^tbrar^
IN THECUSTODY OF THE
BOSTON PUBLIC LIBRARY.
SHELF N°
ADAMS
V
^
/
LA HISTORIA
D'ITALIA
riM,FRANCESCO GVICCIARDINI
GENTIL'HVOMO FIORENTINO,
■
suouamente rifcontrata con tutti gli altri Hiftorici & Auttori, che d'J-
riflette cofe habbiano fcritto : & ornata in margine con
f t< T Annotationi de' rifeontri fatti da
THOMASO PORCÀCCHL
DA CASTIGLIONE ARRETINO.
Co&pn Ciudicio fatto dal mede fimo, per difeoprir tutu le bellezze di quefia
Hifioria : & vna Raccolta di tutte le Sententie
jparfe per l'opera :
«.
Et etn due TaHi'U : vn&de gli Ruttori citati in margine j & VaUta, delle atfe r,*t abili*
C 0^ V RI V 1 LE G 1 0.
IN VENETIA, APPRESSO GIORGIO ANGELIERJ,
s
—
M. D. L-vxilli.
*'
i. •
ADAMS 03.*?*
kLL'ILLVSTRE ET
REVERENDISS- MONS.
SISTO VISDOMINI
VESCOVO 7)1 MODENA
THOMASO PORCACCHI.
0 NON baueua anchora dato a pe-
na in luce i due libri > da me /cri tu ,
della D^jbiltà della Città di (jomo,
Patria di V. S. n^euerendijjìma^ quan
do con mia molta contentezza mac-
corfì d9 efere fiato come indouino , ih
quel y che apparteneua alio Jplendor
di Ui> & dell'llluflre fua Cafi> ba-
uendole augurato konori> O* dignità future . J{j tanto a
ciò minduffe U commune <ufi di cbifiriue, che è dappìau-
dere molte ruolte con termini ecceffiui alle famiglie > & a 'Si-
gnori a quali fi fcriue $ quanto <vn non punto n>ano giudi-
CIO
é.
E
SLLS5. -_^5ZT^!I^ cL<JAAJJJlm ^§y£_kì^L£JLTZ^^
1
-. — I
ESSiSSSSSE
ffi:j^ni&isgs>mss§
ciò } ch'io feci della fingolar dottrina > & della fiamma bo.-
tà> e innocenti* di nuita di V.S. T^euerendiffima . Et qua*,
tunque io njedeffi ali* bora tantichifjìma famiglia ZJifdomi
ni j priuilegiata di dominio di C a/iella , di titoli di Conti
fg) di giuri fidittion d'acque fiorire in quella Città per la a
ud prudentiay & Senatoria grauità del S. £MEU^jA-
P AC E Padre di lei di nobihfifima memoria > gentil'buo-
mo /ingoiare per integrità , per humanità , & per Jftlendi-
de%^a di ruita; & per tanti Illufìri figliuoli, che con firn ma
<~vnione , dentro & fuori della patria \ ^viuono con la ripu
tatione hereditariay & con la dignità 3 cbelor richiede $ non-
dimeno (per concluder con njerità quel ch'io fìnto ) più
m indù fé a ciò fìriuere, qJ predire il di/cor/o , ch'io face-
uà /òpra le qualità di V. S. Reuerendijfima. Percioche ^ve-
dutala di tener a fé} molto gioitane tt a età difiaccarfi dal fì-
colo, fg) dal domeHico fylendor della Capi., per applicarci al-
la fàcrofant a Relligione fotto thabito delgloriofo Padre San
^Domenicoy e>* do (per dire il^uero ) con qualche contra-
tto y e> repugnantia del Magnifico "Padre , che defideraua
hauerfìla appreso-, giudicai da fimil principio , che il Signo
re T> IO non <~voleua y eh ella rviuejft in grado & carico di
gentil buomo ordinario^ ma che afiendeffi alle dignità Eccle-
fìaBiche & fiacre: delle quali tanto più mafjìcuraua , quan-
to in ciò era Hata maggior la repugnantia > che le ne fu fiat-
ta. éMi confermò poi maggiormente in quefìo proponimen-
to & giudicio il njeder con quanto ardore fin da primi an-
ti della fiua fanciullezza ZJ. S. T^euerendif. fii \mifie 'a correr
liberamente per taper tifi/imo campo delle fetenti* : nel quale
pafeo tanto innanzi, che auan^o molti più di lei pr ottetti > &
con fumati ne gli (ludi : & ciò con tanto plaufe d*ogmuno>
ch'éjfendoancborgiouamuo^ & battendo nel famofe studio
di Bologna fio flenute con fitta 7j.1v lode molte concluponi^ le
fu per ciò offerta in quella fìoriufjìma Academia public a let-
tura : ilqual giudicio runiuer fiale sfondato fià la nuirtu , &
ft la dottrina ,• chi negherà > che a V, S. Reuerendijfma non
predicele accrefeìmento & grandezza ì Quando io poi co-
minciai più intrinfiì e amente a conofecrla 3 & per ìamicitia
prefia contllluBre fitta fafià , a efeer molte <-volte ammeffo a
goder la dolala > la bontà ,&) la cor te fa fitta > & gufai
con quanta prudentia ella ragiona & di/corre > con quanta
fòauità di gioconde maniere 5 & di corufi co fiumi trattiene
& accarezza > con quanta humana granita & %raue bum a
nità lega gli animi dogniuno > air bora io jìimaipiu ferma-
mente^ eh il giudicio mio non era perdouermi in ciò punto
riuficir fallace : di che il generofio , gf magnanimo Signor
CORIOLANO, fitto fratello 3 tanto Himato 3 (gjr bauuto
caro da Perfionaggi grandi fief curo te limonio Joauendoglte
ne io molte evolte ne' ragionamenti familiari qui in Vinetia
con altri non leggieri argomenti teflifiicato . D^e mi man-
cano ,3Honfignor mio llluslre fé) RttterendtfìmO) altri di-
(corfiy & giudici/ y cU io faccio di nuouofiopra quel che di lei
h abbia afiuccedere stnebora , fermati tutti più toHo fiopra i
a 3 palli
^» e>
aìS^^^^^^SS^3
rrinraniÉi
t 'IMI
III IHI MI— ■ MI M UHI ■■!■■!'■ rtg-Tl il fi lA V II - — I
73/dfii fondamenti della dottrina > della prudentia3 &* del
C integrità della njita/ua 3 che [opra njane congetture ^ iqm
li potrei pienamente m questa lettera piegare , fi frinendo
bora a lei, mentre che delle future grandezze di lei ragio-
na/fi^ io non baue/fi temenza d'effir dannato dadulatione ,
tanto più e/fendo V. S. l.{euerendt/fima ornata di /ingoiar
modesta > & abbonendo le lodi, le quali pia & relìigw fa-
mente tutte riferifie a/fimmen/a bontà del Signore 'DIO.
Hor fi come io mbo fìmpre rallegrato di ^vederla crefier
conforme a mmti fùoi, fg) a <-voti > ^) pronoHicbi miei ,••
cofiera mio debito di/coprirle alcuna nuolta quesìa mia con-
tentezza con alcun figna efieriore , che lungamente poteffe
perpetuare y come è quel delle Hampe . Tero ceduto che
tHiHoria di M. Vr ance fio Guicciardini gentil* buomo Fio-
remino y che ne tempi fitoi fu oracolo dì granita j di pruden-
tia>& d integrità^ & che fu Gouemator di quella Città, di
cui V. S n^euerendiffima e T>aftore> e> Vefcouo ,• per la bel-
k^fa ., ($fper l eccellenza fea e per nuìuere > quanto njiuerà
il mondo , ho coluto far proua >fè con effa poteffinj'mif ca-
re il nome mio > (^ l7 afe tt ione , Sfrutta mia nuerfo V. S.
Illufire & T{euerendijfima 3 & tutta l'antica & nobili/firn a
Cafafea .T^er quejìo hauendola rifiontratacon altre bico-
ne y &con altn libri 3 che in alcun modo 3 o in alcuna parte
del /oggetto mede fimo habbiano fentto $ fèjfattouidi tutti t
ri/contri lunghe <*Annotationi> forfè da non effer del tutto di-
ffrezgate $ honjoluto aggiugnerà quelle ambo runTtifior-
fi
Sg^^^A^v^AV^
f) , r///0 le firiffi /opra , (jfrf ho intitolato Giudicio , affinchè
jrvegga ,per quanto ne giudico io, che queflaHifìoria e
veramente da effer tenuta infommo pregio . In quefla dun-
que , oue fon le fatiche ,&le <~vigilie mie certo di non poco
tempo , e fludio $ ho njoluto effnmer (allegrezza da me fin
tita nella promotion , che di V. S. Reuerendijfima fu fatta
a Vefcouo di ^Modena alcuni anni a dietro $ & procurar col
rne^o della njirtu di conferuarmi nella gratta di lei , eh' è
tanto rvirtuofa & dotta : nella quale anchor ciò io fàppia ,
che lafua bontà &> corte fa mi conferua , & che il S. CO-
RIO LANO fuoda me r merito fratello , 0* con la njoce
& con le lettere non ceffi di mantenermi ,• amo però còl me-
zp della rvirtu , q) di qualche fèruitio da me fattole, d'ejjer
parimente confèruato & mantenuto . Pero non mi parendo
di poter do fare in alcun libro più di quefìo nobile, oue fof
fé qualche indicio detf induflria & della fatica mia ,• queflo
a ZA Sig. Reuerendiffma ho ^voluto con le vigilie mie de-
dicare sficuro che fé per lo fìudio Sfatica mia non le potrà
piacere $ almeno le piacerà per I eccellenza dell 'Hifforìa e>
dell' hifìorico, et per t antica deuotionmianjerfò lafìta fem
ma bontà (tj dottrina , ffl njerfo lllluflre fùa Qafa. Jo la
prego a contentar/idi quejìa eflerior demoflration mia, &
da e jfa fare argomento dell'interior dijfoftion del mio ani-
mo, inclinatifjìmo afèruirla & a riuerirla :& apprefS* a
profegmr d'amar mi, come fin bora ha fatto $ quando io della
a 4 grafia
JgjRd dee? (< (■T<4 5TfT^dfs|^iIK^
-il
— s — -.. *_.-— —
'^^grgpsr^^ )sn3r
grafia fa* faccio [ingoiare flìm a . 1)1 V inetta tlprim
^didAgoJIo* M D LXXIIIL
m
$€r
$^
*
H
S
\
à
^-
1
**►
SEVJE7{T1E
J$>«#
s
»j^n^T-y^?r-i
> — * * ' » — >■
n
..Vilrm-
SENTENTIE SPARSE
PER L'H ISTORIA DEL
G VI CC1A RDINO,
€t raccolte à (utile de gli Studofì*
O N fempre gli huomini faui difcernono>o giudica-
no perfettamente: bifogna che fperTo lì dimoiìrino
fegni della debolezza dell'intelletto humano . Nel
lib.i. a car.4.fac.2.
Alle fcelcratezze fuol condur gii huomini la fete petti
fera del dominare, lib.i.car. 5. faci.
Non fempre per il rimuouer delle cagioni; li rimuouono gli effetti ,
a car.6. fac. 2»
Alle deìiberationì precipitofe fi conduce non menoageuolmenteil
timido per la difperationejche fi conduca il temerario per Tincon
fideratione : Con le preuentioni,& con le diuerfioni fi uincono le
guerre, a 18. faci.
E1 grande imprudenza l'obligarii a un pericolo perpetuo fotto fonda
menti non perpetui, a 3 1 .
Niuna cofa è più necefTaria nelle deliberationi ardue; niuna dall'altra
parte più perìcolofa, che il domandar configlio. 332.
Meno è neceffario a gli huomini prudenti il configlio, chea gl'impru
denti, a 32.
Chi da il configlìo, fé non è molto fedele, o affettionato a chi lo do-
manda, moflb non fblo da notabile intereffe; ma per ogni piccolo
fuo commodojper ogni leggier fatisfattione dirizza fpefibil confi-
glio a quel fine,che più gli torna a propofito, o di che più il com-
piace, a 32»
Ev permeflb a ciafeuno "il defid erare di peruenirea miglior fortuna:
ma deue ancho ciafcùno patientemente tollerar cjudlojche la forte
fua gli ha dato, a 41*
La
La natura de' popoli è inclinata a fperar più di quel che fi debbe, & a
tollerar meno di quel ch5èneccfTario,& adhauerfc»p,preinfaPiidio
lecofeprefenti. a 48.
Quafi Tempre è congiunta in un medefimo fuggetto l'infolentia con
la timidità, a 51.
Non è meno ufficio del ualorofo Capitano fare operatone di fauio,
ched'animofo. a 68.
Non fi poiTono in alcuna maniera chiamar prudenti, o fauij coloro,
che temono del futuro più che non fi debbe. a 78.
Nell'antiche 8t graia nimicitie è difficile fìabiiir (cade riconcilia-
tione. a 95.
Spello è proprio de gli huom'ni farfi facili con la uoglia, & con la fpe
ranza quello, che CGnla ragione conofeono effe r difficile, a 104.
LaGiuiìitiaèlabafa, e il fondamento di tutte le uirtù. a io>.
Noè parte alcuna di libertà in una cittadella qual le fortezze, & l'ani
miniftration della giufìitiafiano in potelìà d'altri, a 106.
Sono inutili i configli diligenti & prudenti, quando Teffecution pro-
cede con negligcntia, e imprudentia. a 108
Ledeliberationi delle Republiche non ricercano rifpetti abietti &
priuati, ne che tutte le cofe fi riferifeano all'utilità; ina fini eccelfi
& magnanimi, per li quali s'augumenti lo fplendcr loro, & fi con-
ferui la riputatione. ano.
E* più facile opprimere chi ha già cominciato a declinare,che chi an-
chora fi mantien nel colmo della fu a riputatione. a no.
I Francefi fon più pronti ad acquiftare, che prudenti a confer-
ii are. ani.
Vn Imperio nuouo non bene ordinato, ne prudentemetegouernato;
aggrauaipiu toflo,chc ei faccia più potete chi facquilta. ani.
Sonorare & fallaci l'occafioni grandi: & è prudentia & magnanimi-
tà, quando fi offerifeano; l'accettarle, a in;
La troppo curiofa fapientia, & troppo confideratrice del futuro; è
fpeflb uiruperabile. a in.
Chi lafcia il ben prefente per timor del pencolo futuro, quando non
fia pericolo molto certo & propinquo; fi troua fpeffo con difpiace
re,c infamia fuahaucr perduto occafioni piene d'utilità & diglo-
ria,per paura di quei pericoli, che poi douentan uani. alla med.
Esproprio ufficio della Prudentia moderare lofdegno giufto con
la ma-
RELT.E SENTENTIE.
*M
ssx^:
Ha
W=^
^ovoy c=^ y.«r
la maturila del giudicio,& con la confideratione dell'utilità &
intcrefle publico. a in.
Nelle cofe de gli flati è fomma infamia, quando l'imprudentìa e ac-
compagnata dal danno, a in.
La/ciarli traportar da gli fdegni centra l'utilità propria, è leggie-
rezza, a 112.
Stimar più i pericoli piccoli, che i gradifsimi èimprudétia. alla med.
Nelle cofe belliche pofTon nafeere di di in dì molte, & inopinate dif-
ficoltà & pericoli* a 115.
Poco s'afpetta (mcerità,o opere fedeli da chi è uenuto f cocctfo de gli
huominijd'eiTerfalitoa gouernarfì co duplicità,^ co artificij.a 117
A' configli celefti non fi può refiftere. a 119»
I Fràcefi so più ipetuofi neiraiTaltare,che cottati nel pfeuerare. a 120
La cófcientia è poté"tifsimo,& certifsimo flagello di chi fa male, a 1 2 2
Sono incertifsimi più che tutte l'altre attioni de gli huomini,gli euen
ti delle battaglie, a 137.
Nelle dirierentie de' nomi, & de' confini delle Prouinciej s'attende
fempre all'ufo prefente. a 140.
Co difauataggio grade Ci fa la guerra co chi no ha che perdere, a 1 54
Non battano i configli humani a refiftere alla fortuna, alla med.
E poco collante la profperjtà della fortuna, a 155.
II piu delle uolteTaiiuerfità non uanno fole, a i}?.
Niuno piu facilmente inganna gli altri, che chi è folito, & ha fama
di non ingannare, a 165.
Defidera l'huomo magnanimo piu tofto d'hauere al prefente la fua
fepokura un palmo di terreno piu auanti, che co'l ritirarli indietro
poche braccia, allungar la uita cento anni*.
L'imitation del male fupera Fettempio fi come, per lo contrario l'imi
tation del bene è fempre inferiore, a 175.
E* molto dittante il mettere in difegno dal mettere in atto, a 176.
E uano fperar nei fecolo noftro la magnanima reflitutionc d'un Re-
gno, a 178.
I tempi antichi eran difpotti molto piu, che i tempi prefenti agliata
uirtuofi & generofi. alla med.
II Popolo fi gouerna fpeflo piu co la uolótà, che co la ragione. a 183.
Ne gli animi acciecati dall'im moderate cupidità, laprudentia furlo-
cata dalla temerità; non ha parte alcuna, a 1 92.
E di ;fe-
TAVOLA
E' dirferentia daamminiflrarla guerra per fé proprio, a commetter-
la a Capitani, a iy^.
Ipopoli fondandofi fufperanze fallaci, & difegni nani, fon feroci,
quando è lontano il pericolo: ma perduti preflo d'animo, quando
il pericolo è uicino; non ritengono alcuna moderatione. a 195,
La Fama è maggior della uerità. a 201.
Non è cofa alcunanaturalmente più fofpettofa,che gli flati, a 2c$ .
E' natura commune de glihuomini temer primai pericoli più uicini,
e (limar piuchenonconuiene le cofe prefenti, e tener minor con
to, chenonfidebbe, delle future & lontane, alla med.
Gli huomini non fon tutti faui, anzi fon pochifsimi i faui. alla med.
Chi ha a far pronoitico delle deliberation d'alti:'; debbe, non fiuo-
lendo ingannare, hauer in confideration non tanto quello,c he ue-
rifimilmente farebbe unfauio, quanto quale fìa il ceruello, & la
natura di chi ha a deliberare, alla med.
SperTo fono cofinociuii timori uani> come fianociua la troppa con-
fidenza, a IO).
Doue s'accompagnano più Principi che pretendono d'effer pari ; na-
fcono facilmente tra loro fofpetti,& contentioni. a. 205 .
SpeiToi'imprefc cominciate con grandifsima riputatone; caggiono
in moke difficultà, & finalmente douentano Liane alla med.
Spello accade ne' corpi ripieni d'humori corrotti, che un rimedio ufa
torperprouedere al difordine d'una parte; ne genera dipiuperni-
ciofl, & di maggior peri colo. ani.
Preflamente fi raffreddano gl'impeti primi. 3215.
Può hoggi communemente più la forza dell'oro, che il rifpetto del-
l'honeflà. a 216'.
L'euentofpefTo è giudice non imperito delle cofe. a 239.
Lefperanzede'fuorufcitimifuratepiuco'l defìderio, che conle ra-
gioni; riefconoquafifempreuanifsime. a 259.
Il fondamento de' Concillj è la pace, a i6t.
Speffo le cofe piccole non hanno minori difficoltà, ne meno difficili a
efplicarfl, che le grandifsime. a 277.
La neutralità nelle guerre de gli altri è cofa lodeuole , cV per cffa fi
fuggono molte moieflie, e fpefe, quando non fono fi deboli le
forze, che tu habbia da temer la tintoria di ciafcuna delle par-
ti, a 291.
Niuna
s
DELLE SEN TENTIE.
Ninna cofa è più incerta, che il numero de' morti nelle batta-
glie, a 304.
I
Niunacofa uola piu,che l'occafione: niuna più pcricolofa,che il giu-
dicar dell'altrui profefsioni,niuna più dannofa, che il fòfoettaim-
moderato, a 3 1 6.
.'NonfipuofcuTare,ncmerita.compafsione chi unauolta ingannato
dauno;tornaincautamenteaconfìdarTidilui. a 324.
Dairhatier ottenuto le cofe defiderate;non fi diminuifcono,ma fi ac-
crefeono femprei difegni. a 3 24.
Le cofe feguenti tirano a fé le precedenti,& l'aumento cuopre la par
te aumentata, a 3 3 1.
Da caufe & da accidenti piccoli fi uariano fpcfib nelle guerre euenti
di grandifsimo momento, a 3 79.
Nelle cofe della guerra s'aggiungono Tempre a'difordini nuoui di
Tordini. a 381.
Non tanto idenari,quanto altre cagioni mantengono fpefTo la con-
cordia & l'ubidientia ne gli elfcreiti. alla mcd.
Le cofe, che ne' principiifi rapprefentano molto TpauentoTe; fi uan
no di giorno in giorno diminuendo, a 3 89.
Sogliono communemente poter più ne gì: huominifenza compara-
tioue gli ftimoli dell' intcreiTe proprio, che il rifpetto del benefi-
cio commune. a 391.
Non hanno gli huomini maggior nimico, che la troppa profferi-
ti, a 398.
La natura de' popoli èdeuderofà dicofènuoue. a 40 3.
Da piccoli accidenti dependono le cofe di grandifsimo momento
nelle guerre, a 407.
Nelle guerre fi pèrdono infinite occafìoni, perche a Capitani no fon
Tempre noti idiTordini,& le difficoltà de' nimici. a 410.
Può aitai la malignità, & l'imprudentia de' miniflri prefTo a' Prin.
cipi. 3413.
E confideràto communemente da gli huomini Teuento delle co/c,
per lo quale hora con laude,hora con infamia,fecondo che è,o fé
lice, o auuerfo s'attribuiTce Tempre a configlio quel, che fpeffo è
proceduto dalla fortuna. 3414.
L'ambitione & cupidità è propria, & naturale di tutti i Princi-
pi, a 432. .
La
TAVOLA
■■ __- • — - ' ~ B35H ■■ •-Jtf "■
La pace è deiiderabile & fanta, quando afsicura da fbfpetti, quando
non aumenta il pericolo, quando induce gli huomini a poterfi ri-
pofare,& allcggieririi dalle fpefè: ma quando partorire gli effetti
contrari; è fotto nome infidiofo di pace, perniciofa guerra, è Cotto
nome di medicina falutifera peftifero ueleno. a 4$ 2«
Non è ufficio di fauio Capitano lafciarfi mouere dalle uoci popo-
lari, a 44i- ££,
E* molto difficile, che mediante la concordia,nclla quale è mefcola-
ta la difcordia,&l'ambitione; fi peruenga al fine, che commune-
mente fi cerca, a 441 .
Il fofpetto cominciato fa, che tutte le cofe fi ripigliano in mala par-
: te. a 454. ...
Niunauittoriaèpiuutile, più preclara, più gloriofa, che quella che
s'acquifta fènza danno, & fènza fangue de Cuoi foldati. a 45 6,
La prima laude nella difciplina militare confitte più nel non Ci oppor
re fenza necefsita a* pericoli, nel render con l'induftria, con lapa
tientia&con farti, uani i conati degli auuerfari, che nel com-
batter ferocemente, a 4$6»
Alla moltitudine fogliono piacere più i configli fpeciofi,che i ma-
turi, a 463 .
Il far beneficio a chi Ci perfuade hauer riceuute ingiurie, non è baftan
te a cancellare de gli animi mal di/pofti>c inciprigniti la memoria
delfoffefè. a 464.
E% più defider abile quella grandezza, che Ci confcruauolontariamen-
te,che quella che fi mantiene con uiolenza. a 466.
I configli nuoui,c inufitati poffono al primo afp etto parer forfè più
gloriofi,& più magnanimi, alla med.
Niuna cofà è più breue, niuna ha uita minore, che la memoria de' bc
nefici. 3467.
Qiielli,che Ci uergognano d'efferfi ridotti in luogo, c'habbiano hauu
to bifbgno del beneficio; Ci fdegnano anchora d'hauerlo riceuu-
to. alla medefima.
Douec l'infblenzaè la cecità: doue è laleggierezza; non è cogni-
tion di uirtù, non giudicio di difèerner l'attioni d'altri, non gra-
uità di mifurar quello, che conuenga a Ce fteffo. a 467,
Non è cofà alcuna più difficile a fchifar, che il fato, neffun rimedio e
contrai mali determinati, a 476.
E' trop-
S<^ — i~
DELLE SENTENTIE.
^
iHjsiiiii^ni
^^ìì^^W^^W'
E* troppo nociuo il prendere una uolta tanto cibo che lo ftomaco
non (ia potente à comportarlo, a 48 3 .
Dietro al fofpetto vien l'odio,dietro all'odio TofFe/c , con TofFefe la
congiiintionc, & intrinfichezza co' nimici di chi s'offende, a 483 .
IL FINE DELLA TAVOLA DELLE
SENTENTI!.
7
€
UÈ fcgfSfe ^*" fe /fc/o (n £\ (c\ /r'(
TAVOLA DI TVTTI GLI
A V T T O R I,
CO' OVALI THOMASO PORCACCHI HA
CONFRONTATO L'HISTORlA DEL
GVICCIARDINO, E I <^V A L I
' da lui fono flati citati.
I
'Sì.
&
>>
Agnina Fiorentino
Monaco Camaldole
., fessila, hi Boy io, del
lafua BjlUgione.
Agostino Giuflinia
ni Ve fono di 2{e~
bio negli A$$à} delle co fé di Genova.
Aithofie Armeno, nel libro delle cofi de'
Tartari.
Alcmamo Tino neWhiftorie di Crema.
AleJJandro degli Ale/findri Dottor 7ia-
politano in quei [ito libro, ch'ei chiama
Di Geniali.
Meflxndro Benedetti Verone fc >nell 'Opera,
ch'egli intitolo Fatto d'arme del Taro.
Alfonfo di Cartagena Vefcouo Burgenfe
in quelT opera,che tratto de' }{e di Spa-
gna, degl'Impp. Etmani, de' Sommi Po
tefici,&de' B\e di Francia.
Alfonfo Vlloa nella Vitandi Don Ferrante
Gonzaga.
Amerigo Vcfyucci neUiquattro T^auiga-
tioni da lui fatte, e fritte.
Annali Mafjìmi.
Andrea Alciato negli Emblemi. . .
Andrea Cambini Fiorentino nell'origine
de' Turchi.
'Andrea Mocenigo neWhifiona della guer
ra di Cambrai.
Annonio Monaco neWhiftoria di Francia.
Anfeimo Gràdinico Theo logo della Con-\
gregatione de'Serui, & diottri Iacopo
della Giudecca di Vinetia in un fuo
Diario, che comincia dal i^li.Ù' uà
fino al i ? 15?, accommodat orni dall' E,c-
cellcntijfmo~^lheologo di detto luogo
Macftro R^affael Maffci.
S. AntoninòÀArciuefcouv di Viorenia .
Antonio Corna%$ano ne' 'ire libri dell' ar-
te delltèguerra, fritti in iterf uolgari.
Antonio di TSìjbrifft nelle due Deche de'
fatti de' Ej FerdinandQeijabell-a.
Antonio V al crmit aranci libro de' detti,
& fatti del I{e ifljonf,
Antonio Bocciardi neWhiftoria e* Afola.
Appiano Aleffandrino nelle guerre ciuìli
& efterne .
Ariftotcle neli'Ethica.
Arrigo Glareano in quel, che feriffe de
gli Sui%?eri.
Arrigo M utio, ù4 altri hi forici Tedefchi.
Afcanio Ceniorio de gli H ortensi) ne' Com
mentxri delle co fé di Tranfluania.
Aido Gelilo nelle jS^ptti Athenie/ì.
Aurelio Cicuta ?xl libro della Difapli-
na militare.
Aùfonio negli Epigrammi.
BArtolomeo Alartinengo Conte di Vii
lachiara mima lettera a M . Ho-
no fri 0 Bontiuntio Veroncfc.
Bartolomeo Senareca che firìjfe delie co fé
di ■
DE GLI AVTTORT.
di Geno uà,
Rani fui Cannelita nella guerra di Can
bruirci)' egli elegantemente deferiffe in
ucrfi Litim,
B.Plaùna nelle une de V ufi.
Benedetto Gioido nel libro, che fece del
fitoy& de' aBumi de gli SwxggrL
Bernardin') Corio nclCìnfroria diMilano,
BcrnardinoScard.eonenelChifdiPalo:ia.
Bernardo Vaiceli ai geni il' huomo fiorenti
no nell'hiBoria de' fatti di Carlo 8.
B^e di Francia.
Bernardo Sacco neWhifioria di -V aula ,
intitolata della uarietà3 & clegantia
delle cefe d Italia,
Biagio Buonaccorf Fiorentino nel Diario
delle cofcfucccffe a' fuoi tempi.
Ti, Biondo da Forlì nell'hiBorie,
. ... . Bonftnio nelle fue Deche: il nome di
queBo auttor non mi ricordo per ejjer
alquanti anniyche non l'ho riletto.
**J
ì#r
CEcco Simonetta nell'hrBoria de* fat
ti di Fràccfco S for%a ^chiamata
la S forti ade.
Celio Calcagnino che deferiffe la uittoria
. del Duca Alfonjo da Efìe contra i Vi
niuatù in Va,
Ce far e infoimi in una lettera feruta a
Marcantonio Micheli,
ChriBoforo Landino nel Commento fopra
Dante.
Chn Ho foro Vortio fopra l'InBitutioni.
Commentari diuerfi di Scrittori Greci,
daudiano Poeta»
Clementine,
Cipriano Maneti da Oruicto nelle fue hift,
Coriolano Cepione nel libro de fatti di
Pietro Mocenigo.
Cornelio Tacito nell'hiBorie Bimane.
**C D &r
D
Ecretal di Bonifacio ottauo,
Demoftene nelle Orationi Olinthiace
Diogene,
4OC E $&■
E
Liano nella Varia lùBoria,
Ennio Poeta,
Euripide.
<&$ F
?-&
FAuBo Madalena in un (iiBico> che
fecefopra il motto del. Duca Va-
lentino.
Filippo Comineo tdetto altramente Mons.
di Argentone nell'hiBoria de fatti di
Lodouico XI. B^e di Francia.
Florio Flateo o BuBrone nelle Croniche
di Cipro.
L. Floro nell'Epitome di Liuio.
Francefco Guicciardini in molti luoghi
di queBa fu a mede f ma hi fi oda d'I-
talia,
Francefco. !>{egro}che.fcrijJc de gli Suin^
%eri.
Francefco Petrarca nel libro de' Bjmedi
dell'una & dell'altra fortuna.
*OS
G
$&
G
Alea\?o Capclla ne' Commentari
per la reBituiione di Francejco
Sfor%a,
Gajparo Bugato nell'hiBorie,
, Gafpa.ro Contarmi nel libro della Bjpu-
bllca Vinitiana .
Giouanni Antonio Campano Vefcouo di
Crotone nella Vita da Braccio F or te-
bracci duetto da Montone,
Gio. Antonio Panteo nel trattato delle
lodi di Verona.
Gio.BattiBa Gir aldi ne' Commentari del
le co fé di Ferrarai& 'de 'Principi d'Efte
Gio.BattiBa Pigna neWhiBona de'Prin
cipi d'EBe,
Gio. BattiBa Poggio Fiorentino nella Vi
tadi TyVo/o Piccino.
Giouanni Boccaccio nel libi ode fumi,
Giouanr.i C. nella Cronica,
Giouanni dalla Colonna,
Giouanni Cujfii alano .
b Giorgio
T A V O L A
Giorgio Giulio ,o Lilio nella Cronica, de
f(e d'Inghilterra.
G:\Gior7' o Trifjìm in una lettera a Lea
dro Alberti, oue defermc U CuoitoJo
di Cuftoggia,
jio.lacopo Gilmo ne Commentari delle
cofe de" (hot trrn^i.
Oh ■<•:■ i Ijoni africano nella deferìt-
tjon del raffina.
imam» Monaco^
Giouanni 'l\aacle. o T^bingtfe nella fua
CromcXyche comincia dal principio del
monto fino all'anno di Chrifto, ifoo.
Giouanni Tierio Valerìano ne Hiero-
Giouanni Tentano nclVhiftorìe della
guerra di l^apjli ne' libri della Vru-
dentia.
Qtouanm Simonetta nel raccolto delle
cofe fuccejje a' tempi fuoi.
Giouanni Stumpfio ne Commentari de
gliSui%^eri.
Giouanni Tiglio nella Cronica de' E^e di
- arancia,
Giouanì di Thnro zanella Cronica d'Vn
gheria.
Giouanni Villani neWhiftorie t o Croni-
che delle cofe di Fiorenza.
Giorgio Lu/trone nelle Croniche di Cipro
Girolamo Fracaftoro ne1 tre libri fcritti
in uerji hcroici del Mal Francefe.
Girolamo 7>{egro Vinitiano in una lettera
a M. Marcantonio Micheli.
Girolamo t{pjjì neWhiftorie di ì{auenna..
Girolamo \\ufcclli nel fopplimcnto aWhi
ftorie del Giouio.
Girolamo Sauonarola nelle fue Vrcdi-
che fopra E%echicl Trofeta, & [opra
lAmox.
C* Giulio Cefare ne* Commentari delle
cofe da lui fatte.
Giulio B^auillio Rjjfo ne fucceff d 'In-
gì)ilterra»
Ginfeppe Hebrco neWhìft. delle guerre
de Giudei^ nell'antichità Giudaiche.
Giufeppe Horologi nella nita di Camillo
S^^?V c=££^
Orfino .
Gìuftìno neWhiftorie di Trogo Vcmpcr,
HF.Hj* Capriola neWhiftorie di Ere-
Hcro loto yllicarn affeo n. di* hi ftorie
delle guerre de' Grecia de' Ter fi»
He f odo .
Rettore Voìocatharo f riffe il ì{Jtratto
delTlfola di Cipro yVhiftorìa de Rj La
tini in quel Kegno3 & la ima del Bj
Iacopo Luf.gnano.
Home, o.
Horatio Toeta.
4^ I fi®r
I^co-jo bonfadio. che principio l'hijto-
rie di Genoua.
Iacopo Filippo nel Sopplimento delle
Croniche.
Iacopo Fontana nella guerra & prefa di
Bjoodifattada Solimano.
Iacopo Sannazaro nelle fue poefie la-
tin?.
*9tj L §&*
LÉandro, liberti netta deferittien
di! Ita Ha t& nelle -hi fio rie di Bo -
logna.
Leandri Mutio nel libro de* coftumi de
gli S iutieri.
Leone Vefcouo Oftienfc nella Cronica
Caf ?iate.
Libro de fatti illuftri dì Sclim Trinci pc
de1 Turchi.
Lionardo jìrretìno neWhiftorie dì Fìoren
%aneWhiftoria delle guerre in Italia
contra i Gothi.
T. Liuio nelle Deche deWhiftoria. J^p-'
mana.
Lodouico Arìofto nel fuo Toema dell'Or
landò Furio fò.
Lodouico Barthemato Vartomate ncll*I~
tinerario.
Lodouico Celio da Bj>uigo nelle Let-
ti orti
DE GLI AVTTORT.
^IIlAMSMrdAMM^A^
tioni antiche.
Lodouico Dolce nelU Vita delVlmpera-
tut Ferdinando.
Lodovico Domenicìn nella Varia hi-
fi or 'ia.
■Luci Contile nella Vita di Cefarc Mag
gì da "Napoli.
Luigi d'*4uii a CÓmedator maggior d* Al
cantara nel Commentario della guer-
ra di Lamagna.
Luigi Correa nella guerra di TS[auarra
ferina in lingua Sbavw.ola.
M. .Antonio Sabellict nell'hiftorie
Vimtiane}& nelle Enneadi.
Marco Gua%x? nelVhiftorie.
Mario Eqiucola d ' Jilueto nelle Croni-
che dì Mantoua.
Mario Tiìelfo.
Al art in ledono.
Matteo Stamler patritio Auguftano nel
l'opera intitolata I dieci Circoli del-
l'Imperi».
Michel Riccio nell'opera de' J{e Chrifr.
Monf.Macone nell'Or atti fatta in mjrte
del ì{e Trance fcc primo di Trancia.
«tHJ
HAT"
NAuigationi di dine fi 'Ruttori, po-
lle injie?n(y& ridotte da liner fé
li ri gu e nella no jtYa da Gio. Bat
afta Y\})amufo.
2\jcùlo Val 'ori Fiorentino , che fcrifie la
uita di Lorenzo de' Medici,
«*$ 0 1-^
Ol.ao Ma^no A 'reme -, 'co no d'Vp/aia
nelVhiftoria delle cofe Setten-
trionali.
Onofrio Vannino nf II' aggiunta alle Vite
de Papi del Platina, nel lib.de Co-
tnitus Imperatcrìjs. nell'antichità di
Verona, nel libro de' Cardinali, nel
libro- de' Principi Rjmiani, e Italiani.
ne' libri della uaria creaticne del Vo-
te fice Ibernano , nella Cronica de'
Vapi.
0. -lidio.
■■^v\i
'P
l&>
PAndolfo Collennczio nel Comp*;;-
dio dell' hi fior te del ì\egno di 7\a
poli.
Paolo Diacono nelVhiftorie de' Longo-
bardi.
Paolo Emilio da Verona nel l'i ri fori a de'
ì\c di Francia.
Vaolo Fiorentino Dottore & Thc^logo,
che fcrijfc Vhift ori a dica fa Gonzaga .
Vado Giouio nelVhiftorie unmerfali^pri
ma & feconda parte,
nelle Vite de gli hnomini illuftri.
ne gli Elogi de gli hnomini illufrit
cofi di lettcr eccome di guerra.
nelle Vite de'Vrincipi Otomani,
nell'imprefe militari & amorofe,
nella Defcr'mioa del Larh.
nel Confi gito per far l'imprefa cantra
i Turchi.
ntlf jtrgomcto dell hered.it a pententi
ta nella famiglia d'Orliens.
Vaoh Ihtèranìid nel riftretto dell'h: fe-
rie xii Genóua.
Pietro E'-mbo nelVhiftorie Vinitiane.
. Orjtticttj atta per Papa Leone al
D èg c} ó" Co ìfegio di Vm et ia.
Viario Binari 'nell'i hi fona d'Europa dal
Vanno I $6^. fino al 1570. & ncl-
Voftra De ùccio Cyprio , & Van-
nonico.
Vietro Delfino Vini ti ano General della
Rj>ììì'/:oit de' 'Carnaiuoli ne' fioi libri
d'ypifud e lettine.
Vici, o Ciuf ini a; io :ielV ift .Vinui ane .
'Pietro Mefianelia Vita di Maffimi Via-
no L. Imperat.
Pietro Spinò nella Vita di Bartolomeo
Coglione.
Vietro SiibL-.Mu nel libro de' fatti d1 'A 7
fonfo XI. ;\r ..i ('affiglia.*
P'V.d.i o.
k 3 'Pio
TE
TAVOLA DE GLI AVTTORT.
B^(^^^Éd<SSEK^nTZ
f»«»
EzL
ì!ìmDàL> )< »■ wnwnzm.
i
'iVo Secondo T>apa.
'pi. itone.
"Plinio Secondo neWhiftoria naturale.
'Plutarco nelle Vite de gli huomìnì t &
Capitani illuflri^ Greci & Romani,
& negli Opufcolì.
'Polidoro Virgilio ncW hi fi. dì Inghilterra
Pompeo Ve/lini neW hi floric di Perugia.
ìJo,/ipo)iio Mela del Sito del mondo.
Pro copio neWìjiBoria delle co fé de Gothi
a
Vinto Curti) de fatti dì Aleff an-
drò Magno .
<*©£ K. S«r
i. 4
R Affaci Maffei Vo Iterano nefuoì
Commentari Vrbani.
Regi fin de' Papi faluatì nella li-
braria Vaticana.
Ricciardo Malajpina Fiorentino neWhi-
fioria delle co fé della Città di Fiorerà.
Roderico Arciuefcouo di Toledo nella
faa Cronica delle co fé fatte in Spagna
t fritta in nouc libri.
F^uberto Guaguino neWhift. di Francia.
-OS S &Cr
Q^Ecretario Fiorentino ne 'difcor/l t &
' i3 altroue.
Secretorio di Gifmondo Malatefta in
unafua lettera delle guerre fatte dal
Turco contrai Vìnitiani:
Seneca nelle. Tragedie.
Silio Italico.
Stefano Lufìgnano nella Corografìa di
. Cipro.
. 5 'trabone nella Geografa.
"* Y^Heodonco da TS(iem.
Theodoro Spandugino nelle co fé de*
Turchi.
Thomafo Auths che fcriffe de'gouerni
del? Alemanna.
Thomafo Favellio nelle due Deche del-
l'hi ft ùria di Sicilia.
Thomafo Guicardo Rhodiotto in una Ora
tione recitata a "Papa Clemente fetti-
mo intorno allaprefa di Rjjodi.
Thomafo Vorcacchi neWhiftoria deWori
gine della famiglia Mala-pina,
nella uita de fatti del S. A fon e ta-
glioni, nel primo uolume delle gue. re
antiche, nel libro della nobiltà della
Città di Como, nel libro de' Funerali
di diuerfi popoli antichi, nel libro del
l'ifolepiufamofe del Mondo, nel Uh.
de Paralleli d'hiftorie.
Thucidide neWhiftoria delle guerre della
Morca.
Tolomeo nella Geografia.
Tolomeo da Lucca.
Torello Santina ne W hi ftorie %& neW Ori-
gine della Città di Verona.
M.Tullio negli Vffici, e in molti altri
luoghi delle fue opere.
4*§ V §*r
Valerio Marti ale Voeta ne furi Epi
grammi.
Valerio Maffimo nel libro de' detti
& fatti de' Bimani & degli Efternì .
Vberto Foglietta ne II' hi fori e di Genoua.
Vecellio Vecelli nella Defcrittion del pae
fedi C adoro.
Verrio Fiacco.-
Vefcouo Gerondcfc nel Taralipomeno di
Spagna diuifo in dieci libri.
Vincenzio Lupano in quel che fcriffe della
Corte dì Fracia,& delgouerno d'effa.
Virgilio.
«©$ X £«r
ii i „, _
XEnofonte ne gli otto libri di Ciro
minore.
«OC z §&
r M Accana Giglio Vicentino nella bre
£_j. uè defcrittion del Mondo ..
IL F I 21 E.
»**• 1— — — -»■
dir ""ìiì
fffe^y ì> vyfr > > » yi ^> > ? > *?** > ajjhl,
SB
ALLILLVSTRISSIMO,
MO
ET ECCELL- SIGNORE,
IL SIGNOR COSIMO MEDICI,
DVCA DI FIRENZE, ET DI SIENA*
Signor -e 'ì&Tadrone nofiro Offeritane! ijfimo.
O i habbiamo finalmente, Illufrrisfimo,&Eccellen
tisfimo Principe,iifoluto di mandare in luce la Hilìo
ria delle cofe accadute in Italia dalla pafiata di Carle*
OttauoRe di Francia , infino all'anno M. d. xxvi.
fcritta da M. FRANCESCO Guicciardini noftro
Zio: parendoci noftro debito fodisfareal commune
defiderioj& alla gloria di cofi graue;& giudiciofo fcrittore,non poteri
do ella più lungamente tollerare che tale opera flefTe fcpolta , perla-
quale fi può facilmente fperare che'l nome Tuo habbia ad efiere perpe
usamente celebrato:& ancor che al prefente non fianoftra intentione
lodare ò 1' Autore,ò I'Hiftoria fcritta da Itti , perche l'uno , & l'altro di
quelli fi faranno per fé ftesfi conofeere chiaramente: nonlafcieremo
però di dire, che quelle leggi, che fi deuono nell'Hiftoria principal-
mente offeruare,confiderata l'opera , & la uita dell'Autore , eiTerfi da
quello inuiolabilmente ofleruate, approuando ciafeunodi quei , che
lo conobbero , lui efiere fiato non folo prudente, ma fincero , & buo-
no, dalle quali uirtù è lontano ogni fofpetto di gratia,ò d'amore , d'o-
dio , ò di premio , ò di qualunque altro fi uoglia humano affetto , che
poffahatier forza di torcere dal uero l'animo de gli fcrittori : onde fi
può fermamente credere le cofe fcrittedalui eiTeruere, &cofife-
gtiite come elle fi contano : perche rari fono flati quegli in quelli tem
pi , a'quali fi fia porta maggiore comodità di fapere il uero delle cofe
che a lui, il quale eiTendo nella fua Città nato nobile , & dedicatoli
da'primianni fuoi a gli fludi; delle lettere, &conofciuto da molti in
fin dal
'ja^^Ja^Jk^/S^T^T^TàZ
■«wwmBi
fl~~~ . -~7-3l±. JLà , ~~-j
ifindal principio della fuagiouanezza attisfimo a trattar cofegrandi,
; & honorate,fu adoperato da'fuoi cittadini molto per tempo in faccen
! de di gran momento, doue crefcendoinluiinfieme cori l'età il giudi-
| cio,& il faperc,fu da potentisfimi Principi con /omnia autorità propo '
■ ito a grandisfìmi eflerciti, agouernidiTcrre , cV amminiflrationi di
proli in eie, & infommaquafipertuttalauitafuain cofe grandissime ,
j & grauisfime effercitato : laonde, & per hauerne egli trattate aliai, &
| ciTer interuennto doue le più fi trattauano , gli è fiato facile uenire alla
1 cognitione di molte cofe, che à infiniti altri fono fiate nafeofe ; oltre a
1 che egli fu diligentisfimo inueftigatore delle memorie publiche non
I folo di quella Città, doue Cene tiene diligente cura,ma ancora di mol-
ti altri luoghijdonde per la fua autorità, & riputatione ponete ottene-
j re quanto uolle. EfTendo adunque (rata tale & ia uolontà, & la como-
dità di M. FRANCESCO , posfiamo credere che quella opera hab-
; bia h'auuto tutto quello fé gli afpettaua> masfimamente che egli mol
, to tempo innanzi intento a quello fine, a'quello con tutto 1 animo fi
; preparaua.Hora che le cofe fcritte da lui fieno da eflere filmate mol-
i to,non fa meftiero che noi altrimenti dimoftriamo,perche chi èque!- !
j lo , che non fappia dall'anno M. ccccxci in. infin'al fine della ina |
Ridonacene fono circa quarant'anni, eflere in Italia nati i più uarij ac- |
eidetici e maggiorale più horribili.cx più atroci guerre, che da lunghi!
fimo tempo in qual fi uoglia parte del Mondo fieno fratePle quali non
(blamente in effa fi raccontano , ma le cagioni,! configli la prudenza , i
la temerità, lauirtù, iuitii, & fortune de gli huomini principali, che
lunteruennero, talmente che noi pofsiamo di quefta opera ueramen
te affermare quello, che dire fi fuole: La hiftoria efler tefiimonio de*
tempi paflati,lucedeIuero, uita della memoria , & finalmente mae-
itra delle humane attioni. Grande è adunque il frutto che di tal for-
te di fcritturc fi trae, fé con bello, & diftinto ordine, con graui,& giù
diciofe fentenze fi deferiuono; & fé bene alla intera perfettione fi con
ueniffe un leggiadro, & ornato parlare, ilqual forfè in qualche parte
da alcuno farà defiderato nella prefenteHiftoria, diciamo ciò effere
auuenuto perche M.Francesco molto prima che alla fua età
non pareua fi conueniife, terminò la prefenteuita, lafciando quella
opera imperfetta,& quattro altri ultimi libri d'efìa più preflo abboz-
zati, che finiti, i quali per tale cagione non fi mandano fuori al prefen
te, ondenonpoflettea quefta fua figura dare quegli ultimi lineamen-
ti,
s
ti, che a perfetta opera Ci conueniua, benchceV ancora a molti huomi
ni di buono giù di ciò foglio no parere belle molte figure non cori ri- \l
poti ai manaana m luce, non ci e conuenuto itare fofp-
douefsimo indirizzarla ;& dedicarla: perche efìendo l'Autore dato
fempre fcruitore dell'Ululi. Cafa de'Mcdici, & particolarmente di
V. E. Illuilrifs. & contenendo quella Hiftoria molti egregii fatti de
gli anteceffori di quella,& in particolare del ualorofìfsimo Padre fuo:
& eiTcndogli noi tutti humilifsimi, & diuotifsimi feruitori, non pote-
u amo ragioneuolmente pur penfare di mandarla fuori fé non fotto il
felicifsimo nome di quella, fperando gli debba eiTeregratifsima, ha-
uendola col fuo fapientifsimo giudicio più uolte commendata. Si de-
gnerà adunque V. E. Illuftrifs. riceuerla,& accettarla come cofa fua,
non folo da noi tutti, & da me in loro nome, ma da M.Francesco
fteiìo per mano nolìra, afpettando poco apprefTo gli ultimi quattro
libri: & con quefto facendo fine aV. E. Illuftr. baciamo humilmen-
tela mano, pregando Iddio che la conferui, & feliciti. Di Firenze
il giorno. 3. di Settembre. M, D. L X I.
Di V. Eccellenza Illuftrifsima
Humiiifsimo, & deditifs. Seruitore
Agnolo Guicciardini.
<;
£
/r U- (~ /Z fa fr\
z ss
ERRORI OCCORSI NELLE ANNOTATIONI
fopra l'Hiftcria del Guicciardino .
A carte li. leggi Duca di Candia . a car.20. fac.2. Vefcouo di Nebio. nel-
la medefimaannotatione, galee, a car.21.fac. 2. fi perfuadeua . a 23. fac. 2.
doue dice nella prima poftiila, Giouanni, aggiugni quefte parole, & fecondo
il Giouio, Pietro . alla medelìma , nefcit. a 16. fac. 2. di Braccio .328. uerfo
ult. commetreuai gouerni. a 33. fcriflTe lettere, a 34 fac.2. bella moftra. a 35.
Geme. 336. fac.2. ilquale foggiugne. a 45'» fac.2. Geme, a 40. fac. 2 farli te
mer.a 50. fac.2. Thotcanella. a 72. di quei, a 105. fac. 2. mandato, è repli-
cato una uoltadipiu : però uà cancellato, a 117. Deos. a 13 6. fac. 2. Regno
altrui. a 130. fac.2. fu i'hoftiafacra.a 142. fac.2. Cocchi Albergotti . a 1*3.
già che per. a 173. l'anno ifoi.a ipi. Vberto Foglietta n'ha, a 202. fac. 2.
Pietro Giuftiniano. a 208. Coftantini. alla medefima . Bottiftagno. alla me-
defima. fac.2. Lode, & precedentia. a 23 8. muro promurali, a 230. della Sca
la: otto libri, a 257. fac. 2. cacciamogli d'addoilb . a 260. uoce falfa.. a 261.
fac.2. altri atti, a 3 40. nellib.6 hadettoj che. a 361. fac. 2. foli foder morti.
a 363. fac.2. fon parole ne!, a 3 77. fac.2. fu propofto il Duello de gli Horatii.
a 378. fac.2. piamente fi crede. 3383. fac.2. medicarlo 3 è fcritto quiui pie-
namente, a 3 88. fac. 2. prouifiojii a ciò attinenti . a 402 .fac. *. Gouernator
di Como • .
TAVOLA DI TVTTE LE COSE
PIV NOTABILI CONTENVTE
NELLA PRESENTE O P B R A ;
Clic pervia di Alfabeto fi poiTono ageuolmcnte trouarelc materie più
importanti della preferite Hiftoria.
Bbattimento de'
Guafconi. car.131
Abbattimento di tre
dici Fracetì,&altret
tati italiani, in capo
chiufo p honor del-
3 ie Joronationi. 1 $z
A bboccaméto del Re d'A ragona, & del
Redi Francia in Sauona. 199
Abboccamento del Papa,el Re di Fran
eia in Bologna. 3 ^ 5*
Abruzzi (ottol'ubidiézadi Spagna. 1^9
Achiltede5 Gradi al Redi Francia 207
Accordi nuouitra' Fiorentini, el Redi
Francia. 64
Accordi tia'l Valentino , e'1 Bentiuo-
glio. 13?
Accordi tra'BoIogneiì:,e'I VaIétino.i4S
Accordi trai papali Redi Fràcia.365
Accordi tta'i Papa,& Francesco Maria,
& Tue conditioni. 386
A ccordo tra'Colonneiì, & Oriìni,& Tue
conditioni. 104
Accordo ignominiofode'Vinitiani, co'
djfenforidi lircfcia. 364
Accordo tra' Fiorentini , & Renzo da
Ceri. 428
Accordo tra Cefare,c'l Re di Francia e i
Capitoli d'etto. 485
Adorni, & Fregoli, capi di parte in Gè
noua. 191
Adorni fuggono di Genoua. 333
Adorni cicrtano il Duca di Milano3a re
ititu irgli alla patria. 335:
Adorni,& EÌeichi,piglianoIaSpe^ie.335?
Adorni, & Fiefchi ailaitano Genoua, & I
lono ributtati. 3^0
Adriano Cardinal di Tortola Fiamin-
go,fatto i»apa. 42o
Adriano VI. entra in Roma. 4Z9
A fFettione de' villani Vicentini, uerlo
Vinitiani. 248
Agenti di Lodouico Sferza licentiati di
Francia. 81
Agoftin Barbarigo Doge di Vinetia,pe.r
iuade ad accettar Pila. 77
Ago fi in Barbarigo Doge di Vinetia
muore. 1 39
A amano Sa fu iati. 226
Alarcone uerfo il Friuli. 34^
Alarcone3Pagol Vittori, Gfrolamo Mo-
ronc, Galeazzo Vifcótc, e'i Generale
di Normàdia,trattanola'triegua.439
' ■ _ 1 . *>. „ r : o .
Alberigo da Sanfeuerino.
84
*^
~--r=rr^"^f
Alberto 'fio, Ambaiciatore del Re di
Francia al papa. *4 7
Alberto pio,e'l paiifìa a Carpi. 2^7
Alberto Pio /cacciar, o.^i Carpi dal Duca
direrrara. 274
Alberto da Carpi nimico del Duca di
Ferrara. 349-3 5 4
Alberto Petra. 358.368
Alexandria prefa3& Taccheggiata da Fra
celi. U?
Aleilandria,& Alti pfo da' Cefarei. 422
Aleflandro Bichi mono. 4^4
Aleflandro Triulcio difende la Mirati
dolacontra papa Giulio. ^65
Aleflandro Tnulcio morto ibtto R eg-
gio. 385
Aleflandro Fregofo fa trattato centra
il Duca di Ferrara. 394
A Allia
JS ^^£J^^Ì-ggO :
t y.-r -*rr.-m'tìm-Mm>mtém
--O-
•*■»*
MB
^ ))i( »±t)ZUMMJ
L A.
-ili).; Jiumc.uog^i uccio Ci.mnau. i;i
Alfonio d'Aragona fucciedc al padre
nel goucrno del Regno di Napoli. i y
Àlfonio lafcia il Regno al figliuolo/ '< li
fugge in Sicilia. \6
. AKonlò Daualo Marchefcdi Prfcara.4?
Alfonlb de! Mutolo. 226
Alfonlb Cardinal di Siena nimico di Pa
pa Leone,cerca d attoflicarlo. 3 83
Alfonlb da Ertele 1 Conte di Gaiar/zo^
Annibal Bcntiuog io. ??
A'UonfoJ& Ciamonte fcòmunicati. 2 J7
Alfonfo da Edi à Roma. 310
Alfonfo Duca di Ferrara, notato ^ mer
cante,più che per Principe. 394
Allogiamentonuouo de Francefì, intor
noà Pauia. 4j6
Alterezza di Gurgenfe moli rata a4 Car-
dinali a' Vinitianì. 270
Altobello Vefcouo di Polla Legato in
Vinetia. 387
A Itofaifo Capitan deg'i Suizzeri. 33 1
Aluiano, peiche cagione .andò al Tolda
di Spagna. 164
Aluiano e mandato da Confaluo in Pu
'gl«. 174
Aluiano diuenta Capitario di venni -
ra. : 8 i
Hi
1
Aluiano è accettato da' Pi (ani.
Aluiano ii feoiia da Verona no» gli cf
fendo riufeito il trattato. 330
Aliano fugge alla Tomba. 333
Aluiano batte Verona. 333
Aluiano penfa d'impedire il ritorno a' ni
mici. 3;7
Aluiano fugge. 338
Aluiano rompe i Tcdéichià Portone n, |
& lo mette a facco. 34^!
Aluiano preferita la giornata al Vittrc. j
1*9 |
A luiano torna à Padoua. 3 < o ;
Aluiano à Cremona. 358
Aluiano à Lodi. 3 19
Aìuiano muore à Ghcdinel Brefcia':o, |
e fepolto à Vinetia nel M onalieno di j
San Stefano. 364'
Ambafciatori Vinit.ck Aragoneil j>tùà- j
dono il Papa a leticar ragucira. 304
Ambaiciaton de' Vinitiani al Re di Fra
eia. 363
Ambafciatori dell' Imperatore a Fiorea
za. ?8
A mbricort prigione. iji»1??
Amerigo Vefpucci Fiorentino. 173
Ammiraglio di Francia cerca di coprire
la fuadapocaggine. - 440
Ammiraglio di Francia prefenta la gior-
nata a gl'Imperiali. 44?
Ammoniuoni di Lodouico Sforza a
Pierdc5 Medici. ?
Anna Reina di Francia muore. 343
^nna Duchefladi Boibone. 101
Anault,e'i Fracaifa nella fortezza di Vi
cenza. 2 3 $
Andrea Gritti in Brefcia. *20
Andrea Gntii li mette alla ricuper ado-
ne di Padoua. 2z?
Andrea Gntti à Vicenza. 236
Andrea Gntti lacchi M »ù Gua'(Ulla,8tfi
ritira à Montaguana. 264
Andrea Gntti liberato di prigione. 328
Anchea Gritti Generai del Vai mata Ve-
neta.. I3^ sb ° 345;
Anditi Gritti, fatto Doge di Venet.430
Andrea di Burgo Ciemencfe. 288
Andrea Bua. 374
Andrea Doria acciuifta una Nane i-ran-
ctie. 327
Andrea Nauagiero. 364
Andrea Rollo Segretario de' Vinitiarii
in Fiancia. 488
Anghiera5& Arona5reflituitc a Buonro-
nui. ni
Anghiari s'arrende al Vitelli, e'1 medell
mo ra il Borgo a San Sepolcro, i 43
Angelo Tiiuilano General dell'armata
vmitiana. 221
Angelo Tnuifaro piglia la terra di Fiu-
me per forza, & ricupera Raipurchio.
229.
Ange o Triuifano fi falua conio flédar-
do principale di S. Marco. 238
Annibal Bentiuogiio.
Annibal Bentiuo°iio a Bologna.
21
426
Annibal
nàTHU
T A Y .O L A.-
;
Annibal da Camerino rompe il Marche
fc di Bi tonto. 83
Annibal Rangonei Bologna. 416"
Animo curiuo Jeilimp. del Redi Fran
cia3& de: Papa conti a' Vinitiani. 2 12
Animo di Papa Giulio uerfo i Vinitia-
ni. 149
Anno dd M. CCCCXCIUI. miie
nbi'e .il I" Italia. ìj
Anno del Giubileo. 1 16
AnoiupiefodaTrancefi. I io
Antonio Fonicca. 47
Antonio Gtimano, Capitan dell'armata
Vinuiaia. 4?
Antonio Giimano, General dell'armata
Vinitiana è citatoà Vinetia. 125
Anton Grimano confinato in uita in Of»
faro. 126
Antonio Grimano Doge' di Vinetia
muore. 434
Antoniotto Adorno. 330
amoniotto Adorno, creato Doge di Gè
noua. 426
antonio Landriano uccifo. 1 2 1
antonio da Leua. 1 ? 1
antonio da Leua Capitan d'huomini
d'arme. ^04.
antonio da Leua in Pauia. 421.437
antonioda Leua toglie artiglieric,& mo
nicionia'Fiancefì. 458
antonio da Monte feltro. 56
aìiton Maria Palauifino. 81.1223 ^4
antonio Pucciin Eluetia. 305»
antonio Giacomini cjmmelTario de Fio
rentini. r v<2
antonio Loredano, & Domenico Triui
fano, A mbafciatori de' Vinitiani al R.e
di Francia. 45
apparecchio de' Francefi, per le co/ed'I
talia. 8r
apparecchi dsì Redi Francia per la guer
rad'Italia. 15-7
apparecchio delle guerre contra'Vinitia
ni. 185-
apparecchi della guerra contra'Vinitia*
ni. 216
apparecchi del Redi Francia, difllmu-
lari. 353
aragonefì fuggono il combattere. 84
arcitiefcouo di Capua a Roma. 461
arciucfccuo Orflnoa dircla di Perugia.
arezzo a fTcd iato da' Fracefi, & prefo. 1 1 5»
a rezzo fi ribella a'Fiorentini. 141
arezzo Lfciato da Vjtellozzo in mano
e Francen. 14?
arezzo è renduta ^'Fiorentini, ibid.
argentone tratta la pace. 6 r
armata del Re Alfonfoper andare a Gè
noua. 20
armata di Cefarea Grnoua5inuano.4o :
4?
61
80
Il il o~~ollÈ
22
*** -
^hife^
armata de' Francefi a ifchia.
armata Francefe in fuga,
armata Francefe a Gaeta
di mata francefe à Porto Venere,
armata francefe a Genoua.
armata del Redi Fraciain mare Cotto
Pietro Nauara. 392
armata di Francefco Maria rotta dalla
Ecclcfiaflica. 386
armata dèi Re Filippo è difperfaper for
tuna. 186*
armata della Lega a Villa franca. 85
armata Vinitiana alla Pulifeila. 237
armata de' Vinitiani rotta in Pò da'Fer
rarefi. 238
armata de' Vinitiani in Pò, percoflada'
Ferra re fi. 260
armata de' Vinitiani fi fugge a Rauena,
quali rotta. 16$
arme fpirituali quanto erano anticamen
te temute. 64
articoli aggiunti alla còfederatione.462
artiglierie in Italia, furono primamente
ulate da Vinitiani. 24
artiglierie di f rancia , con che difficultà
fi paflauano in Italia. 3 5 <5
afeanio Sforza, Si Lod.in Milano. 127
afeanio Sforza muore di pelle.
afTediodi Padoua
aiìediodiBrefcia.
afledio di Verona.
afledio,& guena di Pania,
alblas'arrédcal Marcheffdi Ma:oua.222
A 2 afparot
w
181
364
4?o
j— \iu) n a u a o
x
fi
&
A
~zz-
TAVOLA.
&J*
JCunat»a*at
/ jUJULJUlA .
"^
^v
""*■-■* atta -»^
A fparot in Nauara. 3 ^9
A ftor Manfredi. 21
A rtorrc Signor di «ranzain tutela di S.
Marco. 79
A (torre Manfredi,& Tua morte. 154
Aftutia ufaca da'Bologneii^per far dilog
giare i fracefi d'attorno alla città. 190
AitutiediLautrcc3& di Profpero Co-
lonna. 42C
Aner fa fi ribella da'Francefì. 61
Auifi di Lodouico Sforza a Papa Alcf-
fandro. 4
B
-OS B &©*
— a »
Aboneda Btifighella Colonellode
Romani. 338
Bagli d'Amiens, agli Suizzeri. 298
Bagli di Digiuno,è fatto prigione dagli
Suizzeri. 69
Baiafct Ottomano rompe la guerra a' Vi
nitiani. 119
Baiateti perche non continuò la guerra
contra'Chriitiani. 367
Baiocco prefo da gl'imperiali. 209
Baldailar Biafcia Capitan delle galee dei
papaàpifa. 28?
BaldaflardaCaftiglione al Redi Fran-
cia. 304
Baldes Capitano Aragonefe. 321
Barti Calvello. 378
Bartolomeo d'Aluiano, Ce Giangiorda-
no Orfino incarcerati. 8?
Bartolomeo d'Aluiano eletto Capita gè
nerale de Vimtiani in luogo del Con-
te da P itigli ano. 3 29
Bartolomeo Caprauica morto 2 ^ ?
Bafciano,& Moroftico taccheggiati..; $6
Bafciano prefo da' V in ir iani. ^ 237
Bafciano s'arrende a'Tedefchi. 247
Bafignano, Voghiera,',aitel Nuouo, po-
tè Cen:one,s' arrendono a'Fracefi Ì19
Baffignanajdettada gii antichi Augura
Bacienorum. 309
Bartardo di Sauoia, & Galeazzo Sanfeue
rino. 422
Baftn prefa dal Nauarra. 292
Baitia nprefa,&rouinata dal Duca di
Ferrata. xfi
Bacione della Ventura. i%j
Batteria ci Verona. 372
Battifra da Vercelli chinirgie* faaiofo*
Battiifa Vifconte. 1%%
Battirtino,c'l Triulcioa Noni. 93
Battiftino Fregofo fi riconcilia col Buca
di Milano. 98
Bellmzone terra.pfa da g'i Suizzeri. I z?
Bellona prefa dal Ducadi Branfuic.222
Bellona ritorna l'otto a' Viniriani. n?
benrdetto Cribrano Cremafco, dà Cre-
ma a* Vinitiani. 3 19
bentiuogli rientrano in Bologna. 273
b'ergamo,Orci uecchi,Orci nuoui3 & pò
te Vico, -prefi da' Viniriani. 29*
bergamo s ..rrende a Celare. 3 3 3
bernardo Bibbiena. 314
ber nardo del Nero Gonfalonierdi Firen
zè . 96
bernardino Adorno muore 1 70
bernardin da Corte pauefe, Cartella del
Cartel di Milano. 121
bernabò Malafpina incolpato d'hauere
atteilìeato Papa Leone. 416
beumonte Capitano de gli Suizzeri. 130
beuré C amenere, portai Capitoli al Re
di Fràcia della l'uà deliberatone. 468
bianca Maria Sforza Maritata aMaflimi
ìiano Imp.& tua d<-'te. 13
biagrarta preiadal Ducadi Miiano.44r
biaiciaGenoueie Capita delle galee del
Papa a Roma. 305
bifdomino Maeftrato de' Vinitiani cac-
ciato di Ferrara. 22 i
bibbiena prefa dall' Aluiano per trattato
108
| bibbiena Cartello in Cafentino ibid.
' b-'lgheri Caitel'o iacchergiato. 91
bologna uié (otto il goueino della Chie
fa. $10
bolognefi fofpefìnel riioluerfl a chi do»
ueuano ubidire. 272
bolognefi fanno in°iurh aduna (tatua
di Oronzo di rapa Gì lio 273
bologna è battuta da FraiKcfi. 294
Bolo
V o
TJJ'" '--.
_
Bo!o2.n;ui:orna Torto la Chiefa. 310
Bonifacio Vifconte aiTataanimofamen
te il Duca di Milano,^ lo fenice^?
Boniuet capo dell'eiVercito France e^paf
fa in Italia. 436
Borbone fa Lega con l'Imperatore^ fi
ribeila da Francia. ibid.
Boi bone a Mi 'ano, fatto Luogotenente
Generale dall'Imp. 443
Borbone fdegnato col Viceredi Napoli,
per hauere fenza fu a (aputa condotto
il Redi Francia in Ifpagna. 471
Borbone alla corte dell'inip. abortito co
me infame. 478
Borbone all'Adda. 368
Borghefe Petrucci liberato dal Re di
Francia. 168
Borghi di Mifano abbruciati. 363
Bofco Caitelio prefo dal Triulcio. 94
Brefcia fi da a' Francefi.
B eiciaprefada' Venetiani.
Brcfvia faccheggiatada' Fracefi.
Brefcia battuta da' V initianj.
Brefcia in poteflà de' Vinitiani,,
Brefcia s'arrende a Ccfare.
Brefcia a ffediata da' Vinitiani.
Brieuc della difpenfa dato a Ce'fare di
poter congiugnerli in matrimonio co
la cucina. 481
Briglia fortezza de'Genouefi. 19?
Brione caftelìo preio dalla i-ega. 63
Brighella s'arréde àgli Eeclefiaft. uà
BrunorodaForli. 3^3
Buonaualle capitan Francese. 401
uuouolenta<ibbiiiciata dagli 5pagnuo-
li. 337
ZÌI
*9?
297
3*9
333
367
^
.-£»
C> Agionede.la rotta dell'eilercitodel
j la Lega al Tarro. J7
Cagioni perle quali pagol Vitelli
fu condannato. 124
Cagion de io idegno del Papa contro a'
Vinitiani. 21 1
Cagion della difeordia tra'l papa,& Fra
eia. 235
Cagione perche fi negafle l'affolli tione
a'Vinitiani. 23
Cagione dello fdegrto di Cefarc cótral
papa. 240
cagioni delle guerre tr3 Carlo.'V.ck Fra
cefco.I. 394
cagioni della guerra del papa contra il
Duca d'Vrbino, 369
eamariano. 64
camil'o Orlino. 377
Camillo pandone, mandato da Alfonfò
alTurco,inficmeco Giorgio Bucciar
do . n
Camillo Vitelli fo!dato àcl Redi Fran-
cia. 2?
camil'o Vitelli,cV Mons. di Gemei. 74
Camillo Virelìi muore d'una fallita 83
camino de gli Suizzei i j uenirc ad unir-
ficol papa. 2f2
canaccio da prato Vecchio morto. 116
canofa s'artcndea'Fracefi à parti. 14 J
capflla di Bergamo fortezza. 3 36
capino da Mantoua. 48 S
capita Frontaglia mette prefidio in Ter
roana. 34'
capitani EccJefiaftici deliberano di le
uarfida Parma. 408
capitani francefi perfuadono il Re ale*
uarel'arTedio da Pauia. 45^
capitani italiani, & Francefi notati di
furto. ibid.
capitani Cefarei,in che flato pò fero It
cofe dell'Imp. in Italia. 47o
capitani cacciano il Re Ferdinado. 3 5
capitano Spirito muore. 15 '
capitolationi trai Papa, Cefare, tel Re
Catolico. 347
capitolationi trai Re di Francia el Pa
pa. 199
capitolatone tra Ctfare,e'I papa. 480
capitolationi tra'l Re di Francia, & C*
fare. 177
capitolarione trai Re di Francia, quel
d'Aragona, Se Fiorentini. 215
capitoli delia Lega contra i Vinitiani.
213.
capitoli della pace col Reofieruati da
Lodouico. 70
A 3 capi-j
t AVO! A.
Capitoli dell'accordo facto in Noion,tra
Spagna, & Francia.. 371
Capitoli di e efare mandati al Papa, per
le cofe d'Italia. 487
Capuani cacciano il Re Ferdinado.. 3 7
Capuaft ribella da'FrancefT. 61
Capua Taccheggiata da'Francefi. 137
Carauaggioprefo da'Venetiani.. 110
Carauaggio fi dà a' Francefi. 220
Carauaggio faccheggiato da gl'Impe-
riali. 435?
Carauaggio prefodaGiouanni de' Me-
dici, 445
Carbone Capitan Guafcone. 3 79
Cardinal di San Pietro in Vincolai Lio
ne. 16.23
Cardinal Valenzafugge dal Re di Fran
eia. 3 6
Cardinal Fregofo. 46
Cardinal Santa Croce Legato del Pa-
pa. 87
Cardinal di Roano Gouernatore in Mi
lano. 130
Cardinal Oriino,Rinaldo Orlinoci Pro
to nota rio Oriino,i*Aluiano, & Iaco-
po Santa Croce fatti prigioni. 1 40
Cardinaliauelenatidal Valentino. 162
Cardinal di Roano a Roma con fperan
zad'efler fatto Papa. 163.Z16
Cardinal di Santa Prafede Legato del
Papa. i'pp
Cardinale d'Aus fattoprigionc del Pa-
pa" * 2 $o
Cardinal di Paula condotto come pri-
gione a Bologna. 257
Cardinali chiamati in corte dal Papa,
non uollono ubidire. 2J7
Cardinali diueril,s'allontanano dal Pa-
pa,con fu a licenza, ibid.
Cardinale A fcanio prigione. 12^
Cardinal di, Pauiail parte di Bologna
incognito. 273.274
Cardinale di Nantes Brettone. 2 74
Cardinal SanfeuerinoJ.egato del Con
cilio Pifano nell'efferato Francefe.
2^8.324
Cardinali pregano il Papa a far pace col
Irci S. Angelo.
Cardinal di Siena ftrangoIato,
Re di Francia. 3°4l
Cardinali priui dei Cardinalato,con che
cerimonie furono reihtuiti al grado
loro. 334
Cardinal de5 Medici, Gouernator di Fi-
renze. 393
Cardinal de'Medi ri aU'efTercito. 452
Cardinal de'Mcdici a Roma. 421
Cardinal Giulio d eJMedici afpira al Pa
pato. 419
Cardinal Sedunenfe uerfo Milano. 359
Cardinal di San Sifto, fu maefìro Tom-
mafo Gaietano dell'ordine de'Predi'ca
tori. 400
Cardinal di Siena imprigionato in Ca-
384
ibid.
Cardinal di Sauli imprigionato in Ca-
lle! S. Angelo, ibid.
Cardinale Iurea ritenuto da Profpero
Colonnare liberato. 419'
Cardinal Saluiati in Ifpagna, &fuecom
miflìoni. 47?
Cardinal di San Pietro in Vincola a Sa-
uoia. p4
Cardinali, che haueuano Chiamato il
Concilio a Pifa, fono feommunicati
comehererici. 283
Cardinali Francefi difprcggìati dal po-
polo come feommunicati. 287
Cardinal de'Medici prigione, Si Tua au-
torità nello Tpirkuaìe. 307
Cardinal di Santa Croce,& Sanieuerino
uerfo Roma. 326
Cardinale Eboracéfedi grande autorità
appreiTo il Re d'Inghilterra. 447
Carelliain Fiorenza. q£
Carlo s'apparecchia alla Juenuta in Ita-
lia^ con che conditioni. io
Carlo fa capitolationeco'Redi Spagna,
pereffer più ifpedito allaucnuta in
Italia. i*
Carlo caccia di Francia gli Ambafciato
ri de'Fiorentini,e i miniftri del banco
di Piero de'Medici. 17
Carlo per careftia di danari impegnale
gioie. 22
Carlo
TggTAll l| n B u 0 D DJ
ysX\
T A V OLA.
m )»( w )*,< )x< >a< m
•**
xnsnsnsnsn.
sa
Curio Ite di ir rancia, paJTain Italia per
l'Alpi di Mongmeura, donde paf>ò
anco Annibal Cartaginefe. 23
'Carlo a Piacenza. 27
Carlo a Pontriemoli. ibid.
Carlo uerfo Firenze. 31
Carlo fcriue a Pietro de'Medici ibid.
Carlo entra in Firenze armato. ibid.
Carlo ài Siena. 33
Carlo bacciai piedi al Papa. 3J
Carlo a'xxj. di Fcbraro entra in Napo-
li.. 38
Carlo paragonato a Giulio Cefare. 3 3
Carlo s'ingegna di disfare la lega de'
Principi d'Italia.] 48
Carlo in Roma. 50
Carlo fi uota a S. Dionifio, & a.S. Mar-
tino,nel pericolo del ratio d'arme. \6
Cario a Turino. 63
Carlo di Borgogna. * ibid,
Carlo è citato a Roma dal Papa, non- fi
partendo d'Italia. 64
Carlo ritorna in Francia. 69
Cado in Lione fenza penfiero delle co-
fé d'Italia. 7?
Carlo uà in polle a T or Ci3 & a Parigi a
fodisfarea'uoti. .80
Carlo di Sanguine,3c Don Giuliano del
TOreno. . S<5
Carlo delibera di far guerra a Genoua. 91
Carlo d'Orliens. 101
Carlo Orfino prigione, ^Antonello Sa
uello ferito, cV morto. 103
cario Orfino,& l'-Aluiano, condottieri
de'Venetiani. 106
cario Orfino a Montatone. 113
cario Orfino parte da Montalone,quafi
rotto. ibid.
cario Ortino,& Sonzinjìenzone. izìs
cario d'Ambuola Luogotencte del. Re
in Milano. 142
cario Malateiìa muored'unafailata.208
cario Bagtione,Federigo da Bozoio, &
Sacromoro Viiconte, rotti da' Vinitia-
ni, &rimafc prigione cario, e'i Vi-
feonte. 240
cario Re di Francia mujre. 351
cailo d'Auitua^letco imp. 377
e arlo V. Imperatore coronato in A quif
grana. 397
cario di Lanoia. 4*8
cario V. conferma i pri uilegiia' Fioren-
tini. 419
cario V.che cofa fecct hauuta la nuoua
della uittoria. 465'
cario V.fciiuedifuamanoal Papa.487
caruagial fatto prigione da Mercurio ca
pitan de' Vinitiani. 335"
calad'Auihia, quati Imperatoriha ha-
uuti. n 392
calai Maggiore s'arrende al Marchefe di
Mantoua. 218
cafalecchio luogo memorabile per la uit
toriadi Gio.Galeazzo Visconte cótra
i Fiorentini. 271
calìel JMuouo s'arrende a' Francefi a pat-
ti. 44
cattel di Milano s'arrende a cefare. 43 o
xaflel di Palaia. 71
cafteldi Milano prefo da' Francefi. 122
caftel Nuouo di Napoli prefo da gli Spa
gnuoli. ij8
caitel Nucuo prefo da' Vinitiani. 237
ca (Iella di MiUno>& di Cremona in po-
terti del Duca di Milano. 339
cartel ài Milano inpotefià de' Francefi,
& con che conditioni. 3 63
cartel di Cremona s'arrende a Celare.
444-
caftel Fraco prefo da gli Aragonefi. 83
cafteldi Monte Baroccio. 376'
Caterina Sforza Signora d'Imola. 20
Caterina Sforza s'accorda co'Fràcefi. 25?
Caterina Sfoiza. 72
Caterina Sforza moglie di Gìouanni de'
Medici. 104
catino doue mangiò Giefu Chriito al-
l'ultima cena. 416
cauai leggieri del capitan ceiuera prefi
dail'Aluiano. 349
cauailier deila Vo!pe,il Zitolodi Peru-
gia, <3c Latrami o da Bergamo. i27
e- ualier Cauriana morto. 412
caua.icr da Culaie. 457
A 4 &h-
*
giisnsna
Cctaloaia 3 anticamente detta Lei
de. 15$ [
Ceri Cartello, & fortezza, antichi ili -
ma. i ? r
Ccn s'arrende a patti al Papa. ibid. j
CcrrcM di Pauia. 424
Celare Borgia fatto Cardinale. 1$
Cefare d'Aragona. 80
Celare Borgia fa ammazzare il fratello,
& gettarlo nel Teucre. 96
Celare Borgia nnoncia ti Cardinalato.
109.
celare Borgia s'intitola Duca di Valen
za . ibid.
cefare Borgia genero di Mós.d*AÌibret.
1 18.
cefare fa 'ft a re- apparati tutti gl'Italiani
dalla corte fu a. 206
celare Fieramofca fyalissiato da Renzo
da Ceri. 520
cefare, el Re d'Aragona difTuadono il
Papa dalla Lega con Fiàeia. 3 $ 1
cefare a Lambra. 308
cefare a Trento. 3 69
cefare inclinato alla Concordia con Fra-
eia^ perche. 451
cefare non ratifica i tre articoli fepaiati
dalla capitolatione>& perche. 470
cefare non uuol perdonare a Francefcc
Sforza, hauédo ofièiò ia C efarea Mae
ftà. 4g7
chi appena difende fé fteiTo da' prefenti
pericoli, non può difendere altrui da
q^eijche gli debbon uenire. 29
chi è mancato una uoka di' fede, debbe
efler fempre tenuto a fol petto. 7 4
chiapin VitelILa Bologna. 155?
chianciano,Torri:a,Jc A fina lunga, ca
fteliidei Senese. 74
chi è una uolta ingannato da uno, & li
fida la feconda diluì, non merita c^m
padìone. 324
ehi offende non perdona mai. 70
chiiltoforo Moro,& Paolo Capello, Vto
ueditoride'Venitiani. 311
chriftofolo Frangipane occupa Filìnio,
& Diuinio neli ittria. 222
Xc^
cmiiiuio-o frangipane < ccupa Cauei
ÌNllOUO;& R«i(>UCchÌo. 220
chriftofolo Pahui>\no decapitato» 4*4
chiufaprefadaTedefchi. 372
ciarnonte richiama i Fracefi dal Valen-
tino. 14°
ciamonteper comandamento del Re in
aiuto del papa. 180
ciarnonte intercede perii Vicentini.246
ciamu ntea Lignago. 247
ciarnonte ritorna a Milano. 2,9
ciarnonte efferiice nuoue conditioni al
papa. 261
ciamonte muore in Correggio. 166
ciarlotra figliuola di Federigo. 100
cintio prefo da gli Spagnuo il. 359
cmtio al Redi arancia. 356
Cipro, quando uennefotto al Dominio
Vinitiano. 77
citta di Romagna fi ribellano dal Vaicn
tino. 166
cittadella di pifa,rendura a' pifani dal
caft-e lan Francefe,contrai comanda-
menti del Re. 75
cittadella d'Arezzo, prefa a patti da gli
Aretini,& da loro disfatta. 142.
clemète vij.moftradi itar oeutraletra'l
Redi Fiicia.&rimp. 444.480
coglioneria , caileiio iacclieggiato da'
i ranceil 80
colonncfi fi dichiarano foldati del Re di
Francia 2?
comandatore Erreraal papa. 480
comafchi mettono mfuga Manfredi pa
lauifìno. 402
cometario Spagnuoloprelb, &fuaiiggia
to i Bergamo daioidati Vinitiani.3 3 5
commeflionic'haaea il Vettori, per trat
taiìe coi Redi Francia. 488
corno piefa da Lodouico Sforza. 12.6
corno laccheggiarodagli Spagnuoii.4ij
compromeilo fatto dall'imperatore, &
Vinitiani nel papa. 330
compromeilo fatto nel pontefee, tra
iimp.e5 Vinitiani. 345
concetti di Celare per le cofe d'Italia,
inutili & uani. 278
con-
5sre=»xc=ay^57-^^i
T A V
»-——.-■■ — — .— ■ ■ ■»■■■.■■ ^ — — ,.— ..* ■ JIU< J. J—sJt,
Loculo ui pria trasferito a Milano. 287
cócilioLaterancfequado cominciò. 306
concilii prefuppongono la pace de' chri
Ri ari. J^I
concordia tra'l Re de' Romani , c'1 Re
di cartiglia. i ? 9
concordia prefa dal Triulzio. 2-71
Conditioni del Re ,propofte a Pier de'
Medici. %9
conditioni trai potefice, e'! Re di Fran
eia. 3 ?
conditioni della pace. 66
conditioni della triegua tra'l Re di F ra
cia,&laLega. 66
conditioni de' Francefì offerte a Ferdi-
nando perle co fé del Reguo. 85
conditioni dell'accordo fopra le cofedi
pifa,pronunciate dal Duca di Ferra-
ra. * \6
conditioni della confederatione tra Fio
renani, e'1 Redi Francia . 140
conditioni della pace tra Spagna,5c Fra
eia. 184
conditioni date dal Re di Francia a' Gè
nouelì. J9?
conditioni dell'affblutione de' Vinitia-
ni dall'interdetto. 241
conditioni offerte dal Re di Francia al
papa. z$S-
condiiioui mandate da ciamonte al P3
pa. M9
conditioni della pace propofta dal papa
al Redi Francia. 176
conditioni della Lega. 283
conditioni propofte da cefare al Re di
Francia , perfar tega infieme. 323
condirioni propofte ali Imp. dal papa ,
acciò fi piegarle a triegua,ò pace. 472
conditioni prò pò uè dali'imp.al Re, per
lafualiberjtione. 468
conditioni offerte dal Re di Francia al
l Imp. per liberarli. ibid.
condottieri de' Vinitiani. 135
confederatione tra i papa, Vinitiani,e'l
Duca di Milano. 6
confcd erario ru del papajdcl Re de' Ro
manijdel ile di Spagna , de' Vinitia-
ni, & del Duca di Milano . 47
confederati dell'Imperatore nò l'aiuta-
no. 4Jo
confederatione de' Vinitiani col Redi
Francia. 113
confederatione tra l'imp. i! Re di Fran
eia,e'l Papa.in che dì. 212
confederatione trai Lucchese i Fioren
tini. 21?
confederatione del Papa, del Re Catoli j
co,& de* Vinitiani. 282
confederinone tra' 1 Papa, &rtmp.&
fue conditioni contra Vinitiani. 3 zo
e òfed er s tio ne tra'l Redi F racla* e j Vi-
nitiani, cóchiufa da And. Gì itti. 318
confederatione dell'Imp. del Re d'Ara
gona,°li Suizzeri . 3*3
confederatione rra'l Papa>e'l Re di Fra
eia. 362
confederatione tra'l Papa,c'l Re di Fra
cia,& fuecouditioni. 377
confederatione tra Papa Leone, & Car-
lo V. 400
confederatione tra'l Papa, & l'Impera-
tore, 461
confederatione tra Francia,& Inghilter
ra. 47o
còfeffionedel Saonarolaal torméto.ioo
confusione del Regno di Francia>quan
do u'andò la nuoua della rotta. 468
congiura feoperta in Fiorenza,in fauo-
re di Piero de' Medici . 06
congiura feoperta in Arezzo da Guliel
mode' Pazzi. 141
congiura del Petruccijdel Baglione, &
di Bartolomeo d'Aluiano, contra i
Fiorentini. 181
congiura di' Don Giulio da Elie > & à\
ì trdinando fuo fratello, còtta Alfon
io Duca di Ferrara. 190
congiura in Bologna in fauor de' Ben-
tiuogli. 207
congiura in Padoua contra l'Aluiano
('coperta. 3 4P
congiura contrai Duca di Ferrara. -94
congiura di Borbone co tra'l Redi Fra
cia/cqperta
436
■£"«S>e-
congiura
4 ^^^^^S^^c^^^C
àr mina
J»—
m
r a y o t a,
Congiura icopcrta in Verona in fauor
de Vinitiani. 243
Coirà, terra principale del paefe de' Gri
gioni. 285?
Confalo Capitano del Re Ferdinan-
do. 60
Confaluo fugge a Reggio, ibid.
Confaluo a Caftrouilìare. 84
Confaluo allimprefa dOftia. 03
Confaluo, & Profpero colonna agli fti
pendii del Papa. $z
Confaluo chiamato in Ifpagna. lop
Confaluo Ferrando in Sicilia. i$6
Confa'uo uerfo Capua. 137
Confaluo in Calauria . 138
Confaluo trattiene l'ciTercito con paro
le. 1J2
Confaluo non accetta le commefiìoni
d Ila pace . 154
Confaluo a Cirignuola. 155
Confaluo in Napoli . 1 5 6
.Confaluo con -^efferato aGieta. 159
Confaluo il ritira da Gaeta con perdita
di gente. ibid.
Confaluo al Garigliano . 16%
Confaluo è di grandilTìmo terrore a'
.Francefi, ch'erano rettati in Italia.
174
Confaluo perche non feguitò la uitto-
ria contra i Francefi . ibid.
Confaluo per fai- difpetto all'Aluiano,
aiuta i Fiorentini cótra i Pilani. 1 8 1
Configlio de5 Vinitiani dato a Piero
de' Medici. 32
Coniglio della Republica Fiorentina
non ammetteua ia vii plebe . 44
Cófìglio di Beatrice Sfoiza, d'unire gli
cfìerciti della Lega interne. 63
Confìglio in Francia cerca Jecofe d'Ita
lia . : 81
Confìglio de' Francefi", fopra il combat
tere.,0 nò . 1 j j
Confìglio dell'Aiutano. 117
Confìglio de] Còte di Pitigliano. ibid.
ConfìVlio del Triuizio d'afiaitar Mo-
dona. 264
Confìglio del Nauarra perifpugnarBo
1 .^ ói'ZAA.. ... if" 1 ___J,
5»
logna. 203
Confìglio fopra PafTediar Parma . 404
Confìglio di Profpero Colonna d'aflal-
tare Piacenza. 40 y
Confìglio memorabile del Gran Can-
celliero,dato alflmp. 475:
Confulte de' confederati circa al dare
il pafiò a' Franeefi. 54
Confulte de' Fiorentini intorno al fe-
guitare di pigliar Pifa per forza. i:8i
Confulta di lafeiar Pimprefa di Padaua
al Redi Francia . 240
Confulte de Francefi circa l'aiìàltarei
nimic*. 2^4
Confìanrino Buglione, figliuolo, & ni-
pote di Gio.Pagolo Baglione, prefo.
379
Confulte diuerfe nell'airedio di Bolo-
gna. 203
Conte Albertinoifquartato. 191
Conte di Gaiazzo, & Francesco Bernar
dino Vifconte. 53
conte di Gaiazzo in Piacenza. 59
conte di Gaiazzo a cotignuola. J07
contedi Gaiazzo al foldo de' Francefi.
in
conte Guido Rsngonc condottici e de'
Vinitiani, prigione. 278
conte Lodouico della Mirandola am-
mazzato. 238
contedi Matelica prigione. z6o
conte di Meleto,& Alberigo da San Se
u eri no. 84
contedi Meleto fueae. 1 5*1
conte di Kemors verio Cirfgnuola.i 55
conte di Pitigliano ferito. 65
conte di Pitigiiano a Rauenna. 114
conte di Pitigliano ad Elei. ibid.
conte di Pitigliano General de' Vinitia
ni,& l'Aìuiano Gouernatorc. 117
contedi Pitigliano difluade l'Aìuiano
a combattere . 120
conte di pitigliano, perche non uolfe
combattere.
ibid.
conte di Pitigliano giura , & fa giurare
fedeltà a' Vinitiani.
conte di pitigliano muore.
233
240
conte
^^^^^^^^S^^^S^^^^^^^^^.
conte Rinuccio, ci Signor di piombino
in Mugello. 107
conte Rinuccio ferito . 123
contedi Virtù. 106*
conte di Porenza,& Fra Lionardo Na-
politano caualier di Rodi. 133
controuerfia nella elettione dell'Impe-
ratore. i$i
conuentione tra' fiorentini, e'1 Re di
Francia. 32
conuentione de' due Re, circa la diuiìio
ne del R carne di Napoli. 133
conuentione trai Valentino^ e i Fioren
tini. t£f
conuentione dell'accordo tra'l Valenti-
no,^ i congiurati . 148
conuentioni nuouetral'Imp. e'1 Re di
trancia. 148
Conuentione tra gli Suizzeri, & Monsi-
gnor della Tramoglia. 342
conuentioni con iequali fu dato Rodi
al Turco. 4;o
conuentioni tra l'Imp. e'1 Re d'Inghil-
terra* 44 7
corciano. 7f
corcù camerìer del Re a Firenze. 131
coronatone di papa Leon X. 326
cornata cafteilo prefo da' Tedefchi.3 72
cofenzaprefa, & Taccheggiata da' Fran
cefi. 14 $
cofano necchio de' Medici , & Aia ma-
gnificenza. 20
coiimo de' razzi Vcfcouo d'Arezzo.
141 m
colturali del Marchefe di fefeara.
coftumi di Leon X.
creationidi papa Leon X.
creatione di clemente VII?
cr^ma rifornita da' Vinitiani .
Cremona s'arrende a' Vinitiani,
Cremona, cV Bergamo prefi dalla Lega .
Cremona prefa dall' Aluiano. 3 30 !
Cremona ribellata da' Francefile riprefa !
da loro. 41J
Cremona prela a patti da piofpero co- i
lonna. 426
47S
479
326
442
121
Cremona battuta da Federigo daBoz-
zole. 439
cremonio,& Monfalconeprefi da' Tede
{chi. 345
Currado Landò piacentino ,tradifce il
cardinale Afcanio, & lo dà in man
de' Vinitiani. 128
«OS D Se» '
DAnno fatto dall'artiglierie del
Duca di Ferrara a Rauenna nel-
l'eiTercito nimico. 302,
Demetrio Giuftiniano, & pagol da No
uè decapitati. 196
Defcrittione della nation de gli Suizze
ri , 2 8q
Defiderii di papa Giulio di muouer
guerra a' Vinitiani . 187
Determinattoni fatte nella Dieta di Go
ita n za. 2,01
Dieta in Narbona. .07
.Dieta in Cambraitra l'Imperatore, e'1
Redi Francia per deliberare la guer-
ra contrai Vinitiani. 212
Dieta di Mantoua, & fue determinatio-
ni. g 313
Dieta in Noion per accommodare le co
fé tra Spagna,& Francia. 371
Dieta di Germani in Coftanza. 196"
DiiKcuItà nate nell'eflercito Francefe .
83
Difficultà de gli accordi tra i pifani , e i
Fiorentini. 106
Difficultà nelle conuentioni della tric-
gua. % ; o
Difficultà nell'accordo tra l'Imperato
re,ci Vinitiani. 270
Difficultà nell'accordo trai Vinitiani ,
& l'imperatore. 310
Diilìculta nell'accordo tra Celare , e i
Vinitiani. 330
Difficultà in che fi trouaua reiTercito
Ecclefiaftico,& Cefareo . 400
Difficultà che faceuano difficile i'impre
fa di Napoli. 5?
Difficultà trai Vinitiani, e i Fiorentini
negli accordi di pifa. 11?
Difefa
Ì3
'àà!LiAim^L<%m:<i
L A
3*
Ditela deli infamia di Lodouico Sfoi-
za. 19
; Difefn delia fuga di Galeazzo. i ai
Dionigi diNaldo . 107.13 2.252 ;
Difco indiane' capitani Ecclefiadici.a 57 j
Dikordia nci'cflcrcito Ecclefìafiico .
A8 r
Difcord e citali in Firenze perla digni
ti de! Gonfalonicr. 282
Diìcor(ì fopra la venuta de' F-ranceu*
giudicata dirHcdiflima, &infruttuo.
fa. 11
Difeorfì fopra l'imprefa di papa Giulio
contra i Francefi. 185
1 «^
Dilcorfì de' fiorentini intorno al dare,
ò no dare aiuto a' Francesi ncilaguer
ra, 291
Diicorfl intorno alla cagione della per-
dita della libertà di Firenze. 318
Difeorfì ìopra Iatriegua tra Spagna y ck
Francia. ^7
Difcorfì iòpra re cofe dello flato di mì-
■ lano. 3 44
Difcorfì dd pontefice circa alla triegua
di Spagna,& Francia. 3 45
Difeorfì de' capitani Ecclefiaftici fopra
l'aflaltar l'altra parte di i-arma. 407
Difcorduarii circa alla ieuata dell' erìer
cito da parma. 408
Dimorfi fopra le promefle , & di quei ,
chedefiderauanolalega. 47 3
Difeorfì intorno alla nauigation de'
portogheG. I72
Difcorfo dell'efferato Spagnuolo circa
l'entrare in Lodi. 3 59
Difegni dì Lodouico Sforza per afììcu
rari! nello (lato. 2,1
Difegni da' confederati contra i Fran-
cefi. 47
Difegni di Maflimiliano fopra il Regno
di' Napoli. 86
Difegni del papa per infignorirfi del
Regno dì Napoli. 103
Difegni de' Vinitiani nel conchiudere
Ialega con Francia. n^
Difegni uani de' Fiorentini di metter
pifainifoa. 176
Di legni del Re de Romani circa dipré
dcr l'Imperio. 186
Difegni del papa per abbafTar la polfan
zaFiancere. 250
Difegni del Re di Francia per far guer-
ra al papa. 255
Difegni uani dell'imperatore per ueni-
rc in Itali*». 277
Difegni de' Confederati, per diminuir-
la poteftà de' Francefì . 199
Difegnod'afialtarerimperio Tuiche
fco. 388
Diìegnodcl Cartel Nuouo ài Napoli. j
1 58
Difienfìone in Firenze fopra i capitani
Generali. 114
Difputa intorno alla concordia delie I
cofe d'Italia. 320
Difputc tra'l papa , e i mandati Cefarei
l'opragli articoli della lega. 481
Di flùalioni d'alcuni Senatori Vinitiani
d'accettar pi fa.
lC
Diii'uafioni de' Fraccu* all'andata d'Ita
lia. 86
Diuortio trai Re 1 uigi 3 & la moglie .
IOQ
DiuiHoni del Regno di Napoli % perche
fu eletta da' detti Re di Spagna 3 &
Francia. 136
Dogana di befliame di Puglia . 80
Doge plebeo di Genoua, fugge. 1574
Domande del Valentino a' Fiorentini.
135
Domande del papa a' Vinitiani peraf
ioluerii. 236
Domande del rapa al Re d'Aragona.
320
Domande fatte dal Marchefc di pefeara
al Duca di Milano. 476
Domande de' Fiorentini al Viceré. 314
Domenico Triuifano procurator di S.
Marco, difiìiadei Vinitiani a reftitui
re Rimini, & >acnza al papa. 213
Donato Raftagnino traditor lolenne .
IIQ
Donne, & delitie di lucuIIo ouc furo-
no. 6i
Don
RrT^rmr«< <<«T*m
^/^^^J^yil^LjJ^^~S '
**n*v -r**»n
T A V O
a f.t'juu 'i^.l'ii iiiwt-'"1
- ì
PPlM
Don Aifouibiaiìttd, Lubgocc nére dei
Duca di Milano. 47
Don Federigo uà con l'armata a Napo-
li . 19
Don Federigo d'Aragona. 4f
Don Federigo , & Prospera Colonna a
Gaeta. S?
Don ferrando a gli ftipendii de' Vinitia
ni. 98
Don ferrando Andrada. ifi
Don Michele fugge a Fano. 147
Don Michelefatto prigione. 167
Don Pietro Durrea,& Gio. sattifta Spi
nello. 314
Don Vgo di Cardona prigione. 147
IJon Vgo di Moncada prigione . 4? 4
Don Vgo di Moncada . 3 86
Dota , ehedauail He di Portogallo al-
l'Imperato: e, perche pigliallc per mo
gliela fua figliuola. 476
Dragontera. 356
Duca di Miiano s'inchina a render Pila
a' fiorentini. of
Duca di Ferrara rende il Cafteldi Geno
uaa Lodouico. 07
Duca di SuìToIc decapitato. 186*
Ducato di Bari , & Principato di Rof
(ano, dati ad Ifabella d'Aragona .
12 i
Duca di Bianfuic. 220
Ducadi Calauria, no afpetta i francelì
nel paciè dì Roma . 3 3
Duca di Calauria in Ifpagna. 13 8
DucadiCandia. 84
Duca di Candia ferito . 92
Duca di ferrata, m archefedi Mantoua ,
& Gio. Bentiuoglio preii in protct-
tionedal Redi trancia. 124
Duca di Ferrara ricupera il Polcfene di
Rullilo. Z21
Duca di Grauina,& Pagolo Or/Ini Ihà-
goiati. ijo
Duca di Milano cerca la pace co' fioren-
tini. 75:
Duca di Milano efoita il papa a confede
rarlì (eco. 1 :8
Du.a di Sauoia^c'l Marchefedi Monfer-
rato neutrali. 9$
Duca Valentino centra i Vicarii di Ro
magna. nf
Duca Valentino pigliala città di Game
rino. 143
Ducad'Vrbino. 92
Ducid'VrbinoySc Gio. Piero da Goaza
ga prigioni.
02
Ducad'VrbinOjck Carlo Orfino,nel Ca
l'entino. 108
Duca d' Vrbino ^TAliiiano, Aborre Ba-
glionc, piero Mai cello, & Giulian de'
Medici ih Bibbiena. 114
Ducad'Vrbino co Frjncefco Maria fuo
nipote, li fugge dello flato. 142
Ducad'Vrbino ritorna a Vmetia. 148
Duca d' Vrbino Ci ritira a Imola. 2 f 1
Duca d' Vrbino fugge da Bologna .
Ducad'Vrbino ammazza il Cardinal
dipauia. 274
Duca d' Vrbino afiblutodalì'homicidio
del Cardinale. 280
Duca d Vrbino contra la ca fa de' Me
dici . 314
Ducad'Vrbino cerca di ritornare in (la
to,& muoue guerra. 374
Duca d' Vrbino a Mantoua con la mo-
gie^] figliuolo. ,370
Ducato d' vrbino. pefaro, & inigaglia,
a ubidicuza della chiefa. ibid.
Duca d vrbino uerio lo itato fuo.
carte 37?
Duca d' vrbino, pigliala città d' Vrbi-
no. Sciacqui (la lo it aro. ibid
Duca d' vrbino s'oiFeriice di finire Ja
guerra in abbattimento a corpo a
corpo con Lorenzo de' Medici,
carte 377
Duca d' Vrbino racquith lo flato. 146Ì
419
Duca d' vrbino uerfo 5?cn3. 4"i
L.uta d' vrbino capita h Genera'ed • .' .1
Republica tìomi ; .a. 4-7
Duca d'vrbmo cjnucitico dello itato.
43
o
Ducad'vrbino, & piero da cha peftro
^S^ggs^g^slOP^Iiìfeg :SSÌ!f
^
1
ò
fmmm "^
L A.
J ~ " .-zl.t ut
•
»
l'roucdkor de Vinitiani a Milano .
4 43
Duca d'Albania, fi ferma a Siena per or
dinarequelgouerno. 454
Ducad Albania fi ritorna in Francia.
462
i
Duca di Ferrara. cauato di Roma da Fa
britio Colonna. 31 »
Duca di Ferrara in campagna. 407
Duca di Ferrara , che gitu ifdittione ha
fopra Reggio,& Modona* 4^3
Du<>adi Milano a Nouara. 329
Duca di Milano , chiamato ii Moro, fé
ne ttà ài Francia. 363
Duca di Milano ferito fi ritira a Mon-
cia. 456
Duca di Milano a Pauia. 4?°
Duca di Milano aflediato in Caftel:0.
477
Duca di Nemors s'apparecchia di com
batter con l onlaiuo. 154
Duca di Suffolc parte di Francia . 347
Duca di Termini Capitano delle lance
del ReCatolico. 248
Duca di Traietto a Napoli. 45 3
Duefrati,uno di San Domenico, & Tal
trodi San Francefco, uoghono entra
re nel fuoco. 100
Duello di Giacopo Empfer Tedefco,5c
Zamudio Spagnuolo, Capitani uajo-
roli. 303
«»3 E •&»
ECclefiaftici a campo a Safiuolo .
260
Elefanti ueduti in Roma. 3 5 1
Elezione dell'Imperatore perche s'ap-
partiene a' Germani. :p3
Elcttionc di Papa Giulio TI. \6$
Elionora data per moglie al Re di Fi an
eia. 487
Ernst di Pria. 3 5 5"
Engiliberto di Cleucs 3 e'1 Bagli di Di-
giuno. 55
Entrages Cartellano della Cittadella di
Pila. 71
Entrages sbandito di Francia. 7 8
i
poli .
Entrata del Re Catolico ii N;
190
! entrata del Re di Francia inGenoua.
entrata di due Re in Sauona . 199
ermes Sforza, e* I Propofto di Brofina
Oratordel Re de' Romani in Italia.
140
errore di P?go! Vitelli in non fluitare
lauittoria. ° 12;
errore de' Capitini Fnncefi, che fu ca- j
gionc delle diuuenr re loro nel Re-
gno di Napoli. I1T
errore de1 Collegati cétra i! Valentiro ,
in non feguitare !a tintoria,' & cercar
Tutile proprio. 147
errore del Marchefedi Mnncoua. 228
errore è\ Ciamóte, nel procedere al foc
corfo della virandola . 26*3
errore de Vinfffani in non feguitare la
uittoria in Lombardia . 295
errore di Profpero Colonna,onde fu fat
to prigione dal Pallila. 3 e 6
errore dell'Imperatore nel perder tem-
po ad Afola. 367
erroredi Profpero Colonna in non far
prouifioni opportune pej- aifed-are
una terra. 405
efrore della Regina di Francia nel rite-
nere i danari a Lautreeh . 4M
errore del Re Francefco in non fi uólcr
leuar di Pauia. ^6
etrori del Redi Francia dopo la prefa
di Napo'i. 4'-!
errori de' Franceil, onde furono rotti al
\ Garigrlinno. 1 71
efferato Aragontfe di.'oggia da San
Germano. 3°"
efìtreitodel'a Legaa Nouara. 59
efferato Franccfeà Forfiuouo, & l'ita-
liano alla Ghiaruo'a. 55
efferato di Papa Giulio per andar a Bo
logna. 1 89
efìercito Spagnuolo, & Ecc'efiaftico.in
diffidenza l'uno dell'altro . 35 S
effercito Francefe sbigottito dalla Lc-
U
efferrito
sa
jrk^A^AL-A^AUA^
r^TviM^A^^^
S2L
^
T A
O % A
jC (*. (* /£>, fr*. £cL__Lc_ki Cr\ Ar- (ci Ir
caccia. rrancclc putta n 'Fano. 55
elTcrcttofranccfe uerfo Nola. 6z
elici eie . francefe fi ritira in Puglia . 84
efferato francefe foteo il Tramoglia, Li
g'ii, e Ti iui zio. 128
etterato francclcint rn >a Pifa. 131
eilercito de' francefi^martamo, e terre-
llrt^per lacquiftodi Napoli . 136
cì]eruto de franiceli per le cofe del Re-
gno di Napoli. \6 1
esercito francefe nerfo Roma . 161
cftepcito francete lì ritira in Francia. 168
.elTercito rràncele a Rocca Secca . ibid.
efferato tranceiè a Gcnoua. 194
elici etto iranccic palla l'Adda. 217
eif*r>. ito francefe nel Polefene. 244
elTcrcito francefe ucifo Bologna. 258
eilercito francefe lì leua da Bologna .
eilercito fra n ce fé a Laino. 271
eilercito f.tanccfe lì ritira ne' luoghi for
ti. 300
eilercito francefe a Nouara. 33 1
calci cito francefe uà uerfo Pernia per di
fé ud eri a. 40 6
eilercito de fi àcefi, & della lega all' Ad
da.
4M
437
44?
449
112
i8f
esercito francefe uè fo Milano,
cjlcrcno francefe uerio Nauana.
eilercito del Redi Francia,
eiìa cito Fiorentino atlalta Pifa.
eilercito de' Fiorentini lotto Pifa.
cilerciro di Malumiliano contra i Vini
tiani. 232
eilercito Tedefco a Treuigi . 179
eilercito Papa e uerlb Genoua. 2fo
eilercito Spagnuoloin Romagna. 2,01 |
eilercito Spagnuolo in careftiadi uuie-
re. 3 16
elTcrcito Cefa reo a Gcnoua. 426*
eilercito Imperiale a Bimafco . 444
eifeicito imperiale in careitia didana- |
ri,<3cin iofpetto al Redi Francia.
3*?- 4ff
eilercito Imperiale a Marignano,uàper
{occorrer Paula. 4f?
efferato Impeliate a Villarino . 4*7
I etterato Ecdefiaitico alia Mirandola .
261
efìcrcito Ecelcfiaiìico a campo alla Mi-
randola. 262
efferato Ecclcfiaftico. 292
eilercito Ecclefìaiiico fi leua da Parma,
408
eilercito E cclcfiaftico lì 1 itirajquafi fug
gendo. 3 7p
eilercito Ecclcfiaftico a Cafal Maggio- 1
te, 41 a
eilercito Ecclcfiaftico fi ritira a Galbio-
netta. 411
elTcrcito Ecdefiaftico, & Cefareo a Ma-
lignano. 414
elleicito Ecdefiaftico a Sorbolungo .
378
elTercito Ecdefiaftico pei dubio di tu-
multo fi diuide. 380
eilercito Ecclcfiaftico a Bracciano. $n
eilercito de' Vinitiani al foccorfo di P •
la. 91
eilercito Vinitiano in Bibbiena. 113
eilercito Vinitiano allOelio . a 16"
eilercito Vinitiano a Vciona. aj;
eilercito Vinitiano fi leua da Verona.
ibidem.
elTercito Vinitiano a Ficherolo. l j 7
eilercito Vinitiano in fuga. a?8
eilercito della Lega a Bologna. 192
eilercito della Lega fi iena da Bologna.
*91
efferato della lega a Rauenna . 3 00
elTercito della lega batte Pauia. 3 o£
elTcrcito delia lega uerfo Milano. 308
elici cito della lega aOftiano. 4ii
esercito della lega a Milano. 414
eilercito Inglcfein Inghilterra. 342
efTortationcdel Viceré Francefe a tredi
ci fuoi combattenti. 152
ellortationedel Cardinal Seduncfeagli
Suizzeri a còbatttr co' Francesi. 360.
- r- - T - --- ■ . - .1 __ ~
F
Abiano daGallefe. 376
Fabio Petujcci Signor di òiena è
cacciato nu . 4 54
faV V
* A V O t A
-— /
Federigo d'Aragona ignorante dell'ac-
cordo tra Spagna,& Francia. 136
federigo d'Aragona fi ritira a Napoli .
_--_.: u. ; 1 | T,?l;^7p^J>r•|^aa^avia^^^J^^7•" „— .^ „«,„
l'abntio Colonna iualiggh Lodouico
dalaMirandola,& Alefiandro ì r;ul
zio. 170
Fabritio Colonna, & Don Vgo di Car-
do.prigioni. • 137
Fabiitio Colonna. 256.2,571
Fabiitio Colonna prigione. 303
Fabritio Colonna liberato di prigione.
;io
Fabritio Colonna piglia la Rocca di S.
Seu crino, . 85" 137
Faenza Ci difende contrai! Valentino .
• 1 3 2
Faenza s'arrende al Valentino. 133
Faenza prerada"' Vinitiani. 132.167
Faenza prefa-dal Papa. 13 3.22 2
Fama communc contra Lodouico Sfor
za. 5 8 1
Fano battuto d^ì Duca d' Vrbino. 3 16
Fanteria Italiana peruiltà non uuol da
re l'allah o a Pila. 183
Fateria Ita!iana,già in poca ftima. 25:3
Faietta,e'l Grandiauolo. :o:
Far guerra contra ehi non ha che perde
re è pazzia. 1^4
Fattezze di Carlo Re di Francia
Fatto d'arme del Tarro.
Fatto d'arme a Seminara .
Fatto d'arme alla Cirignola .
Fatto d'arme al Garigliano .
Sé
16%
Fatto d'arme a Mola. 170
Fatto d'arme trai Fiorentini^ l'Aluia
no alla Torre di S.Vicenzo. 182 |
Fatto d'atme nella Valle di Cadore» tra !
l' Aiutano, e Tedeichi. 208 •
Fatto d'arme tra i Francefi, eie Vinitia- i
ni all'Adda. 220 1
Fatto d'arme di Rauenna . 303
Fatto d'arme tragiiSuizzeri , & Fran-
cefi,alia Bicocca. 424.: 32,
Fatto d'arme tra Vinitiani , ex gli Spa
$muo!i,nel Vicentino adi vii. Otto
bre. m. d. x 1 1 1. 338
Fatto d'arme traglibuizzcri, ei Fi;m-
cefi a San Denoto.
3«i
Federigo d'Aragona fuccede nel Re-
gno a Ferdinando. 86
federigo s'accorda con Obignì, & Ci par
te del Regno di Napoli. 138
federigo d'Aragona in Francia . ibid.
federigo da Bozzolo lento, 301
federigo da Bozzolo. 374
federigo da Bozzolo piglia una parte
di mura. 416
federigo dà Bossolo fi ritira da Parma.
418
federigo Contarmi ammazz aro in Bre-
fcia. 296
fedengo Frego fo 254
federigo Marchefe di Mantoua, Capitan
della chiefa. 403
fedcrÌLo Re oì Napoli caccia del Re-
gno il Prefetto ài Roma. 07
feltro prefo dal Duca di Branfuic. *»:.
feltro prefo da Tedeichi . 345
ferrando CahYiotca. 440
ferdinando Farnefe morto lotto Faen-
za. 134
ftrdinando fi parte del Regno d; Carti-
glia,& uà a Napoli. 186
ferdinando Duca di Calauria prigione .
ferdinando Redi Napoli pian fé la crea-
tone d'AlefTandro vi. 3
ferdinando cerca fegretamente la pace
dei Redi Francia . 11
ferdinando elee di Roma nella medesi-
ma bora che u'entra CarJo . 34
ferdinando Re afpetta i Francefi a San
Germano. 36
-ferdinando a Capua. 36
ferdinando rotto da Ghigni a Semina
ra . 60
ferdinando d'Aragona in Napoli . 61
ferdinando Re ài Spagna a Pcrpigna-
no. . 7S
ferdinando con Jad;rpenfa de! Papati-
glia per moglie una fua zia. 6i
ferdinando perche nò fu compreiòne'.-
lalega. 79
Ferdi-
>Xg=3*C^X
Ferdinando in Bencuento. ibid.
ferdinando in Foggia. 80
ferdinando aiTedia Atella . 84
Ferdinando muore a Napoli. 36
filippino dal Fiefco. 12;
filippo Mons.di Urefcia. 31
filippo Mons.a ocnoua. 73
fìlippo Argentone. J?
nEippod'Aulìriarn Francia. 154
filippo Decio. 298
filippo Duca di Sauoia . 83
filippo di Raueiten. 131
fiippo Rodo rotto dal Prefetto di Ro-
ma . 84
filippo d' A ufìria fi falua in Inghilterra
dal mare. 186
filippo Tornie! Io prigione. 413.424
fili berta foreila di Carlo Djci di Sa
uoia, moglie di Giuliano de' Medi
ci- 5 n
fine della confederatone de! Re Ferdi-
nando, di Ga!eaz.zo Du ad? Milano,
& della Republica Fiorentina. 2
fine della guerra de gli Su zzeri contra i
Francefi. 153
fine della guerra contrai Duca d' Vrbi-
.no , & chegiudicio fufle fatto d'effa.
387
finizano prefo per forza da' Francefi .
28
fiorentini mandano g^nte nel Pifano .
fiorentini fi prefentano con l'cfTercijo al
Borgo di S. Marco. 72
fiorentini rotti da' PifaniaButi. 88. ab-
bandonati da tutta Italia . 89
fiorentini cominciano a difcoltarfi dalla
diuotion di Francia. 102
fiorentini ratificano l'accordo fopra la
caufadiPifà. 11/
fiorentini non fanno confederatione né
col Re, né col Duca. 118
fiorentini promettono per fcrittura al
Re di non aiutare Lodouico Sforza .
119 •
fiorentini in protettone del Re. 124
fiorentini di nuouo entrano in protet-
tane del Re di F rancia. 1 40
fiorentini muouono guerra di nuouo a'
Pifani. ibid.
fiorentini fi ritirano a Monteuarchi .
14*
fiorentini danno il guaito a' Pifani .
fiorentini danno il guado a Pifa. 176
fiorentini negano d'alloggiare i Francefi
cheandauano per la guardia del Con
cilio di rifa. 286
fiorentini ricercati dal R.edi Francia di
foccotfo. *9o
fiorentini ftàdo neutrali giurarono a chi
manco haueuano obligo. 3 13
fiorentini s'apparecchiano a difenderti
contra l'erfèrcico della Lega. 316
fiorentini entrano in Lega col Re d'Ara
sona . 31?
fiorentini difendono Perugia contra i
Buglioni. 4*9
fiorentini ueifò Perugia . 421
fiorenza gouernata confufamente. 95
foderi, altramente zattere. 207
foisfa rifpettareal Concilio, ei Cardi-
nali. 288
fois entrain Bologna fenzafaputa de' ni
mici. 294
fois con l'euTercito a Rauenn3. 300
fois morto. 303
fortezze de" Fiorentini, con fegnate al
Redi Francia. 29
fortezze rendure a' Fiorentini. 6<}
fortezza di Liuornorenduua a5 Fioren-
tini da Saliente. 71
fortezza di San Leo, & altri luoghi dati
a' Fiorentini. 146
fortificatìon di Padouacomc lìaua»233
fortezza di Vicenza in poteftà de' YTini-
tiani. 236
fortezza di Rauenna , s'arrende al Pon-
tefice. 224
fo (T'ombro ne Taccheggiato. 583
fra Girolamo SauonaroIa,& fuo credito
in Firenze. . 44
fra Girolamo Sauonarola al Redi Fran
eia. 5*
B fra
feXc=^Cc^C
V ==rr. - - ^ - ~ZZ%
r^2^J^J^JM
7
Fra Girolamo bauonarola predicando ,
fa che i Fiorentini non entrano nella
Lega d'Italia. %i
fra Lionardo Napolitano rotto,& mor-
to dal Triulzio. z68
fra Nicolò d'Alemagna in lfpagna. 377
frate A ndrea Barbaro Agostiniano , ec-
cellente Predicatore. 42.2,
fra Nicolò del!aMagna3&Gio.Mattheo
Giberto, Configlieri di Clemente .
480
fracaffa Capitano del Duca di Milano .
to8
fracafTa fatto prigione. 140
francefi pentiti di paflarein Italia. 22
franceli per natili a più pronti ad acqui-
fere , che prudeuci a conferuare .
in
francefi a Mortera. 121
francefi a campo a monte Chiaruco-'i .
130
francerchetto Cibò uà ad habitare a Fio
renza. 4
francefeo Sforza occupò con l'armi lo
flato di Milano. 13
francefeo Secco Condottier de' Fioren-
tini. ?o
francefeo Gonzaga , General della le-
ga, n
francefeo Sforza. 101
francefeo da Narni. 151
franceico PiccolominiSanefe eletto Pa-
pali! fece eh limar Pio Terzo. 164
francefeo da Cartel di Rio. zìi
francefeo Bolani è morto a Porto Fino.
251
francefeo Vettori Ambafciator Fioren-
tino a' Cardinali Francefi. 287
francefeo Guicciardini , Oratore per la
città di Fiorenza al Re d'Aragona.
291
francefeo Guicciardini Gouernator di
Modona.& Reggio. 401
francefeo Guicciardini, Gouernatore di
Parma. 416
francefeo Guicciardini fcuopre i dife-
gni di Renzo da Ceri. 437
franceico Primo creato Re di Francia,
1 352
francefeo Maria in Tofcana di nuouo .
38*
francefeo Maria nella Marca . 383
franceico Sforza Duca di Milano , pafla
nel'» flato fuo.
4*3
wmmmL\~
2^m^S>»
francefeo Sforza entra in Milano. 424
francefeo Sforza accettarinueftituradel
Ducato di Milano. 474
francefeo Sforza hafofpettione dell'Ini
peratore , & de' Capitani Cefarei .
francefeo Impellale Siciliano, fatto pri-
gione. 43 S
francefeo Maria Duca d'Vrbino, Gene-
ral àt Viniciani. ibid.
franceico Maria ueifo Tofcana. 381
fiancefeo .viaria ringratia l'efferato ,
& fcuopre la perfidia di maidonato .
382
francefeo Triu!zio,& Galeazzo Palaui-
fino. 131
rraceltche ragione habbino nel Regno
di Napoli. 6
franciaha la nominatione de' beneficii
ecclefiaft ci . 7,66
francefeo Valori morto. 100
francefi dari a piaceri. 45
francefi furono il combattere con gli
Aragonefi. 26
francefi combattono le fìrade di Napo-
li. 6\
francefi prefentano lagiornataagli Ara
gonefi. 80
francefi muouono guerra a gli Spagnuo
li nel Regno di Napoli. 141
franeefi fualiggiati in Caftellaneta da'
terrazzani. 152
francefia campo a Sals. 168
francefi dileggiano tumultuofamente
dal Gaiigliano . 1 70
francefi fortificano milano. 202
francefi rotti da' Vinitiani a montagna -
na. • 255
francefi prefentano la giornata agli Ec-
clefialcici. 258;
francefi
nr*B
frane, li rari nuoue prouiuoal peroi*
.'ere lo (lato Eccle aiHco . 264
fiaticeli rotti da' Vinitiani alla Scala.
franeefiaflTaltano Rauenna. 300
francefi C\ ritirano da Rauénacon perdi
ta de fuo-, morendo poco dipoi Ciac
tiolione,& Spinola Capitano dell'ar-
tiglierie* R>i<f.
francefi cominciano ad elTer cacciati d'-
Italia. 3°9
francefi in Italia per racquiftar milano .
francefi ritornano di là da' monti . 332.
francefi rinonciano al Concilio pilano .
544
francefi impauriti difegnanod'abbando
Dar milano. 3^8
francefi in ordinanza peraiTaltare lal-
tra parte di Parma. 4*7
francefi pigliano la Rocca di Nouara .
4?.?
francefi fi leuano da milano. 44*
Cv^nc^Ci CeguitaticU' Celarci, fanno per-
dita di molte cofe. 44^
francefi cacciati d'Italia. ibid.
francefi uerfo Amano . 83
franco Capitano degli Stradiotti pn
gione. io4
francete prefo dagli Aragortefi. ' 8$
frangipane prigione condotto a Vinc-
ila. 3 4^
fruitele del Redi Francia per cauardana
ri di mano a' Fiorentini. 4r
friuliracquiftato dall' Musano. _ ibii.
fuoco impizzaro neli'Arfenal di Vinc-
tia,con incendio grande . ì io
fuoco caduto dal ctelo, eiT'endo fereno,
abbracciata poluere del Caftel di mi- (
lano, & fa gran danno . 4oà 1
fuor'ufci:i di milano , uengono a qui- (
i?;ion tra loro . 4l°
«fift
ber
Abriei Malaf'pma. *3
Gaeta taccheggiata daFrancefi. 6\
Gaeta prefa da Conlaluo a patti.171
Gaioìò Spagnuolo. 3 74
Galeazzo da S. Seuerino mandato al Re
di Francia. 1 5. Solleuator dei popolo
Pifano.30.ad Aiti.ji.ailaèifefa del-
I ■ Rato di Milano. l 19
j Galeazzo da Birago prigione* 43 6
j Galeazzo Palauilino. 3 3°
Galeazzo dal Pontefice. *97
Galeazzo fugge d'Aleifandria fegrcta-
mente. 120
Galeazzo Sforza grande fcudieredelRe,
a!l Imperatore. -19
Galeazzo V'ilconte a Maflimiliano , &
a gli Suizzeri per trattare l'accordo .
iÌ7
Galeazzo Vifconte. 373
Gailizanti. 3T3
Gorgofa,& Ciuitella. ^ 4 3
GarFafco prefo dal Duca d'Vrbino.
Gafparo Maino, rompe duo mila Italia-
ni,foidati del Redi Franerà. 4*7
Gafton di Fois , quando pafrò in Italia .
Gemino Ottomar.no fratello di Baifct
Re de Turchi. 3*
Gemino Ottomanno muore. 4?
Genouefi,Santfi, & Luccht fi, aiutano 1
Piiini. 13 {
Genoucfi non accettano i Pifani.per uo-
Iontàdel Redi Francia. 177
Ge-v uefi fi ribellano da Francia. 191
G.nouefi \\ euano da monaco. i£3
Genouefi plebei merli in fuga dalla foia
prefenza de' Francefi. i$>4
Genouefi fi danno al Rei diferettione.
*9$
Genouefi,ck Lucchefi Ci sforzano di uet-
touagliar i/i. a.
tnoua ritorna
eia.
Gencua prefa dalli Spagnuoli.
Genoua ritorna alladiuotion di Fran-
cia. 33°
B E
416
Genti
m*+—
Genti de' f iorentini al Poggio Impe-
riale. lo6
Genti de' Vinitianiin Cafentiao in mof
ti ìncommodi. icp
Genti del Valentino Taccheggiate. 167
Genti de' Vinitiani uerfo Modona. 260
Gentile Baglione , cacciato da Già. Pa-
go! di Perugia. 396
Germania moglie del ReCat©lico.,data
per moglie a Ferdinando Duca di Ca
lauria. 429
Gherardo, & Francefco Maria Ranto-
lìi- ■ m ?si
Ghibellini danneggiano i Guelfi in di-
uerfi luoghi d'Jtalia. 96
Gianiacopo Triulzi , e'1 Conte di Piti -
gliano Gouei natori di Ferdinado. ip
Gianiacopo Triulzi,Gouernatore in mì !
lano. I2($;
Gianiacopo Triulzio Marifciai di Fran !
eia. 166
Gianiacopo Triulzio muore in Francia. !
300 |
Gianiacopo5& Pandolfo Petrucci . $6 \
Gianiacopo Medici da M:lano,Caft'eIlan '
di mus , piglia il Catteilano di Ghia-
uenna. 457
Gierolamo Adorno. 330.401
Gierolamo Adorno, & fu3 preitezza.
422
Gierolamo Adorno,& Riccardo piacco
a Vinetia. 420
Gierolamo Adorno muore. 430
Gierolamo Cabauiglìa , Orator del ile
d'Aragona in Francia. 2570
Gierolamo Donato. 241
Gierolamo Douaro,Orator de' Vinitia.
ni appretto ai Papa . 2 j 8
Gierolamo Donato, Orator Veneto al
Papa, muore. 283
Gierolamo Doria. 2?o
Gierolamo Ghinuccio Sanefc in Ingiul
terra. 46*1
Gierolamo, & Gian Fermo da Triulzi
prigioni. 4 5"z
Gierolamo Guicciardini morto. 406
Gierolamo Morone a Nouara,è ratto
prigione. 4?j
Gierolamo Peppoli prigione. 427
Gierolamo da Praga,abbruciato nel Co
ciliodiGoftanza. 205-
Gierolamo Sauorgnano. 247
Gierolamo Vic,Òratore al Papa. 3 1$
Gierolamo Vie. 2*4
Giefualdoprefoda gli Aragonesi. 84
Giliberto Mornpenfìeri Capitano della
uanguardia del Re Carlo. 27
Giliberto Mompenfieri, Luogotenente
Generaledel Regno. 40
Gio.Badoero Orator Veneto in Fran-
cia.
4SI
379
fi
72.
Gio. Bartolomeo cadinara . 462
Gio.Battifta Caftaido fcuopre a Cefare
in nome del Marchefc,il trattato con
tra di lui in Italia. 474
Gio.Battifta Caracciolo in Setta . 80
Gio. Battitta Caracciolo General delle
fanterie de' Vinitiani. 146
Gio.Battifta Ridolfi, & Pagol' Antonio
Soderinia Vinctia. 11 j
Gio BattiftaRidoifiGófalonier di Fio-
renza. ->x8
Gio.Battifta Smeraldo da Parma .438
Gio.Battifta daStrabbia.
Gio.Bentiuoglio entra nella Lega.
Gio.Bentiuoglio.
Gio.Bétiuoglio perfuafo a muouer guer
ra a' Fiorentini. 1Q4
Gio.Bcntiuoglio,& Alettandrofuo figli
uoloalfoldo de Fiorentini. 104
Gio.Bentiuoglio in protettion del Re
di Francia. i:o
Gio.Bétiuoglio fa ammazzar molti del-
la famiglia de' Manicotti. 135
Gio.Benciuoglio fi parte diBologna, Se
lalafciaai Papa. 1$p
Gio.Cabaneo,5t Mons.diBaiardo mor-
ti* 446*
Gio. Cabaneo chiama in duello il Mar-
ch e fedi Pefcara. 4Ij
Gio.Cornaro,& Luigi Moccnigo Orato
ri Veneti. 230
Gio. Corii Orator Fiorentino a Cefare .
453
s* /* /* /X'/Zr /Z
^^^^^^^^^^^à
T A *V 0 L A
* ■
^
T^/ZTZ
^X^^XX^^^In^
Gio.Fianceico Còte di Uaiazzo, Galcot
to Picco dalla Mirandola! Se Ridolfo
Gonzaga Capitani del Re* io
Gio.Francefco Pico Conte della Mirado
la mandaco dal Papa a Ciamonte.2 ?o
ciò. Frangiani morrò a tradimento dai
nipote. 149
g io. Fregolo nel porto di Genoua. 2 ?4
gìo. Galeazzo Duca di Milano cugino
del Redi Fracia ammalato in Afti.26
G io. Galeazzo muore. ibid.
G 10. Gioacchino da PaiTano. 448
G io. Gonzaga, & Gicrolamo Moronc.
3 6z .
Gio.Goz^dino a Firenze. 20S
Gto.Gradenigo morto. 104
Gio. Greco Capitano degliStradiotti ,
rotto,*5c pre.'o da Gio. Vitelli. 222
gìo.Hus abbia ciato nel Concilio di Go-
flanzi. 305
Gto.Lodouico Palauifino. 4^6"
Gto.Lodouico Palauilìno rotto dagl'Ini
perialia Cafal Maggiore. 457
Gio. Luigi, Giouan Vitelli,& Renzo da
Ceri» 242
Gio.Manueile. 402
Gio.Manueilepartedi Roma. 429
gìo. Maria Martinengo decapitato. 256
ciò. Mari a Varano Duca di Camerino.-
419.
C io. Matteo Giberto Vefcouo di Verona
al Redi Francia. 4?i
cioan Pagolo Manfronc a Vico Pifa-
Tio. -83
Gto.'Pag. I Baglione, Fabio Orlino }Sl
Pietro de' Medici in Arezzo. 141
gio. Pagol Baglione fugge di Perugia.
i4p-
ciò. pagol Baglione entra in Perugia •
10*2 .
ciò. Pagol taglione al foìdo de Fran-
celì . 1 6 j
e io. Pagol Baglione è notato di poca fe-
de, ibid.
gìo. Pagol Baglione è fatto Capitan de'
Fiorentini. 176
gìo Pago! Baglione per cordìglio di Pan
dolfo Petrucci nnóciail ioldode' Fio
rentini. i3o
gìo. Pagol Baglione General de' Vinitia
ni. *42
gìo. Pagol Baglione, Malatefta SogUa-
no,e'l Caualie» della Volpe in Trcui-
gi. _ 334
Gio.PagoI Baglione in Perugia. 38.2
ciò. Pagol Baglione celimene con Frati
cefeo Maria. 383
ciò. Pagol Baglione decapitato in Ro~
ma. 397
Gio.PagoI Gradenico Proueditor de.
Friuli. 22y
Gio.PagoI Manfrone in Brifìghella. 222
Gio.PagoI Manfrone rotto dal Foisal Fi
nalc.èfatto prigione 27 1
giouan Pagoi Manfrone a Montecchio .
3J7
gìo. Piccinino 3 & Galeazzo da Correg-
gio. $7
ciò. Piero Stella Segretario de' Viniriani
aìl'Imp. 116
Giorgio d' A mbuofa fatto Cardinale.
iop
Giorgio Bucciardo. 46"
Giorgio Cornami l'Aluianoa Cadore.
208
Giorgio Frondfperg, Capitan Tedefco.
424
Giorgio Pietrapianta. 63
Giorgio SoprafaflTo Suizzeroalfoldo del
RediFrancia. 242.404
Giouanna d' A ragona diuenta pazza,ma
non in tutto. 108
Giouannida CapuafaluaFerdinando,5c
egli uiene uccifò. 60
! Giouanni da Cardona morto. 4M
Giouanni da Calale. 260
Giouan de' Medici Capitan de cauai le^
gieri. 40 5
•Giouande'Medici rompe gli Stradiotti .
411
Giouan de' Medici pafTa l'Adda a caual-
"io. 413
B 3 Giouan
^L
^TTTP/^^z^^.
^
:
Giouan de' Medici a Sorbolungo. 378
Giouanni de' Medici al ioldo di Fran-
cia. 423
Giouan de' Medici rompe ottanta cauai
Francelì. 4-p
Giouan de' Medici a Marignano. 444
Giouan de' Medici coutra 1 ioccoifo de'
Francelì. 44^
Giouan de' Medici a gli ftipendiidiFrà-
cia. 4?4
Giouan de' Medici ferito dun'archibu
giara. 458
Giou.ni nobili Vinitiani,uannoa Pado-
ua per difenderla. 23 1
Giovanni da Poppi fegrctario ài Loren
zode' Medici. 577
Giouanni, Renzo,Giulio, & Frangiotco
Orfìni. iyi
Giouanni Gonzaga. 83
Giouanni SaiFateiio^ Rinier dalla Saf
fetta. z j 4
Giouanni Saflatello ofFerifce Imola al
Triu'zto.
274
Giouanni Saflatello ali'efpugnatione d -
Aicflandria. ^zl
Giouanni Saflatello in Romagna. 442
Giouanni Sauello. 72
Giouanni Sforza. 8?
Giouanni Smardo Duca d'Albania. 4 5 1
Giouan Vitelli. 269
Giouan Vitelli, 5c Iacopo Simonetta a
Montepulciano. 277
Giouanni Vittorio Soderini . 314
Giouanni Vmuri Proueditor de' Vini-
tiani prigione. 346
Gifmondo Principe di B felli. 138
Giubileo mandato da Papa Aleflandro
oltrai Monti. 1^
Giudiciodi Papa Leone intorno al com
' promeflb non ha effetto alcuno. 3 4 j
Giudicio degli huomini fopia i Capirò
ii dell accordo trai imperatore, e'i Ke
di Francia.
GiUftVc Borgia.
Giuiianuoua facche^'iata»
Giulian de' Medi», i a Bologna .
486
79
74
oiulian de' Medici s'ingegna di lirornfc 1
re nella patria. i;4
Giulio Colonna rompe i caualli Orfìni
alle tre fontane. 461
Giulio Orfino,Fregofìno, ex Orlandino
Fregofì, fatti prigioni. 24
Giulio Oi fino al foldo del Re di Fran-
cia. 164
Giulio de' Medici a Roma. 305
Giulio de' Medici non legittimo. 357
GjuIj® nangoneallaita Ja montagua di
Modona. 409
Giulio, Fabio, & Organtino Orfìni, &
Murio Co!onna,fanno mouiiutiito in
terra di Roma. 15 o
GÌu!io,& Kenzo Orfici, e Troi!o Sauel-
lo. 2 \6
Giulio Varrano prigione eie* Fracefì. 61
Giulio Varrano coi? due figliuoli, ihan-
go'ati dal Valentino . 143
Giuflinian Morefini Proued'tor de' Vi-
nitiani. 88
Giuiiini.i Morefini,ViteI vireffi,& Vice
2.0 di >Jalaos'oppógonoa Fr.icdì 217
Gii huomini fauii, non hanno umpie
perfetto giudici©, & diicorfo. 1 f
elih uomini fi piom erto no cóla uoplia,
& con là fperanza, quello eh è dima t-
a con i<i;uir per ragione. 103
GÌi huommi hàno naturalméte più pau
rade pencoli uicini, & pielenti, che
de'fucun,& .ontani.
20
Gloria dclFoiSjond'hebbe principio 297
Gonzaga, Carrara, & Scala , iono fami-
glie diiccie da* Germani.
245
Goiiantin Baghone rìg.iuolo , & nipote
di Gian Pagol Bagiionc-,prefo. 379
Goiiantin Boccola Albanefc. 374
Goiìantindi Macedonia. 225
Goiiantin di Macedonia in Vicéza. 222.
Gouernator di Granopoli tormtntato.
345
Gouei no della balia de' Cinquanta in Fi
lenze. 318
Gran Cancelliere non uuole fcriuere 1
Capitoli
a.
:^\xx\^x>;x^X^^ ]
Capitoli dcH'accordojin prciudicio d 1
Celare. 48*
Gran Capitano muore. $66
Gran Ciambellano ammazzato. 34*
Gran Maeitrodi Francia, & Mons.di Ce
uresa aiompolieri. 191
Gratiano di Guerra a Gaeta. 8J
Gratitudine de' Vinitiani uerfoi faldati
loro. • 61
Grigioni, Signori delle tre Leghe. _ 280
Grillo Contarmi, General de' Vinitiani
contro a Genoua. 2?o
Grotta di Mafano prefada' Tedefchi .
246.
Grotta Gouernator di Lignago. 2J6
Grugni Capitan Francete muore, ifi
Gualfmara prcfadall'Orliens. Jt
Gualchi, coli detti i fanti foldati dal Na-
uarro. 3 $ ì
Gua (coni infofpettiti ài Lorenzo de'Me*
dici,&del Papa. 3 75?
Guafparn daSanfeueiino,& Anton Ma
ria, Capita de' Franccfiin Genoua.20
Guerra del Friuli. *z9
Guerra córra i Fiorentini pei* rimettere
i MeJici in Firenze. 314
Guerra de gl'Inglesi contra Francia. 321.
340
Guerra nuoua di Pifa. 130
Guerra di Francia, e i luoiprogrefsi,fot-
to'l Duca di Borbone. 448
Guerre nel Friuli. 3 4 *>
Guicciardini, & lo Scudo a parlamento.
401.
Guid'Antonio Vcfpucci Ambafciatore
de' Fiorentini prei'o dallo Sforza . 70
Guid' Antonio Vefpucci.&Bernabò Ru
celiai Fiorentini, Oratori a Vinetia .
1 &f .
Guido Rangoae alla guardia di Pefaro .
378
Guido Rangone,& Baldaffar Signorcllo,
prigioni. 196
Guido Rangone.4oi.4Q7.affa!taIa mon
tagna di Modona,
Guido,3c Ridolfo Bagiioui.
410
73
Guido Vaina a Siena. 4* *
Guìd'V baldo Dura d'Vrbino. 74
Guineguafle di Piccardia. 17
Guglielmo Budeo Parigino huomo lite
rati (Timo. 3*4
Guglielmo de' P3zxi commiffaiio Fio-
rentino. io3
Guglielmo de' Medici > fratel di Papa
Leone x. eletto Capitan della Chie-
fa. S11
Gurgenfe Orator Cefareo al Papa. 267
Gurgenfe, Don Pietro d'Vrrea, e'1 Ve-
fcouodi Parigi a Mantoua. 269
Gurgenfe in Bologna. ibid.
Gurgenfe parte dal papa malcontento .
270
Gurgenfe in Italia. 3 1 3
Gurgenfe cforta il Viceré all'attedio di
padoua.
Gurlinoda Rauenna.
33*
122
*>*5 H $•*
Ercole da E fte Cardinale.
98
HHercole da Elle fatto compromef-
fario da' Vinitiani , & Fiorenti-
ni fopra le differenze di pila. xif
Hercole Cant elmo decapitato. 237
Hermes,& Sacre moro annegati. 338
Hippolito da Efte Cardinale. 0$
Honorio SaucIIo morto fotco Faenza.
131
4*$ 1 §4r
I A copo d'Appiano. 40
Iacopo d'Appiano Signor di piombi-
no fugge in Francia. 1 ? 8
Iacopo vjrauilla Ammiraglio di Frida
■di (Iliade limpreia di Napoli. io
Iacopo Neiìi. 3°
Iacono R e di Scoria rompe la guerra al-
l'Inghilterra. 3 4o
Iacopo Ro ilei co da Cittì di Cartello,
mandato a Vi bino da Lorenzo de'
Medici. 37 S
Iacopo Santa Croce prigione. 1 49
Iacopo Staffileo. 321
B 4 Iacopo
*
TAVOLA
/4t_Lc--Lci-£>— ^Q-^^.^.A_/^ -s:j~ jclJ
Iacopo Stafflier Capitan Generale de gli
Sii i zzerà 368
Iaiob. 290
ianus Fregofo condottierde' Vinitiani,
che fu poiDogedi Genoua. \ìo
lanus Fregofo & Gian Corrado Orlino
alia Rocca d'Anfo. 367
I buoni configli lentamente efeguiti^di
uentano fpeiló inutili. 108
1 cattiui configli de' Principi fon nociui
alor medefirn^cka'loribdditi. 1
1 configli de' Capitani non aiutati dalla
fortuna ibno IpeiTo fallaci. 107
I difordini, & le difficulta de gli nimicl ,
no Tono Tempre noti a' Capitani. 4.0
leu* città Taccheggiata da Franccfco Ma-
ria . 385
I Fioiétini sforzano i facerdoti a celebra
re nell'interdetto. 282
I nobili Genouefi fi mettono in fuga .
1 Colpetti , & le ambitioni de' Principi ,
gli ftimlano molte uolte a cole peri
colole. 203
I fucceili delle guerre dependono il più
delle uolte dalia riputatione. 67
II Bagli di Digiuno diiìuade gli Suizzen
a pigliar foido dall'imp. 202
Il baftardo di Borbone è fatto prigio-
ne . 60
il Contedi Fois. $f
Il Capitan di Pefchiera, e'J figliuolo, per
ccmàdamentodel Re,impiccatiper ;a
gola. 221
11 far beneficio ad uno,che tu habbia in
giuriato,in tempOjehe paia che'l bene
ficio fia fatto più per necefsità,che per
amorcuoiezza, par che ha cofaiouer-
chia. 464
11 Pois fi prefenta alla faccia de gliSuiz
fceri. 250
11 Foisal foccorfo del Cartel di Brefcia.
li fondamento principale delle confede-
rationi è la fede* 1 $
11 Giouio nota di poca fede il Conte di
ss^^s:
Gaiazzo, ei fratello detto il Fracaiia,
co dire, che poteronofar molto male:
a' Fracefi,& non Io fecero,anzi gli foc
corfero di uertouaglia a Tortona . f 9
Il gouernarfi folamentecon J'eflcrnpio
d'altri, fenza prudenza particolare, è
fpeifo pericolofo. 28
11 Gran Capitano è lodato di fomma li-
beralità. j^8
Il Gritti fugge. 3 .8
Il Legato del Papa prigione. 30?
Il Limano rompe i caualli Ecclcfiarti
ci . 52
11 Liuiano liberato di prigione. 328
Il Manfrone rotto da fcrcole Bentiuo-
glio 8»
Il Pallila con licenza dell'Imperatore fi
ritira nel Ducato di Milano. 23 %
Il Papa, e l Re Alfonfo s'abboccano a Vi
couatro. \y
Il Papa fi fugge in Cartel S. Angelo. 3 4
11 Papamuouegutnaagìi (jrhni. 91
Il Papaie ne torna a Romana! iodisfac
to del Re di Francia. 193
Il Papa non fi sa rifoluere circa la pallata
deli'imp. in Italia. 201
li Papa nega il uenire all'Imp.in ItaJia
coni esercito. lc6
llPapa dubbioio d'entrare nella Lega.
213.
Il Papadà udienzaa gii Oratori Vinitia
ni. 224
Il Papa,& Ciamontefoccononoi Ferra
refi. 237
|lì l-apa rtimolail Red'Inghilterraafar
guena a Francia . 240
Il Papa iaiopre il iuofdegno al Duca di
Ferrara. 243
11 Papa non accetta il cenfo del Duca di
Fei tara. 2jo
11 Papadintiouoartalta Genoua, 254
Il Papa delibera di render Monte Pulcia
no a' Fiorentini. 277
11 Papaefortato a non far pace col Re .
207
Il Papa non accetta la pace , & feommu-
mea
— — — 1 1 r 1 1 1
1^2 >^^^ .> . L -. ^ A-^hca^
*M—r 3
O L A
nica il Re di Francia. ibid.
Il Fontano Oratore eccellentifsimo no-
tato d inftabilità,& ingratitudine. 45>"
Il popolo fi gouerna fpeiìo più con la uo
lontà che con la ragione. 183
Il Regno di Napoli fi follieua cótra Al
fon lo. 35
Il regnare depende fpcfib dalla Fortuna,
ma l'è (Tei- buon Recondite Tempre
nella bontà dell'huomo. 1 37
II Re Luigi ricerca che lacaufadi pila
(ìa rimetta in lui. Iìo
Il Re d'Aragona fi parte di Napoli per
tornare in Cartiglia. 198
Il Re di Francia, e'I papa, fanno nuoui
Capitoli infieme. 214
11 Re Catolico patta in Italia. 100
Il Re Catolico fi purga d'alcune querele
fatte di lui dal Re di Fràcia,& dall'lm
peratore. 26*1
IlSàfeuerino à Trecascontra Fracefi.J2
11 Safeuerino fintila in Alexandria. Up
Il Sauli liberato di prigione, &rcitituicn
al Cardinalato. 3B4
Il Ti aniogiiam Italia. 127
Il Tiamoglia General del Re di Francia
in Italia. 161
lì Triulciouaatrouareil Redi Francia
àCalui. 37
Il Triulcio al feruicio del Re Carlo. 46
11 Triulcio, e'I Viteiii configliano,che fi
feguiti la uittoria . ?7
Il Triulcio contra gli Suizzeri. 2 % z
Il Viceré, & profpero Colonna à campo
a Bergamo. 3 ?o
Il Vicerè.&profpero Colónaà Spuri.ibi.
Il V alitino leua il campo da Faéza. 1 3 2
Il Valentino alpira al Ducato d'Vrbino.
142.
Il Valentino al Re. 14?
Il Valentino piglia Vicouaro. 1J1
Il Valentino all'alta lo (tato di Giangior
danoOrfini. 1 ?o
Imbalt Capitan Franccfe. 143
Imola s'arrende al Valentino per accor-
do. 12 jf,
Imperio nuouamenteacquiltato, &mal
gouemato > dura poco , à chi l'acqui
il
2.
fife.
1 n
87
234
ibid.
ibid.
2,
ibid.
374
»
Impcrator (1 ferma a Vigeuenc.
Imperatore à Rimini.
Imperatore à Vicenza.
Imperatore a Verona.
Imperatore alla Chiula.
Imperatore ritorna a Trento.
Imperatore giurala pace.
Imperator MaiTimii.efortato a far creare
Re de' Romani Carlo d'Aufhia. 390
Imperiali afTaltano Padoua. 234
Imperiali chiedono di combattere. 441
Imperiali orTerifcó al papa l'accordo. 461
Incendio grandiifimo in Vinetia. 34?
Infamia di Bernardin da Corte , & fua
morte. *2&
Infirmila neirelTercitode'Fiorétini.i 2 3
lnglefi fi tornano à cala, (degnati cótra 1
Re d'Aragona.
