da  quei  di  fuor  a,  entrarono  den  Parraa la 

'„.,,./'  »   1  1    /•    i         .  parte  di  Ce 

tro  parte  per  l  aperture  a  ci  muro ,  parte  per^e  fiale ,  nceuute  da  Parmigiani  ài  Pon  te  ; 
de  fiderò  fi  fimi  di  ritornare  fatto  il  Dominio  Ecclefiaftico,  con  fomma  leiìtia*  Perc,?ch« } 
laqualeprejio  fi  conuerti  in  amaro  pianto,  perche  non  altrimenti  che  di  nimi-  chabitauan 
»  ci b  furono  facci,  eggiate  le  cafe  loro.  7^  fi  dubitò  che  fé  qualche  giorno  prima  ^klJnlò 
fi  fufro  piantate  t  artiglierie  nel  luogo  mede  fimo  y  bar ebbonoi  Frana fi  nel  una  velie  ; 
modo  mede  fimo  abbandonato  il  Codiponte .  Detufi  poi  opera  ad  aprire ,  &  ^cce™  iu}\ 

1    '  ;  1  ■  r  f, .  '      '*'  *■  QCI   CIO  «ai 

rompere  le  porte ,  tequali  erano  atterrate  :  per  lequali  condotta  l'artiglieria  rcuro  alle 

alla  jponda  del  fiume  fi  cominciò  a  battere  il  muro ,  che  fa  fonda  dall'altra  sentide ^u 

parte  ;  ma  e  fendo  già  sì  tarda  Ihora  del  giorno ,  che  fi  conofceua  non  poter  fi  {»impe"to- 

infino  al  prof/imo  giorno  fare  cofa  di  momento .  Ma  il  giorno  mede  fimo  Lau-  *e:  *  \l\' 

treclhuenne  ad  alloggiare  fui  fiume  del  Taro  uicino  a  Tarma  fette  miglia,in-  f^no  *  ***: 

terpretando  alcuni  che  fu  fé  uenuto  per  combattere ,  altri  perfuadendofi  per  taron°  ^  £rl 

comporre  col  fratello ,  fi  più  non  fipoteuafoftenere  9  che  ufeendo  una  notte  di  Siouio  '"i 

Tarma  con  tutte  le  genti  fu  fé  raccolto  da  lui;  ò  ueramente  perche  uolendo  con  ^M2;.^11* 

uenire  coi.  nimkhottenefe  che  con  tutti  i  faldati  potè  fé  faluo,&  fin%a  alcuna  fcara  / 
obligatione  nfeire  di  Tarma  :  &  già  alcuni  giorni  prima  Federigo  da  BoTgo- 

kMquale  andando  intorno  a  ripari  era  flato  ferito  da  uno  fcoppùtlo  nella  fai  chi  menni 

la;  haueuaper  me%p  de  l  Marche  fi,  cominciato  a  trattare  ;  ma  non  era  ancora  &!i  £«iefii 

il  ragionamento  proceduto  tanto  oltreché  fi pot effe  fare  coniatura  certa  della  ^««o*? 

uolontà  dello  Scudo.  La  uerìtà  è-,  fecondo  le  notitic.cbefi  hebbono polche  Lau  codiponte, 

trech  non  haueua  animo  di  combatter  e, fi  non  ueniuano  gli  Sui^^eriipercbe  co  1°  Botolo 

tutto  che  fufe  alquanto  fuperiore  di  numero,  &  di  bontà  di  genti  d'arme ,  &  p"adc£°"£ 

più  potente  d'artiglieriaypreualeua  di  fanti  l'efferato  contrario  :  nelquale  cai-  "cafioa  di 

culando  i  numeri  ueri,  erano  noue  mila  tra  Tedefchi ,  &  Spagnuolh  due  mila  JJg-lJ  a£* 

Sui7gcrh& più  di  quattromila  Italiani  Ma  CGJiSlDERI  ciafeuno  da  qua  Si*  pò 

te  piccoli  accidenti  diper.dmo  le  co  fi  di  grandi  fimo  momento  nelle  gliene .  ^'fir^ncda! 

^Accadde  appunto  che  la  notte  figliente  al  giorno,  che  l'efferato  entro  nel  Codi  wùf&fSi- 

' ponte fopn-uennono  «  auifi  da  Modcnayet  da  Bologna>the Mfonfo  da  Efte  ufei  %£  a^"er; 

to  di  Ferrara  ce  cenjp  huomini  d'arme dugéto  caualli  leggien,&  due  mila  fan  «  nimici  00 

ti  tra  iquali  ne  erano  mille  ira  Corfi3&  Italiani  biadatigli  da  Lautrecb,  et  co  gg}1.  £j* 

e  Quefti  auifi,  corre  dice  il  Giouio ,  s'helbero  da  Iacopo  Gtjicciaidiiii ,  fratello  de!  Commiffario/e  hiflao 
fico,  eh  era  goiiernator  di  Modoaa ,  -  '         ^ 

dodici 


LIBRO 

iodici  pezzi  A 'artiglierie,  haueua  prefo  all'improuifo  il  Caflello  del  Finale  ,& 
quello  di  San  felice ,  &fi  temeua  non  fifaceffe  più  innanzi  •'  ilche  turbò  af- 
fai gli  animi  de' Capitani,  ancora  che  molto  prima  fapendofi  la  inflanxa,  che 
gli  era  fatta  da  Trance  fu  fi  fuffe  temuto  di  quefto  mouimento,  &  nondimeno 
non  fi  fuffe  fatta  a  Modona  taleprouifione,  che  bafiaffe  in  tal  cafo  alla  fi:  urta 
di  quella  città: perche  Trojpero  battendo  fempre  dìfejo pertinacemente  la  con 
trarìa  opinione  ;  non  haueua  confentito  che  dell'efferato  fi  mandaffe  gente  a 
Modona,  ò  perche preflafi e  fede  al  Duca  amiciflìmofiuo,  colquale  etiandioper 
ordine  del  Tontefice  fi  era  interpolo  a  trattare  qualche  accordo;  o  per  che  mal 
uolentieri  minuiffe  il  campo  di  gente ,  in  tempo  che  fi  dubitaua  delt  approffr 
mar  fi  de'  nìmici,  effendo  maflìmgnente  dinatura  di  uoler  fare  le  cofe  fitte  ficu 
r  ameni  e,  &però  de fider  arido  fempre 'batter  for%e  fupcrchie  ;  ò  perche  fé  ha- 
ueua altri  fini  occulti,  non  gli  dijpiaceffe  quefla  occafione  ;  ma  la  notte  hauu 
to  la  nuoua ,  congregati  fubito  i  Capitani  ;fu  deliberato ,  che  immediate  ui 
andaffe  il  Conte  Guido  Rangone  con  dugento  caualli  leggieri,  &  ottocento  fan 
ti,  iquali  aggiunti  a  fett ecento  fanti,  che  ui  erano  prima  ,  pareuano  prefidio 
più  chefufficiente  contra  le  for%e  di  ^Alfonfo  :  ma  ordinata  quefla  ejpeditione, 
effendo  ancora  più  bore  innanzi  giorno,  &  effendo  uenuto  poco  prima  anifo , 
che  la  fera  dinanzi  Lautrech  era  alloggiato  fui  Taro  ,  ma  mefcolato  la  uerità 
con  lafalfità ,  perche  era  flato  riferito ,  che  il  giorno  mede  fimo  fi  erano  uniti 
fecogli  SuiTgeri,  né  hauendo  fi  notitia,  che  quelli,  che  allhora  erano  nelt 'effer- 
ato, sforati  da  lui  con  molti  priegbi,  non  gli  haueuano  promeffo  fé  non  di  uè 
nìre  ìnfimo  fui  Taro,  l' effere  per  altro  congregati  infieme  i  Capitanile  hauen 
do  per  non  effere  ancora  il  giorno,  ò  occafione,ò  neceffità  di  implicar  fi  fepara- 
tamente  in  altre  faccende;  dette  occafione, che  tra  loro  fi  cominciò  quafi  ocio- 
famente,  &  nonperuia  di  configlio  a  difcorr  ere,  in  che  flato  far -ebbono  le  cofe 
per  l'approffimarfidi  Lautrech  :  nelqual  ragionamento  par eua,  che  le  parole 
di  Troverò,  del  Mar  che  fé  di  Tefcara,&  di  Vitello  accennaffero  in  quefla  fin 
ten^a .  Che  difficilmente  fi  piglier ebbe  Tarma,  fé  dall' altra  pan  e  della  città 
non  fi  facefie  anco  una  batteria  :  perche  battuta  la  fionda  dalla  parte, donde fi 
era  cominciato  a  battere  il  giorno  prece  dente  ;  reflaua  non  piccola  f alita  dal 
letto  del  fiume  alla  riua ,  ne  quella  poter  fi  tentare  fen%a  grane  pericolo  :  per- 
che l'artiglierie,  &  glifcoppietti  diflribuiti  in  fu  tre  ponti,  che  ha  quel  fiume, 
&  negli  edificij  circoflanti,  offenderebbono per  fianco  chi  affaltaffe .  hificor- 
teuano,che  la  uidnità  di  Lautrech,  mettendofi  in  qualche  alloggiamento  pro- 
pinquo uerfo  il  TÒ,  quando  bene  hauefie  l'animo  alieno  da  tentare  la  fortuna  > 
farebbe  caufa,  che  fcn%a pericolo  grande  non  fi  darebbe  la  battaglia  :  &  do- 
uerfi  confila erare,  che  per  lo  fiacco  della  parte  prefa  di  Tanna  molti  de  fanti 
con  la  preda  fi  erano  partiti ,  un'altra  parte  effere  più  intenti  a  faluar  le  cofe 
rubate,  chea  combattere,  ne  poter  fi  foprafedere  quiui  fenica  molte  difficultà , 
&  incommodità,  &  anco  fienyg  pericolo  -.perche  farebbe neceffario  mandare 
ogni  giorno  fitoragrofjifjime  feorte ,  nonfoloper  la  ficurtà  defaccomanni.ma 

ctundie 


<^V  ARTO  DECIMO.  40S 

etiandio  de  danari)  &  delle  uettouaglie,  che  giornalmente  uenìuano  con  cir- 
cuito lunghi ffimo  intorno  alle  mura  di  Tarma  :  lequali  quando  fuffero  fuor  a  » 
potrebbe  accadere,che  il  reflo  del  campo  haueffe  in  uno  tempo  mede/imo  a  co- 
battere  con  la  gente  Fr ance  fé,  che  era  di  fuor  a,  &  con  quelli ,che  erano  diden 
tro .  Difcorreuano  anco ,  che  fé  il  Duca  di  Ferrara  ingroffafìe  di  gente  farebbe 
necejfario  le  tiare  di  campo  maggiori  for%e  per  laficurtà  di  Modona,&  di'R.eg 
gioj  &  che  etiandio  correndo  per  lo  paefe  con  le  genti ,  che  haueua ,  potrebbe 
difturbare  le  uettonaglie:  ilche  quando  facefìe farebbe  necefiario  leuare  il  ca- 
po :  ma  forfè,  che  riducendo  fi  le  cofe  tanto  allo ftì -etto  non  fi potrebbe fare fen- 
%a  pericolo >  lequali  ragioni,  che  moflrauano  inclinatione  a  leuarfì ,  non  fi  par* 
lauanoperò  in  modo,  che  alcuno  feoprifie  quefto  efiere  ilfuo  configlio ,  Final- 
mente poi  che  fu  parlato  cofi  per  lungo  (patio,  il  Mar  che  fé  diTefcara  paren- 
dogli hauere.gid  compre  fa  la  mente  degli  altri ,  difie . a  lo  ueggo ,  che  in  tutti  ?  H  ciouk 
noi  è  il  mede  fimo  parere ,  ma  ciafeunopenfando  folamente  afe  proprio ,  tace,  „  "ho  "»?« 
affettando  che  un  altro  fé  ne  faccia  autore,  pure  in  me  non  potrà  quefto  rijpet  ,l»ng°  »&io 
to .  jlme  pare  che  noiftiamo  intorno  a  Tarma  con  pericolo ,  &  fen^a  fieran  "0a Sai^dca 
%a  di  far  frutto,  &pero  che  per  minor  male  dobbiamo  partircene .  Soggiunfe  ra  ia  T4**** 
Trojpero ,  //  Marche  fé  ha  detto  quello ,  che  fé  egli  non  anticipaua,  haueua  in  bandoL/" 
animo  di  dire  io.  Confermò  Vitello  il  medefmo .     Ma  Antonio  da  Leua  ap-  Par^a  ».  d** 
prouandojche  quiuipiu  non  fi  dimoraffe;  propcneua  douerfi  confìderarefefuf-  Joicu*  *p« 
fé  meglio  andare  ad  affiliare  Lautrech,  ma  a  quefto  fireplicauayche  fenza  dif  taméte  *"* 
genita  grande  nonjipotrebue  cojtrignere  1  mmict  a  combattere,  dimorami  ej- 
fere  impoffibile ,  perche  le diffuultà ,  che  fi  confiderauano  nello  ft  are  intorno  a 
Tarma  diuenterebbono  molto  maggior  i,& potere  facilmente  effere,  che  i  due 
mila  Sumeri  non  gli  uole fiero  feguitare  :  perche  oltra  fhauere  ricettato  mol 
ti  giorni  prima  comandamento  da  Cantonucheftpartifiero  dagliftipendvj  del 
Tontefice.non  pareua  uerifimilefi  difponefiero  a  combattere  centra  uno  efier- 
dto.nelqu.ile  militatiano  tanti  fanti  della  medefima  natione  :  né  fi  potere  ne- 
greche  per  lo  facto  fitto  il  giorno  precedente,  non  fufie  più  difficile  il  muoue 
re  la  fanteria  di/ordinata  :  però  di(pre7gato  quefto  con  figlio  .pareua  che  lefen 
ìen%e  di  tutti  i  Capitani  concorr  efiero  a  Iettar  fi  :  ma  riftrcttifi  infieme  Trofye- 
yo,&  Ut efear avariato  che hebbono lungamente,  dimandarono  ilCommefia 
rio  quello  che  ere  de  uà  che  dicefi  e  il  Tonteftcefe  fi  leuauano:&  dicendo  il  Co- 
metario al  Mar  che  fé  ;  Come  non  pofiiamo  noi  pigliar  e  hoggi  Tarma,  fecondo 
che  hierfera  mi  affermauatetrifpofe  il  Mar  che  fé  con  uoci  Spagnuole,nè  hoggh 
né  domani }nè  dopo  domani.  <Allhora  il  Commefiario  replicò  non  efiere  dubio , 
che  il  leuarfì  darebbe  al  Tonteficegrandifiima  turbatione^perche  lo  priuer eb- 
be totalmente  della  f\>eran%a  della  uittoriaima  il  punto  di  quefta  deliberatio- 
ne  confifiere  nella  uerità,ò  nella falfità  de  prefuppo fui  fatti  da  loro  :  perche  fé 
'Ifoprafedere  fufie  con  pericolo,  &  fen%a^eran%a^non  efiere  dubio,  che  far eb 


&U 


LIBRO 

'&  la  importanza  delie  cofe,contrapefando  quale  fuffe  maggiorerò  il  pericolò, 
è  la /peranno. .  Jìllequalì  parole  replicando  Trofpero,  e'I  Marche  fé,  che  tutte 
le  ragioni  della  guerra  configliauano  a  ritirar  fi ,  non  hauendo  il  Commefiario 
ardire  di  oppor fi  a  Capitani  di  tanta  autorità;  fi  deliberò  che  il  giorno  mede  fi 
mo  il  campo  fi  leuafie,&  che  incontinente  fi  ordinaffe  di  fare  difeoflare  l'arti- 
glierie  dalla  muraglia  :  laqual  cofa  come  fupublicata  per  lo  campo ,  era  e  me 
troppo  timida  hiafimata  da  tutti  quelli,  e  he  no  erano  interne  nuti  nel  con  figlio; 
in  modo  che  il  Commeffario,e'l  Morone  congiunti  infume  ;  fi  sformarono  di  ri- 
muouere  Trofyero  da  quefla  deliberatone:  ilquale  non  fi  mcflravdo  alieno  da 
confutarla  di  nuouo,  an^i  dicendo  con  parole  molto  laudabili ,  &  tanto  più 
quanto  fono  maggiori ,  &piufaui  quelli ,  che  le  dicono  ,  effere  di  natura ,  che 
non  fi  uergognaua  di  mutare  con fi gito  ,  quando  gli  fuffero  dimofirate  migliori 
ragioni  ;  fece  di  nuouo  chiamare  quelli  mede  fimi,  che  fi  erano  trottati  a  delibe- 
rare :  ma  il  Marchefe  di  Tefcara  occupato  a  ritirare  l'artiglierie ,  &  abhor- 
rente  di  mutare  la  prima  condii fione  ;  ricusò  di  uenirui  ;  in  modo  che  refian-- 
do  la  cofa  più  prejio  confufa ,  che  rifoluta  ;  fi  andò  dietro  a  effequire  quello  che 
prima  era  fiato  determinato .  Co  fi  il  giorno  mede  fimo ,  che  fu  il  duodecimo  poi 
cheui  erano  uenuti  a  campo  ,  ritornarono  alt  alloggiamento  di  San  La^xaro 
non  fen%a  pericolo  digrandiffimo  difordine  nel  leuarfi  -.perche  i  fanti  Tcde- 
fèhip  dimandando  circa  i  pagamenti  conditionisì  inhonefle.che  non  fi  poteva- 
no concedere,  ricufauano  difeguitare  l  efiercito,  &  caffati  i Capitani  uecebi, 
che  contradiceuano,  haueuano  creato  per  Capitano  uno  di  loro,  autore  di  que- 
fla fedi  tione,  &  fi  temeua  non  conueniffero  co  Trance  fi  :  pur  finalmente  ef- 
fendo  già  partito  l'efferato,  &  dijperando  ciaf  uno ,  eh e  haueffero  a  mutare  uo 
lontà  ;  lo feguitarono .  J^ellaqual  confittone  effendoper  la  leuata  tanto  fubi  - 
ià)  &  per  lo  tumulto  de*  Tedefchi  ripieno  l'efferato  di  terrore  >  non  è  dubio , 
ih  e  fé  fuffe  foprauenuto  Lautrech;  glìmetteua  faciliffimamente  in  fuga .  Jlf- 
flifie  quefla  de liberatione  mar  auigliof amente  il  Tontcfice,che  afpettaua  che  i 
fuoifufiero  entrati  in  Tarma,  parendogli  di  efiere  caduto  contra  ogni  ragione 
della  fperan%a  della  uittoria,etrouandofi  entrato  in  profondi /fimo  pelago ,  & 
fottopoflo  apefo  grauiffvmo  ;  perche  dalle  gentr  d'arme ,  &  fanti  Spagnuoliin 
fuor  a  generalmente  tutta  la  fpefa  delia  guerra  fi  fopportaua  da  lui ,  &  quel 
che  era  peggio  dubitando  della  fé  de  de'  Capitani  Ce  farei:  ncllaquale  dubitatio 
ne  concorreuano  ancor  amolti  >  iquali  fiperfuadeuano,  che  il  ritirare  il  campo 
da  Tarma  non  fuffe  flato  timore,  ma  artificio ,  come  quelli ,  che  haueffero  fo- 
fpeito>che  il  Tontefice  ricuperata  che  haueffe  Tarma,&  Tìacen^a.nongli  ap 
partenendopiu  altro  dello  flato  di  Milano  raffreddaffe  ipen fieri  della  guerra , 
né  uoleffc  per  gì' intereffi  de  gli  altri  foflenere  più  tanta  fpefa ,  e  tanto  traua- 
glio  :  di  che  faceua  fede  il  cono feer fi  quanto  lentamente  fuffero  proceduti  a  por 
re  il  campo  a  Tarma J'hauerlo poflo  in  luogo  impertinente  poi  che prefa  lami 
nor  parte  delle  Terra  fi  haueuacon  le  medefime  difficili  tà  a  cercare  di  piglia- 
"* v altra:  uedere  con  quanta  dilatione}et  lentezza  haueuano  voucruato  ì'op- 

pu'ipatione) 


I  Q^VARTODECIM  O,  409 

pugnatione ,  come  fé  induflriofamente  dejfero  tempo  alla  uenuta  delfbccorfb  ^  t 
de'  Franceft  ;  &  che  ultimamente  effendo  già  in  poffeffione  diparte  della  ter- 
ra,  al  nome  foto  dell 'approffìmarfi  Lautrech,  ancora  che  con  esercito  inferio-  Jheggfa'r  '  le 
re  ;  l'hauefierouitupero fornente  abbandonata  :  alcuni  altri  dubit aitano ,  che  citrà»  e^«- 
fen%a  faputa  di  Troverò  potè  fi  e  efiere  flato  artifìcio  del  Mar  che  fé  di  Tefca-  inficici  to'* 
■  ra>  detrattore,  quanto  potcua,  &  inuidiofo  della  gloria  fua  :  nondimeno  fu  for  nimico  ime 
fé  piufana  opinione  di  quelli,  che  credettono>  chefifuffe  proceduto  fine  er amen  ntóofof re? 
te  ,  né  hauerrii  moffo  altro ,  che  il  timore  deltefierfì  apprófjìmato  Lautrech  >  fempio.ch'è 

*-  ò         J  ;      •.    •     •         r  r       r  1    r  r        o         nel  Gallio 

ingannati  in  gran  parte,  perche  1  primi  amji  lignificarono  le  forze  fue  efiere  nel  \h.  *?. 
molto  maggiori .  Certo  è  >  che  più  che  gli  altri  fé  ne  maravigliarono  i  Capitani  d.cn'hi{io* 
de*  Fr  ance  fi ,  ridotti  in  piccola  fperan^a  ,  che  Tarma  fi  difende ffe  '.perche  gli  puoYarVaui 
Suiz^eri  regolando  fi  più  fecondo  la  loro  natura ,  che  fecondo  la  neceffità  di  j[M.  *£  %{) 
quelli  che  gli  pagauano  :  procedeuatio  innanzi  con  grandiffima  tardità.  Ter-  ne  leggono, 
ciò  molti  di  loro  nan  attribuendo  la  partita  de*  nimici  a  timore ,  interpreta-  '^ando  faf 

ni  n  ■    m  r  i       •     r  erbeggiando 

a  nano  piuprefto ,  che  Trofpero  come  peritif/imo  Capitano  Rapendo  *  in  quanto  \  faldati  d'- 
difordine  mette  gli  efierciti  il  fiacco  delle  città ,  &  riputando  molto  difficile  il  *£ d'C3  3g 
prohibire ,  che  i  faldati  non  faccheggiafiero  Tarma  ;  giudi  caffè  molto  perico-  in  Africa  -, 
io  y  hauendo  i nimicitanto uicini ,  il  pigliarla .     Quello  ^che  fi  fia,Lautrech,  p^*0 d?* 
proueduta  Tarma  di  nuoue  genti ,  fermato fi  a  Fontanella  :  mandò  tre  giorni  Barbarella , 
poi  una  parte  dell' efferato  a  pigliare  Rocca  Bianca  Caflello  del  Tarmigiano  ui  tLrato'neiu 
cino  al  To  >  ilqualepoi  che  fu  battuto  con  l'artiglierie,  Orlando  Talauifìno  Si-  «oeca  i  faitò 
gnore  del  luogo-,  difperato d'haucre  foccorfo ,  arrendè  la  terra ,  &  la  fortezza  infoco "i 
con  f acuità  d'ufeirfene  •     Diftefefi  poi  l'efferato  tra  San  Secondo ,  e'I  Taro  decotto,  St 
per gouernarfi  fecondo  i  progreffi  de'  nimici ,  hauendo  prefo  molto  animo, par-  foM«?chii 
te  per  la  di fefa  di  Tarma,  parte  per  efiere  inuoui  SuiTgeri  arriuati  in  Cre-  ft.iani  impe 
mona  :  la  giunta  de'  quali ,  ancora  che  Lautrech  gli  hauefie  fatti  fermare  in  darelgii  u- 
Cremona  ;fk  cagione  che  l'efferato  nimico ,  non  gli  parendo  fi  are  ficuro  a  San  &lio  p«  la 
Labaro  ,fi  ritirò  fui  fiume  di  Len%a  dalla  parte  di  uerfo  Reggio,  con  inten-  tTf^ewi! 
tione  di  allontanar  fi  ancora  più ,  fé  i  Francefi  fi  faceffero  innanzi  :  an%i  ha- 
rebbono  i  Capitani  fienza  affettargli  altrimenti  fatto  maggiore  ritirata  ,fe  cofón^eit 
le  querele  del  Tontefice>  &  de  gli  agenti  di  Ce  far  e,  &  la  infamia,  che  fi  fin-  notato  di 
tiuano  hauere  per  tutto  l'efferato;  non  gli  haueffe  ritenuti .     Stettono  in  que  SwinondS- 
flo  modo  molti  giorni gli  efierciti ,  facendo  nondimeno  Lautrech  molto  jpe fio  meno  in  va 
correre  ifuoi  caualli ,  &  quelli  che  erano  in  Tarma  per  la  uia  della  montagna  %*  g^ia 
infimo  a  Reggio,  con  non  piccolo  impedimento  delle  uettouaglie,  lequa  li  da  Reg  moJ  l  «  vo,t« 
b  gìofi  conduceuano  d  nimici ,  &  con  piccola  laude  di  Troverò  b  lenti  (fimo  per  data!" 


in  tan 


natura  a  fare  correre  i  caualli  leggieri,  &  a  tutti  i  movimenti  benché  piccoli .  t0 cnc  a  Fa 
Simile  fortuna  haueuano  le  cofe  di  C efare  di  là  da  monti  :  perche  efiendo  dal-  dato^opra- 
la  parte  di  Fiandra  entrato  nello  flato  del  Re  di  Francia ,  con  potente  effer    Bomc  di 

.*  r  JJ .         Ma  Aimo: 

Cito     &  leggefi , 
ch'efTendo  egli  domandato  della  cagione  ,  perche  fuflè  chiamato  Maffiinojion  combattendo,  ou«  Scipione 
combattendo  l'ufolamente  detto  Magno  3  rifpo  e:  S'io  non  haueflì  conferuato  i  foldati i  Scip'on  non  ha^ 
irebbe  haouio  con  chi  vincer  combattendo  .  -  ,. 

Fff 


1    I    B    R    O 

cito ,  &poflo  il  campò  a  Maffera  confì)eran%a  grande  et  ottenerla  >  trouand$ 
l1  effyugnatione  più  difficile ,  &  Mettendo  il  foccorfo  potente  del  Re  di  Francia, 
fi  ritirò  con  grauijjimo  pericolo  che  le  genti fue  non  fuffero  rotte .  Ma  in  Italia 
non  erano  per  i  fucceffi  infelici  allentati  ipenfteri  della  guerra  :  perche  i  turni- 
ci de*  Franceft non  pensando  più  ali  'ejfmgnatione di  Tarmai  né  di  altre  terre  ; 
deliberauano  d'entrare  più  dentro  nel  Ducato  di  Milano ,  aggi ugnendo  all' ef- 
ferato tanti  fanti  Italiani  ,  che  in  tutto  fuffero  fei  mila,  iquali  continuamente 
ftfoldauano  :  alla  quale  deliberatone  gli  faceua  procedere  più  audacemente 
.   .    .  la  fperan^a,  che  a  gli  flipendij  del  Tonte 'fi ce  feendeffero  di  nuouo a  dodici  mila  <\ 
la  suizze  ri    Suiigeri  :  iquali,  fé  bene  da  principio  il  Cardinale  Sedunenfe  ,  che  nelle  Diete 
T"\\z  !lche  pY0CUTam  apertamente  contra  i  Franceft ,  &  Ennio  Vefcouo  di  Veruli  l<[un- 
Ennìo'  Filo  tio  ^{poflo  lieo,  &  gli  Oratori  di  Cefare  haueffero  ricufati  ,  perche  non  fi  conce 
feouo  diVé  deuanofe  non  per  difefa  dello  flato  della  Chiefa  &  con  efpreffo  comandamene 
ruii  doueua  to  >  che  non  andaffero  a  offendere  lo  fiato  del  Re  di  Francia  ;  nondimeno  poi 
«unftipen<?i  c^e  altrimenti  nonglipoteuano  impetrare;  gli  haueuano  finalmente  accetta- 
dei  papardo  ti  etiandio  con  quefla  conditione,fperando,  difeefi  che  fuffero  in  Italia,  potere 
dofi^s'que  mediante  la  loro  auaritia ,  &  infiabilitd ,  &  le  corruttele  v  &  l'arti ,  chef 
fta  hiftoria,  uferebbono  co*  Capitaniìindurglt  afeguitare  F  efferato  contra  il  Ducato  di  Mi 
nienteaitro  tàftò .  IS^è  in  quefla  deliberatione  deli  andare  innanzi,  era  di  molta  dubitatio- 
im pedi  in ,    ne  a  quale  parte  shaueffero  a  diriTgare  :  perche  nel  continuare  la  guerra  di 
non  "fofTe*  qua  dal  fiume  del  TÒ,appariuano  manifeflamente  grandiffime  difficultà  :  di- 
conceda ,  (è  forata  era  £  efbuznatione  di  Tarma;  lafciandoft  dietro  quella  città;  bifognaua 

non  che  no  Jr    .  J/  ■  >     •     •   •        r  j  •!•   r  i 

pareua  loro  andare  a  combattere  co  nimict,  coja  euidentemente  permtwja  :  perche  erano 
cofa  wnue  alloggiati  in  luoghi  forti,  &  a  gli  alloggiamenti  difpofla  opportunamente  co- 
ri* con  l'in  piagrandiffima  <x  artiglierie  :  dimorare  tra  Tarma  ,  &  loro ,  ò  procedere  piti 
fegne  corra  inmn7j,  fen%a  combattere  non  fipoteua  :  perche  filando  tra  le  terre  poffedute 
co'  quali  pò  da  loro,  &  lefiercitOyfarebbono  inpochiffimi  giorni  mancate  le  uettouaglie, 
co  prima    non  fi  poten^0   n£  haueme  del  paefe  nimico ,  né  condurne  da  lontano .  quefle 

haueuan  ter  »  f  .  r  i    i  •  •  i  <   i    i      \  i      •  i 

maro  lega  :  dtfficultafi  fuggiuano, trasferendo  la  guerra  di  la  dal  To  :  perche  in  quelpae~ 
ma  ben  C«  fe  abbondante  perfua  natura,  &  che  non  hauea  fentiti  i  danni  della  guerra , 
andar  cótra  confidauano  trouare  uettouaglie  copìofamente,  &  non  douere  haueve  oflaco- 
Parmà  città  ^°  ^cmo  infmo  al  fiume  dell *  j£dda,perchc  lafciando  Cremona  a  mano  finiflra* 
apparténéti  &  accoflandofi  all'Oglio;  non  ui  erano  terre  da  refiflere  :  &  perfuadendofi  che 
^co^nufli  il  Senato  yinitiano  non  uoleffefottoporre  le  genti  fue  per  gì1  intereffi  d  altri  al 
Duca  di  Fer  la  fortuna  duna  battaglia;  credeuano  che  i  Franceft  non  ardirebbono  opporfh 
fe  non  al  tranfito  dell'adda  :  an%i  erafperan%a  di  molti,  che  approjjìmandofi 
l'efferato  à  confini  de  Viniùani,  effi  per  ficurtà  delle  cofe  proprie  richiame- 
rebbono  la  maggior  parte  degli  aiuti  dal  Re  :  &  oltra  tutte  quefle  cofe ,  quel 
che  fi  flimaua  molto  y  ilpaffaredilà  dal  To  era  opportuni  (fimo  a  unirfi  con 
gli  SuiTgeri  ;  ma  mentre  che  fi  preparano  molte  cofeneceffarie  a  quefla  nuoua 
deliberatione,  artiglierie,  munitioni,guaflatori,  ponti,  &  uettouaglie,  men- 
tre che  in  Tofcana ,  &  in  Romagna  fi foldano  i  fanti  Italiani  >  /*/  Conte  Guidù 

Rangotx 


iaxa. 


•  Q^V  ARTODICIMO.  410 

Kangone per  comandamento  del  Vontefice,  con  una  parte  de  fiotti,  ch*erano 
già  faldati,  &  con  le  genti,  che  erano  apprejjb  afe  ,fi  mojfe  contra  la  monta- 
gna di  Modona  *  lacuale  montagna,  ne  mentre  che  Modona  era  fiata  [otto  Ce 
fare,nèpoi  quando  era  fiata  dominata  dalla  Chiefa;  haueua  riconofciuto  altro 
Signore,rhe  il  Duca  di  Ferrara:  ma  intefa  quefia  moffa  dagli  huomini  delpae 
fc>  &  che  nel  tempo  mede  fimo  fi  moueuano  molti  fanti  comandati  di  Tofca- 
na  <>fen%a  affrettare  dieffere  affaltati  ;  chiamarono  il  nome  della  Chiefa .  I^el 
tempo  mede  fimo  fuggi  da  Milano  Bonifacio  Vefcouo  d' Meffandria  figliuolo 
già  di  Francefco  Bernardino  Vi  fonte,  perche  uennero  a  luce  alcune  cofe  trau 
taua  contra  i  Frane  e  fi ,     Venne  medefimamente  a  luce  un  trattato  tenuto  in 
Cremonaper  *ì$iccolò  Varolo,  uno  de' principali  fuor'ufcitidi  quella  città.per 
loquale  d'alcuni  Cremonefi ,  che  ne  erano  confeij  ,fuprefo  il  debito  fupplicio  • 
1<lè  so  quale  in  queflo  tempo  fufie  maggiore,  ò  la  mala  fortuna,  ò  la  temerità, 
&  imprudenza  de'fuorufciti  del  Ducato  di  Milano ,  de'  quali  numero  gran* 
iijfimo  feguitaua  C  efferato  :  perche  nonfolamente  tutte  le  co  fé  tentate  da  lo- 
ro riufeiuano  infelicemente ,  ma  intenti  apredare  tutto  ilpaefe ,  dijficultaua- 
no  iluerÀre delle  uettouaglie,non  ricompenfando  quefti  mali  (io  eccettuo  fem- 
pre  il  Morone  )  con  alcuna  diligenza ,  ò  intelligenza  difpie  :  an^i  hauendo 
molto  prima  Trojpero mandatigli  uerfoTiacen^a,  poi  che  hehbono  fatti  dan- 
ni grandijfimi  a  gli  amici ,  &  a*  nimici ,  uenuti  tra  loro  mede  fimi  a  quiflione 
nel  dividere  la  preda;  fu  daEflorVifconte,  &  alcuni  altri  ammalato  Tie- 
tro  Scotto  Piacentino  uno  de  principali .     Tento  Trojpero  in  queflo  tempo 
mede  fimo  di  abbruciare  le  barche  del  ponte  de  Fracefuridotte  con  poca  guar 
diaappreffo  a  Cremona,per  hauer  tanto  maggiore  jpatio  aprocederepiu  innati 
7j. mentre  che  Lautrech  raccoglieua  le  barche  nece [furie  a  rifare  il  ponte:  ma 
la  lungi)  cTga  del  camino  fu  cagione  che  Giouan  de  Medici,  mandato  a  queflo 
effetto  con  dugento  caualli  leggieri,  &  trecento  fanti  Spagnuoli  ;  non  ui  potet- 
te giugnere  fé  non  p afiata  la  notte  :  onde  i  nocchieri  fentito  ilromore  leuato  «*««•- 
da  paefani,ritirarono  le  barche  in  me^p  il  Tè  fumi  di  non  effere  offe  fi  dà  ni-  Lpitaifpfer 
mici  few:  tufi  fu  la  riua  .  Finalmente  preparate  tutte  le  cofe  neceffarie  apafi  fo  %\ Su,r" 
fare  il  Tc,l efkrcho  andò  a  Brejfellc,  oue  eragittato  ilponte  fatto  con  le  bar-  no"'  molle11 
che  :  ma  innanzi pafi afte,  efiendo  a  penfieri  di  offendere  altri  congiunta  la  ne  r*lmi  ?OR~ 
teffità  di  penfare  a  difendere  fé  proprio  ;fu  mandato  alla  cura  delle  terre  della  £«/  pubii 
Chiefa,che  rimaneuano  indietro ,  Vitello  Vitelli  con  cento  cinquanta  huomini  ch^  &  pet 
d'arme ,  &  altrettanti  caualli  leggieri ,  &  con  due  mila  fanti  dell'ordinane  gono°fcufa- 
de 'Fiorentini  :  doue  fimilmente  andò  il  Vefcouo  di Tifloia  co'  due  mila  Sui^  ì^biui 
^eri,  perche  nonpareuaficuro  menargli  contra  i  Francefi ,  co'  quali  militaua-  natono  Lo* 
ino*tantifantiddlanationemedefima,concedutiper decreto,  &  con  le  han-  doui«oSfo« 
aierepubliche:&tantopiunonhauendocerte7^quelchefufihoperdelibe  '»  ho  f«iè 
rare  muoia  Sumeri  ;  de 'quali  congregati  a  Coirà  safrettaua  aogn'hora  la  fiTdlnf 
certezza  chefufiero  moffì.  M  Vefcouo^  Vitello  fu  commeffo  norlfolamen-  *  di  q^fti 
te  il  difendere  Modona,&  l'altre  terre  della  Chiefa,  fé  alcuno  fimouefie  con-  cJ2«i/ 

Fff    2         tra» 


LIBRO 

tra  quelle, ma  d%  affollare  il  Duca  di  Ferrara  :  ìlquale  attribuendo  afe  la  glo- 
ria d'hauere  liberata  Tarma,occupato  ti  Finale,  &  San  Feliceynon  procede- 
io  color? .  uà  più  oltre:  perche  il  Tontefice ,  aumentato  per  quefio  infultoXodio  ;proce- 
C  icceuiT  àeua  con  le  cenfure,et  monitori]  Ecclcfiafiicicontra  lui  allapriuaiwneciel  Dn 
minti"  vo.  cat0  di  Ferrara .  Tafiò  l'efferato  ilprmo  giorno  d'Ottobre  di  la  dal  To>&an 
flettano  db  ad  alloggiare  a  Cafal  Maggiore, hauendo  confumato  nelpafiar e  non  fola- 
Lbbia  rag»  mmte  tutto  il  giorno,  ma  non  piccola  parte  della  notte  fedente, per  la  molti- 
LVheibC  tudineineflimabile  della  turba inutik,&  degli  impedimenti,  rimanendo  in- 
»o  po«  flì-  pannato  in  quefio  nonmediocreméte  il  giudicio  de [Capitani  che  fi  eranoper- 
ft&SS  fuafi  douereefferepaffati  tutti  a  ma®  il  giorno  :  doue  per  bfln'f'KfJf 
ti. a  dai  la    zii  ultimi,  &  per  le  tenebre  dellanotte  fi  fermarono  lanottedijperfitra  il  o, 
■SShi'Sr  &  Cafal  Maggior ^unaparte deli '  artiglierie, molte  munitiom,  &  moltiffimi 
reflcropio     rQidati  efoflt  prea>a  agU  affalti  di  qualunque  piccolo  numero  de  nimici  :  an^i 
taX  fu'  non  fi  dubitaua  che  fé  Lautrech,  ìlquale  raccolti  tutti  gli  Sùperi  uenne  ad  al 
Pcr  venire    i0^are  a  colornio  ilgiomo  medefimo ,  che  gli  auerfarij  alloggiarono  a  Br e j- 
conTfdrt  fife  ;fujfe  quel  giorno  che  effi pacarono, paffato per  lo  fuo  ponte  a  Cafal  Mag 
boneda  ca-  giore  diftante  tre  miglia  da  Colornio,  ouer amente  haueffe  a  mc^p  giorno  a\\al 
ftulon*  df  "  tata  quella  pane  dell' efferato, che  ancora  non  era  paffata  (  fono  Brejjelle  y& 
fn?taegroacheC  Colornio  dijlantifei  miglia)harebbe  hauuta  qualche  preclara  occajwne.  Ma  a  a 
Annibale     jjje  LLE  guerre  fi  perdono  infinite  occafwni,perche  a  Capitani  non  fono  firn 
gS?  co°r-'  fre  noti  i  difordini,&  le  difficoltà  de'  nimici .  JL Cafal  Maggior  e  per  uenne  la 
ci  i  più  de    notte  medefima  il  Cardinale  de'  Medici  mandato  dal  Tontefice  Legato  aeli  ej 
J^zi^piu  finito:  perche  il  Tontefice  ancora  che  occultiffimamente  haueffe  già  comin- 
foiti  Tolda.  Ciat0  a  preflarc  l'orecchie  all' ^mbafeiatore  del  Re  di  Francia  ,  temendo  che  i 
qieSno  fucceffi auerfi,&  l'efiererimafofopra  lui  quafi  tutto  ilpefo  Ma  guerra  ;non 
mutò  il  foli  fafiero  caHfa  a  cefareò  amimftri  di  dubitar e,che  egliper  ufeire  di  tante  dijji 
Ordinanza"!  cultà .  &  pericoli  non  uolgefìe  l 'animo  a  nuoui  penfien; giudicò  niuna  cofa  po- 
to ©ifeifot  tergli  tanto  afjìcurarey&  per  confeguente  indurali  aprocedere  pmardenteme 
ford?e  He-  te  alla  guerra:  *>  la  per  fona  delquale,  perche  era  il  più  proffimo  di  f angue  alTob 
boli  'centra  tefice,&  percheron  tutto  che  dimoraffe  quafi  continuamente  in  Firen%e,niu- 
aggtnfcTl-  na  cofa  grane  del  Tonificato  fi  $edmafen%a  fua  participatwne;  portaua  fe- 
tte aftutie    CQ      p     ella  medefima  autorità  che  harebbe  portata  fico  la  per  fina  propria 
fa"  Zri"  del  Tontefice  .gwuaua  quefio  medefimoafiflenere  la  riputatone  declinata 
come  otten  ^a  jmprefa  ■  <&  a  prouedere  che  con  maggiore  unione  fi  dcliber afferò  per  la 
pe'r  cagion0  preferita  d'huomo  di  tanta  grande^a  le  cofe  da'  Capitani:  perche  ogni  gior- 
nee  cheli  no appariuapiumanifefiamente la difcordiatraTrojpero Colonna,  &ilMar 
càpiuno a    che  fi  dì  Tefcara,aumentata  oltre  ad  altre  cagioni,perche  il  Mar  che  fi,  leuato 
f°nni  'altra    c^efH  il  camP°  da  'Pamai  olendo  trasferire  in  altri  la  infamia  di  quella  de- 
Jfoùifion3    Uheratione  ;  haueuafignificato  a  Roma  effere  flato  cofi  deliberato  feny  confi 
aecetlàrie.    ^io .  ^japuta  fm  ■    Da  Cafal  Maggiore  dopo  il  ripofo  d'un  giorno  ,fi  mojic 
a  vedi  il    l'esercito  per  lo  Cremonefe per  accoftarfì  al  fiume  dcll'Oglio  ,alqualeperuen- 
W.Ì°dcUanviit  di  Lcoi!  X.&  jwl  ».4illa  ito  del  Pcfcara,*  quanto  ho  notato  in  ^uefto  ,poco  fopra  a  car.  4o^ 


Q^VARTODSCIMO.  41* 

ne  in  quattro  alloggiamenti ,  «0»  ejfendo  in  queflo  me%o  accaduta  cofa  alcun* 
di  momento, eccetto  che  mentre  alloggiauano  alla  uilla  che  fi  dice  la  Corte  de 

a  {réti  fu  fatta  grandi  ffima a  quifiione  tra  i  fanti  Spagnuoli ,  &  Italiani ,  nella  f  <fcgj5 
quale  gli  Spagnuolt  più  colfapere  ufare  l  opportunità  dell  occajione  che  delle  ne  fra  gi'ic* 

forze, ammazzarono  molti  di  loro  :  pure  per  l'autorita\&  diligenza  de*  Capi  J&jj*$| 

tanififmorzòpreflo  la  cofa,&  il  giorno  dinanzi  Giouanni  de  Medici  cancri-  fccoiute  il 

do  uerfo  i  nimici,iquali  erano  pa fati  il  Tò  più  altouerfo  Cremona  il  dì  mede  fi  ^°1"'bou'0d4 

mo  che  gli  altr iterano  fiati  fermi  a  Cafalmaggiore  ;  roppegli  Stradwtti  de*  Vi  ìeggic^rin 

nitiani  guidati  da  Mercurio,  co*  quali  erano  alcuni  camiti  de  Francefi,  de  qua  £*£.  £f *£ 

li  fu  fatto  prigione  Don  Luigi  Gaetano  figliuolo  del  Duca  di  Traieito,benche  quai  *éné- 

lo  fiato  fujfepoffedutodaTrofpero  Colonnata  nell' alloggiare  l'efferato  fui  [a°tt0  s^? 

fiume  dell'aglio ,la  fortuna  rifguardando  con  lieto  occhio  le  cofe  del  Vontefice,  me.-  nei  qua 

&  di  C  efare  iinterroppe  il  con  figlio  infelice  de  Capitani:  iquali  haueuano  de-  £  JpjfelVo 

liberato  che  dalla  Corte  de' fiati  andaffe  l'efferato  ad  alloggiare  alla  terra  di  k  croce  m- 

Bordellanoydiflante  otto  miglia  pure  fui  fiume  medefimoima  no  ejfendo  fiato  "*£<{  J  *  0'p 

poffibile  che  per  effere  laflrada  diffìcile, ui  fi  conduceffero  l  artiglierie  ;  fu  ne-  poi  e  ai  fu- 

ceffario  fermar  fi  alla  Terra  di  R  checca  a  mezp  il  camino ,  laquale  da  Tonteui  spagmJir, 

conterrà  de  V  initiani,diuide  folamente  il  fiume  dell' Ogliomelqual  luogo  men  fi»  che  gii 

tre  che  fi  alloggiaua ,  per  iterine  notitia,  che  Lautrech  Seguitato  dalle  genti  de  quietati,  ef- 

V  ini  tiani, la  f ciati  i  carriam  a  Cremona  >  era  uenuto  il  giorno  mede  fimo  a  San  «ndouene 

1  /)  .1        i   11  r   •     •     •   ■  1  •  j-    morti  più  Jx 

Martino  dijiante  cinque  miglia9delwerato,je  1  nimiaprocedeuauo  innanzi  Ai  dugen  to  » 
rifcontrargliildjfeguentefulacampagna.Turbò quefìa  cofa  marauigliofit- 
mente  la  mente  dei  Cardinal  de*  Medici,  &  de'  Capitani ,per che  battendo  il  Se  ^niheatiaf 
nato  yinitianotfuando  unì  le  zentifue  all' efferato  di  Lautrech  >fignificataque  fatta  ds>  Yj 

L  a    j  7  -i        '■        1      »  r  iti  r  nitiani    al 

&jìaaeliheraiioneb  al  Vontefice  con  parole  tali ,  chepareua  muouerji  non  per  pontefice  , 

defiderio  della  uittoria  del  Ile  di  Francia ,  ma  per  non  bàttere  caufa  giufta  di  foggìugne  il 

non  ofieruarcla  confederazione  ;  fi  erano >&  prima  per fuafi,  &  lauenutadel  np\  *;  detti 

Cardinale  haueua  confermata  quefla  opinione, che  ^Andrea  Gritti  hauefie  oc  -  Vi  ra  Ail  p*« 

culto  comandamento  di  non  permettere  che  quelle  genti  combatteffero:  ilqua-  Aicir/ndro' 

le  prefuppofito  apparendo  fa  lfo>cr  a  necejfario  partir  fi  da'  primi  configli  :  per-  Do™  toa,c* 

che  niuno  negaua  effere  fuperior  e  di  forze  £  efferato  de'  nimici,  nelquale  oltra  na  banda  di 

la  caualleria  molto  potente, &  fette  mila  fanti  tra  Francefi,  &  Italiani,  era-  "e^cafteU 

no  dieci  mila  Suizgeri  ;  ma  nelt  efferato  del  Vontefice,  &  di  Ce  fare  era  tanto  io  di  ponte 

diminuito  il  numero  de'  Tede  fichi  ;  &  in  qualche  parìe  degli  Spagnuoli ,  che  ^datlTia" 

d  fatica  afeendeuano  al  numero  di  fette  mila  :  &  di  fei  mila  Italiani ,  perche  fede ,  che  i 

erano  la  maggiore  parte  fiati  condotti  di  nuouo ,  fi  confiderauapiu  il  numero  ^èJlo^ftato- 

che  la  uirtu .  Deliberarono  adunque  Vrojpero ,  &  gli  aliri  afi>etcare  in  quel  loro  no  ha- 

luogo  la  uenuta  degli  Sui%geri  Squali  perche  erano  già  moffi,  et  perche  il  Car  JlTtod^o 

dinaie  Sedunenfeyche  gli  menaua>  auifaua  che  nonfifermerebbono  in  luogo  al  alcuno  a 

cuno;  fi  fperaua  non  doueffero  tardare  più  che  tre ,  ò  quattro  giorni .  Ter  ciò  la  J  >  ^afiè 

mattmafeguente  i  Capitani  confederato  diligentemente  il  filo  del  luogo;riduf-  gemi  dei  Pa 

fono  a  miglior  forma  l'alloggiamento  fatto  quafi  tumultuariamente  la  fera  pa' 

F'ff    3         dinanzi, 


L    r    $    K    o 

.      dinanzi,  non  vii  movendo  il  pericolo  di  poter  effe/e  altramente  offe  fi  con  far- 

a  T.a  prima       •/■•'»    /;  r       >  , >'  '    a  %       *        % 

lode  di i  qte  tiglierie  ddua  terra  oppojttadiVonteuico: perche  il  Cardinale  de  Medici,  fe- 
to deponi  gptowdo  le  prime  impreffioni,haueuaper  co  fa  certa,  che  i  f'initiani  non  obli- 
rompei  ref  gatial  Re  di  Francia  ad  altro  che  a  concedere  le  genti  per  la  di  fé  fa  del  Duca- 
Uh&*  con  t0  $*  Milano,non  confentirebbono  mai  che  dalle  Terre  lorofuffe  data  moleflia 
l'artiglierie   all'efferate  della  Chiefa,  &  di  Ce  fare .  <s/lla  deliberatone  d' ajpettare  gli  Sui^ 
velib  Pon-  ^r/  a  ^ecca  s'opponeua  manifi fi x  amento  la  difficultà  delle  uettouaglie  iper- 
teuico  ;  è    che  quelle  che  fi  conduceuano  con  l 'efferato ,nonpoteuano  bafiare  molti  dì ,  & 
atwtoùua'a  Per^°  terrore ^é *  danni,  che fi faceuano  Jpecialmente  da'  fuor  ufeiti  Milane  fi, 
Fra  n  «  feo     &  la  fuga ,  eh  'era  per  tutto  l  paefe  ne  ueniuapicco  liffima  quantità ,  &  quefla 
d^rbir?oT  0^ni^0Y<xdiminuiua.  Ter  ciò  il  Commeffario  Guicciardmohaueua  ricordato, 
,?c  a  Marca-  che  non  potendo  per  lo  mancamento  delle  uettouaglie foflenerfi  in  quel  luogo  > 
n°n;'°sf  c0°  &  potendo  accadere  per  molte  cagionile  la  uenuta  de  gli  Suix^eri  tardajfe, 
me  rutta  la  effer  forfepiu  utile  non  foggiornando  quiui,ritirar fi  cinquefo  fei  miglia  più  in- 
haue'r  ^0°  dietro  fui  fiume  mede  fimo  a  confini  del  Mantauano  :  oue  hauendo  alle  {palle 
fa  tto,tieruie  //  paefe  amico,  non  mancherebbono  le  uettouaglie:  &  quefìo  che  alprefenteft 
re  FrAnce-  foteua  fare  fi  cur  amente  potrebbe  efiere,  che  approffmandofii  turnici,  non  fi 
Te  :  il quair    potrebbe  farefen^a  grauiffimo pericolo .  Islon  farebbe  difpiaciuto  intrinfeca- 
L^imech  a  me nte  quefl°  configlio  a  Capitani?  ma  la  infamia  tanto  recente  della  ritirata 
veder  il  tuo  da  Tarmajiteneua  ciafeuno  daparlare  liberamente ,  mouendogli finalmente 
fhnr'™  del    la  foranea  che  gli  Sui^eri  non  doueffero  ritardare  a  uenire,iquali  poteuano 
l'in du^io ,    feendere  in  cinque fofei  dì  da  Coirà  nel  Tenitorio  di  Bergamo,  onde  a  condurfi 
deueua  con  infimo  alt  efferato  era  breuiffxmo  tranfito.  Cofi  fermato  di  affettargli  a  Rebec- 
aniftoj  cio  ca,fi  diflribuiua  mifurat amente  per  tutte  le  compagnie  del  campo. la  munitio- 
tino  all'ai    ne  delie  farine  condotta  con  l'efferato  :  lequaliperche  col  campo  non  erano  for 
tro  giorno  j  nì  portatili  >  &  le  cafe  nelle  quali  erano  i  forni  occupate  da  gli  alloggiamenti 
contenera    de'  foli  ati, ciafeuno  coceua  dafefiefio  fu  le  brace,  la  parte  che  gli  toccaua  :  la 
di  non  ite*  quale  incommodità  aggiunta  al  difiribuirfi  fcarf amente  le  farine  ,fu  cagione 
falconetto  :  che  molti  de' fanti  Italiani,  con  tutto  che  ui  abbondale  il  uino  ,  &  il  carnag- 
%thu'  cT  &0yfe  nefitggiuano  occultamente.  Ma  il  ter%o  giorno  Lautrech,ilquale  fi  era 
pitanì ,  la  fermato  a  Box dellanop affata  una  parte  dell'artiglierie  a  mc%p  giorno  di  là  da 
?  nllc„f*i.CnVr  Oglio  ;  le  mandò  a  Tonteuico,  confentendo  ,  benché  fimulando  il  contrario,  il 
farono  a      Troueditore  Vinitiano  :  donde  il  mede  fimo  di ,  benché  già  apprepo  alla  not- 
u^v.  ca>e"l  te> a  cominciarono  a  tirare  ne  gli  alloggiamenti  de'  nimici,  i  Capitani  de'  quali  a 
la  si  come  conofcenlo  il  pericolo  manifefiiffimo  ancoraché  fi  fuffero  potuti  trasferire  in 
d^ia^o  Jc*  luo&°>oue  alcune  colline  gli  copriuano ,  nondimeno  jpauentati  dalla  careftia 
al  Duca      delle  uettouaglie  &  aumentando  il  timore  della  tardità  degli  Suii^eri,  mof- 
c'h  aurebbe  f°  la  'mattini  feguentc  innari^  all'aurora  tacitamente  l'efferato  fen%a  fuono 
potuto   vin  di  trombe ,  &  di  tamburi  3  &  mefii  i  carriaggi  innanzi  alle  venti,  procedendo 
bi arma  Lau  Molto  ordinatamente ,  &  apparecchiati  a  combattere,  &  a  caminare  andato- 
trech  ,  che  no  ad  alloggiare  a  Gabbione! atterra  diflante  cinque  miglia  a  confini  del  Ma- 
ò°no vonV.  tmano> confefiandotuttiejferfifaluatidagrauijjìmopericolo,parteperbene- 


(^VARTODECIMO.  411 

fido  della  fortuna,  parte  perì  imprudenza  de*  nimici  :  perche  certo  è,  che  fé  il 
giorno  deflìnato  ad  andare  a  Bordellano ,  non  fifufftro  fermati  a  Hebecca,ri- 
tnaneua  loro  niuna,  o  pie  coli ffima  Jperan^a  difalute ,  perche  le  mede  finte  ne~ 
ceffità ,  ò  maggiori  gli  coflrigneuano  a  ritirar  fi  :  &  la  ritirata  éjféndb  più  lutir 
ga,&  con  nimici  più  umni,baueua  euidentiffimo  pericolo .  Similmente  è  cer- 
to  che  Lautrechs  confeguitaua  indubitatamente  la  uittoria,fe  il  giorno  mede    rimente  V 
fimo  che  mandò  l'artiglierie  aTonteuico  yfuffe  come  molti  lo  con  figliarono ,  ciò"'**  <*i 
&  tra  gli  altri  i  Capitani  degli  Suix^eri,  andato  ad  alloggiare  apprefìo  a  ni    gaza  Mo&* 
mici,  a*  quali  per  la  propinquità  fua  non  rimaneua  f acuità  di  parti)- fi  fi cura-  fl  ^juetre-Cf 
mente,  non  potendo  maffìmamente  per  l 'impedimento*  che  harebbono  riceuu-  gwnofi  (co 
to  dall' artiglierie  di  Tonteuico,  metter  fi  ordinatamente  in  battaglia ,  né  dimo  mf,  c\  dlce* 

*  il  ir  i  \  m  «  ,  co  1  Tuo  ca- 

lC  rare  in  quel  luogo  per  la  fame  pm  che  tre ,  o  quattro  di .  Ma  mentre  che  *fe~  peiio.iafdaf 

e  ondo  la  fua  natura  dijpregia  il  configlio  di  tutti  gli  altri ,  accennando  prima  %^^\  ™ 

ilpericolo,  che  apprefentandolo,  dette  loro  cagione  dipreuenire  con  la  fubita  do  iuo  :  ma 

partita  lefue  minacele.  Dunque  nonfenxa  ragione  i  Capitani  de  gli  SuiTgeri,  p^o\o  °cò! 

peculato  ilfito  del  luogo  (perche  Lautrech  moffofi  per  accoflarfi  a'  nimici  tro  figlia  ai- 

uandogli partiti  andò  ad  alloggiar  a  Rebecca)gli  diffono  che  mcr  italiano  d*ha-  c?trar?oCd! 

uere  la  paga  che  fi  dà  afoldati  uincitori  della  battaglia ,  perche  per  loro  no  era  quei  che  £ . 

flato  che  ei  non  haueffe  confeguita  la  uittoria.  ^4  Cabbioneta  fortificato  eccel-  "£*  p,"1.0^ 

lentamente  r alloggiamento,  fopraftette  l'esercito  della  Lega  molti  dì  :  mapa  <3u.al  d,«ua 

rendo  che  continuamente  s'allungale  la  uenuta  degli  SuiT^eri ,  &  temendo  fto^Fh,Uef  ie 

della  uicinità  dell'  efferato  Francefe ,  ilquale  molto  più  potente  facena  dimo-  ®rìl}*  j!  c° 

ftratione  di  uolergli  aff aitar  e, paf iato  l'Oglio  ;  andaron  ad  alloggiare  ad  Oflia*  ii°&  tanti" 

no  Cajlello  di Loiouuo  da  Botole ,  con  intensione  di  nonfimuonere  di  quiui  a™ìci  >  c,hc 

in  fino  alla  uenuta  de  gli  Sumeri.  Laquale  deliberatone  fatta  con  prudenza;  a  feguiflefo 

fu  anco  accompagnata  dalla  fortuna ,  perche  l'cfkr  cito  har  ebbe  mentito  non  il  luo  vo.,e* 

piccolo  detrimentmell  alloggiamento  di  Gabbioneta  ,pofio  in  ftto  molto  baf-  che  noi  v°l 

fo  y  dalle pioggie  immoderate,  lequali  immediate  foprauennero  .  Ma  mentre  d;a™°  Pel 

che  cofi  ociofamente  foprafeggono  l'uno  efferato  a  Oftiano  ,  l'altro  a  Rebecca,  di  XciTeTe 

il  Vefcouo  di  Vifloia, &  V 'nello  uniti  nifiemcgU  SuiT^eri,  e  i  fanti  Italiani  af  de'  fV  fi  tco 

f aitarono  le  genti  del  Duca  di  Ferrara,  lequali  erano  alloggiate  al  Finale,  e*r  vaienoMaf 

benché  fuffero  in  luogo  forte  per  natura-,  &  per  arte  molto  fortificalo, nondime  fimo  nel  li# 

b  no  gli  S ui^eri  andando  ferociffimamente  incontro  al  pencolo , b  le  roppono ,  che  que'fti 

&  meffono  in  fu°  a  Ammazzandone  moltutra  Mali  fu  morto  combattendo  il  ? ll  lon  bi-" 

,.  .  .j         vx*   .  .    .  a  limati, qua- 

Cauauere  Caunana.  co  tanto  timore  del  Duca  di  Ferrara- che  era  al  Rondino,  do  egli  chia 
che  abbandonato  fubito  quel  Caflello;  fuggi  a  Ferrar  abituando  con  la  mede  fi-  JS"  \£^m 
ma  celerità  .  perche  i  nimici  non  lo  feguitaffero ,  le  barche  ,fu  lequali  hauc-  ^p»  d*A  fa, 

dille  .    Per 
.  .  Ma    non  v»ai;er 

oigouemsrmi  di  mio  capo,  v  ho  chiamato:  ma  ricorchteut  didouer  piutofto  vbidiirr.i.;che  con  figliarmi.  * 
b  Di  qutfta  rotta  data  alle  genti  del  Duca  Aifono.il  G:ouìo  dà  la  colpa  a  Eìtoie  Romano,  vno  duiuei  tre- 
dici che  combatterono  per  la,  dignità  del  nome  Italiano  contra  tredici  Francefi.  in  Puglia:  percioche  co- 
itoti lùperbanje  ine  negò  iMnccti no  si  Catrfta  na ,  ch'eia  con  vna  compagnia  di  fanti ,  a  guardia  delia  rorri- 
cclla  pofta  lungo  la  riua  dei  iioudeno  :  oc  poi  mono  il  Caunana. e  i  luci,  che  combaueron  da  valorosi 
tihneate  volto  le  (palle  con  tutti  i  iuoi»  Vedi  la  vita  del  Duca  Alterilo. 

eff  4 


ita  gii  tato  il  ponte  nel  luogo  mede  fimo .  Erano  in  tanto  gli  Suiyrgri  j fctfi nel 
tenitoriodi  Bergamu,&  nondimeno  pieni  di  dffiareri,  &  diffidata,  ritarda- 
nano  il  venire  più  innanzi ,  battendo  effireffamente  ricvfato  il  volger  fi  ad  afi 
[altare  il  Ducato  di  Milano-,  come  il  Cardinal  Sedune?ifieìet gli  agenti  del  Von 
tefice ,  &  di  C  efare  facevano  infanga  :  facevano  anco  diffidi  Ita  -d'andare  ad 
unir  fi  con  l'efferato ,  che  gli  affienava  a  ofliano  3  cerne  preparato  di  procede- 
re  alt  offe  fa  del  Re  di  Francia ,  offerendo  d'andare  in  qualunque  luogo  pareffe 
al  Tontefice  nello  flato  della  Chiefa ,  per  la  difenfione  del  quale  haueuano  ac- 
cettato loflipcndio  :  &  nondimeno  confentendo ,  come  fi  e  fio  interpretano  le 
cofe  barbaramente  >  d'andare  ad  affaltare  Tarma  ,  &  T?iacen\a,come  cit- 
tà appartenenti  manifeflamente  alla  Chiefa ,  ò  almeno  come  di  ragione  non 
certa  del  Re  di  Francia .  Dimandavano  ancora  >  che  innanzi  che  fi  move  fi- 
fero  y  piffero  mandati  a  loro  dall'efferato  trecento  cavai  leggieri ,  con  t aiuto 
de*  quali  potè  fiero  r  accorre  le  vettovaglie  per  lopaefe  donde  paffauano .  Fi- 
nalmente pervenuti  i  cavalli)  iqvali  alt improvifop affarono  con  celerità  gran- 
de per  lo  tenitorio  de'  Vinitiani  ,fi  moffono  per  andare  in  luogo  uicino  ah' ef- 
ferato ,  dovepiveommodamente  fipoteffe  confultare,  &  rìfoluere  quelh  ba- 
lie fi  ero  a  far  e  :  &  in  camino  cacciarono  alcune  genti  de*  Fr  ance  fi ,  &  de'  Vi- 
nitiani ,  leqvali  per  prohìbire  loro  paffaronopiv  innanzi  ifi  erano  fermate  a 
Tontoglio ,  overo  al  Lago  Eupilo .  Cominciofji  come  furono  approffimati  al- 
l'efi  eretto  a  fare  infian%a  per  diffiorgliad  unir  fi  contra  i  Francefila  per  laqval 
cofia  andavano  innanzi ,  &  in  dietro  molti  tneffi,  &  amhaficiate  :  &  vi  andò 
in  nome  del  Cardinale  de'  Medici  l \Arciveficouo  di  Capva:  finalmente  quei  del 
Cantone  di  Zuric ,  iqvalisì  come  hanno  maggiore  autorità  sfanno  prof  fifone 
digouernarficon  maggiore  gravità ,  negarono  coflantem ente  :  gli  altri  dopo 
molte  fiofpenfioni ,  né  ricvfiarono  effireffamente ,  ne  accettarono  la  dimanda 
fatta ,  non  negando  di  volere  feguitare  l'efferato ,  ma  non  dichiarando  fe  die- 
tro allefive  vefligie  fvjferoper  entrare  nel  Dvcato  di  Milano;  in  modo  eh  e  per 
configlio  di  Sedvnenfie9  &  de  Capitani  loro ,  la  volontà  de*  quali  era  fiata  gì  fa 
dagnatacon  molte  promefi e  ;  fi  deliberò  di  procedere  innanzi  3  fi  er  andò  che 
poi  che  non  riattavano  di  fieguitar  bave  fiero  facilmente  a  e  fiere  condotti  in 
qvalunqve  luogo  andaffe  l'eficrcìto .  Cefi  voltati  i  Zuric anuiqvali  erano  qvat- 
tro  milayverfio  Reggio  ,t  e fier  cito  poi  che  tra  Gabbioneta ,  &  Ofiianofv  dimo- 
rato circa  vn  mefe>  fi  congivnfie  a  Gambera  con  gli  altri  S  viveri ,  procedendo 
in  me%p  di  quello  due  Legati  Sedvnenfey&  Medici  con  le  croci  d'argento, cir- 
condate (  tanto  hoggi  fi  abvfia  la  riverenza  della  Religione)  tra  tante  armi  > 
&  artiglierie  da  beftemmiatori,  homicidiarijì  &  robatori .  ^Andarono  in  tre 
alloggiamenti  per  le  terre  de'  Vinitiani  a  Orci  Vecchi  loro  Caflello  ,ficvfiando- 
fi  col  Senato ,  qvefio  efiere  vno  tranfito  neceffario  9  &  non  farfi  per  defide- 
rio  d'offendergli  :  così  come  effifi  erano  fcvfiati  efiere  fiato  sfor%ato  ^Andrea, 
GrìttiloroTroueditoredi  confientire  aLautrecb*  che  mandaffe  t  artiglierie 
aTontemco.  ^i  Orci  Vecchi  armarono  i  corrieri  mandati  da'  Sigpoyi  delle 

leghe i 


1  <X  V  A  11  T  O  D  E  C  I  M  O.  4*1 

<*  Le°be ,a 3  commandare  a  qli  Suiz^eri  che  partiffero  delt efferato:  [mille  ermi 
mandamento  fecero  per  altri  corrieri  a  quellhcbe  erano  nel  campo  francefe ,  jGal»»» 
allevando  efiere  cofa  indegna  del  nome  loro,  che  in  due  efferati  nimici  [ufi ero  H  t.  de.  !uoi 
ton  le  bandiere  pMiche  i  fanti  fuouma  di  quefti  commandamenti  gli  effel-  cgJWjg 
ti furono  diuerfi:  perche  i  corrieri ,  che  andavano  nel  campo  della  Lega  fatti  Monfig.  ai 
induflriofamente  ritenere  nel  camino;  no  pervennero  a  quellUche  erano  con  Se  Jjgf^g 
dunenfe :ma  gli  Sumeri  de  Francefi  partirono  quafi  tutti  improuifamente  >  opcIO  co« 
mo[fi(comeficrede)non  tato  dà  commandamenti  ricemtu  M  dalla  lunghe^  S;g£$ 
7J  <fe/fo  militia,dellaqualefogliono  [opra  tutti  gli  altri  effere  impatienu,qua  che  faceto, 
fe  <>«*/*  a  Lautrech,  non  gli  offendo  mandati  danari  di  Francia ,  né  bafiando  <°  P««* 
<j«eWi  e  fo  acerbamente  rifeoteua  del  Ducato  di  Milano;era  mancata  la  fieni-  ja  Lega  i  foi 
là  dipagargli^lelqual  luogo  debbo  meritamente  confiderà^  QJ'^'HT  0  ^  uè* 
poffa  la  malignità ,  &  la  imprudenza  de  i  minifiri appreffo  a  Trmcipi,  che o  mandameli 
per  negligenza  non  uacano  alle  faccende,  ò  per  ine  apacitànon  di feemono  da  %£J™ 
fé  fleflì  i  configli  buoni  da  cattila  :  perche  effendo  flati  ordinati  trecento  mila  u  cne  m.ii- 
ducatiper  mandargli  a  Lautrech, fecondo  lapromefia  che  gli  era  fiat  a  fatta ,  £Jannc° c™ 
la  Reagente  madre  del  He,  defiderofa  tanto  che  non  crcjcefie  la  fina  grande^  me  qui  ferì 
Za,  che  fi  dimenticafie  dell'utilità  del  proprio  figliuolo;  procurò  che  i  Gene;  onerai 
ralifenzafaputa  del  Re  conuertiffero  quefìafomma  di  danari  in  altri  bifogm.  fta  opinio- 
Donde Lautrech, confufo  d'animo,  &  pieno  di  grandiffimamolefiia  ,poi  che  ne- 
per  lapartita  degli  Suhgertilfucceflò  delle  cofe,ilquale prima  fi  promette-  b  in  quefto 
uà  fclice,era  diuentato  molto  dubbio, lafciata  guardata  Crcmona,&  TiZR-  l^0d^io 
chitone  ffiridufie  col  reflo  'dell'efferato  a  C affano yffer andò  di  prohibire  a  ni-  kriue  ilGiV 
mici  il  tronfilo  dell'adda,  co  fi  per  l'altre  difficultà,  che  hanno  gli  efierciti  a  ™>o  ££[»  ■ 
pafiare  ifiumhquandofv  la  ripa  oppofita  è  chi  refifla;come  perche  in  quel  luo  ™J™£ 
?p  è  tanto  più  rileuata  la  ripa  uerfo  Milano ,  che  maggiore  è  l'offe  fa ,  the  con  L^|otenc 
ì  artiglierie  fi  fa  a'  nimici,  che  quella  che  fi  riceue .  Dall'altra  parte  i  Legati  te  di  gìouì 

hjipofiolicheiCapitanipartitidaOrciuecchhet^paffatidinuouoilfiurnedd 

roglio,erano  in  tre  alloggiamenti  uenuti  a  xjuolta,non[entcndopiu  la  meern^  infidie  d*v 

\  modità  delle  uettoua^lie;  perche  le  terre  della  Chiaradadda  abbandonate  da  J?™,.  ^  chc 

Francefile fimminiftravano  abbondantemente.     Quiui  intenti  gli  efierciti  g^"?^ 

l'uno  aguadagnarej  altro  aprohibirc  il  tranfitodelfivme/Profpero,  et  gli  al  no  ^  a! 

tri  Capitani  preparavano  digittare  il  potè  trafiivolta,&  Cafiano,coja  molto  <°ed£«£ 

dubbia,et  difficile  per  l'oppofitione  de  nimicùdoue  hauendo  consumato  due, o  có  pochi  fa 
tre  giorni  in  uarie  diffutationU&  configli;  finalmente  Trojpero  mn  conferiti  ££*«£; 

al  Marche  fé  di  Tefcara  i  fuoi  pen fieri,  acciò  che  non  partìcipaffe  della  gloria  terio,bsuen 

diqucflacofa,&perchenongliperueniffeanotitia,rifiutatal'operade  [an-  Jtoco»»| 

e  ti  Smmuoli ,  tolte  occultamente  del  fiume  Brembo  due  barchette; c  mando  da  de1  cauai 

*    «  \  li,chcghte 

oeiTe  dietro  .   Cofi  raggiunti  i  nimici,  &  fatta  vna  honorata  fattione;  ricuperò  il  Tuo  Luogotenente . 
e  Andò  di  comroiifion  del  Colonna  a  tentare  il  pafib  Francefco  MoronifuoruJcitod!  MUano,co  alcuni  Ca 
pitani  Italiani,  come  dice  il  CapeUa,  &  eflì  tolte  due  (caffè  del  Brembo,  &  un'altra  barca  pm  longa.  che  da 
pefeatori  era  ftata  fra  cefpugli  &  foglie  occultata,  pattarono  a  Vattii  con  dugento  fanti.  U  Giouio  boa  pone, 
the  uouaffexo  altro  che  an  bmchiello  da  ftfcatoii.  t. 

di 


LIBRO 

GiouTrnt  di  notte  con  grandi ffimo  fdentio  alcune  compagnie  di  fanti  Italiani  a  pajfare 
«otabii  ca-  ji  fjmc  dirimpeto  alla  terra  di  Vaurut  Vawti  terra  [coperta,  &  [en%a  mu- 
&feft*  *  r.apofla[u  la  riua  dell'adda  dinante  cinque  miglia  da  Cajfanoyoue  è  l'opportn 
que  fto  Toc-  m^  fa  p affare  il  fiume,  &  ha  nel  mexp  un  piccolo  ridotto  di  mura  rileuato  a 
cWndoè  ufo  di  Rocchetta .  Guardaua  queflo  luogo  con  pochicaualliFgode '  Teppoli 
madato  v-  iU0g0tenente  della  compagnia  delle  lande ,  che  haueua  in  condotta  dal  Re  di 
foiu  cPhk."  Francia  Ottauiano  Frego[o:ilquale  fcntito  lo  {Ir  epitomano  fi  incontro  fu  la  rU 
dct  foccorfo  mi  fa  faciimente  sformato  a  dare  luogo  per  la  molenda  de  gli  [coppktti:  ma  fi 
i  cam«i«i  credere  harebbe  fatto  facilmente  refiflenrjfe  a 'caualliyche  haueua /eco  [u[ 
Vftnnoftai  feftat0 aggimt0  qualche numero  di  fcoppiettier  ironie effb affermava  battere 
pmoTche  dimandati  a  Lautrech.  Raccoglieuanfi  i  fantiyfecondo  che  paffauanojn  un  ri 
ìlTuoìfL  lutato  con  un  poco  di  forteyche  è  nella  terra  fopr  adetta  affettando  ueniffe  il 
Ubi™  ea°  ficcorfo  ordinato  da  Trofpemilqiiale  fubitoyche  hebbeauifo  del  principio  fi- 
lo li  g™J  lice  ;  ui  uoltò  quafi  tutti  fanti  dd?  efferato  alloggiati  in  diuerfe  Caftella  della 
rai  che  dor-  chidradadla  con  ordine>che  quellhche prima  arriuajfero,  &poi  gli  altri  [uc- 
miua  '  ceduamente pafiafkro  fubito  il  fiume  fu  le  medefime  barchette  y&  fu  due  al 
h,  ?*"£&  tre  di  quelle  ,che  feguitauano  Ufìercito  perghtare  il  ponte  fu  i  fiumijequa- 
pa'so  i\Ad  U  U  notte  mede fi ma  erano  fiate  tirate  per  terra  fu  la  riua  mcdtfima:andh>& 
da  a  cauaiio  ^  &  .  •  ^/y/-  Capitani  col  Cardinale  de  Medici  incontinente  al  mede  fimo 
fimal^uu1-  caminodafeiato  ordine  a  Riuolta,che  fé  i  Francefifi  difcoftauanoyfigittaffefu 
mcnoTer  ■  bito  il  ponte.  Ma  a  Vauri  fu  per  alquante  bore  incerto  il  fucceffo  della  cofa  : 
cioche  erse  peYcbe  fé a  Lautrech  ycome prima  hebbe  notitia  i  mmici  efiere  pajfathu  batte}, 4 
£iu  K?  fé  uoltato  fubito  una  parte  dell  'eficmto;non  è  dubbio  che  gli opprimeva: n a  t 
date  affai ta  '  • che  per  pju  bore  fu  fiato  foffefo  di  quello  doueffe  fare ,  mando  lo  Scudo 
do  &  hVuE  con  quattrocento  lande,  &  co  fanti  Franxfn  et  dietro  alcuni  pe^  Cartiglie 
dbhperpu  ria.LMaii  caminando  con  celerita;cominctaronouigoro[ameme  a  combattere 
cobauuhtor  •  il  luogo >doue  s'erano  ritirati  i  nimicu  nel  tempo  medefimo,  che  fu  l'ai trama 
il  Medxi  comp%YiUa  la  gente  che  ueniua  al  foccorfo ,per  la  fferan^a  delquale  Jt  dtjei- 
?àre?che1  deuano  coflantemente,ancorache  lo  Scudo  [montato  apiede  con  tuttiglihue- 
fuoi  nò  rìce  mjni  d'arme,  combatte  fife  [croceamente  nello  [retto  delle  me;  ne  fi  dubitale 
go^naVda  i  fe  a  tempo  fujfero  arriuate  l'artiglierie, gli  harebbono  eff  ugnatila  già  dall  a. 
deriderlo  di  i%u  y-  f0uecitauano  continuamente  dipaffare  fecondo  che  comportaua  la  ca 
«nTer"  ó:  patita  delle  barche ,  Tegane  Capitano  de  Grigioni ,  &  due  bandiere  di  fanti 
lofo  ardire   rcùa7mwliymoffeda'  conforti  del  Cardinale  de  Media>&  de  C apuani  ima  jeti 


perduta  una  bau- 
Milanoido- 
conceputOybper 
«  qaeft?&1  mettere  con  l'acerbità  di  quejlo  spettacolo  terrore  ne  gli  animi  de  gli  huomim; 

•urne.  iecc 


Ojy  A  RTODECIMO.  4i4 

fede  decapitar  publìcamente  Cbriflofano  Valauifino:fpett acolo  mìferéileper 
la  nobiltà  della  Cafa,&  per  la  grandezza,  della  perdona,  &  per  lèti*  &  per 
bauerlo  me  fio  in  carcere  molti  me  fi  innanzi  alla  guerra.  Efi 'aitò  final  Cielo  la 
pafìata  dell'adda  il  nome  di  Trojpero,  ilquale  prima  per  la  ritirata  di  Tar- 
ma^ per  la  lente7$a  del  (ito procedere  era  infame  a  Roma,  &  in  tutto  l'ef 
ferchoima  cancellanlofi  (pefio  per  C ultime  cofe  la  memoria  delle  prime; fi  cele 
brinino  popolarmente  le  laudi  fife, che  fen%a  fangue,&  fenica  pericolo,  ma 
totalmente  con  con  figlio ,  &  con  induflria  degna  di  peritiffimo  Capitano,  ba- 
ite fle  furato  a  nimici  ilpafio  di  quel  fiume,  ilqual  Lautrecbfiprometteua  tati 
to  ii  prohibirgli,cbe  oltra  qnelìo,chene  diceua  pubicamente,  hauefie  fcritto 
al  Re,che  afiolutamente  V impedirebbe :&  nondimeno  non  mancauano  di  quel 
lu  che  con  ragioni,  ò  uere,  ò  apparenti  fi  sformerò  di  eflenuare  la  gloria  di 
queflo  fatto, allegando  non  baucre  bauuto  uirtu,  ò  induflria  rara,  né  la  inucn- 
tione,nè  l' e fiecutione -.perche  la  natura  dafeflefia  infegna  a  ciafeuno,  che  truo 
uà  oppofitwne  a!  fiumi ■  ò  paffi  fretti  di  cercar  dipanare,  ò  difopraù  da  bafìo , 
doue  nonflà  chi  impedì fcaiilpafio  di  Vauri  efiere  flato  propinquo,  &  oppor- 
tuni[Jìmo,&  pafio  per  l'ordinario  jrequentato,&  Lautrech  efere  flato  tanto 
negligente  a  farlo  guardare,  che  la  negligenza  fua  non  haueua  lafciato  luogo 
alt  induflria:  perche  in  quale  altra  co  fa  poter  fi  commendare  laprouiden%adi 
Trojpero. che nellhauere prone duto  occultamente  le  barche*  &  gouernato  la 
cofa  colfilentio  necefiarioi  filtri  forfè  troppo  diligenti  giudici  delle  cofe,  & 
piupronti  a  riprendere  gli  errori  dubbij,  che  a  laudare  l'opere  certe,  non  con- 
tenti  di  diminuire  la  fama  della  fua  induflria,riprendeuano,che  in  lui  nonfuf 
fé  fata  né  laprouiden%a,nè  l'ordine  conueniehte:  perche  non  hauendo  manda 
to  commandamento  alle  genti  deflinate  al  foccorfo,lequali  erano  alloggiate  in 
Treuì,Carauaggio,&  in  uarij  luoghi,  che  fi  mouefiero  •>  fé  non  quando  hebbe 
notitiaxhe  i  fanti  mandati  innanzi  haueuano  occupato  Vauri  ^tardarono  per 
neceffità  infimo  a  mezzogiorno  i primi  ad  arriuare  fu  la  ripa  del  fiume ,  più  di 
quattordici  bore  poi  che  i  primi  fanti  erano  pafiatudi  manierale  non  fi  du- 
vitalbe  fé  Lautrech  hauefi e  quando  tibebbe  notitiafiatto  quel  che  fece  dopfr 
molte hore,che  harebbe  ricuperato  Vauri,&  rotto i  fanti,che  erano pafiat'h 
perche  a  foccorrergli  perueniuano  tardi  i  prouedimenti  ordinati.  Ma  non  o- 
feur, irono  quefle  interpretationi  la  gloria  di  Trofpero.-percbe a  £'  CO  1S{S  7-  «  vedi  Ari» 
abERiATO  communemente da  gli h uomini Ceuento delle cofe-,per loquale  z '^  flloJ 
bora  con  laude,hora  con  infamia.fecondo  che  e  o  felice)  ò  auuerfo,fi  attribuì-  Morali  « 
fcefempre  a  configlio  quel  che  jpefio  è  proceduto  dalla  Fortuna.  Vanito  Lau  'ap  ' 
trecb  dalla  ripa  dell' *Adda,ni  uno  dubbio  era,che  i  nimici,  i  quali  il  giorno  fie- 
guente  gittarono  il  ponte  tra  Riuolta!&  Capano  doue  fiero  quanto  più  preflo 
fi  poteuaaccoflarfi  a  Milano  :  non  dimeno  Trojpero  il  cui  configlio  biafimato 
communemente  dal  uulgo ,  fu  approuato  da'  periti  dell'arte  militare ,  uolle 
che'l  primo  giorno  per  più  lungo  circuito  s'andafie  ad  alloggiare  a  Marigna- 
no3terra  parimente  propinqua  a  Milano>&  Tauia:percbe  non  fi  potendo  per 

i  tempi 


LIBRO 

i  tempi  già  freddi,&  molto  piotwfì  foggiornare  in  campagna;  gli  panie  più 
opportuno  r  accollar  fi  a  Milano  da  quella  parte ,  dellaquale  (fé  come  fi  cre- 
deua  riufaffi  diffìcile  Centrami)  poteffe  fubito  uoltarfi  a  Tania  :  oue  Lau- 
trecb  per  riduccr  tutte  le  forze  a  Milano  non  baueua  lafciato  alcuno  pre fi- 
dio  ,  pei-  collocare  in  quella  Città  abbondante  >  &  molto  opportuna  la  fedia 
della  guerra.  Dall'altra  parte  Lautrech,ilquale  ridotto  apoco  numero  di  fan 
tìytrà  flato  da  principio  inclinato  a  guardare  folamente  la  Città  di  Milano* 
confederando  poi  che  fé  abbandonaua  i  Borghi*  daua  commodità  a*  nimici  dì 
*  ^i^c"^  alloggiamento,  &così  facilità  di  potere  attendere  ociofamente  alfejpugna- 
par  che  eoa  tiene;  deliberò  di  guardare  anche  i  Borghi:  configlio  certamente  ualorofo,  & 

rauHia8  di  *  fYlu^ente  fi  fuSfi  flat0  scompagnato  dalla  debita  uigilan^a ,  &  per  loquale 
quetto  uec-  per  gli  accidenti  inopinati,  che  dopo  pochiffimi  giorni  fuccederono,harebbo- 
do  edi^oif  m  !"e  cofe  fortit°  fine  m°h°  diuerfo  da  quello  che  hebbonorma  l'tfierato  del- 
Afparuc  u*  ia  Legai  delqualela  maggior  parte  era  alloggiata  a  Marignano,&  gli  Suì%- 
«oSo^  ^m'  V'm  mnanV:  a^a  Badia  di  Chiaraualle,  flato  fermo  tre  giorni  per  ajpet- 
habito  àà  tare  l'artiglierie ,  che  per  la  difficultà  delle  flrade  non  fi  erano  potute  con- 
che"  on  °iu  durre;  s'indirizzò  il  decimonono  giorno  di  ISlpuembre  a  Milano >,  con  intentio 
i>iu  ueduto  ne  che  fé  l'iflefio  giorno  non  fi  entraua;  d*  andar  fine  il  dì  feguente  a  Tauia; 
gofaì  Lega-  doue  già  per  occuparla  >  era  fiata  mandata  una  parte  de*  canai  leggieri  :  & 
to  Giulio, tu  accadde  quellamattina  (co fa  notabile)  che  offendo  fi  fermati  in  un  prato  ap- 
undcrS,  che  'pyeffo  a  Chiaraualle  i  Legatile  i  principali  dell'efferato  per  dare  luogo  a  gli 
ì  Faticeli  Suiz^eri  di  caminare;fopragiunfe  un a  uecchio  di  prefen%a,  &  d'habito  pie-  f 
fu^gTre ,  el  beoiilquale  affermando  effer  mandato  da  gli  h  uomini  della  Tar  occhia  di  San 
cittadini  in  siro  dt  Milano,  follecitaua  con  grandiffìma  efilamatione^che  fi  andafic  innan 
dicar  r  jgi'u  Zi->perche  per  ordine  dato,  non  filo  gli  huomini  di  quella  Var occhia ,  ma  tilt- 
r,e,:ma  ilCa  tot  popolo  di  Milano,  fubito  che  s'accoflaffe  l'efferato,  alfuono  delle  campa- 
chVquidò  ne  di  tutte  k  Tarocchie ypiglierebbe  l'armicontra  i  Francefi:  cofa  che  pame 
vecchio  era  ^  mar auiglio fa, perche  per  qualunque  dilìgen%a,chefi  facefie  di  ritrouarlo, 
da'èauai  kg  nonfu  mai poffibile  fapere  ne  chifufie,nè  da  chifufie  flato  mandato.  Camino 
gieri  oc  do^  adunque  lo  efìercito  in  ordinanza  uerfo  porta  Romana ,  fermate  l'artiglierie 
cfler  mena-  grofie  al  capo  d'una  ma,  che  fi  uoltaua  a  Vania:  nella  prima  fronte  delquale 
t0  a  m  IOla  efìend°  il  Marche  fi  di  Tefcara  co'  fanti  Spagnuolis'accofiu,appropinquandc~ 
nc,a  cui  pia  fi  già  la  notte, al  foffj  tra  porta  Romano,  &  porta  Ticinefit  &  prefintati  gli 
8r'endo  P"  fioppiettieri  centra  ad  un  baflione  fatto  nel  luogo,che  fi  dice  Vicentino ,  ap- 
atìe, che  no  preffo  allaporta  aetta  Lodouica  più  per  i cnt areiche  per  fieran%a  n'ottenere* 
S^ndwTai  *  fant'1  VìrìdÌMÙ  >  c^e  n'haucuano  lacuftodia ,  non  Joflenuta  non  che  altro  la 
la  tem:per-  prefenza  de'  nimkhuoltate  con  ineflimabile  uiltà  lefpallefi  meffeno  in  fuga: 
haurebbo10  l'lfteft°  ficiono  gli  Sni^Zeri ,  che  alloggiauano  apprefio  a  loro  ;  in  modo  che  $ 
no  pensto  fanti  Spaglinoli  papato  finita  difficultà  il  fofio,  el  riparo  ^entrarono  nel  bor- 
quilo  hauVf  go  meli' entrare  de  quali  fu  prefo,  riceuuta  nel  prenderlo  una  leggier  ferita , 
(ero  diiferi  Teodoro  da  Trinici ,  che  di/armato  fopra  una  muletta  correità  al  rumore  :  il- 
w  l'andata.  ^Haipaaop0ì  al  Marchefc  di  Tefcara  itemi  mila  ducati  per  la  fitta  Uberatione. 

Saluoffi 


Q_V  A  RTO  DECIMO.  41? 

Sahoflìcon  fatica  grande*  Andrea  Gritti>&  unitifi  fuggédo  co' Frdncefi  tut  "  .K% 
ti  iufieme,  con  lungo  circuito  fi  ritirarono  nella  Città:  nellaquale  non  haucndo  Gmti  (dice 
fatta  prouifione  di  difender  fi  &hauendo  pochi  filmi  fanti  y  &  V animo  del  pò-  j.1  ^ìoxxì^i 
polo  intimato  alla  ribellione, feciono  alto  intorno  al  Cafiello.  Da  altra  parte  il  mllo^'n  i 
Marchefe  di  Tefcara,  Seguitando  Sollecitamente  la  proferita  della  fortuna ,  micVc5d™! 
accoftatofi  a  Torta  Romana(ritengono  le  porte  della  Città,&  quelle  de  bor-  banefi,  tra- 
gin  il  nome  ificfio)fu  dà  principali  della  f anione  Ghibellina,  chehaueuano  ^l^°J^ 
occupata  la  porta ,  meffo  dentro:& poco  dipoi  entrarono  nel  modo  iflefio  per  gHLoduSc 
la  porta  Ticinefe  il  Cardinale  de1  Meditici  Marchefe  di  Mantoua,  Trofbero,  ^'l^'chct 
CT  una  parte  dell  esercito, ignorando  cjuafi  1  mnciton  in  qual  modo,  oper  qual  la  città. sog 
difordme  fi  fuffe  con  tanta  facilità  acqui/tata  tanta  uittoria .  Ma  la  cagion  Bj1u§?ucr5f  ^ 
principale  procede  dalla  negligenza  de  francefili  perche  per  quello  fi  potette  uati  da  gli 
comprendere  poi  non  haueua  Lautrech  hauuto  notitia, che  quel  viorno  l'efìer-  spaSn.U0,[  j 

r  m         rr  •  r         j         i      n   n  ?  isr>    l      .        .    ,     À  denari,  che 

otofujje  moj)o:anxt  fi  ere  uè ,  che  l  epere  per  le  grandiffime  pioggie  le  ftrade  \  pagatori  vi 
molto  rottagli  defieficurtà  che  quel  giorno  i  nimici  non  fufiero  per  muouere  ^"au^ora 
Partigliene  fen%a  lequali  nonpenfaua  fi  mett efiero  ad  afi altare  i  ripari:  pe-  per  uenmra 
rò  nelfifteffo  tempo,che  effi  entrarono  dentro  ,caualcaua  con  altri  Capitani  di-  nd^trha' 
(armato  odo  fornente  per  Milano,  &  lo  Scudo  flracco  dalle  uigilie  della  notte  ueuano'  la. 
precedente  dormiva  nel  proprio  alloggiamento:et  nondimeno  fi  crede, che  poi  ^  rj  uMuo 
chebbe  fuggendo  raccolte  le  genti  fu  la  pianga  del  Cafiello; b  harebbe  hauti-  le . 
ta  non  piccola  occafione  di  offendere  i  nimici,  de*  quali  una  parte  era  alloggia 
ta  molto  difordinatamente in  Milano  ,  un  altra  refiata  né  borghi  col  mede  fi-  i  Legati,  e  i 


;ani  co 


mo  difordine,&  un  altr  aparte  alloggiata  confufa,&  ffarfa  di  fuor  a:  ma  im    c*?\c 
fedito  dal  timore,&  dall'errore  delle  tenebre,di  difeernere  in  sì  brieue  tempo  za  eran  tut- 
lo  fiato  de  nimici  ,fe  n'andò  la  notte  medefima  con  l'efferato  a  Como:  doue  la    ]£?  criueul 
fidati  cinquanta  huomini  dì! arme,  &feicento  fanthprefo  il  camino  per  la  Vie-  dirim  petto 
ne  d'Inaino,  &  paffata  Mda  a  Lecco,  fi  riduffe  in  quel  di  Bergamo,  reflando  ^0s.0uC°Sco 
il  Cafiello  di  Milano  ben  guardato,  &  proueduto .  Seguitarono  l'efi  empio  di  lon  na .  e  il 
Milano  Lodi,&  Tauia.Et  nel  tempo  medefimo  il  Vefcouo  di  Tiftoia,  &  Vi-  newTnfie" 
tello,che  lafciata  a  dietro  Tarma  erano  andati  allauolta  di  Tiacen^a;  furono  me  a  gtaui 
accettati  ffontane  amente  da  quella  Città,&  la  medefima  inclinatione  fegui  £r""£  pel 
tò  la  Città  di  Cremona:doue  uenuta  nuoua  no  folo  della  mutation  di  Milano,  venir  all'ai 
ma  etiandio  che  le  genti  Fr  ance  fi  erano  fiate  rotte,  il  popolo  leuato  in  arme  ;  SVi^Lega 
cominciò  a  chiamare  il  nome  dell' Imperio, &  del  Duca  di  Milano:  laqual  co-  t?  u*  entrò 
fa  intefa  da  Lautrech,  che  già  era  arriuato  in  Bergamafco;mandò  lo  Scudo  con  dl  me*°  ' 
parte  delle  genti  a  ricuperarla  :  ilquale  efiendo  ributtato  dal  Topolo ,  Lau- 
trech ancoraché  per  la  facilità ,  che  ui  era  di  foccorrerla  da  tanti  Sui^eri , 
che  erano  in  Tiacen^a,haueffe  piccola  fferan%a  diprofferofucceffo;ni  s'indi- 
rivgò  con  tutte  le  genti,hauendo  per  parergli  efiere  impotente  a  fofienere  tan 
te  co  fé ,  ordinato  che  Federigo  da  Boigole  abbandonale  Tarma  ;  &  gli  fuc- 
cedatela  cofafelicemente:perche  il  Vefcouo  diTifioia,fe  benehauefie  com- 
mejfione  dal  Cardinale  de*  Medici,  fubito  che  intefe  la  ribellione  di  Cremona, 

di 


•  ìieioufo  «  1    I    B    R    O 

defcr  iuc  m  di  numàaruì  per  flabiUre  quello  acquiflo,  parte  de  gli  Suiigeri  ;  nondimeno 
Pcd  T  odd  mn  H°lend°  diuidergli,ne  implicarfi  in  altre  faccende  per  la  cupidità,che  ba- 
Bozzolo  o-  ueua  di  andare  con  e  (fi  all' impr  e  falche  fi  deflinaua  di  Genoua;  ritardò  tanto  , 
ma1  e  a  vi-  c^e  Lautrec^  tenenàofi  per  lui  il  Cafiello ,  né  ui  emendo  altra  difenfìone ,  che 
tciio  u'cn  -  quella  del  popolo ,  ilquale  fubito  gli  mandò  lAmbafcìatori  a  dimandar  nenia. 
f  ad  iibr!z?  ^  delitto;la  ricuperò  facilmenteiàallaqualcofa  riprefo  animo,  ejpedì  fubito 
delia  vita  a  Federigo  da  Boxjole,che  non  abbandona/fé  Tarma:ma  Federigo  già  parti- 
oul  puoue!  tofeneybaueua  con  le  genti  pajfato  il  Tò;  &  P 'Hello,  ilquale  con  le  fue  genti 
d« fi  ancho  andaua  a  Tiacen%a>  effendo  quando  Federigo  partigiano  a  Tarmai  chiamato 
latina 'ci-  ingrandì/fimo  confenfo  del  popolo,  *  nera  entrato  dentro  :&  da  Milano,at-  4 
wo.  &  una  tendendofi  ad  acquiftare  il reflo  dello  fiato'xon  difegno  di ridurfi a  fpefa più 
feUftfucceflà  temperata,  fu  mandato  nell'iftejfo  tempo  il  Mar  che  fé  di  Tefcara  con  le  genti 
in  mezo  al  Spagnuoldco*  Tedefchi,&  Crigioni  a  campo  a  Como:  laqual  Città  poi  ebeb- 

be  cominciato  a  battere  con  rartiglierie}queUi  che  u  erano  dentro  >non  fperan 
aa?n°iGaba  àofoccorfo  s'accordarono  con  conditioncche  &  le  genti  Francefe,&  gli  buo- 
«eo,ma  và^  mini  della  terra  con  le  lor  robbefuffiro  falui:&  nondimeno  quando  i  Francefi 
eranftato,C|a-  ^euano  partii fhgli  Spagnuoli  entrati  dentro  Ja  facebeggiarono  con  infamia 
(ciato  a  di  fé  grande  del  Mar ebefe: ilquale  non  uo Ito  poi  incolpato  da  b  Giouanni  Gabaneo,  y 
dice  ìi°gì  j-  caP°  ài  quella  gente \  di  fede  rotta  fa  chiamato  a  duello .  Mandarono  da  Mi- 
nio, e  he  car  lano  neUiflefìo  tempo  il  Pefcouo  di  Pernii  agli  Sursgeri  per  fermare  gli  ani 
tra  ugPctca°  m^  loro:ma  efjiicome  fu  peruenuto  a  Belinone,  lo  meffono  in  cuflodia.-perebe 
xa,  come  co  mal  contenti  che  i  fanti  lorofujfero  proceduti  contra  il  Re  di  Francia; fi  lamen 
della  fate*  tonano  non  foto  del  Cardinal  Seduncnfe ,  &  del  Tapa ,  &  di  tutti  i  miniflri 
obiigata .  fuoiyma  tra  gli  altri  particolarmente  di  Peruli,cbe  effendo  quando  furono  le- 
te adice  c^e  udti  i  fanti  Tsluncio  del  Tonte  fiee  apprejfo  a  loro, fi  (ufi e  affaticato  per  indur- 
ii il  Gaba-  gU  a  contrauenire  alt  eccettione,con  laquale  erano  fiati  conceduti.  Erano  le  co 

fé  della  guerra  ridotte  in  quefli  termini, & con  grande  fperan%a  del  Tapa,& 
rooTte^pa  di  Cefare  diflabilire  la  uittoriatperche  il  Re  di  Francia  non  poteua,fe  non  con 
icone  1  età  lunghezza  di  tempo  mandar  nuoue genti  in  Italia,  &  la  potenza  di  quelli ,  i 
bé^hVaUrì  quali  contra  lui  haueuano  acquifiato  Milano  con  la  maggior  parte  di  quel  Du 
dice +5  me  cato;pareua  baftante  non  foto  a  conferuarlo,ma  ad  acquifiar  quello,  che  anco- 
ri zi ^eff  °n  ra  refial*<i  in  mano  de  nimici,  an%igià  il  Senato  Pinitiano  fpauentato  di  tan- 
to fa  to  va  io  fucceffo,e  temendo  che  la  guerra  cominciata  contro  ad  altri,  non  fi  trasfe- 
»?,  o"o  me  Y'lffi  ne^a  cafapropria;dauafyeran7&  al  Tapa  di  far  partire  del  fito  dominio 
fi ,  &  «enti  le  genti  Fr ance  fé .  Ma  da  accidente  inopinato  bebbono  fubitamente  origine 
nìori(come  inopinati  penfieri.  Morì  di  morte  inajpettata  il  primo  giorno  di  Decembre  il 
qui  è  fim  Tontefice  Leone ;ilquale  hauendo  bauuto  alla  uilla  della  MagUanay  doue  }fief 
di  jBecSre^  fi  fi  riduceua  per  fua  ricreatione,  la  nuoua  dell 'acquiflo  di  Milano ,  &  rice- 
béche  altri  uutone  incredibile  piacere  ;  fopr  apre  fola  notte  medefima  da  piccola  febbre, 
j'ano  1  s  ai.  &fattofi  il  giorno  feguente  portare  a  Roma.ancor  che  da  Medici  fiiffe  ripu- 
y  ed»  più  sh  tatQ  di  piccolo  momento  il  principio  della  fua  infermità; c  morì  fi  a  poi  biffimi  $ 

congetture  della  morte  di  lui  nel  Giouio  al  fine  della  vita  d'etfb,oue  anco  delirine  la  natura^  i  coftumi  fuof. 

giorni, 


QlVARTODE'CIMO.  4t* 

giorni)  non  fen\a  foretto  grande  diueleno,  datogli,  fecondo  fi  dubitaua,  da 

Bernabò  Malefatta  fuo  Cameriere,  deputato  a  dargli  da  bere  :  ilquale  fé  ben 
fujfe  incarcerato  per  quefla  fo fattone, non  fu  ricercata  più  oltre  la  co  fa  per- 
che il  Cardinale  de  medici  come  fu  giunto  a  Roma ,  lo  fece  liberare,  per  non 
bauere  occafione  di  contrarre  maggiore  inimicitia  col  Re  di  Francia,per  ope- 
ra di  chi  fi  mormoraua,ma  con  autor  e  >&  congetture  incerte  ^Bernabò  hauer- 
gli  dato  il  ueleno.  Morì,  fé  tu  rifguardi  l'opinione  de  gli  buomini,  ingranditi 
ma  felicitai  &  gloria,  efiendo  liberato  per  la  uittoria  di  Milano  da' pericoli  % 
&  fa  fé  ineflimabili ,  per  lequali  efaujlijfimo  di  danari ,  era  coflretto  proue- 
derne  in  qualunque  modoimapercbe  pochi  giorni  innanzi  allafua  morte  ha- 
ueua  intefo  l'acquiflo  di  Tiacen%a,el  giorno medefimo,cbe  morì  intefo quel- 
lo  di  T?arma,cofa  tanto  defiderata  da  lui,che certo  è, quando  deliberò  di  piglia, 
re  la  guerra  contra  i  Francefi,  haueua  detto  al  Cardinal  de*  Medici ,  che  ne  lo 
àiffuadeua ,  muouerlo  principalmente  il  defiderio  di  ricuperare  alla  Cbiefa 
quelle  due  Cittàilaquale gratta  quando  confeguiffe  non  gli  farebbe  molefìa  la. 
morte, Principe  nelquale  erano  degne  di  laude, &  di  uituperio  molte  co  fé,  & 
che  ingannò  affai  l'efattatione,  che  quando  fu  affunto  al  Tonteficato  s 'batte- 
va di  lui  ;  concio fia  cb'é  riufeifìe  di  maggior  prudenza ,  ma  di  molto  minore 
bontà  di  quello  eh' era  giudicato  da  tutti.  Ter  la  morte  del  Tapa  indebolirono 
molto  le  co  fé  di  C  efare  in  Lombardia  .-perche  non  era  da  dubitare,  cbe'l  Re  di 
Francia  riprefo  animo ,  per  effergli  mancato  quel  nimico ,  co'  danari  delquale 
s'era  cominciatay&  foflenuta  tutta  la  guerray&  non  mandaffe efferato nuo 
uo  in  ltalia,&  che  $  Vinitianiper  L'iftefie  cagioni  non  continuaffero  nella  con 
federatiotte  con  lui,donde  s'interrompeuano  i  difegni  d'afìaltar  Cremona,  & 
Cenoua,e  i  miniftri  di  Cefare,i  quali  haueuano  con  di fficultà  pagato  fina  quel 
dì  le  genti  Spagnuole>erano  neceffttatia  diminuire  non  fen%a  pericolo  le  genti 
loro ,  poffedendoft  in  nome  del  Re  di  Francia  Cremona ,  &  Genoua  Meffan- 
dria,il Caftel di Milano,le  forteT^e di 7^ouara,&  di  Tre<%zp,Ti'2gichitone, 
DomuJfola,*Arona,e  tutto ì  Lago  Maggiore.Era  anco  ritornata  allafua  diuo- 
tione  la  Rocca  di  Tontriemolidaquale  occupata  prima,  fu  ricuperata  da  Sini- 
baldo  dal  Fiefco,&  dal  Conte  di  Noceto.  *Ne  pacarono  anco  felicemente  le 
co  fé  del  Re  di  Francia  di  là  da'  monti  -.perche  Ce  far  e  moffe  l'armi  contra  lui , 
prefe  la  Città  di  Tornai,&poco  dipoi  la  fortezza  nellaquale  era  molta  arti- 
glieria, &  monitione .  Ver  la  morte  del  Vapa  s'introducono  nuoui  gouerni* 
nuoui  configli,  &  nuoui  ordini  nel  Ducato  di  Milano:  i  Cardinali  Sedunenfe » 
&  Medici  andarono  fubitoa  Roma  per  ritrouarfi  alla  elettione  del  nuouo 
Tontefice:riferuaronft  i  Ce  farei  mille  cinquecento  fanti  Sui^eri,  tutti  gli  al- 
tri,e  i  fanti  Tedefchilicentiatì  fi partirono -.ritornaron fi  le genti  de' Fiorenti- 
ni uerfo  Tofcana  :  di  quelle  della  Chiefa  ne  menò  Guido  Rangone  una  parte  a 
Modena,  un allra  parte  rimafe  tol  Mar  chef  e  di  Mantoua  nello  flato  di  Mila- 
noypiuper  deliberatione  propria  che  per  confentìmento  del  Collegio  de'  Cardi- 
f&,iC{udediuifQ  infefleJiQ  nonpotem  far  dewminatione  di  cofa  alcuna  ; 

"~  ~  in 


LIBRO 

in  moito  che  querelando ft  Lautrech  con  loroycbe  i  foldati  della  Chiefa  fie fiero 
fermi  nel  Ducato  di  Milano  in  fregiudicio  del  Re  di  Francia-.ilquale  per  l\- 
pere  de  fuoi  predece  fiori  tanto  pietofe  uerfo  la  Chiefa ,  otteneua  il  titolo  di 
protettore,&  di  figliuolo  primogenito  di  quella;non  furono  concordi  a  fare  al 
trarifpofla,òdeliberatione,fenonchefenerimetteuanoalladeterminatione 

del  Tapa  futuro.    De  gli  Sumeri  ch'erano  a  Tiacen%a  n'andarono  una  par 
«  uvefcouo  te  CQ\  a  j/efcouo  di  Tifloia  a  Modona  per  difefa  di  quella  Terra ,  &  di  Reggio  « 
vietalo    contra  il  Duca  di  Ferrara:  ilquale  ufeito  dopo  la  morte  di  Leon  X.  in  campa- 
di  quefte  gì  gna  con  cent'huomini  d'arme,  due  mila  fanti,  e  trecento  cauai  leggieri,&  ri- 
ti Ìntò-'  cuperato  per  uolontà  de  gli  huomini  il  Bondino ,  el  Finale ,  &  la  montagna 
?io-/UCCh'  di  Modona,&  la  Carfagnana,  &  con  piccola  difficultà  Lugo ,  Bagnacanallo, 
fiTegge  «ci  &  l'altre  terre  di  Romagna;era  andato  a  campo  a  Cento.  .A  -Piacenza  refia-^ 
f ioul  Vii  rom  &  ^^?"  del  Cantone  di  Zuric,  da  quali  per  non  fi  uoler  feparare.no 
fonT.        fi  potè  impetrare  che  mille  di  loro  andafìero  alia  guardia  di  Tarma  daqual 
Città  e fiendo  refiata  quafi  fprouifia  dette  animo  a  Lautrech,  che  con  fé icento 
lance,&  duemila  cinquecento  fanti  era  in  Cremona-Ai  tentar  di  ripigliarla , 
{limolandolo  maffimamente  a  queflo  Federigo  da  Botole  ;  ilquale  per  hauer 
notitia  particolare  di  quelle  cofejjaueua  credito  grande  in  quefla  materiale 
ròfu  difegnato  che  BuonauaUe  con  trecento  lance,&  Federigo  ,&  Marc  An- 
tonio Colonna  J  uno  co  fanti  foldati  da  Francefi,  l'altro  co  fanti  de  V mina- 
rli in  numero  in  tutto  cinque  mila  affali  afferò  all'improuifo  quella  Citta,  doue 
r  ano  fett  ecento  fanti  Italiani  &  cinquanta  huomini  d'arme  del  Marche  fé  di 
Mantoua,il  popolo  ben  dijpofio  alla  diuotione  della  Chiefa,  ma  male  armato, 
&  inuilito  per  la  memoria  de  Francefi,  &  dell'acerbità  tifate  da  Federigo ,  e 
quella  parte  della  Città,ch'era  fiata  battuta  dal  campo  della  Chiefa  con  le  mu 
ra  ancora  per  terra  fen%a  efferui  fiata  fatta  reftauratione  alcuna .  *A&&Hr 
gneuafi  la  uacatione  della  Sedia  ^ipofiolica  ,per  laquale  gli  animi  de  popoli 
fogliono  uacillare>  e  i  Gouernatori  attendere  più  alla  proprtia  falute,  che  aia 
difefadelleTerre,non  faperido  per  chi  hauerfi  amettere  in  pericolo.  Con  que- 
lli fondamenti  adunque  madate  di  notte  le  fanterie  de' Francefi  giù  per  il  To> 
fin  aTorricella,  doue  s'unirono  con  loro  le  genti  d'arme  uenute  da  Cremona 
per  terra ,  &  e  fiendo  fiate  condotte  da  Cremona  molte  barche  ;  pajjarono  la 
notte  il  TÒ  a  Torricella  propinqua  a  Tarma  a  dodici  miglia ,  con  ordine  che 
Marco  Antonio  Colonna  con  le  fanterie  Finitiane  dequali  erano  alloggiate  fu 
l'Oglio  le  feguitajfe:  ilche  hauendo  prefentito  la  notte  ifieffa  Francefw  Gutc- 
ciardiniyilqual' era  andato  da  Milano  per  commeffione  del  Cardinal  de  Medi 
ci  alla  cufiodia  di  Tarma,  commato  la  notte  il  popolo,  &  confortatolo  alla  dt- 
fenfione  di  loro  medefimi,&  difiribuite  in  loro  mille  picche  .che  due  giorni  in- 
nanzi sfiorettando  de  cafi  che  poteffero  accadere ,  haueua  fatto  condurre  da 
Reggio;attendeuafollecitamente  a  fare  leprouifioni  neceffarie  per  difender- 
fhconofcendo  molte  di fficultà,peri  pochi  foldati,cheu  erano,  nonbafiantiA 
fofienerta  fi*7&  l'aiuto  del  popolo,  nelquale  ne  cafi  inopinati,  &  pertcokfi 


<xy  a  r  +  *ó  rs  t.  e  ?  m  d.;  4t* 

libnfrpm  t*y  h  natura  della  mvttftH$in£  far  falda  fondamento :&  confederati 
do  non  poter  pfohtbirfi  é  himìrì  fentrau  nel  Codiponte:  ritirò  i faldati,  etup 
ti  quei  della  Temi  fìèlt ultra  parte  fella  Ottawa  non  fen%a  grandi  ([ima  difH- 
cultàiperchc  per  Cadendo f  molti  del  popolo  uditamente  ch'ella  fi  poteffe  di  feti 
aere  &  parendo  duro  agli  bàWaitìk  di  quella  parte  abbandonare  le  e  afe  prò 
prie;non  fi.  pàteua  ne  con  ravionùnè  con  autorità  difporglufe  non  quando  fi  ap 
proPfìmarono  i  nimtìi  i  quali  per  battere  i  parmigiani  tardato  troppo  a  uolerft 
ritirare ,  mancò  poco  che  infteme  alla  mescolata  con  loro  non  enti -afferò  nettai 
tra  parte  della  Terra.dou  erano  mólte  d  iff cult  à,&  principalmente  il  manca 
menti)  de'  danari  in  tempo  molto  importuno  ;  perche  era  apunto  il  giorno  del 
èagarei  fanti,  iquali  protefiauano  fé  fra  un  dì  non  erano  pagati  d'ufcirfi  del- 
la Terra.  Entrò  il  primo  giorno  Federigo  da  BoTgple  con  tre  mila  fanti ,  & 
alcuni  cavai  leggieri  nel  Codiponte  abbandonato .  Sopragiunfe  il  dì  feguente 
Buonaualìe  conìe  lance  Fraveeft,&  Marcantonio  Colonna  con  due  mi  la  fan 
ti  de*  Vinitiani ,  non  con  altre  artiglierie  che  con  due  fagri ,  perche  le  flrade 
fedirne,  che  fono  di  quel1  a  fiagione  ne*  luoghi  baffi,  &  pieni  d'acque  uicini  al 
?ò;  faceuano  impoffibile, ò  almeno  molto  difficile  il  condur  l'artiglierie  gl'of- 
fe da  battere  la  muraglia)  &  queflo  nonfenya.  perdita  di  tempo  contraria  al- 
le  foranee  loro  fondate  fida  celerità  :  perche  tardando  molto,  dubitauano, 
benché  uanamente  che  a  Tarma  non  fuffe  mandato  foccorfo  ò  da  Modena,  ò 
da  Viacenxamondimeno  era  entrato  nel  popolo  opinione  per  auifi  hauuti  da' 
contadini  fuggiti  del  pae fé  venire  artiglierie  grò f]  e.  donde  impauriti  maraui- 
tlioj amente ',&  molto  più  perche  hauendo  Federigo  prefo  nel  Contado  alcuni 
attad ini,  &  fattigli  deliramente  da  certi  ribelli  T armigiani, eh' erano  feco  em 
fiere  di  opinione, che  co  Marc' ^Antonio  y&  coFracefi  ueniuagéte  molto  grof 
fa,et  con  artiglierie,gli  haueua  laftiati  andare  in  Tarma:  doue  hauedo  riferi- 
to cofe  affai  fopràl  uero  delle  for%e  de  nimici; empierono  il  popolo  tutto  di  tan 
to (pavento >che  nonfolo  nella  moltitudine  per  tutte  le  contrade,ma  nel  coni- 
glio loro,&  in  quei  magiflrati  chaueuano  la  cura  delle  cofe  della  communità; 
fi  cominciò  apertamente  a  pregare  il  Gommatore, che  per  liberare  fé, e  i  fuoi 
foldati  dal  pericolo  di  reflar  prigione,&  la  Città  dal  pericolo  dieffer  faccheg 
giata,confentiffe  che  $  accordafferoia  che  refi  fendo  il  Gouernatore  co  le  ragw 
ni}&  co'prieghi,  &  con  fumando  fi  il  tèpo  in  dijpute;s accrebbe  nuoua  difficul 
tà.perche  effendo  il  tempo  di  dare  la  pagaci  fanti  folleuathfacedofegno  di  uo 
lere  ufcirfi  della  Città  tumultuauano  :  ottenne  nondimeno  il  Commefiario  con 
molte  perfuafioni  dalla  Città,cheprouedeffero  ad  una  parie  de  danari  à  qua- 
li hauendo  prima  promeffi  serauo  raffreddathdimoflrando  che  qutflo  farebbe 
in  ogni  partito  eh' ei  pigliaffero  giuftifi catione  non  piccola  per  ogni  tempo  co' 
Tontefici  futuruco*  quali  danari  quietò  il  meglio  fi  potè  il  tumulto, donde  & 
nelpopolofi  aumcntaua  il  timore,e  i  foldati  uedendo  che  per  effer  pochi  refla- 
tiano  a  diferetione  loro,&  intendendo  uacillar  e  gli  animi  di  tutta  la  Città,  ri- 
dotti in  graniamo  foretto  di  non  effer  e  in  un  tempo  ifiejfo  affaltati  di  dentro, 

Ggg  & 


cito. 


B    T    B    R    O 

&  di  fuonhbarebbono  defiderato  più  prefio  che  d'accordo  $  arrendere  la  Te* 

ra.capitolando  la  faluatione  Uro  ,cbe  flave  in  quello  pericolo .T^elquale  flato 

delle  cofe,  ridotte  a  non  piccoli  fìrme'^a  ;  fu  molto  neceffaria  la  *  coflan^a  * 

coftaz*  del  del  Gouernatore  :  ilquale  bora  affuurando  i  faldati  dal  perìcolo  commune  a 

do  goumm  *^  con  logora  confortando  i  principali  della  Terra  congregati  tutti  in  confi 

ior  dì  pai   glio.&dìfputando  con  loro.dimoflrauaefferuano  il  timor  e, per  hauer  egli  cet 

fe qudUrii  '**?&* che i nimict non conducenano artiglieria grofia.fen'^a laquale effere ri^ 
ià  daiiatj  dicolo  il  temerebbe  conle  {cale  haueffero  ai  entrar  per  for^a  nella  Tenacia 
«fitfimr  giouentù  dellaquale  congiunta  co  faldati  erabaflantearefifleread  impeto 
ne  a  uenfi-  molto  maggior  e  :hauer  e  mandato  a  Modona,dou  erano  gli  SuÌTgerhV  nello* 
d'Eucip'dc0  &  Guide  Rangone  conile  genti  loro,  a  dimandar  foccorfo  :  né  dubitare  ebe  al 
poito  da  Po  più  lungo  per  tutto* l giorno  feguentel1  bar ebbono  takahe  i  nimici  farebbono 
foto°hCi!omS  coflrettia  partirfi  :  perche  iìrifpettodeU'honorloro,el  timore  che  perdendofi 
raic  per  tut  Tarma  nonfeguitafje  maggior  difordine,gli  coflrigneuaybauendo  tantagente* 
io  un  effer-  ^fe^  bauemnoafarfi  innanzi  :  bauere  mandato  per  lo  medefimo  effetto  a 
Tiacen%a,donde  effergli  data  grandi filma  foranea  per  le  medefime  cagioni: 
jdouere  effì  con ftder areiche  efiendo  morto  il  Tontefice,  dalquale  era  flato  ho- 
norato  &  esaltato,  non  gli  reflare  ubli  catione  è  flimolo  alcuno ,  per  loquale 
fé  le  cofefuffero  in  quel  grado  ch'effi  imaginaumo,  bauefìe  a  fottoporfi  uolon 
tortamente  sìmamfefto  pericolo:  perche  non  poteuano,come  fempre  haueua 
dimoflratoVefi>erien%a,iminiflri  del  Tontefice  morto  affettare  dal  futuro 
Tapa  grado,  ò  rimuneratane  alcuna:  an^i  potere  facilmente  accadere,  chel 
nuouo  Tontefice  fufie  nimico  di  Firenze  fua patria: però  neper  ricetti  publi 
ti,nè  per  ricetti  priuati  hauer  cagione  di  defiderare  lagrandeTga  della  Chic- 
fama  poter  bene  nafeere  molti  cafi>per  liquali  gli  farebbe  gratiffima  la  baf- 
fe?£a:non  hauer  egli  in  Tarma,moglie, figliuoli^  facultà  alcunaxhe  hauef- 
fe  a  dubitare  >cbe  hauendo  a  ritornare  fiotto' l  dominio  de  Frane* fi ,  haueffero 
a  reflar  fottopofli  alla  libidine, infoienti,  &  rapine  loro:  però  non  toccando  a 
lui  né  jperare  utilità  fé  Tarma  fi  difende ffe, ne  temere  sella  fi  arrendere  de 
mali, che  baueuano  prouati  fotto  il  giogo  acerbo  de  Fr  ance  fi:  &  hauendo  sei 
la  fi  perdeua  perforai  fottopofla  la  per  fona  a*  mede  fimi  pericoli,  che  Ubane 
nano  fottopofla  gli  altmpoteuano  effer  certi,che  loflar  fuo  coflante  nonpro- 
cedeua  da  altroché  da  conofeer  manifeflamente  quei  di  fuor  a  non  hauendo  ar 
tiglierie  groffe>come  era  certo  non  haueuano,non  e  fiere  baft  ariti  a  sformarla  : 
di  che  fé  dubitaffenon  contradirebbe  per  lo  defiderio.che  come  tutti  gli  altri 
huomini  haueua  della  falute  propria,aU 'accordo  ;  maffimamente  che  efiendo 
la  Sedia  uacante ,  &  egli  non  fi  trouando  in  Tarma  con  tante  genti  che  pò- 
teffe  opporfi  alla  uolontà  del  popolo ;non  gli  potrebbe  diquefta  loro  delibera- 
tone rifultare  imputatione,ò  carico  alcuno:con  lequai  ragioni  parte  parlan- 
do feparatatnentc  con  molti  di  loro,  parte  disputando  con  tutti  infieme  >  parte 
togliendo  loro  tempo  con  l'andare  intorno  alla  muragha,&  fare  altre  proui- 
fwni%li  tycua  intrattenuti  tutta  la  notte:perche  haueua  c^mprefo  che  ben» 


. 


QJV  A  R  TOD  E  CIMO.  4i& 

èie  defideraffe  ardentemente  d'accordar  fi  non  per  altra  cagione, the  per  timo 
re  eflremo,che  baueuano  di  non  eJferesfor%ath&faccheggiati nondimeno  li 
rafrenaua  il  conoscerebbe  accordandoci  fen%a  il  fuo  confentimento;  non  pò- 
tenario  fuggire  nota  d'effer  ribelli  :  ma  efiendo  apparita  l'alba  del  giorno  de- 
dicato a  San  Tommafo  Apoflolo  &già  cominciatoci  a  conofeere  perle  palle* 
the  tirauano  i  due  [agri  flati  piantati  quella  notte ,  che  non  ui  era  artiglieria 
da  battere  la  muragha;credette  il  Gouernatore  ritornando  in  configlioy  troua 
re  uariati,  &  afficurati  gli  animi  di  tuttuma  trouò  totalmente  contraria  di- 
frofitionce'ì  timore  tanto  più  aumentato,quantoper  e  fi  er  già  il  principio  del 
dì  pareua  loro  approfjimarfi  più  al  pericolo  ;  in  modo  che  non  udendo  più  le 
ragioni, cominciauano  nonfolo  con  apertiffima  inflan%a,ma  etiandio  con  prò- 
tefli,  &  quafi  con  tacite  minaccie  a  flrignerlo  che  confentiffe  all'accordo  :  a* 
qmlibauendorifpo fiori  foltamente, che  poi \ che  non  era  in  poteflàfua  prò- 
hibire  loro  qucfli  ragionamenti, &  quefli  peri  fieri  come  farebbe  fé  hauefie  in 
Tarma  maggiori  for%e;non  gli  reflaua  altra  fodisj anione  della  ingiuria,  che 
trattauano  di  fare  alla  Sedia  jLpoflolica,  &  a  fé  minifìro  diquella,chenede- 
re  che  fé  firifolueuano  ad  accordar fi ,  non  poteuano  fuggire  l'infamia  d'efier, 
ribelli i&  mancatori  di  fede  al  loro  Signor  e,  ejprobrando  con  caldiffime  paro- 
le il  giuramento  della  fedeltà  che  pochi  dì  innari  baueuano  nella  Chiefa  mag 
giore  preflato  folennemente  in  fua  mano  alla  Sedia  ^Apoftolica:&  the  quan  \ 
do  bene  uedefie  innanzi  a  gli  occhi  la  morte  mamfefliffima  da  loro, tene  fi  ero 
percerto,che  da  lui  ne  riharebbono  altra  conclufwncfe  non  quando,o  per  fo- 
prauenire  nuoue genti  ò  artiglierie  grofi e  nel  campo  de'nimici,òper  altro  ac- 
cidente conofcefie  efiere  maggiore  il  pericolo  del  perderfi,che  la  JperanT^a  del 
difenderfudopo  lequali  parole  efiendo  fi  ufcito  del  con  figlio,  parte  perette  le  re 
fiafiero  ne  gli  orecchi,&  ne*  petti  loro  con  maggiore  autorità;parte  per  dare 
ordine  a  molte  cofe, ch'erano  necefiarie  fé  i  nimici  uolefiero  dare,come  fi  ere- 
deuatquel  alla  battaglia,  flettono  fojpe fi,  &  quafi  attoniti  per  lungo  jpatio* 
finalmente  preualendo  il  timore  a  tutti  gli  altri  rifletti ,  &  rifoluti  in  ogni 
cafo  di  mandar  fuor  a  a  praticare  d'arrender  fi  ;  mandarono  alcuni  delnumero 
loro  a  proteftare  al  Commefiario,che  s'egli  per  fé  ueraua  nell'oftinatione  di  non 
confentire,che  fifaluafiero  erano  difpoflifarloper  loro  medefimi  per  fuggire 
il  pericolo  euidentiffimo  del  fiacco:  ma  in  quel  tempo  mede  fimo  theuolcuano 
tfporre  l'imbafciata^ominciarono  afentirfi  i  gridi  di  quelluch' erano  a  guar- 
dia delle porte  ,&  delle  mura,  &  le  campane  della  Torre  più  alta  della  Città» 
the  dauanofegnoyche  i  nimici  ufeiti  di  Codiponte  in  ordinanza,  s'acccftauano 
alle  mura  per  dare  l'afi  alto:  donde  il  Commefiario  r  molto  fi  a  coloro,  che  anco 
ranon  baueuano  par  lato, difi  e:  quando  ben  uolefiero  tuttunon  fiamo  più  a  te 
pò  ad  accordarci  :  bifogna  ò  difenderci  bonoreuolmente ,  ò  andare  uititpero  fa- 
mente  a  facto  ;ò  reflart  prigioni,  fé  non  uoltte  fare  come  Kauenna>  &  Caput 
focheggiate, quando  io  rumici  alle  mura  fi  trattauano  gli  accordi .  lo  infi- 
tto a  qui  ho  fatto  quello  che  patena  fare  mommo  folo,  &  conàottim  per  be- 

O  g  g     a         neficia 


a  Si  vede  f «  L     I     B    •  R  :  O  ^ 

quefto  ìua.  ^jj^o  «a/fo-o  />*  grado  che  è  necefìar'iOi  ò  uincere>  b  morire  :fe  bora  bafiafjl  p 


go.che  Par- 
ili 
F 

i 
I 


me  nei  ciò    fl^g/j' ,  $-.  figUuoli,che  fiate  flati  importuni  a  defiderare  fenxa  necejfita  met 

ttli™hJ\  terni  [otto  la  femitù  de  Francefili  che  come  fapete ,  timi  fono  capitalismi 

<ù  i  tre,  &  cìmici  uoflru  Dopo  lequali  parole  hauendo  uoltato  il  canallo  in  altra  parte9 

i  denota  rejlando  ciafeuno  confufo  per  lo  timor  e-&  per  parere  loro  non  efferepiu  a  tU 

«lei  Marche  p0  a  tentare  altri  rimedij;  filafeiarono  da  parte  i  ragionamenti  dell'accordar 

wf'dfuie  fi  fi,&  fu  neceffario  attendere  alladifefa:  perche  una  parte  de  ritmici,  hauendo 

i«nttmtiw»c  qUcmtità  grandi  ffima  di  fcale,r  accolta  il  giorno  dinanzi  del  paefe  ;fì  erano  *  é 

"mone  si"  accollati  a  un  bafiione ,  che  dalla  parte  di  uerfo  il  To  haueua  fatto  fare  Fé- 

«ìiiano,  che  ^mo,  &  l0  combatteuano  uirilmente:  &  nel  tempo  mede  fimo  un  altra  par 

còngnie1  di  te  daua  l'affalto  molto  feroce  alla  porta,  che  uà  a  Reggio:  &  medejimamentè 

-*fefa"&  di  ficombaiteuaindue  altri  luoghi  con  tanta  più  difficultd  del  di  fender  fi  quelli 

ì\t  no  Bac-  di  dentro  quanto  inimici  erano  più  fire fichi,  &  {limolati  con  le  parole  da  i  Ca 

Scfc  auta  •  fùfàfà  niajHmamente  daFederigo:&gli  huomìni  della  terra  pieni  di  jpauen 

«abomina  to,nons 'aacjlauano , :da  pochifiimi Un  fuora  ali 'a muraglia :an%i  la  più  parte 

te  ai°p?in ti-  rinchiufiper  le  cafe,  come  fé  af^ett  afferò  di  punto  in  punto  l'eflremo  cafo  del 

pio  deli  ibr.  U  citta.  Durarono  quefii  affalti  rinfire fiati  piuuolte  per  ifpatio  di  quattro 

«  to^en*  hi  boret  diminuendo  fi  fempre  il  pericolo  di  quei  di  dentro ,  non  filo  perla  firac- 

1  ftp  rie.         cbczga  de  nimici  che  battuta  &  feriti  da  più  bande  diminuiuano  alammo  > 

f «tétefttu  ma  etiandio  perche  uedendo  quelli  della  terra  fuccedere  la  dife fa  felicemente^ 

ittiiGiouio,  pr  e  fi  ardire,  concorrevano  di  mano  in  mano  prontamente  alla  muraglia  ,non 

-  «fi  fi  partii  mancando  il  Commeffano  di  fare  fcllecitamcnteper  tutto  le  neteff me  proni. 

xono  da  l'ar  foni '.talmente  che  innanzi  ceffafft  la  battaglia-  non  folo  era  contar fo  tutta  il 

ft^&Tpauro  popolo,  e  i  He  ligio  fi  ancora a  combattere  alla  muraglia*,  ma  etiandio  molti  ffu 

{a-  ordinan-  me  donne  , attendendo  a  portare  mno ,  &  altri  rinfrefcamenù  a  gli  huomìni 

Sfi  hieuata  fuoilin  modo  che  quelli  di  fuora  dijperati  delia  uittoria,  &  rhiratifi  con  perdi 

una  faifa  no  ta,&  ferite  di  molti  di  loro  nel  Codipontei b  la  mattina  feguentefi  leuarono,  * 

Iona"  il  Pe  &  fiati  un  giorno,  ò  due  uiani  a  Tarma  fé  ne  ritornarono  di  là  dal  %>èi  affe- 

fcara  haue-  yenc[o  Federigo?  ninna  cofa  in  quefia  fpedawne ,  deltaqnale  era  fiato  autore , 

^Pò^ra  hauerlo  ingannato »,  fé 'non  il  non  bauere  creduto, che  un  Gouernatorenonhm 

*liar  loro  la  mo  fa  ouerra,&  uenuto  nuouamente  in  quella  Città  hauefìe,efiendo  morto  il 

amando  &  va  Tonte fice,uoluto  più  prefio  fen\a  alcuna  \fperan%a  di  profitto,cff>orfìal  peri- 

■gabondi  fi    col0yCl)e  cercare  di  faluarfi,  potendo  farlo  ferina  fuo  dishvnore,  ò  infamia  aU 

od  •  freddo    cuna.  7s[ocè  affai  la  difefa  di  Tarma  alle  cofe  de' Francefi: perche  dettemag- 

ideiia  notte  ^^  ammo  a[  p0p0lo  di  Milano,  &a  gli  altri  popoli  di  quello  flato  a  difen~ 

molto  tao-  derfiiche  non  haueuano  prma }&  majfmaraentejapendofi  efferui  fiati aen- 

goìa,  &  con  tropoci)i  foldati)&  non  bauere  hauuto  foccorfo .-perche  né  da  Tiacen\afimof 

ofóuro  :  a'   fé  alcuno,nè  gli  Sui7gerhcb' erano  a  Modona,  né  Guido  Rangone,  né  fuetto 

£i^4«  U&Jfcux'AacoiMò  Colonna  cq'I  far  piaaut  toicc  acede  ?ei  li  margini  delle  ftradfc  fengòfe  ; 

uollono 


ca  Fràcclco 
Maria  d'Vr 
bino  fu  cac 


CtVA  R  T  O  D  E  €  I  M  0-  4*9 

jno//o»0  mandar  gente  alfouorfo  di  Tarma:  Gmdo  allegando,che  benché  il  Da  *  ■. 

ca  di  Ferrara  non  bauendo  potuto  ejpugnare  Centoydifefo  da  Bologne fi;  fi  fttf 
fé  alla  uenuta  degli  Sui*qreri  ritirato  al  finale  nondimeno  effer  pericolone 
jpogliandofi  Modona  diprefidionon  uenijfe  ad  asfaltarla;  él  Vefcouodi  Tifio 
ia  uacillando,& flando  implicato,&  irrefoluto  tra  le  ricbiefte  inflantiffime ,  . 

cbzglifaceua  il  Guicciardino,&  leperfuafionidiViteUoyàqualeper  l'ìnteref  di  vàra.»o, 
fé  proprio  lo  flimolaua,cbe  con  gli  Sui'Zgeripaffaffe  in  Romagna  per  impedire 
il  paffo  al  Duca  d'orbino;  tardò  tanto  a  rifoluerfi,  che  non  fece  né  l'una  co  fa, 
né  l'altra:perche  Tarma  da  fé  fteffa  fi  difefe,  &  al  Duca  non  fu  fatto  impedi 
mento  alcuno  in  Romagna:  perche  in  ultimo  gli  Sui'zgeri,  non  efiendo  pagati,  c-to  di  ca- 
non  uollono  muouerfi,ilquale,  &  infieme  Malatefla,  &  Gratio  fratelli  de  Ba  ™"l0n°' ^\ f 
gl'ioni  andauano, quello  per  ricuperare  gli  flati  perduti, quefti per  ritornare  in  mondo  i  & 
Terugia ,  bauendo  raccolto  a  Ferrara  dugento  buomini  d'arme,  trecento  cauai  g?^10^1 
leggieri,e  tre  mila  fantini  quali  parte  per  amicitia,  parte  per  {peranno,  della  gnor  di  ca 
preda  uolontariamente  gli  feguitauano:  perche  né  da'  Fr  ance  fi,  né  da  Fini-  ^Vi'^inuec 
tiani  potettono  impetrare  altro  fauore, che  permettere  a  qualunque  fuffefol-  chmo  m 
dato  brodi  feguitargli ,  e  i  Vimtiani  concederono  a  Malatefla,  &  Oratio  di  c«T£o«iti 
partir  fi  da  gh  flipendij  loro,  andati  adunque  da  Ferrara  a  Lugo  per  il  Tò  ,  i>itimo  il 
né  trouando  per  lo  Stato  della  Cbiefa  oflacolo  alcuno ,  come  furono  uh  ini  al  burnii  e  * 
Ducato  dVrbino.il  Duca  chiamato  da  popoli, ricuperò  eccetto  quello,  chepof sédo  dal  Dt* 
fedeuano  i  Fiorentini,incontinente  ogni  cofa:  &  uoltatofi  dipoi  a  Tefxro,  ricu  no  foto  am 
però  la  Terra  con  la  medefima  facilità,  &  injpatio  di  pochi  giorni  la  Rocca:  mi2:*f">  j» 
4  &feguitando  laprofpentà  della  Fortuna,  cacciato  di  Camerino a  Gwuan  Ma  ùo'u  .'  ilo't 
ria  da  Parano  antico  Signore, che  per  illufirarfì  baueua  confeguito  da  Lione  il  c!*c  (Jucfto 
titolo  di  Duca  mmeffe  dentro  Gijmondo giouanetto  della  ifleffa  famigliayche  ria  :  ìimnie 
pretendeua  dbauere  a  quello  flato  miglior  ragione, ritenendo  fi  nondimeno  la  di\  *■/[ 
fortezza  per  lo  Duca  jlqual'era  rifuggito  ali  ^Aquila.  Ejpeditequeftecofe;fi  h  guerra  e- 
uoltò  con  Malatefla, &  Oratio  Baglionia  Terugia,dellaquale  baueuano  pre-  "  {^^u 
fa  la  difefa  i  Fiorentini  non  tanto  per  con  figlio  proprio,  quanto  peruolontà  na  conmoi 
del  Cardinale  de'  Medicamo  fio  ò  dall' odio  ,&nimicitia,che  baueua  col  Duca  XA Iobl?4  m 

»>       i  ■        s        >  »•      •     »  ili       ....  i  rì  laiuo,  Iccoii 

a  Vrbmo,&  co  Baglioni ,  o  per  parergli  che  la  uicmita  loro  potejie  mettere  d<>  che  i»rn 

in  pericolo  lyautorità,che  baueua  in  Firenze,ò  perche  adirando  al  Tontefica-  ^  §*£*[ 

toyuolefie  guadagnare  la  riputatone  d  effer  lui  folo  difenfore  nella  u&atione  uoi  Pohdo- 

d ella  Sedia  dello  Stato  della  Chiefa.-perche  il  Collegio  de  Cardinali  era  al  tut-  £  '"^"ù 

to  fen<%a  cura  di  difendere  ò  in  Lombardia,ò  in  Tofcana,  ò  altroue  parte  alcu  migliore  il 

na  del  Dominio  Ecclefiaftico;  parte  perche  i  Cardinali  erano  diflratti  in  diuer  £Vn  MaSà° 

fé  fattioniy&  immerjò  ciafeun  di  loro  né  penfieri  dafeendere  al  Tontefica-  ch«  quel  <*» 

to  ;  parte  perche  nell'Erario  Tapale ,  né  in  Caftello  Sant'agnolo  non  fi  tro-  doche  inJ 

nauafomma  alcuna  di  danari  lafciata  da  Lione  :  ilquale  per  lafua  prodi-  P?  di  **v* 

galità  non  folo  baueua  confummato  i  danari  di  Giulio,&  incredibile  quanti-  iitotnò  afia 

tà  tratti  di  uffici^  creati  nuouamente  con  diminutione  di  quaranta  mila  ducati  ? atr,ai  c($é" 

do  cftinula 
poflànai  di  Celate,  Vedi  SL.arFaelló  Volcerraco  nei  l»b.$.delfe  Geografia  ne'  fuoi  Commentari  Vrbaai . 

Ogg     i  d'entrata 


LIBRO 


d'entrata  annua  delia  Cbiefa,ma  haueua  lafciato  debite  grande,  &  impegna- 
te tutte  le  gioie,  &  cofe  preciofe  del  t  eforo  Tonteficale  ;  in  modo  che  arguta 
mente  fu  detto  da  qualcb'imo,cbe  gli  altri  Tonteficati  fimuano  alla  morte  de 
Tontefici,nta  quello  di  Lione  effèrper  continuar  fi  più  anni  pei.  Mando  pia- 
mente il  Collegio  a  -Perugia  l'ardue feouo  Orfmo, perche  trattale  di  concord* 
te  infieme  i  Baglionima  e  fendo  la  per  fona  focena  a  Gentile  per  lo  parenta- 
do, che  haueua  co  figliuoli  di  Gian  Vagolo,  &  proponendo  fi  conditiom  poco 
ficure  per  luhfi  trattò  in  uanoiin  modo  ebe'l  penultimo  di  dell  anno ,  ti  Duca 
, scriueci-  a" Felino, *  Malatefia,& Oratio Baglioni,&  Camillo  Orfmo  ilquale  feguita* 
prianoM,-  todaakunimlontaru,s\radìnuouounitoconloro,andaronoad  alloggiare  ai 

'««fu"  ponte  a  S.lannndonde  difleftfì  <F«  <**  Baflia> &  ne  lu0Zb' umm  Zt 
S?Je,  ST  nano  dh&  notte  la  Città  di  -Perugia:  oueoltra  cinquecento  fanti  condotti  da 
*^.Centile,uhaueuanome§morentini,aqualihM^^^ 
fac  colie  r0ìdette  cpati0  di  prouederla,  due  mila  fanti,  cento  cauai  leggieri  fotta Guido 
if&S  yainà,&  cento  Ltihuomini  d'arme,  &  cento cauai  leggieri  fotte quello, 
Ì  **£  -nelqual  tempo  nello  flato  di  Milano  fi  flaua  con  fommo  oao,non  fi  facend» 
W  "St  dia  cuna  delle  parti  altro  che  prede,  &  correriedequah  per  fare  ancora  ne 
luoghi  tenuti  daU  Chìefa,haueuano  i  Vrancefi  refiati  in  Cremona  con  due  mv 
lafanti,gittatoilpontefu'lTÒ,perloqmlepa^ando^ 
JlTarmigiano moleflauano  tutto l paefe: & bencheTrojperofiimolatoda 
glialtriCapitanipublicaffediuolerandareapigliarTre^o,&giahauefie 

inuiatc  l'Jtiglierie,nondimenonon  lo  meffe  ad  effetto,  aUegandonon  efiere* 
.    propofito,  che  l'efercitofuffe  impegnato  in  luogo  alcuno  per  poter  Joccorrerc 

lo  fiato  della  Chiefa,feiFrancefibauefferO  cominciato  a  farmprogrepo  alcu- 
nl.cofa  nellaquale  pareua  che  haueffe  ipenfieri  diuerfi  dalle  pan >«%%£■ 
gnifiatagli  l'andata  del  campo  a  Tarma ,  non  fatto  fegno  alcuno  diuoias 
(occorrere Aiffe  effere  nece(fario  affettare  l'euentoia»^  effendo  rimafia  Tu, 
ceZaabbalnLd'ognipref^ 

damento  de  loro  si^n'P^^f^'^VT^^lA 
madìlizenx* ,  perche  ilManhefe  di  Mantouacon  le fue genti  non  fi  partifje 

drmTolqLlefematofunT^ 

delfuodominio,&  col  prefiar  qualche  uoltadanan,quella  ™£WlW«*. 

deuaatantìperkolicoUelettionedelnuouoTonteficedaqualecontantopre 

fent  d'andare  a  Roma ,  &  ultimamente  perche  il  Cardinal  d  lurea  andante 
ZdiMUmmrchecomefauoreuoleàVrancefinonfitrouafkallonclaue. 
ìterìTcigiofece  dereto,che  tanti  dì  fi  tardaffe  ad  entrare  nel  Concla- 
Sanì giorni  fiffe flato,ò fuffeper effere  impedito  ilCardinale  lurea apaf 

^eZbrlneìqualemteruennero  \  j,  .Cardinali,  tanto  haucuamoliiplieatod 
numero  la  promPiW  irnmdenu  fatta,  da  $we ,  alla  (reame ,  delqua* 


.    i 


<^V  ARTODEGI  M  O.  4*e 

non  erano  flati  preferiti  più  che  uentiquattro  Cardinali .  Tu  il  primo  fatto 
4  dell'anno  Mille  cinquecento  uentidua  la a  mutatione  delio  flato  di  Terugia,  m.òXxu 
fucceduta  come  fu  giudicio  d'ognuno ,  non  meno  per  la  iti  Ita  de'  difenfori,  che  a~~u^T. 
per  la  uirtà  de  gli  ajfaltatori.-tquali  ape  refeiuti  di  numero  di  follati  uolonta  l^  /^ 
rij  in  fin  alla  fomma  dì  dugento  h uomini  d'armeni  ecento  canai  leggieri  ,&  cln  *ug'» ,  &  i* 
quemila  fanti,  &  entrati  nel  Borgo  diS.Vicro,  abbandonato  dxqueididen    "cTSeTc, 
ito  ,  dettono  il  quarto  giorno  dell'anno  nuouo  la  battaglici  con  grandiffima  "  Fuctfco 
quantità  di  fiale  dalla  porta  di  S  ,Viero  da  porta  Sogli,&  da  porta  Brogni,  w'f^u^t 
&  da  più  altre  parti-  bauendo  prima  piantati  per  Iettare  le  di  fife  in  più  Ino-  vjóino   & 
ghi  fette  peigi  d'artiglieria  da  campagna  accomodati  loro  dal  Dùca  di  Ferra  1*0***1  he 
radaqual  battaglia  cominciata  all'alba  del  giorno  rìnfrefeata  più  uolte;fipuò  n  cardio  ?  i 
dire  che  continuale  quafi  tutto  l  giorno:&  ancor  che  da  due*  ò  tre  luoghi  en-  Medlri  fi> 
tr  afferò  nella  terra  di  fifa  folamente  da [follati,  perche  il  popolo  non  fi  moue-  dc/re  «l'am. 
uà; furono  fempre  rime/fi  fiora  con  la  morte  di  molti  di  loro:  onde  Gentile,  e 7  Srelu^ei 
Commefìario  Fiorentino  crefeiuti  d'animo  Jperauano  <C  battere  non  meno  fili  "ire  *Ccl*ò 
cernente  a  difenderft  gli  altri  giorniima  la  timidità  di  Vitello  fu  cagione,  che  d?  f  oion™ 
le  co  fé  baueffevo  efito  molto  diuerfoiperche  temendo  cbel  popolo  pìu  inclina-  Pe:° n5  p* 
toà  figliuoli  di  GianTagolojche  a  Gentile,nonfimoueffein  fauor  loro,nè  pa  tire  a  ó?te™ 
ren dogli  piccola  importane  che  hauefìero  prefo  l'alloggiamento  ne'  borghi  £crP«!eil 
tra  le  due  porte  di  S.Tiero ma  fopra  tutto  moffo  dal  foretto  t  batter  e  fé  le  co  «oftò^on*! 
fé  fuccedefiero  fmiflr amente  in  pericolo  la  ulta  propria,  per  l'odio  chef  apena  $°ar"£oa  ciò 
portargli  il  Duca  d'Vrbino ,  e  i  figlinoli  di  Gian  Vagolo ,  ftgmficò  a  gli  altri  fo  carTnVi 
Capitani  la  notte  di  uolerfi  partire, allegando  il  foprafederefuo  non  fare  utili-  Gaetan°  >  « 
tàdcmaiperche  ependo  fiato  il  giorno  precedente  .quando  fi  daua  la  batta-  Adrinoff* 
gliafirito  da  urto  feoppio  nel  dito  minore  del  piede  deftro}era  tanto  foprafat  ^, fi  ìc&* 
to  dal  dolor  e, che  la  neceffità  l'haueua  coflrctto  a  firmar  fi  nel  letto:&  benché  dei  \S- 
Gentile ,  &  gli  altri  fi  sfor%affiro  di  rimuouerlo  con  molti  prieghi  da  quefla  £ì  VÌ£lo£Ì 
intentane,  dtmoftran dogli  quanto  inuilirebbe  i  follati,  él  popolo  della  Città  la  d- 2 *n 
la  fuapartita;deliberarono poi  che  flaua  pertinace  di  feguitarlo  Cofila  not-  dafcwT"* 
te  medefima  andarono  a  Città  di  Caflello  >  &  Verugia  riceuè  dentro  i  fratelli  &  poco"  p- 
Btglioni  con  ammiratane  incredibile  di  tutti  quelli,  che  hauendo  battuta  no-  KdEìSw 
titia  per  lettere  ferine  lanotte  mede ftma  del  felice  fuccefio,hauutoil  giorno  Aatwue.  * 
precedente  contrainimicimefono  poche  bore  poi  Vitello,& gli  altri  hauer*  b  Se(ficifc 
la  uilmente  abbandonata .     j^on  era  a  quefio  tempo  eredita  l' elettane  del  uc  ]i  gU 
nuouo  Pontefice  di  ferita  per  la  difeor dia  grande  de  Cardinali,  caufata  prtn-  "a°  J(el£  ri 
$ipalmente, perche  il  Cardinale  de  Medici  adirando  al  Vonteficato,  &  pò-  Addino*** 
teme  per  la  riputatane  della  grandezza  fua,&  per  l  entrate-  &  per  la  gle-  voi?"  "  c« 
b  ria  guadagnata  nell'acquiflo  ai  Milano ,  haueua  uniti  a  fé  i  noti  di  °  quindici  ^n^ ,  che 
altri  Cardmalumoffuò  pergl'intereffi  proprio  per  l'amicitia,chaueuano  fé-  Tul^ZÌa 
co,òper  la  memoria  de  benefici^  riceuuti  da  Lione, et  akuniper  §eran?g  che  in  '"«  **««- 
quando  fitffi  dijperato  di  conseguire  per  fi  il  Vonteficato  diuenterebbe  fauto-  n  ' 
re  di  quelli,  che  fusero  flati  pronti  a  fmorirlo.  Ma  a  quiftofuo  d.  fiderà  ri- 

Ggg     4         fugnauam 


LIBRO 

*etVcCcoaiC  pHgnMàtofoohc  cofe .  Il  parere  a  molti  cofa  pcrnitìofa  che  adunTontefi*  , 
unioni  d'A  ce  morto  fuccedefle  uno  dcll'ìflcfia  famiglia  >  comeeffempio  di  cominciare  a  ■ 
e? ^nV."  ^are  il  ^aPat0  Per  facceffwnc.  Oppone uanft  tutti  i  Cardinali necebi,  i  quali 
può  èflcc  Pa  pretendeuano  per  fé  proprtj  a  tanta  dignità,  ne  poteuano  tollerare  che  fuffe 
[abbia3  ha°  eletto  m  Minor  di  cinquanì 'anni: contrari)  tutti  quelli, che  feguitauano  la  par 
uuto  i  dm  te  Francefe,alcuni  di  quellUche  feguitauano  la  parte  Imperiale  .-perche  il  Car 
fogi'  da' car  dinal  Colonna  ancor  che  da  principio  haueffe  dimoftrato  di  uolergli  effere  fa- 
<flaaU,  wreuokj, haueua  dipoi  molto  feopertamente  dimoiatogli  oppofttione  :  i  ni- 
\  5<.uan^Q  mici  acerrimi  quei  Cardinali  y  eh* erano  flati  mal  contenti  di  Lione  :  &  non- 
d  in  aie  ha     dimeno  in  quefte  difficultà  lo  foflentaua  una  fieran%a  efficaci ffima perche  ef- 

Tifjra^co'i  fen^°  Pm  C^e  ^a  ter'^L  Parte  ^l  Collegio  quelli, che  gli  aderiuano; a  non  fi  pò  a 
came  delie  teua  mentre  flauano  uniti  fare  fen^a  confentimento  loro  l*  elettione  :  donde 
'  n"n  cali * "■•  JPeraua àie  per  la  lunghetta  del  tempo  s*haueffero,ò a  flr  accorerò  a  difunirfi 
&  fi  troua  e  gli  auuerfarij,  tra  i  quali  erano  molti  inhabili  per  l*età  a  tollerare  lungo  difa^ 
a^uno^a-1  &°'>&Percbe  concordi  tra  lor  in  non  creare  lui,  erano  difeordi  in  creare  altri, 
w«  i  due  tei  pen fondo  ciafeuno  a  eleggere  ,òfle,ò  amici  fuoi,  &  oflinatijfimi  molti  di  loro  a 
aìi'  hora°éÌ  non  ce^ere  l'uno  ali* altro  :ma  mollificò  alquanto  la  mutatione  dello  flato  di  Te 
tale  fi  chia  -  rugia  la  pertinacia  del  Cardinale  de*.  Medici  per  la  inflan^a  del  Cardinale  de* 
^ruiinio^  Tetrucci,  uno  de*  Cardinali  che  gli  adheriuanoiilqualcapo  dello  flato  di  Sie- 
vi  fono  poi  na,t  emendo  che  per  l*affentia  fina  le  co  fé  di  quella  Città^allaquale  fi  intende- 
dU'eicgge^  m  colere  uoltarft  il  Duca  d'Frhino  con  quella  gent  e  >non  faceffero  mutatione;  , 
ie  il  Papa.g  follecitaua  che  fi  elegge ffe  il  nuouo  Tontefice:per  la  inflan%a  delquale,  &  e- 
Jdora  ti'one!  tiandio  per  l*  intere  ffe  del  pericolo  ,nelquale  mutando  il  gouc  rno  di  Siena  incor  , 
j/acceflo  è,  rerebbe  quello  di  Virenyg-moffo  il  Cardinale  de*  Medici  cominciò  ad  inclinar  fi 
ci* s'elegge0  d8  medeftmoy  ma  non  rifoluto  totalmente  a  chi  uoleffe  eleggere .  Ma  mentre 
sèia  fenuer  che  fecondo  l*ufo  una  mattina  in  Conclaue  fi  facea  lo  b  fcrut mìo offendo  propo-  y 
notmTràdo  flo  ^Adriano  Cardinal  diTortofadi  natione  Fiamingowa  che  flato  in  pueri- 
li: ion e  è ,  fja  fa  cefare  maeflro  fuo,&  per  opera  fua  promoffo  da  Lione  al  Cardinalato  > 
Sue  pa  rti  dV  rapprefentaua  in  ljpagna  l'autorità  fua;  fu  propoflo  fen%a  che  alcuno  hauefie 
Cardinali ,  indinatione  di  eleggerlo  ma  per  confumare  in  uano  quella  mattina;  &  corniti 
tarlo  feruti  ciandofegli  afeoprire  qualche  uoto ,  il  Cardinale  di  San  Siflo  quafi  con  perpe- 
mio,  uanno  tua  OYatione  amplificò  le  uirtù,&  la  dottrina  fua:  donde  cominciando  alcuni 
adorare  vno  Cardinali  a  cedergli;  feguitarono  di  mano  in  mano  gli  altri  più  prefto  con  im- 
5PVpaòn  C-  P€  t0  c^e  con  àeliberatione;in  modo  che  co*  uoti  concordi  di  tutti  fu  creato  quel 
Uìo  Panuì.  la  mattina  fommo  Tont  e ficemonf apendo  quelli  mede  fimi  che  Ihaueuano  elei 
b"7  chefcrH  to, render  e  ragione, per  che  caufa  in  tanti  trattagli  ,&  pericoli  dello  flato  della 
f«  delia  va-  chiefa  haue fiero  eletto c  un  Tontefice  Barbaro ,  &  affente  per  sì  lungo  fiat  io  e 
1  e  defpon-  di  paefe ,  &  alquale  non  conciliauano  fauore  né  meriti  precedenti  >  né  con- 
tefìce  Ro-  uerfatione  hauuta  con  alcuni  altri  Cardinali ,  da*  quali  appena  era  conofeiuto 

«ano 


9aga  imgzftti*  la  plebe,  che  fia  contenta  d.  slbgaili  eoa  le  fole  uillanie,  lenza  nettex  maoo  a*  lailì. 


<^V  A  R  T  O  D  E  CI  M  O.  4*1 

ilfuò.  mme ,  &  che  mai  non  haueua  ueduto  Italia ,  &  fen%aftnfmo  >  bfpe+  ,,  ft 

r 4w%*  d/  «^ter/d  :  dellaquale  cflrauagan%a  non  potendo  con  ragione  alcuna 
efcufarfi  ;  trans  fermano  la  caufa  nello  Spirito  Santo  ,folito  fecondo  diceuano*  * . 

àinjpirare  nella  elettione  de'  Tontefici  i  cuori  de  Cardinali .  Hebbe  la  nouel- 
t  la  della  elettione  a*  littoria  Città  di  Bifcaia  :  laqualhauuta  non  mutando  il  a  ^ttorit 
nome  che  prima  haueua*  fi  fece  denominare  .Adriano  Seflo .  Mutatolo  flato  ^  "a  na 
d i  Temila  poi  che  con  detrimento  non  piccolo  desìi  altri  difenili  bebbonotarr  gìo.uìo:  io- 

"''■òr  ii-  •  j  'j/-   uè  dice,  chi 

dato  le  genti  a  muouerfi  qualche  giorno ,  partirono  per  r accorr  e  danari  dagli  in   tredici 
amici  di  Ter  ugia,  &  di  Todi>  doue  Camillo  Or  fino  haueua  rimeffo  ifuorufci-  giorni  arri. 
ih  il  Duca  d'orbino,  &  gli  altri ,  laf ciato  Malatefla  in  Terugia  cammando  Roma°i  coi 
con  celerità  grande  uerfo  Siena ,  bauendo  con  loro  Lattantio  Tetrucci  yche  da  ««>  «ó  le^ 
Lione  era  flato  priuato  del  Vefcouado  di  Soana ,  perche  Borghefe ,  &  Fabio  Une  irmi". 
figliuoli  diTandolfoTetrucci  erano  flatiprohibittda'mimflri  Imperiali  par-  "'^"jjj 
tire  da  "Napoli .  In  Siena  quelli  che  reggeuano,  non  haueuano  altra  fperan^a  da'  &  per  li 
che  il  foccorfo  de  Fiorentini  per  la  intelligenza  che  haueuano  col  Cardinale  ™?*j*  ^5 
de*  Medici,  a  inflan%adelquaie  quelli  che  adherendo  a  lui gouernauano  infua  portar  ìa 
affentia  lo  flato  di  Firenze,  come  intefono  la  partita  del  Duca  daTerugìa,  j^JJJ*,^} 
mandarono  fubito  a  SienaCuidoVaina  con  cento caualli  leggieri,  &  danari  Adriano  di 
per  aggiugnere  qualche  numero  di  fanti  a  quelli  che  erano  flati  faldati  da'   Eotentó>  • 
Sanefn  ma  ilprincipale  fondamento  era  nelle  for%e  difegnate  molti  giorni  in- 
nanzi :  perche  come  intefono  la  prima  moffa  del  Duca  dìf/rbino..&  de*  Baglio 
ni,  temendo  alle  cofe  di  Tofcana ,  haueuano  trattato  di  foldare  gli  Suix^eri 
del  Cantone  di  Berna,  iquali  in  numero  poco  più  di  mille  ,fi  erano  fermati  col 
Vefcouo  di  Tifloia  in  Cologna ,  difpre^ati  i  comandamenti  fatti  da  loro  Si- 
gnorile ritornaffero  in  Eluetia  :  laquale  pratica  benché  per  molte  difficultà 
fatte  dal  Vefcouo  di  Tiftoia^defiderofo  diprefentare  quefla  gente  al  futuro  To 
tefice,fuffe  andato  in  lungo  più  che  non  farebbe  flato  di  bi fogno ,  nondimeno 
fiera  pure  finalmente  con  grauiffima  jpefa  conchiufa,foldando  etiandio  quat- 
trocento fanti  Tedefchi  unitifi  con  gli  Sui^^eri  in  Bologna  :  haueuano  anco 
chiamato  di  Lombardia  Giouanni  de'  Medici ,  non  dubitando  conquefloprefi 
diOì  pure  che  arriùaffe  al  tempo  debito ,  di  afficurare  le  cofe  di  Siena ,  lequali 
erano  ridotte  in  graui filmo  pericolo ,  per  effere  la  maggior  parte  del  popolo  ni 
mica  al gouerno  prcfente, &  per  Iodio  antico  co  Fiorentini ,  tutti  mal  uolen- 
tieri  comfort auano  che  le  genti  loro  entr  afferò  in  Siena  :  &  accrefceua  il  peri 
colo  C affentia  del  Cardinale  TetruccUin  luogo  delqualefe  bene  Francefco  fuo 
nipote  face ffe  ogni  opera  pojjìbi le  per  foflenere  le  cofe,  nondimeno  non  era  del- 
la medefima  autorità  che  il  Cardinale  :  però,  non  ripugnando  i principali ,  in- 
tenti a  fuggire,  ò  a  prolungare  in  qualunque  modo  il  pericolo  prefente ,  haue- 
uano già  mandato  lAmbafciatori  al  Duca  d'Vrbino ,  fubito  che  entrò  nel  te- 
nitorio  di  Siena  :  ilquale  benché  da  principio  haueffe  dimandato  la  mutatione 
dello  Stato*  &  trenta  mila  ducati  ;  haueua  dipoi  mitigato  le  dimande  in  mo- 
do che  non  mediocremente  fi  dubitam  >cbe  ,  è  ptr  confentimento  di  quelli  che 
'■'  'V  reggeuano» 


LIBRO 

«tydti  tre  rcggenano,  òpermbuìmento  del  popolo  contra  la  uolontà  loro,  nofifaceffe  tr* 
«uau*no  2  ^  L)nca1e  i  Sane  fi  compofitione  :  pure  entrando  continuamente  in  Siena  gente 
lort  <tiHU  de  Fiorentini,&  rifonando  la  fama  dette  (fere  già  uicino  Giouanni  de*  Medici 
S" i°ii t'\fcl  con  cJ'1  Sumeri, quelli  ch'erano  alieni  dall'accordo  ,  impediuano  con  maggior 
to.&  e  ili  iì-  animo  fi  conchiude ffe  ;  in  modo  che'l  Duca  accoflatofì  alle  mura  di  Siena ,  non 
palazzo  dì"  hauendo  nell'efferato  fuo  più  di  fette  mila  huomini,ma  di  gente  collettitia,poi 
s  Pietro  nei  che  uifu  dimorato  un  giorno  ,ra freddando fi  lejperan^e  deli  accordo,  &  effeth 
p^paTgouer  do  già  uicini  ad  una  giornata  gli  Sfthgeri  ;fi  leuo  dalle  mura  di  Siena.per  riti 
nauano  il  rarfi  nel  fuo  flato .  Soccorfa  Siena  U  ifleffe genti fi  uoltarono  uerfo  Verugia,  fi 
oc!  U  paTc*,  gliando  i  Fiorentini  occafione  a  quel  ,  che  prontamente  defiderauano ,  dall' e f- 
come  nei  la  ferne flati  ricercati  dal  Collegio  de  Cardinali,  fotto  nome  delquale  fi  gouerna- 
rod'c a.  gìo"  ua  per  l'affentia  del  Tapa  lo  flato  della  Chiefa  :  però  procedeua  nell'efferata 
«io  nella  vi  pey  ferialmente  il  Cardinal  di  Cortona,  Levato  in  fino  a  tempo  di  Lione  della  cit 

ti  d'Adria-   t4J.,  .  .         ,.     ...  ,         i  •  1   t^  r 

pio.  ta  di  Perugia .  Ma  nel  Collegio  non  era  dopo  la  creatwne  del  Vontefice  mag- 

giore unione s  ò {labilità  che  fuffe  fiata  nel  Conciane  :  an%i  erano  le  uariationi 
gii  fc/utor!,  piti  apparenti, perche  haueuano  flatuito  che  ciafeun  mefefigouernafjero  le  co 
jh-è  atto  di  je  per  *tre  Cardinali  fotto  nome  di  Triori,  l'ufficio  de"  quali  era  congregare  gli 4 
arie  "'non  altri,&  dare  efyeditione  alle  co  fé  determinate.  Tre  adunque  di  quejli  entrati 
y  ^oi,  &  nò  buonamente ',&  oppoflifi  al  Cardinal  de*  Medici,  ilquale  eletto  il  Totefice  era 
imdo  tuo'  »  fuhito  ritornato  a  Firenze  ;  cominciarono  ad  efclamare,cbe  le  genti  de.  Ficrcn 
e  Simular  tirj  non  molcflaffero  le  terre  della  Chiefa  :  lequali  hauendo  già  faccheggiato 
Può  fi  ' Vi-  l&  terra  di  *Pajfignano,chaMcua  ricufato  alloggiarle '> &  dipoi  alloggiate  ali Ol 
fonò  con  m0  uicino  a  tre  miglia  diTerugiacon  fperan^a  quafi  certa  di  ottener  quella 
lentia  il  Du  città,  harebbono  difpre^ati  quejli  comandamenti ,  fé  non  batte 'fiero  preflo  co 
Mari? Cefan  nofauta  ^  sanità  diquefle  fyeranxe  :  perche  i  Baglioni  haueuano  chiamati 
dj  reduto  di  -molti  faldati  in  Terugia,  &  era  molto  maggiore  col  popolo  l'autorità  loro,che 
U0 JnSarCia  V*e^a  ^  Gentile,  che  feguitaual  efferato  :  però  di fper andò  della  uittoria ,  & 
guerra  co*  hauendo  tentata  in  nano  la  compojìtione  ;  fi  partirono  del  Verugino ,  fotto  ca- 
f  o°so  "ih  ?«  l°re  d* non  colere  opporfi  alla  uolontà  del  Collegio,et  entrarono  nel  Monte  Fel 
tnven  fimii  tro,che  tutto ^eccetto  San  Leo>&  la  rocca  di  Maiuolo,era  ritornato  all'ubidien 
RCeepub.Cnen  ^  del  Duca  d'Vrbino  :  ilquale  hauendo  facilmente  ricuperato  ,fi  pofarono 
hauendo  ai-  iarmi  come  per  tacita  conuentione  da  quella  parte  :  perche  il  Duca  b  non  era  l 
d!°mofettar  potente  a  continuare  la  guerra  co*  Fiorentini ,  né  effl  haueuano  cagione  né  per 
lo.  coil  nei  commodo  proprio ,  ne  per fodis fare ad  altri  di  moleflarlo  :  perche  il  Collegio  » 
rh  a4  del1"  nelqual  poteuano  più  gli  auerfarij  del  Cardinal  de'  Media,  haueua  nell'ifteffo 
gìouìo  fi  tempo  conuenuto  con  luipcrfm'a  tanto  ueniffe  in  Italia  il  Tontefice,&  più  ol 
sMm  prin-  tre  afuo  beneplacito, r itene  ffe  lo  fiato  ricuperato  :  non  moleflaffe  riè  i  Fioren* 
cipe  de*  Tur  tiniM  i  Sane  fi  né  andaffe  agliflipendij.nè  altrimenti  in  aiuto  di  Trincipe  al' 
a  Aì  rnenia  cuno.  Erano  fin  ad  bora  procedute  quietamente  le  co  fé  di  Lombardia,mancan 
in  cappado  fo  alluna  delle  parti  le  Tenti ,  all'altra  i  danari  ;  &  però  non  uolendo  ifoldati 

candidimi!-     ,  .,.  l  •  r   %  »  i  n  ,    i  ri 

ìò  l'ingiurie  Imperiali  non  pagati  partir Ji da  loro  auoggiamenti  jjolamente  fu  mandato 
l'Idolo  dal  dttffagnatime  d'Uleffandria  conia  compagnia  fua,  &  con  altri ij  hi  dati ,  & 

fudditì 


Q^V  A  R  T  O  DECIMO.  412 

ftidditi  del  Ducato  di  Milano  Giouanni  da  Saffatelloiilqual  nel  principio  della 
guerra,haucndo  permutato  il  ben  certo  con  lefperan^e  incerte,  partito  dalfol 

do  de*  Vinitiani,sera  condotto  col  Duca  di  Milano  efule  ancora  del  fuo  flato  :  t  cofi  a  ?t 

t  doue  effendofi  accoflato,  la  temerità  de  Guelfi  ^Aleffandrin'h  *  da  quali  era  di  to  fcriueGa 

fé  fa  la  terra  più  che  da*  foldati  Fr  ance  fi,  fece  facile  quel  che  da  tutti  fi  riputa  n"h°neni" 

uà  difficile  :  perche  non  potendo  foftenere  i  nimici,co*  quali  erano  ufciti  afca-  *-  J&J*?: 

ramucciare,  dettono  loro  occafione  d'entrare  alla  mefcolata  nella  città)  laqua  o^octat,  ? 

le  andò  in  preda  de*  vincitori  :  &  con  la  mede fima  facilità  furono  pochi  giorni  b  il  Giorno 

poi  cacciate  di  <Afli  alcune  genti  de  Fr ance  fu  entrateuiper  introduttione  d'ai  J^tita"  def1 

ami  de*  Guelfi  delia  Terra .  Magia  a  quefla  brieue  ,  &  fioretta  quiete  appa-  Marchefe  di 

riuano  approffimar  principe  di  grandi/fimi  trauagli  : perche fé  ben  nelle  Diete  c^pdiV  nei 

degli  Suizgeri  fuffe fiata  fopra  le  dimande  del  Re  di  Francia  grandiffima  con  p"mo  de^ 

tentione,flando  oflinati  contra  lui  i  Cantoni  di  Zuricy  &  Suit,  quello  di  Lucer-  ["?/  fc™ei- 

naydifpoflo  totalmente  per  luhgli  altri  diuifi  tra  fé  mede  fimi,  &  perturbando  no> che. vea 

le  cofepubliche  l'auaritia  de'priuati,  de*  quali  molti  dimandavano  al  Re  chi  "0Cm°i]a  si^ 

penftoniychi  crediti  antichi  ;  haueuano  finalmente  concedutogli  i  fanti  diman-  zeti  fot  ro 

i>  dati  per  la  ricuperatone  del  Ducato  di  Milano ,  iquali  in  numero  di  più  dib  fhtdo  di  sV 

diecimila  calauano  già  in  Lombardia,  condotti  dal  Baftardo  di  Sauoia ,  &  da  uoia  zio  dcl 

Galea'zjp  da  San  Severino ,  queflo  Grande  Scudiere ,  quello  Gran  Maeflro  di  eco,  «Trottò 

Francia ,per  le  montagne  di  San  Bernardo,  &  di  San  Gotardo .  Contra  quello  il  PiV}ff*>™ 

\    ^   r         1        ìi  -  •  n  •!/.'..   nominando 

mommento  Cefare,uquale  haueua  rtceuuto  inpreflan%a  non  piccola  fomma  di  eglino  in  q  - 
danari  dal  Re  d*Ingbilterra,alienatofi  dall'amicitia  Francefe,haueua  madato  J*°  luogo  il 
a  Trento  Gierolamo  ^Adorno  a  foldare  fei  mila  fanti  Tedefchi  per  condurgli  e  Terme  il  - 
infiemecon  laperfona  di  Francefco  Sfor-^a  a  Milano  ila  uenuta  delquale  era  ^"'{^f* 
in  quel  tempo flimata  di  molto  momento <,  per  tenere  più  fermo  Milano, &  tal  no  dicono  1 
tre  Terre  dello flato xhe  fommamente  lo  defiderauano,  &  per  facilitare  tefat  ™  fe^j^*- 
x ione  de  danari  con  l*  autor  ità,&  gratiafua>  de*  quali  iti  era  eflrema  carefiia*  fra  Fracefi  ; 
J^elaml  tempo  mede  fimo  e ffendo  incognito  a  Milano  il  prouedimento  fatto  fn^bone 
da  Cefare  .haueuano  i  Milane  fi  mandato  danari  a  Trento  per  foldare  quattro  ra.oue  tuia 
mila  fanti  :  iquali  effendo  già  preparati ,  quando  ?  adorno  ui  pervenne  ;  egli  ™"  "  5*^. 
mentre  che  gli  altri  fei  milafoldauano,fi  moffefubito  con  quefli  uerfo  Milano,  «ri. 
perfeender  per  Falle  Folto  lina  a  Como  :  ma  negandogli  i  Grigioni  il  paffare , 
pafiò  all' improuifo,&  con  tanta  celerità  nel  tenitorio  di  Bergamo,  &  di  quitti  ftì  artifici,- 
nella  Ghiaradadda,che  i  Rettori  de*  Finitiani,che  erano  in  Bergamo ,  non  fu-  opcro  ì!  ^p 
tono  a  tempo  a  impedirlo  ;  &  condottigli  a  Milano ,  ritornò  con  la  medefìma  rutti  i  feftie 
celerità  a  Trento  per  menare  Francefco  Sforma ,  &  gli  altri  fanti  a  Milano  :  !&*  J^mìI 
nellaquale  città  sattendeua  oltra  l' altre  prouifioni  con  grande  fludio  ad  accre  lano  fi  fece- 
feere  iodio  del  popolo,che  era grandiffimo, contra  i  Francefh  acciò  che  fuffero  &  cantoni 
più  pronti  alla  difefa ,  &  a  foccorrere  co*  danari  proprij  leputliche  neceffità  :  con  gente 
e  oofa  molto  aiutata  e  con  lettere  fìnte ^con  ambafciatefalfei  &  con  molte  arti ,  apPL°ccchii 

ta  a*  bifo- 
gni ,  sì  teme  è  fcritto  al  fine  del  libro  primo  dev  Commentali  4«1  Catella,  t>uc  tratta  ancho  delle  piadl» 
che  di  Fiate  Andrea  da  F«r  caia  . 

& 


t 

fino 


1    I    B    R    O 

&  tnHcntioni  dalla  diligenx^  &  àflutia  del  Morone  :  mattonarono  ance  ptn 
che  non  fi  potrebbe  crederete  predtcationi  dì  ^Andrea  Barbato  Frate  dell'Ordì 
ne  di  Santo  lAgoflino:  ilquale  predicando  con  grandi ffimo  concorfo  del  popolo; 
gli  confortala  efificaciffimamente  alla  propria  di  fé  fa  »&a  confi ru are  la  Va* 
Pria  loro  libera  dal  giogo  de'  Barbari  nimiciffimi  di  quella  città,poi  che  da  id- 
dio era  flato  conceduto  lorfacultà  di  libcrarfene  :  allegaua  feffiempio  di  Tar- 
ma piccolay  &  debole  città,  a  comparatone  di  Milano  :  ricordaua  gli  efifem- 
pij  de*  loro  maggiori,  il  nome  de*  quali  era  flato  glorio  fo  in  tutta  ltaliaiquello 
(begli  huomim  anco  debitori  alla  confcruatione  della  Tatria,  per  Uquale,  fé  i 
Gentili  che  non  ajpettauano  altro  premio  che  della  gloria,  fi  metteuano  uolon 
tariamente  alla  morte ,  che  doueuano  far  t  Chrtfliani  >  a  quali  morendo  in  sì 
Jin^vufon  fanta  °Pera> era  °hra  l*  gloria  del  mondo, propofla per  premio  uita  immorta- 
la dal  capei  U  nel  Regno  Celefle  i  confider afferò  che  eccidio  porterebbe  a  quella  città  la  uit 
itfc^mtiT  tma  &  arance  fi,  iqualife  prima  fen%a  alcuna  cagione  erano  flati  tanto  acer 
quefta  hiito  bi-,&  'Molefli  loro-,  chefiarebbono  horachefi  riputauano  sì  grauemente  offe  fi , 
'"aio  Bugi*  &  ingiuriati  i  ISfon  potere  fatiare  la  crudeltà ,  &  l'odio  loro  immenfo  alcuni 
io,  che  iac-  fuppUcij  delpopolo  Milanefie  ;  non  empiere  l'audritia  tutte  lefacultà  di  quel- 
le hiftorie°  'la  città  ;  non  hauere  aflare  mai  contenti,  fé  non  fpegneffiro  in  tutto  il  nome , 
di  Milano ,  ty  ia  memoria  de*  Milane fii>fie  con  bombile  effempw  non  auan^affero  la  fie- 
«lipio  '<Lu!  ra  immanità  di  Federigo  Barbaro  fifa .  Donde  tanto  immoderatamente  era  au- 
&<?  uefti  "1  Mestato  l'odio  de*  Milane  fi ,  tanto  lojpauento  della  uittoria  de*  Frane  e  fi ,  che 
'  chiamalo     giafitfife  neccjfario  attender  più  a  temperargli  che  a  prouocargli .  ^Attendena 
Aftorre.che  jnqueflo  me%o  Vrojpero  con  grandi ffima  diligenza  a  riordinare ,  &  riflaurare 
Sfa  5manda  /  baflioni,  e  i  ripari  de*foffi  con  int  emione  di  fermar ft  in  Milano,nelìa  qual  cit 
to  alia  guar  ^  quando  bene  non  fusero  nenuti  ifei  mila  Tede  fichi*  fycraua  poter  fi  foflene- 
fandria .       re  per  qualche  me  fé  :  &  penfiando  alla  difienfiione  dell  altre  terre  haueua  man- 
dato in  Klouara  Filippo  Tornielio ,  in  ^Alcfiandria  a  Monfignorino  Fificonte , 
ìnueìuione  tuno  con  due  mila,  l'altro  con  mille  cinquecento  fanti  Italiani:  iqualiper  non 
dei  coióna  ejfire  pagati  ;fi  foflentauano  con  lefiofian%e  de  popoli  :  a  Tauia  ^Antonio  da 
■  tri  n  cee ,  &  Leua  con  due  mila  fanti  Tede  fichi,  &  mille  Italiani,  &  con  lui  rimaneuano  in 
c°\  ^TÈwl  '  Milano  fiet  t ecento  huomini  d'arme,  fiettecento  caualli  leggieri,  &  dodici  mila 
jajio,è  tolta  fanti .  Reflaua  il  pericolo  imminente ,  che  i  Francefii  non  entr afferò  per  lo  Ca- 
i°g*  nfoCC  $e^°  *n  Mllano  •'  alquale  pericolo  per  prouedere,  &  perpriuargli  con  un  fatto 
nei  2.  delia  medefimo  per  lafiacultà  di  mettere  nel  Caflello  uettouaglie,ò  altre  prouifioni  ; 
SnTdV    fece  b  con  ìnHCntì°ne  celebrata  fommament e,  &  quafii  agiudicio  degli  huomi 
commétaH  ni  marauigliofa,  lavorare  finora  del  Caflello  tra  le  porte  che  u anno  a  Vercelli* 
•  Jeftr  edeiie  &  a  Como>  due  trincee,  aliando  a  ciaficuno  della  terra  che  fi  cauaua  da  quel- 
trincee  rat-  le  uno  argine,  la  lunghezza  delle  quali  diflanti  l'uno  dall'altro  circa  uenti  paj 
lia  ?  drche  fi*  fi  diftendeua  circa  un  miglio  tanto  quanto  era  il  trauerfio  del  giardino  die- 
vedi  eiTo  ce  tro  al  Caflello  tra  le  due  flr ade  predette,  &  a  ciaficuna  delle  tefie  delle  trincee 
àt'C(ùoi  co  m  caualiere  molto  alto,  &  munito,  &  per  potere  con  l 'artiglierie, che  fi ìpian 
mentati.      taffero  fiopra  quei  danneggiare  i  nimici  ,fiefi  accofiajfero  da  quella  parte  :  k- 

qu 


CLV  A  R  T  O  DECI  MG.  4^ 

quali  trincee,  &  ripari  difefe  da' fanti  alloggiati  in  meig  dì  quelle  fimpediuà* 
no  in  un  tempo  mede  fimo  che  nel  Caftello  non  potè ffe  entrare  faccorfa  alcuno? 
&  cheniunde  gliajfediati  poteffe  ufcirne  :  laquale  inuentione  douer  effere  a  It  mei# 
non  meno  felice ,che ingegno fa,  dimoflrb  nel  principio  con  lieto  augurio  la  fax  *\  fabncar 
tuna,concedendo,che  fen%a  dano alcuno  fi  potefie  mettere  in  effecutione  :  per-  l'neuc"  v& 
che  efiendo  caduta  in  terra  una  tiene  grandiffima,  Trufferò  tifando  il  beneficio  xo  da  Pro- 
i  del  Ciclo ,  fece  innam^i  giorno  lauorarc a  di  neue  due  argini  ?  alla  fimi  Ut  ùd  ine  dintorno 
de  quali uoleua  fifaceffero  i ripari ,  da  quali  rimaneuaflo  ficuri i  lauorantidi  al  caftel  di 
non  potere  effere  offe  fi  dall' artiglierie,che  erano  nel  Cafiello  de  quali  opere  che  afiicJm  fi" 
fi  conducefiero  aperfettione ,  dette  commodità  maggiore  l'impedimento ,  che  dalJ* attigiìt 
dall' efiere  le  montagne  coperte  di  copia  grandiffima  di  neue ,  riceueuano  gli  da' popoli 
SutTgp'i  apafiarle .  l^elqual  tempo  Lautrechjyauendo  con  alcune  genti  man  d=!la  G°  ;' 
date  di  là  dal  TÒ  fatto  fualigiare  in  Firenzuola  la  compagnia  de'  canai  leggie  suetia,  &  d* 
fi  di  Luigi  da  Gonzaga  trottata  negligentemente  a  dormire,  riordìnaua  le  gen     •à?,ttj£j 
tifine  :  &  quelle  de'  Vinitiani  fitto  .Andrea  Gritti,&  Teodoro  da  Trinici  fi  fi  fanno  te 
raccoglieuano  intorno  a  Cremona  :  lequali  finalmente  unite  con  gli  SuiTgeri,  jj^"?  '£ 
pafiarono  il  fiume  dell'adda  il  primo  giorno  di  Mar^o.effèndo  capo  dell'effer-  altri  Hpan 


H 


ito  Lautrech,  all'autorità  delquale  b  non  era  derogato  per  la  nenuta  del  Gran  *  Jj  j| x™f\ 

Maeflro,& del  Grande  Scudiere .  Venne  a  queflo  efferato  nel  tempo  mede fi-  altri  aiuto- 

mo  Giouanni  de'  Medici, ilquale  benché  trattando  flrettamente  condurfi  a  fai  da'oiac0r  Ma 

ìlì  di  Francefio  Sfor^a,&  giàfifufìe  muffo  per  andare  a  Milano,oue  CYdafpet  g»o  Gotha 

tato  confammo  defiderio-  per  la  e fpcttat  ione  grande  «che  shaujz-ua  della  fua  fa  yjd"vpfiìa 

roda  ;  nondimeno  (limolato  dagliflipendij  maggiorile}  più  certi  del  Re  di  Fra  «ci  lib.  1  \. 

eia ,  &  allegando  il  non  gli  effere  fiati  mandati  ì  danari  promeffì  da  Milano,  ftorfe^dji 

del  Parmigiano  otte  hauea  faccheggiato  la  terra  di  Buffeto ,  perche  ricufaua  co/e  s«ten 

d'alloggiarlo  ;pafiò  nel  campo  de'  Francefi,  ilquale  alloggiò  due  miglia  appref-  tnonal1* 

fi  al  Caflello  tra  le  mede  fame  uie  Vercellìna,  &  Comafina .  Moffonfi  il  ter  b  il  Cipei. 

%o  giorno  che  erano  uenuti  in  ordinanza  .facendo  fembiante  di  uoler  dare  la  Jg^1  !c^ 

battaglia  al  riparo:  ilche  non  pofono  a  effètto ,  ò  perche  co  fi  fuffe  da  principio  Laàtrech  fa 

la  mente  di  Lautrech,ò  perche  confederato  il  numero  de  faldati,  che  erano  den  ftiuiita1^! 

tro>  la  difpofitione  del  popolo ,  &  la  prontezza  che  appanna  de'  difenfori  ,fe  Re  }*  ™ì* 

ne  rimoueffe  per  la  difficultà  manififla  della  cofa:  ma  il  giorno  mede  fimo  ifaf-  *Q  t  haueai 

:fi  d'una  cafa  battuta  c  dall'artiglieria  di  détto,  ammazzarono  Marc' Antonio  do  gj*wW 

Colonna  Capitano  di  grandiffima  cfbettattone ,  &  Camillo  Triul7yw  figliuolo  aro  dlìì'lm 

naturale  di  Gianiacopo>  ebeprefio  a  quella  cafa  paffeggiauàno  infteme ,  or  di-  Perio  • 

riandò  di  far  Inumare  un  cauaUcreper  poter  tirare  con  l'artiglierie  tra  i  due  ri  c  ScM-uc  a 

pari  denimici  Ma  Lautrech  non  confidando  di  effugnare  Milano  .penfaua  pò-  g\qwo  nei 

tere  còri  la  lunghezza  del  tempo  peruenire  alla  uittoria  .-perche per  la  molti-  ^i  pèfjja* 

tudine  de'fuoi  caualli,  &  di  tanti  fior  ufeiti  che  lo  feguitauano, facendo  corre-  chc  que  ita 

re  per  la  maggior  parte  delpaefedaua  impedimento  affai  che  no  ni  entraffero  tv^gtu'fta- 

ta   da    Pro- 
serò Colonna.*  ilqual  vsiutopQJ  4'iiat^icaffiaiaato  U^fio^xio  Jiiootc,  unto  chiaro  ndla  milieu  ìiqqI 


LI    B    R    O 

UcttòUdgliCyhaueua  fatto  rompere  tutti  i  mulini  ;  &  dcriuato  tacerne  de*e*- 
nalhda  quali  quella  città  riceue  grand  iffìme  commodità ,  Jperaua  fimilmente 
che  a  faldati  di  dentro  hauefjcro  a  mancare  gliflipendù,  iqualifi  fofleneuano 
\H\t\  "chJ  c  °  danari  pagati  da  Milane  fi  perche  da  C  efare ,  & a  del  Reame  di  popoli,  4 
ó«ouanni      &  di  altro  luogo  ri era  mandata  piccoli  (lima  quantità  ima  era  marauigliofo 
&™on°man  &f&  dc  l  PcP°l°  Milane  fé  contra  i  Francefu  marauigliofo  il  defiderio  delnm 
éò  tann  de  uo  ouca  per  lequali  co  fé  tollerando  patientemente  qualunque  incommoditi  ; 
gno  &  ut-  non  f°l>°  non  tnutauàno  uolontà  per  tante  molefiiema  meffa  in  arme  lagiouen 
©oli»  che  bà  tù>&  eletti  per  ciafeuna  Taroccbia  Capitani ,  concorrendo  prontifjimamente 
tale  paghe  dì>&  notte  le  guardie  a  luoghi  remoti  dalt esercito ,  alieggieriuano  molto  le 
per  tre  if>efi  fatiche  de  faldati  :  nelqual  tempo  effendoper  la  rouina  delle  mulina  mancata, 
Spagnuoia  *:  la  farina ,  proueddonoprefio  con  le  mulina  afecco  a  quefla  incommodità  :  cofi 
« ,l  fépdàC»a  adotta  la  guerra  dafferan%a  diprefla  efpugnatione  a  cure ,  &  fatiche  di  lun- 
noru  d?  Pa  go  ajfedioytl  Duca  di  Milano^  la  partita  delqualepex  mancamento  di  danari  fi 
fa  Leone     era  dijferitamoltigiorni,&  fi  farebbe  differita  più  lungamente,fe  il  Cardino. 
éi  que°ftaP  fe  le  de*  Medici  non  Vhaueffe  foflenuto  di  noue  mila  ducati  ;  partito  finalmente 
coi,da  guex  ^  Trento  confai  mila  fanti  Tede  fichi,  &  occupata  per  aprir  fi  ilpaffo  la  Roc- 
ca di  Croara  fottopofta  a  Vinitiani  ;  pafìo  fen%a  oftacolo  per  lo  Veronefe  : 
donde  per  lo  Mantouano  paffato  il  TÒ  a  Cafal  Maggiore  ygi un  fa  a  Tiacen%a  : 
&  Seguitandolo  di  quiui  il  Mar  che  fa  di  Mantoua  con  trecento  huomini  d'ar* 
me  della  Chiefa  ;fi  fermò  a  Tauiayflando  intento  altoccafione  dipanare  a  Mi 
lanoyoue  efiremamente  era  deftderata  la  uenutafua:  perche  diminuendo  ogni 
giorno  più  la  f acuità  del  far  e  danari  per  fomentare  le  genti ,  fi  giudicano  necef- 
fario  unir  fi  ilpiuprefto,cbefipoteffe  co  Tedefahiper  ufeire  in  campagna ,  & 
cercare  di  terminare  la  guerra  :  ma  era  diffìcile  ilpaffare,  perche  Lautrechco^ 
me  intefe  effere  arriuati  a  Tiacen%ayera  andato  ad  alloggiare  a  Ca fino  cinque 
miglia  lontano  da  Milano  fu  laflrada  di  Tauiay  hauendo  meffa  i  F  indiani*  \ 
Bmafco  fu  la  medefima  flrada ,  &  l'uno  &  l'altro  efferato  in  alloggiamento 
ben  riparato  >  &  fortificato:  doue  poi  che  furono  dimorati  qualche  d\yhauendo 
in quefto  tempo prefa  S.Jlngelo^et  San  Colombano, Lautrech  intefa  che  lo  Scu 
do  fuo  fratello  tornato  con  danari  di  Francia ,  doue  era  andato  a  dimoflrareal 
Re  lo fiato  delle co fa,  faldati \  fanti  a  Genoua,  era  arriuato  nello  fiato  di  Mila- 
min  qucfti  no  ; mandò  a  unirfi  con  lui  Federigo  da  Botole  con  quattrocento  lance  y& 
«(Tatti  ili      rette  m\[a  fanti  tra  Sumeri,  &  Italiani  :  per  la  uenuta  de  quali  il  Marche- 
«le1  Frante  fa  di  Mantoua  tifato  di  Vama  ;  andò  a  Gambalo  per  opporfi  loro  :  ma  ò  baut 
fé  capuan    do  effi  mofirato  per  lo  foretto,  come  diceua  egli,  diriura)fi  ucrfailTefiiiOyno 
mtThìlui  giudicando  pm  neceffana  la  fianca  fua  a  Gambalo.ò  come  più  pr.  fio  credo ,  te 
c,ouio.Leg  metldo  di  loro  per  effere  più  graffi  di  quello  gli  era  fiato  riferito  ;  fa  ne  ritornò 
laT.ftom  in  Vauia  :  ma  effi  uenuti  a  Gambalo ,  &  uniti  con  lo  Scudo  ,fa  narrarono  a 
C°efnte'dCfte  ^mra^  PrcJe  l'artiglierie  della  Rocca,;  he  fi  teneua  per  loro  Jnihédola  hot 
fcnen.b  t  tutaja  pre fono  perfora  al  ter^o  b  affilio  con  la  morte  della  p;n  parte  de*  fan  i 
dei  capciia.  ti  bg  ;//  aam  dmw  >  fr  nfiat0  prigione  Filippo  Tornello..  Vi  r  loqual  cafa 

ti 


■ 
<^V  A  R  T  O  D  KIMO.  424  I 

HMarchefe  di  Mantouaslqualefolleuatoda  lettere  &ft>ef]ìmejji  del  Tornici  àU      -       Il 
hycbe andaffe afoccorrerlo ,  ira ufcito dinuouo  diTauia yfubito che nhebbe   refidio  éi 
notitiatcauate  lefue  genti  di  vigeueneylafeiato  piamente  guardata  la  Rocca  J|  3«  pJI?5      II 
ritornò  a  Tauia:  Tfocc  in  cajò  più  importante  l'unir  fi  con  lo  Scudo,&  l'acqui  «CobS 
fio  di  Jfpuara  a  trance  fi  perche  facilitò  l'andata  di  Francesco  Sforma  co'  fan  [LìSjSfS      I 
ti  Tedefchi  a  Milano  :  tignale  conuenutofi  con  Troverò  partito  occultamente  qu«fto  au* 
una  notte  di  Tauia,alìa  guardia  della  quale  reflarono  due  mila  fanti  e  trecen-  £[?,?.  £!aa      I 
to  caualli  col  Marchefedi  Mantóuajlquale  negando  di  allontanar  fi  tato  dallo  Gi<>uio  ài- 
fiato  della  Chiefa>ricusò  di  procedere  più  oltre,&  caminando  per  altra  firada  fo°  dicìrdo       1 
che  per  la  diritta;  fu  raccolto  a  Sefio  da  Troverò ,  ilquale  ufcitogli  incontro  co  che  fur°«o 
una  parte  delle  genti  lo  conduffe  a  Milano  :  doue  è  incredibile  a  dire  con  quan-  fai  'S'TE       1 
ta  letitiafuffe  riceuuto  dalpopolo  Milanefe,rapprefentandofi  innanzi  a  gli  oc  Iian'>&  <*"* 
chi  de  gli  huomini  la  memoria  della  felicità ,  con  laqualé  era  fiato  quel  popolo  i1!&  d?eT. 
fono  il padrcy& gli  altri  Duchi  Sfor^efchi,  &  defiderando  fommamente  d'ha  *H  a,tri  vi 
uere  un  Trincipe  proprio,  come  più  amatore  de popoli  fuoi3  come  più  coflretto  ££!?!  cui! 
ad  hauere  rijpetto>&  fare ftimationede'fudditi,  né  difyr  cagargli  per  lagran-  ìio  Fl"f renti 
dexga  immoderata.La  partita  del  Duca  da  Tauia  dette  Jperan^aa  Lautrech  beYsp^' 
di  poter'eftugnare  quella  città:  però  raccolto  fubit amente  l'efferato;  ui  andò  a  e  n  uoìo-  c* 
campo,&  dall' altr  aparte  Tro fiero  conofeendo  il  pericolo  mamfefto,ui  mandò  fo'ffiS- 
confomma  celerità a  mille  fanti  Corfi,&  alcuni  fanti  Spagnuoli:  iquali  giunti  fct.cno  n?; 
aU'improuifofugli  alloggiamenti  deU' efferato  Francefe9  paffatiper  quello,par  Sfcefi  % 
te  combattendo y  parte  caminando,  &  ammazzatine  molti  ;  fi  ndujfono  falui  !arono  £• 
in  Tauia  :  doue  olir  a  l'altre  incommodità, era  carefiia  grande  di  poluere  d'ar-  effigi0»!      1 
tiglierie.Batteua  in  tanto  lautrech  le  mura  di  Tauia  da  due  parti ,  cioè  al  Bor  f™-™*^      1 
go  difanta  Maria  in Tertica  uerfo  il  T efino, &  a  Borgoratto:  &  hauendo  git  tfen*  ae|}f 
tato  interra  trenta  braccia  di  muro;  dette  l'affalto  inuano:&  ueduto  quei  WS» 
didentrobeneripararfiy&  diftoflia  di fender  fi  ;  cominciò  a  difberar fi  della  Sfc&fur* 
mprefa  :  aggiugneuanfegli  molte  difficultà  ;  l'efferegià  cominciati  a  manca-  %£?!  g  •      il 
re  i  danariyiquali  il  fratello  haueua  condotti  di  Francia,  carefiia  non  piccola  di  mai  véne r» 
uettouaglieycaufata  dalle pioggie grandi ffimeper  lequali  era  molto  difficile  il  £hT£wÌ5 
uemre  ali' efferato  per  terragne  meno  difficile  il  uenirefuper  lo  Te  fino:  perche  a»!<   fenti^ 
le  barche  urtate  dall' acque  del  fiume  troppo  groffe,  non  poteuano  andare  inna  \t\\nt% 
%i  contrai' impeto  delfuo  corfo.  T^elqual  tempo  Trofpero  ufcito  con  tutto  lef-  p«o  dare  il 
farcito  di  Milano,peraccoftarfia  Tauia,impedito  dalle  pioggie medefime.se-  ^che^SuJ 
ra  fermato  a  Binafcoyche  è  a  me%o  il  camino  tra  Milano,&  Tauiay  donde  poi  n*rn  mtn** 
effendofi  ftinto  alla  Certofa,che  è  nel  Barco  a  cinque  miglia  di  Tauia,  monafle  di  7vl Z* 
rio  forfè  più  bello  che  alcun  altro  chtfia  in  Italia ,  Lautrech  non  Jperandopiu  df,,a  viia 
di  pigliare  Tauia;  fi  ritirò  col  campo  a  Landriano  non  mole  flato  nel  leuarfi  da   oul  u^t 
rumici  fé  non  con  leggieri  fcaramuccie .  Da  Landriano  andò  a  Monda  perù-   -1cune  ** 
ceuere più  facilmente  i  danari  che  gli  erano  mandati  di  Francia  Jquali  fi  era-  cXmÓ!& 
nof&mati  ai  jlrona:  perche  lAnchife  Vif conte  mandato  da  Milano  aquefio  J,lri j?arrico 
effetto  a  Bufioprejfo  adUtona  impediua  non  mmfiero  più  innanzi .  Quefia  cZ%\!U 

difficoltà  file*s°no. 


L    f   B    «    0 

àiffrcuìta  riduce  in  ultimo  difior  dine  le  co  fé  de  Franuft,  persegli  Sumeri,  l 
pagamenti  de'  quali  erano  ritardati  già  molti  dì,  impatterai  fecondo  il  cvfiu- 
ffie loro mandarono  i  loro  Capitani  a  Lautrech  a  querelar  fi  grauemente ,  che 
effendo  fiata  quella  natione  prodiga  in  ogni  tempo  del  [angue  proprio  per  l'è  fai 
tatìone  della  Corona  di  Francia,  fu  fife  contra  ugni  gi  ufi  itia  mancato  loro  de  de 
bui  pagamenti ,  &  dimofirato  con  quefìa  ingratitudine ,  #  aùaritiaa  tutto 7 
mondo  quanto  poco  [uffe [limato  lauirtù,&  la  [ed  e  loro  :  e  [fere  deliberati  ba- 
ttendo affettato  tanti  dì  in  uano ,  non  affettare  più  termine  alcuno ,  nò  fidarfì 
di  quelle  promeffe  che  replicate  tante  uolte  gli  erano  mancate  :  però  uolcre  ri- 
tornar  fene  affolut  amento  alle  cefe  loro  :  ma  [atto  prima  maìiifcfio  a  tutto  il 
.  mondo  >  che  non  gli  induccua  a  quefìo  il  timore  deUeffere  ufeiti  in  campagna  i 
mimici  -,  né  il  defiderio  di  [uggire  i  pericoli ,  a  quali [ono  [ottopofli  gli  huomini 
%  ti  Cand-  nvXitari,di\}re%7atì  femprcmai 'come  per  tante  ejperier.^e  sera  ueduto  da  gli 
lier  Cic  ut  j    Sui^eri  :  notificargli  eh' erano  pronti  a  combattere  il  dì  feguente  con  intcntio 
Se!  hVki  Tie  &  partirfi  poi  l  altro  giorno  :  menargli  a  trouare  i  nimici':  ufeiffel'óccafio- 
j!i»a  miii    ne  della  prontezza  loro, mettendogli  nella  prima  fronte  dì  tutto  f  efferato:  [fé 
LVqito  ilo3  rare  che  hauendo  uinto  con[or%e  molto  minori  nel  proprio  alloggiamento  l'efr 
S"  Monsh d\  finito  Frane efe.jntorno  a  l<[puara,uincerebbono  anco  nel  loro  alloggiamento 
4*KerfojL  gli  Spagnuoli  :  iquali[e  bene  d'aftutia ,  di  fraude ,  &  d'infidie  auan^auano  i 
xo  da  g'i     Fr  ance  fi, non  gli  riputauanogià  [uperiorì  douefi  combattere  con  la  [eroda  del 
«óbatcMe*,    cuore ,  &  con  la  uirtù  delfarmi .  Sfor^offì  Lautrech  confiderando  con  quanto 
?iniuC|d|é<lJ  pericolo  fi  andane  ai  affaltar  inimici nelle  [ortex^e  loro,  di  temperare  quefio 
dice  che  nò  furore  ,dimoflr  andò  non  per  difetto  del  Re:maper  i pericoli  del  'amino  proce- 
doueua  at-  fare  [a  tardila  de  danari ,  iquali  nondimeno  arriuerebbono  fra  pochi ffimi  dì  : 

tacca ie    la  '    /  ,  .    ,       ,  l  ,       .'    ,  .        « 

zuffa,  fé  no  ma  non  potendo  conutncergli,  o  fermargli,  ne  con  l  autorità,  ne  co  prtegbi ,  ne 
■llÙdi  'ac*  con  lcPr°me[[e,nè  con  le  ragioni,dehberbpiupre[o  hauendo  majfimamente a 
ciocht  'iè  effere  il  primo  pericolo  loro,con  difauant  aggio  grande  tentare  la  [ortuna  della 
infumi  Pormta^e  ri<u[ando  di  [arla,perder  totalmente  la  guerra,  come  era  manifi 
delia  none  fio  che  fi  perdeuapoi  che  non  confientendo  di  combattere ,  gli  Sui%%eri  baue- 
faìm^imi  uano  determinato  di  par  tir  fi .  *Alloggiaua  l efferato  de' nimici  alla  Bicocca* 
tat.do  '  Gm  mila  propinqua  tre  miglia,poco  piu.b  meno  da  Milanoyoue  rifiede  un  cafamen 
niello0  /n  t0  afiai  (patio fio  circondato  di  giardini  non  pia ciuci) e  hanno  per  termine  [offe 
H  umidia .  profonde  :  i  campi  che  [ono  a  eterno  [ono  pieni  difèn  ti,  &  di  riui  condottu[ecqn 
plflafiero*  do  ^HJ°  &  Lombardia,  ad  innaffiare  i  prati  :  uer[o  ilqual  luego  caminando  da 
quefte  ordì  Monda  Lautrech  con  fefiercito,&  penfando  i  he  i  nimici,  hauendo  l'alloggia- 
f™\ox]rin  mentG  tanto  forte  fiarebb  ono  fermi  alla  dififa  di  quello  ;  haueua  ordinato  l'af- 
quefta  bac  folto  in  quefio  modo . a  Che  gli  Sui^  %eri  con  C artiglierie  andaffero  ad  affaltare 
Brcoc-ca  '  fi  la  fronte  deli  alloggi  amento, &  l'artiglierie  de'  nimici  :  nclqual  luogo  erano  a 
può  re dcr  guardia  i  fanti  Tedejchi guidati  da  Giorgio  Frendfyerg  :  che  dalia  manjiaiflra 
&  ne'rca-  1°  Scudo  con  trecento  lauce.&  con  uno  (quadrone  di  fanti  Francefi,  et  Italiani 
pelli  nc'iuo  caminaffe  per  la  uia,  che  andana  a  Milano  ucrfi)  il  ponte,  per  loquale  fipoteud 
*  ' C1U       entrare  nell'alloggiamento  de  mmici  egli  tolje  l'affunto  di  ingegnarfi  d'entrar 

re  con 


CLVAUTODKCIMO:  *a? 

ricontino  [quadrone  di  canai  nell'alloggiamento  loro  più  con  artificio ,  <;&£ 

co»  tfpcrta  for%a  :  perche  per  ingannargli  cornando  che  ciafcuno  de*  firn  met- 

teffe  fulafopraueflala  croce  roffa Regnale  dell'efferato  Imperiale  in  tanfc  ,  u  guar. 

bio  della  croce  bianca ,  Cernale  dell efferato  Francefe .  Dall'altra  parte  Tro-  dia> che  c™ 

_  ,  i   •        i    >  i  ì  r*    j.  i  •       ^  uo  io  Scudi 

$cto  Colonna  tenendo  per  la  fortezza  del  jttoper  certa  lamttoria ,  &  per-  ai  ponMì  fa 

c/o  deliberato  d' affrettare  (  cofi  diceua  )  i  nimici  al  fofione ,  fatto ,  come  in-  Àzì  D?c* 

*e/è  /^  uenuta  loro ,  armare  l'efferato ,  e  attribuito  ciafcuno  a  luoghi  fuoi\  sforza  teca 

mandò  fubito  a  Fr ance fco  Sforma  che  con  la  moltitudine  armata  del  popolo  j*0*1*^1' 

ueniffe  fenza  indugio  alcuno  all'efferato ,  ilquale  raccolti  alfuono  della  cara-  Giórno  net- 

pana  quattrocento  caualìi ,  &  fei  mila  fanti  yfu  da  lui  come  giunfe  collocato  ^5^»  d^  { 

alla  guardia  del  ponte .  Ma  gli  Suiz^eri  come  fi  furono  accoflati  altallog-  tibia,  è  mot 

^amento ,  con  tutto  che  per  V  altezza  delle  fofie  più  eminenti  ctiefji  non  ha-  Jj-.^"^  J 

ueuano  creduto ,  non  potè  fi  ero ,  come  era  la  prima  jperanza  ;  a  fi  alt  are  l'ar-  io  scudo  rat 

tiglierie  ;  «a»  diminuita  perqueflo  l'audacia  ;  affaltarono  ilfoffo ,  sformando  fi  ^?^?afs- 

con  ferocia  grande  di  falirui:&  nel  tempo  mede  fimo  lo  Scudo  andato  uerfo  li/STrup^e 

*/  po/zfc ,  trouandoui  fuor  a  dell'opinione  fua  Sguardia  sì  grande  ;fu  coflretto  ^,'3  j^i'»^ 

di  ritirar  fi  :  fcoperfe  anco  preflamente  Troverò  l'arte  di  Lautrecb,  &  perciò  genmie  d». 

1  /rttfo  commandamento  a  fuoi  che  fi  mettefiero  fu  la  tefla  b  fafci  difpighe ,  &  feua*n&«{il 

d  herbe  ,fece  inutile  le  infidie  fue  :  donde  reflando  tutto  il  pondo  della  bat-  Duca  di  t« 

tag/w  agli  Sui-Tgeri,  che  per  la  iniquità  delfito ,  &  perla  uirtù  de  difenfori  *j£  \\  ™0*5 

s  a ffatic  aitano  fenzg  far  frutco  alcuno  »  riceuendo grandiffimo  danno  non  fo-  na  w  ga«fc 

'  lo  da  quelli  che  combatteuano  alla  fonte ,  ma  da  molti  e  archibu fieri  Spagnuo  y^/orfoo  a 

// ,  iquali  occultati  fi  tra  le  biade  già  preffo  che  mature  i  fieramente  per  fianco  Co  n  te  <*« 

glipercoteuano  ;  furono  finalmente ,  poi  che  con  molta  occifione  hebbono  pa-  r  Adorno/il 

gata  la  mercede  della  loro  temerità ,  neceffitati  a  ritirar  fi ,  &  uniti  co*  Fran-  Leua'ilD« 

cefi  ritornarono  tutti  infieme  conglifquadroni  ordinati  >  &  con  l* artiglierie  a  fco  co^mìu 

Monda  ,  non  riceuendo  nelritirarfi  datino  alcuno .  Importunammo  il  Mar-  Mf)>  ^  *!* 

c/;e/è  di  Te  farà ,  drg//  .z/m  Capitani  Trojpero,cbe  poi  che  i  nimici  bauena-  buttarono 

no  uoltate  lefj>alle:defie  ilfegno  difeguitargli  :  ma  egli  credendo  quel  che  eray  £rcn  donc  ' 

che  fi  rit  ir  afiero  ordinatamente ,  &  non  fuggendo,  &  certificatone  tanto  più  done*  moU 

per  la  re  lattone  di  alcuni ,  che  per  comandamento  fuo  falirono  fu  certi  alberi  tj  • 

alt'hrìfpofe  femprenon  uolere  rimettere  alla  poteftà  della  fortuna  lauittoria  0  fcccìic© 

già  certamente  acquifiata,  né  cancellare  con  la  temerità  fua  la  memoria  della  !°naa  >  età 

temerità  $  altri  :  il  di  domani ,  diffe ,  chiaramente  ui  moftrerà  quel  che  fi  fta  gaffTro l  fa- 

fatto  queflù  nomo ,  perche i  nimici  fentendo  più  le  ferite  raffreddate, psrdu-  !ci  d  '  fP'6h« 

ti  a  animo  paleranno  1  monti ,  cofi  lenza  pericolo  confetteremo ,  quel  che  jn  capo  ;  ac 

hoggi  tenteremmo  ottenere  con  pericolo.  Morirono  de  gli  Suizgeri  intorno  al  £iochc  fof* 

fofio  circa  tre  mila  di  quelli  che  per  effere  più  ualorofi>&  feroci  fi  mefiono  icCutfav  foi 

dati  Fiati- 
celi, iquali  fi  haueuan  poftofule  fopraucfti  la  croce  rofla,  fegno  de  gli  Imperiali .  C3pel!a  . 
e  Gli  archibugieri  Spagnuoli  meflì  innanzi  all'ordine  delle  picche  j  haueuano  dal  Pefcara  quefta  commi  t 
fione ,  che  Cubito  fparati  gli  archibugi ,  fi  abb2iTafTero  ir.  ginocchioni ,  5c  di  nuouo  gli  caricatore  ,  accio- 
che  il  fecondo  ordine  fparàfiè;  &poi  facefle  il  fimile  per  dar  luogo  di  fca?kap*al  terzo,  cil  terzo  al  quar- 
to, Secoli  fuccelHuamenfe  i'vno  all'altro.  Giouio  . 


tìhh         fin 


1    I    B    R    O 

a  cioè  Pro  piuprontamente  alpericolo,  &  uentidue  Capitani .  De'  nimici morirono  po- 

na,fc  Giro1!  chi  (fimi  5  né  per  fona  alcuna  di  qualità  eccetto  Ciouanni  di  Cardona  Conte  di 

la  mo  a  dor-  Culifano  per  coffa  d'uno  fcoppietto  nell'elmetto .  il  giorno  feguente  Lautrecb 

h?JeuaCcoa  p^uta  interamente  lajperan^a  della  uittoria  ,fi  leuo  da  Monda  per  pacate 

èouvc  una  il  fiume  dell\Adda  appreffo  a  TreTgp  :  donde  gli  Suiigeri  prefo  il  ramino  per 

sforu   fu  lo  tenitor io  di  Bergamo  ritornarono  alle  loro  montagne  diminuti  di  numero , 

quei  ,  che  ma  molto  più  d  audacia  :  perche  è  certo  che  il  danno  rkcuuto  alla  Bicocca  di 

profrire  a*         rj-rr  j-  ■  ?  •  n    '  /i  j/>i. 

Teschi  i    */./".//£  «*  maniera  che  per  più  anni  poi  non  dimoflrarono  il  f olito  mgore .  Tar- 
éevKui  vedi  t trono  infieme  con  loro  il  Grande  Scudiere,  &  il  Gran  Maeflro ,  &  molti  de1 

il  espella.  •:_  r     ■  ,  »  \. «  ,»  J  ,. 

Capitani  Franceji  :  Lautrech  con  le  genti  d  arme  andò  a  Cremona  per  ordina- 
b  sì  legge  re  la  difefa  di  quella  terra-,  otte  lanciato  il  fratello  pafìh  pochi  giorni  poi  imon- 
h  v'ia  dei  *h  riportando  al  Re  di  Francia  non  uittorie,  ò  trionfi ,  ma  g:  ufi  if  catione  di  fé 
Pcìcara  del  proprio ,  &  querele  d'altri  per  la  perdita  d'uno  Stato  tale ,  perduto  parte  per 
ii  Baron  Ca  colpa  jua,  parte  per  negligenza,  &  imprudenti  configli  di  quei ,  eh  erano  ap- 
ftdUno  ca  preffo  al  Re,  parte,  fé  è  lecito  dire  il  uero,per  la  malignità  della  fortuna .  Or- 
fanteria  Fra  dinò  ancora  Lautrech  innanzi partiffe  da  Cremona  che  nella  città  di  Lodi ,  la- 
ecfc,  yfei  te  qUCil  fa  mtta  la  guerra  fi  era  tenuta  per  lo  Re,  entr  afferò  confei  compagnie  di 
te  fiio"  p«  genti  d'arme  >  &  con  prefidio  {ufficiente  di  fanti  Buonaualle  ■  &  Federigo  da 
cóba:tcre ,    Bo7?ole, perche  ì  Capitani  Ce  farci  erano  fiati  impediti  a  uoltarui  Cubito  l  ar- 

iegimato  da        .     ,v       l  ,         L       ,  ,  r       .  _     ,   r ,  .       7     J r  *  r     ^r 

alcuni  caual  nii,  da  un  tumulto  nato  da  janti  t  edejcm  ,  cheinjierne  con  Frane ej co  Sforma 
u^che  non  erano  ucnutì  da  Trento  ;  iquali  dimandavano  che  per  premio  della  uittoria 
fognai  fuffe  donato  loro  loflipendio  d'un  mefe ,  cofa  che a  i  Capitani  diceuano  effere A 
V\i1sZCi3  de  dimandata  indebitamente  .-perche  era  differente  il  difenderfi  da  chi  affalta,  a 
1  i,k  che  fp  uinceregli  affiliatoti  :  né  poter  fi  dire  effere  flati  rotti,  ò  uinti  i  nimici,  iquali 
g fouan t0  fi  erano  ritirati  non  fuggendo ,  ?na  con glifquadroni  ordinata  &  faine  l'arti- 
d' vtbino  glicrie,  &gli  impedimenti  :  mapotendopìu  la  infolenza  de'  Tedefchiy  che  la 
chìLf^er  ragione,b  l  autorità  de'  Capitani ,  furono  alla  fine  cof  retti  di  confentire  ypro- 
spagnuoii  >  mettendo  di  pagargli  fra  certo  tempo  .  Maeffendofi  in  quefla  cofa  confumati 
i  Franceu    ^m  $  accadde  che  il  dì  mede(ìmo,che  le  lance  Francesi  erano  entrate  nella  cit 

luton  riout  i  J  .  r       .  ,.,    ,  »  rr      • 

tan  :  onde  ta  di  Loii3dietro  allequah  ueniuano  i fanti,  uemua  dati  altra  parte  l  efferato 

fisima  n°  Imperiale,  &  innanzi  a  tutti  il  Danaio  con  la  fanteria  Spagnuola:non  hauen 

do,prefero i  dopCY  ancora  i  Francefi  difìribuite  tra  loro  le  guardie ,  an%i pieni  tuttauia  di 

Malo'feuò  eonfufione,&  di  tumulto, come  accade,  quando  entrano  ad  alloggiare  le  genti 

prigione,  &  d'arme  in  una  terra  :  laquale  occ  afone  tifando  il  Marchefe,congrandiffmia  ce 

i5  caftefia-  ferità  b  affalto  un  borgo  della  città  cinto  di  muraglia ,  nelquale  difefo  leggier- 1 

no:dai  .juaie  mente7entrato  con  piccola  fatka,tutti  i  Francefi ,  ch'era  .  o  nella  città  Jpauen- 

,fcat«?chePfn  tati  da  quefto  cafo ,  &  perche  ancora  non  erano  entratii  fanti  lor  o,  fi  meffo* 

Lodi  no  era  no  tumultuofamente  in  fuga  ucrfo  il  ponte,  che  haueuano  gittato  fu  l'<Adda7 

viier  fi  Vdeie  &  gli  Sfagnuoli  entrati  nel  tempo  mede  fimo  nella  città  per  le  mura ,  &  per  i 

l'occifione,  ripari  y  gli  feguitarono  infino  al  fiume  >  prefi  nella  fuga  molti  faldati ,  &  da 

tò  C&1  pufe  Federigo ,  &  Buonaualle  infuori  quafi  tutti  i  Capitani  :  &  col  mede  fimo  im- 

)a  città  dì  pe  t0  faechewarono  quella  infelice  città .  Da  Lodi  andato  il  Marche  fé  a  TiZr 

^  r      J        **  l  xiclntont 


Q^V  ARTODECIMO.  4^ 

1  rìchìtotiCì  V  ottenne  a  patti  :  &  poco  dipoi  Trofbero  pafsò  con  tutto  rcffercito  «  Mentre 
i/  /mwe  delljtdda  per  andare  a  campo  a  Cremona  :  dì  aquale  citta  come  fu  cnde  ftiua 
accoflato,  lo  Scudo  inclinò  V animo  alla  concordia  perche  non  battendo  altra  jJj-^-^Ja  " 
fberan%a  difoflentarfi  cbe  la  uenuta  dell'ammiraglio,  ilquale  il  Re  de  fiderò-  n&óifc  ufi 
/o  dz  conferuare  quel  cbe  per  lui  fi  teneua  ancora  in  quello  Stato ,  mandaua  in  co  d'effcrc 
Jm/w  con  quattroccto  lance ',& dieci  milafanti,afiai prone deua  alle cojefue,  d'vna  archi 
fefenyg  metter  fi  in  pericolo  poteua  ociof  amente  affettare  quel  cbe  partoriua  Jjjf  "J^jJ* 
lafua  uenuta  :  &  Trojpero  da  altra  parte  defiderauajftedjrfiprefio  dalle  cofe  auuenuto.i* 
di  Cremona,  per  potere  innanzi  che'l  foccorfo  de  nimki  in  Italia  perueni fé ,  J,"^1,,™* 
tentare  di  rimettere  i  fratelli  adorni  in  Genoua .  Ccnuennono  adunque  che  lo  rhsuctfero 
Scudo  fra  quaranta  di  con  tutti  i  follati  di  Cremona  haucndo  facilità  d'ufcir-  ^Itkdu^i 
ne  con  le  bandiere  piegate ,  &  con  l'artiglierie  fé  fra'l  detto  tempo ,  ilquale  gìouìo  ai 
terminaua  iluigefimofeflo  dì  di  Ci ugno ,  non  ueniua  foccorfo  tale  che  paffiffe  {£ni!j.dei- 
perforxa  ilfiumedel  Vo,  ò  pigliaffe  una  delle  città  dello  Stato  di  Milano,nel-  la  tìu  di 
laquale  fujfeprefìdio.  Trocuraffefimilmete chefuffe  abbandonato  tutto  quel-  \l\adufdi 
lo  che  in  nome  del  He  fi  teneua  nel  Ducato  di  Milano  ,  eccettuatene  da  quefla  <$atò  foffe 
promejfa  le  fortezze  di  Milano, di  Cremona,  &  di  Trottava ,  per  l'offeruan%a  noìCzemò 
delle  quali  cofe  defìe  quattro  flatichi ,  Reftituiffwfinel  cafo predetto  i  prigioni  na,  e  in  efee 
da  ciafeuna  delle  parti  :  &  a  Francefi  fufle  conceduto  ilpafare  con  Cartiglie  d"0°a  °  h*€£J 
rie,&  robe  loro  fteuramente  in  Francia.  Fatta  la  concordia ,  &  ricettati  gli  fc ll  s  G'<>* 
oflaggi, l'efferato  Cefareo  fi  mofje  fubito  uerfo  Genoua  allaquale  fi  accoflò  da  Medici  f<fò- 
due  latici  Marche  fé  di  Tefcara  co> fanti  Spagnuol'h  &  Italiani  dallaparte  del  gn.at£  c°rr« 
Codifaro:Trofpero  con  le  genti  d'arme,&  co  fanti  Tedefchi  alloggiò  dalla  par  u\»gu>m\ 
te  oppofta  di  Bifagna.  Reggeuafi  la  città  di  Genoua  fotte  ilgouerno  del  Doga  v!£*<Lr*4 
Ottauiano  Frego fa,  Trincipe  certamente  di  eccellenti  filma  uirtù,&  per  la  giù  G0Id0 . 
ftitiafua,&  altre  parti  notabili,amato  tan  'o  in  quella  attà,quanto  può  ejfere 
amato  un  Trincipe  nelle  terre  piene  di  f anioni,  &  nelle  quali  non  era  ancora  uodiNetao 
del  tutto  /penta  nelle  menti  degli  huomini  la  memoria  del!*  antica  libertà  Ha-  dice,  ch'era 
ucua  faldati b  due  mila  fanti  Italiani^né  quali  foli  fi  collocaua  lafferanta  del  *°.ì*  q*™ 
di  fender  fi  :  perche  il  popolo  della  Terra  diuifo  nelle  fu  e  partUcon  tutto  che  ha-  "<>  »«  eia . 
uejfe  intorno  uno  efferato  tanto  potente ,  &  me  [colato  di  lingue  tanto  uarie ,  ^[ordì** 
fifguardaua  ociof  amente  il  progreffo  della  co  fa  con  quelli  occhi  me  de  fimi,  eh' e-  ri:  &  deferì  < 
ra  folito  per  lo  pafìato  a  riguardare  gli  altri  trauagli  loro,  ne*  quali  fen7xa  peri  f^rbni ,  & 
colo,  ò  danno  di  coloro,  cbe  non  prendemmo  l'armi  traportando  fi  l'autorità  pu  '« c6  "put  r 
blica  d'una  famiglia  in  un'altra ,  non  fi  uedeua  altra  mutatione  che  nel  Vaia-   no  ì  n  Geoo 
gio  Ducale  altri  babitator^  altri  Capitani,  &  faldati  alla  cufìodia  della  piai^  ua  (fj  \  &u- 
%a .  ^ijcoflato  che  fu  l'efferato  alla  Terra ,  co?ninciò  fubito  il  Doge  a  trattar  gofi,  &  quel 
di  concordi  a,mandato  a  Capitani  Benedetto  de'  Viualdi  Genouefe  :  ma  fi  raf-  li  dc .  g!.«  a. 
freddò  alquanto  la  pratica  per  la  uenuta  di  Tictro  l^auarra,  ilquale  manda-  u*citl!ii  gìo 
io  dal  Re  di  Francia  ccn  due  Galee  fattili  al  prefidìo  di  Genoua,  entrò  nel  tem  Ui?  urente 
pò  mede fmo  nel  porto .  l^ondimeno  battendo  cominciati}  il  Danaio  a  percuo-   cìpeiì"'^. 
tere  con  l'artiglierie  la  muraglia  ;jì  ritornò  con^maggior-  efficacia  a  ragiona-  fto  Auttoit. 

Hbb     i         menti 


LIBRO 


C 

chele  fi  re 
co  a  ingiù 

ri»,  che  l*ac 
cordo  fi  trat 
tiiìe  eo'l 
Colonna 
non  feco 


•  5  ,,M,r  mMÌidtim^:&iià*Tm4iincauo^^m^pi»&™W'à 

t^ltficultàwandoifamiSpagnuol,,^ 

V  conr  '  r  fi  «fl«  pmayfaiio  negligenti  quei  di  dentro  alla  guardia ,  forfè  per  la  fperan- 

ÌZS£&  t  deLccordo;l'occÌpìrono,&  parte  per  quella  parte  per  il  muro  rouinato 

"ua  a,'  °t  cominciarono  fenza  indwiio  a  b  entrare  nella  citta  :  pertiche  concorrendola  tut  b 

**">£  dato  a  fignifcar  aTrofrero  il  fucceffo  ,  dato  ilfegno  ;  entro  nella  atta ,  netta 
&£££  qlMl  adendo  tutti  ifoldati,  e  i  Cittadini  chi  a  fuggir, chi  a  ^chwde^nd 
the  C5li  fi  leca^nonhhceMalcunarefiflenxa-J Jlrcmefcouo  diSateno  elCapttano 

lìon'di -;  man: il Doge,ilqimleper infermità nonfipoteuamoHercfattochmdcrejlpa 
£«?  c'fi  domandò  a  coflituirft  inpoteflà  del  Tefcara,appreffo  a  quale  mori  no  mot 
fa  Vf  tirn^i coi  fuPreCoTietro^auarra,tutte le fuftanie  della  atta andaronom 

Gh-fi°M"-  difoldathchi  aqueU  di  pagare  quantità  grande  di  danari ,  &  ajjicurandok , 
&»  TÀ  Ì%      ' -,  è  ci  cedole  di  mercatanti  ricomprarono  che  le  cafe  loro  non  fuf 
"  '  "t;  fero  raccbezmte .  *  Saluoffi  nel  medefimo  modo  il  Catino  tanto  famofo,  che  t 
'«cSaTMLriueren^^ 

»■     auella  città  ver  lafrequcntatione  della  mercatura,  piena  d  infinite  ricchezze. 

?0-  A\TlKadnec\e  9ià  Me  commuta, i  Capitani  proueddero  che  munoGenouefe 
^l ì  U£;n02ton[<T  chenon  fufie uiolata  alcuna  donna    Fu  eletto  Doge 

i,  Vi.tà  beb  tialimemeftatezltda'  Fiorentini,  accampatofi  al  CaJtellmo,preje  il  terrai 
be  CÌ7£  ifc    Xla&la  Chiefa  di  San  Trancefco:  &  il  dìfeguente  il  Cafielletto  da- 

bi°  •  SZnZdiFr^mdi^a^adipotcrefoccmcre  lecofe  di  Lombar- 

e  Aita  s,    Z-Trò  l'efferato  madidi  nuouo  da  luiMquale  craperuenuo  neUUfli- 
c«ftia ,  oue  dta-  rerco  lAiìA  i>  mfìnti .  &  io  scudo,  benché  foprafedejfe  oltra  il  termi- 

ot.no  di    ne« mu™ H. .  .   !■  r>omuma,ri(eÌHte  che  furono  quefte;pafio  conte 

^ZlnZamente^ 

V^JtìnaM*^ 

\t  Si  ,.  SS  Cofi  di«  i.  vcfcouc  di  Um  «  Gicuio  «  dà  .a  .od,  a.  **».,  &  a  G„* 


«gii  ài  Qiawitf  4*1  Vcfcouo  4i  #  cbio .  f4 


CLV  A  H  TO  D  E  C!M  0.  4*7 

t&èon  tre  pez^ì  d'artiglierìa  dallaparte  de  monti ,  &  nonfentcnda  far  fi  per  . 
quei  di  dentro  fitepito  alcuno,  molti  paffarono  il  foffo,&  appoggiarono  le 
fé  ale  alle  mura  :  ma  quei  di  dentro ,  cbe'l  dì  dauantihaueuano presentita  la  lo 
w  uenuta,  leuato  quando  parue  tempo  il  romore ,  &  cominciato  a  dar  fuoco 
all'artiglieriei  &  ufeendo  molti  di  fuor  a  ad  asfaltargli  i  fi  me ffono  fubitamen 
te  in  fuga ,  lafciate  l'artiglierie,  &  nel  fuggire  fu  ferito  dalla  parte  dì  dietro 
jinnibale  Rangone .  Credette  fi  quafìper  certo  che  quefta  cofafufie  fiata  ten 
tata  con  j apula  del  Cardinale  de'  Medici  :  ilquale  temendo  cbe'l  Tapa  ,òper 
proprio  configlio ,  b  perfuggefiione  d altri  ,  non  cercaffe ,  comefuffe  uenuto  in 
Italia  di  diminuire  la  fua  grandezza.)  baueffe  desiderato  che  perturbato  da 
tanta  iattura  dello  fiato  Ecclefiafùco ,  nonfolamente  baueffe  neceffità  di  dare 
epera  ad  altro  cbeperfeguitarlo ,  ma  fuffe  co  fretto  a  ricorrere  a  configli ,  & 
aiuti  fuoì .  Ma  molto  più  lunghi,  &  maggiori  erano  flati  i  tr aliagli ,  &  perì- 
coli di  Tofcana  :  perebe  appena  affair  ato  dal  Duca  d'Frbino  lo  flato  di  Siena, 
&  pò  fate  le  co  fé  di  Terugia ,  &  di  Montefeltro ,  era  flato  dato  nuouo  ordine 
perfuggefiione  del  Cardinal  di  Volterra,  dal  Re  di  Francia,  che  Renzp^ilqua 
le  fi  ripofaua  ociofo  in  terra  di  Roma ,  tcntaffe  dimutare  lo  fiato  di  Firenze , 
rimettendo  in  quella  Citta  i  fratelli ,  &  nipoti  del  Cardinale  di  Volterra ,  di- 
chiarato con  tutti  i  fuoi  amico,  &  confederato  del  Re  :  allaquale  imprefa,per- 
che  il  Re  alìbora  era  cofiituito  infomma  neceffità ,  fi  douenano  numerare  dal 
Cardinale, riceucndopYomeffa  dal  Re ,  che  gli  baueffero  a  effere  reflituitia  cer 
to  trmpo,i  danari  neceffarij  .Lequai  co  fé  mentre  che  Renzo  fi  prepara  per  mito 
uerfuperuenute  a  notitia  del  Cardinale  de'  Medici;  lo  coflrinfono  >  per  timore 
che  medefimamente  il  Duca  d'Vrbino  non  fi  moueffe  a  conuenire ,  che  fen%a 
pregiudicio  delle  ragioni  che  i  Fiorentini,  el  Ducapretendeuano  nelle  terre  del 
Montefeltro  Jl  Duca  fuffe  Capitano  generale  di  quella  Repuh.  per  unannofer 
mo  ;  &  wì  altro  di  beneplacito ,  cominciando  la  fua  condotta  al  principio  del 
proffimo  Settembre .  Condufìeper  lamedefima  cagione  Or  alio  Bagolone  agli 
flipendvj  de  Fiorentini:  ma  con  conditione che  la  condotta  fua  no  comincia/le 
prima  che  del  me  fé  di  Giugno ,  perche  infino  a  quel  tempo  era  obligato  a'  Vì- 
nitiani:  laqual  conuentione  benché  fi  faceffe  etiandioin  nome  di  Malatefla 
fuo  fiat  elio, nondimeno  non  fi  ratificaua  da  lui;  perche  bauendo  riceuutiprima 
danari  per  congiugner  fi  con  due  mila  fanti,  &  cento  canai  leggieri  con  Renzo 
da  Ceri,nè  uoleua  mancare  apertamente  all' bonor e  proprio ,  né  da  altra)parte 
prouocarfi  con  cagione  nuoua  la  nimicitia  del  Cardinale  &  de'  Fiorentini: pe- 
rò fingendo  d' effere  infermato, madò  a  Ren%o,  ch'era  uenuto  a  Cafiel  della  Vie 
Hie  due  mila  fanti  »  cento  canai  leggieri ,  &  quattro  falconetti  ,fcufandofiche 
per  l'infermità  non  poteua  andar  per  finalmente;  &  al  Cardinale  dauafferan 
T^a  di  non  prendere  più  da'  nimici  nuoui  danari ,  di  ratificare  finito  il  tempo , 
per  loquale  erapagato}la  condotta  fatta,&  in  quel  mezo  procedere  con  mag- 
giore moderatane  poteffe  in  quelle  co  fé ,  lequali  non  poteua  per  i  danari  ri- 
ecuutirienfar di  fare .  Entrò  dipoi  Renzo  con  cinquecento  caualli ,  &  fette 
k  tìl)  b     i  "       mila 


1    I    B    R    O  I! 

mila  fanti  nel  tcnitorio  di Siena Seguitandolo  i  mele  fimi  fuor  ufcìtidqualìhn 

Menano  feguitato  il  Duca  (turbino, per  tentare  la  mutatione  di  quelgonerno  : 

laqualefeglifuffefucc<>dut  :,  xm  fi  dubitai  che  hauendo  perqnefìo  la  [acuità 

d'entrar?  per  quella  uia  ne- le  iiifò&e  del  dominio  Fiorentino;  gli  farebbe  delle 

co  fi  di  Firenze  fucceduto  ti  mede  fintò .  Ma  da  altra  par  te  i  Fiorentini,  prouc- 

dendo  quello  pericolo, &  defiderando  che  i  nimici  non  fi  approfRraaffero  a  Sie* 

najoaneuavo  mi,idxto  nel  Sane  fé  tutte  le  genti  loro  fono  Giudo  Rangone,elet 

toper  queflotumidio  Governatore  Generale dell 'efferato  ;  l'intento  delquale 

era  sfor%arfi  di  farperdr^  te-tipo  a  nimicud  quali  fapeua ,  che  fé  non  baucf* 

fero  qualche profpero  fucceff) ,  mancherebbeno  preflo  i  danari;  &  nel  tempo 

mede  fimo  procurare  quanto  potè  uà  d'impedire  loro  le  uettouaglie:perògouer 

•  in  qu«-  nandofì  fecondo  iprogre  (fi  de  nimici  ;  attendeua  a  mettere  guardia  bora  in 

fta  città  dì  quefx,  bora  in  quelle  terre  più  uicine  del  dominio  Sane  fé,  &  Fiorentino  mei- 

il  Re  Porfe-  /#  quale  mutatione  de*  faldati  da  luogo  a  luogo  accadde ,  che  andando  la  com- 

aa  habitò ,  pagnia  de'  caualli  di  citello  da  Torrìta  ad  tAfmdmga ,  rifeontrandoft  in  tre- 

mMwfope-  cento  caiulti  de*  nimici  fu  rotta,  prefo  Gieronimo  de'  Teppoli  Luogotenente  di 

re  fontuofe:  yìtelloycon  uenticinaue  huomini  d'arme ,  &  due  infezne .  Fu  il  primo  moni- 

fra  lequali  il  ..  .      ,      l      .  ,  .      »    ,- „i  •    r      •      \     •  i  •[  , 

primo  luo-  mento  di  J^enTg  da  Ceri,  contra  la a  citta  di  Chiù  fu  citta  più  nubile  per  la  me-  *  < 
Fbhfntho1  mor^a  delia  fra  antkhità,&  de' fatti  egregif  di  Torfenafuo  Re^he  per  le  con- 
co  me  ferme  ditionì prefenti  :  laqual  Terra  non  ottenuta^perche  non  hauendo  altre  artiglie 
Sm'  rjfcUi  rl€^e  quattro  falconetti, er a  molto  difficile  l'efpugnar  terre  difefe  dà  folda- 
v  irrane ,  ti  .entro  più  innanzi  tra  T orata,  &  ^Afinalungaper  appropinquar  fi  a  Siena  : 
r*!  '^j  \*'--  ma  non  hauendo  nel  me%p  delle  terre  nimichecommodità  di  uettouaglie ,  af- 
asia /  faltòperacquiflar  perfora il  Caflello di Torrita , guardato  da centohuomini 
x^diftvaaT  d'arme  del  Conte  Guido  Rangone,&  da  mille  cinquecento  fanti:  onde  leuatofi 
&  risola  fen%a  effetto  feguitando  ilfuo  camino  ;  andò  a  Montelifre ,  &  di  quiui  al  Ba* 
e^fiicTdT  &?<>'a  Rapo  latto ,  lontano  da  Siena  dodici  miglia  :  nellaqual  città  haueuano  i 
piene  qua-  Fiorentini  meffo  infino  da  principio  il  Conte  dì  Titigliano .  Ma  il  Conte  Guido 
fncftriSbi^  interrompendo  con  la  diligen^ay&  con  la  celerità  tutti  ifuoidifegni;  entrò  il 
li;8c  con  ti-  mede  fimo  dì  in  Siena  con  dugento  canai  leggieri ,  lafciato  indietro  l'efferato , 
"na"  fo^ra *  <#è  continuamente  lofeguitaua .  Vero  la  mcinità  delfoccorfo ,  l'effere  in  que- 
l'altra,  che  fa  efpeditione diminuito  molto,  &  co fuoi mede fimi ,  &  appreffo  a' nimici  lx 
Tom  £  \ll  riputatane  dì  Remco ,  il  faperfi  e  fere  ridotto  in  neceffità  grande  di  nettoua* 
konore  di  gHe  . togli  euano  l -animo  a  quelli  che  in  Siena  harebbono  dcfiderato  mutatio- 
cerne°,  che  ne  ;  &  nondimeno  sapprefentò  a  me%p  miglio  alle  mura  :  douepoi  che  non  fi 
entrarne  a  faceuafolleuatìone.fi  lem  in  capo  d'un  dì,  nelqual  dì ,  ma  dopo  la  fua  leuata  § 
Sf'teanlro  entrarono  in  Siena  legmtìdé  Fiorentini,  &  benché  ft  mette ffero  a  feguitarl* 
Alberti ,  Se  d'aerate  di  poter  giugnerlo ,  perche  haueua  prefo  molto  nant  aggio  ;  fi  ferma- 
lo da  vice  ronoXafciandofeguitarlodd  canai  leggieri ,  &  da  certo  numero  di  fanti  the 
Mt  nti\a ifua  pYima  erano  in  Siena ,  da'  quali  riceuc  ite  poco  danno:  ma  cominando  con  cele- 
f^ittion  «tei  nta,&  forfenon  meno  per  la  fame  che  per  lo  timore  ;  laj ciò  t  artiglierie  per  U 
monto.      firadAilequali  con  grande  infamia  fua  peruennero  in  poteftà  de'  nimici  •  Fer- 

mo$ 


Q^V  ARTODECIMO,  418 

móffiper  riordinare  le  genti  molto  diminuite,  ad  ^Acquapendente,  flcuroper*  ^ 
che  fapeux  le  genti  de  Fiorentini  hauer  rifbetto  a  entrare  nel  dominio  dell*  • 
Chiefa  :  ma  effendogli  mancati  danari,  &  già  diffreTgadolo  i  Cardinali  Vol- 
terrani Montc&di  Como, co' quali  per  ordine  del  He  di  Francia  fi  trattano- 
nole  cofefue,corfe  con  quelle  poche  genti  che  gli  erano  refìate ,  a  perdere  nella 
Maremma  di  Siena, doue  dette  in  nano  la  battaglia  a  Orbatello  :  però  i  Fiore* 
tiniychaueuano  fpinto  l'efferato  loro  al  ponte  a  Centina,  eh*  è  U  confino  dello 
Stato  de'  Sane  fu  &  quello  della  Chiefa,uedendo  Renilo  non  diffoluere  totabnc 
te  le  genti ,minacciamno  d  affollar  le  Terre  fue  :  però  il  Collegio  de  Cardina- 
li^ quali  era  molefio  che  qneflo  incendio  s'oppiccaffe  nello  Stato  Ecclefiafli- 
€0;  s'interpofe  alla  concordia  che  fu  parimente  grata  a  ciajamv  :  a  Fiorentini 
per  leuarft  dalla  Jpefa  che  fi  focena  fen1^.  frutto:  a  Ren'zp,  perche  fi  trouaua 
conpiccolaprouifione,  & fenxafperanta  di  mettere  in fi eme  maggior  forile , 
declinando  maffvmamente  in  Lombardia  le  cofe  de  Fr  ance  fi .  3vje  contenne 
l'accord&altro  chepromejfa  di  non  s'offendere  tra  i  Fiorentini  yei  Sane  fi  da 
knaparte,&  Ren?$  dotfaltra,per  laqualefu  dato  in  Roma  ftcnrt  odi  cinquan 
ta  mila  ducati  per  l' offeruan%a,  &  che  delle  prede  fatte  fifteffealla  dichiara- 
tionedel  Vontefice, quando  fuffe  in  Italia ,  Era  fucceduto  in  Lucca  queftauer- 
nata  mede  fimo  per  icolofo  accidente  :  perche  Vicem^  di  Toggio  di  famiglia  no 
bile,  &  LorenTg  Tot  ti,  fitto  colore  di  difcordie  particolari,  mainatati  forfè 
più  prefio  da  ambinone,  &  da  pouertà,prefc  farmi  ammaccarono  nel  publì 
co  palagio  il  Gonfaloniere  di  quella  città ,  &  dipoi  feorrendo  per  la  terra  am-  *  .  Tfice  J 
mancarono  alcuni  altri  cittadini  loro  anuerfarij,  con  tanto  timore  nniuerfale ,  £' ™£  " J 
che  ninno  ordina  opporfi  loro  :  nondimeno  ceffate  il  primo  impeto  comincianr  r-Pa  A<,n'*- 
do  quelli,c  baueuano  ffiauentati  gli  altri,a  temere  per  la  gronderà  del  delti-  fc??ue\  "  he 
1 0  commeffo  di  fé  mede  fimi,  &  interponendefi  molti  cittadini  ,fi  tifarono  con  cifmondo 
certe  conditionifuora  della  città  :  deìlaquak  come  furono  ufeiti,  furono  per  fé-  haueua  pre 
guitati  da'  Lucchefi  rigidiffimamente  per  tutto .  Quietate, come  detto,  le  cofe  foA"nji><\; 
di  Lombardi;!) &  di  Tofcana,ma  effendo per  l'affentia  del  Tapa,&  per  le  di-  fantf/o  "do 
feordie ,  &.  ambinone  de  Cardinali  negletta  totalmente  dal  Collegio  la  cura  F^"'0  f  lV 
€  dello  flato  ddla  Chic  fa ,  Sigifmonuo  figliuolo  di  Tandolfo  Malate fla a  antico  tà,  The  fUl 
Signore  di  Rimìni  occopò  quafifolo  con  debole  intelligenig*  chaueua  di  Rimi-  li}t{£  P*"L 
ni  quella  città  ;  &  benché  per  inflan%a  fattoci  dal  Collegio ,  il  Cardinal  de*  Totnm  «f - 
Medici  andafie  a  Bologna^come  Legato  di  quella  città  per  ricuperare  Rimini,  "°0^aìj  -{ 
£r  riordinare  l'altre  cofe  molto  turbate  di  Romagna,hauuta  promeffa  dal  Col  u  città  [  u" 
kgio^che'l  Marche  fé  di  Matoua  Capitano  della  Chiefa  andrebbe  in  aiuto  ftio  ;  JJJf  £  d\  Jf€ 
nondimeno  non  fi  rti  efie  a  d  effetto  co  fa  alcuna  per  mancamento  di  danari  >&  *  «  g  if»5do 
ferche  i  Cardinali  che  gli  auerfanono,irapediuono  ogni  delibcratione >  per  la-  J?/^  % 

quale fufiipaaccrefceì fi  la  fua  riputamm.  *«• ,. 

■ 
■  .  . 

Uhh     4         DEL- 


DE  LLHISTORIA 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Genti  l'hvomo    Fiorentino, 


LIBRO     Q_V  INTODECIMO, 

S     O     M     M     A     R     I     O.  ~~ 

SI  ragiona  nel  libro  decimoquinto  dell'amilo  di  Papa  Adriano  in  Roma,  ouc 
era  lapefte:  della  prefa  di  Rodi:  che  il  Duca  Francefco  Maria  d'Vrbino  ricu- 
perai! Tuo  flato,  quel  di  Ferrara  alcune  fue  terre  ,  &  quel  di  Milano  il  Caftello  : 
della  Lega  fra  1  Papa,  l'Imperatore,  e  i  Vinitiani:  della  ribellion  di  Borbone  dai 
Re  Francefco  :  della  morte  di  Papa  Adriano  :  delia  prefa  di  Reggio  per  il  Duca 
di  Ferrara  :  de'  progreffi  de5  Francefi  in  Lombardia  :  della  creation  di  Clemente 
VII.  Papa:  delia  guerra  di  Carlo  V.  in  Francia  :  che  il  Re  Francefco  torna  in 
Italia  per  ricuperar  lo  flato  di  Milano,  aiTedia  Pauia  ,  commette  fatto  d'arme  nel 
Parco,  &  ci  uien  fatto  prigione . 

iA  vittoria  nuoua  contra  i  Francefi ,  benché  haueffe  quie± 
tato  lecofe  di  Lombardia,  non  haueua  perciò  diminuitoti 
foretto ,  théi  Re  di  Francia ,  effendo  pacifico ,  &  intero  U 
Regno  fuo ,  &  emendo  ritornati  falui  i  Capitani,  &  legen 
ti  d'arme  *  e  haueua  mandate  in  Italia ,  non  hauefje  innan- 
T^paffaffe  molto  tempo  ad  affaltare  di  nuouo  il  Ducato  di 
Milano  ,  majjimamente  ch'erano  come  prima  paratigli  S  viveri  ad  andare  a 
gliftipendij  fuoi ,  &  il  Senato  Vinitiano  perfeueraua  [eco  nell'antica  confe- 
deratane :  per  la  confideratione  delquale  pericolo  i  Capitani  Ce  farei  erano. co 
Jlrettia  nutrire,  &  a  pagare  l 'efferato ,  co  fa  molto  difficile  :  perche  né  da 
Cefare ,  né  dal  Regno  'Napolitano  riceueuano  danari ,  &  lo  flato  di  Milano, 
era  in  modo  efauflo ,  che  nonpoteua  per  fé  folo  fofienere ,  né  tanti  alloggia- 
menti ,  né  tante  Jpefe  :perb  >  reclamando  in  uano  ipopoli ,  el  Collegio  de  Car 
dinaliy  haueuano  mandato  la  maggior  parte  delle  genti  ad  alloggiare  nello 
fiato  Ecclefiaftico  :  &paffandoper  Roma  Don  Carlo  di  Lanoia  deflinato  nuo 
uamente  periamone  di  Don  Raimondo  di  Car  dona,  Viceré  di  Ts[apoli;  de- 
terminò infieme  con  Don  Giouanni  Manuel ,  che  per  tre  me  fi  proffimi  pagaf- 
fero  ciafeun  me  fé  lo  flato  di  Milano  ventimila  ducati  >  i  Fiorentini  quindici 
mila  3  i  Genouefi  otto  mila ,  Siena  cinque  mila ,  Lucca  quattro  mila  :  della 
quale  taffa  benché  ciafeuno  efclamaffe ,  nondimeno  per  lo  timore,  che  s' haue- 
ua di  quello  effercito;  fu  neceffario  che  fuffe  accettata  da  ciafeuno  ,  allegan- 
do effi  effer  co  fa  neceffaria ,  perche  dalla  conferuatione  di  quello  dipendeva  la 
difefa  d'Italia  :  dopo  ilqual  tempo  fu  r inoliata  limpofitione ,  ma  di  quantità 
molto  minor  e.  1<[elquale  flato  delle  cofe  Italia  oppreffa  da  continui  mali* 
&  paventata,  dal  timore  de' futuri  maggiori  affrettava  con  dcfiderio  la  venti" 

ta  del 


Q_V  I  ft  T  O  DECIMO.  419 

tei  del  'Pontefice ,  come  injirornento  opportuno  per  l'autorità  TonteficdlrA 

comporre  molte  di  fior  die,  &  prouedere  a  molti  difordinì:ìlquale,fupplican-  *X; .'  '-'  » 

dolo  Cefare,chepaffato  ne'  mede  fimi  dì  per  mare  in  lfl>agna,&  parlato  in  ca  ' 

mino  co'l  Re  d'ingbilterraU'afpettafle  a  Barcelona  doue  uoleua  andare  per  fa  -  -         '-; 

inaimene  a  riconoscerlo 3&  adorarlo  per  Tontefice,  a  ricusò  ql  affettarlo, òàh  a  n  Gj0Ur0 

bitandoper  la  diflan^a  di  Cefare,che  ancora  era  nelle  eflreme  parti  della  Spa  n«Ua  vira 

gnu  ,  non  perdere  tanto  tempo  che  hauefie  poi  a  nauigare  per  Ragione  fini-  Adriana*? 

flra-ò  per  foretto  che  Ce  fare  non  cere  affé  di  fargli  differire  la  pafiata  fua  in  mette  le  <* 

Italia ;ò  perche,  come  molti  difiono,pcr  non  accrefeere  troppo  l'opinione  ìyauu  frullerò  Ti 

t  a  di  lui  infimo  dal  principio,che  hauefìe  a  e  fere  tanto  dedito  a  Cefare,che  gli  PaPa  a  no« 

«  diffcultafe  il  trattare  la  pace  uniuerfale  de'  Chrifliani,  come  haueua  delibe-  bocclr  con 

irato  di  uoler  fare. Taf  ò  adunque  per  mare  a  Roma,doue  entrò  il b  uigefimo-  l'imperato 

nono  giorno  d'^igofio  con  grandi/fimo  concorfo  del  popolo, &  di  tutta  la  Cor  ìo  diurna 

te:  da  quali  benché  ecceffiuamente  fu  fé  de  fiderai  a  la  fuauenuta  ,  perche  gnaewcaa 

Roma  fen%a  la  prefen^a  de'  Tontefici  è  più  tofìo  fimile  a  una  folitudine  che  teumpo  arri- 

a  una  Città;  nondimeno  queflo  fpettacolo  commofle  gli  animi  di  tutti,  confi-  uato  in  SP* 

aerando  hauere  un  Tontefice  dinatione  Barbaro ,  inejfeerto  al  tutto  delle  cofe  fo'd?  vii?» 

d'ltaliai&  della  Corte,nè  almeno  di  quelle  natwni,lequali  già  per  lunga  con-  v,itiofa  !  £" 

uerfatione  erano  familiari  a  Italiada  mefìitia  de'  quali  penfieri  accrebbe  che  ce ,  ch'egli 

-■alla  uenuta  fua  la c  pefle cominciata  in  Roma,  ilche  era  interpretato  peffimo  fcrifre  a,r" 

1   7  r     ^«  r  r  j>  -rn  r  JJ  Imperatole 

augurio  del  juo  Tontepcato,jece  per  tutto  l  autunno  gramfjimo  danno.  Fu  che  non  ha 
la  prima  deliberatone  di  queflo  Tontefice  attendere  alia  ricuperatone  dì  Ri  ,ucfif  ^nm* 
mini,  &  comporre  le  controuerfie ,  che  il  Duca.di  Ferrara  haueua  hauute  co'  VaYpettaua , 
due  firn  proffimi  antece fiori .  Ter  ciò  mandò  in  Romagna  mille  cinquecento  b  .  c^ 
fanti  Spagnuoli,  i  quali  per  potere  ficur amente  pafìare  il  mare  haueua  con-  set  tenitore 
dotti  ficco.  Mlequali  cofe  mentre  che  attende,  parendo  a  Ce  fare  allo  flabili-  tf  G2i0u'0ue 
mento  delle  cofe  d'Italia  importale  molto  la  feparatione  de'  Vinitiani  dal  ch'entrò p« 
He  di  Francia,  &  (ber  andò  che  quel  Senato  diminuitala  fberanza  delle  cofe  fa  Adriano 

t~,  ri         n    />      •  i-  t.         .  .       .'/,"'*      »,  >•      «  W™.     in  Roma. 

Francejhhauepe  l  animo  inclinato  alla  quiete,nè  uolefìeper  glintereffi  d  al- 
tri portar  pericolone  la  guerra  fi  trasferire  nel  fuo  dominio,  commurìicatì  c  &?1'1*™ 
i  configli  col  Re  d'inghilterra.ilqualehauendo  prima  preflato  occultamente  orrieToVi 
contea  il  Re  di  Francia  danari  a  Cefare,depcftepoi  le  diffimulationi  difende-  «»  c£h«^c 
.  m  già  apertamente  nella  caufia;  mandarono  Ambafciatorì  a  Vinetia  a  ricer-  tò  Ino^i" 
cargli  chef  confieder  afiero  alla  difefa  d'Italia  con  Ce  fare  :i  quali  furono  per  Ce  ' s  ^òrlroS 
fare  Gieronimo  ,Adorno,per  lo  Re  d'Inghilterra  Ricciardo  Tacceo  :  doue  sa-  nuSero  8d* 
'jpettauano  Ambafciatori  di  Ferdinando ,  fratello  di  Ce  far  e,  ^Arciduca  d'^Au-  PetIòne  • 
ftria>lo  interuento  delquale,per  efiere  tra  i  Vinitiani,et  lui  molte  differente, 
era  necefiarìo  in  qualunque  accordo  fi  facefi  e  con  loro.  Mandò  anco  il  Re  d'in 
•ghilterra  un'araldo  a  proteftare  la  guerra  al  Re  di  Brincia  in  cafo  non  facef 
fé  triegua  generale  per  tre  anni  con  Ce  fare  per  tutte  le  parti  del  A  ì^ndo, nella 
quale  fufiero  inclufi  la  Chiefa,il  Duca  di  Milano,  e  i  Fiorentini;^:  cnta  ■  '  'l 
ancora  ebehauefìecefiato  di  pagargli  i  cinquantamila  ducathiqualU. 


LI    B    R    O 

gato  d  pagargli  eiafcuno  anno.  Klegò  il  Re  di  miete  fare  la  triegua,  &  apcr- 
*  DI  qutft*  tornente  rifrofe  non  e  fiere  conueniente  pagare  danari  a  chi  aiutava  con  dana- 
leul'u  "n  i-  ri  ì  nimicifHOÙdonde  aumentandofi  tra  loro  gli  [degni, fi  licentiarono gli  <Ant 
fp.gni  per  bafciatori  da  ciafeuno  delle  parti ..  Partì  queflo  anno  d'Italia  Don  Gioitami 
f  ummighi  ManucUfiato  Oratore  Cefareo  a  Roma  con  grandijpma  autorità  :  tlquale  alla 
d  *u°i  g?"  partita  fece  una  cedola  di  fita  mano  a  Fiorentini)  neUaquale  cedola  narrato , 
\ Snella  vi  che  Ce/are  per  una  cedola  feruta  di  Settembre  l'anno  Mille  cinquecento  uen 
ta  d'Adua  tipromeffe  al  'Pontefice Leone  di  riconfermare,  &  di  nuovo  concedere  a*  Fio- 
rentini ipriuilcgij  dello  Statoceli* autorità^  delle  terre  pofiedeuano*  trafei 
h  Germani  meji  dopo  laprima  Dieta  fatta  dopo  la  incoronatione  >  che  fi  celebraua  in  ^£- 
giiuoia  dV  quifgrana,perchc  prima  gli  baueua  promeffi  tra  quattro  me  fi  dalla  fua  clet- 
a\  1o"lo  tione,&  dicendo  nonpotere  fedirgli  atfhora  per  giufle  cagioni:  lequali  cofe 
douico  a  '  narrateyDon  Giovanni promeffe  in  nome  di  Cefaredaqual  cedola  C efare  rati-» 
*Tff  'ma  fico  di  Mar^p  l'anno  Mille  cinquecento  uentttr  e  >&  ne  fece  l 'efpeditione  per, 
gitala  ld*  bolla  in  forma  amplifiima.  Tafiò  C  efare  come  è  detto  difopraquefto anno  in 
*e  F€xdin3  jfha„naj0ue  arriuato  procede  feuer amente  cantra  moki,  che  erano  flati  ava 

do  del  mele     Ji  à>  i  n  •>       .    -,    ,     ,    ,.i      v   .  r  , 

di  ottobre  tori  della  a  feditwne  :gli  altri  tvttiafiolue,  &  Ubero  da  tutte  le  pene  :&peré 

V  °5 1  C0J£*  congiugnere  con  la  giuftitia,  &  con  la  clemenza  gli  efiempij  della  rimunera^ 

'io  nei  lib.  tione^confiderato  che  Ferdinando  Duca  di  Calauria,ricufandocfeffereCapits 

di  cafaiuo*  noàellamohituàine  concitata3non  sera  uoluto  partire  della  Rocca  di  Sciati^ 

e  in  fuetti  ua;lo  chiamò  con  grande  honors  alla  Conciandogli  non  molto  poi  per  moglie 

liM  pretto  b  Germana  fiata  moglie  del  Re  Catolico.ricca^ma  fierile,  accicche  in  lui  ulti-  j 

«1  nneft&r  pia  progenie  de'  difendenti  di  ^ilfonfo  vecchio  Re  d'Aragona  ,  fi  eftinguefic 

** ' 84*  quella  famiglia,perche  due  fuoi  fratelli  d'età  minore  erano  prima  mortid'u- 

e  Delia  pre  no  inFranciaJ 'altro in  Italia.  Ma  quello  che  fece  infelice  queflo  mede  fimo  an 

ferite  ugìo  m  con  mfarnìa  grandijfima  de  principi  Chnfliani  >  fu  che  nella  fine  di  e  fio,. 

uìo  nella  vi  Solimanno  Qttomanno  cprefe  l'Jfola  di  Rodi  cufiodita  da  Caualierìdi  Rodi  >  < 

^ddaao**  frìma  chiamati  CaualieriGierofolimitaniù  quali  rifedendo  in  quel  luogo  poi 

mt  più  mi-  ch'erano  flati  cacciati  di  Gierufalem}bencbe  inme^o  trai  Turcoy  e'I  Soldantk 

na^miu  'Principi  di  tanta  potenza  Jhaucuano  con  grandijfima  gloria  del  fuo  ordine 

«juefta  guw  lunghiffimo  tempo  conferuata ,  &  flati  come  un  propugnacolo  in  quei  mari 

ia  ' 

B'il 

feóuKfUeg  dio  contrai  legni  de  Chnfliani.  Stette  intomo  a  quelli  fola  molti  mefi  gran- 
ano molte  dijjìmo  efferato,  e'I  Turco  in  per  fona ,  non  perdendo  mai  un  minimo  punto  di 
l^auuen^e!  tempo  di  tormentargli,  bora  col  dar  battaglie  atrocifiime,honz  ,ol  far  mine, 
contienfi  e  trincee ,hor 'a col  far  cavalieri  grandiffimi di  terra j&  di  legname  >cbe  fopr a. 
IShn"  di  facefferolemum  della  Terra  :  per  lequali  opere  tirate  innanzi  con  grandiffi- 
tuuo  queiU)  ma  uccisione  de'  fuoi  ura  anco  diminuito  notabilmente  il  numero  di  quei  di. 

attedio,  l'op  J  J  J 

pugnatiós,  aenn  o:. 

&  la  dedirion  di  Rodi  in  una  oratione ,  citata  dal  Fontana ,  8c  reritats  &  comporta  da  Thonaafc  Guicardo 
Eodiotto  dottore,  &  Orator  del  Graa  Maclìro  di  quella  Religione  a  rapa  Clemente  VÌI.  che  fu  ftampatr 
in  Roma  l'Ando  iji*. 