Ingltfi à campo a Tornai.
Inico Daualoin lfchia.
lnnòcentio viii.& fua morte,
lnfolenzadegli Suizzeri .
3Z2,
4f
2.
Inftabiltà de' foldati Italiani. 2 j
Ippolicoda Elle Cardinale fece cauar
gli occhi à Don Giulio fuo fratel natu
rale3& perche. 184
I Tabella d'Aragona, il raccomanda al Re
di Francia. 26
Ifoladi Nento3hoggi Santa Maura. 172
iuo dvAJlegri,e'l Bagli di Digiuno,Capi
tanidel Valentino. 12?
luo d'Allegri,e'lfigliuol Viuerroe mol-
ti • 3<>3
I
LA concordia 3 &l'ubidienza non fi
mantengono tanto per danari >
quanto per altre cagioni ne glicf
ferciti. 3Sl
La d»fperatione,& la temerità inducono
aitruià precipitokdeliberationi. 12
Laino Camello. 84
L'Aluianoà poppi. i°8
L'Ai-
T AVOLA "
^
'I I
\C U-fcsJ&JoJji^r fo.„Jr\Jcd£ol
*" -
L A .limo foccorre gli Spagnuoli allo-
giati al Cì origliano. 170
l'Aluiancdefìderadi combattere . 120
l'Aluiano prieicne . ibid.
lamenti fatti m Francia dopo la nuoua
della rotta ai Gangitano . 173
la malignità, & la imprudenza de' mini
Ari quanto poiìono appreso a' prin-
cipi. 413
lamo?ta proferirà è giandiilìma nimi-
ca aii'huomo.
399
la mutacion de' coftumi antichi è cacio
ne ctelin rouma de gli flati. 1
Lancia impugno Camillo Vitelli . 71
Lanire Capitan del Re in Tófcana.143
lanterna di Genoua, disfatta da' Geno-
uelì. 348
la Pergola , & FoiTombrorie Cartelli del
Ducad'Vrbino iaccheggiati, 247
la portanza dellafoituna fi moftra mag-
giore ne' cali di guerra,che 1 altro* j 7
la prefadi molti Signori. 304
la prudenza de gouemare i principi 3&
, non la temerità. 204
Tarmata de Vinitiani neli'Adice rotta
dal Duca di Ferrara. 222
Lattantio da Bergamo uccifb. 2^3
laudi di Prospero Colonna. 443
l'Auttore tìen per faifo, che Firenze fuf-
fe riedificata da Carlo Magno. 17
Lautrech ferito a morte. 303
latitrech Generale del Re di Francia in
lautrech ritira reiTercito da Verona. 3 71
lautrech trartienei Vinitiani con paro-
te. ibid.
lautrech leua i! campo da Verona . 27 ;
lautrech in Italia aditela di Milano.
403
lautrech a Parma. . 407
lautrech batte 1 aJloggiamento de' mini-
ai. 411
lautrech fi fugge a Como. 41 e
iautrech diflegnad aflaltar Parma. 41 6
lautrech all'Adda. 423
lautrech afledia Milano. ibid.
lautrech a Pauia * 424
lautrech a Cremona . 427
le congiure non efeguìte pretto, fpeflo lì
difeuopre. icu
legatra'I Papa,ck Ferdinando, comincia
auacillare,& perche. 14
lega tra Papa Aieilandro, & Alfonfo He
di Napoli. jj-
legatione di Francia dannofa alla Corte
Romana. 122
lega tra Spagna,3c Francia feoperta. 136
lega nuoua tra l'iniperatore, & il Redi
Francia. 261
legato del Papa fi lamenta^ mfofpetti-
fee del Viceré. 25? 3
legato del Papa, & Fabritio Colonna in
Ronciglione. 92
lega tra'f Re di Francia, e i Vinitiani.
lega tra Francia, & Suizzeri. $66
lega tra Francia,Sc Inghilterra. 3 8#
legatra'I Papa, & l'Imperatore contra
Francia 400
legati A poftolici con i'eiTercìto. 4 1 2
lega tra Papa Adriano, Carlo Quinto, &
altri. 43 j
legge Salica,antichiilìma leggcnel Rea-
me di Francia. 3^2
le guerre fi uincono più tolto col prene-
nire,che con l'effèr preuenuto . i3
legni de' Vinitiani , col Proueditor loro
prefi dal Duca di Ferrara. 2 5 6
le Mugne. 63
l'entrata di Ferdinando in Napoli fu a'
vii. di Luglio, fecondo il Giouio . 61
leone defiderofodi pigliar Ferrara. 345?
leone compera Modona da Cefare. ibid.
leone in trauaglio per la guerra mofla al-
lo ftato d'Vrbino. 374
leone in fofpetto al Re di Francia. 3 Se
leone dato a' piaceri . 3V8
leone e confortato a rimettere i Bentiuo
gli in Bologna. 381
Leone afpira alla concordia col Re di
Francia contra l'Imp. 399
leon X.muore. 415
le
^ /Z-JùJ^Ji_iJ~
r\. t^\ ris «-X ,-\ y)L
■11 m • • ■ 1 1 * r >■
A 'V O 1 A.
Lt.jM^iZciic tuoi muti, .011 urìlurfttC
più col defiderio,chc con la ragione ,
c< però fon nane. 259
lettere del Valentino a Confaluo,che |
conrencuano. . '^'
lettele di MafTimiiiano a Papa Giulio.
200
Ih uomo quando s'auieinano gl'infortu-
3°
48
107
386
147
3*3
33'
mi, perde la prudenza
libufatta preià da' Pifani.
Iibrafatta prefa.
libreria d'Vrbmo.
lignago prefò da' Francefi.
Hgnago dato da' Francefi all'Imp
lignago prefo da' Vinitiani.
Lignì, Obignì, ci Triulzio in Italia co*
Francefi. m l]9
lianì s'oppone alle delibcrationì del Re
"di fauonre i Fiorentini, 51
l'imiration del male, lupera fempre l'ef-
(èmpio. 17 5?
l'Imperatore a Lomtl lina. 9l
i'imperatot promecte d'abboccarli co iì
he di Francia, & gli manca . 2*5
l'Imperatore a Pome di Brenta. 231
l'Imperatore aflèdia Padoua. 232
l'Imperatore ,tì r e s'u nifco.no infieme
contra Vinitiani. &43
lionardo Drefina. ^__ Zl1
lioneilo fratello d'Alberto Pio ricupera
Carpi. 4$f
liuerotto da Fermo in aiuto de' Pifani.
Liuianorompei caualli Ecclefiaftici. 01
liuornofu comperato da' Fiorentini da
Tommaiio Fregolo. 3°
lodi del Gran Capitano. 199
ludi diPadou3. a.?*
lodi di Cario Ke di Francia. 3*1
lodi Città piefa da' Francefi. 4 59
lodi Citta prefa dagli Spagnuoli, ck tac-
cheggiata. 4zf
lodi degi'inuentori delie nuouc nauiga-
tioni. 173
lodouico Conte di Pitigliano. $ 5 8
iodouico Sforza trattiene gì Italiani con
lperanza» ^ mantiene lamicala
Francefi. *4
lodouico Sforza <& Beatrice uanno atro
uate il Re cario in Ani. 24
iodouico Siorza dichiarato Duca di Mi
- iano. a 7
lodouico Sforza ritorna a Milano. 20
lodouico Sforza aiuta i Pliant contrai
Fiorentini. a 9
lodouico Sforza s'abbraccia con Maflìrri
liano Lmp.a Manzo. 80
lodouico Sforza fi delibera d'aiutar i Fio
rentinialla ricuperati, ndi Pila. 101
lodouico Sforza nega il palio a' Vinitia-
ni. ioi
lodouico Sforza è abbandonato da tut.i
i Principi d Ita ia. 118
lodouico bfoizis apparecchia di torna-
) rea Milano. 1 16
ilodouico Sfoiza>fuege in Germania 1 zi
ìlodouico Sforza intorno a Nauara. r *
lodouico Sforza elee di Nouara in habi-
todi Suizzero. 1*8
lodouico Sforza, Galeazzo Sanfeuerino,
Fracaila, & Anton Maria fatti prigio-
ni. »bid.
lodouico Sforza confinato nella torre di
Locces,& iua morte. 1 29
lodouico da Marnano prigione. 88
lodouico, Federigo, & Giouanfrancefco
dalla Mirandola. 149
lodrone,& Altor abbruciati da' Vinitia-
ni. 367
lolanto fiume. \ 140
Iona s'arrédeal MarchefediMacoua. 22
londauiila* e'1 balilla al ioccorlo di Ter
roana. 3.41
lepes Vrtado a Roma. 47*
lorenzo de' Medici muore. 4
lorenzo, & Giouannide' Medici contra-
ri! alla grandezza di Pietro. 17
lorenzo, & Giouàni de' Medici al Re 27
lorenzo de Medici,iua autorità in Firen
ze. 345
lorenzo de' Medici Generai de' Fioren-
tini* 35^
lorenzo
1
mS^*^^^
£
»•-
Lorézo de Medici al Re di Francia. 3 61
Lorenza àc Medici fatto Duca d' Vrbi-
tio. j7o
Lorenzo de' Medici à Cefena . 3 7 ?
Lorenzo de' Aledici ferito d'un'archibu
giata. > 380:
Lorenzo de' Medici in Francia. 389
Lorenzo de' Medici muore. 35>3
Lofanoprefo dagli Spagnuoli. iji
Luca degli Albici commentario Fioren-
tino preti da' Te defehi. 131
Luca Piumi,c< Marchiò Triui fa no, Pro
ueditonde' Vinitiani. 53
LucaSaueilo.cercaditirareiPifaniaMi
.. lano. !7p
Luca Sauello,Condottier de'Fiorentìni.
Luca <communicata,per hauer riceuuti i
Cardinali Francefi. 287
Lucio Maluezzo conduce danari in Pa~
doua. 234
Lucio Maluezzo mandato a Pifa Iacopo
d'Appiano,6c Giouanni Sauello. 4 1
Lucio Maluezzo notato di poco animo.
252
Lucretia Borgia, moglie d'Alfonfo da
■Efte. 138
Luoghi ritornati alla deuotionc de gli
Aragonefi. 40
L'ufficio del ucro, & ualente capicano,é
eiTereanimofo,ck fauio. 68
Lugano, & Lucerna ifpianati. 373
Luogo,& Bagnacaualio pfi dal Papa.2 u
Luigi Duca cVOrliens in\3enoua.2o.fuc
ade nel Regno di Frania . o$>
Luigi d'Ormaguaca Viceré in Italia per
Francia. 141
Luigi Mocenigo, prigione. 279
Luigi d'Ars in Venofa. 173
Luigi Gaetano prigione. 411
*©3 M
£€**
M
Achina fatta da' Genouefi,permi
nare la Lacerna di Genoua,che
fola fi teneua per Francia in ha
ha. ìl9
Madama d ' Alanlbn in ifpagna.
Maddalenadi cafa Bologna. 38^
Maddalena de5 Medici, forella'di Papa
395
Lione X.
Madonna Chiara donna bellilTìma 1
Milano. 44!
M. D. V. 1751
Magnano. ^G
MalateftaBagltone. 180
MalateftacaSogliano. 245
MaldonatoSpagnuolo. • 574
Maldonato, Suares, & due altri Capita -
ni,farti paflare per le picche. 3 8 1
Malfracefe,quado cominciò in Italia. 6^
M. D. XVIII. 487
Mammalucchi, cklordifciplina nella mi
litia. . 388
Manfredonia s'arrende per la fame. 8?
Manfredi Palauifino, e'1 Matto di Brin-
dili. 40,
Manfredi, e'1 Matto di Brindifi,& Barro
Jomeo Ferrerò ifquartati. 402
Manuel di Benauida. iyi
M. D. XIIII. 34;
Marano prefo da' Tedefchi. 335?
Marc' Antonio Colonna. 2J0
Marc' Antonio Colonna fi falua l'eflerci
». fcfi
Marc'Antonio Colonna, & Giouan Vi-
telli allaguardia di Modena. 2f6
Marc'Antonio Colonna, & Ramazzot
to, mandati a dare il guaito a' Bolo
guefi. 27^
Marc'Antonio Colonna a Rauena. 300
Marc'Antonio Colonna dà la Cittadcl
ladi Rauennaa' Francefi,falue lepcr
fone&iaroba. 304
M. D. XXII. 4lo
Marc'Antonio Colonna, & Camillo Tri
ulci morti. 42 j
Marchefe di Pefcara morto a tradimen
to. Si
Marchefe di Mantoua. jf
Marchefe di Mantoua General dell'cffer
cito de' Vinitiani uerlò i iòldati lo
ro, 63
Mar
QCoy<=s
VOLA.
Marchefe di Mantoua,Bernardo Conta-
rino,Francefco Bernardino Vifconte,
Mons.di San^MalòjlOrangeSjil Mari-
fcial di Gies,Tienes, & l'Argentò trat
tano la pace. 5?
Marchete di Mantoua nel regno. 80
Marchefe di Mantoua , perche fu licen
ciato da' Viniciani. 5)8
Manchefe di Mantoua dichiarato Gene-
rale dell'Imperatore, del Duca di Mi-
lano. 107
Marchefe di Mantoua a gli ftipendii de'
Viniciani. ibid.
Maichefe di Mantoua fi parte dal Re di
Francia. 169
Marchefe di Mantoua orinone. 228
Marchefe di Mantoua cauato di prigio-
ne, zn
Marchefe di Mantoua Gonfalonier del-
la Chiefa. ^<)6
Marchefe di Mantoua e di fofpetto a' Vi
nitiani. 260
Marchefe di Mantoua General del Pa-
pa,©^ de' Fiorentini. 43 5
marchefe di Mantoua loftiene Piacenza
perla Chiefa. 419
marchefe di Mantoua a Pauia. 430
marcheiì Maiefpini fcacciatida' Fioren-
tini dal. a Verrucola. 88
marchefe del Guaito, Gouernator dell'I
loia d'I fchia. 138
marchefe di Rotelino, Baiardo, & Foiet
ta prigioni. 341
Marchehno Stampa. 104
marcheie della Palude, & Andrea Caraf
f a . 318
marchefe di Pefcara, persuade à conti-
nuare la guerra di Lombaidia. 4?2
marchefe di Pefcara, rompe ilBaiardo à
Rebecco. 444
marcheie di Pefcara,& fua diligétia.45 8
marchefe di Pei cara, & della Palude pri-
gioni. 303
marchefe di Pefcara,fi tien mal fodisfat-
to di Celare. 47 2.
marchefe di Pefcara General dell'Impera
tore in Italia, ibid.
020%
marchefe di Pefcara difegna di leuareil
Ducato a Francefco Sforza. 476~
marchefe ài Pefcara notato d'infamia.
477
marchefe di Pefcara tenuto di poca fe-
de. 476
marchefe di Pefcara muore. 478
marchefe di Saluzzo Viceré in Italia.
M. D. II II. 171
marchefediSaluzzo^andricort, e' Bagli
delia Montagna muoiono. ibid.
marchefe di Saluzzo, Capitan dell'arma-
ta Francefe. 454
M. D. IX. z\6
Marco calzolaio capo del popolo in Tre
uigi. 22 j
Margherita è repudiata da Carlo , & pi-
glia Anna figliuola di Francefco Du-
ca di Borgogna. 3
Marian Sauello. 80
Marino Abbate di Nagera al papa. 4? 1
Manfcial diGes prefidente di Gannai,
& l' A rgentone al Duca di Milano. 69
M. D. VI. 186
Maro (lieo s'arrende. 247
Marino Caracciolo Orator Ccfareo à Ve
netia. 43°
Marfilia attediata dall'efferato Cefareo.
448
Martino LuterOj&fuaherefi1. 39 $
Martin Lutero, fccmmunicaco da Leo-
ne. $96
Malia tolta ad Alberigo Malafpina. 130
Maflimiliano paifa in Italia. 85. 208
Maflimiliano è ptrfuafo à prendere la tu
tela di Pifa. 85
Maflimiliano à Pifa. 9°
Maflimiliano uerfo Milano. 9l
Maflimiliano notato dinftabilità, & di
leggierezza torna in Germania, ibi.
M. D. II. 139
Maflimiliano deli Jera di paflare in Ita-
lia à coronarli. 144
M. D. Vili.
Maflimiliano pafla in Italia. 85
Maflimiliano fece ardere un libro, do-
u erano
IMMMMNMf^ig
Al
T A V OJLJL.
— — -— _', M „ ,,m i \mmtiift tm ii Firn -— .^-.i^— — — »-itm— »i^— — —mmei»*— cmmb— tt^wrSjMi
gna>& Tuo effetto. 2^4
Minacciceli Celare a' Miianefi. 36is
Mine udite prima in Ita'ia da' Genouciì.
158.
Mmturne Città, dou'era giafituata.16'8
Miolans Capitan dell'armata France-
fc. U
M D X I. z6i
Mirandola prefa da Papa Giulio II. 263
Mifene di Caia d'Aragona. 138
Modena prefa dal Papa. 251
Modenefi un danari per difenderli cótra
il Duca di Ferrara. 438
M-.dena è reftituita all'Imperatore. z66
medi del Marchefc di Mantoa per rencr-
fi neutrale. 266
modi del Cardinal de'Medici per tratte-
nerfi i Fiorentini. 282
Molardo Capitan de' Guafconi. 247
Molardo, & Mógirone Capitani di Gua
feoni. 276"
Mommoransì, & Federigo da Bozzolo.
434-
Mompenfiero Capitano deli'auanguar-
dadel Ke Carlo. 28
Mópeniiero Luogotenente general dei
Regno. 49
Mompenfiero à Salerno. 62
Mompenfiero ad Adriano. 74
Mompen lìero fi ritirai Circelle. 83
Monaltcnodi S.Franccfco preio dal Mar
chefedi Mantoua. 6$
Mondo jfo battuto3& prefo. 3 80
Mondrogone fi ribella da Francefi. 61
Mongirone,& Ricco mar pi igieni. 273
Monitorio ipirituaie fatto dal Papaà Ve
netiani. 218
Monitorio Papale contra il Duca d' Vi*
bino. 3 69
Monopoli prefa da' Vinitiani. 61
Monlìgnor di Ligni3& luo Mons. d' Al-
lega àCftia. 34
r.,onlignor diLila, cacciato da' Sancii
per forza. 5 1
Monfignord'Arbano Capitan dell'arma
ta Francefe. 62.
M. D. X. 240
Monlì-
u'erano icnttcl'irìgiurie fatte da Fran
eia all'Imperatore. 139
M n filmi 'ianohfcia il Marehef-'diBian
diborg alla guardia di Verona. 23 *"
Mafiimiliano cerca di far trkgua co Vi
niriani interponendotene il Papa per!
mezzo del Vefcouo di Pefaro 239
MaiTimiliano adcrifceal Concilio. 3 z 1
M. D. XVI. 34J
MaiTimi:!ano,e'] Re Catolico, aiutano il
papa contrai Ducad'Vrbino. 376
Maflìmiiiano muore, & fue lodi. 391
Ma emiliano Sforza fatto Duca di Mila-
no. 3*1
Materia delle calamità d'Italia. f1
Mattia Re d'Vngheria. 187
M. D. XX ili. 43°
Medici ritorn ino in Firenze, 5c occupa-
no il paiazzo. 31 8
Melfi prefa dal Marchefedi pefeara. 45-
Meloriafccglio nominato. 9°
Memoranti in Francia. 472
Mefiri,Marghera,& Lizzafufina, faccheg
gisti , ck abbruciati dagli Spagnuo-
H. 337
Michele Riccio a Genoua per nome dei
Re. 19*
M. D. VII. 193
Michele Riccio à Firenze in nome del
Re di Francia. 210
M. D. XXl^i I. 443
Michel Agnolo Marchefedi SaIuzzo.44ì>
Mi'anefi chiamano i Frane efi. 121
M. D. XIIJ. 323
Miianefi defiderano il dominio Fran-
cefe. 327.423
Milano in potefià de'F rancefi. 329
Milano fotto Maflìmiiiano Sfotza. 3 $z
Milano fida ai Re di Francia. 362.41 ?
MJlitia,&artedi Pagol Vitelli. 108
MÌlitia, inanzialla uenuta di Carlo Ut-
tauo in Italiajcom'era fatta 443
MÌlitia Ecciefiaj}ica,riputata infame, fe-
condo il uulgo. 214
m inaccie del Duca di Milano al Duca
d'Oilieiis. $i
Mina marauigliofadel Nauarra à Bolo-
JEa.
DSLima
73/
Tyì
T
^z
T ) )=<JLJ ,^TO
\—ry-
T
-ev.^.
^r
I. ■■ 1 T" - -~ *"* —
Monfignor d'Albigion al foldo de i Fio
lentini. 90
Monfignor della Tramoglia il Contedi
Fois. SS
Monfig. di Clefi prefo da' Vmitiani 240
in
Mjnfignordi Nanfau in Francia.
1
Monfignor d'Alanfon fiTaluacon la Tua
retroguarda. 4?9
Montetèiice prefo da'Tedefchi. 248
Monte Fortino è prefo da Francefi. 36
Monte San Giouanni prefo per forza da'
Francefi. 36
Monte Lione Taccheggiato da Virginio
Orlino. 79
Monte Pulciano renduto a' Fiorentini.
278.
Monte Falconeprefoda Tedefchi. 339.
34^.
Monte S. Sonino, Cafhglione, Cortona,
preiè da Vkeliozzo. 143
M. D. X V. 3 fi
Monza ricuperatada gl'Imperiali. 44 1
Mordano prefo da Francefi. 25?
Morgante da l'arma, & Gianniccolo de
Lanzi. 440
Mormorati jni de' Fiorentini còtraPier
defedici. 28
M. D. XXV. 454
morte del Re Ferdinàdo d'Aragona. 1 s
morte di Pietro Bembo. 61
morte di Alfonfo d'Aragona. 61
morte di Mompenfìero,& delle lue gen-
ti. Ss
morte di Francefco Secco. 88
morte di Giouanni Principe di Spa -
gna. 27
morte di Filippo Duca di Sauoia. ibi.
morte di Nicolò Borgheil. 106
M. D. I. 133
morte dei Conte Rinuccio. 137
M. D III. 142
morte del Cardinale Orfico. 1 49
morte di Nemors. Ij6"
mortedi Don Vgodi Cardona. ifo
morte di Folengo d Aragona. 178
morte J'E.ifabcua Reina di Spagna.ibi.
morte di Filippo Re di Cartiglia. 190
morte del Duca Valentino. 191
morte di Giouanni Bentiuoglio. 207
morte del Cardinal di Roano. 247
mortedi Luigi Auogaro. 297
morte di Maliìmiiiano Imperatore, &
fuelodi. 292
morte d'alcuni Capitani de' Fracefi. 304
M. D. XII. 321
morte di Filippo Copola. 323
morte d'alcuni Signori nel campo Fran-
cete . 362
morti,& prigioni onorati nella rotta del
Vicentino. 338
morti, & prigioni nella giornata di Pa-
llia. 4f9
motta Francete. 40 1
mottino Su izzero morto. 332
motto di Fabritio Colonna contra Pro-
spero, ij 6
motto di Lodouico Sforza a Pier de' Me
dici 29
M D. XXI. 398
monitione dell effèrcìto Vinitiano ab-
bruciata. 272
M. D. XVII. 37;
Mutio Colonna, Oc Lodouico Contedi
Pitigliano. 353
muIocco Taccheggiato da gli Suizzeri.
M. D. XXVI. 481
«©§ N $&>
N
q n DJ -
Apo:itaniuogliono Taccheggiar le
Italie del Re. 38
Napolitani fi ribella da' Fracefi. 61
Natura del popolo nello fpendere. 44
Natuia del Papa, & del Valentino, uol-
tatain proueibio. 160
Natura ded'Aluiano inquieta &impat:é
te. isi
Natura di Clemente. vii. 480
Naufragio dell'armata Imperi le. 90}
Naurragiodeil'armata Vi Htiana. 2^4
Naufragio delle galice d?' Fiorentini à
Rapa. le. 28
Nauarro prefo. 303
Nauigatione degliSpagnuoIi fotto Chri
! ' n "ri "TrXv'l ■'- ■
ì±_Adjì nn HMi-
I,
ì^ìI!aJJM^M "^^SgS^rgTTTO
• ',■
Jtofano Colombo, quando comìncio.
175
Naupat jOggi Lepanto 171
Nelle infirmiti lenti, non s'accelerano
le medicine pericolofe. 77
Ne farti d'arme è meglio ciTcre affai tato,
che all'altare per necetfìtà. 219
Nettuno a (Tediato da gli Aragonefi. i J
Nicccrla Orlino Capitan del Papa à O-
ftia.' 18
Niccolo Borghefe. 106
Niccolò Capponi orator Fioretino. 3 1 1
Niccolò Ma,cchiauel!i à Piombino , per
trattar l'accordo tra' Fiorentini, e pi-
la ni. Z2Ct
Nicco'ò Scotto,rotto, prigione,& mor-
to. 3 fo
97
m
74
66
94
24
*8
218
304
3°4
Nobili Fiorentini decapitati.
Nomi de gl'Italiani uincitori.
Nocera prefada Ferdinando.
Nouarra lafciatada'Francefi.
Nouarra prefa dallo Sferza.
Noni prelb da' Francefi.
Numero dell'elTercito Francefe.
Numero de' morti al Tarro.
Numero dell'elTercito Veneto.
Numero de'morti à Rauenna.
Numero de'Card. creati da Leone.
Numero dell'elìaci co Francefe,8c Impe
riale.
441
Nunciidtl Papaà diuerfi Principi Chri
ftiani perlimprefa cótra'Turchi. 380,
^ O &&*
gBsetodal Fielco. 46
V> Obignì,SiniicalcodiBelcari3ck Ora
tiano. 49
' Obignì, e'1 Conte di Gaiazzo in Roma-
gna, zi
Obignì abbandona la Calauria, e torna
in Francia. 85
Obignì prigione. i$S
Obignì piglia le torri de'CoIonnefi.137
Obignì alla Piaue. 278
Occalionc di prender Milano perduta
da'Francefi. 437
Odetto Fois,&Iuo Allegri. 2^2
T\rZHZ^^^,< <2l<,É < <%y
sa
Oddi entrano in Perugia.
oddi perche cagione perderono- Peru-
gia, ibid.
offerte di Lodouico a' Fiorentini per ti-
rargli (eco in Lega. 118
opinione dementili intorno a quei, che
moriuano per la patria* 230
opinione del Cardinal de'Medici circale
genti Vinitiane. 41 i
Oratio Baglioneàgli (tipendiidc' fìo
reatini. 427
orationedi Carlo da Barbiano à Carlo
Redi Francia, efortandoloall'impre-
fa dei Regno di Napoli. 8
orationedi Pagol' Antonio Soderini nel
Senato Fiorentino, trattando de.'la for
ma del nuouo gouerno de'la Città. 4 1
orationedi Guid5 Antonio Velpucci cit-
tadin Fiorentino, contraria a quella
del Soderini. 43
oratione di Mons. dalla Tramoglia , d i-
feorrendo la pace. 66
oratione del Principe dOrange.^pei Tua
dendo la pace. 61
oratione di Marchiò Triuifano, diiTuadé
do fa Lega co Francia. 11 1
oratione de' Genoueli al Re di' Francia.
19S
oratione di Niccolò F o (carini neJ Sena-
to Vinitiano. 202
oratione di Ma (Umiliano Imperatora'
Principi di Germania, efortandogltà
muouer guerra al Redi Francia. 106
oratione d'Andrea Gritti in Senato Vi-
nitiano,perfuadendoioà non fi parti
re dalla confederatone col Re di Fra
eia. . 204
oratione d'Antonio Giuffiniano fatta
dinanzi à Mailimiliano per pacificar-
lo coi Vinitiani. 223
orationedi Lionardo Loredano Doge
di Venetia. 230
oratione de' Vicentini a' Capitani Fran-
celljchiedendo perdono dedaribcllio
ne. 244
oratione d'Andrea Gritti, Doge di Ve-
netia, efortando ii Senato a non fi par
tir
ì?
SShiirm
rn"»m"~ner
, tji^
" '■ " — — — - — — -*"
tir dalla Lega cou Francia. 431
Oratione di Giorgio Cornaro nel Sena
co Viniiiano,efortandolo alla confede
ratione con Carlo V. 432
Oratione del Vefcouo d'Ofma,confeiror
di Carlo V. rallegrandoli deila uitto-
ria,&. inoltrando à che fine egli la do-
ucua indirizzare. 46?
Oratione di Federigo Duca d'Alba, à
Carlo V. inoltrandogli che non era be
ne liberare il R e di Francia. 466
Oratione di Mercurio Gattinara , Gran
Cancelliereidiiluadendo Cefare à fa-
re accordo col Re di Francia, & per-
suadendolo a far Le^a col Papa, & co'
Vinitiani. 482
Oratione del Viceré di Napoli all'Impe
ratore , perfuadendoio à far' accordo
co! Redi Francia^ liberarlo. 483
Oratione del Triuìcio diiluadendo i'an
dare ad inaurare gli Ecclc.'iaiticine'lo-
ro alloggiamenti. 265
oratione di Pietro Sederino Gonfalonie
re,efortando i Fiorentini à ferii irli de
danari della Chiefa, per difenderli dal
la guerra s molla loro dalla Chieia .
284
crationedi Galton di Fois all'ciTercito,
prima che lì comiuciallè il fatto d'ar-
me à Rauenna. 301
oratione del Gonfaloniere di Firenze in
Senato j? deliberare deila rifpofta che
fi doueua dare, à chi domàdauala fua
depofitione. 3 1 $
oratione di Mottino Suizzero , efortan-
do i fuoi à combatter co1 Franceii" .
oratori de' Vinitiani al rapa. 179
oratori Spagnuoii, licennati dal Re di
Francia. 177
oratori di Ma (Umiliano al Re di Francia.
186
oratori di Maflìmiliano à Vinetia,à do-
mandare il paflbperlui, & per lo Tuo
cflercito. 18 3
oracoli de' Genouefi al Redi Francia.!
l9*
■ • —, --=«*=■-. HI , - — *— — .--3 ».^._.jfr
7
I
oratori de'-Genouefi al Re" di Francia.
194
oratori di diuerfe nat.ioni all'Impera-
tore. 201
oratori Vinitiani à Roma. 225?
orator Fiancefe licentiato d'Inghiltcr
ra. _ 2^7
oratori Fiorentini in Tortona. 85?
orator de'Fiorencini al papa. 98
orator de' Vinitiani al Re Luigi. w>
oratori di diuerlì Principi al Redi Fra-n-
eia- 124
oratori del Re al papa. *£
orator Milanefe cacciatoci Napoli. 1 8
ordine di eleggere il Gonfaloniere in Fi
renzeà uita. 144
ordini del papa, ck dell'Imperatore per
ali aitar Milano feoperti. 401
ordinationi di Papa Giulio auanti che
moriiTe. 3:.^
ordinanza de' Francefì nella giornata di
Rauenna. 3^1
ordinanza dell'eflercito Ecclefiafìico nel
la giornata di Rauenna. 302
ordinanza dell'esercito Spagnuolo nel-
la giornata di Rauenna. * ibui.
origine della difeordia tra Lodouico.
Sforza,e'l Re Carlo. 30
origine della guerra tra Cclónefi, & Or-;
Imi. io 3
origine delle difeordie tra Spagnuoii, &
Francefì. 140
orliens piglia Nauarra per trattato. % 2
orliens preiènta la giornata alla Lega,
ibidem.
orliens in prefentia del Re dà una men-
tita ad Oranges.. 62
orliens in Lione. 85
orliens 11 partiua mal uolentieri di Hgn
cia,& perche. 04
ofoppo battuto da'Tedefchi. 34 <$
oftia è preiàà patti dal papa. 19
oftiaprefa da' papi ili. 93
ottauiano,& Polbattifta Fregoli, ibid.
ottauian FregofofuggediBologna.273
ottauian Fregolo Doge di Gencua. 3 3 3
ottauian Fregolo fa Lega col Re di tran.
C eia
3<^._^~^^ji^iisaajj^\ ^/f^5^^^gggjggiMs^^J
?
TÀVOLA.
cia,& con checonditioni. 374
Ottauià Fregolo Doge di Genoua muo-
re. 426
Ottocéto Tedefchi alfoldo d'Aragone-
fi tagliati a pezzi per loro temerità. 80
Ti Ace trai Re,e'l Duca di Milano. 68
-** Pace trai Papa,Sc gli Orfini. 93
Pace tra Francia, & Inghilterra confer-
mata. 109
Pacetra'l Re di Spagna, e'1 Redi Fran-
cia, no
Pace tra'l Re de Romanici Re di Fran
eia. xij
Pace tra Francia,& Spagna, & Tue con di
tioni. 1^4
Pace pr^mefla al Re di Francia, non fu
mantenuta,5c perche. 157
Pace u~ Eairfet^e'Vinitiani. 171
Pace ti a Francia,& Inghilterra,&fuecó
ditioni. 347
Pace tra Francia, & Inghi!terra,difpiace
a'Principi < hriftiani,& perche. 348
Pace rra'I Re d'Inghilterra, Francia , &
l'Arciduca. 351
Pace tra Francia, & Suizzeri, & fu e con-
dii ioni. 358
Pace tra l'imperatore, c'J Redi Francia, j
e'Vinitiani. 373
Pace, &confdcratione tra l'imperato
re,e'Vinitiani. 43 +
Pace tra Francia,5c Inghilterra,ratiflca-
ta. 488
Padoua , & uerona ritornano all'impe-
rio. 222
Padoua libera dall'aflTedio. 336
Pagol Fregolo, & Obietto dal Fiefco
fuor'ufcitù i3
Pagol Luzzifco. 440
Pagol' orfino rotto àSerezana. 18.73
"agol'Orfinoà Imola. 147
Pag j1 Vitelli in Vico Pifano. 7 1
Pagol Vitelli ferito. 72
Pagol Vitelli dà nell'imbofcata del Mar
chele. 8 J
pagol Vitelli General de'Fiorentini. 103
Pagol viteliia Buti. 104
Pagol Vitelli à Vico Pifano» ioj
Pagol Vitelli à Librafatta. 107
Pagol Vitelli in Cafentino. 108
Pagol Vitelli entrain fofpetto a' Fioren
tini della fede. 114
Pagol Vitelli ne! Contado di Pifa. 1 1 7
Pagol Vitelli à Cafcina. 122
Pagol Vitelli è decapitato da' Fiorenti-
ni. *2 4
Pagolo Vitelli leua il capo da pifa. 124
Pagol di Noue Doge di Genoua. 193
Pagol Vettori Fiorétino in Fràcia. 488
Pagol Vetrori, Anton Francesco de gli
Albici,& Bartolomeo Valori, cauano
il Gonfalonier di palazzo. 317
Pagolo,& Giulio Orfini, Vitellozzo, &
Gianpagol Baglioni Capitani del Va-
lentino. 132
Panciatichi, & Cancellieri capi di parte
in Piitoia. 132
Padolfo Malatefta Signor di Rimini.ibi.
Pandolfo Petrucci. lotf.ifo
i'apa nel foro spirituale difende i vini-
tiani. 23?
Papa AlelTandroà Oruieto. jo
papa AleMandro,e'l Valétino,à che mo-
do furono auuelenati. 161
papa Alellandro muore. ibid.
papa Giulio entrain Perugia fenza for-
ze. 188
papa Giulio eforta il Re di Francia ànó
muoucr guerra a'Genoucfl. 192
papa oiulio ignobile di fangue. 193
papa Giulio atìalta le terre di Romagna.
222
papagiulio torméta un'huomo del Du-
ca di Sauoia pei colera. zff
papa Giulio alla Concordia. 261
papa Giulio uà in pedona alla Mirando
la. ibid.
papa Giulio à Bologna. 277. 269
papa Giulio citato al Concilio di Pifa.
174
papa Giulio intima il Concilio in Ro-
ma. 277
papa Giulio giudicato morto. * 79
papa
© L A*
*nsnza2n332m&&a&En2ng.
Su
nsnsnc
Papa Giulio alpira à rimettere !a Cala
de Medici in Firenze. 3 T 3
papa Giulio muore. 32f
papa Leone fofpetto al Redi Francia.
3x3
papa Leone defideraua che i Franceii1
non haueflero Imperio in itali?, &
perche. . .*«*.
papa Leone eforta diuerfl principi aila
concordia. 343
papa Leone in fofpetto al Redi Francia.
371
papa Leone eforta il Re di Francia al-
rimpréfa di Milano. 3 48
papa Leone impaurito della paflata de
Francefi. 3*7
papa Leone in fofpetto al Re di Fran-
cia. ^ $é?
papa fi lamenta de' Principi Chnftiani.
488
papa Adrianomuore. 437
papa Clemente difluade al Re di Fran-
cia l'imprefadiNapoìi.4J*.4 53 -*6°'
470.474.487.
paris Scoto. 301
parole d'I Tabella d' A ragona al pad re. 5
parole de gli Oratori Franceii nei Sena-
to di Firenze. l6
paro ledei papa àgli Oratori Francefi.16
parole del Cardinal di San Pietro in vin
cola,perfarch'ei feguitaile l'imprela
d'Italia. z*
parole del Cardinal di San Piero in vin-
cola a Pifani. 3°
parole del Re Ferdinando giouane a' Na
poiitani nel partirli di .Napoli. 3 7
parole di Francefco Soderini vcfcouo di
voi terra, rifpondendo ali accufe de
Pifani. 4o
parole di Don Federigo à Carlo. 4 ?
parole de vinitiani a'Confederati,lamen
tandoll che Pifa s'abbandonaua. $9
parole de gii Oratori Fiorentini in Sena
to Vinitiano. To?
parole diLod. Sforza al popolo. 120
parole dei Conte di Gaiazzo al Duca,
in
paiole de'Fiorctini al Redi tràcia, i4J
parole delia confederatioue trai Re di
Francia,e'l Bentmoglio, come furono
interpretate diuerancnte. 140.146
paro e dei Valentino à Pagoi'Orfino.
147
parole di Confaluo à coloro, che lo per-
fuadeuanoà diloggiare dal Ganglia-
no *69
paro e di p.ipa Giulio a' Bologne!! , per
tcneili fermi nella tuadiuotione. 272.
parole di tturgundio Lolo Pifano alla
prtfeozadci Re Carlo, lamentandoli
de . gouernode'Fioreìituii. 40
paro e del Fois a' iuoi ioldati nel dar Taf
falto a Brefcia. *°6
parole di Fabricio Colonna contrai Na
uarra. ; ìoz
parole del Re di Fracia a'fuoi Capitani,
manifeltàdodiuoier fallare in Italia
all'acquilo dello ttato di Milano. 448
parole di Girolamo Morone a'Mtlaneu*.
donandogli à darli a' Franceii. 449
parole di Confaluo a'fuoi. if*
parole d Antonio Grimani nel Senato
di Venetia, pervadendo la Lega col
Re di Francia contra'l Duca di Mila
no. no
paliffa à Cartel Nuouo. *7&
palma uerfo Milano. 3°^
paten diuerfì fopralacofìdentia de' due
Re,& qual folle maggiore. 199
pareri d merli in Firenze incorno alla de
polmone del Gonfaloniere. 3 1 T
parma afled lata dal reiTercito della Chie-
la,&dill Imperio. 4oJ
parma battuta. 406*
parma prefa da gli Ecclefiaftici. 407
parma prefa dal Vitelli. 4i 5
parma adaltata da' Franceii in più luo-
ghi. 4ió
parmi,perche non fu foccorfa nel peiieo
lode Francefila gli amici uictni.4T9
parma,& Piacenza fi danno al Pótcfice
310
i — rr~
parma, & Piace: za tornano fotto l'Im-
peiio de Due li idi Milano. 3*5
e a rar~
^^masS^f^^^m^™^
l'ai tira del Re dtFrancia d'Italia. 2.^
Pauia s'arrende al Re di Francia. $5 7
Pauia,& Parma tornano alla diuotìone
del Duca. 1 27
Paflauolantede\Pifani, chiamato Buffa-
lo. 123
Peloponneso, hogoi la Morea. 172
Penitenza data a'Vimtiani dal Papa.
241
Penfieridi Cefare d'alienarli dal Re di
Francia. 279
Pendei i del Re di Francia intorno alla
pace col rapa. 281
Perault uccifo. 271
Perche ii papa non fauoiì i Fiorentini
nell'imprefadi Pifa. 104
Perone di Baccie eforta i Vinitiani, e'
Fiorentini allaconfederatione co Fra
eia. 14
Perone di Baccie à Genoua. 69
Perpignanoè rédutoàgli Aragonesi. 12
Persi, e'I Liuiano,eVun Capitano degli
Suizzerià Ferdinando. > 8?
Perfino, e'I principe diBifignano uerfp
Napoli. . 6z
Perfino impedifee Ja uittoria a'Pran-
cefi. 83
Perfuafionide gli Italiani al Redi Fran
cia,à far lega co' Vinitiani. 113
Perfuafioni Uiiie de gl'Italiani al Re,
che palli in Italia. 82
Pertinacia del Redi Francia contragii
Suizzeri. 281
Pertinacia di papa Giulio nell'oppugna-
re la Mirandola. 263
Pertinacia del Redi Francia, & de gii
Suizzeri circa alle cole di Milano. 3 44
Perugia , affaltata & preia. da' Baglioni.
4 *o
Pefaro,& Rimini prefe dal Valétino.3 2
Pefaro,& Tuo fito.
Pefchiera prefa da Francefi.
Pefchiera s'arrendeà Cefare.
Pc lì ilentia grand illima in Roma.
Peftegrandiflimain Milano.
Pìenza, & Chiufi, s'arrendonoal Valen
tino. u ijo
376
zzi
333
429
44J
Piero ac ftit(.:iu j igija ìigouerno della
Republica Fiorentina. *
Piero de' Medici, e'I Duca di Calauria,
difegnano d'occupar Roma. 6
pier de'Medici perfuadeà Ferdinando,
che lo ftare in amicitia con Francia
non gli nuoce. 14
piero de'Medici afpirauaà fard prìncipe
aiìbluto di Firenze. 17
pier de' Medici fa in bel modo fentire
all'Orator Francete i fegreti di Lodo
ui co Sforza. 2.1
pier de'Medici fi rifolue d'andare à tro-
uai e in perfona il Re di Francia. 29
p;er de' Medici lì fugge di Firenze, di
chiarato rubello.&con lui Giuliano,
& Giouanni Cardinale. 30
pier de' xVi edici tenta di ritornare in pio
renza. 72
pier de Medici difegna d'entrare-in Fio-
renza. 96
Pier de Medici à Siena. ibid.
piei de Medici nel Bolognefe. 135
Pier d e' M edici affoga alla foce del Gari-
gliano. I?I
Pier Capponi,* fue parole al Re di Fra
:<ia- 32.88
Pietro Bembo fegrctario del papa. 3 49
| P!viOj.?i Giuliande'Medici. 107
| Pu i«j OaraL scolta fupic di Pifa. 123
pieio Sodermi, eletto Gonfaloniere a ni
tam Firenze 14.1.262
Piero Marchtie del Monte à San*a Ma-
ria di Tofcana muore. 22©
Piero Guicc.aid .ni Amba'ciatorde'Fio
renrinia Maflimiiiano. 234
pierbodenniiì fugge a R augìa. 3 17
pictralanta, & Mucrone uenduti a'Luc-
chefi, & à Fiorentini". 1$9-3S9
pietra Dolorolà. iof
pietra fortezza nel Trentino. 209
Pietro Nauarra a guaidia di Canofa s'ar
tende a'Franceli a patti. 14?
Pietro Nauarra co una mina prende Ca
ftel dell' Vouo. jj8
Pietro Nauarra con l'armata del Re d' A
280
ragonain Italia.
Pietro
^TR^(<<!<U<(jj^^^fi/vVVSV)>Vy>>y!)»^^y^W^^
Pietro Nauarra alla battia. 292.
Pietro Nauarra a gli ftipendiidi Fràn-
cia,& perche. . $Shl6l
Pietro da Bozzolo, ci Cauriana, prefi.
4*6
Pietrafanta à Beumonte. 1 $0
Pifani à campo à Librafatta. 131
Pifani fi uogliono dare à Genouefi.
177
Pifani fi lamentano de' Capitoli dell'ac
cordo, & de' Vinitiani. 116
Pifani chiedono la libertà al Re di Fran
eia. f 30-35?
Pifani, & Fiorentini reftano fenza rifo-
lutionedel /(e. J3
Pifani difperati di foccorfo. 117
Pifani fi fottomettono uolontariamente
al /{e di Francia. 130
Pifani alle Kjp°marancie Cartel de' Fio-
rentini. 136
Pifani (becorfi da diuerfi popoli. 176
Pifani abbandonatida'uicini. 200
Pifani ridotti quafi in ultima difperatio-
ne. il ?
Pifa fottomelTa a' Fiorentini. 224
Pifa,e!ettape'l Concilio,& perche. 274
Pio III. muore. 16$
Piombino s'arrende al Valentino. 1 3 8
Pocointefta,& Battifta da Vercelli fquar
tati. $84
Polbattifta Fregofo occupa Ventimi-
glia. 60
Po iefine di ^puigo in che modo rimafe
a' Vinitiani. 11
polefine racquietato da' Vinitiani. 238
Pompeo Colonna, & Antimo Saueilo,
folleuano il popolo Romano. 280
Pompeo Colóna ritiene li danari hauu-
tidal R_e di Francia. 306
Pópeo Colonna fdegnato co alcuni Cai*
dinali ofFerifce al Medici di farlo Pa-
na. 441
Ponte di Sacco. 64.83
■
Ponte a Vegliano. 72J
Pontefice fofpetto al Re di Fracia. 371}
pontefice fi laméta de Principi Chriftiaj
ni,& del Duca dVrbino. 37CT'
pontefice ioccoriò dal R$ di trancia.
377
Pontefice in fofpetto al Re di Fracia. 3 69
pontefice fi lamenta de' Vinitiani. 258
pontriemoli faccheggiato da gli Suizze
ri,contra la fede data. 53
pò fiume primo d'Italia douenafce.356
popolo di Genoua fi foilcua. contra i no-
bili, ipi
porto Veneree battuto da gli Aragone-
(ì in natie. ao
potito,3c Calici Vecchio. 107
pratiche finte perla pace tra Spagna , &
Francia 127
pratica dell'accordo tra Inghilterra, oc
E rancia. 347
pratica tra'l I{e di Fracia, e'1 KeCatoIi-
cojdiucnder pifaà Fiorentini. 211
prato prefo, & faccheggiato da gli Spa-
gnuoli. 317
preianni Ammiraglio del Re di Fran-
cia. 251
preianni prouenzale Capitan delle ga-
lee fran ce 1. 151
preluca huomo dell'Imperatore» Vine-
tia a trattare la triegua. 205*
principe di Salemo,& Monfignor di Sc-
renon,Capitan dell'armata fracefe.29
principe di Koflano, e*l Cónte di pepo
liberiano in prigione. 3 8
Principi di Bifignano,& di Salerno, c'I
Conte di Capaccio a Napoli. %6
principe di Bifignano ferito da un Gre
.co\ . .23
principe di Salerno fugge di Napoli, ibi.
principe di Salerno perde lo fiato. 97
principe di Bifignano, e'I Conte di Me-
leto prigioni. 136
principe di Bifignano al fuo flato. 84
principe d'AnaUit, efpugna Cadore nel
Friuli. 229
principio deilcrouine de'Francefl in Ita
Ita. 250
pricipi di Germania defiderano,chel'Im
paratore fi caui di cafad'Auitria. 391
principi d'Italia danno danari a Cefa-
rci,per aflicurarfi ne gli flati. 464
C ? Fri
TAVOLA.
^
r1 ^
J r\
&&
ft
^r^r^r^rr^Sjf^^^Ml
^rrzr
JT7
5>
Jfngionitaui nella preladi Brefcia.297
Progrefli de'medcfimiin Romagna. 167
Progrefli di Maflimiliano nel Friuli. 208
Progredì de' Vinitiani contro agl'Impe
Hall. ibid.
Progrdì] de' Vinitiani contro à francefì.
Progrefli de' Vinitiani nel Friuli, & in
Lombardia. 336.279
Progrefli dell'Imperatore in Lombardia.
Progrefli dell Erefia luterana. 396
Progrefli dell'Imperiali contra i Fran
cefi. 44?
Progrefli dell'Imperatore contra Fran-
cerco Re di Francia di là da' monti.
446
Pronoftico di Lorenzo de' Medici circa
i coflumi di Piero Tuo figliuolo. 20
Prosperità dell'Italia nel M. CCCC
XC. 1
Profpero,& Fabritio Colonnefi. 6 19
Profpero Colonna notato di troppa tar-
dità. - 409
Profpero Colonna, e'1 Marchcfe di Pe-
fcara,emuii nella guerra. 405
Profpero Colonna à Vauri. 413
Profpero Colonna parte lodato, & parte
biafiraato circa la militia. 41 4
Profpero Colonna à guardia del Regno
di Napoli. 49
Profpero Colonna, & Fabritio al foldo
di Ferdinando. 61
Profpero Colonna à guardia di Napo-
li. 137. 1 j8.à Efenengo 346. in Par-
migiana. 40?. liberato di prigione.
3 67. muore d'una ferita. 371.442
Profpero Colonnafoccore Pauia. 424
Prouincie del Reame di Napoli. 140
ProuincieprtfedaSelim. 387
Piouedimenti del Re di Francia,per foc
correr Milano. 403
Prouifioni del Re di Francia, per diucr-
tire i dilegni di MaiTìmiliano. 206
Prouifioni del Guicciardino contra'FràJ
tefì. 401
Prouifioni della madre del Redi Fran-
»■»-
eia, per la faluté del Regno, & per la
liberatone del figliuolo. 4^P
■rj*4 Q. $&
QVel,ch'è defiderato da molti5 rare
uolte fuccede. 144
*• Querele del papa contra'l Re di
Francia. 106
Querele del Papa,contra'IDuca di Fer
rara. 244
Querele dell'Imperatore contra'l Redi
Francia. 297
(Querele del Re d'Aragona contrai Con
federati. 326
Querele di Carlo V. contra papa Clemé
te. 453
Quefta Gentildonna fi chiama Anna So
lera fecondo il Giouio. 63
Quello Don Giulio,uiiTe in larga prigio
neper fino all'ultima uecchie/za del-
laquale fu cauato l'Ann. M. D. L X.
da Alfonfo Duca di Ferrara, & coli
morì libero. 191
Quintana Secretarlo del Re Catolico al
Re di Francia. 344
4*$ R $&■ .
RAfael de' Pazzi prigione. 273
Rafael de' Pazzi morto. 304
- Rafael Riario Cardinal di San Gior
gio, imprigionato in Caftel S. Agno-
lo. 384
Ragione dell'Imperatore nello flato di
Milano. . 101
Ragione chauea la Reina Elifabetta nel
Regno di Cartiglia. 178
Ragionamento tra' Re d'Aragona , oc
Francia. 200
Ragionamento dell'Imperatore co Cia-
monte. 235:
Ragione che pretendeuano i Cardinali
di chiamare il Concilio. 27 J
Ragioni, che pretendeua Carlo Impe-
ratore nel Ducato di Milano. 400
Ragioni,c haueano i Francefì nel Duca
todi Milano. 101
Ramondo di Cardona Capitan delle ga-
lee
= =V
Ice di Spagna. i jo.283
Rapolano. 74
Rapale prcfa dagli Aragonesi, fotto la
guida d'Obietto dal Fiefco. 24
Rauenna prefa dal Papa. 231
Rauenna prefa,& Taccheggiata da' Fran
cefi. 3 04
Raueikn Gouernator Regio, fi parte di
Genoua. ipi
Re Carlo Torfi. 98
Re Carlo à Parigi per prouederfi di da-
nari alla pallata d'Italia. 81
Re Carlo muore. 5,9
Re de' Romani, e 1 Cardinal di Roano
in Trento. 130
rc de Romani chiamato in Italia da Lo
douico Sforza. 82
Rede'ivomani à Liuorno. pò
Re di Francia muoue guerra in Ifpagna.
i 60
rc di Francia, & di Spagna, s'accor-
dano adailaltare il Regno di Na-
poli. 133
Redi Francia fdegnato contrai Fioren-
tini Se gli, Suizzeri. . 134.242
Re di Fi ancia richiama il Tuo esercito à
Milano. 176
Redi Francia afpira alla pace col Papa,
& con checonditioni. 30?
rc di Francia inchinato, alla pace .
30;'.
Redi F rancia eforta il papa a far Lega
feco. 3 5 r
aedi Francia comanda al Valentino,che
lafciafrar Giangiordano. 150
Redi Francia nega ilfoccorlo a' Fioren-
tini. 181
Re di Francia ("occorre i Pifani. 21 e
rc di Francia acccta la cófederation del
Papa. i§7
Re di Francia in Italia. 1 43.440
uè di F rancia attedia il Calici di Milano.
4Jo
Redi Francia uerfo Pania. i\)id.
re di Francia piglia in protettione il Pa-
pali Fiorentini. 451
re di Francia domanda il pafTo al Papa,
per andareà Napoli. 4^2,
redi Francia dato all'ocio, & a' piaceri.
4?6*
re di Francia in Italia. 377
re di Francia à Marignano. 3 j 8
rc di Francia uerfo Italia. 3 e 3
redi Francia inchinato alla pace. 306
redi Francia in penderò di fare lim pre-
fa di Napoli. 366
redi Francia afpira all'Imperio. 301
redi Francia ha fofpetto di Papa Leo-
ne, & della (ha beniuoIenz.u 309
redi Francia fatto prigi jne. 4*0
re di Francia in pericolo della uita , per
gran dolore. 47C
re di Francia liberato, Se in che modo (ì
-.fece il baratto de la fu a perfona, &
de'iuoi figliuoli. 488
regno di Francia, in che modo fu falua-
to. 34z
regno di Granata uenne fotto l'Imperio
di Caviglia. 178
regno ò Muria del Papa,mandatoà Fio
renza. rcp
regnicoli inviabili. 48
re d'Aragona (1 fcrue di due frati, per
trattare la pace con Francia. 324
re d Aragona muore hauendo regna-
to anni xlij. $66
re d'Inghilterra muoue guerra a Fran-
cia. 312
re d'Inghilterra fdegnato contra'l fuo-
cero. 346
re d'Inghilterra difluade Francefco a paf
fare in Italia. 3??
re d'Inghilterra j che ragioni p ettnda
fopra il Reame di Francia. 447
red'Inghilt rra in foipetto ad Impera-
tore. 4 y r
re d'Inghilterra, & fua ambiti me, circa
l'elTer giudice delle differenze .ra'Prin
pi Chriitiani. 4^9
re di Spagna afpira all'Imperio, & per-
che. 302
re Carolici perfuade l'Imperatore ad
abbracciare la pace uniueriàlc.
z6j.
C 4 Reggio
Reggio fi dà alla Chiefa.
Reggio prefodal Duca di Ferrara. 438
Renzo da Ceri àBrefcia. 330
Renzo,& fuo ualore- 346*
Renzo à Bergamo. 3J0
Renzoefciedi Bergamo co accordo, ibi.
Renzo al foldo del Papa. 3 $ 9
Renzo nel San efc. 427
Renzo fi lieua di Siena. ibid.
Renzo aflalta Orbatello. 428
Renzo a fluita Rubiera. 437
Renzo à Vigeuene. 444
Ricaicnfio Catalano,Capitan dell'arma-
ta di Spagna. 60
Riccardo Pacceo. 448
Ricchezze del Cardinal di Volterra, pre
loda! Papa. 43 $
Ridolfo Gonzaga muore. j<£
Sforma nuouadel gouerno di Fioren-
za. 317
vimini, & Faenza fono richiefteda! Pa
paa'Vinitiani. zi3
Kigaultà Milano. 81
Pinuccio condottier de'Fiorentini 103
Pinuccio da Marciano , Condottier de'
Fiorentini. 73
i^inucio da Marciano in Capua. 137
Pinuccio da tarnefe, & Bernardin dal
Moncone. j8
Kjnuccio in ual di Nieuole. lof
isjnaldo Orfino prigione. 1 40
Rinaldo Zallo.toglie il Cardinal de' Me-
dici a'Francefi. 309
rifpofta de' Fiorentinià gli Oratori Fran
cefi. 17
Riipofta del Ligni a' prigioni. $0
rifpofta de'Fiorentini alflmp. 89
rifpofta de' Vinitiani a'Fiorentini. ioj
rifpofta de Fiorentini al Duca circala co
federar io ne. 1 1 8
rifpofta de' Vinitiani all'Oratore Apodo
lieo. . 166
rifpofta de'Fiorentini alle querele del rc
di Francia. 210
rifpofta de' Vinitiani all'Araldo France-
se. z 1 8
rifpofta del Principe d' A nault à gli Ora
tori Vicentini. 246
rifpofta de'Bolognefi al Papa. 27*
riipofta del Viceré alle querele del Le-
gato. z9i
riipofta del Viceré a' Fiorentini. 314
riipofta di Giouan Corfi alJ'Imp. in dife-
fa d i Papa Clemente. 4 j 3
rifpofta del i^e di Francia a' Capitoli.
4<58.
rifpofta magnanima d'un CaualieroCa-
ftigliano all'Imperatore, che gli do
mandaua il fuo palazzo, per alloggiar
Borbone. 478
rifpofta di Carlo V.all'Orator Vinitia-
no. A6$
rifpofta de Vinitiani a Cefarefopra ia
dimanda della Lega. 477
ripa Tran fona. 398
riuolta prefa da'Francefi. 2 19
rizzano Capitan Tedeico ferito. 3 46
roberto Orfino ritiene gii danari delle
paghe al /<jc di f rancia. 306
rocca Bianca prefa da Lautrec. 409
rocca di Gaeta s'arrende. 4^
rocca Guglielma. p$
roccalbertino. j^i
rocca Perotta. 376
rodilfola,prefa da'Turchi. 429
roma in tumulto percagion del Valenti
no°liOrfini. 164
roma in tumulto nella morte d'Alefian-
dro VI. 162.
tofa abbruciata. 444
roftio e/orca gli Suizzcri à tornarfene à
cafa. 3^2
rotta de gli Aragonefi a i^apallc. 24.77
rotta deL'armata Francefe. 60
rotta de'Francefi à Laino. 84
rotta de'Papifti. 91
rotta de'Fiorentini a San regolo. 104
rotta de gli Orfini à Monticelli, ibid.
rotta de' Pifani à Calcina. 1 o j
rotta delle genti del V aldino à Cagli.
147
rotta de? rrancefia Terra nuoua. 1 5; 1
rotta de'Francefi à Seminara. 1 j y
rotta de'Francefi. 1 5 6
rotta
TAVOLA
'Vofc^X
.&
^^?
Rotta de' F ranceli a Moia. « 7o
rotta de Francefi al Garigliano, da che
fu cagionata. 171
rotta der Francefi aNouara. 332*
rotta de' Fiorentini a Ofole. 180
rotta dell' A luiano. 182
rotta de gli Ecclefiaftici alla Baftia. 267
rotta dell' enercito della Lega al Ta
ro. 17
rotta de foldaci Vinitiani, eV.diGio.Pa
golBaglione.ai Magnanino. 196
rotta dell'esercito Ecclcfiaftico, & Spa
gnuoio. 3°3
rotta de' Vinitiani a Marano. 345'
rottadegliScozzefial Tuedo. 34 *
rottade'Tedefchi a Battano. 34 5"
robertodi Vefte,Came;ier del Re man
dato a fare la reftitucione delle for-
tezze a' Fiorentini. 78
ruberta Marcia Tedefco , & fuo ualore .
ruberto Orlino in Germania,nuncio A-
pòltolico. 39-
ruberto Bufchetto al Papa. 381
rubiera prefa dal Duca di Ferrara. 439
Rubos prefo da Confaluo,doue il Palif-
fa fu fatto prigione. 1 ? 2.
rutti ottenuto d'accordo da gli Ecclefia-
fiici. 2"
ruiTi prefo, & faccheggiato da' Fran
cefi. 3°°
*©S S J>«r
SAcromoro Vifconte uettouaglìa il
Caftel di Milano. 3*9
Salazart prega il Re per la libertà de'
Pifani. 11
Salerno Malti, & la Caua, alzano le ban-
diere A ragonefe. 60
Salmo primo. 38
Sals abbruciata da' Francefi. 93
San Bràdano Lucchefe Coneftabile de'
Fiorentini in Librafatta, s'arrende.
131
Sanefimuouono guerra a' Fiorétini. 88
Saneii hanno loipetto de' Fiorentini .
carte 4*1
San Felice, e i Finale dati ai Duca di
Ferrara. 430
San Germano fi ribella da gli Arago-
nefi. 138"
Sanfeueiino prefo da' francefì. 74
San Giouanni della Vena. io?
San Goftanzo Caftello facche°oiato da'
00
Guafconi.
San Malo in Lione.
San Rimedio.
Sartirano prefo da' Cefarei.
Sauonarola feommunicato .
Sauonàrola impregionato.
380
83
7z
44*
99
100
Sauona,6c Varaginc s'arrendono a' tran
cefi. 4J4
Scala, CocolIo,& Bafciano prefi da' Vi-
nitiani. 239
Scaramuccia grotta tra i fiorentini,e i Pi
fan i al fiume Ofole. 180
Scaramuccia grotta tra i Genouefi, ei
francefi. 194
Scaramuccia grotta tra i Vinitiani , ci
ferrarefialla Polifella. 237
Scaramuccia grotta trai papìfti, e i fol-
dati difrancefeo Maria. 384
Scelerattzzc ufate in Capua da' fran-
cefi . 137
Scudo s'apprefenta a Reggio. 401
Scudo a Rauri . 413
Scudo a Coringo. 402
Scudo in R aggio, Motta francefe. 401
Scudo torna in francia. 426
Scufe de' Vinitiani, p^rno collegarfi nel
le guerre d'Italia con perfona > 1 8
Scufcdi papa Clemente con l'Impera-
tore. 460
Sdegno del Valentino contra pier de'
Medici. 13 1
Sdegno d'Alberto pio uerfo il Duca di
ferrara . 249
Sebeto fiume molto celebrato per le ri-
me del Sannazaro. éi
Seci etezza notabile de' fiorentini . 27 j
Segni appariti innàzi alle calamità d'Ita
lia. 22
Selim principe de' Turchi. 387
Se'im muore. 380
Sere- 2:
1
^^AmrTAC.^^,
- Ws^AK^&ZMFMPW X
Serezana,8t Serezaneìto. iS \
serezana darà a'Genonefi per danari dal
Baiìardodi Bienna. 78
ser Iacopo d'Appiano no!aio,diuentaSi
gnor di Fifa. 40
sforzo ultimo de' Pifani5pcr foccorrer
Pifa. 114
stena in protetticnede' FranceG. 5 1
siena uenduta dall'Imperatore al Papa.
32?. 464
Sigismondo CabalIoj& gìo. Forte, fug-
gono in Cotogna. 3 ;o
sigifmondo Malatefta occupa Rimini >
428
sigi biódo Segretario d'Alberto da Cor
pi ammazzato. 474
signora di Forlì fatta prigione , è man-
data a Roma. 116
signor di Piombino > & Gio. Pagol Ba-
glioni,Capitani de' Fiorentini . 104
signori d'Italia confederati contra il Va
lentino. 147
siluio Sauelloa Vmbriano. 546
siluio rotto da Renzo Capitan de' Vini
tiani. 336
siluio rotto, & poflo in fuga da Renzo .
sin giare. 356*
sinibaldodal Fiefco. 416
soccorfo della Lega mandato al ponte-
fice. 49
soccorfo nuouo di Francia mandato al
FOÌS. 2£c
soccorfo mandato a Bologna da Galton
di Fois. 294
soccorfo de' Francefi. 44 j
soldati d'F.gitto , in che modo fi creaua-
no. 388
soldati Fiorentini fualiggiati da' Vini-
tiani. 3 1 1
Solimano fuccede nell'Imperio aSelim
fuo padre. 389
Solimano entra in Rodi. 450
solatolo prefo da gli Ecclefiaftici. 222
sommadi danari domandata dall'Impe
ratoreal Duca di Milano, peri'inue-
toura» 473
sonzino Benzone da Crema impiccato.
248
: sofpetti del Re di Francia,nel maneggio
1 della pace uniuerfale. z6%
sofpetti, chaueua il Papa del Re d'Ara-
gona. z8o
soletti del Re di Francia cótra l'Impe-
ratore . 288
Spagna diuifa tra fc,s'unifcc contra Fra
eia. 3pp
spagnuoli pofti in difordinc da' Fran-
cefi . 151
spagnuoli a Terra nuoua. ibid.
spagnuoli padano il Garigliano. 1 70
spagnuoli furono i primi in Italia, che
comincia (fero a uiuereadiferetione
m
spagnuoli fuggono nella fortezza di
Bergamo. 3*0
spagnuoli tornano nel Regno. 387
spefe'dc' Vinitiani nelle guerre di Lem
bardia. 373
stampace fortezza de' Pifani. 122
stampace prete dal Vitelli . 123
stampace abbandonata dal Vitelli. 1 23
statichidati agliSuizzeri dal Tramo-
glia fi fuggono in Germania. 343
«tetano di Vers,e'l Vefcouodi San Ma-
lo , efortano il Re all'andata d'Ita-
lia, io
strade dell' Apcnnino per uenire in Ita-
lia. 3*f
strage fatta in Brefcia .
196
stratagema de gl'Imperiali per metter
danari in Pauia. 45-5-
stratagema imaginata da' Pifani, per op
primerei Fiorentini. 225
suares Spagnuoio , & Oratio da Fermo.
37.8 .
suizzeri dichiarati ribelli dell'Imperio .
117
suizzeri paiTano dal campo Francefc al-
lo Sforzeico. Ù7
suizzeri inftabili nelfcruire in guerra .
123
suizzeri molcftano il Re di Francia in
Lombardia. 1 $ \
suizzeri
M
I suizzeri fan Lega coi Papa . 243
suizzeri ucrib 1 etterato della Lega .
4I2
suizzeri s'unifcono con I'ettèrcito. ibid.
suizzeri fi partono da' Francefi. 413
suizzeri itmiati poco fedeli. 368
suizzeri al ponte a Ti efa. ayi
suizzeri iì ritornano a caia. z$z
suizzeri s'apparecchiano di pattare in
Italia in fauor del Papa. 285?
suizzeri fi ritornano alia patria . 2510
suizzeri fd.eg nati contra'l Papa. 307
suizzeri faegnati contra Francia, ibid.
suizzeri fanno la mafia a Coirà. 308
suizzeri s'unifconocon l'cflcrcito Vini
tiano. ibid.
suizzeri chiamati liberatori della Chie-
fa. 312
suizzeri , & loro armi in molta riputa-
tione . 323
«uizzeri non uogliono accordo alcuno
con Francia . 324
suizzeri difendono brauamente Nouar
ra* . 33 J
suizzeri adirati contra i!nome,&fat-
tion Francefc. 341
suizzeri acampo'a Digiuno. 342
suizzeri s'offerifeono al Papa d'aiutar-
lo contra Francia. 3?i
suizzeri fi sforzano d'impedire iJ palio
de' monti a' Francelì. 35?
suizzeri trattano d'accordo con Fran-
cefi. 3 y 7
suizzeri temerariamente affaltano Fra
cefi. 361
suizzeri fi ritirano ucrfo Milano in ordi
tìanza. ibid.
«uizzeri s'accordano con Francia . 373
suizzeri in Italia al foldo di Leo X. 305»
suizzeri al foldo di Frauda, per l'acqui-
fto di Milano. 422.424
suizzeri fi tornano a cafa. 42 S
*&$
&C
TAranto prefb da' Viniriani erendu
toa Ferdinando. 91
Taranto s'arrende a Confaluo per
accordo. 1 3 rf
Tarlatino entrain Pifa. I31. 180
Talbot Capitan di Calès. 341
Tarlatino,& Pietro Gambacorta,Cnpi
tanide' Genouefi. J93
Tauernelle. 96.579
Tcdcfchi per non efTer pagati abbando
nano il campo Francefe. 84. 309
Tedefchi aflaltati da gli Spagnuoli nel-
l'alloggiamento. 381
Tedefchi, & Grigioni uengono nel cam
pò Cefareo. 404
Tedefchi handitfìcultà di pattare in Ita
ha. ibid.
Teodoro Triulzia guardia di Vicenza,
&di Milano. 337-45' f
Teodoro Triulzi prigione. 414
Teodoro da Pauia medico eccelIentifTì-
mo. 2 7
Terre franche, perche fieno cofi dette.
106'
Terre de' Vinitiani appartenenti adi-
uerfi Principi. 213
Terre ricuperate dal Duca di Ferrara.
274
Terre di Romagna tornano fotto la
chiefa. 308
Terroana prefada gl'Inglefi. 342
Tefl*alonica,hoggi Salonic 172
Teforo del Duca di Milano. 121
Timidità di Lodouico Sforza $2
Tirar la guerra in cafa fua j? rimuouer-
lada quella d'altrui è cofa da pazzi. 21
Tito Tagliaferro da Parma. 438
Titolo di Re di Gierufalem , come ue-
nitte nel Redi Francia. 133
Tcmmalfo Fabbro da Rauenna mor-
to. 333
Tommattb di fois Monfignor dello Scu
do. 387.4*4
Tornai prefa da gl'Inglefi. 3 4*
Tortona faccheggiata d'Allegri. 127
Tofcaneila faccheggiata . $0
Tradimento de gli Suizzeri a Nouarra.
128
Tranquillo a guardia della Rocca di Pe
faro. 370
Tran-!
s <? t < ^g^^^^^iga^ak,
^
SS
OLA
;«■__' «■« »w«LUk.«ìg
--.^^^-^^7 ■«■■, , MI I I ' I
Tranquillo appiccato. 370
Trattato contro a' Capitani Celarci, or
dinato dal Morone . 473
Tiattato in Bibbiena, feoperto . 108
Tiattato del Vefcouo di Ventimiglia,
feoperto. 35??
Tiattato nuouo contrai Duca di Ferra-
ra. 397
Trattato dannofo a gli Aragonefi a Ca-
fre I Gifone. 74
Trattato di Taranto,(coperto. 80
Treuipiefoda' Francefi. 218
Treuiprefo^ Taccheggiato da' Vinitia-
ni. 219
Tieuifo fòlo matiene la fede a Vinitia-
ni nelie loro calamità. 22 ?
Trezoprefa. 323
Tribunato dellaplebe in Genoua. 191
Triegua tra Francia,& Spagna 94. $6
Trieguatrai Fiorentini3& Sanefi,& lue
conuentioni. ro6
Triegua tral'irnperatore^e'l Redi Fran
eia. 133
Triegua tra Spagna , & Francia , 5c Tue
conditioni. 17?. 3 44
Triegua tra l'Imperatore, e i Vinitiani ,
& Tue conditioni. 210. 3 06
Triegua tra'i Redi Francia, & d'Arago
na. 326
Triefti prefo da' Vinitiani. 209
Triefti, Riua, & Agretto, ritorna fotto
l'Imperio. 222
Trincee fatte da Profpero Colonna, per
prohibire l'entrate a' Francefi nel Ca
Itello di Milano. 422
Triftan Corlb prigione. 437
Triuignano Cartello. 92
Triulzio in Alti. 83
Triulzio (1 ritira ad Afti. 94
Triulzio, Battiftino , & Sercnon ad Al-
binga. 9s
Triulzio fi ritira uerib Nouarra. 127
Triulzioa Rouere. 208
Triulzio General del Redi Francia in
Italia. 268
Triulzio in Eluetia. ' 324
Triulzio loda gli Suizzeri. 361
Triulzio General de' Vinitiani. 364
Triu'zio in fofpetto, & erofo ai Re di
Francia. 390
TròcciesCamerierdel Papa. 14?
Troilo Sauedo prigione. 73
Troilo Sauello al foldo de' Lucchefi .
180
Troilo Sauello, Achille Torello, & Mu
tio Colonna,Capitani dì cauai, man-
dati da Papa Leone in aiuto di Cefa-
re contrai Vinitiani. 334
Troilo Sauello a Fano . 3 76
Tumulto nato nella città di Pifa , per lo
quale il Concilio fi difTblfc 287
Tumulti nel Ducato di Milano . 329
Tumulti in lfpagna per cattino gouer-
no de'miniftriregii. 397
Tumu!to,& fofpetto de' ibldatr, ch'era-
no in Parma. 417
Tumulto nato ncll'eiTercito Ecclefiafti
co. 380
Turchine) Friuli. 12?
4*Q V $è>
VAldilera prefa per forza. 229
Valeggio , è un de' palli del Men-
zo. 238
Valeggio, & Pefchiera s'arrendono a'
Vinitiani. 330
Valentino fatto gentiMiuomo Vinitia-
no . 132
Valentino dichiarato Duca di Roma-
gna^ 134
Valentino fi parte del dominio Fioren-
tino per commiflion del Re. 13 J
Valentino in Capua. 137
Valentino riceuuto ingrana del Redi
Francia. 14 $
Valentino chiede foccorfo al Re di Fra
eia. 147
Valentino afpira a farli Signor di Pifa .
160
Valentino di che fi lametaua nella mor
te del padre. 161
Valentino delibera di feguitare la parte
Francefe. 163
Valétino alfaltato in Roma da ali Orfi-
ni ,
<£ /^? />/^/^/^
%^Jj^^^^^^^^^
nijtug^cin Oaitei 5a.t Annoio. 16$
Valentino e ritornato dal papa. 16 /
V alenttno dà i contrafegni delle fortez-
ze di Romagna al papa. 174
Valentino fi fugge da Odia à Napoli,
ibidem.
Valentino ritenuto da Confaluo è man
dato prigione in llpagna. 175
Valiefi,Sc Grigioni confederati di Fiati
eia. 243
VaHefi>cofi detti, perche habitano nelle
Vaili 285?
Valenza prefada'Francefì,& in eh e mo-
do. 1 ip
Vanagloria di Lodouico Sforza, &fuoi
difegni intorno alle cole di Pifa. 7§
Variamento del numero de motti, nei
fatto d'arme a S. Donato. 3 6 1
Vatii difeorfi fopra gli andamenti del
papa. 270
Vberro da Gambara. 307
Vdine s'arrende a'Tedefchi. 279
Vecchio da Couiano. 438
Vecch^cheprcdìiTe lauittonaaireder
cito della lega contra Francia, non. fu
mai più ueduto. 41 4
Vinitiani deliberano d'aiutar Fifa per
impadronii tene. 76
Viniuani pigliano la prottetione di ri-
fa. 7B
Vinitianicon che condinoni foccorre-
no Ferdinando. 79
vinitiani s'accordano , che le ragioni di
Pi fa fi rimettono nell'I mp. 87
viniriani manda nuouo foccorfo à Pifa.
vinitiani al foccorfo di Lod. Sforza. 04
yinitiani non acconfentono di render
pifaa'Fiorentini. 98
v initiani richiamano le genti loro di To
fcana 116*
vinitiani à Lodi. 121
vinitiani dannò il Cardinale Afcanio,«3c
molti altri al Re di Francia. 128
vinitiani ldegnati contrai Valentino.
146
vinitiani aflaltano Cefcna,&le terre di
Romagna. joo
vinitiani intorno à Faenza. ibid.
vinitiani fan pace col Turco, & perche.
172
vinitiani negano il parto à Àia film II iW
no3& l'efìòrtano a uenire fenza effer-
ato. 1 8 3
Vinitiani dubbiofi ronchi G doueffero
co'ìcgare, o coi Redi Francia, ò con
l'Imperatore. 202
vinitiani concedono il palio a Malfimi-
Jiano uenendo fenza efferato. 205
vinitiani hifaano l'oppugnatione della
Pietra. 209
vinitiani autori della guerra mefla con
tra di loro. 2 1 1
vinitiani tentano pacificarli co' Re Chri
ftiani. 2,1 6
vinitiani in gran confufioneper la rotta
di Ghiaradadda. 221
vinitiani ritirano lelor genti à Meitre
222
vinitiani ripigliano Padoua. 224
vinitiani negano la triegua à Ceiare .
v in inani contro a Ferrara. 237
vinitiani à Verona. z$6
vinitiani riperdeno il Polefine, & molti
luoghi uicini. 244
vinitiani rotti (òtto Brefcia. 364
vinitiani aflaltano Brefcia. \e^
vinitiani perdono lapiazzadi BrefciaJ
2Cj6.
vinitiani, e'I Ducadc Milano aiutano i
pifani.
vinitiani non danno foccorfo a Cefare
contra Francia,& perche. 450
vinitiani nella guerra tra Francia, &
Spagna in Lombardia, moitranp di
ftar neutrali. ^55
vinitiani non ratificano la Lesa con ^e
fare,& percht, 471
vinitiani perche haueuano paura di
Carlo V.dopo la rotta di Pania. 460
vinitiani esortano il papa à far Lega
feco,per ialuted'ogn'uno. 461
venumigliaaffa.ta Concordia. 39 f
a
^^C=>Vc^fe>^^|
■VoV'
9
Q
Yc»ii|aàe rranccfiin itaiia,chc cola1
partorì^ i?
Vercelli come ueniuc in mano del Du-
*3
457
4if
135?
373
ca iai Saùoia.
Vernacula rìumiccllo.
Veruli prefo da gli Sulzzeri.
Ve ri u col a prefa a patti.
Verona, & iuo (ito.
Verona confegnata a' Vinitiani.
Vefccuo Remolino digradò fraGirola
moSauonaro'a. 100
Vefcouo di Si(teron,e'l Marchete del
Finale. 177
Vefcouo dì Concordia , & di Terni , &
maitre Gratiano,(òn mandati dal Pa-
pa al Re Carlo. 33
Vefcouo di Cremona a Vinetia,per ac-
cordare i Vinitianicó Lodouico Sfor
za. 127
Vefcouo di Tiuoli Orator del Papa a'
Vinitiani. 166
Vefcouo di Tréto,iI Serentano,il Triul
zio,Carlo Giufré,& Zacchcria Conta
lini trattano della triegua. 209
Vefcouo di Parigi , & Alberto Pio da
Carpi al Redi Francia. 213
Vefcouo Gurgenfe. 25?
Vefcouo Gurgen fé a Roma. 310
Vefcouo di Gurfia in Torli. 2^7
Vefcouo di Vctimiglia,prigion de' Fra
cefi. 270
Vefcouo Vitello dà la Cittadella di Bo
lognaalPapa. 274
Vefcouo Vitello dà la Rocca di Rauen
na a' Francefi. 304
Vefcouo di Marfilia a Roma . 334
Vefcouo di Tricaricoin Francia. 347
Vefcouo de' Petrucci, cacciai! iuo cugi
no Borghefe, figliuolo di Pandolfo,&
fi fa Signor di Siena. $66
Vefcouo di Piftoia , & Vitello Vitelli a
difefa di Modona. 410
Vefcouo di Piftoia,&fuoprogreiTbcon
tra'l Duca di Ferrara. 416'
Vefcouo di Baiofa a rinetia. 434
Vefcouo di Piltoia al Re di Francia , in
nome del Papa. 464
J
v efeouo di Trento Gouernator di vero
na. 228
vfriciali del Re di Francia fuggono di
Milano. 309
vgo di peppoli. 385
viaggi de' due efferati per la Roma-
gna. • 299
vicariato paefe doue è pò Ito. 378
vicentini chiedono mifericordia a' Fra
cefi. 244
v icen za s'arrende a diferettione . 246
vicenzo di poggio, & Lorenzo Totti ,
fan tumulto in Lucca. 4^8
vicenzo Maiatto a Reggio. 43 $
vico pifano prefo dal vitelli. io?
viceré d'Aragona fugge l'impeto de'
fuoifoldati. 31?
viceré fi partedi Tofcana. 319
viceré dubbiofo , & uario nelle cofe di
Lombardia. 329
viceré di Napoli al foccorfo di Milano .
viceré fi ritira a pontemuro. 36*2
vigeuene donato dal Re al Triulzi.i 11
vigeuene prefo dagli Sforzefchi. 127
villamarinaCapitan del papa. 103
villani Bolognefi ruppono l'eflercito pa
pale. 173
Virginio Orfino compera i Cartelli di
Francefchetto Cibò. 4
Virginio Orlino accommoda la lite del-
le Cartella col papa. 12
Virginio Orfino a Tiuoli. 2f
Virginio Orlino alfoldode' Fraeefi. 74
Virginio lafcia andare i figliuoli al fol-
do de' Francefi. 34
v irginio, ci Conte di pitigliano , fi riti-
rano a Nola. 37. fatti prigioni. 38
virginio,c'l Contedi pitigliano li lamcn
tanodeflcre flati fatti ingiuftamente
prigioni. 50
Virginio a Gualdo . 73-7 4
Virginio Camillo, & pagol vitelli uerfo
1 Abruzzi. 79- 8o
virginiojSc pagalo Orfini imprigionati
in Caliel deii vouo. 85
Virginio muore. 9}
vif-onte
s
18 ■ m*> ■ l'I «ni 1 'i »■
e
T A
OLA
35=
fu ( >. (^ />v (f> USg^^Ja Cr\ se fr*j£_
viltoace in Alexandria 422,
vitellozzo fi fugge in pifa. 124
vitellozzo, Gio. pago! Baglionc3& pan-
doifo petrucci,cercano di rimetterci
Medici in Firenze. 141
vitellozzo vitelli in Arezzo. ibid.
vitellozzo nel Cafentino. 143
vkclIozzo,& Liueiotto da Fermo3ftran
golati. 149
vitellozzo piglia Sinigaglia. ibid.
vitello vitelli,rompe il Duca di Ferrara
al Finale. 412
vitello, & gli altri Capitani abbandona-
no perugia . 420
vitfruft Oracor Cefareo appretto al pa-
pa. 266
vitfruft nella Mirandola. 276"
vittoria attribuita a' Francefi nel fatto
d'arme del Taro. f8
vittoria di tredici ltaliani,contra tredi-
ci Francefi. 1 y^
vittoria de' franccfi. 220
vittoria d e gl'lngiefi contrai Francefi .
vittoria del RediEranciaa San Dona-
vitroria de gl'Imperiali contra i Fran
cefi. 42?
vittoria dc'Ccfarei contra i Francefi. ,
446
vittoria perduta da Lorenzo de' Medici,
&fuàoccafione 379
vltima guerra de' Fiorentini contra r pi
fani. 226
vn figliuolo di Mompenfiero,muore fo
pra il fepolcro del padre. 1 3 8
vn medefiino configlio rade uolte piace
a due efferati rumici. 16
vrbino,& Camerino, ritornano fottoal
148
la Signoria del Valentino.
-*3
ÌXr
Z Accana Ffegofo, flrafcinato a co-
da di cauaJlo. 330
'Zitolo da perugia. 22$
Zitolo da perugia ferito. 234
Zitolo morto. 273
Zucchero Borgognone rotto da' Fran-
cefi . 4j0
Zucchero Borgognone. 374.440
IL FINE.
—^i
^*J* fa /~ ^ Cu /* fa /k (k fajJZL
>
M
*^z£y
G I V D I C I O
DITHOMASO POR CACCHI
DA CASTIGLIONE ARRETINO
SOPRA L'HISTORIA
D 1
M.FRANCESCO GVICCIARDINf
Gentil* huomo Fiorentino:
Nel quale fi difeopre tutte le bellezze di qucftaHiftorìa.
C 0 7S7 -PRIVILEGIO.
'$$&
''^'^>> %£*»?
IN VENETIA, APPRESSO GIORGIO ANGELIERI,
M. ~D. TXXIIII.
■
-z !
G I V D I C I O
DITHOMASO PORCACCHI
DA CASTIGLIONE ARRETINO
SOPRA L'H ISTORI A
D I
M.FRANCESCO GVICCIARDINI
Gentithuomo Fiorentino*
0 N credo che fi a alcuno di coloro , e bab-
buino fin bora fatto qualche fludw in-
torno aU'hiflorie , ilquale, fi ha con la
fimmità delle labra(comee in prover-
bio) djfiiggidto la prejentey che nella [uà
lingua natia fu fritta da M. F R A N -
CESCO GVICCIARDINI Gen-
tithuomo Fiorentino ,• non fia acida-
mente tornato aguHarla>{£) come di beuanda preciofa non
habbia uoluto fatiarfi fin quafi (per cofì dire) aKimbriache^
\ayimbriacbe^zjt non tanto Dionifia> o baccanale, quanto net
tareay & riceuuta dall'intelletto bum ano per e e ceffo di penfie-
rofiparato dalle bajfezge. Et certamente yal parer mioychi ffo[
gliato di paJfione>& d affetto > fi pone a leggerla , %) confede-
rarla
(±1
£~- ^—=Z-. —
=§gN[J
s^fe
niVDTCIO DEL PORCACCHI
aria; tirato da quella ^aghez^a, (he propriamente fetol rapir
glianimi purgati ; torna anchora, wna fjfpiu evolte iterata-
mente a rileggerla, & con più intero giudicio, ($j con più fal-
da attentwne a confederarla; tanto che qua fi da nuoua hidro-
pifeafepragionto,& occupato-, alt bora meno te ne catù la fète,
quando più anfiofemente rihai beuuto . tA me con effetto In-
ter uien quanto ho detto: et pero miferando l'altrui dtfeofition
con la miai Himo, chejì come io non mi fatto dt rileggerla, &
d'effeminarla; e ofe altri [ì a tratto dalla medefema ingordìgia:
tanto che fono entrato per ciò ìnconclufeone, che della Lettura
diquefla hifeoria ne auuenga quello, che diceua Socrate pr ef-
fe alatone nel V deb o auuenir del Bene; ciò è ch'effe non può
effèr comprefe in una idea, ma per lo meno con tre: laqualfemi-
litudinegia che ccftimprouifemente m'è feuenuta; piacemiche
feaprincipio sfondamento a quefeo mio difecorfe:^) tante fa
row,chefeanole idee di quefta hìfloria, quante fono quelle
che Socrate ha collocate nel Bene-, ciò e, Bellezza, Mifera, &
Verità: le quali fe mostrerò, che eia [cuna feparat amente &
tutte infìeme cifeanpoHe; uerrà qua fe pronai o ($f co?idufe,che
thifeoria del G V I C C I A R D I N O fa il Bene di Socrate : il-
che pero non e t oggetto mio ; già che io miro filo a ragionar
dell 'eccellenza deffa,^) che (per quanto Himoio,chefelo ferir
uo quel che a me ne pare) ejfea e digniffema di fengolar gloria .
Horconuien dunque (come ho detto) che in più duna lettìone,
e in più d3un difeorfe fi comprendano nell'hiflona prefen te
quefìi tre capi} della Bellezza, della £11 fera, et della Verità:
i quali
SUPKA L H I 5 I . UhL CiVICCIAKDINU. 5
E^< m g i^^gm^^^sg^
# jW; ali9 bora chiaramente faranno intefì> quando io bauro
dichiarato in che ciaf uno d\ffi confìtta.
LA BELLEZZA de ir Hijloria confìtte principalmente
nelle ragioni, dipoi nel giudicio, nelle defrittioni , ne Ih con-
cioni> ne li a granita delle fntentie, & nella diuerfità di K elo-
quenza : le quali rendono tbittoria non flamente bella , ma
ancbora utile . Ter le ragioni s'intende, che tu non e (prima
mai lituo concettose non bai trottato le prone da fflentarlo.
T?er le ragioni s'intende ancho, che fi nel? hittoria tu induci
-un Principe, chabbia ^voluto moucr guerra ad ^vn altro, tu
ftppia le ragioni, che a quella guerra (hanno indotto , & le de-
(criux: e in quefìo modo uengono rimiate & di/coperte le pre-
tenfìoni de Principi fòpr a gli flati altrui . In quefla parte U
GVICCIARDINO e tanto eccellente , che non mai feri-
ne alcuna co fa , ch'egli con la ragion ?ion te Ufottenga ,• mai
non efyone Udefìderio d'un Principe y o d'un potentato > ctìei '
non difeopra ilfecreto delfuo configliela cagione > co fi apparen j
te , come occolta, chelomoua: e inquefto, hauendo con lungo \
ttudio riuoltato (bifìorie di diuerfenationi,m tace le pr et enfio j
ni antiche >& nuouefòpragli flati di quetto, o di quel Princi-
pe. Inquetto modo nel libro primo a carte 6. fi leggono le Ra-
gioni, chela Corona di Francia pretende uà nel Regno di Napo
li,&le cagioni delle tante gmrre, che fùcceffero fra gli drago-
ne fi ft) fli Angioini. Cofia carte. 101. al principio del libro
quarto fonpottele ^Ragioni , chaueuano i Francefi mede fimi
nel liticato di Milano, ffi quelle appreffi, che ruhaueua tlm-
a 3 per io:
%r<A> <apt
ui i^t >^~_>^' \-A"SyrT^r^srT^^^VJKr^
Yifrmi
GIVDICIO DEL PORCACCHI
i
^ycSxsy
^coVct^
»
/>f rio : ta^rc che di qui uien mawfefiata forigin dille guerre
fra Ce far e & ¥ rancia : e in molti altri luoghi pienamente que-
lle particolarità fan difhfi tngutfa, che intorno a ciò tu non de-
fideri in quefia hifioriapiu altro . Il Giudicio confitte « non pu-
re moffemarte leggi, eh 'appartengono ali hiHor'u oselle quali
rzopne/o, quando tratterò della Mifìtra>3ma amberà ne lì 'ordi-
nerò difiofitione ,in fàper prender gli huomini*, {gjprefi manie
nerli,à uariarl?> fecondo che fi trottano coflati3inJìabili,o uarij*
Lordine diche qualità fia^tutto farà dame abbracciato l mei
capo delLi'3'ifiira : fi che et daquefie cefi detic* & da quel-
le che poco apprejfo per me fi dir armo fora chiaro yche ilgiudicw
dell' Auttorprefentc, è fiato /ingoiare. Nelle defirittioni tanto
de 'luoghi ,quant ode * popoli ideile Mattoni, delle leggi, & delle
confitte tudim loro e alcune uolte co fi di ffo fio , che tu più toflod
riputare ìli lafiiuo V otta, che grane Hifìorico:maperò effindo
in quefia parte lapoefia,et thifioria molto conformi; tu non hai
che potere opponergli. Sono in quella neramente (come ho det-
to) la poefia et thifioria conformile in alcune altre parti ambo-
ra: le quali affi n che benepoffano effir wtefi^non mèpuntogra
uè con uerità riferire. ^Propone lapoefìa,propone ambo Ihifio-
ria di quelcl/effa deue trattare :et fi ciò babbia fatto il G V I C
C I A R D I N O ^ o nòs it principio delubro primo di quefia fa-
ttoria lofarà manifefio : oue propon di fcriuer le co fi accadute
alla memoria fiua in Italia, dapoi che l armi de Francefi,cbta-
mate da Principi Italiani, cominciarono a perturbarla . Vfa la
poefìa>fè} ufk C hi fìoriai generi demoftr attuo, & deliberatiuo:
quello
K<^y:^&
.yoyoyoT
SOPRA L'HIST. DEL CTVTCCIARDINO. 4
>* — — — — - srUìiK ■» . ^^ ^^_^J^J._ - 1
£
flftH^? danando i uitij^t lodando le uirtu^ quefìo introducendo
parhmenti>et con/ulte. Et chi è più acerbo >et più rigido neldan
vare indiffaentemeie i uìtij altrui di queliti e quefìo Aut torci
Chi alTincotropiu efficace nelle lodi della tarili? ma buno et tal
tro pere fatto con tal contrapefo^che tu non hai gìufla ragion di
biafmarlo come troppo appaffìonato>nè chef a fuor de termini
della modeftia. Hauui etUndio il genere giudi e iale alcune uo/te,
iìqual ninno e, che nonfappia^che di rado fidi fgiugne daldelibe
ratino. Attendono lapoefìayet thifioria adoffèruare laprudetiay
7 decoro :onde tu non leggerai in quefloAuttore cofafproportio
nata; /è però ?2òn ci legga anco il parere & ^iudiciofuo^ccwche
tu comprenda, ch'ei la cono fé per tale .Leggi nel hb. 3. a car.96.
ilfuccejjo della morìe di Frace/coDuca di Candid, fatto amma\
zar da Ce far e Borgia fio fratello , et le cagioni di queBo: et rico
no fi in quel e afe, del quale pochi ne fno più difproportionati ,
laprudentia,e il decoro delthiforia et delishiforico:ouero egli,
come d'altri accideti tali, f riporta alle uoci,et alla fama,fècon
do chefriue di quelle 4 0 . geuLìonne ,che nella prefa di Capua il
mede/imo Valentino ffielf per le più belle, e delle altre, che per
non perder bhonoreifìgettaron nefo%gi,et nel farnetiche e nel
f.a e. rjp.et queflo medefmo eh io qui ti addìi 'o^non ti eprohibi
to co fi derare in infiniti altri luoghi^gik che a me baila addurne
uno,o dueperejjempio . Eguale e lo sforzo che fa l'hifioria con
! quel che falapoefìa,ingegnandofl3 una & l'altra, d'infigvare,
| di dilettare, di comouere,et digiouare : ma tanto pm qutflo ef-
fetto lo fa t Infiori a, quanto ella ci ammaefìra negouermpublici
a..
a 4 & ne
GTVDICTO DEL PORCACCHI
5^~s — —
il
■*?rr
^^Z
s:
S,
*S
& nèpriuati* Laqualcofifipendo il G V I C C I A R D J N O
j/f» nel primo principio per /Ha/e 3 quando egli dijfe, the dalla
^varietà & grandezza de gli accidenti, eh* egli era per de/cri-
uer e-, fi far ebbon potuti prender molti filutif eri arnmaejìramen
ù> fg) ejfimpu Luna ftj l altra e sforzata alcune njolte ri-
pigliar le cofe lontane >& antiche, perche meglio s'intendano
lepre/ènti, (gj moderne: ilebefi inqueftabt&orianjenga of
fèruato.; il luogo citato a carie 6 . del primo libro, oue parla del
Regno di Napoli, co fi di qua, come di la dal Faro ,• lo dichiara
aperto: nel qual luogo ricercando dal éMCCL XIV. in qua
■Cbiftorìe njeahte*, da tanto lontani tempipiglia il fio principio
per ^venire aprouar le moderne ragioni degli Angioini, o de'T^e
di Francia in quel Reame. Nella poefta & nell'hiftoriagfi ac-
cidenti/ubiti, e improuiji, i e a fi <~varij, e incerti, e bora fin
pieni di timore, bora difieranzjt, tal evolta d'allegrezza , &
tal di dolore $ fino fiejfi & frequenti . lìhiBoria ci manfefla
lira diuina : ma a queflo aggiugne la poefia i configli de gli
Deh le difior die loro , & quel che ejfi di /or mano operano.
Con quefia recita l'hifioria i prodigij: {jrfie dEthnici , pla-
ca l'ira degliT)ei coyoti, con le fipplicationi , co facrifìci, et
con ogni altro mezo, che le riffoHe de gli Oracoli le habbiano
infignato. *Ma l bistorta deChrtfiani, come ha recitato ipro
digiji accioche non paia, che noiprefiiamofede a fimilipredit-
t ioni, a He quali non debbiamo in alcun modo prestarla ,• non fi
diffonde in altro: perche, fi pure in alcuna parte ipopoli re fìi
no per quei prodigi fiammati-, fimpre fippone thiììorico Chri
fliano
'il ~ " ' -n-n;
■x<=>x<=>x
SOPRA L'HIST. DEL CiVICCIAKDlNU. 7
Stiano, che la Santa Madre (Jhiefi con te proceffoni 3 con [ora- \
tion'hco* digiuni, con le limo fine & con l'altre opere pie ci im-
plori il rimedio. Vero quando quefto hiBorico ha nel lib. xi. a
car.si$.fac.2.alfine,&4 nella ftguente 3 is>. parlato de prodi
gi occorjìin Fiorenza; egli non fòggiugne poi altro in ftmil prò
poftto. Lapoefia fgJlhiBoriafono egualmente <r>agbe delle
digrejfioni, delle amplificationi>($f delle ^varietà Jn far lafcel
ta delle cofè^ffi delle parole Jn collocarle & di/porle in atta et
conueneuolfedia &pofìtura: benché con più riferuo ciò faccia
Ibifloria, chela poe fa : la quale è più la/ciua donzella, doue
quella e piuriferuatamatrona>contenta d'un culto (af orna-
mento bonetto yfèn^a lijcio>o adombramento alcuno > mafehiet
to><& reale. Hanno fra loro altre conuenientie : ma quefìe a me
bafiino, per moftrar che quefto noftro HiBorico hafàputo , fe-
condo i tempi, e> le leggi nelle deferiti ioni effer lafciuo, & tem
perato a tempo. Conpfte dopo queBo la bellezza dell hiftoria
nelle Concioni: la qual parte potrebbe ageuolmente mouermia
credere > e3 hauefjeetìandio conformità con lapoefia^ ti proprio
della quale e narrar più toBo come ella era da efier fatta 3 che
come fu fatta . Onde noi nje diamo chebhiftorico, mentre che
induce a parlare huomini di diuerfènationi, & maniere di ui-
ueres gli può fingere a piacer fuo> fecondo che più gli par conue-
nirft \& ajfomigharfi al <vero: & gli fa parlar ,non come par-
larono, ma come in effetto eran tenuti $ obligati a parlare .
Ter quefto ricetto fi legge nel libro primo diquefla hiftoria
l Or ation fatta dal Conte Carlo Balbiano Conte di Belgwiofo
amba-
T^jtì^r
JET • \ ■■ - ~zzzzr
IfcwM— ■ IME— — — — I ■liiWIi» H
•y. ■ t
%
,u2lZ4^^^/?1&
b
ambafiiator per LodouicoSfor^arDuca di stilano a Carlo Ot
tatto Re di Francia per effor tarlo a ^venire in Italia all'acquifio
delire gm di Napoli s la qual( come io ho notato in marcine a
car. 8 .)[i legge ancho nel Giorno >ma formata bum diuerfa dal
Faltra.Cofinellib.8. e t or atione delibo gè Loredano per man
dar dugento nobili alla difefa di Tadoua: in nome del quale il
Mocenigo,e il Giufiiniano ne fingono ciafiuno una nella fia hi-
fi ortiche da quefla molto fin diuerfi : ilche e notato a car. 2 3 0 .
In quefte Concioni e collocato quafi tutto l'artificiose bd da ujar
thifiorko, perche ìhifioriariefia bella, & commendata per li
precetti dell'arte iperò ha da faper le formar , come conuiene al
genere, in che uerfa : nelqualcafi , quanto fi a degno di lode il
GVICCIARDINO, torationi da lui introdotte, & ma/fi-
mamente quelle del genere deliberai tuo > parlano per fi mede f
me,($f di/coprono i loro colori & artifici et allhorafipra tut-
to, quando ui fino introdottele rifiofie,come in molti luoghi ha
fatto :ma per mio parere (che è debole ,et di poco ualore) ottima
mente nelltb. 16. a carte 482. in quella di Mercurio Gattinara
gra Cancellier di Carlo Vxhe ptrfùadeuat Imperatore a unir fi
co Principi Italiani ,fin^a curarfi dell' union del Re Francesco
prigione i &per rifpo&a in contrario in quella di Don Carlo di
Lanoia Viceré di Napoli. Re Baci in ultimo da conofeer la Bei
le^a dell' hiftoria nella grauità deUefintentie, et nella diuerfi-
tà dell' Eloquenza . Quelle di che qualità fi ano , fg) fi fiarfi
frequentilo a tempo per tutto il corpo di quest'operati può com
prendere dal raccolto ch'io ne ho fatto , etfiparatamente hopo-
' fio
SOPKA LHISI. DELCiVICCIARDINO. 6
U»^»»»jljjm— —— g— — ' '■ '""' i' » ■— ^Ti\l i Hill i»» «—— — —■ — cu in— -a» 1 n imi il
!
/?(? innanzi a quefto mio Di fior fi .Ma la dtucrfità delleloquen !
f/'d in quefìo Auttore, non e punto inferiore all' altre bellezze .
dfr'cta è adorno, Pcrciocbe con ejfa motte tutti gli affitti ', la ma
rautglia,ilplaufi,et le uoci. Egli non e libero, come ti poeta .nei
le parole -,in maniera che fi diletti formarne dì nuove, o prender
ne dalle lìngue for e fiere, fi non quanto noi -vediamo ejfir per
me fio alla no/ira lingua, perche uenga arricchita ,firuirfì della
Latina, fecondo che la Latina ha fatto della Greca . E in ciò il
(7VICCIARDINO ha hauuto tanto grande auertimento a
effrimere ifuoi concetti con parole proprie^ fignificatiue , che
non hafihifato di fruir (ideile Latine, come noi uedìamo,che il
Bembo ,et molti altri con gran licentia, libertà, &giudiciofi
rihanno fruito. T*er quefìo ricetto ha ufato Confternatione,
per totalmente (piegar l effetto, che fa la paura in noi , quando
in <"vn certo modo ci aliena l animo : la qual njoce è latina , &
conforme a molte altre , che cihajparfi gtudìcìofàmente jfin-
zji che io ne formi catalogo . Ha sfiato Inciprignito, uocepro
pria di Fiorenza , che uol dire pieno d'odio , mal difpoflo per
offe fi riceuute , & altre tali . Nelle locutioni è tale , che fi
per facilitarlo alle nationi non Thofiane , tu gli leuoffi( co-
me dicono per la Lombardia ) ?vn poco di Fiorentinità $ di-
letterebbono molto maggiormente : dì maniera the in quefìa
parte njerrà imputato (fi pero quefìo fia uitio) come Liuto da
Ajìnio Politone della Patauinìtà, cofiegli da co fioro del proprio
della pdtria Fiorenza, che e diufire fpejfi alcune locutioni,
che paiano tronche , qual farebbe perduta d'ejfimpìoqueFia .
In ferì
^^A^^A^Agzps^gte^^^a^^
[VDICrO DEL PORCACCHI
! Inferì ne* breui tali parole , che fi patena comprendere batte uà
] non picc ola dubitatane ,&c. dem è chiaro , che fra l'infinito
COMPRENDERE,*// uerbo HAVEVA uorrebbono che \
fi \rametlejfe nynacongiuvtione CHE. Maquefìefin leggie]
re^e grammaticali, e?* quando bene (come ho detto) quefìo \
foffe njitioi a pochi (credo io)grauerebbe peccar nelvitio della
patria con Liuto Scriitor tanto illuHre delThifìorie Romane:
tanto piueffendo queflahiUoria fiata firitta nella propria lin-
gua natia: non fi può dire, che t hi Borico fia della città fiato pri
udegiato,& donato della cittadinanza T^omana^n modo, che
la lingua fiapiu toflo acquietata conio [ìudio, che con la natura.
Nel retto veramente egli e graue,copiofi, florido, erudito, &
dolce: &* effendo fimile particolarmente *fi fcffiì mai non è
rimeffo, mai non e ficco, mai non è fier ile: ma pieno, corrente,
accorto, <&* <-vebe mente; in maniera che quando tu lo par ago ~
ni con molti altri hifiorici di chiaro nome; que fio filo tu reputi
hiflorico>& a lui filo ti accofii:& ejfendo ìimprefà dello feri-
uer hifioria conueniente al buono &> al grande Oratore; tu per
que fi a non reputi il GVICCIARDINO meno eccellente
Orator, che hifiorico. Ha la copia de concetti , fgf) delle cofi:
ha (per tornare a dirlo) le parole belle, efielte : ha le locutioni ej
quifìte 0* leggiadre, le figure libere 0* quafi poetiche : e in
fòmma è d'un accommodato cor fi di dire, còl qual procede al-
la narration delle cofi fatte yeJfirnando a tempo ed debiti colo-
ri: per li quali ornamenti di tanto ell'èfùperiore all'altre, che
non gli hanno, che quefìa,per dover amentebifioria, &quel
le ^Annali più tofw meritano fìeffer chiamati . Ter. ioche gli ^on -
s
SOPRA L'HIST. DEL G VICCIARDINO.
nalifolamenteci dì/coprono le cofi fatte di più anni , offruato
anno per anno,fin%a render alcuna ragion de configli & delle
cagioni, che tndulfiro a far le dette co/e : do uè l'hiftoria alla
nanation delle co fé fatte aggiugne i configli, qJ la cagione per-,
che fitron fatte : le quali, fi tu remoueffi \ altro nonfarebbeihi
Boria, che no uè II a. £Md è tempo homai,ctìio njenga a dir del
la Mìfitra ,/èconda idea, del bene ,féj dame pò fa per f e ondo
capo di queBa hiftoria .
LA MISVRA, /ècondo artìcolo, ciò io ammiro in queB*
opera, e la legge dal GVICCIARDJNO ofifèruata , & da
gli firìttori per precetto afegnata . Ghiefia ha molti & diuerfi
capi, co quali deue effer con f derata :però io defluendoli a un
per uno ^ gli pr onero tutti ,per quanto/ara in me , in quefo hi-
Borico . Il primo capo , o precetto di quefla mifùra fé) legge hi-
fìorica,è chef deue far elettwn difggetto nobile, et memora-
bile,^ baffo, o uile:et,come a tata difyoftion e preceduta telet
tione*, deue fi ancho procurar informatìon uera, buona,etminu
ta di tutte le co fi , guardando fi dalle falfìt a, & dalle bugìe, ui-
tìo enormi/fimo in ogni hifiorico. Et non baBa guardar fi dalle
bugie , ma conuiene ancho non tacer la ^verità per amore , per
odio ,per adulatione ,per information fimfira,oper ignoran-
tiapura.-percioche fi tu la taci ;fii riputato maligno, ma/fima-
mentefi ciò auuieneper o dio, o per adulatione : fi per in/ or ma-
tionnobuona,negligete:fipertgnoratÌA,ìnetto . Veletttondel
GVlCClAKDìNOfu difirmer(come ho detto)hiftoria delle co
fimuenute in Italia alla memoriafita,dopo che cominciò quefia
TroMÌncia,
OIVDICIO DEL TORCACCHT
1 Prouincia dall'armi forefliere, per infligatione de noftri Prtn\
cipi a e/Ter perturbata,come già s'è tocco , & egli ha fritto nel
principio : fé) queflanjien chiamata hifloriaparticolar d'Ita*
Ha : acciochesìcome Giufippe Hebreo , Egefìppo , q) Giù fio
Tiberìe fé fri/fero t antichità, & thiflorie Giudaiche $ si come
{Metattene, Ctefta, nAgatarco, Qrito,& Procopio trattaron
delle co/e particolari de gli A/fin, de TPerfì, q) de Medi ; Fi-
lido Siracufàno degli Egitti] $ Xanto e>* Apollonio de' Lidi (%}
de' Cari; Darete & Ditte de Troiani} Damafle ,Thucidide ,
Xeno fonte, & altri de Greci $ Fili fio & Crito de Siciliani ,•
^ altri delle loro , o delle altrui prouincie ; co Jì egli con teffem
\pio d'altri antichi &* moderni, nato Italiano, delle co/è /ucceffe
in Italia a tempi/ùoi formafjè hifloria . Né racconto in quefìo
luogo leffempio di Polibio, di Liuio, d'Afìnio Tollwne^di Dio-
nigi Alicarnajfeo , dizione , & de tanti altri che fri/fero le
co/e fatte dà Romani} non Antonio di Nebriffa, Fr ance/co Ta-
rafa> Giouanni Braccetto, ffi altri che trattaron delle Spagnuo
le; non di quelli, che delle Fr ance/i, delle Tede/che , di quelle
déGothi, de Dani) degli Schiauoni, degli Suetij , degli Vn
gari,°hVnni, de Polacchi, de 3llo/couiti>de S arma-
ti,de* Tartari > de* Longobardi, de9 Britanni, Inglefì ,eSco\
%efi, de' Sar acini, de Tur chi, de gli Africani, & deléMondo
nuouo : perche fi farebbe fuor di propofito troppo lunga nar-
ratane. Il (oggetto del GVICCIARDINO enobile, &
per la uarietà , & grandezza de e a fi molto memorabile sgia
che Italia per tanti anni ha patito accidenti uartj , guerre hor-
rtbili,
SOPRA L'HIST. DEL GVICCIARDINO. 8
n£/// , O* atroci ; e infomma tutte quelle calamità, con le quali
(<-vfo le parole di lui ) fogliono i mi/eri mortali , bora per la
giuflairadi 'DIO, bora peri* impietà, e federatele de glial
tri ejfer trauagliati . Che tinformat ioni, eh' egli s' ha procurato,
fìano buone; deuefupporfì di sì ; quando eifu huomo di flato ,
bebbe carichi graui, e importanti nelle guerre ^ che firme, &fu
amico intrinfìco de3 firn mi Pontefici, da quali potè apprender
la cognitwn ?vera ($f reale di quanto pre fé a trattare ; di ma-
niera che , o per bauerle trattate ejfo , oper ejfer interuenuto ,
oue le più fi trattauano $ facile gli fu ^venire in cognition di
quello, che ad altri era occolto . Fu oltra di ciò egli molto accu-
rato, & diligente in inuefligar le memorie pubhche delle città:
nelle quali non gli njeniua tenuto ferrato alcuno arcbiuio , per
tauttorità fg) grande zza fua . Puojfi ancbora da quefli due
luoghi delThiftoriafiia (per tacer glialtri) comprenderlo quan
to bene egli fojfe informato, o quanta commodità haueffè'Ji be-
ne informar 'fi II primo e nellib.j. a car. 201. doueper l'annota
tion da me fatta ^fi^ede che fin delle e o/e Juc e effe in L amagna
nella Dieta di Majfimiliam imperatore in Co fianca, egli fu
meglio ragguagliati, che non furono gli Scrittori Oltramonta-
ni,che de fatti di quell'imperatore fcrifpro . Tercioche eflì di-
cono, che in quella'Dieta Cefare trattò filo di far guerra a1
Vinitiani : doue //(7VICC1ARDINO racconta , & con-
clude,che fojfè contra ilT{e di Francia : & ciò eviene inferito
per le de liberazioni di quella Dieta, che da lui finpofte m quel-
la me de (ima carta . V altro luogo è nel libro nono a carte 213-
don?
^J,^JAK^V^^^K^^JK^^^KL
GIVDICIO DEL PORCACCH]
5»
*- — — ^— -^ — "— ■ ■ ■ — •lÀ.^-.^-kl . — — ! — I — -'-
do ne recitata la liberatione del éMarchefi di Mantoua,pri^ton
de* Vtnitiam ,• dice che per tutta Italia fu creduto , che il Papa
f offe flato cagione di farlo liberare . Nondimeno ci/ egli intefi
gii da aiatore degno di fede, &per mano del quale paffaua al-
l' bora tutto il gommo dello flato di Mantoua x che fu ricorfi a
Baiaci Principe de Turchi : ilquale minaccio col Balio de'
mercantiV imtiani, & operò, sìy che, per non irritarlo, fu da
effi liberato : la quale opinione (fecondo che nell'annotation lo
praqttel luogo ho recitato ) non tocca da alcun altro , ne dagli
frittovi ZJinitianij ne dal Giouio, ne dall' Equicola ,fi fu <ve-
ra ; chiara co fi è> che non potè uà ejfere mt e fa per altra ina 3 che
di perfine grandi, auttoreuoli,^ di maneggio . Atqueflocho
detto, aggiugnianchoy q) nont'increfia di uè der quanto io ho
notato nellib. 1 6. di quejìa hifìoria a car. +6 3. facciata 2. Seri
uè egli poi ( & quefio è l altro capo ) t hifìoria ordinatamente,
dicendo doue, quando, in che modo,fg) da chi le cofifuron fat-
te : & non ne pretermette alcuna di f fianca ,odi ynomento :
anzi fi taluolta occorre d alcuna parlar, che a chi l^ggepojfa pa
rer Immite ,• egli con la debita , ma breue fifa la tocca, [ì come \
è nellib. i.acar.29. doue fiifimdofì "Piero de Medici , che in
andando a incontrar Lodotuco Sforma ,• ejfo Lodomco haueua
fatJita la Brada , & rifondendogli argutamente lo Sforma ,
effir <~vcro ,cti uno de' due l y haueua fallita; ma che Piero per
ventura era fiato quello ; auanti ch'eilafirtua sfa un poco di
preme ffa a dififa fm , donendo fenuer cofa ci) in fi medefrna e
humile , fi bene ufiita di bocca di perfine grandi . llfìmilfafe
^
SOPRA LHTST. DEL G VTCCTA R DTKO. o
! /?<* dta raccontare alcuna co fa' , e babbi x fmbtan^a di fattola , '
rimettendola alla famx ,fen%* affermila perderà, ma la
filando , che ciaf tino la e indichi a modo f no. Co fi net me defimo \
libro primo a carte 31. ferme dello Spirito di Ferdinando Re di
Napoli, che apparite tre notti in diuerji tempi a Jacopo primo
certifico di corte ,• doue egli di ciò (i riporta alla fama ,fpero è
lecito (dice) tali cofi del tutto non di(f recare: e in qwflo or-
dine dicofe, recitate , come auuennero d'anno in anno,nonpro
ponendo mai le e 0 fé , che demno effrprepofte , ne per il con
trario; difeopre egli il giudicio fuo , cti è nell'hifiorico molto ne
ceffario,come diffi al fecondo articolo della prima idea, che trai
io della bellezza delthiHoria : ilqualgiudicio ha da far f cono
fere ancho, come miniflro della prudentia nel fapere:o appro-
uare^ dannare i configli, e 1 partiti prefi, *gf lefjecutioni :per
cioche chi legge $ de uè faperfuora d ogni dubbio, quale ejfempio
habbia da lui a efferfguitato , (jtff qual fuggito . Non mi e pero
! nuouo,che molti affegnano per precetto , che ciò dallhiflorico de
uè del tutto efferefhifato : atte/o che cogliono , che chi legge
habbia il proprio giudicio libero, (0f non punto occupato da co
lui cheferiue . ^Ma quefta controuerfia ha ragioni per l <vna
&per t altra parte : di che non mi appartiene punto ragionare.
Credo io nondimeno , che non errino coloro , i quali ti additino
di che qualità ejfempio fìa il recitato : laqual cofa meglio non
poffono additare, che , 0 còl quafi approuare, 0 co* Iquajì dan-
nare, aj2%i molte evolte co9 1 totalmente approuare, fg) col total*
mente dannare . Ha questo Auttore nel libro primo a carte 36^
b defcrittQy
^
jj^T^ ddj 4 (j (jjcm (j4A <J
YYT»)> ^ > ) "Vi> > *> > > frpTTrpTVJT.
GIVD ICIO DEL PORCACCHI
wtin«.ia; ■'■— « ■" ' i-h.i». ■■■■■«— ì.uji» i h i i ■■Wl
^Z9&
^^àè^M^ij^^JMT^,^^^^^^^2^^
def ritto, che dà Vr ance fi fin pr e fa perfora la terra di S> Gio
uanni , terra del Marche/e dì Te/cara pò fta/u i confini del
Regno , forte di fito, di munìiione ,& di difenfòri : q) detto
che fu abbruciata , ^rficcbeggiata ; doue fuancho sfiata ogni
altra fpecie di barbara ferità . ^uefie parole ^vengono danna-
te da' Francef i quali fi trottano per ciò t affati d'ejjer Barba-
ri & fiere : ft) ne danno carico al GVICCIARDINO >
fecondo che lo diedero ancho al Gìouio, quando i G uà foni ^ £?*
ìgli Suturi a ^Mordano di Romagna ama%^aron(come et di-
cejcon barbara crudeltà i bambini fin nelle culle . In quel luogo
j il Giorno per fi me de fimo fi difende in una lettera fua a M. Giro
lamo Anghieraieinqmfio no merita // G VI C C I A R D I N O
punto d'ejfire imputatoicome colui, che recita le crudeltà afate
nella prefa del Monte di S.Giouanìper ciò ejfire ali3 bora in Ita
ha reputate da barbari,^* da fiere, perche erano ìnufitate „ &
non fera costumato nelle guerre, & nelle ^vittorie altro atto
crudele ,cbe fogliare ,et poi liberare i fidati rvintt, pagate e ha
ueffero le taglie .Dopo quefla narratione,chi biafimerà il giudi
ciò dì quefto Auttore , quando ei diforre , che nella dì fé fa del
Regno di Napoli non fu dimoftrata ne uirtu^ne animo, ne conf
glìo,ne cupidità d'honore,nepotentia,ne fedeìdeheio tanto più
audacemente affermo , quanto f efier nell'bifforia queB' altra
leggere he thifiorico deue fiiegare, fi t ficee ff fiano per acciden-
te di fortuna,per propria fiietia, e ìndufìria di chi gli maneggia,
o per temerità occorfiiew queHanarratione , non pur non tace
i fatti degli huomim egregi,^1 più nominati ) ma ne anchora le
nature ,
J2
SOPRA L'HIST» DEL GVICCI ARDINO. io
jgMM w T^TKn^Èj^^isus^^^^mS^
nature \,ei co fiumi dieffi: ilche facon tanta arte, che non pecca
nell>ecceJfo,ne nel difetto . Solo può parer, che quefio Ruttore
battuta talvolta mancato in defiriuere minutamente i panico
lari d'alcuna fattion di guerra, ficome io molte 'volte ho notato
in margine, che UGiouio,(gJgli altri fino flati più dijfufi. Ma
è ben di tanto maggior momento la narratìon de3 configli, &
tratt amenti ficreti a benifìcio de gli flati, alqual mira l'bìftoria,
che non e quella di chi h abbia ferito tutti ifildati a ^vnper uno,
chi nel rvifi,chi nel petto, chi nelle cofce,chepuo ejfir fopportato
patientemente quefio defiderio ,• maffimamente non lafiiando
egli le cofififlantiali,&principalij]ìme . Riprende a tempo, et
a luogo, per accidente, e inpropofito, & non in bella proua, ne
per profejfione : ma in quefla parte ancho -v'ien tenuto alquan-
to mordace . Tuttauia la mordacità in niun luogo fi difiopre
più, che in dichiararti le nature de gli huormm : miche fi effo
toccai rvitij; gli oppone ancho le ^virtìi $ di maniera che quefio
non gli può eìpre afiritto a mane aminto . Se altre njoltelofa^
egli mode fiamente punge , conmìfura,& conueneuolez^a: e>
fi pure a chi tocca , par ch'egli e fica delconueneuole ,• egli confer
ma con le ragioni b opinion fita , o pungente , o mordace ; ouero
la firme come co fa da altri detta . Non loda di fiouerchio-, fiche
le date lodifiano rincrefieuoli , ne indicio iadulatione al loda-
to,come d 'Ari/i 'obolo fi dice con Aleffandro , d'Hermodoto con
Antigono ,&> d'alcuni altri con Antioco Epifane Re di Sona :
ne biafina inguifa , che tu creda, ch'ei uogliapiu toflo accufiar,
chefiriuere hifioria, come fi uedeper thiftoria di Tolibio , che
J b i neltuno
GT-VDICTO DEL PORCACCHT
nell'inno & ne il altro di quefli <z>ttijfon tubati Fabio? & Fi-
linojnjno Romano>&l altro Carthaginefè : iqualiintalma-
mera della guerra Carthaginefè friffero 3 che <~vno in tutto lo-
duna i 7{omam> ft) biafìmaua gli auuerfàri, doue l* altro all' op-
pa [ito dannando i Ternani lodaua filo i Cartilagine (ì '. Che il
(7VICCIARDINO s'alzi tal' bora con le fententie , &fia
flraportatoda quel njento poetico, cbedeue (fecondo i precetti
dell hifloria)ffignere in alto la nauehifìorica; da quel raccolto
di fententie ,c ho citato difi)pra,&hopoflo auantiaquefio mio
difior fo, ti farà lecito con gìudicio difiorrerlo, & comprender-
lo^ fi come anchora per te me de fimo auer tirai da tutta queft'o-
pra,ch' egli non e flato ignorante punto d'alcuna di quelle n^ir-
tu, cu al buono hifìoncofon necejfàriefapere : percioche egli era
ben fornito prima di quefle tre eccellentiffime doti, ingegno, giù
dicio,etmemoria,cofiacquifìaio per dono particolar di T) IO,
come ridotte a perfezione cont<~vfi, conFojfiruationi, &con
lo fludio . D'ingegno egli fu quale da Platon ^vediamo , che
nelfittimo Dialogo del Giù fio è defi derato ,• cioè d'acuto , fg)
felice alla cognition delle dottrine, & delle co fé : (g) con la/or-
^a d'effo potè fare, ^ acqui fi ar quel 'tanto $ che alpropofitof
ne appartenevi. Il giudicio in lui fu mirabile, talché per que fio
innanzi all'età hebbe dalla patria quei carichi , che per le leggi
anchor non f gli poteuano conferire . Hebbe gommi di flati
fg) d efferati, e in tutti riufiì digiudicio intero , fgf nonpunto
?naccbiato: ma quale nell'hifloria da lui [offe njfato^ e comprefò
nell 'offeritane delle leggi hifloriche ,delle quali ho mof rato fin
SOPRA L'HIST. DEL GVICCIARDINO. ìì~*
1
leususs'^ <■<•< i<^ywM^byi't>±>Ji7Lr>vm^^
r
quì,cb'egli è fiato offeruantijfimo. Jnfimmaper quefia njirtu
bette //GVICCIARDINO enfi gran nome, che £M. Clau-
dioTolomeihuomo giudiciofi , & letterato , non dubitò chia-
marlo njno de principali fiui d'Italia, che cojì ferme egli , ebei
s'baueua guadagnato il nome . Nulla memoria fu molto eccellen
te : e io mi ricordo hauer molte evolte fintito dire a huomini rei
ltgwfi,graui, (gjr auttoreuoli, ch'egli ^sòjpcjfo difiriuere, &
dettare a molti in <z>n mede/ino tempo . Fu grande Oratore, la
qualar tu alTbifioricoefimmamente necefìarìa : @J però tu
njedi,cbe le Concioni introdotte da luigiouano a chi legge, ban
no molto decoro, 0* fin piene d'artificio, come ho detto trattan
do della Bellezza . Cofiatempo nuinir apone alcuni conforti,
che da lor medefimi nafiono , & dtpsndono com/jodatftènte
dalla materia : ma in quelle , e in quefii fimpre ha riguardo a
chi parla , a chi a/colta , al figgetto di che fi parla , al luogo ,
($f al tempo . Vfi le dmfioni, &glt argomenti : tratta del-
le co fi morali., fg) delle politiche : fi deferiuere ifiti : parla
delle fior tificationi quanto ,& quando bifigna ; einfemma ,
per ^venire alla conclufion di queflo articolo-, tu non potrai di-
re > ch'egli non babbia fiputo tutte quelle ruirtìt , che a perfetto
hifiorico appartengono ,fino alteffere Fiato huomo di guerra ,
con auttorità fimma negli ejfirciti : talché aiutato da quefie
regole, da quefii ordini, & da quefie leggi , aggiunto il conti
nuato Hudio, fg) la non mai fianca diligentia ha potuto quefio
Auttore ali1 hiftoriafùa procacciar dignità , grandezza, et mat
flà,& a fi medejmo nome di perfetto hiHorico .
b 3 LJL
«
\(^Yc=>ÌZ^^
Givnicro del porcacchi
1
7&
S
>*c=3Vc=5t
&
LA VERI TAVo^, & ultima idea da mepropofia ($f \
ammirata in quefta hifloria.èfin^a dubbio >& deue effere il
Principal fondameto^fipra ilqual chi fermerà da fondar tut
ta la fica gloria. Tercioche ha da raccontarle co/eccome fono ;
fiat e >et fecondo che fono auuenute^non^o al contrario >o di
uerfamente per copiacer ad altri ^o afe medefmo: altramente
n^ hifìoria^manarrationfauolofa uerrebbe reputata. In que
Ila parte C uniuerfalconfintimeto di chi legge concede fra tut
ti gthiflorici moderni gran lode al GVICCI ARDINO., come
aueridico,& [incero: e 'tocche ni ho dilettato fempre in tutti
i luoghi >oue ho conuerfatojt con tutte le perfine di giudichi
con le quali ho hauuto familiarità^ intender quel^che real-
mente fi ne giudichilo trouato molti ^che in queflo capo della
Verità hanno uoluto affo migliar lo a Giufippe H ebreo hi (lori-
co antico : i [quale fu tanto incorrotto >ctìeffendo Giudeo per
relligione sfece nodimeno graue >et lodeuol tefiimonio del Sai
uatornoftro Giefù Chrifto. L ' ajfomigliano ancho a coflui per
t * eccellenti uirt tinche in effo furono >fimma eruditione^gran-
difiimaintegrita>et fingolar pr attica delle co fi: alle quali ag
giungono lafìmilitudine de' carichicene Giufippe fu prefetto
di Calile a, e //GVICCI ARDINO della Romagna Ji Modo
na^rReQgio^di Bologna^&Luogotenente del Papa. Quegli
fu tanto caro a Tito Veffafiano Imp. che nella mina di Gieru
falem gli fece gratia> eh 'ei filuaffe ciò che uoleffe :gli affegnò
poffe fiorii nella Giudea^etgli dono la propria cafa^nella qua
le effohaueuahabitato guanti che f off e principe: i quali doni
*'-■ ' ■■■■ ■ ' Ul " ' ■ l\r^- A
*<=>:X<==?:
^
SOPRA L'HIST. DEL GVICCIARDINO. Ti
tn^Mi^^^mi^i^^^^mimuinzfyy > > ìù^mùm
eli far on. poi tutti confermati da dominano. Jguefiifu cofil
erato (per tacer glialtri Principi) a Tapa Leon X.cheda lui
e/fendo fiato prepofio a 'gouerni dettici fu poi anchor a confer
mato nel tempo di Adrian FI. & di Qemente VIL fòmmi
Pontefici: ma tanto fu egli lontano dall' impetrar da e fi ro-
ba^ benificìj ,che ad altro mai non miriche ad arricchir/i di
gloria, nata dalle honefieM uirtuofefue operationi,& hauen
do potuto ampliar di grandinimi tefori le fue facoltà '$ la/ciò
rìccheTge meno, che mediocri, tutto che per natura fojje Ha
to molto ajjegnato nelle Jpefe.Uhifioria di Giufeppe, per far
tifino, per la prudentia,etper la ueritàfu da Tito publicata
con l'impronto de IJuo fugge Ilo nella libreria fua,accioche fofi
fé efpoftA alla Unione, et al giudicio d'ogni uno :& quefia del
GVICCIARDINO fi afata in pochi anni, et riftapata molte
et molte uolte: tato diletta egualmente a tutti, che le nationi
foreftiere C hanno ridotta nella lingua Latina,perche fiainte
fa anco da chi nonpofiiede lafauella nofira:et ^ggitigne il dot
to et giudiciofoP .M.l^emigio Fior etino nella wita che di lui
ecceUentemete ha fritto d'hduer udito, che fitrafyortaua an
co ntUaPracefe,et nellaSpagnuolaJn quefl aparte duque del
la 'verità egli e molto comendato: ilche ali bora mafimamen
te può ejfer manif e fio, quando tu leggi in che modo egli molte
uolte danna i cofigli,et le uolontà degli huomini della propria
patria: in che modo riprede i co fiumi, e ilgouerno di quei Prin
cip'het Potentati fupremi, da quali effo dependeuai fi che.non
\pure non uolfefcriuer ingrana £ e fi per adulargli , ma egli
I . & 4 alla
•SSESS
SmmSUa» Mi ' 1 ■ i'iii"" {T'Unsi \tA*um
GTVOTCTO OET. PORCACCHT
^Kayc^Xi
alla libera gli tafiò^et doue occorfè ^vituperarli (nonfìjcordan
do però puntola debita modefìia) gli giudicò degni di biafmo :
argomento non pie colo > che non uolfiper alcun rifletto la/ciarfì '■
temperar la penna con oro, o con altra fòrte di corrompimene : J
che fi per que fio rvien fimmamente di ^verità commendato
Thucidide,cheper effere Atheniefi>& non Lact 'demonio y batte
uà nondimeno lodato i Lacedemoni alla fua patria nimici} non
deueper ciò minore argomento di uerità effer nelG V I C C I AR
DINO l'hauer ^quando è flato bifògno ,/en%a ri/petto bì afina
to ifitoi concittadini . Sono alcuni altri > iquali ali incontro lo
biafmanoper mendace, rifletto alla diuerfità , che fi troua fra
luì 3& gli altri hi fior tei > e Scrittori da me citati nelle Annota
tionì : $ dicono > che fé la verità è runafòla,firiuendo que-
llo Auttore diuerfo da gli altri ,• conuicn chabbiaferitto le bu
gie * %Ma quefìo njitio non può efjer più imputato a lui > che a
glialtriy ne 'quali ladiuerfita ficonofie : &pmfim%le alnjcro
e> chabbìano errato quelli Scrittori, a quali non era permeffo
in formar fi di tutti i configli fi cr et ì , che il G V I C C I A R D I -
NO, huomo che gli ha trattati^ per me%i principali gli ha fa
putide intefi. Ma quale e queWhifloria cefi antica > come mo-
derna (delle profane parlo Jafciandofiar C Ecclefiafliche fg)fa
ere) nella qual tu non troui diuerfità dall' altre, e he delmedefi-
mofoggettohabbiano che darti da leggere? Giufippe nel libro
primo contra Appione a due cagioni ri feri/ce t impernia de' Gre
ci netfhifÌGriep'w antiche . La prima yche tardi s'erano appli-
cati a firiuer e per tignorantia delle lettere > Qy però haucuano
labiato
,y<^Ycr>>e<=-5^
zcsvn A-T'HTST. DEL G VICC1A kjjhn u. t?
fafò*0 w/»^ libero dì mentire a quei pof eri , che d'alcuna co-
fi antica hauejfero voluto trattare. L'altra , che gli buon'ini
priuat'hprefi affunto difiriuere ,piu per gloriale per Hudio di
verità-fa fi™ molte co fé ciascuno a modo fio .per parer più ve
rad di tutti nel di/cordar dagliattri.Di qui nacque (dice egli)
quella maraviglio fi contranetà,chefiuede netìhifìorie. Hella-
meo corregge *Acu(ìlao nelle genealogie: Acufilao Hefìodo:Efo
roHellamco: Timeo Eforo :& 'Timeo è riprefo da chi venne
dopo. Coft Manethone Egittw,& molti altri riprendono He-
rodoto. Girolamo C 'ai diano, che fcrijfe l'imprt fé fatte de Redi
Macedonia Epir ottica Vaufania negli Arcadici e riprefo d'ha
uer lodato più che non meritaua Antigono, & d'hauer contra
la ueritàfcritto,che Lifimacouiolajfeifipolcride Re in Spiro.
Polibio huomo Greco fieffe uolte tajfa, come bugiar di Fabio, &
Viano nominati da me in quefto difior fi d'uno come troppo af-
fezionato a Romani contra i Carthaginefi , $ l'altro come di
quefi partiate, et di quelli acerbo nimico. Diodoro Siciliano nel
la prefazione del lib.20 . della fua libreria , & Smda diftutano
contra alcuni hif orici. Cornelio Tacito non e egli riprefo d'haue
re fritto, e he i Giudei difendejfero dal monte Ida di Candia,et
che però latinamente ueniffiro detti ludei,quafildù?Ma que^
sto luogo mi farebbe trafeorrere in più luentia di parole, che no
deue :pero frenandomi dico, ctieflendo credibile, chabbia più
detto il uer 0 colui, e ha hauutofinformationimfgliorisalGYlC
CIARDINO doueràfin^a dubbio hauerfi più fede,come a me-
dio informato . Ma alcuni lo riprendono grauemente , di egli
GIVDICIO DEL PORCACCHI
bobbio moflrato odio contro, Virginio Orfino> contro, i Sanfiue-
riniPet contro, altri :ma principalmente contro Procefo Morto
dolio Rouere Duco dVrhìno >fi come ho notato in uno poftilla
nel HL16.acar.479. Et Giovanni Simonetta firittor di quei
tempi >chejitr oiù) 0 tutte le guerre ^maneggiate da quel Primi-
pitaffi j/GVICCIARDINO, che portale odio al Duca : prima
per le dependenùe>ctief(ò bebbe con Topo Leone; che fu nimico
al Duca^ poi perche quando egli hebbe ne 11 ' efferato della Le
gomitolo di Luogotenente delPapa; il Duco iVrbino ^general
de Vinitianh mapreffo cui ero infatti il gommo degli e (ferri-
tiyhebbe uno uolta grani parole co 7 GV1CCIARDJNO, & lo
riprefìyche troppo difèprefùmeffe con altre parole >che da colui
fono ferine : per le quali dicesti eglino difjìmulo tacendo la glo-
ria di quel Principerò tento et 0 furarla firiuendo. Dice egli an
chodhauer ueduto quella lettera di Nicolo MacchiaueUi a Har
t o/o meo C amicanti^ chio in quel luogo ho citata: per laqualfì
uede non buona difpofition d'animo uerfò il Duca d'Urbino .
Io(qual(ìfio la ueritàjlafcio di rio ilgiudicio a chi legge : per che
mia inteniionee fiata nelle margini di quefiahifìorta confi on-
tor le cofe fritte dal GVICCIARDINO con le fritte da altri \
e> Idfciar ch'altri a fio beneplacito dia di ciofintentioie in que
Uo di/corfoho mirato a dire il parer mio (onde perciò tho chia-
mato Giudizio ) off n chefì ueggo.per quanto io tengo ^che per le
leggi quefto hiftoria e degna difimmo lode. Et fé in alcuni capi
mancajfe (che non lofio) di ucritk> efifo e ben nel re fio tanto più
ueroce dell'altre di quei tempi \che a que fia fola uiene attribuita
la
" ' " *"* *M — — ■— ^— »^— — — ^— ■ — ■— ^téA^A _ ^._; _— . ■■ , .,»
SOPRA L'HIST. DEL OVICCIARDINO. *4
i
/* ^/t/f/;d *&//* uerità,& fio al G VICCIARDINO e conferito
il titolo di uera.ce hifìorico moderno. Sono molti altri, che in al-
tri particolari lo uengono riprendendo : fé) preffo i Vinitiam
gravemente uien dannato d'hauere (come dicono Jcontra la ve-
rità introdotto nel lib. 8. Antonio Giuflinianofare un oraiione
difuerchio burnite & demeffa a Majfimiliano Imperatore: nel
che fproua con una lettera di un Secretano Braccio (fé la me-
moria non m inganna) fritta in quei tempi ,per laquale appa-
ri/ce, che quella Oratione mai non fu recitata : ilche conferma
dietro Giuftiniano nel libro io. delle fùe hiflorie, come in quel
lib .a car. 222. ho fcritto > dicendo che da Cefaregli sAmbafìa-
tori Giu&iniano et Mocenigo non furono ammeffì, ne af cita-
ti :fegno manifesto chetOration non fu fatta , come quiui il
G VICCIARDINO ferine ajfermatwamete,chefofe.Ma io non
ho pref a friuere apologie, tanto più f pendo di non lopoterfa
re, per non hauer piena mftr union detuero: et pero refi quefto
carico fu le Jfalle di chi fa meglio informato >ctiio,fì come affet
tionatifjìmo a quefo hifìorico, mi contento di tornare più et più
uolte a replicare, che in que fi articolo della Verità eglie degno
di molta lode >ne per poche macchie yffarf (come dice Horatio)o
per ìcuria,o per poco auertimeto dell' humana natura^deue effer
lacerato (f pero elleuifìno)tuito il corpo diyuefta mirabìlcopo
frtione. St ueramete tu hai da tener ìmortali oblighi d Guicciar
dino,f uai confìderando l'utile, che dalla Union della fta opera
puoi raccogliere :periwchef dagliantichi fu trouata Fhifì. non
fìlamente per faluar dalìoblimone,e: co, facr 'are all'immortali-
tà
f^iMiiiaii ■! !■ n *~ !■ ■■■——! 11 nini Ti ir_"wj I"11
GIVDICIO DEL PORCACCHI
^^s^-^i
,
\ ! tà timprefi fatte , ma ancbora perche gli buomini ammaejìraù
da quejìi e(fempi,imparaJJèro a imitar le uirtà. e /e hi/are i uitij$
\ tu liberamente puoi dir di quefla quel me de fimo, che fitto la per
fona d* Alcinoo dtjfe Ho mero nel nono deliOdiffea, dell9 eff ugna
I ùon di Troia,cantata da Demodoco Mufìco. Tanta(dice)èla
benignità dell'immortale Iddio uerfò la generation mortale, che
\dopo molti altri aiuti datici per bene , & liberalmente ammae-
\ (ìrar la uita noflra^ci ba uoluti infìruire> et auifir con gli ejfcrn
pi quotidiani de* cafiet dellattiomhumane . Efiriuono alcuni,
che Scipione Africano non per altro aflefe a tanta gloria agra-
dezgd di guerra, che per hauer ben letto, Studiato, ofermatafì
nell'animo la Tedia di Ciro ferina da Xenofonte, non tanto ut
r a, quanto efpreffa all'idea d'un Re giuftiffìmo & fortijjìmo. Co
fìAlejfandro Magno per thiforia d Achille , Ce far e per quella
d AleJfandro,Themifìocle per Miiciade,& Carlo V Imperato-
re dicono che s'accefi alla gloria per l'hiftoria di Filippo Comi-
neo Monftgnor di Argentone de fatti di Lo do ui co XI. Re di
Francia . Che ? il diletto delìbijìoria ha fin guarito [infermità
dell'animo et del corpo . T eflimonine fino fra gli altri Alfonfi>
et Ferdinando Re di Spagna,et di Sicilia : uno de quali dalleg
ger Tito Liuto, et l altro dall' hifloria di J$KCurtio ricuperarono
quella finità, che per opera de medici mai non baueuan potuto.
Lorenzo de' Medici padre delle lettere firiuono parimente, che
finzialtra medicina, che dettbifloria di Corrado Hldallafiia in
fiermità fu fatto fino :et mafjìmamente quando hebbe letto quel
belliffimo effempìo, c'baue do llmp. Corrado co lungo ajfe dio tra
uagliato
S^gggS * £ ^WF«re^^^Skà^^x5. ,
-■V (r\ 'G-L
SOPRA L'HIST. DEL GVICCIA RDTNO,
T<
(tagliato Guelfo DucadiBauiera,ne mai potutofi runouer dar \
l oflination fua di rumarla città ,• all'ultimo ruinto dalle pre-
ghiere delle gentildonne $ concejje loro, ch'elle fi poteffero parti
re inuiolate , con quefto patto , che niente cauajfiro fuor della cit
tà,finon quanto ciafcunapoteffe in 'una svolta fola portar fu
le (falle . All' bora effe , non fò fé con maggior confidentia , che
pietà , portar on fuor a fu le proprie loro ffalle il Duca ^ma-
riti , i figliuoli , i padri , fg) le madri . T>i che prefi tlmpe-
rator tanta contentezza, che piagnendo per dolcezza ,• non pur
fi (foglio dell' oHinata fua crudeltà , ma anchor a perdono alla
città , O4 fice pace & amicitia co'l Duca fio acerbiffimo ni-
mico . Ma io finto dirmificon quefli effempi ,che o^ni hi-
fìoria fa quefli effetti , non che queffa del G V I C C I A R D I-
N O fila : a che rifiondo effer njero , che da ogni hi fior ia be-
ne fritta ss apprendono filmili frutti , ma tanto più da que-
lla, quanto tu impari anchora a gouemar gli flati da' confi-
gli , dà difiorfi > & dalle pr attiche fiere te , che coftm tifa ma
nife He : nella qual parte ficur amente può effer lodato fipr a
molti altri . \Dionigt Alìcarnajfeo , oltra il temperato genere
di dire , & la purità Attica >fcrijfe l'antichità de' Romani dal
principio della città con tanta dihgentia , che mofirò d'haucr \
fàperato tutti i Greci , e i Latini . Tercioche quanto dà La-
tini , come cofia troppo -volgata , fu diffrezgato, come direm-
mo ifiaenficìj , i giuochi , i trionfi , l infigne de magi/Irati ,
tutta la di/ciplina de T\pmam ingouemar la Republica, il cen- \
fi , gli aufficij , i comiiij , tutta la diffidi dmijion del popolo in
■i~r.
GIVDICIO DEL FORCÀCCHI
I ciafjì, e in tribù , fg) finalmente tauttorità del Senato s gli
01 divi della plebe >glimperij de magifirati, & la poteSià del
pcpolo} da lui filo parmi che fioffie accuratijfimamente firitto
fgj trattato. Appiano Alejjandrino filo di tutti gt hifiorict pro-
pone innanzi a gliocchi , come in njna tauola dipinte le prouin-
eie de Romani > le ricchezze ,gli ejfirciti >fè) la defirittion di
tutto l Imperio . Strabene ancho , Plinio , e> Ruffino trat-
tarono delle prouinae , ma non parlarono dell entrate & delle
ricchezze . Come/io Tacito ci ha recato grande aiuto a inten-
der l'antichità de Romani. Percioche ejfindo da lui Siate
(crine le cofi fatte dal tempo di Tiberio fino a Nerua$ trattò
tutte le grandiffime > le melane > & te minime imprefi con
grandifiìma cura e> diligentia . Dopo la 'vittoria Atttaca
non e alcuno hiSiorico ,ilquale più copiofiamente habbia trat-
tato gltordini militari , o ctwti: percioche egli fiorì nella guer-
ra >& nella difiiplma ciuile . Cofi parimente fi può difiorrer
de gli altri , che alcuni per la ^verità , altri perche fino flati
breui > chi per la diligentia , chi per Cordine , taluno per la pm
dentia > quello per fiaper ben defiriuere i luoghi 3 quefìo i tem-
pi , chi per lo (ìile > chi per Carte , chi per <-vna njirtù, chi per
molte fino Siati ciafiun nel fio genere eccellentijfimi , degni
dejfer letti, & lodati. Mail GVICCIARDINO, come
che di tutte riporti molta lode , hauendo ( come ho mofirato )
ottimamente offeruato le tre idee > della Bellezza , della £Mi-
fiira 3 e> della Verità 5 nondimeno da quefta, cioè dhxuer fi-
vuto & pale/ato 1 defìderi de Capitani, ìdifigni de Principi,
1 concetti
SOPRA L'HIST. DEL G VICCIA RDTNO. 16
1 concetti de Re > degl'imperatori , & de' Tapi, e i fonda-
meriti de loro penfiertt pare che finzjcontrouerfìa egli hab-
bia guadagnato maggior gloria, e in ciò a muno altro fi a più
Cimile 3 che a fi me de fimo ,• già che non fio meglio ad alcuno
agguagliarlo •
Jl fine del Giudicio di Thomafi V or cacchi
pura l'hifioria delGuicciardino.
I
grijff-1^. ■ p
DELLA
jT\.
DI M FRANCESCO
GVICCIARDINI GENTIL'.
HVOMO FIORENTINO
LIBRO PRIMO.
-i^'ftriffOHh
Connuoue Annotazioni in margine, fatte ^Thomaso Porcacchi da
Cafliglione pretino: nelle quali confrontando molti luoghi con
altriycofi di queflo, come d'altri Hiflorici ; s'apporta
gran lume alla cognition dell' Hiflor io.
: """" SOMMARIO.
COntien si in quefto Primo Libro la cagione delle guerre d'Italia: Il paT-
(Wio di Carlo v 1 1 1 . Re di Francia all'acqueo del Regno di Napoli: Che
Piero defedici fu cacciato di Fiorenza: Che i Pifani Ci ribellaron da Fiorentmi: a x noftfl
Che'l Res'impatronìdi Napoli, fuggendofene gli Aragonefi* Rr?cipi,ché
■ , ! — ~~ chiamarou
O ho deliberato di fcriuerele cofe accadute al g™*^
la memoria noftra in Italia , dapoi che l'arme no Lodoui.
de'Francefi chiamate a da'nofln Trincipi mede ^^
fimi, cominci aro no con grandi/fimo mouimento de in quefto
a perturbarla : materia per la uarietd et gran * ^Janc;
dexTa. loro,molto memor abile yet piena di atro der(i da gii
affimi accidenti;hauendo patito tanti anni Ita Aragona.
lìa,tutte quelle calamità,con le quali fogliono b Princjpi
i miferi mortali, hora per l'ira giusla d'Iddio, /gg*^
bora per l'impietà & fcelerate^e de gli altri nociui ai b5
buomini,e(fere battagliati : Dalla cogmtione de' quali ca fi, tanto uarijrfr p^-o. d.
tanto grauUpotrà ciafcuno,& per fé proprio,& per bene publico, prende ri p.ru i-
re molti falciferi ammaeftrameti : onde per innumer abili effempi euiden $°;™£
temente apparirla quanta infì abilitane altrimenti che un mare concita Duca di ca-
to da'ventifiano fitto fofle le cofe humane ; quanto fiano pernitwfi quafi \f?[%^
fempre a fefteffi,ma fempre a' popoli i configli male mi furati di color o,cbe ^riofe co
dominano; quando hauendo folamente innanzi agli occhi, o errori uani,o qq sforM:tj
le cupidità prefenti,no fi ricordando delle fteffe uanationi della fortuna; eh. gii noe.