*<LV  INTÓDECIMQv  (  4$o 

lentroitanto  cheflracchi  dalle  continue  fatiche,  &  mancando  loro  la  *polue- 
\-c  per  l'artiglierie,  non  potendo  più  refìftere  a  tante  moleflie,  gittato  in  ter- 
ra dall'artiglierie  gran  parte  delle  mura ,  &  temine  paffate  in  molti  luoghi 
delia  terra  ncllaquale  loro  per  effere  efpugnati  i  primi  luoghi-/ andauano  con 
tinuamente  riflrignendo,  finalmente  ridotti  all' ultime  neceffità  ;  capitolarono 
col  Turco,cbe  il  Gran  Macflro  gli  lafciaffe  la  Terra  :  ci)  egli  con  tutti  i  Caua- 
lieri,&  Rodianipotefferoufcirnefalui  con  f acuità  di  portar  feco, quanto  più 
robbapoteuano  &  per  hauere  qualche fìcurtà,cbe'l  Turco  facejjb  partire  Var 
mata  di  quei  mari,  &  difcofìaffe  da  Rodi  cinque  miglia  l'efferato  di  Terraipet 
uirtà  deUaqual  capitolatane  reflò  Rodi  a'  Turchie  i  Chrifliani,efiendo  offer- 
uata  loro  la  fede, pacarono  in  Sicilia,  &  poi  in  ltalia,hauendo  trouato  in  Si- 
cilia un'armata  di  certe  naui,  che  s'ordinaua,ma  tardi  per  colpa  del  Tontefi- 
ce,per  mettere  in  Rodi  come  baueffero  il  uentoprofpero,  rinfirefcamento  di  uet 
touaglie,  et  di  monitioniiet partiti  che  furono  di  Rodi,Solimano  in  maggior  di 
(pregio  della  ChriflianaReligione,fece  l'entrata  fua  in  quella  città  il  giorno  del 
la  Itfatiuità  del  Figliuol  d'Iddio,  nelqual  dì  celebrato  co  infiniti  canti,&  mu- 
fiche  nelle  Chiefe  de'  Chrifliani, egli  fece  conuertire  tutte  le  Chiefe  di  Rodi,dc~ 
dicate  al  culto  di  Chriflo,in  MoJ checche  fecondo  l'ufo  loro,  efterminati  tutti  i 
viti  de'  Chrifliani,  furono  dedicate  al  culto  di  Maometto.  Quefio  fine  ignomi 
niofo  al  nome  Cbrifliano,  queflo  frutto  delle  difcoriie  de*  noflri  Trincipi  heb- 
be  l'iAnno  Mille  cinquecento  uentidue, tollerabile  fé  almeno  l'effempio  del  da 
no  paffato  haueffedato  documento  per  lo  tempo  futuro  ima  continuando  fi  le 
difcordie  tra  i  Trincipi  non  furono  minori  i  trauagli  dell'\Anno  Mille  cinque-  M.D.XXXU 
cento  uentitre .  1<lel  principio  delquale  i  Malatefli  conofcendofi  impoten- 
ti a  reftflere  aUefor%e  del  Tapa,  per  interpofitione  del  Duca  d'orbino  >  furo- 
no contenti  lafciar  Rimini,  &la  fortc%ga,hauuta  intentione  benché  incer- 
ti d'hauere  qualche  foflent amento  per  la  ulta  di  Tandolfoiilche  non  hebbeef 
fctto  alcuno,  .Andò  dipoi  il  Duca  d'orbino  al  Tonte fice,  appreffo  alquale,& 
ndla  maggior  parte  della  Corte?  facendogli  fauore  la  memoria  gloriofa  di  Giù 
Ho  Tom  e  fice, ottenne  l 'affollinone  dalle  cenfure,  &  d*  effere  rinueftito  del  Du 
tato  d'orbino  ma  con  la  claufui a  fenica pregiudicio  delle  ragioni,  per  non  pre- 
giudicare all'applicai  ione  ch'era  fiata  fatta  a*  Fiorentini  del  Monte  feltro  ;  i 
quali  diceuano  hauere  preflato  a  Lione  per  difefa  di  quel  Ducato,  ducati  tre- 
cento cinquanta  mda,&  haueruifpefì  dopo  la  morte  fua  in  diuerfi  luoghi  per 
la  confernatione  dello  flato  della  Chiefapiu  di  fettanta  mila»  Riceuè  ancora 
in  grada  il  Tonte  fice  il  Duca  di  Ferrara,  rinucflendolo  nonfolamente  di  Fer- 
rara^ di  tutto  quello,  che  innanzi  aita  guerra  mofìa  da  Lione  contra  i  Fran- 
te fi  ,  pofìedeua  appartenente  alla  Chiefa ,  ma  lafciaudogli  etiandio  con  graue 
nota  fua. b  de'  miniflri  che  ufauano  male  la  fua  impernia,  leCaflella  di  ^Fe- 
lice,&  del  Finale, quali  acquiflate  eia  lui  quando  roppe  la  guerra  a  Lione,  & 
dipoi  perduta  innanzi  alla  fua  mone, haucua  di  nuouo  riprefeper  l'occaftone 
della  Matafione  della  Sedia,  Obligoflì  U  Dn:a  di  Ferrara  ad  aiutare  con  certo 

numero 


numerò  di  genti  la  Chìcfa*quando  occorrere  per  la  difefa  del  fuo  Stato,  &fi 
aflrinfe  con  grauiffime  pene,  fot  tomet  tendo  fi  ancora  al  ricadere  della  inueflU 
tMra,&  alla  priuatione  di  tutte  le  fue  ragioni, in  cafo  che  in  futuro  offendere 
fin  la  Sedia  ,Apofloiica.  Dettegli  ancora  ilTontefice  non  piccola  intentione 
dircflituirgli  Modona,&  Reggio  benché  da  queflo,efiendogli  dipoi  dimoflra- 
ta  la  impattatila  delia  cofa,  &  per  lo  esempio  de  gli  anteceffori  fuoi  la  infa- 
mi a^be  ne  perverrebbe  al  fuo  nome ,  fi  alieno  con  V animo  ogni  giorno  più , 
J^elqnxl :  tempo  il  Caflello  dì  Milano  flr  etto  da  careflia  d'ogni  cofa  eccetto  che 
di  pane,  &  pieno  d'infermità,  conuenne  d'arrender  fu  faine  le  robbe,&  le  per- 
fine,fé  per  tutto  il  giorno  quartodecimo  d'aprile  non  era  foccorfo;alqual  tem 
pò  oferu.tta  la  conuentionc  apparì  effere  morta  la  più  parte  de  gli  huomini, 
che  ni  erano  dentro .  Confentì  C efare  con  laude  non  piccola  appreffo  a  gli  Ita* 
lianijche  fuffe  confegnato  in  poteflà  del  Duca  Francefco  Sforma:  né  fi  teneua 
più  altro  per  i  Francefi  in  Italia  chél  Caflello  di  Cremona,  prouiflo  ancora  del 
h  cof:necefferie  abbondantemente :&  nondimeno  quefli  fucceffl non  folleua- 
no  la  infelicità  de*  popoli  di  quel  Ducato,  aggrauato  ecceffiuamentc  dalt effer- 
ato Cefareo,pernon  riceuere  i  pagamentiiilquale  effendo  andato  ad  alloggia- 
te in  ^4fli,&  nelt  jtfligjano,  hauendo  tumultuato  per  la  medefvma  cagione; 
predo  tutto  il  paefe  in  fino  a  Vigeuene  :  in  modo  che  i  Milane  fi  per  fuggire  il 
dannosi  pericolo  del  paefe,  furono  co  flr  etti  promettere  loro  le  paghe  di  certi 
tempuche  importauano  circa  ducati  cento  mila:&  nondimeno  non  fi  mitiga- 
uaperquefla  acerbità  in  parte  alcuna  l'odio  di  quel  popolo  contra  i  Frane  e- 
.  hmo  fi, tenendogli  fermi  parte  il  timore  per  la  memoria  delfoffefe  fatte  loro,  parte 
Adorno  o-  la  f^eran^che  fé  mai  ceffaffe  il  pericolo ,  che  il  Re  di  Francia  di  nuouo  non 
T°t  in  v?ne  afFa^taffe  quello  flato,  cefferebbono  tanti  pefi ,  perche  non  farebbe  nècefiario. 
tia ,  uenen-  che  Cefare  teneffe  più  foldati  in  quel  Ducato .     Trattauafi  in  queflo  tempo, 
fa  ftpoit"6  medefimo  continuamente  la  concordia  tra  Cefare  ,  e  i  Vinitiani ,  laquale  per, 
honoreuoi-  molte dijfìcultà  chenafceuano,  &  per  uarie  dilationi  interpofle  da  loro  tene- 
chiefa^di*  m  f°!Psfi  di  °iue^°  c^e  haueffe  afeguirne,gli  animi  di  ciafeuno.  ^Accrebbe  la 
santo  stefa  dilatione,&  forfè  anco  le  dijfìcultà  diquefla  pratica  la  morte  di*  Gieronimo  ' 
fo  'congni  ^Adorno  Mquale  effendo  per  fona  di  grande  fpìrito,  &  ejperien%a,benche  gio- 
beiia  ora-   nane X 'a  trattaua  con  molta  autorità,&  con  deflre^afingolare,  in  luogo  del 
Nico!òdda    quale  ui  fu  mandato  da  Milano  in  nome  di  Cefare  Marino  Caracciolo,  Troto- 
?onte,huo-  Lotario  ^poflolico,  ilquale  molti  anni  poi  fu  da  Taolo  Ter%o  Tontefice  pro- 
J™n?iai0&  ìnoffo  alla  dignità  del  Cardinalato  .  Trattaronfi  quefle  cofe  in  Vìnetia  molti 
d'eruditio  -    mefhperche  da  altra  parte  il  Re  di  Francia  faceua  arduamente  per  gli  jtm 
horVpabii-  'bafeiatori  fuoi  diligenza  grandi (Jìma  in  contrario, promettendo  hora  con  let- 
camete  leg-  tere^hora  con  huomini proprij  di  pafjarpreflo  con  potentiffimo  efferato  in  Ita 
|cau*  cò^e"  liaiperche  tra  i  Senatori  ermo  uarietà  grande  di  pareri,  &  affìdue  dtffutar 
Icriuei'ietro  tiom  :  percbe  molti  configliauano,  che  non  fi  abbandonaffe  la  confederatane 
nàUneTubr.  del  Re  di  Francia,confidandofi  che  pr  e  fio  hauefìe  a  mandare  l'efferato  in  Ita* 
i x  delie  fue  Uadaquale  ff>eran%a  il  Re sfor%andofl  con  fomma  diligenza  di  nutrire,  baie 

U'iCOXi*.  '         -        '  ti  1 


I 


O.V  INTODECIMO;  4ji 

uà  oltra  molti  altri  mandato  di  nuouo  Ren^p  da  Ceri  a  V  inetta  a  promettere 
qutfto  mede  fimo  >&  a  dimoflrare  che  già  le  cofe  erano  preparate:  altri  ccnfi- 
derando  per  la  ijperien%a  delle  cofepaffate  le  negligenti  ejecutiom  di  quel  Re% 
non  confidauano  che  hauejfea  pajfare ,  &  quefla  opinione  s'accrefceuaptr  le 
lettere  dì  Giovanni  Badoero  Oratore  loro  in  Franciaiilquale  predando  fede  a 
quello, che  gli  era  riferito  dal  Luca  di  Barbone,  ilquale  giaccgionte  occult  ial- 
inamente contra  il  ReJefideraua  che  i  Vinitiani  fi  unijfero  con  Ce  fare  >affer~ 
maua  che'l  Re  di  Francia  per  quell'anno  non  palerebbe,  ne  manderebbe  effer- 
ato in  1  tali* .  Spauentaua  altri  la  mala  fo ruma  del  Re  di  Francia,  la  profte 
ra  di  C e  far  e,  il  àfiderare  che  in  Italia  feguitauano  Ce  far  e  il  Duca  di  Milano* 
i  Genouefi,e  i  Fiorentini  con  la  Tofana  tutta,& ficredeuachehaueffeafare 
il  mede  fimo  il  Tontefice;& fuor  a  a"  Italia  erano  congiunti  feco  V arciduca  fuo 
fratello  uicino  allo  fiato  de  Vinitiani  e'iRe  d'inghilterra,ilquale continuarne 
te  face  uà  la  guerra  in  Ticcardia.  Isella  quale  uarietà  di  pareri  non  meno  tra 
i  principali  del  Senato,che  negli  altri,  non  fi  potendo  per  la  maturità  delle  co 
fé y& per la  infranga  grandi ffima  de  gli  Jlmbafciatori  di  Ce  far  e  differire  più 
il  farne  deliberatone ,  conuocato  finalmente per  determinar  fi  il  configliode' 
Tregadi,iAndrea  Gr  itti, huomo  per  importantiffime amminiflrationi>  &fat- 
timolti  egregijÀifomma  autorità  in  quella  Republica,&  di  nome  molto  chia 
roper  tutta  Italia^  &  apprefli  a*  Trincipi  efterni;  parlò  fecondo  fi  dice  in  que- 
fla fenten^. 

.Ancor  ch'io  conofca  effer  pericolo ,  Treflantijfimi  Senatori ,  che  s'io  confì- 
glieròchenoinonci  partiamo  dalla  confederatane  del  Re  di  Francia,  alcuni 
non  interpretino,che  in  mepoffapiu  il  ricetto  della  lunga  conuerfatione,  ch'io 
ho  hauuta  co'  Fr  ance  fi ,  che  quello  dell'utilità  della  Republica  ;  non  mi  afierrò 
per  queflo  da  effrimere  liberamente  il  parer  mio,  come  è  propriamente  ufficio 
de  buoni  Cittadini: anq  è  inutile,&  Cittadino, &  Senatore,quello,ilqualper 
qualunque  cagione  fi  ritrahe  diperfuadere  a  gli  altri  quello,che  in  fé  medefi- 
mofente  effer  e  il  beneficio  della  Republic ajbenche  io  miperfuada  che  appreffo 
agli  huomini  prudenti  non  harà  lungo  quefla  interpretai  ione;  perche  confide- 
remmo nonjolo  quali  fiano  flati  in  ogni  tempo  i  coftumi,&  l'anioni  mie, ma 
che  io  non  ho  trattato  col  Re  di  Francia ,  né  con  gli  huomini  fuoi,fenon  come 
huomo  uoflroi&per  uoflra  commeffione,&  comandamento ;& mi  giuflifiche 
rà  oltra  queflo  sto  non  m'inganno ,  la  probabilità  delle  ragioni ,  le  quali  mi 
fanno  condefcendere  in  quefla fenten%a .  *Noi  trattiamo  fé  fi  debba  fare  nuo 
uà  confederatane  con  C 'efare ,cmtf 'aria  allafede  data  da  nomagli  oblighi  del- 
la confederatone,  che  habbiamo  col  Re  di  Francia:cofa  che  agiudicio  mio  no 
uuol  dire  altro,  che  sflab:lire  in  modo  la  potenza  di  Ce  fare  già  terribile  a  cia- 
fcuno,  che  non  ci  ejfendo  mai  più  rimedio  di  moderarla,  ò  d'abbajfarla ,  ere  fica 
continuamente  in  noflro  pregiudicio  manifefliffimo .  *2S(ów  habbiamo  cagio- 
ne alcuna  che  poffaguifu fi e are  quefla  deliberatone  :  perche  il  Re  ha  fempre 
offewato  la  noflm  confi  dcraÙQne ,  &  fé  gli  effetti  non  fono  flati  cvfi  pronti 

arino- 


LIBRO 
*  rinouare  la  guerra  in  Italia  ;  fi  conofce  chiaramente  che  poi  che  a  quejìo  lo 
(lìmolauano  i  propri]  intere  (fi  ;non  è  proceduto  da  altroché  da  gl'impedimen- 
thcheha  hauuth&  ha  nel  Regno  di  Francia,i  quali  hanno  potuto  prolungare 
i  difegni  fuoi,manon potranno  già  annichilargli:perche  lauolontà  e  sì  arden- 
te alla  ricuperatane  dello  flato  di  Milano, la  potenza  è  sì  grande, eh  e  feflenu- 
ti  che  harà  quefli  primi  impeti  de*  nimicai  quali  fofterrà  facilmente;niuna  co 
fa  lo  ritarderà  ,  che  di  nuouo  non  mandi  for%e  grandi ffime  di  qua  da  monti  • 
Vedemmo  dell'una  cofa,&  dell 'altra  più  uolte  li  esempio  del  Re  Luigi:  ilqua- 
le  effendo  afìaltata  la  Francia  con  armi  molto  pin  potenti ,  che  non  fono  que- 
lle che  al  predente  la  me  leftano, congiuratogli  contro  quafi  tuttofi  mondo,  con 
la  grandeTga  delle  fuefor%e<>con  la  fortezza  de*  luoghi  che  fono  fu  i  confini^ 
con  la  fede  de'  popoli  facilmente  fi  diftefe;&  quando  era  nell'opinione  di  tut 
ti  gli  huomìni,che  per  la  flraccheTga  della  guerra,glifuffe  neceffario  il  ripo- 
fo  di  qualche  tempo;mojfe  fubito  in  Italia  potenti  efferati .  ls[gn  fece  queflo 
mede  fimo  ne' primi  anni  del  Regno  fuo  il  prefente  Re  i  quando  ciafeuno  cre- 
deua  che  per  ejfer  nuouo  Re,  per  hauer  trouata  efaufta  la  Corona,per  le  fi  e  fé 
infinite  deli anteceffore >fuffenecefftato  differire  la  guerra  ad  un  altro  anno. 
T^pn  ci  dehbe  adunque  jpauentare  quefla  tarditàM  farebbe  efficiente  feufa 
delle  noftre  uariationi ,  perche  il  confederato  ritardato  non  dalla  uolontà,  ma 
da  'gl'impedimenti  foprauenutì ,  non  dà  giufla  caufa  di  querelar  fi  al  compa- 
nno3nè  honefto colore  dipartir]}  dalla  collegatione.  Quefla  deliberatione  ricer 
ca  da  noi  il  ricetto  dell' honeflà,il  ricetto  della  dignità  del  Senato  Vinitiano, 
wa  non  la  ricerca  meno  il  rifletto  deltutilità,anyi  della  fallite  noflra.  Ter  che 
chi  è»cbe  nonconofea  di  quanto  profìtto  tifa,  &  da  quanti  pericoli  ci  liberi, 
feyl  Re  di  Francia  ricupera  lo  flato  di  Milano,&  quanto  ripofo  partorì fca per 
mo\ti  anni  alle  cofe  noflrei^Ammonifcene  l' e f  empio  delle  coflc  fuccedute pochi 
anni  innanzi* perche  l'hauerlo  ricuperato  queflo  Re  fu  cagione ,  che  noìy  che 
prima  congrandiffime  fpe fé, & pericoli  difendeuamo  Tadoua*  e  Treuigi,  ricu 
peraffìMo  Brefcia,&  Verona  /fu  cagione,  che  mentre,  che  egli  terme  pacifico 
quel  Ducato 3noipofi 'ed effimo  con grandiffima pace ,  &  ficurtà  tutto  l  Impe- 
rio noftro,  effempij,  che  ci  hanno  à  muouere  molto  più  che  la  memoria  antica 
della  Lega  di  Cambrai:  perche  i  Re  di  Francia  compre  fono  per  efpené^a  queU 
che  non  haueuano  compre  Co  per  le  ragioni,quanto  detrimento  riceueffero  del- 
l'efferfi  partiti  dalla  noflra  congiuntone, co  fa  chefen%a  comparatone  conofce 
ranno  meglio  nel  tempo  prefente,  nelquale  ha  queflo  Re  per  emulo  un  Impera 
tore,Trincipe  di  tanti  Regni,&  di  tanta  grande?ga,la  cui  potenza  lo  necef- 
faa  à  defiderare,  &  hauer  e  carifflma  la  noflra  confederatione.Maper  contra 
rio  chi  è  quello,che  non  uegga,  e  che  non  conofea  in  quanto  pericolo  reflereb- 
bono  le  cofe  noftre,  efclufo  che  fo fife  totalmente  il  Re  di  Francia  dalle  imprcfe 
d'Italia? perche  chipuoprohìbire  a  Ceflare.che  non  appropri]  a  fe,o  al  fratel- 
lo il  Ducato  di  Milano  ?  dclquale  fin  ad  hora  non  ha  mai  conceduto  linuefti- 
tura  a  Fracefco  Sfor%a:&fie,come  chiarifJimo,baràpcteflà  difarlo,chi  è  quel 

lo, 


QJV  I  N  T  O  D  E  C  I  M  O.  43* 

losche poffa  afficurare  della  uolontàhhi  è  quello  che  poffa  promettere  che  ef- 
fendo  il  Ducato  di  Milano  una  fcala  di  falire  all'imperio  di  tutta  Italia,  che 
habbia  a  potere  più  in  Ce  fare  il  ricetto  della  giuflitia,  &  deUhonefià ,  che 
HA  MBIT  IO  T^E  »  &  cupidità  propria ,  &  naturale  di  tutti  i  Trincipi 
grandiiafflcureracci  forfè  la  moderatone y&  la  temperane  de*  miniftri,cha 
in  Italia  ?  che  fono  quxfì  tutti  Spagnuoli  gente  infedele,  ropociffimo^infotia- 
bilefopra  unte  V-.h^ Ss  adunque  Ce  forca  Ferdinando  fuo  fratello  s'attribuì 
feono  Mìlaticìn  eh? grado  rimane  lo  Stato  noflro, circondato  da  loro  daliapar 
te  d'Italia,  &  di  Germania  t  che  rimedio  poffiamo  fperare  a'noftri  pericoli  i 
effendo  in  mano  fm  il  Reame  di  Trapali,  il  Vontefice2& gli  altri  flati  d'ito- 
Ha  dependenti  da  lui ,  &  ciafeuno  de  gli  amici  noflri  sì  efaufto[,  &  attrito  di 
for%e%che  da  loro  non  poffiamo  fperarfauorealcunoimo  fé  l  Redi  Francia  pò] 
fedtffe  il  Ducato  di  Milano,  reflando  le  cofe  bilanciate  tra  due  tali  Trincipiy 
chihaueffe  da  temere  della  potenza  dell'uno,  farebbe  riguardato,&  lafciato 
flore  per  la  potevo  deli  altro  tan1^  il  timore  folamente  della  fua  uenuta  afficti 
ra  tutti  gli  altri;  perche  coflrigne  gì' Imperiali  a  non  fi  muouere,a  non  s'impe- 
gnare ad  imprefa  alcuna:  però  a  me  pare  più  prefto  ridicola,  che  fyauentofa  la 
multa  de'  minacci  loro,  che  fé  non  ci  confederiamo  con  Ce  far  e,  ci  uolterranno 
contro  l*  efferato*  come  fé  l  muouere  la  guerra  contro  il  Senato  Vinitiano  fio. 
inprefa facile, &  dafperarnepreflo  louittoria,&  come  fé  queflo  fuffe  il  rime 
dio  di  far  e -y  ch'I  Re  di  Francianonpaffaffe ,  &  non  più  prefto  cagione  del  con- 
trario.-perche  chi  dubita,  cheprouocati  da  loro  proporremmo  per  neceffìtà  con 
dìtioni  tali  al  Re ,  che  quando  bene  nhaueffe  l'animo  alieno ,  lo  induceffero  a 
poffare,  TS{on  accadde  egli  queflo  mede  fimo  a  tempo  del  Re  Luigi,che  le  ingiù 
rie,e  i  tradimenti  fattici  da  loro ,  e  induffuno  a  fìimolare  in  modo  quel  Re,qua 
do  io  di  fuo  prigione  diuentaiuoflro  jùnbofciatore,che  al  tempo  che  più  teme 
uà  àefìere  affaltatopotentiffimomente  in  Francìa,mando  l  efferato  fuo, ben- 
ché con  mala  fortuna  in  Italia  i  Ts^on  crediate  che  fé  gli  Imperiali  penf afferò 
che  la  uia  di  tirarci  allomicitia  loro,ò  d' officurarfi  delia  uenuta  del  Re  di  Fra 
eia  fuffe  f  affaltarci,c  haueffero  differito  fin  a  queflo  giorno  a  dargli  principio: 
forfè  che  non  hanno  i  Capitani  loro  cupidità  xd  arricchir  fi  delle  prede ,  &  de' 
guadagni  delle  guerre  :  forfè  che  non  hanno  hauuto  neceffìtà  per  ifgrouare  il 
paefe  degli  amici,&  fgrauandolohauere  f acuità  di  trame  danari,  di  nutrire 
lefiercito  nepaefi  d'altri  :  ma  hanno  conosciuto  che  per  la  potenza  noflro  ,[è 
troppo  difficile  lo  sfor%arà,cheper  loro  non  fa  temendo  ogni  giorno  della guer 
ra  del  Re  di  Froncio,implicarfi  in  un  altra  guerra,  ne  dare  cagione  à  mio  fla- 
to potente  diforxg  y  &  di  donar  iy  di  fìimolare  con  la  gronderà  dell  offerte  i 
Trance  fi  apafìare .  Mentre  che  fior  anno  in  queflifofpetti,  &  in  quefle  am- 
biguitàjnon  occuperanno  per  fé  il  Ducato  di  Milano ,  non  tratteranno  fé  non 
con  minacci  nani  d  offenderci  :fe  non  gli  affi curar emo  do  queflo  timore  ,farà 
inpoteflà  loro  di  fare  luno,&  l'olirò;  &  fé  lo  faranno ,  come  è  ueriftmile ,  dì 
chi  altri  potremo  noi  più  lamentarci  che  di  noi  mede  fimi  ì  &  della  noflro  trop 

fa  th 


LIBRO 

fa  timidità ,  &  del  defiderio  immoderato  DFLljiT  jtC  £  :  lacuale  è 
de fider  abile  ,& fanta,quando  afficura  da' fi  fieni,  quando  non  aumenta  il  feri 
cohy  quando  induce  gli  huominì  apoterfi  ripofare ,  &  aìlegierirfi  dalle  fiefi  : 
ma  quando  partorire  gli  effetti  contrarij,  è  fitto  nome  infuliofi  di  pace  perni- 
tiofi  guerra^  fitto  nome  di  medicina  faluti fera  peflifero  uelcno.  Se  adunque 
il  fare  noi  confederatane  con  C  efare  e  fi  Inde  il  Re  di  Francia ,  dalle  imprefi 
ditalia,dàa  lui  f acuità  d 'occupare  ad  arbitrio  fio  il  Ducato  dì  Milano,occu- 
fato  quello  penfare  à  deprimere  noi ,  ne  figuita  che  noi  comperiamo  con  gran 
dijjìma  infamia  del  nomenoflro ,  con  maculare  la  fede  di  quefta  Republica  la 
grandezza  d'un  Trincipe  ,  ìlqual  non  ha  meno  diflefo  l 'ambinone >  che  la  pò- 
ten^ty  &  che  pretende  egli,  &  il  fratello  che  tutto  quello  che  noi  ~pojfediama 
interra  ferma  appartenga  a  loro  :&  che  e filudiamo  da  Italia  un  Trincipe 
che  con  la  grandezza  afjìcuri  la  libertà  di  tutti  gli  altri,  &  che  farebbe  ne* 
teffitato  a  effere  congiuntifjìmo  con  noi,  chi  propone  quefle  ragioni  tanto  eui- 
denti,  &  tanto  palpabili  non  può  già  effere  imputato  che  lo  muoua  l'  affettio- 
neypiu  che  la  unità,  più  gli  intere/fi  proprij, che  l'amore  della  Republica,  delia, 
falute  deUaqualnon  habbiamo  da  dubitar ,  fi  Iddio  alle  uoflre  deliberationi 
concederà  tanto  di  felicitavamo  ha  conceduto  di  fapien^a  a  queflo  eccellen- 
tiffimo  Senato .  Ma  incontrario  Giorgio  Cornaro  Cittadino  di  pari  autori' 
tà,&  di  nome  celebrato  dì  prudenza,  quanto  alcun  altro  di  quel  Senato  sop* 
pò  fi  con  oratione  tale  à  queflo  configli 

Grande  certamente,Treflantiffimi  Senatori,  &  molto  diffìcile  è  la  p) 't fin- 
tedeliberatone:  nondimeno  quando  io  confiderò  quale  fané tempi  noftri 
l'ambìtione,  &  infedeltà  de  Trincipi,  &  quanto  la  natura  loro  fta  disforme 
dalla  natura  delle  Republicejequali  non  fi  gouemando  con  l appetito  d'un  fi 
lo,ma  col  confentimento  di  molti  procedano  con  più  moderatane,  &  maggie* 
ri  rifietti,ne fi  partono  mai  sfacciatamente,' come  fieffò  fanno  effiAa  qutlche 
ha  qualche  apparenza  digiuflo,  &  a"honeflo',io  non  poffb  fi  no  rifoluermi  che 
a  noi  fiaperniciofiffìmo  che  il  Ducato  di  Milano  fia  d'un  Trincipe  più  potenti 
che  no'nperche  una  tale  uìcinità  cineceffita  affare  in  continui  fio  fieni,  &  tor- 
menti; &  ancora  chefiamo  nella  pace,  qua  fi  fimpre  conuiene  effere  ne'penfie 
ri  della  guerra,non  oftante  qualunque  confederatone,  ò  conuentione,  eh abbia 
mo  infume .  Di  queflo  fi  leggano  nelle  hiflorie  antiche  infiniti  effempij,nel- 
lenoftrequalch'uno:ma  qual  maggior  e  ■>&  più  illuflre  che  quello yche  con  acer 
ha  memoria  è  f colpito  nel  cuor  di  tutti  noi  *  [ntrodufie  queflo  Senato  Luigi  Re 
di  Francia  nel  Ducato  di  Milano;allaquale  infelice  deliberatione  molti  di  noi 
furono  pr  e  finti .  Conferuoff egli  fimpre  intiera  la  fede  delie  capitolationi,qua 
tunque  con  premij grandi,  &  con  uarie  occafioni  fuffìmo  inuitati  a  difioflarci 
da  lui,dagli  Spagnuoli,&  Tede  fichi  ;  qnantunque  fuffìmo  certi,che  per  lui  fi 
trattauano  fieffo  molte  co  fi  contra  noi .  T<lon  piegò  ne  il  beneficio  riceuutQ, 
ne  la  fede  data,  ne  tanti  perpetui  ufficij  noftri  l'animo  fuo  pieno  di  tanta  cupi-  \ 
dita  d'offcnderchche  finalmente  riconciliatofi  per  quefta  cagione  con  gli  anù- 

*  chi 


^v  r  m  t  o  b  i  e  i  m  a;  __  4^ 

t7?f»d^  Attrbìffimi  nimicifuoi;  contraffa  contra  noi  la  coUegatwnepeyniciofìP 
fima  di  Cambrai .  Vero  per  fuggire  i  pericoUxhe  dalla  infidiofa,  &  fraudo- 
lente uicinità  de  Vrinapi  grandi  ci  farebbono  del  continuo  imminenti  ,framo 
neceffìtati  (s'io  non  rn  inganno)  dirizzare  tutte  le  nofire  deliberationi  a  qut- 
fto  fine, che 7  Ducato  di  Milano  non  fra  né  del  Re  di  Francia, né  deli*  Imperata 
re,mafia  di  Francefco  Sforty,  ò  di  qualunque  altroché  non  babbia  Regni,  & 
imperi]  maggiori,  donde  depende  nel  tempo  pre finte  la  ficurtà  nofira  >  donde 
nel  futuro  può  dependere,  fé  fi  uariaffero  le  conditivni  de9  tempi  prefenti  gran- 
de aumento,  &  efaltatione  del  noftro fiato .  *Hon  confuliiamo,  fé  è  da  con" 
tinuarc  l'amicitia  col  Re  di  Fracia  ,0  da  confederarfr  con  Ce  far  e  :  l'una  di  que- 
fie  due  deliberationi  efclude  totalmente  dal  Ducato  di  Milano  Fracefco  S%or~ 
%a  &  da  adito  d'entrami  al  Re  di  Francia  >  principe  tanto  più  potente  di  noi: 
l'altra  deliberatione  tende  a  confermare  ,  &  afjìcurare  Francefco  Sforma  in 
quel  Ducato  ilquale  Ce  far  e  propone  d'includere  come  principale  nella  nofira 
confederai  ione, promette  la  conferuatione  fua  al  Re  d'ingh Ut erra: però  quan- 
do tentaffe  di  fogliarlo  di  quello  flato ,nonfolo  offende,  ebbe  noi, &  gli  altri 
(Cltalia,à  quali  darebbe  caufa  di  uolgere  dinnouo  l'animo  a  Fr ance  fi,  ma  of- 
fenderebbe il  Re  d'inghiltcrra,  alqualegli  conuiene  ognun  sà,hauer grandi f. 
fmirifpetti  ,prouocherebbefr  contro  tutti  i  popoli  del  Ducato  \di  Milano  in- 
clinatiffimi  a  Francefco  Sforma .  Co  fi  fiotto  ponendo  fi  a  molte  difficultà,  & 
pericoli,  &  agrandiffima  infamia,contrauerr ebbe  alla  fede  fua ,  laquale  non 
sèfin'adhora  uedutofegno  alcuno, [che  mai  babbia  dift>wzgata  :  cofa  che  non 
poffiagu  dire  noi  de'  Francefr  :  an\ibauendo  refiitmto  dopo  la  morte  di  Va- 
pa  Lione  Francefco  Sforma  in  quello  flato ,  co  fognatogli  le  fortezze,  fecondo 
che  fucceffiuamente  fr  fono  acquifiate ,  &  ultimamente  contra  la  opinione 
di  molti)  il  caflello  di  Milano ,  non  fi  può  dire ,  che  n  babbia  fatto  fegni  con- 
trari]. Verche  adunque  non  dobbiamo  noi  fave  più  preflo  quella  delibera- 
tione, nella  quale  è  fi>eran%a grande  dtconfeguire  l'intento  noftro,  che  quel- 
la cbs  manifeflamente  tende  a  fine  contrario  a'  nofiri  "infogni  ?  <A  queflo 
$  oppone  che  di  maggior  pericolo  farebbe  a  quefla  Republica,  cbe'l  Ducato  di 
Milano  fuffe  inpoteflà  dell' Imperatore, che  fé  fuffe  inpoteflà  del  Re  diFran- 
ciaipercbe  quel  Re  per  la  grandezza  di  Cefare,&  per  l'emulatane,  che  ha  cs 
lui,harebbe  quafrneceffità  diperfeuerare  nella  nofira  congiuntane ;ma  in  Ce- 
fare  tutto  l  contrarioper  lapoten^fua,  &  per  le  ragioni,  che  contra  lo  fia- 
to noftro  pretendono  egli,e'l  fratello. Credo  che  chi  cofifente  diCefare,no  s'in- 
ganni per  la  natura,&  consuetudine  de' Vrincipi  tanto  grandi .  Voleffe  Iddio 
non  singannaffe  chi  non  finte  il  mede  fimo  del  Re  di  Francia.  Militauano  nel 


>fe 

condo  la  natura  delle  cofe  Immane  di  momento  in  momento:  perche  &  Cefare 
è  huomo  mortale  come  gli  altri  hnominiìC  fecondo  ieffempio  dì  molti  Trinci- 
li* fi 


L    t    8    TI    0  ■ 

pi  flati  maggiori  diluì  fottopofload  infiniti  mccì denti  dì  fortuna',  &-qihr,ifò- 
tempo  è  che  concitatagli  contro  tutta  la  Spagna,  pareua  pia  prefto  degno  dì 
tommiferat  ione, che  d'inuìdìa?&  almeno  non  è  tanta  differenza  dall' xnperi 
colo  all'altro ,  quanto  è  differenza  da  una  deliberatione ,  che  ci  efcluda  cerio 
dal  fine  noflro,ad  una  che  più  uerifimihnente  mei  conduca.Dipoi  quefte  ragia 
hi  r  {[guardano  il  tempo futuro,  &  lontano:ma  fé  confà eriamo  lo  flato  preferì 
te  delle  cofe,non  è  dubioxhe'l  rifiutare  la  cofederatione  di  Ce  fare  ci  mette  per. 
bora  in  maggior  imolefiie,&pericolì:per  che  fep  arando  noi  dal  He  diFracia; 
è  credibile  riferberà  il  fare  la  guerra  a  migliori  tempii  &  occafioni:  ma  flan- 
do  noi  congiunti  con  luì,potrebbepureffere,che  diprefente  lafaceficcofa  che 
di  neceffìtà  ci  porterà  moleflìe,  &  ffefe:  ma  in  qual  cafo  è  pm  pericolo fo per. 
noi  l'efito  della  guerra* congiugnendoci  co  Ce  far  e, fi  può  qua  fi  tener  per  certo* 
the  la  uittoriafarà  da  queftaparte:  co  fa  che  non  fi  può  tanto  fperare  fé  fare- 
ino  congiunti  col  Re  di  Francia:  &  confederandoci  con  Ce  fare)  non  ci  farebbe 
tanto  pericolofa  la  uittorìa  del  Re  ,  come  farebbe  per  lo  contrario  :  perche  in 
cafo  tale  tutte  Carmi  de*  uincitori  fi  uolterebbono  contra  noi:&  Ce  far  e  non 
falò  bar  ebbe  minor  freno,  &  minori  oflacolì,  ma  qua  fi  neceffìtà d'occupare  il 
Ducato  di  Milano. *A  quello  che  fi  dicedei  uincolo  della  confederatone,  è  faci 
le  la  rijpofla:  pèrche  promettemmo  al  Redi  Francia  d'aiutarlo  a  difendere 
gli  fiati  che  poffedeua  in  Italia,  non  a  ricuperargli  poi  che  gli  haueffe  perdu- 
ti: non  dice  quefio  lafcrittura  delle  noftre  capitolationi,nè  ci  militano  l'ifleffe 
ragioni .  ^Adempiemmo  l'ublìgationi  noftre,  quando  alla  perdita  di  Milano^ 
caufataper  lo  mancamento  delle  loro  prouifioni;  riceuettero  più  datino  leno- 
'fi-re genti  d! arme )Che  leFrancefi-.Adempiemmole  quando  tornando  Lautrech 
con  gli  Suiz£ari,gli  mandammo  i  nofiri  aiuti  :  habbianle  trapaffate  quando 
pafeiuti  da  lui  con  uane  fperanze,  &  promeffe  gabbiamo  affettato  tanti  me  fi 
l'efferato  fuo..  Se  la  uolontà  lo  ritiene ,  perche  cerchiamo  noi  di  fopportare 
la  pena  delle  fue  colpe  ?  Se  la  neceffìtà  ;  non  baflagli  quefla  ragione  quan- 
do benefuffimo  obligati,a  giuftificarci  i  J^on  so  di  che  fiamo  più  oltre 
debitori  al  Re  di  Francia,  poi  che  prima  fiamo  flati  abbandonati  noi.  'hlpn 
so  a  che  pii\oltre  fia  tenuto  un  confederato  per  l'altro  ,  né,  che  pojfin$ 
giouarea  lui  t  nofiri  pericoli .     7{on  affermo  che  i  Capitani  di  Cefare pen- 
dino a  muouerci  al  prefente  la  guerra  :  ma  né  ardirei  affermare  il  con- 
trario ,  confiderato  la  neceffìtà  che  hanno  del  nodrire  l'efferato  nello  fla- 
to de  gli  altri  >  la  fiteranza  che  potrebbono  hauere  di  tirarci  per  quefla  uia 
nlla  loro  congiuntione  $  maffimamente  fé l  Re  dì  Francia  nonpafferà ,  di 
the,  chi  dubita,  non  ne  dubita  a  giudìcio  mio  fenza  ragione, per  la  loro  ne- 
^igenza,per  effere  efaufiì  di  danari ,  per  la  guerra  che  hanno  di  là  da'  monti 
con  due  tali  Vrincipi;  ne  può  effer  riprefochidi  quefio  prefla  fede  al  noflro 
f/tmbafeiatove:  perche  GLI  Jtmbafciatorifeno  l  occhio  ,&  gl'orecchio  degli 
flati.  Replico  infomma  il  mede  fimo, che  con]  fommo  fludio  debbiamo  cerca- 
(e }  che  di  Francefw  Sforma  fia  il  Ducato  di \iiikno;  donde  ne  nafee  incon- 
v"     r  "J '     '  ""  "      {eque*- 


QJV  I  N;T  OBE-CIMO.        4fr 

Jequen^che  fia  più  utile  quella  deliberatane  >  che  ci  può  condurre  aqueflo 

effetto y  che  quella  che  totalmente  ce  ri  efclude .  •  ab  tonfo  • 

L'autorità  di  due  tali  huomini,  &  l'efficacia  delle  ragioni,  bauemren-  f™™^. 

àuto  più  preflo  più  perpleffi,  che  più  risoluti  gli  animi  de*  Senatori  :  donde  u«  ti  Giufti 

ti  Senato  allungata  quanto  più  poteua  il  dcterminarfi ,  inducendolo  a  que^  £™0^| 

ftolanaturalomla  grauità  della  co  fa,  il  deftderio  di uedere  più  innanzi  de*  timcfi.  it' 

progredì  del  Re  di  Francia  >  &  ne  erano  anco  cagione  molte  difficultà  >  che  £°  £J£ 

nafceuano  di  neceffità  nella  concordia  con  l'arciduca ._  jlccrefceua  la  fi-  nella  chie- 

ftenfionc  de  gli  animi  loro  ,  che  il  Re  di  Francia  preparando  fi  follecitamen-  JJntinio  £ 
te  alla  guerra  ;  hauem  mandato  il  Vefcouo  di  Baiofaa  pregargli ,  che  diffe^  un^bci  fe~  ; 

riffero  tutto  ilmefe  proffimoa.de  liberar  e ,  affermando  che  innanzi  alla  fine  jfoi0TatodY 

del  termine ,  patterebbe  con  maggiore  efferato,  che  mai  haueffe  ueduto  in  Ita  ^rigo 

•7   ».      i         Xr  JJ  ,.  ,  "^i  .      •    *  in  rr    j   ,  Valla  cello 

%lialeiaprefente.  IJellaquale  ambiguità  mentre  che  JiannoìeJ]cndoimor'  coneiegan- 

fc  to  Antonio  Grimanno  Doge  di  quella  Città ,  fu  eletto  in  fuo  luogo  b  ^Andrea  Jj^nm^* 

Grétti ,  che  più  preflo  nocque  alle  co  fé  Francefi ,  che  altrimenti  :  perche  egli  ££?! 
collocato  in  quel  grado ,  lafciata  meramente  la  deliberatione  al  Senato ,  non 

uolle  mai  più  ne  con  parole  >  ne  con  opere  dimoflrarfi  inclinato  in  parte  al-  GmA  JS- 

xuna .  Finalmente  mandando  il  Re  al  Senato  continuamente  huomini  nuo-  mo  celebre 

m  con  offerte  granài ffime ,  &  intendendo  fi  che  per  le  medcfimc  cagioni  uè-  ti°n?"ac  " 

niuano  linna  daMcmoranfu  che  fu  poi  Gran  Coneflabile  di  Francia,  &  Fé-  com«  P« 

,.        .  .  ,.     J.f>£-_,,ir*         ii     >•/   ^  limpreiedi 

dengo  da  Bo^^cle ,  gli  Oratori  Cefarei  >  &  Ingleji ,  a  quali  la  dilatione  era  gUC„3)e!sé- 
fofrettifjìma;  protefiarono  al  Senato, che  dopo  tre  dì  proffìmi  fi  partireb-  «^  «eato^ 
bono  lanciando  imperfette  tutte  le  cofe .  'Ver ciò  il  Senato  neceffitato  a  deter-  n^l  rano. 
1  minar fue  togliendo  fede  alle  promefie  del  Re  di  Francia ,  /' efiere  flati  tanti  j£ «^  ™>- 
fnefi  nutriti  con  uarie  $eran%e ,  &  molto  più  quel  che  in  contrario  afferma-  ideila  fua 
uà  l'  jimbakiatore,ri\edente  apprefìo  a  lui;  deliberò  d'abbracciare  l'amicitia  Restia  * 

,.       „         J  .  '   J  rr       n  i-^?  ^   r         ~      i-  quando  Ipo 

di  Cefareicolquale  conuenne  con  quefle  conditwni.  Che  tra  Ccjare,  Ferdinan-  giiatcfi  dei. 
do  .Arciduca  d'UuflriaJrancefco  Sforma  Duca  di  Milano  da  una  parte,  &  il  J^ta"»* 
Senato  Vinitiano  dati  altra  fufie  perpetua  pace,  &  confederatione.  Doueffe  pvC  di  Fran- 
zo Senato  mandare  quando  fuffe  dibifogm  alla  difefa  del  Ducato  di  Milano ,  £3'"°"nut°* 
feicento  huomini  d'arme  Seicento  cauai 'leggi e?U  &  fei  mila  fanti:  il  mede  fi-  no  alia  co* 
moper  la  difefa  del  Regno  di  "Napoli,  ma  quefto  in  cafo  fuffe moleflato  da  ^fcrficwi 
Chrifliani  ;  perche  i  Vinitiani  ricufauano  ohligaruifl  generalmente  per  non  luì ,  o  co» 
irritare  contra  fé  l'armi  de'  Turchi .  La  medefima  ubligatione  haueffe  Cefa-  J^/';  *™ 
re  per  la  'difefa  contra  qualunque  di  tutte  le  cofeche  i  Vinitiani  poffedeuano  «na  ufcìa  e 
■  in  Italia  •     Tagafiero  all'arciduca  in  otto  anni  per  conto  di  antiche  diffe-  ^  ddiosuf 

reìl%ey  fe,auifando 
ci  co  quefto 
eflempio}che  chi  è  in  magiftrato,bifogna  che  fi  fpogìi  de*  progr?  arttKtJ .  Coli  mette  L;uie,che  Furio  Camil, 
io  ftato  cacciato  in  efliliojhaueua  poi  falimo  la  psiri3,6c  rimrlfo  in  libertà  quella,che  lui  haueua  Schiarato 
nimico  &  feroo.  Coli  Marco  Liuio  Salinatorc,  Se  Marco  Clandlo  Nerone,  eilendo  acerbi  nim;ci  fn  priuata, 
fortuna  ;lubito  che  furon  creati  Con  foli,  douentarono  amici,  6c  ft«eto  pace,  anteponendo  la  general  falute, 
■fiellaRe^ublica  alia  part:colar  paflìon  del  pi  opriolcio  animo.  Cofi  poco  fotto  in  quefto  libro  a  cart.43  8J 
facr.i.in  rìne  il  Guicciardino  ,  e  il  Conte  Guide  RangoBe  eepor.gonogli.odij  paiticolari  perla  publica  fa.^ 
Iute -5c  d:i«la  delia  Ciotta  li»  Modena.  a 

A  In     i 


LIBRO 

ren%e,  ir  per  la  concordia  fatta  a  formatta  dugento  mila  ducati:  lequai  co  fé 
»ai  dc^  mc-  come  furono  conuenute,il  Senato  bauendo  già  nmoffo  da  gli  ftipendij  fuoi  Tea 
dia  fi  ftaua  foro  da  Triul^i,elejfe  Gouematore  Generale  della  fua  rnititia  con  le  conditio- 
doue°eflcn-  ni  medefime,  Francefco  Maria  Duca  d'Frhino.Fu  gìudicio  quafi  commune  de 
do  imercet  nij  buomini  per  tutta  Italia,chel  Re  di  Francia  uedendo  douereli  effer  contrét 
icrc  di  Fran  ri]  quegli  aiuthi  qualipnma gli  aoueuano  effer  propitij  ;  bauejfe  a  acpjiere  d$ 
cefeo  sodcri  a(ìaltare  per  quell'anno  il  Ducato  di  Milano  :  nondimeno  intendendo  fi  che  ne 

incardinai     J,  /   -/•  ,•  r  i  r  r  ir 

di  Volterra  folamente  cotinuaua  diprepararfi,  ma  ebe  già  cornine  tana  a  muouerji  l  ejjer- 
cflb l confo!  citotfMeMi  c^e  ternMM0  della  uittoriafua,  feciono  infieme per  refiflergli  nuo 
taua  il  Re  uà  confederatone ,inducendo  il  Tonteficead  efferne  capo,& principale.  Haue 
ìò^KRuer  ua  il  Vonteficftdefiderofo  della  pace  commune ,  ricercato  quando  uenne  in  Ita 
ia  in  Sicilia,  Ua,Cefare,il  Re  di  Francia ,  elRe  d*  Inghilterra,  che  attefo  ifutceffi  profferì 
imp°eCr!aìiSfi  de*  Turchi,  depone [fero  l'armi  tato  perniciofe  alla  Republica  Chriftiana ,  & 
leuafferodei  che  ciafcuno  ffiediffe  a  Roma  a  gli  Oratori  fuoi,dado  loro  fopra  quefte  co  fé  pie 
Milano0;  &  niffma  autorità:  la  qual  co  fa  fu  da  tutti  neW  apparenza  efeguita  prontamen- 
te non  ere  ferma  cominciato  poi  a  trattar  fi  le  cofe  particolarmente;  fu  conofciutopreflo9 
cofaV/papa  ch'erano  fatiche  uane:percbe  nel  fare  la  pace  fi  trouauano  infinite  difficultà; 
fenza  confi  \a  trieguaper  tempo  hrieue  non  piaceua  à  Ce  fare  ;fen%a  ehepareua  quafi  di 
midòteVt  niuna  utilità;  e 7  Re  di  Francia  la  nfiutauaper  tempo  lungo ^  Onde  il  Tonte 
lete  a  Lodo  fjC€3ò  rideflandofi  in  lui  l'antica  beneuolen%a  uerfo  Ce  far  dò  parendogli.che  i 
sèfla  amba-  penfieri  del  Re  di  Francia\fuffero  alieni  dalla  concordia;  cominciò  più  che  Ufo 
feiacore  deU  nt0  a  inclinare  l'orecchie  a  coloro ,  che  lo  confort auano  a  non]  permettere  che 
rech^emò  da  quel  Re  fuffe  di  miouo  pofìeduto  il  Ducato  di  Milano .  Da  quefte  cagioni 
irò  al  Papa,  p^fo  animo  il a  Cardinale  de  Medici,  ilqual prima  temèdo  le ptrfecutioni  de  a 
qnanto  pc°i  gli  emuli  fuohetjpecialméte  del  Cardinale  di  Volterra,  a  cuipareua  che  il  To 
colo  il  sode  tefìce  credef(è  molto;dimoraua  a  Fire7e;uenne  a  Roma,riceuuto  co  nandiflì- 

rino  era  in       J  .  •'•>       _  ,  .  ^  ,         °    ,.  _   «r 

trodottone*  mohonore  quafi  da  tutta  la  Corte  :oue  congiuntamente  col  Duca  di  Sejja 

tfd^Hjffan  ^mbafeiatore  di  Cefare,&  con  gli  Oratori  del  Re  d'Inghilterra  faucriua  que 

tità  :  di  che  fta  medefima  caufa  appreso  al  Vontefce .     J^el  qual  tempo  la  mala  fortuna 

pdap8a"achit-  del  Cardinale  di  Sotterra,  che  quafi  fempreperturbaua  la  prudenza,  l'aftu- 

mò  iiMedi-  tia}&  artifici] fuoiypartorì  a  lui  danno,  &  pericolo ,  &  al  Cardinale  de*  Me- 

Squadrò  dici  facilità  d'acquiflar  maggior  gratia,  &  autorità  apprefio  al  Tontefice,  m- 

2  porta  Fia-  clinato prima  molto  al  Volteranno:  perche  con  la  fua  fugacità  ,  &  con  parole 

wn  ,apoqropa  non  meno  neruofe  che  ornategli  bauèrìa  imprefo  nell'animo  d'efiere  molto  de 

trionfale,  in  fìderofo  della  pace  uniuerfale  della  Chrifiianità .    Concio  fa  che  eflendo  flato 

wn\$i£  t&  4era  del  Duca  di  SeÌTa  rit€m:i°  b  *  Cafiel  Wouo  apprefio  a  Roma  Fran  * 
dini ,  &  fin  c  efo  Imperiale  sbandito  di  Sicilia,  che  andaua  in  Francia;  gli  furono  trouate  ' 
aa»p«rucCni!  lettere  fritte  dal  Cardinale  predetto  al Vefcouo  di  Santes  fuo  nipote,  per' 

&  dal  D«ca 

d'Vrbino,che  tutti  erano  Itati  ingiuriati  da  cafade'  Medici,&fece  cacciare  il  Soiermo  da   configli  del  Fi 

pa.ilqual  lo  fé  porre  in  prigione.  Vedi  il  Giouio  nella  Vita  d'Adriano:  dotie  discorda  da  querio  auitore. 

b   Paflando  Arno  dice  il  Giouio  furono  ritenutele  lettere  del  Sodcrinodalle  ìpìc  de  Med  ciniche  ftmioet 

xoxe;percio<he  in  Fazellio,di  cui  patle:ò  nella  feguente  Annotatione,  dice  che  l'Imperiale  fu  ritenuto  a  C* 

ftclnuouo  x8.oiglialoftunodaRoaw  del  mete  d'Aprile  35  23.  pei  ofciajcome  qui  fi  fciiue. 


Q.VIM1  ODE  CIMO.  „. .      &  'J^S* 

leàuati  confortata  il  Re  di  Francia  ad  asfaltare  con  armata  marihmal  I-  tedi  cam« 

foladi  Sicilia: perche  uolgendojì  l'armi  diCefarea  difenderla;  gli  farebbe  %£  £«,; 

più  facile  a  ricuperare  il  Ducato  di  Milano  ;  dellaqual  cofii  marauiglian-  h^-i  thzfo 

do  fi  molto  il  Tontefice,  &  riputando  fi  ingannato  dalle  fue  fimulatiom,  in-  vwmio 

citandolo  ancora  ardentemente  il  Duca  di  Seffa,  e  l  Cardinale  de  Medici ,  {£^»g« 

chiamatolo  a  fé;  lo  fece  cuflodire  in  Caflel  Sant'angelo,  &  dipoi  deputò  giù-  $?9*v  in 

dici  a  efaminarlo,  come  reo  d'hauere  molato  la  maejlà  Tonte  ficaie,  concitai  lw°J^t 

do  il  Re  di  Francia  adaffaltare  con  l'armi  la  Sicilia,  feudo  della  Sedia  ^fpo  ™f"  £  ^ 

fiolica:  nella  quale  eognitione  benché  fi  procedere  lentamente,  &  finiti  gli  ^fia  qUefto 

efammi  ,glifuffe  data  facultà  di  difenderfi  per  focati  ,&  Trocuraton,  t£)j  ^J 

non  fi  procede  però  con  la  medefima  moderatane  alla  roba  :  perche  il  giorno  gj^^g 

fteffo  che  il  Cardinale  fu-  ritenuto,  il  Pontefice  occupò  tutte  le  ricche^  che  di    *^  e 

erano  nella  fuacafa.  Venne  ancora  aluce  per  la  incarceratone  del  mede  fi-  »*«c  non 

mo  Imperiale,  un  trattato  che  per  lo  Re  di  Francia  jt  teneua  in  Sicilia,  per  lo-  mori,  f  & 

quale  furono  (quartati  il  *  Conte  di  Camerata,  il  Maejìro  Tortulano,  el  Te-  gjjg*»£ 

foriere  di  quella! fola.  Ver  lequalicofeilTonteficecommoffo  tanto  più  contra  calciatore"} 

il  Re  di  Francia,  &  cominciando  quotidianamente  a  confutare  col  Cardina  le  g^jjjj* 

'■  de  Medici,  finalmente  rifonando  ogni  dì  piula  fama  della  uenuta  de 'Francefi,  i4  cógiura, 

deliberando  aopporfi  loro;  narrò  nel  Collegio  de  Cardinali,  fatta  prima  Ufo-  2gS?vS 

Uta  prefatione  de'  pericoli  imminenti  dal  Trincipe  de  Turchi,  il  Re  di  Fran-  cento.  Fede 

riafolo  effere  cagione  che  dalla  Chnflianitànonfirimoucffe  tato  pericolo, per-  2£f£f 

che  pertinacemente  ricufaua  di  confetture  alla  triegua  che  fi  trattaua;  &  che  tre  delia  & 

appartenendo  a  lui  come  a  Vicario  di  Chnfio,  &  fucceffore  del  Trincipe  de  JJSS^-jì 

gli  ^Apojhli,prouedeìe  quanto  per  luifipoteua  alla  conferuatione  della  pace;  fcattìii.feta 

il  %elo  della  falute  comrnune  lo  coflrigneua  a  unirfi  cori  coloro,  che  s'affatica-  ^ 'nenib^ 

nano,  accioche  Italia  non  fi  turbaffe;  perche  dalla  quiete,  ò  dalla  turbatone  di  io.  delia  *. 

quella  nafceua  la  quiete, ò  la  turbatione  di  tutto  l  modo  .In  conformità  delqua  J^  d£jjj{ 

le  ragionamento, &  effendo  per  tale  effetto  ucnuto  il  Viceré  di  Vapoli  a  P,o  i«o  delle  co 

ma  fufiipulata  il b  ter^o giorno  d'^Lgofio  Lega  &  confederatone  tra  il  Ton-  ~*  Jj™» 

tefice,  Ce  fare,  ti  Re  d'Inghilterra,  l'arciduca  d'^uflria,  il  Duca  di  Milano,  l'ordine  di 

el  Cardinale  de  Medici,  &  lo  Stato  di  Firenze  congiunti  infieme.e  i  Genoue-  Jura  è  éc\ 

fi  per  la  difefa  d'Italia,  da  durare  durante  lauita  de  Confederati,  &  un'anno  feitto&s* 

dopo  la  rmrte  di  qualunque  di  loro,  riferuato  luogo  a  ciafeuno  d' entrami  >pur  e  mouuuu. 

che  fuffe  accettato  dal  Tontefice,da  C efare,  dal  Re  d'Inghilterra  &  dall'or-  j*,.^^ 

riduca,  &  deffe  cautione  d'ufare  nelle  querele  fue  la  uia  della  ragione,  &  non  lo\  Jj£  ^ 

dell'armi.  Congregaffifi  per  opporfi  contra  chi  uoleffe  asfaltare  in  Italia  al-  j^fi  legge* 

cimo  de'  Collegati,  un'efferato,  nelquale  il  Tontefice  mandaffe  dugento  huo-  contende 

mini  d'arme,  Cefare  ottocento,  i  Fiorentini  dugento,  il  Duca  di  Milano  du  ««<>  **d*}1* 

genio,  &  dugento  caualii  leggieri.  Trouedeffero  il  Tontefice,  Cefare,  &  il  foódeiPo* 

.  tolanaro. 
b  A  +.  d*  Agofto  dice  il  Giouio,cioè  il  di  che  £  là  la  fella  della  nciie  aHa  Chiefa  della  Vergine  Maria  ne.ll'R- 
Iquilic.  Vedila  Vita  d'Adriano,3c  del  Colone»* 

Iiì     $         Duca 


v    .  I     I     B     R     O 

''.Dùca  di  Milano  l'artiglierie ,  &  le  munitiom  con  tutte  le  fpefe  appartener.  » 
ti;  Che  per  follare  i  fanti  neceffarij  alt 'efferato  >  &  per  fare  ì  altre  fpefe  che 
Infognano  nelle  guerre, &  pagaffeil  Tapa  ciaf  un  meft  ducati  uentimilia,  al- 
trettanti il  Duca  di  Milano ,  &  la  mede  fimi  fomma  i  Fiorentini  :  pagaffero 
Cefare  trentamila,  tr  aGenoua,  Siena,  &  Lucca  diecimila,  reflando  però  i 
Cenone  fi ,  ubligati  all'  armata,  &  all'altre  fpefe  neceffarie  perla  difefa  loro  : 
.,  ;  allaqual  contributione  fuffero  tutti  ubligati  per  tre  mefi ,  &  per  quel  tempo 
ti  £\  «gio  PÌH  che  àkhiar  afferò  il  Pontefice  \  Ce  far  e  ye'lRe  d'  Inghilterra .  Tuffi  in  fa- 
raoieff-eBo  ailta  d^  Tomefice  >  &  di  Ce  far  e  dichiarare  chi  haueffe  ad  effer  Capitan  Gene 
S|Sfp*vi:  rate  di  tutta  la  guerra,  ilquale  fi  trattaux  che  fuffe  il  Viceré  di  Wjpoli  ,sfor-  , 
£*»**<* ho  xandofene mxffimamenteper  Iodio,  che  haueua  contra  Vrofpero  Colonna ,  il 
m  iijtoc*  Cardinale  de  Medeci,  l'autorità  delquale  appreffo  a  Cefarei  eragradiffima. 
S^loXd  ^Viefttctfede™tionefucogiuto  per  modo  indrietto  il  Marchefe  di  Manto- 
caL'iL  e.  UCL  P?rche  #  Tapa,e  i  Fiorentini  lo  coduffono  per  loro  Capitano  Generale  afpe 
er  u"0ftd'u  fc>comn[H^  •  Ma  non  raffreddarono  già  né  la  Lega  fatta  da  Vinitiani  con  Ce^ 
na  cornea"  fare  >  né  l'unione  di  tanti  Vrincipi  fatta  con  tanti prouedimenti  l'ardore  del 
t£&  d  oidi  ^€  di  fìamicL  ;  fyfde  uenuto  a  Lione ,  fi  preparala  per  paffare  con  grandif- 
«nndata  ai  fim:>  efferato  perfonalmente  in  Italia,  oue  già  per  la  fama  della  uenuta  fua 
una  polite  comìmi*mm  al  apparire  nuoui  tumulti.  Lione  fratello  a"  Alberto? Ho , 
ria;  gii  «a  ricuperò  furtiuamenteda terra  di  Carpi,  cuflodita  negligentemente  da  Gio- 
putia^qJe  mmì  Cofcla  '  pepoflouida  Vrofpero  Colonna  ,  a  cui  Ce  far  e  fpogliatpne 
a t  s'aggi  afe  Mberto  come  ribello  dell' lmper  io, l  haueua  donata .  Ma  maggiore  acciden- 
ti di  Arto^  tefu perfnecedere  nel  Ducato  di  Milano ,  perche  caualcando  fopra  una  Mu- 
re vifeonti,  letta  Francefco  Sforma  da  Mon^a  a  Milano,  &  effendofi,  come  faceuano  per 
qu.7  MoV  ordinario ,  allontanati  da  lui  i  caualli  della  fua  guardia ,  perche  ilVrinppe 
fignorino  fuffemsno  noiato  dallapoluere ,  laqualeper  i  tempi  efliuififollieuagrandiffi- 
«ìbdi  Fri  mada 'caualli  nelle pianure  di  Liombardia,  Bonifacio  Vifconte,giouane,no- 
cefeo  b«-  to più  per  la  nobiltà  della  famiglia ,  che  per  ricchezze,  honori ,  ò  altre  condi- 
padrè^fico  tioni,moffoperlo  fdegno  conceputo,*  perche  pochi  me  fi  innanzi  era  flato  * 
1T/1  HbrCggC  ammx7&tt0  Per  °pera  di  Giorolamo  /  torone ,  nonfenxa  uolontà  (  coftfi  cre- 
ati capeiia  àeua)  del  Duca,  Monfignorino  Vifconte  in  Milano,  e ffen  io  propinquo  à  lui  fo  - 
&nei5.dci  praun  caual  turco*  come  furono  peruenuti  ad  un  quairiuio  ,moffo  con  impeto 
qjii  dice,?  d  cauallo  yl'affjltò  con  un  pugnale  per  percuoterlo  fida  tefla  imamouendofi 
tCioCdiedenUn  Per  Paiira  ^  m^etta ,  nò  flanìo  anco  fermo  per  la  ferocia  fua  il  cauallo ,  & 
foia  colpo  Bonifacio  per  effer  di  maggiore  flatura ,  &  per  l'altera  del  cauallo  foprafa- 
ìl  fplda  ,&  pendolo  molto ,  il  colpo  deflinato  alla  tefla  ;  lo  per  e  offe  fu  la  fpalla  :  traffe  di- 
non  ù  men  poi  la  fp  aia  fuor  a  per  dargli  un'altro  colpo, ma  la  ferita  fupiccoliffima ,  &  di 
gnaicfdouc  ta&10  :  &  efiendo  già  concorfi  molti  7  fi  mefi  e  in  fuga,  feguitato  dai  caualli 
ì  i .  ca  pd  la  della  guardia  ;m%  attendandogli  per  la  uelocità  del  fuo  cauallo ,  fi  faluò  nel 
Jugnak .  &  Piemonte  :  cofa  fé  all'ardire ,  &  all'indù  fina  fuffe fiata  con  ifpond  ente  la  fot 
noa  u  jfpa  tana ,  certamente  accaduta  rarijfimc  uolte  >  &  forfè  non  mai ,  cheunbuowo 


Q^V  INTODECI  MO,  4;<f 

foto  haueffeamexp  giorno  fu  laflrdda  publica  ammalato  un  Tr ine ipe  sì 
grande ,  accompagnato  da  tante  armi,  &  da  tanti  foldati  in  me%o  dello  fia- 
to fuo,  &fifuffe  fuggito  a  fatuamente.  Ritiroffi  il  Duca  cofi  ferito  a  Mon 
%a,  non  potendo  credere  che  in  Milano  non  fu  (te  congiurati  one:  doue  Tro- 
verò, &  il  Morone  per  lo  mede  fimo  foretto  haueuxno  fubìto  fatto  ritene- 
te il  Vefcouo  d% jlleffandria,  fratello  di  Monfignorino:  ilquale  meffofi  uolon  *  GaJeazz* 
tariamente  in  mano  di  Trojpero,  fono  la  fede  fua,  C  tffendo  efamìnato  ,   a' cIpeHa? 
fu  poi  mandato  prigione  nella  forte7ga  di  Cremona ,  effendo  uariji  giudi-  che  fi  mol~ 
cij  de  gli  huomini,  fefuffe  flato  confido,  ò  nò,  di  quefla  co/a.  Succedette  qua    ft/r  v  IVzl 

4 fi  ne* giorni  medefimi,  che  a  Galeazzo  da  Birago  ,  feguitato  da  altri  fuoru-  Per  II  Fl5ce 
feiti  dello  flato  di  Milano,  con  l'aiuto  di  alcuni  foldati  Trance  fi,  che  già  era-   to  deli"  *ìll 
nonelpaefedel  Tiemonte;fu  dal  Caftellano  della  forteTga  di  Valenza  di  mauoigat»-, 
natione  Souoino,  introdotto  nella  terra:  ilche  intefo  da  ^Antonio da  Lena,  ma  deì  m 
ilquale  con  una  parte  de  cauai  leggieri)  &  de' fanti  Spagnuoliera  in  ^Afli;  ca  foflefoc- 
u  andò  fubito  a  campo:  &  effendo  la  terra  debole,  la  quale  inimici  non  ha-  te.  " 
ueuano  hauuio  tempo  a  riparare,  piantate  l  artiglierie  ;  l'ejpugnò  il  fecondo 
giorno;  &  dipoi  battuta  la  fortezza ,  hebbe  il  medefimo  fucceffo ,  refiando  ni^h/flduV 
neltuita,&  l'altra  efpugnat ione  morti  da  quattrocento  huomini,  &  molti  pri  k:o  fàp*?f 
gioni,  tra  quali  Galeaigp  da  Birago  capo  di  queflo  moto.  Tajfaua  del  con-  hvùZ\°tt 
tinuoi  monti?  esercito  Trance  fé,  dietro  al  quale  haueua  de flinat  o  p  affare  il  F^ncefco, 
He:  ma  turbò  il  fuo  configlio  la  congiurai  ione,  che  uenne  a  luce  del  Duca  di  «"dVcfo- 
Borbone:  ilquale  per  la  nobiltà  del  fangue  Regio,  per  la  grande^a  dello  fla-  uio  abb°n- 
to,  &per  la  dignità  dell'ufficio  del  Gran  Coneflabile  ,&per  la  fama  molto  ndiibTdei 
chiara  del  fuo  ualore,efiendo  il  maggiore,  &  più  flimato  Signore  di  tutto 7  [\uh?  fc}f 

b  Regno  ai  Francia;  b  non  era  già  più  anni  innanzi  in  gratta  del  Re,  &  però  non  Pci'cara:  ouc 
promefìo  a  quei  gradii  né  introdotto  a  quei  fegreti  -,  che  meritaua  tanta  gran-  Poff°no'<  ef"- 
de?ga:  ma  fi  era  aggiunto  che  la  madre  del  Re,  fùfeitate  certe  ragionanti-  qmui  sncho 
che;  gli  dmandaua  nel  parlamento  di  Tarigi  il  fuo  flato  :  donde  egli  poi  che  y  prHfe  ^l 
uidde  non  efìerpoflo  dal  Re  a  quefla  co  fa  alcun  rimedio,  pieno  d'indegnatio-  ueiie  egli  da 

t  ne  fi  eraper  melodi  cBeuren  gran  Cameriere,  &  molto  confidato  di  Ce  fa-  ^x^ltl*À- 
re,  confederato  pochi  mefi  innanzi occultiffimamente  con  C efare,  &  col  Re  fa  (petto  ai 
d  Inghilterra  con  pitto  che  perflabilìre  le  co  fé  con  uincolo  più  fedele,  Ce  far  e  Rc* 
glicongiogaefieElionorafua  fior  ella,  rimxfla periamone di Emanuello  Redi  e  Adriano 
Portogallo  ,fen^a  marito.  La  efecutione  de'  configli  loro  era  fondata  fu  l'ha-  Bt™fno  Fi* 
uer  deflinato  il  Re  Francefco  d'andar  per  finalmente  alla  guerra:  nella  qual  de  chiama  ni 
liber  aliane,  perche  perfleuerafie,  gli  hauea  il  Re  d'Inghilterra  artificio  fan.  en-  £?  °^^t  ' 
te  data  jperan^a  di  non  moleflare  la  Francia  per  quell'anno.  Doueua  Borbone  bho  di  mer 
fubito  che  l  Re  hauefie  pafiati  i  monti  entrare  nella  Borgogna  con  de  dici  mi-  £.*"  c™ff 
li  fanti,  che  occultijjìmamente  co  danari  di  Cefare>&  del  Re  di  :ì)  Ut  erra  Boigognaìn 
fi  prefcrauano;  né  dubitaua  per  l'occatìone  dell' afentia  del  Re>  &  Per  la  ?ra-  * ru* r  n  »  a 
tia  Miuerfue,  e  hauea  per  tutto  l  Reame  di  Francia,  douer  fare  grandtflì    bone* 

Hi    ^  mi 


LIBRÒ 

tàpTòttegi.  Dì  mollo  che  sacquiflaua  haueua  a  ritenere  per  fé  la  Trónca 
%&  permutando  il  titolo  di  Conte  in  titolo  di  Re  di  Troverai  ;  la  qual  Con- 
tea appartener  fé  gli  per  ragioni  deperenti  da  gli  angiomi  pretendeva:  l  al- 
tre cofe  tutte  doueitano  peruenire  nel  Re  d'Inghilterra.  Vero  per  ifeufar- 
fi  dal  feguitare  in  Italia  il  Rcfermatofi  a  Molins  terra  principale  del  Duca- 
»  m  h  ,bit»  to  di  Borbone,  fingeva  d' efiere  ammalato:  dondepafiando  d  Re  quando  an-, 
d«  genero  daua  a  Lione,  alqual' era  già  pervenuto  qualche  leggiere  mdtcìo  diquc[iotrat 
Kio^h^o'   tato,  non  diflìmulandofecod'e(ìere  flato  procurato  da  altri  di  mettergli  que- 
i  >5  s'era  fbg  n0  r0rpett0ì  ma  potere  in  lui  fopra  ogn  altra  cofa  l'opinione  tante  no  Ite  ijpe-  a 
Soia  tUce5  rimontata  della  fua  virtù  ,  &.  della  fua  fede,  dondoli  Duca  ringraziandolo 
pagaia  Pom  €{jicaciffìmamente,  che  con  tanta  libertà,  &ftncenta  d  animo  hauefieparla- 
SiTairi    tofeco]  &  ringhiando  Iddio  che  gli  hauefie  conceduto  un  tal  Re,  la  gram- 
*f  hTua  tà  del  quale  non  hauefierofor%a  difollcuare  l'accufatwm,&  le  calunnie  Jal- 
M%S  fa;glihaueuapromefio,checomeprimafufie  libero  (ilche  perla  leggiere^ 
a  della  infermità  fberaua  douer  efiere  fra  pochiffimi  giorni)  andar eobe  a  Lio- 


^ìiYo  I  Bor    ^ 
gogna,  & 
nelle  terre 


neper  accompagnarlo  douunque  andafie .  Ma  come  il  Re  fu  uenuto  a  Lio- 
,a,?c"    ne  intefo  che  a  "confini  della  Borgogna  s'accumulavano  finti  Tea efebi,  &  ag- 


latore. 


giunto  quefto  foretto  agi' indi cij  hauuti  prima,  &  all'efierji  mterceue  ctr- 
b  chiamof  teietter€y  fa  davano  lume  più  chiaro;  fece  incarcerare  Jan  y  aleno, Boifi,  fra 
m«XAm  tello  della  Talifia5  il  Maeflrò  deUepofle,  il  Vefcouo  dUutim,confcij  della  con 
*\T'  r  uf  liuratione,  &  mandò  fubito  il  Gran  Maeflro  con  5  00.  cattato,  &  quattro 
fcdcTper  t  mila  fanti  a  Molins  a  prendere  Borbone;  ma  tardi:  peróx  egli  già  infafpetti- 
?ranomeBo  ^  &  dubitando  mn  f ufi  ero  guardati  i  paffhera  *  in  habito  incognito  pafia-  a 
Eo'dTfoS  tooccultiflìmamente  nella  Francia  Contea.  Ter  loqualcafo  'tanto  importante 
di  iXff  dò  deliberò  il  Re  nonprofeguire  l'andata  jua,  &  nondimeno  ritenute  apprefio  a 
quentia,  &  fe  parte  delle  genti  preparate  alla  nuoua  guerra:  mando  in  Italia  Monfigno- 
SSStod  redi*  Boniuet  Ammiraglio diFr ancia,  con  mille  ottocento  lande,  fe  imi  lab 
delia  pace  suitteri,  due  mila  Grigioni,  due  mila  Valle fi  >  fei  mila  fanti  Tedefchi,  dodici 
*  A"n^"r  milaFrancefi,&  tre  mila  Italiani  :  colquale efierctto papato i monti,  &  ac- 


&  dellaguer 


xa .  Vedi  il 


aiuto,  '  il  coflatòfi  a  confini  dello  flato  di  Milano;  fece  dimoflratioce  di  uolere  d iridar 
Tèlntvt  fi  a  Tiomrai  pertiche  quella  Città  non  munita,  né  di  faldati,  né  di  ripari  ajuf 
dei  Marche  ficjen>za- s'arrendè  con  licenza  del  Ducadi  Milano, ritenendo  fi  per  Lui  lajor- 
%  «JoSS  te™*  lì  medefimo,etper  lamedefima  cagione  fece  Vigeuene;  donde  tutta  la 
che  Giouan  re^0ne,che  è  di  là  dal  fiume  del  Tofino;  pervenne  in  potefta  de  Franceji^n 
d  conMduè  haueua  creduto  Troverò  Colonna  già  implicato  in  lunga  infermità,  che  il  Re 
bande  di  ca  di  Francia,  cfiendofi  confederati  contra  lut  i  Vimtiam,  &  dipoi  ueuuta  a  lu~ 
SftUMi  te  la  congiuratane  del  Duca  di  Borbone;  perfeuerajfe  nella  deliberatone 
rehuaguar  d'afi  alt  are  per  quell'anno  il  Ducato  di  Milano:  perciò  non  haueua  conia  di- 
todiede  %l  ligen%a,  &  celerità  conveniente  raccolti  i  faldati  alloggiati  in  uarij  Ivoghhtiè 
tio  ai  colò  fatno  i  pouedimenti  necefianj  a  tanto  mouimento  :  bora  approffimandofi 

fi  «  i  nimkh  chiamava  confoUecitvdine  le  genti,  intento  tutto  aprohibire  ilpafa 

fodel 


Q.  V  I  N  t  O-D  E  C  I  M  0.  4jf 

Jo  del  Te  fino  :  ìlchenonfi  ridicendo  alla  memoria  quel  che  al  fiume,  deli' \Aà~ 
da  era  fucceduto  a  lui  contra  Lautrech  ;fipromettcua  con  tanta  confidenza  di 
poter  fare,  che  di  riordinare  i  baflioni,e  i  ripari  de*  borghi  di  Milano,  de1  qua- 
li  la  maggior  par  te, non  effendo  flati  arre  fi  erano  qnafiper  terra;  non  poneua 
alcuna  follecitudine:  congregata  11  esercito  fui  fiume  tra  Biagraffa,Bufaloro, 
&  Turbico  fitto  commodo  a  quell'effetto,  &  opportuno  ancora  a  Tania,  &  a 
Milano.  Ma  i  Francefile  erano  uenuti,  a  Vigeuev.ch  avendo  troiate  tacque 
a  del  fiume*  più  baffe}che  non  era  fiata  l'opinione  di  Trafilerò ,  cominciarono  a  a  ver  la  fé 
paffare  parte  a  guazzo ,  parte  per  barche  quattro  miglia  lontano  dal  campo  cL^nnàzì 
Imperiale,  gittato  anco  nn  ponte  per  l'artiglierie  in  luogo,  doue  non  trouaro  -  era  ftata , 
no,  né  guardia)  né  oflacolo  alcuno  :però  Troverò  mutati  per  queflo  inopinato  •  "^  ' 
accidente  necejfariamente  tutti  i  configli  della  guerra;  mandò  f abito  Antonio 
da  Leua  con  cento  huomini  d'arme, e  tre  mila  fanti  alla  guardia  di  Tau  h  egli  b  Papa  A. 
col  rejlo  deli  efferato  fi  ritirò  in  Milano,  doue  fatto  configlio  to'  Capitani, tutti  dmno  ve» 
uennono  concordemente  in  quefla  fenten\a  :  non  effere  pojfibileje  i  Fr  ance  fi  fi  £"  dTché 
accofiauano  fenra  indugio . a  difendere  Milano  Mr  che  i  Bàftionh  &  ripari  de*  ferme  il  gì* 

i        i  -n  •  j         »    i  •  i  •  3  uio.quelme 

borghi  \ir  accurati  dopo  l  ultima  guerra*  erano  la  maggior  parte  caduti  per  ter  defi  mogie* 
ra?  &  la  troppa  confidenza  che  haueua  hauuto  Trojpcro  di  difendere  il  pafìo  no  » chc  * 
del  T  efino ,  era  flato  cagione  che  non  fi  fiufìe  data  opera  a  rafiettargli ,  né  era  ueuano  paf- 
poffibile  condurgli  fé  non  in  ifpacio  di  tre  giorni  in  grado  di  potergli  difende-  &10 .  jl  Tefi 
re  :  douerfi  fare  deliberatone  affrettante  all'un  cafo  &  all'altro,  far  lauorare  C€  cgn  .  che 
con  fomma  follecitudine  a  ripari,  &  nondimeno  flare  preparati  a  partir fi,fe  i  £u  a  ,3*  dl 
Francefi  ueniffero  il  primo, il  fecondo^  il  terzo  giorno ,  per  ritirar  fi  in  Como  ,  IS  23 .  cópi- 
fe  ueniuanoper  la  tua  di  Tania ,  fé  per  lo  camino  di  Como ,  andare  a  Tania .  *£>  *'rannc°  ' 
Ma  il  fato  auerfo  a  Franccfhottenebrando  come  altre  uolte  haueua  fatto  3l' in  t0  di  spa   ; 
telleito  loro ,  non  permeffe  che  ufaffero  cofi  fortunata  occafione  :  perche  òper  I^^JJ^  ll 
negligenza,  òper  r  accorr  e  tutto  l'efferato ,  delquale non  piccola  parte  era  ri-  nel  platina, 
mafia  indietro ,  fopr  aflettono  tre  giorni  fui  fiume  del  Te  fino  :  donde  dipoi  un  i-  *ic"cldl  *f  ™ 
tifi  tutti  infieme  tra  Milano,Tauia,  &  Einafco  ;  uennono  a  San  Chrifloforo  a  pedice  a  144 
un  miglio  pr  e  fio  a  Milano  ,tra  porta  T  icine fé, &  porta  Romana  :  &  hauendó  f"^"^ 
fatte  lejpianate ,  &  paffata  l'artiglieria  nell'auanguardia  ;feciono  dimoflra-  le  19.  hore, 
tione  di  uolere  combattere  la  terra,  &  nondimeno  non  tentato  altro; fermar 0-  umo  Inni^ 
no  in  quel  luogo  l' alloggiamento  idelquale  leuatifi  pochi  giorni  poi  aìloggiaro    «4  rc-i  mefi, 
no  alla  Badia  di  Chiaraualle ,  donde  guaflarono  le  molina ,  e  tolfcro  l'acqua  a  ni  .x|„  f°£ 
Milano, p  enfiando  più  ad  ajfediarlo,che  adafialtarlo  tpercheerano  allhora  in  vn'anr.o^t 
Milano  oltra  la  molticu*  ine  abbondantiffima  darme,&  con  la  confueta  difpo  J2  j^rnì m 
fittone  contra  il  nome  del  He  di  Francia,circa  ottocento  huomini  d'arme,  otto-  vacò  la  se- 
cento  canai  leggieri  quattro  mila  fanti  Spagnuoli\,fei mila  cinquecento  Tede-  mot?"  di 
bfchi,etre  mila  Italiani. In  queflo  flato  delle  cofepafib  ali  altra  uita  b  //  quarto-  lui duc  m* 
decimo  giorno.di  Settembre  il  Tontefice .Adriano  >  nonfenza  incommodo  de    gi^ml* 
Collegati ,  alfauorede'  quali  mancaua  oltra  r autorità  Tonteficale  la  contri- 
bullone pecuniaria ,  allaqualeper  i  capitoli  della  confederatione  era  tenuto . 

Mqyì 


LIBRO 

Morì  laf ciato  di  fé  }b  per  la  breuità  del  tempo  che  regno  *òper  ejfere  inejpertò 
delle  cofe, piccolo  concetto^  conpiacere  ineflimabile  di  tuttala  Corte,defide 
rofa  uedere  un Italiano, ò  almeno  nutrito  in  ltalia,in  quella  Sedia.  Ver  la  mor 
te  delVontefice  cominciarono  aperturbarfi  le  terre  della  Chiefa,  nelle  quali 
innanzi  alt  infermità  fua  erano  cominciate  a  dìmoflrar fi  piccole  fauille  di  fu- 
turo incendio }  atto  ad  ampliar  fi  uiuente  lui ,  fé  parte  per  cafo  parte  per  altrui 
diligenza  non  uifuffe  flato  ouuia  to  :  perche  hauendo  il  Collegio  de  Cardinali 
innanzi  che  il  Vonteficepajfaffe  in  Italia,  commeffa  ad  Alberto  Vio  la  cufto- 
dia  di  Reggio,et  di  Rubiera,fi  teneuano  ancora  da  lui  te  fortezze  di  quelli  luo 
giri,  hauendo  conuartj  colori ,  &  diuerfe  feufe ,  &  per  tocca fwne  della  poca, 
efi>men%a  d'Adriano  Schernito  molti  me  fi  la  infanga  fatta  da  lui,  che  gliene 
refiituiffe:  era  oltra  quefio  flato  trattato  da  lui,  chefubito  che  apparile  il  prin 
àpio  dellaguerra,  Ren^p  uà  Ceriftguìiaìo  da  alcuni  caualli}&  molti  fantini 
fermaffe  in  Rubiera  per  correre  con  t  opportunità  di  quél  luogo  la  flrada  Ro- 
mana tra  Modona,  &  Reggio.ad  effetto  d'impedire  idanarU& gli fiacri  che 
da  Roma,  7\apolh  &  Firenze  andavano  a  Milano  ,& procedere  fecondo  la 
occafwne  a  maggior  imprefe .  Ma  hauendo  Francefco  Guicciardini  Governa- 
tore di  quelle  città-prefentito  a  buon  bora  qu  fio  difegno>&  dimoflrato  al  Ton 
tefice  a  che  fini  tendefìero  le  man fuet  e  parole ,  &  prieghi  d'Alberto,  e'iperi- 
colo  che  incorrerebbe  tutto  lo  flato  Ecclefiaflico  da  quella  parte,  haueua  tanto. 
operatOychel  Tapafdegnato,  &  con  minacci,  &  dimofirationi  di  uolerufare 
la  {oryajnaueua  Coflretto  Gilberto  a  refluirgliene  :  ilqwale  non  effendo  anco- 
ra le  cofe  Fr ance  fi  tanto  innanxi>non  haueua  hauuto  ardire  ctopporfegli .  Ma 
hauendo  dipoi  i  Tij  ricuperato  la  terra  di  Carpi  ,Tro  (fiero  de  fiderò fo  di  r  acqui 
flarla,  fu  autore  che  in  nome  della  Lega  fi  conduceffe  Guido  Rangonecon  ceti 
to  buomini  dì  arme, cento  cauai  leggieri ,  &  mille  fanti ,  &  che  s  ordinale  che  . 
mille  fanti  Spagnuolhchel  Buca  di  Se  fi  a  haueua  foldati  a  Roma,  perche  an- 
dajfero  ad  unir  fi  con  gli  altri  a  Milano  ;  fi  ferma jfero  per  la  ifleffa  cagione  a 
Modonadequai  cofe  mentre  fi  preparauanoiRen%p  da  Ceri,  a  cui  per  la  fua  a  fi 
torità,&perlajperan%a  del  predare  concorreuano  molti  caualli,  &fanti,co- 
minciò  a  correre  la  firadas&  a  perturbare  tutto Ipaefe:  affaltò  anco  già  mor 
to  il  Tonte fice  una  notte  alfimprouifo  con  due  mila  fanti  la  terra  di  Rubiera  : 
ma  difendendola  gli  huomim francamente ■,  et  effendo  molto  difficile  il  pigliar- 
la d  ajfalto  ;  no  tottenne,oue  fuprefo  Triflano  Corfo  uno  de*  Capitani  defuoi 
fanti  :  lequali forze  raccolte  per  diuerfe  cagioni  in  quefli  luoghi^dettono  occa- 
fwne a  cofe maggiori.  Ver  che  morto  il  Tonte flce  il  Duca  di  Ferrara  firacco 
dalle  fperanTgtche  gli  erano  fiate  date  della  refiitutione  di  quelle  Terre,&  co 
fideradoper  ìajfolutione  ottenuta  da  ^Adriano  effer  meno  difficile  ottenere  la  . 
nenia  delle  cofe  tolte,  che  la  refiitutione  delle  perdute ,  &  per  fu  adendo  fi  quel 
medefimo%che  communementefi  credeua  per  tutti  che  per  le  difeordiedé  Car 
dinali, cr  e feiut  e  continuamente  dopo  la  morte  diLione*  haueffe  a  differir  fi  mot  ■ 
ti)  relettione  del  Tonte  fi  ce  futuro  ;  deliberò  d'attendere  alla  ricuperatione  di 

Modena, 


<^V  INTODECJMO.  43^ 

Modm,ctt&  ài  Reggio  :  alìaqual  ccfa  oltra  Salire  opponunità  lo  multano,  In 
commodità  di  unire  a  fé  Retilo  da  Ceri,  che  già  baueua  congregati  dugento  ca 
wllh&piu  di  due  mila  fanti  :però  il  Duca  faldati  tre  mila  fanti,  &  manda- 
ti aRen%o  tre  mila  ducati  ,fi  moffe  uerfo  Modona  :  nella  qual  città  non  era  al 
'■  tro  prefidio  chel  Conte  Guido  Rangone a  con  le  genti,  con  lequali  era  flato  con  a  cioè,  co* 
dotto  dalla  Lega  :  &  benché  nel  popolo  fuffe  efofo  il  dominio  delia  cafa  da  Efle,  c™9  Jj,ua°* 
nondimeno  effendo  le  mura  deboli  ,&  fabricate  fen%a  fianchi  al  modo  anti-  me ,  cento 
co,  ripiene  lefoffe,  né  fattauigià  molto  tempo  alcuna  riparatane ,  pareua  bì-  "".]£  ^£ 
tfognafje  maggior  prefidw .  però  per  il  Gouernatore  >&  per  il  Conte,che  b  depo  fiuti,  come 
fte  alcune  difìenf ioni  fiate  tra  loro ,  procedeuano  unitamente  \fi  faceua  eflre-  ^  fiJpw.^ 
ma  diligenza,  perche  fecondo  la  deliberatione  fattaprima,  entrafìero  in  Mo 
dona  i  fanti  Spagnuoli ,  iquali  arriuatigià  in  Tofcana  caminauano  lentamcn-  ^  5°/"*  "" 
te ,  facendo  uarie ,  &  ambigue  rifpofle  circa  al  uolere  fermar  fi  in  Modona ,  ò  in  que  fto 
andare  innanzi  ;  pure  con  molti  prieghi  furono  contenti  finalmente  d'entrar-  ^^m° 
ni.  Laqualcofa  intefa  dal  Duca  di  Ferrara,  che  con  dugento  huomini  d'ar-  che  gli  huo 
me  ,  quattrocento  cauai  leggieri ,  &  tremila  fanti  era  uenuto  al  Finale  ;  lo  ™™£yx£. 
ritenne  quafi  dal  procedere  più  oltre  :  pure  non  efìendo  la  cofa  intera ,  &fpe-  terefle  pu- 
rando potergli  almeno  con  l'unione  di  Renzo  da  Ceri  fuccedere d'ottenere  Reg :  Wj^j  r^,"ie 
gio,non  dijperando  ancora  che  per  la  difficultà  de  pagamenti  haueffe  a  nafee-  prìuate  paf- 
re  ne3  fanti  de'  mmici  qualche  difordine  ;  deliberò  d'andare  innanzi  :  né  erano  ^a^^l 
quefle  jferan^e  concepute  leggiermente, perche  non  facendo  il  Collegio  de*  Car  gè  Grmi , 
dinali,a  cui  il  Gouernatore  baueua  con  celerità  fignificato  i  pericoli  imminen  c/e  "^""0  " 
tiyprouedimento  alcuno ,  an%i  non  che  altro  non  rifondendo  a  mtffi ,  &  alle  ft«o  paztìai 
lettere  ricenute, non  ui  era  facoltà  dipotere  co  danari  publici  pagare  i  folla-  Deoa;e  a„on' 
ti  :  &per  forte  era  uenuto  il giorno ,che gli  Spagnuoli  doueuano  riceuere  lofti  «noto  ò  par 
pendio  del  fecondo  mefe,et  quando  pure  fi  pagafkro  tutti,niuna  fteranxa  uè-  na .  &  ho 
ra  difoldarne  maggior  numero:  diuidendo quefti  tra  Modena  &  Reggio,  niu  addotto  re( 
na  delle  due  città  rimaneua  ficura}  né  erano  in  Reggio  faldati-  &  la  difpo fitto-  fùno  c«- 
ne  del  popolo  diuerfa  da  quella  de  Modone fi .  l^ellequali  difficultà  hauende  mil,<£  j*1  ^ 
il  Gouernatore, &  il  Conte  Guido  deliberato  di  e  onferuare  Modona principal    tote,  &ciau 
mente,  come  terra  più  importante  per  la  uicinità  di  Bologna ,  più  congiunta  J°  £ehr£  \. 
con  lo  fiato  della  Chiefa,&  ouepìu  facilmente  poteuano  condurfi  ifoccorfi,  ei  tato  quello 
prouedimenti  ;  mandarono  a  Reggio  cinquecento  fanti  fotto  Vicen^oMaiatto  luoS°  • 
Bologne  fé ,  follato  del  Conte  Guido ,  ai  quale  commefiono  che  non  fi  potendo 
difendere  la  terra ,  fi  ritiraffe  nella  Cittadella ,  laquale  perche  fperauano  che 
fi  difende ffe  almeno  per  qualche  giorno  ;  mandarono  danari  a  Giouau  Batti- 
fta  Smeraldo  da  Tarma  Ctflellano ,  perche  chiamafìe  trecento  fanti ,  &  pre- 
garono ,  benché  in  nano ,  la  Commnutà  di  Reggio ,  che  trattandofi  non  meno 
della  ficurtà  loro  >  che  dello  fiato  della  Chiefa  ,preflaffero  alcuna  quantità  dì 
danari  per  foldarne  altri  fanti .     ^Al  pencolo  di  Modona  non  potendo  per 
mancamento  di  danari  proued  ere  altrimenti  il  Gouernatore ,  conuocati  mol- 
ti Cittadini  ;  ejjioje  loro}le  co  fé  effere  ridotte  in  grado  che  non  fi  pagando  i  fan- 
ti 


LIBRO 

ff  fp/rgnuofr,  ni  battendo  danari  per  prouedere  a  molte  altre  ffe  fé ,  tra  necef- 
fono  lanciare  cadere  la  Terra  nelle  mani  del  Duca  dì  Ferrara  :  laquale  3fe  ut 
fuffe  la  promfionc  de*  danari ,  fi  difenderebbe  :  né  effe  re  altro  modo  di  prone- 
dome  fé  efft  mede  fimi  non  foccorreuano  al  bifognoprefente ,  perche  fi  rendeua 
certo  che  a  quello  che  occorre  ffe  per  V mentre  ,  ò  il  nuouo  Tontefice,  ò  il  Colle- 
gio de*  Cardinali  proueder  ebbe  *  Islon  effère  in  quella  congregatone  alcuno 
eh  non  hauefìeprouato  il  dominio  del  Duca  di  Ferrara,  &  quello  delia  Chie- 
fa  :  però  quale  de  i  due  fuffe  più  amabile ,  opiu  acerbo ,  efiere  fuperfluo  il  di- 
moftrarlo  con  gli  argomenti ,  ò  col  difeorfo  delle  ragioni  a  coloro  ,  a*  quali  l'ha- 
ueua  infognato  la  memoria  :  pregargli  folamente  che  non  gli  mone  ffe  quella 
piccola  quantità  di  danari ,  e  he  fi  dimandaua  loro  in  prefian^a ,  perche  que-, 
fio ,  &  quanto  allo  intere  ffe  pub  lieo ,  &  quanto  alt  utilità  de*priuati ,  era  co- 
fa  di  pie  coli  filma  confideratione  a  comparatane  dello  intere fie  d*hauere  un  Si 
gnor  e  che  più  loro  fatis face  ffe .  Lequali  parole  riceuute  uolentieri  negli  ani-* 
mi  di  quelli,  che  haueuano  la  medefima  inclinatane  proueddono  con  diflribu-, 
tumefatta  tra  loro  mede  fimi  il  mede  fimo  giorno  a  cinque  mila  ducatheo*  qua-, 
li  hauendo  pagato  gli  Spagnuoli ,  &  fatto  altri prone 'dimenti  ,  niuno  timore 
haueuano  dell* armi  del  Duca  di  Ferrara  :  ilqualenon  prefumendo  delle  for^e 


l*  accettò,  &  il  giorno  feguente  il  Caflellano  affettati  pochi  colpi  d'artiglieria 
gli  dette  la  Cittadella ,  allegando  perfua  giuflificatione  che  Vicen'to  Malato 
chiamato  da  lui  haueua  ricufato  d*  entrar  ui,&  che  i  danari  mandatigli  dal  Co 
uernatore  gli  erano  flati  tolti  appreffo  a  Tarma ,  oue  haueua  mandato  per. 
foldare  i  fanti .  Dal  Duca ,  come  prima  hebbe  ottenuto  a  Reggio,  fi  partì  Ren 
%o  da  Ceri  chiamato  dall '  ^Ammiraglio  diFrancia  :  onde  rimaflo  con  pochi  fan 
ti,  poi  che  per  alcuni  giorni  fu  dimorato  fui  fiunhe  della  Secchiamole  il  cam- 
po alla  Terra  di  Rubiera  :  alla  cuflodia  della  quale  era  fiato  deputato  dal  Con 
te  Guido  il  Vecchio  da  Couiano  con  dugento  fanti  ;  ne  haueua  il  Duca  fé  non. 
piccola  fferan^a  di  ottenerla  :  perche  il  Caflello  è  piccolo,  &  molto  munito  per 
la  largherà ,  &  profondità  delle  fofie ,  &  perche  alle  mura  che  lo  circonda- 
no fi  unifeeper  tutto  un  t errato  grande  :  &  nondimeno  hauendo  il  giorno  fe- 
guente cominciato  a  battere  con  l'artiglieria  il  muro  contiguo  allaporta.il  Ca- 
pitano de*  fanti,  ò  fegret  amente  conuenuto,  ò  ff  attentato  .perche  già  gli  huomi 
m  del  Caflello  cominciauano  afolleuarfi.gittatofi  dalle  mura,s* apprefento  in- 
nanzi al  Duca-Ponendo  in  arbitrio  fuo  la  terra,&  f effe  fio  :  ilquale  entrato  ju 
h ito  nella  terra  accofiate l'artiglierie  alla  Rocca,  ff  attentò  in  modo  il  Caflella- 
no che  fi  diceua  Tito  Tagliaferro  da  Tarma ,  che  benché  la  rocca  fuffe  forte  > . 
&  fufficientemente proueduta  d'huomini,d* artiglieria  &  di  tutte  le  coffe  ne- 
cefilirie >non  affettato  pure  un  colpo  OH  artiglieria ,  la  dette  innanTJalla  notte  : 
laquale  riceuuta:  il  Duca  fermò  l*  efferato, fi  erando  che  per  la  uacatìone  lunga- 
iella  Sedia  shaueffero  a  diffoluere  i  fanti  che  erano  in  Modona?&  nutrendo  fi 

nel 


ch'io 


toua  l'abbi 
dona  (Te:  ma 
foto  dice  , 
che  da  £o 


nel  tempo  mede  fimo,  come  difotto  fi  dirà,  di  fteranzad'altr  è  tò fé.  Inquefio  a  Non  & 
tcwpo  Boniuetto  difterato  di  potere  per  for%a  prendere  Milano ,  alloggiato  a  j|™nac  ™ 
San  Cbriflofano  tra  Le  porte  Tirine  fé,  &  Romana,  luogo  circondato  da  acque,  iàppù'  a 
&  dafojfhoccupata  Monda  haueua  mandato  Monsignore  di  Baiardo,  &  con  f°™f** 
lui  Federigo  da  Boigole  con  trecento  lance,  &  otto  mila  fanti  a  *  prendere  Lo  Bozzolo  aa 
di  :  oue  con  cinquecento  caualli,&  cinquecento  fanti  della  condotta,  che  haue  *^c.ro  ^ 
uà  daUa  Chic  fa,  &  da  Fiorentini  era  tenuto  il  Marchefe  di  Manioua:  ilqua-  che  il  Mar 
le  temendo  di  fé  mede  fimo  ,fi  ritirò  a  Tonte  Vico ,  &  la  città  abbandonata  ;  chefe  di  MS 
riceuette  dentro  i  Francefi .  Trefo  LodhFederigo gittato  ilpontefu  l'adda , 
pafiò  con  quelle  genti  medeftme  nel  Cr  emone  fé  per  foccorrere  il  Caftello  di  Cre 
mona  :  ilqualeflretto  dalia  f ame, non  f apendo  quelli  che  u  erano  dentro,che  in  niuetto  fi£ 
Italia  fiffepaffato  l'efferato  del  Re,  fi  erano  in  quelli  medefimi  giorni ,  che  £££"£• 
¥  ammiraglio  s  appropinquò  a  Milano,  conuenuti  d'arrender  fi,  fé  per  tutto  il  ter  creme. 
giorno  uigefimofefto  di  Settembre  non  fusero  foccorft .  Jlccofioffi  fen^a  diffi-  ,**' £  ^cpec  J 
cultà  Federigo  al  Caftello,  &  poi  che  /'  hebbe  rinfie fiato  di  uettouaglie,  et  d'ai  freddo  chi 
tri bifogni,deliberò  d'affaltare  la  Terra,confidandofinclthauerui  Troverò Co  ?™J/C™~ 
toma  lafcìato piccolo prefidio ,  benché  il  Marchefe  di  Mantoua  ùhaueffe  per  leggo  già  in 
quefto  timore  mandato b  cento  huomini  d'arme,  cento  canai  leggieri,  &  quat-  &*£*  *? 
trocento  fanti:  ma  non  gliparendo  poter  entrare  nella  città  dalla  banda  del  Ca  prefa  di  Reg 
flelloper  le  gagliarde  munitioni  fatte  da  quei  di  dentro ,  che  diuidono  la  città  |ubie*  fat 
dal  Caftello,  fi  rifoluè, girando  dalla  man  deftra,  battere  la  muraglia 7  douera  ta  per  • il  d» 
p in  debole .  Battuto  che  hehbe  Federigo  con  l'artiglieria  le  mura;  dette  la  bat  **  (  l  cm" 
taglia  in  uano ,  &  dipoi  fatta  con  C  artiglieria  maggior  rouina  ;  dette  un  altra 
battagliala  col  fucceffo  mede  fimo  :  onde  fi  riduffe  a  San  Martino  affettando  Ma^ca*edf* :l 
Ren^p  da  Ceri,checon  dugento  caualli,  &  due  mila  fanti  ueniua  del  Reggia'  d^  Marno- 
so :  liquale  come  fu  uenuto,  ritornati  alle  mura,le  batterono  per  molte  bore  co  J£„aCj|  q^ 
granprogrejfo  :  ma c  impediti  dagrandi]fimepioggie,&  cono feendo  poter  diffi  uio  )  n  ca- 
cilmente  ottenere  la  tintoria  ;  non  tentarono  più  oltre .  'Jstelqual  dì  Mercurio  J"*^  j°* 
co  cauai  leggieri  de'  Vinitiani,le  genti  de  quali  fi  uniuano  a  Tonte  Vico,  paf  Fermo  co» 
fato  l'Oglio  cor  fé  loro  infino  a  loro  allaggìamenti .  Tentate  quefte  cofe  in  uà-  du\Uaiii,sc 
no,&  hauendo  nell'efferato firetteiga di uettouaglie,  & rifoluendofi  i  fanti  fó  fanteria 
condotti  da  Ren%o ,  perche  non  haueuano  riceuuti  altri  danari  che  quelli  >  che  nna. 
haueua  dati  a  Ren%o  il  Duca  di  F  errar  a.partitifi  da  Cremona;  andarono  a  ca 
pò  a  Sondino ,  Èa  con  euento  non  diffimile  : faccheggiarono  dipoi  la  Terra  di  ^ff^0ia 
Carauaggio,oue  dimorarono  alcuni  giorni  :  dallaquale  dimora  nafceua  ,  ò  fcu~  ordine(dict 
fa,ò  impedimento  al  Senato  Vinitiano  di  non  mandare  a  Milano  gli  aiuti ,  a  ^^fy}t 
quali  erano  tenuti:  perche  feufata  la  lentezza  de  Ir  accorr  e  le  genti  per  la  ere"  tolto  a  ero 
den^  fiata  commme  a  Capitani  Cefarei,  che  per  la  feparatione  loro  dal  Re  ™n™  pU?  d? 
di  Francia  i  Francefi  quell'anno  non pafferebbono ,  affermauano  di  mandargli  *re^a  Pafl* 
come  prima  quelli ,  che  erano  nel  Cr  emone  fé  haueffero  ripaffato  il  fiume  del-  guATiìbe* 

ro  getts.    j 

iena  con  l'artiglierie }  cadde  in  vn  tratto  dal  cielo  tanta  pioggia,  che  per  qnattro  giorni  %  che  duro  fu  R** 
«fiuto  4irferu  Tirnprefa  ;  onde  in  tasto  queidi  defitto  rip*«iong il  timo , 


L    I    B    R    0      '     ; 

TvAMd  Sin  n'ttefto  flato  delle  co  fé  diffidando  ciafeuna  detk  pani  dì  porre  io 

celerità  foie  alla  guerra)  ni  mio  tentaua  dimettere  in  pericolo  la  fomma  delle, 

co  fé.  Z! '^Ammiraglio  nonpenfando  alt  efmgnatione  ài  Milano,baueua  colloca. 

ta  la  {peranno  che  inimici  shaneffero  a  dijfoluereper  mancamento  de  dava 

ri  3  è  chefifuffero  coflretti per  carefiia  di  ne ttonaglie  abbandonare  Milano , 

oue  con  tutto  fuffe  copia  di  frumento,  nondimeno  in  tanto  popolo  fa  città  la  mal 

t  nudine  di  coloro,  che  fé  nhaueuano  a  nutrire,  era  quafì  innimsr abile ;&  ha- 

àTato  gran  ueudo  egli  Iettate  lacque,&  impediti  i  molmi  a  ni  èva  difìcultà  grande  dima 

tofana^1  cinare  •  Terquefla  cagione  richiamate  le  genti  de'!  a  Ghiavadadda;le{ecefer 

ài  in  Mila-  mare  tra  Moncia,&  Milano  ;  acciò  che  i  Milane  fi,  iqmli  erano  pittati  delle 

Ti  cétÌ>e  mt  uettGuagiiCìChe  fokuano  concorrere  per  leflradedi  Lodi,  &  di  Tania ,  rimai 

la  ^ertone    neffero  priuati  etìandio  di  quelle  chefoleuano  ricevere  dal  monte  di  Brionia  : 

f«?ma°nana  manon baflauanoquefie  cofe  a  fare  te f etto  defideratodau  ammiraglio.  Dal 

kiisra  fen-  f  altra  parte  per  configlio  di  Troverò  Colemia ,  con  tutto  che  haueffe  oppreffo 

XI  dice  *u  '  il  wrpo  da  grane  infermità,nè  meno  affaticato  F animo  ,non  potendo  tollerare 

rapeita,  fin  per  la  cupidità  di  conferuarfi  il  primo  Imoo ,  la  nenuta  del  Viceré  di  'Napoli, 

Snebberò       r  e  j  /  •  i  j-      »     •     ••     ;  r  • 

foi  fabrica-  //  jaceua  diLgenxaper  interrompere  le  ucttouagliea  mrmci  y  leqnali  ueniufr  i 
to  delie  mo  no  ddUàpàrte  di  là  dal  fiume  del  Tefinoiperche  la  fortezza  del  filo  3  nelvude 
l ■  alloggiauano ,  non  lafciauafieran%a alcuna  di  cacciargli  con  farmi .  Vociò 

Mantova: per  lane- 
arono  uri  altro  ponte 
"d-  Mantoua  v  or  Ugo, di  fi  ante  da  Vania  uenticinque  miglia.»  SoÙecitaua  oltra quefto  Vixel 
l&QhiX.tc  -losche  con  la  compagnia  delle  genti  d' arme/ baueua  da  Fiorentini,  iquali  n 
;«  lui  (cómb  principio  della  guerra  thauenmo  mandato  a  Genona  ,  &'  con  tre  mila  fanti 
■iiib.lulcicra  pagati  da'  Genouefi  baueua  occupato,  eccetto  <Aleffandna ,.  tutto  l  paefe  di  là 
pt'jia)ia  da-  dalvò;  paffafjeilfiumeper  turbare  le  uettouaglie,  che  delia  LomeÙJna  a3  Fra 
ttco  perdo  cefi  fi  conduceuam.  Ma  qvefio  non  cenfentì  il  Doge  di  Genoua  temendo  alle  co 
che  egiis'of  jc  proprie  per  la  propinquità  delf^Ar cine feono  Fregofo,ilquale  era  in  *AÌeffan 
?to  pronto  a  dria.  lipcrche  i  Vinitianifiè  genti  de  quali  haueuano  pafiato  l' Oglìo,ricufitr 
tutte  i'jutio  uano  pCY  [Q  paricelo  dì  Bergamo  paffare  *Adda,  méne  che  quellaparte  de'  Fra 
g«eiu .       ccf1'  c^e  era  partite  àa  Carauaggiofdimoraua  appreffo  a  Monda;  Vroffero  otr 
tenne  che  a  TreTgp  manda/fero  quattrocento  canai  leggieri,  &  cinquecento 
fanti  per  impedire  le  uettouaglie,  con  lequali  fi  foflentauano  .  jlllcquaicofe 
mentre  che  da  ciafcic::^  delle  parti fi attende ;  nofifaceua  alfa  attìovi  digv.cr 
ranche  battaglie  kggierìypredejetfcorrerie:  nelle  quali '  qua  fi  fempre  rimane? 
uano  in,  fi:  e  tal  uolta  con  danno  memorabile  :  conciefia  cofa  che 

effondo  ufi  ito  per  fare/corta  alle  uettouaglie,che  ueniuano  a  Milano  da  Trc% 
tZo,GioMìmi  de  Medici  con  dugento  huomini  d'arme,  trecento  canai  leggieri,  - 
&  mille  fanti,  incontrato  fi  in  ottanta  lance  Franco  fi  la  maggior  parte  della  co  : 
pagnìa  di  Bernabò  Fifconte,&  meffofi  a  feguitargli,&  poi  aflut amente  riti 
■    randofi;gli  conduffém  una  imbofeata fatta  da  fé  di  cinquecento  fccppietticri 
C^  rottigli  con  poca  differitane  ammazzò,  &  prefe  la  maggie  r  parte  :f\ 
Mente  in,  uri  altra  battaglia  Zucchero  Borgognone  roppefeffanta  huomini  d'ari 


OLV  I  N«T  6  t       C  f  M  a.  44a 

$£  della  Compagnia  del  Grande  Scudiere  :  affittarono  ancora  fin  itoti  e  ifan+- 

tfSpagnuoli  i  fanti  Trance fi,  do 'erano  a  guardie  delle  trincee,  chefìfaceuano  & 

per  andare  coperti  infimo  a  ripari,  &  ne  ammararono  non  -piccolo  numero  ; 

&  nel  tempo  medefìmo  Vagolo  lw2gafco>cbe  con  1 5  o.  canai  leggieri  era  ri-  a  conferì 

tnafìo  a  T?i%7ichitone ,  feorrendo  per  tutto  il  paefe  circofilante  ,daua  mole/ìia:.  Morgan»- 

quello  Tuo 


tinto  con  Morganie  da  Tarmammo  de:  capi  di  fiquadra  di  Ciouanni  de  Medi-  ra  dei  colo 

theffiendone  (blamente  confido  dannicelo  de  Lanzi  uno  de' fuoì  canai  leizìe  ?el,°  di,5'*. 

ri ,  &  quattro  altri ,  che  come  prima  gli  toccafje  la  guardia  del  bafinone  duna,  na,  &  haue- 

porta,ilquale  uficiua  finora  de  ripari  ;  ui  riceueffie  dentro  le  fine  venti;  accadde  5?  la.  £uaw 

1  j  n  •  1  1      i-i  r   /»  a.  dia  vicino  a 

la  notte  aejunata,che  Morgante,  parendogli  bauere  infogno  a  efieguire  tal  co-  iuì,&  giigiu 
lfia  di  più  compagniylo  a  conferì  con  un'altro  de  fimi:  ilquale  fimulando  dì  con-  $£$*£$ 
fientire  a  quefta  perfidia,  lo  confìgliò  ebeandafifea  comandare  in  nome  dì  Tro-  mio,chc  «lai 
jpero  Colonna  aìlefientìnelle^chefientendo  cofia  alcuna  non  fi mouefifiero;  accio-  JeffcCGiou* 
che  non  impedìfifiero  l'huomo, ilquale  manderebbe  a  chiamare  ifioldati  del  cam  n i  dùci 0  il 
pojchedoueuanouenireal  baflìone:  perche  l'ammiraglio  haueua  la  notte  ^coton-* 
medefima  accoflati  da  quellaparte  cinque  mila  fianti,per  che  ftefifero  prepara-  «»,  &  cab  a 
tUquando  rìceueuano  il  fogno  del  muouerfi,&  mefifio  in  arme  tutto  V  efferato,  ulte?,  tt 
Ma  mentre  che  Morgante  uà  a  dare  quefì' ordine  ;  l'altro  cor  fé  finitamente  a  rae  r£C'ita  '* 
tiuelare  la  cofia  a  Giouanni  de*  Medicudalquale  andato  al  bafìione,prefi  i  con  jfb.  j?Ha  *  4 
}fiij,  &  efiaminathfiuronofiecodo  il  coflume  della  giuflìtia  militare  bpaf]ati  per 
le  picche .  Ma  giàpareua  che  da  ogni  parte  cominciafifiero  a  declinare  le  co  fé  J^Tcar! 
de  Trance fup^rche  per  la  fertilità  delpaefe  àrcoflante  a  Milano,  &per  ha-  *8*.  faccio' 
nere  co  ruolini  domefticifolleuata ladffficultà delmacinato;  dimìnuìua  del  co  eguali ier°cl 
tinuo  lafperan%a ,  che  in  quella  città  haueffiero  a  mancare  le  uettouaglie  ,&  cma  n  e  1 1  i  0: 
perglijpeffi  danni  riceuuti  intorno  a  Milano,  fi  credeua  che  haueffiero  perduti  \>Ymì  ^ìiìu 
tra  utilU  &  inutili,miUe  cinquecento  caualli:  ondejpauentati  non  uficìuano  de  lt  > °.ue  infe' 
gli  alloggiamenthfie  non  per  la  necejjità  di  fare  la  ficorta  alle  uettouaglie ,  &  ^  di  pafjft 
u  faccomanni,&  fiempre molto grojfl  :  la  infamia  dellaquale  uiltàl 'ammira  Per  uf  v® 
glioconuertendo  in  gloria  fiua,ufiam  direbbe non  gov.ernaua  la  guerra  fecon-  antico  Joho 
do  l'impeto  degli  altri  Capitani  Francefì.ma  con  la  moderatone,  &  maturi-  d?' Roraa-  ' 
tà  Italiana,  &  nondimeno  qualunque  uolta,ò  camiti ,  ò  fanti  di  loro  fi  rificon-  nu 
trauano  co'  nimici  dimoftrauano  prontezza  molto  maggiore  a  fuggire,  che  re-  *  Percioche 
f fiere .  Uffìcurati  adunque  i  Capitani  di  Ce  fare  dal  timore  dell'armi,  &  della  «i^Genó 
fanx ,  an^i fyerando  di  mettere  in  difficultà  delle  uettouaglie  i  nimici  ;  niuna  »efi  »  &  <* 
cofapiugli  tormentaua  che  lc mancamento  de' danari yfien%a  iqualierama-  ^graue*. 
kageuole  nutrire  i  foldati  in  Milano ,  maquafii  impoffibile  menargli ,  quando  e^ndo  *pr' 
kofi  ricercaffero  l'occorrente  delia  guerra  fiuora  :  allaquak  difficultà  cercando  SeMrenie^ 
mprouedere  per  molte  uìe,ma  tra  l'altre  Trojpero,  confientendogli  occultarne  Pasar  £iu  de' 
ye il yicerè di  Napoli  ,el Duca diSejfia, haueua quafi  fiubito  dopala  morte  fcriu/ncai 
tlTQntefict  ì  fQimmtQ  a  muore  col  Bum  di  fjxrm  1  ilquale  ricufiato  ^ìkMl  *  \ 

molte 


,    - 


l    I   B    R    O    _ 

molte  offerte  fattegli  ialt*Ammiraglio,peYchc  ottenuto  che  hehbe  Keggìo,ìm 
dajfe  alla  ejpugnatione  di  Cremona^conuenne  finalmente  con  Trofpero,che  ri- 
cuperando  per  opera  [uà  Modona;pagaffe  incontinenti  trenta  mila  ducati  ,  & 
uentimila  altri  fra  due  me  fi .  La  cofa  pareua  facile  a  efeguire ,  perche  cornati 
dando  Trojpcro  al  Conte  Guido  Rangone  faldato  della  Lega  ,  &  a  i  fanti  Spa- 
gnuoli,  che  fipartiffero  di  Modona  ;  ninno  rimedio  era  che  quella  città  abban- 
donatalo* inclinale  fubito  il  collo  al  Duca  :  &  moueuano  Trojpero  con  mag 
giore  ardire  a  quefla  cofa  oltra  la  caufa  puhlica  le  cupidità  priuate,  Carnicina 
a  il  capei-  con  Jllfonfo  da  Efle,il  defiderio  commune  a  tutti  i  Baroni  Romani  di  deprime 
fo"fenibVo  re  la  grand e7xza  de'  Tonte fici,  &  lafperan%a  che  alienata  Modena  &  Reg- 
hn'do  ami  gio  dalla  Chiefa ,  Tarma ,  &  "Piacenza  più  ageuolmente  al  Duca  di  Milano 
Seìia  confo  peruenijfero  :  laqual  cofa  mentre  che  fegretiffimamente  fi  trattaua,  peruenu- 
uatio  dì  Mo  la  agli  orecchi  del  Conte  Guido,&  da  lui  manifeflata  al  Guicci^rdino  ;  conob 
chlefàweoi  benonpoterfi  in  alcun  modo  interrompere ,  *fe  non  fi  perfuadetfa  a  Capitani  tì 
ta  qfto  fat-  spagnuoliy  iquali  bene  trattati  >  &  largamente  pagati,  flauano  uolentieri  in 
meruè"  dici  quella  città,che  allegando  non  effcre  fottopofli  all'autorità  di  Trojpero  Colon-, 
do ,  che  ài  na  ìnfima  tanto  non  fuffero  pervenuti  alt  esercito  ;  ricufajfero  di  partir  fi  da 
fpero^cofi  Modona,  fé  non  per  comandamento  del  Duca  di  Scffapcr  lo  cui  comandamene. 
iìa.e'i  Duca  centrati  ui erano;  con  faputa  del  quale ,  benché  il  Gouernatore  teneffe  per 
«a  fermato  certo  trattar  fi  quefla  cofa  ,fiperfuadeua  che  e  (fendo  Oratore  di  C  efare  a  Ro- 
r  accordo  di  wa,&  reclamando  il  Collegio.non  folamentefi  vergognerebbe  a  dare  tale  co- 
*£n?X  pa-  meffwne  ,ma  non  potrebbe  negare  alla  rìchiefta  de' Cardinali  di  comandai 
g»r  ccrf3  *6-  apertamente  il  contrario  ;  &fuccedette  la  cofa  appunto  fecondo  il  difegno  ? 
^:  ina  che  perche  quando  Trojpero  mandò  a  comandare  al  Conte  Guido,  &  agli  Spa- 
Blitoiojjiep  gnuoH  che  andaffero  per  le  neceffità  della  guerra  a  Milano  ;  //  Conte  fi  feusò 
f„o ctfcè:  con  molte  ragioni,  allegando  efferefuddito  della  Chiefa  &  Modonefe,e  i  Capi» 
flgucrì  dei-  tani  $pagnuoliperfuafi  da  lui,&  dal  Gouernatore ,  rijpofono  a  niun  altroché 
lre?cheatdaì  al  Duca  di  Sefia  douere  in  tal  cofa  obedire  :  lequali  cofe  fignificate  dal  Goucr 
viceré  in  natoreal  Collegio  de'  Cardinalijhiamato  fubito  al  Conclaue  il  Duca  di  Sejfa, 
2uftaBtomS  egli  nonuolendo  rendere  foretto  fé, &  per  confeguente  Ce  fare  ;  non  potette  re 
«lato  a  Bolo  gare  di  non  comandare  per  fue  lettere  a  quei  Capitani.chenonpartijjero,  an%i 
fèdere"  chi  come  jpejfo  futeedono  le  cofe  contrarie  a'penfieri  degli  huomini,  ne  fuccedet- 
trattajuai'ac  t6y  che leggende fi  nel  Collegio  certe  lettere  di  Trojpero  intercette  dal  Gouer~ 
Ito  non  «a  natore,per  lequali  fi  pale faua  tutto  ilprogrejìo  della  cofa;  i  Cardinali  adheren 
vtiie  aji'jm  ^  ai  %e  fa  Francia,per  l'oppofitione  de'  quali  fi  difficultauano  prima  leproui- 
? endofi  'la"  [ioni  de  danari ,  che  per  opera  del  Cardinale  de'  Medici  fi  erano  cominciati  a 
chiefa  nimi  mandare  4  Modona,conofccndo  ejfereperniciofo  al  Re, che  tal  cofa  haueffe  >£- 
Sembrale  fettoydiuentarono  apertamente [fautori  chea  Modona  fi  mandaffero  danari,c*l 
vnaattà,  &  f\migliante  fece  il  Cardinale  Colonna,  fer  dimoflrare  a  gli  altri  di  anteporre  i  jj 
vno ,  ch'era  ogn  altro  rifletto  l'utilità  della  Sedia  *Apoflolica:  laquale  diligenza  benchA 
mod^izìD.  fHfìe  baflata  a  differire  l'efecutione  dellCiConuentioni  fatte  con  Mfonfodq 
cia\  l  ra°"  jzfle  t  nondimeno  non  ejfendo  perciò  rimojfo  il  fondamento  di  queftipenficr 

haueui 


laueuano  inanimo  che  il  ricevè  di  T^apoli,  ilquale  benché  cambiando  ten'tx- 
mente,uenìua  a  Milano  con  quattrocento  lance  ,&  due  mila  fanti,  quadopaf- 
fauxda  Modonane  leuaffe  i  fanti  Spagnuoli.  Ma  a  Milano  in  quefli  tempi 
me  de  funi  aumentò  la  copia  delle  uettouaglie:  perche  temendo  l  K-immir  Aglio, 
che  da  foldati,che  erano  in  Vauia,nonfuffe  occupato  il  ponte  fatto  da  luì  fui 
Tefinoyper  loquale  ueniuano  all'esercito  le  cofe  necefiarie;  rimoffel' efìercito 
minore  da  Monda  per  mandare  alla  cujlolia  del  ponte  tre  milafanti,deglial 
tri  una  parte  chiamò  afe>  gli  altri  difìnbuì  parte  in  Malignano  parte  a  Bio- 
graffa  uicina  al  ponte:  onde  agli  Imperiali  ricuperata  Moneta*  perueniua  più 
copiofamente  la  facultà  del  cibar  fi.  Era  in  quefto  tempo  nell'esercito  France- 
fel  alloggiamento  fortiffimo:  delqualefi  dijìendeua  dalla  Badia  di  ChiarauaU 
U  infino^  allaflrada  di  Vauia,  accoflandofi  da  quella  flrada  a  Milano  per  un* 
jpacio  d'un  tiro  d'artiglteria,ottocento  cauai  leggieri,  fei  mila  Sumeri,  due 
mila  fanti  Italiani,  dicci  mila  tra  Guafconi,  &  Francefi:  haueuano  al  ponte 
del  T  efino  mille  fanti  T  ed  efebi, mille  Italiani ,  il  mede  fimo  numero  a  Biagraf- 
fa,oue  era  Ren^p  da  Ceri,m  Islouara  dugento  lance,  tra  in  Meffandria,&  in 
Lodi  due  mila  fanti.  In  Milano  erano  ottocento  lance,  ottocento  cauai  leggic- 
riycinque  mila  fanti  Spagnuoli,  fei  mila  fanti  Tedefchu  &  quattro  mila  Ita- 
liani  oltra  la  moltitudine  del  popolo  ardentiffimacon  l  animo,  &  con  l'opere 
contra  i  Francefi  :  in  Vania  il  Marche  fé  di  Mantoua  con  cinquecento  lance  f 
feicento  cauai  leggieri  ,due  mila  fanti  Spagnuoli,  &  tre  mila  ltaliani:a  Caftel 
Huouo  di  Tortone]  e  erano  con  Vitello  tre  mila  fanti  ,benche  poco  dipoi,  effen  - 
do  pajfate  alcune  genti  Francefi  uerfo  Mandria, fi  ritirò  a  Seraualle  per  ti- 
more chenonglifuffe  impedita  la  facultà  di  ritornar  fi  a  Genoua,  e  i  Vinitia- 
ni  haueuano  feicento  huomini  d'arme,  cinquecéto  cauai  leggieri,  &  cinque  mi 
la  fanti:  de  quali  mandarono  mille  fanti  a  Milano  a  richiefla  di  Vrofbero  deft  \^™fc 
ierofo  di  feruirfi  della  fama  de  loro  aiuti,  &poco  dipoi  un  altra  parte  a  Cre-   foSér  dcii'ef 
mona  per  fofp etto  d'un  trattato. Finalménte  l'ammiraglio  coflretto  dalla  diffi  ■  [l%[° 'ef £ e 
trita  delle  uettouaglie  Aa  tempi  freddifflmi,&  neui  grandi ffime,  &  dalla  in-  ch«  ftfò  U 
fianca  &protefli  cheglifaceuano  gli  Sinceri .perche  non  uoleuano  tollerare  ^cn<£  à* 
jnu  tante  incommodità;deliberò  di  difeofiarfi  da  Milanoma  innanzi publicaf   "*»"  '* 
£  ilfuo  conftglio  procurò  che  Galea^o  Vifconte  dimandale  facultà  di  anda-  due  mCn?£ 
re  a  uedere  Madonna  Chiara  famofa  per  la  forma  egregia  del  corpo,  ma  molto  <lH,ui  »  ntr°- 
fiuper  ilfommo  amore  cheglip$rtaua  Troverò  Colonna .  Entrato  in  Milano  namVdcot! 
introiuffe  ragionarne  ti  di  triegua,per  iquali  conuennono  infume  ildìfeguente  ù  co'1  Ma* 
a  lato  a 'ripari dianone,  Vagolo  Vettori  Comeffano  Floreano,  &  Gierola-   ri£oft?d£ 
mi  Morone,&  peri' ammiraglio  Galea^oro  vifcontce'l*  Generale  di  T^or^   teda,ei;  u 
mandia.iqualiprepofono  che  fi Joftendejfero  l'armi  per  tutto  Maggio,  obligan  ma'rmifei 


dopa  dijfribuire  l'efferato  per  le  terre,  &  harebbono  alla  fine  consentito  di  f******** 

-:a /:  ^.±+:  j:  i  \  3i'~.  /»__  --,._.        ...       „   J    ...  lar  ditregua 

co  Do  Car- 
lo di  Lano- 

rare  rifa  oleum  jen^a  la  munta  del  Viceré:  onde  l  ammiraglio  due  giorni  FeflSS». 


ridurli  tutti  di  là  dai  Te  fino:  ma  dannado  i  Capitari  di  C  efare  l'interropere  con  co  dò  ci 
la  triegua  la  (ptra^che  haueuano  della  mi toria,  rifho'ono  no  potere  delibe    !°  di  u?° 

~ ,  .1  /•   ._     i.       i         .    ,   i   _..        .  ..  S*..z  I.  xa  V»ccrèd< 


Kkk         poi 


LI    B    R    O  '  ^ 

pòitncffe  innanzi  alt  aurora  uerfo  Urina  del  Tefino  t  artiglierie, feguìtò  come 
fu  chiaro  il  giorno  tutto  tefiercito  procedendo  con  tale  ordine,  chepareuanon 
ricufaffe  di  combattere  daqttal  co  fa  come  fu  ueduta  nella  città  gonfilo  i  falda- 
ti, ci  popolo  cbiedeuano  con  aliiffime  noci  defiere  menati  ad  asfaltargli,  ma 
i  Capitanì,&  gli  huomini  di  maggiore  autorità  faccuano  infiamma  appreso  a 
s  Altrettlti  <pro(bero  Colonna  del  medefimo,  dimofirandovli  la  facilità  della  uittoria,per 

ferme  il  Gto      ,     ■«  .        r  r    .  J  .    r     .      .    ,     .     .  V         J  Z  r      1  i  n 

uio  nella  ui  che  ne  di\or%e jiriputauano  inferiori  a  nimici ,  &  a  animo  jarebbono  molto 
ta  dei  colo  /^/7er/or;  non  potendo  e fiere  che  la  ntiratanonhauefsemcfio  timidità  gran- 

nainquefto  J   £    -  f  J  .   .  .  J        .   fr  .       «=> 

a  car  .43  7  10  de  nella  maggiore  parte  di  quello  epercito ,  dellaquale  molti  fanti  Italiani ,  che 

f  °  "  "o"  «1  aUh°ra  tnedefìma  fé  ne  partiuano,  riferiuano  il  mede  fimo .    Ricordauangli  la 

colo  dei  pa-  gloria  infinita daperpetuatione  eterna  del  nome  fuo,fe  tante  uittorie  già  acr 

faTtu  croni  ^flaie  conf emafie  con  quefla  ultima  gloria,  &  trionfo.  Ma  nell'animo  di 

ea  de*  Fóte-  Troverò  erafemprefiffo  di  fuggire  quanto  poteua  di  fottornetterjì  alt  arbitrio 

*cl,iahfc*a  della  fortuna>&  perciò  immobile  nella  fuafenten'za-,  non  altrimenti  che  uno 

due mefi,&  edificio folidiffìmo alfoffiare de'ue'ati, rifondendo  l>{0!<t  ES  SÈRE  uffì- 

«!"&  d! 8u€-r  c/0  di  faio  Capitano  lajciarfi  muouere  dalle  uoci  popolarono  menare  i  foldati 

io  coda  pu  fiioi  ad  afjaltare  inimici  ymandoniuna  altra  fperan'za  reftaua  loro,  che  di-* 

lirU  compu  fender  fu  ^Affai  efierfi  uinto,  affai  gloria  acquiflata,  baiando  ftn^a  pericolo , 

to  ;  gcioche  &  fen%a  fangue coflretto  i  rumici  a  partii fune  douere  efiere  infinita  la  cupidi  ' 

*ì  a  "^"di  *#  de  gli  huomini  &  potere  ci  a  feuno  facilmente  coriofcere,che  fen%a  compara 

settembre ,  tjone  maggiore  farebbe  la  perdita,  fé  le  cofefuccedefiero  finitamente,  che  il 

fu  crea»  a'  guadagno  fé  le 'fuccedefieroprofper  amento.  Hauere  fempre  con  quefle  arti  con 

it.di  Noué-  dotto  a  honoratofine  le  cofejue,  fempre  per  efferienTg  conofciuto  TIF  Ttyo- 

bifognaauer  cere  a  Capitani  la  infamia  della  temerità,  che giouargli  la  gloria  della  unto- 

ti  re,  che  que  ria  perche  in  parte  di  quella  nonueniua  alcuno,  tutta ,  &  intera  s'attribuiua 

fcrìue,  che  i  al  Capitano:  ma  la  laude  dsfucceffi  projperi  delia  guerra,  almeno  fecondo  topi 

cardinali  nione  de  gli  huomini ,  communicarfi  a  molti.  J^on  uolere  quando  era  già  uici- 

giorniin  co  no  alla  morte  andare  dietro  a  nuoui  configli,  &  abbandonare  quelli, i  quali  fe~ 

«Ile  dicevi  Settati  da  lui  per  tuttala  uitapafiata,  gli  haueuano  dato  gloria,  utilità*  & 

Giòlito,  che  grandetta.  Diuifonfi  i  Francefi  in  due  parti  d'ammiraglio  con  la  parte  mag- 

«"  Prck"  gi^'cc  fi  fermo  a  Biagrafia,terra  diflante  da  Milano  quattordici  miglia;  gli  al- 

tione:  m»  il  tri  mandò  a  Rofa  diflante  da  Milano  fette  miglia.  Ma  pochiffimì  giorni  poi  che 

krmeT'che  t  ammiraglio  fi  er  alenato  di  quello  alloggiamento,  fucc  edette  la  creationc 

«a  co  la  se-  del  nuouoTontcficeyefiendo  giàftati  nel  Conciane*  cinquanta  giorni:  nelqua-  < 

&  quamo  ^ e  entrati  da  principio  trentafei  Cardinali,  &  foprauenuti  poi  tre  Cardinali» 

giorni  ;  pei-  confumarono  tanto  tempo  con  uarie  conuentioni,  diuidendo  gli  animi  loro  non 

«onoacom  follmente  le  uolontà  diuerfe  di  Ce  fare, &  delRe  di  Francia ,  ma  etiandio  la 

*ut«ri§r°r  grandezza  del Cardinale  de  Medici: ilquale oppugnato  da  tutti  quelli,  ebefe- 

cuie  per  a"  guitauano  t autorità  del  Re,  &  da  alcuni  di  coloro  ancora ,  che  dìpendeuano 

fpettare  i  da  Ce  far  e,  baueua  in  arbitrio  fuo  le  uoci  concordi  difedici  Cardinali,  diffofti 
che  uengi-  affolutamente  a  eleggere  lui,<&  a  non  eleggere  alcuno  altro  fen^a  il  fuo  con- 

»oai  con-  fentimento}et promefie  occulte  da  cinque  altri  di  dare  il  noto  alt elettionccìje 

fifa. 


Q^V  I'N  T  ODE  e  IMO.  44'- 

jkfaceffe  ài  lui  proprio, &. lo  fauorhano  oltra  queflo  lo  ^imbdfciatore  di  Cefa-  a  u  c-10lM0 
re>&  tutti  glialtri  che  l'autorità d' e fio  fegùitauano:  ì  quali  fondamenti  béche  celia  uiu 
'hatièffe  bauttti  quafi  tutti  aliamone  del  "Pontefice  Lione,  nondimeno  era  bora  amibusfce' 
entrato  nel  Conclaue  con  deliberazione  più  confante  di  non  abbandonare,  nò  parimente  a 
per  lunghezza  di  tempo  neper  qualunque  accidente  le  fue  fycrah%e  sfondate  t\on  jicic- 
principalmente  perche  all' elettrone  del  Tontefice  èneceffario  concorrimi  due  mcntc  :  «" 
ter^i  delle  uoci  de Cardinali  preferiti.  K(è  gliritraheuada  quefle  diuifionuo  fu  impala 
il  pericolo  commune  d'Italia,  ò  il  ùroprio  delio  flato  della  Chiefa:  awri  fecón-   P«  ieu«« 
do  che  uariauanoy  iprogreffi  della  guerra;  andaua  ciafeun*  delle  p  arti  di{f cren  Tuo  zìo1,  i  !- 
do  l'elettione,fyerando  fauore  della  uittoria  di  quelli, che  gli  erano  propitij:  &  3ual  1)auiff: 
fi  farebbe  differito  molto  più  tempo ,  fé  ne  Cardinali  auerfi  al  Cardinale  de*  farebbe  ft*. 
Medici,  i  quali  erano  qua  fi  tutti  de' più  uecchi  del  Collegio,  fufle  fiata  la  mede-  ^UMrui  t:o 
fima  unione  a  eleggere  qualunque^})  era  in  non  eleggere  hii,&  depofle  le  cu-  toìe/&  che 
pidità particolari  fi  fuffero  contentati  di  queflo  fìne,che  il  Cardinale  de' Medici  fjI:Sard  n^ 
'  non  afeendefie  al  Tonteficato.  Ma  E*  M  OLTO  difficile  che  mediante  la  con  coióna  heb 
cor  diaccila  quale  è  mefcolata  la  di  fior  dia,  &  X ambinone,  fi peruenga  al  fine  chcPno"io  r 
che  communemente  fi  cerca,  il  Cardinale  Colonna  nimico  acerbi/lìmo  del  Car-  Te  creato  % 
dinaie  deMedici,ma per  natura  impetuofo,&  fupérbiffimo a  fdegnato  co' Car-  dindona 
dinali  congiunti  feco, perche  ricufauano  di  eleggere  Tontefice  il  Cardinale  la-  oxfino. 
epuaccio  Romano  >buomo  della  medefima  (anione,  &  molto  dependete  da  lui',  .  ofr  r  v 
andòjpontaneamente  a  o {ferire  al  Cardinale  de'  Medici  d  aiutarlo  al  Tonte  fi-  tion  d'hifto 
cato:  ilquale  per  una  cedola  di  mano  propria  fegretijjìmamente  gli  promeffe  JJffa^^dl 
l'ufficio  della  fice  Cancellaria,che  rifedeua  in  per  fona  fina,  &  il  Talamo  fon-  che  leggi  i  « 
tnofijfimo  Mquale  edificato  già  dal  Cardinale  di  S.  Giorgio  era  flato  conceduto  JP***  ^° 
a  lui  dal  Tontefice  Lioneidonde  accefo  tanto  più  il  Cardinale  Colonna,  induf-  *ì\%  tic. z . 
fé  nella  fenten^afua  il  Cardinale  Cornarot&  due  altri  Ja  inclinatìone  de  qua  "c!,5  ;,**"£ 
-  liìcomefu  nota)  cominciarono  molti  de  gli  altri  tirati,  come  fpefio  interuiene  i7o;neU'ua 
ne' Conciaia  da  uiltàfo  ambitione,afare  a  gara  di  non  effere  degli  ultimi  a  fa-  J  \  "*£  ì  *tf# 
fiorirlo,  in  modo  che  la  notte  medefimafu  adorato  per  Tontefice  di  concordia  &  5 29. &  ai- 
comune  di  tutti  :&  la  mattina  feguente  che  fu  il  giorno  19.  di  TSlguembre,fat-  tL0  ue* 
ta  fecondo  la  cofuetudine  la  elettione  per  folme  fcrutinio,b  il  giorno  mede  fimo  e  Per  quel 
precifamente  che  due  anni  innanzi  era  mttoriofo  entrato  in  Milano. Credette  fi  hoTetrcr'sc 
•che  tra  l'altre  cagionigli  haueffe  giouato  l'entrata  grande  di  benefici^,  &  uffi-  offtruato  2 
cij  Ecclefiafiici:  perche  i  Cardinali  quando  entrarono  nel  Conclaue  fecero  con-  \^°f^  \z 
cor  demente  una  cofiitutione,  che  l'entrate  di  quel  chefuffe  eletto  Tontefice  fi  meaioriana 
difiribuì fiero  con  eguale  diuifione  ne  glialtri.  Folcita  continuare  nel  nome  di  [V  p8!*11»  ^ 
Giulio:ma  ammonito  da  alcuni  Cardinali  efierfi  offeruato  che  quelli,  che  elet-  efler  uero , 
tiTontefici c  non  haueuano  mutato  il  nome,  haueuano  tutti  finito  la  uita  loro  ntfri/tìoa 
fra  un'anno;affunfe  il  nome  di  Cleméte  Settimo jò per  efiere  uicina  lafefiiuità  p«  ìc.  ^e 

t.    de'Papi  Ho- 
>  •■     •  "^    mano, Theo 

dorè  2.Lion  $ .  Chriftoforo,  Giouanni  15. detto  i<s   Giouanni  17.  detto  io  Giouanni  20.  detto  21.  Scaltri. 
a'  tempi  moderni  Adrian  6.  che  non.  fi,  inaio  uo  lucrai  Ile  poco  più  dell'anno,  ik  Matceiio  2.c'hebbc  il  nae 
iefiino  nci»e  a  batccfiìiioi  ttiirc  2^ .  gio-mo. 

.     ,  Kkk     % 


LIBRO 

di  quel  Santo,  h  perche  aìluàeffe  aUhauerefubito  che  fu  eiettò  perdonato  >  & 

ticctmto  in  gratta  il  Cardinale  di  Volterra  con  tutti  ifuoi:  ilqual  Cardinale  hi 

eh?  ^Adriano  haucffenegli  ultimi  dì  della  aita  dichiarato  tnhzbiie  a  interne- 

nire  nel  Conclauc;  ui  era  entrato  per  coceìfiwe  del  Coììegio,&  flato  inftno  al- 

l  eflremo  pertinace ,perche  Giulio  non  fuffe  eletto.  Grandiffima  certamente 

p;r  tutto  il  mondo  era  l'eflimatione  del  nuouo  Tonte fice:  però  la  tardità  dell* 

elettione,maggiore  che  già  fuffe  accaduto  lunghi/fimo  tempo;  pareua  ricopen- 

fata  coni hauerepjflo  in  quella fedia  imaperfonadifomma  autorità,  &ualo- 

re-.perche  haueua  congiunta  ad  arbitrio  fuo  la  potenza  dello  flato  di  Firenze 

alla  potenza  grandiffima  della  Chi  e  fa,  perche  haueua  tati  anni  a  tepo  di  Lione 

gommato  quaft  tutto  il  Tonteficato, perche  era  riputato  per  fona  graue}&  co- 

fiate  nelle  fue  deliberationi}&  perche  efìendo  fiate  attribuite  a  lui  molte  cofic* 

eh' erano  procedute  da  Lione;  ciafeuno  affermaua  elfo  e  fiere  huomo  pieno  d'am 

bit  ione,  d' animo  grande,  &  inquieto, et  de  fiderò  fi  filmo  dicofe  nuouetaìle  quali 

a  Allo  ftret  partì  aggiugnédofi  l 'efiere  alieno  da  i  piaceri  &  affiduo  alle  faccéde,  no  era  al 

Maggio  re?,°  cuno  che  no  affrettale  da  lui  fatti  efiraor  dinar  ij ,  &  gradi  (fimi.  La  elettionefita 

dice  il  gìo    riduffe  fubito  infomma  fteurtà  lo  Stato  della  Chiefa.  Terche  il  Duca  di  Ferra- 

fta  Arona°:  raffrauétato,che  in  quella  Sedia  fuffe  afeefo  un  tal  "Pontefice,  nèffrerado  più  di 

©uè  foggiu-  ottener  Modona  per  la  uenuta  del  Viceré  di  Napoli  meno  fberado  ne*  Fracefh 

«ne  che  fu.         ...  r  •  •«.      j         i    _   •      »    •  t  r         ir 

inorto  Po  -  tquali  prima  per  me%p  di  Teodoro  da  Tnum%i  uenutt  nel  campo  fuo  gli  face- 
™tl0à\v\  uano,perche  aderifie  alorOìgrandiffìme  offerte,  lafciata  fu fficiente  cuflodia  in 
ùgiierie  di  Reggto,&  in  Rubiera;  ritornò  a  Ferrara.  Quietaronfi  fimilmente  le  cofe  della 
CapdU  di*  Komagna,oue  fiotto  nome  di  opprimere  la  f anione  nimicala  in  uerità  fiimolé 
ce,che  le  fu  to  dà Francefi,er a  colfieguìto  de  Guelfi  entrato  Giouanni  da  Sajfatello  ,ficac- 
tc  cótro'pet  c^at°ne  *el  Tonteficatodi  Adriano  per  lapote^a  de  Ghibellini. Ma  diuifo  che 
irentagioc:  fu  l'efiercito  Fracefe,tra  Biagraffa,  &  Rofa,  l'ammiraglio,  appreffo  alquale 
U  dp3Ue *d!  non  eranorimaflipiu  che  •ìooo.Suizgeriflicentiò  come  inutili  i  fanti  del  Del- 
ferro  dalle  finato>&  Lìnguadoca,&  mandò  l'artiglierie grojfe  di  là  dal  T efino  con  inten- 
«xtigiieue .  t^e  ^  affrettare  in  quello  alloggiamento  le  genti,  che  il  Repreparaua  per  fot  • 
b  Cofi  a  pù  correrlo:perche  non  temeua  douerui  efiere  sfor~^ato,&  u  haueua  abbondane 
SeMenS*  di  uettouaglie:&  nondimeno  per  no  perdere  del  tutto  il  tempo;  mandò  Ren^ 
de*  co  inen  da  ceri  confette  mila  fanti  Italiani  a  pigliare  jlrona  terra  forti  filma  a  ne'con-  4 
penagli  fim  del  Lago  Maggiore, pofieduta  da  ^Aachifie  Vifconte;  infioccar  fio  del  quale 
Giouio  (cri  •  goffrerò  CoIona  mandò  da  Milano  mille  dugento  fanti.  La  Rocca  di  sAronafio- 
Jón3,Vome  prafà  tanto  la  terra  che  è  inutile  il  poffedere  quefta  a  chi  non  poffiede  quella: pe 
tocco  da  gri"  ro  ^cn^o  attenieua  a  battere  la  rocca,  &  hauendoui  dati  più  affalti,ouefuro- 
zaperveier  nomorti  molti  de'  fuoi, finalmente  poiché  in  nano  uhebbe  confumato  circa  4  ' 
liberato  Mi  m  mecen  partì  cofermata  l'opinione  che  zia  molti  anni  era  ampliata  per  tut 

Uno  dall'ai  '     J   f       .     .J    .  r  u  •  r  n       j    rr         n     r 

fedio,vfcì  di  ta  Italia,chepiu  in  muna  parte  l  anioni  fue  con  ifponde fiero  alla  fama  acqui* 
jì£a-  Veddi  u  fiata  nella  difefa  di  Crema.Caminaua  in  quefio  tempo  alla  morte  Troffrero  Co- 
■ita  dei  Fc    lonna, flato  già  b  ammalato  otto  mefi,non  fenica  foffr  etto  di  ueleno,ò  di  medica  l 
*****  mento  amatorio  :  però  doue  prima  gli  era  molefiiffima  la  uenuta  del  Viceré) 

non 


«LV  tMTODB'CIMO      ^  „_;_/  *« 

Hon  potendo  poi  più  reggere  te  cure  della  guerra  ;  l'haueua  contìnuamente  foì 
lecìtata  o     Venne  adunque  il  Viceré  :  ma  accoflatofi  a  Milano  per  wofirare 
merenda  alla  trina, &  fama  di  tale  Capitano, [opracene  qualche giorno  aerL 
tr  ami:  pur  e  intendendo  e ffer  ridotto  alt  efiremo,  &  già  alienato  dell'intellet- 
to , entrò  perdefiderto  di  uederlo  in  tempo,  che  foprauiffe  poche  bore  poi, 
benché  altri  dichino  che  ritardò  a  entrami  dopo  la  morte,  che  [accedette  ilpc* 
nultimo  giorno  di  quell'anno.  Capitano  certamente  in  tutta  la  [uà  età  di  chia- 
ro nome,  -ma [alito  negli  ultimi  anni  della  tuta  in  grand iffima  riputatane,  & 
autorità ,  perito  del/ arti  militare ,  &  in  quella  di  grandiffimaefperien^a ,  ma 
non  pronto  a  pigliare  con  celerità  l'occafioni ,  che  glipotejfero  porgere  i  difor- 
dini  »  ò  la  debolezza  de  ramici,  come  anche  per  il  [uo  procedere  cautamente  ^oioTcuà 
nonlafciaua  [acile  a  loro  l'occafione  diopprimere  lui,  lenti ffìmo  per  natura  tatorc,  cho 
a  nelle  fue  anioni ,  &  a  cui  tu  dia  meritamente  il a  titolo  di  Cantatore  :  ma  [e  ^o  XI  rru° 
gli  debbe  la  laude  d'hauere  ammimftrato  le  guerre  più  co*  configli  che  con  la  «enejfu  da* 
fpada ,  &  infognato  a  difendere  gli  fiati  fen\a  efporfi ,  fé  non  per  necceffità ,  Saffimo^ 
alla  fortuna  de  fatti  d  arme .  Terche  all'età  noflra  ha  battute  molte  uarietà  il  haucr  «»« 
goue\%o  della  guerra  ;  concio  fa  che  innante  che  Carlo  Re  di  Francia  paffaffe  Annibale 
in  Italia  ,fofienendofi  la  guerra  molto  più  co  cornili  d'armadura  graue ,  che  in  ltalia» 
co1  fanti ,  &  effondo  le  machine  che  fi  ufauano  contra  le  terre  incommodiflì-  b  si  c-  fron 
me  a  condurre ,  &  a  maneggiare  ,[e  bene  tra  gli  efierciti  fi  commettcuano  t3  co  quei , 
jpejfo  le  battaglie  ;  pie coliffime  erano  le  uccifioni ,  rariffìmo  il  J angue  che  uifi  fCI  uo°d  & 


di  de'  nimici  ;  di  maniera  che  con  grandiffima  difficultà  fi  occupauano  gli  flati,  tigiici*  fa. 


pofieduti  da  altri .  Ma  foprauenendo  il  Re  Carlo  in  Italia  il  tenore  di  nuoue  "  j£nb?,  *°a  * 
nationi,  la  ferocia  de' [anti  ordinati  a  guerreggiare  m  altro  modo ,  ma  [opra  tima  itali* 
b  tutto  b  il  furore  dell  artiglieria  empie  di  tanto  (bauento  tutta  Italia,  che  a  chi  l'^r<ìk  ° 

rn  ri  •  n  •   '  C     J     r     •       '  "  <*!  Carlo  Re 

non  era  potente  a  refiller  e  alla  campagna  -.  niuna  jperan'Za  ai  aijenaerji  rima-  di  Francia  : 
netta  :  perche  gli  huomini  imperiti  a  difendere  le  terre  [ubilo  che  s'approffi-  bro/jeferit 
mauano  i  nimici  ;  s'arrendeuano ,  &  [e  alcuna  pure  fi  metteua  a  refiflere,  era  u  tu  tra  qus 
in  bremffimi  giorni  efpugnata .  Cofi  il  Reame  di  Tsjapclij  e9 1 Ducato  di  Milano  jj\seu""  <£ 
e  furono  quafi  in  un  giorno  medefimo  uinti  &  affiliati .  Cofi c  ;  Vinitiani  uinti,  Napoli . 
in  una  battaglia  foia,  abbandonarono  finitamente  tutto  lo  Imperio  che  batte 
uano  in  terraferma .  Cofi  i  Fr  ance  fi  non  ueduti  non  che  altro  inimici ,  lafcia-,  fu  u  rotta . 
rono  il  Ducato  di  Milano.  Cominciarono  poi  gli  ingegni  de  gli  huommi  fisa-  £^  ^ro.a 
ventati  dalla  ferocia  delle  off  e  fé  ad  affìttigli  ar[t  a'  modi  delle  difej'e,  rendendo  ra  d' Adda 
le  terre  munite  con  argini,  con  f off,  con  fianchi,  con  ripari,  con  bafiioni  tonde  ^°e0B^. 
aiutando  anco  molto  quefto  effetto  la  moltitudine  dell'artiglierie  noeme  più  uiano.-diche 
nelle  difenfioni,  che  nelle  oppugnationi  ;fono  ridotte  a  grand iffima  ficurtà  le  ™  J  ^  "£ 
terre ,  che  fono  difefe  di  non  poter  e  fiere  eff  ugnate .  JL  quefle  inuentioni  dette  fta  hiftoria 
><l  tempo  de  padri  noftri  [or [e  in  Italia  principio  la  ricuperatione  di  Otranto ,  nel  1,b'*' 
<  .  v,  'Kkk     5         fiato 


« 


LIBRO 

flato  occupato  da'  Turchi  :  doue  entrato  dipoi  ^Alfonfo  buca  di  Calauria  trouo 
fatti  da*  Turchi  molti  ripari  incogniti  a  gli  Italianità  rimarono  più  nella  me 
moria  degli  huomini,che  nelteff empio.  Vrofpero  con  quefle arti  difefe due  uol 
te  più  chiaramente  il  Ducato  di  Milano>effo  medefimo,ò  folo,ò  primo  di  alcu 
no  altro  >&  offendendo,et  difendendo ^con  [impedire  animici  le  uettouaglie* 
con  l'allungare  la  guerra  tanto  che'l  tediosa  lunghe7ga,la  pouertà,i  difordini 
gli  confumauano,&  uinfe>&  difefe  fen^a  tentare  giornate  ,fen%a  combatte- 
re* non  trahendo  non  che  altro  fuoti  la  (pad a  ,  non  rompendo  una  fola  lancia  : 
onde  aperta  la  uia  da  lui  a  quelli  che  feguitarono,  molte  guerre  cotinuate  mol 
ti  meftfifono  uinte  più  con  la  indufiria,  con  farti,  con  la  elettioneprouida  de 
uantaggh  che  con  l'armi .  Queflc  cofefifeciono  in  Italia  Vanno  mille  cinque- 
cento uentitre.  Trepararonfi  per  l'anno  medefimo  con  grande  ejpettatione 
molte  co  fé  di  là  da'  monti dequali  non  partorirono  effetti  degni  di  tanti  Trinci 
pi  :  perche  C efare y&  il  Re  d'Inghilterra  haueuano  conuenuto  infieme,  &pro 
me  fio  al  Buca  di  Borbone  di  rompere  con  armipotenti  la  guerra,  l'uno  in  Tic- 
cardia^  altro  nella  Ghienna  :  ma  imouimenti  del  Re  d'Inghilterra  furono  nel 
la  Vie  cardia  qua  fi  di  niuno  momento ,  &  quel  che  tento  il  Duca  di  Borbone 
nella  Borgogna,  fi  dimoflrò  fubito  uano  :  perche  mancandogli  i  danari  per  pa- 
gare i  fanti  Tedefchi ,  alcuni  de'  Capitani  conuenuti  coi  Re  di  Francia  ne  ri- 
trajjh'0  una  parte  :  onde  egli  difyerato  delle  co  fé  di  Francia  andò  a  Milano , 
oue  C  efare,  non  gli  piacendo  chepaffaffe  in  Ijpagna,  forfè  per  non  dare  per  fé  t- 
tione  al  matrimonio,come  era  ilfuo  defideno,  mandatogli  per  Beuren  il  titolo 
di  Luogotenente  fuo  Generale  in  Italia  ;  lo  confortò  che  fi  fermaffe .  7{è  dalla 
parte  di  Spagna  proceder  ono  a  C  efare  le  co  fé  felicemente  :  ìlquale  benché  ar- 
dente alla  guerra  fu ffe  uenuto  a  Tampalona,  per  entrare  in  Francia  per anal- 
mente, &  di  giàhaueffe  mandato  l 'esercito di  là  da' monti  Tir  enei,  ìlquale 
haueua  occupato  Saluatierra,non  molto  dijlante  da  San  Gianni  di  Vie  di  Vor 
to  ;  nondimeno  effendo  fiata  maggiore  laprontc%7a,  che  non  era  lapoten%a  > 
perche  per  mancamento  di  danari ,  né  poteua  fofientare  tante  for%e ,  quanto 
farebbe  fiato  neceffario  atanta  imprefa,  ne  haueua  per  lamedefima  cagione 
potuto  r  accorr  e  l'efferato, fé  non  quafi  alla  fine  dell'anno:  donde  ne' luoghi  fied 
di  la  flagione  dell'anno  gli  multiplicaua  le  dìfficultd ,  impedì ualo  la  firettej^ 
%a  delle  uettouaglie  difficili  a  condurfi  per  tanto  camino  :  onde  fu  coflretto  a 
diffoluere  l' efferato  ragunato  contra  il  configlio  quafi  di  tutti  :  tanto  che  Fede 
rigo  di  Tolleto  Duca  d' \Alua,Trincipe  uecchio,  &  d'autorità,  diceua  nel  fer- 
vore della  guerra,  Ce  far  e  in  molte  co  fé  fimi  le  al  Re  Ferdinando  auolo  mater- 
noyrapprefentare più  in  quefta  deliberatione  Maffimiliano  auolo  paterno.  Se-  , 
M d. xxini  guita  l'anno  mille  cinquecento  ucntìquattro,nel  principio  delquale  imitando  \ 
le  difficultà  de'  Fr ance  fi  i  Capitani  Ce  farei  apenfare  di  por  fine  alla  guerra  » 
chiamarono  a  Milano  il  Duca  d'Vrhino,&  Vietro  da  Ve  faro  Vroueditore  vi 
nitiano  per  confultare  come  fi  hauefìe  aprocedere  nella  guerra melqtial  confi- 
glio fu  unitamente  deliberato ,  che  fubito  che  a  Milano  gmgnejfero  fei  mila 

fatiti 


^VINTODECÌMO;  444 

fanti  fedefchh  iquali  il  viceré  haueua  mandato  a  foldar  e, t  efferato  Cefareo, 

&  de  Vinitiani  unito  infieme  fiauicìnafie  a  nimici,  per  cacciargli ,  ò  con  l'ar  J  DoP°  M 

mi  ;  0  con  la  fame  di  quello  flato  :  allaqual  co  fa  giudicando  hauer  for%e  fuffì-  capcUach* 

denti  ;  niente  altro  ripugnala  che  la  difficultà  de*  danari:  de*  quali  douendofì  dal  Duf a 

per  gli  ftipendij  cor  fi  quantità  grande  a?  foldati  ;  non  fi  fieraua  potergli  far  sfonyTeu. 

muouere  di  Milano,  &  daU altre  terre,  fé  prima  ncnfipagauano>nè  meno  era  no  fta.li  lf- 

necefiario,  hauendo  a  flare  l'efferato  alla  campagna  proued  ere ,  che  per  l'au-  m  ila  ne  fi*  i 

venire cor  seffiro  ordinatamente  di  tempo  in  tempo  i pagamenti  :  folleuarono  dcnari  tcI" 

quefla  difficultà  in  parte  i  Milane  fi ,  de  fiderò  fi  di  liberar  fi  dalle  molefiie  della  Tuilcho  j 

vuerra  :  iquali  predarono  al  Duca  nouanta  mila  ducati  Aifbonendoqli  a  quello  fare  hoia  il 

•ri  j»   m        •     •  >  1  n      '  j    »  i      n  .  l  mederanno 

più  facilmente  l  ejjempio  de  danari  prejiati,  quando  Lautrech ,  flette  intorno  per  la  buo- 
a  a  Milano  jquali  erano  flati  dipoi  dell'entrate  Ducali a  refluititi  prontamente .  "a  vdol°,n,ti 
Torfe  fimilmente  a  quefla  difficultà  la  mano  il  Tontefice,  ilquale  battendo  fo-  u  eu*  né*  pò 
jpettiffimapcrla  memoria  delle  cofepaffate  la  uittoria  del  Re  di  Franciafben-  poli' 
che  confommo  artificio  a  gli  huominiyche  il  He  gli  haueua  mandati)  dimoflraf  b  Mons.Ba 
fé  il  contrario  ;  numerò  occultifjimamente  all'Oratore  di  Ce  fare  uenti  mila  du-  .iardo. icimc 
catiy  &  uolìe  che  i  Fiorentinità'  quali  il  Viceré  dimandauaper  uirtù  della  con  Lei  3  .^dcWa- 
federatone  fatta  uiuente  Adriano,  nuoua  contributione^pagaffero  come  per  p™  del  ,Pe 
ultimo  refiduoy  trenta  mila  ducati.  Islè  haueua  perciò  il  Tontefice  ncltani-  ìogglaua  in 
mo  di  dimoflrarfi  per  f  auuenire  più  fauoreuole  ali  un  a  par  te  y  che  altaltraian-  ^-ebccc°c» 
%i  con  tutto  che  Cefare,e'l  He,  mandatogli  fubito  che  fu  affunto  al  Tontefica-  fìa  huomùt 
tod'uno  Beuren,  l'altro  San  Maffan ,  fi  sfor^affiro  congiugnerlo  afe  ;  delibe-  d'itm*  »  & 
raua  rimoffi  chefufiero  i  pericoli  pr  e f enti  tifando  quella  moderat  ione, che  nel-  if,  &u?m* 
le  difcordie  de'  Chrifliani  conuiene  a  "Pontefici,  attendere)  come  non  inclinato  fcgnc .f  fan 
più  all'uno,  che  all' altro, a  procurare  la  pace:  laqual  deliberatione  grata  al  He,  no  d  j  capo 
che  haueua  temuto  che'l  Tontefice  non  batte  fi  e  contra  lui  la  medefima  difbo  ■  gxoflò  dln" 

r  •  ìi  1  ~      V      ;       7-r  •  i  •      J      ^      Jr        torno  a  qua 

fittone,  che  haueua  bauuto  C aramale,  dijpiaceuapcr  lo  contrario  a  Cefare,pa~  tro  miglia  : 

rendogli>cheper lapaffata  congiuntane ,  per buuerlo  fauorito  dopo  la  morte  ?  auiul  d.f" 

di  Lione,  &  nelt affannone  al  Tonteficato  ifuffe  conueniente  chenonfifepa-  tutta  qu?fta 
rafie  da  lui  :però  gli  fu  mole fli (fimo  quel ,  che  gli  fu  figni ficaio  per  parte  del 


Pefcara  con 


Tontefice,  che  benché  non  fpogliaffi  V animo  della  beniuolen%a  portatagli  infi  vna  incarni 
no  a  quel  dì,  nondimeno  che  hauendo  depofla  laperfonapriuata,&  diuentato  ^"fare  '" 
padre  commune ,  era  neceflìtato  in  futuro  a  non  fare  offici]  fé  non  communi .  foggìugnen 
Ma  mentre  che  il  Viceré  fi  prepara  per  andare  contra  i  nimici,  mandò  Gioua-  pjjjj  ^"1" 
ni  de'  Medici  a  campo  a  Marignano  :  laqual  terra  infierite  con  la  forteto,  sor  te  d'arme  , 

|  rendi  :  &  non  molti  dipoi  il  Marchefe  di  Tefcar acquale  dijpofto  a  non  mili-  ■  yeccW^on 
tare  fiotto  Trofyero  Colonna>non  prima  che  nell'  e flremità  delia  fua  nita  era  ne  &  con  mi- 
nuto a)J!  e ff eretto  ,hauendo  notitia  che  nella  terra  di  Rebecco  alloggiauano  con  ^J  &  ^ccf. 

b  MonsJi  Baiardo  b  trecento  canai  leggieri,  &  molti  fanti,  chiamato  in  compa  fione  in  al 
gnia  Giouanni  de'  Medici,  affollatigli  improuij amente,  prefa  la  maggior  par-  gh^di^ucì 
te  degli  huomini,&  de  canalli,  diffipath  &  rnefì  in  fuga  gli  altri;  ritornò  fu-  tfmP«  °P* 
bito  a  Milano  yper  non  dar  1  \  %pQ  a'  nimici} ch'erano  in  Biagraffa  di  feguitar-  pre  a  ' 

Kkk     4         h , 


LIBRÒ 

lo,  lodato  in  queflo  fatto,  £induflriap&  dittatore,  ma  molto  più  dicelerìta; 

perche  Rebecco  diflante  non  più  che  due  miglia  da  Biagraffa  è  diflante  da  Mi- 

lano,donde  erano  paxtit'hdiciafette  miglia.  Ridotte  a  queflo  grado  le  co  fé  del- 

laguerra^che  lafperan%a  de  trance  fi  confijleua,  che  à  nimtci  haueffero  a  ma 

care  danari ,  quella  de  gli  Imperiali,  che  d  Frane e fi  haueffero  a  mancare  le 

uettouaglie ,  perche  non  fperauano  potergli  cacciare  perfora  dell' alloggia* 

a  Loda  il    mento  fortiffimo  di  Biagrajfa ,  &  nondimeno  affettando  ciafeuno  foccorfo , 

»a°mé0te°uì  quefli  de  fanti  Tedefchiyquei  degli  Sui7geri,et  altri  fanti ;l \Ammiy aglio  fat 

^ucfto  luo-  to  abbruciare  Rofa,ritirò  quelle  genti  a  Biagraffa,  attendendo  per  incomodare 

f  lancio"  *  nìmici  a  far  correre,  &  abbruciare  tutto  ilpaefe.Ma  uenuti  finalmente  ifan 

Marh  d' Vr  ti  T  e  de f chi, l'efferato  Imperiale, nelquale  erano  principali  il  Duca  di  Milano, 

huomo0£C  il  Duca  di  Borbone,il  Viceré  di  J^apoluil  Marchefe  di  Tefcara  con  mille  fei- 

gn  nds  aut«  cent0  huomini  d'arme ,  nulle  cinquecento  cauai  leggieri ,  fette  mila  fanti  Spa- 

goiar 'confi  gnuoli-,  dodici  mila  Tede  fichi,  &  mille  cinquecéto  Italiani,  lafciati  alla  guardia 

giio.c  ftìma  fa  Milano  quattro  mila  fanti;  andò  ad  alloggiare  a  Binafco~,oue  non  molti  gior 

ta  prude tia  ni  poi  s'unì  con  loro  il a  Duca  d'orbino  confcicento  huòmini  d*  arme, con  feiccn  & 

per  la  gran  t0  cauaj  \eggmi ;  &  fei  mila  fanti  de  Vinitiani .  T^elqual  tempo  il  Cafìello 

ch?gu  °hal  di  Cremona  non  potendo  più  re  fi  fiere  alla  fame ,  &  battendo  Federigo  da  Bo^ 

ueua  delie  ^ole,che  era  in  Lodi  tentato  in  nano  di  foccorrerlo ,  s'arrendè  a  gli  Imperiali . 

cole  della       »»  ,   ,_..  n  .  »  !•••.«*•         /*» 

guerra.        jindò  dipoi  l  efferato  a  C afera  terra  propinqua  a  cinque  miglia  a  Biagraffa, 


douel '^Ammiraglio  jlqiule  haueua di f  ributto  tra  Lodi,ls[puara,&  ^Aleffan 
giio'prima1  dria  dugento  lance, &  cinque  mila  fanti,  flaua  fermo  con  ottocento  lance  otto 
(fecódo  che  milaSuii^eri  >  a'  quali  pochi  giorni  poi  fé  naggiunfo.no  più  di  tre  mila  altri , 
gìouw  nel  &  con  quattro  mila  fanti  Italiani,  &  due  mila  Tedefcbi,  t  è  ancora  efaufio  di 
hì'làt\  Pc  uettouaglie, perche n'haucuano  nell'efferato  ,  &  ne' luoghi  uicini  ccpiaper 
fcara  )  def  due  mefhimpoffibile  era  l' aff aitargli  fen%a  grandi ffimo  pericolo  in  alloggiarne 
Tefcara  chi  t0  tant0  fQrte  •  ^eY0  &  ImPer^  hMendo  più  mite  tentato  di paffare  il  Te- 
ff douéffe6  fino  per  interrompere ,  che  da  quella  parte  non  paffaffero  uettouaglie  per  infi- 
Tcfino  ìlio  gnorirfi  delle  terre  teneuano  di  là  dalTeftnoy  &  per impedire  che uenendofoc 
ftrando  che  corfo  di  Francia,nonfi  unìffe  con  loro ,  ma  fopr  affando  per  timore  che  Milano 
dritdffimo!  non  reflajfe  in  perìcolo ,  finalmente  b  deliberarono  di  poffare ,  giudicando  che  b 
?iu  fpedi  per  la  confidenza,  che  haueuano  nel  popolo  Milane  fé  non  ffiffc  ncceffariomol 
dr°dia dl  to  preftdio  di  faldati  :però  ritornò  il  Duca  a  Milano,  &  con  lui  Gtouanni  de 


&pi 
to  moc 
fornir 

guerra,  co-  Medki,&  iti  reflarono  fei  mila  fanti,  Cefìpafjarono  il  jec  ormo  giorno  di  Mar. 

nira?incod!  ò  Z9  H  fiume  del  T eftno  fotto  Tauiafu  tre  Tonti, alloggiò  la  battaglia  a  Gamba 

alia  giorna  \Qyn  reft0  dell'efferato  nelle  utile  uicineiper  la  paffuta  de' quali  l  ammiraglio 

t?ma:&pÓ!  mandò  fubito  Ren^o  da  Ceri  alla  guardia  di  rigatene,  &  temendo  di  non 

-Kce.chedai  perdere  quella  terra ,  &  gli  altri  luoghi  dì  Lomellina  >  iquali  perduti  sfarebbe 


no  fu  con  reftatoquafi  affediato  ;  pafiò  egli  a  cinque  giorni  con  tutto  l'efferato ,  lafciati 
ingoiare  a  Biagraffa  cento  caualli ,  &  mille  fanti  ;  &  alloggiò  l'auanguardiafita  intor 
xo°!e  ciò  co-  no  a  Vigeuene  t  la  battaglia  a  Mortara  a  due  miglia  di  Gambalo ,  doue  era  il 
mcndato ,    yi^ri}  nelquale  alloggiamento  molto  ficumhaueua  commode  le  uettouaglie: 

perche 


CLV  I  NT  O  D  E  C  IMO.  44'< 

perche  haueuano  ficura  la  flrada  di  Monferrato,  Vercelli,  &  Ifyuara,  '&  te 
uettouaglie  ueniuanoditerrain  terra  tutte  uh  ine  l'una  all'altra,  &  qua  fi 
per  condotto.  Trefentò  l' ^Ammiraglio  due  giorni  continui  la  battaglia  a*  ni' 
mici,  i  quali  benché  fi  conofceferofuperiori  di  numeroj  &  di  uirtù  di  foldati; 
ricufarono  di  farla,  non  uolendo  mettere  in  pericolo  la  fyeran%a  del  uincere 
quafi  certa;  perche  per  lettere  intercette  haùeuano  prefentito,  che  a  effi  co- 
minciauano  a  mancar  danari.  T  affato  che  hebbe  l'efferato  Imperiale  il  7 'efi- 
no, il  Duca  d'orbino  con  le  genti  Vinitiane  andò  a  campo  a  Garlafco  terra 

é  forte  difito,  difoffi,&  ripari,  doue  erano a  quattrocento  fanti  Italiani:  ilqua- 
le  poflo  tra  Tauia,&  Trumello  di  là  dal  Te  fino ,  doue  egli  haueua  difegna- 
to  d'alloggiare;  interrompeua  non  folo  a  lui,  ma  a  tutto  il  reflo  dell'efferato  le  \t\  p^fir?*» 
uettouaglie,  &  fatta  la  batteria,gli  dette  il  giorno  mede  fimo  l'ffaltomelqua-  <jj  Ga  turco 

b  leb  ejfèndo  quafi  ributtato,  molti  de  fuoi  paffarono  per  l'acqua  de  foffi  infi-  Uj0)èra  Bar 
no  alla  vola,  effendoui  ancora  alcuni  de*  fanti  di  Giouanni  de' Ad  edici,  &  l'af-  tifta  Lecca 

r  i         ^         ™     i     •  7        »  r  irr  r         nobil  Signo 

J  aitarono  con  tale  impeto,  che  u  entrarono  per  ]or%a  con  grandi]]  ima  uccijio-  re  in  corfi- 

ne  di  quei  di  dentro  .  ^Accoftoffi  dipoi  l'efferato  a  San  Giorgio  uerfo  la  Tieue  ca» &  &£>* 

al  Carro,  per  accodar  fi  a  S  art  ir  ano  sterra  forte  fituata  fu  la  riua  di  qua  dal  fco  Roma- 

«To,  &  opportuna  a  impedire  loro  le  uettouaglie:  alla  coftodia  dellaquale  era-  n0, 

no  Vgo  de  Teppoli,  &  Giouanni  da  Birago  con  alcuni  caualii,  &  con  feicen-  j,   Mentre 

to  fanti.  Ma  andatoui  Giouanni  d'orbino  con  l'artiglieria,  &  co  due  mila  fan  che  i  v  ini- 

ti  Spagnuoli,e]pugnò  prima  laTerra,  &  poi  la  rocchetta,  ucci  fi  quafi  tutti  i  a'aTpre  fidio 

fanti,  &  prefi  i  Capitani.  Moffonfi  i  Francefiper /occorrere  Sartirano,mapre  &  GarUfà» 

uenuti  dalla  celerità  de'  nimicu  intefo  nel  camino  quel  che  era  Succeduto yfer-  "e  il  ca?ei- 

c  'filarono  tutto  l'efferato c  à  Monda:  né  ancora  nell'altre  parti  del  Ducato  di  la>che  il  Da 

Milano  procedevano  felicemente  le  co  fé  loro:  i  foldati  lafciatì  in  Milano  co-  fCo  Maria 

flrinfono  ad  arrender  fi  la  terra  di  San  Giorgio  fopra  Mo?icia>dalla  quale  anda-  f  V|*>inou* 

nano  uettouaglie  a  Biagraffa:  Vitello  ricupero  la  terra  della  Stradella,  gli  habi  te  fi  fecein - 

latori  dellaquale  coflr  etti  dalla  iniquità  de'  foldati,  haueua.no  chiamati  fanti  n™2-1^*? 

d  da  Lodi. d  Vagolo  Lw2gafco  feontratofi  in  molti  caualii  de'  Francefu  gli  meffe  iuoi™  cLTfi 
in  fuga,  &  Federigo  da  Boucle  andato  da  Lodi  ad  affaltare  T?i?gichitone>ne 
riportò  in  cambio  della  tintoria  ferite,  &  morti  di  molti  de' fuoi.  Solamente 
alcuni  caualii  de  F  r ance  fi  f correndo  traTiacen%a,&  Tortona,  tolfono  quat- 
tordici mila  ducati  mandati  all'efferato  di  Ce  fare.  In  quefle  difficultà  due  era 

€no  lejperaTg  dell'ammiraglio:  *  luna  della  diuer [ione, Il  altra  del  foccorfo,per 

che 


ritiraflero 
indietrojaa 
zi  fece  frr*ó 
tar  da  canài 
Io  gli  huo- 
m;n    d'ar- 
me &■  r2gio 
nando  loro 
(.come  dice 
il  Gioirlo) 
in  publicó; 
jpropofe  i  premi),  e  infiammò  ciafeuno  per  nome  ad  andare  innanzi  :  talché  sforzindo  fi  tutti  a  gara, 
benché  nel  follo  n'affogalTeio  alcuni,  ch'ei  nomina;  il  Cartello  fu  prefo,&  faccheggiato,  con  grandiìsimo 
honor(come  fi  legge  nel  Capclla)  del  Duca  d'Vr  bino,  &  con  molta  commodita  degl'Imperiali  per  cagion. 
«Ielle  uettouaglie» 

e  A  Mortara  diceilCapella.  l 

d  Giouanni  de'  Medici,  &  Paolo  Lucciafco  dice  il  Giouio,  che  ruppero  due  bande  d'huomini  d'arme* 
con  maiauighofa  atte  cacciate  in  luogo  maluaggio:  Se  di  lor  prefe  più  di  quaranta  nobili  cauiUieri. 
e  II  Capella  mette  amendue  quelle  iperanze  dell'Ammiraglio  n«s'  foccorii;  U«Q  di  Suizseri,  de*  quali  baut- 
ta ciucili  dicci  mila;  &  uno  di  cinque  mila  Grigionù 


LIBRO 

che  il  R  e  mandava  per  la  montagna  di  Mongineura  quattrocento  lande-  aite* 
quali  doueuano  unir  fi  dieci  mila  Sumeri,  &  Ren%p  da  Ceri  conduceua  per  la 
nia  di  Valdifiafiina  nel  tenitorio  di  Bergamo  cinque  mila  fanti  Crigioni:  onde, 
doueuano  paffare  a  Lodi  a  cogiugnerfi  con  Federigo  da  Bo7gple,c<lquale  era- 
no  molti  fanti  Italiani;  pervadendo  fi  ammiraglio  che  V  efferato  di  Cefiart 
farebbe  coflretto  aripafifiare  per  la  ficurtà  di  Milano  il  fiume  del  Te  fino.  In 
contro  a  quefli  mandò  il  Duca  di  Milano  Giouanni  de*  Medici  con  cinquanta 
buomini  d,arme,trecentocauaileggieri,&  tre  mila  fanti;  ilquale  unito  fi  con 
trecento  buomini  d'arme  trecento  canai  leggieri,  &  quattro  mila  fanti  de  fi 
nitiani,  fi  accoftb  animici  uenuti  alla  uilla  di  Cranina  tra  fiumi  dell'adda, 
&  del  Brembo,  &  lontana  otto  miglia  da  Bergamo:  &  cor  fé  con  una  parte 
delle  genti  infino  a  loro  alloggiamenti:  i  quaU  il  ier%p  giorno  dipoi  querelan- 
dofi  non  bauere  trouato  a  Crauina,nè  danari,  ne  cauallhnè  altri  fanti,come  di 
•  iì  capei-  ceuano  effere  flato  promeffo  da  Renzo  a  ritornarono  al paefe  loro.   Rtfiluto  il  , 
Jtefajodca  movimento  de prigioni,  Giouanni  de* Medici  efipi'gnò  Caravaggio,  &  di  poi 
GACd"cid*hea  paffiatoMdameffe  confi  artigliere  infiondoilpome,  che  iFrancefi  baueuano 
*]  fiuto»*  a  Bnfialoro  fu  l  Tefino.  Rimamua  ancora  inpotefià  de  Francefi  tra  Milano* 
rarc  '  SÌ"  e  l  Te  fino  la  terra  di  Biagraffia,oue  erano  molte  uettouaglie,  &  a  guardia  rnil 
|e°iniiauntl  le  fanti  fiotto  Gierolamo  Caracciolo  Napolitano  MI*  efipugnatione  dcllaqua- 
cialde  lo  -  le>  perche  pofta  fui  Canale  grande  impediua  le  uettouaglie.che  molte  fogliano 
rò,mtttcdp  per  quel  C  anale  condurfia^ Milano;  fi  moffeFrance fico  Sforma  chiamato  afe 
?£o»d?'fri  Giouanni  de  Medici; &  feguitandolo  oltra  i  faldati  tutta  lagionentù  del  popò 
fecero  poi    lo  Milanefie;  dettono  V  affatto  alla  terra,  battendola  prima  battuta  con  Urti- 
Sa°&io  glierie  da  primiraggi  del  fole  infimo  ame%oilgiorno,&  benignarono  il  dì 
fi  nei  pten-  medefimocon (ingoiare  laude  di  Giouanni  de  'Mediamelquale  appari  quel  di 
ÌìlBhg rVira  nonfiolamente  la  fierocia,con  laquale auan%aua  tutti  gli  altri,  ma  prudenza, 
iiGiouioio  &  maturità  degna  di  fommo  Capitano.  Fu  prefio  il  Caracciolo,  ammalati 
ilqulfdìce;  molti  fiantUmoltine  fece  fioftendere  Giouanni  de  Medie  iperpunitione  di  efi- 
«he  non  ci  fer fi  prima  fuggiti da  lui.  FflugnatalaTerras 'arrendè  la  rocca  patuita  la  fa 
chfunfolo  Iute  di  quegli  che  u  erano  dentro.  Fulietiffimaqueflauittoria  alpopolo  Mi- 
capitano     Uneficmafien^a  comparatione  maggiore  fu  la  infelicità  che  la  lentia;  perche 
chcllele  da  Biagr affiamone  era  cominciata  la  pefte,  furono  per  il  commertio  delle  cofie 
rigo  caràf  facebeggiate  traftortate  a  Milano,  fparfi  in  quella  Città  ifiemi  di  tanto  peftifc 
da  Wr  la  ra  contatone:  la  quale  pochi  mefipoifi  ampliò  tanto,  chefiolamente  in  Mtla- 
nobiltà  del  no  toije  [a  ffifà  apiu  di  cinquanta  mila  perfine.  Ma  di  là  dal  T efino  oue  era  la 
ftDSUC*       fiomma  delle  cofie,  ì  .Ammiraglio  dopo  le  perdita  di  Satirano,  effendogli  di  nuo 
uo  approffimati  i  nimici,  abbandonata  Mortarafi  ritiro  in  due  alloggiamenti ^  i 
a  liguara  diminuito  molto  di  for^e,  perche  non  fiolamente  defantuma  affai  * 
degli  buomini  £  arme  erano  alla  sfilata  ritornati  in  Francia:  ondeniuno  altro    I 
intento  era  in  lui,  che  temporeggiar  fi  infimo  a  tanto  ucmffie  il  fioccorfio  degli 
Suirzcri,  iquali  in  numero  circa  otto  mila  erano  già  uìcini  a  ìurea.  Dall  al- 
tra parte  i  Capitani  Ce  farei  intenti  a  impedire  la  tienuta  loro,  &  a  ridurre  i 
*  L  nimici 


om<y 


0JV  I  NT  ODECIMO,  43* 
nimìciin  difficultà  diuettouaglie,  occupauano  le  terre  uicine  altyuara,'  am- 
ma'^ando  i  Francefile  gli  trottavano  lafciati  alla  guardia  delle  terre,  &  ha 
uendo  meffbprefidio  in  Vercelli  per  torre  la  f acuità  agli  Suturi  di  entrami, 
fi  fermarono  a  Biandrà  tra  Vercelli,  &  Islguara  in  uno  alloggiamento,  circon- 
dato da  ogni  parte  di  foffhd'alberi,&  acque.  Finalmente  l'ammiraglio  in-  a  llGìonl 
tendendo  gli  Sui^zeri  paffuta  lureaeflerfi  fermati  fui  fiume  della  Slefia,  il  nódimeno 
quale  per  la  copia  che  in  quei  giorni  ui  era  d'acque,  non  haueuano  potutopaf-  Marchete  di 
fare,  defiderofo  di  unìrfi  con  loroypiu,  come  fi  credeua,  per  partirfi  ficuro,  che  Pefcara  fu 
per  combattere, andò  da  ls[puaraad  alloggiala  Romagnana  fu  l  fiume  mede  famfpa°rtftcau 
fimo:  oue patendo  diuettouaglie ,& diminuendo  continuamente  il  numero  de'Francefi 
delle  fue  genti;  fece  gittare  il  ponte  tra  Romagnana,  &  Gatinara  :  &  dati  al-  che"" ago'*! 
tra  parte  i  nimici  uenuti  da  Biandrà  a  Briona,  andarono  ad  alloggiare  apprefio  pò  haueua 
àRomagnana  a  due  migliaiin  quefte  anguflie  pacarono  i  Fracefi  il  fiume  ilgior  S*  "apo  de» 
*  no  feniéte:  la  molla  de* quali  *  Ce  fufie fiata  follecitamete  ue??hiata  da  nimici;  "ìm^i  :  & 

r       j      i  i    ■  >/        //  „     t        „•      -tr  u*     •  fubkochia- 

Ji  crede  che  quel  giorno  nbarebbono  riportata  pienijjima  uittona:  ma  erano  nmii  Capi 

diuerfe  lefenten%e  de  Capitani,  alcuni  defiderando  che  fi  combutte fie,  alcuni  "ni  a  co"? 

che  fen^a  mole flar gli  fi  lafciafìero  partirete pareua  che  neh"  efferato  fufie  la  foro  Ta°  ne- 

prouiden%a,  e'igouerno  conueniente:  folo  il  Marchefe  diVefcara  procedendo  «fifeàiUfc 

in  tutte  Cattioni  colfolito  ualore;  pareua  degno  che  a  lui  fi  riferire  lafomma  fu^gLa ,  n3 


CO. 


delle  cofe;gh  altri  inuidiofi  della  uirtu,  &  gloria  fua,  cercauano  diofeurar-  ^flcnd1° 
la  più  prefto  col  detrarre,  &  contradire,  che  con  la  concorrenza  dell'opere.  Tar  iu  OaJViJg? 
di  per  uenne  alt  efier  cito  Imperiale  la  noiitia  della  partita  de  Francefi,laqua-  ?^cf?  di  fof 
le  come  fu  inteja,molti  cauai  leggien>&  molti  fanti  fen^a  ordine,  fen%a  infe-  «.che  atte- 
gne, guadato  il  fiume  gli  feguitarono;  i  quali  peruenuti  all'ultimo  fquadrone,  n^f  *"* 
cominciarono  afearamucciare:  &  benché  i  Vr  ance  fi  combattendo,  &  camino,  ma  ragione, 
do  gli  fofienefìero  per  lungo  fpacio  di  tempo;  lafciarono  finalmente  fette  pe^  aan^hlc  g°£ 
37  d'artiglieria,  &  copia  grande  di  munitionc,  &  di  uettouaglie,  oltra  molte  gnobii»'  par 
infegne  di  caualli,&  di  fanti,  morti  etiandio  di  elfi  non  pochi  nel  combattere.  a^uVch^a» 
Feciono  i  France fi  dimoflratione  di  alloggiare  a  Gattinara  terra  diflante  un  mi  nimici  che 
glio da Romagnana,&  intrattantofaceuano occultamente  andare  innanzi  i  a^baTo' f  a 
Carriaggi,  &  l'artiglierie:  ma  come  i  nemici  credendo  che  alloggia/I  ero;  furo  -  re  '  p5c>,  <*'o 
no  cominciati  a  ritirar  fiondarono  più  oltre  circa  fei  miglia  ad  alloggiare  a  Ra  «nto.l^ò 
Uifmgo  uerfo  lurea.^Alloggiarono  la  fera  medefimagli  Imperiali  fen^a  impe  •  ne  ?™* 

b  dimento  fu l  fiume, ilquale pacarono  come  prima  cominciò  a  lucere  la  Luna,b  ^t  n^ii'a 
fìon gli feguitando  i  Vinitiani,  à  quali  efiendo  entrati  nel  tenitorio  cel  Bkcu  ^ìòoro. 
di  Sauoia,  pereua  hauere  trapalatigli  oblighi  della  confederatione  ,per  Ip-  b  Tuj      £ 
quale  non  erano  tenuti  ad  altro  che  alladifefa  del  Ducato  dì  Milano. '  Trace?  polito  a  a 

/  nano  iFrancefi  in  battaglia  bene  ordinata  con  lento  pupo,  hauendo  collocati:  ci^bcheil 
nelretroguardogliSuiTZeri,  da  quali  furono,  rimeffi  i  primi  caualli,  &  fc-  Daca 

z  JJ     A  V  £**    bino  come 

.  .  ti  COC    ^raue&giu 

fto  Capitano,  giudicando  che  ciò  foflè  utile  alta  Republica,  &  ancho  fuo  honore;  uoikpi  :  tcjfto  in  coù  di 

tanta  importanza  co fideur  la  ftdt&  l'animo  del  Se  nato,che  troppo  foUj^eju?UJW'PHrwxiepaj;ol64«iiy 

COfflfflisfioae;^  2  iq  cgAioXtè  cttt  fi  ^W^U)^  «9 fi  fi)  &U0, 


LI    H    O 

i   Pone  a  ti  che  venendo  difordìnat  amente  gli dff aitarono, e '(fendo pia  ì  Praìtcèfì *  dìfco*  a 
£l°Ufetuo€  flati  daRauifmgo  circa  due  miglia:  ma  foprauenendo  il  Marchefe  di  Tefcara 
ne  fra  ira-  co'cauai  leggieri;  fi  rinouò  la  battaglia-,  non  tale  che  fermaffe  il  e  aminar  e  de* 
prancèfi  iòf  Francefh  de'  quali  in  queflo  uh  imo  congreffofu  ammazzato  Giovanni  Caba- 
fc  fatta  nel  ne0ì  &  fatto  prigione  Monfivnore  di  Bai  ardo  percolo  da  uno  fcopiettOy  della* 

òaflar,  che  ,     r     ■  \  l>  •    •     — ,  1      .        »     n  ,  \  r  rr        r 

\  piaceli  fa  quale  ferita  mori  poco  dipoi.  Tante  al  Marchete,  ancora  che  già  jujjero  fa- 
ceuano  dei  ^attenuti  molti  faldati,  non  feguitare  i  nimici  più  cltrey  perche  non  haueua 
per  andarfi  [eco  artiglierie,  ne  altro  che  una  parte  fola  dell'efferato.  Cefi  rimafti  i  Fran- 
a  cògjugner  Cefifen7^  moleflia;  ritornarono  infieme  con  gli  Sumeri  alle  cafe  loro>  hauen* 
zeri:  doue  il  do  lafciate  a  Bauri  di  là  da  lurea  quindeci  pez^i  d'artiglieria  alla  cufiodia  di 
Pe!rara-  for  trecento  SuiTgeri,  &  di  uno  de  Signori  del  paefe:  ma  né  quefie  fi  faluaronos 
fotte  rrJU  perche  i  Capitani  di  Ce  fare  hauutane  notitia  mandarono  a  prenderle .  Diui- 
&Dtoo1Cca-  fonfip°ì l  vincitori  in  più  parti:  a  Lodi  fu  inaiato  il  Duca  dìVrhino,  ad  lAlef 
uaiti,  &ani  faridria  il  Marchefe  divefeara,  lequali  Città  fole  fi  teneuanoin  nome  del  Re,  i 
hoTediglor  f^r€^e  'Tuonava  accofldndouifi  il  Duca  di  Milano,  &  Giovanni  de'  Medici  fi 
no3credédo  et  a  arrendila,  al  Viceré  rimafe  la  cura  d'andare  incontro  al  Marchefe  del 
Ktro^uarda  Stellino,  ilquale  con  400.  lande  haueuap affato  i  monti:  ma  queflo  intefola 
nimica  di    partita  dell' ammiraglio;  ritorno  fuhito  in  Francia.  ISlèfeciono  refiflen^a  al- 
me &«5n~  cum  Boifi>  &  lu^°  da  $an  Seuerinoprepofli  alla  guaina  di  jlleffandria.  Si* 
perla.  Paflà  milmente  Federigo  dimandato  tempo  dipochi giorni per  certificar  fu  fé  era  ne- 
toef  diècfe1  ro che l'ammiraglio  haueffe  papato  imonti;  cormenne di lafciare Lodi,  nfer- 
addoffo  a*    uatafif acuità-,  come  etiandio  era  flato  conceduto  a  quei  di  Mefiandria^  di  con 
£iazl'ndo*  durre  in  Francia  i  fanti  italiani,  i  quali  in  numero  circa  cinque  mila(che  tari 
TriiUnoior  ti  erano  nell'una  &  l'altra  Città)  furono  poi  alle  cofe  del  Re  di grandiffimogio 
■  cTnde^Ara  u amento.  Queflo  fine  h Me  la  guerra  fatta  contra  il  Ducato  di  Milano  fot- 
te iragiio  &  to'lgouerno  dell'ammiraglio:  per  loquale  non  efiendo  indebolita  la  potenza 
oalorofa^  del  Re  di  Fraudarne  eflirpate  le  radici  de*  mali,  non  fi  rimoueuano,  ma  fola- 
;  te  diedero    mentefi  differiuano  in  altro  tempo  tante  calamità,  rimanendo  in  queflo  me%o 
mot\t°coZ  Italia  liberata  dalle  moleflie  prefenti,  ma  non  dal  foretto  delle  future.  Ten- 
tbofiod°chett  toffmondimenoperCefare  ftimolato  dal  Duca  di  Borbone,  &  inuitato  dalla 
p0eid0e'reCrar  §eran%a,che  l' autorità  di  quel  Ducahauefle  a  e  fere  digrandiffimo  momen- 
QLuiuf6^     t0>di  trasferire  laguerra  in  Francia,  dimoflr  andò  fi  pronto  al  medefimo  il  Re 
mono  van  d'Inghilterra.  Haueua  Ce  far  e  nel  principio  dell  anno  prefente  mandato  il  ca- 
iuÈSaXn  P°  a  Fonterabia,  Terra  di  bremffimo  (patio  pcflaful  confino  che  diuide  il  Re- 

CueoulCflla    l  '■'  Jl  1     -       j ;  /*    sf-  '±-{T  J3J      jm 

ma  Giosan  gno  di  Francia  dalla  Spagna:  &  ancora  die  quel  luogo  fuj]e  mumtijjimo  a  huo 
Sìo,&a  fu  te  uìni  d  artiglierie \&  di  uettouaglie,  ni  mancaffe  tempo  a  coloro  che  lo  difen- 
ino  1* Am  -  deuano  di  ripararlo;  nondimenoper  la  impernia  de  i Francefi,  i  ripari  furono  ' 
Dow^  fattl  tanto  inauertentementey  che  rimanendo  ejpofli  alloffefe  de  nimica  lane  \ 
iu  fu  latta  ceffitàglicojlrinfeaconuenirediufcirfenefalui.  Ricuperata  Fonterabia  fidi- 
vi™ &£-  aen^ 

tione,  nella  ■* 

qua!  fu  ferito  Baiardo,&  dato  in  mano  del  Pefcara:  onde  i  Francefi, &  gli  Suizzeii  fi  panirono,dandofiBe 
a  quella  p,perra,che  (ètte  me  fi  innanzi  Boniuetto  ammiraglio  haucuamofib.  Vedi  il  Giouioalfincdcllib.i. 


7 


QJV  I  N  T  O  D  E  C  I  M  O.  4f, 

fiendeuanò più  oltre  ifuoipenfierijifiutatii  conforti,  &  l'autorità  del  Pow- 

tefice,il  quale  hauendo  mandato  nel  principio  dell* anno  per  trattare*  o  pace,  ò  a  M<nì  car1 

fóftenfìoni  dettarmi  a  Ce  forerai  Re  di  Francia,  &  al  Re  d'Inghilterra ,  baue  -  tò  4jg  >gjj 

«<z  trovatogli  ani-mi  mal  dijpofti;perche  il  Re  acconfentendo  alla  triegua  per  cia  ftn2a  r, 

<toe  anni,ncufaua  la  pace,  non  fperando  poter  ottenere  in  quella  condivo-  &^l\;^ 

ni  che  ili*  fodisfacefiero .  C efare  dannando  la  triegua  per  laquale  fi  daua  glic  gtau, 


di  A« 
o    1. 


r  w  w       »  »  *■  w        j^  -  -        J  J  J  J      —  ^J  *  ■  C?      —       c  ' 

tempo  al  Re  di  Francia  a  riordinala  nuoua  guerra,  defideraua  la  pace  ,  &  fQ°*àio 
al  Re  d'Inghilterra  era  molefla  qualunque  conuentione  fi  faceffe  per  me^o  del  R  e  d  i  n^hii 
Tontefice,  per  lo  defiderio  che  haueua  che  il  trattamento  della  concordia  final  J3*jjj^ 
mente  del  tutto  fi  trasferiffe  a  lui,  inducendolo  a  quefto  gli  ambitiofi  configli  re  |n  FrScia. 
del  Cardinale  Eboracenfe:  ilquale  neramente  effempio  a  noftri giorni  di  im  l*^tl  ^ 
moderata  fuperbia,benchc  nato  di  infima  conditione ,  &  di  j angue  fordidiffi-  Res;no ,  & 
mo,erafalito  apprcjfo  a  quel  Re  in  tanta  autorità,  ch'era  manifeftiffimo  a  cia  -  Jj||j^^ 
fcuno,che  la  uolontà  del  Re  fen^a  Capprouatione  di  Eboracenfe  fuffe  di  niu  fu  d-ne^a- 
no  momento,&  per  contrario  fuffe  ualidiffimo  tutto  quello  che  Eboracenfe  fo  -  £^"^5 
io  deliberaffe.Ma  diffmulauano  il  Re,&  il  Cardinale  con  Cefare  queflo  pen-  do  che  re« 
fiero, dimoftrandoft  ardenti  amuouere  la  guerra  contra  il  Reame  di  Francia;  2^2*^ 
ilquale  il  Re  a* Inghilterra  pretendeua  leggittimamente  appartener fegli  per  vita  di  c*i 
uarie  ragioni,  pigliandone  lapr ima  origine  da  MouardoTer^p  Red'lnghil-  utiln"*'. 
terra,  ilquale  efendo  infmo  nelì  anno  della  falute  noflra  Mille  trecento  uen  •  a^vìrg .  at 

»  t*  otto  z  morto  fenica  figliuoli  mafehi  Carlo  Quarto  cognominato  Belio,  Redi  ff™£*$\ 
Francia ,  della  for ella  delquale  era  nato  Udouardo,  haueua  fatto  inflan    itù&wia  d* 
7g  come  più  prò ffmo  de  parenti  mafehi  al  Re  morto  efiere  dichiarato  Re  J"lpituo"- 
di  quel  Reame;  ma  efclujb  dal  parlamento  uniuerfale  di  tutto  il  Regno,  nel    p'ofo  &  di- 
quale  fu  determinato  che  per  uirtu  della  legge  Salica ,  legge  antichiffima  di  ralrnJotoimi 
quel  Reame ,  fufìero  inhabili  a  fuccedere  non  folo  le  [emme ,  ma  ciafeuno  «  'e  cagi©- 
nato  per  linea  femmina:  ma  affunto  non  molto  dipoi  il  titolo  di  Re  di  Fran    pttxtxftc. 
eia,  affaltò  il  Regno  conefiercito  potente:  doue  ottenute  molte  uittorie,  &  •*ju*1ta3£" 
contra  Filippo  di  Valois,  ilquale  con  confentimento  commune  era  fiato  ài-  rédemflRe 
chiamo  fucceffore  di  Carlo  Bello ,  &  contra  Giouannifuo  figliuolo,  ilquale  f^f1**^ 
prefo  in  un  fatto  d'arme  condufie  prigione  in  Inghilterra;  contrafie  final-  RC;no  di 
mente  pace  con  lui:  per  laquale  rimanendogli  molte  prouincie,  &  Stati  del  f3f*cc^are  j-a 
Reame  di  Francia  ;  rinunciò  al  titolo  Regio:  ma  fuccederono  a  quefla  pace,  fte  guerre. 
che  non  fu  lungamente  ofieruata,  bora  lunghe  guerre ,  hora  lunghe  triegue:  q^*^ 

b  ultimamente  b  Hénrico  quinto  Re  d'Inghilterra  confederato  fi  con  Filippo  Du  w\i*  Roto 
ca  di  Borgogna.alienato  dalla  Corona  di  Franciaper  l'uccifione  del  Duca  Gìo  ^/fcr'ife  i 
nonni fuo  padre;  hebbe fucceffi  tanto  profferì  contra  Carlo  Se  fio  Re,  alie-  focceffid'in 
/  nato  dall'intelletto  che  infume  con  la  Città  di  Varigi,  occupò  quafi  tutto  il  ^J8^rdrJ 
Reame  di  Francia:  nelknual  Città  hauendo  trouato  il  Re  infieme  con  la  mo-  dei  Re  Arri 

olir    g*8-3^1- 
é>Lie>   la  Corte  di 

quel  Regno:  oue  patta  de' Titoli,  che  fi  danno  i  Re  d'Inghilterra,  &  le  cagioni  d'elfi  con  ]«  pmeniioni 

c'hinno  in  altri  (bri. 

fe  Leggi  il  li».  $.  dell'ai ftoria  d' Inghilterra  di  Polidoro  Virgilio» 


'  L    I    3    R    0 

g9te,&  cm  Caterina  fua  figliuola,  fi  congiuhfe matrimonio  etti. quella,  fe 
cencio  al  Re  ci 'emente ,  consentirei  che  non  oftante  uiueffe  Carlo  fuo  figliuolo ,  il 
Regno  morto  il  padre  ,  fi  trasferire  in  lei,  &  ne' Cuoi  figliuoli,  per  uirttì  del- 
qnal  titolo  benché  inualido,  &  inetto,  fu  dopo  la  morte  di  Henrico  coronato 
folcnnemente  in  Tarigi,  Henrico  Sefio  fuo  figlinolo  Re  di  Francia  &  d'inghil 
terra.  Ma  ancora  che  poi  Carla  ,'dopo  la  morte  del  padre,  nominato' Carlo  Setti 
mo  per  Voce  afone  deli  efiere  fufeitate in  Inghilterra  tra  quelli  delfangue  Fre- 
gio grauiffnne  guerre, c-acciaffe  gli  ìnglefi}eccettuaua  la  terra  di  Cales  di  là  dal 
mare  Oceano;  nondimeno  non  ommeffono  per  qucfloiRe  d'Inghilterra  dy ti- 
fare il  titolo  di  Re  di Fr andai  Quefle- cagioni  poteuano  muouere  Henrico  Ot- 
tano alla  Guerra  ficuro  più  che fuffe  fiato  alcuni  de  gli  antece fiori  nel  fuo  Rea 
me:  perche  e  fendo  fiati  depreffi  da  Re  della  famiglia  di  Dior  eh  (era  quefio  ilt 
nome  d'una futtimeyi  Re  della  famiglia  di  Lane  afro, nome  dell'altra,!  feguà* 
ci  della  caftdi  Lancafiro,  non  meffendofuperflite  più  alcuno  di  quelfangue, 
folleuaycno  al  Regno  Henrico  di  Richemort,  come  più  proffimo  a  loro:  ilqualc, 
fuperath  &  e  finti  i  Re  auerfarij>per  regnare  con  maggiore fermeT^a,  &  au- 
*\^\H  fi  tornà  fi  copulò  legittimamente  con  una*  figliuola  di  fkdouar  do  penultimo  Re  * 
Siouardo ,     della  Cafa  di  Diorch:  donde pareua  che  in  Henrico  Ottano  nato  in  quefio  mairi 
che  il  Re  a  t  mon[0  f afferò  trasferite  tutte  le  ragioni  dell'una  &  dell'altra  famiglia:  [equa- 
per°  moglie;  li  per  le  infegne  the  portauano  fi cbiamauano  magami  ente.la  Rofa  roffa,&  la 
■  «V^amata  Rofa  bianca,  fondimene  non'incitaua  principalmente  il  Re  d'Inghilterra  la 
some  s'ha   fperanta  di  confeguire  con  l'arme  il  Reame  di  Francia;  perche  in  quefio  cono 
vV^nonei  fceua  w^timer abili  difficultà,quanto  la  cupidità  di  Eboracenfe ,  che  la  lun- 
lfo.*&  oue  gheTr^a  de' trauaglii&  la  necefjità  delle  guerre  hauefie  finalmente  a  partorì- 
di'*  ucftoTr  re^)e  nel  fuo  Re  haueffea  effere  rimeffo  l'arbitrio  della  pace ,  quale  fapendo 
t  >o  fon  rac  doiiere  dependere  dalla  fua  autorità,  penfaua  in  un  tempo  me  de  fimo,  &  far  ri 
fonare  glorio f amente per tutto  il  mondo  il  nome  fuo,  &  ftahilirfì  labeniuolen 
%a  del  Re  di  Francia,  alquale  occultamente  ìnclinaua,  Terò  non  proponeua 
d'obligarfi  a  quelle  conditioni,alle quali  fé  hauefie  l'animo  ardente  a  tantaguer 
ra,era  conueniente  fi  obligaffe.  Queflaoccafioneincitaua  Ce  fare  alla  guerra, 
&  molto  più  la  fperanxa  che  la gratia,  l'autorità ,  &  ilfeguito  grande  che 
il  Ducadi  Borbone  foleua  hauere  in  quel  Reame,  hauefie  a  fojkuare  molto  il 
paefe:  perciò  con  tutto  che  molti  de  'fuoi  lo  configliaffero;  che  -mancandogli  da- 
nari,  &  hauendo  compagni  di  fede  incerta,depoftiipenfieridi  cominciare  una 
guerra  tanto  difficile \confentiffe  il  pontefice  trattaffe  lafoffcnfione  dell'armi;  ' 
conuenne  col  Re  d'Inghilterra ,  &  col  Duca  di  Borbone }  che  il  Ducapaffaffe 
nel  Bearne  di  Francia  con  parte  de! f  efferato,  che  era  in  Italia  :  alquale  come  l 
hauefie  p  a  fiato  i  monti  pagafje  il  Re  d'Inghilterra  ducati  centomila  per  le  jpe-  \ 
fé  della  guerra  del  primo  mefe,reflandoin  arbitrio  fuo,  ò  continuare  di  me  fé  iti 
me  fé  quefia  contributione,  òdipaffare  in  Francia  con  efferato  potente  per 
far  guerra  del  primo  giorno  di  Luglio  per  tutto  il  meje  di  Decembre,ricencndo 
dallo  fiato  di  Fiandra  tre  mila  candii,  &  mille  fanti  confusici  ente  artiglieria-. 


coniati. 


QJV  INTODECIM  O.  44S 

&  miminone  ixhe  oitenendofi  la  muorici  fi  reftituifìe  al  Duca  di  Borbone  lo 

flato  toltogli  dal  Re  di  Francia>acquiftaffìfiper  lui  la  ¥rouen%a,a\laquale  pre  a  l!  storti 

tendeuaper la  ceffìone  fatta  dopo  la  morte  di  Carlo  Ottano  dal  Duca  dell'Ore  !?on£w5 

fio  ad  .Anna  Ducheffadi  Borbone  :  laquale  teneffe  con  titolo  di  Re:giuraJTe  qualidìmof 

innanzi  il  Re  Cinghi- terra  in  Re  di  Francia>&  preftaffigli  omaggio  ;  ikheno  aCe!cVert 

facendo  quefla  capitolatone  fuffennlla}ne  pot effe  Borbone  trattare  fen%a  con  d5nata  qua 

fenfo  di  tutti  due  col  Re  di  Francia:rompe\fe  C  efare  la  guerra  nel  tempo  mede  Sr'SScb 

fimo  da'  confini  di  Spagnai  che  gli  Oratori  di  Cefare,&  del  Re  d'inghilter^  ail'aP?J  vi 

raprocur  afferò  >cbe  i  Totentati  d'Italia  per  afjieurarfi  in  perpetuo  delia  guer-  ^tin^ù^ 

ra  de  Fr  ance  fi ,  concorrejfero  con  danari  a  quefta  imprefa,  co  fa  che  riufà  uà-  sforz  -,  che 

naiperebe  il  Tontefice  non  folo  ricusò  di  contribuire /ma  a  dannò  ejprefjamen-  uano^qj'/n 

te  quefta  imprefa  ,  predicando  che  non  folo  non  bar  ebbe  in  Francia  proserò  tó{?a«  °&*f 

fucceffo,  ma  ebe  etiadio  farebbe  cagione  ,  che  la  guerra  ritornai]}  in  Italia  più  «fi.  '  F"n" 
potenie}_&  piupericolofa.che  prima: laqual  confederatione  come  fu  fattaci)  en 

che  il  Duca  di  Borbone,  ilquale  coftantemente  ricusò  di  ricono feere  il  Re  d 'in-  ^f  vii*' 


Vita 


ghdterrain  Redi  Francia  confortale  che  più  prejh  s'andaffe  con  Cefi 'ercito  dei  Pefcara 
uerfo  Lione  per  accoftarfi  alfuoftatomdimenofu  deliberato  fi  pafiafie  in  prò  uS"e'Ìy* 
uen%aper  la  facilità,  che  harebbe  Ce  fare  di  mandargli  foccorfo  di  Spagna  &  Marchefcfa 
per  feruirfi  dell'armata  che  per  comandamento*  &  co'  danari  di  Cejare/ìpre-  ì^effetcho^ 
paraua  a  Genoua .  1  progreffi  di  quefta  Jpeditione  furono,  che  Borbone  &  con  &  D  n  vi» 

t  Ini  il  Mar  che  fé  di  Tefcara  dichiarato  a  quella  guerra ,  perciò  di  b  oh  e  dire  a  hèb^iTS 
Borbone  fi  sfdegnaua}Capitano  generale  di  Ce fare,  pafìarono  a  ''Hvzga  ma  co  u,Cfno  dèI; 
fon^e  molto  minori  di  quello  che  erano  deftinate;perche  a  cinquecento  huomi-  queftop  erò° 
ni  d'arme, otto  cento  canai  leggieri,  quattro  mila  fanti  Spagnuoli  tre  mila  fan  c,he  amen- 
ti  Italiani-,  &  cinque  mila  Tedefchi  ;  fi  doueuano  aggmgnere  trecento  huomi-  na  ffcfo  "li  " 
ni  d'arme  dell'efferato  d' Italia  ;  &  cinque  mila  altri  fanti  Tede  Cebi:  ma  ciue-  \ano> fccon 
Jti  per  mancamento  di  danari  non  uennero  ,  &  il  Viceré  impotente  a  foldare  re,&  rimpe 
nuoui  fanti ,  come  era  flato  deliberato  ne  primi  configli  per  opporfi  a  Miche-  ,io  di  Bo£- 
VxAgnolo  Mar  eh  e  fé  di  Salw%ro,ilquale  partito  del  fuo  flato  era  con  mille  fan 
ti  fu  la  montagnairiteneuagh  hiumini  d'arme  per  la  guardia  delpaefe  •  <Ag-  e  Fu  cóbat- 
giugneuafi  che  l'armata  di  Ce  far  e  ,  una  delle  principali  Jperan^ ,  guidata  da  ?  gLu£*? 
Don  Vgo  di  Moncada  allieuo  del  Valentino  >  buomo  di  prauoingegno  ,  &  di  a  pò»ó  Tau 
peffimi  coflumi ,  appanua  inferiore  allarmata  del  Re  di  Francia  ;  laqualpar-  'oh  ^oora 
tua  di  Marfilia  fi  era  fermata  nel  porto  di  VilU  Franca .  Filtrarono  nondi-  di Tolone  p 
meno  le  genti  Imperiali  nella  Vrouen^a,  doue  erano  la  Talifiaja  Foglietta ,  52rej«|S 
Ren%o  da  Ceri,&  Federigo  da  Boigoie  Capitani  del  ì\e,ridotti  per  le  terre  ,  !e  .ha'  "•]* 
perche  non  haueuano  for^  /  ufficienti  a  opporfi  ;una  par  te  dellequali  caminan  &  qu  »ui°fu? 

/  do  allato  al  mare;ejpugnò  la  Torre  imminente c  al  Torto  di  T olone ■/dallaqua-  Ion  Pi€ie  aI 
le  furono  condotti  all'efferato  due  canuom.*Arrendejfi  *Afais  Città  per  la  ha  giiericdfaó 
degnità ,  &  perche  ui  rifiede  il  parlamento ,  principale  della  Trouen^a ,  &  **bj  1  gran  - 
tnJte  altre  terre  delpaefe,  Defideraua  il  Duca  di  Borbone,  che  da  ^éfais  di:  i*aiuc  una 

"*'..>  colubriaadt 

(ita  temperatura^  di  muabil  uiolcntia,  celebrata  nella  guerra  di  fifa, che  &  chiamaua  la  Luccxta. 

feoftandofi 


LIBRO 

fcoflandofi  dal  mare  ftcercaffe  di  paffare  il  fiume  del  Rodano  per  entrare  ffn 
nelle  uifcere  dello  flato  del  Re  di  Francia,  mentre  eh*  erano  deboli  le  fue  proni 
fwnhperche  le  genti  d  arme  fuc  hauendo  patito  molto >&  maltrattate  ne'pa- 
gamentidal  Re  molto  efauflo di  danari,  &  che  non  aftettaua  che  inimici  di 
Lombardia  paff afferò  in  Francia;erano  ridotte  in  tal  disordine  che  non  fi  potè 
uann  cofipreflo  riordinare:&  diffidando  comefempre  della  uirtù  de*  fanti  del 
fuo  Reame  era  neceffitato  affettare  innanzi  ufciffi  in  Campagna  la  venuta  de 
fanti  Sui^xeri,  e  Tedefchi;  nelqualc  fpacio  di  tempo  penfaua  Borbone  di  pote- 
re pacando  il  Rodano,  fare  qualche  progreffo  importante.  Ma  altra  fu  la  feti- 
ten%a  del  Marchefe  di  Tefcara,  &  de a  gli  altri  Capitani  Spagnuoli:  i  quali 
5ici,che  fò°  per  l'opportunità  del  mare  defiderauano,come  fapeuano  effere  la  intensione  di 
lo  il  Marche  e  efare, che  fi  acquiftaffe  Marfriia,  Torto  opportuni/fimo  a  moleflare  con  f-ar- 
«  tvppofe  mate  maritime  la  Francia,  &  a  paffare  di  Spagna  in  Italia:  alla  uolontà  de* 
ai  parer  ds  quali  non  potendo  ripugnare  il  Duca  di  Borbone,  pò  fero  il  campo  a  Marfilia, 
te°  r?° Tom*  nellaqualc  Città  era  entrato  Ren^p  da  Ceri  co  quei  fanti  ltaiiani,che  da  Mef- 
che  qui  fi   fonària,  &  da  Lodi  erano  flati  menati  in  Francia.  b  Intorno  a  Marfilia  dimo- 
ri Sdcme0,  rarono  nanamente  40.  dì  ;perche  benché  battefi 'ero  da  più  partite  mura  con 
fentèdo  (  he  raYtMierie,e  tentaffero  di  fare  le  mine;  nondimeno  fi  opponeuano  all'efbuma 

puma  do  °      ,,/*•      i\  1  i-       rr  -r  ^      ,  •  n  i        •      » 

gni  su™  co  tìone  molte  difficultaU  muraglia  affai  forte,  &  di  antica  Struttura,  la  mrtu 
^£ouefle  de  faldati,  la  difyofitione  del  popolo  diuotiffimo  a  Re  di  Francia  &  inimicif- 
Tacqui  ftodì  fimo  al  nome  Spagnuolo>per  la  memoria  che  ^Alfonfo  uecchi$  d \Aragona  ri- 
fa  acómoPd£  tornando  da  Klapoli  con  armata  maritima  in  ifpagna ,  haueua  altimprouifo 
t.ì  dei  por-  faccheggiato  quella  Cittàdafperanxa  del  foccor focosi  dalla  parte  del  mare, 
ahrinlbcft!  fome  perche  H  Re  di  Francia  uenuto  in  piagnone  Città  del  Tontefice  pofla 
ch'dib  ad-  fu  l  Rodano;  raccoglieua  continuamente  grande  efferato.  *Aggiugneuafi  the 
duce*  alt  efferato  mancauano  danari,  mancauano  fimilmente  lefperan^e,  che  il  Re 

b  Defcriue  di  Francia  affaltato  da  altre  parti,  fuffe  impedito  a  uolgere  a  unaparte  fola 
iie3ftolliuon  tmi  ifiioiprouedimenti:  perche  il  Re  d Inghilterra  con  tutto  che  appreffo  a 
%o  ii  fito    Borbone  haueffe  mandato  Riccardo  Vacceo,ricufaua  di  pagare  cento  mila  du- 
4\  Mai'fi  "a*  cati  per  il  fecondo  me  fé,  menofaceuafegno  di  miiouere  la  guerra  nella  Viccar 
&  tutto  i'af  dia:  an^i  hauendo  ritenuto  neltlfola  Giouanni  Giouacchìno  da  Taffano,man- 
tele^uio-  datogli  dal  Re  di  Francia,&  rifondendo  il  Cardinale  Fboracenfe  fini flr  amen 
m  che  ui  te  a  gli  Oratori  di  Ce  fare;  daua  deli 'animo  fuo  non  mediocre  fofpetto.  Iste  dalla 
ikhe1  ènei  p^rte  ài  Spagna  corrifrondeua  la  potenza  alla  uolontà:  perche  hauendo  le  Cor 
)ib.  4.  delia  ti  di  Cafliglia(cofi  chiamano  la  congregatane  de  i  deputati  in  nome  di  tutto  il 
?au.e  Pe    Regno)negato  a  Ce  fare  difouenirlo  di  quattrocento  mila  ducati,  comefogliow 
far  e  ne'  caft  gratti  del  Re;  non  haueua  potuto  mandare  danari  all'efferato,  che 
era  in  Trouen\a,  né  fare  da'  confini  fuoi  contra  il  Re  di  Francia,  fé  non  debo- 
li prouedimenti,  &  di  pochi '({ima  riputatone.  Onde  i  Capitani  Ce  farci  d  ite- 
rati d'ottenere  Marfilia,  e  temendo  come  il  Re  fi  accoflaua  non  incorrere  in 
gramffimo  pericolo ,  Iettarono  il  campo  da  Mar filia,  il  mede  fimo  giorno,  nel 
quale  il  Re  raccolti  fri  mila  Sui7gen ,  fi  moffe  d^Auignone  con  tutto  effer- 
ate. 


\ 


Q^V  INTODECIMO.  H9 

cito.  Leuato  il  capo  da  Maj filmi  Capitani  di  Ce  fare  no  tarmo  finito  la  fron- 
te a  Italia  procedevo  co  gradi/fimo,  celentàiperche  conoficeuano  in  quanto  peri 
colo  fi  ridurrei borio ,  fé  nelpaefe  nimico  fi  fujfe accofiato  loro-,  b  tutìOy  ò parte 
dell  'e fiere: to  del  tic  di  Francia,  &  dal^shra  Parte  il  B.e  giudicando  a  baviere 
occafione  molto  opportuna  di  ricuperare  il  Ducato  ai  MdanoperCefiercitofo  a  Qjafte  pa 
te  te  che  baueua- perche  Cirvcu  a  efs  ere  d 'cheli  le  ce  fé  de '  mmias&  perche  fpcra-  «>ic  d«'  R« 
uà  andando  per  lo  camino  diritto*  deuerc r  epere  in  liana  innanzi  ali  ep  emtti*  1uoj  capita. 
che  fipartim  da  Marfilia;  deliberò. fluitar quel  beneficio  che  la  fortuna  eli  "«  so  molto 


é  porgeuadaqual  co  fa  manifiefiò  a  gli  hmminifuùi  co  quefie  parale.*  lo  hofiahi 
iito  di  uolere  ferina  indugio  paffiire  in  Italia  per  finalmente:  qualunque  m  i  con 
fonerà  al  cotranoaio  fiolo  no  farà  udito  da  me  ma  hiifirà  cofia  molto  mohfia.  "fQ  '  V,  J©^ 
.Attenda  ciaficmo  a  efeguire  fiollecit  amente  quel  che  gli  farà  comefio.o  che  ap-  !fS§*^  (y> 
partiene  alt  ufficio  fuojddio  amatore  della  giuflitia-  &  la  infolen^a,  e  tersevi  l\  )  .[->. 

tà  de  turnici  ciba  finalmente  aperta  la  uia  di  ricuperare  quel  che  indebita-  |-a  C2^>/! 
mente  ci  era  flato  rapito  „4  quefie  parole  corrifyofie,  &  la  cofian%a  nella  de    iti  a,  \\  fi*\ 
teminati<mti&  la  ceder it a  nelle  e fecut ione.  Molti  Cubito  l'efferato .nel  quale  ********  2 
erano  due  mila  lande,  &  uenti  mila  fanti,  fuggito  il  cegreffo  della  madre  che  Principiti'  a 
da  .Auignone  ucniuaper  confortarlo,  che  non  p  affando  i  monti >  amm  ini flr  affé  ^  f^fj0 
la  guerra  per  i  Capitani.  Commeffe  a  Ren%o  da  Ceri,che  co'' fami  ch'erano  fiati  parer  d'ha- 
feco  a  MarfiUafalìfifiefiu  l  armata ,  &per  non  preflare  C orecchie  a'  ragionarne-  "^erV^  d° 
ti  della  concordia?  o  diffidando delTotefice;  uietb  che  l\Arciuefcono  di  Capua  nya  «(hi  io 
mandato  a  lui  per  pafiare  poi  a  Cefiare,  procedere  più  oltre:  ma  commeffe  che,  SiunàS?1' 
ò  trattafie  fiei  o  per  lettere,  affettando  in  ^Auignone  apprefib  alla  madre,  ò  ri-  Tutta  uia  tU 
tornaffie  al  Tourcfi.ee.  Seguitando  in  qucfiomexpi  nemici  con  più  prefte%ga  Sout'rmipfu 
potcua;  ma  e  fi  di  fregando  le  mole fiie  date  da  paefimi,  &  procedendo  con  rofto  ubidì- 
rgrandiffìmo  ordine  perla  rimerà  del  mare,  fi  con  ufiono  a  Monaco:  oueb  rot  gìf^.UG^ 
te  in  mola  pe^gi  l'artiglierie,  &  caricatele  fu  'mudi  per  condurle  più  fiacil-   uso  fimiimé 
mente; peruennero  al  Finale  :  nelqual  luogo  intefia  la  mofia  del  Re ,  raddop-  l*hc c\ '"^ 
piarono,per  efiere  a  tempo  a  difendere  il  Ducato  di  Milano, nelquale  non  era  -   Fi  Sctfoo  (fi 
no rimafefior%e  fu  fidenti a refifteresquclla  celerità.che prima  haueuano  ufia-  fa°to  dffar" ) 
taper  fialu axfu  Ci  fi  procedendo  Curio  &  l  altro  effercho  uerfio  Italia,  peruen    "  5  tolfc  qu- 
nero  in  un  giorno  mede  firmo  il  Re  di  Francia  a  Vcrcell'uil  Marchefie  di  Tefcara  P  *rerde*ca 
co'  caualli}&  co  fanti  Spaglinoli  ad  iAÌba,feguitando  il  Duca  di  Borbone  co?  pi«ni:ma  fa 
fanti  Tedefichipcr  interuallo  d  ima  giornata:  flquale  non  dando  fiacio  di  refii-  chf  iauofu» 
rare  a  fefiefib3andb  il  dìfeguente  da  Alba  a  Foghiera  camino  di  quaranta  mi  fero  ^mpre 
glia,  per  andare  il  proffimo  giorno  a  Tania,  ouefii  congiunfie  col  Viceré  uenuto 
da  tAleftandria,  oue  haueua  lafciato  alla  cuflodia  due  mila  fanti,  con  grand  if   b  Non  pur 
fv^iaprefiieTga,  in  tempo  che  già  Cefiercito  del  Re  commciaua  a  toccare  le  ri-  ccsui'/nì. 
pedel  Tefino.  Quiui  confutando  tra  loro,  &  con  Gierolamo  A       ne  delle  co  £fi  ? r,c%  m* 
fi  communi,hcbhero  il  primo  peri  fiero  laficiatafiufficiente  guardia  in  Tauia,di  flndcfc  di! 
fermar  fi  come  Calne  uolte  haueuano  fatto  in  Milano  :pcrò  ordinarono  che  fu-.  ce  -1  ^'°ufo 

^hauendonc 
Prima  preiìò tS,Mafij:no.fouerrao  un  pezzo  grofilfruBO  che  non  ueniflc  in  mano  cie'Frjnce'' .  Giouio. 

,  Lll  bito 


A 


l  t    b   n   o 

bitortì  andafìe  il  Moroneperprouederz  alle  cofie  necefi  irte  Z  Duca  -.lì 

Milanoyil  quale  battevano  madato  a  eh  amare \ lo        <  Sciato ,  *,rn~ 

tonio  da  Leua  a  Tauia  con  trecento  huomtm  ci  inquem  la  po- 

chi Spagnuoli  infuori  tutti  Tedefi  bit  fi  mofifon   •  r.  .'.'      .  \ano.  Ala  la  Città  di 
Milano  afflitta  dallapefle  grandi  ffima  the  l'haueua  ueffata  qu  •'    fiate;  non 
pareuapw  fimile  afie  mede fima:  perche  del  popolo  era  ì  aorte  num    ograndifi 
frmoAi  quelli  che  haueuano  fuggito  tanto  infortunio  molti  erano  aJfenti3no  ri- 
dotta  dentro  la  copia  delle  uettouaglie  confiueta,difficili  i  modi  delfiarprouedi 
menti  di  danari,  de  ripari-,  non  hauendo  alcuni  atte fo  a  conferuargli,  lamag- 
gior  parte  per  terra:  &  nondimeno  in  tate  diffidili  à  farebbe fata  l 'anticapro-  a 
te^ja  degli  huomini  alle  mede fime  fatiche >&  pericoli.  Ma  il  Motorie  cono- 
ficcndo  che  il  mettere  l'efiercito  in  Milano  più  tofio  partorirebbe  la  rouina  di 
quello  che  la  difefa  della  Città,fatta  altra  cleliberatmie  fermato  fi  in  me%p  del 
pa  rfm  ite  il   la  moltitudine  parlò  co  fi a     INoi  poffiamo  hoggi  dire,  né  con  minore  molefiia 
Gìouio  nei  fa  animo >le parole  medefime  che  nelle  anguflie  fue  diffe  il  Saluatore.  Lo  fl>iri- 
vita  dei  Pe-  to  certamente  è  pronto,  la  carne  inferma.  Voi  hauete  il  medefrmo  ardore  cheb 
moaM 'to1  -  battete  battuto  fempre  di  conferuaui  per  Signore  Francefco  Sforma  lui  trafig- 
ne.chefauei  gono;come fiempre  il  cuore  ipericoli,&  le  calamità  delfino  diletto  popolo:  egli 
lando  *l  P°  è  parato  a  mettere  la  uitapropria  perfialuaruU  uoicon  non  minore  pionteyga 
fe°j  Milane-  ìejporrefli  al  prefiente,  che  molte  uolte  l'hauete  enofila  per  lo  pafifiato:  ma  alla 
fi  dei  giura,  uolontà  non  corri  fbondouo  da  parte  alcuna  le  fior?  e, per  eh  e  per  fé  fiere  la  Città 

mento:  ma  n  mi-  •     rr        n  ì  »•  j-  j 

il  capeiia  di  quafi  uota  d  habitatori}e\ferciflrette7^a  cu  uettouaglie, mancamento  di  a  ano, 

ciò  non  par  Y^  e  -%  baflioni  quafii  per  terra-non  ci  è  modo  di  prohibire  che  i  Francefi  non  ci 

ne,  che':  Ce  entrino.  Duole  al  Duca  quanto  la  morte  ieffiere  necejfitato  ad  abbandonare, 

farei  prefero  ma  mo\tQ  ^m  C]K  \a  moYte  gli  dorrebbe  che  il  uolerui  difendere  fuffie  cagio- 

lo  sforza  k  ne  dell'ultimo  eccidio  uoftro,  comefien%a  dubio  alcuno  fiar  ebbe.  "He  mali  tan~ 

del  ^?ro;  to  grani  è  tenuto  prudente  chi  elegge  il  male  minore,  chi  non  fi  difpera  tanto 

al  principio  che  abbandoni  con  unafiola  deliberatione  tutte  le  fue  jperaw^e:  però  il  Duca 

fuo*  r l4' de*  Ul  confiorta  a  cedere  alla  neceffità,che  obediate  al  Re  di  Francia  per  rifierbar- 

tari:  la  quai  ni  a  tempi  miglioria  quali  habbiamo  grandiffime  cagioni  di  jperare  che  pre- 

«oia  è  anco  a  ritorneranno.  Non  abbandonerà  il  Duca  al  prefiente  fie  mede  fimo,  non  ab' 

nel  Giorno,  J.        ,  ,  .     ^        ^      .    ,  ,  •  „   r       r\  ìrr  ir, 

&  poco  fot-  bandonera  infuturo  uou  la  potenza  di  Celare  e  granaijjima,  la  fortuna  ine- 
ritole^0 Amabile  Ja  caufia  ègiufiijfimay  i  nimici  fono  quei  mede  fimi  che  tante  uolte 
fono  flati  uinti  da  noi .  Riguarderà  Iddio  la  pietà  uoflra  uerfio  il  Duca,la  pie- 
tà del  Duca  uerfio  la  patria,  &_  dobbiamo  tenere  per  certo,che  permettendo  ba 
ra  a  qualche  buon  fine  quello, a  che  cicoflrigne  la  neceffitàprefiente;ci  dar  apre, 
filo  contra  il  nimico  fiuperbiffìmo  uittoria  tale,  che  felicemente  con  lunga  pace' 
ci  rifioreremo  da  tante  moleflie.  Dopo  lequai  parole  hauédo  fatto  mettere  net 
touaglie  in  Caflelhifiuficì  della  Città,  jlndaua  &  il  Dttcaa  Milano ,  non  fia- 
pedo  quel  che  hauejfie  fatto  il  Morone:  ma  a  fatica  uficito  di  Tauia  ficontrò  Fer 
rando  Caflriotta  cheguidaua  l'artiglieria:  dalquale  auertìto  che  una  gran  par 
te  de  nimici  haueuapafiìato  il  Tefimo,&  che  hauendo  fiottato  fiul  fiume  zite?- 

chcì-o 


OVTNTODPCÌMO;     "  4f* 

ij'uàilaqualè  per  le  pìoggie  immoderate  groffìjjìma  era  diuturni %glì  àrgini  cìfe 
rei  letto  doue  liburne  fi  diuid e,  fi  lattoni uano  per  sformarlo  a  uolgcrfi  nel  r&- 
pio  minore ;hora  Iterando  il  Re  di  fuperare  con  lapoffan^ade  gli  buomìni,& 
de  danari  la  uìoleia  del  fiume;  finalmente  Xefpeneuxa  dimofìrò  quel  che  qua 
fifempre  apparifce,che  piupuò  la  rapidità  delfiume,che  la  fatica  degli  huemi 
nifo  la  indufiria  de periti;però  il  Re pri nato  della  jperan^a  della  for%a,  &  del 
l'opere, determinò  diperfeucrare  neli'  affedio, conia lunghe^^a  delqualefbe- 
raua  ridurre  quei  dì  dentro  in  necefjìtà  di  arrender  fi.  Ma  mentre  che  quefle 
co  fé  fi  fanno,  &  fi  preparano,  il  Tonte  fi  ce  poi  che  hebbe  intefo  ilRehauere  »  gìo.m  it- 
ociupato  a  Milano ycommoffo  daprincìpio  tanto  presero >& perciò  defdcrofo  }co  G  .bert° 
adia(Jkurare  le cofe proprie -/mandò  a  lui a  Gian  Matteo  Giberto  Vefccuo  di  Fé  rapa  Leone 
rotta  fuo  Datario,  huomo  a  fé  confidenti fimo,  ma  ne  anco  ingrato  al  Re.  Com-  J*  5d  c«  " 
meffegli  che  prima  andaffe  a  Son%ino  a  confortare  il  Viceré,  &  gli  altri  Capi-  èiaal  ietAt 
tani  alla  concord  ia,dimoflr  andò  douere  andare  al  Re  di  Francia  per  la  medcfi  f^J  ^aal 
ma  cagione;  i  quali  già  accrefciuti  di  fpera^aper  la  refifienT^a  di  Vania;  gli  ri  io  età  iuo 
Jpo fono  ferocemente  non  uolere  preflare  orecchie  ad  alcuna  compofi  tiene }  per  ?<J"J  y  ^f* 
liquale  il  Re  haueffea  ritenere  impalmo  di  terra  nel  Ducato  di  Milano:  fimi  no  di  vero- 
le,&  forfè  più  dura  difiio fittone  trono  nel  Re  di  Francia,  enfiato  per  la  gran     ™ùhf  gio" 
deT^a  dell' esercito, &  per  la  facilità  non  folamcnte  difpfientarh,  ma  di  ac~  r-a  u<fk,  & 
ere/cerio:  col  quale  fondamento  principalmente  affermaua  cjfere  pafiato  in  "£rl  * a™ 
Italia,  &  nonper  lafyeran%a  fola  dìhanere  a  prevenire  i  nemici-,  benché  dicef-  ài  Decèbre. 
fe,&  qiuflo  efsergli  in  buona  parte  fucceduto  ffterare  alcerto  di  ottenere  Va-  p°puacto  °dì 
ttia  ,  l  aquale  tuttauia  continuaua  di  battere  afpr amente,  per  l'opere  faceua  in-  e  le  m  étein- 
tomo  alle  mura,allequali  confidaua  che  i  rumici,  hauemo  come  fi  comprende-    coj0  Scóbec 
uà  per  la  infiequentìa  del  tir  ave, mancamento  di  munitioni,  nonpotrebhono  re  s°  Ardue  - 
fi  fiere ,  &  per  la  deriuatione  che  ancora  non  era  difperata  dal  Ti  fino, &  per  la  p^  ;  $  Cuì 
careftia  del  pane  che  era  d  entropie  filmare  premio  degno  di  tante  fatiche,  &   q.uefto  aw- 
dijpefa  cofi  immoderata  la  ricuperatone  fola  del  Ducato  di  Milano,  &  dì  Gè  te  paria. 
noua ,  ma  penfare  non  men o  ad  affaltare  il  Regno  di  ls[apoli .   Trattoffi  dipoi 
tra  loro,  &  con  piccola  difficoltà  fé  gli  dette  laperfettioneja  cagione  principa  D^a0r"o  q|* 
i  le  per  laquale  il b  Datario  era  flato  mandato:  perche  il  Vontefice  s'obligò  a  no  berrò  foie», 
dare  aiuto  manifeflo,ò  occulto  contra  il  Re, et  che  il  mede  fimo  far  ebbono  i  Fio  L  Jftap^. 
rentini,&  il  Re  riceuette  in  protettane  il  Tontefice,ei  Fiorentini,  inferendo-  *ica  fia'-i  Pa 
uifpecialmenie  l'autorità  chehaueuaìn  Firenze  la  famiglia  de' Medici:  la-  ^  u'imer- 
quale  concordia  conuennono  non  fi  publicaffe,fe  non  quando  par  effe  al  Ton-  ue"n« ancha 
tefice :  &  nondimeno  ancora  che  non  perueniffe  allhora  alla  notitia  de  i  Capi-  da  carpi  " 
tani  di  Ce  fare,  crefceua  in  effi  continuamente  il  foretto  con reputo  di  lui:  però  OMt«r  llj°> 
per  certificar  fi  al  tutto  della  fua  mente;  mandarono  alni  Manno  .Abbate  di  ge^nVca- 
1<[agera  Commeffario  del  campo,  a  proporgli  infieme  jperanT^a ,  e  timore  :  P.el!*  >.  cl£ 
perche  da  una  parte  gli  offeriuano  cofe  gradi  ffime:  dall'altra  gli  dimoflrauano  poco  di  fot* 
che  effendo  Ce  far  e*  &  il  Re  uenuti  all'ultima  contenzione,  nonpoteua  Cefi-  t0  uien  toc- 
re  non  riputare,  che  fufìe  flato  contra  fé  chiunque  fufie  fiato  neutrale  »  Ma 

Lll     3  il  Ton- 


LIBRO 

ilTonteficerijpondeua  ninna  cofa  meno  conuenireafe,cheil  partire  dalla 
neutralità  nelle  guerre  tra  i  Trincipi  Chrifiianh  perche  co  fi  richiedeua  tuffi- 
ciò  Tafior ale >&  perche  potrebbe  con  maggiore  autorità  trattare  la  pace y  per 
laqualc  nel  tempo  mede  fimo  procuraua  con  Ce  far  e,  a  cui,  hauuto  licenza  dal- 
la madre  del  Re  dipaffare  da  Lione  in  Ijpagna  dopo  ìacquifio  di  M,lano,per- 
uenne  r*Arciuefcouo  di  Capua:  &  feufato  chehebbe  con  le  medine  ragia- 
ni  il  Tontefice,  del  non  hauere  minto  rinouarc  la  Lega,  come  Ce  fare ,  intefa 
V andata  del  Reuerfo  Italia ,  haueua  infiantemente  dimandato;  lo  confortò 
efficacemente  in  fuo  nome  che,  ò  con  la  triegua  ocon  la  pace  fi  depone  fiero 
tarmi.  Inclinauano  l'animo  fuo  alla  concordiale  diffuulià  nellequali  uede- 
ua  efferc  ridotto:  no  hauere  modo  di  fare  in  Ijpagna  prouediméto  alcuno  di  da 
nari  per  le  cofe  d  Italia,  la  proferita  che  fi  dimofiraua  del  Re  di  Fracia,  Ufo*- 
(petto  che  il  Re  d'Inghilterra  nonfuffe  occultamele  conuenuto  col  rìmicoper- 
che  quel  Re  nofolaméte  ricufaua  che  cinquantamila  ducati  ,i  quali finalmente 
haueua  proueduti  a  Roma  per  la  guerra  di  Troué^a}  fi  mandafìero  alt  effera- 
to di  Lobardiama  quel  che  caufaua  foretto  maggiore,  dimandaua  a  Ce  far  e  co 
flituito  in  tante  neceffità,che gli  reftituijjei  danari  prcfiat'u  &  che  glipagaffe 


uà  il  Re  di  Francia,&  uenti  mila  ducati  per  le  pen foni, eh  e  il  mede  fimo  Repa 
gaua  al  Cardinale  Eboracenfe}&  ad  alcuni  altri  >&  trenta  mila  ducati  fi  pa- 
gauano  alla  Reina  Bianca,  fiata  moglie  del  Re  Luigi:  dellequ ali  pvomejfenon 
haueua  in  fino  a  quel  giorno  pagata  cofa  al  ama:  &  nondimeno  Ce  fave  con  tut- 
to che  alt  afflittone  dell'animo  fi  aggiugneffe  la  infermità  del  corpo?  perche 
a  le  genti  ^  dolore  conceputo,  quando  cominciarono  ad  apparire  le  aifficultà  delia  cfpu- 
dtU'v »aie  a   gnatione  di  Marfilia;  gli  haueua  generata  la  quartana;  o perche  la  mente  fua 
parade/Re  indifpofta  e. 'cedere  al  nimico  non \fi  piegaffe  naturalmente  per  alcune  difficuU 
rrottcToio  l^'°  Perc^e  confidale  nella  uirtù  del  fuo  efferato  fé  fi  conduce ffero  mai  a 
ùannistuar  fare  giornata  co  nimici;o promettendo )jì  douer e  effere  per  loauuenire  fauo* 
Tctt  deue  Ylt0  non  meno  immoderatamente  dalla  fortuna,  che  per  lo  paffato  flato  fuf 
leggeri! ,  &  fé;  rifpondeua  non  effere  fecondo  la  degnità  fua  fare  alcuna  conuentione, 
?co"rc«amé  mentYe  c^e  HRedi  Francia  uejfaua  con  Carmi  il  Ducato  di  Milano,  Haue^  j 
tehanomoi  uà  in  queflo  meTg  deliberato  il  Re  di  Francia  d'affaltare  il  Reame  di^s{a- 
do)?cxi2cU  poli,  fperando,  oche  il  Viceré  mofìo  dalpericolo  perche  non  ni  era  rimafto 
capeiia ,     prefidio  alcuno,  abbandonerebbe  per  andare  a  difenderlo,  lo  fiato  di  Mila* 
a'eflcr* "dieci  no, o  almeno  cederebbe  a  deporre  Carmi  con  inique  conditioni;  il  che  il  Re 
mila  fanti,    mofl0  dalle  difficultà  d'ottener  Tauia,  cominciaua  quafi  a  defiderare.  Defli- 
minime  »ò  che  a  quefia  guerra  andaffe  *  Gwuanni  Stuardo  Duca  d'Albania  del  fan-  * 


Renzo  gue  de' Re  diScotia  con  dugento  lamie, feicento  cauai  leggieri,  &  quattro 
Coititi  mila  fanti,  che  fileuaffero  dell' efferato,  lametà  Italiani,  quattrocento  Sm^ 


con 

da  < 
con 

tri  di  cafa  ^ri,&glialtriTedefchi;&permirfialHÌRen^odaCerifcédejfea  Lìhoy- 


Q^V  INTÒDECIMO.  4U  | 

foco  fanti  Minati  per  l'armata,  laquale  ritardata  dalle  difficultà  de  prouc- 
dimenti  necejftrij,  dimoraua  ancora  nelporto  di  Villa  Franca;  &  che  Ren%ò 
mede  fimo,  &gli  altri  Orfinifoldafìero  nel  paefe  di  Roma  quattro  milafanth 
laquale  deliberatione  fece  per  .Alberto  Conte  di  Carpi  Oratore  fuo,  nota  al  To 
tefice, ricercandolo  che  pemctefiecbe  a  Roma  fi  foldajfro  i  fanti,  &  confen- 
tiffe  che  tcffer cito  paffaffe per  lo  fiato  della  Cbiefa.  Graue  era  quefia  dimanda 
alTontefice,  a  cui  farebbe  flato  molefiiffimo,  che  al  Re  di  Francia  perueniffe 
altra  il  Ducato  di  Milano ,  il  Regno  di  l^apoli:  ma  non  hauenio  ardire  aperta 
mente  di  T<[cgarla;confortaua  il  Re,  che  per  allhora  riòfaceffe  quefia  imprefa, 
riè  mette fie  luiinneceffità  di  non  gli  concedere  quello,  chepergiufli  ricettino 
potata  confentire ,  dimofirandogli  con  prudente  difeorfo  quefio  penftero  effer 
contra  la  propria  utilità:  perche  fé  la  cupidità  di  ricuperare  il  Ducato  di  Mi- 
lano gli  haueuaper  lo  paffato  cocitati  tanti  nimici,  che  farebbe  bora  il  uederfi 
che ■ajpirajfe anco  alRegwdiWapolil Che  maraviglia  farebbe  fé  quefio  mo~ 
ueffe  i  Vinitiani  aprédere  laguerraper  Ce  far  e, trapalando  ancora  g/i  oblighi 
della  loro  confederatione?  Confi  der  affé  che  fé  per  difauentura  fi  di fficult  afferò 
iprogreffifuoi  in  Lombardia  con  che  riputatane  potrebbono  procedere  rei  Re 
gno  di  Vapoli:  &  che  la  declinatane  in  qualunque  di  quefii  luoghi  partori- 
rebbe la  caduta  nel? altro:  &  che  in  ultimo  fi  ricordale  d'bauerlo  commenda 
to  di  efferfi  ritirato  all'ufficio  del  Tonte fic e: però  no  conuenire  che  bora  lo  afin 
gnejfe  a  fare  il  conrario.  Ma  in  uanofi  diccuano  quefie  cofcpcrche  il  Duca  r'ò 
affrettata  La  rifp  fia;  haueua  come  certo  della  concefiione  del  Tontefìce\pafta- 
to  il  Tò  alpafio  delia  Stellatale  è  nello  fiato  di  Milano,  benché  il  quinto  gior 
no  poi  ritornò  ìniitUoipercbe  il  Re  battendo  notitia,  che  giàcominciauano  ad 
arriuare  a  nimici  >  fanti  Tedefchi,&  che  il  Duca  di  Borbone  era  andato  nel-  g  ln      fta 
l*  Mamagnapermuoucrne  maggiore  quantità;  uollc  ferbar fi  intero  tefìerci-  forma,  che 
to,  infino  non  uenlfìe  nuouo  fupplemento  di  SuiT^eri,  &  Grigioni,  i  quali  ba    j^^J 
ueuamandatiafoldare:nelqual  tempo  procedeuano  lecofe  diciafeuna  delle  Lodi  per  a n 
parti  qnafi  ociofam ente:  il' Re  continuata  lafiedio  di  Vania  non  intcrmetten  ^J^^ 
do  i  lauori  del1  e  trincee,  &  il  mole  farla  coli  ì  artiglierie:  gli  Imperiali  afiet-  g  k>uì©;  eh' 
tan'o  U  ritorno  di  Borbone;  fiauano quieti,  eccetto  cheti  Marchefe  di  Tcjca-  ^/^J| 
xa,ne\laprouidmrza;&  ardire  delqu  ale  la  maggior  parte  de  configliela  certa  tacciti, 
a  mente  tutte  icfiecu  ioni  fi  ripofauano,  ufeito  una  notte  a  di  Lodi  con  dugento  fJ^J  d^5Va- 
caualU,&  due  mi!  a  fanti  entrato  aUimpromfo  nella  Terra  di  Mel%i,guardata  ito  fu  que- 
negligentemente  da  G  erclimo,& da  Gianfermo  daTriul%tcon  dugento  ca-  |!^?a]^ 
Mlìi  fece  prigioni  i  Capitani  con  la  maggior  parte  de  foldati:de  quali  Gicrola  eia  i  n  ròte, 
tno  poco  poi  mon  d'una  feriiaricer.utauel  combattere,  firmarono  di*  01  d~  g  ^ulnl 
Ve/ierc  ho  del  Re  gli  Sui7'^eri,e  i  Grigioni,  alla  uenuta  di- quali  il  Lu  a  (CM    GhoUtió^ 
baniamofio  di  nuouo  psfiiulTÒaUaStradella  nelTiacentino.Dallaqualein-   l^^U 
clinaùone  non  potendo  il  -pontefice  diuerttre  il  Rejiòfrf  par  non  lo  ìrfojpet-  gAio  <&& 
tire  non  ne  facendo  Mólta  ih fianca;  gli panie  tempo  oppiti  inno  a  mamftjlare  I^Vaiai* 
a 'Ai  imperiali  Lconuemionì  fatte  prima  con  lui>& *  ur.w.are  la  mcntione  **• 
>«*       *  Lll     4         della 


L     I     fi     R     O 

della  concordia:  allattale  per  la  difficultà  dell' ottennero  Tauia,&  per  lo  peri 

colo  del  Regno  di  JJapoliyfperana  douere  irouar  minore  durerà  in  ciaf  una 

delle  porti.  Squali  effetti  mandò  Vagolo  rettori  Capitano  delle  fine  Galee  a. 

fignijìcare  al  Viceré, 'non  bauere  mai  potuto  benché  nhaueffe  fatto  gradifjima 

diligenza irimuouer e  il  Re  dalla  deliberatone  asfaltare  il  Reame  di  Ts[apoli 

né  potere, per  non  trasferire  la  guerra  in  fé,  allaquale  non  potrebbe  refiflere, 

vietargli  ilpafio:  an^i  e  fiere  neceffitato  ad  afficurarfi  con  nuoue  conuentioni 

di  lui  bielle  quali  non  confentirebbe  mai  conditione  alcuna  nociua  a  Ce  fare)  a 

cui  cono  fere  ninna  cofa  efiere  più  utile  in  tante  difficultà  che  la  pace:  laquale 

perche  fi  potefie  trattare  innanzi  che  i  difordini  più  oltre  procedefiero;confor- 

tare  il  Viceré  a  confentire,che  l  armi  fi  fio fi>ende fiero, deponendo  perche  altri- 

a  u  Capeiia  mentl  r  Rc  non  W  conde feenderebbein  mano  di  per  fona  non  folcita,  quel  che 

moftra,  che  *»  nome  di  Cefare,&  del  Duca  fi  teneua  anfora  nel  Ducato  di  Milano  $  erare 

il  Moron*  c^efact0  ^flo;fi  conterrebbe  in  qualche  modo  bone  fio  della  pace,  per  laqua- 

iuronoamé  leproponeua  che  il  Ducato  di  Milano  fep  arando  fi  in  tutto  dalla  Corona  di  Fra 

diùmo  p"-  eta>fufie  con  ?  inueftitura  di  Cefare,ilquale  in  ricompenfo  ne  riceuefie  forum  a 

rere  -,  do  è  conueniente  di  pecunia,conceduto  al  fecondo  genito  del  Re:  che  co  honefto  mo 

douefre  "ba  *o  fiprouedefie  al  Data  di  Milano  ,&  al  Duca  di  Borbone:^  che  il  Tontefi- 

donar  lo  fta  ce,i  Vinitiani,ei  Fiorentini  s'obligaficro  ad  unir  fi  con  Ce  fare  contra  il  R^e,  in 

«o  per  a  n  da  cff°  non  0fie™<zfie  le  co  fé  promefie.  Conofceuano  i  Capitani  di  Ce  far  e  la  gran- 


re  a  faiuare  deTga  delle  difficultà,  &  de  pericoli, hauendo  in  un  tempo  mede  fimo  afoftene 
NapoU?  il  re  in  tanta  penuria  di  danari  la  guerra  in  Lombardia)  &  apenfare  al  Rev:o 
gìouìo  pò  di  Ts[apoli,  abbandonati  manifeftamente  da  fu  (fidi,!  del  Vontefice ,  &  de  Fio- 
dei  pefcarl  r£ntlì^j&  già  certi  che  iVinitiani  far  ehbono  il  mede  fimosi  qiiali  fé  bc.->efol~ 
foio.the  fi  dando  nuoti  fanti  s  ingegnafiero  dare  fheran%a  di  uclcre  o  (tentare  la  Lega; 
Lancia  vi-  ciijjeìiuano  con  nane  jcuje  l  efiecutione:  pero  il  Viceré  non  alieno  con  l  ani- 
Smonaco !e" mo  datta  eoncordia;inclinauaper  la  ficurtà  del  Regno  di  -J^apolia  ritirami  fi 
lettere  del  con  fefiercito:  maprcualfe  nel  configlio a  il  parere  del  Mar  che  fé  dà  Tefcara, a 
Napoli  eh*  ityualeProcedendo  parimente  con  audacia,  &  con  prudenza,  dimofirò  e  fiere 
andafle  a  di  necefiarìo  dispregiatigli  altri  pericoli,  fermar  fi  alla  guerra  di  Lombardia,  dal 
Regno  ,qche  ^  uittCYla  dellaquale  tutte  Coltre  co  fé  dependeuano:  non  e  fiere  defiinate  tali 
co  tàta'effi-  fer'se  ad  afi  altare  il  Regno  di  Trapali,  né  potere  con  tale  celerità  conu  infila, 
flato  face"3  oue  erano  mo^te  terre  foni  &  larefiflcnia  di  coloro,  la  fallite  de  quali  cohfi- 


sfe  con  uittoria,  chi  dubitano,  che  umecndo ,  libererebbono  J, 
ìe  k?  rtato  di  ^  #*<"**  di  Klapoli,  quando  bene  per  Ce  fare  non  fitenefie  altro  che  una  tor- 
iiiiano  per  re  fola*  Stando  fermi  in  Lombardia,  potere  e fiere  ulna fiero  a  Milano,  &  a 
uiiaxebbi*  W&&>k:  andando  a  l>^ifoli,fiperdeua  al  certo  Milano,  ne  fi  liberano  il  Re- 
andato  (e  il  gno  dal  pericolo  >oue  incontinente  tuttala  guerra  fi  trasferir  ebbe:&  con  quo- 
fi*  folle  op°  le  f^eron^a  ritornandoti  come  tinti?  donde  con  tanta  riputat ione  ti  entre- 
jofto.         rebbono  inimici)  tanta  farebbe  l'indìnatione  de  popoli)  che  per  natura)  per 

odio 


Q^V  I  N  T:0  D  I  C  I  M  O.  4f j 

odio,pet  paura  fi  fanno  incontro  alla  fortuna  del  uìncitore,che  nonpiufi  difen- 
derebbe il  Regno  di  l^apolucbe  il  Ducato  di  Milano.  ISlè  muouere  altro  il  Re. 
di  Francia idubio  ancora  de'  fucceffi  di  Lombardia*  a  diuidere  l'efferato  >  a  co- 
minciare una  guerra  nuoua,mentrependeua  laprima,che  la  fperan%a,cbe  per 
troppa  follecttudine  del  Regno  di  7{apoligli  lafciaffero  in  preda  tutto  lo  flato 
di  Milano, per  i  cui  configli  deliberar  fi, per  i  cui  cenni  muouerfi  lì  efferato  tan- 
te uolte  uincitore^che  effcre  altro  che  con  eterna  infamia  concedere  alle  mina  :  r 
eie  de  uinti  quella  gloriarci) e  tante  uolte  contra  loro  shaueuano  co  l'armi  ac- 
quiftata  ?  Laqual  fentenya  fegnitando  finalmente  il  Ficerè,  mandò  a  Ts[apo!i 
il  Duca  di  Trai  etto  con  or  dine, che  raccolti  pili  danari  che  fipoteffe ,  <Afcanio  a  Furono  ,1 
Colonna ,  &  gli  altri  Baroni  del  Regno  attende ffero  a  difenderlo  :  &  ancora  cuni,fic5<te 
che  alla  jLmbafcìata,  fattagli  innome  del  Vontefice, haueffe  ri jfofomodefla-  l.aSwtà 
mente  ifcriffe  con  'molta  acerbità  a  Rorsia}ri  enfiando  uolere  udire  ragi?n:x<icn  ***  ,>efc(a™  > 
t  to  alcuno  di  concordia .  a  Donde  il  Vontefice moflrando  d 'effcre  menato  dulia  rocòn  oni- 
neceffìtà  perche  il  Duca  di  ^Albania  co?itinuamente  andana  innanzi;  piùìico,  iro  è5f^f 
non  come  fatto  prima, effere  conuenuto  col  Re  di  Francia  con  una  femplice  prò  lc  a  prètta 
me  fifa  di  non  offendere  l'un  l'altro  :  ilebe  fignificò  etiandio  per  un  brieueagli  <*er  Jjn  &J1' 
agenti  di  Cef are, allegando  le  cagioni,&  fpecialmente  la necejjìtà.che  l' batte-  a  piacenza , 
uà  indotto:  ilqual  ariette  prefentato  da  Gioitami  Cor  fi  Oratore  Fiorentino,  &  &  accomp} 

r  iì  ri  gn  3  re  i  coli 

aggiunfe  quelle  par ole ,che  conueniuano  a  tale  materia ,  Ce  fare  ilquale  prima  gii  &  le  fot 

dimoflraua  non  fi  potere  per  fina  fere,  che  il  Vontefice  in  tanto  perìcolo  l'abbati  *^i6§»* 

do naffe, cornino fio  molto  d'animo;  rifpo fc,cbe  né  odiose  ambinone ,  ne  alcuna  a  ciò  fare 

priuata  cupidità  l  batteria  indotto  apigliare  daprincipio  la  guerra  cotra  il  Re  granfce^[* 

di  Fronda,  ma  le  perfuafioni,  &  l'autorità  del  Vontefice  Lione ,  confortato  a  ti,a<àc:fc  ch'c 

euèfto  (  come  diceua  )  dal  preferite  Vontefice,  che  allhor a  era  il  Cardinale  de'  ^)ùfozr*ò& 

Medici,  dÀrno Arandogli  importare  molto  allafalutepublica ,  che  quel  Re  non  coftrignere 

poffedefle  co  fa  alcuna  va  Italia  :  il  mede  fimo  Cardinale  effereflato  autore  del-  £  ,!  "  fiu  "f 

la  confederatione,  che  innanzi  alla  morte  di  ^Adriano  Vontefice  7  fi  fece  per  la  ò  Tacco  rdo: 

medefkaa  cagione  ipero  e ffergli  fommamente  mole  fio, che  colui,  cbefbpra  tut  jj^*  J^\i 

tigli  altri  era  tenuto  a  non  fi  feparare  da  lui  ne* pericoli ,  ne  quali  era  flato  Guidar  V\  - 

autore  che  e/\traffe,hauc fife  fatto  una  matafione,  che  tanto  gli  noceua,  &fen-  JJ^J"/* 

%a  alcuna  neceffità  :  percbe,a  che  fi  potere  attribuire  ad  altroché  afoperchio  v  ;  nitt  e  ni  ; 

timore ,  mentre  che  Vania  fi  difendeua  ì     Ricordò  quel  che  baueua  fempre  ceni  Scende 

dopo  la  morte  di  Lione ,  &  fpecialmente  in  due  Conclaui  operato  per  la  fitta  te-in  itali* 

grandezza t&  il  defìderio,che  baueua  battuto,  che  eifuffe  affunto  al  Vontcfi-  ^tì  ^{ 

cato,per  me'zp  delquale  baueua  creduto  fi  bauefi e  a  flabilire  la  libertà ,  &  il  mila  suizze 

bene  commune  d' Italiane  fi  perfuadere  che  al  Vontefice  fufìeufcito  della  me  hVucre  "Te 

moria  la  poca  fede  del  Re  di  Francia,  né  quel  che  dalla  fua  uitioria  potcjìe ,  ò  ™**  deIla. 

temere,ò  Jfterare.  Concbwfe-,  che  neper  la  deliberatane  del  Vontefice iberiche  1™°™  de* 

indebita,^  inajfiettaia,nè  per  qualunque  altro  accidente  abbandonerebbe  fé  d.ue  effe.rci: 

medefimo,nè  confida  fi  e  alcuno,cbe  per  mancamento  di  danari  bauefie  a  muta  f0'xt0  a  +s  r^ 

refcnten\a ,  perche  metterebbe  prima  a  ogni  pericolo  tutti  i  regni ,  &  la  uita  & a  +«°« 

propria> 


t    I    B    B    O 

*ro*r;rf,  ér  <#w  tó»?o  fljb  in  queflo,  che  fupplicaua  Iddio  non  fufje  capone 
delia  dannatione  della  fua  anima.  Mequali  querele  replicaua  l'Oratore  Fiore 
«  Nd  Hb»  tino.  *  Il  "Papa  poi  che  fu  eletto  atta  fuprema  degniti ,  ejfere  flato  obligato  a  a 
HT"  V  incedere  non  più  come  Cardinale  de  MeHci.macome  Pontefice  Romano, 
JSjrES  UScio  del  quale  era  penfare,  &  affaticaci  per  lapace  de  Chrifliani  :  fere  A 
*Ìtl£  non  bauere  mai  ricordato  altro  ibe  la  necefjìtà  che  fé  n'haueua ,  finitone  si 
XicKgifti.  forti  a  lui ,  &  mandatogli  l 'jlrciut forno  di  Capua  due  mite ,  &  protrato 
m*  <u  pt  che  il  debito  fuo  eranon  aderire  ad  alcuno-  Hauere  ricordato  ti  medefimo,qun 
ta  cenere  x,  i' ^mmiradio  parti  d'Italia ,  non  fi  potendo  in  tempo  alcuno  trattare  co» 
JSuMfi  maggiore  bonore  per  hi.nl  bauere  ri portataaltrariftfacbenonfipoterefa 
te.™  offe  £*  confentimento  del  Re  di  Inghilterra .  Ricordaffift  Cefare  quanto  il 
k.nto.  -Pontefice baueffe diffmfo  ilfaffareneUaT>rouea%a,percbefi  turbaua  in  tut- 
?-e  tola(b'ran7aiellapace,&  perche  come  iadoumo  delle  cofe,  che  erano  jucce- 
Sr  dutehaueua  predetto  che  la  neceflìta  che  fi  poneua  al  Re  di  Tracia  di  amar- 
^potrebbe  efiere  occaftone  di  fufeitare  incendio  in  Italia  di  maggiori  perno, 
li  Hauere  per  lo  Vefiouo  di  Verona  confortato  il  Regiafoffefforedi  Milano, 
&  il  Viceré  alla  concordia,ma  in  nimo  bauere  trouato  tnclinatwne  alla  face. 
Hauere  dipoi  negato  con  molte  ragioni ,  &  con  grandiffima  efficacia  di  consen 
tire  il  patfoper  lo  flato  della  Cbiefa  alle  gentuebe  andauano  contra  ti  Regno  di 
■Napoli  ma  il  Re  non  filo  ejfere  flato  fordo  allefarolefue,ma  non  affettata 
la )„ar'ifboflahauerlegiàfattepaffarenelViacentino:  perciobavere  ultima- 
mente mandato  Vagolo  Vettori  a  confortare  il  Viceré  alla  foff enfiane  adi  ar- 
mi.proponendogli  le  conditìoni  conformial  tempo ,  &  a  certificarlo  deha  ne- 
ce(Iità%haueuad'aficHrarfidalpericoloimminente,uedendomafimam^ 

teflarefilpefi  i  Vinitiani,&  il  Re  d'Inghilterra  alieno  da  concorrere  alla  dife 
radei  Ducato  di  Milano ,  fé  nel  temfo  mede  fimo  per  Ce  fare,  &  fer  lui  non  fi 
raoueua  la  guerra  di  là  da'  monti  :  ma  uedendo  ti  Viceré  ncufare  tutti  i  modt 
propofli,& le genti  del  Refrocederefmfre  innonderà  flato  coflretto  pig.* 
re  la  fede,&  ficurtà  da  luinonfiobltgando  adaltmcbea  non  offendere  .1 


flato  al  Re 
di  Fra  ;<  eia 
ile  he  è  a 
te  <0o. 


Ha 
La~ 


■ 

fi 


mentauaft  Cefare  la  conditionefropoflaal  Viceré  ejfere  fiata  molto  dura,  ha- 
»crriadcpofitaredallafuaparte,quellofiteneua,fenzafarementionechedaL 

Redi  trancia  fi  faceffe  il  medefimo ,  &  finalmente  ancora  che  il  Marchefidl 
■Veflara  confortandolo  alla  concordia,  gli  baueffe  ftgnificato  effere  nel  campo 
molti difordini,&  le cofe in grauiflimo pericolo,nondmeno  nonfiegauai  ani 
mo  dellapacefberando  per  lo  ualore  de' fuoifildati  la  mttoria,  figli  efferati 
,    ' r.      ì< L.r ~i.„.,  *rn™Uitti-rp. TiprCeuerana  in auelio tempo 


Mario  eoa  l'artiglierie:  aUaquale aifficuitan  nej/^™^.— j—  — 
tento,  che  il  Duca  di  Ferrara  ritenuto  nuouamente  da  lui  in  frotettione,  con 
oblw  dipananti  in  pecunia  numerata  fettantamila  ducati,  ne  conuerttfieue 
ti  mila  in  ualore  di  tante  munitioni ,  lequalifi  conduceuano  per  io  Tarmigia- 
«,,&  Vicentino  con  animali,&  carra  de'  paefani,f  refiate  per  commeflme 


C^V  INTODKIMO.  4,4 

del  Tontéfice  nonfen%agraue  querela  delvicerèycomefe  queflofufie  preftare 
e fprefi  amente  aiuto  al  He  di  Francia  :  lequali  perche  ficur  amente  fi  conduce f- 
fero  haueua  mandato  a  incontrarle  con  dugento  canali  i  ,  &  mille  cinquecento  a  Jone  il 
'fanti  Ciouanni  de*  Medici:  ilquale  nel  principio  della  guerra a  querelando  fi  di  Gmuinfde* 
efiere  ueduto  con  malocchio  dal  Vicerè,negli  effere  dati  tanti  danari)  che  ha  Medici  do- 
flajfero  a  muouere  i  [oliati  »  era  da  gliflipendij  di  €  efare  p affato  a  gli  flipendij  *£*£  ddi© 
del  Rey& parena  che  ad  afficurare  le  munitioni  bafiafiequefìoprefidioperla  sforza ,  cota 
propinquità  del  Duca  £ Albania,  H  quale  nel  tempo  mede  fimo  haueua  paffato  lf  haueua° 
il  Tò  .  Ma  il  Viceré  ,&  il  Mar  che  fé  di  Tefcara,per  impedirle  gittato  il  ponte  militato:  j?: 
fi' e  fio  a  Cremona,  pafiarono  il  Tò  confeiccnto  huomini  d'arme ,  &  otto  mila  c£\  FrgcacCfi 
fanti  alloggiando  a  Monticelli  il  primo  giorno ,  nondimeno  ritornarono  preflo  guerra  in  ita 
di  là  dal  fiume, hauendo  fentito  che  il  He  per  opporfi  loro  mandaua  Tommafo    ™*dz  iuj  fta 
di  Fois  con  una  parte  dell'efferato.  Dopo  la  partita  de  quali  il  Duca  d'alba-  to  ^  clJiahnia: 
nia  pafiò  per  lo  t enitori o  di  Reggio ,  &  per  la  Carfagnana  l  Appennino  ;  ma  rc  i0  Cod- 
frocedendo  con  lentezza  takahe  conftrmaua  l'opinione-,  che  il  Re  più  per  in-  da.^c  ™  j*f 
durre  con  queflo  timore  i  Capitani  di  C  efare,  ò  a  concordia ,  ò  ad  abbandonare  &  trecenti 
le  cofe  di  Lombardia,che per fberani^a  difareprogreffi,  tentaffe  quefìa  impre-  «^k 
fa.Vnijfi  con  luiprefio  a  Lucca  Ren%o  da  Ceri  con  tre  mila  fanti  uenutifu  l'ar  . 

mata,allaquale nelpaffarefi  era arrenduto  Sauonaj&  Varagine,&  ritorna-  n\  dei  prefi 
ta  l'armata  nella  Riuìera  Occidentale  di  Cenoua  teneua  in  fofbetto  quella  cit-  #*  Fl?cc*» 

\  •        »>  ii  •    •  !•••■/;       eh    :ramV_a 

ta .  Seguita  l  aitino  mille  cinquecento  uentianque  :  nel  principio  del  quale  m37xx'v. 
Don  Vgo  di  Moncada  partito  da  Cenoua  con  l*  armata,fcefe  in  terra  con  tre  mi  nglnTjuró^ 
'  Li  fanti  a  Varagine,  doue  erano  a  guardia  b  alcuni  fanti  de*  Frane  e  fi  :  ma  .ve-  ^^fo 
ncndouìalfbccorfb  l'armata  Francefe,della  quale  era  Capitano  il  Mar  eh  e fs  di  mano,&  gì 
Saluto ,  l'armata  nimica  effendo  reflata  fenya  fanti  ;fi  ritirò  :però  i  fan-  f„aat€è  £°[1 
ti  Francefì  fcefi  in  terra  affaltati  i  nimici,  &  mortine  molti;  gli  ruppono3  &  '«'  *™fato  » 
prefono  ^ oa  Vgo .     I^el principio  dell* anno medeftmo  il  Duca  d'Albania  a-  cca^  hebbe 
firinfe  i  Iucche fi  a  pagargli  dodicimila  ducati,  età  prefìargli  certi  pe?gi  cC~  u  tortnna 
artiglierie  ;  &  dipoi  proceduti  più  innanzi  per  lo  dominio  de  Fiorentini ,  percVo-he* 
da'  quali  fu  raccolto  come  amico  ifi  fermò  con  l'cfiercito  apprefio  a  Siena  pre  «ti***»»» 
gato  a  queflodal  Tontéfice:  ilquale  poi  che  né  con? autorità ,  uè  con  larmipo  ^ul.u  fal« 
teua  ornare  a  quello ,  che  gli  era  moleflo  ;fi  sfontana  di  condurre  ifuoi  difegni  a°  jì1,"^ 
con  l'arti,&  con  la  indufiria .  Tslpn  difpiaceua  al  Tontéfice, che  il  Re  diFran-  Vn  fubito  il 
eia  conferitile  il  Ducato  di  Milano ,  parendogli  che  mentre  (lai; ano  in  Italia  vem? c°"* 

j  o    j  * x  ■ .  .o  ^  no  che  i  ma 

Ce  far  e ,  e'I  Re,che  la  Sedia  Apoflolica,  &  ilfuo  Tonteficatofuffro  feuri  dal-  «n'ari  furoa 
la  grandezza  di  ciafeuno  di  loro  :  quefiamed e fima  ragione  caufaua  cheglifuf  "^"oiue 
fé  moleflo,che  il  Re  di  Francia  acquifìaffe  il  Regno  di  Tripoli. acetiche  in  ma-  gaiee:di  che 
no  d  un  Trincipe  tanto  potente ,  nonfufie  in  un  tempo  mede  fimo  quel  Reame  >  $ 'ficSmft! 
&  il  Ducato  di  Milano  ;  però  cercando  occafwne  di  differire  l 'andata  del  Du-  ron  molto. 
ta  £  Albania  fece  infian^a  col  Re, che  nel  tranfito  riordinaffe  ilgouerno  di  Sie  c^tanSei 
na3ilqualeil  Tontéfice  }l fi  endo  quella  città  fttuata  in  me^  tra  Roma ,  &  Fi-  prefidio  fal- 
le 4ictae  addotto  a  gl'Imperiali  :bigoniù,  &  coufocn  ft zaffati ,  e  il  Wojitàda  fatto  prigione» 

renici 


LIBRO 

?en%c,àefideraua  fommamcnte,  che  fuffe  in  mano  de  gli  amici  fuoi ,  cornerei 
opera  fua  era  fiato  pochi  me  fi  innanzi  :  perche  ejjendo  nel  Tonteficato  d'^A- 
dnano  morto  il  Cardinale  Tettuccio .  &  pretendendo  alla  fu  ce  e  filone  fina  nel 
gommo  Vr  ance  fico  [no  nipote  ^fic  gli  oppa  fono  per  Ufiuainfolen%a  i  principali 
del  monte  de'  7$ouc>  con  tutto  che  fu  fiero  delia  mede  firn;  a  faraone -facendo  in- 
fianca  col  Duca  di  Seffia  Oratore  Cefiareo ,  &  col  Cardinale  de'  Medici ,  che 
fuffe  data  altra  forma  al  gommo,  b  riducendola  a  libertà,  ò  uolgendo  quell'ai* 
parità  a  Fabio  figliuolo  di  Tandoifo  Tettùcci,  benché  non  molto  innanzi  fi 
fuffe  occultamente  fuggito  da  Trapali  :  laqual  co  fa  ventilata  lungamente;  fi* 
finalmente  come  Clemente  fu  affmtp  al  Tonteficato -per  confentimento  com- 
munefuo,  &  di  Ce  far ere fiituito  Fabio  nel  luogo  paterno  :  ma  non  hauenda 
r autorità  che  haueua  hauuta  il  padre ,la  città  quafi  tutta  inclinata  alla  liber* 
tà,quei  del  monte  de*  7s[[oue,non  molto  uniti  con  lui,  né  molto  concordi  tra  lo- 
ro,la  debolezza  che  ha  lapoten%a  duncquando  non  è  fiondata  fu  la  beniuolen 


to  un  giorno  per  opera  de'fiuoi  auerfarij  fen%a  aiuto  alcuno  de'  foreftieri ,  tu- 
multo popolare,  fu  con  piccola  diffi cult à  cacciato  della  città  :  donde  il  Tontcfi 
cefilquale  non  confidaua  nella  moltitudine ,  né  in  altra  f anione ,  deliberò  ri- 
durre in  loro  l'autorità  per  coflituire  poi  capo ,  b  Fabio ,  b  chi  altri  di  loro  gli 
piace  ffie  :  cofia  che  a  gli  Imperiali  tcome  IL  SO  STETTO  cominciato  fa 
che  tutte  le  cofe  fi  ripigliano  in  malaparte  ;  accrebbe  l'opinione, eh  e  la  capito 
lattone  tra  il  Tontefice, e' l  Re  di  Francia  conteneffe  da  ogni  parte  maggiori  cf 
fetti,&  obligatione,che  di  neutralità .  Dal  ferma)  fi  il  Duca  d'Albania  intor 
no  a  Siena.procedette  che  i  Sanefiper  Hberarfi  dalle  molefìie  dell'efferato,  det 
tono  ampli  ffima  autorità  a  quei  Cittadini, che  erano  confidenti  alTontefice,fo 
pra  l' ordinatane  del  gommo  :  laqual  cofia  come  fu  fatta  >  riceuute  da'  Sane  fi  > 
artiglierie,&  certa  quantità  di  danari  fa fio  più  olire ,  ma  procedendo  con  la 
confueta  tardità .  *Andb  da  Monte  Fiafcone  a  Roma  a  parlare  al  Tontefice  > 
&  dipo?  paffato  il  Teucre  a  Fiano ,  fi  fermò  nelle  terre  degli  Or  fini ,  donde  fi 
raccoglieuano  ifanù-  cbefifoldaiiano  in  Roma  con  pcrmifiione  del  Tontefice  > 
tlquale permetteva  medtfìmamente  ,  che  i  Colonne fi,  iquali per  la  difiefia  del 
Regno  di  Ts^.poliyfiaccuano  la  mafia  a  Marino  ,folda fiero  in  Roma  fanti  :  ma 
per  la  torà  uà  del  procedere,  &  perche  da  ogni  parte  apparivano  pochifiimi  da 
nari  ;  era  qui  fio  mouimento  inpìcioUffimo  concetto  igli  occhi,  l'orecchie,  gli 
animi  degli  internila  erano  tutti  attenti  alle  cofe  dà  Lombardiajequali  comin 
dando  ai  affrettar/}  al  fine  ;  accreficeuanoper  uarij  accidenti  a  ciafiuna  delle 
punì  l.  ora  lafieranza,  bora  ti  timore .  Frano  gli  affé  diati  in  Tauia  angufiiati 
dalia  carefiia  de' danari  ;  haueuano  firetteiga  dimunitwmpcr  l'artiglierie; 
cominciaua  a  mancare  il  nino  ,  &  dal  pane  in  fuori  tutte  l'altre  mttouaglie  : 
onde  i  fanti  T  ode  fichi  già  quafii  tumultuo fiàment  e  dimandauano  danari ,  conci- 
tati dal  Capitano  loro,oltra  quello  che  per  fie  fieffi  faceuano ,  dt  Iqualefi  teme- 

uà  (he 


C^V  I  N  TO  DECIMO.      ^  4^ 

uà  che  fé gr et amente  non  [ufi  e  convenuto  coi  P^e  di  Francia.  Dati*  altra  parte  il- 
Viceré  auicinatofi  il  Duca  di  Borbone Mq* tale  conduce uà  deiti/flàmagna  cin- 
quecento caualli  Borgognoni  >  &  fei  mila  fanti  T  ed  efebi  faldati  co*  danari  del 
Re  de*  Romanzerà  andato  a  Lodinone  penfauano  raccorre  tutto  l'efferato^  ri~*  a  Ho  fatt» 
putandofì  douer e  bauere  efier cito  non  inferiore  a  nimici  ima  permuouere  i  ncInqiJefto 
faldati}  &  per  fomentargli  non  bauenano  ne  danari,  né  f acuità  alcuna  d:  prone  3453-  seco  * 
derne  :  degli  aiuti  del  "Pontefice  ji&  de  Fiore  ut  ini  erano  del  tutto  dijpcrati\-  f^/Glou?<> 
medefimamente  di  quei  de  Vinitian'hiquali  dopo  bauere  interpcfto  uarie  feu  nei  ìib.  s  • 
fe,&  dilationi,  haueuano  finalmente  ril'poflo  al  Trotonotario  Caracciolo  Ora-  ^  JefcJ" , 
t  ore  di  Ce  far  e  appreffo  a  loro,  uolere  procedere  fecondo  che  procedere  il  Ton-  che  furo  no 
teficeper mexo delquale fi credeua ebefegretumente bane fiero convenuto col  l™i°a i tri*  i 
g  Pve  di  Francia  di  Rare  neutrali  :  ara  iz  confortavano  ceratamente  il  Totùfìce  quali  P«fua 

r       r        %  \      1  in-         j  ■}     n    ■  •     „       "  fero  il  Papa 

afarefeendere  in  Italia  agli  flipendtj  communi  aiea  mila  Suizgen  ,per  uon  a  vnirfì  co' 
bauere  a  temer  z  delia  uittoria  di  cia!cmo  de  due  ejftrciti  :  cofa approvata  da  vimtiani,& 

,    .  n-      »•   ,  •    ,         '  r  r  '    j->  7       auoldaie  vn 

luumaper  careflia  di  danari  &  perjua  natura  cjeguita  tanto  letamente,che  cflercito?«8 
molto  tardi  mandò  iti  Eluetia  il  Velano  di  V ertili  a  preparare  ?lì  animi  loro.  non  hauer 

n  i'   a  rì ni 3 * 

Sollevò alquanto  le difpcultà  diTauia  la  indufhia  del  Viceré ,  &  deglialtri  ner  preda,© 
Capitani:  perche  mandati  nel  campo  Franccfe  alcuni  a  uendere  vino. Sintomo  dc  S1'1?1^ 
da  Leva  battuto  il  fé grommando  afearamucciare  da  quella  parte  :  donde  leva-  pracèfi  viri 
"  to  il  romùre» b  i  venditori  rotto  il  uafo  grande scorfano  in  Tauia  con  un  piccolo  c  ,totlj  ™a  ° 
uafettO)  meffo  in  quello  nelquale  erano  rinchiufi  tre  mila  ducati  :  per  laquale  rauaritia  \  o 
piccola  fomma  fatti  capaci  i  Tedefcbi  della  difficoltà  del  mandargli  flettono  in  jfj/8^!" 
futuro  più  patienti}  &  levò  anco  il  fomento  de'  tumulti  la  morte  del  Capitano  parola  poe- 
pr oceani  a  in  tempo  tanto  opportuno  jebe  fi  credette  fuffe  flato  per  opera  di  ^An  ^iaronTfTe- 
tonìo  da  Lena  morto  di  veleno,  Islelqual  tempo  il  Marche  fé  di  Tefcara  arida-  quitto  quei 
to  a  campo  a  Caj ciano }  alla  cuflodia  dellaqual  Terra  erano  cinquanta  caualli  >  fuhóe.ravbedi 
4?  quattrocento  fanti  ìtaliani,gli  coflrinfe  ad  arrenderai  fenica  alcuna  comi*  quefto  me- 
tione  :  ma  efiendo  venuto  co3  faldati  Tedefchi  il  Duca  di  Borbone,  ninna  altra  ^toTei  U. 
cofa  ritardava  i  Capitani  ansij  del  pericolo  di  Tania ,  che  il  mancamento  tan-  \6.  a  carte 
to  grande  di  danari  ;  che  non  folamente  non  potevano  penfareagli  flipendìj  **°' 
deli' '  efferato  ,?na  haueuano  difficultà de3 danari 'necejfarij  a  condurre  le  muni  b  il  capei- 
timi  t  &  l'artiglierie  :  nellaqualerieceffità  proponendo  a*  fanti  la  gloria  >  &  ^"^  !'||  *' 
le  rkcheTge  cheperuerrebbono  loro  della  uittoria,  ridveendo  in  memoria  quel  fto  m:defi- 
che  vincitori  baueuano  confeguito  per  lopajfato}  accendendogli  con  gli  flimo-  ™°  jl  v^nlt 
//"  dell  odio  contra  i  Franco  fi  ;  indujfono  i  fanti  Spagnuoli  a  promettere  di  fé-  tori  di  vin© 
guitareun  me  fé  intero  l  efferato  fen^a  ricevere  danari,  e  iTedefcbi  a  con-  aenarTin" 
tentar  fi  di  tanti  che  baflajì  ero  a  comperare  le  vettovaglie  nectffme .  Mag-  rautomatt 
gioie  difficultà  era  'negli  bùomini  'Carme  ,  &  ne  canai  leggieri  alloggiati  per  p^n" 'diuer- 
le  terre  del  Cr  emone  fé  ,  &  della  Ghìa  ■  adadda  :  perche  non  battendo  già  fernent«  ; 
molto  tempo  riceuuto  danari }  allegando  nonpotere  yfeguitando  l1  efferato ,  spagnuoli" 

rifbggtu  a* 

Francefi ,  &  poi  corrotti  dal  Pefcara;  fi  cucirono  i  denari  ne'  giuppofti,  6c  poi  vlcendo  alla  fcaramuccia  ;  fi 
mciculaxo no  fta  i  l%v&y  &  con  loro  emuicR  dtauo. 


LIBRO 

cae  farebbe  necefiario  comperare  tutte  le  uettouaglìe,fofientare  fe,e  icauallì, 
lamentauanfi  e  fiere  meno  grata ,  &  meno  filmata  l'opera  loro  che  quella  de* 
fanti-M  quali  era  fiata  pur  e  qualche  uolta  diflribuita  alcuna  quantità  di  da- 
nari,in  effigia  tanto  tempo  niuna,&  nondimeno  non  effere  inferiori  né  di  uir- 
tù,ne  difede^ma  molto  fuperiori  di  nobihh&di  meriti  paffati.Mitigb  gli  ani 
mi  di  co  fi  oro  il  Mar  che  fé  di  Ve f cara  andato  à  loro  alloggiamenti)  hora  feu fan 
ncM«  guerre  do,  hora  con filandogli ,  hora  riprendendogli  che  quanto  erano,  &  di  uirtupiu 
molte  volte  chiari-,quanto  più  era  manifefioil  loro  ualore ,  tanto  più  fi  doueuan§  sformare 
eiiendo'V*  dinon  effere  fuperati  da' fantine  di  fedele  di  affettwne  uerfo  Cefare ,  di  cui  fi 
principi  iu-  trattaua  non  folamente  l'honore,&  lagloria,ma  di  tutti  gli  fiati  chehaueua> 
RheC  d?  cà  in  Italiana  cui  grandezza  quanto  amaffero,a  cui  quanto  de fider afferò  ferui- 
p»tani,o  da'  rejn0n  doucr  mai  hauere  magiare  occafiont  di  dimoflrarloy  &fe  tante  uoltc 
Smpwic  v-3  haueuanoper  Cefare  efiofìa  la  uitapropria>cbe  uergogna  efiere,  che  cofa  nuo-  i 
no  cótrarie.  uayCjje  }}ora  yicufaffero  mettere  per  lui  uile  quantità  di  pecunia?  dallequaliper 
pra  s'è  vedu  fuafwni,&  dai?  autorità  del  Mar  che  fé  moffi,  confent  irono  di  riceuereper  un 
to  nei  lib.  6.  m^e  ^uafi  m'inima>  quantità  di  danari.  Co  fi  raccolto  tutto  l  efferato,  nelqualc 
ùc  z.'di  cor  fi  diceuano  efiere  fettecento  huomini  d'arme ,  pari  numero  di  cauai  leggieri  » 
r^iReLut  mille  fanti  ltaliani,& più  difedici  mila  tra  Spagnucli  ,  &  Tedefchi ,  partiti 
gi,òc  dt  i  Bai  da  Lodi  il  uigefimoquinto  dì  di  Gennaio  ;  andarono  il  giorno  mede  fimo  a  Ma- 


m£  che  ru  tignano,  dimofirando  uolere  andare  uerfo  Milano, b  per  che  il  VKe  moffo  dalpe- 
baua'no  al    ricolo  di  quella  città  fi  leuaffe  da  Tauia  >  ò  per  dare  caufa  di  partir  fi  da  Mila- 
deVernhe:  no  * '  foldati,che  ui  erano  alla  cufioiia:  nondimeno  paffato  poi  appreffo  a  Vi- 
onde  però  gidolfo  il  fiume  del  LambrOyfi  diriTgarono  manifeflamente  uerfo  Tauia.  Ta- 
fuion  fotte  gaua  d  Re  nell'efferato  mille  trecento  lance  Meci  mila  Sui'^er'hquattro  mila 
ai  Gaiigiia-  Tedefchi,  cinque  mila  Francefi ,  &  fette  mila  Italiani  >  benché  per  le a  fraudi  a 
pTpfha^clli  à*  Capitani,  &  per  la  negligenza  de'fuoi  miniftri  il  numero  de  fanti  era  mol 
to  nd  iib.9.  to  minore .  .Alla guardia  di  Milano  era  Teodoro  da  Triulxi  con  trecento  lan- 
Jwommu  ceyfei  mila  fanti  tra  Grigioni,  &  Valle  fi ,  e  tre  mila  Francefi  :  ma  quando  gli 
ne  mete  fon  imperiali  fi  uoltarono  uerfo  Tauia  richiamò  da  due  mila  infuori ,  tutti  i  fanti 
ne\k  cofc    all'efferato .  Mìufcita  degli  Imperiali  alla  campagna  fi  difiutaua  nel  confi- 
della  guerra  gH0  ^  %e  quello,  chefuffe  da  far  e,  &  la  Tramoglia,  la  Taliffa,  Tommafo  di 
mrde,acapi  Fois,&  molti  altri  Capitani  confortarono,  che  il  Re  fi  leuafie  con  l'efferata 
«ni.  L' Ario  dall' afìedw  di Tauia,&  fifermaffe,o  al  monaflerio  della  Certofa,  ò a  Binafco 
dei  r"  Fra  alloggiamenti  forti,come  ne  fono  fi>ej]i  nelpacfeper  i  canali  dell'acque  deriua-- 
ffc?Jo  o"€  teP er  annaffiare  i  prati.  Dimoflrauano  che  in  quefio  modo  fi  otterrebbe  prefioy, 
dure  ne!  ca  &  fenxaf angue,  &fen%a pericolo  la  uittoria  '.perche  l'efferato  nimico  non 
Pu3ifof0elco  baiando  danariition  poteua  fofientarfi  inficme  molti  dì, ma  era  neceffitato,ò  a 
ti  per'  colpa  diffoluerfi ,  ò  a  riducer  fi  ad  alloggiar  e  fparfo  per  le  terre ,  che  i  Tedefchi ,  che 
■ulfT*  al?  "  crano  *n  TMìa*  iqualiper  non  e  fiere  imputati  di  coprire  la  timidità,  con  la  fa*  % 
vedi  il  ciò  fa  del  non  efiere pagati,fopportauanopatientemente,creditori già  dello fiipen-., 
éSirlìt*'  dio di  moltimcfh  fubito  che  eifafie  leuato  l'affedioy  dimane! erebbono  il  pa- 
tti pcfcaia,  gamento  :  alquale  non  intuendo  i  Capitani  modo  dìprouedere>nèff>eran7£  ap- 
pannici 


T 


Q^VlNTODECiMO,  45* 

pavente,con  laquàle  glipoteffero,  benché  uanamente  nutrire  ,  conciterebbono  a  L.Arìoft 0 
qualche  per  kolofo  tumulto  :  non  confemarfi  infieme  inimici  con  altro  che  con  nei  cant  » 
la  jperan^a  di  fare  prefio  la  giornata,  iquali  comeueieffero  allungarfi  la  guer  *  *  j  %**'£. 
ra  >  &  difcofiarfì  l'opportunità  del  combattere  ;  fi  empier ebbono  di  diffic  ulta,  riofo  dice  il 
&  di  confusione .  Dimoftrarono  quanto  fttffe pericolo fo  flare  con  l'efferato  in  Jì^f/g,™^ 
me%o  di  una  città ,  nella  quale  erano  cinque  mila  fanti  di  natione  bellicofiffi~  che  perni*. 
tna,  &  d'uno  efferato*  che  ueniua  perfoccorrcrla,potente3  &  di  numero  dhuo  J"1^^ 
mini,  &  di  uirtu,  &  di  efperien%a  di  Capitani,  &  di  faldati,  &  feroce  per  le  vince  fenz* 
uittorie  ottenute  per  lo  pajfato,  &  ilquale  haueua  collocato  tutte  le  ff>eran%e  {j-*r&^  ^. 
fue  nel  combattere .  Tfon  effere  infamia  alcuna  il  ritirarfi  quando  fi  fa  per  pru  fuof  fonati: 
den%a,  non  per  timidità  ;  quando  fi  fa  per  ricufare  di  non  mettere  in  dubio  le  x*$\t™[* 
co  fé  certe  ;  quando  il  fine  propinquo  della  guerra  ha  a  dimofirare  a  tutto  il  mo  Pirro  Ke  de 
* do  la  maturità  del  configlio  ;  &  *rì$J  V  Ì{jA  uittoria  e  fi  ere  più  utile ,  più  ^S"0^ 
preclara,  più  glorio  fa  che  quella,  che  s 'acquifla  ferina  danno,  &  fenyg  fangtte  be  due  volte 
de  fuoifaldati,&  LA  TRI  MA  laude  nella  difciplina  militare  confifte-  m3nVc5pef 
re  più  nel  non  fi  opporre  fen^a  neceffità  a'  pericoli, nel  rendere  co  la  induflria,  dita  di  unti 
con  lapaticti7^a,&  con  l'arti,uani  i  conati  degli  auerfarij,che  nel  combattere  ^tìs  3l7di^: 
ferocemente .  //  mcdcfimo  era  configliato  al  Re  dal  Tontefice ,  a  cui  il  Mar-  che  s'egifan 
chefe  diTefcara,  temendodi  tantapouertà>  haueua  prima  lignificato  le  diffi-  faltodarme 
cultà  dell' efferato  di  Cefare  effere  tali,chegli  troncauano  quafi  tutta  lafperan  ^u.e?Cl  jj" 
%a  di profferì fucceffi .  l<londimeno  il  Re,le  cui  dcliberationi  fi  reggeua?w  fo-  delitto  a  a 
lamente  co'  configli  dell' ^Ammiraglio*  battendo  più  innanzi  a  gli  occhi  i  romo-  £ato  in  m*i 
riuani,&per  ogni  leggiere  accidente  uarìabili ,  che  la  fuflan^a  falda  degli  do  che  ferì. 
effetti  ;fì  riputaua  ignominia  grande ,  che  l 'efferato ,  nelqual  egli  fi  trouaua  ™  Plutarco. 
per fonalmente,  dimoflrando  timore ,  e  e  de  fi  e  alla  uenuta  de  nimici;  &  lofti-  quantos'h* 
molaua  quello,  di  che  quafi  niuna  co  fa  fanno  più  imprudentemente  i  Capitani,  da  .ghicm- 
che  fi  era  quafi  obligato  a  feguitare  co  fatti  le  parole  dette  uanamente  :per-  fta  fofle  opi 
che,  &  palefemente  haueua  affermato,  &  molte  uolte  in  Francia  &per  tutta  ™°"  ^m11 
Italia  fignificato,  che  prima  eleggerebbe  la  morte,  che  muouerfi fetida  la  uitto  neo:  ìiquaie 
ria  da  Vauia.Speraua  nella  facilità  di  fortificare  ilfuo  alloggiamento  di  manie  ™  fet(\i°^ 
ra,che  nonpotria  effere  difor  dinato  all'improuifo  da  affalto  alcuno .  Speraua  rie  a  equi  fta- 
che  per  l'inopia  de'  danari  ogni  piccola  dilatione  difordinerebbe  i  nimkh  i  qua  gU[cn&  Co£ 
li  non  hauendof acuità  di  comperare  le  uettouaglie,  &  neceffitati  di  andare  prat'e  co  pò 
predando  i  cibi  per  lo  paefe;  non  potrebbono  flare  fermi  a  gli  alloggiameli.  Spe  Jj°.  cutad£ 
rana  fimilmente  dare  impedimento  alle  uettouaglie ,  che  sharebbono  a  con-  ni , 
(  durre  al  campo, dellequalifapeua  la  maggior  parte  effere  deflinata  da  Cremo-  b  T1  PaIlaiJ. 
7na;perchedinuouo  haueua  faldato  b  Giouan  Lodouico  Talauifino,  accioche,o  cino  per  la 
occupajfe  Cremona,doue  era  piccolo  prefidio>  ò  almeno  interrompe fie  la  ficur-  "^rjj  f  J 
tà  che  da  quella  Città  fimouefiero  le  uettouaglie,  Quefle  ragioni  conferma-  ttiio  hebb« 
tono  il  Re  nella  pertinacia  di  perfeuerare  nellafiedio  di  Tauia:  &  per  impedi-  £"?* t  J^" 

r  centra  i  Fri 

cefi;  ma  poi  che  dallo  Sforza  non  potè  hauex  condotta  per  careftia  di  denarijaccettò  dal  Re  Francefco  ,  chi 
n«  Io  ricettò  »  la  condotta  di  cinquanta  huomin  d'arme,  &  va  Colonello  di  fanti .  espella  . 

rea* 


-LIBRO 

re  a  nimici  l'entrar ni, ridnffe  in  altra  forma  fdlbggidtnento  dell' efferato.  Al 
foggiana  prima  il  He  dalla  parte  di  Borgorato  alla  Badia  di  San  Lanfranco 
fla  circa  un  me%p  miglio  di  là  da  Vauia,&  altra  lafirada.per  banale  da  Va- 
nia fi  uà  a  Milano, &  fui  fiume  del  Te  fino  nicino  al  luogo  dotte  fu  tentata  la 
diuerfione  dell' 'acque:  laValiffa,et  ccn  l'auanguardia-,  &  con  glt  Sumeri  al- 
le Ronche  nel  borgo  appreffo  alla  porta  di  Santa  C  inflitta fortificatoti  ali  e  Chie 
fedtSan  Viero.di  fan?  Apollonia,  &  di  San  Girolamo  .  alloggiarla  Giovan- 
ni de  Medici  co'  caualli^  fanti  fuoi  alla  Chie  fa  di  San  Salumiere  :  ma  ime  fa 
la  partita  de'  nimici  da  Lodi,  andò  al  alloggiare  nel  Barca  al  Vakgio  di  Adira 
bello  fiutato  di  qua  da  Vauia,la fiati  a  San  Lanfranco  i  fanti  Grmoni  ma  non 


ti,&  canalieri  alla  campagna,  uicinifjìmi  a  Vania,  ma  alquato  fuori  del  Bar- 
co  trasferito  ad  alloggiare  a  Mirai? elio  Monfignore  d^Alanfone  col  retroguar- 
do  :  & per  potere  [occorrere  Tun  l  altro  7roppono  il  muro  del  Barco  da  quella 
parte,  occupando  lo  [patio  del  campo  ìnfmo  al  Te  fino  dalla  parte  difotto  >  & 
dalla  parte  difopra  infino  allaflrada  Milane  fé  ;  di  maniera  che  tenendo  circon- 
data intorno  intorno  Vania,&  il  Graualone,&  il  Tefno^&  la  Torretta,  che 
è  dirimpetto  alla  Darfma  in  mano  del  He  ;  non  potenanogf  Imperiali  entrare 
in  Vania  fé, o  nonpaffauano  il  Te  fino, ò  non  entrauam  peni  Barco .  Ri  fedeltà 
ilpefo  delgouerno  de  \x  efferato  nelt  ^Ammiraglio  :  il  Re  con  fumando  la  mag- 
gior parte  del  tempo, b  in  ocio,b  in  piaceri  nani  ne  ammettendo  faccende,})  peti 
feri  graui,dijpregiati  tintigli  altri  Capitanici  cor ifgliaua  con  Ini  udendo  an- 
cora .Anna  di  Memoranfh  Filippo  Ciahoto  di  Brione,  perfine  al  Re  grate,  ma 
di  piccola  cfperien^anella  guerra:  né  corri  fpodeua  il  numero  dtlfejfercito  del 
Re  a  quello  che  ne  diuulgaua  la  fama,  ma  etìandio  a  quello  che  ne  credeua  efflo 
mede  fimo  perche  effendo  della  caualleria  una  parte  andata  col  Duca  q1  .Alba- 
nia un  altra  parte  rimafla  co  Teodoro  da  Trinici  alla  guardia  di  Milano,  mol 
a  vedi  nel-  ti  alloggiando  Jpar  fi  per  le  uille,s  terre  circoftanti ,  non  alloggiammo  fermarne 
cue  hoVa5^  te  nel  campo  oltra  ottocento  lance  et  de  fanthdc  anali  f  pagana  per  le a  frau 
to  intorno    di  de  Capitani, &  per  la  nc<Ai<ien7a  de*  mini  lìti  del  Re  numero  inmod  erato  ; 

a  co  anno  *+  rr» 

tenone  :  &  tra  diuerfiffima  la  u  creta  deli  opinione, ingannando  (opra  tutti  gli  altri  i  Capi- 
tib'i 'a  !óCl  tan*  lta^ap^ lciualì loflipendtoper  moltìfjìmi  fanti riceueuano^mapochijjimi 
he  2.  douè  rie  teneuavù'dl  mede  fimo  accadeua  ne*  fanti  Trance  fi  due  mila  Valligiani,  che 
x  ?  i  r?-'  att°Wamno  a  San  Sduaàore  tra  San  Lanfranco  &  Vani  a, aff aitati  alttmpro 
nuiméte  a(-  uifo  da  quelli  di  dentro,  erano  fiati  diffìpati .  In  quefìo  flato  delle  cofe  i  Capi- 
^  inutrT da-  tan*  1:-i?eri^P  *ffa*°  che  hebbero  il  Lambrois'accoflamio  al  Cafiello  di  San- 
«ri.  to  <A?y>elo  tìquale fintato tra Lodi,&  Vauìa  harebbe  dato  >fe  non  fuffe  fiato 

in  pot:fia  lor.q>m  pcdtment^  grandi/fimo  al  condurre  dc':c  uettouaglieda  Lodi 
alt  efferate  Guardaualo  Vino  fratello  di  Federigo  da  BoTgcle  con  dugento 
caualli,  trottai  ento fanti ,  e^  il  Re  pochi  giorni  prima  prr  non  mettere  i  fuoi 
temerariamente  in  pericolo fcaucua  mandato  a  confi  dei  are  il  luogo  il  mede  fi- 
mo 


riderlo  :  n 
fendoui accollato Feràwar  ao  vai  *  oypgw»**?  **  „^^-:^:  «  - 

«mUena  Iettate  alcune  difefe ,  mm  di  dentro  inauriti  fi  ritirarono,  il  giorno  .J**  £ 
t»Wwo  ne//*  rorw,dr  foche  bere  dipoi  pattuirono,  che  rimanendo  prigioni  ^lcoGu,z 
TirrUmilio  Cannante  tre  figliuoli  di  Fclns  da  Contagigli  altri  tutti  k-  »  hjo  ^ 


che 

mi  psr- 

rsnnocóue 


Uleflandna ,  «/«Vo  /k>M «mf»Mg«.* i gli fl(W«ft  #  fc^^//  ttMgti  reiegUe^* 

tìracchiperlocamino,&fenxaguardie,perchencmhaua4anofofpeito  defere  ^  ho 

affaltati  ;  gU  roppe  con  foca  fatica,&  fuggendo  nel  Caftell 'accio  pocopois  ar-  ,Wd, 
renderono condkiafèttè  infegne  .T^hebbemigliore  fucceffo  la  curadataa  -f- 

-  Giorno  Lodovico  Talauifino:  ilquale  entrato  con  quattrocento  cauallh&  due  „,». 

mila  Canitin  fafalMaggiorejouenoneranomura.&jattwi  npari.&occu  gWiJt  _ 

4«r o  dipoi  S.  Clonami  in  Croce -.cominciò  di  quel  luogo  a  correre  tlpaefe,  atten  m.  *£. 

•  dem'o  quanto  poteua  a  rompere  lenettouagUe-.peroFrancefco  Storce,  era  a  P„geIo  'vc; 
Cremona,fatto  con  difficultà  1 4  oo /ànri;  ^  ^»«'«  «»  Poc>'> catlai"  dl  ^'ao1  fjjf  <g™ 
fo  <i<z  Cdnermo  ,  &  co  caualìi  della  fua  guardia  uerfo  Cafal  Maggiore  lotto  h:  m,  h^fo. 
\Alefiandro  Bmtiuoglio-.iquaU  accojlatifi  a  detto  IwgodTalamfmotldea-^^u™ 
m'ottauo"iornodiFcbraio,confìdandoneirbaimepmgente,ncaJpettatoFra  che  neI  c, 

tefco  Rangone^he  doueua  unire  con  altri  fanti-  &  caua'M,  ufatofuora;  s  at-  guaite 

tacco  conloro,&  uolendo fofienere ifv.oucbegiafi  ritirauano,jaJto  cadere  da  eff„ ,odlto 

cauatto;  fu  fatto  prigione,  e  tutti  ifuoi  rotti,  &  dopati .  ^ponfeft  alle  cofi  £****£ 

del  Re  di  Francia  un'altra  difficultà  di  molto  momento  ■  perche  Gtaniacopo  de  „io  bi  jfma . 

e  Medici  da  Milano ,  c  Cagliano  di  Mus ,  doue  era  fato  mandato  dal  Duca  di  Mi  »».• 

Milano,per  l'bomicidio  fatto  di  Monfignormo  P'ijcotcpofto  di  notte  uno  agua  prera  di  det 

t'o  a  canto  alla  rocca  di  Cbiauenna ,  [tinaia  [opra  un  colle  a  capo  del  Lago ,  &  »  Caftdlo. 

dittante  dalle  care  delCaftello;prefe  il  Cafiellano  nfato  fuora  apaffeggwe,&  b  ^^ 

fondanolo  fulnto attaportadella  Rocca,minacciando  a* ammararlo;  induce  *£>&>* 

la  moglie  a  dargli  la  Rocca  i  ihhe  fatto ,  eglifcopertofi  d  un  altro  agita' o  con  haaeuano 


uo  in  cucilo  tempo  neii esercito  imperia*  »  \.*»»u™<.  ™  ..«,«.«.  „,„„..,    coms ,cr,l;e 
toiW'He  d'Inghilterra  con  promefie grandi. -perche  quel  Re  cominciando  fJgfj» 

,,„,„  i  ....a.  h:  torà,  fé  non  che  difeorda  ne!  numero  dellhnfegnc  rc-lre.Waii  dire  .che  tuiono  Ah- 

ciTnoTd'ciàfeHeS.za^ 

:  CJ'  j  ■        i..  ,;;  f,..  ,-,  di  "ebraio  I!  lì.  Vedi  il  Giouios!  pnnc.pjo  del  lib.  6.  d-'la  «A  del  PeCara . 
&,d'ClC     „J    ?ió  «  JL  de"  Medici  fi  facePe  Caftellan»  di  M„s,&  che  forte  di.  fortezza  folle  nrrefto  « 
e  lnchemodo  Gro-Iacopo  oc  «edrc,  liracei  e  &  ncUib.2.oc|,a  Nobil,àdeli   CÌttìdi  Como  di 

V?hó°n;arprcacd^ndb^ 
»e  rhiftoii?  qui  defcri.ua,i€condo  che  nd.hb.^  la  gone  il  Captila.  . 


•    », 


t    I    B    R    Ó      ' 

tdhauere  inniàia  aUa  profferita  del  He  di  Francia*  &woffo  ancora  che  nel 
mare  ucrfo  Scotta  erano  flato  prefe  da  Trance  fi  certe  nani  Ingltfi  ;  minaccia- 
uà  rompere  la  guerra  inFranciay&  defidcrauafoflenere  l'efferato  Imperiale: 
però  commeffe  al  Tacceo,  ch'era  a  Trento,  che  andajje  a  Finetiaaproteflare 
in  nomefuo  l'offeruan^a  della  Lega  :  allaquale  fi  fperauagli  haueffe  a  indurre 
piufacilmente,che  Cefarehaueua  mandato  la  inueflnuradi  Fr  ance  fio SforT^a 
in  mano  del  Viceré  con  ordine  ne  di Jponeffe  fecondo  l'occorrente  delle  cofe. 
Fece  ancora  il  Re  d'inghilterrapregare  dall'Oratore  fuo  il  Pontefice, che  aiu- 
tale le  co  fé  di  Ce  far  eia  che  il  Tontefice  fi  fcusòper  la  capitolatione  fatta  col 
He  di  Francia  per  fuaficurtàfen^a  offe  fa  di  Ce  fare,  dolendo  fi  ancora  che  dopo 
il  ritorno  dell*  efferato  di  Trouen^ayeraflato  uenti  giorni  innanzi  haueffe  po- 
tuto intendere  i  loro  difegni,&fe  haueuano  animo  di  difenderemo  di  abbando- 
nare lo  flato  di  Milano .  Ma  erano  già  di  piccolo  momento  i  trattamenii  &  le 
pratiche  de  Trincipu  &  le  diligente  >  &  folle  citudine  de  gli  <Ambafciatorii 
perche  approffìmandofigli  efferati,  fi  riduceua  lafomma  di  tutta  la  guerra,  & 
delle  difficultà  &  pericoli  foflenuti molti me fi  alla  fortuna  di  poche  hore;con- 
ciofia  che  l efferato  imperiale  dopo  V acqui  fio  di Sant '^Angelo,  fpingcnde fi  in- 
nanzi andò  ad  alloggiare  il  primo  giorno  di  Febraio  a  Vifiarino>é  l  fecondo  dì 
a  Qjiì  fi  leg  4a  Lar  dir  ago  >&  f auto  jlleffo paffato  la  Lolona  piccolo  fiumic elio:  ilquale  al-  * 
g  Jonei^b    toggiamento  era  propinquo  quattro  miglia  a  Tania,  &  a  tre  miglia  del  campo 
5 .  deMa  vita  Francefe:e'l  ter^p  dì  di  Febraio  venne  ad  alloggiare  in  Tra  ti  uerfo  porta  fan- 
fcchefubt  ta  luflina,difendendofi  tra  Trati5Treleuero}  &  la  Motta,  et  in  un  bofeo  a  can 
ia  vna  bel-  to  a  San  Lacero  .alloggiamenti  uicini  a  due  miglia,  &  me%o  di  Tania ,  a  un 
l^eiìrquak  mig^°  dell' auanguarda  Fr  ance  fé,  &  a  mc%o  miglio  de'  ripari*  etfoffe  del  cani 
fi  portò  va  pò  loro.,  &  tanto  uicini  che  molto  fi  danneggiaumio  con  l  artiglierie,  Ranetta,- 
Gioì*  n n iC  no &  Imperiali  occupato  Belgioiofo,e  tutte  le  terre,  &  il  paefe, che  haueuano 
èe  Medici:  alle  jpalle^eccetto  San  CoUmbanOynelqnale  perfeueraua  la  guardia  Francefe; 
*  tic"3  &*  ma  aJÌ ediato  che  niuno  pcteua  ufeirne:  haueuano  in  S.  Un  gelo ,  &  in  Belgio- 
beicoftumc  iofo  trouat a  quantità  gran  ledi  uettouaghe ,  &  fi  sfor^auano  perefferne  più 
felli  d'irai-  copiofi,acquiflare  il  T efino  come  haueuano  aeqmflato  il  Tòidonde  le  impedì» 
nocchia-  fi    uano  ay  arance  fi  :  T  menano  S-  Croce  y&  hauendo  il  He  quando  andò  ad  allog- 
ScTce^ia'ior  gì** e  a  Mtrabello3abbandonaia  la  Certofa;non  ui  andauano gli  Imperiali, per 
canzone:  &  cfoe  non  ftA(fao  impedite  loro  le  uettouadie.Teneuano  San  Larderò  i  Fracefì, 

gettandoti  r        •   i  i  >  •  j-  j  •  a        •  •>  •  ;» 

u  poiuere  ma  per  l  ertigliene  de  mrnici  non  ar dittano  dijiarut  Correua  in  me^o  tra  l  «- 
dietro  le.  ^  no  >  &  l' altro  alloggi amento  un  riuolo  di  acqua  corrente  detto  la  Vernacula , 
che  fi  me"  che  ha  origine  nel  Bar  co:  ilquale  paffando  in  me%p  tra  San  Latrerò ,  &  San 
tetterò  a  co  «p^r0  jn  yer?e,entra  nel  Te  fino  :  ilquale  come  molto  importate  sforzando fi 

battere  per      , .  .    *■,        m  -,  rr     i    *   x  »  ■     • 

il  lot  ^iin   gh  Imperiali  di  pafjare  per  potere  con  mtnore  utjjicidta  procedere  più  tnnan~ 

**?c>  %i,i  Fr  ance  fi  ualorofamente  lo  di fnùeuano  Aiutati  dall'hauere  il  letto  prò fon 

do  con  le  ripe  alte  ;  in  modo  non  fipoteua  p affare  fen^a  molta  difficultà ,  & 

àafeuno  follecttamente  ti  proprio  alloggiamento  fortificatia .  tìaueua  léttog- 

giamento  del  Regrojji  r$m  a  fronte,  allejj>alk?  &  al  fianco  fmiflro  circon- 

" *  '*  dati 


e^V  I  N  T  O  D  B  C  I  M  O.  4f« 

dati  da  fojji,  &  fortificati  con  baflioni,  &  al  fianco  defiro  il  muro  del  Barca  ni  *c  J""Jn$ 
Tauia  jin  modo  era  riputato  forti/fimo  :  fimigliante  forti ficatione  haueua  tal  il  capeiu 
loggiamento  de  gli  Imperiali ,  iquali  teneuano  tutto  ilpaefe  da  San  Lacero  "cib  "fi  4 


uerfo  Belgioiofo  infino  ai  Toyin  modo  che  r  efferato  abbodaua  di  uettouaglie:  e  il  Giouio 
uicini  i  ripari  deltuno  alloggiamento  ali  altro  a  quaranta  paffì ,  ei  baflioni  sì  ^^  lptiacu 
propinqui  che  fi  tirauano  co  gli  archibufi.  In  quefto  modo  ftauan  alloggiati  gli  p;  °  dei  •«  il 
efferati  l'ottano  giorno  di  Febraio,& fcaramucciauano  ad  ogni  bora ,  ma  eia-  Chef« . 
feuno  tene  uà  il  campo  nel  forte  fuo,non  uolendo  fare  giornata  a  difauataggioy 
&  pareua  a  Capitani  Imperiali hauere  infìno  a  quel  giorno  guadagnato  off  ih  *i  cap  "« 
poi  che  sperano  accofìati  tanto  a  V  amache  facendo  fi  giornata  potcuanoeffere  «omini  a* 
aiutati  dalle  genti  iebe  ui  erano  dentro .  Tatiuafi  in  Tauia  di  munitione ,  però  da  c°arpi°u 
gli  Imperiali  mandarono  cinquanta  cauallh  ciaf  uno  con  un  ualigìotto  ingrop  q^k  da  Ro 
pa  pieno  dipoluere.-ìquali  entrati  di  notte  per  la  uia  di  Milano-,  afpettauo  he  ^  i>"ntcff 
per  ordine  di  quelli  del  campo  fi  faceffe  dare  allarme  a  Frante  fi,  fi  conducono  «  P«  m*a 
fatui  in  Tauia:  donde  Jpeffo  ufeendo  Antonio  da  Leua ,  &  infeflando  i  nimici  faccu/lnt! 
in  diuerfi  modi,affaltato  un  giorno  quelli  che  erano  alla  guardia  di  Borgoratoy  d"e  ->l  ^ 
&  di  San  Lanfraco, &  rottigli ;tolfe  loro  tre peTgi  d  artiglieria  \  &  parecchie  fuggine"'"? 

t  carra  cariche  di  munitioniJn  queflo  flato  delle  cofe a  era  incredibile  la  uigila  cz_b°™  del 
%a,la  induflria,&  le  fatiche  del  corpo,  &  dell'animo  del  Mar  che  fé  di  Tefca-  &  fi  fotti  fi- 
va:  ilqual giorno ,&  notte  non  ceffaua  confcaramuccie  >  col  dare  allarme ,  col  ^  "®nf l-4 
far  nuoui  lauori d  infeflar  i nimici, fpingendo fi  fempre  innanzi  con  cauament'h  ti  sì,che  no 
con  foffi,  &  con  baflioni  :  lauorauano  un  caualiere  fopra  il  Canale,  &  danneg  jJJl  to  Mia" 
giando  molto  i  Fr ance  fi  quelli,che  lauorauano  con  due  pezgi  d'artiglieria  pia  giow  ara, 
tati  a  San  Lacero, uoltataui  l'artiglieria  lo  rouinarono,  &-gli  coftrinfono  ad 
abbandonarlo:  però  patinano  molto  i  Francefi  dalle  artiglierie  di  detto  caua-  defedici 
liere,èlfimigliante  da  un  altro  ci?  era  fatto  in  Tania,&  eranfi  gliSpagnuoli  »°uandoft 
fortificati  in  modo  con  baflioni ,  &  con  ripari ,  &  fatti  tali  preparamenti  che  campo:  rie* 
offendeuano  affai  il  campo  F y  ance  fé  >&  erano  poco  offefupero  i  Francefi  muta-  Ideile  tueib» 
uano  l'artiglierie  per  battergli  per  fianco ,  facendo  nuouamente  ogni  opera  gli  terie,ch'era 
Spagnuoli  per  andare  innanT^i  a  palmo  a  palmo.  Erano  anco  in  tanta  neceffità  J°.  ^^J1 
frequenti  le  fcaramuccie>nellequaliquafifemprei  Francefi  reflauano  inferio-  di  pauia. 
rigonfi  intermettendo  in  parte  alcuna  le  fattioniper  la  pratica  della  trieguay  J."5ofarnè 
laquale  continuamente  fi  trattauaper  i  TSluncij  del  Tontefice ,  che  erano  nel-  vedetta  -,  gii 

b  l'uno  efferato y  &  nell'altro  ;  né  mancando  anche  arduamente  b  molti  de  ipiu  [ra°ò  fcavta  * 
intimi  del  Re>&  il  Tontefice  molte  uolte  di  confortarlo  che  per  fuggire  tanto  &  »>maf  « 
pericolo  fi  difeoflaffe  con  l'efferato  da  Tauia ,  per  ejfere  necejfario  ,  che  per  la  Tornando 
penuria  che  haueuano  i  nimici  di  danari otteneffero  in  breuifjìmo  tempo ,  &  Poi  vinato 
fen'fa  f angue ,  la  uittoria .  Il  decimofettimo  giorno  di  Febraio  quei  di  Tauia  fncontro°  ' 

e  tifati  fuor  a  9  fcaramucciarono  con  la  compagnia  di c  Giouanni  de'  Medici ,  il  -  l' Ammira- 

J         J  J  L    °  i       gho:  ilqual 

quale  gi,  domàd» 
ciòcbe  di  bello  haueffe  operato.  lTMedici  gli  diuisò  il  tutto:  onde  l'Ammiraglio  volle  vedere  il  luogo  oue 
ciò  era  luccclìò  .  Andati  quiui  il  Medici  tu  tento  nella  gamba  de  (ira  fopra  il  tallone:  onde  viti  tato  prima 
dal  &e*  con  liccmia  poi  del  Marchile  di  t'cicara,per  il  Po  u  fece  poetale  a  Piacenza.  Giouio,^  Capelli. 

Mrnm     2. 


L    I    B    R    O 

i  Qjicftfli  quale  honoremlmente  gli  rimeffe  dentro:  et  ritornando  poi  a  moftrare  alt^Am 
Ìfi°Rbra£  Miraglio  illuogo,&  lecofe  accadute  nella  f anione  offendo a ficofli  alcuni  feop 
fu  Tempre  piettieri  in  una  cafa;  fu  ferito  con  unofeoppiofopra  il  tallone,  et  rottogli  l  offa 
uorCp5/*à  con  difpiacere  grande  del  Re:  onde  fu  neceffitato  far  fi  portare  a  Tiaccnr^per 
caiio  v.j>  Inferita  del  quale  fi  rimeffe  nelle  fcaramuccie>&  ?ie gli.  afjalti  Cubito  tutta  U 
quTfto  g' or  ferocia  del  campo  Fr  ance  fé  >  &  quei  di  Vania  ufeendo  ogni  giorno  fuor  a  con 
no  nacque  s  maggiore  ardire  >  &  hauendo  abbruciata  la  badia  di  San  Lanfranco  ^fempre 
«  prifioffe  <batteuano  i  Francefhiquali  pareuano  molto  inutili:&  la  notte  de  dicianoue* 


niente  Va  a  Capitani  Imperiali  fofiener  e  più  per  mancamento  di  danari  l.  efferato  loro  in 
»»  15/0.  e  audio  adornamento >&  con(ìderando>che  riiirandofhmn  folafìperdeua  Tar 
ce  prigione  uia,tna  reftauanofen%ajperane^a  ai  difendere  l  aure  cofe^he  pojfedeuano  e  el 
s  S ? "  ?-  l>t*cato  di  Milano ->haucndo  anco  con  grandi [/ima  confidenza  d'ett enere  la  uit 
*o  *s*7.'ca  ^  f^r  la  uirtà  de*  faldati  loro  >&  perche  nell'efferato  Francefe  erano  mal- 
iP -"^w  &j$»w  dijhrds7;i>&  oltra  effeme  partiti  molti  fanti,  non  corri fpcndeua  ti  mi- 
te còrnras  ff^'0  *//  lunghiffimo  interualb  a  quelli  che  erano  pagati;  la  notte  auanii  il a  a/-  4 
da to t  majg -  aefimomìnto  giorno  di  Febraw-. giorno  deducalo  fecondo  il  rito  de*  Chrifliani  al 

gior  a'Alca  •$,■>        a   ,        ò     ,  .        '.;•'.         .  $  .  ,       .  _   r  ,   ,.;  .   -, 

tara  nei  Co  l  \Apojwlo  Matthw><&  dmccUfimo  giorno natale di  Cejare,  deliberati  ci  an- 
H*&ttjtt  &are  a  *tówèrfto  >  doue  alloggiavano  alcune  compagnie  di  caualli ,  &  di  fanti 
Laibagna .  con  mtentkncjionfi  monendo  i  Francefila  battere  liberato  taffedio  dì  Vauiay 
.  ~  .  &  mouendofx  tentare  la  fortuna  della  giornata  ;  però  hauédo  fatto  dare  nelle 

t>  Color  che         .  .   ,   „  :         ,         •,»         «         /2  ■  ^  r  r  j 

non  haue-  prime  parti  della  notte  più  notte  ali  armi  per jiraccare  i  Irancefh  fingendo  uo- 
uano  «mi-  /^e/,  afialtarc uerfo  il  Vù»Tefim,&  San  latgeroÀipoi  a meza  notte  effen- 

cia,ma  par-      ,   £      JJ  ,     •'  .  ,     '     .  .  .  r  ,  r    .        -(V ,  *•     .   .     ,  fJ 

ticoiarmen  dofiper  comandamento  da  Capitani  tutu  i  jouuiti  mejji  D  una  camicia  bianca  y 

uhi  dì-de  i  f°Pra  l'armiyperfegno  di  ricono feer fi  da  trance  fioatto  due  /'quadre  di  caualli, 

dòmo,  the  et  quattro  di  fontanella  prima  fei  mila  fanthdimfi  in  parti  eguali  di  Tedefchiy 

co  «'o™0  Spa&nu°li  >  &  Italiani  fiotto  il  Marc  he  fé  del  Guafio  ;  la  feconda  folo  di  fanti 

P  etto  di  ca  r  Spagnuol'hfotto  il  Marche  fé  di  Ve  fica,  a  ;  U  t  terza ,  &  quarta  di  T  edefcbl,gui- 

1  ueftaC  bi &  data  dal  Viceré ,  &  dal  Duca  di  Borbone ,  &  arnuati  al  muro  del  Bar  co  con 

chezza  rap.  muratori,<&  etiandio  con  aiuto  de  '  faldati scffendo  qualche  hora  innanzi gior- 

»,rFrCannceUfi  no> c g^tarono  in  terra  feffanta  braccia  dimuro ,  &  entrati  nel  Barco  ;  lapri*  e 

molto  più  mafquadra  andò  alia  uolta  di  Mirabella  >  il  refio  dell 'efiercito  alla  uolta  del 

ftrdto1C&f"  campo  :  ma  il  Re  intefa  l  entrata  nel  Barco ,  penfando  andaffero  a  Mir abello  x 

maggiore .  ufcì  de  gli  alloggiamenti  per  combattere  fu  la  campagna  aperta ,  &  jpiana- 

e  H  maro  ta*  defidcrofo  fi  combatte  fife  piuprefto  quiui  che  altroue  ,per  lafuperiorità  de 

dei  f  arco  in  caualli ,  ordinando  nel  mede  fimo  tempo  che  r artiglierie  fi  uolgeffero  uerfo  i 

K^elódoA  MWici,  lequali  battendogli  per  fianco  feciono  qualche  danno  al  retro  «nardo . 

gìouìo,  con  ynoffi  in  qucfto  mezo  feracemente  la  battaglia  Imperiale  t  on  lo  fquadrone 

trauicoper  ^ 

ferro,  a  guifa  d«  gliaatichi  aiicti,  co*  pali,  &con  picconi,  hauendone  hauuto  la  cura  dal  Pefcara  Salfedo.Ma 
tutto'ciuefto  fatto  d'arme  fotro  Pauiaaa+.di  Febraio  iszs-  è  molto  piucopiolamente  da  eflò  Giouiodclcrn 
IP  nel  lib.4  deli*  fitiiW  Ufcui:  douc  può  «coiiei  chi  piudittcia  ìaiOJMMtian  ne  ucewa 


* 


Q.VINTO!        CIMO.  #? 

V M 7!-?,cfoe ordinariamente eralabMavlia,ma  fecóndo  camiriaUMò «li Sfa-  J^JWJ* 
■•g/wo/J  /«  l  auàn%uardia:  doue  eqli  combattendo  egregiamente,  \ojicncua  i  m  foxt3t0  a  do 
.^ete  <fc'  nimichdd  quali  ifuoi  furono  corretti  per  lo  furore  degli  fcoppieiti  a  Mnfi  * ,  m 
jpw^re  infino  a  tantoché  fopr attenendo  gli  Sm&cri,  gh  Spagnwli  furono  ri 
.buttati  da  loro  &  dalla  cavalleria-  che  iliafTaltb  per  fianco:  ma  chiamato  dal 


buttati  da  loro  &  dalla  cauoìleriache  gli  affaltò  per  fianco:  ma  clamato  44  g'j^ggg 

Marche  fé  di  Tefcara  il  Viceré}  &  fopragiugnendo  co  i  fanti  Tedefcbh  rtfpo-  ;*  n  non* 

no  facilmente, et  con  molta  uccifioncgli  $m%5reri,  iauali  non  corrijpojbno  quel  *V*  iMU 

giomo  in  parte  alcuna  al  ualorefolitoa  dimofirarfi  da  loro  nell'altre  battaglie:  CQ  wf>  ,sn  ^ 

Cìr  offendo  il  He  con  grande  numero  digeriti  d'arme  nel  mezp  della  battaglia,  **»  g^f 

■•&  s forcando fi  fermare  ifuoi,dopo  hauere  combattuto  molto,  ammazzatogli  fc  l  cWma 

ilcaHMlo^eglibencheÌeggiermenteferitonelHotoy&nella?naw  caduto  «  ^J'"^ 

*/« terra; a/a p-z-^/o -^ ftffifK*  follatiiChe non  locono'ceuano :  ma  foprauenen-  c. ...uj  ^cm 

doiiViccre,dandofiacomfcere,&  egli  baciatoli  con  molta  r merenda  la  l%^1* 

mano  ;  lo  riceuè  prigione  in  nome  dell'Imperatore .  Isolami  tempo  il  Guaflo  chi  gii  era 

con  la  prima  fqnadrahauéua  rotto  i  caualìi ,  che  erano  a  Mirabelio ,  &  il  Le-  j)J  7/]'-^ 

uà,  ilqmle  fecondo  dicono  alcuni ,  hauea  a  quefio  effetto  gittata  in  terra,  tan-  c-uai  dv*a- 

tojpatio  ai  muro  >  che  potevano  nfcìrnejn  un  tempo  mede  fimo  cento  cinquan  %tn%%^ 
ta 
che 
<ai 

Fu  cofiante  opinione,  eòe  in  qnefia  giornata  mòri  fiero  tra  di  ferro ,  &  d'effere  lu^ioìfe^a 

affocati  fimendo  nel  Te  fino  più  di  otto  mila ,  del  campo  Francefe  >  &  forfè  manopola 

•"  o       /   >-\:'  j        r  ■       ]•     y  s>   1  di  terrò,  & 

venti  de  primi  Signori  di  Francia,  tra  iqualt  l  .Arnmir aglio  Jacopo  Cauaneo,  g!iaitli  chc 
la  Taliffa ,  la  Trawoglk ,  il  Grande  Scudiere ,  Obigm\  Boifh  &  lo  Scudo,il  g'' «ago  ap 
quale  peruenuto  ferito  in  potefia  de3  nimki  efyirò  prefo .  F  mono  fatti  prigw-  toiW  chi 
ni  il  Re  di  Jiauarra ,  il  Baflardo  di  Sauoia,  Memorar/ fi  ì  San  Volo,  Brione,la  ^Qfife 
yatte,Ciande>JfcibrÌ£onGaleaZ2oVifiontc,Fe:'erigpda Botole, Bernabò  ni) & chial 
Vifconte,Guidanes,&  infiniti  gentil' huomini-  et  quafi  tutti  i  Capitani  che  no  ^«£fe 

b furono  ammainati .  Fu  prefo  anco  b  Gierolamo  Leandro  Vefcouo  di  Brindifi  acqwftatfi 
yiuncio  del  Tonteficemia  per  comandamento  del  Viceré  fu  liberatole'  quali  |^cv^ 
prigioni  San  Velo,  &  Federigo  da  Botole, condotti  nel  C  afelio  di  Tauia,non  g  gìouìo  . 
molto  dipoLconott:  gli  Spagnuoli,chegli  guardauano.fi  liberarono  con  la  fu-      ^ 

cga.  De  gli  imperiali, morirono  forfè  fette-  éto,ma  niuno  C 'apuano,  e  ce etto  c  Fer  mo  Nég£i 
tando  Cafinota  Marche  fé  di  Sant'angelo ,  &  la  preda  fu  sì  grande,  che  mai  Jfj^"£ 

d  furono  in  Italia  foldati  più  ricchi .  il  Marcheje  di  Tejcara  heobe  <»  duefentey  dei  cardi- 

&  una.  ni  Cornac 
fo  il  Vecchio.  &  Canonico  di  Padoua.in  vna  fai  lettera,  ina  a  »o.di  Marzo  ms.ScKntu  a  Marcantonio 
^liche'.i.dicejcheil  Leandro  non  conofeute  fu  atto  prigione  da  tre  Spa^nuolt.  chegh  rnilè  o  di  triglia  tre 
fnilu  icad  :ma  che  aienaio  in  Pauia,&  conofciuto;tu  l!be;ato}HcJiando  200  ducar.  per  vno  a  gli  ^pagnuoli . 
e  ferrando  Caftiota  Capitano  iliulìrc,  ch'era  diletto  dà'  Redi  M-?cedonia,tu  morto,fecondo  il  G:outo,  pet 
mano  dtl  Re  France!co:5c  dice  (1  G'ouio^hc  de*  Capitani  Imperiali  fumortòancho  Don  Vgp  di  Cardo-' 
na, Luogotenente  della  banda  del  Pefcira, 

d  Le  fèiièe.che'i  Marchele  di  Pct'cafa  hebbe  in  quefta  giornata  fotto  Faub,fureno5vna  nel  vifo,  d'una  puri 
tochc  gli  fu  cacciata  pei  l'elmetto  aperto:ck  l'altra, mottogli  il  caualfotto,n«:l!ag3rriba  iìnr{tr35datagli  con 
vnVtlabird^.Colì  d'ee  il  Giouio,ifcjual  non  parlach'ei  ictle  ferito  di  lcoppio:&  ioggiugne  ,  che  tacendo  il 
fcejcara  a  faterà  dfM*,  prima  vn  caualie*  fuofarnilÌ2Xc,&  poi  i  Caphanr,  &gMltie'i  più  vicini ,  tratto!© 
rjjor  delia  zuffa  per  foraaj  io  fallarono  .  *i  m  »     3 


I    I    8    R    6 

&  una  dìfioppioi&  Antonio  da  Leua  fu  ferito  leggiermente  in  unagamhaé 
Saluoffi  di  tanto  efferato  ti  retroguardo  guidato  da  ^Alanfon  di  quattrocento 
lance:  ilquale  fin%a  combatteremo  effer  affaltato>òfeguitatO)intero,ma  lafiia 
ti  i  carriaggi  ;fi  ritirò  con grandijfima  celerità  nel  Tiemonte:  della  qual  uitto- 
riajubito  ebefuperuenuto  il  romore  a  Milano  >  Teodoro  da  Triul%i  reflatoui 
inprefidio  con  quattrocento  lance,  fé  ne  partì  ^andando  uerfo  Mufocco Seguita 
do  tutti  i  faldati  alla  sfilata  ;  in  modo  che  il  giorno  mede  fimo  >  che  fu  fatta  la 
giornata^  eflò  lìbero  da'  Fr  ance  fi  tutto  il  Ducato  di  Milano, Fu  il  Re  condotto 
il  giorno  figliente  dopo  la  uittona  nella  Rocca  di  Ti'Zgicbitone  :  perche  il  Du- 
ca di Milano ,perfìcurtà  propriamal  uolentieri  confentiua  che  eifuffe  condot 
to  nel  Caftello  di  Milano:  doue  dalla  libertà  in  fuori,che  era  guardato  con  fom 
ma  diligentyera  in  tutte  l'altre  cofe  trattato  &  honorato  come  Re. 

-w—      ■    —  *■      -  ■ 

DE  LL'HIS  TO"RTA 

DI   M.   FRANCESCO 

GVICCIARDINI 

Genti  l'hvomo    Fiorintino, 

LIBRO     SESTODECIMO. 

SOMMARIO. 

Racconta  in  quefto  libro  decimofeftoj  la  cagion ,  c'haueuano  i  Princi 
pi  Italiani  di  temer  la  vittoria  di  Carlo  V.  la  tornata  del  Duca  d'Albania  in 
Trancia,  la  confederation  di  Papa  Clemente  con  Celare ,  il  tumulto  in  Siena  per 
cagion  del  gouerno,le  conditioni  proporle  per  la  libcration  dei  Re,  che  fu  mena 
to  prigione  in  Spagna,  l'inueftitura  di  Francefco  Sforza  nel  Ducato  di  Milano, 
la  confpiration  de' Principi  Italiani  contra  Cefa  re,  in  che  modo  il  Pcfcara  dife- 
gnafleleuarlo  flato  allo  Sforzala  liberationdel  Re  Francefco,  l'accordo  ferma-» 
to  fra  lui  &  Cefare^Sc  la  cerimonia  vfata  nel  liberarlo  . 

-'       '  ■  ■  —    ■  —      -.1     ...         !■  ■  I  II"—        ■"■      ■       ■       '■»■»    -■»■!        1-1—    — .  ■■    ■■    ■—■■>■>       ....  ,       |      ■         |    h  I  l^| 

S  SE  7{D  0  adunque  nel! a  giornata  fatta  nel  Barco  di  Va 
uia3non  filo  flato  rotto  dall  efferato  Cefareo  l'efferato  Fra 
cefi  y  ma  reftato  ancora  prigione  il  Re  Chriflianiffimo ,  & 
morti,  ò  prefi  appreffo  al  fino  Re  la  maggior  parte  de*  Capi- 
tani) &  della  nobiltà  di  Francia,  portato  fi  cefi uilmente  gli 
Sui7^eri,iquali  per  lo  p affato  haueuano  militato  in  Italia 
con  tanto  nome,il  refto  dell'efferato  {fogliato  degli  alloggiamenti>non  mai  far 
tnato  infimo  al  piede  de'  monti ,  &  quello  che  mar auigliof amente  accrebbe  le 
riputatione  de  uincitorh  hauendo  i  Capitani  Imperiali  acquiflato  una  unto- 
ria  sì  memorabile  con  pochiffìmo  f angue  de*  fuoi  ;  non  fi  potrebbe  effrimert 
quanto  reftaffiro  attwitj[Htti  i  Totentaù  £  Italia  ;  a'  quali  trouandofi  quafi 

■ del 


3  E  S  T  O  D  R  C  I  M  O.         *        4^0 

del  tutto  difartHatbdauagrandiffimo  terrore  l'è  fiere  refiate  l'armi  Ce  farce  pò- 
tentiffime  in  campagna  ferina  alcuno  oftacolo  de*  nimici:  dalquale  terrore  non 
gli  afficuraua  tanto  quel,  che  da  molti  era  dhmlgato  della  buona  mente  di  Ce- 
lare ,  &  della  indinatione  fua  alla  pace  ,  &  a  non  ufurpare  gli  flati  d'altri , 
quanto  gli  fpauentaua  il  confìderare  effere  perico  lofi/fimo ,  ci/ egli  moffo ,  ò 
1  da  a  ambitione  3  che  [noie  effere  naturale  a  tutti  i  Vrincìpi ,  0  da  infoienti* 
che  communemente  accompagna  leuittorie ,  Jpinto  ancora  dalla  caldera  de 
coloro  y  che  in  Italia  gouernauano  le  cofe  fue  y  da  gli  {limoli  finalmente  del  «.  TWam- 
configlio  ,  &  di  tutta  la  Corte ,  uoltaffe  in  tanta  occafone ,  baflante  a  rifcal-  ^  '  «"fu 'ale 
dare  ogni  freddo  ff>irito ,  ipenfierifuoi  a  far  fi  Signore  di  tutta  Italia,  conofcen  a  tUÌ  ri  »  p^_n 
dofi  maffimamente  quanto  fia  facile  a  ogni  Trencipc grande,  &  molto pm de  q!?eVo  me! 
Zìi  altri  a  un 'imperatore  Romano  viuflificare  le  irnprefe  fue  con  tiicli,che  ap-  defimoOai 

*       r         7        fi^  •  1        \  ri  j  n    *•  ri        d  ..no  ,  nel 

parijcono  honejti  ,  &  ragwncuoLi  ;  ne  erano  trauagliati  da  quello  timore  fola-  j,b.2.  paria* 
mente  ouei  d'autorità ,  &  forze  minori ,  ma  qua  fi  più  t  he  ?U  altri  il  Tonte-  i?  teUjt..l°" 

r  '       .    .   .       .  ti-  ri  1  }•  »    ir      /•  •   r  ds  di  Stiltco 

fi  ce  ,  e  1  Vimtiani  :  quejti  non  foto  per  la  con\cicn%a  a  tjjergu  mancati  Jen^a  n£r,  An^-t?» 
giufla  caufii  ,  a  i  capitoli  della  loro  confederatione  ;  ma  molto  più  per  la  memo  jJ!  *x  ,r,eft,,bu 
ri*  de  gli  antichi  odij  y  &  delie  jpeffe  ingiurie  fiate  tra  Uro ,  &  la  Cafa  d\4u  potemura 
firia>  &  delle  graui  guerre  hauute  pochi  anni  innanzi  con  l'auolofuo  M  affimi  E*™*rt  :? 
liano , per  lequalifi  era  nello  fiato  che  poffeggono  in  terra  ferma  y  rinfrescato  Aragona  dir 
marauiglìofamente  il  nome  y  &  lamemoria  delle  ragioni  quafi  dimenticate  f^^f!^ 
dell' lmperioy& per conofeere  che  ciafeuno  che  hautffein  animo  di  fiabilire  firn  d;  tutte 
grandetta  in  Italia ,  era  neceffitato  apenfare  di  battere  la  potenza  loro  trop  GjccuceleNelta 
pò  eminente  :  il  Tapa  perche  dalla  Maeflà  del  Tcnteficato  in  fuora  >  laquale  tuno,  &  fi« 
ne'  tempi  ancora  dell  antica  riueren%a:che  hebbe  il  mondo  alla  Sedia  ^Apofio-  *°an^ *d*Jj? 
ìica,fu  fpeffo  mal  fi  ura  dalla  grandezza  degli  Imperatori  ;fi  tronauaper  fi  flette  con 
ogni  altro  conto  molto  opportuno  alle  ingiurie  :  perche  era  dijarmato  >  fen^a  ^"Toru'-8 
danari  y  &  con  lo  flato  della  Chiefa  deboli {fimo ,  nelqualcfono  rariff.me  terre  ma  eie  f-t 
forti y  non  popoli  uniti,  ò {labili  alla  diuotione  del  juo  Trine ipe  ma  diuifo  quafi  f  ^ £°"  J^' 
tutto  il  dominio  Ecclefiafiico  in  parte  Guelfa ,  &  Ghibellina  ,  e  i  Ghibellini  ueuschedei 
per  inveterata  &  quafi  naturale  impreffione  inclinati  al  nome  de  gli  Impera-  ^  comer!- * 
tori  :  &  la  atta  di  Roma  fopra  tutte  l'altre  debole ,  &  infetta  di  quefiifimi.  «*re :  '!<*e 
^ggiugncuafi  il  rifletto  delle  cofe  di  Firenze,  lequali  dipendendo  da  lui s  &  nìoVìiew] 
effendo  granitela  propria ,  &  antica  della  fua  Caja ,  non  gli  erano  forfè  me-  tano  n^  ti- 
no a  cuore ,  che  quelle  della  Chiefa  3  né  era  meno  facile  l'alterarle  :  perche  ti°&  \va 
quella  città,  poi  che  nella  paffata  dei  Re  Carlo  ne  furono  cacciati  i  Medici .  ha-  del  Ae  AI" 
vendo  fiotto  nome  della  libertà ,  guflato  diciotto  anni  il  gouerno  popolare ,  era  Mh  vm^L 
(lata  mal  contenta  del  ritorno  loro  ;  in  modo  che  pochi  ui  erano  a  quali  pia-  ,ia>  ch-e, lac: 
ceffe ueramente  la loropoten%a .  *Xlìequali  occafioni  tanto  potenti  temeua  infoicnci^r 
fommamente  ilTontefice ,  che  non  fi  aggiugneffe  uolontànonmedwcre  diofi  r<n^°  en-é 
fenderlo  :  mafìpoteua  ancora  temere  che  non  f ufi  e  minore  la  uclontày  non  tan  ione  -7  io  ha 
to  perche  dall' ambinone  de'  piupotenti  non  è  mai  ficuro  in  tutto  chi  è  meno  p;  <[  ^JJ1?0 
potente  flyonio  perche  temeua  che  per  diuerfe  cagioni  non  fuffe  in  quefio  lem-  pr». 

Mmm     ^        pò 


L    I    B    R    <V 

pò  efofo  u  Cefare  il  nome  fuo  ,  dificorrendo  fico  medefimte&c  Ce  bàie;  &\dr 
Mente  Lione ,  &poi  mentre  era  Cardinale  fi  f uff  e  affaticato  molto  per  la  gran 
de%^a  di  Cefare,  an^i  Lione >  &  egli  co??  grandi [ffimefpe fé ;  &  pericoligli  ha\ 
ne  fiero  aperta  in  Italia  laflrada  a  tanta  potenza ,  &  che  come  fu  affunto  al 
Tonteficato  baueffe  dato  danari ,  mentre  che£<Amyniragllo  era  in  Italia ,  a 
fuoi  Capitani ,  &  fattone  dare  da  Fiorentini ,  né  Iettate  dell '  efferato  le  genti  s 
della  Cbiefia,&  di  quella  Repuhlica  ;  nondimeno  .ò  confideranno  che  al? ufficio 
fuo  s apparteneua  effere  padre-,  &  Taftore  commnne  tra  i  'Prìncipi  Chrifiiani, 
&piuprefìo  autore  di  pace  iChe  fomentatore  di  guerre ,  ò  cominciando  tardi  a 
temere  di  tanta  grandezza  ;  fi  era  ritirato  prefto  da  correre  la  medefima  for- 
tuna ;  in  modo  che  non  haueua  uoluto  rinouare  la  confederatìont  fatta  per  la 
-di fé  fa  d'Italia  dal  fuo  anteceffore;  &  quando  l'anno  dinanzi  l  efferato  fuo  en 
:iro  col  Duca  di  Borbone  in  T?rouen7ayion  hauea  uoluto  aiutarlo  voti  danari: il 
the  fé  bene  non  dette  giufta  querela  a'  miniftri  di  Cefare ,  non  effenc.o  egli  an- 
theper  la  Lega  £  Adriano  tenuto  a  concorrere  centra  i  Francefi  nelle  gncr- 
ve  d  Italia  ;  nondimeno  erano  flati  principe  di  fare ,  che  non  lo  riput  afferò 
più  una  cofa  medefima  con  Cefare ,  anzi  diminuffero  affai  della  fede ,  che  in* 
fino  a  quel  giorno  in  lai  hauuta  haueuanojcome  quelli  che  menati  fiolo,  o  dal- 
i  appetito,  ò  dal  bifogno,  haueuano  quafiper  offe-fa,  fé  alle  imprefe  loro  partii 
colar i,  fatte  per  occupare  la  Francia ,  non  metteuano  le  fi) alle  ani  he  gli  altri , 
tome  prima  fi  era  fatto  alt  uniuer fiali  ,  cominciate  fiotto  titolo  a  aff  curare  Ita 
Ha  dalla  potenza  de'  Francefi .  Ma  cominciarono  3  &  fioperfonfi  le  querele  » 
e  idi  (pi  aceri  ,  quando  il  He  di  Francia  pafiò  dlimprefia  di  Milano  :  perche  fé 
bene  il  Tapa,  fecondo  che  fcriffe  poi  nel  bricaefiuo  cuer  elaterio  a  Ce  farete f- 
fe  occultamente  qualche  quantità  di  danari  nel  ritorno  di  Mar  fi  Ha  a'  France- 
fi, nondimeno  dipoi  non  fi  era  flretto  >  &  intefio  con  loro  :  ma  fiubito  e  he  il  ;  \ 
hebbe  acqnifiato  la  città  di  Milano ,  parendogli  che  lecofie  fine  procede  fiero 
*  uC  fcu?    profperamente ,  haueua  capitolato  con  lui  5  ancora  che  egli  fé  ne  *fcufajfe  con  * 
papa  cì«-    Cefare ,  allegando  che  in  quel  tempo  non  hauendo  i  Capii  ani  fuoi  per  fpacio  di 
inéte  a  Car  ucr^ti  giorni  fignìficatogli  alcuno  de'  loro  difiegni ,  &  dipoi  fi  er  andò  della  di» 
zodiaci  fé fa  di  quello  fiato ,  e  temendo  etuniìo  di  Trapali  ,&  fiingendofi  il  Duca 
ni    Corfi     d*  ^Albania  con  le  genti  uerfo  Tofcana ,  era  fiato  nccefii  tato  peti  far  e  alla  ficur- 
orator  Cuo,  tà  final  '  ma  non  bauere  però  potuto  in  lui  tanto  il  rifletto  del  proprio  pericolo  s 
iTa?  Xe?ir  c^enon  haxeffe accordato  con condhwm  >per  lequali  non  mene  fi  prouedeua 
fero  Vrcc«-  die  cofe  dì  Cefare*  che  allefiue ,  &"che  non  haueffe  di/prezzato  partiti  gran- 
ftoTca'lc*  àìffmì  offertigli  dal  He  di  Francia ,  perche  entraffe  ficco  in  confederami  ; 
45  3.  nondimeno  non  haueuano  operato  le  fiue  efeufationi ,  che  non  fé  ne  fu  fi  e  tur' 

bato-';2olto  Cefare,  e  ifiuoi  mini firi  *  non  tanto  perche  fi  ueddeno  priuati  al 
tutto  della  fperanxad'bauer  e  più  da  lui  {tifila  io  alcuno ,  quanto  perche  dubi- 
tarono-he  la  capitolatione  nò  contene fife  più  oltre*  che  obligatione  di  neutra- 
lità ;  &  perche  parue  loro  che  in  ogni  caio  egli  haueffe  dato  troppa  riputato- 
ne alla  irnprefa  Francefe  ;  &  perche  temerono  ancora  che  il  Tapa  non  fufie 

mc^o 


S  E  $  T  t)  6EC1MO,  tft 

trreX?  <&**■  Vmitmùfcgunaffero  f  esempio  [uo:  ilche  effèrc  flato  itero,  fi  cer- 
tificarono dipoi  per  lettere,& per  brieuiche  dopo  la  uìttoriafuron  trottati  neh 
^padiglione  del  Re  prigione,  Haue uà  in  ultimo  acce fo  quefli  fofpetti,& ma*;  a  ^e|,a(Ji* 
la  fatisfattione,  quando  il  Tapa  aceonfenth  che  per  lo  dominio  fuo  paflafle-\  dinai  Colo 
ìo,&  fufiero  aiutate  a  condurre  le  munitioni,  dellcqualiil  Duca  di  ferrai.  "a  d,ce>,L! 
ra  accori modo  il  Re  di  Francia,  mentre  era  a  campo  a  Vaia  a:  ma  molto  puh  uèdogiispa 
'X andata  del  Duca  d \Alban\a  alla  imprefa  del  Reame  di  "Napoli:  perche  non  f,ni!oU  '  V 

ri  r  i/j  tir  i>  Co'onneu 

folo  come  amico  fu  per  tutto  lo  fiato  della  Chieja ,  &  de  Fiorentini  ricettato,  per  u  rotta 

't^T-  honoratOyma  ancora  fi  fermò  molti  giorni  intorno  a  Siena  per  riformare  a  ^'p^dVi 

fianca  fua  ilgouerno  di  quella  Città:  ilehefe  bene  allungaua  ì andata  del  Du  Re,  dato  dì 

'ta  al  Reame  di  7S[apoli,  &  a  quefio  effetto  principalmente  era  flato  procurato  JH?,poco  e" 

da  luiyper  effcrgli  mole  fio  >che  uno  mede  fimo  dìucntaffe  Signore  di  "Hapoli  &  ^  n  do  le  sai 

di  Milano;nondimeno  gì  Imperiali  haueuano  perqueflo  fatta  interpretaìio-  "on^'deiPa 

ne,  che  tra  il  Re  di  Francia  &  lui,  fuffe  flato  fatto  altro  legame^  che  [empii-  pa>CamiUo 

tepromeffa  di  non  offendere  -.però  teme  uà  giuflamente  il  Tontefìce  non  folo  ^li^' 

$  efiere  offe[o,corne  t  emettano  tutti  gli  altri,  da  Ce  farei  col  tempo  &  con  l'oc-  Marcello ,  * 

cafione,ma  che  ancora  fen^a  affettare  opportunità  maggiore  non  affaltafìcro  aCOMome° 

fubito,ò  lo  flato  della  Chiefa,ò  quello  di  Firenze  :&  gli  accrebbe  il  timore,  che  Giordano  i 

efjbidojl  il  Duca  d'vdlbania,come  hebbe  auifo  della  calamità  del  Re,  ritirato  ie°CaCe  de  - 

per  [alitar fida  Monte  Ritondo  uerfb  Bracciano,  &  [attilli  ancora  andare  cen  sH  orfini: 

tocinquanta  caualli,che  erano  in  Roma,i  quali  il  Vapafoce  accompagnare  in-  rceruò  gran- 

[ino  là  dalla  fua  guardia,  perche  il  Duca  di  Se  (fa .  &  vi*  Imperiali  fi  preparaua  demente  la. 

J  i  r  i  )      ";  i     ,  r  r  •    £     r  riputatane 

tiv  per  rompere  le  genti  fue:  accadde, eoe  nenendo  a  a  Sermoneta  forfè  quattro  -  delia  chic-. 

Sento  caualli,  &  mille  dugentofitnti  delle  genti  degli  Or[mi,feguitati  da  Giù-  fa- 

Ho  Colonna  con  molli  caualih  &"[anti;  furono  rotti  da  lui  ali  ^Abbatta  delle  5  si  cono-'- 

ire  Fontane:  &  entrati  [uggendo  in  Roma,  per  la  poqta  dijan  Vagolo,  &  di  r«  aperta.  - 

[an  Sebaflian-Oy  le  genti  di  Giulio  entrate  dentro  con  loro;  ne  ammalarono  $q  *  nuouo"' 

t  in  campo  di  Fioxe,&  a  in  altri  luoghi  della*  Città;  laquale  con  tumulto  gran-  configlio , 

1     /»j      \  .    .  v  .  v  •  ;j-        chedauano 

de  fi  ietto  tuttam  arme^prima  con  gran  timore,etpoi  con  grande  indegnatio  ■  \  vinimni  \ 
ne  del  Tontefìce,  che  ali  autorità  [uà  nonfuffe  hauuto ,  né  rifletto ,  ne  riue-  al  PaPa> chc  • 
ten%a  alcuna.  Ma  in  quefla  fofpenfione ,  &  anfietà  grandi '•([ma  dell  ani-  no  puntoci 
mo,  gli  foprauenneroi  conforti,  &  offerte  de  Vinitiani:  i  quali  coflituiti  nel  confuitori  { 
1  mede  fimo  timore  di  [e  medefimi,  con  efficaffima  inflan%a  fi  sfor%auano  per-  u° gìou^ 
b  fitadergli, che  congiunti  infiemeb  face  (fero  calare  fubito  in  Italia  diecimila  neiiib.s.d.ej- 
$ui%geri,&  faldato  una  grò  fi  a  banda  di  genti  Italiane  ,soppone[ìero  a  cofi  porcata  )  ì  . 
graui  pericoli ?  promettendo,  come  è  coftume  loro,difare  per  la  lor  parte  mol-  quaI  *  lciro1 
topiu  chepoinofogliono  oflieruare.^Lllegauano  che  i  fanti  Tedefcbi,  che  era-  ni  e  le  forze , 
no  flati  alla  difefa  di  Tauia  non  haueuano  già  molti  me  fi  hauuto  danari ,  &  ìoto  co'vi* 
•'  ueduto  che  dopo  la  uittoria  continuauano  le  medefime  difficultà  de  pagamen  effer  3ppa- 
tiyche prima  s  erano  ammutinati}  haueuano  tolto  l'artiglierie,  & [attifi [orti  J,c0"h *"„« 
in  Vauia:cheper  la  medefima  cagione  tutto  il  reflo  dell' eficrcito  di  Cefare'era  ^tia  ««no- 
*o:ilche  fi  come  honouto  nelÌib.ij.a'car.+j3,co£i  had^teo  quello  auttoi  il  mcdefimò.a'  «ar.455, 

folk- 


I    I    B    R    O 

folleuatc&perfoUcuarfi  ogni  dìpiù,non  battendo  i  Capitani  fatuità  di  pagar 
gli,  in  modo  che  armando  fi,  &  loro,  &  lui  potentemente  s  &  frajficurauano 
gli  flati  communi ,  &ftnutriua  toccatone  che  gl'imperiali  impegnati  in  que- 
fledifficultày  &  neceffitati  a  tenere  del  continuo  grò  fife  for%e  alla  guardia  del 
He  prigione  ;  fi  dìfordinaffero  per  loro  mede  fimi,  ^ggiugnerfi  che  non  era  da 
dubitare  che  Madama  la  Reggente  in  mano  della  quale  era  ilgouerno  di  Fran 
ciaydefiderofiffima  in  quefla  unione;  non  folo  farebbe  fubito  caualcare  a  fianca 
loro  il  Duca  d'Albania  con  le  fue genti,  &  quelle  400.  lancie  del  retroguar- 
dàxhe  s  erano  ritirate  dalla  giornata  afaluamentOy  ma  ancora  con  uolontà  di 
tutto 7  Regno  di  Francia;  concorrerebbe  alla  falute  cC Italia  con  groffa  fomma 
di  danari  3conofcendo  che  da  quella  dependeua  in  gran  fartela  fferan%a  della 
ricuperatane  del  Re  fuo  figliuolo:  effere  ottima  fen%a  dubio  quefla  delibera- 
zione fé  fi  facete  con  prefle^a  ma  la  lunghezza  dare  a  Cefareu  f acuità  di  ri- 
ordinarfh&  tanto  più  che  non  fi  rifolueua  ad  armar  fiderà  neceffitato  d'accor- 
darli con  loro )&  porgergli  danari,  che  non  era  altro  che  effere  inflrumento  di 
i^ftiTt*  liberargli  da  tutte  lediìfi:ulià9&flabilirfi  da  fé  mede  fimo  in  perpetua  fog~ 
{CcomCe°Uha  gettiohe.  Dauano  anche  fperan^adhauere  a  effe  feguitati  dal  Duca  dì  Fer- 
ieuodi  io-  rara:ilquale,&  per  la  dep:nden7&  antica  da  Francefi,&  per  gli  aiuti  datiin 
fl*o  ^efo  quefla  guerra  al  Re,non  erafenya  grandiffimo  timore:  la  conghmtione  delqua 
fow/iT   le  pareua  di  non  piccolo  momento,  per  l'opportunità  grande  del  fuo  flato  alle 
h^m'o  doV  guerre  di  Lombardia,  per  effere  la  città  di  Ferrara  forti ffima ,  &  egli  abbon- 
iamo ,  di   dantiflìmo  di  munitioniJ&  d  artiglierie, &  come  erafama,richiffìmo  di  dana- 
5?«ì  fibro  ri  *Hè  lafl>eran%a  dhauere  a  uincere  una  imprefafi  difficile,  né  la  confiderà- 
precedente   twne  de  pericoli  più  lontanila  quali  il  tempo  frole  fpeffo  partorire  rimedij  no 
fac"'  4ché    penfati;  harebbe  inclinato  Clemente  a preflare  orecchi  a  quefli  ragionamenti* 
co'i  Giber-  re  non  Xhaueffe  indotto  il  timore  di  non  effere  affali ato  diprefentea  uolere  piti 
\\ì°^oà\  preflo  eftorfi  al  pericolo  men  certose  al  pericolo  cheappariua  maggiore,  & 
cieméte  7.  pu  prerente.  Et  perciò  fi  riflrinfono  tanto  le  pratiche  tra  loro ,  che  effendofi  con 
^maggior"  dotte  infimo  all'eftendere i  Capitoli,  fi  afpettaua  che  a  ogni  horafiflipulaffero, 
furono  del    gr  in  modo  che  il  Tapa  perfradendofene  la  condii  fon  e  ,ffedì  in  pofle  al  Re 
Giberto.      ^  Inghilterra  cierolamo  Ghinuccio  Sanefe  auditore  della  Camera  .Apofloli- 
b  QutUi     ca^er  cercare  deliramente  di  difforlo  a  opporfi  a  tanta  grandev^a  di  Ce  fare, 
5deiPv?c«è  quando  opportunamente  fopraucnne*l\Arciuefcouo  di  Capua,  antico  Secre  a 
dò  cario  di  tarj0)&  configliere  fuo,&  chemoltianni  era  flato  appreffb  a  lui  digrandifiì- 
poftidli  ca  ma  autorità:  ilquale  fubito  che  haueua  udito  la  uittona  de  gli  Imperiali,  era 
peiia  p  prin  ja  T>iacen%a  andato  in  campo  a  Don  Carlo  di  Lanoia  licere  di  Napoli, &  ri- 
So  d&di  foluto  della  fra  intentione;  cor  fé  fubito  in  pofle  al  Tonte  fi  ce ,  portandogli  fre- 
ìibronc'iuoi  ran^t  certa  ^  accordo: perche  il  Viceré-,  &  altri  Capitani  haueuano per  allho 
ri^iSncS  ra  b  dnepenfierijuno  diprouedere  a  danari  per  Jodtsfare  l'efferato,  colquale  b 
^oegiicofi  toeYnonbauermododipagarlo,fitroMuanoin  grandi [fjima  con frfwne,  l'altro 
U  di  condurre  laperfona  del  Re  di  Francia  in  luogo, che  la  difflcultà  del  guardar- 

loiìiongli  bauefìc  a  tenere  in  continuo  trauaglw:  &flabtlite  Une  quefle  due 

cole 


cofe  giudicauano  reflare  in  grado  da  potere fempre  mettere  ad  effetto  ì  difegni 
loro:  però  defiderauano  l'accordo  col  Vapa,prefupponendo  di  cattarne  quanti- 
tà grande  di  danari:  &per  dijporuelo  tanto  più  col  fargli  ffauento,  &  anco 
pcrfgrauare  de  gli  alloggiamenti  de9  faldati  lo  flato  di  Milano  eh*  era  molto  co 
!  fumato, haueuano  mandato  ad  alloggiare  in  Vicentino  quattrocento  huomini 
d' arme  >&  etto  mila  Tedefchi,non  come  nimicUma  bora  dicendo  che  il  Duca- 
to di  Milano  mnpoteua  nutrire  sìgrojfo  efferato,  bora  minacciando  di  uoler- 
gli  far pafìare  in  terra  di  Roma  a  trottare  il  Duca  d'<Albania>in  cafo  che  le  gerì 
ricondotte  da  gli  Orfini  non  difioluc fiero.  Ma  erano  fuperflue  quefle  diligen- 
te :per  che  come  il  Tapafu  certificato  potere  fuggire  i  pericoli  prefentijafci  a* 
tigli  altnpenfie.r'hfi  uoltò  con  tutto  H  animo  alla  concordia  .per  ciofubito  udito 
V  M  due feouo, fece  fermare  t auditore  della  Camera  per  lo  camino,  &per  le- 
j  uare  tutte  l'occaftoni  che  potè ffero  interromperla;  operò  che  il  Duca  d'^Alba- 
i  ma  difioluefie  da  i  Candii*  &  fanti  Oltramontani  in  fuor  a ,  tutto 7  refto  deU 
r  esercito,  &  gli  dette  le  flange  a  Corneto>  rìceuutapromeffa  dammìftridi 
\  Cefare  di  licenziare  ancora  effì  le  genti  loro,  etici  ano  intorno  a  Roma,  &fer~ 
marejlfcanio  Colonna,&  altre  genti  cheueniuano  del  Regno,  &ft  interpo- 
fe  ancora  che  i  Colorine  fi ,  che  cominciauano  a  moleflare  le  terre  degli  Or  fini* 
de fifle fiero  dall'armi.  Defideraua  il  Vontefice,  &faceua  ogni  opera,  perche 
nella  concordia  che  trattaua  co  l  Viceré,  fi  includejiero  i  VinitianUma  la  diffi 
\  cultà  era  che  e  (fi  ricttfauano  di  uoler  pagare  i  danari  dimandati  loro  dal  Vice- 
rè:  perche  dimadauacheglipagaffero  tanti  danari,quato  harebbonoffefi  nella 
guerra)  che  haueuano  a  contribuire, &  che  in  futuro  contribuii  ero  non  co  gerì 
tùma  con  danari,dimandando  ancora  il  mede/ime  a  tutti  quelli,  i  quali  erano 
compre  fi  nella  confederatione  fatta  con  ^Adriano.  Ma  la  durezza  deVinitia- 
nifaceua  beneficio  alVontefice,dandofo]pettione  al  Viceré,  che  penf afferò  a 
nuoui  mouimentulequali  cofe  mentre  fi  trattano  con  fferan%a  certiffima  d'ha 
uerfi  a  conchiudere,  i  Fiorentini  per  ordine  del  Vontefice  mandarono  al  Mar' 
che  fé  di  Tefcaraper  intrattenimento  dell'esercito  uenticinque  mila  ducatijri- 
ceuutapromefia  il  Vontefice  da  Giouan  Bartolomeo  da  Gattinara,ilquale  ap- 
preso a  lui  trattaua  per  lo  Viceré, eh  e  quefla  quantità  farebbe  computata  nel- 
la:fomma maggiore ,cheharébbono  apagare per  uigor 'e  della  mona  capitola- 
tionedaquale  innanzi  fi  conctimdefiepochiffimi  giorni,  il  Duca  d'Albania,  il 
quale  per  tornar fene  in  Francia  haueua  affettato  l'armata  :  uenuta  quella  al 
Torto  di  Santo  Stefano}et  mandatigli  le  Galee  ;fi  imbarcò  à a  Ciuità  Vecchia  a  il  Gìouì© 
fopra  quelle,  &fopra  le  Galee  del  Vontefice,  predategli  con  confentimento  del  ,nacl  Gl'oli 
yicerèybenche  né  aU'armata,né  alle  Galee  non  de  ffero  faluo  condotto,  &  con  Pefcan  <crì- 
lui Ren?o da  Ceri,  con  l'artiglieria ba-uta da  Siena,  &  da  Lucca,  con  quat-  "a'd-Aiha « 
trocento  caualìhmille  fanti  Tedefchi,  &  pochi  Italiani, perche  il  refto  della  niàVim&afr 
gente  fi  era  sfilata,  &  il  refto  de'  caualli  parte  uenduii ,  parte  lafciati:  i  prò-  incito  a  m£ 
grejji  delquale  erano  flati  tali  che  fi  compre  fé  apertamente  efiere  flato  manda  tahq. 
fo>  ò  perche  gli  imperiali  temendo  del  Regno  di  7{apolipartijferQ?  per  foccor- 

rerfa 


•  Ti  primo      ■   •-.  f      T      I*      TV     ©     •     - 

<r  a  pdic  fu  -mio  del  Dittato  di  Milano,ò  perche  per  queflo  timore  fi  induce  fiero  "alla  con^ 
?  dT  Mag-1  <0Y  *te&:ptr  ytcfla  cagione         e  proceduto  lentamente  mancando  for^e  al 
pio  1 5  2 5  !     Re  b  tfknf  i  a  mandarlo  con  esercito  potente.  Ma  finalmente  Uficiati  da  porr 
uionéiì?^i  f  f  '  Vmtuv,ù'>  fi  con;  hiufe  il  >  primo  giorno  d\Aprile  in  noma  tra'l  Tontcf 
ta  del  cola  el  viceré  di  'Napoli  come  Uwotennitc  Cesareo  Generale  in  Italia  per  loqua 
fublLtaia  IccrainRomaeonpienomandato  Giouan  Bartolomeo  da  Gattinara ,  nipote 
lega:  iiche  è  del  fra*  Cancelliere  di  Cefare,  cofederatione  per  'e,  &  per  i  Fiorentini  da  ima 
choainque  V™1^  &  per  Ce  fare  dall'altra.  t>  Lafomma  de*  Capìtoli  più  importanti  fu: 
feo  a  465..     che  tra  il  Tapa>  &  Ce  fare  fuffe  perpetua  awrìtìa,  &  confederatane,  per  la- 
bini  accon  quale  l'wo  & l 'altro  di  loro  fitffe  obliato  a  difendere  da  ciafeuno  concerto 
h  di'  quefta  n!im"Y0  di  gente  il  Ducatodi  Milano  pò  fi 'càuto  allhora  fiotto  l'ombra  di  Ce  fa- 
co  tei .  yì  t  :o  re  da  Francesco  Sforma,  Uguale  fu  nominato  come  principale  in  quefia  capito*. 
c\tmtllT,  &*'0ÈéV^  che  Imperatore  hauefìe  in  protettane  tutto  lo  flato  che  teneua  la 
&;ca.io  di  Cbiefii,quello  che  pofiedeuano  i  Fiorami  .&  pxrticolarmete  lacafia  deMedii 
cefare,  Pii  '  Cl  con  l  fiorita,  &  preminente  che  haueua  in  quella  Citta  ,  pagandogli  però  I 
Giouio  nei  \  Fiorentini  di  prefente  cento  mila  ducati  per  ricompenfo  di  quello  chehareK  j 
uitVoVi  pe3   luma  ì)atiUt0  à  contribuire  nella  guerra  pmffima  per  uirttl  della  Lega  fatta  co 
fc;r;  è  rr.oi  .Adriano  Jaquale  pretendeva  non  epere  eflinta  per  lafua  morte-per  efiere  fòt  I 
&  dimirsu  -  cificato  né  capitoli j  ch'ella  duraffe  urìannodopo  la  morte  di  ciafeuno  de  corife 
to.  derati:  che  i  Capitani  Ce  farei  leu  a  fero  ledenti  dello  flato  Fcclefiaftio ,  ne  ma. 

e  Procede  dafiero  di  nnouo  alloggiamene  dell'altre  fien\a  confinamento  del  ^Pontefice, 
S0ViT«e°  ^  Vinitianifiu  laficiato  luogo  d'entrare  in  quefla  confederatone  »  in  termi* 
co'i  Pórefi-  ne  di  uenti  giorni  con  honefte  conditioni  ,lequalihauefiero  a  efiere  dichia* 
Zittt  co  ratedal  Tapa.&  da  Ce  fare,  &  che  il  Viceré  fuffe  tenuto  a  fare  uenire  fra 
ingà  no.-per  •  quattro  mefi  la  rati f  catione  di  Ce  fare  di  tutti  quefli  capitoli  :  &  obligarono  i 
uenùtofeco  man^tarij  del  Viceré  in  un  capitolo  da  parte  ■>  confermato  con  giuramento, 
a  ijarte  (co-  €  he  cafo,che  ce  far  e  non  ratificale  fra  il  tempo  quefli  Capitoli  hauefie  il  Vice* 
ee)i>ci  i  e  co  re  a  Ye fluire  i  cento  mila  ducati,douendofi  però  in  fino  che  i  danari  non  fi,  re~ 
iè  dei  Duca  flit uiffono-.ofiern  are  la  Lega  interamente:  aìlaqual  furono  aggiunti  tre  arti  co- 
ti* un'aura  M nonconneffi nella  capitolatone,  mapofli  in  fcrittura  fieparàta ,  confermati 
uè" e  cC-'"f  €tlAn^°  pergiuramertoyche  contennono,  che  in  tutte  le  co  fé  beneficiali  del  Re. 
io  Duca  nel  gm  &  Napoli  fufiepermt fio >  a  Tontefìci  urare  quella  autorità,  &  iurijditw- 
l^&lebbe  neyC^e  fi  ^(p°nemPer  ^e  mucfl  Ducato  di  Milano  pn 

aaiuidejìà-  é>"a(fl  infuturo  il  fiale  delle  fatine  die  eru  a*  per  quel  prezzo  &  modi  che  ah 
4imU  a? t  -  tY€  uo^te  ^  comemto  tra  Lione, e  l preferite  Re  di  Francia>&  confermato  nel 
u  fot  Reg    l*  Capitolatane  che  l'anno  mille  cinquecento  ventuno  fece  il  medefimo  Lio- 

fe'Jttich  ne  C°n  ^ImPerat6re:  &  che  il  Viceré fiufie  obligato  a  far  sì9c  talmente,'  he  e  il 
il  Papa  d  re  L)uea  di  Ferrara  reflituiffe  immediate  alla  Chic  fa  Reggio,  Rubiera,  &  l  altri 
Wnte^ff  Urre  C^)e  haumaPrefet{acante^fiàia  Romana  per  la mone  di  Adriano,  &. 
Lanoia  uc  che  per  queflo  ilTentefice  fiubito,  chenefufie  reintegrato,  hauefiie  a  pagare  4 
lo^^dèi  C*jCar*  cent0  milil  ducatl>  &  a  ognifiua  r  equi  fittone  affoluere  il  Duca  dalle  a  n 
l*  Viwdtl  Pefcan.&qucfto  Auttore  nepailadi  fottoa  +i?,  fé  h:n  non  coii  rifoluto,comc  fcriutil  Gio 

:    -  '  "    fik: 


rt 


S  E  X  T  ODE  CIMO.  4^ 

UYC3& prìvxtioni,nellequali era  incorfo,ma  noni' già  daìlapéna  dicento  m;lx 
ducati  promefìa  in  cafo  di contrauenìre all'infirvmenlo  fatto  con  ^driano-.ù* 
nondimeno  ricuperata  che  il  V  ap  a  n  barn  fi  e  la  poffeffione,  shaveffea  uedere 
di  ragione  fé  quelle  terre,&  Madonna  apparteneva  alla  Chip  fa,  ò  allo  Ir/ipe- 
rio:&  appartenendoci  all'Imperio,  sbauefìero  a  riconoscere  in  feudo  da  Cefa- 
re,  appartenendo  fi  alla  Cbiefit.  reflaffero  lih  tre  alla  fedia  ^Apofiolica.  Fu  que- 
lla deliberatane  del  Tonte fice  interpretata  nanamente  dagli  buon  uni  fecon- 
do che  fono  uarie  lepaffioni,eigivdkij:  L<A  MOLT1T  V  DI  7>{E  maffi- 
marnentc,allaquale  fogliono  piacere  più  i  configli  fpeciofi  che  i  waturiy  &  che 
fpeffohaper  generofi  quelli  che non  Traforano  le  co  fé  prudentemente,  tutti  colo 
ro  ancora  che  facevano  profeffione  di  deflagrare  la  libertà  d'Italia;  lo  biasima-  \ 

tono  come  fé  per  viltà  dì  animo  baueffe  lafciato  l'occafione  d'unirla  coir.-.  Cefa- 
re?&  aiutato  co  danariproprij  l '  efìercho  fuo  a  liberar  fi  da  tutti  i  d.jodim; 
ma  Li  maggiore  parte  degli  bvomini  pia  prv  lenti  giudicarono  molto  aiuerfd- 
menteiperche  confideravano  che  il  uolerfi  opporre  con  genti  untine  a  uno  ejfer 
cito  groifijfìmo,&  vincitore,  non  era  con  figlio  prudente;  non  potere  e  fi  ere  che 
la  venuta  degli  S m'aeri  non  fuffe  co  fi  lungaj&  da  operare  facilmente,  pafìa 
to  cbefujfe  il  Infogno  quando  bene  fuìfero  prontijjìmi  a  uenire:  di  che  atte  fi  la 
natura  loro  ,&  la  per  coffa  ricevuta  sì  frefca;?wn  sbaueva  certezza  alcuna, 
rie  fi  doueua  fyerare  meglio  del  Reame  di,  Francia:doveper  tanta  rotta  no  era     Q    ft.  ?:6 
refiato  né  animo,  né  configliojnon  iti  era  in  pronto  prouifione  di  danari,  non  di  ckichi,  ch'a 
gente  d'armi,&  quelle  poche  ancora  che  fi.  erano  faluate  il  giorno  della  giorm  gdTiiogehr 
tXyhauendo perduto  i  carriaggi  ,haueuzno  bifogno  di  tempo,  &  di  danari  a  ri-   f»M  Parmì- 
or  dinar  fi -.però  non  bavere  qvefla  unione  altro  probabile  fondamento  che  lajbe  ffifòfa  fi* 
ranche  l'efiercito  nimico  per  non  efìerepagato  non  bave  fi  e  a  muover fiukhe  por  ta  remo 
quando  benefuccedefiejion  refiarepsr  quefìo  privati  del  Ducato  di  Milanoyil  §*tSoSt' 
quale  mentre  fi  reggeva  a  diuotione  di  Cefare;  barebbefempre  il  Téntefice  ca  te  rubando, 
gione  grandi  ffima  di  temerne.  Ma  quefio  efiere  anco  fperan^a  molto  incerta:  f  popoli*  di 
perche  era  da  temere  che  i  Capitani  con  l \iutorità>&'  arti  loro,  col  proporre  il  «»«f  le  lot 
facce  di  qualche  Città  ricca  della  Cbiefa,b  di  Tofana  lo  difboneffero  a  camir\a  \t  citSeran 
re:efier(igià  veduto  che  unapar:ede*  Tedefchifolo  per  hauere  già  graffi  allog  VÌCtìC  de"« 
giamenti  baueuapafiato  il  fiume  del  Vò>  &  venuta  in  Tarmigiano,  &  Via-  budini, 
€entino,in  modo  che  fé  fifuflero  deliberati  dijpingerfi  innan%i%  nonpotere  effe  ™  u^S* 
refe  nontardhrimedio  alcuno,  &  fondar  fi  con  troppo  pericolo  una  tanta  deli  -  ié  «ire ,  "& 
berationefu  lafi>eraza  fola  de'  difor  dinati  de  nimicudalla  volontà  de' quali  di»  f,Ì? £? 
fendeva  finalmét e  lo  fudUtpparfenc.Fn  adunque  il  configlio  di  Clemente,  feco  fino  l 
do  il  tempo  che  correua ,  prudente,  &  ben  confiderato  :  ma  farebbe  flato  forfè  "?a  anp-rei^ 
pìv  laudabile,  fé  intuitigli  articoli  della  capitolatone  bavefie  ufato  la  mede  fi  iuina-o  il 
ma  prudenza,  &  volpato  l'animo  putprefio  a  faldare  tutte  le  piaghe  d'Italia,  q^i?  *7f 
che  ad  aprir e -inagrirne  qualch'una  di  mométo  >  imitando  ifaui  medici:  i  qua  dei  pefearà, 
li  quando  i  rimedij  che  fi  fanno  per  fonare  la  indtjpofìtione  degli  altri  membri;  ^  n^*  Jj* 
ture/cono  la  infermità  del  capqx  ò  del  cuore, pojpofio  ogni  penfiero  de'  mali  Ioana. 

più 


cono 
ette 
Ro- 


t  r  *  R  o        ."._;_. 

j>/h  leggi  eri, &  che  affrettano  tempo;attendono  con  ogni  diligenza  quello  }che 
è  fin  importante,  &  più  necefiario  allafalute  dello  infermaci  che  perche  sin 
tenda  meglio;  è  ne  cefi ar io  ripetere  più  da  alto  parte  delle  co  fé  già  narrate,  ma 
jpar  fornente Ài fiopr 'a  .riducendole  in  un  luogo  mede  fimo.  La  cafa  da  Efle,  oU 

*  Vedi  r  hi-  tra  l' battere  tenuto  lunghiffìmamente  fotto  titolo  di 3  Vicari]  della  Chic  fa,  il , 
ftoria  di      dominio  di  F  errar  a,haueua  molto  tempo  poffeduto  Reggio  &  Modona  con  le 
rig°naBade,!l  inueftiture  de  gli  lmperator'unonfi  facendo  allhora  dubio  che  quelle  due  Città 
Piicipì  d'E  nonfuffero  di  mrifditione  Imperiale,  &  le  pofiedèpacificaynéte  infimo  che  Giù 

*  C&  ne  gl'i  Ho  Secondo,  fu  feitator  e  delle  ragioni  già  morte  della  Sedia  *Apoftolica,&  fot-, 


aitn, 


ti,  oue  co  i0  petofo  titolo  autore  di  molti  mali,per  ridurre  totalmente  Ferrara  in  domi" 
Sicioiorfrac  nio  della  Chiefa,  roppe  guerra  al  Duca  ^Alfonfo  :  nellaquale  hauendo  hanut* 
coite  tutte  occafwne  di  torgli  Modona;  la  ritenne  al  principio  per  fé,  come  co  fa  che  infie- 
ia  .nobilitò-  me  con  tutte l  altre  terre  infimo  al  fiume  del  Tò  appartenere  alla  Sedia  *Apo- 
"ftenfc'ler  fi°^cay  Per  e  fiere  fatte  dellEfarcato  di  Rauenna:  ma  poco  poi  per  timore  de* 
quell'opera  Frana  fi  la  dette  a  Maffimiliano  Imperatore,  ni  per  quefto  cefiò  la  guerra  con 
"nerfiliS  tra  "4lfonfo;  ma  hauendogli  non  molto  poi  tolto  ancora  Reggio, fi  crede  che  fé 
ghi  tono    fuffe  uiuutopiu  lungamente  farebbe  prefo  Ferrara ,  e  pendo  nimico  acerbi j]ì~ 
fte  cofe  me-  rno  ^  ^fmf°>  ^  per  tó  pietà  chepretendeua  alt  ambinone  di  uolere  ricupera 
de  fime ,  &  re  alla  Chiefa  cioè  che  fi  diceffe  effere  mai  flato  firn  in  tempo  alcuna,come  per  lo 
G,0U10#  sdegno  ch'egli  hauefi  e  feguitato  più  preflo  r  amici  tia  Fr  ance  fé,  che  la  fitta;  & 
fior  fé  ancor  a  per  Iodio  implacabile  por  tato  da  lui  alla  memoria,  &  alle  reli- 
quie d<Alefiandrofeftofuopredecefiore,Lucretia  figliuola  delquale,era  mari* 
tata  ad  iAlfonfo>  &  erano  di  quefto  matrimonio  nati  già  parecchi  figliuoli.  La* 
fidò  Giulio  morendo  a  fuccejforifuoinon  fiolo  l'her  edita  di  Reggio,  ma  la  me- 
defìma  cupidità  d'acquiftare  Ferrara, /limolandogli  la  memoria  glorwfa  che 
pareua  che  apprefio  a  ipofteri  hauefie  lafciata  di  fé:  però  fu  più  potente  in  Lio 
ne fiuofiucce fiore  quefta  ambinone, che  il  rifletto  della  grandezza,  che  haueua 
in  Firenze  la  Cafa  de  Medici:  allaquale  pareua  più  utile  chef  diminuiffe  la  pò 
ten^a  della  Chiefa,  che  aggiugnendoui  Ferrara  far  la  più  formidabile  a  tutti  i 
uicini:an%i  hauendo  comperato  Modona;  indirizzò  totalmète  I animo  adac- 
quiftare  Ferrara, più  con pratiche,&  con  infidie,che  con  aperta  for%a,  perche 
quefto  era  diuentato  troppo  difficile, hauendo  ^Alfon fio, poi  chefiuidde  in  tanti 
perìcoli  attefoafarlafortiffimadauorato  numero  grandi/fimo  d'artiglierie,  & 
di  munitioni,e  trouandofi  come  fi  credeua,quantitàgroffa  di  danari:  &  furo* 
no  le  inimicitiefue  forfè  maggiori, ma  trattate  più  occultamente  che  quelle  di 
Giulio, &  oltra  molte  pratiche  tenute  f^effo  da  lui  per  pigliarla,  ò  ali  imfroui 
fio,o  con  inganni,  obligoiVrincipi,  co*  quali  fi  congiunfe  in  modo  che  almeno 
nonfoteuano  impedirgli  quella  imprefa:  nùfolo  mentre  uiffono  Giuliano  fuo 
fratelloy&  Lorenzo  fuo  nipote>per  Cefaltatione  de  quali  fi  credeua  che  hauef- 
fe  hauuto  quefta  cupidità,  ma  non  meno  dopo  la  morte  e  loro:  ilqualc  defiderio 
fu  tanto  ardente  in  lui  che  molti  fi  per fuafono  che  quella  fina  ultima  più  prefto 
frecipitofajche  prudente  deliberatione  di  unir  fi  con  Ce  far  e  cetra  il  Re  di  Fra 

eia. 


SE  S-TO  DECIMO.  4*4 

cia,fufie  in  gran  parte  jpinta  da  quefla  cagione,in  modo  chela  necefjltà  coflrin 
feMfonfo  per  fatisfare  al  Re  di  Francia,unico  fondamento,  &  jperan'^afua» 
dirompere  la  guerra  in  Modonefe,  quando  Ì  efferato  di  Lione,  &  di  Cefare 
era  accampato  intorno  a  TarmameUaquale  bauendo  cattiuo  fuccefio,  fi fareb- 
beprefto  ridotto  ingrauiffime  difficultà,fene'medefimi  dì  nonfuffe  inopinata 
mente  nel  corfo  delie  uittorie  morto  Lione:  morte  certo  per  lui  non  meno  f aiuti 
fera,  che  quella  di  Giulio,  7{è  so  io  fé  alla  fine  fu jfe  totalmente  micetto  *Adria 
nofuofuccefiore  di  quefla  cupidita\bencheper  efiere  nuouo  &  ine^erto  nelle 
cofe  d'Italia;  hauefie  ne*  primi  me  fi  che  uéne  a  Roma  affolutolo  daue  cenfitre* 
conce ffagli  di  nuouo  la  inueflitura,  &permefio  chepofie  leffe  etiandio  tutto 
quello,che  haueua  occupato  nelle  uacationi  della  Chiefa ,  &  gli  hauefìe  anco- 
ra dato  fieran^a  di  reflituirgli  Modona  &  Reggio  ,da  che  dipoi,  informato  me 
glio  delle  cofe,  fi  alienò  con  l'animo  ogni  giorno  più.  Ma  per  la  creazione  di 
Clemente  entro  in  grandiffìmo  timore,  che  per  lui  nonfufìero  ritornati  gli  an- 
tichi tempi,&  meritamente:  perche  inluifeglifufjerofuccedute  le  cofe  prò- 
fiere,  farebbe  fiata  la  medefima  difyofitione  che  era  fiata  in  Giulio,  &  in  Lio 
ne:  ma  non  hauendo ancora  occafioneper  Ferrara,era  tutto  intento  arihauer  e 
Reggio, &  Rubiera,  come  cofa  più  facile,  & più  giuftificata  per  la  pofieffwne 
frefea  che  n  haueua  hauuto  la  Chiefa,  &  come  fé  per  queflogli  rifnltaffe  igno- 
minia non  piccola  del  non  le  ricuperare.  Da  quefio  nacque  che  prima  in  molti 
altri  modi,&  ultimamente  nella  capitolatane  col  licere,  hebbepiu  memoria 
di  queflo,che  non  defiderauano  molti  :i  quali  conofeendo  il  pericolo  che  fopra- 
fiaua  a  tutti  della  grandeTga  di  Cefare,  &  che  niuno  rimedio  era  più  falutife- 
ro,che  una  unione  molto  fincera>&  molto  pronta  di  tutta  Italia,  &  che  tutto 
giorno  poteuanofuccedere.o  occafionifoneceffità  di  pigliare  l'armi;  harebbono  a  ti  farbe* 
giudicato  effere  meglio  che  il  Vontefice  non  efajperaffe,ne  mette fie  in  neceffità  "fi"jJ a  v  ' 
di  gittarfi  in  braccio  all'Imperatore  il  Duca  di  Ferrara,  Vrincipe  che  per  la  rie  habbia  in- 
che7ga,per  lì  opportunità  delfino,  &  per  l*  altre  fue  conditioni  era  in  tempi  tali  Si"^ J  jj 
da  tenerne  molto  conto >  &  chepiuprejlo  thauefìe  abbracciato  i  &  fatto  ogni  ìa,  che'l  be 
f  diligenza  di  leuargli  l*odio7  &  la  paura,  fé  però  •  IL  F^R  beneficio  a  chi  j^f^/J 
fi  perfuade  hauere  riceuute  tante  ingiurie  è  ballante  a  cancellare  de  gli  animi  nece  ifità 
fi  mal  dijpofti>&  inciprigniti,  la  memoria  dell' offefe;  ma/fimamente  quando  il  reut&zS? 
beneficio  fi  fa  in  tempo,che  pare  caufatopiu  da  neceffità,che  da  uolontà.  Fat-  p .  *.  che  fia 
ta  la  capitolatone  il  Tontefice.per  non  mancare  degli  ufficvj  conuenienti  uer  eh  a,  &dZ 
fo  tanto  principe;  mandò  conpermiffione  del  ficerèjl  Vefcouo  di  Tifloia  a  ui  !>°'e  » come 
fitare,  &  confolare  in  nomefuo  il  Re  di  Francia:  ilquale  dopo  le  parole  genera  g  •  ;E  fi 
//'  hauute  infiemeprefente  il  Capitano  .Alarcone,&  l' hauere  il  Re  fuppltcato  Jf8S«  di  A: 
il  Tontefice,cheper  Ini  face  fie  buono  ufficio  con  Cefare;  gli  domandò  con  uoce  Arp»go,  *<•! 
formnefia  quel  che  fufiedeV Duca  d\Albania,  udendo  con  vramflìma  moleflia  3?-1  A"? 
la  rijpoJta,cbe  rijoluta  una  parte  dell  e  fi  eretto  era  con  l  ali  ra  pafiato  in  Fi  un    v  Atadoio  5$ 
eia  Conuennono  in  quefio  tempo  mede  fimo  i  Lucchefi  col  Viceré:  il  quale  gli  fQ  ?03fr£u£ 
weHènellaproteniQne^  ducati*  Comermouoei  !?8i.0> 


,-N 


$énefidi]        wt/MÒidkrmiia  ferrea  vbh  re  più  tmdfofmdA 

che  uh  altra  diga*, ,  m  /.  i  che  da  m  tanto  <-,         ■  Monte  déj^ouea  mftà  %4i 
ikl  Ponte  fi  ce,per me^o del  Duca  d\  ì  ih vcaddh aite 'turno  riaffunta,  benché  non 
ancora  confclidata  l'autorità;  da  àl4ro  a<  elli,ibe  per  fare  profefflone  di  defide- 
rare  la  libertà- fi  chiamatimi*  imlgrcrnente  i  Libertini, pre fio  per  la  giornata  di 
Tania  animo  contra  il  gouerno  introdotto  per  lefor%e  del  Redi  Francia;haue 
vano  mandato  diuerfamentèhuomrai  al  viceré  per  render  lopropitio  a  dife- 
gwi  loro:  ne  haUuta  da  lui  certa  riflolutione  intorno  la  forma  del  governo;  ha*. 
umano  tutti  folleatahi  pronti  fi;  reamente  la  cmipofitionciiaquale  efiendo  fat- 
ta. &  munti  a  ricevere  i  danari  gì,  hnominimadati  dal  Vicerèftcl  tempo  me^ 
de  fimo  che  i  danari  fi  amwuerouanj,&  inprefen%aloro  Gierolamo  Seuerini 
Cittadino  Sane  fé*  che  era  flato  apprefio  al  Viceré)  ammaino  ^ilefìandro  Ti- 
tiri >f  rincipale  del  nuouo  Reggimento}  &  a  chi  il  Tontefice  haueua  difegnata 
th:  per  alìhorafì  uolgefie  tutta  la  riputatione:  donde prefo  l'armi  da  altri  Citr 
tad^m-che  èrano  congiurati  fec0y&  lettati  in  arme*  il  popolo,  che  era  mal  con 
tento  ci  e  il gouerno  ritorna  fie  alia  tiranniae,  cacciati  i  principali  del  Monte 
de >rNoae Riformarono  la  Città  a  gouerno  delpopolo  nimico  del  Tontefice,  & 
aderente  di  C 'e far e  -efiendo  procedute  quefte  cofe  non  fetida  faputa,eome  fi  cre- 
dette del  VicereyO  almeno  con  flemma  afprobatwne  di  quello  che  era  flato  fat- 
to-per  ccnftderarc  quanta  fuffe  opportuno  alle  cofe  Mi  Ce  fare  hauere  afua  diuo 
tionc  quella  Città pGtenie,cbe  ha  opportunità  di  Torti  cu  mare*  fertile  dipae- 
fé,  mùna  al  Reame  di  'Ijap mi ,&  flit nata  tra  Roma, &  Firenze  ;  non  cftant-e 
che  iiVimi<&  ilDucadiSefiahaueftero  dato  fleran%a  al  Tontefice  di  non 
alterare  il  gouerno  introdotto  cól  fauorefuo.  Seguitarono  molti  altri  d Italia 
la  inclinatìone  de  flopr  adetti,  &  là  forum  a  de'  uincitori,  co*  quali  il  Mar  che  fé 
di  Monferrato  compofe  in  quindeci  mila  ducati*  eH  Duca  di  Ferrara  non  fi  po- 
tendo fi fi e fio ftabi  lire  le  cofe  fu  e  peri  rifletti-  che  haueuano  alla  capitolata- 
ne fatta  col  Tontefice,  &  perche  era  necefiario intenderne  prima  lauolontà 
di  Cefare;fu  contento  dipreflarc  al  Fico  è  cinquanta  mila  ducati, con  preme  fi- 
fa di  ribattergli  fé  non  capitola/I  ere  infieme:  co  quali  danari>&  con  cinto  mi" 
la  ducati  promeffi  loro  dallo  flato  di  Milano,  &  quelli  che  preme fiono  i  Ceno- 
ne fi  ,e  i  Iucche  fi, &  con  quelli  ancora  che  y  imeffi  da  Ce  far  e  a  Genoua  per  fio- 
fieni ■  atiene  della  guerra, ma  arriuaii  (topo  la  uittovia,  attendeuam  i  Capitani 
fecondo  che  i  danari  uenìuano  a  pagare  ifoldi  cor  fi  àeUeffc  rato ,  rimandando    j 
di  mano  in  mano  .fecondo  eh' erotto  pagati  i  Tede  fi  hi  in  Germania;in  modo\che 
non j ': vedendo  fegttì  che  hauefiero  in  ~?>;?no         . .vare  contra  alcuno  perai- 
borati  corflo della uitioria,  an%i  battendo  II  Viceré  ratificato  la  capitolata- 
ne fata  confino  mandato  col  Tor.ttfice,  e  irati andò nel  t  ;  mpo  medefìmo  di  fa 
re  appuntamento  nuouo  co  i  Fiumani ,  iìquale  molto  defidcraua;fi  uoltaro- 
no  gnocchi  di  tutti  a  njgnardare,  in  che  modo  Ce  far  e  rie  euefiefi  liete  noueU 
le,&  a  che  fini  fi  wdirr^afiero  i  fluoi  penfieri:  colquaìcper  quello  the  fi  pò- 
tette  comprendere  dalle  dimofir anioni  efirinfeche* appari,  or.*  incuci*  grandi 

di  animo 


SESTÓDECTM  ©i  4& 

Malanimo  molto  ^moderato,  &  atto  arefifiere facilmente  alla  proferita  della 
fortuna,e  tale  che  non  era  da  credere  in  un  Trincipe  fi  potente, gioitane  &  che  m^c^i^! 
mai  non  haueua  fentite  altro  che  felicità:  perche  hauuto  auifo  di  tanta  nino-  d'animo  di 
ria,che gli peruenne  il  decimo  giorno  di  Marzo,  &  cGn  effo  lettere  di  mano  ì^coT/proì 
propria  del  Re  di  Francia,  feriti  e  fupplicheuolmente,  &  piupreflo  con  animo  f?crc  fa  me* 
di  prigione, che  co  animo  di  Re;  andòfubito  alla  Chiefa  a  rendere  gratie  a  là-  ugTouJoJ? 
.dio  con  molte  folennità  di  tanto  fucce fio:  &  con  fegni  difomma  diuotione.pre  9ual  dicc  » 
fé  la  mattina  feguente  il  facr amento  della  Eucarifiia,  &  andò  in  proceffwne  giorni  fece* 
alla  Chiefa  di  Tjoftra  Donna  fuor  a  di  MadriU  doue  allhora  fi  trouaua  con  la  h}^^m° 
Corte;  né  confenti  che  fecondo  l'ufo  de  gli  altri-,  fi  face  fiero  con  campane,  b  con  queftafcikl 
fuochi,  ò  in  altro  modo  dimoflrationi  di  allegre^a,dicendo  efiere  contienien-  tà,  fof,c  d'u: 
tefarefefte  delle  uittorie  hauute  contra  gli  Infedeli,  non  di  quelle  che  shaue^  ftì  saiti  mt- 
uano  contra  i  Chriftiani:  &  non  moflrando  ne 'gefli,ò  nelle  parole  fegno  alcu-  "  Sva?lì  mo 
no  di  troppa  letitia,ò  di  animo  gonfiato;  rif^ofe  alle  congratulai  ioni  de  ?li  p^e.ch"  *- 
.Ambaf datori,  &  huomini  grandi,  che  erano  apprefio  a  lui, che  n haueua  pre  uir*J °d pjjf 
fo  piacere, per  che  l'aiutarlo  Iddio  fi  manifeflamente  gli  pareua  pure  indicio  «Morgui  n- 
à- 'e fiere,  benché  immerit  amente, nella  fua  grafia  &  perche  (per au  a  che  hora  n\efieiTh" 
harehbe  l occafwne  di  mettere  la  Chrtflianità  inpace,  &  d apparecchiare  la  bsn,a  che- 
guerra  contra  gì' infedeli,  &  perche  harebbe  facilità  maggiore  di  fare  bene  fi-  q^riaJl 
ciò  agli  amici  &  di  perdonar  animici;  foggiugnendo  che  fé  bene  quefla  uiu  xia  Xo} lc  fe  H 
torta  gli  poteffe  parere  giuflamente  tutta  fua,  per  non  e  fi  ere  fiato  fé  co  ad  creda  f  & 
acquiftarla  alcuno  de  gli  amici;  uoleua  nondimeno  che  ella  fnfie  communc  Dionedopo 
a  tutti  : anxihauendo udito  l'Oratore  Finitiano,che gli  giuftificaua  le  cofe  Litoti  cu* 
fatte  dalla  fua  Rcpublica,  diffe  poi  a '  circojìanti  le  fcufefue  non  efiere  uè-  radal,a  '»«- 
re,  ma  che  uoleua  accettarle,  &  riputarle  per  uere:  neliequali parole, &  di-  "!gi,  freddò 
moflrationì,  fignificatrici  difomma  fapien%a,&  bontà,  poi  che  fi  fu  conti-  chencI.Ia  w 
nuato  qualche  giorno,egli  per  procedere  maturamente  come  era  confueto,  chia  ne  piuurco: 
mato  un  giorno  ilConfiglio,  propofe  lo  configli  a  {fero  in  che  modo  fuffe  da  ma  /^f"* 
gouernarfi  col  Re  di  Francia,  &  a  che  fine  donefie  indiri%^arfi  quefla  tutto-   pò  è  pofto 
ria.  Comandando  che  per  ciafeuno  ft\configliaffe  liberamente  alla  prefen^a  dal  s^elli- 
fua.  Dopo  il  quale  comandamento  il  Vefcouo  di  Ofma ,  che  teneua  la  cura  delia  quarl' 
del  con  fé  (farlo;  parlò  co  fi.  ta  Enneade. 

«    7  ^ì      ■   rrr  •  »         n     i  .         .  „  °ra  ,n  que- 

Sc  bene.GLoriojifjimo  Trincipe,  tutte  le  cofe  che  accadono  in  quefìo  mon-  ftp  efcmpio 

do  inferiore  procedono  dalla  prouiden^a  del  fommo  iddio,  &  da  quella  han-  auf^ntle°^' 

no  giornalmente  il  motofuo;  pure  queflo  tal  uolta  in  quakh'una  fi  forge  più  regnare  a* 

chiaramente:  ma  fé  fi  uè  dde  mai  manifeflamente  in  alcuna,  fi  è  uedutonel-  ^r!.c,p,'chc 

•  /»  .  ,  .  -,  J '  »*v»*-i.f      aaiia  mano 

laprejente  mttona:  perche per  la  grandezza  fua,  &  per  la  facilità,  con  la  r°!a  di  dìo 
quale  è  fiata  acqui/lata,  &  per  efierfi  tónti  mimici  potentiffimi,'&  molto  wnofcew'ie 
più  abbondanti  di  uoi  delle prouifioni  necefiane  alla  guerra;  non  può  negare  lor  Storie. 

alcuno   ottenuta  la 
tutoria  contra  i  Belgi,iNeruii.&gli  Adiratici,  operò  che  in  Roma  per  15.  giorni  fi  race/fero  orationi  co- 
me  fcriuealfìiiedel  Jib.z.de' fuoi  Commètari:  &  altre  uolte  d'alni  Principi  ethnici  leggiamo.  Coli  poneil 
Già.  nel  lib.A3.che  Solimano grà  Tiuco  prek  Strigonia;  fece  iacrificjo,  ringratisndo  Diodi  tanta  uittoiia. 

Kfjlrt 


LIBRO 

tdctmonon  fta fiata  cfprefia  uolontd  di  lidio*  &  qnafi  miracolo: pero  quante 
il  beneficio  fuo  è  flato -più  manifeflo,&  maggiore,  tanto  più  è  obligata  la  Mae 
fld  uoflra  a  ricono  (cerio  <&  a  dimoflrarne  la  debita  gratitudine:  il  che  princi- 
palmente con  fijìe  nello  indirizzare  la  uittoria,  fecondo  che  piufia  iljeruigio 
d'lddio>&  a  quel  fine  per  loquale  fi  può  credere  cti  egli  uè  l'habbia  cocciuta:- 
&  certamente  quando  io  confiderò  in  che  grado  fui  ridotto  lo  flato  della  Chri- 
ftianità,  non  ueggo  che  coja  alcuna  fia,  né  più  finta,  né  più  necefiaria ,  né  più 
grata  a  Iddio  che  la  pace  uniuerfale  tra  iTrincipi  Chrifliani:  conciofia  che  fi 
tocchi  con  mano, che fen^a  quefìa  la  religione, la  fé  de  fua,  il  ben  uiuere  degli 
huomini  ne  uanno  in  manififli filma  rouina.  Habbiamo  da  una  parte  i  Turchi 
che  per  le  noflre  di  fior  die  hanno  fatto  contra  i  Chrifliani  tanto  progrefio,  & 
bora  minacciano  lungheria,  Regno  del  marito  della  Cor  ella  uoflra;  &  fé  piglia 
no  1' Fngberia)Come  fé  i  Trincipi  Chrifliani  non  fi  unifeono,  fetida  dubiopiglie- 
ranno,haranno  aperta  laflrada  alla  Germania-  &  alla  Italia.  Dall'altra  par- 
te quefìa  herefia  Luterana  tanto  nimica  a  Iddio,  tanto  uituperofa  a  chi  la  può 
opprimer  e, tanto  pericolofa  a  tutti  i  "Principi -^ha  giàprefo  tal  piede,  che  fi  non 
fiprouede.fi  empie  il  mondo  di  heretici,néfipuoproued.ere,finon  con  l'auto-* 
ritd,&  potenza  uoflra  ;  lequali  mentre  che  uoi  fiate  impegnato  in  altre  guer- 
re nonpofìono adoperarfi a eflirpare queflopernitiofifiìmoueltno.  Dipoi quan 
io  bene  alprefente  né  di  Turchi,  né  di  hereticifi  temefie^  che  cofa più  brutta^ 
piufceleratatfiupeftifera,  che  tanto  fangue  de  Chrifliani  y  che  fi potrebbe  fien 
ier  e  glorio f amente  per  aumentare  la  fede  di  Chrifto,  ò  almeno  riferbare  a  tem 
pi  più  ?wccfiarij,fijfandaper  le  paffioni  noflre  inutilmente,  accompagnato 
da  tanti  flupriyia  tanti  facnlegijy  &  opere  nefande?  mali  che  chi  né  cagione 
per  uolontà,nonpuo  fperarne  da  Iddio  perdono  alcuno;  che  chi  gli  fa  per  necef- 
fitd  non  merita  d'efierefcufato,fe  almeno  non  ha  determinata  intétione  di  ri- 
mediare come  prima  ne  hard  lafacultd.  Debbe  adunque  e  fiere  il  fine,  &  la  mi 
ra  uoflra  la  pace  uniuerfale  de' Chrifliani,  come  cofafopra  tutte  l'altre  honore- 
uole,fxntaì&  ne  cefi  aria:  Uquale  uediamo  bora  in  che  modo  fi  pò  fi  a  confegui- 
re.  Tre  fono  le  deliberationi  che  può  prendere  la  Mae  fld  uoflra  del  He  di  Fran 
eia:  luna  di  tenerlo  perpetuamente  prigione:  l'altra  di  liberarlo  amoreuolmé- 
te,&  fratcmalmentefen%a  altre  conuentioni  che  quelle  che  appartenemmo  a 
fermare  tra  uoi  perpetua  pace.  &  amicitia,&  afanare  i  mali  della  Chrifliani- 
td:  la  ter^a  liberarlo, ina  cercando  di  trarne  più  profitto  che  fia  poffibile:  delle 
quali, fi  io  non  m'inganno,  l'altre  due  prolungano,  &  accrefeono  le  guerre,  la 
liberatione  amoreuole,&  fraterna  è  filo  quella  che  l'eflirpa  in  eterno:  perche 
chi  può  dubitare  che  il  Re  di  tracia  ufandof  egli  tanta  genero  fitd,  fi  fingulare 
lìberalitd,non  rimanga  per  tanto  benefìcio  più  legato  co  l'animo,  &piu  inpo- 
teftà  uoflra,che  non  è  al  prefente  col  corpo?  &fe  tra  uoi,&  lui  fard  uera  unio 
ne,&  concordia,  tutto  ilreflo  de' Chrifliani  andrà  a  quel  camino  che  da  uoi 
due  fard  moflrato:  ma  il  rifoluerfi  a  tenerlo  fimpre  prigione, oltre  chef  irebbe 
pure  con  infamia  troppo  grande  di  crudeltà*  &  fegno  d'animo  che  non  cono- 

fceffe 


3  E  X  T  ODE  CIMO;  466 

fcefie  ìapotcflà  delia  fortunato  fifa  egli  nafiere  guerre  di  guerre?  perche  prt 
fuppone  uolere  acquiftare,ò  tutta,ò  parte  delia  Francia,  che  ferrea  nuoue,  & 
grandiffime  guerre  non  fi  può  fare.  Se  fi  piglia  il  partito  di  me^o,  cioè  liberar- 
lo ,ma  con  più  uantaggiofì  patti  chefipoffa:  credo  che  fia  il  più  implicato,  il 
più  pericolojò  partito  di  tutti  gli  altrUperche  facciafi  che  parentado,  che  capi- 
tolile obligatione  fi  uoglia>refteràfempre  nimico^ne gli  mancherà  mai  la  co 
pagnia  di  tutti  quelli,  che  temano  della  grand eiga  uoflra:in  modo  che  ecco 
nuoue  guerre, &  più  fanguinofe,  &  più  pericolone  che  le pafiate.  Cono  fio  qua 
toquefia  opinione  fia  diuerfa  dal  gufilo  de  gli  huomini,  quanto  fìa  nuoua>  & 
fen%a  ejfempij,  ma  fi  conuengono  bene  a  Ccfare  deliberationi  e firaord inarie, 
&fingulari:  né  è  da  marauigliarfi  che  l'animo  Cefareofia  capacijfimo  di  quel 
lo, a  che  i  concetti  de  gli  altri  huomini  non  arriuano,  i  quali  quanto  auan^a  di 
degnità,  tanto  debbe  auan%are  di  magnanimità:  &  pero  conoscere  [opra  tutti 
gli  altri  quanto  fia  piena  di  uera  gloria  una  tanta  generofità,  quanto  fia  pm 
ufficio  di  Ce  far  e  il  perdonare  ,&  il  beneficar  e, che  r  acqui/lare;  che  non  in  ua- 
no  Iddio  gli  ha  dato  qua fi  miracolofameniela  poteflà  di  mettere  la  pace  nel 
mondo, che  a  lui  fi  appartiene  dopo  tante  untone,  dopo  tante  gratie  che  Iddio 
gli  ha  fatte,  dopo  il  uedere  ingenocchiato  a'picdi  fuoi  ognuno,  procedere  non 
più  come  nimico  diperfona,maprouedere  come  padre  commune  alla  fallite  di 
tutti,  più  fecegloriofo  il  nome  dì  jlleflandro  Magno,  il  nome  di  lulio  Cefare9 
la  magnanimità  diperdonare  a  nimici,  &  di  reflituire  i  Regni  a  ubiti,  che 
tante  uittorie,&  tanti  trionfi:  l'è  fi  empio  de'  quali  debbe  molto  più  feguitare 
chi,  non  hauendo  per  fine  unico  la  gloria,  ancora  che  fia  premio  grandilfimo, 
defid era  principalmente  difarequelfcheè  il  proprio,  il  nero  ufficio  di  ciafeu- 
noVrincipe  Cìmfliano.  Ma  consideriamo  più  innan%i  per  connine  ere  coloro, 
che  mifurano  le  cofe  humane  folamente  con  fini  humani ,  quale  deliberationc 
fia  più  conforme  ancora  a  quefli.  Io  certamente  giudico  che  in  tutta  la  gran- 
deyga  della  Maeftà  uoftra>nonfìa  la  più  marauigliofajapiu  degna  parte,  che 
quefia gloria  di  effere fiato  infimo  a  boggi  inuitto  d* battere  condotto  a  feliciffi^ 
mofine  con  tanta  riputatone  con  tanta  proferita  tutte  l'imprefe  uofire.  Que- 
lla è  fenica  dubbio  la  più  pretiofa  gioia,il  più  fingulare  t  efóro  che  fia  tra  tutti 
$  uoftri  t efori:  adunque  come  meglio  fi  filabili fee ,  come  meglio  fi  affluirà,  co- 
me più  certamente  fi  confer  uà  ,cb  e  col  pò  far  e  le  guerre  con  fine  sì  generofo,  & 
sì  magnanimo,  col  leuare  la  gloria  acqui/lata  dalla  poteflà  della  fortuna,  &  di 
me%o  il  mare  ridurre  inficuro  porto  queflo  nauilio  carico  di  merci  di  ineftima- 
bile  ualore.  Ma  diciamo  più  oltre  non  É  T I V  de fider abile  quella  grande^ 
%a  che  fi  conferita  uolontariamente,  che  quella  cb  e  fi  mantiene  con  uiolen^i 
imitino  ne  dubita  perche  è  più  [labile, più  facile,  più  piaceuole,  più  honorem- 
le.  Se  Cefare  fi  obliga  il  Re  di  Francia  con  tanta  liberalità,  con  tanto  bene- 
ficio, non  farà  egli  fempre  padrone  di  lui,  &  del  Regno  fuo?  feda  fimanife~ 
fia  certezza  al  Tapa,èr  a  gli  altri  Trincipidi  contentar  fi  dello  fiato  che  ha, 
né  hauere  altro  penfiero,che  delìafalute  uniuerfale;  no  reflaranno  eglino  fen- 

*Nji  ni         7g 


LIBRO 

Xafojpettoì  &non  battendo  più  né  da  temere,  ne  da  contendere  con  luì,  non 
folo  ameranno,ma  adoreranno  tanta  bontà:  cofi  con  uolontà  di  tutti  darà  le 
leggi  a  tutti  }&  fenica  comparatone  difyorràpiu  deChrifliani  con  la  beniuo- 
len%a,&  con  l  autor  ità^che  non  far  ebbe  con  lefor%e,  &  con  l'imperio  :  bara 
f acuità  aiutato, &  Seguitato  da  tutti  uoltare  l'armi  contra  i  Luterani,  &  cen- 
tragli Infedeli  con  più  gloria,  &  con  più  occafwne  di  maggiori  acquifii:i  qua- 
li,non  so  perche  non  fi  debbino  anco  defiderare  nell'africa*  ò  nella  Grecia,  ò 
nel  Leuante, quando  bene  l'ampliare  il  dominio  fra  i  Chrifliani  hauefie  quella 
facilitàycbe  molti agiudiciomio  nanamente  fi  imaginano  :  perche  lapoten'za 
della  Maeflà  uoflra .  è  aumentata  tanto  che  è  troppo  formidabile  a  ciafeuno,  & 
come  fi  uegga  che  fi  difegni  maggiore  progrejfo ,  tutti  di  neceffaà  fi  uniranno 
contra  uou  "He  teme  il  Tapa,ne  temano  i  Vinitianunc  teme  Italia  tutta>& 
per  ifegnichefpejfofifono  ueduti  è  da  credere  che  habbia  a  effere  molefla  al 
Re  d  Inghilterra,  Totrannofi  intrattenere  qualche  me  fé  conjperan^a,  &  pra 
tiche  nane  i  Francefuma  bisognerà  in  ultimo  che  il  Refi  liberilo  chef  differi- 
rlo: difperati  fi  uniranno  con  tutti  quefli  altri:  fé  il  Refi  libera  con  conditìone 
per  la  Mae  fa  »-oftra  di  poca  utilità-,  &  che  guadagno  fi  farà  fatto  a  perdere 
i' occafwne  d'ufare  tanta  magnanimità*  laqualefe  non  mofira  in  quefìo  princi- 
pio,ancora  che  fimojlraffepoi;  non  bara  feco  più  né  lande, né  gloriarle  gratta 
pari.  Se  co  conditìonì,che  in  fieno  utili',  non  l'offeruerà:  perche  niuna  ficurtà 
che  gli  habbia  data  gli  potrà  importare  tanto  che  no  gli  importi  molto  più  che 
il  nimico  fuo  non  diuenti  sì  grande,  che  poi  lo  poffa  opprimere:  co  fi  haremoy  o 
una  inutile  pace, o  una  pericolo  fa  guerra,  ifini  delle  quali  fono  incerti,&  da  te 
mere  più  da  chi  ha  hauuto  sì  lunga  felicità  la  mutatione della  fortuna ,  &  da 
difpiacerepiu  quando  le  cofefucccdeuano  male  a  chi  ha  battuto  poteflà  di  fa- 
bilirle  tutte  bene,  Tenfo  Ce  fare  battere  fodìsf atto  al  comandamento  uoflro,fe 
non  con  lapruden,%a>almeno  con  l'affettione)&  con  la  fede:  né  mi  refla  altro 
che  pregare  Iddio  che  ui  dia  meni e, &  j acuità  di  fare  quella  de  liberatone, che 
fi  a  più fecondo  lafua  uolontà  fiaptu  fecondo  la  uoflrajglorta,  più  finalme  te  fe- 
condo il  bene  della  Republica  Chnfiiana:  dellaquale,  et  per  la  degnitàfuppre- 
mache  noi  hauetc,&  perche  fi  uede  e  fere  così  la  uolontà  dìuina,a  uoì  conuìe 
ne  efferne  padre  ,&  protettore. 

Fu  udito  quefw  conftglto  da  Cefare  con  grande  attentione,  &  fen%a  far  efe- 
sio alcuno  di  dispiacergli,  o  di  approuarlo:  ma  poi  che  flato  alquanto  tacito 
hebbe  accennatole  gli  altri  feguitajkro  di  parlare,  Federigo  Duca  d\ilba> 
huomo  apprefio  a  Cefare  di  glande  autor riàrdi ffe  così. 

Io  faro  fcufato,Inuittiffimo  Imperatore  fé  io  confedero,  che  in  me  non  fid 
gìudicio  diuerfo  dal  giudizio  comune, né  capacità  di  aggiugnere  con  l'intellet- 
to a  qudÌQA  che  gli  intelletti  degli  altri  htiomininon  arriuano:  an^  faro  for- 
fè più  IcdatOìfe  cofiglierò,  che  fi  proceda  per  quelle  uie  mede fime, che  fono  pro- 
ceduti fempre  i  padri,  &  gli  auoli  uoftri:  perche  ICO  TstJ  IGLI  nuota,  ty 
inuftt  atipo  fi  ono  al  primo  affretto  parere  forfè  più  glorio  fi,  &piu  magnanimi: 

ma 


SESTODECIMO, 
$na  YÌeftotìo  poi  fetida  dubio  più  pericolo  fi,  &  più  fallaci  di  queBì,  che  in  ogni 
tempo  ha  appreffb  a  tutti  gli  hucmini  approvato  la  ragione,  &  l'ejperien^a. 
La  uolonlà  d'iddio  priva :  talmente ',&  dipoi  la  virtù  de  uofiri  Capitani,  et  del 
tioflro  efiercito,ui  ha  data  lamaggior  uittoria,  che hauefie  già  fono  moli  e  età 
alcuno  principe  Chrifliano;ma  tutto  il  frutto  delihauere  vinto  ccfific  nel! tifare 
la  uittoria  hcneiel  non  fare  qveflo  è  tanto  maggiore  infamia,  che  il  non  vince- 
re *quato  è  più  colpa  le  fi  ere  ingannato  da  quelle  cofe,  che  fono  in  potè ft  a  di  chi 
singanna,che  da  quelle  che  depedono  dalla  fortuna:  dunque  tato  più  è  da  aucv- 
tire  di  no  fare  deliberatane,  che  iti  habbia  alla  f  ne  a  dareappreffo  a  gli  altri 
vergogna,appreffo  a  uoimedefimo peniten7a:&  quatopiugraue  è  la  importa 
7a  di  quello ìche  fi  trattala to fi  debbe  procedere  più  cinoffietto,  &fare  matu 
raméte  quelle  deliberationiycti errate  una  voltalo  fi  poffono  più  ricorreggere: 
&  ricordar  fi  che  fé  il  Re  fi  libera  ;non  fi pub  più  ritenere,  ma  mentre  che  èpri 
gione;  è  fempre  in  poteflà  uoflra  il  liberarlo  :  ne  douerebbe  la  tardità  dargli 
ammiratione.perchefe  io  non  ni  inganno  y  è  confido  a  fé  mede  fimo  quello ,  che 
farebbe  fé  C  e  fare  fuffe  fino  prigione.  È1  fiata  certo  cofit  grandifinna  a  pigliare 
il  Re  di  Francia:ma  chi  confidererà  bene;  la  troverà  ferina  comparatane  mag 
gior  a  la fei adorne  farà  mai  tenuto  prudenza  il  fare  una  deliberatane  di  tanto 
momento  fen^a  lughi/fime  cofulte,  &  fen%a  rivoltar  fila  infinite  uolteper  la 
mente. :ls{è  farei  forfè  in  quefiafientenxa-fie  io  miperfuadeffi,  che  il  Re  libera- 
to al  preferiteci cono fee fife  tato  beneficio  co  la  debita  gratitudine;  &  che  il  Va 
pa>&  gli  altri  d'Italia  depone  fi  ero  infieme  colfofbetto  la  cupidità.  &  lambì 
tionerma  chi  non  conofee  quato  fiapericolofo  fondare  una  rifolutione  tato  im- 
portante fu  un  prefiuppofito  tanto  fallace ;&  tanto  ine erto :anQ  chi  co  fiderà  he 
ne  la  codi  t  ione  e  icofiumi  degli  huomini;  ha  più  pr  e  fio  a  giudi  care  il  cotrario; 
perche  di  fina  natura  Ts^iyì^yl  cofia  è  più  brieue,  niuna  ha  vita  minore  che 
la  memoria  debenefic'vj,&  quanto  fono  maggiori,  tanto  piv(come  è  in  Trover 
bw)fi pagano  con  la  ingratitvdine:  perche  chi  non  può,  ò  non  vuole  feaneck 
largii  co  la  rimuneratone;  cerca  [pefib  di  {cancellargli,})  col  dimenticai f eglino 
iolperfivadere  afe  mede  fimo  che  non  fieno  flati  sì  gradi:  &  Qj/£l  L  Ìche 
fi  vergognano  aefferfi  ridotti  in  luogo, che  habbino  hauvto  bifogno  del  benefi- 
cio; fi  fdegnano  ancora  a" bauerlo  ricevuto;  in  modo  che  può  più  in  loro  Iodio 
per  la  memoria  della  neceffità,nellaquale fono  caduti,  che  Vobligatione  per  la 
cofideratione  della  benignità  che  a  loro  è  fiata  vfata.oltra  che,di  chi  èpiv  natv 
rale  la  infokntia,piv  propria  la  leggerezza,  che  de'Fracefit  DO  VE  è  la  info 
lem\a,è  la  cecità:dove  è  la  leggerezza  non  è  cognitione  di  virtù,  nogiudicio  di 
dificernere  l'anioni  d* altri, rio  gravità  damifvrare  qvello,che  covengaafefief 
fo.  Che  adunque  fi  può  fi)  erare  d'vn  Re  di  Francia  enfiato  di  tanto  faflo,  quan- 
to ne  può  capire  in  un  Re  de  Francefile  non  che  arda  difidegno,  &  di  rabbia 
defiere  prigione  di  Ce  far  e, nel  tempo  chepenfaui  d bavere  a  trionfare  di  lui* 
fempre  gli  farà  innari  a  gli  occhi  la  memoria  di  qvefla  infamiate  liberato  ere 
fera  mai  che  il  mezp  di  fi>egnerla  fia  la  gratitudine  :  an%i  il  cercare  fempre 

T^ji  n     3  di 


LIBRO 

di  efieruì  fuperiore,  perfuadcràafe  medefimo  che  uoi  l'habbidte  lafciato  per 
le  difficoltà  del  riceverlo,  non  per  bontà-,  ò  per  magnanimità:  cofi  è  quafifem- 
pre  la  natura  di  tutti  gli  huomini,  cosìfempre  è  quella  de3  Fr  ance  fi,  da'  quali 
chi affretta grauità,ò  magnanimità, affretta  ordine,  &  regola  nuoua  nelle co- 
fe  Immane .  In  luogo  adunque  di  pace,  &  di  riordinare  il  mondo  ;  [urger anno 
guerre  maggwri,&  più  pericolone  che  lepafiate:  perche  la  noflra  riputatane 
farà  minor  e, &  ì esercito  uoflro  che  affretta  il  frutto  debito  di  tanta  uittoria 
ingannato  delle  ffrcran%e  fue:  non  haràpiu  la  medefima  uirtu,  &  uìgore,nè  le 
cofeuoftre  la  medefima  fortuna,laquale  difficilmente fla  con  chi  la  ritiene, non 
che  con  chi  la  faccia,  l<lèfirà  d altra  forte  la  bontà  del  Tapa,&  de'  Vinitia- 
ni:  ariT^i pentiti d'bauerui  lafciato  conseguire  lapaffata  uittoria;  cercheranno 
di  impedir  ni  le future,  &  la  paura  che  hanno  bora  di  noi;  gli  sformerà  a  fare 
ogni  opera  dinoti  hauere  a  ritornare  in  nuoua  paura:  &  doue  e  in  poteftà  uo- 
ftra  di  tenere  legato,  &  attonito  ogrìuno,uoi  meàefimo  con  una  diffoluta  bon- 
tà farete  quello  che  gli  farete  fciolti,  &  arditi.  7Ìon  so  quale  fia  la  uolontà 
d  '  Iddio  : ne  credo  lafappinogli  altri:  perche  fi  fuole  pur  dire  che  i  giudicij  fuoi 
fono  occultiti  profondi.  Ma  fé  fi  può  conietturare  da  quello,  che  tanto  chìa- 
rametefi  dimofira,  credo  che  fia  fauoreuole  alla  uoftra  graderà:  no  credo  già 
che  abbondino  tante  fu  e  gratic  a  fine  che  uoi  le  diffipìate  da  uoi  mede  fimo,  ma 
perfaruifuperiore  agli  altri  cofi  in  effetto  come  fiate  in  titolo,  &  in  ragione: 
pero  perdere  sì  rara  occafione  che  Iddio  ui  manda,no  è  altro  che  tt tarlo  afarui 
indegno  della  fu  a  gratin.  Hafempre  dimoflratol  '  effrerìen%a,&  lo  dimofira  la, 
ragione  .che  mai  fina edono  bene  le  co  fé  che  dependono  da  molti:  però  chi  crede 
con  r  unione  di  molti  Trincipiffregneregli  Heretìci.ò  domare  gli  Infedeli,  non 
fife  mifura  bene  la  natura  del  modo  fono  wprefe  che  hano  bifogno  d'un  Vrin- 
cipe  sì  grande, che  dia  la  regola  a  gli  altri:  fen^a  quefìofe  ne  tratterà,  &  farà 
peri*  inmnij,  con  quelfucceffo  che  fé  riè  trattato ,  &  fatto  per  l 'adietro:  per 
quefto  credo  che  Iddio  ni  madi  tante  uittoric:perqucfio  credo  che  Iddio  uapra 
la  uia  alla  Monarchìa,co  laquale  fola  fi  poffono  fare  sì  fanti  effetti:  &  meglio 
è  che  fi  tardi  loro  principio  per  fargli  co  miglior  i,&  più  certi  fondamenti.  1\(£ 
ui  alieni  da  quefla  deliberatone  il  timore  di  tante  unioni,  che  fi  minacciano: 
perche  troppo  grande  è  l' occafione  che  hauete  in  mano,  ne  mai  fé  le  co  fé  far  aìu 
no  bene  negotiatedamadre  del  Re  per  lapietà  materna,  &pcr  la  neceffità 
di  ricuperare  il  figliuolo;  fi  jfriccherà  dalle  ffreran%e  di  nhauerlo  da  uoi  per  ac- 
cor  dome  mai  i  Trincipi  d  Italia  fi  uniranno  colgouerno  di  r  rancia,  conefecn- 
do  chefemprefia  in  poteftà  uoftra  col  liberare  il  Re  fepararlo,  an^i  uoltarlo 
contra  loro;  bifognaftianoattoniti,&foffrefi,&  alla  fine  faccino  a  gara  di  ri- 
cevere le  leggi  da  uoi:  a!  quali  farà  glorio  fa  ufare  la  clemenza,  &  la  magnani- 
mità,quanio  le  co  fé  reftino  in  grado,  che  nonpoffino  mancare  di  riconofeertti 
per  fuperiore.  Cofi  bufarono  Me f  andrò,  &  Ce  far  e,  che  furono  liberali  a  per 
donare  le  ingiurie,  non  inconfiderati  a  rimetter  fi  da  fé  fteffi  in  quelle  difficul- 
ià>  &  pericoli,  che  haueuanogiàfuperatu  £  laudabile  chi  fa  cofi,  perche  fa 

cofx 


SESTODECIMO.  4<$8  ■ 

cofa  chehapochiefiempij:  maperauentura  imprudente  chi  fa  quello,  che  non 
ha  alcuno  effempio.  Vero, Ce  fare  ,il  parere  mio  è,cbe  di  quefauittoria  fi  trag- 
gapiu  frutto  chef  pub,&  che  perciò  il  Ritrattandolo  fempre  con  honori  con 
uenienti  a  He  fa  condotto  fé  non  fi  pub  in  Ijpagna, almeno  aTsJapoli:  in  riffio- 
fla  della  lettera  fua;  fi  mandi  a  lui  unbuomo  con  benigni  (fime  parole  :  per  Io- 
quale  fi  propongano  le  conditioni  della  fua  liberatane,  tali  che  come  parti- 
colarmente fi  potrà  confultare,fiano  premij  degni  di  tanta  uittoria.  Così  fer- 
mati quejli  fondamenti,&  quefli  fini  del  uofiro  procedere;  la  giornata ,  &gli 
accidenti,  chef  fcopriranno;  farà  più  prefta,  opiu  tarda  la  liberatane  del  Re, 
lo  fare  inguerra,o  in  pace  congli  Italiani,  a*  quali  fi  diano  per  bora  buone  Jpe 
ran%e,&  fi  aumenti  quanto  fi  pub  ilfauore ,  &  la  riputatane  dell'armi  con 
l  arte,  &  con  la  induflria,per  non  battere  a  tentare  ogni  giorno  di  nuouo  la 
fortuna,&  ftiamo parati  ad  accordare  con  queflo,  o  con  quello,  o  con  tutti  in- 
fieme,o  con  neffuno  fecondo  che  l'occafoni  confglicranno .  Queflefono  le  me, 
per  lequalifempre  fono  caminatii  J auij Principi,  &  particolarmente  quelli, 
che  u  hanno  fondato  tanta  grandeT^a:  i  quali  non  hanno  mai  gittato  uiagli 
inflrumenti  del  ere  fiere,  né  allentato  quando  L'hanno  hauutopropitio,  ilfauo- 
re della  fortuna.  Cofi  douetefare  uoi,  alquale  appartiene  per  giuflitia  quello 
che  in  qualch'uno  di  loro  poteua  parere  ambinone .  Ricordatcui  Ce  fare  che 
noi  fiatp.  Vrincìpe,&  che  è  ufficio  uoflro  di  procedere  per  la  uia  de'Vrincipi, 
&  cheneffuna  ragionerò  diuina,  o  humanaui  conforta  a  ommettere  l'oppor- 
tunità di  fare  rifurgere V autorità  ufurpata,  &opp/efia  dell'imperio; ma  ui 
obliga  fol amente  ad  hauer e  animo,  &  intentane  di  ricuperarla  rettamente; 
&  ricordateui  fopra  tutto  quatofia  facile  a  perder  l'occafani  grandi,  &  qua- 
tofia  difficile  ad  acquiflarle:  &  però  mentre  che  s  hanno  ;  efere  necefiario  di 
fare  ogni  opera  per  ritenerle,  ne  fondar  fi  fu  la  bontà  ofu  la  prudenza  de'  uin- 
t'upoi  che  il  mondo  è  pieno  di  impruden%a,&  di  malignità:  &  giudicado  che, 

0  dalla grande^aiafira,o  da  neffuno  altro  meyo  s  ha  a  difendere  la  religio- 
ne Chrifliana.non  mancate  accrefcerla  quanto  fipitb,  non  piti  per  intereffo  del 

1  auttor ita j&  gloria  uoflra  che  per  feruigio  d'iddio,  &  per  %elo  del  bene  uni- 
uerfale.  Impoffib ile  farebbe  efprimere  con  quanto  fauor  di  tutto  il  confila 
fuffe  udito  il  Duca  d'^Alua.hauendofi  già  ciafeunopropoflo  nell'animo  l'impe- 
rio di  quaf  tutti  i  chnfliani:perb  no  fu  alcuno  de  gli  altri  che  fenica  replica  no 
confermale  la  medefmafenten%a,approuandola  ancora  Cefare più preflo  fit- 
to jpecie  di  non  uolere  difeofiarfi  dal  confìglio  de'fuoi,  che  co  dichiarare  quale 
fuffe  per  fé  fle fi  a  la  fua  inclinatane.  Spedì  adunque  Beurcn  Cameriere  intimo, 
£r  molto  accetto  a  notificare  a'  Capitani  la  fua  deliberatane ■>  &  a  uifitare  in 
fuo  nome  il  Re  di  Francia,&  a  proporre  le  conditioni,  con  lequali  poteua  otte 
nere  la  liberatane  :  ilquale  fatto  il  camino  per  terra  perche  la  madre  del  Re, 
acciochepiu  commodamente  fipoteffero  trattare  le  cofi  del  figliuolo,  non  im- 
pediuapiu  iltranfitoaglibuomini,&  a' corrieri,  che  andafiero  &  uenijfero 
da  Cefare;andò  infteme  con  Borbone,  &  col  Viceré  a  ViTgichitone,  donerà, 

'Nji  n     4         anco 


- 


1  r  b  R  ò 

dttcòrà il  Rc&glì oferfe  la liberatane, ma  *con  conditioni  tanto  grani, [che  a 
Veoefi .  dal  Re  furono  udite  co  grandi  ffima  molefiia;  perche  oltra  le  ceffioni  delle  ragio 
ti  rt"°s"  rU-  ni  quali  pretenderla  hauere  in  Italia;  gli  dimadaua  la  reflitutione  del  Duca- 
ton  fon  fon  t0  fa  Borgogna,  come  cofa  propria;cbe  al  Duca  di  Borbone  defìe  la  Trouen^a; 
nK'tc  inlÓr-  &  per  lo  Re  d'Inghilterra,  &  per  fé  altre  conditioni  di  grandi  (fimo  momento. 
""v  deli*  ^Ikqualidimanderijpofeillteycoflantemente  hauere  deliberato  più  preflo 
«.oè.ìiGio  morire  prigione.che  dipriuare  i  figliuoli  di  parte  alcuna  del  Reame  diFracia: 
l!b°  dìCddìl  ma  &e  <luand°  bene  haueffe  deliberato  altrimenti  ,  che  inpoteflà  fna  non  fa- 
vita  del  ve-  rebbe  di  efeguirlo3non  comportando  Cantiche  coflitutiom  di  Fracia3chefi  alie 
AdSano  Be  naHe  cofa  a^cma  appartenente  alla  Corona  fen^a  il  confentimento  de  i  Tarla- 


ie,po«ò  ice  feropojfihili:  perche  non  potrebbono  trouare  in  lui  maggior  pronteT^a, 
tcre  al  Re  congiugnerfi  con  Cefare,  &  a  fauorire  lafua  grandezza:  ne  cefo  di  proporre 
Santi^aie?  coditioni  diuer fé  ^non  facendo  difficultà  di  concedere  largì?  ìffxmamhe  de  gli  fa 
&códitioni  ti  daltr'hpure  che  otteneffe  la  liberazione fenica  promettere  de  firn.  La  fora- 
gtaui^eìia  ma  fH  °ff^YlYfl  x  pigliare  per  moglie  la  forella  di  Cefare,  ci/ era  re  fata  uedoua 
pace  :  iiche  per  la  morte  del  Re  di  V  ortogallo  jcof e ffando  dluuere  la  Borgogna  m  nome  di 
contrario  ai  fità  dot  e  ,nell  aquale  fuc:ede fiero  ifigliuolhche  nafeerebbono  di  quefio  mattimi 
iuogo  qui  m0t  Rcftitnire  al  Duca  di  Borbone  il  Ducato  che  gli  era  flato  cofifeato,  &  ag- 
%\t  che  il  giugncrli  quali  he  altro  flato:  &  in  rincopenfo  della  forella  di  Cefare,chegli  era 
viuicciardi-  fiata promefia,  dargli  la  forella  fuareftatanuouamente  uedoua  per  la  morte 
le  conduio-  d  lAlanfomfo  disfar  e  al  Re  d'Inghilterra  con  danari:  &  a  Cefare  pagarne  per 
"'ente  Uf '*  ^  ta^a  fua  grandi  ffima  quantità:  cedergli  le  ragioni  del  Pregno  di  Istapoli* 
conoiciute  &  delDucatodi  Milano:  promettere  d>  fu  lo  accompagnar  con  l'armata  di 
fiC  g?ouìo  C  mareì  &  con  l  efi^cìto  per  terr acquando  andaffe  a  Roma  a  pigliare  la  Corona 
non  le  pò-  dell' Imperio  ch'era  come  promettere  di  dargli  in  preda  tutta  Italia.  Co  laqua- 
mocKdcte  ^eforma  di  capitoli  Beuren  ritornò  a  Cefare,  &  n'andò  con  lui  Monfignore  di 
che  quefti  Memoranfi  per  fona  infino  allhora  accetti jjìma  al  Re>  &  il  quale  fu  dipoi  prò- 
aflaV'meno  inoff°  da  ^ìil^Yima  aW  ufficio  del  Gran  Macftroy&poi  alla  dignità  del  Gran  Co 
peruenutaa  neflabile  di  Francia.  Ma  ucnuta  in  Francia  la  nuoua  della  rotta  dell' efier  cito  y 
gìouìo  con  et  ùettd  cattura  del  Re,  farebbe  qua  fi  impoffibilc  imaginare  quanta  fu  fé  la  co 
uerità ,  che  fnfwne>&  la  dijfceratione  di  tutti: perche  al  dolore fmifurato,  che  daua  il  cafo 
dftto:Utaiche  ^ifir  abile  delfuo  Re  a  quella  natione  b  affettionatijjima  naturalmentc,&  de  b 
non  puodei  uotiffima  al  nome  Reale;  fi  aggiugneuano  infiniti  dijpiaceripriuati,  &  publi- 

ueio,  che  al  Ci:  pri' 

Rc(comeeflo  Giouio  fcriue)eflcndo  in  Pizzighittone,  parefTe  d'hauer  trouato  l'Imperatore  affai  più  ha- 
jmano  della  Tua  fpeunaa. 

b  Tanto  èia  ration  Francefe  per  natura  affettionata  al  Tuo  Re,  che  quafi  come  fchiaua  fuole  non  pu- 
le effer  fedele,  ma  riuerireancho,  &  adorare  il  uolto  di  lui,  come  le  in  queilo  folle  certa  deità  occolta:  il- 
che  dice  il  Giouio,come  in  diueifi  luoghi  dell'hillorie;  coli  nel  4.  della  Vita  del  Peicara;  onde  il  Bonfimo 
nellib.3.  della  4-.  Deca  fciìue.che  Michele  Orfagh,  Palatino  d* angaria,  faleua  dire,  quando  gli  altri  Baro» 
ni  uoleuan  cacciar  del  Regno  il  Re  Mattina:  (<juaiunquc  tu  uedrai  coronato  con  la  corona  iacra,  anchoi 
che  fofli  un  bue;  «onoralo,  o;  agmla  di  Re  facroianto fagli  riucrcmia,&  per  tale  uentclo. 


SESTODECIMO.  4^ 

ci  :priuati  perche  nella  Corte,  &  nellanobiltà,pOihi[fimi  erano  quelli  che  non 
haueffero  perduto  netta  giornata  figliuoli)  fratelli ,  ò  altri  congiunti ,  ò  amici 
non  uolgari  ipubliciper  tanta  diminutione  dell'  autorità,  &  dello  jp  len dorè  di 
sìgloriofo  Regno  :  co  fa  tanto  più  loro  molefla ,  quanto  più  per  natura  fi  arro- 
gano, &  prefumonodi  fé  mede  fimi,  &  perche  teme  nano  che  tanta  calamità 
non  fujfe  principio  di  rouina  maggiore,  treuandofi  prigione  il  Re,  &  con  lui,  ò 
frefi,  ò  morti  nella  giornata  i  Capi  del  Gouerno >  &  quaft  tutti  i  Cap-tarÀprin 
cipali  della guerra-difor dinato  il  Regno  di  danari,  &  circondato  àapotentiffi- 
mi  nimici  :  perche  il  Re  d'Inghilterra  ancora  che  httuèffe  tenuto  liner  fé  prati- 
che,&  dimofìrato  in  molte  cofe  uariatione  di  animo,ct  nondimeno  pochi  gior 
ni  innanzi  alla  giornata  efclufi  tutti  i  maneggi  ,che  hauena  hauuti  col  Re;ba- 
ueua  publicato  di  uolere pajfare  in  Francia,  fé  in  Italia  [accede ffe  qualche  prò 
fyerità  :  però  era  grande  il  timore  che  in  tanta  opportunità  Ce  fare,  &  égli  non 
rompe '(fero  la  guerra  in  Francia,  doueper  non  efiere  altro  capo}che  una  donna, 
e  i  piccoli  figliuoli  del  Re  de'  quali  il  primogenito  non  hauena  a  -cora  finiti  ot  a  Don  vt<* 
tu  anni,  &per  hauere  lorofeco  il  Duca  di  Borbone ,  Signore  di  tanta  poteri-  à^°^to^ 
%a  t  &  autorità  nel  Regno  di  Francia;  era  pericolo fiffimo  ogn  i  mouménto  eh  e  p  r«&  (  «* 
face  fi  ero .  Islè  alla  madre  in  tanti  affanni  che  hauena  per  l'amore  del  figlino-  J  fopr")  "u 
lo,  &  per  i  pericoli  del  Regno,  mancauano  le  pafjSòm  fu  e  proprie  :  perche  am  la  *«r*  di 
litio  fa,  &  tenaciffima  del  gouerno  ;  dubitaua  che  allungando  fi  la  liberatane  fcVdf 'rima 
del  Re,  &  fopr  attenendo  in  Francia  qualche  nuoua  difficultì  ;  non  fu  ffe  cofiret  ft  °  in  terr* 
ta  cedere  lamminiflratione  a  quelli  chefuffero  deputati  dal  Regno  ;  nondime-  armare  :  & 
no  in  tanta  perturbatone  raccolto  l'animo  da  lei ,  &  da  quelli ,  che  zìi  erano  da  Madam* 

rr        ì         i  j  n  i     A  i  -  •         'a  Reggete 

più  apprejjo  ,  oltra  il  prouedere  più  prcjto  potettono  le  frontiere  di  Francia  >  fu  mandato 

&  ordinare  gagliarde proni foni  di  danari  :  fenffe  Madama  la  Reggente  per  in  ll?3sna» 

ordine ,  &  in  nome  delinquale  fi  (pedinano  tutte  le  faccende ,  a  Ce  far  e  lettere  fra  tutti  gii 

fupplicheuoli ,  &  piene  di  compaffione ,  con  introdurre ,  &  poi  follecitare  di  Spjf  *J*J^' 

mano  in  mano  quanto  potette  le  pratiche  dell  accordo  :  prr  lequali  anche  poco  ^luno  s'e- 

*  dipoi  liberato  *  Don  Vgo  di  Moncada ,  lo  mandò  a  Celare  a  offerire ,  che  il  fi-  "  l"  unu/* 

gliuolo  rinuntierebbe  alle  ragioni  del  Regno  di  K(apoli ,  &  dello  flato  di  Mi-  tia  dei  v5;  :  e 

lano  :  farebbe  contento  che  fi  uedefie  di  ragione  a  chi  appartenuta  la  Borgo-  "^S  ra*. 

gna  :  &  in  cafo  appartenefie  a  Ce  fare  riconofccrla  in  nome  di  dote  della  fo-  rao  dell'ira 


lequali  pratiche  perche  ftfiero  più  facili  ,piu  cheper  hauere  nolto  l'animo  a'  spagnuoii 

penfien  della  guerra  ;  (pedi  Madama  fubito  in  Italia  a  raccomandare  al  Va  prima  °gé?i! 

pa,  &  a  Vinhianì  la  falute  del  fidinolo , offerendo,  fé  per  la  fìcurtà  propria  éo  x^Qt  «** 

uoleuano  rijìrignerji  Jeco  &  pigliare  l  armi  contra  Ce  fare ,  cinquecento  lan-  maetho  dà 

ce,  &  groffa  contributione  di  danari .  Ma  il  principale feto  defiderio ,  &  di  &°^Ql  fib 

tutto  il  Regno  di  Francia  farebbe  flato  di  mitigare  l'animo  del  Re  d'inghilter  7.  detta  viti 

mendicando  come  era  iterQjche  non  baumdQnimico  lui?  il  Regno  di  Francia  del  rcfcw4* 

noti 


a  HRcAr- 


fempre   la 
mira,  come 
colui  che 
molto  cóli 
daua   nella 


LIBRO  ; 

nonhauefTeaefferemolefiato:machefeeglida  un  canto  Mi' altro  Cefare 

muSaZ ,  hauendo  con  loro  Borbone ,  e  tante  occafion,  che  ogni  cofa 

S empierebbe  di  àifficultà,&  di  pericoli .  Ma  dì  queflo  comincio  freflo  a  dima 

flrTaMadamaiualchefte^ 

fé,  fièno  che  intee  la  mona  della  uimna,  fatti  fégmgr a»?f™W?&% 

ri  &  publicato  di  uolerepaffare  in  Francia  ferialmente  ;  mandati anche 

TrrÉl  nitori  ter  trattar  e,&  follecitar  e  di  muouerc  commnnemete  la  guer 

xa , mentre  ,    ' wc"'"""c  \  r  K      -,    ?jar>ama   c7e qh manda ne  un buomo tiro- 

lodconfiZ  del  Cardinale  Éoracenfe,  forata  che  haueffiper  fine  princt- 
„Ma.z«    pi dentare  talmente  cognitore  delle  differente  tra  gli  altri  Trinafi ,  » 
IT  Sa  [ZttttoTmondo  poteffi  conoscere  dependere  da  Ih,  il  momento  della  fomma 

S&ift  S£&%  &nel  Lpo rnedefimo  fri*  «  ¥^Sot7iuSre 

bi.ro  deli.  (T,rci,o  potente,  afferma  di  dare perfezione  alfarentadoconchiufo altre 

G2^  Ze  "X&pr  Lame  ogni  fercolo  confegnare  di  frefentea  Cefare  la 
£S-  Zh'h  che  Zt  era  ancora  ned  anni  nubili .  Ma  haueuanoqueflecofe  non 
«  f££uulfaT^erJitida  lui  rnedefimo, parte  defendenti  da Ce- 
"Tn  nì   fa  e  nonpronto  a  convenire  con  lui  come  era  fiato  fcrlo  f affato  -.perche  quel 

£  StS  mandia,  la  Ghienna,  &laGuafcogna  «»È?£££E2  *™5* 

cia:fe«ve.  Careancora  che  i  premi*  fuffero  ineguali,  f afiajje  pcrjonam.ate  m  trancia 
d«  k  fu.  ;«reawrara  t«c»y/j  1  JJ  J>,, 'ìcol  Turbaualainequahtàdiqm 
i*r  a  «.  participe  egualmente  f'Mf>%  ZlTZchericordandoft  he  negli  Ani 

adh"raeoC  '  ZZli- (t>eraua  potere  confeguirepiu  dal  Re  di  Franca  col  mezo  della  face, 

d£  "  '      della  fidinola,  collocata  ancora  negli  annimmon ,  &  nella  dote  ,  ddlaquale 
.      s'haucua  a  computare  quel  che  Cefare  haueua  riceuutoin  P'bWjfJf 
irto8'""  d  Inghilterra;  anzi  moffo  dal  defiderio  dhaune  figlmoli,dalla cupidità  de  da 
"*««  nari,  haueua  inclinatione  a  congiugner  fi  con  la\forella  di  Giovanni  Re  di  b 
co» ffl  -Portogallo  d'età  nubile ,  & dallaqualefperaua  ricevere in  dote  grandi ffima 
i/dd  ^  di  |j  di  ùnari ,  &  molti  amora  in  cafo  face  fife  queflo  matrimonio  gliene 

Ì^T^llferiuanoi  popoli fvoi,defiderofidl,aveK 

™ la  ,fabfi  £  mtìone<  &chefreflofrocreafte  figliuoli .  Ter  lequalicofe  dijficvltandcfi 
«dò'Xu  ogni  domo  più  lafratica  tra  l'uno ,  &  l'altro  -principe ,  &m>f»*f>J* 
«e  di  Mar-  ^monlche  ordinariamente  haueuaal  Re  di  Francia  il  Cardinale  Ebora- 
cenfe;  le  querele  ancora  che  già  falefemente  faceva  di  Cefare,  si  per  giunte- 


rie. 

b  Si  cógiun 

le  Carlo  V. 

con 

uola 

con  lalorel 


zo  1526. 


SESTOBECIMO.  470 

rejjl  del  fuo  Re,  come  perche  gli  pareua  cominciare  a  e  fiere  difprevgato  da  Ce 
fare,  ilquale  [olendo  inuan%i  alla  giornata  diPauia,  non  mandargli  mai  fé  no 
lettere  ferine  tutte  di  mano  ,  fottoferiuendofi  ìluoflro  figliuolo,  &  cugino 
Carlo,  battuta  quella  uittoria  cominciò  a  fargli  fcriuer  e  lettere,  nellequalinon 
ui  era  più  ferino  di  mano  propria  altro  che  la  fiotto fcrittione,  non  più  piena  di 
titoli  di  tanta  riuerenxa,  &  fummiffione ,  mafolamente  con  il  proprio  fuo  no 
me  Carlo  :  lequali  cofe  furono  cagione,che  il  He  ci' Inghilterra  raccolto  ccn  hit 
maniffime parole,  &  dimoflr  at  ioni  Fh  uomo  mancatigli  da  Madama  la  Reg- 
gente, &  confortatola  a  f^erare  bene  delle  cofe  future,  non  molto  poi  alienato 
totalmente  l'animo  dalle  cofe  di  Cefare  ;  contraffe  confederatone  con  Mada- 
ma, contrahente  in  nome  del  figliuolo  ;  nellaquale  uolle  fi  inferi ffe  efpr  efifa  con 
ditione ,  che  non  fi  potè  ffe  concedere  a  Cefare ,  etiandio  per  la  Hberatione  del 
Re,  co  fa  alcuna  poffeduta  allbora  dal  Reame  di  Francia .  Quefia  fu  la  prima 
fperanr^a  di  fallite  che  cominciaffe  ad  hauere  il  Regno  di  Fracia,  queflo  il  prin 
àpio  di  re fp  ir  are  da  tante  auerftà  ,  aumentato  poi  continuamente  per  ipro- 
gl'elfi  de  Capitani  Ce  farei  in  Italia  :  iquali  diuentati  infolentijfimi  per  tanta 
uittoria,  & perfuadendofi  che  alla  uolontd  loro  hauefìero  a  cedere  tutti  gli 
buomini,  &  tutte  le  difficoltà  ;  perderono  l'occafione  di  concordare  cu'  Fini 
tiani,  contrauennono  al  "Pontefice  nelle  cofe  gli  haueuano  promeffe,  &  em- 
pierono lui,  il  Duca  di  Milano,  &  tutta  Italia  difojpetto,  Ipargendo  ifemi  di 
nuoue  turbationi  :  lequali  me ffoao  finalmente  Cefare  in  necefjltà  di  fare  deli- 
beratane precipitofa  con  pericolo  grandiffimo  dello  fiato  fuo  d  Italia,  fé  non 
baueffe  potuto  piula  fua  antica  felicità  &  il  fato  maligni  [fimo  del  Pontefi- 
ce ;  cofe  certamente  digniffime  di  particolare  notitia  ;  perche  da  accidenti  tan 
to  memorabili  s  intendano  i  configli ,  e  i fondamenti ,  iquali  fi^e fio  fono  occul- 
ti ,  &  diuulgati  il  più  delle  uolte  in  modo  molto  lontano  da  quel  che  è  uero  • 
7S[on  haueua  adunque  il  Pontefice  capitolato  appena  col  Vicere,che  foprauen 
nero  l'offerte  grandi  di  Francia  ,per  incitarlo  alla  guerra  :  &  fé  bene  non  gli 
mancafìero  all'effetto  medefimo  i  conforti  di  molti,  né  gli  f ufi  e  diminuita  la  a  !"<ji,eftc> 
diffiden%a,che  prima  haueua  de  gli  Imperiali;  deliberò  di  procedere  in  tutte  a  car.  4ó2. 
le  cofe  talmente ,  che  daU  anioni  fue  non  haueffero  cagione  di  prendere  foffiet-  fac,*Jf  df 
to  alcuno  .  Perciò  fubito  che  intefe  il  viceré  hauere  accettato ,  &  publicato  fermata  ?a 
l'appuntamento  fatto  in  Roma  ;  lo  fece  ancora  eglipublicare  in  fan  Giouanni  ìef  l!?jjj 
Later  ano,  fienosa  affettare  che  prima  fufkuenuta  la  ratificationepromeffa  di  le  :  talché 
Cefare,  honor  andò  per  più  efficace  dimoflratione  dettammo  fuo  lapublicatio-   fililo  *\ 
t  ne,  che  fu  fatta a  il  primo  dì  di  Maggio  con  la  prefen%afua,  &  con  lafolenni-  mefe  a  pu- 
tà  della  fua  incoronatione .  Sollecitò  che  i  Fiorentini  pagaffero  i  danari  prò-  qj^ho  et 
me jfì ,  &  s'intetpofe  quanto  potette ,  per  che  i  Vinitianì  appuntafìero  ancora  m»  ancho 
loro  co'  Ce  farei  :  ma  dall'altra  parte  gli  furono  date  da  loro  molte  giufie  caufe  'nciu  °vit» 
di  querelarfi  :  perche  nel  pagamento  de*  danari promeffi,  non  uollono  accetta-  del  colon» 
re  i  uenticmque  mila  ducati,  pagi  ti  per  ordine  fuo  da'  Fiorentini,  métre  fi  trai  iTmedefi^ 
tana  l'accordo,  allegando  il  rìcerè  imprudentemente,  fé  altrimenti  fu jfe  fiato  mo  • 

promeffo  h 


i  j  »  n  o 

fYòm>(fo,cfferc  fiato  fatto  fen%a  fina  commeffione ,  non  rimo/fono  ìfoldatidel 
domìnio  della  Chiefa.anxi  empierono  tlTiacentino  di  guarnigioni .  ^Allequai 
co  fé,  che  fi  potevano  forfè  in  qualche  parte  [cu  fare  per  la  careflia,che  haueua* 
no  di  aa?iari:&  d alloggiamenti >  aggiunflono  che  non  filo  nella  mutatione  deU 
lo  fiato  ài  Siena  dettero  foretto  dhauere  l'animo  alieno  dal  Tontefice,  ma 
ancora  dipoi  comportarono ,  che  ì  Cittadini  del  Monte  de  Itone  fuffero  mal 
trattai  \  &'  fl'Ogliaii  de*  beni  loro  da  i  Libertini,  non  ofiante  (he  molte  uoltc 
lar-ì  tritando  fine  lui  gli  deffero  fperanza  di  prouederui  :  ma  quello  che  fopra 
ogni  co  fa  gli  fu  molefliffimo  ,fu  lliauere  fubito  preflato  Ut' iter  è  orecchiai 
a  Ti  domo  £  Jfra  di  Ferrara,  &  a  datagli  fi  eran^a  di  non  lo  sforare  a  lafciare  Reggio, et  è 
Sella  vha7    tfohfara  y  &  d'operare  che  Ce  fare  pìglierebhe  in  protettione  lo  flato  fuo.znco- 
dei  Peifcan  ra  che  ogni  giorno  promette ffe  al  Tontefice  ,  che  finito  il  pagamento  de*  Fio- 
io  '  ch?e  il  yen  tini-  lo  farebbe  reintegrare  di  quelle  terre,  &cbé  l  Tontefice  per  follecita- 
vicerèhaue  re  l'effetto,  &  per  ottenere  che  le  genti  fi  leuaffero  dello  flato  della  Cbiefama 
denari  da i    dafje  a  luì  il  Cardinale  Saluiati  Legato  fuo  in  Lombardia,  &  deputato  Lega- 
Du; a  dl  Fef  to  a  Cefire  :  alquale  il  Viceré  dette  intentione  di  fargli  reflituire  Reggio  con 
ce -itr.gner  -  /  ami ,  fé  il  Duca  ricufaffe  di  farlo  uolontariamente  :  nondimeno  gli  effetti 
l°  *  {e^  .^ea  non  corri fionde  nano  alle  parole, co  fa  che  non  fi  potendo  feufare  con  la  necejjì- 
fregio  ce    tà  de  danari  <  perche  maggiore  quantità  perueniua  loro  per  la  reflitutione  dì 
QMUofalo  °>ut^e  *  ^am  materia  d'interpretare  probabilmente  procedere  daldeftderio  > 
ho  notata     che  haueffero  della  baffe^za  fi.a ,  ò  di  guadagnar  fi  il  Duca  di  Ferrara  ;  òper~ 
ux'0/*". 3     c^'e  ^an^affero  continuamente  preparando  alfoppr  e  filone  d'Italia .  Dauan  9 
quefle  cofefo(pcttìonc:  &  yr-oleflia  d'animo  qua  fi  incredibile  al  Tontefice,  ma 
molto  maggiore  il  parergli  non  efere  da  quefle  cperationi  diuerfa  la  mente  di 
Ce  far  e  :  ilquale  battendo  mandato  al  Tontefice  le  lettere  della  rat  ifi  catione , 
&  della  confederatane  fatta  in  fuo  nome  dal  Viceré ,  differiua  di  ratificare  i 
tre  articoli  flipolati  feparatamente  dalia  capitolatone ,  allegando  che  quanto 
h  Dice  51    alla  refliiutione  delle  terre  tenute  dal  L  ut  a  di  Ferrara , b  non  haueuaj acuità  0 
nbC7!°de!ia  dì  pregiudicare  alle  ragioni  deli 'imperio ,  né  sformare  quel  Duca ,  che  afferma 
vita  dei  Fé-  tenerle  infeudo  dall' Ir  per  io  :  &  però  0  ferina  che  quefta  differenza  fi  frati 
pancia  fi     tcif)e  fer  u?a  digiuflitia.  0  di  :^;eabile  compofitione,  &  s'intendeua  che  il  de  fi 
fcufaua  coi  devio  fuo  farebbe  flato,  che  le  reflaffero  al  Duca  fitto  la  inuefliturafua,  per  la 
tlkàtì  £>u  <p'alcg>  i  pagaffe  eento  mila  ducati ,  pagandone  anche  al  Tontefice  cento  mila 
ca  e  Fc;  n     a[if.  pr,  fa  mueflitura  di  Ferrara  &  p:r  la  pena  appofla  nel  contratto  che  ha 
Ai  non  ha-  &  *a  fatte  con  ^Adriano.  ^Alìegaua  eff ere  fiato  impertinente  connenire  co'  mi- 
uefgii  pio-  fòfiyì  luci,  fopra  il  1  lare  ì  fiali  al  Ducato  di  Milano  :  pere  he  il  dominio  utile  di 

incile  2'  tro  1      -  f 

che  cfl'er  '  quel  Ducato  per  la  mueftìtnra  conceffi ,  benché  non  ancora  confegnata,  appar 
rasano,  &  tencua  a  Btancefco  Sforza  ;  &  però  che  il  Viceré  non  fi  era  obliato  fempli- 

adiutore,  i       r    i       t  ?  «        rr 

eh  •  qiK  fta    cernente  noti  «>  ttco  io  a  farlo  c-bligare  a  pigliarglhma  a  curare  che  confentifje  : 

i'metwffè    l^i:a^p'oni€fìl  p*r  contenere  il  fatto  del  terzo  ,  era  notoriamente  quanto 

d'.ccoido.    alteffeìi  0  dell  ukfagare,  hfe.b  altri  inualida,  &  nondimeno  che  per  defideno 

di  gratificare  al  Tontefice ,  bar  ebbe  procurato  di  fami  confentire  il  luca  ^jc 

non 


SESTODECtMO,  47Ì 

non  fuffe  fatto  ini er effe  non  più  fuoyma  alieno:  perche  già  il  Duca  di  Milano  in 
ricompenfo  degli  aiuti  hauuti  dalt  ^Arciduca ,  haueua  convenuto  di  pigliare  i 
fali  da  lui,&  pure  che  s'interporrebbe, per  che  il  fratello  rkeuendo  ricompenfo 
honeflo  di  danari  ;  confentiffe  non  in  perpetuo, come  diceua  V articolo  >  ma  du- 
rante la  uita  del  Tontefice .  T^è  ammetteua  anche  l  articolo  delle  cofe  benefi- 
ciali, fé  con  quello  che  fi  ejprimeua  nelle  inuefiiture ,  non  fi  congiugneua  quel 
che  fuffe  flato  offeruato  da  i  Re  fuoi  anteceffori .  Ter  quefie  difficultà  ricusò  il 
Tontefice  d'accettare  le  lettere  della  ratificatane,  &  di  mandare  a  Ce  far  e  le 
fue, dimandando  che  poi  che  Ce  far  e  non  haueua  ratificato  nel  termine  de'  quat 
tro  me  fi  fecondo  lapromefìa  del  Viceré ,  fufìero  reflituiti  a  Fiorentini  1  cento 
mila  ducati  ;  alla  quale  dimanda  fi  rijpondeuapinpreflo  cauillofamente  che  co 
J aldi  fondamenti  .La  conditione  della  reflitutione  de'  cento  mila  ducati  non  ef- 
fere  fiata  appofla  nello  inftrkmento,mapromefea  per  uno  articolo  da  parte  de 
gli  agenti  del  Viceré  con  giuramento  :  né  riferir  fi  alla  ratificatane  della  con- 
ceder ationedaquale  Ce  fare  haueua  nel  termine de quattro me fi rati ficata,& 
mandatone  le  lettere  nella  forma  debita .  Terueniua  anco  alla  notitia  del  To 
tefice,  che  le  parole  di  tutta  la  Corte  di  Ce  fare  erano  piene  di  mala  dijpofitio- 
ne  contra  le  cofe  d'Italia ,  &feppe  amo  che  i  Capitani  dell' efiercitofuo  cerca- 
nano  diperfuadergli,  che  per  afficurarfi  totalmente  d'Italia,  era  bene  fare  re- 
fìituire  Modona  al  Duca  di  Ferrara ,  rimettere  i  Bentiuogli  in  Bologna ,  pi- 
gliare il  dominio  di  Firenze*  di  Siena,  &  di  Lucca,  come  di  terre  appartenen 
ti  allo  Imperio .  però  trottando  fi  pieno  d\<nfietà,  &  di  foretto,  ma  non  hauen 
do  doue  poter  fi  appoggiare ,  &  fapendo  che  i  Fr  ance  fi  offeriuano  a  dargli  Ita 
Ha  in  preda  ;  andana  per  neceffità  temporeggiando, &  fimulando.  Trattauafì 
in  quefto  tempo  continuamente  l'accordo  tra  i  Vinitiani,  e'I  Viceré  :  ilquale  ol 
tra  il  riobligar gli  alla  difefa  in  futuro  del  Ducato  di  Milano  ;  dimandarla  per 
fo disfai t ione  della  inofferuan^a  della  confederatone p ^affata  groffiffima  forn- 
irla di  danari .  Molte  erano  le  ragioni  che  inclinauano  i  Vinitiani  a  eedere 
alla  neceffità  :  molte  che  in  contrario  gli  confort  auano  a  filare  fofiefi  ;  in  modo 
che  i  configli  loro  erano  pieni  di  uarietà ,  &  d'irrefolutione  :pnre  alla  fine  do- 
po molte  diffiute  >  attoniti  come  gli  altri  per  tanta  uittoria  di  Cefare  ,  &  ue- 
dendofi  reflarefoli  da  ogni  banda ,  commefiòno  all' Oratore  fuo  Tietro  da  Te- 
faro,  che  era  appreffo  al  Viceré,  che  riconfermafìe  la  Lega  nel  modo  che  era 
fiata  fatta  prima ,  ma  pagando  a  Cefare  per  fodisfattione  del  paffato  ottan- 
ta mila  ducati  :  ma  mflando  determinatamente  il  Viceré  di  non  rinouare  la 
confederatane ,  fé  non  ne  pagauano  cento  mila  ;  accadde  come  interuient 
jpejfo  nelle  cofe ,  che  fi  deliberano  mal  uolontieri ,  che  in  difyutare  quefla  pic- 
cola fomma ,  s'interpofe  tanto  tempo ,  che  a'  Vinitiani  peruenne  la  notitia  > 
che'l  Re  d  Inghilterra  non  era  più  contra  iFr  ance  fi  in  quella  caldezza ,  di 
che  fin  da  principio  fi  era  tenuto ,  &  già  per  hauere  riceuuto  i  pagamenti , 
erano  fiati  licentiati  tanti  fanti  Teiefchi  dell  efferato  Imperiale  >  che  il 
Senato  Vinitiano  ajjicnrato  di  non  hauere  per  allbora  a  efiere  molefiato  ; 

deliberò 


LIBRO 

deliberò  di  flave  ancora  fofpefo ,  &  riferuare  in  fé  più  chepotena  la  fatuità 
'''"he  di  pigliare  quelle  deliberationi ,  che  per  lo  progreffo  delle  cofe  miuer fiali  po- 


Giom 


fofle  comic  tejfero  cono  fiere  effere  migliori ,  Quefte cagioni oltra  il defiderio,  che  rìbauc- 
Jk  ?i  Re  f!ì  wino  hauuto  continuamente,  fìimolauano  tanto  più  ?  animo  del  Viceré ,  &  de 
cefco  ,  e  il  gH  aitri  capitani  di  trasferire  laperfona  del  Re  di  Francia  in  luogo  ficuro?  gin 
»iCi"  chefi  dicando  che  per  la  mala  difiofitione  di  tutti  gli  altri ,  non  fi  cuflodiffe  fen%a 
fingete  di  pericolo  nel  Datato  di  Milano:  però  deliberarono  di  condurlo  a  Genoua>& 
r"  priBio-  da  Genouaper  mare a  a  Isfapoli,  per  guardarlo  nel  Caflel  nuouo,  nelqualegià  4 
i»ca  Napo^  fi  pY  e parauanol  habitat  ioni  per  luidaqualcofaerafommamentemolefliffi- 
in  verna  do  ma  al  Re, perche  infino  daprincipio  haueua  ardentemente  defiderato  ^  efiere 
°- do  to'in  condotto  in  lfpagna ,  perfuadendofi  ,  non  so  fé  per  mifurare  altri  dalla  natura 
ifpagnajco-  fua  medefima,  ò  pure  per  gì inganni  che  facilmente  fi  fanno  gli  huomini  da  fé 
iL^ò'dcfi  fieffl  ™  ^ue^°  c^e  defiderano ,  che  fé  una  uolta  era  condotto  al  coietto  di  Ce- 
deraua,ieco  fare  dhauere  ,  ò  per  la  benignità  fua ,  ò  per  le  conditioni  che  egli  penfaua  di 
i  °kn \\o%  proporre  a  effere  facilmente  liberato  :  Defideraua  il  mede  fimo  per  amplifica- 
me  peiche  Ye  la  gloria  fua  ardentemente  il  Viceré  :  ma  riienendofene  per  timore  detfar- 
temeua?che  vnata  de  Francefi  ;  andò  di  commune  confentimento  Memoranfi  a  Madama 
ii  Borbone,  [a  Reggente ,  &  hauute  da  lei  fei galee  fittili  di  quelle ,  che  erano  nel  Torto 
ch'eran^di  di  Marfilia,  con  prome filone  chefubito  chefuffe  arriuato  in  ifiagna  farebbono 
grande  a  ut-  refiituite  ;  ritornò  con  ejfeaTorto  Fino,  doue  era  già  condotta  la  per  fona  del 
ìbVfoidati ,  Re  :  lequali  aggiunte  afedicigalee  di  Ce  fare,  conlequali  haueuano  prima  de- 
non  gi'im-  idrato  di  condurlo  a  'Napoli,  &  armatele  tutte  di  fanti 'Spaninoli  >  prefo  a' 

pedtflero  il    r  .  .)-i      . '  .  '■  t   *>       ,    .  *    . J    .. 

faggio,  do-  fette  giorni  di  Giugno  ti  camino  di  Spagna,  in  tempo  che  non  filo iT?rincipi 
chor  e  lino  d'Italia ,  ma  tutti  gli  altri  Capitani  C efarei ,  &  Borbone  teneuanoper  certo  , 
eflere  a  par  che  il  Refi  conduceffe  a  Tsjapoli  ;fi  conduffono  conprofpera  nauigatione  l'otta 
2!  tanta  gio  uo £mno  a  Rpfe5  Torto  della  Catalogna,congrandijfima  letitia  di Cefare,igna 
«a:  doue  co  ro  mfmo  a  quelgiorno  di  quefla  deliberatione  :  ilquale  fubito  che  nbebbe  no- 
«  recede"  tlt*ay  comandato  che  per  tutto  donde  paffaua  fu ffe  riceuuto  con  grandiffimi  ho 
ino  tutta  r-  nori,  commeffe  nondimeno  infino  a  tanto  che  altro  fé  ne  determinale,  chefuf- 
chTfoUmé  fe  cuflodito  nella  rocca  di  Sciatiua  appreffo  a  Valenza, h rocca  ufata  antica-  ' 
due ,  cioè  mente  da  Re  d'Aragona  per  cuflodia  degli  huomini  grandi,&  nellaquale  era 
eUPefcara  fiat0  tenuto  ultimamente  più  anni  il  Duca  di  Calauria .  Ma  parendo  que- 
con  rimpe  fta  deliberatone  inhumanaal  Viceré,  &  molto  aliena  dalle prome ffe ,  che  in 
méte?  qaé  ^aliagli  haueua  fatte  ;  ottenneper  lettere  da  Cefare,  che  infino  a  nuoua  deli 
v  *? °'H-'h  beratione  ,fuffe  fermato  in  una  uilla  uicina  a  V  alen%a,doue  erano  commodi- 
7.  delia  vita  tà  di  caccie,  &  di  piaceri  :  nella  quale  poi  che  l'hebbe  con  fufficiente  guardia 

«lei  Fefcara. 

Poco  appretto  fcriue  il  Guicciardinoh  mala  (òdisfattion  di  Borbone,  &  del  Pefcara:  ma  che  il  Re  fi  foflè 

intefoco'l  Lanoia  per  farfi  condurre  in  ifpjgnaj  non  lo  dice. 

b  Nel  lib.xj-diqueft.1  hiftoria  a  car.3a3par!andoilGuicciardino,che  Ferdinando  ,figliuol  già  di  Federico 

d'Aragona  Redi  Napoii,  trattò  di  fuggir  iecretamente  ne!  campo  Francefe,  non  molto  lungi  dalla  terra  di 

Logrogno; dice  che  dal  Re  Catolico  fu  mandato  nella  fortezza  di  Sciatiua,&  foggiugne  quefte  parole  ,  fnnili 

«Ile  qui  dette,cioè:  folitaad  vfarfi  da'  Re  Aragonefi  per  carcere  delle  pedone  thiare,-o  per  nobiltà  ,  ò  pet 

virtù.ll  Gìoujo  1  qfto  viaggio  del  Re  è  più  diffuìò,reciràde  anco  certo  folleuaméto  di  faldati  cótra  il  Lanoia: 

ilchc  è  nel  7  .della  vita  def  Pefcara:&  le  coltelle  viate  al  Re  da  Do  Piego  <\i  Mèdozza  Duca  dcU'Infantaiìnf . 

collocato} 


t 


I 


fi 


SESTODECIMO;  '         47'i 

collocato,  lafciato  con  lui  il  Capitano  dianone,  ilquale  contìnuamente  h ane- 
ti* battuta  lafua  cuftodia  ;  andò  infteme  con  Memoranfi  a  Cefare  a  riferirgh 
lo  flato  d'Italia,  &  le  cofe  trattate  col  Re  inftno  a  quel  giorno ,  confortandolo 
con  molte  ragioni  a  uoltare  l'animo  alla  concordia  con  lui ,  perche  con  gl'lta* 
liani  non  patena  battere  fedele  amicitia,&  congìuntione .  Donde  Cefare  udi- 
to che  bebbeil  Viceré,  &  Memoranfi  ,  determinò  che  il  Re  di  Francia  fujfe 
condotto  in  CafligUa  nella  fortezza  di  Madri l,  luogo  molto  lontano  dal  mare  > 
&  da  confini  di  Francia  :  doue  honorato  con  le  cerimonie, &  con  le  riueren%e 
convenienti  a  tanto  Trincipe,f ufi  e  nondimeno  tenuto  con  diligente ',& flretta 
guardia,  battendo  f acuità  d'uj  tir  qualche  uolta  il  dì  fuor  a  della  fortezza  ,  ca- 
Ualcando  s'una  mula  :  né  confentiua  Cefare  d'ammettere  il  Re  al  cojpettofuo, 
ftp).  oncordia  non  fujfe,  òftabilita,  ò  ridotta  in  ifperan%a  certa difla- 

bilirf  l:  n  -.ale  perche  fi  trattaffe  per  per  fona  honorata ,  &  che  quafi  fujfe  la 
me  de  fi.  nàc  ?  il  Re>  fu  inedito  in  Francia  cograndiffima  celerità  Memoranfi, 
per  far  uènire  la  Duchéffa  di  Alan  fon,  for  ella  uedoua  del  Re,  con  mandato  fu} 
fidente  a  conuenire  :  &  perche  non  haue fiero  a  oflare  nuoue  difficultà;  fi  fece 
poefrpoi  tra  Cefare,  e'I  Gouerno  di  Francia,  triegua  per  tutto  Decembreprof- 
fimo .  Ordinò  ancora  Cefare,  che  una  parte  delle  galee  uenute  col  Viceré ,  ri- 
tornajfero  in  Italia,  per  condurre  il  Duca  di  Borbone  in  Ijpagna,  fenica  la  pre- 
fen%a  delquale  affermauanon  uolerfare  alcuna  conuentione,  benché  per  man 
camento  di  danari  fi  jpediuano  lentamente  :  &  dimoflrandofi  molto  difpofto 
alla  pace uniuerfale  de'  Chrifliani,  &  uolere  in  un  tempo  mede  fimo  dare  for- 
ma alle  cofe  d'Italia  ;foUecitaua  con  molta  inflan^a  il  Tontefìce ,  che  accele- 
rale Mandata  del  Cardinale  de'  Salttiati,  ò  $  altri  con  {ufficiente  mandato;  ai- 
quale  anche  effendogià  deliberato  di  pigliare  per  moglie  la  infante  di  Torto- 
gallo,  cugina  fua  carnale,  &  co  fi  congiunta  feco  infecondo  grado  ;jpedì  Lopes 
Vrtado  a  dimandare  al  "Pontefice  la  disenfia ,  ef/endofi  prima  feufato  col  Re 
d'Inghilterra  di  non  potere  refiflere  alla  uolontà  de* popoli  fuoi .  Ter  lo  me- 
defimo  Lopes,  ilquale  partì  alla  fine  di  Luglio  ;  mandò  i  priuilegij  della  inue- 
ftitura  del  Ducato  di  Milano  a  Francefco  Sforila  con  conditione  che  diprefen- 
tepagaffe  cento  mila  durati  ,&  fi  obligaffe  a  pagarne  cinquecento  mila  altri 
in  uarij  tempi,  &  a  pigliare  ifali  dati '  ^Arciduca  fuo fratello  :  e'I  mede  fimo  por 
tò  commeffione  che  da' fanti  Spagnuoli  in  fuor  a ,  iquali  alloggiafiero  nel  Mar* 
che  fato  di  SaluTgp  ;  fi  licentiaffero  tutti  gli  altri  ;  &  chefeicento  buominì 
d'arme  ritornaffero  nel  Reame  di  IS^apoli  :gli  altri  rimanefiero  nel  Ducato  di 
Milano  ;  &  che  del  fio  efferato  fufie  Capitano  Generale  il  Mar  che  fé  diTe- 
fcara .  ^Aggiunfe  Cefare  aquefla  commeffione,  che  certi  danari  :  iquali  haue- 
ua  mandati  a  Genouaper  armare  quattro  caracche ,  con  intentione  di  pafiare 
!  fubito  in  Italia  perfonalmente ,  fi  conttertiffero  ne'  bifogni  dell'efferato ,  per~ 
ebe  deliberaua  di  non  partire  perallhora  di  Spagna  :&  che  il  Trotonotario 
|  Caracciolo  andaffe  da  Milano  a  V inetta  in  nome  di  Cefare ,  per  indurre  quel 
Senato anuotta confed^ratìone ìòalmno  perche  ciafeuno  refiajfe  certificato 


LIBRO 

tette  t  attieni  fue  tendere  ali  a  pace  nninerfale  de  Chrìfiidnt .  Md  tanfata  deì 
Re  di  Francia  in  Ifaagna  haiteua  dato  grandi  ([ima  moleflia  al  Tontefice ,  & 
€  Vimtiani:  perche,poi  che  l'efferato  Cefareo  era  affai  diminuito;  pareua  lo- 
ro che  in  qualunque  luogo  dy  Italia  fi  fermale  la  per  fina  del  Re,che  la  necejji- 
a  sono  ad-   ^  }j  guardarlo  bene  teneffemolto  implicati  i  C efare i;in modo  che,  òfaciimcn 
i°  mVne£  te  fi  potè f e  pr  e  feritore  qualche  occafione  di  liberarlo  tò  almeno  che  la  difficul- 
rannotatió  t£  fa  condurlo  in  Jfaagna ,  &  la  poca  (icurtà  dì  tenerlo  in  Italia ,  cofirigneffe 
pr«aedenVca  C  efare  a  dare  alle  co  fé  uniuerfali  honefia  forma  ;  Ma  uedutolo  andare  in  Ifaa 
a  47 1  tac.a.  gna^  cke  egU  medefimo  incannato  da  uane  fperamg  ;  haueua  dato  a  tiimi- 
di  Bo!bo!    ci  fatuità  di  condurlo  in  ficura  prigione  ;  fi  accorfono  che  tutto  quello ,  che  fi 
J  V  «  con  trattaua,era  ajfolutamente  in  mano  dì  Cefarc,&  che  nelle  pratiche,&  <#r- 
tLtltZ  te  de  Francefi  non  fipoteua  fare  alcuno  fondamento:  donde  aumentadofi  ogm 
o ^veda  S  giorno lariputatione  di Cefare;  fi  cominciò  ad  affrettare  da  quella  Corte  le 
giouìo  nei  kggi  di  tutte  le  cofe  ."He  so  fé  fuffe  minore  il  difaiacere  che  hebbono ,  benché 
fidati  per  diuerfe  cagionili  Duca  di  Borbone,el  Marchefe  di  Tefcara ,  chel  Viceré 
fcara/        fm%a  faputa  loroMueffe  condotto  il  Re  Chrifiiamffimo  in  ifpagna  :  *  Borbone  a 
b  oit»  la  tmhe  trouandofi  per  Vamicitia  fatta  con  l%  imperatore  faccialo  di  F™*cm  > 
polle  ffiò  di  hmeua  più  interejfe  che  neffuno  altro  di  interuenire  a  tutte  le  pratiche  dell  ac 
Srcheie  cor  do  >&  pero  fidi fao fé  a  poffare  ancora  egli  in  lfaagna,benche  effendo  neceffi 
dì  Pefcara    tato  affettare  il  ritorno  delle  galee ,  che  erano  andate  col  Viceré,  tardo  a  par-. 
Fpemua?'  tifftfin  che  non  harebbe  defiderato;el  Marchefe  erafdegnatoper  hpocajii- 
«he  nòdo-  matione  che  haueua  fatta  di  lui  il  Vicerè.ma  ancora  mal  contento  di  Cefare , 
"«  ?igìo-  dalquale  gli  pareua  che  nonfuffero  riconofeiuti  quanto  fi  conuemm ,  i  menti 
uìo  nei  7.    fmi>& l'opere  egregie  fatte  da  lui  in  tutte leproffime  guerre,&  faccialmente- 
llfuhTegii  nella  giornata  di  Tauia  :  delinquale  uittoria  haueua  il  Marchefe  Jolo  confegui 
ajpettaua     t0  puf  gloria  che  tutti  gli  altri  Capitani;  &  nondimeno  gli  era  paruto  che  Ce- 
ii  dum"  di  fare  con  molte  laudi,&  dimoftrationi  Fhaueffe  riconofeiuta  affai  dal  Viceré: 
«raUoÓftaC  ilcbe  non  potendo  tollerare,  fcriffe  a  Cefare  lettere  contumeliofiffime  contro  il 
\o  "ptemi  Vicerèylamentandofid effere  flato  immeritamentc  t  antodi  far  eT^ato  da  lui  y 
poco  degni  C)K  non  lybaueffe  giudicato  degno  d  effere  almeno  confeio  duna  tale  delibera- 
&c  Hceuu*  tione  :  &  che  fé  nella  guerra,  &  ne  pericoli  hàueffe  riferito  al  configlio,  &  ar 
te:  &  che  ktrioproprio  la  deliberatane  delle  co  fé;  non  folonon  farebbe  fiato  prefo  il  Re 
torToTvo  dì  Francia ,  mafubito  che  fu  perduto  Milano  l'efiercito  Cefareo  abbandonata 
riUo>CRe  di  la  difc&  di  Lombardia ,  fi  farebbe  ritirato  a  "Napoli.  Effere  il  Viceré  andato 
Sbarra  fai  a  trionfare  duna  uittoria,  nellaquale  era  notiffimo  a  tutto  l'efferato ,  che  efso 
daiPMar°che  non  baueuaparte  aleuna,&che  effendo  nell'ardore dellagiornata  rtfiatofen- 
tc-,  fi  rifeat-  %a  animo,  &fen%a  configlio  ;  molti  gli  haueuano  udito  dire  più  uolte>noifia 
SSo^gH*  mo  flàuti  :  ilche  quando  negaffe,  s  afferma  parato  a  prouar gliene  fecondo  le 
di  lardarlo,  leggi  militariyCon  ranni  in  mano .  ^Accrefceua  la  mala  contentezza  del  Mar  • 
Stih"mr5a  cbefè,cbe  battendo  fubìto  dopo  la  uittoria  mandato  a  pigliare  la^poffeffionc  i 
ducati  dna  di  Carpi  con  int  emione  d'ottenere  quella  terra  per  feda  Cefare;  non  eraarn- 

*Iia  '  meffo  quefio  fuo  defiderio  :  perche  Cefare  hauendola  conceduta  due  anni  in- 

nan%t 


SESTODECIM0.  4*5 

kan%i  a  Trofperò  Colonna  ;  affermava  che  benché  mai  ne  hauefte  havvta  U 
inueftitvra  uolere  in  beneficio  di  Vefiafianofvo  figliuolo ,confirvare  alla  me- 
moria di  Trofperò  morto  quella  rimvneratione,che  haueua  fatto  alla  uirtù,& 
efere  di  luiumo  :  laqual  ragione  ancora  che  fvfie  givfta,&  grata,  &  al  Mar- 
chefe  douefiero  piacere  gli  efiempij  di  gratitudine,  fé  non  per  altro ,  perihegli 
dccrefceuano  la  fieran%a  che  hauefìero  a  effere  rimunerate  tante  fue  opere  ; 
non  era  nondimeno  accettata  da  lui:  ilquale  come  fentiua  molto  di  fé  mede  fi» 
mo. giudicava  conveniente  che  quello  fuo  appetito  nato  da  cupidità*  &  da  odio 
implacabile ,  che  eiportauaalnomedi  Trofperò;  fuffe  antepofto  a  ogn altro 
benché  giuftiffimo  rifletto .  Terò>&  con  Ce  far  e,  &  con  tutto  il  con  figlio  erano 
grauiffme  le  fue  querele, e  tanto  pale  fi  in  Italia  ifuoi  lamenti,  et  con  talede- 
fiinatione  delia  ingratitudine  di  C efare  ■>  che  dettano  animo  ad  altri  di  tentare 
nuoui  difegni  :  donde  a  Ce  far  e  ;  fé  nonpenfaua  ad  occupare  più  oltre  in  Italia  , 
fiprefentògiufla  cagione,  an^iquafi  neceffità  di  fare  altri  penfieri;  &  fé  pure 
haueua  fini  ambitiofi  hebbe  occafione  di  coprirgli  con  la  più  honefta  oc  cafone, 
&  col  più  giuflificato  colore  che  haueffe  faputo  de fiderare  Alche  poi  che  fu  ori 
gine  di  grani iffvmi  mouimenti,è  neceffario  che  molto  particolarmente  fi  dichia 
ri .  La  guerra  che  uiuente  Lione  X.  fu  cominciata  da  lui,  &  da  C efare, per  cac 
dare  il  Re  di  Francia  d'Italia  ;  fu  prefa  fitto titolo  di  refiituire  Fr  ance  fio  Sfor 
%a  nel  Ducato  di  Milano,benchein  efecutione  di  queflo ,  ottenuta  la  vittoria 
gli  fuffe  confegnata  Vobedien'za  dello  flato  ,&  il  Caflello  di  Milano,  &  l'altre 
forte%$e  quando  fi  ricuperarono  ;  nondimeno  e  fendo  quel  Ducato  tanto  ma» 
gnifico,e  tanto  opportuno,  non  ceffaua  il  timore  hauuto  nel  principio  da  mol- 
liche Ce  far  e  afpiraffe  a  inftgnorirfene ,  interpretando  che  l'oftacolo  potente  9 
che  haueua  del  Re  di  Francia,  fvfìe  cagione  che  per  ancora  teneffe  occulta  qve 
fta  cupidità  :  perche  alterato  ipopoli,che  ardentemente  defideravano  Francc- 
feo  Sfor%aper  Signor  e, &  concitatafi  contro  tutta  ltalia,che  non  farebbe  fiata 
contenta  di  tanto  fvo  aumento .  Teneva  adunque  France fio  Sforma  quel  Du- 
cato-ma con  grandi  ffimafoggettione,  &pefi  quafi  intollerabili  :  perche  confi- 
fiendo  tutto  il  fondamento  della  difefa  fua  da  i  France  fi,  in  Cefare ,  &  nel  fuo 
efferato  ;  era  neceffitato  non  filo  a  offeruarlo  come  fuo  Principe,  ma  ancora  a 
ftare fottopoflo  alla  volontà  de*  Capitani,&  gli  bifognava  fiflentare  qvelle  gè 
ti,che  non  eranopag-te  da  Cefare}hora  col  dare  loro  danari,chefi  traevano  da' 
fudditicon  grandijjime  angherie \&  difficvltà,  hora  col  lafiiargli  vivere  a  di- 
fcrettione,qvando  in  una,qvando  in  vn altra  parte  dello  flato, eccetto  nella  cit 
tà  di  Milano:  lequai  cofe  per  fi  gratti fjìme,faceua  intollerabili  la  natura  degli 
Spagnuoli,auara,&  fraudolente,  &  quando  hanno  facultà  di  feoprire gì' inge 
gm  loro ,  infolentiffima  :  nondimeno  il  pericolo  che  fi  corretta  da  France  fi ,  a 
quali  ipopoli  erano  inrmici(fimi,&  lafieran%a  che  quefle  cofe  haue fiero  qual 
che  volta  finalmente  a  terminare;  facevano  tollerare  a  gli  huominifopra  lefor 
%e  ancora,  &  fipra  la  lo\  o poffibilità.  Ma  dopo  la  vittoria  di  Tania  non  po- 
tevano i popoli  pm  tollera,  e ,  che  non  continuando  lemedefime  neceffità  ,foi 

Ooq         che 


■9 


- 


t    f    B    R     Ò 

the  era  prigione  il  Re, cont  innafferò  nondimeno  le  medcfime  Calamità:&  per- 
che dimandauano  che  di  quel  Ducato  fi  rimoueffe,  ò  tutto,  ò  la  maggior  parte 
dell' effercito .  il  mede  fimo  ardentemente  dcjideraua  il  Duca ,  non  hauendo 
infitto  allhorafentito  del  dominare  altro  cheì  ncme,&  non  meno  perche  teme 
uà  che  Ce  fare  afficurato  del  Re  di  Francia,b  non  l* occupale  per  fé, o  non  lo  con 
cedeffe  a  perfine  che  da  lui  totalmente  depende  fiero .  ^llaquale  fufpitione  prò 
creata  dalla  natura  fleffa  delle  cofe ,  dauano  non  piccolo  nutrimento  le  parole 
infoienti  dette  dal  viceré,  innanzi  che  conduceffe  il  Re  diFrancia  in  ]fpagna> 
■  &  co  fi  dagli  altri  Capitani  ,&  le  dimcflrationi  che  face  nano  di  difiprezgare 
il  Duca,  &  di  defiderare  apertamente  che  Ce  far  e  l'opprime  (fé  ;  &  molto  più 
che  hauendo  C efare  dopo  molte  dilattoni  mandati  in  mano  del  Viceré  i  priui- 
legij  della  inueflitura;  egli  offerendola  al  Ducafhaueua  dimandato  che  per  ri- 
fioro  delle  fpe fé  fatte  da  Ctfare  per  l'acquifto,  &  per  la  difefa  di  quello  fiatoni 
xnchor  pagaffero  in  certi  tempi*  un  milione,&  dugento  migliaia  di  ducati pefio  tanto  g 
h  faceflfe  co  eccefifiuo  che'l  Ducafu  coflretto  ricorrere  a  Cefare ,  perche  fi  riduce jfe  a  quan- 
ti pauc  do-  tità  tollerabile.  Ma  quefie dijficultàfaceuano  dubitare. che  ledimande sì  efot 
caVaccfco!  bìtatìti  fuffero  interpofte per  differire.  ^Allegar enfi  poi  da  quelito  iquali  fi  sfor 
sforza  per  ^aMano  di  ficufiire  la  necejfità  di  Francefco  Sjorya ,  molte  altre  cagioni  d  ha- 
l'^nueftuu  !.  uerlo  fatto  gìufiamente  fiofpettare,  &  particolarmente  d'hauere  battuto  noti- 
ti delio  fta-  tia  cfoe  ;-  Capitani  haueuano  ordinato  di  ritenerlo  :  perilchc  evli  chiamato  dal 

torti   Mila  .         *  .  •/*.»»•/•  ir  i  s     » 

«ojaffrrma  Viceré  a  certa  Dieta  %  haueua  ricujato  d  ondami  spingendo  fi  ammalato  ;  &  il 
*"  'cheT*  medefimo  haueua  ojferuato  in  tutti  i  luoghi,  doue  ejfi  potè  fiero  fargli  utolcn- 
fta'nó  fi  do  <za:  ilqual  fioretto ,  ò  uero  >  ò  nano  chefuffe  ,fn  cagione  che  egli  uedendo  che 
Sita"  p«cio-  neH°  flat0  4ì  Milano  non  erano  refiale  molte  genti  per  efiere  andata  una  par- 
che l'impe-  te  de  fanti  Spagnuoli  prima  col  Viceré,  &  poi  con  Borbone  in  Ifpagna  &  per- 
iV  ?pefomag  c^e  Gioiti  ancora  arricchiti  fi  per  tante  prede  ;fi  erano  alla  sfilata  ritirati  in  uà 
gior  foni  ma .  y'u'  luoghi  ;  confiderando  ancora  la  indegnat  ione  grandi  jjìma  -,  laquale  fi  dimo- 
lo  .aved?"  flraua  nel  Marchefie  di  Vcficar  a  voltato  l  animo  ad  afficurarfi  da  queflo  perico 
capeila  nel  lo  ;  entrò  in  {perani^a,  che  con  confientimento  fuo  fi  fot  :  J,  e  d  sfa  re  quelfcfferci 
to .  ^Autore  di  quefio  configlio  fu  Girolamo  Morene  fuo  Gran  Cancelliere ,  & 
b  il  Gìouìo  appreffo  a  lui  di  fiomma  autorità  :  ti  quale  per  ingegno, eloquenza ,  prontezza, 
JTeìTibìoV  imentione,  &  efiericn%a,  &  per  hancre  fatto  molte  uolte  egregia  nfifien%a 
delia  vita  all'acerbità  delia  fortuna  ;fu  huomo  cC  tempi  nvftn  memorabile  :  &  farebbe 
fe^dip^fcaia  ancora flato  pìu,  fé  quefie  doti  fuffero  fidate  accompagnate  da  animo  più  fince- 
vn  bei  parla  ro,&  amatore  delì'bonefio,  &  da  tale  maturità  digiudicio  che  i  configli  firn 
i?Morone  '  non  fuffero  fpe fio fletti piuprefio precìpitofifo  impudcnthche  honcfiifo  circojpet 
&  a  (*ctto  ti  •  eoftui  odorando  la  mente  del  Marchefie,  fi  conduffe  b  co  ragionamenti  fero  b 
tirarlo  in  le  tinto  innanzi ,ch e  uctmeyo  in  parole  di  tagliare  apcigi  quelle  genti,  &  di  far 
ga  cotra  ce  TC  {[  MarchefcRedi  T^j poli,  pure  chélTontefice^  e  i  Vinitiani  ui  concorre  fi 
«ncho  qfto  fere:  alqual  configlio  il  Tontefice,effe?ido  pieno  difoJpetto,&  danfietà,  tenta 
trattato  nei  t0  per  0ì^me  dc\  Motorie,  non  fi  mofiro  punto  alieno,  benché  dall  altra  parte , 

lib.s.delC*         r  r  ,  .  J  r      r  ì  i         r     •     r   i         r    "       r 

^eiu.  non  per} coprii e  la  pratica,  ma  per  preparar  fi  qualche  rijugio,Je  la  co  fa  non  fuc 

a'dejfe, 


SESTODRCIM  0.  474 

tedefjvtauertì,  fiotto  fpécie  cTajfettìcnc,  Celare  che  teneffe  ben  contiti  ifuoi  Ca  Gto  Bjrt< 

pitani .  Mofiraronfi  i  Vìnitiani  taldiffmi  ,  &  fi  perfuadeuano  anuo  tinti,  che  ita  caftaidJ 

uhaueffe  a  efiere  non  meno  pronta  la  madre  del  He  di  Francia  ;  laquale  ?Q  è  ^ù:r,rt,fc'" 


t  ione  contra  Ce  fare  proceduto  finceramente:  ilqualefe  da  principio  ciprefiaf  ]",  c*jf£| 
fé  orecchia  ne,  fono  fiate  Marie  l'opinioni  infino  tra  gli  Spagnuoli,&  nella  Cor  fiiua'nia  per 
temedefimadt  Ce  far  e:  &  ipiu  calciando  i  tempi,  &  gli  andamenti  delle  co  pèSfnSb! 
fé  hanno  creduto  che  egli  da  principio  concorre ffe  neramente  con  vii  altri ,  ma  LcS'!  j1  D?i 
che  poi  confiderando  molte  difficultà,che  poteuanofurgere  in progreffo  di  tem  \l  di^Fcrdi- 
po,  &  fpauentandolomafiimamente  di  trattare  continuamente  tFr  ance  fi  con  *-n^>  te 
Cefare  ,  &  dipoi  la  liberatone  dell'andata  della  Buchefìa  d^lanfon  a  Cefi-  foiS  gii 
re  ;facefie  nuoue  deliberationi .  Jtn%i  affermano  alcuni hauere  tardato  tanto  Kof l*  fi* re 
a  dare  auifo  a  Cefare  del  trattar  fi  in  Italia  co  fé  nuoue,  che  battendone  già  rie  e  m  en  uìidi'i 
unto  auifo  da  Antonio  da  Le  uà,  &  da  Marmo  ^Abbate  di  T^agera  Commeffia  -c  cof? fau* 
rio  neli  efleruto  Cefareo;nonfifiaua  nella  Corte  ferina  ammirazione  del  filai-  J3afp?i  taJe 
tio del Marcheje.  Maqucl chefufie dllbora,certo c,chenon moltopoi manda-  £ il, G.iouio 

et  to a  Gwuan  Battifla  Cafialdofuo  intorno  a- Cefare  ;  gii  mamfefiò  tutto  quello  , 
che  fi  trattaua,&  con  confentimento  fitto  continuò  la  me  defìma  pratica  :  an%i  b  Domeai- 
per  hauere  notitia  depenfieri  di  ciafcuno,&  a  tutti  Iettare  la  [acuità  di  potè  «oue  t*  ì^a 
re  mai  negare  d*  battenti  acconfentito  ,ne  parlò  da  fé  mede  fimo  col  Buca  di  Mi  mo  di  sraU€ 
lano,et  operò  che  il  Morone  procuraffe  tantoché  H  Tontefìce,ilquale  poco  in-  gegn°o  ^dlc» 
nanzj  gli  balletta  dato  in  gouerno perpetuo  la  città  di  Beneuento,et  co  chi  egli  ll  Giouio  • 

b  intratteneua grand i filma  amicitiay&  fieruitù;mandò  b  Domenico  Saldi  co  un  c  11  capei/a 
brìeue  di  credenza  a  parlargli  delmedefimo  ;  le  e  onclu fiorii;  che  fi  trattauano  ncI  u-5*.  fcrj . 
erano  :che$  trai  Vapa,il  gouerno  di  Francia,  &  gli  altri  d'Italia  fi  fi,:  t file  una  dptmVn  tri 
le?a3della  quale  fufje  Capitano  Generale  il  Man  hefà  di  T>efcara,&  che  e?li ,  il  s,""aua- 

L  j    ^    •  ti        ■   f    ì    r  ■    „  ir  •••        /«r         no  d'aiitna 

battendo  prima  alloggiata  la  fanteria  Spagnuola  jcparatamente  m  dmerfiluo-  re  ìi  Pefcara 
ghi  del  Bacato  di  Milano, ne  tiraffefeco  quella  parte  che  lo  uoleffe  feguitare ,  da  Cjfates 
gli  altri  con  Antonio  da  Leua ,  che  dopo  lui  era  refiato  il  primo  dell'esercito ,  licufafle  p« 


inuefiitura.A^llequai  cofie  il  Marche  fé  dimoflraua  di  non  interporre  altra  dijfi-  ^  ^^.tr.* 
cultà,che  il  uolere  innari  tetaffe  altro  e  fiere  bene  certificatole fien^a  macula-  moftraiono 
re  l  honore,et  la  fede  fina  potefie  pigliare  quefta  imprefa,  in  cafoglifufie  corna  jkàdciie  \l° 
dato  dal  Totefice*fopra  che  ueniua  in  cofitderatione.a  chi  egli,cl/era  huomo,  et  g*  canoni- 
e  Barone  del  Reame  di  K(apoli  cfufiepiu  obligato  a  obedire  ò  a  Cefare,  che  p  la  it^chc™  ' 
tnuefiitura  battuta  dalla  Chiefia  batteua  il  dominio  utile  di  quel  Regno-ò  al  Vo  cittadinNa 

teHcc    P°Huno'2P 

t-cjnc,  parcenendo 
le  ragioni  del  Regno  dì  Napoli  alla  Chiefa  Romana  j  non  pur  poteua  farlo  fenza  nota  d'Infamia  ;  ma  era 
obliato  vbidne  a'  con.mancl-mcntidcl  l'apaic  il  Giouio  vUce,che  fopta  ciò  fcrillero  il  Cardinale  Accolti, 
k  Angelo  de'  Cei's  cccelicnt  illìmi  dotte  ti  . 

000       i 


LIBRO 

tefice,cbe  per  efferne  fupremo  Signore  >haueua  il  dominio  diretto.  Sopra  ilqua 
le  articolo,&  a  Milano3per  ordine  di  Francefco  Sforty  &  a  Roma  per  ordi- 
ne di  C  temente  >ne  furono  [egre  ti j]ìrnamente>&  confupprejjìone  de1  nomi  ueri 
fatti  configli  da  eccellenti  Dottori.  iAccrefccuanfiqueflefl>eran%econtra  Ce  fa- 
re ^per  l'offerte  di  Madama  la  Reggente  :  laquale giudica?: do  che  la  neceffità  » 
ò  almeno  il  timore  diCefarefuffe  utile  a  quel  che  per  la  liberatìone  del  figli- 
uolo fi  trattaua  con  luì  ;  follecitaua  il  pigliare  l*  armi  3pr  omettendo  di  manda- 
re cinquecento  lance  in  Lombardia ,  &  concorrere  aliene  fé  della  guerra  con 
fomma  grande  di  danari  :  né  ceffaua  il  Moronedi  confermare  gli  animi  degli 
altri  in  queflafenten%a  :  perche  oltra  il  dimoflrare  la  facilità ,che  s'haueuafen 
%a  11  aiuto  ancora  del  Mar  che  fé  diTefcara>di  disfare quelt effer cito  >che  emdi 
minuìto  affai  di  numero ;prometteua  in  nome  del  Duca ,  fé  il  Mar  che fc  non 
fleffe  fermo  nelle  co  fé  trattate yfuhito  cheglialtri  difegni  fuffero  in  or  dinegar  e 
prigione  nel  Caftello  di  Milano  lui,&gli  altri  Capitani,  che  uandauano  quoti 
dianamente  a  confultare  :  lequali  occafionife  bene  par e [fero  grandi;  nonfareb 
bonoperò  fiate  baflanti  a  fare  chel  Tonte fice  pigliaffeTarmi  fen%a  il  Mar- 
chefe  di  Tefcaraffe  nel  mede  fimo  tempo  intefa  laprouifione  mandata  a  Geno 
uà,  per  armare  le  quattro  caracche  ;  non  haueffe  anche  hauuto  in  die  io  di  Spa 
gna  della  inclinatione  di  C efare  dipaffare  in  Italia  :  laqual  cofa  affliggendolo 
marauigliofamente,&  per  le  conditioni  del  tempo pr  e ferite ',  &per  la  di fto fi- 
ttone inueterata  de'  Tontefici  Romanica  quali  ninna  cofafoleua  effer  e  più  Jpa 
uentofa,che  la  uenuta  degli  Imperatori  Romani  armati  in  Italia  ;  defider an- 
dò d'ouiare  a  queflo  pericolo  ,jpacciò  con  confenfo  de"  Vinitiani  fegr  et  amente 
in  Francia3pcr  conchiudere  le  co  fé  trattate  con  Madama  la  Reggente ,  Sigif- 
mondo  Segretario  d '^Alberto  da  Carpi ,  huomo  defiro ,  &  molto  confidato  al 
Pontefice  :  ilquale  correndo  lapofia  ,fu  di  notte  da  certi  huomini  di  male  af- 
a  il  Capclla  fae  *  ammalato  per  cupidità  di  robare,appreffo  al  Lago  d'lfeo,nel  tenitorio  * 
mette  in  Brefciano  :  ilche  efìendo  flato  occultiamo  molti  giorni  ;  non  fu  piccola  la  dubi 
seWtario  '*  tatione  del  Tonte  fice, che  non  fuffe  flato  pr  e  fi  fegretamtnte  in  qualche  luogo 
sigifmondo  per  ordinatone  de'  Capitani  Imperiali ,  &  forfè  del  Marche  fé  mede  fimo  :  il 
zatcf,  oThe-  procedere  delqualeper  ledilationi  che  interponcua ,  cominciaua  non  medio- 
omo  perla  cremente  a  efler  foretto .  In  queflo  flato  delle  co  fé  foprauenne  la  jpeditione 
data  da  Cefare  a  Lopes  Vrtado  :  ilquale  effendo  ammalato  in  Sauoiaja  man- 
dò flubitopcrmeffo  proprio  a  Milano,  con  la  patente  del  Capitanato  nella  pcr- 
fona  del  Mar  chefe  di  Tefcara  ;  ilquale  per  continuare  nella  fimulatione  me- 
de pma  con  gli  altri  ;  dimoflrò  non  eflergli  molto  grata,ancora  chefubito  accet 
taffe  il  Capitanato ,  &  commeffione  ancora  al  Trotonotario  Caracciolo ,  che 
andaffe  a  Vinetia  in  nome  di  Cefare,  per  indurre  quel  Senato  a  nuoua  confede 
ratione,  ò  almeno  perche  ciafeuno  re/taffe  giuflificato  del  defìderio ,  che  haue- 
ua  Cefare  diftare  in  pace  con  tuttu^Accettò  Francefco  Sforty,  alquale  era  già 
cominciata  infermità  di  non  piccolo  momento,la  inueflitura  del  Ducato,&  ne 
pa^p  cinquanta  mila  ducati,  ma  non  perciò  pretermejfe  di  continuare  le  prati- 

,  ~       ~"  che 


SESTODBCIMO."         "      7?fT 

che  Vtoedefime  col  Marche  Ce .  Varie  fon  o  fiate  l  opinioni  fé  quefla  faeditlone  di 
Ce  far  e  fuffe  fmcera.ò  artificio  fa  :  perche  'molti  credettono^che  hauefje  uolto  uè 
r  amente  l'animo  ad  affi  curare  gli  Itali  arsi  :  altri  dubitarono  che  egli  per  paura 
di  nuoui  mouimenti  itole  fi  e  tenere  gli  hnomni  fcjfefi  con  uarie  (peran%e ,  & 
andare  guadagnando  tempo  col  concedere  la  inueflitura,col  dare  in  apparen- 
za la  commefjìonc  del  leuare  l effercitojanio  grata  a  tutta  Italia  :  ma  che  da 
parte  hanefie  dato  à fuoi  Capitani  ordinatone ,  che  non  lo  rimouefiero .  lv(è 
mancò  dipoi  chi  credeffe ,  ch'egli  haue fife  già  noti  ria  dal  Mar  che  fé  delle  prati- 


che  tenute  col  Moroné  :  &  pero  commettere  cofi ,  non  per  effere  obedito,  ma  conerà  iuf  5 


a  In  effo» 
atto  d'ha* 
ucr  il  Mi- 
chele di  Pe 
fcara  muda- 
to a  Ha  Coi- 
te Gio.Bàt- 
tifta  Caftai 
do  adenti» 
ciare  il  trat- 
tato de'  Prf 
cip!  Italiani 


tro  genero- 
so, &  coftan 
te:  ma  che 
vorrà  por 
rcente  al  Fa 
pa.poco  fin 
cero. 

b  Per  l'i», 
fermiti  di 
Francefco 


'fe&ù*  'Nelle quali  dubietà  ,  e  (fendo  molto  diffìcile  ilp. . 

a  tia^maflimamente  nonfapedofe  nel  tempo  che  Giouan  Battifla  Caflaldo a  ma  mofhò  ani. 
dato  dal  Mar  che  fé  afignificare  il  trattato,  arriuò  alla  Corte;  fuffe  ancor  a  flato 
fyedito  Lopes  Vrtado  ;  ma  confiderato  quali  in  molte  cofe  fianopoi  flati  ipro- 
greffì  di  Ce  fare;  èfen'ia  dubio  meno  fallace  il  tenere  per  uera  la  migliore ,  & 
più  benigna  Inter pr  et  atione .  Klpn  ceffaua  intrattanto  il  Mar  che  fé  di  intratte 
nere  con  le  (peranze  mede  finte  il  Morone ,  &  gli  altri ,  &  nondimeno  differire 
con  uarie  feufe  l'effecutioni:  allaqual  co  fa  gli  dette  occafwne  l 'efere  talmente 

b  aggrauata  lab  infermità  del  Duca  di  Milano,  che  fi  fece  per  tutti  giudicio  qua 
fi  certo  della  fua  morte  :  perche  pretendendo  tutti  i  Capitani ,  che  in  cafo  tale  sforzYdice 
quello  flato  ricadeffe  a  C efare  fupremo  Signore  del  fendo, non  fio  lo  non  gli  fu  le  ch^fu^ub! 
cito  rmuouere  lefiercito,  ma  hebbe  neceffità  di  chiamami  di  nuouo  due  mila  bio,  re  il  pe- 
fanti  Tede  fichi,  &  ordinare  che  nefleffì  preparato  maggiore  numero:  donde  efi  £  l"  av<jJ^ 

te  d'effb  re- 
ftjr  gouer- 
narordiMi 
iano,  più  to 
fio  che  cer« 
car  dignità 
maggiore  j 
ouero  finge 
dofi  adirato 
contra  Ce- 
fert,  tétafTe 


fendo  nel  Ducato  di  Milano  i  follati  tanto  potenihreflaua privato  della  facul 
tà  di  diffoluergliyò  d'offendergli, dando  fi  era???  a  aefegnire  i  configli  della  con 
giuratione  come  prima  ne  ritornaffe  lafacultàdaqmle  mitre  che  s'affretta  pu- 
blicando  di  uolere procedere  con  rispetto  grandiflhno  col  Tonte fiee;  lem  dello 
flato  della  Chiefa  le  guarnigioni idellequalì  eglifi  querelaua  grau  emente .  Ma 
nel  tipo  medefimo  per  nuouo  accidente  fucceduto  in  I(pagna;fi  uariarono  qua* 
fi  tutte  le  cofe:  perche  il  Re  di  Francia  pieno  dì  granì fjimi  dì fpi aceri,  poi  che c 
in  nano  haueua  defiderata  la  prefenxa  di  Cefare  ;fi  ridujfc  per  infermità  fa-  d'ir 
prauenutagli  nella  rocca  di  Madril  in  tale  eflremità  delia  uita,  che  i  Medici  de  fcc ;  *jj  d.e  ili 
putati  alla  fua  tur at ione  feciono  intendere  a  Cefare  diffidar  fi  totalmente  della  p;u  ag:uoi- 
falute.fegià  non  ueniua  egli  in  per  fona  a  confortarlo, &  a  dargli  fier  ara  del- 
la li  'jerat ione idoue  preparando  d  andar  e  ,il  gran  Cancelliere  fino  lo  diffuafie,  di 
tendo, che  l'honorfuo  ricercaua  di  non  riandare, fé  non  con  difpofìticne  di  libe- 
rarlo fubitOi  et  fenza  alcuna  conuentione: altrimenti  effere  una  Immanità  non 
Regia,ma  meeeennana,  &  un  defiderio  di  farlo  guarire,  non  per  carità  della 

falute 

dell'in feramà  de!  Re  Francefco: ma  il  Capella  fciiue,ch'ciTendo  andati  in  Spagna  Madama  Margherita*  io» 
fella  del  Re,&gli  Oratori  Francefi  per  trattar  la  liberation  d'eflo.il  Res'haueua  pellaio  di  tornartene  <5 
cflì  in  Francia;  nu  che  non  efltn.lo  Cuccetta  l'accordo;  il  Re  per  dolore  cadde  in  coilgnue  malattia. 

Ooo     3 


niente  rom 
p*re  i  Ior  di 


legni. 


e  II  Giorno 
tiene  qnefta 
rnedeilma 
opinione 
della  tYìgion 


LIBRO 

falutefuama  ntojfo  filamento  da  intereffe  proprio,  per  non  perdere  per  la  fu* 
morte  l'occafione  de  guadagni  forati  dalla  uitoria:  configlio  certamente  me- 
morabile,&  degno  deffer  accettato  da  tanto  Tri?icipe:nondimcno  configliato 
diuerfamente  da  altri;andò  in  pofte  a  uifitarlo.  la  uifitationefu  brieue,percbe 
il  Chrifiianisfimo  era  già  qua  fi  altefìremo ,  ma  piena  di  parole  gr rae ,  &  di 
fi>eran%a  certisfima,come  fuffe  fanato,Ai  liberarlo:  &  quel  che  ne  fuffe  cagio- 
a  u  Gìouio,  neò a  quefio  conforto ,  ò  che  lagiouentiifuffe  per  fefieffa  fuperiore  alla  natu-  * 
e  il  capdia  ra  fo\\a  infermità  ;  comincio  dopo  quefla  uifitatione  ad  alleggerir  fi  in  modo , 
no  la  ca?io  che  inpochi giorni  reflb  liberato  dalpericolo7  ancora  che  non  ritornajfefe  non 
ne  del  mi    con  tardità  alla  prima  ualetudine.  Ma  ne  le  difficultà  ,  che  appanuano  del- 
nt\lKe  fiS  l'animo  di  Ce  fare,  né  lefpera^e  date  da  gì  Italiani ,haueuano  impedita  randa 
cefeo    am    ta  fa  Madama  djilanfon  in  Ifpagna:  perche  niuna  co  fa  era  più  difficile  a*  Fra 
vifita  fatta,  cefiuche  abbandonare  le  pratiche  della  concordia  con  quelli^  he  potevano  refli- 
mbz-c  deità  $*?$*  rtfH0  ^e  :  niunapiu  facile  a  Ce  fare ,  che  col  dare  fi>eran%a  à  Franco  fi  » 
libertà  da-  diuerùrgli  da  1  pen fieri  del  pigliare  l'armi*  &  con  quefi'arte  tenere  fio  fb  e  fi  gli 
tegM*  cai  jtaijanj;;n  mod.0  che  non  ardiffero  di  fare  nuoue  delihcrationi,  &  cofii  bora  al 
tentando,  bora ftrignendo,  tenere  confa fh  &  implicai  igli  animi  di  tutti .  Fu 
Madama  d'^Alanfon  riceuuta  da  Ce  far  e  con  grate  dimoftrationi3&  fperan^e  : 
magli  effetti  riufeirono  dirti  >  &  difficili  :  pc  r  che  gli  farlo  il  quarto  dì  d'otto- 
bre,ricercandolo  del  matrimonio  delia  for ella  nedoua  col  Re:  alla  quale  àirnan 
da,  riffofe  Ce  far  e  »  non  poter  farlo  fen%a  confentimento  del  Duca  di  Borbone: 
l  altre  particolarità  fi  trattavano  da' deputati  dell'una  parte,  &  de  II3  altra,  fa 
cendo  Ce  fare  oflinatamente  inflan%a,che  come  proprio  gii  fu  ffe  rcflituito  il  Du 
caio  di  Borgogna ,  i  Frane  e  fi  non  con  fendendo  fc  non ,  0  accettarlo  per  dote ,  ò 
che  giuridicamente  fi  uedeffe  a  quali  de'  due  Trincipi  apparteneua  :  nell'altre 
conditura  fi  far  ebbono  facilmente  concordati  :  ma  reflando  tanta  dijacpaw^a 
nelle  co  fé  della  Borgogna,  Madama  d  .Alan fon  alla  fine  fé  ne  ritornò  in  Fran- 
cia, fenica  hauere  riportato  altro  che  f acuità  di  uederc  il  fratello  :  i [quale  alla 
partita  di  lei  diffidando  già  ogni  dì  più  della  fua  liberai  ione  ;  fi  dice  battergli 
comeffo.cheperfua  parte  ricord  affé  alla  madre  &  agli  huomini  del  con  figlio, 
che  penfaffero  bene  al  benefìcio  della  Corona  di  Francia,  non  hauendo  corìfide- 
ratione  alcuna  della  per  fona  fua ,  come  fé  più  non  uiueffe .  7v(è  fi  troncarono 
perciò  per  la  partita  fua  al  tutto  le  pratiche  :  perche  ui  nmafono  il  Tre  fidente 
di  Vangili  Vefcoui  aAmbronc,  &  di  Tarb acquali  infimo  alìhora  l'haucuano 
trattate ,ma  con  leggieri fferan^e,  ncnfiinclinadoCcfarea  conditione  alcuna 
fen^a  la  reflìtutione  della  Borgogna,nè  confentendo  il  Re  di  concederla,fe  non 
per  ultima  neceffità .     [Arrivò  in  quefio  tempo  il  Cardinale  de  Saluiati  Le- 
gato del  Tontefice  alla  Corte  ;  doue  riceuuto  da  Ce  far  e  con  grandi  ([imo  honore 
trattaua  lefue  commeffioni  :  lequali principalmente contcneuano  la  ratifica- 
tone degli  articoli promeffi  dal  Viceré,  confortando  anco,  che  al  Duca  di  Mi 
lanofufìe  conceduta  la  inuefiituraper  laficurtà  commune:  ma  il  Viceré  mede 
fimo  diffuadeva  la  refiitvtione  di  Reggio >&  di  Rubicra;per  i  confort i>&  fiotto 

U 


SESTO  DF/C  I  M  O.  476 

la  fpeYan%a  àelquale  il  Ducei  di  Ferrara  defiderofo  di  trattare  per  fé  mede  fi* 
rao  appreffo  a  Ce  fare  la  caufa  fua,ottenvta  dal  Vonteficepromeffa,  cheperfei 
me  fi  non  farebbe  mole/tato  da  lui  lo  flato  fuo  ;fi  conduffe  infimo  à  confini  del 
Regno  di  Francia  con  determinatone  di p affare  più  innanzi]  :  ma  negandogli 
Madama  il  faluocondotto  ;fe  ne  ritornò  finalmente  a  Ferrar  a  .Tratta?' aft  an- 
cora tra'l  Pontefice, &  Cefare  la  caufa  della  difyenfaticne  per  potere  fare  ma- 
trimonio con  la  for ella  del  Rs  di  Portogallo:  ilquale  Cefare,  non  oflanie  che  al 
Re  d'Inghilterra  hauefiegiàpromeffo  con  giuramento  di  non  ricevere  per  mo- 
glie altra  che  la  figli vola,era  determinato  dicotrarre  :  alkqval:  a  ifhen  fittone 
concedere  il  Tontefice precedeva  lentamente, e ffendogl'iperfvafo  da  molti,che 
il  defiderió  d ottenere  qveftagralia  réderebbe  Cefare  più  facile  a  defiderijfivoi 
nelle  cofexhefi  trattavano  £  almeno  efiere  cofa  imprudente,  in  cafo  chauefie 
a  faYC  gu?r?*  fé  co  dargli  facul! ad 'accumulare tanti  denari-  (j:;axti  accumule- 
rebbe per  mezo  di  queflo  matrimonio  :per  che  il  afe  di?  gy  toglilo  gli  ojferiua  in 
dote  none  cento  mila  ducati ';  de  quali  detratta  quella  p  ■  r  te  che  shauena  £  ac- 
cordo a  compenfare  in  debiti  contratti  con  lm;pfènfdua  f^cneperverrebbeno 
in  mano  almeno  cinquecento  mila  ducatiyoltra  quattrocento  mila  ducati,  con- 
fentiuano  di  dargli  ifuoi  popoli  per  quelh^he  e  fi  chiamavano  feruitio:  qua[c 
cominciato  anticamente  dalla  volontà  propria  de popoli  per  foccorrere  alfe  ne 
esfiità  de*  fivoi  Re;era  ridotto  in  ordinaria preflationc  :  ojferiuano  altra  qvefli  a  dì  fopra 
di  donargli  quattrocento  mila  altri  ducati  ;n  cafo  d:ffe  perfettione  a  oveflo  ma  nel  lib-+;  a 
trimonio:da\t altra  parte  il  To-itefice  non  fiipeua  refiftere  alla  importunità  del  2'è °con  tic 
■Duca  di  Sefta  Oratore  Cefareo:ùerche  in  lui  era  quafi  femore  ripugnanza  ?ra~   nev"'e^em 

1     ?    '»      t  n    r   ■  un        l-  •   r      'i        ••      1 -n       r    ^  ~    ^^  pio  limile» 

ne  dalla  dijpoptione  alla  efiecutione  ;  concwfta  che  alienilfimo  perfua  natura  q-cfto  d'vn 

dal  concedere  qualunque  gratia  dimandatagli  ;  non  fapeua  anco  difficult  are, b  ™^ltfrl 

negarle  amantemente  :  ma  lafcian.iofpefio  vincere  la  volontà  fua  dalla  impor  so  ?oca  co- 

tunità  di  quelli  che  dimandati  ano,  &  fa  modo  che  pareva  che  il  più  delle  volte  ?5-1"  J"* 

J     n  1  1  n  IO  li    p<UIO« 

concede  fé  più  per  paura, eh  e  per  grati  a  ;  nònprocéaéua  in  queflo  con  quella  co  ne;  &  que- 

ftan^a^nèconquellamaeflàyche  menava  la  grandezza  della  fisa  degnità,  ne  fjolodi^t 

la  importanza  delle  faccende  che  fi  trattavano .  Co  fi  accadde  nella  Sijpenfa  di-  ta  numio , 

mandata-  che  combattendo  in  lui  da  un  canto  l  utilitàpropria,dalt  altro  la  fua  toìfltll 

molline ■;  fcaricb  come  Jpeffo  era  tifato  di  fare  addojfoa  altri  quello  che  a  lui  douicoxu. 

non  baflaua,non  so  fé  la  fronte, ò  t'animo  difoflenere .  Spedì  per  un  brieue  la  ti  boiudd 

difhenfia  nella  forma  dimandata  da  Cefare,  &  la  mandò  al  Cardinale  de  Sai  la  difpenfa . 

che  il  Duca 


ieficecon  Cefare,effendog!i  data  continuamente  Speranza  di  de fiderata  fpedi-  In  ?*? fta 
mn  typiCceéeronó  in  Lombardia  effetti  molto  dive;  fi  :  perche  efìcndo  il  Duca  libro  a  car. 
i  Milano  alleggerito  in  modo  della  infermità ,  chef  teneva  per  certo  che  al-  4S  u 

Ooo    4        meno 


LIBRO 

menofnjje  liberato  dal  pericolo  di  prefta  morte  deliberò  il  Marche  fé  di  Tèfca 
y  acquale  per  lo  Caflaldo  medefimo  haueua  bauuto  comneffione  da  Cefare  di 
prouedere  a  quefti pericoli,  fecondo  che  gli  pare  [fé  più  opportuno ,  a  impadro- 
|a  fcde"he  nirfi  del  Ducato  dì  Milano ,  fotto  colore  che  il  Duca  per  le  pratiche  tenute  per 
habbTnel  1°  me  %?  ^cl  M°''orje>era  caduto  dalle  ragioni  della  inueflitura,  &  che  il  feudo 
Marcheiè  cì  a  ricaduto  a  Cefare  fupremo  Signore .  Terò  effendo  il  Marchefe  a  J^puara , 
<i:  pdcara ,  iencj)e  oppreffo  da  non  piccola  infermità ,  &  hauendo  una  parte  de  u  esercito 

attribuisce  .,,-».,,..  <r>  »•    i  /•    ;  •      >  i  "     r 

ìi  espella  la  in  Tauia,iTedefchi  alloggiati  apprejjo  a  Lodi,  lequali  due  citta  baueua  fatte 
liiièz  Itnb  fortificare  ;  chiamo  inafpeitat  amente  a  T<[puara  il  reflo  delle  genti ,  che  alloga 
Moion  fat-  gìauano  nel  Tiemonte,&  nel  Mar  che  fato  di  Saluigo,  ilquale  quafifubito  do 
perdoche64  P°  ^  ^9tM  haueuano  occupato ,  fitto  Jfiecie  di  uokre  compartire  gli  allog- 
fcnue,che  il  giamentiper  tutto  loflato  di  Milano.  Chiamò  a "JNouara  il  Morone  :neilapeY* 
^"laTcò  fcna  detonale  fi  può  dire  che  confi fleffe  la  importanza  d'ogni  cofa  :  perche  era 
eoa  alcuna,  certo  che  come  eglifuffe  fatto  prigione,  il  Duca  di  Milano  fogliato  cthuonìini 
Molon  2n5  &  d*  configlw,nùn  farebbe  refiflen%a alcuna  :  douefefuffe  libero,poteua  dubi 
prometter-  tare  che  con  lo  ingegno*  con  la  fperien^a,  con  la  ripiéaUene  difficultajfe  molto 
indaffe0  V°  *fWi  difegni .  Era  ancora  neceffarìo  che  Cefare  haueffempotcftà  fua  la  per- 
uou*r!o:tai  fona  fai  Morone,  flato  autorey  &  inflrumento  di  tutte  leprati<he:.  per  potere 
penfando"0  colfuo  procejfo  giuflifcave  le  imputationi ,  chef  dauano  al  Duca  di  Milano  * 
ch'vn-huo-  NON  È  co  fa  alcuna  più  difficile  a  fchifare  che  il  Fato,  ueffmo  rimedio  è 
lìmo  di  fa-  cantra  t  mali  determinati .  Votela  già  cono]  cere  il  Morone  che  la  pratica  tenti 
ma  &  d'ho-  fa  c0\  Mar  che  fé  di  Te  far  a  era  nana  :  fapeua  d'ejfere  in  grandijjimo  odio  ap- 
uefle  \  mac  prejfo  a  tutti  i  follati  Spagnuoli,  tra  iqualigià  molte  co  fé  della  fua  infedeltà  fi 
ch;ar  dibmt  faceùanq:  &  che \ArMnio  da  Leuapublicamenteminacciaua  di  farlo  amma^ 
fedeltà ,  &  ^re  :  non  e  cr edibile :non  confiderafie  la  importanza  della  fua  per  fona ,  che 
msflìmamè  non  ned  èffe  in  che grado  fi  trouaua  il  Duca  di  Milano  inutile  allhoray  &  qua- 
che  gii  era  »  fi  come  morto  :  tra  loro  già  molti  giorni  innanzi  era  ogni  cofa  fofpefa.  &  pie- 
amicifli  mo,  na  fa  fojpettione ,  ognuno  lo  confort aua  a  non  andare ,  egli  mede  fimo  neflet- 
uaiio  .  te  ambiguo  ;  nondimeno,  ò  hauendo  ancora  occupato  C animo  dalla  fimulatìo- 
ne,&  dottarti  del  Marchefe ,  ò  facendo  fondamento  nclfamicitia  grande , 
lìb.  i .  a  e"*.  cbe  gli  par cita  hauere  contraita  con  lui ,  ò a  confidando  fi  della  fede ,  laquale  * 
22.di  quefta  difiepoi  hauere  hauuta per  una  fua  lettera ,  òper  dire  meglio  tirato  da  quella 
tro  de'  Me  neceffitàche  flrafcina  glihuomini ,  che  non  uogliano  lafciarfi  menare;  fi  ri- 
dici  voiéda  fo\ui  Mandare  quafi  a  una  carcere  marafefla  i  cofa  a  me  tanto  più  marauiglio- 
l'ambafcia  -  fa  >  quanto  mi  rcftaua  in  memoria  battermi  il  Morone  detto  più  uolte  nello  ef- 
u\  dr?nc*~  f€YCtt0  al  tetnP°  &  Lione ,  non  ejfere  huomo  in  Italia*  né  di  maggiore  maligni- 
ti Lodoui-  tày  ne  di  minore  fede  del  Marchefe  di  Tefcara  :  fu  riceuuto  da  lui  benignamen 
JJJjS?1 2  f '  te,  &foli  in  camera  parlarono  delle  prime  pratiche,  &  d'ammaccare  gli  Spa 
?rancefedo  guiìolì,  &  Antonio  da  Leua,ma  in  luogo ,  che  ^Antonio.che  dal  Marchefe  era 
S'arszzo^co  ftat0  occultato  b  dietro  a  un  panno  àara7go,udiua  tutti  i  ragionameli idalqna  b 
me  (crm*  il  le  partito  chefit  dal  Mar  che  fesche  fu  il  quartodecimo  giorno  d  Ottobre;  fu  fat 
Gwwio ,      $oprigione1&  mandato  nel  Caficllodi  Tania ,  nelqual  luogo  andò  il  Marcbt- 


S  B  3  T  O  J)  E  C  I  M  O.'  477 


catta  incarcerato  d  hLoned  Marcbefejn  mano  dedale  erano  prima  Lodi, 
a  &  Tania;  merco  U  Ducale  '  perflcurtà  delio  flato  detto  Imperarne, gli  fa- 
ceffi  eonfegnare  C*«mm&  MfiW&S d>  Trc^Leao >& ?Mgft  .£*>•« 
cbepereìerefu'lp-fioaUddafono  tenute  le  chiatte  del  Ducato  di  Milano,  refcs.,.  , 
b  promettendo  hamte  quefleì  di  non  innouarepiu  altro:  lequali  il  Duca  trouan  Fgog^ 
dofi  iinudo  d'ogni  co  fa,  abbandonato  diconfiglio,&  di  fperar.xa,  gli  fece  fubi  héctIzt>  u 
tocofregnare^amteytefcrkercòpiuoltK 
ceuaperparlarefcco,cheglifuconfentitoconlamedefimafacdita:&en^  nd    ,h. 

chefuinMilano,glimandò  a  fare  ìnflanxa,  che  gli  faceffi  eonfegnare  il  Caflel  ta-rfo^ 

lodiCremo;ia,&chenonricercauatlmedefimoéquelh  dtMilano,pcr  non  fto  Knote. 