& conuertendo in danno altrui la poteflà conceduta loro, pev lajaluteco rambicione
b mune;fifanno,ob per poca prudentia,o per troppa ^™*^***gà^
nuoue perturbationiMa le calanuta d'ltalia(accioc\n ^^JgW* ' '
le fufje allho
gine tanti
nie parla nel
Ihora lo flato fuo,& infume le cagioni , dalle quali hebbono ori j™ìpìo w
i mali) cominciarono con tanto maggior difl>!acere,&lpaucnto,
y JL ne
LIBRO
ueft- ne $ Wm[ de gli h uomini ;quato le cofe uniuerfali erano allbora più He
quiete uni- teyct più felici: perche manifeflo èyche dapoi che l'Imperio I{om.indebolitoq
twrf*IeiUo principalmente Per l* mutatione degli antichi coturni; comincioygià fo-
rnaio, dei no più di Mille annidai quella grandezza a declinare yallaquale con mar a
knxa°uaT lilL&°fa uirtàyet fortuna erafalitoynon haueua gìamai fentito Italia tan
che imita, ta profferitale prò nato flato tanto defider abile ; quanto eraquelloynel
MCDXC quale fi cur amente fi ripofaua l'anno della faluteChriftiana ^ f&XC. &■
tl0'o che de &* annl c^e a quello yet prima et poi furono congiunti.'Perche ridotta tut
fcrifle lo fta tay a in formna pace et tranquillità^cultiuata no meno ne luoghi più mon
ti cHtaiia* tHOfl>':t piufterdiyche 'nelle pianureye regioni fue pia fertili, nefoitopoHa
t ad altro Imperio yche défuoi mede fimi %non folo era abbondantifsìma d'ha
Medici quw bitatoriye di ricchex^eima ili ujlrat a fomm amente dalla magnificentia di
tato io/iato molti Vrincipiydallojfltdore di molte nobili fs ime yet betti fsime cittàydaU
abbeiiì Ta ^ fediayet maeflà della religióne; fior ina di h uomini preft ariti (fimi nell'am
città , & b miniflratione delle cofe publicbeyet d'ingegni molto nobili in tutte lefcien
fo Bologna tiey& in qualunque arte predar ayet induflrìofa;ne prìua fecondo tufo di
coicafteidi qUella etdydi gloria militare;^ ornatifsima di tante doteymeritamete ap
uerfo Siena* preffo tutte le nationixnomeyet fama chiarifsima riteneua .Isella quale fa
P.rlnpP^° licita acquijìat a con tiarie occafionija conferuauano molte cagioni zma.
imperiale , tra l'altre di confentimento cornimeli attribuiua laude non piccola all'in
# uen o Gè. dujìriay& uirtù di b Lorenzo de'Me di ci cittadino tanto eminente (opra il t
nona acqui- J : . v > 5 J f
alando pie- grado priuato nella citta di Firen%exche per configlio juoyji reggeuano le
'swexana1* cofe ^ clue^a ^P* potente più peri opportunità del fitGyper gl'ingegni de
Meritò moi gli huominiyct per la prontezza de'danariyche per grandetta di dominio;
ftr ftatcfeS & hauendofi egli nuouamente congiunto e con parentadoyet ridotto a pre <
fautor dtiuflarefede non mediocre a' configli fuoiylnnocentio FUIJ?ont.Rgm.& era
ll^nidentta P er tutta Italia grande il fuo nome > grande nelle deliberationi delle cofe
fua fingoia- comuni l'auttorità: & cono feendo, che alla Fgp. Fiorentina y& a fé prò-
StattPota pr io farebbe molto pericolo fo* fé alcuno de* maggiori potentati ampliaffe
no nei Liti, più la fuapotentìaiprocuraua con ogni fiudioyche le cofe d'Italiana moda
Pridentfaf bilanciate fi mantenefferoycbe più in unay che in un'altra parteynon pen-
deffero : ilebe fenica la conferuationc della pacey &fen%a uegghiare con
do fra l>AvLfornm& diligentia in ogni accidenteybenche minimo fuccedttre non poteua*
innocer.tio, Concorreua nella medejìma inclinatione della quiete comune Ferdinanda
deMedic:;fn d'Aragona l\e di Napoli principe certamente prudenti/timo & di gran-
cij- fran£f- di filma eHimationcyCon tutto, che molte uolte per l 'adietro haueffe d'imo-
y> figliuolo tirato penfteri ambitiofty& alieni da' configli della pace » & che in quefla
p3urarl-bbì t:mP°fuffe rnolto limolato daJLlfonfo Duca diCalauria fuoprimoge-
pèr moglie nìto z ilquolemal uolentieri tolleraua3che Giouan Galeazzo Sforma Dn
^rofTiLo ca di Milano fuo genero > maggiore già di uenti anni , benché d'intellet-
xenzo^-ome to incapacifìimo y ritenendo folament e il nome Ducale yfuffe depreffoy &
%»lìv*± f!i$QcatQ ^a LodottÌM Sforma fuo Zio : ilquale hauendopiu di dieci an-
ni
PRIMO. s
ni prima, per Vimprudentia, & impudichi coflmmì della madre t Ma- J Madonna
r t ,.', , . , r n ri BonaeraDu
"Monna Bona , pre/d /d fitf* te 4/ &tt, <jr *0» ^//e/te occajione ridotte a pò- cheiia di mì
co apocoinpotcftà propria le fortezze, le genti d'armeni te foro, & tutti l*™>'llif}*-
i fondamenti dello Stato ;perfemeraua nel gomerno,non come tmtore,ò go- <o simontc
uernatore; ma dal titolo di Duca di Milano infuori, co tutte le dimoftra- "3* "<*»}-
• i- » • -> j j j • ua quello ita
tioni,& attiom,da Trmcipe;& nondimeno Ferdinado bamendo più innari to.Ma Lo,i»
g(i d^// occhi? utilità prefente,che l'antica inclinatione, ò l'indegnatione J£*tJjJJ5*
del fìglimolo,benche gimfla,dcfidcrama che Italia non fi alter affé; ò perche autorità; fe,
hamedopr ornato pochi anni prima co grauiffimo pericolo Iodio contra fé [l^^
de ,Baroni,& de'popoli fuoi,& fapedo l'affttt ione, che per lamemoriadel cò^K^aità
le cofepaffate molti de'fmdditihauemanoal nome della caja di Tracia; du S^cSSJ
bit affé, chele dif cor die Italiane no deffero occafione a'Francefi diaffaltare Parte <s.
j7 Bearne di "Napoli: ò perche per fare cotrapefo alla potentia deVinitia-
m, formidabile allhora a tutta ItaliajconoJceJJ'e effere neceffaria l'unione
fua co gli altri, et fbecialmente con gli flati di Miìano,et di Firenze. K(e a
1 Lodouico Sfor%a,beche difyirito inquieto, et arnbitwfo, poteua piacere al
tra deliberatione,fopr aliando non manco à quegli, eh e dominavano a Mi-
lano,che a gli altri il pericolo dal Senato Vinitiano: & perche gli era piti
facile confermare nella tranquillità delia pace , che ne le molefìie della
guerra,r autorità rifar pata\& fé bene gli fuffero foretti fempr e ipen fieri
di Ferdinando,^ d'^ilfonfo d'Aragona; nondimeno (Jfendoglinota la di-
tto fittone di Lorenzo de Medici alla pace,& infume il timore che egli me-
de fimament e haueua della grandezza loro:& perfuadendofi,che per la di
uerfità degli animi, & antichi odij,tra Ferdinando,^ i Vinitiani,fuffe uà
no il temer c,che tra loro fi face ffe fondata congiuntane; fi ripmt ama affai
fi e uro, eh e gli dragone fi non farebbono accompagnati da altri, a tentare
lontra lui quello, che foli non erano baflanti a ottenere. Effendo adunque
inF er amando, Lodouico, & Lorenzo, par te per i mede fimi, par te per diuer b Q„efto &
fi rifletti la medcfima intentione alla pace; fi continuaua facilmente una l'anno i44?r
confederatane contratta in nome di Ferdinando B^edi "Napoli, di Giouan ^fb, ne^ua
' Galeazzo Duca di Milano, & della Repmblica Fiorentina, per difcnfione i> » MUanca
. ,, ^Ji 7 i - • ; - • • • _, j- • • 1 fupphcaron
deloroflati:laquale,cominciata molti anni innanzi >& dipoi interrotta a»vinitiani,
per uarv\ accidenti, era fiata nell'anno i^o.adh erendo mi quafi tuttiimi chenógiiia
noriVotentati d Italia, rinomata per menti cinque anni, battendo per fine dare mma-
principale,dinon lafciar diment are più pot enti i Finitiani: iquali maggio ^00ds^"n"
ri fenza dubbio diciafeuno de Confederatila molto minori di tutti infie ^a la guer-
me,procedeuano con e on figli f eparati da configli commni:& affrettando "atqau^ccteo
di crefeere dell'altrui di f unione, & tramagli pianano attenti,^ prepara- Ferrara, fu
tiamalerfi d'ogni accidente, che pot effe aprire loro la mia all'Imperio di ^ \f£*£
tutta ìtaliaialquale cbeafpirafferoffì era in diuer fi tempi conofeiuto mol Hercoie Pd
b tocbiaramente,&jpccialmente,quandobprefa occasione dalla morte di ^rfdquuee^
Filippo Maria Vifconte D.uca di Milano; tentarono fotto colore di difen- ni.
' JL z dere
LIBRO
aere h libertà delpopolo Milane fé, di far fi Signori dì quello fiato: & pia
frefcamete quàdo co guerra manifefla d'occupare il Ducato di Ferrara fi
sforxarono.Rjffrenaua facilmente quefla cofederatione la cupidità del Se
nato Vinhiano,ma no cogiugneua già i collegati in amiatia /incera et fé
a pare che deleuòciofia che pieni tra fé mede fimi d ernulatione,& di gelofia, no cef-
qftn diftur. fauano d'offeruar e affiduamente gli andamenti l'uno dell'altro, interrom
vltìhi 5 fa pendofì fcambieuolmente tutti i diffegni, per i quali a qualùque di effi ac-
mort: di Lo ere fiere fi poteffe ò imperio ,ò riputatione:il che non rendeua manco jlabi
dicirfia imi- le lapace^an%i desìaua in tuttimaggwr prote%7a,a procurare di jpegne
tato dai P5 re follecitamete tutte quelle fauille, che origine di nuouo incendio ejfer pò
c\p\oàt\\u ttfjero.Tale era lo flato delle co(e,tali erano i fondamenti della tranquil-
i.deiia guer //^ d'Italia, dilhofti, & contrapefati in modo, che non Colo d'alter atti-
ra di Napo r J1 r *. Jr c ., ' ,
ii;doMe mo ne prejente non fi temeua, ma ne fi poteua facilmente congietturare,da
itra,ch erteti qUa[ì configli, ò per quali cafi,o con quali arme s'haueffe a muoueretan
fionda,/^ ta quiete: Quando nel me fé dy .Aprile dell anno 1491. foprauenne* la.
pace,fucur. morte di Lorenzo de Medici: morte acerba a lui per l'età (perche morì
morte del non finiti ancora quarantaquattro anni) acerba alla patria , la quale
ReAifonfo. ytY la riputazione, & prudentia fua,& per l'ingegno atti (fimo a tutte
b dì quefti le cofe honorate, & eccellenti , fior iua marauigliof amente diricche%ge%
fono™ ri' & di tutti quelli beni, & ornamentila quali funle ejfere nelle, cofe hu-
principi di mane la lunga pace accompagnata: ma& fu morte incommodifìima al
dfeB?f>nf reft° alt alia: co fi per l'altre operationi, le quali da lui per laficurtà co
gno , effe fé mune continuamente fi faceuano, come perche era me%o a moderare , $*
tromokfa! 1uafi unfreno ne 'difpareri ,& •ne fofpetti, i quali per diuerfe cagioni tra
tricma aicu Ferdinando, & Lodouico Sforma , Trinòpi d ambitane , & di potentia
e UT "papa qttafipari,fpeffeuolte nafceuano. *Alla morte di Lorenzo , preparando^
s'indutfe a fi oia orni dì più l'occafioni alle future calamità, fucceffe pochi me fi poi
cuefta<nier- , A , ,L ri j 1 i i / i; # »'
ra , pacche "* rnorte delTontefice: la ulta del quale inutile al publico bene per altro,
Ferdinando era almeno utile per questo, che hauendo pretto depofle tarme, mojje m~
gare" alia* felicemente, per glijìimoli di molti b Baroni del Rggno di ^Napoli nel prin- ^
chiefi i tri. cipio delfino Vonteficato,contra Ferdinando; uoltato poi totalmente la-
bua debiti. F 1- r jì ■ i : -j r » ir- r ■ r>
nimo aotiofi duetti non haueua più ne perjt, ne per lijuoi, penfieri acce fi
e Ledifcor a cofe^cht 'la felicità d 'Italia turbare poteffero.^A Innocentio Juccedette
Cannili fu ^derigo Borgia di Vatria Valentiano, una delle Città I{egie di Spagna,
*ó pò» quie antico Cardinale,& de maggiori della Corte di Bgma: ma affunto al poti
*a,che*i car teficato per le e dij'cord'e, che erano tra i Cardinali Jtfcamo Sforma ,& §
Jinai di s. Giuliano di San Tìero in V incoia^ molto più perche con e (Tempio nuouo
Pietro i Viri // ^ \ ^ 1 r - * rr-
cola fufac. in quella eta,compero pxk\ emente, par te con uanari, parte con promejfe
to papa , ac degli ufficti, & benefici^ fuoi, che erano ampli fiimi molti uoti dì Cardimi
Giulio i.re /'" ì quali difpr cimatori de l'Euangelco ammaefìramento ,non fi utrgo-
ài m queita qnarono di uender e la ficultà di trafficare col nome dell'autorità celelte.
a cax.ió^ ijacri tejori nella pm eccclja parte del tempio • Indujk a contrattatone
tanto
P R I M O. 5
tato abominatole molti di loro il Cardinale jfcaniowa no già più co fc :•*]£££
perfuafioni,& co'pric%hi,che con PejJempio:pcrche corrotto dali'appcti- fcamo nei
to /wy?w/ro «feto rkcba&espattiggiè perfe,p prezzo di tata federate^ %$£*£
la jet il palagio] no ai t\oma,pienv ut invuw uigr **««(/*##«* i»*»***»****.* i
fuggi perciò ne poi il yudicio dittinole allbora l' infamia, et odio gi ufi
%libuomini,ripieni per quefta elettwne dijpaueto,et d horror e,per efere £**£%
fiata celebrata co arti sì brutte :et no meno perche la natura, et le coditio coi rado u -
ni della per fona eletta erano conosciute ingrà parte da molti: & tra gli £ \ y|j£{J
alt ri è manifcflo,chel He di l^apoli,becbe in pubi co il dolore conceputo ni; & ersi io
\ diffimulaffe;^ lignificò alla Bginafua moglie co lagrime Mietali er a fo ™ ^f^
lito aflenerfhetiddio nellamorte de figliuoli ;effer creato unTdtefice,che *££**£»
farebbe per melo fiìfimo à ltalia,et a tutta la \\cpublica Chrifliana:Trono ™ no /i fi»
ftico ueramete no indegno della prudi via di F er din ado -.perche in Me fi a- ì^jj^*
dro Seflo (co fi uolle efiere chiamato il nuouo Toteficejfu folertia,et faga fj ^ànS
cita finyolareicofiglio eccellete;efficacia a perfuadere marauigliofa,& a hA «Vi^j.
tutte ùfacUegraui,follecitudine,edefirex^aincredibileMa erano que I^zoIkI
(le uirtu auarate di vràde internatio da'uitu:cofiumi ofcemffiimi,nofince- ™ *£***
r/£<?,»6 uergogna.no uenta,nonfede, non religione, auaritia injatiabiie, no> che lo fe
ambitione immoderata, crudeltà più che bar bara, et ardetiffima cupidità g£**l*g
: d/ e fallar e, in qualuque modo,*- ifigliuoli,i quali erano molti:Et tra quefli fn ulci'ulo f„
qualc\)uno,accioche a effequire i praui cofigli,no macaffero praui infiru g^aw •
meti,no meno dtteflabile in parte alcuna del padre.Tata uariat ione fece- .~^~"
ro per la morte d'innocetio Vlll.le cofe della cine fa: ma uariatione d'im- co dnef*Re° ^
portala no minore haueuano fatta per la morte di Loreto de Medici, le J?£5^jj£j
cofedi Vire%e:ouesexa cotradittione alcuna erafucceduto nella gradex^^ £ru<jéttT,
d 7 a del padre Tiero maggiore di d tre figliuoli, ancora molto giouane,ma di^che jieue
neper C et à,nè per F altre fue qualità atto a reggere pefo sì graue,nè capa f, princ"e*
ce di procedere co quella moderatone ,co la quale procededo,et detro, & antivedendo
r f t •■ ct\ ' il futuro, co
fuori ilpadre;&fapedofi prudetemete teporeggiare tra Trtncipi colle- f, leggiamo
gat'nhaueua uiuedo le publiche,et le priuate coditioni amplificate,^ mo j^JJ^J
redo lafcìata in ciafeuno coftate opinione,che per opera fua principalme ch. cfleodo "
tefifuffe la pace d'Italia coferuata.Terche non prima entrato Tiero nel «£«> c^-
Vamminiflratione della ^tpublica,che co cofiglio direttamele contrario xa Duca di
a configli paterni,nècommunicato tociitadini principali, sexa i quali le j^^Tubl
cofe grani deliberare non fi foleuano; mofjò dalie perfuafioni di Virginio to che ./neb
: Orfino parente fuo,(cranoc la madre,et la moglie di Tiero nate iella A*^1"^*
miglia ch era morta
la pace d'Italia, e Celare Fracefco,Giuffrè & Lucretia erano i figliuoli del Papa;* qui J> l°fiu Stella.
bile; intende Cefa re. .
4 P.etro}Giouanni,chefupoi Papa Leo X.& Giuliano erano i tre figli noli di Lorenzo. nÉ com#
e La madre di Pietro fu Clance,ch; heobe una foreJ la; detta Aurante.matitata in ca(a Ma'aVina coni*
Thomafo Porcacchi ha rcrittontllJhiltcna,ac origine di detta Cafa, ma la moglie di *>""« r»
Alfonfina dell ifìefl'a famiglia di gli;Orlifti.
t- % LIBRO
miglia Orfinajft riflrinfe talmete con ¥erdinàdo,& con JLlfonfoMqu*
li Virginio depedeua,che hebbe Lodovico Sforma caufagiufla di temere,
che qualuque uolta gli dragone fi uolcjfero nuocergli, harebbono periati,
torità di Tiero de1 Medici congiute feco lefor%e della J\epublica Fioreti-
na.Quefta intelligetiafeme,& origine di tutti i mali, fé bene da principio
fuffe trattata & /labilità molto fegretamente;cominciò quaft incontinen
te, benché per ofcure congietture a efiere fioretta a Lodouico Trincipe ni
gilatiffimo,e d'ingegno molto acuto.!? er che douedofi fecondo la confuetu.
dine inueterata di tutta la ChriUianìtà madare ^.mb a f datori ad adora
re come Vicario di Chriflo in terra,et ad offerire d'ubbidire il nuouo Voti
« inqaefta tefice^haueua Lodouico Sfor%a,delquale fu proprio ingegnarfi di parere
*rrt mifc° C°n mumtloni non penfae da altri fuperiore di prudentia a ciafeuno , a
^hiSwt configliato che tutti gli jLmb aviatori de collegati, entraffero in undì
Sbrw Lant medefmojnfleme in J\oma,prefenta(fmfi tutti infìeme nel Conciflorio ptt
^mokcTd' blico innari al Tonte ftce,& che uno di effi or affé in nome commune:per-
•J™ che da quefio con grandi ffimo accr e f cimento della riputatane di tutti, a
in queftofuo tutta Italia fi dimoflrerebbe e/fere tra loro nonfolo beniuolentia,& con
tfclnofttr federatione,ma più toflo tanta conyùtione che e pareffero quaft un Triti
wano,& am- cipe,& un corpo medefimo : manifeftarfi non folamente col dijcorfo delle
tìi^ohragB ra&9ni>nM non meno con fr e fio effemplo l'utilità di quefio cor, figlio ;per
altri, maffi. che^fecondo che fi era credutoci Tontefice ultimamente morto,prefo ar
«èdTin qui Somenl° dalla di/unione deCollegati,dallyhauergli con feparati configli,
4ti due iuo- & in tepi diuerfi preflato l'ubbidienza, era flato più pronto ad affaltare
foh,cioè ft ilB££no diJ^apolì.^AppYouo facilmente Ferdinàdo il parer e di Lodouico:
31. faci. & appr ouar onlo per lauttorità dell' uno,& dell'altro i Fiorentini, non con
Joa1"». tradicendo ney configli publiciTiero de Medici,benche priuat amente gli
«doue ottima fuffe molejli(fimo:perche effendo egli nno degli Oratori eletti in nome del
^refentat^a ^ Kepublica,& hauedo deliberato di fare illuflre la fua legatione co ap-,
AoPriA lqUe tarat0 m°ltofuperbo,et quafi peggio ;fi accorgeua che entrado in I\oma,
° rmcipc' & prefentadofi al Tontefice infieme cogli altri ^imbafeiatori de' Colle
gati , nonpoteua in tata moltitudine apparire a gli occhi degli huomini
lojpledore della fua pompa daquale uanitàgiouimlefu cofermata dagli
ambitiofi conforti di Gentile Vefcouo ^Aretino > uno medefimamente de
gli eletti ambafciatoriiperche ajpmàdofi a lui per la dignità Epifcopale
et per la profeffione laquale ne gli Sindache fi chiamano di humanità,fat
ta haueua;U orare in nome de Fioretinhfi doleua incredibilmete di perde
re per quefio modo infoino & inafpettato l'occafione di ofiètare la fua elo
quetia in coietto sì honorato,& sì falene :et però Tiero fiimolato,parte
dalla leggiere^ propria, parte delbabitione dyaltri(ma no uoledo che
a notitia di Lodo. Sforma fuenijf e, che da fé fi cotradiceffe al cofiglio prò
foflo da luifrichiefe il I\e, che dimofirado d'hauerc dapoiconfìderato,che
fen^a molta cofufionendfi potrebbono effequire quefìi atti comuncmctc;
con-
Virj
PRIMO. 4
tofortaffe che ciafcunofeguitàdo gli efsepi paffati proeedeffe da fé midefc
ino: nella quale domada il I{e dcfiderofo di copiacergli,ma no tato che to &*£**£*
tahm te difpiaa-JJe a Lodomco;gli fatisfece più deli effetto che del modo; n i o/teiii
cdciofia co fa che e non e ciòcche nonf altra cagione fi partìua da quel che t^cti&^m*
prima haueua cofentito,che p l'inflatia fattali daVìero de Medici.Dimo fi legge ne!
firò di quefìa fubita uariatione maggior moleftia Lodouico, chef fé Uefa. ?J°^f^l
rio meritaua L'importati a della co\ a, lamentando fi graueméte ctfeffendo ch^'Ke di
già nota alVont.eta tutta la corte di [{orna, la prima deliber adone ,e chi ^nomaci
ne f ufi e flato auttore;hora fludiofaméte fi ritrattale p diminuire lafua gione dimoi
riputatane: ma gli dijp tacque molto piu,che p quefto mìnimo, & qua fi rio Re' Frimai!
rio fider abile accid te, cominciò a coprendere,cheViero de Medici haue fé d»fìerfos'ac
occultarne te mtelligr tia con Ferdinando;ilchep le co fesche fegmtarono pruderla pri
uenne a luce ogni dì più chiaramete.Toffedeua l'^AnguillarayCeruetri,ct ?"*> Jamcn-
alcune altre piccole casella uicine a Hgma,Francejchetto Cibò,Genoue- t"uoUe Sa!
fe,figliuolo naturale rilnnocentio Vontàlquale andato dopo la morte del l*àum**ài
padre fotto l'ombra di Tiero de' Medici fratello di Maddalena fua me- Jàelifioi'Ji
glte,ad habitare aFirenyewo prima arriuò in quella Città, che interpo quefta face»*
nédojene Viero;uendè quelle cafìella per quaranta milla ducati a a Vir- ^"0^
gin:o OrfmoyCofa confultata principalmente con Ferdinando jl quale gli
pre/iò occultaméte la maggior parte de' danari, per fuadédo fi, che a bene ìle/che*!?!
pcw proprio rifultafje, quanto più la grandetta di Virginio foldato ade ceni calia»
rente,& paréte fuo intorno a Peonia fi diftendcj]e:perche il {{e confederati ^I$?èfiul
do la potentia de' Tòtefici efjcre inflrumento molto opportuno a turbare ™ py m?««
il J\egno di 'Napoli, antico feudo della chiefa Bimana, & ilquale confina r^Ln s'op!
per lunghi ffimoff atto col dominio Eccleftaflico;& ricordando fi delle con p?neui; ™#
trouerjiiyleqiìali il padre, & egli haueuano molte uolte hauuto con lorc9 morco []\*
& ejjerejempre pronta la materia di nuoue contentini per legiurifdt- *lfi^f* di:
uicim,ne meno jpeffo tra ilfeudatarw,& il Signore elei feudo; bebbtfm 7ilul fedii
tiom de còfiniyper conto de' cenfhper le collattoni de beneficij,per il ncor Regno p2r'r«
fo de' Baroni,et per molte altre aifterentie,cbe fptfjo nafeono tra gli flati £l°n <** fo«-
f re p uno de fa Idi fondamenti della fic urta fua, che da fé dependcjsero ò *p{°^* •
tutti,o parte de* Baroni piupotenti dei tenitorw ì\omano:cofa che in que no , d»\|ii
fio tepo piàprotamente faceua,perchefi credena,che apprefjo al TÓtefice {™^'e£j£
hauejjea ejjeregrade l'autorità ai Lod. Sforai p me\o del Card.^Aj canto cétra Aifon
fuo fratello.^ lo moueua forfè menomarne molti credettono,il timore, \^^^\
che injLlefandro rio fufeher editarla la cu}idad,tt^ Iodio di Califlo 111. molato uc»
Tont.juo T^oulquale per dtfidtrw smoderato della graderà ai Tu 1 ro J£ ap^£^
Borgia Juo nipote, bar ebbe fubito,che fu mori cJlfonjo, padre di Ferdina ra a»seh5ij*
do,jela morte no j ufjt interpola ri ctfiglijuoi,mojje l'arme per fpogliar fa pi]$>*£ \
lo del Bggno di l^ipo li, ricaduto fecbdo e\) affermana alla cine fa:no)\ fri l«a. piatine
fordado(tanto poco puojpefjo negli huomim la memoria de benefici] ree
uutijchep opera ri^lfon^^necui regni era nato>et cui miniflro Ingo tepo
jl 4 ara
L I B K O
era flato, haueua ottenuto l'altre dignità ecclefiafìiche>& aiuto no pìceo
loaconfeguire il Tonteficato. Ma è certamente co fa ueriffima, Ch e non
fempre gli b uomini fatti] difcemonoyò giudicano ffettamete: bifognaebe
Jpeffo fi dimoflrino fegni della debolei^za dell'intelletto h umano. ulRgyben
che riputato Trencipe di prudetia grade>nò cofiderò quato meritale d'ef
fere riprefa quella deliberatione,laquale non bauendo in qualunque cafo
altra Jpera^a,che di leggieri jjìma utilità>poteua partorireda altra parte
dani grauifftmi:mperoche la n'edita di quefle piccole cafiella incitò a co-
fe nuoue gli animi di coloro, a' quali, ò apparteneua, ò farebbe flato utile
attendere alla coferuatione della concordia comune. Terche ilTontcfice
fretcdédoycbe per la alienazione fatta fenxa f apula f uà ,f uff ero f eco do la
dijpofitione delle leggi alla fedìa Apoflolica deuolute:& par edogli ojfefa
nonmediocremtterauttoritàVontificaleyConfiderado oltre a queflo,qua
lifuffero i fini di Ferdinàdo,riempiè tutta Italia di querele covra lui,con
tra Viero de Mcdici,& contra Virginio, affermando, che per quato fi difle.
deffeil poter fuo, opera alcuna opportuna a ritenere la degnità,et le ragia
ni di quella fedia non pretermetterebbe. Ma non manco fé ne comoffe Lo-
brdta ani?/ douico Sforma, tlquale erano fempre fofpettel'attioni di Ferdinando: &
i.odouico,ii perche effendofi * uanamete perfuafo, ilVontefìce co configli d\ A fcanio,
Xtto^c1^ & fuoiyhauerfi a regger e;gli pareua perdita propria cloche fi diminuiffe
woieua dipru della graderà di Aleffandro.Mafopra tutto gli accrefceua la moleflia il
rupedor^ ? non fi foter flli dnbit areyche gli Aragonefiy& Viero de'Medici, poiché in
oafcuno,& a opere tali procedeuano unitamete,nÒ hauefjtro cotratta infiemefircttif-
ferma ml° fim,z cogiuntione:i difegni deyquali,come pericolo fi alle cofefueyper inter
nei lib. j.a e. rdpere}et per tirare afe tato più con quella occafione l'animo del Votefi
«jio^uSica ced' incitò, quato più gli fu poffibìle,alla coferuatione della propria digni
per uano, & tà,ricordàdo?liyche fi proponete dinari a vii occhi non tato quelloyche di
pieno di ìac- r r - it i • /•> rr n > • • i\
tantia. predente fi trattaua,quato quello3che importala l eijerejiata ne primi di
del fuo TonteficatOydift>re%£ata cofi apertamente da'fuoi medefimi uaffal
neramente 'r ^ ^a maeflà di tato gradomon credcjfe>cbe la cupidità di Virginio yòl'm-
che fianoan portala delle cafìellayò altra fimile cagione bai; effe m offo Ferdinadoyma
citi/ d"'iie il teiere co ingiurìeyche da principio pareffero pive ole yt et are la fina patte
à\ Napoli co tiayet il fuo animo. Dopo lequali(fe quefle glifufiero e o por tate) ardir eb-
che fin cifri be di t etare ogni giorno co fé maggiori: no effer\ l'abitionc fiia diuerfa da
Papa Leone quella degli altri Re Napoletani >b nimici perpetui della ci. ne fa Romana:
nonoiNor- f 7 d i 7r i • « r -. • - ?> •«^- r •
mani ?efftv. perciò haueY moltifjime uolte quei I\eperjegHita:i co l arme i Votejichoc
citaronojco. cupato più uolte Rgma.'lsfo hauere quejlo mede/imo P^e madato due uolte
gii.- dai] bij contra die Tonteficigli efferati co laperfona del figliuolo infino allemtt
it-one,; .ind^ ' ~a 'Romanci *non hauere quafi fempre esercitato nimicitie aperte co fuoi
tio 2 . e lemé ar.teceflori? irritarlo di prefente contra lui non folo Peffcmpio degli altri
co5' Ce& 'lì %£>r*°j°l° la cupidità fua naturale del dominar e;ma di più ildefideriodel
•Uri.' a u edetta % la memoria dell'offefe riceuute da Califlofuo ^io. jl u iter ti fi-
fe Hi-
PRIMO. 5
fé diligetemele a quefle cofe,et co fiderà ffe,che tollerado con patientia le
prime ingiurie,honorato folamente con cerimonie, & nomi nani; farebbe
effettualmete difbregiato da ciafcuno, & darebbe animo a più pericolo fi
dife^nima rifeniendofene;coferuerebbe ageuolmete la priftina maeflà,&
vradeT7a;& la uera ueneratione douuta da tutto' l mondo a'TÓtefici Fg
mani.iArviùfe alle perfuafioni offerte efficaciffìme: ma più efficaci fatti:
perche %ììpreftò pròtifìimxmete qn arata mila ducati, & condujfefeco a
fpefe comuni,ma perche fieffèro fermi doue pareffe al Tontefice, trecento
hnomini d'arme:& nodimeno defiderofo di fuggire la necefìità d'entrare
in nuota trauagli;cofortò Ferdinando che dijponeije Virginio a mitigare
con qualche honeflo modo l'animo del Totefice;accennadogli, chealtrime
ti ^rauijfimi fcàdoli da quefio lieue principio nafeer potrebbono.Ma più li
ber amente, & con maggior efficacia ammonì molte uolte Tiero de Medi-
cine confiderado quanto fu ffe flato opportuno a co feruare la pace d'Ita
lia,che Lorenzo fuo padre fujje proceduto comehuomo di me%o,& amico
comune tra Ferdinado,& luv,uoleffe più tofìo feguitare l'efempio dome-
fiico,hauedo mafjimamente a pigliarci 'imitai ione da per fona fiata di tan
to ualore,che credendo a 'configli nuouidare ad altri cagione,an^i più to
fto necefìità di far e deliberationi,lequali alla fine hauejjero a e fere perni
ciò fé a ciafcuno:& che fi ricordaffe quanto la lunga amicitia tra la cafa
Sfor^efca, & quella de' Medici haueffe dato all'una, & all' altra ficurtà,
& riputatione:& quateoffefe,& ingiurie hauefje fatte la cafaùjlrago
na al padre,& a'maggiori fuoi,& alla F^epub. Fìorentina:& quante uol
te Ferdinando,^ prima Mfonfo fuo padre haueffero tentato d'occupare
bora coarme,hora co infidie il dominio di Tofcaua.Ma noceuano più che
nogiouauano quefli conforti,& ammonitioni.Verche F erdinàdo ftimado
effergli indegno il cedereaLcdouico,&ad,Afcanio,daglìfìimolidequa
Ufi perfuadeua,che l'indegnatione del TÓteficeproccdeffe;et [limolato da
Mfonfo fuo figliuolo ;cofortòfegretamete Virginio, che non ritardale a
riceuere per uirtu del cotr attoria poffeffìone delle caftella,promettédo di
fenderlo da qualuque moleftia gli fuffe dataiet d'altra parte gouernàdo fi
co le naturali fue arti;proponeua colTotefice dhzr.fi modi dtcopofitio-
ne,cofortado nondimeno Virginio occultamete a no cofmtire,fe no a que
gli, per i quali fatisf acedo alTotefice co qualche fomma di danari,bauef a D. ^efta
fé a ritener fi le caflella.Onde Virginio prefo animo a ricusò poi più uolte dure^ di
di quei par titi,i mali F erdinàdo, per no irritar e tàtoilTonieficefaceiia JJSJlSìì
infiàtiajcheegli accettaffe:'Nelle quali pratiche uedendofi, che Tiero de dinando.
Medici perfeueraua di feguitare tauttorità del I{e,et effer uana ogni diti
getia,che per rimouerlofifaceffe;Lodou. Sforma confiderado feco medefi
tuo quato import affé, che da gl'inimici fuoi dipédeffe quella città. Ut ope-
rammo della quale folcua e fiere ilfondameto principale della fuaficurtà
& perciò paredogU3cbe gli foprajìejfero molti pericola deliberò alia fai: *
te prò-
1 I B R O
J.oVe ?™!n te ProPrla comoùì rimedi] prouedere. Concìofia che gli fu fi e noti/timo II
in ito tinge defiderio ardeteycbaueuano gli dragone fi >ctì egli fufie rimo fio dal gouer
«o: &riabdul no dd niPot™l<ì*al dtfidenoybecke Ferdmàdo fieno ì tutte C anioni d'in
fimuiatione credibile *fimulationey& diffimulationeyfi fufie sformato dì ricopriremo
1 nemico,^' dim**° Mfonfo buomo di natura molto apertayno sera mai afienuto di
porti odio, lametarfi palefementedell'opprejjìone del generoidicedo^ con maggior li
nròofton*? berta,che prudentiaìparoleinginriofe,& piene di minacci. Sapeua oltra
Fwo,& non quello Lodouicoycbe ifabella moglie di Gio. Galea^o , gioitane di turile
^Jm À\cxxJ^ritoC w5 cefiaua di limolare cotinuamete il padre,& l'auohycbefe non
"*e "fZ^Sti™014614* l'infamia di tata indegnità del marito,& di lei;gli moueffe al
ne altre uir- m*c0 H pericolo della uita-.alquale erano efpofii infieme co li propri] figli
dVaif"10 H0^*Ma quel ebe più angufliaua l'animo fuo;er a il confederare efier font
étti* di eh" marne te odiofo Hfuo nome a tutti i popoli del Ducato di Milano; fi , mol
ino rifuS U infolite efattioni di danariyc baueua fatte;come per la compajfione che
4 de pnidcrl eiafeuno baueua di Gio.Galea^jo legittimo Signore.Et beebe egli fi sfor
rlmSm? ^aiìaifarefofpetti gli dragone fi di cupidità d'infignortrfidi quello ila
pi.Marc.iui tOyCome [e effi pretedeffero appartenerli a loro per l'antiche ragioniàdtl {
no iìf"d'e u$am*t0 dl Filippo Maria Vifcote;dquale baueua infiituito bende M
gii vffid còfonfo padre di Ferdinado:et ebe per facilitare qutfio difegno cerca/fero di
iSmo *ài ?riuan H nipote delfuo gouerno:noiimeno noi ofeguitaua con queft'arti
bene gcSmq la moderatane dell'odio coceputomè che uniuerfalmete no fi confiderajfe
nof^lecTto ^. QJ al i fceleratexge foglia cMurregli buominiyla fete pefiifera del do
simulare , o minare. Ter ò poi che lugamete sbebbe riuolto per l'animo lo fiato delle
i simulare . cofe^ j perjColi imminet iypofipofti tutti gli altri penfieri; indir tQ^ò del
tonfo di 41! tutl° l'animo a cercare nuoui appoggi }& congiut ioni: & a quello dimo-
ia \wpru4tT\firk~ dogli grande opportunità lo sdegno del TJ'ottfi ce edira F trainando >et
to dì fcpdr"à M defiderio che fi credeuay che bauefie il Senato Vmitianoy che s alter affé
«r. ì.fic.i. quella cofederatione,per laquale era fiata fatta moltJ anni oppefitionc a*
roana aiCbé difegni juoi;propofe all' uno y& all'altro di loroydifare infiemepcr benefi
pubiico : n- ciò comuneynuoua cofederatione.Ma nel Votefice pr e naie uà allo fderno*
che coferma^. 7- ». ,-r , - ,• r ,,»,*, . W " .
có l'aggiuta et a qualuque altro affetto la cupidità sfrenata dell efa itat io neat figli uo
dell'ambino Iki quali amado ardetementeyprimo di tutti i Votcficucbe ver uelare in
ne,con quitti , • n r 1 < 1 1 • , F
come di fot falche parte l infamia loroyfoleuano chiamargli nipoti; gli cbiamaua9
HcVmii s ^ moftraMa a tuttoHmodo come figli noli. ,Ts{èJ e gli prefentàào f ancora.
e il GionTb opportunità di dareper altra nia principio ulL\ntetofuo;faceua injtàtia
« i\ covio re d ottenere per moglie d'uno di loro3 una delle figliuole naturali djlU
giurano li r r J , ° . n . , * o " *"■»
Fctcera icrn Jonfo, co n dote di qualche fiato ricco nel regno \apolitano . Dallaqualc
u tn^w1o^cran^a irifmo n°Q re$° efclufo'pnftà piugl'orcccbiycbe l'animo alla co «
& a Pad™, federat ione propofìa da Lodouuo: & fé in qutfio aefideno gì fufie fiato
h^fr1 ili li corrtfp0ft°Snò fi farebbe perauuetura la pace dy Italia co fi prefio pcrtur-
©rincip. del bata;ma beebe Ferdinado no ne fufie alieno pwndimc no ^Aifonjo, U quale
li 7. parte. *
d Di quello ho fatto annotatone di fotto a e. 14. faci, hauendo tenuto alcuni, che folle codicillo & noi
tjciUmao,& iubuoilrdcaato morto iilippo, e fcxa fatui* che in lK-Uandfo o.loìkro ca-'iou di iwlt
PRIMO. <T
tborriua Fambitionc,& ilfaflo del Tontefice;ricusòfempre di consentir •*»« J« «*
. ,. „ ài »•/* • /r» » f • pul fé dipi*
ut :& perciò non dimoflrandoyche dijpiacejje loro ti matrmonto;ma meu ricadi hauu-
itfwrfo difficultà nella qualità dello flato dot ale ;no fatisfaceuano ad ^efl°\à^it
(andrò. Terilche egli Jdegnato;fi rifoluè difeguitare i confi gli di Lodoui- giSa? Tatti
concitandolo la cupidità,&lofdegno>&in qualche parte iltimoreiper ** l£-4-
a e.
de
lfa;era ali bora molto potete
xo:ma ancora Vrofpero et Fabritio principali della famiglia de* Colone/i: J1™ Ij1 /°£C*
hr il a Cardinale di S.Tiero in y incoia, Cardinale difomma eflimationey
ritiratosi nella Rocca èOflia tenuta da luiycome da Vefcouo Oftienfe, per a QneftoCar
~ ,. , i ~ r - • r 3- rr ìi r - • - rr 'j-V. amale fu poi
TojpettOìChe il Totefice no infidiafle alla \ua uita;era mimici/fimo di Fer oidio i. pa
dinàdo,cotra ilquale baueuagia concitato prima Siflo Tonteficefuo zjo, Pf***]£
grata /# dif unione de gli
fofpètta già ogni dì più a ciafcuno,et la memoria delle leghe fatte da loro
con Sifto]&co Innocentio fuoi proffimi anteceffori.Verche dall'una rice-
uettono moleftie affai fenica comodo alcuno: & Siflo quado più ardeua la
guerra cotra il Duca di F errar ayallaquale prima gli haueua cocitati>mu
tata fentetia;procedè nofolamete con l'arme fpirituali: ma prefe ancora
l'arme temporali infteme col reflo d'Italia cotra loro. Ma fuperado tutte
le difficultà appreffo al Senatoyet priuatameteco molti de fenat ori linda
flria,& la diligetia di Lodouico: fi contrajjefinalmete del mefe d'aprile b.^rae » c
tmira
l'anno 1 49 3 .tra il Voteficeyil Senato Veneto^ Gio. Galea%?o Duca di mcdxchl
■Milano ( e fpediuafi in nomefuo tutte le delib erat ioni di quello flato )no uà todirnBT.
\ -r 1 \ ir r , \ - r „• : Ik >*,. j ì delia Deca.;
tofederatione adifefacomune,& acojeruatione nominatametedelgouer dl Liuio d£
no di Lodouico:cd pattoyche i Vinitianu & il Duca di Milano f uff ero te- «e Scipione
nuti a maiare fubito a B^mapficutd dello flato ecclefiafticoy& del Tote rJ"0ne in ri
fìce,dugeto huomini d'arme per ciafcuno,& aiutarlo co quefte, &fe bifo Jp°fta a Fa-
%nofuffe con maggiori for%e allacquiflo delle caflella occupate da Virgi dice,d« più
nio.Solleuarono quefli nuoui cofìrli non mediocreme te ili animi di tutta animo ha si.
,. . 1 *i T ». .* -t r j iì 1 1 precolui.che
ltalta:pot cheti Duca di Milano rimaneuaj eparato da quella lega,laqua affrica & of.
1 le più di dodici anni haueua mantenuta la ficurtà comune: imperoche in [^j ,^
tffaefpreffamente fi probibiua,che alcuno de'cofederatifaceffenuoua col a difende.
Icgationefen^a confentimeto degli altri. Et perciò uededofi rotta co ine ^°fa™™\
quale diuifione quella unione? in cui confisleua l equalità delle co fé comu ìib. $.a ci &
ni:& ripieni difofpettoy & difdegnogli animi de'Trencipi: chefipoteua * ^^
altro credere che in danno comune haueffero a nafeer e frutti conformi a qaefto au«o
quefli femttV ero il Duca di Calauria,&Tiero de Medici giudicando effe ^e^Va^i
>re piuficuro alle co fé loro b il preuenire, che leffer preuenuti : udirono d'arma ausi
con grande inclinatione Vrofpero^t Fabritio Colonna:! quali confortati f^1 cotur*
OCCiil-
. L I B K O
occultamete al medcfimo dal Cardinale di S. Viero in V incula; off trina-
no d'occupare all'improuifo Bgma con legeti d'arme delle copagnìe loro%
& cogli huomini della fattione Ghibellina;in cafo,che gli feguit afferò le
for%e degli Orfini\ & che il Duca s'accodi affé prima in luogo, che fra tre
dì poi che e' uif afferò entrati poteffe foccorrergli.Ma Ferdinando de fiderà
fo non di irritare p:ù,ma di mitigare l'animo del Tontefice>& di correg-
gere quel che in fino à quel dì impr udentemente s 'era fatto,rifìutati total
a Tendono mete qucjii cofigli,iquali giudicaua parturirebbono no ficurtà,ma traua
meno che p'à 'gH>& feriC(>^ molto maggiori;deliberò di fare ogni opera no piufimulM
pa Vrbatió 4. tamete,ma con tutto l cuore per coporre la differenza delle Caflellaiper
carTo d! ah fi* ade do finche iaixta quella cagione di tata alteratione,hamffe co piccola
ciò cón-a.Ma fatica,an%i qnafi perfeflejfa Italia nello flato di prima a ritornar fi. Ma
mefìi Tinue NX>N sempre per il rimuouere delle cagioni fi rimuouonogU effettivi qua
iiiriò da re U da quelle bano battuto la prima origine .Ter che ,comefpeffo accade,che
ildiie ;' ma ^ deliberatati fatte per timore ^paiono a chi teme inferiori al pericolo ;
che preuenu no fi confidaua Lodouico a' bauere trovato rimedio ballate alla ficurtà
Ie;i rnueftitu fuama dubitado £ i fini del Tontefice,& del Senato Viaitiano,diuerfi da
ra fefle poi fUoi,no poter fare lungo tepo fondameto nella cofederatione fatta con lo
lo dai socccf ro;& che (ciò le cofe fue poteffero por uarijcafi ridurfi in molte difficul
lore. the fu tàyapplicò i pe fieri fuoi più a medicare dalle radici il primo male, che in
«e ciò fi caua nÌ%i a gli occhi fé gli prefentaua,che a quelli che dipoi ne poteffero rifui
rja jugian tare,no fi ricordado quatofia pern.ciofo bufare medicina più potete3che
ulti nella lì non comporti la natura dell' infermità,& la e ompleffione dell' infermo ;&
brera di s. Come fé l'entrare in maggior pericoli fuffe rimedio unico a' prefenti peri
ma3daPaoio coli ; deliberò per afficurarfi con l'armi forefliere, poi che & ne Ile for%f
EcTaiuJUvi PT0Prie>& neWamicitie Italiane no cofidaua,di tetar'ogni cofa per muo
x& ài s. Lo. nere Carlo Ottano I\e di Francia ad affaire il Pregno di T^apoli: ilquale%
daaitri *hu P er ^ ^ lc^c rag'on* de gì* Jlngioini,appar tener fé gli pretédeua.ll idearne
akunifcriuo di ^Napoli detto affurdamete nelle inuefliture,et bolle della chiefa B^oma
no mandate na( della quale è feudo anticbiffimojil Eseguo di Siciliani qua dal Faro;
a cario rin fu come occupato ingiuftamete da Mafredi figliuolo naturale di Federi-
?uelboUePfn &° U*Imperatore,coceduto ì feudo infierite co l'I fola della Sicilia,fotto ti
Fraci*; ikhe tolo delle due Sicilie , hma di quàtl' altra di là dal Faro enfino nell'anno
chffu dìlean 1 l6jr* a da orbano il li. V onte fi e e Romano, a Carlo Conte diVroue%a%
mpnma,che ^7- d'^ingiò, fratello di quel Lodouico I\e di Francia,cbe chiaro per la pò
ftorl» non i tentia,ma più chiaro per la Santità della uitaymtritò d'effere aferitto do
fcritró. Per- pò la morte nel numero de' Santi. llquale hauendo con la poffanya dell' ar
TiTvarnuò me ottenuto effettualmente, quello di che gli era flato conferito il titolo
cario a Ro Co l' autorità della chiefa;fi cotinuò dopo la morte f uà il l\egno di TS(apolÌ
iTiviaggio* in Carlo fuo figliuolo }cbiamato da gì Italiani, per diflinguerlo dal padre9
■me da pupa Carlo II .et dopo lui in Umberto fuo nipote.Ma effendo dipoi per la morte
^icuiuT ^ di Bytiberto fen^a figliuoli mafebiy fucceduta Gioudna figliuola di Carlo
Duca
PRIMO. 7
linea di Calabria, ilqualgiouane era morto inHan^t al padre ; cominciò
[reflo a ejfere d ffiregiata,non meno par l'infamia decoflumi,che per lim~
t'C'llitd ddfeffo,la ttorità della nuova B^ina. Da che effendo nate in prò
reffo dì tempo uarie di feor die ,& guerre ynon per ciò tra altri che tra i
([tendenti mede fimi di Carlo l. nati di di uer fi figliuoli d> Carlo IL Gìo-
annad I per andò di poter fi altrimenti difender e;adottò per figlinolo Lo*
uuco Duca £ jLngiòy fratello di Carlo f.I\e di Francia:quello a cui,per
\uere,con fare piccola efpericntia della Fortuna, ottenuto molte uitto*
ieydettono i Franccfi il (opra nome di faggio, llq uà le Lodouico paffato in
talia con potentifftmo e fere ito offendo prima [lata itiolent emente morta,
Uouanna,& trasferito il B^ono in Carlo ychiamato di Dura%jo,difcendt
ejimilmente di Carlo Trimo; morì di febbre in Vaglia, quando era già
taji in poffeffione della uittoria;in modo che a gli ^Angioini no peruenne
quella adottione altroché la Contea di Vrouen^ay fiata poffeduta con*
inuamente da difendenti di CarloT rimo. Hebbe nondimeno daquefta
[origine il pretefioycol quale poi & Lodouico d'Angiò figliuolo del primo
'.odoaicoyz? in altro tempo il nipote del mede fimo nome [limolati da'Von
eficiyquando erano difcordi con quei Re; affaltarono fpeffoybenche con pò
Va fortuna yil Frigno di r^apoli.Ma a Carlo di Dura%jo erafucceduto La
Uslao fuo figli Mdo : ilqual' ejfendo mancato l\Anno Mille quattrocento *0JJyurono
Quattordici, jen?a figliuoli; peruenne la corona a Giouanna Seconda fua pandoifeiio
: or ella, nome infelice a quel Bearne, & non meno alluma, & aW altra di £0^no,a"
oro, non differenti né d'imprudentia, né di lajciuia di cojiumi . Tercbe erta™ eoa
^mettendo Giouanna ilgouerno del B^egno nelle mani di* quelle perfo ~ [^0.ìS>cq[Q
Ugnelle quali metteua ancora impudicamente il corpo fuo, fi riduffe pre- »aum orac
io in tante difficultdy che trauagliata dal ter%o Lodouico con l'aiuto di facto grà si
Martino Quinto Vontefice ; fu finalmente coflretta per ultimo fuffidio Jt*1^*
idottare per figliuolo Mfonfo Bg d'Aragona, & di Sicilia; ma uenuta nlgiia;nehi
lon molto poi con lui in contentione , annullata fiotto titolo d'ingratitu- jjj^j"*
■ iine,l adottione; adottò per figliuolo, & chiamò in foccorfo fuo il mede- giugnenù
faio Lodouico per la guerra del quale era fiata neceffitatadifare lapri- jkjJJo*8"
maadottione:& cacciato con tarme Mfonfo di tutto l Bggno; lo conser-
vò mentre uiffe pacificamente: & morendo fen\a figliuoli, infiituì herede J> *™on° 5
t(come fu fama)Henato Ducady^ingìò>& Conte di V rouen%a, fratello ai tomo Pl.m.
>Lodouico figliuolo fuo adottiuo,mortoperauuetur 'a l'anno medefimoMa^j^J^
dispiacendo a molti de' Baroni del Bggno la fucceffione di Binato, & effen toi10 pria-
\dofi diuulgatoychel teftamento era fiato f alf amente fabricato da Napoli £pec£ln^
mani; u da una parte de^ Baroni,et de popoli chiamato jllfonfo.Da que foro Gaeta.
Ho hebbono origine le guerre tra Mfonfo,et J\enato,le qualimolfanni af^°l%fl
{flijjono sì nobile ì\egno\fatte da loro più con le for^e del Bearne mede fimo, ceiVo conce
iche con le proprie. Da quefto per le uolontà contrarie fur fono lefattioni £lolL?r££0
Uon ancora in qiiefio tempo al tutto fpente>de gliMagonefis& .Angioini, rl0.'
mar tanfo
i
LIBRO
variando etiandio nel cor fo del tempo i titoli,& i colori delle ragioni.? er
che iTontefici feguitado pia le [ne cupidità', ò la necejjità de,tempi> che la.
giuflitia;l' inuefliture diuerfamente concederono. Ma effendo delle guerre
tra Alfonfo,et Renato rimafo uincitore Alfonfo, Principe di maggior pò
tentia,& ualore,& morendo poi fen%a figliuoli legittimi, no fatta memo
ria di Giouannifuo fratello,& fucceffore ne' Regni di Sicilia,& d'Arago-
na; lafciò per teflamento il Regno di !<[apoli,come acquiftato dafe,& pe-
rò non appartenente alla Corona d'Aragona; a Ferdinando figliuolo juo
naturale. il quale fé bene quafi incontinente dopo la morte del padre ;fu
aff aitato con le /palle de principali Baroni del Regno, da Giouannifigliuo
lo di Binato nondimeno con la felicità,^ uirtufua non folamente fi dife
fe,ma affliffe in modo gli auuerfarij,che mai più in uita di Renato, ilquale
foprauiffe più anni al figliuolo, bebb e, ne da cont edere con gli Angioini ne
da temerne. Morì finalmente Renato,& non bauendo figliuoli mafchi;fece
.herede in tutti gli ftati,& ragioni f uè Carlo figliuolo del fratello, llquale
morendo poco dipoi fen%a figliuoli ;laj ciò per telìamento lafua ber edita a.
Luigi X l.Re di Francia: a cui non foto ricadde,come afupremo Signore il
Ducato d'Angiò,nel quale perche è membro della Corona non fucce dono
din {it^par le f emine; ma con tuttoché' l Duca dell' Oreno nato d'una figliuola di Re-
ticoiarméce nato, aff eri fife appartener fi a fé, la fucce ffione de gli fiati, entrò in poffeffio
prkipio de' ne della Trouen%a:& poteua per uigore del testamento mede fimo preterì
i<ioì e ómen feye ejfergli applicate le ragioni, eh e gli Angioini baueu ano fopr a il Rea»
nionei 4. a we dilslapoli. Lcquali effendo perla fua morte continuate in Carlo viij.
cap. 17.
Strabene
da
* * fuo figliuolo ;incominciò Ferdinando Re di Tripoli ad hauere potentiffimo
pnneip. dd auuerfario:& fi prefentò grandiffima opportunità a chiunque d'ojfender-
ìome'ouTu ^° defìderaua. Ver che il Regno di Francia era in quel tempo più florido
u\de in qiutd'b uomini, di gloria d' arme,di potentia, di ricche7^e,et d'auttorità intra
"lo^ianL^^^^^^^^/0^^0/70^^^0 Magno fuffe mai flato, effendo fi arn-
ia dandone pliato tìouellamente in ciafeuna di quelle tre particelle quali, apprejfo a
frmrì&til&tè antichi fi ^diuideua tutta la GailiaXonciofia che non più cbe.quaran-
foio delia ta anni innanzi a quesìo tempo, fiotto Carlo FU . Re, per molte uittorie
fa^a'hn ^[ottenute con grauiffimi pericoli, chiamato bene auuent arato, fi f uff ero ru
la Francia^ dotte jotto quell'imperio la Isiprmandia, e l Ducato di Ghienna,prouincie
Sia/DiVe poffedute prima dagl'lnglefi:& negli ultimi anni di. Luigi XI, 'la Contea-
hifìone qui di Trouen^a,il Ducato di Borgogna ,& qua fi tutta la Ticcardiaict dipoi.
legger ' Ru- aggiunto per nuouo matrimonio alla potentia di Carlo Ottano il Ducato
berto
)erto Gua- di Brettapna.'Nèmancaua nell'animo di Carlo inclinatane a cercar d'ac-
gumo, An- .n 1, •; i. ;. , n
nere, paolo quijtare con l arme il Regno dilSlapoLi,come gìujt amente appartenente a
*™xì^J^{fe,cominciata per un certo inflinto quafi naturale infimo da pueritia, &
neo,detto al nutrita da' conforti d'alcuni,che gli erano molto accetti: i quali empiendo
eenTon" &■ ^° dipenfieri famìgli proponeuano quefia effere occafione d'auan%are U
altri. ' gloria de fuoipredec eff or imperché acquiSiato il Reame di 1^apoli',glifareb
he age-
PRIMO. 8
he ageuole uincere V Imperio de' Tur chi, Laqu al co facendo già nota a mot
ti, dette (paranza a Lodouico Sforma di poter facilmente pervadergli il
fuo de fider io confidando fi oltra queflo non poco nell'introduttione, cheba
mena nella Corte di Francia il nome S forze fico: a perche & eglifemprc,et *oAjCac ?enan
prima Galeazzo fuo fratello haueuano con molte dimoflrat ioni \& uffici] uoiétia, che
continuata l'amkitia cominciata da Francefco Sforma loro padre» llqnale Jj^J^ R^
battendo trentanni innaffiai riceuuto infeudo da Luigi XI. (l'animo del lacafàsfor
\ qual t\e abhorrìfempre le co fé d'Italia)'^ città di Sauona, & le ragioni, J^SwiS
cb'ei pretendenti bauerc in Genoua, dominata già dal padre fuo; non era l'Autcore in
giamai mancato à luinefuoi pericoli né di con figlio, né d'ainto:& nondi- no^de uiet
meno Lodouico parendogli pericolo fo lefferfolo afufcitar mouimento sì tera, fcritta
grande,& per trattare la cofa in Francia co maggior credito, e*r auttori c* sLfo,°a 'à
tà;cercò prima di perfuadere il mede/imo al Tonte fìce no meno con glifli- eflb Re car.
moli dell* ambinone , che dello fdegno. Dimofirandogli che neper fauore terVTnau
de'Vrincipi Italiani, né per mezo dell'arme loro; poteua,nè di uendicarfi settima par
^r,. , ■ / .ri n •/ „• • r /• ti fi teddi'Hilt.
contr a Ferdinando, ne a acquetare Jtati bonorati per i figlinoli bauerejpe ^1 cono,
ranza alcuna.Et bauendolo trouato pronto,o per cupidità dicofe nuoue>
òper ottenere dagli ^dragonefi per mezo del timore,quel che di conceder
gli fpontane amente ricufauano;conuenuti infieme , mandarono fegretiffl-
mamente in Francia buomini confidati a tentare l'animo del ]\e,&di co-
loro,cì) erano intimi ne1 configli f noi A quali non fi monflrado alieni dall' in
tentione lorojLodouico drizzato/i in tutto à queflo difegno;ui mandò(ben
che jpargendo nome d'altre cagioni )fcopert amente Carlo da Barbiano Co
te di Belgioiofo.llquale poi che per qualche dì,& con Carlo in priuata au Qyefu Ora.
dientia; & feparat amente con tutti i principali bebbe fatto diligentia di adescar
Balbiano
»ate di Rei
gioiofo ai
Trelati,& nobili della Corte, par lò( fecondo fi dice)in quella forma. ^ cario in
Se alcuno per qual fi uoglia cagione baueJJe(Chriflianif[ìmo Rgjfofpet- beivufuo- è
ta la fincerità dell'animo, & della fede , con laquale Lodouico Sforza, diuerfa da
offerendoti etiandio commodità di danari, & aiuto delle fue genti; ui con introiti?
forta a mouer l'arme per acquiflare il Bearne di lS(apoli; rimoueràfacil- Giouio • m*
mente da fé quesla mal fondata fujpitione, fé fi ridurrà in memoria l'anti- to Amile a
ca diuotione battuta in ogni tempo da lui, da Galeazzo fuo fratello, & ^e|ja ktte
prima da Francefco fuo padre, a Luigi Vndecimo padre uoftro : & poi che fu ferir!
continuamente al uoflro vloriofiffìmo nome:& molto più fé e'confidererà " daLodo-
,. a • r S r i * • • *rr j ■ uico Sforza
dt quejta impreja potere riluttare a Lodouico grandijjimi danni con poca a eflb Re, &
speranza d'alcuna utilità; & a noi tutto' l contrario, alqnale un Bggno bel nìffoli }
tifìimo della uittoria per uerrebbe , con grandi fisima gloria, & opportu- delia quai
nità di co fé maggiori. Ma a lui poco altro, che una giuftifsima uendetta GuTcciardu
contra l*infidie,& ingiurie degli jLr agone fi. Ut d'altra parte, fé tentata no habbia p
non riufci]je;non per queflo dinenterebbe minore la uoflr a grandezza: ZI f°5&ec
ma
pervadergli; introdotto finalmente un giorno nel con figlio B^eale preferì- l» b
te il I{e, do ne oltra i miniftri Bggif,interuennero tutti i Signori, & molti J*o\
£ I B ' R O
a . w^Wft) rf/ dugent'annì da*I\c del uoflro [angue: ilquale è ntdnifeflo giuridi-
co medefil camente afpcttarfiauoiì Chi non fa quanto appartenga alla dignità uo~
m» il Pota- nra ^ ricuperarlo? quanto fia pietofo illìber are que' popoli yche adorano il
no nel hb. $J , i n l i ì- • r ci -V jr « j /; • -j
de vmAéiià glorio fo nome uojtroy che di ragione Jono uostrijudditi, dalla tirannide
LoTo'sfor3. acerbi fjìma de'CatelanitÉ adunque limpreja giuftijjìma, èfacìliffimay è
*a,dicendo, neceffaria:& non meno glorio fay& fantay & per fé fleffay & perche u'a~
«ridi Rada Pre laflrada all' imprefe degne d'un Chriflianiffimo I{e dì Francia. Mle-
«5 furò mai quali non folo gli h uomini; ma Dio è quello (ò magnanimo Re) che tanto
chtPUi^ml apertamente ui chiamaycon sìgrandiy& sì manifejie occafioni, proponen
loro ueniflV doui inanimi al principio fomma felicità Jmperocheyqual maggior felicità
contrar?Re fH0 hauere principe alcunoyche le deliberationi, dalle quali rifulta laglo
di Napoli . riayet la gradella propriayfiano accopagnate da cb'cdftà~zey& cofequen
Sio nóGdi°cè ^c taliyche apparifea, che elle fi faccino no meno per beneficio y& per fall*
tal cofa:an. fe uniuerfaleyet molto più per lefaltatione di tutta la Repub. Chrifliana.
c'hìuiédoli a l^pnfu udita con allegro animo quefta proposta da' Signori grandi di
Re conuoca Francia: & fpetialmente da coloro y che per nobiltày & opinione sii pru*
11 tÓ dentiay erano di maggiore auttorità: I quali giudicauano quefta non pò-
mento a
urnes,ctefpo tere ejfere altro* che guerra piena di molte difficultày& pericoli, hauen-
«■io fuoftutt! do fi a condurre gli efferati in paefeforeftiero, & tanto lontano dal Re*
con ™*mù gno di Franciay& contra nimicislimati molto potenti. Ter che grandif-
confermaro fiuto era per tutto la fama della prudentia di Ferdinando ;ne minore quel*
no il parti ^ fai ua[ore b £ jLlfonfo nella feientia militar e:& fi credeuay che haucn-
quello me- do regnato Ferdinando trentanni* &fpogliatiy & diftruttiin uarij tem-
de/imodice p tanti Bar -oniy haueffe accumulato molto te foro . Con fiderà nano il Re
<he il Pada ejfere poco capace afoftenere da fé folo un pondo sì grane y& nel maneg*
Torf°d© * gio delle guerre y& de gli flati debole il cor \ figlio <y& lefperientia di colo*
include ijo- royche haueuano fede apprefjo a luì. jlggiugnerfi la carefiia de' danari
dai'rTcario de'quali ftimaua haueffe a bifognar e grandi fjìma quantìtà:& douerfi eia
a gii ftati. feuno ridurre nella memoria l aflutiey& gli artificij degl'Italiani: & ren
k Uerlua£r derfi certoyche no folo agli altri:ma né a Lodouico Sfor%aynotato no che
difeorre in alt ro in Italia dì poca fede ypot effe piacere che in poteflà d'un Re di Fran-
«jrtoa eia. ciafHjp, il piarne di Is^apoli. Onde & il uincere farebbe difficile : & pili
èeRmolS!^ difficile il conferuare le cofe uinte.cPerò Luigi padre di Carlo y Trinape
ma del Re che haueuafempre feguìtato più la fufiantiay che lappar entia delle cofe;
dou?co°x[°. non hauere mai accettato lefperan%e propofiegli delle cofe £ltaliaynè te
paolo Emi. nuto coto delle ragioni per uenut egli del Regno di ls[apoli:mafempre ajfer
cheq^amfo matOyche'l mandare efferati di là da'montiy non era altro y che cercare di
Roberto ss comperare molefliey & pericoli con infinito teforo y &fangue del Reame
< or fife "a* luì di Francia:EjJer necejfario inan%i a ogni cofay uolendo procedere a quefla
per ainro^i ejpeditioneycomporre le controller fie co Re uicini: perche con Ferdinan-
Jeni«?nrca do Re dì Spagna cagioni di difcordiey& di fofpetti non mancauano:& con
iia;ti Re-gu Maìfimiliano Rede'Rgmani, &con Filippo Arciduca d'*4uftriafuofigli-
? R I M O. re
volo ,er ano motte nonfolo emulai ioni: ma ingiurie. Gli animi de* qualìnon ""f °,f h*k
fi potrebbono riconciliare ,fen^a concedere a efìi cofe dannofifìime alla rito per a
corona di Francia: & nondimeno fi riconcilierèbbono più con le dimoflra ^^SìrI
tioni, che con gli effetti. Ver che quale accordo bacerebbe ad afjìcurare* <h k ridano
che foprauenendo all'efferato regio qualche d'acuità in Italia;non affai- ^"^oJ^.
taffero il Regno di Francia? ls[è douerfi fperare, che in Henrico VII. Re «are m ica-
d' Inghilterra, non haueffe forile maggiori l'odio naturale de gl'Inghileft J."^'^* ,5j*
centra Francefile la pace fatta con lui pochi me fi aitanti. Ter eh e era acqui/ìa to ,
tnanifeflo haueruelo tirato più, che altra caufa, il non comfpondere gli J^^ £
apparati delire de' Romani alle promeffe,co lequalihaueua indotto a por che cocca \ *
re il campo intorno a Bologna. Quefle,& altre fimili cagioni sallegauano n%a7e"uea
da' Signori grandi, parte tra loro mede fimi, par te col Re,a diffuadere la "e. u.ra.f„
guerra.Tra i quali più efficacemente , che alcun' altro Iacopo Crauilla , a ft f
^Ammiraglio di Francia,huomo alquale la fama inueterata in tutto l Re moglie di
gno,d'ejferfauio; conferuaua lauttorità, benché gli fu ffe alquanto fiata vd\^°r^ci
diminuita la grandetta. Et nondimeno fi porgeua in contrario con grade che poi rei
auidità l'orecchio da Carlo Jlquale gioitane d anni uentidue,& per natu- nodeifatri
ra poco intelligete delle anioni h umane \er a traportato da ardete cupidi eia , come e
tàdi fignoreggiare,& da appetito digloria, fondato più toflo in leggiere fjj|"°c^
uolontà,& qua fi impeto,che in maturità di configlio : & preflando, ò per faci.& co.
propria inclinatione, ò per l'effempio,& ammonitioni paterne poca fede oìouwL' *'
a Signor i,& a'nobili del Regno,poi che era ufeito della tutela a d'Anna
Ducheffa di Borbone fuaforella,nè udedo più i configli dell' .Ammiraglio,
& degli altri,i quali erano flati grandi in quelgouerno;fi reggeua colpa"
rere d'alcuni h uomini di piccola condizione, alleuati quafi tutti al fer- r
uigio della per fona f uà : de quali , quelli di più fattore uehement emente
ne lo confort aitano, parte (come fono uenali fpefjo i configli dèTrin-
cipi) cor rotti da doni, & da promeffe fatte dall' Ambafciatore di Lodo- b sono dì.
uico, che non lafciò indietro dili?entia, barte ale una per far fi propitit uerfillGjo-
/• ; 7- n j i , • r v». i 7/ ltl°5'i co-
quegli , che erano di momento a quejta delio erat ione ; parte mofsi dalle rio, & 4*1»
fperan%e propoflefi, chi d'acquifìareflati nel Regno di "Napoli, chi d'ot- f",^°rdlp^
tenere dalTontefice dignità, & entrate Ecclefiaftiche . Capo di tutti ito Stefano.
quefìiera Stefano di Vers, di nationedi Linguadoca, di baffo legnaggio: cefh°p co!
ma nutrito molti anni nella camera del Re, & da lui fatto b Sinifcalco gnome era
di Belcarija cofluì adheriua Guglielmo Brifjonetto ,ilquale di rnerca- corio^io'1
tante diuenuto prima Generale di Francia, & poi Vefcouo di San Malo, chiama Ma-
nonfolo era prepoflo all' amminiftr attorie dell'entrate Regie,che in Fran- BeiCari;&lq
eia dicono, [opra lefnan%e , ma unito con Stefano, per fua opera haue- ft° scrittor
uà già grandifiima introduttione in tutte le facende importanti , ben- &£$. '"/
che digouernare coje di flato haueffe piccolo intendimento . Aggiugne- Giorno ag-
uanfi gli fi imo li d'Antonello da San Seuerino Trincipe di Salerno, & fù'ìfahodeì
di Bernardino della medefima famiglia Trincipe di Bifignano,& di molti Re.
B z altri
LIBRO
altri Baroni sbanditi del Bearne di l^apoli:i quali rìcorft più anni prima
in F rancia, haueuano continuamete incitato Carlo a quefla imprefa, alle
gado la peffima difpofitione,& pia preflo difperatione di tutto il Rggno,
C*r le dipedentie,& il feguito grade che in quello battere fi prometteuano.
Stette in quefla uarietà di pareri fofpefa molti giorni la deliberatione,ef-
fendo no/blo dubio a gli altri quello, che shaueffe a determinare , ma in-
certo^ incollante l'animo di C ar lo ;per che bora (limolandolo la cupidi-
tà della glori a, & dell' Imperio >h or a raffrenadolo il timore; era tatuo Ita
irrefoluto,taluolta fi uolgeua al contrario di quello, che pareua,cb e pri-
ma haueffe determinato: pur e ultimatamete preualendo lafua prima in-
clinai ion c,& H fato infel ;cif]imo d'Italia ad ogni contradittioneyrifiutati
del tutto i configli quieti ';fit fatta,ma fenica faputa d'altri che del Ve fio
no di S.Malò,& del Sinifcalcodi Belcari;conuentione co l^mbafciatore
di Lodouico, della quale flettono pia mejì occulte le coditionuma lafom-
ma f u, eh e p affando Carlo in Italiano mandando efferato per Vacquìflo di
l^apoli; il Duca di Milano fujfe tenuto a dargli ilpaffo per il fuoflato,a
madare con le fue genti cinquecento huomini d'arme pagati-, per metter-
*ùt*$xit\\&ì>chea Genoua armaff e quanti legni uoleff e, & preftar gli innanzi par -
corio nella tifie di Francia dugento mila ducati:& dall'altra parte il B^es'obligò al-
ìvli'di mu la difefa del Ducato di Milano, co tra ciafeuno, con particolare mentione
lano. di conferuare l'auttorità di Lodouico, & a tenere ferme in jLfli Città del
b ti g Duca d}Orlicns,durante la guerra dugento lande, perche fuffero prefle a*
rai diquefta bifogni di quello Hato:& aUbora,o non molto dipoi per unafcritta,fot-
ìmprda fu t0rcritta di propria mano promeff e, ottenuto che baueffe il Bearne di Na-
reto Geno - poli,cocedere a Lodouico il principato di Taranto.l^on e certo opera per
ftonfe^sTfe duta>ò fenZ^ premio il considerare la uarietà de' tempi, & delle co fé del
ce fatto d*. mondo.* Fr ance feo Sforila padre di Lodouico, principe di raraprudetia, '<
re^iPifoia & tialore,anchora che inimico de gli dragone fi per grauiffime off e fé ri-
èi Ponza a ceuute da jllfonfo padre di Ferdinando, & amico antico de gli ^Angioini,
d'atit f$nd nondimeno quando Giouanni figliuolo di Binato, l'anno i^-jj. affaltò il
ntui reitò p Bggno di J^apoli; aiuto con tanta prontezza Ferdinando, che da lui fu
c5 cfueakri principalmente ricono feiuta la uittoria,moj]o non da altroy che da parer
Ke,& molti li troppo pericolofo al Ducato fuo di Milano, che d'uno fiato co fi potente
xiò.Gio»u»!/* Italiani Francefi tanto uicini fi infignoriffero : laquale ragione haue
Coiienuc-- uà prima indotto Filippomaria Fifconte, che abbandonati gli ^Angioini,
niano,& al'fauoriti in fino a quel di da lui; liberaffe jLlfonfofuo nimico: b ilquale pre *
»*• fo da'Genouefi in una battaglia 7<[auale preffo a Gaeta; gli era fiato con
e dì ciòho d°tt:o con tutta la nobiltà de'l\egni fuoi , prigione a Milano, e DaW altra <
fatto anno- parte Luigi padre di Carlo Hi molato jpejfe uolte da molti,& non con leg-
carwpreecea^'en occafioni alle cofe di l$apoli>& chiamato inHant eméte da Genoue
dente a car. fi al dominio della loro patria, Hata poffeduta da Carlo fuo padre baueua
* ac,a* fempre ricufato di mefcolarfi in Italia, come cofa piena di jfcefe, & dif-
ficultà.
PRIMO. fi
ficultà,& aW ultimo pernitiofa al Regno di Francia, flora nariate Popi"
nioni de gli h uomini \ma non già forfè uariate le ragioni delle cofc,& Lo-
douico chiamaua i Fraceft di qua da* monti,non temendo da unopotetif-
{imo Re diFracia,fe in mano fuafofleill\cgno di Ts[apoli, di quello perico
lo, che l padre fuo ualorofi filmo ncWarmt 'baueua temuto, fé l'bauejfe ac-
quiflato un piccolo Conte di Trouen^a: & Carlo ardeua di defidcrio di
far guerra in ltalia,pr eponendo la temerità dy b uomini bafii,& inefper-
ti alconfìglio del padre fuo, % di lunga efpQYicntia,& prudentia. Certe
èycbe Loionicofu medefir/uvvete confo rtato aiata deliberatane da Her
cole da EJÌe Duca di Ferrara fuo fuccero: ilqnale ardendo di defideriodi
ricuperare ilVolefine di I{ouigo,paefe cotiguo,et molto importante alla
ficurtà di Ferrara Jlatoglioccupato da' F iniziarli nella guerra dieci anni
innàri battuta con loro:conofceua effere unica ùia dì poterlo ricuperar ct
che li alia tutta fi turbajfe co grandinimi rnouimtnti.Fu oltra queflo ere
duto da molti, che Hercole} benché col genero fimulafjebeniuolentia gr a
difiima,nondimeno,che in fecreto lodiajfe eflranamete; perche emendo in
quella guerra tutto il reslo d'Italia,cbe baueua prefe l'armi per lui,mol-
to fuperiore dV initiani:Lodouico, ilqualegia gouernaua lo flato di Mi-
lano:* moffo daproprij interefii,coflrinfe gli altri a far e la pace, con codi a Leggefi §.
tione,che a Vìnitiani rimaneffe il Volefim:^r però cheHercole non potè Ro m??elu
i « j- r j • • • r m i- i ^ ,S «nomila Se
do con l arme ucndicarji di tanta ingiuria, cercale di uend:carji col dar- tu parte dei
glipeftifero conftglio.Maeffendo già cominciata(benche da principio co ^r^'dnu'
Alatori incerti) a rifonare in Italia la fama di quello, che oltre a monti fi mene, fatte
trattaua,si de/tarono uarv\ pen fieri, & difcorji nelle menti de gli buomi- jJun'* #Jj
ni: perche à molti, iquali la potetia del P\egno di Fracia, la pronteTga'di *.a,acaoche
quella natione a nuoui mommenti, & le diwfioni degl'Italiani confiderà Sa^uT^r
uanoiparcua cofa digràdifiimo momcnto:altri perl'età,&per le quali- fa> & L?ga:
tà del l\e,& perla negligentia propria de "Fract fi, & per gì 'impedimcti, "f0crh;ea £t
che hanno le grandi imprefe: giudicauano quefto effere più tofio impeto u«i proprie
gio umile, eh e fondato con figlio :ilquale poi ebefuffe alquato ribollito, ha le^atuiu
utffe leggiermente a rifoluerfime Ferdinado,c~ótra ilquale tali co fé fi ma Pace l'<*nue
china uano:dimoflrauadbauerne molto timore, allegando effere imprefa '4 *'
àurìflima-.perche fé e'pefaftino affaltarlo per maredo trouerebbono pro-
ueduto d'armata fufficiéte a combattere con loro in alto mare, i porti be
fortificati,& tutti m fua poteflà:nè effere nel E^egno Barone alcuno, che
gli pottffe riceuere,come era flato riceuuto Giouanni d'jlngib dal "Prin-
cipe di I\offano,& da altri grandid' efpeditione per terra effere incomo-
dalo fpett a a molti,& lontana, hauedofi a paffare prima per la lunghe1^
%adi tutta Italia: di maniera che ciafeuno de gli altri baurebbe caufa
particolarmente di temerne, & forfè più di tutti Lodouico Sforma, beebe
uolido dimoUrare,che fuffe proprio d'altri il pericolo comune, simulaffc
il còtrario,perche per la uicinità dello flato di Milano alla Fracia,haue-
B 3 uà il
LIBRO
CoHenuc.. '>'<*# *l£ maggiore facultà,e uerifimilmetc maggior cupidità <F * occuparlo,
ciò, che per &cfìédogli il Duca di Milano cogiutiffimo di [angue ,come potere almeno
fertilità"* afficurarfi Lodouico,che' l J\e non hauejfe inanimo di liberarlo dalla fua
copia dciRe oppreffioneìhauendo maffimamente pochi anni innanTÌ affermato pale fé*
fcno ili Na- rr JJ j J ■/-/, , ,';K/,-,, r r ir r
poli di tue mente,cbeno comporterebbe, che Gio. Galea%7x>juo cugino fujj e opprej*
u i beni ; è fat0 si indegnamente: non battere tali conditiom le cofe jtravoncfi ,cbe la
che diete ie [peranno, della debolezza loro douejfe dare a'FractJi ardire d'affittarle,
natxooì ìh-a effondo ezli bene ordinato di* molta sfiorita pente d'arme, abbondai e a
gegnateoc- «' bellicoji caualu,ai munitioni,d artiglierie & ai tutte k prolusioni ne-
caparlo: & cesarie alla guerra ,& co tanta copia didanariy che fen%a incommodità.
primoUb. potrebbe qaato gli f affé neceffario augumetarle,& oltre a molti periti ffi
b a car,.o. rni Capitanhprepoflo al governo degli ej]erciti,& ar mefite, U b Duca di b
ha ètttQ,che Calabria fuo primogenitore ap Panò di fama gr ade, & di uirtù non mino-
«r'rjdi&S re,& ejperimetato per molti anni in tutte le guerre d'Italia: aggiugnerft
<t\ fifmaAi>Al alle for%e proprie gli aiuti pronti de 'fuoi mede fimi, per che non c/Fere da
ài Calabria dubitare gli mancafì 'e ilfoccorfo del B^e di Spagna fuo cugino, & fratello
nella fciétia fe\ia moglie;sìper il uinculo doppio del par et ado, come perche gli fareb-
be fofbetta la uicinità de arance fi alla Sicilia. Omelìe cofe fi diceuano da
to nei ii.2°a Ferdinado publi carnet e ymagnific andò lafuapotentia>& efenuado quan
c.48.doue fi f0 poteua lefor%e,& f opportunità degli auuerfarìj: ma come era Re di
gnkoii^e de fingulare prudetia,& d'efperietia gran lift ima; intrinfecamete gramjfì-
l'mftabiiità mi pen fi eri lo tormentauanoybauendo fijfa nell'animo la memoria de tra
bone Geo - uagli battuti nel principio del I\egnofuo da quejìa natione : confi derana
g[afo ^ae , profondamente douere hauere la guerra co nemici bellicofifjìmi,& poten
non per ai. tiffìmi,& molto ftp eri ori afe di caualleriayài fanteria, d'armate mariti
tro finirò me^ ' artiglierie, di danari,& d'huomini ardetiffimia ejporji a ogni peri-
de G.gan in colo per la gloria, &gradex^a del proprio l\e: afe per cotrariofofpetta
i-iegra, ch/è 0„nj cofa,pieno /'/ l\egno quajì tutto, o d'odio grande contrà il nome Jlra
uon> fé nò 5 gonefe,ò d'inclinatione nò mediocre a' ribelli fuoi, del refto la maggior par
^oÙ* Pv te c clipìda p l'ordinario di nuoui l\e; e^ nella quale hauejfe a potere più <
dWèdi fua lafortuna,che lafede,& effere maggiore la riputazione, cbelneruo delle
T^ohll fi*e for'Kf!:non haftare i danari accumulati alle fpefe neceffarie per la di-
u °aevre.Et fefa,& empiedofì per la guerra ogni co fa di ribellione,^- di tumulti, an~
ddia°4.Dec! nichilarfi in un mometo tutte l'entrate, hauere in Italia molti nimici,niié
diceduqrti na amicitiafl abile, ,& fi data, per che,chi non era Hat o offefo in qualche te
»uto?& P°>° dall' armifo dall'arti fue? Isje di Spagna fecondo l'effempio delpaffa-
za ribdiióe to,& le coditioni di quel B,egno potere afpettare altri aiuti a' fuoi perico-
li chetar* lische largbiffime promeffe,&famagrààifJìma d' apparatila effettipic-
ìì.sj aitroue colifsimi,& tardifsimì.jlccrefceuangli il timore molte predittioni infeli
"ofe.1" pm dalla cafa fua,uenutegli a notitia fin diuerfi tempi, parte per àjl ritture d
à vi qu?fte antiche ritrouate di nuouo, parte per parole d h uomini, incerti fpeffo del
fl'T'iv* Prefcnt€> ma cbefi a^'°Sano certex^adel futuro , cofe nella prosperità
credute
credute òoco,cotne cominciano ad apparire l'alter fità credute troppo:an- do vefc
* . l . •> ^ . . . . * ^ » •» »• .._•_._ r . - _i ^i Tori
gnfiiato da quefic confiderationi, & pr e fent andò fegli maggior e fcn%a co ^ggjjg
far at ione la paura,che la fperan'za;conobbc no effere altro rimedio a ta anni prima,
ti pericoli, che ò il rimuovere, quanto più prcfio fi poteua, con qualche co JJJ^jyjg
Cardiaca mente del Bg di Francia da quelli pen fieri, ò leu ar gli parte de' f0 santo, &.
fondamenti,che lincitauano alla guerra: f et 'ciò hauedo in Francia Um* ggjjjjg^
bafciatori mandatila per trattare lofponfalitio di Ciar lotta, figliuola di dcfu chie-
Don Federigo fuo feco do genito, col l\e di Scotia,ilquale,per effere la fan- J* ^-gg
dulia nata d'una far e Ila della madre di Carlo, & allenata nella fua Cor te UmiMe
te.fi maneggiatiti da lui,dette loro [opra le co fé occorrenti nuoue comef- J^^SS
fioni:&uideputò,oltr -a quefti, Camillo Vandonc fiatoni altre uolte per * iwmo ai
luv9a fine,cbe tentando priuatamete i principali copremij,& offerte grà JJgJgJJ
di,& proponendo al ^quando altrimenti non fi pot effe mitigarlo, condì «* Ai^ia.»
&W<& cefl/p,0r altre fommiffìoni; fi sfor^affe di ottenere da lui la pace. £&*$*
Oltra queflo nojolo interpo fé tutta la diligetia,& auttoritdfua per co- nei *{ìm^
porre la differentia delle ca!hlla,cdperate da Virginio Or fino, la cui du- u ?\£%g*
rex^afi lametaua effere fiata caufa di tutti quefti difordini; ma incorniti ancho a 5y.
no col Tote fi ce le pratiche del paretado, trattato prima tra loro: ma il \"$°* di
principale fuoftudio,& diligetia s induco a mitigare, & ad affìcurare ^?a^«
AWwo <// LodSforxa,auttore,& motore di tutto il male: perjuadUofi, c?0?0 eeer^
efo * co/? pericolo fo co figlio più il timor e,che altra cagione lo coduccffc: J^^J
£r però anteponedo la ficurtà propria all' Inter effe della nipote & alla fa qiliui g ,^*
fetf dd figliuolo nato di lei;gli offerje per diuerfi me^di riferir fi in tilt g*
fo *//*/«* «o/owftf «te//* $fl/è <//' Gìo.Galeaxzp & del Ducaeo di Milano,
non attendendo al parere d'Mfonfodlquale pigliando animo dalla timi- a Dice Mar
dita naturale di Lodouico,nè fi ri cor dando, che ^All* Deliberationi pre- g*-^-^
■ cipitofefi coduce no meno ageuolmete il a r/Ywdo per la difperatione, che nel IumW
/* wrftftti il temerario per lineo fideratione,giudicaua,che l'afpreggiarlo ITo^Èimor.
co fpauenti,& con minacci f uff e me%o opportuno a farlo ritirare da qtìt *eL^0f ene
fti nuoui cofigli.Compofefi finalmete, dopo uarie diffidata procedute più ??XaIViì\
da Virelnio,che dalTontefice, la differentia delle caftella , intervenendo « «mici ré,
ò» J- n sr j i J t> Qua nietuut,
a//* copofitione Don Federigo,màdato a quejto effetto dal padre a Hpma, aiuicipenc,
Conuenero,cke Virginio le nteneffe,ma pagando al Vontefice tanta quan ^ _
tua di danari per quanti Ihaueua prima comperate da Fracefchetto Ch dice ./^
bò:ccchiufcfi wficme lofponfalitio di Madama Sanccs, figliuola naturale cipaco d.ca
àMfonfb in Don GiuffrèSgliuolominore del Votefice,inhabili lime lai rlno a: & Ul
a£2«»-»Kne
.fr^3^ /'er^z alla cofumatione del matrimoniode coditioni furono,che Don J^^f?-
' Ciuffrè andafjefra pochimefi aftare al^apoli,ricc>4ej]e in dote b ilTrin ^ndlTal
pipato di Squillaci, co entrata di ducati dieci mila lanno:&fuffc codotto gùwió dei
co» a'«ro h uomini tarme aglifiipendtj di Ferdinando .-donde fi confer- to£api"ai£
mò l'opinione hauuta da ?nolti, che quel che hauea trattato in FraìUlf_d^f0e^a\
il VonteficeyfuJTeAato trattato principalmente per indurre co timore gli de# *>
£ 4 ^r^o-
LIBRO
dragone fi a quefle conuentioni. Tentò di più Ferdinando di 'confederar fi
con lui a difefa comune ima interponendo il Tontefice molte difficultà, non
ottenne altroché una promeffa occultifjìma per un breue, d'aiutarlo a di
fendere il Bggno di lS(apoli,in cafo che Ferdinàdo prometteffe a lui di fa re
ilmedefimo dello flato della Cbiefa. Lecjuali co fé eff edite fi partirono, li-
tentiate dalTapa del dominio Ecclefiaflico,le genti d 'arme* che iV inaia
ni,& il Duca di Milano gli haueuano mandate in a i ut o.Tslè cominciò Ver
a Di Copra a binando con minore {per an-^a di felice fuc ceffo a trattare co Lodou. Sfor-
far. ?■ i. & %a,ilquale a con arte grandi ffima;hor a moflradofì mal contento dell indi
t ^gono natione del ^ di F rada alle co fé dyltalia,come pericolo fa à tutti gli Ita
<:ti aruficii lianifnora feufandofi per lanecefjìtày laqualeper il feudo di Genoua, &
fioni ?àlill Per l* confederatane antica, con la cafa di Francia, l'haueua coflretto à
do. sforza, udire le riebiefte fattegli, fecondo diceua da quel B^e ; bora promettendo
àtnìiiVoìt qualche uolta a Ferdinando gualche mlt a fé paratamente al Tonte fìce,et
uj parer fu. aTiero de' 'Medici d 'affaticar fi quanto poteffe per raffreddare l'ardore di
èkxu ° CarLo;Ji sfor^aua ai tenergli addormentati m quefla {peran%a , accioche
innan%i,che le cofe di F r ancia f uff ero bene ordinate,& flabilite;cotra lui
qualche mouimento non fi fac effe: et gli era creduto piufaciimete.-perche
la deliberatone di far e poffare il Bg di Francia in ltalia,era giudicata fi
malficura anchora per lui,che non pareua pojfibile, che finalmente no fé
n'haueffe( confi derato il pericolo )à ritirare.Confumoffi tutta la fiate in
quefle pratiche procedendo Lodouico in modo, chefin^a dare ombra al
J{c di Fracia;nè Ferdinando,nè il Tontefice,ne i Fiorentini delle j [ne prò-
tìieffefì difper aitano, né totalmente ni con fidauano. Ma in quefio tempo fi
gittauano in Francia folleàtamete i fondamenti della nuoua ejpeditioney
alla quale cotra il con figlio diquafi tutti i Signori, era ogni dì mavqiorc
l'ardore del Bgiilquale per ejftre pia eredito compofe le dijf erette che ha
ueua con Ferdinando,^ con ifabella I\e9 & Bucina di Spagna, Vrincipi in
quel tempo molto celebrati,&gloriofhperlafama della prudentia loro,
per hauere ridotti di grandiffime turbulentie in fomma tranquillità, &
ubbidienza i Bggni fuoi, &per hauere nuouamente co guerra cotinuata
dieci anni,ricuperato al nome di Chr/flo il Bearne di Granata, flato poffe-
. àuto da' Mori d'^Africa,poco meno a ottocento anni. Fu efpreffa inquefta
capitolatane fermata moltofolennemente,& con giuramenti preflati in
publico dall'una p art e, & dall'altra ne tepìj fiacri, eh e Ferdinando, & ifa
bella(reggeuafi la Spagna in nome comune )ne direttamente, ne indiretta
mente gli *Ar agone fi ai ut afferò parentado nuouo con loro non cotrahef
b II Giorno
*
alquanto0 ' fero, ne in modo alcuno per di fi fa dil^apoliaCarlo s oppone fiero: le qua
più diifufo // obligationi egli per ottenere cominciàdo dalla perdita certa per fheran »
ratione, & %a di guadagno incerto,reflitui fcn^alcuno pagamento b Verpignano co
«o hndia ut tutta ^ Contea di Kglfiglione, impegnato molti anni innanzi a Luigi fuo
urea parte, padre da Giouami i\e d'*4.ragona,padre di Ferdinandoscofa molefiiffima
a tutto
PRIMO. 13 a VediFilI
a tutto ilBggno di Francia ; perche quella Contea fituata alle radici de1 *0 commèS
MontiVirenei,& però fecondo l'antica diuifione parte della Gallia; im- ^^iakmi
Dediua a vii Spavnuoli l'entrare in arancia da quella parte, Fece per la '
medefima cagione Carlo pace con Majjimiliano 1\e di Rimani, & co rilip ne poj) che
pò ^Arciduca d'^Aufiria fuo fi?liuolo,ì quali baueuanofeco vrauiffime ca L°J- « *■ Pi;°
' . . , „ . 0>. . . ' . • , _ • • r j nule a VlJtsi
gìom,ant;cbe,& nuoue a inimicitia;cominciate,percbe Luigi fuo padre, nuiiaoodet*
per l'occafione della morte di Carlo Duca di Bor?o?na,& Conte di Fian- "> Claudi*
i >■ 1 ■ 1 • r ■ n- • 1 1 j- t> ruaiigliuohi
dra,& di molti altri paeji circondati, baueua occupato il Ducato ai Bor p,.r Maritar
vovna,il Contado d'Jirtois,& molte altre terre poffeduteda lui: Donde mC^dov.
tjjendo nate gratti guerre tra Luigi, & Maria figliuola unica di Carlona 1 imperato -
quale poco dopo la morte delpadre sera maritata a Maffimiliano ,era **^* P°lJ*
ultimamente,effendo già morta Mar ia,& [acceduto nell'hereditd mater cefi* d>An-
wa Filippo figliuolo comune di Maffimiliano,&di lei,fattafi più per uol'ó f^1^6 %\\
tà de popoli di Fiandra,cbe di Ma fiimiliano, concordia tra loro,* per ifta- Regn. di Fri
bilimento della quale a Carlo figliuolo di Luigi; fu Margherita forella di JS'^mSc!
Filippo fpo fata : & benché fuffe d'età minore; condotta in Francia : doue » 8*.fac. 2. x.
poi,cbefu (lata più anni,Carlorepudiatala;tolfe per moglie jLma,alla- l Gioai° *
quale per la morte di Francefco fuo padre ferina figliuoli mafehi apparta c ^ f£Ò*
neua il Ducato di Bretagna,con doppia ingiuria di Ma fiimiliano, priua- dò parécado
to in un tempo medefimo del matrimonio della figliuola,& del proprio:^ ^SoEuSìl
perche prima permea de 'fuoi procuratori haueua fpo fato Jlnna:& rio- to in ima di
dimeno impotente a fomentare da fé fieffo la guerra,incominciataper ca- [jJopiinJS
gione di quefla ingiuriale uolendo i popoli di Fiandra, ì quali per effere che appari.
Filippo pupillo con configlio,& auttoritd propria fi reggeuano ;flare in tJoV^'lt
guerra col Bggno di Francia;^ uedendo pofate l'armi cantra i Francefi, cura fcttoeu
da'Bg di Spagna, & d'Inghilterra; conftntì alla pace; per la quale Carlo introna?!
reflit uì a Filippo Margherita fua f or ella, ritenuta in fino a quel dì in Fra raimùBrafca
cia;&infieme le terre del contado di jLrtois,riferuandofi (éfotàeygfc; tofajfion^r
ma con oblivatione di reflit uirle alla fine di quattro anni, alauale tempo ™*xtn*ttQ
rilippo,diuenuto d età maggiore, poteua ualidamete confermare l accor no, c-t detto
do fatto :Lequali terre nella pace fatta dal Bg Luigi erano fiate cocor de- v*ocrx ,atai\
méte riconofciute,come per dote di Margherita predetta. Stabiliti , per ettaro, che
effere fiata renduta al re?no diFrancia la pace di tutti i uicini,la delibe- 1 ImP- Fede-
• a il 1 i. t r zi- in nco era UI-
ratione della guerra di Is^apoli per l'anno profiimo,et che m quello me%o uo,come co.
tutte le prouìfìoni neceffarie fi prepar afferò , follecitate continuamente H*^ °lwi
da Lodouico Sfor^a:ilquale come ipenfieri degli h uomini di grado in gra di Agoito.*
do fi diftcndono,non pi f andò più foto ad afìicurarfi nel gouerno,ma folle- ^f^if0
nato a più alti penfieri,haueua nell'animo con l'occafione detrattagli de Ntadodraita
gli jLragonefi,di trasferire in fé il Ducato di Milano:et per dare qualche ^""oS
colore di giuftitia a tata ingiù fiitia,& fermare con maggiori fondamenti gr.o precède
le co fé f uè a tutti i caft,che poteffero interuenire: e maritò Biaca Maria i^aiGinia
dorella di QÌQ,Qaka7^0y&fua nipote>a Hafiimiliaw>fuccedHtQ nuoua dèi.
mente
L I B R O
mente per la morte di Federigo fuo padre nell'Imperio %om. promettedo
gli in dote in certi tempi quattrocento mila ducati in pecunia numerata;
& in gioie, & in altri apparati ducati quaranta mila:& dall'altro can-
to Mafiimiliano Seguitando in quefto matrimonio più i danari chel uincó
lo dell' affinità;sobligò di cocedere a Lodouico, in pregiudicio di Gio. Ga-
leaxzp nuouo cognato Jinuefìitur a del Ducato di Milano perfe> per i fi-
gliuoli^ per i defcendctifuoi,come fé quello flato, dopo lamorte di Fi-
lippomaria Vifconteyfuffedi legittimo Ducafempre uacato:promettUQ
di congegnarli al tepo dell'ultimo pagamento,! prìuilegtj fpediti inforni*
ampliflxma.lVifconti gentil 'buomini di Milano nelle partialìtà pingui^
nofi(fimeycbebbe Italia de Ghibellini y& de'Guelfi, cacciati finalmente i
a Tratta di Guelfi;diuentarono (èqueflo quafifempre tifine delle difcordie ciudi) di
ciò piena- f a^ gUna parte di Milano padroni di tutta la Città: nella qual grader
rionneVapar ^ayhauedo cotinnato molt 'anni, cercai -ono fecodo ilprogreffo comune del
Aorie Si te Tir anidhperche quello ciò era ufurpatione par effe ragioneydi corrobo-
ro** àeu rare prima co legittimi color i,& dipoi d' illustrare co ampliami tìtoli la
ln™Tcio~ loro fortuna.Terà ottenuto dagl'Imperadoriy decitali Italia comincia-
Gaicazxoai Ua già a conofcere piuilnome,che la poffanza,prima* il titolo diCapita ,
Fuanrtà.della ni,poidiricarijImperiali:airultimoGio.Galeaxjp,ilqualeperbauere
qU3r ' riceuutò la Contea di Virtus da Giouani Bg di Fracia fuo fuocero,fi cbia
b Akunch1 maua il Cote di Pirttottcnne da Vincislao Fve de Bimani per fé, &per
nonm'ue! Ufuaflirpe mafculina la dignità di Duca di Milano: nella quale gli fuc-
^"n'codi! sederono Cuno dopo l'altro Giouanmaria,& Filippomariajuoi figliuoli:
rifìo fi° Re ma finita la linea mafculina per la morte di Filippo, benché egli baueffe
£*£» Si %rì h teft amento fuo infiituito berede Mfonfo PKe d'Aragonay & di ?ia-
f!ìato Lre- polì,moffo dall' amicitia grandifiima,laquale per la liberatone fua haue
tie-.rr.a mor-
fei iato Jtamente uajpirauanoynonaimeno trancejco òjor^uayuuuv m ^^ ir-
fottofcntto tà ualorofifimo, né minore nell'arte della paceycbe della guerra, aiuta-
Itffiirac- to da molte occafioni,che all'bcra concorrono, &> non meno dall'bauere
ciàto:e in q flimato più il regnareyche lofferuaTa della fede: occupo con l'arme quel
fo°nfo°^- Ducato come appartenente a Eiancamariafua moglie, figliuola natura^
dufodaqu (e di Filippo:& è fama che e'pottete ottenerne poi con poca quantità di
Giouiodnei.' danari l'inueftitura da Federigo Imperadorema checonfidado di potere
la ^ita di B con ie mtdefime articonferuarlo ycon le quali l'baueua guadagnato ; la,
fracco ' difpregiòXofijen^a ìnueflitura continuò Galea^o fuo figliuolo :& con
sfo.xa è da fawua Giouà Galea^o fuo nipotc:onde Lodouico in un mede fimo tem-
iStTgiì 3- po federato contra il nipote uiuoy& ingiitriofo coir a la memoria del pa
tri Cecco si dre,& del fratello mortiy afermando non efere flato alcuno d'efii legit-
^cTTiia" timo Duca di Milano; Je ne fece come di fiato devoluto all'Imperio, inue
sforciade. a-rc da M^limiliano , intitolando fi per quefla ragione, non latimo, ma
quarte
PRIMO. ?4
quarto Duca dì Milano; benché quefle co fé alla nottua di pochi, mentre
uiffe il npote,trapaJfaronoJoleua oltra queUo direyfeguitàdo l'effempio phoen,!c nc**
di a Ciro fratello minore di Artoferfe I{e di Terfia, & confermandolo co £*~J^['di
l'auttorità di molti Lurìfconf ulti, che precedala Galeazzo fuofratelloy re.
non per l'eterna per effere flato il primo figliuolo, chef offe nato al padre
Po,non effere confuetudine del Sacro Imperio concedere alcuno stato a chi <**i R-e. dl pt
rr '-• v • ijM. 'i. _ :* rr% n j.- ì * * /r- ancia in Ita
Ibaueffe prmx co l auttorita a altri tenuto:et perciò ejjerejiati da Majji tiaptirare i
miliario difpr rigati i prieghi fatti da Lodouìco,per ottenere finueflitura Poetati ita
per G io. Galeazzo, che haueua prima dal popolo di Milano quel Ducato v^c\,\à du;
riconofciuto.il par etado fatto da Lodouico accrebbe la fperan-^a à Ver di faronoFiiip
nado,chee s'haneffe ad alienare dallarnicitia dell\e di ¥ràciaì giudieddo £ yinlcia,*
che fefferfi aderito >& fumminiflrat a à un emulo, & per tate cagioni ini |^rardo °
mito fuo,quatitdcofi grade di danari yf uff e per generare diffidetia tra lo- xzlfeaparM
ro,& che Lodouico prefo animo da questa nuoua c'jgiuntione haueffe più ^}^^d
arditamete à difcoftarfene;laquale[peraza Lodouico nutriua co gradiffi uia fu àhc
ino artificio :& nodimeno(tata era la fagacità,& defire%gafua) fapeua J^f^f*
in un tipo mede/imo dare parole à Ferdmado,&dgli altri Italiani,& he qmftoaifuo
ne intrattener fi col Bg de Bimani, & co quello di Francia.Sperauafimil- ^ ielrÈal
mete Vtrdinddo,che al Senato V minano, alquale haueua madato Amba fe,et dtiBé.
fciatori,haueffe à effere molefloyche in Italia, doue teneuano il primo luo- ^ la°f !o^Ia
go dipotetia>& d " auttorità,entraffe un Trincipe tato maggiore di loro, doue Pietro
nècdforti,&jperà%eda'I\edi Spagna gli mdcauanoii quali foccorfo potè 0J^ .J"n|
te ?H prometteuano,in cafo che co le perfuafioni, & co ìauttorità m pò ciò di peri-
S. r n • /-•/-• Jz iv i r r •/ n, j-colo uolle
tefjero quejta impreja mterr opere. DaU altra parte ji sf orfana ilB^e ai r-per ! ac_
¥ràcia,poiche haueua rimoffo gVimpedimeti di là da moti, rimuouere le cordo có.^ii
dijficultd, & gli oflacoli che poteffero effer gli fatti di quà:però madò t> Ve ^ifCcona
rone diBaccie,huomo non imperito delle co fé noftre in Italia,douerafta- f^Jf^J?*
to fotto Giouanni d! jLngiò,ilquale fignificata alVontefce,al Senato Fi- re^da^ii
nitiano,& a'Fior etini la deliberatane fatta dal fuo I{e per ricuperare il jkjj»6*
iouio e
Regno di Js{apoli,fece inflatia co tuttoché fi cogiungneffero co luiima non ancho aioet
riportò altro,che$era%e,& rijpofle generali;perche ejfendo la guerra no r° daoqrle,d*£
frima che per l'anno proffimo difegnata;ricujaua ciafeuno di [coprire ta quaie di fot
to \nna%i lafua intetione. Ricercò medefimamete ilRegli Oratori de'Fio ^JJwJ*
ventini, madati prima a lui con confentìmento di Ferdinado, per efeufar Che Pobi-
fi dell' imputationefi daua loro ò! effere inclinati a gli jLragonefi che gli g^j^jjj
fuffe promeffo paffo, & uettouaglia nel tenitorio loro, per l'efferato fuo bafcma,an-
c o pagameto coueniente,& di madar co effo cento huomini d'arme, i qua d.1atnr-'0ac1°pa'
li dìceua chiedere per fegno, che la Republica Fiorentina feguitaffe lafua pa,uennTea
amicitiaj&becheglifufje dimofirato no poter fi fenica grane pericolo far cd^jJedici
tak »»
LIBRO
limita, taledìchiaratìoneSe prima /' e/Ter cito Cito non era pattato in Italia;& af-
quei stnAiofermato che di quella Citta fi poteua in ogni cajo pr ometter eyquanto con
dliuTcoro! Hen*ua &WoJ]eruan,za,et diuotione^che sepre alla Corona di F rada portai
nadìFricìA ta haueua ;nond\meno erano co ìmpeto Francefe flretti apromctterloymi
nei/a Sòda nclcciando altrimenti di prillargli del commercio yche la natione Fioretina
ambaiceria haueua grandifpmo di mercatantie in quel Bearne :i quali co figli come poi
IousbÌc^. fi manifeflò;nafceiiano da Lodouico Sfor%ayguida aWhorayet indirizzato
fé foio fotte re di tutto que!loyche per loro con gl'Italiani fi praticaua.^jfaticojjì Vie
Francia n.L ro de9 Medie idi persuadere a Ferdinando quefle dimande importare sì pò*
dato ai Pa- co alla soma della guerra, che e 'potrebbe giouar gli più ,cbe la T\ep.etegli
cfario l,n&a/' conferuaffero in fede con C arlo:per laqualehaurebbono forfè opportuni
dirSn mila xà dy efiere me%i a qualche compofitioney che col dinegargliene diuentare
fetida fuo utile aperti nimici de1 Fr ance fi : allegaua oltra queflo il carico
grandif]ìmo>& l'odiosi quale centra fé fi conciterebbe in Firenze, fé imer
cotanti Fiorentini fu fftro cacciati di ¥rancia:& con uenire alla buona fé
de, fondamento principale delle confederationi, che ciafeuno de confedera
ti tollera/fé patient emente qualche incommodità:perche l'altro non incor
re (fé in danni molto maggior i.MaF 'erdinando,i!quale confideraua quanto
fi diminuirebbe della riputatione,& ficurtà fuay fé i Fiorentini fi J 'epara f
fero da luijion accettando quefle ragioni;/} lamentò grauiffimamenteyche
la confi antiaygr la fede di Ticro, cominci afferò cofì preflo a non corrijpode
re a quel che di lui s haueua promeffo: donde Tiero determinato di confer
uarfì innanzi a ogni cofa Vamicitia jlragonefe ;fece allungare con uarie
arti la rijpofla da1 Fr ance fi infl { atemente dimandata-^ -mettendo fi in ulti
mo che per nuoui Oratori fi farebbe intendere l'intentionc della J\epubli
chefciìueii casella fine di quejlo anno cominciò * la congiuntane fatta tra ili? onte
Bembo ntifice y & Ferdinando a uaciilare:ò perche ilTontefice ajpirajfe con intro-
fùe tìiflorie durre nuone difficultd ad ottenere da lui co fé maggiori;ò perche fi per fu*
tat
tane
clan
pamicitia ~j0 de Cardinali ydi Ferdinàdoyet deVinitiayu;desideraua scarnamente che
goni n, civcf andajfe a T{oma;eJfendoglifoJpetta molto lafua ajfentia,per l'importala
icrcò il Re feffa ^cca tfOftia;perche intorno a l\oma teneua ]{onciglione,ejr Grot-
jure in ita- taferrata;per molte dependentiey& auttorit a gr ade yc haueua nella Cor
lia* te:& finabnete per la natura fua desidero fa di cofe nuoue; & per l'ani*
mo pertinace a correre prima ogni pericolo,che allentare un punto folo
delle fue deliberationi.Scufauasi efficacijsimamete Verdinado di no potè
re piegare a queflo il V 'incola yinfoJpettito tatoychc qualunque sicurtà gli
parcua inferiore al pericolo:^ si lametaua della fua mala fortuna col
Tonteficeyche fempre attribuiffe a lui,quel che ueramente procedeua da
altri:cosi hauere creduto che Virginio per i confortiyet co danari juoi ha
uejfe comperato leCaflella:& nondimeno, la compera effere fiata fatta
fen%a
meo fu io. foffe dì moucrlo con queflo modo a ridurre il Cardinale di S.Tiero in Vin
"mantener cola all' ubidientia fua:ilqualeyegliycffercdo per sic urtdyla fede del Colle*
PRIMO. 15
fé n%a fua partìcipatione; ma effer bene egli flato quello c'haueua dìfpoflo
Virginio all' accordo;^ che a queflo effetto Ihaueua accommodato de da*
nari che fi pagarono in ricompenfo delle Catella; lequalifcufe me tre che'l
Tonti fi ce non accetta,an%i con acerbe ,& quafi minatorie parole fi lamen
tu di Ferdinando -pareua che nella riconcitiatione fatta tra loro non fi po-
tè ff e far e fi abile fondamento . Incominciò in tale dify nfit ione de gli animi *
& in tale confinone delle co fé tanto inclinate a nuoue perturbationi Pan
no MCDXCIIll. (io piglio il principio fecondo l'ufo Ì\omano)anno infe- *4p4
liciffimo all'Italia: c-r in uerit danno primo de gli anni miferabili;pcrche
aperfe la porta a innumerabili,& horribili calamità, delleqnali Ci può di a n 9,om'°
7 j r • j ^- 1 1 ì • i- • •• £ , , > nondimeno
re che per diuerji accidenti habbia dipoi participato una parte grade del fcriue che
mondo. Ijcl principio di queflo anno Carlo alieni ffimo dalla concordia *trd.1™ nd{!
con Ferdinando ; comandò a gli Oratori fuoi, che come Oratori di I\e nìmi fmanta an-
co fi par tifi ero fubito del Bearne diFrancia:& qua fi ne mede fimi dì mo~ ni \Egh re"
ri per un catarro repentino Ferdinando fopr afatto più da' difpiaceri del- Iu4iwfi,et
l'animo,che a dall'età. FuF^edi celebrata induflria,& prudentia:con la J^jjfjj^j
quale accompagnato da proserà fortuna; fi conferuò nell{egno acquifla ài Gennaio
to nuouamente dal padre contra molte difficultà,che nel principio del re- J,>£n!iiSs
gnare fé gli fcoperfero,et lo conduffe a maggior grandezza, che forfè mol te dice,ch3e
t'anni innanzi l'baueffepoffeduto I{e alcuno :buono I{e,fe haneffe continua clamai
to di regnare con l'arti mede fime, con le quali haueua principiato : ma in fano-.mache
progrefjo di tempo, ò prefi nuoui cottimi, per non hauerefaputo , come \l £ VStè»
quafi tutti i Trincipi,refiflere alla uiolentia della domìnatione;òycome fu dl ?eb"io-
creduto, quafi da tutti,fcopertii naturali^ quali prima co grande artifi- b Aggju(,ne
ciò haueua coperti;notato di poca fede, & di tanta crudeltà, che ifuoime »i Giorno ,
defimi degna più preflo di nome d'immanità lagiudicauano. La morte di a^ÀTfonlb
Ferdinando fi tenne per certo, chenoceffe alle cofe comuni: perche oltre «olmo, che
che harebbe tentato qualunque rimedio atto a impedire la p affata de' f^ii^oln
Francefilo fi dubita che più difficile farebbe flato fare che Lodou. Sfor- ni fi. foie
%a della natura altiera,& poco moderata d'Mfonfo s'affi caraffe, eh e di- Stói I£
fp orlo a r inouare lamicitia con Ferdinando: f apendo che ne' tempi prece- l,asH • eflb
denti era flato (beffo inclinato per non hauere cagione di controller fie con u'gùerr"*
lo flato di Milano a piegar fi alla fua uolontà;&tra l'altre cofeèmanife- m5do al Re
fio, che quando ifab ella figliuola d'^Alfonfo andò a congiunger fi col mari eamino pf
to,Lodouico come la uidde, innamorato di lei, de fiderò di ottenerla per mo donea Dffe:
glie dal padre:& à queflo effetto optrò(cofifu allhora creduto per tutta riméttere il
Italia )con incantamenti, & con malie,che Giouan Galeazzo, fu per mol Rcsii0 dj
ti mefi impotente alla confumatione del matrimonio: alla qual cofa Fer- faTbimo "
dinando harebbe acconfentito, ma jllfonfo repugnò: dode Lodouico efclu delf p<1Pa»r
fo di queflafperan%a,prefa altra moglie, & hauutone figliuoli ;uoltò tut- fe a" eh? di
ti i pen fieri a trasferir e in quegli il Ducato di Milano. bScriucno oltra rd>io° do-
quejto alcunché Ferdinando parato a tollerare qualunque mommodo, ^l. pe
& in-
L T B R O
t!r indegnità per fuggire la guerra imminente, haueua deliberato , come
prima lo permettetela benignità della flagione; andare in falle galee per
mare a Gcnoua: &di quiui per terra a Milano, per fatisfare a Lodouico
in tutto quello defideraffe:& rimenarne a T^apoli la nipote, fi er andò che
oltre a gli effetti delle cofe,quefìa publica confeffione di riconofeere in tut.
to da lui lafalute,haueffe a mitigare l' animo fuo: per che era noto quanto
egli co sfrenata ambitione ardefie di defiderio di parere l'arbitrio,^- qua
fi l Oracolo di tutta Italia. Ma jllfonfo fubito morto il padre mudò quat
tro Oratori al Tontefice;ilquale facendo fegni di efferealla prima inclina
tione dell' amicitia Francefe ritornato ,haueua né* mede fimi dì per una boi
la fottoferitta dal Collegio de" Cardinali , promeffo a requifitione del I\e
a Tiene il di Francia al Vejcouo di San Malòja a dignità del Cardinalato, & con-
caprenohda dotto a SifflWÈy communicol Duca di Milano, T?ro fiero Colonna foldato
ordinale prima del P\e,& alcuni altri condottieri di gente d'arme:& nondimeno jfc
giidmo^d rendè facile alla concordia per le conditioni grandi, lequali jllfonfo de fi-
ionetto dai derofiffimo d'affi curar fi di lui,&obligarlo allafua difefa gli propofe.Con
jcheàiuer! uennono adunque palefementeche tra loro fuffe confederatone a difefa.
rflej iljKe degli flati , con determinato numero di gente per ciafeuno : concedere il
«enire i ita Pontefice ad ^Alfonfo l'inuefiitura del Bggno con la diminutione delcen-
ìu oai me. fo^ot tenuta per Ferdinando durante Colo la uita fua,da "li ultriTonte-
no lo tratte ** •
weflTej & che fi ci: & mandale un legato jLpofiolico ad incoronarlo : creaffe Cardinale
feceorfe/1 ' Lodouico figliuolo diDon Henrico fratello naturale d'^£lfonfo,ilquale fu
che potetti poi chiamato il Cardinale d' *Aragona:pagaffe ill{e incontinente alTont.
dedme to* bucati trenta mila: deffe albD uca di Candia fiati nel Rsgno d'entrata di ^
Erancia. dodeci mila ducati Vanno: et il primo de' fette uffici} principali che uacaf
feiconducefielo per tutta la uita del pontefice afoldifuoi con 300. buo-
bQyefiofu . • ,, f i- r rr r • » , m , /
chiamato mm « arme, co quali fu fie tenuto jeruir e parimente l uno,& l altro di lo
Fracefco; & Yo:a j)0n ciuffre,che qua fi per pegno della fede paterna andaffe ad babi-
«*a celare l are appreffo al fuocero,cocedeffe oltre alle co fé promejfe nella prima co
<uo fratello uent ion e yiÌTr otonotariato, uno medtfimamente de' fette ufficìÀ:& entra-
ta fatto get 1 . 7 r •• 1 r • r ; • i i i r rr
tar nei Téue ve «l benefici} nel l\egno a C efare Borgia figliuolo del Vontefice , promojjo
f*"!? ?cf" f oco *nnanV dal padre al Cardinalato,hauendo per rimuouere l'impedì-
nio,& da ai mento d' e ff ere finir io, a' quali non era folito conceder fi tale dignità, fatto
Gotif dd to c°fàfi teflimonu pr ouare ,che era figliuolo legittimo d'altri: promejfe di.
]i Corio uà pia VirginioOrfino,ilquale col mandato T{egio interuenne a quefia capittt
)n ué?tuitc- ^atloneìche il I\e aiuterebbe il Tontefice a ricuperare la Rgcca d'Oftia, in
wétioni fra'i cafo che il Cardinale di S. Tiero in Vincola di andare a ì\oma ricufafie :
Aifonf iKe ^aclHa^epromefia il Rafferma uà effer e fiat a fatta fenica fuo cofentimen
nto,ò faputa: giudicando che in tempo tanto pericolofo fuffe molto dàno-
fo l'alienar fi quel Cardinale potente nelle coj'e diGenoua; lequali /limola
to da lui difegnaua di tentare:^ perche forfè in agitatione fi grauesha
rebbe a trattare di cocilij,ò dimaterie pregiudiciali alla fedia apoflolica;
inter-
f R I M O. ì<f
interpofe gradifjlma. diligentia per accordarlo colTont. alquale non fatif * tapartfc
i facendo in quefla co fa coditione alcuna>fe il Vincola rio ritomaua adorna; ^ti cardi?
& offendo il Cardinale oftinatijfimo a no commettere tifai la uita propria nal di s.pìj
alla fedc( tali erano le parole fue)di Catelani;reftò nana lafatica3et il de fi corio^che
derio d 'Silfonfo, ,Ter che il Cardinale, poi che hebbc fimulatamete dato (he fu,pe»"clie *
; tanta quafi certa di accettare le coditioni che ji trattauano a // parti al entrato avi
l'improuifo una notte [opra unobrigàtino armato da Oflia3lafciata bene gi»*myrin*
guardata quella J\occaì& fopr afiato pochi dì a Sauona3&poi in^/iuigno galee nei por
ne ideila quale città era Le?ato;andò finalmente a Lione: do ne poco innan c° d'olixat:.
%i fi era trasferito Carlo,pcr fare con più commoditay& maggiore ripu- ìafciatouui
tatione leprouifioniper laguerra-.alla quale già publicaua uolere anda- Srfcf"cofuo
re in perfona>& da lui ricenuto con grandifjlma fefta3& honore fi cogiun Fabrkio'co
Ce con vlialtriiche la turbatione dy Italia procurauano.rNonmancauaKAl lonna>{°pr-i
fonfo yfendogli diuentato buon maejtro il timor e,di continuare con Lodo- no di nott«
uico Sforma quel che era flato cominciato dal padre; offerendogli le mede j^^""
fims fatisfattioni: il quale, Lodouico fecondo il cofl urne fuoys'infegnaua gnone, &
dipafcereconuarie fperan^e:ma dimoflr andò ef] ere coftrettoaproce- ?£Yau'"*
aere con grandiffima deftre7^as& confideratione: accioche la guerra di Lione.
fegnata cotra altri,nonbaueffe principio contra luitma d'altra parte rio X^inT^
ceffaua di follecitarein Francia le preparationi , & per farlo con mag- Galeazzo s.
giorefficacia3&ftabilire meglio tutti i particolari di quel3che shaueffe a X*m™àìxl
ordinare ) & accioche non fi ritardaffe poi l'effecutione delle cofe deli- iFraciajrac
berate ; ui mandò > dando noce f uff e chiamato dal I{e , b Galeazzo da Jj^Je /neh*
San Seuerino3marito duna fua< figliuola naturale : ilqual'era in gran- ™od.° slu-
diffima fede , & fauoreapprefìo a lui . Ver i configli di Lodouico man- ™i France
dò Carlo al "Pontefice quattro Oratori , con commifjlone , che nel paffa- firoflerora*"
ve per Firenze facefferoinftantìa per la dichiaratane di quella J{epubli- ii?red à u
ca3Eberando d'Obignì Capitano di natione Sco%yefe3 il Generale di Fran- talia; * l*ilÉ
eia, ilVr efidente del parlamento diVrouen%a , & il mede/imo Verone dì inedia g
Baccie ; ilquale l'anno precedente uhaueua mandato : i quali fecondo la flc-?plJÌre
loroinslruttione ordinate principalmente a Milano 3 narrarono nell'un torfrancefe
luogo , & nell'altro le ragioni y lequali il Bg di Francia , come fucceffo- *e J^S? ^
re della Cafa d'Angiò , & per efjere mancata la linea di Carlo Trimo , onde $> §<iè
pretendeua al Bearne di Tslapoli, & la deliberatone di paffare lamio me- ££jjjj j,j
de fimo per finalmente in Italia , non per occupare cofa alcuna apparte- dare a san-
nente ad altr'uma folo per ottener quello , che giustamente fé gli affretta- ^en"{£ m
uà : benché per ultimo fine non haueffe tanto ill\egno di ISlapoli, quanto e Ghetta fi-
ilpoter poi uolgere l'arme contra ì Turchi per accrefcimento3& eflalta- f^tAV ,earJ
tione del nome Chrifliano . Ffpofero a Firenze quanto ilì\e fi confidaua ca?& gii fa
, di quella Città3à [lata riedificata da Carlo Magnot& fauorita fempre da Scodili*
iJ^efuoi progenitori^ frefeamente da Luigi fuo padre, nella guerraja anno 1489.
quale sìingiuflametefufatta loro da Siflo Tontefice,da Ferdinado proffi ^^-^1
inamente gu«w fa*
òa.ta l'auttcre ha per falfa l»opinioa,clie Fiorenia fofi« riedificaci 4a Carlo Magno,
LIBRO
Diamente morto y& da Mfonfo preferite Re : riduffero alla memoria i co-
modi grandijfìmiyì quali per il commercio delle mercatantie nella natione
Fiorettila del Bearne di Francia perucniuanoy donerà ben uedutay & ac-
carezzatalo altrimenti ytbe fé fu fife del fangue Fr ance fé; col quale effem
fio del Regno di Napoli y quando fuffe fignoreggiato da lui imedtfimi be-
neficio* utilità fperarepoteuano:co fi come dagli dragone fi giamai al"
tro che danni >& ingiurìe riceuute non baueuano ricercando uolefferofar
re qualche fegno d'efier congiunti fi co a qutfla imprcfa:& quado pure per
qualche gi ufi a caufa impediti jufiero\coczdeffero almeno p a ffoyet uettoua
glia per il dominio loroya jpefe dell' efiercto Francefe.Or.efie cofe tratta-
rono con la Rcpublica. jl Tiero de' Medici priuatamete ricordarono mol
ti benefici* ytt bonori fatti da Luigi Xl.al padrey& a* maggiori fuoi : ha-
uere ne tempi difficili fatto molte dimoftrationi per conferuation della
grandezza c£ e ffifb onorato in tejìimonio di beni nolenti a l'infegneloroycon
l'infegne proprie della Cafa di Francia:& dall'altro canto Ferdinando no
contento a' battergli apertamele pevfeguìtati con V arme *effer fi federata
mente mef colato nelle congiure ciudi y nelle quali era fiato ammazzato
Giuliano fuo zjoy& ferito gravemente Lorenzo fuo padre. Tarliti di Fi
resegli jlmbafiiadori fcn%a rifolutione della Cittd;fi trasferirono a Rp
ma; doue ricordato al Tote. gli antichi meritiyet la continua diuotion del
la Cafa di F rada uerfo la fediajlpofiolicaydelle quali erano piene tutte le
memorie anticbey& moderne: la contumaciayet fpeffe inubbidientie degli
dragone fi ydom a iarono l'inuejlitura del Regno di 'Napoli, nella per fona
di Carlo ycome giuridicamente douutagliyproponendo molte fveranze y ejr
facendo molte effert eyquando fuffe propitio a quefia imprefadaqualeynon
meno per le perfuafioniy& auttoritàfueyche per altra cagione era fiata
deliberata. ^Alla quale domanda riffofe il Tonteficey che effendo l'inuefti-
tura di quel Bearne conceduta da tanti fuoi anteceffori fucceffiuamentea
tre Re della Cala d'Aragona (perche nellinuefiitur a a Ferdinando nomi
natamente fi comprendeua jllfonfo)non era coueniente concederla a Car
lo in fina tantoché per uìa digiufiitia nonfufie dichiaratoci) 'egli haueffe
f r^rh-fi m*&tì°n ragioni;alle quali a l'inuejlitura fatta ad ^ilfonfo pregiudicato
Papa miào non hauereypercheyper quefia confiderai- ione ui era fiato ffecificato ctìel-
cardmafe'a h s'intende/ e fenyapregiudicio di perfona.Bjcordò il Regno diTslapoli ef
coiondKiMferedi dominio diretto della fediaSipofiolicad 'uttorità della quale non fi
fooio . pevfuadenaychel Re contra l'infiituto de' fuoi maggioriyche fempre nera
no fiati precipui difenfori'yuolefle uiolareycome molerebbe affaltandolo di
fatto: conuenirepiu allafua digwtày& bontàpretendendoui ragioneycer
caria per uia della giuftitiaylaquale come fi gnor e delfeudoy& folo giudi
ce di quella caufa fi offeriua parato ad amminiftrargli : né douere un Re
Cbrifiianiffimo ricercare altroyda un Tontefice Romano d'ufficio delquale
era probibire3non fomentare le uìolentie,& le guerre tra i Trmcipi Ci ri*
filami
PRIMO. t ?7
ìéiankdimoflrò quando bene uoleffefarc altrimenti molte Ji$ctilt>n& p*
ricoli per la vicinità aMfonfo,& de Fiorentini J ■unione de quali jegip
t'aua tutta la Tofcanaity per la de fé -.ernia dai l{c di tanti Bar mU glifi*
fide quali in fino in falle porte d l\omafi difendevano :& fi sformò nondt
meno di non non tagliare loro interamente la jperan^a con tutto che M
fé mede fimo di non partire dalla confederatone fatta con Jtlfimfo deter^
minato baueffe.Ji Virente era gr ade l'inclinatane inuerfo ha Cafa di Fra
cia,pcr il commercio di tanti Fiorentini in quel Bearne, per l'opinione in-
uet erata , * benché fai finche Carlo Magno bau tffè riedificata quella Cit- )^°Z
tàydifirutta da Totila I\e de Gotti;perla coniimtione grandi fiimahauu- goda cótr»
ta per lunghi ffimo tempo da maggiori loro,come da Guelfi , con Cario I. ^ffXt ^
- . . ........... ...
fa in Ita
f{apoli,& con molti de fttoi difendenti protettori della parte Quel vendo rati.
rtalia:per la memoria delle guerre che prima Mfonfo neccbio9& di j*™ ^ ■*:
foli anno i^%^erdinando,mandatouiinperfona Mfonfo J rno figlinolo , J?0^«p-
*?*««/<* /atte a quella Città,} le quali cagioni tutto l popolo defideraua* £/ diJgJ*
I.
» fa
£r/;c / pa//ò /? concedere ma non meno lo defiderauano i Cittadini piufattij, j^Joefe ,
C*r di maggiore autorità nella F[epublica;i quali effere fommaimpruden- biaceoilcna™
tia rifutauano il tirare nel dominio Fiorentino per le differentie d'altri , mi^huìu
una guerra di tanto pericolo apponendo fi a un efferato potent. (fimo , & J>hb ^ a|
alla per fona dd F^e di¥ratia,ilqua!e entrauajn Italia co fattori dello fia c$g«™
to di Milanoi&fe non e onfentendo, almeno no contradicendo il Senato Vi \^u,no fj
nitiano: confermavano il con figlio loro con l'autorità di Ce fimo de Medi- [|c€^«a.j
xi^ìato filmato nell'età fina uno de' piufauij h uomini dlt alia :ilqu ale nel viii^;' d*
lagutrra tra Giouannid'^ngw,&Ferdinando,bencheaVerdinandoade gf™J™a
rifiero il Tonte fcey& il Duca di Milano; baueua fempre configliato che come tutto
quella città non s'oppone/] e a Giouani : riduceuano in memoria l'effempio |!^.*J:
di Lorenzo padre diViero , ilquale in ogni romore della ritornata degli lui $ aforpò
angioini; baueua fempre haunto il mede fimo parer e de parole *&*&#$£££ no
fo da lui jpauentato dalla potentia de* Francefhpoi che queftal{e medefi-
mo baueua ottenuto la Brettagna* apparecchiar fi grandinimi mali a gli
italiani, fel B^e di Francia conofcejje le forte proprie. MaTiero de J^^JJ
Medici mi furando piuìecofecon la uoluntà, che conia prudentia ,& lìmo m fot.
hrefiando troppa fede afe ttejfo,& perfuadendofi che queflo moto sbauef]0^^;
je a rifoluere più tofio in romon3che in effetti confortato al mede fimo da fi cóckò co
qnalcWuno de miniftn \fuoi corrotto yfeeddo fi dijje,da' doni d'Mfcnfo;de dcila città
liberò pertinacemete di continuare nell'amicitia jLragonefc -Alche b: fogna ^n^m^
uà che per la graderà fua tutti gli altri Cittadini finalmente accojent j C(X"i p^
fero.Ho autori da no difyreigare, cbeTiero b non conteto dell' autorità, ™^c|£
iaquale baueua ottenuta il padre nella l{epublica,benche takahe fecodo drs di Pic.
la difpofitionefua iMagiftr atifi creati ano, da' quali le cofe di maggiore mo «o fece ib.
vieto no se^a il parere fuo fi deliberavi ano giraffe a più affolnta potefià, gno del \m
età titolo di T rinàfeirii mi fiurado fauiamete U còditioni della Cittàda giiuoio.
C quale
il
LIBRO
male effenio alFhora potente, & molto ricca,& nutrita già per più fece
li con apparentia di Hep.e i Cittadini maggiori foli ti a participare nelgo*
uernopiu preslo fimili a compagni, che a fudditi;no pareua che fenxa uio
lentìa grande haueffe a tollerare tàta,& sìfubita mutatione: & per ciò>
cbeTiero cono fendo, che a fomentare quefla fua cupidità bi fogna uano
eUraordinarij fondamenti; s'era per far fi un appoggio potente alla con-
feritatene del nuouo Principato; immoderat amente rijlrctto cogli jlrti
gone fi, et determinato di correre con loro la mede/ima fortuna. Et accad-
de perauuentura,cbe pochi dì innanzi che gli Oratori Francefi arriuaffe*
ro in Firenze; erano ucnute a luce alcune prati eh e, legnali Lorexo,et Ciò
uanni dey Medici giouaniricchìffuni, & congiunti ffimi a V iero di f angue *
alienati/i per caufe,chebbono origini gìo tienili da lui:haueuano per meT^o
di CofimoI\u celiai fratello cugino di Viero, tenute con Lodouico Sfor^a3
& per introduttione fua col % di ¥rancia:lequali tendevano dir ett amen
te contra la grande%ga diTiero:perilcbe ritenuti da Magiflrati; furono
a "Dì quefte con leggieriffima punitione relegati nelle loro * Villezperche la maturità
biotto a e! de> Cittadini, benché nonfen^a molta d ffcultà indù ff e Viero a confentire
as . ch'efsi, che conira il fangue proprio non fi uj affé il giudicio feuero delle leggiima
»T, andarol battendolo certificato quello accidente ,che Lodouico Sforma er a intento a
ro a troua- procurare la fua rouina;flimò effere tanto più neceffi 'tato a perfeuerare
a piacer,^ nella prima deliberai ione. Fu adunque riftofloagli Oratori co ornate&r
il di medefi riuerenti parole:ma fen%a la conclusone defiderata da loro, dimorando
mo ch'egli • r . J ;T\j - • . J . £ • • /; ^ r j • „ • ,
iene parti, da una parte la naturale diuotione de Fior et mi alla Caja di Francia, &
il defiderio immenfo di fati sfar e a co fi gloriofo l\e: dall'altra gli impedi-
méti, perche ninna cofa era più indegna déVrincipi, & delle Rep;ibliche%
che non ojferuare la fede promeffa, laquale fen%a maculare efpreffamete%
non potcuano confentire lefue dimande: conciofiacofx che ancora no fuffe
finita la cofederatione, laquale per /' autt or ita del F^e Luigi fuo padre era
fiata fatta con Ferdinando, con patto,chedopo la morte fua fi diflendefft
adAlfonfo,et co efpreffa còditione d' effere nonfolo obligati alla difefa del
F^egno di TjapoBimà a prohibire il paffo per il tenitono loro a chi andaf»
fé ad offenderlo : riceuerefomma moleflid di non potere deliberare altri"
menti :ma fyerare chel Re fapient:ffimo,& giuftijfìmo, cono fiuta la lor'
ottima difpofitione;attribuirebbe quel che non fi prometteua,a gt impedì
menti tanto giufli. Da quella rifpofìafdegnato il Bg ;fece partire fubito
di Tranciagli ^Ambafciadoride Fiorentini,^ fcacciò da Lione, fecodo il
con figlio di Lodo Sfor%a,non gli altri mer cacati: mafolo ì minijiri del Bài
co di Viero de' Medici; accioche a Firenze sinterpretafje lui \riconofcere
quefla ingiuria dalla particolarità di Viero,no dalla uniuerfalità de' Cit
tadini.C'fi diuidendofi tutti gli altri Votentati Italiani; quali infauorc
del T{e di ¥ràcia,quali in contrario;foli i Vinitiani deliberauano,fiandofi
neutrali alenare Qtiofamente l'efìto di yuefte cofe-jb perche non fuffe loro
molefloi
PRIMO- **
moìeììoyche Italia fi per turb afferrando per le guerre lunghe de gli al-
tri potcrft ampliare l'Imperio ìoro;o perche non temendo per la grande1^
<ra loro douercffere facilmente preda del uincitor e; giudica jfero impru-
dente confido tifare proprie fetida evidente neccfiìtà le guerre d'altri *
benché & Ferdinando non cejjkjjf continuamente di (limolar gli , & chel
% di Francia Vanno dinanzi t& in qucfio tempo medcfimo uhauefie man-
dato ^Ambafciatori, i quali battevano cfpcfio che tra la C afa di Francia»
& quella R^publicatfOrt era mai fiato altro, che amicitia, & benivokn-
tia,& da o^ui banda amorevoli, & benigni ujficij, dove fnjfe fiata l'occa-
fione:laqvaldifpofitione ill\edefiderofo d'augnmentarc; pregaua quello
fapieutiffimo Senato, cbealL'imprefafua uoleffe dare con figlie, &] ano- a Scr{ue A
rc,i alla qvaCcfpofitione haueuano prudentcmente,& brevemente rifpo- f^»*^
fto,qnel F{e Chriftì ani fimo ejjere l\e di tanta fapientia, & bavere apprefi rP'ojta dd!e'
fo a fé tanto grave, & maturo con figlio, che troppo pre fumerebbe ffUf^^gJ
mede fimo chiunque ardiffe con figliar lo; foggiugnendo, che al Senato Vi- ìo'era a«o
mtianofarcbbonogratiffime tutte lefue profperità per l'ojferuatia barn %£^l
ta fempre a quella Corona: & perciò ejjergli molcshjfimo di non potere % & ch efti
cojatthcomfpondere alla prontezza dell'animo, perche per ilfofpetto, »°" «jwj
nelqualc ili teneva continuamente il Gran Turco, che haueua cupidità, guerra ad -ai
& opportunità grandiffima d'offendergli', la neceffitàglicofingneuaate s£^'ar^°^
ner fempre guardate con grandifi ima fpefiz tante lfole,e tante Terre ma che a lui uo
vittime vicine a lui:&però erano forcati aflener fi d'implicarfi in guerre JJJJ^jJ
con altri.Ma molto più che V or ationi degli Ambafiiat ori, <& lerifpoHe me prima.
fatte loro; importavano le preparatiom marittime, e terrestri , lequali
già per tutto fi faceuano : perche Carlo haueua mandato Tietro d'Orfè b nciouf»
fuo grande feudiere a Genova, laqual Citta il Duca di Milano con lefpal- P™^6^
le della fattione Adorna & di Giouanluigi dal Viefco fignoreggiaua ,a Juéwappl
mettere in ordine b una potente armata di nauc,& di galee:& faceva ol- g^^cor^
tre a qiiefio armare altri legni rw porti di Villafraca,& di Marfilia: on- gaIee t & \.
d'era divvlgato nella fua Corte difegnar fi da lui d'entrare nel famedi "f^™*
'Napoli per mare,comegìa cantra Ferdinando haueua fatto Giovanni f- ubc>ui,djar
gliuolo di Bgnato:& in V rancia, benché molti credefero,che per l'incapa- js««je , &
cita del Bg, & per le piccole condition di quegli che ne lo confortavano, raccokè al.
Cjr per lacarefiii de danari havejferofinalmete queWi apparati a divette ^"«jj;
nani: nondimeno per l'ardore del ì\e,iUtua' 'e nuovamente co configlio dep mini d'ami
•• " -.on altre ,p-
fuoi più Hicim haueua affunto il titolo di <% di Gierufalem, & delle due J^r^'
Sicilie(e \i quejìo allhora il titolo de i\e Lslapolitani) s'attende ita j et uén uetroaaglie,
temen e alle provi/ioni della gverra,r ccogliendo danari, ri or din ardo te *^e,™rJ
genti darme,& nlirigntndo i configl. con GaleaTgo da San Seuenr.o, et ghe a'Fran.
fato delqvalc tutti ifegreii,e tutti le dcliberat.onidi Lodovico Sferra fi "ò^diNe
rmcbivdevano:& dall'altra parte Mfn\o, ilquale non haueua irai pre- b^riuei»
termeffo di preparar fi per terra, & per mare, giudicando n-nefer- più g^»
r r ci tempo
LIBRO
tempo à lafciarft ingannare dalle fferan%e date da Lodouico,et Autiere piti
giovare lojpauentarlo,& il moltjtar losche l'affaticar fi per affair ar lo ^e\
mitigar lo;comàdò all'Oratore, [villane fé, eh e fi parxiff da l^apoli; richic
thè qvello,cbe per lui rifedeua à Milano ;& fece prendere la poffe(fwne,ei
feqiieflrare l'entrate del Ducato di B tri, fiato pofhdvto da Lodovico mot
ti anni per don at ione fattagli da Ferdinando:né contento à quefte più pre<
fio dimoftratio ni d'aperta nimicitia}che ojfefe;uoltò tutto L animo adalh
naredal Duca di Milano la città digenoua, coja ndl' agitai ione prefntt
di grandi ffi ma importanza, per che per la mvtationedi quella Città s' ac-
quila grandifjìma facilità di perturbare cotra Lodovico il governo di Mi
lano,& il ì\e di Francia fi prikaua dell'opportunità di molejìare per ma-
re il B^eg/io di ls[apol.:pero con venuto fi fegr et amente conVagolo Fregofo
Cardinale, ci) 'era già fiato Doge di gì no va, & ilqualerafeguitato da moi
ti della mede fi ma famiglia, et con Oh' etto dalFiejco capi tutti due di fé-
guito grande in quella Città,et nelle fue riuiere,et con alcuni degli ^Ado\
ni tutti ■ per diuerfe cagioni fuor' ufciti di Geno va; deliberò di tentare con
a Con la f>. armata potente di rimettergli dentro ;folito a direbbe aCo n le preuetio *
nou'STceie nh& conle diuerfioni ji vincevano legnerre;dtliberò medefimamète d'an
riti, uciiisfì dare con ualido esercito perfonalmente in Romagna , per p affare f abito
guerresco ne^ tenitorio di Tarmaidove chiamando il nome di Gionan Galeazzo , <&*
la dmerfio. ah andò le fue bandiere alberava che i popoli del Ducato di Milano con-
nc quanto è , j • ; rr , • • n r **%•*•
Tento M fot *ra Lodovico tumvltuajjtro : & quando bene in quejte coje trouafje dijji
a°icK rb'4' cufoà'> giudicava effere utiliffvmo,che la guerra fi comincia/fé in luogo loti
& a 1Ò7. fa* tano dalfuo Bearne, filmando alla fomma del tutto importare affai che i
l'.àz*1 fb' ^ r ance fi f uff ero fopr agmti in Lombardia dalla ver nata .come quello,che
" eff erimentato folamet e nelle guerre d'Italia, nelle quali gli efferati affet
tando la 'maturità dell herbe per nutrimento de' cavalli; non folevano u-
feire alla campagna prima,che alla fine del mefe d'aprile ; presuppone-
va che per fuggire l'affreT^a di quella fiagione^fartbbonc nectjfitati fer
mar fi nel paefe amico infino alla primau.ra,& Iferaua, che in quefta di-
latwne poteffe facilmente nafeere qualche occafione alla fua fallite man
b Scriue il dò ancora b ^.Ambaf datori in Cojlantinopoli a dimandare aiuto come in h
fo miniato Perlc°l° commune , a Baifetto Ottomano Trincipede' Turchi per quello,
Camillo pa che dell" intent ione di Carlo dipanare in Grecia , unito che bave fé lui, fi
ftantiifoj'o." divulgava: dqual pericolo fapeva non effere daBafettod ffre%jato,per
li; ma di for che per la memoria dell' e ffedit ioni fattene tempi paffati in *Ajta contrai
a°i " fac2.fi gl'infedeli dalla nation Franccfe ; non era piccolo il timore che i Turchi
leggeri» ca batmiano dell'armi loro . Le quali cofe mentre , che da ogni parte fi fol-
datoV'feTó ^citano ; il Tapa mandò le genti fue a Oftia fotto il governo di \iccola
àà iioiu co Or fino Conte di V itigli ano, porgendogli aiuto ^Alfonfo per terra , & per
ciarao Gè-. mare:& hauendo prcfafenxa diffidata la terra, cjr cominciato a percuo
monadi. tere Con l'artiglierie la rocca ; u Caflellano fer tnterpoftione di Fabrit io
Colonna*
PRIMO. 19
Colonna.et conferendo Giouani dalla I\ouere Trefetto di Róma fratello*
del Cardinale di San Tiero in Vincola dopo non molti dì a la dette,co pat a DiceiiGi.
1 0 che il Pontefice no perfeguitafje né con le cenfure,ne con tarme il Car «jj- 5^eJ«
dinakyìiè il Tre fettone non gli f ufi ero date da loro nuoue cagioni:& a F.t dia ai c»Jk
tritio in cui mano il Cardinale baueua lafciato Grott aferrata; fu p^mef^f^
fo che pacando il Tjpa ditce mila ducati ; continuaffe dipoffederla con le che Giiiia.
medefime ragioni.Ma Lodouico Sforma yalquale il Cardinale haueua qua ^Jj-ggJ
do pafìò da Sauona,mamfeflato quel che occultameteper configlio,& me ma che po.