UokiKÌofaofe?retario,&TolitianofegretariodelMoron^  .ichcm 

teSero  efammarefoprale  impulsioni,  che  erano  date  a  lui  d  bauere  macchi-  "^cMm 
nato  contra  Cefare.Mequali  dimade  nffofe  il  Duca,  che  teneua  le  caflella  di  ^Mbt 
Milano  &  di  Cremona  in  nome,&  a  inflanxa  di  Cefare,alquale  era  flato fem  l™°c-'mi 
pre  fedeismo  uafiatto,  &che  non  le  uoleua  eonfegnare  ad  alcuno  ,fe  prima  no  *  fede  di 
intendeualafuauoloutàdaquale  per  intendere  chiaramente  gli  manderebbe  «-*g« 
fHbitounhuomoproprio,purecbeilMarcbefegliconcedcfieficurtaépafia-  •££«£ 
re,&  che  non  ?ll pareva  honeflo,confentire  d' efiere  in  quefto  me*?  ferrato  in  »fc  u  vi. 
CaHelh.daUaqmle  volerla  fi  difenderebbe  in  qualunque  tnodo  potè ffe.Haue  «^ 
r.bfovno  per  fé  dì  Gian. Angelo  per  efiere  egli  ìnflrutto  di  tutte  le  coje  fue  bJaCefa. 
tnpltantinèefiereperanhoraapprefioafedtromin^ 

,*>  mime  neceffità  di  quello  del  Morene,  per  poterlo  prefentare  innanzi  a  Ce-  effo  M.lm. 
jare1&  g<u(l$care  con  quefto  mecche  nella  infermità  f uà,  il  padrone  haue-  g«».  « 
uà  fatto  in  Qto  mmefenxafaputa  fua  molte fpeditioni,  che  gli  potrebbono  ejje  t0  piu  gta. 
re  di  caricó,fe  con  queftomexp  nongiufliflcaffe  la  innocentiafm&chelepra  nf  nM 
tube  del  Morene  erano  diuerfe,&  feparate  dalle  pratiche  fue:  l  effetto  Ju  che 
dopo  molte  repliche,&  protei  fatti  dal'uno  aU'altroperfcritmra:  il  Marche  b  ^ 
fecoflrinfe  ilpopolo  di  Milano  a  giurare  fedeltà  ali  imperatore  contra  lauo-  r,  iono. 
lont'àfua-.&conmcredtbile  diffnacere  di  tutti  tmejfe  per  tutto  lo  stato  uffi--  £  ggk 
ciali  in  nome  di  Ceftre,&  cominciò  con  le  trincee  a  ferrare  il  CajhUo  di  Cre-  Ca[;elb  _ 
mona,&  quello  di  Milano:  nelquale  il  Duca  con grandfmi  confòrti,  &  cb^M 
franta  di  foccorfo  datagli  dalTontefice,  &  da  ammani  era  njoluto  di 


ta  al  Duca 
una 


tette  con  l  artiglierie,  cue  non  juaiwrayc  uuc  ww  *yw*\£ > 

mdaUa^rtedìfuomcQlfofopiHlontanQ  dal  CafieUccberm  haueualat- 


l  i  b  r  a 

to  Trofpcro  Colonna.  Spaucntò>&  ragionevolmente  toccupatìone  del  bucate 
di  Milano  Italia  tutta:  laqualc  conofceua  andarne  in  manifefla  feruità  ogni 
uolta  che  Cefare  fuffe  padrone  di  Milano, &  di  J^apoli,  &fopra  tutti  afflijfe 
il  Vontefice,uedendo [coperte  quelle  pratiche > con  lequali  haueua  trattato  non 
folo  Gaffeur  are  Milano,  ma  ancora  di  diftruggere  l'esercito  di  Cefare,e  torgli 
il  Regno  dilslapoli.  ^Al  Mar  eh  e  fé  di  Vefcara  conciliò  forfè  gratta  appreffo  a 
Ce  fare,  ma  nel  coietto  di  tutti  gli  altri  eterna  infanga  ,  non  folo  perche  reflò 
nell'opinione  della  maggior  parte,  che  da  principio  haucpchauuto  hit  emione 
di  mancare  a  Ce  far  e,  ma  ancora  perche  orando  gli  fife  flato  fempre  fedele , 
parue  cofadi  grande  infamia,che  hauefìe  dato  animo  agli  huomini>&'  alletta 
tigli  con  tanta  duplicità  ,&  con  tante  fraudi  a  fare  pratiche  fcco  per  hauere  oc 
cafone  di  manifefìargli-&  farfgrade  de  peccati  et  'diri .procurati  con  le  lufm 
ghe,  &  con  l'arùfue.  Diffcultò  quefia  innouatione  la  (peraìvza  della  concor- 
dia-laquale  fi  trailaua  per  lo  Vrotonotario  Caracciolo  col  Senato  V minano  > 
ridotta  già  in  termine,  che  pareuapropinqua  alla  conciti fone  di  rinouare  lapri 
ma  confederatone  con  le  medefime  conditicni,  &  di  pagare  a  Ce  far  e  per  riccm 
penfatione  deli  ommiffione  delpaffato  ottanta  mila  ducati ,  efclufo  in  tutto  le 
dimande  di  contribuire  infuturo  con  danari.  Ma  il  cafo  foprauenuto  da  Mila-. 
no,empiè  quel  Senato  di  grandijjìma  perplcffità,e fendo  da  una  parte  moleflif- 
fimo  re  far  e  foli  in  Italia  contra  Ce  far  e  con  pericoleremo minaccia.ua  il  Mar- 
eh  e  fé  di  Vefcara  di  uolerfare>che  la  guerra  non  fitrasfi .riffe  nel  loro  dominio, 
&gìà  nappariua  qualche preparai ione:  dalt altra  par  te  non  meno  ,cono fen- 
do di  accrefcerc  cgI  loro  accordo  la  facilità  a  Ce  far  e  di  infignonrfi  totalmente 
di  quel  Ducato  >  ìlquale  aggiuntogli  a  tanti  fiati-,  &  a  tante  altre  opportunità, 
era  lafcala  difoggiogare  loro  con  tutto  il  reflo  d Italia  :  m  cefiaua  di  perva- 
dergli al  mede  fimo  efficacemente  il  Vefcouo  di  Baiofa  mandato  da  Madama 
la  Reggente  per  trattare  l  unione  fua  congni  Italiani  contra  Cefare  :  nelquak 
frangente  le  confate  loro  erano  fpeffe,madubie,&  piene  di  uarie  opinioni: & 
fé  bene  faccettare  l'accordo  fuffe  più  conforme  alla  consuetudine  loro ,  perche 
rimoueua  i pericoli prefenti.donde poteuano Jper are  nella  lunghezza  del  tem- 
po >&  nell'oc  cafoni  che  pofìono  affettare  le  Republichedequa  li  a  comparata- 
ne de  Vrincipifono  immortali;  purepareua  anche  loro  troppo  import  ante, che 
Cefare  fi  confermaffe nello flato di  Milano, &  chei  Fr  ance  fi  reftafsero  efcluft 
d'ogni  (peran^ad  hauere  alcuna  congiuntione  in  Italia  :però  determinati  fi- 
nalmente di  non  sohligare  a  cofa  alcuna;  rijpofono  al  Vrotonotario  Caraccio- 
lo,  che i  progrcfji  loro  paffati  facevano  fede  a  tutto  il  mondo,  &  egli  ancora 
che  fi  era  trouato  a  conchiudere  la  confederatione,  nera  buono  teflimomo^qi.a . 
to  hauefferofempre  de  fi 'derato  lamicitia  di  Cefare,  colqualef  ciano  collegati 
in  tempo  che  l'accofiarfi  loro  a  trance  fi  farebbe  flato,  come  fapeua  ciafuno,x 
di  grandiffimo  momento  >  &  chefempre  haueuano  perfeuerato ,  &  hora  pia 
chemaiperfeuerauano  nella  medie fima  di ftofitlcne,  ma  che  dincceffità  gli  te- 
neva fofte  fi  il  vedere >che  in  Lombardia  fifuffe  fatta  innouatione  di  tanca  itn~ 

portanti 


SESTO  DECIMO.  47* 

pòrtan%a,&  maffimamente  rkordaridoft  che,&  la  confederatione  loro  co  Ce- 
fare3e  tanti  altri  mouimenti,che  fi  erano  fatti  a  quefli  anni  in  Italia*  non  haue 
nano  battuto  altro  fine,cbe  il  uolere.che  il  Ducato  di  Milano  fuffe  di  Francefco 
Sfor^come  fondamento  principale  alla  libertà  £ltaliai&  allaficurta:&pe 
rò pregare  fua  Maeflà,che  mantenendo  in  queflo  cafo  femedefima,  &  la  fua 
bontà>uoleffe  rimuouere  quefla  innouaùone,&  flabilire  la  quiete  d 'italiano- 
me  era  inpoteftàfua  di  fare:  perche  gli  trotterebbe  fempr e  dtfpoftiffimi,  &  con 
£  autor  ità,&  con  le  for^  afeguitare  quefla  fant a  inclinatane,  né  gli  darebbo 
no  mai  cagione, che  da  loro  bauefìe  a  deftderare  ufficio  alcuno, co  fi  al  propofito 
del  bene  uniuerj ale, come  de  glint  er  elfi  f noi  particolari:  laqualeriffofla  effen- 
doflen%a$eran%a  alcuna  di  conciti fione,  non  partorì  però  rottura  di  guerra, 
perche,  &  l'aggrauare  tutto  giorno  la  infermità  del  Mar  che  fé  di  Tefcara,  el 
dcfidcrio  dinfignorir fi  prima  di  tutto  lo  flato  di  Milano,  &  di  flabilire  bene 
quello  acqttifto^e  luolere  prima  Cefarerìfolueretanf  altre  cofe,  che  haueua  in 
mano, non  lafciaua  dare  principio  a  imprefa  di  tantomomento.  Era  in  queflo 
tempo  armato  Borbonejlqnale  arduo  il  quartodecimo  giorno  di  7$ouembre7 
alla  Corte  di  ce  fare:  circa  ilquale  non  merita  dì  e  fi  ere  preterito  cofilentio,  che 
benché  da  Cefare  fuffe  mentito  con  tutte  le  dimoftrationi,  &  honori  poffibilì, 
&  carezzato  come  cognato,nondimeno  che  tutti  i  Signori  della  Corte  filiti}  co 
mefempre  accalca  feguitare?iell' altre  cofe  Fefiempio  del  filò  Vrincipe,  fair 
borriuano  come  per  fona  infame ^nominandolo  traditore  al  proprio  Re:. infuno 
di  loro  ricercato  in  nome  di  Ce  fare,  che  confentiffe  che  il  fitto  palaxgo  glifufiz 
conceduto  per  alloggiamento, ri flofe  con  grandetta  d  animo  Cafligliana  ;  non 
potere  dinegare  a  Cefare  quanto  uoleua;  ma  chefapeffe  che  come  Borbone  fé 
ne  fitlfe  partito,?  abbrucerebbe  comepalaTgo  infetto  dalla  infamia  di  Borbo- 
ne,&  indegno  defiere  habitato  da  huomini  d'honore.  Ma  gli  honori  fatti  da  a  il  piou?* 
Cefare  al  Duca  di  Borbone  accr  e  flettano  la  diffidenza  de  Vr  ance  fi:  i  citali  per  "ae  v'j*ta  dei 
qucflo>&  più  per  lo  ritorno  fenra  effetto  di  Madama  di  Manfon-,  parando  pò  picara  »i 
co  nell  accordo  ancora  che  continuamente  per  tuonimi  propri)  che  uaueuano  ^jeftepa 
apprefio  a  Cefare  fi  praticafie,inflauano  quanto  potevano  di  fare  la  Lega  co 7  jjjj'jj1^ 
"Pontefice ':a  cheinterueniuano  i  confort ì,&  F  autorità  del  Re  d  Inghilt  errarle  uala>  &  aei 


'g 


ydefie  il  frutto  di  quelfeme,  che  haueua  f eminato  coyi  tanta  malignità. a  Era  c?fti-!i3  la 
rifluì  di  Cafa  di  Mialos  d'origine  C atelano ,  i  maggiori  fuoi  erano  uenuti  in  ■j^okSo!' 
Italia  cot  Re  Mfonfo d Magona ,cbe primo  di  quella  cafa acquiflo  il  Reame  p;u  tot*-,  m 
di  rìlapoli:&  cominciando  dalla  giornata  di  Rauenna ,  nellaquale  ancora  gio-  ^"^"^ 
uanetto  fu  fatto  prigione;cra  interuenuto  in  tutte  le  guerre  che  haueuano  fiat-  che  fegue , 
tegliSpagn-wliin  Italia:  in  modo  che giouatie  di  età.che non pafi aita  trenta*  "m&^JJ 
fei  anni, era  già  uzechio  d'ejfmen^a,  ingegnofo-,  animofo,  molto  follecito ,  &  do  uenifle 
molto  $ìùq3  &  in  grandi jjimo  credito?  &  beniuolen^a  apprefio  alla  fanteria  {^"uuL"0 

Spa- 


LIBRO 

ipagnuotajeflaquaìe  era  flato  lungamente  Capitano  Generale:  in  modo  che, 
&  la  mttoria ài? ama,  &già  qualche  anno  tutte  l  bonoreuoli  fai }tion;  [alte 
da  quello  e  fi  cretto, erano  principalmente  Succedute  per  loccr:fglh,&  per  la 
uinàfua:Capitano  certamente  di  ualor e  grande ,ma  che  con  artifici],  &  fìmu- 
lattone  faoeuaafi ai  favorire,  &  aumentare  le  cofefuc:  ilmedefimo,  altiero, 
infidiofo>maìigno,fen%a  alcuna  finccrità,&  degno,  (come  jpeffo  diceua  defe 
derare)d'hauere  hautito  per  Tatriapiu  prefto  Spagna  che  Italia.  Ccfufe  adun- 
a  Morì  il    one  affai  la  a  morte  fua  quello  esercito, appreso  alquale  egli  era  in  tanta  gra- 
zefcaia  (co-  tfc  &  riputai  ione, 6^  agli  altri  dette  fleran^a  di  poterlo  molto  piufacilmen 
ctiv.  %  ti  le  opprimere  fot  che  gli  era  mancato  mi  Capitano  dì  tale  autorità,  &  ualor  e: 
la  luga  twTi  pero  tlpp  ,j?0  £  <pomefìce  erano  tanto  più  calde,  &  importune  le  inflative  di 
io  conSt'.?uS  'coloro! che  defderauano  che  la  Legafifacefie;  ma  non  erano  minori  lefuefo- 
bere  acqua,  fpenfwm.&  deb:tamente:perche  da  ogni  parte  cohatteuano  ragioni  efficacia 
£i?t!ch?&  fime,&  da  tenere  confufo  ognhucmo  ben  caldo>&  deliberato;  non  che  Cime 
wigue  fette  te,che  nelle  cofefue  procedi fempr  e  tardo  ,&  fojpefo.  "Non  s  aftettaua  più 
£j*  f4*£  da  Cefar  e  deliberatone  alcuna,cbe  aficurafie  Italia  :  uedeuafì  attentiamo  a 
no*  Vd  f¥iare  tl  Caflello  di  Milano,qualeprefo,tutti gli  altri,  &il  Tapa  maffima- 
Novembre*  mente,  che  haueua  lo  flato  debole,  &  pofto  in  me%p  della  Lombardia,  &  del 
in  25on/w    Ke&no  dl  'K^oliìgli  reflauano  manifeflrmente  in  preda  :  &  prefuppoflo  che 
»aNFa°po"&  in  [acuità  fua  fufie  d'opprimerlo;  era  molto  dubitabile,  che  Vhauefie  a  fare ,  b 
uifcpohom        ambitione  ,che  è  qua  fi  naturale  a  d'imperatori  contrai  Tonteflci,  opet 
».  affuurarfhb  per  uendicarfhtrouandofu  come  era  credibile, pieno  dijdegno,& 

di  diffiden^a,per  le  pratiche  tenute  col  Marchefedi  Tefcara:& felaneceffìtà 
diprouedere  a  qucfloperkolo  era  grande,nonpareuano  anche  leggieri^  i  fonda- 
menti, &  le  fberanxe  di  poterlo  fare:  perche  ,ò  il  rimedio  haueua  afuccedere 
perme%o  d'ima  Lega,  &  congwntione  sì  potente,  ò  s  haueua  a  difierarfene 
in  eterno.  Trometceua  il  Gouerno  di  Francia  cinquecento  lande,  &  ogni  me 
[e  mentre  durauala  guerra  4c.  mila  du:ati,cd  quali  fi  ragionauafoldare  die 
ci  mila Sui^eri.  Diffegnauafi  che'l  Vapa.e i  Vinitiani  mettefiero  infume 
1 800,  huomini  dy  arme, uentimìla  fanti, &  due  mila  cauai  leggieri.  Vfafiero 
t  Francefile  i  Vinitiani  in  mare  con  unagrofia  armata  per  affaltareù  Genoua, 
è  il  Reame  di  J^apolLVrometteua  Madama  la  Reggente  di  rompere  fubito  co 
potente  esercito  la  guerra  alle  frontiere  di  Spagna;  acciò  che  Ce  far  e  fufie  impe 
dito  a  mandar  gente,&  danariper  laguerra  d'Italia;  l'efiercito  reflato  in  Lo- 
hardiancn  eragrofio;  non  haueua  Capitani  dell'autorità  foleua,  efiendo  mor- 
to il  Marchefe,&  Borbone,®*  il  Viceré  di  J^apoli  in  Ijpagna;non  ui eramo- 
do  di  danari,  non  abbondanza  di  ucttouaglìe;  ipopoli  inimicifjimi  per  lo  defi- 
derio  delfuoDuca-.&per  le  intollerabili  efattioni,  che  fi  faceuano  da  i  falda- 
ti, &  nella  città  di  Milano,  &  in  .tato  lo  flato;  il  Caflcllo  di  Milano ,  &  di 
Cremona  in  mano  de  l  Duca;  &  i  Vinitiani  daitanofteranza,  che  anco  il  Duca 
di  Ferrara  entrerebbe  in  quefla  confederationepur  che  Clemente  fi  contentaf- 
Ce  di  concedergli  Reggio  >qualc  a  ogni  modo  poffedeua.  Dall'altro  canto  faceua 

diffi- 


SESTODEC1MO.  479  aVedcfin- 
difficultà  l'aftutiaja  uirtu  de  nimichi' efiere  [oliti  afiare  lmgdmente,quando  dimeno,che 
era,  necefiarìo,con pochi  donar  i,&  a  tollerare  molti  difagi,  &  incommodità:  ^jjj^jj^ 
le  terre,nellequalierano,fortificate,&  la  facilità  per  efjere  terre  in  piano  di  quc  fi  tofle- 
potere  anche  meglio  ripararle,&  fortificarle  :  nellequali  poterfi  intrattenere  £  *Jj*°* 
tantoché  gli  ueniffe  foccorfo  di  Germaniadi  qualità  da  ridurre  tutta  la  guer  «ai  fonda- 
re alla  fortuna  d'una  giornata:  le  genti  della  Lega  non  potere  efiere  altro  che  ™" to^  £* 
genti  nuoue,  &  di  poco  ualore  a  comparatone  di  quello  efiercito  ueterano,  &  manente  ia 
nutrito  in  tante  untone:  hauerft  difficultà  dt  Capitano  Generale, non  hauendo  jj^^Fj 
il  Marchefe  di  Mantoua  che  atfhora  era  Capitano  della  Chiefafpalle  dafofle  v  hauer  per 
nere  tanto  pefo:  ne  potendo  ficur  amente  commetter  fi  alla  fede  del  Duca  di  Fer  ^al  F?ancc 
(  rara,ne  *  di  quello  dì  orbino  ,che  haueuano  riceuuto  tante  offe  fé,  né  poteuano  fco  Maria 
efiere  contenti  della  grandezza  del  Tontefice:  tagliar  male  difua  natura  l'or  j^^  Jcr^ 
mi  della  Chiefa,tagliar  medefimamente  male  l'armi  de  Vinitiarìu  &  fé  eia-  neijib.fegue 
%fcunamale  feparata,&  daper  fe.quanto  peggio  accompagnate,  &  congiunte  "i.V$.  di 
infiemeì  negli  efierciti  delle  Leghe  non  concorrere  mai  lepromfioni  in  un  tem  qij»  j*1?3" 
pò  mede  fimo,  e  tra  tante  uolontà ,  douefono  uarij  intereffi,  &  uarij  finUnafce-  v\n^  l°'5  "* 
re  facilmente  di fordini,  [demi,  di/piaceri,  &  difjidentie ,  &  almeno  non  ui  &  acar.  t$. 
efiere ìnahnepronteT^a a feguitare gagliardamente ,  quando  fi  mojtra  beni*  ftapò  l'anno 
gno  il  f onore  della  fortuna,  ne  dijpofitione  da  refiflere  conflantemente,  quando  ^f8^"*  j 
fi  uolge  il  disfavore:  ma  quello  che  [opra  tutto  caufaua  in  quefia  deliberatone  Duca  w&i 
difficultà  grandi ffimate  timore  ,era  il  foretto  che  i  Frante  fi  ogni  uolta  che  Ce-  *°,  v^?f^ 
fare  uedendofiflrignere,offerifce  di  liberare  il  loro  Re,  nofolo  abbandonafie-  A\  •  tutta  il 
ro  la  Lega,ma  ancora  l'aiutafiero  contra  i  Collegati:  &  fé  bene  il  Re  dtlnghiU  g°uec™°  cf^ 
terra  obligauaper  loro  lafedefua,  che  non  fi  accorderebbono  >  &  fi  trattaua  delia  lega  ha 
che  defiero  in  Roma,in  Firen%e,b  in  Vinetiaficurtà  di  pagamentiper  tre  me-  ^JJ*  *|*  c°? 
fhnondimeno  non  fi  trouaua  mc^p  alcuno  dafficurare  da  quefia  fojpettione:  pernonu'ef 
perche  non  hauendo  effi  altro  fine  che  la  ricuperatone  del  Re,  &  efiendo  noto  Jf"  £u®  ^ 
rio  che  non  haueuano  ine linai ione  allaguerra,fe  non  quando  no  haueuano  fl>e-  di  (tato,  d'a- 
ran^a  dell'accordo;  pareua  uerifìmile  che  ogni  uolta  che  Cefare  uolefie  confen  SirìputVtb- 
tirlo  loro; preporr ebbono  la  concordia  feco  a  ogn  altro  interefie »  &  rifletto:  ne.Et  (è  ben 
anT^fi  conofceua  che  quanto  fufiero  maggiori  gli  apparati,  &  le  for^e  della  foegVkTua 
Lega;  tanto  più  inclinerebbe  Cefare  ad  accordare  col  Re  di  Francia:  &  però  taflando  ;  io 
pareua  per icolofiffimo partito  collegarfi  a  una  guerra,  nellaquale  leprouifioni  àTmen  ^q  °" 
potenti  de 'confederati potè fiero  co  fi  nuocer  e y  come  giouare,  Combatteuano  il  <*«( 


ontra- 


r  rio  a  quato  I 

i  On-    pg  ud  ciò  del 


ri)  ua  K,u  uc* 
Duca  in  quefta  hiftorìa  è  letto):criiTe  GiouaniSinaon«tta,che  fi  troufc  a  quei  tépi.  &  a  quelle  guene.i  cui  ferii 

ti  fon  pretto  meme'  quali  appari fee,  che  l'anioni  di  quel  Duca  furono  di  miglior  coniìglio,  &  tifo  limone:  Se 

quelle  cofe  fi  ritraggono  anchodal  Capella,  &  dal  Giouio  in  gran  parte:  talché  alcuni  ragionando  di  ciò 

più  uoltej  hanno  dubitato,  le  quello  Auttore  habbiahauuto  finiftre  informatioai  de'  fatti  di  quel  Duca,  o 

animo  alterato  contra  etto,  (guanto  a  queIle,tengono  per  impofi]bil£,che  huomo  di  tanto  grado,  qual  era 

il  luogotenente  del  Papa  in  quell'etterato,  di  tanta  dottriua,&  giudicio,  &  tanto  bene amiato  delle  cole  fé- 

ttete  Se  occoitej  hauefle  intormation  cattiua  delle  palefi.  Quanto  all'alteiation  dell'animo,  adducono  una 

littera  di  Nicolo  Macchiaueili  fciitta  a  Bartolomeo  Caualcantcnellaqual  dice»  e' hauendo  letta  quella  hifto 

ria,  motVa  tagli  dall'  Auttore,  &  auifatolo,  che  troppo  hauefle  lacerato  il  Duca  d'Vrbino,  e  fcritto  contra  lui 

troppe  cofe;  i'Auttor  gli  rifpofe,che  per  quel  rifpetto  uplcua  aggiugneruene  una  pagina  di  più;  oc  quella.  Ieri 

«e  Nicole  ettere  &aw  ia  garola  di  lai. 


LIBRO 

teff  ce  da  ogni  parte  con  qttefle  ragionigli  ^mbaficiatorì,  &  agenti  de*  Trbu 
cipi,  ma  non  meno  iminifirì fuoìmedefitmi:  perche  la  cafa,  &  il  con  figlio  fuo 
era  ditti ;fo:  de quali  ciaj amo  f attor  iti  a  la  propria  ine  linai  ione  con  tanto  mino 
re  rifletto,  quanto  era  maggiore  l'autorità,  che  fi  baueuano  arrogata  con  lui, 
&  egli  infino  a  quel  tempo  afitte fatto  fi  a  lafciarfi  in  gran  parte  portare  da  co 
loro,  che  harebbono  battuto  a  obedire  a  cenni  fuoì,  né  efiere  altro  che  mini-* 
ftri  &  e fecutori  d:lìauolontà,&  ordini  del  padrone: per ìntelligen%a  diche, 
(jr  di  molte  altre  cofe,  che  occorfonoy  è  necefiario  dichiarareptu  da  alto.  Lio- 
ne, che  portò  la  prima  grandezza  Ecclefiaftica  nella  Cafit  de'  Medici,  &  con 
l'autorità  del  Cardinalato  fio fienne  tanto  fé,  &  quella  famiglia  caduta  di  luo- 
go cccelfo  in  fomma  declinatane,  che potettono  ajpettare  il  ritorno  dellapro* 
fiera  fortuna;  fu  huomo  di  fomma  liberalità,  fé  però  fi  contitene  quefio  nome 
a  quello  fi)  end  ere  ecceffiuo,  chepaffa  ogni  mifuraiin  cofiui  affunto  al  Tontefi- 
a  La  magni  tato  apparì  tanta  a  magnificenza, &  fplendore,  &  animo  neramente  Reale,  t 
*cea  uone  che  farebbe  fiato  marauigliofio,  etiandio  in  uno  chefuffe  per  lunga  fucce fifone 
appa  me  mai  dttcefo  di  Re  ,  ò  d'imperatori:  nèfolo  profufijjimo  dì  danari,ma  di  tutte  le  grò, 
-oznaàék  tie  cbefono  inpoteftà  d'un  Pontefice,  lequalt  concedeuafi  fimifitrataméte,che 
la  fua  coro-  face  ita  vile  l' 'autorità  Jpirituale,  difordinaua  lo  filile  della  Corte,  &  per  lo  fòlcn 
auaienp"li  dorè  troppo,  fi metteuainnecejfità  d'hauerefempre  a  cercare  danari  per  me 
apparati  fon  flraordinarie.  JLquefia  tanta  facilità  era  aggiunta  una  profondijjìtna  fìmu- 
to^nwtta  latione\con  laquale  aggiraua  ognuno  nel  principio  del  fuo  Tonteficato,  &  lo 
tida'teterte  feC€ parere  Vrincipe  ottimo,  non  dico  di  bontà  ^Apofiolica ,  perche  ne  noftri 
&ap«ahte  corrotti  coftumi,  è  laudata  la  bontà  del  Tonte  fi  ce, quando  non  trapaffa  la  ma 
lpcre  ùfun  '  Uggita  de  gli  altri  huominì  :  ma  era  riputato  clemente,  cupido  di  beneficare 
tocche  quel  ogni  uno,  &  alieniffimo  da  tintele  cofe,  chepotefìero  offendere  alcuno.  Heb- 
v?5f  pC°-  be  cofiui  tra  C altre  fine  felicità,  che  furono  grand  ifime ,  non  piccola  uentura 
cétam  ila  du  dibattere  appreffo  di  fé  Giulio  de  Medici  fino  cugino  >  quale  di  Caualiere  di  Ro- 
ca  u  b  ,0'dei  dìybencbe  b  nonfuffe  di  natali  legittimi, e faltò  al  Cardinalato  :  perche  efìendo 
la  vita*  <Tef-  Giulio  di  natura  grane,  diligente, affiduo  alle  faccende, alieno  da  piaceri  jordi^ 
fo-  naio,&  afiegnaio  in  ogni  co  fa,  &  hauendo  in  mano  pernolontà  di  Lione  tut- 

b  dì  ciò  d«  ti  i  negocij  importanti  del  Tonteficato,  fofleneua,&  moderaua  molti  difordi- 
»e  leggerli  nhch  e  proce  dettano  dalla  fitta  larghezza,  &facilità:&  quel  che  è  più,  non  fé- 
?cii«a  di  Co  guendo  il  coflume  degli  altri  nipoti,  &  fratelli  de'Tontefici,  preponendo  l  ho 
pra  nei  hb.  nore.&  [a  grandezza  di  Lione  agli  appoggi  poi effe  farfiper  dopo  la  fitta  mor 
te,gli  era  in  modo  fedelijfimo,  &  obedie;ii>Jjimo>  chepareua  che  neramente 
fuffeun  altro  lui:  pertiche  fu  fiempr  e  più  e  fattalo  dal  Tontefice,  &  rimeffea 
lui  ogni  dì  più  le  faccende  dequali  in  man  di  due  nature  tanto  diuerfe  mofiraua 
no  quanto  qualche  uolta  conuenga  bene  infiieme  la  mìftura  dì  due  contrarijd'af 
fidati  à,  la  diligenza  l'ordine, la  granita  de'  ce  fiumi:  la  facilità,  la  prodigalità, 
i  piaceri,  &  la  hilarìtà:  leqttai  cofe  face  nano  credere  a  molti  che  Lione  fufic 
gouernato  da  Giulio,  &  eh' egli  per  fieflefie- non  fiiffe  huomo  da  reggere  tanto 
fefo,non  da  nuocere  ad  alcuno,  &  defiderofijfimo  di  goder  fi  i  commodi  del  Tó 

Ufi- 


S^STODECfMO.  ^    48» 

teficato:&  ali incoravo  eh e  in  Giulio  fufie  animo Ambinone,  cupidità  di  cofe 
nuoue;  in  modo  che  tutte  U 'feuèrità, tutti  imouimenti,  tutte  Vimprefe,  che  fi 
feciono  a  tempo  di  Lione;  fi  credeva  procedefi  ero  per  infiigatione  di  Giulio ,  ri- 
putato buomomtligno,  ma  d'ingegno,  &  et "animo  grande:  laquale  openwne 
del  ualorefuofì  confermò,  &  accrebbe  dopo  la  morte  di  Lione.perche  in  tante 
contradittioni,&  difficultà,cbe  hebbe,fijflenne  con  tanta degnità  le  cofe  fue, 
chepareua  quafiVontefice  &  fi  conferuò  in  modo  l autorità  apprefio  a  molti 
Cardinali, eh  e  entrato  in  due  Conclaui  afioluto  padrone  difedici  uozijaggiun- 
fe  finalmente,  non  ofìante  infinite  e ontradittioni  della  maggior  parte,  &  di 
più  ueccbidel  Collegio,  dopo  la  morte  d\Adriano,al  Vont  e ficato,non  finiti  an- 
cora due  anni  dalla  morte  di  Lione:  doue  entrò  con  tanta  emettanone,  ebe  fu 
fatto  giudiciouniuerfale, che  haueffe  a  efiere  maggiereVontefice,  &  a  fare  co 
fi  maggiori, che  mai  haueffero  fatte  akuni  di  coloro,  che  haueuano  infimo  a 
quel  difieduio  in  quella  Sedia*  Ma  fi  conobbe  prefio  quanto  erano  fiati  nani  i 
giudici  fatti  di  Lione, &  di  lui.  Terche  Clemente  hebbe  molte  coniitioni  di- 
uerfie  da  quello, che  prima  era  fiato  creduto  di  lui;conciofia  che  non  ui  fufie,  ne 
quella  cupidità  di  cofe  nuoue,nè  quella  grandetta,  &  inclinatìone  d'animo  a 
fini  genero  fi  ,&  magnanimi  che  prima  era  fiata  l'opinione;  &fufie  fiato  più 
prefto  apprefio  a  Lione  efecutore,&  mimftro  de  fitoi  difegni,  che  indir i'Tgato- 
re,&  introduttore  defuoi  configli^  delle  fue  uoluntà:&  ancora  che  haueffe 
r  intelletto  capaci/fimo,  &  notitia  marauigliofa  di  tutte  le  cofe  del  modo  non- 
dimeno non  corri jpondeua  nella  rifolutwne,&  efecutione:  perche  impedito  no 
[olamente  dalla  timidità  dell  animo,  che  in  lui  non  era  piccola,  &  dalla  cupidi 
tà  di  non  fendere  ;  ma  etiandio  da  una  certa  irrefolutione,  &  perpleffiità  che 
gli  era  naturale; Jlejfe  quafi  fempre  fojpefo,  &  ambiguo,  quando  era  condotto 
élla  determinatone  di  quelle  cofe  dequali  baueua  da  lontano  molte  uoltepreui 
fte>confiderate,  &  quafi  rifolute:  donde ,  &  nel  deliberar  fi,  &  nell'efeguire 
.qualche pure hauefie deliberatotogni piccpforifietto,  che dinuouo  fé glifo* 
f  riffe, ogni  leggiere  impedimento  che  fé  gli  attrauerfaffe,  pareua  baftante  a  far 
io  ritornare  in  quella  confufione,  nella  quale  era  fiato  innanzi  deliberale;  pa- 


gioni,  ch'erano  fiat  e  neglette  da  lui;no  riuocaua  nel  fino  difeorfo  le  ragioni,  che 


a  Di  colo- 
ro molte  noi 
te  l'Antto- 


uere  temuto  molte  uolte  nanamente,  prefo  efyerienxa  di  non  fi  lafciare  fopra  - 

fare  al  timorernella  qual  natura  implicata,  &  modo  confufo  di  procedere,  la-  to  di  r0prA. 

fidando  fi  jpeffo  traportare  da miniftri;  pareua  più  prefto  menato  da  loro,  che  Lof^°r^eJg 

t  consigliato:  di  quefii  furono  apprefio  a  lui  infomma  potenTg a  JUccolò  Scom  -  feouo  di  ca 

berg  Germano, Gian  Matteo  Giberto  da  Genoua,  quello  rwerho,  &  quafi  te-  j™*;*  jj^ 

muto  dal  Vonièficè,quèfto gratijfimo,  &  molto  amato  da  lui:  quello  feguit ad o  uo  di  v«o- 
i  autorità  cu  Gierolamo  Sauonmlaidedicatofì  mentre  ftmiaua  nelle  Uggì  nel  na> 

l'ordine 


LIBRO 

V ordine  de'  frati  Tredkator'uma  dipoi  partito  fi  dalla  religione,  benché  ritenen 
do  l'habitoye'l  nome,fegnitato  le  f accede  fé  colar  i:  queflo  nelC età  puerile  dedi- 
catofi  alla  religione,ma  dipoi  partitotene  per  l'autoritàpatema  benché  nofufi 
fé  di  legittimi  natali, haueua  abdicato  in  tutto-,  &  con  l'h  abito  ,&  col  nome 
quella  profeffioncquefli  concordi  nelfuo  Cardinalato.  &  poi  nel  principio  del 
Tonteficato, guidarono  ad  arbitrio  loro  ilTontcfice:ma  cominciando  poi  a  dì- 
fior  dare, ò  per  ambit ione,  ò  per  la  diuerfità  delle  nature;  lo  difiruffono ,  &  lo 
co  fu  fono  .-perche fra  J^icolo  affettionatijfimo  per  lo  uincolo  della  natione,  o  per 
qualunque  altro  ricetto  al  nome  di  C 'efare,  &  per  natura  fiffo  nelle  opinioni 
proprie  dequali  ffreffo  difeordauano  dall'opinione  degli  altri  huomini  ;  fauori- 
uà  tanto  immoderatamente  le  co  fé  di  C e farebbe  jfreffo  uenne  in  foretto  al  To 
tefice,comepiu  amatore  degli  intereffì  d 'altri  che  de'fioi:  l'altro  non  conofeé 
do  in  uerità,nè  altro  amor  e, ne,  altro  padrone  ;ma  per  natura  ardente  nelle  coje 
fue,  fé  bene  nel  tempo  di  Lione  fuffs  flato  nimico  az'cerrimo  de  Fr  ance  fi ,  & 
fautore  delle  cofedi  Ce  fare ,  morto  Lione  era  diuentato  tutto  l'oppofito:  donde 
effendo  quefli  due  minifìripotentiffimi  tra  loro  in  manifefla  diffenfione,  nèpré 
cedendo  con  maturità^  con  ricetto  dell' honore  del  Tontefìcey  &  facendo  no- 
toria a  tutta  la  Corte  la  fuafrede7ga->&  irrefolutione;  lorendeuano  apprefjo 
alla  maggior  parte  degli  huomini  diffrre%^abile,et  quafi  ridicolo.  Effendo  egli 
adunque  di  natura  irrefoluto,&  in  una  deliberatane  fi  perpleffa,  &  fi  diffi- 
cile aiutato  confondere  da  coloro,che  doueuano  aiutarlo  rifoluere;  nonfapeua 
egli  mede  fimo  doueft  uolgere  finalmente  più  perche  era  neceffario  deliberare 
qualche  cofay  che  per  rifolutione,&  giudicio  fermo, trouando fi  maffimamente 
in  termine  che  anco  il  non  deliberare  erafpecie  di  deliberare;  fi  inclinò  a  fare 
la  Lega,&  a  rompere  in  compagnia  degli  altri  la  guerra  a  Ce  fare.  Concorda» 
ronfiy&  diflefono  i  Capitoli:  né  mancaua  altro  che  loflipulargli, quando  heb- 
be  nuoue}che  a  Genoua  era  arriuato  il  Comandarne  Lrrer  amandato  a  lui  da 
Ce  fare, quale  auifaua  cheueniuafubito  in  diligenti  &  con  grata,  &  buona 
fyeditione -.deliberò  adunque  d'affrettarlo  con gramffima  querela  degli  jlmba" 
filatori, a'  quali  haueua  dato  ferma  int  emione  diftipulare  il  giorno  mede  fino 
m  Percioche  la  confederationeda  cagione  della  uenutafuafu>che  Cefare,poi  che  hebbe  da» 
oa  impofto  t0  comeffione  tale  al  Marchefe  di  Tefcara,che  almeno  *  era  in  arbitrio  fio  loc 
ai  Marchete,  cupare  lo  flato  di  Milano  dubitando  che  per  queflo  no  fi  facefìero  in  Italia  nuo 
tutto  quello  uimouimenti,rifìrìnfe  le  pratiche  deli  accordo  col  Legato  Salutato,  in  modo 
thflCÌ  hepw  che  traloro  fu  fatta  capitolatione  rifer  nata  per  ola  conditione  della  ratifica- 
le beneficio  tione  del  Tonteficewllaqualc fé gli  fodisfaceua  della  rcflitutione  di  Reggio, 
fuo  &  del-  &  dì  Ruberà,  &  nifi  mcludeua  la  difefa ,  &  conferuatione  del  Luca  di  Mi- 
me  dice  il  lano,che  erano  le  cofiflaie  principalmente  defiderate  da  Clemente:  ma  co  con 
?l°U  &  nf  ^tlone  ejprefft  che  nel  cafo  della  fua  morte, non  poteffe  ritenere  per  fi  quel  Du 
delia*  vita  '  cato,nè  darlo  all'arciduca  fuo  fratello,  ma  inuejhfie  Monfignoredi  Borbone, 
é'hV  hUt~  Jhua^e  il  pontefice  mede  fimo  affai  inconfideratamenrc  per  i  conforti  dell'air 
ùuefcouo  di  Capua,gli  haueua  infieme  con  Giorgio  d3^  nftria  franilo  naturale 

di 


a 


■   S  E  S  T  O  D  E  CI  M  0.  4** 

ti  'M.TJffimitianó  Ce  fare,  propoflo  nel  tempo  che  per  la  infermità  fu  qttafi  dì~ 
*  Operata  la  ulta  di  Francesco  S  forra:  lacuale  capitolatione  fatta ,  il  Levato a  *  **'  <&** 

11  n  i,~i  i  rr  i  r       ■  \  r  "<*    rifpetto 

non  affettato  che  da  Clemente  hauejje  taperfettwne,  non  potette,  o  nonjeppe  ha  detto  dì 
negare  di  dareaCefare  il  brieue  tanto  defideraio  della  difpenfa  :  laquak  ef-  loPra  **".: 
fendo  fiata  fatta  prima  con  efireffione  folamente  dello  impedimento  infecon-    miniftio  n  5 
do  grado*  fenra  nominare  la  figliuola  del  Re  di  Vortogallo,  per  meno  offende-  fu  Piu  co.ft* 
re  il  Re  d'Inghilterra,  ò  perche  efiendo  tra  loro  uincolo  doppio  d'affinità ,  non  »eruofo,ch« 
fujfe  fatta  mentionefe  non  del  uincolo  piu  potente;  fu  neceffirio  farne  urial-  iofic  ftato  ll 
tra,che  con  efireffa  nominatane  delle  perfine  comprende ffe  tutti  gl'impedi- 
menti. Con  la  e jpedit  ione  di  quefla  confederai  ione  partì  il  Comandarne  Et' 
rera  dalla  corte  Cefarea  un  giorno,  ò  due  dipoi  che  Ce  fare  haiteua  nccuuto  l'a 
nifi  della  cattura  del  Morone3&  condotto  ilfcflo  di  Decembre  innanzi  al  To 
tefice,oltra  molte  offerte, &  fede  larghi ffima  della  buona  di fiofitione  di  Ce  fa- 
re; gli pre fintò  i  capitoli  :  de  quali ,  fé  bene  i  capitoli  che  trattauano  del  Sa* 
le>&  delle  cofe  beneficiali  del  Reame  di  Islapoli,  erano  diferepanti  da  quello, 
che  haueua  appuntato  col  Viceré  ;.pure  perche  il  principale  fio  fine  era  di  affi* 
curar  fi  da'  fofietti;gli  harebbe  accettati)  fi  haueffe  cono  fi  imo  il procedei fi fin- 
cer  amente  nelle  co  fi  del  Ducato  di  Milano:  ma  poi  che  nel  capitolo,  che  trat* 
taua  di  Francefio  Sfor%a,nonfifaceua  mei  ione  della  imputai  ione ,  cheglier4 
fiata  data,nè  fi  prometteua  di  refìituire  lo  fiato  tolto,  né  di  perdonargli  gli.  er- 
roriìche  haueffe  comefio,an?j  Ce  fare  nella  conclufione  fatta  col  Legato,  &  nel 
la  inftruttione  data  a  quefiofuo  agente -non  haueua  dimoflrato  di  faperne  co- 
fa  alcuna;  fu  conofeiuta  facilmente  laflutia,  &  arte  loro:  perche  la  confedera 
tione,&  lapromeffa  di  con  fintare, &  difendere  Francefio  Sferra  nel  Ducato 
di  Milano  nonpriuaua  Cefiiredellapotefìà  di  procedergli  cotroxome  fio  uaffal 
lo,&  dichiarare  il  feudo  diuoluto per  la  imputazione  dell' hauere  macchinato 
contra  la  Maefiàfua-,  &  Borbone  fubrogato  in cafo  delia fua  morte,  ueniua  b  yerc:oci. 
anche  a  fuc  ceder  e  in  cafo  della  fua  priuat  ione: perche  dalle  leggi  è  confidcrata  k  «orte  ci- 
0  la  morte  naturale,&  la  morte  ciuile  Aeilaquale  dicono  b  morire  chi  è  conden-  dlcono'uet 
nato  per  tal  delitto:  però  rifiofi  il  Tonta  fee  con  graiufjime  parole  non  hauere  g;  ft;)è  equi- 
con  Ce  fare  caufa  alcuna  particolare  di  difiordia,anzi  che  a  ogni  diligev.ras  &  n^rte  na!u- 
difputa  chepotefie  efiere  tra  loro,  non  eleggerebbe  mai  altro  giudice  che  lui:  «*e:benchè 
ma  ch'era  anche  necefiario  fermare  in  modo  le  cofe  comuni ,  che  Italia  refiaffe  IhcdcTùk 
fuuradkhenopoteuaefìerefenonfirilafiiauaa  Francefio  Sforma  il  Ducato  uero'  fe  Ja 
di  Milano: &  gli  moflrò  le  ragioni  per  lequali  quel  capite  lo  cofi  generale  non  u  mente  do 
era  baflate,cÒchiiiuédo  che  a  lui farebbe gradifjimo  difiiacere  d' efiere  neceffi    ron  b^«a 
tato  a  pigliare  nuoue  deliberationi,&  difiofiarfi  da  Cefare,  col  qr.ak  era  flato  PonSo  °nei 
fimpre  tongiuntiffimo. Re  plico  il  Duca  di  Se fiacche  la  incute  di  Ce  fare  era  fin-  l£  '  de|!'|n 
cenjfima,  &  chefinra  dubio  era  contento ,  che  non  oflante  tutto  quello  f  ffe  Q^'ib.modfs 
accadutoci  Ducato  di  Milano,  refiaffe  a  Francefio  Sfirra,ma  che  per  matterie  \u\  pltr'  ?Vr- 
ra  nò  era  fiato  difiefi  il  capitolo  in  ampia  forma,  ma  faceffe  il  "Pontefice  ri-  Monachi  i<$ 
formarlo  a  modo  fio  che  gli  promettemmo  pre  fintar  gli  in  termine  di  due  me-    <?  l-  "PP1** 

Tpp         fila    m' 


LIBRO 

fi  la  ratificatane  pure  che  anche  egli  promette fie,  che  durante  queflo  tempof 
non  conchiuderebbe  la  Lega, che fi trottatoi  col  GoUerno  di  Francia,  &  co* Vi 

nitiani.  Fu  conosciuto  cbiar amente  per  eia  filologhe  quefla  offerta  non  haueua 
altro  fondamento,  t  he  il  defiderio  di  guadagnare  diiitione  di  due  me  fi;  aceti- 
che C  efare  hauefie  ffatio  di  potere  meglio  delibera*  fi,  &  prouederei  rimedi] 
contra  tanta  unione, &  nondimeno  UTonteju e  dopo  molte  dirute,  &  con 
grandi/fimo  dispiacere  de gli  altri  jLmbafciatori,  acconfenti  a  quefla  diman- 
da* fi  per  defiderio  d'allungare  quanto  poteua  l'entrare  nelle  ffefie>&  nelle  mo- 
hflie,  come  perche  gli  pareua  che  mentre  che 7  Re  Chnfli  ani  (fimo  era  prigio* 
ne,  fu fi  e pericolo fi filma  ogni  congiunt  ione  ,che  fi  face ffe  con  la  midre,  e  fendo 
inpoteflà  di  Cefarediffoluerla  ogni  uolta  cheghpiacefie,  &  quefla  dilatione 
potere pure portar  e  ^ancora  che  poco  fé  ne  fieraffe,la  conclusone  defiderataiet 
felpure  caufaffe  la  concordia  tra  i  due  Re  ^confiderò  profondamente, ancor  a  che 
molti  altri  giudicaffero  in  contrario,chemeglio  era  che  fi  face  fi  e  in  tempo  che 
Cefare  haueffe  minore  ne  ce ffità  :  perche  quanto  fuffe  in  grado  migliore  tanto 
a  La  quai    far  ehbono  più  grani  le  conditioni,  ctì  egli  porr  ebbe  al  Re  di  Franciafafire'Zga 
poi  non  of   dellequali  daua  [peranno,  che  il  F^e  poi  che  f ufi  e  liberato?  non  l' hauefie  a  of-  a 
feruo  a  pun  perlLVl-e .  Fu  aggiunto  ancora  in  queflo  trattato  che  nel  medefimo  -tempo  non 
s'hebbe  f>e  fi  innouaffcnè  di  laiiorare,nè  di  altro  contrail  Caftello  di  Milano,  fé  Fran- 
apparip1eChe  cefi°  sfQr^  s  obligaua  a  non  offenderete  moleflare  quelli  di  fuor  adequale  co 
onci  eh*  è    ditione  egli  non  uoìle  accettare.  Confumato  con  quefle  attioni  difiefie  più  alla. 
U^feulte  &H€n:l  c^e  attzpMZ  l'anno  della  natiuità  del  Figliuolo  det  Sommo  Iddio  nulle 
m  d  xxvl  cinquecento  uenticinque;cominciò  l'anno  Mille  cinquecento  uenti fici ,  pieno 
digrandi  accideti>&  drmarM{igl:ofe  pert:rrbatio;ii:l^l  principio  delqu.al'an' 
no  ritornando  Errerà  a  Cefare, il  Tontefice  gli  fcriffe  una  lunga  lettera  di  pro- 
pria manoinellaquale  non  negando  totalmente  :ae  confi fiando  le  \ofie  trattate 
contra  lui /ma  trasferendone  la  colpa  nel  Marchefe  di  Tefcarai  fi  sformo  di  efeu 
fare  Frane e  fico  Sforma,  fedutto,  fé  haueua  fatto  errore  alcuno ,  dà  configli  dì 
Gierolamo  Morone>& {applicandolo  efflcacijfimamente  che  per  quiete  3&  he 
ne  fido  di  tutta  la  Cbriftianità,  fuffe  contento  di  per  donar  gli .  J^elqnal  tempo 
Cefare  affettando  la  riffofia  dclTontefice,  teneuafofpefe  tutte  te  pratiche  de 
gli  altri :&  ancora  che  Borbone  eli  era  carenzato  affai ,  ejr  confermatagli  la 
jperan^a  del  parentado  infiefiedi  confumare  il  matrimonio  ;  gli  era  interpo- 
la dilatione, allegando  che  Cefare  uoleua prima  confumare  il  matrimonio  fuo 
con  laffofa  di  Tortogallojaquale  di  giorno  in  giorno  saffettaua:  ma  fifaceua 
per  lafciarfi  libera  la  facilità  di  fare  raccordo  col  Re  di  Francia ,  nelquale  fi 
trattaua  dargli  per  moglie la  mede fima promeffa  a  Borbone  ,prenalendo  co- 
mò l'ufo  di  tutti  i  Trine  ipi  l  utilità  alt  bone flà    Soprauenne  dipoi ,  hauendo 
già  Cefare  confumato  il  matrimonio  in  Sibilla,  Errerà  da  Roma  con  la  minu- 
ta del  capitolo  ampli  [fimo  dìfiefo  dal  Tonte  fico  in  beneficio  di  Fr  ance  fico  Sfor- 
za; in  modo  che  Cefare  certificato  anco  che  il  Legato  non  haueua  commcffio  - 
ne  daparte>diuerfa da  quel  capitolo)&  concorrendo  tutto  il  configlio  in  que- 


S  E  S  T  O  D'E'C  I  M  O.  4?i 

flafenten%a,che  fuffe  necefiario  interrompere  la  Lega  che  fi  Mattana-,  &peri 
colofo  Xbauere  afoflenere  in  un  tempo  mede  fimo  tanti  rimici;  fi  riduffe  in  ne- 
ceffità,òàifodisfare  al  Tonte fice,&  aVinitiani  della  reflitutione  di  France- 
filo Sforma,  ò  di  concordar  fi  col  R.e  di  Francia  :  ilquale  finalmente  dopo  molte 
contentionibauute  fopra  la  Borgogna>non  potendo  altrimenti  fiorare  da  Ce- 
fare  la  deliberatiom,  ojferiua  di  reflituirla  con  i  contadi ,  &  pertinentie  fue, 
&  cedere  alle  ragioni, che  haueuafiopra  il  Regno  di  lS{apoli,  <&  fopra  il  Du- 
cato di  Milano  y  &  dare  flatichi perì l'c fi eruanya  delle  promefi  e, due  firn  figli- 
uoli. GrandiJJime  dijpute  erano  fui' elettìone  dell' una ,ò  dell'altra  deliberatio- 
neiil  Viceré  che  baueua  condotto  in  Ifpagna  il  Re  Chriflianiffimo,  &  dategli 
tante  jperan%e,&  procurato  fi  ardentemente  la  fina  li  beratione>faccua  più  ef- 
ficace infiamma  che  mai:&  l  autorità  fiua^almeno  per  fede,  &  per  beniuolen- 
%a,era  grande  apprefio  a  Ce  far  e.  Ma  incontrario  più  pr  e  fio  efclamaua,  che 
diJputaua,Mercurio  di  Gattinara  Gran  Cancelliere,huomo  benché  nato  di  uile 
conditione  nel  Tiemonte,di  molto  credito,  &  ejperien^a ,  &  ilquale  già  più 
annifofleneua  tutte  le  faccende  importanti  di  quella  Corte:  i  quali  efiendo  un 
giorno  ridotti  in  configlio,  prefente  Ce  far  e,  per  determinare  finalmente  tutte 
le  cofechefi  erano  trattate  tanti  me  fi,  il  Gran  Cancelliere  parlò  cofu 
a      *Io  ho  benefempre  dubitato  Inuittiffimo  Ce  farebbe  la  noflra  troppa  cupi-  'ratìonc  di 
dita,  &  l'bauercipropoflo  noi  fini  male  mifurati,  non  fujfe  cagione  che  di  lutto  *lcrcuri° 
ria  tanto  preclara,  &  tanto  grande  noi  non  riportaffimo  alla  fine  né  gloria,  né  gran  cicei- 
utilità:  ma  non  credetti  perciò  già  mai  che  Ihauerc  uinto,hauefiea  condurre  liere  »  ncl,a 
inpericolo  la  riputatione j&  lo  flato  uofiro,come  io  ueggo  che  manifeftamcn-  de  cefaie  • 
te  fi  conduce;  poi  che  tratta  di  fare  mi  accordo, per  loquale  Italia  tutta  fi  di-  dal  fare  ac* 
{peri ,  él  Re  di  Francia  fi  liberi,ma  con  sì  grani  condii  ioni,  che  fé  non  per  uolon  Redi  Fran 
tà,almeno  per  neceffità  ci  refli  maggiore  nimico  che  prima.  Defidererei,  &  io  f,a»&  ioB* 
con  ardore  pari  a. quello  de  gli  altri,  che  in  un  tempo  medefimo  fi  ricuperaci  lega  co'iPa 
la  Borgogna,&  fiflabilifiero  i  fondamenti  di  dominare  Italia:  ma  conofeo  che  £a>  &  co'vi 
chi  così  pr  e  fio  uuole  tanto  abbracciare,  uà  a  pericolo  di  non  \flrignerc  co  fa  al-  qualche*  par 
cuna,  &  che  neffuna  razione  comporta  che  il  Re  di  Francia  libera  to  ui  atten-  tc  .,nlu'odot 
ga  tanti  importanti  capitoli.  J^on  sa  egli,  che  je  ui  rejtituijce  la  Borgogna,  tuo,  che  io 
che  u  apre  una  porta  di  Francia?  &  che  inpoteflà  uojlra  faràfempre  di  cor-  ch^iIia*lcx 
rere  infino  a  Varigli  &  che  bauendo  noi  fatuità  di  trauagliare  la  Francia  da  che  non  co 
tante  parti  che  farà  impoffibile  che  ei  ui  refifla?  Islon  sa  egli,  &  ognuno,  che  n,e  orat,°- 
il  cofentirui  che  uoi  andate  armato  a  Roma,cbe  noi  t'iettiate  il  freno  a  Italia,  mecòfigho: 
che  noi  riduchiate  in  arbitrio  uoflro  lo  flato  Spirituale ',  e  temporale  della,  Cbie-  "eJ| qual  "£ 
fa  e  cagione  di  raddoppiare  la  uojlra  potenza;  che  mai  più  uipofjino  mancar  e  hao,  tanto 
né  danari,ne  armi  da  offenderlo,  &  ch'egli  fia  neceffitato  ad  accettare  tutt  e  [J^[a°uehc- 
le  leggiy  chea  uoi  parrà  d  imporgli.  ^Aaunque  ci  è  chi  crede  che  ubabbiaa  menua. 
ojferuare  un  accordo  per  loquale  egli  diuenti  uoflro  f.hiauo,  &  midiuentiate 
fino  Signore? gli  macherano  i  lamenti,  &  le  efclamationi  di  tutto  il  Reame  di 
Fiàciai  leperfuafioni  del  Re  d'Inghilterra?  gli  ftimoli  di  tutta  Italia?  l'amo- 

Tpp     i         re 


L    I    B    R    O 

re  forfè  eh*  è  tra  uoi  due  farà  cagione ',che  e  fi  fidi  di  uoi,bueggd  uoloticri  lattò* 
flra  potenza?  ò  doue furono  mai  due  Trincìpì,tra  i  quali fufiero  più  caufe  d'o- 
4io,&  di  cotètionc*  Ci  è  no  filo  l'emulatione della grade7^a,che  fuole  mette- 
re l'armi  in  mano  a'  fratelli,  ma  antiche)  &  granifiìme  inimicuie,  cominciate 
inftno  dapadri,et  da  gli  auoli  degli  auoli  uofir'utate  guerre  fiate  lugaméte  tra 
quefte  due  e  a  fé, tate  paci  >&  accordino  offer nati >t ante  ingiurie,  &  offe je fat- 
te- &  riceuute.  l<[pn  crediamo  nei  elìcgli  arda  di  sdegno,  quando  fi  ricorda  di 
ejfere  flato  tanti  me  fi  uoftro  prigione*  tenuto  fempre  co  guardie  fi  fir ette*  non 
battere  mai  battuto  gratta  a' e  fi  ere  flato  condotto  al  co  fletto  uofiro  ì  che  tu 
quefla  carcere  per  i  diff>iaceri,&  incomodità,  è  flato  ideino  alla  morte*  &  che 
bora  non  fi  libera  per  magnanimità,  ò  per  umore,  ma  per  paura  di  tanta  mio? 
ne,che  fi  tratta  contra  uoi*  Crediamo  noi  che  fia più  polente  di  tanti ftimoli 
il  parentado  fatto  per  neceffità*  &  chi  non  sa  quanto  i  Tnncipi  filmano  que- 
gli legami*  &  chi  è  migliore  teflimonio  del  conto  che  fi  tiene  de'  parentadi  che 
.  noi  *  Tana  forfè  a  qualch'uno  che  afiat  ci  afjìcuri  la  fidey  che  ei  darà  di  ritor- 
nare in  prigione  :  &  the  fondamenti  inconfiderati ,  che  fperan\e  imprudenti 
farebbono  quefie*  cofi  mi  sforma  C efare  a  par lare  il  dolore  cflrcmo  che  io  bof 
ebefipenfi  di  prendere  un  partito  tanto  aannofo>&  pcncolofo .  Sappiamo 
pur  tutti  quanto  fia  (limata  la  fede  negl'intere}]}  de  gli  fiati  >  quello  tbeua- 
gliono  lepromefie  de'  Fraccfit,  i  quali  aperti  in  tutto  il  re  fio,  fono  maeflri  per* 
fettiffimi  d'ingannar  e, che  queflo  Re  è  per  natura  tanto  più  fcarfo  di  fiat  ti- qua- 
io  è  più  abbondante  di  parole*  Terò  con  eh  indiamo  pur  e.  che  non  beniuolen%a 
tra  due  Trine  ipi,  che  hanno  perantichiflima  ber  edita  le  ingiurie,  &  le  immi- 
citienon  memoria  de  benefici] ,  de'  quali  non  ci  è  ninno,  non  fede,  è  preme fi }e, 
che  nelle  importante  dello  flato  fono  apprefio  di  molti  di  poco  pefo,  appreffo  a 
Fr  ance  fi  di  ninno,  lo  indurrano  afeguire  un  accordo,  che  metta  in  Cielo  l'ini- 
mico fitto,  &  fé,  &  ilfuo  Piarne  in  manifeflafioggettione.  Rifionderaffifen- 
to>  che  per  timore  di  quelle  co  fé  fé  gli  dimanda  la  ficurtà  di  due  figliuoli,  & 
tra  loro  il  primogenito, i 'amore  de'  quali  hi  fognerà  chegliflimipiu  che  la  Bot 
gogna:  &  io  temo  che  l'amore  de' figliuoli  opererà  più  pr  e  fio  il  contrario,  qua» 
do  fi  egli  prefinterà  ?ieil  ani/noia  memoria  loro  ,&  la  confideratione,che  l'of 
feruare  l'accordo  far  ebbe  il  principio  di  fargli  uofirifchiaui,  r^onfofe  quefio 
pegno  baflafle,  quando  eifufie  al  tutto  alberato  di  ricuperargli  in  altro  mo- 
do: perche  troppo  importa  il  mettere  in  pericolo  il  Regno  fuo,  ilquale  perduto 
una  uolta  è  difficillin/o  il  ricuperare:  ma  fi  può  beneficiare  di  ricuperare  col 
tempo  i  figliuoli*  ò  con  accordo,  ò  con  altra  occafione,  &  ptr  letà  loro  tene- 
ra far  amene  mole  fta  la  dilatione  :  ma  potenao  egli  hauere  uniti  fico  contra 
uoiquafi  tutti  i  Trinapi  C brtfitani ,  chi  dubita  che  fi  nfìrignerà  con  loroì 
&  cercherà  di  moderare  quefio  accorcia  con  la  ma  dell'armi  f  &  che'l  guada- 
gno,che  noi  haremo  conjeguito  di  qitcfia  uittoria>jarà  una  guerra  gagharàif- 
fima,  &perUolofijfima,  concitata  dall'odio,  dalia  nect(}ita,&  dulia  difiera» 
tione  del  Re  d' lngbUterra,del  Re  di  Francia^  di  tutta  Italiana'  quali  tutti 

lido* 


S  E  S  T  O  B  E  C  I  M  ©.  ^      483 

ci  difenderemo  ,fe Iddio  non  fi  flraccherà  di  fare ogni  giorno  péf  noi  di  quelli 
miracoli,  che  tante  uolt e  ha  fatto  ìnfimo  al  prefente,  fé  la  fortuna  muterà  na- 
tura per  noi  >  &  lafiuainconflan%a,&mutatione  diventeranno  in  noi  contra 
tettigli  effempij  delle  cofepafiate  un  efi  empio  di  coflan^a,  &  flabilitd.  Hab- 
biamo  conchiufio  già  tanti  me  fi  in  tutti  i  configli  no flri >  che  faccia  ogni  opera, 
perche  gli  Italiani  non  s'unifichino  col  Gouerno  di  Francia:  &  horaci  precipi* 
Piamo  a  una  deliberatione,  che  lena  tutte  le  difficultà,  che  fino  a  hora  gli  han 
no  tenuti  fio  fi)  e  fi,  che  multiplìcai  pericoli  noftri,  che  multiplicale forile deci- 
mici: perche  non  fi  sa  quanto  più  potente  farà  la  Lega,  che  habbia  per  capo  il 
Re  di  Francia  libero,  &  nel  Regno  fino,  che  quella  che  fifiacefie  col  CouernQ 
di  Francia,  refi  andò  il  Re  uoflro  prigione?  Chi  non  fa  che  ninna  cagione  ha  te- 
nuto infimo  a  hora  il  Tapa  ambiguo  a  confederar  fi  contra  noi,  fé  non  il  timore 
cheuoi  non  fiep  arate  i  Fr  ance  fi,  da  loro}  con  offerirgli  fino  Re:  di  che  temerari* 
no  meno  quando  haremo  ifigliuoli,&  non  lui:  cofi  la  medicina  che  noi  prepa- 
riamo ufare per  fuggire  il  pericolo,  farà  quella  che  fenica  comparatione  fac- 
crefcerà,&'  in  cambio  d'interrompere  quefla  unione  faremo  il  mezo  noi  che  la 
fi  faccia,  &  più  filabile,  & più  potente.  Sarammi  dette,  che  parere  è  adunque 
il  tuo  f5  configli  tu  che  di  tanta  uittoria  non  fi  tragga  alcuno  profitto  t  h  abbiamo 
noi  aftare  continuamente  in  quefle  perplcffitài  Io  confermo  quel  che  ho  detto 
molte  uolte,  che  E*  TROTTO  nocino  il  prendere  una  uolta  tanto  cibo,  che. 
hftomacho  non  (la  potente  a  comportarlo,  &  che  è  necefiarioò  reintegrando  - 
fi  con  Italia,che  non  dimmda  altro  da  noi  che  $  e  fiere  afficurata,cercare  d'ha- 
nere  dal  Re  di  Francia  la  Borgogna,  &  quel  più  che  noi  poffìamc;ò  fare  un  ac- 
cordo con  lui, per  lo  quale  ci  refii  Italia  a  difcrettione,  ma  fi  dolce  in  quanto  a 
gli  intereffifuoijche  egli  habbia  caufa  d'offeruarlo:&  nella  clettione  tra  que- 
fie  due  aie, hi fogna  Cefiare  che  Li pruden7a,&  U  bontà  uoflra  preponga  quello 
che  è  filabile ;& pia tgiuflo  a  quello,che  al  primo  ajpetto  parefie forfè più  utile, 
&  maggiore.  Confeffo  che  più  ricco  flaco,  et  più  opportuno  a  molte  co  fé  è  quel 
di  Milano  che  la  Borgogna,&  che  non  fi  può  fare  amicitia  con  Italia,  che  non 
fi  lafici  Milano  ò  a  Francefico  Sforma  ò  a  uno  altro, delquale  il  Tapafii  contenti: 
&  nondimeno  lodo  molto  più  tifare  quefto,che  l'accordare  co  Francefu  perche 
digiuftitiapiu  è  uoflra  la  Borgogna,che  non  è  Milano,  più  facile  a  mantenere 
che  quello, doue  none  alcuno  che  iti  uoglia:  cercare  la  Borgogna  uoflra  antica 
her edita  efomma  laude:  uolere  Milano,  òper  noi ,  oper  uno  che  dependa  in 
tutto  da  uoi,non  èfienya  nota  d 'ambinone:  il  primo  ricerca  da  noi  la  memoria 
di  tanti gìoriofii  uoftri  progenitori^ offa  de*  quali  fepolte  in  cattiuità,  non  gri- 
dono  altro  che  effere  da  noi  liberate, &  ricuperate:  &  sì  giufli ,  sìpietofi,  sì 
fanti  prieghifono  forfè  cagione  di  fami  iddio  più  propiti  0.  T IV  prudente^ 
&  più  facile  configlio  è  cercare  di ftabilire  un  amicitia  con  chi  mal  uolentieri 
diuenta  nimico,  che  con  chi  in  tempo  alcuno  non  iti  può  efiere  amico  :  perche 
nel  Re  di  Francia  non  farà  mai  fé  non  odio,  &  defiderio  d'opporfi  a  difiegni 
Wfin:  ma  ilTapa,&  gli  altri  d'italiaì  come  fi  lem  fefiercito  di  Lombardia 

Tpp     3  affi- 


LIBRO 

^fjìcurati  dal  fofl?etto,non  haranno  da  contendere  con  noi  né  per  emtilàtiont? 
neper  timore,  &  reflandoui  amici  nharete  bora,  &fempre  comodità,  &  pro- 
fitto. V'inclina  adunque  più  a  quefla  amicitia  l'honore,  l'utilità,  &  laficur- 
tà,  ma  fé  io  non  m'inganno  non  meno  la  neceffità:  perche  quando  bene  uoifac 
date  accordo  col  Refenda  obligarlo  ai  altroché  ad  aiutami  alle  imprefe  d'i 
talia;  a  me  non  nerifìmile,  che  eiue  l'habbia  ad  ofieruare;perche gli  parrà  che 
il  lafciarui  Italia  inpreda,metta  in  troppo  pericolo  ilfuo  Reame:&  dall'altre 
cato gradiffime faranno  l'opportunità  >&  lefpera^e,che  per  me%o  di  sì  potiti 
unione  gli  parrà  hauere  ditrauagliarui,&  ridurui  a  un  accordo  di  mengraui 
coditioniuosì  d'un  Re  prigione  lo  faremo  libero,  &  nimico  noflro,  &  daremo 
capo  al  Regno  di  Francia,accioche  cogiunto  a  tanti  altri  ui  faccia  con  più  fior- 
%e,&co  maggiore  utilità  laguerra.Quato  è  meglio  accordare  co  gli  Italiani? 
fare  una  buona,&  uera  congiuntone  col  Tonte f  ce, che  l'ha  cotinuamente  de- 
fiderata,&  leuare  a*  Fr  ance  fi  ognifperan%a  della  ccpagnia  degli  italianiipei 
the allhora non  la neceffità,b  il  timore dinuoue  leghe,ma la  uolontà  uoflra}& 
la  qualità  delle  conditioni  u'harà  a  tirare  ad  accordo  co' Frane  e  fi:  allhora  ue- 
dreteyche  il  bifogno,  &  la  dijperatione gli  sforerà  nonfolo  a  renderui  la  Bor* 
gogna,&  farui patti  maggiori,  ma  ancora  a  metterui  in  mano  talficurtà,  che 
non  habbiate  a  temere  deli oficfuan'xa:  perche  non  baflano  i  figliuoli,  mentre 
chepoflono  jperare  tanta  congiuntane,  né  bajìerrebbe  appena  fé  ui  mettefie- 
ro  in  mano  Baìona,  l$erbona>&  l'amata.  lAqueflo  modo  cauerete frutto  gra 
de,  honoreuole,gmflo)& fiairo  di  quefla  uittoria:  altrimenti  >ò  io  non  ho  intel 
ligen%a  di  cofa  alcuna/)  qnefìo  accordo  metterà  lo  flato  uoftro  in  sì  grane peri* 
colo,che  io  non  so  cono feere, che  cofa  uè  nepofta  liberare,  fé  già  la  impruden- 
za del  Re  di  Francia  non  farà  maggiore  che  la  noftra. 

Haueua  il  Gran  Cancelliere  con  quefio parlare  accnrato,&  uehemete,&  co 
la  rìputatione  della  prudera  fua  còrno fo  gli  animi  duna  gra  parte  del  Confi* 
glio,  quado  il  Viceré  autore  della  contraria  opinione  parlò  fecondo  fi  dice  cofu 
tio^e^inTpa*  a  <^2n  *$&  dà  lodare,  Gloriofifimo  Cefiire,  chi  per  appetito  d'hauere  trop- 
iere  non  dei  po,abbraccia  più  che  non  può  tener  e, ma  rimerita  d' efiere  meno  biafimato  chi 
«oiafoVmà  Per  fuperchiofojpetto,&  diffidenza  fi  pnua  dafcfìefio  dell' occafioni  grana 
di  iui,di  rat-  acquiflate  con  tante  difficultà,  &  pencoli:  anzi  efìendo  limo  &  l'altro  errori 
ghì,  &  del  gMMJJiMo,  e  più  dannabile  in  un  tanto  Trinape  quello,  che  procede  da  timidt 
Marchete  di  tà,  &  abiettione  di  animoy  che  quello  che  najce  da  genero  fitta,  &  grand ezgat 
«oduce  il  &  Pm  lodabile  è  cercare  conpcricolo  d'acquiflare  troppo,  che  per  fuggire  pe 
Giouio,  che  ricolo  annichilare  Toccafionirariffime,  che  l'huomoha:  &  queflo  è  proprio  il 
Cario  v.  per  configlio  del  Cancelliere,  che  dubitando  non  fi  pò  fi  a  confeguire  con  queflo  ac- 
'iufAntt-  cor^°  ^  B°y$>°à>na>  &  Milano,  perche  di  lui  non  è  già  da  fiorettare  che  U 
feo,  &  affai-  muouayò  l'amore  d'Italia  fua  Tatria,ò  la  heniuolen^che  ha  al  Duca  di  Mi* 
i'uh^è"1' e!  lano,fi  Y^ue  &  u™  wa  che  fecondo  lui  fi  guadagna  la  Borgogna,  &  fi  perde 
Jib.  7.  della  Milano,  flato  fionda  comparatione  di  maggiore  importanza,  ma  fecondo  me  fi 
ita  del  Pc-  perde  Milano^  non  fi  guadagna  la  Borgogna:  &doue  quefla  uittoria  uhx 

aperte 


S  E  S  T  OD  E  C  I-M  O."  4&4 

ipert A  glorio f? fjìmamente  laftrada  al  Trincipato  de  Cbriflianh  non  cirefìerà 
fé  Seguiteremo  il  con figlio  fuo,  altro  che  danno  ,&  infamia. •&  certo  io  non  ueg 
go  nel  configlio  fuo  fìcurtà  alcuna,an%ipericolograndifJìmo,piccoli(Jìma  uti- 
lità &  quella  facile  a  ufeirci  di  mano*  ueggola  piena  di  indegnità*  &  diuergo 
gna,&per  contrario  nell'accordo  col  Re  di  Francia  mi  pare  chefia  gradijjima 
gloria,grandijfima  utilità,&  ficurtà  baftante;  perche  io  ui dimando  Cancellie 
reyche  ragione  bauete  uoi,  che  ficurtà*  che fede,che  gli  Italiani,  poi  che  hare- 
mo  lafciata  la  Ducea  di  Milano,  habbìno  a  ofieruare  l'accordo  noflro?  né  fi  in- 
tromettere tra  il  Re  di  Francia,  &  noi?  &  non  piupreflo  poi  che  haranno  ab- 
bafiato  la  noflra  riputatione,poi  che  barano  difjoluto  queW  esercito  ;  che  è  ilfre 
no  della  loro  malignità,  poi  che  far  ano  fi  e  uri  che  in  Italia  nopojfino  uenire  nuo 
ui  T  ede fichi, per  che  no  farà  in  Lombardia  luogo  che  gli  riceua,  ne  douefi  pojfi 
no  raccorrebbe  ficurtà  dico  bauete  noi,  che  gli  Italiani  alìbora  continuando  le 
fue  praticherò  habbino  col  minacciarci  il  Regno  dHs{apoli,cbe  refìerà  qua  fi  al 
la  loro  difcrettione,a  sfor%arfi  a  liberare  il  Re  di  Francia?Fidateui  uoi  Cancri 
liere  nella  gratitudine  di  Francefco  Sforma?  che  dopo  tanti  beneficij  uba  rime 
ritato  Cefare  confifcelerato  tradimento?  Che  farà  bora  che  uba  conofeiuto  de 
fiderofo  di  punire  con  lagiuflitia  tanta  iniquità?  bora  che  da  uoi  teme  la  pena* 
danimiciuoflri  affretta  la  Salute?  Fidateui  uoi  Cancelliere  dell'amicata  de'  Vi 
nitiani  ?  che  nafeono  nimici  dello  Imperio,  &  della  Cafa  d'^Auflria?  &  tré- 
mono  ricor  dando fi,che  quafi  bieri  Maffimiliano  uoflro  auolo  tolfe  loro  tante 
terre  di  quelle  che  bora  pojfeggono?  Fidateui  uoi  della  bontà  di  Clemente,  ò 
della  inclinatione  fua  allo  Imperatore?  colqitale  il  principio  della  congiunta- 
ne di  Lione  fu  dopohauere  tentato  contranoi  molte  cofe  per  de fiderio  di  uen- 
dicarfhò  di  afficurarfi  de'  Fr ance  fi, &  per  ambitione  d'occupar  Ferrara,  Mor- 
to Lione-,  coflui  Cardinale  inimicato  da  me^o  il  mondo  continuò  per  neceffità 
la  noflra  amicitia:  ma  fatto  V  apa  ritornato  fubito  al  naturale  de'  Tontefici, 
eh' e  di  temere,  &  di  odiare  gli  Imperatori;  non  ha  co  fa  alcuna  più  in  borro- 
re  che  il  nome  di  Cefare:  feu fan  fi  tutti  quefli  che  le  machinationi  loro  non  fo- 
no procedute  da  odio  ih  da  altra  cupidità,  mafolamente  dal  fofpetto  della  no- 
flra grandeTga,  &  che  ceffato  queflo  cejfarono  tutte  le  pratiche:  ilche,  ò  non 
è  itero,  ò  fé pure  da  principio  fu  uero,  è  necefiario  che  habbia  fatto  poi  al- 
tre radici,  &fia  diuentato  altro  humor  e -.perche  è  naturale,  che  D IETRO 
al  foretto  uicne  l'odio,  dietro  all'odio  l 'offe fé,  con  l'offe  fé  la  congiuntione,& 
intrinficheTga  co' nimici  di  chi  s  offende,  idifegni  non  folo  di  affi  curar  fi,  ma 
ancora  diguadagnare  della  rouina  dell'offefo,  la  memoria  delle  ingiurie,  mag- 
giore fen^  dubbio,  &  più  implacabile  in  chi  le  fa,  che  in  chi  le  riceue  :  pe- 
rò quando  bene  da  principio  fi  fujfero  moffì  folo  dal  foretto,  farebbe  queflo 
flato  caufa  diuentaffero  inimici  uoflri,  uoLge fiero  gli  animi,  &  lefperan^e  al-* 
lecofe  Fr  ance  fi,  cominciafi  ero  poi,  come  hanno  fatto  intutte  le  conuentio- 
ni,  che  hanno  trattate, a  diuiderfi  il  Reame  di  'Napoli  :  bora  feguiti  quale 
fi  uoglia  ficurtà,  &  accordo  con  noi,  reflerà  fempre  accefo  ne  petti  loro  Co- 

Tpp     4  dio, 


L     T     B     R     O 

dìo  ,el timore,  ne  confidando  di  quello,  che parrà  loro  fatto  per  neceffità,  & 
parendogli  battere  maggiore  facilità  di  frignerei  alle  uoglie  loro  timidi  che  al- 
ia f  ne  non  fi  faccia  tra  il  He  di  Francia,  &  noi,  un  mono  appuntamento,  fi* 
mile  a  quello  che  fu  fai  to  a  Cambrai,  cupidi  di  liberare,  per  ufare  i  loro  uoca- 
boli,  Italia  da'  Barbari,  ardiranno  di  uolere  porui  le  leggi ,  di  dimandare  la 
liberatione  del  Re  di  Fran:  ia:fe  Li  negherete  Cefare,come  difenderete  da  lo; 
ro  il  Regno  di  Tripoli?  fé  la  concederete, perduti  tutti  i  frutti  della  muoriti, 
reflerete  il  più  dishonoratOi  il  più  sbattuto  Trincipe  chefnffe  mai.  Ma  ponia- 
mo che  Italia  fu  fife  per  ofieruarui  Raccordo,  &  che  ni  frigncfji  la  neceffità,  ò 
di  lafciare  Milano,  ò  di  non  rihauere  la  Borgogna;  che  comparatione  è  tra 
limo  partito,  &  l'altro*  la  Borgogna  è  piccola  Trouincia,  di  poca  entrata,  riè 
anche  tanto  opportuna  quanto  molti  fi  perfuadono:  il  Ducato  di  Milano  per 
a  L'o^porui  U  ricchezga,&  beitela  di  tante  Città  per  lo  numero,  &  nobiltà  défudditu 
èunc>ede'do  peri"  entrate  grandi, per  la  capacità  di  nutrire  tutti  gli  e  fi  er  citi  del  mondo  ^ 
»i  amplini-  fuperiore  a  molti  Reami:  ma  ancora  che  fia  sì  ampio,  &  si  potente >fono  dafli^ 
tantAitri  at  mare  più  £  opportunità  chenafeono  dall' acquifiar  lo,  che  quello  che  uaieper  fé 
tribù]  stra-  medefimo:  perche  effendo  a  uefira  diuotione  Milano,  .&  "Napoli ,  btiomcrà 

bone  n il  6.      j .    .'  rc   .  ,      '   j.  .,  r1  ,       «w  •    j    Z*  r 

•U'italia.  u  chei  Tontejia  dcpendino,  come  già  Joleuano,  da  gì  Imperatori*  la  1  olearia 

quai5dicc3fi  tuttajl  Duca  di  Ferrar  a,&  il  Marche  fé  di  Mantvua  uijìano  fudditi,  i  Pini? 

d'iioia  d'o-  tiani  cir  iodati  dalla  Lombardia  >&  dalla  Germania  faranno  necejjitati  ad  ac- 

gn'intQino  cettare  le  lezzi  uojìre.  Cofi  non  dico  con  l'armi,  ò  con  zìi  efferciti-ma  con  la  ri- 

guardaima-  ,,       n  11     ri  ir  T  •    ;• 

iì,  fuor  che  putatwne  del  uoftro  nome  ,con  uno  araldo  jolo:con  le  injegne  Imperiali  coma 
da  alcune  pò  farete  Italia  tutta:  &  chi  non  sa  che  cefa  fta  Italia  i  Trouincia  Reina  di  tuu 

chcparci5ar         „    ,  .,  \    i   ir  i  in  >  t   ■ 

condate,  co- .  te  l  altre, a per  l  opportunità  del  filo,  pt r  la  temperie  deli  aria,  per  la  meiutu a 
To  dì  monti  ^ne>  &  ingegni  degli  huomini  attifjimi  a  tutte  le  imprefe  honoreuoli,  per  U 
inàcefljbiii .  :  fertilità  di  tutte  le  co  fé  conuenienti  al  uiuere  birmano,  per  la  grandezza,  CiF 
deVanaTìa  beitela  di  tante  nobilitimi  Città>perlerichj^7ye!  per  lafedia  della  religia* 
feconda  :  ma  ne,per  l'antica  gloria  dello  Imperio,per  infiniti  altri  rifletti:  laquale  fé  noi  d.Q 
cfo'è  chTnó  minerete  tremeranno  fempy -e  di  noi  tutti  già  altri  Trmcipi:  cercare  queflo,s'ap 
ha  poni,oue  partiene  più  alla  grand e^a}  più  alla  gloria  uoflra ,  più  e  grato  altofia  de  gli 


a 

bili;  qui  non  con  figlio  del  Cancelliere  perderemo  uno  acqui  fio  grandiffimoper  uno  acqui  fio 
U\oà\  di  V  piccolo y  &  qucflopiccolijjìmo  è  incertiffimoy  di  che  ci  donerebbe  pure  ammoni- 
te prouinc.a  re  qUel  che  fu  per  accadere  a  me  fi  paffati.  ISlonci  ricorda  egli  quando  il  Ri 
w  molti:  ma  di  Francia  fu  in  tanto  pericolo  di  morte  in  quanto  difràacere  noi  jìemmoì  per 
perno»  snoi.  conofcere  che  con  la  morte  [ita  fi  perdeua  tutto  il  frutto  fherato  periamo- 

tiphctie  in  ■        i       ■    m  i     i  rr    ■  •       ;         ir       3  £        ■  \   r 

«otwri ,  fi  tona:  che  ci  ajjicnra,  che  bora  nonpojja  interuenirc  il  medefimoi  &  più  [a- 
»uo  fra  tutu  vilmente  perche  vii  re jìano  le reliquie  del  male  d'allhora,  perche  mancando- 

legger    Fra         , .  *  ,      •    r         1        r  vi      r  n  ;•  •     • 

Leandro  Ai-  gli  lajperanTa  che  in  fino  alprejente  l  bajojtentato,  gli  torneranno  maggiori 
h*\  liiffhc  k  *  d^teceri)  da'  quali  la  infermità  fua  hebbe  cagione  >  &  majfvmamente  cU 

harien- 


SE  S  T  O  DECI  M  O.  48  j 

battendo  fi a  trattare  di condit ioni ,  e^  di  ficurtà  incfiricabil'i,  le  pratiche  nuo~ 
uè  bi fognerà  che  h abbino  lunghez^a,che  farà  fottopofla  a  queflo  ac ci  dente ,et 
forfè  ad  altri  non  minori ,  né  men  facili .  ls{on  fappiamo  noi  che  neffuna  co  fu 
ha  tanto  tenuto  fermo  il  gouerno  di  Francia,  quanto  l'opinione  della  fua  pre- 
fta  liberatione  $  per  laquale  igrandi  di  quel  Regno  fono  flati  quieti ,  &  obe- 
dienti  alla  madre  ;  come  quefla  ffieran^a  mincaffe  sfarebbe  faci!  co  fa  che  il 
Regno fi  rifentiffe,  &  alter  affé  il  gouerno  :  &  quando  i  grandi  nhaueffero  la 
briglia  in  mano  non  farà  in  loro  cura  alcuna  di  liberare  il  Re,an^i  per  matite- 
nerfi  fciolti,  &  padroni ,  bar  anno  piacere  della  fua  cattiuità .  Co  fi  in  cambio 
della  Borgogna>&  di  tanti  acquifli,non  potremo  più  fperare  né  della  fua  prigio 
ne, né  della  fua  liberatione .  Ma  io  dimando  più  oltre  Cancelliere  Jja  Ce  far  e  in 
quefla  deliberatione  a  tenere  conto  alcuno  della  degni ti  ,  &  Maefià  fua  ì  & 
the  maggiore  infamia  può  egli  haucre,chepiu  diminutione  d'honore,che  effere 
coftretto  a  perdonare  a  Francefco  Sforma  ?  che  urìhuomomme%o  morto ,  rebelle 
uoflro,e]fempio  fingolare  d 'ingratitudine }non  con  l' humiliarfi,  &  fuggire  alla 
uoftra  mifcricordiayma  colgittarfi  in  braccio  a'  nimici  uofiri,ui  sforai  a  ceder- 
gli, a  reflit  uirgli  lo  flato  si  giuft amente  toltogli ,  a  pigliare  le  leggi  da  luii 
Meglio  è  C  efare,  &  piuconuiene  alladegnità  dello  Imperiosità  uoflra  gran-, 
àei^a.fottoporfi  di  nuouo  alla  fortuna ,  mettere  di  nuouo  ogni  cofa  in  perico- 
lo yche  dimenticatoui  il  grado  uoflro ,  l'autorità  di  Trincipe  fupremo  di  tutti  % 
Trincipi,e'lnome  Cefareo,&  uincitore  tante  uolt  e  d'un  potenti fjìmo  Re,accet 
tare  da  Treti,&da  Mercatanti  quelle  conditioni ,  che  fé  noi  fuffi  fiato  uinto 
né  più  granane  più  indegne  ut  farebbono  fiate  pofie  ►  Vero  confiderando  io  tut 
te  quefie  ragioni, &  quanto  fia  piccola  l'utilità,  che  ci  può  rifultare  dell' accor 
do  con  gli  Italiani, &  per  quanti  accidenti  cipoffa  facilmente  ufeire  damano  * 
&  quanto  fia  pocoficuro  il  fidar  fi  di  loro,  &  di  quanta  indegnità  fia  pieno  il 
lafciare  lo  flato  di  Milano,  &  che  a  noi  ù  neceffario  rifoluerfi ,  &  hauere  una 
uolta  confideratione  delfine,  &  che  la  carcere  del  Re  non  ci  dà  utilità  ,fe  non 
per  i  frutti  chefipoffono  trarre  della  liberatione  ;  ho  confortato  >  &  conforto, 
l'accordare  prima  con  Iucche  con  gli  ltaliani,che  niuno  può  negare ,  non  effe-' 
re  più  glorio  fo, più  ragioneuole,  più  utile,  pure  che  ci  afficuriamo  dell  offerti an 
%ajn  che  iofo  qualche  fondamento ,  &  della  gratitudine  fua  per  lo  beneficio 
the  egli  riceucrà  da  mi,  &  del  uincolo  delparentado,et  della  uirtù  della  foreL 
la  uoflra ,  inftrumento  habile  a  mantenere  quefla  amicitia ,  ma  molto  più  del 
pegno  de'  due  figliuoli  ,et  tra  quefli  il  primogenito ;delquale  non  so  che  maggia 
re  pegno, né  più  importante  da  lui  fi  poffa  riceuere:  et  poi  che  la  neceffità  ciflri 
pie  a  deliberarci^  debbe  pure  fidar  fi  più  d'un  Re  di  Francia  con  tanto  pegno» 
che  degli  Italiani  fin%a  alcun  pegno;  più  della  fede,  &  parole  d'un  tanto  Re» 
che  della  cupidità  immoderata  de'  Treti,&  della  foretto  fa  uiltà  de'  mercatan 
ti;  &  più  facilmente  poffiamo  hauere  come  molte  uolte  hanno  hauuto  i  paffati 
hoflri  congiuntone  per  qualche  tempo  co'  Francefi ,  che  con  gli  Italiani  nimici 
nofiri  naturali  t  &  eterni  ine  folo  in  qisefta  aia  ueggo  maggiore  {peron^a 


LIBRO 

che  ci  babbia  a  effere  attefo ,  ma  ancora  minore  pericolo  in  cafb  uifuffe  mance 
to  :  perche  quando  bene  il  Re  non  ui  deffe  la  Borgogna,non  ardirà  refiandoper 
°flaZ& l  faoi  figliuoli,  difarui  nuoue  offe  fé ,  ma  cercherà  con  pratiche ,  &  con 
priegfji  di  moderare  l  accordo,  few^a  che  uinto  da  uoi  bieri,  &  boggi  ufeito  di 
prigione, temerà  ancora  dell'armi  uoftre,nè  bara  più  ardire  di  tentare  la  uofira 
fortuna,&  fé  egli  non  piglia  l'armi  contro  uoi  Cefareycerto  è  che  tutti  gli  altri 
fiaranno  fermi,tanto  che  acquifiercte  il  Caflello  di  Milano-  &  ui  confermere- 
tein  modo  in  quello  jlatOyche  non  baretepiu  da  temere  di  malignità  di  alcuno* 
Ma  agli  Italiani , fé  accordate  bora  con  loro,&uiuogliono  mancare,non  refta 
freno  alcuno  che  gli  ritenga,&  crefeiuta  la  f acuità  del? offendenti, farà  libera, 
&  crefeerà  la  uolontà.Terò  a  giudicio  mio  farebbe  fommaìetimidità,&  im- 
prudenxa  perdere  per  troppo  foretto  un  accordo  pieno  di  tanta  gloria,  ditan- 
tagrande'Zga,&  confìcurtà  baflante , pigliando  in  cambio  di  quello  una  deli" 
berationepericolofiffima,fe  io  non  m'inganno,  &  danno fijfima . 

Varie  furono  l'opinioni  de  glialtri  del  Con  figlio  .parlato  che  bebbe  il  Fice- 
rè,parendo  a  tutti  quelli  che  erano  di  fincero  giudicio ,  che  l'accordare  col  Re 
di  Francia  nel  modopropoflo,fuffe  deliberatione  molto  pericolo  fa:  nondimeno 
poteua  ne'  Fiamminghi  tanto  il  defiderio  di  ricuperare  la  Borgogna,come  anti 
co  patrimonio 3e  titolo  de'Trencipifuoi,che  nonglilafciaua  difeernere  laueri 
tà,&fu  anco  fama  che  in  molti  poteffero  affai  i  donatiui  v  &  lepromeffe  lar- 
ghe fatte  da  Francefuet  fopra  tutto  C  e  far  e, ò  perche  cofifuffe  laprimafua  in- 
clinatione,ò  perche  appreffo  a  lui  l'autorità  del  Viceré,  congiunta  maffimamé 
te  con  quella  di  K[anfau,chefentiua  il  mede  fimo,  fuffe  di  grandiffìmo  momen- 
to,!) perche  gli  pareffe  troppa  indegnità  efiere  coftretto  di  perdonare  a  France 
fcò  Sforma  ;  udiua  uolentieri  chi  configliaua  l'accordo  col  Re  di  Francia;  in  mo 
do  ebepouche  di  nuouo  bebbe  fatto  tentare  il  Legato  Saluiato  ,feuoleua  con- 
ferire che  lo  flato  di  Milano  fi  defie  al  Duca  di  Borbone,&  fi  certificò  che  no 
baueua  commeffione  faccettare  quefto  partito,  nelqual  cafo  bar  ebbe  prepofia 
l'amicitia  del  Vonte{ìce,deliberò  di  concordare  col  Re  di  Francia,col  quale  cfi< 
fendo  già  innanzi  le  cofe  dìfeuffe,  &  quafi  rifolute  ;  fi  uenne  in  pochijjimigior 
ni  alla  conclufwne,non  interuenendo  a  cofa  alcuna  il  Legato  del  Tontefice,ha~ 
uendoprima  Cefare  ottenuto  dal  Duca  di  Borbone  il  confentimento,  che  lafo- 
rellapromeffa  a  lui  ,fì  mar  it  affé  al  Re  di  Francia  :  i!  quale  pregato  affai ,  con- 
fentì.non  tanto  per  la  cupidità  d'bauere  il  Ducato  di  Milano >come  contea  l'au 
torità  del  Gran  Cancelliere, &  del  Viccrè,bcnche  con  obligatione  digrauipa- 
gamentiglifupromeffo  ;  quanto  per  efere  le  cofcfue  ridotte  in  termine ,  che 
non  bauendo,  né  potendo  hauere  dependen^a  da  altri  che  da  Cefare;  era  necef- 
fitato  accommodarfi  alla  fua  uolontà  :  &  confenttto  che  bebbe, perche  in  tem- 
po tanto  incommodo  non  fi  trouaffealla  Corte  ;  partì  ftibito  per  ordine  di  Cefk 
reallauolta  di  Barcellona  per  affettare  le  prouifioni  neceffarie  a  paffuti  «« 
Italia  :  lequaliper  mancamento  de'  Tstauilijion  ejfendo  allbora  in  Iff^gn*.  al- 
tre  Galee  fonili  che  tre,&  di  danari  ;  erano  per  procedere  lentamente .  t  oiif 

t .  une 


3ESTODECÌMO.  4%6 

tenne  la  capitolatone  ft ipolata  il  quartodecimo  giorno  diFebraio  deli  anno 
mille  cinquecento  uentifeiyche  tra  Cefare, &  il  Re  di  Francia  fufìe  pace  perpc-  fat jon^SeU 
tua,nellaqualefufferocomprefi  tutti  quelli ,  iquali  di  consentimento  commune  l'accordo 
*fi  nominaffero . a  Che  il  Re  di  Francia  a  dieci  giorni  di  Mar%o  proffimo  fuffe  &  ftkct(c  * 


faro 


poflo  lìbero  ne*  fuoi  confini  nella  cofla  di  Fonterabia,  &  in  termine  difeifetti-  ?"«}<> 

mane  Seguenti  confegnaffe  a  Cefare  la  Duce  a  di  Borgogna  la  Contea  di  Ciaro-  ££cheraf  io 

bis, la  Signoria  di  T^[eiers,&  Caflello  Chirnu  depédenti  della  detta  Duce  a,  la  Je"flmétde 

Viscontea  di  jlufomia,  il  Refort  di  S.  Lorenzo  dependenti  dalla  Francia  Con-  fo7Pettar,c  o- 
tea,tutte  le pertinente  folite  della  detta  Ducea>&  Viscontea,  quali  tutte  fuf  ™e  diceclfÌ 

fero  infuturo  feparate  et  efenti  dalla  fouranità  del  Regno  dì  Francia:  che  nel-  dal  Re  FrS 

Vhoraì&  nel  punto  mede  fimo  che  il  Refi  liberaffe-fi  metteffcro  in  mano  di  Ce  j;^?^  jjj 

fare  il  Delfino,&  oltra  lui,b  il  Duca  d  Orli ens  fecondo  genito  del  Re,  b  dodici  do  egli'  l'ag 

de*  principali  Signori  di  Franciaàquali  furono  nominati  da  Cefare^ rimettendo  g^to.eflc 

•       •  »•  i  ?  \   i         •/  r         ì  \   i    ••   •  •*    reoiieruate» 

in  elettione  di  Madama  la  Reggente^  dare  il  jecondo  genitore  dodici  Baroni,  in  che  s'ka 
iquali  haueffero  aflare  per  fiat uhi  in  fino  a  tato  fujje  fatta  la  rejlitutione  del-  J  Ji^X* 
le  terre  predette  ,  &  ratificata ,  &  giurata  la  pace  con  tutti  ifitoi  capitoli  da  del  Re  ria 
gli  flati  generali  di  Francia,&  regiflr 'ataviche  efji  dicono  interinata  in  tutti  i  x^^clà* 
parlamenti  di  quel  Reame  con  lefolennità  neceffarie,allequali  eraprefijfo  ter  di  coliche 
mine  di  quattro  me  fi  :  alqual  tempo  facendofi  la  rejlitutione  de  gli  oflaggi ,  fi  ch^qtieft©* 
confegnajfe  a  Cefare  ^Angolemjl  ter^o  figliuolo  del  Re,acciocheper  maggiore  Re  cofi  gr5 
intrattenimento  della  pace  fi  nutrifìe  apprefio  a  lui .  Rinunciaffe  il  Re  Chrh  **£  mer„a® 
fiianiffimo,&  cedeffe  a  Cefare  tutte  le  ragioni  del  Regno  di  l$apoli>  etiandio  to  come  in 
quelle  cheglifufìeroperuenuteper  le  inuefliture  della  Chiefa,el  medefimofa-  "pagSalqu* 
ce  (fé  delle  ragioni  dello  flato  di  Milano,  di  Genoua,  d**Aras ,  &  di  Tornai ,  di  fi  vn'aitro 
Li!la>&  di  Douai  :  reflituifìe  ancora  la  terra,  &  Caflello  di  Edin,  come  mébro  df^accdo- 
della  Contea  d*^irtois  con  tutte  le  munitioni,artiglierie,et  mobili,che  ui  era-  ?"a  da  Pao 
no  quando  ultimamente  era  flato  prefo .     Rinunciaffe  alla  fouranità  di  Fian-  Roma  j  con 
dra,  &  dUrto'u)&  d'ogni  altro  luogo  pofìeduto  da  Cefare  :  &  daU altra  par-  uc"ne  ?•■  *J 
te  cedefìe  Cefare  a  tutte  le  ragioni  di  qualunque  luogo  poffeduto  da!  Francefh  uiflìme  con 
&  ferialmente  di  Verona,Mondiuiere,&  Roia,  &  della  Contea  di  Bologna,  ^jj^, d? 
&  di  Tottiers ,  &  le  terre  di  quà}  &  di  là  della  riuiera  di  Somma.  Fufìe  tra  lo  Umile  qua  fr 
ro  Lega,  &  confederatane  perpetua  a  difefa  de  gli  flati  con  obligatione  d'aiu-  ■"  ach*'™** 
tare  l'un  l'altro,  quando  fufìe  dibifogno  con  cinquecento  huomini  d*arme ,  &  fero  i  Gain 
dieci  mila  fanti .  Che  Cefare  promette  fi  e  Madama  Elionorafua  forella  per  mo  Jf  |^JJ  \  JJ 
glie  al  Re  Chrìflianìffimo  :  dellaquale  fubito  che  fufìe  ottenuta  dal  Tonte  fi  ce  (come  fileg 
la  difpenfa,  fifacefìe  lofponfalitio  con  parole  obligatorie de pr efenti,  &fì  con  lenìbrcTs! 
ducefie  in  Francia  per  confumare  il  matrimonio  nel  tempo  mede  fimo  >  che  fé-  delia  prima 
condo  i  capitoli  shaueuano  a  liberare  gli  oflaggi,  &  lafua  dote  fufìe  feudi  du-  Jo  pVfand£ 
gento  mila  con  i  dosamenti  conuenienti,da  pagar  fi  la  metà  trafedici  mefifai  fi  V°*°  di.{ 
tra  metà  dipoi  fra  unannoproffimo  :  che  tra  il  Delfino ,  &  la  figliuola  del  Re  Gain1  non 

pur  tiouaro 
no  le  fodere  ingordi  (lime;  raaanchora  vn  d'etti  vi  aggiunfcla  propria  fpada,  accioche  tanto  più  oro  a> 
Vcqmiulente  peloi  Romani  haueffero  da  aggiujncrui. 

dì 


I    I    S    R    O  '    '  f. 

$  TorMaVo  nata  di  Madama  Elionora  fi  fizceffe  fimfiditio  tome-Mero  m 
età  habile .  Faceffe  il  Re  di  Francia  il  posfibde  che  il  Re  antico  di  Wg*m 
cedcflc  à  C  efare  le  ragioni  di  quel  Reame.  &  non  uolendo  cedere,non  potefieiU 
Re  dardi  aiuto  alcuno-.che  il  Duca  di  Ghelìeri ,  &  Conte  di  Zuf,&  le  Terre  , 

te  fuafi  dettero  a  Cefare  :  che  il  Re  non  deffe  aiuto  alcuno  al  Duca  di  Vertm 
,  ti  Cfd-  i^U  ne  etiandio  a  Ruberto  della  Marcia.  •  Deffe  a  Cefare  quando  uorrapafu 
u  •  ,fi  "?'  fare  in  Italia,  &fh  due  me  fi,  che  ne  farà  mercato  da  lui  dodici  galee,  qua* 
Jur^a.  tronai^&quattrogakoniproinfieditttttoafpefefue^ecem 

».  9" fte  «  di  "l'errale  dihauefferoaefrere  refiituitefratre  mefi  dalai  che  simbarcaj 
^?^%rchetlluòÌdelle^ 

ZXZ  tnHla  metà  fra  fedm  mefi,  faina  fra  un'anno  froffiwo,  &  al  tempo  del  ah 
M  £  beratione  degli  oflaggi,  fuffe  tenuto  a  dargli  cedole  d,  banchi  deUapaga  difet 
Sf™*  «Ha  fanti  per 'feimefi,  fubito  che  aniuafie  in  Italia,  ferendolo  etiandw  a  fte 
c^e  «n°-  fe  fHìdi  cinquecento  lance, con  una  banda  d'artiglierie:  cauaffdo  di  danno  del- 
pVrV:™.  la  P romeffa  fatta  al  Re  d~ Inghilterra,per  lepenfioni  gli  pagana  il  Re  di  Frm- 
L;  dice  che  \£iChi  importauano  cinquecento  mila  feudi,  ouerogh  defie  a  Cefare  indana- 
U  l  d  °h!  '  ri  contanti.  Supplicale  luno,  &  l'altro  di  loro  il  -Pontefice  a  intimare  più  pre 
tcimiiatin  a0  fi  mc(ie  u„ concilio  uniuer fiale  per  trattare  lapace  de  Cbrtfttam,&  htm 
fc»m."  T  préfacontragl'mfedeli,&  beretici  ,& atutti  concedere  la  Crociata  perire 
wf**  anni.  Refiituiffe  il  Re  fra  fei  fettimane il  Duca  di  Borbone  in  ampia  forma» 
SS?.»  etiandio  in  tutu gli  flatiMni  mobili,  &  immobili, &  frutti  puf, ,  ne  potè  fife 
mito.pagMi  mokRar[0  per  le  cofepaffate,  ne  afirignerlo  ad  habitare,  o  andare  nel  Reame 
LTfi  ite  £  di  Francia ,  lafciandogli  la  facultà  di  potere  procedere  per  gifitia  fopra  la 
fi  m.n.ion  cmea  di  Troue„7a,&  reflituiffe  tutti  quelli  che  l  haueuanojeguitato,  &  no 
que'ftoòpi  minatamente  il  FefcouodUuttm,  &  San  V aleno  diberafjìn fi  daogm  parte 


3?ìrfu  Si  fi*  quindici  dì  i  prigioni  pre  fi  per  conto  di  guerra  ,  &^i  Madama  Margherita 
udeTcoM'  fuà  reflituito  tutto  quello  pofedeua  innanzi  alla  guerra .  Fufie  libero  il  Trin 
ItifSL?  cipe  diOranges,&glifufferefiituho  il  Principato  cTCranges^  quanto  pojje. 
tre  rr.ua  ai  dcua  alla  morte  del  padre,  fintogli  tolto  per  baviere  fegmtato  le  parti  di  teja- 
KÌ&**  re>&  mede [imamente  alcuni  altri  Baroni  :  che  al  M  arche  fé  di  Saluto  JuJJe 
reflit uito  il  fuo fiato  :  chel  Re  come  arrwafie  nella  prima  terra  del  Regno  juo, 
ratificale  quella  capitolatone,  &fitfieobligato  farla  ratificare  al  Delfino, 
come  peniemjpialtetà  di  quattordici  ama .  ^ominaronfi  molti  di  commune 
confent  mento,  etiandio  gli  Sui^iri,  ma  ninno  de  potentati  Italiani,  eccetto 
il  Tontefice^uale  chiamarono  per  conferuatore  di  quefia  concordia ,  cojapm 
prefto  di  cerimonia,  che  difofiantiainà .  .Aggumjcfi  la  fede  data  dal  Redi  n 
tornare  fioritane  amente  in  carcere,  quando  per  qualunque  cagione  non  ademr 
piefie  le  cofepromefie .  Grandiffimafn  l'ammirai  ione, che  hebbe  di  quefio  ac- 
cordo tutta  la  Chnfiiamtà  :  perche  coinè  sintefe  che  la  prima  efecutione  ha- 
ueua  a  efiere  la  liberatone  del  Chrifiianiffimo  ,fu  giudmo  uniuerfale di  eia- 

fimo,  che  liberato  nonbauefk  a  dare  la  Borgogna.pcr  e  fiere  membro  di  trop  - 

pa 


S  E  S  T  O  D  E  C  I  M  O.  "        4$7 

fa  importanza  al  Reame  di  Francia  :  &  da  quei  pochi  in  fuor  a  che  rìhaueua* 
no  confortato  Cefareja  corte  fua  tutta  hebhe  la  medefima  opìnioneiet  il  Gran 
Cancelliere  fopra gli  altri  riprendeua  >&  deteftaua.  &  con  tale  uebcmentia> 
che,ancora  che  baueffe  comandamento  di  fottoferiuere  la  capitolatone  >  come 
è  ufficio  de'  Gran  Cancellieri  ;  ricusò  difarlo<  allegando  che  l'autorità)  che  gli 
era  fiat  a  data  non  doueua  efftre  tifata  da  lai  nelle  co  fé  pencolo  fé,  &  perniilo- 
fé  come  qucjla  :  ne  fi  potette  rimuouerlo  dalfuo  propofto  con  tutta  la  indegna 
tione  di  Cefare  :  dqualepoi  che  lo  ueddeftare  in  quefìa  pertinacia  egli  proprio 
le  fiotto fcriffe ,  &  pochi  giorni  poi  andò  a  Madril  yper  Jiabilire  d  parentado  , 
&  con  familiari,  &  domefliebi  parlamenti  fondare  coi  Re  amicitia,  &  beni- 
Holcn^a .  Grandi  furono  le  cerimonie  -,  &  le  dimoflraiioni  tra  loro  »  flettono 
molte  uolte  infieme  in  publico ,  hebbono  foli  infegreto  più  notte  lunghi/fimi 
ragionamenti,  andarono  portati  da  una  medefima  carretta  a  un  Caflello  uici- 
no  a  meiggiornatayiou  era  la  Reina  Elionora-,  con  laquale  contraffe  lofponfa 
litio .  Ma  non  però  in  tanti  fegni  di  pace t  &  d* amici tia  gli  furono  allentate  le 
guardie  >non  allargata  la  libertà,  ma  in  un  tempo  mede  fimo  carezzato  da  co-* 
gnatOy  &  guardato  da  prigione;  in  modo  che  fi  potefje  facilmente  giudicare 
che  queftafuffe  una  concordia  piena  di  difeordia ,  un  parentado  fen^a  amore  > 
&  che  in  ogni  o  ce  afone  potrebbono  più  Cantiche  emulationi ,  &paf]ìoni  tra 
lorot  chel  nfyetto  delle  co  fé  fatte  più  per  uiolen\a ,  che  per  altra  cagione .  Ma 
bauendo  confumato  più  d'in  quefli  andamenti ,&  effèndo  già  uenuta  la  r  atifi 
catione  di  Madama  la  Reggente  con  la  dichiaratane ,  che  in  compagnia  del 
Delfino  di  Francia  darebbonopiu  prejlo  il  fecondo  genito  che  i  dodici  Signori; 
il  Re  partì  da  Madrd  per  trouarfi  a  confini  ,doue  s  haueua  a  fare  il  baratto 
dell  x  per  fona  fua  co  piccoli  figliuoli ,&  in  compagnia  fua  il  Viceré  autore  delr 
la  fua  liberatione>alquale  Cefare  haueua  donato  la  città  d'^ifti,  &  altri  flati 
in  Fiandra,  &  nel  Reame  di  Islapoli.  lS[elqualtempo  Cefare  feri  fife  al  Tonte- 
ficeuna  lettera  ceremoniale^fignificandogli^cheper  lo  defiderio  dellapace>&. 
ad  bene  commune  della  ChrifiianitàAimenticate  tante  ingiurie,  &  inrmicitie 
haueua  rejlituita  la  libertà  al  Re  di  Francia,&  datagli  laforellafua  per  mo- 
glie^ che  haueua  eletto  lui  per  conferuatore  della  pace  di  chifempre  uoleua 
ejfere  obedientifjìmo  figliuolo  i  &  egli  fcriffi  pochi  dì  poi  un  altra  lettera  di 
mano  propria,  [aquile  gli  mandò  per  lo  mede/imo  Errerà .  che  haueua  portato 
la  lettera  ferita  a  lui  di  mano  propria  del  Vontefice,rifpondendogli  pane  con 
parole  dolci  parte  .nefcolate  di  qualche  acerbità-»  conchiudendo  che  reflituireb 
he  d  Ducato  a  trance]  co  Sforila,  in  cafo  non  baueffe  fatto  il  delitto ,  di  ch'era 
mputato;&  che  noieua  che  quejlofì  uedejfcperginflitia,  da  giudici  deputati 
da  fé  come  à a  juo  inferiore  :  ma  con/landò  che  baueffe  fallito;  non  poteua  man 
care  d'inucflime  il  Duca  di  Borbone^  chi  egli  mele  fimo  era  flato  cagione •,  che 
l 'baueffe  promeffo  »  hauendogliene  nel  tempo  delia  infermità  di  Francefco 
Sfor^apropùflo;&cheperfatisfarealui-&pcrafficurare  Italia  non  haue- 
ua Hoìuto^nè  ritenerlo  perfine  darlo  al  fratello  proprio,  affermando  fopra  la 

fede 


L    T    B    R    O 

fede  fua,quefla  effere  fieramente  lafua  intentionejaquale  pregatici  efficaeemt 
te  che  l approuaffe>o (ferendogli  fempre  l  autorità,&  le  for^efue,  come  obe- 
diente  figliuolo  della  Sedia  ^Apoflolica.  Torto  ancora  il  medefimo  ILrrera  la  ri 
fpoflaalla  minuta  del  capitolo  flato  diftefo  dal  Tapa  ,  in  fauore  di  Francefco 
Sforila:  ilquale  Ce  far  e perfeucrando  nella  fua  prima  deliberatone,  no  baueua 
tioluto  approuare  ;  an%i  indirizzò  per  lui  al  Duca  di  Seffa  la  forma  dellaccor 
do,alquale per  ultimo  fi  rifolueua^con  autorità  di  flipularlo  in  cafo  che  da  lui 
f uff  e  accettato .  Conteneuafi  in  effa  che  Francefco  Sforma  fuffe  comprefo  nella 
loro  confederatane, in  cafo  che  non  haueffe  le  fa  la  Maeflà  di  Cefareyna  in  ca- 
fo della  fua  mori  e,òpriuat  ione  fuccedeffe  nella  confederatane  il  Duca  di  Bor- 
bone,inueflito  da  lui  del  Ducato  di  Milano .  Confermauafi  l'obligat ione  fatta 
dal  Viceré  della  reflitutwne  delle  terrebbe  teneua  il  Duca  di  Ferrara,  ma  con 
conditione  che  il  TonteficefuJJe  tenuto  a  concedergli  la  inucflitura  di  Ferrara^ 
&  rimettergli  la  pena  della  contrauentione  :  cofa  contraria  à  penfieri  del  To 
tefice>che  haueua  difegnato  di  efigere  la  pena  de'  cento  mila  ducati>per  paga- 
re con  quefla  i  cento  milapromcffl  a  Ce  fare,  in  cafo  di  quella  refìitutione  :  non 
ammetteua  che  lo  flato  di  Milano  haueffe  a  leuare  i  foli  della  Chiefa,nè  di  ri- 
ferir  fi  in  quanto  alle  collationi  beneficiali  del  Reame  di  l^apoli  al  tenore  delle 
inuefliture^ma  alt  ufo  de  Re  p  affiati  Squali  in  molti  cafi  haueuano  diff  recato 
le  ragioni,&  l'autorità  della  Sedia  ^Apoflohca  :  &  perche  col  Legato  era  fla- 
to trattato,che  per  leuare  di  Lombardia  l'efferato  graue  a  tutta  Italia  ,fipa- 
gaffero  dal  Tapa,  &  da  lui,come  Re  di  Islapoli,  &  daglialtri  d'Italia  ducati 
cento  cinquanta  mila,&fì  conduce ffe  a  1s(apoli,  ò  douefuora  d  Italia  par  effe 
a  Ce  fare,  che  diceua  uolerlo  farpaffare  in  Bar  ber  ia  ;fu  aggiunto  che  effendo 
l'efiercito  creditore  di  maggiore  quantità  che  non  era  alìhora  ;  fuffero  ducati 
dugento  mila .  Trefentarono  il  Duca  di  Seffa,  &  Errerà  al  Tonte fice  la  copia 
diquefli  capitoli  con  proteftatione,che  in  poteflà  loro  non  era  di  uariarne  pure 
una  ftllaba  :  &  nondimeno  harebbono  facilmente  prefo  forma  tutte  le  difficili 
tà,  pure  che  del  Ducato  di  Milano  fu  fi  e  flato  diffofto  in  modo ,  che  il  Tontefi 
ce, &  gli  altri  non  haueffero  caufa  d  hauere  foretto  .  Ma  fi  confideraua  che  il 
Duca  di  Borbone  era  nimico  co  fi  implacabile  del  Piedi  Francia,che ,  òperfi- 
curtàfuatò per  cupidità  d'entrare  in  Francia  flar  ebbe  fempre  foggettiffimo  a 
Ce  far  e,  né  fi  potrebbe  maifyerare  che  la  troppa  grandezza  fua  gli  fuffe  mole 
fla  :  &  che  il  capitolo  di  leuare  l'efferato  di  Lombardia^che  tanto  era  fiato  de 
federato  da  tutti >& per  loquale  effetto  non  farebbe  paruto  graue pagare  ogni 
quantità  di  danari,riufciua  di  ninna  utilità  ;  poi  che  a  Milano  reftaua  un  Du 
cacche  nonfolo  a  ogni  cenno  di  Ce  far  e  uelharebbe  accettato ,  anyi  fot  fé  per 
interefie proprio  de federato ,  &  /limolatolo .  Terò  il  Tontefi  ce ,  ilquale ,  per- 
che nella  concordia  fatta  da  Ce  far  e  col  Re  di  Francia  >  nonfefaceua  wentione 
foflantiale  di  lui}nè  della  fecurtà  de  gli  flati  d'italiamemoria  alcuna,fi  era  con 
fermato  nella  perfuafìone  fattafì  pnma,che  la  grandezza  di  Ce  far  e  haueffe  a 
ejfer  e  la  feruitù  fua-,  deliberò  di  non  accettare  l'accordo  nel  modo  che  gli  era 

propoflo  ; 


SESTODECIMO.  488 

propofto,ma  di  conferuarfi  libero  infoio  a  tanto  che  hauejfe  certeTga  quello  che 
faceffe  il  Re  di  Francia  circa  all'ofieruatione  delfuo  appuntamento  :  nellaqua 
le  fenten%a  fi  determinò  con  maggiore  animo  ,  perche  oltra  quello  chepareua 
uerifimile  ;  gli  penetrò  agli  orecchi  per  parole  dette  dal  Re, innanzi  fuffe  lihe 
rato,&  da  altri,  a  quali  erano  nòti  i  configli  fuoì  3  eglihauere  l'animo  alieno 
dall' offeruan^a  delle  co  fé  promeffe  a  C  efare .  Tfellaquale  deliberatane  per 
confermarlo,  come  cofa,dallaquale  hauefie  a  dipendere  laficurtàpropria;fpe- 
dì  in  Francia  in pofle  Vagolo  Vettori  Fiorentino,Capitano  delle  fue galee^  ac- 
etiche nel  tempo  mede  fimo  che  arriuerebbe  il  Re,fujfe  alla  Corte,ufando  que- 
lla celerità  non  folo  perfapere  ilpiupreflofipoteua  la  mente  fua,ma  perche  il 
Re  hauuta  fubito  fperan^a  dipoterfi  congiugnere  il  Vontefice,  e  i  Vinitiani  co 
tra  C  efare ,  hauefie  cagione  di  deliberare  più  prontamente .  Fu  adunque  coni- 
mefio  a  Vagolo ,  che  in  nome  del  Vonteficefi  rallegrafie  feco  della  fua  libera- 
tione ,  faceffigli  intendere  l'opere  fatte  da  lui ,  perche  feguifie  quefto  effetto , 
quanto  le  pratiche  tenute  di  collegar  fi  con  la  madre  hauefiero  fatto  inclinare 
Ce  far  e  a  liberarlo:  mofiraffegli  poi  ,ilVontefice  efiere  defiderofiffimo  della 
pace  uniuerfale  de Chrifliani,  &  che  Cefare>&  egli  face  fiero  unitamente  la 
imprefa  contra  il  Tur  co, quale  fi  intendeua  preparar  fi  molto  potentemente  per 
afialtare  l'anno  mede  fimo  il  Reame  d'Vnghena .  Quefle  furono  le  commejfio- 
ni  apparenti,  ma  la  fofiantiale,  &  fegrctafu ,  cioè  tentato  prima  def^r  amente 
difapere  bene  la  inclinatione  del  Chrijlianifjìmo,  in  cafo  lo  trouajfe  uolto  a  of- 
feruare  l'accordo  fatto;  non  paff affé  più  innanxiper  non  fare  uanamente  più 
perdita  con  Ce  far  e ,  che  fi  fuffe  fatta  per  lopafiato  ima  trouandolo  intimato 
altrimentuòuero  ambiguo,  fi  sfor^affe  confermamelo ,  &  con  ogni  occafwne 
lo  confortale  a  qneflo  camino ,  moflrando  il  defiderio  che  il  Vontefice  haueua 
per  beneficio  commune  di  congiugner  fi  feco.  Spedì  ancora  in  Inghilterra  il  Vro 
tonotario  da  Gambera  per  fare  ufficio  con  quel  Re  al  mede  fimo  fine, &  per  ri- 
cordo fuo  i  Vinitiani  mandarono  in  Francia  co  le  medefime  commeffioni  ^An- 
drea Rofio  loro  Segretario  :  &  perche  Vagolo  fubito  che  fu  arriuato  in  Firen 
%efì  ammalò  )&  morì, il  Vontefice,  benché  pigliafi  e  in  male  augurio ,  che  già 
due  uolte  i  minifiri  mandati  da  lui  in  Franciaper  quefla pratica, fufi ero  periti 
nel  camino  ;  ui  mandò  in  luogo  fuo  Capino  da  Mantoua .  l^on  mane auano  fra 
tanto,&  egli,ei  Vinitiani  d'ufare  ogni  diligen%aper tenere  confortato,  &  in 
piujperan'^e  che  fi potè fi  e  il  Duca  di  Milano ,  acetiche  la  paura  della  pace  di 
MadriUnon  lo  face  fi  e  precipitare  a  qualche  accordo  con  Ce  fare .  Fra  arriuato 
in  queflo  tempo  il  Re  di  Francia  a  Fonterabia  terra  di  Ce  far  e ,  che  è  pofia  fui 
mare  Oceano  fu  i  confini  tra  la  Bi ficaia,  &  il  Ducato  di  Ghienna  ,  &  dall'al- 
tro canto  la  madre  co  due  figliuoli  era  uenuta  a  Batina  prefio  a  Fonterabia  a 
poche  leghe,  foggior nata  qualche  giorno  più  che  il  giorno  determinato  a  fare 
la  permutatione,perche  era  fiata  in  camino  opprefiata  dalla  podagra .  <Adun- 
que  il  decimo  ottano  giorno  di  Marino  il  Re  accompagnato  dal  Viceré ,  &  dal 
Capitano  barcone,  &  da  circa  cinquanta  candii  fi  cbdufiefu  la  riua  del  fiu- 
me» 


uno    ni, 

tue, che  dìuide  il  Reame  di  Francia  dal  Reame  di  Spagna,  &  al  mede  fimo  tem 
fo  f  prefentò  fu  l'altra  riua  lautreth ,  con  gli  due  figliuoletti ,  &  con  numero 
pari  di  caualli  :  in  me%p  al  fiume  era  una  barca  grande  fermata  con  1 l  ancore > 
fu  laquale  non  era  per  fona  alcuna .  *AcccfloJJì  a  cjuefla  barca  il  Re  fu  un  bat  el- 
io, doue  era  egli,  il  Viceré ,  &  dianone ,  &  otto  altri  armati  tutti  d'armi 
corte>&  dall'altra  banda  della  barca  s'accoflòfu  un  altro  batello  Lautreclhgli 
flatichh&  etto  altri  compagni  armati  nel  modo  mede  fimo  :  montò  dipoi  fu  la 
barca  il  Viceré  con  tutti  ifuoi ,  &  con  loro  il  Re  ,  &  immediate  poi  Lautrecb 
con  gli  otto  compagni  ;  in  modo  che  fu  la  barca  fi  trono  il  numero  pari  da  ogni 
parte ,e fendo  col  Viceré  barcone, &  otto  altri,  &  col  Re  Lautrech,&  altri 
QttOyiquali  come  furono  filiti  tutti  nella  barca,Lautrech  tirò  del  batello  in  bar 
ce.  il  Delfino-quale  confegnatoal  Vueré,&  da  lui  ad  dianone y  fu  pofìofubi- 
to  nel  loro  batello  .&  nel  mede  fimo  infilante  era  tirato  in  barca  il  pìccolo  Luca 
d'Orliens-jilquale  non  uifuprima,che  il  Chriflianijfimo  fialtò  di  barca  fulfuo 
batello  con  tanta  prcfieT^a ,  che  quefila  permutatone  uenne  a  efiere  fatta  in 
un  momento  mede  fimo  :  e  tirato  fi  a  riua  ;  montò  fubito,  come  fé  teme  fife  d'ag- 
guato s'un  cauallo  Turco  dimarauigliofa  uelocitd,  preparato  per  queflo  effèt- 
tv  ,&  fien^a  fermar  fi,  cor  fé  a  San  Ciouanni  del  Lus,  terra  fina  uicina  a  quattro 
leghe  :  doue  rinfirefeatofi  preflamente ,  fi  ccndufje  con  la  medefima  uelocità  a 
Baiona,raccolto  con  incredibile  letitia  di  tutta  la  Corte  ;  donde  fubito  fi>cdì  in 
diligenza  un  huomo  al  Re  d'Inghilterra  i  figm fi candogli  con  lettere  di  mano 
propria  lafiua  liberatìone>&  con  humaniffime  commeffioni  di  riconofcerle  to- 
talmente dall' opere, che  haueua  fatte,  offerendo  di  uolere  effere  ficco  una  cofia 
medefima,&  diprocedere  in  tutte  l  occorrente  co'fiuoi  configli  :  &poco  dipoi 
gli  Jpedì  altriiAmbaficiatoriyper  ratificare folcnnemh  e  la  pace  fatta  dalla  ma- 
dre con  luuperche  nell'amicitia  di  quel  Re  faceva  grandijjìmo  fondamento. 

IL     F  1  Ti  £. 


Jn  Venctia ,    Anrreffo  Giorgio  Angelicri 
M.  1).'    LXXÌllL 


DELL'    HI  STORIA 

DI   MESSER  FRANCESCO 

GVICCIARDINI    GENTIL* 

'hvomo  fiorentino 
l  i  b  b^o    d  e  c  i  m  0  s  e  t  t..j  m  0* 


SOMMARIO. 
t 

IN  quefto  Libro  Decimofettimo  fi  contengono  le  doglianze  del  Ré  di'  Francia 
agliImbafciatoridelPapa,&cje'Venetiani  perle  crudeltà  di  Cefare.  Imali 
portamenti  de  gli  Imperiali  nel  ftato  di  Milano,  &  in  Milano  douealloggiauano. 
I  tumulti  de'Milaneiì  contra  gli  Imperiali.  La  lega  del  Pontefice,  Se  de'Venetiani 
col  Re  di. Francia.  Altri  tumulti  in  Milano  contra  gli  Soldati  Cefarei.  La  prefa  di 
Lodi  per  gli  Confederati.  Il  foccorib  ch'hebbero  gli  Imperiali  dal  Duca  di  Borbo 
ne  in  Milano.  La  ritirata  che  fecero  quelli  della  Lega  dall'afledio  di  Milano.  La 
guerra  che  mode  il  Papa  contra  Siena.  La  prefa  di  Montia  per  gli  Confederati.  La 
prefa  del  Cartello  di  Milano  per  accordo  per  gli  Imperiali.  La  rotta  delPeflercito 
del  Papa  ,  che  afìediaua  Siena  .  Attedio  di  Cremona  per  gli  Collegati .  Afledio  di 
Genoua  per  via  di  mare  dall'armata  dc'Confcderati.  La  prefa  di  Pontremoli  dal 
Fiefco.  La  perdita  del  medefimo.  Prefa  d'Orbatello  per  il  Pontefice.  La  rotta  del 
Re  d'Vngheria  da'Turchi.  Il  facco  di  Roma.  Prefa,  &  rouina  di  molte  Terre  de 
Colonncfi.  Morte  di  Giouanni  de'Medici  a  Borgoforte  fui  Mantouano.  La  fcara* 
muccia  dell'armata  de'Confedcrati  con  quella  di  Cefare  fopra  Codemonte.Guer- 
re  tra  ii  Pontefice,  &  Colonnefi.  La  lega  ilei  Duca  di  Ferrara  con  Cefare. 


+ 
M  D  XXVI* 


*A  LIBERA  TI  ONE  DEL  Fj£  DI  FRAN 

eia,  ancora  che  allafolennità  de' capitoli  f atti, & 
alla  religione  de' giuramenti ,  &  della  fede  data 
tra  loro,  &  al  uincolo  del  nuouo  parentado,  fujfe 
aggiunto  il  pegno  di  due  figliuoli,  &  in  quelli  il 
primogenito  deflinato  a  tanta  fuccejjìone  $  folletti 
i  Trincipi  Chrifliani  in  grandi ffima  efyettationc; 
&fece  uolgere  in  uerfo  di  lui  gli  occhi  di  tutti  gli 
huomini,i  quali  prima  erano  folamente  uolti 
uerfo  Cefare  ;  dependendo  diuerfiffimi,  ne  meno  importanti  effetti  dalla  deli- 
berationefua  dell' offeruare  ,onò,la  capitolatone  fatta  a  Madril .  Terche  ^ctt*  »  c*»« 
cremandola,  fi  uedeua  che  Italia,  impotente  a  difenderfi  per  fé  medefima,fe  ja?lT  rifbT  t 
rìandauajèn^a  rimedio  infemità^et  s'accrefceua  marauigliofaméte  l'auto-  tign  del  Re,  ' 


«  L  I  B  \0 

Intorno  a  Va-  yità,  &  grandetta  di  C  efare  :  non  offeruando ,  era  nece flit ato  Ce  fare,  odi- 
pitoli  fatti  a  menticarc3  per  la  inofferuan^a  del  l(c  di  Francia  ,  k  macchinationi  fattegli 
—  contro  dal  Duca  di  Milano,  rejìituirgli  quel  Ducato  ;  perche  il  Pontefice,  & 

Vinitiani  non  baueffero  caufa  di  congiugnevi  col  I{e ,  &  perdere  tanti  gua- 
dagni fperati  dalla  uittoria  :  o  pure  potendo  più  in  lui  la  indignatane  conce- 
futa  col  Duci  di  Milano,  &  il  defiderio  di  non  hauere  in  Italia  l'oflacolo  de' 
Francefi,  stabilire  la  concordia  col  Rg ,  conuertendo  in  pagamento  di  danari 
l'obligatione  della  reftitutione  della  Borgogna  :  o  uer  amente, non  uolendo  ce- 
dere ne  all'una  cofi ,  ne  ali!  altra  ,  riceuere  contra  tanti  nimici  una  guerra  , 
etiandio  quàfi  per  confezione  fua  molto  difficile  ;  poiché  per  fuggirla  s'era  ri- 
dotto a  lafciare  con  tanto  pericolo'  il  B^e  di  Francia.  Ma  non  fi  stette  lunga- 
mente in  ambiguità  qualfuffe  la  mente  del  B^e  :  perche  effendo,  fubito  che  ar- 
riuò  a  Baiona,ricercato  da  unhuomo  del  Viceré  di  K(apoli  di  ratificar  l ap- 
puntamento,come  haueua  promejfo  difare,tofio  che  eglifujfe  in  luogo  libero; 
flijferiua  di  giorno  in  giorno  con  uarie  fcufationi  :  colle  quali  ,  per  nutrire  la 
Nuona  prò-  fi>eran?a  di  Ce  fare,  mando  unhuomo  proprio  afignificarglinon  hauer  fatta, 
niella  del  Re  fubito  la  ratificatone  ,  perche  era  neceffario  ,  innanzi iprocedeffe  a  queflo  at- 
a  Cefare  òi^  to,  mollificare  gli  animi  de'fuoi,  mal  contenti  delle  obligationi,  che  tendeua- 
ofleruarequà  m  ^  fcmimxione  folla  Corona  di  Francia  :  ma  che  non  ofiante  tutee  le  dif- 
promeflo.      ficultà,  offerirebbe  indubitatamente  quanto  haueua  promejfo.   Da  che  po- 
tendofi  affai  comprendere  quello,  che  haueffe  nell'animo  ;foprauennono  pochi 
dì  poi  gli  huomini  mandati  dal  T?ontefice,<&  da  Vinitiani  :  a*  quali  non  fu  ne- 
ceffario ufare  molta  diligenza ,  per  chiarir  fi  della  fua  inclinatione  :  perche 
hauendogli  riceuuti  benignamente,  ne  primi  ragionamenti,  che  poi  hebbe  co 
Qnerela  del   l'uno  &  con  V altro  di  loro  feparat amente ,  fi  querelo  molto  della  inhumanità 
Re  contra  lo  cj?e  ne[  tempo,  che  era  stato  prigione ,  lo  Imperadore gli  haueua  ufata ,  non 
mperatore.    lattandolo  come  "Principe  tale  quale  era,  ne  con  quell'animo, che  douerebbe 
fare  un  "Principe,  che  haueffe  commiferatione  della  calamità  d'un  altro  Trin 
cipe,  o  confideratione,  che  quello,  che  era  accaduto  a  lui,  poteffe  anche  acca- 
Effei     io   •   der  e  a  fé  mede  fimo,  allegami' esempio  d'^AdouardoBg  d'Inghilterra,  quel- 
leoato  dal  Re  1°  chefu  chiamato  ^.dottar  do  Gambiglione ,  che  efendogli  prefentato  do- 
di Fràcia,che  uannì  \e  di  Francia  prefo  nella  giornata  di  Tottieri  dal  Trincipe  di  Gales 
fi  debba  vfar  fuo  figliuolo , non  folo  l'baueua  riceuuto  benignamente, ma  etiandio  lafciatolo 
prigioni.     l  *n  Ubera  cuflodia  in  tutto  il  tempo,  che  flette  prigione  nell'  I fola, haueua  fem- 
pre  famigliarmele  conuerfato  feco  ;  ammeffolo  allefue  cacete,  &  a'fuoi  con- 
uiti  :  ne  però  per  qùefio  hauere  perduto  il  prigione,  o  confeguito  accordo  me- 
no fauoreuole  per  lui  :  da  che  effere  nato  tra  loro  tanta  domefiichei^a ,  <& 
confidenza,  che  Giouanni,  etiandio  poi  chefu  liberato ,  <&  slato  più  anni  in 
Francia,  ritornale  uolontariamente  in  Inghilterra,  per  defiderio  di  riuedere 
Soli  due  Re    l'bofyitejùo  :  hauerfi  memoria  folo  di  due  Bg  di  Francia,chefuffero  fiati  fatti 


DECI  M.OSETT  IMO  ? 

prigioni  in  b  attaglia  ;Giouanni,&  lui:  ma  ejfere  non  meno  notabile  la  di-  ài  Francia  ft 

uerfità  degli  ejfempi;  poi  che  l'uno  poteua  ejfere  allegato  per  ejfempio  della  «r0l?r  c?er* 

benignità,  l'altro  per  ejfempio  dell'acerbità  del  uincitore  :  ne  hauere  trouato  «ioni.    l  ^™ 

animo  più  placato  ,  o  mansueto  uer fogli  altri ,  an%i  efìerfi  per  i parlamenti 

hauutifeco  a  Madril  certificato ,  che  egli  occupato  dafomma  ambinone ,  no 

penfiua  ad  altro,  che  a  mettere  inferuitu  la  Chic  fa,  Italia,  &  tutti  gli  altri 

Principi  :  per  ò  desiderare  che  il  Tapa,  &  i  Vinitiani  hauejfero  animo  di  pé-  Perfuade  fi  ré 

fare  allafalute  propria  :  perche  dimofirerebbe  loro, quanto  fuffe  defiderofo  di  di  Francia  al 

concorrere  allafalute  commune ,  &  di  rifìriznerfi  con  loro  a  pigliare  l'arme    aPa' &  a>  ;* 

^r  ri    r,         j-,,-i  r  ;     ni  nani  a  pi- 

contra  Cejare,  non  per  ricuperare  per  fé  lo  Stato  di  Milano ,  o  accrefcere  al-  „yiav  i>ar,flc 

trimenti  lafua  potenza  ;  mafolo  perche  col  me^o  della  guerra  poteffe  con-  còtra  Cefare. 

feguire  i  figliuoli,  &  Italia  la  liberta  ;  poi  che  la  troppa  cupidità  non  haueua 

lafciato  lume  a  Cefare  d'obligarlo  in  modo ,  che  fuffe  tenuto  a  slare  nella  ca- 

pitolatione  :  conciofia  che  &  prima,  quando  era  nella  Biocca  di  Ti^jchito- 

ne,  &  poi  in  Ifpagna  nella  forte^ja  di  Madril,haueffe  molte  uolte  proteflato  HRe  protefW 

a  Cefare ,  poi  che  uedeua  la  iniquità  delle  dimandefue ,  che  fé  asiretto  dalla  a  „Cc*are  »  rhe 

neceffnà,  cedeffe  a  inique  e  onditi  oni,  o  quali  non  fuffe  in  poteflàfua  di  offer-  ferUare  le  ca- 

uare,  che  nonfolo  non  l' offer  uer  ebbe,  an^i  riputandofi  ingiuriato  da  lui,  per  pitolationì  in 

hauerlo  aflretto  a  promeffe  inhonefìe,  &  impoffibiti,  fé  ne  uendicherebbe,  fé  gìufte,o  poca 

mai  n'haueffe  l'occ  afone  :  Ne  hauere  mancato  di  dire  molte  uolte,  quello, eh  e  raS1°ileuo"^ 

per  loro  siejfipoteuano  fapere  ;  &che  credeua  anche  ejfere  commune  agli  cacherebbe  * 

altri  Regni;  che  in  poteflà  del  P^e  di  Francia  non  era  obligarfi  fenica  confen- 

timenno  degli  slati  generali  del  Bearne  ad  alienare  co  fa  alcuna  appartenete  II  Re  Al  Frati 

alla  Corona  :  non  promettere  le  leggi  Chrifiiane ,  che  un  prigione  di  guerra  c}à  n°  Puo  ob 

Si  effe  in  carcere  perpetua  ;  per  effere  pena  conueniente  a  gli  huomini  di  male    1§arfJ.acI  a"c 

affare,  &  non  trouata  per  fupplitio  di  chi  fuffe  battuto  dalla  acerbità  della  cófenfo  de^l! 

fortuna  :  faperfi  per  ciafeuno  effcre  di  neffuno  ualore  l'obligat  ioni  fatte  uio-  flati  generali 

lentemente  in  prigione  :  &  effendo  inualida  la  capitolatione,  non  reflare  an-  del  Regno. 

che  obligata  lafua  fede  accefforia ,  &  confcrmatrice  di  quella  :  Vr  eceder  e  i 

giuramenti  fatti  a  Rens  ,  quando  con  tanta  cerimonia ,  &  coni  olio  celefiefì    .r    5/an~ 
6     r  ■„    j   ir       •  ;•        ì-r   ti-  /■  ;•  •;    \-     Cia  fi  eófacra 

con) aerano  i  Bg  di  Francia  ;  per  gli  quali  ji  obligano  di  non  alienare  il  patri-  no  con  j,qj* 

monio  della  Corona  :  però  non  ejfere  meno  libero,  che  pronto,  a  moderare  la  celeite. 

infolen^a  di  Cefare.  il  me  de  fimo  defiderio  moflrò  d' hauere  la  Madre,  &  la 

Sorella ,  che  per  ejfere  slata  uanamente  in  Ifpagna ,  fi  lamcntaua  affai  deW 

afprcyja  di  Cefare  ;  &  tutti  i  principali  della  Corte,  che  interueniuano  nelle 

facendefegrete  ;  conchiudendo ,  che  fé  ueniuano  i  mandati  del  Tontefice,  & 

de' Vinitiani,  fi uerrebbe  fubito  alla cóclufione della  Lega;  la qualediceuano 

effere  bene  fi  maneggiale  in  Vr  ancia ,  per  hauere  più  facilità  di  tirami  il  ]\e 

d'Inghilterra,  come moflrauanofperan^a grande  doueffefuccedere,  Qu^efle 

cofefi  dkeuano  con  grande  affeueratigne  dal  /^e  di  Francia^  dà fuoi:  ma  m 


4   .  L  I  B  \0 

fegreto  erano  molti  dìuer fi  i  fuoi  penfieri  ;  perche  dijpoflo  totalmente  a  non 
dare  a  Ce  fare  la  Borgogna,  haueua  anche  l 'animo  alieno  dal  muouere  l'arme 
i  Disegno  del  contra  lui,  fé  già  nonfujfe  da  necejfità  coflretto;  ma  trattando  di  confederarli 
Re  per  non  re  congH  italiani,  fperaua,  che  C efare,  per  non  cadere  in  tante  difficultà ,  s'in- 
^o  "na!  a       durrebbe  a  cóuertire  in  obligatione  di  danari  V articolo  della  reflitutione  del" 
la  Borgogna  ;  nel  qual  cafoneffuno  ricetto  delle  co  fé  d'Italia  l' bar  ebbe  rite- 
nuto, per  defiderio  di  ribattere  i  figliuoli,  dal  conuenire  feco.  Ma  i  meffi  del 
Pontefice,  &  i  Finii iani  ricettata  tanta  fp eran^a  da  lui,fignificaronofubito 
la  rijpofia  hauuta,in  tempo  che  in  Italia  crefceuano  la  necejfità,&  l'occafio- 
na  del  congiugnerfi  contra  Ce  fare  :  la  necejfità,  perche  il  Duca  di  Milano,  il 
quale  da  principio, parte  per  colpa  deminiflrifuoi,  parte  per  il  breue  tempo, 
che  hebbe  a  prouederfi ,  haueua  mejfo  poca  uettouaglia  in  Cafltllo  ;  ne  quella 
poca  era  fiata  disenfiata  con  quella  moderatone ,  che  fi  fuole  tifare  per  gli 
buomini  collocati  in  tale  fiato  ;faceua  tutto  dì  intendere  (come  hebbe  fèmpre 
meigo  diferiuere,  ancora  che  eglifujfe  affediato  nel  Caflello)  non  hauere  da 
mangiare  per tutto  il me  fé  di  Giugno  projfimo;  &cbe  non  fi  facendo  altra 
prouifione,  farebbe  necejfitato  rimetter  fi  allu  diferetione  di  Ce  far  e.  Et  fé  be- 
*Gli  attediati  ne  fi  credeua,  che  (come  cofiume  degli  ajfediati)  proponete  maggiore  firet- 
fempre  prò-  t8%za3  che  in  fatto  non  haueua  ;  nondimeno  s' haueuano  molti  rifeontri,  che 
pongano  mag  ^  auan^aua  poco  da  uiuere  ;  &  il  lafciare  andare  il  Caflello  in  mano  di  Ce- 
t!Tchc  nonV.  fare>  °^tre  a^a  riputatione,  che  fé  gli  accrefccua,faceua  molto  più  difficile  la 
ricuperatane  di  quello  Stato*   Ma  non  meno  pareua,  che  crefeeffe  Roccafo- 
rte ,  per  effere  ridotti  i  popoli  tutti  in  efirema  difperatione .  Conciofia  che  non 
mandando  Ce  far  e  danari  per  pagare  la  fua  gente ,  alla  quale  fi  doueuanogia 
molte  paghe, ne  ui  ejjendo  modo  di  prouedeme  d'altro  luogo, haueuano  i  Ca- 
pitani diflribuiti  gli  alloggiamenti  della  gente  d'arme,  &  de'caualli  leggieri 
per  tutto  il  pae fé,  granandolo  a  contribuire  quale  Terra  a  quefta  compagnia, 
quale  a  quell'altra  :  le  quali  erano  neceffitate  ad  accordare  co' Capitani ,  <& 
1    ft     d*      co' foldatiqueflopefo  con  danari:  il  che  s'effercitaua  fi  intollerabilmente, che 
Milano  tenu-  allhorafu  coflantefama,  affermata  da  molti,  che  haueuano  notitia  delle  coje 
to  da  gli  Ira-  di  quello  siato, che' l  Ducato  di  Milano  pagaffe  ciafeuno  dì  a'foldati  di  Ce  fare 
©ei  ìahco  gra  DUcati  cinquemila  :  &fi  diceua,  che  .Antonio  de  Leua  rifeoteua  perfefolo, 
trenta  Ducati  ciafeun giorno .  La  vanteria  ancora  alloggiata  in  Milano,  & 
per  le  Terre,  nonfolo  uoleua  effere  prouifla  da  padroni  delle  cafe,  doue  habi- 
+ Gli  Impìali  tduano  >  di  tutto  il  uitto  loro  ;  ma  riducendo  fi  fpeffo  molti  vanti  in  una  e  afa 
vfano  gràdif-  medefima,  era  il  padrone  di  quella  necejfitato  di  prouedere  al  uiuere  di  tutti  ; 
fune  crudeltà  &  l'altre  cafe ,  non  hauendo  da  dare  loro  gli  alimenti ,  bifognauafi  compo- 
C£n![a  ^\C^1  '  neJfero  con  danari  :  &  toccattano  tal  uolta  a  un  vantefolo  più  alloggiamenti, 
«li  alìoaeìa  -  c^e  ^a  mo  m  ^uori  J  c^e  ^°  Proucdeua  del  uitto ,  grauauagli  altri  a  pagargli 
menti  danari.  Quefla  conditione  mi fer abile, &  effer citata  con  tanta  crudeltà,  ha- 

netta 


DECIMOSETTIMO  f 

ueua  difper  atogli  animi  di  tutto  il  Ducato  ,  &  penalmente  quelli  del  popola 
di  Milano  ,  non  afiuefatto  innanzi  all'entrata  del  Marcbefe  di  Tefcara  in 
Milano  ad  efiere  granato  di  alimenti, o  di  contributione  per  gli  alloggiamen- 
ti de' soldati  :  &  emendo  potente  di  numero  ,  &  d'arme  ;  ancora  che  non  in 
quella  frequenta  ,  chefoleua  e  fiere  innanzi  alla  pefte  ,  non'poteua  tollerare 
tanta  infolen^a,  &  acerbi ffime  cffationi;  delle  quali  per  liberar  fi,  o  almeno 
per  moderarle  in  qualche  parte ,  haueuano  i  Milanefi  mandati  a  Cefare  Im-  ^  imbardata 
bafciatori  :  ma  erano  siati  ifpediti  con  parole  generali ',  &  fenica  alcuna  prò-  ri  de'Milancft 
uifione.  Q$t  mancaua  anche  Milano  grauato  fecondo  lafua  proporzione,  di  a  Cefare  non 
più  numero  di  foldati  ,  che  le  altre  Terre ,  d'hauere  a  pagare  danari  per  le  r^T"6™  CO-- 
fpefe  publiche  ;  cioè,  di  quelle,  che  accadere  fare  per  ordine  de' Capitani,  per 
conferuatione  delle  co  fé  di  Cefare  :  i  quali  danari  ejfigendofi  difficilmente,  fi 
uf aitano  per  i  mlniflri  propofli  all' effatt  ioni  molte  acerbità»  Ter  le  quali  co  fé 
effendo  condotto  il  popolo  in  eflrema  difper atione,  fi  conuennero  popolarmeli 
te  tra  loro  medefimi  di  refiflere  con  l'arme  in  mano  alle  effattioni  ;  &  che 
ciafeuno ,  che  fu ffe  grauato  dagli  e ff attori ,  chiamaffe  i  uicini  a  difenderlo, 
i  quali  tutti ,  67"  dietro  a  loro  gli  altri ,  chefuffero  chiamati ,  concorreffero 
al  comandamento  de' Capitani  deputati  per  molte  parti  della  Città ,  per  refi- 
fiere  a  quelli,  che  face ffero  l' e  ff  anioni  ;  &  a' foldati, che  uoleffero  fauor  irgli, 
il  quale  ordine  poi  che  fu  dato,  accadde  che  uno  Fabbro  della  Città ,  effendo  f  Milanefi  fi 
andati  gli  eff attori  a  granarlo ,  concitò  perfua  difefa  i  uicini  ;  dietro  a  quali  oppongono  a 
concorrendogli  altri  popolari ,  fi  fece  per  la  Città  grandiffimafolleuatione  ;  §"  fattori. 
per  la  quale  fedare ,  effendo  concorfo  .Antonio  de  Lena  ,&il  Marchefe  del 
Guafto,  &  in  compagnia  loro  alcuni  de' principali  Gentilhuomini  di  Mila- 
no, fi  quietò  finalmente  il  tumulto  ima  riceuuta  la  promeffa  da' Capitani > 
che  contenti  delle  entrate  publiche ,  nongrauerebbono  alcuno  per  altre  im- 
pofitioni ,  ne  metterebbono  in  Milano  altri  foldati .  ls[on  durò  quefta  con- 
cordia fé  non  infino  all'altro  giorno  ;  perche  effendo  uenuto  auuifo  >  che  alla 
Città s'acco fi auano  nuoui  foldati,  il  popolo  di  nuouo  prefe  l'armi,  ma  con  gnotumuito 
maggiore  tumulto ,  &  molto  più  ordinato ,  &  con  maggiore  concorfo ,  che  contra  gli  Im 
non  s 'era  fatto  il  dì  precedente.    Al  quale  impeto  cominciando  i  Capitani  a  penali. 
temere  di  non  potere  refiflere,  hebbono  (cofi  affermano  molti  )  inchnatione 
di  partir  fi  con  la  gente  da  Milano  ;&  fi  crede  che  cofi  harebbono  meffoad 
effecutione ,  fé  il  popolo  haueffe  unitamente  moftrato  di  uolere  procedere  al- 
l'offenfione  loro ,  &  de' foldati  ;  ma  cominciarono  imperitamente  afaccheg- 
viare  la  Corte  uecchia ,  doue  rifedeua  il  Capitano  della  riuftitia  cri  minale y  ;  Miiancfi 

«  ,.  •  •     •      i       r  ;       e       i      •     •   •     j  il      Taccheggiano 

con  certo  numero  di  tanti  ;  cominciando  a  uolere  fare  il  principio  da  quello,  Cortc  vecchia 
che  doueua  effere  l\ukimo  della  loro  effecutione  :  dal  quale  difordine  i  Capi-  di  Milano 
temi  Imperiali  hauendo  riprefo  animo,  fortificate  le  loro  slrade,&  chiama- 
ta  la  maggiore  parte  de 'tanti  3  che  sìauano  all'affedio  del  Cafiello,ficon- 

</L    iij 


C  L  I  B  J^O 

f  CU  a  fleti  fa  fregarono  inficine  per  refiflere  ,  je  il  popolo  uoleffe  affalt argli.  Queflo  det- 
ti \n  Cartello  tt  occaflonea  quelli  s  che  erano  affiatati,  bufare  fuori  del  Caficllo  ad  affal- 
-onera  clUm  tare  '  ripari  fati  dalla  parte  di  dentro  :  ma  fi  ritirarono  preflo,  non  uedendo 
penali ,  ma  fi  hauere  foccorfo  dal  popolo  ;  il  quale ,  parte  per  effire  inefperto  allarme, 
ritirano  per     parte  per  portare  alle  cafe  loro  le  robbe  guadagnate  nel  facco  di  Corte  uec- 
non  vedere  il  c^ia  ^  nmfQ\0  n0nfaceua  l'operatione  conueniente ,  ma  s' andana  più  preflo 
fperaiiano  da  rifoluendo  :  con  la  quale  oc  cafone  i  Capitani ,  interponendofi  alcuni  de'Gen- 
Milaneiì.        tilhuomini ,  fedarono  anche  queflo  tumulto  ;  ma  con  promejfione  di  cauare 
tutti  i  fidati  della  Città,  &  del  contado  di  Milano  ;  eccetto  i  fanti  Tedefchi, 
che  erano  all'affidio  del  C  afelio ,  co  fi  facilmente  dall' aflutia  degli  huomini 
La  peritia  de  militari  s'era  fuggito  un  grauiffìmo  pericolo ,  delufa  la  imperitia  dell'arme 
gh  huommi,  fo' popolari ,  &  i  disordini ,  ne'  quali  facilmente  la  moltitudine  tumultuo  fa, 

militari  delu-        r  r  ,.  ,       .        l    1       r    r         ri       ^,  rr    j 

de  la  ignoran  &  che  non  ha  capi  prudenti ,  o  ualoroji  ,ji  confonde.  Ma  non  ejjendo  per. 

za  del  volgo,  qucfle  concordie  ne  diffolute  le  intelligence ,  ne  depofie  l'armi  del  popolo, 

an^i  dimoftrandofi  ogni  dì  dijpofitwne  di  maggiore  folleuatione ,  pareua  a 

chi  penfaua  di  trauagliare  le  cofe  di  Ce  fare ,  occafione  di  grandiffimo  momen 

io;  confìderando  majfimamente  le  poche  for^e ,&  l 'altre  difficultà ,  che 

h  aueuano  gli  Imperiali;  &  ricordando  fi ,  che  nelle  guerre proffime  l'ardore  . 

marauigliofo ,  che  il  popolo  di  Milano ,  &  dell'  altre  Terre ,  haueuano 

hauuto  infauore  loro ,  era  slato  grandiffimo  fondamento  alla  difenfione  di 

quello  Stato,  Erano  in  quefli  termini  le  cofe  dì  Italia,  quando  foprauennono. 

gli  auifi  di  Francia  della  pronta  dijpofitione ,  &  offerte  del  l\e  ,  &  della  ri- 

•fr  Imbarda-,  chiefla  fatta  da  lui ,  che  fi  mandaffiroi  mandati  ;&  nel  tempo  medefimo 

Inghilterra     $ Imbafciatori del I{e d'Inghilterra ,  che  erano  appreffo  al  Tontefice ,  lo 

cercano  che'l  confortarono  affai  a  penfare ,  chef  modera jft  lagrande^a  di  Ce  fare ,  &. 

Pa  pa  fi  opp6  a  dare  animo  al  I{e  di  Francia  di  non  offeruare  la  capitolationc.  Ter  le  quali 

ga  alPlmpe-  coj*e  mn  r-0[0  t  ymifiani }  che  jn  0gnj  tempo ,  &  in  occafìone  molto  minore , 

+ 1  Vi'mtiani   ^^^  confortato  a  pigliare  l'arme  ;  ma  il  Tontefice  ancora ,  che  molto 

&  31  Papa  giù  diffìcilmente  fi  diff'oneua  ad  entrare  in  queflo  trauaglio ,  giudicò  effere  necef- 

dicano  fìa  be  fitato  a  raccorre  lafomma  de 'difeorfi  fuoi ,  &  non  differire  più  di  fare  cptal- 

nc  pighar  lai-  cj,c  deliberatione .    Le  ragioni ,  che  amefi  pajjati  l'haucuano  inclinato  alla 
mecotraCe-  .  i         i  r  •  pj      i -i>     _, 

fare.  guerra ,  non  foto  erano  le  medejime ,  ma  ancora  più  conjider abili ,  &  più 

Ragioni  che  potenti;  perche  &  quanto  tempo  più  s'erano  allungate  le  pr  attiche ,  Cefare 

Inclinano  il    haueua  potuto  feoprire  meglio  l' animo  del  Tontefice  effere  alieno  dalla 

Pontefice  alla  qrandeiztrafua ,  &  il  Tontefice  per  l'accordo ,  che  edi  haueua  fatto  collie 

guerra  centra  *5 .  ^      ^>  '      y  \    a    .      .  a  l  r  n  ..  s  J         ..  .  V 

Cefare,  "/  <™»gm ,  era  entrato  ingiujto  fofpetto  di  non  potere  ottenere  conditioni 

ragioneuoli  da  lui,&  che  egli  haueffe  in  animo  d'opprimere  il  reflo  d'Italia: 

&  il  pericolo  ogni  di  più  era  pr  e  finte ,  approffnnandofì  il  Caftello  di  Milano 

alLdeditione.  Incìtauano  l'animo  fio  le  ingiurie ,  che  fi  rinouauano  da' 

Capitani  Imperiali  ;  i  quali  dopo  la  capitolatone  fatta  a  Madnl,  haueuano 


DECIMO   SETTIMO  7 

mandato  ad  alloggiare  nel  "Piacentino  ,  &  nd  Tarmigiano  un  colonnello  di  f  Imperlali 
variti  \ialiani>  douefaceuano  infiniti  danni  :  &  querelando  fine  il  Tontefice,  V°T  °?^  ere 
rijpondeuano ,  che  per  non  effere  pagati,  u  erano  uenuti  di  propria  autorità.  grfdiflìmi  da 
Commoucuanlo  etiandio  le  co/è  forfè  più  leggieri,  ma  interpretate  ,  come  fi  ni  nel  Piacen- 
za nelle  fofpitioni ,  &*  nelle  querele ,  nella  parte  peggiore  :  perche  Ce  far  e  tino,e  nel  Par 
haueua  publicato  in  Ifpagna  certi  editti  pragmatici  contea  l'autorità  della  IT^Ud^  foj 
Sedia  Jtpofiolica  ;  per  uirtà  de' quali  effóndo  prohibito  a' fudditi  fuoi  trattare  fpitioni  le  co- 
caufe  beneficiali  di  quelli  R^egni  nella  Corte  di  Pvoma  ,  bebbe  ardire  un  T^o-  fé  fi  Cogliono 
taio  Spaglinolo ,  entrato  nella  Quota  di  I{oma  il  dì  desinato  all'audien-^a,  interpretare 
intimare  in  nome  di  Cefare  ad  alcuni  ,  che  defiflefjero  di  litigare  in  quello  priore    4* 
auditorio.     l>^e  filo  pareua,cbe  per  la  liberatane  del  Cbriflianiffimo  Editti  p  rag- 
fuffe  fciolto  quel  nodo,  che  haueua  tenuto  impliciti  gli  animi  di  ciafeuno,  cke  mauri  ài  Ce- 
i  Francefi ,  per  rihauere  il  fuo  Re,  fu  [fero  per  abbandonare  la  Leva  ;  &  la  &re  pubhcàti 

•     il  »•  •     r  r  i-        ì         •      •  ^  11     inllpa^naco 

'compagnia  ael  I{e  di  Francia  fi  conojceua  di  molta  più  importanza  alla  traifpapa- 
imprefà ,  che  non  farebbe  slata  quella  della  madre ,  &  delgouerno  ancora; 
ma  ancora  fi  uedeuano  maggiori  l'altre  occafioni  :  perche  la  folleuatione  del  f  Ragioni  da 
popolo  di  Milano  par eua  di  non  picciolo  momento  :  &  per  la  careftia ,  che  moueretofto 
era  delle  uettouaglie  in  quello  Stato ,  fi  giudicaua  fuffe  uantaggio  grande  ■?rJ*11  cotra 
affaltare  gli  Imperiali  iman-^iebe  per  la  ricolta  baueffero  commoditàdi 
uettouagliare  le  T 'erre  forti,  innanzi  fi  perdeffe  il  Caflello  di  Milano, &  che 
Ce  far  e  baueffepiu  tempo  di  mandare  in  Italia  nuoue  genti ,  o  prouifìone  di 
danari  :]  &  ueniua  in  confideratione ,  che  il  I\e  di  Francia ,  il  quale  per  la 
memoria  delle  cofe  pa/fate  uerifimilmente  fi  diffida/sa  del  Tontefice ,  noti 
uedendo  in  lui  ardore  alla  guerra ,  fi  rifolueffe  ad  offeruare  la  concordia 
fatta  a  Madril,  o  riconfermarla  di  nuouo  ;  ne  fi  dubitaua,  che  congiunte 
infieme tante  for%e  tcrreflri ,  &  mar  it  ime ,  &  la  facilità  di  continuare  nel- 
le fpefe ,  benché  graui ,  lungamente  ;  che  le  conditioni  di  Ce  far  e  abbandona- 
to da  untigli  altri ,  &  eshauflo  di  danari  ,farebbono  molto  inferiori  nella  +  R    , ort< 
guerra.  Solamente  faceua  fcrupolo  in  contrario  il  timore, che  il  Bgper  chcpareuao- 
rihauere  i  figliuoli  non  abbandonategli  altri  collegati ,  come  fi  era  dubita-  ftare,chc  non 
t o  nonfaceffe  ilgouemo  di  Francia ,  quando  il  Re  era  prigione  :  pure  il  ca-  fl  moue"e  to 
fo  fi  riputaua  diuerfo  ;  perche  pigliando  l'arme  contra  Cefare  con  tante  »  c 
occafioni,  pareua,  che  fi  grande  fitffe  lafperan^a  di  ricuperargli  con  le 
for%e,  &  che  queflo  baueffe  a  fuccedere  con  tanta  fua  riputatione,  che 
egli  non  baueffe  caufa  di  prefiare  orecchie  a  concordia  particolare ,  la  quale  jj  ^c~n0 .  & 
fuccederebbe ,  non  filo  con  ignominia  fua ,  ma  etiandio  con  pregiudizio  prò-  Francia  porta 
prio,fe  non  prefente ,  almeno  futuro .  Ter  che  il  permettere  che  Cefare  ri-  pericolo,  qua 
duceffe  Italia  ad  arbitrio  fuo,  non  poteua  alla  fine  effere  fé  non  molto  peri-  d°  l^ "}}? aft 
colofoal  Bearne  di  Francia .  dalla  quale  ragione  s  inferma  fimilmente,  bìtrio  dello  "' 
che  baueffe  ad  esercitare  ardentiffimamente  la  guerra  :  perche  pareua  imperatore. 

vi.      ìlij 


S  L  I  B  1^0 

inualidiffimo  configlio  il  confederafi  contro,  Ce  fare y  priuandofi  della  ricupe- 
ratione  defilinoli  con  l' offerii  atione  della  concordia  ,•  &  nondimeno  da  altra 
parte  pretermettere  quelle  co  fé  y  per  le  quali  poteua  fi>  erare  di  confeguirli 
gloriofamante  coli  arme.  Confiderarono  forfè  quelli  y  che  difcorfero  in  que- 
sto modo y  più  prcflo  quello  y  che  ragioneuolmente  doueuafare,  che  non  con- 
fiderarono quale  (la  la  natura,  &  la  prudenza  de  Francefili  errore  nel  quale 
certamente  jpeffo  fi  cade  nelle  confiate  y  &  ne'giuditij  y  eh  e  fi  fanno  della  di- 
fyofitione  y  &  uolontd  d' altri  :  an%i  forfè  non  confiderarono  perfettamente 
+  I  Princìpi   quanto  i  Trincipi  y  confeij  il  più  delle  uolte  della  inclinatone  propria  ad  an- 
fpeffo  ante-    teporre  l'utilità  alla  fede  ;fiano  facili  a  perfuaderfi  il  medefimo  degli  altri 
P°ilità  alla3     'Pwtèf*  y  &  c^je  Ver0  &  %  &  Francia  y  fiorettando  >  che  il  Pontefice  y  &  i 
We.  Vinitiani  y  come  per  l'acquìfio  del  Ducato  di  Milano  fuffero  afficurati  della 

potenza  di  Ce  fare  y  diuent afferò  negligenti  y  o  alieni  dagli  intereffifuoiy 
giudicaffe  ejfergli  più  utile  la  lunghezza  della  guerra  y  che  la  uittoria  y  coi- 
rne meyo  più  facile  ad  indurre  C  efare  fìracco  da'trauagliy  &  dalle  fife  fé 
areftituirgli  cov  nuoua  concordia  i figliuoli.    Ma  mouendo  ilTonteficele 
ragioni  precedenti  y  &  molto  più  la  penitenza  d'hauere  affettato  otio fa- 
mente  ilfucceffo  della  giornata  di  Tania  y  &  l' effere  fiatone  morfo  y  &  ri- 
prefo  di  timidità  da  ciafcunoy  le  noci  di  tutti  ifuoi  minifiriy  di  tutta  la  Corte ; 
di  tutta  Italia  y  che  gli  rinfacciauano  y  che  la  Sedia  ^Apofiolica  y  &  Italia 
■i-Deliberatio  tutta  fuffero  ridotte  in  tanti  pericoli  per  colpa  fua  ;  deliberò  finalmente  non 
nedelPótefice  yy0  fa  confederar  fi  collie  di  Francia  y  &  con  gli  altri  contra  Cefare;madi 
lRc&con  acce^erarne  k  conclufione  y& per  gli  altri  rijpetti  ;& per  qnefio  maffima- 
altri  centra     mente  y  che  le  prouifioni  poteffero  effere  a  tempo  a  foccorrere  il  Cafiel- 
Cefare.  lo  di  Milano  y  innanzi  che  per  la  fame  s'arrende  fife  animici.  La  quale 

neceffità  fu  cagione  di  tutti  i  mali  y  che  feguitarono  :  perche  altrimenti 
procedendo  più  lentamente  il  Tontefice  y  dalla  autorità  del  quale  depen- 
deuano  in  quefla  agitatione  non  poco  i  Vinitiani  y  harebbe  affettato  fé 
Ce  far  e  y  commoffo  dalla  inofferuan^a  del  ì\e  di  Francia  y  proponeffe  per 
ficurtà  commune  quelle  conditioniy  che  prima  haueua  dijfegnate;  quan- 
do pure  fuffe  fiato  neceffxtato  a  pigliare  l  arme  :  &  noneffendo  con  - 
flretto  a  dimoflrare  al  l\e  di  Francia  tanta  neceffità  y  hauer ebbe  facil- 
mente ottenuto  da  lui  per  fé  y  &  per  gli  Vinitiani  migliori  conditioni; 
ma  Jèn^a  dubbio  farebbono  fiati  meglio  diflinti  gli  articoli  della  con- 
federatane y  fiabilita  maggiore  ficurtà  dell'  offeritane  y  &  ultimata- 
mente  non  cominciata  la  guerra,  prima  non  fi  fuffero  moffi  i  Sui^^eri, 
e^  ridotte  in  effere  tutte  le  prouifioni  neceffarie  y  &  forfè  entrato  nel- 
la confederatone  il  I{e  d' Inghilterra  :  col  quale  y  per  la  diftan^a  del 
camino  y  non  fi  hebbe  tempo  a  trattare .  Ma  parendo  al  Tontefice,  & 
&  al  Senato  Vinitiano  y  per  il  pericolo  del  C  afte  Ilo  ,  di  fomma  im- 


DECIMOSETTIMO  } 

portanza  la  celerità., spedirono  fubito ,  ma fegreiijfmxmente , i mandati 
di  fare  la  confedrratione  agli  huomini  loro  ;  con  condizione  ,  che  per  minore 
dilationefi  riferi ffero  quafi  a  quelli  mede  fimi  capitoli  ,  che  prima  erano  Siati 
trattati  co  Madama  la  Reggente.  Mafoprauenédo  pur  tuttauia  auuifi  nuota 
della  necejfità  del  Caftello,  entrò  il  Tontefice  in  confideratione,  che  effendo  ne 
ceffarioy  che  per  effere  impedito  il  camino  diritto  da  I{oma  alla  Corte  di  Fra- 
eia,  gli  (pace i  andaffero  con  lungo  circuito  per  il  camino  de  S ulceri,  &  che 
ejfendofacil  cofa  ,  che  nel  capitolare  nafeeffe  qualche  dijficultà ,  per  la  quale 
di  necejfità  s'interponete  tempo  ,  che  potrebbe  accadere,  chef  tardale  tanto 
a  cóchiudere  la  confederatone, che  fé  fi  differire  a  cominciare  dopo  la  condii 
pone  a  fare  leprouifioni per /occorrere  il  C  afelio,  era  da  dubitare  non  fusero 
fuori  di  tempo:  <&però  confultato  queflo  pericolo  co' 'F "mitiani ,  Himolati 
ancora  dagli  Agenti  del  Duca  di  Milano,  che  erano  a  I{om.z  ,&a  Vinegia,  +  fl  Duca  df 
&  da  molti  partigiani  fuoi,  che  proponeuano  uarìj  partiti,  fi  rifoluerono  pre  M  *  ;  ari°  na  *~ 
paran-  tante  forile,  cheparejfero  baflanti  afoccorrere  il  C  afelio ,  per  tifarle  ^^  Veneti 
fubito,  che  di  Francia  fi  fuffe  h  attuta  la  conclufione  della  Le^a:^r  intrattan- 
to  dare  jperan-^a  al  popolo  di  Milano,  &  fomentare  uarie  pratiche  propof  e 
loro  nelle  Terre  di  quello  Stato.  Vero  unitamente  conchiufono ,  che  i  V 'mi- 
tiani (pigne ffero  a  confini  loro  uerfo  il  fiume  d'adda  il  Duca  d'Vrbino  con  le 
loro  genti  d'arme,&fei  mila  fanti  Italiani;  &  il  Tontefice  mandajfe  a  Tia- 
cenila  il  Conte  Guido  Bgngone  confei  mila  fanti.  Et  perche  pareua  neceffa- 
rio  hauere  ungroffo  numero  di  Sui^eri ,  an^i  il  Duca  d'orbino  faceua  in- 
tendere a  Vinitiani  effere  neceffario  a  confeguire  totalmente  la  uittoria ,  ha- 
uere dodici  mila  Sui'^eri  ;  &  il  Tontefice,&  i  Vinitiani  per  nonfifcoprire 
tato  contra  Ce  far  e, infimo  non  haueffero  certe%pra,che  la  Lega  fuffe  fatta,  nò 
uoleuano  mandare  in  Heluetia  huomini  loro  a  Iettargli;  fu  udito  Gianiacopo  Gìanìacopo 
de' Medici  Milane  fé,  il  quale  di  Caflellano  della  l\occa  di  Mus,  cono  fiuta  la  <fc'  Medici  of- 
occafione  de' tempi,  &  la  fartela  del  luogo,  fé  nera  fatto  padrone,  il  quale  |c  n   ?  &111}1- 
•  facendo  intendere ,  che  molti  mefi  innanzi  haueua  tenute  pratiche  con  uarìj  papa  &  a>  Vi_ 
Capitani  SuÌTgeri  per  queflo  effetto,  offerfe  di  fare  muouerc  fubito,  che  gli  nicianì. 
fuffero  mandati feimila  Ducati,  feimila  Su'f^eri,  nonjoldatiper  decreto  de 
Cantoni,  ma  particolarmente  ;  a  quali  come  fuffero  fcefi  nel  Ducato  di  Mila- 
no s' haueffero  a  dare  il  compimento  della  paga .  &  come  accade  nelle  impre- 
fe,  che  da  un  canto  fono  riputate  facili ,  dall' altro  fono  follecitate  dalla  slret- 
tc^a  del  tempo  ;  nòfolo  l'offerta  di  coftui,  effendo  maffvmamente  approuata 
da'miniflri  del  Duca  di  Milano  ,&da  Ennio  Vefcouo  di  Fertili ,  al  quale  il 
Tontefice  preflaua  fede  nelle  cofe  de  Sui^jeri  ,per  hauerle  in  nome  della 
Cine  fa  trattate  lungamente  ;&  però  era  Hato  perfuo  ordine  molti  mefi  a  Ere 
feia ,  &  allhora  siaua  appreffo  al  Troueditore  Vinitiayio ,  donde  continua- 
mente trattaua  con  molti  di  quella  natione  ;fufen\a  penfare  più  innanzi  ac- 


io  L  1  S  F^O 

Orcauìano      cettata  dal  Tapa,  &  daVinitiani  :  ma  ancora  fu  udito  in  Vinegia  Ottauia- 
Siorza  Vefco  nQ  $for^a  j/efcouo  di  Lodi, che  offeriua  di  Iettarne  facilmente  numero gran^ 
de  ;  &'  da  loro  [libito ,fen^a  consultarne  altrimenti  col  Pontefice  ,fp  edito  in 
Heluetia  per  foldarne  altri  feimila  nel  modo  mede  fimo  ,  &  co' me  defimi  pa- 
gamenti .  dalle  quali  co  fé  male  intefe  nacque  ,  come  di  fiotto  fi  dirà,  princi- 
pio grande  di  mettere  in  difordine  la  imprefa  ,  che  con  tanta  fperan'^a  fi  co- 
rnine iaua .  Ma  mentre  che  quefle  co  fé  fi  prepar  aitano  in  Italia ,  comincian- 
do Cefare  a  fofpettare  delle  dilationi  interpofte  alla  ratificatione  ,  mando  il 
Viceré  dil"{apoli  3  il  quale  infieme  con  gli  statichi  3  &  con  la  Fucina  Elio- 
nora  s'era  fermato  nella  Terra  di  Vittoria  3  per  condurgli  all{efubito  3  che 
bauejje  adempiuto  le  co  fé  contenute  nella  capitolatone  ;  &  con  lui  jLlar  co- 
ve 3  al  i?e  di  Francia  ;  il  quale  da  Baiona  s'era  trasferito  a  Cugnach  3  per 
certificar  fi  interamente  della  fina  vntentione  ;  il  quale  3  benché  da  luifujfe  ri- 
ceuuto  con  grandi /fimo  b  onore  3  &  carene ,  &-come  minifiro  di  Cefare, 
,.    &  come  quello  3  da  chi  effo  J\e  Chriftianifjimo  riconofceua  in  gran  parte  la 
Fracia  fi  rifol  fua  Uberatioìie  3  lo  trouò  in  tutto  alieno  dal  mirre  rilafciare  la  Borgogna  > 
uè  di  non  vo-  fcufandofi  bora  che  non  potrebbe  mai  battere  il  confentimento  del  Regno, 
lerereftituire  bora  che  nonhar  ebbe  mai  uolontariamente  co'nfentitoauna  promeffa3che 
U  Borgogna.  perejj}re  fa  tant0  -pregiuditio  alla  Corona  di  Francia  3  era  impofifxbile  a  lui 
l'offeruarla  :  ma  che  defiderando  quanto  poteua  di  mantenerli  l'amicitia  co- 
minciata con  Cefare  3  &  dare  perfezione  al  par eìitado  3  farebbe  contento, 
.       ,  ,, ,      tenendo  fermo  tutte  l'altre  co  fé  conuenute  tra  loro  3  pagare  a  Cefare  3  in  luo- 
pa»are  due    g°  &$  dargli  la  Borgogna  3  due  milioni  di  scudi  ;  dimofirando  che  non  altro 
milioni  d'oro  lo  indurrebbe  a  confermare  con  quefta  moderatone  la  confederatane  fatta  a 
a  Cefare,  prì-  Madrilyche  la  inclinationegràde3  che  haueua  di  effere  in  buona  intelligenza 
t^ir  \  \ r  B £  con  Cefare  •'  Pcrc^e  notigli  mancauano  ne  offerte  3  ne  slimoli  del  Pontefice, 
«cgna.  del  I\e  d'Inghilterra  3  &de'Vinitiani  3  per  incitarlo  a  rinouare  la  guerra. 

La  quale  riff>ofìa3  &  ultima  fua  deliberatone  3  &  ilVicerefignificò  a  Cefa- 
re ,&  il  Rg  ui  mandò  uno  de'fuoi  Segretanj  a  efporgli  il  medefimo.  Onde 
procedette  che  benché  i  mandati  del  Tontefice3  &  de'Vinitiani  3  prima  mol- 
to defid  erati  3fu]fero  arriuati  nel  tempo  medefimo,  il  B^e inclinato  più  alla 
(oncordia  con  Cefare  3  &  però  deliberato  d'ajpettare  la  rifpoflafopra  queflo 
y  partito  nuouo,  del  quale  il  Viceré  gli  haueua  datofperan^a,  cominciò  aper- 
tamente a  differire  la  conclufione  della  confederatione ,  non  dtffimolando  to- 
talmente, perche  era  impoffibile  tenerlo  occolto,di  trattare  nuoua  concordia 
t  Prometta    con  Cefare,  la  quale  effendogli  Hata  propofla  dal  Viceré  non  poteua  fare  no- 
delRcdiFrà  cumento  alcuno  l'udirla  ;&  affermando  efficacemente ,  benché  altrimenti 
bafda^ridél  ^aMeffe  *n  ammo  »  c^e  non  farebbe  mai  conclufione  alcuna ,  fé  con  la  refiitu- 
Papa,  &  de'    tiont  de' figliuoli  nonfuffe  anche  congiunta  la  relafiatione  del  Ducato  di  Mi- 
Vinitiani.      Uno  ,  &  laficurtd  di  tutta  Italia»  La  qual  cofa  farebbe  Hata  baftante  ad 


DECIMO  SETTIMO  II 

int epedìr e  F animo  del  Tontefice  3  fé  per  il  foretto  fijfo  nell'animo  non  ha-- 
ueffe  giudicato  3  che  il  confederar  fi  col  l\e  di  Francia  fujje  unico  rimedio  alle* 
cofe  fue.    Ma  è  cofamarauigliofa  quanto  l'animo  di  C efare  fi  perturbale 
riceuuto  che  hebbe  l'auifo  del  Viceré  >  &  intefa  la  jpofitione  del  Segretario 
Fr  ance  fé;  perche  glieramolefiiffimo  cadere  della  fperan^a  della  ricupera- 
tione  della  Borgogna  3  fommamente  defiderata  da  lui  y  per  V amplificatone 
della  fua  gloria  3&  per  l'opportunità  di  quella  Trouincia  a  cofe  maggiori, 
Sdegnauafi  grandemente  3  che  il  ]\e  di  Francia  partendo  fi  dalle  promeffe,  & .  l'Imperatore" 
dalla  fede  data >  faceffe  dimoflratione  manifefla  a  tutto  il  mondo  di  di-  rdeSnj*tocoa 
fi>re?garlo:  &  gli  pugneua  l'animo  non  mediocremante  una  certa  uergo-  Francia. 
gna  ,  che  hauendo  contra  il  configlio  di  quafi  tutti  i  fuoi ,  contra  ilgiuditio 
uniuerfale  di  tutta  la  Corte ,  contra  quello ,  che  poi  s'era  intefo  l'accordo 
fatto  ,  gli  era  slato  predetto  di  Fiandra  da  Madama  Margherita  for ella 
dd  padre  fuo  ,&  da  tutti  i  minifiri  fuoi  d'Italia  ;  mìfurata  male  la  im- 
portane 3&la  conditione  delle  cofe ,  fi  fuffe  perfuafo ,  che  il  I\e  di  Fran- 
cia hauejfe  a  ad  offeruare  l'accordo.    l>{e'  qnali  penfieri  calculato  dili- 
gentemente quello  j  che  conucnijfe  alla  degnitd  propria ,  &  in  quali  per ico^ 
li ,  <&  dijficultà  rimaneffero  in  qualunque  cafo  le  cofe  fue 3  deliberò  di  non 
alterare  il  capitolo,  che  parlaua  della  refiitutione  di  Borgogna  :  più  pre- 
fio  concordandofi  col  Tonte  fic  e  yconfentire  alla  reintegratione  di  France-  Maggior  glo/ 
fico  Sforai  come  fé  più  fuffe  fecondo  il  decoro  fuo  perdonare  a  un  Trin-  ria  e  perdona 
cipe  minore,  che  cedendo  alla  uolontà  di unTrincipe  potente. &  emulo  T(ì a  vn.Pnn- 

j  ii  j  r        r  r        e  rr         j-  .-  •  a    i  ape  minore, 

della  grandezza  jua ,  fare  quajt  confejjione  di  timore  :  più  prejtohaue-  che  moftrarc 
re  la  guerra  pericolofiffima  con  tutti ,  che  rimettere  la  ingiuria  riceuuta  di  cedere  ava 
dal  ì\e  di  Francia  :  perche  dubitaua  _,  che  il  Tontefice  ,  uedendo  tffere  Potente» 
slata  {prezzata  l'amicitia  fua ,  non  hauejfe  alienato  totalmente  l*  animo 
da  lui:  &gli  accrefceua  il  fioretto  lo  intendere  3  che  oltra  l'hauer  e  man- 
dato un  '  huomo  in  Francia  a  congratularfi  3  ui  mandaua  publicamente 
uno  Imbafciadore  :  &  molto  più  ,  che  nuouamente  haueua  condotto  a* 
foldi  fuoi ,  fiotto  colore  di  afficurare  le  marine  dello  Stato  della  Chiefa 
dd  Mori.  .Andrea  Dona  con  otto  Galee ,  &  con  trentacinque  mila  du-  X^  n  *  ?  „< 

•   i-  -r        n  i  7  i  ;  i-   >    •  f,  ,.      Dona  codofi 

cati  di  prouijwne  tanno  :  la  quale  condotta ,  per  la  qualità  della  per/o-  to  dal  Papa. 
na  y  &  per  non  battere  mai  prima  il  Tontefice  penfato  a  potenzia  ma- 
ritima  ,  &  per  ejfere  egli  slato  più  anni  a  gli  slipendij  del  I{e  di  Fran- 
cia y  gli  daua  fofpitione  non  fuffe  fatta  con  intentione  di  turbare  le  cofe 
di  Genoua.  Terò  preparandoli  a  qualunque  cafo  ,  fece  in  un  tempo  me- 
defimo  molte  prouifioni  ;  follecitò  la  paffata  in  Italia  del  Duca  di  Bor- 
bone  y  la  quale  prima  procedeua  lentamente  ;  ordiuando  che  d'Italia  uè-  • 
tufferò  a  Bar^àlona  fette  Galee  fue  che  erano  a  Monaco  3  per  aggiu  - 
gnerle  alle  altre  ,•  &  folleatando  ,  che  in  Italia  portaffe  prouifiom 


12  L  I  B  \0 

di  centomila  ducati ,  perche  l'andata  fua  fen'za  danari  farebbe  Hata  uana. 
Defilino  Don  Vgo  di  Moncada  al  Pontefice  y  con  commi (fìoìie y  fecondo  publi- 
caua  3  da  fatis fargli  :  ma  quefto  limitatamente  y  perche  uolle  andajfe  prima 
alla  Corte  del  Bg  di  Francia,  accioebe  intefo  dal  Viceré  fé  uer  after  an^a  al- 
cuna cb e  il  E^c  uoleffe  offtruare  >  o  non  paffaffe  più  innanzi ,  o  paffando  Ila- 
ria ffe  le  commijjìoni  fecondo  lo  slato  y&la  necejfità  delle  co  fé.  Ma  ad  ogni 
configlio  falutifero  del  Pontefice  s'epponeua  il  pericolo  dell'arrender  fi  il  Ca- 
ftello  di  Milano  y  già  uicino  alla  confutinone  :  il  timore  y  che  tra  il  i\e  di 
Trancia y  &  Cefare  non  fi  sìabiliffe  con  qualche  me^o  la  cognitione  :  la 
incertitudine  di  quello y  che  baueffe  a  partorire  la  uenuta  di  Don  Vgo  di 
Moncada  ;  nella  quale  era  foretto  l' battere  prima  a  pajfare  per  la  Corte  di 
Francia  ;  foftette  di  poi y  quando  bene  paffaffe  in  Italia ,  le  fìmulationi  y  & 
arti  loro ,  Terb  follecitando  infìeme  co' Vinitiani  la  conclusone  della  con- 
federatone ,*  il  l\e  finalmente  y  poi  ebe  per  la  uenuta  di  Don  Vgo  y  heb- 
be  comprefo  Cefare  effere  alieno  da  alterare  gli  articoli  della  capitola  - 
tione  3  temendo  ebe (il  differire  più  a  confederar  fi  non  induce ffe  il  Pon- 
tefice a  nuoue  deliberationi y  e^  giudicando  y  ebe  per  quefta  confedera- 
tone farebbono  appreffo  a  Cefare  in  maggiore  slimulatione  le  cofe  fue  y 
&  ebe  il  timore  piegherebbe  in  qualche  parte  l 'animo  fuo  y  stimolato 
ancora  a  queflo  mede  fimo  dal  F^e  di  Inghilterra  y  il  quale  più  conleper- 
fuafioni  y  che  con  gli  effetti  yfauoriua  quefta  con  ciuf  one  y  riftrinfè  le  pr  at- 
tiche della  L ega.  La  quale  il  decimo fettimo  dì  di  M aggio y  dell'anno  Milk 
Lega  fra  il  Pa  cinquecento  uentifei  fi  conclufe  in  Cugnach  y  tra  gli  hucmini  del  Configlio 
pa ,  ii  Re  di  Procuratori  del  Re  da  una  parte  y  &  gli  agenti  del  Pontefice  y  &  de* 
i  a  li  a  a  i  yiniflam-  dall'  altra  in  quefta  fentenza.  Che  tra  il  Pontefice  y  il  Re  di 
no  i  fi6.  a  di  Francia  3  i  Vinitiani  y  &  il  Duca  di  Milano  y  per  il  quale  il  Pontefice y 
17  dì  Maggio  &  i  Vinitiani  promejfono  la  ratificatone  y  fu  fife  perpetua  legay  &  con- 
federatione;  ad  effetto  di  lafciare  libero  il  Ducato  di  Milano  a  Fran- 
cefilo Sforma  y  &  di  ridurre  in  libertà  i  figliuoli  del  B^e,  Che  a  Cefare 
s'intima  ffe  la  Lega  fatta  y  &  fu  ffe  in  f acuità  fua  di  entrami  in  termine 
di  tre  me  fi  ;  reftituendo  i  figliuoli  al  I\ey  riceuuta  per  la  liberazione  loro 
mia  taglia  hontfta  y  che  baueffe  ad  effere  dechiarata  dal  Rg  d'Inghilter- 
ra j  &  rilafciando  anche  il  Ducato  di  Milano  intieramente  a  Francefco 
Sforma  y  &  gli  altri  Stati  d'Italia  nel  grado  y  che  erano  innanzi  fi  comin- 
cia ffe  l'ultima  guerra.  Che  di  prefentey  per  liberatane  di  Francefco  Sforila 
affediato  nel  Caftello  di  Milano  y&  per  la  ricuperatone  di  quello  Stato  fi  mo 
uè  ffe  la  guerra  con  ottocento  uuomini  d'armey  fette  cento  caualli  leggieri y  et 
ottomila  vanti  per  la  parte  del  Pontefice  ;&  per  la  parte  de' Vinitiani  con 
ottocento  uuomini  d'armey  mille  caualli  leggieri y  &  ottomila  vanti y  &  del 
Duca  di  Milano  co  quattrocento  mommi  d' arme ytr  ecento  caualli  leggieri, 

&  quattromila 


DECIM0SETT2M0  ij 

&  quattromila  vanti, come prima  n  haueffe  la  poJfibilità;&  intrattato  met- 
te ffero  per  lui  i  quattromila  vanti  il  Tontefice,  &  i  Vinitiani  ;  il  J\e  di  Fran- 
cia mandaffe  fubito  in  Italia  cinquecento  Lance,  &  durante  la  guerra  pagaf- 
fe  ogni  me  fé  al  Tontefice,  &  a  Vinitiani  quarantamila  scudi,  co' quali  fi  có~ 
duce  ffero  fanti  Sui^eri .  Che  il  He  rompejfe  fubito  la  guerra  a  Ce  far  e  di  là 
da' monti,  da  quella  banda,  che  più  gli  par  effe  opportuno,  con  efferato  alme- 
no di  dumila  hance,&  di  diecimila  vanti,et  numero  fufficiente  d'artiglierie, 
^Armaffe  dodici  galee  fiottili ,  &  i  Vinitiani  tredici  affefie  proprie.  Vniffe  il 
Pontefice  a  quefte  le  galee,  con  le  quali  haueua  condotto  ^Andrea  Doria  :  & 
che  lajpefia  delle  naui  neceffarie  per  detta  armata  fujfe  communeicon  la  quale 
armata  fi  nauigaffe  contra  Genoua:  &  dipoiuinto,o  indebolito  in  Lombar- 
dia l'efferato  Cefareo,  s'affaltaffe  potentemente  per  terra,&per  mare  il  I{ea 
me  di  ISlapoli  ;  del  quale,  quando  s'acquijlaffe ,  haueffe  ad  ejfere  inueflito  B£ 
chi  par  effe  al  Tontefice  ,*  benché  in  un  capitolo  fieparato  s'aggiugneffe,  che  nò 
poteffe  dijpomefen^a  confenfo  de" Collegati;  rifieruatogli  non  di  meno  i  cenfii 
Antichi,  chefioleua  hauere  la  Sedia  jlpofiolica,  <&■  un  Stato  per  chi  par  effe  a 
lui  d'entrata  di  quattromila  Ducati,  Che ,  accioche  il  I{e  di  Francia  haueffe 
certezza,  che  la  uittoria,che  s'otteneffe  in  Italia^  l'acqui  fio  del  Idearne  di 
'Napoli  faciliterebbe  la  liberatìone  de' figliuoli ,  che  in  tah  cafio  uolendo  Ce- 
fare  intra  quattro  mefit,  dopo  la  perdita  di  quel  Bearne,  entrare  nella  confede 
ratione  con  le  conditioni  fopraficritte,  glifuffe  refiituito  :  ma  non  accettando 
queftafacultd,haueffe  il  Bg  di  Francia  in  perpetuo  fopra  il  Bearne  di  IS^apoli 
animo  cenfio.  T^on  poteffe  il  I\e  di  Francia  in  tempo  alcuno ,  ne  per  qualun- 
que cagione  moleflare  Francefco  Sforma  nel  Ducato  di  Milano  ,*  aw^i  fuffe 
obligato,  infieme  con  gli  altri,  a  difenderlo  contra  ciafeuno  ;  &  a  procurare 
quanto  poteffe,  che  tra  Suii^eri ,  <&  lui  fi  face ffe  nuoua  confederatone  ;  ma 
haueffe  da  lui  cenfo  annuo  di  quella  quantità ,  che  par  effe  al  Tontefice ,  &  a 
Vinitiani  ;  non  potendo  però  arbitrare  meno  di  cinquantamila  ducati  l'anno. 
Haueffe  Fr  ance  fico  Sforma  a  riceuere  ad  arbitrio  del  Bg  moglie  nobile  di  [àn- 
gue Francefe  ;  <&  fuffe  obligato  ad  alimentare  còdeientemente  Maffimiliano 
fuo  fratello  in  luogo  della  penfione  annua,  la  quale  riceueua  dal  B^e.  Fuffe  re- 
flituita  al  I{e  la  Contea  d' rifili;  &  ricuperando/}  Genoua  u' haueffe  quella  {in- 
feriorità,  che  uifioleua  hauere  per  il  paffato  :  &  che  uolendo  ^intoniotto  tAntomotto 
Adorno,  che  allhora  nera  Doge,  accordarfi  con  la  Lega,  fuffe  accettatola  At|?rno  D"  - 
riconofcédo  il  B^e  di  Francia  perfuperiore,  nel  modo, che  pochi  anni  innanzi  "  Qttau°an  " 
haueua  fatto  Ottauiano  Fregofo.  Che  da  tutti  i  Collegati  fuffe  richiefla  a  Ce-  Frego  Co  men 
fare  la  reflitutione  de* figliuoli  Bggij  ;  &  ricufando  farlo,  glifuffe  denunciato  tre  fu  Duce  di 
in  nome  di  tutti, eh  e  i  Confederati  nò  prctermetterebbono  co  fa  alcuna  per  co-  Ge£?ua.,rpCO  "  ' 
feguirla;  &  che  finita  la  guerra  d'Italia,o  almeno  prefio  il  B^cgno  di  l^apoli,  ^  pr  ^ia  pei 
&  indebolito  talmente  l'efferato  Cefareo ,  che  non  fuffe  da  temerne  >fuff  ro  fuperiore. 


14  L  l  B  1^0 

obligati  aiutare  il  i\e  di  trancia  ài  là  àà monti  contra  Cefare,con  mille  huo-> 
mini  d'arme, mille  cinquecento  caualli  leggieri,  &  dieci  mila  vanti  ;  o  di  da- 
nari in  luogo  delle gc nti,  ad  elettione  del  F^e.  K^onpoteffe  alcuno  de  Confede- 
rati ,  feìiT^t  confentiment ode  gli  altri,  conuenire  con  Ce  far  e;  al  quale  fuffe 
permeffo,  in  cafo  entraffe  nella  confederatane ,  andare  a  Roma  per  la  Corona 
Imperiale,  con  numero  di  gente  non  formidabile  da  dicbiararfi  dal  Tontefice 
&  da  Vinitiani.  Che  morendo  etiandio  alcuno  de  Collegati,  la  Lega  reftaffe 
ferma  ;  &  che  ilr^e  d'Inghilterra  ne  fuffe  protettore ,  &  cònferuatore  ,  con 
f acuità  di  entrarui:&  entrandouifrdeffe  a  lui  nel  Regno  di  K^apoli  uno  sìa- 
to  d'entrata  annua  di  Ducati  trentacinquemila;  &  uno  di  diecimila, o  nel  Re 
gno  medefimo,  o  in  altra  parte  dì  Italia,  al  Cardinale  Ebarocenfe.  Ricufo  il 
IlDuca  di  Ter  Pontefice,  che  in  quefla  confederatane  fuffe  comprefo  il  Duca  di  Ferrara, 
*ara  ™  cfclu"  ancora  che  defiderato  dalRe  di  Francia,  &  da  Vinitiani  ;  an^i  ottenne,  che 
a  C^  '  nella  confederatone  s'efprimeffe ,  benché  fotto  parole  generali ,  che  i  Confe- 
derati fuffero obligati ad  aiutarlo  alla  ricuperatione  di  quelle  Terre,  delle 
quali  era  indifputa  con  la  Chi  e  fa.  De' Fiorentini  non  fu  dubbio ,  che  effet- 
tualmente non  fusero  comprejì  nella  confederatane,  degnando  il  Tontefice 
nonfolo  ualerfi  delle  genti  d'arme ,  &  di  tutte  le  for^e  loro  ;  ma  ancora  di 
farli  concorrere  feto,  an^ifoflentare  per  la  'maggior  parte  lefpefe  della  guer- 
ra: ma  per  non  turbare  a  quella  natione  i  commertij,che  haueuano  nelle  ter- 
fuddite  a  Cefare ,  ne  mettere  in  pericolo  i  Mercatanti  loro ,  non  furono  nomi- 
nati, come  principalmente  collegati;  ma  detto  fol  amente, eh  e  per  ricetto  del 
Tontefice godcjfero  tutte  l'effentioni,  priuilegij,  <&  benefici]  della  confedera- 
tone, come  effreffamente  compre  fi  ;  promettendo  il  Tontefice  per  loro ,  che 
per  modo  alcuno  nonfarebbono  contra  la  Lega*  Tronfi  prouedè  chi  haueffe 
ad  effere  Capitano  generale  dell effer cito,  &  della  guerra  ;  perche  la  breuità 
del  tempo  nò  patì,  eh  e  fi  difputaffe  infulkfpalle  di  chi  per  l'autorità,^  qua- 
lità fua  ,  &  per  effere  confidenti  di  tutti ,  fuffe  bene  collocato  tanto  pefo  ;  non 
effendo  majfimamente  facile  trouare  perfona ,  in  chi  concorrejfero  tante  con- 
II  Re  eli  Fran  ditionù  Stipulata  la  Lega,  il  Re, il  quale  non  haueua  ancora  in  tutto  rimojfo 
eia  d  ffci  ifee  l'animo  dalle  pratiche  col  Vice-re  di  'Scapoli,  differì  di  ratificarla ,  &  di  da- 
te ratificano-  re  principio  al  muouere  le  genti  d'arme ,  &  alla  fpeditione  de' quarantamila 
cond  li  a  §a  DHcatiper  M  primo  me  fé,  infino  a  tanto  ueniffe  la  ratificatione  del  Tontefice 3 
D    #  e£*  de'Venitiani  :  la  quale  dilatione, benché  turbale  la  mente  loro, nondime- 
no stringendogli  ad  andare  innanzi  le  medefime  neceffità ,  fatta  la  ratifica- 
tane, deliberarono  di  cominciare Subitamente  fotto  titolo  di  uolere  foc  corre- 
re il  Caflello  di  Milano,  la  rottura  della  guerra.  &  però  il  Tontefice, il  quale 
prima  haueua  mandato  a  Tiacenya  con  le  fue genti  d'arme ,  &  con  cinque- 
mila vanti  il  Conte  Guido  Rangone  Gouernatore  Generale  dell'efferato  della 
Cuidp  Rigo-  Chiefa,  tri mandò  di  nuom  con  altri  vanti,  &  con  le  centi  d'arme  de  Fiorai- 


DECIMO.  SE  T   l    IMO  lf 

tini  Vitello  Vitelli,  .che  nera  Gouernatore  ;  &  Gioitami  de' Medici,  il  quale  ne,  Vitello  VI 
fece  Capitano  generale  della  Fanteria  italiana  ;&  per  Luogotenente  fuo  gè-  c  j  j.?3?u1 
nerale  nell'efferato,  &  in  tutto  lo  Stato  della  Chiefa  conpienijflma,  <&■  quafi  Capìtanfdel 
ajfolutapodefia,  dechiarì  Francefco  Guicciardini ,  allhora  Pr  e  fidente  della  Papa. 
Romagna.  I  Vinitiani  da  altra  parte  augumentarono  l'efferato  loro,  del  Francefco 
quale  era  Capitano  venerale  il  Duca  d'Vrbino ,  &  Proueditore  Pietro  da  Guicciarcim» 

1^  r        e  j  1 1^1  •     •  •    t,     r-  -rr  li»  ^    Luogotcneato 

Te  faro ,  fermandolo  a  Chiari  in  Brefciano ,  con  commiflione ,  che  l  uno  ,  &  <jel  Papa 
l'altro  efferato  procedeffe  al  danno  de' Ce  farei  fenica  rifletto ,  o  dilatione  al- 
cuna. Era  intrattanto  arnuato  a  Milano  Don  Diego  di  Moncada  ;  il  quale,  . 
benché  la  Lega  sìipulatafuffe  ancora  occulta  al  Viceré,  <&  a  lui  ;  nondimeno         '* 
diffidado  per  lerijpofle  del  l\e,  che  le  cofe  fi  poteffero  più  ridurre  alla  fatisfat- 
tione  di  Ce  fare ,  haueuafeguitato  il  fuo  camino  in  Italia  ;  doue  menato  feco 
nel  Caflello  il  Trotonotario  Caracciolo  :  fatta  al  Duca  ampia  fede  della  be- 
nignità di  C  efare, lo  tentò  che  fi  rimettere  nella  uolontàfua  :  ma  rifondendo 
il  Duca,  che  per  l'ingiurie  fattegli  da' fuoi  Capitani  era  siato  neceffitato  a  ri- 
correre agli  aiuti  del  "Pontefice ,  $*  de'  Vinitiani  ;  fen^a  partkipatione  de  Don  Vgo  di 
qualinoneraconuenientedijponeffedifemedefimo  :  gli  dette  Don  Vgo  fpe-  Moncada  e£ 
ran^a,  la  intentione  di  Ce  fare  effere ,  che  le  imputationi,  che  gli  erano  date,  ?.[%  ®ac\ 
fi  uedeffero  fommariamente  per  il  Trotonotario  Caracciolo ,  Trelato  confi-  metterli  nello 
denti]] imo  a  lui;  accennando  farfìquefto  più  preflo  per  reftituirgli  lo  Stato  Imperatore, 
con  maggiore  conferuatione  della  riputat ione  di  Cefare,  che  per  altra  cagio- 
ne ;  &  che  parlato  che  haueffe  col  Pontefice, dar  ebbe  per fett  ione  a  quefte  co- 
fe :  &  nondimeno  non  confentì,che  prima  fi  leuaffe  l'affedio,&fì  pr  omette f- 
fé  di  non  innouare  co  fa  alcuna,  come  il  Ducafaceua  inflan-^a.  Credette  fi,  e£* 
cofifi  diuolgò  poi  la  fama ,  che  le  f acuità  date  da  Ce  far  e  a  Don  Vgo  ,fuffero 
molto  ampie,  nonfolo  di  conuenire  col  Pontefice  con  la  reintegratione  del  Dui 
ca  di  Milano ,  ma  etiandio  col  Ducafolo  ;  afficurandofi ,  che  reflituito  nello 
Stato  non  noce jfe  alle  cofe  di  Cefare  :  ma  che  quefta  commijjìone  fujfe  con  la 
limìtatione  di  quello ,  che  configli  afferò  i  tempi  ,&la  neceffità;  &  che  Don 
Vgo  confiderando  in  che  eftnmità  era  ridotto  il  Caflello,  &  che  la  concordia 
col  Duca  nongiouaua  alle  cofe  di  Cefare,  fé  non  quanto  fujfe  me?go  a  slabi- 
lire  la  concordia  col  Pontefice,  &  co' Vinitiani,  giudicale  inutile  il  compor- 
re con  bùfolo.   Fece  ro  poi  Don  Vgo,&  il  Protonotario  condurre  a  Monda 
il  Morone,che  era  prigione  nella  Fiocca  di  Tre^o,piu  preflo  perche  il  Pro- 
tonotario pigliaffe  informatione  dalui\,  hauendo  a  effere  giudice  della  caufa, 
che  per  altra  cagione.  Da  Milano  andò  poi  Don  Vgo  a  P^pma,  hauendo  pri- 
ma fcritto  aVinegia,  che  mandaffero  autorità  fufficiente  all'Oratore  loro  di 
Hgma  per  poter  trattare  le  cofe  occorrenti  :  doue  arriuatofi  prefentò  infieme 
col  Duca  di  Seffa  innanzi  alpontefice,  proponendogli  con  parole  magnifiche 
effere  in  poteflàfutaccettare  la  pace,  o  la  guerra  >  perche  Cefare  ancora  che 


tionc  ài  Cda- 


16  L  l  B  B^O 

per  lafua  buona  mente  hauefie  inclinatione  più  alla  pace ,  era  nondimeno  #• 
con  l'animo,  &  con  leforye  parato  &  all'una,  &  all'altra.    *A  che  bauen- 
dogli  rifpofto  il  Tontefice  generalmente,  dolendofiperò  che  i  mali  termini  u~ 
fatifeco  dajuoi  minifiri  ,&la  tardità  della  uenutafuafujìero  cagione ,  che 
dotte  prima  era  libero  di  fé  medefimo,  fi  trouafie  bora  obligato  aMtrui.  Ri- 
tornati a  lui  il  dìfeguentc ,  gli  efpofero  la  intentione  di  Cefare  efiere  Ufciare 
Intcntionc  di   Ubero  il  Ducato  di  Milano  a  Francefco  Sforma ,  deponendofi  però  il  Caftello 
Cefareefpofh  ^  mano  ^  *j>rotonotario  Caracciolo,  infino  a  tanto, ebe  per  bonore  di  Cefa- 
lo aHeiofedi  n  bauefie  conofeiuto  la  caufa ,  nonfofiantialmente ,  ma  per  apparenza ,  & 
Milano.         cerimonia  :  terminare  con  modo  boneflo  le  differente  fite  coVinitiani  :  leua 
re  l'efiercito  di  Lombardia  co1  pagamenti  altre  uolte  ragionati  :  ne  in  contra- 
cambio di  quefle  co  fé  ricercare  altro  da  lui,  fé  non ,  ebe  non  fi  intromettefie 
tra  fé,  &  il  Fg  di  Francia.  *A  quefla  propofla  rijpofe  il  Tontefice ,  credere, 
Rifpofta  del    ebefufie  noto  a  tutto  il  mondo,  quanto  hauefie  fempre  defiderato  di  conferita- 
Papa  dftpté-  re  ^amicitia  con  Cefare, 'ne  battere  mai  ricercatolo  dì  maggiori  co  fé  di  quelle 
chejpontaneamentegli  offeriua  ;  le  quali ,  defiderando  egli  più  il  bene  com- 
miste, che  l'interefie  proprio,  non  poteuano  efiere  più  fecondo  lafua  fatisfat- 
tione  ;  continuare  &  bora  nel  medefimo  propofito,  ancora  che  gli  fufiero  fia- 
te date  molte  cagioni  di  alterarlo ,  &  nondimeno  udire  al  preferite  con  mag- 
giore molefiia  d'animo ,  ch'elle  gli  fuffero  concedute ,  che  non  baueua  udito, 
quando  gli  erano  Hate  dinegate  ;  perche  non  era  più  in  potefiàfua ,  cornerà, 
flato  prima ,  di  accettarle ,  ilche  non  effere  proceduto  per  colpa  fua ,  ma  per 
bauere  Cefare  tardato  tanto  a  rifoluerfene  ;  la  qttal  cofa  baueua  caufato,  che 
non  gli  effendo  mai  slataportc  (peratf^a  alcuna  di  affair  are  le  cofè  commu- 
ni d'Italia,  &  in  quefto  meigo  uedendo  confumarfi  il  Caftello  di  Milano, 
eraslatoneceJJìtatoperlafalutefua,&deglialtri,  confederar  fi  col  Redi 
Francia  ;  fenica  il  quale  non  uolendo  mancare  all'offeruan^a  della  fede ,  non 
poteua  più  determinare  cofa  alcuna.  Isella  quale  rìfpofia  bauendo,  non  ofta 
te  molte  replicationi  in  contrario,  perfeuerato  cofiantemente  ;  Don  Vgo,  poi 
cbeglihebbe  parlato  più  uolte  in  nano,  mal  contento,  &  egli,  &  i  Capitani 
Imperiali ,  che  efclufa  lafperan^a  della  pace ,  le  co  fé  tende ffero  a  manifefla 
guerra,  la  quale  per  la  potenza  della  Lega,  e^  per  le  conditioni  difor dinate, 
che  effihaueuano  ,riputauano  molto  difficile  a  fotlenere ,  fi  partì  dà  Roma. 
Lettere  di  An  FHrono  m  quefto  tempo  dal  Luogotenéte  del  Tontefice  intercette  lettere,  che 
tomo  da  Lcua  ^Antonio  da  Leuafcriueua  al  Duca  di  Sefia,  auifandolo  della  mala  dijpofitio- 
intercette.      ne  del  popolo  di  Milano,  &  che  le  co  fé  loro  non  baueuano  altro  rimedio,  che 
la  grati  a  d' Iddio  :  &  lettere  di  lui  medefimo,  &  del  Mar  che je  del  Guafto, 
fritte  a  Don  Vgo  dopo  la  partita  fua  di  Milano  ;  dotte  lo  follecitauano  della 
pratica  dell'accordo  sfacendo  inflan^a,  che  gli  auifafie  fubito  delfeguito,con 
ricordargli  il  pericolo  loro,  &  l'efiercito  di  Cefare .   Ma  non  eragia  tanta 

confiàcMg 


DECI  M'V  SE  T  T  IMO  1? 

cofiden^d  negli  animi  di  chi  haueua  a  difyorre  delle  for^e  della  Lega,quanto 
era  il  timore  de' Capitani  Imperiali  :  perche  il  Duca  d'Vrbino,  nel  quale  ha- 
ueua in  fatto  a  confiflere  ilgouerno  degli  efferati,  per  il  titolo  di  Capitano  gè 
nerale  tche  b  aitata  de  llegéti  Vinitiane,  &  per  no  u'effere  huomo  eguale  a  lui  Lode  del  p4 
di  sialo,  d'autorità,  &  di  riputazione  ;  slimando  forfè  più,  che  no  eragiuflo  "    Vr  b,no# 
la  uirtù  delle  genti  Spagnuole,  £/-  Tede  fiche  ;  &  diffidando  fmifurat amente 
de'foldati  Italiani,  haueua  fiffo  nell'animo  di  non  poffare  il  fiume  delt^Adda, 
fé  con  l'efferato  non  erano  almeno  cinquemila  Suiigeri  :  an^i  dubitando, 
che  fé  folamente  con  le  genti  de'Viniùani  pajfauano  il  fiume  dell' Oglio,  gli 
Imperiali  non  pajj afferò  Adda ,  &  andajfero  ad  ajfaltarlo  ;faceua  inflan^a, 
che  l'efferato  Ecclefiaflico,  che  già  era  a  Piacenza ,  paffato  il  Tofotto  Cre- 
mona, s'andajfe  a  unire  con  quello  de'Viniùani,  per  accodar  fi  poi  all'adda, 
&  affrettare  in  fu  le  riue  di  quel  fiume ,  &  in  alloggiamento  forte  la  uenuta 
de' Suiyj^eri  ila  quale  oltr  ala  natura  loro  haueua  ri/contro in  molte  diflì- 
cult  a ,  emendo  slata  data  imprudentemente  al  Caflellano  di  Mus  ,&al  Ve-  .    .     r 
feouo  di  Lodila  cura  del  condurglu  Ver  che  &  la  uanità  del  Veftouo di  Lo-  diLoHì  Sc'ì 
di  era  poco  efficace  a  queflo  maneggio,  &  il  Caflellano  era  intento  principale  Cartellano  df 
mente  a  fraudare  una  parte  de  danari  mandategli  per  pagarne  gli  Sui^eri:  Mus,fono  più 
ne  haueuano  l'uno,  o  l'altro  di  loro  tanta  autorità  appreffo  a  quella  natione  ,  "\tc.ntl  a"'j?Jn 
chefuffe  baflante  a  farne  leuare,maffvmamente  confi  picchia  quantità  di  da-  alìintctcHi  ' 
nari ,  numero  fi  grande  cofi  preflo,  come  farebbe  slato  di  bifogno  :  &  quefla  particolare v 
anche  fi  corrompeua  per  la  emulatione  nata  tra  loro,  intenti  più  ad  ambitio-  cta  ad  altro» 
ne  ,&a  gli  intere/fi  particolari ,  che  ad  altro ,    Aggiunfero  anche  qualche 
diffidatagli  agenti ,  che  erano  per  il  Bg  di  Francia  nelle  Leghe  tfHeluetia  : 
perche  non  haueuano  notitia  quale  fuffefopra  quefla  co  fa  la  mente  del  Rg  ,ne 
fé  era  contraria^  confo)  me  allafua  ini emione:  perche  non  per  inauerten^a,  \,    £        S" 
ma  Hudiofamentc  per  quelli  configli,  che  fpejfo  parendo  molto  prudenti ,  rie-  p^^^  rìe<, 
feono  troppo  acuti ,  s'era  pretermeffo  di  dare  notitia  al  !{e  di  quefla  fpedit  io-  feono  troppo 
ne  :  perche  .Alberto  Pio  Oratore  Bggio  appreffo  al  "Pontefice,  haueua  dimo-  acutf» 
ftrato  effere  pericolo ,  che  fé  il  i\e  intendeffe  innanzi  alla  conclufìone  della  le-  Orato°*  dd 
ga  l'ordine  dato  difoldare  i  Sui-^eri ,  non  andaffe  più  tardo  a  conchiuderla,  rc  apprcfTo 
parendogli  già  ad  ogni  modo  ,che  fen^a  lui  fuffe  cominciata  dal  Pontefice  ,  al  Papa. 
&  da'Vinitiani  la  guerra  con  Ce  far  e .  Cofi  ritardandoli  la  uenuta  deSui^ 
Tfri,  fi ritardaua  il  più  principale,^-  il  più  potente  de fondamenti  diffegnati 
per  foccorrere  il  Caflello  di  Milano  ;  non  oftante  che  ilVefcouo,  &il  Caflel- 
lano della  uenuta  loro  prefliflima  deffero  quotidianamente  certa ,  c^  rprefèn- 
tijfimafperan^a.  Ma  i  Capitani  Ce  farei,  poiché  uiddono  prepararli  feoper- 
tamsnte  la  guerra, per  non  bauere  in  un  tempo  mede  fimo  a  combattere  co' ri- 
mici di  dentro,  &  di  fuori ,  deliberarono  dì  afficurarfi  del  popolo  di  Milano  ; 
il  quale  diuentando  ogni  dì  più  infoiente;  nonfolo  negauahrQ  tutte  le  proui- 

B 


18  L  I  B  B^O 

fiorii,  che  dimandavano,  ma  etìandio  fé  alcuno  de  foldati  fuffe  trottato  per  la 
+    Milancfi   città  feparato  da  gli  altri, era  ammainato  da'Milanefi.  Tre  fa  adunque  oc*- 
ammazzano  cajìone  fa  j  difordini,  che  fi  faceuano  per  la  rena ,  dimandarono  che  alcuni 
gli  Spagm  o  i  fa' Capitani  del  popolo  s'ufcijjcro  di  Milano  ,k  onde  nata  foììeuat  ione  , furono 
alcuni  Spagnuoli,  che  andauano  per  Milano,  ammalati  da  certi  popolari  ; 
&  pero  ^Antonio  de  Leua,&  il  Mar  chefe  fatto  tacitamente  accofiare  le  gen- 
ti a  Milano  ,  proteftato  non  ejfere  più  obligati  agli  accordi  fatti  adì  paffuti 
Tumulto  in    &  decimofettimo  di  Giugno  feciono  amma  7gare  in  loro  prefen^a,  per  dar  e 
Milano  cótra  principio  al  tumulto,  uno  della  plebe ,  che  non  haueua  fatto  loro  r merenda  ; 
i  foldati  Cefa  &  dopo  lui,  tre  altri  :  &  ufciti  degli  alloggiamenti  con  una  [quadra  di  fanti 
tQU  Tedefchi,  dettono  cagione  al  popolo  di  dare  all'arme  :  il  quale  fé  bene  nel  prin 

cipio  sformò  la  Corte  uecchia,&  il  Campanile  del  Ve fcouado,doue  era  guar- 
dia di  fanti  Italiani,  combattendo  alla  fine  fien^a  ordine,  &  come  fanno  i  po- 
poli imperiti ,  più  con  le  grida ,  che  con  l'arme  ;  &  effendo  ojfefi  molti  dagli 
fcoppiettieripofti  ne' luoghi  eminenti,  che  prima  haueuano  occupatigli  Spa- 
gnuoli ,  ri  erano  feriti,  <&  ammainati  molti  di  loro  :  in  modo  che  crefcendo 
continuamente  i  difordini, &  il  terrore  ;  &  hauendo  i  fanti  Tedefchi  comin- 
.      -    ciato  a  mettere  fuoco  nelle  cafe  uicine ,  &  già  approffimandofi  alla  Città  le 
fono  sforzati  fanterie  Spagnuole  chiamate  da  Capitani  ;  il  popolo  temendo  degli  eflremi 
a  dcponerc     mali ,  conuenne ,  che  ifuoi  Capitani ,  &  molti  altri  de' popolari ,  i  quali  ui 
l'arm*.  confentirono,  fi  partiffero  di  Milano, &  che  la  moltitudine  deponeffe  l'armi, 

fottomettendofi  all'ubbidienza  de' Capitani  ;  i  quali  accelerarono  di  fare  e  e  fi- 
fare  con  quefle  conditioni  il  tumulto  innanzi  che  i  fanti  Spagnuoli  entr afferò 
dentro  ;  dubitando  chefe  entrauano  mentre  che  l'una,  &  l'altra  parte  era  in 
fu  l'arme,  nonfuffe  inpotefld  loro  di  raffrenare  l'impeto  militare,  ch'ella  non 
andaffe  a  fiacco  :  dalla  qual  cofia  hautdo  l'animo  alieno,  fi  per  timore, che  l'ef- 
fiercito  arricchito  difigroffa  preda  non  fi  diffolueffe ,  o  diminuiffe  notabilme- 
te  ;  come  perche  confiderando  la  careftia  de' danari ,  &  altre  difficukà,  che 
harebbono  nella  guerra  ;giudicaua?io  ejfere  più  utile  confieruare  quella  Citta 
per  potenti  lungamente  dentro  pafeere  l'efferato,  che  confumare  in  ungior- 
t  La  Lega  no  nQ  tHtt0  ^  neruo  ^  ^  l0fpjrit0  J  c):t  haueua .    Vareua  adunque ,  che  le  cofie 

ramentc  co-  della  L  ega  non  procedefj'ero  con  quella  profferita,  che  gli  huomini  s'haueua- 
mc  fi  era  pri-  no  promtffi  da  principio,  efftndofigia  trouate  tante  difficultd  nella  ucnuta  de 
ma  creduto.     Sui^zeri,  &  mancato  il  fondamento  del  popolo  di  Milano.    Ma  nuouo  ac- 
cidente ,  che  fioprauenne  ,  le  rendè  la  riputatone ,  &  la  facilità  de  ''  u  mere 
molto  maggiore,  &  più  manifefla,che  prima.  Eranfi  in  tanta  mala  conten- 
tezza, an^i  nella  efirema  difperatione  del  Ducato  di  Milano ,  tenute  già 
qualche  me  fé  per  me^o  di  uarie  perfine,  diuerfe  pratiche  di  nouità ,  quafi  in 
ogni  Città  di  quello  Stato.  Ma  riuficendo  l'altre  uane,  rihebbe  effetto  una  te- 
nuta dal  Duca  d'orbino  ,&dal  Vroueditore  Vinitiano  nella  Città  di  Lodi , 


DECIMOSETTIMO  I* 

con  LodouicoViflarino  gentilhuomo  di  quella  Città;  il  quale  mouendofio  LodouìcoVì- 
per  ejjere  slato  antico feruidore  della  Cafa  Sfor^efca ,  o  dalla  compajfìone de   ,?nm  ten" 
lafua  patria  trattata  da  Fabritio  Maramaus  Colonnello  di  mille  cinquecento  locu  o\\  \m  _ 
fanti  T^apoletani  con  la  rnedefima  aderita, che  dagli  Spagnuoli,  &  da  Tede-  penali. 
[chi  era  trattato  Milano  ;  deliberò  dimettere  dentro  le  genti  de'Vinitiani ,  +  Malipor- 
non  oftante  cbefujfefoldato  degli  Imperiali .  ma  egli  ajfermaua,  &  il  Duca  Sincn,n    * 
d'Vrbino  lo  confermaua,  che  baueua  prima  dima?idato,  &  ottenuto  licenza  -m  Lodi.  ' 
fotto  feufatione  di  non  potere  più  intrattenere  fèn^a  danari  i  vanti  ,  a* quali 
era  prepoflo.  L'ordine  della  co  fa  fu  stabilito  in  queflo  modo  ;  Che  la  notte  de  Ordine  di 
uentiquattro  di  Giugno  Malatefla  Baglione  con  tre,  o  quattro  mila  vanti  de'  cacciare  di 
Vinitiani  s'accoflajfe  quafi  in  fui  fine  del  dì  alle  mura  dalla  banda  di  certo  ba       .  ,?        - 
ftione  per  ejfere  meffo  dentro  dal  Vicarino  :  il  quale  poco  innan-^i  accoflatofì 
con  due  compagni  a  quel  baflione,  il  quale guardauano  fei  vanti,  come  per  ri 
uedergli  ;  &feguitato  da  alcuni,  i  quali  baueua  occultati  in  certe  cafe  uicine 
faltato  in  fui  baftione ,  cominciò  a  combattere  con  le  guardie  ;  perche  fé  bene 
baueua  dato  prima  il  nome  fecondo  il  coflume  militare,  effifofpettando  erano 
uenutifeco  all'arme;  ne  fu  fen^a  pericolo,  effendo  concorfi  alcuni  allo  Crepi- 
to, di  riprendere  il  baflione  ;  perche  cominciarono  uigorofamente  a  combat- 
tere :  nella  quale  yu$a  Lodouico  fu  ferito .  ma  effendo  già  ridotto  all'ultima 
neceffità,  arriuò  Malatefla  con  le  genti,  le  quali  fàlite  in  fui  baflione  medefi- 
mo  con  lefcale  entrarono  nella  Terra  ;  onde  Fabritio  Maramaus,  il  quale  fen 
Uto  lo  sìrepito  ueniua  uerfo  le  mura  con  una  parte  de'fuoi  vanti,  fu  coflretto 
ritirar  fi  nella  Rgcca.  La  Terra  fu  uinta,  &  la  più  parte  de'  vanti,  che  erano  j^0^  prcf0  <ja 
alloggiati  feparat  amente  per la  Città,  fualigiati  ,&  fatti  prigioni:  nella  le  genti  Vini* 
quale  arriuò  nò  molto  poi  con  una  parte  delle  genti  il  Duca  d'orbino  ;  il  qua-  tiane* 
le  effendo  per  approffimarfi  più  il  dì  precedente  andato  ad  alloggiare  a  Or  ago 
in  fui  fiume  dell' Oglio,  &  pacatolo  per  un  ponte  fatto  a  tempo  la  notte  mede- 
fima,come  intefe  l'entrata  di  Malatefla  paflò  per  un  ponte  fimile  il  fiume  del- 
l'adda; &  poflo  in  Lodi  maggiore  prefidio ,  perche  fi  difendere ,  fé  per  la 
Rgccaentr  auafoccorfo, ritornò  fubito  alt  efferato.  Mauenutol'auifoaMi- 
lano ,  il  Mar  eh  e  fé  del  Guaflo  con  alcuni  caualli  leggieri ,  &  tremila  fanti  jd  ^^ 
Spagnuoli ,  co  quali  era  Giouanni  d'orbino  ,fijpinfe  a  Lodi  fetida  tardare  ;  fOCcorre  Lo- 
ér  niejfa  la  vanteria  few^a  oflacolo  per  la  porta  del  foccorfo  nella  Biocca ,  fi-  di. 
tuata  in  modo ,  che  fi  poteua  entrami  per  una  uia  coperta  naturale fen^a  pe- 
ricolo d' ejfere  battuto, o  ojfefo  da' fianchi  della  Città,  dalla  I{occa,  entrò  fubi- 
to  nella  Città,&fi  conduffè  infimo  in  fu  la  piai^a;infu  la  quale  la  gente  me- 
nata da  Malatefla,  &  il  rinfi  e fc  amento,  che  era  uenuto  poi,  baueua  fatto  la, 
fua  tefla,pofle  in  guardia  molte  cafe,&  la  slrada,che  andaua  alla  Torta  on- 
de erano  entrati, per  poter  ferie  ufcirefalui.fegli  Imperiali  gli  foprafacejfero. 


JO  t  L  I  B  B^O 

•f  il  Marche-  Combattevi  al  principio  gagliardamente,  &fu  oppinione  di  molti,  che  fé  gli 
fc  del  Guafto  spagnuoli  baueffero  perfeuerato  nel  còbattere,  barebbono  ricuperato  Lodi  : 
pcra^cTodf11  VCYC^C  ifoldati  Vinitìani  fi  trouauano  affai  stracchi .  Ma  il  Marchefe  dif- 
nia  hfeiaca  *  fidando  o  per  bauerui  trouato  più  numero  di  gente  ,  che  da  principio  non  ha- 
guardia  nelea  ueua  creduto ,  o  per  immaginarfi ,  che  l'efferato  Vinìtiano  fuffe  propinquo, 
Hello  ic  ne  va  yj  ffocc£  prtfl0  dal  combattere ,  &  lafciata  guardia  nel  Caflello,  fi  ritirò  a, 
Milano.  Soprauenne  poi  il  Duca  dìVrbino,  il  quale  fi  gloriaua  d'hauer  fat- 
to paffare  l' efferato  fenica  fermar  fi  per  ponti  in  fu  due  fiumi  gr  off  :  &  atte  fé 
aitabilire piulauittoriaingroffandoui  di gente  ,per  refiftere  fé  i  nimicidi 
nuouo  ui  ritornaffero ,  &  facendo  piantare  l'arteglierie  intorno  al  Caflello  • 
Ma  quelli  di  dentro ,  perche  non  ajpettauano  foccorfo ,  &  poteuano  diffidi- 
abbinano  mente  difendere  il  Caflello ,  capace  per  il  picciolo  circuito  di  poca  gente  ;la 
il  cartello  di    notte  feguente  effendo  raccolti  da  caualli,  che  a  queflo  effetto  furono  mandati 
Lodi.  da  Milano,  abbandonarono  il  Caflello.    L'acquiflo  di  Lodi  fu  di  grandiffima. 

Q!pportunitày&  di  riputation  non  minore  alle  cofe  della  Lega;  perche  la  Città 
L'acqueo  di  era  yene  fortificata,^  una  di  quelle,chefempre  s'era  diffegnato,che  gli  Im- 
do  alle  cofe  ~  perà//  baueffero  a  difendere  infino  all'eflremo.  Di  Lodifipoteua  fen^a  al- 
dclla  Lega,  e  uno  oflacolo  andare  infimo  in  fu  le  porte  di  Milano ,  &  di  Tauia  ;  perche 
quefle  Città  fituate  come  in  triangolo  fono  uìcine  l'una  all'altra  uenti  miglia: 
però  gli  Imperiali  ui  mandarono  fubito  da  Milano  mille  cinquecento  fanti 
Tedefchi,  &  trouauafi guadagnato  ilpaffo  d'adda,  che  prima  era  riputato 
di  qualche  diffcultà.  Leuato  ogni  impedimento  dell'unione  degli  efferati  y 
tolta  la  facoltà  di  foccorrere ,  quando  fuffe  affaltata  Cremona  ;  nella  quale 
città  era  aguardia  il  Capitano  Corradino,có  mille  cinquecento  fanti  Tedefchi; 
&  priuati  inimici  dì  un  luogo  opportuni/fimo  a  trauagliare  lo  Stato  della 
Chiefa,  &  quello  déVinitìani.  Onde  era  uoce  commune  per  tutto  l' effera- 
to, che  procedendofi  innanzi  con  prefìggagli  Imperiali  fi  ridurrebbono  in 
grandiffima  perpleffità,  &  confufione.  Ma  altrimenti  fentiua  il  Duca  d' or- 
bino già  rifoluto ,  che  l'accoflarfi  a  Milano  fen-^a  una  grò  fifa  banda  di  Sui%- 
^eri  fuffe  co  fa  di  molto  pericolo:  ma  nò  uolendof coprir  e  a  gli  altri  totalmente 
queflafua  oppenione,  deliberò  con  fare  poco  camino,  &  foprafedere  fempre 
almeno  un  dì  per  alloggiamento,  dare  tempo  alla  uenuta  de'Suiigeri,  fperà- 
do  doueff ero  arriuare  all'efferato  in  pochiffvmi  dì  ;  &  diffre^ando  tutto 
quello ,  che  fi proponeua  fuffe  da  fare ,  in  cafo  non  uenijfero ,  non  orante  che 
fer  i  progrejjifuc ceduti  infino  a  quel  dì  fuffe  da  dubitarne .  Ter  ciò  effendo 
2 'efferato  Ecclefiaflico  il  dì  dopo  l'acquiflo  di  Lodi  andato  ad  alloggiare  a 
San  Martino  a  tre  miglia  appreffo  a  Lodi ,  fu  conchiufo  nel  configlio  com- 
mune, che  fopraflanti  ancora  un  digli  Ecclefiaflici  ,&i  Vinitiani  ne' mede- 
fimi  alloggiamenti, andaffero  poi  il  dì  proffimo  ad  alloggiare  a  Lodi  uè  e  eh  io, 
lontana da  lodi  cinque  miglia,  doue  dicono  effere  fiato  edificato  Lodi  da 

Tompeo 


DECIMOSETTIMO  *l 

Vompeo  Magno ,  &  diftante  tre  miglia  dalla  strada  maeftrauerfo  Vania  >  Lodi  dì  Po» 
a  camino,  che  accennaua  a  Milano,  &  a  Vania  ,•  per  tenere  inpiufojpenfio-  ?co  Magno 
ne  i  Capitarli  Imperiali  :  il  quale  digli  efferati  Ecclefiaftici  ,  &  Vinitianì>  * 

caminando  s'unirono  in  fu  la  Campagna,  pari  quafi  di  vanteria ,  che  in  tut- 
to erano  poco  meno  di  uentimila  vanti  :  ma  i  Vinitiani  più  abbondanti  di 
Genti  d'arme ,  &  di  caualli  leggieri  :  de1  quali  gli  Ecclefiaflici  tutta  uiafi 
prouedeuano  ;  &  ancora  con  molto  maggiore  prouifione  d'arteglieìie ,  &  di 
munitioni ,  &  di  tutte  le  cofe  neceffxrie .  *A  Lodi  uecchio ,  douefi  dimoro  il 
giorno  feguente ,  mutato  configliofu  deliberato  di  caminare  infuturo  in  fu  la 
sìrada  maejlra ,  per  fuggire  il  paefe ,  che  fuor  a  della  sìrada  è  troppo  forte 
difojfe ,  &  dì  argini  :  &  perche  era  riputato  più  facile  ilfoccorrere  il  Camel- 
lo per  quella  uia ,  che  haueua  a  uoltare  uerfo  porta  Cjmafina ,  che  per  la  aia 
di  Landriano ,  che  haueua  a  uoltare  a  porta  VerceUina  :  doue  il  condurfi  per 
la  qualità  del  paefe  era  più  diffìcile  ;  &  perche  andando  da  quella  banda  era 
più  ficuro  il  condurre  le  uettouaglie ,  &  più  facile  il  riceuere  i  Sui^erì; 
perche  erano  più  alle  fpalle .  Con  quefla  rifolutione  fi  conduffe  l'ultimo  di 
Giugno  l  efferato  unito  a  Marignano  :  doue  configli andofi  quello  s'haueffea 
fare ,  inclinaua  il  Duca  d'orbino  ad  affettare  la  uenuta  de'Sui'^eri ,  la 
quale  era  nella  medefima ,  &  forfè  maggiore  incertitudine ,  che  prima  ;  pa-  ^  ^  Oaen  Ài 
rendogli  chefen^a  quefle  fpalle  d'ordinanza  ferma  fuffe  molto  pericolofo  con  Vrbino  e  di 
gente  nuoua ,  &  raccolta  tumultuariamente  accoftarfi  a  Milano  ;  benché  ili  parere  cotra- 
f afferò  pochi  caualli ,  tre  mila  fanti  Tede  fichi,  &  cinque  in  fiei  mila  fanti  ri°  d* ,11C?"1 
Spagnuoli>  &queftifen^a  danari,  &  con  poca  prouifione  di  uettouaglie.  1  **1 
Dal  quale  parere  diferepauano  i  pareri  di  molti  degli  altri  Capitani  ;  i  quali 
giudicauano ,  che  procedendo  con  la  gente  ordinata ,  &  con  gli  alloggia- 
menti fempre  il  dì  precedente  riconofciutifipoteffe  accoftarfi  a  Milano  finta 
pericolo  ;  perche  il  paefe  è  per  tutto  fi  forte ,  che  ficn^a  difficultà  fi  poteua 
fempre  alloggiare  ìnfito  munitiffimo  ,*  ne  pareua  loro  uerifimile ,  che  l'effer- 
ato Cefiireo  fuffe  per  ufeire  in  campagna  ad  affaltarli  :  perche  effendo  necef- 
fario ,  che  lafciaffero  affediato  il  Caftello ,  ne  potendo  anche  per  fioretto  del 
popolo  fpogli  are  al  tutto  di  gente  la  citta  di  Milano ,  relìaua  di  numero  trop- 
po picciolo  ad  affaltare  uno  efferato  figrojfo  :  //  quale ,  benché  fuffe  raccolto 
nuouamente ,  abbondaua  pure  di  molti  fanti  fermentati  alla  guerra  ,&di 
Capitani  de  più  riputati  d'Italia  :  <&  effendo  l 'accoftarfi  a  Milano  fen^a  pe- 
ricolo,  non  effer  e  ancora  fèn^a  (peranno,  della  uittorial1 accoftarfi  ,•  perche 
non  effendo  i  Borghi  di  Milano  fortificati  ,an?i  per  la  negligenza  ufata  a 
riordinargli ,  aperti  da  qualche  parte  ;  non  pareua  credibile ,  che  gli  Impe-  • 
viali  s'haueffero  a  fermare  a  difendere  circuito  tanto  grande  :  della  quale  ri- 
folutione pareua  fi  uedeffero  inditij  manifefti  y  conciofia  che  attefo  poco  alla 
riparai  ione  de' Borghi,  fi  fuffero  tutti  miti  allafortificatione  della  Citta  ;  & 

B     iij" 


1*  L  I  D  mo 

abbandonando  i  Borghi  y  ne  quali  l'efferato  anderebbe  Cubito  ad  alloggiare  3 
non  pareua  che  la  Città  poteffe  hauere  lunga  difefa  ;  non  foto  per  trouarfi  l' 'ef- 
ferato fetida  danari y  <èr  con  poca  uettouaglia  ;  ma  perche  &  Troverò  Co- 
lonna y  &  molti  altri  Capitani  haueuano  fempre  giudicato  effere  molto  dif- 
ficile il  difendere  Milano  contra  chi  haueffe  occupato  i  Borghi  ;  fi  perche  la 
Città  è  deboliffima  di  muraglia  sfacendo  muro  in  molti  luoghi  le  cafe  priua- 
te  yfi  etiandio  perche  i  Borghi  fono  uantaggiofi  alla  Città  ;  &  saggiugncua 
t hauere  il  CafteUo  afua  diuotione .   Dependeuano  principalmente  qucfla  , 
&  l'altre  deliberationi  dal  Duca  d'orbino  >  perche  fé  bene  fuffc  folamente 
Capitano  de'Vinitianiy  gli  Ecclefiaflici  per  fuggire  le  contentioni,  &  perche 
altrimenti  non  fi  poteua  fare  y  haueuano  deliberato  di  riferirfi  a  luiy  come 
Capitano  miiuerfale  :  ma  egli  benché  non  lo  moueffero  quefle  ragioni  ad  an- 
dare innanzi,  ne  le  inflan'^e  efficacijfime  y  le  quali  per  ordine  de'lorofupe- 
rieri  gliene  faceuano  il  Luogotenente  del  Tonteficey  &  il  Troueditore  Vini- 
tiano  ;  al  parere  de  quali  poi  che  anche  adheriuano  molti  altri  Capitani  y  gli 
pareua  y  che  il  foprafedcrequiui  lungamente  y  non  hauendo  maggiore  cer- 
te%%*  della  uenuta  de' Suì^rjri  y  poteffe  effere  con  grauefuo  carico  y  &  in- 
famia :  peròfoprafèduto  l'efferato  due  dì  a  Marignano  yfi  conduffe  il  ter 7$ 
di  di  Luglio  a  San  Donato  y  lontano  cinque  miglia  da  Milano  y  deliberato  di 
andare  innanzi  più  perfatisfare  al  dtfiderio  3  &  algiuditio  d'altri  y  che  per 
propria  deliberatane  ;  ma  con  intentione  di  mettere  fempre  un  dì  in  me^ 
tra  l'uno  alloggiamento y  &  L'altro,  per  dare  più  tempo  alla  uenuta  de'Sui^- 
%eri  ;  de' quali  mille  finalmente  fcefi  in  Bergamafco  ueniuano  alla  uia  dell'ef- 
ferato ;  &  continuauano  fecondo  il  folito  gli  auifi  fpeffi  della  uenuta  degli 
altri  :  Vero  il  quinto  dì  di  Luglio  andò  l'esercito  ad  alloggiare  a  tre  miglia 
di  Milano  y  paffato  San  Martino  y  fuor  a  di  iirada  in  fu  la  mano  deflra  in  al- 
loggiamento forte  y  &  benficuro  :  doue  il  dì  medefimo  fi  fece  una  fattione 
pie  dola  contra  certi  archi  bufieri  Spagnuoli  fattifi forti  in  una  e  afa  :  &  il  dì 
Ccfare  Gallo  feguente  Bando  il  campo  nel  medefimo  alloggiamento  y  un'altrafimile  :  nel 
conduttorde  quale  dì  arriuarono  nel  campo  cinquecento  Sui^tri  y  condotti  da  Ce  far  e 
+  Configlfo  Gallo.  Quiui  fi  confultò  del  modo  del  procedere  più  innanzi  ;&  ancora  che 
di  (occorrere  Imprima  intentione  fuffe  Hata  di  andare  dirittamente  afoccorrere  il  Caflello 
il  Caflello  ài  di  Milano  y  doue  le  trincee ,  che  loferrauano  di  fuori  y  non  erano  figagliar- 
Milano.         je  r  cfje  mnji  y0teffe fyerare  di  j uperarle  ;  nondimeno  parue  al  Duca  d'Vrbi- 
no  (il  confi?  Ho  del  quale  era  alla  fine  approuato  da  tutti  gli  altri  ;  perche  ne' 
configli  proponeua  y  &  non  affrettando  y  che  gli  altri  rifpondeffero  y  diceua  la 
oppenione  fua  ,•  0  almeno  nel  proporre  ufaua  tali  parole  y  che  per  fé  Beffa  ue- 
niua  afeoprirfi  in  modoy  che  gli  altri  Capitani  non  pigliauano  affunto  di  con- 
tradirgli) che  gli  efferati  caminaffero  per  la  diritta  u  Borghi  di  Milano, 
Allegando  che  per  le  pianate  x  che  farebbe  neceffariofare  per  la  forteiga  del 


DECIMOSETTIMO  1? 

paefe  y  il  uolere  condur fi  fuori  della  strada  maeftra  alfoccorfb  del  Caflello  fa- 
rebbe cofa  lunga y  ne  fenica  pericolo  di  qualche  difordine  :  perche  s'harebbe 
a  moflrare  troppo  dappreffo  il  fianco  animici  y  &  fi  darebbe  loro  f acuità  di 
fare  più  potente  refiften^a  ;  perche  unirebbono  tutte  le  for^e  loro  dalla  ban- 
da del  CafteUo  :  doue  altrimenti  farebbono  necejfitati  slare  diuifiper  refiftere 
animici y  &  non  abbandonare  la  guardia  del  CafteUo  :  &  perche  conducen- 
dofi  con  gli  efferati  a  porta  Rimana  y  farebbe  fempre  in  poteftd  de' Capitani 
della  Lega  uoltarfi  facilmente y  fecondo  che  alla  giornata  apparijfe  ejfere  op- 
portuno ,  a  quale  banda  uoleffero  .-fecondo  il  quale  configlio  fi  fece  delibera- 
tione  y  che  ilfettimo  dì  s'alloggiale  a  Bufalettay  &  a'Tillaftrelli y  utile  uici- 
ne  ame^o  miglio^  di  Milano y  fiotto  i  tiri  dell'artiglierie  loro  >  le  quali  fono 
circoftanti  alla  strada  maeftra  i  con  intentione  da  quegli  alloggiamenti  pi- 
gliare i  partiti  y  che  fujfero  dimoftrati  buoni  dall' occafione  y  &  da'  progreffi   -.  .   v  v  - 
de'nimici  :  i  qAali  era  oppenione  di  molti  >  che  ueduto  gli  ejferciti  alloggiati 
in  luogo  fi  uicino  non  hauejfero  a  uolere  metter  fi  alla  difefay  maffimamentc 
notturna  y  de  Borghi  ;  per  ejfere  in  più  luoghi  ripieni  ifojfi ,  &  /pianati  i  ri- 
pari ,&da  qualche  banda  tanto  aperti  y  che  difficilmente  fi  poteuano  difen- 
dere.   Ma  la  notte  precedente  al  dì ,  nel  quale  doueua  farfi  innanzi  l'effcr-  Borbone  én* 
cito  y  il  Duca  di  Borbone  y  il  quale  pochi  dì  innanzi  era  arriuato  a  Genoua  tra  in  Milano 
confici  Galee y  &  con  lettere  di  mercatanti  per  centomila  ducati  >  entrò  con  co*  *°CCQrk» 
urea  ottocento  fanti  Spagnuoli y  i  quali  haueua  condotti  feco y  in  Milano  ; 
follecitatone  molto  dal  Mar  eh  e  fé  del  Guafto  y&da  ^Antonio  de  Lena  y  della 
.uenuta  del  quale  ifoldati  pigliarono  molto  animo  :  &  per  la  medcfimxfi  pò-      M   y  J 
teua  comprendere  la  negligenza  y  o  la  fredda  dijpofitione  studio famente  del  ^  &f  jf  SS 
I{e  di  Francia  alla  guerra  ;  perche  hauendo  il  Vontefice  nel  principio ,  quan-  c/a. 
do  condujfe  agli  stipendi]  fuoi  ^Andrea  Boria  y  confutato  fòco  con  chefor^e 
&  apparatifi  doueffero'tentare  le  cofe  di  Genoua  ;  propoje  molta  facilita ,  Configlio  di 
tentandola  in  tempo  y  che  già  fujfe  cominciata  la  guerra  nel  Ducato  di  Mi-  A.n<**e*  ^?"" 
lano  y  &  che  alle  fue  otto  galee  yfi  congiugnejfero  le  galee  y  le  quali  il  %  di  torno  $*£ 
Francia  haueuanel  porto  di  Marfilia;o  che  almeno  impedijfero  la  uenuta  fedi  Genoua» 
delle  galee  del  Duca  di  Borbone  :  perche  reftando  in  tal  cafo  con  le  fue  otto 
galee  figrwre  del  mare  y  non  poteua  la  città  di  Genoua  stare  molti  dì  col  ma- 
re ferrato  y  per  le  mercatantie  y  per  gli  efferati]  y  &  per  le  uettouaglie  :  & 
benché  il  Re  prometteffe  y  che  impedirebbe  la  uenuta  del  Duca  di  Borbone, 
furono  parole  uane  :  perche  l'armata  fua  non  era  in  ordine  ;  &  i  Capitani 
delle  galee  parte  per  careftia  di  danari y  parte  per  negligen-^a^  forfè  per  uo 
lontày  erano  stati  fediti  tardi  de' pagamenti  ycome  poi  anche  fuccedette  delle 
genti  d'arme.  Ma  effendo  incognita  di  fuori  la  uenuta  del  Duca  di  Borbone , 
la  liberatane  dell'andare  innanzi  co  l'efferato  fu  preuertita  dal  Duca  d'or- 
bino y  o  per  auifi  riceuuti  y  fecondo  fi  credette,  da  Milano  ,  o  per  relatione  cU 

*A    iiì\ 


ti.  LIBICO 

qualche  colorarne:  il  quale  mrtata  la  diffidenza  hauuta  infino  a  quel  dì, 
affermò  al  Luogotenente  del  Tontefìce y  prefente  il  Troueditore  Vinitiano y 
tenere  per  certo y  che  il  dì  figliente  farebbe  felici/fimo  ;  per  che  fé  i  nimici  ufci- 
uano  a  combattere  (il  che  non  credeua  douefjero  fare)  indubitatamente  fa- 
rebbono  uinti  :  ma  non  ufcendo y  che  certamente  o  il  dì  medefimo  abbando- 
nerebbono  Milano y  ritirandofi  a  Tauia  ;  o  almeno  abbandonata  la  difefa  de* 
Borghi  yfi  ridurr ebbono  nella  Città  ;  la  quale  perduti  i  Borghi  y  non  potreb- 
bono  totalmente  difendere  :  &  ciafcuna  di  quefie  tre  cofe  bafiare  a  confegui- 
re  la  uittoria  della  guerra .  Terò  il  dìfeguente  y  che  fu  ilfettimo  di  Luglio^ 
lafciato  l'alloggiamento  diffegnato  il  dì  dinanzi  >  con  {perorila  di  guadagna- 
re i  Borghi  fen^a  contrago ,  &  adirando  alla  gloria  di  hauergli  prefi  carni- 
.  .  nando  d'affalto  yfpinfe  qualche  banda  di  fcoppiettieri  a  porta  Romana  y&a 

L'effercìto  Jc  porta  Topi  :  doue  non  oflante  gli  auifi  hauuti  i  dì  precedenti y  &  il  dì  mede- 
la  Lega  s'ac-  fimo  del  uolerfi  partire  gli  Spagnuoli  y  s'erano  fermi  in  quella  parte  de'Bor- 
eofh  a  Mila-  ^/;/-  ^  non  perfare  quiui ,  fecondo  fi  diffe y  continoua  refiflen^a  ;  ma  perriti- 
rarfi  in  Milano  più  prefto  come  huomini  militari  y  <&  con  hauere  moflrato 
il  uolto  animici  i  che  uolere  y  che  trouaffero  i  Borghi  uilmente  abbandonati: 
dalla  quale  refiflen^a  non  folofi  conferuaua  più  la  riputdtione  del  loro  effer- 
ato y  effendo  maffimamente  infacultdfua  il  ritirar  fi  fempre  nella  Città  y  fen- 
Tadifordine ymaetìandiopoteuanafcere  loro  occafione  da  pigliare  animo 
a  perfeuerare  nella  difefa  de' Borghi  j  il  che  era  di  grandiffvma  importammo  ; 
perche  il  ritirarfi  nella  Città  era  partito  più  preflo  neceffar io  y  che  da  eleg- 
gere (pontaneamente  y  &  per  l'altre  ragioni  i&  perche  riducendofi  dentro 
a  circuito  fi  stretto  y  era  piti  facile  a  gli  Italiani  impedire  y  che  le  uettouaglie 
non  entr afferò  in  Milano  ffen^a  le  quali  non  poteuano  y  per  non  effere  anco- 
ra condotte  le  biade  nuoue  y  fomentar  fi  lungamente .    *Apprefentatifi  adun- 
que gli  fcoppiettieri  alle  due  Torte  y  doue  gli  Spagnuoli  y  oltra  il  difender  fi  y 
non  ceffonano  continuamente  di  lauorare  ;  il  Duca  trouata  fuori  dell' oppinio- 
Porta  Roma  ne  >  c^e  kaueua  hauuta  y  refifìen^a  ;  fece  accoflare  a  un  tiro  di  balefira  a 
na  di  Milano  porta  Bimana  tre  Canoni  y  i  quali  piantati  br attamente  y  cominciò  a  battere 
battu  ta.        la  Torta  y  &fare  pruoua  di  fare  leuare  un  falconetto  ;  il  quale  leuato  y  fece 
fmontare  molti  defuoì  huomini  d'arme  per  dare  l'affalto  ;  &■  ordinò  fi  acco- 
fìaffero  le  fiale  :  nondimeno  non  continouando  nelpropofito  di  dare  l'afjaltoy 
fi  riduffe  la  fattione  in  fcaramuccie  leggieri  di  fcoppietti  y  &  d'archibufi  a 
ripari  :  doue  hauendo  quelli  di  dentro  nani aggio  grande  y  ricetto  alfito  ;  fu- 
rono morti  di  quelli  di  fuori  circa  quaranta  fanti  y  &  feritine  molti.  La  por- 
J       "? t(e,    ta  in  queflo  me^o  era  Hata  battuta  da  molti  colpi  y  ma  con  poco  danno  y  per 
non  fi  dà  Taf-  eIìere  l  Canoni  lontani  :  ma  dicendo  il  Duca  effere  l'hora  tarda  ad  alloggiare 
falto*  //  campo  y  non  dette  l'affalto  ;  &  alloggiò  l'efferato  nel  luogo  mede  fimo  y  ben- 

ché per  la  breuità  del  tempo ,  con  qualche  confittone  y  lafciò  a' tre  Canon» 


D  E  C  1  M  0  S  E  T  T  I  M  0  ìf 

buona  guardia  ;  &  il  reflo  del  campo  alloggiò  quafi  tutto  a  mano  deflra  della 
Jirada  yfyerando  ciafeuno  molto  della  uittoria  :  perche  per  xuìfi  di  molti,  & 
per  relatione  di  prigioni  prefi  da  Giouanni  di  Ì(aldó  foli  ito  ie'ViniUmi, 
s'baueua  nuoue  gli  Imperiali  caricate  molte  bagaglie  y  effere  più  predo  in 
mot -o  di partir  fi  y  che  aìtriment -e ;& a  tempo  arriuarono  in  cimpo  la  fera 
medefimafei  Canoni  dtVinitiani  :  ma  fi  uariò  poco  dopo  non  foto  la  fperan- 
%a ,  ma  tutto  lo  stato  delle  cofe  :  perche  ejfendo  quafi  in  fui  principio  della 
notte  ufciti  fuori  alcuni  fanti  Spagnuoli  ad  asfaltare  l'artiglierie  y  furono  ri- 
meffi  detro  dà  fanti  Italiani  y  ch'erano  a  guardia  di  quellayancora  cbe'l  Duca 
-éìVrbino  dkeffey  che  erano  siati  mefjì  va  difordine  :  il  quale  paffute  già  poche 
bore  della  notietrouandoji  ingannato  dalla  {per wv^a  conceputa,  che  alle  por- 
te y&  a' ripari  de* Borghi  gli  fuffe  slata  fatta  refifien^a  ;  \$  ritornandogli 
in  confideratiòne  il  timore  y  che  prima  haueua  della  vanteria  de'nimici  y  fece 
precipitofamente  deliberatane  di  difeoftarfi  con  l'efferato^  ;  &  cominciatala  H  Daca  d' Vr 
fubito  a  mettere  in  effecutione  y  col  dare  principio  a  far  e  partire  l'artiglierie,  J*1"0  ^j"1!1"* 
&  le  munitioni  y  &  comandato  alle  genti  Vinitiane  y  che  s'ordinaffero  per  cito  da  Mila- 
partirfi  y-  mandò  per  il  Troueditore  a  fignificare  al  Luogotenente  y  &  a'Ca-  no. 
pitani  Ecclefiaflicì  la  deliberatone  y  che  haueua  fatta  ;  confortandogli  a  fare 
étneti effi  fen^a  dilatione  il mede  fimo  :  alla quale uoce  y  come  di  co  fa  non  folo 
nuoua  y  ma  contraria  all' emettanone  di  ciafeuno  ;  confufi  y  <&  quafi  attoniti 
andarono  a  trouarlo  per  intendere  più  particolarmente  ifuoi  penfieriy  &  fa- 
re pruoua  di  indurlo  a  non  fi  partire  j  il  quale  con  parole  molto  determinate 
&  rifolute  y  fi  lamentò  y  che  contea  il  parere  fuo  y  folamente  per  fatisfare  ad 
altri  ,  fi  fuffe  tanto  accoflato  a  Milano  :  ma  che  era  più  prudenza  ricorreg- 
gere l'errore  fatto  y  che  per feuer arni  dentro  ;  conofcerey  che  per  non  ejferefla 
to  per  la  breuitd  del  tempo  alloggiato  il  dì  dinanzi  l'efferato  ordinatamente  P»«  prudéza 
e£*  per  la  uiltà  de' fanti  Italiani  dimoflratafi  la  fera  medefima  all'affato  del-  \  ricorreSScr 
l'artiglierie,  che  il  dimorare  l' efferato  quiui  infimo  alla  luce  proffvmay  fareb-  per  feueraruì 
he  la  deflruttione  non  folo  della  imprefa  y  ma  di  tutto  lo  siato  della  Lega  ;  per  dentro. 
che  era  fi  certo  uifarebbono  rotti  y  che  non  ci  hauendo  una  minima  dubita- 
tone y  non  uoleua  dijputarla  con  alcuno  : 'conciofia  che  gli  Imperiali  haue- 
uano  la  fera  medefima  piantato  un  Sagro  tra  porta  Rimana  y  ér  porta  Tofa, 
che  batteua  per  fianco  l'alloggiamento  pericolofiffimo  de' fanti  de'Vinitiani  ; 
&  che  la  notte  medefima  ne  pianterebbono  degli  altri y  &  come  fuffe giorno 
fatto  dare  all'arme  y  &  neceffitato  l'efferato  a  metterfi  in  ordinanza  lo  bat- 
terebbono  per  fianco  ;  &  cofi  di for  dinatolo  y  ufeiti  fuori  ad  afjaltarloy  lo  rom~ 
perebbono  con grandiffima  facilità  ;  dolergli  che  la  breuitd  del  tempo  y  <& 
l'effere  nell'efferato  fuo  molto  maggiori  impedimenti  d'artiglierie  y  e£*  di  Ne*partiti  ne 
munitioni 3cheneU' efferato  Ecclefiaftico ,1'haueffe  coftretto  a  cominciare  cc^ari)noa<5 
primo  a  lemrft^  che  communkarh  con  loro  rma  ne  partiti ,  che  fi  pigliano  xcufa*. 


il  l  1  B  B^O 

per  necejfità  y  effere  fuptrfiuo  ìlfarefcufationi .  battere  fatto  maggiore  fpe- 
rkn^a y  che  haueffe  fatto  mai  Capitano  alcuno  y  effendofi  meffo  di  camino  a 
H       dare  l'affalto  a  Milano  :  bi fognar  e  bora  ufare  la  prudenza y  ne  difyerarc  per 
t  EfTempio  U  ritirata  della  uittoria  dell' imprefa  :  Efferfi  Troffero  Colonna,  &  con  forfè 
di  Protrerò    nien0gjufle  cagioni  leuato  da  T "arma già  me^a  prefa y  &  nondimeno  battere 
poco  poi  glonofamente  acquiflato  tutto  il  Ducato  di  Milano  :  confortare  gli 
"Ecclefiaftici  afeguitare  lafua  delibcr adone  ,  ne  differire  il  leuarfi;  perche 
.      '  replicaua  loro  di  nuouo  y  che  trouandogli  il  fole  in  quello  alloggiamento y  re- 
flerebbono  rotti  fenica  rimedio  :  &  che  però  ciafeuno  ritornale  all'alloggia- 
RifpofU  del    mento  di  San  Martino .    Bjfpofe  il  Luogotenente  y  che  benché  ciafeuno  pen- 
Guicciardino  fajfe  le  deliberationifue  effere  fatte  con  fomma  prudenza y  nondimeno  >  che 
alDucad'Vr  neffuno  di  quelli  Capitani  conofceua  cagione  y  che  necejfitajfe  a  Iettar  fi  con 
tanta  prefie^a  ;  &gli  riduceua  in  memoria  quel  che  tteduta  la  ritirata  lo- 
ro, farebbe  il  Duca  di  Milano  difperato  dy effere  foccorfo  :  quanto  animo  per- 
der ebbono  il  Tontefice  y  e^  i  Vinitiani  ;  &  le  immaginationi  y  che  per  la  de- 
clinatione  delle  imprefe  y  maffimamente  ne  principe  y  fogliono  nafeere  nelle 
menti  de' Trincipi  :  poterfi  y  fé  l' alloggiamento  fatto  difor dinatamente  era 
cattfa  di  tanto  pericolo  y  rime  di  arui  facilmente  yfen?a  torre  tanta  riput  atto- 
rie a  quello  efferato  ;  con  l'alloggiarlo  di  nuouo  con  migliore  ordine  y  &  con 
difcoflarlo  tanto  y  che  baflaffe  ad  afficurarlo  da' Sagri  piantati  dà  rimici  \ 
«    i .      .  ,    Confermò  il  Duca  di  nuouo  la  prima  concluftòne  ;  ne  poterfi  y  fecondo  la  ra- 

Replica  del        .         ,  ,/  .   ,.  f       ....  i         r  •    r         n 

Duca  d' Vrbi  glone  della  guerra,  pigliare  altra  deliberatione  :  uolere  ajjumcre  mje  quejio  - 
no  in  difefa     carico  3  &  chefifaptffe  per  tutto  il  mondo  egli  efferne  slato  autore  :  ne  effere 
delle  Tue  ra-    bene  confumare  più  il  tempo  nanamente  in  parole  ;  perche  era  neceffario  ef- 
giom.  j-erjj  ieuuti  jman:^i  alla  fine  della  notte .  Con  la  quale  concluftòne  y  ciafeuno 

tornato  afitoi  alloggiamenti  y  atte  fé  ad  effedirfi  y&  a  follecitare  la  partita 
Eff     *    A  1    ^e  $>tntl  :  ^e^e  quali  quelle  y  che  erano  dinanzi  y  fi  leuarono  con  tanto  tya- 
la  Lega  fi  le-  uento  >  eh  e  par  tendo  fi  qua  fi  con  dimofiratione  d' effere  rotti  fi  sfilarono  molti 
«a  da  Milano  vanti  y  &  molti  caualli  de'Vinitiani >  de' quali  alcuni  non  fi  fermarono  y  in- 
fino fuffero  condotti  a  Lodi  :  &  l'artiglierie  de  vinitiani  paffarono  di  la  da 
M  augnano  ;  ma  riuocate  fi  fermarono  quitti  :  il  re  fio  della  gente  y  &  il  re- 
troguardo  mafjlmamente y partì  ordinato: ne  uolle  Giouanni  de' Medici y 
the  con  la  fanteria  Ecclefiafiica  era  nell'ultima  parte  dell'efferato,  muouerfi 
infino  a  tanto  nonfuffe  ben  chiaro  il  giorno  y  non  gli  parendo  conueniente  ri- 
portarne y  in  cambio  della,  ff  erata  uittoria  y  la  infamia  del  fuggirfi  di  notte  : 
ilchefare  non  effere  slato  neceffario  dimofirò  laffcrienya  ;  perche  degli  Im- 
periali non  ufcì  alcuno  fuori  de  ripari  ad  affaltare  la  coda  dell'efferato  ;  an^i 
hauendo  come  fu  ueduto  tanto  tumultuofa  leuatay  reftarono  pieni  di  fomma 
ammiratone  ;  non  fapendo  immaginare  la  cagione  ;&  accrebbe  ancorala 
infamia  di  quejla  ritirata,  che  benché,  il  Duca  baueffe  detto  uolere  ,  che  le 


DECIM0SETT1M0  1? 

genti  fi  fermaffero  a  San  Martino*  nondimeno  ordinò  tacitamente ,  che  i 
Maeftri  del  campo  deVinitiani  conduce ffero  le  loro  a  M augnano  ;  mojfo  o  l/*  awaÌ'  k 


dal  timore yche  i  nimici  non  andajfero  ad  ajfaltarlo  aììbora  in  quello  alloggia-  * 

Camello  di  Milano -,  ueduto  difcoftarfi  ilfoccorjo  dimoflrato  ;  di  eh?  ninna  co  fa  #?*#■£  t:-  hHt 


mento  ;  o  almeno ,  come  effo  mcdeftmo  confefiò  poi  ,  tenendo  per  certo ,  che  il 


fpauenta  più  gli  affediati;s'haueffe  ad  arrendere:  nel  qual  e  a  [o  non  bar  ebbe'-   ('  /h~ 
bauuto  ardire  di  slare  fermo  a  San  Martino  ;  giudicale  effere  meno  disho-  .  '/       , 
noreuole  ritiraft  in  una  fola  uolta,  che  fare  tnfibreuejpatio  di  tempo  due  ri-  *  ^   c 
tirate .  e£*  però  non  fi  fermando  l'artiglierie  ,&le  bagaglie  ,  &  le  prime 
fquadre  dell'efferato  Vinitiano  a  San  Martino  ,  caminauano  uerfo  Marigna 
no.  Di  che  ricercando  il  Luogotenente  d'intendere  dal  Du  ca  la  cagione ,  ri- 
fyofc  ,  che  nonfaceua ,  in  quanto  allaficurtd  ,  differcn'^a  dall'uno  all'altro  ; 
perche  giudicaua  tanto  ficuro  da' nimici  l'alloggiamento  di  San  Martino , 
quanto  quello  di  Marignano  ;  maperebe  le  genti  sir  acche  dalle  f anioni  de  dì 
precedenti,  non  riceuendo  quiui  trauaglio  da' nimici,  potrebbono  con  più  co- 
modità ripo  far  fi  ,&  riordinar  fi  *  &  replicandofi  quanto  nella  ficurtd  pari 
dell'uno,  ■&  l'altro  alloggiamento,  togliere  più  lafperan^a  delfoccorfo  agli 
ajfediati  ntl  Caftello  di  Milano,  il  ritirar  fi  l'efferato  a  Marignano,  che  ilfer 
marfi  a  San  Martino  :  rifpofe  con  parole  concitate  ;  non  uolerc ,  mentre  che  H  Duca  d'Vr 
haueua  in  mano  il  baftone  de'Vinitiani,  lafciare  ufare  ad  altri  l' autorità fua;  .bin°  Yu?f va 
Holere  andare  ad  alloggiare  a  Marignano.  In  modo  che  l'uno ,  &  l'altro  ef-  torJt^  fUJU 
finito  affai  dishonor at amente,  &  con  grandiffimi gridi  di  tutti  ifoldati,  po- 
tendo ufare  (ma  per  contrario)  le  parole  di  Ce  fare,  Veni,  uidi,  fugi  ;fi  con- 
duffe  ad  alloggiare  a  Marignano  ;  con  deliberatione  del  Duca  di  stare  fermo 
quiui  infino  a  tanto ,  che  nel  campo  arriuaffero ,  nonfolo  il  numero  di  cinque 
mila  Sui^eri ,  a' quali  fi  erano  rifirette  le  promeffe  del  Caflellano  di  Mus,et 
del  Vefcouo  di  Lodi,  che  ndl'hora  medefima ,  che  il  campo  fi  leuaua,  era  ar- 
rinato  con  cinquecento  ;  ma  etiandio  tanti  altri ,  che  facefftro  il  numero  di 
dodicimila  ;  perche  giudicando  non  fi  potere  fare  più  fondamento  ntl  Caftello 
di  Milano,  no  fi  potere  o  sformare, o  ridurre  alla  neceffità  d'arrenderfi  quella 
Città,  per  mancamento  delle  cofe  neceffarie,  fin^a  due  efferati  ;  &  ciafeuno 
da  per  fi  fi  potente,  chefuffe  baftante  a  difenderli  da  tutte  le  forile  unite  de' ni 
mici.  Cofifi  ritirarono  dalle  mura  di  Milano  gli  efferati  l'ottauo  di  Luglio;  Augurio  infc 
cómouendo  molti  nonfolo  l'effetto  della  cofa,  ma  etiandio  l'infelicità  dell' au-  lice  per  la  Le 
gurio.  perche  il  dì  mede  fimo  di  còfentimcto  comune  de' Collegati  fi  public aua  Sa* 
a  Roma,  a  Vintgia, &  in  Francia  con  cerimonie, &  folermità  confuete  la  Le    ,     .  D      . 
ga  :  &  agiuditio  della  maggiore  parte  degli  h uomini  hebbefi  poca  neceffità  fortemente 
il  pigliare  un  partito  di  tanta  ignominia  >  che  molti  dubitarono ,  che  il  Duca  bulinato. 
non  f  uff:  slato  moffo  da  ordinatone  occulta  del  Senato  Vinitiano ,  il  quale  a 
qualche propofito  incognito  agli  altri  defideraffe  la  lunghetta  della  guerra» 


-*■* 


28  '  L  IB  B^O 

*Altri  y  che  il  Duca  ritenendo  alla  memoria  le  ingiurie  riceuute  da  Leone,  &• 
dal  preferite  "Pontefice ,  quando  era  Cardinale  ;  &  temendo  che  la  grande^- 
yajua  notigli  metteffe  in  pericolo  lo  Stato  ,  nonglifuffe  o  per  odio ,  o  per  ti- 
Cagioni  *p<?r  more  grata  la  uittoriafi  prefta  della  guerra  ;  majfimamente  che  gli  dauagiu- 
fe  ^^  ^  Du  fia  cagione  di  temere  dell'animo  del  Tontefice ,  il  tenere  i  Fiorentini  Santo 
tcmeiJ  del  Leo  > con  tutto  ^  Monte  feltro  ;  &fapere  ,  che  la  picciolafigliuola  refiata  di 
Papa.  Lorenzo  de  Medici  riteneua  continuamente  il  n  ome  di  Buchera  d'Vrbino  • 

J^ondimeno  il  Luogotenente  del  Tontefice  fi  certificò  per  me^i  indubitatifii-* 
mi  ,  chedVinitianifu  molefiijfima  la  ritirata ,  &  che  non  baueuano  ceffato 
mai  difollccitare  l'accoflarfi  l'efferato  a  Milano  ,  fyerando  molto  nella  faci- 
lità della  uittoria .  &  coìifiderato  non  e  fiere  uerifimile ,  che  il  Duca ,  fé  ha- 
ueffe j^erato  di  ottenere  Milano ,  hautffe  uoluto  priuarfi  di  gloria  tanto  mag- 
giore di  quella,  che  molto  innanzi  haueffe  hauuta  alcuno  altro  Capitano; 
quanto  era  maggiore  la  fama  ,&la  riputatione  dell' esercito  Imperiale ,  di 
quello,  che  molti  anni  innanzi  haueffe  hauuto  alcuno  altro  efferato  in  Italia: 
alla  quale  gloria  figuiua  dietro  y  quafi  pei'  neceffità ,  laficurtà  delfuo  Stato; 
perche  il  Tontefice  &  per  fuggire  tanta  infamia ,  &  per  non  fare  tanta  of- 
fefa  dVinitìani  y  non  harebbe  hauuto  ardire  d'affaltarlo  :  &  confiderato 
anche  diligentemente  i  progreffi  di  tutti  quelli  dì  y  hebbe  per  più  uerifimile , 
(nella  quale  fenten^a  concorfero  molti  altri)  che  il  Duca  y  caduto  dalla  fpe- 
ran^a ,  la  quale  due  giorni  innanzi  haueua  conceputa  del  douere  gli  Impe- 
riali abbandonare  almeno  i  Borghi  3  ritornale  con  tanta  uehementia  allafua 
prima  oppenione  ;  per  la  quale  haueua  temuto  più  le  for^e  loro  y  &  più  dif- 
fidatofi  della  uirtu  de  fanti  Italiani  s  che  nonfaceuanogli  altri  Capitani  ;  che 
y appr  e fent  andò  figli  maggiore  timore ,  che  agli  altri  y  cadeffe  precipitofa- 
+  La  ritirata  mente  in  quella  deliberatane .    Confi; fé  qutfta  ritirata  molto  il  Tontefice, 
{|elPuca  da*~  & l  Vinitianiy  condotti  già  con  lafperan^a  in  termine ,  che  di  dì  in  dì  ajpet- 
Milano  e  e  n   tauano  ^a^f°  dell' acquifio  di  Milano  :  ma  il  Tontefice  maffimamente  non 
fonde  il  Papa  preparato  ne  co  danari ,  ne  con  la  cofian^a  dell'animo  alla  lunghetta  della 
&  i  Vinitiani  guerra  ;  al  quale  anch  e  a  F^oma  y  &  altroue  nello  Stato  fuo  3  fifeopriuano  di 
molte  difficultà;  perche  effendo  alla  guardia  di  Carpi  trecéto  fanti  Spagnuoli 
&  quakhe  numero  di  caualli;  corniciarono  afeorrere  con  grandmimi  danni 
per  tutto  il  paefe  circoftante  della  Chiefa  ;  dando  anche  impedimento  grande 
a  Corrieri y  &  a* danari,  che  da  I\oma,&  da  Firenze  andauano  all' efièr  cito; 
à  quali  non  fi  poteua,con  mettere  picchia  guardia  nelle  Terre,  ouiar  e:&il 
Tontefice  entrato  nella  guerra  con  pochi  danari  ,&  fopraj atto  dalle  jpefe 
grand iffime,  difficilmente poteua  co  danari fuoì,&  con  quelli,  che.continua- 
mtntegli  erano  per  conto  della  guerra  porti  da  Firenze  ,fare  prouedimer.ti 
baftanti  a  reprimergli  ;  efihido  maffimamente  occupato  in  imprefii  nuoua 
in  Tofcana  9  <&  necejfitato  a  stare  in  fu  l'arme  dalla  parte  di  B^om.x . 

Tercbc 


DECI  MiO  'S  E  iTlT  IMO  19 

Ter  che  Don  Vgo,  &  il  Duca  di  Seffa  partito  fi  dalla  Legazione,  %Afcamo3&  Apparecchio 

jfefrafiano  Colonna  ridottifi  nelle  Caftella  de  Colonnefi  propinque  a  J\oma  3  ^1™°°" 

faceuano  molte  dimojlrationi  di  uoltre  fufeitare  dalla  parte  di  Bgma  qualche  r0 Ina-  p 

trauaglio  :  &gia  alcuni  de  loro  partigiani 3  s'erano  fatti  forti  in  filagna, 

terra  di  Campagna  :  1  mouimenti  de  quali  era  forato  a  stimare  il  Tontcfice 

&  per  ricetto  della  f anione  Ghibellina  di  {{orna  ;  perche  pochi  dì  innanzi  fi 

erano  feopertifegni  della  mala  dijpofitione  della  plebe  Bimana  contralui: 

perche  hauendo ,  quando  conduce  ^Andrea  Doria  fotto  colore  d'ajficurare  i 

mari  di  Bgma  dalle  Fufle  de'Mori3dalle  quali  era  impedita  nò  mediocr  emete 

l'abbondanza  della  Citta,augumétati,per foftentare  quella fft fa ,certi  dacijyi 

Macellari  effendo  renitenti  a  pagarli,  s' erano  tumultuofamente  congregati  +  Tamatto 

all'habitatione  del  Duca  di  Seffa ,  che  ancora  non  era  partito  da  Rgma  :  alla  in  Roma  per 

quale  concorfono  armati  quafi  tutti  gli  Spagnuoli,  che  habitauano  in  ì\oma:  conto  dc'M* 

benché  quefto  tumulto  facilmente  fi  quietale .    Era  slato  in  quefio  tempo  cclan* 

ambiguo  il  "Pontefice  del  fare  imprefa  del  mutare  lo  slato  di  Siena  3  effendo 

uarvj  i  configli  di  quelli,chegli  erano  appreffo  ;  perche  alcuni  confidandofi  nel  . 

numero  grande  deFuorufciti  ,  &  nella  confufione  delgouerno  popolare ,  gli  n°  Jj ^  ^^ 

perfuadeuanofuffe  molto  facile  il  mutarlo^  ricordando  dì  quanta  importanza  tione  dello 

fuffe  in  quefto  tempo  l'ajficurarfene  ;  perche  in  ogni  disfauore  ,  chefopraue-  foto  <H  Siena 

niffe,  il  ricetto,  eh  e  ui  potejfero  hauere  i  nimici,  farebbe  molto  pericolo fo  alle 

cofe  di  I{gma,  &  di  Firenze  :  altri  affermauano  effere  configlio  più  prudente 

dirizzare  le  forze  in  un  luogo f oh  ,  che  implicar  fi  in  tante  imprefe  con  pie- 

dola  3  an^i  quafi  niuna  diuerfione  degli  effetti  principali  :perche  alla  fine 

quelli,  che  rimane ffero  fuperiori  in  Lombardia3  rimarrebbono  fuperiori  per 

tutto  :  ne  douerfi  tanto  confidare  delle  forze ,  0  del  feguito  deFuorufciti  3  le 

(beranze  de' quali  riufeiuano  quafi  tempre  uanifjìme;che  la  mutatione  di  ,yPCX3nZc. , 

Jr     11    y        r        .    rr  r  ■  r      •    i  /•    /•         jyt   •;     ir        de'Fuorufcit? 

quello  Stato  Ji  tentajje  fenza  potenti  prouifioni  :  le  quali  gli  era  difficile  il  fare  rìcfcono  qua 
fi  per  la  grandezza  della  fpefa3  come  perche  haueua  mandati  tutti  ifuoi  Ca-  fi  fempre  va- 
pitani  principali  alla  guerra  di  L  ombardia,  L  e  quali  ragioni  farebbono  for-  nc» 
fé  preuxlute  appreffo  a  luì 3  fé  quelli ,  che  reggeuano  in  Siena  fuffcro  proceduti 
con  quella  moderatane,  la  quale  nelle  cofe  3  che  importano  poco  debbono  u- 
fare  i  minori  uerfo  i  maggiori  3  hauendo  più  rifletto  alla  neceffità  3  che  alla 
giufta  indignatone.  Ma  accadde  che  hauendo  molto  prima  un  certo  Giouà- 
battifta  Talmieri  Sane  fé  3  il  quale  haueua  dalla  I{epublica  la  condotta  in  Sie- 
na di  cento  Fanti,  datogli fperan^a ,  come  le  genti  fue  s'accoft afferò  a  Siena, 
d'introdurle  per  una  fogna,  che  paffaua  fotto  le  mura  appreffo  a  un  baftione.; 
&  hauendo  il  Tontefice  mandatogli  afua  richiefta  due  Fanti  confidenti ,  all' 
uno  de' quali  Giouambattifta  commefj'e  il  portare  lafua  bandiera,  i  Magiflra  t  II  Pontefice 
ti  della  Città,  confaputa  de' quali  Giouambattifta  eludendo  il  Tontefice  trat-  Gios  Bactifta 
taua  quefta  cofa,  quando  par.ue  loro  il  tempo  opportuno,  prefi  i  due  vanti,&  Sancfc 


fattone  foknncment e  il  proceffo,  &•  diuolgato  per  tutto  il  trattato ,  ne  pr  e  fo- 
no publicamente  il  debito  fupplitio  per  infamare  il  Tontefice  quanto  potero- 
no .  *Aggiunfefi  ,  che  pochi  di  poi  mandarono  gente  ad  aff'cdiare  Gioitami 
Martino-^],  uno  de  fuor uj citi,  il  quale  dimoraua  nel  contado  di  Siena,  alla 
tenuta  fua  di  Montelifrè.  Dalle  quali  co  fé  come  fatte  in  ingiuria  fua,ejfac  er- 
bato l'animo  del  Tontefice  ,  delibero  tentare  di  rimettere  iFuorufciti  in  Sie- 
na con  lefor^efue,  &  de 'Fiorentini  :  ma  conprouìfione  più  debole  ,  che  non 
conueniua,  maffimamente  di  vanti  pagati  :  &  perche  alla  debolezza  dell' ef- 
Capitan !  d  el    fercito,  non  fuppliffe  il  ualore ,  o  l'autorità  de' Capitani  ,  ui  prepofe  Virginio 
Papa  per  la      Orfino  Conte  dell \Angui\lara ,  Lodouico  Conte  di  Titigliano ,  &  Giouan 
guerra  di  Sic-  pranccjr0  fuo  figliuolo,  Gentile  Baglione ,  &  Giouanni  da  Sajfatello  ;  i  quali 
fatta  la  maffa  a  Centina ,  &  trasferitifi  alle  Tauer  nelle  in  fui  fiume  dell' \Ar- 
Arbìa  fiume    ^ia ,  fiume  famofo  appreffo  a  gli  antichi  per  la  uittoria  memorabile  de'Ghi- 
ù inofo.         bellini  contra  Guelfi  di  Firenze  ;  s' 'accollarono  il  decimofettimo  dì  di  Giugno 
alle  mura  di  Siena  con  none  pe^j  di  artiglieria ,  mille  dugento  caualli ,  <&• 
più  di  ottomila  vanti-,  ma  quaji  tutti  o  comandati  del  Dominio  della  Chiefa, 
&  de  Fiorentini ,  mandati  fen-^a  danari  a'Fuorufciti  da' amici  loro  del  Te- 
t  Andrea  Do  rugino,  &  altri  luoghi.  Et  nel  tempo  medefimo  ^Andrea  Doria  con  le  calce 
na  aiìalta  i     ^  CQn  m^e  ^^  difopracollo  affatto  i  Vorti  de' Sane  fi .  Ma  non  effendofi 
*  *    neli'accoftarfi  alle  mura  di  Siena  fatto  dentro  fegno  alcuno  di  tumulto  3  come 

haueuano  ff erato  i  Fuorusciti  ,fu  neceffario  fermar  fi  con  l'efferato ,  per  at- 
tendere all' efpugnatione  della  Città;  nella  quale  erano  feffanta  caualli ,  & 
trecento  vanti  forefiieri.  Vero  accoflatifì  alla  Torta  di  Camollìa,  comincia- 
,  rono  a  battere  con  l'arteglierie  le  mura  da  quella  parte:  ma  nella  Città  forte 

dalle  etti  del   difito,  &  la  quale  era  Hata  fortificata  ,&dt  circuito  fi  grande  ,  che  la  mi- 
Papa.  nore  parte  circundaua  l'efferato  ;  era  il  popolo ,  preualendo  più  in  lui  l'odio 

del  Tontefice,  &  de' Fiorentini,  che  laffettione  a'Fuorufciti  ;  diffoflo,  &  u- 
nito  alla  conferitatene  di  quelgouerno  :  &  per  contrario  neU'effercito  di  fuo 
ri,  inutile  la  gente  non  pagata,  i  Capitani  di  poca  riputatione,  &  tra  loro  no 
picciole  diuifioni  :  i  Fuorufciti  diuifi  nonfolo  nelle  delibo  adoni,  &  nelle  prò 
uifioni  quotidiane,  ma  dife  or  danti  etiandio  per  la  forma  del  futuro  gouerno  > 
uolendogia  diuidere,  &  ordinare  fuori  di  quello,  che  nonfipoteua  stabilire 
fé  non  da  chi  era  di  dentro.  Ter  le  quali  conditioni,  &  effendo  Hate  battute 
le  mura  in  uano,  ne  hauendo  ardire  di  dare  la  battaglia  ,ft  cominciaua  già  a 
jperare  poco  nella  uittoria .  Ma  in  queflo  tempo  medefimo  in  Lombardia 
crefceuano  le  dijficultà  de' Collegati  ;  perche  fé  bene  deSui^eri  condotti  dal 
CaflellanodiMus ,  &  àalV efeouo  ài  Lodi  ne  fuffero  finalmente  arriuati 
all' effer cito  cinquemila  ;  nondimeno  non  parendo  numero  ballante  al  Duca 
d'Vrbino,  fi  e ffettauano quegli,  i quali  in  nome  del  Bg  di  Francia  erano 
Siati  mandati  a  dimandare  da  Cantoni  iterando ,  che  fé  non  per  altro ,  al- 


DECIMO  SETTIMO  V  I 

meno  per  cancellare  la  ignominia  riceuuta  nella  giornata  di  Tauia,  haueffe- 
ro  ad  ejfereprontijfimi  a  concedergli  :  &  che  per  la  medefima  cagione  i  Fanti 
conceduti  hauvjfero  a  procedere  alla  guerra  ;  majfimamente  in  tanta  fieran- 
%a  della  uittoria  ,  con  immoderato  ardore .  Ma  in  quella  natione  ,  la  quale 
pochi  anni  innanzi  per  laferocitdfua ,  &  per  l'autorità  acquiflata  ,  haueua 
bauuto  opportunità  grandijfima  d'acquiflare  grandijjìmo  Imperio  ;  non  era 
più  ne  cupidità  di  gloria,  ne  cura  de  gli  interejjì  della  Rgpublica;  ma  pieni 
di  incredibile  cupidità,  fi  proponeuano  per  ultimo  fine  dell' ejfercit io  militare  F  ine ,  &  og- 
ritornare  à  cafa  carichi  di  danari .  però  trattando  la  militia  fecondo  il  coflu-  ?rt^°  df * fo*~ 
me  de  mercatanti  i  Cantoni,  o  pigliando  pubicamente  le  necejjìtà  d'altri  per  nc]je  oucrrCfr 
occafione  della  loro  utilità,  o  pieni  d'huomini  uenali ,  &  corrotti  ;  concede- 
nano,  o  negauano  i  fanti  fecondo  quefiifini .  &  i  Capitani ,  che  erano  ricer- 
cati di  condurfi ,  per  hauere  migliore  conditane  quanto  maggiore  uedeuano 
ilbifogno  d'altri ,  più  fi  tirammo  in  alto ,  facendo  dimande  impudentijfime , 
&  intollerabili .  Ter  queflc  cagioni  hauendo  il  I\e  ricercato  i  Cantoni  fe- 
condo i  capitoli  della  confederatone ,  che  haueua  con  loro ,  che  gli  concede 'fi- 
fero  i  vanti;  i  quali  di  confenfo  commune  s' haueuano  a  pagare  co' quaranta- 
mila ducati ,  che  sborfaua  il  J\e  di  Trancia  :  haueuano  i  Cantoni  dopo  lunghe 
confiate  rityofto  fecondo  l'ufo  loro ;  non  uolergli  concedere  fé  prima  non  erano  f  Rìfpofta  <k 
fatis fatti  dal  Fg  di  tutto  quello  doiteua  loro  per  conto  delle  penfioni,  eh  e  era  Cantoni  al  Re 
obligato  a  pagare  ciafeun  anno  :  la  quale  effendo  Comma  grande,  &  difficile  a      Francia- 
pagare  con  breuità  di  tempo ,  furono  neceffitati  i  mandati  del  I{e ,  ottenuta 
anche  nonfen^a  difficultà  licenza  da' Cantoni ,  a  foldare  Capitani  partico- 
lari. Le  quali  cofe ,  oltra  la  dilatione  molto  pernitiofa  nello  flato ,  che  era- 
no le  cofe ,  non  riufeirono  con  quella  slabihtà ,  &  riputatione ,  che  fefifuf- 
fero  ottenuti  dalle  Leghe.    Conia  quale  occafione  gli  Imperiali  non  rice- 
uendo  intrattanto  moltfiia  alcuna  da'nìmici ,  i  quali  otiofamente  dimoraua- 
no  a  Marignano  ;  attendeuano  con  fomma  folle  citudine  a  fortificare  Milano  ; 
non  la  Città,  come  faceuano  da  principio  della  guerra;  ma  i  ripari,  <& 
i  baftioni  de  borghi;  non  diffidando  più  per  l'animo ,  che  haueuano  pre- 
fo ,  &  per  la  riputatione  diminuita  de  gli  auuerfartj  ,  di  poterli  difen- 
dere :  &  hauendo  fogliato  dell'arme  il  popolo  di  Milano ,  &  mandate       »   • 
fuori  le  perfine  jòjpette;  non  folo  non  n  haueuano  tanto  fcrupolo  ,  o  ti- 
more ;  ma  hauendolo  ridotto  in  afyrijfima  feruitù  ,  erano  reflati  few^a 
penfieri  de'  pagamenti  de' foldati .  i  quali  alloggiati  per  le  cafe  de '  Mi-  ^  Mila    f 
lane  fi ,  non  folo  coflrigneuano  i  padroni  delle  cafe  a  prouederli  quotidiana-  sforzati  a  prò 
mente  del  uitto  abbondante  ,  &  delicato  ;  ma  etiandio  a  fumminifirare  uederc  del  vì- 
loro  danari  per  tutte  l'altre  cofe,  delle  quali  haueuano  o  necejjìtà,  o  appetito;  uerf  > &  *  ^a 
non  pretermettendo,  per  ejferneprouifli,  di  ufare  ogni  ehrema  acerbità,  pedali      "^ 
i  quali  pefi  ejfendo  intollerabili  non  haueuano  i  Milane  fi  altro  rimedio. 


lt  L  I  B  KO 

che  cercare  di  fuggirft  occultamente  di  Milano  ;  perche  il  farlo  palefemente 
era  probibito.  Onde  per  afficurarfi  di  queftc  molti  de'foldati,  majfmamente 
f  Tcdcfchi  gli  Spagnuoli,  perche  ne  fanti  Tedefcbi  era  più  modtfiia  ,  &  man  flit  indine* 
più  mede  (ti ,  t  menano  legati  per  le  cafe  molti  de  loro  padroni,  le  donne  3&i  piccioli  fin- 
che gli  Spa-  ciulli  ;hauendo  anche  efpofto  alla  libidine  loro  la  maggior  parte  di  ciafenno 
M  ilanefi  mal  fèJF°>  &  età.  Terò  tutte  le  botteghe  di  Milano  slattano  ferrate;  ciafeuno  ha- 
trattatì.  tteua  occultate  in  luoghi  fotterranei  ,  o  altrimenti  recondite  ,  lerobbe  delle 

&  le  ricchezze  >&  ornamenti  delle  Chic  fé 
in  tutto fìcure  ;  perche  ifoldati,  fotto  (petie 
b^Tne" faiza  di  cercare  doue  fuffero  l' arme ,  andauano  diligentemente  inuefligahdo  per 
guardala  feC  tutti  i  luoghi  della  Città,  sformando  ancora  iferui  delle,  cafe  a  manifeflarle: 
fo,  od  a  età.    deiie  qUait  quando  le  trouauano,  ne  lafciauano  ay padroni  quella  parte  pareua 
loro  j  onde  era  fopra  modo  mifer abile  la  faccia  di  quella  Città.,  mifer abile 
l'affetto  degli  huomini  ridotti  in  fomma  meftitia ,  érfpauento  ;  co  fa  da  nkH 
uere  efrema  commi feratione ,  &  effempio  incredibile  della,  mutatione  della 
k mutati ne  fortma  a  quelli,  che  l'haueuano  ueduta  pochi  anni  innanzi  pienijfima  d' ba- 
di fortuna  ne  bitatori ,  <&per  ricchezza  de  Cittadini ,  per  il  numero  infinito  delle  botte- 
la  città  di  Mi  ghe ,  &  effercit'ù  ;  per  l'abbondanza,  &  .delicatezza  di  tutte  le  cofe  appar- 
+nQ'M  il  '    r  tmmtl  ^  u^tt0  humano  ;  per  lefuperbe  pompe ,  & fontuofijfmi  ornamenti, 
còfi  huoniiiV  cofi  ddle  donne ,  come  degli  huomini  -,  per  la  natura  de  gli  h  abitatori  incli- 
come  donne'*  nati  allefefte,  &  a  'piaceri  ;non  fòla  piena  di  gaudio,  &  di  letitia ,  mafori- 
folìti  a  fare    diffvma ,  <&  feliciffima  fopra  tutte  l'altre  Città  d'Italia  ;  &  bora  fi  uè  de  uà 
pompe  fupcr  Yeflato  quapfenza  habitatori  per  il  dannograndijfimo,che  u'haueua  fatta  la 
pefle,  &  per  quelli,  che  s'erano  fuggiti,  &  continuamente  fi  fuggiuano  :  gli 
huomini,  &  le  donne  con  ueflimcnti  inculti,  &  poueriffimi  :  non  più  uefligio 
ofegno  alcuno  di  botteghe ,  o  d'effercitij ,  per  me%o  de' quali  foleua  trapala- 
re grandiffma  ricchezza  in  quella  Città  :  &  l' allegrezza, &  l'ardire  degli 
huomini  conuertito  tutto  infommo  dolore ,  &  timore .  Confinogli  non  di- 
Borbone  vie-  meno  alquanto  la  uenuta  del  Duca  di  Borbone  ;  perfuadendofi,  poiché  fecon- 
de a  Milano,   do  era  fama  haueua  portato  prouifwne  di  danari,  &  che  per  la  ritirata  del- 
l efferato  de' Collegati,  pareuano  alquanto  diminuite  le  neceffità,&i  perico- 
li, haueffe  anche  in  parte  a  mitigare  tante gr altezze >  &  acerbità  ;  &  molto 
fiujperarono,  che  il  Duca,  al  quale  era  publicato  effere  dato  da  Ce  far  e  il  Du 
€ato  di  Milano, haueffe  per  benefìcio  fuo,&  per  conferuarfi  per  intereffe  pro- 
frio  più  intere  l'entrate  ,&le sonditioni  della  Città ,  a  prouedere ,  che  non 
fuffero  poi  cofi  mifer  abilmente  lacerati  :  la  quale  fyeranza  refiaua  loro  fola  ; 
perche  per  gli  Imbafciadori  mandati  a  Ce  far  e  ,comprendeuano  non  potere 
affrettare  da  lui  rimedio  alcuno ,  o  perche  per  effere  troppo  lontano ,  non  po- 
t  effe  per  la  falute  loro  far  e  quelle  prouifioni,  eh  e  fuffero  neccffarie;o  perche 
fer  effere  in  lui,  come  più  mite  haueua  dimoflrato  lafyerienzajraqlto  mino- 
re la 


DECIMOSETTIMO  J? 

reta  compaffione  dell' oppreffìoni ,  &  mi  ferie  de' popoli,  che  il  defideno  di 
mantenere  per  intereffe  dello  Stato  fuo ,  l'  efferato  ;  al  quale  non  prouedendo 
a  tempi  de  pagamenti  debiti,  non  poteuane  egli ,  nei  Capitani  prohibire, 
che  sufleneffero  dalle  infolentie ,  &  dalle  ingiurie  ;  <&>  tanto  piti,  che  i  Capi- 
tani <&■  per  ucquiflure  la  beneuolenr^a  de'folduti ,  e^  perche  l'effere  ogni  co  fa 
in  preda  3  era  anche  con  emolumento  loro ,  non  haueuano  ingrata  quefla  li- 
cenza militare  ;  poi  che  per  mancare  i  pagamenti  haueuano  qualche  fcufa  di 
tollerarla .  Terò  congregati  infieme  in  numero  grande  tutti  quelli ,  che  in 
Milano  haueuano  qualche  conditionepiu  eminente,  che  gli  altri,  dimoflr an- 
dò nel  mito, -ne gli  h abiti,  <&  ne'gefli  lo  fiuto  mi fer abile  della  patria ,  &  di 
ciafcuno  di  loro  ;fi  conduffero  con  molte  lagrime,&  lamenti  innanzi  al  Du- 
ca di  Borbone  :  al  quale  uno  di  loro  a  chi  fu  impofio  dagli  altri  parlò  fecondo 
intendo  in  quefla  fentenya. 

Se  quefla  Tatriu  mifer abile,  la  quale  hafempre  per giuflijfime  cagioni  de-  Orationc  di 
fiderato  d'huuere  un  Trincipe  proprio,  nonfuffe  alprefentc  oppreffa  da  cala-  vnMilanefc 
mità  più  acerbe,  &  più  atroci,  che  h abbia  mai  alla  memoria  degli  hmmini  gor borie/ 
tollerato  alcuna  Citta,  farebbe  fiata,  Illuftrijfimo  Duca,  riceuuta  con  mura- 
uigliofo  gaudio  la  uoflra  uenutu  :  perche  quale  maggiore  felicita*  poteua  ha- 
uere  la  citta  di  Milano,  che  riceuere  un  Trincipe  datogli  da  Ce  fare  difangue 
nobiliffimo  ;  &  del  quale  lafapien^a,  lagiuflitia,  il  udore  ,  la  benignità,  la 
liberalità  h  abbiamo  in  uarij  tempi  noi  mede  fimi  molte  mite  fferimentutu  ? 
ma  la  iniquiffima  fortuna  noflra  ci  coflrigne  a  efyorre  a  uoi ,  perche  da  altri 
non  (periamo,  ne  affettiamo  rimedio  alcuno,  le  noflre  eflreme  mi  ferie  ;  mag- 
giorifenica  comparatone  di  quelle ,  che  le  Città  debellate  per  for-^a  da  i  ri- 
mici fogliono  patire  dall' auaritia,  dall'odio,  dalla  crudeltà,  &  dalla  libidi- 
ne, &  da  tutte  le  cupidità  de'uincitori.  L  e  quali  co  fé  per  fé  fi  effe  intollera- 
bili ,  rende ancora  più  graui  l'effer ci  ad  ogni  hora  rimprouerato ,  ch'elle  fi 
fanno  per  pena  della  infedelità  del  popolo  di  Milano  uerfo  Ce  far  e  ;  come  fé  i 
tumulti  concitati  a' dì  paffuti fitjfero  fiuti  concituti  con  publico  cofentìmento; 
&  non,  come  è  notorio ,  du  ulcuni giouuni  feditiofi  ;  i  quuli  temeruriumente 
folleuarono  la  plebe,  ficuru  per  lupouertà  di  non  perdere,  cupidufempre  per 
fuu  nuturu  di  co  fé  nuoue  ;  lu  quule  fucile  u  effere  ripienu  d'errori  uuni,difulfe 
perfuafioni ,  fifojpigne  ull'urbìtrio  di  chi  lu  concitu  ,  comefifojpigne  ulfoffio 
de'uenti  l'onda,  murinu.  ^oi  non  uogliumo  perfeufure,  o  ulleggerire  le  im- 
pututioni  prefenti  rucconture  quuli  fiuno  flute  gli  unni  puffuti  Voperutioni 
del  popolo  Milane  fé, dullu  prima  nobiltà,infino  di*  infima  plebe,  perferuitio 
di  Ce  far  e;  quando  la  Città  noflra  per  la  diuotione  inueterutu  ul  nome  Cefureo 
fifolleuò  con  tuntu  pronte^u  contru'Gouernutori ,  &  contru  l'efferato  del 
]\e  di  Frunciu  :  quundo  poi  con  tuntu  coflun^ufoflenemmo  duegruuìffimiuf- 
fedtj  3fòttomettendo  whntariamente  k  noflre  uettouuglie^  le  noflre  cufe  dlx 

C 


?*"  L  I  B  1^0 

commoditàde*foldati;foflentandoli ,  perche  mancammo  gli  stipendi]  di  Ce* 
fare,  prontiffvmamente  co  danari  propri]  :  esponendo  con  tanta  alacrità  in  cò- 
fannie  de* faldati  le  noflre  perfone  il  dì,  &  la  notte  a  tutte  le  guardie ^  a  tutte 
le f attioni  militari,  a  tutti  i  pericoli  ;  quando  il  dì,  eh  e  fi  combattè  alla  Bicoc- 
ca il  popolo  di  Milano  con  tanta  ferocità  difefe  il  ponte,  per  il  quale  paffofolo 
(perauano  i  Francefi  potere  penetrare  negli  alloggiamenti  dell'efferato  Ce  fa- 
reo.  lAllbora  da  Troverò  Colonna,  dal  Mar  che fc  di  Tefcara,  &  da  gli  al- 
tri Capitani  ;  in  fino  da  Ce  far  e  mede  fimo  era  magnificata  la  noftrafede,  effal- 
tata  infino  al  cielo  la  noflra  coflan^a.  Delle  quai  co  fé  chi  è  migliore ,  &  più 
certo  tefiimonio  che  uoi  ;  che  preferite  nella  guerra  dell'  ^Armir  aglio  uedefle, 
lodafle,  an%i  fpeffo  ui  marauigliafle  di  tanta  fedeltà,  di  tanta  ardente  difpofi- 
tione  ?  Ma  ceffi  in  tutto  la  memoria  di  quefle  co  fé,  non  fi  competi  fino  i  deme- 
riti co'benemeriti  ;  confiderinfi  l'attioniprejenti  ;  non  ricufiamo  pena  alcuna, 
fé  nel  popolo  di  Milano  apparifee  uefligio  di  malanimo  contra  Ce  fare . 
lAmaua  certamente  il  popolo  di  Milano  grandemente  Francefco  Sforma, 
come  Trincipe  slato  dato  da  Ce  far  e  ;  come  quello, del  quale  il  padre,  l'auolo, 
il  fratello  erano  siati  noflri  Signori  ;  &  per  l'effettatione,che  s'haueua  della 
fua  uirtu.  Ter  quefle  cagioni  ci  fu  molefliffvmo  lofpoglio  fuo ,  fatto  fubita- s 
mente  fen^a  conofeere  la  caufa ,  non  effendo  noi  certificati ,  che  hauejje  mac- 
chinato contra  Ce  fare  ;  an^i  affermandofi  per  lui ,  &  per  molti  altri,  ejfere 
fiato  più  preflo  cupidità  di  chi  allhoragouernaua  l'efferato ,  che  commeffio- 
ne  Cefarea  :  &  nondimeno  la  Città  tutta  giurò  in  nome  di  C  efare,  fottoponé- 
dofi  all'ubbidienza  de  Capitani.  Quefla  è  Hata  la  deliberatione  della  Città 
di  Milano  :  quefio  il  confentimento  publico  :  quefto  il  con  figlio ,  &ffetial- 
mente  della  nobiltà;  la  quak  che  ragione,  chegiuflitia,  che  effempio  confente 
che  h abbia  ad  effere  per  delitti  particolari  con  tanta  atrocità  lacerata  ?  Ma 
non  apparì  ancora  ne' dì  medefimi  de' tumulti  la  fede  noflra  ?  perche  nella  fol- 
leuatione  della  moltitudinc;chi  altri  che  noi  fi  interpofe  con  l'autorità ,  &  co 
prìeghi  a  farli  deporre  l'arme  ?  chi  altri  che  noi  l'ultimo  dì  del  tumulto  pt  r- 
fuafe  a' capi,  &  agiouanifeditiofi,  che  fi  parti ffero  della  Città  ?  alla  moltitu- 
dine, chefifottometteffe  all'ubbidienza  de  Capitani  ?  Ma  &■  la  commemo- 
ra tione  dell'opere  nojlre,&  lagiuflificatione  delle  calunnie  appofleci  farebbe 
forfè  neceffaria ,  o  conueniente  ;  fé  ifupplitij ,  che  noi  patiamo ,  fuffero  cor- 
rifondenti  a  delitti  ;  de quali  fiamo  accufati,  o  almeno  fé  non  gli  trapaffaffero 
ali  molto. Ma  che  differenza  è  dall'una  co  fa, all' altra  ?  perche  noi  habbiamo 
ardire  di  dire,giuflij]ìmo  Trincipe ,  che  fé  i  peccati  di  ciafeuno  di  noi  fuffero 
fin  grani,  che  fuffero  mai  slati  i  peccati ,  <&  le  federatele  commeffe  da  al- 
cuna Città  uerfo  il  fuo  Trincipe  ;  che  le  pene ,  aiv^i  le  acerbità  de  fupplitu' , 
che  noi  immerit amente  f opponiamo ,  farebbono  maggiori  fen^a  propor tione 
ài  quello ,  che  haueffmio  meritato .  Habbiamo  ardire  di  dire ,  che  tutte  le 


L  E  C  I  M  0  $  ÉfT  t  no  ìr  I 

miferie,  tutte  le  crudeltà,  tutte  le  immunità  (  tacciamo  per  honorenoflrù 
della  libìdine  )  che  bahbia  mai  alia  memoria  de  gli  huomini  /apportato  al-* 
cuna  Città,  alcuno  popolo,  alcuna  congregatane  d 'b abitatori ,  raccolte  in- 
fieme  tutte ,  fiano  una  picchia  parte  di  quelle ,  che  ogni  dì  ,  ogni  bora ,  ogni 
punto  di  tempo  [opponiamo  noi  :  jpogliati  in  un  momento  di  tutta  la  robba 
noflra,  correttigli  huomini  liberi  con  tormenti,  con  carceri  priuate,  con  ca- 
tene meffe  a  corpi  di  molti  de' noflri  da'foldati  a  prouederli  del  uitto  contiua- 
mente,  a  ufo  non  militare,  ma  da  Principi  ,*  -a  prouederli  di  tutte  quelle  co  fé, 
che  caggiono  nella  cupidità  loro  :  a  pagare  ogni  dì  a  loro  nuoui  danari;  gli 
quali  ejfendo  impoffibili  a  pagare,  gli  coflringono  con  minacele, con  ingiurie, 
con  battiture,  conferite  ;  in  modo ,  che  non  è  alcuno  di  noi ,  che  non  riceuejje 
per  fomma  gratia,  per  fomma  felicità,  nudo ,  a  piede  ,lafcìate  in  preda  tutte 
lefuflan^e,  poter  fi,  faluo  della  per  fona,  fuggir  e  di  Milano,  con  condizione  di 
perdere  in  perpetuo  &  la  patria ,  &  i  beni.  Defolò  a  tempo  de'  Troaui  no- 
flri Federigo  Barbar  offa  quefla  Città,  crudelijfimo  contragli  b  abitatori, co-  Federigo  Bar* 
tra  gli  edifici]  ,  contra  le  mura  ;  &  nondimeno  non  furono  le  me  ferie  di  quei  taroffa  defo* 
tempi  da  comparare  alle  noflre  ;  nonfolo  per  tollerar  fi  più  facilmente  la  cru-  "*"*• 
deità  del  nimico ,  come  più giufla,  che  la  crudeltà  ingiufla  dell' amico  ;ma 
etiandio  perche  un  dì,  due  dì,  tre  dìfatiarono  l'ira,&  l'acerbità  deluincito- 
re,  finirono  ifupplitij  de  uinti  ,*  noi  già  perfeueriamo  più  d'un  mefeinquefle 
acerbiffime  mi  ferie,  accrefeono  ogni  bora  i  noflri  tormenti  ;  &fmili  a' dan- 
nati nell'altra  uit  a  apportiamo  ferina  (peran^a  di  fine  quello,  che  prima  bae- 
remmo creduto  ejfere  impoffibile,  che  la  condizione  h umana  tollera/fe.  Spe- 
riamo pure  chela  magnanimità  tua ,  la  tua  clemenza  habbia  a /'occorrere  a 
tanti  mali:  che  habbia  a  prouedere ,  che  una  Città  diuenuta  legitimamente 
tua ,  commejfa  alla  tua  fede ,  nonfia  con  tanta  immanità  totalmente  diflrut- 
ta  :  che  comperando  con  quefla  pietà  gli  animi  noflri ,  meritando  perpetua 
memoria  di  Tadre,  &  rifufeitatore  di  una  Città  fi  memorabile  per  tutto  il 
mondo ,  fonder  ai  più  in  un  dì  il  principato  tuo  con  la  beneuolen^a ,  &  con 
la  diuotione  defudditi ,  che  non  fanno  gli  altri  Trincipi  nuoui  in  molti  anni 
<on  l'arme ,  &  con  lefor^e .  La  fomma  dell' or  atione  noflra  è ,  che  fé  per 
qualunque  cagione  la  uolontà  tua  è  aliena  da  liberarci  da  tanta  crudel- 
tà >  fé  qualche  impedimento  ti  interrompe  ,  che  noi  ti  fupplichiamó  con 
tutti  gli  giriti ,  che  uoi  frignate  addoffo  a  tutto  queflo  popolo  ,  a  tutti 
noi ,  a  ogni  mio  ,  a  ogni  fejfo  ,  a  ogni  età  il  furore,  l'arme,  il  ferro  , 
&  l'artiglierie  dell'efferato  :  perche  a  noi  farà  incredibile  feilcità  e/fere  * 
impetuofamente  morti  più  preflo,  che  continuare  nelle  miferie,  <&  ne'fupplitij 
prefenti  :  ne  farà  meno  celebrata  la  pietà  tua  ,fem  altro  modo  non  puoifoc- 
torrerci,  che  infamata  la  loro  immanità  ,nea  noi  meno  lieto  il  terminare  in 
queflo  modo  la  noflra  infelicijjima  ulta;  ne  meno  allegra  a  quelli  che  ci  amami 

C    ij 


1*  L  I  B  K.Ot 

la  noflra  morte, che  foglia  effere  a  padri, <&  apparenti  la  natìuità  de  figliuoli, 
Rifpofta  di    <&>  degli  altri  congiunti  cari .      Seguitarono  quefle  parole  miserabili  le  la-* 
Borbone  a      nientationi,  &  i  pianti  di  tutti  gli  altri .  a  quali  il  Duca  rìfiofe  congrandif- 
MUancU.       ^ma  manfuetufane ,  dimoftrando  hauerefommo  dijpiacere  delle  loro  infeli- 
cità ;  ne  minore  defiderio  difolleuare,  &  benificare  quella  Citta  ,  &  tutto  il 
Ducato  di  Milano  ;  feufando  che  quello ,  chefifaceua  nonfolo  era  contra  la 
uolontd  di  Ce  far  e,  ma  ancora  contra  la  intensione  di  tutti  i  Capitani;  &  che 
la  neceffità  per  non  hauere  hauuto  modo  a  pagare  ifoldati,  gli  haueua  indot- 
ti piupreflo  a  confentire  queflo  ,  che  ad  abbandonare  Milano  ,  o  mettere  in 
pericolo  lafalute  dell *  efferato,  &  tutto  lo  Stato ,che  haueua  Cefare  in  Italia 
in  preda  de'nimici  j  hauere  portato  /èco  qualche  prouiftone  di  danari  ;  ma  no 
tanta,  che  baflaffe,  per  effere  ifoldati  creditori  di  molte  paghe  :  nondimeno, 
che  fé  la  città  di  Milano  gli  prouedeffe  di  trentamila  ducati  per  la  paga  d'un 
tnefe,  che  condurrebbe  l'esercito  ad  alloggiare  fuori  di  Milano  ;  affermando 
che  fé  benefapeua,  che  altre  uoltefuffero  siati  ingannati  dafimilipromeffe, 
Giuramento  fotrebbono  ttarne ficuriffimi  alla  parola ,  &  alla  fede  fua  :  &  aggiugnendo 
di  Borbone  a  pregare  lDDio,chefe  mancaffe  loro,  glifuffe  leuato  il  capo  dal  primo  colpo 
Milanefi.        d'artiglieria  de'nimici.    La  quale  fomma ,  benché  alla  Città  tanto  effaufla 
fuffe  grandiffima ,  nondimeno  trapaffando  tutte  l'altre  calamità  la  mifèria 
*  f ^ !  j^^f  dell'alloggiare  ifoldati ,  accettata  la  conditione  propofla ,  cominciarono  con 
grandifTima  *  ^ha  più  prefle^a  potettono  a  prouederla.  Ma  benché  una  parte  de  faldati 
calamità.      riceuuti  i  danari  fecondo  chef  pagauano  fuffe  mandata  ad  alloggiare  ne'Bor 
ghi  diporta  Bimana,  &  di  porta  Tofa,  per  guardare  i  ripari,  &  attendere 
a  fortificarli ,  come  anche  fi  lauoraua  alla  trincea  di  uerfo  il  Giardino ,  nel 
luogo ,  nel  quale  fu  fatta  da  Troverò  Colonna  :  nondimeno  riteneuano  non 
meno  che  quelli,  che  erano  reflati  dentro,  i  mede  fimi  alloggiamenti, &  con- 
tinuauano  nelle  medefime  acerbità  ;  onon  tenendo  conto  Borbone  della  fua 
promeffa  ;  o  non  potendo,  come  fi  crede ,  refi  fiere  alla  uolontd ,  &  alla  info- 
len^a  dt  faldati  ;  fomentati  anche  da  alcuni  Capitani ,  che  uolontieri  o  per 
ambinone ,  o  per  odio ,  difficultauano  ifuoi  configli.    Dalla  quale  fperan^a 
Mìlancfi  per  priuato  ilpopolo  di  Milano,  non  hauendo  più  ne  douefi) erare,  ne  doue  ricor- 
difperaTione   rere .  ca^e  jn  tanta  difyeratione ',  che  è  cofa  certiffima,  che  alcuni,  perfinire 
loro  fteffi.      *ante  aeerbità ,  &  tanti  fupplitij  morendo ,  poi  che  uiuendo  non  poteuano,  fi 
gittarono  da' luoghi  alti  nelle  slrade  ;  alcuni  mifer 'abilmente fi fofpefono  da  fé 
sleffi  ;  non  baflando  però  queflo  a  mitigare  la  rapacità ,  <&*  la  fiera  immanità 
de  faldati.  Erano  in  queflo  tempo  mifer  abili  le  conditioni  del  paeft  lacerato 
con  grandi ffima  impietà  da  foldati  de' Collegati  ;  i  quali  affettati  prima  con 
grandifiima  letitia  dagli  habitat  ori ,  haueuano  per  le  rapine ,  &  e  fior  foni 
loro  conuertivo  la  beneuolenT^a  infommo  odio  ;  corruttela  generale  della  mi- 
liti a  del  noftro  tempo  ,•  la  quale  prefo  effempio  dagli  Spagnuoli ,  lacera ,  & 

diflrugge 


D  E  C  I  M  OS  ET  TIMO  ?? 

diflrugge  non  meno  gli  amici  ,  che  i  nimici  :  perche  fé  bene  per  moki  fecoli  t  Spagnuolf 
fuffè  slata  grande  in  Italia  la  licenza  de  faldati,  nondimeno  l'haueuano  infi-     \:r  u§3ono 
nit amente  augumentata  i  fanti  Spagnuoli  ;  ma  per  caufa  ,  fé  non  gìufla ,  al-  conig  x  njmf . 
meno  necejfaria  ;  perche  in  tutte  le  guerra  d'Italia  erano  siati  maliffvmo  pa-  ci. 
gat u    Ma  come  da  gli  ejfempi  benché  h abbiano  principio  fcufabile  ,  fi  pro- 
cede fempre  di  male  in  peggio ,  ifoldati  Italiani  benché  non  hauejfero  la  me-  +  Italiani 
defima  neceffitd,  perche  erano  pagati,  feguitando  l'effempio  degli  Spagnuoli  P.r  *j   c„   m 
cominciarono  a  non  cedere  in  parte  alcuna  alle  loro  enormità  :  onde  congrà-  onUoli  disho- 
de  ignominia  della  militia  delfecolo  preftnte  ,  non  fanno  ifoldati  più  alcuna,  nettamente  fi 
diftintione  da  nimici  agli  amici  ;  onde  non  meno  defolano  i  popoli  ,  &  i  paefi  portano  doue 
quelli^  eh  e  fono  pagati  per  difenderli  ;  che  quelli ,  che  fono  pagati  per  ojfen-  jL?^ian°\  ' 
derlu    Ondauanfi  in  queflo  tempo  confumando  tanto  le  uettouaglie  del  Ca-  rotca. 
fiello ,  che  già  gli  ajfediati  s'appropinquauano  alla  neceffità  della  deditione  ; 
la  quale  defiderando  d'allungare  quanto  poteuano ,  perche  erano  da  alcuni 
Capi  dell' efferato  de  Collegati  nodriti  con  fferan^a  di  foccorjo  ila  notte  uè-  +  Glia/Tedia 
nendo  il  decimofettimo  dì  di  Luglio  mejfono  fuori  per  la  porta  del  Caflello  di  ci  nel  9a^eI1° 
uerfo  le  trincee  ,  che  loferrauano  di  fuori  ,  più  di  trecento  tra  fanti ,  donne  ,  aWrifcono i 
fanciulli ,  &  bocche  difutili  :  allo  slrepito  delle  quali  ,  benché  dalla  guardia  di  gran  nume 
de  nimici  fuffe  dato  allarme ,  nondimeno  non  emendo  fatta  loro  altra  oppofi-  ro  di  bocche 
tiene ,  &  ejfendo  le  trincee  fi  sìrette ,  che  con  l'aiuto  delle  picche  fi  poteuano  difutili. 
paffire,  le  pacarono  tutte  falue*   Erano  due  trincee  lontane  due  tiri  di  mano 
dal  Caflello,  &  tra  ly una,  &  l'altra  un  riparo  d'alte^ja  di  circa  quattro 
braccia  :  il  quale  riparo  cofi  come  fiiceua  guardia  contro,  il  Caflello ,  dauafi- 
curtà  a  chi  dal  canto  di  fuori  hauejfe  asfaltato  le  trincee*    Ondarono  quefle 
genti  a  M  augnano,  doue  era  l'efferato  ;  &  fatto  fede  dell' eflremitd  grande, 
in  che  fi  trouauano  gli  affediati,  &  della  debolezza  delle  trincee,  poi  che  in- 
fimo alle  donne ,  &  fanciulli  l'haueuano  paffate  ;  coflrinfero  i  Capitani  a  ri- 
tornare per  fare  prona  di  [occorrerlo ,  conficntendo  il  Duca  d'Vrhino  per  non  ^  *■ Duca  dì 
riccuere  infiefiolo  queflo  carico  dificufiatione,  non  tanto  facile  quanto  prima  :  fente  a  |.  a£ 
perche  effendo  nelì'effercito  più  di  cinquemila  Sui'^eri  non  militaua  più  la  tri  Capitani 
caufa  principale, che  haueua  allegata  d'ejfere  pertcolofio  l*  accoflarfi  fen'^a  al-  di  ritornare  a 
tri  fanti,  che  Italiani  a  Milano*    Ter  ciò  fu  determinato  nel  confìglio  unita-  M"an0* 
mente  -,  che  l'efferato  non  più  da  altra  parte ,  ma  dirittamente  s'accoftaffe  al 
Caflello  ,  &  che  prefio  le  Chiefie  di  San  Gregorio ,  &  di  Sant'angelo  ideine 
a'foffi,  alloggiaffe  fitto  Milano  »  Con  la  quale  deliberatione  partiti  da  Ma- 
rignano  fi  conduffero in  quattro  di,  per  camino  difficile  a  caminare  perla 
fartela  delle  f offe,  &  degli  argini ,  il  uige fimo  fecondo  dì  di  Luglio,  tra  la. 
Badia  di  Cafaretto ,  &  il  fiume  dell'ombro ,  in  luogo  detto  uolgarmente 
l'Ombra:  nel  qual  luogo  il  Duca  uarìando  quello ,  che  prima  era  l'Iato  de- 
liberatomei '■  configlio  i  uolle ,  che  fi  face  jjè  l'alloggiamento  3  ponendo  la  fronte 

cai 


dell' efferato  alla  Badia  di  Cafaretto  3  uicina  meno  di  due  miglia  a  Milano , 
col  fiume  dell'ombro  alle  fpalle;  &  diftcndendofi  da  mano  deflra  infino  al 
1s[auilio  y  dalla  fmiftra  infino  al  Tonte  :  in  modo  che  fi  poteua  dire  alloggiato 
tra  Torta  T^en^a,  &  Torta  Tofa  ;  perche  teneua  poco  di  Torta  7\Uoua  :  & 
per  quefti  rijftetti  >  &  per  la  natura  del  paefe  alloggiamento  molto  forte* 
lAllegaua  il  Duca  d'hauerefatto  mutatione  da  quefio  alloggiamento  a  quello 
de'  Monafterij ,  per  la  uicinità  del  Caflello ,  per  non  efiere  tanto  fiotto  le  mu- 
ranche  fuffe  neceffitato  a  metter fi  in  pericolo 3  &  priuato  della  f acuità  di  uol- 
tarfi  douegli  par  efife  :  &  perche  il  minacciarli  da  più  partigli  neceffitaua  a 
fare  in  più  luoghi  guardie  grandi  y-  onde  rifletto  al  picciolo  numero  delle  gen- 

^  Monda  fi  ti  y  che  haueuano  3  s'augumentauano  le  loro  difficultà .    Condotto  in  quefio 

prende  alloggiamento  l'esercito ,  del  quale  una  picciola  parte  mandata  il  dì  medefi- 
mo  alla  Terra  di  Monda  l'ottenne  per  accordo 3  &  il  dìfeguente  efftugnò  con 
l'artiglierie  la  fortezza 3  nella  quale  erano  cento  fanti  Isiapoletani  :  fi  ri- 
firinfono  i  configli  di  quello  fuffe  da  fare  per  mettere  uettouaglie  nel  Caflello 
di  Milano  3  ridotto  come  fi  intendeua  in  eftrt  ma  neceffitd  3  con  intentione  di 
farne  ufeire  Francefco  Sforma  :  &  benché  molti  de' Capitanilo  perche  nera- 
mente cofi  fentiffero  3  per  dimoflrarfi  animofi ,  &  feroci  in  quelle  cofe  3  che  fi 

:  -  haueuano  a  determinare  con  più  pericolo  dell' honore  3  &  della  Himationc 

•    d'altri  che  fina  3configliaffero  che  s 'affali afferò  le  trincee  :  nondimeno  il  Ducei 

d'orbino  y  il  quale  giudicaua  fuffe  cofa  pericolofifftma  3  non  contradicendo 

apertamente  ,•  ma  proponendo  difficultà,  &  mettendo  tempo  in  me%o3  impe- 

diuail  farne  conclufione .  onde  effendo rimeffala deliberatane  aldi  proffx- 

f  I  Capitani  mo  yj  Capitani  Suiigeri  dimandarono  d' effer e  introdotti  nel  configlio  3  nel 
''  jCn    ir  quale  ordinariamente  non  interueniuano.  Le  parole  fece  per  loro  il  Cafiel- 

mandanod»    j         ,.-  7     ,  ,  .         ,  r.  J        r.  .    ,     ,. 

entrare  nel      *ano  "z  Mus  3  che  hauendone  condotto  La  maggior  parte  3  nteneua  titolo  di 

configli©.  Capitano  Generale  tra  loro  :  il  quale  hauendo  efpofto  y  che  i  Capitani  Sui-%- 
y^rifi  marauigliauano 3  che  effendofi  cominciata  quefla guerra  per  foccorre- 
re  il  Caflello  di  Milano 3  &  trouandofi  le  cofe  in  tanta  neceffità3fisleffe3  do- 
ve era  bi fogno  d'animo  3  &  d'effecutione  3  a  con  fumar  e  il  tempo  uanamente 
in  diffutare  fé  era  da /accorrere  3onò:  non  potere  credere  non  fi  facete  deli- 
beratane opportuna  alla  fallite  commune  3  e^  all' honore  di  tanti  Capitani  y 
&  di  tanto  efferato  ;  nel  quale  cafo  effifare  intendere 3  che  riceuerebbono  per 
grandijfima  uergogna3  &  ingiuria  fé  nell'accoflarfi  al  Caflello  non  fuffe  dato 
loro  quel  luogo  della  fatica  3  &  del  pericolo  3che  meritaua  la  fede  3  &  l' ho- 
nore della  natione  degli  Heluettj  :  ne  uolere  mancare  di  ricordare  3  che  nel 
pigliare  quefla  deli ber atione  non  haue fiero  tanto  memoria  di  quelli  3  che  ha- 
ueuano perduto  con  igncminiale  imprefe  cominciate,  chef  dimentica  fiero  la 
gloria  3  &  la  fortuna  di  coloro  3  che  haueuano  uinto.  !>{ellc  quali  confulte 
mentre  che  il  tempo  fi  confumaua  3  cono  fendo  fi  chiaramente  per  tutti  la  in- 
Untiont  delDma  aliena  dal potere /occorre  reyfoprauemiono  nuoue  3  benché 


DECIMOSETTIMO  '«pi  ■ 

non  ancora  in  tutto  certe ;  che  il  Cafiello  era  accordatolo  in  procinto  d'accor-  Parole  del 
dar  fi  :  al  quale  auifo  il  Duca  preftandofede  ,  di  ffe ,  prefente  tutto  il  configlio-,       ?a    ^Jr1 
quefla  co  fa,  fé  bene  pernitiofà  per  il  Duca  di  Milano  ,  effere  defider abile  ,  &  uere  jnCef0  i» 
utile  per  la  Lega  :  perche  ella  liberaua  dal  pericolo,  che  la  cupidità  ,ola  ne-  accordo  del 
teffità  di  fo  e  correr  e  il  Cafiello  non  induce ffe  quello  efferato  a  far  e  qualche  Cartello  di 
precipitatone  ;  effendo  slata  imprudenza  grande  di  quelli ,  che  s'erano  mai     l  ano* 
perfuafi,  chef  potè ff t  foc  correr  e  :  &  che  bora  effendo  liberati  da  queflo  pe- 
ricolo,  s'haueua  di  nuouo  a  confultare ,  <&  ordinare  la  guerra  nel  mede  fimo 
mo  do, eh  e  fé  f uff  e  il  primo  dì  del  principio  d'effa.  Hebbefi  poco  poi  la  certex 
•za  dell'accordo  ;  perche  il  Duca  di  Milano  effendo  ridotto  il  C  afte  Ilo  in  tanta 
tfiremìtà  di  uiuere,che  apena  poteuafoflenerfi  un  giorno  ;  &  diff  erato  total- 
mente delfoccorfo  ;  poiché  dall'efferato  della  lega  arriuato  due  dì  innanzi  in 
alloggiamento  fluitino  nò  uedeua  far  fi  mouimento  alcuno,  continuate  le  pr a-  •  "    ■  ••  •■    1 
tiebe,  che  già  più  dì,  per  trouarfi  preparato  a  queflo  cafo ,  haueua  tenute  col 
Duca  di  Borbone,  il  quale  ritirato  che  fu  l'efferato  haueua  mandato  inCafiel         .   ,      -; 
lo  a  uifitarlo,  conchiufe  l'accordo  il  xxiiij  dì  di  Luglio.  ls[el  quale  fi  cotenne.  D        .. M.  ? 
che  ferirà  pregiuditio  delle  fue  ragioni  de  ffe  il. Cafiello  di  Milano  a  Capitani*  iano  ^à  n  £a 
che  lo  riceueuano  in  nome  di  Ce  far  e  ;  hauuta  f acuità  da  loro  d'ufeirne  faluo  ftello  a  i  Cefa 
inficine  co  tutti  quelli,che  erano  nel  Cafiello:  &  glifuffe  lecito  fermar  fi  a  Co-  riani« 
mo,  deputandogli  per  fua  fianca  colfuogouemo,  &  entrate  ;  infino  a  tanto, 
che  s' intende  ffe  fopr  a  le  co  fé  fue  la  deliberatione  di  Ce  far  e  ;  aggiugnendogli 
tante  altre  entrate, che  a  ragione  d'anno  afeendeffero  in  tutto  a  trentamila  dw 
cati.  Deffmgli  faluocondotto  per  potere  per  finalmente  andare  a  Ce  far  e  :  & 
sobligarono  pagare  ifoldati,  che  erano  nel  Cafiello  di  quel  che  fi  doueua  loro 
per  gli  slipendtj  cor  fi  infino  a  quel  dì ,  che  fi  diceuano  afeendere  a  uentimila 
ducati.  Deffmfi  in  mano  del  Trotonotario  Caracciolo,  Gianàgelo  Baccio, et  il 
Tolitiano  ;  perche  li  pottffe  e  ff  aminar  e, hauuta  la  fede  da  lui  di  rilafciarli  poi 
et  farli  còdurre  in  luogo  ficuro.  Liberaffe  il  Duca  di  Milano  il  Vefcouo  d'*A- 
leffandria,ch'era  prigione  nel  Cafiello  di  Cremona  ;  &  a  Sforzino  fu  ffe  dato 
Caflelnuouo  di  Tortonefe.'ì^òfi  parlò  in  quefla  còuentione  co  fa  alcuna  del  Ca 
ftello  di  Cremona-ai  quale  il  Duca  nò  potido  più  refiflere  alla  fame, haueua  co 
meffo  a  Iacopo  Filippo  Sacco  mandato  da  lui  al  Duca  di  Borboniche  no  potè 
do  ottenerci' accordo  altrimenti, lo  promette  ffe  loro  ;  ma  egli  accorgédofi  per 
le  parole,  &  modi  del  loro  maneggio  del  defiderio gràde  che  haueuano  del  co 
ucnire,moftràdo  il  Duca  nò  effere  mai  per  cedere  queflo,  ottenne  nò  fé  ne  par 
laffe  ;  perche  i  Capitani  Impiali,ancora  che  per  molte  còietture  còprédeffero 
nò  effere  nel  Cafiello  molte  uettouaglie,&che  la  neceffità  preflo  era  per  farli 
ottener  l' intento  fuo;nòdimeno  defiderofi  d'afficurarfene  haueuano  deliberato 
di  accettarlo  co  ogni  códitione ,  nò  effendo  certi  che  l'efferato  della  Lega  apr- 
fropinquatofi  nò  tHaffe  difoccorrerlopel  qual  cafo  nò  còfidàdo  delpoterfi  hi 

C     iiij 


40  L  I  B  ^0 

difendere  le  trincee,  erano  risoluti  ài  ufcire  in  fu  la  campagna  a  combattere  : 
il  quale  euento  dubbio  della  fori  ma  fuggirono  uolontìeri ,  con  accettare  dal 
Duca  quello,  che  poteffero  battere.  Il  quale  ufcito  il  dì  feguente  del  Caflello, 
&  accompagnato  da  molti  di  loro  infino  alle  sbarre  dell'efferato  ;  poi  che  ui 
fu  dimorato  un  dì  s' indir  ii^ò  al  camino  di  Como  :  ma  allegando  gli  Impe- 
riali})auergli  la  stanila  ficura  in  Como ,  ma  non  già  di  leuarne  le  genti ,  che 
ui  haueuano  a  guardia  ;  non  uokndo  più  fidar  fi  di  loro,  fé  bene  prima  haueffe 
deliberato  non  fare  cofa ,  che  potejfe  irritare  più  l'animo  di  Ce  fare,  fé  n'andò 
a  Lodi  :  la  quale  Città  fu  da  i  Confederati  liberamente  rimeffa  in  fuamano  : 
negli  ejfendo  slato  de' capitoli  fatti  offeruato  cofa  alcuna,  eccetto  che  l' batte- 
re lafciato  partire  luifaluo  con  tutti  ifuot ,  &  con  le  robbe  loro ,  ratificò  per 
inflrumento  publico  la  Lega  fatta  dal  ^Pontefice,  et  daVinitiani  in  nomefuo, 
Fapà  propo-  m a  in  quefto  tempo  medefimo  il  "Pontefice ,  benché  per  i  mouimenti  de'Co- 
re ,  che  fi  n-  [onntfi  haueffe  publicato  il  monitorio  coutra  il  Cardinale ,  &  contragli  altri 
mouario      -  ^^  famiglia,  della  Colonna,  nondimeno  uedendo  molto  diminuita  la  fheran- 

jeie  conerà  >  J        o  .    ■*  rr     i     i  ini  11 

Sane/i.  %a  di  mutare  ilgouerno  di  Siena ,  &  efiendogli  mole  fio  hauere  trauagli  nel 

territorio  di  PKoma ,  preftò  cupidamente  orecchie  a  Don  Vgo  di  Moncada ,  il 
quale  non  con  animo  di  conuenire ,  ma  per  renderlo  più  negligente  alle  pro- 
uifioni,  proponeua  che  fiotto  certe  conditioni  fi  rimoueffero  l'offe  fé  contra  Sa- 
nefi  j  &  tra  Colonne  fi, &  lui  :  a  trattare  le  quali  cofe  ejfendo  uenuto  in  J\oma 
Veffafiano  Colonna,  huomo  confidente  al  Pontefice  -,fu  cagione ,  che  egli,  il 
quale  perduta  in  tutto  lafperan^a  di  felice  fucceffo  intorno  a  Siena ,  trattaua 
di  fare  leuare  dalle  mura  l'efferato  :  differì  l'effe e utione  di  queflo  configlio 
falutifero,  affettando  per  minore  ignominia  di  farlo  partire  fub  ito ,  che  fuffe 
conchiufo  queflo  accordo ,-  e^  nondimeno  moltiplicando  continuamente  i  di- 
fordini ,  &  le  confufioni  di  (\uello  efferato  ,fu  deliberato  in  Virente  di  farlo 
ritirare,    accade  che  il  dì  precedente  a  quello ,  che  era  defìinato  a  partir  fi, 

L'efferato  fi  effondo  ufciti  della  Città  quattrocento  fanti ,  &  inuiatofi  uerfo  l'artiglieria  , 
uà  d  intoi--  a^  quale  era  a  guardia  Iacopo  Cor  fio,  eglifubito  con  lufua  compagnia  uoltò 


kua  d'intor- 
no a  S 

rotto. 


le  ff  alle  :  &  Ituato  il  romore,  <&  cominciata  la  fuga ,  tutto  il  reflo  dell' effer- 
ato, nel  quale  non  era  ne  ubbidienza,  ne  ordine,  non  h  attendo  chi  gli  fegtd- 
taffe ,  ne  c&gli  aff alt  affé  ,fimeffe  da  fé  medefimo  in  fuga  sfacendo  agora  i 
Capitani,  i  Commiffari  ;  ifoldati  a  cauallo,  &  i  fanti,  ciafeuno  di  leuarfi  più 
preflo  dal  pericolo  ;  Inficiate  a'nimici  la  uettouaglie ,  i  carriaggi ,  &  l'arti- 
glierie :  delle  quali  dieci  pe^i  tragroffi ,  &  piccioli  de' Fiorentini ,  &  fette 
de  Perugini  furono  condotti  con  gradi ffma  effultatione,  &  quafi  trionfando 
in  Siena  ;  rinuouandofi  con  clamori  grandi  di  quel  popolo  la  ignominia  delle 
Artiglierie  ;  le  quali  grandi j] Imo  tempo  innayi%i  perdute  dà  Fiorentini  pur  e 
Alle  mura  di  Siena,  fi  conferuauano  ancora  in  fu  la  piazza  publica  di  quella 
Città,   B^iceuutefi  quefta  rotta,  il  dìfeguerde  a  quello fiel quale  jnpotefià  de 


DECIMO  SET  TIMO  41 

Capitani  Ce  farei  per  Henne  il  Caflello  di  Milano  :  <&  ne*  mede  fimi  dì  il  Pon- 
tefice  y  acetiche  alle  afflittioni  particolari  y  sy  aggiugneffero  le  calamità  della  Sol&nanntì 
Bgpublica  Christiana  y  hebbe  auifi  d'Vngheria  >  che  Solimanno  Ottomanno,  ?.°     Pj?, 
il  quale  s'era  mojfo  di  Coflantinopoli  con  potenti/fimo  esercito  per  andare  ad  gheria. 
asfaltare  quel  Bearne  ;  poi  che  haueua  paffato  il  fiume  del  Sauofen^a  contra- 
ilo -perche pochi  anni  innanzi  haueua  efpugnato  Belgrado y haueua  hora 
eff  ugnato  il  Caflello  di  Tietro  V aradino  >  &  paffato  il  fiume  della  Draua  : 
.  onde  non  gli  oflandone  monti,  ne  impedimenti  de' fiumi,  fi  conofceua  tutta 
l'angheria  effere  in  manifeflijfimo  pericolo .    Ma  in  Italia  l%  effere  peruenuto 
in  potefta  di  Ce  fare  il  Caflello  di  Milano y  pareua  che  hauejje  uariato  molto 
dello  sìato  della  guerra  ;  effendo  neceffario y  come  diceua  il  Duca  d'orbino, 
fare  nuoui  dìffegni  y  &  nuoue  deliberationi  y  come  s'harebbe  hauuto  a  fare , 
fé  al  principio  non  fujfe  sìato  in  mano  di  Francefco  Sforma  il  Caflello  :con  la 
quale  occafione ,  il  dì  medefimo y  che  fu  fatta  la  deditione y  dif correndo  al 
Luogotenente  del  "Pontefice  ,&al  'Proucditore  Vimtiano  lo  flato  delle  co- 
fé  yfoggiunfe  bi fognar  e  un  Capitano  Generale  di  tutta  la  Lega;  al  quale  fu f- 
fe  commeffo  ilgouerno  degli  efferati  :  ne  dimandare  queflo  più  per  fé  y  che  +  rt  r\      j* 
per  altri;  ma  hauere  bene  deliberato  di  non  prendere  più  fen^aque/ìa  auto-  Vrbino  afpì- 
ritd  penfiero  alcuno  y  fé  non  di  comandare  alle  genti  Vinitiane  ;  ricercando-  ra  al  Capita  - 
gli  lo  fignific afferò  a  I\oma y  &  a  Vincgia .  Dalla  quale  dimanda  y  fatta  in  j1^0,,?^3 
tempo  tanto  importuno  y  &  con grandiffvma  iracondia  del  Pontefice  y  per  ri-  ^lto  ^ejja  ££, 
mouerlo  y  fu  neceffario  y  che  il  Senato  Vinitiano  mandale  in  campo  Luigi  ga. 
Tifano  Gè ut Uh  uomo  di  grande  autorità  :  per  opera  del  quale  fi  moderò  più 
preflo  alquanto  y  che  fi  eflingueffe  queflo  ardore.  Ma  quanto  al  modo  del 
procedere  infuturo  nella  guerra  y  fi  deliberò  y  che  l'efferato  non  fi  rimoueffe 
di  quello  alloggiamento  y  infimo  a  tanto  ueniffero  i  SuiT^eri  ;  i  quali  fi  folda- 
uano  col  nome  y  &  per  mezo  del  I{e  di  Francia  :  alla  uenuta  de' quali  affer-   \ 
maua  il  Duca  effere  neceffario  fare  due  alloggiamenti  da  dje  bande  diuerfe 
intorno  a  Milano  ;  non  per  affaltare  yne  per  tentare  di  sformarlo  ;  ma  per 
farlo  cadere  per  mancamento  delle  uettouaglie  :  il  che  diceua  confidare  pote- 
re fuccedere  in  termine  di  tre  mefi  y  ribattendo  femprc  caldamente  l'oppenio- 
ne  di  quelli  y  che  configliauano  y  che  fatti  che  fuffero  quefli  alloggiamenti, 
fi  tentaffe  di  espugnare  quella  Città  :  allegando  y  che  effendo  la  Lega  poten- 
tiffvma  di  danari  y&  hauendone  gli  Imperiali  grandiffvma  difficultà  y  tutte 
le  ragioni  prometteuano  la  uittoria  dell' imprefa  :  neffuna  fare  timore  del 
contrario  y  fé  non  il  defiderio  di  accelerarla:  perche  col  tempo  y  &  conia 
patieni^a  confumando  fi  gli  auerfarij  ynonpoteua  mancare  y  che  le  co  fé  non 
fi  conduceffero  a  felice  fine  *    Et  effendogli  qualche  uolta  rijpoflo  y  il  difeorfo 
effe  re  ueriffvmo  ogni  uolta  y  chef  poteffe  ìlare  ficuro ,  che  di  Germania  non 
Wniffe  foccorfo.  di  nuoui  fanti  :  il  quale  quando  ueniffe  tale,  che  gli  Imperiali 


4*  II  J*Hp*-' 

potc fiero  ufórc  alla  campagna  >  non  fi  potere  negare  >  eh  e  le  co  fé  refiafferó 
totalmente  fottopofit  all'arbitrio  della  fortuna  :  replicaua  in  quel  cafo  pro- 
metter fi  la  uittoria  non  meno  certa  ;  perche  conofeendo  la  caldi  7^a  di  Bor- 
bone y  giudicau  a,  che  ogni  uolta ,  che  eglifi  riputa fife  pari  difor^e  all' effer- 
ato de  Confederati ,  fi  frignerebbe  tanto  innanzi ,  che  darebbe  a  loro  occa- 
fione  d'hauere  con  facilita  qualche  profiero  fucceffo  3  che  accelererebbe  la 
uittoria.    Ma  perch  e  per  le  dijficultd  3  che  sintendeuano  efiere  nella  con- 
dotta de'Sun^eri ,  fi  dubiiaua  ,  che  la  uenuta  loro  non  tardajfe  molti  dì  ;  & 
pero  e  fiere  molto  danno  fa  la  perdita  di  tanto  tempo  3  fu  deliberato  per  confiti. 
I  Confederati  gito  principalmente  del  Duca  d'Vrbino  >  &  infilando  anche  al  mede  fimo  il 
mandano  Ma  Duca  di  Milano ,  di  mandare  /libito  Malatefia  B agl'ione  con  trecento  huo- 
latefta  aire  .  m^  ^arme  ^  trecento  caualli  leggieri ,  &  cinquemila  fanti  alla  tfpugnatio- 
di  Cremona,  ne  di  Cremona ,  imprefa giudicata  facile ,  perche  uera  dentro  poco  più  dì 
cento  b uomini  d'arme ,  dugento  caualli  leggieri  3  mille  fanti  1 edt fichi  3  & 
trecento  Spagnuoli  ;  pochifjìmc  artiglierie ,  &  minore  copia  di  mMnitione; 
non  molta  uettouagha,  il  popolo  della  Città,  benché  inuilito ,  &  sbattuto, 
&  yùmico  ;  il  C  afelio  contrario  :  il  quale  benché  fuffe  sìato  fiparato  dalla. 
Citta  con  una  trincea  >  nondimeno  per  relatione  d'Annibale  Viccinardo  Ca- 
stellano fi  poteuafperare  di  torli  i  fianchi  3  &  pero  facilmente  d' espugnarla. , 
Ando  Malatefia  con  quefii  configli  a  Cremona  ;  per  la  partita  del  quale  e  fi 
fendo  diminuite  le  genti  dell'efferato 3  non  sìaua  il  Duca  d'orbino  con  leg-. 
, .    gierofofietto  3  che  le  genti  >  che  erano  in  Milano 3  non  affali  afferò  una  notte- 
gli  alloggiamenti  ;  tanto  erano  lontane  le  co  fé  dalla  fieran^a  della  uittoria  ; 
commetteuanfi  nondimeno  fpejjifj ime  fcaramuccie  per  ordine  di  Giouannide 
Scar amoccìc   Medici  :  nelle  quali  benché  appariffe  molto  lafua  ferocità  3&-la  jua  uirtu  ; 
fpefle  di  Gio-  <gr  il  ualore  de' fanti  Italiani 3  siati  ofeuri  infino  3  che  cominciarono  a  tffere 
uanni       jV".  retti  da  lui  :  nondimeno  nongiouauano ,  an^i  più  prefio  noceua.no  allafom- 
hao.  *»<*  della  guerra  3  per  le  frequenti  ucci/ioni  de  fanti  esercitati 3  &  di  mag- 

giore animo.  Ma  in  queflo  me^o  ijucceffi  auerfi  delle  cofe  h alienano  inde- 
bolito molto  dell'animo  del  Tontefice  3  non  bene  proueduto  di  danari  alla 
lunghezza  >  la  quale  già  appariva,  della  guerra;  ne  difiofio  aprouedeme, 
con  quelli  modi 3  che  ricercaua  la  importanza  delle  cofe ,  &  co' quali  erano 
foliti  a  prouederne  gli  altri  Vontefici  :  ma  lo  turbaua  ancora  molto  più  il 
non  fi  uedere  y  che  gli  effetti  del  F{e  di  Francia  corri(pondeffero  alle  obliga- 
tioni  della  Lega  ;  &  a  quello ,  che  ciaf  amo  s'era  promeffo  di  lui .  perche  ol- 
tra  l'ejfere  proceduto  molto  lentamente  al  pagamento  de' quarantamila  du- 
cati per  il  primo  me  fé  3&la  tardità  ufata  alle  prouifioni  neceffarie  per  la 
fpeditione  de'Sui^eri .  non  fi  uedeua  preparatane  alcuna  per  dare  princi~ 
pio  a  muouere  la  guerra  di  là  da  monti  ;  allegando  efiere  neceffario,  che  pri- 
ma fi faceffe  la  intimatìone  a  C  efare  3  fecondo  cbef^difionena  feri  capitoli 


25  1  C  I'M  O  S'  E  T  T  1  M  0  4* 

delia  confederatione  ;  perche  facendo  altrimente  il  F{e  d'Inghilterra,  il  quale 
haueua  lega  particolare  con  Cefareadifenfione  commune  ,per  auenturalo 
aiuterebbe  :  ma  fatta  la  intimatione  cefferebbe  queflo  rifletto  :&  che  però 
prontamentemoutrebbe  la  guerra  y  &fperaua y  che  il  Re  d'Inghiltterra  fa- 
rebbe il  medeftmo  :  il  quale  prometteuafubito y  che  fuffe  fatta  la  intimano* 
ne  yproteflareaCefare y  &  dipoi  entrare  nella  confederatione  fatta  a  Cu- 
gnach .  Vroccdeua  anche  il  Re  freddamente  a  preparare  l'armata  mariti- 
ma  :  <&  quello  che  manifeflaua  più  l'animo  jko  y  tardauano  molto  a  p affare  \\  rc  procede 
i  monti  le  cinquecento  lance  y  le  quali  era  obligato  a  mandare  in  -Italia ,  &  lentamente  a 
benché  s'aUegajfe procedere  quefla  tardità  o  dalla  negligenza  de'Francefi,  prcpararela 

0  dalla  impotenza  de' danari ,  &  dal  credito  perduto  negli  anni  proffimi  co' 
mercatanti  di  Lione  y  o  dall' effere  le  genti  d'arme  in  grandiffimo  difordine 
per  il  danno  riceuuto  nella  giornata  di  V  aula;  &  perche  dapoi  haueuano 
hauutoniuno  y  opochiffimi  danari;  in  modo  che  hauendofi  a  mettere  quaft 
del  tutto  in  ordine y  non  poteuano  (pedirfi  fen^a  lunghe^a  di  tempo.  1S(oh 
dimeno  chi  confìderaua  più  intrinfecamente  i  progreffi  delle  cofe y  comincia- 
uà  a  dubitare y  che  il  Re  haueffe  più  cara  la  lunghe  z^a  della  guerra y  che'Ja 
celerità  della  uittoria  ;  dubitando  y  come  è  picciola  la  fede  y  &  confidenza  y  j.  rpra>  prf 
che  è  tra' Trincipi,  che  gli  Italiani,  ricuperato  che  haueffero  il  Ducato  di  cìpiepocafc 
Milano  y  tenendo  picciolo  conto  de  gli  intereffifuoi,  o  non  face jfero  fen^a  lui  de/, 
concordia  con  Ce  far  e y  o  uer  amente  fuffero  negligenti  a  trauagliarlo  in  mo- 
do,  che  haueffe  a  reftituirgli  i  figliuoli.    *Accrefceua  lafofpenfwne  del  Ton- , 

tefice  ydoe  il  Re  d' Inghilterra  y  ricercato  d'entrare  nella  confederatione y  Inghii- 

della  quale  era  slato  confortatore  y  non  cor  rifondendo  alle  perfuafìoni  y  &  rjfp0nde  alle 
promeffe  y  che  baueua  fatte  prima  y  dimandaua  y  più  preflo  per  interporre  p  romefle  in- 
dilatione  y  che  per  altra  cagione }  che  i  Confederati  s'obligajfero  a  pagargli  torno  la  con- 

1  danari  douutigli  da  Ce  fare  y  &  che  lo  Stato  y  &  l'entrata  promeffagli  nel  tederaaonc» 
Regno  di  ~h{apoliyfi  trasferiffe  nel  Bucato  di  Milano.  Ternata  anche  il  ..„      „     . 
'Pontefice  y  che  i  Colonnefi yi  quali  con  uartj  moti  lo  teneuano  in  contìnuo  more  de'Co- 
foretto  y  con  lefor^e  del  Bearne  di  Tripoli  non  l'affalta jfero.    Vero  raccol-  lonnefi  eflbr- 
te  infieme  tutte  le  difficultd  y  &  tutti  i  pericoli  y  faceua  infiamma  co' Collega-  u  ^"(H6^ 
ti  y  che  oltra  ilfollecitare  ciafeuno  per  lafua  parte  le  prouifioni  terreflri  y  &  "^  t  ^o  J£ 
maritime  y  efprejfe  ne' capitoli  della  Lega  y  s'ajfaltajjè  communemente  il  Re-  Napoli, 
gno  di  ISJapoli  con  mille  caualli  leggieri ,  &  dodici  mila  fanti  y  &  con  qual- 
che numero  di  gente  d'arme;  giudicando  per  gli.  effetti  fucceduti  infino  a 

quel  di  y  che  le  cofe  non  potè fferofuc  cedere  profperamente  y  fé  Ce  far  e  non 
fuffe  moleflato  in  altro  luogo  y  che  nel  Ducato  di  Milano.     Ter  le  quali  Gìouambattl 
cagioni  mandò  al  Re  di  Francia  Giouambattifia  Sanga  Etmano  t  uno  *Ja  Sanga  ma 
de'fuoi  Segretarij  y  per  incitarlo  a  pigliare  la  guerra  con  maggiore  caldc^-  ^zXKq  di*" 
ya,  dimoiandogli  quanto  effbfi  trouaffe  effauflo3&  impotente  a  continuare  Francia* 


44  DECIMOSETTIMO 

nelle  jpefe  mtdefme ,  fé  non  erano  anche  foccorfo  da  lui  di  qualche  quantità 
di  danari .  Che  non  oflante ,  che  nella  confederatane  non  fuffe  slato  tratta- 
to d'ajfaltare  il  Bearne  di  Is^apoli ,  mentre  duraua  la  guerra  di  Lombardia  , 
Vinitiani  con  f  dijjwnejfe  a  fare  quefla  di  prefente  :  alla  quale,  benché  i  Vinitiani,  per  non 
e'aggrauare  di  tante  jpefe ,  hauejfero  da  principio  fatto  difficultd  ;  nondime- 


s 


cótraNapoU  n°uinti  dalla  fua  inftan^a  ,haueuano  confentito  di  concorrerui , etiandio 
ftn^a  il  B^e  ;  ma  con  tanto  minore  numero  di  gente ,  quanto  importaua  la  fua 
portione .    Che  il  Bg  per  quefla  cagione ,  oltra  le  cinquecento  lance ,  alle 
ProuiTionì  di  quali  haueua  disegnato  per  capo  il  Marchefe  di  Saluto  ,  moffo  più,  fecon- 
gcnti  fatte  dal.  do  diccua  ,  dalla  buona  fortuna  ,  die  dalla  uirtà  dell' huomo  ;  mandajfeal- 
tre  trecento  lance  in  Lombardia ,  per  poterne  trasferire  una  parte  del  Bea- 
rne di  1<(apolì .    Che  fi  follecitaffe  la  uenuta  dell'armata  di  mare  ,  o  per  slri- 
gnere  con  effa  Cenoua ,  o  per  uoltarlà  contra  il  Begno  di  IS^apoli  :  la  quale 
benché  da  Francefi  fujje  fpedita  con  la  medejìma  licenza  ,  che  fi  fyediuano 
l' altre  prouifìoni;  nondimeno  s'andaua  continuamente  jòllecitando  :  <&era 
dell'annata    ^ 'wMtóa del  Bg  quattro  Galeoni ,  &  fedici  Galee  fittili  :  quella  de'  Vini* 
de'Colkgati.   tiani  tredici  Galee  ;  del  Tapa  undici  :  della  quale  tutta  era  deputato  Capi* 
Pietro  Na  uar  tano  Generale,  ad  inflanya  del  F{e,  Tietro  T^auarra ,  non  oflante,  che  ilVa- 
ra  capo  ddl'  ^a  bauejfe  battuta  più  inclinatane  ad  .Andrea  Doria.    Fu  oltra  tutte  quefle 
Collegati.       cómejjò  al  Sangafegretiffmaméte,che  tentale  il  I\e  a  fare  la  imprefa  di  Mi- 
lano per  fé ,  per  dargli  cagione ,  che  con  tutte  le  for^e  fue  fi  riftntiffe  alla 
guerra,    Hebbe  anche  il  Sanga  commijfwne  d'andare  poi  dal  F{e  d'Inghil- 
terra ,  per  dimandargli  fuffidio  di  danari  :  conciofia  che  quel  B^e ,  che  da 
principio  defideraua  tanto  la  guerra  contra  Ce  fare ,  che  Je  la  Lega  fi  fuf- 
fe trattata  in  Inghilterra ,  come  egli ,  &  Eboracenfe  defiderauano  ,  fi 
crede  farebbe  entrato  nella  confederatone  :  ma  non  hauendo  patito  il  tem- 
po,  &la  necefjìta  del  Caflello  di  Milano ,  che  fi  fac effe  lunga  pratica  % 
poi  che  uidde  fattala  Lega  per  gli  altri ,  gli  panie  poterfi  sìare  dimeno, 
cerne  fi  ettùton,  &  giudice.    Trattaua  anche  il  V ontefice  ,  slimolato  da 
Vinitiani,  &  non  meno  dal  B^edi  Francia,  il  quale  a  quefla  effetto  ha- 
Il  Vefcouo  di  ueua  mandato  il  Vefcouo  di  Baiofa  a  Ferrara ,  di  comporre  le  differente  con 
Eaiofa  man-  quel  Duca ,  benché  più  preflo  in  apparenza ,  che  in  effetto ,  proponendogli 
^at|°?apCrra"  dìuerfi  partiti ,  &  tra  gli  altri  di  dargli  Bguennain  contracambio  diMo- 
con^porrT)?  ^cna  *  ^  ^  R£&&0  >  cofa  dijprei^ata  dal  Duca ,  non  filo  perche  hauendo 
differenze  c6  &a  Pref°  anlmo  dalla  ritirata  dell'esèrcito  dalle  porte  di  Milano ,  fi  rendeua 
.quel  Duca,     più  diffìcile ,  che  ilfolito ,  a  partiti  propofligli  ,<&a  queflo  di  ì\auenna  pe- 
nalmente ;  &  per  effere  molto  diuerfe  le  entrate ,  &  perche  queflo  gli  pareua 
me^o  da  farlo  uiuere  a  qualche  tempo  in  contentane  co' Vinitiani.  Quefle 
erano  le  pratiche ,  le  preparationi ,  &  l'opere  de' Confederati ,  differite,  in- 
terrotte, &  uariate fecondo  le  forile,  fecondo  ifini,  &  i  configli  de'Trincipi. 

Mano?i 


DECIMO  SE  T  T  1  M  0  4f 

Ma  non  eragia  in  Ce  far  e, le  deliberationi  del  quale  dipendeuano  da  fé  sleffor 
negligenza  ,  ne  irrefolutione  di  quello,  che  comportajfero  lefor%efue  ;  per* 
che  hauendo  ilì\e  di  Francia,  ad  inflanya  degli  Oratori  de' Confederati,  di- 
negato licenza  al  Viceré,  che  la  dimandò  infino  con  le  lagrime ,  di  paffare  in 
Italia  ;  egli,  rifiutati  doni  di  ualorc  di  uentimila  ducati,  fé  nera  ritornato  in 
Ifpagna  ;  portando  feco  cedola  di  mano  del  t{e  di  Francia ,  d'effere  parato  al- 
l'offeruan^a  dell'accordo  di  Madril ,  permutando  la  refiitutione  della  Bor- 
gogna in  pagamento  di  due  milioni  di  ducati  :  al  ritorno  del  quale ,  Ce  far  e, 
perduta  ognijfieran^a,  che  il  %e  di  Francia  offeruaffe  la  capitolatone,  deli-  Prouffionl  fat 
berb  mandarlo  in  Italia  co  una  armata,  che  portaffe  i  fanti  Tedefchi  ;  i  quali  jC.J:a  Cefare» 

».  •»    r  ri  \_      ".  ,       './•    AM       dilperarode 

%n  numero  poco  meno  di  tremila  fi  slauano  a  Verpignano  ;  &  tanti  fanti  Spa  l'offeruanza 
gnuoli,  che  in  tutto  faceffero  il  numero  difeimila  :  prouedeua  di  mandare  di  dell'accordo 
nuouo  a  Milano  centomila  ducati  Sollecitando  lafpeditione  dell'armata ,  la  di  Madril, 
quale  non  poteua  efferefi  preflo  ;  perche  oltra  il  tempo,  che  andaua  a  metter- 
la infieme,  &  a  preparare  i  fanti  Spagnuoli ,  era  necejfario  pagare  a'Tede- 
fchi  centomila  ducati,  de' quali  erano  creditori  per  gli  slipendij  paffati,  Có- 
metteua  anche  arduamente  in  Germania ,  che  a  Milano  fi  mandaffe  foccor- 
fo  di  nuoui  fanti  :ma  non  ui  prouedendo  danari  per  pagargli ,  &  effendo  il  q^^^ 
fratello  per  la  pouertà  fua  impotente  a  prouedergli ,  procedeua  molto  tarda  n£  fUCCedono 
qucftafyeditione  :  &  nondimeno  la  tardità,  &  ifucceffi  poco  profperi  de  Co-  profperamé- 
federati ,  faceuano  che  fi  poteffe  affrettare  ogni  dilatione.  Ver  che  Malatefia  te» 
condotto  a  Cremona  piantò  la  n  otte  de  fette  d'^igoflo  l'artiglierie  alla  porta  fa  a  ™:a  Pja 
della  Muffa,  giudicando  quel  luogo  effere  debile ,  perche  era  malefiancheg-  ria  a  Cremo! 
giato ,  &  fenica  terrapieno  :  e^  uolendo  nel  tempo  medefimo  dare  l'affalto  na. 
dalla  banda  del  Caftello,  giudicaua  a  propofito  battere  in  luogo  lontano ,  per 
chefuffero  neceffitati  quelli  di  dentro  a  diuidere  tanto  più  le  genti  loro,  7<lon 
dimeno  battuto  che  hebbe,  parendogli  che  quel  luogo  fuffe  forte,  &  bene  ri- 
parato, &  la  batteria  fatta  tanto  alta,  che  reflaua  troppo  eminente  da  terra 
l'altera  del  muro,firifoluè  di  non  gli  dare  l'affalto;  ma  cominciare  con  co- 
figlio  diuerfo  una  batteria  nuoua  uicino  al  Caflello,in  luogo  detto  Santa  Mo- 
naca, douegia  haueua  battuto  Federigo  da  Botolo  :  &  nel  tempo  medefi- 
mo faceua  due  trincee  in  fu  la  pia%ja  del  Caflello  ;  una  che  tiraua  a  man  de- 
fira  uerfo  il  To,doue  quelli  di  dentro  haueuano  fatto  due  trincee  ;  &fl>eraua 
con  la  fua  torre  loro  un  baftione ,  al  quale  già  s'era  arriuato  afei  braccia ,  il 
quale  baflione  era  nella  prima  trincea  loro  appreffo  alla  muraglia  della  Ter 
ra  ;  &  pigliandolo  difftgnauaferuirfene  per  caualiere  a  battere  a  lungo  del- 
la muraglia,  doue  batterono  prima  i  Fr  ance  fi .  però  gli  Imperiali  faceuano 
un'altro  baflione  dietro  all'ultima  trincea  loro.  L'altra  trincea  di  Malatefia 
tra  a  manfiniftra  uerfo  la  muraglia,  <&gia  tanto  uicina  alla  loro ,  che  s'ag- 
liugneuano  co'faffi  ;  &  condotte  k  trincee  al  diffegnofuo ,  deteminauafare 


4$  HH° 

batteria  ;  ne  lo  impediuano  a  fare  lauorare  l'artiglierie  decimici  ;  perche  in 
Cremona  non  erano  più,  che  quattro  Falconetti,  poca  murùtione ,  &  trahe- 
nano  molto  poco  :  nondimeno  i  vanti  di  dentro  non  reftauano,  ufcendo  fuor  a, 
di  battagliare  quelli,  che  lauorauano  alle  trincee  ;  mettendoli fpeffo, non  ofta- 
te  che  haueffero  gr offa  guardia ,  in  molte  difficutà  :  onde  Malatefta  quafi  in- 
certo  di  quello,  che  haueffe  da  fare  ;  confondeua,  con  non  molta  fua  laude,  co 
uarij  giudi tij  >  ferini  nelle  fue  lettere,  i  Capitani  dell'efferato  ;  i  quali  ueden- 
dol'oppugnatione  riufeire  continuamente  più  difficile,  feciono  andare  nel 
campo  fuo  mille  dugento  fanti  Tedefchi, condotti  di  nuouo  dàVinitiani  afye- 
fé  communi  col  Vontefice  :  &  pochi  dì  poi ,  per  prouedere  alla  difeordia ,  <& 
emulationc,  che  era  fra  Malatefta,  &  Giulio  Manfrone ,  mando  dall' effer- 
ato con  tremila  fanti  il  Vroueditore  Ve  fero ,  che  difomma  beneuolenira  era 
già  diuentato  poco  accetto  al  Duca  d'Vrbino.  Ma  la  notte,  uenendo  i  tredici 
.d'^Agoflo  ,fece  Malatefta  piantare  quattro  peT^i  d'artiglierie  tra  la  porta 
di  Santo  Luca,  &  il  C  afelio, per  pigliare  un  baftione  :  doue  effendofi  battuto 
quafi  tutto  il  dì  ,fece  sboccare  la  trincea ,  con  fperan^a  di  pigliare  la  notte 
medefima  il  baftione  :  ma  alla  quarta  bora  della  notte ,  pochi  fanti  Tedefchi 
ufeiti  della  terra  affittarono  la  guardia  delle  trincee ,  che  era  tra  dentro ,  & 
fuor  a,  più  di  mille  fanti,  &  difordinaiili ,  gli  coftr  infono  ad  abbandonai  la: 
benché  il  dì  feguente  furono  coftr  etti  a  partir fene;  in  modo, che  la  trincea  fat- 
ta con  tanta  fatica  reflò  abbandonata  dall'una  parte ,  &  dall'altra.    Ma  la 
fortuna  uolle  moftrarfi fauoreuole  a  quelli  di  fuori ,  fé  hauefferofaputo,  o  co- 
t  Muraglia  .nofCere,  o  pigliare  l'occ  afone  :  perche  la  notte,  uenendo  i  quindeci,  cafearo- 
cafea.    °° :    no  dafe  mt 'defimo  circa  cinquanta  braccia  di  muraglia,  tra  la  porta  di  Santo 
Luca,  &  il  C 'afelio,  infieme  con  un  pe^po  della  loro  artiglieria  :  doue  fé  con 
prefte'^a,  uenuto  che  fu  il  dì,fifuf]e  prefentata  la  battaglia,  erano  quAlì  di 
dentro,  fyauentati  da  accidente  fi  improuifo  fetida  Iperan^a  direfiftere  ;  per- 
che il  luogo,  doue  harebbono  battuto  a  slare  alla  difefa,  reftauafcoperto  dal- 
l'artiglieria dd  Caftello .  Ma  mentre,  che  Malatefta  tarda ,  prima  a  rifol- 
uerfi ,  poi  a  mettere  in  ordine  di  dare  l' affatto ,  i  fidati  lauorando  di  dentro 
follecit ' amente,  &  copertifi  la  prima  cofa  co' ripari  dall'artiglieria  del  Caftel- 
lo, fi  ripararono  anche  alla  fronte  da'nimici  ;  in  modo,  che  quando  fu  presen- 
tato l' affatto ,  che  erano  già  uenti  bore  del  dì ,  ancora  che  a  quella  banda  fi 
uoltaffe  la  maggiore  parte  del  campo ,  nondimeno  s'accoftarono  ;  perche  an- 
dauauo  troppo  feoperti,  con  grandi  ff?no  danno  :  &accoftatifi,  erano  oltrale 
Morte  <3i  Giù  altre  difefe,  battuti  da  infiniti  faffigittati  da  quelli  di  dentro  :  in  modo  che  ni 
lio  Manfrone  reflò  morto  Giulio  Manfrone,  il  Capitano  Macone ,  &  molti  altri  foldati  di 
M^toncìo1  o  con^tione*  Dcttcfi  nel  tempo  mede  fimo  un'altro  affatto  per  la  uia  del  Caflel- 
Cremona.      i°*  doue  furono  ributtati ,  benché  con  pjco  danno  :  &  era  ordinato ,  che  alla 
batteria  fan  a  da  Santa  Monaca,  fi  deffe  un'altro  affatto  con  ottanta  h  uomini 


z>  è  e  i  m  o  s  z  r  r  i  m  o  4? 

<f  arme, cento  eaualli  leggieri ,&  mille  fanti;  ma  hauendo  trouato  ilfoffo  pie- 
no d'acqua,  &  il  luogo  bene  fortificato,  fi  ritirarono  fetida  tentare  „  Sopra* 
Henne  poi  il  Troueditore  Ve  fero  con  tremila  fanti  Italiani  ,  con  più  di  milie 
Sui^eri,  &  con  nuoua  artiglieria  per  poter  fare  due  batterie  gagliarde  ;  in 
modo,  che  trouandofi  più  di  ottomila  fanti  ,  dijfegnauano  fare  due  batterie, 
dando  lafiàlto  a  ciafeuna  con  tremila  fanti, <&  affaltare  anche  dalla  parte  del 
Caflello  con  duemila  ;  &  hauendo  condotto  in  campo  grandi JJìma  quantità  di 
guaflatori,  lauorauano  follecit amente  alle  trincee ,  delle  quali  ejfendo {punta- 
ta una  a  uentitre  d'*Agoflo,  ottenneno  dopo  lunga  battaglia  di  coprire  un  fiati 
co  denimici.  La  notte  poi  precedente  ad  dì  uigefimo  feflo  furono  fatte  due 
batterie,  una  guidata  da  Malatefla  di  là  dal  luogo  doue  haueua  battuto  Fe- 
derigo, l'altra  alla  porta  della  Muffa,  guidata  da  Camillo  Or  fino  ;  l'una ,  <& 
l* altra  delle  quali  hebbe  pocofucceffo  ;  perche  il  terreno  doue  piantò  Malate- 
fla, per  effere  paludofo,  non  teneua  ferma  l'artiglieria,  &  accófentendo  ogni 
nolta  ch'ellz  tiraua,  i  colpi  batteuano  troppo  alto  :  quella  di  Camillo  fu  bajfa, 
ma  fi  trouò  che  n'era  la  fojfa  con  l'acqua,  &  tanti  fianchi  d'archibufi,  che  no 
fi  poteua  andare  innanzi.  Vero  ancora  che ,  non  oflante  qucfle  dijficultà,  fi 
àeffe  la  battaglia  ;fi  riceuè  quiui  molto  danno  :  &  benché  dal  canto  di  Mala- 
fta  i  fanti  fi  conduceffero  alla  muraglia  ;  paffata  una  foffa ,  doue  era  l'acqua 
dentro  più  profonda ,  che  non  sera  intefo ,  furono  facilmente  ributtati.  Fu 
anche  dal  canto  del  Caflello  tirata  giù  una  parte  del  caualiere,  &  ui  monta- 
rono fu  i  fanti  ;  ma  perche  lafcefa  dal  lato  di  dentro  era  troppo  alta ,  furono 
ributtati  gli  ajjàlitori  ;  che  per  tutto  haueuano  asfaltato  con  poco  ordine  3 
con  piccioli ffvmo  danno  denimici  ;  morti,  &  feriti  molti  di  loro .  Coftrinfero 
quefti  difordini ,  &  il  perderfi  lajperan^a  di  pigliare  altrimenti  Cremona  ;  j\  j)uca  j»y 
perche  in  quel  campo  mancauagouerno ,  <&  ubbidirne ,  il  Buca  d'Vrbino  bino  da  Mila 
ad  andarui  perfonalmente  :  il  qual  leuato  dell'efferato,  che  era  intorno  a  Mi  no  và  a  9re  "" 
lano,  quafi  tutti  i  fanti  de'Vinitiani  ;  &  lafciatiui  una  parte  delle  genti  d'ar-  J^^3  C°j  n 
me ,  con  tutte  le  genti  Ecclefiuflicbe  ,<zri  Sui'^eri ,  che  erano  già  arriuati  genti  de' Vini- 
in  numero  di  tredici  mila  ;  {predando ,  bora  che  ui  reftaua  minore  numero  toni, 
di  gente,  &  fogliata  d'un  capo  di  tale  aut  or  itày  quello  pericolo ,  che  prima, 
quando  itera  egli  con  maggiori  for^e  dimoftraua  continuamente  di  temere  ; 
affermando  non  effere  ufo  di  gente  di  guerra ,  &  degli  Spagnuoli  meno  che 
degli  altri ,  affaltare  altre  genti  di  guerra  nella  fortei^ja  de  loro  alloggia- 
menti ,  fi  conduffe  intorno  a  Cremona,  diffegnando  di  uincerla  non  perfora* 
fola  di  batteria,  &  d' affiliti  ;  perche  i  ripari  de'nimici  erano  troppo  gagliar- 
di >  ma  col  cercare  con  numero  grandifiìmo  di  guaflatori  accoflarfi  alle  trin- 
cee ,  &  baftioni  loro ,  &  con  lafor^a  delle  tappe ,  più  che  con  l'arme,  infi- 
gnorifene.  Fu  imputato  ilgouerno  di  quefta  imprefa.contra  lo  Stato  di  Mila- 
no da  Capitani  Imperiali ,  in  molte  cofe^&  principalmente  della  ritirate 


48  L  I  B  T^O 

i   Guerra  di  fa  filano  ,  ma  non  meno  dall'hauere  tentata  da  principio  debilmente ,  & 
milano,  &dl  e  cn  poche  forile  T  oppugnatone  di  Cremona;  confidando  fi  nanamente  ,  che 
p'oucrnata  da  fuffe  facile  il  pigliarla  ,  &  che  poi  feoprendofi  le  difficultd  ,  haueffero  conti- 
li parte  de'    nuandola  impegnatola  tal  parte  dell'  efferato  ,  che  haueffe  impedito  loro  le 
Confederati,  occafwni  maggiori ',  che  nel  tempo  che  fi  confimi  quiuifi  prefentarono .  per- 
che e  (fendo  già  arrmato  in  campo  il  numero  intero  tanto  defiderato  de'Sui'%- 
?eri,  fi  poteua  facilmente,  ferrando  Milano,  fecondo  che  fempre  sera  difft- 
gnato,  con  due  efferati,  impedir  eia  copia  grande  delle  uettouaglie ,  che  per 
la  uia  di  Tania  continouamente  n'entrauano  :  le  quali  l' efferato  filo, che  era 
all'  cimbra  ,  per  hauere  a  fare  circuito  grande  ,  non  poteua  impedire»  Ma  . 
molto  più  importo  perdere  l'occafione,  che  s'hauena  forfè  di  sformare  Mila- 
no ;  perche  nella  gente,  che  nera  dentro,  erano  foprauenute  tante  infirmiti, 
che  baflando  con  difficultd  quelli  che  erano  fani  a  fare  le  f anioni,  <&  le  guar- 
die ordinarie ,  fugiuditio  di  molti ,  &  de  gli  Imperiali  medefimi  >  che  fé  in 
quel  tempo  fuffero  ftati  trauagliati,  portauano  pericolo  grande  di  rìonfi  per- 
dere. Ma  maggiore,  &  certa  occafione  era  anche  quella  di  pigliar  Genoua; 
Armata  de      perche  effendo  l'armata  Vinitiana  congiunta  con  quella. del  Tontefice  a  Ci- 

Confederatia  «V;        JJ  a  i  ' 

Lìuorno  per  utta  occhia,  &  di  poijermateji  nel  Torto  di  Liuomo,per  affettare  l  arma- 
Pimprefa  di  ta  Francefe  ;  la  quale  con  fedi  ci  galee,  quattro  galeoni  ,&  quattro  altri  na- 
Genoua.^  uigli,  condotta  nella  B^iuiera  di  Tonente,  haueua  per  uolontd  della  Cittd,ot- 
Gake  Fraceii  tmuta  $auona  &  tUfta  U  riuiera  di  Tonente  ;  &  prefi  poi  più  nauilu  cari- 

ottengono  Sa     .  .  ,.  ■>,  ,  nX    :' .   *■     J  *■      "  r  J  , 

uona.  c"1  "i  grano ,  che  andauano  a  Genoua ,  pafio  a  Lìuorno  a  unir  fi  con  L  altre . 

JLrafi  anche  deliberato ,  che  a  fpe fé  communi  de' Collegati,  fi  armafferonel 
porto  di  Marfilia  dodici  nani  gr  offe  o  per  affali -are,  fecondo  il  co  figlio  di  Tie- 
tro  IS^auàrra,  infitme  con  le  galee  Fr  ance  fi,  l'armata  ;  la  quale  fi  preparaua 
nel  porto  di  Cartagena  ;  o  almeno  per  incontrarla  nel  mare ,  Doue  fatta  uela 
le  tre  armate  a  uentinoue  d'^goflo  fi  fermarono  l'Ecclefiaflìca,&la  Vinitia 
Genoua  affé-  na  a  Torto  Fino ,  la  Francefe  ritornò  a  Sauona  ;  onde  fienosa  contraflo  feor- 
diatadairar-  rendo  tutti  i  mari  sirigneuanoinmodo  Genoua,  doue  era  mancamento  di 
federati!  '°"  uettQmgfie>  che  non  potendo  entrami  più  per  mare  cofa  alcnna,non  è  dubbio 
che  fi  fi  fuffe  mandato  qualche  numero  di  gente  per  la  uia  di  terra  ad  impedi- 
re quello, che  era  filo  il  loro  rifugio,  bifognaua  che  Genoua  s'accordale ,  ne 
i  Capitani  dell'armate,  hora  con  lettere ,  hora  con  mejjìproprij  faceuano  in* 
fianca  d!  altro,  chiedendo  che  almeno  fi  mandaffero  per  la  uia  di  terra  quat- 
tromila fanti.  Ma  ne  dal  canto  di  Cremona  fi  poteua  leuaregente,  &  p  ari- 
do al  Duca ,  e^  agli  altri  pericolofo  il  diminuire  l'efferato ,  che  era  a  Mila- 
no, s'intratteneuano  con  lafperan'^a ,  che  fedita  Cremona,  fi  manderebbe 
una  banda  di  gente  [ufficiente.  La  quale  imprefa,  come  era  gagliarda  la  uir- 
tù  de'difenfori,  &  cornei' opere  grandi,  che  fi  fanno  co'guaflatori,  ricercano 
molto  tempo  ;procedeua  ogni  dì  con  maggiore  lunghezza*  che  non  era  fiat  a 

creduto 


..      D  E  C  I  M  0  S  E  T  T  1  M  0  49 

creduto  ;  perche  il  Duca  hauendo  uoluto  in  campo  duemila  guastatori,  molte 
artiglierie  ,  &  munitioni  ;  &grandijfima  copia  d'inflrumenti  atti  a  lauora- 
re  d'ogni  forte  :  faceua  arduamente  lauorare  nelle  trincee  del  CafleUo,  &  al 
bafiione  di  uerfo  il  To  per  guadagnarlo  ,  &feruirfene  per  caualiere  ;  ancora 
ebei  rumici,  bauendone  dubitato  più  dì,  s'erano  tirati  a  dietro  con  un  riparo 
gagliardo  :  lauorauafi  ancora  alle  due  tefle  della  trincea,  che  attrauerfaua  la 
pia%ja  del  Camello  y  per  roumart  i  caualieri ,  che  uhaueuano  i  nimici  :  & 
tra  le  due  trincee  del  campo  fi  lauoraua  uri  altra  trincea  larga  fei  braccia,  co 
prendo  fi  col  terreno  innanzi, et  dal  lato  per  far  un  caualiere  come  s'arriuaffe 
allafoffa  della  trincea  desùmici .  lauorauafi  ancora  unfojfofuora  del  CafleUo 
uerfo  il  muro  della  Terra  per  andar  a  trouare  il  bafiione  di  uerfo  la  muraglia- 
rouinata.  &  dalla  Torta  di  Santo  Luca,infino  alla  muraglia  medefimafi  la^ 
uoraua  uri  altra  trincea  :  ne  fi  ceffaua  di  battere  con  l'artiglierie  piantate  nel 
CafleUo  i  ripari  de  nimici  ;  i  quali  per  la  malignità  del  terreno  ,  che  era  ter- 
ra  molto  trita ,  erano  pacati  facilmente  da  quelle  :  non  iflando  anche  otioft 
quelli  di  dentro ,  perche  per  diffidenza  di  potere  tenere  lungamente  le  loro 
trincee ,  &  caualieri  lauorauano  unfoffo  uerfo  le cafe  della  Città;  &  nondi- 
meno ufeiuano  jpcjfo  fuori  con  molto  uigore  affaltando  i  lauoratori  «  &la 
notte  uenendo  i  fette,  asfaltarono  le  trincee ,cht 'fi  lauorauano  dalla  banda  del 
CafleUo  da  tre  parti  ;  doue  trouati  i  fanti ,  che  leguardauano ,  quafi  tutti  a 
dormire,  riammalarono  più  di  cento,  &  parecchi  Capitani,  &fi  conduf- 
fono  infimo  al  riuellino  del  CafleUo  ;  &  nondimeno  le  cofe  loro  continuamente 
fi  ftringeuano.  Ver  che  fattofi  il  Duca  d'orbino  la  uia  con  le  trincee  infino  a 
ripari  loro,  che  feparauano  il  CafleUo  dalla  Città ,  asfaltandoli  poi  con  quaU 
che  feoppiettieri ,  e^  con  qualche  buon  faldato ,  coperti  con  gli  feudi  ,  faceua 
loro  gran  danno  :  &  l'artiglieria  anche  deUe  torri  del  CafleUo  faceua  il  me- 
de fimo  .  però  gli  Imperiali  abbrucciarono  il  loro  riparo ,  che  fi  faceua  al  ca- 
ualiere ;  perche  non  fuffe  parapetto  a  quelli  di  fuori .  &  ejfendofi  a  dicianoue 
sboccate  due  trincee  nelle  foffe  loro,  fi  ritirauano  con  altre  trincee;  delle  quali 
il  Duca  d'Vrbino  teneua  poco  conto,  perche  per  la  breuità  del  tempo  non  po- 
teuano  effere  bene  fortificate,  &  perche  ritirandofi  più  al  largo,  era  neceffa- 
rio,  a  difenderle,  maggiore  guardia  :  <&  nondimeno  dalla  banda  del  campo 3 
fé  bene  l' oper e  fuffero  finite,  fi  procedeua  con  qualche  lentc^jca, effendo  necef- 
fario  riordinare,  &  rinouare  i  fanti  deVinitiani ,  slati  molto  tempo  fen^a 
danari  ;  <&  però  diminuiti  molto  di  numero  :  foprauenendo  fempreneUe  cofe 
deCoUegati  difordine  fopra  difordine.  *A  che  mentre  sattendeua,  ufeiuano 
fyeffò  gli  Imperiali  la  notte  a  tentare  le  trincee  ;  ma  indamo  -.perche  lafperié- 
o^a  deUa  percoffa  riceuuta  haueua  infegnato  a  gli  altri»   Ma  ricondotti  fanti' 
abaflan-^a ,  cominciò  ilDuca  d'orbino  a  uentidue  a  battere  foUecitamente 
ma  torre  a  canto  alla  batteria  di  Federigo  >  doue  hauendo  battuti  pocbiffirm 

D 


re  i  i  b  \o 

colpi,  conofeendo  i  mìmici  ejferc  ridotti  in  termine,  eh  e  non  poteuano  ricufare 
d 'accordar fi  ,  mando  dentro  uno  trombetto  a  ricercare  la  Citta;  col  quale  u- 
Capitolalo  fitto  fuori  un  Capitano  Tedcfco ,  un  Capitano  Spagnuolo  ,  &  Guido  Vaina, 
ne  latta  da  gli  fu  ;/  dì  fedente  fatta  co  loro  capitolatane,  che  non  hauendofoccorfo  per  tut- 
^upcnah^  ^  ^  mej't  y  hauefjero  a  lafciare  Cremona  :  &  che  a'Tedefcbi  fufie  permefiò 
eli  Collcfr1»'  andar fene  in  Germania,  a  gli  Spaglinoli  nel  J{egno  di  l^apoli  ,•  promettendo 
non  andare  fra  quattro  mefi  alla  difefa  dello  Stato  di  Milano  :  lafciajfero  tut- 
te l' artiglierie, &  munitioni  ,*  &  partiffmfi  con  le  bandiere  ferrate,  fen^a  fo- 
nar e  tamburi,  o  trombe,  eccetto  che  nel  leuarfi .    Uaueua  in  quefto  me^o  il 
fi  Re  dì  Fran  j{e  di  Francia,  alla  corte  del  quale  fi  fermò  poco  dipoi,  come  Legato,  il  C  ar- 
ci* rifpondc  binale  Salutati,  partitofi  di  Spagna  con  licenza  di  Cefare,rifiofto  alle  richie- 
di Cardinale   jjkjatfqgfi  in  nome  del  Tontefice  ;fcufandofì ,  fé  l'opere  nonfarebbono  eguali 
lichiefte  dd    aÙ*  ttolontd ,  per  effere  molto  effaufio  di  danari  :  ma  nondimeno  fé  gli  conce- 
Papa.  iena  f acuità  di  rifeuotere  una  decima  dell'entrate  beneficiali  per  tutto  il  Ese- 

guo, lo  foutrrebbe  con  una  parte  de  danari ,  che  fé  ne  rifcotefftro  ,  di  uenti- 
mila  ducati  il  me  fé  ,*  &  che  concorrerebbe  alla  guerra  di  'Napoli .  dinegami 
benché  da  principio  ui  dimoftraffe  inclinatione, d'attendere  per  fé  all'acquifto 
del  Ducato  di  Milano  $  difuadendonelo  maffimamente  Lautrech ,  &  la  ma- 
dre .  del  rompere  la  guerra  di  là  da' monti ,  dauajperanT^a  ;  ma  diceua  effere 
neceffario,  che  precedere  la  intimatane  :  la  quale  fatta,  offeriua  di  muouere 
la  guerra  a  confini  della  Fiandra,  &  di  Verpignano,  benché  fi  comprendete 
non  tìhaueffe  difiofitione ,  non  ejjendo  in  quefto  diuerfo  l'animo  fuo  da  quello 
del  F{e  d'Inghilterra  ;  appreffo  al  quale  la fyeditione  fatta  per  parte  del  Ton- 
tefice, fece  piccioli/fimo  frutto  :  perche  uolendo  il  Cardinale  Eboracenfe  in- 
trattenere ciafeuno,  &  effere  pregato  da  tutti,  non  procedeuano'a  concitato- 
ne alcuna  :  am^i  &  il  J\e,&  il  Cardinale  rijpondeuanofpefib  :  ^4.  noi  non  ap- 
partengono le  cofe  d'Italia.  T^el  qual  tempo  temendo  i  Collegati,  che  i  Gri- 
Collcgati  te-  gioni,  i  quali  nell'affedio  del  Caflello  di  Milano  haueuano  ricuperato,  &fl>ià 
e         i  del  nato  Cbimmiàì  non  fi  conduceffero  col  Duca  di  Borbone ,  o  almeno  permet- 
Caftello  di     afferò,  che  i  Tedefchi,che  s'ajpettauano  al  foccorfo  fuo  paffaffero  per  il paefe 
M  il  ano  nò  fi  loro  ;  il  Tontefice,  &  i  Vinitiani  s'obligarono  di  condurre  duemila  fanti  Gri- 
conduceflero  gjum  agli  sìipendij  loro  :  pagare  al  Caftellano  di  Mus ,  il  quale  temendo  del 
co  bor  one ,  j^lica  fa  j^nano  quando  uenne  nell'efferato,  s'erafuvvito  di  campo  ;  &•  da- 

nccoducono         .  • fi  *\  *         -r-,-  •    » 

duemila  a  gli  f01  y  pretendendo  efiere  creditore  per  t  pagamenti  fatti  a  SutTgert  >  haucua 
loro  ftjpendij  fatto  prigioni  due  Imbafciadori  Vinitiani ,  che  andauano  in  Francia,  cinque 
mila  cinquecento  ducati ,  che  sformati  gli  haueuano  promejfi  :  reftituirnea 
loro  altrettanti  che  haueua  effati  :  farli  liberare  da'datij  nuoui  impofti  da  lui 
a  chi  nauicaua  per  il  Lago  di  Como .  i  quali  s'obligarono  d'impedire  il  p affo 
d'Tedefcbi;  &  operarono,  che  Tegane  loro  Capitano,  condotto  dal  Duca  di 
Borbone  con  duemila  fanti, nò  andajfe.  Ma  in  tanto  procedeuano  l'altre  cofe 


DECIMOSETTIMO  fi 

di  Lombardia  tepidamente:  perche  l'efferato  intorno  a  Milano  3  nel  quale  era, . 
diminuito  molto  il  numero,  ma  non  le  paghe  de'Sui^eri,flaua  otiofo,nonfa 
ceìido  altro, chele  confuctcfcaramuccie.  Tiufollecite,  &  maggiori  molelìie  Spagmiolich* 
partoriuano  l'opere  degli  Spagnuoli,  che  erano  in  Carpi  ,•  t  quali  hauédo  taci  €[aJÌO  In  Car 
tornente  auifi  dijpie,&  comodità  di  ricetti  nel  territorio  del  Duca  di  Ferrara  fórn  a  eli  Ec* 
daua.no  impedimento  grandi/fimo  a' Corrieri,  &  all'altre  perfone,  che  onda-  clcfaftici. . 
nano  all' efjer cito  ,&  correndo  per  tutti  i  paefi  circo/tanti,  infino  nel  Bologne  fé 
&  nel  Mantouano  ,  non  però  contra  ad  altri,  che  contra [additi  Eccefiafiici, 
faccuano  danni  innumerabili.  Era  pure  finalmente  il  Marchefe  di  Salw^o  Marchefc  di 
xon  le  cinquecéto  lance  Francefi,  pajfato  nel  Tiemote:pey  la  uenuta  del  quale    *  Zp?  PaF* 
Fabritio  Maramaus,che  pò  fio  il  campo  a  Valenza, nella  quale  era  a  guardia 
Giouanni  da  Birago,la  hatteua  con  l'artiglierie,  fi  ritirò  a  Baffignanama  ri-  Fabritio  Ma* 
cufando  il  Marche/è  poffare  più  innaìi^i,fe  da  Confederati  no  gli  erano  pagati  ramaus ,  che 
per  eguale  portione  quattromila  fanti  yi  quali  haueua  co  quefia  intentione  me  battcua  Vale 
nati  di  Francia,^  facendone  il  l{e grandiffima  infiamma  perficurtà  delle  fue  ^  i.rit,ra  a 
genti  di  arme y  &  per  maggiore  riputatione  del  Marchefe,  fu  neceffario  accó- 
fentirlo.  Occupò  nel  tempo  medefimo  Sinibaldo  dal  Fiefco  la  Terra  di  Ton-  sìnìbaldo  dai 
tremoli y  poffeduta  da  Sformino;  ma  con  la  medefima  facilita  fu  preflo  ricupe*-  Fìefco  occupa 
rata  per  me^o  della  I\occa.  In  Milano  patinano  affai  di  danari;  perche  da  Ce  Eontrcmoli. 
fare  no  ne  ueniua  prouifione  alcuna y  <&  la  pouertd,  &  le  frefe  intollerabili  de'  ^    ?.n?  p    . 
Milanefi  erano  taliy  che  con  difficultàfi  rifeoteuano  i  trentamila  ducati  slati 
promeffi  dal  popolo  al  Duca  di  Borbone ,col  quale  fi  códuffero  per  nò  e  fiere  ac~ 
tettati  aglifiipendij  de  Confe derati  per  le  jpe  fé  grand iffime  y  che  haueuano* 
Galeazzo  da  Birago,&  Lodouìco  da  Belgioiofofi  quali  infino  a  quel  dì  haue 
nano  in  ogni  accidente  feguitato  la  parte  Fr  ance  fé  ;  nel  qual  tepo  Giouàni  da 
Birago  occupò  'l^oui.    !>{e  quali  mouimenti  lo  Stato  del  Marchefe  di  Man-  Marchefc  dì 
tona  era  come  commune  a  ciafcunoy  feufandofi  per  effercfoldato  del  Tótcfice  Mantoua. 
C^  Feudatario  di  Cefire;an^i  effendo  propinqua  alfine  la  condotta  fuay  fi  ri- 
conduce per  altri  quattro  anni  col  Tonteficey&  co' Fiorentini,  co  efyreffa  có- 
ditione  di  non  e  fiere  tenuto  di  fare  ne  con  la  per  fona,  ne  con  lo  Stato  fuo  con- 
tra Cefare ,  benché  nel  principio  della  guerra  haueffe  defiderato  d'andare 
perfonalmente  nell'effercito  ;  il  che  non  piacendo  al  Toniefice ,  perche  non 
confidaua  del  fuo  gouernogli  haueua  rifpoflo,  che  effendo  Feudatario  di  Ce- 
fare, non  uoleua  metterlo  in  queflo  pericolo.  Quefto  era  alihora  lo  fiato  del- 
le co  fé  di  L  omb  ardia.   In  Tofana  i  Fiorentini ,  non  hauendo  ne  efferato , 
ne  arme  nel  territorio  lorOj  fentiuano  con  lo  fendere  le  molefiie  della  guerra:  Fiorentini  fé*. 
perche  il  Tontefice  non  hauendo  con  modi  ordinarti  danari ,  &  oftinatoa  t°nolcmoIc- 

r  i  Za  j-        ■•     i    r-  j-/r  ■        u^i      ftic  della  gUCT 

non  ne  prouedere  con  gli  straordinarij ,  lajctaua  con  gradijjima  impieta ,  r£U 
addoffo  a  loro  quafi  tutte  lefpefe ,  che  fi  faceuano  in  Lombardia .  1  Sane  fi 
non  slauano  fen^a  moleftia  nelle  parti  marittime  ;  perche \Andrea  Doria 

D     ij   ' 


r*  L  I  B  ^0 

l  Sanefi  mo-  il  quale daprincipio  haucua occupato  Talamone,&  Tortbercole,glifaceua 
Urtati  nelle  continuamente  guardare Jjench e  Vaiamone  non  molto  poi  dal  Capitano  pre- 
parj  "An -"  f  °fi°  dia  guardia  fuffe  dato  a  Sanefi  :  &  i  Fuorufciti fomentati  dal  Tontefh- 
àu*  Doria.  ce>faceuano  nella  Maremma  qualche  moleflia  :  nella  quale  Giampaolo  fi- 
gliuolo di  Bgn^o  da  Ceri  ,foldato  del  Tontefice  ,  prefa  furtiuamente  con  al- 
+  Orbateli©  cuni  caualU  la  porta  della  terra  d'Orbatello,foprauenendo  poi  egli  conglifuoi 
prefo.  caualìi,  &  fanti  occupò  la  Terra.   Ma  a  Bgmafuccederono  cofe  di  grandi f> 

fimo  momento,  caufate  non  per  uirtù  dì  arme  >  ma  per  infidie,  &  per  fraude, 
?°!v  V"mre  con  ignominia  grande  del  Tontefice,  &  con  difordinare  lefieran^e  di  Lom- 
SCce  Tacqui-  bar  dia,  douefifieraua  per  l'acquiflo  di  Cremona  condurre  a  fine  l'imprefa  di 
ilo  di  Cremo  Genoua  ;  &  di  potere ,  fecondo  i  diffegni fatti  prima  ,fare  due  diuerfi  allog- 
na ,  &  di  Gè-  giamentì  intorno  a  Milano  :  perche  dopo  la  rotta  riceuuta  a  Siena  ,  nonfpe-? 
noua.  rondo  il  "Pontefice  potere  trauagliare  con  grandi  effetti  i  Colonneft  ,.&  ha-? 

vendo  uolto  l'animo  ad  asfaltare  con  maggiori  for^e  ,  come  è  detto  ,  il  Bggno 
di  "Napoli  :  &  da  altro  canto  non  fyer  andò  i  Colonne/} ,  negli  agenti  di  Ce  fa- 
re potere  fare  effetti  notabili  contra  lui,&  defìderando  ancora  di  torgli  tem- 
po y  in  fino  a  tanto  uenijfe  il  Viceré  con  l'armata  di  Spagna,  mandato,  *  Bgma 
r   fc  lattone  Veffafiaw  Colonna ,  alla  fede  del  quale  il  Tapa  credette  ,  haueuano  a  uenti- 
«te'Colonnefi  due  dì  d*  *Agoflo  capitolato  infieme,  che  i  Colonneft  rendejfero  *Anagnia ,  & 
col  Papa  per  gli  altri  luoghi  pr  e  fi  :  ritir  afferò  le  genti  nel  Bearne  di  TSlapoli,  ne  teneffero 
ingannarlo.     pu  fìlfati  nt\\t  iene ,  le  quali  poffeggono  nel  Dominio  Ecclefiafli- 
co:  poteffero  liberamente  feruire  a  Ccfare  contra  ciafeuno  alla  difenfione  del 
Bearne  Napoletano .  Et  da  altro  canto  il  Tontefice  perdonaffe  a  tutti  l'offe  fé 
fatte  :  aboliffe  il  monitorio  fatto  al  Cardinale  Colonna  :  non  offendeffe  gli  ìla-< 
ti  loro,  ne  gli  lafciaffe  offendere  da  gli  0  rfini .    Sotto  la  quale  capitolatone, 
mentre  che  il  Tapa  tenendo  conto  più  che  d'altro  della  fé  de  di  F  afpafi ano, in- 
cauto fi. ripofa  ;  hauendo  licentiati  i  caualli,  &  ^afi  tutti  i  fanti,  che  haueua 
faldati  ;  &  quelli  pochi,  che  gli  reflauauo,  mandati  ad  alloggiare  nelle  Terre 
circoflanti  :  &  raffreddato  anche  i  diffegni  dell' affalt are  il  B^egno  di  ls(apoli. 
Le  fy  effe  querele,  &  protefli,  che  haueuano  da  Milano  ,  &  da  Genoua  i  mi- 
niflri  di  Ce  fare  refidenti  nel  Bearne  ;  onde  erafignificato,  che  fé  i  progreffi  de* 
Confederati  non  s'interrompeuano  con  potente  diuerfione ,  quelle  Città  non 
poteuano  più  foflenerfi  :  però  non  hauendo  modo  a  fare  f copertamente  guerra 
gagliarda ,  &  chepartoriffe  rimedij  fi  fubiti  ;  uolfono  l'animo  ,&  ipenfieri 
ad  opprimere  con  infidi  e  il  Tontefice.  Le  quali  mentre  eh  e  fi  pr  eparano, ac- 
.     r    c*oche  all' affiittione ,  che  haueua  per  le  cofe  proprie ,  s'aggiugneffe  ancora  l' 
d' Vngheria    affittitone  per  le  cofe  pubtiche  ;fòprauennono  nuoue,che  Solìmanno  Ottoma- 
rottoinbat-  noTrincipe de 'Turchi haueua  rotto  in  battaglia  ordinata  LodouicoB^di 
taglia  da  So-  yngheria  ;  co?ifeguendo  la  uittoria  non  meno  per  la  temerità  de' rumici,  che 
Iimanno.       per  iefor3^  fue .  perche  gli  Vngheri  ancora  che  pochtjfmi  di  numero  a  com- 
peratane 


DECIMOSETTIMO  fi 

par at ione  di  tanti  nimici,  confidatifipiu  nelle  uittorie  hauute  molte  uolteper 

il  paffuto  contra'T urchi  ,  che  nelle  cofe  prefenti  ;  prefuafono  al  Bggiouane  di 
età,  ma  di  configlio  anche  inferiore  all'età  ;  che  per  non  ofcurare  la  fama,  <& 
•  V  antica  gloria  militare  de  popoli  fuoi  ,*  non  affettato  ilfoccorfo  ,  che  ueniua 
di  Tranfiluania,fifaceffe  incontro  a' rumici,  non  ricufando  anche  di  combat- 
tere in  campagna  aperta,nella  quale  i  Turchi,  per  la  moltitudine  innumera- 
bile  de*  cornili,  fono  quafi  in fuper  abili .  Corrilo  fé  adunque  l'euento  alla  te- 
merità, &  imprudenza .  fu  rotto  l'esercito  raccolto  di  tutta  la  nobiltà ,  & 
huomini  ualorofi  d'Vngheria  ;  commtffa  di  lorograndiffima  occifione  ;  mor- 
to il  l\e  medefimo ,  &  molti  de* principali  Tr  elati ,  &  Baroni  del  Hegno.     +  H  Re  d'Va 
Ter  la  quale  uittor  ia  tenendo  fi  per  certo,  che  il  Turco  haueffe  a  ftabilire  per  gheria  e  mor 
fé  tutto  il  B^gno  d'angheria ,  con  grandiffimo  pregiuditio  di  tutta  la  Chri-  t0  da  Turchi 
flianità  ;  della  quale  era  fiato  moltijfvmi  anni  lo  feudo,  &  antemurale  ,fi  cò- 
mode il  Tontefice  marauigliofamente  ;  come  ne  gli  animi  già  perturbati ,  & 
afflitti  fanno  maggiore  impreffione  i  nuoui  difyiaceri,  che  non  fanno  negli  a-  tramaglio  ut 
nimi  uacui  dall'altre  pajfioni .  però  riuolgendo  nella  mente  fua  nuoui  penfie-  le  cofe  d'Viu 
ri,  &  dimoftrando  ne'gefìi  s  nelle  parole ,  &  nell'effìgie  deluolto  fmifurato  ghena ,  &  le 
dolore ,  chiamati  i  Cardinali  in  Conciftoro  fi  lamentò  efjicacifjìmamente  con  facr™  ^ff  *■ 
loro  di  tanto  danno,&  ignominia  della  I{epublica  Chrifliana,  alla  quale  non  n/djeeire  in. 
era  mancato  egli  di  prouedere,  fi  col  confortare,  &  fupplicare  affiduamente  vn  Cociftoro. 
i  Trincipi  Chrifliani  della  pace  ;  fi  colfoccorrere  in  tanti  altri  grani  bifogni 
fuoi  quel  F^egno  di  non  picchia  quantità  di  danari  :  effere  Hato  per  la  difefa 
di  quel  F^egno,  <&  per  il  pericolo  del  refio  de' Chrifliani  molto  incommoda,  & 
importuna  laguerraprefente,  &  hauerlo  egli  detto,  &  conofeiuto  infimo  da 
principio  :  ma  la  necejjìtà  hauerlo  indotto ,  poi  che  uedeua  effere  {predate 
tutte  le  conditioni  honefle  della  quiete,  <&ficurtà  della  Sedia  jLpoflolka,  e£* 
dì  Italia ,  a  pigliare  l'arme  contra  quello ,  chefempre  era  sìatafua  intenta- 
ne ;  perche  &  per  la  neutralità  ufata  per  lui  innanzi  a  quefta  neceffità,  &  le 
conditioni  della  Lega,  che  haueua  fatta ,  riguardanti  tutte  al  beneficio  com- 
mune,  dimoflrare  a  baflan^a  non  l'hauere  moffo  alcuna  confideratione  degli 
intereffiproprij ,  e^  particolari  fuoi,  &  della  fua  cafa  :  ma  poi  che  a  Iddio 
forfè  a  qualche  buon  fine  era  piaciuto,  che  fujfe  ferito  il  capo  della  Chrifliani- 
tà ,  &  in  tempo,  che  tutti  gli  altri  membri  di  queflo  corpo  erano  diflratti  da 
altri  penfieri ,  che  da  quello  della  falute  commune  ,•  credere  la  uolontàfua  ef-    * 
fere  che  per  altra  uiafi  cer  caffè  di  fanare  fi  grane  infirmità  :  &  però  toccan- 
do quefla  cura  più  all' ufficio  fuo  paflorale,  che  ad  alcuno  altro ,  hauere  difpo- 
fio,  poflpofle  tutte  le  confiderationi  della  incommodità,  del  pericolo,  &  della 
degnitàfua,  procurata  il  più  preflo  poteffe,  con  qualche  condizione ,  una  fo- 
fpenfione  dell'arme  d'Italia ,  falire  in  fu  l'armata ,  &  andare  perfonalmente 
a  trouare  i  Trincipi  Chrifliani ,  per  ottenere  da  loro  con  perfitafioni ,  con 

D     iij 


f  4  L  I  B  1^0 

prieghi,  con  lagrime  la  pace  uniucrfale  deChrifiiani  :  confortare  ì  Cardinali 
ad  accinger  fi  a  queftafpeditione  ,&ad  aiutare  il  Tadre  comune  in  fi  fleto fo 
ufficio  :  pregare  Iddio  che  fufje  fauoreuole  afifanta  opera;  la  quale  quando 
per  i  peccati  comuni  non  fi  potcjje  condurre  a  per  fett ione ,  gli  piace fie  almeno 
concederli  gratia, eh  e  nel  trattarla>innan\i  nefuffe  efclufo  della  (peran%a,gli 
foprauenifje  la  morte  :  perche  neffuna  infelicità ,nejjuna  miferia gli  potrebbe 
efiere  maggiore, che  perdere  la  fper an^a ,&  j acuità  di  potere  porgere  la  man 
/aiutare  in  incendio  tanto  pernitiofo,&  tanto  peftifero.  Fu  udita  con  grande 
attentione ,&  etiandio  con  non  minore  compaffione  lapropofla  del  Tontcfice 
&  còmendata  molto  ;  ma  farebbe  fiata  anche  cómendata  molto  più,  fé  le  pa- 
role \ue  hauejfero  hauuta  tanta  fede,  quanta  in  fé  haueuano  dignitàiperche  la 
maggiore  parte  de'  Cardinali  interpretaua ,  eh  e  hauendo  prefe  l'arme  contra 
Cefare  nel  tempo, che  già  per  le  preparationi  palefi  de  Turchi  era  imminente 
&  mani  fé  fio  il  pericolo  dell'angheria  lo  commoueffe  più  la  difficultà ,  nella 
quale  era  ridotta  laguerra,che  il  pericolo  di  quel  i{eame:diche  non  fi  potejjè 
fare  uera  (perien^a .  perche  i  Colonne  fi  cominciando  ad  effequire  la  perfidia 
Cefare  'Fìler-  disegnata,  haueuano  mandato  Cefare  Filettino  feguace  loro  con  duemila  fan 
tino  mandato  ^  a^  ^nagnia ,  doue  per  il  Tontcfice  erano  dugento  fanti  pagati,  con  dimo- 
da'Cobnnefi  firatione  per  occultare  i  loro  penfieri,  di  uolere  pigliare  quella  Terra  :  ma  ha 
con  duemila   uendo  in  fatto  altro  animo,  occupati  tutti  i  pajfi,  &  fatto  eflrcma  diligenza, 
fanci.  che  a  Bgma  non  uenijfero  altri  auifi  de'progreffi  loro,  raccolte  le  genti  manda 

te  intorno  ad  ^Anagnia,^  co  quelle, et  co  altre  loro,  che  erano  in  tutto  circa 
ottocento  caualli,&  tremila  fantijna  quafi  tutte  genti  comandate,  cambiati 
do  con  grande  celerità,  ne  fi  prefentendo  in  J{oma  co  fa  alcuna  della  uenuta  lo 
ro,  arriuatiui  la  notte,  che  precedeua  il  dì  uigefimo  di  Scttébre,  prefono  im- 
Roma  impro  pr0Hifamente  tre  porte  di  Fornai  &  entrati  per  quella  di  San  Giouanni  Late- 
falita  da'Co-  rano,effèndouiin  per  fona  nonfolo  *Afcanio,&  Don  Vgo  di  Moncada;  perche 
loanefu         il  Duca  diftffa  era  morto  molti  giorni  innanzi  a  Marino  ;  ma  ancora  Vefia- 
fiano  flato  melano  della  concordia,^  interpofitore  per  fé,  &  tutti  gli  altri 
della  fuafede,&  il  Cardinale  Tompeo  Colonna, traportato  tanto  dall' ambi- 
tione,&  dal  furore, che  haueffe  confi 'irato  nella  morte  violenta  del  Tótefice; 
disegnando  anche,  come  fu  comune  &  confidante  oppenione,  confiretti  con  la 
uiolen,%a,&  con  l'arme  i  Cardinali  ad  eleggerlo, occupar  e  co  le  manifangui- 
nofc,&  con  l' operazioni  federate,  cjrfaCri  leghe  la  Sedia  uacante  del  Tonte- 
fice  :  il  quale  intefa,chegia  era  giorno, la  uenuta  loro,  che  già  erano  raccolti 
Pana  in  gran  intorno  a  San  Cofimo  <&  Damiano , pieno  di  terrore, &  di  confufione  cercaua 
co  linone  per  uananwnte  fa  prouedere  a  quefio  tumulto;perche  ne  haueuafor^  proprie  da 
affatto  di  Ro  difender fi;ne  il  popolo  di  J\oma  parte  lieto  de 'fuoi  finifirt, parte giudicando  nò 
ma  •  attenere  a  fé  ti  dàno  publico,  faceua  fegno  di  mouerfi .  perciò  accrefeiuto  l'a- 

nimo decimici,  uenuti  innanzi  fi  fermarono  con  tutte  le  genti  a  Santoro- 


DECIMOSETTIMO  S? 

sìolo:ondcj}>infòno  per  Tonte  Siflo  in  Trafleuere  circa  cinquecento  fanti, con 
qualche  caualìo  :  i  quali  ributtato  dopo  qualche  refiflen'xa  Stefano  Colonna 
dal  Tortone  di  Santo  Spirito,  che  faldato  del  Tonte fi ce  era  ridotto  quiui  con 
dugento  fanti, s'indr  lavarono  per  Borgo  uecchio  alla  uolta  di  San  Tiero,  <&• 
delpalai^o  Tontificale,eff.ndoui  ancora  dentro  il  Tontefice;il  quale  in  uano 
chiamando  l'aiuto  d'lDDii>,&  degli  huomini,inchinado  a  morire  nella  fua 
Sedia,  fi  preparaua,  come  già  haueua  fatto  Bonifatio  Ottauo  nello  infulto  di 
Sciarra  Colonna,  di  collocar  fi  con  l'h  abito,  &  con  gli  ornamenti  Tontificalt 
nella  Cathedra  Tontificaleima  rimoffb  con  difficultà grande  da  queflo  propofi 
to  da' Cardinali  che  gli  erano  intorno,  che  lofcongiuraua.no  a  mouerfi,fe  non 
per  fé  almeno  per  la  fallite  di  quella  Sedia,  &  perche  nella  per  fona  delfuo  Vi\ 
cario  non  fuffe  fi  fcelerat  amente  offefo  l'honore  di  Dio  ;  fi  ritirò,  infieme  con  *J  Papa  fi  tU 
alcuni  di  loro  de'fuoi  più  confidenti  in  C  afelio  a  hore  diciafette,  &  in  tempo,  |ira  in  CalM 
che  già  non  fa  lo  i  fanti, &  i  caualli  uenuti  prima:  ma  etiandio  tutto  il  reflo  de 
la  gente  faccheggi andò  il  Tala%£o,&le  ce  fé,  &ornamèti  fiacri  della  Chiefa  $acco  &  pa  g 
di  San  Tiero  ;  non  hauendo  maggiore  rifletto  alla  maefld  della  Religione, &  lazzo,  &  di 
aWhonore  delfacrilegio ,  che  haueffero  hauuto  i  Tur  chi  nelle  Chiefc  dell\e-  San  Pietro. 
gno  dì angheria.  Entrarono  dipoi  nel  Borgo  nuouo  del  quale  faccheggiarono  \ 
circa  la  ter^a  parte, nò  procederlo  più  oltra  per  timore  dell'artiglierie  di  Ca 
fello.  Sedato  poi  il  tumulto,  che  durò  poco  più  di  tre  hore ,  perche  in  F^oma 
non  fu  fatto  danno, o  moleftia  alcuna,Don  Vgo  fiotto  la  fede  del  Tontefice,  & 
riceuuti  per  sìatichi  della  ficurtd  fua  i  Cardinali  Cibo ,  &■  T{idolfi ,  T^ipoti  bQr&  RM^fi 
cugini  del  Tontefice ,  andò  a  parlargli  in  C  afelio ,  doue  ufate  parole  conue-  fatichi. 
nienti  a  uincitore ,  propofe  conditione  di  triegua  :  fopra  che  ejfendo  differita 
la  rifftofta  al  dìfeguente,fu  conchiufa  la  concordia,  cioè,  triegua  tra  il  Ton- 
tefice in  nome fuo ,  &  de  Confederati ,  &  tra  Ce  far  e per  quattro  mefi ,  con  Triegua,&ca 
difdetta  di  due  altri  mefi;  &  con  facilità  a' Confederati  d' entrami  infra  due  pitolationc 
me  fi  :  nella  quale  fuffero  inclufi  non  falò  lo  Stato  Ecdefiaflico ,  &  il  I{egno  ^y^'* 
dil^poli;  ma  etiandio  il  Ducato  di  Milano, i  Fiorentini, iGenouefi,i 
Sane  fi ,  &  il  Duca  di  Ferrara ,  &  tutti  ifudditi  della  Chiefa  mediate ,  & 
immediate .  Fuffe  obligato  il  Tontefice  ritirare  fubito  di  qua  da  To  le  genti 
fue ,  che  erano  intorno  a  Milano ,  <&  riuocare  dall'armata  Andrea  Dorici 
con  le  fue  Galee  :  perdonare  à  Colonne  fi ,  &  a  chiunque  fufje  interuenuto  in 
queflo  infulto  :  dare  per  sìatichi  della  offeruan^a  Filippo  Strofi ,  &  uno 
de  figliuoli  di  Iacopo  Saluiati  ;  i  quali  fi  obligò  mandare  a  !>{apoli  infra  due 
mefijfotto  pena  di  trentamila  ducati .  &gli  Imperiali, &  i  Colone  fi  a  leua- 
re  le  genti  di  F{oma,  &  di  tutto  lo  Stato  della  Chiefa,&  ritirarle  nel  Bearne 
di  \apoli.  Alla  quale  triegua  concorfe  l'una  parte ,  &  l'altra  cupidamen 
te-%  ti  Tontefice  per  non  effere  in  Caftelh  uettonaglta  dafoflentarfi,Don  Vg<* 


benché  reclamando  i  Colonne  fi,  perche  gli pareua  fatto  affa!  a  beneficio  di  Cc- 
farc,&  perche  quafi  tutta  la  gente,  con  che  tra  entrato  in  I\oma,carica  della 
Triegua  del  preda  s'era  diflìpata  in  diuerfe  parti.  Da  quefta  triegua  s'interroppono  tutti 
Papa  con  gli  j  djfjègni  di  Lombardia,  &  tutto  il  frutto  della  uittoria  di  Cremona  ;  perche 
terronlpc  le"  no  oftante  C^)C  1Hafi  ne'medefimi  dì  arriuajfe  all' ejfer cito  con  le  lance  Francefi 
cofe  di  Lom-  il  Marchefe  di  Saluto, nondimeno  mancando  le  genti  del  Tontefice, che  per 
bardia.  \a  triegua  ilfettimo  d'Ottobre  fi  ritirarono  la  maggiore  parte  a  Tiacen^a.-fì 

difordinò  non  meno  il  dijfegno  di  mandare  gente  a  Genoua,che  il  diffegnofat 
to  diflrignere  Milano  cou  due  eserciti.  Dette  anche  qualche  diflurbo, che  il 
Duca  d'orbino  fatto  che  hebbe  l'accordo  con  quelli  di  Cremona,  no  affrettata 
la  confegnatione  andò  in  Mantouano,ancora  chegiafapeffe  la  triegua  fatta  a 
%pma,a  uedere  la  moglie;&  hauendo  confentito  allegenti,che  erano  in  Cre- 
mona prorogatane  di  tempo  a  partir  fi,  s'affrettò  U  partita  loro  intorno  a  Cre 
mona  tanto  tempo, che  non  fu  l'tffercito  prima  che  me^o  Urne  fé  d'Ottobre  co 
grauiffimo  detrimento  di  tutte  lefacende;perchefi  trattaua  di  mandare  gente 
et  Genoua, ricercate  più  che  mai  da  Tietro  Ts^auarra,  &  dal  Troueditore  de 
l'armata  Vinitiana,&  effendo  nell'efferato  ricongiunte  uifuffcro  le  genti  Vi 
nitiane,  tate  forile  che  baflauano  a  far  e  queflo  effetto  fen^a  partir  fi  di  quello 
alloggiamento;perche  &  col  Marchefe  di  Salwzjo  erano  uenute  cinquecento 
lance, &  quattromila  fanti,  & ui  s 'affrettauano  di  giorno  in  giorno  i  duemila 
Grigioni  còdotti  per  l'accordo  che  fi  fece  con  loro:  &  il  Tontcfice,ancora  che 
faceffe  palefe  dimoflratione  di  uolere  offeruare  la  triegua, nondimeno  hauédo 
occultamente  diuerfa  intentione ,  haueua  lafciato  nell'efferato  quattromila 
fanti  fiotto  Giouàni  de  Medici,  fiotto  pretefio  chefuffero  pagati  dal  I{e  di  Fra- 
eia,  ficufia  che  haueua  apparente  colore  ;  perche  Giouanni  de  Medici  era  conti 
imamente fioldato  del  I{e,  &  fiotto  fino  nome  riteneua  la  compagnia  delle  geti 
Cremona  co-  d'arme.  T  art  tronfi  finalmente  le  genti  di  Cremona,  della  quale  Città  fu  con- 
regnata  a  Fra  fegnaxa  [a  poffeffione  a  Francefco  Sfor'%a;&  i  Tedefichi  col  Cap.  Corradinofie 
n'andarono  alla  uolta  di  Trento  ;  ma  i  caualli,  &  i  fanti  Spagnuoli  hauendo 
paffato  il  To  per  tornar fene  nel  ì\egno  di  T^apoli,  &  effendo  fatta  loro  qual- 
che difficultà  dal  Luogotenente  di  concedere  le  patenti, &  i  faluicondotti  fiuf- 
ficienti  ;  perche  era  moleflo  al  Tontefice  che  andaffero  a  iS^apoli,  prefio  all'im 
prouifo  il  camino  per  la  montagna  di  Tarma, et  di  Tiacenr^a,<&  dipoi  rip af- 
fato con  celerità  il  To  alla  Chiarella  fi  conduffono  falui  nella  Lomellina,&  di 
Genti  dA  Pa-  P°* a  Milano,  Trefolo  partì  dalle  mura  di  Milano  per  l'offeruan^a  ddla  trie 
pa  dopo  la     gua  il  Luogotenente  con  le  genti  del  Tontefice ,  ma  etiandiofi  dificoftò  da  Gè* 
triegna  fi  par  noua  ^Andrea  Doria  con  le  fiue galee .-onde  erano  pochi  dì  prima  uficiti  fieimila 
tono  d  int°r-  farti  tra  pagati, &uolontaru  ;  perche  in  Genoua  erano  quattromila  fanti  pa 
Andrea  Do-  '£<# *,f  0  ordine  dì affiatare  feicento  fanti, i  quali  con  Filippino  dal  Fiefico  erano 
ria  da  Genoua  in  terra  :  ma  Filippino  haueua  fatto  nella  fiommità  delle  montagne  apprejfo  a 


DECI  M^O'S  E:  T '  T  J  M  O  f? 

Vortofino  talefortificatione  di  ripari,  &  bafiìoni ',  che  gli  còflrinfe  a  ritirarfi  +  Andrea  D* 
con  non  picciolo  danno  ;  &  nondimeno  n-jn  molto  dipoi  ^Andrea  Loria  co  Cd  nì  jW.™ 

i        .f      \     m         r  •   r  i.    ;     •      n»    rr  t-  attedio  di  G« 

£d/ee  ritorno  a  Tortojino  per  continuare  injieme  con  gli  altri  nell  ajjedioma-  ooua. 
ritimo  diVenoua.  Ma  nel  tempo  medeftmo  che  quefle  co  fé  fuccedeuano  con 
uarij  euenti  in  Italia,  gli  Oratori  del  Tontefice,del  I\e  di  Francia,  &  de  Vi-  Gli  Amba  * 
nitiani  intimarono  il  quarto  di  Settembre  (tanta  dilatione  craflata  interpo-  ^cì^°^  <je* 
fla  a  fare  queflo  atto)  a  Ccfare  la  Lega  fatta ,  &  la  f acuità ,  che  gli  era  data  t  jmae^  a*  r""" 
d'entrami  con  le  conditioni  ejprejfe  ne' capitoli: al  quale  atto  efftndo  flato  pre-  fare  la  Lega. 
ferite  l'Oratore  del  Kg  d'Inghilterra  gli  dette  una  lettera  dclfuo  I{e,  che  lo  co 
fortaua  modeftaméte  ad  entrare  nella  Legatil  quale  udita  l' intimazione  rifpo- 
fe  agli  Imbafciadori  non  comportare  la  degnitàfua,  che  entraffe  in  una  confe  Rìfpofta  di 
derat ione  fatta  principalmente  contra  lo  fiato,  &  honorefuo;  ma  che  ejfendo  9ctV c  -a  .§1j 
Slato  fempre  dijpoflijfimo  alla  pace  uniuerfale,  di  che  haueua  fatto  dimoflra-  ri  alcolica» 
t  ione  fi  elùdente  js'offeriua  a  farla  di  prefentefe  effx  haueuano  i  mandati  fuffi-  ti . 
denti  ;  da  chef  credeua  haueffe  l'animo  alieno  ;  ma  che  proponete  quefla  pra 
tica  per  maggiore  Juagiuflificatione,&  per  dare  caufa  al  {{e  d'Inghilterra  dì 
fopraffedere  l'entrate  nella  Lega:raffireddare  con  quefla  fferan^a  le  prouifio- 
ni  de  Collegati;  &  indurre  poi  co'mc^i  del  trattarla  qualche  gelo fia,&  diffi- 
denza tra  loro;  &  nondimeno  follecitaua  da  altro  canto  le  prouifioni  dell'ar- 
mata ,  che  fi  diceua  effere  di  quaranta  'tyaui,  &  di  feimila  fanti  pagati  :  per 
follecitare  la  partita  della  quale,  che  fi  metteua  infieme  nel  Torto  tanto  me- 
morabile di  Cartagenia ,  partì  a  uentiquattro  dì  di  Settembre  dalla  Corte  il 
Viceré,  dimoflrandofi  Ce  far  e  molto  più  pronto,  & più  folle cito  allefacende, 
che  nonfaceua  il  I{e  di  Trancia-M  quale  ancora  chefir  etto  da  intereffifigraui 
con  fumana  la  maggiore  parte  del  tempo  in  piaceri  di  e  accie, di  balli,  &  d'in- 
trattenimenti di  donneai  figliuoli  del  quale  diff  erata  l'offeruan^a  dell'accordo 
erano  siati  condotti  a  Vagliadulit.    Còflrinfe  la  uenuta  di  quefla  armata  il  Prouifioni  del 
Pontefice fojpettofo  della  fede  del  Viceré, et  de  gli  Spagnuoli  ad  armarfupero  Papa     P°  *? 
nonfolo  chiamo  a  I{oma  Vitello  con  la  cópagniafua,&  despoti  ;  ma  etià-  iniperadorc. 
dio  cento  huomini  d'arme  del  Marfchefe  di  Mantoua,&  cento  cauaìli  leggio 
ri  di  Piermaria  1\pffo;&  dall' efferato  gli  furono  mandati  duemila  Sui^eri 
a  fyefefue,&  tremila  fanti  Italiani  :  &  nondimeno  continuaua  affermare  di 
uolere  andare  in  Iffagna  ad  abboccarfi  co  Cefareida  che  lo  diffuadeuano  quafi 
tutti  i  Cardinali,maffimamente  non  andando  a co  fa  certa,<&  confortandolo  a 
mandare  prima  Legati.   Bromato  il  Duca  d'Vrbino  all'efferato,  &  fenica  Deliberar  ioni 
fperan'fa  alcuna  d'ottenere  o  con  lafor^a  dell'arme ,  o  con  la  fame  Milano,  <*el  Duca  di 
sfacendo  i  Capitani  dell' armate  gràdiffima  inflan^a,chefi  mandaffero giti       j"° intQr 
*  moleflare  per  terra  Genoua  ;  deliberò  per  potere  fare  queflo  effetto  difeoflar  fa  &  Milano» 
fi  con  l'efferato  dalle  mura  di  Milano  ;  ma  diffofle  le  cofe  in  modo,  che  conti- 
nuamente fuffero  impedite  le  uettouaglie ,  che  andaffero  a  quella  Citta  :  perà 


fi  L  I  B  E^O 

+   Monda  fi  itfte  principio  alla  fortificatione  di  Monda 3  per  poterui  lafciare genti ,  le 
for  citici         quali  attendeffero  a  rnoleflare  le  uettouaglie  3  che  ji  conduceuano  dal  Monte 
di  Brian^a  3  &  d'altri  luoghi  circoftanti  :  &  fortificata  l'haueffe  3  trasferire 
Y  efferato  in  uno  alloggiamento  3  onde  s'impedifjèro  le  uettouaglie  3  che  con- 
tinuamente ni  andauano  da  Biagraffa  ,&da  Tauia  :  il  quale  alloggiamento 
come  fuffe  fortificato ,  andaffe  uerfo  Genoua  il  Marchefe  di  Saluto  co  fanti 
fuoi  y  &  con  una  banda  di  Sui^eri  ;  cofa  defiderata  eflrtmamente  dall'ar- 
mate y  per  ejfere  ridotta  Genoua  in  tale  eftremitd  di  uettouaglie y  che  con  dif- 
fidata fi  poteua  piufoftencre.   Ma  effendo  tali  quefle  deliberationi  3  che  non 
fipoteuano  mettere  ad  effecutione  fé  non  con  lunghezza  molto  maggiore 3che 
non  conueniua  allo  siato  delle  co  fé  y  &  alla  necceffità  di  Genoua  3  ne  man- 
cando ad  ottenerla  altro  3  che  il  dare  impedimento  alle  uettouaglie  _,  che  uifi 
conduceuano  per  terra  3  non  fi  conduceuano  le  co  fé  diffegnatc  ad  effetto ,  non 
oflante  che  nell'esercito  fi  trouaffero  quattromila  Sui'^eriy  duemila  Gri- 
giori! y  quattromila  fanti  del  Marchefe  di  Saluto  3  quattromila  pagati  dal 
Pontefice  fiotto  Giouanni  de  Medici  3  <&  i  fanti  de'Vimtiani  ,•  i  quali  fecondo 
gli  oblighi  3  &  fecondo  l'ajfermatione  loro  3  erano  diecimila  ;  ma  fecondo  la 
uerità  numero  molto  minore.    L euojfi  finalmente  l'efferato  l'ultimo  dì  d'Ot- 
tobre dal? alloggiamento  3  nel  quale  era  slato  lungamente  3  &  fi  ridujfea 
Tioltello  3  lontano  cinque  miglia  dal  primo  alloggiamento  ;  effendofi  nel  lu- 
nare fatto  unagroffa  fcaramuccia  con  quelli  di  Milano  ;  co' quali  ufcì  Borbo- 
ne in  per  fona.  Era  la  intentione  del  Duca  fopraflare  a  Tioltello  tanto  3  che 
fuffe  dato  fine  alla  fortificatione  di  Monda ,  nella  quale  penfaua  lafciare  due- 
mila fanti  con  alcuni  caualli  3  &  poi  condurfi  a  M augnano  :  doue  delibera- 
to l'altro  alloggiamento ,  &prefolo  3  &  fortificatolo  ;  &  for  fé  prima  fiecon- 
+  n      A>  V    ^°  ^ceua  Prcfa  Biagraffiy  mandare  poi  le  genti  a  Genoua ,  co  fé  di  tanta  lun- 
bino  e  biafì  -  S^cz^a }  che  dauano  cagione  d'accufarlo  ,•  non  oflante  y  che  egli  allegaffe  per 
una  co.  parte  difuafeufa  le  male  proni  fiorii  de'Vinitiani  :  i  quali  non  pagando  i  fanti 

a' tempi  debiti  y  non  haucuano  mai  fé  non  molto  defettiuo  il  numero  promet- 
teuano3&  partendo fene  di  quelli  3  che  h  alienano  fempr  e  per  il  fopraflare  del- 
le paghe  molti  3  erano  necejjitati  rimetterne  di  nuouo  molti  quando  dauano 
la  paga  :  in  modo  che  3  come  uerìfimilmente  diceuay  haueuafempre  una  mo- 
na militia y  &  un  nuouo  efferato.  Ma  quella  dilationey  che  infimo  a  qui  pa- 
reua  sìato  uolontaria  y  comincio  ad  haucre  cagione  3  &  colore  di  neceffità: 
perche  dopo  molte  pratiche  tenute  in  Germania  di  mandare  foccorfo  di  fanti 
in  Italia  3  le  quali  per  la  importanza  dell'  arciduca  y<&  per  non  haucre 
Giorgio  Fró-  C efare  mandatoui  prouifione  di  danari ,  erano  siate  itane;  Giorgio  Fron- 
^f rgh  %  PjF°  IP0^  affettionato  alle  cofe  di  Ce  fare }  &  alla  gloria  della  fina  natione  3  & 
te  in  Gcrma  -  c^e  due  uo^e  Capitano  digrofjè  bande  di  fanti  era  stato  con  fomma  laude  in 
«ìiaper  Ccfarc  Italia  per  Ce  far  e  contra  Francefii,  deliberato  con  le  facilita  prinatefoftentarc 


DECIMO-  SETTIMO  ff 

quello  ,  in  che  mancauano  i  Trincipi  ;  concitò  con  l'autorità  fua  molti  fanti, 
col  mofirare  l'occafione  grande  di  predare,  &  d 'arricchir fi  in  Italia  :  & 
conuenuto  con  loro ,  che  con  rkeuere  da  lui  uno  feudo  per  uno  lo  feguit  afferò 
alfoccorfodiCefare;  e^  ottenuto  dall'arciduca  fujfidio  dì 'artiglierie  ,& 
ài  caualliy  fi  preparaua  a  pajfare  ,  facendo  la  maffa  di  tutte  le  genti  tra 
Bolzano  ,&  Marano.   La  fama  del  quale  apparato  penetrata  in  Italia, 
dette  cagione  al  Duca  d'orbino  di  Iettare  il  penfiero  da  moleftare  Genoua  ,  Duca  ^7^ 
ridotta  quafiin  ultima  eflremità  ;  non  oflante  che  ^Andrea  Doria  diminuite  pcui  aall'iiA* 
ledimande  prime ,  non  faceffe  infiamma  di  hauere  più  di  mille  cinquecento  prcfa  di  Gè- 
fanti  ;  disegnando  di  farne  egli  altrettanti  ;  gli  quali  anche  il  Ducagli  negò,  nona. 
allegando  perfeufa  la  necejjìtà ,  che  haueua  hauuta  di  fare  andare  dall' effer- 
ato mille  cinquecento  fanti  de'Vimtiani  in  Vicentino ,  per  timore ,  che  i  Vi- 
nitiani  haueuano ,  che  ilfoccorfo  Tedefco  non  fi  diri^affe  a  quel  camino. 
La  quale  oppenione  il  Duca  confutaua ,  perfuadendofi  farebbono  la  uia  di 
Lecco  :  per  la  quale  cegione  siaua .  fermo  a  Tioltello ,  per  effete  più  propin- 
quo aWiAdda;  pubblicando  uolere  andare  ad  incontrargli,  &  combattere 
con  loro  di  là  dall'Edda  all'ufeita  di  Valle  di  Sarfina.  Co  fi  cominciando  a 
tornare  in  nuoue ,  &  maggiori  diffiarftd  le  co/è  di  Lombardia ,  era  anche 
accefo  nuouo  fuoco  in  terra  di  Rgma  ;  perche  il  Tontefice  cofiemato  d'animo 
per  l'accidente  de  Colonne/i ,  inclinato  con  l'animo  alla  pace ,  &  all'andare 
con  l'armata  a  Barcellona,  per  trattarla  perfonalmente  con  Ce  far  e ,  haueua, 
fubito  partiti  che  furono  i  nimici  di  Roma ,  mandato  Taolo  d\Arcr2ofuo  Pao*°  ^^rra 

'  r.  .         .:  ^  .  ,      v  r  r         rr  rr     V>         zo  mandato 

Cameriere  al  I\e  di  Francia  ;  perche  con  conjentimento  Juo  pa\\a)\e  a  Cejare,  ^  p      aj 
per  la  pratica  della  pace  ;  &  per  fare  anc  he  intendere  al  %  le  fue  neceffità,  Re  di  Fracia. 
&  i  fuoi  pericoli  ;  &  dimandargli  per  poter  fi  difendere  centomila  ducati. 
Ideile  quali  coft  era  tanto  difeor -dante  da  fé  medefimo ,  che  uolendo  dal  F{e 
danari ,  &  maggiore  prontezza  alla  guerra ,  nonfologli  negaua  le  decime, 
infiando  di  uolerne  per  fé  la  metà ,  //  che  il  I\e  ricufaua ,  dicendo ,  non  s' effe- 
re  mai  coflumato  nel  Bearne  di  Francia  ;  ma  ancora  non  fi  rifolueua  a. 
creare  Cardinale  il  Gran  Cancelliere  ;  il  quale  per  l'autorità  ,  che  ha  - 
ueua  ne  '  configli  del  Rg,  &  perche  per  fua  mano  paffauano  tutte  lefpe- 
ditioni  de  '  danari ,  poteua  effergli  in  tutti  i  fuoi  disegni  di  grandiffimo 
momento.     lS(on  mancò  il  Rg  condoler  fi  con  Taolo  ,  &  con  gli  altri  Re  d'Inani!- 
7{untij  del  cafo  di  Rgma  ,  offerire  le  cofe  fue  alla  fua  difefay  mojìrar-  |c^a  ^      ™ 
gli  che  non  poteua  più  fidar  fi  di  Ce  far  e  ;  dargli  animo ,  &  confortarlo  a  non  ancjare  a  Bar/ 
perfeuerare  nella  triegua  :  nel  quale  cafo ,  &  non  altrimenti  diceua  uolere  zalona. 
pagare  i  uentimila  ducati  promejji  per  ciafeuno  me  fé  :  a  che  anche  &  a  non  Re  di  Fracia 
andare  a  Bar^alona  lo  confortò  il  Rg  d'Inghilterra;  ilquale  intefo  l'accidente  fpc°n *? rfa  f  * 
feguit o  gli  mandò  uinticinquemila  ducati.  S confort aua  il  Rg  di  Francia  l'an  ^  ta  ^  Pa 
data  del  Tontefice  a  Trincipi,  come  cofa  che  per  l'importanza  fua  meritaua  a  Barzaloiu. 


éo  L  1  B  V^O '    '  " 

molta  confideratione  :  &  dinegò  da  principio ,  che  'Paolo  andajfe  a  Ce fare  > 
o  perche  haueffefofpetto  che  il  Tontejice  non  cominciale  con  lui  pratiche  fé- 
paratelo  perche ,come  diceua,fujfe  più  honoreuole  trattare  la  pace  per  me^o 
i   il  Re  cli^    del  j^e  d'inghilterra,che  parere  di  mendicarla  da  Cefareibenche  nò  molto  poi 
Francia  fi  co-  ejTend0  fatta  da  J\oma  di  nuouo  inftan-^a  della /ita  andata  la  conferiti, o  perche 
pa  vada  a       fure  defideraua  la  pace,o  perche  cominciale  a  difpiacerli  ch'ellafufje  tratta* 
Barzalona.     ta  dal  Bg  d'Inghilterra  ;  i  progreffi  del  quale  erano  tali3che  meritamente  du-> 
bitaua  di  non  effere  per  gli  intere/fi  fuoi  propri]  tirato  a  conditioni  non  conue* 
nientuconciofiia  che  quel  J(e,  an-^i  fiotto  ilfuo  nome  il  Cardinale  Eboracenfey 
pieno  d 'ambitione ,&  defiderofo  d' effere  giudice  del  tutto  ,  proponete  condi- 
tioni ejìrauaganti;&  hauendo  anche  fini  diuerfi  da! fini  degli  altri,  fi  lafciaffe 
dare  parole  da  Cefare,&  no  haueffe  l'animo  alieno, che  il  Ducato  di  Milano 
fuffe  per  me^o  della  pace  del  Duca  di  Borbone, pur  che  a  lui  fi  congiugnere  la 
fonila  di  Cefare  ,  accioche  afe  r efi affé  fac ulta  libera  di  maritare  la  figliuola 
del  J\e  di  Francia.    I  conforti  adunque  fatti  al  Tontefice  dall'uno,  &  l'altro 
}{e  ;  il  dubbio  di  non  perdere  co' Collegati,  &  prillato  degli  appoggi  loro,  re- 
filare  in  preda  di  C  e  far  e, &  de' fuoi  mi?iiflri;  gli  slimoli  de' confultori  fuoi  me^ 
II  Papa  volge  defimi ,  lofdegno  conceputo  contra  Colonne  fi ,  &  il  defiderio  col  farne  giufta 
6tra  C°  lo»    umetta  di  ricuperare  in  qualche  parte  l'honore  perduto  l'induffono  a  uolgere 
nefi.  contra  le  l 'erre  de  Colonne  fi  quelle  for^e,  che  prima  folamente  per  fua  fi  cur- 

ia haueua  chiamate  a  Boma ,  giudicando  neffuna  ragione  cofìrignerlo  ad  of- 
jeruare  quello  accordo ,  il  quale  haueua  fatto  non  uolontariamente ,  ma  in- 
gannato delle  loro  fi  audi ,  &  sforato  fiotto  la  fede  riceuuta  dalle  loro  arme, 
+  Vitello  va  Mando  adunque-il  Tontefice  Vitello  con  le  genti  fue  a  danni  de'Colonnefi,dif- 
a'dani  de'Co  jcgnarj0  d 'abbi "ucciar -e ;&  fare pianare  tutte  le  Terre  loro:  perche  per  l' af- 
fettane inuet  erata  de  'popoli,  e^  della  parte , il  pigliarle  folamente  era  di  pic- 
CardinaleCo  c'l0^°  Pre^uditio .  &nel  medefimo  tempo  publicò  un  monitorio  coltra  il 
lonoa  priuato  Cardinale ,  &  gli  altri  della  cafa ,  per  uirtà  del  quale  priuò  poi  il  Cardinale 
del  Capello,    della  dignità  del  Cardinalato  ;  il  quale  prima  uolendofi  difendere  con  la  bolla 
della  fimonia ,  haueua  in  IS^apoli  fatto  publiche  appellationi ,  &  appellato 
al  futuro  Concilio  .  contra  gli  altri  Colonne  fi ,  i  quali  nel  Bearne  di  T^apoli 
foldauano  caualli ,  &  fanti  ;  foprafedette  la  pronuntiatione  della  fenten'za. 
jLó^"0^  LeZent'"  entrate  nelle  Terre  loro  ,  abbruciarono  Marino  y  &  Monteforti- 
de'Colonnefi  no  >  ^  Foriera  del  quale  fi  teneua  ancora  per  gli  Colonnefu  Spianarono 
abbracciati ,  Gallicano ,  &  Tagaruolo  ;  non  penfando  i  Colonnefi  a  difendere  altro ,  che  i 
Gallicano,  &  luoghi  più  forti ,  &  ffietialmente  la  Terra  di  Vallano  ;  la  quale  terra  è  difito 
Tagaroio  fon  forte  ^  ^  ^  pctere  con  difficultd  condurui  l'artiglieria  ;  ne  ui  fi  poteua  an- 
dere  per  altra ,  che  per  tre  aie  ;  che  l'ima  non  poteua  foccorrere  l'altra  ;  & 
ha  la  muraglia groffiffima ,  &gli  huomini  della  Terra  bene  dijpofli  a  difen- 
derla :  &  nondimeno  fi  credette  3  che  fé  Vitello  con  preftc^afufic  andato 

ad  afjaltarU 


DECIMOSETTTMO  él 

ad  adattarla,  non  oflante  uifuffero  rifuggiti  molti  delle  Terreprefe,  ?  bar  eb- 
be ottenuta  ^perche  non  ui  erario  dentro  foldati  :  mamentre  differirei' an- 
darui  fecondando  la  natura  fua  piena  neW  effequire  di  difficultà  ',  &  di  peri- 
coli ;  entratiui  dentro  cinquecento  fanti  tra  Tedefcbi,  &  Spagnuoli,  mancia- 
tini  del  Bearne  di  TS^apoli  ;  i  quali  u  entrarono  di  notte  ;  &  dugento  caualli, 
la  renderono  in  modo  difficile ,  che  Vitello  ,  che  nel  tempo  medefimo  haueua 
gente  intorno  a  Grotta  ferrata ,  non  ardito  di  tentare  più  l'impreft  di  T  alia- 
no >  ne  anche  quella  di  Biocca  di  Top  a  ;  ma  mandate  alcune  genti  a  battere  co 
l'artiglierie  la  Bocca  di  Montefortino,  guardata  da  Colonnefi,  delibero  d'u- 
nire tutte  lefuegentia  Valmontone  più  per  attendere  alla  difcfa  del  paefe,fe 
del  Bearne  fimoueffe  cofa  alcuna,  che  confferan'^a  di  potere  fare  effetto  im- 
portante: di  che  appreffo  al  Tontefice  acquifio  imputatane  affai  :  il  quale  ne* 
tempi,  che  haueua  diffegnod' affittare  il  Pregno  dils(apoli,  &  poi  quando 
chiamò  le  genti  adorna ,  per  fua  difefa ,  haueua  defiderato ,  cheuandaffero 
Vitello  ,  &  Giouànni  de' Medici ,  Capitani  congiunti  di  beniuolen^a ,  &  di 
parentado  ;  &  dell'uno  de' quali  la  fredderà  pareua  baflante  a  temperare, 
&  ad  effere  temperata  dalla  ferocità  dell'altro .  Ma  tirando  ifati  Giouanni 
a  prefta  morte  in  Lombardia, haueua  per  configlio  del  Luogotenente,  ferué- 
dofi  intrattanto  nelle  cofe  minori  di  Vitello,  differito  a  chiamarlo  infino  a  tan 
tohaueffe  cagione  odi  maggiore  neceffità ,  o  di  maggiore  imprefa ,  per  non 
priuare  in  quefto  me%o  l'effercito  di  Lombardia  di  lui  ;  che  per  l'animo ,  & 
uirtàfua  era  di  molto  terrore  animici, et  di  prefidio  a  gli  amici:  &  tanto  più 
rifcaldando  la  uenuta  de' fanti  Tedefcbi,  la  quale  congiunta  agli  auifi,  che  fi 
haueuano  dell' ejjère  in  procinto  di  partir  fi  del  Torto  di  Cartagena  l'armata  Duca  ctt  Fer- 
di  Spagna ,  coflrinfono  il  Tontefice,  stimolatone  molto  da' Collegati ,  &  da'  *?r,pte»rato.. 
Cordiglieri fuoi  medefimi,a  penfare  a  far  e  qualche  compofitione,  da  chefem-  per  loro  c}el 
pre  era  slato  alieniffìmo,  col  i>uca  di  Ferrara;  non  tanto  per  afficurarfi  de*  nerale. 
mouimentifuoi,  quanto  per  trarne  fomma  grande  di  danari  ;  e^  per  indurlo 
a  caualcare  nell'efferato,  come  Capitano  Generale  di  tutta  la  Lega.  Sopra 
che  bauendo  praticato  molte  uolte  con  Matteo  C afella  Faentino  Oratore 
del  Duca  appreffo  a  lui,  &  parendogli  trouarne  defiderio  nel  Duca ,  cómeffe 
al  Luogotenente  fuo  ,  che  era  a  Tarma ,  che  andaffe  a  Ferrara  ;  dandogli  in 
dimoflratione  un  Brieue  dimandato  ampliffimo:ma  reflrignendo  la  commif- 
fione  aconfentire  di  reintegrare  il  Duca,  di  Modena,  &  di  peggio,  col  rice- 
uere  da  lui  in  breui  tempi  dugentomila  ducati  :  obligarlo  afeoprirfi,  &  ca- 
ualcare, come  Capitano  della  Lega,  all'efferato  :  &  che  il  figliuolo  fuo  pri- 
mogenito pigliaffe  per  moglie  Caterina  figliuola  di  LorenT^o  de'  Medici  :  ten- 
tandoli anche  fé  uifuffe  modo  di  dare,  con  dote  equiualente,  una  figliuola  del 
Duca  per  moglie  a  H Ippolito  de* Medici  figliuolo  di  Giuliano ,  &  con  molte 
dire  conditioni  ;  le  quali  non  filo  erano  per  fé  Beffe  quafi  ineftricabiliper  la 


bircukà  del  tempo,  ma  ancora  il  'Pontefice,  che  non  ci  cùnfeendeua  fé  non  per 

ultima  necejjltd,  balletta  commejjò  ,  che  non  fi  facete  fen^afuo  nuouo  auifo, 

&  commilitone  la  intera  conclufione.  La  quale  commiffione  allargò  poco  di- 

i  il  Viceré    poi  cofi  nelle  conditioni,  come  nella  facultà  del  conchiudere  :  perche  hehbe  a- 

di  Napoli  nr    mf0  3  che  il  Viceré  di  TS^apoli  era  con  trentadue  Ispani  arriuato  nel  Golfo  di 

m  Coi  fi-  £an  Firen7^  jn  corftea  ,  con  trecento  caualli,  duemila  cinquecento  fanti  Te- 


ca, 


defehi  ,  &  tre  in  quattromila  fanti  Spagnuoli.  Ma  eragia  diuentata  nana 
la  uolontd  del  Tontefice  ;  perche  in  fu  l'armata  medefima  era  un'huomo  del 
Duca  di  Ferrara,  il  quale  fpe  dito  dal  luogo  predetto  con  gran  diligenza,  non 
folofignificò  al  Duca  la  uenuta  dell*  armata,  ma  gli  portò  ancora  da  Ce  far  e  la 
i  Ce  (a  re  ina  inueftitura  di  Modona,  Zfr  di  peggio,  &  la  pr  orni f ione  fotto  parole  delfutu- 
da  al  Duca  di  ro  matrimonio  di  Margherita  d'^Aufln a  figli itola  naturale  di  Cejare  in  Her- 
Ferrara  l'in-  co[e  primogenito  del  Duca.  Ter  le  quali  cofe  ^Alfonfo,  che  prima  con  gran- 
ile mira  di      fcjj\mo  defìderio  afrettaua  la  uenuta  del  Luogotenente,  mutato  configlioy  pa 
ài  Reoo'io.      rendogli  anche  che  per  l' approffimarfi  i  fa'/iti  Tcdefchi ,  &  l'armata ,  le  cofe 
di  Ce  fare  cominciaffero  molto  a  effaltarfi  ;fignificò  per  Iacopo  lAluerotto  Va 
donano  fuo  Conpglicre  al  Luogotenente ,  che  partito  da  Tarma  eragia  con- 
dotto a  Cento,  lajpeditione  riceuuta  di  Spagna  :  per  la  quale,  fé  bene  nófuffe 
Duca  dì  Per-,  obligato  ad  offendere  ne  il  Tontefice ,  ne  la  Lega  ;  nondimeno  hauendo  rice- 
rara  s'a  eco  -    mi0  tant;o  beneficio  da  Ce  far  e ,  non  era  conuenientt  trattaffe  più  d'operargli 
,c  ai  c*    contro  :  &  che  efjendo  interrotta  per  quella  la  negociatione,  per  la  quale  an- 
daua  a  Ferrara ,  h auena  uoluto  panificargliene  ;  perche  la  taciturnità  fua 
non  defjegiufla  cagione  difdegno  al  Tontefice  ;  notigli  negando  però,  ma  ri- 
mettendo in  lui  l'andare,  o  non  andare  a  Ferrara.    Dalla  quale  propofla  cò- 
pre fo  il  Luogotenente  efjere  nana  l'andata  fua,  non  uolendo  mettenti  piufen- 
^affieran^a  di  frutto  della  riputatione  del  Tontefice  ;  richiamato  anche  dalla 
ìiecefjitd  delle  cofe  di  Lombardia ,  fi  ritornò  ;i?iterpofli  però  nuoui  ragiona- 
menti di  concordia  in  altra  forma,  fnbito  a  Modona .  riducendofi  ogni  dì  più 
tutto  lo  Stato  della  Chiefa  da  quella  banda  in  maggiore  pericolo  ;  conciofia 
che  Giorgio  Fronfrergh  co' fanti  Tedefchi  in  'numero  di  tredici  in  quattordici 
mila  prefo  il  camino  per  Val  di  Sabbio,  &  per  la  Fiocca  d! '^ìnfò  condotti 
uerfo  Salò  erano  già  arriuati  a  Cafliglione  dello  Striuieri  in  Mantouano  :  co- 
ti     a>\?  \.   tra&i  Via^  M  Duca  d'Vrbino ,  che  poco  innanzi  per  effere  ftedito  ad  andar- 
uc,a      r      di  a  incontrare  haueua  condotto  l'efferato  a  Vauri  Copra  l'adda  tra  Trer- 

iìv s  oppone   o  rt  .  •   •  •  i  r       F>  ^* 

co  le  lue  géti    K.°>  &  Cajjano  ;  &  gtttato  qutui  il  Tonte ,  &  fortificato  l  alloggiamento  3 
a  Giorgio       lafciatoui  il  Mar  che  fé  di  Salitilo  con  le  genti  Francefi ,  &  co'  Sui^reri  s 
Frof  pergh.     Grigioni  ;  &  co  fuoi  fanti  partì  il  decimonono  di  J^ouembre  da  Vauri,  con- 
ducendo feco  Giouanni  de  Medici  ,fei  cento  huominì  d'arme ,  molti  caualli 
leggieri ,  &  otto  in  nonemila  fanti ,  con  diffegno  non  affaltarli  direttamente 
alla  campagna  ,ma  d'infcflargliyZr  incommodarli  delle  ucttotiaglie  :  il  quale 


D  É  C  I  M  0  S  ET  T  1  M  0  D  éì 

modo  foto  dìceua  effere  a  uincere  gente  di  tale  ordinanza  y  condurgli  in  qual~ 
che  di  fior  dine,  Condujfefi  a  uentuno  a  Sondino  ;  onde  jpinfie  Mercurio  con 
tutti  i  cauaUi  leggieri  y  <&  una  banda  dhuomini  dì  arme  y  per  infeflargli  y  & 
dare  tempo  all'efferato  di  raggiugnerli  :  dubitando  già  per  effere  quel  dì  me- 
defimo  alloggiati  alla  Cauriana y  di  non  arriuare  tardi  ;  di  che  fcufando  Li 
tardità  della  partita  fua  da  Vauri y  trasferiua  la  colpa  nella  negligenza y  & 
e^  auaritia  del  Troueditore  Tifimi  ;  per  la  quale  era  siato  neceffitatofopra- 
slare  un  dìyo  due  più  y  per  affettare  y  che  in  campo  [afferò  i  buoi  y  per  leua- 
re  l'artiglierie  :  dal  quale  difetto  diceua  effere  poi  proceduto  grandijfimo 
difior  dine  y  &  quafi  la  rouina  di  tutta  la  imprefa.  Erafi  infino  a  quell'hora 
sìato  in  ambiguo  quale  doueffie  effere  il  camino  de*  Tede  fichi  ;  perche  fiì  cre- 
dette prima  y  che  per  il  Breficiano ,  e^  per  il  Bergamafico  andaffero  alla  nolta 
d'adda,  con  diffegnod  effere  incontrati  dalle  genti  Imperiali  :  &  accom- 
pagnati con  loro  andar fiene  a  Milano .  Erafi  creduto  poi  uolefjèro  paffare  il 
Tèa  Cafialmaggiore  y  &  di  quitti  trasferir  fi  alla  uia  di  Milano .  ma  effendo 
'4L  uentidue  dì  uenuti  a  I\iualta  y  otto  miglia  da  Mantoua  y  tra  il  Mincio  y  & 
Oglio  ;  nel  quale  dì  alloggiò  il  Duca  a  Trato  alburno  ;  &  non  hautndo  pafi- 
fato  il  Mincio  a  Coito  y  daua  inditio  uoleffero  paffare  To  a  Borgoforte,  o  a 
Viadana  y  più  prefilo  y  che  ad  Oftìa  y  &  nelle  parti  più  baffe  :  &  paffando  ad 
Ofiìa far  ebbe  fiato  fiegno  di  pigliare  il  camino  di  Modona  y  &  di  Bologna  .• 
doue  nell' un  luogo  y  <&•  nell'altro  fi fioldauano  fanti  y  &fifaceuanoprouifio- 
ni.  Trefono  poi  i  Tedefichi  a  uentiquattro  la  uia  di  Borgoforte  :  doue  non 
hauendo  effi  artiglierie  y  arriuarono  quattro  Falconetti  y  mandati  loro  per 
TÒ  dal  Duca  di  Ferrara  ;  aiuto  in  fé  picciolo  y  ma  che  riuficì  grandijfimo  per 
benefìcio  della  fortuna .  perche  effendo  il  Duca  d'orbino  yfieguitandogliy  en- 
trato nel  fin  aglio  di  Mantoua ,  nel  quale  erano  ancora  eglino  y  cor  fé  nel- 
l'accoftarfi  a  Borgoforte  alla  coda  loro,  benché  con  poca  {peran^a  di pro~ 
fitto  y  Giouanni  de' Medici  co' caualli  leggieri  ;  &  accoftatofi  più  arditamen 
te  y  perche  non  fapeua,  che  haueffero  hauute  artiglierie,  hauendoeffi  da- 
to fuoco  a  uno  de' Falconetti y  il  fecondo  tiro  per  coffe ,  &  roppe  una  gamba  ?!°5!aUr [  dc* 
alquanto  fiopra  al  ginocchio  a  Giouanni  de' Medici;  del  quale  colpo ,  effendo  a  Bor-of^^ 
slato  portato  a  Mantoua  y  morì  pochi  dì  poi  con  danno  grauiffimo  dell' im-  &  pou  Man 
prefia  :  nella  quale  non  erano  Hate  mai  da 'rumici temute  altre  arme  y  chele  toua  morto. 
fue  :  perche  fé  bene  giouane  di  uentinoue  anni,  &  d'animo  feroci/fimo  ;  la 
fperien^a  y  &  lauirtà  erano  fiuperiori  a  gli  anni  ;  &■  mitigandofi  ogni  ^.LocJccfI,  ' 
dì  il  furore  dell'età  y  <&+ apparendo  molti  inditi j  efprejjì  d'indufina  y  &  Me&ct"1  "ij 
configlio  ,  fi  teneua  perverto ,  che  preflo  haueffe  ad  effere  nella  ficien^a 
militare  famofijfimo  Capitano.  Caminaronopoi  i  Tedefichi  noninfieflati 
pili  da  alcuno  y  alla  uia  d' Ofih  lungo  il  TÒ,  effendo  il  Duca  d'Vxbiw 


é4  L  1  B  Ti  0 

àBorgofórtc  :  &  a  uentotto  dì  paffuto  il  TÒ  ad  Oflìa,  alloggiarono  a  Bguere; 
dotte  foccorfi  di  qualche  fomma  di  danari  dal  Duca  di  Ferrara  ,  &  d'alcuni 
altri  peT^i  d'artiglieria  da  campagna  :  effendo  già  in  tremore  grandiffimo 
Bologna ,&  tutta  la  Tofcana  ;  perche  il  Duca  d'Vrbino,  ancora  che  innanzi 
huuefft  continuamente  ujfermuto,  che  puffundo  effi  il  To,lo  pufferebbe  anco- 
ra egli  ,  fé  nera  andato  a  Mantoua  ;  dicendo  uolere  affrettare  quiui  la  com- 
mijjìone  del  Senato  Vinitiano  fé  haueua  a  paffare  TÒ,  o  nò .    Ma  i  Tedefchi 
paffuto  il  fiume  della  Secchia  fi  uolfono  al  camino  di  Lombardia,per  unir  fi  co 
le  genti  3  che  erano  a  Milano .  K(el  quale  tempo  il  Viceré  partito  di  Cor  fica. 
Annata  Cefa  con  uenticinque  Vagelli ,  perche  due  Islaui  erano  per  Vira  del  mare  innanzi 
con  l'armata  arr'uaffc  a  $an  Birenxe,  andate  a  trauerfo;  &  cinque  sferrate  dall'altre  an- 
d ella  Lega  lo   dauano  uagando  ,  feontrò  fopra  Seflri  diLeuante  l'armata  della  Lega  difei 
p  ra  Codemò  Galee  del  B^e  di  Francia,  cinque  del  Doria,  &  cinque  de'Vinitiani  :  le  quali 
appiccatefi  infieme  fopra  Codemonte,  combatterono  da  uentidue  bore  del  dì, 
infino  alla  note  :  &  fcriffe  il  Doria  hauere  buttato  in  fondo  una  loro  naue., 
doue  erano  più  df trecento  huomini  ,  &  con  l'artiglieria  trattata  male  tutta 
l'armcta  :  <&  che  per  il  tempo  triflo  le  Galee  erano  siate  sforiate  a  ritirarfi 
fitto  il  monte  di  T  ortofino  ;  &  che  uffettuuuno  la  notte  medefima  l'altre  Ga- 
lee, che  erano  a  Tortouenere  :  &  uenendo,  o  non  uenendo  uoleuano  alla  dia- 
v        tt  A  1    na  an^are  a  cacarla  :  nondimeno  benché  la  feguit  afferò  infino  a  Liuorno  xno 
1  armata  di  "  fotetiono  raggiugnerla,  perche  s'era  dilungata  dinanzi  a  loro  per  molte  mi- 
Spagna.         glia.  ;  conciqfia  che  effi  credendo  fuffe  cor  fa  o  in  Cor  fica  ,  o  in  Sardegna  ,  non 
furono  prefli  a  feguit  aria .    Seguitò  poi  il  camino  fuo  il  Viceré  ,  ma  traua~ 
gliato  dalla  fortuna ,  (par fa  l' armata  fua  ,  una  parte  doue  era  Don  Ferrando 
da  Gonzaga,  tir acor fé  in.  Sicilia  ;  onde  poi  fi  riduffe  a  Gaeta,  douepofero  in 
(erra  certi  fanti  Tedefchi  ;  egli  col  refio  dell'armata  arriuò  al  Torto  di  Santo 
Stefano  :  onde  non  hauendo  certeT^a  determini ,  in  che  fi  trouaffero  le  cofe, 
mandò  a  B^pma  al  Tontefice  il  Comandatore  Tignalofa  con  cómiffioni  efpref- 
fiue  della  buona  mente  di  Cefare  :  egli  come  il  mare  lo  permeffefi  conduffe  con 
l'armata  a  Gaeta.    I  fanti  Tedefchi  in  tanto  paffuta  Secchia,  &  andati  uer- 
foBsaizuolo,&  Gonzaga,  alloggiarono  il  ter 7^  dì  diDecembre  a  Guaflalla, 
Prindpe  jj     il  quarto  a  Caflelnuouo ,  &  Touì ,  lontano  dieci  miglia  da  Tarma  :  doue  fi 
Oranges  fi  co  congiunfe  con  loro  il  Trmcpt'd'Oranges ,  paffuto  da  Mantoua  con  due  com- 
giugne  co'Te  pugni  a  ufo  d! arci  ibi  fiere  frinito.  *A  cinque  paffuto  il  fiume  di  Lenita  al 
hi.  Tonte  in  fu  la  lìxada  maejhà',  alloggiarono  a  Monte,chiarucoli:slandofi  an- 

cora il  Duca^'Vrbino,  no  forno ffo  da  'pericoli  preferiti, a.Muntouu  con  la  mo- 
glie :  &  a  fette  i  Tedefchi  paffuto  il  fiume  della  Tarma  alloggiarono  alle  uiUe 
di  Felino,  effendo  le  piogge  grandi,  &  i  fiumi  groffi  :  <&  per  lettere  intercette 
del  Capit uno  Giorgio  al  Duca  di  Borbone,  fi  moflraua  molto  irrefolutodi 
quello  haueffe  a  far  e.  Tuffarono  a  gli  undici  dì  il  Taro,&  il  giorno  feguente 

alloggiarono 


DECIMOSETTIMO  Cf 

alloggiarono  al  Borgo  a  San  Donino  ;  doue  contra  le  cofe  fiacre,  &  le  imaginì 
de  Santi  haueuano  dimoflrato  il  uekno  Luther  ano.  Da  Firenzuola,  doue  al- 
loggiarono a  tredici,  coinè  scinte  fé  per  lettere  intercette,follecitauano  quelli 
di  Milano  a  congiugner  fi  con  loro;  ne' quali  era  il  mede  fimo  defiderio  :  magli 
nteneua  il  mancamento  de  danari .  perche  gli  Spaglinoli  minacciauano  non 
uolere  ufcire  di  Milano,  fé  non  erano  pagati  del  uecchio;  &gia  cominciaua-  * 

no  afaccheggiare  :  ma  finalmente  furono  accordati  con  difficultà  da' Capita- 
ni in  cinque  paghe  :  per  le  quali  fu  neceffar io  fogliare  le  Chiefe  degli  argenti 
&  incarcerare  molti  Cittadini  :  &  fecondo  gli  pagauano ,  gli  mandauano  a 
Tauia  con  diffidi  Ita  grandi ffima  ;  perche  non  uoleuano  ufcire  di  Milano .  le 
quali  co  fé  ricercando  tempo,  mandarono  in  tanto  di  la  da  TÒ  per  accoftarfi  a 
Tedefchi  alcuni  caualli,  &  fanti  Italiani.  Haueua  fatta  infranga  il  Luogo- 
tenente,che  perficurtà  dello  Stato  della  Chiefa  da  quella  banda  il  Duca  dìVr^ 
bino  paffaffe  TÒ  con  le  genti  Vinitiane  :  il  quale  nonfolo  haueua  differito,  bo- 
ra dicendo  afrettare  auifo  della  uolontd  deVinitiani,  bora  allegando  altre  e  a 
gioni  ;  ma  dimoflrando  al  Senato  effere  pericolo ,  che  paffando  egli  il  Te,,  gli 
Imperiali  non  affaltaffero  lo  Stato  loro,  gli  commeffono  che  non  paffaffe  ;  an^i 
per  quefto  ricetto  haueua  intrattenuto  più  dì  i  fanti ,  che  erano  siati  di  Gio- 
uanni  de  Medici  Sollecitati  dal  Luogotenente  a  pajfareTo  per  difefa  delle 
cofe  della  Chiefa  :  &  hauendo  il  Marche  fé  di  Saluzjo  richiefio  dal  Luogo- 
tenente di  foccorfo  paffato  *Adda  ;  moffo  ancora ,  perche  ejfendo  diminuiti  i 
SuiT^eri,  &  i fanti  Grigioni,gli pareua  effere  debole neli alloggiamento  di 
Vauri  :  i  Vinitiani,  che  prima  haueuano  confentito,  che  il  Mar  che  fé  paffaffe 
TÒ  in  foccorfo  del  Tontefice  con  diecimila  fanti  tra  Suiigeri,&  ifuoi  pagati 
da  loro  de  quarantamila  ducati  del  Bg  di  Francia ,  del  riceuere  de  quali ,  & 
dello  (penderli  refiata  la  cura  a  loro ,  quando  il  Tontefice  fece  la  triegua ,  era 
foffitione,&fu  poi  molto  maggior  e, eh  e  ne  conuertiffero  nel  pagamento  del- 
le genti  loro  qualche  parte  :  moffi  poi  da' conforti  del  Duca  dYrbino,  lo  pre- 
gauano,  che  non  paffaffe  ;  &  perciò  il  Duca  chiamatolo  a  parlamento  a  Son- 
dino fopr  aflette  tanto  a  uenirui,  che  il  Mar  che  fé  fi  partì  :  nondimeno  non  fi- 
lo fece  ogni  opera  di  farlo  foprafi are  per  uedere  meglio,  ebefacefièro  i  Tede- 
fichi,  ma  etiandio  lo  confortò  apertamente  a  non  poffare.  *A  che  lo  ritardaua 
anche ,  che  i  pagamenti  de  Sideri,  che.  in  condotta  erano  fei  mila ,  ma  in 
fatto  più  di  quattromila ,  non  erano  in  ordine^  Ter  la  quale  cagione  fé  bene 
fi  differiffe  infino  al  uigefimo  fettimo  di  Dicembre  dpaffarefuo ,  mandò  non- 
dimeno parte  della  caualleria  Fr  ance  fé  con  qualche  fante  ad  alloggiare  in  di- 
uerfi  luoghi  del  paefe  per  difiurbare  le  uettouaglie  a  fanti  Tedefchi,  siati  già 
molti  dì  a  Firenzuola;  &  per  quella  cagione  medefimafu  mandato  Guido  GuMoVama 
Vaina  con  cento  caualli  leggieri  al  Borgo  a  San  Donino;  &  Taolo  Lu^afco  £aoI°  Luzz* 
ufeito  di  Tiacen^a  con  buona  banda  di  caualli  saccoftò  a  Firenzuola  >  onde 


ti  il  &  j^o    :  ?•  z  x 

una  parte  deTedefchi  ,  per  più  commodità  del  uiuere ,  andò  ad  alloggiare  a. 
:Caftdlo  ^Arquà  ;  per  foretto  de' quali  fi  era  prima  proueduta  Tiacen^a,  ma 
non  con  quelle  fior-^e,  le  quali  pareuano  conuenienti  ;perche  il  Luogotenente 
bauendofiempre  dopo  la  uenuta  deTedefchi  tenuto ,  che  la  difficoltà  del  fare 
ptiogrejfo  in  Lombardia  non  sfor^affe  gli  Imperiali  al  pajfare  in  Toficana, de- 
cìder aua  pigliaffero  animo  d'andare  a  campo  a  Tiaccn^a.  Ter  la  qual  cagio. 
ne,  incognita  a  qualunque  altro,  etiandio  al  Tontefice,  differita  il  prouedere 
Tiacen^a  talmente  che  non  fi  differ  afferò  d'eff  ugnarla  ;  prouedendola  perciò 
in  modo  nonpoteffero  occuparla  co  facilità, &fiperando  che  quando  uandaf- 
fero}non  haueffe  a  mancare  modo  di  metter  uifoccor fio.  Ma  la  lunga  dimora 
de' Tcdcfichi  ne  luoghi  uicini,eficlamando  ciafcuno  del  pericolo  di  quella  Città 
lo  coflrinfe  a  confientire,  che  uandaffe  il  Conte  Guido  ]\angone  congroffagen 
te;doue  anche  per  ordine  de'Vinitiani,che  haueuano  promeffo  per  {occorrere, 
alla  neceffità  del  Tontefice  ,  mandami  a  guardia  mille  fanti ,  ui  fu  mandato 
Babbone  di  Ivaldo  uno  de  loro  Capitani  con  mille  fanti  ;  ma  per  i  inali  paga-* 
menti  tornarono  prefto  a  quattrocento.  Tafiò  finalmente  il  Marchefe  diSa- 
lu'Zjo  non  hauendo  in  fatto  più  che  quattromila  tra  Sui^eri,  &  Grigioni; 
&  tremila  fanti  de'fiuoi;  &  condotto  al  Tolefine,ancora  chef  defìderaffenò 
partijfe  di  quiui  per  infeftare  l'alloggiamento  di  Firen%iiola,doue  anche  fifefi-, 
Jòfcorrcua  il  Lu^afico,firiduffe  per  piuficurtà  a  Torricclla,&a  Sijfa .  ma 
due  dì  poi  i  Tede/chi  partiti  da  Firenzuola, andarono  a  Carpineta,&ne'luo, 
ghi  circolanti .  ne  fi  intendeua  quale  fiuffie  il  diffegno  del  Duca  di  Borbone,  o 
d'andare  a  campo  a  Tiaceu^a,  come  fuffe  ufeito  di  /filano,  o  pur  pajfare  in- 
nanzi alla  uolta  di  Toficana.  1?  affarono  poi  l'ultimo  dì  dell'anno  i  Tede  fichi 
la  TS^ura  per  pajfare  la  Trebbia,  &  affettare  quiui  Borbone  effiendo  alloggia, 
mento  meno  infie flato  da'nimki .  Tsfella  quale  fredde  zja  delle  cofie  di  L  om- 
hardia,  procedente  non  tanto  dalla  ftagione  affri 'filma  dell'anno,  quanto  dalla 
difncultà,che  haueua  Borbone  di  pagare  le  genti,  onde  erano  per  la  prouifio- 
ne  de' danari  neffati,et  tot  mentati  marauigliofiamantei  Milane  fi,  per  la  qua- 
Gìeronìmo  le  neceffità  Geronimo  Morone  condennato  alla  morte,  còpofie  la  notte  prece- 
lsi o reme  dì  dente  alla  mattina  deflinata  alfiuppiitio  di  pagare  uentimila  ducati  :  al  quale 
uen^tcTcon"-  eìfett0  era  Hata  fatta  lafimulatione  di  de  capitar  lo:  co' quali  ufeito  di  carcere 
figl/erc  di  Bor  ####P  fiubito  col  uigore  dei  fino  ingegno  di  prigione  del  Duca  di  Borbone  fino 
bone.  Cojijigliere,  &  innanzi  pafiaffero  molti  dì,  quafi  affollilo  fino  Gouematore. 

Erano  tra  il  Tontefice ,  <&~  il  Viceré  grandi  i  trattati  di  triegua ,  o  di  pace  : 
Pia  più  neri,  &piufiofiantiali  i  dififegni  del  Viceré  di  fare  la  guerra  ;  prefio  a- 
nimo  poi  che  fu  arriuato  a  Gaeta  dà  conforti  de  Colonne  fi, ò-  dallo  intendere 
che  il  Tontefice  perduto  totalmente  d'arÀmo ,  &  ejfaufto  di  danari  appetiua. 
grandemente  l'accordo  :  &  predicando  a  tutti  la  fua  pouertd ,  &il  fino  ti-  ; 
more  fne  uokndo  creare  Cardinali  per,  danari 3  come  era  confortato  da  tutti, 


D  E  C  I  M  0  S  É  T  T  I  M  0  èj 

tteer e/cena  fardire  3&la  (peranno,  di  chi  diffegnaua  di  offenderlo .  perche 
il  Tontefice  3  il  quale  non  era  entrato  nella  guerra  conia  cóftativa  dell'ani- 
mo conveniente ,  haueua [irrito  infiuo  il  uigefìmò  jbfto  dì  di  Giugno  un  Eric- 
he a  Ce  fare  acerbo 3  &  pieno  di  querele  ;  fcufanlofi  d'ejfere  sfottò  necefjìtato 
da  lui  alla  guerra  .  ma  parendogli  poi  che  Ihebbe  jpedito 3  che  fi;' jè  troppo 
acerbo 3  ne fcriflè  J libito  un'altro  piumanfueto  3  commettendo  a  Balda/-  Baici  a  forre  4- 
f.irre  da  Cafliglione  fuo  K{untio\  che  ritenere  il  primo  :  il  quale  già  arri-  S*vftvll^nf 
ìiato  era  slato  prefentato  :  Fu  poi  prefentato  l'altro;  &  Cefare  f  parata-  &*paappr<£i 
mente,  benché  in  una  foed.it ione  medefima  3  riffofe  ali' uno  3&  all'altro3\fo  di  Celare. 
fecondo  le  propofic  ;  all'acerbo  acerbamente  3  al  dolce  dolcemente,  Haueua 
fluidamente  preflato  orecchie  al  Generale  di  San  Francefco  3  il  quale  andana  Generale  d{ 
dofene  3  quando  fi  moffe  la  guerra  3  in  Ifpagna  3  hebbe  dal  Tapa  imbafeiate,  S.Francefco 
dolci  a  Ce  fare  :  &  di  nw*m  ritornato  a  i\oma  per  commiffione  di  Cefare;.  p      &  cefa„ 
haueua  riferito  affai  della  [uà  buov<z  mente  ;  &  che  farebbe  contento  uenire  re. 
in  Italia  con  cinquemila  h uomini  3  &  prefa  la  corona  dello  Imperio  paffa-  •  *.**■      -  • .  -  ^ 
Tè  fubito  in  Germania  per  dare  forma  alle  co  fé  di  Luth  ero  fernet  par- 
lare  del  Concilio  :  accordare  co  '  Finiti  ani  con  honefle  conditioni  :  ri- 
mettere in  due  Giudici  deputati  dal  Tapa  3  &  da  lui  la  caufa  di  Fran-> 
cefeo  Sforma  :  il  quale  fé  fuffe  condannavo  3  dare  quello  Stato  al  Duca  dà  Conuentiom 
Borbone  :  Lcuare  l' etterato  d'Italia  3  pacando  il  Tapa  ,  &  i  Vinitia-  ^i  Cefare  m- 

•i     r     j-  ;  ;  V  i  n     r  i      torno  1  accor 

m  trecentomila  Jcudi  3  per  le  paghe  corte  ;  pure  che  quejto  Ji  trattereb-  ^^  co^q0[^ 
he  per  ridurlo  a  fomma  più  moderata  :  B^efiituirebbe  al  Kg  ì  figliuoli  3  legati. 
hauuto  da  lui  in  due  3  o  più  termini  due  milioni  d'oro .  Mofiraua  efie- 
re facile  l  '  accordare  col  I\e  d' Inghilterra  3  per  non  cjfere  fomma  grande 
quella  3  che  fi  difyutaua  3  &  il  I\e  di  Francia  hauerìa  già  offerta .  Et 
per  trattare  quefte  co  fé  3  le  quali  il  Tonteficc  communicò  tutte  con  gli 
Oratori  Fr  ance  fi  3  &  Vinitiani ,  offeriua  il  Generale  tritgua  per  otto, 
o  dieci  mefi;  dicendo  haucre  da  Cefare  il  mandato  amplifjìmo  in  fé  3  & 
rei  Viceré  3  o  in  Don  Vgo .  Ter  la  quale  fpofitione  il  Tontefice  udito 
Tignalofa  3  &  iute  fa  la  partita  del  Viceré  dal  Torto  di  Santo  Stefano  3  man- 
-dò  il  Generale  a  Gaeta  per  trattare  feco  :  perche  &  i  Vinitiani  non  ha- 
rebbono  ricufata  latriegtia,  pure  che  u  '  baueffe  conferito  il  Bg  di  Fran- 
cia 3  il  quale  non  fé  ne  dimofiraua  alieno  ;  an%i  la  madre  haueua  mandato  a 
Boma  Lorenzo  Tofano  3  dhnoflrando  inclinatione  alla  concordia 3  nella  ,      ? 

quale  fuffero  compre  fi  tutti  :  &  parendogli  neffuna  pratica  potere  effere  bene 
finirà  fenica  la  uolontà  di  Borbone  3  madò  a  lui  per  le  medefime  cagioni  un  fuo 
lJmofinere3che  era  a  Bgma,  il  quale  il  Duca  poco  dopo  rimando  al  Tontefice 
a  trattare  :  &  nondimeno  nel  tempo  medefimo  non  abbandonando  laprouifio 
ne  dell' arme3  mandò  ^goflino  Triultio  Cardinale  Legato  all'efferato  di  Ca^ 
pagna  3  &  preparandoli  ad  affettare  ctiandio  per  mare  il  I{egno  di  '^apolli 


63  L  I  B  B^O 

Pietro  Nanar  jlrriuo  il  terzo  di  Dicembre  a  Ciuita  Vecchia  Tietro  Jfauarra  con  uentot- 
ra  a  Ciuita      t0  Qaice  ^  Pontefice,  de  Fr  ance  fi,  &  de'Vinitiani  ,•  nel  qual  tempo  era  con 
rannata  de'  tarmata  delle  itele  quadre  arriuato  B^tn^o  da  Ceri  a  Sauona  mandato  dal  I{e 
Collegati.      di  Francia  per  cagione  della  imprefa  disegnata  contra  il  Bearne  di  Ts[apoli . 
La  altro  canto  ^Afcanio  Colonna  con  duemila  fanti ,  &  trecento  caualli  uen- 
Afcanio  Co-  ne  m  Valbuona,  a  quindeci  miglia  di  Tiboli,  douefono  Terre  dell'abbate  di 
lonna  prende  parfa  ^  ^  fa  Giangiordano  :  con  le  quali  prefe  a  dodici  di  Dicembre  Ceppe- 
Pontccoruó.   rano  >  c^e  non  era  guardato .  da  altro  canto  Vitello  con  le  genti  del  Tontefìce 
fi  riduffefra  Tiboli,  Talefirina,  &  Velktri .  prefono  poi  i  Colonne  fi  V  onte- 
cor  uo  non  guardato  ;  &  in  nano  dettero  la  battaglia  a  Scarpa  ,  Caflello  della 
Badia  di  Far  fa  ,  luogo  picciolo ,  &  debole»    ^Accofioffi  poi  Ce  far  e  Filottino 
con  mille  cinquecento  fanti  di  notte  ad  ^Anagnìa;  nella  quale  intromeffi  già 
furtiuamente  da  alcuni  buomini  della  Terra  cinquecento  fanti  per  una  cafa 
congiunta  alle  mura,  furono  ributtati  da  Gian  Lione  da  Fano,  capo  de' fanti, 
Generale  ter-  che  uhaueua  il  Tontefice.   Tornò  poi  il  Generale  dal  Viceré,  &  riportò  che 
nato  dal  Vice  ^g  cófentirebbe  alla  triegua  per  qualche  mefe  ,  accio  che  intrattantofi  trat- 
re  a    apa.      ^^  ^  ^g  ;  ma  ^jman^art  danari ,  &  perficurtd  leforteT^e  d'Oflia ,  e£* 
di  Ciuita  uecchia.    Ma  in  contrario  di  lui  fcrijje  l'  ^Arciuefcouo  diCapua 
giunto  a  Gaeta  dopo  la  partita  fu  a, &  forfè  mandatoui  con  malo  configlio  dal 
Tontefice  ;  che  il  Viceré  non  uoleua  più  triegua ,  ma  pace  col  Tontefice  foto, 
o  col  Tontefice,  &  coVinitiani,  pagandogli  danari  per  mantenere  l'ejfercito 
per  ficurtà  della  pace  ,  &  poi  trattare  triegua  con  gli  altri  ;  o  perche  uera- 
mente  haueffe  mutato  fenten^a,  o  per  le  prouifioni ,  come  molti  dubitarono, 
Cefare  varia-  dell'  *Ar  due feouo.  ls[el  qual  tempo  Taolo  d'^re^o  arriuato  alla  Corte  dì 
to  d'animo  in  Cefare  co'mandati  del  Tontefice,  de'Vinitiani,&  di  Franccfco  Sforma,  doue 
torno  all'ac-  anche  il  I\e  d'Inghilterra  uolle ,  che  per  la  medefima  caufa  della  pace  andajfe 
c°rd°  F5r  *'a  l'auditore  della  Camera ,  perche  u'era  anche  prima  il  mandato  del  t\e  di 
riuo  dc'Tecie  Tranciai  lo  trouò  uar iato  d'animo ,  per  haucre battuto auifo  dell' arriuo dey 
fchi,&  deli'ar  Tedefchi ,  &  dell'armata  in  Italia .  però  partendofi  dalle  conditioni  ragio- 
mata.  nette  prima ,  dimandaua  che  il  I{e  di  Francia  offeruafie  in  tutto  l'accordo  di 

Madril  :  &  che  la  caufa  di  Francefco  Sforma  fi  uedeffe  per  giv.fiitia  da'Giu- 
T  Celare  va-  ^/cj  deputati  da  lui.  Cofi  la  intentione  di  Cefare  riceueua  uariatione  da'fuc- 
fuccefli  delle  ce(fi  ^e  cofè  »  &  ^  commiffioni  date  da  lui  a'minifirifuoi,  che  erano  in  Ita- 
cofe.  Ha ,  haueuano ,  per  difìan^a  del  luogo ,  o  ejpreffa ,  o  tacita  conditione  digo- 

uernarfi  fecondo  la  uarietd  de' tempi ,  &  delle  occafioni  .  però  il  Viceré  ha- 
uendo  delufo  più  dì  con  pratiche  itane  il  Tontefice ,  ne  uoluto  confentire  una 
fofpenfione  d'arme  per  pochi  dì,  tato  fi  uedeffe  l'effito  di  quefto  trattato,  partì 
a  iteriti  da  Napoli ,  per  andare  alla  uolta  dello  Stato  della  Cbie fa, proponendo 
nuoue  conditioni,  <&  slrauaganti  dell'accordo.  Seguitò  l'ultimo  dì  dell'anno 
la  capitolatane  del  Duca  di  Ferrara ,  fatta  per  me^o  d' un  Oratore  fuo  col 

Viceré 


DECIMOSETTIMO  C9 

Viceré ,  &  con  Don  Vgo  ,che  haueua  il  mandato  da  Cefare , benché  con  Cap'tolationf 
focafatisf anione  di  quello  Oratore,  affretto  quafi  con  minacele ,  <&  con  acer  ì   Duca  d[ 
he  parole  dal  Viceré  di  confentire  :  Che  il  Duca  di  Ferrara  fuffe  obligato  con  q^ riani   ' 
la  per  fona,  &  conio  Stato  coutra  ogni  nimico  di  Cefare  :  Fuffe  Capitano 
Generale  di  Cefare  in  Italia ,  con  condotta  di  cento  huomini  d'arme ,  &  di 
dugento  caualli  leggieri  ;  ma  obligato  a  mettergli  infieme  co' danari proprij, 
#  quali  gli  baueffero  a  ejfere  o  reflituiti,  o  accettati  ne3  conti  fuoi  :  Che  per  la 
dote  de  Ila  figliuola  naturale  di  Cefare,  promeffa  al  figliuolo,  riceueffe  di  pre- 
fente  la  Terra  di  Carpi ,  &  la  fortezza  di  J^oui ,  appartenente  già  ad  <Al-  t  Carpi ,  8c 
berto  Tio  ;  ma  che  l'entrate  infino  alla  confumatione  del  matrimonio  fi  com-  *a  fortezza  di 
penfaffero  con  gli  sìipendij fuoi:  &  che  Vefpafiano  Colonna,  &  il  Mar  che  fé  Nouì  fl  Pro* 
del Guaflo  rinuntiajfero  alle ragioni  uipretendeuano  :  Tagaffe  ,  ricuperato  DucacUFer- 
che  haueffe  Modona ,  dugentomila  ducati  :  ma  che  in  queftifi  compii-     ■  rara. 
taffero  quelli ,  che  dopo  la  giornata  di  Tauia  haueua  pagati  il 
Viceré  :  ma  non  ricuperando  Modona,  glifujfero  rijlitui- 
ti tuttii danari,  che  pr  ima  haueuasbor fati  :  Fujfe 
Cefare  obligato  aÙa  fua  protettioneine  poteffe 
fare  pace,  fenica  comprenderti,  dentro 
lui  con  fargli  ottenere  dal  Tonte- 
fice  l' affolutione  delle  cen- 
fure ,  &  delle  pene 
incorfe  ,  poi 
che  s'era 
dichiarato  confederato  di  Cefare  :  &  delle  incorfe 
innanzi  fare  ogni  opera  per  fargliene  ottene- 
re Xofi  nella  fine  dell'anno  Mille  cinque 
cento  uentifei  tutte  le  co  fé  fi  pre- 
par  auano  amanif  e  fia 
guerra* 


tìj 


tr 


! 


DELL'    HI  STO  RIA 

DI  MESSER  FRANCESCO 

GVICCIARDINI    GENTIL' 

HVOMO    FIORENTINO 
L  I  B  B^O      DECIMO      0  T  T  J.  V  Q. 

SOMMARIO. 

t 

IN  quefto  Decimo  ottauo  Libro  fi  contiene  la  partita  ài  Borbone  da  Mìlano.Lo 
afTalto  del  Viceré  allo  Stato  Ecclefiaftico.  L'afl'edio  di  Frufolone  Terra  della 
Chicfa  per  il  Viceré  .  L'imprefa  del  Papa  nel  Regno  di  Napoli .  La  partenza  del 
Viceré  dall'affedio  di  Frufolone.  La  prefa  d'Aquila  nell'Abbruzzi  per  Renzo.  La 
prefa  di  molte  Terre  nel  Regno  di  Napoli  per  l'armata  dc'Confederatì.  L'accor- 
do del  Viceré  col  Papa  .  Il  tumulto  naro  all'improuifo  in  Firenze .  L'aflalto  di 
Borbone  a  Roma,  con  la  morte  Tua.  Il  Tacco  dì  Roma ,  con  là  prigionia  del  Papa, 
&  di  molti  Cardinali.  La  mutatione  del  gouerno,  &  fiato  di  Firenze  .  La  Lega  del 
Re  di  Francia  col  Re  d'Inghilterra  contra  Cefare,  &  l'intimationc  della  guerra.  La 
mutatione  del  Stato  di  Genoua.  La  prefa  d' Alexandria  per  Lautrech  .  La  prefa  di 
Pauia  per  Lautrech. La  liberatione  del  Pontefice,  &  de'Cardinali  prigioni.  La  pro- 
upcationeaDuellodell'Imperadoreal  Redi  Francia.  La  disfida  del  Re  d'Inghil- 
terra all'lmperadore.  La  prefa  diMelfi,  &  di  molte  altre  Terre  nel  Regno  di  Na- 
poli per  Francrfi. 

i 

.Ara  tanno  Mille  cinquecento  uenti fette  pieno 
di  attro  tifami  ><&  già  per  più  fé  coli  non  uditi  ac- 
cidenti :  mutatione. di  Stati  :  cattiuità  di  Vrin- 
cipi  :  facckijpauerìtofiffimi  di  Citta  :  careftia 
grade  di  uettouaglie  :  pefle  quafi  per  tutta  Italia 
grandiffima  :  pieno  ogni  cofa  di  morte  ,  di  fuga  , 
&  di  rapine .  *Alle  quali  calamità  nejfuna  dif- 
ficultà  ritardarla  a  dare  il  principio ,  che  le  dififi- 
Borbonepar-  iNr*"8»*^^^  — =2}  cultà  y  eh  eh  aueua  il  Duca  di  Borbone  di  potere 
'  1  d^T  muouere  di  Milano  i  fanti  Spagnuoli  ;  perche  hauendo  conuenuto  infume , 
fcana  lafcìa  c^je  Antonio  de  Leua  rimanejfe  alla  difefa  del  Ducato  di  Milano  con  tutti  i 
in  Milano  An  fanti  Tedefchi  y  che  prima  u  erano  ;  nella  foflentat  ione  de' quali  s'erano  con- 
torno de  i™  fumati  tutti  i  danari  raccolti  da'Milanefi,  &  quelli  rifeofi  per  uirtà  delle  let- 
tereych e  h aueua  portate  di  Spagna  il  Duca  di  Borbone  ;  &  con  mille  dugento 
fanti  Spagnuoli  j  &  con  qualche  numero  di  fanti  Italiani  fotto  Lodouico  da 


M.D.XXVII 


DECIMO       0  T  T  <A  V  0  7Ì 

Bclgioiofo 3  &  altri  capi  :  i  quali  non  hauendo  riceuutì  danari  in  nome  di 
Ce  far  e 3  ma  fomentati  con  ìg  taglie 3  &con  le  contributioni  3  &  hauendo  in 
preda  le  cafe  ,&le  donne  de  Milanefi  continuauano  uolentieri  neluiuere  con 
tanta  licenza  ;  ma  non  potendo  negarlo  direttamente  dimandauano  d' effere 
prima  fatis fatti  degli  sìipendh  cor  fi  infino  a  quel  dì .  promeffono  finalmente 
di  feguitare  la  uolontà  del  Duca  riceuute  prima  da  lui  cinque  paghe  :  ma. 
era  molto  difficile  il  farne prouifione  :  non  baflando  ne  i  minacci,  ne  nuota- 
re delle  cafe  3  ne  le  carcere  a  rifcuotere  danari  da  Milanefi  :  doue  anche  per 
nutrire  l'efferato  erano  citati  gli  afftmti;  &i  beni  di  quelli,  che  non  com- 
pariuano 3  erano  donati  a  faldati .  Finalmente  fuperate  tutte  le  difficultd. 
pacarono  le  genti  Imperiali  il  penultimo  dì  di  Gennaio  il  fiume  del  To:& 
il  figliente  di  una  parte  de  Tedefchi  3  i  quali  prima  haueuano  pajfata  la 
Trebbia 3  ripagatala  andarono  ad  alloggiare  a  Tontenuouo  :  il  refto  dell' ef-  . 
fer cito  fi  f timo  di  là  da  Tiacen^a:  ejfendo  allo  incontro  il  Marchefe  di  iMarchefe  <!#- 
Saluto  a  Vdrma  con  tutte  le  genti  difiefe  per  il  paefe  :  &  il  Duca  d'Vrbi-  Sal,u.zf?  f  Pu 
no  uenuto  a  Cafalmaggiore  3  hauendo  i  Vinitiani  rimeffo  in  arbitrio  fuo  il  "  oppongo* 
p affare  Vo  3  cominciaua  a  fare  paffare  le  genti  3  affermando  che  in  cafoche  no  alle  genti 
gì' Imperiali  andaffero  3  come  da  Milano  s'haueua  auifi3  alla  uolta  di  To-  Imperiali, 
fcana :3  di  uokre  poffare  in  perdona  con  feicento  huomini  d'arme  3nouemila 
fanti  c^  cinquecento  caualli  leggieri  3  &  effere  prima  di  loro  a  Bologna 3  & 
che  il  fimile  faceffe  con  la  fuagente  3  &  con  quelle  della  Chiefa  il  Marchefe 
di  Saluto .  fopr aflette  l'efferato  Imperiale  circa uenti  diparte  di  quà3par- 
te  di  là  da  Tiacen%a3  fopr atenendolo  in  parte  la  difficultà  de  danari 3de'  qua- 
li infino  a  quel  dì  non  haueuano  i  Tedefchi  hauuto  alcuno  dal  Duca  di  Bor- 
bone :  parte  Ihaucre  egli  inclinatione  di  por  fi  a  campo  a  Tiacen-^a,  forfè  più 
per  le  difficultà  del  procedere  innanzi  che  per  altra  ;  però  inftaua  col  Duca  di 
Ferrara  che  l'accommod.iffs  di  poluere  per  l' artiglierie 3  &  che  ueniffe  a  con- 
giugner fi  feco  3  offerendo  mandargli  incontro  cinquecento  huomini  d'arme  \ 
&  il  Capitano  Giorgio  con  fermila  fanti .  alla  quale  dimanda  riffofe  il  Du-  ^uca  ^\***.~ 
■e a  effere  imposfibile  mandargli  la  poluere  per  il  paefe  nimico  3  ne  potere  fen-  g0ri,onc  aiii^ 
ya  pericolo  tentare  d'unir  fi  fé  co  per  effere  tutte  le  genti  della  Lega  in  luo-  perder  tern- 
gouicino:  ma  quando  tutte  quefte  cofe  fuffero  facili  3  douere  confiderare  p°  a  profe- 
Borbone  non  potere  fare  co  fa  più  commoda  a  nimici  &  più  defideratada  Suire  laSU€* 
loro  3  che  attendere  a  perdere  tempo  intorno  a  quelle  Terre  a  una  a  una  ;& 
cono  fiere  quando  non  pigliaffe  Tiacen-^a  3  o  fé  pure  la  pigliaffc  ma  con 
lunghe^a  di  tempo  3  doue  resterebbe  la  fua  riputatone  3  doue  il  mo- 
do di  profeguire  la  guerra  3  hauendo  tanto  mancamento  di  danari, 
&  di  tutte  le  prouifioni:  il  beneficio  di  C efare  >  la  uia  unica  della  us- 
toria effere  caminare  uerfo  il  capo,  condurfi,  lafciato  ogni  altra  im- 
prefa  indietro 3  una  uolta  a  Bologna.;  onde  potrebbe  deliberare  o  di  cer~ 

E    iiij  ? 


7*  L  I  B  110 

cercare  disformare  quellaTerra,  a  che  non  gli  mancherebbono  gli  aiuti  fuoi, 
o  di  paffare  fin  innanzi  alla  uolta  di  Firenze  ,.  o  di  Bgma .    Le  quali  cofe 
mentre  fi  trattano  ,  e^  che  Borbone  prouede  a  danari  ,  non  folo  perfinire  il 
pagamento  de  gli  Spagnuolì  ,  ma  etiandio  per  dar  e  qualche  cofa  a  fanti  Te- 
deschi 3  a  quali  al  partir  e  da  Piacenza  dette  due  feudi  per  uno  ;  eraaccefa 
Guerra  nello  gagliardamente  la  guerra  nello  Stato  della  Chiefa  ,  ejfendo  nel  campo  Eccle- 
Stato  Eccle/  fìqfHC0  andato  nuouamente  B^en^o  da  Ceri ,  che  era  uenuto  di  Francia,  &  il 
i  Rezo  da  Ce  carnP°  &  'Papa  era  uicino  al  Viceré  ,  che  era  ay  confini  di  Cepperano  ,  doue 
ri  co'l  Papa,  alcuni  fanti  Italiani  roppono  trecento  fanti  Spagnuoli .    Ma  nel  modo  della 
+  Rotta  di  difefa  dello  flato  Ecclejìaftico  era  uarietà  d'oppenioni  ;  perche  Vitello  innan- 
certi  Spa-     ^  allauenut a  di  B^n^o  haueua  configliato  il  Pontefice  che  abbandonata  la 
Confidi  di    prouincia  della  campagna,  fi  mettefjero  in  Tiboli  dumila  fanti ,  in  Teliflrina 
Vitello  al  Pa-  dumila  altri ,  &  che  il  reslo  dell' efferato  fi  fermaffe  a  Velletri  per  impedire 
pa  intorno  la  Mandata  del  Viceré  a  Bgma .  La  qual  cofa  ,  ejfendo  già  deliberata  ;  ì\en?o 
guerra .        fopr  allenendo  dann  ò  il  ri  ferrar  fi  in  Velletri  per  effere  Terra  grande ,  &  ma- 
le repar abile  ,  &per  non  lafciare  procedere  li  nimici  tanto  innanzi  :  ma  che 
l'efferato  fi  frrmaffe  a  Ferentino  ;  che  non  hauendo  a  guardare  tanti  luoghi 
farebbe  piugroffo ,  &  era  luogo  per  prohibire  che  i  nimici  non  uenifero  più 
di  Renzoan-  innanzi .  il  quale  configlio  approuato  fi  mefiono  in  Frufolone  ,  refiden^a 
tepofto  à      principale  della  campagna  lontano  da  Ferentino  cinque  miglia ,  mille  otto- 
nila di  Vitel-  c enx 0  fanti  di  quelli  di  Giouanni  de  Medici ,  la  più  parte,  che  haueuano  pre- 
*°  •  fo  il  cognome  delle  bande  nere ,  con  *Alcf andrò  Vitello  ,  Giouambatifìa  Sa- 

cello y  &  Pietro  da  Birago  condottieri  di  caualli  leggieri .  Ma  in  questo 
+  [Napolio-  me%o  i  Colonne  fi  haueuano  occultamente  indotto  J^apolio?ie  Or  fino  Sibba- 
"c  0rn^°.  te  di  Far  fa  à  pigliare  l'arme  interra  diB^oma  comefoldato  di  Ce  far  e;  La 
bella  al  Papa  9^  cofa  difiìmulando  il  Pontefice  y  al  quale  nera  penetrata  occultamente  la 
à  perfuafio-  notitìa  y&da  chiprima  haueua  riceuuto  danari y  tiratolo  con  arte  ad  anda- 
ne  de  Colon-  rf>  ad  incontrare  Valdemonte  y  fratello  del  Duca  del  Loreno  mandato  dall{e 
*  di  Francia  per  fauorire  la  imprefa  del  Piarne  di  "K^apoli  y  quando  ueniua  di 

Abbate  di     Francia ylo  fece  prendere  apprefio  a  Bracciano y  &  metterlo  prigione  in 
Farfa  meffo    Qaf[e{  Sant'angelo .  lAttendeua  il  Pontefice  a  prouedere  danari  y  &  fup- 
Caftel^anto  P^'ando  a  Trincipi  ottenne  dinuouo  dal  Bg  d'Inghilterra  trentamila  ducati, 
Angelo .        i  quali  gli  portò  maeslro  Bgfello  fuo  Cameriere-)  colquale  uenne  B^obadanges 
con  dieci  mila  feudi  mandati  dal  Bg  di  Francia  per  conto  della  decimajaqua- 
le  il  Papa  slretto  dalla  necesfitàgli  haueua  conce  fa,  con  promesfione  che  ol- 
trai  pagamenti  de  quarantamila  feudi  alla  Lega,  &de  uentimila  alPa- 
Intimationc   paciafeuno  mefe ,  dargli  trentamila  ducati  di  prefente  &  trentamila  altri 
del  Re  d'In-  ^a  m  me^e  ^  Commejle  anche  il  B£  d'Inghilterra  a  maeflro  Bgfello  che  inti- 
ta  a  Cefaria-  mafie  al  Viceré  &  al  Duca  di  Borbone  una  fofpenf ione  d'arme  per  dare  tem- 
ili .  p  o  al  trattato  della  pace,  che  fecondo  la  uolontà  di  Ce  far  e  fiteneua  in  In- 


2)  E  CI  M  0       0  T  T  U  V  0  71 

ghilterra ,  altrimenti  protestargli  la  guerra ,  &  pareua  ali*  bora  che  quel 
Fg  cupido  del  matrimonio  della  figliuola  col  He  di  Francia  inclinale  al  fa-  t  Re  d7n~ 
uore  de  Collegati;  ilquale  matrimonio  fubito  che  fuffe  fucceduto  ,  promette-  guerra  fa- 
ua  d!  entrare  nella  Lega,  &  rompere la  guerra  in  Fiandra.  Tareua  anche  fc^"^» 
molto  inclinato  parti  cularmente  al  beneficio  del  Tontefice  ;  ma  non  fi  poteua-  crahcrc  matri 
no  fperare  i  rimedii  pronti  da  un  Trincipe ,  che  non  mifuraua  bene  le  for^e  monio  colla 
fue ,  &  le  conditioni  prefenti  d' Italia  :  &  che  anche  non  s'era  fermato  in  fiSliuoIa  dcl 
una  determinata  uolontà,  ritirandolo  fempre  in  parte  laffreran^a  datagli  da    ?    l        * 
Ce  far  e di  mettere  in  fua  mano  la  pratica  della  pace,  benché  non  corriff  on- 
de ffero  gli  effetti .  Ver  eh  e  effendo  andato  a  lui  per  queflo  effetto  l'auditore 
della  Camera,  ancora  che  Ce  far  e  fi  sfor^ajfe  di  perfuadergli  con  molte  arti 
quefta  effere  la  fua  intentione:  nondimeno  affrettando  d'intendere  primx 
quel  che  per  la  paffata  de  Tedefchi  &  dell'armata  fuffe  fucceduto  in  Italia, 
non  daua  rijpefla  certa,  mettendo  efeettione  ne  mandati  de  Collegati  come  fé 
non  fuffero  fufficienti .  Ma  al  Tontefice  noceua  appreffo  a  Confederati  il  trat 
*  tare  continuamente  la  concordia  col  Viceré ,  dubitandofi  che  a  ogni  hora 
non  conueniffe  ficco ,  &  parendo  quafi  inutile  al  I\e  di  Francia  &  a  Vinitia- 
ni  tutto  quello  che  ffrendeffero  per  foflenerlo .  Laquale  fuffritione  accrefee- 
ua  il  timore  eflremo,che  appariua  in  lui  ,&i  protefli  cotidiani  di  non  pote- 
re più  fofìenere  la  guerra:  aggiunta  l'oflinatione  di  non  uolere  crare  Cardi- 
nali per  danari,  ne  aiutar  fi  in  tanta  necefiità,  &  in  tanto  perìcolo  della 
Chiefa,  comodi  confueti  etiandio  nelle  imprefe  ambitiofe ,  &  ingiufle  a  gli 
altri  Tontefici .  Onde  il  Kg,  &  i  Vinitiani,  per  efsere  preparati  a  qualunque  j\  Re,  &  ì  Vf- 
cafo,  s'erano  particularmente  riobligati  di  non  fare  concordia  co  Cefare  l'uno  nitìani  fi  rio- 
fenica  l'altro  ;  per  la  quale  cagione  ilB^e  ,&  per  lafperan^a  grande  datagli  oIlgano  di  nò 
dal  ì{e  d'Inghilterra  di  fare  con  luì,  fé  conueniuano  del  parentado , moni-  con  Celare 
menti  grandi  alla  pr  os fima  primauera ,  diuentaua  più  negligente  a  pericoli 
d'Italia .  Sollecitaua  m  queflo  tempo  il  Viceré  d'afsaltare  lo  Stato  della  Viceré  córra 
Chiefa;  dal  quale  efsendo  slati  mandati  dumìla  fanti  Spagnuoli  a  dare  la  Io  Stato  Ec- 
battaglia a unpiccolo  Caflello  di  Stefano  Colonna,  ne  furono  ributtati;  &  clefìaftlco» 
per  lo  ffrignerfi  egli  innanzi,  gli  Ecclefiaflici  lafciarono  indietro  la  delibera- 
tane fatta  dì  battere  Biocca  di  Tapa ,  le  genti  del  qual  luogo  haueuano  occu- 
pato Caflel  Gandolfo  pofseduto  dal  Cardinale  di  Monte  per  ejsere  maleguar 
dato.  Finalmente  il  Viceré ,  mefsi  infieme  dodici  mila  fanti ,  de  quali  da 
gli  Spagnuoli  &  Tcflefchi  in  fuori  condotti  in  fu  l'armvta ,  la  maggiore  par 
te  erano  fanti  comandati ,  fi  pò  fé  con  tutto  l'efsercito  il  uigefimo  primo  dì  dì 
Dicembre  a  campo  a  Fru fotone ,  Terra  debile  ,  &fen,%a  muraglia ,  ma  al-  mettc  ^xo* 
la  quale  fuccedono  in  luogo  di  mura  le  cafepriuate  &  la  grotta ,  Hata  mef-  à  Frufolone . 
fé  in  guardia  da  Capitani  della  Chiefa,  per  non  gli  lafci are  piede  nella 
Campagna,  e£*  n'era  anche  uettouaglia  per  pochi  dì:  nondimeno  il  fitto 


74  y  LI  B  1^0 

della  Terra  ,  che  è  pofla  foprun  monte ,  da  [acuità  a  chi  è  dentro  ,  di  potere 
fempre  faluarfi  da  una  parte ,  hauendo  qualche  poco  di  [palle  :  ile  he  faceua 
più  arditi  alla  difefa  i  fanti,  che  u  erano  dentro  ,  oltra  a  l'effere  de  migliori 
fanti  Italiani ,  che  allhora  prendeffero  foldo  ;  ne  fi  poteuano  anche  per  l'al- 
tera del  monte  accoflare  tanto  l'artiglierie  de  nimici  ,  i  quali  u'haueuano 
piantati  tre  mc^i  cannoni,  &  quattro  me\e  colubrine,  che  uifaceffero  mol- 
to danno  :  ma  delle  diligentie  principali  loro,  era  lo  impedire  quanto  poteua- 
no,  che  non  uentraffero  uettouaglie .  da  altro  canto  il  Tontefice ,  benché 
eshauftiffmo  di  danari ,  e£"  più  pronto  a  tollerare  la  indegnità  di  pregare 
d'efferne  proueduto  da  altri ,  che  la  indegnità  di  prouedeme  con  modi  sìra- 
or  dinari] ,  augumentaua  quanto  poteua  le  genti  fue  di  fanti  pagati,  <&  co- 
Oratio  Ba-    mandati  ;  &  haueua  di  nuouo  condotto  Oratio  Baglione ,  dimenticate  le  in- 
dottocSpa-  giurie  fatte  prima  al  padre  ,& poi  a  lui;  il  quale,  come  difiurbatore  della 
pa .  quiete  di  Terugia ,  haueua  lungamente  tenuto  prigione  in  Caftel  Sanf  ^An- 

gelo .  Con  quesìi  augumenti  andaua  l'efferato  del  Tontefice  accoflandofi 
per  fare  la  majfa  a  Ferentino ,  &  dare  fperan^a  di  foccorfo  a  gli  affediati; 
Fu  finita  a  uentiquattro  la  batteria  a  Frufolone;  ma  non  effendo  tale,  che 
Alarcene  &  ^effi  ^  Vieere  [peranno,  di  uittoria ,  non  fu  dato  l' affatto  :  &  nondimeno 
Mario  Orli-  JLlarcone ,  tr  attagliando  fi  intorno  alle  mura,  fu  ferito  d'uno  archibufo,  & 
no  feriti  fotto  fu  anche  ferito  Mario  Or  fino .  Fra  la  principale  fperan^a  del  Viceré  nel  fa- 
f  rufolonc .     pert  efferc  dentro  poche  uettouaglie,  delle  quali  anche  patina  l' efferato,  che 
s%ammaffaua  a  Ferentino  :  perche  le  genti  de  Colonnefi  che  erano  in  V alia- 
no é  Montefortino ,  &  Fiocca  di  Tapa ,  che  fole  fi  teneuano  per  loro,  traua 
gliauano  affai  la  Ftrada ,  &  andando  Rgnyo  all'  efferato, haueuano  rotto  la 
compagnia  de  fanti  di  Cuio,  che  gli  faceua  feorta .  Vfcirono  nondimeno  un 
giorno  trecento  fanti  di  Fru fotone ,&• parte  de  caualli  con  <Aleffandro  Vitel- 
lo ,  Giouambatifta  Sauello ,  &  Tietro  da  Birago  ,•  &  approfiimatifi  a  mc^o 
f  Spagnuoli    miglio  di  Larnata ,  doue  erano  alloggiate  cinque  infegne  di  fanti  Spagnuoli , 
Capitano  Per  ne  f/rjrowo  due  infegne  in  una  imbofeata ,  <&  li  roppono ,  con  la  morte  del 
alta  morto.     Capitano  Ver  alta  con  ottanta  fanti ,  &  prigioni  molti  con  le  due  infegne . 
udttendeua  intrattanto  il  Viceré  a  fare  mine  a  Frufolone,  &  quelli  di  dentro 
Affediati  in     contraminauano ,  tanto  ficuri  delle  for^e  de  nimici, che  ricufarono  quattro- 
frufolone  n-  cento  fanti, eh  e  i  Capitani  dell'efferato  uoleuano  mandare  dentro  in  lorofoc- 
$orfo.  corf°  '  Et  nondimeno  nel  tempo  mede  fimo  non  erano  meno  calde  le  pratiche 

dell'accordo  :  perche  a  I{oma  erano  tornati  il  Generale  &  l' \Arciuefcouo  di 
Cefarc  Fiera*.  Capua ,  co  quali  era  uenuto  Ce  far  e  Fier  amo  fica  1S(apoletano  :  il  quale  Ce  far  e 
mof  ca  man-  haueua  ,  dopo  la  partita  del  Viceré  ,fpedito  di  Spagna  al  Tontefice,  dandogli 
re  al  Pa  ^^  commefii°ne  >  c^e  affermaffe  principalmente  effergli  fiata  molefìifiima  l'en- 

P        traia  ^  D0n  yg0  y&de  Colonnefi  in  Roma ,  con  gli  accidenti ,  che  n  erano 

feguitì  :faceffegli  fede  ^  C efare  effere  defiderofifiimo  di  comporre feco  tutte  k 


DECIMO     0  "  T "T  U  V  0  7? 

tòntronerfie  ,&  che  trattale  in  nome  fuo  la  pace ,  alla  quale  dimoflrandoft 

inclinato  anche  con  gli  altri  Collegati,  diceua  ,  fecondo  firiueua  il  !S(untio, 

che  fi  il  Tontefice  effeguiua  ,  come  hautua  detto ,  d'andare  a  Bar^alona  ,  gli 

darebbe  libera  [acuità  di  pronuntiarla  ad  arbitrio  fuo .  Troponeuano  quefli 

per  parte  del  Viceré  fofpenfione  d'arme  per  due  ,  o  tre  anni  col  Tontefice  & 

co  Vinitiani  ,  poffedendo  ciafeuno ,  come  di  prefente  pojfcdeua  ,  <&  pagando 

il  Tontefice  centocinquantamila  ducati,  &  i  Vinitiani  cinquantamila  :  cofa 

che  benché  fuffegraue  al  Tontefice, nondimeno  tanto  era  inclinato  a  liberar  fi 

da  trauagli  della  guerra ,  che  per  ridurre  i  Vinitiani  a  conferitimi ,  offeriua 

di  pagare  per  loro  i  cinquantamila  ducati .  L  a  rijpofla  de  quali,  per  afpetta-  t    Tr  »  egua 

re  yfece  triegua  l'ultimo  dì  di  Gennaio  col  Viceré  per  otto  dì,  con  patto ,  che ,  dc}  Pontefice 

le  genti  della  Chiefh  non  paffaffero  Ferentino ,  quelle  del  Viceré  non  paffaffe-  QttQ  ^€TC  % 

ro  Frufolone  :  ne  lauor afferò  contra  la  Terra ,  effendo  medefimamente  pro- 

hibito  a  quelli  di  dentro  il  fortificare,  "&  mettere  dentro  uettouaglia,fenon 

dì  per  dì  ,&  parendo  a  Fieramofca  hauere  feoperto  affai  la  inteutione  del ..  f  Cefare  Fle 

Tontefice ,  <&-  potere  con  degnità  di  Ce  far  e ,  feopr  irgli  la  f ita, gli  preferito  mia  ramofea  dz 

lunga  lettera,  di mano  propria  di  Cefare,  piena  di  buonamente ,  d'offerte ,  "n_a  |5ttcjlaaI 

0 diuotione uerfo il  Tontefice;  &  partito  dipoi  per  fìg?iificare  al  Viceré,  taj.  man 

&  al  Legato ,  la  fofpenfwne  fatta,  &  ordinare,  ch'ella  fi  mttteffe  ad  effecu-  pria  da  Cefa- 

tione ,  trom  il  dì  medefimo  l'efferato ,  che  moffo  da  Ferentino,  caminaua  al-  re . 

la  uolta  di  Frufolone  :  &  battendo  fatto  intendere  al  Legato  la  cofa,  egli  non 

uolendo  interrompere  la  f^eran^a  grande ,  che  haueuano  i  fuoi  della  uitto- 

ria,date  a  lui parole ,  mandò  occultamente  adire  altamente ,  che  continuaf-  \  Trieg^  . 

r   ..  .r^,  ;»  rr      -^  •  -ri  r  r      r     molata    per 

fé  di  cammare .  lS(on  poteua  l  efferato  amuare  a  Frufolone ,  (e  non  ji  mji-    yx  ^cchiìaai 
gnoriua  d'un  paffo ,  a  modo  d'un  ponte ,  fiutato  alle  radici  del  primo  colle  di  ci . 
Frufolone ,  al  quale  erano  a  guardia  quattro  bandiere  di  fanti  Tede febi:  ma  t  Tedefchl 

arriuata  l'auanzuar dia  guidata  da  Stefano  Colonna,  &  uenuta  con  loro  alle  l?ni  n*} ,~ 
...  o  £  .    r  •    •        j  il  _,     fono  CoIona. 

mani ,  li  roppe ,  &  meffe in  fuga ,  ammalati  circa  dugento  di  loro,  & 

prefine  quattrocento,  con  le  infegne  :  &  cofi  guadagnato  il  primo  colle ,  gli. 
altri  fi  riflrinfono  in  luogo  più  forte ,  lafciata  libera  l'entrata  in  Frufo-. 
Ione  a  gli  Ecclefiatiici  :  i  quali  effendo  già  uicina  la  notte  feciono  l'allog- 
giamento in  faccia  loro ,  con  fperan^a  grande  di  l\en^o ,  ■&  di  Vitel- 
Ho ,  l'attioni  del  quale  in  quefla  imprefa  procedeuano  con  mala  fatisf anio- 
ne del  Tontefice ,  di  hauer gli  a  rompere ,  o  fermandofi ,  o  ritirandofi ,  co- 
me fi  crede  che  fen^a  dubbio  farebbe  feguito ,  fé  hauesfino ,  o  fatto 
l'alloggiamento  in  fui  colle  prefo,  o  fi  fuffero  fiati  auuertiti ,  e^  de- 
fti  a  fentire  la  ritirata  de  nimici:  perche  il  Viceré,  non  il  giorno  fi-t  lìcere  i^clf. 
guente,  ma  l'altro  giorno  due  bore  innanzi  dì ,  fin^a  fare  fegno  di  le-,  p^olonc. 
uarfi,  fi  partì  con  l'efferato ,  abbruciata  certa  munit ione ,  che  gli  refla-. 
Ha  &  lafciate  molte  palle  d'artiglierie;  &  ancora  che,  intefa  la  parth. 


76  L  I  B  B^O 

ta  f  uà  gli  FcclefiaHici  ,gli  fpignefsero  dietro  i  caualli  leggieri,  che  pr  e  fono 
delle  bagaglie 3  &  qualche  prigione  di  poco  conto,  non  furono  a  tempo  a 
fargli  danno  notabile  :  lafciò  nondimeno  adietro  qualche  parte  di  uettoua- 
glia  y  &  fi  ritirò  a  Ce  fino  3  &  di  quitti  a  Cepperano .  Ter  la  ritirata  del 
Papa  difegna  quale  ilTapa  3prefo  animo  3  &  stimolato  da  gl'Imbafciadori  de  Confede- 
diN  ""r"  ratl  ia(lua^non  poteua  fatisfare  altrimenti 3  fi  rifoluè  a  fare  la imprefa 
del  Regno  di  T^apoli .  Tercha  il Robadanges  che  haueua  portato  i  diecimi- 
la ducati  per  conto  della  decima  3&i  diecimila  per  conto  di  Ren^p  3  haue- 
ua commesfionc  non  fi  fpendejfero  fen^a  confentimento  d'Alberto  Tio, 
di  Ren^o,^  di  Langès  s  &  in  cafo  fufsero  ficuri ,  che  il  Tontefice  non 
s'accordafse  :  &i  Fìnitiani,  a  quali  era  andato  maefiro  Rpfèllo  perindur^ 
gli  ad  accettare  la  triegua  propofla  dal  Ficere,  &  approuata  dalTapa, 
ma  per  efserfi  in  camino  rotto  una  gamba  haueua  mandato  lo  faccio ,  n- 
fpofono  non  uolerefare  la  triegua  fen^a  la  uolontà  del  Re  di  Francia  con  tan- 
to maggiore  animo  quanto  sintendeua  le  cofe  di  Genoua  cfsere  ridotte  ih 
grandisfima  estremità  di  uettouaglie.  Delibero  $  fi  adunque  d'afsaltare  il 
Regno  di  7S{apoli  con  l'efsercito  per  terra  3  &  che  per  mare  andafse  l'arma- 
ta con  Valdemonte  ,  che  leuafse  dumila  fanti ,  ma  Ren^p  3  fecondo  la  ddibe- 
ratione  del  quale  fi  fpendeuano  i  danari  del  Re  di  Francia  y  deliberò  ,  contra 
la  uolontà  del  Tontefice ,  alquale  pareua  che  tutte  le  forze  fi  uolgefsero  in 
un  luogo  mede  fimo  y  di  fare  feimila  fanti  per  entrare  nell'Zibrw^i,  Iteran- 
do che  perme^o  de  figliuoli  del  Conte  di  Montor io  mandatiui  con  dumila 
+  Aquila  fi  fanti  3  fi  occupafie  l'aquila  facilmente:  il  che  fubito  fuc  cedette  3fuggen- 
prende.  dofene  *Afcanio  Colonna,  come  intefe  s'approsfimauano.   Cominciarono 

con  fperan^a grande  iprincipii  di  quesla  imprefa  :  perche  fé  bene  il  Viceré, 
mefsa guardia  ne  luoghi  uicini,  attendefse  a  riordinarfi  quanto  poteua ,  non- 
dimeno cfsendofi  rifoluta  una  parte  delle  f uè  genti,  un'altra  distribuita  per 
necefsità  alla  cuflodia  delle  terre ,  fi  credeua  che  egli  refierebbe  impegnato 
arefijìere  all'efsercito  terreflre  :  &  Ren^o  nell \Abru7gi ,  &  l'armata, 
della  Cbiefa ,  &  de  Finitiani ,  che  erano  uentidue  galee,  non  harebbono 
contraflo ,  portando  masfime  tre  mila  fanti  difopracollo,  &  andandoui  Ora 
con  titolo 'di  f*°  con  dMmilafantì,et  la  per  fona  di  ValdemòtCyche  per  l'antiche  ragioni  del 
Luogotenen-  ty!  Binato ,  pretendeua  allafuccesfione  di  quel  Reame ,  alquale  il  Tontefice 
re  del  Papa  haueua  dato  titolo  difiuo  Luogotenente, Ma  le  cofe procedeuano  con  maggio- 
i  il  Rea  re  tardità-perche  l'esercito  Ecclefiafiico  non  s'era  ancora  il  duodecimo  dì  di 
Febbraio  difeoflato  da  Frufolone, affrettando  da  Roma  ly artiglieria  grofsa,& 
che  Ren^o  entrajfenell'^bru^j3  &>  che  arriuafse  l'armata3<&  haueua  an- 
che dato  qualche  impedimmo  &  fatto  perdere  tempo  che  i fanti  di  Frufolone 
ammutinati 3uolfono  la  paga 3come guadagnata  per  la  uittoria.^bbàdonaro 
no  nódimeno  a  diciottQ  dì  kgéti  del  Vkerefiefano,  et altri  Caftelli  circuitati, 


contro 
me» 


d  e  c  i  m  o     o  r  r  u  v  o  77 

&fi  ritirarono  a  Cepperemo  :  per  la  ritirata  de  quali  l'efferato  Ecclefiafiico, 
il  quale  già  cominciava  a  patire  di  ucttouaglie  ,pafib  San  Germano;  <&il 
Viceré  temendo  della  fomma  delle  co  fé  fi  ritirò  a  Gaeta ,  <&  Don  Vgo  a  l\a- 
poli  :  &  nondimeno  il  Tontefice  per  la  neceffita  de' danari  ,  &  temendo  della 
uenuta  innanzi  di  Borbone ,  all'efferato  del  quale  non  uedeua  pronta  la  refi- 
ftenT^a  de  Collegati ,  continuando  nella  medefìma  inclinatione  della  concordia 
con  Ce  far  e ,  haueua  procurato ,  che  Maeflro  Hpfello  in  nome  del  fuo  I{e  an- 
daffe  al  Viceré .  da  che  nacque,  che  Ce  fare  Fieramofca  ritornò  a  P^oma  il  ui- 
gefimo  primo  dì  di  Febbraio  ;  onde  efpofle  lefue  commiffioni ,  fi  partì  il  dìfe- 
guente  ;  lafciato  l'animo  del  Tontefice  confufiffimo,  &  pieno  d'irrefolutione  : 
al  quale,  perche  non  precipitale  all' accordo  ,i  Vinitiani  al  principio  di  Mar^ 
^0  offerfero  di  numerar  gli  fra  quindici  dì  quindecimila  ducati,  quindicimila 
altri  fra  altri  quindici  dì ,  ottenuto  da  lui  il  Giubileo  per  il  loro  Dominio .     Armata  de* 
Ma  l'armata  maritima  del  Tapa  ,  &  de'  Vinitiani  ;  la  quale  fopr afiata  con  Collegati  fac 
grane  danno  per  affettare  l'armata  Fr ance  fé, s'era  il  uigefimo  ferirò  di  Feb-  dfGacu  °  * 
braio  ritirata  per  i  uenti  all'I  fola  di  Tonerò  :fattafipoi  limanti  taccheggio 
Mola  di  Gaeta  :  dipoi  a  quattro  dì  di  Mar-^o  fnejji  fanti  in  terra  a  Toiguolo 
&  trovatolo  ben  prouiflofi  rimeffe  in  mare .  dipoi  jpintafi  innanzi  ,  &  poflo 
in  terra  preffo  a  J^apoli  per  la  Emulerà  di  Cafiello  a  mare  di  Stabbia  ,  doue 
era  Diomede  Caraffa  con  cinquecento  fanti ,  combattutolo  il  ter  7^  dì  di  Mar  Procreili  de 
7^0  per  uia  del  monte  lo  sformò,  &faccheggiò  y-  &  ildìfeguente  la  fortezza  Tarmata  de' 
s'arrendè .  Sforerò  il  decimo  dì  la  Torre  del  Greco ,  &  Surrente  ,  &  molte  c°Mcgat1' 
altre  Terre  di  quella  coftafi  dettono  poi  a  patti .  e^  haueua  prima  prefe  al- 
cune nani  di  grani ,  di  che  Tslapoli  ,  douefifaceua  debole  prouifione  y  patiua 
affai,  non  hauendo  in  mare  oflacolo  alcuno  :  &  il  fecondo  dì  delia  quadrage- 
fima  s'apprefiò  tanto  al  Molo  y  che  il  Cafiello  ,&  le  galee  gli  tirauano  :  & 
prima  i  fanti  andarono  per  terra  tanto  innanzi ,  che  fu  forila  y  che  quelli  di 
Tslapolifi  ritir  afferò  per  la  Torta  del  Mercato  y  &  la  ferì •afferò .    Tre  fé  poi   .  ^  . 
l'armata  Salerno  ;  &  effendo  andato  Valdemonte  con  l'armata  dietro  a  certe  pref0  ^* 
nani  y  lafciate  a  Salerno  y  doue  era  Oratio  y  quattro  galee  ;  il  Trincipe  di  Sa-  armata. 
lerno  entrato  per  uia  delia  Rocca  co  gè  te  affai  nella  Terrayfu  rotto  da  Oratio, 
morti  più  di  dugento  fanti y  &  prefì  prigioni  affai.  ?\{ell' ^AbruT^i  il  Viceré 
liberato  di  prigione  il  Conte  uecchio  di  Montorioy  perche  ricuperaffe  l'  ^Iqui 
layfu  fatto  prigione  da  'figliuoli  :  <&  Ren^o  afei  di  Mar^o  prefo  Siciliano, 
&  Tagliaco^zo,  andaua  ucrfo  Sor  a  ;  &  nondimeno  in  tanta  occafione  l' ef- 
ferato terrefire  ridotto y  optr  negligenza  de'miniflriyo  per  le  male  prouifioni 
del  Tontefice  y  in  careftia  grande  di  uettouaglie  ;  haueua  il  quinto  di  Marxo 
cominciato  a  sfilar  fi.  Ma  continuandofi  tuttauia  le  pratiche  della  pace,  uen- 
nono  a  J\oma  il  decimo  di  Mar^o  Fieramofca,  &  Serenon  Segretario  del 
Viceré  ;  doue  il  dì  dinamri  era  arrivato  Langes  con  par  ole, &  promeffe  affai; 


Ut  L  IB  l£0 

ma  fen\a  danari  ,  non  oflante  che  di  f  'ancia  fuffe  fiate significato ,  che  s*eru 
Lan«cs  cofor  partito  con  ttentimila  ducati  per  mettere  fanti  in  fu  l'armata  de'nauil^groffi, 
m  il  Papa i  air  ^t  ^^  s'ajpettaua  a  ciuita  uecclna  ;  &  che  uentimila  altri  ne  portava  al 
Reame,         Tontefice  ,  confortandolo  a  fare  l'imprefa  del  ì\eame  per  uno  de  figliuoli  dei 
J\e  di  Francia,  al  quale  fi  mar  it  affé  Caterina  figliuola  di  L  iren^o  de' Medici 
TJjpote  del  Tontefice .  Ter  che  il  J\e  confidando  nella  pratica  con  Inghilter- 
ra ,  <&  perfuadendofi  che  il  Viceré,  per  il  dif órdine  di  Frufolone3  non  poteffe 
fare  effetti  5  &  che  l'efferato  Imperiale ,  poi  che  tanto  tardaua  a  muouerfi, 
non  hauendo  anche  danari ,  nonfuffe  per  andare  più  in  Tofcana  3non  ucleua 
più  la  triegua3  etiandio  per  tutti,  quando  bene  non  s'haueffe  a  pagare  danari 
per  non  dare  tempo  a  C  efare  di  riordinar  fi  •  &  nondimeno  trottando]!  ferina 
danari,  ne  de* uentimila  ducati  promeffi  al  Tontefice  ciafeuno  tnefe,  ne  de' da-, 
nari  della  Decima  non  gli  haueua  mandato  altro ,  che  diecimila  ducati  :  ne  a 
fette  di  Alarlo  haueua  ancora  mandati  i  danari  per  i  fanti  dell'armata  grò  fi- 
fa 3  che  era  a  fpefa  commune  tra  lui,  &  i  Vinitiani  :  &  effendo  d'animo  di  no* 
fare  moto  in  fino  non  conchiudeua  col  R^c  d'Inghilterra  3  gli  parata  ragione-^ 
Imprcf  del     u°1>e>cbe  ti  Tontefice  affettaffe  quel  tempo.  Ter  ò  la  imprefa  del  Eseguo  di 
Reame  per-    Napoli  caminciata  con  grande  (pcran^a, andana  ogni  dì  raffreddando  :  per- 
che vada  len-  che  l'armata  non  effendo  ingroffata  ne  di  legni  nuoui,  ne  di  gente  ;  &  hauen- 
r aniente,     :    fa  a gUar(fare  j  luoghi  prefi,  potata  fare  poco  progreffo  :  <&  l'efferato  di  ter-» 
ra ,  al  quale  le  uetiouaglie  mandate  da  Eterna  per  mare  non  cra?w  a  quatto^ 
dici  di  Mar^o  ancora  condotte  ',  per  il  tempo  trifio  ;  nonfolo  non  andana  in- 
nanzi ,  ma  diminuendo  per  il  di]  òr  dine  delle  uettouaglie ,  fi  ritirò  finalmen- 
te a  Tiperno  ;  &  i  fanti,  che  erano  con  I\cn^o,  diminuiti  per  non  hauere  da- 
nari,  in  modo  che  egli,  non  h  attendo  potuto  mettere  in  me%o  il  Viceré  fecon- 
do il  diffegno,fe  ne  ritorno  a  P^oma  .  accrefeendo  quefii  àifordini  la  pr artica 
diretta,  che  haueua  il  Tontefice  dell'accordo  ;  perche  indeholiua  leprouifio- 
ni,  fredde  perfua  natura, de' Collegati  :  il  che  da  altro  canto  accrefceua  la  in- 
clinatione  del  Tontefice  all'accordo ,  indotto  a  qualche  maggiore  fferan%a 
dell'animo  di  Ce  far  e ,  per  effere  slot  a  intercetta  una  fua  lettera ,  nella  quale 
commetteua  al  Viceré ,  che  fi  sfor^affe  di  concordare  col  Tontefice ,  fé  già  lo 
slato  delle  co  fé  non  lo  configliajfe  a  far  e  altrimenti,  Ma  quello,  eh  e  lo  motte^ 
Difcorh  del^    ua pjM^  era  ji  uec[erc  farfi  continuamente  innanzi  Borbone  con  l'effercito  Im- 
accordarfi  co  Per^6  •'  m  ^  'àfolutioni  del  Duca  d'Vrbino ,  ne' le  prouifwni  de  '  Vinitiani,- 
Ccfare.  ejffère  tali,  che  lo  rendeffero  ficuro  delle  cofe  di  Tofcana ,  il  timore  delle  quali 

l'affiiggeuafopra  modo.  Ter  che  il  Duca  d'Vrbino ,  slancio  ancora  le  genti 
Imperiali  parte  di  qua ,  parte  di  là  da  Tiacen^a ,  mutata  la  prima  op- 
penione  di  uolere  effere  a  Bologna  con  V  efferato  Veneto  innanzi  a  loro, 
haueua  rifoluto  ne  '  fuoi  configli ,  che  come  s'intendeffe  la  moffa  de  '  nimici, 
l'efferato  Ecclefiafìico  2  lofi  iato  TarmZv&.Modona  ben  guardate,  fi 'ri-» 


decima     orr  jt  v  o  79 

dtìceffe  a  Bologna  ;  &  che  egli  con  l'efferato  de'Viriitiani  caminaffe  alla  coda, 
fé  ninnici  $  lontano  però  fetnpr  e  da  loro,  per  ficurt  a  delle fue genti,  uinticin- 
que,  0  trenta  miglia  :  col  quale  ordine,  uolendo  i  nimici  figliare  poi  la  aia  di 
Romagna  3&  di  Tofc -una ,  fi  procede ffe  continuamente  e •  aminando  femprt 
innanzi  a  loro  l'esercito  Ecclefiaflico,col  Mar  che  fé  di  Salw^o,con  le  lance , 
Fr  ance  fi,  <&co  fanti  fuoi,  &  co  '  Sinceri  ;  Inficiando  fèmpr e  guardia  nel- 
le Terre ,  onde  i  nimici  baueffero  dopo  loro  a  paffare  ;  &  raccogliondole  poi 
di.  mano  in  mano  fecondo  fuffero  paffati.  Del  quale  configlio  fio ,  mal  capace 
agli  altri  Capitani  ,  aUcgaua  moke  ragioni  :  prima  non  effere  ficuro  il  met- 
ter fi  con  gli  efferati  uniti  in  campagna,  per  far  e  oflacolo  a  gli  Imperiali  ^ 
che  non  paffaffero  ;  perche  farebbe  o  peri  colo fo  ,  o  inutile  :  pericolo fo3  uolen- 
do combattere  ;  perche  effendo  fuperiori  di  forte ,  &  di  uirtà  3  fé  non  di  nu-~ 
mero  3  confeguirebbono  la  uittoria  :  inutile }  perche  fé  gli  Imperiali  non  uo- 
leffero  combattere,  farebbe  in  [acuita  loro  lafciare  indietro  l'efferato  de  Col- 
legati :  &  effendo  dipoifempre  innanzi  a  loro  in  ogni  luogo  far ehbo-no  gr an- 
dijfimiprogreffi  :  parergli,  quando  bene  le  cofe  fuffero  in  potefl a  fua,  mi- 
gliore di  tutte  quefla  deliberatione  :  ma  coftrignerlo  a  queflo  medefimo  la  nc- 
cefjìtà  ,•  perche  effendo  già ,  fecondo  fi  credeua ,  qua  fi  in  moto  l' efferato  ni- 
mico ,  non  e  fiere  tanto  pronte  leprouifioni  delle  genti  fue ,  che  cofifuffe  certo 
di  potere  e  fiere  a  tempo  ad  andare  innanzi .  &  che  anche  hauere  a  confide- 
rare  ,  poi  che  i  Vinitiani  haueuano  rimeffa  in  lui  liberamente  quefla  delibe- 
ratione y  di  non  lafciare  lo  Stato  loro  in  pericolo  ;  il  quale  f  i  nimici  uede fi- 
fero  ffrouifio  y  potrebbono  y  prefo  nuouo  configlio  da  nuoua  occafione  ,  paf- 
futo To  uoltarfi  a  danni  loro  .  Con  la  quale  ragione  conuinceua  il  Senato 
Vinitiano  y  che  per  natura  ha  per  obietto  di  procedere  nelle  cofe  fue  cauta-  Vfnltfanl  prò 
mente y&fìcur amente  ,  manon faiisfaceua già alTontefice 3  confìderando-  ceJono  cauta 
che  con  queflo  configlio  fi  apriua  la  uia  all'efiercito  Imperiale  d'andare  infino  ro  fafe 
a  Roma 3  oin  Tofana  y  o  douegli  pareffe  ;  perche  l'efferato 3  che  haueua  a 
precedere y  inferiore  di  forile y&  diminuendone  ogni  dì  per  hauere  a  mettere 
guardia  nelle  Terre3  non  gli  potrebbe  refi  fiere  :  ne  era  certo  y  che  i  Vinitiani 
reftado  una  uolta  in  dietro  haueffero  ad  effere  pronti  a  figurargli  co fatti,  co- 
me fonauano  le  parole  del  Duca  ;  cófiderando  maffimameniei  modi  co' quali  fi: 
era  proceduto  in  tutta  la  guerra:  &  giudi  càdoyche  uniti  tuiùgli  efferati  in-  .,   ,, 

firme ,nf  quali  erano  nò  molto  più  géti3che  in  quello  de  gli  Imperiali, poteffe- 
tfi  piufacilméte  prohibire  loro  il  paffare  innanzi;  impedire  le  uettouaglie, & 
ufare  tutte  le  occafioni,che  fi  prejentafferome  hauere  mai  ad  effere  tato  totani 
da  loro, che  no  fuffero  a  tépo  afoccorrerc  fé  fi  uolt  afferò  alle  Terre  de' Vinitia- 
ni. La  quale  deliberatione  gli  difpiacque  molto  piu,quando  intefe,che  il  Duca  +  1J  Duca  <V 
d'Vrbino  uenuto  Uterino  di  di  Genaio  a  Tarma,  foprauenut agli  leggiere  ma  Vrbmo  va  a 
lattiafi  ritirò  il  xiiij  dì  a  Cafalmaggiore3  &  di  quiui  cinque  dì  poi  fitto  noma  Curarfi. 