SO rno trattai Alfonfi cofuorufciti diGenouaydimoftrato a Carlo qua JJSft*
to grandi impedimenti ne rifiaterebbe a difegni fuoi; Pinduffe ad ordina- <iue foidatf,
re di mandare a Genoua duo mila Sui^erh&afar paffare fubito in Ita JJ ^JJJ f£
Ha trecento lancwyaccioche fitto ilgouerno d'Obignì>ilquale ritornato da *^er°c°
fgmajera per comandamento del I{e fermato a Milano , fuffero pronte, ^Sw* *
&> ad afììcurarc la Lombardiay& a pafjarepiu aitati fé la neceffità,ò l'oc quaii 2 ciò
*^ , A 1 - f ' ' J* lotto Jarrdc
cafione lo ricercafierccongiugnendop con loro cinquecento huomm a ar fl)ron dalPa
tne Italiani condotti nel tépo meiefimo a gli jlipendij del I\e fitto Giouan g^P"^
fr ance fio da San Seuerino Conte di Gaiaigp , Galeotto Vico Conte della %#$ *
Mirandola^ B^dolfo da Gon%aga:& cinquecento altri, i quali era obliga
to a dargli il D rea di Milano:& nondimeno Lodouico non pretermettendo
le folìte artt;non ccffaua di con ermare al Tonteficeyet a Tiero de' Medici
la dijpofitionc fita alla quietey& ficurta d'Italia .dando bora unajperan-
%ajwa unaltra,che preflo dimofiratione euidente n apparirebbe . 3v(o n
può quafi efkrey che quello che molto efficacemente safferma;non faccia
qualche ambiguità etiandio ne gli animi determinati a credere il contra-
riammo febenealle promeffefue nonfuffe più pregiata fede ;non eraper-
ciò che per quelle in qualche parte non sallentafiero limprefe delibera-
te: perche al Tontefice>& a Tiero de Medici farebbe fommamente pia-
cinto il tentar e le co fé di Genoua : ma perche per queflo lo flato di Mila-
ao direttamente soffendeua;il Tapa riebieflo da .Alfonfo delle galee, &
d'unir feco in Romagna le Juc genti; concedeua che le genti s* umìfero per
la diffefa commune in ì\omagna : ma non già che pafj afferò più auanti:&
delle galee faceua difficultàyallegado non e fler e ancor a tempo a metter Lo
douico in tanta dijperatione:e i Fiorentini richiefli didare ricetto}& rin-
frefeamento all'armata F{egia nel Torto di Liuornoifiauano fiftefi per il
medtfimo riJpettoy& perche effendofi fcufati dalle dimande fatte dal I\e di^
tràcia [otto prettfto della còfider attorie fatta con Ferdinando; mal uoté
tieri d;fponeuanotinlìno che la neceffità no gli coflrignejfe a fare più oltre,
che f uirtù di queftafijfero tenutnma non comportando più le cofe mag
gior ddatione; finalmente l'armata fitto Don Yedengo ammiraglio del
mare partì da J^apoli;& alfonfo in per fona raccolfe l\ffercitojuo nel-
r^ibru7^,per pafj'are in B^omagna: magliparue neceffario innaxfprocc
defse più oltre d'effere a parlamento col Tontefice defiderofo del medefi-
r CI *no>
LIBRO
Mòyper Stabilire tutto quello chefuffedafare per la falute comune; peri
t Leggefi H teryodecimo dì di Luglio fi couennero infieme a Vicouaro terra di Vir*
nei Gtouio gin{0 Orfino:doue dimorati tre giorni fi partirono molto concordi.* Deli- *
fonfoper (è berojji ih qncflo parlamento per confi ?lio del Tontefice, che la per fona del
ttaiorofa & ^ non pajfajfe più auantirma che dell 'esercito fucinale il l\e affermano,
mÉce,& per ejjer poco meno di cento [quadre d huomim d armeycontancio muti buomi
Italia prude n\ d'arme per [quadra J*r pia dì tre mila tra bafe§ÌKÌeriy& canai levrieri
"temete & di i J l t ^>i>
«inamétedi fi fermaffe feco una parte ne' confini dell\Abrw^iy per ficurtà dello flato
{^fQ'^x^ Ecclefiahicoy& del jno;& che Virginio rimane]] e in Terra diurna per
ino il papa fare contrapefo a' Colonne fi per il foretto de 'quali f le/fero fermi in Peonia
fe°dKelfo1 dugento huomini d'arme delVapay& una par te de canai leggieri delBg,
la guerra , e*r che in Romagna andzjje con fettanta [quadre y col refto della caualle-*
otaria* °ra r*a leggiere> & conia maggior parte delle genti Ecclefiaftiche date fola
trottare i ni per di[e[ayV erdinando Duca di Calauria(era quefto il titolo de'primoge-
mia co rar niti decedi ls[apoli)giouane d'alta (peran^i^nenando [eco come modera
tori della [uà giouetu Gianiacopo da Trinici gouernator delle geti I\egiey
«. w0"'0 & % C°nte dl T^itigliano^ ilquale dal follo del Tapa.era paffato alj'oldo |
per terzo ca del ]\e,Capitani d'efperientiay& di riputazione grande : & pare uà molto
ionf^Da1 ' a ProP°flto battendo fi a paffare in Lombardia la per fona di Ferd:nandoy
loMarchefe perche era congiunto dijìretto,& doppio parentado a Giouan Galea%7g
4i Pefcara. maYit0 d'ifabella fua for ella, & figliuolo di Galea^To fratello d'Hippoli
ta,laquale era fiata madre di Ferdinando, Ma una delle più importanti co
feyche tra'lTonteficey& ^Alfonfofi trattaffero;fufopra le cote de'Colon-
nefi:perche per fegni manifefii fi comprcndeua,che ajj>irauano a nuouico
figli: imper oche effendo fiati Trojpcro y& Vahritio agli fiipcndtj delire
mortole? da lui ottenuti fi atiy & honorate coditioni, no folamente morto
luiyVroffero dopo molte promeffe fatte adjtlfonfo di ricondurfì [eco\s't
ra codotto per opera del Cardinale jlfcanio a comune col Tòteficey& col
Duca di Milanoynè uoluto poi con[entireyche tutta la fua codotui nel Vò
teficeyche ne lo ricercauafì riduceffe;ma Fabritioy ilquale haueua conti-
nuato ne gli fiipedij d\Alfon[oyiiedendo lo [degno del Tapa & del Scon-
tra Trojperoffaceua difficultd d'andare col Duca di Calauria in B^oma- '
gna,fe prima con qualche modo coueniete no fi [iabiliuano<>& afficur aita-
no le co fé di Trofperoy&di tutta la famiglia de'Colonnefi. Quefio era il
colore delle loro diffcultàma injegrcto amedue tirati dall' amidtiayche
baueuano grande col Cardinale *A[canio: ilquale partitofi pochi dì innan
%i di Bgma per [ojpetto del Tapa; s'era ridotto nelle loro terre, & dafye-
ranya di maggiori premijy & molto più per dijpiacerey che'l primo luogo
con [Alfonfoy& più ampia participatione delle fue proJperitd,fuffe di fir
ginio Or fino capo della f anione auuer fa; s'erano codoni a gli fiipendu' del
V^e di ¥racia;ilche per tenere occulto infino a tato giudica/fero di poter fi
tur amt e dichiarai fi [oliati fuoiyfmuldndo defiderw di conenire col To»
$cfice9
P R I M U, . zo
tefice,& co Mfonfbyì quali faceuano infiatia, che Tro/pero, pigliando U
mede/ima c'adotta da loro,percbe altrimeti no poteuano efferficuri di lui»
Ufaaffe i [oidi del Duca di Milano ;trattauano cotinuamete con loroma
per non concbiudere,moueuano hor una,hor un altra difficultà nelle con-
ditioniyd) erano propofie:nella qual pratica era tra jllcffandro, & \Al-
f Glifo diuerfitàdi uolontàiperche Meandro defiderojb di fogliar li delle
cafiella,lequali in terra di J\o?na poffedeuano\haueua cara loccafione d'af
[aitargli;^ Mfonfo non bauendo altro fine,che di ajjicurarfi; non incli-
nava alìa guerra fé non per ultimo rimediotma nonardiua d'opporfi alla
fua cupidità:pcrò deliberarono di cofìrignerli con l1 arme, & fi sìabìlì con
cbefor/zc,& co ebe ordine: ma fatta prima tjperietiafefra pochi dì fi po-
tè fiero coporre le co fé loro.Trattauanfi quefte,& molte altre cofe d'ogni ». ***[ G^
* * .ir j»r /• /> i j- t^ uionoulcg
parte: mafinalmete dette principio alla guerra d Italia l anaata ai Don gono pm
Federigo all'imprefa di Genoua, con armata fenica dubbio maggiore, & £*^*2JJà"
meglio proueduta, che già molti anni innanzi haueffe corfo per il mar ma nei col
Tirreno: perche hebbe 3 $ . galee fonili, a diciotto nani, & più altri legni £°£ìgj|*
minori, molte artiglierie, & tre mila fanti da porr e in terra: peri quali B8.wmi da
apparati,& per battere feco ifuoruf citi, sera mofja da ^apoli con gran %jffi£Z£
defperanya della uittoria . Ma la tardità della partita fua caufata dal- ri.n vefeo.
le diffcidtàyc hanno comunemente i moti grandi, & in qualche parte dal- J^'^'J
lefperan%e artificio fé date da Lodo. Sforma, & dipoi ìeffere fopr afiata ™™TO:e |J
per foldafinfino al numero di 5 000. fanti né porti de Sane fi:haueuafat- ^hwa'u
1 0 difficile,qnel che t etato un me fé prima farebbe fiato molto facile: per- n'8arf™a^ì
che hauendo gli auuer farv\ hauuto tempo di far pot te prouifione;eragia ^ n"°a ce
entrato inGenoua il Bagli di Digiuno con *> duo mila Suiigeri foldati dal
Bg di Francia, & già in ordine molte delle naui,& delle galee, lequali in S0 a» ^fb?"
rv.- . . . — z ~r* v À ■"»—•- ~mwwm. ,.--.-..- - — ^, - t ^ uuui ivcuiv
quelVorto s armauano,arriuataui fimilmete una parte de legni armati a dicetre mi.
Marfdia:& Lodouico non perdonando afpefaalcuna;uhaueua mandato ^"J^*
Cuafparri da S.Seuerino detto il Fracafsa, & jLntonmaria fuo fratello ^«^*z™
io molti fanti;& per aiutarfi no meno della beniuokntia dcGenouefime ^nconfoBaf
dejìmuche delle f or <^ef or eflier e, fi abilito con doni, co prouìfioni, con prò- <£? *»'!'"•
meffe, & con uartj premij l'animo di Giouanluigi dal Vie f co, fratello d'O- ; °SIOU*
bietto,degli Mlorni,et di moli ^ altri gctil^b uomini, & popolari,importatic Percioche
a tenere ferma alla fua diuotione quella città; & dall'altra parte chjama^^
to a Milano da Genoua,& dalle terre delle riuiere mo It ifcgu acide fuor gh sumeri
ufciti.tA quefii prouedimetipotetiper fifieffi; aggiunfe molto di riputa- ^f1^*
tione,& di fermerà la per fona di Luigi Duca d'Qrliens: ilquale nemedeu^ch era
fmigiorm,che l'armata ^dragonefe fi feoperfe nel mare di Gewuaientrò c^*J™'q
per commiffionedel He di F rada in quella Città ,hauedo prima parlato in fece morirò
Mefiandriafoprale 'cofe comuni con Lod.Sfor^a:ilquak(come fono pie JjJSSJJÌ
ne dofeure tenebre le cofe de'mort ali )lhatteuariceuuto lietamente,® <co iz8.fac.i,&
erande honorema come par'hiwn spendo quanto prcflo e in poteìlà di lui 2
* * C 4 bauefie
LIBRO
haneffe a effere cofiituho lo flato, & la ulta fino. Qjtetle co fé furono cagli
ne,che gli Uragonefi,che prima baueuano difegnato di prefentarfi co l'ar
mata nel Torto di Genoua,fferando, che ifcguaci de'fuor'ufciti faceffero
qualche folleuatione, mutato cofigliodel berarono d'affaltare le riuiere:
& dopo qualche uarietà d'opinione in quale rimerai di Le nàte, ò di Tone
tefujje da cominciare ;feguitatoil parere d'Obietto,chefi prometteua mot
to degli huomini della riuiera di Leuàt e; fi dir l'aprono alla terra di Vor
to Venere: alla qualterra,pcbe da Genoua vi erano fiati mudati 400. fan-*
th&gli animi degli habitat ori co fermati da Gianluigi dal Fiefco, ch'era
die" n rTo U€mt0 a^a sPetie> dettono a più bore in uano la battaglia; in modo , che
ni" iiquaì perduta lajperà^a d'efi) ugnarla fi ritirorno nel Torto di Liuorno^er rin
gLSia^"^^^ uettoitaglie,& accrefeere il numero de fanti: perche intededo
dei Fradaia, le terre della riviera effer be prouedute giudicauano neceffarie for%e mag
Stato* &**? doue Don ¥ederiS° battuta notitia l'armata arance fé b inferiore al \
unger li feo la fua di galee ;ma fuperiore di nauiypr eparar fi p ufeire del Torco di Gè-
lei d'fmon* nouaJrm^dò a Hapoli le fine nani, per potere con la celerità delle galee
tare in terra più ijpeditamete dagl'inimici difcojtarfiyquando unite le naui,& le galee
ìccioiando andafero ad off alt orlo, re fiàdo gli nodimeno lafieran^a d'opprimergli, fé
caddi ero , le galee dalle nani, ò per cafo, ò per uolontà fi fepar afferò . Caminaua in
tEàp*? 1uefi° nP° wedefimo co l'efferato terreftre il Duca di C danna uerfo %o
magna,con intetion di poffare poi fecondo le prime deliberationi in Lohar
Lta' Race! dia:ma Per haHere H &*$/*& ilhtY0> ȏ lafciarfi impedimenti alle frolle*
fé di i ».ga. era neceffario congiugner fi lo fiato di Bologna, & le città d'Imola, & di
^agallo! FoJli:Perche Cefena città [addita immediatameteallP<mtefice,&lacit-
ni,recódo ii tà di Faenza fuddita ad ^AUorre di Màfredi piccolo fanciullo ìfoldatoì&
NebCr°o:maft chl ^ reUetiafotto la protezione dt'Fwretini; erano per dare Spontanea
condo il co méte tutte le comodità all' efferato dragone fi. Dominano- Furlì,et Imo-
«aVgroHe,6 iaco tìtolo di Sicario della chiefa, Ottomano figlinolo di Hieronimo da
ao.galerc,& Boario :ma fiotto la tutela,& ilgouemo di Caterina Sforma fua madre,co
cmifhrUa la 1uale baueuano trattato già più me fi il Tonufice, & Mfonfo di coda
uìiì » m* il cere Ottomano a foldi comuni co obligatione, che copy end effe la di fé fa de
»£Tda 2 &li Pati faoima reflaua la cofa imperfetta, parte per difficoltà interpo-
iico>e i8.ga/?e da lei per ottenere migliori cbditioni,parte perche i Fior etini perfìUe-
Auuorefcd do mlla Prima deliberatone di no eccedere co tra il i{e di ¥ràcia,l'obliga
uè di rotto a tioni,le quali baueuano co +Alfonfo;no fi rifolueuano di cocorrere a que-
JJ.gaWe'i Pa ^dotta:alla quale era neceffario il con} 'enfio loro, perche il Tontefice,
galeoni , & & il I{e recufauano difofienerefoli quefìa fpefa,& molto più, perche Ca
j£*m *19 ' terina negano dimettere in pericolo quelle città, fé infieme con gli altri
i Fioretini alladifefa degli fiati del figliuolo non fi obligauano : rimoffe
quefte difficultàil parlamento, e' hebbe Ferdinando, mentre che per la uia
della Marecchia conduce l'efferato in Romagna, con Tiero de' Medici al
Borgo a San Sepolcro.-perche nel primo cogreffogli offerfe per commiffion
tijllfionfo
PRIMO, 21
fMfonfo fuo padre, che ufaffe &fe, & quell'efferato ad ogn'intetofuQ
delle cofie di Virente, di Siena, & di Faenza: donde diventata ardente in
Tiero la prima caldezza ritornato a Firenze, uolle, benché diffnadédolo
i cittadini più fituij, che fi prefìajfe ilconfenfo a quella condotta, perche
confomma inflantia nera fiato pregato da Ferdinando: laquale effendofi
fatta affé fi comuni delTontefìce,d' ^Alfonfo, & de* Fior e tini; fi congiun-
fono pochi dì poi la citta di Bologna^conducendo nel medefimo modo Gio-
vanni dentinogli, fiotto la cui avttorità,& arbìtrio fi gouernauazalquale
promeffe ilTontefice,aggiugnendouifi la fede del J\e, & di Tiero de Me"
diciydi creare Cardinale ^Anton Galeazzo fuo figliuolo all'horaTrotono
tario ^poflolico.Dettono quefte condotte riputation grande all'efferato
diFerdinando: ma molto maggiore l' bar ebbono data fé con queflifiucceffi
fufie entrato prima in Romagna: ma la a tardità di muover fi del Bggno, a Di fopra a
& la follecitudine di Lodovico Sforma haueua fatto, che non prima arri- JiVà fimiTmi
nò Ferdinando a Cefena,che Obignì,e 7 Conte di Gaia%£o,gouernator del te queft'Auc
le genti S for%e fiche >con parte dell'efferato defiinato ad opporfi a gli jlra f^rmau a.
gonefi,ej]endo paffatifen%a ostacolo per il Bologne fé entrarono nel conta ragortefcfof
do d'lmola:per ciò interrotte Ferdinando le prime fiperanxe di paffarein fonetica ai
Lombardia; fu neceffitato fermare la guerra in Bsomagnaidoue feguitan- aflaitaflari
do l'altre Citta la parte *Ar agone fé; B^auenna,& Ceruia, cittàfiudditca' noua ; hau-
Vinitiani,non adher ivano ad alcuno :& quel piccolo paefie, ilquale conti- rdfbea ^?c,1j
guo al fiume delTò teneua il Duca di Ferrara; no macaua di qualunque ^greflobuo
comodità alle gentiFrancefe,& Sfor%efcbcMane per le difficultà rifiorì no'°nad.^e
irate nell'imprefia di Genoua,nèper l'impediméto foprauenuto in Bgma- cadì quanto
gna,la temerità di Tiero de* Medici fi raffrenava .-ilquale effendofi co) egre h* f"cuatod*
ta co uét ione, fatta fien%afaputa della Bepub.col Tontefice,& con Alfon bocca de'iRe
fio obligato a opporfi fcopertamete al I{e di Francia; non filo haueua con £0^"efp£u*
fentito, che l'armata T^apolitana haueffe ricetto, & rinfrefcamento nel rioni fi uin-
Torto di Liuorno,& comodità di foldare fanti per tutto il dominio Fiore- r°! dSo
tino; ma non potedo più cotenerfi detro a termine alcuno ;operò che ^inni pu« efler
balBetinoglio, figliuolo di Giovanni, ilqual 'era fbldato de Fior etini, co la ^^ ^li
fua compagnia^ la compagnia d'^iftorre de' Manfredi s' mufferò co l'è fi altro Cefare
fercito di Ferdinandoyfiubito ch'entrò nel contado di Forlì: alqual fece in J}*tj' l
oltre mandar mille fanti, & artiglierìe: fimiledifipofitione appariua con
tinuamente nel Tontefice;ilquale, oltra le prouifìoni dell' arme,non conte
to d bavere con un brieue efortato prima Carlo a nonpaffare in ltalia,&
a procedere per la uia della givfiitia,& non con l'arme ; gli comandò poi
per un'altro breve le cofe medefìme fiotto pena delle cenfvre Ecclefiafti-
che.Et per ilV 'eficouo diCalagorranuncio fuo in Vinetia,doue al medefi-
mo effetto erano gli Oratori d'jLlfonfo; & benché con dimande non cofi
fcoperte quelli de'Fiorentìni; Himolò molto il Senato Vinitiano, che per
beneficio comune d'Italia sopponeffe con l'arme al Bg di Francia, ò aU
mena
ioni.
LIBRO
inetto a Lodouico Sforma uiuamente faceffe intendere hauerè mcleflia di
quefla innouatione:ma il Senato facendo rifondere per il Doge,non ejkrc
ufficio di fauio Trinci fé tirare la guerra nella cafa propria,per rimouer
la della cafa d'altri;non confentì di farete con dimoflrationiynè con effet
ti,cofa che potefie dìjpiacere ad alcuna delle parti. Et perche il i^e di Spa-
gna,ricercato infl antemente dal Tontefice,& da Alfonfo prometteua di
mandare la fua armata con molta gente in Sicilia , per foccorere quando
bifognaffe il Pregno di 7{apoli,ma jcufaua non potere efferefi prefla per la
difficultà che haueua di danari ; il Tontefice oltra cena quantità manda-
tagli da Jllfonfo,confentì che e' poteffe convertire in queffufo i danari ri-
difcorTo^ % fcolfi con ^autorità della fedia ^ipoflolica , folto nome della crociata in
t© fopra Lo ifpagna, i quali/pendere contro ad altri, che contra nimici della fede Chri
douico, uè- n ■ /• « ». i- •» /» •
' deache \'auJtiana>non fi poteuano;a quali opprimere tanto alieno era il penjiero lo-
to™ confer ro, che jLlfonfo oltra ad altri huomini mandati prima al gran Turco ; ui
ha d? "opra rnando dinuouo Camillo Tandone, con cui andò * mandato fegretamente
cSTcheLo dalTontefìceiGiorgio Bucciardo Genouefe, che altre uolte Tapa InnocB
douico con lio,uhaueuamandato;iquaiihonoratidaBaifetto ecce/fi ua?nente,& effe
n5Ueéfateh dltl ?"*■/* f^bito diportarono promejfe grandi £ aiuti, lequali, benché con-
ueua carodi fermate poco poi da uno ambafciatore mandato da Baifetto a Napoli , à
noti 1 da" fer ^ diftantia de' luogbi,òper effere difficile la confidenza tra i Turchi»
Tomo di pm & i Chrìflianijeffetto alcuno non partorirono :nel qual tempo ^Alfonfo,^
cfo "antofi ■P/ÉT0 de Medicunon effendo proceri ifucceffi dell'arme, né per mare , né
gioriadiiot per terra, s'ingegnarono d'ingannare Lodouico Sforma con laftntie,&ar
fcfjrlcKéi tl fl4€>ma non già con migliore euento dell' induftria, che delle for^e. a £* i
iccpie moi. fiata opinione di molti , che a Lodouico per la confideratione del pericolo
ib:T d7fo~ ProPrio fuffemolefio,chel t{e di Francia acqui ft affé ritegno di ^apoli ;
pia in qfto ma cheìldifegno fuo fuffe,poiche haueffe fatto fé Duca di Milano , &
™\Àz™$-fattoPafiareVefercito Trance fé in Tofcana,interpor fi a qualche concor-
fuadeua,cK# dia, per laquale riconofcendofì <Aifonfo tributario della Corona di Tran-
I/o haueìre ci a, con ajjìcurare il Bg dell' offeruan^a^ fmembr are forfè da' Fiorenti*
hamuo a go ni le terre ,lequali teneuano nella Lunmana;il Refe ne ritorna [Te in Fran
ugnarli co •/»•'*■■*■ o v» » jj
configli del ciaicofi rejtando sbattuti i Fiorentini,& diminuito il I\e di Tslapoli difor
nfo1 Cffra ^,C^ d'<zutorità;cgli diueniato Duca di Milano,hauefk cofeguito tanto*
•ei!o,etfuof. che gli baflajfe a effere fi curo fenr^a incorrere ne pericoli imminenti della
il fontano uittoria de'1?rancefi:bauereìberato,che Carlo J'opprauuenendone maflì-
Dellibro. 5. ^ , ,. /r-/J . J . rr 1 > • »
de Prudera mametc la vernata^1 haueffe a trottare in qualche àifficultà,laquale il cor
dlniTte Yt f° ^a wttoriagli riteneffe, & atte fa Vimp attenua naturale de i Fran-
douico,fecó ce fi, ly effere il Rg male proueduto di danari,& la uoluntà di molti de' fuoi
SlTdMtep al.iena da V*^* imPrefa y credeua che fi poteffe facilmente trouare me^p
ac.26.fac2. di concordia: quel che ditale cofa fia la uerita:certo é,chefc bene nel prm
* aPW? É aVÌ0 Lodouico fi fi'Jfe > perfeparare Tiero de' Medici dagli Uragonefi ,
grandemente affaticato ; cominciò poi occultiffìmamente^a confortarlo a
perfe-
PRIMO. ( «
pérfenerare nella ptafententia , promettendogli d'operare , o che'l Re di
Francia non pafferebbe,ò che pafando ritornerebbe preflo.& innanzi che i <£>•*
battette tétato cofa alcuna di qua da' moti.T^è ceffaua per mexo dell Ora Tauerna _ x
torcfuo rifedente in Virtxe fare fecofreffo quefla infatti* , o perche cofi gì. M R.
fuffe neramente la f ita intentiamo perche determinato già alla routna di Mattatone .
fiero dcfideraffccbe procedere tanto oltre cantra duchee' non gì, re- v-i-io,.
(lalTe limo di riconciliat'.one.Dehbcrato aduque Ttero co.tjaputa d M- lt„ dil-cork
rio
a
fatiCo di [annoto quefìo andamento al *e « hntte cìnarno un di acafa gjta» ^
fri, /otto ro/f?re <f <#tre ;»<* /j^o <*<?//* pcr/W; a l'ambajaatore Milane uerna;& pa.
fr,fe*«e»</o pr*»* ^o/b ?«e//o ctó %,^ er* in Firenzi luogo,donde «anc^ch,
commodamente i ragionamenti loro udire potefìetqmm 'Piero repente co indine de*
profe dtffr/* /e perfuafioni,& le p rome fé di Lodouico;& che per lauto- {£££*■•
mJ /** era flato pertinace a non consentire alle dimande di Carlo ; fi la- f0pra,fi co.
in<?»f ò grauemente,che egli con tanta inflantia follecitaffe lafua paffuta, ™n?^l
conchiudendo, che poi che i fatti non corri fpondeuano alle parole; era ne- dei Re or-
ceffitato a rif bitter fi di non fi riflrignere in tanto pencolo . ì\$ondeua il c°>H JJ^g*
Milanefe non douere Piero dubitare della fede di Lodoiuco,je non per al J* M*»**
tro,perche almeno erafimilmente a lui per nitio forche Carlo piglia fé T^a f™£££
poli,confortandolo efficacemete a per fé iter are ne Ila medefima fenten^a, ta ««^,
perche partendo fene farebbe cagione di ridurre fé flefo,& Italia tutta in ^[^l
jeruitu.Delquale ragionammo l'Oratore Francefe dette fubito notitia al^ d^gni d^
/i/o I{e,affermddo>cbe era tradito da Lodouicoy & nondimeno non partorì dl no lafciar
quefla alìutia l'effetto ilquale il ^Mfonfo,et Viero haueuanoferato:an «jjgj^
zi nudato da i Fràcefi mede fimi a Lodouico;rendé più ardente lojdegno: £ranc:fi m
& l'odio conceputo prima contra Viero,& lafollecitudine diflimolare il £all*j"°°*
Fg di Francia,che non confumaffe più il tempo inutilmente, & già nonfo- ^Sco"
lo le preparatali fatte per terra et per maremma il confentimeto de cieli, "»•
dr degli huomini pronunci auano a Italia le future calamità : perche que b MiAleffaft
gli, che fanno profeffione d'hauere,ò per feientiu, è per afflato diuino no- aro* gu
titia delle cofe future ; affermauano con una uoce medefima apparec- ^ub.sc
chiarfi maggiori^ piàjpefe mututioni, accidenti piuflruni,& più hor- caF. ^ d«*
rendiycbe già per molti Secoli fi fuf ero ueduti in parte alcuna del mondo : ^ ras f6a
itó«w m/wore errare <te$/i huomini rifuonaua per tutto la fama , e$ert "^jfjg^
apparite in uarie parti è Italia , co/è «toc dall'ufo della natura , dr de' ^X",' ma
pW :i » P«?/w di notte tre Soli in me%o il Cieloyma nubilofo all'intorno, Polud,^;°
& con horribilifol?or'h& tuoni: b nel tenitorio d'jLrei^zo pacati uifibil nl ^^
' Twcwte mo/r/ a? ptT Uria,mfiniti huomini armati fopr a groffiffimi candii, fg£™£
& con terribile jirepito difmni di trombe , & di tamburnhauerem mol- ca t!l L^b;r
ti luoghi d'Italia judato mancamente le immaginh&leflatuefagre:^?™*
nati per tutto molti mofi ri db uomini, & d'altri ammali : molte altre Còaan'an0 ,
cofe [opra l'ordine della natura ejfere accadute in diuer fé paraonde din p^/°^
$r edibile timore fi riempieuano i popoli, paventati già prima, per la fa- ciu<
LIBRO
fna della potentìa de' Trance fi, & della ferocia di quella natìone , con la-
quale (come erano piene l'hiflorie) haueuagia corfo , & depredato qua fi
tutta Italia, faccheggiata, & defolata con ferro, & con fuoco la citta di
J\oma,foggìogato nell\jfia molte Vrouincie,nè effere qua fi parte alcuna
del mondo,che in diuerfi t empi non f ufi e fiata percofìa idi armi loro. Ma
a' fegni celefti,predittioni,proìiofìichi e frcaigìj,accrefceua ogni dì più la
fede l appropinquar fi de gli effetti: perche Carlo continuando nel fuo prò
foftto; era uenuto a Vienna Città del Del finato , non potendo rimuouerlo
dal poffare per finalmente in Italiane iprieghi di tutto il B^gno,nè la ca-
reftia didanari,cbe era tale,cbee non hebbe modo a prouedere a' prefen-
ti Infogni > fé non con l'impegnare per non molta quantità di danari certe
giok predategli ctal Duca di Sauoia,dalla Marcì, efana di Monferrato,^
da altri Signori della Corte, per che quegli, che baueua raccolti prima del
l'entrate di ¥ràcia,& quegli,che gli erano flati predati da Lodouico, nha
ueua fbefi parte nell'armate di mare,nelle qual fi collocaua da principio
{peran^a grande della uittoria, parte innanzi fimoueffe da Lione n' baue-
ua donati inconfideratamente a uarie perfone-.nè e/fendo allhora i Trinci-
pi pronti a ejìorquere danari da popoli, come dipoi,conculcando il ricetto
di Dio , & degli buomini , ha ingegnato loro Panar itia , & l' immoderate
cupidità; non gli era facile l'accumularne dinuouo: tanto piccoli furono
gli ordini ,& i fondamenti di muouere una guerra cofi grane , guidandolo
più la temerità , & l'impeto, che la prudentia , & il configlio . Ma come
jpitfo accade, che quando fi ni ene al dare principio all' effec ut ione del-
le cofe nuoue, grandi , & difficili, benché già deliberate ; fi rafprefentano
pure all' intelletto degli huomimle ragion*, leqnali fi poffono confiderà-
re in contrario ; effendogià il I{e in procinto di partir fi , an^i caminando
già uerfo i monti le genti d'arme ; furfe un grane mormorio per tutta la
dmaLft<fCnr C°Ttt ' mmtvM in confi derat ione chi le difficultà ordinarie di tanta im-
ir^GiouTo" Vrefa ' cbl '1 pericolo dell' infedeltà de gli Italiani,& fopra tutti gli altri
chy^ndo di Lodouico Sforane or dando l'ani fo uenuto da Firenze delle fue frau-
Sileno ratto j ^ j i > .1 ^* ~
)^Pa, d.ede di: & pwauentura tardauano ad amuare certi danari,che fi afpettaua-
Srnenr no **a — '^ modo,cbe non folo contradiceuano audactmentt(come intcr-
gsaiiiii ali*- viene quando pare ebei dfiglio fi confermi dall'euento delle cofejquegli
s ".r" slVè €¥ haueuano fimpre dannata quefta imprefa ; ma alcuni di coloro , che
Orio '<• par n'erano fiati principali confortatori ,& traglialtri ilFefcouodiSan
fJTu^chefJ ^^cominciarono non mediocremente a uacitlare:& ultimamente per-
aiihura,ch» uenuto agli orecchi del % quefio romore;fece mouimentotalein tuttala
t.xiaP.lt! Conc^n€llamente fua mede fima,& tale inclinatone di non procedere
che 5'aìié ! fin oltre»che fubito comandòyche le genti fi fermafiero : & perciò molti
fIÌianuenu- siZn°r*>i quali già erano m camino, public andò fi effere deliberatole più
ta <u lut per non fi pafiaffe in Italia] fé ne ritornarono alla corte :& andaua(come fi
temati credej facilmente innanzi quefta mutatione>fe il a Cardinale di San Tiero ■
iti
T PRIMO. ij
k Vincoìa( 'fatale ìnftrumento)& allhora>& prìma,& poi de mali tilt*
lia).' > i baucjjecon l'autorità^ uehemer i a filari fcaìdato glijbirtiqua
fi Sghiacciati,^ ndrÌTj^ito l'animo dd J\e alla dcliber attorie di prima,
ridicendogli non fola m memoria le ragion ,lequali a fi gloriofa ejpeditio
ne eccitato l'ha teuanorma proponendogli innanzi a gli occhi con grauif-
Umi (limoli l'infamia, laq-ak per tutto il mondo dalla leggiere mutatio-
Ite dicoft honorato confi Htò gli per/terrebbe :& perche cagione hauere
kdunquey con la rélitutwne delle terre del Contado d'^Artois, indeboli-
to da anelli parte le frontiere detono fuoi 'per che cagione con tanto di
fb'acereynon meno della nob>ltà,cbe de popoli,hauere aperto al Bg di $px
Gnaulandogli laCo atea di R^ìjlg! ione, una delle porte di F rancia! folere co
katirefim.iicofegli altri I\?,ò per iberarfi da urget:ffimi pericoli, ò per
zonjlguirne grandìjfime utilità: ma quale neceffità,quale pericolo hauere
inojjoluif quale premio affettarne? juale frutto rifiutargliene, fé non l'ha
kere comperato co cariffimo prex^p una uer gogna molto maggiore? Che
accidenti e fiere nati ? che difficultà foprauenute ? che pericoli feopertifi
dopo l hauere publicato l'unprefa per tutoH mondo? anxicr e f cere più to-
Ho mamfeflamente ognhora la fberanza della uit tori adendo già reflu-
ii nani i fondamenti, in fu i quali gl'inimici haueuanopoìla tutta la (pera
ira della dikfa:perche & tarmata .Aragonefe rifuggita uituperofamen-
tc,dopo hauere data inuano la battaglia aVortouenere , nel Torto di Li-
uomo, non potere fare più frutto alcuno contra Genoua ; difefa da tanti
foldati,& da armata più potente di quella: & l'efferato di terra ferma-
\tofi m Bc>magna,per la refiHen^adi a piccolo numero di Francefi,non ha ^^f diVrl
nere ardire dì poffare più innanzi : che farebbono come correffe la fama tefi era una
per tutta Italia, che il I{e con tanto efiercito haueffe paffato i monti ? che JgJjSjj %
tumulti fi fn\c iter ebbono per tntto?in che sbigottimento fi ridurrebbe il da soo.hùa-
Tonttfice,come dal proprio palagio uedeffe l'arme de Coloncfi in fu le por f^tO^ss.
te di Roma? In chefbauento Viero de Medici hauedo inimico ilfanguefuo una bàia di
medcfimo,la Città deuotiffvma del nome Francefe,& cupidiffima diricu- Jo cSi>i-.
forare la Ubtrtà oppreffa da lui? Von potere co fa alcuna ritenere limpe n^ch* fì*S
to del t{e infirma confini del l^egno dii\apoli:doueaccofiandofifarebbo- fju^anc*
noi mei firn tumulth&Jbauenti,nè altro per tutto, ch?,òfuga,òribellio fc° s«nfe«»
ne .-temere for fesche hauejj ero a mancargli i danari,iquali come fi fentiffe Jài aì^oo"
l\ ;.t rato ,f che Ituliaafiuefattaty molti anni più all'immagini dtlleguer
r/,che alte guerre uere,no era neruo da jofi enere il furor e Francefe.Terò
quale timore 'quale con -ufionc? quali fogni, quali ombre uaneejfereentra
te nel petto fuo? Doueefi ere perduti fi pretto lafia magnanimità? doue
tìii-UafcrociaìCò laquale quattro dì prima Ji uaruana di amare tutt'ltn
Ut
LIBRO
Uà unita infieme ? Confi der affé non efiere più in potefià propria ì configli
fuoi, troppo oltre effere andate le cofe,per la alienai ione delle terre , per
gli amba) 'datori uditi, madati, & [cacciati ;per le tante fi) e fé fatte, per ti
ti apparati, per la publicatione fatta per tutto;per effere già condotta la
fua per fona quafi in full alpi :ttrigner lo la neceffità, quando bene limprc
fa fiffe pericolofiffimx a feguitarla, poi che tra la gloria , cjr l'infamia*
9 QueftoDu tra il uhuperio,& i trionferà l'efierefo il più flimato E^, ò il più difire-
ca di Borbt> gjgtt di tutto 7 mondo, non gli reflaua più me%o alcunoiche adunque tar*
to, fecokdó dare a una uittoria,a uno trionfo già preparato, & manifefto? Quefle co*
ho°GioTa fe ^ette m fliftan^a dal Cardinale : ma fecondo la fua natura più con
ni; fu man. fenfi efficaci,^ con gefìi impetuofi,& acce fi, che co ornato di parole ;com
fordiTdd mofaro tant0 ? animo del I{eyche non uditi più, fé non quegli, che lo confor
Re,preflo la tauano alla guerraipartì il mede fimo dì da Vienna,accompagnato da tut
RUealfti ei!i°e_ tlì Signori,& Capitani del Bearne di¥rancia,eccetto il *DucadiBorbo
uato ; come ne,alquale commeffe in luogo fuo l'amminifiratione di tutto il Pregno y &
foVra acati l* ammiraglio y & pochi altri deputati algouerno y& alla guardia delle
io. fac». & prouincie più importanti:^ paffando in Italia per la montagna di Mongi
uono ncÓ neura,molto più ageuole a paf]àre,che quella di Monfanefe,&per laqua
rio, il Già, le pafio anticamente ima con incredibile diffic ulta, Annibale Cartaginefe;
cIhig. h entrò in jifii il dì b nono di Settembre dell anno mille quattrocento noua
taquattro, conducendo feco in Italia i femi dì innumerabili calamità , &
dice ti a?0 dilombi lifiìmi accidenti,^ uariatione di quafi tutte le cofe:pcrche dalla
uo dici. paffuta fua non folo hebbero principio mutationi diflati,fuuerfioni di B^
. gni, defilai ione dipaefi, eccidij di Città, crudeli jfime uccifioni, ma etian-
tr.ai France dio nuoui habiti,nuoui cc(ìumi,nuouiy & fanguinofi modi di guerreggia*
fi^dbrf1 re> c mfam^àyinfino a queld\,no conofciute;& fi difordinarono di manie
«odo librò ra glinflrumenti della quiete,& concordia Italiana,che no fi effendo mai
*'66, poi potuti ricordar e ;h anno hauuto f acuità altre nationiftraniere,& effer
d Senne citi barbari di conculcarla mifer abilmente & deuaslarla:& per maggio-
paolo Emi re infelicità, accioche per il ualore del uincitore non fi diminuiffero le no-
1 * O C 11 " * 1 P i yi '
ért dì Car* m% uer gogne, quello, per la uenuta delquale fi caufarono tanti m ali, fc be
lo,nf ,"®lk ne dotato sì ampiamente de beni duella fortuna;erafpogliato quafi di tut
paraTe uti te le doti della natura-, & dell' animo :per che certo è , che Carlo in fino da
dTe^udto VHtYltla fli di complejfione molto debole,& di corpo non fano, difiatura
Qui nefeit piccolo , & d' affretto ( fe tu gli licui il uigore , & la degnità degli occhi)
ftU^nar* bruttiffimo:& ì altre membra proportionate in modo che e pareua quafi
eh annali più fìmile a moftroyche a huomome folo fen^a alcuna notitia delle buone
die" monche anv>ma ^ appenagli furono cogniti i caratteri delle lettere: animo cupi- d
cario impa do d'imper 'are:ma habile più ad vgrì ] altra co fa » perche aggirato fempre
guatrarTce da'fuoi;non riteneua con loro,ne autorità;alieno da tutte le fatiche ,& fa
h la cogni- fende; & in quelle,alle quali pure attendeua, fonerò diprudentia , & di
cò{«.deiic gì^dicio: fé pure alcuna cofa pareua in lui degna di laude, riguardata in
trin-
I PRIMO. *4
trinfec amente, era più lontana dalla uirtù,che dal uitio; inclinatìone alla
gloria;ma più prefto con impeto,che con configlio:liberalità,ma inconfide
rata,& fcnya mi furalo diflintione;ìmmut abile tal uolta nelle deliberatio
ni;nia fpeffo più ojìinatione mal fondata,che confi anti a: & quello, che mol
ti chiamauano bontà;merìtauapiu conuenìcntemente nome dì freddezgdi
& di remiffione d'animo.ll dì mede fimo, che' l I\e arriuò nella città d'^lfti,
cominciando a dimoflrarfegli con lieti/fimo augurio la benignità della [or J c^ f°P£
tuna;& gli fopranennero da Genoua defideratiffime no nelle: perche Don notato qua
Federigo , poi che ritirato fi da Tortouencrenel Torto di Liuorno hebbe *lrf™S n«
rinfrescata l'armata,*? foldato nuoui fanti ', ritornato nella medefimari merodc'i*-
\uiera,pofe interra Obietto dalFiefco co tre mila fantiflquale occupata, f^V^u*
fen-^j difjìcultà la terra di E^apalle, distante da Genoua uenti miglia ; co- |i gìouìo,
tnìnciò a infeflare il paefe circonfiante:ilquale principio,non efendo di pie yefcou«>«u
cola importanza, perche nelle co fé di quella città è, per l'infettione delle Ncbio , se
farthpericolojijjimo ogni( quantunque minimo )mouimento;non par uè a Core, Ma^j.
quei di dentro da comportar e, che per nimiciftfacejfe maggiore progref- fta **"?£*?
fc:pero lafciata una parte delle genti alla guardia di Genoua ; ftmojfono dai Gioui©
col refìo per terra alla uolta di Rxpalle i fratelli San Seuerini, & Giona al^n}Pr
\ r 11 % n- •• > r • *« più diftufo-
m adorno fratello a\Ago\lino gouernatore di Genoua co fanti Italiani: méte racco
& il Duca aOrlienscon mille Svizzeri su l'armata di mare , nellaquale taca' ™a 5.5
... tri ■ >X • n • ;• • r1 . qualche di-
t erano a di ciotto galee, \ei galeoni,^ none nani grafie: i quali unitiji tutti uerfità.con
p reffo a B^ap alle :aff aitarono con impeto grande i nimici,che haueuanofat quefì? *u£"
to tejia al ponte,che è tra il borgo di Rgpalle,& uno fretto piano,ilquale da il vrfe*
fi difende inftno al mare:combatteua per gli jlragonefiy ultra forze prò JJ° d^Xt
prie,?l uant aggio delfito,per lafprezja delqualepiu, che per altra muni breuisfima-
t ione fono forti i luoghi del paefe: & perciò il principio dell' affatto non fi £r?ia.U
dimoftraua felice per nimici : &già Suizp^vi e fendo in luogo inhabile a
(piegare la loro ordinanza, corninciauano quafi a ritirar/i: ma concorren Jj PIC* ! L
do tumultuo] amente da ogni banda molti paefanifeguacì de gli jLdorni, Nebìo,ci»e
i quali tra quei f affi, & monti afprìffimi fono attiffimi a combatterei ^fl^^ow^C
fendo oltr a queflo nel tempo mede fimo infeflati gli Jiragonefi per fianco ftafugafp»
dall'artiglieria dell'armata Francefe,accoflatafi al lito quanto poteua,co éJJJJ^JJJoÌ
mincìarono a foflenere difficilmente l impresone de nimici : & emendo tòaifigtnia
già puntati dal ponte: fopragiunfero ani fi a Obietto, in fauor e delquale i *° ^fa^eta
fuoi partigiani non fi erano mofjl: appropinquar fi Gianluigi dal Yiefco co méw glidif
molti fanti :per;lche dubitando di non efiere affaltatì dalle {palle: fi meffe ^òlitibxiQ
' ro infuga:& l> Obietto il primo,fecondo l'ufo de fuor* u fri ti, per la uia del gna carni-
la montagna, refi andò parte nel combattere,parte nel fuggire morti di lo ^af "ra m*
ropin di cento huomini: uccifione fen%a dubio non piccola fecondo le ma- Adi,accio-
niere del guerreggiare:lcquali a quel tempo in Italia fi effercitauano.Yu- ra^aìpri
tono medsfimamente fatti molti prigioni,tra' quali Giulio Or fino, che fai da muno
iato del I\e Mjonfo bane.ua, con quaranta huomini d'arme f& alcuni ba- jj^ pet
lefirieri
.r6ftn»rt . LIBRO
»a quato ho /, Fngofo,& Orlandino della medi finta famiglia . ^ifficuvò a! nato aue
notato 1 DO /) ; /. ,. _ * -' • ■> t r , . , / 7
Dilla a czrjta uittona le coje di GenouaypercbeDonredcrigoyilqiiaUfubito,cbeheb
j1.rac2.tio be pefli i fanti in terrai era per non effere costretto a combattere nel voi
ne no cita, r V n ;; /> • #» i n £
to alca luo/o «' I\apalle con l armata nume a: allargato in alto mare .diffaer andò fi di
Shi- potere fare per allhora piti frutto alcuno :ritirò uri altra uolt a Tarmata
b con i>opi nelVorto di Liuorno:& becbequiui di nuoui fanti fi prouedeffe,& bauef
«ione dio-/» •• jr • j> rr i ; ; i i i n • i
ito aurore Je uarij dijegni " aJJ altare qualche altro luogo delle rimerei nondimeno co
fi accorda. me per / principi* auerfi dell' impre fé fi perde, & C animo, & la ripatatio-
HA intorno * ^ *.\ • r i i- r ì r • • r •/> •'
a queuhe ai nc:non i ento più coja alcuna di momento^ lajciandogiujta cagione a Lodo
ceiierie'Urti" uuo ^for7é ài gloriar fi yche haueua a coni 'induflf ia,& co figli fuoi fcher
iiatmanei. niti gli auerfarij:percbe non altro bauere faluato le cofe di Genoua y ebe
ia vnadipa [a tardità della moffa loroyprocurata con l'arti fue, & con le (heranze uà
pa v rbano , 7 ? » r / »/>.-,.
6. u voker ne,cbe oaueua loro date. Ha a Carlo era andato jubito in jliii Lcdouico
r3n°òfc^ò: tfor%?>& Beatrice fna moglie con grandi ffìma pompa, &bonoratiffm*
coment. Vr compagnia di mo1 te donne nobiliy& di forma eccellente del Ducato di Mi
barn •. poh- iano@. in fieni t Hercole Duca di Ferrara: doueytrattadcfi delle co fé com
iio,e'ì becre mimi yf ti deliberato, che il più preHo, che fi poteua fi moueffe Ttfj'ercito :
tmo quegli & acclcc^e queftopin folle cit amente fi facejfe, Lodouicoycbenon medic-
ai hb. £ a cr emente t eme uà, ebe fopr attenendo i tempi affari non fi ferma fé per quel
Bd'i!£^i l* nernata nelle terre del Ducato di Milano , prefiò di nuouo danari al
le fue h'.ft.fe Fa?yi!quale ri haueita neceffìtà non mediocre: & nodimeno fcr orrendo figli
a memoria _ * / __ .;_ 7 • . n • i ■ -,* • » < ■ -j .n •
di 20. am.i -. tra i du vento pentii b uomini della guardia delReycomptitatiyi Suir7eri{
ondo ' da J*&$ f r/wa co/ S^// e/ Digiuno erano andati a Genoua , &" quella gente
ili Pietro ebe fiotto Obignì militaua in Romagna, mi Ile feicento buon/ini d'arrne>d£
trilwa Vufò ?«^/' eia fc uno bafet odo tufo9Francefe duoi arcieri yin modo ebefei canal
5 i.nMeD^{>.n H [otto ogni lancia(quefio nome hanno ilero buomuiid armejfi cowpren
ru èpiultn- dono:fei mila fanti SuÌ7^eriyfei nulla fanti del regno juoyde quali la metà
tiro , come erano della Prouincia di Gua]cogna5dotata meglio fecondo ilgiudicio de%
villani nei' Franceftydi fanti atti allaguerra}cbe alcuna altra parte di £ràcia:et per
llb&2pieT m*rfi con ^ueft° efferato erano fiate condotte per mare a Genoua quanti
subikia nd tà grande d'artiglierie da battere le mutagli e y& da ufare in campagna :
Sj*£/a!2 ma aitai forte che riamai no basetta manta Italia le fir/iwliantu b One
Redi cHìujta pejte trouatamoùt anni imaTi m Germania, fu condotta la prima noi
San'iwUtfL ta ln ^ta-'ìa à* Vinitiani, nella guerra, che circa l'anno della falu te mille
t;e' Rimedi trecent' ottanta hebbero i Geno ne fi con loro : nellaquale i Vinitiani uinti
iSknfoKu in man'>& «fotti per la perdita di Cbioggia:riceue*ano qualunque condì
r,a, «»i Maio tione hauefje uoluta il uincitorc,fe a tata preclara occafione nofoffe man
jgo.09.Doue cato
qui l'a'.utordice.cheParM'glieiiafiitrouata in Germania, e da uedere Antonio Cornaxxano, che fentìe i«
na?:/; uoigari dell'arte della guerra,ncl lib. 3- a cap.».
/PRIMO. ^ i;
fdtfó moderato conflglio.il nome delle maggiori era "Èobarde:lequali,fpar
fa dipoi quefta inuentione per tutta Italia ; sadoperauano nell'oppugna-
tiom delle terre,alcune di ferro, alcune di bron%o:magroffiffime in modo,
che per la macchina grande,& per limperitia degli buomini>& mala at
mudine gì in finimenti tardiffimamente,et con grandiffima difficoltà fi co
ducevano . piantauanfi alle terre co' medtfimi impedimenti ,& piantate
era dati un colpo all'altro tanto internatio, che con piccolijjimo frutto, a
comparatane di quello,che feguitò dafoi;moho tempo confumauano:don
de i difenforidé luoghi oppugnati haueuano [patio di potere otiofamente
fare di dentro ripari, & fortificationi : & nondimeno per la uiolentia del
i'alnitro,colquale fi fa la poluere,datogli il fuoco; uolauano con sì horri-
bile tuono, & impeto jlupendo per l' aria le palle, che queflo insìrumetofa
cena etiandio innanzi , che haueffe maggior e per fettione ridicoli tutti gli
\nflrumenti,i quali nella oppugnatane delle terre haueuano con tanta fa
ma d'archimedea de gli altri inuentori, u fati gli antichi.Ma i Trance/i
fabricado pez^i molto più ejpediti,ne d'altro che di bro^o,i quali chiama
nano Canoni,^ ufando palle di ferro, do me prima di pietra,^ Jen^a com
barattine piugroffe,&di pefo grauiffimo s'ufauano;li coduceuano in fui
le carrette,tirate(non da buoi, come inltalia fi coflumaua)ma dacaualli
:on agilità taled'huomini , & d'inìlrumenti deputati a queflo feruigio,
:be qua fi fempre al pari degli eserciti caminauano: & condotte alle mu
vaglie erano piantate con pr e jlex^aincredib ile :& interponendo fi dal-
l'un colpo alì altro pie coli fìimo inter mallo ditempo:sìJpeJfo, & con impe-
to sì gagliardo percoteuano , che quello , che prima in Italia fare in molti
giorni fi foleua: da loro in pochijfime horefifaceua , ufando ancora queflo
più toflo diabolico , che humano infirumento non meno alla campagna,che
a combattere le terre:& co'medefimi cannoni,& con altri pe%gi minori;
ma fabricati, & condotti fecondo la loro proportione con la mede/ima de
fyre%i{a>& celerità.^ aceuano tali artiglierie molto formidabile a tutta
Italia l'efferato di C 'arto: formidabile altra quefto,non per ilmumero ; ma
per il ualore de'foldati,perche effondo le genti d'arme qua fi tutte difuddì-
ti del B£>& non di plebe, ma di gentil' h uomini, i quali non meramente ad
arbitrio de' Capitani (ìmetteuano,o rimoueuano , & pagate non da loro;
ma da iminifin figgif haueuano le compagnie non folo i numeri interi;ma
la gente fiorita,^ bene in ordine di caualli, & d'arme , non ejfendo per
la poucrtà impotenti a prò a ederfene,& facendo ciafeuno a gara di feruta
re meglio, così per linftmto delihonorcyilquale nntrifcc né petti degli huo
mini l'efferenati nobilmet peonie perche dell'opere ualorofe poteuanojfie
rare premij,& fuora della mUtia, & nella militia ordinata in modo,che
per pm gradi fi \ faliua infino al Capitanato,! mede fimi flimoli haueuano i
Capitani qua fi tutti Baroni,et Signor i,ò almeno di f angue molto nobile,et
quafi tutti fndditi del l\egno di tranciali quali terminata la quatità deU
D lafua
f
g
F
riero
la fua copagnia,per che fecondo il coflume di qud^eame a ninno fi dauci co
dotta più di ceto lacie^no haueuano altro intetOydje meritar laude appref
fo alfuo B^e; donde non haueuano luogo tra loro riè l'inft abilità di mutare
padrone ,ò per ambitioneyò per avaritiaynèle cocorrentie cogli altri Capi
tanìf auan-^arli con maggiore codotta : cofe tutte cotrarie nella militia
Italtana;dove molti de gli b uomini dì armerò cotadiniyò plebei y &fttdditi
a si «crifica ad altro Trincipe,& in tutto a dipendenti da i Capitanilo* quali contieni
cè°chTfi \T<r vano dello ftipedioì& in arbitrio de' quali era metter gliy & pagargli, no
ano de ca haueuano ne per naturarne per accid'éte /limolo ftr aordinar io albenferui
chi , scmte m& i Capitani rariffirne uolt e f additi di chi gli condvceuay & cheffeffo
dai campa- haueuano interefHy & fini diuerfhpieni tra loro d emulatioaey & d'odu.
gió.ùai Gfo né battendo prefiffo termine alle condottey&ìnteramente padroni delle co
mo , dallo paanie,nè tenevano il numero de foldatiyche erano loro pa?ati>nè conteti
Spino, & da ',?,,..., ^ ' . • r • t ;• >
altri , oitra delle conditioni bonesle; mettevano in ogni occajione ingorde taglie a pa
BiuetfiK ^ droni;& inftabili al medefìmoferuigio pafjauanofpeffo a nuoui ftipendijì
quel mafsi. sforandoli qualche uolta l'abitioneyò l'auaritiayò altri intere ffi efferenti
nTfcxhie'ii f°^° inUabili;ma infedeli. Ws fi vedeva minore diuerfità tra i fanti Italia
Giouio nei niy& qnegli,cbe erano con Carlo:percbe gl'Italiani non combattevano in
ffor!ìacon! fquadrone fermo y& ordinatola fpar fi perla canipagnayritiràdofi ilpiu
for.nicà di delle uolte a i uantaggide gli argini \& de'fo[fi: ma b i S viveri y natione
{crktoUone bellicofiljimajaqvale con lunga militia y& con molte predar iffime uitto
parh disfbr rie haueua rinouata la fama dell'antica ferocia;/} prefent aitano a cobat
dei o.rma! tere co fchiere ordinate^ diflinte a certo numero per filarne vfcedo mai
gnuoja , & della fua ordinanza, s'opponevano a' nimici a modo d'un muro Viabili y&
iucche hauè qvafi invitti ;doue cobatteffero in luogo largo da potere difendere il loro
uano fornì. fquadrone:& co la mede/ima difciplinay& ordinanza, benché non conia
foio (?oUefoi medefima virtù combattevano i fanti Francefila* Guasconi Mentre chel
«iati a cauai ^ impedito dall'infermità fi flava in j£fli;nacqve nelpaefe di ì\oma nuo-
vo tumulio:perche i Colonefiyi quali beche \Alfonfo haueffe accettate tut
b Difcorre te le dimande immoderateyche haueuano fatteis 'erano fubitoycbe Obignì
natioaTpie: fu entrato co legeti Fracefi nellaI{omagnaydepo(la la fimulationeydichia
riamente rati faldati del % di FraciayO e caparono la Biocca d'Oftia per trattato te
li. "o.dique nut0 d'alcuni fanti Spagnuoliycbe v'erano a gvardiaXoflrinfe qvefio cafo
fte hift.a ca. # Tont.a querelar fi dell' ingivriaF race fé co tutti iVrincipi Chriftiani}&
Jpecialmete co'B^e di Spagnay& col Senato Vinitiano:alqvaleybechein uà
c€rdl* ^|e no ydomadò aiuto per l'obligo della c co federatane e otr atta l'anno prece
comunico- dete infieme:& voltatofi co animo cofiàtealle provi fioni della guerray ci
to'di fò"/" tat i Trofperoyet ¥abritioya'qv ali fece poi fpianare le cafe, che haueuano
a car. s. qu5 in 1\pmayet unite legetifveyet parte di quelle dì \A l fon fo fiotto Virginio in
ga fra^jCpÌe f1^ fiume del Teuerone appreffo a Tiuoh;le mado in fvlle terre de' Colone
pa,i Vinitia fi:iqvali nohanevano altre geti;chedugcto b uomini d'armey& mille fan
«il Milano!* ^Ma dubitado poi il Toniche l'armata Fracefe,laquale era fama dove-
ri
PRIMO. ( %*
te era fama douerc andare da Cenouayalfoccorfo diOfiìayio hauefTe ricet
to aJ^ettuno^Vorto de Colone fi; Mfonfo raccolte a Terragna tutte le gè
tiycbe ilTont.et egli haueuano in quelle parti ;uipofe il capo aerando d'e
pugnarlo agevolmente :ma difendendolo i Colonnefi francamete,& effen
io pajfato ferina oppofitione nelle terre loro la compagnia di Cimilo Pi*
nell'i da Città di Cafiello , & de1 fratelli, foldati di nuouo dal ì\e di Fran-
cavi Tontefice richiamò a T{omaparte delle fuegentiych1 erano in Bgma-
l ina con Ferdinando: * le cofe del quale non continuando di procedere con *0C™ ad7,"|
niella profberitàyla quale pareua chefifuffe dimofirata da principio: per fa narraci»
:be arriuato a Villaf ranca tra Furh,& Faenza, er di quim prendendo U no i ^c
lamino per la flrada maefira uerfo Imola ; l'efiercito nimico* che era al- a*j£Pf*
'oggiato apprejjo a Villafr anca offendo inferiore di for?e;fi ritirò tra la l^agna
la felua di Lugo , & Colombara preffo al Foffato del Geniuolo, alloggia nei Giwim
: mento ver natura molto forte , luogo a" Eercole da Efli , del do minio del*
juale haueua le uettouaglie:onde tolta a Ferdinando per la fartela del
rito y la f acuità di! aff aitar gli fen%agrauiffimo pericolo , partito da Imo*
\a ; andò ad alloggiare a Tofcanella appreffo a caflel San Tiero nel t em-
porio Bolognefe : perche defiderando di combatter ey cercaua con la dimo-
ìratione d'andare uerfo Bolognaymetterei nimicì, per non gli lafciare li-
mo d'andare innanzi, in necejfità di condurfi in alloggiamenti non tanto
rorti:ma effi dopo qualche àìapproffimatifi ad Imola ;fi fermarono in fui
diurne del Santerno tra Lugo , & fanf Agata, hauendo alle /palle il fiu-
me del Tè ; in alloggiamento molto fortificato . ^Alloggiò Ferdinan-
do il dìfeguente uicino a loro afei miglia in ju'l fiume mede fimo appreffo
a Mordano , & Bubano : & l'altro dì con leffercito ordinato in batta-
glia fi prefentò uicino a un miglio : ma poi che per fpatio di qualche bora
gli hebbe ajpettati in damo nella pianura commodiffima per la fua lar-
gherà a combattere3efiedo di manififio pericolo laffaltargli in quell'ai
ìoggiamento; andò ad alloggiare a Barbiano Villa di Cotignuola,non più,
uerfo la montagnaycome infinallhora haueuafatto;ma per fianco a i ru-
miciyhauendo fempr e il mede fimo intento di cofìrignerliffe haueffe potuto
a ufeire di alloggiamenti cofi fortuEra paruto che infino a queflo dì le co
fé del Duca di Calauria f uff ero procedute con maggiore riputatione:per-
cbe,& inimici haueuano apertamente ricufato il combatter e ydifendedo fi
più con la forteTga de gli alloggiamenti ,che con la uirtù dell' arme,& in
qualche rifeotro fatto tra i caualli leggieri, erano più tofto gli ^Aragonefi
rima fi fuperiorirma effendo poi continuamete augumetato l'efferato Fra
cefe,et Sfor%efco,per ilfopraucnire delle géti,che da principio erano refta
te indietro cominciò a uariarfi lo flato della guerra:per che ilDucayraffre
nato l'ardore fuo da i co figli de capitanici) e gli erano appreffo ,p non fi co
mettere fenon co uantaggio alla fortuna; fi ritirò a fan? rigata terra del
Duca di Ferrar a:doue efiedo diminuito difant'het in me^o delle terrcFer
D z rarefi,
LIBRO
rare/i3& partita già quella parte delle genti d'arme dellaChiefa,laqualc
haueua rìuocata ilVontefice: attendeua a fortificar fi ma [opra jedutoui
pdcbi dì, bauuta notitia affrettar fi di nuono nel campo de' nimicidugento
lancia & mille fanti Sui^eri mandati dal I\e di Francia j libito, che e' fu
arriuato in^fti.-fi ritirò nella Cerca di Faenza ,luogo tra le mura di quel
% si legge i città>& un fò(fo;ilquale lontano circa un wivlio dalla terra, & circun
che il core dadoia tutta,rende quei /ito molto forte: per La ritirata delquale i nwuci
?l_tlz\\A uennero nell'alloggiamento abbandonato da lui di S. mirata. Dimoflroffì
no no mule <j^ _ <£> . J >J
mai , che li certamente animo fo l 'un' 'ejfercìto^&l 'altro ,quddo uidde il nimico inferio.
n** Triul re:ma quado le co fé erano qua fi pareggiate ;cia feuno fuggiua iltétare la
mvi Pelea fortunaionde accadde quel che rariffime uolte accade,che un mede/imo co
Incf aipre flZ^° piaccia a diioi efferati nimici,pareua a' Fracefi ottenere l'intento ,
untarono p per loquale s'erano mojfi di Lobardia,fe impediuano,che gli ^Aragonefi no
Urrl^o\tò paffajfero più innanzi : & il % ^Alfonfo riputando acquifeo non piccolo ,
dimeno, tue c})e [ progreffi de' nimici infimo alla uernatafi ritardajfero a haueua com ;
no d'j, jJr mejfo efpreff amente al figliuolo,^ ordinato a Gianìacopo da Trinici , &
Ai combat- a[ Conte di V'itigli ano, che non metteffero fen%a grande occafione in potè-
aTpicìgila! fld della fortuna il I\egno di Napoli, ch'era perduto fé queil'effe'rcito fi per
no,Pei le ia deua.Ma no bafiauano quelli rimedi) alla f uà falut t: perche Carloynon ri-
f idonee!" " tenendo l'impeto fio ne laftagione del tempo ,nè a! e uri altra difficultàfnbi
to,che bebbe ricuperata la fanità,moffe leffercito.Giaceua nel Caftello di
d^Gio! Ga! Tania oppreffo da grauiffima infermità Gioua Galeazzo Duca di Milano
kazxo Fu fao fratello cugino (& erano il I{e,& egli nati di due for elle figliuole di Lo
di^sauoia13, douico II. Duca diSauoia)ilqnale,il l\e pafìado per quella Città,et allog
maritata m alato nel medvfimo caftello ;andò benigmfjlmamente a uifitarc. Le parole
buca di Mi furono generali per laprefentia di Lodouico,dimoftrando moleHiadelfuo
lino a 6. di male,^r confortandolo ad att edere con buona (peranno, alla ricuperano^
Elia 'heobe ne della falut t •rm a l'affetto dell animo nonfufen'xa molta copa/fione,così
una foreiia fa\ j^)Come dì tutti coloro, che erano con luiytenendo ciafeuno per certo
me u, è fcrit la uita dell'infelice gloriane douere per l'infidic del c(/o> effere breuiffuna ,
•o,di cario ^ syacerehbe molto più per laprefentia d'Jfabella fua mogliedaquale an
fia non folo della fallite del maritc,& d' e uno piccolo figliuolo, eh e haue <
e Era quefto HCt di lui; ma meUifsima oltra queflo per il pericolo del padre >& de gli al
dito sfor- tri fuoi'yfigittò molto mifer abilmente nel coff etto di tutti a piedi delire,
%à, di cm iì raccomodandogli con infinite lagrime il padre,et la cafa fua d'Aragona:
Ho nei1 nb! allaquale il ReMcbe moffo dall' età,& dalla bellt%$afua dimolìraffe ha
1.4.& .lesué- uerne cQpajfione ^nondimeno non fi potedo per cagione cofi leggiere ferma
wi'odice,che re un mouimeto sìgrads;rifpofe,cbe effendo condotta limprefa tato innan
Gio.Gaieax -g era nscefsitato a continuarla, Da Tauia andò il Re a "Piacenza don e ef
%o racconia > , - _ •• n . ,, -, _ <• vt ;
dò i fuoi fi. fendofi fermato foprauenne la morte di Gmnan Galeaigo , per laquale
ghohaiRe, i0do.che l'haueua fe?uitato; ritornò co ?ràiì!}]ma celerità z Miiinoido
cioè rrance o «-» •'
ft«^rnoi\a. ne da* principali delc'ojìglio Ducale febomiti da luhfn proporlo che per
la gran*
PRIMO. 17
la $rande%gd di quello flato ,& per i tempi difficili,} quali in Italia fi pre
par auano; far ebbe cofa molto pemitiofa che il figliuolo dì Giouà Galea^
<%o d'età d'anni cinque fuccedeffe al padre:ma efiere necefiario battere un
Duca chefufìegràde diprudentia,& d'utorità: & però douerfi,difpefan
doiper lafalute pubi *ca,et pia neceffit agalla diffofitione della legge,come
permettono le leggi mede fime;cofirigner e Lodouico a cofentire,cbe in fé fi
trasferire p beneficio uniuerfale la dignità del Ducato ;pejo grauifjirno in
tempi tali;coIqnale colore cedendo Ihonejla all' ambitione,beche fimulafìe
fare qualche r efifle%a;affunfe la mattina fé guent e i tttolh& Vinfegncdel
Ducato di Milano, prot eflato prima fegretaméte riceuerle, comeapparte
néte afeprinneflitura delude Romani .Fu publicato da molti la morte
di Giouan Galeazzo effere proceduta da coito immoderato : nondimeno fi
credette uniuerfalmente p tutta ltalia,che e fufie morto,no per infermi
tànaturale,nè per incontinetia;ma a di ueleno:& Teodoro daVauia uno a iiPonta.
de medici I\egu,ilquale era prefente quado Carlo lo uifitò: affermò hauer ™uì£"™1
ne ueduto fegni manifeflifJìmi.Ve fu alcuno,che dubitaffe, che fé era Sìato Prudenza
tteleno;nò gli f uffe flato dato per opera dal %io,come quello che no conten /{àicun 'or-
to d' effere con afjoluta autorità gouernatore del Ducato diMìlano,et ani Cinedi P«r.
do fecondo l'appetito commune de gli b uomini grandi, di far fi più ìlluflre fa 'Lontdi
co' titoli, & co zìi honoris molto più per iudicare,che allaficurtàfua, do Galea*
et allafucceffione de figliuoli fu f] e necefjana la morte del Trincipe legit cefo o opra
timo;hauefje uoluto tras ferir e,&flabìlire in fé la poteflà,et ilnomeDuca ^j^J'f
k:dallaquale cupidità fujfe a cofi federata opera fiata sformata lafua na ce'auudena
tura,ma(ìteta per lordinario,& aborrete delfangue:&fu creduto quafi re: & 4l'u>*
n r s~ /1 n . . . ■ /•' — j -v i perciò biaT-
da tuttiquefla efere fiata fua intetione, injmo quado comincio a trattare ma, deterìa,
che i Fracefi pafj afferò ì ìtali a, par e do gli opportunijfìma occafione di met * (£*£*?
teda a effetto in tepo, nelquale f effere il Èg di Francia con tato esercito c0 Lodimi.
in quello flato,hauefie a inàcar a ci afe uno l'animo di risetirfi di tàtafcele ",:Imec^ee ^
rateila. Credettero altri queflo efiere flato nuouo pefiero,nato $ timore ai fine dei
chel l{e, come fono f ubiti icofigli deFracefi,no procedere precìpitofamen llb<*
te a liberare Giouan Galea^o da tàtafoggettione,mouedolo,ò il par età
do>& la copaffione dell' età,o il parergli più ficuro jfe,che quello flato fuf
fé nella potejta del cugino,che di Lodouico,! a fede del quale no macauano
pfone gradi apprejfo a lui, che cotinuamete fi sfor^aflero fargli fofpetta.
1 Ma l'bauere Lod.b procurata l'anno precedente linueftitura,& fatto pò b Queftaia
co innanzi alla morte del riìpote,ejbeairnefollecitamente i priuilegij Impe ^""/ò Lo
riali; arguifeepiu prefio deliberatane premeditataci in tutto uolùtaria douuonei
cbefubita,& quafi fpinta dal pericolo prefente.Soprafiette alcuni dì Car ^"nipó!
IoaViac %a, no fenica inclnatione di ritornar fene diìà damonti,pchela teaMasiimi
cartjìia de" danari, & il ho fi jcoprire per Italia cofa alcuna nuoua infuo ComesT5èt
fa:tore;lo redeuano dubbio del fuccejfu: & non meno il fofbetto conceputo to di fopra
del nuouo Duca,delqualc era fama,cueje bene, quado partì da lui, gli ha ^
D 3 uejje
t ! B R O
uefjepromeffb dì ritornar e,che più non ritomerebbeSì^èèfuoYA deluerìfi
mile,che effendo quafi incognita appreffo agli 0 tira montani la federate?
%a d'ufare contragli ìm omini i ueleni, frequente in molte parti dì Italia ;
Carlo & tutta la corte oltra il fojpsttare della fede-, bcuttffe in horrore il
nome fuo ; anzi fi riputaffe grauemente ingiuriato ,cbe Lodouico per pò*
ter fare fenza pericolo un'opera cofi abomineuole, haueffe la fua uenuta
Inltalia procurata. DeliberoJJì pure finalmente l'andare innanzi,come co
finitamente follecitaua Lodouico, promettendo di ritornare al B^fra pò»
chi giorni: perche &il fopra federe del 1{e in Lombardia,^ il ritornar fé-
ne precìpitofamente in ¥ràcia,era del tutto contrario alla fua ìntentione.
a Dì quelli yy[l1\eildì mede fimo, che fi mafie da Viacenz^a uennero a Lorenzo, & Gio
OiouSi ha '-tanni de* Medici :i quali fuggiti occultamente delle loro Villt,faceuano in
rcntto di Coflantia cb'el J\e $ accoftaffe a Firenze, promette do molto della noluntà del
facA.0 doue popolo Fiorentino inuerfo la cafa di Ir rancia, & non meno dell'odio con-
ha detto^ tra ^iero de* Medici , centra ilquale era per nuoue cagioni augumentato
da Magfiha non p°co 1° Jdegno del Rg: perche battendo nudato da jLfii un '.Ambafcia
ti furon co- tore a Firenze a proporre molte offertele gli confentiuano il pafio >& in
lor ville ; il futuro s'afleneitano dall' aiutare jLlfonfo, & in cafo perfeuer afferò nella
che fi legge prima deliberatione molti minacci,& hauendoli per fare maggiore terrò
Giouio. re, come fife, che fé difubito non fi determina uano;fi partiffe;gli era fiato >
cercadofeufa del differire, rifletto che per efj'ere i Cittadini principali del
gouernoycome in quella fi agione ècofiume de' Fiorentini, alle loro uille;
no poteuano dargli rijpofla certa cofifubitoma che per uno amba } ciatore
proprio far ebbono prefto intendere al I{e la mente loro . Fra nel configlio
fidale fenza cotradittione flato deliberato che f uff e pia lofio da dirizzar
fi con ly efferato, per il e amino, ilquale per la Tofcana, & per lo Tcnitorio
di Rgma coduce diritto a 1Japoli,& che per quelloyche per la l\omagna>
C^* per la Marca,paffato il fiume del TrÒto,entra nell\Abrw^zj: non per
che e non confida/fero di cacciare le genti jiragonefi,lequalico difficultd
refijìeuano a Obignìyma perche pareua cofa indegna della gràde%za di ta
tol\e& della gloria dell' armi \ue, effendo fi il Tóteficeye i Fior etini dichia
rati contra lui ; dare caufa a gli buomini di penfare che eglifuggifie quel
caminoyperche fi dijfidaffe di s forzargli, & più perche fifiimaua perico-
lo fo il fare la guerra nel Bearne di K(apoiì,lafciadofì alle/palle nimica la
Tofcana,& lo fiato Ecclefia(ìico;onde uolti al camino di Tofcana;fi deli-
berò dipaffare l'Appennino più tofto per la montagna di Tarmaycome Lo
douico Sforza defiderofo d'infìgnorirfi di Vifa,haueua infino in *Afti con
figliato, che per il camino diritto di Bologna:però l 'antiguardia ydellaqua
le era Capitano Giliberto Monfignor e di Mopen fi eri della famiglia di Bor
bone delfangut dey Kg di Francia, feguhadola il I\e col refto dell'efferato
pafsò a Tontriemoli, terra appartenente al Ducato di Milano, pofia a pie
dell' Uppenino in fui fiume della Magraùlqual fiume diuide ilpaefe di Gè
noué
PRIMO. ÌS
noua chiamato antìcamete Liguria ydalla Tofcana.Da Tontriemoli entrò \$£ m»1£
Mompenfu ri nel faefc della Lunigiana, dellaqttale una parte ubbidiua a jj»na ^n»
Viorent ini 9 alcune cajiella erano de Gcnoucfiyil rcfto de' a Marchcfi Male co domimi
(bini J ciudi folto laprotcttionccbidel Duca di Milano ychi de Fiorenti- ln Lttojgia-
« . , . 7, z' • i • ; ri r, • r r • • na& altio-
nuchi de Geno -a fi y i loro piccoli nati m aritene nano \Vmronfi Jeco m quei ui t C()me a
confini i Sii'T^criycti erano fiati alla dififa di Genottay& l'artiglierie ne Hp*^}}^*
nate per mare alla Specie^ accofiatofi a Finivano caslello de Fiorenti- na{M & the
niydoue vii editile Gabriello Mdcifvina Marcbefè di Fofdinuouoyloro rac crtsf]on J(,n»
comandatolo prejero per for%a>& }accbeggiaronoyamma?gando tutti i Thom.Por-
foldatiforcriitri che ui erano dentro, & molti degli habitat ori: co fa nuo- \^ct\l,ùttJ[
ua,c-r disattento grandìffimo a ltaliaygià lungo tempo affue fatta a uede Marcherei*
ire guerre pia predo belle di pompay& di apparatici qua fi fimi li affretta i°r"{™ '/a,u*
coliycbe pericolo)ey& fanguinofe.F aceuano i Fiorentini la refi$lcn%aprm gue & d'ani
citale in Sererana piccola citta, fiata da loro rialto fortificatala no l'ha mo>c,he nn*
ueuano proceduta cotra nimico si pot ete ycor/ie jar ebbe stato necejjario:g di Luglio
che non ti battevano meffo capitano di guerra d'atutoritàyné molti folda- i *fl,ìcoè ddeI
tiyet quei già ripieni di utilità pia fama fola dell approfjìmarfi l'efferato Dio nato
¥racejèì& nondimeno non fi riputaua di facile effugnationeymaffimame n"aUoì°r*
te la forte'z^zay& molto più b Sere%anelloyrocca molto munitayedificata poto co gra
infu'l mote \opraSere%anaynè potata dimorare P efferato in quefli luoghi ^rmotìàd&
molti dì perche quel pae fé fier ile \et ftretto yrmchiufo tralmareyel mote: con eterna
non baslaua a nutrire tanta moltitudine ynè potédo uenirui uettouaglie fé lonw&o.
nodi luoghi lot ani ynon potè nano efferea tepo albi fogno prefente; da che Ma f* terr«
fa eua che le cofe delire poteffero facilmete ridurfi in no piccole anguflie: iraiceuSio
perche fé bene no gli poteffe effere uietatoychcylafcìatafi indietro la terray w«vd»e per
è la fortezza di Sere?anaì& Serezanello affaltaffe Tifa, ò per il Contado ut alSò ^a
diLucca3laqual città per me^o del Duca di Milano haueua occultamente ruina P°ca
deliberato di riceuerloyentraf]e in altra parte del domino Fiorentinoyion gmgns aie»
dimeno maluolentieri fi riduceua a quella deliberatane , parendogli che m al,tri ?àrr
r n. i ini' n r i- • n ticolan di
le non ejpugnaua la prima terrayche je gli era oppoJta;ji diminuifie tanto terre prefe,
della f uà riputationey che tutti gli altri piglierebbono facilmente animo ^^J^
a fare il mede/imo. Ma era deflinato, chesò per beneficio della fortuna y ò b~sSfeméì
per ord:natione d'altra più alta poteftà( fé però quefie feufe meritavo l'im lo f* Clen^?
prudentie , & le colpe de gli huominì)a tale impedimento foprauemffe ri ficaia da ca
medio fubito: impero che in Viero de* Medici non fu y ne maggiore animo, ilri,cc'0,Sl*
i • n r ir» r * i r rr n s , ■ \ gnor di Lue
ne maggiore cojtantia nell auuer]ttayche fojJejtatayo e modtratwneyo pru ca. Giorno.
dentia nelle profberHà.Era continamente multiplicato ihhfbiacereyche la c A""fa vl
:**«jt" -» i i ... . . rll} .> . J1 ,. n moderato e
citta ai rire^e haueua da principio riceuuto dati oppojitionecbejifaceua prudente ,p
di I\ey non tanto per efiere flati di nuouo sbàdeggiati i mercatanti Fioriti ced^re,(ìÌpie
ni di tutto Ubarne di ¥raciay quanto per il timore della potentia de Fra di fopra a e.
cefiycrefciutoecceflìuamente come sintzfe l efferato hauere cominciato a «7-f-*-*iche
' JJ j jj fi legge aco
D 4 pajjare ntioiouioi
^ual moftra. ch'egli tirato da Giouenil leggiereira ; commetteua i gioueni a mini/Ui molto ignobili.
LIBRO
paffare l,%Appenìnòy& dipoi la crudeltà tifata nelf occupazione di Viut^a
no:& però da ciajcuno era palesemente delegata la temerità di Viero de
Medici, cbefenta neceffìtà, & crededo pina fé medefimo}& al ed figlio di
miniflri temer arij,& arrogati ne tipi della pace,inutili,& uili netepi pe
ricolo fi,cbe a! cittadini amici patemi,da quali era flato fauìamete confi
gli at orbane ffe co tata ine ojiderat ione provocato l'arme dun I\e di aranci
potetiffimo,& aiutato dal Duca di Milano offendo maffimamente egli im
ferito delle co fé della guerra da città, & il dominio loro nofortificato,et
poco proueduto di foldati,& di munitioni f difender fi da tato impeto,ne
fi dimoflràdo de gli \Ar agoni fi \f iquali s'erano ejfrofii a tato pericolo, altro
cbe'l Duca diCalauria, impegnato co le fue géti in H\omagna,f foppofitia
rie folo d'una piccola parte dell'efferato Fràcefe>& perciò la patria loro
abbadonata da o%nuno,rejlare in odio fini furato, &in preda manifefla,di
dn baueua co tata inftàtia cercato di no bauere neceffìtà di nuocere loro»
ha addotto QJtefta difpofitione già quafi di tutta la città,era acce fa da molti cittadi
le ragioni n\ nobili, a a' quali fommametedifpiaceua ilgouerno prefente, & ebe una
uernoCprfsé famiglia fola s'haueffe arrogato lapoteflà di tutta la B^pnblica,^rquefi
te hauefle augum'étando il timore di color o,cbe da feflefjì t emettanolo" dado ardire
fpiacere a'1 a coloro, che cofenuoue defiderauano;baueuano in modo follenato gii ani
nobili di mi delpopohycbegiafi cominciaua molto a temerebbe la città faceffe tu
cheè ferie mult uatione yincitado ancora più gli huomini la juperbia,& il procedere
toacar. i7. ìmmoderato diTiero,difco(ìatofi in molte co fé da i cojlumi ciuili,&dalla
fac.i.Iuoo-o . J J. . ' _. r • r 1 • • n
da me cita, majuetudme de J noi maggioriidode quaji injmo da pueritia era fiato jern
to di fopra. pre Qfcofo cilici uniuerf alita de' cittadini,^ in modoycbe è certi/fimo, che
b Quefto ef il padre di Lorei^o, conte piando lafua naturayfi erafpejfo lamétato co gli
sépio è reci cimici più intimi,cbe l'imprudetia,et arrovatia del fatinolo partorirebbe
tatodal P5 . *. tur r « -> 1$ • > 1 ■ 1 ■? 1
tano nei li. la rouina della jua caja, Spauetato aduque Viero dal pericolo, uquale
den^h™* PYlma baueua temerariamete dijpref^ato,màcando ifuffidu' promcjfi dal
dolo egli Tot e fi ce, & da ^Alfonfo occupati f la perdita d'Oftia,per l oppugnatane
Uba dSlto di'Hettuno,& per il timore dell'armata Fracefeffi rifoluè precipito fame
ftefla uirm te d andare a cercare da' nimici quella falut e ylaquale più nonjperaua da
toTco^3* gli amici, feguitado l'efj empio b del padre :ilquale efìedo l'anno mille quat \
' ho notato trocentofettata noueyper la guerra fatta a' Fioretinì,da Siflo Tont.& da
car.^fàoz Ferdinado Kg di 1<(apoli,ridotto ingrauiffimo pericolo, andato a KJapoli
a Ferdinando ;ne riportò a Fire%e la pace publica,& laficurtà frittata •
Ma èfen^a dubbio molto pericolo fo il gouernarfi con gli effempi, fé no co
Giotiio che -_.
paolo orfi- corrono,nojolo mgenerale,ma in tutti i particolari le medvjime ragioni*
fuoUaiian! fe ^ cofc n°fono velate co la medefima prudètia,& fé oltra tutti gli al
in serexana: trifondametinon liba la parte fua,la medefima FortunaXo questa deter
' feqnata^eiró minatione partito di Fire%e,bcbbe poco lotano auifo,cbe e i catialli di Va
gii hauèua golo Orfmo,& 3 oo. fanti rnadati da Fioretim per entrare in Strenna)
RoreuJu ^^o fiati rottl ^a alcuni deFracefi cor fi di qua dallaiVlagra^e refiati U
m*g
PRIMO. 19
tna^ìor parte,o morti ,ò prigioni. ^.A/petto a Tietrafanta il faluocondoto
J{e%to : doue andarono per codurloficuro il Fefcouo di S. Malòy & alcuni
altri Signori della Corte da i quali accopagnato andò all' efferato il dime
defimoycbe il I{e col rtfìo delle geti s' unì co l'antiguardiadaquale accapa
ta a Serc^anello batteua quella roccarma no co taleprogreffo,cbe hauef
fero fperaxad 'ejpugnarla. Introdotto innari al B^e9& da lui raccolto bc-
nignamete più co la fronte,cbe con V animo mitigo non poco della fua in- TI . .
5 de^nat ione col cofentire a tutte le fue a dimade,che furono alte9& immo tace,che!Re
derate,cbe leforte%^edi Tietrafanta,di Sere%ana>& Sere%ancllo9terre9 domadaflei
i che da quella parte erano come chiane del dominio ¥ioretino,ct le forte\ forteixe-.ma
%e di Tifa>& del porto di Liuorno,?nembri import atifjìmi del loro flato; fi jj0l° dice»5*
n* • * j f •/ 7 f • j ' •>/!• -furono cols
depone}] ero in mano del]{e:ilquale$ unojcritto di mano propria s obiigaf gnate:& Cog
fé a rejiituirle,come prima baueffe acquiftato il Bggno di ^{apoli : procu- f"™^ mai*
I ruffe Tiero,cbe i ¥iorètini li prejlaffero dngeto mila ducati-, & il ì(e gli ri dati amh*.
ceuefie in confederatone flotto la fua protettioneidelle quali coftj^ro- J^InT1 e °
meffe co femplici parole ;fi differire a efpedime lefcritture in F irete, per io \ ikh A
laquale città il ì\e intende uà di paffareima non fi differì già la cofegnatìo fef^v^ *
ne delle Fortezze; pche Tiero lifecefubito cofegnare quelle di Sere^ana, ce a 5Ò.&. 1.
di Tietrafantay& di Sere%anello:& pochi dì poi fu per ordine fuo fatto il ^oVcheTi
mede fimo di quelle di Tifa,& dì Liuorno, mar auigliàÀofi grandemete tut Bembo t£e-
ti i Fràcefhcbe Tiero co fi facilmete hauefie conferito a co fé di tanta im- %$&: l
portan\a9percbe ilì\efen%a dubio bar ebbe couenuto con molto minori co q^ao au
ditioni . 7\(e pare inquefto luogo da pretermettere quel che argutamente q$$£
rifpofe a Tiero de i Medici Lodo. Sforma, che arriuò il dìfeguente ell'efser
cito: perche fai fando fi Tiero>che effendo andatogli incontro per honorar
habanere Lodouico fallito la fìrada:eraflato cagione,che la fua andata gioito nei ■
fufie fiata nana; rifpofe molto prontamente .-Fero e' , che uno di noi ha B.ixheMor
fallito lafìrada:ma farete forfè noi (lato quelloyquafi rìmprouerandogli, Mattana
che per non bauere preflato fede a' configli f noi; fuffe caduto in tante di ffi ce;ì> iim^°
cultà9& pericoli: benché i fucceffi feguenti dimoflrarono bauere fallito il colpii fai
camino diritto eia fc uno diloro,ma con maggiore infamia^ & infelicità di co'letto /oc
coluiy ilquale collocato in maggiore grandetta face uà profcjfione d'effe- dei ponce 1?
re con la prudetiafua,!a guida di tutti gli altr'uLa deliberatane diTiero ******* P*'r
nofolo afficuro il J^e delle co fé della Tofcana; ma li rìmoffe del tutto gli 0- ruppero de -
ft acoli della B^cmagna^doue già declinauano molto gli^ir agone fi :p che co KJV ?che !
me è difficile a chi appena difende fefleffo da gl'imminenti pericoli , prò- fotoa&giia
uederein un mede fimo tempo ai pericoli de vii altri; mentre che Ver di- tl à .p"LI ,
j a x r ir rrZ u ■ • i n ■• ... cucci hno a»
nanao najicuro nelfortifjimo alloggiamento della Cerca di Faenza 1 nimi fanciulli o
ci ritornati nel Contado d'Imola , poiché con parte dell' efferato hebbono uedecta Af*\
cri 1 n n ]■ t • 1 •>•»•• cimi annega
allattato il CajteUo di B.wano , ma in nano > perche per il piccolo circuì- ti nella t\>ù
to baflaua poca gente a difenderlo y & per la baffe^a del luogo il pae- roccoli pò»
1 fé era inondato daU 'acque iprefono per forila il Caflello di b Mordano , ce.
con
de ai
LIBRO
con tutto che affai for t e y& prone ditto affa copiofamente di faldati per di~
fenderlo: ma fu tale l'impeto dell'artiglierie,^ tale la ferocia del? affat-
to de i Franccfi,che,benche nel paffare ifofli pieni d'acqua non pochi di ef
fi fiannegaffero; quelli di dentro non poterono refifiere a tanto empito :
contra i quali talmente in ogni eta,in ogni feffo incrudelirono , tlf empie-
rono tutta la Romagna digrandiffìmo terrore &jpauente:per loqual va
Égliuoia di la volontà de i Fauentini; & parendogli molto pericolo fa lo [lare in me%o
S^iTsfor. dylmo!a3& di FurlUanto pili ejfcndogli gidtiota l andata diTiero de' Me
ia,ma natu. dici a Sere^ana ,fi ritirò alle mura di Ctfena,dimofìrando in quefìo tan-
elle dei' sil° to timore, che per non paffare appr>.ffo a Furlì; vonduffe l'efferato per i
Girolamo0 poggi,u'!a affai più lunga,& difficile,a canto a Caftrocaro Caflello de' Fio
Ji lorHS& ventini :& pochi giorni poi come hebbe intefo l'accordo fatto da Tiero de*
d*'fnioUl , & Mediciyper lo quak partirono da lui le genti de' Fiorentini; fi dirizzo al
vani de'°M^ camino diurna : & nel tempo mede fimo Don Federigo partito delTor*
dici , come iq di Huorno ;fi ritirò con l'armata uerfo ill{egno di T^apoli :doue co-
toTa iib.4! minciauanogia molto a efjere necefiarie adjllfcnfo per la difefa propria
a c.ieu.ben quell'armi , lequali haueua mandate con tanta fperan^a ad affaltare gli
5ci?te iica ftAfi à'altr'hprocedenao non meno infeliceméte in quelle parti le cofe fue:
di co.fmo. perche non gli fuccedendo l' oppugnatane tentata di T^ettunno; haueua
di ìeUfèric ridotto l'esercito a Terracina : & l'armata Fracefe, delinquale erano Ca
o uerf.> il fi itati il Trincipe di Salerno ,et Monfignor e di Serenon,fi era feopcrtafo
ib.4! a < r. pifa Oflia,bcnche publicando di non uolere offendere lo flato della Chiefifu
in., & d«inon poneua gente interrarne faceua fegno alcuno d'inimicitia col Tonte
fìceyion tutto che il l\e haueffe pochi dì innanzi recufato di udire b Fran
e Quelli Fu vefcoTiccolhuomini Cardinale di Siena,mandatoli Legato da lui.Terue-
| Zt nuta a Firenze la notitia delle e onuent ioni fatte da Tiero de 'Medici,con
* IO- h tanta diminuzione del dominio loro,& con si grane , & ignominiofa fe-
gIorìo an vita della Fgpublica ; fi concitò in tutta la città ardentifjìma indegnatio
ciu:ra,ch'ei ne,commouendogli olir a tanta perdita l'hauere Tiero con effempio nuo-
t n: "rìceuu uo,nè mai ufato da fuoi maggiori, alienato fenica configlio de cittadini*
tr n capò , fen%a decreto de' Magiflrati,una parte tanto notabile del dominio Fioren
oli Re , tino : perciò & le querele erano acerbifjìme contra lui,& per tutto sudi
to
ne
i
oa
&a>Baroni, uano H0Ci di cittadini,che flìmolauano l'un l'altro a ricuperare la liber-
men oda di tà,non hauendo ardire quegli ,cbc con la uolontà adheriuano a Tiero , di
rapa pio epporfi né con par oleine con for%e a tanta inclinatione . Ma non hauèdo
ter de gii f acuità di difendere Tifa, <& Liuomo,fe bene non fi confidafjero di ri-
Aragone/j rr.uouere il I\e dalla uolontà d'hauere quclleFortt%ge; nondimeno per
Angiomi. j( parare i configli della Bgpublica, da' configli di Tiero ; & perche alme
no non fujfe riconofeiuto dal priuato quel che al fublico apparteneua ;
U
PRIMO. ?e
s7 mandorno fubito » molti ambafciatori di quegli, che erano mal contèn * ri ttm%9
i della grandezza de' Medici : & perciò Viero conoscendo queflo effere gifsUf&a!
principio di mntatione dello flato, per proueder e alle cofefue innanzi na- *°ù Fr,oré5[
* r • ,-r ^> r \ i 1^ r i j>j j ni follerò al
ceffe maggiore dijordinc;ji parti dal Bgjotto colore d andare a aareptr- yh che fuor
"eitionea quello che glibaueua promeffoSHelquale tempo,& Carlo partì j^\còu™ir
Uà Stregano, b per andare a Vifa,& Lodouico Sforma ottenuto, con paga deiièro le
-e certa quantità di danari,che l'inueflitura di Genoua conceduta dal Re £°rr,cz*e J
'.. _ . . , ,. . ,.r j • r > Cariogene
wchi anni innari a Giouan Galeazzo per lui, et per t dijcendenti;ji tran} perciò d'ai-
eriffe in Ce,& ne' discendenti fuoi;fe ne ritornò a Milano:ma con V animo Jt?.cP- [ur?
T i i tir- j- r r -j badai, & co
urbxto contra Carlo per battere negato di lajciare a guardia Jua,Jecoao ficcati i be-
\\iceua effergli flato promvffoVietraj'anta,& Serenava: lequah terre per "c^l!]cah^dl:
arfifcala alla ardentifjìma cupidità,che haucua di Vifa;domandaua,co - ito Aottore,
ne tolte miuflamerete pochi/fimi anni innanzi da Vior etini aGenouefi.JSi Mal Gia"
ornalo Viero de Medici a Virente ;trouò la maggior parte de' Magiara
i alienata da lui , & fofpefi gli animi degli amici di più momento, per che ^ i! gìouìo
ontrailconfiglio loro haueua tutte le co fé irnpr udèntemente gouernato: Conoch>an-
' 'r il popolo in tatafolleuatione,che uolendo egli il dì feguete;chefu il dì ^CCT dou*
i. di T^ouembre entrate nel palagi o,nelqnale rifedeua la Signoria,Magi hebbe dena-
rato fommo della I(epublica;glifu prohibito da alcuni Magiflrati, che T^S^J^
: rmati guardati ano la porta:de i quali fu il principale e Iacopo de'K(erli, fecondo il
tonane nobile,& ricco :ìlche diuulgato per la città, il popolo fubito t&- Cono*
nultuofamente piglio l'arme, concitato con maggiore impeto, perche Va e n Giorno
olo Or fini coi fuoi huomini d'arme, chiamato da Viero $ approffimaua; agglugn^*
'onde egli,che già aìlefue cafe ritornatola perduto d 'animo ,& di confi Neru ìi Gua
fHo,& intefo che la Signoria Ihaneua dichiarato ribello fi fuggì congra Perotto.
ìiffima celerità di Firenze, feguitandolo à Giouanni Cardinale della Chie a Trauefti-
a Bimana, & Giuliano fuoi fratelli, a quali fimi Imente furono impofte q-^J,
e pene ordinate contra i ribelli, & fé ne andò a Bolognaioue Giouani Ben c R inr ende
\ mogli, de fider andò in altrui quel uigor e fi animo, con ilquale enonrap- dì facto nei
vefentò poi egli nelle fue auerfttà;mordacemente nel primo congrejfo lo ^ ^mSm
iprefe,cbe in preiudicio non [olo proprio, ma non meno per rifletto del- ni Benciuo
'effempìo dì tutti quegli , cheopprimeuano la libertà delle loro Vatrie, f^oc™'
wuejj'ecofi ui Iment e, & ferina la morte d'un'huomo folo, abbandonata ta re . ch*egiì
a grandezga.In queflo modo,per la temerità d'un giouane,cadde per al- ^r"fldy n
hora,la famiglia de' Medici di quella potentia,laquale fotto nome,& co Medici •. &
me
erro
i
el iib. 2. a
.fac.
limoflrationi quafi ciuili haueua 6o.anni continui ottenuto in $irexe,co "^
ninciatainCofimo fuo bifauolo, cittadino di fingolare prudentia,&diric %'. ì àuttm-e
he%^e ineftimabili,et però celebratiffimoper tintele parti dell'Europa, '^dehìno
t molto più perche con ammirabile magnificentia,et con animo uer amen tatto taira
e^egio,bauedo più rifletto alla eternità del nomefuo,che alla commodi JJ^J p^
à dedifcendenti,(befe più di quattrocento mila ducati infabriebe di chie- tano , coma
e^Honaflerii^i'altrifuperbijfimieiificihnonfQlo nella patria,ma in c
molte
LIBRO
con tutto che affai forte,& proucduto affa copiofamente di faldati per di*
fenderlo: ma fu tale l'impeto dell' artiglierie,^ tale la ferocia dell'affai-
to de i Francefi,che,benche nel p affare ifcfii pieni d'acqua non pochi di ej
fi fi annegaffero; quelli di dentro non poterono refifìere a tanto empito :
contra i quali talmente in ogni eta,in ogni feffo incrudelirono , ch'empio*
rono tutta la Romagna di grandi/fimo terrore &ff attento: per loqual ca
tcJmauficui f° a ^ateYìna $ f or %a,àiff erata d'hauere foccorfo ; s'accordò per fuggire
h» parlato U pericolo prefentc co Frane e fi, promettendo all'efferato loro ogni corno-
ió.fa/.iffà ditàde gli flati fottepofii al figliuolo: d'onde Ferdinando infofpettito dei
figliuola di la uolontà de i Fauentini; & parendogli molto pericolo fa lo (lare in me%c
SariTsfor- à'lmola,& di Furlhtxnto pia effendogli già nota l'andata diTiero de' hit
*a,ma nani, dici a Sere^ana ;fi ritirò alle mura di Ctfena,dimofìrando in queflo tan-
eìi'edeì'sTJ! to timore, che per non paffare appr.ffo a Furlì;conduffe l'efferato per \
Girolamo0 poggi,uia affai più lmg*h& difficile,a canto a Cafirocaro Caflello de Fic
dì ' Fori?0* rentim:& pochi giorni poi come hebbe intefo l'accordo fatto da Tiero de
«Timori , & Medicì;per lo quale partirono da lui le genti de' Fiorentini; fi dirÌT^o a,
liàrìi dV Me" camino di E^ma : & nel tempo mede fimo Don Federigo partito del Tor-
dici , coinè j0 di Liuomo ; fi ritirò con l'armata uerfo ill{egno di l^apoli :àoue co-
tona libi, minciauanogià molto a effere necefìarie ad jllfonfo per la difefa proprie
a c.icu.ben quell'armi , legnali haueua mandate con tanta (beranra ad aff altare vi
che al cri fai £ . » u . ' , , 'CU '*■ ' lì \ * 'I C C
federe àkàfali ci entri, procedendo non meno mfelicemete in quelle parti lecojejue
ài cofmo. perche non gli f accedendo l' oppugnatane tentata di T^ettunno; haueu*
di ìeTSèNc ridetto l'efjercito a Terracina : & l'armata Fracefe, dellaquale erano C<
to uerfo il tf pjtam il Principe di Salerno,et Monfignore di Serenon,fi era feopcrtaj
lib.4« *-«« pra Oflia,bcnche publicando di non uolere offendere lo flato della Chiefa
iw», & dal n0fl poneua gente in terragne faceuafegno alcuno d'inimicitia col Tont
fice,con tutto che il I{e haueffe pochi dì innanzi recufato di udire t> Fra\ ,
e Quelli Fu cefcoTiccolhuomini Cardinale di Siena,mandatoli Legato da lui.Terue
\ ma! ni{ta a Firenze la notitia delle conuentioni fatte da Tiero de 'Medici,co,
'?• >'• tanta diminuzione del dominio loro,& con sì grane , & ìgnominiofa fé
e mìo an Tìtét della Bgpublica ; fi concitò in tutta la città ardentifjìma indegnati
chc^ch'ei ne,commouendogli oltra tanta perdita IhauereTierocon ejjempio nuo
t ^ u: rìccuu uo,nè mai ufato da fuoi maggiori ,ali enato fenica configlio de' cittadini
% .» in capo, fenza decreto de' Mav'iflratiyuna parte tanto notabile del dominioFiore
od o ai Re , tino : per ciò & le querele erano acerbi ffime contra lui,& per tutto s «fi
fra'Barom, uano uoci di cittadinì,che flimolauano l'uri l'altro a ricuperare la liber
memotìèdi tà,nonhauendo ardire quegliychc con la uolontà adheriuano a Tiero, a
rapa pio opporfi né con par ole, ne con for^e a tanta inclinai ione . Ma non haued
ter de "gii faci: Ita dì difendere Tifa, & Liuomo, fé bene non fi confida]] ero di ri
Aragone^ wuouere il Ridalla uolontà d'hauere q utile F or t e^e ; nondimeno pe
Angioini, fi parare i configli della B^publica, da' configli di Tiero ; & perche alni'
r>o ncnfujfe riconofeinto dal priuato quel che al publtco apparteneua
PRIMO. ;•
li mandorno fubito » molti ambafciatori di quegli, che erano mal contèn * il *«mfr#
ti della grandezza de* Medici : & perciò Tiero conofcendo queflo effere jjlf sUrlia"
trincipìo di mutai ione dello flato, per proueder e alle cofe fue innanzi na- ??" F.lor«|
*^r ■•*.!! r \ ì i ~ r i j>j j ni follerò qi
fcejfe maggiore diJordinc;ji parti dal I\ejotto colore d andare a dareptr- ]ly che fuor
fettionea quello chcglihaueua promeflo.Tielquale tempo,& Carlo partì [j0"*hcaò^tif
\da Sire%ana b per andare a Tifa,& Lodouico Sforma ottenuto, con paga dell'ero le
re certa quantità di danari,che Cinueflitura di Gcnoua conceduta dal Re £orr"*e f
1 , . '.. - . • » » • -ir j • r \tCarloj3cche
pochi anni inna%i a Giouan Galeaxgp per lm,et per t dijccnaenti;fi tran} perciò dai-
fcriffe infe,& ne difendenti f noi; fé ne ritornò a Milanoima con V animo ba3^f'£l c|
turbato contra Carlo per battere negato dilafciare a guardia fua,fecodo fifcatn be-
diceua effcrgli flato promvffoTietrafanta,& Serenava: lequali terre per SJ^k^'lj
far fi {cala alla ardentìfjima cupidità,che haucua di Tifa;domandaua,co - fio Aimo™,
me tolte iniuftamerrte pocbiffimi anni innanzi da' Fior -et ini aGenouefe.l\i jMal Gl0~
tornalo Tiero de1 Medici a Firenze ;trouò la maggior parte de Magiara
ti alienata da lui , & fofpeft gli animi de gli amici di più momento, per che i> n oiouio
contra il configlio loro baiteua tutte le cofe irnprude temente gonernato: cono ch>an-
& il popolo in tata folleuatione,cbe uolendo e*li il dì fc7uete;cbefu il dì f° Pr""a a
». i i i ■ i i -r i i r.- • m Lucca, doue
9. di ls(ouembre entrate nel palagi o,nelquale rijeaeua la Signoria,Magi h.ebbe dena-
'trato fommo della T^epublica;glifu probibito da alcuni Magiflrati, che "•£* £U;J-/*
armati guardauano la porta:de i quali fu il principale e Iacopo de'K{erli, fecondo il
fiottane nobile,& ricco diche diuulgato per la città, il popolo fubito tu- Cono»
multuo famente piglio l'arme, concitato con maggiore impeto, perche Ta c hgìouì»
yploOr fini coi fuoi ' h uomini d'arme, chiamato da Tiero $ approffim aita: aggiag*^*
donde egli,che già alle fue cafe ritornatola perduto d'animo,& di confi Nerii il Gua
vlio,& intefo che la Signoria l'batteua dichiarato ribello fi fuggì congrà Mesetto.
ùiffima celerità diVireneze,feguitandolo à Giouanni Cardinale della Cbie A TrauefU-
fa Bimana, e^ Giuliano fuoi fratelli, a quali fimi Imente furono impofle z
Giorno.
le pene ordinate contra i ribelli,& fé ne andò a Bolognatoue Giouani Ben t R • rende
t i itogli y de fi der andò in altrui quel uigor e d'animo, con ilquale e non rap- di foet^nei
vrefentò poi egli nelle fue auerfttà;mordacemente nel primo congreffo lo **' jg*£^
riprefe,che in preiudicio non fola proprio, ma non meno per rifletto del- ni Bentiuo-
l'ejfempio di tutti quegli , cheopprimeuano la libertà delle loro Tatrie, f^^o
baueffè cofi ui Iment e, & ferina la morte durìhuomo folo, abbandonai a ta re , ch*egii
ta grandezya.In queflo modo,per la temerità d'un giouane,cadde per al- $£r" fldV a
\bora,la famiglia de' Medici di quella potentiajaquale fotto nome,& co Medici : &
iimoflrationi quafi ciuili baueua 6o.anni continui ottenuto in Fire%e,co ^J?£££
te Regio, bauedo più rifletto alla eternità del nome fuo, che alla commodi *Jnni p^
tàde'difcendenti,jpefepiu di quattrocento mila ducati infabriebe di cbie- uno , coma
k>di Monafterii,& d'altri fuperbijfmi edi f canori folo nella parnasia in g£ hoaM
"T molte
LIBRO
molte partì del mondo :delqu ale Lorenzo nipote, grande d? ingegnò , & di
eccellente configlio,nè di generofitd d'animo minore dell 'auolo, & nelgo
uerno della B^publica di più affoluta autontà,beche inferiori affai di rio
che%£e , & di uita molto più brieue; fu in grande eslimatione per tutta
ltalia,& apprefìo a molti principi forcfliert: laqualedopo la morte fi co
uertì in memoria molto chi ara, parendo che infieme conia fua uita la co
fi GuuIIo an cordia,& la felicità d Italia f afferò mancate. Ma *ildì mede fimo, nelqua
cho nei rho le fi mutò lo flato di Firenze offendo Carlo nella città di Tifa; i Tifani ri
& "ap^'dc* corfero a lui popolarmente a domandare la libertà , querelando fi graue-
pifam dice, mente dell Smurici equali diceuano riceuere da' 'Fiorentini^ affermane
ne^orìa^dT dogli alcuni de' fuoi che erano prefenti effere domanda giuftayperche i Fio
eh adò a do ventini li dominauano acerbamente;il F^e non confederando quello,che im
baca. ' portaffe quefla richiefla, & che era contraria alle cofe trattate in Sere-
%ana,riffofe fubito effere contento: allaquale rijpofta il popolo Tifano pi
gliate l'armi,& gittate per terra de' luoghi publici l'infegne de Fioren-
tini; fi u endice e upidiffim amente in libertà: & nondimeno il l\e contrario
b Dice il a fé mede fimo, ne fapedo, che cofe fi concedi ffe;uolle che uireflaffero b gli I
ff'fu^iron ufficiali de' Fiorentini a effer citare la folita iurifdittione : & dall'altra
diPKa:iiche parte lajciò la Cittadella uecchia in mano de' Tifani, ritenendo per fé la e
ìib.x.ma L nuoua,cbe era d'importanza molto maggiore, Totette apparire in quefli
ftoauctor lo accidenti di Tifa,& di Firen%e,quel che è confermato per prouerbio com
&;ùk!%* ' mune3cbe Gli huomini, quando sapproffimano i loro infortuni^: perdono
principalmente la prudetia,con laqualeharebbono potuto impedire le co
ìaidòAncra fe desinate: per che, & iFiorentini foretto fi ffimi in ognitempo della fede
ciò Hancefe de' Tifani, affettando una guerra di tanto pericolo\non chiamarono a Fi-
<ta4teS*d! ren%ei cittadini principali di Ti fa, come per afficurarfene folenanofa-
foidaaGio re di numero grande in ogni leggiere accidenteme Tiero de' Medici, appro
da ht> 2."' pinquandojì tante diff,cultà;armb di fanti f or calieri la piazza, e^ il pala
gio publico,come in fofpetti molto minori s'era fatto molte altre uolte: le
quali prouifeoni bar ebbono fatto impedimento grande a quefte mutationu
* a car. 12. Ma in quanto alle cofe di Tifa è manifesto, che a Tifani, inimici (fimi per
fà.z.dì cjito natura del nome Fiorentino ; dette animo principalmente a quello moto
noStoi po° V autorità di Lodouico Sforma: i (quale haueua tenuto prima pratiche oc-
ihiia,che an cuhe a quello effetto co alcuni cittadini Tifani sbanditi per delitti priud
uio tiene°r ti:& il dì mede/imo Galeaz/^o di Sanfeuerino,ilquale da lui eraftatoap-
che fin quà- preffo al Re; concitò il popolo a quella tumultuatone > mediante laquale
doqhocar T j r r- » *f j ■ , ^r i i n
diaaj in fac. Lodouico fi perjuadeua il aommw dì Tija hauergli prejio a per tieni re, no
to papa, & fapendo tal cola douere dopo no molto tempo effer cagione di tutte le lue
<Jtto Giulio -r • . \ i r t -ni i t j -
a.egii d,ede mijerie.Ma e medtjimamente manijcjlo, che commumeando la notte dina
cagione di -^alcuni Tifani quello che haueuano nell animo di fare , al Cardinal di
grandi air. SanTiero in Vincolargli, Iquale in fino a quel ài à non era forfè mai fta- d
fr»j«* t o autore di quieti coi figli; li confort ò con grani parole,che confido -affe-
rò
p k i ■ m o. 3i
ro non /blamente lafuperficie,e i principi] delle cofe; ma più intrinfecamB
te quel che potè/fero in proceffo di tempo partorir e. E/fere de fider abile et
preti o fa co fa la libertà,& takahe meriti di fott ometter fi ad ogni perico
lo,qnado almeno ìnqualcbe parte s'hafberayàuerifimile difoflenerlama
Tifa Città fbogliata di popolo^ di ricche%$e,no hauere facultà di difen
derfi dalla potttia de' Yiorentirii,& efier fallace cofiglio il prometter fiy
the l'autorità del I\e di tràcia hauefìe a confermargli: perche quando ben
non poteffero più in lui i danari de' Y?ioretini,come uerifìmilmente potreb
bono,attefo mafjìmamentc le cofe trattateàSere7^aìia;non hauere fempre
i Fr ance fi a {lare in Italia : perche per gli effempi de tempi pafjatifi potè
uà facilmet e giudicare ilfuturo,& £ssere grande imprudetia l'obligar
fi ad un pericolo perpetuo fot to fondamenti no perpetui : & per ffreranye
mcertifjìme pigliare co fìlmici tanto più potenti la guerra certa,nella qua
le non fi poteuano promettere gli aiuti d' altri: perche dipendeuano dal fai
trui uolonta,& quel che era putida accidenti molto uariy.& quando bene
gli ottenefferoyion per queflo fuggir ebbono ;ma far ebbono piugraui le ca
lamità della guerra beffandogli neltepo mede fimo ifoldati de* nimici,&
aggrauadofi ifoldati de gli amici, tato più acerbe a tollerar e, quato cono
feer ebbono non cobattere per la libertà propriayma per l'imperio alieno*
permutando feruità a feruità : perche ninno Trincipe uorrebbe implicar
fi ne trauagli,& nelle fpefe d'una guerra,fe non per dominargli: laquale
per le ricchezze, & per la uicinità de1 Fiorentini (quali mentre , che ha-
neffero fyirito non cefi er ebbono mai di moleflargli )foflenere , fé non con
grandijjìme dìffcultà,nonfi potrebbe. Vartifjì in quefia confufione di cofe
Carlo da Tif apprendendo il camino ucrfo Firenze non intieramente ri folli
to^he forma uolefje dare alle cofe de' Tifimi: &fi fermò a a Signa luogo a Arriuò a
propinquo a Firenze a fette miglia , per affrettare innanzi > che entraffe ^"dapTra"
in quella Citta , che alquanto fìtffe ceffato il tumulto del popolo Fioren- in tre aiiog
tino : ilquale non haueua depofte l'armi prefe Udì , ch'era fiato cacciato ^f
Tiero de* Medici : & per dare tempo a Obignì , ilquale per entrare con
maggiore jpauento in Firenze ; haueua mandato a chiamare , con ordi-
ne , che lafciafie l'artiglierie a Caflrocaro > & licentiafie dagli ftipendij
fuoi i cinquecento huomini d' arme Italiani , ch'erano feco in Romagna ,
& infieme le genti d'arme del Duca di Milano:in modo, che de'foldati Sfor
%efchi nò lofeguitò altri chel Cote di Gaiaxjo con 3 oo.caualli leggieri:
&per molti inditiifi comprendeua efftre ilpefiero del Rg indurre iFiore
tini col terrore dell'arme a cedergli il dominio affoluto della Città:ne egli
fapeua diffimularlo con gli jLmbafcìadori mede fimi, iquali più uolteando
reno a Signa per rifoluerfi feco il modo dell'entrare in Firen%e,& per da
u perfezione alla concordia che fi trattaua.J^o è dubio, chel I\e per l'op
pò fi tiene che gli era fiata fatta haueua contra al nomeFior etino gradi fi
mo fdegno , & odio conceputO) & ancora che e fuffe manifefio non efìer
pop-
olamenti .
oiiio.
LIBRO-
proceduta dalla uoluntà della J\epublica>& che la città fé ntfufie feco dì
ligcntìffimamentegiuìlificata;nondimcno non ne reslaua con l'animo pur
gate indotto come fi crede da molti de fuoi,i quali giudi e auano non dout
re pretermetter fi l'opportunità d'infignorirfene , ò moffi da auaritia non
uoleitano perdere l'occafione difaccheggìare sì ricca Città : & era uocife
rat ione per tutto l'efier cito, che per l'efi empio de gli altri fi douefie punì-,
re, poi che prima in Italia d'opporfi alla potentia di Francia prefunto ha
ueua.lslé mancaua tra i principali del fuo configlio che alla reftituticne
* ri' PiP° ^ r^iero de" Medici lo confortafiey& fpecialmente a Filippo Monfignor di a
chiama il Brefcia , fratello del Duca di Sauoia, indotto da amicitie prìuate , & da
gìouìo , a promeftejn modo che;ò preualendo la perfuafione di quefli(ben cbe'l Ve-
gne Briflbl feouo di S.Malò configliajfe il contrario jò fferando con queslo terrore fa
vefcouo'di re inc^ncLY Pu * fiorentini alla fua uoluntàyo per haueroccafione di pre
sanMaiò,dì der più faedmete in fui fatto quel partitoycbe più gli piaceffe:fcrif\e una
aureo?" feri ^ettera a <Piero,& gli fece fcriuere da Filippo Monfignor confortandolo.
«e il centra adaccoflarfi a Firenze: per che per l'amicitia fiata tra i padri loro>&per
caro.1 Bel* il buon'animo dimoflr atogli da lui nella confegnation delle fortezze : era
deliberato di reintegrarlo nella prìfìina autoritàrie quai lettere no lo tro
uarono , cornei % bauea creduto,in Bologna: perche Tiero moffo dalla*
ffrexga delle parole di Giouanni Bentiuogli, & dubitando non efiere per
feguitato dal Duca di Milano,& forfè dal F^e di ¥rancia:era per fua infe
licita andato a Vinetiaidoue gli furono mandate dal Cardinal fuo fratel
hyìlqual'era reflato in Bologna, In Firenze fi dubitaua molto della mente
del pernia non uedendo con quali forgiò con quale fferan%a gli poteffero
refiflere : haueuauo eletto per meno pericolofo configlio il riceutrlo nella
città/per andò pur d'hauere in qualche modo a placarlo:& nodimenoyper
efjer proueduti a ogni cafoihaueuano ordinato, che molti cittadini fi em-
pìejjcro le cafe occultamente d'huomini del dominio Fiorentino ,et che i co
do ttieri,i quali militauano a gli Slip endij della J\ep ,?ntrafferoydiffimulan
do la cagione, con molti de loro foldati in Firenze: & che ciafeuno nella
cittày& ne* luoghi circofiantifieffe attento per pigliar l'arme al fuon del
b ^Que/to ia campana maggiore del publico palagio, b Entrò dipoi il }\e con l' efjer ci b
cht'i Re' en to con grandi [jjima pompa,& apparato fatto con fommo ìludio,emagnifi
trÒfcr£e il centia>cofi dalla fua corte,come dalla cittày& entrò infegno di uittoria
Giouio,che armato egli,elfuo cauallo con la lancia full a cofeia: douefì riflr infe f ubi
Sdii M^r'an t0 ¥ VYatlca dell'accordo ima con molte difficultà,percbe oltre al fauore
«loia per fo- immoderato prefiato da alcuni de fuoi a Tiero de Medici , & le dimande
Sedato! intollerabili,che fi faceuano di danari:Carlofcopertamente il dominio di
gii di com. ¥iren%e dimandaua,allegando,che per efferui entrato in quel modo arma
Sedotti! t ° rbaueua fecondo gli ordini militari del Regno di Yr ancia legittimamen
te guadagnato -.dalla quale domandaybenche finalmente fi par tiffemoleua
nondimeno lafciare in Fin^e certi*4mbafciatori di roba lunga(cofi chia
mano
PRIMO. J*
mano in Francia ì Dottor i,& le perfine togate) cornali autori , fecondo
vi* inflittiti Fr ance fi bar ebbe potuto pret edere ejfergli attribuita m perpe
tuo non piccola giurifdittione: & per il contrario i Fiorentini erano ofli-
nat itimi a conferire intiera,non oftante qualunque pericolo , la propria
libertàrdonde trattando infieme con opinioni tanto diuerfiifi accendeua-
no continuamente gli animi di eia fc una delle parthetnodimenomuno era
pronto a terminare le differente con l'arme : perche il popolo di Firenze
dato per lun* a confondine alle mercantie, & non agli efferata milita-
ri;temeua Vandemente,hauendo tra le proprie mura, un potentisfi?noJ\e
con tanto ejlercitoMeno di nationi incognit e, & feroci: & a hrancejiface
m molto timore Infere il popolo grandi fimo , & Ihauere dimoiato in
quei dUcbefu mutato il gouerno,fegnt maggiori d'audacia.cbe prima non
farebbe flato credutoci la fama publica,cbe alfuono della capanagrofla
quanta d'huomini innumerabile di tutto il paefe circondante concorrere,
velia aual comune paura leuàdofijpefio romori nani ;ciajc ima delle parti
perfuaficnrtà tumultuofamete pigliaua larmerma mima afi altana l al
tra* prouocaua^ufcì uano al %e il fondamento di Tiero de' Medici ;per*
che Tiero foibe fi *™ la ^ran%a datagli, & il timore di non efiere dato in
preda a vii auerf adornando fopra le lettere del I\e , configli o al Senato
Vinitiano. ^i v « a Co fa è certamente più a neceffana nelle deliberatwm .^ju. n.
ardue .-ninna dall'altra parte più pericolo fa che'l domandar configw;nee to piu è ne
dubbiose meno è necefìario a gli huomini prudenti il configlw , che a gli ggno J
imprudenti :& nondimenoycbe molto piu utilità riposano ijantjde, conp nelh ddlbe
gliar fi perche chi è quello di prudentia tanto perfetta,che confiden fim^ j*g« ■£
%re,cy conofea ogni co fa da fefteJfo!& nelle ragioni contrarie difeerna se à[ìe e^
Ire la miglior parteìma che certosa ha chi domanda il confello f efere £-£ * »
fedelmente configlìatotperche Cn i dà il configlio, fé no e molto fedele* ai contìgue**
fett tonato a chi lo domandarono non filo da notabile Inter efie ; ma per » ^
orni piccolo fuo commodo, per ogni leggier fatisfattwne diriga fpefio il rodotc , nei.
tonfilo a auelfne,che piu gli torna a propofitofo di che più fi compiace: ^ • .Jto
&e
glia
teruenne i+ j.n,r v **\* ìm^wh^y""""" <> tr ., • •/ / oR^rìe'J
fua faciliterebbe a Carlo il ridurre le co fi diViren^e a Juoi dijegni, Urte di d"el R
per l'interefie proprio farebbe flato loro molefliffimo,& però configlian- gv™*»
do piu toflo fé medefimi, che Tiero; efficacifiimamente lo confortarono a .Q moka fti
non fi mettere in poteflà del F£,ilqual da lui fi teneua ingiur iato :& per «Jjg
dargli maggiore cagione di feguitare il configlw loro: gli ojferjonodab- ^ h rl
tacciare le co fi fue,& dipreflargli quando il tempo lo .comportatogli ^ gg*J
fauore a rimetterlo nella patria:nè contenti di quefto, per afiicurarfi che Wl couobbe
allhora di Vinetia non fi partifie,glipofono(fe è flato utro quel>cbe dipoi nei cohg *
fi divulgò) fegr etifi ime guardie , Ma in quefto mezo erano m firen%e da
LIBRO
$gn! parte efacerlati gli animi,et quafi trafcorft a manìfefta contehtionet
no uolendo il Bg dall'ultime fue domade decimare, nei Fiorentini a soma
. di danari intollerabile obligarftmè turi fdit ione , ò preminenza alcuna nel
loro flato con fentirglide quali diffidati quafi ineducabili, fé non con l'ar
me;fuiluppò la uirtà diViero Capponiamo de1 quattro cittadini deputati
a trattare col%e:buomo à' ingegno, & d'animo grande, & inFiren%emo\
to flimato per quefle qualità, & per effere nato di famiglia bonorata , &
difeefo di perfine che baueuano potuto affai nella B^publ;ca:fche e fendo
un dì,egli,e i compagni fuoi alla prefentia del I{e, & leggendo fi da un fé-
gretario Fregio i capitoli immoderati,i quali per l'ultimo per la parte fua
fi propone uano;egli congejli impetuofi tolta dimàno dal fegretario quel
la fcrittura;la flr acciò innanzi a gli occhi del J{e, foggi ugnendo con uoce
a vedi il concitata, a poi chef domandano cofe sì difonefle ; uoi fonerete le uoftre
principio trombe,& noi foneremo le noflre campane: uolendo efprejfamete inferire^
dei l^.*.Dj cbe le differentie fi deciderebbono con l'arme:^- col medefimo impeto,an-
secretano dandogli dietro i compagni; fi partì fubito della camera X erto é,cbe lepa-
Fiorentino. Y0[c diqutflo cittadino, noto prima a Carlo,& a tutta la Corte,percbe pò
Lo ltrepito , . k . . n • . i r- ■ i > t- • • • rr
de i armi,& coi mefi innanzi era flato in Francia jLmbafciatore de Fiorentini; mefjo
N'^otèf r no *n tHttl ta^el^aHeni°y non credendo maflìmamente, cbe tanta audacia
fi,che non fuffe in lui fen^a cagione cbe chiamatolo, & lafciate le dimande,alle qua-
L^ctcTu fi ricufaua diconfentirexfì conuenero infieme il %, e i Fiorentini in que
capon fra fla fententia. Che rimeffe tutte l'ingiurie precedenti, la città di Firenze
tanti Gaiu. fuf e amie a, confederata, & in protettione perpetua della corona di Fran
cia:che in mano del I\e per ficurtà fua rimaneffero la città di Tift,later-
b _ Quello ca ra di Liuorno con tutte le loro fortezze, lequali b fuffe obligato a reftituì
Situi" ?e ter re finta alcuna fpefa a' Fiorentini, fubito che hauefje finita Hmprefa del
re di Limi- Pregno di Tripoli, intendendo fi finita ogni uolta che hautffe conquistata la
fentinf ferì cltt^ di Tslapoli , ò compoHo le cofe con pace , ò con triegua almeno di due
uè tivefco- anni, ,ò cbe per qualunque caufa la per fona fu\i d'Italia fi partijfe:& cbe i
che hMMvi caflellani giur afferò di prefente di reftituirle ne' cajìfopradetti:& in que
delie cagio flo me%o il dominio, la gturifditione,il gouerno,l 'entrate delle terre fuffe-
Segnar Lo ro ^e Fior etini, fecondo ilfolito:& che le cofe mede fune fi face ff ero di Vie
douicosfor trafantaydi Sere%ana,& di Ser 'exanello :m a che per pretendere i Genouefi
francéiL* ' d'hauer ragione in quefle; fuffe lecito al J{e procurare di terminare le dif-
ferentie loro, ò per concordiamo per giuftitiarma cbe non Vhauendo termi-
nate nel fopraferitto tempore reflituifje a Fiorentini: chei 1\e poteffela-
feiare in Firenze due ^Ambafciatori ,fen%a interuento de' quali durante
la detta imprefa;non fi t rat t affé cofa alcuna appartenente a quella:nè pò
. teffero nel tempo mede fimo eleggere, fen%tt fua participatione, Capitan
Generale delle genti loro:reftituiJJtrfi i fubito tutte l'altre terre tolte, ò ri
bel late fi da' Fiorentini, a quali fofje lecito ricuperarle con l'arme, in ca
fo ricuf afferò diriceiterU : donajkro al ì\e per f uff dio della fua imprefa
ducati
P R I M O. ^
ducati a cinquanta mila fra quindici dì,quaranta mila per tutto Mavzo , a in rutta far
e*r trema mila per tutto Giugno proffhnifv.fi} perdonato a Vifani il de- ^f^àfff9
lato della ribellione, et gli altri delitti commeffì dipoi;b liberafi'erfi Tiero ducaci i so-
de Medicine i fratelli dal baado,& dalla confi [catione :ma non potefie ac- ™ò s'accort
coflarfi Tiero per cento miglia a i confini del dominio Fiorentino: ilche fi da in ciò co
faceua per prillarlo dia facilità diftare a l\oma: né i fratelli per cento mi J"*e °f/((£j
glia alla città diFiren^e. Quefti furono -gli articoli piti importanti della di/corda
capitolatane tra'l [{e, e i Fiorentini: laquale oltre all' efi tre flipulata le~ ' °*
git linamente ; fu con grandi filma cerimonia publicatanella Chic fa mag- b o-mra-
more in tra gli uffici] diuini:doue il I\e per finalmente, a riebiefta delqua- JJ-^qj"*
le fu ;atto questo , e i Magi/irati della città promefi ero l'ofieruaniia con »\o he car
r amento fole ne, protrato in sii l'altare principale, preferite la certe , io,'? ri uovi I
& tutto 7 popolo Fiorentino: & due di poi e partì Carlo da Firenze, douc re ; Medici.
era dimorato dieci dì , & andò a Siena : lagnale città confederata col B.e A
di papali, & co Fiorentini; baueua feguitato la loro autorità , infino il Gromo,
a tanto che laudata di Tiero de' Medici a Sere^ana gli coflrinfc a penfa- ^,duant4 tl
re dajefleffi alla propria falute.La città di Siena ,città popolo fa,& di te- da Fiotta ;
nitorio molto fejrtile,& laquale ottenne in Tofcanagià lungo tempo il pri fjm^^l
mo luogo di potentia dopo i Fiorentini; fi gouernana per fé medefima:ma Italia , di.
in modoycbe cono fceua più prefto il nome della libertà che gli effetti: per- j£»era uenu
che diflratta in molte fattioni , ò membri di cittadini, chiamati appreffo toa nbera-
a loro ordini ; ubbidiua a quella parte , laquale fecondo gli accidenti de' " ^ ?^{i
tempi, e i fauorì de Tot cn tati fiore fi ieri era più potente,che l'altre: & al tu3- wasi*.
Iboraui preualeua l'ordine del Monte de' T^oue. In Siena dimorato pò- xc\rìn
thifjimi giorni ,& lafciatam gente a guardia, perche'per efiere quella e t- burchi
tà inclinata infino a tempi antichi alla diuotione dell imperio ;gli era \o-
fb et t a -fi indirizzò al camino di Roma, infoiente più l'un diche l'altro per
i fuccejfi molto maggiori che no erano giamai fiate lef]>eran%e:& effendo
i tempi benigni, &fereni affai più che no comportaua lafiagione,deìibera
to di continuare fenica intermijjione quefla profferita, terribile no falò a'
rumici manifefti;ma aquegli,ò che erano fiati congunti ficco, ò i quali non
l baueuano pronocato in cofa alcuna:percbe,& il Senato Vinitiano, & il
Duca di Milano impauriti di tanto fu cce fio, dubitando maffimamente per
UforteTge riceuute de Fiorentini, ór ptr la guardia lafciata in Siena, che
ipenfitri fiuoi non termina]] ero nelf acquifìo di Isapoli; ine orni ncia.ro no
per ouuiare al perìcolo commune,a trattare dì fare wfieme nuoua corife-
der at ione :& gli bar ebbono data più pnfio perfittìone,fe le co fé di Roma
hauefiero fatto quella refifien^a, che fu fiorato da molti perche l'inietto
ne del Duca di Calauria,colquale s'erano unite prifio a \\oma le geriti del
Touttfice,& Virginio Or fino col refio dell' efiercito dragone je: fu ài fer-
mar fi a Viterbo per impedire a Carlo il pafiarepiu innanzi, multandolo
altra molte cagioni l'opportunità del luogo circondato dalle terre della
E Chiefiiy
nr laguerra
itra 1
LIBRO
Chiefa, & propinquo a glifiatidegli Orfini; ma tumultuando già tuttofi
paefe di F{oma per le fcorrerìe}che i Colo une fi feceuano di là dal fiume del
Teuere,cjr per gl'impedimeti, che per me%o d Ofiia fi daitano alle uettoua
gle , leqnali fole nano condurfi a J\omaper mare;non bebbe ardire di fer-
mar nifi dubitando oltra queTto della mente delVontefice : perche infino
quando intefela uariatione diviero de1 Medici; haneua cominciato a udì
relè domande Francefi , per le quali andò allbora a Koma a parlargli il
Cardinal' Afcanio, e fendo andato prima per ficurtafua il Cardinal di Va
len%a a Marino, terra de' Colonne/!: & benché Afcaniofi partile fen^a
certa rifolutione , perche nel petto d'Aleffandro la diffidentia della mente
di Carlo,& il timore delle f uè for^e infìeme combat tettano, nondimeno co
me Carlo fu partito di Virente ;fi ritornò di nuono a ragionamenti del-
l'accordo: per i quali il Tentefice mandò a lui i Vefcoui di Concordia > &
«"m ne" « ^ Terni,& macflro Grattano fuo confefior e,* trattando di comporre in-
nor di q(ta fieme le co fé fue , & quelle del I\e Alfonfo : Ma era ditttrfa l'intentione
chtfi trattò di Carlo, rifoluto di non concordare fé non colTontefice jolo:però mandò
foladi per. a lui Monfignor della Tramoglia, & il V refi dente di Cannai ,& u'andor-
cario à ni no fer ^a medefima cagione il Cardinal' Afcanio,& Trofpero Colonna : i
lafaar uio- quali non prima arriuatiyche Aleffandro; quale fi fuffela caufa; mutato
diRomàda» propofito meffe fubito il Duca di Calauria con tutto l'efferato in Rgma,
loidatì ftra & fatti ritenere Afcanioy& Tro(bero;?li fece cuìlodire nella mole d'A~
ne V rifpa. driano, detta già il caflello di Crefcentioyhoggi caflello fant' Angelo, dima
{lì dei Re, dando loro la refiitutione dì Oìlia : nelqual tumulto furono dalle venti
eh era di uà r r ^ • • ■ • i „ • i- * r n- -t m r r
lenificarle Aragoneft fatti prigioni gli Oratori branceji;ma quejti il Tonteficefece
fante chie(ef fabito liberare né mo Iti dipoi fece il mede fimo d'Afcanio^r diTroffero*
piedi al Pa- coflrigendoli nondimeno a partir fi da Koma fubitamentermandò dapoi al
PutI"k iag Rgyilqual s'era fermato a TS(epi, Federigo di SanfeuerinoCar dinaie, com'm
pai£a?c ha- dando a trattare folamente delle co fé proprie,& nondimeno con l'animo
pi" Vie cai mo^° ambiguo, per eh e bora di fermar fi alla difefa di I{pma deliberaua,et
giini d'ef. peròpermetteua che Ferdinando, e i Capitani attendeff ero ne' luoghi pia
ftodAuttor' deboli a fortificar la :hora parendogli co fa difficile il foftenerla, per e fiere
paria nella le uottouaglie maritime da quegli, ch'erano in Oflia interrotte , & per il
ÈnThcQ?*- numero infinito de' forefìieri pieni di uarie uoluntà > & per la diuerfità
m. delle fattioni tra i Bimani ;inclinau a a partir fi di Roma:& però haueut
uoluto, che nel collegio cìafcuno de' Cardinali gli promette fife per fcritttt
ra di mano propria di fegmtarlozhor a ff attentato dalle difficultà,& da*
pericoli imminenti a qualunque di quelle de liberai ioni ; uoltaua l'animo
lyaccordo;nelle qualiambigwtà,mentrechefìà fofbefo,i¥ranceft correria
no di qua dal Teuere tutto il paefe, occupando bora una terra yhora un al
tra:perche non fi trouaua più luogo niuno,che refiflefieyniuno più che no
eedeffe all'impeto loro; feguitado l'effempio degli altri infino a quelli,che
haueuano cagioni grandijjìme d'opp or fioinfino a Virginio Or fino fretto
rgi-
P R I M O, H
con tanti uincoli di fede, d'obligatione,& d'honore alla cafa fjiragox* »
Capitan Generale dell 'efferato regio, gran Ccntefiabde del ugno di ba-
toli , congiunto ad jUfonjo con parentado molto fir etto ; perche a Gian-
cordano fuo figliuolo era maritata una figliuola naturale di Ferdinan-
do %e morto , che da loro haueua riceuuto filati nel Piarne, e tanti fauo-
ri ; dimenticatoti di tutte queftecofene meno di menti caio finche dagl'in-
terefii fuoi le calamità jlra^pnef: baueuano bauuto la prima origine ;con
Centi co ammirazione de¥r -ance/i ,non affusti a queHe fiottili difimtioni de-
cidati d'ltalia,che reftando agli fitipendtj del Re di ^apoli la fina per fo
na ; i figliuoli conueniffero col B$ di Francia , cbkgandcfi darli nello fia-
to teneua nel dominio della C$JÌe(a,ricetio,paj]oì& uettouaglie,& dipoi
tare Campa?nano,& certe altre terre a m mano del Cardinal Gurgenje; ^n
ilquale promtteffereftititirle fubito, che l' efferato fuffe ufato deltem- che virn
torio ì{omano:& nel medefimo modo conuennono congiuntamente il Con ™ £<£«
te di Vitaliano, &gli altri della famiglia Or fina : ilquale accordo come io fuo figi,o
fu fatto-Carlo andò da TS(epi a Bracciano, terra principale di Virginio, ?°rop^t^
&a Ofiia mandò Luigi MonsJt Ligni,&Iuo MonsJMlegn con cinque- ™»*™
cento lance9&duomilaSui^eri;accioche pacandoti Tener e,& uniti co eflb fuo ff.
i Colonne fi, che corvettano per tutto ; fi s fiorifero d'entrare in Roma: £™g£j
i quali pernierò de' Romani della f anione loro franano a ogni mote foJ£del R*
di conferirlo , con tutto che per i tempi diuentati finifiri , le difficoltà -Ha ao^
fujìero accrefciute.Gid Citata uecchia, C or net to,& finalmente quafi tut no.
to il tenitoriodiP^ma, era ridotto alla deuottone Frane e fé; già tutta
la Corte ; na tutto il popolo Romano in grandi ffima folleuatione y e ter-
rore chiamauano ardentemente la concordia : peròilTontcfice ridotto
in pericolo ftffimo frangente , & uedendo mancare continuamente i fon-
damenti del difender fi ; non fi riteneua per altro , che per la memoria
d'effere fiato de' primi ad incitare il I\e alle cofe di f^apoli:& dapoi Jen-
•zaeffervliene fiata data cagione alcuna,hauere con V autorità, co* e onft-
Zii,& con l'arme fattagli pertinace refiften^onde meritamente dubita- t> Pare che
uà donercfieredelmedefimo noiosa fedele ericeueffe dacché quel J™;-
lachtlRe haueua riceuuta da lui : accrefcena il terrore il uedergli ap- Papa dir*
pretto con autorità non piccola il Cardinal di S. Tiero in Vincolai mol- •£££■
nitri Cardinali mmcifiuouper leper fifoni de qnali,per il nomeChri- ******
_ . . ~ , . ^ -, . i v *. <.„.„..*.., .lai* ve> ihismìp Al si Uff. Ud)<-"e I ta
;poi
nde
dello
rac
me già cominciai a dinulgarfi , te cofe delia cbicja: pen fiero a lutfopra gg «
modo terribile, che fi ricordala con quanta infamia j'-fH ajcejoai Votep raMarej[ .
cato, & batterlo continuamente amminifirato con ccflitn,:, & con arti no c«au.j
difformi da principio tanto brutto.Mkggeriffl qu$o filetto per lauta- P,pato Gio
gcntia,& efficaci promejie del P^nlqualedefiderando Sopra ogni cofa ac- ««.
wel rare V andata pia al regno di Napoli , & però non pretermettendo
tKonfileg apuy.i alcuna per ri, nouerfi l'impedimento del 'Pontefice ; a gli mandò di j
fuccorequeì Hiìouo ^Lmba filatori il Sinifcalco di Bt'lcari , il Marifcìallo diGics, & il
che ne] gìo -,H£dcfimo pr e fidente di Gannai : i quali sfondando fi di pervadergli non
che per no* efjcre l'intcntione del t{e mefcolarji in quello quello , che apparteneva aU
me ttelPap* ['autorità Pontifi e alcune domandargli fé non quanto fufje neve/Far io alla
io Romolo ficurtàdd pafiare innanzi; feciono intfantia , che e' confentiffe (fonta-
fiiron nv-da neamente al Re l'entrare in Roma , affermando audio efjere fommamen*
ti alcuni O- v- ^ r~ rr • n \ i%
ratori nobì te defiderato daini , non perche e non fujje in jua pottjia l entrar hi cm
l'i Pecari" l'armi > ma pernon ejfere necefjìtato di mancare a lui di quella riutrei-
aù ofenr la tia , laqiiale haueuano a' Pontefici \\omani portata jempre i fuoi mag-
fè^ucmvM." Ar;or/ ' c he [ubi*0 » chel f{e fujje entrato in Bgma ; le differenze fiate tra
gite , & ai. loro fi conuertirebbono in finceriffima beniuolen^a y& congiuntane.
MO" Dure conditioni pareuano al Pontefice fbogliarfi innanzi a ognicofa de
gli aiuti degli amici , & rimettendoli totalmente in potesìà del nimico ,
riceverlo prima in B^/ma , che ftabilire fé co le co fé jue : ma finalmente
b n l g • gì'idic+indo , che di tutti i pericoli quefio fuffe il timore , confentite que-
uio è ferie- jle dimande ; b fece partire diploma il Duca di Calauria col fuoejjer-h
to, che Fer. ^Q . ma 0nmuto prima per lui faluocondotto da Carlo , perche ficura-
rando era J t i J n i r n- ,• ,
fìato richia mente potejje pafiare per tutto lo fiato Ecciejiajiico : ma Ferdinando ha-
fWc/fuo * iiendolo magnanimamente rifiutato: ufcì di l\oma per la porta di S.Seba
padre,eflèn- ftiano e l' ultimo dì dell' \Anno MCCCCXCIIII. nellhora propria, e
c°a*ad oftia c^e ter ^ porta dì Santa Maria del Popolo li entrava con l'esercito Fra
Ligmnoca cefe il F^e armato con la lancia in fulla cofcia, com'era entrato in Firen-
Fa^uangoarl Ke> & n^ temP° mede fimo il Pontefice pieno d'incredibil timor ey& anfie-
dia de'fraa ttì s'era ritirato in Caflel Sant'^dgnolo,non accompagnato da altri Car*
àinali , che da Battifta Orfino, & da V linieri Caraffa Napolitano Ma il
e il Orio , Vincola , jlfcaniOy i Cardinali Colonnefì , & Saltello , & molvaltri non
1 aU«t ctflauano di fare inUantia col Kg, che rìmofjò di quella fedia un Pontefice
tori Ieri
nocche j'en- pieno di tanti u 'tìj>& abomineuole a tutto l Mondo :fe ne eleggeffe urial-
cartoon J(o tro> dimofir andoli non ejfere meno gloriofo al nome juo liberare dalla ti-
mi fa il pu rannide d'un Papa federato la chieja d'Iddio , che fuffe nato a Pipinoì&
«aio.1 fife! a Carlo Magno fuoi ani ce 'effori ', liberare i Pontefici di finta ulta dalle per
Ma nei Gu> fecut'ioni di coloroyche ingiufl amente gli opprimeuanorricordauanglique
rLvSinaiSa &a deliberatone efjere non meno necefjaria per laficum fuaycbe defiderà
delie «cuci bile per la gloria:perche come potrebbe mai confidar fi nelle promejf e d' jt
inq iella «i lejfandro y huemo per natura pieno di fraude , infatiabile nelle cupidità ,
traca fecero sfacciatiffimo in tutte le jue attioniy& come haueua dimoflrato lefperien
flra't m°" %$& aràentifihno odio contra il nome Francefe,& che bora non fi riconci
liana jpontaneameterma sforzato dalla nece(jìtàu& dal timore? per i con
forti de' q uali yet perche il Pontefice nelle e odit ioniche fi trattauanoiricii
fava di concedere a Carlo Cafìelfant '^Agnolo per ajjìcurarlo di quello gli
prormt-
PRIMO. 3J -.Furono
prometteffe, a furono due uolt e canate l'artiglierie del palagio di S.Mar- \h*™£**
eoynelquale Carlo alloggiaua,per piatarle intorno al caftello. Mane il %e |*™d»"*
haueua per fua natura inclinatione a offendere il Tontefice,& nel con/i- m^S*"^
ilio fuo più intimo poteuano quellui quali Me ff andrò con doni,&confpe J~/*2
\-an%e s'baueua fatti beniuoli:però finalmente conuennono,che tra iTon- to c^e ^
tefìce el Ke fnffe amicitia perpetuai còfederatwne per la difefa commu ^M* «g
ne:che al ^e per fuaficurex^afi defjero per tenerle infino all'acquino del ti' and.ua a
bearne dipoli, le Bacche di Cmità Vecchiardi Terracina,&di Spoleto, §C™™*1
benché quefla nonglifùpoi confegnata:non ricono fceffe il Tontefice offe- do ai Re *.
fa,ò ingiuria alcuna contra i Cardinali , né contra i Baroni fudditi della J£gg5*Ì£
chiefa:i quali haueuanofeguitato le parti del I\e : inuefliffilo ilTontefice cordo . n
del I\egno di Napoli: concedetegli b Gemin Ottomano fratello di Baifet:il g£gj£&J
quale dopo la morte di Maumeth padre commune perfeguitato da Baifet, nuca ne.cal
fecondo la cofuetudine efferata degli Ottomani, i quali fiabilifcono lafuc gjjjj^
ceffone nel Trincipato colfangue de fratelli, & di tutti i più proffimi,& fe L,MftorFa
perciò rifuggito a e I{pdi, & di quiui condotto in arancia; era finalmente di queftoGe
(lato meffo in poteflà d'innocentio Tontefice .-donde Bai fet, tifando? a uari- ^ «J»*»
tia déVicarij di Chriflo per inftrumento a tenere in pace l'imperio nimico censii, co
alla fede Chrijìiana;pagauaciafcun 'anno, fiotto nome dellefpefe, che fi fa- ?J°^eJ>
ceuano in alimentar lo,& cufiodir lo, ducati quaranta mila a! Tontefici;ac Sio.
ciò che f afferò meno pronti a liberarlo,ò a cocederlo ad altriTrincipi con c u gr3 Mae
tra fc: fece infìantia Carlo d'hauerlo per facilitar fi colmerò fuo l'impr e £™ ^^
fa contra i Turchi : laquale enfiato da uane adulationi de'fuoi ; penfaua buflon,a cui
uinti che hauefìegli Ar agone fi, d'incominciar e, & perche gli ùltimi qua- gjgtaéj
ranta mila ducati mandati dal Turco , erano flati tolti a Sinigaglia dal aiuolo fé-
d Trefetto di Vwma,chelTotefice,et la pena,et la reHitutione beffigli ri ^^"ej?
metteffe. A quelle cofi saggiunfe , chel Cardinal di Valenza feguitafie ]o m'adò fot
come Legato Apoftolico t'ire mefi il F{e:ma in uerità per^ ftatico delle prò c*p™£°^
meffe paterne.Vermata la concordia il Tontefice ritornò al palagio Ton- qulndi .a ró
tificale in Vaticano:& da poi con la pompa,& cerimonie confuete a rice ™* ^y*-
uere i Ingranditicene il P^e nella Chiefa di San Tieroùlquale hauendogli ^ ^ ^
fecondo iìcoflume antico genn fleffo baciati i piedi,& dapoi ammeffo a ha Giouani dei
dargli il uolto;interuenne un altro giorno alla Meffa Tonificale, fedédo £a *ou(^
il primo dopo il primo Vefcouo Cardinale: & fecondo il rito antico dette Card. Giù*
a l Tapa celebrante lahleffaj acqua alle mani:dellequali cerimonie,ilTo to«di ad
teficeyperchefi conferuaffero nella memoria de pofleriori;fece fare pittu uio,e'iBtbo
ra in una loggia del Caftello di Sant'Agnolo ipubhcò di più ad infìàtiafua ^ tro
Cardinali il Vefcouo di S.Malò,& il Vefcouo di Vnians della cafa di Lu- L^dice il
^imborgo,nèommejfedimofìratione alcuna tiefterfi feco fincerameteì& Gloul°-
f fedelmente riconciliato . Dimorò Carlo in ?xoma f da un mefe,non hauedo f Pcrcioche
few ceffato di màdare gente a confini del regno T{apolitano:nelquale già ^nedPacrtJna
ogni cofa tumidtuaua,in modo,cbe l'Aquila,& quafi tutto l'Abru%i ha l^0'Co^t
E z ueua,
LIBRO
■ cw.u^hó tmd PY'ma che*l I(e partiffe di F{oma,al^ate lefue bandiere: & Tabritio
dcrto , che Colonna, btiueuti occupato i Contadini d'jLlbi,& di Tagliacoygp : né era
dina La era ritolto più cjuieto il reflo del Idearne, perche jubito che Ferdinando fu par-
accrefciueo tito dal\oma;comiiiciarono i frutti dell' odio,cbe i popoli por tauano adjil
moke™™. fonJ° ad apparire , aggiugnendofi Iti memoria di molte acerbità ufate da
teloni in. Ferdinando f uo padre:donde esclamando con grandi (fimo ardore delle ini*
ho notato (pùtà de ' gouemi paftatì,& della crudeltà,& fuperbia d' jllfonfofd dtfi-
quanto feri derio della uenuta de* Francefi palesemente dimoflrauano,in modo che le
dri cti libro reliquie antiche della f anione ^Angioina, benché congiunte con la memo-
di s. catai- ria,& colfegnito di tanti Baroni flati cacciati, & incarcerati in uanj tè
b Q^eite i. p1 da Ferdinando (co fa per fé difomma confiderai io ne ,gr potente infiru-
magi natio- yneto ad alterare )fac e uano in a netto tempo a comparatane dell'altre ca
ni uen^ono • • • ? A n • n • i- • j~
a chi ha la gwm piccolo momento: tanto jen-xa quesìijtimoli era concitata,et ardete
confeientia [a difbofitione di tutto' iRevno contra ^Alfonfo : Ugnale, intefa c'hebbe la
fi legge in partita del figliuolo da P\oma,entro in tanto terrore^ebe dimenticatoli dei
Prn°pÌf fama,& gloria grande, laquale co lunga efperienza haueua acquiflata
le cofé de" in molteguerre d'Italia,^ difperato di poter refislere a quesiti fatale té-
Gothi.che'i pefla;deliberò di abbandonare il P^gno, rinunci andò ilnome,& l'autorità
ncohauedo B^ale a¥erdinando,& battendo forfè qualche fperan^a che rimoffo co lui
rato morir l'GCn0 s\ fmifurato,& fatto l\e ungiouane difomma efpettatione, ilquale
inaco, & ef. non haueua offefo alcuno, & quato afe era in afìai gratia appreffo a eia
^^èh p°1^ fcuno;allenter ebbe per auetura ne fudditi ildefiderio de' Francefi: ilqual
toin tauoia configlio,fe forfè anticipato,barebbe qualche frutto, diff erito a tepo, che
Smo ?rfi ^ cofe nonf°l° erano in uehemente mouimento,ma già cominciate a preci
fpauétò for pitare;nonbaflauapiu a fermare tanta rouina.E* fama etiandio (fé però
rldo-i^chè è lecito tali cofe no del tutto dijpre^are)cbe* lo jpirito di Ferdinando ap a
la tetta di qi pari tre uolte in diuerfe notti a Iacopo primo Cerufico della corte :& che
«iliadi sim! prima con mafuete par ole, dipoi co molti minacci gì 'impo fé diceffe ad \Al-
macojche /i fonfo infuo nome, che nofperajje di poter refiflere al l\e diFracìa: perche
Tabro^iVot era defiinato,chela progenie fua trauagliata da infiniti cafi,&priuatafi
to,&con oc miniente di sì preclaro Fggno;fi eflingucjJe,EJferne cagione molte enormi
/omfn^cciaf *<* ufate da loro : mafopra tutte quella,che per le per fuafioni fattegli da
fe.Diche fpa lui,quado tomaua da To%%uolo, nella Chiefa di S. Lionardo in Chiaia ap
tonnetti" Preff° a 'Hapoli haueua comeffa-.nè hauendo efprefio altrimenti i particola
& pìagnédo ri ; {limarono gli huomini, che ^Al fonfo l'haueffe in quel luogo perfuafo a
coloro-pol far morire occultamente molti Baroni.-iquali lungo tepo erano flati incar
co appredo cerati . Quel che diaueflofìa la uerìtà; certo è,che jilfonfo tormentato
egli fen'ufci , ,; 7. . l . 1 \ - \ \ • 7/»^
dtuita,haué dalla confcientiaproprta,non trottando, ne giorno, ne notte requie nell a-
dogli parfo nimo,et b rappr efentando fedi nelfonno l'ombre di quei Signori mortici *>
séprediha- , "? ,. J r /. P .. . J. , r * P n * .