So  L  I  B  B^O 

di  curar  fi,  a  Guaiolo;  douegia  alleggerito  della  febbre,  ma  aggrauato,  fe- 
condo diceua,della  gotta  haueua  fatto  uenire  la  moglie,  il  quale  procedere, 
foretto  molto  al  'Pontefice,  chi  uoleua  tirare  a  migliore  feri fo ,  arguiua ,  che 
le  pratiche  fue  degli  accordi  erano  caufa  delfuo  procedere  con  quefla  fofpen- 
fwne  :  ma  il  Luogotenente  comprendendo  parte  da  quello ,  che  era  uerfimile, 
parte  per  relatione  di  parole  dette  da  lui,  che  a  quefli modi finiflri l'in- 
duceua  anche  il  defiderio  della  ricuperatone  del  Montefeltro,  &  di  Sato  Leo 
poffeduto  dà  Fiorentini  ;  giudicando ,  che  fé  non  fi  fatisfaceua  di  queflo  ,fa- 
rebbono  il  Pontefice,  &  i  Fiorentini  nelle  maggiori  neceffitd  abbandonati  da 
lui  ;  negli  parendo  che  quefie  Terrefujfero  premio  degno  di  efporfi  a  tanto  pe 
ricolo,  fapendo  anche  che  il  medefimofi  defideraua  a  Firenze ,  gli  dette  fpe- 
ran%a  certa  della  refiitutione ,  come  fé  nhaueffe  commifiione  dal  Pontefice  : 
la  qual  cofa  non  fu  approuata  dal  Pontefice  ;  indulgente  più  in  queflo  cafo  all' 
odio  antico,  &  nuouo,  che  alla  ragione.  Stauano  in  tanto  gli  Imperiali, ha- 
t  Conte  Gin  uendo  dato  a'Tedefchi  pochiffimi 'danari,  alloggiati  uicini  a  Piacenza,  doue 
con  feimila  era  ^  ^onte  Gtf/do  Rgngone  con  filmila  fanti  :  onde  correndo  qualche  uolta 
ùnti.  Paolo  LwT^afco,  &  altri  caualli  leggieri  della  Chiefa  ;  un  giorno  accompa- 

gnati da  qualche  numero  di  fanti ,  &  da  alcuni  huomini  d'arme ,  roppono  i 
nimici  che  correuano ,  prefono  ottanta  caualli ,  &  cento  fanti  ;  &  refiarono 
prigioni  i  Capitani  Scalengo ,  Zucchero ,  &  Grugno  Borgognone .    Mando 
poi  Borbone  dieci  Infegne  di  Spagnuoli  a  uettouagliare  Picchitene  :  & 
Il  Conte  da      poco  dopo  il  Conte  di  Gaia^o  co' caualli  leggieri ,  &  fanti  fuoi  uenne  ad  al- 
Gaiazzopaf-  loggiare  al  Borgo  a  San  Donino,  abbandonato  dagli  Ecclefiaftici  ;  il  quale  il 
Eccitarti  co    dìfeguente  per  pratica  tenuta  prima  con  lui ,  &  pretendendo  egli  di  e  fiere , . 
perche  non  era  pagato, libero  dagli  Imperiali,  pafio  nel  campo  Ecclefiafiico, 
condotto  dal  Luogotenente  più  per  fatis fare  ad  altri, che  perfeguitare  ilgiu- 
Progrefli  di     ditiofuo  proprio ,  con  mille  dugento  fanti ,  &  cento  trenta  caualli  leggieri  ; 
Borbone  con  /  quali  haueuafeco  ,•  &  con  conditione,  che  effendogli  tolto  da  Cefare  il  Con- 
tado fuo  di  GaiaT^o ,  hauejfe  dopo  otto  me  fi  il  Pontefice  infino  lo  ricuperale 
a  pagargli  ciaf  uno  anno  l'entrata  equiualente.  Defideraua  Borbone,  fegui- 
tato  il  coufiglio  del  Duca  di  Ferrara ,  il  quale  nondimeno  ricujo  di  caualcare 
nell'esercito ,  d'andare  più  preflo  a  Bologna  ,&a  Firenze ,  chefoprafedere 
x  g    «nuoli  *w  *?^e  Terre .  ma  a  dìciajfette  dì  s'ammutinarono  i  fanti  Spagnuoli  dimd- 
s'ammutina-  dando  danari  ,&  ammainarono  il  Sergente  maggiore  J  mandato  da  lui  a 
no,&  ainmaz  quietargli  :  &  nondimeno  quietato  il  meglio  potette  il  tumulto ,  a  uenti  dì 
zano  ii  Sergé    pafià  con  tutto  l'effercito  la  Trebbia  ;  &  alloggiò  a  tre  miglia  di  Piacenza, 
,liaSSK       hauendofeco  cinquecento  huomini  d'arme,  &  molti  caualli  leggieri  ;  i  quali 
la  più  parte  erano  Italiani  non  mai  pagati;  i  fanti  Tede/chi  uenuti  nuoua- 
mente  ;  quattro,  o  cinquemila  fanti  Spagnuoli  di  gente  eletta  ;  &  urea  due- 
mila fanti  Italiani  sbandati  >&  non  pagati-,  fendo  refiati  de  Tede  fichi  ucc- 
elli un* 


DECIMO     OTTAVO.  81 

chi  una  parte  a  Milano ,  gli  altri  andati ucrfo  Sauona  y  per  dare  fauore  al-  Ardire  dell* 
le  cofe  di  Genoua  ridotta  in grandifiimaanguflia  .  Era  certo  marauigliofa  ^    ,clt0(Jl„ 
la  deliberatione  di  Borbone ,  &  di  quello  efferato y  che  trouandofi  ferina  da-  coftanza  de* 
nari,  ferina  munitione y  fenica  guai/latori  yfen%a  ordine  di  condurre  uetto-  Tcdefchi. 
uaglie  fi  metteffe  a  p  affare  innanzi  in  me%o  a  tante  Terre  nimiche,  &  con- 
tra  i  nimici ,  che  haueuano  molto  più  gente  di  loro  :  &piu  marauigliofa  la 
coftan^a  de  Tedefchi  ,•  che  partiti  di  Germania  con  uno  ducato  filo  per  uno, 
&  battendo  tollerato  tanto  tempo  in  Italia  con  non  hauere  hauuto  in  tutto  il 
tempo  più  che  dua,  otre  ducati  per  uno;  fi  mette ffero  contra  l'ufo  di  tutti  i 
faldati y&  penalmente  della  loro  natione y  a  caminare  innanzi;  non  ha- 
uendo  altro  premio  y  o  affegnamento y  che  la  fperan^a  della  uittoria;  anco- 
ra che  fi  comprendere  manife lì amente y  che  riducendofi  in  luogo  sìretto  le 
uettouaglic  y  &  hauendo  i  turnici  propinqui  non  potrebbono  uiuere  fen^a 
danari  :  ma  gli  faceua  /forare  y  &  tollerare  affai  t autorità  grande  y  che 
baueua.il  Capitano  Giorgio  con  loro,  che  proponeua  loro  in  preda  Roma  , 
&  la  maggiore  parte  d'Italia .  Spinfonfi  auentidua  al  Borgo  a  San  Don- 
nino y  &  il  dì  feguente  il  Mar  che  fé  di  Saluto  y  &  le  genti  Ecclefiafti- 
che,  lafciato  a  guardia  di  Tarma  alcuni  fanti  de'  Vinitiani  y  fi  partirono  ti^ .arc 
di  Tarma  perlauolta  di  Bologna  y  con  undici  in  dodici  mila  fanti;  lafcia-  partito  da 
to  ordine  al  Conte  Guido  y  cbedaTiacenya  ueniffe  a  Modona;  &  i  fanti  Pannava 
delle  bande  nere  a  Bologna ,  reflando  in  Tiacen^a  guardia  fufficiente .  Cofi  a1^  volta  ^ 
per  il  Reggiano  fi  condxjfono  in  quattro  alloggiamenti  tra  ^An^uola  y&il    °  °^na* 
Tonte  a  l\eno .  Is^tl  qual  tempo  Borbone  era  intorno  a  peggio  :  &  il  Du- 
ca d'Vrbino y  ilqnale  proponendogli  il  Luogotenente  a  Cafalmaggiore  y  che 
s'accrcfceffe  il  numero  de  SuÌ7^eriy  Ihaueua  y  come  cofa  inutile y  ricufato 
bora  inflaua  feco  y  che  fi  proponejfe  a  I\oma ,  &  a  Vinegia  y  che  fi  condita 
ceffero  dinuouo  quattromila  Sui,7geriy&  dumila  Tedefchi;  f cu fando  la 
contradittione  fatta  all'hora;  perche  laflagione  non  confentiua  y  che  s'ufeiffe 
alla  campagna ,  &  hauere  creduto  y  che  i  nimici  fi  rifolueffero  primaya  qua- 
li con  quefìo  augumento  prometttua  d'accoftarfi  ;  configlio  dimezzato  da 
tutti  ;  perche  a  pericoli  prefenti  non  foccorreuano  rimedij  tanto  tardi;poten- 
do  anche  egli  efjere  certiffimo  y  che  quefte  cofe  per  le  difficultà  de'  danari  y  & 
uolontdgia  di  finite  de  Collegati  y  non  fi  poteuano  mettere  ad  effecutione . 
T^el  qual  tempo  il  Duca  di  Milano  y  che  fatti  tremila  fanti  difendeua  Lodiy 
&  Cremona3&  tutto  il  dì  la  dall' \Adday&  feorreua  nel  Milanefeyoccupò  co  £)uca  j«  M*- 
fubito  impeto  la  Terra  di  Monda  ;  ma  fu  preflo  abbandonata  dafuoìyhauuto  lano  occupa 
auifo  y  the  .Antonio  de  Leua  y  che  haueua  accompagnato  Borbone  Ritornato  Moncia. 
a  Milano  andana  a  quella  uolta  ;  &  fi  diceua  hauere  feco  dumila  fanti.  Te- 
defchi de  uecchi  y  mille  cinquecento  de  nuoui ,  mille  fanti  Spagnuoli, 
&  cinquemila  fanti  Italiani ,  fitto  più  capi  •    Ma  Borbone  paffata  Sec- 


8i  L  I  B  B^O 

chia 3  prefa  la  mano  finìfira  fi  conduce  a  cinque  di  Mar^o  a  Buomporto  ; 
Borbone  paf  &om  lanciato  le  genti  andò  al  Finale  ad  abboccar  fi  col  Duca  di  Ferrara 3  che 
fa  alla  volta  ^  confOTf0  affai  ad  indirizzar  fi  3  lafciati  da  parte  tutti  gli  altri  penfieri, 
allauolta  di  Firenze  ,  o  di  Roma  ;  an%i  fi  crede  ,  che  lo  configliaffe  ad  in- 
diriT^arfi  ylafciata  ogni  altra  imprefa  ,  uerfo  Roma,  nella  quale  delibe- 
rai iune  cruciavano  l'animo  del  Duca  di  Borbone  molte  difficultd  ;  &fyetial- 
mente  il  timore  ,  che  l'esercito  condotto  in  Terra  di  Roma ,  o  per  necejfità  s 
o  per  iizfiderio  di  rinfrescar  fi 3  o  incontrando  in  qualche  difficoltà 3  come  feri- 
na dubbio  farebbe  incontrato  ,fe  il  Tontefice  non  fi  fuffe  difarmato3non  pi- 
gliale per  alloggiamento  il  Regno  di  Tripoli  :  T^el  qual  dì  le  genti  de*  Vi- 
nitiani  pacarono  TÒ  ferina  la  perfona  del  Duca  d'Vrbino;ilquale  benché 
quafi  guarito ,  era  ancora  a  Garzuolo ,  ma  con  intcntione  di  cambiare  pre- 
sto .  ^Alloggiò  il  fettimo  dì  Borbone  a  San  Giouanni  in  Bolognefe 3  onde 
mandò  uno  Trombetta  a  Bologna  3  dotte  s'erano  ritirate  le  genti  Ecdefiafli- 
che  3  a  dimandare  uettouaglie 3  dicendo  uolere  andare  al  foccorfo  del  Rea- 
me;  &  il  dì  mede fimo  fi  unirono  feco  gli  Spagnuoli  3  che  erano  in  Carpi, 
confegnata  quella  Terra  al  Duca  di  Ferrara  :  &  le  genti  de  Vinitiani  erano 
in  fu  la  Secchia  3  rifolute  a  non  paffare  più  innanzi  3  fé  prima  non  intende  - 
uano  la  partita  di  Borbone  da  San  Giouanni ,  alquale  ueniua  uettouaglia  di 
quello  di  Ferrara  ;  ma  hauendola  a  pagare ,  &  non  hauendo  quafi  danari, 
alloggiauano  per  mangiar  e  il  paefe  molto  larghi,  &  correuano  per  tutto 
predando  huomini  &  beftie  ,  onde  traheuano  il  modo  dì  pagare  le  uettoua- 
glie ;  in  modo  che  fi  conofceua  certiffimo  3  che  fc  hauejfero  hauuto  rifeontro 
potente  3  o  fé  l'efferato  Ecclefiaftico  3  il  quale  era  in  Bologna  3  &  all'in-* 
torno  haueffe  potuto  metter  fi  in  uno  alloggiamento  uicino  a  loro  3  fi  fa- 
rebbono  gli  Imperiali  ridotti  preflo  in  molte  anguflie.  perche  continuando 
'  d'alloggiare  cofi  larghi  3  farebbono  siati  con  molto  pericolo  3  &  riftri-r 
+  Gl'E    1     Znzndofi  non  harebbono  hauuto  il  modo  a  proueder  le  uettouaglie.  Ma 
fiafticiper  di  nelle  genti  3  che  erano  a  Bologna  3  erano  molti  dì fordini  ;  fi  perla  conditio- 
fordine  per-  ne  del  Al  arche  fé  3  atto  più  a  rompere  una  lancia,  che  a  fare  ufficio  di 
fono  vna  pre  Capitano; fi  ancora  perche  iSui^eri,  &  i  fanti  fuoinon  erano  pagati 
ne  di  vittoria  attm?1  ^hiti  da'  Vinitiani  3  per  le  quali  cagioni  perfino  una  preclara 
t   Marchcfe  occafione  .    Borbone  in  quefto  meyo  per  potere  caminare  più  innanzi 
dìSaluzzo  e  attendeua  a  prouederfi  da  Ferrara  di  uettouaglie  per  più  dì3  dimunitio- 
poco  atto  al-  ne .  &  diguaftatori3&  di  buoi  ;  hauendo  feco  infino  allhora  quattro  canno- 
Capìtano.      m  ;  &  ancora  chefaceffe  uarie  dimofirationi  di  quello 3che  lyiuejfe  in  animo , 
Gieronìmo    nondimeno  fi  ritràheua  per  cofa  più  certa  hauere  in  animo  di  paffare  in  To- 
Morone  tiene  fcana  per  la  uia  del  faffo  ;  &  il  medefimo  confermaua  Gieronimo  Morone ,  il 
pratica  col      quale  già  molti  dì  teneua  fegreta  pratica  col  Mar  che  fc  di  Saluto  3  benché 
Sai  uzzo.        a  giudi  ciò  di  molti  fimulatamente ,  &  con  fraude .  Ma  hauendo  già  sta- 


DECIMO       OTTAVO.  8* 

tutto  douere  partire  a  quattordici  dì  di  Maryo ,  &  per  ciò  rimandato  al 
Bondeno  i  quattro  Cannoni,  il  dì  precedente  i  fanti  Tedefchi  delufi  da  uà-  Tedefchi  fi 
rie  promejfe  de  pagamenti  ,  &•  feguitati  poi  da*  fanti  Spagnuoli  ,gridan~  cJ^a3or. 
do danari  s'ammutinarono  con  grandi '{fimo  tumulto,  &  con  pericolo  non  bone. 
mediocre  della  uita  di  Borbone  yfe  non  fuffe  flato  follecito  a  fuggirfi  occul- 
tamente del  fuo  alloggiamento  ;  doue  concorfi  lo  fualiggiarono ,  ama%j^a-  t  I!  Marche 
toni  uno  fuo  gentil'  huomo ,  per  il  che  il  Marche  fé  delGuaflo  andò  fubitoa  fe  del  Gmfto 
Ferrara,  onde  tornò  con  qualche  fomma  benché  picchia  di  danari  co'  qua-  ^rTf'a^nu 
li  fi  quieta  l  esercito .  Soprauenne  a  diciajjttte  di  neue  ,  &  acqua  fmifura-  finamente 
ta  :  in  modo  che  era  imponìbile  ,  che  per  la  grofse^a  de  fumi ,  <&>  perle 
male  sìrade  l'efsercito  per  qualche  dì  caminafse  :  &  uno  accidente  d'apo^ 
plejfia  foprauenuto  al  Capitano  Giorgio  lo  condufse  quafi  alla  morte  con 
maggiore  fperan^a  che  non  fu  poi  il  fuccefso  ,  che  hauendo  almeno  a  re- 
slare  inutile  a  feguitare  il  campo ,  i  fanti  Tedefchi  per  la  partita  fua  non 
hauefsero  a  fopportare  più  le  incommodità  3  <&■  il  mancamento  de  danari. 
Erano  in  queflo  tempo  le  genti  de'  Vinitiani  a  SanFauftino  prejfo  a  I\ubie- 
ra  :  alle  quali  arriuò  il  decimo  cttauo  dì  di  Mar^o  il  Duca  d'Vrbino ,  pro- 
mettendo fecondo  l'ufo  fuo  al  Senato  Vinitiano  la  uìttoria  quafi  certa ,  non 
per  ciò  per  uirtu  dell'arme  de  Confederati,  ma  per  ledijficultd  de  nimi-, 
ci .  In  queflo  slato  cfsendo  da  ogni  banda  ridotte  le  cofe  del  Tontefice  in^ 
wlito  per  non  hauere  danari,  inuilito  per  non  fuccedere  fecondo  i  primi  dif-  .,  p      .    ._ 
fegni  la  imprefa  del  Pregno ,  fendofi  già  le  genti  fue  per  mancamento  di  uct-  \ìto  p  cr  je  t6- 
touaglia  ritirare  a  Tipemo  3  inuilito  perche  le  proni  foni  de'  Fr  ance  fi  am-  pìde  prouifio 
pliffrme  di  parole  riufeiuano  ogni  dì  più  fcarfe  d'effetti ,  come  continuamen-  ™ dei  ^e* 
te  haueuano  fatto  dal  primo  dì ,  infino  all'ultimo  di  tutta  la  guerra  :  per-    ÌQnì  chJ";JTJ 
cheoltrala  tardità  ufata  perii  T{e  in  mandare  il  primo  me  fé  della  guerra  i  paurilconoil 
quarantamila  ducati ,  in  cjpedire  le  cinquecento  lance ,  &  l'armata  marit  Papa. 
tima ,  oltra'l  non  hauere  uoluto  rompere,  come  era  obkgato ,  la  guerra  di  là 
da  monti ,  disegnato  per  uno  de  fondamenti  principali  d'ottenere  la  uittoria; 
mancò  etiandio  nelle  promejfe  fatte  cotidianamente  :  Haueua  promejfo  di  pa 
gare  al  Tontefice  oltra  la  contribuirne  ordinaria  uentimila  ducati  ciafeuno 
meje ,  perche  rompere  la  guerra  al  piarne  di  IS^apoli  ;  &  ejfendo  poifuccedu 
ta  la  triegua  fatta  per  lo  infulto  di  Don  Vgo  ,&de  Colonnefi,  confortando- 
lo a  non  offeruare  la  triegua ,  gli  haueua  riconfermato  la  medefima  promejfa 
per  feruirfene ,  o  per  la  guerra  di  l^apoli ,  o  per  la  difefa  propria ,  &  man- 
dargli Bgn?o  da  Ceri,  uenuto  apprejfo  a  lui  per  la  difefa  di  Marfilia  in  gran- 
de slimatione  :  le  quali  cofe  benché  promejfe  infimo  d'Ottobre,  fi  differiro- 
no tanto  per  la  tardità  loro ,  che  Bfn^o  non  prima  che  il  quarto  dì  di  Gen- 
naio arriuò  a  Roma  fen^a  danari  ;  &  dieci  dì  poi  arriuarono  uentimila  du- 
cati j  de'  quali  hauendone ritenuti  F^n^o  quattromila  per  le  jpefe  fatte  da 

F     tj 


84  L  I  B  H.0 

fé  >  &  fu  ape  tifone;  diecimila  pcrlaimprefa  dello  Abruzzi  >  foli  feimila 
ne  peruennono  nel  Tontefice  ;  il  quale  fotto  quefie  premere  haueua  quafi  tre 
meji  innanzi  rotta  la  triegua .  Tromeffe  il  I{e  di  pagargli  per  la  concesfwne 
della  decima  fra  ottodìjcudi  uenticinquemila ,  &  trentacinque  mila  fra 
due  mefi  ;  ma  di  quefii  non  riceue  mai  il  Tontefice  fé  non  nouemila  portati  da 
Fsobadanges .  Tartì  dalBgdi  Francia  il  duodecimo  dì  di  Febbraio  Taolo 
dy  brezzo  ,al  quale  per  dare  maggiore  animo  alla  guerra  promeffe  ,  oltra 
tutti  i  predetti  3  ducati  uentimila  :  i  quali  mandati  dietro  a  Langes>  non  paf- 
faronomai  Sauona .  Era  obhgato  il  Paperi  Capitoli  della  confederatwne 
a  mandare  dodici  Galee  fottih  ;  diceua  hauerne  mandate  fedici ,  ma  il  più 
del  tempo  tanto  male  prouedute ,  &fenza  kucmini  da  porre  in  terra  y  che 
non  partiuano  da  Sauona  :  le  quali  >fe  nel  principio  che  fi  ruppe  la  guerra 
contro! Idearne  di  Ts^apoli  fi  fusero  congiunte  fubito  con  le  Galee  del  Ton- 
tefice y  &  de  Vinitiani ,  harebbono  fecondo  il  giuditio  commune  fatto  gran 
diffimi  progres  fi .  L'armata  de'grosfinauilij  certamente  molto  potente,  ben- 
ché molte  uolte  promettere  mandarla  uerfo  il  Pregno  ;  per  quale  cagione  fi 
fufsenon  fi  difcofiò  mai  dalla  Trouenza  yoda  Sauona  ;  &  dopo  hauere  con- 
corfo  a  dare  due  paghe  a!  fanti  del  Mar  che  fé  di  Saluzzos  concordo  co  Vini- 
tiani y  i  quali  teneuano  minore  numero  di  gente  3che  quelle  alle  quali  erano 
cbligati  y  che  il  pagamento  loro  fi  trae fse  della  contributione  dey  quaranta- 
mila ducati .  I  conforti  y  &gli  aiuti  del  I{e  d'Inghilterra  erano  troppo  lon- 
tani y  &  troppo  incerti .  Vedeua  i  Vinitiani  tardi  ne  pagamenti  delle  gen- 
ti y  per  colpa  de*  quali  i  finti  di  Saluzzo  y<&  ì  Suizzeri  3  che  alloggiauano 
in  Bologna  y  erano  quafi  inutili .  Spauentauanlo  le  uariationi  3  <&  il  modo 
del  procedere  del  Duca  d'Vrbino  ;  per  le  quali  conofctua  non  s' hauere  a  fare 
oflacolo  alcuno  3  che  l'efeercito  Imperiale  non  pafsafse  in  Tofana  :  onde  per 
la  mala  dijpofitione  del  Topolo  Fiorentino  3  per  hauere  i  Cefarei  adherente 
la  Citta  di  Siena  3  comprendeua  cadere  ingrauisfimo  pericolo  lo  Stato  di  Fi- 
renze, &  etiandio  quello  della  Cbiefa.   Quefie  ragioni  lo  commofsono 
benché  dopo  molte  pr attiche y  &  fluttuationi  d'animo;  perche  conofceua 
ancora  quanto  fufs e  pernitiofo s  &  pericolo fo  il  fepararfi  dà  Collegati, 
<&  rimetterfi  alla  difcretione  de'  nimici ,  nondimeno  non  efsendo  aiutato 
a  bajìanza  da  altri  3  ne  uolendo  aiutar  fi  quanto  h  or  ebbe  potuto  da  fé 
Il  Papa  cofu-  medefimo  ,  e^  preualendo  più  in  lui  il  timore  prefente  ;  ne  fapendo 
fo  s'accorda  fare  con  l'animo  refiflenza  alle  diffìcultày  e^  pericoli,  fi  rifoluè  ad  ac- 
congUimpe  cordare  col  Fieramofcay  &  con  Serenon  3  che  erano  incorna  per  quefto 
effetto  in  nome  del  Viceré  ;  di  foffendere  l'arme  per  otto  mefi,  pa- 
»   roncKri0-  Sm^°  all' efser cito  Imperiale  fcfsant amila  ducati:   B^sìitui fiero  le  co- 
r,i  dell'accor  fi  tG^te  della  Chiefa  y  &  del  kegno  di  TS^apoliy  &  de  Colonne  fi  y  &  a 
do.  Tompeio  Colonna  fi  rendcfse  la  degnità  del  Cardinalato  con  l'afsolutio- 


decimo     arrivo.         8*  I 

ne  dalle  cenfur e  ;  delle  quali  conditioni  ninna  fu  più  grane  al  Tontefice,  & 
alla  quale  condefcendefie  con  maggiore  difficoltà  :  hauefiero  f acuità  il  I{e  di 
Francia,  &iVinitianiad  entrare  fra  certo  tempo  nell 'accordo ynel  quale 
entrandoti  ufafiero  i  fanti  Tedefcbi  d'  Italia  ;  non  n'entrando,  ufcijkro  del- 
lo slato  della  Chitfx,  &  etiandio  di  quello  di  Firenze  ;  Tagafie  quarantami- 
la ducati  a  uentidue  del  pr  e  finte ,  il  refto  per  tutto  il  me  fé  :  &  che  il  Viceré 
uemfie  a  Rgma ,  il  che  al  Tapa  pareua  quafi  uno  ajficurarfi  dell 'ofs emanaci 
di  Borbone  ;  bauendogli  anche  dato  Jperan^a  Uh  anere  il  Luogotenente  inter 
cetta  una  lettera  di  Borbone  al  Viceré ,  per  la  quale  fattogli  intendere  le  dif- 
ficultà ,  in  che  fi  trouaua  ,  lo  confortaua  ad  accordare  col  Tontefice  fé  fi  po- 
teua  fare  con  h onore  di  Ce  far  e .  Fatto  l'accordo  fi  richiamarono  fubito  da 
eia/cuna  delle  parti  tutte  le  genti ,  &  l'armata  del  mare  ,&  fi  restituirono 
le  Terre  occupate,  procedendo  il  Tontefice  con  buonafede  all' ofiemàn^a  :  U 
conditioni  del  quale  erano  in  quello  tempo  molto  fuperiori  nel  Pregno  di  Na- 
poli :  ma  all'aquila  i  figliuoli  del  Conte  di  Montorio  diffidando  poter  ni fla- 
ve ficuri altrimenti  liberarono  il  padre;  ilquale  fubito  col  fauore  della  fat- 
tione  Imperiale  ne  faccio  i  figliuoli  ,&la  fattione  auuerfa .  \Arriuo  poi  Viceré  a  Ro  •• 
il  Viceré  a  l\oma ,  per  la  uenuta  del  quale  il  Tontefice  giudicando  efiere  affi-  ma# 
curato  del  tutto  dell' o^eruan^a  della  concordia  ,licentib  con  peffimo  confi- 
glio tutte  le  genti ,  che  nelle  parti  di  %oma  erano  a  gli  Hipetidij  fuoi  :  rifer-  p  *   in  iiecen- 
uandofi  folamente  cento  caualli  leggieri ,  &  dumila  fanti  delie-bande  nere;  tiare  le  fue  gè 
dandogli  a  quefto  maggiore  animo  il  perfuaderfi,  che  il  Duca  di  Borbone  fuf-  ti. 
fé  inclinato  alla  concordia  per  le  difficnltà  che  haueua  a  procedere  nella  guer- 
ra; perche  fempre  haueua  mofirato  a  lui  defiderarla .  Ma  molto  diner fa- 
mente  procedeuano  le  cofe  intorno  a  Bologna; perche  hauendo  il  Tontefice 
fubito  dopo  la  ftipnlatione  della  triegua  fyedito  Cefare  Fieramofca  a  Borbo- 
ne, perche approuafie la  concordia,  &  riceuuto  che  hauefìe  i  danari le- 
uafie  l'efiercito  del  territorio  della  Chiefa  ;fi  feoperfono  in  Borbone,  &  mol-     >  ?  n103/10- 
to  più  ne' faldati  infinite  difficnltà ,  dimoslrandofi  ofiinati  a  nolere  fegui-  ne  in  non  vo~ 
tare  la  guerra ,  o  perche  s'hanefiero  propofto  fperan^a  di  grandijfimo  kre  confenti- 
guadagno  ,o  perche  i  danari  promeffi  dal  Tontefice  non  baflafiero  a  fa-  realPaccor- 
tisfarli  di  due  paglie  ;  &  però  molti  credettono ,  che  fé  fnfiero  flati  ceri-  *0m 
tornila  ducati  harebbono  facilmente  accettata  la  triegua  .   Quel  che  ne 
fufie  la  cagione  certo  è  che]  dopò  la  uenuta  del  Fieramofca  non  cefiauano 
di  predare  il  Bologne  fé ,  come  prima,  &  fare  tutte  le  dimoflrationi  di 
nimici;  &  nondimeno  Borbone ,  ilquale  faceua  fare  le  pianate,  & 
Fieramofca  dauano  ffieran^a  al  Luogotenente  ,    che  non  ostante tut" 
te  le  difficnltà,   l'efiercito  accetterebbe  la  triegua >  affermando  Borbo~ 
ne  e  fiere  neceffitato  a  fare  le  fyianate  per  intrattenere  l'efsercito  con  U 
fteran'^a  del  procedere  innanzi  2  infimo  a  tanto  l'hauefse  ridotto  al  defi- 

F    iij 


8  5  L  I  B  110 

de  rio  fuo ,  ilquale  era  di  conferuarfi  amico  del  Tontefice  ;  &  nondimeno  nel 
tempo  medefimo  ueniuano  per  ordine  del  Duca  di  Ferrara  ali* efferato  proui- 
jione  di  farine  y  guafiatori  >  carri  y  poluere  &■  infirumenti  fimili  :  ilquale  fi 
gloriò  poi  y  che  ne  i  danari  dati  loro y  ne  tutti  quefìi  aiuti  paffauano  il  ualore 
di  feffant  amila  ducati  :  &  da  altra  parte  il  Duca  d'Vrbino  fimulando  di  te- 
mere che  quello  efferato  accettata  latriegua  nonfiuolgefie  al  Tulefme  di 
Rouigo  y  ritiro  le  genti  Vinitiane  di  là  dal  To  a  Cafalmaggiore .  Stettono 
cofi  fofpefe  le  cofe  otto  dì .  Finalmente  Borbone  3  o  perche  quejla  fufie  fiata 
fempre  la  intentione  fuayo  perche  non  fufie  in  poteflà  fua  comandare  al- 
l'esercito  yfcrifie  al  Luogotenente  che  la  neceffità  lo  coftrigneua  poi  che  non 
poteua  ridurre  alla  uolontd  fua  ifoldati  y  di  caminare  innanzi  >•  &  cofi  met- 
tendo ad  efiecutioney  andò  il  dìfeguente  y  che  fu  l'ultimo  dì  di  Maroso  y  ai 
alloggiare  al  Tonte  a  Ugno  con  tanto  ardore  della  fanteria  y  che  uenendo  nel 
+  GII  foldatì  campo  uno  huomo  mandato  dal  Viceré  per  follecitare  Borbone  che  accett  afi- 
di Borbone    ^  fa  trjegUa  3  farebbe  fé  non  fi  fufie  fuggito y  sìato  ammalato  dagli  Spa- 
vd?re  parlare  Znuo^1  > ma  maZ&ore  fi*  ^a  dimoflratione  contrari  Marchefe  del  Guafio  ;  it- 
ili trkgua.      quale  efiendofi  partito  dell'esercito  per  andare  nel  Piarne  di  Tripoli y  mofio  > 
o  da  indifpofitione  della  per  fona  y  o  per  non  contrauenire  y  fecondo  cheferiffe 
al  Luogotenente yalla  uolontà  di  Ce  far  e  come  gli  altri  yo  da  altra  cagione  y  fu 
bandito  dall'efferato  per  rebelle ,  Ver  la  uenuta  del  Duca  di  Borbone  alTon 
te  a  Reno  il  Marchefe  di  Saluto  &  il  Luogotenente  effendo  già  certi  che  i 
nimici  andauano  uerfo  la  Romagna  y  lafciata  una  parte  de  fanti  Italiani  alla 
guardia  di  Bologna  nonfen^a  difficultd  di  condurre  i  Sui^eri  y  per  il  paga- 
mento de  quali  fu  necefiitato  il  Luogotenente  a  preflare  a  Giouanni  Vitturio 
diecimila  ducati  y  s'indri^^arono  la  notte  medefima  col  refio  dell'efferato  a 
Furti  y  doue  entrarono  il  ter ^  dìd\Aprilelafciatoin  Imola  prefidio  fiuffi- 
ciente  a  difenderla  ;  fiotto  la  quale  Città  pafìò  il  quinto  dì  il  Duca  di  Borbone 
per  alloggiare  più  baffo  fiotto  laflrada  maefira .  Ma  come  a  Roma  peruenne 
la  certezza  che  Borbone  non  haueua  accettata  la  triegua  y  il  Viceré  dimo- 
iandonegrandijfima  molefliay&perfuadendofi  che  fecondo  haueua  riceuu- 
to  gli  auifi  primi  procede ffe  perche  fuffe  neceffaria  maggiore  fiomma  di  dana- 
ri y  mandò  uno  fuo  huomo  ad  offerire  di  più  uentimila  ducati  y  i  quali  pagaua 
dell'entrate  di  'Napoli  :  ma  intefo  poi  tffere fiuto  in  pericolo  y  partì  il  teryo 
Viceré  parte  41  di  ^Aprile  da  Roma  per  abboccarfi  con  Borbone  hauendo  promeffo  al  Ton- 
/^omafPc!  tefice  chelo  cofirigner  ebbe  ad  accettar  e  latriegua  fé  non  con  altro  modo  col 
Borbone.       (epurare  da  lui  le  genti  d'arme  y&  la  maggiore  parte  de  fanti  Spagnuoli  • 
Ma  arriuato  afiei  dì  in  Firenze,  fi  fermò  quiui  per  trattare  con  huomini  ma- 
dati  da  Borbone  come  in  luogo  più  opportuno  y  effendo  già  certo  non  fi  potere 
fermare  l'efferato  fé  non  pagandogli  molto  maggiore  fomma  di  danari  y  & 
hauendo  quefii  a  pagar  fi  da  Fiorentini  y  {òpra  i  quali  il  Tontefice  haueua  la- 

fidato 


DECIMO     Ottavo.       #x    8? 

[ciato  tutto  il  carico  diprouederuL  ^Augumentauano  quelle  uarietàfomma- 
mente  le  difficultd  &  i  pericoli  del  Pontefice  y  an^igia  Vbaueuano  augumen 
tate  molti  dì  :  perche  nella  incertitudine  delle  deliberationi  del  Duca  di  Bor- 
bone  y  &  di  quello  y  che  bauejfe  a  partorire  la  uenuta  del  Vicereyhaueua  ne- 
cecità  degli  aiuti  de  Collegati  >•  i quali  raffreddauano  le  anioni  fueyfollecitd- 
dogli  in  contrario  la  infilando,  &gli  ftimoli  del  fuo  Luogotenente  ;  perche  il 
Pontefice  con  tutte  le  parole  &  dimoftrationimanifeflaua  ildefiderio  fom- 
mo ,  che  baueua  dell'accordo  y&la  fperan^a  grande  che  baueua y  che  per 
l'opere  del  Viceré  doueffe  fuccedere  :  &  il  Luogotenente  da  altro  canto  com- 
prendendo per  molti  fegni  che  la  fperan^a  del  Pontefice  era  uana y  &  cono- 
scendo y  che  il  raffreddaci  le  prouifioni  de  Collegati  metteua  in  manifefiiffi- 
mo  pericolo  le  co  fé  di  Firenze,  &  di  Bgma;faceua  eflrema  infanga  col 
Mar  chef  è  di  Salw^o ,  &  co'  Vinitiani  per  perfuadere  loro  >  che  l'accordo 
non  bar  ebbe  effetto  ;  &  confortargli,  fé  non  per  rifletto  d'altri  y  almeno  per 
Inter  effe  loro  proprio  non  abbandonalo  le  co  fé  del  Pontefice  y  &  di  Tofa- 
na; ne  diffimulando  perhauere  maggiore  fede  y  che  il  Papa  ardentemente 
defideraua  y  &  cercaua  la  triegua  :  &  imprudentemente y  non  conofcendo  le 
fraudi  aperte  de  gli  Imperiali  y  iti  fperaua  :  &  che  quando  bene  col  dargli 
aiuto  non  ottenebro  altro ,  che  facilitargli  le  conditioni  dell'accordo  y  effere 
queflo  a  loro  grandiffimo  benefitio .  per  die  il  Papa  aiutato  da  loro  accorde- 
rebbe per  fé  y&  peri  Fiorentini  con  conditioni  >  che  nocerebbono  poco  alla 
Lega  ;  abbandonato  farebbe  cofir etto  per  neceffità  obligarfi  a. dare  agli  Im- 
periali fomma grandi ffima  di  danari y  &  qualche  contribuirne  grojfa  men- 
atale ,•  che  farebbono  quelle  arme  con  le  quali  in  futuro  fi  farebbe  la  guerra 
contra  loro ,  &  pero  douere  fé  non  uoleuano  nuocere  a  fé  fieffi ,  qualunque 
uolta  Borbone  fi  mouefje  per  offendere  la  T 'ofeana  ,muouerfi  anche  efficoti 
tutte  le  forile  loro  per  difenderla.  Stauamolto  perpleffo  il  Mar  che  fé  di  Sa-  Dìfficultà  ne* 
Iwzgp  in  quefta  deliberatane  >  ma  molto  più  ut  franano  perpleffi  i  Vinitiani:  Collegati. 
perche  feoperta  a  tutti  la  pufillanimità  del  Pontefice  yteneuano  per  certo  , 
che  etiandio  dopo  gli  aiuti  hauuti  di  nuouo  da  loro ,  qualunque  uolta  potejfe- 
confeguire  l'accordo  >  l' abbraccerebbe  fen^a  rifletto  de'  Confederati  ;  però 
pareua  loro  effere  aftretti  a  cofa  molto  nuouay  aiutarlo  per  fargli  facile  il 
conuenire  co'  nimici  communi .  Confiderauano  che  l'abbandonarlo  caufereb 
be  maggiore  pregiuditio  alle  co  fé  comuni;  magiudìcauano  metter  fi  in  mani- 
fefìo  pericolo  le  genti  loro  tra  l' spennino  y  &  li  nimici  y  &  nel  paefegia  di- 
uentaio  auuerfo  3  fé  mentre  che  erano  in  7 ofeana  y  il  Pontefice  frabiliffeyo  di 
nuouo  faceffe  l'accordo  :  &  poteua  anche  nel  Senato  quella  dubitationey  che 
il  Pontefice  non  faceffe  inflan%ay  chele  genti  loro  paffafferoin  T  ofeana  per 
cofirignergli  ad  accettare  per  pericolo  di  non  le  perdere  la  fufpenfione .  Le- 
qualiperpklfità  baueua  con  minore  difficultdrimojfeil  Luogotenente  dal- 


83  L  I  B  1^0 

l'animo  del Marchefe  3  ancora  che  molti  del  fuo  configlio  per  timore  di  non 
mettere  le  genti  in  pericolo  lo  confortajfero  al  contrario  :  però  come  prima 
era  slato  pronto  a  uenire  a  Tuorli ,  cofi  non  ricufaua  fé  il  bifogno  lo  ricercaf- 
fé, dipanare  in  Toficana.  Ma  in  Vinitiani  >  i  quali  per  tenere  il  Tapa  3  &  i 
fiorentini  in  qualche  (peran^a  ;  &  da  altro  canto  effere  pronti  a  pigliare  i 
partiti  di  giorno  in  giorno  ;  ordinarono  che  il  Duca  d'Vrbino  partijfe  il  quar 
to  dì  d'aprile  da  Cafalmaggiore  3  mandando  la  caualleria  per  la  uia  di  T/> 
dalla  parte  di  là  3  &  la  fanteria  per  il  fiume  :  il  quale  dimoftrando  qualche 
timore  per  l'andata  de  gli  Imperiali  in  Romagna  3  mandò  dumila  fanti  de* 
Vinitiani  a  guardia  del  fuo  slato  ;  benché  per  molti  fi  dubitajfe  3  &  per  il 
Il  Papa  difff-    Pontefice  particolarmente  3  che  fegretamente  non  haueffe  promeffo  a  Bor- 
da del  Duca  bone  3  di  non  gli  dare  impedimento  al  pajfare  in  Tofcana .  //  Duca  di  Bor- 
<T Vrbino.       yone  jn  quefto  mt'ZQ  cercando  da  ogni  parte  uettouaglie ,  delle  quali  era  in 
fomma  neceffità  3  mandò  una  parte  dell'esercito  a  Cotignuola  ;  la  quale  Ter- 
ra y  benché  forte  di  muraglia  y  battuta  che  l'hcbbe  con  pochi  colpi  3  ottenne 
per  accordo  ;  perche  gli  huomini  della  Terra  3  come  molti  altri  luoghi  di  ì\o- 
ff,        magna  y  temendo  delle  rapine  de  faldati  amici  3  gli  haueuano  ricufati .  Tre- 
Boriane  con  fa  Cotignuola  mandò  a  Lugo  i  quattro  Cannoni  :  &■  per  prouederfi  di  uettoua 
l'efferato  ver  glie  3  &  per  l'impedimento  dell'acque  fopraslette  tre3  o  quattro  dì  in- fui  fiu- 
to Tofcana.     me  di  Lamone  :  di  poi  il  terxodecimo  dì  d' Aprile  paffato  il  Montone 3  allog- 
giò a  Villa  Franca  3  lontana  cinque  miglia  da  Furli  :  nel  qual  dì  il  Mar  che  fé 
•\  Spagnuoli  fa  Saluto  fualigiò  cinquecento  fatiti  quafi  tutti  Spagnuoli  3  chcandauano 
Marchefe  di    sbandati  cercando  da  uiuere  uerfo  Monte  Toggiuoli  3  come  andaua  per  la 
Saiuzzo.        necejiità  quafi  tutto  il  reflo  dell'efferato .   ^Alloggiò  Borbone  il  quartodeci- 
mo dì  fopra  strada  alla  uolta  di  Meldola3  cambio  da  pacare  in  Tofcana  pe  r 
la  uia  di  Galeata3  &  di  Valdibagno  ;  folle citandolo  a  quefto  molto  i  Sanefi, 
che  gli  offeriuano  copia  di  uettouaglia  3  &  di  Guaflatori  ;  &  cambiando  con 
l'abbruciare  i  Tede  fichi  tutti  ipaefi  3  onde  pafiauano  3  affamarono  la  Terra  di 
Meldola  3  che  s'arrendè  3  &  nondimeno  fu  abbruciata  ;  //  qual  dì  hebbe  la 
nuoua  3  che  il  Viceré  3  con  confentimcnto  della  Motta  3  mandato  a  quefto  ef- 
fetto daini  3  haueua  il  dì  dinanzi  capitolato  in  Firenze:  Che  non  fi  partendo 
nell'altre  cofe3an?i  riconfermando  la  capitolatone  fatta  in  B^oma3  doueffe  il 
Duca  di  Borbone  cominciare  in  fra  cinque  dì  projfimi  a  ritirar  fi  con  l'effer- 
cito  ;  <&  che  Jubito  fi  fuffe  ritirato  al  primo  alloggiamento  gli  fuffero  paga- 
ti ducati  feffant  amila  y  a1  quali  il  Viceré  ne  aggiugneua  uentimila  :  Gli  fi 
pagaffero  altri  fé fiant amila  per  tutto  Maggio  profjìmo  ;  de  quali  il  Viceré  , 
per  cedola  di  mano  propria  3  obligò  Ce  far  e  a  reftituirne  cinquantamila  :  ma 
quefti  ultimi  non  fi  pagaffero  fé  prima  nonfiiffe  liberato  Filippo  Strofi  3  & 
affoluto  Iacopo  Saluiati  dalla  pena  de'  trentamila  ducati 3come  il  Viceré  haue 
na  promeffo  al  Vontefice^non  ne  Capitoh]della  triegua ,  ma  fiotto  femplici  pa- 


DECIMO       0  T  T  U  V  0.  §9 

role .  *K[on  ritardò  quefla  notitia  il  Duca  di  Borbone  dall'andare  innanzi  ; 
ne  lanotitia  ancora,  che  il  Viceré  s'era  partito  dì  Virente  per  condurli  a. 
lui  ;  &  perftabilire  tutte  le  co  fé  y  chefujfero  necejfarie .  perche  il  Viceré  & 
per  molte  altre  cagioni  defideraua  la  concordia,  <&■  perche  (  per  quello  che  io 
ho  udito  da  huomini  degni  di  fede  )  trattaua y  che  l'efferato  fi  uoltajfe  fuhito 
cantra  Vinitiani  ;  &  benché  il  Viceré  hauejfe  promejfo  a  l\oma  di  rimuouere 
da  Borbone  la  caualleria  ,&la  maggiore  parte  de' frati  Spagnuolì  y  nondi- 
meno mentre  che  fi  trattaua  in  Firenze  y  ricufaua  di  farlo ^dicendo  non  uole- 
re  ejfere  caufa  della  rouina  dell'esercito  di  C efare .  <Andì  Borbone  ad  allog- 
giare il  fesìo  decimo  dì  a  Santa  Sophia ,  Terra  della  Valle  di  Calcata  fuddi- 
ta  a  Fiorentini  ;  &  sfor^andofi  con  la  celerità,  &  con  lafi-aude  di  preueni- 
ve ,  che  nel  poffare  dell'alpi  ,  non  gli  fujfe  fatto  ostacolo  alcuno  ;  nelle  quali, 
per  il  mancamento  delle  uettouaglic  ,qualunche  finifiro  hauejfe  hauuto  ,  era 
bastante  a  disordinarlo,  hauendo  riceuuto  il  decimo  fettimo  dì  a  San  Tiero 
in  Bagno  lettere  dal  Viceré ,  &  dal  Luogotenente ,  della  uenutafua  ;  rifpofe 
alt  uno  ,&  all' altro  di  loro  ,hauerlo  quello  auìfo  trottato  in  alloggiamento 
tanto  difagiato  ,  che  era  impoffibile  y  affettarlo  quitti  ;  ma  che  il  dìfeguentc 
l'affetterebbe  a  Santa  Maria  in  Bagno  fatto  l^alpi  ;  moflrandofi  y  maffima- 
mente  nelle  lettere  al  Luogotenente  y  defiderofijjimo  dell  accordo  y  &  dì  fare  J  Borbone 
conofeere  al  Pontefice  il  fuo  buono  animo ,  &  la  fua  diuotione  y  benché  al-     *$&*       ° 
trimenti  hauejfe  nella  mente .  *Andò  il  Viceré  il  dì  deflinato  y  &  il  medefi-  dì  quello,  che 
mo  dì  il  Luogotenente  y  infoffiettito  del  caminare  di  Borbone  y  accioche  non  moftraua  in 
prima  entrajfero  i  nimici  in  Tofana  y  che  il  foccorfo  y  perfuafe  al  Marchefe   Par°le« 
di  Salw^o  con  molte  ragioni  l'andare  innan^  y  &  confutati  efficacemente 
Gioitami  Vitturio  Vroueditore  Vinitiano  apprejfo  al  Marchefe ,<&* gli  altri; 
i  quali  per  timore  yche  le  genti  non  fi  mettejfero  in  pericolo  y  dìmandauano  3 
che  innanzi  che  fi  pajfajje  in  Tofana  y  fi  dejfeficurta  per  dugentomila  du- 
cati y  o  pegni  diforte^e  y  lo  conduce  con  tutte  le  genti  a  Ber^ighella  :  onda 
firijfe  al  Tontefice  hauere  tanto  pronta  ladijjfofitione  del  Marchefe  y  che  non 
dubitaua  più  di  farlo  pajfare  con  le  fue  genti  in  Tofana  ;  &  che  teneua  per 
certo  y  che  quelle  de'  Vinitiani  farebbono  il  mede  fimo ,  ma  che  quanto  perla 
p  affata  loro  s'afficurauano  le  co  fé  di  Firenze  y  tanto  fi  metteuano  in  pericolo 
quelle  di  I{pma;  perche  Borbone ynon  gli  refiando  altra  jperan^a  farebbe  ne- 
ceffitato  uoltarfi  a  quella  imprefa;  &  trouandofi  più  propinquo  a  Fgma  y  fa- 
rebbe difficile  che  il  foccorfo,  che  fi  mandaffey  pareggiafie  la  fua  presieda, 
per  pafiare  egli  in  due  alloggiamenti  Impennino  :  al  quale  cafo  efkndofi  an-  Offerte  f  atre 
che  prima  preparati  co*  Vinitiani ,  &  col  Ducad'Vrbino  i  Fiorentini,haue-  da' Faentini  a 
nano  dato  jperan"^a ,  &  poipromefio ,  in  cafo  che  le  genti  loro  paf  afiero  in  X10111^?/,'  f: 
Tofana,  d'entrare  nella  Lega  :  obligarfi  a  pagare certo numero  di  fanti ,  n0t         r 
&  non  accordare  con  Ce  fare  etiandio  quando  uolefìe  il  Tontefice  :  &  al 


«io  L  I  B  J^o 

Duca  d'Vrbino  ,  che  paffuto  il  Tò  a  Ficheruolo  sera  condotto  a  tredici  dì  al 

I  in  ale  ,  &  poi  a  Corticella  :  haueuano  per  Valla  Uccellai ,  mandato  a  trat- 
tare quefle  co  fé,  offerto  di  restituirgli  le  fortezze  di  San  Leo  ,<&•  di  Maiuo- 
lo  :  però  fu  meno  diffìcile .  haueregli  aiuti  pronti  ,  &  tanto  più  come  uenne 
l'auifo ,  che  il  Viceré  non  folo  non  haueua  trottato  nel  luogo  deflinato  il  Du^ 
ca  di  Borbone  ,  il  quale  facendoci  beffe  di  lui  haueua  il  dì  medefimo  atttfo  a 
poffare  l'alpi  ;  ma  ancora  era  slato  ingraue  pericolo  di  non  effere  morto  da 
Contadini  del  p  ae fé  ,folleuati  tumultuo  fi  per  i  danni  ,&  per  l' ingiurie  ri- 
cernite  doli  efferato  :  perche  il  Marchese ,  ancora  che  il  Duca  d'Vrbino  tira- 
tolo aparlamento  a  Caflel  San  Tiero,  cer caffè  di  interporre  o  difficulta\o  di- 
latione  ,fu  pronto  a  poffare  l'alpi,  in  modo  che  a  uentidue  dì  d'aprile  allog- 
giò al  Borgo  a  San  Lorenzo  in  Mugello  ;  &  il  Duca  d'orbino  non  potendo 
honeflamente  difeoflarfene  ,  ne  uolendo  tirare  a  fé  tutto  il  carico,  ueduta  la 
prontezza  de'  Francefi,  &  fapcndofi  i  Vinitiani  efferfi  rimeffi  in  lui  con  com 
meffvone  però  ,  che  fé  fubito  che  arriuaffe  in  Tofcana ,  i  Fiorentini  non  fa- 
ceffero  la  confederatone  ,  di  ripaffare  fubito  l'efferato,  pafìò  ancora  egli,  <&. 
alloggiò  il  uigefimo  quinto  dì  del  mefe  a  Barberino .  Borbone  in  tanto  paf- 
fute il  medefimo  dì  l' alpi  alloggiò  alla  Tiene  a  Santo  Stefano  ,  la  quale  Ter- 
.  -m   ra  dall' affaltj  de'fuoi  fi  difefe  frane  amente  ;  &  al  "Pontefice ,  per  intratte- 

cta  vn'huomo  ner^°  con  ^  ^nedefime  arti  ,  &  bau-ere  maggiore  occ afone  d'offenderlo,  mun 
al  Papa  per  dò  un  h  nomo  fuo  a  confermare  il  defiderio ,  che  haueua  d'accordare  fé  co  ; 
coglierlo  me  ma  che  uedutu  la  pertinacia  delle  fue genti  l'accompagnano  per  minore  ma- 
%  ■  '  *jT 1 m~  le ,  &  lo  confortano  a  non  rompere  le  pratiche  dell'accordo ,  ne  guardare  in 
qualche  fiamma  più  di  danari .  Ma  era  fnperfiuo  l'v.fare  col  Pontefice  que- 
fle diligeniie ,  il  quale  credendo  troppo  a  quello  defideraua ,  &  troppo  defi- 
Errorc  de!  aerando  à!  alleggerir  fi  della  ffefa  ,  fubito  che  hebbe  auifo  delia  conclufione 
Papa  in  liceo,  fatta  in  Firenze  con  laprefèn^a ,  &  confentimento  del  mandatario  diBor- 
tìa  y  e  i  fa  nti  [10ne  b  haueua  imprudentifji moment e  licentiati  qua  fi  tutti  i  fanti  delle  bande 
nere  ,•  &  Valdemonte  come  inficuriffimapace  fé  n'era  andato  per  Mare  alla 


delle  bande 


nere. 


Molta  di  Marfilia .  Trouandofi  adunque  tutti  gli  efferati  in  Tofcana,  &  in- , 
tendendofi  da'  Collegati ,  che  Borbone  era  andato  in  un  dì  dalla  Tiene  a  San 
to  Stefano  ad  alloggiare  alla  Chiaffa ,  preffo  ad  oirezgo ,  che  fu  il  uigefimo 
ter^o  dì ,  camino  di  dkiotto  miglia,  fi  confultò  tra  Capitani ,  che  conuen- 
Confulte  fra    nero  a  Barberino ,  quello  chefuffe  da  fare  :  &  facendo  inflan'^a  molti  di  lo- 
Capuani  de'    ro ,  &  gli  agenti  del  Pontefice  ,  &  de'  Fiorentini ,  che  gli  efferati  uniti  fi 
Collegati  a     trasferiffero  in  qualche  alloggiamento  di  là  da  Firenze ,  per  torre  a  Borbone 
.Barberino.      ^  f acuità  di  accofiarfi  a  quella  Città ,  fu  rifjòluto ,  che  il  dì  feguente,  labia- 
te le  genti  per  ripo furie  ne'  medefimi  alloggiamenti ,  i  Capitani  anduffero  al- 
l'onci fa  lontana  tredici  miglia  da  Firenze ,  per  tras ferina  di  poi  le  genti , 
fé  lo  trouaffero  alloggiamento  da  fermaruifi  ficur  amente  a  come  affermanti 


decimo   erravo,  n 

Federigo  da  Botole  auttore  di  queflo  configlio.  Ma  effendo  l'altro  dì  in 
camino y  &gia  propinqui  a  Firenze  ;  uno  accidente  improuifo,  &  da  parto-  Tumulto  dsl 
rirefe  non  fi  fufle  prone duto9grauiffimi  effetti  ;  dette  impedimento  grande  1°^°° 
a  quefla  y&  all'  altre  effecutioni  y  che  fi  far ebbono  fatte  y  perche  effendo  in 
Firenze grandiffma  folleuatione  di' animo y  &  quafi  in  tutto  il  popolo  mxlif- 
fima  contenterà  del  preferite  gouerno  ;  &  inflando  la  giouentà y  che  per  di- 
fenderfi  y  fecondo  diceuano  y  da  foldati  y  i  Magiflrati  concedeffero  loro  l'ar- 
me publice  innanzi  fé  ne  faceffe  deliberatione  il  dì  uigefimo  feslo  nato  nella 
pia^a  public  a  certo  tumulto  quafi  a  cafo  y  la  maggiore  parte  del  popolo  y& 
quafi  tutta  la  giouentà  armata  cominciò  a  correre  uerfo  il  Valagio  publico  3 
&  dette  fomento  non  picciolo  a  queflo  tumulto  0  la  imprudenza  yola  timi-  f  silufo  Car- 
dita  di  Siluio  Cardinale  di  Cortona;  il  quale  hauendo  ordinato  d'andare  infi-  dinaie  dì  Cor 
no  fuori  della  Città  ad  incontrare  il  Duca  d'Vrbino  per  honorarlo  y  non  mu-  ton*  Poco 
t ò  fenten^a  y  ancora  che  innanzi  fi  moueffe  y  haueffe  intefo  effere  comincia-  ^ru  entc' 
to  queflo  tumulto  ;  onde  fpargendofi  per  la  Città  lui  effere  fuggito  y  furono 
molto  più  pronti  a  correre  al  Valagio  ;  ilquale  occupato  dalla  giouentà  y  & 
piena  la  piazza  di  moltitudine  armata  y  coflrinfono  il  fommo  Magiftrato  a 
dichiarare  rebelli  con  folenne  decreto  Uippolito  y  &  ^Aleffandro  nipoti  del 
Vontefice  ;  con  intentione  d'introdurre  di  nuouo  il  gouerno  popolare  :  ma  in- 
trattanto  entrati  in  Firenze  il  Duca  y  &  il  Mar  che  fé  con  molti  Capitaniy  ejr 
con  loro  il  Cardinale  di  Cortona  y  <&  Uippolito  de  Medici  ;  &  mefji  in  arme  .j.  Hfppoli  to 
millecinquecento  fanti  y  che  per  foretto  erano  siati  tenuti  più  dì  nella  Città,  &  AlcfTandro' 
fatta  tefla  infieme  fi  indirizzarono  uerfo  la  piazza  ;  laquale  abbandonata  nipoti  del  Pò 
fubito  dalla  moltitudine  peruenne  in  poteflà  loro  ;  benché  tirandofi  faffi  y  &  -  .ce:  jj!fp  Jf  *" 
archibufi  da  quelli  y  che  erano  nel  palagio  y  neffuno  ardiua  difermaruifiy  ma  Firentìnì. 
teneuano  occupate  le  flrade  circunflanti .  ma  parendo  al  Duca  d'Vrbino  le 
genti  y  che  erano  in  Firenze  y  dalla  qual  co  fa  benché  par  effe  di  niuno  momen- 
to hebbe  origine  principale  il  liberar  fi  quel  dì  la  Città  di  Firenze  da  cofi  eui- 
•  dente  pericolo  y  non  effere  a  baflan^a  ad  efpugnare  il  Valagio  y  &  giudican- 
do effere  pericolo fo  yfe  non  fi  efpugnaffe  innanzi  alla  notte  y  che  il  popolo  ri- 
prefo  animo  non  tornaffe  di  nuouo  in  fu  l'arme  y  delibera  con  confentimento 
di  tre  Cardinali y  che  erano  prefenti  Cibo  y  Cortona  y  &  B^idolfi  y  &  del  Mar  f  Cardinali 
che  fé  di  Saluto  y  &  de3  Vroueditori  Vinitianiy  congregati  tutti  nella  sira-  Ci^  o,Cor  to- 
da  del  Garbo  contigua  alla  Viaz^a  y  chiamare  una  parte  delle  fanterie  Fi-  naA  Rodolfi 
nitiane  y  che  erano  alloggiate  nel  piano  di  Firenze  uicine  alla  Città  tonde 
preparandofi  pericolo  fa  conte  fa;  perche  lo  efyugnare  il  Valagio  non  poteua 
fuccedere  fenica  la  morte  di  quafi  tutta  la  nobiltà  y  che  u'era  dentro  ;  &  an- 
che era  pericolo  y  che  cominciandofi  a  mettere  mano  all' arme  y  &  all'uccifio- 
ni  y  i  foldati  uincitori  non  faccheggiaffero  tutto  il  reflo  della  Città  ;fi  prepa- 
raua  dì  molto  acerbo  j&  infelice  per  i  Fiorentini;  fé  il  Luogotenente  con 


Liiogotcnctc1 
iòpilcc  il  CU- 
multo  in  Fi- 
renze. 


"Mngratlf  Udi- 
ne, &  calùnia 
più  prefenti 
alle  buone o- 
pere,chela  re 
muncratione 
&  la  laude. 
I-uogotenece 
calumato  dal 
Cardinale  di 
Cortona,eda 
la  moltitudi- 
ne, di  hauere 
quietatoli  tu 
inulto  in  Firc 
2  e. 

Tumultuario 
ne  di  Firenze 
orìgine  dì  gra 
uiPimi  difor- 
dinì. 


92  l  I  B  B^O 

prefentisfimo  configlio  nonhauefs  e  ff  edito  quefio  nodo  molto  diffìcile  .per- 
che hauendo  ueduto  ucnire  uerfo  loro  Federigo  da  Botole ,  immaginandofi 
quel  che  era,  partendo^  fubito  da  gli  altri  (e gli  fece  incontro  per  effere  il 
primo  a  parlargli .  Era  Federigo  nel  principio  del  tumulto  andato  in  'Palà- 
gio fferando  di  quietare  con  l'autorità  y  &  con  la  gratia  y  che  baucua  ap- 
preso a  molti  della  giouentà  y  quefio  romore  :  ina  non  facendo  frutto ,  an- 
^i  cffendogli  dette  da  alcuni  parole  ingiurio  fé ,  non  haueua  hauuta  picciolo, 
difficultd  ad  ottenere  dopo  lo  (patio  di  più  bore  y  che  lo  lafciaffero  partirete 
rò  ufeito  del  Talagio  pieno  di  fdegno y  &  fapendo  quanto  per  le  picciolefor- 
\cy<&  picciolo  ordine y  ebe  lì  era  y  fuffe  facile  l'efpugnarlo  y  ueniua  per  inci- 
tare gli  altri  a  combatterlo  fubitamente  :  ma  il  Luogotenente  dimoflrando- 
gli  con  breuiffime  parole  quanto  farebbono  molefii  alTontefice  tutti  i  di  for- 
ami, che  fuccedefferoy&  di  quanto  detrimento  alle  cofe  communi  de'  Con- 
federati y  &  quanto  fuffe  meglio  l'attendere  più  toflo  a  quietare ,  che  ad  ac- 
cendere gli  animi  ,•  &  perciò  effere  pernitiofo  il  dimoflrare  al  Duca  d' orbi- 
no y  &  agli  altri  tanta  facilità  aejpugnare  il  Talagio  ;  lo  tirò  fen^a  difficul 
ta  talmente  nella  Jenten^a  fuay  che  egli  parlando  agli  altri y  come  preci  fa- 
mente  uolle  il  Luogotenente  y  propofe  la  cofa  in  modo  y  &  dette  tale  fperan- 
^a  di  pò  far  e  le  cofe  ferina  arme  y  che  eletta  quefla  per  migliore  uiay  prega- 
rono l'uno  y  &  l'altro  di  loro  y  che  andando  infieme  in  Talagio y  attendeffero 
a  quietare  il  tumulto  ;  afficurando  ciafeuno  da  quelloy  ebepoteffero  effere  im- 
putati d'bauere macchinato  il  dì  contra  lo  Stato  :  doue andati  col  faluocon- 
dotto  di  ocelli  y  che  erano  dentro  y  non  ferina  molta  difficultà  gli  induffono 
ad  abbandonare  il  Talagio  y  il  quale  erano  inh  abili  a  difendere .  Co  fi  pofa- 
to  il  tumulto  tornarono  le  cofe  all' 'effere  di  prima  ;  &  nondimeno  come  è  pia 
prefente  la  ingratitudine  y&  la  calunnia  y  che  la  remunerationcy<&*la  lau- 
de alle  buone  opere  y  fé  bene  allbora  ne  fufje  il  Luogotenente  celebrato  con 
fomme  laudi  da  tutti  y  nondimeno  &  il  Cardinale  di  Cortona  fi  lamentò  po- 
co poi  y  che  egli  y  amando  più  la  fallite  de'  Cittadini  y  &  particolarmente  di 
Luigi  fuo  fratello y  che  in  quel  tempo  era  Confaloniere  di  Giuflitiay  che  la 
grande^a  de'  Medici  y  procedendo  artificiofamente  y  fuffe  slato  cagione , 
che  in  quel  dì  non  fi  fufje  sìabilito  in  perpetuo  con  l'armey  &  colfangue  de' 
Cittadini  lo  Stato  alla  famiglia  de  Medici  :&  l*  moltitudine  poi  lo  calun- 
niò y  che  dimofir andò  quando  andò  in  V alagioi  pericoli  maggiori  y  che  non 
erano  y  gli  haueffe  indotti  per  beneficio  de'  Medici  a  cedere  fen^a  neceffxtà . 
La  tumultuatane  di  Firenze  benché  fi  quietaffe  il  dì  medefimo  y  &  fen^a 
uccifione  yfu  nondimeno  origine  di  grauijfmi  difordini  ;  &  forfè  fi  può  di- 
re y  che  fé  non  fuffe  ttato  quefio  accidente yiion  farebbe  fuc ceduta  quella  ro- 
uina  y  che  poi  prefiiff imamente  fuccedette  :  perche  il  Duca  d'orbino  ,<&■  il 
Mar  che  fé  di  Saluto  fermatifi  in  FirQnyeperl'occafione  di  quefio  tumul- 
to non 


DECIMO       OTTAVO.  9* 

to  non  andarono  a  uedere  fecondo  la  deliberatione ,  che  era  slata  fatta, 
l'alloggiamento  dell3 \Ancifa  ;  &  ilfeguente  dì  Luigi  Tifano,  &  Marco  Fo-  Oratori  Ve- 
fcaro  Oratore  Veneto  apprettò  a'  Fiorentini  ,ueduta  la  Mobilità  della  Cit-  "fci  in  f  irè/-~ 

'  \  a  11     »  et      •  m  m      •  r  r  dimandano  la 

ta ,  protejtarono  non  uolere ,  che  l  esercito  pajjajje  Firenze  ,fe prima  non  fi  concia/ione 
concbiudeua  la  confederatone  trattata  ;  nella  quale  dimanàauano  contribu-  della  confede 
tione  di  diecimila  fanti  y  parendo  loro  tempo  da  ualerfi  delle  neceffità  de  Fio  ratione. 
rentini .  Ma  fi  conchiufe  finalmente  il  uigtfimo  ottano  dì ,  rimettendo  fi  a 
quella  contributione ,  che  farebbe  dichiarata  dal  Tontefice  ;  ilquale  fi  cre- 
deua  y  che  già  fi  fuffe  ricongiunto  co'  Collegati .  ^Aggiunftfi  che  effendo  ue- 
muto  ti  tempo  del  pagamento  de  Sui^jeri ,  ne  h  attendo  Luigi  Tifano  fecondo 
le  male  prouifioni ,  che  faceuano  i  Vinitiani ,  danari  da  pagarli  ;  palio  qual- 
che dì  innanzi  li  prouedeffe  ;  in  modo  che  fi  pretermeffe  il  configlio  faluti fe- 
ro d'andare  con  gli  efferati  ad  alloggiare  all'  jLncifa .  1S{cl  quale  slato  del- 
le cofe  il  Tontefice ,  intefo  lo  inganno  ufato  al  Viceré  da  Borbone  ,&  la  paf-     PaRa  rn&ai* 
fata  fua  in  Tofcana ,  uolto  per  necejjità  a'  penfieri  della  guerra  ;  haaeux  con-  confederati*1'1 
chiufo  a  uenticinque  dì  di  nuouo  confederatone  col  l\e  di  Francia  ,  &  co  Vi  ne  col  Re ,  & 
nitiani  ,  obligandogli  a  fouuenirlo  dì  groffe  fomme  di  danari ,  ne  uolendo  c°n  Viniciani 
obligare  i  Fiorentini  ,o  fe,ad  altro  che  a  quello  y  che  comfort  afferò  le  loro 
f acuità ,  allegando  la  firoche^TO  in  che  era  l'uno  >&  l'altro  di  loro,  per 
hauere  fpefo  ecceffiuamente .  le  quali  conditioni  benché  grani  approuate  da 
gli  Oratori  de'  Confederati  per  fèparare  totalmente  il  Tontefice  dagli  accor 
di  fatti  col  Vicerey  non  erano  approuate  da  principali .  I  Vinitiani  incolpa- 
uano  Domenico  Venerio  Oratore  loro  d' hauere  conchiufo  feivza  commijfio-  *  *  "initl*£™ 
ne  del  Senato  una  confederatane  di  grane  fpefa  3  &  di  piccolo  frutto  per  la  meifìco°vtn? 
uacillatione  del  Tontefice  ;  ilquale  penfauano  3cbe  ad  ogni  occ afone tome-  ero  d'hauere 
rebbe  alla  prima  inconftan^a ,  <&*  defiderio  dell'accordo  :  &  il  i^e  di  Fran-  condu  fo  feli- 
na eshauflo  di  donar  iy  &  intento  più  a  straccare  Ce  far  e  con  la  lunghezza  2a  ^°1"1"10  - 
della  guerra  3  che  alla  nittoria  >  giudicano  baflare  bora  y  che  la  guerra  fi  nu-  vna  cófedera 
triffe  con  piccola  f^e fa  yOn^i  fi  bene  nel  principio  y  quando  intefe  la  triegua  tione, 
fotta  dal  Tontefice  y  gli  fuffe  molesliffima ,  nondimeno  confiderando  poi  me- 
glio lo  slato  delle  cofe  ydefiderauay  che  il  Tontefice  difponeffs  i  Vinitiani; 
fetida  i  quali  egli  non  nolena  fare  conuentione  alcuna  y  ad  accettare  la  trie- 
gua fatta  t  Ma  in  qnefto  tempo  il  Tontefice,  alquale  era  molefio  efferfi  tr of- 
ferita la  guerra  in  "Tofcana  ;  ma  pure  meno  molefio  y  che  fé  ella  fi  fuffe  tr  of- 
ferita in  terra  di  Bgma  yfoldana  fanti ,  e£*  prouedeua  a  danari  ;  ma  lenta- 
mente ,  diffegnando  di  mandare  B^n^o  da  Ceri  con  gente  contro  Sane  fi ,  & 
anche  affali orli  per  mare ,  acciò  che  Borbone  implicato  in  Tofcana  fuffe  im- 
pedito a  pigliare  il  camino  dì  Roma  ;  benché  di  queflo  gli  diminuiffe  ogni  dì 
il  timore  ,jperando  che  per  le  difficnltà ,  che  haneua  Borbone  di  condurre  in 
uerfo  Bgma  legent'ifenya  nettoMglie ,  &  fen^a  danari ,-  &  per  l'opportu* 


94  L  t  B  1^0 

nità  y  che  baueua  dello  Stato  di  Siena  y  doue  almeno  fi  nutrirebbono  i  folda^ 

ti  yfuffe  per  fermar  fi  alia  imprefa  contra  i  Fiorentini .  Ma  Borbone  o  fuffe 

slato  altro  il  fuo  primo  configlio  y  Riabilito y  come  molti  hanno  detto,  fegre- 

ìnfimamente  infino  al  Finale  con  l'autorità  del  Duca  di  Ferrar a3  &  di  Iero- 

B  01  bone  per  nimo  Moronc  ;  o  diffidando  y  poi  che  alia  difefii  di  Firenze  erano  condotte  le. 

chelaf  dando  for^e  di  tutta  Lega  di  potere  fare  frutto  in  quella  imprefa;  ne  potendo  an- 

refa  di  Firé  c^e  f°fientare  PlH  l'efferato  fen^a  danari y  condotto  infino  a  quel  dì  per  tati» 

ze .  deliberò  t€  difjìcultà  con  uane  promej]ey  &  uane  foranee  ;  necejjìtato  yoa  perire  y  o 

afl'altar  Ro-  a  tentare  la  fortuna  y  deliberò  andare  improuifamente  y  &  con  fomma  pre- 

™a»  flessa  ad  affaltarela  Città  di  I{gma;doue  &  i  premy  della  uittoria  y  & 

per  C efare  &  per  i  foldati  farebbono  ineflimabili;  &  la  fperan^a  del  con- 

feguirli  no  era  picciola  y  poi  che  il  Tontefice  co  cattiuo  còfiglio  baueua  licen- 

tiato  prima  i  Sui^eri  y  &  poi  i  fanti  delle  bande  nere  ;  &  ricominciato  tan 

to  lentamente  y  d'iterato  che  fu  l'accordo,  aprouederfi y  che  fi giudicaua  non. 

farebbe  a  tempo  a  r  accorr  e  prefidio  fufficiente .  Tartì  adunque  il  Duca  di 

Borbone    Borbone  con  l'efferato  del  Contado  d'orezzo  il  dì  u'wefimofeflo  d'^ipriley 

parte  del  co-  „  JJ  r^-V  .        /  i  ?  • 

tado  d'Arez-  {fedito  y\eni^a  artiglierie  y  &  fenica  carriaggi;  &  caminando  con  incredm- 
zo.  le  prefle^ja  non  lo  ritardando  ne  le  pioggie  ;  le  quali  in  quei  dì  furono  fini- 

furate  y  ne  il  mancamento  delle  usti -Quaglie  y  s'appropinquò  a  I\oma  in  tem- 
po ychea  pena  il  Tontefice  bau  effe  certa  la  fua  uenuta  y  non  trouato  oflaco- 
lo  alcuno  ne  in  Viterbo  y  doue  il  Vapa  non  era  flato  a  tempo  a  mandare  gen- 
te y  ne  in  altro  luogo .  però  il  Tontefice  ricorrendo  y  come  prima  gli  era  sla- 
Borbone  a       to  predetto  hauere  ad  efiere  da  huomini  prudentiffimi  nell'ultime  neceffìtà  y 
&  quando  non  gli  poteuano  più  giouare  ya  quelli  r ime dij  y  i  quali  fatti  in 
+  II  Papa  pe    temP°  opportuno  farebbono  siati  alla  falute  fua  di  grandiffimo  moment oy 
neceflìtà  de'   creo  Per  danari  tre  Cardinali  ;  i  quali  per  le  anguflie  delle  cofe  non  gli  potet- 
danar  i  crea    tono  effere  numerati  3  ne  fé  gli  fuffero  siati  numerati  poteuano  per  la  uicini- 
tre  Ca  rdmali  pà  del  pericolo  partorire  più  frutto  alcuno  y  Conuocò  i  J\omani  ricercandor 
li  y  che  in  tanto  pericolo  della  Tatria  pigliaffero  prontamente  l'arme  per  di- 
*  A     %  *  d*  fen^er^a  >  &  *  PH  rKChi  preftaffero  danari  pe%  foldare  fanti  ;  alla  qual  cofa 
Domenico     uon  trouò  corriffonden^a  alcuna  ;  an^i  è  reflato  alla  memoria  y  che  Dome- 
Malli  mo.      mco  di  Maffvmo  y  ricebiffimofopra  tutti  i  Bimani  y  offerfe  di  preftare  cento 
ducati  ;  della  quale  aitar  itia  patì  le  pene  ;  perche  le  figliuole  andarono  in  pre~ 
da  de'  foldati  y  egli  co' figliuoli  fatti  prigioni  bebbono  a  pagare  grandijfima 
Cófultc  in  Fi   taglia .  Ma  in  Firenze  hauuta  la  nuoua  della  partita  di  Borbone  ,  la  quale 
renze  di  ma-  fojfta  da  Vitello  y  che  era  in  <Arez?o ,  ritardò  uno  dì  più  y  che  non  era  con- 

dareloccor-  .        r  ,  ...      x   .  ,  >V  '     .     ,     .,  „       r     '• , 

fo  a  R  orna,  veniente  a  uenire  y  fi  delibero  da  Capitani y  che  il  Conte  Guido  longone  con 
li  caualli  fuoi  y  &  con  quelli  del  Conte  di  Gaiaigo,  &  con  cinquemila 
fanti  de'  Fiorentini  y  &  della  Cbiefa  andaffe  fubito  ff  edito  alla  uolta  di 
Vsoma  y-  e  feguitaffe  l'altro  efferato  apprejfo  ;  fterando  j  che  fé  Borbone  an- 


DECIMO       0  T*T  UVO.  }f 

daua  con  artiglierie ,  farebbe  queflo  foccorfo  a  I{pma  innanzi  a  lui  :  fé 
andana  fedito  sfarebbe  fi  prefio  dopo  lui  ,  che  non  hauendo  artiglierie  3  & 
eflèndo  mediocre  difefi  in  ì\oma  ,  djuc  il  Tapa  haueua  fritto  hauere  fer- 
mila fanti  ,  farebbe  fopr atenuto  tanto ,  che  arriuafle  queflo  primo  foccor- 
fo ,  ilquale  arriuato  ,  non  era  pericolo  alcuno  che  F^oma  fi  perdejfe .  Ma 
la  celerità  di  Borbone ,  &  le  picciole  prouifwni  di  {{orna  preuertirono  tut-  Renzo  da  Qe 
ti  i  difegni,  perche  l\entzo  da  Ceri;  al  quale  il  Pontefice  haueua  dato  il  cari-  n/°ij>r^  Sc 
co  principale  della  difefa  di  J\oma ,  hauendo  per  la  breuitd  del  tempo  condot-  j  jRom ,  *  ?_ 
ti  pochi  fanti  utili  ;  ma  molta  turba  imbelle  ,  &  imperita  ,  raccolta  tumul-  tra  Borbone» 
tuariamente  dalle  fi  alle  de'  Cardinali ,  &  de'Trelati,  &  dalle  botteghe 
de  gli  artefici  ,&  dell' hoflerie  :  &  hauendo  fatti  ripari  al  Borgo  debili  a 
giuditio  di  tutti  y  maagiuditiofuo  fufficienti,  confidaua  tanto  nella  difefa, 
che  egli  non  permefle,  che  fi  tagli ajfero  i  Tonti  del  Teucre  per  faluare  Bg-  f  Renzo  cb 
ma  ;fe  pure  il  Borgo,  &  Tranfteuere  non  fi  poteflero  difendere  :  an-^i  giudi-  Cer^  Poco 
cdndo  ejfere  fuperfluo  il  foccorfo ,  prefentita  la  uenuta  del  Conte  Guido ,  gli  au5  m0t 
fece  il  quarto  di  di  Maggio  fcriuere  dal  Vefcouo  di  Verona  in  nome  del  Ton 
tefice,  che  per  ejfere  B^ma  prouifla,  &  fortificata  a  baflan^a,  ui  man- 
dale folamente  feicento  ,  o  ottocento  archibufieri ,  egli  col  reflo  delle  genti 
andajje  ad  unir  fi  con  l'efferato  della  Lega  ;  col  quale  muto  farebbe  più  frut- 
to 3  che  rinchiufo  in  Boma ,  la  quale  lettera  fé  bene  non  fece  nocumento  al- 
cuno ,  perche  il  Conte  non  era  tanto  innanzi ,  che  potejje  ejfere  a  tempo,cer- 
tifico  pure  quanto  male  fi  calculajfero  da  lui  i  pericoli  preftnti .  Ma  non  fu 
meno  marauigliofo  ,  (fé  marauiglia  è  che  gli  huomini  non  fappiano ,  o  non      -S*r 
pojfano  refiftere  al  fato  )  che  il  Pontefice  ,  che  foleua  dijpre^are  Renilo  £>ua  Renzo , 
da  Ceri  fopr  a  tutti  gli  altri  Capitani }  fi  rimette jfe  bora  totalmente  nelle  fue  hora  fi  rimee 
braccia ,  &  nel  /ito  giuditio  ;  &  molto  più  che  folito  a  temere  ne'  minori  pe  *e  ne*Ie  ^ue 
ricoli  ,  era  slato  più  uolte  inclinato  ad  abbandonare  Boma ,  quando  il  Vi- 
ceré andò  col  campo  a  Frufolone  ;  hora  in  tanto  pericolo  Jftogliatofi  della  na- 
tura fua  fi  fermale  conftantemente  in  B^oma  ,  <&  con  tanta  jjeran^a  di  di- 
fender fi,  che  diuentato,quajì  come  procuratore  de'  nimicis  probibijje  nonfo-   .   ^  p 
lo  agli  huomini  di  partir ferie 3ma  etiandio  ordinajfe  nonfujfero  lafciate  ufeir-   {fretto'  dal  fa 
ne  le  robbe, delle  quali  molti  mercatanti, &  altri  cercauano  per  la  uia  delfiu   to  e  ra  quali 
me  d' alleggeriti .  ^Alloggiò  Borbone  con  l'esercito  il  quinto  dì  di  Maggio   Foratore 
ne'  prati  preflo  a  Boma  :  &  con  infolen^a  militare  mandò  uno  Trombetto  a 
dimandare  il  paflb  al  Tontefice;ma  per  la  Città  di  Boma,per  andare  con  l'ef-  ^.  gor ^on c 
finito  nel  Bearne  di  TS^apoli  ;  &  là  mattina  feguente  in  fui  fare  del  dì,  de-  Vuo  1  e  o  la 
liberato  o  di  morire,  o  di  uincere  ;  perche  certamente  poca  altrajperan'^a  re-  morte,  o  la 
slaua  alle  co  fé  fue,  accoftatofi  al  Borgo  dalla  banda  del  Monte,  &  di  San-  ^Ittoria;  .. 
to  Spirito ,  cominciò  una  afpra  battaglia ,  hauendolofauorito  la  fortuna  nel  Borbone  a  ' 
fargli  apprefentare  l'efferato  più  fieramente  per  beneficio  d'una  fol-  Roma. 


96  L  I  B  II  0 

+  La  nebbia  fa  nebbia y  che  leuatafi  innanzi  al  giorno  lo  coperfe  infitto  a  tanto  s'accofta- 
bo  °"  CC        rono  ^  ^U0Z°  doue  fu  cominciata  la  battaglia  ;  nel  principio  della  quale  Bor- 
bone ffintofi  innanzi  a  tutta  la  gente  per  ultima  dijperatione ,  non  foto  per- 
che non  ottenendo  la  uittoria  non  gli  reflauapiu  refugio  alcuno ;ma  perche 
gliparuei  fanti  Tedefchi  procedere  con  fredderà  a  dare  ly affatto  y  ferito 
Eotbcnc  mor  nel  principio  dell' affalto  d'uno  archibufo  cadde  in  terra  morto  :  <&  nondime- 
to  nel  princi-  no  la  morte  fua  non  raffreddò  y  an^i  acce  fé  l'ardore  defoldati;  i  quali  com- 
pio dell'affai  battendo  con grandiffimo  uigore  per  fyatio  di  due  bore  entrarono  finalmente 
nel  Borgo  ;giouando  loro  non  folamente  la  debolezza  grandiffima  de  ripa- 
1 1  faldati  di  ri  9. ma  tìiandio  la  mala  re f fienai ,  che  fu  fatta  dalla  gente  ;  per  la  quali,  co- 
Bor  bo  n  e  fé-  me  molte  altre  uolte ,  fi  dimoflrò  a  quelli  y  che  per  gli  ejfempi  antichi  non  han 
guitano  1  a  ba   no  ancora  imparato  le  cofe  preferiti  ,  quanto  fia  differente  la  uirtu  degli  huo- 
taglia  fé  ben  mjnj  effercitati  alla  guerra  y  agli  efferati  nuoui  y  congregati  di  turba  collet- 
entrano  n  el    ^tta  *  &  a^a  moltitudine  popolare  :  perche  era  alla  difefa  una  parte  della  già 
Borgo.  uentù  Romana  fotto  i  loro  Caporioni  >  e^  bandiere  del  popolo  :  benché  mol- 

ti Ghibellini,  &  della  fettione  Colonne/e  de  fi  der  afferò,  o  almeno  non  temef- 
t  Soldatino  fero  la  uittoria  de  gli  Imperiali  ;  (per andò  per  il  ricetto  della  fatt  ione  di  non 
eflercitati  fan  joaueYe  a&  e^ere  QJfejj  fa  [oro }  cofa  cfie  anchefece  procedere  la  difefa  più  fred 

t0t  damente  ;  &  nondimeno y  perche  è  pure  difficile  ejbugnare  le  Terre  fenxa  ar 

tiglieria  yreflarono  morti  circa  mille  fanti  di  quelli  di  fuori  ;  i  quali  come 
s'hebbono  aperta  la  uia  d'entrare  dentro ,  mettendo  fi  ciafeuno  in  manifefìif- 
fma  fuga y  &  molti  concorrendo  al  C  afelio y  refiarono  i  borghi  totalmente 
abbandonati  in  preda  de'  uincitori;  &  il  Tontefice  y  che  affeitaua  il  fucceffo 
II  Papa  fugge  nel  Valagio  di  Vaticano  3  intefo  i  nimici  effere  dentro,  fuggì  fubito  con  mol- 
ìn  Calle  ilo.      il  Cardinali  nel  C  afelio  ;  doue  confutando  fé  era  da  fermafi  quiui y  o  pure 
ft'tut  acTl/  Pe r  ^  u*a  ^  ^Pma  acc ompagnato  da  caualh  leggieri  della  fua  guardia  ri- 
i  e  effe  »  Spio     durfi  in  luogo  perno ,  diflinato  ad  effere  effempio  delle  calamità ,  che  poffono 
delle  calami-  foprauenire  a'  Tontefici,  &  anco  quanto  fia  difficile  adrefiinguere  l'autori- 
tà*  tà  3  &  maeflà  loro  y  hauuto  nume  per  Berardo  da  Tadouay  che  fuggì  dell 'ef- 

ferato Imperiale  della  morte  di  Borbone,  &  che  tutta  la  gente  conflemata 
per  la  morte  del  Capitano  defideraua  di  fare  accordo  feco y  mandato  fuori  a 
parlare  co' Capi  loro  y  lafciò  indietro  infelicemente  il  configlio  di  partir  fiction 
sì  andò  egli  y  &  ifuoi  Capitani  meno  in  e  folliti  nelle  proui foni  del  difender  fi, 
che  fuffero  nelle  ffeditioni .  Terò  il  giorno  mede  fimo  gli  Spagnuoli  non  ha- 
uendo  trouato  ne  ordine  y  ne  configlio  di  difendere  il  Trafìeuere  y  non  hauuto 
t   Gli  Spa-     refiflen^a  alcuna  n'entrarono  dentro  ;  onde  non  tr oliando  più  dijficultdjafe- 
noin  Traina  rn  m^efima  a  bore  uentitre  entrarono  per  Tonte  Sìfìo  nella  Città  di  l\oma  ,* 
ikuerè.  doue  da  quegli  in  fuori  y  che  fi  confidavano  nel  nome  della  fattione  y  &  da 

alcuni  Cardinali  y  the  per  hauere  nome  a  battere  feguitato  le  parti  di  Ce  fare 
credeuano  effere  più  fienri,  che  gli  altri  itutto  ilreflo  della  corte,  &  della 

Città  i 


DECIMO       0  T  T  *A  V  0.  $7 

Citta,  come  fi  fa  necaft  tanto  fiauentoft, era  in  fuga,  &  in  còfuftone.  Entrati  Sacco  di  Ro-i 
dentro  comincio  ciafcuno  a  discorrere  tumultuofamente  alla  preda  ,  non  ha-  ma# 
uendo  rifatto  non  filo  al  nome  degli  amici  ,  &  all'autorità,  ,  <&  dignità  de 
Trelatì  ;  ma  etiandio  a'T 'empii,  a'Monafterij,  alle  reliquie  honorate  dal  con- 
cor  fi  di  tutto  il  mondo ,  &  alle  cofe  /acre  .  fero  farebbe  impoffibile  non  filo 
narrare,  ma  quafi  imaginarfi  le  calamità  di  quella  Città,  deftinata  per  ordine 
de  cieli  a  fomma grandezza  ;  ma  etiandio  afpejfe  direttioni  :  perche  era  l'ari-    .     p . 
no  dcccclxxXj  che  era  slata  faccheggiata  da  Gotti  :  impoffibile  a  narrare   annj  Go^j  °* 
la grande^a  delti  preda ,  ejfendoui  accumulate  tante  ricchezze ,  e^  tante  ueuano  fac- 
cofe  pretiofe ,  &  rare  di  Cortigiani ,  &  di  Mercatanti .  ma  la  fece  ancora   cncgg-iata  Ko 
maggiore  la  qualità,  &  il  numero  grande  de  prigioni,  che  s'hebbono  a  ricó-  ma  " 
per  are  con  groffiffime  taglie  :  accumulando  ancora  la  mi  feria ,  &  l'infamia, 
che  m»lti  Vrelati  prefi  dafoldati ,  maffimamente  da' fanti  Tedefchi ,  che  per    ,  s  , 

odio  del  nome  della  Chiefa  Bimana  erano  crudeli,  &  infoienti  :  erano  in  fu  le  Prelati  della 
beflie  uili  con  gli  h abiti ,  &  con  le  infegne  delle  loro  degnità  menati  a  torno,    Corte,&  Chie 
con  grandi  fimo  uilìpendio  per  tutta  l\oma  :  molti  tormentati  cruàeliffimame  &  Romana. 
te  o  morirono  ne' tormenti ,  o  trattati  di  forte ,  che  pagata  che  hebbero  la  ta- 
glia, finirono  fra  pochi  dì  la  uita.    M orirono  tra  nella  battaglia,  &neU'im-    j.t>  w   acco 
peto  del  ficco  circa  quattromila  h uomini .  Furono  Jaccbeggiati  i  Talagi  di  ri  ro  no  quat- 
tutti  i  Cardinali,  eccetto  quelli  T?  adagi ,  che  per  faluare  i  mercatanti ,  che  tromìla  huo«. 
u  erano  rifuggiti  con  le  robbe  loro ,  &  co  fi  le  perfine  ,<&le  robbe  di  molti  al  ,nim* 
tri ,  fé  dono  groffifiima  impofitìone  in  danari  ;  &  alcuni  di  quelli,  che  compo 
fero  con  gli  Spagnuoli ,  furono  poi  o  faccheggiati  da  Tedefchi ,  o  s'hebbono 
a  ricomporre  con  loro .  Compofe  la  Marchefana  di  Mantoua  il  fuo  V  adagio  ^nfovanz-. 
in  cinquantamila  ducati ,  che  furono  pagati  da'  mercatanti,  &  da  altri, che  Cipa  della  ta- 
u  erano  rifuggiti  :  de  quali  fu  fama  che  Don  Ferrando  fuo  figliuolo  ne  parti  glia,che  paga 
cipafje  di  diecimila .  //  Cardinale  di  Siena  dedicato  per  antica  her edita  de"  la  ^.a5,chefa"" 
fuoi  maggiori  al  nome  Imperiale ,  poi  che  hebbe  compofto  fi],  &  il  fuo  Va-  ua  fua  macir~ 
lagio  con  gli  Spagnuoli ,  fu  fato  prigione  da'  Tedefchi ,  &  s' hebbe ,  poi  che  f  il  Cardinal 
gli  fu  faccheggiato  da  loro  il  Valagio,  &  egli  condotto  in  Borgo  col  capo  nu  *  Si  ena  mal 
do  con  molte  pugna;  a  rifiuotere  da  loro  in  cinquemila  ducati.  Quafifimile  trattato* 
calamità  patirono  i  Cardinali  della  Minerua ,  &  il  Ton-^etta  ;  i  quali  fatti 
prigioni  da3  Tedefchi  pagarono  la  taglia  ;  menati  prima  l'uno ,  &  l'altro  di 
loro  a  procejfwne  uilmente  per  tutta  Bgma .  I  Trelati ,  &  i  Cardinali  Spa-  \  Vituperio 
gìiuoli  &  Tedefchi  rìputandofificuri  dalle  ingiurie  delle  loro  nationi ,  furo-  ta  delle  ^ncl 
no  prefi ,  &  trattati  non  meno  acerbamente ,  che  gli  altri .  Sentiuanfi  i  gri-   Romane ,  & 
di ,  &  l'urla  mi fer abili  delle  donne  Bimane ,  &  delle  monache ,  condotte  a  delle  Mona- 
torme  da  fildati  per  fatiar e  la  loro  libidine ,  potendo  uer amente  dirfieffere  ^  qÌU(J.  .,  ,. 
ofeuri  a'  mortali  igiuditij  di  Dio ,  che  comportajfe  che  la  caslita famofa  del-  dìo  nafcoft£ 
le  donne  Bimane  cadejjè  per  forza  in  tanta  brutterà ,  &  miferia .  Vài-  a'morcalì. 


5)8  L   I-JS   l^U 

uanfi  per  tutto  infiniti  lamenti  di  quelli  y  che  erayio  miferabilmente  tormen- 
f  Le  Chicle  tati  ;  parte  per  afirignergli  a  fare  la  taglia  >  parte  per  manifeflare  le  robbe 
per  barbara    afcofle  9  Tutte  le  co  fé  fiacre  y  i  facr  amenti  y  &  le  reliquie  de  Santi;  delle 

bat°cC1&  roui-  (ìm^1  erano  fiene  tutte  ^  Ch*efi '  yiP°&Vate  de  l°ro  ornamenti  erano  gittate 
nate.'  fcr  terra  y  aggiungendoui  la  barbarie  Tedefca  infiniti  uilipendij  ;  &  quello, 

che  aitando  alla  preda  de fidati y  che  furono  le  co  fé  più  uili y  tolfono  poi  i 
t  Barbarle,  villani  de  Colonnefi ,  che  uemono  dentro  ;  pure  il  Cardinale  Colonna  y  che 
^^aTw'  arriuo  &  dì  feguente ,  falul  molte  donne  fuggite  in  cafa  fua  :  fu  fama  che 
tra  danari y  oro y  argento  y  &  gioie  fuffe  afeefo  il  fiacco  a  più  d'uno  milione 
.  il  facco  di  di  ducati  ;  ma  che  di  taglie  haueffero  cauato  ancora  quantità  molto  maggio- 
Roma  impor  re .  *Arriuò  il  dì  medefìmo y  che  gli  Imperiali  prefono  Fgma y  il  Conte  Gui- 
ta  più  d' vno  do  co'  caualli  leggieri  y  &  ottocento  archibufieri  al  Tonte  di  Salar  a  per  en- 
milionedlclu,  trare  inumala  fera  mede fimai  maintefo  il  fucceffo  yfi  ritiro  a  Otricoli; 
ta&li'e.enZ    C  àoue  fi  congiunfe  fieco  il  re  fio  della  fua  gente  :  perche  non  o fante  le  lettere 
hauute  da  Fgma  y  che  dijpre^auano  il  fuo  foccorfo  ;  egli  non  uolendo  di- 
jfre^zare la  fama  d' efière  quello  y  che  hauejfe  foccorfo  I{pmay  haueua 
continuato  il  fuo  camino  :  ne  mancò  y  come  è  natura  de  gli  hupmini  beni- 
gni y  &  manfuetì .  eflimatori  delle  anioni  proprie  ;  ma  feueri  cenfori  delle 
attioni  d'altri  y  chi  riprendejfe  il  Conte  Guido  di  nonhauere  faputo  conofee  \ 
re  una  predar iffima  occafione  y  perche  gli  Imperiali  intentiffmà  tutti  a  fi 
ricca  preda  y  a  uotare  le  cafe  y  a  ritrouare  le  cofe  occultate  y  a  fare  prigio- 
ni y  &  a  ridurre  in  luogo  faluo  i  fatti  y  erano  dijperfiper  tutta  la  Citta  fen- 
?a  ordine  d'alloggiamenti  y  fetida  ricono  fiere  le  loro  bandiere  y  fen^a  ubbi- 
dire a'  comandamenti  de'  Capitani  :  in  modo  che  molti  credettono  y  che  fé 
f mputationc    la  gente  y  che  era  col  Conte  Guido  y  fi  fuffe  condotta  con  prefilei^a  in  Roma  y 
data  al  Conte  non  Jq10  harebbono  conftguito  y  presentando  fi  al  C  afelio  non  ajjcdiatoy  ne  cu 

Guido  circa  il  aQfòtQ  fa  fuori  da  alcuno  Aaliberatione  del  Pontefice  ;ma  ancora  farebbe 
meco  di  Ro-  7,        .       ,  .      ,     ■  /  r     ■  •  ...>'„  ,        , 

ma.  Jucceduta  loro  più  gloriola  jattione  y  occupati  tanto  i  mmici  alla  preda  3  che 

con  difficultd  per  qualunque  accidente  fé  ne  farebbe  meffo  infume  numero 
notabile  ;  effendo  masfimamente  certo  che  ancora  poi  per  qualche  dì 3  quan- 
do per  comandamento  de  Capitani  o  per  qualche  accidente  fi  daua  all'arme  y 
non  fi  rapprefentaua  alle  bandiere  alcuno  fidato .  Ma  gli  h  uomini  fi  per- 
fuadono  fijefib  che  fc  fi  fuffe  fatta  o  non  fatta  una  co  fa  tale  y  far  ebbe  fucce- 
duto  certo  effetto  3  che  fé  fi  poteffe  uederne  lafi>erien'%ayfitrouerebbono  mol 
te  uolte  fallaci  filmili  gìudicij .  B^efìaua  adunque  a  rinchiufi  nel  C  afelio  fo- 
lamente  la  jperan^a  del  foccorfo  dell' efifer cito  della  Lega  ;  il  quale  partito  da 
Effercito  del-  Firenze  non  prima  che  il  ter^o  dì  di  Maggio  y  perche  i  Vinitiani  erano  flati 
la  Lega  dopo  \%iitì  a  pagare  i  Sui^eri  y  caminaua  y  precedendo  una  giornata  il  Marchefe 
di  Saluto  alle  genti  Vinitiane  y  ma  con  ordine  accordato  tra  il  Duca  & 
lui  y  che  jeguitajfero  per  il  medefmo  camino  ;  nondimeno  il  fettimo  dì  il  Dh- 


DECIMO       OTTAVO.  99 

e  a  contra  l'ordine  dato  fi  dirigo  dall' alloggiamento  di  Cortona  alla  uolta  di 
Terugia  per  arriuare  a  Todi 3  &  poi  a  Orti,  <&  quiui  pacato  il  Tenere  unir 
fi  con  gli  altri  ;  i  quali  cambiando  per  il  camino  difegnato  sformarono  &fac- 
cheggiarono  Caflel  della  Viene ,  che  haueua  ricufato  d'alloggiare  dentro  i 
Suivgeri ,  con  la  morte  di  feicento 3  o  ottocento  h uomini  di  quelli  della  Ter- 
ra ;  per  il  quale  di  fior  dine  intenta  la  gente  alla  preda  non  fi  conducono  prima 
che  a  dieci  dì  al  Tonte  a  Granaiuolo 3  doue  hebbono  auifò  della  perdita  di  T\o 
ma ,  e^  agli  undici  a  Oruieto  ,•  doue  per  configlio  di  Federigo  da  Botole  fi  +  Federigo 
jpinfè  il  Mar  che  fé  di  Saluto 3  egli,  &  Vgo  de  Teppoli  con  gr  offa  caualca-    *     u2?  j. 
ta  alla  uolta  del  Caflello  3  difegnando  egli  &  Vgo  andare  infino  al  Caflello  3re-  saluzzo  & 
sìando  il  Mar  che  fé  dietro  per  fare  loro  gialle  3  (per  andò  trouare  fprouifligli  Vgo  Peppole 
Imperiali  &  hauere  col  fuhito  arriuare  occafione  di  cauare  di  Caflello  il  Tò  a*la  voiu  del 
tefice&i  Cardinali  yfapendofi  maffimamente  i  joldati  per  la  grandezza  °* 

della  preda  3poflpofti  gli  altri penfieri  3  non  e  fiere  intenti  ad  altro .  Ma  il 
difegno  riufeì  nano  3  perche  a  Federigo ,  non  fendo  già  molto  lontani  da  no- 
ma 3  cadde  il  cauallo  addoffo 3  dal  quale  ojfefo  molto  non  potette  andare  più 
innanzi  :  &  Vgo  prefintatofi  preffo  al  Caflello  effendo  già  fatto  il  dì 3  doue 
lordine  era  doueffero  ai  riuare  di  notte  3  fi  ritirò  cono  fendo ,  fecondo  diceua 
egli 3  fcopertal 'occafione 3 ma  fecondo  diceua  Federigo,  temendo  più  che 
non  farebbe  slato  di  bifogno .  //  Duca  d'Vrbino  intrattanto  intefo  Paccidcn* 
te  di  P^oma  3  ancora  che  affermaffe  uolere  foccorrere  con  tutte  le  for^e  il  Ta 
tefice 3  nondimeno  parendogli  occafione  di  leuare  lo  Stato  di  Terugia  di  ma-* 
no  di  Gentile  Baglione ,  mantenutoci  con  l'autorità  del  Tontefice  >  &  ri-* 

metterlo  in  arbitrio  de  figliuoli  di  Giampaolo  3  accoflatofi  con  le  genti  de  Vi-    ,    ,  ^ 

v     •    t>  a-r  ■         •   r>    \ì     \    ì-  r        $  /  r-  *     •   +  Il  Duca  df 

nitiani  a  Terugia 3  cojlrinje  con  minacele  Gentile  a  partirfene  ;  c^  lafciatoui  Vr  bino  lieua 

capi  dependenti  da  Malatefla&  da  Gratio  3  de  quali  l'uno  era  rinchiufo  in  Perugia  dalle 

Caflel  Saìit'  agnolo  3  l'altro  era  in  Lombardia  con  le  genti  de  Vinitiani,  poi  '"ani  di  Gen- 

che  in  quefla  f anione  hebbe  confumato  tre  dì  3fi  conduffe  a  fedici  dì  a  Or-  *ue  |ja?no"e> 

uieto  3  effendo  slato  caufa  di  molta  dilatione  il  camino  prefo  da  lui  dall' allog-  oiiuoluli  Giò 

giamento  di  Cortona  per  andare  di  là  dal  Teuere  alla  uolta  di  l^oma .   *A  Paolo. 

Oruieto  fi  conuennono  infieme  tutti  i  Capi  dell'efferato  per  rifbluere  le  fat- 

tioni  future  :  foprale  quali  il  Duca  d'Vrbino  3moftrato  nel  preambulo  delle  1"  Ducad'Vt 

parole  caldezza  grande  3  proponeua  molte  difficoltà  ;■  ricordando  fopra  tut-  bin°  "u* d . , 

to  il  penfare  allaficurtà  della  ritirata  3fenon  riufeiffe  il  foccorfo  del  Caflello:  ne  nej  cami, 

però  uolle  sìatichi  da  Oruieto  per  ajjìcurarfi  che  nel  ritorno  non  man-  nare. 

cherebbono  di  dare  le  uettouaglie  all'efferato  ;  &  interponendo  a  tutte 

le  cofe  lungbeiga  di  tempo  y  rifoluè  finalmente  d'effere  a  dicianoue  a 

T^epi  3  &  che  il  dì  medefimo  il  Marche/i  con  le  fue  genti ,  &  il  Conte 

Guido  co  fanti  Italiani  fuffero  a  Bracciano  per  andare  tutti  il  dì  feguen- 

te all'i fola ,  luogo  lontano  da  temanone  miglia  .  La  uenutade  quali  in- 

G     ij 


IOO  L   1    B    H^U 

tendendofi  dal  Tontefice  per  lettere  del  Luogotenente  fcrittegli  da  Viterbo  % 
fu  cagione  che  emendo  quafì  conchtfa  la  concordia  tra  gli  Imperiali,  e^  luì, 
ricusò  di  fottofcriuere  i  Capitoli  3  non  tanto  per  lafperanza,  che  egli  racco- 
gliere dalle  lettere  ;  le  quali ,  benché  fcritte  cautamente,  gli  accennauano 
quelche  discorrendo  il  pacato  poteffe  fterare  del  futuro  3  quanto  per  fuggire 
la  ignominia  3  che  alla  fua  o  timidità 3  o  precipitatone  fi  poteffe  attribuire 
il  non  effere  Hato  foccoifo .  Era  ne  Fr ance  fi  pronte^a  di  foccorrere  il  Ca 
Hello  3  &  i  Vinitiani  con  lettere  calde  augumentauano  la  medefima  difyofi- 
tione ,  hauendone  parlato  ardentemente  il  Trencipe  nel  configlio  de*  'Prega- 
ti ;  però  non  refìando  al  Duca  altra  fcufa  uolle  che  il  dì  feguente  fi  faceffe  la 
moflra  di  tutti  gli  efferati  3ffer andò  forfè  trouare  il  numero  diminuito  in 
modo  3  che  gli  deffegiufla  cagione  di  ricufare  il  combattere  3  dijfegno 3  che 
riufcì  uano  ;  perche  nell'efferato  3  ancora  che  molti  fé  ne  fuffero  partiti  3 era- 
no rtftati  più  di  quindicimila  fanti  y  &  tuttala  gente  diffofliffima  maraui- 
+  Confuta    gliofamente  al  combattere .  Confultoffi  fatto  la  moflra  quello  che  f uff  e  da 
fj1 -k<;corrcre  fare  3  &  effendo  molti  difyofli 3  che  sandafie  a  fare  l'alloggiamento  alla  Cro 
ce  di  Monte  mari  3  come  con  grande  inflanza  ricercauano  quelli  del  Caflello; 
allegando  3  che  per  efsere  alloggiamento  forte 3  &  lontano  da  Bgma  tre  mi- 
glia 3  ne  efsere  da  temere  che  gli  Imperiali  ufcifsero  ad  alloggiare  fuori  di 
Bgma  3  lo  slare  quiui 3  &  il  ritirar  fi  poter  fi  farefenza  pericolo,  <&  da  quel 
lo  alloggiamento  poter  fi meglio  cono  fiere  3  &  meglio  efsequire  l'occafione 
di  foccorrere  il  Caflello .  Ma  non  piacendo  al  Duca  quefia  rifsolutione  3  ac- 
cetò  uno  partito  propoflo  da  Guido  Rangone,  che  offeriua  con  tutti i  caualli, 
&  le  fanterie  Ecclefiaftiche 3  accoflarfi  la  notte  medefima  al  Caflello  per  fa- 
re pruoua  di  trarne  il  Tontefice  3  pure  che  il  Duca  d'orbino  col  reflo  dell' ef- 
ferato fi  conducefse  infino  alle  Tre  capanne  per  fargli  fyalle .  ma  non  fi  efse- 
quì  la  notte  queflo  difsegno  3  perche  il  Duca  slimolato  dal  Tontefice  caualcò 
per  riconofcere  l'alloggiamento  di  Monte  mari  :  &  nondimeno  appropinqua, 
tofi  la  notte  non  pafiò  le  Tre  capanne  ;  ma  efiendofi  per  quefta  andata  perdu- 
te ?nolte hore nanamente, fu neccfìario  differire d'efiequire la  deliberatione 
fatta  alla  notte  futura .  Ma  il  dì  medefimo  efìendo  referito  da  certe  (pie  3  o 
nere  3  o  fubornate  che  fufiero  3  le  trincee  fatte  in  Trati  dagli  Imperiali  epe-*, 
rè  più  gagliarde  3  che  non  era  la  uerità;  <&  hauer  rotto  3  il  che  anche  erax 
falfo  3  in  più  luoghi  il  muro  del  corridore  3  donde  fi  uà  dal  Talagio  di  Vati* 
cano  a  Caflel  Sant'angelo 3  per  potere  fé  fi  fcopriua gente  foccorrere  fubito 
+  Il  Duca      4a  Pu  bande  ;  &  propofle  fopra  quefia  relatione  dal  Duca  molte  dijficultà, 
propone  mol  che  tutte  furono  consentite  da  Guido  3.& approuatc  daquafi  tutti  gli  altri 
te  difficultà  £  Capitani  3  fi  conchiufe  efsere  co  fa  impoffibile  di  foccorrere  allhora  il  Caflello, 
ri°"  £ Cft°»rc  ributtati  agramente  dal  Duca  alcuni  degli  altri  Capitani  3  che  fi  sfor^a- 
uano  difyutando  di  foflentare  la  contraria  oppenione .  cofireflaua  in  preda 


DECIMO      OTTAVO.  ior 

il  Tontefice,  non  fi  rompendo  pure  (blamente  una  lancia  per  cauare  di  car- 
cere colui ,  che  per  [occorrere  altri  baueua  foldato  tanta  gente,  &ft>efofom 
ma  infinita  di  danari  y  &  commoffo  alla  guerra  quafi  tutto  il  mondo y  trat- 
toci nondimeno  fé  quello ,  che  non  fi  faceua  di  preferite y  fi  potè ffe  fare  infu- 
turo con  maggiori  forze  ;  alla  qual  co  fa  propofta  dal  Duca  rijpofe  tffo  medefi 
moy  che  indubitatamente  foccorrerebbe  il  Cafiello  qualunque  uolta  nello  ef- 
ferato fujfe  il  numero  di  fedici  mila  Suiz^eri  condotti  per  ordinatone  de1 
Cantoni ,  non  computando  in  quefii  y  quelli  che  allhora  erano  nell'esercito  , 
come  già  fatti  inutili  per  la  lunga  dimora  in  Italia  ;  &  oltra  i  Suizjeri ydio 
cimila  archibufieri  Italiani fremila  guaftatoriyet  quaranta  pez^zj  Cartiglie 
ria  ;  ricercando  il  Luogotenente ,  che  confortale  il  Tontefice  9  che  s'intende- 
ua  hauere  da  uiuere  per  qualche  fèttimana  y  che  affettaffe  ad  accordarfi  tan- 
to y  che  fi  metteffero  infieme  quefle  forze  ;  &  replicando  il  Luogotenente, 
cheintendeuala  propofta  fua  in  cafo  non  fi  uariaffe  intrattanto  lo  flato  del- 
le cofe;  ma  emendo  uerifimile  y  che  in  quefto  tempo  quelli,  che  erano  in  B^oma 
con  nuoue  trincee  y  &  fortificationi  farebbono  il  foccorfo  più  difficile  ;  & 
anche  che  del  Bearne  di  Ts^apoli  uerrebbono  a  ì\oma  le  genti ,  che  erano  sla- 
te condotte  dal  Viceré  fu  l'armata  ;  però  defiderare  di  Japere  y  che  fteranza: 
potejfe  dare  al  Tonte/ice  quando  y  come  era  uerifimile  yfuccedeffero  quefle  co 
fé  :  ri^ofe  che  in  tale  cafo  fi  farebbe  il  poffibile  ;  fòggiugnendo  che  congiu- 
gnendofi  le  genti  y  che  erano  a  J^apoli  a  quelle  di  Bgma  y  farebbono  in  tutto , 
più  di  dodicimila  fanti  Tedefchi  :  &  otto  in  dieci  mila  fanti  Spagnuoli  ;  pe- 
rò perdendofi  il  Cafiello  non  fi  potere  disegnare  di  uincere  la  guerra  fé  non 
shaueffero  uer amente  almeno  uentidue  y  o  uentiquattro  mila  Sumeri  :le-  , 

quali  dimandeeifendo  come  imponibili  (predate  da  tutti  y  l'efferato  ilpn-.  Jj^"*? 
mo  dì  di  Giugno  molto  diminuito  di  fanti  fi  ritirò  a  Monteruofi  ;  non  ottante  Mn  a  <*  on 
che  il  Tapa  per  fauorirfene  nelle  pratiche  dell'accordo  haueffe  fatto  molta  m  teruof, ,  non 
Stanza ,  che  foprafedeffe  a  leuarfi  ;  &  la  notte  medefima  Piermaria  B^ffo  y  ottante :  l' io- 
&  Meff andrò  Vitello  'con  dugento  caualli  leggieri  paffarono  a  B^oma  a  ni-  ^ac^ 
mici.  Haueua  il  Tontefice  fperando  fempre  poco  del  foccorfo ,  &  temendo  ^ 
alla  ulta  propria  da' Colonne  fi  y  &  da  fanti  Tedefchi;  mandato  a  Siena  a  f  Piermaria 
chiamare  il  Viceré  aerando  anche  da  lui  migliore  conditione  y  il  quale  an-  f°f&  AI'S 
dò  cupidamente  credendo  effe-re  fatto  Capitano  dell'efferato  y  arriuato  a  %o-  [^^J 
ma  doue  pafiò  con  faluo  condotto  de  Capitani  dell'efferato  y  ueduto  effere  nimìd-  . 
contra  fé  mala  di(pofitione  de  fanti  Tedefchi y&  Spagnuoli  y  i  quali  dopo  la 
morte  di  Borbone  baueuano  eletto  per  Capitano  Generale  ilTnnape  d'Or  a-  +  Principe 
ves  y  non  hebbe  ardire  di  ferm^ruifi  ;  ma  andando  uerfo  Napoli  ..incontra-  d' ;  Oràges  Ca 
to  nel  camino  dal  M  arche  fé  del  Guafto  ,DonVgo  y&  Marcone ,uintor-  J^™  ^ 
nò  per  configho  loro;  &  nondimeno  non  efjendo  grato  ah' efferato  non  h  e  b-  m0rte  di  Bor 
he  più  autoritàne  nelle  cofe  della  guerra,  ne  nel  trattato  della  concordia  bone. 
r  G     itj 


1UZ  A,    1     B     t^U 

Il  Papa  abbi  C<)1  'Pontefice  \  il  quale  finalmente  dejiituto  d'ogni  jfrcran^a  conuenne  il  fé- 
donaco  da  o-  j^Q  ^  ^  Giugno  con  Imperiali 3  quafi  con  quelle  medefime  conditioni  3  con  le 
conuienecon  quali  haueua  potuto  couuenir e  prima .  Che  il  Pontefice  pagaffe  all' effer  cito 
gh"  Imperiali  ducati  quattrocent ornila ,  cioè 3  centomila  di  prefente3che  fi  fagauano  di  da- 
nari 3  argento  3  &  oro  rifuggito  nel  Caflello  3  cinquantamila  fra  uenti  dì , 
dugento  cinquantamila  fra  due  me  fi 3  affegnando  per  il  pagamento  di  quefii 
una  impofitione  pecuniaria  da  farfi  per  tutto  lo  Stato  della  Chiefa .  Mette fi- 
fe in  potefid  di  Ce  fare  per  ritenerle  quanto  pareffea  lui  Caflel  Sanf  Agnolo  y 
le  Bacche  d'0flia3&  di  Ciuita  uecchia 3  &•  di  Ciuita  Caflellana  3  &  le  Città 
di  Piacenza  di  Tarma  &  di  Modona .  I\cflaffe  egli  prigione  in  Caflello  con 
tutti  i  Cardinali 3  che  erano  feco  tredici  y  infino  a  tanto  che  fuffero  pagati  i 
primi  cento  cinquantamila  ;  poi  andaffero  a  l^apoli  3oa  Gaeta  per  affrettare, 
quello  che  di  loro  determinale  Cefare.  Deffe  sfatichi  all'efferato  per  l'offerì 
nan^a  de  pagamenti  ;de  quali  la  ter^a  parte  appartenuta  agli  Spagnuoli  3 
gli  Jkrciuefcoui  Sipontino  3  <&  Tifano  3  i  Vefcoui  di  Tifloia  &  di  Verona  3 
Iacopo  Saluiati  3  Simone  da  F^cafoli  3  <&  Lorenzo  fratello  del  Cardinale  de 
Rodolfi .  Haueffero  f acuità  di  partir  fi  ficur  amente  del  Caflello  ^en^o  da  Ce- 
ri 3  ^Alberto  Tio3  O'ìatio  Buglione,  il  Caualiere  Cafale  Oratore  del  I{e  d'In- 
ghilterra 3  &  tutti  gli  altri  3  che  u  erano  rifuggiti;  eccetto  il  Tontefice  3  & 
^Cardinali  :  Affdueffe  il  Tontefice  dalle  cenfure  incorfe  i  Colonne  fi;  <&•  che 
quando  fuffe  menato  fuori  di  ]\oma  3  ui  reflaffe  uno  legato  in  nome  fuo  3  e£* 
r  Auditorio  della  B^uota  propoflo  a  rendere  ragione .  i7  quale  accordo  come 
fu  fatto  3  entrò  nel  Caflello  con  tre  compagnie  di  fanti  spagnuoli  3  &  tre  com- 
pagnie di  fanti  Tedefchi  il  Capitano  Jilarcone  3  il  quale  deputato  alla  guar- 
dia del  Caflello  &  del  Tontefice  3  loguardaua  con  grandijfrma  diligentia3ri- 
dotto  in  habitat  ioni  angufle  3  &  con  picciolijflma  libertà .  ma  non  furono  con 
la  medefima  facilità  cotifegnate  le  altre  fortezze  3  <&■  Terre  promejfe.per- 
t  Andrea  Do  che  quella  di  Ciuita  Caflellana  era  cuflodita  in  nome  de  Collegati;  quella  di 
ria  no  vuole  ciuita  uecchia  ricusa  di  confegnare  Andrea  Doria  3  benché  nhaueffe  com- 
iortezza  di  "  mandamento  dal  Tontefice  3  fé  prima  non  gli  erano  pagati  quattordicimila 
Ciuitauecchìa  ducati  3  de  quali  diceua  eficre  creditore  per  gli  slipendij  juoi .  A  Tarma 
i  Parma,;&  &  a  Tiacen-^a  andò  in  nome  del  Tontefice  Giuliano  Leno  Romano  architet- 
I  ìacenza  ab-  tore . m  nome  fe  Capitani 3  Lodouico  Conte  di  Lodrone  con  comandamento 
imperio  de*     alle  Citta  d'ubbidire  alla  uolontà  di  Cefare;  benché  da  altra  parte  hauefie 
Spagnuoli.     fatto  occultamente  intendere  Uro  il  contrario  de  quali  Città  abbonendo  l'Ini 
per  io  de  gli  Spagnuoli  ricufarono  di  uolergli  ammettere.  Ma  i  Modonefi 
f  Modona     non  erano  più  in  poteflà  propria  ;  perche  il  Duca  di  Ferrara  non  pretermet- 
data  al  Duca^  ten(^0  l'oQcafioìit ,  che  ?//'  dauano  le  calamità  del  Tontefice  3  minacciando  di 

di  rerrara  no  " 

fenza  infamia  dare  ilguaflo  alle  biade  già  mature ,  li  coftrinfe  a  dargli  il  feflo  dì  di  Giu- 
♦klC.Guido.  gnola  Città)  non  fen'za  infamia  del  Conte  Lodouico  Rgngone;  il  quale, 


D  E  C  I  M  0       0  T  T  U  V  0.  IOJ 

benché  il  Duca  hauefk  feco  poca  gente ,  fé  ne  partì y  non  fatto  fegno  alcu- 
no di  refifien^a  :  &  difpre^zò  in  quefto  il  Duca  V autorità  de  Vinitianì  ;i 
quali  lo  conrortauano  a  non  fare  in  tempo  tale  innouatione  alcuna  cantra  la  Yìnlt\^1  *** 

L  J  _,,     ,  ,,.  »  ._,      ir  i-  i-»  unpatroniico 

Cine  fa  :  &  nondimeno  ejfi ,  hauuta  intelligenza  co  Guelfi  di  l\auenna,man-  nordi  Rauéna 
datiui  fanti  fotto  colore  di  guardarla  per  timore  di  quelli  di  Cotignuola,ap-  &  di  Cer  uia. 
propriarono  a  fé  quella  Citta ,  &  ammazzato  furtiuamente  il  Calettano 
prefono  anche  la  fartela y  publicando  uolerla  tenere  in  nome  di  tutta  la 
Lega  ;  &  pochi  di  poi  occuparono  Ceruia  &  i  Sali ,  che  u  erano  del  Tonte- 
fice  ;  nello  slato  del  quale  non  effendo  ne  chi  lo  guardale,  ne  chi  lo  difendere  y 
fé  non  quanto  da  fé  ftejfi  per  intereffo  proprio  faceuano  i  popoli y  occupo  Si-  Rlmìm  occn 
gifmondo  Malatefta  con  la  medtfima  facilità  la  Città  &  la  F{occa  di  I\imi-  j»»j^  Sj|j- 
ni.  Manonhaueuanolecofefue  hauuto  nella  Città  di  Firenze migliore  for  tefta# 
tuna  ;  perche  come  ui  fu  la  nuoua  della  perdita  di  I\oma  il  Cardinale  di  Cor- 
tona impaurito  per  trottar  fi  abbandonato  da  Cittadini  y  che  faceuano  prò-  +  Auaritia 
feffione  d'effere  amici  de  Medici y  non  hauendo  modo  fenza  termini  uiolen-  del  Cardinale 
ti  &■  sìraordinaru 'diprouedere  a  danari  y  ne  uolendo  per  auaritia  mettere  di  Cortona. 
mano  a  fuoi ,  almeno  infino  a  tanto  che  s'intendere  il  progrejfo  degli  eserci- 
ti, che  andauano  per  foccorrere  il  Tontefice y  non  lo  mouendo  alcuna  necef- 
fttày  perche  nella  Città  erano  molti  fidati  y  &  il  popolo  $  tentato  per 
l'accidente  feguito  deW occupatane  del  Talagio  y  non  harebbe  hauuto  ar- 
dire-di muouerfi  y  deliberò  di  cedere  alla  fortuna  ;  &  conuocati  i  Cittadini 
lafcio  libera  a  loro  l'amminiflr -attorie  della  I\epublica ,  ottenuti  certi  priuile- 
gtj  &  ejfentioniy  &j acuità  a  nipoti  del  Tontefice  di  fare  come  Cittadini  pri 
tati  in  Firenze  y&  abolitione  per  ciafeuno  di  tutte  le  cofe  commeffe  per  il  j£rfi-  ^^ 
paffato  contra  lo  Stato .  lequali  cofe  conchiufe il  feftodecimo  dì  di  Maggio  y  Firéze  co^Ni 
egli  co  nipoti  del  Tontefice  fé  ne  andò  a  Lucca ,  doue  pentitofi  prefto  del  par-  poti  del  Papa 
tito  prefo  con  tanta  timidità  fece  pruoua  di  ritener  fi  le  Forte^e  di  Tifa,  & 
di  Liuorno ,  le  quali  erano  in  mano  di  Caflellani  confidenti  al  Tontefice  ;  & 
nondimeno  quefli  fra  pochis fimi  giorni  non  fier  andò  per  la  cattiuità  del  Ta- 
pa  foccorfo  alcuno  y  riceuuta  anche  qualche  fomma  di  danari  y  confegnarono 
fra  pochi  dì  quelle  Fortezze  a  Fiorentini  :  i  quali  in  quefte  me^p  hauendo  ri  *.^cj^ 
dottala  Città  al  gouerno  popolare  crearono  Gonfaloniere  di giufiitia  per  n^'5fegna^ 
marino,  &  con  facultà  d'effere  confermato  infmo  in  tre  anni  piccolo  Cap-  a'Fi0rentini. 
poni ,  Cittadino  di  grande  autorità ,  &  amatore  della  libertàri  quale  defi-  Nicolo  Cap- 
àerando  fopra  modo  la  concordia  de  Cittadini ,  &  che  il  gouerno  fi  riduce f-  P?"£c^°^£ 
fé  a  forma  più  perfetta  che  fi  potefie  di  ^epublica  y  conuocato  il  prosfimo  dì  P 

il  configlio  maggiore  y  nel  quale  rifedeua  la  poteflà  affoluta  del  deliberare  k 
leggi  t  &  di  creare  tutti  i  Magiftrati  parlò  in  quefta  fententia . 

C     iiq 


104  L  I  B  K° 


* 


Furono grauijfime  le  parole  del  Gonfaloniere ,  &  prudentijfimi  cert amenti 
i  configli  ;  a*  quali  fé  i  Cittadini  baucffero  preflato  fede  sfarebbe  forfè  dura- 
+  Gran  Tom  ta  più  lungamente  la  nuoua  libertà .  ma  ejfendo  maggiore  lo  (degno  in  chi  re- 
rVH^S"!  cupera  la  libertà,  che  in  chi  la  difende;  &  grande  l'odio  contro! 7  nome  de* 
Ini  per  la^rà  Medici  per  molte  cagioni  ,  &  maffimamente  per  bauere  hauuto  a  fosìentare 
dezza  dc'Mc  in  gran  parte  co  danari  propri]  le  imprefe  cominciate  da  loro  :  perche  è  mani 
dici.  feflo  hauere  i  Fiorentini  fpefo  neW  occupatone  ,  &  poi  nella  difefa  del  Duca- 

to d'orbino  più  di  cinquecentomila  ducati  ,  altrettanti  nella  guerra  moffa  da 
Leone  contralte  di  Francia  3  &  nelle  cofe  che  fuccederono  dopo  la  morte 
fua  dependenti  da  detta  guerra ,  ducatitrecentomila  pagati  a1  Capitani  Im- 
>  feriali  ,&al  Viceré  innanzi  la  creati  o?ie  di  Clemente ,  e£*  poi ,  &  bora  più 
di  feicentomila  nella  guerra  mojfa  contra  Ce  fare;  cominciarono  a  perfeguita- 
re  immoderat amente  quelli  Cittadini  ,  che  erano  fiati  amici  de  Medici;  a 
Impeto  fatto  perfeguitare  il  nome  del  Tontefice  ^cancellarono  per  tutta  la  Città  impetuo- 
in  Firenze  co  famente  le  infegne  della  famiglia  de'  Medici,  affijfe  etiandio  negli  edifici]  fa- 
tra  i  Medici,  folcati  da  loro  ;  roppono  le  imagini  di  Leone  ,  &  di  Clemente  ,  che  flauano 
nel  Tempio  della  idnnuntiata ,  celebrato  per  tutto  il  Mondo:  e  oftr  in  fono  i 
beni  del  Tontefice  ad  effattione  di  debiti  uecchi  ;  non  pretermettendo  la  mag- 
giore parte  di  loro  co  fa  alcuna  appartenente  a  concitare  lo  fdegno  del  Tonte- 
fice ,&a  nutrire  diuifione ,  &  difeordia  nella  Città  :  &  harebbono  molti- 
plicato a  maggiori difordini ,  fé  non  fi  fuffe  interpofla  l'autorità,  e£*  pru- 
denza del  Gonfaloniere  ;  la  quale  però  non  basìaua  a  rimediare  a  molti  difor 
dini .  Ma  in  F^oma  erano  uenuti  col  Mar  che  fé  del  Guaflo  ,  &  con  Don  Vgo 
riahfri  Roma  iutt*  *  fant*  Tedefcbi ,  &  Spagnuoli  ;  i  quali  erano  nel  Bearne  di  TSIapoli ,  in 
ventiquattro  modo  fi  diceuano  effere  raccolti  infieme  ottomila  fanti  Spagnuoli ,  dodici  mi 
mila  dopo  il  la  Te  de  fichi ,  &  quattromila  Italiani ,  efferato  per  la  riputatone  acquifla- 
iacco,&  i'ac-  ta  ^  per  fì  terrore  degli  altri ,  per  le  deboli  prouifloni,  che  s'baueuano  da  op- 
porfì  loro,  da  far  e  in  Italia  qualunque  progrefjò;  ma  effendone  Capitano  in 
f  Principe  di  **M°  ■>  &  m  nome  filamente  il  Trincipe  d'Oranges ,  ma  in  fatto gouernan- 
Oranges  Ca-  dofi  da  fé  ftejfo ,  &  intento  tutto  alle  prede  ;  &  alle  taglie  ,&a  rifquotere  i 
pìtano  Gene-  danari  promeffi  dal  Tontefice,  non  haueua  penfiero  alcuno  de  gli  intereffi  di 
r  a  le  delle  gen  £^^7*.  però  non  uoleua  partir  fi  di  Homa;  doue  gouernandofi  tumultuofamen 
ipena,     ^  ^  ^  viceré  ,  &  il  Marchefe  del  Guaflo  temendo  da'  fanti  alle  perfine  pro- 
Pcfte  in  Ro-  Vrie  >ftne  fuggirono  ;  effi  reflarono  efpofli  alla  peflilen^a,  laqualegià  comin 
m  a.  data  uifece  poi  grauifsimo  danno  .per  le  quali  cagioni  per  detono  gli  Impe- 


JD  E  C  I  M  0   '    0  T  T  <A  V  0.  io? 

rifili  Voccaftone  di  molte  imprefe  ,  &  Rettalmente  dell' acquifio  di  Bologna  ; 
la  quale  Città,  benché  ui  fujfe  dopo  la  perdita  di  I{oma  andato  con  mille  fan- 
ti pagati  ddVinitianì  il  Conte  Vgo  de  Teppoli ,  tumultuando  Lorenzo  Mal- 
ucci con  affenfo  tacito  di  B^ama^otto,  &  colfeguito  della  [anione  de  Ben 
tiuogli,  non  fen^a  difficultà  fi  conferuò  nell'ubbidienza  della  fedii  Upofio 
bea  ;  &  quello  ,  che  non  importò  forfè  meno ,  dettonofyatio  al  I{e  di  Fran- 
cia di  mandare  ejjercito  potentisfimo  in  Italia  con  pericolo  grandisfimo,  che 
Ce  far  e  dopo  hauere  acquiflato  tanta  uittoria  non  perdejfe  il  Bearne  Napole- 
tano .  perche  indiri^andofi  molto  prima  in  Francia  le  co  fé  a  prouifione  di 
nuoua  guerra  ,  sera  conchiufo  il  uigejimo  quarto  dì  d'aprile  la  confederano 
ne  trattata  molti  mefi  tra  il  Bg  di  Francia ,  &  il  Bg  di  Inghilterra  ;  con  con-  ; 

ditione  ,  che  la  figliuola  del  B^  d' Inghilterra  fi  maritaffeal  %e  di  Francia,  ^f^J 
o  al  Duca  d'Orliens  fuo  fecondo  genito  ;  &  che  nello  abboccamento  de  due  Franci<a  %  &  {\ 
%e  dtjfegnato  di  farfi  alla  Tentecofle  tra  Cales ,  &  Bologna  ;  conuenijfero  a  Re  d?InghU- 
chi  di  loro  due  s'hauejfe  a  dare  :  T{inuntia(fe  il  I{e  d'Inghilterra  al  titolo  di  Bg  terra. 
di  Francia  ,riceuendo  in  ricompenfa  una  penfione  di  cinquantamila  ducati 
l'anno  :  Entrajfe  nella  Lega  fatta  a  Boma ,  obligandofi  a  muouere  per  tutto 
Luglio  profsimo  la  guerra  a  Cefare  di  là  da  monti  con  nouemila  fanti  ;  &  il 
%e  di  Francia  con  diciotto  mila ,  &  con  numero  di  lance ,  &  $  artiglierie 
conueniente  :  &  che  in  queflo  me%o  mandaftero  l 'uno,  & 'l'altro  di  loro  Ora- 
tori a  Cefare  ad  intimargli  la  confederatione  fatta  ;  &  a  domandargli  la  li- 
beratane de  figliuoli ,  &  l'entrare  nella  pace  con  honefte  conditioni;&  in  ca 
fj  non  accettale  in  fra  uno  me  fé  proteflargli  la  guerra ,  &  dargli  principio . 
Fatto  quefto  accordo  il  Si  di  Inghilterra  entrò  (libito  nella  Lega  ;  &  egli,<& 
il  Be  di  Francia  mandarono  in  pone  due  huomini  a  fare  le  intimationi  con- 
uenute  a,Cefare ,  li  quali  atti  fi  feciono  con  più  pronte^a  per  gli  Oratori 
Fr  ance  fé ,  &  ^inglo  ,  che  non  s'erano  fatti  per  commestione  del  Vonteficc  ; 
perche  Baldajfarre  da  Caftiglione  ls[untiofuo ,  dicendo  non  effere  da  ejfacer-  +  Baldeffar- 
bare  tanto  l'animo  di  Cefare ,  haueua  ricufato ,  che  fé  gli  protefiaffe  laguer-  r£™Z\™ 
ra .  Ma  ejfendofipoi  hauuto  in  Fr  andai' auifo  della  perdita  di  Boma ,  tem-  Papa< 
perandofi  il  diftiacere  minore  del  cafo  del  Tontefice  con  l'allegrerà  mag- 
giore della  morte  di  Borbone,  non  parendo  al  I{e  da  lafciare  cadere  lecofe 
d'Italia ,  conuenne  a  quindici  dì  di  Maggio  co  Vinìtiani  di  foldare  a  commi* 
ne  diecimila  Sui^eri  ;  pagando  Mia  prima  paga ,  &  iVmitiani  la  fecon- 
da ,  &  cofifeguitando  fuccejfiuamente  :  &  mandare  diecimila  fanti  Fran-  Conuentfon! 
cefi  fiotto Tietro  Is^auarra ,  &  i  Vinitiani  foldaffero  dieci  mila  fanti  Italia-  del  Re  e  o' Vi 
ni  traloro,&  il  Duca  di  Milano -.mandar  e  di  nuouo  cinquecento  lance,  &  nitiam. 

diciotto  pei^i  d'artiglieria  :  &  perche  ilBg  d'Inghilterra ,  non  oftante  k 
conuentioni  fatte ,  non  concorreua  prontamente  a  rompere  la  guerra  di  là 
da  monti  >•  la  quale  anche  non  fatisfaceua  al  Bg  di  Francia ,  defiderando  eia- 


10&  L  I  B  i^  0 

famo  di  loro  dì  tenerla  lontana  da  Bggni  fuoi ,  liberatìfi  da  quelli  oblivi 
n^ralcdcl?"  tion?co!m™n°  >&e  quelle  pagaffe  per  la  guerra  d'Italia  per  tempo  di 
efferato  de'     mefi  &  dmi  m^a  fanti;perla  inflativa  del  quale  principalmente  Lautrecb, 
Collegati.        benché  quafi  centra  la  [uà  uolontà  ,  fu  dichiarato  Capitano  Generale  di  tut- 
to l'efferato .  il  quale  mentre  fi  prepara  per  paffare  con  le  prouifioni  conue- 
nienti  di  danari  >  &  dell  altre  cofe  'neceffarie ,  non  fuccedeua  in  Italia  acci- 
j  dente  alcuno  di  momento ,  perche  l'efferato  Imperiale  non  fi  partiua  di  B^- 

ma  ;  non  oftante  ,  che  cotidianamente  ne  moriffero  molti  per  la  acerbità  del- 
la pefiilen^a;  la  quale  nel  tempo  medefimo  faceua  grandi ffimi  progreffi  in. 
Firenze  ,  <&  m  molte  parti  di  Italia  ;  &  l'efferato  della  Lega  ,  nella  quale y  ■ 
erano  per  la  infianza  del  Mar  che  fé  di  Saluto  j  &  de  Vinitiani ,  entrati  di 
nuouo  i  Fiorentini  con  obligatione  di  pagare  cinquemila  fanti  ,  con  off  enfio- 
negrauiffima  di  Ce  far  e  ;  perche  hauendo  per  infianza  fatta  da  loro  commef- 
fo  al  Duca  di  Ferrara  il  comporre  in  nome  fuo  co'  Fiorentini  ,h  ebbe  quafi 
fubito  notitia  della  contraria  deliberatione  j,  diminuito  molto  di  numero  per 
effere  i  fanti  de  Vinitiani ,  quelli  del  Marckefe,  &  i  Sumeri  male  pagati, 
ritiratofia  canto  a  Viterbo,  attendala  a  temporeggiarfi ,  sfor^amìofi  di 
mantenere  alla  diuotione  della  Lega  Verugia  ,  Oruieto  ,  Spuleto ,  &  l'altre 
Terre  uicine .  doue  hauendo  poi  intefo  una  parte  dell'efferato  Imperiale  effe- 
re  ufeita  di  B$ma ,  benché  lo  faceffero  per  refpirare  alquanto  con  l' aliar gar- 
fi3  dubitando  non  ufeiffero  tutti  fatto  il  primo  pagamento,  fi  ritirò  a  Oruie- 
to,  &  poi  preffo  a  C  afelio  della  Tieue  :  &  far  ebbe  fi  ritirato  ne  terreni  de 
Fiorentini ,  fé  eglino  l'haueffero  confentito .  Era  anche  entrata  la  pefiilen- 
\a  in  Cafiel  Sant'agnolo  con  pericolo  grande  della  uita  del  Tontefice  ;  in- 
torno al  quale  morirono  alcuni  di  quelli,  che  feruiuano  la  fua  per  fona;  il 
quale  afflitto  da  tanti  mali ,  ne  hauendo  fferan^a  in  altro ,  che  nella  clemen 
za  di  Ctfare  >  gì*  deflinò  legato ,  con  confentimento  de  Capitani ,  Meffan- 
Catd  Farnefc    /     Cardimle  di  *"*&  >  benché  egli  ufeito  con  quefia  occafione  del  Cafiel- 
Lcga'to" Gel      *  &  di  *$?** '  ricuso  d'andare  alla  legatione .    Defiderauano  i  Capitani 
fa  re.  condurre  il  Tontefice  a  Gaeta  con  gli  tredici  Cardinali,  che  erano  con  lui,-  ma 

egli  con  molta  diligentia ,  con  prieghi ,  &  con  arte  procuraua  il  contrario . 
Finalmente  Lautrech  fatte  le  fpeditioni  neceffarie  partì  dalla  Corte  l'ultimo 
dì  di  Giugno  con  ottocento  lance ,  &  con  titolo ,  perche  cofi  haueua  uoluto 
Laurrecfc  par   U  He ,  di  Capitano  Generale  di  tutta  la  Lega  :  &  il  l\e  di  Inghilterra  in  luo- 
«c  dalla  corte  g0  de'  diecimila  fanti,  sera  taffato  a  pagare  .cominciando  al  principio  di  Giù 
gno,  feudi  trentaduamila  ciafeuno  mefe;  co'  quali  fi  pagaffero  diecimila  fanti 
Andre    fi      Tedefth*  fotto  Valdemonte ,  ottima  banda ,  <&  molto  e ffer citata,  per  haue- 
ria  condotto"  rerottofiu  uoltei  Luther  ani.  Conduffe  ancora  il  %edi  Francia  Andrea 
dal  Rc  di  Fra  Doria  con  °no  Galee,  <&  trentafeimila  feudi  l'anno .  Ma  innanzi  che  Lau- 
cia.  trech  haueffe  (affato  i  monti Je genti  de  Vinitiani ,  &  del  Duca  di  Milano 


D  E  C  I  M  0       OT  r  *A  V  0.  ìo7 

congiunte  andarono  a  Marignano  >  Onde  Antonio  de  Lena  ufeito  di  Milano 
con  ottocento  fanti  Spagnuoli ,  &  altrettanti  Italiani  y  &  con  non  molti  ca- 
miti li  coflrinfe  a  ritirar  fi .  T^el  quale  tempo  il  Cafiellano  di  Mus  condotto  a. 
gliftipendij  del  I{e  di  Francia,  métre  che  in  fui  Lago  di  Como  affiettaua  laue- 
nuta  de'  Sui-^zeri  >  occupo  per  inganno  la  l\occa  di  Mongw^o  pofta  tra  Lee 
coy  &  Come,  nellaquale  babitaua  \Aleffandro  Bentiuogli  come  in  cafa  pro- 
pria .  Mandò  Antonio  de  Leua  Lodouico  da  Belgioiofo  a  ricuperarla  il  qua- 
le asfaltatala  in  uano  torno  a  Monda .  ma  hauendo  poi  Antonio  de  Leuajen 
titò  che  il  Cafiellano  con  dumila  cinquecento  fanti  era  uenuto  a  Villa  di  Cara 
to  diflante  da  Milano  quattordici  miglia,  ritornò  a  Milano  ;  doue  lafciati  fo- 
to dugento  buomini ,  benché  iVinitiani  ui  fujkro  propinqui  a  dieci  miglia  , 
partitofi  di  notte  col  refto  dell' efferato  s  aftaltò  all' improuifo  in  fui  leuare  del 
Sole  le  genti  del  Cafiellano  ;  le  quali  fentito  il  romore  ufeite  delle  cafe  doue  al-  Antonio  de 
hggiauano  ,  fi  ritirarono  in  uno  piano  circundato  da  fiepì  prefìo  alla  Villa ,  Leua  raglia  a 
non  credendo  efierui  tutte  le  genti  nimiche  ;  &  benché  fi  mette  fero  in  or  di-  Pezzi  { &n£ì 
nan^a ,  furono  in  quel  luogo  bafio  come  in  carcere  fen^a  difefa  prefi  &  mor-  d[  ^  d*  j  *> 
ti  y  eccetto  moltii  quali  nel  principio  fi  fuggirono  3efiendo fi  accorti  che  il  Ca-  villa  di  Cara 
niellano  haueua  fatto  il  me  de  fimo .  Haueua  in  quefto  mc^zo  Ce  far  e  per  let-  *o. 
ter  e  del  Gran  Cancelliere  fcrittegli  da  Monaco  y  il  quale  mandato  da  lui  tte- 
niua  in  Italia  y  intefa  la  cattura  del  Tonte  fice;  &  benché  con  le  parole  dimo- 
sii 'afte  e fier gli  moleflìffimay  nondimeno  fi  raccogliete  che  in  fecretogli  era 
ftatagratifiima  y  an^i  non  fi  aflenendo  totalmente  dalle  dhnoftrationi  eftrin- 
fechey  non  haueua  per  quefto  intermefio  lefefte  cominciate  prima  per  la  nati- 
uità  del  figliuolo .  Ma  efiendo  la  liberatone  del  Pontefice  defiderata  arden- 
tiffvmamente  dal  I{e  di  Inghilterra  y  &  dal  Cardinale  Eboracenfe  y  &  per 
l'autorità  loro  rifentendofene  anche  il  I\e  di  Francia  y  il  quale  altrimenti  fs  II  Re  ^i  Frati 
hauefie  recuperato  i  figliuoli  fi  farebbe  poco  commofìo  per  i  danni  del  Tontefi  cIa>&  Inghìl- 
ce  &  di  tutta  Italia,  mandarono  conviuntamtnte  l'uno  &  l'altro  Re  Orato-  ÌcrrA  ma  .  a 

•     ^  r  i-  i        i     r     ii         •  r  no  Oratori  a 

ri  a  Cejare  a  dimandare  la  jua  Iwerationey  come  coja  appartenente  commu-  Ccfarc  per  la 
nemente  atutti  i  Trincipi  Chriftianiy&  come  debita  particolarmente  da  Ce  lìberatìone 
fare  y fiotto  la  fede  del  quale  era  slato  da'  fuoi  Capitani  y&  dalfuo  efiercito  ri-  ^  1>aPa* 
dotto  in  tanta  mi  feria,  &  in  quefto  tempo  mede  fimo  ricercarono  i  Cardinali, 
che  erano  in  Italia3che  infieme  co'  Cardinali ,che  erano  di  là  da  monti, fi  con-  t  Confuka 
gregafìero  in  Auignone  per  confultare  in  tempo  tato  difficile  quello  che  s'ha-  «^'Cardinali 
ne  fise  a  far  e  per  beneficio  della  Chiefa:  i  quali  per  non  fi  mettere  tutti  in  mano  *onSregatI  ì« 
di  Trincipi  tanto  potenti yricufaronOybenche  con  diuerfe  feufationi, d'andar-      1t>non^ 
ui:&  da  altra  parte  il  Cardinale  de*  Saluiati  Legato  apprefso  al  Bg  di  Fran-  f  Car.SaluIa 
cia,ricercato  dal  Tontefice  che  andafse  a  Cefateper  aiutare  le  cofefue  alla  uè  ti  Legato  ap- 
nuta  di  Dò  Vgo,ilquale  syera  còuenuto  nella  capitolatione  che  u  andafse, ricu  VT^°  a' Rc 
so  difarlOiComefefufse  cofa  pernitiofa3cbe  tanti  Cardinali  fufsero  in  poteftà  ^  Franc,a* 


YoS  l  I  B  B^O 

di  Cefare  :  ma  mandò  per  uno  fuo  Cameriere  la  inflrutione  riceuuta  da  Bg- 
ma  ali Auditore  della  C  amera  r  efidente  appreso  a  Cefare,  per  che  trattale 
con  lui  :  il  quale  riportò  benigni* fime  parole  ,  ma  incerta  &  uaria  rifolutio- 
t  Defickrio  ne,  Har ebbe  Cefare  desiderato  che  la  perfona  del  Tontefice  fu ffe  condotta 
di  Ccfar  e  in-  -m  ifyagm  •  nondimeno  &  perche  era  pure  cofa  piena  d'infamia ,  &  per  non 
c*  irritare  tanto  l animo  del  Bg  d'Inghilterra ,  &  perche  tutti  i  Bggm  di  Spa- 

gna ,  i  quali  ,  &  principalmente  i  Tr  elati,  &  i  Signori  deteflauano  molto, 
che  dallo  Imperatore  Bimano ,  protettore  ,  &  auuocato  della  Chiefa,fujfe 
con  tanta  ignominia  di  tutta  la  Chriflianità  tenuto  in  carcere  quello  ,  che  rap 
prefentaua  la  perfona  di  Chrifio  in  terra  :  però  hauendo  riffoflo  a  quegli  Om 
tori  benignamente ,  &  alla  inflan^a ,  che  gli  faceuano  della  pace,  effere  con- 
tento che  la  trattale  il  I{e  d'Inghilterra ,  il  che  da  loro  fu  accettato  :  mandò 
il  terzo  dì  d'Agoflo  il  Generale  in  Italia,  <&  quattro  dipoi ,  Veri  di  Mi- 
gliati ,  l'uno ,  &  l'altro ,  fecondo  fi  diceua,  con  commefìione  al  Viceré  per  la 
fi  VkVr e   er  Uberationc  del  Tontefice ,  &  reftitutione  di  tutte  le  Terre ,  &  Forte^e  oc- 
la  liberation  cupategli ;per  la  foftentatione del  quale  confentì  anche  che  il  TSfuntio  fuo 
del  Papa.        gli  mandafle  certa  fomrna  di  danari  effatta  dalla  collettoria  di  quelli  Bgami ,. 
i  quali  nelle  corti  haueuano  dinegato  di  dare  a  Cefare  danari .  Tafiò  in  que- 
fto  tempo  alla  fine  di  Luglio  il  Cardinale  Eboracenfe  aCàles  con  mille-  dugen 
to  caualli,  incontra  il  quale  il  B^e  di  Francia ,  uolendo.  nceuerlo  honoratiffi- 
mamente ,  mandò  il  Cardinale  del  Loreno  .andò  poi  il  Bg  in  A^micns  a  tre 
Cardinale  E-  £  Agofto  ;  doue  il  feguente  dì  entro  Eboracenfe  congrandiffima  pompa ,  ac- 
ab bocca  col  credendogli  ancora  la  si imatione  l'hauer e  portato  feco  trecento  mila  feudi 
Re  in  Aiiiìés.  ver  le.  ffe  fé  occorrenti ,  &  preflarne  al  I{e  di  Francia  bifognando .  Trattoffi 
tra  loro  quello ,  che  apparteneva  alla  pace  ;  &  quello ,  che  apparteneua  alla 
guerra.  Et  ancora  che  i  fini  delire  di  Francia  fujfero  diuerfi  da  quelli  del 
*~  }\e  d'Inghilterra  ;  perche  per  confeguire  i  figliuoli  har  ebbe  lafciato  il  Tontefi 

ce,&  Italia  in  preda;nondimeno  era  slato  necefjìtato  promettergli  di  non  fa- 
re accordo  alcuno  con  Cefare  ftn^a  la  liberatone  del  Tontefice;però  hauendo 
mandato  Cefare  al  I{e  d'Inghilterra  gli  articoli  della  pace,  gli  fu  rifpofto  in 
nome  commune,che  accetterebbono  la  pace  con  le  r eflit utione  de*  figliuoli, pa 
gandoli  in  certi  tempi  due  milioni  di  ducati  :  la  liberatane  del  Tontefice,  & 
dello  Stato  Eccleftaftico  ;  la  conferuatione  di  tutti  gli  Stati ,  &gouerni  d'Ita 
lia,come  erano  di  prefente&  finalmente  la  pace  uniuerfale;  &fi  cóuenne  tra 
loro, che  accettàdo  Cefare  quefti  articolila  figlia  del  I{e  d'Inghilterra  fi  deffe 
per  moglie  al  Duca  d'Orltens;perche  anderebbe  innari  il  matrimonio  del  I{e 
con  la  f or  ella  di  Cefare^-  ma  non  fuccedendo  la  pace,  fi  dejfe  per  moglie  al  I{e:  ì 
quali  articoli  mandati ,  dinegarono  di  concedere  faluo  condotto  a  uno  huomo 
il  quale  Cefare  chiedeua  mandare  in  Francia,rifpondendo  baftaregli  fujfero 
flati  mandati  quegli  articoli  :  li  quali  non  effendo  flati  accettati  da  Cefare , 

fuil 


T>  E  C  1  M'O       0  T\T  ^  V  0.  109 

fu  il  decimò  ottano  dì  d' \Agofio  giurata ,  &  publicatafolennemente  la  pace,  H  Re  di  Fran 
&  la  confederatone  tra  l'uno  He ,  &  l'altro  ;  &  deliberarono  che  la  gucr-  *g \£££. 
ra  di  Italia  fi  facefie  gagliardamente ,  hauendo  per  obietto  principale  la  li-  tibéraao  la  * 
beratione  delTontefice  ;marimettendo  liberamente  i  modi,  &ime^i  del  guerra d'Ita- 
profeguìrla  nel  configlio  di  Lautrech;  il  quale  innanzi  alla  partita  fina  baite-  "a- 
uà  ottenuto  dal  I{e  tutte  le  jpeditioni  domandate  ;  perche  il  I{e  fi  metieua  a 
fare  sforzo  ultimo,  &quafi  perentorio.  Volle  ancora  Eboracenfe,  che  in 
campo  andafk  per  il  fuo  I{e  il  Caualiere  Cafale  ,  al  quale  fi  indir  i^ajiero  i 
trentaduemila  ducati  pagana  ciafeuno  me  fé  per  epere  certo  ni  fufie  il  nume- 
ro intero  degli  Marnami.  Cofi  riabilito  il  modo  della  guerra  d'Italia,  par- 
ti  Eboracenfe ,  fpedito  alla  partita  [uà  il  Trotonotario  Gambero  al  Tontefi- 
ce  per  confortarlo  a  farlo )  fuo  Vicario  uniuerfale  in  Francia, jn  Inghilter- 
ra ,  &  in  Germania ,  mentre  siaua  in  prigione  ;  a  che  il  P^e  di  Francia  dimo 
sìraua  confentire ,  ma  in  fecreto  contradiceua .  Faceuanfi  intrattanto  po- 
che f anioni  di  guerra  in  Italia ,  efìendo  grande  la  emettanone  della  uenuta 
di  Lautrech  :  perche  l'efiercito  Imperiale  di for dinato  ,&  depofta  l'ubbidien 
za  4  Capitani ,  graue  agli  amici ,  &  alle  Terre  arrendine,  non  fi  mouendo 
non  era  a  nimici  d'alcuno  terrore  :.  i  fanti  Spagnuoli ,  &  gli  Italiani  fug- 
gendo la  contagione  della  pefie  fi  ftauano  \}arfi  intorno  a  Bgma .  il  Trinci- 
le d'Oranges  con  centocinquanta  caualli  era  andato  a  Siena ,  &  per  fuggire 
la  pefiilenza ,  &  per  tenere  ferma  quella  Città  a  deuotione  di  Cefare  ;  doue 
prima  haueua  mandato  alcuni  fanti  :  perche  il  popolo  di  quella  Citta  folleua 
to  da'  Capi  feditiofi  haueua  tumultuo famente  faccheggiato  le  cafe  de  Citta-  % 

dini  del  Monte  de  l^pue,&  ammalato  Tietro  Borghefi  Cittadino  diau-  J^$E£° 
torità  infieme  con  un  figliuolo  ;  &  fidici,  o  diciotto  altri.  In  B^ma  reflaua- 
no  folamente  i  Tedefchi  pieni  di  pefie  ;  i  quali  efiendo  fiat  ifatis fatti  con  gran 
diffima  difficultd  dal  Pontefice  de  primi  cento  cinquantamila  ducati ,  parte 
con  danari ,  parte  con  partiti  fatti  con  mercatanti  Genouefi  fopra  le  deci- 
me del  I{egno  di  ^apoli ,  &  fopra  lauendita  di  Beneuento ,  dimandauano 
per  il  refio  de  danari  douuti  altre  ficurtà ,  &  altro  afiegnamento,  che  la  im 
pofitione  in  fu  lo  Stato  Ecclefiafiico  ;  cofe  impoffibili  al  Tontefice  incarcera- 
to; però  dopo  molti  minacci  fatti  a  glifiatichi,  &  il  tenergli  incatenati  statìchidcl 
congrandiflìma  acerbità,  li  condufsono  ignominiofamente  in  Campo  di  Fio  -  Papa  ftratiati 
re ,  doue  rizzarono  le  forche ,  come  fé  incontanente  uole fiero  prendere  di  in  Roma. 
loro  quello  fupplitio .  Vfcirono  di  poi  tutti  di  B^rm  fenza  Capitani  d 'auto- 
rità per  allargar  fi  >  &  rinfrefearfi  più  che  per  fare  fattione  d'importanza  : 
&  hauendofaccheggiato  le  Città  di  Terni, et  di  7^arni;Spuletofi  accordò  di^ 
dare  loro  pafso ,  &  uettouaglik .  Vero  l'efiercito  de  Collegati  per  ficurta 
di  Terugia  andò  ad  alloggiare  a  Tontenuouo  di  là  daTerugia ,  il  quale  pri- 
ma alloggiaua  in  fui  Lago  di  Terugia,  ma  diminuito  ricetto  all' obligat ione 


11 


HO  L    I  B   B^O 

de'  Collegati  mollo  dì  numero  :  perche  col  Mar  che fc  erano  trecento  lance  3& . 
trecento  arcieri  Fr  ance  fi  y  tremila  Suiz.'^eri,  &  mille  fanti  Italiani:  col 
Duca  d  '  Vrbino  cinque  mila  h uomini  d  '  arme  y  trecento  caualli  leggieri  > 
mille  fanti  .Alamanni ,  e>  dumila  Italian  i  yjcufandoji  i  Vinitiani ,  chefup- 
f  lutano  alla  loro  obligatione  con  le  genti  teneuano  nel  Ducato  di  Milano . 
Haueuano  i  Fiorentini  ottanta  huomini  d'arme y  cento  cinquanta  caualli 
leggieri  y  &  quattro  mila  fanti  y  necejftandogli  a  slare  meglio  proueduti , 
che  gli  altri  il  timor  e, eh  e  haueuano  continuamente  >  che  l'efferato  Imperia- 
le non  affaltaffe  la  Tofana  ;  però  pagauano  a tempi  debiti  le  genti  loro y  di 
chefaceuano  il  contrario  tutti  gli  altri .    Ma  il  Duca  d'orbino  oltra  le  fue 
antiche  difjìcultdera  in  grandijfmo  difpiacere y  &  quafi  differatione  y  Ca- 
pendo cheilite  di  Francia  y  &  Lautrechnon  parlauano  honoratamente  di 
t     II  Re  dì    luì  ;  ma  molto  più  perche  era  in  mali/fimo  concetto  appreffo  a'  V  initianì  ;  i 
iJiutrech  no    ciua^1  mf°^ttltl  °  della  fede y  o  della  inftabilitd  fua  3  haueuano  rneffa  diligen 
parlauano  ho   te  guardia  alla  moglie  3  &  al  figliuolo  y  che  erano  in  Vinegia  y  perche  non 
norat amente  partiffero  fenzalicentia  loro  ;  &  dannauano  feopertamente  il  fuo  conjìglio; 
del  Duca  di      cfo  eYCliC]K  Lautrech  fenza  tentare  le  cofe  di  Lombardia  andajje  uerfo  l\o~ 
i    Vinitiani  ma  •  epero  dormiua  ogni  coja  otiofmente  in  quello  esercito  y  hauendo  per 
dannano  il  co  gratia ,  che  gli  Imperiali  non  uenijfero  più  innanzi  ;  i  quali  non  molto  poi  ri- 
figli  o  del  Du    ceuuti  dal  March  e  fé  del  Guafto  y  che  andò  all' efferato  y  due  feudi  per  uno  , 
ca  d' Vrbmo.  y£  ne  Yitornarono  i  Tedefchi  male  concordi  con  gli  Spagnuoli  a  [{orna  ;  reflan 
dogli  Spagnuoli  3  <&*gli  Italiani  diflefi  ad  ^Aluiano y  a  figliano  y  Casìiglio 
ne  della  Teuerina  y  &  uerfo  Bolfena ,  ma  diminuito  tanto  il  numero  y  mafti- 
mamentede'  Tedefchi  per  la  pefle  y  che  fi  credeua  y  che  in  tutto  V efferato  di 
Ce  far  e  nonfuffero  reflati  più  the  diecimila  fanti  y  ma  innanzi  alla  partita  lo- 
ro feciono  i  Capitani  de'  Confederati  uno  atto  degno  d'eterna  infamia; per- 
che effendo  Gentile  E  agl'ione  ritornato  ini?  erugia  con  uolontd  d'Oratio;  il 
quale  affermando  y  che  le  difeordie  tra  loro  erano  pernitiofe  a  tutti  y  baueutf 
G     1  fr  tel°    dimoflrato  dì  riconciliar  fi  feco  y  n'andò  con  confentimento  di  tutti  i  Capitani- 
lo ,  &  nipotf    Federigo  da  Botole  a  fargli  intendere y  che  hauendo  prefentito  y  che  egli 
morti  igno-  trattaua  occultamente  co'nimiti  y  intendeuano  d'afficurarfi  di  lui; ancora 
miniofaméte  che  egli  fi  giusìificaffe  y  &  prometteffe  d'andare  a  Castiglione  del  Lago;  & 
lo  lafciò  in  guardia  a  Gigante  Corfo  Colonnello  de'  Vinitiani  ;ma  la  fera  me- 
defima  fu  ammazzato  con  due  nipoti  da  alcuni  fatelliti  d'Oratioy  &  per  fua 
commeffwne  :  ilquale  fece  ne'  mede  fimi  dì  ammalare  fuori  di  Verugia  Ga 
leotto  fratello  di  Braccio ,  &  nipote  ancora  egli  di  Gentile .  Mandarono  di 

leTé^tide'Col  PoiSentcPerentrare^Camer^no^  intefoeffere  morto  il  Duca;  ma  erapre- 
legaVintorno  uemto  Sforma  B agl'ione  in  nome  de  gli  Imperiali  ;<&  n'entrò  poi  Sci  arra 
afcrugia.        Colonna  per  conto  di  B^dolfo  genero  fuo ,  figliuolo  naturale  del  Duca  mor- 
to •ydffaltarono  foi  il  Marchefe  di  Saluto  y  &  Federigo  con  molti  cauaU 


DECIMO     OTTAVO.  in 

//  y  &  con  mille  fanti  di  notte  la  Badia  di  San  Tiero  uicina  a  Terni yne\\a  qu.t 
le  erano  Tiermaria  I{pffo y  &  <Àleffandro  Vitello  con  dugento  caualli  ,  & 
quattrocento  fanti .  la  quale  imprefa  per  fé  temeraria  >  perche  con  tale  pre- 
lidio  non  era  ejpugnabile  fé  non  con  l'artiglierie  y  rendè  felice  o  la  fortuna,  o 
la  imprudenza ,  o  l'auaritia  di  quei  condottieri;  i  quali  bauendo  il  dì  medefi 
mo  mandati  cento  cinquanta  arcbibujìeri  a  fogliare  uno  Caflello  uicino  , 
s'erano  priuati  delle  genti  neceffarie  alla  difefa .  però  benché  fi  fuffero  difefi 
molte  bore ,  fi  dettono  a  difcretione ,  faluo  pero  "Piermaria  Roffo  ,  <&  Jllef-  t  Piermaria 
fandro  Vitello  conte  robbe  loro  ;  feriti  L'uno ,  &  l'altro  d'archibufi;  ilpri-  J^0?0'^^ 
mo  in  una  gamba  ,  l'altro  in  una  mano .  T^el  quale  tempo  bauendo  rotto  il  lo  fcriti; 
fiume  del  Tenere  per  tre,  o  quattro  bocche  inundb  con  grandìfììmo  danno  il 
campo  della  Lega ,  il  quale  andò  ad  alloggiare  ucrfo  *Afcefi ,  effendo  ancora 
gli  Imperiali  fra  Terni ,  &  Ts(arni  :  poi  fatti  fi  innanzi  alloggiò  il  Duca  dì 
Vrbino  a  J^arni  ,  i  Francefi  a  Beuagna  ;  le  bande  nere  goucrnate  da  Oratio 
Paglione  Capitano  Generale  della  fanteria  de'  Fiorentini ,  non  bauendo  rice 
uutto  alloggiamento ,  entrate  nella  Terra  di  Montefalco ,  la  facebeggiaro- 
no .  ^Affatto  poi  una  parte  di  quefli  fanti  la  Treffe ,  nel  quale  Caflello  erano 
ritirati  Ridolfo  da  Varano  y  &  Beatrice  fua  moglie  :  i  quali  non  potendo  di- 
fenderli s'arrenderono  a  difcretione  y  benché  poco  dopo  ricuper  afferò  la  li- 
bertà ;  perche  Sciarra  non  potendo  più  foflenerfi  in  Camerino  per  le  mole- 
ftie  riceueua  da  quello  efferato  y  fi  conuenne  di  rilafciarlo  y  ricuperando  il 
Genero  y  &  la  figliuola .  Tentarono  anche  il  Marchefe  di  Saluto  y&'Fe 
derigo  con  la  caualleria  Fr ance  fé  y  &  con  dumila  fanti  di fualigiare furtìua- 
mznte  la  caualleria  Spagnuola ,  alloggiata  in  Monte  ritondo y&  in  Lamenta 
no  few^a  guardie  y  &fenzafcoltey  fecondo  riferiua  Mario  Orfinoycamino  dì 
tre  giornate  y  ma  feoperti  y  perche  procedeuano  con  poco  ordine  ;  non  tenta- 
ta la  f anione  tornarono  indietro  y  bauendo  disegnato  per  priuarli  della  f acuì  progredì  de 
td  del  fuggire,  di  tagliare  in  un  tempo  medefimo  il  Tonte  del  Tener  one.l^pn  Pefiercico  de. 
erano  siate  molte  diuerfe  da  quesie  tutta  la  siate  le  operationi  de' foldati  di  ?°IIcA^.in 
Lombardia  ;  doue  le  genti  de  Vinitiani  y  &  del  Duca  congiunte  infume  ap-    om  ar  l*' 
preffo  a  Milano  con  intentione  di  tagliare  i grani  di  quel  Contado  y  baueuano 
rotto  lafcorta  delle  uettouaglie  y  morti  cento  fanti,  prefi  trenta  buomini  d'ar 
me,  &  trecento  caualli  tra  utili, &  inutili;ma  non  proceder ono  più  oltre  con 
tra  frumenti ,  perche  le  genti  de  Vinitiani  fecondo  il  cosiume  loro  prefio  di- 
minuirono :  Andrea  Doria  con  l'armata  fua  s'era  ritirato  uerfo  Sauona;i 
Genouefi  con  quefìa  occafione  baueuano  recuperata  la  Spetie .  Ma  comincia-  Lautrec!l  ^ 
rono  poi  a  rifcaldare  le  cofe  di  Lombardia  per  la  paffata  di  Lautrech  nel  Vie-  torno  ai  ^ 
monte  con  una  parte  dell' efferato;  il  quale  per  nonflare  otiofo  mentre  che  feo  Terra  del 
a$ettailrejlo,fipofea  campo  ne  primi  dì  del  mefe  d'Ugoflo  alla  Terra  £°flnt^.fA" 
dtlBofconel  Contado  di  jLkfiandria\  nella  quale  erano  a  guardia  milk  c-a5iia^ 


II*  L  I  B  1^0 

fanti 3  la  maggiore  parte  Tedefcbi 3  i  quali  fi  difendeuanocon  fomma  oflina 

tione ^perche  Lautrech 3fdegnato 3  chehaueuano  morti  alcuni  Sui^eriy 

ricufaua  di  accettarli  fé  non  fi  rimttt  tuono  liberamente  alla  fua  difcretione; 

&  fummìnifiraua  loro  fiejfi  auifi  3  &  daua  animo  Lodouico  Conte  di  Lodro 
+  Lodouico  ne  3  propoflo  alla  di  fé  fa  di  *Aleffandria;  perche  nel  Bofco  erano  rinchiufi  la 
Conte  di  Lo-  moglie  3&i  figliuoli  .finalmente  ueffat  idi  3&  notte  dalle  artiglierie,  & 
ftoTil/dtfefa  temend°  delle  mine  3  poi  che  bebbono  tollerato  dieci  dì  tanto  trauaglio ,  fi  ri- 
d' Alexandria  meffono  in  arbitrio  di  Lautrech  ;  il  quale  ritenne  prigioni  i  Capitani ,faluò  la 
+  Bofco  di  uita  a  fanti  ,*  ma  con  conditione  3  che  gli  Spagnuoli  ritornaffero  in  Ifpagna 
Alexandria  fi  p€r  uja  fa  prancìa  y  j  Tedefchi  in  Germania  per  il paefe  de  Sui^tri3  <&  cia- 
trech  feuno  d'effi  3  fecondo  l'ufo  della  iattanza  militare  3  ufeiffe  del  Èofco  fen^a  ar-r 

me  con  una  canna  in  mano  ;  ma  al  Conte  Lodouico  reflituì  liberalmente  la  mo 
Succedi  di  glie  3  &  i figliuoli .  Seguitarono  quefto  acquìfto  fucccffi  profferì  delle  cofe  dì 
Genouapro-  Genoua  ;perche ejfendo  arriuate in  Tortofino  cinque  « laui 3  che andauano  a 
fpcn  per  Fra  Qmom  %  cariche  quattro  di  frumenti 3  e^  una  di  mercatantie  ;  &  perche  fi 

conduceffero  falue 3  ejfendo  andate  noue  Galee  da  Genoua  per  accompagnar- 
t  CefareFre  ^  »  accadde  che  hauendo  hauuto  auifo  3che  Ce  fare  Fregofo  s'accoflauaper 
gofo  s'acco-  terra  a  Genoua  con  dimila  fanti  3  ui  fi  riducono  quafi  tutti  quelli  3  che  erano 
ira  a  Genoua   in  Tortofino 3  abbandonando  /' 'armata  :  il  che  dette  occafione  ad  ^Andrea  Do 

ria  di  ferrarle  con  le  Galee  fue  nel  Torto  medefimo  ;  doue  conofeendo  non  pò 


con  duemila 


anti. 


t  Andrea      tere  refiflcre  difixrmarono  le  Galee ,  &  meffono  le  genti  in  terra  :  cofi  delle  na 
Dorìa  prede  ut  Galee  effendone  abbruciata  una  3  l'altre  uennono  inpoteflà  de'  nimici  con 
le  galee ,  &  le  \o  naui  cariche  di  frumenti  3  &  con  la  caracca  lufliniana  3  che  uenuta  di  Le 
p3Ul  ^no  m  uante  fi  diceua  ejfere  ricca  di  centomila  ducati .  *Alla  quale  fattione  furo- 
no anche  altre  Galee  Francefila  le  quali  hauendo  prefe  prima  cinque  nani  ca- 
riche di  Grani  3  che  andaiwio  a  Genoua  3  s'erano  poi  pofle  a  ridojfo  di  Code- 
monte  fra  Tortofino  3  &  Genoua  ;  ne  quali  dì  ancora  certi  fanti  condotti  da 
t  Soldati  de  &*  -.Adorni  per  mettergli  in  Genoua  furono  rotti  a  Triacroce  3  luogo  fituato 
gli  A  domi      in  quelli  monti .  Quefia  calamità  oltra  tante  altre  perdite  3  &  danari  di  ua- 
rotti  a  Pria-  rij  legni  priuò  i  Genouefi  ridotti  in  ultima  efiremità  totalmente  di  fperan^a 
di  poter  fi  più  foflenere  ;  non  oflante  che  ne'  medefimi  dì  Ce  far  e  Fregofo  acco- 
t  Antonìot-  flaiofi  a  $an  fiero  della  I\ena  fuffe  slato  cofiretto  a  ritirarfi  ;  ma  fpauentan- 
to  Adorno  fi  doli  più  la  fame  3  che  le  for^e  de  nimici 3  coftretti  dall'ultima  neceffità3man 
ritira  in  Ca-  darono  a  Lautrech  ^Ambafciadori  a  capitolare  :  ritiroffi  *Antoniotto  ^4dor- 
ftelletto.         no  £0ge  rei  caflelletto  ,•  <&  pofati  i  tumulti  per  opera  mafjimamente  di  Fi^ 
nata  fotro  il  ^tfmo  Doria  3  che  u'era  prigione  3  la  città  ritornò  fiotto  il  dominio  del  F^e  dì 
dominio  dì    Francia  >  Unitale  ui  deputò  Gouematore  Teodoro  de  Trittici .   ^Accoftojfi 
Tran  eia.         poi  Lautrech  ad  *Alef]hndrìa  3  hauendo  nell'efferato  fuo  la  condotta  d'otto- 
Eflercito  di     mna  sui^eri  3  i  quali  continuamente  diminuìuano  3  diecimila  fanti  di  Tie 
tro  Js^auarra  j  &  tremila  Guafconi  condotti  di  uuouo  in  Italia  dal  Barone  di 

Eternai 


DECIMO       OTTAVO.  iij 

Blerna  ;  &  tremila  fanti  del  Duca  di  Milano .  Erano  in  *Aleffandria  mille 
cinquecento  fanti ,  i  quali  per  la  perdita  degli  ^Alamanni  ,  che  erano  nel  Bo 
fco  s'erano  molto  inai  liti  ,•  ma  ejfendouipoi  entrati  per  i  colli ,  che  erano  uici- 
ni  alla  città  ,  cinquecento  fanti  con  ^Alberigo  da  Belgioiofo ,  haucuano  ripre  t     Alberigo 
fo  animo ,  &  difende uan fi  gagliardamente  ;  ma  raddoppiata  la  batteria  da  da  Belgioiofo 
più  parti  per  la  uenuta  all'efferato  delle  artiglierie ,  &  delle  genti  de  Vi- 
nitiani  ;  benché  ne  per  terra  ne  per  mare  corrijfondejfero  al  numero,  al  quale 
erano  obligati  :  &  moleftandola  ferocemente  nel  tempo  medefimo  con  le  trin 
cee  ,  &  con  le  mine ,  come  fempre  in  qualunque  oppugnatane  faceua  Vie-  gna  *  Al  ff    * 
tro  7{auarra ,  furono  quelli  di  dentro  corretti  ad  arrender  fi  faluo  l'haue-  dria. 
re ,  &  le  perfone .    L 'acquiflo  d' *Aleffandria  dimoftrò  tra  i  Confederati  prin 
àpio  di  qualche  contentane .  perche  disegnando  Lautrech  lafciarui  a  guar- 
dia cinquecento  fanti ,  perche  hauejfero  in  qualunque  cafo  uno  ricetto  ficuro 
degenti  fine,  &  quelle  che  ueniuano  di  Francia  commodità  di  raccorfi,  & 
riordinarfi  in  quella  Città  ;infojpettito  l'Oratore  del  Duca  di  Milano,  che 
quefio  non  fujj'e  principio  di  uolere  occupare  per  il  fuo  B^e  quello  Stato  ,  con- 
tradire  con  parole  efficaci,  &  con  protejle  ;  &  rifentendofene  quafi  non  meno 
di  lui  l 'Or atore Finitiano ,  interponendofene ancora  quello  di  Inghilterra, 
cede  Lautrech ,  benché  con  grane  indignatane ,  di  lanciarla  libera  al  Duca  t    Indigna- 
di  Milano  ;  cofa  che  fu  forfè  di  molto  pregiuditio  a  quella  imprefa .  perche  è  tlonc  di  Lau- 
oppenione  di  molti ,  che  più  negligentemente  attendere  all'acquilo  di  Mila-  Ìrec \  ^°ntr.a 
no  o  per  fdegno ,  o  per  riferuarlo  a  tempo ,  che  fenica  rifletto  d'altri  potefìe 
tirarlo  a  fuo  profitto .  Dopo  la  perdita  d'  .Alexandria  non  e  fendo  dubbio  che 
Lautrech  fi  dirigerebbe  alla  imprefa  di  Milano ,  o  di  Tania ,  è  fama  che 
Antonio  de  Le  uà ,  col  quale  erano  cento  cinquanta  huomini  d'arme,&  cin- 
quemila fanti  tra  Tedefchi,  &  Spagnuoli,  diffidandofi  di  potere  difendere 
Milano  con  fi  poca  gente ,  &  con  tante  difficultà ,  pensò  di  ritirarfi  a  Tauìa; 
nondimeno  confiderando  efiere  poche  uettouaglie  in  Tania,  ne  poterfiin 
quella  Cictà  foflentare  l'efiercito  con  l' efior  foni,  come  acerbijfmamente 
haucua  fatto  a  Milano ,  delibero  finalmente  di  fermaruifi  ;  &  mando  alla 
guardia  di  Tania  Lodouico  da  Belgioiofo,&  a  Milanefi,  i  quali  nolfono  com  f  Lodoufco 
per  are  con  danari  la  licenza  di  partirfi ,  la  concedette .  Ma  Lautrech,  ben-  da  Belgioiofo 
che  molto  diminuito  di  Sui^jeri  procedendo  innanzi  occupò  Vigeuene ,  &  *\la  §uar<to 
poi  fatto  uno  Tonte  fopra'l  T efino ,  &  per  quello  pafiato  l'efiercito  s'inuio    l   au*a* 
uerfo  Benerola ,  uilla  propinqua  a  quattro  miglia  a  Milano  ;  dimofirando  di 
uolere  andar  e,  come  lo  confort  anano  iVinitiani,  a  campo  a  quella  Città, 
ma  neramente  refioluto  a  quella  deliberatione ,  che  gli  parefie  più  facile, ma 
hauendo  intefo  com?  fu  appropinquato  a  otto  miglia  a  Milano ,  il  Belgioio- 
fo hauerui  la  notte  dinanzi  mandati  quattrocento  fanti ,  in  modo  che  in 
Tania  non  erano  reflati  fé  non  ottocento  >  uoltato  il  camino ,  andò  il  dì  fé* 

H 


114  '  L  I  B  B^O 

Lautrech  a  Pa  guaite ,  che  fu  il  uigefimo  ottano  dì  di  Settembre 3  al  monafierìo  della  Cér~ 
tofit  ;  &  da  poi  con  celerità  grande  fi  pò  fé  a  campo  a  Vania  ;  al  foccorfo  del- 
la gitale  Città  bauendo  ^Antonio  de  Lena  3  come  intefe  la  mntatione  di  Lau- 
trech 3  mandato  tre  bandiere  di  fanti 3  non  potettono  entrami  :  in  modo  che 
per  il  picciolo  numero  de*  difcvfori  non  pareua  poter  fi  refiflere  :  &  nondime- 
no il Belgioiofo Supplicandolo  il  popolo  della  Città,  che  permettere  loro, 
che  per  fuggire  il  facco 3  e^  la  diftr unione  della  Città  s'accordafjero  >  lo  ri- 
cusò .  ma  bauendo  Lautrech  continuato  di  battere  quattro  dì  >  &gittato  in 
terra  tanto  muro 3  che  i  pochi  difenfori  non  baflauano  a  ripararlo  y  alla  fini: 
il  Belgioiofo  mandi  uno  Trombetta  a  Lautrech  ;  //  quale  non  bauendo  potu- 
to parlargli  cofi  prefla  3  perche  per  forte  era  andato  nel  Campo  de'  Vinitia-- 
ni  3  i  foldati  accofiatifi  entrarono  nella  Terra  per  le  rouine  del  muro  :  il  che 
,  uedendo  il  Belgioiofo  aperta  la  porta  ufo  ì  fuor  a  ad  arrender  fi  a  Francefi  3  da' 

e^da^Fran  ^^  fH  man^Cit0  prigione  a  Genoua .  la  Città  andò  a  facco  3  &  ni  fu  per  ot- 
cefi  &  il  Bel-  to  dì  continui  ufata  da'  Francefi  crudeltà  grande  3  &  fatti  molti  incendvj  per 
gioiofo  man-  memoria  della  rGtta  riceuuta  nel  Bar  co .  Difputofiì  poi  fé  era  da  andare  alla 
dato  prigione  imprefa  di  Milano ,o  da  procedere  uerfo  Iberna.  Inflauano  i  Fiorentini  che  an 
+  Confultà  fé      §e  ^man^jper  timore  3  che  fermandofi  Lautrech  in  Lombardia  l'efferato 
era  da  proce-  Imperiale  non  ujciffe  di  l\pma  a  danni  loro  :  contradiceuano  i  Vinitiani  3  & 
dere  all'ini-    il  Duca  di  Milano  uenuto  fpontaneamente  a  Tania  a  fare  quefia  infian'^a , 
preia  di  Mi-     allegando  l'opportunità  grande  3  che  s'haueua  di  pigliare  Milano ,  &  il  prò 
fitto  che  fé  ne  traheua  ancora  alla  imprefa  di  Ts^apoli  ;  perche  prefo  Milano 
non  reflaua  fperan^a  agli  Imperiali  d' battere  foccorfo  di  Germania;  ma  re- 
cando aperta  quefia  porta  s'haueua  fempre  a  temere  3  che  uenuto  da  quella 
banda grofib  efferato  o  non  mettere  in  pericolo  Lautrech  3  o  non  lo  diuertiffe 
dalla  imprefa  di  l^apoli  :  il  quale  riffiofe  effere  necefiitato  ad  andare  innanzi 
per  i  comandamenti  del  fuo  I{e  3  &  del  F^e  de  Inghilterra  3  che  principalmen 
tè  l'haueuano  mandato  in  Itali  a  per  la  liberatone  del  Tontefice;  alla  quale 
deliberatione  fi  crede  lo  poteffe  indurre  il  foretto  3  che  fé  s'acquiftaua  il  Du 
cato  di  Milano  3  i  Vinitiani  riputandofi  afficurati  dal  pericolo  della  grande^ 
Sjjs  di  Cefare  3  non  fuffero  negligenti  ad  aiutarlo  alla  imprefa  del  F^egno  di 
Trapeli  3  &  forfè  non  meno  il  parere  al  I\e  effere  utile  alle  cofefue ,  che  Frati 
xefeo  Sforma  non  ricuperaffe  interamente  quello  Stato  ;  acciò  che  reflando  a 
lui  f acuità  d'offerire  di  lafciarlo  a  Cefare  3  confeguiffe  più  facilmente  la  li- 
berazione de' figliuoli  pernia  di  accordo  \il  quale  continuamente  fi  tratta- 
DI mande  d'    ua  aPPrcff°  a  ^efare  Pcr  gk  Oratori  Francefi  3  Ingbilefi ,  &  Vinitiani .  Ma 
Cefare  nel       ™  ciueft°  trattato  nafceuano  molte  difficultà;  perche  Cefare  faceua  infian- 
irattare  Tac-    %a  3  che  la  caufa  di  Francefco  Sforma  fi  uedefi'e  di  ragione  3  &  che  penden- 
cordo  co'Col  te  la  cognitione  fuffe  poffeduto  da  fé  tutto  lo  Stato  3  promettendo  in  ogni  ca- 
c£atl#  fidi  non  lo  appropriare  a  fé  medefimo:  dimandata,  che  i  Vinitiani  pa- 


decimo    o  r  r  u  v  o.  ìi> 

gajfero  all' arciduca  il  refto  de'  dugentomila  duciti  dolutigli  peri  Capitoli 
di  V 'ormatici  \  il  che  i *  Oratore  Veneto  nonricufaua  adempiendo  l'arcidu- 
ca ,  &  ufiituendo  i  luoghi  a  che  era  obligato .  Dimandarla  che  a  Fuorusci- 
ti loro  3  come  già  era  [iato  conuenuto ,  o  refiituiffero  centomila  ducati \o  con- 
fegnaffero  entrata  di  cinque  mila .  Vagafiero  a  lui  quello  erano  debitori  per 
la  corife deratione  fatta  feco 3  la  quale  uoleua  fi  rinouaffe .  I{eflituifJero  al- 
la Chic  fa  ì\auenna  3  &  rdafciafftro  quanto  teneuano  nello  Stato  di  Milano . 
Dimandaua  a  Fiorentini  trentamila  ducati  per  le  fpefe  fatte  3  &  danni  ha- 
uuti  per  la  lo  ro  inofferuanTa .  Confentiua  eh  e  il  I{e  di  Francia  pagaie  al  I\e 
d'Inghilterra  per  lui  il  debito  de  quattrocentocinquantamila  ducati  ]  del  re- 
fio  fino  in  due  milioni  dimandaua  oflaggi .  Voleua  le  dodici  Galee  del  f{e  di 
Francia  per  l'andata  fila  in  Italia ,  ma  non  più  ne  caualli  3  ne  fanti ,-  &  che 
fubìtoche  fujfe  slipulata  la  concordia  fipartifjerotuttele  genti  Francefi  di 
Italia  ;  il  che  il  I{e  ricufaua 3  fé  prima  non  gli  erano  reflituiti  i  fuoi  figliuoli, 
le  quali  dimande  quando  fi  jperauamitigajfc  la  perdita  d' Meffandria  3  &  AmmoCukdi 
di  Vania  ;  lo  fece 3  fecondo  il  co  fiume  fuo  di  non  cedere  alle  difficultà}piu  per  Cefare. 
tinace;  inmodo  che  effendo  uenuto  a  lui  il  quintodecimo  dì  d'Ottobre  d'In- 
ghilterra l' auditore  della  Camera  a  follecit are  in  nome  di  quelite  la  libe- 
ratane del  ^Pontefice ,  rifpofe  hauere  proueduto  per  il  Generale  3  <&■  che  quan 
to  all'accordo  non  uoleua  ne  per  amore  3  ne  per  forza  alterare  le  conditioni  3 
che  haueua  propofte  prima .  Ma  certamente  fi  comprendeua  non  effere  Ce-  ^  Dimorfo 
fare  molto  inclinato  alla  pace ;  per 'che  contrala  potenza  de'  rumici  gli  da-  dlGcIarc' 
uano  animo  molte  cagioni  y  per  che  confidaua  hauere  a  refiftere  in  Italia  per 
la  uirtà  del  pio  efferato 3  &  per  la  facilità  del  difendere  le  Terre  :  potere 
fi-mpre  con  piccioli  difficultà  fare  paffare  nuoui  fanti  Tedefchi  :  effere  ejhau 
fti  il  ì\e  di  Francia  3  &  i  Vinitiani  per  le  lunghe  fpefe  :  le  prouifioni  loro  po- 
rrle è  confueto  nelle  leghe  3  interrotte 3  &  diminuite  :  confidar  fi  di  potere  efii- 
gere  danari  di  Spagna  a  baftan^a;  conciofia  chefoflentaua  la  guerra  con  fpe- 
fe molto  minori  per  le  rapine  de'  foldati ,  che  gli  auuerfarij  ;  e^  perche  fyera- 
ua  di  di  finire. 3  &  di  fare  più  negligenti  i  Collegati  con  qualche  arte  :  &  fi- 
nalmente molto  fi  prometteua  delia  fua grandi ffima  felicità  comprobata  con 
la  jperien^a  di  molti  anni  y  &pronuntiat agli  con  innumerabili  predittioni 
infino  da  pueritia .  Mainquefio  tempo  Lautrech  follecitaua  3  che  l'arma-  Deliberation 
te  marittime  deftinate  ad  asfaltare  o  la  Sicilia  3  o  il  Bearne  di  K^apoli  prò-  di  Lautrech. 
cedcjfero  innanzi  ;  delle  quali  la  Vinitiana  non  efìendo  le  prouifioni  lo- 
ro ne  per  terra,  ne  per  mare  pari  alle  obligationi3  era  a  Corfù}  &  fedici 
Galee  doueuano  andare  ad  unir  fi  con  ^Andrea  Boria  3  il  quale  afpettaua 
nella  lamiera  di  Genoua  Egn^o  da  Ceri  defiinato  co'  fanti  a  quella  im- 
prefa.  Fumando  poi  Lautrech  in  Francia  quattrocento  Lance  3  &  tre- 
mila fant'^  &  conueme  co'  Vinitiani -,  ì  quali  confort aua  a  reflituire  Bguenr 

H     ij 


l\6  L  I  B  B^O 

+  Tanus  Frc  na  al  Collegio  de9  Cardinali  ;  &  col  Duca  di  Milano,  che  per  difendere  quel- 
l'io con  le  iQ  ^  cjje  s>era  acquifìato  y  tenefkro  le  venti  loro ,  con  le  quali  era  Ianus  Fre* 
SentlL  m^!*  gofo  ,  &  il  Conte  di  Gaiaz?o  in  alloggiamento  molto  fortificato  à  Landria- 
no#  no  y  uilla  uicina  a  due  miglia  a  Milano  ;  per  la  uicinita  de'  quali  non  poten- 

do allargar  fi  le  genti  y  che  erano  in  Milano }  fi  sìimaua  hauerfi  facilmente  a 
guardare  Tauiay  Monda  yBiagrafia  3  M augnano  3  Binafco  y  Vigeuene% 
&  lAleflandrta  :  egli  stabilite  quefle  co  fé  pafiò  con  mille  cinquecento  Sui1^- 
Zeri  >  altrettanti  Tede  fichi  y&  feimila  traFrancefi  &  Guafconi  il  decimo 
ottauo  dì  d'Ottobre  il  To  a  rifeontro  di  Cafiel  San  Giouanni  3  con  intentione 
d'affettarci  fanti  Tede fchi  y  de'  quali  era  arriuata  infinoa  quel  dì  picchia 
parte  ;  &  un'altra  banda  pure  di  fanti  della  medefima  natione  3  i  quali  il  Rg 
di  Francia  haueua  mandato  a  foldare  di  nuouo  in  luogo  de'  Sui^eriygià  rif 
foluti  quafi  tutti  :  dal  quale  luogo  fu  neceffitato  fare  ritornare  di  la  dal  To 
Tietro  lituana  co' fanti  Guafconi  y  e£*  Italiani  al  foccorfo  di  Biagrafìa: al- 
la quale  Terra  cufiodita  dal  Duca  di  Milano ,  Antonio  de  Leua  y  intenden- 
do efsere  male  proueduta  3  era  il  uigefimo  ottauo  dì  d'Ottobre  andato  a  cam- 
po con  quattromila  fanti  y&  fitte  pe^zj  d'artiglieria  ;&ott(  nutah  il  fe- 
condo dì  per  Accordo  fi  preparaua  per  pafsare  nella  Lomellina  alla  ricupera- 
tone di  Vigeuene  y  &  di  ìsfouara  :  ma  intefa  la  uenuta  di  Tietro  l^auarra 
con  maggiori  forze  3  fi  ritornò  a  Milano .  Onde  al  7S[auarra  fu  facile  ricu- 
perar e  Biagr  affa  y  nella  quale  Francefco  Sforma  meffe  migliori  frouifioni. 
•f  Biografia    Vedeuafigia  manifeflamente  differire  indufìriofamente  Lautrech  il  partirfiy 
«{pugnata  da   ^  benché  allegaffe  hauerlo  ritenuto  la  afpettatione  de' fanti  Tedefchi  y  con 
f  "già grafia '  ^na  banda  de'  quali  era  pure  finalmente  uenuto  Valdemonte  y  gli  altri  s'a- 
ricupcrara  da  fpettauano  y  &fi  lamentaffe  per  tutto  delle  picciole  prouifioni  de'  V'initiani, 
Pietro  Na-    nondimeno  fi  dubitaua  ne  fujfe  siato  cagione  l'affettare  danari  di  Francia  : 
uarra-  rnA  \A  cagjone  pH  uera  -3  &  pU  potente  era  y  che  il  J\e  fperando  la  pace  y  la 

pratica  della  quale  era  sirena  con  Cefare  3  gli  haueua  commeffo  y  che  diffimu 
landò  quefla  cagione  procedeffe  lentamente  ;  da  che  anche  era  nato  y  che  il  Bg 
non  era  siato  pronto  a  pagare  la  parte  fua  degli  ^Alamanniy  che  fi  conduce- 
uano  in  luogo  de'  Suiz^eri  3  ne  quelli  y  che  prima  erano  deflinati  a  uenire  con 
Faldemonte .  Con  quefle  o  neceffitày  o  feufationi  fopraflando  Lautrech  a 
"Piacenza  con  le  genti  alloggiate  tra  Tiacenza  y  &  Tarma  ;fi  rimoffe  la  dif- 
ficultà  hauuta  prima  del  Duca  di  Ferrara:  il  quale  che  entraffe  nella  confede- 
ratone haueua  Lautrech  yfubito  che  arriub  in  Italia  y  fatto  inflan'^a gran- 
de; cofa  da  una  parte  defiderata  dal  Duca  per  il  parentado ache  gli  era  propo- 
fto  col  I\c  di  Francia3da  altra  ritenendolo  la  diffidenza,  che  haueua  delualo- 
re  de'  Francefi  3  &  il  fòfpettOycbe  il  E^e  finalmente  per  ricuperare  i  figliuoli 
non  concordaffe  con  Cefare  :  ma  temendo  de  minacci  di  Lautrech  haueua  di- 
mandatoychc -le  cofefuefi  tratt afferò  a  Ferrara3perche  uoleua  maneggiare  le 

cofe 


DECIMO       0  T  T  jl  V  0.  II? 

ce  fé  che  tanto  gli  importunano  da  fé  mede  fimo .  Ter  ciò  andarono  a  Ferra-  +  Gif  Amba 
ragli  <Ambafciadori  di  tutti  i  Collegati y  &  in  nome  de'  Cardinali  congre-  ;?iat°n  ^uc 
gati  a  Tarma  il  Cardinale  Cibò  :  doue  alla  fine  moffo  il  Duca  dal  procedere  ratl'  a  perraI 
innanzi  di  Lautrech  y  sformato/i  di  fare  capaci  il  Capitano  Giorgio ,  &  *An  ra . 
àrea  di  Burgo  che  molto  honorati ,  &  intrattenuti  da  lui  erano  a  Ferrara  Dùca  di  Fcr- 
àallanecejjitàycheloflrigneuaad  accordare  y  accordò  finalmente;  ma  con  *jaras  3pCOr~ 
conditioni y  che  dimagrarono  o  la  induflria  fua  nel  ftpere  bene  negotiare  >  Cja , 
&  che  non  in  nano  hauejje  uoluto  tirare  la  pratica  alla  prefenzafua  yola  cu- 
pidità grande  che  hebbonogli  altri  di  tirarlo  nella  confederatone  ;  nella  qua 
le  entrò  con  obligatione  di  pagare  ogni  mefe  per  tempo  di  fei  mefi  da  fui  a  die 
cimila  feudi y  fecondo  la  dichiaratione  del  Kg  di  Francia  y  il  quale  dichiarò 
poi  di  feimila  ;  &  dare  a  Lautrech  cento  huomini  dì  arme  pagati  :  &  da  al- 
tra parte  s'obligarono  i  Confederati  alla  protettone  di  lui y  &  del  fuo  Stato  ; 
a  dargli  Cotignuola  y  tolta  poco  innanzi  da  Vinitiani  alli  Spagnuoli  in  cam-  ■ 
bio  della  Città  antica,  &  quafi  di sh abitata  d'Adria  >  la  quale  inftant emen- 
te dimandaua  fargli  reftituire  il?  adagi  che  già  pofsedeua  in  Vinegiay  &  in 
Firenze  :  permettergli  contra  .Alberto  Tio  l'acquiflo  della  Forte^^a  di  TS(a 
ni  y  pofla  apprefo  a  confai  del  Mantouano  y  la  quale  allhora  teneua  afiedia- 
ta  .*  pagafìergli  i  frutti  dell' \Arciuefcouado  di  Milano y  fé  gli  Imperiali  mo- 
leftafìero  V  ^irciuefeouo  fuo  figliuolo .    Obligò  il  Cardinale  Cibò  in  nome 
de'  Cardinali  y  iqualiprometteuano  la  rat ificat ione  del  Collegio  ;  il  Tontefice  +  Obliali!  del  \ 
arinuouarelaìnueflituradiFerrara;a  rinuntiare  alle  ragioni  di  Modona  Papauerfo  rt  * 
per  la  compera  fatta  da  Maffimiliano  ;  ad  annullare  le  obhgationi  de  Sali  ;  a  ^uca  ™  Fer 
confentire  alla  protettione ,  che  i  Collegati  prendeuano  di  lui  ;  a  promettere 
per  bolle  .Apofloliche  di  lafciare  pof  edere  a  lui  y  &  a'  fuoi  fuccefsori  tutto 
quello  pofkdeua  ;  &  che  il  Tontefice  farebbe  Cardinale  il  figliuolo  3  &gli 
conferirebbe  il  V e feouado  di  Modona  yuacante  per  la  morte  del  Cardinale 
Frangane  :  con  la  quale  confederatone  fi  congiunfe  il  parentado  di  l\enea  fi- 
gliuola del  FyC  Luigi  y  in  Hercole  fuo  primo  genito  y  col  Ducato  di  Ciar- 
tres  in  dotay  &  altre  honorate  conditioni.  FMrò  anche  ilMarchefe  di  Marcnefe  di 
Mantoua ,  per  la  infian^a  di  Lautrech  y  nella  confederatione  ;  benché  pri-  tra  ^cjj    y  " 
ma  fi  fufse  condotto  a  gli  sìipendij  di  Cefare  .    Ma  era  in  queflo  tempo   ga , 
indebolito  molto  l' e fser cito  de'  Confederati  y  il  quale  slette  otiofo  molti  dì 
tra  Fuligno  y  Montefalco  y  &  Beuagna  ;  del  quale  il  Duca  d'Vrbino  y  in- 
tefa  la  cufiodia  y  che  fi  faceua  in  Vinegia  della  moglie  y  e£*  del  figliuo- 
lo; partito  fi  contra  la  commejjìone  del  Senato  per  andare  in  pofteagiu- 
ftificarfi  y  riceuuto  in  camino  auifo  della  loro  liberatone  ;  &  che  il 
Senato  fatis fatto  di  lui  defideraua  non  andafse  più  innanzi  y  ritornò  al- 
l'e  fser  cito  ;  nel  quale  i  Suizxeri  y  &  i  fanti  del  Mar  che  fé  non  erano  paga- 
ti ;  &  i  Vinitiani  ne  quiui  y  ne  in  Lombardia  j  doue  erano  obligati  a  tenere 

H     itj 


Il3  L  I  B  1^0 

muemila  fanti  3  ne  teneuano  la  ter^a  parte .  Bjtiraronfi  poi  in  quello  di 
Todi  y&  ali 'intorno  y  '<& gli  Spaglinoli  alla  fine  di  ls{ouembre  erano  uerfo 
Corneto  3  c^  Tofcanella  ;  i  Tede/chi  a  l^oma  :  a  quali  era  ritornato  il  Trin- 
cipe  d'Oranges  da  Siena 3  doue  andato  nanamente  per  riordinare  quello  go- 
verno 3  dimoro  poco .  3\(e  fi  dubita,  che  fé  Vefsercito  Imperiale  fi  fufse  fat- 
to innanzi  >  che  il  Duca  d'orbino 3  &  il  Marcbefe  di  Saluto  fi  farebbono 
ritirati  con  l'efiercito  alle  mura  di  Firenze  3  benché  per  iattanza  ftefso  par- 
lafsero 3  che  per  impedire  a  loro  la  uenuta  in  Tofana  3  farebbono  uno  allog- 
giamento o  in  Oruicto 3  <&  in  Viterbo  3  o  nel  territorio  Sane  fé  uerfo  Chiufi  , 
&  Sartiano .  Ma  Lautrech  non  oflante  fuffero  arriuati  i  fanti  Tedefchi , 
procedendo  per  la  aftettatione  della  pratica  della  pace  con  la  con- 
sueta tardità  3  s'era  fermato  a  Tarma  :  della  quale  Citta  benché  fuffero  ri- 
dotte in  poteflà  fua  le  Fortezze 3  &  rifcoffi  da  tuttadue  quelle  Città  3&  de 
territorij  loro  circa  cinquantamila  ducati  3  fi  credeua  che  haueffe  hi  animo  nò 
folo  tenere  in  poteflà  fua  Tarma  3  e^  Tiacen^a  ;  ma  perche  Bologna  depen- 
deffe  dal? autorità  del  I{e  3  uolgere  il  primato  di  quella  Città  nella  famiglia  de 
Teppoli  :  i  quali  difegnifece  nani  la  Uberatione  del  Tontefice;  alla  quale  ben- 
ché da  principio  non  par  efife  3  che  Cefare  condefcendeffe prontamente  ,  per- 
che dopo  la  nuoua  della  cattiuità  haueua  tardato  più  d'un  me  fé  a  farne  deli- 
beratone alcuna  3  nondimeno  intefa  poi  l'andata  di  Lautrech  in  Italia  3  <&  la 
prontezza  del  I\e  d'Inghilterra  alla  guerra  3  haueua  mandato  in  Italia  il  Gè 
Generale  di  nerale  d'i  San  Francefco  3  &  Veri  di  Migliau  con  commeffione  fopra  quefto 
S.Francefco,  negQi'l0  d[ yicert  ;  il  quale  effendo  in  quelli  dì  che  arriuò  il  Generale  morto  a 

&  Veri  di  Mi    -T  .        r  rr     •   i  •;  •  ~       ,r        i-^ ,  111 

cliau  madati  Gaeia  >  tu  necejjario  trattare  il  negotio  con  Don  Vgo  di  Moncada  ;  al  quale 
da  Cefare  a  li  anche  fi  diftendeua  il  mandato  di  Ce  far  e  3  &  il  quale  il  Viceré  haueua fofli- 
berar  il  Papa  tuito  in  fuo  luogo  3  infimo  a  tanto  che  fopra  il  gouerno  del  I{egno  uenijfe  da 
Cefare  nuoua  ordinatone  ;  &  hauendo  il  Generale  communicato  con  Don 
Vgo  andl  a  B^ma  3  &  infieme  con  lui  Migliau  uenuto  di  Spagna  con  le  me- 
de fime  commejfwni  che  il  Generale .  Conteneua  queflo  negotìo  due  articoli 
principali  3  l'uno  che  il  Tontefice  fatisfaceffe  all'efferato  creditore  di  fomma 
groffilfimà  ài  danari  ;l 'altro  laficurtà  di  Cefare  3  che  il  Tontefice  liberato 
non  s'adheriffe  co'fuoi  rumici  ;  &  in  queflo  fi  proponeuano  dure  condizioni  di 
sìatichi  3&di  ficurtà  di  Terre .  Trattoffi  per  quefie  difficultà  la  cofa  lun- 
gamente 3  la  quale  per  facilitare  il  Tontefice  haoeua  fpeffo  follecitato  3  & 
continuamente  follecitaua  (ma  occultamente)  Lautrech  a  far  fi  innanzi 3af- 
,  fermando  effere  fua  intentione  di  non  promettere  cofa  alcuna  a  gli  Imperiali 
fenoli  forato  ;&  che  in  tale  cafoufeito  di  carcere  non  ofieruer 'ebbe  come 

■  prima  poteffe  condurfi  in  luogo  ficuro  ;  il  che  cercherebbe  di  fare  col  dare  lo- 
romeno  e ommodità  poteffe,  &fe  pure  accordale 3  lo  pregaua chela com- 

■  -faffione  de'fuoi  infortuni^  3  <&  delle  necejfità  facejfero  la  feufa  per  lui  •  La 


DECIMO     OT  T^tFO.  lì* 

qual  cofa  mentre  che  fi trattauay gli  siatichiycon  indegnatione  grauiffima  .  Sfatichi  del 
de  fanti  Tedefchiy  fuggirono  occultamente  di  Bgma  aUafine  di  J^ouembre  ♦  ^^  ^^j 
Lunga  fu  la  difcettatione  fopra  quefla  materia ,  non  ejfendo  anche  d'una  me-  occultawéte. 
defima  fenten^a  quelli  che  u'haueuano  a  determinare  :  perche  Don  Vgoyben 
eh  eh  aue^fe  mandato  a  I{gma  Serrenon  fuo  fegretario  infieme  con  gli  altri, 
uhaueua  per  la  malignità  della  fua  natura,  &  per  hauere  l'animo  alieno  dal 
pontefice ,  picchia  inclinatione  :  il  Generale  tutto  il  contrario  per  la  cupidi-* 
ta  di  diuentarc  Cardinale  :  Migliau  contradiceua  come  a  cofa  pericolofa  a 
Ce  far  e  ;  &  non  potendo  refi  fiere  fé  n'andò  a  'Napoli  ;  della  quale  impietà  pa 
ti  le  pene  y  perche  ne  primi  dì  dell' ajfedio  fcaramucciandofu  morto  d'uno  ar^  Ridiali  mor 
chibujo .  *X[e  mancaua  il  Tontefice  afe  medefimo  ;  perche  tirò  nella  fenten-  to  da  vn'ar- 
ya  fua  Gieronimo  Morone ,  il  configlio  del  quale  era  apprejfo  gli  Imperiali  chibufo.  ^ 
in  tutte  le  deliberationi  di  grande  autorità y  conferito  il  Vefcouado  di  Modo-  tPlrcvom^° 
na  al  figliuolo  y  &  promefiì  a  lui  certi  frumenti  fuoi  y  che  erano  a  Corneto  di  .„rancjc  auto- 
ualore  di  più  di  dodicimila  ducati ,  ma  non  con  minore  indufiriafi  fece  prò-*  rità  appretto 
pitio  il  Cardinale  Colonna,  promejfagli  la  Legatione  della  Marcay  &  dimo-  gli  Imperiali* 
mirandogli  quando  uenuto  a  F^ma  l'andò  a  uifitare  nel  Caftello  di  uolere  effe- 
re  a  lui  principalmente  debitore  di  tanto  beneficio,  &  artificiofamentc  infili^ 
landogli  negli  orecchi  y  che  maggiore  gloria  y  o  che  maggiore  felicità  potejfe 
defiderarey  chefarfi  noto  a  tutto  il  mondo  effere  in  potefiàfua  deprimere  iTó 
tefici  y  in  potè  fi  à  fua  quando  erano  annichilati  y  farli  ritornare  nella  prifiina 

grandezza .  dalle  quali  co  fi  commoflò  quel  Cardinale  elatìffimo  y  &  uento-  J  .Cat<}*  c2; 
.  rr  *     •     \  J        i    r     11       A-  j     j    r  rr    lonna  elatifli- 

filjimo  per  natura  y  aiuto  prontamente  lajua  liberatione ,  credendo  fujje  mo>&  vento- 
co//  facile  al  Tontefice  liberato  dimenticar  fi  di  tante  ingiurie  y  come  facit-  Mimo, 
mente  gli  haueua  prigione  raccomandata  humiliffimamente  con  prieghiy  & 
con  lagrime  la  jua  liberatione .  ^Alleggerì  in  qualche  parte  le  difficultà  la 
niwua  commeffione  di  Cefare  ;  il  quale  infiauay  che  il  Tontefice  fi  liberale  con 
più  fatisf anione  fua  y  che  fuffe  poffibile  :  foggiugnendo  baflargli  y  che  libera 
to  non  adheriffe  più  a  Collegati  y  che  a  lui .  Ma  fi  crede giouaffe  più  che  al- 
cuna altra  cofa  la  neceffità  y  che  haueuano  per  il  timore  della  uenuta  di  Lau- 
trech  di  condurre  quello  efferato  alla  difefa  del  Bearne  di  Napoli  y  cofa  im- 
po]Jibileyfeprimanoneraajficuratodeglislipcndij  decorfi  y  in  ricompenfa 
de  quali  ricufauano  ammettere  tante  prede  y  &  tanti  guadagni  fatti  nel  tem~  ■ 
pò  medefimo .  Quefla  neceffità  di  prouedere  d  pagamenti  fu  anche  cagione* 
che  meno  fi  penfaffe  all'afficurarfi  per  il  tempo  futuro  del  Tontefice ,    Con-* 
chiù  fé  fi  finalmente  l'ultimo  dì  d'Ottobre  dopo  lunga  pratica  la  concordia  in 
P^oma  col  Generale  y  &  con  Serenon  in  nome  di  Don  Vgo  y  che  poi  ratificò  :  Conuentìonf 
T^on  auuerfaffe  il  Tapa  a  Cefare  nelle  co  fé  di  Milano  y&  di  J^apoli  :  Con-  fra  il  Papa,  & 
ctdeffegli  la  Crociata  in  Ifpagna  y  &  una  decima  delle  entrate  Uccie fiafiich e  ^^ntl 
in  tutti  i  fuoi  Rggni  :  Bjmaneffero  per  ficurtà  dell'offeritane  in  mano  di  Ca- 
li   iiij 


HO  L  I  B  \0 

fare  Oftia ,  &  Cìntici  uncina ,  sìata  prima  rilafciata  da  ^Andrea  Loria  : 
Confegnaffeli  Ciuìta  Caflellana ,  la  quale  Terra  >  effendo  entrato  nella  Fiocca 
per  commeffìone  fegretiffima  del  Tontefice >  benché  fimulaffe  il  contrario  3 
Mario  Terufco  Trocuratore  Fifcale ,  haueua  ricufato  d' ammettere  gli  Im- 
periali :  Confegnaffegli  etiandio  la  Biocca  di  Furlì ,  e^  per  sìatiebi  Hippoli- 
to  &  jLleff andrò  fuoi  nipoti ,  &  injìno  a  tanto  ueniffero  da  Tarma >  i  Car- 
dinali Tifano  y  Triultio  y  &  Gaddi ,  che  furono  condotti  da  loro  nel  Eseguo 
di  Tripoli  :  pagajfe  fubito  a  Tedefcbi  ducati  fej]antafettemila  y  a  gli  Spa- 
gouoli  trentacinquemila  >  con  quefto  che  lo  lafciaffero  con  tutti  i  Cardinali , 
&  ufcijjìnfi  di  ]{oma  &  del  Camello  3  chiamando/i  libero  ogni  uolta  fuffe  con 
dotto  faluo  in  Oruieto >  Spulcio  3  o  Terugia  ;  &  fra  quindici  di  dopo  l'ufciU 
di  \qma  pagajfe  altrettanti  danari  a  Tedefcbi  ,•  &  il  reflo  poi ,  che  afeendeua 
co*  primi  a  ducati  più  di  trecentocinquantamila ,  pagajfe  in  fra  tre  me  fi  a  Te 
defehi  &  Spagnuoli  fecondo  le  rate  loro .  le  quali  co  fé  per  potere  offeruare  il 
Tontefice  ricorrendo  per  uf c'ire  di  carcere  a  quelli  rimedij  y  a  quali  non  era 
i  II  Pótefìce  uoluto  ricorrere  per  non  u  entrare ,  creò  per  danari  alcuni  Cardinali ,  perfo- 
crea  per  dana  m  \a  maggiore  parte  indegne  di  tanto  bonore  :  per  il  reflo  concedette  nel  l\ea 

n  ino  ti  Car-  me  ^  •  <^rap0n  ciecjme  &  f acuità  d'alienare  de  beni  Ecclefiaflici,  conuerten- 
dinali  perii-     .  r       vr      ^         ,   ,      .       .     ,.     ,    .n    ,     r  ~  ,:,...,:  ..  ,.   . 

berarfi  di  prl    doji  Per  concezione  del  Vicario  ai  Cbrijto  (  cojijono  profondi  igiudictj  diui- 

gione.  ni  )  in  ufo  &  in  fofìentatione  fìber  etici  3  che  era  dedicato  al  Culto  di  Dio:co 

+  Card.Ccfis  quali  modi  h unendo  Stabilito  &  afficurato  di  pagare  a  tempi  promeffi  3  dette 
n  o  dati  »«     anc^c  Per  fatichi  per  la  ftcurtd  de'  foldati  i  Cardinali  Cefis  <&  Or  fino ,  ebe 
fatichi»         furono  condotti  dal  Cardinale  Colonna  a  Grott aferrata .    Et  effendo  fpedite 
tutte  le  co  fé ,  &  sì  abilito  ebe  il  nono  dì  di  Dicembre  doueffèro  gli  Spagnuoli 
accompagnarlo  in  luogo  ficuro  >  egli  temendo  di  qualcbe  uariatione  per  la 
mala  uolontd  ebe  fapeua  bauere  Don  Vgo  s  &  per  ogni  altra  cagione  3cb  e  pò 
1 1  Papa  efee     teffe  interrompere  ;  la  notte  dinanzi  ufeito  fé gr  et  amente  al  principio  della  not 
di  Cartello.      te  jn  j)ayit0  fa  mercatante  del  Caflello  >fu  da  Luigi  da  Gonzaga  foldato  de 
za^accom-  $  Imperiali scbe  con  gr  offa  compagnia  di  archibuferi  l'afpettaua  ne'  Trati, 
pagna  il  Papa  accompagnato  infino  a  Montefiafcone  :  doue  licentiati  quafi  tutti  i  fanti  Lui- 
gi medefimo  l* accompagno  infino  ad  Oruieto  :  nella  quale  Città  entrò  di  notte 
non  accompagyiato  da  alcuni  de  Cardinali  y  esempio  certamente  molto  confi- 
der  abile  y  <&■ forfè  non  inai  da  poi  ebe  la  Chiefa  fu  grande  accaduto  yuno  Ton 
tefice  caduto  di  tanta  potenza,  &  riueren%a  efiere  cuflodito  prigione  perdu- 
ta I\pma  y  &  tutto  lo  Stato  ridotto  in  poteflà  d'altri  :  il  medefimo  in  fpatio  di 
pocbi  me  fi  reftituito  alla  liberi ày  rilaf datogli  lo  Stato  occupato  y&  in  breuif* 
Pontificato    (imo  tempo  poi  ritornato  alla  priflina grandezza ,  tanta  è  appreffo  a*  Trin- 
appreflioiPri   cipi  Cbrifiiani  l'autorità  del  Tonificato  y  &  il  rifpetto,  che  da  tutti  gli  è 
ni  ci-  rande"  hauuto .   7S[el  quale  tempo  •Antonio  de  Leu  a  dopo  la  partita  diLautrecb 
autorità.        da  Tiacen^a  mandò  fuor  a  di  Milano  i  fanti  Spagnuoli ,  &  Italiani  >per- 


decimo     arrivo.         tit 

the  fi  pafceffero  ,&  perche  ricuperaffèro  i  luoghi  più  debili  del  paefè ,  &  Antonio  de 
perche  apri/fero  la  commodità  del  condurfi  le  uettouagliea  Milano  Squali  Pa"tita^Lau 
prefono  quella  parte  del  contado ,  che  fi  chiama  Sepri  :  mandò  anche  Filip  -  trecn  riCnpe- 
pò  T 'orniello  con  mille  dugento  fanti  ,  &  con  alcuni  caualli  a  T^ouara  ;  nel-  ra  molte  Tei* 
la  quale  Città  erano  quattrocento  fanti  del  Duca  di  Milano .  entroui  il  Tor-  r£' 
niello  per  la  Fiocca  tenutafi  fempre  in  nome  di  Cefare  :  &■  trouata  poca  di-  Torniello* 
fé  fa  ottenne  la  Terra  ,  &fualigiati  i  fanti,  ejr  rimandatigli  alle  cafe  loro,rh  Nouara. 
mafie  in  7{ouara  per  correre  il  paefe  circondante .  de  fanti  Tedefchi  fi  ri- 
duffe  una  parte  in  ^ìrona  ,  l'altra  in  Mortara  :  a*  quali  haueudo  il  Duca  ag- 
giunti altri  fanti  per  la  difefa  della  Lomellina  ,  &  del  paefe ,  non  era  liberò 
il  T  orniello  d'allargarfi  molto  :  in  modo  che  non  facendo  per  quella  uernata 
altre  f anioni  che  fpeffe  fcaramucie ,  attendavano  tutti  a  rubare  gli  amici  & 
nimici  conducendo  ad  ultimo  e feidio  tutto  il  paefe .  Eranfi  anche  in  quefio   Annata  de' 
tempo  congiunte  a  Liuorno  le  Galee  d'Andrea  Doria  ,  &  quattordici  Galee  Collegati  a 
Francefì  con  le  fedici  Galee  de  Vinitiani  :  &  hauendo  ritenuto  P^en^o  da  Liuorn0, 
Ceri  con  tremila  fanti  per  porre  in  terra,  partirono  il  ter^o  decimo  dì  di  T^a   .  .    , 
uembre  da  Liuorno .  &  benché  prima  fujfe  slato  determinato  che  affaltaf-  ria  pCrf^de° 
fero  l'I  fola  di  Sicilia, mutato  configlio  fi  uoltarono  alla  imprefa  di  Sardi-  ^Collegati 
gna,peri  conforti ,  fecondo  fi  credette,  d'Andrea  Doria ,  forfè  perche  Timprefadf 
già  haueffe  nel  petto  nuoui  concetti .    *Acconfèntì  a  quefla  imprefa  Lau-  Sardigna. 
trech  per  la  fperan-^a  che  prefa  la  Sardigna  fi  facilitale  molto  l'acquifto 
della  Sicilia,  Quello  che  ne  fujfe  la  cagione  le  Galee  trauagliate  in  mare 
da' tnflijfimi  tempi  feparate  andarono  uagandoper  Mare; una  delle  Galee 
Fr  ance  fi  andò  atrauerfo  appresa*  Liti  di  Sardigna,  quattro  delle  Galee 
Vinitiane  molto  battute  ritornarono  a  Liuorno  :  le  Frane  efife  or  fono  per  l'im 
peto  de'  uenti  in  Corfica;  doue  poi  in  Tortouecchio  fi  ricongiunfono  feco 
quattro  Galee  de  Vinitiani;  l'altre  otto  furono  traportate  a  Liuorno, Final- 
mente la  imprefa  fi  rifolue,  reftando  infieme  in  molta  difeordia  ^Andrea  Do- 
ria ,  &  Hen'fo  da  Ceri  .  Ma  Lautrech ,  ilquale  riceuè  quando  era  in  leg- 
gio auifo  della  liberatone  del  Tontefice ,  rilafciata  la  fartela  di  Tarma  a    +  Lsurrech 
miniflri  Ecclefiafiici ,  andò  a  Bologna  ;  nella  quale  Citta  fi.  fermò  afpettan-  J^za  di  Par^ 
do  la  uenuta  degli  ultimi  fanti  Tedefchi ,  i  quali  pochi  dvpoi  fi  conducono  ma  a»  mini  _ 
nel  Bolognefe ,  non  in  numero  feimila ,  come  era  deflinato,mafolamente  tre-  ftri  del  Papa, 
mila:  &  nondimeno  foggiomò  uenti  dì  in  Bologna,  affettando  auifo  da$ 
I{e  di  Francia  dell'ultima  riffolutione  circa  la  pratica  della  pace ,  &  inftan-       4 
do  intr attonito  con  fomma  diligenza  col  Tontefice ,  interponendo  ancora 
l'autorità  delBg  d'Inghilterra ,  perche  apertamente  adherijfe  a'  Collegati  :  Capitani  de* 
al  quale  ne  primi  dì ,  che  arriuò  ad  Oruieto,  ejfcndo  andati  a  lui  a  congratu-  Onusto  ffeo 
larfiil  Ducad'Vrbino ,il Marchefe  di  Saluto ,  Federigo  da  Botole;  il  gratulano  col 
quale  pochi  di  poi  morì  di  morte  naturale  a  Todi  ;  &  Luigi  Tifano  Troue-  Papa. 


.12*  L  1  B  B^O 

ditore  Vinitiano y  gli  haueua  con  grandijjìma  inflativa  ricercati  >  che  leuaf- 
fero  ledenti  loro  dello  Stato  Ecclefiaftico  ;  affermando  gli  Imperiali  hauerli 
promcjjo  y  che  fi  partir ebbono  ancora  effi  dello  Stato  della  Qhiefa  y  in  cafo 
Il  Papa  per  c]oe  l'efferato  de  Confederati  face ffe  il  medefimo .  Haueua  anche  fritto  uno 
vn  Briaie  rin  yrjeue  a  Lautrech y  r ingranandolo  deW  opere  fatte  per  la  fua  liberationey  et 
trèch.  dell' batterlo  confortato  a  liberarfi  in  qualunque  modo  ;  le  quali  opere  erano 

fiate  di  tanto  momento  a  coflrigner  e  gli  Imperiali  a  determinar  fi  y  che  noti 
meno  fi  pretendala  obligato  alj\ey&  a  lui y  che  fé  fuffe  flato  liberato  con 
l'arme  loro  :  i  progrtffì  delle  quali  bar  ebbe  uolontieri  affettato ,  fé  la  neceffi- 
td  non  l'haueffe  slretto ,  perche  continuamente  gli  erano  mutate  in  peggio  le 
conditioni  propofle  >  &  perche  apertamente  haueua  compreso  non  potere  fé 
non  per  mc^o  della  concordia  confeguire  la  fua  liberatione  ;  la  quale  quanto 
più  fi  differiua  tanto procedeuain  maggiore precipitio l 'autorità y  &  lo  Sta- 
to della  Qhiefa  :  ma  fopra  tutto  hauerlo  moffo  la  fferan^a  d' battere  ad  effere 
inflrumento  opportuno  a  trattare  col  fuo  I{e  y  &  con  gli  altri  Vrincipi  Chri- 
sìiani  il  bene  commune .  Quefie  furono  da  principio  le  fue  parole  fincere , 
e^  femplici y  come  pareua  conuenire  all'ufficio  Tontificaley  &  d'uno  Vonte- 
fice  ff  et  talmente  y  che  batte  ffe  h attuto  da  Iddio  figraui  y  &fi  afpre  ammoni- 
.  .  tioni .  nondimeno  ritenendo  la  fua  natura  folita  y  ne  battendo  per  la  carcere 

depofle  ne  le  fue  aflutie ,  ne  le  fue  cupidità  ;  arriuati  che  furono  a  lui  y  già  co- 
Tanno  ijis.  miniiato  l'anno  mille  cinquecento  nentotto  y  gli  buomini  mandati  da  Lau- 
trech y  &  Gregorio  da  Cafale  Oratore  delire  di  Inghilterra  a  ricercarlo yche 
IlP^pa  rke-  fi  confeder  affé  con  gli  altri  ;  comincio  a  dare  uarie  riffofìe  yhor  a  dando  ffe- 
alla°  Leea  dà  ranK?  >  ^ora  fitffandofi  y  che  non  hauendo  ne  danari  y  ne  gente  y  ne  autori- 
varie  riìpofte  tà  3  farebbe  a  loro  inutile  il  fuo  dichiararfiy&  nondimeno  afe  potrebbe  effe- 
re  nocino  y  perche  darebbe  caufa  agli  Imperiali  d'offenderlo  in  molti  luoghi: 
bora  accennando  di  uolere  fatisfare  a  quefla  dimanda  y  fé  Lautrech  ueniffe 
innanzi  y  cofa  molto  defiderata  da  lui ,  perche  i  Tedefchi  baueffero  necefiìtà 
di  partirfi  di  ì\oma  :  i  quali  confumando  le  reliquie  di  quella  mifera  Cittàyet 
di  tutto  il  paefe  cirecftante  y  &  depofta  totalmente  l'ubbidien'^a  de*  Capita- 
ni y  tumultuando  Jpefio  tra  loro  ricujauano  di  partirfi  Rimandando  nuoui  da- 
nari y  <&*  pagamenti  ♦  Ma  alla  fine  dell'anno  precedente  y  &  molto  più  nel 
principio  dell  anno  medefimo  cominciarono  manifefìamente  ad  apparire  ita- 
ne le  pratiche  della  pace  y  per  le  quali  s'efiacerbarono  molto  più  gli  animi  de* 
Trincipi  :  perche  efiendo  rifolute  quafi  tutte  le  difficttltd  yconciofia  cbeCe- 
fare  non  negafìe  di  reflituire  il  Ducato  di  Milano  a  Francefco  Sforma  y  &  di 
DirTidéze  tra   comporre  co'  Vinitiani  y  &  co'  Fiorentini  y  &  con  gli  altri  Confederati  :  fi 
v  ^r  V  *  *    dijpntaua  folamente  quale  cofa  syhauefie  prima  a  mettere  in  efiecutioney  o  U 
partita  dell' efier  cito  deludi  Francia  di  Italia  yola  refiitutione  de'  figliuo- 
li •  l^egaua  il  I{e  di  obligarfi  a  Iettare  l'efierato  di  Italia  ,fepr  ima  non  ri- 


DECIMO       OTTAVO.  i*j 

cuperauai  figliuoli,  ma  offeriua  sfatichi  in  mano  del  l\e  d'Inghilterra  per 
ficurtà  dell' ofkruan^a  delle  pene ,  alle  quali  fi  obligaua  fé  recuperati  i  fi- 
gliuoli ,  non  leuafìe  fubito  l'efiercito .  Cefare  infiaua  del  contrario 3off eren- 
do le  medefime  cautioni inmano  del  Bg  d'Inghilterra;  &  difputandofi chi 
fufie  più  honeflo  che  fi  fidaffe  ,  dell  altro  diceua  Cefare  non  fi  potere  fidare 
di  chi  una  uolta  l'haueua  ingannato  :  a  che  rijpondeuano  gli  Oratori  Fran- 
cefi  ,  che  quanto  più  fi  pretendeua  ingannato  dal  Bg  di  Francia ,  tanto  me- 
no poteua  il  l\e  di  Francia  fidarfi  di  lui  :  ne  l'offerta  di  Cefare  di  dare  le  fi- 
curtà medefime  in  mano  del  Bg  d'Inghilterra ,  che  offeriua  di  dare  il  Bg  di 
Francia  ,  efiere  offerta  pari  :  perche  anche  non  era  pari  il  cafo  ;  conciofia 
che  f uff  e  di  tanto  maggiore  momento  quello  the  Cefare  prometteua  di  fare 
che  quello  che  prometteua  il  B^e  di  Francia,&  però  non  Io  ajficurare  le  ficur- 
tà medefime .  Soggiunfono  in  ultimo  ,  che  gli  Oratori  del  I{e  di  Inghilter- 
ra ,  i  quali  haueuano  mandato  dal  fuo  Bg  d'obligarlo  a  fare  ofieruarc  quello, 
chepromettefieilB^cdi  Francia,  non  haueuano  mandato  ad  obligarlo  per 
l'ofieruan^a  di  quello ,  che  promettefie  Cefare  ;  &  che  efendo  le  f acuità  lo- 
ro terminate ,  &  con  tempo  perfifio  ,  non  poteuauo  ne  tranfgr edire,  ne  affet 
tare  .fopra  la  quale  diffuta  non  fi  trouaua  rifiolutione  alcuna  :  perche  Cefa- 
re non  haueua  la  meàefimx  inclinatione  alla  pace ,  che  haueua  il  fuo  confi- 
glio ,  perfuadendofi  etiandio  perduto  T^apoli  poterlo  rihauere  con  la  refli- 
tutione  de*  figliuoli  :  &  era  imputato  molto  il  Gran  Cancelliere  ritornato 
j/nolto  prima  in  Ijpagna  d'hauere  turbato  con  punti  ,  &  confophiflice  inter- 
petrationi  le  pratiche  della  pace .  Finalmente  gli  Oratori  Francefì ,  &  In- 
ghilefi  deliberarono ,  fecondo  le  commeffioni ,  che  haueuano ,  in  cafo  della 
differatione  della  concordia,  di  dimandare  a  Cefare  licenza  di  partir  fi ,  & 
poi  fubito  fare  intimare  la  guerra  :  con  la  quale  conclufione  prefentatifi  il 
uigefimo  primo  dì  di  Gennaio,  feguit andò  gli  Oratori  de'  Vinitiani,  del 
Duca  di  Milano ,  &  de'  Fiorentini  innan^  a  Cefare ,  refidente  aìlhora  con 
laCorte  a  Burgus ,  gli  Oratori  Inghilefi  gli  dimandarono  i quattrocento  Praticatila 
cinquantamila  ducati  pr  efiatili  dal  loro  I{e,feicentomila  per  la  pena  nella  j?aCefarc>& 
quale  era  incorfoper  il  ripudio  della  figliuola ,  &  cinquecentomila  per  le  Collegati.' 
penfioni  del  J\e  dì  Francia ,  &per  altre  cagioni:  le  quali  co  fé  propone  per 
maggiore  giuflificationc  tutti  gli  Oratori  de'  Collegati  gli  dimandarono  li- 
cenza di  partir fi  :  a  quali  rif^c fé  che  confuterebbe  la  riffofta,  che  hauefie 
a  fare ,  ma  efiere  necefsario  che  anche  innanzi  alla  partita  loro  gli  Oratori 
fuoi  fufsero  in  luogo  ftcuro  :  e^  partiti  da  lui  gli  ^Ambafciadori  entrarono  fu  t  Araldi-dei 
hito gli  xAr aldi  delBg  di  Francia,  &  del  Bg  d'Inghilterra  ad  intimargli  Re<^  tracia, 
la  guerra  ':  la  qualehauendò  accettata  con  lieto  animo ,  ordino  che  gli  *Am-  ra  int",f  *a  ^o 
bafciadori  delBg  di  Francia ,  de  Vinitiani  &  de'  Fiorentini  fufsero  condot-  u  guerra  a 
ti  a  una  Villa  lontana  trenta  miglia  dalla  Corte  >  douefu  pofto  loro  guardia  Celare. 