«er qiia te- popolo per pigliare Jupplicio di lui tumultuofamenteconcitarfi>con\eri-
fia innazi a to
gliocchi.Ccfi fingono i Poeti d*Orefte agitato dalle furie g la morte della madre.Ma doue qui l'Auttor pò
ne che AlFonfo non conferi la fua partita co'l rìgliuolo;è contrario a quato dice il Giouiodlqual gli fa fare
•n ragiouamento fopra ciò inC#«l N wwfi poi gh fé anujuuftì U ^e£«o,4««an4o I'ììUuo Qio.Péca&o.
PRIMO. Jo
M etiti che haueua deliberato baiamente con la «gaia fi* matrigna;nè M
luta a' prmhifuoì communicarlo, né col fratello, ne col figliuolo, rè fo-
p aliare pur due,ò tre pomi foli perfinire l'anno intero «»^
Ivtì con quattro galee fonili carichi di molte robbe pretiofe, d,mo(ìra*
%Llpartiretantafpauenta,chepareuafuffegiàcircondatodaFranCe.
R.& {citandoti paurofamente a ogniflrep;to,come temendole gli /«/ite
£ conmrac i cantra il Cielc&glì elementi^ fi fuggì a Mazar, terra m
Sicilia fiatarli prima donata da Ferdinando te di Spagna H ebbe il^e di
Trancia rJkora medefima,che fi partiua di Roma amfo della fua fuga :
Uguale come fi: arcuato a Velletrì,il Cardinal di Valenza fuggi occulta,
mente da lur.dellaqnal cofa,benche il padre faceffe grani querele, off eroi
do d'anatrare il £ in qualunque modo uolefie ; fi credette ff efiato per
fuo comandamento,come qneilo,che uoleuafufiefua f acuita loJ]eruare,o
io le cornicioni fatte con lui . Da Velimi andò l antiguardia a Monte ,
fortino terra pofta nella campagna della chiefa,& fuddita a Iacopo Con
ti Barone tornano itquale condotto prima a gli flipendu di Carlo;s era da
poi,potendo più in lui l'odia de Colonnefi,che l'bonore propno,condotto
con Mfonfo-ilqual Cafiello battuto dall' artìgiierie,bencbe fartiffimo di
fito -prefono i Fr ance fi in pochine bore ammalando tutti quei, che uè
ranadentro,eccctto tre fuoi figliuoli,can alcuni altri, che rifuggiti nella
fortexxa,come inderò diri^aruifi l'artiglierie; s'arrenderono prigioni. ,<£,„,«
^nif dipoi l'efferato al monte di S.Giauàni,terra delMarchefe di Vefca » * r».*.
ra pofia in fu i confini del tegna,nella medefi ma campag ™%£«W™ ^S
di Cito, & di munitione nonera meno munita di dijenfori, perche u erano ^ p=r ^
dentro trecento fanti f or efiien,& cinquecento de gli habitaton difrofiiffì f ,o„ dw
mi ad o?ni pericolo, in modo fìgiudicaua non fi doneffe efbugnare fé non *»«£«
in (patio di molti dima i Francefi hauendola battuta con tarligliene pò ua„„, ,igì.
cbiboreMi dettano prefente il Re,che n'era uenuto da Verdi, con tanta "^'«^
ferocia, fa battagliale fuperate tutte le difficoltà l'augnarono per far ug* „g
ra il dì medefimo-.douc per ti furore loro naturale , & per indurre co que ? , Jma
lo efiempiogli altri a non ardire di refifiere;commiferograndiffima ucci a f^»
fione:& dopo hauerni ufata ogn' altra frecie di barbara ferita; incrudelì . de
rana contragli edifiaj col fuoco: ilqual modo di guerreggiare , non tifato la «* .
molti fecoliin Italia; empiè tutto l Regno digrandiffimo terrore: perche
nelle uittorie,in qualùque moda acquMate,l ultimo, 4oue falena procede
re la crudeltà de1 uincitori, era fogliare, & poi liberare i faldati uinti ;
faccheggiare le terreprefe per forza,& fare prigioni gli habitatoraper-
chepatalfero le taglie,perdonando Jimpre alla ulta degli buomim.-i quali
non fufiero flati ammazzatiteli 'ardore del combattere. Quefiaju quan-
ta refiflentia , & fatica bauefje il P^ di Francia nel canquijia dm i^gno
sì nob,le,&sì magn-ficomclla difefa ddqnale non fi dmwflrone uirtu, ne
animose coufiglio,non cupidità dbonore,non potentìa,nonfede: perche ti
LIBRO
Duca di Calauria, ilquale dopo la partita, di Roma fi era ritirato in fu i
confini del reame,poi che richiamato a Napoli per la futa del fiadre-heb
a Ferrando in i r t ■ \ •»»' -' o / »wv.»./i,v
fu fah.taco bc ajjunto con lejolennita, zma non già con la pomparle con la letitia co '
ftftTftlik fU€ta laHtorit^ttil titol° K£*le;r accolto l' efferato, nelquale erano b cin l
grezza Jo. q^rita [quadre dicaualli,&fei mila fanti di gente eletta,/jr fotto Capita
fe'nIX «.ir *? d* Pm 8™*** d'Italia; fi fermò a S .Germano per prohibire,che i nimi-
r^Th'erVno ci no'« pafi afferò più innanxjyinuitandolo l'opportunità del luo%o,cinto da
uSjhSZZ H unaPartedl montagne alte,& a ffr e -.dall' altra dipaefepdudofo,&pie-
Giòuio con no d'acque,& a fronte il fiume del Garigliano(diceuanlo gli antichi Uri)
fto autwre6 bmcbein Vid luog° nonfigroffo,che qualche uolta non fi guadi: onde per
' la ttrette%£a del pafio,è detto merit amente, San Germano effer'una delle
ui offerti0 cbiaui de^e Porte dd ^no di 'Kapoh-'& mandò fìmilmente gente in fui
aioo.Tuo" la montagna uicina alla guardia delpaflo die ancelle : ma già l'esercito
miniera™ fuo incominciato ad impaurire del nome folo de' Francefi:non dimoflraua
<x foo.cauai .•• # • * ~ „ * J •*»»•»
ieggieri:ma Plu wgore alcuno , e i Capitani parte penfando a faluare je mede fimi ,&
&5$£ gU natiProPrtì>come quegli** ^ali della difefa del regno fi diffidauano :
teria era di Parte di fiderò fi di cofenuoue:cominciauano a uacillare non meno di fede,
fnncueiioCfi che dìanimo: nefifiaua fen%a timore, efiedo il reame tutto in gradiffima
legge ch'era folleuatione,che alle [palle qualche pencolofo dijordine non nafeeffe: però
D™paTdi f°?rafatt0 Hconfiglìo dalla uiltà,come e/pugnato il Monte di San Giouan
s. Germano ni,intefono auicinarfi il Marefciallo di Gies,colquale erano trecento lan-
Uog'ouìo. ci*'et due milafaMi:fi e leuarono uh uperof amente da S.Germano,& con e
' tanto timore, che lafciarono abbandonati per il camino otto pe%£Ìdigrof
«u£iu"n°e ^ a™glieria>&fi ridujfono in Capuadaqual città il nuouo ì\e, co fi dado fi
la cagione' nell'amor de Capuani uerfo la e afa dì dragona, et nella fonema del/ito»
re fl«apree $*Y hauer* a fronte il fiime rulturno>cke è quiui molto profondo :jpera-
i* la città" tia difendere: & nel tempo medefimo non diftrahendo le juefor%e in altri
^S lmghi Untrt ^P011 > & Gaeta- Seguiuano dietro a lui di mano in ma-
Colonna, & no i ¥rancefi:maffarfi,& di fordinati, facendo fi innanzi più tofio a ufo di
Ji^raVe/ifé camino>che di guerra, andando eia fc uno doue gli par effe dietro all'occafio
nuteàìefpai ne dipredareffen^aordine^fen^a l?andiere,fen^a comandamento de Capi
£odneef.,lAra tant * & att°ggÌMd° il fin delle uolte una parte di loro , la notte ne luo-
ghi, donde la matttina erano diloggiati gli jlr agone fi . Ma ne aCa-
puafi dimoflrò maggiore uirtà,ò fortuna:perche,poi che Ferdinado uheb
d Di Federi be aU°ggiat0 l* efferato, ilquale dopo la ritirata da San Germano era mol
co zio di to diminuito di numero, intefo per lettere d della Bgina, ejfere in l^apoli, d
SeTiclo nata laPerdlta d^'Oermano,Jòlleuationetale,chenonuiandadoluififii
"i°; iiquaie feiterebbe qualche tumulto: ui caualcò con piccola compagnia per rime-
?«!!£ dei diar* con /* tre[^tia[ua * quefio pericolo,hauedo promejfo di ritornare
tumulto m a Capua ildìfeguétema Gianiacopo da Triul%i, alqualecommejfe la e»
NaPolj- ra di quella Città,haueuagia occultamete chiefto al Re di Francia,un'A
raldo per hauere [acuita di andare ficuro a lui; ilquale come [u arrina-
to,il
b Di {corda
noqfto Auc
PRIMO. J7
to, il Triid-zjo con alcuni genti? bitumini Capuani andò a a Calui, doue il a Queflacer
1 dì mede fimo era entrato il 1\eynon oftanteycbe per moW altri della terrari ^^^
fbofii ad offeruare la fede a Ferdinando, con altiere parole contradetto gli no arr?c. al
fuffe.J. Caini fubito introdotto innanzi al I{e cofi armato, coni era anda **£*£>•
tonarlo in nome de C apuani y& de foldathcbe uededo mancate lefor%e di
difender fi a Ferdinando,alquale mentre ueraftatafperan^a alcuna baue
nano fer aito fedelmente ;deliberauano di feguitare la fortuna fuayquàdo
fuffero accettati con bonefie condttioniyaggiugnendoy cbe non fi diffidaua
di condurre a lui la per fona di Ferdinando, pur cbe uoleffe riconofcerlo co
me farebbe conueniente.MlequalicofeilB^rifpofe con gratiffimeparoky
accettando l'offerte de C apumiy& de foldati y& la uenuta etiàdio di Fer
dinando.pure cbe e' fapefìe non bauere a ritenere parte alcunaybenche mi
nima del reame di !s[apoli : ma a riceuere fiati, & bonorati nel regno di
Francia. É dubbio quel cbe induce/le a tanta trafgreffione Gianiacopo da
TriulzhCapitano ualor o fo, et f olito a far profeffione d'honore:affermaua
e?li d'efjere andato con uoluntà di Ferdinando per tentare di comporre le
cofefue col^e di Franciaidalla quale freran^a, effendo del tutto efclufo, no^Q ^
& manifejlo non fi potere più difendere con l'arme il regno di Napoli; gli tore,e i gìo
era parato non folo lecitola laudabile prouedere in un tempo mede fimo 5£V^
alla fai ut e de1 Capuani , & de foldati . Ha altrimenti fent irono gli buo- do ufme fe
mini communemente : perche fi credette hauerlo moffoil defiderare la daenfJehreiefl[0e;
vittoria del ì\e di Francia ,fper andò che occupato il regno duopoli ha- di capou. a
Meffe a uolgere l'animo al Ducato di Milano: nella qual cittayeffendo egli ciar co F;:_
nato di nobilifima famiglia, né gli parendo bauere appreffo a Lodouico £.«»
Sforma yò per il fattore immoderato de San feuer ini yo per altro ri/pet- ferofi(perio
to, luoro pari alle uirtày& meriti fuoi, sera totalmente alienato da lui: £fc£te
perla qual cagione molti haueuano fojpettato , che prima m Romagna lacitta:& a
bauefìe confortato Ferdinando a procedere più cautamente y che forfè Pf™«
qualche uolta non configliauano l'occafioni. Ma in Capuagia innanzi al ci per uo!a
ritorno del Trinilo era fiato meffoafacco da foldati l'alloggiamele i «ned. *té
taualli di Ferdinando de genti d'arme cominciate a difterder fi m uan luo ca ufciflero
ghi; & Virginio, ei Conte di Tagliano con le compagnie loro ritirar fi a g»M
Jiola,città pofieduta dal Conte per donatione de gli dragone/i, bauendo UTdwkdo t
prima mandato a chiedere per fé, & per le genti faluo condotto da Carlo. £;£a™;
- b^itornaua altermine promejfoFerdinàdoMuedo col dare $eran%a del chiamò gii
la difefa di Cap uà, quietati fecondo il tempo gli animi de napolitani :nè -«Jg
Capendo quel che dopo la partita fua fufie accaduto ; era già memo a due ni«no mai
miglia Juando intedendofi il ritorno fuoytuttol popoloyper non lo riceue c°jrj™| *
Te; fi leuò in arme, mandatigli di configlio commune incontro alcuni della ha«éd« T.a
nobiltà afigmficarglìycbe no ueniffe più imaiji perche la città uedendofi {^™
abbadonata da Inondato il Trinilo gouernat or delle fue genti al Re di celi.
tràcia [acchetato da foldati propri) l' alloggiammo fuo partiti fi Virgi
LIBRO
niOyc'l Conte diVhìglìano;difioluto qua fi tutto leficrcito; era fiata necef
fitata per la fallite propria di cedere al uincìtore.Doade Ferdinando, poi
che infino con le lagrime bebbe fatta inuano inflantia d'effere ammtfio;fe
ne ritornò a 7^apoli,certo che tutto1 1 B^cgno feguiterebbe l'ejjempio deca
puaniidalqualemoffa la città d! jluerfa,pofla tra Capua,<&l<[a.poli:man
a An*is>- dò fubito Ambajciatori a dar fi a Carlo:* trattando queflo medefimo
Stai manìe £** rnamf 'flamente napolitani , deliberato l'infelice F^e di non repu-
ta (oiieaaii gnar e all'impeto tanto repentino della fortuna , conmeati in fulla pia^*
uouualio°rì ^ ^ ^afl^ nuotto , babitatione Ideale molti gentil h uomini , & popola*
ceuere il Re ri uso con loro queste parole,
co i^irerd-' Io P°fi° chiamare in teslimonio Dio,e tutti quegli huomin'ha* quali fo
toj on i'egli no flati noti per lo paffato i concetti mie'hcbe io maiper cagione alcuna ta
go^iro ai t° defiderai diperuenire alla Corona guanto per dimofirare a tutto' l Ma
uia;menò le dogli acerbi gouerni delpadre,& dell' anolo mio efìermi fommamente di
coronata,* fpiaciuti,& per riguadagnare con le buone opere quelf amore,delquale ef
entrò nella fi per le loro acerbità fi erano priuati.non ha permetto l'infelicità della
h'.occn.GioJ r a /• n ' a r / w i
uio. caja nojtra che io pojla ricorre quello frutto , molto più bonorato , che
Vefsere I\e : perche il regnare depende ffefflo dallaFortuna : ma l'efiere
- fie» che fi proponga per unico fine la falute, & la felicità de popoli fuoi
clcpende folamente da fé medefimoy& dalla propria uirtà.Sono le co fé no
ftre ridotte in angum\fvmo luogo , & potremo più prefto lamentarci noi
d' bavere perduto il idearne per la infedeltà , & poco ualore de' Capita*
tih& efferati ncfìri,cbe non potranno gloriar fi i nimici di bauerlo acqui*
flato per propria uirtù:& nondimeno non faremmo priui del tutto difpc
ran%a,fe ancora qualche poco di tempo ci fofieneffimo: perche & da' I{e
di Spagna,& da tutti i Trincipi d'Italia fi prepara potete foccorfo,effen
dofi apertigli occhi di coloro, i quali non baueuano prima cofiderato l'in
cendioyilquale abbrucia il noslro Bearne , douere (fé non ui proueggono)
aggiugner e finalmente a gli flati loro:& almeno a me nonmacherebbe l'a
mimo di terminare infieme il B£gno,&la uita con quella gloria, che fi con
uìene a un ]\egiouane,& difeefo per sì lunga fuc ceffone di tati B^,& all'*
efpcditione,cbe infino ad bora hauete tutti hauuta di me : mafclieqnefle
cofe no fi poffono tentare fen%a mettere la patria commune in gramfflmi
pericoli ;Jono più toflo di cedere alla Fortuna deliberato 3& di tenere oc*
eulta la mia uirtà,che per sforarmi di non perdere il mio l\egno;ej]er ca
gione di effetti contrari^ a quel fine,per lo quale io baueua defiderato d'ef
fere Bg: Con figlio, et conforto uoi,cbemandiate a prendere accordo colBg
di Francia:& perche poffiate farlo fen%a macula deli'honor uoflro;u'af
foluo liberamente dell 'bomaggio,& dal giuramento, che pochi dì fono mi
facefle, & ui ricordo, che con l'ubbidienza c^ conia prontezza del rice*
uerlo;ui sforate di mitigare la fuperbia naturale de1 Francefile i coflu
mi barbari ui far ano uenire in odio l'imperio loro>& defiderarc il ritorno
mio:
PRIMO. 58
mio-Jofarò in luogo da potere aiutare la uofìra uolunt appronto ad cfror *™c*x}®'*
refempre la propria uita per uoi ad ogni pericolo ma fé l'imperio loro ui foco delie
riufcirà benigno ;da me non riceuerd giamai quefta città,nè queflo Bearne fa^i^ì
v.r auaglio alcuno : co foler anno fi per il uofiro bene le mi ferie mie, & molto il Re foiv*
ùu mi cofoleràyfe io fapròyche in uoi reflì qualche memoriale io ne fri tìoeaai°fao
nogcnito l{egio, ne l\e non ingiuriai mai per fona alcuna: che in me non fi r'torno da
iide mai fegno alcuno d'auarltia ,fegno alcuno di crudeltà; che a me non nò meué" f^
mno nociuto i miei peccati;ma quegli de' padri miei: ch'io fon deliberato S1' i'Owtii
//' no cjfcr mai cagione, che b per coferuare il ì\egno,ò per ricuperarlo hab Re ai^opo
Via a partire alcuno di queflo reame: che più mi dijpiace il perdere la fa- lo>& a' no-
:ultà dimedarei falli del padre,&dell'ouolo,cbe'l perdere l'autorità,& queAg. aut-
'0 flato reale: becbe e fide fogliato della patria,& del^egno mio mi ri- ™P cò t3t!
lut ero no al tutto inf elicere in noi reflerà memoria diquefle cofe,& una introdotta?
?erma credenza, ch'io farei flato Rg più pre[ìofimile ad Mfonfo uecchio f^lì Bc^?.
nio proauoyche a Ferdinando,^ a queflo ultimo jìlfonfo* Re Femd<>
"Hon potette effere,che quefle parole nonfufjero udite co molta compaff™^*01
ìone'.anxi certo è, che a molti commo fi ono le lagrimema era tanto odio }oo.cauaiii
0 in tutto il popolo, &quafi in tutta la nobiltà il nome de' due ultimi %; &nonfifom.
anto il defiderlo de' Francefi, che per queflo non fi fermò in parte alcuna merfe , ma
* / tumulto;ma fubito,che effofu ritirato nel camello; a il popolo eominciò inaiti
1 faccheggiare le Halle fue,che erano in fulla pianga : la quale indegnità ch'erano m
wn potendo egli fopportare;accompagnato da pochi;corfe fuori con gene ^°^t'rano
'-ofità grande a prohibirlo , & potette tanto nella Città, già ribellata , la accetto feri
Uaeflà del nome reale, che ciaf cuno fermato l 'impeto fi dì feoftò dalle flal "«haSdoa
ie:ma ritornato nel Cafl elio ,& facendo abbruciare,^ fommergere le na- Re ricama»
ui,lequali erano nel porto,poi che altrimenti non poteua priuarne i nimi- ca^aafi di'
. ci; incominciò per qualchefegno a fiorettar e, eh e b ì fanti Tedefchi,che in caPoua,nei
numero cinquecento fiati alla guardia del e aflello,penf afferò di farlo pri giurare?*
gione : però confubito configlio donò loro le robbe,che in quello fi confer- loro ■ guar
uauano lequalimetre che attendendo a diuidere,egli,hauedo prima libera fònfò Daua
ti di carcere, eccetto il Vrincipe di Beffano, & il Conte di Topoli, tutti i ìo.- Il Corio
baroni auanzati alla crudeltà del padre, et dell ' auolo;ufcito delcaflello p fa"' ameni
la porta del foccorfo;montòinfulle galee fiottili, che l'ajpettauano nel por d.uei ^aftel
to,& co lui Don Federigo, & la Bgina uecchiay moglie già dell' auolo, con p^fidio"0
Ciouana fua figliuola:& jeguitato da pochi de' 'fuoi nauigò all'I fola élfc &*clìi*-
chia,detta dagli antichi Enaria,uicina a Napoli a treta miglia,replican liocorni1 fi
do jpejfo co alte uoci, mentre che haueua innati a gli occhi il progetto di les§e. nel
l^apoli, il uerfetto del Salmo del Vrofeta,che cottene efiere uane le uigi- cjuaie fciiw
He di color o,che cuflodifeono la città,laquale da Dio no ècufloditama no ^'^Hòatto
feglirapprefentando horamai altro, chedifficultà;hebbeafare in Ifchia catatonia
ejperie^a della fua uirtu,e della ingratitudine, et infedeltà,chefìfcuopre 5°^/^
cotra coloro^ quali fono fcojfi dallafortuna^cbe non uolendg il e cafleL addogo8 i°
lano, Caft€lla°9»
• «rrailCo LIBRO
no stendo ^am ^a r<*cca rìceuerlo fe non con un compagno folo;egli come fu den*
il Cvi re dl tro fe &*&**** a^°fi° con tanto impeto,che con laferocia,& con la memo
« ìTnuitioì Yia dell'autorità regia Jpauentò in modo gli altri, che in poteftdfua riduf
Ma 1 Argen fe Jubito il caflellano,& la rocca. Ter la partita di Ferdinando da Napo
tone fcnt- ,. . r • r rrr* n /
cor Fracefe, " ciajcuno ceaeua per tutto, come a uno impetuo(ij]imo torr ente, alla fa-
j'accordano ma ^a ^ uincitori,& con tanta uiltà,che dugento caualli della compa
con qfto auc gnia di Ligni andati a Nola,doue con quattrocento huomini d'arme fi era
noechedÌfu mYl^ottl^ fìrginio,& il Conte diTitigliano:gli fecero fen<$a oflacolo al a
fatto torto cuno prigioni :perche effi parte confidando/i nel faluo condotto, ilquale ha
Bwon/ .dDi ueuano aui!° da * fuoi ejfereftato conceduto dal I{e,parte menati dal me-
fotto a 50. defimo terrore,dalquale erano menati tutti gli altri; fen%a contrafiosar
tofllccòtl rendero'"10 •' onde furono condotti prigioni alla rocca di Mondr agone , &
le ragion lo meffe in preda tutte le genti loro.Haueuano in quefio me%o trouato Car-
luierfari? l ^° in ^uerfa gli Jlmba filatori K[apolitani mandati a dargli quella cit-
tà: a' quali hauendo conceduto confomma liberalità molti priuilegij, &
Seccar! efentìoni: *> entrò U dìfeguente,chefu il uigefimo primo diFebraio in Na b
io aji.diFe poli,riceuuto con tanto applaufo,& allegrerà d'ogn'uno,che uanamen-
^Tvefcol te fi tenterebbe d'efirimer lo, concorrendo con efaltatione incredibile, ogni
no di Nebio feffb,ogni et agogni condìtione,ogni qualità, ogni fatt ione d'huomini* come
di Marzo2: e ìefuffcftato padre,& primo fondatore di quella città: né meno de gli al*
il cono ag tri, quegli, eh e ò ejfi,ò i maggiori loro erano flati efaltati, ò beneficati dal-
eHb§entro a ^a cafa d^Y&gona:con la quale celebrità andato a uifitare la chiefa mag
cauaiio Co. giore;fu dipoi(perche Caftel nuouo fi teneua per 1 nimici)condotto ad al-
fa a con gU loggidfe in caflel Capuano,già habitat ione antica de' I{e ¥rancefi,hauen-
fproni di le do con marauigliofo corfo di inaudita felicità, fopra l'eff empio ancora di
lene è u^ro,' ^u^° Cefare,prima uinto,che ueduto,& con tanta facilità,che ey nonfuf-
cheparédo- fe neceffario in quefla ejpeditione ne piegare mai un padiglione,nè rompe-
dico?* frat" re mai pure una lancia, &f ufi ero tanto juperflue molte delle fue prouifìo
ciibiuice al ni,che l 'armata maritima preparata con grauiffim a fi >t fa, co ^qu 'a fiat a dal-
la uiolentia del mare,& traportata e nell'I fola di Cor fica tardò tanto ad e
e dì qui uè accofiarfi a liti del reame,che prima il Bg era già entrato in Islapoli.Coft
ficoha°aPor fer te difeordie domefiiche,per lequaliera abbagliata la fapientia tanto
th ertole; i fumo fa de' noffriTrincipi:fi alienò confommo uituperio,& derifione del
Signoncoti 1 ■>■■ ,. ,» trr • 1 . ■ - ■ . . ,.
la maggior *# militi alt ali 'ana,& con grandi fimo pericolo,^ ignominia di t ut ti,una
parte pfoi predai -a,& potente parte d'Italia dall'Imperio de gli Italiani, all' Impe-
ra fopra, a r*o di gente Oltramontana:pcrche Ferdinàdo uecchio,fe bene nato in Ijpa
piedi uéne. gna,nodimeno perche infino dalla prima viouentù eraflato,òRe,òfi°liuo
ro a Roma / 1 „ . r : ,. r «f , , 2: .. ►
a trouarcar lo ai He contmuemente in Italia , & perche non haueua altro "Principato
lo. Giouio. in aitra prouincia,& i figliuoli, e i nipoti tutti nati,fir nutriti a Isjapoli;
erano meritamente riputati Italiani.
DEL
DELL'HI STORI A
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
GENTIL'HMIMO FIORENTINO,
LIBRO SECONDO.
Trattasi in quefto Secondo Libro la manifeftafoileuation,che fanno i Pila-
ni conti a ì Fiorentini : i quali attendono alla guerra contra ei'si , & a riformar
laior propria Città a' conforti del Sauonaiola. La lega contra i Franccfi del Pa-
pa de'Yininani;& d'altri Principi : il ritorno dei Re Carlo uerfo Francia : il fatto
d'arme del Taro: iiracquifto di Napoli per gli Aragonesi ; l'attedio di Nouara da'
Collegati : la pace fra'l Re Carlo, &Io Sforza : la tornata d'elfo Re in Francia i &
la contagio:! del Mal Francefe, che fi feoperfein Italia.
-~- - - - - -■- ■ ■ , i r ,, .
Entre che quefte cofe ji face nano in I\oma , & nel Bearne
ls(apolitano;crefceuano in altra parte d'Italia le faville
d'un piccolo fuoco,deftÌnato a partorire alla fine gradif *
fimo incendio, in danno di molti: ma principalmente co-
tra a colui,cbe per troppa cupidità di dominar e, l'hauef- acioè cétra
fé fu [ci tato ,& nutrito '.perche ancora che il Re di Fran Lo4*l?*?£tf
- t- i r . ? -m-r ■ r in - za, che 1 ha
eia Jtj ape convenuto in riren%e , che tenendo lui Vija injino ali acquijto ueua falci-
di lslapoli,la giurifditione,& l'entrate appartenefìero a' Fiorentini:non- tato*
dimeno par tendo fi da ¥iren^e,non haueua lafciato prouifioue, ò pofìo or-
dine alcuno per l ofier vanita di talepromefia:in modo che i Tifani,a'qua
li inclinava ilfauore del Commeffario , & de'foldati lafciati dall\e alla
guardia di quella città: deliberati di no ritornare più fotto il domìnio Fio
ventino: haueuano cacciati b gli ufficìali>& tutti i Fiorentini che werano bQuein.che
rimafti:alcuni rìhaueuano ine are erati, et occupate le robe,& tutti ì beni dl iopra ?„
_ i , carte. 50. hi
loro,& confermato totalmente con le dimoftrationi,& co l'opere la rebel detto , che
lione:nellaquale per potere per fé aerare, no folo mandarono ambaf datori JJH£* chiare
al]{e;dapoi che fu partito da Fire^e, che difendefiero la caufa loro,madi ftaffero i Pi
fpoHiafare ogni opera per ottenere aiuto da ciafeunome madarono incon Gio^aiVn
unente, eh e furono ribellatila Siena,& a Lue e ade quali città, effendo ni- dei li. i. ieri
miciffime al nome Fiorentino:no potendo co animi più allegrila Vifana ri l
bellione battere udita:et perciò infieritegli proueddono di qualche quatità
di danari:&* i Sane fi uì mandarono fubito alcuni e aualli. Tentarono mede
fimamete i V:fini,mandati Oratori a V 'inetta ,1' 'animo di quel Senato: dal
<\uale,bmche ricevuti benignamente :no riportarono fperaza alcuna. Ma
il principale fondamento faceuano nel Duca di Milano ,perche non dubita
uano, che sì come era flato autore della loro ribellione ; farebbe dijpofto a
matenerglr.ilqualcjjenche a Fior etini dimoftrajfe altriment'hattefe info
gretti
rio.
r/i bxu
greto a mettere loro animo con molti conforti, & cfferte,& per fra fc oc-
cultamente a' Genouefiyche prouede fiero iTifiani d'arme, et di munitioni^
CJr che manda/fero un Comejfario in Tifa, & trecento fanti: iquali per la
inimuitia grande, che haueuano co F lorentmi,nata daldiftiacere->chc beh
a compera bono dell'acquifio di Tifa-, & quando poi a comperarono a tempo di Toma
centri da fi Fregofi loro Doge il porto di Liuornojlquale efiìpofiedettano;et. accre
Thomafo jciuta ultimamente, quando i fiorentini tolfero loro Tietrafianta,& Sere
geìuGeno \ana, non folo furono pronti a quelle cofe ,ma haueuano già occupato la
uà Livorno maggior parte delle terre,lequali i fiorentini nella LuigìanapoJJldeuano:
lo, l'inni & già fatto pretcfto d'una lettera B^egia ottenuta per la reflitutione di cer
1418. per ti ym conficcati ; nelle cofe di Tietrafanta sintrometteuano : dellequali
Suocero- attieni querelando/i i Fiorentini a Milano, il Duca rifonde uà non efieri
uandofi Gè m jua poteRà fecondo e capitoli,che hauea co' Geno ut fi, di prohibirle: &
iuta dairar $for%andofi di fiatisfiare loro con le parole , & dando uarie fteran^e ; non
"o diaria " C€IFaua d'operare co fatti tutto l contrario, come quello , chejperaua non
Vifcoflti fi ricuperando Tifa per i Fiorentini, hauere facilmente a ridurla fiotto il
Un" vefe1 fm dominio :il che per la qualità della Città,& per l'opportunità delfino»
di Nebio ne ardenti [[imamente defideraua: cupidità non nuoua in liti, ma cominciata
S^Genoui • lììfmo quando b cacciato da Milano , poco dopo la morte di Galeazzo fiuo \
doue è ferie fratello,perfojpetto,che hebbe di lui Madona Bona madre , e*r nutrice del
spccorfo ll piccolo Ditca,ui flette cofinato molti mefi.Stimolaualo oltra queflo la me
dato dà'Ge- moria,che Tifa innari uenifife in poteflà de'Fiorentinijera fiata dominata
finir** * da Giouan Galeazzo rifiorite primo Duca di Milano: pertiche &ftima-
ua e fi er gli glorio fio ricuperare quel che era fiato poffeduto dafiuoi mag-
Wnnohi 77 £Ì°ri > &glipareua poter ui pretendere colore di ragione , comefie a Gio.
corio. Galeazzo non fiufie fiato lecito laficiare e per teflamento in pregiudicio de9 <
„ Duchi di Milano fuoi fucceffori, a Gabrielmaria fuo figliuolo naturalcVi
ré 1 397. & fa acquifiata da fé, ma con le pecunie, & con le[or%e del Ducato di Mila-
corrobora- no:ne contenti i Ti '/ ani d'hanere leuata la città dalla ubbidienza de' Fio-
to 1 anno . . J . . 1 ,-, j ,-
*4oi.corio rentini,attendeuano a occupare le terre del contado di Vija;lequalt qua-
■ciu 4-par. fi tutte feguitando,come qua fi fempr e fiatino i cont adi J autorità della cit
tàiriceuerono ne' primi dì della ribellione i loro Comej]arij,non fi oppone
do da principio i Fiorentini occupati infimo non compofiero col F{e, in pen-
fieri piugraui,& affettando dopo la partita fiua di Firen%e,cheegli obli"
gato con sì publico, & falène giuramento ui prouedcfk:ma poi che da lui
fi differiua il rimedio , mandatoui gente ; ricuperarono parte perfor^a,
parte per accordo tutto quello, che era fiato occupato, eccetto Caficina,
Buti,& Vicopifano;nellequali terre i Tijanh non efìcndo potenti a refifte
re per tutto ^haueuano rijìrette lefor^e loro;nè a Carlo in (egreto era mo
leflo il procedere de' Tifiani,la caufia de' quali haucua fautori feopertame
te molti de fiuoi, indotti alcuni da pietà, per limprcffwne già fatta in quel
la corte3che efiujfero siati dominati acerbamente ',altri per opporft al Car
dmal$
9
SECONDO. 40
dìnaledi fan Malo : ìlqnalefi dimoflraua fauorcuole a' Fiorentini y^- fo-
pra tutti il Siniscalco di Belcari,corrotto con danari daVifani;ma molto
piu:percbe mal contento dell' effer fi augmentata troppo lagrande%ga del
Cardinaleicominciaua fecondo le uariationi delle corti, a ejjere difcordan
te da lui per la mede/ima xmbition:,per laqualey per baiare compagnia a
sbattere gli altriyl' baueua prima fowentato:& queflinon battendo ricet-
to a quello,che conueniffe all'honorCy& alla fede di tanto B^e: dimoflraua-
no effer li pia utile tenere i Fiorentini in quefla ncce(fitày& conferuare Vi
fa in quello (lato, almeno infino a tanto, che baueffe acquiflato il B^egno di
rNapoìi;le per fuafioni de' quali preualendo appreffo a iuiy& però sformar*
do fi di nutrire l'ima parte y& l'altra con [peran^e uarienntroduffe men-
tre era incornagli jlmbaf datori de' Fiorentini a udire in prefentia fua
le querele, cheglifaceuano i Vi(ani;per i quali parlò Burgnndio Lolo cit-
tadino di Tifa , auocato concifloriale nella corte di I{oma , lamentando fi a Se è lKr*
acerbijfimamete i Vifani effere flati tenuti 2 ottantaotto anni in sì iniqua uTono 'c*
& atroce fer tutu: cbe quella città,laquale baueua già con molte nobilifji- j° Cc/uu> **
me uiuorie dtflefo l' Imperio fuo infimo nelle parti dell'Orientey& laqua- poft^Ker
le era fiata delle più potenti,*? più glorio fé citta di tutta Italiaigiafufie ^bhon> «
per la crudeltà, & auaritia de' Fiorentini condotta all'ultima defolatio- & non.
ne,e fiere Tifa quafi uota d'babitatoriypercbe la maggior parte de' cittadi * fiue>fto
ni,non potendo tollerare sì afpro giogo, Ihaueua (fontane amente abban- ^aoTs
donataci con figlio de1 quali efiere flato prudentijJìmo,hauere dimostrato BUCO a ™*
le mi ferie di color Oyi quali ubaneua ritenuti l amor e della patriay perche tra0r che^r
per l'acerbe efattioni del publico,& per le rapine infoienti de' priuati Fio citar ^ cuC
rentmiyerano rimaftt fpogliati di quaji tutte le full atte me hauer e più mo amento ef.
do alcuno difoflentarfiwercbe con inaudita impietà, & innuflitiafipro- p^neual>°-
kibiua loro tifare mercantte, 1 esercitare arti di alcuna forte , eccetto le ro , o faifo
mecaniche:e non effere ameffì a qualità alcuna d'ufficijyò d'amminiftratio- che diceff**
tione del dominio Fiorentino etiandio di quelle, lequali alle perfine (Ir a-
niere fi concedeuano :gia incrudelir fi da' Fiorentini contra la fallite, &
alle uiteloroyhauendo perfpegnere in tutto le relìquie de' Tifani,fatto in
termettere la cura di mantenere gli argini,e ifoffì del cotado di Tifa,con-
feruata fempre da' Ti (ani antichi, con efattijfima diligenzajpercbe altri-
menti era imponìbile ,cbe per la baffe^a del paefe offcfo immoderatamen
te dall'acque; ognanno non f afferò fot top ofli agrauiffìme infermità : per
quefle cagioni cadere per tutto in tetra le cbie(e,e i palagi, & tanti nobi-
li edificijpublichi,& priuati,edificati con magnificentia,& beitela ine*
{limabile da' maggiori loromon efiere iter gogna alle città preclare, fé do-
fo ilcorfo di molti fecoli cade nano finalmente in feruìtit:perche era fata-
le , cbe tutte le co fé del mondo fu (fero (otto pofle alla corruzione : ma la
memoria della nobiltà^ della grandezza loro, don ere più preflo genera
fi 'nella mete de'uincitori compaffione,cbe accrefeen r acerbità, & afpre^
a ef
anni
ma
luo
auteo-
è ce-
LIBRO
Za,maffimamente>che ciafcuno hauena a e or, fi d erare, poter e, criT,} douerc
a qualche tempo accadere a fé, quel meda fimo fineyche è deìiinato,ch*ai>
caggia a tutte le città,&a tutti gì' Imperi]; non reftare a Tijani più coft
ale una ydo ite potejfe difiederjì pili l3impietà,& appetito infatiabile de \rio
rentini, & ejjere imponibile apportare pili tante mi ferie* & perciò hauer
tutti unitamente determinato d'abbandonare prima la patri a gabbando
nare prima la ulta , che ritornare [otto sì iniquo y fiotto sì impio dominio:
pregare il E^e con le lagrime, lequali egli s'imaginajfe ejjere lagrime abbon
dantifjlme di tutto il popolo Tifano , protrato mi fer abilmente innanzi d
fuoipìediychefi ricordajfe con quanta pietà,& giuSlitia haueffe resìituita
a! Tifani la libertà) ufurpata loro ingiusliffim amente: che come coftante,
& magnanimo Trincrpe, conferitale il beneficio fatto loro ^eleggendo piti
toHo Sbattere il nome di padre,& di liberatore di quella citta,che rimet
a il cono tendogli in tanto pejliferafieruitù : diuentare minijìro della rapacità , &
dice 140 5. folla crudeltà de Fiorentini . ^Allequali accufatiom non con minore ite-
li quarta hementia rijpofe Yrancefco Soderini Vefcouo di Volterra , ilqualefu poi
pare- , che i cardìnale,uno de oli Oratori de Fiorentini, dimoslràdo il titolo della pia
Fiorentini > »• o- n/r> ■ r >/> •//
ipekro tan- l\ppublica ejjere giujiifJimo;perche haueuano injrno ned anno a mule quat
ra^Pn^dd trecento quattro comperato Tifa da Gabrielmaria Vifcoate legittimo fi-
ia quai furo gnore: dalquale no prima Tiati mejji in pojfejJìoneyi Tifoni haiternegli uio
dJuWofa^ lenemente fogliati: & però ejjere slato necefìario cercare di ricuperar-
ti la compe la con lunga guerra : delinquale non era flato meno felice il fineychefufie
bn pubifc]1 ftatagiujìa la cagionerò meno glorio fa la pietà de" Fiorentini, che la lut-
ti?, don.an. toria:cociofia che hauendo hauuta occajìone di lajc;are morire perfefief-
^"ìia^au fi i Vifani confumati dalla fiamt;hauejì ero per rendere loro gli fioriti ri-
ra.via negli dotti all'ultime efiremitàinell 'entrare con i'efercito in TiJà;condotto feco
Gelicua l maggiore quantità di uettouaglie3che d'arme: non hauere in tempo alai*
krictì dai no la città dì Tifa ottenuto grandeTga in terra ferma-, an%inon hauendo
vércouoTi W*h non ch'altro potato dominare Lucca città tanto uicina : effere fiata
N«bio è femprc rinchiufa in anpuftiffìmo tcnitorio,& la potentia marittima effe-
lenito l\m •* II , J 1 ■ • n • >• • j ~ • • /*„ /^«^.
no 140 r. rejiata 'arene : perche per gii: jto gin ditto di Dio concitato per molte loro
. iniqnitài& federate operationi,& per le lunghe discordie ciudi, & nimi
iìcn^ffent cltie tra l°ro medefimi;era molfayini prima, chef uff e uenduta a Fiorenti
ta da u.o. ni,caduta d'ogni grandezza, & di ric!oc^et& ci' habitat ori, et diiientata
SJJo ne?*ii! •£**#$ debole, che e1 fife r m j cito a hSer Iacopo doppiano notaio ignobile
ii.deii»hift. del contado di Tijà,dijarfene Sign°re:&: dopo hauerla dominata più an-
dli còde, ni lafciarla ber -editarla a' figlinotene importare il dominio di Tifa a'Fio
nella parte rentini , Ce non per l'opportunità deijito , & per la commoditàdel mare:
di Milano ; perche l entrate lequan [e ne traheuano : erano di piccola conjiacratione*
& è tocca efiendo l'efattionifi leggieri , che di poco foprauanzauano alleipefe , elfo
chora:& Tue fer necejjità uififaceuano: con tutto che la più pane fi rifcotejfe da' mer
certe ranno c atanti fior eflieri , & per beneficio del porto di Li uomo : né ejjere circa le
l}92' mercantici
SECONDO. 41
fnercantìe,arti,& vfficij legati i Tifarti con altre leggUche fujjero legate
l'altre citta [addite de* Fioreatinidequaliconfcffando ejjèr gouernate co
Imperio modcratoy*rmanfueto;non de fiàer aitano mutare Signore : fcbe
twn haueuano quella alterigia, & oftinaticnejaquale era naturale a* Ti
fini: né anche quella perfidiale in loro era tanto notoria , ch'ella fuffe
celebrata per antichifftmo prouerbio di tutta la Tofcana : & fé quando ì
Yiorctini acquietarono Tifa ; molti Tifanijpontaneamete, &fubitofe ne
èartirono;ejfere proceduto dalla fuperbia loro impatiente ad accomoda-
re l'animo alle forile proprie^ alla fort una ;non per colpa de' Fioretini,
lattai ^li haueuano retti con %iuflitia>& co mafuctudine,& trattati tal
;
mente ,che fatto loro no eraTifa diminutaynè di ricche7^eynèdihuomw:
a:%i hauere con gràdifjtma Jpefa a ricuperato ilTorto di Liuornoyfen%a « Hauéd*»-
Hquale quella Citta era fiata abbandonata d'ogni comodità3& emolume t° daTho'
tv:& con l'introdurui lo Hudio publico di tutte lefcientiey& con molfal ™a£ Fleg»
tri modiy^r etiandio col fare cotinuare diligentemente la cura de* foffiycf Genouapa*
fcrfifempre sforati di farla frequete di habitat ori. La verità dellequali izo.nuUdu
co fé era fi maniftììayche co falfe lametationiyet calunie ofcur areno fi pò ho notato»
fata: Essere permeffa a ciajcuno il defiderare di peruenire a migliore *'• fiC* *• \
fortuna;ma Dovere anche ciafcuno patietemente tollerare quello y che
la forte fua gli ha datoialtrimeti cofonderfi tutte lefìgnorle, & tutti gli
Imperi] ,fe a ciafcunoyche èfudditoyfuffe lecito il cercare di diuétar libe-
ro:nè riputare neceffario a Fiorentini^ affaticar fi p persuadere a Carlo
Chrtfiianiffimo B^e di Fraciayquel che appartenere a lui di fare: (che efse
do He fapietift. et giufiìfftmoifi redeuano certi no fi lafcierebbe folleuare
da querele^ calunnie tato nane ; &fi ricorderebbe dafefìejfo quel che
haueffe promeffb inna%iyche l'efferato fuo fuffe riceuuto in Tifa ;quel che
fi fo lenemente haueffe giurato in Fire?e;confiderandoy che quato un I{e è
più potenteyet maggiore ytanto glie più glorio fo l'ufare la fua potetia per
conferuatione della giù fi itiay& della fede, jlppariua manifefiamete, che
da Carlo erano con più benigni orecchi uditi iTifani,&che per beneficio
loro defiderauaychc durante la guerra di l^apoli;toffefe tra tutte due le
parti fi Jb(pendeJferoyò che i Fiorentini conftntijferoyche il cotado tuttofi
tetefie daini yaffer mando che acqutfiato^che haueffe "Napoli; metterebbe
fubito a effecuttone le cofe conuenute in Fircw^e: ilche i FiorétiniyeJfendo
gidfofpetteloro tutte le parole del I\e:cofl a temente ricufauanoyricercan
dolo cogradeinllatia dell' off eruan^a delle fmejfe:a' quali p mostrare di
fatisfareyma veramente p fare opera d 'hauere da loro innanzi al tipo de
bito i "jQ.mila ducati promefi;mandò nel tepo mede fimo che partì da Bg
mayil Cardinale di S.Malò à F ir en%eyfi malandò co' Fiorentini di madarlo
per fatis fare alle dimande loro:ma in fegr etogli ordinò y che pafcendogli
difiberanxa infino che gli deffero i danari; lafciafje finalmente le cofe nel
grado mede fimo :della quale fraude fé bene i Fior etini haueffero no picco
F la dubita-
LIBRO
la dubitatione:nondimeno gli pagarono quaranta mila ducati; de9 quali il
termine era propinquo :& egli ricevuti che gli hebbeyandato a Tifa, prò*
mettendo di reflit uir e i Fiorentini nella pofieffione della città;, fé ne ritor
nò fen^a battere fatto effetto ale uno gufando fi d hauere trouati i Tifani
fi pertinaci,cbe l'autorità non era fiata efficiente a difporgli ;nè hauere
potuto cofìrignerUypercbe dal I{e no haueua riceuuta quefia comeffione :
ne a fe,che era facer dote effere fiato conveniente pigliare deliberatone al^
cuna,della quale haueffe a nafeere ejfufione di fangue Cbriftiano. Fornì
nondimeno di nuoue guardie la Cittadella nuoua , & harebbe fornito la
a Dice il yeccbiayfe gli nbaueffero cofentito iVifani;i quali crefceuano ogni dìtia
fuc.Tmenò nimo,& difor%e: perche il Duca di Milano giudicado ejjer necefiàrioycbe
feco da joo. jn <pifa fojft maggiore prefidio, & vn Condottiere di qualche ffieran?a>
chid& àìcui & valore;vbauwa,benchecopredofi con le folk e arti del nome de Geno
ti huomini uefi:madato * Lucio Malue%?o co nuoue getunericu] andò occafione al
cluaTk * cuna di fomentare le moleftie de Fiorentiniyaccio chefuffero più impediti
gieri-.&che ac( Oddere i Tifarli» conduffe Iacopo doppiano fignor e di V tombino y &
àWionnti Giouani Sauello a comune co Sanefaper dare loro animo a fodere Mo-
ni furono spulciano: laqual terra effendofi nuouamete ribellata da Fior etini a Sa
riuogHo T nefi;era Hata accettata da loro fen%a rifletto della cofederationeyche ha
Fracco ueuano infieme:nè erano in quefio tepo i Fiorentini? minore anfietày&tra
™Mal uaglioyper le co fé int cfl ine, fiche p riordinare il gouerno della Ktpublica
tiano. haueanoyfubito dopo la partita da Virente del Re, nel parlamentOycbefe
bQueflaora e ondo gli antichi coftumi loro ; è vna congregatone dell' vniuerfità decit,
tione deiso &$& mfu [a pietica del palagio pubiico,i quali con voafeoperte delibe
««"deilK raronofopra le cofe propofte dal fommo Magistrato: cofiituit a vna frette
durre il go- ^'•""VSj*?^ »>"""7.'*' — - -» — / j * r
uerao di •., ^ cittadino;era flato necefjàrio trattare di nuouo della forma del go
àV nobili , fanioy& molto Himatoyparlo fecondo cbeji atee, in quejta farm«.
ftru-CdV! h E farebbe certamenteypreftantiffimi ciitadiniymoito facile àdimoftra
forma d'eifa reyche ancor a»cbe da color o»che hanno ferino delle cofe ci uiliyil gouerno
lti£u' pò polare fia meno lodatOyche quello dvno Trincipe,&che il gouerno de
qua! tiene, */j ; ottimatiraondimeno che per efiere il defiderio della libertà defiaerto
«fai too Wtko,& quafi naturale in queUa cittày& le conditioni de cittadini prò
cra«a,&d'a suonate aWequalitàyfondameto molto neceffarw de gouerni popolari;
feb^S debba effere da noi preferito fen^a alcun dubbio a tutti gli altri :mafa-
pare foia r ebbe fuper fina quefia difl>uta>poi che in tutte le confulte di quejtt cujt e
«ifocra " fempre con yniuer fiale confentimento determinatole la città fia gouer-
nata
SECONDO. 4^
nàta colnome,& con l'autorità del popolo : ma la diuerfità de* pareri na
fce,cbe alcuni nell'or dinati one del parlamento fi fono accollati volentie-
ri a quelle forine di Republica,con legnali fi reggeua quefta Città, innati
yj che la libertà fina fuffe oppreffa dalla famiglia de' Medici : altri,nel mi
mero de quali confejfo d'ejfere io,giudicando ilgouerno cofi ordinato ba-
ttere in molte cofe più toflo nome, che effetti digouerno popolare, &$&
ventati da gli accidcnti,che da filmili gouer ni fpejfie volte rifiutarono; de-
celerano una forma più perfetta, cjrper laqualefi conftrui la concordia,
& la ficurtà de' cittadini :rofa,cbe né fecondo le ragionile fecondo l'efhe
rien%a delpaffato, fi puòfperare in quefla città > fi non fiotto ungonemo
dependente in tutto dalla potefià del popolo;ma ebefia ordinate,ct rego-
lato debitamente:ilche confi fé principalmente in due fondamenti Al pri-
mo èycbe tutti i magiftrati,& vfficij cefi per la citt adorne per il dominio
fiano difiribuiti tempo per tempo da un configlio vniuer fiale di tutti que-
gli,eh e fecondo le leggi nosìrefono habilia participare del gouerno ; fien
%a l' approuatione delqual confieglio leggi none non fi pojfino deliberare :
cofi non effendo in potefià di priuati cittadini, ne d'alcuna particolare co
Jpiratione ò/intelligentia,il diftribuirele dignità, & le autorità ; non ne
farà cficliffo alcuno, neper paffwne,ne a beneplacito d'altri : ma fi diflri-
buiranno fecondo le virtu->& fecondo i meriti de gli h uomini: & però bi
fogncra,che ciafeunofi sforai con le uirtù,co coftumi buoni, colgiouare
al publico,&al priuato, aprir fi la uia a gli honorhbifiognera che ciaficit
no sefienga da'uitìj,dal nuocere ad altri, ^finalmente da tutte le cofie o-
diofie nelle citta bene inflituite:nè farà in potefià d'uno,ò di pochi con nuo
uè leggio co l'autorità d'un magiftrato,introdurre altro g*uerno, non fi
potendo alterare queflo,fe non di uolontà del configlio vniuerjale.il fieco
do fondamento è, che le deliberationi importanti, cioè quelle, che apparte
gono alla pace,& alla guerra, alle efaminationi di leggi nuoue,& gene-
ralmete tutte le cofe necefiarie alla amminiflratione d'una citta,& domi
nio tale;fi trattino da magiflrati prepofti particolarmente a quelle cure,
& da uno con figlio piuficelto di cittadini ejperi?netati, & prudeti , che fi
deputi,dal conjìglio popolar e:per che no cadendo nell'intelletto d'ogn'uno
la cognitione di queftefacéde; bifogna fiano gouernate da quelli,che n'ha
no la capacit',& ricercando fbeffo prefiex^a,b figreto non fi poffono né
con fdt are, né deliberare con la moltitudine :nè è neceffario alla confierua
tione della libertà,che le cofie tali fi trattino in numeri molto larghi;per
che la libert rimane ficur a ogni uolta,che la diftributione de' magiftra-
ti,& la deliberatone delle leggi nuoue depedino dal cofientimeto vniuer
fate. Troueduto adunque a quttte due cofe ; refla ordinato ilgouerno ne
ramete popolare, fondata la libertà della citta, fi abilita la forma lodeuo
le,& durabile della F^epublica:fche molte altre cofie,che tédono a far e il
gouerno )delquale fii parlaypiu perfetto; èpiuapropofito differire ad al-
F 2 tro
l r ■ b ■ R o
tro tepo,pet no confondere tanto in quefli principi'] le meti de gli buomim
fofpcttofi per la memoria della tirannide paffata;& i quali non affuefat
ti a trattare go iter ni liberi ;non pojjbno conoscere interamente quello , che
fia neceffario ordinare alla conferuatione delta libertà; & fono cofe,che
per no effere tanto fuflàtiali fi differirono ficur amente a più comodo tem
pò, &a migliore occafione.jlmerano ogni dì più i cittadini quesla forma
di l^pablica, & effendo per l'eflerienxa ogni di pia capaci della verità ;
de fidtr erano, che ilgouerno cotinuametefìa limato ,et codotto ali intera
perfettione;& in queflo me%o fi JòH intera mediante i due fondamenti fo-
pradett'r.i quali quanto fia facile ordinare,& quanto frutto partorifehii
no;non folofipuò dimoftrare co molte ragìoni;mz etiadio appari fee chia
rifjlmaméteper l'effempio: perche il reggimento deVinitiam,fe ben* è prò
prio de* gentil' huomini;non fono però i geni il 'h uomini, altro che cittadini
priuati,& tanti in numero,& dì fi dìuerfe conditìoni,& qualità, che egli
non fi può negar e,che e* non participi molto delgouerno popolare, & che
da noi non pojfa effere imitato in molte parti ; & nondimeno è fondato
principalmente in fu quefte due bafejnfu le quali quella Rgpublica cofer
uata per tanti fecoli, infume con la libertà l'unione,^ la cocordia aitile,
èfalita in tanta gloria, & grandeiga: né è proceduta dal fito, come mol-
ti credono, l'unione de Vinitiani,perche & in quel fito potrtbbono effere,
& fono fiate qualche volta difcordie,& feditioni; ma dall' effere la fornici
delgouerno fi bene ordinata,^ fi bene proportionata afe medefima , che
per neceffìtà produce effetti fi pretiofi,& ammirabili, T^e ci debbano me-
no muo nere gli effempi noflri,che glialieniima cofiderandogli p il contro;
rio:perche il non battere mai la citta 'noflra battuto forma di gouerno fil-
mile a queflo ; è flato caufa,che fempre le cofe noftre fono fiate fottopofle
a fi fpeffe mutationi;hora conculcate dalla violenta delle Tir annidi ;hora
lacerate dalla difeordia ambitìofa,& auara di pochi;hora coquaffate dal
la licetia sfrenata della moltitudine;^ doue le citta furono edificate per
la quiete,& felice vita degli babitatori;i frutti de no(lrigouerni,le no-
flrefelicità,i noslri ripofhfono flati le confi fcationi de noftri ben'hgli cfì-
lij,le decapitationi de* noslri infelici cittadinimon è ilgouerno introdotto
nel parlameto diuerfo da quegli, eh e altre uolte fono flati in quefla citta,
i quali fono flati pieni di difcordie,& di calamità,& dopo infiniti tratta-
gli publici,& prillati hano finalmete partorito le tiranidi:j'che, non per
altro,che per quefte cagioni oppreffe appreffo a' noìlri antichi la liberti
il Duca d! jltene,non peraltro V oppreffe ne tempi feguenti Co fimo de" Me,
dicinièfi debbe batterne ammirazione, per che come la difiributionede'Ma.
giftrati,& la deliberatane delle leggi no hanno bifogno quotidiano del co
fenfo comune;ma dependono dall'arbitrio di numero minore ;aìlhor a inte
ti i cittadini non più al beneficio publico; ma a cupidità , &fini priuati ;
fttrgono le fette, & le confèirat ioni particolari, adequali fono congiunte
le
SECONDA. 4$
le diuifionìdì tutta la cittdypefte & morte certi fjìma di tutte le T{efubli-
che,& di tutti gHìmferu. Quanto è adunque maggior prudentia fuggire
quelle forme di gouerno ylequali con le ragioniy& co l'efjempio di noi mede
fimi poffiamo conofcere pernitiofe?& accollar fi a quelle, lequali con le ra
gioni>&con l'efiempio d' altri poffiamo conofcere falutifer e >& feti cifper-
cbeyio dirò pur e, sformato dalla uerità,quefta parolayche nella città noflra a q»ì p<ì(,
fempre ungouerno ordinato in modo , che pochi cittadini ubabbiano im- "^CJ l'e*é-
moder -ai a autorità;} ara un gouerno di pochi tiì ani :ì quali faranno a tato cemujraro
più pejlifvri d' un tiranno folo quanto il male è maggioreyet nuoce più yqua franta «
to più è moltiplicato'.^ fé non altro;nonfi può per la diuerfità de' pareri, ranni m *»
& per l'ambitioney& per le uarie cupidità degli h uomini fperarui concor "^dia^iy
dia lunga:& la difeordia pernitiofiffima in ogni tempo;farebbc più perni- ca : & rhu.
tiofa in queflo , nelquale uoi hauete mandato in efilio un cittadino tanto de]je j^^-
fotente.-nelquale uoi fiate friuati d'una f arte tanto importate del uofiro deiiaiworea:
fiato : nelquale Italia y hauendo nelle uifeere efierciti forestieri y è tutta ncn^nd°
ingrauiffimi pericoli: rare uolte,& forfè non mai è flato affolut amente in Trogo n.^
fotejlà di tutta la città ordinare fé medefìma ad arbitrio fuo: laquale po-
teflà,poi che la benignità di Dio n'ha conceduta; non uogliateynocedo fom b G,l|d,A
inamente a uoifleflìy& ofeurando in eterno il nome della prudetia Eioren toniotfefpu
una: perdere loccafione di fondare un reggimeto liberoy&sì bene ordina ^qS^JJ!
tocche no folo mentreyche e1 durerà faccia felici uoi:ma poffiate prometter ne dei sode
uene la perpetuità:& cofilafciare her editarlo a * figliuoli y& a difendenti nan,°^uear"
uoflri tale teforoy& tale felicità yche già mai né uoiynè i paffati uoslril'hà no popola.
no pofiedutafo conofeiut a. Quelle furono le parole di T ago l'Antonio. fto parlami
Ma incontrario Gui£ JLntoriw ^eJpuciIurifconfultofamofoy&huomo to difcopve
d 'ingegno y& deflrexja fingolare:parlò cefi. te iattura
b Se il gouerno ordinato,preftanti(fimi cittadini nella forma propofla da dei uoigo ,
V agol' Sintomo Soderiniyproduceffe sì facilmente i fruttjyche fi defidera- come d,ace,
noycome facilmente fi dijegnano: bar ebbe certamente ilguslo molto cor- Plutarco al
rotoychi altro gouerno nella patria noflra defideraffe '.farebbe per nitio fi f takheDiol
gene metre
fimo cittadino ycbi non amaffe fommamente una forma di I{efublica9nel- g
laquale le uirtuyimeritiyel ualore de glihuomini fuffero fepra tutte l'ai iQ" ufcma
tre co fé ricono {cinti y & honorati: ma io non conofeo zia come fi pofiafbe- <!el te*tro *
i ■ u i ti n\j i i folo elio uo
rare, che uno reggimento collocato totalmente nella potejta del popolo ; ieua entrar
habbia a effere pieno di tanti beni : perche io so pure y che la ragione in- JjJ^J^
fegna , che l'efaeriewT^a lo dimoslra y & l'autorità de' ualenti huomini lo femédo che
cofermay che in tata moltitudine non fi troua taleprudentiay tale egerie J^ £l,°^£
%aytale ordineyp ilquale promettere ci foffiawoycbe i fauij hahbiano a effe & japiae fia
re antepofii a gì 'ignorati yi buoni a cattinogli ferirne tati a quelli yche no ^0^"o
bano mai maneggiato ftecéda alcuna:; che come da uno giudice incapace y che fi muo-
& imperito nofifofiono affettare fent et ie rette; cefi da un popolo, che è j^y^
fieno di cofufioneyet d'ignoràtia:nofi può aJpettareyfenof cafoyclettioneyò o ragione.
F 3 delibe-
LIBRO
delibcrationc prudente, ò ragioneuo!c:& qnHlo,che ne'goucrni publicì gli
huomini fauij , né intenti ad alcuno ausa negotio pojfo no appena difeer-
nere ; noi crediamo , che una moltitudine intlptrta , impenta > compo-
rta di tante uarietà d'ingegni,di cond'tioni,& dicofiumi, & tutta dedita
alle fine particolari facende , poffa dft ngucre.,& conoscere ìfin^a, che la
pernia/ione immcderata,che eia fi uno bara di je mede/imo, gli defìeràtut
ti all.i cupidità degli honori, ne bafterà agli b uomini nel governo popola
re godere i fratti honefti della l\bertà,che adireranno tutti a gradi prin-
cipali , 01 ad interuenire nelle deliberationi delle co fé più importanti , &
pia diffìcili : perche in noi, meno che in altun altra città regna la modejiia
del cedere a chi più fa, & a chi più merita, ma pervadendoci, che di ragio
ne tutti in tutte le co fé doniamo effere eguali, fi confonderanno, quando fa
r a in f acuità della moltitudine i luoghi della uirtu,& del ualore,& que-
lla cupidità diflefa nella maggior parte, farà potere più quelli , che meno
fapranno, o meno meriteranno: perche efìendo molto più numero; bar an-
no pi u pò f/an^a in uno flato ordinato inmodo , che i pareri s'aanouerino,
non fi pefeno:donde,che certe^jra barete uoi,che contenti della forma, la-
gnale introdurrete al pr e finte, non ài forammo predio i modi prudentemen
tepenfiti,con nnoue inuentioni, et con leggi imprudenti? allequali gli huo
mini fauij non potranno reftflere: & quefie cofifono in ogni tempo perico
lofi in ungouerno t ale ;ma faranno molto più bora:perche è natura de gli
b nomini quando fi partono da unefìremo,nelqualefono flati tenuti uiolé
temente, correre uoloterofamente fin%a fermar fi nel me^o all'altro eftre
mo. Co fi chi efee da una tiranide, fi non è ritenuto fi precipita a una sfre
nata licentiaflaquale anco fi pub gin fi amente chiamare tiranide: perche*
& un popolo è fintile a un tir anno, quando dà a chi non inerita, quando to-
glie a chi merita, quando confonde i gradi ,&le difiintioni delle perfine:
& è forfè tanto più peftifera lafua tiranide, quato è più pericolo fa Vigno
ran^a, perche non ha népefi,némifura né legge, che la malignità, che pur
fi regge con qualche regola,con qualche freno, con qualche termine : né ni
muona reffempìo déVmitianUperche in loro,& il fèto fa qualche momen
tc,& la forma delgouerno inveterata fa molto, et le co fi uifono ordinate
in modo, cheledeliberationi importanti fino più in potefià di pocbi,cbe di
molti, & gl'ingegni loro non ej fendo per natura forfè cefi acuti,come fono
gì ingegni noftriyfino molto più facili a quietar fi, & a còtentarfirnéfi reg
gè ilgouerno Vinitianofolamente con quei due fondameti, i quali fino fio.
ti coìifiderati,ma alla perfettione,tt Viabilità fua importa molto iefierui
un Doge perpetuo ,et molte altre orì'mationi; lequali chi uolejje introdur
re in quefla l\cpublica harebbe infiniti cotradittorì; perche la città no/ira
non nafee al pr e finte, né ha bora la prima uolta lafua inflitutione : però
repugnando jp e (fo alla utilità comune gli habiti inveterati,?? filettando
glibuomini , che fitto colore della confiruatione delia libertà fi cerchi di
Jufiitart
SECONDO. 44
fufcitare nuoua tirannide, non fono pergiouar gli facilmente ì configli fi-
ni,ccfi come in un corpo infetto, & abbondante di frani humori non gio -
pano le medicine ^corne in un corpo purificato:per lequai cagioni ,ct per lu-
natura delle co fé h umane, che comunemente declinano al peggio, è più da
temerebbe quello, che farà in quefio principio ordinato imperfettamente*
in progreffo di tempo interamente fi difordini;che dajperareyche ò col te-
po,ò con leoccafioìùjì riduca alla perfettione: ma non habbiamo noi gli
effempi noflri fernet cercare di quegli d'altri? che mai il popolo ha affòlu- '
tamente goucrnata quejla citta, che ella nofìa piena di difeordie, che ella
non fifa in tutto conqnaffata,& finalmente, che lo slato non habbia pre-
fio battuto matafione : &fe pure neghamo ricercare per gli ef empi d al-
tri,perche non ci ricordiamo noi» che ilgouerno totalmente popular e fe-
ce in Hpma tanti tumtt!ti>cbe fé non fu fie fiata lafcientia,& la prontez-
za militar e, far ebbe fiata breue la nita di quella Rgpublicafpertbe non ci
ricordiamo noi, che ^Atene fior idi] sima & potenti fsima citta, non per
altro perdei 'imperio fuo & poi cadde in jeruitu de' fuoi cittadini,^- fore
fiieri che per dìfporfi k co fé grani con le deliberationi della moltitudine.
Ma io no ueggoper qual cagione fi poffa dire,cbe nel modo introdotto nel
par lamento, non fi ritroni interamente la libertà: perche ognicofa riferi-
ta alla dijjjo fittone de' magifirati,i quali non fono perpetui, ma fi fc ambia
no, né fono eletti da pocbi,an%iapprouati da molti hanno fecondo l'antica
confuetudine della città a efiere rimefjì ad arbitrio della Jorte:però come
pojfano efiere difiribuitì per fette, ,ò per uoluntà de* cittadini particolari*
baremo bene maggiore certe%^a,che leficende più importanti far ano efa
minate , & indiritte dagli huomini più fauij, pia pratichi, é* piàgraui,i
quali le gouerner ano con altro ordmc,con altro fegreto,con altra maturi
tà, che non farebbe il a popolo incapace delle co fé, tal uolta quando meno a Dem
bi fogna , profufiffìmo nello fendere , taluolta ne maggiori bifogni tanto ne nella prl
flr 'etto, che fyefio per piccoli/fimo riff tarmo incorre ingrauiffimefpefe, & J^Vam^ dl
pericoli. Et e importatifjìma, come ha detto Vago /' ^Antonio , l'infermità tabiieeftvui
dltalia,& particolarmente quella della patria noftra: però che imprudé &vv&Tùm
Rifarebbe quando bi fognano i medici più periti,& più efperti, rimetter fi «quid coi'
in quelli ,che hanno minore perita,^ cfperien^af e da confiderare in ulti- aut^oiit'
monche in maggiore quiete manterrete il popolo uoslro, più facilmente lo nò facile in
condurrete alle deliberationi jalutifere a fé slejfo , & al bene uniuerfale, fo, ,ftl po
dandogli moderata parte* & autorità .'perche rimettendo a fuo arbitrio
affo iuta-mente ogni co fa; farà pericolo non diuenti infoiente, et troppo dif-
ficile , c-7* ritrofo a configli de uoflri fauij , ejr affettionati cittadini.
Harebbe ne configliene* quali non mterueniua numero molto-grtàide dì
cittadini; potuto più quella fent et ia,che tcndeua alla j orma non tato lar
ga del gommo, fé nella delibcratwne degli b uomini rio f-fie fiata mcfrola
ta L'autorità diuina,per la bocca ài Girolamo Sauonarola da Ferrara, fra
F 4 ti
LIBRO
te del? ordine deJT?redicatori.Coflui,hauendo efpoflo publicamente il ner-
bo di Dio fin anni continui in Firenze, & aggiunta a [ingoiare dottrina^
grandi ([ima fama difantitd; bauza apprcffo alla maggiore parte del pò
polo v e di e ito fi nome, <^r credito di Vrofeta: perche nel tempo,che in Ita
Ha non appari uà fegno alcuno, feno di gràdijfima tranquillità; hauea nel
a con Tcri lefuepredicationi predetto molte uolte la venuta d' efferati foreftieri
uè il Bene. -in [taijayCon tanto fpauento de gli io uomini, che e non refiflerebbono loro
Mno '1494. ne mura, né efferati, affermando non predire queflo,& molte altre cofe, le
predicando ^ cotinuamete prediceua,pcr dijcorfo humano,ne per faentie di fcrit
la Quareu- 1 . « r ì- • • 1 ■ 1
ma un r*H- ture;ma femplicemente per diurna reuetatione, & hauea accennato anco
giofo i no. ra auaic]oe cora dena mutatione dello fiato di Fiorente : & in quello te-
udrà; annun 1 J . ?/- 111 11 ir*
ciò uerifi- pò deteflando publicamente la forma deliberata nel par lamento', afferma.
"lìeTdtcadi ua ^a volontà di Dio effere che e' s 'ordinaffe un gouerno affolut amente pò
m haureb. polare;& in modo,che e' non haueffe a effere in poteflà di pochi cittadini
to^ntonìo alterartene la ficurtà,nè la libertà de gli altri : talmente che congiunta
alle lor mu la riuerentia di tanto nome al defiderio dimolti,non potettono quegli,che
lf FraS0 fentiuano altrimenti refiftere a tanta inclinatione: & però ejfendofiven
suizxeri,Te filata quefta materia in molte confulte;fu finalmente determinato, che e*
tr? natfoni fi faceffe vn configlìo di tutti i cittadini, non vi interuenedo,come in mot
aflai , fi co- xe parti d'Italia fi diuulgò, la feccia della plebe: mafolamente color o,che
me auuene. ^ ^^. mtfcfa ^ella città erano habili a participare delgonernomel
quale configlio no s'haueffe a trattar e,ò a difporre altroché eleggere tut
gii Athenie ti ìmagifìrati per la città,&per il dominio,& confermare iprouedimen
a flati eira. tj fè danari,& tutte le leggi ordinate prima ne' magiftrati, & negli al-
ufntà tirar, tri configli più Hretti:& acciochefi leuajfero l'occafioni delle difeordie ci
ni; finaimen #///>£// afficur afferò più gli animi di ciafcunoifu per publico decret o prò
ranni;fi riu. hibito,feguitando in queflo l'effempio de gli t> jLteniefi,che i delitti , & le fc
nìrono info ^asgreffioni comeffe per il paffato circa le co fé dello flato, non fi poteffero
che' non na. riconofcere:infu i quali fondamenti fi farebbe forfè conflituito un gouer-
«rf^er™" no ^en reg°lat0>& labile, fé fi fuffero neltépo mede fimo introdotti tut*
fatti pafla- ti quegli ordini,che caddono infino allhora in cofideratione degli h uomini
"o^aftfet™ prudenticma non fi potedo quefte cofe deliberare fen^a cofenfo di molti,i
con giura, quali per la memoria delle cofe paffate erano pieni di foretto ; fu giudica
Merfit0fc*or1.0 t0>c^e ftr allhora fi tofìituiffe il con figlio grande, come fondamento della
dar dell'in- nuoua libertà, rimettendo a fare quel che mancaua all'occaftone de* tepi;
ia^fu'detta & quando l'utilità publicafuffe mediate l'efperien^a conofeiuta da quel
u legge del li,che non erano capaci di conofcerla mediante la ragione,& il giuditio •
cioèden'o'- Tr attagli auano in maniera tale le cofe di Tofcana.Ma in queflo me%p il
bigione. ]\e di Fracia acquijlato che hebbe Ts(apoli,attedeua per dare perfettione
&eUde?Hb! a^a vittoria a due cofe principalmeted'vna ad efpugnare Caflelnuouo,et
5.M.Tuiiio, caflel dell' Pouof or teyja di T<lapoli,lequalifi teneuano ancora per Verdi
ieri?0 * naado;percbe co piccola difficultà hauea ottenuta la Torre di S.V incen-
tri,
S E C O N D O. 45
tio>edìf!cata per guardia del porto: l'altra a ridurre ad ubidìetiafua tut
to il Reame : nellecjuali co fé la fortuna la mede finta benignità gli dimo-
flraua:percbe Caflelnouo babitatione de'Bg pofio in fu'l lito del mareyf la
viltà,& auaritia di cinquecento fanti Tedefchiyche v'errano a guerdia;
fatta leggiere diffefa *s' arrende ycon coditione,che n'ufciJJerofaluiy & co
tutta la robayche effì mede/imi poteffero portarne: nelquale effendo copia a ìl Gì°l»°
grandiffima divettouaglieyCarlo fen%a confideratione di quelloy che pò- mainarne
tefie f acceder e ; le donò ad alcuni de' fuoi:& caflel dell' Vouo>ilqu ale fon to dj.<iueft»
iato dentro almare inju vno maffogià contigno alla terra;mafeparato due ch'esiì,
ne anticamente per opera di Luculloyfi cogiugne co vnoflretto potè al lito facchesgi »
poco lontano da l^apoliy battuto continuamete dall' artiglierie yb e eh e pò ìoro reaie^
tejfero offendere la muraglia; ma non il viuo del maJJo:fi conuenne dopo j?uvalea,^-
non molti dì d 'arrender fi yin cafo ebefra otto giorni non fuffe foccorfo;& d'oro . e ìi
a 'capitani y& allegeti d'arme mandate in diuerfe parti del Keame,anda ^ì^ìiui'
uano incotro parecchie giornate ibaroniye ifindachi delle comunità, face li di NaPo-
doagara tra loro befferei primi a ricevergli, &cotàtayò inclinatione, dai^eca'r-
ò terrore diciafcunoyche i caftellani delle fortezze quafi tutti fen^a refi io etpugna-
flen%a le dettono:& la rocca di Gaetaych'era ben prouedutaycombattuta foS^a" p&
leggiermente ;s 'arrende a difcretionejn modo che b in pocbiffimi giorni co Pa"e per da
ineflimabile facilità tutto' l Bggnofi ridujfe in poteftà di Carlo ^eccetto l'i nan*
fola d'lfchiay& le fortezze di Brindi fi y& di GaliopoluTugliay&in Ca b in tredici
lauria la fortezza di Rgggioy città pofla in sa la puta d'Italia allincotro fé u'corìol
di Sicilia ytenedo fi la città per Carloy& la Turpiayet la Matiaylequali da Ma il gìo-
■hV,W,\h,/i vfVo^v/iw/i ìt> UÌAìovp Ai C^z-m. ™* vi^„r^An Ai a*»* ;*» Ar.™i uio recita,
tà di Brindi fi yallaquale non hauendo Carlo mandato get e yan%i per negli-
genza nofolo non efl>editi;ma appena vditi ifindacbifuoi madati a J^a- deuotió^e*
poliyper capitolare ;hebbono quelliych> erano pFerdinàdo nelle fortezze Francefi.
f acuità di ritirare Jpontaneamete la città alla deuotione *Ar agone fé :( lo
quale effempio la città di Otratoyc'hauea chiamato il nome di ¥raciay no
vandado alcuno a riceuerla;non cotinuò nella medefima difftofitione.^ìn
daronoyda Alfonfo Daualo Mar che fé diVefcara in fuorayìlquale laf ciato
inCaftel nouo daVerdinado l'haueuaycome s'accorfe dell 'inclinai ione dt
Tedefchi ad arrederfi,feguitatoy & due b tre altri y che per hauere Carlo
donati gli flati loro ,s erano fuggiti in Sicilta;tutti Signoriy& Baroni del
Bearne à fare homaggio al nuouo Bgùlquale de fiderò fo di ftabilire total-
metep uia di cocordia sì grade acquifto;hauea innari che otteneffe caflel
dell 'V ouo ^chiamato a fé fotto faluocodutto Do Federigo : ilqualef effer
dimorato più anni nella Corte del T?adrey& $ la cogiuntione del pareta-
do hauuta col Bgyera grato a tutti i Signor iFrace fi: alquale offerfe di da
te a Ferdinado in cafo rilafciaffe quello, che gli reflaua nel reame flatiyet
entrate
r, I B K u
Mitrate grandi in Trancia, & a lui dare ricompenfa abbondante di tut-
to quello ni pofjedeua . Mtf e/fendo nota a Don Federigo la deliberatione
del nipote,dinon accettare partito alcuno fé non recandogli la Calauria,
rijpojè con gratti par ole,che poi che Dio ila fortuna,& la uoluntàdi tutti
gli huomini erano concorde a dargli il Reame di Klapoli,che Ferdinando,
non uolendofar refifien%a a quefta fatale dijpofitione,nè riputando fi uer-
gogna il cedere a un tanto l\e , uoleua non meno che gli altri fi are a fua
ii\biàien%a,& diuotione,pur che da lui gli fuffe conceduta qualche par-
Jon Squali te ^ Reame, accennando della Calauria, nellaquale flando non come J\e;
il Re Ferran ma come uno de* fuoi Baroni ypotejfe adorare la clemenza, e*r la magnani
N°pPoU\i£e mttà del J\e di Francia,al cui feruigiojperaua d'h attere ^qualche uolta oc
il Giouip , cafione di dimoHrare quella uirtù,ahe la mala fortuna gli haueua uietato
io?c_H co! di potere per la falute di fé mede/imo efkrcitare,quefto configlio non fo-
no fcrìue ter e effere a Carlo di maggiore gloria,& fimile a* configli di quelli memo
r abili apprefio air antichità^ quali con tali opere haueuano fatto immor
b Delia mor tale il nome loro,& confegttito appreffo a* popoligli honori diuini,ma no
Geriin*oGa eff ere configlio menoficuro , che glorio fo, perche ridotto Ferdinando al*
ne par5 che la fua diuotione , bar ebbe il Regno Riabilito ,niharebbe a temere del-
àthtvt '"& ^ mutatione della fortuna : della\juale era proprio ogni uolta , che
dei luogo le uittorie non s'afficuraudno con moderatane, & con pritdentia , macu-
escorio" lare con qualche cafo inopinato la gloria guadagnata. Ma parendo a Car
mail gìo. lo , che il concedere parte alcuna delegarne al fuo competitore, met-
cìveflb mo! teffe tutto il refto m manifeftijfimo pericolò; Don Federigo fi partì difeon
ri in <• aeta, de da lui : & Ferdinando poi che furono arrendute le cafidla , fé n'andò
Recarlo foC con a quattordici galee fonili male armate, con leqnali s'era partito da ;
fé uenuto a 7{apoli, in Sicilia, per efftre parato ad ogni occafione, lafciato a guardia
chePf^poco della rocca d'I fchialnico Danaio fratello dì }jll fon fo, huomini amedue di
t7dih * Hirìu& di fede egregia uerfo ilfno Signore. Ma Carlo per priuare i nimi
nai di vaie ci di quello ricettacolo, molto opportuno a turbare il J\eame,ui madò lyar
"• Ma.c*T?(" mata,che finalmente era arriuata nel porto dUs[apoli,laquale trottata la
ueieno a ter terra abbandonata non comabttè la rocca , dijperandofi per la foriera
™n*ì fa"°- fua di poterla ottenere: però deliberò il Rg fare uenire altri legni di Vro-
£apa m'iuc uen%a , & da Genoua per pigliare ifchia , & afficurare limare infeftato
a"/* h6fej Tua^J€ uo^ta da Ferdinando. Ma non era pari alla fortuna la diligentìa,
gìouìo :ìu o il configlio, go iter nandofi tutte le co fé freddamente, & con grandifjìma
Jh'eBaf" ' 'negligenti a, ^ confufione: perche i Fr ance fi diuentatiper tata profferita
hautua prò più infoienti chel foLtOilafciando portare al cafo le cofe di momento, non
scMTiii* àttedeuano ad altroché al fefteggiare , & a piaceri, & quelli , ch'erano
[r/& la grandi apprejfo al J{e,a canate priuat amente della un tona più frutto pò
' renano ,jenza confideratione alcuna della dignità , ò dell'utilità del fuo
:a principe nelquale tempo morì bin Tsjapoli Gemm Ottoniamo cofommo di l
sari ìtU {}ìacere di Carlo, perche lo riputaua grandiffimo fondamento alla guer-
ra,
SECONDO. 45
ra > laquale haueua in animo di fare contro all'Imperio de* Turchi) &fi
credette molto coflantemente,cbe lafua morte fuffe proceduta da ueleno,
datogli a tempo terminato dal Tontefice , ò perchebauendolo conceduto
contro alla fua volontà > & per queflo prìuatcfì de* quaranta mila duca-
ti,cbe ciafcvu'anno gli pagava Baifet jno fratello , pigliarle per confata-
tene dello fdegno , che chi ne l'haueua privato non riceuefje di lui com-
moditàyò per inuidia ch'egli porta/fé alla gloria di Carlo, & forfè temen-
do y c battendo profperi fuccejfi contro agl'infedeli , uolgeffe poi i pia fieri
fuoiycome, benché per intereffi privati yera /limolato continuameteda mol
tiy a riformare le coje della cine fa y lequali allontana te fi totalmente dagli
antichi coflumi > faceuano ogni giorno minore l'autorità della Chrifliana
rel.gioneytenendo per certo ciafcunoy che haueffe a declinare molto più nel
fuo VonteficatOyilqualeacquiftato con pefiime artiynonfu forjegia mai al
la memoria degli huomini amminiftrato con peggiorile mancò chi credef
fey perche la natura peffima del Tontefice faceua credibile in lui qualun-
que iniquità;cbeBaifetyCome intefe il Bg di Fracia preparar fi a pafìare in
Italia,L'bauejfe per melodi * Giorgio Bucciardo corrotto co danari apri a Giorgi*
vare Gemin della uitaMa no celiando per la fua morte Carlo yilquale più Bucciardo I
„ . „•' ,r * r ,. 1 l 1 tu Genoue-
con prontezza d animo, che co prudenza, & conjiglio procedeua 3 ai pen. fe,& dai p«
fare alla guerra contra 1 Turchi ; mandò in Grecia l'^Arciuefcouo dìDu- ^^J^to
raigo di natione jLlbanefeiperche gli daua Jperan^a difufcitare per me- coftantino
3^0 di certi fuor vf citi qualche mouimento in quella prouincia. Ma nuoui coVfa^li
accidenti lo coftr infero a uolger e l'animo a nuoui pi fieri JL% detto difopra fapere i>ap.
che la cupidità d'iifurpare il Ducato di Milano ,& la paura e haueua de SciT/d/Fra
gli jlr agone fi y& di Tiero de' Medici inducono Lodovico Sforma a procu eia conerà
rare cbelBgdi Fràcìa paffafiein Italia:per la venuta delquakypoicheb {j^rlman
he ottenuto il fuo ambitiofo defiderioy& che gli dragone fi furono ridot- dò co Dau-
tiin tante ang>*fiie,che appena potevano la propria falute foftentare; co- "s°aiUOpapa
minciò a tre tentar fe?lt innanzi a vii occhi il fecondo timore molto più co denari ; i
r 1 • • n 1 i) ■ \ 1 r • \ • f * , quali gli Fa
potentey& molto più giujto che l primo;cioe,la jeruitu imminente a \e,& ?on to?tidai
a tutti gl'Italiani^ fé alla prontezza del % di Francia II reame di Ts(apo Prefètto ài
li s'aggiugnefie : però haueua desiderato > che Carlo trouaffe nel dominio hìtfnS dei
de' Fiorentini maggiore di fficultày& veduto effergli flato facilismo il co p^a. gìu-
giugnerfi quella R,epublica;& che con la mede/ima facilità haueua fupe- ^ouere.
rato l'oppofttione del Tonttfice;& che fenxa oftacolo alcuno entraua nel
Kegno di Napoli; gli pareua ogni dì tanto maggiore il fuo pericolo;quan
to riufeiua maggior e,& più facile il corfo della vittoria de' Fr ance fi . //
medi fimo timore cominciaua a occupare l'animo del Senato Vinit<ano:il
quale effendo perfeuerato nella prima deliberatale diconferuarfi neutra
Xeisera con tanta circonjftettione ajienuto nonfolo da' fatti, ma da tutte
le dimoslraticniyche lo poteffero fare fumetto di maggiore inclinatione al
(una f artiche ali attracchi hamdo eletti ambafetatori al Re di Francia
*tntQni$
LIBRO
Antonio loredano,& Domenico Triuifanomon però prima , che quando
intefe,che baueua paffuti i monti;haueua tardato tato a mandargli ckei
I{e prima di loro era arriuato in Yiren%e:ma uedendo poi l'impeto di tari
ta proferita, & che il Bg come un folgore fen%a refifie%a alcuna per tut
ta Italia difcorreua\cominciò a riputare pericolo proprio il danno alieno,
& a temere che alla ruina de gli altri haueffe a efiere congiunta la fua :
& maffimamente che l'hauere Carlo occupato T i fa ,& l'altre forte^e
de' Fiorentini;lafciata guardia in Siena;& fatto poi il mede fimo nello fta
to della chiefaipareuafegno penfafie più oltreché folamete al regno Ti*
politano: però prontamente preftò gli orecchi alle perfuafioni di Lodoui-
co Sfor%a:ilqualefubito, che a Carlo cederono i Fior etini ;haueua comm
ciato a confortare, che infieme con hi rimediaffero ay pericoli communi :
&fi crede,chefe Carlo,ò in terra di Roma,ò nellenrrata del regno di Va
poli hauefìe rincontrato in qualche difficultà;karebbono prefe l'armi^ con
giuntamele contra lui. Ma la uittona fucceduta con tanta celerità pre
Henne tutte le co fesche fi trattauano perimpedirla.Etgia Carlo infoffet-
tito de gli andamenti di Lodouico haueua dopo l'acquilo diNapolicodot
to Gianiacopo da Triufyo con cento lande, & con honorata prouifione,
& congiuntifi con molte promeffe il Card.¥regofo,& Obietto dalFiefco,
quelli per inflrumenti potenti a trauagllare le co fé di Genoua: quello per
efiere capo della parte Guelfa in Milano,& hauere l'animo alieniffimo da
Lodouico; alquale fimilmente ricufaua di dare il principato di Taranto,
allegando non efiere obligatoy fé non quando haneffe conquisto tutto il
Bearne. Lequali cofe ejjendo moleflifime a Lodouico; fece ritenere dodect
gelee,che per il %e s'armauano a Genoua; & prohibì,che alcuni Ugni per
a Nel Bem. lui non uisarmajfero : da che il B^ fi lamentò, efier proceduto, che e non
chefi» vii ! hauefìe tentato di nuouo con maggiore apparato d'cffugnare Ijcbia.Cre-
tianì erano fcendo adunque da ogni parte continuamente i foffetti,& gli Jdegni,&ba
df cado? hauedo l'acquilo tanto fubito di Napoli raffrettavo al* Senato Vini-
perciochein tiano,& al Duca di pericolo maggior e,& più propinquo;furono ^cel/tta
bofraìa con » a non differire di mettere in efecutione i loro penfieri: alla quale delibi
tra ioro,di- rat ione gli faceua procedere con maggiore animo la compagnia poterne ,
eh" tn Ìl che haueuanoiperche al mede fimo non era meno pronto il Tontefice impau
ra confede, rito fopramodo de Vrancefi,ne meno pronto tAaffimiliano Ce far e, alquale
s Webbe ' per molte cagionile haueua d'inimicitia con la corona di ¥rancia,et per
potuto pen. [ingiurie grauiffìme riceuute da Carlo;furono in ogni tepo più, che a tut
«€7&1ofi£ tigli altri moleHifime le profferita Vrancefi. Ma quelli, ne' quali i Vini-
fuperbito tiani ,& Lodouico maggiore ,& più fermo fondamento faceuano;erano
iPpeerit"nPon Ferdinando^ ifabella *?,& B^ina di Spagnad quali efiendofi poco inna
uctieua Piu ~;jW0W per a[tro effetto, che per rihauere da lui la Contea di Fgffiglione >
Svine obligatia Carlo a non gì impedire l'acquiflo di Vapoli;s'haueuano afiuta
tia conbuo mnU inrmo allhora lafciata libera la facilità di fan il contrario: 'per che
nacera. * * (\ee
5 E CO N D O. 47
(fé è uerò quel che effì publicarono jfu aggiunta ne capitoli fatti per quel
la refiìtutione una claufula di non efferc tenuti a cofa alcuna , che il prc-
iuditio della cbiefa concernefie: con laquale eccettione infermano , che
fél Pontefice per l'intereffe del fuo feudo gli ricer caffè ad aiutare il
Regno di l^apoli ; era in poteflà loro il farlo fen'^a contrauenire alla
fede data, & alle promeffe . <siggiunfono poi , che per i medefimi capito-
li era probibito loro l'opporfi a Carlo, in cafo conflafie quel Reame ap-
partener fi a lui giuridicamente . Ma quale fìa di quejle cofe la uerità ,
certo èjcbe fubito,che bebbono ricuperate quelle terre; no n folo comincia
tono a darcfperan'xa a gli ^Aragonefi d'aiutargli,^ a fare occultamente
infìantia col V onte fi e e, che non abbandonale la caufa loro;ma bauedo nel
principio confortato il l{e di Francia con moderate parole,& come amato
ri delia gloria fi: a>et mejfi dal %elo della religione,a uoltarepiu toflo Far
mi contra gli infedeli,cbe contra i Chrifìiani;cotinuauano nel confortarlo
al medtfimomia con maggior efficacia, & con parole più f off) et te, quanto mila fa"™*
più procedeua innanzi quella fpeditione dequali (che bauefjero più autori & £?y ca-
tày& f nutrire con maggiore [per an?a il Tontefice,&gli dragone fi; & g ìouìÓCe li
nodimeno dall'altra parte largendo fama dipenfare folamente alla cu- *èbo.^IJu«
elodia di Sicilia;prepar auano di madami per mare urì armata, che u'arri n,& 500. ca
nò dopo la perdita diNapolijbecbe con apparato, fé e ondo il coflume loro, "^ ln ^°*
maggiore nelle dimoftrationi,che negli effetti:perche no conduffe piu,che
<a ottoceto Giannetarii,&mille fanti Spaenuoli.Co quelle fimulationi era t . Scril,e i!
no proceduti,injino a tato,cbe l'bauere 1 Colonneji occupata OJtia,& 1 mi non inFio-
nacci, ebe dal Re di Francia fi face nano contra il Vontefice,dette loro più [fn.za;ma itl
bonefia occafione di mandare fuor a quel che haneuano coceputo nell'ani- tonìofonfè
modaquale abbracciando prontamente feciono da b ^Antonio Fonfeca loro faf"a par-
ambafciatore proteflare apertamente al Rg,quando era in Virente, che fé Re Carlos
condo l'ufficio de Trincipi Chrifliani; piglierebbono la difenfione del Von temide!
tefice, & del regno Ts(apolit ano, feudo della cbiefa Bimana, et già bauedo fuo parlarne
cominciato a trattare co' Finiti ani, & col Duca di Milano di collegar fi , fi°a"-e°&° ef
intefa che bebbono la fuga degli Ar agone fi ;gli follecit auano cograndiffi foggine ,
ma insìantia ad intender fi co loro, per laficurtà comune cotra i Francefi. c^?™l\*l
t Vero fìnalmete c del rnefe d'aprile nella citta di Vinetia, doue erano gli iideii»acc©r
ambasciatori di tutti quefii principi; fu cotratta confederatione tra'lVo t°A & ^a*
tefice,ìl B^ de'Romani, i ]\e di Spagnai Finitianì,& il Duca di Milano :il eia.
titolo,& lapublicatione della quale fu folamete a difefa de gli fiati l'uno c IIGiou-0
dell' altro, riferbàdo luogo a chiunque uolefie entranti co le coditioni con e »i cono'
ueméti.Magiudicado tutti necefìario d'operare cbel Bg di Francia no te- (™o "Vi"
neffe il Bearne di ls[apoli',fu ne' capìtoli più fegreti conuenuto,chele genti caiendfi tw
Spagnuolc uenute ì Sicilia aiutaflero Verdinàdo d' Aragona alla ricupera ££mio più
tione di quel Bearne ilquale con fperan^a grande della uolontà de popoli dentarne -
trattaua d'entrare nella Calauria3& che i/initiani nel tempo mede/imo Z^J^' d*
affai-
LIBRO
affali afferò con l'armata loro i luoghi maritimi: sfor?affefi il Duca di Mi
lanorfer impedire Je di Francia ueniffe nuouo foccorfofd 'occupare la cit~
tà djlfl'h nella quale con piccole for%e era rimalo il Buca d'Orliens : (jr
che a I\e de Romaniy& di Spagna fufie data da gli altri confederati cer
ta quantità di dauariyaccioche ciafcuno di loro rompeffe con potente ejfer
cito la guerra delBggno di Francia.Defiderarono oltra quefle co fé i con*
federattyche tutta Italia fuffe unita in una medefima uoluntà : & perciò
fecciono inflantiay che i Fiorentini^ il Duca di Ferrara entrafjero nella
tnedeftma confederatione:ricusò il Duca , richieflone innanzi chela lega
fi public affé Ripigliar e l'arme contra il 1\e:& dall'altra parte con caute
la Italiana confentì , che Don jllfonfo fuo primogenito fi conduce ffe col
Duca di Milano con centocinquanta b uomini d'arme con titolo di Luogo
tenente delle f uè genti. Diuer fa era la caufa de Fiorentini inuitati alla co
federatane con offerte grandi > & che haueano giuflijjìme cagioni d'alte*
narfi dal I{e:perche publicata che fu la legayLodouico Sforila offerfe lo*
ro in nome di tutti i confederati, in cafo uentr afiero , tutte le for7,e loro
per reftHere al Keyfe ritornando da ISlapoli tentale d' offendergli y& dya*
iut ar gli come prima fi pot effe alla ricuperatone di Tifa , & di Liuorno •
Et dall'altra parte il I{e dijpre^ate lepromeffe fatte in Firenze y né da
principio gli baueua reintegrati nella pofftffione delle terrene dopo l ac-
quilo di Islapoli restituite le fortex^ypotlponendo lafedepropriay & il
giuramento al configlio di color oyche fauorendo la caufa de* Tijaniyper-
fuadeuano che i Fiorentini yfub ito che fuffero reintegrati ; fi unir ebbono
con gli altri Italiani: a quali s opponeua freddamente il Cardinale di San
Malò,benche hauefìe riceuuti molti danari, per non ucnire per caufa loro
in controuerfia con gli altri grandi, ls(é folo in quejla,ma in moW altre co
* Difcorre fé baueua dimoflrato il I{e non tener conto né della fede, né di quello > che
cotfbeu or S& PoteJJe *n tempo tale importare l'adherentia de Fiorentini ; in modo ,
ramento di che querelando fi gli Oratori loro della ribellione di Monte Tulciano,&fa
tornoVya cen^° injiantiaycbe come era tenuto ^coflrignefie i Sane fi a retti tuir lo; ri-
ceri , & alle Jpofe quafi deridendo ;che pofi'io fare y fé i fudditi uoflriyper effer mal trat
che^'erano tati fi ribellanoìEt nondimeno i Fiorentini non fi lafciando traportare dal
occupate le lo fdegno contra la propria utilità;del,berarono di non udire le richiede
feìi in Ma" de collegati : fi per non prò uocare di nuouo contra Je nel ritorno del Bg
poii;ma per l'arme Francefi:come perche poteuano fberare più la reflit utione di quel
mio parere, 7 . , » . ,,, l . l Jl. }. . 'J . n l
non conta. <>e terre da chi l baueua in mano :& perche confi dauano poco in quejle prò
%ntlP^%°à melìe».faPen^0^elfer^ efvfi a Vimtianiyper le oppofitionifatte in diuerfi
deir'hiih). tempi all'imprefe loroy& conofeendofi manifeftamenteyche Lodouico Sfor
"o'a Ì*S* ^ tiàjpiraua per fé . Tsielqual tempo eragia la riputatane deFranceft
co , quanto cominciata a diminuire molto nel B^gno di Tslapoli: perche a occupati da'
h\ì da0^ Vlactri &gouernandofi a cafomon haucuano attefo a cacciare gli jLrago
ito auttoie. nefi di quei pochi luoghifchc fi teneuano per loro,comefe bauefiero fegui-
" to
SECONDO. ì*
to il fauore della Fortuna , farebbe [acceduto facilmente : ma molto più,
era diminuita la gratia, perche fé bene a popoli il I{e molto liberale , &
benigno dimoflratofi fuffe, concedendo per tutto Idearne tanti priuilegiJjy
& efentioniyckc afcendeuano ciafcmvanno a più di dugento mila ducati :
nondimeno non erano [late l altre cofe indirizzate co quell 'or 'dine ;et pru-
dentia,cbcfi doueuaiperche egli alieno dalle fatiche, & dall'udire le que-
rele,e ideftderij de gli huominidafciaua totalmente il pefo delle faccende
a'fuoi: i quali parte per incapacità, parte per auaritia confi fero tutte le
co fé .'perche la nobiltà non fu raccolta ne con humanitdynè con premij:dif
ficultàgrandi/Jima ad entrare nelle camereyet audientie del Re:non fatta
difiintione da huomo3a huomo: non ricono fciuti,fe non a cafo i meriti delle
pcrfone:non confermati gli animi di coloro %cb e naturalmente erano alieni
dalla cafa d '^Aragona :interpofte molte difficultà,^ lunghezze alla refli~
tutione de gli flati,& de' beni della f anione Angioina^ de gli altri Ba-
roni *ctì erano flati fcac e iati da Ferdinando uecchio:fatte legratie,e ifauo
ria chi gliprocuraua,con doni>& co me^ flr aordinar ij: a molti tolto fen
%a cagione: diflribuiti quafi tutti gli ufficpj,e ibeni di molti né* Fr ance fi :
donate con grandi ''(fimo dijpiacer loro qua fi tutte le terre di Dominio (co fi
chiamano que Ile ,chè fono /olite ad ubbidire immediatamente a' I{e) et la
maggior parte a F race fi :co fé tanto più molefle a'fudditi:quato più erano
tjfuefitti a'gouerni pr udenti ,& ordinati de'£{e jir agone fi ,equato più del
nuono I{e promejfo s'haueuanoiaggiugneuafi ilfaflo naturale de' France-
si\a cere f cinto per la facilità della a uittoria}per laquale tanto di fé fìeffi *e^n^*M
conceputo haueuano,che teneuano tutti gì' Italiani in niuna eflimatione : Tullio, per
l'infolentia , & impeto loro neW alloggiar e ,non meno in Napoli, che neU {j^ea &m
V altre parti delB^egno, douyerano dijìribuite le genti d'arma : lequali per fuperba.
tutto faceuano pejfimi trattamenti,™ modo,che l'ardente defiderio, e ha-
ueuano hauuto gli h uomini di loroiera già conuertito in ardente odio:&
per contrario in luogo deW odio contr a gli jLr agone fi ;er a fot? entrata la,
compaffione di Ferdinando : Ve flettanone hauutafi fé mpr e generalmen-
te della fua uirtù: la memoria di quel dì,che con tanta manfuetudine, &
co$an%a haueua innanzi fi partiffe parlato d T^apolit ani {donde & quel
la Citta,& quafi tutto'l reame non con minor defiderio afpettauano oc-
cafionedi poter richiamare gli dragone fi , che p o chi jfimi me fi innanzi
hauefìero defideratola loro diflr unione: anxi già cominciaua a effere gra-
to il nome tanto odiofo d ' jllfonfo, chiamando giufta feueritàquellayche in
fino quando, uiuent e il padre,attendeua alle cofe domefliche del B^g?ws{o
leuano chiamare crudeltà:^ fincet ita d'animò ueridico quella,che molti
annibaueuano chiamata fuperbia,& alterex^a. Tal e' la natura de9
popoli ,inclinat a a Jperarepiu dì quel che fi debbe, & a tollerare meno di
quel eh' è neceffario,& ad hauerefempre in faflidio le cofe prefenti, &Jpe
talmente degli habitat ori fai Regno di 'Napoli; i qjuali tra tutti i popoli
d'Italia
-.
L I B R O
* Acca!*} d%ltal!a a fononòtati £inflabilità,& ài cupidità di co fé nuoue.Haueua il a
d'Mftabiii- R£ tnfino innanzi fi faceffe la nuona Lega , quafi Riabilito di ritornar ferie
tà: ikhe ha prefto in Trancia, moffo più da leggier cupidità , & dal defìderio ardente
pra n°ei l^i. di tutta la Corte,che da prudente confideratione:perche nel Bearne refla-
acar.n.qiu Hano indecife innumer abili, & importati faccende diTrincipi,& di flati:
to, che'pcr né haueua la uittoria hauutaperfettione,non effendo conquiflato tutto l
io più fono j?eano,Ma intefo chebbe effere fatta cotra fé confederatone di tantiTrin
ordinaria - V^. mi » > ri » r • 1 / ■ * ***.„ «^^iÀ-ì
mente cupi- ciphcommoflo molto d animo :conj altana co juoi,quel eoe in tanto acciae
R^e1™0!^ te fufiedafare,affermandofi ueriffimamente per ciafeuno, effere già mol-
qùeìCiu°ogo te etàyche tra i Chrittiani non fi era fatto unione tanto potente :per confi-.
^°otauo°ne £^/0 ^e quali fu principalmente deliberato, che fi accelerale la partitagli
di quanto bitando che quàto più fi fopr afta u acanto più saccrefeeffero le difficultà;
si£è& {che fi darebbe tepo a collegati difa.repreparationimaggiorir&giàera
Liuio jn co fama che per ordine loro paffarebbe in Italia numero grande di Tedefchi,
f°uifto.à di & fi cominciano a nociferare della per fona di Cefare:che'l Re prouedeJfe9
q ' che di Fracia paffaffero con preflex^a injl\~ii nuoue genti per conferuarc
quella Citta,& per neceffitare il Duca di Milano ad attendere a difende-
re le co fé proprie,& perche fuffero pronte a paffare più innanzi, quando
URe giudicaffe,che co fi fuffenecefjario.Ft fu nel mede fimo configlio deli-
berato d'affaticarficon ogni diligenza, & con offerte grandiffime per j epu-
rar e il Tontefice dagli altri collegati,& per diffiorlo a concedere l'inuefli
tura del Regno di "Napoli : laquale benché a Roma haueffe conuenuto di
concedere affolut amente ; haueua infino a quel dì ricufato di concedere ,
etiandio con dichiarai ione, che per quefta conceffione nonfifaceffe preiudi
tio alle ragioni de gli altri ;nè intanto grane deliberatione,e tra sì impor-
tanti penfteri cadde la memoria delle co fé d'i Tija:perche defiderando per
moltirifpetti,chein potefìdfuafuffe ildiffionere, & dubitando che dalpo^
polo Tifano non gli fuffe con t aiuto de collegati tolta la Cittadella ; ui
mandò per mare infieme con gli Ambafciadori Tifoni , eh erano appreffo
b Tanti a a lui; b feicento fanti di quei del Regno fuo:i quali come arriuarono in Ti I
punto i\ ieg j\typYeja [a medefima affettione,chaueuano pr e fa gli altri lafciati in quel
Ìììouìo ; a la Citta , & moffi da cupidità di rubare andarono con le geti de* Ti/ani :
quale è al- ^ . j • abbono danari,a campo al caftello di Librafatta : doue i Tifa-
quanto più 1 * r i n t r ■ /*.*
diflufo nei- ni,de quali era Capitano Lucio MalueT^o, ejjendoji accampati non molti
donarli. $ primàyprefo animo per hauere i Fiorétini màdata una parte delle geti
brafatta. uerfe MoteTulcianojntefo dipoi appr off mar fi i nimicis erano leuatiin-
nan%i dì: ma ritornatiui dinuouo con q ut fio prefidio Vr ance fé fefpugna-
rono in pochi giorni effendo flato l'efferato Fiorentino , ilqual ritornano,
per {occorrerla, impedito dalla grofk^a dall'acque , a paffare il fiume,
del Serchio:nè hanedo hauuto ardire di pigliare il camino al lato alle mn
ra di Lucca per la difycfìtione del popolo Luche fé, cocitato molto in fauo
re della libertà déTifanucon le gemi de quali dopo l'acquifto di Lwrafat
ta>
S E C O N D O. 453T
ta,fcorfero i Vranccfi,chefi rifierbarono lìbr afatta, per tutto9! Cotado di
Tifa,come nimici manifefti de fiorentini: a quali,quado fi querelati ano*
non rifbondeua altro Cariote non che come fuffear rinato in Tofcana; of-
ferirebbe loro le cofe promeffe, confortandogli, eh e quefla bricue dilatio
nefenza molefìia tollera/fero. Marion era a Carlo sì facile la ddiberatio
ne del partir fi,com' era pronto ildefiderìo : perche no haueua tato tfferci
to , che diuifio in due parti pot effe fien^a pericolo contra V oppofìtione de*
confederati condurlo in Afti,& chefufft baflante a difendere in tanti mo
uimentijche fi preparauano facilmete il Regno di l^apol Livelle quali dif
ficultà fu coftretto,& perche il Regno non rìmaneff e fogliato di difenfo-
ri;diminuire delle proni fi oni opportune alla fina fialate-.et per no mettere
fé in pericolo sì manifejlo;non ni lafciare quel potente prefidio , che far eb
be flato di bi fogno :però deliberò laficiarui * la metà degli SuÌ7geri,etvna a EienTe il
parte de' fanti Francefi,%oo. lancie¥rancefe,& da cinquecento huomini ^e Carl° g
d'arme Italianì,condotti a fioldifiuoi,parte fiotto il "Prefetto di Roma,par puio* ti ho-
te fiotto Trofl>ero,&Fabritio Colonna, & Antonello S aite Ilo ,t ut ti Capi re wi'??*?
tani beneficiati da lui nella dislributione, che fece di quafi tutte le Terre, rmiaVrahuo*
& flati del Regno,& mafjimamente i Colonne/} .-perche a Vabritio haueua romL^!J£j
conceduto i Contadi d>Albi,& di Tagliaco%£?,poffeduti prima da Virgi Uggita, &
nio Or fino: & a Trojpero il Ducato di Tr aietto, & la Citta di Fondi con [àfr^suT^
molte caftella,ch: erano della famiglia Gaetana ,& Monte Fortino con al ieri , tedef-
tre Terre circonflanti tolte alla famiglia deContuco lequaligetipefaua, fch0lnf ^"tù
che in ogni bìfiogno s'uniffero lefor%e di quei Baronia quali per laficurtà ito numero
propria erano ncceffitati di desiderare la fina graderà, et fiopra tutti del rjea7p!ditè.~
Trincipedi Salerno, reflìtuito da lui all'ufficio dell* ammiraglio , & del
Trincipe di Bifignano, Luogotenete Generale di tutto' l Regno deputò Gì
liberto di Monpenfieri,C apitano piuflimato per la graderà fina, & per
ejjèr del f angue Reale,che f proprio ualore:& deputò oltra lui nari] Ca-
pitani in molte parti del Regno>ay quali tutti haueua donato flati , & en-
trate :et di quefìi furono i principali , b Obigni al gouerno della Calauria, [\^*ò l\
fatto da lui gran Concflabile. jl Gaeta il Sinifcalco di Belcari , alquale gì» «affici di
haueua dato l'rfficio del gran Camerlingo . T^ell'abrw^i Gratìano di pogn°faìta*
guerra uaiorofo,<& riputato Capitano. *A quefle genti promeffe di man- daiRecar-
dar denari^ freflofcccorfo:ma non lafciò altra proni filone, che l'affegna ± piu ^l(i
mento di quegli ,che giornalmente fi rifeoteffero deli' entrate del Regno; il io*
quale già uacillaua, cominci ado a ri/urgere in molti luoghi il nome jLra
gonefe.fche Ferdinado era ne dì mede fimi, eh e' i Re uoleua partire da Tsla
polhfmotato in Calauria, accopagnato dagli Spagnucli ucnuti in full 'ar
mata ncli'lfola di Sicilia: a cui con corfierofiu biro molti degli huomini del
paefi.-etfegli arredò incotinete la città di Reggi o, la fior tt^ja della quale
sera sépre tenuta t nome fino :et nel tepo medefimofi feoffe ne'liti di Tu
glia l'armata Vinitiana ideila qnal 'era Capitano .Antonio Grimam,huo-
Q mo in
LIBRO
mo in quella Kgpublica di grande autoritàMa non perquefio,ncper>nol
ti altri pegni dell' alteratione futura fi rimoffe,ò pure fi ritardò in parte
alcuna la deliberatone del partir fi : perche oltr a quello* che gli per fua-
deua forfè la neceffitd;era incredibile l'ardore,che il I{e, e tutta la Corte
haueuano di ritornar fene in Francia,come fel capo, eh' era flato baflante
a fare acqmflare tata uittoria; puffe bafìate a farla conferuare.l^elqual
tempo fi teneuano per Ferdinando i'ifole d'ifcbia , & di Lipari, membro
( benché propinque alla Sicilia ) delì\cgno di Napoli-,I{e%gio ricuperato
nuouamente;& nella medefìma Calauria,Terranuoua,& laportexja^o
alcun' altre portele , & luoghi circolanti . Brindi fi doue s* era fermato
Don Federigo; Galipoli,la Mantia,& la Tur pia :ma innanzi chél F^e par
tijfe-,fi trattarono trai Tontefice,& luiyuarie cofe nonfen%afferan%a di
ferine cofi concordia:per lequali andò dal "Pontefice al F^e,et dipoi ritornò a F^pma il
interaméte, a Cardinal di S. Dionigi,& dal Fg a lui Mons. ¥ran%i:perche il I\e de fide t
ca eu Gioì ratta pommamete l'inueflitura del Eseguo di "Napoli: defideraua,chel Vo
uiorma foio tefice,fe non uoleua effer congiuto fé co: almeno no aderiffe co1 nimicifuoi:
dando cai-- & che fi contenta ff e di riceuerlo in Foma come amìco:alle quali cofe,be-
io uerfo ro cf?e Hvontefice da principio prefìafTe orecchi,nodimeno hanendo l'animo
ma; mando .. » ; /> , V i i • f \ ~ ? ir r > > ^ 17
ai Papa An. alieno dal confidar Ji di lui, & perciò no uo tendo J eparar fi da Collegati*
koloTCdV ve conce bergli l'inueftitura;non la riputando me%o (ufficiente a far e (eco
Lione, a far fedele riconciliatione;interponeua all'altre dimande varie difficultd:&a
fehche paci! (ìue^a dell' inueflitura,beche il F^efi riduceffe ad accettarla fen%a pregili
fi camere no dicio delle ragioni d: 'altri mffodeua uolere, che prima fi uedeffe giuridica
carfiabbfeco mente a *$ di ragione apparteneua:& dall'altra parte defiderado di prò
per la quie- bibìre con l'arme,che'l Fé non entrajje in I{pma;ricercò il Senato Vinitia
ne-.&TheTi no^l^uca di Milano ,ch e gli m and 'afferò aiuto.-i quali mandarono b mil l
Papa non le caualli leggieri, & due mila fanti>& promepfono mandargli mille huo
f °iaVd?Ro m*ni d'arme,conle quali genti aggiunte alle for%e fue^Jperaua poter refi
ma.°n co. ft ere ma parendo poi loro troppo pericolo fo il difeoflare tanto le geti da
no caifa "li &l*flat'1 pvoprv\,ne hauendo ancora in ordine tutto l efferato dìfegnato,et
Re , che per effendo parte delle genti occupate al'Cimprefa d'^flì, & riducedofi oltra
«a Zfarn°te^ c ò lH memoria l'infedeltà del Tontefice,& l' battere quando pafiò Carlo 3
«er dai pa. chiamato in ì\pma con V effer cito Ferdinando,^ poi fattolo partir e-,muta
io, ancho* t0 configlio cominciarono a pervadergli, che più tofiofi riduceffe in tuo*
fuo prigio- g0 ficuro,che per sformar fi di difendere F^oma eftorre lafua per fona a sì
eia. x n" grane pericolo: att e fo,che quando bene il ]\e entrajje in J\oma:fene parti
rebbe j ubito feri %a la fei arni gente alcuna : le quali cofe accrebbono la fft
meroeftefio ra^xa del Fé di poter uenirefeco a qualche copofitione.Tartì adunque il
ferine ii Bé- Rg da Islapoli e // yigefimo dì di Maggio:ma perche prima non haueua af e
l,2# funto con le cerimonie con fu et e il titolo, & leinfegne I{eali;pochi dìinnà
e a mero *ùfi partiffe;riceuè folennemete nella Chiefa cathedrale con vrandijjìma
Maggio di.
ce
WS&Q. jwm(a>& cekbritàfPecondo ilcojlume de Fg Sfolti ani Jinfegne Ideali,
SECONDO. *o
4- tli honoris i giuramenti cofueti preflarfi d nuom K§ , orando m no-
ve del popolo dipoli Ciouanni Umano Tontano:alle laudi del quale
molto chiarirne per eccellentia di dottrinai di attimi cmii,& di co-
(lumi;dettequett atto non pxcciolanota-.percbeeffendo flato lungamente
Secretarlo de' Re Ma%onefi,& appreso a loro ingrandiamo, autorità,
«recettore ancora nelle Ietterei maeflro d'Mfonfo;parue che;o perfer
«are le parti proprie de gli Oratori; ò per far fi più grato a Fracejtjji di
flendeffe troppo nella uituperatione di quei P&da' quali era sigrandemc-
te nato efaltato,tanto a è qualche uolta difficile ofjeruare mfefleffo quel ponMno d._
la moderatione,&quei precetti,coqudì,cgli,ripieno di tanta eruditione, ■>«***£
fcriuendo delle uirttt mcrali,& facendofhper l umtierjalita deU ingegno tn i -ilo er
fuo in ognifbetie di dottrina, mar ■auigliofo a ciafcuno;baueuaammaefira rodete
to tutti ili buomini. andarono con Carlo Zoo.lance Yranccft , i dugento dlamo> co.
gentil'huomini della fua guardia, il TriuMo con cento lande , tremila «Uyg
fanti Suizzeriwìlle Francefh& mille Guafconi,&con ordme,cbe in ro prl a cir. „
fcanafeco Xniffero Camillo Vitelli,e i fratelli con % j o.buomini d'arme, »***«
& ebe l'armata di mare fé ne ritornale verfo Liuorno. Seguitarono HJfe Gi„.wt.«,
non con altra guardiane data la fede di non partir fi fema Ucentia,Vir gj<»,che „.
ginio Orftno,e'l Conte di T itigli ano: la caufa de' quali,perchefi querela- g-M-g
, uano non effere flati fatti bgiufìamente prigioni; era fiata prima come fa J-£««°«
al confidìo Realeiinnanxi alquale baueuano allegatole al tepo ebes ar £„ poi_£i
renderono,eragiàBatoaglihuominimandatidaloro,nòfolo conceduto ■
ter la bocca propria delReilJaluocondotto,maetiandio ridotto in Jcrit- c Di fop
Wa,& flotto ferino dalla fua mano ; & che hauedone riceuuto auifo da «i.^**
fuoi,cbe afbettauano l'effedìtione de Segreta^ : buttano fotta queflafl- car .^
danza aleremo araldo, che andò a nola,alzato le bandire del Re;&al ..ho™..
trimo Capitano,ilquale haueuafeco pocbifjimi caualli;confegnato le dm puon<Ul
li,non ottante che bauendo con loro più di quattroceto buominidarme p£«»<£
banefi ero facilmente potuto refiflere. Raccontavano l'antica diuotione gUJm*
della famiglia degli Orfmijaquale haiiedo fempre tenuta la parte Guel c6tra rag._
fa,haueuano,et loro,& chiuqueera mai nato,ò nascerebbe di ?"«?«/? £***;
fcolpito nel cuore il nome, elfegno della Corona di Fracia.Da queflo effe ~ »
re proceduto l'bauere con tanta protesa riceuutod Re nega Ha ti loro
di terra di Roma:& Pciò nò conuenire.nè effere giuflo atte fa la fede data
dal Re,et attefe l'opere loro, chef uff ero ritenuti pngioniMa no meno prò
tariate fi rifbondeua perla parte di Ligni,dalle cui giti erano flati preji
a Kola\ilfaluocondotto,bechc deliberato^ jottoferitto dal Re no me-
derà p fellamente còceduto infirmatalo nò f affé corroborato col figlilo
Reiio,& con le foferittioni de' fegretari, & dipoi confidato alla parte: ,.
queflo effere in tutte le cÒceffionU&patentiil coflume ^tffimoditut
ie le corpaccio fi poteffe moderare quel , che dalla bocca del Trmcipe,o
per i molti penfieri,&faccende;ò per non effere flato informato fiatarne
• ■ . * G it ti*
he
cad
ra
LIBRO
te delle cofe,incofideratametefuffe cadutomi battere quella fidanza mof
fogli Or fini ad arrender fi sì piccolo numero digetema la necefiitdy el ti
*T& Ma a mo}'e:P':rc'je M xn**ne*4 loro f acuità né di difenderete di fuggir fi, efi.
gio cono, fendo già tutto Ipae fé circolante occupato dall'arme de uincitoru&ef
ferfalfo quel,chaueuano allegato dt meriti loro: i quali quado fujfero
Jo m RomI fermati da ^tri; douerebbono e(fi mede fi mi per honor prof rio negare:
il pimo di perche era mani f efi iffimo a tutto9 1 Mondo,che non per volotàyna ^fu<^i
Snio°ch; re H pericolo, par tedo fi nell'auuerfità da gli dragone fi, da quali nelle :f-
Gio'.e\ " IPeyìt^^aiieiiano ricevuti grai fimi 'beneficij , affono al Rg le terre loro.
con ©°& n-è D mcìHe *IM>. a gUftipendpj de nimici, & d'animo alieni/fimo dal nome
^Tne^ar Fr*cefe>nèhauendo riceuuta per fettamete ficurtà alcuna, e fere fiati per
5?\ia iicfo jB«fl« ragione di guerra fatti prigioni. Qj.iejìe co fé fi diceuano contragli
che cado °Y[miMHal1 e fendo fomentate dalla potenza di Ugni, & dall'autorità
aiiogiò \n de9 Colónefi,i quali per l'antiche emulationi,&diuerfità delle fatt ioni a-
iiche^adei Pertam^€ ^impugnauanosno era fiata mai data fente%a;ma deliberato,
uenfìmiie , che feguitafero il f^.beche data fera%a di deliberargli come fu fé arri-
bofitj1/^ mt0 in^l'Ma il Totefice,beche,{ batterlo i Collegati confortato a par
to da que- tirfi,no fufe flato fen%a inclinatone di ricociliarfi co Carlo, colquale co
|?sfoggi« timamlte trattaua;nodimeno preualedo finalmete il foretto conceputo
óftei.- &i. di lui,co tuttoché al I{e hauefe dato qualche jperà^a d'affrettarlo; a due
to Angdo. dì innan^cti v egli entr afe inI{gma,accdpagnato dal collegio de Cardina
e Preflo il H>& da 200. kuomini d'arme,mille cauai leg%ieri,e tre nule fanti,et mef
f£È°, che fa {ufficiente prefidw in CaftelS. agnolo; fé n'andò ad 0 r uiet o, la f ciato Le
Thonaneiia gato in %oma il Cardinale di S.^naflafia a ricetterei honor are il Re:il
Sfibra & ?W b entrat0 ? Traflc»ere Per sfuggire Caftel S.jignolo;andb ad alìog i
echeggia giare nel Borgo,rifiutato l'alloggiaméto offertogli f comeffion del Tonte '
che Pmort; $ce nd ?daZio dìv dicano. Da Oruieto ilTontefice,comeintefe il Re aù
funafafiàra profimarfi a Viterbo .benché gli hauefe dinuouo dataferan^a di coue-
tZl Xi nirJhco in Vidche luogo comodo tra Viterbo,& Oruieto; fé n'andò a Te
cefqi cópa- rugia,comtetione fé Carlo fi dirixjaua a quel camino d'andare in .Anco
f^ndoo! na,per potere co la comodità del mare ridurfi in luogo totalmeteficuro:
Dicano il ha cty nondimeno ÌlY{.P-hrrhp Crlpanstm ™n!t-si *.**. !,.: ..:ì^r.:\ /_ r ... . /•
cétra la
ra°, & taaglu Oflienfe.Tafiò medefimamete f ilpaefe della Chiefa,come p paefe amico,
zi 'ina ?r'n *cmt0 chel'àtiguar diarie us ado gli huomini di Tojcanella* d'alloggiar
parte £ gì, ^ nella terra, entrataui detro per forala me fé a fiacco ed ucciftone di
iiaBcCboa!/ *°tth Dimorò poni Re fendale una cagione fé i giorni w Siena.no confi-
giugne, che derado ™ per jlef]o,nè per efier gli inftàt emente ricordato dal Cardinal di
£5l& SéTle ro \n twflf** dal Triulxio,quantofuffe perniciofo U dare tanto
Mcmce Pia. tempo a mmici diprouederfì, &■ d'unire le for^eloro : né ricompen-
sa*, fu perciò la perdita del tempo con futilità delle ddiberationi; perche
in Siena
SECONDO. ;i
in Siena fi trattò la reflit ut ione delle fortezze de' Fiorentìni,dal J\e alici
partita fui di Napoli efficacemeute promefia, & poi nel camino più not-
te confermata;per laquale i Fiorentini oltra efier paratia pagargli tren
ta mila ducati, che reftauano della fomma couenuta inFiren^e;offeriuano
di predargliene [et tanta mila3& madar ficco in fino in^AftiFracefico Secco
loro condottieri' con $ oo.huomini dì arme, <& due milafanti;in modo,che
la neceffità,che haueua il I\e di danari, l'effergli molto utile laugumenta,
re l'efferato fno;il ri ff etto della fedc,& delgiurameto J\eale;induffe qua
fi tutti quelli del configlio a confortare efficacemente la reftitutione , ri-
feruandofi Tietrafanta, & Sere^ana , quafi come indumento a uolgere
alla diuotione fua più agcuolmete l'animo de Cenone fi ima era desinato*
che in Italia rimaneffe acce fa la materia di nuoue calamità, tigni gioua-
ne,&inefperto;ma che era nato d'una fioretta della madre del I\e,et molto
fauorito da lui;moffoò da lcggieret^a,ò da fidegno, chei Fiorentini fi fuf
fiero accollati al Cardinale di S.Maiò; impedì quefìa deliberatione3non al
legando altra ragione,che la compaffìone de' Vifiani, & dififre%^ando gli
aiuti de* Fiorentini, per effere(come diceua)baftante l' efferato Francefe a
battere tutte le genti di guerra Italiane unite infieme :&a tigni accon-
fentiua Mons. di Tienes, perche fiberaua chel % gli concedeffe il dominio a Scriue n
diVifia ,& diiiuorno. Trattos fi ancora in Siena del* gouerno di quella Giouio,che
Cittatpercbe molti de gli ordini del popolo,& de' riformatori per deprime ^"naTra
re la potenza dell'ordine del Monte de' 7s(oue ; inftauano , che introdotta no diuifi in
una forma nuoua di gouerno,&leuata la guardia tenuta dal Mote di ISJo ^onl% che
ne al palagio publico;ui reUaffe una guardia di Franctfi fiotto la cura di » l'od^dei
Ligni-Jaquale offerta, benché nel configlio l\egio,come cofia poco durabile, il\tro ^Qm
& impertinente al tempo prefente rifiutata fu/Te: nondimeno Livni , iU mandarono
quale nanamente dijegnaua di farjene Signore,ottenne,cbe Carlo piglia^ ucrnatore.
fc in protettane con certi capitoli quella Citta , obligandofi alla difefa bQueftiprt
di tutto lo flato poffedenano ; eccetto , che di Monte Tutelano : del quale uiiegi turò
diffe non uolere né per 1 Fiorentini, né per i Sane fi intr ometter fi :& la com Jrff* *dì
munita di Siena, con tutto, che di queflo non fi faceffe mentione nella ca- seaembre
pitolatione; eleffe con confentiméto di Carlo, tigni per fino Capitano, prò- farcii Co
mettendogli uentimila ducati per eia [curi anno, con cblivatione dì tener ni "°> che fin*
5 _ A . J ,. j n 1 ■ 1 r ■» aiS.dell'an
un tuogotenente con treccio fanti per guardia della pia^a, che ni lajcio no ieguéte
{ di quelli, eh' erano con l' efferato lracefe:la uanità delle quali deliberano Per ordine
1 n \ 7 1 Ì • • 7. i • 1 > ^ -, j r U1 Celare ;
ni presto appari, perche non molto aipoi 1 orarne de Isfoue ueridicatcfi con non douetta
l'arme la lolita autorità'^ a e ciò di Siena la guardia ^ licei io Mons.ditil no.e,ì«r P"-
7 ? >, ; r ■ r ir- w r j ■ r biicatutal-
la,che Carlo u haueua lajaatcpjuo jlmba\ciatore Ma già le cojeditom che mene il
bar dia non mediccr emete tra i-.a^liauano .-perche da' V indiani, & da tod. tempoaca-
S for^a, ilquale haueua netmedefmi dì riceuuto dx Ccfiare co grandiffìma méte, come
h folenmtàh i priuìlegij dell' inuejiitura del Ducato di Milano ,& preflato a 2JJIlicd-^1
glijLmbafiutQYiyClt gli ba:n ..ano pori ali, public amile libomaggioì& il no.
C $ gikra~
r I B R o
giuramento della fedeltà ;fifaceuano grandi ffìme proni/ioni, per impedi
re a Carlo la f acuità di ritornarfene in Francia,o almeno per afficurare il
Ducato di Milano,per lo quale egli haueua adattrauerfare per tanto fya
tio di paefe : ® aqueflo effetto bauendo ciafcun di loro riordinato le lue
genti ;haueu ano parte a comune, parte in proprio condotto dinuouo mol
ti buomini d'arme:® dopo varie difficultd ottenuto, che Giouanni Benti
uogli prefo lo jìipendio comune da loro aderiffe alla Lega con la Città di
Bologna, jlrmàua ancora a Genoua Lodouico perfìcurtà di quella Citta
a Dodici ga a dieci galee afpefe fu e proprie, ® quattro nauigr offe afpefe comuni del
i«, & quac. Tupaie* Venetiani,® fue,® intento,per effequir quello, co era obliga-
fcrìue il ve to per ì capitoli della con federat ione a U'ejpugnat iene d'^fti; haueua ma,
icouodi Ne fato asoldare in Germania duo mila fanti,® voltato a quella ejpedit io-
ne Galeaigo da San Seuerino confettecento buomini dì arme, ® tre mila
fanti,promettendofene con tanta Jf>eran%a lavittoria,che com'era perna
b Vedi u *Hra m°h° k infoiente nella proferita ; per febernire il Duca d'Orliens ;
to ho nota- mandò a ricercarlo,cbe infuturo no vfurpajfe più ti titolo di Duca di Mi
f°*C2? mi lano:ityHal titolo baueua dopo la morte di Filippomaria Vifconte affun-
Ub.i. ài que to Carlo fuo padremon permetteffe,cbe nuoue genti Yrancefipajfaffero in
fU hiftona. italia:faceffe ritornar quelle chy erano in ^Afli di là da' monti: et ebe j> fof
feruan%a di quefie co fé depofttaffejLfii in mano di Galea%%p da San Seue
vino ,del quale il fuo Bgpoteua confidare non meno di lui , bauendo l'anno
dina%i in Francia ammeffolo nella confraternita,®- ordine fuo di San Mi
cbele,magnificado oltre a quefio con la medefima iattantia le f or ^ fu e, le
frouifioni dey Collegati per opporfi al I{e in Italia,® gli apparati che fa-
ceuano il Re de* Bgmanue i I{e di Spagna per muouere la guerra di là da,"
rnontiMa poco moueua Orliesla uanità di quefìi minacci:ilquale,fubito
e haueua hauuto notitia trattar fi di fare la nuoua cdfederatione;haueua
attefo a fortificar e jlfii,® cogràde inflantia follecitato,che di Tracia uè
niffero nuoue genti: lequali effendo fiate dimàdate dal I\e,che ueniffero in
foccorfo proprio:cominciauano con prefle%ga a paffare i monti :et perciò
Orliensnon temendo de* nimici,ufcito alla campagna;prefe nelMarchefa
to di Salwigo la Terra>& la ]\pcca diGualfinara poffeduta da Antonio
Maria da San Se uer ino: donde Gale a%go, eh e prima haueua preje alcune
piccole caflella fi ritirò con ly efferato ad jinon terra del Ducato di Mila
no vicina ad ^fli,nd hauedo nèfperan^a di poter* offender e ,nè timor dyef
fereoffejo.Ma la natura di Lodouico inclinatifjìma ad implicar fi pronta-
mente in imprefe,che ricercauano grandifjlme ff>efe,® per contrario alle
rtiffima, benché nelle maggiori necefjit à, dallo fender e-,fu cagione dimette
re lo flato fuo in grauiffimi pericoli :per che per la fcarfità dey pagameti;
tran uenuti pochijjìmi de fanti Alamanni;® per la mede fi ma fi rettela
le genti ,cby erano con Gale a%jo ogni giorno diminuiuano:® per contra-
rio fopranenendo continuamente gli aiuti di Vr adacquali per ejfere chìa
l
SECONDO. T»
Mtìal foccorfo della per fona dell\e;paffauano con gran prontezza -> il
DucadVrliensbaueuagidnifieme trecento lanciere mila fanti Sur&e- t 0?ìcìnù
ri,& tre mila Gnafconì:& benché da Carlo gli fuffe flato precìfamente i\ bi*nco,&
timandatotche aflenendofi da ogniimprefa&effe preparato a poter e,qua J™™e |,
do furie chiamato: far fé? li incontro;nondimeno come è difficile il refiflere cario: mi
uvjiijji %> w>+ri»> vv-}j j es ... » r j-> ..***..*> ìj, ~:+4-m " Giorno
a vliinterefii propri] ^deliberò d accettare l occafione d occupare la citta uomina V{Xm
iìltpuarainellaquale offeriuano di metterlo a due Opinili Cacciaceli? ***£$£>
buomini di quella ed tua quali era molto odio/o il Duca di Milano, per Manrrcd',°:
che a loro,& a molti altri T^puarefi haueua con f alfe calunie,& con giù f™[\^
dicij ingiuri ufurpato certi condotti d'acque,& pojjeffioni : pcròOrliens rio "Coao '
cdpofiala cofa con loro,accop agnato da Lodouico Marchefe di Saluto , g^}*»*
pafJatoàinottcilfiumedelTò\alponteaSturagiurifdittione del Mar- cidaiosfor
chele di Monferrato^ con le fue genti da'eogiuratifen^a alcuna refiflé £ «jagji
variceuuto in 1$puara\dodebauedo fubito fatto feorrer e parte de fuoi nobiii No.
caualli infino a rigatene; fi credere fé con tutto l'efferato fuffe follea sfat-
tamente andato verfo Milano-fi far ebbono f tifatati grandi fimi mouime che un r0io
ti : perche intefa la perdita di T^puara;fi ueddono molto folleuati a cofe Jjjjjjg
nuoue gli animi de' Milane fi: & Lodouico no meno timido nelfauuerfità, de ai Duca
che immoderato nelle profferita, come £v asi fempre è congiunta in un f°*™&
mede fimo {oggetto l'infolentia con la timidità;dimoftraua b con inutili la dimento.
vrime la fua uiltà.nè le genti ch'erano con Galeax^p,nellequalifolo confi b Moftrò ^
fteua la fua difefa ; reflato in dietro, fi dimoslrauano in luogo alcunoMa fua mia Lo
non effendo fempre note a' capitani le conditioni,e i di/órdini de' nimiciyfi %^.J£
" nelle guerre belliff
miTrincipe tanto
, perflabilire l'acq
: ne della roccadaquale il e quinto giorno e ouene d'arrender fi, fé in fra un miItV^àn!
giorno non fuffe jeccorfa:( loquale interuallo di tepo,hebbefpatio il S afe ******
uerino di ridurfi co lefuegeti in Vigeuene^ il Duca , che p ricoaliarji ., cioolo>*
gli animi de popoliMueua per bado publico leuati molti dacché prima, .1 cono.
laueua impofli ; daccrejeere l'effercito:& nodimeno Orlies accoflatofi co c Tre^
lefuegeti alle mura di Vigeuene:prefento la battaglia a' nimia ; / quali ti**°fef
trano intàtoterrore.chehebbono inclinationed'abbadonareVigeuene,et ^e,la JgJjjJ
paffare il fi urne del T efino ? il potere uhaueuano fatto in sa le barche: fi^J^
ma ritiratofi Orlies a Trecas,poi che effi ricufauano di cooattere; comin lano > huo-
ciarono le cofe di Lodouico Sforma a prof, erare, foprauenendo cotinuame mo mie.
te all'efferato fuo cauaili,e;<fanti;percbe i Vimtiam coteti,che a loro ri d MiHeca_
manelfequafituttoilpefod'opporfiaCarlovofentironocbe Lodouico ri uaiu Gred
chiamaffe parte delle ^nti,cbe haueua màdate in Parmigiano, &gli ma \q fouo
d darono oltra ciò d quattrocento flradiotti,talmete che ad Orliens fu toaa Badino
la facilita di pacare più innan%i,& hauendo fatto correre di nuouocm- Ma in una
quecento caualli infino a yigeuene,ufcendo fuoraad aflaltargli ^-lèttera ai*
LIBRO
inme « ttor uall\,de% nìmìci;riceuerono queid'Orliens graue danno.^indò dipoi il San
tiani^& ali* feuerinogiàfupcriorc di for^e a prefentargli la battaglia aTrecàs,&vl
uf.iciodeUa timamente raccolto tutto l 'efferato ,nelquale oltra ifoldati Itali ani, era-
Balia di Gè . ... ... *». ,. i « . * '
noua fono wo arriuati mille canalli,^ due mila fanti Tedejcbi;alloggio apprejjo a
^èrelSra ww w(^'° * rHpuara:oue Orliens fiera con tutte le genti ritiratola nuo
to negli ina «<* <fi7/# ribellione di lyouarafollecitò Carlo, ci) era a Siena ad accelera-
diNebTo^u re '• cammo'y& perciò, per fuggire qualunque occafione,cbe lo poteffe ri
gìoiiìo fcn tardar e yhauendo notìtia,cbe i Fiorentini ammoniti da' pericoli paf]atì,et
"'!fteffófr5 inflettiti, per cheTiero de Medici lo feguit aita, benché a ordina/fero di
tarin!,& co riceuerlo in Fire\e co grandinimi h onori: empieuano per fic urta loro la
MAlefsSdro cltta dyarme,& di geti;pafìò a Tifa per il dominio Fior et ino, lafciata la
Benedetti^ citta di Firenze alla man dcftra: alquale fi fece incontro nella terra di
den^Eébo ^oggibon^i Girolamo Sauonarola,tt interponendo, come era folk o, nelle
nei li. t dice parole fue l'autorità,^ il nome diuino;lo confortò con grandijfima effica
'CihnVfcce eia a restituire le terre a Fiorentini,aggiugnedo alle perfuafìonigrauijji
rentn
ro géte pdi me minacele, eh e fé e non offeruaua quel che con tanta folennità,toccado
do cario ha con mano gli Fnangelij,& qiiafi innanzi a gli occhi di Dio baneva giura
ueHe uoiuto to sfarebbe prefìo punito da Dio rigidamente. Yecegli il Kefecondo%,fua
F"or17ajoti» inconHantia quiui,& il dìfeguente in Caflel Fior etino uarie rijpofte:Ìjoqp
esfì più non promettendo di r eflit uir le, come f uff e arriuato in Tifa:hora rìtorcédo inco
ceuerio/ trarlo la fede data;pche affermaua d'hauer e, innari al giurarne to prefla
b~cToTTT to in Firen^e,promejfo a Tifimi di conferuargli in libertà;& nondimeno
flpienes.Di dado continuamente agli Oratori de Fiorentini fbera%a della reftitutio
fopra a e 5j ne,come a Tifafujfe arriuato. In Tifa fu di nuouo quefla materia propo-
Gióuio feri &a nel configlio fidale; perche accrefeendoft ogni dì più la fama degli ap
ue,cheacar parati,& dell 'unir 'fi appi •effò a Parma le forile de Collegati; fi comincia
infamia ma tiano pure a confìderare le difficultà dei p affare per Lombardia: & però
care a»Fioré erano defiderati da molti i denari,^- gli aiuti offerti da' fiorentini, Ma a
li haueua quefla deliberatane furono contrari^ b i medefimi,che in Slena l'haueua-
& non euii no contr adetta, allegando, che fé pure haueffero per l'oppofnione de nimi
dìcaua cofa ci qualche di for dine ,ò qualche difficultà dipajfare per Lombardia^era me
reTpiTanf &° Sbattere in fua potefià quella citta, douepotrebbono ritirar/}, che la
«h'ei uoieua filarla in mano de'Fioretini:i quali come haueffero ricuperate quelle Ter
Jerilbera'tt- re ; non f^r abbono di maggiore fede , chef ufi ero fiatigli altri Italiani ,
nelle mani foggiugnendo,che p la fìcurtà del Bearne di j^apoli era molto opportuno
e il 'S ^ Tmere ti 'Porto di Liuomo : febe fuccededo alBg il dijegno di mutare
mo fi k-ge loflato di Genoua (cornerà da (per are ) farebbe padrone di qua fi tutte le
poc^dTìbl marine dal Torto di Marfilia in fino al Torto di Vapoli.Toteuano certa
pra aitecofe mete nell'animo del J\e poco capace di eleggere la piufana parte,qualche
Botate aipa cofa 1uefte vagionima molto più poteti furono i priegbi,&le lagrime de*
rer di cario Tifani,i quali popolarmente infieme con le done,& co* piccioli fanciidl'u
pTfani? * bora c profirati innari afuoi piedijwa r accomandalo fi a ciafeuno, be-
ebe
SECONDO. *j
che mìnimo della Cortei de' faldati, con pianti grandiffimi, & con urla
xnifer abili deplorau ano le loro future calamità^' odio in fatiabile de' Fio-
retiniti ultima dcfolatione di quella patriadaquale no bar ebbe caufa di
Umetarfi d'altro, che d'hauergli il Re coceduta la liberta , & promejfo di
coferuar gliene: f che queflo,crededo efjìyla parola del 1\e Chriflianiffìmo di
frdcia,effer parola ferma, et fiabile;baueua dato lor'éinimo diprouocarfi
tato più la nimicìtia de' Fior e tini: co' quali piàti>& efclamationi comejjè
ro talm'éte infino a priuati buomini d'arme, in/ino a gli arcieri dell effer-
àtc,& molti ancora degli Sui'zj^ri^cbe andati in gradiamo numero,et
con tumulto gr ade innari al I\e,parlando in nome di tutti Sala%artvno
de'fuoipéfwnarij'Jo pregarono ardentemete,che per Ihonore della perfo
nafua propria,per la gloria della Corona di Francia, p cofolatione dita,
tifuoiferuidori parati a mettere ad ognhora la uita per lui, cjr che lo co
figliauano co maggior fede,che quelli ychy erano corrotti da' denari de Fio
rentini;non toglieffe a' Tifimi il beneficio, ch'egli fleflo haueua lorofatto>
offerendogli , che, fé per bifogno di danari fi conduceua a deliberatone di
Unta infamia ipigliaffe più preflo le collane,^ argenti loro,& riteneffe i
fo!di,^r le penfioni,che riceueuano da lui:& procedette tanf oltre que fio
mfffco de faldati, che un\Arciere priuato hebbe ardire di minacciare il
Cardinal di S. Malo , & alcuni altri differo altiere parole al Marifciallo
di Gies,& al prefidente di Gannai,i quali, era noto,che configliauano que
Ha rejìitutione; in modo,che'l I{e cofufo da tanta uarietà de fuoi-Jafciò la
cofafiojpefa,tato lontano da alcuna certa rifolutione , che in quefio tépo a. Due bidè
medefimo promettere di nuouo a' Tifimi di no gli rimettere giamai in pò ù^Vedì'H
teììà de Fiorentini, & agli Oratori Fiorentini, eh >e ajpettauano a Lucca; tena,&[ette
faceffe intender e, che quello, che per giufte cagioni no face uà alprefente , gi"la d"e
farebbe fubito che e fufje arriuato in Jlfli;& pero non macafiero di fare " '9ioui,° :
che la loro I\epublicagli mandafje in quel luogo jlmbafciator'uT arti da uo di Nebio
Tifa,mutato il Caftellano,et lafciata la guardia neceffaria nella Cittadel fcnue > che
U:& il medefimo fece nelle fortexge dell altre terre :et efìedo accefo per huomlni'a
fefieffo da incredibile cupidità all' acquiflo di Genoua,etftimolato daCar caualk,A a
dìnali di S. Tiero in Vincola, & Frego fo,& da Obietto dalFiejco ,&da ?c\ osino-
gli altri fuor ufcitiyi quali gli dauanojperan^a di facile mutatione;madò *a > e^raiuio
da Ser ezana co loro a quellimprefa,contra il parere di tutto' l configlio, pnippo^ref
che biafmaua il diminuire le f or ye dell efferato, Filippo Mofign. co * i io ll0n{li0 Jlu
lancie,& con 5 oo.fanti,che nuouamente per mare erano venuti di Fra- aimVi mi re
cia,&con ordine,cheh le genti d'arme de Vitelli,che per effere rimafein- lorco Saiua
dietro;non poteuano effere a tempo ad unirfifeco;lifeguitafiero:&cheal
cun altri fuor uf citi con genti date dal Duca di Sauoia entrafìero nella ri b cioè 200.
uiera di Tonente: et che l armata di mare ridotta a fette galee,due galea w°' T&zu
ni,& due fufte, della quale era Capitano Miolans;andafie a fare (balle al we«?qi ca.
k genti di terra . Era m tanto l auanguardia , guidata dalMariJciallo ru giouio.
di
LIBRO
hJ^oorw? ài Gies,arriuatd a 'Pontrìemolidaqual terra,licentìati trecento fanti fo-
quanto feri reftieri,cbe iterano a guardia;/ 'arrendè [abito per i co forti del Trinilo ,
dei ferodi con fatto di non riceuere offefa,nè nelle perfone,nè nella robba. Ma nana
qudta erra fu la fede data da Capitani;perche gli SuiT^eri entr attui impetnofamen
paiVaJgìo ° te dentro, per uendic arsi, che quando l'efferato pafiò nella Lunigiana ue-
dd KeCar- rano flati per certa qnislione nata a cajo uccisi dagli huominidi a Ton-
no fcriue triemoli circa quaranta di loro;faccbeggiarono,& abbruciarono la Ter-
bora : ma ra,amma%^ati crudelmente tutti gli habitatori. 3\(e/ qual tempo si rac-
bira&ri per coglieua folle eh amente nel tenitorio diTarma l'efiercito de' Collegati,™
Paj!ra de'Te numero di due mila cinquecento buomini d'arme, otto mila fanti , & più
rati l'haue- di due mila cauai leggieri, la maggior parte .Albanesi, & delle Vrouincie
donata^ il ctrc°ftant;ì ài Gretta: i quali condotti in Italia da! Vinitiani , ritenendo il
corio dice, nome medesimo , ebebanno nella patria :jono chiamati Stradiotti : del-
abb-llciata3 qual' efferato il neruo principale erano le genti de' Vin\tiani:perche quel
perche »** le del Duca di Milano, battendo egli uoltate qua fi tutte le fuefor%e a l^o
Buzzi*! ai- u*ra,non afeendeuano alla quarta parte di tutto l' efferato ;alle genti Ve
cuni Tede. nete,tra le quali militauano molti condottieri di chiaro nome;era prepo-
ma' Ifoi1»1, fio fatto titolo di Gouernator Generale Francefco da Gonzaga Marche fé
«he ui parta di Matoua,molto giouanema nelquale,per effer filmato animo fo, & cupi
bon°fcriu^e ào di gloria,^ emettanone fuperaua l'età :& con lui dueTroueditoride*
che la terra principali del Senato,Luca Tifano>& Marcinone Triuifano.lfoldati Sfor
patti-7 qua %efchi comandarla fottìi mede fimo titolo di Gouernator e, il Conte ài Ga
h non Je fu ia%^o, con fi dente molto delDucama che non pareggiando nell'arme laglo
pati» il Bel ria di Ruberto da San Seuerino fuo padre; baueua acquiftato nome più di
cedetti, che Capitano cauto,che $ardito:& con lui Commefìario Francejco Btmar-
cheTra qua amo Vifconte principale delia parte Ghibellina in Milano,& perciò oppa
i\ fenza ai- fno a Qjaniacopo da Triul%i,Tra quali Capitani,^ altri principali del
dia, & fu ab l' efferato confutando fi, fé e* fuf e d'andar e ad alloggiare a Fornuouo ud
bruciata. ^ dipoche cafe alle radici della Montagna; fu deliberato, per laflrette1^-
\> Nei Gio. ^ del luogo,& forft(fecondo dutulgaronojper dare facuìtà a' nimici di
rio,'"ei Bé- feendere alla pianura,d' alloggiare alla Badia dellaGhiaruola,difiante da
bO'&uei ?c Fornuouo tre migliadaquale deliberatane dette luogo d' alloggiare aF or
(cricco, che nuouo alla uanguardia ¥rancefe,chaueuapaffata la Montagna molto in
cario man. nan<^ì a[ Ye%\o dell'efferato, ritardato per l'impedimento dell' artigliarla
& è da auer grofja: laquale con grandiffima difficultà fi conduceua per quella monta-
tir che'iBé- gna ajpra dell* spennino , & farebbe fiata condotta con difficultà molto
guardia de* maggiore,fe gli Suìz^eri cupidi di Cancellare Voffefa fatta all'bonoredel
V mido- lì ^*e ne^ Jacco a* tPontriemoli;non fi foffero con grandiffima prontezza af-
che è cétra- faticati a farla paffare . JLrriuata la uanguarda a Fornuouo ; il Mari-
no & gh ai rcjan0 dì Qies mandò un b Trombetta nel campo ltaliano,a dimandare il
trijiqualian * ■ J~ „ i '
cho non la- pajfo per l 'efferato in nome del B^emquale jen^a offendere alcuno, & ncc-
SlTijSuai uen<^° k uettouaglie a pretti conuenienti^mlenap affare per ritorna* fe-
tte in
SECONDO. f f4
ie in Francia : & nel tempo mede fimo fece correre alcuni di fuoi caualli J^rrc<£e *f
w prender notitia de'nimiciy& del pae fili quali furono meffi in fuga da ueùa^ifafi
:erti Stradiotti, che mandò loro incontro Yrancefco da Gonzaga ;in fulla J^jJ^*
male occafione le genti Italiane fifojfero mòffe infiri all' Sloggiamelo de £ide»vini-
Fracefrfi crede yc' bar ebbono rotta facilmente £ antiguarda: & rotta que ^ £u.°pj£
U non potea più far fi innàri l'efferato I{egio:laquale occafione no era an «editori nò
:or fuggita il dì fegneteybeche il Marifcjalbycono^
Ce ritirato ifuoi in luogo più alto:ma no debbono i Capitani Italiani ardi senato oidi
rcd'andaread afaltarglhfauetati dalla fortezza delfttoydoue s'erano tncerediMc^"
4dotth& dal crederebbe l' antiguardia fojfe più grofa3& forfè più uici- no esfi la #
no il reflo dell'efferato: & è certoy che in queUo dì non erano ancor finite p°5* ^l/o*
li raccorfi infieme tutte le genti Vinitiane ',lequali bauenano tardato tan me,«o« pie
io ad unir fi tutte nell'alloggiamento della Cbiaruola, ch'èmanifefto, che ^Frwcefe'
je Carlo non haueffe aggiornato tanto per il caminoycome in Siena,in Ti- come e-,a
ra}& in molti luoghi foggiomò fenxa bifognoyche farebbe pafìato innanzi [c.nuono--
^nxa impedimentoyò cotraflo alcunoùlquakyimito alla fine co l'antiguar
iia;alloggiò il dì proffimo con tntto l'efferato a Fornuouo. b J^on haueua a «. ^mbo
w creduto mai iVrincipi confederata cbell^econ efferato tanto minore Jatrcloluplacai
ardi fé di paffare per il camino diritto. I' \Apennino :&però s erano da prin Sf^jg1^
àpio perfuafi, cbe egli lafciata la più parte delle genti a Tifale riandreb jine dallo*
he col reflo full' armata maritima in ¥rancia:& dipoi intejfo , che pur fé- sforza^ n-
guitaua il camino per terra;baueuano credutOych'egliy per non fi appro- j£ua "£ vii
pinquare al loro efferato; difegnaffe di paffare laUontagna per la ma del nmani ha.
Borgo di Valditaroy& del Monte di cento croceymonte molto ajpro3& «y gioriadi far
fìcileypercondurfinclTortonefe con Speranza àhauere adeffsrerincon- gggj/1
irato dal Duca d'Orliens nelle circoflantie dMefandria. Ma come fi uid ^^
de certameteych'egli fi diri^aua a ¥ or nuouo;l' efferato Italiano yctopri . ^"/uo
ma per i conforti di tanti Capitaniy& per la fama del piccolo numero de' go ornata-
nimicherà molto inanimito ;r ime fé qualche parte del }uo Mgore>conjiae- uio n fito
rando il ualor delle lande Francefiy la uirtu degli Sui^eriya quali fin- ^ueos°no>
%a comparatone la fanteria Italiana era tenuta inferiore y il maneggio accapati gii
ftedito dell' rtiglieriey& quel che muoue affai gli huomini y quando hanno ^^
fatto contraria impresone; l'ardire inajpettato de' Francefiy di approffì- ™0 a» quaii
mar fi loracon tanto minor numero di gente .Ver lequali cofiderationi raf 'g™*^
freddati etiandiogli animi de Capitani;eraflato meffo in confulta tra lo- ro.i vmiua
ro,quel che shauefle a rifondere al Trombetto > mandato dal MarifciaU J^gJ^J
lo y parendo da una parte molto pericolofo il rimettere adifcretione della pflb oPPia-
Vortuna lo fiato di tutta Italiaidall'altrayche e'fuffe con grande infamia no,e n Re a
della militia Italianaydimoftrare di non hauere o animo d'opporfi all'effer Ma ^to Anc
citoVrancefe , che tanto inferiore dinumero ardiua dipanare innanzi a tn0Jfaloc^cta
gli occhi broglia qual confulta efendo diuerfi i pareri de' Capitanilo feguae a #
pò molte diftute determinarono finalmente dare della domanda del ne*****
— tmifo
LIBRO
duuìfo a MìlatiOyper e fequir quello >che qui ni concòrdemente dalDucay&
da <?Ìi Oratori dt confederati fojje determinato.Tra quali confultandofi,
ilDucay& l'Oratore Venetoych' erano più propinqui al per icolo;concor fé
ro nella medefi&a jenten^a^he al nimico ^quando uoleua andar fene y non
fi doueua chiudere lajìrada:ma più prefloy fecondo il uulgato prouerbio ,
fabricargli il ponte d'argento: altrimenti effer pericolone la necejfitd co
me fi poteua coprobare con infiniti effempi;conuertita in diJperatione;non
s'apriffe il camino con molto fangue di quelliy che poco prudentemente fé
gli opponeuano.Ma l'Oratore de fuoi^e fi faceffeefperien%a della fortu*
na;iaHette efficacemeteyet qua fi protefiandoyche no fi lafciaffero pafiare9
nèfìfdcfie loccafìone di rompere quell'e[ìercitoyilqualefe fi faluauayre-
ftauano le co fé d'Italia ne* medefimiyctn%i in maggiori pericoli che prima:
perche tenendo il I{e di Francia jlfliy& J^uara^ubbidiua a' comandarne
ti fuoi tutto lViamonte:& hauendo alle fi>alle il Bearne dimanda idea-
rne tanto potenteye tanto ricco; gli Sni^eri uicìni y & diffofli ad andare
a f oidi fuoi in quelnumero uolefìeye trouandofi accrefeiuto diriputatio-
ney& d'animo, fé l'efiercito della Lega tanto fuperiore alfuogli defìe co fi
uilmente laflrada;attenderebbe a trauagliare Italia con maggior feroci*
tàiche à fuoi Bg farebbe quafi necefiario far nuoue deliberationi , cono*
feendo che gl'Italiani yònon uoleuanoyb non haueuano animo di combat-
ter co' Francefi . Nondimeno preualendo in quefto configlio la piuficura
opinione, determinarono fcriuer ne a Finetja:doue farebbe fiato il medefi
mo parere.Magidfi confultaua indarno yper che i Capitani dell'efferato,
poi che hebbono ferino a Milano yconfider andò efìer difficileyche le ri^ofie
arriuaffero a tempo,& quanto refiaffedifonorata la militia Italiana3fefi
• Tutti gli lafciajje libero il tranfito a* Francefhlicentiato il Trombetta, *fen%a ri-
auttori no- jp0fta certa;deliberaronoycome i nimici caminauam d* a ff aitar gli, concor
pra^afem- rendo in qu eft a J 'enterica i Troueditori Vimùani y ma più prontamente il
ahe°iÌ rifo Triuifanoyche il collega . Dall'altra parte fi fiumano innanzi i Francefi
tu fu fdaPta pieni d'arrogantia,et d'audaciaycome queiliychc non hauendo trouato infi
*SS l'ha! m aMk°ra m lta^a rifrontro alcuno fi perfuadeuano, che l'efiercito nirni
urebVon la" conons'haueffe loro ad opporre: &quando pure fi oppon effe hauerefen-
feiar°uando ^fatica a metterlo in fuga(tanto poco conto tencuano dell'armi Italia^
cgh haueae nejnondimeno quando, cominciando a calare la Montagna,fcoperfono l'è)
fou'xze0 1* fircito alloggiato con numero infinito di tende, & padiglioniy& in allog-
collegati, giumento sì largo , che fecondo il cGÌìume d'Italia potena dentro a quello
metter fi tutto mbattagl.ayconfiderado il numero de' nimici sìgrandey&
che fé non haueffero hauuto uoluntà dicobattere;nonfi farebbono condot
ti in luogo tanto uicino: cominciò a raffreddarfi in modo tanta arrogala >
che hanbbono hauuto per nuoua felice, che gV italiani fi f uff ero coni etati
di lafiiargli paffare:& tanto pìuyche hauendoCarlo ferino al Duca d'Or
liens, che fi fac Jfe innanzi per incontrarlo, & che il ter^ogiorno di Lu-
glio
SECONDO. jj
dìo fi trouaffe con piugeti,che potejfe a ?ìacenza,& da lui hauuto rifpo-
fta che non mancherebbe d'efferui al tempo ordinatogli ; bebbe poi nuouo
auifo dal Duca mede fimo, che l'efferato Sfor%efco oppofto a lui, nelquale
erano nouecento huomini d'arme,mille dugento canai leggieri s & cinque
mila fantiier a fi potenti ,che fen%amanifefliffimo pericolo nonpoteua far
fi innanxi,effendo maffimamente neceffitato a lafciare parte della fuagen
te alla guardia di Vouara,& d'^Afli . Vero il Fg neceffitato a fare nuoui
penfieri;commeffe a Filippo Mons.d\Argentane,tlquale effcndo flato poco
innanzi Jlmbafciatore per lui apprejfo al Senato7/ inìtiano,hauea nel par
tir fi da Vinetia offerto alVifano,<& alTriuifanogià diputatiTrouedita~
ri,d 'affaticar fi per difpor re l'animo dell\e alla pace,cbe mandaffe un Tro
ktto a detti Troueditori ,fi?nificando per una lettera d'hauer defiderio a A 4rtoha-
„ ;•;/•;• j; • ueoan proni
oer beneficio commune di parlar con toro:i quali accettarono ai ritrouar fìo i vinida
(i ficco la mattina feguent e in luogo commodo tra l'uno, & l'altro efferci hr?-fl^^
yoMa Carlo fo perche in quell'alloggiamento patifje di uettouaglia^o per oppiano;g-
• iltra cagione,mutato propofito ;deliberò di non affettare quiui l'effetto di jjjjjj^
weflo ragionamento, Èra la fronte de gli alloggiamenti dell' uno,& dell 'al pedìrono a»
ito efferato dittante meno di tre miglia, dìflendendo fi in Julia ripa delira *|™"f£™
iti fiume del Taro,benche più preflo torrente,che fiumeiilquale nafcendo none , & ai
iella Montagna dell' spennino, poi che ha cor fo alquanto per una piccola rR0en"e ^
ualleriflretta da due colline fi diftende nella pianura larga di Lombardia iperàza.Gio
infin'al fiume delTò.-infulla delira di quette due colline fcendendo infino ^Benedetti
alla ripa del fiume alloggiaua l' efferato de' collegati, fermato fi per confi
ilio de Capitani più preflo da quefla parte, che dalla ripa finiftra^ , donde b ^^ ,.
baueua a effere il camino dey nimici,per non lafciar loro la f acuità di uol- ouio fempii
*wfiaTarma:della qualCitta,per la diuerfitd delle fattioni *nonflaua «méte eh*
il Duca di Milano fen%a foretto, accref auto pei 'che UBgs era fatto con- ta p.ogRia
cedere da' fiorentini infmo in Mìi Francefco Secco , la cui figliuola era ^g^g
maritata nella famiglia de' Torelli, famiglia nobile, & potente neltenito «énedai eie
rio di Varma:era l'alloggiamento de Collegati fortificato confoffi,& co j? P*J? ioS
ripari,& abbondante d'artiglierie .'innanzi alquale,i Yrancefi uolendo ri |nJoU& u
durfi nell'^ftigiano, & però f affando il Taro a canto a Vornuouo ; erano J^jW
neccffitati di paffare,non rejìando in me%o tra loro altro che'l fiume. St et d'arme fi co
tettata la notte l'efferato Francefecon non mediocre trauaglio: per- JggJSj
che per la diligenza de gl'Italiani, che faceuano correre gli Stradiotti in- ienu.no a q
fino rull'alloggiamento;figridauafpefo all' arme nel campo loro,chetut- J^ggKJ
>tofifolleuauaaogniflrepito;&percbefoprauenneM
difflma pioggia mefcolata co fpauentofi folgori, e tuoni, & con molte hor m°e;io \^
ribili faette: lagnale pareua, che facefìe pronoflico di qualche trifiiffimo far. » d.ct
accidente.-cofayche commoueua molto più loro , che l'è fier cito Italiano, ^'chVan-
non filo perche efiendo in mt%o delle Montagne , & de rumici, & in luo- ct^nei -
go dotte bmndo gualche finiftro'?non rettaua loro foranea, alcuna piouuè%
cho nel fac
to d'arme
LIBRO
il faluar fi, erano ridotti in molto maggiore dìjfic uh a ',& perciò baueuam
giuTla cagione dibatter maggior terrore ;ma ancora pcbeparetta più ueri
fimtle,cbe i minacci del ciclo,no [oliti a dìmoftrarfi fé no per le co fé gran
diyicceaaffero più preflo a quella parte,doue fi ritrouaua la per fona d'un
]{e di tanta dignità,^ potenti a. La mattina fegucnte, cbe fu ildìfcflo di
Luglio ^cominciò all'alba a paffare il fiume l'efferato ¥r ance fé, proceden-
do la maggior parte dell' 'artiglierie feguitate dalbantiguardarnella qua-
a il Cono, k M R& credendo , cbe contra quella bauefie a uolgerfi l'impeto principa-
ti Benedet. le de* nimici,baueua meffo a * 5 o. lance Francefi,Gianiacopo da Trinilo
jooChuomi con le fue cento lanciere tre mila Suixj^eri, ch'erano ilncruo,& la fyeran
d'arme,2oo ^a di quell'efferato : & con quefli a piede Engiliberto fratel del Duca di
gicnl,&dué C lene s,el Bagli di Digiuno,che gli baueua condotti: a? quali aggiufe il I{e a
?h* Mdeì fre^e ì00*arcicrhet alcuni baleflr ieri a cauallo delle fue guardie,? quafì
Bembo de- tutti gli altri fanti e baueua feco.Dietro alla uaguardia feguitaua la bat
?ofl'ehneUa tagHa^n me>KP dellaquale era la per fona del Ke armato di tutte arme,fo
uanguarda: pra unferoce b corfeere,& apprefjo a lui per reggere col configlio, & con
rJrhpe*q°uIif ^autorit^ fa* quefla parte dell' ejfercito,MonsJella Tramoglia, Capitan
che ferine moltofamofo nel Byegno diFrancia. Dietro a quefli feguitaua la retroguar
to« Vdfà ^a condotta dal Conte di Fois,& nell'ultimo luogo i carriaggi :&nondime
carta fé- no il He non battendo l'animo alieno dalla concordia ,follecitò nel tempo
guentc mede fimo, cbe' l campo cominciò a muouerft, jlrgetone cbe andaffe a trat
b n gìouìo tare co' Troueditori Veneti ;ma ejfendogià per la Iettata fua tutto in ar-
nUfimo'qaé me ^eIFerc't0 It aliano, & deliberati i Capitani di combatter e ;non lafcia-
lìo corriere, uà più la breuità del tempo,& la propinquità degli efferati, nèjpatio, né
"cdrio de: commodità di parlare infieme: &già cominciauano a fcaramucciare da
ftro:madei ogni parte i cauai leggieri-jgià a tirare da ogni parte borribilmente l'arti-
dic^ch era &ierie ì & già gì1 Italiani ufeiti tutti degli alloggiamenti diftendettano i
nella retro, loro e f quadroni preparati alla battaglia,in su la ripa del fiume :per lequa
gu< li coje non intermettendo i Vrancefi di e aminar e, par te in fui greto del fin
e iquaiìeri me;parte,percbe nella ftretta pianura non fi poteuano piegare l'or dinan-
ui°o e'B£bo* ^>Per la fiiàggw della collina; & ejfendo già l'auanguardia condotta ai
cono,& Be dirimpetto dell'alloggiamento de' nimici;il Marcbefe di Mantoua co uno
S^ùeftT PìIiadrone di feicento huomìni d'arme de più fioriti dell efferato, & con
due ultimi unagroffa banda di Stradiotti,& d'altri cattai leggieri,^ con cinque mi-
diftintf ror la fanti pafiò il fiume dietro alla retroguardia de' Francefi,hauedo lafcia
dinanze. to in su la ripa di là .Antonio da Monte feltro figliuolo naturale di Federi
gogià Duca d'Vrbino,con uno grofìo fjuadrone,per paffare quando fuffe
cbiamato,ò rinfrefeare la prima battaglia:^ battendo oltre a ciò ordina
to,cbe come fi era cominciato a combattere; un' altra parte della caualle^
d Per confi- Yla leggìera percoteffe ne' nimici per fi anco; & cbe* l refto degli Stradiotti
giio dei Tri paffando il fiume a Yornuouo affaltaffe i carriaggi de' Fr ance fi : i quali,ò
SiGiotó*6 per mancamento di gente, òd per conftglio (come fu fama) del Triul^io ,
era-
SECONDÒ. jf
erano reflati fen%aguardia,efi>ofii a qualunque uoleJJepredarglitDall'al
tra parte pafiò il Taro con quattrocento huomini d'arme > tra* quali era
la compagnia diBonjLlfonfo da Efle,uenuta in campo,perche co fi uolle il
padre, fenica la fu a per fona, & con due mila fanti il Conte di Gaia%$o ,
per asfaltare r antiguardia arance fé , lafciata fimilmente in sa la ripa di
là ^Annibale Bentiuoglio con dugento huomini £ arme, per f occorrer e quìi
do fajfe chiamato , & aguadìa de gli alloggiamenti reflarono due gr offe
compagnie di gente d'arme,& mille fanti: perche i Vroueditori Vinitiani
uolfero riferbarfi intiero per tutti i cafi qualche fuffidio . Ma uedendo il
I{e uenire sì grande sformo addojfo al retroguardo,contra quello, che s'era
no perfuafi ifuoi capitani,uohate leffialle all' auanguar dia; cominciò ad
accollar fi con la battaglia al retroguardo,follecitando egli con unofqua-
drone innanzi a gli altri tanto ileaminare, che quando l'ajfalto incomin-
ciò >fi ritrouò ejfere nella fronte de fuoi tra! primi combattitori-. Hanno t D.
a alcuni fatto memoria,cbe non fen%a di for dine pacarono il fiume legen fono itaci il
ti del Mar che fé per l'altera delle ripe,& per gli impedimenti degli albe £òr!o° 'eì
riì°lifterpi,& uirgulti,da quali fono ueftite communemente le ripe Benedetti.
de torrenti:& aggiungono altrì,che i fanti fuoi per quesla difficultà , &
per l'acque del fiume ingroffate per la pioggia notturna, amuarono alla
battaglia più tardi:& che tutti non nifi conduJJero,ma ne recarono non
pochi di là dal fiume, Come fi fia,certo,è che l'ajfalto del Mar chefe fu mol
to furio fo,& feroce,& che gli fu corriffoflo con fimigliant e ferocia,& wl
lore, entrando da ogni parte nel fatto d'arme gli fquadroni alla me fola-
ta, & non fecondo ileoflume delle guerre d'Italia , che era di combattere
una fqnadra contra unaltra,& in luogo di quella,che fuffeftracca, ò che
cominciaffe a r itirar fi, fc ambiar ne un' altra, non facendo fé non all'ultimo
uno fquadrone grojfo di piufquadre;in modo , cbe'lpiu delle uolte i fatti
d'arme,ne* quali fempre fi faceua pochiffima uccifione;durauano quafi un
giorno intero , &'ffeJfo fi fpiccauano cacciati dalla notte fen?a uittoria
certa d'alcuna delle parti.i^otte le lancie,nello feontro delle quali caddo-
noin terra da ogni parte molti huomini d'arme,& molti caualli\cominciò e^Benedlc-
ciafeuno ad adoperare con la medefima ferocia le ma^e ferrategli Ftoc- ^ pógono ,
chi,& l altre armi corte combattendo co calci, co morfi,& con gli urti i chefe dì Mi
caualli non meno,chegli huomini, dimofirandofi certamente nel principio toua d*rie a'
molto egregia la uir tu de gli Italiani, per la fi 'ere%ja maffimamente del x[ vinitia"
Marchefe : ilquale feguitato da una ualorofa compagnia di giouani gen- ™ , ^s1*
tìl'buomini,& lancieffe%gate( fono quefli faldati altieri tenuti fuor a del fCiato iigo
le compagnie ordinarie a prouìftone)& b offerendofi pronti [[imamente a "erno delie
tutti i peri coli, non lafciaua indietro co fa alcuna,che a Capitano animo fi f Solfo Gon-
fimo apparteneffe.Sojìeneuano ualorofamente fi feroce impeto i Francefi: *?|a err"^_
ma offendo oppreffati da moltitudine tanto maggiore; cominciauano già m combat
qua fi manifeft amente a piegai fi \ngnfen\a pericolo del J^?appreJ]o alqua ™m™l™0m'
le
LIBRO
erfeehinanu! fe P 0c^ Pa$ fH fatt0 prigione Jbenche combattere fieramente jl * Baftar-
to Matteo, do di Borbone :per il cafo del quale, aerando il Mar che fé battere il mede fi-
mo fitccejjb contra la perjona del I\e , condotto improuidamtnte in luogo
di tanto pericolo,] en^a quella guardia,& ordinerete conueniua a brinci
pesi grande ;faceua conmolti de' fuoi grandijjimo sfor^ di accofiar figli:
contra i quali il I\e,hauendo intorno afe pochi de' fuoi, dimofir andò gran
de ardire ; nobilmente fi difendeua, più per la ferocia del cauallo,che per
l'aiuto loro mègli mancarono in tanto pericolo quelli configli, che fogliono
b Cofi ferì nelle cofe difficili effere ridotti alla memoria dal timoreeperche uedendofi
uè Proco- quafi abbadonaeo da' fuoi,uoltatofi agli aiuti celefiiifece uoto a S. Dioni
ho° botato gi>& a S Mar tino, riputati protettori particulari del Bearne diFrancia,
■eli* hifto- C]K fe paffauafaluo con l'efiercito nelTiemonte andrebbe fubitò chefufie
Maiafpina , ritornato di là dà monti a uifitare con grandiffimi doni le chiefe dedicate
che faceua. ai nome \oYo,Xuna appretto a Tarivi,? altra a Torfi:& che ciafeuno anno
noi faldati r ,j Jrj .i.r r n , ,& r •• a- ■ in
ài Beiifa- farebbe con Jolennijjime fejte,& jacrificij,tejtimonian%a della gratta rice
"u'cóbat- uuta fer °Pera l°ro:i quali uoti come hebbe fattì,riprefo maggior uigore;
teua intor. cominciò più animofizmente a combattere fopr a lefor%e, & fopra la fua
contra ur. compie ffione '. Ma già il pericolo del Bg haueua infiammato talmente quel
fermo di liyche erano meno butani, che correndo tutti b a coprire co le perfone prò
di'C£pi-ocoi priz la psrfona I\eale;riteneuano pure indietro gV Italiani :&joprauenedo
pio nei lib. in quefto tempo la battaglia fua,che era refiata indietro ; uno fquadrone
ic de» Wo- dù.quella urto ferocemente i nimici per fianco: da che fi raffrenò affai lim
thi , & Lio. peto loro,& s aggi un fé, eh e Ridolfo da Gon%aga,%io del Mar che fé di Ma
thIo°fimii! toua,condoitiere di grande efperiew^a, mentre che ifuoi confortando , &
mente nei doue apparifie principio di difordine, riordinando, & hora in quà,hora in
guerre fitte là andando; fa C ufficio di egregio Capitano , & hauendo per forte aliato
m Italia co l'elmetto , ferito da un Fr ance fé con uno fiocco nella faccia , cjr caduto a
' terra del cauallo, non potendo in tanta confufione , & tumulto , & nella
ciiG»°"io moltitudine fifiretta di ferociffimi caualh aiutarlo i $uov,an%i cadendo-
doifo'hGon gli addoffo altr ih uomini, & altri caualli,piu tofto c fuffocato nella calca,
iaga,& Ri - che per l'arme de nimici perde la uita: cafo certamente indegno di lui:per
neftjtoitfin che,et né 'ce figli del dì dina7J,& la mattina medefima,giudicado imprude
mezo della ^ jl mettere fen^a neceffità tanto in poteUà della fortuna, haueua cotra
ina d/ohle lauoluntà del nipote, con figliato che fi fuggifie il combat ter e. Co fi uarian
na,& dalia dofì condiuer fi accidenti la battaglia, ne fi feoprendo più per d'Italiani ,
(econdadei ,' r r • ; ■ / r -j //• t-j cr r
Re ; furono che per i rrancefi uantaggio alcuno\erapiu che mai dubbio chi douejje ej-
amaxzati: e fere uincitore;& però,pareggiata quafi la fieran,xa,el timore; fi combat
Ridolfo paf teua da ogni parte con ardore incredibile,riputado eia J cimo, che nella [uà
fato da moi mano defir a, Ornella fua fortezza fu fi e collocata la uittoria : accende-
fertce;fupoi uà gli animi de'Yrancefi la prefen%a,él pericolo del ^perche non altri"
mandato a menti apprefio a quella natione per inueterata confuetudine è uenerbile
Mantoua. la maefià del Ke}cbe s'adori il nome diuinoì l'ejfere in luogo che con la uit
toria
SECONDO. 57
torta fola potevano fberare la loro falute. ^Accendeva gli animi de gì Ita
lianì la cupidità della predala ferocia^ l'ejjempio del M arche fé ^h ave
re cominciato a dibattere co proserò fac ceffo, il numero grande del loro
ejfercitOyper loquale ajpcttauano foccorfi da molti de' f noi : cofa che non
fficrauano iFr ance fi perche le genti loro,ò erano mefcolate tutte nel fat-
to d' arme, o iter amente aff>cttauano ad ogn'hora d'effere aff aitate da' nimi
ci. Ma e grandìffima ( come ogn'uno sa) in tutte l 'attieni humane la pò
teftd della fortuna : maggiore nelle co fé milit artiche in qualunque altra:
ma ineftimabile, immen fa, infinita ne fatti d'arme :doue un comandamen
to male intefo , dotte una ordinatione male efeguita, doue una temerità,
a una noce nana in fino d'un minimo faldato, traporta fpeffo la uittoria a i _. .
coloro, eh e già pareti ano uint'v.doue impr otti f amente nafeono innumerabi ne legge u.
/;' accidenti, i quali è imponibile, eh e jìano antiueduti, ò gouernati con co ^r^UuT
figlio del Capitano : però in tanta duhietà non dimvnticatafi delcofttrme ai principia
fuo opero quello-, che per ancora non operaua,nè la uirtà de gli huomini, lael I'b'^ce'
né la for'xa dell' armi '.perche hauendogli Stradiotti mandati ad afjàltare 4* Romani
i carriaggi de' \ranctfiicommciato fen%a difficoltà a mettergli in preda, confoioAi!
(jr attendendo a condurre chi muli, chi e auallu chi altri amefi di là dal i<> M.nho
fiume,non folo quell'altra parte degli Stradiotti,cheera dejltnataapcr ^n,n*J"[^
enotere i ¥rancefi per fanco;ma quelli ancoraché già erano entrati ntl d'ano eh»
fatto d'arme ucdmdo i copagnifuoi ritornar fene a gli alloggiarne ti cari n,arma,an*
chi di fbo oli e, in citati dalla cupidità del vuadavnoifi uoltarono a rubare i warina.co-
■ -i> rr • j> ir j ■ tri, r *• r ■ , fi di <**«
carriaggi^ tfftmpio de quali feguit andò i caualli)& i fanti ujcwano per nei iib. 3 a
la medefima cagiow afehiere della battaglia : donde mancando a gì Ita- car< 7 *• foc.
Uani non folo il foccorfo ordinatoyma in oltre diminuendoli con tato di- h'aueuanpre
f or dine il numero de' cobattenthnèmouendofi Antonio da Montefeltro , r° l»dttàd5l
Perugia co
perche per la morte di P^odolfo da Gonzaga , che haueua la cura quando tra i Lgiia
fufje il tepo di chiamarlo \niuno lo chiamaua; cominciarono a pigliare ta m:ma Ptrtu
,. _ r.T- n • r • r n i- ;• • i • • * nauoceche
to di capo i vr ance fi, che niuna co] a piujojteneuagli Italiam3che già ma- gridò a da
nìfefiamente declinauanOiChe il ualore del Marchefe : ila uale cob attendo V?*^*1™?
fortiffimamente-y fofteneua ancora l'impeto de ritmici 3ac cedendo ifuoiho doueucaro-
ra con l'tff empio fuo 3hora con itoci caldiffimea uolerepin tofìo ejjerepri JJ.JJJJSI.
nati della uita, che dell'honore. Ma no era più pcffìbile,che pochi refijief nule k ne
fero a molti:&già moltiplicando addofjo a loro da ogni parte i combatti Jj^hb! ^"J
tori, morti già una gran parte>& feriti molti, maflìmamete di quelli del car.156.fac.
la copagnia propria del Marchefe ; furono neccfiitati tutti a mctterfi in \^\*fal
fuga per ripagare ilfiumeiilqualeper l'acqua piovuta la nottc,&che co tod;am»eai
grandine, & tuoni piouue grandi ftima,mentrt fi combatteua,cra crefeiu j* ?#% "JJ
to in modo}cbe dette diffcultà affai a chi fu coHretto a rip affario, Segui- uociforono
tarogli i Yraccfi impetuof amente infino ai fiume, non attendendo fc non ad SUpcwiirtii
ammalare con molto furore coloro, che fuggi u ano fen%a farne alcuuo
prigione i&fen^a attendere alle$oglie3& al guadagno; an%i sudiuano
H per la
LIBRO
minio? de* Per ^a campagna f^efie voci di chi gridauayricordateuì copagnonì diGui-
10 M6s.d tu neguafte. E% Guineguafle vna villa in Ticardiapreffo a Terroana : do-
ftriue qfta uè ne'gli vltimi annidai Bggno di Luigi vndecimo , l'efferato Fr ance fé
giornata a gjay quafi vincitore in vna giornata tra loro,& Maffimiliano a i{e de'Ho a,
non chiama mani ydif or dinato per hauere cominciato a rubar e; fu mejfo in fuga . Ma
Masfmuiia- ne[ tgp0 medefimoyche da quella parte dell'efferato co tanta virtùy&fe~
no filtrarne- • V* '-i i f r i i -7 -> i-
te che uuca rociaji cobatteuayvauanguardia Franceje, contra laquale il Cote di Ga
suAcefìèia'ue ^K£° moffe una parte de' caualli;fi prefentaua alla battaglia con tato
fta fattione imp <et ~o yche impauriti gl'Itali 'ani ,uedendo maffimamete no effer feguitati
ch"fn°iiUi79 da'fuoi\fì dijordinarono quafi per loro mede fimi yin modoyche effendogid
def regno di morti alcuni di loro,tra i quali Giouanni Ticcinmoy& Galea%£0 da Co-
*oiigueXnnf T*&St° ritornarono con fuga manifefla al gre fflo J quadrone. Ma il Mari^
poi a morte fciallo di Gies uededoyche oltra lo f quadrone del Cote era in su la ripa di
ap"di Ago ^ dal fi nmevn altro colonello d'h uomini d'arme ordinato alla battagliai
fio in pief- no permeffe a fuoi,cbe gli feguitaffero: configlio >cbe dapoi ne' difeorfi de
romperò & b uomini fu da molti riputato prudete,da molti che cofìàerauano for-
bene è ferie, fa meno la ragione ycbe l'eueto più preflo uileycbe circoffetto: Pche non fi
uh imi "ami! dubitay che fé gli haueffe feguitati; il Conte colfuo colonnello uoltaua le
deiRegnodi fyalleyempièdo di talefpauento tutto 7 reflo delle getirimafedi là dal fin
paofó Emi- me> c^e farebbe flato qua fi impoffibile a ritener le. Ter che il Mar che fé di
ii°- Mantouayilqu ale fuggendo gli altri;ripafìò con unagra parte de'fuoi di
b Tutti eli là dal fiume più flretto,& ordinatOyche e* potette-Je trono inmodo folle-
fcrittori'da uateyche cominciando ogn'uno a penfare di faluare fe,& lefue robbe,già
te6 citaredi laflrada maeftrayper laqualfi uà da Viacen%a a Tarmayera piena d'Imo
Copra, cioè mini ydi caualliy& di carriaggi ycbe fi ritìrauano aV armaiilquale tumui
boOUcono" tufi fermò in parte con la prefentiay& autorità fua: perche mettendogli
& Benedetti infieme andò riordinando le cofe;ma lo fermò molto più la uenuta del bco b
chek^uenu t e di Vitiglianoyilqnaleyin tata cofufione dell'una partey&dellaltraypre
tadei còte fa l'occafione fé ne fuggì nel capo Italianoidoue confortando^ efficace^
pitigifano1 m<?te affermadoycbe in maggiore difordineyetfpaueto fi trouauano i nimi
a'nodnfof c\\confermò^et ajficurò affai gli animi loro-yan%ifu affermato quafi com-
timo male, munementeychefe non fuffero fiate le parole fueycbeòallborayò almeno
affermando [a notte feguente fi leuaua con grandi/fimo terrore tutto l' effer cito<Bj.ti-
pficefi'era- rat ifi gl'italiani nel capo loro,da coloro infuoriycbe menati (come inter
ro rotti: e'i uìene ne' cafifimili) dalla cofufioney& dal tumulto y& ffauetati dall 'ac
giugne, ch« q uè grò fife del fi 'ume;erano fuggiti differfi in uarij luoghi , molti de' quali
e domandò feontrandofi nelle geti Fràcefijparfe per la capagna furono ammalati
ti^ó le qua da loro;ll % co'fuoi andò ad unir fi con lyantiguardiayche no s'era moffit
li gii bada, del luogo fuo: doue configliò co' capitani, fé e fuffe da paffarefubito il fin
di ròpereai me per affali are ne gli alloggiamenti fuoil 'effer cito nimico :& fu co figlia
tutto l'dfer t0 fai Trtul-zjoy& da Camillo Vitelli^ ilquale mandata la copagniafua,
2e nimici , dietro a color o^ebe andavano aliimprefa di Genoua,haueua con pochi ca
ualli
5 fc XJ <J JN D V, 55
tulli fcguìtato il J\e per ritronarfi al fatto d'arme,chcfi aJTatt afferò :il~
che più efficacemete di tutti confortaua Francefco Secco, dimofiràdo,cbe
la firada,cbe fi vedeva da lontano era piena dìhuomini,& di caualli, che a s?oay<At\
denotaua,ò che fuggi ffero verfo Tarma,ò chehauedo cominciato a fuggi a» cutcc le
re ;fe ne tornaffero al capo. Ma era pure non piccola la difjìcultà di pafìa de&aciioho
reil fi urne, & la gente, che parte baueua cobattuto , parte fiata armata ni c-uhon
infulla capagna,affaticata in modo,che per con figlio de* Capitani Fran mo.t{\ Be_
cefi
del
tielqi
ordine alcuno, & con non piccola incomodità, percbe « molti carriaggi e- prèda uedà"
rano flati rubati da nimicuQueflafu la battaglia fatta tra gli Italiani, toc' u" ■ }[-
et i F race fi in fu 7 fiume del Taro, memorabile, per che fu la prima, che da ritratti di
lunghijjimo tepo in quà.fi cobatteffe con ucdfione,& cofangue in Italia: %*£Z£la*
percbe innari a quefta moriuano pochi/fimi buomini in un fatto d'arme: che dai Re
ma in quefìafe bene dalla parte de' Vràcefi morirono meno di 200. huo- jj"10^"
mini ;d e gì Italiani furono morti più di 3 00. h nomini d'arme,& tanti al- fiate godu-
tri,cbe afe e fono al numero di tremila b uomini: tra quali Pinuccio da Far te'
nefe codottiere de9 Vinitiani,& molti gentil *k uomini di condizione: & ri b 1 fatti uà
mafe in terra? morto, per coffo d'una ma^a ferrata in fu l'elmetto, Ber ^ n^c%
nardino dal Montone condottiere medefimamente de Finiti ani, ma chiaro da Montone
più per la fama di b Braccio dal Motonefuo auolo, uno de* primi illuflra parJf£j°r°
tori della militialtaliana,chep propria fortuna, è uirtù:&fu più mara mente nella
uigliofa agl'italiani tanta ucafione\percbe la battaglia non durò più d'- acciirata^g
un'bora;& percbe combattendofi da ogni parte con la fortezza propria , «ferma da
ij> . » 1 i' • ;■ • <->/* m r J il "io. Anto-
& con l arme , s adoperarono poco l artigliane . Sfor%p\fi ciascuna delle mo caparlo
parti di tirare a fé la fama della uittoria,& dell'bonore di quefto giorno; v^co™ f
gl'Italiani per effere fiati fa lui i loro alloggiamenti, & carriaggi: & per fo jibri .
il contrario Vbauerne iFrance fi perduti molti & tra gli altri, parte de*
padiglioni proprij del B^e , gloriandoli oltra queflo , che harebbono feon- rcnue cbeà€
fitti inemici,fe una parte delle venti loro defiinata ad entrare nella bat- * vinitiani
taglia ;non fi fuffe uoltata a rubare:uche efjere fiato nero , non negauano & de> Fran.
i ¥ràcefi:& in modo fi sforarono i Vinitiani d'attribuir fi quefla gloria, «** 100°:
che per comandamento publicofe ne fece per tutto il dominio loro, & in gióutai che
Vinetiaprincipalmente,fuochi,& altri fegni d'allegrex^a.l^e feguitaro jJ|2J*J*£
no nel tepo auuenire più negligentemente l'efempio publico i priuat'uper n giouìo
che nelfepolcro di Mar chiome Triuifano nella chiefa de Frati Minori; fu 4*"J P)» ^
« ■'•' .»)i 4000. tra vi
tono alla fua morte fcritte queHe par ole,che in fu l fiume delT aro cobat rutiam , e*
tè con Carlo I{e di Francia profper amente : & nondimeno il cofentimeto ^"kjj*;
vniuer fiale aggiudicò la palma a'¥racefi;per il c numero de morti tato dif fi iooo.hu©
ferente;& perche fcacciarono i nimici di là dalfiume;& percbe refto lo- ™l™ ™£:
ro libero ilpajfare innan^cheera la contentione,per laquale proceduto bagagliai.
H i sera
JD IV W
s'era al combattere. Soggiornò il dì figliente il ]\e nelmedefìmo alloggia-
a Tendono mento^ in queflo dìfifeguito per me^o del mede fimo a jlrgenton qual-
\\ Gi.v.io& c]ìt parlamento co' nimicì:^ però fi fece triegua in fino alla notte yde fide-
fi pramea rando da una parte il I{e la ficurta del p affare, per eh e Japcndo y che molti
rfeU'accor . dell efferato Italiano non baueuaao cobattuto, & acuendo fi arali fermi
(KtStatop ,JJìr >, ;• •; • j -i
uia diFiiip- nclmedefimo alloggiamento ;gli pareti a il camino di tante giornate per il
po m-ouo- fiUcato di Milano pericolo fo co' ramici alla coda\& dall'altra parte no
"r«ten«« » fi fapeua rifoluere per il debole confi gl'io yilquaAey difprexp^ti i co figli mi
*j"?it,?nio glioriynfauafpeffo nelle fue deliberat'wn'u Simile iiicertitudine era ne gli
Cario hauef animi degl'italiani: i qualiybeche da principio f vffero molto fkauentati;
Rg>uftorpa s\rano ajjicurati tatoycbe la fera medefima deUa giornata htbbono qual
cure innan che ragionamento ypropo(ìoy& confortato molto dal Conte di Tltigliano*
*h ' iTml™ d'ajfaltare la notte il capo Francefe,alloggiato con molto difagioy& fen-
n*e;s'aiiaac %aforteX£a alcuna d'allogiamento, pure cotradiccndo molti de gli altri,
coido. fu^come troppo pericolofo,pojìo da parte quello còfiglio.Sparfefi allhora
fama per tutta ltaliaycbele genti di Lodouico Sforma per ordine fuo fe-
greto non haueuano uoluto combattere: perche effendo fi potete efferato
de' Vinitiani nel fuo fi atollo haueffe forje meno in horror e la uittoria lo
rocche de' Yrancefi: i quali defiderajjeycbe non rejiajTero ne uintiyne uinci
tori:&che per effere più ficuro in ognieuento uoleffe coferuare intere le
for%e fue :ilch e s'affermaua effere fiato caufayche V esercito Italiano non
haueffe conjeguita la vittoria : laquale oppenione fu fomentata dal Mar
che fé di Mantouay& dagli altri condottieri de' Vmitian^per dare mag-
giore riputazione a fé medefìmiy£r accettata uolotieri da tutti queliiycbe
defidarauanoycbe la gloria della mìlitia Italiana saccrefceffe.Ma io vdl
già da per fona grauiffimay& che allhora era a Milano in grado taleyche
haueua notitia intera delle co fey confutare efficacemete quefio romoreyto
fermadoyche hauendo Lodouico rotiate qnafi tutte le for%e fue all' affedio
diNouarà;non hauena tante genti in fui Taro ych e faffero diiholto mo-
meto alla vittoria : laquale bar abbe ottenuta l'efferato de' co federati, fé
non gli haueffero nociuto più i difordini proprii,cbe il no hauere maggior
• numero di gcti;ma(Jimameteyche molte delle Vinitiane no entrarono neU
la battaglia:^ fé bene il Còte di Gaia-^o ruadò contra i nìtnici vna par
t^e fola delle fue geriy& quella freddametcìpotette procedere pebe era ta
to gagliarda l antigutrdia Fràcefe,che e' conobbe effere molto perìcolo il
còmetter fi alla fortuna :*jr in lui ^ l'ordinario harebbono duto più ammi
ratione l'atttoni animofcycbe le ficure:et nòdimeno no furono al tutto in-
utili le geti Sfor^efcbe;per che ancora che nd cobattcjferopn enono fanti
guardia Fràcefeyche non foccorr effe ,doue il I\e co la minore,^ molto pii*
àtbol parte dell'efferato foflene uà co grauiffimo pericolo tutto tipe fu del
la giornata. Tsje è quefìi oppenione confermatale io no m'ingàno più dal
l'autor itàycbe dalla ragione:percbe? cornee uerifimilt^chefe in Lodouico
Sfor&
t
S E C O N D O. 59
Sforai fu fi e fiata quefla intcntione,non haueffe più pretto ordinato a ca~
pitam j;ioi,cbe difiuadeffero l'opporfi altranfito de* Ffacefiìcociò fiacche
fé il l\e bauejk ottenuta la uittoria non far ebbono fiate più falue,cbe l'ai
tre,lc genti [ne tanto propìnque a* nimìci,ancora che nonfi fuffero mefco
late nella battaglia:^ con che difcorfo,con che confideratione,co che efpe
rìentia delle co fé fi poteua prometter e, che combattendo fi, hauejf e ad efie-
re tanto pari la fortuna,che il 1\e di Francia non haueffe adejjere nèmn-
to,nè uincitorefae cotra il configlio de fuoifi farebbe combattutoiperche * L? not"
le genti Vinitiane,mandate in quello flato folament e per ficurtà,<&falu- ^SolSS
te fila; non harebbono difcordato dalla uoluntà de fuoi capitani . Leuoffi ne^ .fec6d*
Carlo con l'effer cito la feguente a mattina innanzi giorno ,fen%a fonare à;o^tton4ì
trombettc,per occultare il più che poteua la fua partitale fu per quel dì tl Fuochl 2
r •<. j n> n • ì » ii • • f •? i * -^ * » ingannate t
Jeguitato dati esercito de collegati impedito quando benehaueffe uoluto murici , fèn-
feguit ar lo, dall'acque del fi urne, ingroffato tanto la notte per nuouapicg- "^UI1 -f"
^ gia>cbe non fi potette per una gran parte del dì p affario ^blamente, de di- la.odi wm
< nandogià tl folc;pafiò non fen^a pericolo per l'impeto dell'acque, il h Con ^^i^ìò
te di Gaia^o con dugeto caualli leggieri: co* quali feguit andò le ucttigte ipuìua per
de' Fracefhche caminauano per laflrada diritta uerfo Tiacenya; dette lo jfa u£ fiB™;
ro,majfìmamete il proffimo dimoiti impedimenti, & vncommodita:&no di Trebbia ;
dimeno effi,héche firacchi,feguitaronofen%adifordinealcuno,ilfuo carni ma™*? co!
nocche le uettouaglie erano affai abbondantemente fummiriifirate dalle no, fc>i Bene
terre ideine, par te per paura di no effere danneggiate, parte per opera del *
Triul'zjo:ilquale caualcando innanzi a quefio effttto co caualli leggieri; b viene dal
moueuagli huominijjora co minacciyhora co l'autorità fuaorade in quel 5:ono e dal
lojtato apprejjo a tutti: ma gradifpma apprejjb a Guelfi.Nè l'efferato del fcricto , che
e la legaymoffofi il dìftguHe alla partita de Fracefi,& ' poco difpotto,maf cd°iìG^
finamente i Troueditori Vinìtiani,a rimetter fi pia in arbìtrio della for- ro fu ancho
tuna'/accoflò loro mai tantoché ne haueffero un minimo diflurbo : arai n„rt!^eS;
ejjendo ujecondo ai alloggiati in fui fiume della Trebbia poco di là daVia tano de'ca.
ceìixa>Zr affando per più commodità dell'alloggiare r efiate tra ilfinme,et órecj-1? Sé
la c.ttà di Tiacen%a dugento lande ,gli Sui%jeri , e-r quafi tutta l'arti- *»"» "»*«*-
glieria ; la notte il fiume per le pioggie crebbe tanto , che non ottante l'è- tmo'd.frTri".
firema diligentia futa da loro;fu imp oj]i bile, che ò fanti 3ò cauall.paffaf- reno l'orkn
fero, fé non dopo molte bore del dì; né quitto fenra difficultàybencbe l'ac- cTei iwl
qua fujje cominciata a diminuir e lìiondimeno non furono ajf aitati né dal- ce g'^-no.zi
Ve freno nimico,cbe era lotano,nè dal Conte di Gaia^jo, che era entrato ueiìa^cda
in V:acen%a per fojp etto, che e no ni fi faceffe qualche monimeto:fofpetto ta H^™*-
no al tutto fenxa cag:one:percbefi crede,cbefe Carlo,fegmtando li confi c XI ZcuetÌJtt
glio del Trinilo, baneffe piegate le bandiere, & fatto chiamare il nome " "ene^h. e
di Erancefco, piccolo figliuolo di Giouan G.tkai^o ; farebbe nata in quel \™lml[^
Ducato facilmente qualche mutatioae: tanto eragraio il nome dicoiui , lo gloruo fe
che haueuano per legittimo Signore ,& odiofo quclh dell' ufurpatorc: & tau^h^1*
H .3 di
tnoiouf# ; LIBRO n
non di™,! di momento il crcdito\& Vamicitie del Triul%io:ma il^e effendo intento
Jf. Fcc1!. il folamete al patì are innanri;non voluto udire pratica alcuna; fevuitò con
Cote diOr i •ici/-r • -. ^* • ; r i , • • j\ ■ r • ».
iiTxo,elfu celerità il juo camino3co non piccolo mancamento 3da primi di in fuori ai
if!fr dCfl'° liettoua^te:>Pcrc^e dì mano in mano trouaua le terre meglio guardatela.
co dire, che uendo Lodonico Sfor^ diflribuiti3parte in Tortona sfotto Guajparrida
moiri?" f\r Sanftuermo>cognominato il¥racaffa;parte injlleffandria3molti caualli,
a Fracef?,& & mille dugento fanti Tedefchi leuati dal campo di rb[puara\& effendo ì
non lo fece. Francefili eh e hebbono p affata la Trebbiatati fempre infettati alla co
ro; anzi gli * r r t ■ >r ■ i ...
foccorfero «^ dal a Co??f e a/ Gaia%goychc baueua aggiunto a juoi canai Leggieri cin
glia Ca Tor~ 1Hecento fant;i Tedefchi, che erano alla guardia di Piacenza, non hauedo
tona ; doue potuto ottener e3che gli fuffero mandati dall' effer cito tutto ilreflo de' ca-
ìiRead?Fri HCLl leK&tri>& 4°°» huomhii dyarme:perche iVroueditoriVinitianiam
cnu&a qfto moniti dal pericolo corfo in fui fiume del Taro;non uollono confentirlo :
fi corio^u Pure ' &ra™cfi hauendoyquando furono vicini ad ^ileffandria prefo il ca
Benedettici mino più alto uerfo la montagna3doue ha meno acqua il fiume del Tana
neTiafama. ro>fi conduffero ferina perdita d'huomini3ò altro danno in *> otto alloggia #
HBébo due menti alle mura dAfli : nellaquale cita entrato il I\e alloggio la gente di
pigliata °u Suerra in campagna con intetione d'accrefeere ilfuo effer citoy & fermar
uia iuga;die fi tanto in ltalia3che haueffefoc corfo lS[auara%3e'l campo della Lega3 che
chiodi f* fhaueuafeguitato infìno in Tortone fé ydifp erato di potergli più nuocere ;
Sirfene- s'andò ad vnire con la gente Sfor%efca intorno a quella cittàjaqualepa-
n/dice^r tiuagià molto di vettouaglie:perche dal Duca d'Orliesy& da'fuoi no era
gìouìo ai fiata ufata diligentia alcuna di prouederlaycome,per effer e ilpaefe molto
ne.£ L2- fertile ;harebbono potuto fare abbondantiffimamente\an%i non confiderà
il Giuftinia do il pericolone non quando era paffata la facilità del rimedio ; haueuano
d* Nefb°u° attef° a confumare fen%a rijpiarmo quelle ychev erano. ^tornarono qua
ma il gìo.' fi ne mede fimi giorni a Carlo i Cardinali »e t Capitanici quali con infelice
"o^afwd €Hent0 haueuano tentato le co fé di Genouaiperche l'armata3prefa3cheb
Jequah uè he nella prima giunta la terra della Spctie;s'indiri?gò a B^palle : ilqual
n'era tre a- [mn0 facilmcte occupò:ma vfeita del Torto di Geno uà un'armata cd'ot
ragoneii, Se •. ' iti i / • r r »•
poche nani to Galee fottili3d'una Caracca, & di due barche bijcaine;poje di notte in
confò' feri terra joo.fanti: i quali fen%a difficultà prefero il Borgo di spalle co la
«e 7oo. egli guardia de Fr ance finche v'era dentro:& accoflatafi poi all'armata Fra
?i'"ó?o°rme fe^ d Prefon0>& a^' d
ai'ciuftinia bruciarono tutti i legni yrefìando prigione il Capitano3& fatti più famo-
fedued^o fi>c° quefta uittoria quelli luoghi medefimi3ne' quali l'anno precedete era
«e, nei gìo no flati rottigli ^Aragonefi, l^èfu quefla auuerfitàdt Francefi rifior a-
che dilago ta da queglhche erano andati per terra:perche condotti pia riuiera Orie
interra air tale infìno in V aldi bifitgna,& a'Borghi di Genoua3trouandofi ingannati
bo poieBdw dalla §eran7a>cbc haueuano coceputa3che in Genoua fi facefìe tumulto*
fofle l'ar- &
mata de'Vinitiani quella, che prendefle la Francefe ne! porto di Rapallo.
d Capitano dell'armata Genouefe fu Francefco Spinola il Moro: ma il Capitan della Francefe fu Mons. di
Miolano,che fu fatto prigione. Giouio,& Vcfcouo di Ncbio .
SECONDO. rÒ,aChVnm«
& intefa la perdita del? armata;p affarono quafì fuggendo per la uia de joo ma ,i
rriòti,uia molto a/pray& difficileyin Val di ToT^eueriycke è all'altra par ?'oui^n^ir
te della citi a: 'donde , con tutto che dipaefani,& di gente mandate in loro ccrme ,icó
fauore dal Duca di Sauoia molto ingroffati fu/fero; fi indri^arcno co la J^JJ ™
mede fìma celerità yerfo il Tiemonte.TS{è è dtibiOyche fé quelli di dentro Ceiiozzo,5c
non fi fu/fero aftenuti da vfeire fuor a per foretto , che la parte Frego fa {JjSdJt
nonfaceffe nouità,cbe gli bar ebbe interamente rotti,& me (fi in fuga: per ro da'móca
ilquale difordine a icauallide' Vitelli, che fi erano condotti a Chiaucri, ^/^
intefo ilfucceffo di color o,co' quali andauano ad unir fi; fé ne ritornarono t<a n/amaz-
tumultuofamente,nè ferina pericolo a Sere%£ana:& dalla Spetieinfuo- Jy^j?^
ra l'altre Terre della riuiera, che erano fiate occupate da fuor'ufciti;ri- per'io con-
chiamarono fubito i Genouefiycome fimilmcnte fece nella r intera diVone £ j-J^Jj*
te la citta di V 'entimiglia,cbe ne* mede fimi dì era (lata occupata da Voi ronoapifa.
Batti/la Fregofo,& d'alcuni altri fuor'ufciti.Trauagliauafi inqueflo té b fu prete
pomedefimo:ma co fortuna più varialo meno nel Bearne di ' T^apoliycke jJ'J^?^*
nelle parti di Lombardiaiperche Ferdinando attedeua, poi che hebbe b p re & Ha còuì
fo I{eggio,alla ricuperatione de luoghi circofiantijoauendo fico circa fei ""'^^t
mila huominiytra quelli che,& delpaefe,& di Sicilia volotariamente lo fn aperea"u-
feguitauano,e i caualliy&fanti Spagnuoli ;de quali tra Capitano Cofaluo "^^rjj
Ernades di cafa dy^Aghilarydi patria C or do uè fé ,h uomo di molto valore , dopo c©m.
& effercitato lugamete nelle guerre di Granata:ilquale nel principio del ^furoc^
la uenutafua in ltalia,cognominato dalla iattatia Spagnuola ilgra Ca- indi co'1
filano yper fignificare co quefto titolo lafupremapodeflàfopraloro,meri fpTnlMe;
top le preclare uittorie>cbe hebbe dipohche, per cofentimeto uniuer fiale nopoii.Gae
gli fu ffe confermato y& perpetuato qutfiofopra nome, per figni fi catione "//racefi0,
3/ uirtù grande,& digrade eccelleva nella disciplina militar e. A quefìo i quali per
efferato , ilquale baueua già folle uato no piccola parte del paefe ; fi fece pTefero J%
incotro apprejjb a Seminar aberra uicina al mare,Ob gnì co le genti d^ar faccheggii
meYrancefiyChe erano rimafe alla guardia della Calauria,& co cauallì, to CK> fuc.
r-r fanti hauuti da'S ignori delpaefeù quali fevuìtauano il nome del I{e di «ffe aitami
t . m ■ ti i i- tri \ j -> r ìj ■ J cne Perdi.
Fracia:& effendo uenuti alla battaglia;preualje la uirtu de {olitati a or- ^o uemf.
dinanya,ct effer citati all'impernia degli b uomini poco efperthpercbe no ^ a »*»«»
fologli ltaliani,et Siciliani raccolti tumultuariamete da Ferdinadoyma s'hadaiGio
etiand
io gli Spagnuoli erano gète nuoua,& di poca efferien%a della guer "JJ*,d^^J
nodimtnofi cobatteper alquanto /patio di tepoferocemeteiperche corio: nche
la uirtùy& l'autorità de Capitani, ohe nò manca u ano d'ufficio alcuno ap ^rcfi*™J'
partenete a loroy/ofleneua quelli che p ogni altro coto erano inferiori,^ nella fegué-
fopragli altri Yerdinado cobattedoycome fi coueniuaalfuo ralore,et ef tecarta-
fendogli fiato ammalato il cauallo fiotto; farebbe finta dubbio re/lato, * ,^"£3!
ò morto ,ò prigione, je c Giouanidi Capua fratello del Duca di Terminici cafa capota
quale infino da puentiafuo paggio,era ftato nel fiore dell'età molto ama JL*^'" ^
to da luiifmòtato delfino cauallo no bauejjè fatto falirui fopra luh&con cerio. '
H 4 efempio
t I B R O
efempìo molto' memorabile di predar ijfima fede,& amore efpùsla la pro-
pria ttita, per che fu fubito ammainato, p faluare quelU del [no Signore»
Fuggì Co f alno a trauerfo de' moti a Reggio, Ferdinando a Valma,ch'è in
fn'l mare uicina a Seminar a,doue ruotato in full armata fi riduffe a Me]
fina, cref cintagli per le co fé auuerfe la volòtà,et l'animo di tentare di nuo
no la fortuna: conciofiaebe nofolo glifuffe noto il defìderio, che tutta la
città di Trapeli haueua di lui;ma ancora da molti de principali della no
biltà,et del popolo fuffe occultamete chiamato-pero ternedo che la dilatio
ne,&la fama della rotta hauuta in Calauria,nd raffreddale quefl a difbo
fitione;raccolti,oltra le galee, e haueua codette d'I fchia,&quelle 4.0) le
quali s'era partito da Tsfapoli jllfonfo fuo padre,i legni dell'armata ye-
muta di Spagna,et quatipiu legni potette r accorre dalle città, & da Baro
ni di Sicilia-fi moffe del porto diMeffma no lo ritardalo il non hauere huo
mini d'armarli , come quello,che no battendo fcr^e conuenienti a tàtaim
preja,era neceffitato d'aiutar fi no meno con le dimoflrationi, che co la fu
ta^ta°a " ftàtia delle cofc.Tartì adùque di Sicilia con a 6 o. legni di Gaggia, cjr con
dice il do lo.altri legni 'minori,& co lui Rtcaienfio Catelano Capitano dell'arma-
rio fcriu^cé ta Spagnu°la>buomo nelle co fé nauali digra virtà,etjpera^a:ma co b ta "
to ueie. ti pochi huomitti da combatterebbe nella maggior parte no erano qua fi al
b Die 'i e *r/' c^e * declinati alferuigio del nauigareJn quefto modo erano piccole le
no,che non for%e fue,ma gràde f lui ilfauore,& la volontà de popoli: perciò arrìua
dfnandcT"* t0 a fyùt&&*a< di Salerno ; fubito Salerno,la cofla di Malfi, & la Caua
tanca arma- alarono le jue bandiere:uolteggiò dipoi due giorni f opra 7{apoli,alpet-
winVda^o" tàdo,ma indarno, che nella terra fi faceffe qualche tumulto: f che i Vrace
ter mettere, fi, pr e fé preflo l'arme,& meffe buone guardie ne' luoghi opport uni ;rcpref
i?r tro^aua" Fono la bell'ione, eh e già bolliua,et harebbono rimediato a tutti i loro pe
più che cen ricoli, fé haueffero arditamente feguitato il con figlio d'alcuni di loro :i qua
to ucatI* // coietturado i legni dragone fi effere mal fomiti di cobatteti;cofortaua
no M open fi eri, eh e ripiena l'armata Fracefe,che eranelporto,di joldati,
& d'huomini atti a còbat ter e\affalt affé coeffa i nimicLMa Ferdinando il
ter%p dì dijperato che nella città fi facefje alt eratione,s allargò in mare
per ritirar fi a lfchia:onds i cogiurati,cdjider"àdo,che p effere la cogiura-
tione qua fi fcoperta,era diuetata caufa propria la caufa di Ferdinando,
riflrt'ttifi infieme,& deliberati di fare della nectffità uirtù;màdarono fé-
gretamete unbatelloa richiamarlo, pregandolo che f dare più facilitaci
%^i°'i *' anlmo a Myoleua leuarfi in fuofauore,mett(ffe in terra,ò tutta,ò parte
nei cjua/gi. della fua gè 'te però dinuouo ritornato fopraHapoli
il dì cfeguete a quello
'
luccefla la lo chiamato S ebete incognito a eia fc uno, fé non gli haucfjero dato nome f
TaTo?" al uerfi de poeti napolitani: ile he uedendo Mom^enfien no meno pronto a
prvee-
3 E- C O N D O. €i
procedere co audacia yquàdo eraneceffàrìo il timor eyche fuffe flato proto
a a procedere con timor eyquàdo era ncceffcria il dì dinari l'audacia; cufici a ucio-uò
fuor a della citta con cjuafi tutti i foldati per uietargli lo [cerniere in ter- «nette1', ch«
ra:ilcbefu cagione.che bauendo iNapolit ani tale opportunitàyquale ap folo^ìi-ifle
pena harcbbono faputa dtfiderare;fi Iettarono fubito in arme , fatto il fu0\ ddla
b principio di fonare a martello dalla chic fa del b Carmine, uicina alle mu cura'
ra della citta,& fuceeffiuamente feguitando tutte l altre: & occupate le kDaiia qual
porte cominciarono feopertamete a chiamare il nome di Ferdinando. Spa ^lofu fac
ventò queflo fabito tumulto i Francefi .in modoycbe non parendo loroficu to f€g"° aI
ro loflare in me%o tra la citta già ribcllata>& le genti nimicbey&meno fe.Qiòwa!
jperando di potere per quelU viaydonde erano ufciti ritornar ui; delibera
rono attorniando le mura della attaccammo lungo ,montuofo , & molto
difficile yentr are inNap oli perla porta contigua a Caflel nuouo. Ma¥er
dinando in queflo me%p entrato in Napoliyty meffo co alcuni defuoi a ca
uallo dà Napolitani ;caualcò per tutta la terra con incredibile allegrer
%a di ciafeuno >riceuendolo la moltitudine con grandi ffime gridarne fifa-
tiando le donne di coprirlo dalle fineflre difioriy& d'acque odorifere: art
z^i molte delle più nobili correuano nella Brada ad abbracciarlo y & ad
afeiugarglì dal uolto ilfudore: & nondimeno non s'intermetteuano $ que
fio le co fé necejfarie alla difefaipercbe il Marcbefe di Tefcara infieme co'
foldat'uch erano entrati con Ferdinando y&con la giouentùNapolitana;at
tendeua a sbarrare,& fortificare le bocche delle uieydonde i Francefi pò
teff ero affaltare da Caflel nuouo la terra: i qualiypoi che furono ridiati
infilila pianga del cafiello;fecero ogni sfor%o per rientrare nell' habitat o
della citta : ma effendo mole/iati con le baleìtre, & artigliarle minute, e t r)Ice {*
trouata a tutti i capi delle flr ade f officiente difefa,foprauenendone la not i caSahì fu*
r te > fi ritirarono nel Camello, e la f ciati i caualli, che furono tra utili, & ró tirati nei
inutili poco meno di due mila>infulla pia%jayperche nel camello non era àn
»e non ut
tiè capacità di riceuer gliene facilità di nutrirgli: rinchiufonuifì dentro co €{i*end° da
Mompenfieriy Iuo d'allegri riputato capitano y& ^Antonello Trincipe pocTa p\>!
di Salerno >& molti altri Francefi y& Italiani di non piccola conditione : c° g1*'"*"*
& benché per qualche dìfaceffero Jpejfe fcaramuccie Julia pia^ay òr in- per colpir
torno al portole traeffero alla citta col * artiglierie nondimeno ributtati cv? VàiKV\
ftmpre da nimici; reflarono efclufì difperan%a di poter da fé Tteffì ricupe frnqu
e ari*,
dalle a
rare quella citta . Seguitarono fitbito Teff empio di Napoli, Capuay^Auer Jja^a Pfm
fayla ì\occa di Mandr agone \& molte altre terre circoflanti -, & fi uolto
la maggior parte del Recarne a nuouipen fieri : tra" quali il popolo diGae d ^^a1j
tajoauldo prefe l'armi cori maggior' animo ^chef or %e,per effer e co partite cinque nani
invaxj al porto alcune galee di Ferdinado;fu con molta uccìfione fupera q- "u\a0° *il
to da'Fr dee finche iterano àguardia-.ì quali co l'impeto della tintoria fac fecondo a
d cheggiarono tutta la terra . Nel tepo medefimo d l'armata Vinitiana ac *^\ dui
foflatafi a Monopoli città di Tuglia,& fofli f terra qI; Stradiotti et mol prò-
ti
LIBRO
di c£ftn?ac ti fanti,glì dette la battaglia per terra, & per mare : nellaquale *Tìero d
cìfo dà una Bembo padrone duna galea Vinitiana fu morto da quegli di dentro di un
pemtàa; fi* C0^P ° d'artiglieria:pr( 7fe finalmente la citta per forTa, & la rocca gli fu
ca-iòe^ht'i data per ti?nore dal caftellano Francefe, che ni era dentro, & dipoi bebbe
fde"nato co fer accordo Tulignano: ma Ferdinado era inteto ad acquittire Cattelnuo
tra i Mono- uo,<^?Cattcl dell Fono, fi>erando,che pretto baueffero ad arrender fi f la fa
metcefle-far" rne:percbe a proportione del numero de gli b uomini, eh e ui era d tro nera
citrà afacco piccola prouifione di uettouaglie, & attendendo continuavi et e ad occupa
quali frm ji re i luoghi circolanti al caflello: fi sj vr -%aua dimettergli del continuo in
ciò più am- maggiore ttrette^a:percbei¥rancefi, non potendo ttareficura nel por-
ro,e hicche^ to l 'armata loro, che era di cinque naui,quattro galee fonili , unagaleot-
giarono. Vi ta & un galeone, Vhaueuano ritirata tra la torre di San Vincentio^ caflel
mori ancho o . . . f ,~ .
Luigi Tinto dell Fouo,& Vi%i falcone, eh e fi tene nano per loro: b & tenendo le parti y
rj • o'uìo"0 & dietro a Caftelnuouo,doue erano i guardiani Ideali ;fi dittendeuano infino a
Bembo. ' Capella:& fortificato il monafterio della Croce, correuano infino a pie di
. _. . Grotta,& San Martino:contr a quelli Ferdinando hauendo prefa,&mef
b Otu rea- r • r ? 11 , r • 1 r \ /
ta il Giomo Ja in fonema la caualleria,& fatte ine coperte la Incoronata; occupo il
£ na e^rcion monte di Sant'Ermo,& dipoi il poggio di Ti%i falcone, tenendo fi per i Fra
che i FrLeii cefi la fortenga pofta in fulla jommità: allaquale per leuare il foccorfo »
nitrirono a percf}€ pigliandola harebbono potuto infeflare di luovo eminente l'arma*
uoler pi°lia ■ ■ o 1 t J J 0
re a moìo : ta de nimici;affaltarono le genti di Ferdinando il monaflerio della Croce:
doae il Pef. ma riceuut0 nell'accofiarfi dano °rande dall'artiglierie , difberatidiotte*
cara, e il Re J ' o *s * Ji
uennero ad nerlo per forila fi uoltarono ad ottenerlo per trattato infelice, a chi ne fu
té'ioro^có at{tore:percbe bauendo un Moroyche iC era dentro promeffo fraudolente*
bacarono i mente al Marche J 'e diV e fcar a flato già fuo padrone di metterlo dentro,et
Riebbero* fc^ condottolo una notte in fu una fcalla di legno appoggiata alle mura
meglio : ma del monafìerio, a parlar feco,per flabilire II bora , £r il modo d'entrare la
ìod.^rder n°tte medefìma;fu quiuicon trattato doppio c ammainato con una frec-
ci la cutà,& eia d'una baleftra , che gli pafiò la gola . Sèfié alle co fé di Ferdinando di
poca import antia la mntatione prima di Trcfpero,&poi di Fabritio Co*
e Dopo la lonnaii quali, benché durante Cobligatione della condotta col I{e di Fran-
Marchete61 cia,paflarono quafi fubito,che bebbe ricuperato l^apoli à gliflipedij fuoi*
Tenue ìigìo fc tifando fi non gli efiere fiati fatti a' tempi debiti pagamenti promeffi, &
cèS'uf/iron" c^e Virgini° Orfino,& il Conte di Vitigliano erano fiati con poco rijpet-
fuora,& pre to de' meriti loro molto carenati dal F{e sragione che a molti par uè infe-
ceeVi'arci! r*ore alla grandezza de' beneficij nccuuti da lui. Ma chi fa fé quello , che
giierie Ara. ragioneuolmente doueua ejjere il freno a ritenergli ;fuffe lo ttimolo a far-
f °pena"con $kfare H contrario? perche quanto erano maggiori i premij, che pojfede-
l'iiueruento uano;tantofu perauentura più potente in loro poi che uedenano comincia
ricuperate.0 re già a declinare le cofeFrancefi,la cupidità del con feruar gli. Bjftr etto in
qnefto modo il caflello, cjr fermato il mare de nauilu di Ferdinando ; crc-
fceua continuamente il mancamento delle uettouaglie ,e idifenforifi fo-
menta-
SECONDO. Ss
fientauano folo con lajperan^a d'hauere foccorfo per mare di Fraciaiper
che Carlo fubito che era giunto in <Afli, mandato Verone di Bacete, haue~
uà fatto partire dal porto di Villaf ranca , appreso a 'Ni'Zga un'armata
mar it ima, a cheportaua due mila tra Guafconiì& Sui%%eri,& prouedw f J"ac2llej*
mento dì uettouaglie,fattoneCapitanoMons.d' \Arbano huomo bellicofo, Francesi era
ma non ejperimentato nel maredaquale condotta fi inftno ali1 [fola di b To j*!^ *§ 5^'
reTOyhauendo Jccperta all'intorno l'armata di Ferdinando, e baueua tren feouo di Ne
ta ueie &dite naui graffe Genoue fi, fubito fi mefje in fuga,&feg aitata in- ^ui'^&fo!
fino all' [fola dell'Elba,hanedo perduta una nauetta Bifcaina,fi rifuggito prà ciit fur
tanto fbauento nel porto di Liuorno,chee' non fu inpoteftd del capitano ri «" ™i" 'tre
tener e, e he la più parte de' fanti non feendeffero in terra , & dipoi contra ■«*»*• suiz-
la uoluntàfia andajfero in Tifa. Ter la ritirata di quefla armata, Mom- xcn*
penfieri,& gli altri ftr etti dalla careftia delle uettouaglie ^patteggiarono b Forfè ai
di dare a Ferdinando il caflello, doue erano Hati affediati già tre me fi, & l^uJTi
d 'andar fene inTrouen%a,fe infra trenta giorni non fuffero foccor fi, faluo vefcouo di
la robba,& le perfone di tutti quelli,che u' erano dentro:& per l'offeruan [J^be eflert
tia dettonoflatichi luo £jLllegri,& tre altri a Ferdinando.Ma non fi p o- ei ror di ita-
teua in tempo fi brieue jperare foccorfo alcuno fé non dalle genti mede fi- pa*
me, che erano nel Regno :però Mons.di Tersi uno de' capitani ]\egij,bauen
do feco i Suixj^eri , & una parte delle lande Francefì , & accompagnato
dal Trincipedi B fignano , & da molti altri Baronifi moffe uerfo 'Napo-
li: la uenuta del quale prefentendo F er din adornando loro incontro adkbo
li il c Conte di Matalona con un efferato, la maggior parte tumultuario, £ Thomak!
raccolto di confidati, &d ' amici;ilquale benché molto maggiore dinume- carrafa , ac
ro,rifcontratofi co' nimici allago Titolo uicino ad Eboli; fubito come fi ignorate dei
accollarono; fi meffein fuga fen%a combattere , reflando nel fuggire pri- *a. m\Ut** •
gione Venatio figliuolo di Giulio da barano Signore di Camerinoima per
che non furono feguitati molto da' F race fi; firiduf]ono,riceuuto d pochijji à iigìouìo,
mo danno }a "Nola & dipoi a J^ap oli. Seguitarono i uincitori limprefa del J^n quefto
foccorrere le caflella,et con tanta riputatione,per la uittoria acqui/lata, fatto. d'a£-
cheFerdinando bebbe inclinatone d'abbandonare un'altra uolta "Napoli: ™ueaY, Vua
ma riprefo animo per i conforti de' 'Napolitani,moffi non meno dal timore la fanteria
proprio,caufato dalla memoria della ribellione, che dall'amore di Verdi- f"tatuaraa
nando;fi fermò a Cappella:&per prohtbire che i nimici non s'accoflafiero p^xx1> in,ie-
al Caflello, finita una tagliata grande già cominciata dal monte di S.Er- ^n^gnia
mo infino al caslello dell' fono; prouedde d'artiglierie , & di fanti tutti i di sgherri .
poggi ìnfimo a Cappella,^ (opra a Cappella,in modo che con tutto , che i gne,cSrò
Frane e fi Squali erano uenuti per la uia di Salerno a Islocera per la Caua, fPerr° Co,5r
& per il monte di Tiedigrotta;fi conduceffero in Chiaia preffo a "Napoli ; ai migiTor
nondimeno effendo ogni co fa benedifefa , & dimoflrandofi ualorofamente Partico & *j
Ferdinando,^ moleflandogli molto l ' artiglietie,'maff\mamete quelle,che Re-alche co
erano piantate in fui foggio di TÌT^falcone?ilqual poggio, è imminente ["^r*^h€
de ali ti
L I B R O
al caflel dcWVouoy& doue già furono le delicatezze^ le flint uo fi ti tati
to famofedi Lucullo ; non potettono pafjarepiu innanzi , né accoflarfi a
Cappellate battendo (acuità di foggi ornar ni, perche la natura benìgniffi
ma a quella coflìera di tutte l'altre amcnità,le ha dinegato l'acque dolci;
furono corretti a ritirar fi più preflo,che non harebbono fatto Jafciati nel
leuarfi due,ò tre pe^TJ d'artiglieria, & parte delle uettouaglie condotte
per mettere nelle caftella y& fé ne andarono uerfo T^pla: a' quali per op-
porfhFerdìnando lanciato affediato il Camello; fi fermò con le fue genti nel
a in quefta, a piano di Talma preffo a Sarni. Ma Uompenfieri f rinato per la partita
h,ogo già i YQ £02ni fkcYànza d'efferc foc cor foylaf ciati in CaUelnuouo treceto huo
Marcello Se <z* Ji a. /' * 11 r- ^ j lì /• ì,/»
Annibale fé mmiynumero proportionato non meno alla Jtcurta delle uettouaguey cne
«io fatto jj difefa , & lafciato guardato Caflel dell' Vouo, montato di notte in-
d'arme in- ** i ■> J^ ■> # _ e» f . r .. . r , , . , ,
fieme. gìc fieme con gli altrty che erano due mila cinquecento \oldatiy mju legni <xei
ul0# la fua armata >b fé n'andò a Salerno,nonjenzagrauiffime querele diFer- b
b conforta dinando:ilquale pretendete non gli effer 'e 'fiato lecito pendente il termine
to a dò dai dell' arrender fi ypartir fi con quelle genti di Caflel nuouo, fé nel tempo me-
qt7aniChaueua de fimo non gli confegnaua quello, & caflel dell Touo;& perciò non fu feti
gonrautieÌ V1 inclinationeyfeguìtando il rigore de patti > di uendicarfi col f angue de
"Sfidar la glìflatichi di quefta ingiuriay& del mancamento di Mompenfieri\perche
&a od" u a^ termine conuenuto non furono arrendute le caftella; ma pafìato il tem
Aragoneiì . pò circa d'un mefeyquelliyche erano rimafi in Caflel nuouo,non potedo piti
ciouio. re fi flere alla fame ; s'arrenderono, con conditioneyche fu (fero Liberati gli
ftatichiy& quafi ne dì mede fimi contennero per la medefima cagione quel
li, che erano in caflel dell' Fono, d'arrender fi il primo dì della projfma qua
dragefimayfe prima non fuffero foccorfi. Morì quafi circa a quello tem*
pò a Meffma Mfonfo d'Aragona y nelqualc afeefo al l\egno Tsjapolitano ,
s'era conuertita in fomma infamia, & infelicità quella gloria, & fortu-
na yper laquale mentre era Duca di Calauria fu molto illustrato per tut-
e cóforme to il nome fio. ^ É famayche poco innanzi alla morte haueua fatto insìan
Ittilo nei tia col figliuolo di ritornare a Vapoli, oue l'odio già hauuto contro. lui,
Giouio ai era quafi conuertito in beniuolentia:& fi dice,che Ferdinando, potedo piti
KJ.dt'io in luiycome è coflume degli huominija cupidit , del regnar eyche la riuere
d Aiforrio, tiapaternaynonmeno mordacemente, che argutamete gli rift*ofe,che afyet
Sa di FerdT. tafie infino a tantoché da fé gli fuffe confolidato talmente il I{egno , che_
nando. egli non haueffe un'altra uolta a fuggir fene. Et per corroborare Ferdinà
d scriue a. do le cojefue con piufiretta congiuratone col Re di Spagna-3tolfe per mo-
leflMroB* ^Uecon la d'jpenfa del Vontefice, Giouanna fua %ia ynata di Ferdinando
r£v'nu'amC M auolo,& di Giouanna \forella delprefato ^Mentre che l'ajjedw fi te
in qua guer neua con uarij progreffi,come è detto,intorno alle caftella di Napoli;l'af
"o oPgeni me fidio di l^puarafi riduceua in glande slrettc^a:perche il Duca di MiU
iè eencò nu no u'haueua intorno potente efferato ;& i Vmitiani l'haueuano foccorfù
daoro"CaCl co tata proteT7a,cbe rare uolte è memoriale in ìmprefz alcuna d pc <-
donaffcro meno alto {pendere ; in modoyche in breue tempo fi rìtrouarono
nel campo de' collegati tre -alila h uomini d'armeytre mila caualli leggieri t
mille caualli Tcdefchiyet cinque mila fanti Italianima quello yin che confi
fteua la forteti principale dell'esercito ; erano dieci mila La%ichenecb
(co fi chiamano uolgarmete i fantiT edefcbi)foldati la maggior parte dal
Duca diMilanoyper opporgli a Sui^eri .-perche non che altro,non foflene
uà il nome loro la fanteria li altana f diminuii a mar auigliof amente di ripis
tationey& d'ardire dopo la uenuta de* Francefu Gouernauangli molti uà
lorofi Capitani ., tra i quali era di maggior nome Giorgio di Tietrapanta
nettino d\Au(lria:ilquale offendo pochi i anni innanzi fidato di Maffiuui.a
no Re de' Romani , baueua con laude grande tolto in Ticcardia la terra
di Sant'Homero al l\e di F rancia. l^é folo era flato follecito il Senato Vi-
nitiano a mandare molta gente a quello affedio;ma ancora per dare mag-
giore animo a fioi foldati baueua di gommatore fatto Capitano gene-
tale dell' tffer c'itoti Mar che fé. di Mant otta .honor andò la forte%^a dimo- a Qncfto ef-
ftrata da Ini nel fitto d'arme del Taroy & a con ejftmpio molto grato, & [l^lnl la
degno d'eterna laude ynon folo accrefeiuto le condotte a quelliyche s'erano senato vini
portati uakntementt > yma a' figliuoli di molti de' morti nella battaglia ^oTòto^l
date proufioni, & uarij prernij, & 'fxaty.it o le dotti alle figliuole. ^Atteri- l'nirtorie ai
deuafi con quefìo efferato fi potente all'affedio : perche era il con figlio %ainoartC
de' collegatiyi quali di qucHojì riferiuano principalmente. alla uoluntà di colare doP»
Lodouico Sfqr%a\di non tentarcyfe non erano nccejjìtatiy la fortuna della mcaeiTa/o;
battaglia col Re di Francia: -rna fortificando fi all'intorno ^di'ì^ouarane fl ued* ch*
luoghi opportuni ; prohibire y che uettov.aglie non u'entr afferò yjfterando deiuifrl
che,per efferuene dentro piccola quantitdy& bifognar itene affai ynon fi pò* "olte> come
tejfe molti giorni feflenererper che olir a il popolo della cittay& i paefaniy gìouìo , il
che u erano rifuggitici' baueua il Duca d'Orliensjra Fracefiy&$uii^zeri j!?mJj£ ' e ll
più di fette mila h uomini di gete molto eletta.Terò Galea^p da Safeueri
no con l'eJfercitoDuchefcoydepofio ogni pi fiero dell' oppugnat iene della cit b Lem«io.
ta}poi che era tato copiofa di difinfori;era alloggiato alle b Mugneyluogo oìoìuo^ch*
in fu Ila Brada maeftramolto opportuno adimpedire le prouifionuche uè g» Pffil\2
nijferp daVercelli:&il Mar che fé di Matoua co le geti Vinitianeyhauendo tardo mae-
i» falla giutafua prefo per for%a alcune terre circefiàtìy&pochi dipoi il ih'° .dclle si
cafiello di Brioneyche era di qualche import a7 a ;haueu a fornito0 Camaria
noyet Bolgari luoghi tral^puara;et Vercelli: et f impedire più comodarne « Arcoma.
te le net touaglieyhaueuano distribuito l' efferato in molti luoghi intorno ^ro^Vcnue
a Houar a y& fortificato ?li alloiviamentìdi tutti. Dall' altra parte il Re °i Giorno :
4ltraciayper ejjerepiu propinquo a 7s!puara;s era aa^jti trasferito a Tu detCJ "mi
rjnoi&ancora chefpeffo andafìe infmo aChieriyprefo dall'amore d'una dge ("cr,ue Mue •
tildonayche ui babitaua;non fi intermetteuano p quefto le prouìfioni della
guerra, follecitando continuamente le genti yche paffauano di Francia con d Detta dal
mentione dimettere in ju la campagna due mila lancieFranceji ; ma non na solerei
eoa
L I 15 K U
. fon minore j?« J/o s'attendeua a Sollecitare la. uenuta dì dieci mila Sui%^e
ne di ciò fi riyafioldarei quali era flato mandato il Bagli di Digiuno yd, i fognando j ubi-
pnncì e ai to^}e e' .fu fero arriuati al? efferato, far e lo sformo pofifiibile per foccorre
secrcraiio re Nouara:ma fen%a quelli no battendo ardire di tentare coja alcuna me
J£nefe mal onorabile rperche il ì{egno di Francia potenti/fimo in qucflo tempo di caual
n& mi terne leriay& insìruttiffimo di copia grande d' artiglieri e y& digradiffixma peri
effèndo moi tia di maneggiarle: a era debolijfìmo di fanteria propria: perche ritenute '
ti anni , che l'armeggìi efferati militari folo nella nobiltà;era mancata nella plebe*
hó'dmnina & ne ' & huomini popolari V antica ferocia di quella natione , per bauere
iii'è nato le lungamente ceffato dalle guerre-* & dati fi all'arte ,& a* guadagni della
io.MaCqulh pace;conciofiayche molti deB^e f affati temendo dell'impeto de popoli, per
prótuTioni l'efifempio di uarie congiurationiy& ribbellioni,che erano accadute il quel
prima uoka reame ;baueuano attefio a di far mar gli, et alienargli da gli efferati] milita
fatte di fan ri:& però i Francefì non confidando più della uirtù de' finti propri] ,fi con
gno di Fran duceuano timidamante alla guerra, fé nell'efferato loro non era qualche
c,*d,a.Carl° banda di Sui^eri: laquale natione in ogni tempo indomìtay&fieroceyba-
Icriejè fcrit- ueua circa b uenti anni innanzi augumetato molto la fua riputatione:per ,
co fra gii al cfe ejfend0 affialtatico potentiffimo efferato da Carlo Buca di Borgogna* l
eternamente quello che per lapotentia, & per lafiere%£afiua,era al F^egno di Fracia,
Lu ^ano^10 & a tuttl l u*cmì di grandififimo terrore: gli haueuano in pochi mefidato
tre rottey&nell'ultimayò mentre combatteuayb nella fuga,perchefiu ofcn
b ikhe uen ro fl mod0 deHa fua morte priuatolo della uita . Ver la ttirtà loro adun-
anno i47^a quey& perche con effi non haueuano i Francefì emulatìoneyb differentia al
ì d\G[U*ld cma ' nè per proPrij interefficaufa di fiorettarne, come haueuano de' Te-
l'Epffama a defichi;no coduceuano altri fanti foreft ieri che Sui%zeriy&ufauano in tut
*or% *n«o te le guerre graui l'opera loroy& in quello tepo più uolentieriy che ne gli
& altri. altri per conofcereyche ilfoccorrere l^puara circondata da tanto efjerci-
• toy& contra tanti fanti Tedefichiyche guerreggiauano con la medefima di
fciplina che i Sui%%eri;era cofia difficile y& piena di pericoli.É pofta in me
%p tra Turinoycjr l^puara la città di Vercelliymembrogià del Ducato di
e Quefta co Milano ; ma c conceduta da Filippomaria Vificonte nelle lunghe guerre *
fattaUnno che hebbeco' Vinitianiy& co Fiorentini, adjLmideo Duca diSauoiayper
1427.3 otto che s alìenafje da loromellaquale Citta non era ancora entrata gente d'ai
«ome fenue cuna delle parti : perche la Duchefìa madrey& tutrice del piccolo Duca
il cono nei fa Sauoia y & d' animo totalmente Francefie y non haueua uoluto feoprirfi
per il Bgyinfino che nonfuffepiu potente, dando in quello me%o parole gra
tey& fi>eran%a al Duca di Milano ma come il I{e ingroffato già di genti fi
trasferì a Turino,citta del medefìmo Ducato,confentì che in Vercelli en*
tr afferò de fiuoi fbldati:donde,& a lui per l'opportunità di quel luogo era
accreficiuta la fiferan^a di poter e,come f uff ero arriuati tutti i fiuoi fiufifi*
dij ^occorrere ^ouara, e*r i confederati cominciauano a filarne con no pie
cola dubitatione;&peròperftabilire con maggiore matmit adorne in qne-
SECONDO. *4
t fle difficultà fi haueffe a procedere: a andò all'esercito Lodouico Sforma , a Arriu6 Lo
& con lui Beatrice fua moglie ,ch e gli era arduamente compagna no me- douico sf<^
no alle cofegrauiyche alle dilctteuolhallaprefentia delqualeycomefufa- "nì^r
mayper con figlio fuo principalmente, fu dopo molte diffrutationi cochiufo Slie a ^
unitamente da' Capitanile per maggiore fi e urta di tutti, l'efferato Ve f£l come
net o sunifje con lo Sfor^efco alle Mugne,lafciando efficiente guardia in fcriue .i] Be~
tuttii luoghi uicinia Nouara,chefufiero opportuni alCoffidione: eh e Boi lif"%tZ
gari s'abbandonaffeyperche effendo uicino a tre miglia Vercelliyera necef- c,e'e n c?rio
farhyfeiFrancefi uifuffero andati potenti per effrugnarloyò lafciarlo igno li no°nfo1hl
minio J amente perder e,ò contra le deliberationi già fatteyandare afoccor Jjj^jj. f1"
rer lo con tutto l'effercito:Chein C amariano dinante per tre miglia all'ai fin iePar°K
loggiamento delle Magne fi accrefeefie il prefidìo: & che fortificato il cà SJrio" dai l
pò tutto con f off y& con ripariy&con copia grande d'artiglierie, fi piglia/ 'BenedetciV
fero giornalmente l'altre deliberationi, fecondo che infegnaffero gli anda-
menti de' nimici,non omettendo di dare il guafio, e tagliare tutti gli albe*
ri infmo quafi alle mura di Nouara, per dare incommodo a gli huomini ,
& alfaccomano de' caualli,de quali nella Citta eragrandiffima moltitu-
dine.Quefìe co fé deliberate, & fatta la moflra generale di tutto l 'effera-
to; Lodouico fé ne ritornò a Milano per fare più prontamente le prouifio-
ni, che di dìy in dì fu/fero neceffarie : & perfauorire anche con l'autorità,
& con l'armeffrirituali,lefor%e temporali operarono i Finitiani,&egli,
cbe'lTontefice manda fé uno de' fuo i Manieri a Carlo a commandargli,
che fra dieci giorni fi partiffe d'Italia con tutto l effer cito, & fra altro ter
mine brieue leuaffe le genti fue del Regno di Napoli: altrimenti che fitto
quelle peneffrirituali,con le quali minaccia la Chiefa,compariffe a Roma
innanzi a lui perfonalmente:rimedìo tentato altre uolte da gli autichi Vo
tefici:perche fecondo che fi legge,non con altre armi,che co quefie, Adria
no Trimo di quelnome;coflrinfe Deftderio Re de' Longobardi, eh e con ef-
ferato potente andaua a perturbare ¥$ma,a ritirar fi da bTerni,douegià b Nel PIaci-
era peruenuto,a Tauia.Ma mancata la riuerentia,& la maeflà,che dalla spjldj%
fantità della uita loro ne' petti de gli huomini nafceuano\er a difficile ffrera fcriue > che
re da' coflumi,& effempi tanto contrarigli effetti mede fimi : però Carlo, noCdò £
deridendo quefio commandamento ;riffro (e yche non haueado il Totefice uo v-efcoui a
luto quando tornaua da Napoli affrettarlo in T{oma , douera andato per fotToptna*
baciargli diuotamente i piedi; fi marauigliauay che al pre finte ne faceffe di lcòm™u
tanta inflantiazma eh e per ubbidirlo attendeua ad aprir fi la flraday& lo ricche LT.
pregaua;accioche in uano non pigliaffe quefia incommodità,che fuffe con- naffc in di€
tento d' affrettar uelo . Conchiufe in quefio tempo Carlo in Turino con gli tr°"
^mbafciatoride'Fiorentini nuoui capitoli,non fen%a molta contradittio
ne di quei medefìmi,che altre uolte gli haueuano impugnatila quali dette
maggior' occafione di coti -adire, che hauendo i Fiorentini dopo l'hauere ri
superato l'altre cafiella delle colline di Tifa , perdute nella ritornata di
Carlo*
L I B R O
fàrtó fto/!o «7 campo a Tonte di Sacco,& ottenutolo per accordo,falue le
terfone de faldati , erano (lati contro, la fede data arnmax^atinellufare
auafi tutti i fanti Quafconi,ehe n'erano co' Tifani,& ufaxe cantra , mor-
ti molte crudeltà. -ilcbe fé ben folle auuenuto cantra la uolunta de Com-
metta™ fiorentini: i quali con dijjìculta grande ne jaluarono una parte ,
ma per oper ad' alcuni foldatuì quali flati prima prigioni dt ileflercttoFra
cefeierano flati trattati molti acerbamente;no;idtmen,o nella Corte de/Ke
]
wilqualepu.
tro rilpetto,non la memoria delle promeffe,et del giuramento prestatolo
lammente, ma la neceffità urgente di danari, & del /occorrere alecojt
, tn quello del mno dì napoli • » Conuenneft adunque in queUa fentenz_a,chejen- 4
nuouoaccor ^aicma dìlatione fuffcro refliimte a' Fiorentini tutte le fortezze, &te
f°a 1 r" «°r terree he erano in mano di Carlo, con conditione,cbe efuffero ubligati di
K>>e ! *& dare infra due anni proffimi, quando cofi piacejfe al ^e,&r,ceuendone con
Z u e"»' conuenient e ricompenfo,Tietrafanta , & Strexgma a Genouefi , tncafo
S3KJJ **" uenilfero alla ubbidientia del sfotto lacuale $eran%a gli ^mbajciata-
"uegii ri de' fiorentini pagafftro fubito i trenta mila ducati della capitolatane
*t£L wé fatta in Virente ; ma riceuendo gioie in pegno per fteurtà del ribattergli ,
Li c?pl di incafonanfi reUituifero per qualunque cagione le terre loro-.cbe fatta la
E&Tì* refììtutioriepreftafreroalZefottorubligationedc' Generali del rimedi I
nedetti fai. Francia(é aueflo il nome di quattro miniftri Kegu, che riceuano l entrate
do' *S3f di t utt o,l Ì.egno)fettanta mila ducati,paga>uiogli per luìallegenti, che
kiator Ho- erano nel remo di Vapol,:& tra gli altri una parte a Colotmeji , in cao
càrio°af!,Rpe non Mero accordati con ¥erdinando;dicbeal ^benché hauefie già del
fo da'Vi.ia- i'accordo diTrolbero qualche indicio ; non era peruenuta ancora l'intera
Sfor«" V« certezza : che non punendo guerra in Tofcana mandafero nel Idearne in
dò s-induf, aiut0 dell'efiercito Francefcdugento cirqucmta huommi d\irme:& tn ca
[«corro11 " fo,che bauefiero guerra in Tofcana,ma non altra,che quella di Mantepul
*** ciano ;fufiero obliati a mandargli ad accompagnare Infitto nel Regno le
genti de' Vitelli, che erano nel contado Tifane , ma non fuffcro obligati a
tcneruevli più oltre, che tutto UmJedOttcbre.-cbe a'Tifanifufiero per-
donati tutti i delitti commejJ!;&data certa forma alla reflit utwne delle
robbe totte;& fatte alcune babilità appartenenti all' arte, & agli tiferei
tij-& ebe per fìcurtàdell'ofleruanzaft defiero-per Valichi feiae'prmct
pai, Cittadini di Firenze ad elettwne del l{e , per dimorare certo tempo
nella fua Corte.-ilquale accordo condr.u fo,& pagati col pegno delle gioie
i trenta mila ducati,che furono fubito manda ti per leuare gì, Sumeri ;
furono eipedite le lettere, e i commandament, i\egij a Cafiellam delle for-
tezzccbe le reflituifiero immediate a Fiorétmi.Ma le coje de tro a T^pua
ra diuentauano orni giorno più dure^r più dtfficili,con tuttoché la tur-
tuie
SECONDO. *5
tu de' faldati fufie grande,& grandi (fima,per la memoria della ribelli one,
l'oflinatione de* fonare fi a difender fi: perche erano già diminuite le netto
uaglie talmente,che la gente cominciaua a patire molto de' ahi ncceffarij:
g fr benché Orliens, poiché fi uidde riflretto}haueJfe mandate a fuor a le boc t rTche fu a'
che mutilinoti era tanto rimedio ,chc baflafìc:an%i de' faldati Francefi, & ' * ■ d'As«*
degli Sui^eri poco habili a tollerare queììe incomodità; incominciauano ce°ii°Ben^
ad infermar fané ogni giorno molti :ondc Orlics, opprejfo anche egli di ftbre tettisi leg
quartanauo mejfìjpc(jìy& co lettere fallecitaua Carlo a non prolungare il Sionel gìo
faccorf obliquale non effendo ancora infieme tante genti^che fufiero a bafta UK)j &. nel
%a;non poteua effere sì preflo,che alla neccffìtàjua cofi urgente fa tis face fa fagi de* so
fa. Tentarono nodimenoi Francefi più uolte di mettere di notte in 1-^ouara uarefi*
vet tanaglia condotta dagroffe feorte di cavalli, & di fanti: ma faoperti b Nei Gto-
jempre da' nimici;furono corretti a ritirar fi,& qualche uolta.con danno uio » & wj
non piccolo di coloro, che la conduceuano : & per chiudere da ogni parte a non a hS.
quelli di dentro la uia delle uettouaglie ; // Marche fa di Mantoua affaltò »e aItro f-e
^ il monaflerio di b San Francefco propinquo alle mura di 7<lpuara>& tfyu- rio a?"sanl
gnatolo ui meffe in guardia dugento huomini d'arme^ & tre mila fanti Te- ^"""V
de fchii donde & gli e/farciti fi fgrauarono di molte fatiche sellando afficit alle n.ura \
rata la ftrada, per laquale fi condì
la uia della porta di uerfo il monte
entrare in Tuonar a .
Francefi alla punta
rata la ftrada, per laquale fi conduceuano le loro uettouaglie, & ferrata iòV*. fu mei~
'di Bìandrana,ch'era la uia più facile ad dia .cariò
entrare in Isiouara . E/pugnò di più il giorno faguente il baflicne fatto da' *? .^,erto *
i del Borgo di San J^a^j^aro , & la notte proffama tut- «,& *oò. e»
to ilBorgo,& l'altro baflione contiguo alla porta: nel quale mcjfa Ugnar uàili*
dia ,& fortificò il Borgo:doue il Conte di Titigliano, eh' era flato condotto e Aieflan-
c da' Vinitiani col titolo dì Gommatore, ferito d'un archibufo appreffo c al- d.roBcn«,cc
/ • n -fi- r^ i- V ,-r \ tl medico
la cintura, flette in graue pericolo di morte . Ver i quali progredì il Duca Veronefe ,
di Orliens, diffidando fi di potere più difendere gli altri Borghi, i qnali,quan £hmLj[f u5
do fi ritirò in ISlpuara haueua fortificati , fattoui mettere fuoco la notte il cWiie di
feguente-, riduffe tutti i fuoi alla guardia falamente della città, fafìentan-< dice ch,OJ-
dofi nella tflremità della fame con la (peran^a del fa e cor forche gli crefceua; fu ferito a»
perche effendo pure cominciati ad arri uare gli S ulceri, l'efferato F race fa, £"* $£"£
pajjato U fiume della Ste fiaterà u fa ito ad alloggiare in capanna un miglio &* fa tot»
fuor a di Vercelli,et meffa guardia in Bulgari, zftntaua ifrcflo degliSuiz^ ^ p$™
%cri,ereàendoft, che comefufjero ar rinati fi andrebbe fubitamente a fa e- do nciiafpai
correr TS[ouara:cofa piena di molte difjicultJ;pcrche le genti Italiane era U /mirtra#
no alloggiate in forte fito , & con gagliardi riparta il camino da Ver ed
li a l^ouara era camino copiofo d'acque » & d;jjiciie,per Ifajfi molto lar-
ghi ,& profondi, de' quali e pieno il paefa : e tra Bolgari guardato da'
Francefi, & l alloggiamento de gl'Italiani era Camariano guardato da
ejjì : per le quali dtfficultà non appariua nell'animo del I{e ,ne degli altri
molta prontezza : & nondimeno fa tutto' l numero de gli Suixgerifufa
fa arriuato più pre[lo;hanbbono tentata la fortuna della battaglia^ euen
l to
L I B R O
t o della quale non patena effe-refe non molto dubbio per eia fama delle par
ti: & però tonofeendoft il pericolo da, tutti;non mancavano continuamete
tra il P\c di Francia , el Duca di Milano fegrete pratiche di cocordia>bcn-
ebe co poca \]>cran%ayper la diffdeti a grandetti era tra loro}& perche l'u
no,& l'altro,per matenerfi in maggior riputatione, dimoftrauaydinon ha
nenie defiderio.Ma ilcafo aptrfe un'altro me%o più ìfpedito a tata concili
fionc: perche effendo in quei medi fimi giorni morta la Marchefana di Mon^
ferratole trattadofi di chi douefje pigliar il governo d'un piccolo figliuoloy
chaueua lafciatoyal quale governo adiravano il Mar che fé di Salu?go,&
Gofiantino fratello della Marche fana mortayuno de gli antichi Signori di
Macedoniayoccupata molti anni innanzi da Maumet Ottomano; il ì\e de fi
derofo della quiete di quello flatoymandò per ordinarlo fecondo il confenfo
de' fu dditi ^Argentone a Cafal Ceruagioidoue effendo fìmilméte andato per
m-^'^'V con^erfl della medefima morte , un » Maeflro di Cafa dd Mar che fé di 4
cafa dei Gó Mantoua;nacque tra quefli due ragionamento delbenefcioyche rìportereb
c<™c/U \l ^e c*afcma delle parti della pace, il^ual ragionamento procede tanto ava
berrino Ko- tiyche hauedo ^Argentone per cofortofuo fcritto fopra ilmedefimo a Tro
códTu e • editori Vinitiani , ripetendo le cofe cominciate a trattare con loro tnftno
uio,e=J Bene fvlTaroyeffi predando orecchìy& communicando co Capitani del Duca di
Ìilt{\ li'dt Milano;finalmente tutti concordi mandarono a ricercare il ì\e, ilqvalera
che non ha' uenuto a Ver celiache deputaffe alcuni de juoiy accioche in qualche luogo
Foccajjone commodo fi conduceffero a parlamento con quelliyi quali far ebbono depu-
per la qua! t ati da loro : ilche hauendo il I{e confentito yfi congregarono il giorno fe-
nVTnfiemè guente ira Bolgariy e*r CamartanOyper i Vinitiani il Mar che fé di Manto-
l'Argento . §fa9 & Bernardo Contarino Troueditore de' loro Stradwtti : per lo Duca
fche«o.B°' di Milano Francefco Bernardino Vifconte b : & per lo l{e di Francia y il b
Cardinale di San Mala, il Vrìncipe d'Oranges yilquak paffato nuova-
*h ae^u' - mente di f#* da" monti chaueua per commeffxone delBgyla cura principale
|ne per3 co. di tutto l'efiercitojl Marifciallo di Gies$ Vienes , & ^Argentone : i quali
?ofanmoGsc3 efkndoft convenuti infume più uolte>& in oltre andati in diverfi dìyalcu-
ga : e il co- ni di effi dall'uno efferato all'altro fi rìflrigneuano principalmente le diffe.
an°cho fuer Ym%e alla città di ì<lpuara:perche il I{e non ponendo difficultd nell'effetto
«So Pietro della reflit ut ionc;ma nel modo per minore offe fa deìl'honore propriofface-
ua inflantiay che in nome del B^e de' Bimani >dir -etto Signore del Ducato di
Milano ;fì dcpofitafìe in mano d'uno di quei Capitani Tedefchi , ch'erano
nel campo Italiano:ma ì Collegati ìflauano fi rilafciaffe liberamente: né fi
potendo quefta>& l'altre difficultàyche accadeuanoyrifoluerfi cofi pretto »
come harebbono hauuto dibi fogno qudliych' erano in T<louarayridotti tato
cDìecì gìor all' cflremo,nche già per la famey& per le infermità caufate da quella y ni
ni di tregua erano morti circa due mila huominiydclla °ete d'Orlicns ; fu fatto trievua
le ridono » • /»
tutu i tre per c otto di, dando f acuità a luiy & al Mar che fé dì Salvato a' andar e con e
nominati piccola compagnia a Vercelli ; ma con promejfa di ritornare dentro con la
medefima
SECONDO. 66
medeftma compagnia fé la pace non fi faceffetper ficurtà del quale batten-
do a paffare per le for%e de' nimici , il Marche fé di Mantoua andò ad una.
Torre preffo a Bùlgari in poteflà del Conte di Fois : né barebbono i faldati,
quali refiarono in l^puara,laf datolo partirete da lui non haueffero hauti
ta la fede,chefra tre dì, ò ui ritornerebbe , ò che effi barebbono per opera
jua faciliti d"itfcirfene'J& dal Marifciallo di Gies,ch'era andato a T^oua-
ra per conducerlo fuora,un juo nipote perftatico: perche erano confumati
non folo i cibi confueti al uitto humano ; ma et iandio gl'immondi, da' quali
gli h uomini in tanta efiremità non fi erano aftenuti.Ma come il Duca d'Or
a liensfu arriuato alf\e* fi prolungò la triegua per pochi dì, con patto,che * n Bene^cc
tutta la gente fua ufciffe di nb^ouara,lafcianào la terra in potefli del popò X «fa! UTr
lo f otto giuramento di non la dare ad alcuna delle parti fenxa il conienti- « di[ &t»
mento commune-,& che nella Biocca rimane/fero per Orliens trenta fanti: Taro* fino
a quali fujfe dal campo Italiano giornalmete mudata la uettottagliaXvfi alia prefen-
fi ufcirono di ^ouara tutti i foldati,accopagnati infino,che furono in luo- fe ?\\ 'cok
go ficuro dal Marche fe di Mantoua,& da Galeaxjp di Sanfeuerino:ma ta ***&&* »
. to indeboliti, & confumati dalla fame, che nvn pochi di loro morirono ap- giorno,^!
pena arriuati a Vercelli: & gli altri refiarono inutili ad adoperar fi in que ca j]uare vo1
fìa guerra:& in quei dì medefimi arriuò il Bagli di Digiuno col refio de gli iungataPu
Sui%^eri,de' quali, fe bene non haueffe dimandati più che dieci mila;non ha treSua»
netta potuto prohibire,che alla fama de* danari del l\e di Francia;non con
correffero qua fi popolarmente, in modo, che afcendeuano al numero di uen
ti milaide quali la metdfìcongiunfe colcampo,cbc era appreffo a Vercelli;
l'altra metà fi fermò difcofìo dieci miglia,nòn fi giudicando totalmente fi
curo,che tanta quantità di quella natione fkejje infieme nel medefimo effer
cito\la cui uenutafe fujfe fiata qualche dì prima,harehbe facilmente inter
rotte le pratiche dell' accordo:perche nell'efferato del B^e erano oltra que- c/ut Tee"
[iiyotto mila fanti Francefi , due mila Sumeri di quelli, che erano flati a fra'i R« car
1slapoli,& le copagnie di mille ottocento lancie:ma effendo la materia tan ^co sf^ì
to auanti,et zia abbandonata Ts[ouara;nonfi intermifìono i r azionamenti, f •?• ài otto
? ? ~ i»>* i« A /n rr • • s t ore, (bene
con tutto, che il Duca d Orliensfacejje opera efficace in contrario , & che a gìouìo p
nella \uafenten%a molti altri concorr effer o :& per ciò erano ogni dì i de- conerà' i e»
pittati nel capo Italiano a praticare col Duca di Milano,ritornatoui nuo- detti ha
uamente per trattare da fe medefimo co fa di tata importane, benché in fcr,t,:o. *tó
prefentia continuamente degli ambafeiatori de collegati : & finalmente toh di que,
i deputati ritornarono al Re riportando per ultima conclufione di quello (b pace {\
i v- r r •» / ledono nel
» in che fi poteua conuertire. t> Che tra il B^e di ¥rancia,& il Duca di Mila- guhmo, nei
nofuffe perpetua pace, & amicitia,no derogando per quefto il D uca all'ai ^f^^'*"*
tre f ite cofederationi:confentiffe il Bg,che la terra di Nouara gli fuffe refli nominasse
tttita dalpopolo,& rilajciatagli la rocca da fanti, et fi refiituiflero la Spe "°"„n"lenj°
tie,et gli altri luoghi occupati da cìafcheduna delle pa rtiiche alì\e fu fi e le ditfufatmte
cito armare a Genoua fuo feudo,quanti legni uolefjè}et fermrfi di tutte le ^ ,n iuc-
I i com-
;no. . L I B no
aice , ale °i commodità di quella Cìttàyeccettoyche in fattore de'nimici dì qurìlo fiato?
detti «iena- & che perftcurtà di quello i Genoueft gli de/fero certi ftatichi: che il Duca
furono "dui di Milano gli facejje reflit uire i legni perduti a l{apalley& le dodici galee
ento mila ritenute a Genoua:& gli armafie dì prefente a fbefe proprie due caracche
anoaeflèr P'°ffe Geaouefidequali infiemecoa quattro altre armate in nome f(*o àif
retfuuiti in fcgnaua di mandare alfoccorfo del l{egno di 7{apolì:& che l' anno futuro
Bembo feri fuffe tenuto a dargliene tre nel modo medefimo:comedeffe paffo alle gentil
Ud<Kn*i' C^*^ ^ tnadafìe per terra almedcfimo foccorfo:ma no paffando per' lo Ha
a
d
uà
tuiìe ìoìq1' tran(loui ritirajjero l'armata loro del Sdegno di 'Napoli ; né pondero dare
1 500. foccorfo alcuno a Ferdinado: llche quando non offerti afferò, fé il ì{e uoltf-
, fé muouere loro laguerra-fafie obligato il Duca ad aiutarlo: per ilqualcfi
credo pei er acquiftaffe tutto quello che fi pigliaffe dello flato de* Vuihlanì: paga [se il
ror di ftapa Duca per tutto Marzo profjìmo ducati cinquanta mila ad Orltcns per le
ejfcntto di n r r 1 » , , • «-,'•/ » „\ • ;•
Màtoua: ma Jpeje fatte a TS(ouaray& de a danari prestati al Kg quando pafio in Italia x
aft^H ^U hberaffe d ottanta mila ducati :gli altri y ma con termine più lungo gli
fa Duca di fu fi ero r eflit ulti: f uff e affoluto dal bando hauitto dal D uca,et rendutoglii
Ferrara. ^mi beni, il Triultio,& il Baflardo di Borbone prefo nellagioniata del Ta
Qiiefta ora- r<>>& Miolans,che era slato prefo a l\apalley & tutti gli altri prigioni fuf
tione& la fé fero liberatuche ìlDucafaceffe partire di Tifa il Frac affa yìlquale poco in
m rifpofta; wtf»^/ u'hauea mandatoy& tutte le genti fuey& deGenoueji,nc poteffe im
tcTai creiU Pe^re ia ricuperatone delle terre ~aì Fiorentini: deponi fje infra un me fé il
che per non Caftelletto di Geno uà nelle mani del b Duca di Ferrara, che chiamato per £
eflère fiate quello dall' uno,& dall'altro era uenuto nel capo Italìanoùlqualc l'bauef-
introdotte f, , j ■ „ r . ,, ' , ,,, . l j-
daaitriscnt je a guardare due anni afpeje communi ,obligandoJi con giuramento ai con
HnVe-m1*1"10 lc%nar^°ietiandio durante ti tempo predetto y al Bg di Fracia in cafo cIkI
ftoro>o non Duca di Milano no gli offeruaffe le promeffe:ilquale conchiufa che f uff e la
con"ìderatT Pace>bai*efie a dare fnbitoftatichì all\e perftcurtà di deporre al fèpo c$ue
la qualità nuto il Caflelletto.Quefle conditioni riferite al Bg da i fuoi che Chaueuano
ftoriaCftcir»e trattate furono da lui propofìe nel fuo configlio : nelqu ale uariando gli
tutta piena ànimi di molti y Monf della Tramoglia pa rio in quesla fent enfia.
princJpi Se nella prefente deliberatione non fi trattale y magnanimo Egyfe non
nò deferitti d'accrefeere con opere ualorofe nuoua gloria alla corona dì Francia, io mi
tre* ouero1 mouereì perauentura più lentamente a confortare y che la per fona uoflra
non fann o , Rgale fi efponefie a nuouì pericoli yanc or a che l'effempio di uoi mede fimo ut
Denteile fia doueffe configliare in cotrario:perche no mofio da altroché dalla cupidità
no imagina della glori a\delìber afte contra i configli, & contra i prieghi di qua fi tutto
cent! a e^on ^ uoftro Bearne y dipaffare l'anno precedente in Italia al conquifto del Ri-
cetta airhi. gno di J^apoluouehauendo con tanta fama y & honore.hauutofi profpcro
#orico . fuQccffo Cimprefa uoflra;è cofa manifefliffimaycbe hoggi non u iene folo in
con-
S E C O N D V. 07
confetta fé s*ba a rifiutare toccatone d'acquifiare bonorìy & gloria nuo-
va;ma fé s'ba a deliberare di di (predare, & di lafciar perdere quelhychs
con sì grani fyefc , & con tanti pericoli bautte conseguita ; $* conuertir*
rbonore acqui/iato in grandi (fi ma ignominia, & e/fere noi quello > che ri-
prendiate , & condanniate le deliberationt fi me da uni mede fimo : perche
polena lawiaeftd uofira finTa alcuno carico fuofìarfine in granfiarne p$
tcua quello , che al pr e finte farà attribuito da tutto l mondo a fowma ti"
miàità& uiltàyeffcre blt'bora attribuito ad altroché a negligenti^ ali*
ita occupata ne' piaceri:poteua la maefid ucftra fubltc y che fu giunta in
yifiiiCon minore uer gogna fua ri tornar fene in Francia<,dimojirando>cbe a
lei le cofè di ?{ouara non aitenefjero:ma horaypoi ebe fermai.? qui con l'ef
farcito ftiOyba pcblicato d'efjerfi firmata per liberare dall' cfledìc, Isloua
tay&per questo fatto uenire di Francia tanta nvbiltày & con intollerabi
le fpeja condotti tati Sui^eri;che può dubitare ebe non la UherMo la glo
ria ucflraì& del uoflro Idearne no fi conuerta in eterna infamia Zma àfono
pia potcnti(fe ne' petti magnanimi de' B^ può efiere maggior e3& più arde
teflimoloycbe la cupidità della fama,& della gloria )o almeno piùneceffa
rie ragioni : perche la ritirati, nojìra in Franria> conferendo per accordo à Ne!^ „;fa
la perdita drenar a pio nuole dire altro }cbe la perdita di tutto l B^gno di del s Aftòr*
~ fìtin t ■ -> *> -^ • >• -\. 1 -i^ » i- r • re Bacioni
*b{apoliycbe la diftruttwne di tati Capitanici tata nobiltà Franceje, rima ferme Tho.
fta /òtto lafperà^a uoflra, fitto la fede data da noi diprefiofoccorrergli ; ™afo Por-
ella dififa di quel l\eame : i quali rejhranno d\ff erati delficcorfi:come in o\\ aàn &ie
ttderannoyche noi trouadcui in [ullefiotitre d'[talia}con tato effercit oyco £uerre tì %°
tate forile ; cediate a cimici , Dipendano in gran parte,(come ognun sa) io più' co»
I a dalla rip ut atione i fucceffi dellle guerr e daqualc quando decima in fieme 1diueurtemdi
la uirtù de' foldatiydiminuifce la fede de' populiy annicbilanfi l'entrate de- & co un wr>
putate afoslenere la guerra^ per cotrario crefee l'anima de' nimiciyalie q^^* *
nanfi i dubbij , & augumen tanfi in infinito tutte le difficoltà : però man- catione e ac
cando con nuoua sì infelice all' efferato noflro il fuo uigore>& diuentando 5^1"^
maggiori lefor^tyC^- la riput atione de nimici;cbi dubitaycbe preslo finti- generale co
remo la ribellione di tutto'l I{egno di Napoli? prefio la disfattione del no* c!ST: VflTre
fìroejTercitc?& ebe quell'impre fa cominciata^ profiguita con tanta glo in un tempo
riaynon ci bara partorito altro frutto, che danno >& infamia inefiimabite) " ^ ^o°u
perebeycbifi perfuadeycbe quella pace fi faccia con buona fide •ydimefira dì fcueroiama-
con fiderai" e pòco le coditioni delle co fi prefenti;dimofìra di cono fiere poco )l J^J! " "
la natura di coloroyco 'quali fi tratta efìendo facile a co prenderebbe come Uv Ceraie
& non prò.
aerei fatto uilmente fuggire d'Italia; andrano aN avoli ad arricchir fi del "***» »w
le fpoglie de'noftri: laquale ignominia io tollererei più facilmente , fé per, & tener do-
alcuna probabile cagione fipotefje dubitare della uittoria : ma come può J!^°f° le^
l 3 n a fiere
L Mi' R U
nafcere in alcuno qucfio fofpetto,cbe confìderando la grandezza del nofiro
cffercìto,l'opportunità,cbabbiamo del paefe circoliate; fi ricordi,che(lrac
chi della lunghezza del camino,ajfediati delle uett Quaglie ;pochiffimi di nu
mero,& in me%p di, tutto 7 paefe nimico combattemmo sì ferocemente con
tra groffijfimo efferato fitl fiume del Taro t il qual fiume cor fé quel dì co
grande impeto piugrofio difangue denimici , che d'acqua propriazapr im-
moti col ferro laftrada,& uittoriofi caualcammo otto giorni per lo Duca
to di Milano, che tutto ci era contrario:habbiamo al predente il doppio più
caualleria,e tanti più fanti Francefhche allora no baueuamo:& in cam~
bio dì i.mìlaSuÌ7jgri,n'habbiamo bora zi. mila :inimici, fé bene augim e
tati di fanti Tede fichi ;fi può direbbe a comparatione nofirafìano poco au-
gnmentati;percbe la caualleria loro é qua fi la medefima , fono i mede fi mi
Capitani, sbattuti una uolta con tanto danno da noi intorneranno co gra
defpauento a cobattere; & forfè i premi] della uìitoriafono sì piccoli,che
habbino ad effere uilipefi da noiì& no più prefio tali , che debbiamo cerca
re di conferirli con qualche pericolo ? perche no fi combatte fidamente la
confieruatione di tata gloria acquìfiata,la confer Mattone del]\egno di *Nsa-
foli3la jalute di tanti uofiri Capitani, & di tanta nobiltd;majarà posìo in
me%o della campagna l'Imperio di tutta Italia; laquale n'incedo qui,farà
per tutto preda della uittoria noftra:percbe,che altre genti,che altri efìer
citi reflano a'nimkiìnel campo de quali fono tutte l'arme,tutti i Capitani
e hanno potuto mettere infume ; un fojfo , che noi paffiamo,un riparo,che
noi Jputiamo ,ci mette in fieno co fé sì grandi , l'lmperio,& le ricchezze di
tutta Italiana fac ulta diuendicarci di tante ingiurie; i quali due ìlimoli
foliti ad accendere gli buominipufillanimi, & ignaui,fie non moueranno la
natione noflra bellicofia,er feroce ;potremo dire certamente efierci manca
ta più prefio la uirtù , che la fortuna, laquale ci ha arrecato occafione di
guadagnare in sì piccolo campo , in sì poche bore , premi) tanto grandi,*?
tanto degni ,che né più grandi , né più degni n'baremo faputo noi mede fi*
mi defiderare.
Ma in contrario il Vrincipe a"Oranges parlò co fi.
Se le cofe noftre, Cbrilìianiffimo I{e , nonfuffero ridotte in tanta flret-
te%^a di tempo , mafuffero in grado , che ci defiero fyatio d 'accompagna^
re lefor%e con la prudentia , & con l'indurrla , & non ci ne e e ffit afferò, fé
cogliamo perfeuerarenel'Carme,a procedere impetuofamente, & contra
tutti i precetti dell'arte militar e; farei ancor'io uno di quelli,che configlie
rei,chefi rifiutaffe l'accordo: per che in uerità molte ragioni ci cofortavo a
no l'accettare, non fi potendo negare , che il continuare la guerra farebbe
molto honor ernie ,cjr molto a propofito delle cofenofire di l^apolHmai
terminile' quali è ridotta K[ouara,& la rocca, douenon è da uiuere pure
per un giorno; ci confiringono fé la uogfiamo foccorrere , ad aj] alt are i ne
mìci fubitamcnte:&quando pure Inficiandola perder e, pen fi amo a trasferi
re
SECONDO. 68
fé in altra parte dello flato di Milano la guerra ; laflagione del uernoyche
fi appropinqua molto incommoda a guerreggiare in quc(ìi luoghi baffi, &
pieni d'acquarla qualità del noflro effer cito, il quale per la natura ^mol-
titudine sì grande de'Su'n^eri,fe non farà adoperato prefto;potrebbe effe-
re piti pernitiofo a noi,chc animici , la careflia grandiffima dèddnariypèr
lacuale è impofsibile il mantenerci qui lungamente;ci neceffirano,nò accet
tundo l'accordo; a cercare di terminar e preflo la guerra : il che non fi può
fare altrimenti che andando a dirittura a combattere co' nimichiaqual
.co fa per le conditiom loro > & del paefe, è tanto pericolo fa, che e non fi
potrà dìre,che il procedere in queflo modo nonfia fomma temerità,?? im-
prudentia : perche l'alloggiamento loro è tanto forte per natura,& per
arte, battendo battuto- tempo fi lungo a ripararlo, & a\fortìfìcarlo;i luo-
ghi circoftanti, che gli hanno me/fi in guardia, Jono sì opportuni alla di-
fefa loro,& sì bene munitici paefe per la forteto, de'foffi, & per l'impe-
dimento dell'acque è sì difficile a caualcare; che chi difegna d'andare difle
j amente a trouargli,& non d'accoflarfi loro di paffo in pafìo con le cemmo
dità,& conantaggi,& come fi dice,guadagnado il paefe,& gli alloggiarne
ti opportuni a palmo, a palmo;non cerca altroché auuenturarfi con gran
dìjfimo & quafi certiffimo pericolo : perche con quale difeorfo , con quale
ragione di guerra > con quale esempio di eccellenti Capitani fi debbe egli
impetuof amente affaltare un'efferato sìgroffo,chefia in uno alloggiamen
to sìfortc,& fi copiojo d'artiglierieìbi fogna chi uuole procedere altrìmen
tinche a cafo,cercare di diloggiargli del forte loro col prendere qualche al
loggi amento, che gli fopr a faccia, ò con l'impedire loro le uettouaglU ideile
quali coje non ueggofe ne pojja (perare alcuna, fé non procedendo matura-
mente, & con lunghezza di tempo : il quale ciajcuno cono j ce che h abilità
habbiamo di affrettare fen%a che la Caualleria noflra non è né di quel nu-
merose di quel uigore che molti forfè fi per fuadono,effendone, come ogn'il
sa ammalati molti,molti ancora & con licentia» & fen%a licentia ritorna
tifene in Francia^ la maggior parte di quei , che refìano fìracchi per la
lunga milittayfonopiu defiderofi d' 'andar fene che di combatterceli nume-
ro grande degli Sui^eri , eh' è il neruo principale del noflro effer cito,ci è
forfè co finociuo, come farebbe inutile il piccolo numero, Terchc,chi è quel
lo,che tfferto della natura,& de'cofìumi di quella natione , & chefappia
quanto fìa difficile quando fono tanti infume il maneggiar li ;ci afficuri,che
nonfacejfero qualche pericolo fo tumulto,mafsimamente procedendo le co
fé con lunghezza, nellaquale per cagione de' pagamenti, ne' quali fono in fa
tiabili y (jr per altri accidenti poffono nafeere mille occafioni d'alterargli?
cofi reftiamo incerti fé gli aiuti loro ci habbìno ad efser medicina, ò ucleno:
& in quefla incertitudine,come pofsiamo noi fermare i noflri configli? co-
me pò fsìamo noi rifoluerci a deliberatane alcuna animo fa ,& grande? ne f
fune dubita che piis bonoreuole farebbe, piuficura per U difefa delB^gno
I 4 di
LIBRO
diì^apoli la uittorla,cbe Vaccordoima In tutte le anioni humane,et nelle
guerre mafsmamente bi fogna fpeffo accommodare il con figlio alla necefsì
tà;ne per defìderio d'ottenere quella parte, cb'é troppo d'fficile,& quafi
iio^UuTo i^pofsibUe: e (porre il tutto a mani fcHifs imo pericolo:* N e èmaco ufficio a
può compre del ualoro[o Capitano fare operatione di[auio,cbe d'animo fo.7{on è fiata
tempio Uj[ ^mPYLfa di T^puara principalmente imprefa uoflra : né appartiene fé no
Fabio Màfii per indiretto a uoi,cbe non pretèndete diritto al Ducato di Milanornèfu la
la°fau!ez°n paì"^i^aii0ftra da Trapali per fermar fi 'a fare la guerra nelViemontt;ma
fua ninfe An per ritornare in Fracia,a fine di riordinami di danari, & di periti, per no.
ttódoiotta terc più gagliardamente [occorrere il ì\egno di T^apGli : il quale in alieno
ro, tome ihf me%o coljbccorfo dell'armata partita da 'b{i'^za,con le genti Vuellefche,
fé tanto, a' <Qn „fì a\ut\ & Co' danari de Fiorentini,? intratterrà tanto, che tetra fir~
l'oracione, mmente affettare ic potenti prouifioni, quali ricondotte* in Franati uòt pi
rete.lS[on [ano già io di quelli, che affermi che'l D uca di MiU no \ fri
ch'egli fa a
Paolo Emi»
iio,eflorcan quefta capitolatione:ma efsendoui da luì,& da' Genouefi diti eli oft
pera^có'u & depofitando il Caftelletto [econdola forma de capitolivi bar ete puY'ù
pmdentia qualche arra,& qualche pegno:nè [ara però da merauigliarfi w.oltOych'c-
pi" ^eroaa &i>Per ™n hauere ad efserfempre il primo percolo da noi, dèpmàjte Li
& antmofi. pace :nù hanno per [uà natura leleohe,doue intervengono molti ,t«nfcr<-
ronè fuo -we^j,ò tale concordiate non fi p offa ff> e rare di haueme a raffred* ire,
collega nei ò a difunire da gli altri qualctì uno ine quali ogni pìccola apertura-, the noi
dinari ai* [ace[simo,ogni piccolo fpiraglio,che ci apparij]ì;hartmrro la littoria faci
fai me^io^ le,&ficura.Io finalmente ni conforto F^e Chrfftianifs.alNccvrdo;ì;C7f pt r
quèttatentè cheper [efleffo fia utile,& laudabde\ma perche appartiene a Trine- pi fa
eia, vedi lì tiij nelle deliberationi dffficili,e molefìc approdare per [ai ile,& defiderabi
"!°deiu V. h quel! a, eh e fi a neccf[aria,ò chefia meno di tutte l'altre ripiena di diffiditi
Peca. tà,& di pericolo.
ripigliò il Duca d'Orliens le parole de! Principe d'Oranges, & con tan
taacerbitdyche trafeorrendo l'uno, & l'altro impetuojamete dulie parole
calde alllngiurio[e;Orlìes prefienti tutti lo [mettile* nondimeno l'inclina-*
tiene della maggior parte del cofiglio,& qua fi di tutto F efferato era,che
saccettaffe la pace,potendo tanto in tutti , & no meno nel I\e, che ne gli
altri la cupidità del ritornar fene in Francia, che impedi uà il conofeerc il
pericolo del Eseguo di lslapoli,& quanto fv.fìe ignommiojo iilafiiare per-
dere innanzi a gli occhi proprij lslonara's& la partita d'Italia con condè-
b Fu ferma, tion'hper la incertitudine dell' offeritane, co fi inique ; laquale deliberavo
"a 1 Re cL ne fu co tata caldcT^afauorìta dal "Prìncipe d'Orages,cbe molti dubitare
io& io sfor n0iCbc a requifitione del 1\e de' Promani \alq itale era dediti[simo;no riguar
detto a 5?. da fi e meno all'intereffc del D uca di Milano; che a quello del !{e di Fracia:
d'Ottobre. ^ era guide appreffb a Carlo la fua autorità,parte per l'ingegno, & ualo
ben che il ' re [uo,partc,perchc facilmtte da'Trincipi [ono riputati jaui'j quclL,chefi
Gioujo fen conformano più alla loro inclinatone* Fu adunane ^flipulata la pace:la~ b
pc a duci. * e i * r r
quale
SEC U N D O. 69
yualetiòn prima giurata dal Duca di Milano,cheH l\e tutto intento al ri
a torno in Francia; fé a n'andò fubito a Tur'mo Sollecitato anche al partir fi ^at^sè
da Vera lli:pcrcbe quella parte degli Sui^jcri, che era nel capo [ito , per a 1 urino
afficurarfi d'hauere lofiipendio per tre mejì interi, come diccuano hauere JjgV' ££$
fempre ojferuato con loro Luigi Xl.con tuttoché e no fu fi e fiato loro prò- iwarchefe, di
mtjjò,& che nò haueffero militato tanto tempo per lui;trattauano di rite ^fràTà?
vere,ò il %e>ò i Vrincip ali della fna Corte: dalquah pericoloMnche libe- i^ -ouedito.
ratofì conia fubita par titano dimeno hauedo e (fi fatto prigione il Bagli di dlndb^ltt6i
Digiuno yet gli altri capi che gli haueuano tondotti\ fu alla fine necejjitato uà rio ? ver
d'affuura rgli co fatichila co promejfe della domanda,laquale faceuano. % a 'm<^°
Da Turino il Pg defiderofo difiabilire la pace fati armando al Duca di Idi ignorato.
lano il Marifciallv di Gks^lV re fidente di Gannai,& JLrgentW* per in-
dnrwfi ce me ncn inferiore all{e di Francia;proponeua di fare l'abbocca-
la mento in b mc%p di qualche rimerà: infilila quale emendo riabilito un pon- qJJJj£*-Jj
te,ò con le bar che, ò co altra materia;reftaj]e tra loro uno {leccato forte di ita forma
\egnane\nelqual modo fi erano altre uolte abboccati infume i l\e di Fran- meanc„ "a"
aa,& d'inghi'.t errarci altri Trinapi gradi di Voneterd che ejfendo r'ifcu due Princi-
pio dal I{e,come cofa indegna dife>& battendo riceuuto da lui gli fatichi l\ ^bSJ
mandò Turone di Bacete a Genoua per riceuere le due caracche promefie- W*jf«a car.
gli,& per armarne a Jpefe proprie quattro altre per f oc cor r tre le casella Jf0„e ^"R2;
di Vapolidequali era pia certificato non hauere riceuuto ìlfeccorfo del- Cathohco ,
{armata mandata da^\7&*%-& perciò hauere conuenuto d arrender Jhje s abbocca-
fra trenta di nonfuffero foccorfoy dijegnando metterui sùtre mila Sui^^e ro_no W***
riì& congiugnerle con V armata ritirata fi a Liuornoy& con alcuni altri le diffidenti* ,.
mbche s afpeitauano di T?rouen%a:i quali fendo già ripieno il porto di l^a
polt di grojj'a armata; perche oltra i legni condottila da Ferdinado, ui ha
neuano i Vinitiani mandate uentigalee'^ quattro naui.Mandò ancora il
I\e,^irgenton a Vinetia per ricercargli,che entrafìero nella pace:& dipoi
p refe il camino di Francia con tata celerità-,?? ardore,egli3&tutta la Cor
te d'ejjerui prefìo,cbe no che altro;no uolfe fopra federe in Italia pochi di j>
afiet tarerete i Genouefiglì defiero gli fìat ichipromefsi peonie se%a dubbio^
n'ofipartedo cofipreflo? fatto harebbono:et co fi alla fine d'Ottobre deUan
no 1495 .fi ritornò di là damctùfimile più tofto(no oftante le uittorie otte
nute)a u.ntOyche a uincitcre,!afc:ato'i<jfli)laqual città fimulò abbatter co
per aia dal Duca d'Orliìs,Go!:ernatorGianiaccpo da Triulxi co 5 00. làce
Fraa fi dequali quafi tutte fra pochi giorni di propria autorità lofegvita
rono,nè hauedo laf ciato al foccorfo del V^gno di i^apoli altra prouìfione%
che l'ordine delle nautiche fi armauano a Genoua,&m Trouenya^et £ «fife-
gnameto degli aiutile de danari pronuffigli d^Fwrttmi.l\p pare dopo la.
nar-
LIBRO
narratone delValtre co fé indegno di memoria,cbe efiendo in éjuefio tempo
fatale ad Italia , che le calamità fuehaueffero origine dalla p affata de'
c\ovìoehì Frarlfef*> ° «Ime™ a lorofuffero attribuite, che a allora hebbe principio a
fo«nito nei quell'infermitàych'è chiamata da Francefi il 'mal di Napoli; fu detta com
fcrit? die munement€ da gl'Italiani le bolle , ò il mal Francefe : perche pervenuta in
guerre fra i efjì mentre erano a Vapoli \fu da loro nel ritornar fene in Francia diffufa
gif AMgo * fer tmaltalia:laquale infermità,ò del tutto mtoua, ò incognita infino a
fi nei Regno quefìa età nel noflro Emifl>erio,fi non nelle fue r emoti jfìme, *& ultime par
aiihoraPegii **ì fumct(F^^ente per ' moltsanni tanto hor ribile, eh e comedi grauìffxmx
fi mette àfcri calamità merita fé ne faccia mentione:perche fcoprendofi,ò con bolle brut
contagio^ fiIfme> Squali Jpefje uolte diuentauano piaghe incurabili, ò con dolori in-
iu che dei tentiffimi , nelle giunture, &neynerui per tutto *l cor pò, ne tifando fi peri
quenoesIÌif meJici sfarti dì tale infermità , rimedij appropriati , majpeffo diretta-
tot fon con mete cotrarijì& che molto la faceuano inacerbire; priuò della uita molti
cheniì' e."! huomini rf» ciafeun feffo,et età; molti diventati d'affetto deformami refla
uio,recitàdo rono inutili, & fottopofli a cruciati quafi perpetui: an^ la maggior par-
coiPoTÒ°,nche te di CGloro, che pareua fi liberafìero ; ritornauano in breue {patio di tepo
tégonoWer nella medefima miferia:beche dopo il corfo di moWanni,o mitigato Cìnfluf
SnSeqL f° cchfcche ihaueua prodotta co fi acerba,ò effendofi per la lunga i (ber ieri
Mondo nuo %a imparati i rimedij opportuni a curarlajfia diuentata molto meno mali
u drimTd'iò gn*>eJftndofianco per fé fìeffa trasmutata in piufpette diuerfe dalla pri-
dei _ legno ma:calamità,della quale certamente gli buomini della noflra età fi potreh
róe^YYpó bono giù fi amente querelar e,fi perueniffe in effifen^a colpa propria: per-
cl°n Vormeb(ì C^6 ^ atProuato Per confentimento di tutti quei, e 'hanno diligentemente of
GiouiTscri fintatala proprietà di queflo male, che ò non mai, ò molto difficilmente
«e cheqiiedo peruiene in alcuno,fe non per contazione del coito, Ma è conueniente rimuo
male n (eoo n* • • 1 j — •» 1 ** ^ r> »
fc aifin delia ue f questa ignominia dal nome Francefe: perche fi mamfeftò poi , che tale
pFrawfnd infirmit* era flata traportata di Spagna à "Napoli ; ne propria di quella
Regno:madi natione9ma condotta quiui da quelle lfoleìlequali(come in altro luogo più
cominciò11* °pport imamente fi dirà) cominciarono per la nauigatione di Chriflofano
Taranto-, & Colombo Cenouefe a manifeftarfi quafi in quelli anni mede fimi al noflro
(toro! cFheain EmiIPerio : nelle q uaìi Ifile nondimeno queflo male ha prontiffimo per be-
tre libri in nignitd della 'Natura il rimedio: perche beendo folamente del fugo d'un
%%ìifc!ci le£no nob2liffiwo permoltedoti memorabili, che quiui naj rce, facilifima-
mente fé ne liberano.
DEL-
7o
DELL'HISTORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Gintil'hvomo Fiorintiso,
LIBRO TERZO.
SOMMARIO.
|Vinitiani predono carico di' foccorrerPifa.\5tra Ja qual città i Fiorétini nò
•« abandonano la guerra.GliAragoneu> i Francefi fanno sforzo /un còtra l'altro
Perlo Regno di Napoli in Puglia e in Abruzzo: ouegli A ragonefi reftano fupe-
ricriRe C:'.rlofa nuouo apparecchio per le cofed'Italia.I Guelfi, e i Ghibellini fi
travagliano lun l'altro. MaiTìmilianoCefare è chiamato da Lodouico il Moro ''in
Italia. Muore Ferdinando il gicuane Redi Napoli:a cui fuccede il Zio Federico.
Papa Aleilàndro & gli Orftni guerreggiano per la prigionia di Virginio Orli-
no, 3c d'altri Capi di quella famiglia. Piero de* Medici tenta peruia di congiure
il Tuo ritorno in Fiorenza : ma fono (coperti ; & molti cittadini ni fon decapitati .
Muore CarloVlII. Re di Francia,5c è creato il Re Luigi. Frate Girolamo Sauona
rolaèpublicamentein Fiorenza condotto alla morte, e impiccato, & abbruciato.
~™~" — ' ■■■■
A ritornata poco bonorata dal I{e di Francia di la da
monti,bencbe proceduta più da imprudentia,ò da'difor
dini,cbe da debolezza di for%e,ò da timor e,lafciò ne gli
animi degli huomini fperan%a non mediocre, che Italia
percofia da infortunio tanto graue,baueffe preflo a ri-
-J manere del tutto libera da l'Imperio infoiente de Fran
cefuonde rìfonauano per tutto le laudi del Senato Vinitiano, & del Duca
di Milano, che prefe l'arme con fauia,& animo fa deliberatione, bauejfero
uietato, ebe sì preclara parte del mondo non cadtffe in feruitu di foreftie-
ri :i quali fé acciecati dalle cupidità particolari non bauejfero etiandio
con danno,& infamia propria,cor rotto il bene uniuerfale ; non fi dubita ,
the Italia reintegrata co configli, &for%e loro nel prislino fplendore sfa-
rebbe fiat a per molti ami ficur a dall'impeto delle nationi Oltramontane .
A Ma a r ambi t ione, lacuale b non permeffe,cbe alcuno ài loro Sìejfeconten
j, to a termini debiti) fu cagione di rimettere preflo Italia in nuoue turbatio
ni,& che non figodejfe il frutto della uittoria, ebebbero poi contra lef-
fercito Frane e fé, ch'era rimafo nel f{egno di Jìapolidaqual uittoria la ne
glie entra, e ì configli imprudenti del ì\e, lafciarono loro facilmente con fe~
guìrc;effendo il foccorfo difegnato da lui, quando fi partì d'Italia, reflato
ti*no:ptrcbliiè leprouiftoni dell armatale gli aiuti promeffi da Fioren-
tini;bUifùiio effetto/^gn era Lodouico Sforaci condefeefo con /incera fe-
de
a Di quefto
uirio con-
giunto con
l'impruden
tia; calia le
più uolte
quello a lit-
tore iPrinci
pi quali di-
ce che furò
nocini al bé
publico : il*
cheeferitto
nel princi-
pio del lib.
j.a car.i.o-
ue ho nota-
to altri luo
ghi.
bOue dio?,
the l'ambi-
none non
permife,che
alcnno deJ
noftri l'i in
cipi ftefle
contento ^
termini 'de-
biti;par che
ali aia. a dì
di M.TuHo
nei. 1. de gli
Vfnciij oue
dice , che
Diffìcile é,
cum prc/b-
rec^ttristó
cupunsjfer
uare equità
tem.
t I R S O
* Dice che ^ alla pace con Carlo : perche ricordando fi \jcctfi a natura dì chi òffen- a
U i armadi de, dell' 'ingiurie, che gli hauea fitte ; fi perfttadeua non potere più fiat*
« <ìi°ncor! * amente commetter fi alla {uà fede : ma il difidcrio di ricuperare l\[oua-
darfì d haue ra , & di liberare dalla guerra lo fiato proprio ; l'baueuano indotto a pvo-
che e contri ìr'trtcre quelìo,che non haueua in animo d'ofieruare\ né fi dubitò, che al 'a
1 opini < n pace fatta con qmfta fimulatione fuffe interuenuto il confentiment Se
ccndcT'^chè ncitù yìviùano>de(iclcrofo d'alleggerir fi fenxa infamia [uà della Refi fini
<hi offende furata , laqiiiile per la loro BgpMica fi foftenetta intorno a Neutra . Et
utre!& 'chTe hondimcno Lodovico per non fi parttre juhito cofi imprudentemente ; ma,
oftefo i mar con qualche Colore sda Ila capitolatione\adempiè quelli, che e'non poteva ne
£°Por«uW gare, che fuffe in arbitrio fuoidette gli flaticiv; fece liberare iprigrowhpa*
altre uoire gando delfino proprio le taglie loroyrefittuì i legni prefi a 1{apalk; rimofìt
l'opinioni diT.fa il Fracaff:,ilquak non potea dif]imularc,cl)e fuffe ftìpend'uirio fuo\
ài Giulio 0» infra i me f: conuennto ne' capìtoli ;confegnò il Cafieiktto di Genova al
Uo primo ® uca flt F"rrara,cbe andò in per fona a riceverlo . Ma dall'altra parte la -
volume dei feti /« q&fa Lucio Milueztp con non piccolo numero di gent cleome falda
eUUeguerre t0 de Genove fi; verme/le, che andaftero nel B^gno dì Napoli due caracche,
areiche. <;/;<> a Genova s\ rano armate per Ferdinando , f e tifando fi, eh e per hauerle
b 1 8 condì- e'i^ fomite lunarini fi conchiitdcjfe la pace ; non fi confentiua a Genetta il
tit>™ <ij que ntgarghe,ni;impedì occultamente, che t Cenone/i non gli deffero gli oHag-,
jòn "elafe S1^ ?*rf&» che fu di maggior momento alla perdita delle Cartella di T^a
copivi. poli,poi chcl I\e hthbc finito d'armare le quattro nani: & egli proueduto
TL\\ìb. a^€ due,allequali era tenuto ; però, che i Genove fi dimorando timore, ri
• a car. 69. cufifl ero, ch'elle s'armaffero di faldati del I{e, fé prima non riccueuano da
qaai h.oto lui ì 'efficiente ficurtà di non fé le appropri are, ne di tentare con effe di mti
d itti , chei 1 tare il gouereic di Gtnoua:dellequali e -attillai ioni facendo il Re per huomi
pi'" d^ret- n lpY^pnij cjuerth a Lodouico ; bora rifbondeua batter promejjò di dare le
tv-.ou-ui an nani ;ma non obhgatofi, che le fi potefiero fornire di genti Francefe ; bora
tb,cheUBe! ehtl dominio , e batteva di Genova non era afjolvto ; ma limitato con tali
te
mer
pr
Miiane.fi me che'l Tonti fice commandafje a" Genouefi , & a luijotto pena delle cenfu
ite che anda rt C]K ncn lafcialìero cattar di Genetta legni d'alcuna forte al I{e di Fran-
ua ai RcCar À - / n r j ri ■ ■ j »r? -
lo. eia: onde rtflò uano quefìo jcccorjo affittato ccnjommo dejiderto da tra
cefi, eh' Urano nel Reame di Trapeli > cerne finalmente refiarono nani i danti,
YU&^gli aiiitipYomvjJi da Fiorentini: perche dopo b l'accordo fatto a Tu- b
rino offendo partito fubito con tutte CefbeditiQnlnecijjarìcGitìa'Unto-
ìiioVif, ucci uno degli Oratori, ch\\ ano uilerucnutia conchiuderlo , &
pagando [en^a foretto perla Duccio di ìdil ano perche la ì\tpubiica Fio
ra: fon se ra dichiarata nimica Adelino; fu percomnuffione del Du-
ca ritenuto in Meffandria> toltegli tutte k fcritture,& egli condotto 4
Milano:
TERZO. 71
Mìlàno:doùe inttfa la capitolatane, &lepromef[e de'Fiorentini;fudeli- aPerci?ch-
berato daVinitiani,& dalDuca efier bene di non la fa are perirei Tifa- Iranno!
ni :i quali fubito,chel I{e di Francia era partito da Tifa, haucuano per ^tà, fra'
nuoui ^tmbaf datori raccomandate a Vinetix , & a Milano le cofe loro , ridata
moiiendoft amendue con confenfo del Tonti fìce,& de gli Oratori de gli al- ch* ***}£
tri confederati, fotto preteso d'impedire i danari, & le genti, che) Fio- ìT2£ht«r.
ventini doueuano, ribattendo Tifa , & l'altre Terre , mandare nel 1\egno rJ£*£^*
diWapoli:& perche efiendo congiunti al I{e di Francia potrebbono,diue ^deToor.
tati più potenti per la ricuperatane di quella Città, & liberati fi da quel cn°0 di £."£
l'impedimento , nuocere in molti modi allafalute d'Italia • Mafimoueua b£mé*
no principalmente per la cupidità d'infignorirfi di Tìfa,allaqual predaci E££g
fegnata molto prima da Lodouico:incominciauano medefimamcntc a uol- Cantica
gere gli occhi 1 Vinitiani , come quegli, che per effere di ffolut a l'antica S^iSS
unione de gli altriTotentati ,& indebolita una parte di coloro , che fole- gMn.iliììme
uano opporfegli,abbracciauanogià copenfieri,& con le fferanxe la Mo- SKjfp2
Wrtó d'Italia ; alla qual co fa pareua,che fuffe molto opportuno il poffe che P°iik e_f
tf <fcr * P//*,^ cominciare con la commodità del Torto fm,ilqu ale fi giudi fZliLK*
caua , che docilmente poteffero,non hauendo Tifa,conferuarfi lungo tem to a ,mP*-
p 0 i Fiorentini ; a difender fi nel mar difono , & per fermare con la com mTvlclt
modità della Città un piede di non piccola importanza in Tojcana. Inondi £° > * poì
meno erano flati più pronti gli aiuti del Duca di Milano : ilquale intratte ££!%,,
nendofi ne l tempo mede/imo con uarie pratiche co'FiorentirnJMueua ordì ^""^ *
natoyche Fracaffa [otto colore di faccende priuate (perche haueua poffcffio di' in|«&
nt in quel Contado )andaffe a Tifax& che 1 Genoueft ui mandafìero di nuo $)$$**
uo fanti, attendendo in queflo me\o i Vinitiani a confortare i Tifani con gJ uonaf
promeffe di mandar loro aiuto: per ilche haueuano mandato a Genoua un *%■]$&>
fegrttario a fcldare fantii& a confortareiGenouefia non abbandonare i s^kntom.