124  L  I  B  B^O 

d'arcieri 3  &  alabardieri  ;  prohibito  ogni  commertio  ,&la  facilità  del- 
lo fcriuere  :  a  quello  del  Duca  di  Milano  3  come  afuofuddito  3  fece  fare  co- 
mandamento 3  che  non  partifse  dalla  Corte  :  ali 'Ingoile fé  non  fu  fatta  inno- 
uatìone  alcuna ,  Cofi  rotta  ogni  pratica  della  pace  3  reflarono  accefi  fola- 
mente  ipenfieri  della  guerra;  condotta ,  &  fìabilita  tutta  in  Italia  ;doue 
Lautrecb  flimolato  dal  fuoBg  ,ma  molto  più  dalB^e  di  Inghilterra  3  poi 
che  cominciò  a  indebolire  la  (peran^a  della  pace 3  era  il  nono  dì  di  Gennaio 
partito  da  Bologna 3  indiri^andofi  al  Piarne  di  J^apoli  per  il  camino  della 
Romagna  >  &  della  Marca  s  camino  eletto  da  lui  dopo  molta  confultatione 
contra  ìinflan^a  del  "Pontefice 3  defiderofo  con  l'occafwne  della  paffata  fuay 
t  II  Papa  <k   fa  fare  rimettere  in  Siena  Fabio  Tetrucci3  &  il  Monte  de  ls{oue  :  &  con- 
terrinSfena"  tra^ 'infialila  ancora  de Fiorentini  3i  quali perche  quello  efferato  fujfe  pia 
Fabio  Petruc  pronto  a  foc  correrli 3  fé  gli  Imperiali  per  fare  diuerfwne  fi  moueffero  per 
ci,  affaltare  la  Tofcana ,  lo  pregauano  a  fare  quel  camino  :  ma  Lautrecb  eleffè 

d'entrare  più  toflo  per  la  uia  del  Tronto  nel  Pregno  di  Tripoli ,  per  effere  ca- 
mino più  commodo  a  condurre  l'artiglierie 3  &  più  copwfo  di  uettouaghe , 
e^  per  non  dare  occafione  a'  nimici  di  far  e  tefta  a  Siena  3  o  in  altro  luogo  3de- 
fiderando  d'entrare  3  innanzi  che  haueffe  alcuno  oracolo ,  nel  B^egno  di  T$a- 
poli .   Ma  come  fu  moffo  da  Bologna  3  Giouanni  da  Saffatello  reflituì  la  B^c- 
Imola,&  R  i-  ca  d'Imola  al  Tontefice  3  la  quale  quando  era  prigione  haueua  occupata  ;  & 
mini  ritorna  accoftandofi  poi  a  Bernini  3  Sigifmondo  Malatefla  figliuolo  di  Tandolfo  3  ft 
fa#  conuenne  feco  di  reflituire  quella  Citta  al  Tontefice  3  con  patto  chefuffe  obli- 

gato  a  lafciar e  godere  alla  Madre  la  dota  3  a  dare  feimìla  ducati  alla  forella 
non  maritata  3<&a  confegnare  tra  il  padre  &  lui  ducati  dumila  d'entrata  : 
partiffe  fubito  di  Bernini  Sigifmondo  3  &  ui  refìaffeil  padre  infino  a  tanto 
che  il  Tontefice  haueffe  ratificato  j  &  in  quefìo  me^o  ìieffe  la  Biocca  in  ma- 
no di  Guido  Bgngoncfiw  cugino  ,*  /'/  quale  condotto  a  gli  sìipendij  del  B^  di 
Francia  fegmtaua  Lautrecb  alla  guerra.  Ma  differendo  il  Tontefice  l'adem- 
pire quefle  promeffe  3  Sigifmondo  occupo  di  nuouo  la  Biocca  non  fen%a  que- 
rela g;raue  del  Tontefice  contra  Guido  longone  3  come  (e  tacitamente  l'ha- 
ueffe  permeffo  ,•  ne  fenica  foretto  ancora  3  che  ui  haueffero  confentito  Lau- 
trecb 3&i  Vinitiani;  come  fé  de fuler  afferò  tenerlo  in  continue  difficultd  :  i 
Vinitiani  3  per  caufa  di  Bguenna  ;  la  quale  hauendo  il  Tontefice  fubito  che 
fu  liberato  di  Cafiello  mandato  V ^Arciuefcouo  Sipontino  a  dimandare  a  quel 
Senato  y  haueua  riportato  riff>ofla  generale  con  rimetter  fi  a  quello  3  che  gli 
porrebbe  Gaffaro  Contarino  eletto  Oratore  a  lui  :  perche  fé  bene  haueffero 
prima  affermato  3  che  la  riteneuano  per  la  fedia  ^poftolica,  nondimeno 
haueuano  totalmente  l'animo  alieno  dal  reflituirla  3  moffi  dallo  intereffe  pu- 
blico  y  &  dallo  intereffe  priuato  :  perche  qutlla  Città  era  molto  opportuna  ai 

ampliare 


DECIMO       OTTAVO.  u? 

ampliare  l  Imperio  Romano  y  fertile  da  fé  sìeffa  di  frumenti  ;&per  la  fertili-*  "*"    Rau-"  w 
td  delle  terre  ideine  daua  opportunità  grande  a  condurne  ciafeuno  anno  a  Vi-    ert  . 
negia  molta  copia  ;  &  perche  molti  Finitimi  haueuano  in  quel  territorio 
ampie  poffejjioni.    Sofpettaua  dell'animo  di  L autrech,  perche  battendo  L au- 
trechy  olir  a  molte  infante  fattegli  prima  3  mandato  dapoi  che  era  partito  da 
Bologna  Faldemonte  Capitano  Generale  di  tutti  i  fanti  Tedefchi,con  Longa-  f  Valdemi. 
uilla,  mandato  dals^e  a  ricercarlo  slrettiffimxmente,  chef  dichiarale  contra  te,  &  longa, 
Cefare,  potendo  maffimamente  per  l' approffimarfi  l'efferato  farlo  ficuramm-  vi.'  ' J  Capita- 
te,  non  haueua  potuto  ottenerlo  ;  non  lo  dinegando  il  Tonteficc  efpreffamente,   ni  * rancCiU 
ma  differendo y&fcufando  :  per  la  quale  cagione  haueua  offerto  al  l\e  di  Frà- 
eia  di  conferitimi  ;  ma  con  cordinone >  che  i  Finitianigli  reflitaiffero  Raven- 
na :  conditone  quale  fapeua  non  douere  haucre  effetto 3non  effendo  i  Finitiani 
per  muouerfi  a  quefio  per  le perfuafioni  del  B^3  ne  comportando  il  tempo,  che 
egli  perfatisfare  al  Tontefice  fé  gli  prouocaffe  fumici.  *Aggiugneuafi  che  an- 
che non  udiua  la  in  fianca  di  Lautrech  fatta  3  perche  ratificale  la  concordia 
fatta  col  Duca  di  Ferrara  ;  allegando  effere  co  fa  molto  indegna  l'apprjuare 
quando  era  uiuo  le  conuentioni  fatte  in  nomefuo  3  mentre  che  era  morto  ;  ma 
che  non  ricuferebhe  di  conuenire  con  lui.    Onde  il  Duca  di  Ferrara  pigliando 
quefia  occ afone faceua  difficultà  ,  benché  riceuuto  nella  protettione  del  l{e  di 
Francia,  &  de'Finitiani ,  mandare  a  Lautrech  i  cento  huomini  d'arme  3  & 
di  pagargli  i  danari  promeffi  ;  come  quello,  che  dubitando  dell' effito  delle  co- 
fe,  fi  sfornita  di  non  adherire  tanto  al  I{e  di  Francia,  che  non  gli  reflaffe  luo- 
go di  placare  in  qualunque  euento  l'animo  di  Ce  far  e ,  appreffo  il  quale  s'era 
feufato  della  fua  neceffìtd  ;  &  intratteneua  continuamente  a  Ferrara  Giorgio 
Fronfpergh,  &  ^Andrea  di  Burga.  Trocedeua  nondimeno  innanzi  con  l' ef- 
ferato ,  col  quale  arriuò  il  decimo  dì  di  Febbraio  in  fui  fiume  del  Tron- 
to 3  confine  tra  lo  Stato  Ecclefìaflico  y  &  il  B^gno  di  l^apoli .    Ma  in 
Francia  il  I{e  intefa  la  retentione  del  fuo  ^Ambafciadore  y  mefse  ocello    +  Dctcntio- 
di  Cefare  nel  Castelletto  di  Tarivi  y  &  ordinò  che  per  tutta  Francia  fuf-   ?cfc.  3l!  ^m. 

n       '.  .  .  rii-Jln         -i       i  rr     •  i»j!  calciatori  di 

fero  ritenuti  i  mercatanti  Judditi  a  Cefare  :  ilmedef imo  m  quanto  ali  Or  a-  Cefare  &me 
tore  di  Cefare  fece  il  I{e  d'Inghilterra ,  benché  intefo  poi  il  fuo  non  ef-  nati  a  Parigi. 
fere  fiato  ritenuto  lo  liberò .    FJ  effendo  già  bandita  la  guerra  in  Fran- 
cia y  in  Inghilterra  ,  e^  in  Ifpagna  ;  inftaua  il  Bg  di  Francia ,  che  fi 
rompeffe  communemente  la  guerra  in  Fiandra ,  alla  quale  egli  per  dare 
principio  haueua  fatto  correre ,  &  predare  alcune  fue genti  in  fui  paefe  del- 
la Fiandra  ;  non  fi  facendo  per  quefio  da  quelli  di  Fiandra  mouimento  al-    ^  Madama 
e  uno  fé  non  per  di  fender  fi  :  perche  Madama  Margherita  sforando  fi  quan-  ^Ih  ,er  lta 
t o  poteua  d'eftinguere  l'occafioni  d'entrare  in  guerra  col  Bg  di  Francia ,  non  f10&ne  di  puer- 
pera etteua  che  gli  huomini fuoi ufeiffero  del  fuo  paefe .  Ma  al  B^e  d'Ingbil-  ra  col  Re  di 
terra  era  moleflijjimo  l'hauere  la  guerra  co'  popoli  di  Fiandra  :  perche  non   Francia* 


\iG  L  I  B  1^0 

oflante  3  che  acquiflandofi  certe  Terre  promeffegli  prima  da  Ce/are  per  fi-, 
curia  de'  danari  preftati ,  haueffero  ad  effere  congegnate  a  lui3nondimeno  & 
all'entrate  [ne 3  &  al  fuo  I{egno  era  di  molto  pregiudizio  interrompere  il  com. 
mertio  de' f noi  Mercatanti  in  quella  Trouincia  :  ma  non  potendo  per  le  con- 
ucntioni  fatte  apertamente  ricu farlo ,  differiua  quanto  poteua  ;  allegando  » 
che  fecondo  i  capitoli  di  quella  obligatione gli  era  lecito  tardare  quaranta  dì 
dopo  la  intimatione  fatta  per  dare  tempo  a'  mercatanti  di  ritirarfi  ;  la  quale 
f  Tratta  ìl    fH(X  uolontd  3  &  la  cagione  conofcendo  il  Re  ChriftianiJJmo  3  tenne  con  effo 
Rc  r    f,?3*  lui  trattamento  d'asfaltare  in  luogo  della  guerra  di  Fiandra  con  armate  ma- 
ph  ilterra  di    *i#*t«è  le  marine  della  Spagna  3  affermando  il  P^e  di  Francia  hauere  rateili- 
ailaltarc  le     gerita  in  quelle  parti  :  Le  quali  cofe  partorirono  finalmente  che  hauendo  il 
marine  della  j^  d'Inghilterra  mandato  in  Francia  il  Vefcouo  B  atonica  fé  per  perfuadere  a 
Spagna.         lafciare  le  imprefe  di  là  da'  monti  3  &  accrefeere  le  for^e 3  <&■  la  guerra  d'I- 
talia :  per  configlio 3  &  conforti  fuoifi  fece  che  per  tempo  d'otto  mefi  profu- 
mi fi  leuajfero  l'offe  fé  tra  il  I{e  di  Francia  3  il  I{e  d'Inghilterra  3  &  ilpaefe  di 
Fiandra  con  gli  altri  siati  circofianti  fottopofii  a  Ce  fare  :  alla  quale  conuen- 
tione  y  perche  il  F{e  di  Francia  condefeendeffe  più  facilmente  3  s'obligo  ìl  B^e 
dì 'Inghilterra  a  pagare  ogni  me fé  treni amila  ducati  per  la  guerra  d' Italia  3 
perlaquale  era  finita  la  contrihutione  promefia  prima  per  fei  mefi .  Ma 
co  fi  come  continuamente  s'accrefceuano  le  preparationi  alla  guerra  3sac- 
cendeuayio  molto  più  gli  odij  tra  Trincipi  3  pigliando  qualunque  occ afone  di 
ingiuriarfi  3&  di  contendere  non  meno  con  l'animo  3&  con  l 'emù  lati  one , 
che  con  l  '  arme  3  perche  hauendo  Ce  fare   circa   due  anni  innanzi  in 
Granata  in  tempo  3  che  fìmilmente  fi  trattaua  la  pace  tra  il  ì\e  di  Fran- 
cia3  &  lui;  detto  al  Tr efidente  di  Granopoli  Oratore  del  I{e  di  Francia 
tione^i  Ce'fà  certc  Paro^e  3  ^  qu^di  infermano  che  uolentieri3  acciò  che  delle  differente  lo-* 
re  cótra  il  Re  yo  non  haueffero  a  patire  più  i  popoli  Chrifliani ,  &  tante  perfine  innocen- 
ài  Francia  a     ti  3  le  diffinirebbe  feco  con  battaglia  fingulare  ;  <&  replicate  poi  all'araldo, 
Duello.  quando  ultimai  amente  gli  haueua  intimata  la  guerra  le  parole  medefime3  ag 

giugnendogli  di  più  il  fuo  I\eeffer  fi  portato  bruttamente  a  mancargli  della 
fede  data:  il  J\c  di  Francia  hauendo  inte fé  quefle  por  ole  3  sparendogli  di 
non  potere  fen^a  fua  ignominia  paffarle  con  filentio  3  ancora  che  la  richiefia 
fuffe  forfè  più  degna  tra'  Caualieri  3  che  tra  tali  Trincipi  3  conuocati  il  uige- 
fimofettimo  dì  di  Mar^o  in  unagrandifjìma  fiala  del  1? adagio  fuo  di  Tarigi 
tutti  i  Trincipi  3  tutti  gli  *Ambafciadori3  &  tutta  la  Corte  ;  nella  quale  pre- 
fentatofi  poi  egli  con  grandijfima  pompa  di  uefiimenti  ricchi ffimi3  &  di  mol- 
to ornata  compagnia  :  &  pofiofi  a  fèdere  nella  Sedia  Ergale  3  fece  chiamare 
l'Oratore  di  Cefare  3  il  quale  perche  s'era  determinato  che  condotto  o  Baiona 
fuffe  liberato  nel  tempo  mede  fimo  che  fuffero  liberati  gli  *Ambafciadori  de 
Confederati ,  i  quali  per  queftofi  conduceuano  a  Baiona  j  dimandaua  di  ffe~ 


'    D  Z  C  I  M  0       0  T  T  JL  V  0.  il? 

dirfi  àa  hi  :  Vario  il  Kg  feufandofi  che  principalmente  Ce  fare  per  hauere  con 
esempio  mono  <&  infornano  ritenutogli  Umbafa adori fuoiy  &  de  [noi  Col 
legatila  slato  caufa  che  anche  eglifuffe  ritenuto  :  ma  che  doimido  hora  an 
dare  a  Baiona  >  perche  in  un  tempo  mede  fimo  fi fac effe  la  liberatione  di  tutti , 
defiderauaportaffe  a  Ce  fare  una  fua  lettera ,  &  ejponejfe  una  ambafeiata  di 
quefto  tenore.  Chehaucndo  Ce fare  detto  all' araldo  che  egli  haueua  man-  ^[n«tadi* 
iato  alla  fua  fede  y  haueua  detto  cofafalfa,  &  che  tante  uolte  mentina  yquan  ^^ 
te  mite  lo  replicaua y  &  che  in  luogo  di  rijpofla  per  non  tardare  la  diffimtio- 
ne  delle  loróydiffèren'^e  ;gli  mandaffe  il  campo y  doue  haueffero  tuttadue  infie 
me  a  combattere  :  &  ricufando  l\Ambafciadore  di  portare  &  la  lettera  & 
i  ambafeiata  y  foggiunje  ythe  gli  manderebbe  a  fare  intendere  il  medefmo 
per  l'araldo ,  &  che  fapendo  ancora  che  haueua  detto  parole  contra  l'hono 
re  delire  d' Inghilterra  fuo  fratello  ;non  parlaua  di  quello,  perche  ftp eua 
<[uel  Rg  ejfere  baflante  a  difenderlo  :  ma  che  fé  per  indijpofitione  del  corpo 
fuffe  impedito  y  che  offeriua  dimettere  al  cimento  la  fuaperfonaper  lui.  La  f  il  Red' in- 
mcdejima  disfida  fece  pochi  di  poi  con  le  medefime  folennità  &  cerimonie  il    ghilterra  fa 
j^e  d'Inghilterra,  non  pafiando  però  con  molto  honore  de'  Trincipi  della  disfida  a  Cc- 
Chrifiianità y  che  hauendo  infieme guerra  tanto  importante y  &  di  tanto  pre 
giuditio  a  tutta  la  Chriflianitd ,  implicafero  anche  l'animo  infunili  penfieri> 
&  nondimeno  in  tanto  ardore  di  guerra ,  &  d'arme  non  fi  diuertiua  il  Bg 
d' Inghilterra  dalle  cure  amatorie  :  le  quali  cominciando  ad  empire  il  petto 
fuo  di  furore y  partorirono  in  ultimo  crudeltà  &  fceleratczze  horrende  & 
inaudite  con  infamia grandiffima,  <&■  eterna  del  nome  fuo  y  che  acquiflato  di 
Leone  il  titolo  di  difenfore  della  fede y  per  dimoflrarfi  ofìeruantifjimo  della  Se  ^n-feo  Or  ta- 
dia  ^Apoftolica,  .er  per  hauere  fatto  fcriuere  in  nome  fuo  un  Libro  contra  la  uo  Re  d'  In- 
tmpìetà y  <&-  uenenofi  herefia  di  Martino  Luther y  acquiftò  titolo  &  nome  di  ghilterra  per 
impio  oppugnatore  &  persecutore  della  Chriftiana  Religione.  Haueua  per   f0^^' 
moglie  il  Bg  d'Inghilterra  Caterina  figliuola  già  di  Ferdinando  &  di  Beli- 
fabella  I{e  di  Spagna y  Bgina  certamente  degna  di  tali  genitori  y  &  che  per  le 
uirtà  <&  prudenza  fua  y  era  in  fommo  amore  &  ueneratione  appreffo  tutto 
quel  ì\egno  ;  la  quale  y  uiuente  ^ddouardo  padre  fuo  y  era  Hata  prima  mari- 
tata ad  +Artu  figliuolo  fuo  primogenito  y  col  quale  poi  che  hebbe  dormito  de- 
siata uedoua  per  la  immatura  morte  del  marito  y  fu  di  commune  coìifenti- 
mento  del  padre  &  del  fuocero  maritata  ad  Errico  minore  fratello ,  pre- 
cedente  per  lo  impedimento  della  affinità  tanto  stretta  la  dijpenfatione  di 
Giulio  Pontefice  :  del  quale  matrimonio  effendone  nato  uno  figliuolo  ma- 
fchio  y  che  con  immatura  morte  fu  tolto  loro,  non  ne  nacque  altri  figli-  ■/' 

uoliy  che  una  figliuola  f emina  ;la  qual  coja  dette  occafione  a  molti  del- 
la corte  di  mormorare  y  che  per  ejfere  il  matrimonio  illecito  y  &  non 
difienfabile  in  primo  grado ,  erano  siati  miracolo^ amente  priuatide  figli- 


12&  '  L  I  B  B^O 

Caterina  ai    uoli  mafebi ;  da  che  &  dal  defiderio y  che  fapeua  battere  il  Bg  di  figliuoli, 
o^Pa>  ?ft    Yf*fa  occr'fionc  M  Cardinale  Eboracenfe  y  cominciò  a  perfuadere  al  l\e  che  re- 
repudiata  dal  tediata  la  prima  meglio y  che  guidamente  non  era  moglie  y  contrahejje  un  al 
Re  Arrigo,     tro  matrimonio  y  mouendolo  a  quefto  non  la  confidenza  y  ne  la  cupdità  per  fé 
Sleffa  che  il  Rg  haueffe  fucceffori  mafebi  ;  ma  il  perfuaderfi  di  potere  indurre 
il  l\e  a  pigliare  B^enea  figliuola  del  Bg  Luigi  :  il  che  defiderak.,-<firemamen- 
te  :  perche  conofeendo  ejfere  efofo  a  tutto  il  B^egno ,  defideraua  di  preparar  fi 
a  tutto  quello  >  che  potere  fuccedere  &  in  uita  y  &  dopo  la  morte  del  Bg  :  &• 
inducendolo  anche  l'odio  grande  che  haueua  conceputo  contra  Cefare  :  per- 
che ne  con  dimoflratione y  ne  con  fatti  fatisfaceua  alla  marauigliofa  fua  fu- 
perbia  :  ne  dubitaua  che  per  l'autorità  grande  y  che  baueuano  il  Bg  y  &  egli 
nel  Tontefice  di  non  ottenere  da  lui  la  f acuità  di  fare  giuridicamente  il  dtuor 
tio .  Treftògli  orecchi  il  [{e  a  quefto  configlio  y  non  indotto  a  quel  fine  y  che 
difegnaua  Eboracenfe  y  mi  moffo  y  come  molti  diffono  y  non  tanto  dal  defi- 
derio di  hauere  figliuoli  y  quanto  perche  era  innamorato  d'una  donzella  della 
Bgina  y  nata  di  baffo  luogo  y  la  quale  inchino  l'animo  a  pigliare  per  moglie  , 
non  effendo  ne  ad  Eboracenfe  y  ne  ad  altri  noto  quefto  fuo  disegno  :  il  quale 
quando  cominciò  o  a  feoprirfi  yoa  conietturarfi  y  non  hebbe  f acuità  Ebora- 
cenfe di  diffuadergli  il  fare  diuortio  ;  perche  non  harebbehauuto  autorità  a 
configliargli  il  contrario  di  quello  y  che  prima  l' haueua  perfuafo:  &giàil 
Bg  bauendo  dimandato  parere  da  Theologiy  da  Iurifcon/ulti  y  &  da  i\eli- 
giofi  ;  haueua  hauuto  riffofta  da  molti  y  che  il  matrimonio  non  eia  ualido  ;  o 
perche  cofi  crede ffero  y  o  per  gratificare  y  come  è  coftume  degli  huomini  y  al 
Trincipe .  Vero  come  il  Tontefice  fu  liberato  di  prigione  y  gli  deftinò  ^Am- 
Ambafciada-  b 'afciadori  per  confortarlo  ad  entrar  e  nella  Lega  y  &  per  oper  ar fi  y  fecondo 
ri  da  Re  d  In  cj)e  fa  ^  fu^  or  dinato  [oro  i  per  [a  reftitutioae  di  B^auenna  y  ma  principal- 
Papa.  mente  per  ottenere  la  f acuità  di  fare  il  diuortio  y  che  non  fi  cercaua  per  uia 

di  diff  enfia  y  ma  per  uia  di  dichiarai ioney  che  il  matrimonio  con  Caterina  fuf- 
Je  nullo  :  &  fi  perfuafe  il  P^e  y  che  il  Tontefice  per  trouarfi  debile  di  forze  , 
&  di  riputatione  y  ne  appoggiato  alla  potenza  d'altri  Trincipi  ;  &  moffo  an 
cora  dal  beneficio  frefeo  de  fauori grandi  hauuti  da  lui  per  la  fua  liberata- 
ne y  hauejfe  facilmente  a  conferirgli  ;fapendo  maffmiamente  che  il  Cardini 
le  Eboracenfe  per  hauere fauor ito  fempre  le  co  fé  fue  y  &  prima  quelle  di  Leo 
ne  y  poteua  molto  in  lui  :  e^  accioebe  il  Tontefice  non  poteffe  allegare  feufa  di 
timore  per  l'offe  fa  y  che  ne  rifultaua  a  Cefare  figliuolo  d'una  forella  di  Cate- 
rina^ per  allettarlo  con  quefto  dono  y  offerfe  pagargli  per  fua  ficnrtàyuna 
guardia  di  quattromila  fanti  •  Vdi  il  Tontefice  quefta  propofta  ;  ma  ancora 
che  con fider  affé  la  importanza  della  cofa  y&la  infamia  grande  y  che  gliene 
poteffe  nfultar e  ;  nondimeno  trouandofi  ad  Oruicto  y<&  neutrale  ancor  atra 
Cefare  y  &il  Kg  di  Francia  ,&in  poca  confidenza  con  ci  afe  uno  di  loro  y  & 


: 


pero 


decimo     o  r  r  jt  v  o.         ì** 

pero  filmando  affai  il  conferuarfi  l'amicitia  del  l{e  d'Inghilterra ,  non  hebbe  ll  paPa  ncu- 
ardire  di  contraddire  a  quefla  dimanda  ,  an^i  dimoflrandofi  defiderofo  di  com  tra  lCMdoCef* 
piacere  al  I\e  ;  ma  allungando  con  difficultare  i  modi ,  che  fi  proponevano, ac     *  ** 
ce  fé  la  fferan^ay  &  la  importunità  del  I\e,  &  de  j'uoi  miniflri  ,  la  quale  ori 
gine  di  molti  mali  continuamente  augumentaua .  Ma  quando  il  "Pontefice 
bebbe  udito  V aldemonte ,  &  Longauilla,  rijpofto  a  loro  parole  generali  ; 
mandò  al  Bginfieme  con  Longauilla  il  Vefcouo  di  Tifloia  per  farlo  capace, 
che  per  efferefen^a  danari ,  fenica  forze  ,  &  fen^a  autorità ,  la  dichiarano 
ne  fua  non  farebbe  di  frutto  alcuno  à  Collegati  :  potergli  /blamente  gioua- 
re-nel  trattare  la  pace  ;&  che  però  haueua  commeffione  d'andare  a  Ce  fare 
per  eshort arnelo  con  parole  rigor ofe  :  il  che  il  Bg  ,  benché  non  reflajje  male 
fatis fatto  della  neutralità  del  Pontefice  ,  nondimeno  dubitando  non  lo  man- 
daffe  per  trattare  altro  ,  non  conferiti  :  ne  Ce  far  e  anche  fi  lamentaua  del  Pon 
tefice  fé  slaua  neutrale  »  Ma  nel  tempo  che  Lautrech  andana  innanzi  ,  e£» 
che  era  desinato  che  tarmate  facejf.ro  il  medefimo  ,  s'opponeuano  a  quefla 
molte  difficultd  ,*  perche  le  dodici  Galee  Vinitiane ,  che  prima  s'erano  ridotte 
a. Liuorno ,  hauendo  patito  molto  nella  imprefa  di  Sardigna ,  &  per  i  traua- 
gli  del  mare  ,  &  per  la  careflia  delle  uettouaglie ,  partirono  il  decimo  dì  di 
Febbraio  da  Liuorno  per  andare  a  Cor  fu  a  riordinar  fi  :  benché  i  Vinitiani 
prometteuano  mandarne  in  luogo  loro  dodici  altre  ,  per  unir  fi  con  V  armata 
Francefeja  quale  anche  haueua  delle  dijficultà  per  quello  y  che  haueua  pati- 
to 3&  per  le  differenze  nate  tra  ^Andrea  Doria ,  &  Bgn'fo  da  Ceri  ;  per  le 
quali  benché  F^en^o  fi  fuffe  fermato  in  Pifa  ammalato  y  fi  trattaua  che  il 
Doria  y  il  quale  con  tutte  le  Galee  haueua  toccato  a  Liuorno  y  andaffe  con  le 
fue  Galee  a  l^apoli  :  Bgn^o  con  l'altre  Francefi  y  con  quattro  di  Fra  Bernar 
dino  y  &  con  le  quattro  de'  Vinitiani  y  che  tutte  erano  infieme ,  affaltaffe  la 
Sicilia  :  ma  il  Doria  con  le  otte  fue  Galee  y  w  otto  altre  dell'armata  del  Bg 
di  Fràìicia  fi  ritirò  a  Genoua  y  allegando  effere  neceffario  <&■  alle  Galee  y  &  a 
lui  concedere  ripofo  y  ò  perche  quefla  fuffe  neramente  la  cagione  y  o  perche  f."  "^Kìra  a 
gì' intere/fi  delle  co  fé  di  Genoua  gli  inclinaffero  già  l'animo  a  nuoui  penficri  :   Genoua  per 
conciò  fia  che  hauendo  i  Genoucfi  dimandato  al  Bgy  che  concedeffe  loroy  che  fi  rlpofarfi. 
gouernaffero  liberamente  da  fé  siejfi  y  offerendogli  per  il  dono  della  libertà  du 
gento  mila  ducati,  &  hauendolo  il  Bg  ricufato ,  fi  credeua  che  al  Doria  auto- 
re ,o  almeno  confortatore  che  faceffero  quefle  dimandey  non  fuffe  grato,  che 
il  Re  acquiflaffe  la  Sicilia  yfela  libertà  non  fi  concedeua  a  Genouefi  :  &  publi 
caua  anche  un'altra  caufa  importante  di  controuerfiaiperche  hauendo  il  Bg 
fmembrato  la  Città  di  Sauona  da  Genouefi ,  fi  dubitaua  cheuoltandofi  in  fra 
non  molto  tempo  per  il  fauorc  delBg,  &  per  l'opportunità  del  fito  a  Sauo- 
na la  maggiore  parte  del  commertio  delle  mercatante  y  &  quiui  facendo  fca 
la  l'armate  Bggie ,  quiui  fabbricando  fi  i  legni  per  lui,  Genoua  nonfiffogliaf* 

I 


150  1  I  $   \0 

Dona  s'affa-  fedifreqventlx  d'habitatoriy&  di  ricche^ze:però  il  Boria,  s* affaticava mol- 

tlC%(iaCrdUrci-  t0  c0^  ^  *  c^e  Sauona  fulfe  rimt'jpt  nell'antica  fubiettione  de'  Cenouefi .  Ma 

taa'Gcnouefu  con  maggiore  felicità  chele  fyeditioni  marittime ,  procedevano  le  cofe  di 

Lautrech  :  il  quale ,  come  fu  arrivato  ad  ^Afcoli  inuiò  T?ietro  l^auarra  co 

Pietro  Nauar  juol  fantj  aua  uo\ta  dell'aquila  >  effendoftgia  alla  fama  della  fua  venuta  or 

dell*  Aquila^  r€n^Htl  fpwt?0  j  &  Givlianvoua .   Seguitaualo  per  la  via  della  Lioneffa  il 
Mar  che  fé  di  SaluTgp  con  le  fue  genti:  &  più  adietro  centocinquanta  ca- 
valli leggieri y  &  quattromila  fanti  delle  bande  nere  de'  Fiorentini  con  Ora- 
tioBaglione .  H avevano  anche  i  Vinitiani  prcmejfo  mandargli  fen^a  la  per 
fina  del  Dvca  d'Vrbino  quattrocento  cavalli  leggieri  >  &  quattromila  fanti 
delle  genti ,  le  quali  h avevano  in  terra  di  B^cma  :  &  in  fvpplemento  dell'al- 
tre 3  con  le  quali  erano  obligati  d'aiutare  la  guerra  del  ì\egno  di  T^apoli;  s'e- 
rano convenuti  di  pagargli  aafeuno  me  fé  ventitré  mila  dveati  :  &  afferma- 
vano y  che  con  l'armata  disegnata  per  la  imprefa  della  Sicilia  barebbonoin 
mare  trentajei  legni  :  &  nondimeno  apparendo  mani  fedamente  che  erano 
[tracchi  3  procedevano  molto  lentamente  allo  fendere  :  come  fmilmente  era 
Lautrech  In     #  Hg  di  Francia  ;  perche  a  Lautrech  in  queflo  tempo  uennono  avifi  3  che  l'af 
difjperatione    jègnamento  fattogli  dal  I\ey  quando  parti  di  Francia  di  centotr  ent  amila  feu- 
fer  mancarne  di  il  me  fé  per  le  §  e  fé  della  guerra  y  &  del  quale  h  aveva  ancora  a  rifeuotere 
io  i  anan.    circa^Hgenfomjia^era  fìat0  ridotto  3  ite  per  piv  che  per  tre  mefi  futuri  >  fo- 
lamente  a  ragione  di  feffantamila  feudi  il  me  fé  :  di  che  era  ingrandijfima  di- 
Jperatione  ;  lamentando]!  che  il  I\e  non  fi  commoueffe  ne  dalla  ragione y  ne 
dalla  fede ,  ne  dalla  memoria ,  &  effempio  del  danno  proprio  :  perche  diceva 
chef  battere  uoltato  il  l\e  i  danari ,  e^  le  forze  y  che  baueuano  aferuire  a  lui 
T 'A    -la  ore-  P er  ^  difefa  del  Ducato  di  Milano ,  alla  imprefa  di  Fonttrabia  3  era  slato  ca 
fa  dal  Nauar-  gione  di  fargli  perdere  quello  Stato .  Succedette  la  cofa  dell'aquila  felice- 
ra.  mente  :  perche  come  T tetro  ls[auarra  ui  s'accoflò y  il  Trincipe  di  Melfi  fene 

partì  3  &  u' entrò  in  nome  del  I\e  di  Francia  il  Vefcouo  della  Città  >  figliuolo 
del  Conte  di  Montorio .  Occuparono  per  accordo  &  i  fanti  Tedefchi  de'  Vi- 
nitiani Ciuitella  y  picchia  Terra  y  ma  forte  ;  pofta  di  là  dal  Tronto  fette  mi- 
glia, preuenuti  dugento  archibufieri  Spagnuoli ,  i  quali  caminauano  per  en- 
trami dentro .  Seguito  l' effempio  dell'aquila  tutto  l'^Abrw^i  :  &  bar  eb- 
be fatto  il  fmiigliante  in  brieviffmo  tempo  tutto  il  Bearne  di  T^apoliyfcl'ef 
fere  do  Imperiale  non  fufje  vfeito  di  B^oma  :  il  quale  dopo  molte  diffcultày  & 
-  molti  tumulti  ,nutì  perche  i  faldati  dimandavano  d'effere  pagati  del  tempo 
Roma  lìbera  eorfo  dopo  la  liberatione  del  Tontefice  3  vfcì  di  F{pma  il  decimofettimo  dì  di 
ta  da'foldati-    Febraio  y  dì  di  grandiffmorcfpirametito  alle  miferie  tanto  lunghe  del  popo- 
Impcriali.       /Q  j^mano  ;fe  f'ubito  dopo  la  partita  loro  non  vi  fvffero  entrati  l'abbate  di 
Farfà  3  òr  altri  Or  fini  co'  Villani  delle  Terre  loro  ;  i  quali  tiifcciono  per  mot 
ti  dì  graviffmi  danni .  J\efi  ò  Bgmafpogliata  dall' ef  ere  ito  nonfolo  d'ima  par- 


decimo     or  r  yt  v  o.  ni 

te  grande  de  gli  h  abitatori,  con  tante  cafe  de  folate,  &  diflrutte  ;  ma  etiandio 
fogliata  di  ftatue,  di  colonne ,  di  pietre  fingulari,  &  di  molti  ornamenti 
dell'antichità  :.  &  nondimeno  non  uolendo  partire  i  Tcdefcbi  fen^a  i  dana- 
ri dì  due  paghe  ,  perche  gli  Spagnuoli  conjtntirono  d'ufcirne  fenici  al- 
tro pagamento  3  fu  neccffitato  il  Tonte fi: è ,,  defiderofo  che  F{pma  refiaffe  uà-    ' 
e  uà ,  pagare  loro  uentimila  altri  ducati  ;  i  quali  pagò  fotto  colore  di  liberare 
i  due  Cardinali  Sfatichi  :  &  poi  uentimila  ne  riceuerono  fotto  nome  del  popò 
lo  Vernano  ,  dubitandoli  che  anche  quefti  non  fuffero  pagati,  dal  Tontefice^ 
ma  fotto  quello  nome  per  dare  minore  caufa  di  querelar  fi  a  Lautrech:  il  quan- 
te nondimeno  fi  querelò grauijfimamentc  che  coy  danari  fuoi  fuffe  flato  ca- 
gione della  partita  da  T{oma  dell' efferato ,  per  la  quale  la  uittoria  manifefiif- 
.  fimo,  firiduceua  a  gli  euenti  dubbi]  della  guerra.  Vfcirono  fecondo  che  è   Numero  del- 
-fama  di  P^pma  mille  cinquecento  caualli ,  &  quattromila  fanti  Spagnuoli ,  l'cffcrcito  im 
diimila  in  tremila  fanti  Italiani ,  &  cinquemila  fanti  Tedefchi,  tanti  di  que  JJ?rÌaIe  vfcito 
sii  haueua  diminuiti  la  pefiìlentia.  La  partita  dell'efferato  Imperiale  daì^o     '    QmiU 
ma  coflrinfe  Lautrech ,  il  quale  altrimenti  farebbe  andato  per  il  camino  più   Lautrech 
diritto  uerfo  ls[apoli  ,  a  pigliare  il  camino  più  lungo  di  Tuglia  a  canto  alla   fo-Napoli  por 
marina  ,  per  la  dijficultd  di  condurre  l'artiglierie,  fé  haueffe  hauuto  in  quelli   k  Pu$ta\ 
luoghi  l'oppofitione  de'  nimici  per  la  montagna ,  &  molto  più  per  fare  proni-         , 
fione  di  uettouaglie ,  accioche  non  gli  mancaffero  fcfuffe  necejfitato  fermare 
il  corfj  della  uittoria  alle  mura  di  T>{apoli  :  però  uenne  a  Ciuità  di  Chietina-  ' 

p  o  dell' \Abrui^zi  citra(  perche  il  fiume  di  Tefcara  diuide  l'Abruzzi  citra 
dall'Abruzzi  ultra  )  doue  je  gli  erano  date  Sermona,&  molte  altre  Terre 
■del  paefe,<&  con  tanta  inclinatione  ,o  per  l'affettione  al  nome  de'  Fr  ance  fi,  o 
per  l'odio  a  quello  de  gli  Spagnuoli,  che  quafi  tutte  le  Terre  anticipauano  a 
dar  fi  uenticinque ,  o  trenta  miglia  innanzi  alla  giunta  dell'efferato.  Troce- 
deua  nondimeno  più  lentamente  di  quello  bar  ebbe  potuto  per  andare  innanzi 
con  maggiore ftabilità,&ficure7^a:  &ficredeuacbeper  afficurarfi  diri- 
fcuotere  per  tutto  Alarlo  l'entrata  della  Dogana  di  Tuglia ,  entrata  di  ottan 
t amila  ducati ,  la  quale  confifteua  in  cinque  Te  rr  e, u  haueffe  a  mandare  Tie- 
tro  Ts^auarra  co' fuoi  fanti  :  per  la  Hrane-^a  del  quale ,  effendo  Lautrech  ne 
ceffitato  a  comportar  la, non  era  nell'efferato  molto  ordine .  ma  effendo  parti- 
to dal  Guaflo,&  intefo  che  una  parte  dell'efferato  nimico,  col  quale  s'era  uni 
to  il  Trincipe  di  Melfi  con  mille  fanti  Tedefchi  di  quelli ,  che  haueua  menati- 
di  Spagna  Don  Carlo  Viceré  y  &  con  dumila  fanti  It aliarli  ufeiti  dell' A-  .  . 
■quila ,  era  uenuta  a  lacera  lontana  quaranta  miglia  da'  Termini  uerfo  la  .    .  ? 

marina  :  &  un'altra  parte  a  Campo  baffo  lontano  trenta  miglia  da'  Termini    ■ . 
in  fui  camino  proprio  di  T^apoli;  mandato  innanzi  Tietro  Italiana  co*  - 

fuoi  fanti ,  egli  l'ultimo  dì  di  debraio  andò  alla  Serra ,  lontana  diciotto  mi- 
-glia  da'  Termini, donde  il  quartoÀì  diMar^p  arriuò  a  SanSeuero:  ma  Tie- 

l    i\     • 


HI  ?  t  l  I  B  B^O 

■  tro  1S[auarra  procedendo  innanzi  entrò  l'un  dì  in  tjocera ,  &  t  altro  dì  m 
Foggia y  entrando  per  una  porta y  quando  gli  Spagnuoli,  che  s'erano  ritirati 
a  Troia y  Barletta^  Manfredonia  >  uoleuano  entrami  per  l'altra  :  il  quale 
Esercito  di  acquiflogiouò  affai  per  le  uettouaglie  dell' efferato.  Erano  con  Lautrecbin 
Lautrech.     tuttQ  qtiaftrocento  lance  y  e^  dodicimila  fanti  >  ne  di  gente  molto  eletta:  ma 
doueuanfi  unire  fé  co  il  Mar  eh  e  fé  di  Saluto  y  il  quale  caminaua  in.nan'zj  a 
tutti y  le  genti  de'  Vinitiani  y&le  bande  nere  de'  Fiorentini  >  dcftderate  mol 
,  ,    toda  Lautrech  :  perche  hauendo  fama  di  effere  fanteria  delira  y  &  ardita  a 

Fiorenrini  '  gliaffalti ,  quanto  fanteria  che  allhora  fuffe  in  Italia  yfaceuano  come  uno 
molto  ttima-  condimento  al  fuo  efferato  y  nel  quale  erano  genti  ferme  &  slabili  a  combat 
tc«  ter  e .  Ma  intefo  per  relatione  di  Tietro  Iguana  mandato  da  lui  afpeculare 

ilfttOyche  in  Troiayet  all'incótra  erao  cinquemila  ^Alamari,  cinquemila  Spa 
gnuoliyet  tremila  cinquectto  Italìanime  potedofi  per  i  freddi  gràdiffìmi  sìare 
in  CàpagnayLautrech  agli  otto  dì  di  Marzo  andò  a  T^ocera  co  tutti  ifàtiy  et 
cauaììi  leggieri^  il  Mar  che  fé  di  Saluygo  nuouamente  arriuato  meffe  con  le 
genti  d'arme 3  &  con  mille  fanti  in  Foggia,-  affermando  di  uolene  far  e  y  fé  l'oc- 
cafone fi prefentaua  y  la  giornata ,  e^  per  altre  ragioni  :  &  perche  effendo- 
Lau  trech  i»     ^  ^atl  diminuiti  dal  I{e  gli  affegnamenti  ynon  potè  uà  fomentare  molto  tetn 
lar  eìornata    V°  ^  Jfefè  delia  guerra  ;  &  in  San  Seuero  lafciògli  iAmba[ciadoriy&  legen 
a  Troia.  ti  non  atte  alla  guerra  con  poca  guardia  :  cofigli  pareua  ftareficuro  y  ne  effe- 

re  neceffitato  a  fare  giornata  fé  non  con  uant  aggio  :  negli  mancauano  uetto- 
uaglie y  benché  fi  patiua  di  macinato  :  ufcì  poi  a  dodici  di  Mar'fo  in  campa- 
gna tre  miglia  di  là  da  T^ocera,  &  cinque  miglia  preffo  a  Troia  ;  perche  Ts(o 
cera  y  e^  Barletta  diflanti  intra  fé  dodici  miglia  j  diflano  non  più  che  otto  mi- 
glia da  Troia  :  &  gli  Imperiali  i  quali  haueuano  raccolte  quafi  tutte  le  gen- 
ti y  che  erano  in  Manfredonia y  &  in  Barletta  y  &  che  in  Troia  haueuano 
copia  di  uettouaglie  y  ma  non  pagati  i  foldati  y  eccetto  i  fanti  Tedefchiyufci- 
rono  afearamucciare  :  poi  il  dì  feguente  fi  meffono  in  campagna  fenya  arti- 
glieria in  uno  alloggiamento  forte  in  fui  colle  di  Troia  :  Lautrech  a  quattor- 
dici dì  girò  quel  colle  dalla  banda  di  [òpra  y  che  rijguar  da  me?o  dì  uerfo  la 
montagna  :  &  uoltando  iluifo  a  Troia  y  cominciò  a  falire  y  &  guadagnato 
il  Voggio  con groffa  fcaramuccia  y  fece  uno  alloggiamento  a  Caualiere  a  lo- 
ro y&  li  cofirinfe  a  colpi  d'artiglierie  a  ritirarfiy  guadagnando  per  fé  l'allog- 
giamento loro  y  parte  in  Troia  y  parte  a  ridoffo  ;  in  modo  che  Troia y  &  l' ef- 
ferato Imperiale  y  reftarono  tra  l'efferato  Fr  ance  fé  y  e^  San  Seuero  :  il  che 
difiicultaua  i  foccorfi  y  che  potè ffero  haucre  da  lS(apoli  ;  &  anche  ingra  par- 
te ìmpediua  le  uettouaglie 3che  poteffero  condurfi  a  loro:  benché  per  effere  fca 
richi  di  bagagliey&  di  gente  inutile  non  confumaffero  molto:  &  da  altra  par 
te  erano  impedite  da  e/Ji  le  uettouaglie  y  che  andauano  da  San  Seuero  al  capo 
Francefèj  &  anche  teneuano  in  pericolo  San  Szuero  j  //  quale  potevano  affat- 
turi 


DECIMO     '0  T  T  jì  ro.  in 

tare  con  una  parte  delle  loro  genti  fen^a  che  i  Francefife  ne  accofgeffero.  Cofi 
Hando  alloggiatigli  efferati, i  Francefi  di  là  da  Troia  diuerfo  la  montagna: 
&  gli  Imperiali  dalla  banda  di  qua  iicrfo  J^ocera  a  ridoffo  della  Terra  in  fit 
la  (piaggia  molto  fortificata;  &  ejfendo  la  più  parte  de'  luoghi  circoftanti  in 
mano  de*  Francefi  ,  dimorarono  co  fi  infino  a  dkianoue  dì,dandofi  tutta  notte 
all'arme, ,  &  ogni  dìfaccndofifcaramuccie  ;  in  una  delle  quali  fu  prefo  Mar-  Martio  Colo 
tio  Colonna  :&  interrompendo  fpeffo  le  uettouaglie  ,che  andauano  da  San  naPnolone> 
Seuero  y  &  da  Foggia  alt  efferato  Fr  ance  fé  ;  che  per  queflo  hebbe  qualche 
finita ,  ne  fi  poteuano  condurre  ferina  gr offa  fcorta.  i^el  quale  tempo  con- 

Cult  andofi  fra  i  Capitani  Imperiali  quello  fi  douefjèfare ,  //  Marchese  del  Gua  ±  ,.  . .     ,    , 

a         r  i-'      i     r  r     tri      -        +      *.      /    i»  rr    \  r        r        +  II  Marche- 

sa conjigito,  che  fi  faccela  giornata:  perche  l  efferato  Francefe  crefceua  fecjci  Quarto 

ogni  giorno  ,  &  il  loro  diminuiua  :  ma  hebbe  più  autorità  il  configlio  d'*A-  configlia  a  far 
larcone ,  che  mofìraua  effere  piufperan^a  della  uittoria  nello  filare  alla  dife-  la  giornata. 
fa,  confumando  tempo  ,che  nel  rimetterfi  all'arbitrio  della  fortuna .  *A  di-  ' 
cianoue  digli  Imperiali  ,  per  effere  danneggiati  dall'artiglieria  nimica, fi  ri 
tirarono  in  Troia:  ma  riparato  poi  il  loro  alloggiamento  dall'artiglieria  ,  al 
tempo  buono  iti  ritornauano  ,  al  finiflrofi  ritomauano  in  Troia .  Ma  a  uen-  JinPcria" 3 
timo  in  fui  fare  del  dì  fi  Iettarono ,  &  andarono  uerfo  la  Montagna  ad  si- 
riano con  non  piatola  giornata,  effendofi  contra  quello  che  prima  crede uano  i 
Francefi  trottate  in  Troia  uettouaglie  affai  ;  da  che ,  per  hauer e  ferrato  ipaf- 
fida  condurle,  s'erano  promeffi  nanamente  la  uittoria .  s'intrepretaua  fuse- 
ro lettati ,  o  per  uolere  tirare  i  Francefi  in  luogo  doue  patiffero  di  uettoua- 
glie,  o  per  hauer  e  int  e  fo  che  il  dì  fegucnte  s'afpettauano  nel  campo  loro  le 
bande  nere  :  le  quali  nel  uenire  innanzi ,  effendo  alloggiate  per  tranfito  nel- 
l'aquila, haueuano  finita  effere  siate  o  ingiuriate,  o  prouocate;  ma  meramé      gancje  ncre 
te  per  cupidità  di  rubar  e, faccheggiat  a  fcelerat  amente  quella  Città,  fluenti-  fa  echeggiano 
due  Lautrech  alloggiò  alla  Lioneffa  in  fui  fiume  dell' Ofanto,  detto  da'  Latini  l'Aquila. 
infido,  lontano  fei  miglia  da  xAfcoli>  mandate  le  bande  nere,  &  Tietro  7\(tf 
uarraco'  fanti  firn,  &  con  due  cannoni  all' oppugnatane  di  Melfi  :  doue 
haueudo  fatto  picciola  rotturafi  Gttafconi  s 'appi 't fintarono  alle  mura  ;  &  le 
bande  nere  con  maggiore  impeto, contra  l'ordine  de'  Capitani  feciono  il  mede 
fimo  :  &  facendo  l'una  natione  a  gara  con  l' altra, battendoli  gli  archibufi  de' 
fianchi, furono  ributtati  con  morte  di  molti  Gttafconi, &  di  circafeffanta  del- 
le bande  nere  :  &  hebbono  la  fera  medefima  un'altra  battitura  quafi  equale 3 
effendo  tornati  al  tardi, poi  che  era  slata  continuata  la  batteria, a  dare  un'al- 
tro affalto  :  ma  la  notte  uennono  in  campo  nuoue  artiglierie  mandate  da  Lati 
trech,con  le  quali  h  attendo  la  mattina  feguent  e  fatte  due  batterie  grandi ,  i 
Villani, che  ne  erano  dentro  molti, cominciarono  per  paura  a  tumultuare :per  -^c^  b^uta 
timore  del  quale  tumulto  occupati  ifoldati,  che  eranoeircafeicento,abbando  pj^cefì. À 
narono  la  difefa  :  onde  quelli  del  campo  entrati  dentro  ammalarono  tutti  i 

I    iij 


«  • 


IJ4  L  I  B  \0 

Villani,&gli  huomini  della  Terra  :  ritirarono  ifoldati  nel  Cafielb  colVrin 
ci  fé  ,  &  foco  foi  s  arrenderono ,  fecondo  di  fono  quelli  del  camfo,  a  di  fer  e- 
tione  ,  benché  effi  fr  etende  fero  eterne  eccettuata  la  uita  :  Fufaluato  il  Triti 
ci  fé  con  fochi  de  fuoi  ;  gli  altri  tutti  amatati  ,  faccheggiata  la  Terra,  & 
.   morti  in  tutto  tremila  huomini  :  nella  quale  fi  trouarono  uettouaglie  afai  con 
grandiffimo  commodo  de*  Frane  e  fi  ,che  haueuano  fer  le  loro  male  frouifio- 
Imperlali  ni  fomma  neceffità  in  Tuglia  di  quello ,che  ui  èfomma  abbondanza.  *A  uen 
«feono  d  \  A-  tiquattrogli  Sfagnuoli  fartirono  da  .Ariano  ,&  fi  fermarono  alla  T  rifal- 
da, lontana  uenticinque  miglia  da  T>{afoli  in  fui  camino  diritto ,  &  quaran- 
ta miglia  dall' Ofanto  :  co*  quali  s  uni  il  Vi  cere  ,  il  Trinci  fé  di  Salerno ,  e^ 
Fabritio  Maramaus  con  tremila  fanti,  &  con  dodici  fevgi  d'artiglieria;et 
fi  diceua  che  barcone  ufciua  di  TS(afoli  con  dumila  fanti  fer  foccorrere  la 
Dogana.  Sofraflaua  nondimeno  Lautrech  in  fu  l' Ofanto  fer  fare  frima 
grofla  frouifione  di  uettouaglie,  &  tutta  la  gtnte  fua  era  alloggiata  tra 
xAfcoli  &  Melfi  :  &  dofo  il  cafo  di  Melfi  fé  gli  erano  date  Barletta  ,  Trani , 
&  tutte  le  Terre  circoflanti ,  eccetto  Manfredonia ,  doue  erano  mille  fanti  : 
onde  mandato  Tietro  ls[auarra  con  quattromila  fanti  a  combattere  la  I\pc- 
PictróNauar  ca  ^  yenofa3  guardata  da  dugento  cinquanta  fanti  Sfagnuoli ,  che  la  di- 
RoccadiVe-  fendeuano  gagliardamente ,  l'ottenne  a  diferettione ;  &  ritenuti  frigioni  i 
nofa,  Cafitani,  licentiò  gli  altri  ferrea  arme  :  &  haueua  dato  ordine  tale,  che 

fer  lui  fi  rifeoteua  l'entrata  della  Dogana  di  Tuglia  :  ma  fer  gli  imfedimen- 
ti ,  che  dalla  guerra  non  afeendeua  alla  metà  di  quello ,  che  era  confueto  a  ri- 
fcuoterfi .  In  queflo  alloggiamento  arriuò  il  Troueditore  Tifano  con  le  genti 
Proneditore   .fa'  Vinitiani,  che  furono  in  tutto  circa  dumila  fanti  :  cofi  attendeua  ad  affi- 
r    .  o  p        curarfi  delle  uettouaglie ,  di  che  hebbe  fiu facilità ,  foi  che  per  ofera  delle 
cele.  Spnti  Vinitiani  hebbe  ^Afcoli  in  fuo  fot  ere .  IS^el  quale  temfo  frefo  animo 

dalla  frojperìtà  de*  fucceffi  ,s~lrigneua  confarole  alte  il  Taf  a  a  dichiararli 
fer  la  Lega;  il  quale,  fé  bene  frima  i  Viterbefi  fer  ofera  di  Ottauiano  de 
gli  Sfiriti  non  haueuano  uoluto  riceuere  il  fuo  Gommatore ,  nondimeno  ha- 
Vefpafiano  uendo  foifer  timore  ceduto,  haueua  trasferita  la  Corte  a  Viterbo .  &  effen- 
Colóna  muo-  rfo  nel  temfo  medefimo  morto  Vefpafiano  Colonna ,  &  dijpoflo  nella  fua  ulti- 
ma uolontàjche  Ifabella  fua  unica  figliuola  fi  mar  it  afe  a  Hi ff  olito  de*  Me- 
dici ,  il  Tontefice  occufò  tutte  le  Cafiella ,  che  fofiedeua  in  Terra  di  I{oma  : 
benché  ^dfeanio  fretendefie,  che  mancata  la  linea  mafcolina  di  Troverò  Co- 
M         .,  -  lonna  ,  affartènefiero  a  lui .  Erafi  in  queflo  temfo  Mono  foli  arrenduto  a* 
arrende  a' Vi-  Vinitiani  ;  fer  i  quali  fecondo  l'ultime  conuentioni  fatte  col  I{e  di  Francia 
nitianj.  s  acquifiauano  tutti  quei  Torti  del  I\egno  di  T^afoli ,  i  quali  fofedeuano  in- 

nanzi alla  rotta  riceuuta  dal  B^e  L uigi  nella  Ghiaradadda .  Indufono  quefie 
frofperità*de'  Francefi  il  Duca  di  Ferrara  a  mandare  il  figliuolo  in  Francia 
fer la  ferfettione  del  matrimonio  :  il  che  frima  ,ricufando  etiandio  d*  efiere 


DECIMO       OTTAVO.  UT 

Capitano  della  Lega y  baueua  induflriofamente  differito .  Ma  Cefare  non 
prouedendo  con  le  genti  di  Spagna  a  tanti  pericoli  del  Bggno  Xapoletano^ , 
perche  da  quella  parte  mandò  Solamente  feicento  fanti  non  molto  utili  in  Sì- 
cilia y  haueua  ordinato  che  di  Germania  paffaffero  in  Italia  per  foccorfo  di 
quel  Bearne  [otto  il  Duca  di  Brunfukh  munti  fanti  Tedefcbi  :  i  quali  fi  pre*  > 
parauano  con  tanto  maggiore  folìecitudine  y  quanto  sintendeua  effer e  mag- 
giore per  i  progreffi  di  Lautrech  la  neceffità  del  foccorfo  :  alla  uenuta  de  qua- 
li per  opporfi y  acciò  che  non  perturbaffero  la  fferanza  della  uittoria  yfu  con  - 
confentimento  commune  del  %e  di  Francia  y  del  He  $  Inghilterra  y<&  de  Vini 
tiani  deflinato ,  che  in  Italia  paffaffe  per  feguitare  i  Tedefcbi ,  fé  andaffero 
nel  famedi  i^apoli  ;fe  non,  per  fare  la  guerra  con  le  genti  de  Vinitianiy 
&di  Francefco  Sforma  contra  Milano y  Francefco  Monfignore  di  San  Volo  Monfignore 
della  famiglia  di  Borbone  con  quattrocento  lance  y  cinquecento  cauaUi  leg-  ^J^Q°^ 
peri  3  cinquemila  fanti  Francefì  y  dumila  Sumeri  y  &  dumila  Tedefcbi  :  It^ 
alla $e fa  del  quale  efferato  y  che  fi  difegnaua  di  feffant amila  ducati  il  mefa  y 
concorreua  ilF{e  d'Inghilterra  con  trentamila  ducati  ciafcuno  mefe  :  &  i  Vi- 
nitiani  haueuano  fatto  nel  configlio  de  Vregati  decreto  di  foldare  diecimila 
fanti.  ?iel  quale  tempo  in  Milano  per  l'acerbità  d'Antonio  deLeuay  era  Antonio  da 
eflremitdy  &  fuggtttione  mi fer  abile;  per  eh  e  per  prouedere  a' pagamenti  Leua  mette 
te  faldati ,  haueua  tirato  in  fé  tutte  le  uettouaglie  della  Città  ;  delle  quali  fat  «gg. m    \ 
ti  fondachi  publiciy&  uendédole  in  nomefuoycauaua  i  danari  per  i  pagamen  * 

ti  loro  ;  effendo  coftretti  tutti  gli  h uomini  per  non  morire  di  fame  di  pagarle 
a  pre^i  3  che  par  effe  a  lui  :  il  che  non  hauendo  la  gente  pouera  modo  di  potè 
re  fare  y  molti  ptriuano  quafi  per  le  ttrade  :  ne  baflando  anche  quefti  danari  t  Crudeltà, 
a  faldati  Tedefcbi  y  che  erano  alloggiati  per  le  cafe  y  coflrigneuano  ipadro-  &  dishoneftà 
ni  ogni  dì  a  nuoue  taglie  ;  tenendo  incatenati  quelli,  che  non  pagauano:&  d'Antonio  da 
perche  y  per  fuggire  quefle  acerbità  y  &  pefi  intollerabili ,  molti  erano  fug-  Lcua'       K  . 
giti y  &  fuggiuano  continuamente  della  Città ;non  ofiante  l 'affresca  «to' 
comandamenti  y  &  la  diligenza  delle  guardie  yfì  procedeua  contra  gli  affenti 
alle  confifeationi  de  beni  ;  che  erano  in  tanto  numero  y  che per ■  fuggire  il  te-  mhnoln  gr- 
dio  dello  fcriuere  fimetteuano  inciampa:  che  reflauano  pero  mobili  male  miferieperlc 
uefliti ,  &  poueriffimi  y  &  i  luoghi  della  Città  già  più  frequenti  pieni  d'Or-  afprezze  del 
fiche  y  &  di  pruni  :  &  nondimeno  a  chi  era  autore  di  tante  acerbità  y  &  di  Leua. 
tanti  fupplitij  fuccedeuano  tutte  le  cofe  felicemente:  perche  effendo  il  C avel- 
lano di  Musaccampatofi  a  Lecco  y  come  faldato  deUa  Lega  con  feicento  fan- 
ti y  &  tolte  le  naui  y  perche  gli  Spagnuoli  y  che  erano  in  Como  non  poteffero 
foccorrerlo  per  la  uia  del  Lagoy  .Antonio  de  Leua  chiamati  i  fanti  di  "blpua-        _  ^   £ 
va  y  ufcito  di  Milano  fi  fermò  a  quindici  miglia  di  Milano  co  Tedefcbi  :  &  ^^  fo<> 
efougnata  la  Fiocca  d'Olgina  y  che  è  in  ripa  d'Mda  y  slata  prefa  prima  dal  corfo  di  Uom 
Cartellano  di  Mus,  mandò  Filippo  T orniello  co  fanti  Italiani  &  Spagnuoli  cov  . 

1     iitj 


13  6  L  I  B  \'0  . 

a  foccorrcre  Lecco ,  che  è  in  fu  l'altra  ripa  del  Lago  :  dotte  Mus  con  aiut 
fatti  uemre  da'  Vinitiani  ,<&  dal  Duca  di  Milano,  &  con  artiglieria  ba- 
ttuta da  i  Vinitiani  haueua  prefi  tutti  ip  affi,  &  fortificatigli  ,i  quali  per 
l'afprc^za  de  luoghi  &  de  monti  fono  difficili .  Ma  gli  Imperiali  occu- 
pato  all'oppofito  il  monte  eminente  a  Lecco,  poi  che  hebbono  fatto  pruouain 
uano  di  paffarem  più  luoghi ,  sforarono  finalmente  il  luogo  doue  le  geni 
de*  Vinitiani guardavano  :  le  quali  il  Caftellano ,  o  per  confidare  meno  nellx 
uirtù  loro ,  o  per  mettergli  in  minore  pericolo  ,  haueua  pofle  ne'  luoghi  più 
aflxri  :  però  il  Cajleliano  con  l'artiglieria  ,  &  co  fuoi  falito  in  fu  le  nani  faU 
uh  la  gente  ;  non  stando  fen%a  foretto,  che  t  Vinitiani  hauejfero  fatto  leggie- 
re difèfa  per  gratificare  al  Duca  di  Milano,  al  quale  non  piaceua  che  egli  pi- 
gliale Lecco  :  &  poco  poi  per  confeguire  con  la  concordia ,  quello  ,  che  non 

Caft  eli  a  n  o  dì  haueua  potuto  confeguire  con  l'arme,  p  affato  nelle  parti  Imperiali  h  ebbe  per. 

Mus  diuenta    uirtù  dell'accordo  Lecco ,  &  altri  luoghi  da  Antonio  de  Lena  ;  ottenuta  an- 

Imperiale       c  jK  fa  acronimo  Morone ,  che  per  lettere  era  flato  autore  di  quefla  pratica, 

la  ceffone  delle  fue  ragioni.  Dal  quale  accordo  hebbe  ^Antonio  de  Leua  nella 

Strettela  della  fame  grandifjlma  cormnodità  dinetiouaglie ,  &  di  danari  : 

■  perche  il  Caftellano ,  il  quale  afpirando  a  concetti  più  alti ,  affunfe  poi  il  titolo 

no  di  Mus  af-  ^  Marche  fé ,  pagò  trentamila  ducati  ,&a  Milano  inandò  tremila  facca  di 

fumc  il  tìtolo  frumento .  Trocedeua  m  tanto  Lautrech  uerfo  "Scapoli,  &  a  tre  dì  d'apri- . 

«li  Marchefe.  lt  era  a  Biocca  Mattar  da,  lafciati  a. guardia  di  Tuglia  cinquanta  h  uomini 
d'arme ,  dugento  caualli  leggieri ,  mille  cinquecento  in  dimila  fanti ,  tutte 
genti  de'  Vinitiani  ;  doue  non  fi  teneua  altro  ,  che  Manfredonia  in  nome  di 
Ce  far  e .  Ma  l'efferato  imperiale  rifoluto  d'attendere ,  abbandonato  tutto 
il  paefe  circoftante ,  alla  difefa  di  T^apoli ,  &  di  Gaeta  ;  poi  che  per  torre  ali 
menti  a'  nimici ,  hebbe  faccheggiato  T^ola ,  &  condotto  a  Is^apoli  le  uetto-r 
uaglie ,  che  erano  in  Capua;  alloggiò  in  fui  monte  di  San  Martino,  donde 
di  poi  entrò  in  1\(apoli  con  diecimila  fanti  tra  Tedefchi ,  &  Spagnuoli  ;  li- 

Efferato  Im-  centiati  tutti  i fanti  Italiani,  eccetto fei cento,  i  quali  militauano  fotto  Fabri- 

lnNae  intra  tW  MaramaHS$ercbe '  S ciarr a  Colonna  co'  fanti  fuoi,  era  andato  nell'  Abruz 
37.  Enfiarono  in  K[apolipochifJìmi  habitatori  :  perche  tutti  quelli ,  che  ba- 
llettano; ofacultà,o  qualità  s'erano  ritirati  a  If'chia,a  C apri,  &  altre  Ifole  ui 
cine  :  diceuaft  efferui frumento  per poco  più  di  due  me  fi  ;ma  di  carne ,  <&  di 
Terre ,  che  fi    ararne  picchia  quantità .   *Arreìtderonfi  a  Lautrech  Capua,  l^ola,  l'^icer  < 
arrendono  a     ra ,  lAuerfa,  &  tutte  le  Terre  cir collanti  ;  il  quale  dimorò  con  l'efferato  quat  > 
Lautrech.       tro  dì  alla  Badia  dell' \Accrra ,  diflante  fette  miglia  da  ^apoli, emendo  proce  , 
duto,  &  procedendo  lentamente  per  affrettare  k  uettouaglie  impedite  daca- 
^    tiui  camini,  &  dalle  pioggie, per  le  quali  era  la  campag'na  piena  d ' acqua, bifo 
a  '  noftr  '^M  &nand°&1  procederne  quantità  grandijjlma  :  perche  erafama,che  nell'effer^ 
corrotta.        cito  fuo  fecondo  la  corruttela  moderna  dtllamilitia ,  fuflcro  più  di  uentimila 
caualli j&  ^.ottantamila  b  uomini ji  due  t erigente  inutile: &  di  quiui  man  ■ 


D  E  C  l \M  0       0  T 'T  U  V  0.  13* 

dòallaimprefadtllaCalaima  Simone  Romano  concento  cinquanta  cauaììi  Simone  Ro- 
leggkri,&  cinquecento  Corfi  non  pagati  umuti  deUanìpo  Imperiale.  Et  già  !"ano  in  Ca~ 
Filippino  Boria  con  otto  Galee  d'  ^Andrea  Doria  ,  &  due  ls{aui  uenuto  alla  pj]-pp,-no  r> 
piaggia  di  Klapoli, haueua  prefii  una  nane  carica  di  grani,  &  fatto  con  l'ar-  ria  a  Napoli. 
tiglierie  diloggiare  gli  Imperiali  dalla  Maddalena  :  &  benché  poco  dopo  pi- 
gliale due  altre  naui  cariche  di  Grani,  &fuffe  cagione  di  mólte  incommodi- 
tà  a'  nimici, nondimeno  non  bafìauano  le  fine  Galee  fole  a  tenere  totalmente  af 
fediato  il  Torto  di  TS(apolì  :  Ter  ciò  Lautrech  follecitaua  le  fedici  Galee  de* 
yinitiani ,  che  uenijfèro  ad  unirfi  con  quelle  ;  le  quali  dopo  efferfi  lentamen-  Armata  V7n{ 
te  rimeffe  in  ordine  a  Corfà3  erano  uenute  nel  Torto  di  Trani:ma  effe, benché  tiana  a  Tram 
giàfifuffero  arrenduteloro  le  Citta  di  Trani  ,  &  di  Monopoli,  preponendo  i 
commodi  proprij  agli  alieni  ;  benché  dalla  uìttoria  di  K{apoli  depende jfero 
tutte  le  co  fé,  ritardauano  per  pigliare  prima  Tuligna.no,  Otranto,  &  Brindi-    . 
fi.  .A  diciafettedi  cT  <Apr ile  alloggiò  Lautrech  a  Cauiano  cinque  migliapr  e  fi- 
fio  a  'Napoli:  &  il  dì  me  de  fimo  gli  Imperiali,  che  abbondauano  di  caualli  leg- 
gieri,dimojlr  andò  fi  maggiore  lafiollecitudine,&  la  diligenza  loro, chela  ne- 
gligen^a  de  Fracefijolfom  loro  copia  di  uettouaglie, delle  quali  patiuano: et 
haue :ì ano  fortificato  Sant'Hermo  pofto  nella  fommitd  del  monte  di  San  Mar-  ~~    , 
tino, per  torre  a  Fr  ance  fi,  ejfendo  a  caualiere  a  'Napoli, la  commodità  dipo^  cefe  a  Napoli- 
terlo  danneggiare  con  l'artiglieria:  &  perche  efkndo  padroni  di  quel  monte,  : 

impediuano  che  quafi  alla  maggiore  parte  della  Citta  non  fi  póteuano  accofld 
rei  FràcefiyA  quali  dette  qualche jperaT^a di  difcordia  tra'  rumici l'hauere  i\ 
Mar  che  fé  del  Giiaflo,pure  per  caufie  priuate,  ferito  il  Cote  di  Toti'^a,et  am- . 
macinatogli  il l  figliuolo. V  éne  l'efferato  Fracefe  a  uetuno  a  Caforia,a  tre  mi- 
glia di  'Napoli  m  fu  la  uia  d'^Auerfia  :  nel  qual  dìfifcaramuccibfotto  le  mura  Migliati  mor 
di  TS[apoli,et  uifu  morto  Migliau;quello  che  haueua  acerrimamente  contra-  to  *n  vna  ica- 
detto  alla  liberatione  del  Tontefice, della  quale  haueua  effo  medefimo  portata  [ai^CCl ? .      • 
la  commeffione  di  Ce  fare  a'  Capitani.  .A  uentidue  alloggiò  a  un  miglio  et  me-  *    m* 

%o  di  J^apoli:  doue  Lautrecli  prohibì  lo  ficaramucciare  come  inutile  :  &già  f  pOZ2olo  fi 
fé  gli  era  arrendilo  To'^gitolo.  Finalmente  il  penultimo  dì  d'aprile  penìenu  dà  a  LautrecK 
to  alla  Città  di  IS^apoli, alloggiò  l'efferato  tra  Toggio  ideale ,  Talagio  molto 
magnifico, edificato  da  <Alfonfo  fecondo  d' \Aragona,  quando  era  Duca  di  Ca- 
lauria,et  il  monte  di  S. Martino,  diftendendofi  legéti  infino  a  me^o  miglio  di 
TSlapolida  per  fona  fua  più  innanzi  di  Toggio  Ideale  alla  maceria  del  Duca  di  Alloggiarne-  - 
Monte  Mto:nel  quale  luogo  s'era  fortificato  aliar gandofiuerfo  la  uia  di  Ca-  ^ °^*  ^u^c 
pua, alloggi  amento  fatto  infito  molto  forte,  &  dal  quale  fi  impediua  a  'Napo  ■     v 

/;'  la  commodità  degli  acquedotti, eh  e  fi  partono  di  Toggio  Ideale;  dóde  diffe- 
gnauafare  poi  un  altro  alloggiaméto  più  innàri  in  fui  colle,  che  è  fiotto  il  mon 
te  di  S.Hermo,per  torre  più  le  comodità  a  'Napoli,  &  moleflare  di  luogo  p'm 
propinquo  la  Cittadelle  quali  cofe  per  inteUigé^a  più  chiara  pare  neceffarÌQ 
defcrmereilfitQdelkCittddil^polij&dd 


13» 


DELL     HI  STORIA 

DI   MESSER  FRANCESCO 

GVICCIARDINI    GENTIL' 

HVOMO    FIORENTINO 


L  I  B  F^O     DECIMO     7^0  T<{  0. 


*r 


TnSTdtiàtét- 

uerfe  di  tener 


SOMMARIO* 

f 

IN  quefto  Decimo  Nono  Libro  fi  contiene  TafTecJio  di  Napoli  per  i  Francefi.  Il 
fatto  d'arme  nauale  tra  gli  Imperiali  ,  &  Francefi .  La  prigionia  del  Marchete 
del  Guado  ,  d'Afcanio  Colonna  ,  del  Principe  di' Salerno,  &  d'altri  Capitani.  La 
prefa  di  Pauia  per  gli  Imperiali.  L'aiTedio  di  Lodi  per  gli  Imperiali.  La  partita  di 
Andrea  Doria  dal  Re  di  Francia  all'imperadore .  La  rótta4'  del  Campo  Francete 
forto  Napoli  per  gli  Imperiali .  La  prefa  di  Genoua  per  Andrea  Doria .  L'aiTedio 
&  prefa  di  Pauia  per  gli  Confederati.  L'aiTedio,  &  prefa  di  Sauona  per  i  Genonefi. 
Il  nuouo  Gouerno  di  Genoua  fatta  libera  per  Andrea  Doria.  1  fuccelTì  delle  cofe  di 
Puglia.  Varij  f uccelli  nello  Stato  di  Milano.  L'accordo  del  Pontefice  coll'Impera- 
dore  in  Barzalona.  La  pace  tra  l'Imperadore,  e'1  Re  di  Francia  in  Cambra!;  con  il 
parentado  tra  Margherita  figliuola  dell'Imperadore,  &  Aleffandro  nipote  del  Papa, 
La  venuta  dell'Imperadore  in  Italia.  La  nuoua  prefa  di  Pauia  per  gli  Imperiali,  li 
principio  della  guerra  fatta  dal  Papa,  &  dall'Imperadore  contra  Fiorentini.  L'ab- 
boccamento dell'Imperadore  col  Papa  in  Bologna .  L'accordo  dell'Imperadore, 
co'  Vinitiani ,  &  con  Francefco  Sforza. 


Ilocciato  Lautrech  con  l 'efferato  ap- 
preffo  alle  mura  di  l^apoli^fu  la  prima  confulta- 
tione  y  fé  era  da  tentare  di  sformare  con  l'impeto 
dell'artiglierie  3  &  con  lauirtù  de glihuomini 
quella  Città  ;  come  molti  ^confort andò  che  a  que- 
flo effetto  fi  augumentaffe  il  numero  de  fanti  ycon- 
figliauano  :  allegauano  quefli  molte  difficultà, 
per  le  quali  non  fi  poteua  ff  erare  di  ttarui  intor- 
no lungamente  :  la  difficultà  delle  uettouaglie  3 


lungo  a  (Tedio  perche  i  nimici  copio fiffimi  di  caualli  leggieri ,  &  pronti  ad  effer citargli  y  le 
impediuano  :  &  effere  incerta  la  fperan-^a  che  7S[apoli  haueffe  ad  arrenderfi 


poli 


per  la  fame  3  perche  non  effendo  baflanti  le  Galee  del  Doria  a  tenere  ferrato 
il  Torto,  ne  acuendo  le  Galee  de7  Vinitiani ,  benché  promeffe  ciafeuno  gior- 


D  E  C  1  M  0      \%.0  XO.  li? 

I  no ,  erano  entrate  da  Gaeta  inlS^apoli  ,  che  patina  di  macinato  ^quattro  Ga- 
I  lee  cariche  di  farine  >  &  ui  entrauano  ciafcuno  dì  degli  altri  legni  :  uederft 
i  fredde  le  prouifioni de '  Vinitiani ,  i  quali  per  conto  de  ucntiduemila  ducati , 
I  che  gli  pagauano  ciafcuno  mefe ,  erano  già  debitori  di  fejfantamila  ducati; 
I  ejfergli  fumminiflrati  parcamente  i  danari  di  Francia:  empier  fi  già  l'effera- 
to di  infermità^  le  quali  però  non  procedeuano  tanto  dalla  granerà  ordina- 
ria di  quella  aria  >  che  fuole  cominciare  a  nuocere  alla  fine  della  fiate  3  quan-  f  Aria  di 
to  perche  i  tempi  erano  andati  molto  piouofi ,  alloggiando  anche  molti  del-  Napoli  catfua 
l  efferato  in  campagna .  nondimeno  Lautrech  confederando  che  in  tanta  mol  ^  tìne  delia 
titudine  &  uirtu  di  difenfori ,  &  per  la  fortificatone  del  monte ,  il  quale  fi  ei  atc* 
poteua  foccorrere ,  lo  ejpugnare  o  ilmonte  o  la  Citta  era  co  fa  molto  difficile  : 
ne  uolendo  forfè  fendere  con  piccioliffima  fperanza  i  danari  per  timore  y  che 
poi  per  foflentare  le  fpefè  ordinarie  non  gli  mane  afferò  y  delibero  d'attendere 
non  alla  efpugnatione ,  ma  all'afledio,  fperando  che  innanzi  pajfaffe  molto 
tempo  haueffero  a  mancare  a  nimici  o  le  uettouaglie  o  i  danari .  Indirizzò    L        ,  ,-  , 
adunque  &  l'animo  >  &  tutte  le  prouifioni  all'affedio  >  tutto  intento  ad  impe  f0iue  &  tener 
direyche per  terra  non  u  entraffero  uettouaglie  3&  a  follecitare  la  uennta  del  l'attedio  a  Na 
le  Galee  Vinìtiane  per  priuarli  del  tutto  delle  uettouaglie  marittime ,  quitti  Poli# 
mutato  configlio  permeffe  che  fi  faceffero  le  fcaramuccie ,  perche  i  foldati 
alando  in  otio  non  perdeffero  d'animo  :  &  però  fé  ne  faceua  fpeffo }  &  con 
gran  laude  delle  bande  nere  :  le  quali  eccellenti  per  la  difciplina  di  Giouanni 
de  Medici  in  quefla  fpetie  di  combattere  3  non  haueuano  infino  allhora  dimo-  S  ed^ci'dJfct- 
firato  quel  che  ingiornata  ordinaria  &  in  battaglia  ferma  &  slabile  ualef-   pipatore  de* 
fero  in  campagna .  *Arriuarono  in  quefio  tempo  all'efferato  ottanta  huomi-  foldati  delle 
ni  d'arme  del  Marchefe  di  Mantoua  &  cento  del  Duca  di  Ferrara  :  il  quale    bande  nere. 
benché  fuffe  slato  riceuuto  in  ampia  protezione  del  %  di  Francia  &  de  Vini 
tiani  y  nondimeno  haueua  tardato  quanto  haueua  potuto  a  farli  muouere  per 
regolare  le  fue  deliberationi  con  quello  che  fi  poteffe  conietturare  dall' euento 
futuro  della  guerra .    In  quefio  flato  delle  cofe  conceperono  gli  Imperiali  ffx>-  ridono  V' 
ran^a  di  rompere  Filippino  Doria,  che  era  con  le  Galee  nel  Golfo  di  Salerno,    combattere 
non  facendo  tanto  fondamento  in  fui  numero  3  &  in  fu  la  bontà  de'  legni  co  Filippino 
loro  y  quanto  nella  uirtu  de'  combattitori  :  perche  empierono  fèi  Galee,  quat  Dona. 
tro  Fufte  ,  &  dua  Brigantini  di  mille  archibufieri  Spagnuoli  de  più  ualorofì 
&  de  più  lodati  dell'efferato:  co'  quali  n'entrarono  Don  Vgo  Viceré  3  & 
quafi  tutti  i  Capitani  3  &  huomini  d'autorità .  ^  quefla  armata gouernata 
fer  configlio  del  Gobbo ,  nelle  cofe  marittime  ueterano  &  famofo  Capitano,       , , 
aggiunfèro  molte  barche  di  Vefcatori  y.per  fpauentare  i  nimici  da  lontano  tanofamofò 
col  progetto  di  maggiore  numero  di  legni  :i  quali  partiti  tutti  da  Toflilipo  di  mare. 
toccarono  all'I  fola  di  Capri  :  doue  Don  Vgo  con  grandiffimo  pregiuditio  di 
quefio  affalto ,  perde  tempo  a  udire  uno  Romito  Spagnuolo  ,  che  concionando 


140  LIBXO 

accendeuagli  animi  loro  a  combattere,  come  era  degno  della  gloria  acqui- 

fiata  con  tante  uittorie  da  quella  natione .  Di  quiui  lafciato  a  man  finiflra  il 
Cauo  della  Minerua  entrati  in  alto  mare,  mandarono  innanzi  due  Galee  con 
commeffione  che  accoftatefi  animici  fimulaffcro  poi  di  fuggire  per  tirargli 
in  alto  mare  a  combattere .  ma  Filippino  Doria  hauendo  il  dì  dinanzi  per 
esploratori  fidati  prefentito  il  confilio  de  nimici  baueua  con  grandi/fima  ce- 
lerità ricercato  Lautrcch ,  che  gli  mandafie  fubito  trecento  arebibufieri  :  i 
quali  guidati  dal  Capitano  Crocb  ,  erano  arriuati  poco  innanzi  che  fi  feo- 
prifie  l'armata  de  nimici  :  la  quale  come  fi  feoperfe  da  lontano ,  Filippina 
ancora  che  con  grande  animo  hauejfe  fatte  tutte  le  preparationi  necefsarie 
per  combattere ,  nondimeno  commofso  dal  numero  grande  de  legni ,  che  fi 
Aftutìa  dì'  Fi  -  fiopriuano ,  stette  molto  fofyefo  :  ma  in  breuejpatio  di  tempo  lo  liberò  da  que 
lippino  Dona  na  fabitaiione  il  uedere  quando  i  nimici  s'approfjìmauano  non  uè  fiere  altri 

nel  cobatterc    J.  .        ,      r1  .,  ■        r    i      ^  ^  > -1 

con-1'armata   ^e2>m  ^a  GaZZia  >  c"e  fet  :  Perao  con  animo  forte ,  &  come  Capitano  peri- 
Imperiak.       tiffimo  della  guerra  nauale ,  fece  allargare  fitto  jpetie  di  fuga  tre  Galee  dal- 
l'altre fue  ,  accio  che  girando  affalt  afferò  col  uento  py  off  ero  i  nimici  per  lato, 
&  dalla  poppa .  egli  con  cinque  Galee  uà  incontro  a' nimici ,  i  quali  doue- 
uano  fiancare  la  loro  artiglieria  per  torre  a  lui  col  fumo  la  mira ,  &  la  ue- 
duta  :  ma  Filippino  dette  fuoco  a  uno  grandi/fimo  Bafilifihio  della  fua  Ga- 
lea ,  il  quale  percotendo  nella  Galea  Capitana ,  in  fu  la  quale  era  Don  Vgo, 
ammarzgh  al  primo  colpo  quaranta  h uomini  y  tra1  quali  il  Capitario  della  Ga 
lea,  &  molti  ufficiali  :  & /caricate  poi  altre  artiglierie  n'ammalò,®*  ferì 
molti .  da  altro  canto  l'artiglierie  /caricate  dalla  Galea  di  Don  Vgo,amma^ 
Fa  tto  d'arme  zarono  nella  Galea  di  Filippino  il  Capitano  ,  ferirono  il  Tadrone ,  &  approf 
nauale  tra  gli  fimatefi  faceuano  con  gli  archibufi  &altre  arme  un'affro  afjalto  :  ma  i  Gè- 
impena  1 ,  &  noMeji  /perimentati  a  quefte  battaglie  ,  fchifauano  meglio  il  pericolo  com- 
t  *  Lode  de'  battendo  chinati  y  &  cauti  fra  gli  interualli  de  paluefi  :  cofi  mentre  combat- 
Gcnouefi  nel-  terono  con  grandi/filma  ferocia  y  &fpauento  le  due  Galee  y  tre  altre  Galee  de 
le  guerre  na-  gU  imperiali  s~ìrigneuano  dueGcnouefi  e^  erano  già  molto  fuperiori  :  ma, 
.   le  tre  prime  Cenone/i  y  che  fimulando  di  fuggire  erano  andate  in  alto  ma- 
re y  ritornate  fopr animici  percoffono  per  lato  la  Galea  Capitana  :  delle  qua- 
DonVao     H  la  Galea,  che  era  chiamata  la  7s{ettunna  y  fuelfe  il  fuo  albero,  che  gli 
muore  in  °a  -  fece  gran  danno .  quiui  Don  Vgo  ferito  nel  braccio  y  &  coperto  mentre  con- 
ica, fortaua  i  fuoi  da  fa/fi  ,&da  fuochi  gittati  da  gli  alberi  delle  Galee  nimiche, 
combattendo  fu  morto  :  quiui  la  Capitana  di  Filippino  &  la  Mora  taccia- 
rono la  Capitana  di  Don  Vgo  ,  l'altre  due  con  l'artiglierie  affondarono  la, 
Gobba ,  doue  morì  il  Fieramofca  :  intrattanto  l'altre  Galee  di  Filippino  ha- 
Ficramofca      ueuano  recuperato  due  delle  loro  oppr  e/fate  dalle  Spagnuole  ,  &  prefe  le  lo- 
ro Fu/le  :  due  fole  delle  Spagnuole  ueduto  la  uittoria  effere  de'  nimici  male 
trattate  con  fatica  fuggir  quo  .  T^el  quale  tempo  il  Marcbefe  del  Guaflo  & 

^fianio 


DECIMO-:   :?(0H  0.  141 

affiamo  affogata  quafi-^  &  ardente  la  loro  Galea-,  rotti  i  remi ,  morti  quafi    Vittoria  de* 
tutti  i  faldati,  &  effi  feriti  furono  fatti  prigioni  palliandogli  dalla  morte  p^«»cótra 
lo  fplendore  dell'arme  indorate .  Giouò  affai  a  Filippino  in  quefla  pugna  il  li-  fn^f  "UOa 
ber  are  i  forcati  la  più  parte  Turchi ,  &  Mori^he  combatterono  eccellente-  Marchete  del 
mente .  Don  Vgo  fu  morto  &  gittato  in  mare  ,  &  cofi  il  Fieramofca:  refla-  Gua  fto,  A  fca  - 
rono  prigioni  il  Mar  che  fé  del  Guaflo ,  ^ifcanio  Colonna ,  il  "Principe  di  Sa-  "lo  ,   . °nnf » 
lerno  ,  il  Santa  Croce,  Camillo  Colonna,  il  Gobbo,  Screnon,  &  molti  altri  tani  Miaìani! 
Capitani  &  Gentilhuomini  :  morirono  più  di  mille  fanti ,  &  de  Francefi  pò 
chi  che  non  reflajfero  0  morti, 0  feriti .  i  prigioni  furono  mandati  da  Filippino 
con  tre  Galee  al  Dona  :  &  una  delle  due  Galee ,  che  s'era  faluata ,  palio  pò-  f  Filippino 
co  dopo  a  Francefi .  Dette  quella  uittoria  fferanya  grande  a  Francefi  del  manda  ì  pri  - 
fucceffo  di  tutta  la  imprefa ,  &  forfè  maggiore  che  non  farebbe  slato  di  bifo-  ^  oni_? J  /}n* 
gno:  perche  fece  in  qualche  parte  Lautrech  più  lento  alle  prouifioni  :  ma  em- 
fit  gl'Imperiali  di  molto  terrore ,  dubitando  del  mancamento  delle  uett Qua- 
glie ,  poiché  reflauano  al  tutto  fogliati  dell'Imperio  del  mare  :  &  per  terra 
ftretti  da  molte  parti ,  maffimamente  dopo  la  perdita  di  Vo'^uolo  :  perche 
per  quella  sìrada  fi  conduceua  a  Tripoli  copia  grande  di  uettouaglie  :  &gia 
in  T^apoli  era  careftia grande  di  farina  &  di  carne ,  &  picchia  quantità  di  Carcitta  fo 
nino  :  però  il  di  feguente  alla  rotta  cacciarono  della  Città  numero  grande  di  Napoli. 
bocche  inutili  :  &  pofto  ordine  alla  diftributione  delle  uettouaglie  fi  sfor-^a- 
uano  che  i  fanti  lede  fichi  patiffero  meno  che  gli  altri  foldat'u  Dalle  quali  co- 
fenutrendofi  la  foranea  di  Lautrech  s'accrebbe  molto  più  per  uno  Brigan-  t  Lettere  de 
tino  intercetto  il  fettimo  dì  di  Maggio  con  lettere  de  Capitani  a  Ce  far  e ,  per  p , l  mper  lab 
le  quali  fignificauano  d'hauere  perduto  il  fiore  dell' effer  cito  :  non  effere  in  3S(d  rc  intcrcettc, 
poli  grano  per  più  d'uno  mefe  &  me^o ,  ma  fare  le  farine  a  for^e  di  brac- 
cia: cominciare  a  fare  qualche  tumulto  i  Tedefchi:non  ui  effere  danari  da 
pagarli:  ne  battere  più  le  co  fé  rimedio  alcuno ,  fenon  ueniua  prefla  pro- 
uifione  di  danari  &  di  foccorfo  per  mare  &  per  terra  .    •Aggiugne- 
uafi  l' effere  cominciata  in  ISl^apoli  la  pefle  ,  contagio  fa  molto  doue  fono  folda-  pcftc  jn  j^ 
ti  Tedefcbi  ;  perche  non  s'afiengono  da  corner  far  e  con  gl'infetti ,  ne  da  ma-  poli. 
neggiare  le  cofe  loro .  Tatiuada  altra  parte  l'efferato  d'acque  ^perche  da, 
"Poggio  Ideale  alla  fronte  dell'efferato  non  fono  altro  che  ciflerne ,  delle  qua- 
li fi  feruiua  l'efferato  :  augumentauanfi  le  infermità  :  &  inimici ,  e ffendo 
.molto  fuperiori  di  caualli  leggieri, ufeendo  continuamente  fuori  maffvmamen 
te  per  la  uia  ,che  uà  a  Somma ,  non  folo  conduceuano  dentro  copia  di  carne È 
&  di  uini ,  ma  jpeffointerrompeuano  le  uettouaglie ,  che  ueniuano  all'effer- 
ato Fr  ance  fé,  B^córdauano  molti  a  Lautrech  che  conduceffe  caualli  leggie- 
ri per  poterfv opporre  a  quelli  de*  nimici  :il  che  egli  non  folo  ricufaua  di  fa- 
re ,  an-^i  permetterà  che  la  maggiore  parte  de  caualli  Francefi  fi  si  effe  di- 
fiefa  in  Capita,  in  ^Auerfit ,  &  in  l^ola  :  U  che  a  nimici  augumentamla  fa* 


14 *  L  I  B  B^O 

cultà  di  fare  gli  effetti  fop radetti .  altri  configliauàno  che  effendo  per  le  infer 
mità  diminuita  la  fanteria  dell'efferato  y  conduceffe  in  fupplemento  di  quel- 
la y  come  anche  perche  fuffe  più  potente  era  {lato  desiderato  infrno  da  princi- 
pio 3  fette  o  otto  mila  fanti  ;j&  queflo  anche  h  attendo  già  cominciato  a  dine* 
garlo  3  ricufaua  di  fare  3  allegando  mancargli  danari  y  benché,  a  quel  iempa 
n'haueffe  di  Francia  commoda  prouifione  y  haueffe  rifeoffa  l'entrata  della  Do* 
gana  delle  pecore  di  Taglia  y  rifeoteffe  l'entrate  delle  Terre  prefe  y&  i  Signo 
i  Poftinatlo  ri  del  Faglio ,  che  gli  erano  appreffo  y  f afferò  pronti  a  predargli  non  picciola 
ne  di  chi  go  -  quantità  di  danari  :  onde  non  è  opera  fenica  mercede  il  confiderare  chedifor- 
":r"a  c*u?      dinì  partorì fca  l' oflinatione  di  quelli  y  che  fono  propofi  alle  co  fé  grandi .  Lati 
Jini  trech  fen^a  dubbio  primo  Capitano  del  Bggno  di  Francia^  fyerimentato  lun* 

gamente  nelle  guerre  y  &  d' autorità  gr  and  ijf  ma  appreffo  olì  esercito  >  ma  di 
Oftinatìone  natura  altiero  .&  imperiofo  y  mentre  che  credendo  a  fé  fola  difore^a  i  confh 
<ìi-  LautrechV  gli  di  tutti  gli  altri  3  mentre  che  non  uuole  udire  ninno  y  mentre  fi  reputa  info, 
^Vm. roui"  mia  che  gli  huomini  s'accorcino  che  non  femprefì gouerni per  giuditio  prò 
càt  *     pno  3  ommeffe  quelle  prouifioni  y  le  quali  tifate  farebbono  Hate  forfè  cagione 

della  uittoria^  disprezzate  riduffero  la  imprc fa  cominciata  con  tanta fferan 
%ain  ultima  rouina .    Scaramucc  iauafi  ogni  dì  da  faldati  delle  bande  nerey 
alloggiati  nella  fronte  dell'efferato  :  le  quali  traportati  da  troppo  animo  s'ac 
coflauano  tanto  alle  mura  di  T^apoli  y  che  da  quelle  erano  offeft  con  gli  archi- 
bufi  3  &  non  hauendo  nel  ritirarfi  candii  alle  fpalle ,  erano  ammalati  da 
caualli  de*  nimici  :  onde  conofeendofi  il \  di fauant aggio  grande  di  fare  le  fca- 
ramuccie  fenza  caualli  fotto  alle  mura  di  Tslapoli  y  cominciarono  a  non  fifa- 
Caftcllo  a  ma  récofi  frequentemerite .  *Xrrendcffi  a  Lautrech  dopo  la  uittoria  di  mare  Ca 
rc.&  altre  ter  fleU0  a  mare  di  Stabbia  y  ma  non  la  fortezza .  Erafi  ftmilmente  arrenduto 
no  a  ^     °~  $an  Germano  •'  £?"  hauendo  le  genti  y  che  erano  in  Gaeta  y  ricuperato  Fondi 
'  &\ilpaefe  cir  così  ante  y  Lautrech  ni  mandò  Don  Ferrando  Gaetano  figliuolo 
del  Duca  di  Tr aietto  y  &il  Trincipe  di  Melfi  y  accordato  nuouamente  co* 
Francefi  y  perhauere  i  Capitani  Imperiali  tenuto  poco  conto  di  liberarlo  y  i 
quali  facilmente  di  nuouo  l'occuparono .  Faceua  &  in  Calauria  Simone  i^> 
mano  progreffo  grande  per  la  prontezza  de'  popoli  a  riconofeere  il  nome  Fri 
ce  fé .  Ma  non  baflauano  quefte  co  fé  ad  ottenere  la  uittoria  della  guerra  y  la 
quale  dipendeua totalmente  o  dall' acquiflo  o  dalla  difefa  di  T^apoli:  pero  Lati 
trech  intento  principalmente  aU'afj'edioy  ne  disperando  anche  in  tutto  di  pote- 
re prendere  T^apoli  perforila ,  poi  che  erano  morti  tanti  fanti  Spagnuoli  nel 
la  battaglia  nauale  y  folle citaua  la  uenuta  dell'armate  Francefe  &  VinitianA 
t     DliTesno  Per  Pr^Hare  del  tutto  quella  Citta  delle  uettouaghe  marittime  :  moffe  anch  e  la 
de' Francefi .    fronte  dell'efferato  più  innanzi  infurun  poggio  più  uicino  a  rb{apoli  &  al  mò 
te  di  San  Martino  :  doue  fu  fatta  dalle  bande  nere  ima  trincea  y  non  folo  per 
muouere  da  quel  Toggio  una  trincea .,  la  quale  diftendendof in  fino  alla  mari* 


DECIMO       &F  Ql^O.  10 

na  y  &  battendo  nell'cfiremità  fu  a  a  canto  al  mare  una  baftìone  >  chiudèffè 
lasiradadiSommay  ma  per  tentare,  come  prima  fusero  itenute  l'arma- 
te, di  pigliare  per  forila  il  monte  di  San  Martino  >  fatto  prima  un'altra  trin 
cea  tra  la  Città,  &  il  monte  di  San  Martino  y  acciocbe  non  potejjero [occor- 
rere limo  all'altro y  <&poi  in  un  tempo  mede  fimo  affali  are  'Napoli  con  l'ar- 
mate dalla  parte  dal  mare  j&t  per  terra  battendo  dalla  fronte  dello  allog- 
giamento di  dentro  >  &  di  fuori  affali arlo  con  una  parte  dell'efferato  y  & 
coni'  altra  affaire  il  monte  y  acciocbe  inimici y  diuife  pernecefjìtàte  for- 
ye  in  tanti hwgSìipotepfero  più  facilmente  effere  fuperati  da  qualche  ban- 
da :  non  abbandonato  però  per  l'efferfi  allungata  la  fronte  dello  alloggiamen 
to  Toggio  Bgale  ;  perche  i  nimici  ricuperandolo  non  li  priuaffero  della,  com- 
tnodità  dell'acque  y  ma  riflrignendo  per  la  coda  l'alloggiamento .  *A'  quali 
configli  bene  confiderai  s'opponeuano  molte  difficultà  :  perche  ne  le  trincee 
lunghe  più  d'un  miglio  mfino  al  mure  fi  poteuano y  per  mancamento  digua-  t    Vf nf tfanf 
statori  y  &per  le  infermità  de  foldati  y  lauorare  con  celerità  :  ne  ueniuano  y  att^ndonopiw 
cerne  per  l'affedio  &  per  la  efpugnatione  farebbe  slato  necejfarhy  l'armate:  ceffor^che^ai 
perche  Andrea  Boria  con  le  Galee  che  erano  a  Cenoua  non  fi  moueua  :  del-  principali  in 
l'armata  preparata  a  Marfilia  non  s'intendeua  cofa  alcuna  :  &  la  Vinitiana  tcreffi. 
intenta  più  ali ir: ter effe  proprio  che  al  beneficio  commttne  y  an^i  più  tofio  a 
glinterejjì  minori  &  accefforij  y  che  aglinterreffi  principali ,  attendeua  alla 
fpediticne  di  Brindifi  &  d'Otranto  y  delle  quali  Città  Otranto  haueuacon- 
uenuto  d 'arrender fu fé  fra  fedici  dì  non  era  foccorfo y&  Brindifi  benché  per 
accordo  hauefìe  ammefioiVinitiani  y  fi  teneuano  ancora  le  fortezze  in  no- 
me di  Cefare  :  quella  di  mare  forte  in  modo  da  non  jperare  d'efpugnarla:quel 
la  grande  di  dentro  alla  Città  hauendo  perdute  due  bocchette  y  pareua  non 
potefie  più  refi  fiere.    Tiantofi  a  dodici  dì  di  Maggio  l'artiglieria  in  fui  ?  NaPoilfi 
Toggio  y  la  quale  batteua  uno  Torrione  che  danneggiaua  molto  la  campa- 
gna .  Tirauafi  anche  jpefio  nella  Terra  y  ma  con  poco  frutto  y  &  fi  fcara- 
mucciaua  qualche  uolta  a  Santo  Antonio .  A  fedici  dì  l'artiglieria  pian- 
tata a  capo  di  monte  tiraua  a  certi  Torrioni  tra  la  Torta  di  San  Gennaro, 
&  la  Capuana  y  &  impediua  il  fare  uno  baflione  cominciato  da  quei  di 
dentro .  In  Ts(apoli  la  più  parte  uiueua  di  grano  cotto ,  &  n'ufeiua  ogni  dì 
gente  afiai  :  &  i  Tedefchi  ancora  che  patifkro  meno  che  gli  altri  y  protefla- 
uano  fbefio  per  mancamento  di  paney  &  molto  più  di  uino  &  carne ydi  cheui  r  a5°  ' p?" 
Jt  patiua  motto ypure  oltra  l  altre  arte  erano  intrattenuti  afiai  con  lettere  fai-  o\{Ci 
fé  di  foccorfo.   Lauorauafi  a  diciannoue  alle  trincee  nuoue  y  con  le  quali 
piantandofi  due  cannoni  in  fu'l  baflione  y  come  fufie  fatto  ,  fi  farebbono  Le  cok  de*  .. 
rouinati  due  mulini  prefio alla  Maddalena,  guardati  da  due  bandiere  di  Te  -  Franccfi  Pe^ 
defehi  y  che  non  s'erano  mài  tentati  y  perhauere  il  foccorfo  di  T^apoli .  Infi-  grafferò"1  p<e 
ììo  a  qui  non  pmedeuanofe  non  felici  le  co  fé  diFràcefi:  mawminciarono  per  gare. 


144  L  l  Z  J^O 

c-agicni  occulte  a  piegarfi  alla  declinatane  :  perche  Filippino  Doria  per  ordi- 
ne battuto  fegr  et  amente ,  come  fi  conobbe  poi ,  da  ^Andrea  Doria  ,  sera  ri- 
tirato con  le  Galee  intorno  a  Toluolo  ;  onde  in  l^apoli ,  doue  erano  re  flati 
pochi  altri  che  foldati  y  entrauafempre  qualche  quantità  di  uettouaglie  it 
fu  le  barche  :  &  fé  bene  tarmata  Vimtiana  acquiflato  Otranto  daua  jperan 
7^a  ad  ogni  bora  di  uenire  a  l^apoli  y  nondimeno  differiuano:  perche  erano 
in  jperan^a  dìhauerepreflo  il  Caflello  grande  di  Brindift .  Crefccuano  an- 
che ad  ogni  bora  nell' efferato  le  malattie  y&  le  bande  nere  doue  prima  alle 
f attioni  fi  raprefentauano  più  di  tremila  y  bora  tra  feriti  ,*  ammalati ,  & 
morti  appena  arriuauano  a  duemila  •    *A  uentiduagli  spagnuoli  asfaltaro- 
no quelli  di  fuori  ,  che  erano  alla  difefa  delle  trincee  nuoue  :  doue  fi  lauora- 
uà  con  Iperan^a  ,  di  difinirle  fra  fei  o  otto  dì  :  &  effendoui  Oratio  Baglione 
Orario  Ba-  con  pochi  compagni  in  luogo  pericolofo ,  fu  ammalato  combattendo  ymorte 
ghone  morto  ^m  prefl0  degna  di  priuato  foldato  y  che  di  Capitano .  dal  quale  difordinegli 
Imperiali  prefa  (peran^a  di  maggiore  fucceffo  ufeirono  di  nuouo  fuori  mol- 
to groffi  y  ma  mefiofi  il  campo  in  arme  y  &  fattofi  f^rtt  alle  trincee  fi  ritira- 
rono .  Hit  ornò  pure  di  nuouo  Filippino  y  per  molta  inflanya  che  gli  fu  fat- 
ta y  nel  Golfo  di  l^apoli  :  &  a  uentifette  non  erano  ancora  finite  le  trincee y 
cominciate  per  fervore  la  uia  di  uerfo  Somma  :  &gli  Spagnuoli  ogni  dì  cor- 
reuano  &  rompeuano  leflrade  y  conducendo  dentro  quantità  grande  di  car- 
naggi :  a  che  i  caualli  del  campo  fxceuano  poco  oflacolo  y  perche  caualcaua- 
no  rariffvme  udite  :  &  Lautrech  cominciando  a  defiderare  fupplemento  di 
fanti  y  ma  non  cedendo  in  tutto  a  configli  de  gli  altri  y  infiaua  che  dì  Francia 
gli  fuffero  mandati  per  mare  fei  mila  fanti  dì  qualunque  natione,  perche  per 
la  careflia  &  infermità  ne  partìuano  molti  del  campo  :  &  in  tante  difficultà 
cominciaua  a  effere  folo  afperare  la  uittoria  y  fondandofi  in  fu  la  fame  della 
Città .  Trocedeua  in  quefto  tempo  in  Calauria  Simone  Romano  con  dumila 
fanti  tra  Cor  fi  &  paefani  con  projperi  fucceffi  :  al  quale  benché  fi  fuffero  op- 
fli  il  Trincipe  di  Bifignano  y  <èr  uno  figliuolo  dolanone  con  mille  cinque- 
cento fanti  del  paefe  y  nondimeno  difficilmente  lo  fofleneuano  :  onde  il  figli- 
uolo di  barcone  fi  ritirò  in  Taranto  y  lafciato  il  Trincipe  in  campagna:  ma 
Simone  Ro  -  pQCQ  ^0pQ  sjmor,e  ^ornano  acquifiò  Cofenza  per  accordo  y  &  poi  neW  occupa 
taCofaizapi  tlone  d'una  Terra  uicinapr  e  fé  il  Trincipe  di  Stigliano,  &  il  Mar  che  fé  di 
5U1  il  Priiicì-  Luino  fuo  figliuolo  y  con  due  altri  fuoi  figliuoli .  Ma  in  Tuglia  quelli ycbe 
fé  di  Stiglia-  teneuano  Manfredonia  in  nome  di  Ce  fare,  feorreuano per 'tutto ilpat fé ynon 
no,&  aitr  j\      refiftendo  loro  i  caualli  ,<&i  fanti  de*  Vinitiauì  y  i  quali  erano  andati  altac- 
rr-     n^  qui  fio  di  quelle  Ter  re.  ?^e  erano  al tutto  quiete  le  cofe  in  Terra  di  Hpma: 
Terre  di  Ro-  f^rc^e  Seiarra  Colonna  hauendo  prefo  T aliano  y  non  oflante  fujje  sìato  dife- 
ma.  fi)  in  nome  del  Tontefke  per  la  figliuola  di  Fefpafiano  ,  lo  ricuperò  l*  ^Abbate 

di  Farfa3  facendo  prigioni  Sciana ,  &  Troverò  da  Gatti ,  benché  Sciarra 

per 


DECIMO       7^0  7^0.  itf 

per  opera  di  L  nigi  da  Gonzaga  fi  fuggile .  Ma  mentre  che  intorno  a  J^a- 

poli  fi  trauaglia  con  quefle  difficultà 3  &  con  quefle  ffrerano^e ,  Antonio  de 
Lem  prefentendo  che  la  Citta  di  Tania  era  guardata  negligentemente  3  nelfo  P^ufa  reaipe*. 
quale  eraTietro  da  Lungbena  con  quattro  cento  caualli  3  &  mille  fanti  de'  *"?taT      Antv' 
yinitianiì&  Annibale  T'iTjinardo  Caftellano  di  Cremona  con  trecento  fan  a[tre  terre#    ' 
ti,  il  quale  nera  andato  per  mantenere  a  diuotione  del  Duca  il  paefe  di  là  dal 
To  3  una  notte  all' improui fio  con  le  fiale  da  tre  bande  3  non  ejfendo  fentito  da 
foldatij  la  prefe  d'affatto  :  reftò  prigione  Tietro  da  Lungbena  &  uno  figlino- 
lo  di  Ianus  Fregofo .  .Andò  poi  ^Antonio  de  Leua  a  Biagraffa 3  e^  quelli  di 
dentro  affrettati  pocbiffimi  tiri  d'artiglierie  s'arrenderono:  &  uolendo  poi 
andare  ad  Arona 3  Federigo  Buonromei  s'accordò  feco,  obligandofi  a  fegui 
tare  le  parti  di  Ce  far  e .   'ìs^el  quale  tempo  il  Duca  di  Brunfnich  partito  da  DucadiBrun 
Trento  baueua  il  decimo  dì  di  Maggio  pafìato  l'Addice  con  l'efferato  3  nel  fuìch  in  italu 
quale  erano  diecimila  fanti ,  feìcento  caualli  bene  armati,  &  tra  loro  molti  con  eIlercito 
Centilbuomini  :  &  ributtato  dalla  Chiufia  era  fcefo  in  Verone  fé .  &  ancora     .      ..  %      . 
che  prefentendofi  molto  innanzi  la  uenuta  fua  3fuffe  slato  trattato  che  San 
Tolo  li  andaffe  all'oppofito 3  nondimeno  non  sufando  maggiore  diligenza  in  $     ... 
quefta  che  nell'altre  prouifioni  3  erano  i  Tedefcbi  in  Italia  3  innanzi  che  SaU   •  & 
Toh  fuffein  ordine  di  muouerfi:  il  quale  poi  fu  neceffvtato  a  foggiornare  ù  c     *. 
molti  dì  in  Afli  per  r  accorre  le  genti ,  <&■  per  la  difficoltà  delle  uettouaglie  ;  pranc|e  pcr  : 
delle  quali  era  per  tutta  Italia 3  ma  in  Lombardia  (fretialmente,  grandiffma  tutta  Italia. 
careflia .  lS(e  fi poteua  aUe  cofe  communi ff erare  maggiore  o  più  pronto  fbc 
corfo  che  dal  Senato  Vinitiano  3  il  quale  fé  bene  hauefie  affermato  che  l'effer^ 
cito  fuo  ufeirebbe  in  campagna  con  dodicimila  fanti 3  nondimeno  il  Duca  di 
orbino  entrato  in  Verona  non  penfaua  ad  altro 3  che  alla  difefa  delle  Terre 
più  importanti  del  loro  Stato .  Teròdifcefi  i  Tedefcbi  in  fui  lago  di  Garda 3  Tedefchi  oc- 
citennono  Tefibieraper  accordo  :  il  medefimo  dì  I{iuolta,&  Lunata  r  in  £"  ^ar"°  J£,°  " 
?nodo  che  padroni  quafi  di  tutto  il  Lago  rifeoteuano  in  molti  luoghi  taglie  di  Vinitiani. 
danari  3  abbruciando  quelli  che  erano  impotenti  a  rifeuoterfi.  Stimolauali 
che andafiero  uerfo  Genoua  Antoniotto  [Adorno 3uenuto  in  quello  e fer ci- 
to :  ma  non  battendo  danari  3  &  hauendo  molte  diffìcultà  3  &  per  abboc- 
carfi  con  ^Antonio  de  Leua  ufeito  a  queflo  effetto  di  Milano  3  caminauano  len 
t amente  per  il  Br  e  fidano  ;doue  andarono  a  trottargli  Andrea  di  Burgos& 
il  Capitano  Giorgio  ;  per  mc^o  de'  quali  fi  dubìtaua  che  il  Duca  di  Fer- 
rara 3  il  quale  intanto  Umore  de  gli  altri  non  faceuaprouifione  .alcuna  3non 
tenefie  con  loro  occultamente  qualche  pratica .  Indiri^zaronfi  poi  i  Tede- 
fichi  alla  uolta  d! Adda  per unir  fi  con  ^Antonio  de  Leua  :  il  quale  hauendo  il 
nono  dì  di  Giugno  pafìato  il  fiume  d'*Adda  con  fiei  mila  fanti  &  fidici  pe^- 
V  Zroffi  d'artiglieria  y  &  alloggiato  appreffo  a  loro  propinqui  a  Bergamo  a 
tre  migliatila  quale  Città  il  Ducad'Vrbino  uenuto  aBrefcia3haueua  &  m 

K 


146  L  I  B  T^O 

Breftia  &  in  Verona  diuifèlc  fue  genti ,  perfuafe  loro  >  per  Vedremo  de  fide-* 
rio  y  the  baueua  di  ricuperare  Lodi  x  d'attendere  prima  a  recuperare  lo  Sta* 
Lodi  attedia-   t  o  di  Milano ,  che  pacare  a  ls(apoli .  Co  fi  il  uigefimo  di  fi  pò  fero  col  campo 
u  da  gH  lm-   a  qlwfta  citta ,'  della  quale  partendofi  il  Duca  di  Milano  y  &  ritiratofi  a  Bre- 
j>«na  i.  p,-a  \  u>fctHeua  lafciato  Giampaolo  fratello  fuo  naturale  con  meno  di  tremila 

fanti  :  e^  battendo  piantato  l'artiglieria  da  due  bande ,  la  quale  fece  grande 
progreffo  >  ^Antonio  de  Leua,  al  quale  toccaua  il  primo  ajfalto ,  accoflò  i  fan- 
ti Spagnuoli  doue  era  la  maggiore  rouina .  Combatterono  tre  bore  feroce- 
mente ì  ma  non  fi  dimoftr arido  minore  la  conflan,%a3<&  la  uirtà  de'  fanti  Ita- 
liani y  che  u  erano  dentro  3  furono  ributtati  ;  &  diffidando  fi  di  potere  più  ot- 
tenerla per  ajfalto  y  riduffero  tutta  la  fferan^a  del  uincerla  in  fu  lafame:per- 
chenon  effendo  ancora  fatta  la  ricolta  y  era  in  Lodi  careflia  tale  y  che  non  fi 
diflribuendo  più  pane  ad  altri  y  che  afoldati  3  bifognaua  che  quelli  della  Ter- 
ra ò  moriffero  di  fame  y  o  ufciffero  fuori  con  grandiffvmo  pericolo .  Ma  tra' 
TcdefcW  i  n    Tedefcbi  era  già  entrata  la  pefle  ;  &  anche  effendo  careflia  nell  efferato  y  mol 
dìfordlnc  fé     ti  partendofi  ritornauano  per  le  Terre  de'  Sui-^eri  3  &  de'  Grigioni  alle  pa- 
ne ritornano  trie  loro  :  a  che  non  faceua  molta  diligenza  incontrario  il  Duca  di  Brunfuicb 
a  cafa  loro.     iQYQ  capitano  :  perche  hauendo  in  Germania y  per  l'effempio  de'  fanti  condot- 
ti da  Giorgio  Tronfperghy  conceputo  grandiffime  fperanz,e  ygliriufctuano  in 
Italia  le  cofe  più  difficili  y  che  non  s' baueua  imaginato  .  &  effendogli  man 
tati  i  danari  y  gli  era  quafi  impoffibile  tenere  i  fanti  fermi  intorno  a  Lodi3non 
che  condurli  nel  B^egno  di  Ts^apoli  :  ne  Antonio  de  Leua  gli  fumminiflraua 
danari  y  ansigliene  toglieua  ogni  fferan^a  3  querelandofi  fempre  della  po- 
lleria di  Milano  :  perche  poi  che  hebbe  perduto  la  fperan^a  d'ottenere  Lodty 
non  penfaua ,  ne  attendeua  ad  altro  y  che  a  dare  loro  caufa  di  andar fene  3  du-. 
.  bitando  non  fi  fermaffero  in  quello  Stato  ;  &  cofi  bauerui  compagni  algouer 
no  y&  alle  prede  :  &  baueua  attefo3mentre  che  eglino  perdeuano  tempo  3  a 
fare  battere  i grani  y&  le  biade  per  tutto  lo  Stato  di  Milano  3  &  portare  le 
ricolte  a  Milano .  Finalmente  douendofi  a  tredici  dì  di  Luglio  dare  nuouo  af 
T  A  ci*  e     fàt0  a  ^°^1  y  *  Teàefcbi s  ammutinarono  y  &  mille  fé  n  andarono  uerfo  Co- 
ammutinano mo  >  &  a^ri  reftaii  in grandiffimo  difordine  allargarono  l'artiglieria  da  Lo- 
di .  per  il  che  temendo  fi  y  che  non  fene  tomafjero  in  Germania ,  //  Mar  che  fé 
del  Guaflo  hauuto  licenza  da  ^Andrea  Doria  per  dieci  dìfopra  la  fede  3  andò 
*t  II  Doria  li  a  Milano  per  perfuadere  a  Brunfuicb 3cbe  ifoldati  non  ritornaffero  in  Germa 
ccntìail  Mar  nia:  ma  non  fi  potendo  intrattenere  con  le  parole  3  fé  n'andarono  per  uia  di 
chele  del  Gua   Como  ?  reflandone  di  loro  con  Antonio  de  Leua  y  al  quale  s'era  in  quelli  dì 
fede.  arrenduta  Mortara  y  circa  dumila  :  effendo  co  fa  certa  y  che  fefufferofopra- 

slati  qualche  dì  più  3  pigliati  ano  Lodi  per  mancamento  di  uiuere  «  Isella 
quale  jfeditione  fu  defiderata  da  molti  la  pronte^a  del  Duca  a" orbino  y 
xl'ejferfi  quando  il  campo  era  intorno  a  Lodi  accofiato  o  a  Crema  3oa  TiXr 


DECIMO1^  0  ^  0.  14* 

^ichitone ,  0  almeno  tenutoti  qualche fomma  di  cauatti  leggieri  per  mfefiar* 
li  ;  benché  quando  erano  nel  Brefciano  gli  haueffe  qualche  uolta  cofteggiati  M 
&infeflati:  ma  non  s' accollando  mai  a  loro  più  di  tre  miglia,  &  contento 
di  difendere  lo  Stato  de'  Vinitìani  y  non  pafiò  mai  il  fiume  dell  Oglio  :  non  ef- 
fendo  anche  slata  più  pronta  la  paffuta  di  San  Volo  ;  il  quale  non  oftante  tutti 
i  difegni y  &  le  promeffe  fatte  dal  Re  di  mandare  per  intereffefuo  gente  con, 
tra  i  Tedefchi ,  non  arr'iuò  in  Tiemonte  fé  non  in  tempo  y  che  giai  Tedefchi 
fé  nandauanoy&  anche  con  numero  di  gente  molto  minore  che  non  haueua- 
no  publicato .  Ts^on  reflauano  perciò  i  Collegati  di  fare  di  nuouo  inflan^a  col 
Tontefice  y  che  fi  dichiarale  per  loro y  &  che  procedendo  contra  Ce  fare  con       ...    f 
l'arme  frirituali,  lo  priuaffe  dello  Imperio y  &  del  Reame  di  Kfapoli  :  il  qua  Seufationi  del  y 
le  poiché  fi  fu  fcufato ,  che  dichiarandoli  non  farebbe  più  me^o  opportuno  "P^  ^j£ 
alla  pace  :  che  la  dichiaratone  fua  fufciterebbe  maggiore  incendio  tra  Trin  ri  co.Coiie^, 
àpi  Chrifliani y  fen^a  utilità  de  Collegati  y  per  la  pouertd  y  &  impotenza  xu 
fua  :  &  la  priuatione  di  Cefarcfolleuerebbc  la  Germania  per  foretto yche.non  ' 
uoleffe  applicare  a  fé  l'autorità  d'eleggere  l'Imperadore  y  &  eleggere  il  Re  ' 
diFrancia:  dimoflraua  il  pericolo  imminente  de'  Luth  crani  yi  quali  conti-  '.' 
nuamente  ampliauano  .finalmente  non  potendo  più  re  filiere  y  s'offer fé parato 
ad  entrami  yfe  i  Vinitianigli  refiituiuano  Rauenna  y  condizione  propofla  da 
lui  come  imponibile  y  offerendo  anche  d'obligar fi  a  nonmóleftare  lo  Stato  di 
Firenze .  Vero  il  uigefimo  dì  di  Giugno  arriuarono  a  Vinegia  gli  Oratori 
del  Re  d'Inghilterra  ad  inflare  con  quel  Senato yche  reflituiffe  Rauenna,  prò* 
mettendo  per  lui  l'offeruan^a  delle  promeffe  :  ma  non  l'hauendo  potuto  otte- 
nere partirono  male  fatis fatti .  Ricuperò  in  quefli  tempi  il  "Pontefice  la  Cit*  .    •  - 
tà  di  Rimini  :  la  quale  tentata  prima  in  uano  da  Giouanni  da  Saffatelloyfi  ar-          _    .. .  ,*  : 
rendè  finalmente  y  con  patti  che  fuffero  faìne  lerobbe  y&  le  perfine .    Ma 
già  commeiauano  a  non  fi  potere  più  difjìmulare  i  fuoipiu  profondi  y  &  più  Ànimo  del  Pa 
occulti  penfieri  y  dirimutati  prima  con  molte  arti:  perche  effendogli  infiffa  $*J^1?^™ 
nell'animo  la  cupidità  di  refiituire  alla  famiglia  fua  la  grandeiga  di  Firen- 
ze y  s'era  sformato  y  publicando  efficaciffimamente  il  contrario  y  perfuadere 
a' Fiorentini  niuno  penfiero  effere  più  alieno  da  lui  y  ne  defiderare  fé  non  che 
quella  Repùblica  lo  riconofeeffe  folamente  fecondo  l'efjempio  degli  altri  Trin  . 
àpi  Chrifliani  come  Tontefice:&  che  nelle  cofe  prillate  non  per feguit  afferò  i       ."  ' 
fuoi  y  ne leuaffer ole  infegney&  gli  ornamenti proprìj della  fua  famigliamoti 
le  quali  commej]ionihauendoycome  fu  liberato  y  mandato  a  Firenze  uno Tre             '    . 
lato  Fiorentino  per  jlmbafciadore-jie  effendo  slato  udito, haueua  molto  infila  < 
toy  &  per  me^o  del  Re  di  Fr ancia y  che  mandaffero  a  lui  uno  jLmbafciadore  % 
sformandoli  colleuare  loro  il  fofpitto  y&  col  dimeflicarfi  conloro, renderli           ,v 
più  opportuni  alle  fue  infidie  :  ma  tentate  in  uano  quefte  cofe  y  fi  sformò  di  per 
fuadere  a  Lautrech,che  effendo  quelli  che  reggeuano  in  Siena  dependenti  da 

K     ij 


.- 


•fr  Fortezza 
di  Coibenza 
p'refa  con  le 
mine» 


Vefcouo  Co- 
Ipnnamorto. 


t  Dechiara- 

tione  del  Pa  - 
pa  fopra  l'in- 
ualidirà  del 
matrimonio 
del  Re  d'In- 
ghilterra con 
fa  moglie. 


€cfare,era  ftcdìente  alle  cofefue  rimettenti  Fabio  Tettucci Jl  che  benché  gli 
•fuffe  capace  ,  fé  ne  aftenne per  la  contradittionc  de*  Fiorentini .  lS[on glifuc- 
cedendo  per  quefta  uia ,  operò  occultamente,  che  Tino  da  Caftel  di  Tiero  t 
pretendendo  querele  contra  Sane  fi,  occupo  con  ottocento  fanti  per  me^o  d'al- 
cuni Fuorufciti  di  Chiufi ,  quella  Terra  ;  per  trauagliart  con  quefto  me%o  il 
gommo  di  Siena  :  ma  hauendo  i  Tic  ventini  fatto  capace  il  Vifconte  di  T  tirre- 
na Oratore  del  i\e  di  Francia ,  il  Tapa  non  tendere  ad  altro  fine  ,  che  di  per- 
turbare con  l'opportunità  di  Siena  le  cofe  di  Firenze; l'Oratore  procurò  col 
Tontefice ,  che  il  mouimento  di  Chiufi  fi  pofaffe .  Trocedeuano  in  queflì  tem 
file  co  fé  del  Bearne  di  T^apoli  uariamente  : perche  era  uenutodi  Sicilia  in 
Calauria  il  Conte  Burella  con  mille  finti,  &  unitofi  con  gli  altri  :  &  da  al- 
tra parte  Simone  Fumano  haueua  ottenuto  con  le  mine  la  fortezza  diCofen- 
%a  a  diferetione  ,  benché  l'efferui  flato  ferito  d'uno  archibufo  nella  (palla ^ri- 
tardò in  qualche  parte  il  corfo  della  uittoria  ;  &  unitofi  poi  col  Duca  di  Som- 
ma ,  il  quale  co  fanti  del  paefe  affediaua  Catanzaro  ,  Terra  molto  forte,  ma 
in  neceffità  di  uettouaglie  ;  nella  quale  era  il  genero  d'*Alarcone  con  dugento 
caualli,&  mille  fanti  ila  quale  ottenendo  rejlauanofignori  di  tutto  il  paefe  in- 
fino alla  Calauria  foprana  :  ma  lanecefjltà  li  coflrinfe  a  uolgerfi  contra  legen 
ti  unite  fi  col  foccorfo  uenuto  di  Sicilia ,  le  quali  haueuano  già  fatto  qualche 
frogrejfo  :  ma  ejjendo  fiato  Simone  abbandonato  da  una  parte  de  fuoi  fanti. 
paefani  ,fu  neceffitato  a  ritirar  fi  nella  Biocca  di  Cofen^a ,  gli  altri  fanti  fuoi, 
con  morte  di  qualcuno ,  fi  ri foluerono:  i  Cor  fi  s'andauano  ritirando  uerfo  l'ef- 
Jhrcito ,  in  modo  che  reftaua  non  filo  la  Calauria  in  pericolo  ,ma  fi  temeua  , 
Gf?e  i  uincitori  non  s'indiri^affero  uerfo  Is^apoli .  Ma  per  contrario  hebho- 
no  nell '*Abru7gi  profferita  le  cofe  de  Francefi  :  perche  effèndofi  appropitH 
quato  a  dodici  miglia  all'aquila  il  Vefcouo  Colonna  per  folleuare ì \Abruz- 
'Zjyfu  rotto, Smorto  dall'abbate  di  Far  fa  ;  morti  quattrocento  fanti ,  & 
circa  ottocento  prigioni.  Intorno  a  Gaeta  gli  Spagnuoli,  perla  giunta  del 
Trincipe  di  Melfi ,  sy andauano  ritirando  ;&  quelli  di  Manfredonia ,  per 
la  poca  u irta  delle  genti  Vinitiane  ,faceuano  danno  affai  .  Terfeueraua 
in  queflo  tempo  il  Tontefice  nella  deliberatione  di  non  dichiararli  per  al- 
cuno, ma  perche  teneua  diuerfe  pratiche , già  foretto  al  I\e  di  Francia, 
ne  anche  grato  a  Cefare,  fiction  per  altro  ,  perche  haueua  deflinato  Le- 
gato in  Inghilterra  il  Cardinale  Campeggio ,  per  trattare  in  quella  Ifola  la 
caufa  delegata  a  lui ,  &  al  Cardinale  Eboracenfe  :  perche  infilando  quel 
Re  per  la  dichiaratione  della  inuahdità  del  primo  matrimonio  ;  il  Ton- 
tefice ,  il  quale  s'era  molto  allargato  di  parole  co'  miniflri  fuoi  ;  perche  tro- 
ttando fi  in  picchia  fede  apprefib  a  gli  altri  fi  sfor^aua  di  conferuarfi  il 
fuo  patrocinio ,  fece  fecretijìimamente  una  bolla  decretale  declarato- 
ria ,   che  il  matrimonio  fuffe  inualiio  :  la  quale  dette  al  Cardinale 


DECIMO       X.0  'K.O.  14* 

Campeggio  ;  &gli  commeffe  y  che  moftratala  al  Kg,  &  al  Cardinale  Ebordr* 
cenfe y  diceffe  haucre  commejjìone  di  publicarla  yfe  mlgiuditio  la  cognitiom 
della  caufa  non  fuccedejfe  profferamente y  acciò  eh  e  più  facilmente  confentif 
fero y  che  la  caufa  fi  conofeeffe giuridicamente ,  &  tollerajfero  con  animo  piti 
quieto  la  lunghc^a  delgiuditw  ;  il  quale  haueua  commeffo  al  Cardinale  Ca 
peggio  y  eh  e  allunga ffe  quanto  potejfe ,  ne  de  ffe  la  bolla  y  fé  prima  non  haue- 
ua nuoua  commejjione  da  lui  :  ma  fi  sformò  di  perfuadergli y  come  anche  è  uè 
rifimile y  che  allhora  hauej]e  in  animo  y  la  intentione  fua  ejfere  che  finalmen- 
te s'haueffeadare  :  della  quale  deflinatione  del  Legato  y  &  delegatione  della 
caufa  faceuano  querela  graue  in  Ramagli  ^Ambafciadori  Ce  farei;  ma  con  mi 
nore  autorità  per  la  difficultà,  che  haueuano  le  eofe  di  Ce  fare  nel  Pregno  Ts^a- 
poletano .  Mi  intorno  a  J^apoli  fi  feopriuano  per  luna  parte ,  &  per  l'ai-    -  - 
tra  molte  difficultd  ;  ma  tali  che  raccolte  tutte  le  ragioni  fi  fferaua  più  prefio 
la  uittoria  per  i  Francefi  y  ritardata  dalla  uirtu  y  &  dall' oslinatione  de  nimi 
ci  :  perch e  in  ls(apoli  augumentaua  giornalmente  la  careflia  y  maffimamcnte 
di  uino  y  &  carne y  non  n'entrando  più  per  mare  cofa  alcuna  :  conciò  fia  che 
le  Galee  de'  Vinitiani  in  numero  uentidue  fuffero  pure  dopo  fi  lunga  ejpetta- 
■tione  giunte  a  dieci  dì  di  Giugno  nel  Golfo  di  Tripoli  :  perche  fé  bene  i  caualli  Napoli  in  gra 
di  dentro  ufeendo  continuamente  y  non  uerfo  l'efferato ,  ma  in  quelle  parti  >  Penuna>  * 
nelle  quali  credeuano  potere  trottare  uettouaglie  y  riportajfero  quafi  fempre  ™  l 

prede  maffimamente  di  carnaggi  y  nondimeno  benché  giouajfero  molto  y  non 
erano  tante  y  che priuati  della  commoditd  delmarey  poteffero  lungamente jor 
sientarfi  y  affliggeuali  la  pefle grande  y  il  mancamento  de'  danari  y  la  difficul 
tà  di  joftenere  i  fanti  Tedefchi  y  ingannati  molte  ttolte  da  uanefferan^,  & 
promeffe;  &  de'  quali  qualcuno  alla  sfilata  andana  nell'efferato  Francefe;bi-n 
che  a  ritenerli  poteffe  molto  lagratia  y  &  l'autorità  y  che  haueua  appreffo  a 
loro  il  Trincipe  d'Oranges  y  reflato  per  la  morte  di  Don  Vgo  con  autorità  di 
Viceré:  il  quale  fece  prigione  il  Capitano  Catta  Guafcone  y  delle  reliquie  del 
Duca  di  Borbone  ycon  molti  de'fuot;  &  poco  dopo  per  foff  etto  uano  fece  il  fi- 
migliantedi  Fabritio  Maramausy  benché  prefio  lo  liberaffe .  Da  altra  parte  x)iff*cultà  net 
nell'efferato  Fr  ance  fé  augumentauano  continuamente  le  infermità  dell' effer-  rcfTercito  dc^ 
cito:  le  quali  erano  cagione  yche  Lautrech  per  non  battere  a  guardare  tàtoffa  Francefi, 
tioynon  procedeffe  alla  perfezione  dell'ultime  trincee,  le  quali  anche  per  l'im 
Redimento  di  certe  acque  tagliate  haueua  difficultà  di  finir  e. Fra  anche  nell'ef 
fircito  carefliaypiu  per  poco  ordine: che  per  altro;nondimeno  Lautrech  ff  era-  Speranze  & 
uà  più  nelle  neceffità  y  che  erano  in  l<fapoliy  che  non  temeua  delle  fue  difficul-  confepUjre  fe 
tà:et  o  per  quefla  cagione  perfuadendofi  hauerfi  prefio  a  finir  e  l'efpugnationey  vict  oria. 
o  per  mancamento  di  danari ynonfaceua  nuouifantis  come  da  tutto  l'efferato 
fi  defideraua  per  la  diminutione grande  delle  genti  per  i  morti y  &  per  gli  in- 
fermi i  non  fidamente  nelle  genti  baffey&  ne  foldatiprinati^ma  già  nelle  per- 

K     iij 


IfO  L  I  B  ^0 

Nuntìo  del  fine  grandi  y  eJr  d'autorità  :  perche  il  quinto  decimo  dì  erano  morti  il  l^un- 
Papa,&  Luigi  tiodel  Tontefice y  &  Luigi  Tifano  Troueditore  Vinitiano .  Speraua  anche 
di  fare  paflare  all' ejìer cito  tutti  y  o  la  'maggiore  parte  de'  fanti  Tedefchiyche 
erano  inÌ<lapoli  ;  pratica  y  nella  quale  prima  il  Mar  eh  e  fé  di  Salwxj^p  y  & 
da  poi  egli  haueuano  lungo  tempo  nanamente  confidato .  Le  medefime  cagio 
ni  y&la  fperan^a  y  che  gli  era  data  di  fare  paffare  all'esercito  alcuni  caual 
li  leggieri y  che  erano  in  J^apoli  y  lo  riteneuano  da  foldare  caualli  leggieri 
fommamente  necefiarij  :  i  quali  fé  pure  n  hauefiefoldati  almeno  quattrocen- 
to y  gli  farebbono  siati  di  grandi ffima  utilità;  però  feorreuano  i  caualli  di 
dentro  più  liberamente:  benché  ritornàdo  uno  giorno  a  l^apoli  con  ungrofo 
bottino  di  befliame  y  rifeontrate  le  bande  nere y  che  erano  il  nerbo  dell' eser- 
cito y  &  fen^a  le  quali  non  fi  farebbe  flato  intorno  a  TS[apoli  y  fu  tolto  loro 
con  perdita  di  forfè  fé f  anta  caualli y  non  oflante  che  gli  Spagnuoli  ufcifkro 
tutti  di  Napoli  y  ma  tardi  y  per  foccorrerli .  Speraua  Lautrcch  che  i  turni- 
ci fuftero  ncceffitati  a  partii  fi  preflo  da  T^apoli  ,•  &  perciò  uolendo  priuarli 
della  f acuità  di  ritirar  fi  in  Gaeta,  ordinò  fufie  guardata  Capuay  &  Caflello 
a  mare  di  Vulturnoiet  per  torre  anche  loro  la  f acuità  di  ritirar  fi  in  Calauriay 
oltra  il  fare  tagliare  certi  pajfiy  ricominciò  a  fare  lauorare  alla  trincea  co- 
minciata più  uolte  ,•  ma  intermeffa  per  uarij  accidenti  y  ripigliandola  tan- 
to alto  y  che  l'acque  y  che  impediuano  y  refxaffero  di  fotto  :  &  difegnaua  an- 
che di  mettere  in  fortezza  uno  Cafale  molto  uicinoa  Isfapoli  y  <&guar 
darlo  con  mille  fanti  y  che  per  quefto  uoleua  foldare  :  fauorendofi  etiandio 
delle  Galee  Vmitiane  furie  al  diritto  della  trincea  :  la  quale  feruiua  ancora  a 
fare  uenirc  più  facilmente  all'efferato  le  uettouaglie  dalla  marina  y&  a  ta- 
gliare la  slrada  a'  nimici  quando  tornauano  con  le  prede  per  quel  camino;per 
che  per  i  foffi grandi  y  &  l'acque  tagliate  di  Toggio  Ideale  s'andaua  dall' ef- 
ferato al  mare  per  circuito  grande y  &  pcricolofo ,  Sfor^auanfi  gli  Imperia 
li  impedire  quelli  y  che  lauorauano  alla  trincea  y  contra  laquale  effendo  ufeiti 
tino  dì  molto grofjì  iguaflatori  per  ordine  di  Tietro  l<[auarray  il  quale  folle- 
citaua  quefla  opera  y  fi  rifuggirono  y  in  modo  che  feguitandoli  incautamente 
gli  Imperiali  y  furono  condotti  in  una  imbofeata  ;  &■  ne  fu  tra  morti y  infe- 
riti più  di  cento  :  nondimeno  la  trincea  non  era  ancora  ammesta  y  quando 
t  Nesligcza  per  mancamento  de'  guaflatori  y  quando  per  altra  cagione:  perche  la  negli- 
dannoia.  gen^a  interrompeua  (pejfogli  ordini  buoni  y  che  fi  faceuano  :  ne'  quali  per 
effere  la  Hrette'^a  di  l^apoli grandiffmia  y  fé  fi  fuffe  continuato  y  a  giudìtio 
di  molti  y  che  Lautrech  harebbe  indubitatamente  ottenuta  la  uittoria.  Suc- 
cedette ne'  dì  medefimi  occafione  di  grandi  fimo  momento  ;fe  talifuffero  sta- 
tigli esecutori  y  quali  furono  gli  ordinatori .  Trefentì  Lautrech  y  che  i  fal- 
dati di  ISlapoli  erano  per  predare  ufeiti  fuor  a  per  la  ma  di  Vie  di  Grotta  mol 
to groffi  :  però  por  opprimergli  mandò  la  notte  de  uenticinque  dì  di  Giugno  i 


DECIMO       T^OTs^O.  ifì 

fanti  delle  bande  nere  y  i  caualli  de*  Fiorentini  y  &  fèffanta  lance  Francefili 
unabandadiSui'^eriy&Tedefcbialla  uolta  di  Beluederey  <&*diVie  di 
Grotta  per  incontrargli  :  &  per  impedire  loro  il  ritirarci  ordino  che  il  Capi- 
tano  Buria  co'  fanti  Guafconi  pofìofi  in  fui  monte  eminente  alla  grotta  fen- 
dere fubito  Iettato  il  romore  per  impedire ,  che  i  nimici  non  potejfero  entra-  +  Fattìone  de 
re  nella  grotta .   Succedette  il  principio  di  quefla  f anione  felicemente  y  per--  Ff?  rCJ7  Cpn 
che  le  genti  di  Lautrecb  bauendogli  incontrati  combatterono,  &  mejfono  in  %Te\, 
fuga  ;  bauendo  tra  morti y  &  prejì  più  che  trecento  huomini y  &  cento  ca-  t  Ferrando 
ualli  utili  y  &  moltijjime  bagaglie .  Fu  fiaualcatonel  combattere  Don  Fer  Gonzaga  fac- 
rando  da  Gonzaga  y&  fatto  prigione  ;  ma  la  furia  de*  Tedefcbi  lo  rifeat-  t0  P?|10nej. 
tò .  Ma  il  Capitano  Buria  y  o  per  negligenza y  o  per  timore  non  fi  rappre-  berato. 
fintò  al  luogo  deflinato  :  il  che  fi  baueffe  fatto  fi  crede  farebbono  partiti  tut- 
ti .  Haueua  anche  Lautrecb  mandato  a  Gaeta  fei  Galee  de  Vinitiani  y  & 
due  ne  erano  refiate  alla  bocca  del  Garigliano  y  per  dare  fauore  al  Trincipe 
di  Melfi  :  <&  perche  le  Galee  non  poteuano  probibire y  che  con  le  Fregate  non 
entraffe  in  Ts^apoli  qualche  rinfrefeamento  y  mejfe  in  mare  certe  picciole  Bar 
ebette  per  impedirle  :  ordinò  anche y  che  i  beatami  fi  difioflaffero  per  tutto 
quindici  miglia  da  l^apoli  s  perche  non  fujfero  co  fi  facili  a  effere  tolti  dagli 
Imperiali .   Ma  nuouo  accidente  che  fi  feoperfi  y  &  del  quale  era  molto  pri-      Le  cofe  de' 
ma  apparito  qualche  inditio y  perturbò  grauemente  le  cofe  Francefi  :  perche  Francefi  per* 
^Andrea  Doria  deliberò  di  partirfi  dagli  Hipendij  del  Kg  dì  Francia,  a  qua-    .  '  comm  - 
li  era  obligato  per  tutto  il  me  fi  di  Giugno  :  deliberatone  y  per  quel  che  fi  pò-  ciinare. 
tefie  conietturare y  fatta  più  me  fi  innanzi  :  onde  era  proceduto  y  che  ritira-  i  Andrea  Do 
tojìa  Genoua  non  era  uoluto  andare  con  le  Galee  nel  Begno  di  Ts(apoliy&  rìa^  ntfolue 
che  offerendogli  il  Rg  di  farlo  Capitano  dell'armata ,  la  quale  fi  preparaua  ^pendit  di* 
a  Marfiliajo  recusò;allegando  che  per  la  età  era  inhabile  a  tollerare  più  que  rifare. 
He  fatiche .  L'origine  di  tale  deliberatone  fi  attribuiua  poi  da  lui  y&  da  Cagioni  per- 
altri  a  uarie  cagioni  :  tffo  fi  lamentaua  y  che  il  ì\ey  dopo  batterlo  feruito  con  <jne  "  Dona 
tanta  fedeltà  cinque  anni  y  baueffe  fatto  ammiraglio  y  &  dato  la  cura  del  pa{ra(re  a 
mare  a  Monfignore  di  Barbigios  ;  quafi  parendogli  conuenientey  che  il  Be  do  Ccfare. 
pò  la  fua  ricufatione  y  baueffe  douuto  replicare  y  &  fargli  infìantia ,  che  l'ac 
cetafjè  :  che  non  gli  pagaie  i  uenti  mila  ducati  de  gli  Hipendij  paffuti  yfin^a 
i  quali  non  poteua  fofi catare  lefue  Galee  :  non  bauere  uoluto  fatisfare  a' giù 
Hi  priegbi  fuoi  di  reflituire  a  Genouefi  la  folitafuperiorità  di  Sauona  ;  anzi  +  Nel  cofigKo 
ejferfi  trattato  nel  configlio  £{egio  di  farlo  decapitare  y  come  buomo  che  trop  Regio  fi  trac- 
po  fuperbamente  ufaffe  la  fua  autorità .  filtri  allegauano  effere  Hata  la  pri  t°re  Andrea 
ma  origine  della  fua  indignatone  le  contentini  fhecedute  tra  Benzo  da  Ce-  Doria 
riy&luinellaimprefadi  Sardigna;nella  quale  pareuayche  il  f{e  baueffe 
più  udito  la  relatione  di  F^en^o  y  che  le  fue  giuftificationi  :  efferfi  fdegnato 
per  la  inflan^a  grande  fattagli  dal  Be ,  che  gli  concedeffe  i  prigioni  y  i  quali 

K     iiij 


K*  L  I  E  \0 

f  Cagione  come  cofx  importante  molto  defideraua,  maffimamcnte  il  March  e  fé  del 
F*u  %'cx*  Pcr"  Guafto  3  &  ^Afcanio  Colonna ,  benché  con  offerta  di  pagarli  la  taglia  loro» 
Doria  la  (ciaf-  allegar  onfi  <iuefle  &  a^tre  cagioni ,  ma  fi  credette  poi  che  la  più  uera ,  & 
fc  il  Re  di  Fra  principale  fuffe  non  tanto  lo  [degno  di  non  e  fiere  flato  tenuto  conto  da'  Fran 
eia.  cefi  di  lui ,  quanto  gli  pareua  meritare  ,  o  qualche  altra  mala  fatisfattione 

quanto  che  penfando  alla  libertà  di  Genoua  per  introdurre  [otto  nome  della 
libertà  dellapatria  la  fua  grandezza  ,  ne  potendo  confeguire  queftofine  con 
altro  modo  ,  hauejfe  deliberato  non  feguitare  più  gli  Jlipendtj  del  I{e  ,  ne 
aiutarlo  a  confeguire  con  le  fue  Galee  la  uittoria  di  T^apoli ,  come  fi  erede- 
nache  per  interromperei'  acquiflo  di  Sicilia  hauejfe  propofta  la  imprefa  di 
t  Marchcfe    Sardigna.  Ter ò  indirizzato  l'animo  a  quefli  penfieri  trattaua  per  mc%o 
del  G  uafto      jy  j^archefe  del  Guafto  di  condurfi  con  Ce  far  e  ;  non  ofiante  la  profeffione  del 
che  Andrea     ^ °^° grande ,  che  per  la  memoria  del  facco  di  Genoua  haueua  fatta  ,  molti 
Doria  paffaf-  anni  cantra  la  natione  Spagnuola  ;  <&  la  acerbità ,  con  laquale  gli  haueua 
(e  a  Celare,      trattati  quando  alcuno  di  loro  era  uenuto  nelle  fue  mani  :  ma  procedendo  fi- 
mulat amente  non  era  ancora  noto  al  I^e  il  fuo  difigno  :  però  non  era  sìato 
Jòllecìtato  a  procurare  i  rimedi)  a  infermità  tanto  importante ,  ancora  che 
n  hauejfe  conceputo  qualche  foretto  :  perche  fu  prefa  una  Galea,  cheporta- 
uà  in  ijpagna  uno  Spagnuolo  mandate  fiotto  pretefto  della  taglia  di  certi  pri- 
gioni ,  al  quale  fi  trouò  una  lettera  credentiale  di  ^Andrea  Doria  a  C efare  ; 
benché  per  le  querele  fue  grandi  gli  fu  permejfo  ,  che  fen^a  ejfere  effamina- 
rcauo  to  continuajJe  il  fuo  camino.    Finalmente  cjfendo  arriuato  Barbigios  con 
prigioni  in  Le  quattordici  Galee  a  Sauona ,  ^Andrea  Doria  temendo  di  lui  fi  ritirò  a  Geno- 
rice.  uà  con  le  fue  Galee ,  &  co'  prigioni  a  Lerice  :  la  quale  co  fa  come  il  F(e  intefe 

gustando  il  pericolo  quando  era  fatto  irremmediabile  ;  mandò  a  lui  Tierfrà 
Il  Re  tenta  ri  cep-0  fa  rj^QCera  y  per  ricondurlo  agli  Hipendij  fuoi  ;  per  il  quale  gli  offerfe 
Doria r  C  '     fatisfare  al  defiderio  fuo  delle  cofe  di  Sauona  :  pagargli  i  uentimila  ducati  de 
i  foldi  cor  fi  :  pagargli  altri  uentimila  ducati  per  la  taglia  del  Trine  ipe  di 
Oranges,  prejò  altra  uolta  da  lui,  &  di  poi  liberato  dal  B^e  quando  a  Madril 
fece  la  pace  con  Ce  fare  :  &  in  cafo  uolejfe  concedergli  prigioni  pagare  innan^ 
Zi  ufi  fiero  delle  fue  mani  la  taglia  loro ,  quando  anche  ricufaffe  di  conceder- 
t  II  Dorìa  ri  gli  non  uolere  il  I\e grauarnelo.  lS(on  prtftò  il  Doria  orecchi  a  quefte  offerte, 
cula  tutte  l'of  gìuftificando  la  partita  fua  dal  %e  con  le  querele  :  onde  Barbigios  fu  forzato 
Une  del  Re.    QQn  detriment0  grande  delle  cofe  del  Bearne  di  J^apoli  fopraftare  a  Sauona: 
nondimeno  pajfando  poi  più  innanzi  lafciò  per  la  guardia  di  Genoua  cinque- 
cento fanti  a  dieci  miglia  appreffo  a  quella  Città ,  perche  dentro  era  peftegrà 
diffima  :  &  per  la  medefima  cagione  pò  fé  in  terra  trenta  miglia  apprefio  a  Gè 
diffima^n  Gè  noua  m^e  dugento  fanti  Tede/chi  ucnuti  nuouamente  :  i  quali  haueuano  ha- 
noua.  uut  a  la  prima  paga  da'  Fr  ance  fi;  ina  per  non  hauere  i  Vinitiani  pagata  la  fe- 

conda ,come  erano  obligati,fu  neceffario  che  il  Triultio  Gommatore  di  Gè- 


DEC  I  MO       X  °  *K0-  «S 

nona  li  prouedejfe.In  quefle  agi tat ioni  del  Boria  il  Tontefice  prcfentendo  quel 
che  trattanti  con  Cefare  fignificò  il  uigcfimo  primo  dì  di  Giugno  la  cofa  a  Lati 
trech  y  dimandandogli  il  confenfo  di  condurlo  agli  slipendtj  fuoiper  priuar- 
ne  Cefare ,  &  affermandogli  che  Filippino  con  le  Galee  partirebbe  tra  dieci 
dì  da  K(apoli  :  perciò  Lautrech  reftituì  a  Filippino  per  non  lo  efiafperare  il 
fegretario  Serenon ,  ritenuto  fempre  per  hauere  lume  da  lui  di  molte  cofefe- 
grete  :  &  nondimeno  per  fojpettogia  conccputo  del  Tontefice  interpetrò  fi* 
niflr amente  lo  auifo  fuo .  Finalmente  .Andrea  Boria ,  benché  Barbigios 
nel  paffare  innanzi  con  l'armata  3  che  era  di  dicianoue  Galee  y  due  Fufle,  et 
quattrj  Brigantini  >  e^*  nera  fu  il  Trincipe  di  ls(auarra,  hauejfe  parlato  fe^ 
co  y  non  dtffimulando  più  quel  che  haucua  in  animo  di  fare ,  mandò  un'huo- 
mo  fuo  a  Cefare  in  compagnia  del  Generale  creato  Cardinale  y  mandato  dal  Comicncfoirf 
Tontefice  y  a  stabilire  le  fue  conuentioni  :  le  quali  furono  la  libertà  di  Geno-  ui  CcCavc  col 
uà  fatto  la  protettione  di  Cefare  :  la  fuggettione  di  Sauona  a  Genouefi  :  ne- 
nia a  luì  y  che  tanto  haueua  perfeguitato  il  nome  Spagnuolo ,  condotto  a  fer- 
uitio  di  Cefare  con  dodici  Galee,  e£"  per  foldo  fifiant  amila  ducati  l'anno  ;  & 
con  altri  patti  molto  bonoreuoli.  Ter  le  quali  cofe  Filippino  con  tutte  le  Ga-  -j-   Filippino 
lee  partì  il  quarto  dì  di  Luglio  da  Trapali,  la  partita  del  quale  procedendo  co  Doria  biafì  - 
me  già  haueua  cominciato  a  procedere,  non  noceua  à  Fr  ance  fi  ,  fé  non  per  la  «rato. 
riputatone  :  perche  già  molti  dì  nonfolofaceua  mala  guardia  y  an-^i  tal  uol- 
ta  i  fuoi  Brigantini  conducenano  furtiuamente  uettouaglia  in  lS[apoli  ;  & 
egli  oltra  l hauere  parlato  con  alcuni  di  ISfapoUy  haueua  portato  i  figliuoli 
di  Antonio  de  Lena  a  Gaeta,  &  fatto  molti  dì  (palle à  che  in  K[apoli  enti af- 
ferò ncttouaglie  :  ma  fé  haueffe  feruito  fedelmente  come  nel  principio  yti'ha- 
rebbono  riceuuto  danno  grauiffvmo .    Ter  ciò  follecitaua  tanto  più  Lautrech 
la  uenuta  dell'armata  Fr  ance  fé  :  la  quale  s'era  fermata  confomma  impruden 
%a  per  ordine  del  Tontefice  a  pigliare  Ciuitd  uecchia .  Ter  la  partita  di  Fi- 
lippino con  le  Galee, l'armata  Vinitiana-Jia  quale  haueua  prtfo  l'ajfunto  di  la- 
uorare  dalla  marina ,  infino  ricontraua  la  trincea  di  Tietro  7^auarra,fu  ne- 
ceffitata  intermettere  per  attendere  alla  guardia  del  marcii  quale  perche  flef 
fé  più  ferrato ,  s'era  ordinato  che  alcune  Fregate  armate fior  resero  dì, et  not 
te  la  cofta:  &  s'ufaua  anche  per  terra  maggiore  diligen-^a,  opponendo  fi  a  gli 
Spagnuoli,  che  ogni  dìfcorreuano;ma  incótrati  fuggiuano  fenica  combattere:     «  . 
in  modo  che  Tripoli  era  ridotto  in  eflrema  necejfnà.et  i  Tede  fichi  proteflaua- 
no  di  partir  fi  fé  prefìo  nonfufferofoccorfi  di  danari  y  &  di  uettonaglie  :  onde 
Lautrech, foflétandolo  afiai  lafyerà'^a  di  quefie  co  fé, fi  perfuadeua  che  per  la 
pratica  tenuta  lùgaméte  co  loro  di  giorno  in  giorno  pajferebbono  all'esercito. 
Ma  il  quinto  decimo  dì  di  Luglio  le  Galee  Vinitiàe,eccetto  quelle  che  erào  in 
torno  a  Gaeta, ritornarono  in  Calauriaper  prouederfi  di  Bifcottiiet  però  efié 
do  reflato  il  Torto  aperto  entrarono  in  T^apoli  molte  Fregate  co  uettonaglie 


If4  L  I  B  1^0 

V  efferato  d'ogni  forte  da  nino  in  fuori  ;  cofa  molto  opportuna  ;  perche  in  7{apoli  non 
Francefc  in  eya  Qrano  per  tutt0  LMglj0  #  Ma  nell'esercito  y  nel  quale  era  anche  paffata 

fìculcù.  ^  Pefie  Per  eontagione  di  gente  ufeite  di  Islapoli  3  multiplicauano  grandemen 
te  le  folite  infermità  :  Faldemonte  era  uicino  alla  morte  3  &  Lautrech  am- 
malato  :  per  la  infermità  del  quale  difordinandojì  le  cofe  3gli  Imperiali;}  qua 
li  correuanofen'^a  oftacolo  per  tutte  le  sìrade3  tolfero  le  uettouaglie3  che  ue- 
niuano  all'efferato  3  che  ne  haueua  sìrette^a  :  &  nondimeno  non  fi  folda- 
nano  nuoui  caualli  leggieri 3  an%j  Valerio  Or  fino  condoitiere  de'  Vinitianì  co 
cento  caualli  leggieri  fi  partì  dell' efier cito  per  non  effert  pagato  ;  &  gli  altri 
caualli  leggieri  parte  s'erano  partiti  per  non  effere  pagati,  parte  per  le  infer- 
mit aerano  inutili:  la  gente  d'arme  Francefe  s'era  ridotta  in  guarnigione 
nelle  Terre  circoflanti  :  &  i  Guafconi  ff>arfi  per  ilpaefe  attendeuano  a  far  e  le 
ricolte  3  &■  guadagnare  :  Jperauafi  pure  ne' fanti  3  i  quali  fi  diceria  condurre 
l'armata  3  la  quale  fopr afiata  più  di  uenti  dì  da  poi  che  s'era  partita  da  Liuor 
rio  y  arriub  finalmente  il  decimo  ottano  dì  di  Luglio  con  molti  Gentiluomi- 
ni y  &  con  danari  per  l' efier  cito  :  ma  non  haueua  fé  non  ottocento  fanti  :  per 
che  gli  altri  y  cheportaua3  erano  reflati  parte  per  la  guardia  di  Genoua3par- 
te  alla  imprefa  della  Tortela  di  Ciuitd  uecchia  :  alla  uenuta  della  quale  ha- 
uendo  Lautrech  mandato  gente  alla  marina  per  rkeuere  i  danari  3  non  potet- 
tero le  Galee  per  il  maregrofìo  utrnire  a  terra  :  però  ui  ritorno  il  dì  ftguente 
il  Mar  eh  e  fé dì  Saluto  con  le  fue  lance  3& con  gr  offa  banda  di  Guafconi, 
Sui^eri  y  e^  Tedefchi 3  &  con  le  bande  nere  :  ma  nel  ritorno  loro  incontra- 
rono gli  Imperiali  3  che  erano  u  fitti groffi  di  Trapali  3  i  quali  caricarono  in 
modo  i  caualli  Francefi  3  che  uoltarono  le  ff  alle  y  &  nel  fuggir  fi  urtarono  tal- 
mente i  fanti  loro  raedefimi  y  che  gli  difòrdinarono  ;  &  trouandofi  il  Conte 
Vgo  de'Pcp-  Vgo  de'  Tcppoli  y  che  dopo  la  morte  di  Oratio  Buglione  era  fucceduio  nel  go 
poli  pigione  uerno  delie  genti  de'  Ficrtritìni  y  a  piede  con  quaranta  archibufieri  innanzi 
v .  & 1I3*Pe"  alla  battaglia  delle  bande  nere  uno  tiro  di archibufoy  reflò  prigione  de'  caual- 
li :  &fu  tale  lo  impeto  degli  Imperiali  3  che  fé  la  battaglia  delle  bande  nere 
non  gli  ritenerla  yfaceuano  grande  strage  :  perche  combatterono 3  truffimi 
mente  la  canali  ria  loro  egregiamente .  Rifilarono  morti  de'  Francefi  più  di 
cento  y  &  altretta:iti  prefi  y  tra'  quali  parecchi  Gentil' huomini  Francefi 
i  Canaliiìm  finontati  dell'armata  :  &  fu  prefò  anche  Ciandale  nipote  dì  Saluto  :  non- 
perialipiuva  dimeno  i  danari  fi  conduffero  fatui  .fu  attribuito  il  difordine  a*  caualli  Fran 
ioroiijcheFrà  cef\  molto  inferiori  di  uirtù  a'  caualli  de'  nimici  :  onde  fi  diminuirla  l'animo 
a'  fanti  dell' ejftr cito  ;conoftendo  non  poter  fi  fidare  del  fbc  cor  fio  de'  caualli» 
Ma  haueua  nociuto  fommamente  all'efferato  la  infermità  di  Lautrech  :  il 
quale  benché  fi  for^ajfe  di  foflentare  con  la  uirtù  dell'animo  la  debolezza 
del  corpo  3  nondimeno  non  poteua  ne  uedere  3  ne  prouedere  a  tutte  le  cofie3  le 
quali  continuamente  dechnauano  :  perche  gli  Imperiali  feorrendo  fuori  non 


DECIMO       7^0  J^O.  iff 

foto  fi  pròuedeuano  di  tutti  i  bi fogni,  eccetto  che  di  nino  3  che  non  poteuano  Lc  c°k  v^no 
condurre  ;  ma  toglieuano  fpeffo  le  uettouaglie  deli  efferato ,  &  pigliauano  le  £™  P"e  P? 
bagaglie  3&i  faccomanni  infino  in  fu  ripari  3  &  i  caualli  infino  allo  ahbeue 
"  ratoio  :  in  modo  che  all'efferato  diminuito  molto  per  le  infermità,  comincia-  f  e  (lerci  to 
uano  a  mancare  le  cofe  neceffarie,  diuentato  di  affediante  ajfediato  ;  &  in  pe-  Fràcefe  quafi 
ricolo 3  che  fé  non  fi  fuffe  fatto  guardia  a  paffi 3  tutti  i  fanti  farehbono  fug-  attediato  da 
giti  :  &  per  contrario  in  Islapoli  crefeendo  3&la  commoditd  3  &  lajperan-  f^^^  * 
?a  3  i  Tedefchi  non  più  tumultuauano 3  &gli  altri  pigliauano  in  gloria  il  pa 
tire 3  da*  quali  pericoli' tanto  manifefii  uinta  pure  finalmente  la  pertinacia  di 
Lautrech  3  il  quale  pochi  di  innan^  haueua  fedito  in  arancia  3  perche  man 
dafjero  per  mare  fermila  fanti  y  mandò  Bgnzo  da  Ceri  uenuto  in  fu  l'arma- 
ta uerfo  l'aquila  y  perche  conduceffe  quattro  mila  fanti 3  &  feicento  caual- 
li; ajfegnandogli  il  T  eforiere  dell  .Aquila  3  &  deli1 \Abru^i  y  il  quale  pro- 
metteua  condurgli  in  campo  in  brieui  dì  :  prouifioney  che  fatta  prima  fareb- 
be slata  di  fomma  utilità .  *A  uentinoue  erano  rotte  le  slrade 3  che  non  che 
altro. infino  a  Capua  s  la  quale  haueuano  alle  {palle  3  non  fi  andauaficuro  :  & 
nell'efferato  ammalato  quafi  ciafeuno  ;  Lautrech  folleuatofi  prima  dalla  feb- 
bre 3  ritornato  in  maggiore  indi jpofit ione  che  il  folito  ;  la  gente  d'arme  quafi  i 
tutta  fparfa  per  le  uille ,  o  per  efiere  ammalati  3  o  per  rinfrefearfi  fiotto  quella 
feufa:  &i  fanti  quafi  ridotti  a  niente;  &  effendo  in  Trapali  declinata  la  Prouifioni  fàc 
pefie  y  &  l'altre  infermità  y  per  le  quali  erano  ridotti  a  fette  mila  fanti  3  fi  te  te  da  Lautrcc. 
meua  non  affaltaffero  il  campo 3  però  Lautrech  fermò  i  cinquecento  fanti  di 
I{en^o  mandati  dopo  la  rotta  di  Simone  Ramano  per  impedire  che  le  genti  ni 
miche  di  Calauria  non  ueniffero  uerfo  l\[apoli  :  &  mandò  intorno  nel  paefe 
a  foldarne  mille  :  condujfe  il  Duca  di  l>{ola  con  dugento  caualli  leggieri  3  &  !J_  P116!^. 
Ranuccio  daFarnefe  con  cento  3  che  prometteuano  menargli  prefio  :  chiamò  nucciQ  parn~ 
dugento  ftradiotti  de'  Vinitiani  dalla  imprefa  di  Taranto  :  riuocò  con  gra-  fe  condotti  da 
ni  pene  tutti  gli  huomini  d 'arme  fani3follecitaua  ogni  dì  J\enr^o3  &  rifcalda-  Francefi. 
ua3  ma  tardi  3  congrandiffvma  uehemen^a  3  e^  efficacia  tutte  le  prouifioni , 
A  due  dì  d'iAgofìo  non  erano  nel  campo  Francefepure  cento  caualli  :  &gli 
Imperiali  correuano  ogni  dì  in  fu  le  trincee  :  &  la  notte  dinanzi  haueuano 
fcalato  3  &  faccheggiato  Somma3  doue  era  una  banda  d'huomìni  d'arme3& 
di  caualli  leggieri .  Vero  Lautrech  uedendofi  quafi  ajfediato  folle  citaua  San 
Tolo3  che  gli  mandajfe  gente  per  mare  ;&  i  Fiorentini  che  uolt  afferò  a  lui 
dumila  fanti  3i  quali  haueuano  ordinato  di  mandare  a  San  Tolo3&  eglino 3 
prontamente  lo  confentiuano .  era  morto  in  campo  Ciandale  lafciato  in  fu  la  ^liordì^1  ncl 
fede  :  era  amalato  il  l<[auarra3V  aldemonte  3  Camillo  da  Triul^iy  il  Mae-  cefs#p 
firo  del  campo  nuouo3  &  uecchio  ;  Lautrech  era  ricaduto  s  ammalati  tutti 
gli  Oratori  y  tutti  i  fegretarij  y  &  tutti  gli  huomini  di  conto  ;  da  Salu^p3et , 
il  Conte  Guido  in  fuori  ;  ne  fi  trouauain  tutto  il  campo  quafi  una  per  fona 


If-6  L  I  B  t£0  '    ' 

fana .  Morirono  i  fanti  di  fame  >  &  effendo  mancate  quafi  tutte  le  cifierne 
ui  fi  patina  anche  d'acqua  :  ne  poteua  fare  altro  l esercito ,  che  ftarfi  nel 
fino  forte  a  buona  guardia ,  affettandoci  il  foccorfo  ;  &  la  negligenza  anche. 
*  N?   r*  MmJtoaidifèrmm+  Ruppero  poi  gli  Spaglinoli  l'acqua  di  Poggio  rea- 
difordini.        ^  >  &  ^nche  fi  rafiettajfe ,  non  fi  ufaua  fin^a  grane  pericolo .  ^.fietta- 
uà  Lautrech  fa  due  dì  il  Duca  di  Somma  con  mille  cinquecento  fanti  y  <& 
preflo  i  caualli ,  &  fanti  dell'abbate  di  Farfd  ;  il  quale  Lautrech  3  poi 
che  haueua  rotto  il  Vefiouo  Colonna  y  haueua  mandato  a  chiamare .  Ritor- 
narono in  queflo  tempo  le  Galee  de'  Vinitiani  mali/fimo  armate  3  &  fi  male 
prouifle  di  uettouaglie  y  che  bifognauaper  guadagnare  da  uinere ,  lafciata 
la  cura  del  guardare  il  Torto  di  l\(apoli  >  fcorrejfero  per  le  marine  cir  cofani 
Somma  fpo  -  tl  •  ^gH  otto  gli  Spaglinoli  tornati  a  Somma  di  nuoitola  fogliarono ,  ca- 
gliata da  gli    prefero  ogni  reflo  di  caualliy  che  u  haueua  il  Conte  Guida  in  guarnigione  :afi- 
Imperiali.      faltarono  ancora  lafcorta  delle  uettouaglie  3  con  laqualeerano  dugento  Te-i 
defehi  y  che  rifuggiti  in  due  cafe  s'arrenderono-  uìlmcnte?  ondejpejfo  in  cam 
pò  non  era  da  mangiar  :  &  accrefceua  tutte  le  inconpmoditd  il  circuito  largo 
dell'alloggiamento  y  che  infino  da  principio  era  slato  giudicato  troppo  gran- 
de :  il  che  faccua  pericolo  y  &  confumaua  ì  fanti  per  le  troppe  fattioni  :  & 
nondimeno  Lautrech  intr -attenendoli  in  fu  la  fperau^a  del  foccorfo  non  uo- 
lena  udire  di  riflrignerlo  3  &  ancora  non  bene  ribattuto  feorrena  per  tutto 
il  campo  per  mantenere  gli  ordini,  &  le  guardie  y  temendo  non  fujfe  addi- 
tato .  declinauano  le  cofe giornalmente  3  in  modo  3  che  a  quindici  dì  per  la 
troppa  potenza  de'  caualli  Imperiali  non  era  più  commento  tra  il  campo 3& 
le  Galee  ;  ne  poteuano  quei  del  campo  per  non  battere  caualli  ttfeire  delle 
slrade  :  dauajì  ogni  notte  allarme  due  3  o  tre  nolte  :  però  gli  huomini  confu- 
mati da  tante  fatiche  3  &■  incommoditd  non  poteuano  andare  alle  forte  del- 
/e  uettouaglie  quanto  bifognaua  :  &  quel  che  aggrauò  tutti  i  difordini  fu 
morto!       c^)e  k  notte  mec^efma  venendo  i  fidici  3  morì  Lautrech  3  in  fu  l' autorità y  & 
uirtn  y  del  quale  fi  ripof aitano  tutte  le  cofe  y  credendofi  per  certo  che  le  fati-- 
t   Marchete   che  gì 'andi  y  che  haueua  yhauejfero  rinouata  la  fina  infermità.  R^floilpon- 
diSaluzzopo  dodelgouerno  nel  Mar  eh  e  fi  di  Saluto  non  pari  a  tanto  pefo:  &  multi- 
co  atto  al  Gè-  pUcando  ogni  dì  i  difordini  y  arriuò  ^Andrea  Boria  cerne  faldato  di  Cefare 
con  dodici  Galee  a  Gaeta  y  in  modo  che  l'armata  Francefe  allento  la  guar- 
ii Conte  di  dia  :  il  Conte  di  Sarni  in  quei  dì  con  mille  fanti  Spaglinoli  prefe  Sarniycac- 
Sarni  ripiglia  datine  trecento  fanti ,  che  u  erano  alle  slan^e:  andato  poi  il  uigefimoficon- 
Sa  mi.  do  dì  d'^Agofto  con  più  gente  di  notte  a  7{plà  y  la  prefe  3  &  Valerio  Or  fino  3 

òJc^^ér*  ^ '*{&* a  guardia  fi  ritirò  nella  fortezza  3  dicendo  efiere  ingannato  da* 
Sarni.  pae fani  s  e^  hauendo  mandato  a  Salu^zo  per  foccorfo  gli  mando  dumilafan 

ti ,i  quali  uenendo  di  notte  y  afialtati  dalle  genti  di  '"Napoli y  furono  rotti, 
viuentidueil  campo  quafijenza  gente  s  &  fen^agouerno  fi  foftent aita  fi- 
lo dalla 


/ 


DECIMO       *F{V  %0.  ff? 

lo  dalla  faèranzà  della  uentita  di  ì^enzo ,  che  ancora  era  a]l\Àquila,  non  de- 
fiderato  più  per  pigliare  lS(apoli ,  ne  perjperan^a  di  potere  refiftere  in  quello 
alloggiamento  ,  ma  foto  per  poterfi  Iettare  [ternamente .  Era  morto  Falde- 
monte  ;&  il  M  archefedi  Saluto,  Conte  Guido,  Conte  Vgo,&  Tietro  Valdemonte  i 
^lauarra  ammalati;  Maramaus  ufeito  di  Ts^apoli  con  quattrocento  fanti  per 
priuargli  in  tutto  delle  uettouaglie  ,  &  trouata  Capita  quafì  abbandonata  ui 
entrò  dentroiper  il  che  i  Fràcefi  abbandonato  Toluolo  mufferò  la  guardia, 
che  uera ,  in  bitter  fa,  luogo  molto  importante  ai  campo  :  ma  perduta  Ca- 
pua ,  &  l^la  reflauano  ferrate  quafi  tutte  le  uettouaglie  alt  effer  cito  :  in 
modo  che  non  potendo  più  foflenerfi  per  ultimo  partito  fi  leuarono  una  notte  ^    Ca  m 
per  ritirar  fi  in  bitter  fa  ;  ma  prefentita  dagli  Imperiali ,  che  ftauano  intenti  Francete  rot- 
a  queflo  cafo,  la  leuata  loro, li  roppero  nel  camino ,  douefu  prefo  Tietro  T$a-  to  a  Napoli. 
narra ,  &  molti  altri  capi ,  &  huomini  di  condizione  ;  &  il  Mar  eh  e  fé  di  Sa  Plctro  ^auar 
Iwjgp  fi  ritirò  con  una  parte  delle  genti  in  ^Auerfa  :  doue  haucndolo  feguita 
togli  Imperiali, non  potendo  difenderfi ,  mandato  fuori  il  Conte  Guido  Fru- 
gone a  parlare  col  Trinciped'Oranges ,  capitolò  per  m??o  fuo  con  lui  :  La-  Marchefe  df 
fiiajfe  iiutrfa  con  la  F.ortei^ra ,  artiglierie,  &  miminone  :  f{eftajfe  egli  &.  Saluzzo  capi 
gli  altri  Capitani  prigioni ,  dal  Conte  Guido  in  fuori,  al  quale  in  premio  deh  tola  con  gli 
la  concordia  fu  confentita  la  libertà .  Faceffe  il  Marchcfè  ogni  opera, chei  ImPcnai» 
Fr  ance  fi ,  &  i  Finiti  ani  reflituijfero  tutto  il  J^egno  ;  i  faldati ,  &  quelli  che 
per  l'accordo  reflauano  liberi ,  lafciaffero  le  bandiere ,  tarme ,  i  cauallì ,  & 
le  robbe  ;  concedendo  però  à  quelli  di  più  qualità  rondini ,  muli ,  &  cortal- 
ti  :  i  foldati  Italiani  non  feruiffero  per  fei  mefi  contra  Ce  fare.  Cofi  reflò  tutta 
la  gente  rotta ,  &  tutti  ì  Capitani  o  morti ,  o  prefi  nella  fuga,  o  nelt  accordo  ^  Auerfa  iae 
reflati  prigioni  ;  Jluerfa  fu  faccheggiata  dall'efferato  Imperiale ,  chef  ri-  cheggiata  da 
tirò  poi  a  Napoli,  dimandando  otto  paghe  :  I{en^o  che  il  dìfeguente  s'era  ap  gli  imperiali 
prejfato  a  Qapua  col  Trincipe  di  Melfi,&  l'abbate  di  Farfà,intefo  il  cafo  fé 
ne  andarono  in  lAbrw^zi ,  il  quale  paefe  folo,&  qualche  Terra  diVuglia  3 
&  di  Calauria ,  fi  teneuano  in  nome  de  Confederati .  Queflo  fine  hebbe  la 
imprefa  del  Pregno  di  T^apoli, difor dinata  per  molte  cagioni,  ma  condotta  al- 
l'ultimo precepitio  per  due  cagioni  principalmente:  luna  per  le  infermità  cau 
fate  in  gran  parte  dall' hauere  tagliatogli  acquedotti  di  Toggio  Rgale  per  tor 
re  a  7<(apoli  la  f acuità  del  macinare, perche  l' acqua fparfa  per  il  piano  no' ba- 
ttendo ejfito  corroppe  l'aria ,  onde  i  Francefi  intemperanti ,  &  impatienti  del 
caldo  fi  ammalar  ono.aggiunfe fi  la  pefleja  contagione  della  quale  penetrò  per 
alcuni  infetti  di  pefle  mandati  sìudiofaméte  da  Tripoli  nello  efferato,  l'altra 
che  Lautrech,il  quale  kaueua  menati  di  Fràcta  la  maggior  parte  de  capifpe- 
rimentati  nelle  guerre-aerando  piu,che  non  era  conueniéte  ;  ne  fi  ricordando 
ejjèrgli  stato  di  foco  honore  lf  batter e, quando  era  alla  difefa  dello  Stato  di  Mi 
lanoyfcritto  al  fuo  BgÈcbe  impedirebbe  a*  nimici  ilpaffodel  fiume  dell'addai 


tfl  L  I  B  K.0 

haueua  in  queflo  affé  dio  fcrittogli  molte  uolte y  che  piglerebbe  7{apoli:per> 
t  Lautrcch  cf0  per  non  fare  da  fé  sleffofaljò  ìlfuo giuditio y  flette  oflinato  a  non  fi leua- 
biafi  mato.    yc  contra*i  parere  degli  altri  Capitani  y  che  uedendo  il  campo  pieno  d'infermi 
tà  lo  configliauano  a  ritirarlo  a  Capua  y  o  in  qualche  altro  luogo  faluo  :  per 
che  hauendo  in  mano  quafi  tutto  il  Pregno  non  gli  farebbe  mancato  ne  uetto 
uaglie  y  ne  danari y  &  harebbe  confumato  gli  Imperiali  yà  quali  mancaua 
«..  ,.     ogni  co  fa.  *jN(on  erano  in  queflo  mezo  siate  le  co  fé  di  Lombardia  fien^a  tra. 
Santolo  in     vaglio;  perche  S.Tolo  raccolti  le gentiy& de proui filoni delle uettouaglieypr e 
Lombardia,    fedi  la  dal  To  alcune  Terre  y  &  Caflella  occupate  prima  da  Antonio  de  Lc~ 
uà  ;  che  a  tre  d' \Agofto  era  alla  Torretta  y  attendendo  a  conducere  più  uetto- 
uaglie  poteua  in  Milano  ;  perche  in  tutto  lo  Stato  erano  fi  trifle  le  ricolte  yche 
tra  giudicatoci  fiuffe  dauiuereper  otto  mefi  (blamente  per  gli  huominì  del 
paefe  :  poi  fi  ritirò  a  Marignano  >  non  potendo  anche  per  mancamento  di  da** 
nari  fopraftare  molto  in  quel  luogo  :  nel  quale  tempo  il  Duca  d'orbino  era 
ancora  a  Breficia  y& '  San  Tolo  a  Caflel  nuouo  di  Tortona:  onde  uenutoa 
•     .    Tiacen^a  fi  abboccarono  agli  undici  dì  a  Monticelli  in  fui  TÒ  3  douefì  con-, 
chiufic  y  che  gli  efferati  fi  uniffero  intorno  a  Lodi •  Taf  6  poi  San  Volo  il  To 
preffo  a  Cremona  y  fendogli  comportato  tacitamente  a  Tiacenza  y  che  hauefi- 
fé  barche  per  fare  il  ponte  ;  &  però  ^Antonio  de  Leuay  che  haueua  il  Tonte  a 
Cafciano  y  &  afua  diuoiione  Carauaggio  y  &  Treui  y  leuò  il  ponte  y  &  ab- 
bandonò i  luoghi  di  Ghiaradadda  y  come  prima  anche  haueua  abbandonata 
*h(ouara  ;  ma  in  Tauia  haueua  mejfo  i  feti ecento  fanti  y  &  in  Sant'Angelo 
t    Num  e  ro  cinquecento  •  Haueua  San  Tolo  quattrocento  lance  y  cinquecento  caualli  leg 
ci  #-m. *     gieri  ymille  cinquecento  fanti  Tedef chi  a  pagamento  y  ma  in  numero  per  la 
negligènza  fu  a  y  &  per  la  fraude  de'miniflrifuoi  molto  minore  ;  per  i  quali  y 
&  per  gli  altri  Tede  fichi  y  &  Sui-^eriy  fhe  s'afpettauano  y  haueuano  con- 
uenuto  iVinitiani  di  pagare  ciafeuno  mefe  a  San  Tolo  dodicimila  ducati ,  & 
trecento  Sui^zeri  pagati  a  Turea  per  nouecento  y  &  tremila  fanti  Francefi: 
haueuano  i  Vinitiani  trecento  h uomini  d'arme  y  mille  caualli  leggieri y  &  fei 
mila  fanti  :  &  il  Duca  di  Milano  più  di  dumila  fanti  eletti  :  il  Leua  quattro 
mila  Tede fichi  y  mille  Spagnuoli  y  tremila  Italiani  y  &  trecento  caualli  leg~> 
gii  ri .  Tuffarono  le  genti  de'  Collegati  Adda  y  &  s'unirono  a  uentidue  dì 
d'Agcfìo  y  slando  ancora  fiermo  Antonio  de  Leua  a  Marignano»  Da  quello 
Gio .  dì  Nal-   alloggiamento  mandò  il  Duca  d'Vrbino  a  Santo  Angelo  tremila  fanti  y  & 
do  morto.      trecento  e auaUi  leggieri  con  fei  cannoni  fiotto  Giouanni  di  Ivaldo  y  che  nello 
accampar  fi  fiu  morto  da  una  artiglieria  rpcrò  ui  andò  egli  in  per  fona  y&  l'ot** 
tenne .  Alloggiarono  il  uigefimo  quinto  dì  d'Agofto  le  genti  de'  Collegati  a 
San  Zenone  in  fui  fiume  del  Lambro  y  propinquo  a  due  miglia  &  me%pa 
Marignano  :  a  uentifette  paffato  Lambro  s'accoflarono  a  Marignano  yi  qua 
li  aaojlànd'ofi , gli  Spagnuoli  fi  ritr afferò  in  Marignano  a  uno  riparo  uec- 


DECIMO      ^OT^O.  iféf 

chio  ,  &  dopo  fcaramuccia  di  più  horeufcirono  al  largo,  <&  fi  credette  uo- 
leffero  combattere  ;  &  tirato  per  un  bora  da  ogni  banda  l' artiglierie, approf^ 
fimandofi già  la  notte,  fi  ritirarono  in  Marignano  ,  &  Biio,^o;  &  in  fui 
l'alloggiare  il  campo  V  asfaltarono  brauamente  :  il  giorno  feguente  fi  ritirò 
Antonio  de  Leua  con  tutta  la  gente  a  Milano,  i  Collegati  a  Landriano.Con- 
fultojfi  poi  fé  fujfe  da  tentare  di  sformare  Milano  :  il  che  mentre  fi  pratica- 
ti a  ,  andò  l'esercito  con  dijfegno  d'entrare  in  Milano  per  furto  :  il  che  fu  in- 
terrotto da  una  pioggia groffa ,  che  impedì  per  la  trifta  uia  l'andare  a  Torta 
Fercellina ,  doue  s'haueua  ad  entrare  :  però  efclufi  da  queflo  difegno  ,&  ef- 
fendo  referito  da  chi  fu  mandato  a  riconofcere  Milano  non  ejfcre  riufcibile 
quella  imprefa  ,  fi  deliberò  d'andare  per  il  camino  di  Biagraffa ,  che  altro  non 
fipoteua  fare ,  a  campo  a  Tania ,fperando  pigliarla  facilmente,  perche  non 
u' erano  più  di  dugento  fanti  Tedefchi ,  &  ottocento  Italiani  :  cofi  andando 
a  Rutila  uolta  (pinti  certi  fanti  di  là  dal  Te  fino  fu  prefo  Vigeuene  :  &  a  no- 
uè  dì  di  Settembre  arriuò  San  Toh  a  Santo  *Aleffo  a  tre  miglia  di  Tauiaido  Vfgcncut 
uè  accoftati fi  l'uno ,  &l' altro  efferato ,  foprauenne  auifo ,  che  gli  mejfe  in  £rc,j    a>f 
maggiore  difputatione  :  perche  effendo  in  Genoua  la  pefle  grandiffima ,  <&        c® 
per  queflo  abbandonata  quafi  da  ciafeuno ,  etiandio  quafi  da  tutti  i  foldati , 
C^ per  ilmedefimo  pericolo  Teodoro  Gouernatore  ritiratofiin  Caflello,  ^An- 
drea Boria  prefa  quefia  occafione ,  fi  approffimò  alla  Città  con  alcune  Galee; 
ma  non  hauendo  più  che  cinquecento  fanti ,  con  poca  fpèran^a  di  sforzarla: 
ma  l'armata  Francefe ,  che  era  nel  Torto ,  temendo  non  gli  fujfe  chiufo  il  ca 
mino  di  andar fene  in  Francia,  fen^a  hauere  cura  alcuna  di  Genoua,  fi  par- 
tì per  andare  uerfo  Sauona  :  doue  la  prima  che  arriuaffefu  la  Galea  di  Bar- 
bigios  :  onde  effendo  nella  Città  pochi  foldati ,  fé  bene  Teodoro  fuffe  tornato 
ad  habitare  nel  palalo ,  &  il  popolo  per  la  ingiuria  della  libertà  data  a  Sa  Genoua  0CClI 
nona  nimicò  al  nome  di  Francia ,  il  Doria  hauuta  poca  refiflent^a,u  entro   pata  dal  Do 
dentro .  Fu  cagione  di  tanta  perdita  la  negligenza ,  &  il  troppo  prometter  fi   ria. 
del  I{e  ;  perche  non  penfando ,  che  le  co  fé  fue  nel  B^gno  di  'Napoli  cadeffero 
fi  preflo  ;  &  perfuadendofi,  che  in  ogni  cafo  la  ritirata  dell  armata  a  Genoua,  J^  ^ Fc?  fa* 
e^  ld  uicinità  di  San  Tolo  bàflaffero  a  faluarla ,  pretermeffe  di  farui  le  prò-  ja  percjiu  di 
uifioni  necefìarie  •  Teodoro  ritirato  nel  Caflello  dimandaua  foccorfo  a  San   Genoua. 
Tolo ,  dando  jperan^a  di  recuperare  la  Terra  fé  gli  fufìero  mandati  fubito 
tremila  fanti  ;fopra  che  cónfultandofitrd  Capitani  de  Collegati ,  i  Francefi 
erano  difpofli  ad  andarui  fubito  con  tutto  il  campo  ;  &  il  Buca  d'Vrbino  mo- 
Sifaua ,  che  il  proùedere  le  barche  per  fare  un  Tonte  in  fui  Tò ,  &  il  pro- 
ludere le  uettouaglie  che  bifognauano ,  era  cofa  più  lunga  che  non  ricercaua 
il  bifogno  preferite  :  però  fecondo  il  fuo  configlio  fi  rifoluè  che  Montigian 
uoltaffe  da  sAleffandria ,  doue  erano  arriuati,  a  Genoua  tremila  fanti  Tede- 
fchi ,  &  Sui'^eri^i  quali  di  Francia Ueniuano  di 'effercitc (dì Santolo  :.& 

quando 


i6o  *     ■       LI  BXO 

quando  pure  non  uoleffero  andare  gli  conduceffe  in  campo y  &in  cambio  lo* 
ro  ui  fi  mandaffero  tre  mila  altri  fanti y  &  che  intrattanto  fi  attendere  afri, 
gnerc  Vauia  :  &  i  Vinitiani  dauano  intentione  y  etiandio  in  e  a fo  non  fi  pi- 
gliale y  di.foccorrere  Genoua  con  tutte  le  genti  y  pur  che  r  eft  afferò  affair  ati 
dalie  cofe  da  quella  banda.  C 'ontinuofji  adunque  l'oppugnai ione  di  Vania 
per  la  quale  a  quattordici  erano  slati  piantati  in  fui  Tejìno  di  qua  nelpiam 
f  Pauìa  bat-  dalla  banda  di  fotto  none  cannoni  ad  un  baflione  appiccato  con  l'^ir^ana 
tuta.  cfoe  jn  pocj)e  J)0re  l0  rouinarono  quafi  me^o  ;  e£*  di  là  dal  T efino  tre  cannoni 3 

per  battere y  quando  fi  deffe  l' affalto  yuno  fianco  y  che  rifonde  all' \Ar%anay 
&  in  fu  uno  Colle  di  qua  dal  Te  fino  cinque  cannoni ,  che  batteuano  due  altri 
baftioni  ;  &  al  finire  del  colle  tre  altre  che  tirauano  alla  muraglia  ;  tutta  ar- 
tiglieria de'  Vinitiani  y  feruendo  l'artiglieria  di  San  Volo  per  leuare  le  dìfe- 
fe.&il  dìfeguente  Annibale  Cafldlano  di  Cremona  s'era  condotto  con  una. 
trincea  in  fui  fofio  del  Baflione  del  canto  dell'arcana ,  che  era  già  in  terra 
più  che  i  due  ter^J y  in  modo  che  quelli  di  dentro  l  haueuano  quafi  abbando- 
nato  ;  nel  qual  dì  fu  morto  da  una  artiglieria .  Malatefta  da  Sogliano  con- 
M  afatefk  da    dottiere  de'  Vinitiani .  co  fi  continuato  a  battere  tutto  dì,  &  la  notte  feguente 
^og  ìano  mor  jjprepar^  l%effercìto  per  dare  la  battaglia  y  effendo  da  ogni  banda  de  tre  ba- 
stioni gettata  muraglia  affai  :  ma  uolendo  la  mattina  cattare  l'acqua  de  fojfiy 
ui  tr  oliarono  uno  muro  fi  gagliardo,  che  ui  con  fumarono  tutto  il  dì  y  &  etian 
dio  il  dì  feguente  y  tanto  che  l'ajfalto  fi  prolungò  infimo  a  dì  dicianoue  y  ef- 
fendo leuata  quafi  tutta  l'acqua:  nel  qual  dì  effendo  al  princìpio  della  mat- 
tina Jìato  prefio  il  baflione  del  canto  y  fi  cominciò  a  dare  l' affalto  :  del  quale, 
effendo  diuifa  la  gente in tre  parti  ytoccaua  il  primo  affalto  ad  ^Antonio  da 
Caftello  con  le  genti  de'  Vinitiani  yil  fecondo  a  Lorges  con  quelle  di  San  Vo- 
lo y  l'ultimo  al  Caflcllano  di  Cremona  con  le  genti  di  Milano  y  che  erano  mil- 
le dugento  fanti  ;  &  il  Duca  d'Vrbino  fi  meffe  a  piede  con  dugtnto  h uomini 
d'arme  y  &  affrontò  i  baflioni  y  che  fi  diftftro  più  di  due  hore  y  ferocemente; 
effendo  alla  dife fa  dugentoT ede fichi  y  &  ottocento  Italiani  con  pochi  Spa- 
gnuoli  :  i  quali  benché  fi  port  afferò  egregiamente ,  pure  perii  poco  numero 
fi  defendeuano  con  difficultd  ymaffimamente  che  l'artiglieria  piantata  di  li 
dal  T efino  Hrifciaua  tutti  i  loro  ripari .  Fu  ferito  nell'afialto  in  una  coficia 
Pfetro  Bfraeo  ^  uno  fcotP10  dietro  da  Birago  y  che  morì  fra  pochi  dì  y  ma  non  uolle  efiere 
mono.  Iettato  di  terrà  y  accioche  i  fuoi  non  abbandonafiero  la  battaglia  :  &  fu  feri- 

to anche  di  feoppio  Ttetro  Botticella  y  che  fi  partì  dalla  battaglia  y  Capitani 
tuttadue  dtl  Duca  di  Milano  -.finalmente  a  hore  uentidué  fi  entrò  dentro  con 
foco  danno  y  &  con  laude  grande  del  Duca  d'Vrbino  :  di  quelli  di  dentro  fu- 
rono ammalati  dafeicento  in  ottocento  faldati  y  tra'  quali  quafi  tutti  i  Te- 
defehi  :  ma  cominciato  ad  entrare  dentro  l' esercito  y  Galea^^o  da  Birago 
wn  tutti  i  foldati  fatui  y  &  molti huomini  della  Terra  fi  ritirò  in  Caftello: 

la  Città 


-  «   -  ■    .    r 

•  •• 
-,  .     • 


DECIMO     '^0  V^O.  Ut 

la  Città  tutta  andò  a  fiacco ,po:o  utile  per  i  due  ficchi  precedenti  :  il  Cafiello   +  Cartellò  di 
fi  accettò  a  patti ,  perciò  ira  necejfarìo  batterlo ,  &  in  campo  non  era  mu^     am*  - d*  * 
nitione  ;  &  i  fofji  largì?  ìjjimi ,  <&■  profondi/fimi  da  non  fi  riempiere  fi  prefio,  ■•  * 
&  dentro  rifuggitila  cinquecento  buomini  di  guerra ,  i  patti  furono  che  gli 
Spagnuoli  ,  con  l'artiglierie  ,  &  munitioni  che  e*  poteffero  tirare  a  braccia, 
&  ogni  loro  amefe  hauejfero  f acuità  infieme  co'  Tedefchi ,  che  erano  refia^ 
ti  pochijfimi ,  d' andar fene a  Milano ,  &  gli  Italiani  in  ogni  luogo  fuori 
che  Milano ,  Tre  fa  Tauia  confiliò  il  Duca  d'orbino  ,  che  non  fipenfajfe  a 
sformare  Milano,  perche  bifognaua  efferato  baftante  a  due  batterie  ,  ma  . 
per  fargli  danno  grande  fi  pigliaffe  Biagraffa  ,  San  Giorgio ,  Monda ,  e£* 
Como  ;  &  che  s'attendere  al  foccorfo  di  Genoua  ;  perche  fé  bene  i  Tedefchi, 
&  Sui^eri  haueuano  rijpoflo  a  Montigian  di  uolere  andare  a  Genouatnon-   , 
dimeno  i  Tedcjchi  per  non  effere  pagati  fé  ne  andarono  a  Turea,  in  modo  che  \ 
non  ser 'amandato  foccorfo  alcuno  ale 'aflelletto  ,doue  ^Andrea  Doria  mina- 
va foìlecit amente,  però  San  Volo  ,  che  era  refiato  con  centj  lance y& dumi- 
la  fanti  partì  a  uentifette  per  la  uolta  di  Genoua,  paffando  il  TÒ  a  Torto  sìel- 
la  in  bocca  del  T  efino  al  camino  di  Tortona,  promettendo  di  ritornare  in  die* 
tro,fe  intendefe  il  foccorfo  effere  non  riufcibile  ,<&  che  il  Duca  d'orbino, 
in  tanto  l'aftettaffe  in  Tauia ,  al  quale  erano  refiati  quattromila  fanti  de  Vi 
nitiani,  &  mille  del  Duca  di  Milano ,  nel  qual  tempo  Antonio  de  Leua  riti- 
rato in  Milano,  prohibì  che  alcuno  non  poteffefare  pane  in  cafa ,  o  teneruifa 
rma  ;  eccetto  i  conduttori  di  quel  datio  :  i  quali  gli  pagarono  noue  mefi  conti- 
nui per  ogni  moggio  di  farina  tre  ducati, co'  quali  danari  pagò  tutto  quel  tem 
pò  i  caualli ,  &  i fanti  Spagnuoli ,  &  Tedefchi  :  il  che  non  folo  lo  difefe  dal 
pericolo  prefente ,  ma  lo  fofienne  tutta  la  uernata  futura,  hauendo  alloggia- 
ti i  fanti  Italiani  a  J^puara ,  &  in  alcune  Terre  di  Lomellina ,  &  per  le  Vii 
le  del  contado  di  Milano  ;  ne'  quali  luoghi  comportò,  che  tutta  la  uernata  pre 
daffero,&taglieggiaffero,Giunfe  al  primo  d'Ottobre  San  Volo  a  Gaui,  lon- 
tano uenticinque  migha  da  Genoua,  lafciata  l'artiglieria  a  TS[oui  :  &ìl  dì  fé 
guente  pre  fé  la  l\occacb4  Borgo  de  Fornari,  &fattofì  più  innanzi  uerfoGe- 
noua,doue  erano  entrati  fettecento  fanti  Cor  fi,  fi  ritornò  al  Borgo  de  Forna- 
ri ,  non  fi  trouando  in  tutto  per  mancamento  di  danari  quattromila  fanti  tra 
ifuoi ,  quelli  condotti  da  Montigian, &  mille  che  erano  siati  mandati  dal  ca- 
po con  Incoio  Doria  ;  &  quei  pochi  che  gli  erano  reflati  continuamente  paf- 
fauano  in  Francia  :  però  dijperato  della  imprefa ,  mandò  Montigian  con  tre- 
cento fanti  a  Sauona,doue  i  Genouefi  erano  a  càpo;ma  non  ni  poterono  entra- 
re,per  che  era  ferrata  con  le  trincee,  &  pre  fi  attorno  tutti  i  paffuritiroffl  a  die 
ci  dì  d'Ottobre  in  Meffandria,etpoi  a  Sena^ara,tra  ^leffandria,et  Tauia 
ad  abboccar  fi  col  Duca  d'  Vrbino,ma  re  flato  quafìfen^a  gente:  doue  còfultan 
do  le  co  fé  comuni  3il  Duca  dimofirado,  che  tra  Vinitiani,et  il  Duca  di  Mila- 


.  '•- 


\ 


Ut  '  '   L  I  B  ^0 

Centf  del  Le-  Milano  non  èrano  re  fiati  quattromila  fanti,  &che  ^Antonio  de  Letta  baueua 
na#  tra  Milano,  &  fuori  quattromila  Tedefchi ,  feteento  Spagnuoli y  &  milk 

quattrocento  Italiani  ;fì  rifoluè  di  ritirarfi  in  Tauiay  &  che  San  Toh  fi  riti»' 
taffe  in  *Aleffandria y  che  gli  fu  conceduta  dal  Duca  di  Milano  :  ragionando 
di  foldare  tutti  nuoui  fanti  y  &  poi  fi  i  tempi  feruiffero  y  fare  la  imprefa  dì 
Biagrajfa y  &  di  M ortara  y&del  Cafìello  di  i^ouara.    Succede  che  a  uen» 
tuno  d'Ottobre  >  ueduto  che  Montigian  non  ui  era  potuto  entrare  y  Sauonaft 
arrendè  y  in  cafo y  che  fra  certi  dì  nonfuffefoccorfa  :  però  San  Volo  defidero» 
fi  difoccorrerlayma  hauendo  da  fé  in  tutto  mille  fanti  y  dimandò  tremila 
fanti  al  Duca  d'Vrbinoy&  al  Duca  di  Milano  ;  i  quali  gliene  mandarono 
filo  mille  dugento  ;  in  modo  y  che  egli  non  fi  afficurando  con  fi  poco  numero  di 
gente  poterla  foccorrer e,  la  lafciò  perdere  :  la  quale  ottenuta,  i  Genouefi  em» 
t  Gen  ouefi   pjrono  finito  quel  Torto  difaffi  y  per  renderlo  inutile .  T^e/  quale  tempo  di» 
guaitanoi      jperat0  jeo ^oro  fa  jy^l^ delfoccorfo y &  non  hauendo  più  danari  y  s 'ar» 
uona.  rendè  a  patti  racquiflato  il  Caftellettofu  a  furore  di  popolo  jpianato  da*  Geno» 

t  Cailellerto  uefi  ,•  i  quali  con  l'autorità  di  ^Andrea  Dorìa  ftabilirono  in  quella  Citta  uno 
Frcfo>  *^Pia  Gouerno  nuoùoy  trattato  prima  fitto  nome  di  libertà  :  lafomma  del  quale  fu 
nato  a     o-  ^  ^  ^wo  configlio  di  quattrocento  Cittadini  fi  creajfero  tutti  i  Magifirati, 
t  And. Dori  a  C;7*  degniti  della  loro  Città  ;  &  il  Doge  principalmente y  e^  ilfuppremo  Ma» 
ftabilifcc  ìn    gìflrato  per  tempo  di  due  anni  ;  leuata  laprohibitione  a  Gentiluomini  y  che 
Genoua  nuo-  prima  per  legge  n'erano  efclufi  :  &ejfendo  il  fondamento  più  importante  a 
&  la  fa  libera!  confiruare  la  libertà  y  chef  prouedeffe  alle  dimfioni  de' Cittadini  y  le  quali  ui 
erano  Hate  lungamente  maggior  iy&  più  pernitiofey  che  in  altra  Città  d'Ita» 
Ha  :  conciofia  che  non  uifujjè  una  diuifione  fila  y  ma  la  parte  de'Guelfiy  <&  la 
oppofita  de  Ghibellini  ,•  quella  tra  i  Gentiluomini  y  &  i  popolari  ;  anche  i 
popolari  tra  loro  d'una  medefima  uolontà  ;  <&•  la  f anione  molto  potente  tra 
gli  adorni  y&  i  Fregofi  :  per  le  quali  diuifioni  fi  potcua  credere  che  quella 
Città  opportuni jfima  per  il  fito  y  &per  la  peritia  delle  co  fé  naualli  allo  Impe 
fio  marittimo  fuffe  slata  depreffay  &  molto  tempo  in  quafi  continua  fugget» 
tione  :  però  per  medicare  dalle  radici  queflo  male  y  (penti  tutti  i  nomi  deUefa 
miglie  y  &  de'  ca fati  della  Città  y  ne  conferuarono  Jolamente  il  nome  di  uen» 
i-otto  delle  più  illuflri  y  <&  più  chiare  y  eccettuate  l'adorna  y&la  Fregofa  , 
che  del  tutto  furono  (pente  ;  a  nomi  y&al  numero  delle  quali  famiglie  ag» 
gregarom  tutti  quei  Gentìlbitomini  y  &  popolari  y  che  reflauano  fen^a  no» 
me  di-  cafato  ;  hauendo  rijpetto  per  confondere  più  la  memoria  delle  fattioni , 
d* aggregar  e  de  '  Gentilhuomimmlle famiglie  popolari y  <&  de' popolari  nelle fit 
Nuoue  ordina  miglie  de 'Gentiluomini  ,•  de feguaci  slati de  gli  ^Adorni nelle  cafeebeba- 
rióni  in  Geno  ueuano  feguitato  il  nome  Fregojò;et  cofi  per  cótrario  de'  Fregofi  in  quelle  che 
oa*  errano  state  feguaci  de  gli  addomi  :  ordinato  ancora  che  tra  loro  non  fuffe 

éiftintione  alcuna  d'efftreprohibiti  più  quefii  che  quegli  a  gli  honoris  & 


DECIMO      X  0  1^0.  14? 

a  Magi/Irati  :  con  la  quale  confusione  de  gli  huomini  ,<&  de*  nomi  fyeritf 
uano  confeguire  che  in  progrejjb  di  non  molti  anni  fi  fpegneffe  la  memoria 
pefiifera  delle  f attioni  :  rejìando  in  quel  mezo  tra  loro grandiffima  V autorità  Grandezza 
d'\Xndrea  Doria y  fen^ail  confenfodel  quale  per  la  riputatone  dell' huo-  °el  Donai» 
moy  per  l'autorità  delle  Galee  che  haueua  da  Cefare  y  che  ne  tempi  che  non 
andauano  alle  fattioni  dimorauano  nel  Torto  di  Genoua  y  &  per  l' altre  fue 
conditioni ,  non  fi  farebbe  fatto  deliberatane  alcuna  di  quelle  più  grauiy  efi- 
fendo  meno  molefla  la  potenza  y  &  grandezza  fua\  perche  per  ordine  fuo 
non  $  amminifirauano  le  pecunie  yne  fi  intrometteua  nella  elettionc  del  Do- 
ge,  &  de  gli  altri  M agr ijìati y  &  nelle  co  fé  particolari  &  minori:  in  mo- 
do che  i  Cittadini  quieti  y  &  intenti  più  alle  mercatantie  che  alla  ambinone y 
ricordandofi  maffimamente  de'  trauagli  y  &  delle  fuggettioni  pafjate  y  ha-  f  Armata 
ueuano  cagione  d'amare  quella  forma  di  gouerno .  ^Appicc 'aronfi  poi  l"ar->  Francefc  com 
mata  Francefe  y  <&■  quella  di  ^Andrea  Doria  tra  Monaco  y  &  !S{i7^ay  do-  batte  c6  quel/ 
Uè  una  Galea  del  Doria  fu  meffa  in  fondo ,  *Abboccaronfi  y  perduta  Sauo^    */r  Doria  • 
na  y  di  nuouo  il  Duca  d'orbino  y  &  San  Volo  a  Senare  tra  *Aleffandria  ,  e£" .  to  del  Duca" 
Tauia  :  doue  il  Duca  con  poca  fatisi anione  di  Francefco  Sforza  y  &  di  San  d'Vrbìno ,  & 
T olo  y  rifoluè  d' 'andar fene  di  là  da  *Aàda  y  lafciando  al  Duca  di  Milano  la^ di  San  ?°lo. 
guardia  di  Tauia  y  &  confortando  San  Tolo  a  fermarfi  quella  uernata  iti 
xAleffandria .  delle  quali  cofe  non  folo  fi  fatisfaceua  poco  a'  miniflri  y  ma  an^ 
cora  il  t{e  di  Francia  y  non  accettando  alcune  fcufe  leggieri  dategli  da"  Vi-  ^  ^  5"  ^ra 
nitiani  y  fi  lamentaua  fommamente  che  eglino  non  haueffero  dato  foccorjò  non  fla  ^atQ 
al  Cafìelletto  di  Genoua  y  &  alla  Città  di  Sauona  y  la  quale  i  Genoucfi  sfa-  foccorfa  Sa- 
fìiauano.  Vennero  poi  a  San  Tolo  mille  fanti  Tedefchi  y  co' quali  compu-  jj°na,  &  ilCa 
tati  mille  fanti  y  eh  e  haueua  Valdicerca  in  L  omellina  y  fi  trouaua  quattromi-  Qenona.  ' 
la  fanti.  ISfacque  in  queflo  tempo  tumulto  nel  March  efato  di  Saluto  y.  f    Tumulti 
perche  hauendone  prefo  dopo  la  morte  del  Marche  fé  Michelantonio  Udo-  nelMarchefa 
minio  Francefco  Monfignore  fuo  fratello  y  che  era  entrato  dentro  y  perche  to  dl  SaIu*2o 
Gabbriello  fecondo  genito  etiandio  uiuente  il  fratello  maggiore  era  ftato 
tenuto  prigione  nella  Biocca  di  I{auel  per  ordine  della  Madre y  che  inpue- 
ritia  haueua  gouernato  i  figliuoli  fiotto  titolo  y  che  egli  fujfe  quafi  men- 
tecatto y  il  Caflellano  di  J^autl  lo  liberò;  però  prefa  la  madre ,  che  lo 
teneua  prigione  acquiflò  y  accettato  da  i  popoli ,  tutto  lo  Stato  :   del 
quale  fuggì  il  fratello,  che  poco  dopo  entrò  in  Carmignuola y  &  rac- 
colte genti  roppe  poi  Gabbriello  ♦     7S[on  fi  fece  più  in  queflo  anno  co- 
fa  di  momento  in  Lombardia  y  fé  non  che  il  Conte  di  Gaia^zo  fior  fé.  ti- 
fino a  Milano y  perche  i  Vinitiani  non  dauanoi  fanti  promeffxaSanTo-  w 
lo  perla  imprefit  di  Seraualle  y  Gauiy  &  altri  luoghi  del  Genouefe:  v^f^"*^ 
tentoffi  bene  una  fattione  importante  perche  Montigian ,  &  Villacer-  tano  pigliare 
ca  con  dumila  fanti  y  <&  cinquanta  caualli_y  partirono  a  hore  uentidug  il  Doria. 

L,     ij 


r  -       - 


cfa  K/ta<fe  fri*  figliare  Andrea  Doria  nel  fuo  palagio  y  il  quale  poflo  a  canto 
al  mare  è  quafi  contiguo  alle  mura  di  Genoua  :  non  bebbe  effetto  queflo  di  fé 
gno  y  perche  i  fanti  siracchi  per  la  lunghetta  del  camino y  che  è  uentidue  mi 
f  !  Palagio  di  glja  non  arrivarono  di  notte y  ma  che  già  tra  qualche  hora  di  dì  >  però  effen- 
Andrea  boria  ^  \maiQ  j[  romor  e,  Andrea  Doria  dalla  banda  di  dietro  faltato  in  fu  una 
daC,Fhanccfi.°  barca  y  campò  ti  pericolo,  &•  i  Francefi ,  non  fatto  altro  effetto  che  focheg- 
giato il  palagio  fallii  tornarono  indietro  :  &  il  Conte  di  Gaia^o  fatta  um 
mibo fiata  tra  Milano ,  &  Monda  roppe  cinquecento  T  ede fichi  y&  centi 
canotti  leggieri  y  che  andauano  per  farefeorta  a  uettouaglie  ;  benché  poi  man 
dato  da  loro  a  Bergamo  afflifie  con  le  ruberie  in  modo  quella  Città  y  che  il  Seg- 
nato V'mitiano  y  il  quale  ihaueua  fatto  Capitano  Generale  delle  fanterie  fuc, 
.,  non  potendo  più  tollerare  tanta  infolen\ay  &  atfpritia  lo  rimoffe  ignominio- 
famente  dagli  iìipendij  fuoi .  J^el  qual  tempo  gli  Spagnuoli  prefero  la  Ter 
ra  di  Vigeucne  :  &  il  Belgioiefo  y  il  quale  era  fuggito  di  mano  de'  Francefi, 
mandato  da  ^Antonio  de  Leua  con  dimila  fanti  per  occupare  Tauia  di  furto, 
doue  erano  cinquecento  fanti  del  Duca  di  Milano  y  prefentatofi  una  notte  alle 
murafufeoperto,  &  aflretto  a  ritirar  fi  fenza  frutto .  Soprauennero  in  quel 
di  Genoua  dumila  fanti  Spagnuoli  y  mandati  di  Spagna  da  Ce  far  e  per  difen- 
dere Genoua,o  per  andare  a  Milano  fecondo  fuffe  di  bifogno:  a  quali  per  con 
durgli  andò  il  Belgioiofo  .  Treparauafi  San  Volo  per  impedire  la  uenuta  di 
quefti  fanti  y  i  quali  accennauano  fare  il  camino  o  di  Cafc  y  o  di  Tiacen^a  ; 
&  inftaua  y  che  le  genti  Vinitiane  fi  facefi 'ero  forti  a  Lodi  y  perche  da  Mila- 
no non  fujje  fatto  lorojpalle  :  &  cer caua  anche  pervadergli  a  fare  commu- 
nemente  la  imprefa.di  Milano y  inanimito  dalla  careflia  y  &  dijperatione  di 
quel  popolo  y  la  quale  il  Duca  d'Vrbino  difiuadeua  :  ma  procedevano  i  Vini- 
\  tiara  freddi  alle  fattioni gagliarde y  &  in  queflo  tempo  molto  più  ;  perche  per 
lerelationi  d'Andrea  T^auagiero  y  che  era  tornato  loro  Oratore  di  Spagna 
e  .  .  ■-■  fatte  in  fauore  di  C efare  y  &  per  qualche  pratica  che  fi  teneua  in  B^pma  con 

l Oratore  Cefareoyerano  uaru  pareri  nel  loro  Senato yinclinandofi  molti  a  con 
Abbate  dì  Far  cordare  con  Cefare  :  pure  finalmente  fu  rifoluto  continuare  la  corife  deratione 
fa  fatto  prigio  collie  di  Francia.lslel  quale  tepo  il  Torniello  paffato  il  T efino  co  dumila  fan 
ne  ruppe  poi  tjprcjè  Bafignana,  &  andaua  uerfo  Lomellina  :  &  l'abbate  di  Far  fa  an- 
lc  genti  dato  a  Crefcentino  y  luogo  del  Ducato  di  Sauoia  co'  fuoi  caualli  fu  di  notte 

rotto,  &  fatto  prigione  :  ma  liberato,  per  opera  del  Mar  che  fé  di  Monfera- 
to_t  &  il  Mar  che  fé  di  Mus  roppe  alcune  genti  d \Antonio  de  Leua  y  &  tol- 
fe.loro  l'artiglierie  .    DubiUiuafi  che  il  Tontefice  non  inclinafie  alle  parti 
di  Cefare  :  perche  il  Cardinale  di  Santa  Croce  arr  inaio  a  lb{apoli  fece  li- 
•  +  And.poria  £er^re  i  tre  Cardinali ,  che  erano  quiui  fatichi  :  &  fi  diceua  che  haue- 
P^thercolc     m  eommeffione  da  Cefare  di  fare  rejìituire  Oflia,  &  Ciuità  uecchia  per 
s'Saocfu      8  opera  del  quale ,  hauendone  fupplicato  al  Tontefice t  .<And\  ea  Doria  re- 


DECIMO      "  ^  0  7^0.  I6T 

slitta  Tortb  eccole  a  Sane  fi .  Ma  fi  fco  fritta  ogni  dì  più  l'animo  del  Tonte- 
fice  intento  a  cofe  nuoue  y  perche  per  opera  fina ,  benché  occultamente  y  Bru- 
cio Baplione  tnoleftaua  nelle  cofe  di  Veruna  Malatefla,  benché  fitfk  a  gli  +  Agguato  £ 
fiipendij  fuoi  :  &  intefo  il  Duca  di  Ferrara  efjere  uenuto  a  Modonay  tentò  ^r^Pn§10ne 
pigliarlo  nel  ritorno  a  Ferrara  con  uno  agguato  di  dugento  cauallì  fatto  da  Fcrrara. 
'Paolo  LwT^afco  alla  cafa  de  Coppi  nel  Modonefe  :  ma  non  ejfendo  partito  il 
Duca  la  cofa  fi  fcoperfe .  T^on  era  in  quefio  tempo  il  Bearne  lS[apoletano 
per  la  rotta  de3  Francefi  liberato  interamente  dalle  calamita  della  guerra  : 
perche  Simone  Romano  raccolte  di  nuouo genti  haueua  prefo  ls(auo y  Orio- 
lo ,&  ^migdalaray  Terre  pofle  in  fui  mare  nel  braccio  dell' ^Appenino  ;  & 
unitofi  con  lui  Federigo  Caraffa  mandato  dal  Duca  di  Grauina  con  mille  fan 
ti,  &  molti  altri  del  pae fé  haueua  efferato  non  contemnendo  :  ma  dopo  la  uit 
toriadegli  Imperiali  intorno  a  TS(apoli  abbandonato  dalle  genti  del  Duca 
di  Grauina  facch eggiat a  Barletta,  nella  quale  Citta  fu  intromeffo  per  la 
Fiocca  fi  fermo  quiui  y  tenendoji  nel  tempo  medefimo  per  i  Vinitiani  Trani 
guardato  da  Camillo ,  &■  Monopoli  guardato  da  Giancorrado  tuttadue  della 
famiglia  degli  Or  fini  :  uennonui  poi  B^n^o  da  Ceri ,  &  il  Trincipe  di  Melfi 
coìimille  fanti  ;  i  quali  effendofi  ridotti  tra  lS(ocera y  &  Gualdo  >  &  poi  par- 
titi fi  per  comandamento  del  Tonte  fice  y  il  quale  non  uoleua  offendere  l'animo 
de'  uincitoriy  imbarcatifi  a  Sinigaglia  fi  conduffero  per  mare  a  Barletta  con 
intentione  di  rinouare  la  guerra  in  Tuglia y  cofa  deliberata  con  confentimen- 
to  commune  de'  Collegati  :  perche  l'efferato  Imperiale  fuffe  necejjìtato  a  fer- 
mar fi  nel  B^egno  di  IS^apoli  infrno  alla  Trimauera  :  al  qual  tempo  fi  ragiona- 
va di  fare  per  la  fialute  commune  nuoue  prouifioni:  però  il  I\e  di  Francia 
mandò  a  Bycn^ofoccorfo  dì  danari  >  &  i  Viniticni  defiderando  il  medefimo  , 
etiandio  per  ritenere  più  facilmente  con  gli  aiuti  degli  altri  le  Terre  occupa- 
•  te  nella  Tuglia  y  offeriuano  d' accommo darlo  di  dodici  Galee  :  ma  infilando  il 
I{e  che  e/fi  t'annafferò  y  &  che  la  fpefa  fi  computaffe  negli  ottanta  mila  du- 
cati y  a'  quali  erano  tenuti  per  la  contributione  promeffa  a  Lautrech  3  non 
udiuano  :  il  B^e  d'Inghilterra  promettala  di  non  mancare  delle proui foni  or- 
dinarie :  &  i  Fiorentini  s'erano  compofìi  di  pagare  la  ter^a  parte  delle 
genti  u  haueua  condotte  B^en^o .  7s(ow  erano  pronti  ad  eftinguere  quesìo 
incendio  gli  Imperiali  occupati  in  efiìgere  danari  per  fatisfare  a  fbldati  de 
pagamenti  decorfii  ;  le  quali  effattioni  per  fare  più  facili  y  &  per  affair  a~ 
re  il  Bearne  con  gli  efiempi  della  feuerità  y  fece  il  Trincipe  d'Oranges  de- 
capitare pubicamente  in  fu  la  pia^a  del  mercato  di  T^apoliydouera  la  Federigo  Gac 
pefte grande  y  Federigo  Gaetano  figliuolo  del  Duca  di  T r aietto  y  &Hen-  tano,&i!Du 
vico  Tandone  Duca  di  Bouiano  nato  d' una  figliuola  di  Ferdinando  uecchio  Scapitar*"0 
I{e  di  f^apoli  y  &  quattro  altri  l^apoletani  y  ufando  ancora  fimili  fup- 
plitij  in  altri  luoghi  del  B^egno  ;  col  quale  effempio  fp  attentati  gli  animi  di 

L     iij 


«    V  V  *-        X        J-»        !■} 


ciafcuno ,  procedendo  contro,  gli  adenti y  che  haueuano  feguitato  i  Francefi, 
c£*  confifcando  i  loro  beni  li  componcuano  poi  in  danari ,  non  pretermettendo 
Ducato  di  Bo  accetbitd  alcuna  per  effigeme  maggiore  quantità  potefsero.  lequali  cofc  tut- 
uìano  dato  al  t?  fitrattauano  da  Gieronimo  Morone ,  al  quale  in  premio  dell'opere  fue  fu 
fiorone.        fonato  il  Ducato  di  Bouiano.  ^dggiunfefi  a  quejli  mouimenti  che  nell'^Abru^ 
%i  Gianiacopo  Franco  entrò  per  il  ì\e  di  Francia  nella  Matrice  y  che  è  uicina 
all'  ^Aquila,  per  il  che  tutto  il  paefe  era  folleuato  :  &  nell'aquila. fi  iiaua 
con  foretto  >  doue  era  Sciarra  Colonna  ammalato  con  feicento  fanti  •  Tro- 
uedeuano  anche  i  Finiti  ani  le  co  fé  di  Tuglia  y  &  mandando  per  mare  alcu- 
+  L  2n4  de' V  n*  cauaM  leggieri  per  fornire  Barletta  ;  parte  de'  legni y  che  gli  conduceua- 
nìtiani  carichi  no  y  dettero  a  trauerfo  nella  piaggia  di  Barletta  y  &  di  Trani  y  doue  il  Pro- 
di caualli  dan  ueditore  loro  annego  y  che  era  montato  in  fu  uno  batello  :  i  caualliy  de'  quali 
no  a  trauerfo.  era  cap0  Qiancorrado  Orfinoymal  trattati  dettero  nelle  mani  degli  Imperia- 
li :  &  Giampaolo  da  Ceri  y  che  roppe  prefso  al  Guaflo  y  reflò  prigione  del 
Mar  che  fé.  Dette  fi  nella  fine  dell'anno  l'aquila  alla  Lega  per  opera  del 
a'coScaì     VcfC0H0  *  quella  CittdyCrdel  Conte  di  Montorio  &  d'altri  fuorufeiti  a  che 
dette cau fai' efs ere  male  trattata  dagli  Imperiali.  Seguita  l'anno  mille- 
M.D.XXIX.  cinquecento  uentinoue  yìiel  principio  del  quale  cominciò  ad  apparire  qual- 
che inditio  di  dìfpofitione  da  qualunque  parte  alla  pace,  dimoftrandofi  di  uo- 
Trattanif  nti   lerla  trattare  appreffo  al  Tontcfice:  perche  fapendo fi  che  il  Cardinale  di  San- 
ai pace         ta  Croce  y  (  cefi  era  il  titolo  del  Generale  Spagnuolo  )  andana  a  Bgma  con 
mandato  di  Ce  fare  a  potere  conchiudere  la  pace  y  il  I{e  di  Francia  che  ne  ha- 
ueua  fommo  defiderio  fi>edì  il  mandato  a  gli  ^Ambafciadori  fuoi  y  &  il  I{e 
d'Inghilterra  mandò  Jimbajciadori  a  B^oma  per  la  medefima  cagione .  le 
quali  pratiche  aggiunte  alla  sìr  accheti  de'  Trìncipi  faceuano  che  i  Colle- 
gati alle  prouifioni  della  guerra  procedeuano  lentamente  :  perche  &  in  Lom 
bar  dia  era  il  maggiore  penfiero,  fé  gli  Spagnuoli  uenuti  a  Genoua  harebbono 
f acult  à  di  p  affare  a  Milano  y  donde  per  mane  amento  di  danari  erano  partiti 
quafi  tutti  i  Tedefchi:  a  quali  códurre  andato  il  Bclgioiofo  co  cento  caualli  in- 
fimo a  Case  pafiò  di  quiui feonofeiutoa  Genoua:  onde  conduffe  i  fanti  a  Sauona 
per  r  accorre  cinquecento  fanti  uenuti  di  nuouo  di  Spagna  &  sbarcati  aVil- 
Dclibcrationi  Ufranca .  Manel  Pregno  di  IS^apoli  dubitando  gli  Imperiali  y  chela  ribel- 
rialf  ne"Re-  ^onL  dell' ^Aquila  &  della  Matrice,  &  la  tefia  fatta  in  Tuglia  non  partorii 
gno  di  Napo-  fero  cofa  di  maggiore  momento  y  deliberarono  uoltare  all'efpugnatione  di 
Ti.  quei  luoghi  le  genti  y  che  haueuano  :  però  fu  deliberato  che  il  Marche fc  del 

Guaflo  andaffe  co'  fanti  Spagnuoli  alla  ricuperatione  delle  Terre  di  Tuglia  , 
Y    Marchete  &  //  Principe  co  fanti  Tedefchi  andaffe  alla  ricuperatione  dcll\Aquilay  & 
fonato  alla  re  ^e^a  Matrice  :  il  quale  come  s'accoflò  aW aquila  3  quelli  che  n'erano  den- 
cupcrationc    tro  fi  ne  ttfc  irono  y  &  Oranges  compofe  la  Città  y  &  tutto  il  fino  contado  in 
della  Puglia,    centomila  ducati  y  tolta  ancora  la  e  affa  d'argento  y  la  quale  Luigi  decimo  l\e 


DECI  mo       'i^c;   i^O,  I S7 

di  Tranciai)  aueua  dedicata  a  San  Bernardino,  di  quiui  mando  gente  alla  Matrice  abbi  I 
Matrice,  doue  era  a  guardia  Camillo  Tardo  con  quattrocento  fanti,  il  donata  dal  ^ 
quale  fé  neraufcito  fochi  dì  f  rima  con  promeffo  di  tornare  :  ma  o  temendo  dardosa 
perche  non  uera  uino,  &  tolto  l' acqua,ér  difcordia  tra  la  Terra  &  i fanti, 
o  per  altra  cagione, non  folo  non  ui  torno,  ma  non  mando  anche  loro  tutti  i  da 
nari  che  gli  mandarono  i  Fiorentini  per  fomentare  quel  luogo  .pero  ,i  fan- 
ti fene  ufcirono  per  le  mura  ,&la  Terra  fi  arrendè .  per  i  quali fucceffi  co  fi 
proceri  fi  temeua  che  Oranges  non  paffaffe  in  Tofana  a  injìan^a  del  Pon- 
tefice; il  quale  liberato  di  pericolo fifiìma ,  benché  brieue  infermità ,  non  Promette  de! 
defifieua  di  trattare  ,    &  di  dare  fiieran-^a  a  ciafcuno:  perche  a  Tran-  Papadicom* 
cefi  prometteua  adherire  alla  Lega,  fé  gli  era  reftituita  I{auenna,  &  porfico'CoU 
Ceruia  ;  componendo  etiandio  con  honefte  conditioni  coy  Fiorentini,  &  col   e&atì" 
Duca  di  Ferrara  ;  il  quale  nel  pagamento  de'  danari  fatto  prima  a  Lautrech, 
haueua  affermato  pagargli  perjua  liberalità ,  non  già  perche  fuffe  obligato  , 
non  hauendo  il Tontefice  ratificato.  Da  altra  parte  haucndo  ricuperato,  ben      ...... 

che  congroffi  beueraggi ,  per  la  commejfioné  portata  dal  Cardinale  di  Santa 
Croce,  le  Foriere  d'Oflia,  &  di  Ciuitd  uecchia  ;  haueua  pratiche  più  occul- 
te, &  più  fidate  con  C  efare ,  trattando  più  infieme  le  cofe  particolari ,  che  le 
uniuerfah  della  pace ,  le  quali  cominciaua  no  ad  hauere  più  fegreto ,  &  più 
fondato  maneggio .  Ma  in  Tuglia  queflo  era  lo  sìato  delle  cofe.  Teneuafi  Le  cofe  di  Pu 
Barletta  per  il  l\e  di  Francia ,  nella  quale  era  I{enzo  da  Ceri ,  &  con  lui  il  glia  in  che  ter 
Trincipe  di  Melfi,  Federigo  Caraffa,  Simone  Bimano,  Camillo  Tardo,  '«ine  fi  tro- 
Galea^o  da  Farnefe ,  &  Ciancorrado  Orfino,  &  il  Trincipe  di  Stiglia-  ua^ero« 
no.  Teneuano  iVinitiani  Trani ,  Tulignano ,&  Monopoli;  hauendo  in 
quefii  luoghi  dumila  fanti ,  &  feicento  Cappelletti ,  de" quali  ne  erano  in 
Monopoli  dugento  :  teneuano  anche  il  Torto  di  Bieftri  :  ma  a  quefle  genti 
il  %e  di  Francia  mandata  che  hebbe  da  principio  picciola  quantità  di  dana- 
ri ,  non  faceua  alcuna  prouifione ,  ne  haueua  accettati  i  corpi  delle  dodici 
Galee  offertigli  da'  Vinìtiani  ;  de  quali  fi  roppono  nella  {piaggia  di  Beflrice 
tre  Galee ,  or  una  Fuflagrojfa ,  che  andauano  a  prouedere  di  uettouaglie 
Trani ,  &  Barletta  :  &  in  più  uolte  ne  haueuano  perdute  cinque  ;  ma  ricu- 
perata l 'artiglieria ,  &  gli  altri  armamenti.  Teneuafi  ancora  per  iFr  an- 
ce fi  il  monte  di  Santo  ^Angelo ,  T^ardoa  in  terra  d'Otranto*,  &  Cafro ,  do- 
ue era  il  Conte  di  Dugento  :  &  facendo  la  guerra  con  gli  huomini  del  Bg- 
gno  ,&conle  for^e  del  paefe  erano  adunati  in  uarij  luoghi  molti  ribelli  di 
Cefare ,  &  molti ,  che  feguitauano  come  foldati  di  uentura  la  guerra  fola-  p   y  4      . 
mente  per  rubare:  onde  era  più  che  non  fi  potrebbe  credere  mifer  abile  la  ^faic!^™ 
conditione  del  paefe  ,fottopofto  tutto  a  ruberie ,  a  prede ,  a  taglie  ,&ad  in-  f  Braurc  df 
cendij  da  ciaf  cuna  delle  parti .  ma  più  che  d'altri  erano  famofe  le  incurfio-  Simone  Ko  •> 
ni  di  Simone  Bimano  ,  il  quale  correndo  co fuoicaualli leggieri,  & con  du-  mano?  ; 

L     iitj 


163  L  I  B  JiO 

gerito  eh:  quanta  fanti  per  tutti  i  luoghi  e  ir  collanti  conducala  fpcfjb  in  Barici 
ta  befiiami ,  frumenti  y  &  altre  cofe  di  ogni  forte  :  tal  uolta  u fendo  con  ma? 
gioì  e  numero  di  fanti  y  bora  per  furto ,  bora  per  for^a  facebeggiaua  quefic 
&  quell'altra  Terra ,  come  accadde  di  Canofa:  nella  quale  Terra  entrato 
di  notte  con  le  fé  ale  la  fudigiò ,  &  ne  meno  molti  caualli  di  quaranta  buo- 
mini  (Tarme  atteggiati  nei  Caflello .  Fatalmente  il  Mar  che  fé  del  Guaflo  non 
Marchete  del  tentata  E  arietta, T erra-  forti jf 'ma y  &  ben  fortificata  fi  pofe  del  mefe  di  Mar 
Guaito  j>  acca  campo  a  Monopoli  con  quattromila  fanti  Sparlinoli y  &  dumila  fanti 

\ìt  Italiani  y  dotte  era  Camillo  Orjino y  <&  Giouanm  Vittimo  Troucditore  :  per- 

che i  Tedefcbi  in  numero  dumila  cinquecento  fermatifi  mia  \Abrw^x.i  ricu- 
far  olio  d'andare  in  Taglia  y  &  alloggiò  in  una  ualletta  coperta  dal  monte  in 
modo  non  poteua  ejfere  ojfefo  dall'artiglierìe  della  Terra  :  nella  quale  F^en^o 
mando  ftibito  in  fu  le  Galee  trecento  fanti .  Ha  Monopoli y  Terra  di  circui- 
to pie  doli  fimo,  limare  da  tre  bande y  &  di  uerfo  la  Terra  è  la  muraglia  di 
trecento  o  trecento,  cinquanta  paffi  col  feffo  intorno  :  rincontro  della  mura- 
glia fece  il  Mar  che  fé  uno  baftione  mano  a  un  tiro  d'archibufo y  &  due  altri 
in  fui  lito  del  mare  y  uno  da  ogni  parte y  ma  quejìi  tanto  lontani  che  batteua- 
no  il  mare  y&la  porta  dì  uerfo  il  mare3per  impedire  che  le  Galee  non  ni  met 
teffero  foccorfo  o  uettouaglia .  dette  al  princìpio  d' ^Aprile  il  Guaflo  l' affilio 
a  Monopoli ,  doue  perde  più  di  cinquecento  b  nomi  ni  y  &  molti  guaflatori y 
rotti  tre  pe^i  d'artiglieria y  &  fi  difeoflò  un  miglio  &  me^zo  y  perche  l'ar 
Rotta  data  al  tiglieria  della  Terra  gli  danneggiati  a  affai  :  onde  i  Vinitiani  ufeiti  fuorafeor 
Guaflo  lotto  fono  tutti  i  baflionifuoi  y  ammalando  piti  di  cento  b nomini  y  bauendo  affi- 
Monopoli.  curato  il  Torto  con  un  baftione  fatto  in  fui  lito  a  rincontro  di  quello  degli  ni- 
mici .  ^Accoftoffi  di  nuouo  il  Guaflo  a  Monopoli  y  dotte  faceua  due  caualieri 
per  battere  per  di  dentro  y  &  trincee  per  condurfi  in  fu  fofii  y  e^  riempiergli 
con  feicento  carra  di  fafeine  :  ma  poco  poi  ufeiti  di  Monopoli  dugento  fanti 
abbruciarono  il  baftione  :  &  accoftatojì  con  una  trincea  al  diritto  della  batte 
ria  y  &  fatta  un  altra  trincea  al  diritto  degli  alloggiamenti  Spagnuolì  lon- 
tana al  fojfo  un  tiro  di  mano  y  &  di  dietro  a  quella  fortificato  uno  baftione , 
ut  piantò  fu  l'artiglieria  y  &  battè  fejfanta  braccia  di  muro  d'intorno  a  quat 
tro  braccia  da  terra:  ma  intefo  che  la  notte  n'erano  entrate  nuoue  genti  man- 
.    ..  r  date  da  F^w^o  y  ritirò  l'artiglieria  y  <&  finalmente  y  effendo  la  fine  di  Mag-* 

fi  foia  da  Mo  £;'°  * ne  ^ai0  &  camP°  •  Seguitarono  &  mentre  sìauail  campo  a  Monopoli , 
nopoli-  e^  dopo  la  ritirata  y  uarie  fattioni  &  mouimenti  :  perche  &  quelli  di  Bar- 

letta faceuano  prede  &  danni grandiffimi  y  &  i  fanti  che  erano  nel  monte  di 
Santo  ^Angelo  y  de'  quali  era  capo  Federigo  Caraffa  y  prefero  San  Seucroy<& 
foccorfa  la  Terra  di  Vico  y  coftr infero  gli  Imperiali  a  leuarne  il  campo.  ^An- 
dò poi  il  Caraffa  per  mare  con  uentifei  itele  a  Lanciano,  dotte  erano  alloggia- 
ti cento  feffanta  buominì  d'amie  :  &  entr atout  per  for^a  >  ne  menò  trecen- 


DECIMO       7{0  7^0.  it><) 

to  cauallì  da  fattìone  >  &  molta  preda  y  non  ui  lafciando  alcuno  prefidio  • 
Faceuano  anche  molti  fuorufciti  danni  grandiffimi  in  B afili cata  :  per  le  qua- 
li diffitultÀ  fi ifnpediua  molto  agli  Imperiali  l'effigere  le  impofitioni  :  ne  è 
dubbio  che  fé  il  ì{e  di  Francia  haueffe  mandato  danari  y  &  qualche  foccor- 
fo  y  che  partano  per  tutto  il  Bggno  fucceduto  nuoui  trauagli y  per  i  quali  fa- 
rebbe siato  al  meno  implicato  l'efferato  Cefareo  alla  difefa  delle  cofe  proprie: 
ma  non  poteuano  finalmente  genti  tumultuarie y  <&  collettive r,  &  fen^afoc 
corfo  o  rinfrefcamento  alcuno  >  perche  folo  i  Fiorentini  dauano  a  ì\en-zo  qual 
che  fuffidio  yfare  cofe  di  momento  gr aride  :  an%i  il  Duca  di  Ferrara  dinego  a 
B^nfo  dimandargli  per  mare  quattro  pe^id' artiglierie  :  &  già  in  Bar- 
letta cominciaua  a  mancare  frumento  y  &  danari  :  &■  circa  feicento  rebelli 
affediati  dal  Viceré  della  prouincia  di  Calauria  in  Montelione  neceffitati  ad 
arrender  fi  y  per  non  hauer  e  ne  munitione  yne  uettouaglie  y  furono  condotti 
prigioni  a  l<lapoli,  fidarono  poi  il  Trincipe  di  Melfi  con  l'armata, <&•  Fe- 
derigo Caraffa  per  terra y  a  campo  a  Malfetta ,  Terra  già  del  Trincipe  y  do- 
tte Federigo  combattendo  fu  ammalato  d'un  fiiflo  :  onde  il  Trincipe  fide-  Federigo  Co- 
gnato y  sforata  la  Terra  la  fucheggiò  ifimile  infortunio  accadde  a  Simone  r  mort0' 
Fumano  y  perche  emendo  l'armata  Vinitiana  y  la  quale  da  catto  d'Otranto  in- 
fefiaua  tutto  il  paefe  y  accoflatafi  a  Brindi  fi  y  &  pofie  gotti  in  terra  con  <,. 
le  quali  era  Simone  Fumano ,  occuparono  la  Citta  :  ma  combattendo  la  mano  mortÓ 
Fiocca  y  Simone  fu  morto  d'una  artiglieria .  Mentre  che  nel  Pregno  fi  traua- 
glia  con  uarij  fucceffiynon  slauano  quiete  le  cofe  di  Lombardia  y  perche  San  ProgrcfFiHi 
Toh  alla  fine  di  Mar^o  prefe  perforya  Seraualle  y&la  Forte^a  s'accor-  San  Pol° »n 
dò  di  slare  neutrale  :  ina  emendo  i  nimici  rientratiui  di  notte  di  furto  yfi  teme-  Lo,nt3^rc*ia* 
uà  non  potere  più  impedire  agli  Spagnuoli  il  camino  per  Milano  :  maffima- 
mente  che  ogni  digli  diminuimmo  le  genti  per  mancamento  di  danari yhauen 
donc  pochi  dalì\e  y<&  di  quelli  come  Capitano  di  pochiffvmo  gouerno  y  Ri- 
dendone una  parte  per  per  fé  y  un'altra  parte  era  fraudata  dà  miniflri.  Di- 
fputauafì  tra  il  Fg  &  i  Vinitiani  quale  imprefa  fujfe  da  fare  ;  c^  /'/  I{e  infia- 
la di  Genoua  per  la  importanza  di  quella  Citta,  maffimamente  afferman- 
do fi  già  per  co  fa  certa  che  Ce  far  e  yp  afferebbe  la  slate  projfima  in  Italia  :  & 
perche  il  I\e  ueduto  i  Vinitiani  non  l'hauere  mai  aiutato  ne  afoccorrere  y  ne 
a  ricuperare  quella  Città  ,  non  oflante  fi  fuffero  feufati  y  allegando  effere 
slato  romore  della  uenuta  in  Italia  di  nuoui  Tedefchi,  dubitaua  non  fuffe 
molefla  loro  la  uittoria  di  quella  imprefa  :  ma  i  Vinittani  allegando  effe- 
re  refiata  ad  ^Antonio  de  Lena  pochiffvma  gente  y  &  offerendo  y  acqmfta- 
to  che  fuffe  Milano  y  mandare  le  genti  alla  effugnatione  di  Genoua  y  fi  de- 
liberò fare  con  fuo  confentimento  la  imprefa  di  Milano  con  fedici  mila 
fanti ,  prouedendo  ciafeuno  alla  metà .   Fu  quefia  deliberatone  fatta  di 


170  L    I   B   t^U 

y  Nucua  de-  Mar  7^0 y  &  ajfcntc  il  Duca  d'Vrbino  y  il  quale  per  tefferft  approfìimaù  a* 

[fbcrationdd  confimdel  j^egno  il  Vrincipe  d'Oranges >&  i  fanti  Tedefcbi,  s'era  quafi 

r     ì>*«,^-  conti  a  la  uolontà  de'  Vinitiani  ridotto  nel  fuo  Stato  :  ma  i  Vinitiani  lo  con- 

aiarci  ìmprc  %         ini  ;•/ 

fa  di  Milano,  ducerò  di  nuouo  con  Le  conditioni  mcdejime  ;  le  quali  haueuano  prima  otte- 
Duca  d' Vrbi  nute  da  loro y  il  Conte  di  V'itigli  ano y  <&  Bartolomeo. dì \Aluiano  ;  &gli  man 
no,  £c  .  ?n?  darono  trecento  caualìi  y  &  tremila  fanti  per  fua  difefa  y  come  erano  tenu- 
?  Ianus  Frc-  tl  >  &  dettero  il  titolo  di  Gommatore  a  Ianus  Fregofo .  Erano  nell'efferci- 
spCo  goucina  to  Vinitiano  feicento  buomini d'arme y mille caualli leggieri y  & quattromi 
core  de' Vini-  la  fanti y  benché  fujfero  obligati  a  tenerne  dodici  mila  :  il  quale  efferato  pre- 
riani.  ^  ^  ^Q  fò  tf^Aprile  Qafciano  per  for^a  y&la  Bgcca  a  diferetione:  &  *An 

tonio  de  Leua  y  <&  il  1 *  orniello  ufeiti  di  Milano  per  diuertire  y  non  battendo 
fatto  effetto  alcuno  y  fi  ritirarono .  Succedette  la  paffata  de'  fanti  Spagnuo- 
li  del  Genouefe  a  Milano  y  per  la  quale  impedire  s'erano  fatte  tante  prati- 
che y  &  tante  confiate  :  perche  batte  fido  creduto  San  Volo  y  &  i  Vinitiani  y 
che  tent  afferò  di  paffare  per  il  Tortone  fé  y  &  l \Aleffandrino  y  partiti  da  Vo- 
ltaggio prefero  per  ordine  del  Belgioiofo  camino  più  lungo  per  la  montagna 
di  Viacen^a  y  &  luoghi  fudditi  alla  Chic  fi  ;  &  effendo  ucnuti  a  Var^i  nella 
montagna  predetta  y  non  oflante  che  San  Volo  inniajfe  in  là  centocinquanta 
caualli  y  &  deffe  auifo  del  camino  loro  a  Lodi  ;  &  alle  genti  de  Vinitiani ,  i 
quali  per  ouuiare  mandarono  parte  delle  loro  genti  al  Buca  di  Milano  y  ma 
piu  tardi  un  giorno  di  quello  s  che  era  necefjarioy  &  minore  numero  di  quel- 
lo y  che  haueuano  pmnejjò  :  paffarono  di  notte  il  VÒ  a  direna  y  feruiti  di  na- 
ni di  Viacen-^ay  non  fi  potendo  piu  ouuiare  l'unione  loro  col  Leua  y  che  per 
n  .  •     ,       facilitarla  era  uenuto  a  Landriano  y  dodici  miglia  da  Vania  :  douc  unitifi  con 
delle  cole  de*  ^Hl  *  &  coiulottijì  a  Milano  y  effendo  fi  poueri  d'ogni  cofa  y  che  fi  conueniua 
Collega  ti  fa     loro  il  noyne  di  bifognofo  y  accrebbero  le  calamità  de'  Milane  fi  y  {fogliando  - 
Lombardia,    gli  infimo  per  le  Strade  *    Cofit  reftarono  nani  i  difegni  de  Frane e fi  y  &  de 
Vinitiani  di  tutta  la  uernata  y  che  erano  slati  d'impedire  la  paffata  di  quefli 
fanti  y  pigliare  Gatti  y  &  i  luoghi  circoflantiper  conto  di  Gettona  y  &  Casèy 
che  facetta  danno  grande  a  tutto  il  paefe .  .  Vrcfe  ancora  ^Antonio  de  Leua  a 
patti  Bina  fio:  ma  l'cjfere. siati  gli  spagnuoliaccommodati  di  barche  da  Via- 
cenza  y  &  il  crederfi  che  non  fi  farebbono  moffi  yfe  non  haneffero  bauuto  cer 
te^a  di  potere  in  cafo  di  neceffità  ritirar  fi  in  quella  Città  y  aggiunto  a  molti 
altri  inditij  y  ac  ere  fretta  a*  Collegati  il  fojpetto  y  &  maffimamente  ueduta  la 
refiitutione  delle  forteT^e  y  che  il  Vontefice  non  fuffe  accordato  y  o  per  ac- 
cordare con  Ce  fare  :  il  quale  battendo  uolto  y  benché  occultamente  y  tutti  i 
fuoi  penficri  a  ricuperare  lo  Stato  di  Firenze  yfe  bene  aggirandogli  Oratori 
Di  egnidc^    Francefitencffc norie  pratiche y  &  ptoponeffe  uarie  fperan-^e  aloroy&  a 
metterei  fuoi  gli  altri  confederati  d'accordar]}  alla  Lega;  nondimeno  y  parte  mouendolo 
io  Firenze.      il  timore  della  grandezza  di  Ce  far  e  y  &  la  profferita  de' fuoi  fuc  ceffi  y  par." 


fé  lo  jperare  di  indurre  più  facilmente  lui ,  che  non  bar  ebbe  indotto  il  I\e  di 
Francia  ad  aiutarlo  a  rimettere  i  fuoi  in  Firenze,  baueua  maggiore  inclina- 
tione  a  C efare ,  che  al  I\e  di  Francia  :  defideraua  ancora  eflremamcnte ,  per 
facilitare  quefto  difegno y  tirare  afua  diuottone  lo  Stato  di  Terugia  :  però  fi 
credeua  che  fomentale  Braccio  Baglione  y  che  tutto  dì  tentaua  nuoui  traua- 
gli  in  quei  confini  :  per  il  quale  fofpetto  Malate/la  dubitando  y  mentre  slaua 
dfoldi  fuoi  y  dibauere  ad  ejfere  opprejfo  con  il  fuo  fauore  yglipareua  necef- 
fario  cercar  fi  d'altra  protettone  :  &  però  mojfo  o  da  quefla  cagione yo  da  cu- 
pidità di  maggiori  partiti  y  o  dall'odio  antico y  negaua  di  ricondur  feco pre- 
tendendo non  ejfere  tenuto  all'anno  del  beneplacito  ;  perche  diceua  non  appa- 
rirne frittura  ,  benché  il  "Pontefice  affirmajfe y  che  gli  era  obligato:  però 
trattando  di  condurfi  col  I{e  di  Francia  y  &  co'  Fiorentini y  &  lamentandoli 
etiandio  di  pratiche  tenute  dal  Cardinale  di  Cortona  contra  lui  ;  &  d'una  let 
ter  a  y  che  baueua  intercetta ,  del  Cardinale  de'  Medici  a  Braccio  Baglione  ; 
ma  il  Tonte fice  uolendo  per  indiretto  interrompere  quefla  condotta  y  prohi- 
bì  per  editti  publici  y  che  niuno  fuo  fuddito  pigliale  ferina  fua  licentia  foldo 
da  altri  Principi  yfotto  pena  di  confifcatwne  ;  nondimeno  non  reflò  per  que- 
fto Malatefla  di  condurfi  :  al  quale  i  Fr  ance  fi  fi  obligarono  di  dare  dugento  Mala  tetta  co- 
caualli  y  dumila  feudi  di  prouifione  y  l'ordine  di  San  Michele 3&  dumila  fan  *jotto  daj  Rc 
ti  in  tempo  di  guerra  :  &  i  Fiorentini  gli  dettero  titolo  di  Gouernatore  y  du-  da'Fiore  min* 
mila  feudi  di  prouifione  y  mille  fanti  in  tempo  di  guerra  y  cinquanta  caualli  contra  la  vo- 
al figliuolo  fuo  y  &■  cinquanta  al  figliuolo  di  Oratio  y  &  cinquecento  feudi  lontà  del  Pa- 
per il  piatto  di  tuttadue  :  prefero  la  protettone  del  fuo  Stato  y  e^  di  Perù-  Pa* 
già  :  &  tra  il  I\e  di  Francia  y  &  loro  cento  feudi  il  me  fé  a  tempo  di  pace  per 
intrattenere  dieci  Capitani  :  pagauangli  i  Fiorentini  anche  dugento  fanti 
per  guardare  Perugia:&  egli  s'obligò  ne'  bifogni  loro  d'andare  aferuirli  co 
mille  fanti  foli  3  non  hauendo  etiandio  le  genti  promejfe  da'  Francefi.  Que-    ,      . 
reloffi  molto  apprejfo  al  Bg  di  Francia  il  Pontefice  di  quefla  condotta  y  co-  duole  del^Re* 
me  fatta  direttamente  per  impedirli  di  potere  difyorre  a  fuo  arbitrio  d'una  c'habbia  con 
Citta  fuddita  alla  Chiefa  :  l'animo  del  quale  non  uolendo  il  Kg  offendere  di f-  dotto  a>  fuoi 
ferina  il  ratificarla  :  &  il  Pontefice  per  queflo  fyerando  di  poterne  rimuoue-    hPc"dl  j  Ma 
re  Malatefla  y  lo  perfuadeua  che  continuajfe  l'anno  del  beneplacito:  &  nel 
tempo  medefimo  fomentaua  occultamente  Braccio  Baglione y  Sciarra  Colon- 
na y&i  Fuorufciti  di  Perugia  ;  i  quali  raccogliendo  gente  s'erano  accampa- 
ti a  Torcia  ;  co  fé  tutte  uane  ;  perche  Malatefla  era  deliberato  non  continua- 
re negli  ftipendij  del  Pontefice  :  &  aiutandolo  feopert ■  amente  i  Fiorentini y 
non  temeua  di  quefli  mouimenti  ;  li  quali  conofeendo  il  Pontefice  non  baflare  p        a-  a  \ 
alla  fuaintentione  prefio  celiarono .  l^onlafciaua anche  il  Pontefice  slare  papf  contra 
quieto  il  Duca  di  Ferrara  y  tanto  alieno  dalle  conuentioni  fatte  in  nome  del  ì\  Duca  di  Fer 
Collegio  de  Cardinali  con  lui,  che  ejfendo  meato  di  nuouo  il  Vefcouado  di  rara* 


172  L  I  B  2^0 

Modona  perla  morte  del  Cardinale  da  Gon^ga  ,promeffo  al  figliuolo  del 
Duca  in  quella  conuentione  3  lo  conferì  a  uno  figliuolo  di  Gieronimo  Moro- 
ne;  cercando  per  la  dinegatione  del  poffejfo  occafione  di  prouocargli  contro 
quello  miniflro  d'autorità  appreffo  all' efferato  Imperiale .    Tenne  ancora 
prati  capermelo  d'VbertodaGambaraGouernatore  di  Bologna  con  Gie- 
ronimo Tio  d'occupare  peggio:  del  quale  il  Duca  peruenutogli  inditio  di  qm 
Sìa  pratica  3  fece  pigliare  il  debito  fupplicio  •  Trattaua  anche  di  ricupera^ 
re  furtiuamente  I\auenna>  cofa  che  medefimamente  riufeì  uanamelqual 
Vcfeouo  di      tempo  inclinando  ogni  dì  più  con  l'animo  alle  parti  di  Qefare ,  &  effendo 
Vafonc  man-  giacon  fa  jn  pratiche  molto  frrette 3  mandò  il  Vefcouodi  V  afone  fuomae- 
s  Celare.         ^ro  ^  cafa  a  ^Ul  •   ^-uuocò  in  I\uota  la  caufa  del  diuortio  d'Inghilterra  3  co^ 
fa  che  harebbe  fatto  molto  innanzi 3  fé  non  l'hauejfe  ritenuto  il  rijpetto  della 
bolla  3  che  era  in  Inghilterra  in  mano  del  Campeggio .  perche  effendo  augu-* 
meniate  le  co  fé  di  Ce  far  e  in  Italia  ,  non folamente non  uolendo  offender- 
lo più  3  ma  riuocare  loffie  fa  che  gli  haueua  fatta  3  deliberato  etiandio  innan- 
7^1  che  ammalaffe  d'auuocare  la  caufa  3  mandò  Francefco  Campana  in  In- 
ghilterra al  Cardinale  Campaggio  3  dimoftrando  al  J\e.  mandarlo  per  altre  ca 
gioni  3  pure  attenenti  a  quella  caufa  3  ma  con  commejjìone  al  Campeggio  3 
che  abbruciaffe  la  bolla  :  il  che  benché  differiffe  d'effequire  per  effere  fopra- 
uenutala  infermità  del  Tontefice  3  guarendo  poimeffe  ad  effetto  il  coman- 
damento fuo  .però  il  Tontefice  liberato  da  queflo  timore  3  auuocò  la  caufa 
con  indegnatione  grandiffima  di  quel  F(e3ma(j:Mamente  quando  dimadàdo  la 
bolla  al  Cardinale  intefe  quello  che  nera  fucceffo .  partorirono  quefle  cofe  la 
,  rouina  del  Cardinale  Eboracen fé  :  perche  il  Re  prefupponeua  l'autorità  del 

cenfe'perfecuì  Caydwale  effere  tale  appreffo  al  Tontefice  3  che  fé  gli  fuffe  fiato  grato  ilma- 
tato  dal  Red'  trimonio  con  .Amia  3  harebbe  ottenuto  tutto  quello  3  che  haueffe  uoluto  :  per 
Inghilterra  la  quale  indegnatione  aperti  gli  orecchi  alla  inuidia3&  alle  calunnie  de* 
morto.  j]wi  amerfaYij  ■  toltogli  i  danari  3  &  le  robbe  fue  mobili  di  ualuta  immode- 

rata 3  e^  delle  entrate  Ecclefiafliche  lafciatagli  una  picchia  parte  3  lo  relegò 
al  fuo  Vefcouado  con  pochi  feruidori  :  ne  molto  poi  o  per  hauere  inter- 
cede fue  lettere  al  Bg  di  Francia3  o  per  altra  cagione  infiigato  da'  medefimi; 
i  quali  per  certe  parole  dette  dal  I{e  3  che  dimoftr  aitano  defiderio  di  lui  3  te- 
„  meuano  che  egli  non  recuperale  la  priftina  autorità  3  lo  citò  a  difendere  una 

finoìaVortu-  accufatione  introdotta  contra  lui  nel  configlio  Fregio:  per  la  quale  ejfendo  mtk 
na5&  Pinuidia  nato  alla  corte  come  prigione  3foprauerattogli  nel  camino  fiuffooper  fdegno, 
nelle  Corti,  o  per  timore  morì  il  fecondo  di  della  fua  infermità  :  efi 'empio  a'  tempi  twflri 
memorabile  di  quel  che  poffa  la  fortuna  3  c^  la  inuidia  nelle  Corti  de'  Trin- 
Alteratone  f  ^  #  Succedette  in  queflo  tempo  in  Firenze  nuoua  alter atione  con  detri- 
Capponì  in  mento  grande  di  quello  gouer  no  contra  T<[iccolo  Capponi  Gonfaloniere 3quaft 
Firenze.         alla  fine  del  fecondo  anno  del  fuo  Magiflrató,  concitata  principalmente 


deci  mah    ^  o  v^o.  Wi 

dalla  inuidia  d'alcuni  cittadini  principali  ;  i  quali  tifarono  per  occafione  Ufo- 
fpetto  nano  >&la  ignoranza  della  moltitudine .  Haueua  Incoio  battuto 
in  tutto  il  fuo  magiflrato  due  obietti  principali:  difendere  contra  la  inuidia 
firejca  quelli ,  che  erano  siati  honorati  da'  Medici ,  an^J  che  co' principali 
di  loro  fi  communicaffero  ,  come  con  gli  altri  Cittadini  ,  gli  bollori,  &  i  con- 
figli publici:  &  nelle  cofe  che  non  erano  di  momento  alla  libertà,  non  esacer- 
bare l'animo  del  Tontefice:  co  fa  l'una,et  l'altra  molto  utile  alla  B^publi camper 
che  molti  di  quei  medefimi,che  come  nimici  delgouemo  erano  perfeguitati,  ef 
fendo  ficuri,  &  accarezzati  ,farebbono  flati  congumtijjìmi  con  gli  altri  a 
conferuarlo  Rapendo  maffimamente ,  che  il  Tonte fice  per  le  cofe  fuccedute 
ne'  tempi,  che  fi  mutò  lo  Stato ,  haueua  mala  fatisfattione  di  loro  :  <&  il 
Tontefice  fé  bene  defiderafìe  ardentiffimamente  il  ritorno  de'  fuoi ,  pure  non 
frouocato  di  nuouo  haueua  minore  caufa  di  precipitar  fi,  &  di  querelarli, co- 
me continuamente  faceua  con  gli  altri  Trincipi  :  ma  a  quefle  cofe  s'opponeua  • 
Xambitione  d'alcuni ,  i  quali  cono  fendo ,  fé  erano  ammeffi  nelgouerno  quel-  ■ 
li,  che  erano  siati  amici  de'  Medici ,  b  uomini  fèn^a  dubbio  di  maggiore 
fperienxa ,  &  ualore  j  douere  reflare  minore  la  loro  autorità ,  non  attende-  '■ 
nano  ad  altro ,  che  a  tenere  la  moltitudine  piena  di  foretto  del  Tontefice^ 
&  di  loro  ;  calunniando  il  Gonfaloniere  per  quefle  cagioni,  &  perche  non  ot- 
tenere la  prorogatane  nel  Magiflrato  per  il  ter 7^0  anno,  che  non  hauefie  l'ani 
mo  alieno  quanto  ricercaua  l'utilità  della  Bgpublica ,  da'  Medici ,  dalle  quali 
calunnie  egli  non  fi  commouendo ,  & giudicando  molto  utile  che  il  Tontefice 
non  fi  ejfafperafie ,  lo  intratteneua  con  lettere ,  <&  con  imbafeiate  panata- 
mente ;  pratiche  però  non  cominciate  ne  profeguite  ferina  fizputa  fempre 
d'alcuni  de'  principali ,  &  di  quelli ,  che  erano  ne'  primi  Magiflrati ,  ne  ad 
altro  fine  che  per  rimuouerlo  da  qualche  precipitatione  :  ma  eflendogli  per 
cafo  caduta  una  lettera  riceuuta  da  l{oma  nella  quale  era  qualche  parola  da  Lettera  ca<?u«. 
generare  fofpetto  a  quelli  che  non  fapeuano  l'origine ,  &  il  fondamento  di  ta  a  Nicolo 
quefle  cofe ,  &  peruenuta  nelle  mani  di  alcuni  di  quelli ,  che  rifedeuano  nel  CaPPom» 
fupremo  Magiflrato ,  concitati  alcuni  giouani  feditiofi  occuparono  con  l'ar-  .  Tumulto 
me  il  Talagio  publico*  ritenendo  quafi  come  in  cuflodiail  Gonfaloniere:  jn  Firenze. 
&  chiamarti  Magiflrati,  &  molti  Cittadini  quafi  tumultuofamente  deli- 
berarono ,  che  fuffe  priuato  del  Magiflrato  :  la  qual  co  fa  approuata  nel  con- 
figlio maggiore  fi  cominciò  poi  a  cono  fiere  legitimamente  la  caufa  fua ,  & 
afioluto  dalgiuditio  fu  congrandiffimo  h onore  accompagnato  alle  cafe  fue 
da  quafi  tutta  la  nobiltà  :  ma  furrogato  in  luogo  fuo  Fr  ance  fio  Carducci  fin-  Fracefco  Car 
degno ,  fé  tu  riguardi  la  ulta  pafiata  ,  le  conditioni  fue  ,&i  fini  praui ,  di  ducei  Gonfà- 
tanto  konore.  Cominciarono  in  queflo  tempo  le  cofè  di  Lombardia  di  nuouo  1Pnier^rro 
a  trauagliarc ,  efiendo  a  uenti fette  d \Aprile  pafiato.  San  "Polo  il  Tò  a  Va-  p0ni  *" 
Un%a  -,  per  la  pafiata  del  quale  gli  Imperiali  abbandonarono  il  Borgo  a  Bafi- 


174  L  I  B  J^O 

Guido  Rango  gnario ,  &  laTieue  al  Cairo  :  di  quiuimandò  Guido  longone  con  parte  del- 
d^SanPotoa  t,cffercito*Mortara,  che  era  forte  per  fojfì  doppi  Sfianchi ,  &  acqua:} 
M o r  tara.        c[u^1  h  attendo  la  notte  piantato  l'artiglieria  fen^a  prouifione  di  gabbioni  3 
trincee y  &fimili  preparamenti  furono  in  fui  dì  asfaltati  da  quelli  di  dentro, 
che  fecero  loro  danno  afiai  y  &  inchiodarono  due  pc^jci  d'artiglierie  y  con 
f  Guido  bia  pericolo  di  non  le  pigliare  tutte  y  non  fenica  carico  di  Guido  ;  benché  alquan- 
ti maio.  t o  indijpofto  del  corpo  y  che  non  fi  fufìe  trouato  prefente  quando  fi  piantaro- 
no .   Era  allhora  in  Milano  mala  prouifione y  ma  non  erano  migliori  quelle 
de'  trance  fi  y  &  de^Vinitiani  ;  che  ricercando,  &  dólendofi  l'uno  dellaltroy 
non  faceuano  alcuna  prouifione  :  onde  tra  l'altre  difficultd  nafceua  ne*  Colle- 
gati qualche  dubbio  che  il  Duca  di  Milano  ueduta  la  poca  foranea  che  gli 
reflaua  d'hauere con  le  forile  y  &  aiuti  loro  a  ricuperare  quello  Stato,  noti 
faceffepe  r  me%o  del  Morone  qualche  concordia  con  gli  Imperiali .  Ma  era- 
J^3"^01111  noipenfieri  deludi  Francia  indiritti  tutti  alla  pace,  diffidandofi  di  potere 
altrimenti  ricuperare  i  figliuoli  :  alla  quale  ejjèndo  anche  inclinato  Cefare, 
erano  tornati  di  Spagna  due  huomini  di  Madama  Margherita y  mandati  a 
queflo  effetto  da  lei  y  con  mandato  ampliamo  in  lei  per  fare  la  pace  :  di  che 
effendo  certificato  il  Bg  da  un  fuo  Segretario y  quale  per  quefia  cagione  hd- 
ueua  fedito  in  Fiandra y  dimandò  a  Collegati  y  che  anche  effi  mandaffero  i 
mandati  :  &  effendofi  {piccato  con  l'animo  effettualmente  da  tutte  le  pro- 
uiftoni  della  guerra y  cercando  pure  tirare  a  fé  qualche  giuftificatione  fi  la- 
mcntaua  ychei  Vinitiani  ncufauano  contribuire  a'  danari  per  la  paffatafua: 
i  quali  fé  bene  da  principio  l'haueffero  slimolato  caldamente  y  paffando  Ce- 
fare  ya  paffare  i&ilBgbaueffe  offerto  di  farlo  con  dumila  quattrocento  lan 
ce  y  mille  caualli  leggieri  y  &  uentimila  fanti  y  in  cafo  che  i  Confederati  gli 
àeffero  danari  per  pagare  oltra  quefti  mille  caualli  leggieri  y  &  uentimila  fan 
tiy<&  concorrefjbro  alla  metà  della  jpe fa  dell' artiglierie  y  nondimeno  poi  qual 
SanPo^^^  San  Volo  in  queflo  tempo  sformò  con  quat- 
to siPoppu- tro  cannoni  Santo  angelo,  doue  erano  quattrocento  fanti  ;  poi  fi  uolfea 
gnaiionc  di      San  Colombano  per  aprir  fi  le  uettouaglie  di  Viacen^a  y  che  s'accordò  :  & 
Mnano.         ^^  j-  Mliano  ejjere  qmttr  ornila  fanti  y  ma  molti  ammalati  y  uolfe  il  pen 
fiero  all'oppugnatone  di  Milano.  ^rrendeffiaduediMaggioMortara  a 
San  Toh  a  dìferetione  y  battuta  in  modo  che  non  poteua  più  difender  fi:  & 
il  T  orniello  lafciata  la  Terra  di  l^ouara  y  ma  non  la  I{occa  y  doue  meffe  pò-, 
eh  ijfifM  fanti  y  fi  ritirò  a  Milano  y  in  modo  che  gli  Imperiali  non  teneuano  di 
Duca  d'Vrbf  ^dal  TefinoaltrockeGMa>&'la  Biocca  di  Biagr  affa  ybauendo  San  Volo 
no,  &S.P0I0  *pche  prefalaT{occa  diVigeuene:a)idòadiecidìaÌTonteaLocaperunir- 
dcterniinano  //  al  Borgo  a  San  Martino  co'  Vinitiani .  *Arriuò  poi  il  Duca  d'Vrbìno  al- 
d  MCÌlniFarfl  ^^Clt0:^mmtì  tnfieme  a  parlamento  a  Belgioìofo  y  determinarono  nel 
a  Mi  ano.       configlio  ccmmHne  d'accampar  fi  a  Milano  con  duteffer citi  da  due  parti;  ^ 

;  -tv 


éefmih  Santolo  fatato  ìlTefiw  \ 

dì  medefimo  andaffero  i  Vinitiani  al  Borgo  di  San  Martino  lontano  da  Mi- 
Uno  cinque  miglia  ,  affermando  i  Vinitiani  bauere  dodici  mila  fanti  ,  <& 
San  Volo  otto  "col  quale  doueuano  unirfi.i  fanti  del  Duca  di  Milano  :  perà 
San  Toh  pafiò  il  Tefmo  ;  &  bauendo  trouata  la  Terra  di  Biagraffa  abban- 
donata,  ottenne  per  accordo  la  Hgcca;  <&<  ejfendo  alloggiato  San  Volo  a 
Cacano  a  otto  miglia  di  Milano ,  parlarono  di  nuouo  il  ter^p  dì  di  Giu- 
gno a  Binafco  :  nel  qualluogo  effendo  certificati  che  i  Vinitiani  non  haueua-*  j 
no  la  metà  de  dodicimila  fanti,  a!  quali  erano  tenuti  per  i  capitoli  della  con-                    j 
federatane  ,  &  querelandofene grauementc  San  Volo  ,fu  deliberato  d'ac-                     j 
coflarfi  con  un  campo  folo  a  Milano  dalla  banda  del  Lazzaretto ,  non  ofian- 
técheM  Conte  Guido  diceffe  che  Antonio  de  Lena,  il  quale  non  teneua  al- 
tro cbc  Milano  ,  &  Como ,  ufaua  dire  che  Milano  non  fipoteua  sformare  fé 
non  con  due  campi  :  ma  pochi  dì  poi  mutata  fententia  y  congregati  i  capi  del- 
l'uno &  l'altro  efferato  in  Lodi y  il  Duca  di  Milano  y  &  il  Duca  dYrbino, 
benché  prima  haueffero  fatto  infranga  y  che  sandaffe  a  campo  a  Milano yet 
diffuafo  l'andare  a  Genoua ,  configliarono  il  contrario,  allegando  il  Duca 
dYrbino  per  quefla  nuoua  deliberatione  molte  ragioni  ;  ma  principalmente , 
che  poi  che  Cefare  fi  preparaua  a  paffare  in  Italia  y  per  il  quale  condurre  f  h  Dorìa 
era  partito  con  le  Galee  il  Doria  agli  otto  di  Giugno  da  Genoua,  &  che  sin-  parte  conjc^ 
tendeuachein  Germania  fi  faceua  preparatane  di  mandare  nuoui  Tede-  duarre^eerr^" 
fchi  in  Italia  fiotto  il  Capitano  Felix  y  non  fapeua  quello  che  fuffe  meglio  o  pi  in  Italia# 
gliare  Milano  y  o  non  lo  pi?liare  :  allegauanfi  da  lui  quefie  ragioni  y  ma  fi  DiTcorfi  del  : 
credeuache  perfuadendofidouere  fuccederelapaceychefitrattaua  in  Fian-  ^^J^ 
drayhaueffe  dimoflrato  al  Senato  Vinitianoyil  quale  fortificata  Bergamo yef-  ™>^ 
fere  inutile fendere per la  ricuperatane  di  Milano  ila  fomma  del  fuo  con- 
figlio  fu,  che  le  genti  de  Finiti  ani  fi  fermaffero  a  Cafciano  y  quelle]  del  Du- 
ca di  Milano  aTauia,  &SanToloa  Biagraffa;  attendendo  a  uietare  con 
cauaUi ,  che  in  Milano  non  entr afferò  uettouaglie ,  doue  fi  slimaua  fusero 
ter  mancare  prefio  ;  per  eh  e  era  feminata  picei  oliffima  parte  di  quel  conta- 
do .    7{on  potette  San  Tolo  rimuouerli  da  quefla  fenten^a ,  ma  non  appro- 
uh  già  il  fermai fi  col  fuo  efferato  a  Biagraffa,  allegando  che  ad  affamare 
Milano  bafiaua  che  le  genti  Vinitiane  fi  fermaffero  a  Monda ,  le  Sforxe- 
fche  aTauia  &  aVigeuene \\  & >chc ill{e  lo  siimolaua ,  in  cafo  non  san- 
daffe a  campo  a  Milano  ,di  farelaimprefadi  Genoua ,  la  quale  haueuain^  CefareFre 
animo  di  tentare  con  celerità  grande  ,ffer andò  che  in  affentia  del  Doria,  Ce-  gofb  accorda 
fare  Fregofo,  che  era  accordato  col  fy  diFranciatTefferneGouernatoree^,  ?«^#*i 
&  non  il  padre,  limiterebbe  con  pochi  fanti.  Iquali  progreffy,  &  »fi-  {ólédi  Gen0. 
pere  quanto  fuffero  diminuiti  di  fanti ,  haueua  afjicurato  in  modo  contorno,  m  ^  fl * 
de  Lena  del  pericolo  di  Milano  ycheéglìmmto  Filippo n 'ornièllo  coi ipochi  prende. 


11  T°r"  m  Io  caua^  »  &  trecento  fanti  a  ricuperare  \ouara ,  mentre  che  ìFrancefi  ,  ^ 
uarau  CM  °  '  Vmitiani  erano  tra  il  Ttfino,  &  Milano  :  il  quale  entrato  per  la  I\pcca,che 
fi  tcncua  per  loro ,  ricuperò  1S{oiiara  y  &  poi  ufo  fuori  co::  le  genti  a  preda- 
re y  &  r  accorr  e  uettouaglie .  ma  accadde  che  ejfendo  ufeiio  della  Biocca y  & 
andando  per  la  Terra  il  Caftellano  di  Ts{puaray  due  faldati  Sforrefibi,  & 
tre  di  Js^ouara ,  che  erano  nella  Fiocca  prigioni y  ammalati  con  aiuto  d'al- 
cuni y  che  lauorauano  nella  I{occa y  &  prefi  certi  fanti  Spagnuoli  ,  ly occupa- 
rono ,  f}erando  effere  foccorfi  dafuoi  ;  perche  il  Duca  di  Milano ,come  heb- 
be  intefio  la  partita  del  T  orniello  da  Milano ,  dubitando  di  istouara,  haueua 
mandato  a  quella  uolta  Giampaolo  fuo  fratello  con  non  picciolo  numero  di  ca- 
ualli  ,&  di  fanti ,  che  già  era  arriuato  a  Vigeueneima  il  T  orniello  come 
feppe  il  cafo  della  B^cca ,  tornò  fubito  a  Ignara,  <&  con  minacci  &  con  pre 
par  at  ione  di  dare  l' affatto  ,jpauentò  in  modo  quei  foldati  Sfor^e fichi,  che  pat 
tuita  fiolo  la  fiua  fialute  fenica  curar  fi  di  quella  de  'JS(ouarefi ,  che  erano  con 
loro ,  arrenderono  la  Fiocca .  Deli  ber  ojjì  adunque  di  infefiare  Milano  con  le 
genti  de '  Vinitiani& del  Duca  di  Milano  y  benché  il  Duca  d'Vrbino  dijfie, 
che  per  efifiere  più  uicino  allo  Stato  de  Finitiani  non  fi  fermerebbe  a  Mon- 
da ,maa  Cafciano  :  &  San  Volo ,  il  quale  era  alloggiato  alla  Badia  di  Bi- 
boldone  ,  deliberò  di  tornare  di  la  dal  To  per  andare  uerfio  Genoua  :  con  que- 
llo configlio  andò  ad  alloggiare  a  Landriano  lontano  dodici  miglia  da  Mila- 
no tra  le  strade  di  Lodi  &  di  Tauia  :  &  uolendo  andare  il  dì  feguente ,  che 
era  il  uigefimo  primo  di  Giugno y  ad  alloggiare  a  Lardirago  alla  uolta  di  Ta- 
uiaymàdò  innàri  l' 'artiglierie y&i  cariaggi  ,&  la  Vanguardia,  &  egli  partì 
più  tardi  con  la  battaglia ,  e>-  col  retroguardo  :  iÌLeua  auifato  dalle  {pie  del 
ritardare  fuo  &  della  partita  dell' antiguardia  ufcì  di  notte  di  Milano  con 
la  gente  incamiciata  :  egli ,  perche  haueua  già  lungamente  il  corpo  impedi- 
to da  dolori  ,  armato  in  fu  una  fedia  portato  da  quattro  huomini  :  &  giun- 
ta a  due  miglia  di  Landriano  ,  andando  fien^a  fuoni  di  tamburi  y  intefo  dal- 
le fòie  San  Volo  non  effere  ancora  partito  da  Landriano  y  accelerato  ilpajfo 
gli  affaltò  innanzi  [ape {fero  la  fiua  uenutay  e {fendo già  il  primo  {quadrone 
de  Francefi  fiotto  Gian  Tommafioda  Gallerà  caminato  tanto  innanzi  che 
non  era  a  tempo  al  fioccorfio  de 'fimi  :  &  benché  San  Volo  {per  andò  in  dumi- 
la  cinquecento  Tedefichi  y  che  haueua  fimontato  a3  piedi  ,  combatte fie  ualoro 
famente  y  cominciarono  effi nondimeno  fatta  leggiere  difefiaa  ritirar  fi  ,ma 
furono  fofienuti  da  Gian  Gieronimo  da  Caftiglione  y  &  da  Claudio  longone 
capi  di  dumila  Italiani  y  che  combatterono  egregiamente  :  ma  alfine  uoltan- 
dole  (palle  icaudli&i  Tede  fichi,  gli  Italiani  fecero  il  medefimo;  &  San 
San  Po!o,&  Toh  rimontato  a  cauallo ,  uolendo  paffare una  gran f offa  refio  prigione, & 
altri  Capi  pri  con  lui  Gian  Gieronimo  da  Cafiiglione ,  Claudio  longone,  Lignach, Car- 
pioni dd  Leua  bone  j  &  altri  capi  di  importanza  :  le  genti  furono  rotte  >  &  prefi  molti  at- 

-  .      .  ualli 


DECIMO!^  0  ?^  0.  177 

uaMy&  ì  cariaggi  qua  fi  di  tutto  l' effer cito,  &  tutta  iy  artigli  ari  a  :faluaronfi 
quafi tutte  le  lance  ,  &  il  Conte  Guido  con  la  V 'augnar dia  :  &  fi  ridurrò  a 
Tania ,  £7-  dì  quiui  al  principio  della  notte  a  Lodi  ;  fi  impauriti  y  che  furono 
per  romper  fi  da  loro  medefimi,  &  ne  reflarono  affai  in  camino  ;  &  i  Capitani 
fifeufauano  per  non  fi  effer  e  pagate  le  genti 3dtlle  quali  le  Francefife  ne  ritor-  ' 
narono  tutte  in  Fràciaicofi  pofitte  l'armi  quafi  per  tutta  Italia  per  gli  infelici 
fuccejfi  delle  genti  de'  Francefili  penfieri  de  Trincipi  maggiori  erano  miti  *  Princìpi  voi 
agli  accordi  :  de'  quali  il  primo  ,  chefucceffe  yfu  quello  del  Tontefice  con  Ce-  tl  *      ^,or^°T 
fare y  che  fi  fece  in  Bar^alona  molto  fauoreuole  per  il  Tontefice  y  o  perche  Pontefice  con 
C  e  far  e  de  fiderò  fi ffrmo  di  p  affare  in  Italia  cere  affé  di  rimuouerfi  gli  ofiacoli ,  Celare  m  Bar- 
parendoglihauere  per  q^ueflo  rijpetto bifogno dell' amicitia  del  Tontefice,  o  zalona,&loro 
uolendo  con  capìtoli  molto  larghi  dargli  maggiore  cagione  di  dimenticare  caPltoJatloni'« 
l'offe  fé  hauute  da'  fuoiminìfiri ,  &  dal  fuo  efferato.  Che  tra  il  Tontefice 
&  Cefare  fuffe  pace  &  confederatone  perpetua .  Concedeffe  il  Tontefice  il 
pafio  per  le  Terre  della  Qhiefa  all'esercito  Cefareo ,  fé  uolefie partire  del  ì\e 
gno  di  lS{apoli  :  Cefare  per  rifletto  del  matrimonio  nuouo  ,  &  per  la  quiete 
d'Italia  rimetterà  in  Firenze  il  figliuolo  di  Lorenzo  de'  Medici  nella  medefì- 
ma gr and e^a  che  erano  i  fuoi  innanzi  fuffero  cacciati yhauuto  nondime- 
no ricetto  delle  ff  e  fé  farà  per  la  detta  refiitutione ,  come  tra  il  Tapa  &  luì 
farà  dichiarato ,  Curerà  il  più  prefio  fi  potrà  o  con  l'arme  o  in  altro  modo 
più  conueniente  che  il  Tontefice  fia  reintegrato  nella  pofieffione  di  Ce\uiayet 
di  B^auenna ,  di  Modona,  di  Reggio ,  &  di  tubiera  fen-^a  pregiuditio  delle 
ragioni  dello  Imperio  y  &  della  Sedia  *Apofìolica .   Concederà  il  Tontefice, 
rihauute  le  Terre  predette  a  Cefare  per  rimuneratione  del  beneficio  riceuuio 
la  inuefiitura  del  I{egno  'Napoletano ,  riducendo,  il  cenfo  dell! ultima  inuefii- 
tura  a  uno  cauallo  bianco  per  ricognìtione  del  fendo  ,  &gli  concederà  la  no 
mìnatione  a  uno  cauallo  di  uentiquattro  Chiefe  Cattedrali  y  delle  quali  era  in   . 
controller  fia  y  refiando  al  Tapa  la  diffofitione  delle  Chiefe  che  non  fufiero  di 
Tadronato  y  &  degli  altri  benifiàj .  //  Tontefice  y  <&  Cefare  quando  paf* 
fera  in  Italia ,  fi  abbocchino  infieme  per  trattare  la  quiete  d'Italia,  &>  la 
pace  uniuer fiale  de'  Chriftiani  y  riceuendofi  l'uno  l'altro  con  le  debite  &  con- 
fuete  cerimonie ,  &  honore .  Cefare  ,fe  il  Tontefice  gli  domanderà  il  brac- 
cio fecolareper  acquifiare  Ferrara ,  come  auuocato ,  protettóre ,  &  figliuo- 
lo primogenito  della  Sedia  ^Lpoflolica  gli  affifterà  infino  alla  fine  con  tutto 
quello  che  farà  alihorain  f uà  f acuità  y  &conuerranno  infieme  delle  ffefe  y 
modi,  &  forme  da  tener  fi  fecondo  la  qualità  de'  tempi ,  &  del  cafo .  //  Ton 
tefice,&  Cefare  di  commune  con  figlio  penferanno  a  qualche  me^oe  perche 
la  caufa  di  Francefco  Sforila  fi  uegga  digiuflìtia  legitimamente ,  &  per  giù 
dici  non  foretti  y  accioche  trouatolo' innocente  fia  reflituìto  :  altrimenti  Ce- 
fare offerifceicheybenchela.diffofitionè  del  Ducato  di  Milano  appartenga  a 

M 


I?3  L     I     E  '^    0 

lui  ,  ne  difyorra  con  configlio ,  &  con  confentimento  del  Tonteflce  ,  &  ne  in- 
uefiirà  per  fona  che  gli  fi  a  accetta  o  ne  difyorrà  in  altro  modo,  come  parrà 
più  fpediente  alla  quiete  d'Italia .  "Promette  Ce  fare  che  Ferdinando  l{e  di 
angheria  fuo  fratello  confentird  che  uiuente  il  Pontefice ,  &  due  anni  poi, 
il  Ducato  di  Milano  piglierd  i  Sali  di  Ceruia ,  fecondo  la  confederation  e  fat- 
ta tra  Cefare  &  Lione  ,  confermata  nell'ultima  inueflitum  del  F^egno  di  ls(a 
poli  ,  non  approuando  perciò  la  conuentione  fattane  col  ]\e  di  Francia  ,  <& 
fenica  pregiuditio  delle  ragioni  dello  Imperio ,  &  del  $e  dì angheria.  T^on 
poffi  alcuno  di  loro  in  pregiuditio  di  quefta  confederatane  quanto  alle  co  fé, 
d'Italia  fare  leghe  nuoue  ,  ne  ofieruare  le  fatte  contrarie  a  quefta  :  poflìna 
nondimeno  entrami  i  Finiti ani  Jafciando  quello  poffeggono  nel  Pregno  di  T^a 
poli ,  &  adempiendo  quello  a  che  fono  obligatt  a  Cefare  ,&  a  Ferdinando 
per  l'ultima  confederai  ione  fatta  tra  loro,  &  rendendo  Rguenna  &  Ceruia  , 
rìferuate  etiandio  le  ragione  de'  danni  &  intere  (fi  patiti  per  conto  di  quefle  co 
fé .  Faranno  Cefare  &  Ferdinando  ogni  opera  poffihile  perche  gli  hereticifi 
riduchino  alla  uera  uia ,  &  il  Pontefice  tiferà  i  rimedtj  fpirituali  :  &  Pian- 
do contumaci,  Cefare  &  Ferdinando  gli  sforeranno  con  l'arme,  ejr  ti 
"Pontefice  curerà  che  gli  altri  Principi  Chriftiani  uaffiftino  fecondo  le  for^e 
loro .  l<(on  riceueranno  il  Pontefice ,  e^  Cefare  protettone  difudditi ,  uaf- 
falli,  &  feudatari]  l'un  dell' altro ,  fé  non  per  conto  del  diretto  dominio ,  che 
haut fiero  fopra  alcuno  ,ne  fi  cftendendo  oltra  quello  :  &  le  puotcttioni  altri 
menti  prefe  fi  intendino' derogate  in  fra  uno  me  fé .  la  quale  amicitia,&  con- 
giuntione  perche  fuffe  più  Viabile  la  confermarono  con  Hr etto  parentado, pr a 
mettendo  Cefare  di  dare  per  moglie  Margherita  fua  figliuola  naturale ,  con 
+  Margherita  d0te  fa  entrata  di  uentimila  ducati  l'anno  ad  ^Aleffandro  de'  Medici ,  figlino- 
'  plmola  dl  ~e  lo  di  Lorena  già  Duca  d'Vrbino ,  al  quale  il  Pontefice  difegnaua  di  uolgere 
per  moglie  ad  là  grandezza  fecolare  di  e  afa  fua  :  perche  nel  tempo  che  era  slato  in  perico- 
Aleflandro  de*  lo  di  morte  haueua  creato  Cardinale  Hippolito  figliuolo  di  Giuliano ,  Con- 
Medi  ci.  uennero  nel  tempo  medefimo  in  articoli  ftparati .  Concederà  il  Pontefice  a 

Cefare  ,&al  fratello  per  difenderfi  contra  Turchi  il  quarto  delle  entrate  de' 
benefica'  Ecckfiaflici  nel  modo  conceduto  da  Adriano  fuo  predecejfore.  Jlf- 
foluerà  tutti  ostelli ,  che  in  l\oma  o  in  altri  luoghi  hanno  peccato  contra  la  Se 
dia  xApofiolica  ,&  quelli  che  hanno  dato  aiuto ,  configlio ,  &fauore,  o  che 
fono  slati  partecipi  o  hanno  hauuto  rate  le  cofe  fatte,  o  approuatele  tacita- 
mente o  efpreffamente  o  prefiato  il  confenfo  :  ls[on  hauendo  Cefare  publicato 
la  Crociata  concedagli  dal  Pontefice  meno  ampia  che  l'altre  concede  innan- 
zi ,  il  Pontefice  eflinta  quella  ne  concederà  un'altra  in  forma  piena  &  am- 
.'t ,  pia,  come  furono  le  concedute  da  Giulio,  &  da  Leone  Pontefici.  Il  quale  accor 
do ,  fendo  già  rifolute  tutte  le  difficultà ,  innanzi  fi  sìipulaffe ,  foprauenne 
a  Ctfarel' auifo  della  rotta  di  San  Toh:  &  ancora  che  fi  dubitaffe  che  per 


• 


■  • 


DECIMO       ^  0  V^O.  179 

vantaggiare  le  fve  conditìoni  voleffe  variare  delle  cofe  ragionate ,  nondime*- 
ho  prontamente  confermo  tutto  quello  che  s'era  trattato,  ratificando  il  mede- 
fimo  dì  che  fu  il  uigefimo  nono  di  Giugno  innanzi  all' altare  grande  della  Chic 
fa  Cattedrale  di  Bar^alona  con  folenne  giuramento .  Ma  con  non  mino-  Pliche  deli* 
re  caldera  procedevano  le  pratiche  della  concordia  tra  Cefare ,  &  il  I{e  t?c?r      .*\ 
di  Francia  :  per  le  quali  poi  che  furono  venuti  i  mandati  3fv  deflinato  Cam-  &  Francia. 
Irai 3  luogo  fattale  agrandiffime  conclvfioni  3  nel  quale  fi  abhoccaffero  Ma-  t  Cambra! 
dama  Margherita  3  &  Madama  la  Reggente  madre  del  Kg  di  Francia3sìu-  *uo§°  &fate  * 
diandofi  il  t\e  con  ogni  diligentia ,  &  arte  3  <&  con  promettere  ancora  quello  ^ra n  i  '  ^ mi? 
che  haueva  in  animo  di  non  offeruareagli  Imbafciadori  de  Collegati  d'Ita- 
lia,per  eh  e  il  Re  di  Inghilterra  confentiva  a  quefìi  maneggiai  no  fare  concor 
dia  con  Cefarefen^a  còfenfo,  et fatisfattione  loro-.perche  temeva  che  infofyet 
titi  della  fva  volontà ,  non  prevennero  ad  accordare  feco  3  &  cofi  di  non  re- 
careefclufo  dati 'amicitia  ditvtti  :  però  fi  sformava  perfvadere  loro  di  non  Re  d'InghìU 
fperare  nella  pace  3  anzi  h avere  volto  ipenfieri  alle  provifioni  della  guerra  ;  terra  nò  ìper* 
[opra  le  quali  trattando  continuamente .  haueua  mandato  il  Vefcouo  di  Tar-  do  neIIa.  Pace 
ha  in  Italia  con  commeffione  di  trasferir  fi  a  Vinegia3al  Duca  di  Milano  >  J^Ver"  M 
a  Ferrara  <&  a  Firenze per  praticare  le  cofe  appartenenti  alla  gverra3  &  diTarba. 
promettere  che  paffando  Cefare  in  Italia  3  pafferebbe  anche  nel  tempo  mede- 
fimo  con  efferato  potentijfimo  il  P\e  di  Francia  3  concorrendo  per  la  loro  par- 
te alle  prouifioni  neceffariegli  altri  Collegati  :  &  nondimeno  fi  slrigneva  con 
tinvamente  la  pratica  dell'accordo  3  per  la  quale  a  fette  dì  di  Luglio  entra- 
rono per  di  ver  fé  porte  con  gran  pompa  tuttedue  le  Madame  in  Cambrai:  & 
alloggiate  in  due  cafe  contigue  che  haueuano  l'adito  dell'una  nell'altra,  par- 
larono il  dì  medefimo  infieme  3  &  fi  cominciarono  per  gli  agenti  loro  a  trat- 
tare gli  articoli  3  efftndo  il  t\e  di  Francia  3  a  chi  i  Vinitiani  impauriti  di  qve- 
fla  congivntìone  facevano  grandiffime  offerte  3  andato  a  Compiegni  per  effe- 
re piv  preffoa  rifolvere  le  difjicvltà3  che  occorreffero .  convennero  in  quel 
luogo  non  folamente  le  due  Madame  3  ma  etiandio  per  il  Re  d'Inghilterra  il  Principi  con- 
Vefcovo  di  Londra  ,  <&  il  Dvca  di  Svffolc  :  perche  col  confenfo  ,  &  partici-  "cnutl  m  Ca~ 
patione  di  qvelFg  fi  tenevano  quefie  pratiche;  &  il  Tonteficeuiman-  care  la  pace.  * 
dò  l' jlrciuefcouo  di  Capua  :  &u 'erano  gli  Imbafciadori  di  tutti  i  Colle- 
gati ,•  ma  a  quefti  riferiuano  i  Fr  ance  fi  cofe  diuerfe  alla  verità,  di  quello 
che  fi  trattaua  3  effendo  nel  F{e  o  tanta  impietà  o  fi  folo  il  penfiero  dello 
intereffe  proprio  ,  che  confifieva  tutto  nella  ricvperatione  de'  fvoi  figli- 
uoli 3  che  facendogli  infiamma  grande  i  Fiorentini,  che  fegvitando  l'ef- 
fempio  di  quel  che  il  Bg  Luigi  fvofvocero  &  anteceffore  h aveva  fatto  l'an- 
no mille  cinquecento  dodici ,  confentiffe ,  che  per  falvarfi  accordaffero  con  Rifpoftadd 
Cefare,  h aveva  ricvfato,  promettendo  che  mai  non  conchiuderebbe  l'accor-  Re  di  Francia 
do  fen^ainclvder  veglia che  fi  trovava  preparatiffimo  afarelagverra,  co-  a  fI0rcnt""» 

M     ti 

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l$o  '      -       L  I  B  ^0 

me  anche  nella  maggiore  sìrette^a  del  praticare  prommetteua  continua- 
mente attutigli  altri.  Sopr attenne  a  ucntitre  di  Luglio  l'auifo  della  capi- 
tolatane fatta  tra  il  "Pontefice  &  Cefare ,  &  ejìendo  molto  sìretta  la  prati- 
ca y  fi  turbò  in  modo  per  certe  diflìculta 3  che  nacquero  fopra  alcune  Terre 
della  Francia  Contea  3  che  Madama  la  Reggente  fi  me  fi  e  in  ordine  per  par- 
tir fi  :  ma  per  opera  del  Legato  del  Tontefice 3  e^  principalmente  dell' lArci- 
Pace  conclufa  uefeouo  di  Capua  fi  fece  la  conclufione  3  ancora  che  efiendogia  conclufa  il  Bg 
in  Cambrai.     ^  fr£cja  promettere  le  cofe  medefime  che  haueua  prima  promefie  à  Collega 
ti.  Finalmente  il  quinto  dì  d'^igofìoft  publicò  nella  Chiefa  maggiore  di 
Cambrai  folennemente  la  pace  >  della  quale  il  primo  articolo  fu  :  Che  ifigli- 
lace  traCe  uo^  ^  %?  fufiw°  liberati  pagando  il  Bg  a  Cefare  per  la  taglia  loro  uno  mi- 
fa  re,  &  il  Re    'Itone 3  <&  dugento  migliaia  di  ducati 3  &  per  lui  al  Rg  di  Inghiltera  dugento 
di  Francia,       mila .  j\eftituire  a  Cefare  tra  fei  fettimane  dopo  la  ratificatone  tutto  quello 
pofiedeua  nel  Ducato  di  Milano  :  lafciargli  A  sii  3  &  cederne  le  ragioni:  la- 
nciare più  preflo  potefse ,  Barletta  3  &  quello  teneua  nel  Bggno  di'\apoli. 
Trotcflare  a!  Vinitiani  3  che  fecondo  la  forma  de*  Capitoli  di  Cugnach ,  re- 
Hituifsero  le  Terre  di  Puglia  3  &  in  cafo  non  lo  facefsero 3  dichiararfi  loro 
nimico  3  ejr  aiutare  Cefare  per  la  ricuperatone  con  trentamila  feudi  il  me  fé  y 
&■  con  dodici  Galee  3  quattro  Is^aui  &  quattro  Galeoni  pagati  per  fei  me  fi . 
Tagare  quello  che  era  in  fua  poffan^a  delle  Galee  prefe  a  Portofino  3ola  uà 
luta  y  defalcato  quello  che  poi  hauefftroprefo  Andrea  Doria  o  altri  minifiri 
di  Cefare .  abolire  3  come  prima  erano  conuenuti  a  Madril  3  la  Superiori- 
tà di  Fiandra  &  d'^Artois  &  cedere  le  ragioni  di  Tornai  y  e^  d'Arazzo . 
^Annullare  ilprocefso  di  Borbone  3  &  rtfiituire  Ihonore  al  morto  3  &i  beili 
a  fucce fiori  y  benché  Cefare  fi  querelafse  poi  che  il  Fg  fubìto  che  hebbe  ricu- 
perati i  figliuoli  li  tolfe  loro .  Si  reftituifsero  i  beni  occupati  ad  alcuno  per  con 
io  della  guerra  o  a  fuoi  fucce  fiori  :  il  che  anche  dette  a  Cefare  caufa  dique- 
.  .      r    rela  :  perche  il  I{e  non  reflituìi  beni  occupati  al  Principe  d'Oranges  .  S'in- 
tende fiero  eflinti  tutti  i  cartelli  &  etiandio  quello  di  liberto  della  Marcia  ♦ 
i?-  ^opre     Fu  comprefoin  quefta  pace  per  principale  il  Tontefice  3  &ui  fu  inclufo  il  Du 
Celare  e  il  Re  ^a  di  Sauoia generalmente  come  fuddito  dello  Imperio  y  fyetialmente  come 
di  Francia.      nominato  da  Cefare:&  che  il  F{e  non  s'hauefse  a  trauagliarepiu  in  cofe  d'Ita 
Uà  ne  di  Germania  infauore  d'alcuno  'Potentato  in  pregiudido  di  Cefare 3ben 
che  il  Bg  di  Frància  ajfermafse  ne'  tempi  feguenti  non  efsergli  prohibito per 
quefta  concordia  di  ricuperare  quello  che  il  Duca  di  Sauoia  occupaua  delP^e 
gno  di  Francia,  &  quel  che  pretendeua  appartenetegli  per  le  ragioni  di  Ma 
dama  la  Figgente  fua  madre. Vi  fu  ancora  un  capitolo  che  nella  pace  fi  ìnten 
de  fiero  inclufi  i  Vinitiani  &  i  Fiorentini  3  in  cafo  che  fra  quattro  me  fi  fu  fie- 
ro delle  differente  loro  d'accordo  con  Cefare  3  che  fu  come  una  tacita  efclu- 
fione3  &  ilfimile  il  Duca  di  Ferrara.  T^e  de'  Baroni  &Fuorufciti  del  Bggno 


4         il 

-    ,■ 

I         . 