Tifani :ma il inandargli a Tifa efequiuano lentamente , perche , mentre l%^ll
che la Cittadella èra tenuta per lo Èg, & molto più , mentre che' ll{e era na, lìvóiter
in Italia; nongìudicauano effer da fare molto fondamento in quelle cofe. ^nf ; ■
Et dall'altra parte 1 Vwrentinijntefè le nuoue co u emioni fatte da gli Ora b ìiixCé
tori loro col f{e a T urino ;haueuano augumentato l'efiercito loro,pcr potè l efléiw-j o
refubito, chearnuaffero l'tfpeditioni Elegie ;cvflrh nere i Tifani a ricever- t^4
Lia , cne
gli:lcquaii,metr e ritardano per l'arrefiameto fatto del loro^Ambafciaiore *à Fibra
b prefo ti caftello di * Talaia; pò fero il capo a Vico Tifano : l'oppugna tione * p[4'l?nd
del qual Cafìello riufeì uana,parte$che i Capitando co cattino co figlio, ò J- Wli ' -h
febegiudicaffero no hauer gete fofficiéte a porre il capo dalla parte di uer £?$$ im
lo Tifa,maffimamete banedoui i Tifani fatto un bacione in luogo rilento p1 c>-'; £ u
affai uicino alla Terra, s'accamparono dalla banda difotto uerfoBient:- Ì^gÌou?"*
najuogopoco opportuno a nuocere a Vico,& doueftado,re§ìaua aperto il che,'7-gior
camino da Tija,& da Cafcina agli affediati ; parte perche Tagolo Vitelli Ma «ir^ie
colaccpagmafua>& de fratelli rie cium tre mila ducati da Ti fani\u' etra fl^J'*
di Vicopifano^Jc de' iipari,che ui fi fecero; e^li e jìquanio più copiofo,,
LIBRO
alla difefa,dicendo batter lettere dal 1\e,& comandamento dal General di
Linguado cabrate Ilo del Cardinale di San Malò,ilqual'era rimafo infermo
a Tìetrafanta,di difendere m/ino che altro notigli fu fJe ordinato, Tifa,e'l
: fuo Contado:& era certamente coja m ar aitigli o fa, the in un tempo mede-
fimo i Tijani fuffero d'i fé fi dalle genti dell\e di Francia ,'& aiutati fimiU
mente da quelle del Duca di Milano , & nutriti di fperanxe da' Vinitia-
niycon tutto che, et quel Senato, e l Duca f ufi ero in manifefla guerra col i^f.
per il foccorjo delle genti de ditelli fi di fé fé facilmente Fico Tifano, & co
• Ma fra ;*ai danno non piccolo del campo de1 Fiorentini , ilquale alloggiane in luogo sì
tre óì una f coperto, eli era molto offefo ^dall'artiglierie fiate condotte in Vico da'vi a
porta il'ct- fanhin modo,che dopò efferuì dimorato molti giorni-fu neceffario, che i Ca
ma delia pitani dishonoratamete fé ne leuafferoMa effendo arriuate poi l'cfpedttio-
rauaduem! niB^egie, le quali duplicate erano fiate madate occultamcte per diuerfe uie;
glia una pai furono fubito refìituite a' Fiorentini la terra,&le fortezze di Lìuorno,&
di feflànta del Torto , da b Saliente Luogotenente di Monfignor di Beumcnte , alqua- b
iibre:onde i [e j[ j^g l'haueua date a guardia , & Monftgnor di Lilla deputato commef-
' fi riti fario a riceuer da' Fiorentini la ratificatione dell'accordo fatto a Turino ,
notte
rarono che & a far efìequire la reftitutione , cominciò a trattare con Entragbes C a*
Aibareto . ftellano della Cittadella di Tifa,& delle Bacche di Tietrafanta , & di Mt*
Giorno. trone , perftabilire feco il giorno 3 él modo del confegnarle . Ma Entra*-
b saientio gbes indotto , ò dalla medefima inclinaiione , che hebbono in Tifa tutti $
io chiama Franceft , o dafegrete commejjioni > che bauefje da Lignifotto il cui nome,
iic]uaì°dìre & come dependente da lui , era , quando il I\e partì da Tija , flato propo-
ch-egii heb fl0 a qUefta guardia , ò [limolato dall'amore cheportauaa una fanciulla
tini gra so- figliuola di Luca del Lante Cittadino Tifano (perche non è credibile lo mo
ma didena uejfero folament e i danari , de* quali poteua (ber are di riceuer e maggior
quantità da^iorent ini) cominciò ad interporre uarie d'fficultd ; bora dan
do interpretatione fuor a del uerofenfo alle patenti F^gie ; bora afferman-
do d'hauere hauuto da principio comandamento di non le reflituire, fé non
riceueua contrafegni occulti da Ligni : fopra le quali co fé effendoft dijpu-
mofiiSgé tato qualche giorno; fu neceffario a' Fiorentini fare nuoua inflantia col
che il rr°an- j\e di Francia , ilquale era ancora a Fer celli , che face ffe proni fione a qne
dfprancia^a fl° difordine , nato con tanta offe fa della dignità , & utilità propria. Dimo
farreftituir flrò il ^e moltìlia grande della difubbidien,xa\d'Entraghes ; però ,non fen
Ifi pift"" V- indignatone , comandò a Ligni , che lo coflrignefie ad ubbidire, con in-
Fiorentini ; tcntione di mandare con queflo ordine, & con nuoue patenti , & con lette
Liiia° Fdìce1 Ye efficaci del Duca di Orliens , del quale effo erafuddto , unhuomo di au
fé , parente %orità :ma potendo più la pertinacia di Ligni , e i fattori fuoi , che il poco
nai Briflo*. con figlio del Bg ; fu prolungata la efpeditione per qualche giorno , & alla
netto-.iiche fine mandato con effa , non unhuomo di autorità , ma c Lanciaimpugno
dante a qua priuato gentil Imomo , col quale andò Camillo Vitelli per condur\nel l{ea
to è % /cric mQ fa -]s^p0// , con parte de' danari che haueuano a sborfare it Fiorentini*
legenti
TERZO. v-
le genti fine, le quali fubito che amuarono le patenti 1\egie , s*erano uni- a N- ^ \.9
te con l'efferato loro . rts[on partorì quefla (peditione frutto maggiore,^ ha gè nei ou>-
ueffe partorito la prima , benché il Caffettano haueffegià riceuuto dite mi ieC0retoUeiiu
la ducati da Fiorentini per fomentar e fui alla rifpefta delinei fanti , ch'era tendimeli -
no alla guardia della Cittadella ,& chea Camillo fu (fero fiati pagati tre aliano di
mila ducati , perche hauea impedito,che altrimenti le lettere Regie fi pre Pjfa c?' Fl°
Cent afferò ; perche il Caffettano , il quale, fecondo che fi crede , hauea rice
uute per altra uia occultamente da Ugni commifiioni contrarie , dopo ca- b Alcuni de
uillatwne di molti dì, giudicando , che i Fiorentini per e/fere in Tifa oltra ^Hfli Cqi0
gli huomini della terra,& del contado ,mille fanti fior efiieri, non fuffero ha uio; ìiquaie
ftanti a sformare il Borgo di San Marco congiunto alla porta Fiorentina quèfìa^fac?
contigua alla Cittadella, alla fronte delquale haueuano prima di fino con- tione Rinuc
fentimento lauorato un bastione molto gr ade, et co fi poter fi da fé confegui "0> ,j l\oxf.
a re £ effetto medefimo fenya opporfi manifeff amente alle còmejjioni del l{e:* ""<>> ch,a-
fece intendere a'eomeffarij Fiorentini, eh e fi prefentaffero con L'efferato al te<wii0: &
la porta predettaiilche non poteuano fare fé non effugnauano il Borgo: f- dl<e cht
che fi i Tifimi no uoltfifero mettergli detro d'accordo ; gli sfiorerebbe ad ^0° ^
abbandonarla^ Gedofottopoff a quella porta all'artiglierie della Cittadel f'i^n', i*
? • ,1 1 r i T 7» ,. , F , , ò r ir nauere Pao
La , in modo checontrala uolontadt cm u era dentro , non fi poteua difen \0 vitelli
dere.però andatiui con gr ade apparato, & con grande ardire,& acce fa di g,,a"ato_
fio fittone di tutto il capo,che alloggiaua a S. Rimedio, luogo uicino al Bor tra ogni ere
go; affittarono con tale ualore da tre bade il battione,della diffofitione del |j**a dl Su*
qualt,&de'ripari haueuano informatione daTagolo Vitelli,che molto pre foccor r© da
fio mefibno in fuga quegli , che lo difendeuano: & feguitandogli entrarono J,u*A'a Parte
alla mejcolata con ejfi nel Borgo per un ponte leuatoio, che fi congiugneua Fiorentino
col bastione, ammainando, & facendo prigioni molti di loro . né è dubbio,
che col mede fimo impeto, ^rfen^a hauere aiuto dalla Cittadella;]) arebbo vfceiji °ru
7 no nel tempo mede fimo perla porta , doue via erano entrati b alcuni de lo Pa{Jata <*'"-
; • • » rn r^r 1 r~r rr • r na lancia la
ro huommi d arme acqui/tata Tifa,percheiTfani mejji mfuga;niuna re gamba dric
filìen^a faceuano : ma il Caffettano , uedendo le co fé riuficire a fine con- j** PJ* e(i'e-
trarlo di quello , che haueua difegnato ; cominciò a tirare con Cartiglie- toatia fat-
rie alle genti dey Fiorentini, dalquale improuifio accidente sbigottiti i ^l^ci
CommeflarijJ& 'uCondottieri,effendo già dall' artiglierie flati morti ,& tkìò ferito
1 ftriti molti foldati, tra' quali « Vagolo citelli ferito in una gàba,di fiera- fàiìo vmi-
ti di potere con l'oppo fittone della Cittadella pigliare in quel giorno Tifa, iozio,-& lu
fatto fonare a raccolta,feciono ritirare le gè ti , reflando in poteflà loro il ^^J^ro
Borgo acquifiato, benché fra pochi giorni fuffero necefjìtati d'abbandonar capitan de'
lo,perche battuti continuamente dall'artiglierie della Cittadella, danno pjit"ò '05!
grandifìimo ui riceueuano;&jì ritirarono uerfio Cafcina,attendendo,che bacorta, &
prouifioni faceffe più il 1\e contra fi manifefia contumacia defuoi medefi- J^diXroa
mi : lequali mentre , che fi affettano , non mancauano a'Fiorentini da al pr«fi da' Fio
tre par th nuouu& pericolo fi tr anaglifo fatati principalmente da'To- ^cim Gl°
ten~
v « r : LIBRO
^:ojii*gno tentati delta lega ; i quali a fine d'interrompere l'acquifto dì Tifa,& di cu
**ha^lle?o ftrignevli a [eparar fi dalla confederatione del I{e di Francia; confortar o-
4ì tv nòie 'no Tiero de' Medi cicche con l'aiuto di Virginio Or fino, ìlquale, fuggito del
11 rfe da, £|1* campo de'Francefi il giorno del fatto d'arme del Taro,era tornato a Brac
}i. Ki.ur i , ciano;tentaffe di ritornare in Firen%e,co fa facile a pervadere all'uno,^*
roafero l'I all^tro:perche a Virginio era molto a propofito, qualunque e uento fuflb
prtià di pi. per hauere quefio conato;raccorre co'danari d'altri ifuoi antichi foldatii
qui!" di fo- & fartigiani,& rimetter (t in fulla riputatane dell'arme; & a Tiero,fe-
grajha ferie condo il cefi urne de' fuor u fati ;non mancauano uaric fperan^ per gli ami
ll^rnUui. t&b* baueua in F ir en%e,oue anche intendeua difpiacere a molti de inoli
a ear.^.fa. // il goucrno popolarci per li molti adherenti,& fcguaci,che per la inue
dAifanf"* t tr a ta grandezza della famiglia fua,haueua in tutto il dominio Fiorenti
Oiirà-J'.caia no.Credett'fiyche quefio difegno hauejje hauuto origine a Milano;perche
Uzrtulv.o- Virginio quando fuggì da arance fi : era andato fnbito a uifitarc il D uca;
r.i,&< è le di ma fi fi ab; lì poi in V^matfuefu trattato molti giorni appreffe al Tonte fi-
cònò°ie Puir c? dall'Oratore Veneto,^- dal Cardinale ^ifeanio , ilquale procedeua per
re.onde m q commeffìone di Lodouico fino frate Ilo :& furono i fondamenti, & lefberan
ne de'Vo '/e Ke & ¥'#$* imprefa j che, oltra le genti, eh e metterebbe in fu me Virginio
gari fi copra dt'fuoi antichi fot (dati ',& con dieci mila ducatìa' quali "Piero de Medici ha
d'ili Dhìtt ueua raccolti del fuo proprio, & da gli amici, a Giouanni Bentiuoglio fol- a
f?n*> ™e20 dato de'Vinitiani,& del Duca di Milano romprfie nel tempo medefimo la
LiiVgucrre; guerra da confini di Bologna;?? che Caterina Sfor?a,i figliuoli dellaqua-
di ch^ citan [t erano agliftipendij del Duca di Milano;defie dalle città d'Imola , & di
pio. & akn Furli, che confinano co' Fiorentini , qualche molefiia ; &fi promettcuano
pai kr ò di non nanamente hauere difbofli al desiderio loro i Sane filacce fi dallodio in-
loironcliia .. . iti • j • < j • e f ì
4.a tar. ,08. ueterato centra t Fiorentini; & dalla cupidità di conferuarji Montcpul-
*ac. 2. se ai- ciano,laquale terra non fi confidauano di potere fcjìenere da loro medefi-
b chiamaPa mx: perche hauendo pochi me fi innanzi con lefor%e proprie, & con le gen
ludeia chia ti del Signore diTiombìno,& di Giouanni Sauello foldati communemente
pfanoC A?eì£ dal Duca di Milano,^ da effi,tentato dì in fi gnor ir fi delpafio della b Talu *>
m detta fiu- de delle Chiane, laquale da quella banda era confine tra i Fiorentini }& lo
iinoccaccio ro p?r lungo tratto , & a questo effetto cominciato a lauorare appnfio ai
nei ìib.it'fiu Tonte a Vaiano un bacione , ter battere una torre de Fiorentini , polio,
iopra'i cap. M Julia punta diuerjo Montepulciano ;er a riujato tutto Ucontrarwipcr-
1 t.dei para. c jje j tiorentini,commoffi dal pericolo della perdita di quefio Tonte , che
&a7tri,jiche gli priuaua della f acuità dì molettare Montepulciano^ daua adito ani-.
e Kta, & car m\cl Centrare ne' ter ritorti di Cortona, & d'KArc%£p>& de gli altri luo-
uerf;; più to ghi,che dall'altra parte della Chiana appartengono al dominio loro; man
tio ?alud5 » datoui potente foccorfo sformarono il bajiione cominciato da Sane fi, & per
dìcoiio,mai flabiUrfi totalmente il paffv;fabru arono apprefjo al Tonte , ma di là dalla
finahdo el? c^^ana^ un bdflione cataajjimo d'alloggiatiti 'molta gente,con l'opportuni
quaiì^ tue. tà delqualef correndo infimo alle porte di Montepulciano^ infili a ano me-
toqlpaefc. defi"
,. TERZO 7j
defimmente tutte le terre, che i Sane fi teneuano da quella parte:& a que
fio fucceffo s'era aggiuntole poco polche fu paffuto il l{e di Francia; ha
ucuano rotto appreffo a Montepulciano legete de Sane fi sfatto prigione
Giouanm Saltello loro Capìtano.Sperauano in oltre Virginio,^ Vieto de1
Medici d'ottenere ricetto,et qualche commodità da' Verugini,non folo per
che i Bagliori, i quali con tarme, & col feguito de partigiani domina uano
qua fi quella città ; erano cogiunti a Virginio,feguitando eia fc uno di Ioni il
nome della fatt ione Guelfa,& perche con Lorenzo padre di Vkro, & poi
con Viero , mentre era in Firenze haueuano tenuto ftrettiffìma amicitia*
& fiati fauoriti fempreda loro contrai mouimentide nimici ; ma an-
chor a, perche ejfendo fon opoWt alla Chicfa , benché più nelle dimoflra-
timi, che ne gli effetti ; fi credeua,che in que(ìo che non appartenete prin-
cipalmente allo [tato loro ; haueffero a cedere alla uolontà del Vontcfice,
aggitignendouifi maffimamente l'auttoritàdey Vinitiani,&dd Duca di
Milano. Vaniti adunque con quefle §eran%t Virginio ,& Viero de
medici di Terra di F(gma , pervadendo fi ,chei Fiorentini ditti fi tra loro
rnedefimu&affaltaticolnomedeconfedtrati da tutti i uicini ; poteff ero
con fatica reftflere, poi che hebbono foggiomato qualche giorno tra Ter-
ni^ Todi & in quelle circoftantie, doue Virginio, attendendo ad abbaca-
re per tutto la f anione Ghibellina, traheua da Guelfi danari , & aiuto di
genti: fi pò fé a campo infauore de Verugini a Gualdo, terra poffeduta dal
la communità di Fuligno,ma uenduta prima per fei mila ducati dal Vonte
fice a Verugini, acce fi non tanto dal defideno di poffederla , quanto dalla
contentionc delle parti, per lequali tutte le terre circolanti fi trouauano fopT/Jv^
allhora ingranditimi mouimenti : perche pochi giorni innanzi gli Oddi ne,i'b-'M°
fuor'ufcitidiVerugia,& capi della parte auuerfa a1 Bagliom, aiutati da to !nZ
quegli di Fultgno, di ^Afcefi,& d'altri luoghi uicini, che feguitauano la SSèa*0^
parte Gibellina; erano entrati m Cordano, luogo forte uicino a Verugia a fio coìto*! ai
cinque miglia,con trecento caualli,& cinquecento fanti: per loqualeacci- "&Ì *Jìt
dente effondo folleuato tutto il paefe,perche Spuleto, Camerino, & gli al LÌirioì & di
tri luoghi Guelfi erano fauoreuoli a Bagliori; gli Oddi pochi giorni dopo, ^ar^Jl
entrarono una notte furtiuamente in Verugìa,et co tanto fp attento de'Ba fi tegge un à
glwni,che già perduta la fperan?a del difenderfi)cominciauano a metter fi ?So*ùtft
infuga:& nondimeno perderono per uno inopinato,& minimo cafo quella "> <^rn,f ai
uittorìa3chenÒpoteua torre più loro la poffan^a dtnimic'uperthe effondo fcS X "I
già peruenuti fen^a oflacolo a una delle bocche della pia^a principale, et prendiamo
uolendo uno di loro,che a queflo effetto haueua portato unafcure,fpe^a- fonThfE?
re una catena,laquale fecòdo l'ufo delle Città fattiofe attrauer fatta laflra bia nelIc
da,impedito a difendere le braccia dafuoi mede fimi, che calcatigli erano fSe,Ban!
« intorno ;gridò con alta uoce a a dietro a dietro, acctoche allargando fi gli def- chor che mi
ferof acuità d! adoperar fi daquale uoce replicata di mano in mano da chi lo So«° mail!
feguitaua,et intefa da gli altri come incitamento a fuggire ;meffefen%a al- mente inter
precaca.
tro
dSoaai LIBRO
Jrefidio dì trofcontroyò impedimento in fugga tutta la gente,non f apendo alcuno da
^r'dSo chl cacciati>ò Per quale cagione fi fuggiffero:dalquale difordine prefo ani-
^mura,;ma mo,& rimeffifi infume gli auer far ^ammazzatine nella fuga molti di lo-
aitata fuo- -ro>e> pyefo Troilo Sauelloyilquale per la medefima affettione della parte
"&mfi era flato mandato in aiuto degli Oddi dal Cardinale Sauello ; feguitarono
pdeiono ai g jm- • r a Corciano,&la ricuperarono co l'impeto medefimomèfa
eunt faldati <n * ,. , t * n -r- t r - • ^:~~*v*
dtvir-mio, tiati perla morte di quegli , che erano flati ucciji nel fuggire ne impiccaro
nucìrio & no m Perugia molti degli altri,con la crudeltà,che tra loro mede fimi ufa-
Giòuamn no i partialu Da quali tumulti effendo nate molte uccifioni nelle terre uici
h °in^me° ne » Per conto delle parti Jollecite ne tempi foretti afolleuarfi, ò per fete
co'i tittìa. d'ammainare i nimici,ò per paura di non efiere preuenuti da loro; i Teru
to' attore ìinl incitati contra i Fulignati, haueuano mandato il campo a a Gualdo: a
poco appref doue hauendo data la battaglia in uano; diffidati fi da poterlo ottenere con
u° fuc femo fe loro forze;accettarono gli aiuti di Vìrginmilquale fi offerfe loro, accio
fedamente che al nome della guerra,<& delle prede concorre fero più facilmente ìfol-
Suoi fnatu dati : & nondimeno flimolati da lui, & da Viero de Medici d'aiutare feo-
raisd archi pertamente l'imprefa loro,ò almeno a concedere qualche pe^ZP Cartiglie
b%ltu ca ria>& il ricetto per le genti loro a Cafliglione del Lago, che confina col te-
fa de Baglio nìtorio di Cortona,& comodità di uettouaglie per l'effercho;non confenù
e Mnuc^dl uano alcuna di quefle dimande,ancora che delle co fé medefime facefie infta
sueuia da un tiagrandiffima in nome del D uca di Milanoyil Cardinale jtfcaniOy<& il To
noMto, d«! tefice co breui uehemeti, et minato rii lo comadaffe .-perche effendo fiatilo
to M.Bagiio p0 r occupatane di Cortianoyaiutati da Fiorétini co qualche fomma di da
Pelarko.i! nar hi qualidi piuhaueuano a Guidoyet a Ridolfo principali della* cafa de b
imperatore, paglioni conflit uita : ann u a prouifione>& condotto a fuoi [lipendij Gianpa
SfoS golo figliuolo di Ridolfo; fi erano riflretti con loro.aliem oltra queflo dalla
chi ha rem- cogiuntione del Votefìce;perche temeuano,che il famrefuofuffe inclinato
P^ddfà'vi a gli auuerfarijiò che per occafione delle loro diuiftoni afpirajfe a rimette-
ta dei ùmo n jn tutto quella città fotto ì ubbidientia della Chiefa.Ts(elqual tepo Vago
Tallii lo Or fino , che con fé f anta h uomini d arme della compagnia uecchiadi
iis. Aftorr3 Virginio era flato molti dia Montepulciano , & dipoi transferito fi a ca-
defcuiuiio fallo della Vieue;teneua per ordine di Viero de* Medici trattato nella Cit
redoliranno tà di Cortona, co intetione di metterlo ad effetto,come legeti di Pirgimo*
iu«e iS H numeroy& la bontà dellequali non corri ftondeua a primi difegni sac-
ri* de noftri Coflaffero:nellaquale dilatione efìendofi feoperto il trattato, che fi teneri*
tépi,j) efTem - *.-.. ,. • ^ ,-. • • • -*^o
pio de gli al
tri Capitani
<ài guerra ,
c'hauranno CUCI ttoreminijouecmaproucucrcu j/cfin/w^w^.r.vn,^^». - v-
a aerare. trecento huomini d'arme,& due mila fanti ;haueuano mandati ad alloggia
*omi?ìà°Her re preffo a Cortona dugento huomini d'arme,& mille fanti fotto il gout r-
coie Bériuo no fai e 'Conte Pinuccio da Marciano loro Condottiere : & perche le genti e
nùcd m* de Sane fi no potefiero unir fi co Virginio, come tra loro fi era trattatola
nano. ueuano
T E R Z O. 74 a L10rftil
Uenano mandato al Veggio Imperiale,che è a confini del Sanefc, fiotto il go cof]
comune
perno di Guidob aldo da Mot e feltro Due aderbino , codotto poco innanzi mente chia.
da loro,treccnto buomini d arme, & mille cinquecento fanti, & amputi*.'- e detta con
. ui molti de' fuor usciti di Siena,per tenere quella città in maggior ter < or:. P'11 ?!£?£*
Ma Virginiojpoi cb'bebbe dato più battaglie a Gualdo,douefu ferito d'un dalie molte
arcbibujo Carlo figliuolo fuo naturale,riceuuti(comefi credette jwfcgre ^Jf^f£
to danari daFuUgnati;ne leuò il campo, fenica mentione alcuna deli mie- tfoà?f«rro ;
refie déVeruginU& andò ad alloggiare alle Tauemelk , & dipoi a Vani- {?uer£°^*
cale nel cotado di "Perugia, facendo nuoua infiantia,che fi divinar afferò co te Romani
tra i Fiorentini-Alche no folo gli fu negato, an%i per la mala fodis f anione, ^ TJ^\
che baueuano delle co fé di Gualdo , corretto qua fi con minacce ad u far fi Lago di pe-
deltenitorio loro:però effendo prima Viero,& gli andati con quattrocen- %$*&**£
to caualli alh Orjaia , uilla propinqua a Cortona , fferando,che in quella tàbiit -, &
dttàjaquale per non effere danneggiata da' faldati, non baueua uoluto ri- ^fiurV.i!
cenere detro legeti d'arme de Fiorentini ; fi facefìe qualche mouimeto,poi celio , o mr
che ueddonoognicofa quieta;p affarono le Chiane con tr ecctoh uomini a" ar ^f*£*
me ,& tre mila fanti, ma la più parte gete male in or dine, per effer flati rac i qua; e dna
colti con pochi danariy& fi riduffero nel Sanefe,preffo a Monte Tulciano, SSjjSSò
Atra C\mnciano,Torrita,& jifinalunga^doue foprafiettero molti giorni cheéco/hm
fenzafattione alcuna9eccetto,che qualche prcda,& correrie: perche le gè \en *^l£'
ti de Fiorentini paffate le Chiane al Vonte a V'aliano ;fi erano mefìe all'op d'arme cor.
k pofito nel b Monte a San Souino,& negli altri luoghi circoftantùne da Bo ^^"fuT
logna,fecondo Vintent ione, che era fiata loro data; sifaceua mouimento al ghi km™
cunoiperebe ilBentiuoglio determinato di non si implicare per gli interejfi ?^l™lo\tt
d'altri in guerra con una 1\epublica potente, & uicina, ancora che cofen- ^™££i£*
tifi e farsi molte dimoHrationì da Giuliano de Medici, ilqu ale uenuto a Bo "£ prinu
lo?na,cercaua difolleuare ?li amici,che effi erano f oliti di battere nelle mo fo dttto sei
o •» J «f •> • n i- ci' ;• j » uabeilajnia
tagne del Bologne j e ;non uolle muouere l armi , non cjtante gii stimoli de poi dal ia
Colleratijnterponedo uarie dilationi,& allegando uarie feufe: an^i tra i p*» "»««*
o*r i t r li i Inane L.on-
Collegati medefimi non era totalmente la medejima uolonta : perebe g0bardi,quì.
al Duca di Milano era grato , che i Fiorentini hauefierotrauagli ta- w ***£
li, che gli rendeffero meno potenti alle co fé di Vi fa : ma non gli fareb- °10 tagliati
be fiato grato , che Viero de Medici , offe fo da lui sì grauemente, ri- *à^x,Mda*
tornaffe in Firenze; fé bene egli per dimqfiraredi uolereperiauuenire gr,o,doman
dependere del tutto dalla fua autorità ; haueffe mandato a Milano il {£» ^orta
Cardinale fuo fratello : e i Vinitiani non uoleuano abbracciare foli vcktri u'ha
quella guerra , aggiugnendofi oltra quefio l9 effere intenti il Duca, ^Jf'^m\
& loro alle prouifìoni per cacciare i Fr ance fi del Bearne di Ts[apoli: Po morto
perciò tnancando a Viero , &a Virginio nonfolo lejperan^e, lequali ^/^cfiìon",
-the ui fu fatta delle genti di Ferdinando Re di Napoli quando Alfonfo Duca di Calabria (uo figliuolo, ui
fu rotto da Ruberto Mala tetta generale di papa Silto quarto.
> Il Monte a Sanfoumo e ftato illuftrato attempi noltn dal Cardinal Antonio di Monte,creato Cardinal
LIBRO
fi haueuano propofle;ma ancora i danari per fomentare te genti , diminuiti
affai di fanti )& die aualli;Ci ritornarono al Bagno a Popolano nel Conta»
do di Chi ufi, città fuddtta a i Sane fi:doue fra pochi giorni ,tirado Virginio
5;5fm| s<v:i H fito f ito, arri uarono * Camillo Vitelli,& Monfignoredi Gemei, mandati a
xì-a dai gìo dal l\e di Francia per condurlo a'foldi fuoi,& menarlo nel Bearne di Tu-
tori d?con" poligone il I{e iute fa H alienatane de' Colonne fi de fiderà uà di feruirfene:il
dui- vlrgi - qual partito;non ofiante la contraditione di molti de'fuoi, che lo cofigliaua
è&riùct&\ uo>° che fi condite effe co' Confederati, che ne lo ricercauano con grande in»
doue egli pi flantia,ò che ritornale al feruigio *Ar agone fe-,fu accettato da lui-, ò perche
feor?* nei ìì fperaffe di ricuperare più facilmente con quefìo me%p i contadi d'albi, &
bro.4. (opra di Tagliaco^T^p'yò perche ricordando fi delle co fé interuenute nella perdita
che a quéìta del J\egno , & uedendo e/fere grande appreffo a Ferdinando l'autorità de*
riioiunone e olonnefì fuoi auuerfarij;fi difhdaffe di poter più ritornare feco nell'anti-
ca fede,& grandc^a;o pure lo mouefie,j, condo che afferma uà egli, la rr a
la fodisfattione,chaueua de'Principi confederati,per hauerli mancato del
le promeffe fattegli alfauore di Tiero deMedici.Fu adunque condotto con
b che furo- óoo.buomini d'arme per lui,& per gli altri di cafa Or fina: ma nondimen0
r,o dodeci con obligo di madar Carlo fuo figliuolo in Francia perficurtà del l\e(que
mila ducati a • r :£ ^' j- 1 : 1 >* r r n. 1 r t V x '
&ei U paga. Jil iono l (rutti ai chi ba già fatta jofpetta la fede propria) & rictuuti 1 b £
h il do. danari;attendeua a preparar fi per andare inlìeme co Vitelli nel revnoido
gtìe ; ch°e il ue>& innanzi alla perdita delle caflella,& pei, fi era con uarij accideti in
t :a v° driC uary ^H0^1 contìnuamente trauagliato,& trauagliaua : perche hauendo
no da ac«t da principio fatto tefta Ferdinado nel piano di Sarni:i Francefi ritirati Ci
rat qiìefto fa Vie di grotta, fi erano fermati a Islocera uicini animici a quattro mi»
rèndo tu eì glia:doue efìendo lefor%e dell' uno,& l'altro efìercito affai del pari;confu»
io pigiuiìe mauam il tempo inutilmente a fcaramucciare , non facendofi cola alcuna
Conerai] no 1 t imi
ler di D.o , memoraoik, eccetto che,eJ]endo flati condotti con trattato doppio per en
mlnfùi con tYaY€ ne^ camello di Gtfune,uic:no alla terra di Sanfeuerino , circa afettect
«a le forte to tra caualli,& fanti di Ferdinando ; ui rimafono quafi tutti , ò morti , ò
%&m loK Prigioni' Ma efiendo foprauenute m aiuto di Ferdinando le genti del Tonte
kgm. lì m fìce, i Fracefi diuentati mferiori\fi difccfìwono da Wocera:onde quella te?
Sn^chefa ra mfieme con la fontina fu prefa da F< rdinando,con ucafione grade de*
ró iono lui, feguaci de'Francefi.Haueua ih quefìo tempo M open fieri attefo a prouede
uò a" 1-ncTI Y€ le gmti "fate fé co di Cufld/i ouo di caualli , & d'altre coft neafiarie
no, fcriueef alla guerr adequali riordinate, unito io gli altri^uene ad ^A) ^aio,ter> amol
chetarono' t0 abbondante di uettouaglie;& Fcrd^nàdo dal 'alerà parte efiendo meno
5oo.huo:n 1 potente de'nimici;fi fermò a Monttfufculhper tempo regg ia rfi feti %a ten-<
ai^mT.u'.* tar€ lafortunayinfino a tantoché da' confederati hautffe maggiore foccor
càua 1 eggìe fo.Trefe Mòp fieri la Terra,& dipoi lafortexja di Sanfeuerino,^- hard?
romito ^c fatto fen^a dubbio, maggiori progredì, fé no Ihaueffe impedito la diffi»
Scorri , cultà de' danar imperché nò efìedogbene madati di Francia , né hauendo fa»
£*ro^°ial evita di cattarne del {{egno^ perciò non potendo pagare ifoldati,&fìa~ do
per
T E R Z V. 7?
pW qftcUa cagione PeJJercito mal contento >, & maffimamente gli Suhgeri, jj^* c£-*\
ìfimodoycbe Mompenfieri non faceua effetti pari alle forze, che baueua, "anni delia
Con funi tronfi con quefle attionì per l'uno,& l'altro efferato, circa a tre c^n'ual
7ncfi:nelqiidl tepo,& nella 'Puglia gu errerà uà co gli aiuti del paefe Don &> fuogo io
Federigo, con cui era D on Ce far e d\4ragona}effendogli oppofìti i baroni, e eiou?o , * &
ipopoli,cbe feguitauano la parte F /ance fé, & nell'SibruT^J Grattano di di {oPra %m
guerra,moleftato dal Conte di Topoli, & da altri Baroni adbtrc.:ti a Fer Sminato
a dinando-fi difendeva con ualore graie\& il a prefetto di Bgma&ht dal I{e ciuefìo *****
baueua la codotta di dugeto buomini d'arme, mohjìaua da glifi at i fuoi le
terre dì Monteca(ìno,& il paefe circonflantc,done era declinato alquanto Gu^iò^ei
la profperità de Fracefi offendo ammalato Ghigni di tuga infermità, laejua &4- ' * guer
le gli interroppe il cor fo della uittoria,con tutto, cbe^uafi tutta la Cala- Ihs^ain^o
. uria,el Trinapato fu fiero a diuotionc delEgdi Fracia: ma Cofaluo rimef il >_* » £«»,-
fe infìeme le genti Spagnuole,e i paefani amici degli jLr agone fi ,i qualiper Siano, ^er
l'acquilo di 7s(apoli erano augumetati\hauea prefe alcune terre>& mate- £ Frtó«tf
tieua uiuo in quella Trouincia il nome di Ferdwado:dcue per i Frana fi era moo*!T Sé
no le medefime difficultd per macamento di danari,che nelC efferate inondi ¥oxs G^-
meno efìendofi ribellata da loro la città di Cofen^a; la ricuperarono,etfac Ueua groirà
cheggìaronoinè in tante neceffuà, & pericoli de" fuoi prouifione alcuna di ^^'^^ »
Fracia còpariua:percbe il %e fermato fi a Lione;attendeua a giofire,a tor- ai òuafeo;
niameti,et a piaceri ;depofli i peri fieri delle guerre,affermado jempre di uo él> c?n "*
lere di nuouo att edere alle co] è d'J Italia ;m a no ne dimoftrando co fatti me ri forcola
moria alcuna :& nondimeno bauendogli riportato ^Argetone da Vinetia, ^°a!e^aru° '
che il Settato Vinitiano baueua rijpoflo no pr et edere d' battere nimicitiafe- lertifiìmo .
co, non bauedo pigliate larme,fe no dopo V occupatone di Tfouara , né per J^uo^imfu
altro,che per la difefa del Duca di Milano loro colle gato,& però giudica Arrigo c5
re effere fuperfluo il rìco fermar e i\imicitia antica con nuoua pace; & ebe ^fide A<^e
dall'altra parte gli baueua fatto offerire per ter%e perfine d'indurre Fer- tan delie gs
dinado a darli di prefente qualche fomma di danari, & cofiituirli cenfo di [n,chpej!"°
cinquanta mila ducati C anno, lafciadogli per ficurtà in mano Taranto per gnano:& ai
certo tepo;il J\e,comefe baueffe ilfòccorfo preparato, & potete: ricusò di fXsfu°Ber
preflarui orecchilo tutto che cifra le diffcult i d]lt alia, non fuffe a confi- nardo Frau-
di della Fracia fenT^a molcftia.-pcrcbe Ferdinado I{e di Spagna uenuto per- df gran mr •
y fonalmete b a Terpignano, baueua fatto correre delle fue geti in Linguado- tu-^ ReFer -
ca,facedo prede,& danni afìai,et cotinuando co dimoHratione di maggior dare°r'ipu-'
moto; & era morto nuouamente il Delfino di Francia, unico figliuolo del tatione ai- •
; J\e: tutte cofeda farlo più facilmente, fé in lui fuffe fiata capacita di deter ué3erecon'
minar fi alla pace, ò alla guerra, inclinare a qualche concordia. Tifila fine te móglie*»
di quefi 'anno fi terminarono le co fé della Cittadella di T> fa: per eh e il % in G*f«riu*Cifc
tela l'oflinatione del Caflellanoxui baueua ultimamente mandato co coma- Giol,1° > '&■
* _,'■,. non Perpi-
K 3 damcnti gnano„ma
il fine di quella imprefa fu,che Salfas fu prete & Taccheggiata da: Fxencefi con niorceclimoltijilche in pani
eferictodi fottoa car.95. inquefto medeìimo libro.
LIBRO
mcdxcvt. lamenti minatori], & a$ri,non foto a lui,ma a tutti i Trancefi,cheui era-
.rucriigna no dentro,Gemel,& no molto poi Bono cognato del C a flettano, acetiche di
ti •iclii.ji pì inoltratagli per perjona confidente la [acuità , c'baueua di cancellare con
rt e deferir, l'ubbidienza gli erro ri commtffi; & dall'altra parte i pregiudicane quali
5! o punta* incorrerebbeperfeuerando nàia fa f ubbidienza; fi dijponijfe fin facilmen»
màc: perciò te a tjfcquire i comandamenti di l i{u:& nondimeno e^li continuando nel-
tótotti 'gì? La contumacia mede;. ma;dijpn^zò le parole di Gemei, ilqualt ut [oprafe-
a-/ì n /& de pocb [fimi dì per la commcffione,cbe baueua dal Re d'andare con Camil
{.allato con / Tr ■•* II rr ^ ♦# ,• -, • • ,v ; •
ì: d.»me;pro Lo ditelli a Virginio . T^ela uenuta di Bono,uquale ritardo molti giorni,
Hnfe loro la perche per ordine del Duca di Milano,fu ritenuto a Serezzana;nmvfie il
fortezza. In ' a -li J 11 r n- • ,, n xx r -
ai ch-amato c ajtcllano dalla Jua o\Unatione:an%i tirato Bono nella [enterica fua;coutn
**u3mè° a neco''pìJ:'n:>interPoncndofi tra loro Lucio Malucci in nome del Duca,
il i.di Gna Per virtù ddlaquale conuentione a confegnò aVifani il primo dì dell'anno a
nftasT' & T42<>.^ Cittadella diTifa9riceimti daìoro per fé dodici fri ita ducati* &
rattogiirar otto mila per diflribuire a' joldat;,cbe u erano detro:dt' quali danari no ef-
4^ici«cìa S^° l ^^ani potati a pagargli ;rihebbero ^quattro mila dafinitiani,quat y
fegnò lóro t romita da i G noucfì,& Luccbcfe,& quattro mila dal Duca di Milanoiil
Ja. Perete i V4alc nel tempo medefimo gouernadofi co le fue arti,be che poco credute;
pifani crea, tr attana fimulut amente di riflrignerfì co'Fwretini in ferma amicitia, &
crTdo rf or int^t:getia,^r ira già reflato d'accordo co gliOratori loro delle coditionù
ottadiÀpjn T^o pareua per ragione alcuna uerifimile,cbe né Lignì,nè Entragbes,nè al
ST^c/i?- cuno *ltro baueflero ufata tata trafgreffione [en%a uolotàdelì{e,ejfendo
a' quali aiìé ma jjì marne te in nò piccolo detrimeto fuo : perche la città diTifa,fe bene
fen**p5*5 Eni ngbes baue/fe capitolato, che refi affé fuddita dellaCorona di Francia;
fnv.u. n poi rimaneua manifeft amente à diuotione de' Confederatila per non battere ef
necTin "ho- fttt0 l* re[iitiitione;(i priuauano i Francefile erano nel T{egno di Is^apo-
nor dei Re li,dd foccorfo molto neeejiario delle geti , & de danari promeffi nella ca-
bu'.cTiiGi©. pttolatione di Turino:^- nondimeno i Fiorentini, i quali con fomma dil gd
iu o , che a tia ojftruarono i progrefjì di tutte quefle co fé, ancor a, che da principio mot
loc^a copri to ne dubitaffer gonfiarono Analmente in credenza , che tutto fujft procel-
le, & deli ar dut o contra la uoiontì d,l I{e;cofa da parere incredibile a ciafcuno,cbe no
\*L.a p^fla faptffi qualf fi la fua natura,& leconditioni dell ' ingegno, & decoflumi
uà la (òmma fkoi,& la piccola aut»>ità,tl>y eoli r tene uà co'fuoi mede fimi, & quanto fi
di quaranta , r ~ ^ i /• * -> , ^ l
mii' Lineati ard 1ca contra uaT*rinctpe,cmfi i diuentato cotennendo. I Vifani entrati
d|°h '^doC ,U^ Cittadella la dijìntjfcro fubito popolarmente infino da fondamenti;
p'.Vam 'iena & conoscendo di non ha uer forze foffictenti a dif nderfi per fé Beffi; man-
Tv le gvniJó durano in un tempo mede fimo c*Ambafciatori al Tapa , al Rf> de Romani, c
lem coreri , ,. • ' .- ., , ~. ,*' ' V- V.
rono rucci ^ rinitiaw,ilDuca di Milano, a Genouefi, a'Sanefi,& aLucchcfi diman-
u ioniche d4ndofoccorfo da tutti : ma con maggiore inftantia dàVmitiani, & dal
furono riu DUCA
pennati a* Lue hcR.Farona ancho aiutati di una naue Portoahefe,carica di preciofe merccncie,che fpinta dal
la fortuna*arriuò fopra la foce del Serchio.il Eembo dice,che i Pifani,hauuti denari in preltito àà' Vmiti*
nijotten croia Cttadella di Pifa contraM uolerde- Fiorentini. e Al Papa andò Abitino Dunitia Vme-
tia Bernardino Agnello::n Fracia Pietro Grifo;* a Milano Marian Pecciolo.Ma de gli altri Politaci non fa
»1 Giouio iu;nt ione alcuna,che foriero lor da Pifani mandaci ambalciatori,
TER Z O. 76
-Buca di Milano ,nelquah haueuano battuto prima inclinatione di trasferi
re liberamente il dominio dì quella Città , parendo loro d'cffer coflretti di a Mldar»*»
non bauere per fin principale tanto la conjeruatione della liberi alquanto frccorfoX*
ilfuvvire la neceffità di ritornare in potejlà de' Fiorentini ; & (ber andò in pifanl Gio •
, . A? 1 • 1 > 1 1 ri- ■ • li 1 ti- t • • Paolo Man-
lui,piu che in alcun altro,per bauergti incitati alla ribellione, per la uici- fr0ne,& soc
nità,& perche non battendo da vii altri Collegati riportato altroché (he- cin *«"«"«
r • 1 » • .« /«„? .,' , ' . J J . _ con zoo Fra
ranx?\haueuano ottenuti da lui pronti fu(pdtj:mau Duca»-b€cbe ne arde] hominìd ar
fé di dtfiderio;era flato fofpefo ad accettarla per non sdegnare gli altri co J11^ ca"ai
federati,nel configlio de quali fi erano cominciate a trattare le co fé de' Vi- copè ràr/ìa
fani,come caufa commnne;bora confortandogli a differirei bora proponen co i«ia comi
do,c he la deditione fi facefje più toflo palefemente in nome deSanfeuerini, dati »ecdn-
per fcoprirla effettualmente per fie, quando giudic afte il tempo opportuno, ^^lo^o
pure partìtOyche fu d'Italia il I\e di F rada, parendogli allegcrito il bifo- ui coMirad*
gnoycbauea de collegati;deliberò d'accettarla. Ma era ne'Tifani comin- iVdicaualt
data a raffreddarfì quefla inclinatione ;per la fferan^a grande ,cbe già. ha ii,& joo.fau
Meuano d'effere aiutati dal Senato Vinitiano-, & era anche dimoflrato lo- tl Tedcfchl*
ro da altri,potere più facilmente conferuar fi con l aiuto di molti, che re- ,
flrignendofi a un folo;& propoflaft con queflomodo maggiore fferan%a di ho parlato
mantenere la liberi adequali con fiderai ioni potendo più, poi ebebbono ot- di ^p1;3^ (ì
1 >*. 1 iì r r j> • r >r .',..,, . . parlerà pni
tenuta la Cittadella;!* sfor^auano a aiutarji co fauori di etafeuno : alla abaflb deivi
quale intétione era molto opportuna la difpofitione de gli fiati d'Italia per f11?*4 «jà?
che iGenouefi per l'odio co' Fiorentini.; 1 Sanefi, & Iucche fi per odio , fr zia ,pceder
per timor errano per porgergli [empre qualche fujfidiox*r per farlo più or cò "mu|^L0
dinatamente trattauano di conuenirfi con obligationi determinate a que- fto luogo ti
fio effetto ;e i Vinitiani,e'lDuca di Milano per la cupidità d'infignorìrfe- ?h'iarà°afla7
ne;no erano per coportare, eh' e' ritorna fiero fotto'l Dominio Fiorentino: meglio 1 in-
&giouaua loro appreffo al T onte fi ce, <& gli Oratori de'Rg di Spagna il de KJaodw '"
ftderio della baffe%^a de' Fiorentini, come troppo inclinati alle co fé Frace Lodouko,
fi. T ero uditi in ciafeu luogo benignamente, & ottenuta da Ce fare per pri f&ì$$P
nilegio la cofermatio della libertà ; riportarono da Vinetia,& da Milano niare » Fi°rs
quell' ifleffe promejje di coferuargli in libertà, e haueuano prima di comu- Sfuri**
ne co fentimento fatte loro per aiutargli a liberar fi da'Fracefi; e'I Totefi- di 4fu gu«
ce in nome & di co fenfo di tutti i Totentati della Lega yli ce fori 0 per un § 'obK'ga?
0-w«
brieue al mede fimo, promettendo, che da tutti farebbonodife fi potentemen a ,l,i> fo.ll\8
* tema il foccorfo efficace fu da* Vimtiani, & dal D uca di Milano , q ite fio mTnofn sfbr
augument andoui le genti,che prima uhaueua ; quelli mandandouenenon ^atu di ,e£a
piccola quantità. 1<{ellaqual co (a , fé baueffero ambidue continuato ; non n%eiia"uer
barebbono bauuto i Tijani neceffità di adherire più all'uno , che ali altro ra di pl*a>&
di loro;donde fi farebbe più facilmente conferuata la concordia commune. ^farina' tt?|
b Ma accade preflo,che il Duca alieniffìmo fempre dallo (benderei bincli- daaqiuco e
j j /?•//-/ .1. eliconuana
nato da natura a procedere con fiimulatione , & con arte,ne parendogli, fperanza ha-
ueuadif;gna
to,pc{àado che ivinitiani mai no douefl'ero ingegnarti" di farfi /ignori di Pifacon inuidia grande d'ognuno.
K 4 che
L I B R O
che per allora poteffe peruenire in lui il dominio dì Tifa, cominciando a
fumminiflrare parcamente le co fé , che dimandauano i Tifane ; dette loro
occafione d'inclinare più l'animo a'finitianiy i quali fen%a riffiarmo alcu
no gli prouedeu ano: onde procedetteyche non molti me/i poiché iFrancefi
haueuano lafciata la Cittadella\il SenatoF initianoypregatone confomma
inUantia da'Tifani;deliberò d'accettare la città di Vi fa in protettioneypiu
toflo confortandone gli 3che dimostrando effergli molefto Lodouico Sforma;
ma fen^a communicarlo con gli altri confederati , benché da principio gli
haueffero confortati a mandar ui gente :i quali ne' tempi jeguenti allegaro
no efiere difobligati dalla promeffa fatta a'Tifani d'aiutargli, poi che fen
%aconfenfo loro haueuano conuenuto p articolar mete coVinitiariu É cer
tijfimoycbe né il deftderio di conferuare ad altri la libertày laquale nella
propria patria tanto amano;nè il rifletto della falute commune,come al-
ihoray&dapoicon magnifiche parole predicarono;ma la cupidità {ola d'ac
quifìare il dominio di Tifa,fu cagione,che i Finitianifacefjero quella deli-
beratane yperlaquale non dubitauano douere inbrieue tempo adempiere
il deftderio loro, con uolontà de'Tifani medeftmi;i quali elegger ebbono uo-
Icntieri diftarefotto l'imperio Veneto,per affxcurarfi in perpetuoydi non
hauere a ritornare nella feruitù de Fiorentini. Et nondimeno quella co] a
fu più uolte dìfbutata nel Senato lungamente, ritardandofi l'inclinatìone
quaft communeyper l'autorità di alcuni Senatori de' più uecebi,& di mag
giore riputatione,che molto efficacemente contradicenano , affermando,
Lsc. v che' Ifarfi propria la difefa di Tifa; era cofa piena di molte difficultà, per
di Pifa,dice effere quella città a dittante molto per terra da loro confini , & molto più a
poaa0uiu e diftantiper maremoti potendo effì andar ui fé non per i ricettiy& porti d'ai
l'Apennino, tri , & con lunga eh cuitione di tutti due i mari , da% quali è cinta Italia:
Sar Thofca ^ Ver° non fi potere fen^a grauifjìme ffefe difenderla dalle molcfiie con-
no, che j cut unite de 'Fiorentini .E/Ter e uerifjìmo y che quello acqui/lo farebbe molto
fcruid?uerft °PPortuno all'Imperio Veneto :ma douerji prima confiderare le difficul-
dainegodo ta del conferuarlo ,<& molto più le conditwni de' tempi prefenti>& che
«k'vinitia- effetti potefìe partorire quefta deliberatone : perche cfjendo tutta Italia
naturalmente fo fretto fa della grandetta loro ; non potrebbe fé non eflre-
mamente dijpiacere a tutti un augumento tale : ilche facilmente partori-
rebbe maggiori y & più pericolo/i accidenti , che molti perauentura non
penfauano , ingannando fi non mediocremente coloro che fi perfuadeua-
noyche gli altri Totentati haueffero otiofamente a comportare , che
all'Imperio loro y formidabile a tutti gli Italiani ,fi aggiugneffe l'oppor-
tunità sì grande del dominio di Tifa : i quali fé non erano potenti, come
per ìlpaffato a uietarlo con le forile proprie ; haueuano dall'altra parte*
poi che a gli Oltramotaniy era fiata infegnata laftrada del paffarin Italia
maggior occafione d opporfi loroycol ricorrere a gli aiuti forefi ieri: a' qua
li non ejfer dubbiose prontamente ricorrerebbono» &per odio,& per ti
more*
T E R Z O. 77
fnore,efiendo uìtio comune de gli huomini uokre più toflofertiire a gliflra
ni, che cedere aKfuoimedefimì:& come poter fi credere, che il Duca di Mila
no, [olito a permettere tanto dife,hora alla cupidità,& allafi>eran%a, ho
ra al timorc,& mouendolo al predente non meno lo [degno, che l'emuUtio
ne,che neVinitiani fi trasferire quella preda,cbe haueua con tate arti prò
curata per fe;nonfoJJe più preflo per coturbare di nuouo ltalia,che foppor
tare, che Tifa fuffe occupata da loro? & benché con le parole, & configli
fuoi dimoflraffe altrimeti, poter fi molto ageuolmente comprendere, no efi-
fere quefia la uerità del cuore fuo,ma infidie,& per fini nonfinceri, artifi
ciofi configli'yin compagnia delquale tffer prudentia il foflttare quella Cit-
tà, fé non per altro,per interrompere, che iTifani non fi de/fero a lui: ma
far fi propria quefla caufa,& tirare addofioafe tanta iniiidia, & tanto pe
fo;nó efiere fauio con figlio idouer fi confìderare quàtof afferò còtrarij qnefii
pthfitri dall' opere, nelle quali fi erano affaticati tanti me fi, & continuarne
te s \iffaticauano:perche non altre cagioni hauere mofio quel Senato a pi-
gliare l'arme con tante fpefe,& pericoli,che'l defiderio d'afficurare /e, &
tutta Italia da' Barbarica che hauédo co fi glorio fi fucceffì dato principio*
& nondimeno ejfendo appena il ]\e di Francia ripaffato di là da' monti , &
tenendo fi ancora per lui con uno efferato potente la maggiore parte delRg
gno di 'ls(apoli,che imprudentia,che infamia far ebbe quado era il tempo di
(labilire la libertà,& la ficurtà d'italia^argerefemi di nuoui trauaglii i
t quali a potrebbono facilitare al Bg di Fracia il ritornami, ò al I{e de' F{o- a AII .
mani l'entrar ui,che forfe,come era noto a ciafcuno,no hauea p quello, che fta mcdeC-
pretedeua cotra lo fiato loro, maggiore,& più ardete defiderio di queslo, Selia^on."!
non cfiere la^epublica Veneta in grado, che fuffe coìlr et t a ad abbracciare ta di cario
configli pericolo fi, ò far fi incotro alle occafioni immature: anyi niuno in Btbo tu-ui!
Italia potere più affettare l'opportunità de'tepi,& la maturità delle oc- ?• n-ii'o^,
cafioni: perche LE Dehberationi precipitofe,ò dubbie coueniuano a chi ha p'^j^0
ueua difficili fofinifir e codition'v, ò a chiflimolato dalla ambinone,^ dalla <° ggeo?» di
cupidità di fare illuflre il nomefuo; temeua non gli mancafie il tépomon a tare ^ con-
quella ^public a, che collocata in tanta potentia,dignità,& autorità, era Cl$lio ***$*
temuta,& inuidiata da tuttofi reflo d'ltalia,& laquale efjendo, a rifletto Balani!^
del\e,& de gli altri V^incipi quafi immortale,^- perpetua,^ efiedofem-
pre il mede fimo nome del Senato Vinitianoino haueua cagione d'affrettare
innari al tepo lefuedeliberationi:& appartenere più allafapiétia,&gra
uità di quel S enato, con fiderado, come era proprio de gli huomini ueramen
te prudenti^ pericoli, che fi afeodeuano fiotto quefle fferanze,^ cupidità,
& più i fim,che i principi) delle cofe, rifiutati i configli temerari), afienerfi
cofi nell'occafione diTifa,comenell'altre,che s' offeriti ano ,da fpauetare,et
irritare gli animi de gli altri,almeno infino a tà~to,cbe Italia foffe meglio af
ficurata da pericoli, et foretti degli Oltramotaai:& auuertire fopra tut
to di no dare caitfa^che di nuouo ui entr afferò : perche l'efferientia haueua
cimo-
X? LIBRO
dimoHrato in pochiffimimefi,che tutta Italia, quando non era oppreffa da
nationi lìranier e,feguitaua quafifempre l'autorità del Senato Vinitianoi
ma quando erano Barbari in Italia jn cambio d' effere feguitato, & tema*
to da gli altri; bifognaua che in/teme con gli altri temeffe lefqr^e foreftie
re. Quelle & fimilt ragioni erano,oltra la cupidità del numero maggiore*
fuperate ancora dalle perfuafioni d'^Agofiino Barbarico Doge di quella cit
tà\ la cui autorità era diuentata sì grande, che eccedendo la riuerentia de*
Dogipaffati, meritarla più toflo nome di potentia,che d'autorità : perche,
oltra lxeffere flato con felici fucce/fi in quella dignità molti anni,& l'haue
i s'aggiunte re molte preclare doti,& ornamenti ;haueua procedendo artifìciofamente
proa? Domi confeguito, che molti Senatori, che uolentieri s'opponeuano a quegli, che
«io vmitia- per la fama d'tffere prudenti, per la lunga /per ientia, & per l'hauere otte»
"°s9. che"! nute le dignità fupreme, erano nella Bgpublica di maggiore e/iimationc,
Reina care- congiuntifi a luìffeguitauano communemente,più toflo ad ufo difetta, che
ra/edid'an congrauità,ò integrità Senatoria,i fuoi configli: ilquale, cupidi (fimo di la
ni dopo la fàare co l' ampli at ione dell' Imperio, chiariffima la memoria del ftìo nome,
Iacopo Lufi riè terminando l'appetito della gloriai effer fi fotto il fuo Vrincipato l'ifor
gnano fuo [a fa cipri,macati i \e della famiglia Lufignana, 9 aggiunta al dominio fi *
còdottaavi nitiano;era molto inclinato che s'accettaffe qualuque occafwne d'accrefee
netiaje iiDo re n loro(lato:però opponedofi a color o,che nella caufa Vifana, confidila-
Barbarico nano il cotrario;dimojtraua co cjjicacijjimeparole,quato fujje utile,& op
fu creatone portuno a quel Senato l'acqui ftare Tifa,& quanto importante il reprime
cioè dei ' re conquefko me'zp l'audacia de Fioretinijper opera de'qualibaueuano nel
nSis.mas'e [a morte di Filìppomaria Visconte, perduta l'occafione d'infipnorirfi del
poi perduta ,. .. «* f ' . '■ ... * . . J ,=> .,
queft'ifoii Ducato di Milano:& che, per la protesa de danari, havxuano nella guer
1 v seH?7° ra a* Ferrara^ nelle altre imprefe, nociuto più loro, che alcun' altro di
imp. de Tur Totentatì maggior'uricordaua quato rare fusero fi belle occafioni;co qua
<hui TffercE tcL mfam^a fi perde/fero;& quato pungenti ìfi limoli di penitentia feguitafie-
to, ha prefo ro chi non l' abbracciava; non effe re le conditioni d'Italia tali, che gli altri
di' sTJbvt Tot etati poteffero per fefleffi opporfegli,& meno effere da temer e,che per
con tutto ìi quefla,ò indegnatione, b timore ricorreffero al I{e di Francia : perche ne il
chiama °o Duca di Milano, che l'haueua tato ingiuriato, ardirebbe mai di fidar fene;
ita ; la quai né muouere l 'animo del Tontefice quxjli pen fieri; né potere più il I{e di 7{a
tonno M7i. pol'hquando bene haueffe ricuperato il B^gnojuo, udire il nome Francefe;
a 5. d Ago. nè l'entrare loro in Vifa,benche moleflo a gli altri, effere accidente sì impe
Thomas™ tuofo,nè tanto propinquo il pericolo ,che per que(lo fi haueffero gli altri pò
Porcacchi tentati a precipitare a'rimedij, che. s'ufano nell'ultime difperationi : per»
neiiavltadei che nelle infermità lenti non fi accelerano le medicine pericolo fé, pen fan»
uaiorosifsu dogli huomininon douere mancare tempo adufarle:&fc in qutjìadebo-
no dT a«S"r' le%%a> & difunione de gli altri Italiani, effi per timidità rifiut afferò tan-
ti iis.Aftor fa occafione; affettar fi uanamente di poterlo fare con maggiore ficur-
reEag ioni. ^^uand0 gli altri potentati fuffero ritornati nelprffiino uigorc, & affi»
curati
TERZO" ro
cirrati dal timore degli Oltramontani : douerfiper rimedio del troppo timo re
a coì fi derare, che a / anioni modano erano fottopofle tutte a molti pericoli : ma
conofct re gii ì hnomini fauij, che non fempreviene innari tutto quello di male, aNc(l p,r n:1
".perche per beneficiofò della fortunato del cafo molti perico - £0 1 br?»'q .
the pub accadere
lì diuctano vani;molti sfuvzirfene con la prudentio, & con l indi' fina; & per ;to ««som
cw non dìuerjt confondere, come molti poco conjideratori dellaproprieta de no gi \àZO u co
mi & della fuflantia delle cofe; affermano ;la timidità con laprudentia;nh ri- 'e huJ",,e
pittare fami coloro che prefupponédo per certi tutti ipericoli, che fono dubbi] , moka imu
et pero temédo di tutti, re?olano,come fé tutti hauefìero a fuccedere, le loro de hlha \* um
Ubcrationi : an^i Ts^o n Toterji in maniera alcuna chiamare prudenti, ojauu to da' arati ;
coloro, che temono del futuro piu,che non fi debbe: conuenirfi molto più quefto «'^4 K*o-
7it me, et quefla laude aglihuomini animo fi dmperoche conofcédo & cofideran de quato.
do i pencoli;et per quefto differenti da temerarij che non gli conofeono, & non
gli ufideranofdifcorrono nodiìneno quoto jpeffo glihuominihoraper cafo,horo
per virtù fi liberano da molte diffì culla. Lunque nel deliberare non chiamado
meno in configlio la ffera%a,che la paura ne prefupponédo per certi gli euentU
ìncerti,non co fi facilmente, come quegli altri, l occafioni vtili,et honorate rifu
tono .-però proponedofi innari agli occhi la debole%ga,ct la difunwne degli al
tri Italiani da potentio, et la fortuna grande della Repubblica Vinitiana,la ma
gnanimità, et gli effempi glorio fi de padri loro accettaffero co franco animo la,
frotettione de Tifoni-, per laquale peruerrebbe loro effettuahnéte la Signoria
di quella città,yno fen70 dubbiose gli fcaglioni oportnm filmi a f olire alla Alo
narchia di tutta Italia. Riceuette aduque il Senato per pub lieo decreto in pro-
tettane i Tifoni, promettendo ejpreffomente di difendere la loro libertà : la-
quale deliberatane non fu daprincipio confiderata dal Duca di Milano .quan-
to farebbe flato conueniente : perche effondo efclufoper quefto dipoterui tene-
re delle firn genti; gli era grato liberar fi dalla fiefa:& in oltre no riputano alie
no dal benefìcio fuo, che Tifa in vn tempo medefimo fuffe cagione di fpefe gra-
ni a Vinitiani & a Fiorentini: perfuadendofi olirà ciò che i Tifoni per lagra £, nTt" £urcr«£
dey%a & per la vicinità dello flato fuo , & per la memoria dell opere fotte do *« oni > < h e
lui per la loro liberatane; glifuffero tanto dedithche houeffero jempre apro- \ls\'^lu\l
porlo a tutti gli altri. tAccrefceua quefli difegni,& fieran^e fallaci da perfua- HsKvwàw
fwne, nellaquale, poco ricordando/} della varietà delle cofe Immane, fi nutriuo \t Iì^mC
dajefteffo , d hauere quafi b fiotto i piedi la fortuna, dellaquale offermouapu- ja uir™ Jd
blicamente effere figliuolo : tanto era inuanito dèprofi>erifucceffi,& enfiato , ti^di^hcv©
che per opero & per i configli firn fuffe paffato il Re diFrancia in Italia, ami le"rfa[er 'u
buendo a fé ,1 1 fi Ire flato priuato Tiero de Medici, poco ofiequente alla fuo vo- ai^nd Sii
loto, dello flato di Firenze la ribellione de Tifoni daFiorétini>& l effere flati jjj» ^eiu ^
cacciati del Regno di T^apoli gli^Aragonefi fuoi nimici:& che poi hauendo mu me e° deu«
tata fententia fuffe per i configli, & autorità fuo proceduta la congiuntone di ^^ìib^
tanti Totentati contro Carlo,la ritornata di Ferdinando nel Regno di Islapoli, cai-. $.4 j j.
& la partita del Re di Francia d Italia con conditioni indegne di tonta gran- & 2 u •
itefc
l'i -B R 0
■Terqfta Ria &;r-7c;;cr cfce fc/8fca nel Capitano, ebe baueua in cufilodia la cittadella JìTt-
tfone fece /* baueffc potuto più la fm ò indufìria.ò autorità,che la uolontà e i comanda-
Eotfo. rffpi- menti del proprio Reicon le quali regole mi furando il futuro, & giudicando la
liti de m ì la prudentia, er l ingegno di tintigli altri efifere molto inferiore allaprudentid ,
rio una Rei. <& ingegno fm ; fi prometteua d battere a indirizzare fempre ad arbitrio fuo
tana Italia , le co'e a Italia, & di potere con lajua indujtria aggirare ciaf amo uaqual uà- .
co una uefte na imprejjìone ìton di fi 'mutando fi ,nc per luunc per ifuoi;nè con parole, né con
Hata a otta; dìmofìrat ioni; anzi eflìndogli grato, che cofì fiufife creduto,& detto da tuttiyri-
& mr.azi le jGnctUa Milano il dì, & la notte di uoci uane ;&fi celebrarla per ciaficuno con
scudi ero Mo uerfi latini, & uolgari , & conpubliebe orationi , & adulationi la fapientia
ro con una a :<# ;;-;,'>■ 'abile di Lodouico Sforila; dallaquale a dependeua la pace, & la guerra \
n .;>chc le d Itali a, e fai? an do infimo al Cielo il nome fuo, & il cognome del Moronlquale
«*"a"a *a cognome , iwpofilogli infimo dagiouentù , perebe b era di colore bruno , &per
i a uefte,uois / opinione ebe già fi dìuulgaua della fina afiutia,ritenne uolentieri mentre du-
dh'e^i?ftera Y° ^ imperio fiuo. J^efiu minore l autorità del Moro nell altre fioriere de Fio
i arbVodei rcnthii,cbe fiufife fixata in quella di Tifa , parendo che ad arbitrio fino fìgouer-
]' il 1 6 oac? nafiero m ltalia,non meno i nimici, ebe gli amici: perebe fie bene il Re udite /e*
«•• ira ;ia in- querele gran- fjime fattegli dagli ambafaatori de Fiorentini, fé ne fiufife com-
U\ ^ Moro fé moff° gravemente* & perebe almeno fiufifero reflituite loro l altre, batte fife ma
itaì'o , che date con nuoue commeffioni,& con lettere di tigni, Ruberto di V efile fitto ca*
citta dalia meriere > nondimeno non efifendo apprefifio a gli altri in maggior prezzo lauto
po'uere dei rità fitta, ebe ella fiufife apprefifio a fie medefìmo ;fu tanta l'audacia di Ugni , il-
le Suerre' quale a molti affiermaua non procedere cofit fien%a uolontà del Re, ebe per le.
b il Giorno commeffioni fiue furono poco flimati i comandamenti Regij, aggiunte alla ma
àlc\oTd ai ^ ttolontà de caflellani . però il Baflardo di Bienna, ilquale per ordine, & fiot
e uni, che nò to nome di Ligni, teneua la guardia di Sere%ana, poi ebe vbebbe condotte le..
brino01 ma genti, e * commefifarij de Fiorentini per riceuerne la pofifefjìone ; la conficgnò
dall'albero per prezzo di venticinque mila ducati a Genouefii ; & il medefìmo fece, r ice»
ch'eoli *ha> uuta cert'a fiomma di danari, il caflellano di Sere%anello, effendone flato au-
u, uà per im tore, & melano il Moro : ilquale oppoflo a Fiorentini,bencbe fiotto nome de'.
hebbeL°5tto Genouefii, il Fracafifia con cento caualli, & quattrocento fanti impedì , ebe e
iopranome. non riaiperafifiero tutte l altre tene, èbaueuano perdute in Lunigiana, delle*
io ria quali con l occafioìie delle genti mandate per riccuere Sercj7^ina,baueuano ri-
nìuanmo i cviperato una parte : & poco dapoi Entragbes fiotto la cuflodia dclquale erano
°T\?ori j- anco le fortezze di Tietrafianta,& di Mutrone,et in cui mano erafìmilmen-
co! Duca ai J ./^V • r n i ì ir ì
Milano n.a te venuta Librajatta, ritenutafi quejta, laquale non molti mefipoi concedette
aio ch'era ^fpify^h e uendè quelle per venti fei mila ducati a Luccbc(i,eome preeifiamen
ftatoautto. ■' ? .i {■ . i i fi i ri ìi r r
re di fimii te ordino il Duca di Milano, ilquale balletta prima defiderato, ebe le conjegiiy
, ^"^"tjjjo- fiero i Genouefii ; ma mutata poi fenten%a,ele fife gratificarne i Luccbcfì, accio,
ne parole . ebe batte [fiero cagione d aiutare più \ prontamente iTifani,& per congiugner^
fcooóduì* ftglipMjnediame quefio beneficio : lequai co fé fìgnificaie in Francia, con tut
bio. to ebe l Re fie ne dimofirafije alterato con Ugni, &fàccffie sbandare Entragfiqt
dì
TERZO. 79
dì tutto l Reatne;nondimeno ritornando Bonoyche oltre ad effere fiato parteci-
pe de danari de' Tifoni , baueua trattato in Genoua la uendita di Serenano, ;
furono accettate le fue iufìif cationi, & raccolto gratamente uno ^mbafciato-
re de Tifani mandato infìeme con lui aperfuadere diuolere e fere fudditifede-
li della corona diFrancia & aprefiare il giuramento della fedeltà;benche non-
molto poi, apparendo uane le fue commi foni fu fé Ucentiato: ne a Ugni fu im-
pofio altra pena chcperfegno defcluderlo dal fattore R,egio, toltagli la f acuità
di dormir e, fecondo eh era confneto, nella camera del Re:allaqualefuprejlo re-
flituito: rimanendo in contumacia folamente, benché per non molto lungo tem-
po , Entraghes potendo in quefle co fé olirà la natura del He, &gli altri me^h
& fattori , laperfuafwne non f alfa, che i Fiorentini fu fero nece filati a non fi (e-
parare da lui : perche e fendo manifefia per tutta la cupidità de Vinitiani ; &
del Duca di Milano fi teneuaper certo , che fé e fi non fu fero reintegrati di Ti-
fa ; non harebbono acconfentito di collegar fi con loro alla diffefa d Italia: alla-
qual co fa cer cattano d indurgli con gli fattemi *&co minacci , non tentando
però per allora altro centra loro-, ma bafiandogli con le gentil haueuano me fé
in Tifa , mantenere urna quella città , & non le la feiar perdere interamente il
contado ; perche ilpencolo del Regno di Ts[apolida ogn altra curagli diuerti-
ua; attefo che Virginio raccolti al Bagno a Rapolano; &poi nel Terugìno . do-
ve dimorò qualche giorno , molti faldati ; andana con gli altri della cafa Or fina
uerfo l lAbbruTQì & almedefìmo camino andanano con la compagnia loro Ca
nullo, &Tagolo Vitelli, à quali denegando di dare uettonaglie il caflello di
Montelionefu da loro mefo afacco: da chefauentate l altre terre della chie-
fa, dotte haueuano apafare , non fi ritenendo per i grani comandamenti fatti in
contrario dal Tontefice;concedeuano loro per tutto alloggiamento, & uettoua
ghe:perilche ,:& molto piuperchesafermaua che di Francia ueniua perma-
re nttuuofoccorfo, parendo che le co fé Fr ance fi fu fero per riceuerenel Reame di
Hapoli grande augumento; né potendo Ferdinando, ilquale erafen^a danari*
& con molte di fficultàfoft enere femy maggiori aiuti tanto pefo; fu coftretto di
fenfareper la diffefa fu a a nuoui rimedtj. Ts{on haueuano gli altri Totentati da
principio comprefo Ferdinando nella loro confederatone ; & anchora , che da-
foic hebb e ricuperato Trapeli , iRe di Spagna hauc fero fatto inflantia , che e
mfufeammefo; i Finitimi l haueuano ricufato^perfuadendo file fue neceffìtà a u 2,^u>
effere me^o atto al difegno che già faceuano , cheinpoteflà loro peruenife una non w«?" *
fartediquelReame.perÒFerdinandopriiiatodognialtrafermza.perchedi f^uumi
Spagnanonafettauanuouifuffidij ne uoleuano gli altri collegati fottometterjì alle ctmdu
atanta fpefa;conuéne col Senato Vinitiano, promettendo l'oferuan^apercia- ^,a>! 6i?
Icunadelle parti il Tontefice , &gli Oratori de Re di Spagna in nome de f noi copiandoli
Re.chei Vinitianimandafero nel Regno infoccorfofuo il Marchefe di Manto- t™Tin%
uà loro Capitano con 7 oc.huomini d arme, a 5 oo.canalìi leggieri, & 3 ooo.fan lo , tcrnucor
ti; & ut mantenefero l armata di mare , laquale allhora ui haueuano , ma con din mirici
mto di potere 'riuocarequeflijuffidu, ogninolta, cheper diffefa propria ne ha- df' VimtlA-
uefero
E ! - B R 0
ÉM»$r» dibifogno>& gli preflafferoper le neceffitàprefenìì quindici mila à*uCfa<
ti:& perche fu (fero afficnrati di ricuperare lejpefcfarebbono, che Ferdinando
cnfcgnaffe loro Otranto, Brindifh& Trani,et confent ineritene (fero Monopoli*
& Tulignano,che h alienano ancora in mano, ma con condì t ione di douergli re-
ftituirc qnado nefuffero rimborfoti,mo nonpoteffero allegare, che òper coto del
la guerra^o della guardiamo delle fortificationi,che ni face ffcro;paffaffcro la so-
ma di dugento mila ducatì,i quali portì,per effere nel mare difopra, & per ciò
molto opportuni a Finetia;accrefceuano affai la loro grandezza, laquale, non
hauédc più chi fé gli oppone ffe, ne effendo uditi piu,dopo laprotettione accetta-
ta de Tifanti co figli di coloro,che harebbonouoluto,che a uenti,che sì profferì
fi dimofir aitano, le uele più lentamente fi Jpiegaffèro; cominciano a difienderfi
per tutte le pani d Italia: perche oltra le cofe del Regno di Tslapoli, & di To-
a t Faentini fcana,haueuano di nuouo codotto a ^Afiorre Signore di Facn%a,& accettata la $
"àorrepuV protettione delfuoflato,ilquale era molto accomodato a tenere in timore i Fio
■z.o d'alcuni i jsinitiani,& il Duca di Milano modauano in foccorfo di Fer dinodo alcune al
lo- tuonila .. r . . i s i i -> • r
ti amici de» tre genti a arme,\oldate communemente, becbeil Duca,no partitoli ancora in
tre genti d arme,foldate communemente, béche il Duca,no partito fi
Fiorentini , tutt0 dallo fimulotione di non contrafare aU accordo di Vercelli,no oflante,che
re;( uppii ca- per con figlio fuo sindriTgaffe lo maggior parte di quefle cofe yricu fondo che nel
t' ani che lui ^e c°ndotte,ò in altre apparente fi ufaffe il nome fuo-, fi era conuenuto di pagar-
lederò pi - re occultamètc ciafeuno me fé per il foccorfo del Reame dicci mila ducati, L'an
SiaUcTi n prò ^ata d$$ì Or fini, et de Vitelli fermò le cofe dell *Abru%gi,lequali erano in ma
tettione; il- nifefio mouimento contrai Francefi,effendofi già ribellato Teramo, & Ciuità
cetta^o-man $ Chieti, & dubitodofi,che l ^quila,città principale di quello regione, non fa
darono' a ce ffe il medefimodaquale houédo eglino confermata nella diuotione Francefe,
f hc"«<ìn<S! ^ bau?d° ricuperato per accordo Teramo,et focheggiata Giulia nuoua;qnaft
*afle "o fta. tutto l\Ahrwxji feguitaua il nome de Francefi;in modo,che le cofe di Ferdina
tèro'iffanl ^° p cenano per tutto il Regno inmanifefla declinotione : perche la Calauria
ciulio a»io- quofi tutta era in poteflà d Obigni,co tutto che la fuo lungo infermità, per lo-
jkmbo.ndl " quale s era fermato in leroce,deffe comodità a Confoluo di tenere con le genti
Spaglinole , & co lefor^e d alcuni Signori del poe fé, acce fa lo guerra in quella
prouincia. Gaeta co molte terre circofianti,ubbidiua a Fr ance fi: il Trefctto di
Roma co la copagniafua, & con lefor^e del fuo flato, ricuperate le caflella di
Montecafino,infeflaua Terra di Lauoro da quella banda,& Mompenfieri, con
tntto,che molto l'impedire ad ufare le forile fuc ilmancamento dedanari;co^
flrigneua Ferdinando a rinchiuder fi ne luoghi forti, oppreffoto dalla mede fimo
neceffità di donar i,& di molte altre proni (ioni, ma fondato interamente in fin
lafpera^a del foccorfo Vìnitiono,ilquole, perche la couentìone fra loro era fio
ta fatto poco inna^nonpoteuo effere co fi pr e fio, come farebbe fiato dibifogno*
Tentò Mopenficri d occupare per trattato Beneucto,ma Ferdinando houutone
fofpettoiu enrròfubitomente con le fue genti^ccoflaronfi i Francefi a Bene"
uento
TERZO. 80
Vento alloggi ado al ponte a F inocchio, & h attendo prefo Venerano > <Apice-> &
molte 7 'erre circofianti,nè 'quali luoghi mancando loro le uettouaglie,& ap-
proffimandofi il tempo di riscuotere la dogana delle Tecore della Tuglia,entra-
ta delle più importati del reame di Ts(apoli,perche erafolita accendere ciascu-
no anno a* ottantamila ducati,che tutti fi rifcoteua.no nello fbatio quafi d un * rl G'l<>'f*
. r . ..../. 'n ,■ \ Jr, 7 J fermenti.*.
mefe,Mompenfiertperpriuare 1 nimici di quejìa commodita, & non meno per che di qUCi-
leflremo bi fogno delle fine genti; fi uolto al camino di Tuglia.-dellaqual regione ,a Sabe11* r*
unaparte fi teneuaper fie,un altra ne teneuano inimici ,nè molto dietro a lui più di cento
Ferdinando yintento a impedire più preflo con qualche arte-, 0 diligcntia i prò- J^^ a.ci
fi,& fette minori,infu laquale s erano imbarcati a Sauona ottocento fanti Te modo p; ? .
defehi condotti delle terre del Duca di Ghelderi, & quegli Stupri, & Gua- J^gj; ^ cr°
fconi,che prima il Re haueua ordinato che fufi ero portati in fii le naui grofie, gion delia
chefidoueuanoarmarea Genoua: allaquale armata, tarmata di Ferdinando, ^JJJj^1^
ctìerafopra Gaeta , per impedire che non ui entr afiero uetiouaglie , efiendo che piu to.
per mancamento di danari male proueduta delle co fé ne cefi arie; haueua feViuere^f
dato luogo in modo che efiendo entrata nel Torto ficuramente, i fanti pofli g«ar<m pS-
ìn terra prefono Itri, & altre terre circofianti, & fatte per ilpaefe molte pr e |,JJJ 7 ^i
de, franano d ottenere Seffaper opera di Giambattifla Caracciolo , che prò- ?^ . ^me
metteua di mettergli occultamente dentro: ma Don Federigo, ilquale effendo- "^0"^ ?y
fi ridotto con le genti, che lo feguitauano intorno a Taranto, ma poi flato man- akri-
dato da Ferdinando algouerno di Tslapoli, hauutane notitia , entratola fubito
fece prigioni il bVefcono, & certi altri confcij del trattato. In Tuglia oliera \kcyf F<r
ridotta lafomma della guerra,procedeuano le co fé con uaria fortuna per l uno, a, auanci 1 a
& l altro efiercito,diftribuitofiperlaJpre'%ra del tempoper le terreste alcuno fua morce &
in unafolaper la incapacità d efie; & attendeuano con correrie , & caualcate gi.ar 1 a tei
grofie apredare i Be filami, ufando piu tofto induflria, & celerità , che uirtù lta< Beml)0-
d 'arme .In Foggia fi era fermato Ferdinado con parte delle fue gèti,mefie l al-
tre,parte in Troia,& parte in lìoceraioue intendédo,che tra San Seuero,nel-
laqual terra alloggiaua con trecento huomini d'arme Virginio Or fino , nettato
ad unir fi con Mopenfìeri,& la terra di Torcina,ou era Mariano S anello co cen
to huomini darme,sera ridotta quantità quafi infinita di pecore, et d altre he & , ìJJ-'msì *
flie,fi mofie cofeicéto huomini d arme,ottocento caualli leggieri,& mille eia- uj°> & racco
quecento fanti; & arriuato ali alba del dì innari a San Seucro, fermato fi qui- fat£"0?emci
ui con gli huomini d arme per refifiere a Virginio fé fi mouefie;fece correrei to. t»eiia &
canai leggieri, che allargandofiper tutto' Ipaefe predarono forfè fé fi anta mila 52S °ul >t!
beflie:& efiendo ufeito finora di Torcina Mariano Sauello a moleflargli; lo co ria 'A1 ^f*
firinfono a ritirar fi perduti trèta huomini à arme. Que fio dano, & la uergogna vi Sn ! eh e
nceuuta,fu cagione che Mopefieri,r accolte tutte le fine gettando uerfo Foggia ^uel g'^r.io
per ricuperare lapreda,et l honor e perduto :doue fuccedendogli più di quello, tl ^o^il t:
che dap.mcipio haueua difettato;] contro tra 'lacera, & Troia e 800' fanti chlb:i.S'tri «
— -■■•—--- — ^^ , ,-* • . CV\'J.. iij.
TeaejWi
• Qtlr - LIBRO
B»j^rC)eógii Tedefrhi, uenuti prima per mare a [oidi di Ferdinando: i quali panitifi da>
ri erano Gre Troiai delie era il loro alleviamento ; andauano più per propria temerità»
ci,di cllithe ' « • • °°
P«cóqPrima cbe per comvndamento dclFje, & contrail configlio di Fabntio Colonna, che
di Maccd o. allogiaua medefimamente a Troia, per unir fi a Foggia con Ferdinando: i quali
partaci afog non potendo faluarfi né con la fuga, ne con l arme, né uolendo arrenderfr,furo--
gja, códotti no combattendo tutti ammalati, non lafciata perciò la uittoriafenza fon-
de vinitia- &uea nimici. Trefentoffipoi Mompenfieri con l efferato ordinato a combatte
d ! r^iSo F" re innanV. a Foggia: ma non lafciando Ferdinando ufeire fuori altri, che i a ca- a
chora ufei uaM leggieri; andarono ad alloggiare al bofeo della^ Incoronata : doue flati b
to,che nò fi tornarono il giorno profilino à San Seuero, non bauendo condotta tutta lapre-
pam punto .. ?» r r
dalie mura , da rwauuta, perche nel ritornar fene ne fu tolta loro una parte da caualli leg-
« & lnaPìi gier idi Ferdinando. Cofi dijperdendofi te beflie; cauo lunaparie, & C altra
ft fo dàii'ar delle entrate della Doganapìccwlijfima utilità, Andarono pochi giorni poi i
Ini aTogni Francefi cacciati dallapenuria delle uettouaglie a Campobaffo, che fi teneua
parte, do- per loro: dalquale luogo z prc fono per forza la Coglionerà, ò nero Grigonifac
ino. ^ tena uicìnaj doue dagli Suir^eri contra la uolonià de Capitani fu ufata crii-
w a chiefa deità tale, che fé bene fi empie ilpaefe difpaucnto; alienò da U ro gli animi di
psofta inme ?nolti;& Ferdinando attendendo a difender e il megliopoteua le cofe fue,&
±\%w affettando la uenuta del . Mar che fé dà Mantoua ; nordinaua in tanto le genti
e n Ginuìo con fedicimila ducatu che gli haueua mandati il Tontefice,& con quegli, che
t?nadi co- haueuapotuti r accorre da fé :nelquale tempo s unirono con Mornpen fieri gli
^iionefe nò Sui77eri, & vii altri fanti, che erano uenuti per mare a Gaeta: & daU altra
fu prefa per vxr. ini** i _/ i
forza; ma fi parte li Marcbeje di Mantoua entrato nel Kegno.&uenutoa Ccpua,per la
*m d & df° u*a ^ San Germano> bauendo per il camino prefe , parte per forTjx ■> parte per
d*5 t de. accordo, molte terre, benché di piccola importanza; fi unì, circa il principio di
fchi , & da; GjHano coi neda 'Nocera: doue Don Celare d .Aragona conduce le Tenti, che à
naca, amaz.- erano flate intorno a Taranto. Coji ridotte in luoghi memi quaji tutte Le jor'ze
xanijVrhcr" de Fr ance fi, & di Ferdinando fuperiori le Francefi di fanti, l Italiane di canal
g ognate le li; par eua molto dubbio leuento delle co fé, non fi potendo difeernere , a quali
a Nòa Noce ^e^e due parti fife per inclinare la uiitoria. il Re di Francia dall altra parte
ra , ma nelle trattaua delle pr ohi fiom difoccorrere ifuoi: perche come hebbe intefa laperdi
Fo«f Si! fcri ta delle Cafiella di T^apoli, & che per non effereflate rcflitmte le fortezze a
uè Dii g o. Fiorentini, mancauano alle fue genti i danari, e ifoccorji loro , fileggiato dalla
Marchete di negligenza, con laqualeparcuafuffe ritornato in Francia ; cominciò di mono
Matoua ero a uoltare l '■animo alle cofe d Italia : & per efferepiu Jftedito da tatto quello»
"Tna do ! Ma c^e lopoteffe ritenere, & per poter e dimoflrandofì grato de benefici^ riceuuti
poco dopo ne fuoi pericoli, il correre di nuouopiu confidentemente ali aiuto celcfle; an-
chefSo' dòinpojleaTorfi, &poia Tarigiper fatisfare annoti fitti da fé il dì della c
no preflb Lu nomata di Fornuouo, a San Martino, & a S.Dionigi : donde ritornato con U
ccraTun co °> wirde-
l'altro. ^ nuaC
e Piquefliuoti fatti dal Re Carlo nella giornata al Taro,c mencio ne difopraa car. sy.fac.i.
TERZO. 81
medefima diligentia a Lione; fi rifcaldaua ogni di più in queflo penfiero,d
quale era perfefteffo inchnatiffimoy attributndofi a gràaifjìma gloria l'hit
pere Acquili ato un Bearne ,tale,& primo di tutti i Re di Frana a,. dopò mot
ti fecolhhauere perjonalmente rinouata in Italia la memoria dell' arw<\ o^tor?!**
gr delle uittorit F rane efi:& per / uà dendo fìsche la difficultàylequalibauta *Hn&**l
battute nel ritornar da l^apolh/ujjero procedute più da'difordinifuoiycbe ^>ntórfG^*
dalla potentia,ò dalla uirtùde gt 'Italiani ', il nome de quali non era più ntU tai©.<$« òà
leeone Mia guerra', appreffo a Francefi, in alcuna iftimatbne , &£ac- ^f^*
ttendeuano ancora gli (limoli de gli a Oratori de' Fiorentini, del Cardina - no qU r.-ì*
lediSanTiero in Vincola ,& di Gianiacèpo da Trinar nomato per ta^o'*
quefla cagione alla corte;in compagnia de quali face nano la mede (ima in- ueo|r- -^*
fìantia yitello7gp,& Carlo Orfinoy& dipoi il Conte di Mortorio, man da
ce cagioni
*
t o per k mede fimo effetto da' Baroni che feguitauano lapa rte Francete nel p«V co^' °.fe
i{egno di l^apoli;& ultimamente uì andò da Gaeta per mare il Stnifcal- r«àe*cke o**
co di Belcariyilquale dimoftraua jperanT^t grande di uittoria , in cafi,cbe té s,{ ,es^*
jenxapiu dilationefi mandaffe foccorfo conueniete ; &per contrario - che n»ancbodev
le cofe di quel Bearne* effendo abbandonate non poteuanofoflenerfi lunga- Q"c'lUnt[ e
mente : & oltra quefti -, una parte de' Signori grandi di ¥r ancia, fiati pri- ciothè à*aS
ma alieni doli Imprefe d'Italia; confort aitano il mede fimo per la igmmi- p^^j^J
nia,cbedel lafciar perdere l'acquiilo fitto >rìfultaua alla Corona di Fran- farinate ,
cia,& molto più per il danno,cbe tanta nobiltà Fr ance fé fi perdeffe nel Ja, pf^0n
Reame di l^apoli : né fi raffrenattanoquefti concetti per i mouìmcmi , i TraianoPap
quali fi dimoftrauano per ti Ke di Spagna dalia parte di Vcrpignano: per j*£w**^,*j
7 che effendo apparati b maggior in nome,che infatti, & lefor%e di quel ?^e pone cjfto «f
più potenti alla difefa de'B^gni proprij , che all' offe fa de F^gni d'altri , J^SSÈ
fi giudtcaua (officiente rimedio l'bauer mandate a 'iSerbona, & nell'altre p° la morte
Terrebbe fono alle frontiere di Spagna, molte genti d'arme,yionfen%a co- u^dodiNa
pagnia contteniente di Siimgerù Vero conuocati dal l\e nel configlio tutti Poli-
i Signorie tutte le perfone notabili, che fi trouauano nella Corte ;fu deli- Kri- ;,r •
berato,che con piti cderita,cbefipotefie, tornaffein^AJti ilTriul%io,con uio,che»i!ic
titolo di Luogotenente B^gio,& con lui ottocento lan%e, due mila $*i%gp Sto Tena
n,& altre tanti Guafcomicbepoco dopò lui paffaffe i monti con altre gen « dì dena-
ri >U Duca d'Orliens:& finalmente con tutte l'altre prouifioni, la per fina pedinano
del I{e; ilqual paffando potentemente; non fi dubitaua,cbe aderir ebbono al p»«« toSofcr
U uolòtàfua gli flati del Duca di Sauoìa,&de Marche fi di Móferrato,& ^ÌZ fff«
di Saluigo, opportuni molto a fare la guerra contra il Ducato di Milano: c'co> «"*»*■
&fi credeua,cbe dal Catone di Berna infuoriyiiquale haueua promefio al ££ J*n\mi
Duca di Milano di non l'offendere-, tutti i Catoni degli Sui^eri andrebbo ° > ch2 ùr
no agliftipedij fuo co gradi fi ima prote-^adequali deliberationt procede- notUndV, "
tono co maggior cofentmeto per L'ardore del T{e,ilquale,innà\i ch'entra/ lhe *» $ip«
Je nel con figlio, haueua pregato erettamente il Duca di Borboniche con m gw nume
efficaci parole dimcftrajje effer neceffario ilfarepotentifiimamete la guer v? di dcna"
L ra,
a
LIBRO
ra,& poi nel co figlio ribattuto con la medefima caldeX^a V ammiraglio;
ihjiìdlt feguitato da pochi Jiaugua non tanto contradicendo direttamente,
quanto proponendo molte diffatitàycercato d'intiepidire per indiretto gli
animi degli altri:& affermaua il Re palesemente yche in pote/ldfua no era
di fare altra deliberatane ypercbe la uolontàdiDio lo coflrigneua a ritor
narein Italia perfonalmente.Fu deliberato nel mede fimo configlioyche tré
ita^na'uT" ta nauiytra le quali una caracca groffiffima detta la a tNormanda,& un al
*h°e™afd*- tracaracca&roJT<* della religione di [{odi paflajfero dalla co(ìa del mare
do il BébC<£ Oceano ne Torti di Tr ottenga, doue fi armaffero trctaytra galee fottiliy&
di uoaboc galeoni yper metter e con sì vr offa armata nel Reame di Napoli, foccorfo
ti di porta- ~jrr j- j- #• .• ...... \ r J ,. '
ta, uennero, graaiJJimo di gente,di uettouaglie,di momtioni>& di danari: & nondime-
3Tfo 0dirò no^K non gettando che queflafoffe in ordine;fi manda fle fubito qualche
car.5>o. he. natile carico di gente,& di uettouaglieioltra tutte le quali co fé fu ordina
L'o v? 'ir* t0)C^€ a Milano andaffe Rigault Macjlro di C afa del f{eypercbe il Ducale
# cario or c^e nQ haueffe dato le due caraccbe,nè permeffo l'armar fi per il Re a Geno
Imo. ua^& reflìtuito folamete i legni prefi a Rapalleyma non le dodici galee rite
mute nel porto di Genoua\ fi era sformato di feujarfi con la inubbidien%a
deGenoueftye tenuto continuamete co uarie pratiche buomini fuoi appref
fo alReyalquale haueua dinuouo mandato ^Antonmaria Valauifinoyaffer
mando ch'era dijpoflo ad ofìeruare H accordo fatto ydim adando gli f uff e prò
rogato il tempo di pagare al Duca d'Orliens i cinquanta mila ducati pro-
truffi in quella co cor di a: dalle quali artiy benché riportaffe piccolo frutto*
effondo uotìffima al Re la mente fuassì per l'altre attiomy sì perche, per le
lettere,^ injlr utt ioni fueych' erano fiat e interdettela uenuto a luce efje- '
re da lui [limolati cotinuamete il Re de'Romaniye i Re di Spagna a muoue
re la guerra in Francia;nodimenoJperandofiycbe forfè il timore lo indur-
rebbe a quelloyda che era aliena la uolontà\fu commefio a Rigaultyche non
difputado della inofferuan'za pa(iata;li fignificaffe in poteftà fua ejjere di
cancellare la memoria dell' off e fé cominciando ad ofìeruare prendendo lega
lee ^concedendo le caracche y& permettendo l'armare a Genoua: &gli jog-
giugnefie la delìberatione della paffata del Reylaqual farebbe con grauiffi-
mo fuo dannoyfe mentre gli era offerta la f acuita ;non ritornafje a ^uell'a-
micitia,la quale il He fi per fu ade uà ych' egli più toftoper fofpetti uani, che
per altra cagione bauefie imprudentemente di/predata . Già la fama de
gli apparati,che fi faceuanoytrapajfata in Italia hauena dato molta altera
tione a' collegati:^ fopra tutti Lodouico Sfor%ay efiendo il primo tJpoHo
all'impeto de* nimici;fi ritrouaua in grandi ffima anfietà , intefo majfima-
menteyche dopo la partita di Rigault dalla Cortesi Re con parolcy& dimo
firationi molto affre haueua licentiati tutti gli agenti fuoi:d pere he riuol-
tandofi nella mente la grandetta del pericolo,^ che tutti i trattagli del-
la guerrafi riduceuano nel fuo ììato; fi farebbe facilmente accommodato
alle richiede del $£,fe non L'bauejfe ritenuto il foretto per la confcieKtia
delle
T E R 2 0 81
delle offefefattegtì;per le quali era generata da ogni parte tale diffide ti a,
che e'fuffc più difficile trouare me%p dificurtà per ciafcunoy che convenire
ne gli articoli delle dtfferentiet perche togliendofi alla ficurcQa déltunp
quclyche (ì conferitile per afficurare l'altro;niuno uoleua rimettere nella
fede d'altri queUche l'altro ricufaua di rimettere nella fu a: co fi flringcdo
la neceffità Lodouico a prender quel configlio, che gli era più moleflo , per
cercare almeno di allungare i pericoli;continuò con J\igault l'arti medefì-
me,ihe haueua ufate in/ino allhora,affermando molto efficacemente , che
farebbe ubbidire i Genouefi,ogni uolta,che'l I\e deffe nella città d'^Auigno
ne ficurtàfofficiete per la refìttutione delle naui;& che ciafcuna delle par
ti promette/i e,dado ofiaggi per l'offeruanxa,che cofe nuouein pregiudizio
dell altra non tent afferò: laqual pratica continuata molti giomi;hebbe fi-
nalmente per uariecauillationi,& difficultàyche s'interponeuano,l' effetto
medtfimo,che haueuano hauuto l'altre:ma Lodouico non confumando que
*fto tempo inutilmente; * mandò mentre pendeuano quefli ragionarne ti,huo a
mini al I\e de'l\omani per indurlo a paffare in Italia con l'aiuto fuo, & de* cófouiroi",
Vinitiani\& a Vinetia mando jimbafeiatori a. ricercargli) che per proue *l™ [L^1*
dere al pericolo comnne;concorrefìero a queftafpefa,&che mandaffero uer ciati a chi*
jo jlleffandria i fu(fidij,cbe fu fiero necejfarij per opporfi aFrancefi; ilche ™or 'coilT
da loro fu offerto di fare prontiffimamente:ma non moftrarono già la me- qni lotto
dtfima facilità nella pafìata del I{e de'^omani,poco amico alla loro J\epu- •^f^^1! *
blica,rijpetto a quello pof/edeuano in T erra ftrma,appar tenente air Impe ma anchù.
rio, & alla cafa d' jluflria'.nè fi contentauanu, che a ffefe communi fi con [girandoci
ducere in Italia uri e fi er cito, che in tutto dependeffe da Lodouico. nondime tra" i Frane»
no continuando Lodouico di farne inftantìa , perche oltra l'altre ragioni, ^nì!n Ben"
che lo moueuano\lefor%e fole de Vinitiani nello flato di Milano gli erano bou aggiu.
fofpette, dubitando quel Senato, che egli, ilq uà l'era noto effere grandemen f^onfenlb
te impaurito;non fi precipitale a riconciliar fi col ^e di Francia; preflòfi- dei Re di
realmente il fuo confentimento,& mandò per la cagione medefima a Ce fa- l^lliè p
re jimbafeiatori . Temeuano ancora t Vinìtiani,e'l Duca, che i Fiorenti ciò vinicia
ni,come il F{e haueffe paffato i monti, nonfacefìero nella riuiera di Geno- ul'Co manda
uà qualche mouimento : però ricercarono Giouanni Bentiuogli , che con rono dena-
tr ecento huomini d'arme, co 'quali era condotto da' confederati ; affaltaffe & ^a^i
da' confini di Bologna i Fiorentini, promettendogli, eh e nel tempo mede fimo cho ì[ paP*
farebbono moleflati da' Sane fi,& dalle genti, ch'erano in Tifa, & offeren- \Z quattro
dogli d'obltgarft in cafo, che occupaffe la Città di Tiftoia,a conferuar itelo: nì'la ***
di che, benché il Bentiuoglio deffe loro fperan^a, nondimeno haitendonel'a
nìmo molto lontano, e temendo non poco della aenuta de' Ff aria fi mandò
occultamente al I{e afeufarfi delle cofe paffate per la necefjità delfito,nel
h quale èpoflab Bologna; & ad offerire di uoler depender da lui,& d'a- mefo°aC
flenerfi per rifletto fuo da moleftare i Fiorentini. Ma non bafiaua la uo- n»icl c°Ilc
lontà del B£, benché ardentijjima a mettere ad effecutione le cofe delibe-
L z rate.
gati , & a'
Fiorentini.
ti 8 R O
U hImS rate' Con mtù che libònor proprio* i perìcoli del Hegno di 1+apoli rì-
i* ha détto,' ctrcaffero prefii fisima ifpeditione : perche il Cardinale di San Malo y in cui
m jSfinit ww"° erayoltra il * maneggio dedanarija fomma di tutto Igouer no , te»- &
to ancora rfo apertamente non contradiceffe;differma tanto * con allungare i paga-
sela e?i unenti neceffarvituttelef^editioniicbe proni fione alcuna ad effetto no fi co
fopra le fina duceua>moj)\ò per parergli miglior me%o a perpetuare kfua gràder%za>
grandifnma non facendo jpefa alcunayche non appari tneffe all'utilità prefente;ò apia-
ìntroduLtio; ceri del I\e , non hauere cagione di proporre ogni giorno difficultd di cofe*
tè °ie£Jdt ^ neceffitd di danariiò per che > come molti dubitauanoycor rotto da pre-
imporcanci mij,& dajperawzxjiauejje fegreta intelligenti a >ò col Tontefice3ò col x>«-
di lancia! ca (H Milanoznè a quello rimediauano i conforti y & comandamenti del B^9
pieni qualche uolta di [degno , & di parole ingiurio fé : perche conoficendo
b yedsn che qualfoffe la fua naturagli fati s face uà con promeffe contrarie a di effetti;
moire «torte & cofi cominciata a mar dar [t per opera j uà l ej]:cutione delle cojedije-
ij uagiiono gnate ; fi turbarono qua fi in tutta per un* accidente inafpettato , che
tà delia Reii fopranenne : imperoche alla fine del Mefe di Maggio il I{e , quando
gioneperve ciafcuno ajpettauay che non molta poi fi mouefie per pafiare in Ita-
pne paflio". Ha i deliberò di andare a Tarigi , allegando che fi eondo il coflume
umiche <ko de gli antichi B£\ uoleua innanzi fi partiffe di Francia , pigliare li'
te èuero^n centiacon le cerimonie confueteb da S '. Dionigi ;& nelpafiare da Torfi, ^
Rhe c1rJ<\' da San Martino;^ che bauendo dijpoflo di pa/iare in Italia abbondantiffi.
a. uificar la mo,di danariyper non fi ridurre nelle ntcejfità , nelle quali era fiato Vanno
uad'and"6" dinan%i;bifognauaycbe inducejfe l 'altre Città di Francia ad accomodarlo
pigliar j,cé di danariycon fejfempio della Cittì di Tarigi; dallaquale non ottertbbe ef-
pìf&dl? fere accomodatole non uiandajfe per finalmente ;& che approffimadofi in.
Martino; co là; farebbe più Sollecite caualcarc le genti d*arme3cbefi moueuano di Isipr
ft$*l?A nu° mandia>et di Viccardia.affermadoyche inninzi alla partita fita/p, direbbe
multi cU-iia il Duca d'Orliens ; e*r chi- in termine d'un mefe farebbe ritornato a Lione.
traliprcTn ^a fi credette,che la più nera^ principale cagione foJfeU'ej] Wegli ima
te Re Carlo morato incamera della i{eina;laq itale poco aitanti era andata a Torfi con
Pq'iwpi »t l<* fa* Coitane potettono inconfigli defuoi,nèglt tiretti prie gbi,& quafi
muiando rei lagrime de gì 'italiani ,rimuo >ner 'lo da quella deliberatone; ì quali gli dima-
celo d?*o! Apuano quanto fu[j e danno fo il perdere il tempo opportuno alla guèrra,
)er. difender magnamente in tante neceffità de f noi nel fygno Napolitano ;& quanto
le confdeli! fujfe pemiciofa la f amache uolerebbe per ltalia,cbe éfifuffe allontanato %
tie; afpiraua quando doueua approffimar(i\uariarfi per ogni piccolo accidente,per ogni
rona diF^ari leggier rumore la riputatione deWimprefe; & tffere molto difficile il rieu
eludendo perarla, quando è cominciata a declinare ^quando benfifaceficro poiejfct
frinirne il ' . , ' .... /• i ij • r tv :
Re, rh'era timolto maggiori di quegli !, che gli huomtni prima fi erano promejjiii
gnaulio ,& quali ricordi difbreTgando egli %& ejjendo \opra\lato un mefe di più A
cWc foreflie Lmìt
ra.Cofi Qto.Galeazzo Vi (conti, cke fu primo Duca di Milano>simulandorelligionc,& d'andar per noto alla
a^idonna del Monte fopra Yarcsio;r"ece prigione Biraabi (uo aio,chc gli teneua occupato lo ilat».
T E R 1 <5. ; S<
Lione ;fl moffe a quel camino non battendo fbedito altrimenti il Duca d'Or- a ron ^
4 liens,mafolo mandato in ^tfli con a pocamente il Trinilo : non tanto per panje -ii c.i-
le preparatimi della guerra, quanto per ftabi lire nella f ita diuoùone Fi- $$$%**
lippe Succeduto nuouamente per la morte del piccolo Duca fuo nipote, nel
la Ducea di Sauoìa:nèfifece innanzi alla partita fu a per le coje del Regno
ultra proufione,cbe dimandare con uettouaglie fei nani a Gacta,o'adofpe
ranxa>cbe prefto le Seguiterebbe l armata graffa ; '& di prouedere per me-
Xp di mercanti, a Firenze (benché tardi) quaranta mila ducati per fargli
pagare a Mompenfieri:percbe gli Sut^jert^ i Tedefcbi baneuano protesa { Q/ . . .
to,cbe non e/fendo pagati innanzi alla fine di Giugno;pafferebbono nel cam sforn, per
pò dtnimici. Rimafero a Lione il Duca d'OrliensJl Cardinale di San Ma- plutuo
i *% . . le^Cc nel
lo , e tutto' l configlio , con corame f sione di accelerare le prouifroni : alle óiWó , eJ
quali fé l Cardinale era proceduto lentamente in prefenya del E^;pro- f* ^2**
cedeua molto più lentamente effendo aftente : ma non poteuano le co- to per Toc.
fé del Bearne di 'Napoli affrettare la tardità di quefìi rimedij , efien- y^^r
do ridotta la guerra in termine per gli efferati congregati da ogni banda, dine dei Re?
e<r per molte difficultàjcbe da tutte due le parti fi feopriuano, eh 'era necef jj^ f" "*
far io, eh e fenica più dilatione fi terminale la guerra. Haueua Ferdinando toiì'e difda,
poi c'bebbe unite feco le genti Vinitiane , prefa la terra di Catte! Franco: n7f Ralla à
b doue s' unirono feco co dugeto buomini d'arme b Giouanni Sforma Signor di indietro a
Tefaro,& Giouanni da Gonzaga fratello del Mar che fé di Mantoua, con^ olouim gs
dottieri deconfederati:in modo,cbe in tutto erano nel fuo campo mille du *ȣ< fotor?
gento buomini d'arme,mille cinqnec to canai leggieri,&quattro mila fan J^ Po?td*
ti:e i Fr ance fi nel tempo mede fimo fi erano accampati a C ir celle , propin- mc™ »'« fò*
quo a dieci miglia a Beneuento : appreffo a* quali accofìatofi Ferdinando a un[ ° beandJ
quattro migliati pofea campo a Francete diMontcforte; ilqual luovo per <*» canali» ,
7 7 1 j \ -> ' , 1 • n i -, ' r -^ r PaSa" de»
e he era ben proueduto no premono ai primo affatto ; Leuaronji i Franceji fu(f, Coprii
da Circelle per foccorrerlo,ma no arriuarono a tepo, efìendofi per timore denari.
e del fecodo afjalto arreduti,lafciata laTerra a difcretione,ic fanti Tedefcbi c Non f^u
che la guardauano;laquale occafìone cono feiuta da' Francefi; farebbe fla- ti redefehi
ta cagione della loro felicitai fé ò per imprudenza , ò per mala fortuna no "onrfcriue
l'bauefiero lafciata per dere:percbe( coli confi [fa qua fi ciafeuno )barebbo- iJ G'oui<>,
/ • /» JL-. «L n n \ ■ ■ i T • ch'erano in
no quel giorno facumete rotto l esercito nimico, che occupato la maggior Fian<rett0: i
parte nel facco di Frangete;non attendata a comandamenti, di' Capitani :i quah &«rtì
quali uedendoycbe già tra ì Francefila l 'alloggiamento loro non era in me S \^S di
70 altro, che una ualle\fi s formattano co grand iffima diligentia di rimetter n°n moki
gliinfieme. Conobbe Mompen fieri sì grande occafìone, conobbela Virginio pileria a c5
OrfinOjde quali l'uno comandaua,l' altro, dimoflr andò la tintoria certa,pie f°j't.i.dl Cer
no di lagrime pregaua , che non tardajjero a paffare, la ualle , mentre che T.,[txo pcr
nell'alloggiamento Italiano era piena ogni coja di cofufioncì& di tumulto Paura ,jniie«
mentre che i foldati, attendendo parte a rubare, parte a portar uia le cofe rteiio.
rubate ; non udiuano l'imperio de* Capitani . M# Versi uno de principali
L 3 do*
LIBRO.
dopò Mompcn fieri dell' effcrcitOymofio ò da leggkre7<%d giouenile,ò come
fin fi credttteyda inuidia della fiia glori 'a, allegando il di fauant aggio del
?» èìfeSri"?* fafi-ire la a ualkyfalendo fatto i piedi qua fi denimiciye'l [ito forte del loro a
dai gjouìg ; alloggiamento y & confortando fco per t amente i faldati a non combattere;
'hS'oJlpS imfedì cofi falliti fero con figlio y& fi crede y che wfligati da luìgli Sui^
verdi Perii, -^eriy^r i Tedefcbi 3 domandando danari , tumultuarono . fero Mompen-
Cndion,pao- Steri coflrttto a ritirar fi ^ritornò a Cir celle : oue dandofi il giorno feguen-
io onìno, e te la battaglia , b Camillo ditelli , mentre che allato alle mura fa egre- b
ttnsido"0 * giumente l'ufficio di Capitanoy& di foldato: fercolo nella tefla da un f affo
che nò fon» terminò la uitafua :per loqualcafoi Francefi non i/pugnato Circelle; ne
Uk>n andari Iettarono il lcampOy& -fé n'andarono uerfo jlrriano , difpofli nondimeno a
ad all'aitare tentare /e nhaueffero hauut 'a occafione \la fortuna della giornata: alqual
t ninna. configHo era in tutto contrario il ccnfiglio dell effer cito dragone fé, fiato
mafjìmamentefermiyfpecialmente i Vroueditori l^initiani in quefla fenten
b ri Giorno Trg^tYche fa pendo che inimici cominciauano a patire di uettouaglie , &
U\ naie io. che t ranofn^a danariy& uedendofi procedere in lungo ifoccorfi di Fratta
di di cami i cja;(herji4in0ìihe viornalmentebaueBero acrefeerei finifìri, & l'incom-
Jo Vitelli. r » , i • i -il i rr t r j
modita loroy& che in altre farti del I\egno hauejjero mede/imamente aa
battere maggiori moleftie:pche nell ' Abrux^iy doue nuouamente .Anniba-
leyfi 'gli nolo naturale del Signor 'e di Camerino , andato uolontariamente \
a feruire Ferdinando con quattrocento caualli a fpefe frof>rie\haueua rot
to il Marche fé di Bitontoifi afpettaua con trecento huomini d'arme il Du~
ca d'Vrbno condotto di nuouo da Collegati : la fortuna de'quali>& le co-
drioni maggiori egli Seguitando haueua abbandonato la condotta de'Fio-
e Haueuano rcntinì , allaquale era obligato ancora fer fiu d'un anno feufandofe che
i canai ìeg. rr feu^atario della chiefainon poteua non ubbidire dcomandamen,
èteri intor. r *> J "• ., , , , *• r
no a Fraget ti del pontefice : cont ra ilquale andando Grattano di Guerra fer offorje-
6d&Cre\ gH>afizltat° nclfiano di Sermona dal Conte di Celano y& dal Conte di To
acuccàto u foli con trecento caualliy& non tre mila fanti faefani ; gli meffe in fuga.
batagha nel ^ ^ perdita delloccafione del uincere intorno a Francete , era co-.
la uà IU» oue * r -. .- * r » » ,, r j
era corfo mmciata a declinare mantfenamente la fortuna de Francefhconcorrendo
f no§-"fi^b m m temfo mede fimo quafi infinite difficultd , mafia eflrema di danariyca
bep'iiVaca bé rtflia di netto uaglkyodio defofoli , difeordia decapitanti difubbidientia,
Tic* Fra-" de'foldati,& la partita di molti dal campo parte per neceffitdy parte per
«si, te gh uolontà : perche ne dal Bearne haueuano battuto facilità di cattare , fé non
f^'animo f°chi danari , ne di Francia erano fiati di quantità alcuni prouedntisffen
non hauefl'e- do fiata troffo tarda la frouifione de' quaranta mila ducati mandati a Fi
dt ribatte! nnV ; * maniera non poteuanoper queflo , & perla uicinita di molte
incomincia terre fomentate dalla propinquità de'ntmici , fare i prouedimentt neceffa-
daMe paghe rif fer btuer e le uettouaglie ; & l 'efferato era fieno di difordtni ytfiendo
e il dopati - indeboliti gli animi de'foldati ; &gli Suturi , #■ i Tedefcbi dimandali-
uo. Giomo. ^ j. ^ . ^ tHmHltHOfamente di effereptgati, & nocendo molto a tutte de-
libe*
T(TETrRfl Z! CT «4
liberàtionì la còntraditione continua di Tersi a Mompenfìeri ; coflrinfc U *0s^ca£jr*
a neccjfìtàilTrincipe di Bijignano * a partirfi conte fue genti per andare u medefima
alla guardia del proprio ftato,per timore delle genti di Confaluoy& molti "fòeipe di
de'foldati del paefe alla giornata fi sfilauano : perche oitra il non ha acre salente il
riceu uti mai danari:erano mal trattati da'Francefi , & da gli Sumeri ^iSJ^J
nella diuifione delle prede > e^ »e//tf diflributione delle uettouaglie : per le cito Frani*
^«0/1 difficultà, &fopra tutto per la ìlrttte-^a del liniere; era V efferato ^i* f^o aa
Fr ance fé neceffitato ritirar fi a poco a poco d'un luogo in un'altronlche di ti, o difpera
minuiua grandemete la riputatone fua apprejfò a popolii&benche i nimi plie^0 '^
ci andafiero continuametefeguitando;non perciò fperauano d'hauer facul nie efsi dice
tà di combatter eccome [opra tutto Mompefieri > & Virginio defideraua- "damarlo!
no:percheper no efiere sformati a combattere-, alloggiauano fempre in Ino- benino di
gin forti ',& oue no potè fi ero efferc impedite le fue comodità: co quali andò. jpiieder mio
do ad unir fiFilippoJ^o fio codottiere dèVinitianiyCO la fua copagnia di ceto "l. •ifewit*.
b uomini d'armc;era flato rotto dalle geti del Trefetto di I{oma. Finalmcn Attrib(JI- ,
te ejfendo i Franceji alloggiati f otto Motecalucli, & Cafalarbore , preffo kt ìjgìouìo
ad jLrriano,Ferdinado accoftatofi loro per tanto ffiatio, quanto è il tiro J*. Sj|^
a" una baleflra,ma alloggiando fempre in fito forte ;gli riduffe in neccjfità i eflercico
grande di uettouagliejgr gli priuò medefimamente dell'ufo dell'acquario {^ino^cofò
de deliberati d'andarfene in Tuglia,douefperauano hauere comodità di net na,accioche
touaglieye temedo,nella propinquità de nimici ideile difficultà3che facilme J*[? ChVchi
te foprauengono agli e fi er citi, eh e fi ritiranofleuatifi tacitamente alprinci lontanai
l pio dellla nott esaminarono innanzi fi fermaffero uentìcinque miglia b Se J^f^^y
guitogli la mattina Ferdinando , ma distrando fi di potere aggiugnerli; cacciato &
s'accampò a Giefualdo ylaqual terra hauendo in altro tempo foflenuto ™A pl^fo":
quattordici mefi l'affedio;fu da lui e/pugnata in unfol giornoccofa che in- *a : iiche
gannò molto i Francefi : per che hauendo deliberato di fermar fi in Veno- ^e& ah\*ar
fa,t erra forte di /ito , & molto abbondante di uettouaglie ; la credenza , chefedi mi.
Chebbono , che Ferdinando non cofi pretto pigliaffe Giefualdo ;fu cagio- u°lqaul £{£
ne , che perdeffero tempo in c vitella ylaqual terra haueuano prefa , & la ]*« \' Re &■
faccheggiauano:onde innanzi parti/fero, fopv agiunti da Ferdinando ,che ifri.^ìilgne
prefo Giefualdo ;accelerò il camino,benche ributt afferò una parte de' fuor, re. èconcra-
trafeorfa innanzi al campo non potendo ridar fi a f'enofa , uicina adotto ni0;itq»aié
miglia ; fi fermarono in Sitella con intentione d'affrettare, fé da parte alcu £cr_iue' ch=
na uemjjefoccorfoy&fperando per la uicinità diPrenofay& di molte altre smallili die
terre circoflantiyche (ì teneuano per loroypoterne riceuere comodità di uet de . a Perfe*
i- -Ari- ■ i - j • ìiì guitarlare-
touaglie accampouifi jubito Ferdinando , intento tutto ad impedirle loro, tro-uarda ,
poi che uedeua prefente la (beranz* d'ottenere la uittoria fenra pericolo, !n niod° che
\j r r r -K j j r //»• i r . la canali. ria
& fen^afangue : gr perciò attendendo a fare ali intorno molte tagliate, Farcele co
gra fatica fo
fteneua color che gli ftrigneuano, & bifognò lenar gli feoppettieri Tedeichi dtlmezo della baccaglia, per
ferrar l'eflercitodallefpalle.
e Quefla terra e dal Giorno chiamata AueiTa;ikheperò e tutto nno:percioche Auerfa fu edificata nellerui-
ne di Atella:ma bene e da considerare, che in molti capi di quello afsedio (cno i due hittorici difcordàti.Qui
furon racti difeorfi molto belli fra, Virginio Orlino, & Mompenfìeri intorno al gouernar quella guerra
i qual» si leggon nel Giouio. L 4
LIBRO
& ad inftgnorirfì delle terre uicine;non lafciaua indietro dd'geriia,b epe*
ra alcuna , Ma le difficultà de*Francefi gli rendevano ogni giorno le co fé
fin facili: perete i fanti Tedefchi, non battendo (poi che furono levati del
fuo paefe)riceuuto pagamento, fé non per due mef^&ejfendo paffuti tut-
ti i termini in uano ajpettati;fe n'andarono nel campo di Ferdinando: on-
de crefeendo a lui f acuità d infettare più i nimici, & di più difender fi; ui
fi conduceuano più difficilmente le uettouaglie , che ueniuano-da Venofa>
& dall'altre Terre circolanti* T{è in vitella era tanto da muore, che
baftaffe a foflentare molti giorni i Francefi: perche ui era piccola quanti-
tà di grano, & hauendo gli dragone fi rouinato un Mulino, Uguale era
fu l fiume, che corre propinquo alle mura ; patiuano anco di macinatoy
non fi alleggerendo Vincommodità prefentiper la fttran^a del futuro ,
poi che da parte alcuna non appariua fegno di foccorfo . Ma l'atterfità,
* re j€T1*- che fo.pr attenne in Cala uria ^meffe in ultima rouina le co fé loro: perche ha*
prefe da Co , ' r . „ r tur - » , .>?••* 1
iàiuo furo, ucnao Coììjaluo per l occajione della infermità lunga d Obigm, per laqua-
no sqmiia. [e molti de' tuoi erano andati all'efferato di Mompen fieri ;prefo più a terre *
ce, Simari, . i# _. r 1 • ,. ' >■ r 1 •
Crotone, se 'in quella Trouncia;Jt tra ult innatamente con gli Spagnuclt,& con molti
cafba*' &" focati del pae fé, fermato a C aflrouillar e :doue hauendo notitia,che a Lai-
Terranoua ; no erano il Conte di Melttto, & b Alberigo da S.Seuerino, & molti altri y
fLiSu C°* Baroni>corì mimerò di genti, quafi pari alle fue, & che ingroffando conti-
nuamente ;difegnauano, come fuffero più potenti d'andare ad affaltarlo; de
b Amerigo liberò diperuenire,]perando d'opprimergli incauti,per laficurtà,che ha-
Ginui0>&di ueuano dalfito del loro alloggiamento;perche il Caflello di Zaino è pofìo
niVrhe lli i" fi*lfiume Sapri>che diuidela Calauria dalTrincipato:& il Borgo è dal-
ì oppreision l'altra parte del fiume, nel quale alloggiando erano guardati dal Caflello
che confai- Contra chi uenifte ad affaltarvli per il camino diritto : e tra Zaino , &
110 fece de n ;it J u <=> r ,,-,/>
gii Angioi. CajtrouiUare erano Murano, e*r alcune altre terre del Trtncipe di Bijtgna
ai a Laino . gn0jCJjefi teneuano per loro. Ma Con/alno con diuerfo con figlio, partì con
e Tre gior- tutta lafua gente da Cafirouillare poco innanzj alla notte,& ufeendo del
ni dopo l'ar [aftrada dirittaiprefe il camino larvo,ancor che molto più lun?o, & difB-
nuodiCon ., , ,, ' J n A mM r , &r ,T> JJ
fatuo inca- cile;perche s bauettano a papar e alcune Montagne ;et condotto Ju l fi urne;
po, tiene il auìò la fanteria alla uia del ponte,ch' è tra' le alitilo di Zaino,e 7 Bor?o,il-
Pietro Gon qttal ponte per la medejimajicurta era guardato negligentemente * egli co
"F j& e- ^ caualleriapafiato il fiume à guaito due miglia più alto; arriuò ìnnan-
fcara menai %j dì aj Borgo: e trottati i nimici fen%a f cor te, & ftn%a guardia; gli ruppe
r o^e! r" r *n un mom^to pigliando undici Baroni.& quafi tutta la gente, perche fug
cauaiieria , gendo uerfo il Caflello percuoteuano nella fanteria, che haueua già occu-
Pa da-C& dof P at0 ^ Paff° ^ Ponte^er quefla ìionorata opera, laqual fu la prima del-
fopragiunfe le uittorie,chebbe Confaluo nel Bggno di J^apoli, ricuperate alcune altre
fó'cTItidf terre ^ Calauria,& augumentate le for%e; andò conjei mila huomtni ad
cauaiii delia ttnirfi col campo, ch'era intorno ad vitella, alquale erano armiate pochi e
San** U*' dì innanzi cento buomini d'arme del Duca di Candia, foldato dc'eonfede-
rati>
a Due Pmt*
dice il
à
TERZO. e??
iati, per che egli coir cfto della compagnia era rimaflo in Terra di ^oma.
Ter la uenuta di Confaluofi ttrinfcpiu t 'affedio .-perche \Atella fu circon-
data da tre parti>ponendofi da una le genti *,ir agone fé , dall'altra le Vì-
nitiane, & dalla ttr%a le Spagnuok : donde s'impediuano le utttouaglie,
che ui ueniuano,quafi intieramente , correndo maffìmamente per tutto
gli S tradiot ti diviniti ani y i quali prejono molti Trance finche ne conduce-
nano da Venoja,nè haueuano più quelli di dentro fac ulta d'andare alfac**
comannoyfenon adhoreftraordinarie,& con groffe [corte; ilchefu anca
a tolto loro del tutto :& effendo u [cito fui me%o di a Vagolo Vitelli con cen \-x
to hnomini d'arme, tirato dal Marchefe diMantoua in un'agnato; ne per- Gioirò*
de parte. Co fi perdute tutte le commodità;fi rìduffero in ultimo in tanta [ei^m^ns
ilrette%?a,che non poteuano etiandio con le f cor te ufare per i caualli l'ac nif c?e , che
qua detfiume,& dentro mancaua l acqua neceffaria per le perfonem mo ^th'l^m
do,che uinti da tanti mali, & abbandonati d'ogni (peranno. , hauendo già ce neli>^gi«*
fopportato l'ajfedio trentadue giorni, neceffìtati ad arrender fi , impetrato lamio uh
bfaluocondotto;mandarono b Tersì,Bartolomeo d'Aluiano , & uno deXa- duct ,,a,lla
pttani SuÌTT^erì a parlare a Ferdinando col quale uennero in quefle conue- gi fu grida5
tìoni;che loffefefi leuafftro tra le parti per trenta dì}non potendo neldet- to ali ar r-
to tempo par tir fi d'jltella alcuno degli affediatl,a quali fu ffe dì per dì co- %>o$txù-
ceduta da gli dragone fi la uettouaglia necejfarìa:fujje lecito a Mompefie coù* e»J*
rifignificarc alfuo R,e l'accordo fatto, & non hauendo foccorfo fra trenta fatti one.che
dì-jafciajfe jltella,e tutto quello,che nel Bggno di lS(apoli era infua potè- {^ ** d A"
ftà,co tutte l'artiglierie, che u erano dentro, fatue le perfone,& le robe de'
faldati, con le quali fo fé lecito a ciafeuno d'àdarfene,ò per terra, ò per ma b Perfi ^ !?
re in Fracia,& a gli Or fini, & a gli altri foldati Italiani di ritornar fene, dò ri ©fa!
con le fue genti, doue uolejferofuora del [{egno:che a'Baroni,& a gli altri, JjfiJ? ?i [
c'haueuano feguitata la parte del E^ di Fracia,fuffe,in cafo,che andaficro ai Re '
Ferra
fra quindici dì a Ferdinando, rimeffa ogni pena, cjr refìituito tutto quello ^A& doml
pofkdeuano^quando fi principiò la guerra :ilqual termine, poi che fu paf giorni ue-
fato Mompenfieri con tutti i Francefila con molti Suixzeri,& gli Or fini f™'> ma Poi
furono condotti a Camello a mare di Stabbia,dijputandofi fé Mompenfieri, dati a còler
come Luogotenete Generale del I{e,& fuperiore a tutti gli altri fuffe obli- J^***»1 u
gato a fare reflit uire,comc allegaua Ferdinando tutto quello, che nel rea noMar'.gìos,
me di Napoli fi pofftdeua in nome del l\e di Fracia:perche Mope fieri pre- J-^b'V le*
tedeua nò effere tenuto fé nò a quello,che era in poteftàfua di re(lituire,et & Anzoko'.
che l'autorità fu a no fi difledeua a comodare acapitani,et a'caftellaniyche
erano nella Calauria,nelt 'jlbrwzgi, a Gaeta, & in molte altre terre, &
' fartele, eh e l'haueuano riceuute in cuftodia dalc I\e,& non da lui:fvpra c I]riial fe
che poi che fi fu difputato alcuni dì,furono condotti a Baia, fimulàdo Ftrdi n bameua
nando di uoiergli lafciar partir :doue,fotto colore, che ancora non fu/fero lancia*! co
ad ordine i legni per imbarcargli; furono foprauenuti tanto , che fìarfi, rrafegsi <u*
tra Baia, & Tozzolo, per la mal' aria, <& per molti; iii',omoditd;comin ualo*
ciarono
T E R Z O.
rMpmpc/|e ciarono ad infermar fi talmente, che a Mompen fieri niorìy& detreflo deU
n cune il . r f-, ' . ,. . .» i • • t
Giouio, che w /«^ gente,ch erano più di cinque mila huomtmyne mancarono tantoché
uai lì ^efl-er1 aPPena fe ne condujjìro cinquecento fatui in Frana a. Virginio, & Vagolo
menato ai- Or fini a requifitione del Vontefice,già deliberato di torre gli ftati a quella
troue inuiea famiglia; furono rincbiufi in Caflel dell' Vouo , & le loro venti vuidate da
todal Mar. • • , r .. , , i i /»
chie di Ma- Giangiordaiio figliuolo di Virginio, & daBartolomeo d ^Aiutano , furono
cThaueua* Per orciwe M mede fimo fualigiate nell'^tbruTgi dal Duca d'Vrbino : &
una foreiia Giangiordano,& l'jLluianoj quali prima per comandamento di Ferdinan
ckaù^nò ^° lafàate h %en^1 per caminoycrano ritornati a T^apolt , furono incarcera
parer <Tha- ti , benché l' filmano, ò per induflria fua , ò per fegrcto comandamento di
««olhfffer- Fefdinandoyda cui era fiato molto amat o, hebb e f acuità difuggirfi. Dopo
cito . Ma il la uittoria d' Stella, Ferdinando, diuidendo per la ricuptratione del refio
rnoTedaiRe ^d R£gno,l' efferato in uarie parti mandò a tempo a Gaeta Don Federigo,
Ferdinando & Trojpero Colonna;^ nclly jtbrwzgiyoue già VjLquila era ritornata al-
Vèr "ìufo ca ^ deuotione Jir agone fé yFabritio Colonna: egli pr e fa perforai la fiocca di
one delia Sanfeuerino,& fatto per terrore degli altri decapitare il Caflcllano,e'lfi
Frlcefi: per- gliuolo;andò a campo a Salernowue ilTrincipe di Bifìgnano andato a par
cicche an^ largli'yaccordò b perfe,per lo Trincipe di Salerno, per lo Conte di Capac-
8
ore
ti furo do, & Per alcuni altri Baroni, con conditione di poffedere i loro ftati , ma
ro fopragiu c]de Ferdinando, per fua ficurtd teneffeper certo tempo le forte%^e\ilqua
nVdpoco" k accordo fatto;andarono a Tslapoli.T^e fu nell'jLbruTgi fatta molta di-
meno chepe fé fa: perche Grattano di Guerra,che ui era con ottocento caualli, non ha-
ue ne mori- uendo più facultà di di fender fi; fi riduffe a Gaeta. In Calauria,dtlla quale
ron molti, la maggior parte fi teneua per i Francefi;ritòrnò Confaluo : doue benché
giorno do- da Obignì fujfe fatta qualche r e fiflen^a nondimeno ultimamente ridotto
v° che^ Re in Groppoli & efìendo perdute Manfredonia ><& Cofewxa fiata prima fac-
a'campo.Ma cheggìata da 'Francefhpriuato d'ogni fi) eran'za; conferiti di lafciare tutta
il Giouio \a calauria , &gli fu conceduto il c ritornar fene per terra in Francia . c
quejtVprin. Certo è,che molte diqueflc coje proceder ono per la negligentia, & imprit
cipi non ti. dentia de' Francefi .'perche Manfredonia anchor chef offe forte, & pofla in
uorione de paefe abbondante da poter fi facilmente procedere di uettouaglie, & chel
S1' Araj o. p^ u'haueffe lafciato algouerno Gabriello da Monte Falcone, hauuto da
po u mòne Itti concetto d'huomo ualorofo\nondimeno dopo brieue affedio, fu cojlretto
dtl Y &rdi ad arrender fi per la fame : altri potendo fi difendere s'arrenderono , ò per
ronatió del utilitd,ò per l'animo debole a fofl enere l'incomodità de gli ajfedijia le unica
Ro :fpderi' fidlani,trouate le rocche be prouedute, haueuano nel principio utdute le
Pe di saier- uettouaglìcin modo,che presentando fi ì nirnici erano neceffitati ad arren-
n obi»nino ^ rfi finito: dalle quali co fé perde nel Bearne di Tsjapoii il nome Francefe
fecondo il ' quella riputatione,che glihauea data la uirtà di colui,che lafciato da Gio
ritorno1 m° Hanni d'ingiù a guardia di Caflel dell' Vouo; lo tenne dopo la uittoria
Fracia,fe no <*' Ferm
dopo che fu incoronato ReFedericor&auantich'eitornaiTejhauendo il Reftrettamente affcdiatoGaeta;con
forcò Oberto Rofletto capitano del prelìdio di quella forteiza;a noncontraftar piu con la fortuna • & co.
f. ì'indiiil e ad arrender/i.
te r t a: u
$ Ferdinando motti anni infini tanto, che l efiere con fumati' del tutto gli alt- H^Sdini.
mentiylo cofirinfe ad arrenderfi: cofi non mancando quafi altro alla ricuperar do dl frùfso
•tioncdi tutto l Regnoyche Taranto,& Gaeta,& alcune terre tenute da Car- £j£?3*r*
lo di Sanguinee l Monte di S. agnolo, donde Don Giuliano dellOreno infefla- c ^'"enci dcl
uà con f omnia laude ipaefi circoftanti; Ferdinando collocato infiamma gloria, gjff pl^S?
& 'infperan^agrade dbauere ■ ad efier pari alla grandezza defiuoi maggiori, ^«f in-
ondato a Somma,terrapofta nelle radici del Monte Vefieuo , donerà la Reina te FeVdinL
afiua moglie,ò per le fatiche pafiate,ò per disordini nuoui; a infermo/fi granente ,do° ?uo auo-
tcycbe portato già quafi fien^ajperan^adifialute a l^apoli; finì fra pochi gior- mone% s*
ni la uitafua,non finito l'anno della morte d\Alfonfio fuo padre, lafciato ,pex ài ?z[?[ì0re
la uittoria acquìfiata,& per la nobiltà dell'animo, & per molte uirtu Regie, do*gh' iTll
Ieqt4ali in lui non mediocremente ri(blendeuano3non Colo in tutto Ifuo Remo, " i\19 Ìn-
w# etiandioper tutta Italia grandijfima opinione del fuo udore . Morì fen%a regnato uno
figlmoli,& perìgli fiiccedette DonFederigo fitozio, haueiido quel Reame uè aT f ?
p d/tfo /» tre anni o cinque Re,alquale, uenutofiubito dall' affedw di Gaeta , la poko m m
Reina uecchia fina matrigna; con fegnò CaftelTs(uouo, benché per molti fi dubi- JJJ|* '
tape,non lo uolefie ritenere per Ferdinando Re di Spagna fuo fiat elio melqua b r cin ;ie
le accidente fi dimoflrò egregia uerfio Federigo, non filo la uolontà del popolo ^ foromi .
diTfapolhtm etiandio de Trincipidi Salerno, & di Bifignano, &delConte «Z%rf*
di Capaccino,i quali in J^apolifiurono iprimi,cbe chiamarono il fuo nome, & 3« n?d<? che,
tallo feender fuo dinaue iprimi,che fattifigli incontro,lo e filmarono come Re , Gennaio dl
contenti molto più di lui , che del Re morto, per la manfuetudine del fino inge- **9*- a) fW
#w , & perche già era nata nonpiccola fufpicione, che Ferdinando bauefie in ^Vegn J
animo, come prima fiufi ero fiabilite meglio le co fi fine, di perfeguitare ardente del me/e dl
mente tutti coloro,cbe in modo alcuno fi fufiero dimo finiti fautori de France- .^"Terdi-
fudonde Federigo per ri conciliar figli intieramente ;refiituì a tutti liberameli- nand? ^di-
te le loro fortezze con molta laude . Ma non r Scaldarono già quefii di /ordini q"! fcmta*
fucceduti con tanta ignominia, & tanto danno né l animo , ne gli apparati del la morre » & •
Re diFranciaiilqualenonfifapendo fiuiluppare dà piaceri; fopraflette quat- Felencó^sc
tro mefi a ritornare a Lioìie: & benché da luifufie molto fie fio in queflo tem - £^™jf iwl
p o fatta wfiantia a fuoi,cti erano rimafii a Lione, che fi Jollecitafiero le proni Re cario.*.
fionimariitime,&terreflri,chegiàilDucadOrliensfifufiepr£paratoper c Tanto fu
partir/} ; nondimeno per le medefime arti del Cardinale di San Malo ; le genti lo,lta™ j > [
d arme ifpedite tardi de pagamenti,caminauano uerfio Italia lentamente; & duvàVo,co -
l armata, che shaueua adunire a Marfilia ; sì ociofamente fi ordinaua , che i ™ "ok '*
collegatLhebbono tempo di mandar prima a Villafiranca,porto ampliffimo ap kilt™ r*
prefio a Istiga , dipoi infimo alle Vomiche di Marfilia uri armata , laquale a f0°cnhF- a,;ri
jpefe communi baueuano unita in Genoua,psr impedire, che legni France fi non tato 'a «ili
andafiero nel Reame : & alla tardità caufata principalmente dal Cardinale ^ UJ^H
di San Malb;fi dubitaua nonfiaggiugnefie qualche cagione più occulta, nutri u olle uenfr!
ui, anzi rino
«ola gueiT2.0ndefucacciato,&morìpoi fuorufeito in Sinigaglia.MaJil Bébo non pur nò fi conforma co'l
viouio^m^ icriue che Federico fé io fece amico,& parente.^ lo creò Prefetto di tutto ilRegno.
I I fi £ 0 ' ... f ,-..,,
fó ro» 7»o/tó $%»*& , <^ atte nel petto del Kè&dà quegli, i quali -pwmte
emoni fi sformarono di rimuouer l animo fno dalle cofe d Italia:percbe Ji /<*?
frettava, che per fé medefimo hauefiedifriacere della grandetta del Duca
dorliensyalquale perla vittoria farebbe pervenuto il meato di Milano} &
gli era oltra queflo perfuafo non efierficuro il partir fi di tranciale prma non
f: cefi e qualche • compo fittone co Re di Spagnai quali dimofiranio defideno di
riconciliar fi feco,gli haueuano mandato jfmbajciatori a proporre tmgua, &
altri modi di cocordia.Cefigliavanlo anchora molti, che afyettafie il parto prò
pmquo della Reinaipercheno conueniua allaprudentiafiua,neallamore,ch e
'doueua portare a popoli fuoi,efrorr e la per fona propria a tanti pericolile pn
ma non bavetta un figliuolo , alquale appartenere tanta fucceffione: ragione^
che diventò piupotenteper lo parto della Reina,perchefra pochi dì morì il fi
glivolomafchio,chedilei era natoXofi parte per la negligentia,& poco con-
fidilo del Re, part e per le difficoltà artifìcio fornente interpofie da altri; fi dijj e
rìrono tanto le proni fioni , che ne feguito la diftr unione delle fine genti con la
perdita totale del Regno di lS(apoli;& farebbe fucceduto il medefimo de con
federati firn d'Italia, fé per fé {le ffi non hauefierocofiant emente difefe leeone
proprie,* jg' detto di fopra,chc per paura degli apparati Francefi s era comi» a
n^uJh ciatopiuperfatisfattione diLodouico Sforma , che de Vinitiani,a trattare di
bro a ca.8:. farpafiare Maffimiliano in Italia : col quale,mentre duraua il medefimo ti-
ìl ? Princi more'ifu convenutole i Vinitiani,& lodouicogli defiero per tre mefi b uen- b
pi co! legati ti miia £matì ciafc,m mefe , perche menafie feco un eerto numero di caualli*
& difantidaqual conuentione,come fu fatta, Lodovico, accompagnato dagli
Oratori de collegati;andò a iMan%o luogo di là dal! alpi a confini di Gemia- c
nia ad abboccar fi fecomelqual luogo havendo parlato lungamente,& efiendo
Masg'or fi il medefimo dì ritirato di qua dallMpì a Bormi, terra del Ducato di Mila-
limatile^ J _ n i n /* _. _._... ts.^^ a.~-:„ J .«J ,*,,« ^^r^i/ivìAn-Ci tv/icfpv) nfllufìVQ
a \\\ qué
nic-riefuro li
chiamarCe-
fare in Ita-
lia.
£53*w£5 no; Cefare il dì feguent e, fiotto fr me d andare cacciandoci *fff™]}™^
cioè 480. li
bre d'oro i
Vmitiani,al
medefimo me quali colloqui] di due dì hauendo l Imperatore fiabilito con loro
il tempo* l modo del paJSarejfe ne ritorno in Germania per jolleatare l ejcu
tutto.
C Mallio
chiama que
ito luogo il
Corio;'& di
ce che fu
ne volendo iFinitiam concorrere a promettergli trentamila umawwu» «>
mandava oltra i primi fefiania mila, che gli erano flati promeffi;fi obligo egli
a quefta dimandavano che finalmente pafiò Cefare in Italia, poco innanzi al
la morte di Ferdinando daquale iute fa quando era già memo a Milano; beh je
1 andata di uìco ? c])e aucfl0 efimdo molcfio a tutta Italia ; difumrebbe i confederali. ,
5d meftTdi confequenicmente faciliterebbe idifegìn del Re diFrancia;non}olofe neaflen
Luglio i>an ne' fmr} Qon iemre la fucceffione di Federigo . lapafia'ajua m Itti
no 1457. f *
r e r z o. i7
fu con pochìjfimo numero digeriti , dando noce che prettamente pafferebbe
infino alla fomma,laquale non era obligato di condurrei fi fermò a Vi-
geuene,oue in prefentia di di Lodouico,<& del * Cardinale di Santa Croce, » Q«e ft°'
mandatogli Legato dal "Pontefice , & degli altri 0 rat ori de* collegati ; fu fwamò*Bei
ragionatole andaffe nel Tiemontc per pigliare jlsli , & feparare dal % nardmocac
di Francia il Duca di Sauoiay& il Marchefe di Monferrato, come membri
dependenti dall' imperio liquali ricercò,che andaffero a parlar feco m qual
che terra del Viemontema e/fendo le h for%efue da difprc^are, né corri- fjfuf ìo"lJ
fondendogli effetti all'autorità del nome Imperiale, né alcuno di effi con- per trouarfì
fentì d'andare a lui, né dell' impre fa d'jlfli ui era fperan^a, che bau effe a ^rtec fo*
fucccdere pr off cr amente. Fece fimilmente infiantia,che andaffe a lui il Du pagaia, fch,
i e a di Ferrara, ilquale fiotto nome di feudatario dell'imperio , poffedeua le ™J^[ ^
città di Modona,& dileggio, offerendogli per fteurtà fua la fede di Lodo- popoli, che
uicojuogenero.'ilquale ricusò d'andar ui , allegando cofi conuenire all'ho- fòfaàUSttò
nore fuo per tenere anchora in dipo fitto il Caflelletto di Genoua.Verò Lodo p" honorar
I mcoyilquale /limolato dalla fua antica cupidità,& dal dispiacerebbe Tifa £ ' *"£"?«!
tanto defiderata da fe,cadeffe con pericolo di tutta Italia in pottftà de fi como,ne iti
n'uian>;dcfidtraua fommamente d'interrompere quella cofa; confortò Ce- M' aa°'
Qire,che amUffe a quella città}perfuadendofi con difeorfo pieno di fallacie,
rhe i Fiorentini impotenti a re filler e a lui,& dlefor%e de Collegati; fi ri
mouertbbono per necejfìtà dalla cogiuntione del Bg diFrancia,ne potrebbe
no ricufare di dare arbitrio a Cefare,cbefe non per concordia, almeno per
tìa digiuftitia terminaffe le differentie loro co' Ti/ani; & che in fua mano
1 depone/Te Tifa con tutto il contado :allequali co fi eglijperaua con l'auto
'ita fua di fare confetture i Vifani;& che i yinitiani,concorrendouima(Jì
namete la uolontà di tutti gli altri confederati; no fi opporrebbono a una
■Onclufione, laqualefi dimoflraua con tanto beneficio cemmune, & bone»
lijfima per j uà natura: perche effenio Tifa anticamente terra d'imperio ,
Jareua non apparteneffe ad altri , che a Cefare la cognitione delle ragia*
iiquegliycbe uipretendeuano:& depofla Tifa in mano di Cefare ;fperaua
lodouico con danari, & con l'ut or ita , che haueua con lui, che facilmente
■lienhauefiea concedere, Queflo parere proporlo nel confi glio fiotto colo*
e,che poiché al prefente cefiaua il timore della guerra de Fr ance fi, era da
{{are la uenuta di Cefare , per indurre i Fiorentini ad unir fi con gli altri
ofederati contra ii F{e di Francia;piaceua a Cefare,mal contento tche la uè
iuta fua in Italia no partorì fee effetto alcuno;& perche hauendo f i cocet
ifuoi uafliffimi,&nd meno per ifuoi difordini, &fmifurata pi odigalitA
empre neceffità di danari; fperaua che Tifa haueffe ad effere inftrumen-
o di cauarne , ò da' Fiorentini , ò da altri grand (fima quantità . Ma fu
nedefimamente approuato da tutti i confcdtrati,come cofa molto utile al
ificurtà d'ltalia,non contra dicendo anche l'Oratore Veneto: perche quel
mito fi ben saccorgeua a che fine tendejjere i fnfieri di Lodouuo ;fì
confida un
aTcvcìoche confidala facilmente (T interrompergli-^ fperaua,che per l'andata dìCf-
\o KGiroJa jare,potef]e facilmete acquijiarfi a'Ti/ani il Torto di Lìuorno:ilquale uni
irò sanona T0 a tpìfayparena chepriuaffe fogni (perula i Fiorentini di poter giamai
caua in Fio ffa ricuperare quella Città,Haueuano prima iC allegati fatto molte mite
rCn^a: ? d" infiantl:t a Fiorentini, che s'uniffero con loro;& nel tempo, che più teme-
modi graii uano della paffata de'Francefi datafperan%a à'vbligarfi ad operare talme
dottrina ,'e t€iChe Tifa ritornale fotto*/ Dominio loroima ejfendo fofpetta a1 Fiorenti-
la forra del ni la cupidità de 'finiti ani, & di Lodouico,ne uolcndo leggermente alienar
ia fapientia fi dal ^e di Francia; non haueuano udito con molta pronteTja quefte offer
fedone di te.Moueuagli in oltre lafperan%a d'hauere per la paffata del I<^ a ricupe-
aoieUfder1^ YaYefPietrafanta,& Sercxanadequai terre non poteuano [per are dettene
& per quel re da con fé derati, & molto più per che facendo gìudicio più da? meriti loro,
ac° "ili6"?*0 & ^a clue^°yc^e tollerauano per lo l\e,che dalla Jua natura,ò confuetudt-
«ìaggior fé ne; fi perjuadeuano d?hauere a confeguire per me%o della fua uittoria,non
«lirTna11 f°^° ^lfa^ma V1*!* tutwl reflo di Tofcana , nutriti in queflaperfuafione
città am- dalle parole di Girolamo Sauonarola : ilquale continuamente a predicaua t
PÌno°& fé'1 m°lte felicità, & ampliatane d'Imperio , deflinate dopò molti trauagli a
iicit,ì',come quella Hepublica,& gradinimi mali, che accaderebbono alla Corte l\oma
queife§e-df na,& a tutti gli altriTotentati d'Italia : alquale, benché non mancaffero
che di fuo, decontradittori; nondimeno dalla maggior parte del popolo gli era prefia
t e Vopra A- ta fede grande, & molti de principali cittadini,chi per bontà,che per ambi
mos &{npra tione, chi per timore gli aderiuano in modo , che ejjendo i Fior etini difpofii
ìeta.Dilnò a continuare nella amicitia del I{e di Francia ; non pareua fen^a ragione,
sauonarola che i Confederati teneffero di ridargli con lafor%a a quello , da che con la
fotcoiJi3 que uolontà erano alieni ; &figiudicaua imprefa nondifficile ; perche erano
ilo inedeiì- odiati da tutti ì uicini3 non poteuano {per are aiuto dal %e di Francia;cocio
fine .' r° a fia cofa,cbe hauendo abbandonato la fallite dtfuoi medefimi;era credibile
b o uefto hauejfe a dimenticar fi quella deglialtri;& le fpefe grauiffime con diminu
mòte Dolo t ione dell'entrate fopportate già tre anni , gli haueuano talmente ejaufii,
la DÓiofofa d)e nonfi erede ua poteffero tollerare lunghi trauagli;perche,& queflc an
con chiama no mede fimo haueuano continuata fempre la guerra co>rPifani,nellaquale
{prilli Jua- erano Jiatì uarij gli accidenti,& memorabili più per la peritia dell'arme,
epreflb Bu. dimoflrata in molte opere militari da ciafeuna delle parti,& per loflina-
rìt-i raron'cji t-'one con laquale le coje si trattauano,che per lagrande%ga degli ejferci-
Fiorenrini , thò per la quatità de luoghi, intorno a? quali si combatteua,c\ì erano caftel
tomo" alla fy ignobili,^ in fé di piccolo momento : perche hauendo le genti de Fiore
vernicela , gjjpj poco poi,cbc la Cittadella fu data a'Tifani,& innanzi, che a Tifafo-
tefero la rót pYauentfJhro gli aititi dtFinìtiani : prefo il Cafiel di Buti, & accapatia
ta dei secco Calci, & innanzi lo pigliaJ]ero,per afficurarsi delle uettouaglie, comincia
qui hora to a fabricare un bastione fu l*> mote della Doloro fa: furono i fanti, che u'rt
uten ràa T erano aguar(H<t,p la negligetia loro; rotti dalle genti deTifani:&poco di
ni©." poi ejfendo Francefco Secco cont molti caualli alloggiati nel Borgo di Buti,
accio-
TERZO. 88
accìochè le uettòuagliepotefiero andar [imamente ad Hercole Bentinoglk > , * Sgul"
ilquale con la fanteria de Fiorentini era intorno alla piccola fortezza del mon d.ati t1a Lu
a te della Verrucola; affaltato all' improuifo a da' fanti ufeiti di Tifa,& eficndo xiTc^li g"
in luogo difficile ad adoperar fi i caualli;ne perde non piccola parte : per i quali
daci da Lu-
cio Matuex .
ii:e il Gio-
uio racccn-
b La gloria
o
ni,Hercole Bentiuoglio,cbe alloggiaua nel Caflel di Biéiina, intefo che Giam-
pagolo Manfrone condottiere de Finitiani, era con la prima parte delle lenti dMe}li~} rotta
/ • T?- mv • • » • i- r- i i " delMarrone
Loro arriuato a Fico Tijano,uicino a Bientina duemiglia ;jimulando timore , èdaiciouio
& bora ufeendo in campagna,hora come fi feopriuano le genti tenete; ritiran J^^JL
f dofi in Bientina,poi che lo uidde ripieno daudacia,et dinconfideratione; lo co co : iiqual
; dufìe con grande aflutia un giorno in un aguato, doue lo b rupe con perdita del ^£^2*!
la più parte de fanti,& de cauaìlhfeguitandolo fin alle mura di Vico Tifa- gema; & tm
norma perche la uittoria nonfufie del tutto liei acquando uollono ritirarfi,Fra ^ufiicUc
cefeo Secco } ilquale quella mattina sera unito con Hercole ;fu morto da urtar- ne aie un a io
' cbibufo.foprauenneropoi l'altre genti de Finitiani, tra quali erano e ottocen uo|fio eh" ì
toflradiottiy & con loro Giufliniano Morefino Troueditoreiilperche efiendo i <ì{/a f«ri««
Tifani molto fuperiorhllercole Bentiuoglio periti/fimo del fito del paefe,?ion "a j!,^u
uolendo metter fi in pericolo , né abbandonare del tutto la campagna ; alloggio che non l es
in luogo forti (fimo trai Caflello di Tontadera, e 7 fiume dell Fraicon lopportu lentbo?
nità delquale alloggiamento raffrenò afìai l impeto de nimici, i quali in tutto c cjnciujcen
queflo tempo non prefero altro, chel Caflello diButi,ottenendolo a diferettio- bo maViGio
ne; & attendeuano apredare tutto l paefe coloro Stradiotti,dé quali trecen- jlocs(^c c'ito
to , che b aneuano fatta una caualcata in Valdera , furono rotti da genti man- tarare ) u
date loro dietro da Hercole . Erano i Fiorentini nel tempo mede fimo infeflati n?mina.1 Ca
j » n r • i- r i r • » iti* i ,»■ P,tam tamo
da Saneji: i quali preja l occasione da trattagli) che naueuano nel Contado di fi, che u'm.