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D  E  CI  MO  ■■    7s^  0  7^  0.  I8l 

■di  Trapali  fu  fatto  m catione  alcuna,  il  B^  fatto  l'accordo  andò  fubitoa 
C ombrai  a  infilare  Madama  Margherita  :  c^  non  effóndo  però  al  tutto  idi  M  Re  fchìua  il 
atto  tanto  brutto  fen^a  ucrgogna  3  fuggi  per  qualche  dì  con  uarij  fubterfu-  ^°*P e"°  de  g*f 
gij  il  conjfretto  &  l'audienza  degli  Ambafciadori  de'  Collegati  :  a*  quali  poi  d^Colleaat*" 
finalmente  3  uditi  in  diffr  arte  3  fece  feufatione ,  che  per  ricuperare  i  figliuoli  t  II  Refi  feu 
non  haueua  potuto  fare  altro  :  ma  che  mandaua  l  Ammiraglio  a  Ce  fare  per  &  con  gli  Im- 
beneficio  loro ,  &  dando  altre  uane  ffreran^e ,  promettendo  a  Fiorentini  di  j^fo^ori  del 
preflare  loro ,  perche  s'aiutaffero  da  gli  imminenti  pericoli  y  quarantamila  con  Celare3 
ducati  y  che  riufeirono  come  l' altre  promeffe  :  &  dimoftrando  farlo  per  loro 
fatìs fattone  dette  licenza  a  Stefano  Colonna,  del  quale  non  intendeua  piufer- 
uirfì y  che  andaffe  agli  ìiipendu'  loro .  Le  quali  cofe  mentre  che  fi  trattaua-  -StatoxfenVco 
no  y  Antonio  de  Lena  haueua  ricuperato  Biagraffa,  &  il  Duca  d'orbino  iedìLombàr 
flandofi  nell'alloggiamento  di  Cafciano  :  &  attendendo  con  numero  incredi* 
bile  diguaftatori  a  fortificarlo  configliaua  fi  teneffe  Tauia  y  &  Santo  An- 
gelo ,  allegando  l'alloggiamento  di  Cafciano  effere  opportuno  afoccorrere  Lo 
di ,  &  Tauia .  Ando  poi  Antonio  de  Lcua  a  En^ago  a  tre  miglia  di  Ca- 
/ciano ,  donde  continuamente  fcaramuci  au  a  con  le  genti  Vinitiane  :  & ■ulti- 
mamente da  En^ago  a  Vaurio  per  correre  nel  Bergamafcoo  per  effergli  sìa       ••  ■.  ■  ■  :  ■ 
te  rotte  l'acque  da'  Vinitiani .  Entrò  il  Viftarino,  in  quefìo  tempo  in  Valen-  .. 
\a  per  il  Caftello  3  &  roppe  dugento  fanti  che  n'erano:  &gia  erano  arriua-  tra  in  Va^éz^ 
ti  di  Luglio  per  mare  a  Genoua  dumila  fanti  Spaglinoli  per  affrettare  la  uenu  &  rompe  ioo 
ta  di  Cefare ,  il  quele  fubito  che  hebbe  fatto  l'accordo  col  Tontefice  commèf-  fonti, 
fé  al  Trincipe  d'Oranges  y  che  a  requifitione  del  Tontefice  affaltaffe  con 
l'efferciro  lo  Stato  de'  Fiorentini  :  ilquale  uenuto  all'Aquila  racccoglieua  a'  Cefare  impo- 
confini  del  J\egno  le  genti  fue  ;  ricer collo  inftantemente  il  Tontefice  che  paffaf  #  Orango  ^ 
fé  innanzi  :  perciò  il  Trincipe  fen^a  le  genti  l'ultimo  dì  di  Luglio  andò  a  l{o-  che  affalta  lo 
ma  per  sìabilire  feco  le  prouifioni;doue  dopo  uarie  pratichete  quali  tre  uol-  Srato  di  Firea 
te  furono  uicine  alla  rottura  per  le  diffidata  che  faceua  il  Tapa  allo  ffrenderc  ze* 
compofero  finalmente  y  che  il  Tontefice  gli  deffe  di  prefente  trentamila  duca- 
ti y  &  in  breue  tempo  quarantamila  altri  y  perche  egli  a  ffrefe  dì  Cefare  ri- 
duceffe  prima  Terugia  3  cacciatone  Malatefla  Baglione  s  a  ubbidienza  della. 
Qhìefa  :  poi  affaltaffe  i  Fiorentini  per  reflituire  in  quella  Citta  la  famiglia 
de  Medici  y  co  fi  che  il  Tontefice  riputaua  facilifjima,  perfuadendoft  che  ab- 
bandonati da  ciafeuno  haueffe  fecondo  la  confuetudine  de'  fuoi maggiori più 
preflo  a  cedere 3  che  a  mettere  la  patria  in  fommo  y  &  manifefliffimo  perico- 
lo .  però  raccolfe  il  Trincipe  le  fue  genti  y  le  quali  erano  tremila  fanti  Tede-  c     .  , .    , 
/chi,  ultime  reliquie  dì  quelli  3  che  erano  &  di  Spagna  col  Viceré,  &di  cipe  d'Orarl- 
Germania  con  Giorgio  Fronffrergh  paffati  in  Italia  $  <&•  quattromila  fanti  oes. 
Italiani  non  pagati  fiotto  diuerfi  Colonnelli  y  Tierluigi  da  Farne  fé  yil'Qonte  di 
San  Secondo ,  <gj*  //  Colonnello  di  Marcio,  &  Sciarra  Colonna  :&ilTon- 

M    iij 


181  L     I     B     \    O 

tcfice  cauò  di Caflel  Sant'agnolo  per  accommodarlo  tre  cannoni,  &  alcuni 
altri  peigi  d'artiglierie  :  <&*  dietro  a  Oranges  haueua  a  uenire  il  Marche  fé 
del  Guaflo  co' fanti  Spagnuoli  3  che  erano  in  Tuglia .  Ma  in  Firenze  era  de- 
liberatone  molto  diuerja3&gli  animi  oflinatiffimi  a  difender  fi  :  la  quale  per 
tire  fu  cagione  di  co  fé  molto  notabili  pare  molto  conueniente  defcriuere  par- 
ticolarmente il  fito  della  Citta . 

Le  quali  co  fé  mentre  da  ogni  parte  fi  preparano ,  Ce  far  e  partito  di  Bar^i 
Iona  congrofj'a  armata  di  't^aui  3  &  di  Galee  :  in  fu  la  quale  erano  mille  ca- 
miti y  &  nouemila  fanti  ;  poi  che  non  fin^a  trauaglio,  &  pericolo  fu  siato 
Cefare  a  Ce-  in  mare  quindici  dì  arriuò  il  duodecimo  dì  d'*Agojlo  aGenoua;  nella  quale 
nooa.  Chtò  hebbe  notitia  della  concordia  fatta  a  Cambrai  :  &  nel  tempo  medefi- 

mo  pafiò  in  Lombardia  a  gli  sìipcndij  fuoi  il  Capitano  Felix  con  ottomila 
Tede/chi .  Spaiientò  la  uenutafua  con  tanto  apparato  gli  animi  di  tutta  Ita- 
lia ,  già  certa  d'ejfergli  slata  lafciata  in  preda  dal  F{e  di  Francia  :  però  i  Fio- 
iHorcndni0  ^èètìnì  sbigottiti  in  fu  primi  auifigli  eltjfero  quattro  ^imbafeiadori  de  prin 
quattro  eletti'  opali  della  Città  per  congratularfifeco  della  uenutafua 3  &  cercare  di  coni- 
si Celare.        porre  le  cofi  loro  :  ma  poi  ripigliando  continuamente  animo  moderarono  le 
commeffioni ,  riflrignendofi  filo  a  trattare  fico  de  gli  intereffi  fuoi 3  &  non 
delle  differente  col  Tontefice  iterando  chea  Ce  far  e  per  la  memoria  delle  co 
fèpafiate  3  &  per  la  pie  dola  confidenza 3  che  fileua  ejferetra  i  Tontefici, 
&gli  Imperatori  fujfe  molefla  la  fua grandetta;  &  poco  haueffe  a  defide- 
rare  3  che  non  aggiugnejfe  alla  potenza  della  Chiefa  l'autorità 3  &  le  for^e 
dello  Stato  di  Firenze .  Dijpiacque  molto  a  Vinitiani  3  che  effendo  i  Fior  ca- 
tini Collegati  con  loro  haueffero  eletto  al  commune  nimico 3  finita  loro  parti- 
cipatione,  ^Ambafiiadori  :  '&  fi  ne  lamento  anche  il  Duca  di  Ferrara 3  ben- 
Pnncipi d'Ita  cjoe  fegU\ian^0  l'ejfempio  loro  uè  ne  mandò  anche  egli  finitamente  :  &  i  Vi- 
Ambal'cia^do-  W*tóf  confentirono  al  Duca  di  Milano  3  chefacefie  il  mede  fimo  :  il  quale  mol 
ri  a  Cefare.      to  innanzi  haueua  tenuto  occultamente  pratica  col  Tontefice  3  perche  l'accor 
d'affe  con  Cefare  ;  conofeendo  etiandio  innanzi  alla  rotta  di  San  Volo  potere 
Jperare  poco  nel  I{e  di  Francia,  &  ne'  Vinitiani  ♦  Fece  Cefare  sbarcarci 
t  Spagnuoli  feriti  spagnuoli  che  haueua  condotti  fico  a  Sauona ,  &  li  uoltò  in  Lombar- 
venun  con  Ce  ^  ^  p^J^  Antonio  de  Leua  ufiiffe  potente  in  campagna  :  &  haueua  offer 
aaSauona.Can°  to  di  sbarcargli  alla  Spetie  per  mandargli  inTofcanaima  al  Tontefice  per 
la  impreffione  3  che  s' haueua  fatto  non  paruero  neceffarie  tante  for%e  3  defi- 
derando  maffimamente  per  confiruatione  del  paefe  non  uolgere  finta  bifo- 
giio  tanto  impeto  contra  quella  Città  :  contra  la  quale  3  &  contra  Malatefla 
Baglione  già  procedendo  feopert amente 3  fece  ritenere  nelle  Terre  della 
Chiefa  il  Caualiere  Sperello  3  il  quale  fpedito  con  danari  innanzi  alla  capito- 
latone fatta  a  Cambrai  dal  I{e  di  Francia  a  Malatefla ,  /'/  quale  haueua  ra- 


13 


DECIMO       X°X0'  '*** 

tificato  la  fua  condotta y  ritornaua  a  Verugia .  Fece  anche  ritenere  appref- 
fo  a  Bracciano  i  danari  mandati  da  Fiorentini  all' 'abbate  di  Far  fa  condotto 
da  loro  con  dugento  caualli  perche  foldaffe  mille  fanti  :  ma  fu  necejfitato  pre 
slo  a  reflituirgli  ;  perche  battendo  il  Tontefice  deputati  legati  a  Cefaret  Cor  +  Cardinali 
dinalt  Farne  fé  y  Santa  Croce ,  &  Medici y  &  pacando  quello  di  Santa  Croce      Satl  a  Cs- a 
per  le  Terre  fue  y  l'abbate  battendolo- fatto  ritenere  y  non  lo  uolle  liberare  3 
fé  prima  non  ribautua  i  danari.  *  Ma  i  Fiorentini  continuàuano  nelle  loro  pre 
parationi ,  hauendo  in  uano  tentato  con  Ce  fare  che  infimo  che  hauejje  udito 
gli  jlmbafci adori  loro  fi  fermaffero  l'arme  :  ricercarono  Don  Hercole  d$ 
Efle  primogenito  del  Duca  di  Ferrara ,  condotto  da  loro  fci  me  fi  innanzi  per 
Capitano  Generale  y  che  ueniffe  con  le  fue  genti  come  era  obligato  in  aiuto 
loro  :  il  quale  benché  haueffe  accettato  i  danari  mandatigli  per  foldare  mille 
fanti  y  deputati  y  quando  e  aitale  aua  per  guardia  (uà  :  nondimeno  anteponen- 
do ti  padre  le  conjiderationi  dello  Stato  alla  fede  y  ricusò  d'andare ,'  non  re- 
ilituiti  anche  t  danari  y  benché  mando  ifuoi  caualli  y  onde  i  Fiorentini  gli  dì f-         ,    . 
differo  il  beneplacito  del  fecondo  anno .  Magia  il  Vrìncipe  d'Oranges  il  de- 
cimo  nono  dì  d'^goflo  era  a  Terni y  &  i  Tedefchi  a  Fuligno  y  doue  fi  face- 
uà  la  maffa  :  effendo  cofa  ridicula y  che  effendo  fatta  y  e^  publicata  la  pace 
tra  Ce  far  e  y&  ilP^e  dì  Francia  y  il  Vefcouo  di  Tarba  come  ^ìmbafeiadore     '■ 
del  i\e  a  Vinegia  y  a  Firenze  ;  a  Ferrara ,  &  a  Verugia  magnificale  le  pro^ 
uifioni  potentisfime  del  I{e  alla  guerra  y  &  confortale  loro  a  fare  il  mede  fi- 
mo .  Venne  poi  il  Vrìncipe  con  fei  mila  fanti  tra  Tedefchi  y  &  Italiani  d 
campo  a  Spelle  ;  doue  apprefentandofi  con  molti  caualli  alla  Terra  per  rico- 
nojeere  il  fitto  y  fu  ferito  in  una  co  foia  da  quelli  di  dentro  Giouanni  dìVrbinay 
che  esercitato  in  lunga  mtlitia  in  Italia  teneua  il  Principato  tra  tutti  i  Ca- 
pitani di  fanti  Spagnuoli  ;  della  quale  ferita  morì  in  pochi  di  congraue  dan  Giouanni  d' 
no  dell'efferato  ;  perche  per  conftglio  fuo  fi  reggetta  quafi  tutta  la  guerra .  Vrbi'na  mor- 
piantaronfi  poi  l'artiglierie  a  Spelle  y  doue  folto  Lione  Baglione  fratello  na-  t0  *  Spelle. 
turale  di  Malatefla  erano  più  di  cinquecento  fanti  y  &  uenti  caualli  ;  ma  ef~ 
fendoft  battuto  pochi  colpi  a  una  torre  y  che  era  fuori  della  Terra  accanto  al 
le  mura  y  quelli  di  dentro  y  ancora  che  Lione  haueffe  dato  a  Malatefla  fpe- 
ran'za  grande  della  diftfa }  fi  arrenderono  fiubito ,  con  patto  y  che  la  Terra, 
&gli  huomini  fuoi  reflaffero  a  diferetione  del  Vrìncipe  :  i  foldati  y  faine  le 
perfine  y&le  robbe  y  che  poteffero  portare  addoffo  y  ufeiffero  con  le  ff  ade  fo- 
le y  ne  poteffero  per  tre  me  fi  feruire  contra'l  Vontefice  y  o  contra  Cefare  ;  ma  ^  \ 
rìell'ufcire  furono  qua  fi  tutti  fualigiati .  Fu  imputato  dìqueflo  accordo  non  £  da  ojj  fatóè» 
mediocremente  Giotiambatifila  Borghefiì  yfiuoruficito  Sanefie  yche  hauendo  co  *£& 
minciato  a  trattare  con  Fabio  Vetrucci  y  il  quale  era  nelX efferato  y  gli  dette 
laperfettione  con  aiuto  de  gli  altri  Capitani  y  il  che  Malatefla  attrìbuiuaa 
infedelitd,  molti  altri  a  uiltà  dì  animo*  Magli  Umbàfciadorì  Fiorentini 

M     iiij 


184  L  I  B  F^O 

+  Imbafcia-  pr  e  fintati  fi  in  tanto  a  Cefare,  s'erano  nella  prima  efrofitione  congratulati 
dori  Fiorctmi  fa^a  lienutA  fm }  &.  sfor^atifi  di  farlo  capace  ,  che  la  Città  non  era  ambi- 
sce ru   "     ^°fa  '  ma&rata  àz  benefici] ,  &  pronta  a  fare  commodità  a  chi  la  conferuaf 
fé  :  haueuano  fenfato ,  che  era  entrata  nella  Lega  col  [{e  di  Francia  per  vo- 
lontà del  Tontcfice ,  che  allbora  la  comandava,  &  bauer e  continuato  per  ne- 
ceffità;  non  procedendo  più  oltre,  perche  non  haueuano.commejjione  ,ma 
d'auifare  quello  che  fujfe  propofto.loro  ,  &  ejpreffo  comandamento  dalla  Eg- 
publica  ,  che  non  ttdijjèro  pratica  alcuna  col  Tontefice  :  mfitaregli  altri  Le- 
gati fuoi,  ma  non  il  Cardinale  de*  Medici  :  a  quali  fu  rifpoflo  dal  Gran  Can- 
celliere eletto  nuovamente  Cardinale,  che  era  neceffario  fatisfaceffero  al  Ton 
tefice,  &  querelandofi  effi  della  ingiuflitia  di  quefla  dimanda ,  riffofe  che  per 
efferfi  la  Città  confederata  co'  nimici  di  Ce  fare,  &  mandate  le  genti  a  offe  fa 
fua ,  era  ricaduta  da'  privilegi] ,  &  deuoluta  allo  Imperio;  &  che  però  Ce- 
fare ne  poteua  di/porre  ad  arbitrio  fuo .  Finalmente  fu  detto  loro  in  nome  di 
Ce  fare ,  che  face  fero  venire  il  mandato  habik  a  conuenire  etiandio  col  Ton- 
tefice ;  &  che  poi  s'attenderebbe  alle  differente  tra  il  Tapa ,  c^  loro ,  le  qua 
li  fé  prima  non  fi  componevano  non  voleva  Ce  far  e  trattare  con  loro  gli  hi- 
terejfi  propri]  :  mandar onlo  ampliamo  a  convenire  con  C efare,  ma  non  a  con 
+   Imbafcia-  uemre  c°l  Pontefice:  però  effendo  Ce  far  e ,  che  partì  da  Genova  a  trenta  dì  *A- 
doriFiorétìni  gofio ,  andato  a  Tiacen^a , gli  Imbafciadori  fegvitandolo  non  furono  am- 
no  ponno  en-  meffi  in  Tiacen^a ,  poi  che  s'era  intefo  non  havevano  il  mandato  nel  modo  , 
trare  in  Pia-    c  \Jt  ]}aueua  cbiefto  Ce  fare .  Cofi  reftarono  le  cofèfenza  concordia ,  &  baue- 
+    Cefare  la  ua  aìlc^e  Ce  fare ,  ricevuti  che  hebbe  rigidamente  gli  Imbafciadori  del  Du- 
pi  ima  volta    ca  di  Ferrara ,  fattigli  partire  ;  benché  ritornado  poi  con  nuove  pratiche ,  et 
riceue  rigida-  forfè  con  nuovi  favori  furono  ammeffi  :  mandò  anche  T^affav  Oratore  al  l\e 
Wc^$*  •*!?  ^  Francia  a  congratularfi,  che  con  nuova  congivntione  haveffero  riabilito  il 
Ferrara.         vincolo  del parentado,&  a  ricevere  la  ratificatione  :  per  le  quali  caufe  man 
dava  anche  alvi  il ]\eì '  ammiraglio ,  &  a  F^n^o  da  Ceri  mandò  danari , 
perche  fi  levaffe  con  tvtte  le  genti  di  Tuglia  ;  dove  preparò  anche  dodici  Ga- 
lee ,  perche  vandajfero  fitto  Fillippino  Doria  contra  i  Vinitiani  :  contra  qua, 
li  Cefare  mandò  ^Andrea  Doria  con  trentafette  Galee  :  benché  giudicando  do 
Filippino  Do  vere  effere  piv  certa  la  ricuperatione  de' figliuoli  ,fea  Cefare  refiaffe  qualche 
ria  deftinato    difficultà  in  Italia ,  dava  varie  fferan^e  a  Collegati ,  &  a*  Fiorentini  parti- 
•    &  a  rf™  •fo^rwew^P'?OWf^^^w^w^^^°^ofcw^w'^^£'  per  l' .Ammiraglio  da 
da ;  cdàrc       mr*  » non  P^'cbe  havejje  in  animo  di  fovvenire  o  loro ,  ogli  altri  ;  ma  perche 
contra  Vfnitia  fieffero  piv  renitenti  a  convenire  con  Cefare .  Traticavafi  intrattanto  conti- 
ni»  nvamente  tra  Cefare ,  &  il  Dvca  di  Milano  per  mano  del  Trotonotario  Ca- 

racciolo ,  che  andava  da  Cremona  a  Tiacen^a  ;  parendo  sìrano  a  Ce  far  e, che 
il  Dvca  fi  fida ffe  meno  di  lui  di  quello ,  che  bar  ebbe  creduto  ;  &■  il  Duca  da  al 
tro  canto  ridveendofi  difficilmente  a  fidar  fi ,  fu  introdotta  pratica,  che 


DECIMO      7^0  v^o.  isr 

vileffandria y  dr-  Vania  fi  depone ffero  in  mano  del  Vapa  infino  a  tanto  fuffe 
cono/cinta  la  caufafua  ;  a  che  Ce  far  e  non  uolle  acconfentire ,  non  gli  parendo 
fot  effe  refiflere  alle  forze  fine  ;  &  tanto  piti  y  che  Antonio  de  Lena  tra  anda-  ^^^  Lsua 
to  a  'Piacenza y  &  come  era  nimico  dell'odo ,  <&  della  pace y  l'haueua  con-  mm.Jc°  „    ° 

e  i  •      •    »i  x  ^  r  1-  rr         i      r      m    cio,&  della  pa 

fonato  con  molte  ragioni  alla  guerra  ;  pero  Cejaregli  commejje y  che  facejje  ce. 
la  imprefa  di  Vania  y  disegnando  anche  che  nel  tempo  medesimo  il  Capitano  t  Cefare  com 
Felix  y  che  erauenuto  co'  nuoui  lanri  y  &  con  caual\iy&  artiglierie  uerfo  mette  al.  Loia 
Tefchiera ,  &  di  poi  entrato  in  Brefciano  rompeffe  da  quella  banda  laguer-  p  iQi]j 
ra  contra  i  Vinitiani  ;  hauendo  fatto  il  Marchefe  di  Mantoua ,  tornato  nuo-  Marchcfc  dì 
uamente  alla  diuotione  Imperiale yCapitano  Generale  di  quella  impreft.Trat  Màtoua  ricor 
taua  intanto  il  Vontefice  la  pace  tra  Ce  fare ,  &  i  Vinitiani  con  fperanza  di  nato  ^lla  diuo 
conchiuderla  alla  uenuta  fua  di  Bologna  ;  perche  hauendo  hauuto  prima  pra  ^  ^  pL^rat 
tica  dì  abboccar  fi  a  Genona  con  lui ,  b alienano  poi  differito  di  commune  con-  u  la  pace  era 
fentimento  per  la  commodità  del  luogo  y  a  conuenirfi  a  Bologna  :  inducendo-  Cefare,  &  i  Vi 
gli  ad  effere  infieme  non  folo  il  defiderio  commune  di  confermare ,  &  confo-  nuianu 
lidare  meglio  la  loro  congiuntone  ;  ma  ancora  Cefare  la  nece(]ìtày  perche  ha- 
ueua  in  animo  di  pigliare  la  corona  dello  Imperio ,  &  il  Pontefice  la  cupidità 
della  imprefa  di  Firenze  ;  &  l'uno  y  &  l'altro  di  loro  il  dcfiderio  di  dare  qual 
che  forma  alle  co  fé  d'Italia  ;  il  che  non  fipoteua  fare  fenya  accommodare  le 
cofe  de'  Vinitiani  y  &  del  Duca  di  Milano  :  &  etiandio  di  prouedere  a'  peri-    . 
coli  imminenti  del  Turco  y  il  quale  con  grande  efferato  entrato  in  Vngheriay  ,  ..  _ 
caminaua  alla  uolta  d'<Auflna,  per  attendere  alla  ejpugnatione  di  Vienna .  fpi-ra  au>cfpB* 
ls(el  quale  tempo  tra  Cefare ,  &  i  Vinitiani  non  fi  faceuano  fattioni  di  mo-  gnatione  di 
mento  :  perche  i  Vinitiani  inclinati  ad  accordare  feco  y  per  non  irritare  più  Vienna. 
l'animo  fuo  haueuano  ritirato  l'armata  loro  dalla  imprefa  del  Caflello  di  Brin 
difia  Cor  fu;  attendendo  folo  a  guardare  le  Terre  teneuano;  <&in  Lom- 
bardia non  fi  facendo  per  ancora  fé  non  leggieri  efeurfioni  :  però  intenti  fó- 
to alla  guardia  delle  Terre  ,  haueuano  meffo  in  Brcfcia  il  Duca  d'Vrbi- 
no .  Erano  i  Tede  fichi  in  numero  mille  caualli  y  &  otto  in  dieci  mila  fanti  ri 
dottifi  a  Lonata;  difegnandofi  y  che  infieme  col  Marchefe  di  Manto- 
uà,  faceffero  la  imprefa  di  Cremona;  doue  era  il  Duca  di  Milano:  il 
quale  uedendofi  efclufo  dall' accordo  con  Cefare  y  &  che  ^Antonio  de  Le- 
ua  era  andato  a  campo  a  Tania  y    &  che  già  il  Caracciolo  andana  a 
Cremona  a  denunciargli  la  guerra,  conuenne  co' Vinitiani  di  non  fare 
concordia  con  Cefare  fen^a  confentimento  loro;  i  quali  fi  obligarono  t  Conuentfo 
dargli  per  la  difefa  del  fuo  Stato  dumila  fanti  pagati  t  &  ottomila  du-  ™  d}cl  Duca  dè 
cati  il  me  fé  ;  &gli  mandarono  artiglierie  y  &  gente  a  Cremona  ;  col  qua-  Vinitiani. 
le  aiuto  confidaua  il  Duca  potere  difendere  Cremona y  &  Lodi;  perche 
Tania  fece  contra  Antonio  de  Lena  picciola  refifien^a,  non  folo  perche 
non  nera  nettouaglia  per  due  mefi^ma.etiadio  perche  il  Tignar  do  fropofto 


186  L  1  B  \0 

a  guardarla  y  baueua  mandato  fochi  dì  innanzi  quattro  compagnie  di  fanti 
a  Santo  angelo y  doue  ^Antonio  de  Lena  baueua  fatto  dimoflratione  di  uo^ 
lerfi  accampare  ;  &  però  effendo  reflato  dentro  con  poca  gente y  diffidato  fi  di 
poterla  difendere  y  non  affettata  ne  batteria y  ne  affatto  ycome  uide  prepararfi 
|  Paiiia  fi  re   di  piantare  l'ai  tiglierie ,  fi  accordo  falue  le  perfine  ,&la  robbafua  >  &  de' 
àz  ad  Anc.  de  fe\£aft ,  con  grande  imputatane ,  che  haueffe  potuto  più  in  luiy  (  &  però  in* 
■M^Pizzìnaf  Cottolo  ad  affrettarfij  la  cupidità  di  non  perdere  le  riccbe'$Zey  che  baueua  ac 
do  biafimato  cumulate  in  tante  prede y  ebe  il  defiderio  di  faluare  la  gloria  acquiftata  per 
molte  egregie  opere  fatte  in  queflaguerray  &ffietialmente  intorno  a  Tania. 
Islel  quale  tempo  eragia  acce  fa  molto  la  guerra  di  Tofcana:  perche  il  Trin- 
ape  d'Oranges  prefo  che  bebbe  Spelle,  <&t  che  il  Mar  che  fé  del  Guafloyil  qua-* 
le  lo  feguit aua  co'  fanti  Spagnuoli  y  cominciò  ad  appropinquarfi  all'efferato 
fuo  y  uenne  al  Tonte  di  San  Ianni  preffo  a  Terugia  in  fui  Tenere  _,  doue  s'u- 
nirono fico  i  fanti  Spagnuoli  :  'nella  quale  Città  erano  tremila  fanti  de'  Fio- 
rentini.  H  aueua  il  Trincipe  innanzi  s'ac  camp  affé  a  Spelle  y  mandato  uno 
buomo  a  Terugia  a  perfuadere  a  Malatefla ,  che  cedeffe  alle  uoglie  del  Tonte 
fice  ; -il  quale  per  tirare  a  fé  in  qualunche  modo  la  Città  di  Terugia;  &  per 
Promette  del  defiderio ,  che  l'efferato  procedeffe  più  innanzi  y  offeriua  a  Malatefla ,  che 
Principe  fatte  HJcendofi  di Terugia  gli  confiruerebbe  gli i  Stati  y  &  beni  fuoi  proprij  :  con* 
'    fentirebbe  ycbe  liberamente  andafle  alla  difefa  de  Fiorentini  :  &•  s'oblighe- 
rebbe  y  che  Braccio  y  c^  Sforma  Baglioni  y  &g!i  altri  nimici  fuoi  non  rien* 
tr afferò  in  Terugiay&  benché  Malatefla  ajfermaffe  non  uolere  accettare  par 
tito  alcuno  fen^a  confentimento  de'  Fiorentini  y  nondimeno  udiua  continua- 
mente le  imbafeiate  del  Trincipe  :  il  quale  poi  che  baueua  acquiftato  Spelle  y 
gli  fiueua  maggiore  infanga .  communicaua  quefte  cofe  Malatefla  a'  Fio- 
rentini inclinato  fen-^a  dubbio  alla  concordia -.perche  ttmeua  alla  fine  delfuc- 
a-jjo  j.  &  forfè  che  i  Fiorentini  non  continuaflero  in  porgerli  tutti  gli  aiuti  de- 
fiderana  :  &  quando  haueffe  ad  accordare  y  non  ffcraua  potere  trottare  accor 
do  con  'migliori  conditioni  di  quelle  y  che  gli  erano  propolle  ;  firmando  molto 
meglio  y  che  ftnzd  offendere  il  Tontefice  y  &  dargli  caufa  dipriuarlo  de'  be- 
ni y  &  delle  Terre  y  che  fé  gli  preferuauano  y  gli  reflaffe  la  condotta  de'  Fio- 
rentini yChe  col  uolerfl  difendere  mettere  in  pericolo  lo  Stato  fuo  y  &  far  fi 
e  fi  fi  gli  amici  fuoi  y  &  tutta  la  Terra  :  perfeueraua  però  fempre  in  diredi 
non  uolere  accordare  fen^a  loro;  ma  foggiugnendo  y  che  uolendo  difendere 
;  Terugia  era  neceffario  che  i  Fiorentini  ui  mandaffero  di  nuouo  mille  fanti  y 
&  che  il  re  fio  delle  genti  loro  fac  effe  tefta  all'Orfaia  lontana  cinque  miglia 
da  Cortona  ne'  confini  del  Cortonefe  y  <gr  Terugino  :  il  che  effi  non  poteuano 
fare  fen^a  sfornire  tutte  le  Terre  :  &  nondimeno  il  luogo  era  fi  debole  y  che 
era  neceffario  fi  ritir afferò  ad  ogni  monimento  de'  nimici  :  dimoflraua ,  che 
fé  non  s  accordala  y  il  Trincipe  lafciata  indietro  Terugia  piglierebbe  il  ca- 


DECIMO       TI  0  1^0.  197 

mino  di  Firenze  :  &  in  tal  cafo  farebbe  neceffario  gli  lafciaffero  in  Terugia 
mille  fanti  uiui  y  &  anche  non  ballerebbero:  perche  il  Tontefice  potrebbe 
trauagliarla  con  altre  for^e ,  che  con  le  genti  Imperiali  :  ma  che  accordan- 
do y  i  Fiorentini  ritirerebbero  a  fé  tutti  i  loro  fanti  y&lo  feguiter  ebbero  an 
che  dugento  y  o  trecento  huomini  de  fuoi  eletti  :  &  che  rejlandogli gli  Stati y 
&  beni  fuoi y  e^  efclufi  i  nimici  di  Terugia  attenderebbe  alla  difefa  con  ani- 
mo più  quieto .  *A'  Fiorentini  farebbe  piaciuto  molto  il  tenere  la  guerra  a 
Perugia  y  ma  uedendo  che  Malatefla  trattaua  continuamente  col  Trincipe , 
&  fapendo  anche  che  mai  non  haueua  intermejfo  di  trattare  col  Tontefice  y 
dubitauano  che  egli  per gli  stimoli  de fuoi  y  peri  danni  della  Città,  &  del 
paefe  y  &  per  Jòjpetto  de* nimici  y  &  della  inflabilità  del  popolo  alla  fine  non 
ce  defife  :  &  pareua  loro  molto  peri  colo  fio  il  mettere  in  Terugia  quafi  tutto  il 
neruo  y  &  il  fiore  delle  loro  forile  y  fottopofle  al  pericolo  della  fede  di  Mala- 
tefta  j  al  pericolo  delTeffere  sforiate  da  nimici  y  &  alla  difficultà  del  ritirar- 
le ,  in  cafo  che  Malatefla  s'accordaffe  :  &  confiderauano  ancora  la  mutato- 
nedi  Terugia  poterli  poco  offendere  yreftandoui gli  amici  di  Malatcftay  & 
a  lui  le  fue  Caflella  y  ne  ui  ritornando  Braccio  &  i  fratelli  ;  onde  il  Tontefice 
mentre  ch'ella  perfeueraua  in  quello  Stato  y  non  poteua  fé  non  slarne  con  con 
tinuo  foretto  :  nella  quale  titubatione  di  animo  slimando  fopra  ogni  cofa  la 
faluatione  di  quelle  genti  y  ne  fi  confidando  interamente  della  coflan^a  di  Ma- 
latefla y  mandarono  fegretiffimamente  a  fei  di  Settembre  uno  huomo  loro 
per  leuarle  da  Terugia  y  temendo  non  fuffero  ingannate y  fé  fi  faceua  l'accor- 
do :  &  intefo  poi  che  per  efiere  già  uicini  i  turnici  non  s'erano  potuto  parti- 
re y  fedirono  a  Malatefla  il  confenfo  che  accordaffe .  ma  egli  haueua  già  men 
tre  che  l'auifo  era  in  camino  preuenuto  ;  perche  Oranges  il  nono  di  Settem- 
bre pafìò  il  Teuere  al  Tonte  di  San  Ianni  :  &  effendo  alloggiato  dopo  qual- 
che leggiere  fcaramuccia  la  notte  medefima  conchiufe  l'accordo  con  Malate-  Principe  con 
si  a  y  obligandolo  a  partir  fi  di  Terugia  y  datagli  f acuità  che  egli  godere  ifuoi  ch,^p  * >ac  - 
beni  y  poteffe  feruire  a'  Fiorentini  come  foldato  y  ritirare  falue  le  genti  loro:  MaiatcfU 
le  quali  perche  haueffero  tempo  a  ridurfi  in  fui  dominio  Fiorentino  y  pr ome fi- 
fe Oranges  slare  fermo  coni' efferato  due  dì.cofì  ne  ufeirono  a  dodici  y  c£* 
caminando  con  grandiffima  celerità  fi  condufiero  il  dì  medefimo  a  Cortona  . 
per  la  uia  de'  monti  ;  lunga,  <&■  difficile  ymaficur  a  :  co  fi  fi  ridufk  tutta  laguer  Guerra  rMot- 
ra  nel  Terreno  de'  Fiorentini  ;  à  quali  benché  i  Vinitiani  y&il  Duca  dYr-  &  nel  Fioren- 
bino  hauefiero  dato  fperan^a  di  mandare  tremila  fanti,  i  quali  yper  fofpet-  tmo' 
to  della  uenuta  del  Trincipe  uerfo  quelle  bande  y  haueuano  mandati  nello  Sta 
to  d'Vrbino:  nondimeno  non  uolendo  di(fiiacereal  Tontefice  riufeì  promefìa  r 

nana  :  folamente  dettero  i  Vinitiani  al  Commefiario  di  Caflr acaro  danari  per 
pagare  dugento  fanti  :  &  non  oflante  che  quel  Senato  y  &  il  Duca  di  Ferra- 
ra trattafiero  còtiwàmente  di  comporre  co  Cefare;  nondimeno  perche  quefla 


188  I  B  1^0 

affienita  lo  faccfie  più  facile  alle  co  fé  loro ,  confort aliano  i  Fiorentini  a  di- 
Diflcgnidue    fenderfi .  Due  erano  allbora  principalmente  i  difegni  de Fiorentini  :  l'uno 
ntini#  che  l'cfercito  ritardale  tanto  a  uenire  innanzi y  che  haut 'fero  tempo  a  ripa- 
rare la  loro  Città ,  alle  mura  della  quale  penfauano  che  finalmente  s'bauefe 
a  ridurre  la  guerra  :  l'altro  cercare  di  placare  l'animo  di  Ccfare  etiandio  con 
l'accordare  col  Pontefice, pur  e  che  non  fufe  alterato  la  forma  della  libertà , 
te  delgouerno  popolare .  però  non  efkndo  ancora  fuccefìo  l'efclufione  de  lo- 
ro Imb >a fa adori  baueuano  mandato  un  buomo  al  Trincipe  d'Oranges;  te- 
detti  Imbafciadori  al  Tontefice  y  inflando  y  quando  gli  lignificarono  l'elct- 
tione  y  ebe  infino  all'arriuare  loro  face  fé  foprafedere  i' e f eretto y  il  ebe  ricu- 
.    c  so  di  fare  :  però  il  Trincipe  fattofi  innanzi  battè ,  e  dette  l'afsalto  al  Bor- 

batutta  da  «li  Z°  &*  Cortona y  che  uà  all'Orfaia y  nella  quale  Città  erano  fettecento  fanti  : 
Imperiali.       &  ne  fu  ributtato .  In  Urc^o  era  maggiore  numero  di  fanti,  ma  *An- 
tonfrancefeo  degli  ^Ibi^i  Commejfario  inclinato  ad  abbandonarlo  per  pau- 
Antonfrancc*  ra  che  il  Trincipe  prefa  Cortona y  lafciato  indietro  ^Are^zo  non  andafi'e  alla 
bfzì  abbaia     U0^ta  ^  Flrm7^  »  &  c^e  preuenendo  a  quelle  genti  y  che  erano  feco  in  *A- 
na  Arezzo.      r*V(*  '  ^  ^^  >  7ì:  amandogli  la  più  pronta  difefa  che  haueffe,  Rallentata 
non  saccordaffe  ;però  fenza  con/info  publico  yfe  bene  forfè  con  tacita  inten- 
tione  del  Gonfaloniere y  fi partì  d'^Are^o  contiate  le  genti  3  lafciati  fai  amen 
te  dugento  fanti  nella  Portela  ;  ma  giunto  a  Fegbineper  con  figlio  di  Mala- 
ttia y  che  era  quiui y  te  approuaua  il  ridurre  le  forze  alla  difefa  di  Firenze j 
rimandò  mille  fanti  in  .Are-^o  y  perche  non  rejlafic  abbandonato  del  tutto  : 
ma  a  dkiafette  dì  Cortona ,  alla  difefa  della  quale  farebbero  ballati  mille  fan 
ti  y  non  uedendo  prouederfi  per  i  Fiorentini  gagliardamente  3  te  intefo  anche 
Cortona ,  &    forfè  la  titubatione  d'^Are^Zo  y  fi  arrendè  ;  ancora  che  poco  sì  retta  dal  Trin 
Arezzo  s'arrc  cipe  :  col  quale  compofe  di  pagargli  uentimila  ducati .  La  perdita  di  Corto- 
na dette  cagione  a  fanti  y  che  erano  in  .Are^o ,  non  fi  riputando  ballanti  a 
difenderlo  y  d'abbandonare  quella  Città  :  la  quale  a  dicianoue  dì  s'accordò  an 
ch'ella  col  Trincipe  ;  ma  con  capitoli y  te  con  penfieri  di  regger  fi  più  preflo 
da  fé  fleffa  in  libertà  fiotto  l'ombra  y  te  protettone  dì  Cefarey  che  slare  pili 
in  foggettione  de  Fiorentini y  dimofirando  efiere  falfa  quella  profe(fioncyche 
infimo  allbora  baueuano  fatta  y  d' efiere  amici  della  famiglia  de'  Medici  y  te 
nimici  delgouerno  popolare .  T^el  quale  tempo  Ce  far  e  haueua  negato  efrref 
famente  uolere  più  udire  gli  Imbafciadori  Fiorentini  y  fé  non  reflituiuanoi 
Medici  :  te  Oranges  benché  con  gli  Oratori  che  erano  appreffo  a  lui  detefiaf 
fefen^a  rifletto  la  cupidità  del  Tapaytela  ingiuflitia  di  quella  imprefaynon- 
Efferdto  del     *******  ^aueua  chiarito  non  potere  mancare  di  continuarla  fen^a  la  reflitu- 
Principe  di      time  &  Medici  y  te  trouandofi  battere  trecento  h uomini  d'arme  y  cinque- 
pranges.        cento  caualli  leggieri  y  dimila  cinquecento  Tede  fichi  dì  belliff ma  gente  y  due 
mila  fanti  Spagnuoli  >  tremila  Italiani  fitto  Sa  arra  Colonna,  T  ternaria 


DECI  M  X)      "X  0^0.  189 

Hoffo  ,  Pierluigi  da  Farm  fé  ,  <&  Giouambattifta  Saudlo;co'  quali  s'unì  poi 
Giouanni  da  Sajfatello  ;  defraudati  i  danari  riceuuti  prima  da  Fiorentini,  de*  ■ 
quali  haueua  accettata  la  condotta  ;  <&poi  *Akjfandro  Vitelli  y  che  haueuano 
tremila  fanti  :  ma  battendo  poche  artiglierie,  ricercò  i  Sanefi,  che  ne  lo  accó- 
modaffero  ;  i  quali  non  potendo  negare  all'efferato  di  Ce  fare  gli  aiuti  chicfli, 
ma  per  odio  contra  il  Tonte f  ce  y  &  per  il  foretto  della  fua  grande^a  male  Skna  acconto 
tot  enti  della  mutatione  delgoucmo  de  Fiorentini yco  quali  per  l'odio  comune  rie  [{ p  rindpc 
cètra  il  Tapaybaueuano  battuto  molti  me  fi  quafi  tacita  pace,  &  intellìgùìa, 
metteuauo  in  ordine  l'artiglierie  ;  ma  con  quanta  più  lunghe??^  potè  nano. 
Haueua  intrattanto  il  Tapa uditogli  Oratori  Fiorentmi,&  ribollo  loroycbe  Parole  del  Pa 
la  intent  ione  fua  non  era  di  alterare  la  libertà  della  Città  ;  ma  che  non  tanto  F  a  gì*  l»nba 
per  le  ingiurie  riceuute  da  quel  Gouerno  y  &  dalla  neceffità  di  ajjìcurarelo  icì™°rt  Fio- 
Stato  fuo  y  quanto  per  la  capitolatone  fatta  con  C  efare  y  era  stato  cojiretto  a 
fare  la  imprefa  :  nella  quale  trattando  fi  bora  dell' intereffe  dell'I) onore  fuo,  no 
thiedeua  altro  yfe  non  che  liberamente  fi '  rimette ffero  in  potefià  fua  ;  &  the 
fatto  queflo  dimoftrerebbe  il  buono  animo y  che  haueua  al  benefìcio  della  Va-  - 

trio,  commttne  .  &  intendendo  poi,  che  crefeendo  a  Fircny^e  il  timore,  maf-  >  ! 

[imamente  poi  che  haueuano  intefo  l'efclufione  fatta  degli  Oratori  loro  da  Ce 
fare,  haueuano  eletto  a  lui  nuoui  Imbafdadori ,  penfiindo  fuffero  difpofiia 
cedergli ,  &•  deftderofo  della  prefie^ %a  per  fuggire  i  danni  del  paefe ,  man- 
do in  poflealH  efferato  l' Jlr  cine  feouo  di  Capua  ,  il  quale  paffando  per  Fi- 
renze ,  trouo  diffofitionediuerfa  da  quel  che  s'era  perfuafo .  F ecefi  intanto  jj  prjnc-pc  gfa 
innanzi  Or anges,  &  a  uentiquattro  era  a  Monte  Varchi  nel  Vaia" arno  lon-  a  Monteuar- 
tano  uenticinque  miglia  da  Firenze ,  affettando  da  Siena  otto  cannoni ,  che  chi  con  l'cffcr 
fi  moffero  il  dì  feguente  :  ma  cambiando  con  la  medefima  lunghezza  con  la  cuo* 
quale  erano  siati  preparati ,  furono  cagione  che  il  'Principe  che  a  uentifette 
haueua  condotto  l 'efferato  infino hd  Feghine  &  all' <Ancifa,fopraftctte  in  quel 
h  alloggiamento  infino  a  tutto  il  dì  quarto  d'Ottobre  :  onde  procede  la  durc^ 
^a  di  tutta  quella  imprefa;  perche  per  dutOiAre^zoyuedendofi  mancare  le 
fper  an,$ey&  le  promefie  fatte  loro  da  ogni  banda:  la  fortificatane  che  fi 
faceua  nella  Città  della  banda  del  monte  non  ancora  ridotta  in  termine  ,che 
benché  ui  fi  lauoraffe  con  grandiffimafollecitudine.par  effe  a  '  faldati, che  pri~ 
ma  fra  otto  o  died  dì  poteffcmetterfi  in  difefa  :  &  intendendo  l'efferato  ni-  . 

mico  caminare  innanzi  :  <& «effendofi dalla  banda  di  Bologna  moffo  per  ordi- 
ne del  Vapa  I{ama^otto  conir  emila  fanti ,  faceheggiata  Firen  ^uola  ,  &  Ramaz20tfo 
entrato  nel  Mugello  y&  temendofinonandaffe  a  Trato-,  i  Cittadini  ffauen*  cntra  ^  pio_ 
tati  cominciarono  ad  in  inclinar  fi  all'accordo  y  &  maffimamente  che  molti  fé  rcWtaò  dalla 
ne  fuggiuano  per  timore  :  in  modo che 'nella  confidi a  del  Magiflrato  de  Die*-  banda  di  Bolo 
cipropofioallecofedeUaguerrayrtàlaqu^leconfuìtaintem  Snu' 

ni  principali  di  quel  gouerno  3fu  parere  di  tutti  di  jpedire  a  ^orna  Ubero,  & 


190  L  I  B  110 

amflo  mandato ,  per  rimetter  fi  nella  uolontà  del  Tontefice  :  ma  bàttendone 

ìcnon  vlpìc    fatUlrelatione  al  fuppremo  Magifirato  ,fen^a  ileonfenfo  del  quale  non  fi 

confcr.tircall'  Poteiia  fame  l*  deliber atione ,  il  Gonfaloniere ,  che  opimamente  era  nella 

accordo  col      contraria  fenten^a  ,  la  contradijfe  :  &  congiugnendofi  con  lui  il  Magifira- 

P-ipa.  to  popolare  de  Collegi  ,  che  participaua  dell'autorità  de  Tribuni  della  Vle- 

be  di  T{oma ,  nel  quale  per  forte  erano  molte  perfine  di  malamente ,  &  di 

grande  temerità ,  &  mfoleti^a ,  potette  tanto,  fomentando  anche  la  fuor 

oppenionc  l'ardire,  &  le  minacele  di  molti  giouani ,  che  impedì  che  per 

quel  dì  non  fi  fece  altra  deliberai ione :&  nondimeno  e  mamfefio  che  fé  il  dì  fé 

guente,  che  fu  il  uigefimo  ottauo  di  Settembre,  il  -Principe  fi  fuffe  ftinto 

più  innanzi  uno  alloggiamento ,  quelli ,  che  contradiceuano  all'accordo, non 

A  darebbero  potuto  alla  inclinatione  di  tutti  gli  altri  refi  fiere .  da  tante  piccio- 

d'Orangcs^-  fe  Cag\0m  dePendono  bene  f  #  *  momenti  di  cofe grauiffime .  il  foprafedere 
colpato  che  té  uam  ^  Oranges  interpetrato  da  alcuni ,  che  per  nutrire  la  guerra  fu  fatto  fin 
ga  ia  guerra  in  dio fam  ente, per  che  all'accoflarfi  preffo  a  Firenze  non  gli  erano  neceffarie  l'eoi 
lungo  rtudio-  tiglierie ,  fu  caufa  che  in  Firenze  molti  ripr efero  animo .  ma  quel  che  impor- 
to più  fu,  chela  fortificatione  continuata  fen^a  una  minima  intermi ffione 
Firenze  fi  mct  * temP°  con  grandi fiìmo  numero  d'h uomini  fi  condufje  in  grado ,  che  iu- 
te alla  difefa     nan<!  c^e  Oranges  fi  moueffe  da  quello  alloggiamento ,  giudicarono  i  Capi- 
oftinataméte.  tani ,  che  i  ripari  fi  pot efiero  difendere  :  onde  ceffata  ogni  inclinatione  all'ac- 
cordo ,fimeffe  la  Città  ofiinat  amente  alla  di  fé  fa,  effendofi  anche  aggiunto  ad 
afficurare  gli  animi  loro  che  l\ama^otto  ,chehaueua  condotto fecouilla-. 
ni  fen^a  danari ,  &  non  foldati ,  effendo  uenuto  non  con  difrofitione  di  com- 
battere, ma  di  rubbare,facchcggìato  che  hebbe  tutto  il  Mugello,  fi  ritirò  nel 
Bolognefe con  la  preda,  difibluendòfi  tutta  la  gente,  laqualehaueua  uendu- 
to  a  lui  la  maggiore  parte  delle  cofe  predate .  cefi  dyuna  guerra  facile ,  &  che 
fi  farebbe  finita  conpicciolo  detrimento  di  ciafeuno ,  rifinito  una  guerra  gra- 
uijfima  &  pernitiofi filma ,  che  non  potette  finir  fi,  fé  non  difirutto  che  fu  tut 
to  il  paefe ,  ■&  condotta  quella  Città  in  pericolo  dell'ultima  fu  a  defolatione . 
Moffefi  a  cinque  d'Ottobre  Oranges  da  Feghine,  ma  cambiando  tanto  Unta- 
li Principe      mente ,  per  affettare  l'artiglierie  di  Siena ,  che  gli  erano  uicine  >  che  non  pri 
già  vicino  a     ma  hebbe  condotte  tutte  le  genti ,  <&>  l'artiglierie  nel  Viano  di  Fjpoli  a  due 
Firenze.         miglia  di  Firenze ,  che  a  uenti  dì,&a  uentiquattro  alloggiato  tutto  l'effer 
cito  in  fu  i  colli  uicini  a  ripari  :  i  quali ,  mouendofi  dalla  porta  di  San  Minia-: 
to,  occupauano  i  colli  eminenti  alla  Città  infino  alla  porta  di  San  Giorgio:^ 
i  Luo  hi  h    mouend°fl  anche  um  alia  da  #*  Miniato  ,  che  fi  diftendeua  infino  in  fu  la 
firifoLnoi  Hradadella  Torta  di  San  T^iccolò.  Erano  in  Firenze  ottomila  fanti  uiui, 
Fiorentini  di   &  '*  refolutione  era  di  difendere  Trato ,  Tifioia ,  Empoli ,  Tifa,&  Liuor- 
'  olere  difen-  no ,  nelle  quali  Terre  tutte  haueuano  meffo  preftdiofufficiente  :  &  il  refio  de* 
luoghi  lafciarepiu  prefto  alla  fede  $  &  diftofitione  de  popoli,  &  allaforte^  \ 


dei 


DECIMO       X  0  H.O.  191 

ra  de fitti y che mettervi  gràffi  genti  per  guardargli  :  magia  s'empieva  tutta 
il  paefe  di  uenturieri  <&  di  predatori  :<&i  Sancfi  non  filo  predavano  per  tut- 
to ,maetiandio  mandarono  gente  per  occupare  Montepulciano ,  jberando  Mótepolcfana 
che  poi  dal  Trincipe  foffe  consentito  loro  il  tenerlo y  ma  effendoui  alcuni  fan-  ^  ^^ndc  <*** 
ti  de'  Fiorentini  fi  difefe  facilmente  :  &  ui  fopragiunfe  poco  poi  TS{apoleo- 
ne  Orfino  foldato  de*  Fiorentini  con  trecento  caualli  y  che  non  era  uoluto  par 
tir  fi  di  Terra  di  Bigina  infimo  a  tanto y  che  il  Tontefice  non  fi  fuffe  indir itto 
al  camino  di  Bologna .  alloggiato  Oranges  l' efferato y  &  diftefolo molto  lar- 
go in  fu  i  colli  di  Montici y  del  Gallo ,  <&•  di  Giramonte y  <&  h  avuti  guaftato- 
ri  y  &•  alcuni  pez'fi  piccioli  d'artiglieria  da  Lucchefi  yfece  lauorare  uno  ripa 
ro  y  credeuafi  per  dare  uno  affalto  al  baftionc  di  San  Miniato  :  &  all'incon- 
tro per  offenderlo  furono  piantati  nell'horto  di  San  Miniato  quattro  canno- 
li in  fu  uno  caualiere .  Jirrenderonfi  /libito  al  Trincipe  le  terre  di  Colle y  f  colle  <fc  ss 
&  di  San  Gimignano  luoghi  importanti  per  facilitare  le  uettouaglie  che  uè-  Miniato  fi  ar- 
niuano  da  Siena .  Tiantò  a  uenthioue Oranges  in  fu  uno  baflwne  del  Gira-  rendono  all' 
monte  quattro  cannoni  al  campanile  di  San  Mimato  per  abbatterlo ,  perche     ranSes* 
da  uno  fagro  che  u'era  piantato  era  molto  danneggiato  l'efferato  y  &  in  po- 
che hore  fé  ne  roppero  due  :  però  hauendo  il  dì  figliente  condottovi  un'altro 
cannone  tratti  che  uhebbero  in  uano  circa  cento  cinquanta  colpì  y  ne  potuto 
leuarne  il  fagro  s'aflennero  dal  tirami  più .  &  confiderandofi  per  tutti  ly op- 
pugnatane di  Firenze  y  maffìmaméte  da  uno  efferato  filo  effere  diffìciliffima, 
cominciarono  le  f anioni  a  procedere  lentamente  piutoflocon  fcaramuccie  % 
che  con  maniera  d 'oppugnatane  :f ecefi  a  due  di  !<{ouembre  una  gr  offa  fca- 
ramuccia  alBaftione  di  San  Giorgio  y&a  quello  di  San  J^iccolo  y  <&  nella 
slrada  Romana .  &  a  quattro  fu  piantata  in  fu  il  Giramonte  una  Colubrina 
contro  a  Talagio  de'  Signori  y  che  al  primo  colpo  fi aperfie  .fior fero  in  queftì 
di  i  caualliy  che  erano  dentro  in  Valdipefa  &  prefero  cento  caualli  la  più 
parte  utili .  &  alcuni  caualli  &  archibufieri  de  Fiorentini  ufeiti  delTonte- 
d'era  prefero  feffanta  caualli  tra  le  Capanne  y  &  la  Torre  di  San  Romano . 
1S(el  quale  tempo  effendo giunto  il  Tontefice  a  Bologna  y  Cefarey  fecondo  l'u-  :?  PaPa>&  Cc- 
fio  de  Trincipi  grandi  uiuenne  dopo  lui: perche  è  cofiume  che  quando  due  f^v^^i"? 
Trincipi  hanno  a  conuenirfì y  quello  di  più  degnitàfi  pr  e  finta  prima  al  luogo  cip|  gradi.che 
deputato  y  giudicandofi  fiegno  diriueren%a  che  quello  che  e  inferiore  uadi  a  s' hanno  a  có- 
trouarlo  :  douc  riceuvto  dalTapa  congrandiffimo-honore  y  &  alloggiato  nel  "enirc  infieme 
Talagio  mede  fimo  in  flange  contigue  luna  all'altra,  pareua  per  le  dimoflra-  eeuut^  ^j  £* 
t\oniyet  per  la  dimefiicheT^Lyche  appariva  tra  loroychefuffiro  continuamen  pa  c^  gradii 
te  flati  ingràdifima  beniuolé^ay&  cògiuntione.tt  effendo  già  ceffato  ilfofiet  fimo  honore. 
to  della  inuafione  de'  Turchiyperche  l'effercito.loro  prefentatofi  infieme  con  la . 
per  fona  del  Sig.  innanzi  a  Viemaidoueeragroffiffimoprefidio  di  fanti  Tede 
fichi  liòfilo  hauemnoxdati  più  affalti  in  umoyma  nerao  fiati  ributtati  cògrà- 


19*  L  I  B  B^O 

il  Turco  da  diffima  uccifwne ,  in  modo  che  diffidandoli  di  potere  ottenerla  ,  &  majjìma*- 
rèitìC  fla **"  **^ wow  battendo  artiglieria grofia  da  batterla ,  &  slretti  da  tempi  ,  che 
in  quella  regione  erano  affriffvmi  effendo  il  me  fé  d 'Ottobre,  fé  ne  leuarono,nó 
ritirandoli  a  qualche  alloggiamento  uicino  ,  ma  alla  uolta  di  Cofiantinopoli 
camino  di  tre  mefi  :  però  trouandofi  Ce  fare  afficurato  di  queflo  fofpetto,$he 
l haueua  prima  inclinato ,  non  oflante  l'acquifto  di  Tauia  ,  a  concordare  col 
Duca  di  Milano ,  ma  ancora  indotto  a  perfuadereal  Tontefice  ilpenfarea 
qualche  modo  per  la  concordia  co  Fiorentini ,  accio  che fye dito  dalle  co  fé  di 
Italia  potere  p affare  con  tutte  le  genti  in  Germania  al  fòccorfo  di  Vienna , 
e^  del  fratello  ima  ceffata  queflo  foretto  ,  cominciarono  a  trattare  delle  co- 
fé  d'Italia  :  nelle  quali  quella  che  premeua  più  al  Tontefice  era  la  imprefa 
.  contra  Fiorentini ,  &  in  quefla  anche  Cefare  era  molto  inclinato  fi  per  fa* 

'     tisfareal  Tapa  di  quello  che  s'era  capitolato  a  Barcellona  ^come  perche  ha- 
uendo  la  Città  in  concetto  di  efiere  inclinata  alladiuotione  della  Corona  di 
Francia  ,gli  era  grata  la  fua  depreffione .  però  effendo  in  Bologna  quattro 
Oratori  Fiorentini  al  Tapa,  &  facendo  anche  infiamma  di  parlare  a  lui, 
non  uolle  mai  udirli,  fé  non  una  uolta  fola  quando  parue  al  Tontefice,  da 
che  prefe  anche  la  fuflanza  della  rifpofla ,  che  fece  loro  :  però  fi  conchiufe 
di  continuare  la  imprefa .  &  per  eh' ella  riufeiuapiu  difficile ,  che  non  erafia 
to  creduto  dal  Tonte fice ,  fu  deliberato  di  uolgerui  quelle  genti,  che  erano 
-  in  Lombardia ,  fé  nafcejfe  occafione  d'accordo  co'  Vtnitiani,  &  con  Francc- 
feo  Sforma ,  le  quali  fujfero  pagate  da  Cefare  :  &■  che  il  Tapa  pagaffe  cianai- 
nomefe  alTrincìpe d 'Oranges -,  il  quale  per  trattare  quefie  cofe  uenne  a 
^Bologna,  dùcati  fefiantamila  ,  per  eh  e ,  non  potendo  Cefare  fofienere  tante 
ffefe ,mg%teiie\]e  quelle  genti ,  che  erano  già  intorno  a  Firenze.  Tarloffi 
poi  di  li' altro  mterefie  del  Tontefice ,  che  erano  le  cofe  di  Modona  &  di  Fag- 
gio: nel  quale  u  Tapa  per  fuggire  il  carico  dell' ofiinatione ,  hauendo  pro- 
pofte  quella  cantilena  medefima ,  che  haueua  penfata  prima ,  &  ufata  mol- 
te uolte  :  che  je  fi  tratto fie  fola  idi  quelle  Terre ,  non  farebbe  difficultà  di 
farne  la  uolontd  di  Cefare  ,  ma  che  alienando  Modona ,  &  Faggio,  reflaua- 
no Tarma,  &Tiacenza  inmodo  feparate  dallo  slato  Fcclefiaftico  ,  che 
uemuano in  confequer^a  qusfi 'alienate.  Bjfi ondata  Cefare  efière  rifletto 
ragionatole ,  ma  mentre  che  le  forze  erano  occupate  nella  imprefa  di  Fi- 
ren^  non  fi  poter  tentare  altro  che  l'autorità  :  ma  in  fegreto  farebbe  sìato 
ti  de fideriofuo,  che  con  buona  fatisf anione  del  Tapa  fujfero  reflate  al  Du- 
ca d:  Ferrara:  col  quale  nel  ueniì  e  a  Bologna  haueua  parlato  a  Modona, 
Duca  <\ì  Ferra  ^  datogli  grande  fferan^a  di  fare  ogni  opera  col  Tontefice  di  comporre  le 
ra  con  arte  co  cofe  fue  :  con  tanta  artt  km**  V*d  ^ca  faputo  infinuarfi  nella  gratta  fua, 
pone  col  Papa  &  haueua  anche  faputo  conciliar  fi  in  modo  gli  animi  di  quelli,  chepoteuano 
appreso  a  Cefare,  che  nò  gli  mancauauo  fautori  grandi  in  quella  Corte  A\e- 

flauano 


DECIMO     ^0^0.  i9f 

fìauano  i  due  artìcoli  più  importanti  &  più  difficili  de  Vinitiani y<&  di  Fran- 
cefco  Sforza  :  la  concordia  de*  quali  y  maffmamente  quella  di  Francefco ,  fé   t  A  Cefare 
bene  non  fuffe  fecondo  la  inclinatione  con  la  quale  Cefare  era  uenuto  in  Ita-  r/e^cono  le  co 
Ha,  nòdimeno  trottando  nelle  cofe  maggiore  difficultàyche  no  s'era  immagina  Ai&i°Y°  h  *U 
to  in  Ijpagna ,  &  uedendo  difficile  l'acquiflare  lo  slato  di  Milano  dopo  la  nuo  nò  s'era'  ima- 
ua  congiuntone y  che  haueua  fatta  Francefco  Sforma  co  Vinitiani y  &  tro-  gìnato  prima. 
uandofi  in  jpefa  groffiffima  per  tante  genti y  che  haueua  condotte  di  Spagna 
&  di  Germania ,  non  era  più  nella  priflina  durerà  :  maffmamente  che  dal 
fratello  era  per  i  tumulti  dey  Luterani,^  per  altri  fegni  y  che  appariuano  di 
mtoue  cofe,  folle  citato  a  pajfare  in  Germaniaidoue  ancora  poteua  credere  che 
a  qualche  tempo  ritornerebbero  ì  Turchi  :  perche  era  notijjimo  che  Solimano 
no  y  accefo  dallo  fdegno y  &  dalla  ignominia y  haueua  al  partir  fi  da  Vienna 
giurato  che  preflo  ui  ritornerebbe  molto  più  potente  :  &  parendo  a  Cefare  nò 
filo  male  ficuro y  ma  poco  honoreuole  il  partir]}  di  Italia  lafciando  le  cofe  im. 
perfette  y  cominciò  ad  inclinare  l'animo  a  concordare  non  folo  co3  Vinitiani  y  Ce^arf  »n<&"na 
ma  etiandio  di  perdonare  a  Francefco  Sforma  :  a  che  inflaua  molto  il  Tontefi-  *°  ?  vaniti  JaL 
ce  defiderofo  della  quiete  uniuerfale y  &  anche  perche  le  cofe  di  Cefare  difoc-  Se  col  Ducadi 
capate  dall'altre  imprefe,  fi  uolge fiero  contra  Firenze .  B^teneua  Cefare  più  Milano. 
che  altro  il  parergli  nonfuffe  con  fua  degnità  il  creder  fi  che  quafi  la  neceffità 
lo  induce fie  a  perdonare  a  Francefco  Sforma:  &  Antonio  de  Leua  che  era  co, 
lui  a  Bologna  faceua  ogni  instanza  perche  di  quello  slato  fi  facefie  altra  deli- 
beratione  ,  proponendo  bora  Alefiandro  nipote  del  Vapay  bora  altri:  nondi- 
meno efiendo  diffidata  di  collocare  quello  fiato  in  per fona  ,di  chi  Italia  fi '  con- 
tentale yne  battendo  il  Tapa  inclinatione  a  penfarui  per  ifuoiy  non  e  fendo  co- 
fa  chef  potefiejpedirefe  non  con  nuoue guerre  &  con  nuoui  trauagli  y  Cefare 
in  ultimo  inclinando  a  queiìafentenxa  conferiti  di  cócedere  a  Francefco  Sfor 
?a  faluocondotto  fiotto  nome  di  uenire  a  lui  a  gì uslificar fi yma  in  fatto  per  ri- 
durrere  le  cofe  a  qualche  compofitiorie  yConfentendo  ancora  i  Vinitiani  alla 
uenuta  fua:  perche  (perauano  che  in  uno  tempo  medefimo  fi  introducefie 
la  concordia  delle  cofe  loro  :  &  nondimeno  non  cefiauano  pero  l'arme  in  BcI§1010^>  va^ 
Lombardia,  perche  il  Belgioiofo y  il  quale  per  l'afientia  d'Antonio  de   Anodo  &lo 
Leua  era  resìato  capo  a  Milano y  andò  con  fettemila  fanti  a  campo  a  San-  prende.  ' 
to  ^Angelo  y  dotte  erano  quattro  compagnie  di  fanti  de  i  Vinitiani  y  & 
del  Duca  di  Milano:  &  battendolo  battuto  y  con  l'occafione  d'una  piog- 
gia continoua  y  che  faceua  mutiligli  archibufiy  che  allo  feoperto  difen- 
de uano  il  muro,  accodato  i  fuoi  coperti  da  gli  feudi y  &  con  le  fpade 
&  picche  dette  l'afLilto  y  accosiandofi  anche  egli  ualentemente  con  gli 
altri  :  ma  non  potendo  quelli  di  dentro  tenere  in  mano  le  corde  da  da- 
re il  fuoco,  &  efiendo  nece fittati  combattere  con  altre  arme  y  sbigotti- 
ti cominciarono  a  ritirarfi,  &  abbandonare  le  mura:  in  modo  che  en- 


194  L  I  B  B^O 

.  entrati  dentro  i  ritmici  reflarono  tutti  o  morti, o  prigioni.  Diffegnopoi  di  an- 
dare di  là  da  *Adday&  paffuta  già  parte  dell  efferato  per  il  ponte  fatto  a  Ca- 
fciano, alcune  compagnie  dinuoui  Spagnuolifi  partirono  per  andare  a  Mila- 
no :  ma  egli  preuenendofece  pigliare  l'arme  alla  Terra,  in  modo  che  non  po- 
tendo entrare ,  ritornarono  indietro  all'efferato .  Ma  già  non  oflante  quefle 
co  fé,  &  l'effere  i  Tedefchi  ne  terreni  de  Vinitiani,  fi  sìrigneuano  talmente  le 
Duca  di  Mila  pratiche  della  pace ,  che  raffrcddauano  tutti  i  pensieri  della  guerra  :  perche 
no  fiap prete  prancejc0  sforma  prefentatofi  fuhito  che  arriuò  in  Bologna  al  concetto  di  Ce 
fare  ,  &  ringratiatolo  della  benignità  fua  in  hauergli  conceduto  f acuità  di 
venire  a  lui ,  gli  etyofe  che  confidato  tanto  nella  giuriti  a  fua ,  che  per  tutte  le 
cofe  fuccedute  innanzi  che  il  Mar  che  fé  di  Tefcara  lo  rinchiudeffe  nel  Caflel- 
lo  di  Milano ,  non  defìderaua  altra  ficurtà  o  prefidio ,  che  la  innocentia  pro- 
pria ;  &  che  perciò  inquanto  a  quefle  rinuntiaua  liberamente  ilfaluocondot- 
to  :  la  fcrittura  del  quale  hauendo  in  mano ,  la  gittò  innanzi  a  lui  :  co  fa 
che  molto  fatis fece  a  Cefare .  Trattaronfi  circa  a  uno  me  fé  le  difficultà  del- 
Ae cordo  <M     l'accordo  fuo  ,  &  di  quello  de'  Vinitiani  :  &  finalmente  a  uentitre  di  Dicem 
Cefare  co' Vi  -  bre ,  effcndofene  molto  affaticato  il  "Pontefice,  fi  còchiufe  l'uno  &  l'altro  :  obli 
nitiani,  &  Fra  gandofi  Francefco  a  pagare  in  uno  anno  a  Cefare  ducati  quattrocento  mila,  et 
Sforza.  cinqHecent0  m\la  p0j  jn  dieci  anni ,  cioè  ogni  anno  cinquanta  mila ,  reflando 
in  mano  di  Cefare  Como,  &  il  Caflello  di  Milano,  quali  fi  obligò  a  confegna- 
re  a  Francefco  comefuffero  fatti  i  pagamenti  del  primo  anno  :  &gli  dette  la 
inueflitura ,  o  uero  confermo  quella,  che  prima  gli  era  fiata  data  :  per  i  qua 
li  pagamenti  offeruare ,  &  per  i  doni  promeffi  a  grandi  appreffo  a  Cefare ,  fe- 
ce grandiffime  impojitioni  alla  Città  di  Milano ,  &  a  tutto  il  Ducato ,  non 
oflante  che  ipopoli  fuffero  con  firmati  per  fi  atroci  &  lunghe  guerre ,  &  per 
c    .    .   .    .  la  fame  &  per  la  pefle .  B^efìituifchino  i  Vinitiani  al  Pontefice  Bguenna  & 
di  Cefare  co'  Ctruia  co' fuoi  territori^ ,  faine  le  ragioni  loro ,  &  perdonando  il  Pontefice 
Vinitiani.        a  quelli ,  che  haueffero  macchinato  o  operato  contra  lui .  B^fliiuifchino  a  Ce- 
fare per  tutto  Gennaio  proffimo  tutto  quello  poffeggono  nel  Rggno  di  ls(apoli. 
Paghino  a  Cefare  il  reflo  de  dugento  mila  ducati  debiti  per  il  ter^o  capitolo 
dell'ultima  pace  contratta  tra  loro ,  cioè  uenticinque  mila  ducati  infra  uno 
mefe  projfimo ,  &  uenticinque  milapoi  ciafcuno  anno  :  ma  in  ca foche  infra 
uno  anno  fiano  reftituiti  loro  i  luoghi ,  fé  non  fuffero  reflituiti  fecondo  il  teno 
re  di  detta  pace  o  giudicate  per  arbitri  communi  le  differente .   Paghino  eia 
feuno  anno  afuorufeiti  cinque  mila  ducati  per  l'entrate  de'  beni  loro  come  fi 
dijponeua  nella  pace  predetta .  *A  Cefare  cento  mila  altri  ducati,  la  metà  fra 
dieci  me  fi ,  l'altra  metà  uno  anno  dopo .  Decidinfi  le  ragioni  del  Patriarcha 
d' lAquilea  riferuat egli  nella  capitolatione  di  Vormatia  contrai  B^e  d'Vnghe 
ria .  Includafi  in  quefla  pace  &  confederatane  il  Duca  d'Vrbino ,  per  effe- 
tè  adher  ente  ^  in  protettione  de'  Vinitiani.  Perdonino  al  Conte  Brunoro 


DECIMO       7^0  7^0.  l^ 

da  Gamhara  y  fia  libero  il  commertio  a  fudditi  di  tutti  :  ne  fi  dia  ricetto  a  Cor 
fali ,  i  quali  perturbaffero  alcuna  delle,  farti.  Sia  lecito  a  Vinitiani  continua 
re  pacificamente  nella  pojfejjione  di  tutte  le  co  fé  tengono,  ^eflituifchino  tutti  i 
fatti  ribelìi  per  efferfi  adh eriti  a  Maffxmìlianoya  C efare  &all\e  d'angheria 
injmo  all'anno  mille  cinquecento  uentitre:  ma  non  fi  eflenda  la  reflitutione  a 
beniperuenuti  nelfifco  loro.  Sia  tra  dette  parti  non  filo  pace  yma  lega  difenfi- 
ua  perpetua  per  gli  Stati  d'Italia  contra  qualunque  Chrifìiano.  Tromette  Ce 
fare  che  il  Duca  di  Milano  terra  continuamente  nel  fuo  Stato  cinquecento  huo 
mini  d'arme  cinquecento  caualli  leggieri  yfeimìla  fanti  con  buona  banda  d'ar 
tìglierie  per  difefa  de  Vinitiani  :  &  i  Vinitiani  il  medeflmo  alla  difefa  del  Du 
ca  di  Milano  :  <£r  emendo  moleflato  ciafeuno  di  quefli  Stati y  gli  altri  non  per- 
mettino  che  uadano  uettouaglie/munitioni  y  corrieri  yImbafciadori  di  chi  of- 
fende per  i  loro  paefi  y  &  probibirgli  ogni  aiuto  de'  fuoi  Stati,  &  il  tranfito  a 
lui  &  alle  f uè  genti.  Se  alcuno  Trincipe  Chrifìiano  etiandio  di  fupprema  dc- 
gnità  affalterà  il  t{egno  di  ls[apoli y  fi  ano  tenuti  i  Vinitiani  ad  aiutarlo  con 
quindici  Galee  fittili  bene  armate .  Siano  comprefi  i  raccomandati  di  tutti  i 
nominati  y  &  nominandi  y  non  perciò  con  altra  obligatione  de'  Vinitiani  alla 
difefa .  Se  il  Duca  di  Ferrara  concorderà  col  Tontefìce  &  con  Cefare  s'inten 
da  inclufo  in  quefla  confederatone .  per  la  effecutione  de' quali  accordi  Cefare 
reflituì  a  Francefco  Sforma  Milano,  &  tutto  il  Ducato  y&ne  rimojfe 
tutti  i  faldati  y  ritenendoli  folamente  quelli }  che  erano  neceffarij 
per  la  guardia  del  Caflello  y&  di  Como  :  li  quali  reflituì 
poi  al  tempo  conuenuto  :  &  i  Vinitiani  rejlituirono 
al  Tontefìce  le  Terre  di  Romagna  y  &  a 
Cefare  le  Terre  teneuano  nel- 
la Tuglia. 


Cefare  retti-' 
tuifee  a  Fran- 
cefco Sforza 
il  Ducato  di 
Milano. 
Vinitiani  refti 
tuifeono  le  ter 
re  occupate. 


X  ì 


DELL'    HI  STO  RIA 

DI   MESSER  FRANCESCO 

GVICCIARDINI    GENTIL' 

HVOHO     FIORENTINO 


L  I  B  \0     V  1  G  E  S  I  M  0. 


<.?, 


Guerra  di  Fi-     M 


renze  gioua  a 


SOMMARIO. 

t 

IN  quello  Vigefimo  Libro  fi  contengono  tutti  gli  fuccefli  della  guerra  fatta  dal  Pa 
pa,&  dall'Imperadore  contra  Fiorentini;  con  l'accordo,  che  gli  Medici  ritornino 
&  AlefTadro  rem'  Capo  del  Gouerno.La  Coronatione  dclPlmperadorc  in  Bologna. 
La  partenza  dell' Imperadorc  da  Bologna  per  Germania.  La  partenza  del  Papa  da 
Bologna  per  Roma.  La  morte  del  Prìncipe  d'Oranges.  La  elettione  di  Ferdinan- 
do in  Re  de' Romani.  Il  ritorno  dell'I  mperadore  in  Italia.  Il  fecondo  abbocca- 
mento del  Papa,  &  dell' Imperadore  in  Bologna.  La  Lega  tra  il  Papa,  l'Impcrado- 
re,  &  altri  Potentati,  per  difefa  d'Italia.  La  partenza  dell'Imperadore  da  Bologna 
per  Ifpagna.  La  partenza  del  Papa  da  Bologna  per  Roma.  L'abboccamento  del 
Papa,  &  del  Re  di  Francia  a  Marfìlia.  Il  parentado  tra  la  Nepote  del  Papa,  &  il  fe- 
condo genito  del  Re  di  Francia.  Il  ritorno  del  Papa  a  Roma.  La  morte  d'Hippo- 
lito  Cardinale  de'Medici.  La  morte  d' Aleflandro  Duca  di  Firenze.  La  ricupera- 
tone del  Duca  di  Vertimbergh  del  Ducato.  L'acquifto  di  Tunefi  per  BarbarofTa. 
La  morte  di  Clemente  Settimo.  La  creatione  di  Paolo  Terzo  al  Pontificato. 


Osto  per  la  pace,  &  confederatone  predet- 
ta fine  a  fi  lunghe ,  &  grani  guerre  continuate 
più  d'otto  anni  con  accidenti  tanto  horribili;  re- 
fio  Italia  tutta  libera  da'  tumulti ,  &  dà  perico 
li  dell'arme,  eccetto  la  Citta  di  Firenze,  la 


la  pace  de  gli 
altri. 


guerra  della  quale  haueuagiouato  alla  pace  de 

gli  altri;  ma  la  pace  de  gli  altri  aggrauaua  la 

guerra  fina:  perche  come  le  diluita,  eh  e  fi 

trattauano ,  furono  in  modo  digerite  che  non  fi 

duhitaua  la  concordia  douere  battere  perfettione ,  Ce  fare  Iettate  le  genti  delio 

Genti  madatc  Stato  de*  Vinitiani  3  mandò  quattromila  fanti  Tede fichi,  dumila^cinquecen 

daCefarecò-  to  fanti  Spagnuoli ,  ottocento  Italiani ,  più  di  trecento  e aualli  leggieri  con 

tra  Firenze,     uentìcinque  pe^i  d'artiglieria  alla  guerra  contra  Fiorentini  :  nella  quale  fi 

erano  fatte  pochijjime  fattioni ,  ne  appena  degne  d'ejfere  ferine >non  bafian- 


yiGESIMO.  197 

do  l'animo  a  quelli  di  fuori  di  combatter  eia  Città  y  ne  emendo  pronti  quelli  di  I 

dentro  a  tentare  la  fortuna  ;  perche  riputando  d'hauere  modo  a  difender ft 
molti  mefiyjperauano  che  0  per  mancamento  di  danari y  0  per  altri  accidenti, 
i  nimki  haitejfero  a  siami  lungamente .  Haueua  perdo  il  Trincipe  mandato  I 

mille  cinquecento  fanti,  quattrocento  caualli,  &  quattro  pe^i  d'artiglieria  Laftra  prefa    I 
a  pigliare  la  Laflra,  doue  erano  tre  bandiere  di  fanti  :  &  innanzi  arriuaffe  il  dal  PnnclPc*  I 
foccorfo  di  Firenze  la  prefe y  ammainati  circa  dugento  fanti .    Succede  che 
la  notte  degli  undeci  di  Dicembre  Stefano  Colonna  con  mille  archibufieriy&  IncamicIata    J 
quattrocento  tra  alabarde, &  Partigiane  tutti  in  corfalettoy&  all'ufo  Spa  di  Stefano  Co  | 
gnuolo  incamiciati y  asfaltarono  il  Colonnello  di  Sciarra  Colonna ,  alloggiato   lonna. 
nelle  cafe  propìnque  alla  Chic  fa  di  Santa  Margherita  a  Montici  ;  &  ui  am-    Martio  Orfì-  j 
mainarono ,&  ferirono  molti  huomini,  fèrrea  perdere  un'huomofolo.  Fu  in  san'tfc^"e10  j 
quei  dì  da  un  colpo  d'artiglieria  morto  nell'orto  di  San  Miniato  Mario  Or  fi  -  mortU 
no  ,  &  Giulio  da  Santa  Croce  ;  &  andando  Tino  da  Caftel  di  Tiero  per  pi-  I 

gliare  Montopoli  terra  del  contado  di  Tifa y  i  fanti  che  erano  in  Empoli  ta- 
gliatagli la  strada  tra  Talaia y  &  Montopoli  y  lo  roppono,  fatti  molti  pri-  I 
"gionLFu  mandato  da  Fiorentini  nel  Borgo  a  San  Sepolcro  "h{apoleone  Or  fi- 
no con  cento  cinquanta  caualli,  perche  Meffandro  Vitelli  uerfo  il  Borgo  t  &   Piftoia,&  Pra 
Unghiari  andana  diflmggendo  il  pacfe.  Ma  pajfate  che  hebbono  l'alpi  le   t^T[cdono 
genti  mandate  nuouamente  da  Ce  far  e y  Tifloia  y&poi  Trato  abbandonati   a    aPa*      t 
dalle  genti  de' Fiorentini  s'arrenderono  al  Tontefice  :  però  l'esercito  non  ha- 
uendo  atte  $  alle  impedimento  non  s'andò  ad  unire  con  gli  altri  ;  ma  fermato  fi 
dall'altra  parte  d'arno  alloggiò  a  Teretola  prejfo  alle  mura  della  Città  fotto 
ilgouerno  del  Marchefe  del  Guaflo y  benché  a  tutti  erafuperiore  il  Trincipe 
d'Oranges,  ejfendogia  ridotte  le  cofepiu  prefìo  informa  di  ajfedio,  che  d'op-   Pietrafanta  ar 
pugnatione .    ^Arrendeffi  anche  in  queflo  tempo  Tietra  Santa  al  Tonte-  renauta  al  Pa- 
fice.  1S{ella  fine  di  queflo  anno  il  Tontefice  ricercato  da  Malatefla  Ba-  pa. 
gitone  y  che  gli  duna  jperan^a  di  concordia ,  mand^m^irenze  indirit- 
to a  lui  Ridolfo  Tio  Vefcouo  di  Faenza  :  col  quale  furoWtrattate  uarie  co- 
fe  parte  con  faputa  della  Città  in  beneficio  fuo  y  parte  occultamente  da  Ma- 
latefla contra  la  Città  y  lequali  non  hebbono  altro  effetto  yan^i  fi  credette  che  ^j^1*^ 
Malatefla  che  era  al  fine  della  fua  condotta  l'hauefje  tenute  artificiofamen-  p\^J££ 
te  y  acciò  che  i  Fiorentini  per  timore  di  non  effere  abbandonati  da  lui  lo  ri- 
conducejfero  con  titolo  di  Capitano  Generale  y  il  che  ottenne  .  Seguitò  l'an-  M#  D#  XxX. 
no  millecinquecento  trenta  la  imprefa  medefmay  doue  benché  Oranges 
con  cominciare  nuoui  caualieri  &  nuoue  trincee  y  faceffe  dimolìratione 
di  uolere  battere  i  baflioni  più  d'apprejfo  ,  &  maffmamente  quello  di 
San  Giorgio  molto  gagliardo ,  nondimeno  parte  per  la  tmperitia  fua  y  par- 
te per  la  difficulta  della  cofay  non  fimeffe  ad  ejfecutione  difegno  alcuno, 
appartenendo  a  Stefano  Colonna  la  guardia  di  tutto  il  monte.  T^el  principio 


-t  Fiorentini  di  queflo  anno  i  Fiorentini prefafperan^a  dalle  cofe  trattate  col  Vefcouo  di 
nin"uo  "inba-  FaenKa  mudarono  di  nuouo  Oratori  al  Tontefice,  &  a  Ce  far  e, ma  con  preci 
lei  adori  al  Pa  fa  commeffione  di  non  udire  co  fa  alcuna  per  la  quale  fi  trattale  d'alterare  il 
p,&  a  Celare  gommo  o  diminuire  il  dominio  :  però  e/tendo  di/cordi  nell'articolo  principa- 
le ,  non  battendo  anche  potuto  ottenere  audien^a  da  C efare  ritornarono  pre- 
*  \m^fìa"  fi°  a  Firenze  fen^a  conclufione,  dotte  erano  none  in  dieci  mila  fanti  uiui,ma 
nò"  ottono  Pa£att  ^  forte  che  ajcendeuano  a  più  di  quattordici  mila  paghe  :  però  i  folda 
cofa  alcuna  da  ti  difendeuanola  Città  con  grande  affettione  &  prontezza  di  fede  :  i  quali 
Cefare.  per  Olabilire  tanto  pitti  i  Capitani  tutti  conuocati  nella  Chic  fa  di  San  Tacco- 

la dopo  bau  ere  udita  la  mefia  sfecero  prefinte  M  alate fla  uno  folenne  giura- 
mento di  difendere  la  Città  injìno  alla  morte  :folo  in  quefta  coftan^a  de'fan- 
+  Napoleone  fj  italiani  fi  dimoflrò  incollante  K^apoleone  Or  fino  :  il  quale  riceuuti  danari 
Orlino  meo-  jg  Fiorentini  fé  ne  ritornò  a  Bracciano ,  &  compofe  le  cofe  fue  col  Tontefi- 
ce, &  con  Cefare,  &fece  opera  che  alcuni  Capitani  Olatiui  mandati  da  lui', 
fi  partifiero  da  Firenze.  Ma  il  Tontefice  non  lafciando  indietro  diligentia  al 
U  rc  di  Fran-  cma  Per  ottenere  l'intento  fuo  operò  che  il  I\e  di  Francia  mandò  Chiaramon 
eia  quello,  che  te  a  Firenze  a  feufare  l'accordo  fatto  per  la  neceffità  di  rihauere  i  figliuoli, 
cHceffe,&  ope  &  V  efiere  fiato  impoffibile  lo  includerui  loro ,  confortandogli  a  pigliare  gli 
a^Vuerradi  accor(iipoteuano ,  pure  chefufiero  utili ,  &  con  la  conferuatione  della  liher- 
Firenzc.  Mi  offerendo  quafi  di  uolerfi  intromettere  :  comandò  ancora  a  Malatefia  ,  <& 

a  Stefano  Colonna  come  huomini  del  Rg,&  proteso  loro  che  parti ffero  di  Fi- 
renile, benché  da  pa  rte  feci -et amente  dicefie  il  contrario  :  ma  quel  che  impor 
tò  più  per  la  perdita  della  riputatone  &  jpauento  del  popolo  ,fu  che  perfatis 
fare  al  Tontefice  &  a  Cefare  leuò  Monfignore  di  Vigli ,  che  ordinariamente 
rifedeuafuo  Oratore  in  Firen^e,lafciatoui  però  comepriuato  Emilio  Ferret- 
to per  non  gli  dijperare  del  tutto,  &  promettendo  anche  loro  fegretamente 
d'aiutarli  come  bauefìe  ricuperato  i  figliuoli  :  <&  uacillò  anche  di  fare  parti- 
re l 'Oratore  FioM  mo  dalla  fua  corte,  aiutandofi  il  Tontefice  con  tutte  le  ar 
ti  :  perche  per  TarWs  mandò  il  cappello  del  Cardinalato  al  Cancelliere ,  & 
non  molto  dopo  la  legatione  del  Pregno  di  Francia  :  per  il  quale  introduce  an- 
che pratica  di  nuouo  abboccamento  a  Furino  tra  Cefare ,  il  F{e  di  Francia,^ 
lui .  ma  fu  rijpoflo  a  Tarbes  nel  configlio  I{egio  che  alando  i  figliuoli  in  pri- 
gione era  Oliatina  che  il  I{e  andafie  cercando  d'entrami  anche  egli .  Statui- 
rono poi  il  Tontefice  &  Cefare  d'andare  a  Siena  per  dare  più  d'appreffofauo- 
r  e  alla  imprefa,  &  poi  trasferir  fi  a  Hpma  per  la  Corona  :  ma  efiendogia  in 
procinto  di  partir  fi,  o  uera  ofimulata  chefufie  la  deliberatone ,  foprauenne- 
ro  lettere  di  Germania,  che  lo  follecitauano  a  trasferir  fi  in  quella  Trouincia, 
facendone  inftanzagli  Elettori, &  i  Trincipi  per  conto  delle  Diete;  Ferdinan 
do  per  effere  detto  l\e  di  Bimani  :  gli  altri  per  ricetto  del  Concilio  però  om- 
mefio  ilpenfiero  d'andare  innanzi ,  prefc  in  Bologna  con  concorfo grande, ma 


; 


V  I  G  £  SI  M  0.  W 

eon  picchia  pompa  &  fpefa  la  Corona  Imperiale  il  giorno  di  San  Matthia ,  Carlo  V.préa  I 
giornoaluidigrandiffimaprofterità:percbeinqueldìcra  nato, in  queldì  «  g^»| 
era  sialo  fatto  fio  prigione  il  He  di  Francia ,  &  in  quel  di  affunfeifegni,  &  m  {n  ^ 
ornamenti  della  degmtà  Imperiale .  atte  fé  nondimeno  innanzi  partifie  alla  gna# 
concordia  del  Duca  di  Ferrara  col  Tontefice  :  il  quale  a  fette  di  Mar^o  uenne  I 

a  Bologna  con  faluocondotto .  ne  fi  trouando  altro  effito  a  quefla  differenza  I 

fecero  cópromefo  di  ragione  &  di  fatto  di  tutte  le  loro  controuerfie  in  Cefare,  II  Papa,  &  il 
inducendofi  il 'Pontefice  a  farlo, perche  emendo  il  compromefìo  generale, in  ^^-J 
modo  che  includeua  ancora  la  controuerfia  di  Ferrara,  la  quale  non  fi  dubi-  mctcono  \a  \ 
taua  che  fecondo  i  termini giuridichi  nonfufìe  deuoluta  alla  Sedia  jLpofioli-  Cefare. 
e  a ,  gli  parue  che  Cefare  hauefìe  in  modo  facile  col  porgli  filentio  fopra  Fer-  | 

rarareftituigliModona  &  Paggio  :&  perche  Cefare  gli  impegnò  la  ftde,tro 
uando  che  hauefie  ragione  fopra  quelle  due  Città,  di  pronuntiare  il  giudich,  , 

trouando  altrimenti ,  di  lafciare  fpirare  il  compromefìo  :  &  per  ficurtà  del- 
l'ofìeruan^a  del  laudo  conuennono  che  il  Duca  deponefse  Modona  in  mano  di  j 
Cefare ,  il  quale  prima  ad  inflan^a  fua  haueua  rimofso  l'Oratore  fuo  di  Fi- 
renze ,&  mandato  guaftatori  all' efsercito.  Tartì  poi  Cefare  da  Bologna  a  j 
uentidue  hauuta  intent ione  dal  Tontefice  di  confentireal  Concilio  ,fefi  cono-  Cefare  parte  ! 
fcefse  efsere  utile  per  efitrpare  la  herejia  de  Luterani ,  &  con  lui  andò  Lega  <**  Bologna.    | 
to  il  Cardinale  Campeggio  :&arriuato  a  Mantoa  ,riceuuti  dal  Duca  di  Fer 
rarafefsantamila  ducati,gli  concedette  la  Terra  di  Carpi  in  feudo  perpetuo:  I 
&  il  Tontefice  partì  a  trentuno  alla  uolta  di  Hgma,  reflando  le  cofe  di  Firen-               ^ 
Te  nella  medefima  difficultd .  Faceuano  gli  Imperiali  molti  fegni  di  uolere  ritor £  a     - 
afsaltare  la  Città ,  pero  fi  lauoraua  la  trincea  innanzi  al  bafltone  di  San  Gior  Roma. 
gio ,  doue  efsendofi  fatta  a  uentuno  di  Marzio  una  grofsa  fcaramuccia  me-                    \ 
uerono  quelli  di  fuori  afsai  danno .  Battè  Oranges  a  uenticinque  la  Torre  a 
canto  al  baflione  di  San  Giorgio  uerfo  la  Torta  Bimana,  perche  offendeva 
molto  fefsercito  :  ma  trouandolafolidiffima  dopo  molte  cannonate  fé  ne  aften 
ne  :  &  accumulandofi  ogni  dì  nuoua  gente ,  poi  che  in  Italia  non  erano  ne  al- 
tre vuerre,  ne  altre  prede ,  ere fceuano  continuamente  i  danni  &  le  rouine 
del  paefe  de  Fiorentini.  Er  afila  Città  di  Volterra  arrendut  a  alTontefice,  Volterra  s'ar- 
ma  tenendofi  la  Foriera  per  i  Fiorentini  fi  batteua  in  nome  de  gli  Imperia  rende  al  rapa 
li  con  due  Cannoni ,  &  tre  Colubrine  uenute  da  Genoua  ;  laquale  defideran- 
do  i  Fiorentini  foccorrere  mandarono  a  Empoli  centocinquanta  cauaUi  ,<&- 
cinque  bandiere  di  fanti  :  i  quali  ufeiti  di  notte  pacarono  per  il  campo uicino 
a  monte  Vliueto ,  &  efféndo /coperti  furono  mandati  dietro  loro  caualli ,  % 
quali  4'i  ragojunftro ,  ma  combattuti  da  gli  archibufieri  fi  ritirarono  con 
qualche  danno,  &  i  cauaUi  ufeiti  di  Firenze  per  altra  uia  dietro  al  campo  fi  c.q 
condurrò  nel  tempo  medefimo  chei  fanti ,  falui  a  Empoli ,  doue  furono  ri-  rio  &  Fiorai 
ceuuti  da  Francefco  Ferruccio  Commeffario  di  quel  luogo:  ilquale  mandato  tini. 


rancFerrac- 

ciò  Co  mi  (la* 


I  nel  principio  della  guerra  da  Fiorentini  ad  Empoli  Commeffario  d'alcuni  pò- 

I  chi  caualli  con  pocbiffima  autorità  baueua  nel  progrefo  della  guerra  3  con 

I  l'opportunità  di  quel  fito ,  &  con  l'occafione  delle  fpefse  prede ,  mefso  in- 

I  [teme  buono  numero  di  foldati  eletti  :  co'  quali  per  l'ardire ,  liberalità  fua 

I  uenuto  in  molta  eslimatione  era  in  non  mediocre  cftettatione  de  Fiorentini. 

J  Partì  adunque  il  Ferruccio  da  Empoli  con  dumila  fatiti ,  <&  cento  cinquan 

I  ta  caualli ,  <&  caminando  con  molta  celerità  entrò  nella  Fortezza  di  Volter 

ra  a  wntifei  d'aprile  a  uentuna  bora  :  &  rinfrefeati  quiui  i  foldati >  afsal- 
,  Ferruccio  ri  -  to  fubito  la  Terra ,  guardata  da  Giouamb atipìa  Bor^hefi  con  pochi  fanti  • 
jcupera  Vo  ter  &  pr  e fi  inflnoalla  notte  due  trincte  y  in  modo  che  )a  mattina  feguente  la 

Città  ji  dette  ,  &  guadagno  l'artiglieria  uenuta  da  Genoua  :  dotte  atte  fé  con 
I  molte  eslorfioni  a  cauare  danari  da'  Volterrani ,  <&  accrefeendo  continua- 

I  mente  il  numero  de'fuoi  foldati ,  bar  ebbe  fatto  r  imitare  San  Gimignano, 

I  C^  Colle .  &  interrompendo  le  uettouaglie  che  per  quella  uia  uenìuano  da 

I  Siena  3  mefso  l'efsercito  ingraue  diffcultà  :  i  Capitani  del  quale  non  penfan- 

I  do  più  fé  non  all'afsedio  y  il  Marche  fé  del  Guasto  ritirò  in  Trato  l'artiglie- 

I  rie .  ma  efsendo  opportunamente  fopragiunto  in  quelle  bande  il  Maramaus 

con  dumilacinquecento  fanti  non  pagati  9foccorfo  uenuto  y  tanto  fono  incer- 
te le  co  fé  della  guerra  ,  contra  la  uolontà  del  Tontefice  .fermò  l'impeto  fuo, 
efsendo  andato  ad  accampar  fi  con  le fue genti  nel  borgo  di  Volterra .  ^  no- 
ne di  Maggio  fi  fece  unagrofsafcaramucciafuora  della  Torta  T{omanaymor 
ti&  feriti  di  quelli  di  dentro  cento  trenta ,  di  quelli  di  fuor  a  più  di  dugento, 
tra  quali  il  Capitano  B ar agnino  Spagnuolo .  Sperauano  pure  ancora  i  Fio- 
rentini dal  %  di  Francia  qualche  fuffulio  3  ilquale  continuaua  di  promettere 
grandijfimo  foccorfo  ricuperati  che  hauefse  i  figliuoli  :  <&  per  nutrirgli  in 
queflo  mezo  con  fperan^a  dette  afsegnamento  a  mercatanti  Fiorentini,  per 
uentimila  ducati  3  douutiloro  molto  innanzi  perche  gli  preslafs  ero  alla  Cit- 
tà ,  i  quali  furono  condotti  a  Tifa  da  Luigi  alamanni ,  ma  in  più  uolte ,  irt 
f  Pifainguar  modoche  fecero  poco  frutto .  Venne  anche  aTi fa  Giampaolo  daCericon- 
diadi  Gìam-  dotto  da*  Fiorentini  pirla  guardia  di  quella  Città.  Mal' acquislo  di  Volter 
paolo  da  Ceri  m  generù  danno  molto  maggiore  a  Fiorentini ,  perche  il  Ferruccio  contra  la 
commeffione  bauuta ,  haueua  per  andare  più  forte  a  Volterra ,  &  per  confi- 
dar fi  troppo  della  forteti  d'Empoli ,  lafciatoui  fi  poca  guardia ,  che  dato 
Empoli  fac     amm°  agH  Im?triali  à'efpugnarlo  3  riandarono  a  campo  guidati  dal  Mar- 
cheggiato  \l\  cì)^e  df  Guafto  :  &  con  Pochiffi™o  àanno  lo  prefero  per  for^a  &  faccheg- 
Marchefedel  ffarpnlo .  laperdita  del  quale  luogo  afflifse  più  che  altracofacbefyfsefuc- 
Guaito.  ceduta  in  quella  guerra  i  Fiorentini  y  perche  bauendo  difegnato  fare  in  quel 

juogo  mafsa  di  nuoue  genti ff>er aitano  con  l'opportunità  del  fito  .che  è  gran- 
di lf  ma  >  mettere  in  difficultà  grande  l'efsercito  alloggiato  da  quella  "parte 
i\4rno>  &  aprire  la  commodità  delle  uettoueglie  alla  Città,  che  già 


V  I  G  E  S  I  M  0.  iol 

molto  ne  patina.  &  fiaggiunfe  nuoua  cagione  di  priuargli  tanto  fin  del- 
le fièran^e  concedute  :  perche  bauendo  il  I\e  di  Francia  al  principio  di 
Giugno  pagato  fecondo  le  loro  coment  ioni  i  danari  a  Ce  fare  &  ribattu- 
to i  figliuoli ,  in  luogo  di  tanti  aiuti  y  che  baueua  fempre  detto  dirifer- 
narea  quel  tempo,  mandò  ad  infiorila  del Tontefic e  >  il  quale  per  gra- 
tificar fi  totalmente  i  miniflri  fuoi ,  creò  il  Vefcouo  di  Tarla  Oratore  ap- 
preso a  lui  Cardinale,  Tierfrancefco  da  Tontriemoli  confidente  a  lui  in 
Italia  per  trattare  la  pratica  dell  accordo  co*  Fiorentini,  ebe  per  queflo  Fiorentini  per 
al  tutto  perderono  la  jperan^a  de  gli  aiuti  di  quel  Kg:  il  quale  infteme       \°  f.fi3?^ 
col  I\e  d' Inglrilterra  ,  emendo  congiunti  infieme  y  faceuano  ogni  opera  &  Francia!* 
per  conciliar  fi  in  modo  il  Tontefice  y  che  poteffero  ffierare  di  fep  ararlo  da 
Ce  fare  :  &  però  il  Re  di  Francia  fi  sforzaua  d'hauere  nel  fare  uenire 
Firenze  in  fua  potefid  qualche  grado  y  &  qualche  participatione .  Tre- 
fo  chehebbe  il  Mar  che  fé  delGuaflo  Empoli  andò  con  quelle  genti  a  unir  fi 
col  Maramaus  nel  Borgo  di  Volterra  y  <&  bauendo  circa  feimila  fanti 
cominciarono  abattere  la  7  erra  y  &  effendo  interra  forfè  quaranta  brac- 
cia di  mura  y  dettero  tre  ajfalti  in  uano  con  la  morte  di  più  di  quattro- 
cento b uomini,  fecero  poi  nuoua  batteria  y  &  dettero  imo  affalto  ga- 
gliardo confanti  Italiani  &  Spagnuoli  mefcolati  infieme  y  ma  con  danno 
maggiore  che  ne  gli  ajfalti  di  prima  y  in  modo  che  il  campo  fi  leuò .  &  il 
medeftmo  dì  un  bora  innanzi  giorno  ufeirono  Stefano  Colonna  dalla  Tor- 
ta a  Faenza  con  una  incamiciata  di  tremila  fanti  y  &  Malatefla  dal-  Stefano  Cor5- 
la  Torticciuola  al  Trato  per  affaltare  i  Tedefcbi  y  che  alloggiauano  nel  mo-  na>&  Malate* 
naflerio  di  San  Donato  y  nel  quale  s'erano  fortificati .  pafiò  Stefano  le  trin-  Tedeich'3"0  * 
cee  &  ne  ammazzò  molti  y  magli  altri  meffifi  in  queflo  me^o  in  battaglia  fi 
alfe  fero  francamente  y  &  Stefano  ferito  in  bocca  y  &  nel  membro  uiriley  ma  f  Ferite  di 
leggiermente  y  fi  ritirò  y  non  potendo  tardare  molto  per  paura  del  foccorjo  y  Stefano  Colo 
&  lamentandofi grauemente  di  Malatefla  y  che  non  i'haueffefeguitato.Cre-  £a* 
fceua  continuamente  in  Firenze y  douenonentrauapiuuettouaglia  da  par-  j^p"™^"  CC 
te  alcuna yla  strettezza  del  uiuere  y  &  nondimeno  non  diminuiua  l'oflinat io- 
ne :  &  ejfendo  andato  da  Volterra  a  Tifa  il  Ferruccio,  &  raccogliendo  quan 
ti  più  fanti  poteuay  era  ridotta  tutta  lafperan^a  de  Fiorentini  nella  ue- 
nuta  fua  :  perche  gli  haueuano  commeffo  y  che  per  qualunque  uia  y&con 
ogni  pericolo  fi  metteffe  a  uenire  uerfo  la  Città  y  difegnando  come  fuffe  uni- 
to con  le  genti  che  erano  in  Firenze  d'andare  a  combattere  co*  nimici  :  nel 
quale  difègnonon  fu  maggiore  la  felicità  del  ficceffo  y  che  fuffe  grande  la  +  Quel  che  iì 
temerità  della  deliberatone  yfe  temer arij  fi  poffono  chiamare  i  configli Jpin-  fa  per  vltima 
ti  dall'ultima  necejfità:  perche  haueuaa  p affare  per  paefi  nimici  y  &  oc-  *  ^efiità  n°  fi 
capati  da  efferato  molto groffo  y  benché  dijperfo  in  molti  luoghi .  Il  Trinci-  ^ ma  tcm*~ 
pe  battuta  notitia  di  queflo  difegno ,  kuata  una  parte  dell'esèrcito  >  &  rac~ 


301  L     I     B    X    0 

f    Fforcntìn»  colte  più  bande  di  fanti  Italiani ,  battuta  forfè ,  cornei  Fiorentini  fojpetta- 
sTb^iànc  rono  yfe^eoccu^amcnte  &  Malatefta  Buglione ,  col  quale  haueua  pratiche 
MP  ^  ftycttiffime  >  che  in  affentia  fitta  non  aff alter  ebbe  T efferato, andò  ad  incontrar 
lo  :  &  trottatolo  preftb  a  Cauinana  nella  montagna  di  Viftoia  ^  il  quale  ca- 
mino haueua  prejb  paffando  da  Tifa  a  canto  a  Lucca  per  la  confidenza  della 
f anione  Cancellicra  affett  tonata  algouemo  popolare ,  fi  attaccò  con  lui  mol- 
li Principe  di  t0  fi'-periore  di  gente,  doue  nel  primo  impeto  facendo  il  Trincipe  officio  d'huo 
Orangcs  mor  mo  (Tarme,  non  di  Capitano  ,]pintofi  temerariamente  innanzi  fu  ammala 
P-     .„  to:  nondimeno  ottenuta  da  fttoi  la  uittoria ,  refìò  prigione  infieme  con  molti 

da  Ccrfprigiè  altri  GlamPa°l°  d*  Ceri>  &  il  Feruccio,che  cofi  prigione  fu  ammainato  dal 
ne  de  gì  i  ini-  Maramaus  per  fdegno ,  fecondo  diffe ,  conceputo  da  lui  quando  nelT oppugna, 
penali.  tione  di  Volterra  fece  appiccare  uno  Trombetta  mandato  in  Volterra  da  lui 

Ferruccio    con  certa  jmbafciata .  Cofi  abbandonati  i  Fiorentini  da  ogni  aiuto  dittinoci 
■Maramaus  ^nmano  &  preualcndo  la  fame  fenica  fteranza  alcuna  che  poteffe  più  effere 
felicitata  ;  era  nondimeno  maggiore  la  pertinacia  di  quelli,  che  s'opponeuana 
all'accordo  :  i  quali  indotti  dall'ultima  dìft>eratione  di  non  uolere  .che  fewia 
t   Fiorentini  Tefcidio  della  Patria  fuffe  la  rottina  loro ,  ne  trattandofi più  che  efji o  altri  cit 
in  vhima  ài-  tudinì  moreffero  per faluare  la  patria,ma  che  la  Tatria  mor  effe  infieme  con  la 
fperatione.      ro ,  erano  anche  feguitati  da  molti,  che  haucuano  impreffo  nell'animo  che 
gli  aiuti  miracoloji  di  Dio  s'haueffero  a  dimoflrare,  yna  non  primu  che  condot 
tele  cofe  a  termine  che  qttafi  più  niente  di  jpirito  uauan^ajje  :  &  era  perico- 
lo che la  guerra  non  fimffe con  l 'ultimo  cflerminio  di  quella  Città  .-perche  in 
qtufta  oflinatione  còncorreuano  i  Magifìrati ,  e^  quafi  tutti  quelli, che  baue+ 
nano  in  mano  la  publica  autorità ,  non  refìando  luogo  agli  altri  che  fentiua- 
no  il  contrario  di  contradire  per  timore  de'  Magifirati  <&•  minacci  dell'arme, 
fé  Malatefta  B  agi  ione  conofeendo  le  cofe  fenica  rimedio  non  gli  haneffe  quafi 

Malatefta  co-  sformati  a  concordare ,  mouendolo  forfè  la  pietà  di  uedere  totalmente  perire 
torta  1  Fiorcn  r      ,,.     ,(/,    .„.       ■■•■>■   i        „•     \         .,  ,.  »  »    . 

tini  all'accor  Per"1  ra°l)U  de  fooi  Cittadini  Ji  preclara  Cttta,&udishonore&il  danno 

do.  che  gli  rifui  ter  ebbe  a  trottar  fi  prefente  a  tanta  rouiua ,  ma  molto  più  fecondo 

fi  credette ,  la  jperan^a  di  confeguire  dal  Tapa  per  me^o  di  queflo  accordo 
di  ritornare  in  Terugia  :  però  mentre  che  i  Magifirati,  &  gli  altri  più  caldi 
trattano  che  le  genti  ufcijfero  della  Città  a  combattere  co*  nimici  molto  mag-? 
gì  ori  di  numero ,  &  alloggiati  in  luoghi  forti, &  egli  ricufa,mttltiplicarono 
+    Malatefta  in  tanta  infama ,  che  cajjatolo  del  Capitanato ,  mandarono  alcuni  di  loro  de 
pira^ato^?  ^"  ?e rtinaa ',a  denunciargliene  ,  &  fargli  comandamento  che  partiffe  con 
Fiorentini.'     k  fue genti  della  Città,alla  quale  eftofttione  concitato  molto  d'animo  con  uno 
pugnale  che  haueua  a  canto  ,ferì  uno  di  loro ,  che  con  faticagli  fu  uiuo  tolta 
delle  mani  da  circoflanti  ;  di  che  (pauentatìgli  altri ,  &  cominciatafi  a  file- 
ttare la  Città ,  repreffa  da  quelli  di  minore  in f  mia ,  la  temerità  del  Gmifalo- 
niere ,  che  s' ai  maìta ,  bora  dicendo  uolere  ajfaltare  Malatefta,  bora  ufi  in 


V  I  GÈ  SIMO.  ^IUJ 

a  combattere  co*  nimici,  finalmente? ojlinatione  eflrema  di  molti  cede  alla  t  Don  Ferri 
necefjìtà  eflrema  di  tutti  ;però  mandati  a  noue  d^gofto  quattro  Oratori  a  ^Jff^ 
Don  Ferrando  da  Gonzaga  che  per  la  morte  del  Trincipe ,  teneua  il  primo  poia  Illorte 
luogo  dell'efferato,  perche  il  Marchese  del  Guaflo molto  prima  sera  par-  del  Pnncipe, 
tito,fu  concludo  il  dì  feguente  l'accordo;  del  quale,  oltre  ad  obligarfila 
Città  a  pagare inpochiffxmi  dì  ottantamila  ducati  per  leuare  l'efferato ,  fu-  ^*f*i*f\ 
ronogli  articoli  principali .  Che  il  Tapa ,  &  la  Citta  dettero  autorità  a  Ce-  f  "  co'ndùfcT 
fare  che  in  fratremefldichiaraffe  quale  haueffe  ad  effere  la  forma  del  gouer- 
no,  falua  nondimeno  la  libertà  ,&  che  sintendeffero  perdonate  a  ciafeuno  Articoli  dello  I 
tutte  le  ingiurie  fatte  al  Tapa ,  &  a 'fuoi  amici ,  &  feruidori  :  &  che  ìnfi-  accendo. 
no  a  tanto  ueniffe  la  dichiaratone  di  Cefare ,  reftaffe  *  guardia  della  Città  I 

con  dumila  fanti  Malatefla  Baglione .  //  quale  accordo  fatto-mentre  fijpe- 
difeono  i  danari  per  dare  ali' efferato ,  de  quali  bifognò  fi  prouedeffe  fom* 
ma  molto  maggior  e,  non  effendo  il  Tapa  molto  pronto  ad  aiutare  la  Città 
di  danari  in  tanto  pericolo ,  il  Commeffario  ^poftolico ,  che  era  Bartolomeo 
Valori ,  intefofi  con  Malatefla ,  intento  tutto  al  ritorno  di  Terugia,  convo- 
cato in  Tia^a  il  popolo  fecondo  la  confuetudine  antica  della  Città,  a  fare 
parlamento ,  cedendo  a  queflo  i  Magiflrati ,  &gli  altri  per  timore ,  Muffe 
nuoua  forma  di  gouerno  :  dandoft  per  il  parlamento  autorità  a  dodici  Citta- 
dini che  adheriuano  a  Medici  d'ordinare  a  modo  loro  il  gouerno  della  Cit- 
tà ,  che  lo  riduffero  a  quella  forma  che  foleua  effere  innanzi  all'anno  mille 
cinquecento uentifette:  LeuoJJì  poi  l efferato  hauendo  riceuuto  i  danari;  i 
quali  i  Capitani  Italiani  per  conuertirgli  in  ufo  fuo ,  &non  pagarne  i  fol- 
dati ,  con  grande  ignominia  della  militia  fi  ritirarono  con  effiin  Firenze, 
licentiati  con  pochiffxmi  danari  i  fanti  :  i  quali  reflando  fen^a  capi  fé  n'an- 
darono differfi in uarie parti:  &  l'efferato  degli  Spagnuoli,&  Tedefchi 
pagato  del  tutto ,  &  lafciate  uacue  tutte  le  Terre ,  &  dominio  Fiorentino , 
fé  n'andò  in  quel  di  Siena  per  riordinare  il  gouerno  di  quella  Città  :&  Ma- 
latefla Baglione,  concedendogli  il  Tapa  di  ritornare  m  Terugia,  non  afret-  Sitato  della  Cit 
tata  altra  dichiaratane  di  Cefare,  lafciò  la  Città  libera  in  arbitrio  del  Ton  dopol,^£ 
tefice  doue ,  come  furono  partiti  tutti  i  faldati ,  cominciarono  i  fupphtu' , 
&  le  perfecutioni  de  Cittadini  :  perche  quegli  in  mano  de  quali  t  ra  perue- 
nuto  il gouerno ,  parte  per  afficurare  meglio  lo  Stato;  parte  per  lo  fdegno 
conceputo  contra  gli  autori  di  tanti  mali,  &  per  la  memoria  delle  ingiurie 
riceuute  panatamente  ;  ma  principalmente ,  perche  cofi  fu ,  benché  lo  ma- 
nifeflaffe  a  pochi ,  la  intentione  del  Tontefice ,  integrarono ,  offeruando 
forfè  la  fuperficie  delle  parole ,  ma  cauillando  il  fenfo ,  che  il  capitolo ,  per  +  Capitolo  de 
ilqualefiprometteua  perdono  a  chi  haueffe  ingiuriato  il  Tontefice,  &gli  l'accordo  non 
amici  fuoi,  non  cancellaffe  le  ingiurie,  &  i  delitti  commeffx  da  loro  nelle  f™gj* 
cofe  delia  I\epublica  :  però  meffa  la  covnitionein  mano  de*  Magiflrati ,  ne  fu- 


i°4  L  I  E  \0 

t   Sci  F  lotcn  YOno  decapitati  (ci  de  principali  ;  altri  incarcerati ,  &  relegatine  vrandiflì- 

tll»   dC  Pillici     „  I     i         rr       t     -     t    i     i-  •     4  '1.       «  °  /«         ^  *''/ 

pali  decapita-  wo  »**»fc  ;  per  //  che  effendo  indebolita  più  la  Città ,  &  mejji  in  maggiore 
ti.  mceff.tà  quelli  y  che  haueuano  participato  in  quefie  cofe  y  reflò  più  libera, & 

più  ajjoluta  y  &  quafi  regia  la  podefià  de*  Medici  in  quella  Citta  -,  refiat  a  per 
fi  lunga  y  &  graue guerra  effauflifjima  di  danari  ;  priuata  dentro ,  &  fuori 
di  molti  h abitatori  ;  perdute  le  cafe  y&le  fufian^e  di  fuori  ;  &  più  che  mai 
diuifa  in  fé  medejìma .  la  quale  pouertà  fece  ancor  a  maggior  e  la  necejfità  di. 
prou  edere  per più  anni  di  paefi  efiemi  alle  uettouoglie  per  i  hi  fogni  del  pae- 
fé  :  conciò  fia  che  quell'anno  non  fi  fujfe  ricolto ,  ne  poi  feminato  ;  &  effen- 
do  i  difordini  di  quell'anno  trapalati  negli  altri  y  in  modo  che  più  danari  ufei 
rono  di  quella  Città  tfienuata  fopra  modo,  e^  afflitta  y  in  fare  uenirefrumen 
ti  di  luoghi  lontani ,  &  befli  ami  fuori  del  dominio  y  che  non  erano  ufeiti  per , 
conto  della  guerra  fi  graue  y  &  piena  di  tante  jpefe .  Ce  far  e  in  tanto  in  Ger- 
ir crdìn andò  mams.  conuocata  la  Dieta  in  *Augufia  haueua  fatto  eleggere  in  }{e  de  Bgma 
devoniani    ™  Ferdmando  fuo  fi^elb  :  &  \rattandofi  delle  cofe  de  Luterani  fofpette 
etiandio  alla  potenza  de'  Trincipi  ;  <&  diuife  per  la  moltitudine ,  &  ambitio, 
ne  de '  fettatori  in  diuerfe  herefie  ,  &  quafi  contrarie  l' una  all'altra ,  &  a 
Martino  Luter ,  autore  di  quefla  pefie  ;  la  uita,  &  l'autorità  del  quale  .tan- 
to era  dijfufo  ,  &  radicato  queflo  ueleno,  non  era  più  di  momento  alcuno ynon 
occorreua  a'  Trincipi  di  Germania  alcuno  migliore  rimedio y  che  la  celebra- 
tione  d'uno  Concilio  uniuerfale.  perche  &  i  Luterani  uolendo  coprire  la  cau- 
fa  loro  con  l'autorità  della  religione  y  inflauano  che  queflo  fi  faceffe:  &fi  cre- 
deua  y  che  l'autorità  de  decreti  che  faceffe  il  Concilio  baflaffefe  non  a  rimuo- 
nere  gli  animi  de'  capi  de  gli  her  etici  da  loro  errori,  almeno  a  ridurre  una 
f  Concilio    fane  de^a  moltitudine  nella  migliore  fentenza  :  oltre  che  in  Germania  etian 
molto  defide-  dio  da  quelli,  che  feguitauanol'oppenioniCatolicheera  defiderato  molto  il 
rato  in  Germa  Concilio  ;  perche  fi  riformaffero  igrauamentij&gli  abufi  trafeorfi  della  Cor 

"\bufi  d  lì    U  *  B^ma  '^  ^e  Ct  C°  ^alltorit^  dette  indulgetie  ,et  co  la  largherà  delle 

Corte  di  Ro-  diffenfe,  &  co  uolere  l'annate  de  benefici],  chef  còferiuano,  et  co  le  jpefe  che 

ma.  nella  ffeditione  d'effififaceuano  negli  uffici^  iato  multiplicati  di  quella  Corte % 

pareua  che  non  attédeffe  ad  altro  che  ad  effigere  co  quesìa  arte  quàtità gride 

di  danari  da  tutta  la  Chri5lianità,nó  hauendo  intrattato  cura  alcuna  della  fa 

Iute  dell' anime  yne  che  le  cofe  Ecclefiafiichefufiero  gouernate  rettaméte;  per 

che  et  molti  beneficìj  incòpatibilifi  cóferiuào  in  mia  per  fona  medefimayne  ha- 

vedo  riffetto  alcuno  a  meriti  degli  huominifi  disìribuiuào  perfauori  o  /per 

fone  incapaci  per  l'etàyo  in  huomini  uacui  al  tutto  di  dottrina,  et  di  lettere;  et 

quel  ch'era  peggio  fftffo  in  per  fona  di  perditiffìmi  coflumi.  Mia  quale  iflà^a 

t  Cefarc  defì  di  tutta  la  Germàia  defiderofo  Ce  far  e  difatisfare  ;  et  perche  ache  era  a  propo 

dcra  il  Conci-  fìto  delle  cofe  fue  i  quella  Troukiafedare  le  cagioni  de  tumulti, et  della  cótu- 

*°*  macia  de  popoli,inflette  molto  col  Tafa,ricordàdogli  i  ragionamenti  bauutj 


V  I   GÈ   Sì   M'O.  10*  -:;■ 

infieme  a  Bologna ,che  induce fs e  il  Concilio ,&  promettendogli ,  acciò  che  no 

temefse  d'bauere  a  mettere  in  pericolo  l'autorità,  &  la  degniti  fua,  di  trottar 

nifi  prefente  per  hauere  cura  particolare  di  lui.  K(efsuria  co  fa  difyiaceua  più 

al  Tapa  di  quesìayma  per  conferuare  la  slimatione  della  buona  mente  fua, di f 

fimulaua  quesìa  inclinatione  o  caufa  di  timore  :  ma  temendo  in  effetto  ,  che  il  H  Papa  fi  rcde 

Concilio  per  moderare  le  abufioni  della  Corte ,  &  le  indifcrete  concezioni  di     l . 1C1  %  *?  ?"* 

7  .        r      r    •  i.      •        r-  iris  -r      ?  ■         i  Prire  "  Coci- 

molti  Tontejici  non  diminuì js e  troppo  la  j acuita  Tontipcale  ;  o  per  ricordar-  \io  pcr  moitc 
fi  ,  che  fé  bene  quando  fu  promojfo  al  Cardinalato,  era  slato  prouato  con  tefli  cagioni. 
moni],  che  i  fuoi  natali  fujfero  legitimi,  nondimeno  ejferc  in  uerità  il  contra- 
rio ,  &fe  beile  non  fi  trouajfe  legge  fcritta  che  prohibijfe  afcendere  al  Tonti-  +   A  Papa  no  : 
ficato  chifujfe  nato  in  quefto  modo,  nondimeno  era  inueterata ,  &  commune  era  cSmmo« 
oppenione ,  che  chi  non  era  legitimo  non  potefje  etiandio  efiere  creato  Cardi- 
nale :  o  riducendofi  in  memoria,che  nonfèn^a  qualche  foretto  di  fimonia  ufa 
ta  col  Cardinale  Colonna  fujfe  siato  affunto  al  Tonificato  :  o  dubitando  che 
l'acerbità  grande  ufata  contra  la  Tatria  con  tanti  tumulti  di  guerra  non  gli 
dejfe  infamia  indelebile  appreso  al  Concilio  ;  maffimamcnte  effondo  apparito 
per  gli  effetti  hauerlomofjb,  non  come  da  principio  publicaua  il  defiderio  di 
ridurla  a  buono,  &  moderato  gouerno  ;  ma  la  cupidità  di  farla  tornare  nella 
feruitù  de'  fuoi  :  però  abbonendo  il  Concilio ,  ne  hauendo  per  ficurtà  bacan- 
te la  fede  di  C efare  3  communicando  le  cofe  con  Cardinali  deputati  alla  difcuf 
pone  di  quefla  materia ,  fofpettofi  ancora  loro  della  correzione  del  Concilio  y   .  «^  ^  p 
riffiondeua ,  moflrando  molte  ragioni  per  lequali  non  era  opportuno  a  trat-  pa  per  non  a„ 
tarne,non  fi  uedendo  ancora  riabilita  bene  la  pace  tra  Trincipi  Chrifiiani3  prirc  il  Coli- 
ca tcmendofi  di  nuoui  moti  del  Turco  ;  i  quali  non  farebbe  utile  che  trouaffe-  c"io# 
ro  la  Chriflianitd  occupata  nelle  difputationi ,  &  contentioni  del  Concilio:&  „ 

nondimeno  moflrando  rimetter fene  al  parere  di  Cefare ,  conchiudeua  effere  cone  quali  vo 
contento,  che  egli  promettere  nella  Dieta  la  indizione  del  Concilio ,  pure  che  ieua  il  Papa  fi 
fi  celebrale  in  It alia, &  prefente  lui;affegnato  tempo  congruo  a  cogregarlo,et  apriffe  il  Con 
che  i  Luterani ,  et  altri  her etici  promettédo  di  ftare  alla  determinatone  del  Cl110' 
Cócilio  dcjìfleffero  intrattato  dalle  corruttele  loro, et  rimette  do  la  Sedia  *Apo 
ftolica  nella  pojfeffione  della  fua  ubbidié^a,uiueffero  come  foleuano  prima,& 
come  Catholici  Chrifliani;da  chef  difficultaua  tutta  la  praticaiperche  i  Lute 
rani  nófolo  nò  erano  per  defiflere  dalle  oppenioni,et  riti  loro  innàri  alla  cele- 
bratione  del  Cócilio, ma  fi  credeua  cómuneméte,che  abhorriffero  il  Cócilio;no 
potédo  affettarne  altro  che  reprobatane  delle  oppenioni  loro;  cóciòfia  che  la 
maggior  parte  di  quelle  ,et  le  più  prkipali  fusero  fiate  reprobate  più  uolte  co  foaiiono  fpa- 
me  heretiche  da'  antichi  Cócilij;ma  che  dimadaffero  la  cóuocaiiòe  d'effo,per-  ucntare  gà  Po 
chefapédo  ejfere  cofafpauétofa  a'Tótefici,fi  perfuadeffero  no  haueffe  ad  effere  telieù  _. 
còceffo, et  cofifoflentare  co  maggiore  autorità  appreso  à  popoli  la  caufa  loro. 
Finì  i  quefte  a&itationi  l'anno  milleaquecétQ  tuta  etfuccedette  l'ano  millecin 


200  I   E    F^O 

M.D.XXXI.    quecento  trentuno,  nel  quale  fu  fìcciola  materia  di  mouimenti  :  perche  fé  be- 
li Re  di  Fmn-  **  ?er  molti  fe£ni  fl  comprendevi  il  l\e  di  Francia  efjere  mal  contento  degli 
eia  A'  ^Inghil  scordi  fatti  con  C  efare ,  &  cupidiffimo  di  nuoui  tumulti  ;  &  a  queflo  mede- 
terra  in  mala  fimo  inclinare  anche  il  Bg  d'Inghilterra  fdegnato  con  Cefare,  che  difendendo 
diipofuione      laforella  difua  madre  oppugnaua  la  caufa  del  diuortio  ;  nondimeno  effendo  il 
vedo  Gelare.    ^e  fi  Francja  effalifl0  di  danari  ,  ne  ancora  ripofato  ddtrauagli  di  fi  lunghe 
guerre, non  era  ancora  il  tempo  opportuno  afufeitare  innouationi  :  ma  atten- 
data intratt anto  a  praticare  cofi  in  Germania  coTrincipi ,  che  erano  d'ani- 
mo alieni  da  Ce  fare  ,  come  in  Italia  col  Tontefice  ;  proponendogli  perfarfelo 
beniuolo  pratiche  di  matrimonio  tra  il  figliuolo  fuo  fecondo  genito ,  &  la  ni- 
pote di  lui  :  <&  quello  chef  trattaua  con  maggiore  offe  fa  di  Dio,  &  con  bor- 
ii Re  di  Fran    T*^e  ln^arnia  de^a  Corona  &  Francia  ,  che  haueua  fatto  fempre  precipua 
eia  traJa  Ixiii  ProfiJfione  di  difendere  la  religione  Chrifliana,  per  i  quali  meriti  haueua  con 
tare  il  Turco  feguitato  il  titolo  del  Chrifti  ani /fimo,  tenendo  pratiche  col  Trincipe  de'  Tur- 
comi*  Cefare   chi  per  irritarlo  contra  C  efare ,  contrai  quale  era  per  l'ordinario  male  diffo 
fio,  fi  per  l'odio  naturale  contrai  nome  de  Chrifliani,  come  per  cagione  delle 
còtrouerfie,che  haueua  col  fratello, eh  e  erano  quifiioni  per  il  Pregno  d'Fnghe 
ria  col  Vaiuoday  di  chi  egli  haueua  prefo  la  protettioneicome  etiandio  perche 
lagrandcT^a  di  Cefare  comìnciaua  ad  e  fere  foffetta  anche  a  lui.  Leuarono 
^n!TnoL  incìucfo  tempo  i  Capitani  Imperiali? efferato  di  quel  di  Siena  per  condurlo 
guerra  di  Fi-  mt  Temente, bauendo  nme\]o  in  Siena  per  fatisf attiene  del  Tapa  a  godere  h 
renze.  Tatria  ,  &  i  beni  loro  quelli  del  Monte  de  noue  ,  ma  non  alterata  la  forma 

deigouerno  ;  &  meffoui  perficurtà  loro  una  guardia  di  trecento  fanti  Spa- 
gnuoli ,dependente  dal  Duca  di  Malff.il  quale  per  hauerfifaputo  poco  confer- 
uare  la  fua  autor  it  adornarono  prefo  le  co  fé  ne  mede  fimi  difordini,  in  mo- 
Gouerno  di  Fi  do  che  quelli ,che  erano  siati  rimefjì  per  timore  fé  ne  partirono  .Dichiarò  etià 
tond^Cefa'r.e.ra  di°  C€^are  {aforma  àelgouerno  di  Firenze  Jijfmulata  quella  parte  dell'auto 
ritd  concedagli,  che  limitauafalua  la  libertà  :  perche  fecondo  la  propria  in- 
(ìr  unione  mandatagli  dal  Tapa ,  effrefe  che  la  Città  fi  gouernaffe  con  quelli 
Magiflrati,&  con  quel  modo, che  erafolitagouernarfi  ne  tépi,che  la  regge- 
vi Meandro  uano  i  Medici$t  che  delgouernofuffe  capo  Meffandro  nipote  del  Tòtefice,et 
de\Medici  de-  genero  fuo;et  màcàdo  lui  fuc  cede ffero  di  mano  in  mano  i  figliuoli, et  di  fediti, 
CefarT  ^      &  *  f'U  Pro^mi  della  mc  de fima  famigli  a. F^fituì  alla  Città  tutti  i  priuilegvj 
dei  gouerno     CÓC *$$  altre  uolte  dafe>et  da' fuoi  predeceffori;ma  co  còditione, che  ne  rica- 
di Firenze.      dejjèro  ogni  uolta  che  attétaffero  cofa  alcuna  cètra  lagràdexxa  della  famiglici 
de' Medici-.inferédo  in  tutto  il  decreto  parole, che  moflrauào  fódarfi  no  filone 
la  podeflà  còceffagli  dalle  parti, ma  etiàdio  nell'autor  ita, et  degnità  Imperia- 
le. Tacile  quali  cofe,hauédofatisfatto  al  Tapa  forfè  più  che  alla  f acuità  còcef- 
fagli nel  còpromeffo, l'offe  fé  incòtinéte  in  cofa,  che  gli  fu  molto  graue  :  perche 
poi  che  da  più  Dottori, a' quali  l' haueua  còmeffoffu  uditaci  esaminata  la  co- 


V    1    G   E    ò    I-M.  U.  ÌÓ7 

trouerfia  tra  il  Toteficeyet  il  Duca  di  Ferrar  ayfopra  laquale  erao  fiati  per  tut 
te  due  le  parti  prodotti  molti  teftimonijyetfcrittureyet  fatto  Ingo  proceffò;  prò  Modòna ,  & 
nuntiò  per  configlio  zr  relatione  loro, Modona  y&  Faggio  appartenerli  di  ra  i/c  §8\°  >?f  "" 
gione  al  Duca  di  Ferrara  ;  &  che  il  Tontefice  riceuuti  da  lui  centomila  duca-  rc  aj  Quca  ^ 
tiyridotto  il  cenfo  al  modo  antico  lo  rinuefiiffe  della  lurifdittwne  di  Ferrara .  Ferrara. 
Sfor%pffi  C efare  fare  capace  al  Tapa ,  che  fé  contra  la  promeffa  fattagli  in 
Bologna  di  non  pronuntiare  in  cafo  trouaffela  caufa  fua  non  efiere  gìuflayha- 
ueua  pronuntiatOydouerfi lui  lamentare  non  di  fé  yma  del  Vefcouo  di  V afone 
7<(untiofuo:al  quale  non  haueua  mancato  di  fare  intenderebbe  non  uolcua  lo 
dareyper  non  e  fiere  cofiretto  a  dargli  ilgiuditio  contraima  che  egli  perfuaden 
dofi  il  contrario  set  che  queflo  fi  diceffe  per  fcaricarfi  della  promeffa  fattagli  di 
lodare,  fé  le  ragioni  erano  per  lui,  haueua  fatto  tanta  inflanza  chef  pronun- 
tiaffe ,  che  era  siato  neccfjitato  di  farlo  per  conferuatione  dell' 'h  onore  fuo  :  la 
quale  fcufa  farebbe  slata  più  capace  y  fé  il giuditio  nonfuffe  slato  in  quelmc- 
defimo  effetto  y  nel  quale  C e  fare  haueua  tentato  molte  uolte  di  ridurre  la  co  fa 
per  concordia .  offefe  ancora  molto  più  il  Tontefice  il  uedere  y  che  Cefare  nel  +  M  PaPa  fi 
pronuntiare  fopra  le  cofe  di  Modona  y  &  Reggio  haueua  feguitato  la  uia  di  £,e"e         da 
giudice  rigorofo  :  ma  in  quelle  di  Ferrar  avelie  quali  il  rigore  era  manifefia- 
mente  per  fé  y  haueua  feguitato  l'ufficio  d'amicabile  compofitore:  però  non 
uolle  ratificare  il  lodo  dato  y  non  pigliare  il  pagamento  de'  danari  y  ne'  quali 
era  condennato  il  Duca  ;  &  nella  proffima  feflimtà  di  San  Tiero  non  accettò 
il  cenfo  offertogli y  fecondo  il  co  fiume  antico  y  public  amente .  ma  non  refìò  per 
queflo  Cefare  di  cófegnare  al  Duca  di  Ferrara  Modona  tenuta  infino  a  quel  dì 
da  lui  in  depofitoy  lafciando  poi  decidere  tra  loro  le  alter  cationi  :  onde  per  mol 
ti  mefi  non  fu  fcoperta  guerra  tra  il  Tapay  &  il  Due  ay  neficura  pace  ;  efiendo 
tutto  intento  il  Tontefice  o  ad  opprimerlo  con  infidie  yoad  affettare  occafione 
di  potere  con  appoggio  di  maggiori  Trincipi  offenderlo  feopert amente .  "K^on 
h ebbe  queflo  anno  trentuno  altri  accidenti  y  &-  s' andò  continuando  anche  la  m.D.XXXII 
quiete  nel  futuro  anno  :  il  quale  fu  più  pericolofo  per  guerre  tfierne  3  che  per 
mouimenti  di  Italia .  perche  il  Turco  accefo  dalla  ignominia  della  ributtata  II  Turco  acce 
di  Vienna  y  &  intefo  Cefare  effere  in  Germania  preparo  grofiffimo  efferato y  £°  conerà  Ce- 
magnificando  gli  apparati  con  publicare  di  uolere  fare  la  guerra  per  cofiri-   are' 
gnere  Cefare  a  fare  giornata  fico  :  per  la  fama  delle  quali  preparationi  & 
Cefare  fi  meffe  in  ordine  quanto  poteua  y  facendo  etiandio  paffare  il  Marche- 
fé  del  Guaflo  in  Germania  con  le  genti  Spagnuole,  &  con  gr  offa  banda  di  ca- 
miti &  di  fanti  Italiani  :  &  il  Tapa  gli  promeffe  foccorrerlo  con  quaranta- 
mila ducati  ciafeuno  mefe  y  &  mandò  a  quella  ffeditione  per  Legato  <Apofio-  +  Cart<je»Mc 
lieo  il  Cardinale  de'  Medici  fuo  nipote:&  i  Trincipiyet  Terre  franche  di  Ger  jicì  Legato  in 
mania  prepararono  in  fauore  di  Cefare  y  &  per  la  difenfione  commune  della  Germania. 
Germania  uno  efferato  molto  groffo .  ma  riuscirono  gli  effetti  molto  dìjfimili 


*os  L  I  R  B^O        -■+ 

alla  fama,  &  al  terrore  ;  perche  Solimano  entrato  tardi  in  angheria  non  ba- 
ttendo fot  ut  o  arriuarui  prima  per  la  grdndez^a  degli  apparati,  &  per  la  di* 
fianca  del 'camino,  non  andò  dirittamente  con  l'esercito  alla  uolta  di  Ce  fare; 

fé  w  ritorna  m  Cofta/ltlnopoli  :  ne  fi  dimóflrò  anche  in  Cefare  maggiore  prótez^a,  perche. 
a  Coftamino-  intef°  l'auicinarfi  de  Turchi,  non  fi  fece  loro  incontro  ;  &  come  iute/è  la  riti- 
poli.  rata  non  hebbe  penfiero  di  profegmre  con  tutte  lefor^e  l'occafione  per  acqui 

ftare  per  il  fratello  l'Vnght  ria  :  ma  ardente  di  defiderio  di  ritornare  in  Ifpa- 
gna,ordinò,  che  i  fanti  italiani,  con  certo  numero  di  Tedefchi  andajferoalk 
impreja  d'Vnghcria  :  ma  gli  fu  disordinato  anche  quefio  dijfcgno ,  perche  i 
fanti  Italiani  folleuati  da  qualcuno  de  Capi  loro ,  che  ueddoìwpropofii  altri 
Capitani  a  quella  imprefa,  ammutinati  ;  non  Sapendo  allegare  cagione  del  lo- 
lian^^Jmu  r°  tumuko> ne  Sfiondo,  a  placargli  l 'autorità  di  Ce  fare,  che  andò  m  per  fona 
tlna  in  Germa  aParlareio^°  *  prefero  unitamente  il  camino  d'Italia,  caminando  congran- 
„i.i.  diffxma  celerità,  per  timore  di  non  efferc  feguitati  :  &  per  il  camino  ardendo 

molte  uille,  <&  cafe,  come  terre  de'nimicCin  uendett a,  fecondo  diceuano,  de 
gli  incendij  fatti  da'Tede'fchi  in  Italia.  Eragia  anche  Cefare  uoltatof laica- 
-  -  «•  '  mino  d'Italia  ;  &  hauendo  disegnato  con  che  ordine, &  in  che  allo^giameto 

douejfe  procedere  lafua  Corte,  &  tutto  ilfuo  traino  ;  il  Cardinale  de' 'Me dici 
mofio  da  impeto  giouinile,  non  uolendo  slare  a  quell'ordine ,  che  era  dato  yfi 
fpinfe  innanzi, &  con  lui  Viermaria  I{pfio,  a  chi  principalmente  sattribuiua 
la  colpa  di  quella  fé dit ione  ;  donde  fdegnato  Cefare,  o  perche  attribuire  l'ori- 
gine di  quella  cofa  al  Cardinale, che  mal  contento, che \Alefiandrofuo  cugino 
fufie  propefio  allo  Stato  di  Firenz  e,  non  andaffe  dietro  a  quei  fanti  per  con- 
Car.de'Mccii-  -fargli  a  turbare  le  co fé  di  Tofana, fece in  camino  ritenere  il  Cardinale,  & 
£o?XSajo  ^n^l^ermar^^^onfderandopoi  meglio  la  importanza  della  cofay 
da  Cefare       JcrW  f**f  «  cbe  /># liberato  ;  &  ne  fece  fico ,  &  col  Tapa  molte  feufa- 
tiom  :  refiò  prigione  Piermaria ,  ma  non  molto  dopo  fu  rilavato ,  fonando- 
gli y  come  fi  credette,  apprefo  a  Cefare  afiiai la  ingiuriale  gli  pareuahauer 
fatta  al  Cardinale.  La  partita  del  Turco  alleggerì  Italia  dalla  guerra  immi- 
nete,percheil  I^e  di  Ir  ancia, &  il  }\e  d'Inghilterra  pieni  d'odio, et  di  fdegno 
A bboccamen  contra  Cefare  ,  s'erano  abboccati  tra  Cales,  &  Bologna;doue,  perfuadendofi 
FrancKe  dÌ    ^ ilTurco  hauefse  *  firmar  fi  quella  uernata  in  Vngheria,  &  cefi  tenere  im 
Inehiherra."    fllCate  lefor^edl  Cefare  ,  trattauano  che  il  $$  di  Francia  af  altane  il  Duca- 
to di  Milano  ;  &  difpofii  a  tirare  il  Tapa  nelle  loro  parti  con  afpre^a ,  <& 
co  ifpanento  poi  che  non  era  infino  allhora  potuto  fuaedere  per  altra  ma,  trat 
Untano  di  Iettargli  l'ubbidienza  de\l\egni  loro,  in  cafo  non  confinti  fé  a  quel- 
■    lodefiderauanoyche  era  nel  %  di  Francia, il  uolerc  lo  Stato  di  Milano, in  quel 
lo  d'Inghilterra,  lafenten^a  per  fé  della  caufa  del  diuortio  :  &  via  haueua- 
no  difegnato  mandare  a.  lui  cok  acerbe  commeffiom  i  Cardinali  dÌTornon,& 

ài  7  arbes: 


■ 


di  Tabes  ;  grandi  l'uno,  &  t altro  di  autorità  appreffo  al  l{e  di  Francia.  Ma 
mollificò  quefti  difegni  lo  intendere  innanzi  partiffero  dall'abboccamento  la 
ritirata  del  Turco  ;  &  interroppe  anche ,  che  il  I{e  d'Inghilterra  non  faceffe  La  ritirata  del 
f  affate  a  Cales  oénm  per  celebrare  publicamtnte  in  quel  Conuento  il  matri-  ^UTCO  mitiga 
monio  con  lei  ;  non  ojìantc  che  la  lite  pendeffe  nella  Corte  di  I\oma,&  che  per  nate  tatalia 
Brieui  *4  poftolici  gli  fuffe  pr  oh  ibito  fitto  pena  digrauijjìme  cenfure  l'atten- 
tare copi  alcuna  in  pregiuditio  del  primo  matrimonio  -.nondimeno  il  I\e  di  Fra 
eia  per  dimoflrarc  al  l\e  d'Inghilterra  mal' animo  contra  la  Chic  fa  Promana, 
ancora  che  la  int  emione  fuafuffe  cercare  di  guadagnar  fi  co  modi  dolci  il  Tòte  f  il  Re  di  Fr5 
fice,  impofe  difua  autorità  decime  al  Clero  per  tutto  il  Pregno  di  Francia ,  &•  cia  impone  de 
(pedi  i  due  Cardinali  al  Tapa,ma  con  commeffwni  molto  diuerfe  da  quelle ,  illlle  a*  CIer,°> 
che  da  principio  erano  state  di fegnate. Venne  Ce  fare  in  Italia,  &  defideran-  mahdati'daJ 
do  parlare  col  Tontefice  fu  ftatuito  di  nuouo  tra  loro  il  luogo  di  Bologna  ac-  Re  al  Papa. 
ccttato  cupidamente  dal  Vapa  per  non  dare  occajìone  a  Cefare ,  come  era  con  i"  Cefarc  tor 
fortato  da  molti  de'fuoi  d'andare  nel  Pregno  di  K[apoli,  &  cofi  dimorare  più  *fdn      ?'r 
tempo  in  Italiani  che  era  anche  contra  la  mente  di  Cefare  dejiderofo  di  andar  fare  s'abboc- 
fene  in  Ifhagna,  &  per  altre  ragionila  principalmente  per  defiderio  di  prò-  chino  in  Bolo- 
crebre  figliuoli  ef  emioni  reflata  la  moglie. però  l'uno,®*  l'altro  di  loro  còuen  SniU  l  flK 
nero  alla  fine  dell'anno  in  Bologna  ,  do  uè  tra  loro  furono  feruate  le  medefime 
dimoflrationi  d'amor  e, &  la  medefima  dimefiiche7^a,che  era  fiat  a  ufata  l'ai 
tra  uoltama  non  erano  più  corrifpondenti gli  animi 3come  erano  siati  allho - 
ra  nelle  negociationi:  perche  Cefare  defideraua  per  quiete  &  fatisfattione  dì 
Germania  fommament  e  il  Concilio.-infiaua  di  uolere  diffoluere  l 'efferato  gra 
ue,&  a  lui,®*  agli  altri;ma  per  poterlo  fare  fieramente, eh  e  fi  rinnouaffe  lui 
tima  Lega  fatta  in  Bologna  per  includerui  dentro  ogniuno ,  &  per  t  afare  le 
quantità  de' danari, le  quali  ciafeuno  hauefie  a  contribuirete  Italia  fufìe  afìal 
tata  da'  Francefcdefideraua  anche 3che  Caterina  nipote  del  Tapafi  maritale 
a  Francefco  Sforai,  fi  per  neceffitare  più  il  Vapa  ad  attédere  alla  conferuatio 
ne  di  quello  Stato,  fi  per  interrompere  la  pratica  del  parentado, che  s'era  trat 
tato  col  Pg  di  Fràcia.delle  quali  cofe  ne f  una  piaceua  al  Tótefice, perche  il  con- 
federar fi  era  contrario  al  defiderio  fio  di  matenerfi  il  più  poteua  neutrale  tra* 
Trincipi  Chrifliani,dubìtado  &  de  gli  altri  pericoli,  etjpetialméte,cheil  Bg 
di.Fracia,efkndone  mzffmamente  infligato  tato  dal  P^e  d'Inghilterra,  no  gli 
Ituafse  l' ubbidienza: il  Concilio  per  le  antiche  cagionigli  era  moleflijfimo  :  ne 
gli  piaceua  il  parentado  col  Duca  di  Milano, per  non  pigliare  quaft  una  aper- 
ta nimicitia  col  P^e  di  Francia ,  &  perche  ardeua  di  defiderio  di  congiugnere 
la  nipote  alfecodo  genito  del  I\e. Trattojfi  di  quefte  materie,  principalméte  di  Perfonaggf  de 
quella  della  co  fé  derat  ione, alla  quale  pratica  di  più  mejt,  furono  deputati  per  jJJ."  "c  ^™_ 
la  parte  di  Cefate,Cuouos,cómandatorc  maggiore  di  Leone,  Granuela;et  Tra  rie  tra  il  Papa 
ta  fuoi  principali  cordiglieri  :  &  per  la  parte  del  Tapa  il  Cardinale  de'  Me-  &  Cefare. 

0 


dici  ,  Iacopo  Saluiati  ,  &  il  Gui ce lardino  :  i  quali  non  ricufando  il  far  e  la  con 
federazione , per  eh  e  era:  uno  [coprire  troppo  la  intcntione  del  Tontefice,  et  da- 
re caufa  a  Cefare  d'hauere giuftamente grauiffimo  fojpetto  di  lui,  inflauano 
che  fi  facete  ogni  opera  per  fami  condefeendere  i  Vinitiani  ;  allegando  chefen 
%agli  aiuti  loro  la  dife fa  farebbe  debole,  &  che  con  più  riputatone fi  confer- 
Vinitiani  riccr  uauanole  cofe  communi  ,  mantenendofi  in  fu  la  fama  della  prima  confedera- 
cati  alla  con  e  tjone  ^  ^oue  fa  facendone  un'altra  fen^aloro  fi  faria  nafeere  per  tutto  op- 
Papa ,  &  con  ptnione  ;  che  tra  Cefare  ,  &  il  Tapa ,  &  i  Vinitiani  fujfe  difeordia .  però  fu- 
Celare.  rono  ricercati  i  Vinitiani  di  confentire  a  nuoua  confederatone  per  la  difefa 

di  tutta  Italia  ,•  perche  per  la  prima  non  erano  tenuti  ad  altro  che  alle  cofe  del 
lo  Stato  di  Milano,  &del  Pregno  di  J^apoli  :  <&  defideraua  fommamente  Ce 
i  Vinitiani  ne  jare  ^  cjje  e>  fuffero  anche  obligati  alla  difefa  diGenoùa  vdoue  fi  penfaua,cht 
^n  nuouacófe  1uand°  haueffe  ad  effere  guerra ,  iFrancefi  faceffiro  facilmente  il  primo  af- 
dcratione.      folto  :  perche  pretendeuano  per  ragioni  ,  &  interejfi  particolari  poterlo  fare 
fen^a  contrauenire  agli  accordi  di  Madril,  &  di  C ombrai  .negò  quel  Sena- 
to uolere  fare  nuoua  confederatone,  o  ampliare  le  obligationi  ,  che  in  quelk 
fi  conteneuano ,  congraue  fdegno  di  Cefare,  non  oftante  che  affermaffero  uo- 
-        •  lere  offeruare  inuiolabilmente  quefta  congiuntane  :  &  nondimeno  Cefare  in- 
■    flette  tanto  più  col  Tapa ,  ribattendo  le  ragioni  che  per  la  parte  fua  s'allega 
nano  in  contrario  ;  in  modo  che  s'entrò  nel  praticare  gli  articoli  della  confede 
rattonc,&  fi  chiamarono  tutti  i  Potentati  di  Italia ,  che  mandaffero  Imba- 
feiadori  a  quefta  pratica  ;i  quali  furono  ricercati  che  entrajfero  nella  confe- 
deratone,  contribuendo  al  cafo  della  guerra  fecondo  lefor^ ,  &  pofftbilitì 
loro  :  a  che  non  effondo  fatta  per  alcuno  difficultd ,  mafolamente  sformando  fi 
ciafeuno  di  alleggerire  quello  che  gli  era  dimandato  di  contributione;folo  ^il 
+  Ragione    fonfo  da  Efìe  propofe  non  potere  entrare  in  Lega  per  difendere  gli  Stati  d'al- 
perche  Alfon-  ^  n,  prjma  nonfu(\e  affi  curato  del  fuo  ;  perche  come  effere  conueniente  che 

lodaEltcnon    ,      J  J  ,  V,   iL         r        J        /         •     r  ;    -^ 

polli  entrare    bauefie  a  guardar  fi  dal  Tontepce ,  &  entrare  in  Lega  con  lui  ?  come  potere 
nella  Lega,      contribuire  co  fuoi danari  alla  difefa  di  Milano ,  o  di  Genoua,fe  era  neceffi- 
tato  {pendergli  continuamente  per  tenere  gente  in  Modona ,  &  peggio,  & 
anche  per  effere  ficuro  di  Ferrara  ?  Da  quefta  dimanda  nacque  nuoua  prati- 
ca di  concordarlo  col  "Papa  :il  quale  hauendone  l'animo  alienifjìmo ,  ne  uo- 
lendo  cofi  apertamente  opporfi  alla  inflaw^a  di  Cefare ,  proponeua  condizioni 
ìnefflic  abili  i  affermando  che  quando  pure  haueffe  a  lafciare  Modona,&  l\eg 
gio  ad  jLlfonfo ,  che  altrimenti  non  eraperconuenire ,  uoleua  le  riconofeeffe 
.  in  feudo  dalla  Sedia  *Apoftoliea  :  il  che  non  fi  potendo  fare  in  modo  che  fu  fi- 
fe giuridicamente  ualidofcn^a  confenfo  degli  Elettori,  &  Trincipi  dello  Im 
per  io ,  metteua  Cefare  in  una  diffcultà,  che  non  haueua  effìto  :  però  fi  rida fi- 
fe a  pregare  il  Tontefice,che  almeno  durante  la  Lega  s'obligaffe  di  non  offen- 
dere lo  Stato, eh  e  teneua  vilfonfo  :in  che  dopo  molte  diffute  il  Tapa  confen- 


...v  .'..,: 


V  I  G  E  5 •  I  M  O.  ili  V 

ti  a*  afficurarlo  per  diciotto  mefi  :  &  fu  finalmente  conchiufa  la  Lega:  la  qua  Lcga  concWti  | 
le  fu  stipulata  il  giorno  tanto  felice  a  Cefare  di  San  Matthia.Contenne  la  con   ?' .   ?.      *4 
federatane  obligo  ,  da'  Vinitiani  in  fuori ,di  Cefare  del  l\e  de  Romani,  &  di 
tutti  gli  altri  Potentati  di  Italia  alla  difefa  di  Italia  ,  non  ui  nominando  però 
dentro  i  Fiorentini  ,  per  ricetto  di  non  turbare  i  loro  commertij  nel  Reame  di 
Francia,  fé  non  nel  modo  che  erano  siati  nominati  nella  Lega  di  C ugnaci?, Fu  . 
ejpreffo  con  che  numero  di  gente  bauejfe  ciafcuno  di  loro  a  concorrere,  &  con 
che  quantità  di  danari  a  contribuire  ciafcuno  me  fé ,  Cefare  per  trentamila  du 
cati  ,  il  Pontefice  fi  difegnaua  pagajfe  per  fé,  &  per  i  Fiorentini  per  venti- 
mila ,  il  Duca  di  Milano  per  quindicimila, il  Duca  di  Ferrara  per  dieci  mila, 
Genouefi  per  fei  mila ,  Sane  fi  per  dumi  la,  Luccbep  per  mille:  &  che  per  tro- 
uarfi  qualche  preparatione  a  uno  ajjalto  improuifo ,  tanto  che  con  le  contri- 
butioni  fi  potejfe  poi  difender  fé, fi  faceffe  allhora  uno  depofito  difomma  quafi 
pari  alle  contributioni ,  che  non  fi  potejfe  {pendere  fé  non  in  cafo,  chefiuedefc 
fé  in  pronto  le  preparationi  dì  asfaltare  Italia:  ordinoffi  ancor  a  una  picchia  co 
tributione  annuale  per  intrattenerci  Capitani,  che  refiauano  in  Italia;  & 
per  pagare  certe  penfioni  a  Sui-^eri,  accioche  nò  haueffero  caufa  di  dare  fan 
ti  al  I{edi  Francia  :  &  di  commune  confcnfofu  dichiarato  Capitano  Genera-  Ant.  de  Leua 
le  di  tutta  la  Lega  ^Antonio  de  Leua  con  ordine  fi  fermaffe  nel  Ducato  di  Mi  Generale  deU 
lano  :  del  Concilio  non  fu  conchiufo  confatisfattione  di  Cefare,cbe  inflauacbe  k  LeSa;       . .  j 
il  Vapa  allhora  lo  intimale  :il  quale  ricufaua ,  allegando  che  in  quefia  mala:  cfcnó  intima 
difpojìtione  degli  animi  era  pericolo  che  non  fuffe  ricufatodal  ^e  di  Francia,  t0  dal  Papa. 
&  d'Inghilterra,  &  che  facendofi  fen^a  loro  non  poteua  introdurre  ne  unio  . 
ne,  ne  riformat  ione  della  Chiefa,  ma  era  pericolofiffimo  non  ne  nafeeffe  là 
Scifma:effere  contento  mandare  J^untij  a  tutti  i  Trincipi  per  indurgli  ad  ope 
rafifanta:  &  replicando  Ce  far  e, che  fard  adunque  fé  effi  differiranno  fen^a 
giufla  cagione? &  uolendo  che  in  tal  cafo  il  Tapagli  promettere  di  intimarlo 
non  potette  diftorlo  :  in  modo  che  fi  diputarono,  &  mandarono  i  l^untij  con 
pocajperan'^a  di  riportarne  conclufione.  ma  non  refiò  anche  Cefare  più  fatisi 
fatto  della  pratica  del  parentado  :  perche  ejfendo  uenuti  a  Bologna  i  due  Car- 
dinali mandati  dal  I{e  di  Fr ancia,  &  introdotto  di  nuouo  il  ragionamento  del 
parentado  col  fecondo  genito  di  quel  %e,il  Tontefice  replicaua  a  quello  del  Du 
ca  di  Milano  propoftogli  da  Cefare,  che  hauendogli  il  Bg  molto  prima  propo- 
fio  il  matrimonio  col  fuo  figliuolo, &  egli  udita  la  pratica  con  confenfo  di  Ce- 
fare,che  allhora  dimosìrò  d'eterne  contento, gli  par eua  fare  troppa  ingiuria    Papa  perche 
al  I{e  di  Francia,  fé  pendenti  quelli  ragionamenti  maritale  la  l^Jpote.  a  uno  non  maritato 
nimico  fuo  :  credere  che  quefia  pratica  fuffe  introdotta  dal  i\e  artificiofamen  £>uc^  ^^ 
te  per  intrattenerlo,  &  non  con  animo  di  conchiudere,  effendoui  tanta  diffia-  no. 
rità  di grado, .&  di  condìtione;ma  che  fé  prima  non  fi  efcludeua  del  tutto  que- 
fia pratica ,  non  uoleua  far  offefa  fi  grane  al  %e  :  ne  ejfendo  capace  a  Cefare, 

0     ij 


che  il  Re  di  Francia  ttoleffe  torre  per  uno  fto  figliuolo  una  tatodiffimile  ahi; 
confortò  il  Tapa  che  per  chiarirfi  degli  inganni  del  I{e,infteffe  co'  due  Cardi- 
nali, che  facefjero  uenire  il  mandato  a  poterlo  contraere  ,  i  quali  dimofir  atifi 
pronti  filtri  i, lo  fecero  in  pochifjimi  dì  uenire  informa  amplijjìma,  onde  nonfò 
loft  efclufe  ognifperan^a  del  parentado  con  Francefco  Sforma  ,-  ma  ancor  a  fi- 
rifirinfela  pratica  col  l(e  diFrancia;aggiugnendouifi  ancor  adorne  molto  pri 
ma  sera  tra  loro  ragionato ,che  il  Tapa,&  il  Fg  di  Francia  fi  conueniffero  in 
fteme  al^i^a^Citta  del  Duca  di  Sauoia  ,  &  pofla  prejfo  al  fiume  dei  Varo, 
che  è  confine  tra  l'ltalia,&  la  Trouen^a.  le  quali  co  fé  erano  mólto  molefìe  a 
Cefere,  fi  per  foretto  eh  e  tra  il  Tapa  ,&ilBg  di  Francia  mnfifaeeffemag- 
Sofpetti  che    giore  congiuntione  in  pregiuditio  fuo ,  fapendo  quale  fuffe  l'animo  del  Bg  coti 
Laueua  Cefare  trafe;&  dubitando, che  nelTontefice  rifedeffe  ancora  occultamente  là  memo 
Q    apil#      -  ria  deUafua  incarceratione, del  fiacco  di  Roma,&  de  Ila  mutatione  detto  Stato:, 
di  Firenze  ;  mouendolo  ancora  lofdegno ,  che  quello  honorey  che  gli  pareva  ,: 
*   che  il  Tapaglihaueffe  fatto  d'andare  ad  abboccar  fi  fec&  due  uoltea  Bologna^ 
fi  diminuire, an?j  fi  annicchilafse  ,fe  andaua  a  trouare  per  mare  il  Ì{ediFratf 
■  eia  infino  a  lv(/^ %a  :  ne  diffimulaua  queflo  difpiacere,  &  le  cagioni, ma  inua- 
no:  perche  nel  Totefice  era  fiffa  nell'animo, an^i  ardente  la  cupidità  di  queflo 
4  •  Amb  v       parentado'}mouendolo  più  preflo  l 'ambinone,  &  l'appetito  della  gloria, che  ef 
de]  Pontefice,  fendo  di  cafa  quafi  priuata  haueffe  confegmto  per  uno  nipote  naturale  una  fi- 
gliuola naturale  di  fi  potente  Imperadore:&  hora  confeguiffe  per  una  nipote 
fua  legitima  uno  figliuolo  legitimo  del  J\e  di  Francia  :  il  che  lo  moucua  più  -, 
che  quello, che  glier  a  ricordato  da  molti,che  con  queflo  parentado  darebbe  co 
lore  di  ragione, 'benché  non  itero, ma  apparente, al  Re  di  Francia  di  pretende- 
re per  il  figliuolo, &  per  la  nuora  fopra  lo  Stato  di  Firenze.  *A  quefie  male  fa 
tisfattioni  di  Cefare  fi  aggiunfe  quafi  per  cumulo, eh  e  facendo  inflan'xa^he  il 
Tapa  creajfe  tre  Cardinali  pròpoflìda  lui,ottenne  con  difficultd  folamente  lo 
,  ìreiuefeouo  di  Bari;fcufandofi  egli  con  la  contradittione  del  Collegio  de'  Car 
dinalhne  mitigo  Cefare  che  il  Tapa  concorrejft  molto  prontamente  a  fare  una 
confederatane  fegreta  con  lui, nella  quale  prometteua  procedere giuridicamé 
te  alle  cenfure, &  a  tutto  quello  che  fuffe  di  ragione  contra'lRe  d'Inghilterra 
&  contra  *Anna  Bolenia\&  s'obligarono  di  non  far  e  nuoue  confederationi , 
&  accordi  con  i  Trincipi  fen^a  confenfo  l'uno  dell'altro,  Tartì  adunque  Ce 
fare  da  Bologna  il  dì  da  poi  che  fu  slipulata  la  confederatone  ;gia  affai  certo  » 
in  fé  mede  fimo,  che andrebbe  innanzi  il  parentado,  c^  l'abboccamento  col  l\e 
di  Fr ancia, &dubìo  ancora  dimaggiore  congiuntione:&  imbarcatofi  a  Ge- 
noua  pafiò  in  Ifyagna,  con  intentione  affai  ferma,  fecondo  fi  diffe,  che  fé  fi  con 
t  II  f  e  tefcc  trae  uà  il  parentado  col  I{e ,  che  quello  della  figliuola  con  ^Alefiandro  de*  Me-  \ 
parte  da  Bolo  dicj  non  haueffe  luogo .  Tarti  pochi  di  poi  il  Tapa  per  ì{oma  accompagna- 
la perRoma  fQ  ^  ^m  Qar<nml\  Franccfi ,  non  turbati  niente  della  ména  cmfedemtionc  :  • 


,'3'Ja  a 


perebe  il  Tontefice ,  come  era  eccellente  nelle  fimulatìoni  ,  &.  nelle  pratiche,  I 

nelle  quali  non  fuffefopr  afatto  dal  timore,  haueuadimofìrato  loro  che  il  con-.  I 

chiudere  la  Lega  partoriua  la  diffolutione  dell'efferato  Spagnuolo  ;  il  che  fa-.  I 

cena  maggiore  beneficio  al  HS  di  Francia,  che  non  faccua  nocumento  il  con- 
traerfi  la  confederatone, majfimamente  che  tra  le  obligatiom ,  cr  l'offeruan-  ^  ™*™«  li 
xa,  &effecutioni di  effe  poteuano  mf ter ■emolte  di§uultd,&  dmtrfi  impedì-  cia  perchc  {ì 
menti,  continouaronfi  adunque  traloro  le pratiche  cominciate,  &defideran  pjpa  Vr  '-  - 
doill{eperbonorarfene,&pcrambitione  più  che  per  altro, l andata  fua  a  Ni*** 
'HÌZZ*  »  promettenti  per  tiramelo  non  lo  ricercare  di  confederatone, non  di-  i 

tirarlo  aù  guerra, non  di  deuiare  da  termini  della  giufìiiia  nella  caufa  del  I\e  j 

d'Inghilterra,non  di  ricercarlo  di  nuoua  creatione  di  Cardinali:&  lofpigne-  j 

uà  anche  a  queflo  affai  il  He  d' Inghilterra, il  quale  hauendo  occultamente  in^ 
gvmddtalainnamorataJjaHeuaper  celare  lainfamia  innanzi  fi  prì  \    - 

contratto  con  effa  il  matrimonio  fdermemente  :  &  battendone  poco  poi  hauti  {£  ^ 
t  a  una  figliuola,  l'baueua  in  pregiudicio  della  figliuola  riceuuta  della  prima  ra# 
moglie  dicbiarataTrincipeffa  del  Hegno  d '  Inghilterra,titolo  che  hanno  quel 
li, che  fono  nella  prima  caufa  della  fucceffwne .  per  il  che  non  hauendo  potuto, 
il  Tapa  diffimulare  tanto  diftregio  della  Sedia  ^ipofìolica ,  ne  negare  giufii-. 
tia  a  Cefare,baueua  co  uoti  del  Conciftorio  dichiarato  quel  He  effer e  caduto-,  t  Inferra 
nelle  pene  degli  attentati:  onde  egli  defideraua  il parentado, &  l'abboccarne  aerato  de 
to  del  Tapa  col  He  di  Francia® er andò  che  il  Hefuffe  me^oa  medicare  lacau  «        ™  ^ 
fafua,&  che  inducendofi  il  Pontefice  a  trattare  cofe  nuoue, come  jperaua, con  tentati# 
tra  Ce  fare  haueffe  a  defiderare.di  reintegrarlo ,  &  tirarlo  nella  congiuntane 
loro  :  &  quafi  per  dare  legge  alle  cofe  d'Italia ,  coflituire  uno  Triunuirato. 
Conchiufejì  finalmente  l'andata  non  a  Is^i^a ,  perchc  il  Duca  di  Savoia  per 
non  dispiacere  a  C efare ,  fece  difficultd  di  concedere  al  Pontefice  la  Hgcca , 
ma  a  Marfilia  ;  cofa  molto  defiderata  dal  He ,  per  effergli  molto  più  honore 
tirarlo  ad  abboccarfi  feco  nel  fuo  \egno  ;  ma  non  molefla  anche  al  Tontefi-  Abboccarne- 
ce ,  che  defideraua  fatisfargli  più  con  le  dimoflrationi,  &  col  compiacere,  ^f*™^ 
alla  fua  ambitione ,  che  con  gli  effetti .  Sfor^auafi  il  Vontefice  di  perfua-  filia> 
dere  a  ciafeuno  d'andare  a  quello  abboccamento  principalmente  per  prati-  +  pCffuafionf 
care  la  pace ,  trattare  la  imprefa  contragli  infedeli ,  ridurre  a  buona  uia  il  del  Papa ,  che 
•  He  d'Inghilterra ,  &  finalmente  foto  pergl'intereffi  communi  :  ma  non  poten  gj™£S  J 
do  diffimulare la uera cagione, mando, innanzi  cheandaffe egli ,  a  litigala  MarfiHa. 
nipote  in  fu  le  Galee,  che  il  He  di  Fràcia  madò  col  Duca  d' Maniaco-delia  f  u  Nipote 
fanciulla  :  aleuare  lui  ;  le  quali  poi  che  hebbono  condotto  la  fanciulla  a  njz  del  ^pa  va  a 
va  Ritornate  in  Torto  Tifano ,  leuarono  il  quarto  dì  d'Ottobre  il  Tonte-  Wl2za- 
ficecon  molti  Cardinali,  &  con  nauigatione affamicelo  ™nd€cr°!nP0  +jÌVù  an 
chi  dì  a  Marfilia  :doue  poiché  h ebbe  fatto  l'entrata  folennementc ,  uen-  Marflli£ 
tri  poi  il  H£  &  Francia ,  che  prima  l'hauw  uifitato  di  notte ,  &  alloggiati 


in  uno  mede  fimo  Talagio:  fecero  dimoftrationi  grandiffime  cf  amore:  &  ejfen 

'  liuto  in  M^a  d°  d  ^ tliU0  intent0  a&uada£nare  l' animo  Juojo  ricercò  chefaceffe  uenire  la 

i  Ha  tra  il  P^a  HÌPote  a  Marfiliajl  che  fatto  dal  Taf  a  cupidi ' fintamente  ,che  nò  lo  ricercaua 
&  il  Re  per  moflrare  di  uolere  prima  trattare  delle  co  fé  communi;come  la  fanciulla  fu 

jj  condotta  fi  fece  lo  fponfalitio,&quafi  immediate  la  confumationc  delmatri 

monio,con  allegrerà  incredibile  del  Tontefice:  il  quale  negotiando  le  cofe 
fue  col  l\e  mede  fimo,  &  confomma  arte,  gli  uenne  in  grandiffima  confidenza 
&  affettane;  ancora  che  contra  quello,  che  hanno  creduto  moltij  &  che  cre- 
dette Cefare,nonfi  sìabiliffe  tra  loro  capitolatane  alcuna,  nero  è  che  il  Tapa 
fé  gli  dimoflrò  fempre  propenfo  nel  defiderio  che  s'acquifiajfe  lo  slato  di  Mi- 
lano per  il  Duca  d'Orliens  marito  della  nipote ,  co  fa  molto  defiderata  dal  Kg 

f   Ragioni     per  l'odio,  &  per  lofdegno  contra  Ce  far  e,-  ma  molto  più  perche  mettendo  Or- 

Scfidcnffe lo    ,'T Ìn Tdl°  nat°ZÌÌ  f4Tma  ®egnen k  caufe  della ^tentione  tra  figlino- 
Statoci!  Mila    ll doP°  l*™orte  fua: le  quali  altrimenti erapericolo  che  non  nafcejferoper 
no  per  il  Du-  caufa  del  Ducato  di  Brettagna  ,  il  quale  il  I{e  l'anno  precedente  haueua  con- 
ca  d'  OrJicns.    tra  le  conuentioni  fatte  del  %e  Luigi  con  quei  popoli  unito  alla  Corona  dì  Fra 
condottigli  a  confentire  più  con  l'autorità  F^egia,che  con  ftontanea  uolon- 
tà  :  ne  folo  il  I\e  non  ottenne  da  lui  co  fa  alcuna  nella  caufa  del  ì^e  d'Inghilter^ 
ra,ma  per  le  inurbanità  ufate  da  minifiri  di  quel  I{e,  &  perche  gli  trono  nel 
te  dKiftri  lacfnera  dd  ^P^hegliproteflauano ,  &  appellauano  da  lui  al  Concilio  , 
d'  I  nghilurra  mofiratane  mdegnatione  ,di\fe  al  Tapa,  che  a  hi  non  farebbe  ojfefa ,  fé  profe- 
ti Papa.         gwtajfe  quel  che  era digiufiitia  contra  il  l\e  :  non  offefo  in  coja  alcuna l'ani- 
■  mo  del  Tontefice, eccetto  che  perfatisfare  piuafuoi ,  che  a  fé  medefimo ,  la 

ricercò  che  gli  creajfe  tre  Cardinali;  cofa  molta  molefia  al  Tontefice ,.  non  fo- 
to per  laredamatione, che  faceua  l'Oratore  Ce  fino,  ma  perche  gli  par eua  co 
fa  di  molto  momento,  &  per  la  elettione  de  futuri  Tontefici,  &  per  le  inobbe 
dien  %f  ,che  poteflcro  nafeere  in  uita  fua  ;  &  poi ,  aggiugnere  tanti  Car- 
dine!: alla  natione  Francefe,  che  allhora  n haueua  Jet:  nondimeno  per 
minore  male  acconfentì  a  quefta  dimanda:  &  oltre  a  quefli creò  uno  fra- 
tello del  Duca  d'Albania,  alquale  prima  l haueua  promejfo:  per  ogni  al- 
Cofiglidcl  Re  tra  cofa  reflati  tra  loro  ingrandijfimafede,&fatisfattione,ér  hauendorìi  co 
— ican  al  numkate  il  P^  di  Francia  molti  de  fuoì  configli  ;  &  penalmente  il  difegno  9 
che  haueua  di  concitare  contra  Cefare  alcuni  de'  Trincipi  di  Germania,maf- 
fimamente  il  Langranh  d'Ulfia,&  il  Duca  di  Vertimbergh ,  i  quali  poi  la 
slate  feguente  fi  folleuarono  :  poiché  furono  dimorati  a  Marfilia  circa  uno- 
t  II  Póteficc  mefe  Partì  il  T°ntefice  in  fu  le  Galee  medefime  ;  con  lequali,  &  con  traua?lio 
parte  da  Mar  grande  del  mare  arriuato  a  Sauona,  non  confidando  ne  nelle  prouiffioni  delle 
fitta.  Galee, ne  nella  perìtia  degli  huomini,che  le  reggeuano  rimandatele  indietro, 

fu  condotto  da  quelle  d\4ndrea  Doriaa  Qiuita  uecchia:&  ritornato  a  ì{oma 
(ongrandijjimariputatione ,  &  con  marauigliofa  felicità  appreffo  a  quelli 


V  I  G  E  S  1  M  O.  ai* 

masfttnamente  che  Vhaueuano  uè  àuto  prigione  in  CaftclSant*  angelo:  godè 
molto  pochi  mefi  ilfauore  della  fortuna,  battendo  già  l'animo  prefago  di  quél 
lo  che  haueua  a  fuccedere  :  perche  è  manifeflo  che  quafi  incontinente  dopo  il 
ritorno  di  Marfilia,  come  certo  della  morte  imminente  fece  fare  l'anello,  <&■  +   M  Pótcfice 
tutti  gli  h  abiti  confitteti  a  Pontefici  nel  feppellirfi,  &  afuoi  familiari  ajjer-  **cv}ia  dou» 
maua  con  l'animo  fedatiffimo  douere  in  brieue  fiat  io  di  tempo  fuccedere  la 
pia  morte  :  &  nondimeno  non  deponendo  per  queflo  ipenfieri,&gli  sludi  co 
fueti,  folle  citò  che  per  maggiore  ficurtà ,  come  pareua  a  lui ,  della  fua  cafia  fi 
fabbricale  ima  cittadella  muniti ffima  in  Firenze  ,  incerto  quanto  preflo  ha- 
ueffe  a  terminare  la  felicità  de'  nipoti ,  de'  quali  nimiciffimi  l'uno  dell'altro  , 
Hippolito  Cardinale  morì  non  fen\a  foretto  di  ueleno,  non  finito  ancora  uno  f    Hippo'ìto 
anno  dalla  Jua  morte:  &  lAleff andrò  l'altro  nipote,  il  quale  dominaua  in  Fi-  Car.dcxMcd;ci 
ren^e,fu  con  grandi ffvma  nota  di  imprudenza  ammalato  in  Firenze  occul  «nuore. 
temente  di  notte  da  Lorenzo  della  mede  finta  famiglia  de  Medici .  Jlmmz-  t  Duca  Aief- 
Ih  adunque  nel  principio  della  siate  di  dolori  di  siomaco  :  a'  quali  foprauenen  2ato  fa  Loie- 
dofebbre,conquaffato  da  quella,  &  da  altri  accidenti  lungamente, bora  pare  zo  de'  M edìci. 
uà  quafi  ridotto  al  punto  della  mor  te, bora  folle  uato  in  modo,  che  dauaagli  ed  t  Ma*at^« 
tri,  ma  non  a  fefperanza  difalute .  La  quale  infermità  pe?idente ,  il  Duca  di         aPa# 
Vertimbergh  coli' aiuto  del  Langrauio  d'alfa,  &  d'altri  Trine  ipi,  &  aiuta  D       , .  v 
1 0  con  danari  dal  B^e  di  Francia ,  ricuperò  il  Ducato  di  Vertimbergh  pojjedu-  tjm  bcr  0  rjcu~ 
to  dal  i^e  de  Bimani  :  &  temendo  fi  di  maggiore  incendio  convennero  col  Bf  pera  il  Ducato 
de'  Bimani  contra  la  uolontà  del  J\e  di  Francia  ;  il  quale  haueua  ff  erato ,  che 
Ce  fare  per  queflo  moto  s'implicale  in  lunga ,  &  difficile  guerra ,  0  forfè  che 
l'armi  uittoriofe  pajfajfero  a  turbare  il  Ducato  di  Milano. Vafiò  anche  in  que 
fio  tempo  Barbarofja  diuentato  Baficià,  &  Capitano  Generale  dell'armata  di  B  arbaroffa 
Solimano  all'acquiflo  del  Bearne  di  Tunifi  :  ma  nel  camino  feorfe  i  liti  di  Cala  £a  1  a£  ac?? 
uria,&  paflòfopra  Gaeta  :  onde  alcuni  de'fuoi  pofli  in  terra  facchvggiarono 
Fondi  con  tanto  timore  della  Corte  ;  &  de'  Bimani ,  che  fi  crede  che  fé  fuse- 
ro andati  innanzi  farebbe  slata  abbandonata  quella  Città ,  non  fapmdo  di 
queflo  accidente  cofa  alcuna  il  Pontefice  :  il  quale  finalmente  non  potendo  più 
refiftere  alla  infermità ,  fi  partì  il  uigefimo  quinto  di  Settembre  della  ulta  pre  Morte  di  Cle- 
/ènte  ;  lafciate  in  Caflel  Sant'angelo  molte  gioie,  <&  nella  Camera  Tonifica  mente  VII. 
ièmoltifiimi  officij,ma  contra  l'oppenioneimiuer fiale  quantità  piccioli ffrma  di 
danari:  Vontefice  esaltato  digrado  baffo  con  ammirabile  felicità  al  Tonifi- 
cato ;  ma  in  quello  prouata  fortuna  molto  uaria:  ma  fé  fi  pefa  l' una, et  l'altra,  Vita  ™  Clcmc 
molto  maggiore  la  finistra,che  la  projpera.percbe  quale  felicità  fi  può  compa 
rare  alla  infelicità  della  fua  ine arcerationei 'ali 'hauere  ueduto  configraue  ec 
cidio  il  facco  di  I{pma  <  all'effere  slato  cagione  di  tanto  eslerminio  della  fua 
Tatria*  Morì  odiofo  alla  Corte ,  foretto  a'  Tnncipi,&  con  fama  più  preslo 
graue,&  odiofa^che  piaceuole.'cjfendo  riputato  auaro,  di poca  fede >  &  alie- 


2  16  l  I  B  T^O 

no  di  natura  da  beneficare  gli  buomini  :  però  bencbe  nelfuo  Pontificato  creaf 
ft  trentuno  Cardinali  3non  ne  creò  alcune  per  fatisfatt  ione  dife  medefimo^an- 
Zjftrnpre  quafi  neceffitato accetto  il  Cardinale  de  Medici ,  il  quale  oppreffo 
allbora  da  pcricolofa  infermità3&  in  tempo  che  morendo  lafciaua  i  jkoi  men. 
di  chi  3  &  defìituti  d'ogni  prefidio 3  creò  più  tofto  slimolato  da  altri 3  che  per 
propria,  &  fpontanea  elettione:&  nondimeno  nelle  fue  attioni  molto  grane  , 
molto  circospetto  3<&  molto  ulne  it  or  e*  di  fé  mcdefimo;&'  di  grandijjìma  capaci 
tà3fe  la  timidità  non  gli  baaefjefpefjo  corrotto  ilgiudicio.  Morto  luij  Cardi- 
nali la  notte  medefima  che  fi  ferrarono  nel  Conciane  eleffero  tutti  concordi  in 
Sommo  Tontefice  ^Alefflindro  della  famiglia  da' Farne  fé  3di  natione  Romano  3 

Cr  catione  d i    Cardinale  più  antico  della  Corte  3  conformandoli  vuoti  loro  col  giudicio ,  & 

Paolo  III.  quafì  ivflan^a  c]oe  nbaueua  fatto  Clemente  3come  di  per  fona  degna  d'efjère  a 
tanto  grado  propoflo  a  tutti  gli  altri  b uomo  ornato  di  lettere 3  &  d'apparen- 
za di  coflumi:  &  concorfero  i  Cardinali  più  uolentieri  ad  eleggerlo  3  perche 
ejfendogia  nell'anno  lxvii.  della  fu  a  età3<&  riputato  di  compleffone  debo- 
le ,&  non  benefanoj  laquale  oppenionefu  aiutata  da  lui  con  qualche  arte 3fj e 
rarono  baueffe  ad  effere  briene  'Pontificato de  attioni3&  opere  del  quale3fcfa 
ranno  degne  della  emettanone  conceputa  di  lui3&  della  letitia  immenfa  rice- 
uuta  dal  Topolo  Bimano  d'bauere  dopo  cento  tre  anni3  &  dopo  tredici  Ton- 
tefi ci  ribauuto  uno  Tontefice  delfangue  Romano  3ne  far  anno  tefìimonio  quelli 
che  fermeranno  le  cofe  fuccedute  in  Italia  dopo  lafua  affuntione  :  perche  è  uè 

t  Proucrbio  ri/fimo  &  degno  di  fomma  laude  quel  Trouetbio3 che  il  Magiflrato  fa  mani" 

veriflimo.      0O  U  mlore  di  chi  l'efferata . 


TBellc  qualità 
di  Puolo  III. 


IL      FI^E     DEL     VIGESIMO 

ET      YITIMO      LIBRO. 


REGISTRO. 

~4  BC  D  EF  G  H  I  K  L  MT^O. 

Tutti  fono  Quaderni ,  eccetto ,  0, 
che  è  Duerno . 


TAVOLA    DELLE    COSE    PIV    NO- 
TABILI   CONTENETE     NELLA 

PRESENTE    H  ISTORI  A. 


BBATE   di  FarPa  a 
perfuafione  de'  Colo 
nefi  fi  ribella  al  Pa- 
pa. 72, 
merlo  in  prigione  in 
Cartel    Santo  Ange- 
lo.                       72,. 
entra  co  altri  Orfini,  &  altri  fuoì  in  Ro 
ma.                                                 130 
ricupera  Paliano.                            144 
rompe  le  genti  del  Leua.                   164 

Abboccamento  del  Duca  d'Vrbino,edi 
San  Polo.  163 

del  Re  di  Francia  con  f  ngh'lterra.  108 
del  Papa  con  Celare  in  Bologna.  191 
del  Papa  con  Gtfare  in  Bologna  la  fecon 
da  uolta.  109 

de]  Papa  coM  Rea  Marfilia.  113 

Abufi  della  Corte  di  Roma.  104 

Accordo  del  Papa  con  gli  Imperiali.  84. 
del  Papa  con  Cefare  in  Barzalona,  e  lo- 
ro capitoli.  177 
di  Cefare  co'  Vinitiani,  e  Francefco 
Sforza.  194 
della  guerra  di  Firenze,  e  fuoi  artico- 
li .  103 
non  ofleruato  cópiutamentedal  Papa  a 
Fiorentini.                                        103 

Agguato  per  fare  prigione  il  Duca  di  Fer- 
rara. 16  f 

Alarcone  ferito  fotto  Frufolonc.  74 

deputato  alla  guardia  dei  Cartello,  e  del 
Papa.  102» 

Alberico  da  Belgioiofo  foccorre  Alexan- 
dria. H3 

Alberto  Pio  Oratore  del  Re  appretto  il  Pa 
pa.  17 

Aleflandro  Cardinal  Farncfe  Legato  a  Ce- 
lare. 106 

Aleflandro  Vitello  ferito.»  j.paffa  a'  cimi- 
ci. Joi. 


Aleflandro  de'  Medici  dechiarato  da  Ce- 
fare capo  del  gouerno  di  Firenze.  2©<J 
ammazzato  da  Lorenzo  dei  Medi- 
ci .  z%  j 
Alexandria  prefa  da  Lautrech.  rrj 
Alfonfo  da  Erte  fi  feufa  di  non  entrare  nel- 
la Lega.                                             1IO 

Alloggiamento  di  Lautrech  fotto  Napo- 
li. -       13^ 

Alloggiare  foldati  e  grandissima  calami- 
tà,  f  3<j 

Ambitione  del  Papa.  112. 

Andrea  Doria  condotto  dal  Papa.ij.affaU 
ta  i  porti  Sanefi.  •*£ 

molerta  le  marine  di  Siena.  ya, 

dopo  la  Triegua  del  Papa  il  parte  dal- 
PalTediodi  Genoua..  y<j 

ci  torna.  77 

-non  uuoleconfignare  la  fortezza  di  Ci* 
uitàuecchia.  ioz 

condotto  dal  Red?  Francia.  10$ 

prende  le  Galee,e  le  Naui  fono  in  Porto* 
fino.  112, 

perfuade  a'  Collegati  l'imprefa  di  Sardi 
gna.  in 

fi  ritira  a  Genoua  per  ripofarfi.  1 19 
s'affatica  perche  Sauonalìfeftituifca  a 
Genouefi.  13  e 

licentia  il  Marchefe  del  Guarto  fotto  la 
fede  .  146 

fi  rifiolue  andare  a  gli  ftìpendij  di  Cefa- 
re. iji 
perche  lafci  Francia.  ijl 
tu  trattato  nel  confeglio  Regio,che  fulTe 
decapitato.  iji 
mette  gli  prigioni  in  Lcrice.  ijl 
ricufa  tutte  l'offerte  del  Re.  1  ■$% 
occupa  Genoua.  ,.1  ^9 
fa  libera  Genoua  ,  e  ui  ftabilifce  nuouo 
.  souerno.  i5l 
.    fpiana  Caftelletto*                    .       161 

*      lij 


grandezza  fui  in  Génbua  :     •  i  s$ 

lém'tuifccPorthercoléaSan'en'.  164 
uartc  con  le  Galee  per  condurre  in  Ita- 
lia Cefare.  17 S 
deftinato  da  Cefare  cótra  Vinit'ani .  1 84 

Animo  del  Papa  uerfo  lecofedi  Firen- 
ze. 147 

Animofità  di  Cefare.  11; 

Antonio  de  Leùa  taglia  a  pezzi  i  fanti  del 
Cartellano  di  Mus  alla  Villa  di  Cara- 
to. 107 

'  ►  -ctop'o  h  partita  di  Lautrech    recupera 

i  molte  terre.  1 2.0 

mette  careftia  in  Milano.  13  y 

nimico  dell'odo^  della  pace.  1 2  j- 

fa  prigione' San  Polo,  &  altri  Capita- 

•.ni.  X7*- 

'  ^  Generale  della  Lega  per  la  conferuatione 

:  de  Italia.  li 

Antoniotto  Adorno  Duce  di  Gcnoua.  1 3 
fi  ritira  in  caftelletto  .  112. 

Anton Francefco  degli  Albizzi  abbando- 
na Arezzo.  J88 
Apparecchio  di  guerra  contra  il  Papa  a  Ro 
1  ma.  19 
Aquila  fi  dà  a  Collegati.                       1 66 

-  prefa  daLNauarra  .  13° 
Araldi  di  Francia ,  e  di  Inghilterra  intima- 
«  no  la  guerra  a  Celare.  113 
Arbia  fiume  famofo,  perche.  30 
Arciuefcouo  di  Bari  fatto  Cardinale  .ìli* 
Ardire  dello  efìercito  di  Borbone .  81 
Arezzo  abbandonato  da  Anton  Francefco 
,    dcgliAlbici.                                      188 

fi  arrende  poi.  188 

Aria  di  Napoli  catiua  fu  il  fine  della  fia- 
te. ijP 
Armata  dei  Confederati  a  Liuorno  perla 

-  imprefa  di  Genoua.  48 
quella  di  Cefare  con  quella  della  Lega 
Combatte  fopra  Codemonte.  54 
quella  de  i  Confederarla  Liuorno.  tu 

:   la  Vinitiana  a  Trani.  137 

la  Fràncefe  combatte  con  quella  del  Do 
ria.  •"'•       163 

:  quella  de  i  Collegati  quanta  fufie  •  44 
Progrcsfì  di  quella  di  Spagnaè  64 

Arrigo  ottauo  Re  di  Inghilterra  perche  Lu- 

•     therano.  17  9 

,   Articoli  dello  accordo  della  guerra  di  Fi- 

■   ren^e.  103 

Afcariió,  Colonna  prende  Crpperanoy  & 


Pohtecòruo .  '62 

fatto  prigione  in  Mare  da  Filippino  Do 
ria.  141 

mandato  ad  Andrea  Dona  .  141 

AlTcdiati  di  niuna  cofa  più  fi  fpauentano, 
.  che  di  ucdercdifcoftarfì  il  foccorfodi- 

N    inoltrato .  17 

Cogliono  proporre  maggiore  difficultà 
che  non  e.  4 

quelli  che  nel  cartello  di  Milano  perche  fi 
ritirano  détro  poi  che  fono  uiciti  fuori. e 
rnetteno  fuoi  i  le  bocche  difutili .  37 
quelli  di  Frufolone  riffiutano  ìlfoccor- 
io.  74 

Aftutia  di  Filippino  Doria  nel  combattere 
con  l'armata  Imperiale.  140 

Àuaritia  di  Domenico  Masfìmo  •  54 

del  Cardinal  di  Cortona.  103 

Auerfa  faccheggiata  da  gii  Imperiali,   tjy 

Augurio  infelice  per  la  Lega.  17 

o 

BaidaffarreCaftiglione  Nuntio  del  Papa  ar) 

pr  elio  Cefare.  67 

Bande  nere  Fiorentine  molto  friniate.   132, 

Taccheggiano  Aquila.  J33 

Barbarie}e  dis nonetti  dei  Tedefehi.        $2 
Barbaro/la  palla  allo  acquifto  diTune- 

fi.  21  e 

Battaglia  di  Borbone  a  Roma  .  $j 

Belgioiofo  uà  a  campo  a  Santo  Angelo ,  e 
.    lo  prende.  1^3 

Biagrafla  cfpugnata  del  Lcua,  e  ricuperata 

dalNauarra.  n<j 

Borbone-  uedi  alla  littera  D. 
Bofco  di  Aleflandria  fi  arréde  a  Lautrech.  5 
BrauurediSimone  Romano.  1V7 

C 
Cagioni  per  le  quali  il  Duca  di  Vrbino  po- 

teua  temere  del  Papa .  xj 

Calunnia  &.  ingratitudine  più  prefenti  alle 
:     buone  opere,che la  remuncrationc,  era 
,  laude'.*  pi 

Cambrai  luogo  fatalca  grandissime  con- 
■      chiufioni.  ijp 

Camillo  Pardo  abbandona  Matrice.     1 67 
Camillo  Colonna  fatto  prigione  da  Filippi 

no  Doria.  141 

Campo  Fràncefe  rotto  a  Napoli.  tj? 

Capitani  del  Papa  per  la  Guerra  di  Siena. 30 

-   De  i  Collegati  fi  congratulano  co  il  Papa 

;  ;  ••  in  Òruieso.  .111 


Y  De  1  Fior  eh'tfni  giù I  ano  di  difendere  a,  nel 

\  la  Città  fino  alla  morte.  ip8 

Gapitolationi  degli  Imperiali  di  Cremona 
.  :  con  gli  Confederati.  jo 

\  ,de  i  Colonncfi  co  il   Papa  per  ingannar- 
lo .  J* 
e.  del  Papa  con  Don  Vgo.  j  y 
;  del  Duca  di  Ferrara  co  1  Cefarianìi        69 
1  di  Celare  co  i  Vinitiani .                  .194 
Cardinali  Cibo ,  e  Ridolfì  ftatichi  del  Pa- 
ri pa.  SS 
.»   Colonna  priuato  del  capello-               60 
.    Cibo,  Cortona  ,  e  Ridditi  in  Firenze,  «pi 
.    Cortona  poco  prudente.                         9 1 
t  .<\i  Siena  mal  trattato  in  Roma  .           97 
1  .  di  Cor  tona"  fi  parte  di  Firenze  co  i  Nipo- 
v.  ti  del  Papa.                                            103 
3    Farnefe  Legato  a  Cefare.                      1 06 
(    Sai uiati  Legato  apprefTo.il  Redi  Fran- 
cia.                                                 .107 
Eboraccnfe  fi  abbocca  co  il  Re  in  Ami- 
ens.                                                       108 
Colonna  elatisfimo,  e  iientofisfimo,.  119 
Cefis,&  Orfino  Sfatichi  del  Papa.    .    110 
Eboraccnfe  perfeguitato  dal. Re  di  In  - 
ghilterra  muore.                              .172- 
1    Farncfe,Santa  Croce/:  Medici  legati  a  Ce 

■  fare.  183 
3    Medici  Legato  in  Germania.               .107 
-    Medici  ritenuto ,  e  poi  rilafciato da  Cela- 
re. -        ■•-                                           108 
Medici  muore.                                   UT 
Farnefe  ereato  Papa»                            pif 

Careftia in  Napoli.  I41 

per  tutta  Italia.  i+f 

1    in  Firenze.  i^1 

Carpirla  fortezza  di  No ui  fi  promettono 
al  Duca  di  Ferrara.  69 

Carlo  V.  uedi  Cefare. 

Gaffa  di  Argento  dedicata  da  Luigi.  XIT.  a 
San  Bernardino  in  Aquila  tolta  dallo.  Ora 
ges.  167 

Cartello  di  Lodi  abbandonato  da  gli  Impe- 
riali.   .  ,*o 

Cartello  a  Mare  fi  arrende  a  Lautrech.  .141 

Cartello  di  Gcnoua  prefo  e  fpianato  dal  Do 
ria.  \6i 

Caftello  di  Pauia  fi  dà  a  patti  *  ,  1 61 

Cartellano  di  Mus  intento  più  a  fraudare  de 
nari  che  ad  altro*  *7 

i-  di uenta  Imperiale.  :  .   13^ 

■  «  attuine  il  titolo  di  Marchcfc  .    :   , .  1  if 


mmm 


Cathcrina  di  Spagna  .perche  repudiata  da! 

Re  Arrigo.  x  ^ 

Caualli  Imp.  più  ualorofi  chei  Francefili  74 
Cefare  publicain  Ifpagna  editti  cantra  il 

Papa .  ~ 

fdegnato  con  tra  il  Re  di  Francia.!],  man- 
da al  Duca  di  Ferrara  la  inueftìtura  di  Mo 
dona, e  Reggio.  ■  '  èi 

perche  uarij  di  animo  intorno  allo  accqr 
do.  -^ 

folito  a  uariare  fecondo  i  fuccesfi  delle  co 
&  ^9 

manda  al  Viceré  per  la  liberatone  del  P6 
tefice.  iò8 

prouoca  a  Duello  il  Re  di  Francia.     11$ 
impone  allo  Ornnges  che  affalti  lobato 
'     di  Firenze  181 

.     giugneaGenóuà.  }l'$z 

rictue  la  prima  uolta  rigidamente  gli  Iin 
;     bafcidori  di  Ferrara.  1/84 

,  cornette  al  Leua  la  imprefadi  Paula.  1 8  e 
riccuuto  dal  Papa  con  grandisfimo  hono 
re.  ^9i 

.    inclinato  a  concordare  co  f  Vinitianì,  etto 
;  :  il  Duca  di  Milano  .I5J3 

<.  reftituifee  il  Ducato  a  Franc.S forza,  xp  e 
prede  la  Corona  da  Ciem.  vij.in  Boi.  15*5» 
parte  da  Bologna  .  .199 

defidera  il  Concilio.  104 

'.   torna  in  Italia.  109 

promette  Margherita  fua  figliuola  per 
;  moglie  ad  Aleflandro  de  i  Medici .     178 
Cefare  Gallo  códuttore  de  i  Suizzcri.         12, 
Cefare  Filettino  mandato  ad  Anagnia  con 
dumilafanti.  $4 

Cefare  Fieramofca  mandato  da  Cefare  al  Pa 
pa.  74 

gli  dà  una  lettera  fcritta  tutta  di  man  di 
Cefare.  75- 

muore.  140 

Cefare  Fregofo  accordato  co  il  Redi  efiere 
Gquer.di  Genoua  fi  ella  f\  prende.      17J 
fi  accorta  a  Genoua  con  dumila  fanti.i  1  z 
Chiefe  rubbatc,e.roùinateinRòma.       9% 
Clemente  vi  j.  mòrto.  11  j 

Colonnefi  capitolano  co  il-Papapcr  irigan- 
•  3    narlo.  yi 

Colle  fi  arrende  allo  Orangcs  1  e  1 

Cpcilio  molto  defidcrato  in  Germania.  Ì04 
.  •     fpauerita  gli  Pontefici.  <io  $ 

. .  :. perche  non  intimato  dal  Papa  .  '       -'.'ili 

5  |^ofldjtioaicpllc  quali  uolctia  A  Papa j*ap- 

"--■-■    ■  •  -■  ^- 


prffle  il  Concilio?  lOf 

•Confederati  mandano  Malatefta  alJ*efpu 
gnatione  di  Cremona.  42, 

non  hanno  le  cofe  molto  profperc.  4  e 
conducono  dumila  Grigioni  del  Cartel 
lo  di  Milano  per  timore  che  non  gli  có- 
ducefle  Borbone.  yo 

Gonfederationc  tra'l  Re  di  Francia,  e'1  Re 
d'Inghilterra.  io  e 

Configli  che  paiono  prudenti  fpeffo  riefeo 
no  troppo  acuti.  17 

Configlio  di  foccorrere  il  Cartello  diMi- 


lano. 


11 


Configlio  del  Doria  al  Papa  intorno  al 
le  cofe  di  Genoua.  2.3 

Configli  per  la  mutatione  dello  fiato  di 
Siena.  ip 

.Configlio  del  Vitello  al  Papa  intorno  alla 

Guerra .  72, 

•  Configlio  di  Renzo  antepofto  dal  Papa  a 

quel  del  Vitello.  71 

Configli  del  Re  di  Francia  communicari 

al  Papa.  114 

'  Confulta  in  Firenze  di  mandare  foccorfo 

a  Roma.  5>4 

Confulta  di  {occorrere  il  Cartello.       1 00 

Confulta  de'  Cardinali  congreti  in  Auigno 
ne.  ,     •  107 

Confulta  fra'  Capitani  de*  Collegati  a  Bar 
berino.  S>0 

Conte  Guido  Rangonc  con  feflanta  fanti 

in  Piacenza .  go 

-     imputato  per  il  facco  di  Roma  .        <j2 

biafimato.  154 

Conte  di  Gaiazzo  parta  nel  campo  eccle- 
fiaftico.  80 

Conte  di  Sarni  ripiglia  lo  flato,  1  e  6 

Conte  Lodouico  di  Lodrone  proporlo  al- 
la difefa  d' Alexandria.  111 

Correggere  l'errore  e  più  prudéza  che  per 
feuerar  in  erto.  2,  e 

Cortona  battuta  dagli  Imperiali  s'arren- 
de. 12Q 

Coftanza  de'  Tedefchi .  8  x 

Coftumedi  due  Principi  grandi  quando 
hanno  a  conuenire  in  un  luogo,  chi  pri- 
ma ci  debba  andare,  ipi 
Conuentionedi  Celare  intorno  all'accor- 
darfi  co' Collegati.  67 
del  Re  di  Francia  co'  Vinitiani.  ro  e 
Fra'l  Papa,c  gli  Agenti  di  Cefarc.  119, 
Dì  Celare  con  Andrea  Doria  »          j  ci 

0  ~w 


s 

4* 
S* 


.    Del  Duca  di  Milano  co*  VinTtiam.  18  e 
Corte  uccchia  di  Milano  faccheggìata  da' 

Milanefi. 
Creatione  di  Paolo,  iij. 
Cremona  battuta. 

la  muraglia  fua  cafea  da  fé. 
confegnata  a  Francefco  Sforza. 
Crudeltà  e  dishoneftà  d'Antonio  de  Le- 
na. 13* 
D 
Danari  fpefi  da'  Fiorentini  per  la  grandez 
za  de' Medici.                                    104 
Dechiaratione  del  Papa  fopra  l'inualidità 
del  Matrimonio    del  Re   d'Inghilter- 
ra .                                                    148 
Declinatione  delle   cofe  de*  Collegatrin 
Lombardia.                                     170 
Declinatione  delle  cofe  de'  Francefi  da  che 
procedette.                                       143 
e  poi.  a                                              iji 
Deliberatione  del  Duca  d'Vrbino  intorno 
airimprefa  di  Milano  .  77 
Deliberatione  de  Lautrcch.                    ne 
Deliberatione  de'  Imperiali  nel  Regno  di 
Napoli.                                            j66 
Defiderio  di  Gefare  infame.                 108 
Diffrcultà  nell'eflercito  de'  Francefi.    149 
Difficulrà  che  nelHmprefa  di  Milano,oc- 
corrono  a  Collegati.                          31 
Diftìcultà  de'  Collegati  circa  Popporfi  al- 
le forze  di  Borbone.                           87 
Difficultà    diuerfe   nell'eflercito  di  Lau- 
trech  circa  il  tenere  lungo  aiTedio  a  Na- 
poli.                                                 133 
Diffidenze  tra  Cefare  e'1  Redi  Fracia.  112, 
Dimande  di  Cesare  nel  trattare  l'accordo 
co' Collegati.                                    114 
Difcorfo  di  Cefare.   .                            ne 
Difcorfi  del  Duca  d'Vrbino  e  di  San  Po- 
lo.                                                   i7j 
Difcorfi  del  Papa  circa  l'accorcfarfi  con 
Cefare.                                                  78 
Difordini  nel  campo  Francefe.            1  j-e 
Dispiaceri  nuoui  fanno  maggiori  impref 
rioni  ne  gl'animi  già  perturbati,  &  affile 
ti,che  ne  gli  animi  uacui  dall'altre  paf- 
fioni.                                                   j3 
Difegni  del  Papa  per  rimettere  gli  fuoi  in 
Firenze.                                             r70 
Difegno  del  Re  di  Francia  per  non  reiK- 
tuire  la  Borgogna  .                               4 
Difegni  dui  de'  Fiorentini .                  1 29 


Drfegnide'  Francèfi.  145 

Difegni  del  Re  d'Inghilterra.  xi  3 

Domenico  Venerio  incolpato  da'  Vinitia 

ni.  93 

Domenico  Masfimo  auarisfimo.  94 
Duca  di  Milano  ha  Agenti  in  Roma ,  &  in 
?   Vinegia.  9 

dà  il  Cartello  a  Cefarianu  39 

;    occupa  Monda»  81 

fi  apprefenta  a  Cefare.  194 

Duca  di  Ferrara  efclufo  dalla  Lega  fra'l  Pa 
pa,  Re  di  Francia, e  Vinitiani.  14 

tentato  da'  Collegati  per  loro  Genera- 
le. 61 
s'accorta  a  Cefare.  61 
perfuade Borbone  a  feguitare  la  guer- 
rar  71 

-  s'accorda  con  Francia.  117 

-  con  arte  compone  co'l  Papa  .  191 
compromette  le  differenze  co'l  Papa  in 
Cefare.  199 

Duca  d'Vrbino  Capitano  Generale  de'  Vi 
v  nitiani.  1  e 

1   «?  di  parere  contrario  a  gli  altri  Capita- 
ni della  Lega.  11 
fé  ben'e  Capitano  /blamente  de*  Vini- 
•    tianì  ^ ubbidito  degli  altri.                1% 
Leua  T efferato  da  Milano  contra  il  pa 
.-  rere  de  tutti  gli  altri.                            2  e 
vuol  ualerfideirauthorità  Tua.           zy 
i  febiafimato.                                        17 
.  fi  contenta  chel'effercito  torni  a  Mila- 
no .                                                     37 
che  dice/Te  perduto  che  fu  il  Cartello  di 
Milano.                                            39 
afpiraal  Capitanato  Generale  di  tutta 
la  Lega»                                                41 
parteda  Milano  per  Cremona  con  gra 
parte  delle  genti  Vinitiane.  47 
biafimato.  5-3 
perche  fi  leui   dall'imprcfa  di  Gcno- 
ua .                                                       e  P 
s'oppone  a  Giorgio  Fronfpergh.       61 

-  uà  a  Gazzuolo  per  curarli .  79 
Leua  Perugia  a  Gentile  Baglionc,  e  la  dà 

.   ^  figliuoli  di  Gio.  Paolo.  99 

caufa  dilatione  nel  caminare.  99 

propone  molte  difrìcultà  per  non  foc- 
corrcre  il  Cartello  di  Roma.  1 00 

ricondotto  da'  Vinitiani .  ,   170 

determina  con  San  Poio  «Taceamparfi 
a  Milano  .  *74 


Duca  di  Borbone  entra  in  Milano  co'l  fo'c 
corfo.  2,3 

che  rifpofta  delle  a  Milanefu  con  il  giu- 
ramento d'ofleruar  la  promeffa  .  3$ 
ha  nella  mente  altro,  di  quello  che  Tuo- 
nante parole,  gg 
manda  un'huomo  al  Papa  per  meglio 
coglierlo  all'improuifo.  90 
perche  lafciata  Firenze  fi  reffolued'af- 
faltareRoma.  $4 
parte  del  contado  d'Arezzo.  94 
giugneaRoma.  94 
delibera  d'hauere  ò  la  uittoria  ò  la  Mor 
te.  9; 
muore  nel  principio  deìTaflalto  a  Ro- 
ma.                                                    96 

DucadiBrunfuich  in  Italia  con  Tederei— 
to.  14; 

Duca  di  Nola ,  e  Rinucio  Farnefe  còndor 
ti  da'  Francefi.  ifj 

Duca  di  Vertimbergh  ricupera  il  Duca- 
to. 11  y 

Duca  di  Setta  con  Vgo  di  Moncada  quan- 
do parla  al  Papa.  1  j 

Ducato  di Bouiano  dato  al  Morone.     166 


Ecclefiartìci  per  difordine  perdono  una  pre 
clara  occafione.  8  a, 

Editti  di  Cefare  publicati  in  Ifpagna  contra 
il  Papa .  7 

Effetti  della  reffolutione  del  Re  di  Francia 
intorno  a  Capitoli  fatti  a  Madril .         1 

Empoli  focheggiato  dal  Marchefe  del  Gua 
fto.  100 

Errore  del  Papa  in  licentiarelefue  gen- 
ti. 8  j".  e,  90 

Eflempio  di  mutatione  di  Fortuna.       32; 

Eflempij  chefideue  ufare  cortefia  a' pri- 
gioni. 2, 

Efferato  della  Lega  s'accorta  a  Milano.  14 
fé  ne  parte.  %6 

del  Papa  fi  leua  d'intorno  a  Siena  rot- 
to •  40. 
di  Borbone  non  uuole  udire  parlare  di 
triegua.  96 
di  Borbone  fegue  la  battaglia  fé  beh  lui 
e  morto.  96 
della  Lega  dopo  il  facco  di  Roma.  .98 
fi  ritira  a  Monteruofi  ,  non  offarite  Tin- 
ftàrtza  del  Papa  in  contrario.  jqi 
Imperiale  dopo  il  facco  in  Roma  e  di 


ueritiquattromilahuomini.  104 

.  e  quando  efeedi  Roma  quanto.        i.$i 

di  Lautrech Toccò  Aleflàndria.  ili 

.-del  medeiìmo.  "I$* 

di  Cefareencra  in  Napoli.  136 

del  Redi  Francia  a  Napoli.  137 

il  nicdefimo  in  molte  difhcultà  •        1  J4 

il  medeiìmo  quafi  attediato  da  gli  Impe- 

'  riali  attediati.  1  jf 

del  Principe  d'Orangcs.  188 

F 
Fabritio  Maramaus  dal  combattere  Valen- 
za fi  ritira  a  Baffignana  .  ji 
I  foprauienc  con  genti  contra  Firenze.  2.00 
Fattionc  dei  Francefi  con  gli  foldati  Cefa- 
rei.                                                      ij-i 
Fatto  d'arme  nauale  tra  gli  Imperiali,  ei 
Francefi .                                             T40 
Federigo  BarbarofTa  defolò  Milano.         3  j 
Federigo  da  Bazzole ,  co'l  Marchefe  del 
:  Guaito  ,  &  Vgo  de  Peppoliuà  alla  uolta 
del  Cartello  di  Roma  .                           99 
Federigo  Gaetano,&  il  Duca  di  Eouiano  de 
.  capitati.                                               16  j- 
Federigo  Caraffa  morto.                         1 69 
Ferdinando  eletto  in  Re  dei  Romani.  204 
Ferrando  Gonzaga  partecipa  della  taglia  pa 
'•■   gala -madre.                                           97 
Fatto  prigione  e  fubito  liberato .       1  yt 
Generali-    dopo   la   morte  del    Princi- 
"-  pe.                                                            Z03 
Filippo  Torniello  al  foceorfo  di  Lecco.  1 3  y 
ricupera  Nouara.                              175 
Filippino  Doria  a  Napoli.                   137 
.   combatte  in  Mare  con  la  armata  de  gli 
Imperiali,    con   molta  afrutia ,  e  uin- 
ce.                                             140.    141 
fa  prigione  il  Marchefe  del  Guaito,  Alca 
nio  Colonna, il  Principe  di  Salerno  &  al- 
tri gran  Capitani.                                 141 

gli  manda  ad  Andrea  Doria.  141 

ìbiafimato  perche.  x  $3 

deftinacò  dal  Redi  Francia  contra  Vini 
tìani.  184 

fiorentini  fegretamente  comprefi  nella  Le- 
ga tra  il  Papa  ,  Re  di  Francia ,  e  Vin  Cia- 
ni. 14 
fentono  le  moleiKe  della  guerra.        •  $  1 

'   che  offerte  fa  cefi  ero  a  Vini  tìani,  &  al  Du 

'  cadi  Vrbino.  $9 

che  luoghi  fi  riflbluano  di  uolercdiftn- 

-  dcre.  f  l^o 


\  rimandano  Imbafcia'dori  alPdpa,  Sci 
;  Celare.  19% 

:  perdono  la  fpcranza  de  gli  aiuti  di  Fran- 
cia. 201 
fofpettano  fopra  il  Baglione.  102." 
in  ultima defperatione.                       102... 
fei  dei  principali  decapitati.  104 
Firéze  fi  mette  alla  difefa  oftinata méte.  1^0 
dopo  lo  attedioin  cheftato.                103"^ 
Fortezze  di  Pifa  ,  e  Liuorno  confegnate  a  i 
Fiorentini.-  103L' 
Fortezza  di  Cofchza  prefa  co  le  mine.  148 
Fortuna  &  inuidia    quanto  pollino    nelle 
)  Corte  de  i  Principi.  172," 
Francefco  Ferrucci  Commiflario  de  i  Fio- 
•  tentini .                                                 199 
ricupera  Volterra.                              2.00 
m  or  to  d  a  l  M  a  ra  ma  u  s.                     .101 
Francefco  Carducci  Gonfaloniere  furroga- 
■    to  al  Capponi .                                  ..••  173 
Francefco  Guicciardini  Luogotenente  del 


Papa. 


**. 


che  rifpondefie  al  Duca  di'  Vrbìno,quan- 
dn  lo  vide  deliberato  leuare  PefTercitoda 
Milano.  is 

.veduta  la  tepidezza  del  Duca  di  Vrbino 
.  intorno  alla  guerra,  gli  da  fpcranza  di  re 

j  ftituire  Montefeltro,  &  Sanleo.  80 

iepifee  il  tumulto  in  Firenze.  $2, 

calunniato  per  haucrc  quietato  il  tuniul 
to  il  Firenze.  9% 

Francia  porca  pericolo  quando  Italia  fi  ri- 
duce  allo  arbitrio  dello  Imperadore.     7 

Francefi  faccheggiano  Pauìa.  114 

perche  cominciaflero  le  cofe  loro  a  piega 

1  re  nell'imprefa  del  Regno  di  Napoli.  1  ji 

G 

Galee  Francefi  ottengono  Sauona.  49 

Gallicano  de  Colonnefi  fpianato.  €0 

Generale  di  San  Francefco  mezano  tra  il 

Papa,  &Cefarc.  67 

*  tornato  dal  Viceré  al  Papa.  63 

madato  co  Migliau  a  liberar  il  Papa.  1 1 8 

Geno  uà  attediata  dalla  armata  de  Confede- 
rati. 48 
torna  fotto  il  dominio  di  Francia.  11  1 
occupata  da  Andrea  Doria.  1  ^9 
la  fal:bcra,&  vi  ftabiiifee  nuouo  gouer- 
no .                                                      161 

Geno»  cn"  guaita  ho  il  porto  di  Sauona.  162. 

-i  pratichi  nelle  guerre  nauali .  143 

Qqttilc  Baglione  co'l  fratello  e- Nipoti  mor 


.  tfignominiofamentc.  no 

Genti  del  Papa  dopo  la  tricgua  fi  partono 
da  Milano,  e<J 

del  Leua  quante.  i6t 

del  Principe d'Orangcs  quante.         181 
di  San  Polo  quante.  ij& 

Cianiacopo  de'  Medici  offerifee  Tei  mila 
Suizzerf  al  Papa  &  a'  Vinitiani.  9 

Gieronimo  Moronc  di  prigione  diuiene 
configliere  di  Borbone.  66 

s.  cien  pratica  ftretta  con  Saluzzo.  8i 

di  grand'authorità  appretto  gli  Imperia 
H.  119 

Giorno  di  San  Mathìa  felice  a  Cefare.  1 99 
Giorgio  Fronfpergh  fa  prouifione  di  genti 
-   in  Germania  per  Cefare .  yg 

&che'lDuca  d'Vrbino  leui  ilpenfiero 
dall' imprefa  de  Genoua.  jp 

Ciouan  Battifta  Palmieri  inganna  il  Pa- 
pa .  19 
Ciouan  Batti  ila  Sanga  mandato  dal  Papa  al 
Re  di  Francia,  ^ 
Giouampaolo  da  Ceri  prigione  de'  Impc- 
*".-  riali.                                                i-02, 
■Giouannl    de'  Medici    Capitano  del  Pa- 
pa,                                                      xc 
.    ferito  a  Borgo  Forte,e  poi  morto  in  Ma- 
\    toua.                                                61 
:-■  degno  di  gran  laude.                            6$ 
:    difciplinatore  de' foldati  delle  bade  ne- 
k    re.                                                        139 
Giouanni  di  Naldo  morto.                   j  yg 
Giouanni  d'Vrbina  morto  a  Spclle.       183 
Giudicij  de  Dio  nafeofti  a'  mortali.          97 
Giulio    Manfrone  muore  fotto  Cremo- 
\   na.                                                      46 
Giulio  Santa  Croce  prigione  di  Filippino 
■  .Dorìa.                                               141 
%  morto.                                              197 
Giuramento  del  Duca  di  Borbone  a*  Mila- 
nefi.                                                        16 
Gloria  maggiore  e  a  perdonare  a  un  Princi 
%  peminGre,chefmqftrarcdi  cedere  ad.un 
Principe  Potente.  ,   /  J 
Gotbo  Capitano  famofo  di  Mare.       X39 
ponfaloakre  di. Firenze  «on -uuol  consen- 
tire all'accordo  co'l  Papa.                 190 
Gran  Canceliereche  rifpondefleagli  Imba 
feiadori  Fiorentini.                             1 84 
Gouernodi  Firézc  dichiarato  daCcfore.106 
Guerra  nello  flato  ecclefiaftico.               71 
r    ridotta  nel  Fiorentino  •                     %  %f 


di.Fircnzegioua  alla  pace  de  gli  altri,  iptf 
apparecchiata  contra  il  Papa  a  Roma.  19 
di  Milano  tcdi Cremona  mal gouernata 
dalla  parte  dei  confederati.  48 

Guido  Vaina.  6% 

H 

Hippolito,  &  AleiTandro  nipoti  del  Papa  di 
chiarati  ribelli  da  i  Fiorentini .  91 

Horatio  Baglione  condotto  dal  Papa .      74 

.   morto.  144 

I 

Ianus  Fregofo  Gouernatorc  de  i  Vinitia- 
nf.  173 

con  le  genti  Vinitiane  a  Landriano.  n6 

Imbafciadori  Mìlanefi  a  Cefare  non  otten- 
gono cola  alcuna .  j 
deiCollegati  intimano  la  Lega  a  Cefa- 
re. yj 
di  tutti  i  confederati  fono  in  Ferrara.!  17 
di  Cefare  ritenuti  dal  Re  di  Francia,e  ma 
dati  a  Parigi.  1 1  r 
Fiorentini  fi  prefentano  a  Cefare.  x 84 
non  ponno  poi  intrarc  in  Piacenza.  X84 
gli  medefimi  non  ottengono  cofa  alcuna 
da  Cefare.  19Ì 
del  Re  de  Inghilterra  al  Papa.  xi$ 
Fiorentini  quattro  eletti  a  Cefare .     x  8i 

Imola  ritorna  alla  Chiefa.  1 14 

Imperiali  ufano  grandisfima  crudeltà  con 

?|uelli  che  gli  alloggiano.  4 

anno  grandissimo  danno  nel  Parmiggia 
no  e  Piacentino  per  non  efTer  pagati .  7 
fono  a  Troia.  133 

efeono  di  Ariano  •  134 

rifoluono  combattere  con  Filippino  Do- 
ria.  149 

.    fono  rotti  dal  medefimo.  141 

hanno  le  cofe  profpere.  ire 

Impeto  fatto  in  Fircze  cótra  a  i  Medici.  1 04 
Imprefa  del  Reame  perche  uadalentameo 
te.  7* 

che  fine  hauefle.  1  ytf.e  I  J7 

Incamiciata  di  Stefano  Colonna»  197 

Jridignatione  di  Lautrcch  contra  confedera 

:   ti.  113 

Ingratitudine,  e  calunnia  più  pretenti  alfe 
buon'opere,  che  la  remuneratane  e  la 
laude..  9"L 

tntentione  di  Cefare  elpofta  al  Papa  intorno 
alle  cofe  di  Milano.  .  16 

ìntimationeidcl  Re  d'Inghilterraa  i  Cefaria 
«i.  7* 


InuiJia  e  fortuna  quanto  posfino  nelle  Cor 

tu  172. 

Inurbanità  de'  Miniftri  d'Inghilterra  cen- 
tra il  Papa.  114 

Italiani  prefo  l' e/Tempio  da  i  Spagnuoli  fi 
portano  male  doue  alloggiano .  n 

s'ammutinano  in  Germania.  208 


Langes   conforta  il  Papa  all'imprefa  del 
Reame.  78 

Laftra  prefa dal  Principe  d'Oranges.   197 
Lautrech  General  dell' eflercito  de  i  Colle- 
gati parte  dalla  Corte.  106 
intorno  al  Bofco  di  Alexandria,  iij.  uà  a 


difefa  di  Alexandria,  in 

Lodouico  da  Bclgioiofo  alla  guardia  di  Pa- 


uia. 


115 


Pauia. 


114 


rilafcia  la  fortezza  di  Panna  a  i  miniftri 
del  Papa.  in 

in  difperationeper  mancamento  elei  da 
nari.  130 

uà  uerfo  Napoli  per  la  Puglia  .  131 

e  in  peniìero  di  tare  giornata  a  Troia. 
132. 

fi  riflolue  di  tenere  lo  afledioa  Napo- 
li. 139 
morto.  ij6 
biafìmato.                                       1  y8 
Xambro  nume  doue.  rj8 
Lega  fra  il  Papa,  Re  di  Francia,  e  Vinitia ni 
:     l'anno  1  f%6.  Il 
ì     nonfegueprofperamente,  come  fiera 
v    creduto.  18 
Lega  conchiufa  per  la  difefa  de  Italia     2,1 1 
Xtgni  de  Vinitiani  carichi  di  caualli  danno 
a  tra  uerfo.                                           166 
Lettere  di  Antonio  de  L  cua  intcrcette.    1 6 
dei  Imperiali  a  Cefareintercette  .         141 
Lettera  caduta  a  Niccolo  Capponi.       17  3 
Lode  de  Giouanni  dei  Medici.                 63 
Lode  de  i  Genoucn   nelle   guerre  naua- 
li.                                                      J40 
Lodi  prefo  dalle  genti  Vini  tlane.             19 
aflediato  dagli  Imperiali.                  146 
Lodi  di  Pompeo  Magno  doue  fufle.       21 
Lodouieo  Viftarini  tenta  di  cacciare  gli  In» 
penali  di  Lodi.  19 
entra  in. Valenza,  e  rompe  ducento  iàn- 
,;:•  ti.                                                            .181 
Lodouico  Re  di  Vngheria  rotto  in  batta- 
glia da  Solimanno.  ji 
:    -morto..                  .  jj 
Lodouico  Colite  di  Lodro.ne  proporlo  alla 


fatto   prigione,    e  mandato    a  Geno- 

ua.  114 

Luigi  Gonzaga  accompagna  il  Papa.     1  io 

Luigi  Pifano  morto.  1  jq 

Luoghi  che  i  Fiorentini  fi  riffoluono  defen- 

dere.  19Q' 

M 
Maconc  morto  fotto  Cremona.  46 

Madama  Margherita  fugge  la  occafione  di 
guerra  co  il  Re  di  Francia.  .  12,  e 

Maeclari  fanno  tumulto  in  Roma.        -ij> 
Margherita  figliuola  dì  Cefarc  prometta 
per  moglie  ad   Alcflandro  de  i  Medi- 
ci .  t73 
Marino  de  i  Colonnefì  abbracciato.       60 
Malatefta  da  Sogliano  morto.           .    169 
Malatelta  Baglione  condotto  da  Francia,  e 
da  i  Fiorentini  contra  la  uolontà  del  Pa 
pa.                                                       171 
ricondotto  da  i  Fiorentini.  197 
confortai  Fiorentini  allo  accordo.  201 
cattato  da  i  medefimi  del  Capitana- 
to.                                                   201 
-    pianta  lajartiglieria  a  Cremona-  4 e 
Marchefe  dì  Saluzzo  patta  nel  Piemonte,  ri 
co  il  Duca  di  Vrbino  fi  oppone  a  gli  Itri 
periali.                                                   71 
parte  da  Parma, e  uà  a  Bologna.         81 
poco  atto  allo  ufficio  di  Capitano  •    82,. 
&  a.                                                  1  t<J 
capitola  con  gli  Imperiali  •               1 57 
Marchefe  di  Mantoua.  J* 
entra  nella  Lega.                                 117 
torna  alla  diuotion  di  Cefare .            18  j 
Marchefe  del  Guafto  (occorre  la  fortezza 
di  Lodi.                                                 ip 
non  potendo  ricuperare  la  terra ,  lafcia- 
ta  buona  guardia  nella  fortezza  torna  a 
Milano.                                               29 
quieta  lo  ammutinamento  de  1  Tede- 
fchi.                                                       8i 
con  figlia  a  fare  la  giornata.               133 
;  prigione  pe  Filippino  Doria»            141 
.  mezanoafare  che  Andrea  Doria  pafsi 
a  Cefare.                                             lei 
i  desinato  alla  recuperation  della  ,Pu- 
rglia.                                                  166 
.  fi  accampa  a  Monopoli.                    162 
Ilario  Orlino  ferito  fotto  Frufolonc.     74 


morto.  197 

Martio  Colonna  prigione.  133 

Matrice  abbandonata  dal  Pardo  fi  arren- 
de. 16 9 
Melfi  battuta,  &  prefa  da  Francefi.        135 
Mentita  data  dal  Re  di  Francia  a  Cefa- 
re.                                                           117 
Migllau  morto  Cotto  Napoli.                1  u 
Milano  ,  &  fuo  Stato  tenuto  con  gran  Gret- 
tezza da  gli  Imperiali.  4 
patifee  di  danari.     .                              ji 
in  gran  mi  feria  per  leafprezze  del  Le- 
uà.                                                  i3f 
Milancfi  fi  oppongono  a  gli  Ella  tori,         j- 
fanno  tumulto  contra  gli  Imperiai?.      y 
facches&iano   Corte  vecchia  di   Mila- 
no.  e 
ammazzano  gli  Spagnuoli.                18 
fanno  tumulto  contra  Cefarei.             1 8 
fono  sforzati  a  deporre  le  armi.          1 8 
sforzati  a  proueJcre  del  viuere ,  &  di  da- 
nari a  gli  Imperiali.                              31 
inai  trattati  da  gli  Imperiali.                3  2. 
Coliti  a  fare  grandifiime  pompe.          3  % 
parlano  ad  Duca  di  Borbone.             ^ 
lì  vecidono  da  loro  ftcfTi.                      3  s 
Milìtia  corrotta.                       I7*&*il7 
Miniitri  del  Re  di  Inghilterra  vfano  inur- 
banità al  Papa  in  Marfilia.                 114 
Modona  data  al  Duca  di  Ferrara  con  infà- 
mia del  Conte  Lodouico  Rangone.    ioi 
attribuita  con  Reggio  da  Celare  al  Duca 
di  Ferrara.                                         106 
Mola  di  Gaeta  fàccheggiata  da  Collega ti.77 
Moncia  fi  prende.                                     33 
fi  fortifica.                                            e  8 
Monopoli  fi  arrende  a  Vinitiani.           134 
Monsignore  di  San  Polo  desinato  in  Ita- 
lia'.                                                  1 34 
volto  alla  oppugnatìonedi  Milano.  174 
Montefbrtino    de  Colonnefi   abbrucia- 
to .                                                     60 
Montepulciano  fi  difende  da  Sanefi.      191 
Montig!an,&  Villacerca  tentano  di  pigliare 
il  Doria*                                           16$ 
Morte  di  Clemente  VII.                        ne 
Muraglia  di  Cremona  cafea  da  fé.           45 
MDXXVI.    acarte.                       1 
-MD  XXVII.  a                             70 
MDXXVIII.a                           112, 
MDXXIX.a                              \66 
H  DXXX.  a                               157 


M  D  X  X  X  I.  a 
M  D  XXXII.  a 


N 


>o<r 

("107 


Napoli  fi  batte, 

patifee  di  ucttouaglie .  143 

in  gran  penuria  e  fcompiglio.  149 

Napoleone  Orfino  incollante.  ip8 

Napoletani  fi  portano  male  in  Lodi .       1 9 
Nebbia  fauorifee  Borbone.  96 

Negligenza  dannofa.  1  yo 

fuole  accrefeere  i  disordini.  1  j  <j 

Necesfità  non  bifogna  de  ifeufa.  2,  y 

Niccolo  Capponi  Gonfaloniere  per  un  an- 
no .  I0^ 
alteratione  contra  lui  in  Firenze.       172, 
gli  calca  una  lettera.                            17» 
Nipoti  de  Papa  Clemen.  vij.  uìfleropoco 
tempo.                                              riy 
Nipote  del  Papa  a  Nizza  doue  fi  marita  al 
fecondo  genito  del  Re  di  Francia.     113 
Nizza  doue  fia  .                                     m, 
Nola  prefa  dal  Conte  di  Sarni.  1  j-<j 
Notte  impedifee  che  non  fida  Ioaflalto  a 
Milano .  2,4 
Nuntio  del  Papa  e   Luigi   Pifano   mor- 
ti.                                                          1  yo 

O 
Occafioni  perdute  dalla  Lega  nella  guerra 
di  Milano .  43 

Oblighi  del  Papa  uerfo  il  Duca  di  Ferra- 
ra. X\y 
Offerte  fatte  da  i  Fiorentini  a  i  Vinitiani  & 
al  Duca  di  Vrbino.  89 
Oratione  di  un  MilanefealDuca  di  B orbo 
ne.                  ^                                    33 
Oratori  Veneti  in  Firenze  dimandano  la 
conclufione  della  confederatione.       93 
Orbateli©  prefo.  yi 
Ordinationi  nuoueinGenoua.             icz 
OftinationediLautrech  cauia  larouinade 
la  imprefa.                                        142, 
Oftinatione  di  chi  goucrna  caufa  fpeffo  di- 
Cordini,                                            141 
Ottauiano  Sforza  Vefcouo  di  Lodiofferi- 
fee  a  i  Vinitiani  condur  Suizzeri .       io 
Ottauiano  Fregolo  mentre  fu  Duce  di  Ge- 
noua  riconobbe  per  fuperiore  il  Re   di 
^Francia.                                            13 


Paceconclufa  in  Cambra!  fra  Cefare  *  il 
RcdiFranciajcfueconditioni.       sso 


P,io!o  d'Arezzo  mancato  dal  Papa  al  Re  di 
Francia.  jTS> 

Paolo  Luzznfco.  63 

Palagio  d'Andrea  Doria  Taccheggiato  da  i 
Francefi,  i<*4 

Papa  Cleme.vij.fi  riftolue  co'  Vinitiani  pi- 
gliare l'arme  contra  Cefare .  6 
e  di  confcdcrarfi  con  Francia, e  con  altri 

•  contra  Cefar e.  8 
fella  confufo  co*  Vinitiani  per  la  ritira- 
ta dd  Duca  d' Vrbino  da  Milano  .  23 
incannato  da  Gio. Battila  Palmieri.   19 

•  propone  che  fi  rimettono  l'ofrefe  contra 
,  Sa ne fi.  40 

per  timore  de'  Colonnefi  eiTorta  i  Con- 
federati ad  a  (Talea  re  il  Regno  di  Napo- 
li. 43 
in  gra  trauaglio  p  le  cofe  d'Vngheria.  f  3 
in  gran  confufione  per  l'improuiio  aflal 
to  di  Roma.  5"4 
fugge  in  Camello.  J5" 
!  uolge  le  fuc  forze  contra  Colonnefi  .  60 
difìegna  farePimprefa  di  Napoli.       76 
s'inuilifce  per  le  tepide  prouifioni  del  Re 
di  Francia .                                           2} 
eflendo  confufo  s'accorda  con  gli  Impe 
n'ali  •                                                     84 
•  fa  grandisfimo  errore  aìicentiarele  fuc 
genti.                                                      8r 
difìida  dd  Duca  d' Vrbino .                  83 
\  trouandofi  ingannato  fa  noua  confede- 
ratone co'l  Re  e  con  Vinitiani .          93 
per  necesfità  crea  tre  Cardinali  per  dana 
ri.                                                          94. 
fi  rimette  nelle  braccia  di  Renzo  da  Ce- 
ri.                  ^                                       9S 
affretto  dal  Fato  e  quafi  procuratore  de' 
nimici .  9  j 
fugge  in  Cartello.                                   96 
desinato  ad  cilcre  elTempio  delle  calami 
tà.  96 
defperato  di  foccorfo  conuienecon  gli 
Imperiali.                                           io  2. 
crea  Cardinali  per  danari  per  liberarfi  di 
prigione.  .                                          110 
efee  di  Calteli o.                                   izo 
con  un  Brieue  ringratia  Lautrech.      1  12 
defid era  rimettere  in  Siena  Fabio  Pc- 
trucci.                                                 124 
neutrale  tra  Cefare  e'1  Redi  Francia.  1 15» 
fi  duol  de  Re  ch'habbia  condotto  Mala- 
ttia.                                                 171 


tratta  la  pace  tra  Cefare  è  i  Vin7tiani.iV  e 
e  a  Bologna  con  Cefare.  191 

dà  la  Corona  a  Cefare.  199 

compromette  le  differenze  chehaco'l 
Duca  di  Ferrara  in  Cefare.  199 

ritorna  a  Roma,  199. 

perche  fi  rendi  difficile  ad  aprire  il  Con- 
cilio. 20  f 
non  è  legitimo.  20  f 
a  Bologna  con  Cefare  la  fecouda  volta 

211 
perche  non  maritaffe  la  nipote  al  Duca 
di  Milano.  2r 

parte  da  Bologna  per  Roma.  211 

uaaMarfilia.  213 

perfuade  a  tutti  i  Potentati  che  ui  uada- 
no.  213 

fu  parentado  co'l  Ré  di  Francia,  213 
parte  da  Mariìlia.  214 

afferma  douere  morire  tolto.  21  $ 

muore.  21  r 

la  fua  uìta.  2 1  $ 

Papa  Paolo. III.  di  che  età  quando^  creato 
Papa.  21 6 

Parentado  fra'l  Papa  e'1  Reconchiufo  in 
;  Marfilia.  .  '214 

Parma  e  Piacenza  abbhorrifcono  l'Impe- 
rio de'  Spagnuoli.  102 
Pauia  faccheggiata  da'  Francefi.  114 
recuperata    dal    Leua  con    altre  Ter- 
re.                                                     I4J" 
battuta.  160 
fi  rende  ad  Antonio  de  Leua.  186 
Pcrfonaggi  deputati  fopra  alcune  materie 
ttai  Papa  e  Cefare .                           109 
Pera  Ita  morto.  74 
Peritia  militare  delude  l'ignoranza  del  uol 
go.  € 
PeSe  in  Roma.                                       104 
Pcite  in  Napoli.                                      141 
Pefre  grandisfima  in  Genoua.  1  c2.e.      I j  9 
Pcftc  mandata  ftudiofamente  da  quelli  di 
Napoli  nell'cfìercito.                          I  J7 
Pier  Luigi  Farnefc Capitano  co'l  Principe 
d'Oranees  contra  Fiorentini.             r8p 
Piermaria  Rollo  palla  a  Nimici.           iox 
ferito                                                     IH 
Pietra  Santa  s'arrende  al  Papa  •              15*7 
Pietro  da  Pefaro  proueditorc  de'Vinitia- 
ni.                                                             le 
Pietro  Birago  morto.                             160 
Pietro  Nauarra  a  Ciuità  iiccchia  con  Par- 


mata  vw"  Collega  tu  €  8 

alla  uolta  d'Aquila .  1 30 

prende  la  Rocca  di  Venofa  134 

prigione .  I  C7 

Pifa  in  guardia  di  Giouapaolo  da  Ceri.100 

Piitoìa  s'arrende  al  Papa.  i9y 

Pizzinardo  biafimato.  1 26 

Pontificato  di  quant'authorità   appretto 

Principi  Chriftianì .  i10 

Pontremoli  occupato  da  Sinibaldo  Fie- 


fco. 


n 


Popolo  imperito  combatte  più  con  le  gri- 
da che  con  l'arme.  18 
Porta  Romana  di  Milano  battuta.         2.4 
Pozzolo  fidàaLautrech.                      137 
Pratiche  della  pace  fi  rompono  fra  Cefare 
e  i  Collegati.                                       ri3 
Pratiche  dell'accordo  fra  Cefare  c'1  Re  di 
Francia.                                           179 
Prato  s'arrende  al  Papa,                       197 
Prefa  di  lodi  molto  utile  alla  lega  .  io 
Preparationidi  Cefare  fatto  dopo  la  cer- 
tezza.deH'inoiTeruanza  del  Re.  % 
Principi  fpcflb  antepongono  l'utilità  alla 
fede.  9 
hanno  poca  fede.                               43 
uolti  all'accordo.                              177 
conuenuti  in  Cambra!  per  la  pace.    179 
Prìncipi  d'Italia  mandano  Imbafciadori  a 
Cefare .                                               181 
Principe  d'Oranges  fi  congiugne  Co'  Tede 
fchi.                                                      <?4 
Generale  dopo  la    morte  dì   Borbo- 
ne.                                                   101 
conchiude  l'accordo  con  Malatefta.  187 
a  Monteuarchi  con  l'effercito  •          1 89 
uicino  a  Firenze.                               190 
è  incolpato  che  tenga  la  guerra  in  lun- 
go ftudiofamente.                             I90 
morto .                                              2,02. 
Principe  dì  Salerno  prigione  di  Filippino 
Dorìa.                                            141 
Principe  di  Stigliano  prefo  de  Simone  Ro- 
mano.                                             144 
Protonotario  Caracciolo                    J8J 
Progresfi  dell'armata  di  Spagna .          64 
-    dell'armata  de'  Collegati.                   77 
di  Borbone  con  l'esercito.         8  O  83 
delle  genti  de'  Collegati  intorno  a  Peru- 
gia,                                                no 
delle  medefime  in  Lombardia  •             3 
di  San  Polo  in  Lombardia  .              1  Jt 


del  Papa  contra  il  Duca  di  Ferrara  .i7r 

Prometta  del  Re  di  Francia  a  gli  Imbafcia- 
dori del  Papa  e  de'  Vinitiani.  io 

Promefce  dcll'rìncipe  d'Oranges  a  Malate 
fta.  126 

Profpcro  Colonna  allegato  pereflempio 
dal  Duca  d'Vrbino.  itf 

Prouifionidi  genti  fatte  dal  Redi  Fran- 
eia .  44 

di  Cefare  dcfperato  deli'ofleruanza  dello 
accordo  di  Medril,  47 

del  Papa  dopo  la  triegua  conigli  Im- 
periali. j-7 
diLautrech.                                       irr 

Proueditore  Pifano  all'ettcrcito  France- 
fe.  134 

Prouerbfo,  cbeM  magiftrato  dimoftra  il  uà 
loredichil'eftercita.  XIS 

Prouocationedi  Cefare  a  Duello  contra  il 
Re  di  Francia.  ntf 

Peudenza  maggiore  e  ricorreggere  l'errore 
che  perfeucrar  in  elio»  1  f 

1*7 


Puglia  in  che  fiato . 


K 


Ragioni  che  Inclinano  il  Papa  alla  gaerra 
contra  Cefare.  6 

Ragioni  d'affrettare  la  gueira  contra  Cefa 
rej  e  le  in  contrario.  7 

Ragioni  perche  il  Re  di  Francia  defideratte 
al  Duca  d'Qrliens  il  Ducato  di  Mila- 
no. 2.14 

Ramazzoto  entra  fu  il  Fiorentino  dalla  ba 
da  di  Bologna.  189 

Raucnna  fertile  di  frumenti.  nj 

Re  di  Francia  promette  di  nuouo  a  Cefare 
di  ofleruare  le  promette.  2, 

Si  duole  dello  lmperadore.  7. 

allega  effempij,  che  fi  debba  ofarécor- 
tefia  a  prigioni.  2, 

Soli  dui  Re  di  Fi  ancia  fatti  prigioni,  a 
perfuadealPapa  &  a  Vinitiani  a  pigliar 
l'arme  contra  Cefare.  3 

protetto  a  Cefare  che  non  otteruerebbcle 
conuentioni  ingiufte.  ,3 

non  può  alienar  cofa  del  Regno  fenza  il 
confenfo  delli  fiati  generali  del  Regno.  3 
fi  confacrano  con  l'olio  celefie.  in 

liriioluenon  redimire  la  Borgogna,  io 
©fferifee  pagare  due  milioni  d'oro  a  Ce» 


fare,  prima  che  reftituire  la  Borgo- 
gna, io 
Rifcrifcela  ratificatìonc  della  lega  con 

di  Tesino.  14 

procede  con  gran  negligenza.  13 

procede  lentamente  a  preparar  l'arma- 
ta. 43 
Tua  rifpofta  al  Cardinal  Saluìati  alle  ri- 
chiede del  Papa  .  JO 
feonforta  a  Principi  l'andata  del  Papa  a 
Barzalona.  yp 
fi  contenta  che  Paolo  d'Arezzo  uada  a 
Ce  fa  re.  60 
fi  obliga  co'Vinitiani  di  non  concordarli 
con  Celare.  73 
manda co'l  Re  d'Inghilterra  Oratoria 
Celare  per  la  liberationedcl  Papa  .  107 
'clelibcra  co'l  Re  d'Inghilterra  la  guerra 
d'Italia.  109 
non  parla  honorata mente  del  Duca  d'Vr 
bino.  no 
mentifee  Cefare.  1 2.7 
fi  duole  non  Tia  (tato  foccorfo  Sauona  ,  & 
il  Caftelleno  di  Genoua.  173 
tenta  ricondurre  il  Doria.                   1  yi 

(  Tchìua  il  colpetto  degli  Imbafciadori  de' 
Collegati.'  1 8 1 

Si  TcuTa  con  loro  della  pace  fattaron  Ce 
fare.  181 

chcdiceiTe  intorno  la  guerra  di  Firen- 
ze. 198 
in  mala  difpofitione  contra  Cefare.  zo6 
tenta  irritare  il  Turco  contra  Cefare.  206 
impone  decime  al  Clero.  109 
conclude  in  Marfilia  il  parentado  co'l  Pa 
pa.  Z14 
communica  al  Papa  alcuni  configli.  114 

Re  d'Inghilterra  cerca  co'  fuoi  Imbafciado 
ri  chc'l  Papa  s'opponga  a  Cefare.  6 

non  corrifponde  allepromefle  intorno  al 
la  confederatione .  43 

confortali  Papa  a  non  andare  a  Barzalo- 
na .  J5> 
fauorifee  i  Collegati  per  contrahere  ma- 
trimonio co'l  Re  di  Francia.  73 
manda  sfida  a  Cefare .  1 17 
tnada  in  Italia  il  Vefcouo  di  Tarba.  179 
dichiarato  decaduto  nelle  pene  degli  at- 
tentati                                                  2,13 

Re  d' Vngheria  rotto ,  in  battagliai  morto 
da  i  Turchi.  JJ 

Reggio  attribuito  da  Cefare  al  Duca  di  Fer- 


rara. 107 

Regno  di  Francia  in  pericolo  quando  Italia 
einmanodeirimpcradorc.  7 

Renzo  da  Ceri  co'l  Papa  .  72, 

fopra  la  difefa  di  Roma  contra  Borbo- 
ne. 9  y 
bia  limato.                                             py 
Rimini  occupato  da  Sigismondo  Malate- 
fra.                                                    103 
ritornato  alla  Chiefa.                           1 24 
Rinucio  Farnefe.                                      lìS 
Rifpofta  del  Papa  udita  Pintentione  di  Ce-v 
fare .  1 6 
Rilpofta  del  Guicciardini  al  Duca  d'Vrbino 

perche  non  fi  lcui  Peffercico  da  Mila- 
- 
no. z6 

dei  Cantoni  al  Re  di  Francia.  31 

di  Cefare  quando  gli  e*  intimatala  Le* 

ga.  J7 

del  Re  di  Francia  a  i  Fiorentini.  179 

Ritirata  del  Turco  mitiga  le  guerre  di'  Ita- 
lia .    -  io  9 

Rema  impi  ouifamente  aiTalita  da  i  Colon- 
nefi .  £4 

faccheggiata  da  gli  Imperiali  era  ftata  fac 
chegoiata  da  i  Gotti.  s>8ò;anni  prima.  97 
liberata  dà  i foldati  Imperiali.  1 30 

in  dilbrdine  impedifee  lo  acquifto  di  Cre 
mona, e  di  Genoua.  yi 

Rotta  di  trecento  Spagnuoli.  71 

Rotta  riccuuta  dal  Marchefedel  Guaftofot 
to  Monopoli.  188 


S 


Sacco  di  Roma  dato  da  Colonnefi .         yj 
del  Pallazzo  Pontificale,  e  di  San 
Pietro.  yy 

di  Roma  dallo  eiTcrcito  di  Borbone  .  97 
ui  morirono  quattromila  huomini .  97 
importa  fenza  le  taglie  più  d'un  milione 
di  ducati.  93 

San  Polo,  uedia  M. 

Sanefi  indettati  nelle  partP  marittime  da 
Andrea  Doria.  ya 

Sauona  ottenuta  dall'armata  Franccfc.     48 
Salerno  prefo  dall'armata  *  77 

San  Miniato  fi  arrende  allo  Oranges.     191 
Sc3ram uccie  fpefle di  Giouanni  dei  Medici 
fotto  Mirano.  41 

Scufa  non  accade  ne  i  partiti neccflarii.    1  y 

Scrcuoa 


~5?renOn  prigione  da  Filippino  Doria.    X41 
Siena  battuta  dalle  genti  del  Papa.  30 

accommoda  di  artiglieria  II  Princi- 
pe. l8* 
che  gouerno  haueffe  dopo  la  guerra  di  Fi 

renze .  10° 

Simone  Romano  in  Calauria.  1 37 

occupa  Cofenza,  prende  il  Principe  di  Sri 

aliano,  &  altri.  x44 

morto.  loy 

SinibalcTo  Ficfco  occupar  Pontrcmoli .  yi 
Soldati  non  tfiecitati  fanno  poco  frutto.  96 

foldati  de  gli  Adorni  rotti  a  Priacro- 

ce.  1 1  * 

Solimanno  modo  per  affaltarc  lunghe- 
ria.  ,  4i 
Somma  fpogliata  da  gli  Imperiali.        1  S6 
Sofpitioni  fanno  interpretare  le  cofe  nella 
peggiore  parte.  7 
Sofpetti  che haueuaCefare del  Papa,      zi* 
Spagnuoli  per    fatiare  la  loro  libidine  non 
guardano  ne  a  fe(To,ne  a  età  .               3  *- 
diltruogono  coli  gli  amici,  come  i  ni- 

mici.  37 

che  erano  in  Carpi  fanno  gran  danno  a 

gli  Ecclefialticì.  y* 

rotti  a  Larnata  .  74 

s'ammutinano,  &  ammazzano  il  Sergen 

te-maggiore.  go 

fualiggiati  dal  Marchcfe  di  Sai  uzzo.    8 8 

entrano  in  Tranfteuere.  S>6 

Spagnuoli  uenuti  con  Cefare  fbarcano  a  Sa 

uona.  l82* 

Spelle  prefa  da  gli  Imperiali.  183 

Speranza  de  i  fuorufeiti  fpeiTo  riefeonoua- 

ne.  *> 

Sprezzo  de  i  Prelati ,  e  della  Chiefa  Roma- 
na. _      37 
Succesfi  di  Genoua  profperi  per  Fracia.i  1 2. 
Succesfi  nelle  Terre  di  Roma.  ;     144 
Suizzeri  che  fine,  e  che  oggetto  habbino  nel 
le  guerre .  3  * 
dimandano  d'entrare  ancora  esfi  in  con- 
iglio.                                             :  3» 
Stanchi  del  Papa  {tratiati  in  Roma.       109 

fi  fuggono  di  Roma  occultamente .  1 1 9 
Stato  delle  cofe  di  Lombardia  .  1 8 1 

Stefano Colonna,e Malateila  atfaltano ile 

defehi.  i01 


1  eueicni  più  incucili  uie-gu  jp^mum  j  « 
Tedefchi  rotti  da  Stefano  Colonna.  7  e 
Tedefehi  fi  ammutinano  contra  Borbo- 
ne. 83 
Tedefchi  occupano  molte  terre  de  i  Vinitia 

ni.  14? 

in  difordine  fi  ammutinano  e  tornano  a 

cala  loro.  -2  4^ 

Teodoio  Triulzi  Gouernatore  di  Genoua 

per  Francia  . 
Temerità  non  fi  chiama  quella  che  fi  fa  per 

nccesfìtà.  2.01 

Terre  che  s'arrendono  à  Lautrech.  136' 

Trattato  del  Re  di  Francia  co  il  Re  d'Inghil 

terra  di    aflaltare    le    marine   d'Ifpa- 

gna.  1 2,6 

Trattamenti  di  Pace.  -«*    166 

altri  trattamenti  di  Pace.  ^*?4 

Tricgua  tra  il  Papa,e  Don  Vgo.  y  y 

T  regna  del  Papa  con  gli  Imperiali  interro* 
£':  pe  le  cofe  di  Lombardia.  y£ 

Tricgua  del   Papa  co  il  Viceré   per  otto 

dt.  7S 

Triegua  ,  uiolata  per  gli  Ecclefiaftici.      7  S 
Tumulto  in  Roma  per  conto  de  i  Macel- 
lari. 2«5> 
Tumulto  del  popolo  in  Firenze.              y  l 
e  origine  di  grauisfimi  difordini  •         91 
Tumulto  in  Siena  .                                 109 
Tumulto  nel  Marchefato  di  Saluzzo.  153. 
Tumulto  in  Firenze.                               173 
Turco  afpira  alla  efpugnatione  di  Vien- 
na.                                                     i8y 
accefo  grandemente  contra  Cefare.    107 
parte  di  Vngheria  »  e  torna  a  Conftanti- 
nopoli. 


xo9 


Tagarolo  de  i  Colonna  fi  fpianato , 


6Q 


Valdemonte  con  titolo  dì  Luogotenéte  del 
Pada  eontra  il  Reame.  76 

morto.  IT7 

Varo  fiume  doue.  ni 

Vefcouo  di  Lodi  intento  più  alla  ambi- 
none &  a  gli  interesfi  proprij  che  ad  al- 
tro. 17 

Vefcouo  di  Baiofa  mandato  a  Ferrara  dal 
Papa  per  comporre  le  differenze  co  il  Du 

ca.  44 

Vefcouo  Colonna  morto.  1 48 

Vefcouo  di  Vafone  mandato  dal  Papa  a  Ce 

.fare.  *7* 

Vefcouo  di  Tarba  fatto  Cardinale.        iqj 


ncralc  di  San  Franccfco  ,  a  liberare  il  Pa- 
pa  •  H8 

morto.  1 1 9 

Vcfpafiano  Colonna  morto.  134 

Vgo  di  Moncada  efforta  il  Duca  di  Milano 
a  rimettcrfi  nello  Impcradore.  1  j- 

uaaRoma,cparlaal  Papa  co  il  Duca  di 
Sefìfa .  1  e 

perduta  la  fperanza  della  parte  di  Ro- 
ma .  1 6 
muore  in  Galea.                                140 

Vgo  de  Peppoli  prigione  de  gli  Imperla* 
li .  1  V4 

Viceredi  Napoli  arri  uà  in  Corfica  .  61 
mette  campo  a  Frufolone.  y$ 

lafci^l'imprefa  di  Frufolone.  7  y 

B |  rartexli  Romaper  abbocearfi  con .- Bor- 
bone. •  $6 
morto  a  Gatta  .                                 118 

Vigeuene  prefà  da  1  Collegati*.  1  J5> 

Vifiacerca,  eMontigian  tentano  dipren- 


atre  nnarea  uov\a,  16 

Vinitiani  &  il  Papa  fi  riffoluano  pigliare  Par 
me  centra  Celare.  6 

concorrono  alla  fpeditionc  contra  Na  pò 
li .  44 

procedono   cautamente   nelle  cofe  lo- 
ro .  7p 
dannano  il  configlio  del  Duca  di  Vrbi- 
110 ,                                                    no 
attendono  più  torto  a  gli  acccfTorij  che  a 
principali  interesfi.                             X45 
reftituifeono  le  terre  occupate.          i$f 
non  uogliono  entrare  nella  confederano 
ne  co  il  Papà,e  con  Cèfarc.                 x  1  o 
Vita  di  Clem.  vij .                                    zi  r 
Vitello  Vitelli  Capitano  del  Papa  •  1  j 
uà  a  danni  de  i  Coloni!  e(i  .                   tfo 
Vittoria  de  i  Francefi  contra  gli  Spagnuolf 
in.  Mare.                                            14* 
Volgo  ingannato  dalla  pcritfa  de  gli  rinomi- 
ni militari,  è 


Volterra  fi  arrende  al  Papa 


199 


I    L      F    IN    E. 


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GLI  ERRORI  FATTI  NELLO  STAM- 

pareii  correggono  in  quefto  modo. 

A  fàé  x  doue  fi  lesKc.tnteé, fi  delie  legge  tutte*  5-  conlentimeuflo,  confenrimento.  oj. 
*roJe«er'e  per.   eture  a  7.  &  in  altri  luoghi,  maritime ,  marittime,  a  1 1.  a  ad  ad.  a  ,  j. 

deputatogli,  a  40/  nauergh  fa  lw™»"*"*r»    r     Vafoafiano  Vefpafìano  .  a  6.  in  margine 

^I1a  figliuola  del  Re  di  Francia.matrimomo  co'l  Re  di  tracia,  a  7*.Beiano,v.cwiiu  *  7y. 
colla  figliuola  d^n  Confaloniere,Gonfaloniere.a  94-  cattiuo,  canno,  a  58. 


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