Tifa;& flimolati da Collegati;mandarono,il Signor di Tiombino,& Giouan ^"J^n
ni Sauello a campo al baflione del ponte a Fallano : ma intendendo fopraueni ào'
che noti
re il foccorfo guidato da Pinuccio da Marciano ; fi ritirarono tumultuo famen- £ ^ ^j
te , lafciataui parte dell artiglierie : ilperche i Fiorentini affi curate le co fé da la banda di
quella banda;uoltarono Pinuccio con le genti in quel di Tifa: in modo,che efien §erisc*ri ue il
do quafi pareggiate le forile; fi ridufie la guerra alle caflella delle collinedequa gìouìo, che
liper efiere affezionate a Tifani ; procedcuanopiu toflo lecofe, condifauan- J£Sj J2S
taggio de' Fiorentini:& accade ancoyebe iTifani entrati ci per trattato nel ca tò da nu**
flello di ponte di Sacco; fualigiarono una compagnia d huomini darme,& fé- "£"*. ^c!
cero prigione Lodouico da Marciano,benche per fojpetto delle genti de Fioren cofu r« che-
tiniyctì erano uicine,fubito l abbandona fiero :& per impadronirfi meglio delle le] & m orco
colline, importanti molto per le itettouaglie, che di quitti a Tifa fi conduceua- ,e intìnti-
no,& perche interrompeuano a' Fiorentini il commertio del Torto di Liuorno; \i terra; H-
fortificarono lapin parte di quelle Caflella,dellequalifuper accidente flraordi- che e conrr*
nario cn°c q«i fi
Icrìue.che fo fle prefa per trattato, maftìmamente foggiugnendo egioche più di aoo.caualliuifuron puiìcp'l
Maruano,& gli altri cagliati a peni.
LIBRO
n.irìo nobilitato Sotano:percbe efiendoui andato il campo de fiorentini con in
t cut ione dì pugnarlo il dì mede/imo* & però battendo fatto guaftare tutti i
paffi del fiume delia Caffma , & mefio in fu la riua le genti dame in batta-
glia, acciocbe i nemici non potè fi ero [occorrerlo ,mentre che Tiero Capponici
mefiario de Foirentini, procura di far piantare l '■artiglieria , per co fio da uno
de gli arcbibu fi della terra nella tefia ; perde la uit ambitamente ; fine per la
ignobilità del luogo ,& pei la piccola importanza della co fa , non conveniente
alìafua vÀrtìr.onde il campo fi lcuòfen%a tentare altro, efiendo anche in qyc-
fio tempo flati necefjiiati i Fiorentini amandar genti in Lunigianaal foccor-
% t Man -he- r0 ^lla rocca fella yemicola, mole fiata dd a Marcbeft Male fhini, con l'aiuto A
-fi Malafp;na *. , r , r ,.n. J n "Vi -
hanno ami de Genove juaonae facilmente gli f cacciarono . Erano Jtate per qualche me fé
chi i limo do p0t€Jlti le f0Y1re de Tifanuperche oltrarii huomini della terra, & del Conta-
minio in tu r, ,. . : , , rn 7 ... r i ■ ■ ■ , -i i.
ntgiana : o- do,diuentati già per lungo ufo bellico ji; u baueuano t Vinitiam, & il Duca di
17 pr i mar"oì Milano molti caualli,& fanti,bencbe afiaipiu numero fufiero quegli de' Vini
ca t. Marcio tianucominciarono poi a diminuir fi, per non hauere i debiti pagamenti legéti
wrpcrrftì tenutmi dal Duca;& però i Vinitiani ui mandarono di nuòno cento huomini
miata ùnga d arme , & ' fei galee fonili, conprouifwni di uettouaglie , non perdonando a
£* -'a iCctfi, IPefa zhuna necefiaria allaftcurtà di quella città,& opportuna a tirare a fé la
cfsendo egh beniuolentia de Tifai, i quali fi alienattano ogni giorno più con gli animi dal
ir°a dettino la deuotione del Duca di Milano, infafliditi,& dalla flreitezga fua allo fpen-
bi ìifnraa fa dere,& prouedergli,&' dalle fue uariationuperche bora fi dimofiraua ardente
Ciardi* Ro- ne^e cofe loro, bora procedeuafreddamente,talmcnte,che qua fi infofpettiti del
m^ & eflèn- \a fua uolontà;attribuiuarto a lui, che Giouanni Bentinoglio, fecondo la com-
*oYi iicogno meffione hauuta dd collegati;non fufie caualcato d danni de Fiorentini,maf
mt di Mar- fimamente,che fifapeua efiergli mancato da lui in gran parte de pagamenti »
na perlo^ ò per auaritia,ò perche gli fufiero grate le molefiie, ma non la totale oppreffio
cafion«»ctt»è ne de Fiorentini : per lequali operationi haueua gittato da fé mede fimo nelle
i>hiitorie mì co fé di Tifa i fondamenti contrari^ alla propria intentione , & al fine, per lo-
imefi, & ai . qUaie era auttore, che fi deliberale nel configlio de collegati l andata di Cefa
diftufaméte rea Tifa: laqualepoi, che fu deliberata: Ce far e mandò due ambafeiatori aFi-
1 r ' ì^drV ren%? rtfigniff.are,che allimprefa, quale haueua in animo di fare potentemen
»ra,& e «a- té contraghi Infedeli, haueua giudicato neceffario pafiare in Italia perpacifi-
?hom afoda carla>& cifficurarla:& per quefia cagione ricercala i Fiorentint,cbefi dichia
p orcacch; : r afiero infieme con gli altri confederati alla difenfione d Italia : & quando pu
fnto^ncho re haue fiero l animo diuerfo da queflo , che manifefiafiero la loro intentione:
1 albero di uolereper la cagione mede fima,& per quello, che s apparteneua ali autorità
j if"ma°fami Fmpcr:aleyconofcere le differé^e tra loro, e i Tifarti :& però defiderare,che in
glia. fin a tanto fufiero udite da lui le ragioni di tutti; fi fofpendefiero l offefe,come
era certo,cbefarebbono i Tifani,d quali haueua comandato ilmedc finto ,affet
mando con humane parole efier parato ad amrtàn iflrare giuftitia indifferente
mente: allaqual' e fio fittone, commendato con parole bonoreuoli il propofito di
C efare > & dimofirato d' battere fede grandijjima nella fua bontà; fu rifiofio»
cbt
TERZO.
mander(bbono;farebbono intender particolarmente la mente loro. Ma in ^ Vnmb'1
quefto tepo i Vinitiani,per non lajciarc all'imperatorio al Duca di Mila Rétiuoglio
1 no /acuita d'occupar Tifa; a Ut mandarono di nuovo con cenfentimcto de% ESdt «fi"
Tifani ^AnnibalBentivoglio loro cmdotticr e con centocinquanta buomini & cagione*
d'arme-, & poco poi nuota Stradiotti,& mille fanti Significando al Duca yJiucìzf*
haver vegli mandati, perche la loro F{epvblica amatrice delle Città libere; f«» nimico.
voleva aiutare t Tifani alla recuperatile del Contado loro , con Valuto fc^foiS!
&//e quali genti i Vi fini finirono di ricuperare qua fi tntte le Caftella del- *« . sforza
hCoiline.Ter]t quali benefic?^& per la prontezza de' y.nitiani nelledi- t^S&
wande loro,cb 'erano molte, bora di gente,bora di danari,hora di uettoua ««mera r«
glie,& dìmonitioni; era la uolontà de* Tifani diventata tanto conforme a do™*! i2
quella de finiti ani, ebe trafportata in effTjueUa confìdetia,et amore,ch$ dédo c'h" *
t'foleuano battere nel Duca di Milano\defiderauano fiotto americhe quel Tttm^Z
Senato continua/fé nella di fé fa loro :& nondimeno foli ceka nano la uè- gl!°«afta-
tiuta di Cefare,fitrando con le gentili) erano in Tifa,& con quelle mena- f r&!dS*
va feco;havére facilmente a confeguire Livorno.DaW altra parte i Fioren #?«•
fi»/>/^ ofovi l'altre diffi e alt aerano tiretti in quel tempo da grau'.fftma dRdFeft«
careflia;flattano con molto timore,uedendoft fili are ftftere alla potentia ^^o]'
di tanti Trinci pi : perche in Italia non era alcvno,che gli éutaffe, & per co, &°a moi
lettere de gli Oratorie battevano in Francia; erano (lati certificati , che SESSu %
dal I\e,alquale bantuano fatto grandi ffima inftatia d' efiere in tanti pcrico gutra i ?»
lifoccorfi almeno dì qualche quantità di danari;non fi poteuafperarefuffi ^0^iou^'
dio alcuno, follmente ceffaua loro la moleflia di Tiero de9 Medici : perche i'Auttoldl
il con figlio de' Collegati fu di non ufare in quefto moto il nome , e'I fauor JX&fc?
uo, bau e do per tjperien^a compre fo,che t Fiorentini per quefto timore di tode'P&aii
ventavano più uniti alla conferuation della propria libertà. J^e ceffaua ì%lf^l
lodouico S fvr^a, fiotto fi? ecied'efier gelo fo della fallite loro, & mal conte dichiara 4!
todellagrandexza.de finitiant,di confortargli efficacemetc a rimetter- SSSedicV
fi in Ce far e, dimostrando molti pericoli,^ paventi, & proponendo no re «°»« «ni*
tiare altro modo a trar di Tifa 1 Vinitiani,dondefeguiterebbefvbito la lo % !j£$2j
ro retntegratione,comecofa molto neceffaria alla quiete d'ltalia,& defi- tiuni di "*
derata per quefta cagione da' I{e di Spagna,& da tutti gli altri Confedera ^portarL
ti:& nondimeno 1 Fiorentini, né mofjì dalla vanità di quefìe inftdiofe lufin een" di ^o
ghe,ne Rallentati da tate difficvltà,& pericoli ; deliberarono di no far co ^d %
Cefare diebiaratione alcvna,nè rimettere in juo arbitrio le ragioni loro,fe uo nó<*"é
prima no erano reflitviti alla poffeffione di Tifa : perche non confidavano ì'ITCl
ne della volotà,nè della autorità fuayeffendo noto,che no bauédo da fefief noia'& ""
fo ne forane danari; prò cedeva come pareva al Duca di Milano, né fi uè hau^anofi
Mo ne ammani difpofitione,ò neceffità di lafctare Tifa : però co franco *ate !s b,aH:
Mimo attendevano a fortificare,^ provedere quanto potevano Livorno, mtiani'' S
<JT a ristringere infieme tutte le genttloro nel contado di Tifa : & nondi- ^uaIi uo'c*
tono per non fi dimofìr are alieni dalla concordia,et sformar fi di mitigare re&non %
hi l'animo ■taL
LIBRO
%
F anime di Ce fare ; gli mandarono ambafeiadori, cjìendò égli già arrivata
a Genoua.per ridonderà a quel! omelie baueuano ifhoflo gli Oratori fuoi m
Firenze ila commefjìone dt quali fu di pervadergli non efere neeejano
di procedere ad alcuna dichiaratio;ie,pcrcbe per la di net ione, che fi porta-
va al nomefnOyft potata promettere della ^publica Ftoretina tutto quel
lo dtjìderajfe : ricordare, che al propofito fantiffimo , che egli baueua di
attutare Italia ;. ninna co fa era più opportma.cbe il reflit ime fumo Ti-
fa a Fiorentini : perche da quefla radice naf cenano tutte le loro delibera-
tùniche erano molcftc a luh&a confederati >et perche Tifa era cagione*
che qualch1 un'altro agrafie all'Imperio d'Italia , & perciò procurale di
tenerla in continui trattagli : con lequaliparole.benche non Seftnmejje al
tr intentarono fìgnificati i Finitiani : né comenire alla fua -gin fiuta ,coe
chi era flato fogliato uiolent emente; fu fìe cantra la difrofittone delie leg-
gi imperialhaflrettaafare compromeffo delle fu e ragioni , fé pnrn non
tra reintegrato nella fua paffione : conchi udendole battendo dahiique-
(lo principila ì^piMca Fior entina,non gli reflando caufa di deftdcrare
altroché la pace con ciafeuno sfarebbe tutte quelle diebiar ationt ycbe a
lui pareffero convenienti ; & confidandoli pienamente dMafnagiuU ma r
rimetterebbe in lui prontamente la catione delle fue ragioni Haquale ri
(bofla nonfatisfacendo a Ce far ejefidero fesche innanzi a ogni coja entrai
fera nella Leg*>rkenendo la parola da lui della reint e granone alla pojjej
(ione di Tifa in fra un termine conueniente ;non hcóbono dopo motte dh
(cuflioni da lui altra rijjtoflaje nocche in fili Molo di Genoua , » quando a
ì£&3? già entragna in mare trifale losche dal Legato del Tonte fce> che era in
aliano ce %enoHa . intendcrebbonolafua uolontà : dannale rimeffl al Ducale da
alme d'Or andarono a quella Città:& hauendo già dimandata l attenua-, [opragli
SES£ fono commefani da Fintone fi era faputo il progrefo alloro lega
ctóo:»» ir tioneychefenza cercare altra rìftofla ; fene tomafiero alla patria, pe.o
^«o° fi uenutiairhora deputata innanzi Duca ; convertirono la dimanda dtU
fini medeft -ft fo fo ftanifleargli>cbe ritornadoftne a Firtì&no bau enano ricujato
dodiKapo. xafC0£e comeniua all'amicitia, che tenenafecolaloroKepublicaMaue
122 £ }aaDHca9preruppo^o^baHfero * dimandargli l™fW*£»*
**»*•. dentare Jme faceua fpejfojafna eloquenttay& le fue arti , <^»?<£
piacere delMtrHi calamità; ccnuoca^
tutto il fno con figlio : ma reflando maravigliato, & confnfo di W**t<*
lanuta da Cefareialli quale dimada>repbcando effige [ecodo le Uggì dei
la loro Kepnbtica,n'ó pìtenam co al tro Trincipe trattare le fue comtffio-
^XVquello^L erano d^att ^f^iffofe tutto turU
W«t*e$ noi nidanm la rtfofla,? Uqnalefapptamo, che C*J*™b*
a Q_uefto»
r/wfjf/o ^ noì,non la vorrete udire ì foggmnf&no no effer vietato F udire , n uoiV,:o
ne Poter nietare,cbc altri non parlarti: replico ifiamo contenti d i daruela, prou«bio
?W4 non ft pu$faf q<iCjto,fcnon ifponetea noi queuoyCbe ijponcjte a lui: & tur 8rre.
replicando gli Oratori,iwn potere per le medtfime ragioni^ effer fupcr* b Sctlu€ if
Ano, per ebe era mctffario,cbe Cefare baite j]e lignificata la-loro propoflaa Giouio,ch«
quegli %a anali bauena comcjfo,cbe in nome fuo face/fero la rifpo[ia:ndpo- hattcuaho"?
tendo egli ne co paroline co gefìi di fjìmul are lo fdcgno;licentiò &.gli Ora FJoieUnipo
tori,c tutti color o^ebaueua congregati, * r tediata nife parte di quella de ?°^fi°l
ft abbondati d'artìgli.
tere,percbe no ti erano altroché mille fantiTedefcbipiauigò infilai porto latino'' di
della Stietiei& di ghìhì andò per terra a ¥ifa;oite raccolti cinqueceto ca Ric*loi'; c6
i- i •» i • » i r •/ * miliario ,
valli, & mille altri fanti Teckjcbi,c baueuano fatto li camino per terra; huomo ua-
de liberò co qnttte géth& co quelle del Duca di Milano,& con parte delle i^xoioSctor
Finìtime Andare a capo a Liuorno,co int emione d 'afialtarlo £ terra >& ,
per mare^dr che: i altre gìéti de Vinitiani andaffero a Vote di Sacco; acciò dice:xiface»
the l cavo de Fioretiniycbe non era molto potete,ncn poteìfe ò moleiìare i do », .Pontj
. ,, . * n r T ■ ;■•*■.•; r a. "^ • «~ • -><. • «*ci.hi » rat-
[Pifanifò dare faccorjo a intorno, ma ninna imprefafpauetaua i Fiore ti- *Cuaron u
, ìli meno* ebe quella di liuorno, b proueduto fuffcìentemete di géte*& da r i^iMc^l-
tigiiaric-y&oue affrettavano di dì in dìfoccorfo di Troue%a:percbe no mot uoxoo ined-
ieprima per accrtfeere le for%e fue co la riputai ione, nellaqualeallbora J™™^:* •
trano in Italia fórme de'Frìcefijjpueuano co cofentimento delFg di Fra à» patìaxc .
eia l'oliato Mons.di jilbigion uno de fuoiCapitani,conceto lace,et mille ^ Sop:a ~
fanti tra Suix^eri^Cuafeoni^acciocbe per mar e paff afferò a Liuorno su fta «auc
certe nauiycbep ordine loro emno (late caricate di grani p folleuare la ca ^^yi
reflia, ci? era f tutto' l dominio Fior etino: la qual deliberatione sfatta co teiioxzo, &
altri penfieri9& ad altri fni,cbe ( difender fi da Ce farete bene hebbe mol ^0a* ° quali'*
teldijjiciiltà.percbe&+Albigion con la fua copagnia già condotto alle na- etichi d«*
mì ricusò d'entrare in mar e,& de* fanti fé ne imbarcarono Jolamete feicen Kejtndaro-
to;nondtmeno fu tanto fono rita dalla fortunale né maggior e,ne più op ■ *° |« P«
fortuna prouifione fi farebbe potuta defiderare\cociofia cofa9cbei dì me- » Perugia .
defimoycbe un Come/far io Tifano, madato ina^i da Ce far e co molti fanti, Et «* Ia na
e & calmili per far poti,& c pianar e le uie per t efferato,? haueua a ueni- ta di' uoo!
re; fi prefentò a Liuornofi levni diTroue7a9cl/erano cinque naui%et alca f?0"' » che
j ■ , ^ rr jA /rj-^, -j ; /•/„ -» l«ltrcpor«
i ni galeonh& con efji una « nauegrojja di 7^prmadiaylaquaLc ti i\e maaa- uano poco
na ptr rinfrefear Gaetadi uettouaglie^ di getc;fi feoptrfe fopra LÌuor lIx^0, ^
no con uenti tato proffreriycbe non fé gli opponedo l'armata di Cefare, per gìouìo , ù
ebefu corretta dal tempo a allargar fi fopra la Al eloria, foglia famofo, Jìea,J?0'
e febegid apprtjfo a quello € furono in una battaglia nauale afflitte in per- «Qu«fta *ot
M Z petuo ni hebbero
da' Gcnouefi.ftimo che 'ài quella,chc fucceflc Fanno di ST.S. 12S4.. al luogo che altri chiamala Veronica. tre
miglia lungi dal Porto. In qjeitarotra fu prclb Alb:rto Morifrii Fodeia de' fiQai, ron tanti altri nobilidi
?iia,che fra i Thofcaai ail'hora fi co dumo 4i duc.ch* chi hauclTc uoluto u«det iiiit ctìflJicniua , che andane
a Genoua. Leggìi/ Giuitiftiani nel lib.j.
LIBRO
fetuo da Oenoiufi le forile de' Vifani,entrò nel porto fcnxdrkeuerc alcu
no danno ytccettOyche un galeone carico digrano->feparato dal reflo dell' ar
matayfu prejo da* nimici : dette quefìofoccorfo fi opportuno grande ardi-
re a quegliycbe erano in Liuorno,& confermò grandemete T animo de'Via
rent ini, parendo loroyche l'effer giunto co fi a tempo , fufiefegno, che dout
infauore loro mancafftro liforxe bumaneyhaueffe a fupplire F tintorio di
uinoycome molte uolte in quegli giorniy nel maggiore terrore degli altri)
haueua predicando al popolo affermato il Sauonarola* Ma non cefòper
qnefla il I\e de* Romani d'andare col capo a Liuornoidoue mandati per ter
ra cinquecento b uomini d'arme,& mille caualli leggieri, & quattro mila
fanti; egli andò in julle galee mfino alla bocca dello ft agno >cbe ètra Tifa9
& htuorno:& battendo affigliata l'vppugnattvne (Cuna pxrte della terra
al Conte di Gaia^o,cbe era flato màdato con luì dal £>ica di Milano; et
foflofi egli daW altra ybenche il primo giorno faecampiifss con molta d'iffì'
cultàper la. molesta grande datagli dati 'artiglierie di Liuorno'yCominciòi
come quelloycbe defidcraua la prima co fa di infignorirjì del porto^ccofia
te le genti innan^j giorno dalla banda della Fontana, a battere con molti
cannoni il Magnano : ilquale quegli di dentro baueuano forti filato, & ra
«Tempera- wnatQyComt ueddono porre il campo da quella parte y / palazzotto, & la
ce u gio'uìo" Torre dal lato di marcycomc cofa da non poter fi guardare, & ha bile afa±
* kuarono, reperdere la torre nuoua:& nelmsdefrmo tempo per. battere dalla parte
con nnctu ,,r ,. r ^ i v r i i -•
del Garbi- da mare ybaueua fatto apprejjare al parto l armata juaypcrcbe le nani Fra.
*°' a-'C01»- ceftypoi che bebbonopoUs in terra le gentt,ejr fcarieato pa*te de"grani,ef
pioggia: per fendo 'finiti i noli loro,non affante i prtegbi fatti in contrario* fi erano par
*Qdìtie°* ***€ fer rù°rnare inT>rQuenza,& larUormandaper feguitareil camma
nò è molto fuo uerfo Cai taX oppugnatane fatta alMagnanOyper combattere pòi la
latria lu terra etiandio per mare;riufciua dipoco frutto,per ejfere munirò in moda
Garbini . che Fattigliene poco lyojfendeuano,& quegli di dentro fyeffo ufciuanofua
rocrn^ne^ ra a fcarammucciare : ma era dejlmatoycbe la$eran%a de* Fiorentini ca
rto auttofc, mineiata coifauore dey uent^,hauef\e col beneficio pure de* iteti la f uà per
«ho if Sem" fettione:percbeleuatofi un a tèporale gagliardo \cóquafiò m modo l'arma $
bo,deiia co- tayche la nane Gnmalda Genomfe,cbe baueua portata la per fona di Ce fa
ivhiuJan!* r e abbattuta lungamente da uent , andò a trauerfo dirimpetto alla roc*
& gli stor' ca nuoua di Liuorno,ion tutti gli b;iOmuii,& ar trglier icyib e ni erano fo-
- SouefTe d& pra>& il mede firn $ fi cero alla punta di uerjo San Iacopo due galèe Vene
te il porro te>&gli altri Legni difperfi in ttarjj luoghi patirono tanto ycbt 'no) v furono
«uando^bu P,ft nli^ ftr ^itnfrcfa prefente. p loquale cafa ricuperarono quegli di de
le flato ac- tra il galeone uenuco prima m pot e jì à de nimici ; per il naufragio dell' ar-
chi ìVgio" tiàata ritornò Ct[a*e a Tifa : dotte dopo mnltt co]ulte,diffidandofi tutti di
aie, c'i Co- potere più pigliare L'uomo ; fi deliberò di Iettare il campo,&fart la guer
Po lattato ra dall'altra parte.Tero Cefare andò a VicoV if ano ,& fatto ordinare un
di racconta ponte foprajdrno Uà CaJcinay&yicoy&itnjopratlCilecckwyjuanJ.nji
indetta
TERZO. 9* tU c,ì,vi9
tredeuadmejfè paffute , partite fi ali ìmprouìfo; fé ne ritornò per terra uer- Jice '";!„*
I fo Milano, non battendo fatto altro progrefio in Tofcana , che hauerc a <?»<**- 51"°'^^/*
trecento caualli de fuoi jaccheggìato Bolgheri,caflello ignobile nella Marcm & i<>™ial
ma di Tifa.Scufaua queftafnbita partitaper accrefcerfegli continuamente le pe ^; "«*
diffcultà, non fi fatis facendo alle fue fpefsedimande di nuoui danari, né con goigten f«
ifentendo i Troueditori Veneti,cbe la maggior parte delle genti loro b ufcif- mcrc£. J^rJ
fepiu diTifa per fofyetto conceputo di lui; ne gli baueuanoi Vinitiani pa~ 2dia cótr«
gato interamente la portione loro défttanta mila ducati: onde lodandofi àì di Mirre
tnoltodel Duca di Milano; fi lamcntauagrauement e diloro. >A Tania doue ": .
eg/i/* trasferì fu fatta nuoua confulta: & benché hauefiepiiblkato uolere ri- co rio, dw
tornarfene in Germania; confentiua di foprafiare in Italia tutta la uernata J^Sj?'1^
co?* mille cavalli, & due mila fanti, in cafo, che ogni me fé fé gli pagi fero tic di noi ce
mntiiue mila forini di reno: dellaqual cofa mentre ebe s'affretta rtjpoftada ^\\[l^l
lì conerà t
Fiorentini t
han?ua afttt
tamentepro
carato d's-
Finitiani; andò in Lomellina nel tempo, che era affettato a Milano, effen- do di P; a»
dogli, come ne tempi feguenti dimoflrarono meglio i fuoi progredì, fatale di
non entrare in quella città . Di Lomellina mutato con figlio ; tornò a Cufago,
propinquo afei miglia a Milano; donde inopinatamente fen%afaput a delDu-
ca,& degli Oratori,che ui erano; fé n'andò a Como, & quiui intefo , mentre fciuder« .vi
defìnaua,cbé l Legato del TapaMquale baueua mandato a dire , che non lo "a^auVda
feguitafìe;era ar rinato, leuato fi da menfa; andò ad imbarcarft con tanta cele- ne fuora a
rità,cbe appena il Legato hebbejpatio di parlarglipocbe parole alla barca:al- condurr»
quale rifpofe effere neceffitato d'andare in Germania, ma che preftamente ri- qQeI1* ù?-;
: tornerebbe: & nondimeno poi che per il Lago di Como fu condotto a e Bella- che il pr«
fio, hauendo intefo che i Vinitiani confentiuano a quello, che fi era trattato a «editor vu
J . t. n i. • .i i rr • • mtiano.co-
Tauia;dette dinuouo (peranno, di ritornare a Milanoma pocmjjimi giorni me accorta,
foi,procedendo con lafua naturale uarietàdafeiata unaparte de fuoi caualli, "^°ude *fc
& de fanti; fé ne andò in Germania,hauendo conpocbifiima dignità del nome ndio ufuiic
Imperiale, dimoftrat a lafua debolezza a ltalia,che già lungo tempo non ha- ro fuora-
ueua ueduti Imperatori armati. T er lapartitafua Lodouico Sforma difpera- <• Bell'agio
to di potere più, fé non ueniuano nuoui accidenti, tirare Tifa afe, ne cauar- cario beiiTi;
la di mano de Vinitiani; ne leuò le genti fue, pigliando per parte di confolatio «"<»<>,& sìo
ne delfuo dijpiacere, che i Vinitiani reftafiero foli implicati nella guerra co 5°" Lago di
Fiorentini: da che fi perfuadeua, che la flr accheta dell uno, & dell altro pò Como,* n ci
tefie col tempo porgergli qualche defiderataoccafione. Ter la partita delle- \e era^
quali genti,i Fiorentini reftati piupotéti nel contado di Tifa, che i nimici; ri- fortexxa di
cuperarono tutte le Caflella delle colline, & perciò i Vinitiani efìendo coflretti Sr"cLq!£*
per impedire i loro progreffiafare nuoue proni fwni ; aggiunfono a quelle , che """*"* w*
ui erano tante genti, che in tutto uhaueuano quattrocento huomini d arme, d lucendosi
fettecento caualli leggieri,& più di due mila fanti. Rifolueronfi in queflo me- W» « M?
M 3 ZOUel re a Lece* t
aia ianno i J75»fu fatta minar Ai Glo.Galearto Visconti Duca di Milano,percheera fatta ricetto d»aflàfsini.
Hoggi u'haunfuperbo palazxo.ch'e de gli Sfoniran. Alla riua poi del la*o e la terra di Bell'*gio,di che $i
può uedfr pienamente il fecondo libro della ckeì di Como dtlcntta da Thomafo Porcacchi.
a Nei * . m. Viti ina ni, che [ haueuano affed.ata con la loro armata ; i quali à dopo hauerla A
bchJl Ta?JÌ; Yltemtcl Wotti dì ,& effendo già nato foretto, che fé la vokffcro appropriare ;
tim manda la reflìtuirono finalmente a Federigo aliandone affai il Tontefice ,&iRe di
*àpè> Vnt W% & e!fafo fi intefo à Gaeta,chela nane l^ormanda,h attendo combat-
de ni ; 3c che tuiofopra Torto Hercule con alcune nani de Genouefì, che battenti incontra-
ti a?*PuaS te,feguitando dipoi ttfno camino, vinta dalla tempefla del mare , era andata à
in renatoci tranerfo,i Fr ance fuche erano in quella cittàyallaquale il nuouo Re era tornato
t'cn?TaTan a campoyancor che fecondo, che era la fama haueffero prouifione da foflenerfi
to non da. qualche mefcy giudicando, che alla fine il Re loro non farebbe più follecito a
tar n ///nò* fi>ccorrerglì,che e fuffe flato afoccorrere tanta nobiltà, & tante terre, che fi te
centratimi, nettano per lui; accordarono con Federigo perme^o dobigni, ilqualeper alai
g» a '& aitVì ne difficoltà nate nella conflgnatione delle fortezze di Calatma ; non era anco
fermando ya partito da l^apoli,di lafciare la terra, & la fonema , hauendo facilità di
che' «oTfi anderfenefalui per mare in Franàacon tutte le robe loro: per loquele accordo
«effe a ! Tu r effendo il Re di Francia alleggerito dipenfieri difoccorrere il Reame,et dall'ai
r°uitimoevi traparte accefo dagliflimolideldamoy& dell infamia ; deliberò daffaltare
nit.ani s'io Genoua>fberando nella parte , che u haueua Battiflino Frezofo fiato via Dove
fir.cheM Re di qttena citta,®" neljeguitOy che haueua il Cardinale di £. Tiero in Vincola
FeutflM t - $aHonafiiaPatrìa>& in felle riuierc; &pareuagli aggiugneffe opportuni
tentimi ti l effere in queflo tempo difeordi Gianluigi dal Fiefco,&gli ^Adorni, & vni
fi-i inoiTi uerfalmente i Genouefì malcontenti del Duca di Milano, per efferefiato auto-
gwia. : reyche nella vendita di Tietrafanta i Zucche fi fuffero flati preferiti a loro ;&
■ . perche hauendo poipromeffo di farla ritornare nelle loro mani , & vfata a que
n\the roof. fto,per mitigare lo [degno conceputo,l autorità de Finitimi ;gli haueua pa-
fe nrPaJ* fetitì molti me fi divane ff>eran%e. Il timore di quefla deliberatone del Re co-
a far guerra firinfe LodouicoMquale per le cofe di Tifa era quafi alienato da Vinitiani,aÌ
f"if"-afurona vn*rfi di nuouo con loro>& à mandare a Genoua quelli cauaili, & fanti Tede-
p ìipégntre fichi yche Cefare haueua lafciati in Italia : d quali,fe no fuffefoprauenutaque
j Baroni ro jfa neceffità ; non farebbe fiata fitta alcuna prouiftone : le quali cofe mitre ,che
li daimera fi trattanoyilVontefice^ parendogli dhauere opportunità gratided r occupare
ceppioVPò gli flati degli Or fini, poi che i capi di quella famiglia erano ritìntiti a 'Napoli >
teftcì; & per pronuntio nel Concifloro Virginio^ &gli altrìyYÌbelliy& confinogli flati loro*
«Sr ma* ?* Per effiere arjdati contra ifuoi comandamenti agliftipendij de Fr ance fi : ilche
jìuXtc fatto,afialtò nel principio dell anno mille quatrocento nouantafette le terre lo
■ ,xcvir< yo, hauendo o rdinatoyche i Colonne fi da più luoghi,doue confinano con gli Or fi-
feria ni;face fiero ilmedefimo.Fu quefla imprefa confortata afiai dal Cardinale li-
*'ifùoii co fianio peri antica amicitiafua co Colonne fi, & difienfione con gli Or fini > &
»ie fcriie il confentita dal Duca di Milano, ma molefia à Vinitiani y i quali defiderauano
«ioait. di far fi beniuola quella famiglia; & nondimeno non potendo con ginflificatio-
m alcuna impedirebbe il Tontefice profeguifìe lefue ragionane efiendo vii-
** le
tèrzo. <>*
lei alienacelo in tempo tale ; consentirono, che il ùucad * Vrbino foldato com \. n Duc*
mime andaffe ad unir fi con le genti della Chic fa, delinquali era Captano gene- era e u . ami?
to Frànce-
a rale il * Duca di Candia, & Legato il Cardinale da Luna V due fé, Cardinale de £o B o .
pendente in tutto da >Afcanio,&il Re Federigo ui mando in aiuto fuo Fabrìtio sTera'T.*!
Colonna. Quefto effercito,poi che fé gli furono arrendine molte aure casella ; |4iwaol° 4el
andò a campo a Triuignano, laquale terra difefiafi per qualche dì francamene d 7t\n Su!
h te,bfi dette a difcretwne : ma mentre fi difiendeua,Ba,tolomeo d aluiano y - £° pr^:° *
[cito di Bracciano roppe otto miglia apprefio a Roma , quattrocento cmalli , <%«« 2c J
e che conduceuano e artigliane nel campo Ecclcfiaftico : & inoltro dì efendo #$f% ì[*
corfoprefio alla Croce di Montemari; mancò poco ,che non pigliale il Cardina &m w* li"
le di Valenti , ilquale , yfeito dì Roma a cacciare , fuggendo fi fatuo . prefo Ucr9,
Triuignano; andò il campo a Lifola,& battuta coni ''artiglierie 'ma parte del b rrimgna
la rocca ; la confeguì per accordo* &fi ridufi e finalmente tutta la guerra intor ^g^1"
no a BracciafUhdoue era collocata tutta lafperan%a della dìfiefa de gli Or fini ; io» £
perche il luogo, che prima era forte; era fiato bene munito, & riparato; &for fonìAJu f r*
tifi caio il borgo, alla fronte delquale hauc nano fatto uno baflion e, & dentro e- *<* , ^ end J
rano difenfori a fujficicntia fiotto il gouerno dell Miti ano, che gioitane ancora, ?££*&&
ma d ingegno feroce, & di celerità incredibile, & esercitato nell arme ; daua f®m J« nm.
di fé quellafferan%a,tilaquale non furono nel tempo feguente inferiori le fine l*u%Z'*Q
anioni . ^S[e il Tonte fice cefifaua di accre fiere ogni dì il fuo efiercito , alquale
baueua di nuouo aggiunto ottocento fanti Tedefihi, di quegli, che haueuano c€ua5o°n«l
militato nel Reame di J^apoli,combatteffi per molti dì da ogniparte con gran gitene, feto
de contentjone,haucndo quegli di fuor a piantate da più luoghi l artiglierie ,nè „ °0 i!- $&
mancando quegli didentro di prouedere,& riparare per tutto, con fomma Mi bregaww©
gentia, & franchezza, furono nondimeno dopo non molti dì coftrettiadab- Sron*ó7**
bandonare il Borgo: ilquale prefo , gli Ecclefiaflici dettone yn afialto feroce «*Mton il
alla terra :ma benché bauefierogia pofie le bandiere in fu le mura; furono r"£" ali
sforzati a ritirar fi con molto danno ; nellaquale battaglia fu ferito ^Antonello cot} J* lij*
S anello. Dimoftrarono quegli di dentro la medefima virtù in vn altro afialto, jjjy ££
ributtando con maggiore danno i nimici, de quali furono tra morti , & feriti £olt'° in *'u-
fiu di dugento, con laude grandiffma dell \Aluiano ,a cui sattribuiua princi- fosiuliuol
palmentelaglonadiqueftadifefa : perche & dentro eraprontiffimo a tutte cU comb*c
■ hfattioninecefìarie , & fuor a confpeffi affalti teneua in quafi continua mo- £#u,nlmm
lefiia,& di giorno ,& dinotte l efiìer cito de nimici . accrebbe le laudi fue,
perche hauendo ordinatole certi caualìi leggieri correffero da Ceruetri , che
fiterpeuapergliOrfini, vn giorno infino in fu l campo, yfcitojuora per locca-
[ione di quefto tumulto mefie in fuga ifanti,che guardauanol artiglierie, del-
laquale condufìe alcuni pez^i minori in Bracciano; & nondimeno batìuti,&
travagliatiti dì,& la notte cominciauano afoflenerfi principalmente con la
fteran^a del foccorfo: perche Carlo Orfino, & yitelloigQ congiunto perii
uincolo della f anione Guelfa, agli Or fini, i quali riceuuti danari dal Re
di Francia per riordinare le compagnie loro dijjipatc nel Regno di Tfapoli :
M 4 eran%
LIBRO ^
SPSffoi erawp.tftitì in Italia ìnfulegni ncnutl di Trouen^a a lìuomù\fi Ft*4s
ani , r he i 7LVl0 per [occorrere a unto pericolo. Vero Carlo andato a Sciano CJtendeua
IttSpifoìl a raccorre i faldati antichi >& gli amici, & f artigi 'ap;de gli 'òrfini; & Vitti
ujnoao ri \o7g faceuaaCittàdiCafleHo il medefrmo de * fuoi Rìdati & de fanti del*
perii h"^ paefe,i quali come hebbe uniti, con dugenlohv0mìni d arme,& \ Zoo. fanti
•gni nppor. dcfuoi,& con artiglieria infilile carretta ali ufo Francefe ; fi congiunfe a So-
M* deferii ràwo corc Cto'/o ; pertiche i Capitani Ecclefiaftici giudicando pericolo fo ,fe e'
digliene groffenell \Anguillara fi indùlga
éo che fu or ^g incontr atifi tra Soriano > & Baffano combatterono infime per più bore
. fehterùV ferocemente. Ma finalmente gli Ecclefiaftici benché b nel principio del com- #
Jdefcanda fra battere fufiefrefo dà Colonne fi Franciotto Or fino; furono meffi infinga , tolti '
telii vùdie loro i carriaggi, tolta l artiglieria, & tra 'morti ,& prefipiu di cinquecento
j^'kehed' buomini:tra'qualireftarono prigioni- ilDucad Vrbino, Gianpiero da Gon%ac
e oft oro \tì ga Conte di "Mugolar a, & molti altri huomini di conditone, & il Duca di Can
* hepdeii«-ré ^ferito leggiermente nel uolto, & con lui il Legato .Apoftolico, & Fabri-
Secche' °« tio Colonna fuggendo fi faluarono in Rociglione. Riportò la laude principale Hi
<heCdicVai! q^eflauittoriaFitelloT^o, perche 'la fanteria da Cittàdi Caftello fiata difei-
' -eho il 6 io.1 plinata innanzi dà fratelli & da lui al modo dell ordinan%e oltramotane; fui
*lio' queflo di aiutata grandemente,dall indufiria fua.perche hauendogli armati
b Nel prf n- di picche più lunghe circa un braccio di quello,che era lufan%a commune,heb
cipio di que ymo tant0 Uantaggio,quando da lui furono condotte ad urtar fi co fanti de ni~
c-arme^a mici,che offendendo lorofen^a effere offe fi per la lunghezza delle ficche;gli
.£ii ecclesia mefiono in fuga facilmente, & con tanto maggiore honor e guanto nella batta
orCfini-iaScà glia contraria erano ottocento fanti Tedefchi : dellaquale natione haueuanoi
Uhlero de fanti Italiani fempre dopo lapafiata del Re Cai'lo: hauuio grandijjimo terro-
/Vrotca'ma re. Dopoquefiauittoria;cominciaronoi umeitori a correre fen^a oftacoloper
*ii Bcdef° tutto ilpaefe di qua dal Teucre, & dipoi pafìata una parte delle genti di la
ft.ci metter dal fiume fiotto Monte Ritondo; coneuano per quella firada, che fola era re-
T?erC1&iCte fiata ficura: peri quali pericoli il Tontefice foldando di nuouo molta gente;
«kfcfai inni chiamò delRegnodiJ^apoli in foccorfofuo Confaluo, & Trojpero Colonna:^
Ìo Mb?3 & nondimeno pochi dì poi interponendo fi con grande fiudio gli Oratori de*.
Po da rior! yinitionifei 'beneficio degliOrfiniy & loSpagnuoloper timore, che daque-
fio"* tot- fio principio nonnafiejfe nelle cofe della Lega maggiore difordine ; fu fatta
nar' frefeó pace con ine linatìone molto fronta cefi del Tontefice, alieniamo fer natura
«tacqui daUo fendere, come de gli Or fini: i quali, nonhauendo danari, & efiendo
itamela uic abbandonati da ciafeuno; conofceuano efierenecefiario>che allafine cedeffe-
toria-.ikhs YO alla
dal Giouio
« feritto diffufamente,* fu quefta fattione a i<r.di Gennaio 1497. ~rKn; n.Wk.
* Guido <U Moaufdsro Duca 4i Vrbino fu j>n gionr di Bauifia Tori nobil Cauaiiier de gì 1 Or fmi.Gioui*
TERZO. 95
ro alla potentia del Pontefice. Lafomma dex patti fu yche a gli Or finì f affé
lecito continuare infino alla fine nella condotta del I\e di F?acia, mllaqua
le era ejpreffo,cbe e* nonfuffero tenuti a pigliare Carme con tra la Chic fa :
ribauejjero tutte le terre perdute in quefta guerra,ma pagando al Vontefi
a ce3 cinquanta mila ducati,trent amila fubito, che da Federigo fu fiero Ube a settata mi
b rati Giangiordano , & Vagolo Or fini , perche Virginio era b pochi giorni q^ìo de*
innanzi morto in Caflel dell*Vouo,ò difcbbre,ò come alcuni credettono di quali parta
ueleno : &gli altri uentimilafi pagaffero infra otto mefi,ma depofitan- pucaVvr.
do in mano de' Cardinali ^dfsanio,& di Sanfeuerino l**Anguillara,& Cer bino pe_r '*
uetri per l'ofjeruanr^a delpagameto: liberaffinfi i prigioni fatti nella gior £*.
nata di Soriano, eccetto il Duca d!Frbino, della liberatione delquale,btn .
che s* affaticaffero gli Oratori de* collegatiyil Tonti fice non fece inftantia » .
perche fapeua gli Or fini non hauer e facilità dìprouedere a'danarij qua- ni inna£\»l
Ufi trattaua pagaffero,fe non mediante la taglia di quel Duca : laqualefit fatt0 d ar*
poco poi concordata in quaranta mila ducati ',& aggiutoui,che non prima
fkffe liberatOyche Vagolo Vitelli^lquak^quando s'arrendè stella; era re
fiato prigione del Mar che fé di Mantoua ; con feguiffe fenica pagare alcuna
cofa la fua liberatione . Spedito il Vontefice poco honoreuolmente della
guerra de gli Orfini>dati danari alle gentiyche conduceua Confaluo,&v- «OJ b
nite fecole fue ; lo mandò all'imprefa cCofìiaycbefiteKeua ancora in nome racconta q-
del Cardinale di San Viero in Vincola : doue appena furono piantate l'ar fì-° ^pTin
tigliariey che il caflellano fi arrendè a Confaluo a difcretione. Haunta 0- cipé di Bili
fiiay Confaluo, qua fi trionfante entrò in Roma,con cento h uomini dyarmey Sna?° ìav*
i ti* i • • •/»• n /* fruitore. *
dugento caualli leggieri,^ mille cinquecento fanti, tutti foldati Spagnuo dics chei'in
liymenandofi innanzi il caflellano, come prigione : ilquale poco poi liberò , £\" Ja hul!
& incontrato da molti prelati, dalla famiglia del Vontefice y & di tutti i pe & neiia
Cardinali,concorrendo tutto il popolo>& tutta la corte,cupidiffimi di uè- \l\[^lt\tÈ
dere un Capitanoyil nome delquale rifonauagià chiariffimammte per tut q"cfto _Gre-
ta Italia; fu condotto al Vapa re fidente in concifloro : ilquale, r ice untolo uf^he]
con grandiffimo honore;gli donò la rofa,f olita a donar fi ogni anno dà Vo c°mc V*
Vtfici,in teflimonian^a delfuo ualore;ritomò poi ad unir fi col I\e Federi- dS'aiient-
go : ilquale,afìaltato lo fiato delVrefetto di t{oma;baucua prefo tutte le tió Atì f\ux
terrebbe tolte nell*acquiflo del F{egno al Marxhefe di Vefcara -3gli erano no dai R*Ft
fiate donate dal Bg di F rada, et pr e fa Sora,et sArci,ma no le rocche,era a derico ; .h,°
capo a Biocca Guglielma , hauedo per accordo conjeguito lo fiato del Cote pra Yn qfto
d*yliueto,gia innan^ uendeffe quel Ducato al Vrefetto,Duca di Sora. Et a ca.8^ftc
nondimeno in quefle proferita non mancauano a Federigo molte moleflie, danza' *#«
non folo dagli amiaypercbe Confaluo teneua in nome de'fuoi Kg una par- &* 1 , Gio-
te della Calauria,ma etiandio da* nimici riconciliati : perche efiendo Ha- a o a-àltm^
* to una fera,ufcendo di Caflel nuouo di T^apoli , c ferito grauemente da un *. l \'om£~
certo Greco il Vrincipe di Bifignano\entrò tato terrore nel Vrincipe di Sa ^uo p*f
krnoube quefto no fuffe fiato fatto per ordine del Bf in uUetta dell* off e fé * co'1 * ca
LIBRO
paffate,cbe fubito,non difjìmnUndo la caufa del foretto; fé nardo da J$a-
poli a Salerno:& benché ilJ\emandaffe in potefiàfua il Greco, che era in
carcere per gì ufi i fi cario yche egli, come era la uerità , l'haueu a ferito per
ingiuria riceuuta molti anni innanzi da Ini nella pfona della fua moglie:
nÒdimcno come 7^ell 'antiche ,& gratti nimichi e è difficile fi ab dir e fede-
le recociliatione,pche è impedita ò dalfefbetto,ò dalla cupidità della ue-
detta;no fi potette mai più il Trincipe difporrea fidai fi di lui:ilche dado
fpcrà%a aFranceft, che nel J^cgno fi haueffero a fare nuoue folleuat ionij
quali ancora teneuano il monte di S. agnolo* & alcuni altri luoghi forti;
era cacone di far gli perfeuerare più coflant emente al difender fi . Maggio
ri pericoli fi dimoftr aitano in quitto tempo in Lombardia perimouimenti
a Di fopra de Fravceft,afficurati per alibora da' minacci de gli Spagnuoli: perche,
*.Cin7oueno f$W° fìat* tra lvìtì P1H toflo leggieri afialti,& dimofìrationì di guerra ,
imùedmoii che alcuna co fa not abile ,eccetto,the da' Francefì* fu prefa inbreuiffimo a
^o^h'cTat tempo, ejr abbruciata la terra di Sals , fi era introdotta tra quei l\e pra-
ùs tu prefa fica di concordia,^ per dare maggior e facilita à trattarla,lauate tra lo-
fa da Frièe ro l'offefe b per due me fi: per laquale occafione Carlo potendo att edere più £
fnikhefuj] ^editamente alle coje di Genoua,& di Sauona,hauendo mandato in Jiflt
no^Uopo tifino al numero di mille lancie,& tre mila Smt^eri,& numero pari di
<he Monf. Quafconi commiffe al Triul7^to,Lugo tenente fuo in Italìa,che aiutaffe Bat
nvnaòac- t Olino, & il Vincola ; disegnando oltra quefti mandare dietro con graffo
ipugnaria : ef^rcito il Duca d'Qrliens a fare in nome proprio l'imprefa del Ducato di
uorAoniiiz Milano ; & per facilitare quella di Genoua,mandò a Fiorentini Ottauia-
im^obui m ?re£9$ * fi&t&v&U&mt nel tempo mede fimo afìaltaffero la Lunigia
iicaiiìgiiaj na, &la riuieradi Leuantc,& ordinò>cbe TolBattifta Fregofo con fei
& rdo^ran ta^ct tHr^,'lifc ^a riuiera di ponente . Cominciò q ne fio mouimento con tan
celi huomy to terrore del Duca di Milano, il quale dafeftejfo non era preparato a ba
tu ?Kn*h* ftatì'Za>nèkaueua ancor agli aiuti,che glihaueuano $meffi iVinitiani,cht
nei!* la cu. fefuffe fiate continuato cornerai debiti bar ebbe partorito qualche effetto
itodia.^io- ^.p.jyràtVyet pitfacii/tiete nel Ducato diMdano,che a Genona;fcbe a Gè
nona ifjendofi per opera di Lcdouico ricociliati Gialuigi dal Fiejco,&rgli
b Tregua p ^dorfiijhaueuanojoldati molti fanti,& mtffa in ordine un armata f ma-
T unue iì re afpeje de' Vìnitiani,& di Lodouico,con laquale fi congionfono fei galee
Oi«uio. mandate da Federigo ; perche ti Vontefice ritenendo il nome di confedera
to più ne configli,^ nelle dimofirat'wni, che nell'opere, non uolle in qutfli
pericoli concorrere a fbefa alcuna,nè per terra,nè per mare.I progreffi di
queftafpeditwne furono,che Battifih:o,& con lui il Triul^io andarono a
^lcu',della quale terra Battiftino,ftatone prima fpogliato dal Duca di Mi
e Noni feri lano,riteneua la forte%^a ; per la uenuta de quali,il Conte di Gaia%yo ,
o? : ) Hébo , cfje ul cra a guardia con fefi anta huomini d'arme, dugento caualli leggie
<ui cabina Yiy& 5 oo. fanti , diffidando fi poterla difendere fi ritirò a Sera uà Ile . Ter
u,& . ó dai i\iCqii}ft0 di c ìslouifi andamento non poco la riputatane de' fnofufciti, e
a'null## perche
TERZO. 94
perche oltre ad efiere terra capace di motta gete, impedire il tran fino da
Milano a Genoua,& per ilfito nelquale èpofta>è molto opportuna ad of-
fendere i luoghi circofìàti.Occupò dipoi Battiflino altre terre uicine a 7^o
» ui,& nel tempo mede fimo il Cardinale con « dumeto lande, & tre mi! a fan * Sei mi^
thprefa Ventimiglitj accollò a Sauona ; ma non facendo quegli di den- BeS." ll
tro mouimento alcuno^ intefo che giouanni adorno sapproffimaua co
molti fanti, fi ritirò all'altare, terra del Marche fé di Monferrato ,df!ìan &/ %£
te otto miglia da Sauona. Di maggiore momento fu il principio, che fi fece anticamera*
perii TriulxJo,ilquak, defiderofo di dare occafioneyche la guerra fi aicen t^tù
defie nel Ducato di Milano,ancora che la comme/fione del I{e fuffe,che pri dent' viaia.
- ma s attende/fé alle co fé di Genoua, & di Sauona,prefe il b Bofco camello TZiZZ
importante nel contado d'Mefiendria , fotto prete fto,che per/scarta del- ria di qUa
le genti, che erano andate nella riuiera,fuffenecej}ario impedire a quegli ***££
del Duca di Milano lafacultà di condurfi da Mefiandria in quello di he ch,»ma <««*
nouai & nond.meno per non contrafare rnanif diamente al comandami chia-
ro delB>c,non procede pia aitanti, perdendo grandiffimaoccaftone, perche *** R"'ihi
il paefe circolante era Vutto.per ? occupatane del Bofco , ingrandita fym^i
JoUeuatione,altri per timore altri per cupidità di co fé nuoue , non effnio S™^**
perii Duca da quella parte ph di ? co J) uomini d 'arme, & fei mila 'fanti, Quint!^*
& cominciando Galear^o da Sanfeuerino , ilqiiale era in Mefiandria, d
diffidar fi di poterla difendere fen^a maggiori for^e ; & già Lodouico,non
manco timido in quefta anuer fi tacche per natura fu fé in tutte Valtre,ri-
cercaua il Duca di F errar a,che sinterpomffe tra il Fg di Francia , <£• Itti
a qualche concordia . Ma il foprafedere del Triulzjo tra il Bofco,&lS[pui
dette tempo a Lodouico di prouederfi>& a Vinitianij quali concorrendo
prontiffimamete allafua di fifa haueuano prima madato a Genova 1 5 oc.
fanti; di mandare in Mtffandria molti huoirjni d'arme, & canai leggio- cCo] c -te
rh&vltimamente commeffono ^-al Conte di Titrtiano,capo delle lororcn N-^ia or
no furono
ti ; perche il Mar che fé di Mantouafi era rimofio dagli flipendij Venìti, prouediirrì
che con la maggior parte andaffe in aiuto di anello sìato . cofi raffreddan ** vinto
</rt /p/-/»^ /-/»w.mAt^f« .»- „«-..J. n. .. «..:/?• r .. JJ ' ni in anele
i
a
ra, Ni-
do lecofe cominciate congrande ftrran^Battifiinown fatto a Genoua g«èrr^Ni*
frutto alcuno , perche la cittàper le prò ut filoni fatte-, Urne quieta-, ritor col° F°fc*
nò ad unir fi col Triulxjo,allegando effere rhifciti nani i difigni fuoi;per- 2S con %
che da Fiorentini non era fiato affai tata la rimera di Leuante: i quali no rini»
haueuano giudicato prudente configlio l implicar fi nella guerra, fé prima j Scrioe A
lecofe de Francai non fi dsmoflraitano più prcjpere, & più potenti . jln- BSbo.cne il
dò medefimamtnte il t'incoia ad unir fi col Triul%io,non hauendo fatto al §5^%
tro,che pre fé alcune terre del Marche fé del Finale ;per che fiera feoperto Triuicio co
alla difefa di Sauona.fmte le genti Francefifeciono alcune feorrerk uer ^eTifo o*
fo il *C avellacelo, terra uicina al Bofco,ftata già fortificata da' Capitani p»n«»^oi«.
del Duca:& augumentandofi continuamente l'efferato de" Collegati , tò^m
che faceta la mafia ad Mejjandria;& per contrario cominciando a man- f.*oo. foida
care
LIBRO
care a' Frane e fi danari, & uetto vaglie, ne effendo gli altri Capitani bene
patientiad vbbidire alTriul%io>fu coflretto lafciata guardi* in 7^o«/»-
& nelBofco,a ritirar fi con V efferato appreffo ad jlfiiXredeffi che a que-
lla imprefa nocefìe, come fi vede molte volte interne air e, la diuifione fat-
ta delle geti in più parti ;& che fé tutti fi f ufi ero nel principio dirigati <t
Geno uai harebbono forfè hauuto migliore fuc ce jjo : perche oltra la indi-
natione delle fattioni,& lo Jdegrìo nato per caufadi Vietrafanta ; parte
de>cauallìì& de' fanti Tedef chicche il Duca diMilano vhaueua mandati*
fopraftatiui pochi giorni; fé ne erano tornati all'improuifo in Germania.
Tuo e/fere ancoraché da quelli mede fimi, da' quali l'anno dinanzi era fia-
ta impedita la pa fiata del Re,in ltalia,& ilfoccorfo del B^gno di*Napoli;
f afferò v fate l'arti medefime d'impedire l'imprefapre]ent e conia difficul-
tà delle prouifionì ':& tanto piu,cheerafama,che il D uca di Milano, ilqux
le a fuiditi fuoi faceua graui efattiom,donaffe afjaialD uca di Borbone,&
ad altri di quegli,che poteuano appreffo al Bg: laquale infamia fi difende
uà non meno al Cardinale di San Malo.Ma come fi fia, certo è* che il D uca
d'Orliens defltnato a paffars in jLfli , & follecitatone molto dal Bg ; fece
tutte le preparationi necejfarie a tale ^tedit ione : ma ritardò,ò perche non
confidale nel mantenimento delle prouifioni,cbe fi faceuano , ò perche>co-
me molti interpretauano>partiffe mal voletieri dt l Bggno di Francia , ef-
fendo il Bg continuamente indifpofto della perfona,& in cafo della fua mor
tefen%a fi gliuoli,appar tenendo a lui lafuccefiitne della Corona Ma il Bg9
non gli effendo riufeita lafferan^a della mutatione di Genoua , & di Sauo
na,rifìrinfe le pratiche cominciate coB^edi Spagna,ritar date per vnafoU
difficultdyche ti I(e di Francia , defiderando di reflare ff edito alCimprefe
di qua damonti,ricufaua,che nella triegua,chefi trattaua;fì comprende^
fero le cofe dy£talia;& i B^c di Spagna dimoftrando di non fare d.fficultà di
confentire alla fua volontà per altroché per rifletto dell' honore loro,fa-
ceuano inflantia,che vi fi comprendeffero .'perche effendo l'int emione com
mime far t la triegua, perche con maggiore facilità fi tratt affé la pace,po-
trebboao con maggiore honeftà partir fi dalla confederatione , che baueui,
no con gli Italian'uper laqual coja,poi che furono andati dall' vna parte ai
Ecmbo ai l'altra più volte ambafciatori,preu*lendo finalmente> come quafifempre
!£ni! 4 dei ^aYtl Spagnualeycontr affano triegua per fe,& per ifudditi,& dependen-
l'hiu.cha u tifuo', gr per quegli ancoraché q:ialuqne de/Jinominafte. Laquale a triea
KedU-Jn-1 £«■* cominciando tra loro il quinto giorno di Marzo , ma tra i nominati
cia,&.u>pa cinquanta giorni poi,dur affé per tutto il mefe d 'Ottobre ,profsimo.rNomt-
Saui per Ui r*à ciafcuno di tffì quegli T Mentati, & fiati ltaliani,cbe erano confedera*
ióefi:e:iG«o t'^fy. adherenti fìioi , & i Re di Spagna nominarono di pia ilBgFedcrigo*
bodetto'di & iTìfani ,conuennzro oltra queflo di mandare a Mompolieri h uomini
foPra)iafciò proprij per trattare la pace : doue potejjero imeruenire gli Oratori de gli
étoSoT** *hri Collegati:?? in quefla pratica dauano i Bg di Spagna jperan^a di pò*
tere
a Scriue il
TERZO. 95
tcre con qualche giuflificat a occafione congiugner fi col He dì Francia con fa
gli Italiani propone do infimo allhora paniti ai diuiderfiì il Regno di ?{apcli:
laquale triegua benché fatta fien^a participaiione de collegati a ItaUajfh
nondimeno grata à tutti & (penalmente al Buca li Mlaìleidéfìd&ùftjfiKm
che la guerra fi rimouefie del fino dominio, Ma èffèMótejtatà libera in Italia *
lafacultà dell' offender fi infino al vige fimo quinto giorno d aprile , il Triul-
' ^o,& B at tifi ino, & con loro Serenon ritornati con cinque mila huomini nel-
la riuìera di Tonente ; af aliarono la Terra d ' Mbinga : laquale ben che ha-
uè fero al primo afì alto quafi tutta occupai a ; nondimeno difordinatifinel-
l entrami ; ne furono cariati da poco numero de nimici: entrarono dipoi nel
Mar che fato del Finale per dare cagione ali efferato Italiano d'andare a [oc-
correrlo, jperan io dhaiiere occafione di condurlo alla giornata : ilche non Re-
cedendo; non feciono più co fa dimomento e fendo mafjìmamente accresciuta
la difconlia ne Capitani* & mancando ogni giorno più per la tHegm fatta i
pagamenti TSfetyual tempo i Collegati haueuano da ls[om in fuor àhr impera-
to le terr eprima perdute : & Trotti fimhnétejon tuttoché il cote di QàiàX
%p an latoiii à capo, ne fu fé flato ributtato, ottenero per accordo; né rtftò ac
luoghi acqui flan in potere de Fr ance fi altro , che alcune piccole terre prefe
nel Mar chef ato del Finale . %\e quali trauagli il Bnra e i Sauoia in fi : flato
da tutte le par ti, co o fette grade, & il Marchèfe di MoferratOyilgonerno del
quale era flato dal Re de.FComani cofermaio in Coflatino ai Ma~vivnia; no fi
dichiararono ne per il Redi Fracia,nèperi confi: erari 'Non fi era in queflo
anno fatta cofa dimemento trai Fioreutiniye iTifdni.béJye continmmétefi'
feguitafe la guerra; fé non che,e fendo andati i Tifoni flotto Gian Tao'lo Ma- l lod"^?
frone con -foo . candii leggieri,& con 1 5 00. fanti per ricuperare il baflione tiolie',c'ie I1
fatto da loro al Tonte aflagno,ilqualc haueuano perduto, quid 0 Celare fi par Sr"™ ft ■ o
ti da Liuomo;il Cote Rinuccio hauirtone notitìayandb con molti caualli àfhc- ueifo i v.;ni
correrlo perla via di Duomo, non penfkndo i Tifoni douere effere afraltati/e Kbrdjto
cenata da Fiorentini ; perche giudicauano effere inutile alle cole toro il dare «cti forca
{patio a Tifoni di regnare; & perche non oflante la triegua per foretto di ÈSS2S»2
Tiero de Meiìciyche continuamente qualche cofla macchinaua,& per il timo e* fare un
re delle geriti Vinitione,che eranbiu Tifa ; la neceifità gli coflngneua a conti ?££& y|Ì
nuarelefpefemedefime. Cofi e 'fendo per tutto fermate lamico gà in pror in " ^- Odo
to di ferma, fi;il Dua di MilamM he ne profmipericolihauefedimcflra jSlHlwf
tograndiffima a fatisi anione del Senato Vinitiono,per i pronti aiuti rìceuuù #»*]*, che
da quello ,t fallando pubicamente con magnifiche parole la vini. , & Upoten \^x |g£
tia Feneiay& commendando la proni denudi Giona Galea^o primo Luca era,je rena
diMilanOyche hauefe comefo alla fede di quello Senato l efecutione del fio f^rtS
teflamcnto;noaimeno no potendo tollerarcela lapreda di Tifa temtà>& fé- {cri?l-il B^
* * . bo.
gw.tata,
fi
* Legge fi
"i; Oratori de Re di SpxraaÀ ciudi tutti era mo'efla tanta grandezza ae
r^inani^roponcfierofcbeperìenare d'Italia ogni fondamento a Frante}!,
& e -r rMur'a tutta in concordia ; farebbe neccjTario indurre t Fiorentini ad
entrare nella lega commme col reintegrargli di Tifa ; pai che altrimenti in-
dire non ui Ci menano : perche ftando ferrati da gli altri ;non cefiauano
s n^;° di Qjjfare jl % diFramiaapafTare in Italia; & in cafipaffafie potevano
%%t coJdtnan,& con legenù loro ^ndomaffimanmitefituatt nel me^dUa-
»»»4 ™ li, ■ fareeffetii dinonpiccola importanza: Ma queftapropojtapidali Orato
ìlftSiS-6 re^Àniiàocomadetta,come molto pemitiofa alla faluteconmiime, allega
«rld.«d«fi £ [ irijriatjone de Fiorentini al Re di Francia, efiere tale,cbe^ etianaio con
ÌTl 'pn" meUo beneficio no era da confidarfi di loro fé non dauano fteurta bafiate do}
^è^.-ama (ernAre quello prometteffero ; & in cofe di tanto memento nej}uua]icur ta aa
£SS flareje non il deporre Ùuorno in mano de collegati ; cofapropofia artificwja
a.rGouemo ■ da fa . penhefapendo,cbe mai non confentircbbono di diporre luogo
tl?ZX fi importante X fiato loro; gì, reflajfe fatuità maggiore di ^radtreidée
Ari,u'cr'-. emio dipoi fucceduto , comepenfaua ;fi oppofe con tale caldera, cnenon
&£5 o° bauenio il Vontefice,& l Oratore del Duca di Milano^ ardire di cotradirgli,
«■maschi nm h diejm dalk loro cogimtione; non fi feguito quefio ragionamento,
'!" ■ a ,*"■" Imtia i Fiorentini dalt amicitia Frmcefejando animo a cbipenjaua a offe
infoia- derdi le male conditioni di quella città.neUaquale era tra cittadini non pie-
dt"°"J^ colliiUifir>ie,cauratada!!afomadelgouerno:percbequandoJHfonaatatia
"K;uilie ' , eh» infime con l aficurare co modi debiti la liberta,impediffero che la Repii
rodottenei c*r injieme.o,.^^ j.T.A„nl,lirmtmdeRamoltitud.me:
ti
amtmiue m > , v { Mimare co modideMiiaiioerta,impeaijjc<v^ ».«t*
fiSSSSS gS divinata doli impentia,& dalla licentia dellamoltitudine:
d, F.or.nxa; , ~ . , ■ ; , atfcàtó» * maggior códitione,c,jc non parata
a' «g3& SS4f fipi S *S^ #$• /« fa? «***»* , e~ m-
tàaada,,..-. ■ ,0 ^»S :ìt,iieiiel,beratwm importanti molti,chen erano poco capa
S SS 1 & [ambiandoli di due mefì in due me fi ilfupremo Magifitato , alqualcli
S223S ;^tó:^««g»^/i / *m&&WSami*»>U& pilori delqua
SSST12S £ 1 owì «* ?*«/. « f<t«fa fc&fcrók * «#»*> w /ow,W(f '' '
rt*™- tliinidbonoratequalità^preiialenìoanroradinumeroaqHegliMieei--
££2T, no di ■&&& opinione ; patena che i Magifirati&gli honori f^-'fijt
tZ *"> rn méfiamente diuija la città l vna parte con l altra ne configli puoi afiur
R«.,ub. dai- , nonfi-Hrando di huomini, come acca le nelle citta dmife,d impure n
SSSE* bene comune per sbattere la ripiitatione de gli auuerjhnita^
u,ud.u8. lofiauefli di fordini.che olirà lunghi franagli, et grani jfcfc tollerate daqith
T E R Z O. 9^
la città ; vera quei? anno carefliagrandijfma : pertiche fi poteua prcfuchierr»
che la plebe affamata defideraffe co fé nuoue : laqual mala diffiofi tiene dette
fyeran'ie a Ti ero de Mudici incitato oltra quefie occafioni da alcuni cittadi
nudi potere facilmente ottenere il defiderio fuoiperò rifiretti ifuoi configli coi
Cardinale San Senerino antico amico fuo>& con l>tAluiana>& f molato oc
eultamente dà Finitiani.à quali par eua,che per i trattagli de'Ficrétmiftfla
biliffero le cofe dì Tifa ; deliberò di tentar d entrare flirt inamente in Firen-
ze ; mafjìmamentepoi che fu amplia effere flato crealo Ccnfaloniere digiujìi
fi.
chieder ed eua che haueffero inclinàtiàhe allafua grandc?.7a. ^.ffentì a quefio Wj x- e,«
difegno il Pontefice Aefiderofo difeparare i Fiorentini dal Ke di Frane ia con tà£>,& tyU
l'ingiurie poi che era fiato impedito di ' ftp arargli co' bénefiìij ; ne contraìiffe no #-<»«*»*
■ j S~ t- , . T ,. i ; "V ri J v . it- • n prudenti*.
// Tjuca di Milanomon gli parendo poter fare fondamento-, o inteuigentia fio.- [x ti queit*
bile co quella città per i difbrdinidcl preferite iòùerhò ; Ce bene doli altra par &*■)»? d^
S- • rr ■! ■ '-^- r « r^rrr r i- ; S Medici per
te non gli piacefye il ritorno di Piero ; si per l offef e fattegli ; come perche du tornare in
bitaua non haueffe a dipendere troppo dal! 'autorità de Vinìùani . Raccolti F':°renTa>n
adunque Piero quanti danari potette da j e mede fimo , e^' con l aiuto de gli elfo gìouu
amiciy& fi credette, che qualche piccola quantità gli fuffe fumminifirat a dà aPiena«
Vinittani ;andò a Siena, & dietro a lui l miniano con caualli>& confanti*
facendo il carmino fempre dinotte .& fmra difirada ; acetiche l'andata fua
fuffe occultiffimaà Fiorentini . *A Siena per fattore di Gianiacopoi& di Pan
dolfo Petrucci cittadini principali di quel governo > & anticipatemi, &fuoì;
hebbefegretamem e altre genti, in modo che confeicento caualliy & quattro-
cento fanti eletti fi par ti, due giorni poi, che era cominciata la triegu avelia-
quale non fi comprenieuano i Sanefu verfo Fiorente . con §eran%a che arri-
i
LA
%efe no molte bore poi che era leuato il Sole : dottale indugio dette tempo a ,a , ba"eri a
-ua„f' r r r <V v rr i • i •• • ■ s ti» flclafialto.,
della cofa ) diprendere l'arme con gli amici, & legnaci loro ; & ordinare , abbruciò
che dà Magiflrati fuffero chiamati: & ritenuti nel palagio publicoi cittadi- yi3b^adl
ni foretti ; &farfi forti alla porta.che uà à Siena ; allaquale pregato da lo- & affediòAi
ro .andò mede frmamente Pagolo Vitelli , che ritornando da Mantoua;era SJ^^JÌ
per forte la fera precedente giunto in Firenze ; di modo che non fi mouendo i * fcoc«4
cofa
• fuTegui. T T T> P C\
tawquefto - . „ . , '- l h K °
compio in coja alcuna nella citiate Viero potente a sformare laporta,allaquate s era aè
Cottovi c</flat0Pcr t'n ti™ d'arco ; poi che vi fu dimorato quattro bore, temcndo,che
♦eiiitiiquaic con pericolo fuo 'non foprauenìffero le genti d'arme de" Fiorentini) lequalipé
ni fouudo fc-ua,come era vero, eh e [afferò fiate chiamate di quel di Tifa ; fé ne ritornò à
di Roma,* Siena : donde 1\aIuìoj:o partii ';fi,& b introdotto in Todi da' Guelfi ; facebeg
S* 'pacrfnu» &° cimfi t!itt€ ^ cafe &£ Ghibellini-, & ammalò cinquantatre de primi di
nihfCt&u qucllaparte : ilqudc efempio zfeguitando ^Antonello Saltello entrato in TcYì
nodefrepi ;//» & * Oattcfchi ccifuiorc de Cclonnefi entrati in Viterbo ; feciono fimi-
fauorito^a gllvitì mài rieUmo luogoì& nell altro >& nelpaefe circoflante corra i Guel
jìiena cétra fi* wnprouedendo a tanti disordini dello flato Ecclefiaftico il Tontefice,abhor
P5 do) fo Pe- Y e nte dallo (beni ere in co fé funi li & perche pré derido per fua natura piccola
e -àì' None, inokflia delle calamità degli altri ; non fi turbaua di quelle cofe,chegli effen
Wan£ *fi ragione: perche hauendo in fino da principio del fu» Vonteficato difegnato di
legge f, eh: volgere tutta la grandezza temporale al Duca di Candid, fuo primogenito ;
c«urc Bor- ^ Cardinale di V 'alen7a,ilquale d animo totalmente alieno dalla profe filone
<»ia,nonca- £■•§■*■■* Ir «
Solcando 5 facer dotale ; afpiraua ali effercitio dell arme ; non potendo tollerare che que-*
nie "'a i dit A0 *:'0Z° $ì'fijfjè occupato dal fratello àmpatiente oltra queflo,cb 'egli baueffe
ce,ma dopo piuparte di lui nell amore dvna genti Idona amata da ambidue, incitati dal-
fratto a?- ^ libidine <>& dati ambii ione (miniflri potenti ad ogni grande fceler ai t"7^a)
usamente lofcce vna notte, do e b caualcauafolo per Roma ammainare, & poi gittar l
cTfcdÀae n?l>fittrnc del Tenere fegretamente. *Af\iifiefopra modo il Tontefice la morte
ik f oi «e«a del Duca di Candia ardente quato mai f ufo flato padre alcuno nell amore dé\
re aHa^gu- figlinoti* & non affine fatto afentire i colpi della Fortuna : perche è manifflo,
giù & caoi che dalla pueritia in fino a quella età haueua hauuto in tutte le co fé ■ felici ffimi
doiie cercai fi*&*ffi >' &fè n^ commofie talmente 3 che nel Concifloro,poi che hebbe con grò,
tftio due diffima conirKotione damino, & con lacrime deplorata grauenientc la filami
rtàto ri, net Jena* er accujato molte delle proprie atttonh e l modo, del umere,cbe infino
tradirò i.10 a quel giorno haueua tenuto; affermò con molta efficacia voler gouemarfì in
féórcafioBe futuro con altri per. fieri , er con altri coflumi,deput andò alcuni del mrmero
iisànazaro fè Cardinali a riformar fé co i coflumi, & gli ordini della Corte : alla qual ca
gnu fsi «10 fcl hauendo dato opera qualche giorno, & cominciado già a manifeflarfi lau
latine, hu q aquei ' pen fieri, & operazioni nelleqnali infimo a quel giorno haueua cofunté
ì1^ ca?/?*1 io la fua età . Inacquerò in quello tempo dal mouimento fatto per Tierode
Ava è pofto Aìpdi'inuoui trauagù in fiygn%e ; perche poco dipo: venne à luce l intctligé
da «-ola tia cfce&h v haueua : ilperche furono incarcerati molti cittadini nobili , \i~
1 1 ""ì 'tori
1 tu aueuìffe alci ni altri fi fuggirono, & poi che legittimamente fu verificato l ordine del-
TERZO. 97
la congiura ; furono condannati alla morte non foto J^iccolò Rìdolfi, Lorenzo
TornahuonÙGianoTgo Tucci,& Giouanni Cambi, che l haueuano follecitato a Q^fta se
a uenire , & Lorenzo a queflo effetto accommodatolo di danari ; ma etiandio ten,1" fu **
Bernardo del l^ero,non imputato d*altro,che dbauere faputa quefla pratica, (irato de |u
& non Xbauer riuelata: ilquale errore,cbe per fé è punito in pena capitale da ?g°> -collJc
gli flatuti Fiorentini, & dalla interpretatione data dalla maggior parte de gìouìo nd
Iurifconfulti alle leggi communi ; fece più grane in lui l efiere flato , quando [^ ^ £eIIa
Tiero uenne a Firenze, Gonfaloniere, come fé fuffe flato maggiormente ubli- x.
gato a fare ufficio più di per fona publica , che dipriuata : ma hauendo ipa- , .
tjentide condannati appellato dalla a fententia al configlio grande del popò- c\n il "Sol
lo,per uigor duna legge, che s era fatta, quando fu ordinato ilgouerno popò- uio "el Pri-
lare;riftrettifi quegli,cb erano flati autori della condennagione i per foretto , ia vita del
che la compaffìone dell età,& della nobiltà, & la moltitudine de parenti no Gian ^Pu
tnitigaffero negli animi del popolo la feuerità delgiudicio t ottennero, che in do rettala"
numero minore di cittadini,fi metteffe in confulta sera da permettere ilprofc *" af lola
guire l appellatane , ò prohibirla : doue preualendo l autorità , e l numero di tei a irre,^r»
queglhche diceuano efier co fa pericolo fa, & facile a generar feditione, & che f^tf^ AIa
le leggi medefime concedeuauo , che per fuggirei tumulti poteffeto efferele gioirne in
leggi in cafo fimile disenfiate ; furono impetuo fornente, & quafiper for%a , & "^Técoi^*
con minacele coflretti alcuni di quegluche fedeuano nel fupremo magijlrato, da cófaiuo:
a confentire, che non oflante l'appello interpoflo, fi faceffe la notte medefima 2L£ fcffiì
Xefiecutione^ ribaldando fi a queflo molto piu,chegli altri, i fautori del Sauo - to ménone,
narola,non fen%a infamia fua,che non haueffedifiuafo, a quegli maffimamen c^l^J^
te che lo feguitauano , il molare una legge propofla pochi anni innanzi da lui, v*\ n cipe di
come molto falutare ,& quafi nece fi aria alla conferuatione della libertà . In \^nt\hb.
queflo anno medefimo Federigo Re dì 7S[apoli ottenuta linueflitura del He- 4- dtU'hifto
gno dal pontefice , & fatta ^biennemente la fua incoronatone ; ricuperò per £* nota° $*
accordo il Monte di Sant\Agnolo, che era flato ualorofamente difefo da Don (opra) dice,
Giuliano dell Oreno , lafciateui dal Re di Francia ;& Ciuità con alcune al- correlo Dia
tre terre tenute da Carlo di Sanguine:& cacciato, finita che fu la triegua>to «o terra fa-
talmente del Regno il Trefetto di Roma;jì uoltò a fare il fintile del Trincipe fiHCata"cac-
di Salerno: ilquale finalmente affediato nella rocca di b Diano. & abbandonato ciò ji Princì
da tutti, hebhef acuità di pan ir fi faluo con le fue robe , lafciata quella parte fu^gì, '"del '
dello flatoyche ancora n n baueuapexduta?in mano del Trincipe di Bifìgnano, j*Jto; i]()u*-
con conditione di darlo a Federigo fubito , che intende fie egli efiere condotto di poteriene
faluo in Sinigaglia . Isella fine ai queflo anno, efienio prima interrotta per le 5dare ia Fr!
drmande immoderate de Re di Spagna, la dieta? che da Mompolieri era fiata «« Sdii*
trasferita a Tslerbonafi ritornò tra quegli Re a nuouepratu he , militando pu- c^ dubita
re la medefima difficultà : perche il Re di Francia era determinato dinoti ac- te te:e;fuggì
confentirepiu adaccordo alcuno, nelquale fi comprendeffe Italia : & a Redi jj^'^-*
Spagna pareuagraue lafciargli libero il campo di aggiogarla : &pure de fi- gagiu : oue
éerauano non ì^auere guerra con lui di là dà Monti, guerra a loro di mol- J™^ fuor*
LIBRO
ta molefiia,tt fenx*fftranxa di profitto.? 'inalment e fi corichiti fé triegua
tra e/fi per durare infino a tanto fufie disdetta,&due me fi dapoi : nèuifn
copre fo alcuno de* pot etati di Italia, a quali i I\e di Spagna lignificarono
la triegua fatta^allegando hauerecofi potuto farla fenyafaputa de Colle
gati, cèrne era flato lecito al Duca di Milano farefen%a pipata loro la pa
ce di Fercelli;& che hauendo rotto quando fu fatta la Lega, la guerra in
Fracia9& continuatala molti mefite e jfendo fiati pagati loro i danari prò
meffi da' Confederati,ancor che haueffero giufia cagione di non offeruare
più a chi gli haueua mancate ;haueuano nodi meno molte volte fatto intZ*
dere,che voledo pagare loro cento cinquanta mila ducati, che fé gli dotte-
nano per la guerra,che haueuano fatta ;erano contiti accettargli per co-
to di quello far ehbono infuturo,con deliberatone d'entrare in Pracia con
potentìffimo efìercitomia che non hauendo i Confederati corrifpoflo fopra,
quefte dimade,nè alla fede,nè al beneficio comune,& uedendo, che la Lega
fatta per la libertà d'Italia fi conuertiua in vfurparla,& opprimer la, co-
a Odetto ciofia,che i Vinitianì non contenti,che infua potefta fujfero perueuutita
Principe di ti Torti del Bearne di Js(apoli; haueuano fen^a ragione alcuna occupata
spagna heb 'Pifa^era paruto loro honeUo}poi che gli altri difordinauano le cofe com*
gfiePMar^a* munì, prò uè der e alle proprie con la triegua : ma fatta in modo, che fi po-
ma fìgiiuo- tejfe dire più preflo ammonitione,che volontà di par tir fi dalla Lega, per"
miiianoai^ che era in potefià lorofempn di di fioluerla, disdicendola come far ebbono*
pcraiorc. quado vole fiero altra iut emione, & altre proti fioni ne' "Potentati Italia
b cioè dei ni a^ beneficio commune. "Non potettono gufiare quegli l\e interamente la
jnefediNo dolcetta della quiete pia morie di* Giouanni Principe di Spagna unico
vefto.diNc figliuolo di tutti due. Morì in quefii tempi medefimi laj ciato uno piccolo*
bio. figliuolo,Filtppo D uca dì Sauotaiilquale dopo lunga fcfpenfione,pareua',
e ?ercioche che finalmente haueffe inclinato a Collegati ,cbe gli haueuano promeffo
i figlioli mi dare ciafeuno anno itemi mila ducati: & nondimeno la fede fua erafidub
cote i! Duca bia apprtfìo a tuttoché ancora e ffi, in cafo,che il Fg di Francia* faceffe pò
n.diFerrara teme tmprcfa,non fi promettefjero molto di lui.J^e Ila *>fine dell'anno me
Jjo°A?fonfo defimo il D uca di Ferrar a>paffati già iduoi anni, che haueua rictuuto in
paria qui fot tuiffe la metà delle fpe fé fatte in quella guar diadequali il i\e cofe
tonozifot pagare,dàdogli il Duca il Castelletto, come diceua efier tenuto f l'inoffer
éo de* vini- Ua^a del D uca di Milano, ò che rifyondedo egli quefla no effere liquidata*
tocirdiM & che a co/iituire il Duca di Milano in cotumacia farebbe fiata neceffà^
k,chc lu 4- Yia la interpeliatione;offeriua il % di deporlo, accioche innati al pagarne
! fió'ftoUdedt to'fi uedeffe di ragione fé era tenuto a co fognargliene Ma apprefio à Her-
jj <ò a iiio poc cole fu più potete l'inftàtia fatta in contrario datrinitian,& dalgcnero*
mondo?& mouendolononfoloiptieghi,&klufìnghe di Lodouico, che pochi giorni
uno bafcu- innanzi haueua dato l'Mciuefcouado di Milano a e Hippolito Cardinale e
*>• > fuo
T. E R TL O. 98
fuo fig!tt4olo',ma molto più per eh; era pericolofo prouocarfi la nimicitia •
di uicini tato potenti,in tepo,cbe cotinuamente diminuirla la (pernia del-
la paffuta de' Francefila però battendo richiamato dalla Corte di F rada
Don Ferrando fuo figli uok;re(lituì a Lodouico il caflelletto,fatiS fatto pri
wa da lui d elle Jpe fé fatte nel guardarlo, etiandio per la portionc,cbe toc-
caua a pagare al I^cdonde i finitiani per moftrar figli obligati; condufje-
ro ilmedefimo Don Ferrando agliflipcndij loro co cento huomini d'arme:
laquale re flit ut ione, fatta poco giuft'ficatamcnte^bencbe alla riputa tiene
del l\e in Italia importa/fé molto ^nondimeno non dimoftrò di rifenttrjlne9
ame farebbe flato conuenicnte: ami bauendo mandato H ercole un'amba,
[datore a luì a feufar finche per efjerelo Hato fuo contiguo a*yimtiani,&
al Duca di Milano, che baueuano mandato a denunùargli quajì la guerra
era flato coretto ad vbbidire alla nccefjìtà ; l'udì conia medefima negli-
geva* che je hautfìe trattato di co fé leggieri, come quello,che oltra il prò
cedere qua fi a cafo in tutte lefueattiom; contimi zua nelle confuete angu-
ftie,<&' dfficultà : perche era mini ar denti ffima>come prima l'incliaalio- t A|pr]n<^
ne del patire in ltalia,& haueua più ebebaueffs hauuto mai, potcnt'Jfi- pio d«-i li * .
me occaponi; la triegua fatta co' i(e di Spagna ; Ihauere gli Suizgeri con B*èbohè "ferii
fermata feco dinuouo laconfederatione;& l'ejfere nate tra Colltgatimol to,che Fra»
te caufe di di j unione: ma l 'impediua co uarit art i la maggior parte di que ^cS di Ili
glifcbe erano intorno a lui, proponendogli alcuni di loro piaceri,alcuni co toua.tmti-
portandolo al fare i"imprefa,ma con apparato fi potente per terra, & per niented'a?-
mare,& con tanta prouifione di danari,che era neceffario fi interponete *Hf**j cor#1
lungo jpatio di tempo9altri ftruendofi d'ogni dìfficultd,&occa/ione,nè ma mandato' a
cando il Cardinale di San Malo d'alare lafolita lunghezza nelle (beditio- «!"an?aM> *
m de danari : m modo,cbe non Jolo il tempo di paffare in Italia era più /»- egìi dirle di
certo,che mai,mafi iafeiauano oltra queflo cadere le co fé fià quafi con- ha"cr!"ale:
, Jt r ■ 1 • • • • /1 *!»*.* <>n*c *u lice
dotte alla per fett ione: perche 1 Fiorentmijumolandolo continuamente a tiato. Fran-
paffare;erano conuenuti fé co, cominciata chefuffe la guerra da lai,di muo "fco in lefo
1» 1 j t * ' À* ** 11 ciojuenne a
xer l arme loro da altra parte9& a queflo effetto concordati, che Obigm vinetia per
con cento cinquanta lance Frane e fi, cento pagate dal ì\e, cinquanta dato- f^ìindo
1 ro;paffaffe per mare in Tofcana,per efjer capo dell'efferato loro? el Mar ìosfbrza.cfi
che fé di Mantoua flato rimoffo difonoreuolmente, quando Minatore ritor- \^^to ti
nò del reame di Vapoli,da gliflipedvj de Vmitiani per foretto, che é*trat offerendo i
tafje di condurfi col i\e di Francia ; trattaua bora neramente di riceuere J"™ *sóihg
foldo da lui;tl nuouo Duca di Sauoiafi era còfermato nell'aderetiafua . gì. fin t'ha.
Trometteua oltra quelli il Bentiuoglio,paffato che e' fufje in Italia, di fé- J^r uri
guitare l' autorità fua;e*l Tontefice,flando ambiguo del congiugner fi fé- innocenti»:
co,come cotmuamete fi trattaua;haueua determinato almeno di no fé gli £ aa"Ceitat»
opporr eMa la tardità,®- la negligenza ufata dal ^e,raffreddana gli ani ?«** gl« f«
mi di ciafcuno:percbe né in ltalia,per congregar fi in jtfìi paffa nano le gè pauifle di*
ti fetido le promejfe fatte da lui;nonfi dauafìeditwne allacodotta d'Obi vinc"a fuW
LIBRO
gni;nè mandava danari per pagare gli Orfìni,ei fuetti foldatì fuoi>eofa,
battendo fi dfare la guerra,molto importante : donde eflendo i ditelli per
condurci co yinitiani;i Fiorentini non hauuto tempo diauifarnelo;glic$
tufferò per vrianno à commune per lo I\£>& per loro : laqual cofa fu lo-
da ta da luiyma ne ratificò,ne prouedde al pagamento per Iafuaportione:
an%i mandò Gemei à ricercargliychegli preflafìero per l'imprefa ceto cin
quanta mila ducati. Finalmentey facendo 9 comete fio foleua,della uolon-
tàfua quella d'altri y partito fi quafiall'improuifoda Lione; fé ri andò à
Ter fi, & poi ad Umbuofaycon le cofuete promeffe di ritornar preflo a L io
ne. per le quali co fé mancando lajperan^a a tutti quegli > che in Italia fé*
guitauano la parte fuajiattffiino Fregofo fi riconcilio col Duca di Mila*
no:ilquale,prefo animo da quelli progrejfiyfcopriua ogni dì più la mala uo
lontàychauea per le co fé di Tifa contra i Finiti ani limolando il Tonte fi*
ce>e i I{e di Spagna ad introdurre di nuouoyma con maggior efficacia9il ra
gionamento della reflitutione di quella Città . Ter laqual pratica i Fiore
*^££c* tin'ucofi cofortatt da luiymadarono nel principio dell'anno 1 498. à Bg
mavrì jLmbaf datore ,ma co comefjìoneyche procede ffe co tali circofbettio
ni yche'lT onte fice>& gli altri poteffero comprenderebbe in cafo, cbeTifit
fufie renduta loro; fi vnirebbono con gli altri alla difefa d'Italia contra ì
Francefi;& nondimeno yche'l Kg di Francia, fé l'effetto non JeguiJJe;nòn ha
ne fé caufa di prender foretto diloro .Continuo ffi queflo ragionamento in
I{oma molti giorni) facendo inflantia apertamete ilTontefice,& gli Ora-
tori de* I\e di Spagna,& del Duca di Milanoy& quello delBg di K[apoli co
r ViAmbafciator Vinitiano , efiere neceffario perficurtà commune vnire co
queflo me%o i Fiorentini contra i Francefi ; & douere il fio Senato confen
tirui infieme cogli altri; acciocheftirpate le radici di tutti gli fcàdoli>non
rcttaffe più alcuno in It altaiche bauefie cagione di chiamanti gli Oltrarno
tanice unione dellaquale quando fi impediffeper queflo rifpetto,fi darebbe
forfè materia agli altri di fare nuoui penfieriyda' quali in pregiuditiodi
tutti nafeerebbe qualche importante alterazione. Ha era al tutto diuerfa
la deliberatone del SenatoV initi ano lilqualeypreteffcndo alla fua cupidi-
tà uarij colori,& accorgendofi da chi principalmente procedefìe tata in-
flantia; rifpondeua per me%o del medefimo Oratore, lamentandofi grauif
(imamente tale cofa non efftre mofia dal rifletto del bene uniuerfale* ma
da maligna inclinationey ebauetta quale!/ uno de' Collegati contra di loro:
perche effindo i Fiorentini congiunti ffìmi d'animo a' Francefi y &perfua-
dendofi d'bauereper il ritorno loro in Italia ad occupare la maggiore par
te di Tofcana;non era dubbio non ballare il reintegrargli di Tifa à rima-
nergli da quefla inclinationey an%i effere cofa molto pericolo fa H renderla
loro .'perche quato più foffero potetiytato più alla ficurtd d'Italia nocereb
bono:trattarfì in quefla reflitutione dell ,bonore9& della fede dituttiytnx
principalmente della loro %epublìca;perche hauedo i Cofederati pronte j-
•■ , ■■ fi
T E R Z O. )9
foiutti d'accordo d Pìfani d'aiutargli a difendere la ltberta,& dipoi, per
che ciajcuno degli altri fyendeua mal volontieri per il bene publico, lafcu
to il pefo a loro foli,né c(fi ricusato a queflo e fato alcuna fpefa , ò trau&»
glio, effer con troppo loro disbonore l'abbandonar la, & mancare della fé*
de data ; laquale fé gli altri nonflimauano,v(fì foliti fempre ad offeruarla;
ìton voieuano in modo alcuno uiolare : efì ere moldlijfimo al Senato Vìnl?
iiano,cbefen%a rifletto alcuno fuffero imputati da gli altri di quello , che
con confentimento commune haueuano cominciato , & per intere/Io comh
ne haueuano continuato ; & che con tanta ingratitudine fuffero lapidati
delle buone opere ; né meritare quefla retributione le fpefe intollerabili ,
che haueuano fatte in quefla imprefa,& in tante altre, & tanti trauagli,
gr pericoli fofienutida loro, dapoi che era fiata fatta la LegaiUquali co fé
erano fiate dinatura,che epoteuano arditamente direbbe per opera loro
fi fufjc faluata Italia: perche né in fui fiume del Taro fi era cobattuto con
Altre arme; né con altre arme ricuperato il Bearne di T^apoliycbe cori le lo
ro; & quale efferato hauere coflretto T^ouara ad arrender fi ? quale haue
re neceffìtato il I{e di Francia ad andar ftne di là da monti ? quali for^e ef
fergli oppofle nel Vlemonte qualunque uolta baueua fatto proua di ritor-
nare ? 7$è fi potere già negar e,chequefie anioni non fuffero principalme a Cirfj> ^
te procedute dal defiderio,che haueuano della falute dì Italia: per che, né e- Re di Fran,
rano mai flati i primi e fiotti a pericolane per cagione loro erano nati i di- "*llaf c"ro-
fordini,i quali fuffero debitori di ricorreggere : perche né haueuano chia- m at padre
mato il l(e di Francia in ìtalia;nè accompagnatolo poi che era fiato codot x ° °y™M
to
to Veneto rimediaffe adifordini nati per colpi
ti;lequali opere fenon erano conofciute>ò fé fi preflo erano polle in obliuio- g^rittoii
ne;non uolere perciò, feguitando leffempio poco f cu f abile degli altri ma- cófentono^
tularemie lafede,né la dignità della lor o Bgpublica, e fendo maffimamente * ^ °dcl
congiunta con la conferuatione della libertà de9 Tifani,la ficurtà,el bene ns^taiche
fido di tutta Italia : le quali co fé mentre, che con aperta difunione fi trat- x^feue men-
tano tra i Collegati;nuouo accidente, chefoprauenne; partorì effetti molr fi^* otg
to diuerfi da pen fieri degli h uomini: per che la notte innanzi all'ottauo dì morì in* età
! d'aprile morì il B^ a Carlo in Umbuofa per accidente di gocciola , detto <*« j^p*
dafifici apopleffia,foprauenuto metre flaua a uedere giuocare alla palla, i/hiftor» i
tanto potente, che nel mede fimo luogo finì tra poche bore la ulta, co laqua jj£ trf*™ *
U baueua co maggiore impeto,che virtù turbato il Modo, et era pericolo- chs fu di»
fo non lo turbaffe di nuouo : perche fi credeua per molti, chef* l'ardetedi- ^"Jrd^
fyofitione,c'haueua di ritornare in Italia; bar ebbe pure vna volt a,òp prò RuceiUi gè
pria cognitione,ò per fugge fiione di quelli,che emulauano alla grandezza $0^°™^
del Cardinal di S: Malo; rimofieledifficultà che gli erano Inter pofie; in molto acca
modo.chefe bene in ltaliayfecodo le fue uariationhqualche uolta augume J^*e2£
2(3 taffey ... .
LIBRO
metodi* taJ^Mua^e v°ha diminuiffe l'opinione della fua p affata ; non era però ,
ibfie Jcro , che non fé nefleffe m continua fojpettione: & per ciò il Vontefice,ftimola-
di* MHano *° ^a^a cupidità di esaltare i figliuoli; haueua già cominciato a trattar
tentò di ri- fegretamente cofe nuoue con lui:&fi diuulgò poi,ò uero,òfalfo,cbefkfife9
eoMRcCar c^)e^ *®uca di Milano, per non flare in continuo timore ; haueua fatto il a
lo, co patto medeftmo* Ventenne, perche Carlo morufenya figliuoli, il Regno di Fran
folle bandi? eia a Lu^ & uca d'Orliens più proffimo di fangue per linea mafculina,che
to in pìccat alcun altro : alquale , come fu morto il I\e , concorfe jubito a Bles dou'e-
uitio gU fof" ra allhora la guardia Reale,e tutta la Corte,& poi di mano in mano tutti
fc dato nei- .% Signori del Regno, falutandolo,& riconofcendolo per Re ; con tutto che
eh*3 dice ", -per alcuno tacitametefì mormor affé, che fecondo gli ordini antichi di quel
«begli ;areb ^eame ; era diuentato inhabile alla dignità della Corona, contra la quale
fé la morte haueua nella b guerra di Brettagna pigliate l'arme. Finì il c dìfeguente a b
non fé gli quello, nelqual terminò la uita di Carlo ( giorno celebrato da' Chrifliani e
ft°a.C per lafolénità delle Valme) in Firenze l'autorità del Sauonarola:ilqual*
b o«efta eJTeìJdo molto prima flato accufato al V ontefi ce, c\k fcandolof amente pre-
guerra fu dicaffe contra icoftumi del Clero,cr della Corte Rpmana;che in Firéya nu
rorii«ns\l tn(F€ difcordie\che la dottrina fua non fufie al tutto Catolica,& per que
Re cado fie fiato chiamato con più breui ^Apofioloci a Roma : ilche hauendo ricufa
pwdoche'e to con allegare diuer fé feufe; era finalmente l'anno precedente fiato dal
gu hebbe a Vontefice feparato con le cefure dal confort io della Chiefaiper la qualfen
feruta del tentia,poi che fi fu aflenuto per qualche me fé dal predicare ; harebbe,fefi
Re fofTe Pre fuffe attenuto più lungamente, ottenuta con no molta difHcultà Paffolutio-
pofta Anna * V * r «& r a tr j- i - r rr
fòrciìa dei ne * perche il Vontefice tenendo per\e\tefio poco conto di lui ; // era mojfo
Re se egli a procedergli contro più per le foggt fti*ni,ér fìtmoli degli auuerfarij, che
fciufo. Paolo per altra cagioneima egli giudicando, che dalfilcntio declinale cofi la fua
forat,i0,ncf ' rìputatione,òs'intcrrompeflh ilfine,per lo qualfi moueua;come$eraprin
principio cipalmente augumentato dalla nehementia del predicare, dijpreo^ati i co
dei ho.*, mandamenti del Vontefice; ritornò di nuouo pubicamente al medeftmo uf
e Nell'epa ccw affermando le cenlure publìcate contra lui , d come contrarie alla di &
itole di Pie- J . * » -li n - a ., • vj
to Deihno urna uolonta,& come nociue al bene commune,ej]ere mgiujte,& mualide,
Jcaniaidd* mordendo con grandi (fima uehementia il Vapa, & tutta la corte : da che
fi, u'ha una effendo nata folleuatione grande,perche ifuoi auer fari], l'autor ita de qua
ta"6 Mo"f! lì °&nì &olrno nel popolo diuentaua maggiore ; detefiauano quefia inubidié
Pietro Ba' tia,ripredendo che per la fua temerità fi alter affé l'animo del Vontefice,in
uoìl \tàt rtp0 rnaffimamete,che trattando fi da lui con gli altri Collegati della refti
m fottoJ di tutione di Vi fa ; era conuenientefare ogni opera per confermarlo in que-*
tonfila &a wclinatione;et dall'altra parte lo difendeuano ifuoi fautori , allegan-
ti ii trat- do non douerfi per i rifbetti bumani turbare le opere diuine;nè confentire%
ta della mot ' \ V. C rhe
icdelSauo- cnf
jiaroU: oc dice che eflb fu fatto morire il giorno che fi celebra la fcfta deirAfceniìone.ilche difeorderebbe da
euel che qui dice , ciò è che ib/Ie il giorno delle paline a noue d'Aprile. Della morte di tanto huomo hanno
ferino ancho dirfaiàmentc il Giouio nella Vita di Leon X.lib.i.c'l Corio nella 7 .parte deirhift.di Milano.
4 lì QÌQm tUvc,chc il Sa uoaaxoU Uaucva predicato, che aufl il douclieig temei le lcommunichc dcl/apa.
T E R, 2 ó. ioo
the fotto quefii colori i Tontefici comincia/fero ad intrometter fi nelle co fé del
la loro 'Republic a/Hellaqualecontentione efìendofiperfeuerato molti giorni*
[degnando fi marauigliofamente il Tonte fice, et fulminando con nnoui brieui,
& con minaccie di cenfure contra tutta la Città; fu finalmente comandatogli
da Magifiratuchc defifleffe dal predicare :a' quali hauendo egli vbbìdito;fare
nano nondimeno molti de fuoi frati in diuerfe Chic fé il mede fimo : ma non ef
fendo minore la diuifwne tra religiofì , che tra laici; non cefiauano i Frati de
gli altri ordini di predicare feruent emente contra lui; & proroppovo alla,
fine in tanto ardore , che vno de Frati adberenti al Sauonarola > & vno de
Frati Minori fi conuennono di entrare in prefentia di tutto il popolo nel fuo-
co , accioche faluandofiìb abbruciando fi , quello del Sauonarola ; reflajfe certo
ciafcunojfe egli era ò Vrofeta,ò ingannatore : imperò che prima haueua mol-
te volte predicando affermato, che per fegno della verità delle fuepreàittionu
atterrebbe, quando fuffe di bi fogno, gratia da Dio,dipafarefen^a lefione per
tnczo del fuoco; et nondimeno efìendogli mole/lo ,che il ragionamento del far
ne di prefentejperien'%afuffe flato mofiofen^afaputafua ; tentò con defire1^
^a d interromperlo : ma ejfendo la cofaperfefiefia andata molto innanzi, et
follecitata da alcuni Cittadini,che defiderauano ,che la Città fi liberale da ti
tamoleflia ; fu necefìario finalmente procedere più oltre: & però efìcndoil
giorno deputato venuti i due frati,accompagnadogli tutti ifuoi religiofh hi fui
lapia7ga,che è innanzi al palagio pub lieo, oue era concorfo non folo tutto il
popolo Fiorentino, ma molti delle Città vicine ; peruenne a notitia de* Frati mi
nori,il Sauonarola hauere or dinato, che il fio frate, quando entraua nel fuo-
co ,p or tape in mano ilfagr amento : aUaqual co fa cominciando a reclamare, &
allegando, che con queflo modo fi cercaua di mettere inpericolo l'autorità del
la fé de chrifliana,laquale ne gli animi de gli imperiti declinerebbe molto , fc
quella hoflia abbruciale; & per feuer ondo pure il Sauonarola,che era prefen
te,nellafuafententia;nata tra loro difeordia; non fi procedette a farne fperié-
%a.per laqual co fa declinò tanto delfuo credito, che il dì feguente,nato a cafo
'■ lo conducono infieme con a due de fuoi Frati nelle carcere publiche: nelquale *u Z*°àf%
tumulto, i par enti di coloro,che lamopaffato erano flati decapitati; ammax^ frati hebb#
%arono Francefco Valori Cittadino molto grande, & primo de fautori del Sa- nom5 F- ?*
uonaroia,perche l autorità fua erafopra tutti gli altri fiata cagione, eh e fuf- Fefcia:&i'al
C^..~ fi -a.1 m..' .j. 1 J ^lt ^ C 1^. \ I ' ' 1 • « • • 1 I ^_ I • • . ». *m J? Calli*
fero flati priuati della f acuità di ricorrere al giudicio del configlio popolare ,
tro F. Salue
Fu dipoi efaminaio con tormenti, benché non molto gratti, il Sauonarola , & tino , come
full efamine publicato unprocejfo: ilquale rimouendo tutte le calunnie,chegli ^.\u^tro
erano fiate date, ò diauaritia,ò dicoflumi inhonefli,ò d'hauer tenuto pratiche
occulte con Trincipi; conteneua,le co fé predette daini, efere fiate predette*
non per riuelatione diuina,ma per opinione propria, fondata fulla dottrina, &•
ofieruatione della fcritturafacra : né efierfi mojfoperfin maligno, ò per cupi-
di * dita
L I B R O
fiditi dacqulflareconqueflome^ograndeT^aEcclefiaflica; ma bene hauer
dcfiderato,cheper opera fua fi conuocafì e il Concilio vniuerfale; nel quale fi ri
[ormafiero icoflumi corrotti del clero : & lo flato della Chiefa di Diodato tra
[cor[o;firiduceffe inpiu fimilitud.ine,cbe [ufie poffibìle a tempi > che furono
proffimi a tempi degli *Apofloli : laqual gloria di dar perfettionca tanta, &
' sì [aiutare opera hauer e [limato molto piu,chél conseguire il Tonte jìcato:pet
the entello non poteuafuccederefie non per me%o a" eccellenti ffima dottrinai
*pirtu,& di [ingoiar riueren^a,che gli haueffero tutti gli huomini; ma ilTon
tificato ottenerfijpeffo,ò con male art i,ò per beneficio di fortuna :[opra ilqual
proceffo con[ermato da luiinpre[en^adi molti relìgiofi,etiandio del [uo ordì
ne ; ma con parole (sé vero qnel,chepoidiuulgaronoi[uoi[eguaci) conci[e>
■& da poter riceuere diuerfe interpretationi ;gli furono per fententia del Gè
neral di S* Domenico, & del Vefiouo Homolìno^chefii poi Cardinal di Surre
a Senne Tie te,Comme[[arij deputati dalTontefice,infieme con gli altri due frati , a abolì 4
chc^/sano' tiycon le cerimonie infi.it uit e dalla chiefa Romana, gli ordini [acri, & lafiiato
•arala nella gg poteflà della corte [ecolare : dalla quale [urono impiccati, & abbruciatilo
fua fcntédo ' correndo allo fpettacolo^della degradatione> & del[upplicio}non minore moU
dire ai ve- ; titudine d huomini > che l dì deflinato afiare ^[perimento Centrar nel fuoco ;
egire» fcpq fitffe concorfi) nel luogo medefimo ali ejpettatio del miracolo promeffo da lui:
rato dalia laqualmortefiopportatacon animo coflante, ma fenica ejprimer parola alcu-
fpof^fubito*: • na,chefignificaj]e ò il delitto,ò l innocentia; nonjpenfe la varietà de giudici] 9
ralla miii- ^ fe\\e pa/fioni de gli huomini: per eh ;c molti lo riputarono ingannai orcmol
quella rifpo ti per lo contrario Credettono,ò che la confezione ,che fi publicòfoffe fiata fai-
kx fu da al famentefabrkataio che nella compleffione fua molto delicata haueffe potuto
u fupefba" \piulafor%a de * tormenti, che laverà à,[cu[ando quefia fragilità con leffem*
ma che al- <p0 delVrincipe de gli ^Apofioli: ilqualenon incarcerato, nèafiretto da tof-
ani non dif \menti,ò d a for%a alcuna flraor dinar ia ma a femplia paro le danciUe & difet
'*• 4i ; negò d'efler difiepolo di quel Maeftro&elquale bmeua ueduto tanti fiut-
iti precetti, & miracoli*
■
DELL'»
101
DE LL"HI STORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Gentil* hyomo Fiokintino>
LIBRO QJV ARTO.
SOMMARIO.
NE l Quarto Libro fondefcritte le ragioni del Redi Francia fopra'lo flato di
Milano : la guerra fra Vinitiani & Fiorentini per Pifa;il paflaggio del Re Lui
.gi xii. in ltaiiacòtra lo Sforza,ilqualfug°e di Milano, cedendolo a Francia : la
cagion della guerra fra 1 Colonnefi,& gli Óifini,chc Papa AlelVandro difegnaua
"d'acqui lì are il Regno di Napoli al figliuolo : che i Pifani furon rotti a Cafcina, e
i Fiorentini fermaron lega co* Scnefi": che Cefare Borgia rinuntia il capei da Car
dinaie: chei Vinitiani sunifeono con Francia, & per le cofe di Pifa fanno elfi, e
i Fiorentini compromeilo nel Duca di Ferrara : che il Papa tenta infignorirfi del
la Romagna : che lo Sforza tornato in Milano ; è poi tradito da gli Suizzeri, &
condotto prigione in Francia, oue muore.
l B E Z^O' la morte di Carlo I(e di Francia Italia dal ti-
more de pericoli imminenti dalla potentia deFrancefi:
perche non fi credeua,cbe Luigi x 1 1 • nuouo l\e baueffe
nel principio del fuo Bggno ad implicar fi in guerre di
qua da' Moti : ma non rimafero già gli animi de gli huo
mini,confideratori delle cofe future, liberi dal fofpetto,
<belmal differito,non diuentaffe in progrejjo di tempo più importante,et
maggiore, effendo peruenutoa tanto Imperio un T{e maturo d anni, ifp eri
mentato in molte guerre,ordinato nelle > {pendere, & fen%a comparatone
più dependente daJeftcffo,cbe non era flato l anteceffore ; & alquale non
folo apparteneuanoycome a1\e di Francia lemedefime ragioni al Regno
diJ^apoli,ma ancora pretendeua,cbe per ragioni proprie fé gli apparte-
neffe il Ducato di Milano,per la fucceffione di Madama Valentina fua a-
uola : laqualeda GiouangaleaTZp VìJconte[uo padre,innan%i che di Vi-
* cario Imperiale ottcneffeil titolo di Duca diM'lano : era fiat a » maritata
4 Luigi Duca dOrliens, fratello di Carlo v r .B£ di Francia , aggiu^nendo
alla dute,cbefu la Città, & Contado £ jifi'h & quantità gramlifjìma di
danari,efprtffa conuentione,cbe mancando in qualunque tepo la linea fua
mafculina,{uccedeffe nel Ducato di Milano Valentina,* morta lei,i^ dijeen
denti più proflìmi. la qual conuentione perfeflfìa inualida,fu ( sé uero
IHellOiCbeafferifconQ iFrancefi )uacante allhora lafedia Imperiale, con
fermata,
a Fu marna
ta Madama
Valétma al
Duca Lodo
uico !'anri,o
U8 7. del me
fé d'Aprile,
come lcriae
il Cerio »<vl
la * ■. parte:
ma chi uot
meglio ue-
der quefte
rafion» de*
Re di Fran-
cia nciPiica
to di Mila-
no j uegga
fra gli altri
il Giouio ia
quel raccol-
to, ch'eine
fai/Se , &
chiama Ar-
gométo dei
rberedka ti
ueniua ridi-
la famiglia
d'Qrlicns.
|Vrw , LIBRO
Ììeum data fcrmata con ? autorità Tonti ficaie: perche i Tonte fici lamini pretendo-
fcìo' Ga° m aPPartenerfiafe l'ammmifiratione dell'Imperio vacate : & però efien
learzo fi do poi per la morte di Filippomaria Visconte macati i discendenti mafebi
cl'lo aldcun *' Oionangalea^ro ; e ornine iòc urlo Duca d'Orli ens figliuolo di talenti-
4Pp°ar. dei- na>a prendere alla fveceffìone di quel Ducato: alquale (come l'ambitio
1 io-5c1"ClC°f ne ^ principi {pronta ad abbracciare ogni apparente colore ) pretende
ic°YaHnoe uano ne^ tempo mede fimo, & Federigo lmperatore,còme aflato,che eflin
ft d' Ad tho- ta '* ^nea HGmmata ne^a * inueftitura fatta da Vinàflao I\e de ì\pmani t
roa ddrin- a Giouan%alcazxp,fufie ricaduto all'imperio ; & Mfonfo f{e d'^frago
fonfo' r d- na^ di Ijapoli flato inflituito herede nel teHamento di Filippo.Ma eflen
Napoli \\t do fiate piti potenti l'arme,? arti, & la felicità di Francesco Sfor?a,ilqua
r hereduà k,per accompagnar l'arme con qualche apparenza,alle?ava douer Cucce
dello (tato i r>— t tri- i • rr r •• •*• » »
di Milano è aere Biaca jua moglie ypgliuo la vmea^rna naturale di Filippo; Carlo d Or
£ritto ™l: Uens,ilquale nelle guerre tra gllnglefi,ei Fr ance fi fatto prigione nella
dèitcpahift! giornata di Dangicort ; era dimorato venticinque anni prigione in Inghil-
u*dì fir * t€rra ; mn Potette Per la pouertà>& per la mala fortuna fua tentare da
pò vifcónn fe mede fimo di ottener laynè da Luigi x i . P^e di Francia,benche congimtif
Gio"? àÀÌ fmodl f^gue, impetrar mai aiuto alcuno : perche quel I\e , effendo fiato
nel principio delfuo regnare molto inf eflato dà Signori grandi del Bearne
ih/ tfto1oC di Francia,i quali fotto titolo del b ben publico;li congiurarono cotro per
chiamaro- intercjjì)& [degni privati; riputò fempre,che per la ba(ie%ga de potenti,
guelra Buo ^ ficurtà,& grande $%a fua fi conferm afferò. Ter laqual ragione Luigi
fa ; % ^ual d'Orliens ^figliuolo di Carlo,non poté,con tutto che f ufi e fuo genero, impe-
lo J464 . & * ra r da lui fauore alcuno ; & morto il fuocero,non volendo tolerare, che
%ì\i iitu da ne^ &ouerm di Carlo Ottauo,allhora pupillo , gli fufìe antepefta c .Anna <
fnincoMóX Duchejja di Borbone forella del I{e,fufcitate con piccola fortuna in Fran-
* Argento- eia co fé nuove ; pafiò con fortuna minore in Brettagna : perche congiunto
•néo raoio a quegh,cbe non uoleuano,che Carlo per me%p del matrimonio d'Anna he
Emilio. xede per la me rie di Francefco fuo padre ftn^a figlivoli mafebi , di quel
e D'Anna Ducato, con fegutfie la Byettagna\an%i adirando occultamente almedefi
Bo'bo'n'e ha mo w*****w*W ; fu prefo nella giornata , che tra i Fr ance fi , e i Brettoni
parlato di d fu commeffa appreffo a Sant'albino di Brettagna :& condotto in Fran t
i°oP.rchcCdai ciajiette incarcerato due anni ; in modo,cbe mancandogli la f acuità , &
Re cario %. poi che per gratta l\egia fu liberato di prigione,gli aiuti di Carlo; non ten
ta z\ goucrl *ò qitell'imprefayfe non quando, per Voccafione d'efferper commeffione del
no delia Fri i^e rimafo in jLÌli ; entrò con pocofvcceffo in T^puara. Ma diventato I{e
.ho fattoi di Francia,niuno defiderio hebbe più ardente,che d'acquiftare, come cofa
■ notatione : fi hcreditarta,il D vcato di Milano: nelqual defiderio nutrito fi infm da pve-
ne ho paiia^ ritia\uifi era accefo molto piuypercbe per le co fé (accedute a 7<lpuarai&
*° P*f« ai per fa dimoft rat ioni in fole tinche quado era in *Afli,rfi erano (late ufate;ha
naedel l;b. ' ' l ' *
i.a99.fac.2. ueua
■■ À Fu coramefla la battaglia fra i Fraiicefi,ei Brettoni a Santo Albino l'anno HSS.aiS.di LugliorScuiieftaw
«o prigiofliil Duca d'Oiliens,c il l'xincipe Araulienic. faolo Emilio al àa delie lue hiltoiie.
Q^ V ARTO. ioz
ueua odio no mediocre còtra Lodouìco Sforma. Vero pochi dì dopo la mot
te del I{e Carlo9con deliberatione /labilità nelfuo co figlio; s'intitolò no fo
I amen te 1{e di Fr ancia '>& per rifbetto del Bearne di Jiapoli^ di Gierufa
lcm,cr dell' una 9& l'altra Siciliana ancora Duca di Milano : & per far
noto a ciaf e uno yqu ale fuffe l' ine linat ione fua alle coje d'Italia ; fcriffc fu*
bito lettere congratulatone della fua affuntione>al Tonte ficey a'Vinitia-
ni y & a Fiorentini; & mandò buominiproprij a darefperan^a di nuoue
;mprefeydimoflrando efprejfamente d'hauer nell'animo d'acquiftare il Du-
cato di Milano. sAllaqualcofa fé gli prefentaua opportunità nonpiccola9
battendo la morte di Carlo caufate negl'Italiani inclinationi molto diuer
re dalle paffate : perche il Vontefice slimolato da gl'in ter espropri],! qua
li conofceua non poter fatiare (landò quieta Italia ; defideràka7che le co-
rc di nuouo fi turbafìero ; e i V\nitianiyccffato il umoresche per l'ingiurie
catte a Carlo baueuano hauuto di lui;non erano d'animo alieno a confidar
t del nuouo I\e : la qual dijpofìtione era per augumentarft ogni dì piu:per
'he Lodouìco Sfor?ayfe ben conofceffe douer*hauere più duroyetpiu impU
:abile nimicoynutrendofi con la jperan^aycon laquale fi nutriua fimilmen
e Federigo d' Aragona yctì e non poteffe cofi pretto attendere alle co fé di
fud da' Monti, & impedito dallo fdegno prefenteya difcernere il pericolo
?uturo,non era per aflenerfi d'opporfi loro nelle cofe diTifa. SoliìFiore
tini cominciali ano a di fcoslar fi con l'animo dell' amicitia Fr ance fé : per-
:befe bene il nuono % fuffe flato prima loro fautore ; bora peruenuto al*
'a Corona;non haueua con effi uincolo alcuno ynè per fede datarne per bene
Hcij riceuutiycome haueua hauuto l' ante ce ff or e p le capitolationi fatte in
Firen7$,& in ^tflt-y&per Vhauere uoluto più preflo fottoporfi a molti af
fanm>& pericolile abbandonare la fua congiuntone : & la difcordia ,
the continuamente crefceua tra i Fìnitianiye'lDuca di Milano ; era cagio
neyche effendo ce fiato il timore hauuto delle for%e de Collegatiy& (peran
do più nelfauor propinquo ,& certo di Lombardiayche ne' joccorfi lotaniy
& incerti di Francia ; baueuano cagione di (limar meno quel-' amicitia .
Isella qual diuer fa difbofitione de vii animi > furono mede fimam ente diuer \] nom
[/ gli andamenti : perche dal Senato Vinitianofu mandato fubito a lui un dì queftì a»
fegretarioyche baueuano apprefio al Duca di Sauoia :& per gittarecon hzf^\o\l
(juefìi principe i fondamenti da flabilir feco qudl'amicitiayche alUgiorna paliti °dd
ta ricercafìero l'occorrente communi furono eletti tre * Oratori , che an- &£Èmt
dajjero a rallegrar fi della fuafucceffione> & a fcu farebbe quellOycbe ha- affimi
ueuano fitto contra Carlo ; non era proceduto da altro , che da fofpetto, j^SSl
nato poi che per molti fegni compre fono yche non contento al I{egno di l\{a m«nr-one ,
poli ; diftendeua già i penfierifuoìalìoccupation di tutta Italia. E'iTon- «€£fSfe
tefice difpoflo di trasferir Ce fare fuo figliuolo dal Cardinalato a grande^- prima il se-.
^ifecolareyal^ato l'animo a maggiori penfieriy& mandatigli fubito Am g££ °p£c
bafciatori; difegnò di vedergli legraticfpirituali , riceuendone per pre^> fo u Puca dà
a Non met-
te il Bembo
n*
numero
Sauoia.
f >
L I -B R 0 v.
a tyieftoe -rollati temporali: perche lapena il Re de fider are ardentemente di ripa»
l'aureo oro ~f _ • ' , r ,. „r i ^ a r -, i r ■ i -
«xbio ndor "Wf Cwnanna Jua moglie [ierile, & tnoltrnaja,& che quaji violenteme
fo m un ucr ie gH era {lata data da Luigi X f . né hauere minor dtfidtrio di pigliar per
Malora eoa moglie Jinna reftata uedoua per la morte del I{e paffato, non tanto per li
fii trai con- relìquie dell'antica inclinatione,che infino innanzi alla viornata di $. AÌ
tutori pedi . . * n . r > n ■ -i
num, tolto omo er a\tata tra loro,quanto per conjegmr con quejto matrimonio il Dh
•rfe'oH a XI' cat0 ^ Brettagna,Ducato grande, &molto opportuno al Piarne di Frani-
li minimi, eia : hqu ali co fé ottenere fernet l'autoritàTonti ficaie non fi poteuano,
primo dd£ ^e ' * lQYtntmim arcarono di mandargli jlmbafiiatoruper Cantico infii-
eofedegnedi tuto di qui Ila Città con la Corona di Francia > &per riconfermar fecoi
v'emoTi/c wm///oro, & l'obli gattoni del Fg paffato Sollecitati molto a quello mede
co,»}? caua fimo dal D uca di Milano ; acciò che per me%p loro fi di ffictdt afferò le pra*
fo Grec" tic^e ^ Vinitiani,hauendofi dall' una,& dall'altra B^epublica a trattare
4'Hefiódo, delle co fé di Tifa : & perche acq nifi andò fé de, ò autorità alcuna,potej]ero
% d? l Aulo t{far^a con qualche occafìone a trattare concordia tra lui, el F{e di Frati-
Geiiio nel eia ; ilche egli fommamente defideraua: i quali tutti furono lietamente
defic Not- raccolti dall{e,dato fubit amente principio a trattare con ciafcuno;becbe
ti Athenie- gìifrffe ffio nell'animo di non muouer co fa alcuna in Italia , fé prima non
ih de gì/ a- haurfie afficurato il J\egno di Francia per me%o di nuoue cogiuntioni co.
rufpici Tho principi uicini. Ma era fa tale, che l'incendio di Tifa fiato fufeitato , &
Ho pomV nutrito dal Duca di Milano per appetito immoderato di dominare; bauef
ino applicar fé finalmente* ad abbruciare l'autore : perche egli , & per l'emulatione,
diVrìT/pref & pw lo pericolo, che dalla troppa grandetta de' Vinitiani uedeua fo-
r° A K%Af t* 'aliar e a fe,&a gli altri potentati d'Italia ; non poteua patìentemente
punito iella comportare 9che'l frutto delle fue arti,& fatiche fuffe raccolto da loroiet
jnorte,chef Vanendo l'occafionc della dtfpofitione de' Fiorentini ofiinati a non ceffare*
conflato, per qualunque accidente, dall' off e fé de' Tijani : & parendogli per la cadi*
che forte da ta ae[ Sauonarola, & per la morte di 9rancefco Valori,chaueua tenuto
taaMardo- . , C . rj i- ;i • « ; i
cljeo Vtké le parti contrarie a lui; potere più confidare di quella citta,cbe non baue
ci recita"" ua fatto per lo paffato; b deliberò d'aiutare i Fiorentini alla ricuperata)
da ' Eliano di Tifa con l'arme,poi che le pratiche, & l'autorità fua,& degli altri^no
fa^ariahift1 era fiata bafìante: perfuadendofi uanamente,ò che innanzi, che dal Re di
che fecevna Francia poteffe effer fatto mouimento alcuno,Ti fa farebbe ò perfor%a, ò
pò? ni*! o tra Per concordia ridotta in poteflà de Fiorentini; ò neramente , che'l Senato
iia a* Tuoi fi y initiano, ritenuto da quella pruden^a,che non haueua potuto in fé me'
IKIe!^] di fimo ; non haueffe mai per j degni, & per cagione meno importante à de
ch'è i Lido fìder areiche con pericolo commune ritornati ero l'armi Fr ance fi in Ita-,
»ellib.7del ' , r ' ÌU
la 3. Deca, M*
che Taranto fu perduto da Annibale con quell'arte, che prima eflbrhaueua pre/ò. Et quel di Valente Tmpe
perat.c'hauendo mandato huomini della letta Arriana in luogo di Cathohci,a infegnar la fede Chriltiana
a' Gothi, che glie l'haueuano domandati buoni j fu poi da erti Gothi abbruciato uiuo, accioche fi come egli
co' peruetfi dottori haueua accelo gli animi di lorojcoli etti il corpo di lui uiuo ardeflcro.come d'auttor di
«naie. Et queito è quel che uolfe dir Platone, quando arrermc^che l'huomo »on può cflere otfelò, fé non da
(e fteflb. Er OuidiodiireNeci^ artificem morte perire fua. . -
b Innanzi alla delfberation fatta da Lodouico Sforza d'aiutare i Fiorentini, deuono erteruedute nel lib*
*.deirhilì.dcl Bembo alcune dimoftrationi d'animo niroico,ch'egli fece contra i Vinitiani.
QJV A R T O. < iot
ÌUylequali s tra tanto affaticato per cacciarne: laquale imprudenti ffima deli-
beratione, un difordine, che conti a i Fiorentini fuccedette nel Contado di Ti-
fafece accelerare-.perche battendo hauuto notitia le genti loro, eh erano al To
tadera,cke da a yoo,caualli;et mille fanti ufciti di Tifajitornauano con una jj *] **™j£
goffa preda,fatta nella Maremma di Volterra;andarono quaft tutti , guidati ron o $ oo ca
dal Conte Rinuccio, & da Guglielmo de Va^iCommeffario Fiorentino a ta "' " f°a"° *!
fliare loro la flrada per ricuperarla: & hauendogli rincontrati nella Valle di gnano.-iiqua
S.Regolo,gli baueuano meffi in difordine, & rihauuta la maggior parte della J.c0f"0po,^c
preda,quando fopragiunfero 150. buomini d'arme, che per [occorrere i fuoiy Thomafo
erano partiti di Tifa,poi che baueuano intefa la moffa delle genti Fiorentine : Zcno*
i quali trouatigli ftracchi>& parte disordinati nel rubbare, non potendo lau •
toritàdel Conte Rinuccio ridurre ifuoi buomini d arme a far tejla; dopo efie-
re fiata fatta da fanti qualche difefa,gli meffono in fuga b morti molti fanti, \£°™£to
' preft molti de capi , & la maggior parte de caualli; in modo > cbe non fen%a bo , & preii
diffidata il commeffario>& il Conte fi faluarono in finto Regolo, dando (co- j^L^/?*
me fifa nelle cofc auerfe)imputatione limo alt altro del difordine feguito.^Af
flifiequefla rotta i Fiorentinid quali per prouedcre fubito al pericolo , né potè
do armarfi sìprefìò d altri foldati,& effendo in mala riputatione,& con la co
fagnia fualigiatail Conte Rinuccio , che eragouemaiore generale delle genti
loro ; deliberarono di uoltare a Tifa i Vitelli, cbe erano nel contado d'iAre^
7$:ma furono ne ceffitati concedere a Vagolo il titolo di capitano gè rie r ale del
loro efiercito . coflrinfegli ancora queflo cafo a ricercare con grande inftantfa
aiuto dal Duca di Milano ; & tanto più, cbe fubito dopo la rotta baueuano
applicato al e Re di Fracia,che per rimuouerc con leforie, & con l autorità i cnt[ ^f f,e0l
pericoli loroymandaffe trecento lande in Tofcanajratificafie la condotta fatta cUiagioBuo
uiuente Carlo de Vitelli >prouedendo per laportione fua alpagaraento ; & ^JJ^jJ
confortafic i Vinitiani ai aflenerfi da 0 fendergli. Dcllequai cofe-:percbe il Re tini anche*
non uoleua farfiodiofo, ò fojpetto a Vinitiani, ne muouere in Italia co fa al- ™° d[raFcr°an\
cuna, fé non quando uoleffe cominciare laguerra contra lo flato di Milano; ha- eia il per ico
ueuano riportato parole grate fen^a ejfetti.Ma il Duca non fu lento in queflo l££^{°^*,
bifogno y dubitando cbe i Vinitiani nonpigliaffero con loccafione della uitto- lische non
ria tanto campo,che fuffepoi troppo difficile a riprimergluet però data a Fio Jjf^ * j"
ventini ferma intentionedi foccorrergli;uolle prima rifoluerecon loro,chepro vinitiani ,
uifionifuffero neceffarie, non filo a difender fi , ma a condurre a fine l imprefa g^ j/ Pi_
di Tifa:allaquale perche per qucllanno non fi t emetta di moto alcuno del Re di là foffe ior
Fràcia,erano uolti glioa hi di tutta Italia, quieta allhora da ogn altra pertur tmfcuo-
batione:conciofia cofaycbefe bene in terradi Romafifufieroprefe tarmi tra i
Colonnefi,& gli Orfìni;era laprudentia di loro medefìmiftataprefìo fuperio-
re agli odij,& alle nimichici! origine finche i Colonne fh e i Sauelli moffi dal
l occupatane fatta da Iacopo Conti > di Torre mania ; baueuano affaltate le
terre della famiglia de Conti:& dall altra parte gli OrfinUper la congiuntio-
ne delle f anioni baueuano prefi l armi infauor loro; di manierale effendo fi
QCCU-
t T B R O
occupai ione per Luna parte y& per l'altrapiu cafieUa;:ombattcrcnof,nalmcn
,8 Mon ticei te inferno con tutte le for%e a pie di a Monticelli nel conta lo di T inoli : deue a
\ì n Mulon * ^°P° lun&a>& mlorofa battaglia ftimolan logli non meno la paffìone ardente
rutti da'co delle parti che la gloria, et gli interefji degli flati;gli Orfnixhe haueuano due
l°" urrkio m^a fan&9<& ottocento caualli ; furono meffi in fuga, perà crono le handiere >
li t> eiib v.v & re fio prigione Carlo Or fino: & dalla parte de Colonne fi fu ferito <Antonel
MènièVi 1 5 1° Sauc'!° afTai chiaro condottiero , che ne morì pochi dì poi : dopo ilqual fuc-
éo. ceffo il Tontefice moflrando effcrgli moleflo la tnrbatione del paefe propin-
ino a Reni a ; s hit erpo fé alU concordia : laquale mentre che con non troppo
mona fede fi tratta da lui fecondo la fua duplicità ;gli Orfini raccolte mo-
ve foy^e ; andarono a campo a Talombara, terra principale de Sauelli, & fi
preparaaanoper andare a (occorrerla i Colonnefi , che dopo la fattoria haue-
uano occupate molte cafiella de Conti . Ma accortafì lunaparte , & l altra»
che l Tonte fice , dando animo bora a Colonnefi , hora agli Or fini ; nutriuà
la guerra per potere alla fine , quando fufi 'ero con fumati , opprimergli tut-
ti ;firiduffero ferina interpufit ione d altri, a parlamento infieme a T inoli;
doue il dì mede fimo conchiufono l accorda : per lo quale fu liberato Carlo
b Le parole Or fino, re flit uh e a ciafamo le terre tolte in quefia coment ione, & la differen^
fcì*dp*cke Vd $ Contadi ddMbi , & di Tagliacelo rimeffa nel Re Federigo , del qua-
i
difle air a m U erano foldati i Colonnefi. Tofato preflo queflo mouimento,nè mefcolandofi
re^To^o 'altre armi in Jtalia,che nel Contado di Tifa; il Duca dì Milano » benché da
c«oue tendo principo haueffe deliberato di non dare aiuto feopert amente a Fiorentini »
»£ma T "n- ma fiuuenirgli occult amente con danari; traportato ogni dì fin dallo f degno»
panano moi & fai diffiacere , né aflenendofi b da parole infoienti » & minatorie contra i i
LonEh!m«3 Vinitiani ; detertninò di dimoflrarfi fen%a rifletto , però « negò ilpaffo alle c
no mai rifa. gentì loro,lequali per la ttia di Tarma , & di Tontriemoli andauano a Tifa»
neceffitandole apafiare per lo paefe del Duca di Fenara,camino più lungo, &
e il Bembo più difficile : operò che C efare comandò a tutti gli Oratori ^ch erano apprefio a
lòòouko ^ eccetto quello de Re di Spagna» chef parti fero , & che dopo pochi giorni
nò d<cde ri- U richiamò tutti,eccetto il Vinitiano mandò a Fiorentini tre cento baleflrieru
pU dom-uiò & concGrfe con l°ro a^a condotta di trecento huominid arme , parte fitto l
il p.iflo .- & signor di Tìombìno , pane fitto Gian Tagol Baglione , & inpiu uoltepreflò
Silo ci^eie- loro più di trecento mila ducati, offerendo continuamente, quando fuffe d'ibi»
ro ai Duca fogno maggiori aiuti . Fece olirà queflecofe , infamia col Tontefice , che ri'
.nla chT^oi cerCilt0 da Fiorentiui, por goffe loro qualche fuffidio : ilquale , dimoflrando di
conceduto conofcere,che loftabilirfi in Tifa i Finitiani erapemiciofo allo flato della Chic
co;\\ p*on<> fi iprornefi e mandar loro cent' huominid arme » e tre galee fittili , le quali
d-tor Zeno fitto l Capitan Fillamarina erano a fuoi foldi , per impedire, che per mare
Saio (uo! & non entrafiero in Tifa uettouaglie . nondimeno poi che con uarie jcufe heb-
»on e come ye differito il mandargli; lo negò alla fine apertamente : perche ogni dì piti
quei ad Du ( rimouendofi dagli altri penfteri ) fi rifolueua a riftrignerfi col Re di Fran-
«i di Fura- cja , jpcrando di confeguire per me^ofuo nonpremij mediocri,& ufttati, ma il
** A Reame
(^ V A R T O. 104
Reame di Napoli, ESSENDO fitefio proprio de oli buomìni far fi fucili c$
la uoglia,& con lajperan^a quello ,cbe con la ragione cono/cono ejkrdif
, fiale : & a era quafi fatale,che in lui fu/fero origine a co fé nuoue, le re- a VedeG ciò
pulfe dt parentadi hauute da Re d>jlra2ona:pcrcbe innan7i,cbe totalmé cfr<\r "l'V*
ne deliberane a unir fi col 1\e di Fr ancia ;haue uà dimandatole al Cardi- to di ioPra a
| nal di Valenza, ^ parato a rinunciare alla prima occafione ilCardinala "1" libido
to;il R£ Federigo concedefle per moglie la figliuola, & indoteilTrincipa uè reft'ò il
to dt TaratOyperfuadcdoftycbe ft'l figliuolo grande dìingegno>& à % animo; lX?\[c^
s'infignor'ffe d'un membro tanto importante di quel reame; poteffefacil doche uoic
mente, hauendo in matrimonio una figliuola regia , baviere occafione con "o'R^Na
kforze>& con le ragioni della Cbie fa, fpogliar del regno ilfuocero debole poii:& io co
di for^e,&cfa>ttto di danari, & dalquale erano alieni gli animi di molti foTqueao
baronulaqual cofaybenchefiffe caldamente fauorita dal Duca di Milano, medefimo
dimojlrandoa Federigo con ragioni efficaci, & poi con parole a^r e per f**f«* l°9'
me'fo di Marcbefino Stampa, ìlquale mandò per quefio a f{pma,& a Tri-
poli .Amba filatore ; con quanto fuo pericolo il Tontefice,efclufo di tal de |*n ™ [«*
fiderio,precip:tertbbe a congiugner fi col Re di Francia , & ricordandogli medefimo
quanta mpr udentia,& pufillanimitàfuffe^doue fi trattaua della falute f0^Q j£
ieltutto,hauerein confideratione dello fiato alla propria uolontà : nondi ftc.*vnriufi
meno Federigo ricusò fempr e ornatamente, confidando, ebel'alienatio- £ut£ardl''
ne delVapa era per mettere in pericolo il fuo reame : ma ebe conofceua
ancorché l dare la figliuola colVrincipato di Tarato al Cardinal di Va-
len^a ; lo metteua in pericolo : & però dey duoi pericoli uoler più pretto
fottoporfià quello, nel quale s Incorrerebbe più bonoreuolmente , &cbe
non nafeerebbe da alcuna jua anione : donde il Tapa bauendo uoltato in
tutto l'animo ad unir fi col He di Frane a , & de fi der andò, eh ci medefimo
facefiero i V miti ani, s* afienne, per non gli offender e, da fauor ir con l'arme
ì Fiorentini : i quali inanimiti per gli aiuti sì pronti del D uca di Milano ,
& per la fama della uirtà di, Vagol Vitelli ; non erano per poter mettere
cofa alcuna, fé benelimpre fa fuffe riputata difficile : perche oltra il nu-
mero > l'tfperienza , & l'animo de' cittadini, & contadini Tifani; hauea-
no in Tifa iVinitiani 400. /; uomini d'arme,^ 800. Stradbtti,& più di
due mila fanti, & erano difpofii a mandami for^e maggiori , non ejfendo
wien pronti de gli altri,per l'honor pnb!ico,à fo/lenere 1 Tifani coloro, che
da principio haueuano cotradetto,cbefi accettaffe.ro in protettione.La de
liberatione fatta con con figlio communedi Lodouico,& de Fiorentini, fa
ii augumentare talmente l'effercito^h'e'fuffe potente ad efpugnare le ter
re del Contado di Tifa,& di fare ogni opera, per che tutti i uicini defifiefie
ro da dar fauore a"Pifani,ò da molejlare,per ordine dey Vinitiani , da al-
tre partii Fiorentini. Vero hauendo Lodouico, prima che deliberaffedi
feoprirfi , condotto con dugento huomini d'arme à commune co' Vinitia-
niGiouanni Bentiuogli ; operò tanto , che l'obligò con lo fiato di Bolo-
gna
. Pie H LIBRO
Suonacorfi, g^àfefolo: &ftY confermarlo tanto piu,i Fiorentini coniarono ^Mef i
che fi con fandro fuo Siglinolo : & perche fé i Vinitiani , c'haueuano in protet-
Faentini tìon^ H Signor di Faenza, face/fero dalla parte di Romagna qualche infuU
^nnibaie xo; ui trouaffero refiflen%a; codujjbno i Fiorentini conb\ ?o. huomini d'ar /
con so h°o me Ottauian da Boario Signor d'Imola, & di Furli, che fi regina ad arbi
mini d'ar - trio di e Caterina Sforma fua madre,laqual fe?uitaua seza rifatto alcuno e
leftueri. le parti di Lndouico, & de Fior et ini imo}] a da più cagioni, mafpeaalmen-
b il Buonac te per efftrfi maritata occultamente a Giouanni de* Medici: ilquale,ilDu-
cor fi «ci Ca di Milano, non contento delgouerno popolare; deftderaua di fare infie-
fcnueVhe* rne col fratello grande in Firenze. Trocurò me de fintamente Lodo ui co co*
ouauiano tue che fi, co' quali haueua grandijjima autorità, che non fauoriflero più i
gliuoi diMa Tifanti come fempre haueuano fatto: ilchefebene non offeruarono in tut-
f'-TucóIot t0; fe ne aftennero aPai Perfuo rifatto. Rgftauano i Genoueft,e i Sane fi ni
to da'Fiorc" mici antichi de' Fiorentini, e tra* quali militauano le cagioni delle contro-
""LuominS uerfie : con 1uefli ter rifatto di Monte Tulciano ; con quelli per le cofe di
d'arme , & Lunigiana : & de* Sane fi era da temere, che acciecati daWodio, non deffe-
Atleti !?a&~ r0y come tn a^tri tmPl molte volte con danno proprio haueuano fatto,co-
fog^iugne modità à ciafeuno di turbare per il loro flato i Fiorentini: & con tutto che
caio il Papa a'Otnouefi per l'antiche nimicitie fojfe molefìo,che i Vinitiani fi conferma f
a prohibire fero in Tifa; nondimeno (come in quella Città fuol* efiere piccola cura del
di-i Ifuwd! benefìcio publico)comportauano a'Tifani, & a'kgni de* Vinitiani il com-
Ferrara , mertio delle loro riuiere per l'utilità,che ne perueniua in molti priuatiwn
Pila ? "ora" & * Tifani riceueuano gràdiffime comodità.Terò $ conftglio diLodouicofu
haueuano rono da' Fior etini mandatila Genoua,&à Siena \Ambafciatori,per trattar ,
ordinato i r j« -> » /' i • i »~ /»-'-.
vinitiani. Per me%p juo di coporre le controuerjiema le pratiche co Genoueji no par
e dì qaefta t or irono frutto alcuno : perche domandauano la ceffione libera delle ragio
Madama ho ni di Serf^xana, fen%a dare altro ricompenfo, che una femplicepromeffa
praabaftan ^ vietare a'Tifani le comodità del paefe loro : & a* Fiorentini pareua la
za a car. n. perdita sì certa, & à rifletto di quefla, il guadagno sì piccolo,^ sì dubbio
as.fac"? * c^e rie ufarono di comperare con quefio preygo la loro amicitia. Ma men*
A L'Amba. **** c^e ^l4€fle cofe m uarij luoghi fi trattauano, l'efìercito Fiorentino pò*
feiator Fio- tentepiu di caualli, che di fanti; vfcì alla campagna fottol nuouo Capita
ch'andò *a no: P€rc*ù ' Tifani, i quali dopo la vittoria di S. Regolo haueuano à piaci*
Genoua ; mento loro feorfo con gli Stradiotti tutto 7 paefe; fi leuarono da Tonte di
Manduco Sa c co > doue ultimamente fi erano accampati, & Tagol Vitelli, prefa Cui
meferiue il c'inaia, fopraflando ad affrettare frouifioni di più fanti , meffo vn dì vria-
fi:H°qude°in guato prefso à Cafcina, doue s'erano ridotte le genti Vinitiane, che c gouer '
tutto è con nate da Marco Martinengo, non haueuano né ybbidiema, né ordine,afUl
ftoTuttorc tatole; ammalò molti Stradiotti,&Giouani Gradinico condottier di gen
in ouefta ri tt d 'arme, >& fu fatto prigione Franco,Capo de e// Stradiotti,con cento ca-
fpofta de* ■• T ■. «a ,.
Ger.oueii. ualit
e Nel Bembo è fcritto,che eiTendo Pietro Duodo mandato con 1000. caualli baleftrieri mandato da Vinitianij
come fu a Caicina(akii legge quiui (correttami te Mote Caflìno)co'lGradenico;uénecoil gran nebbia,che no
H conoiceuano l'un 1 altro: talché da amèduc le parti fu Atta molta uccilione,reiUdoui morto il Gradenico.
Q^V A • R- T O. io?
ualU.Ter queflo accidente le geriti Vinitiane non fi affair andò più dì (la-
re à Cafona; fi ritirarono nel Borgo di S. Mar co, affettando, che da Vine-
tia uenijfero nuottc genti. Ma Tagol ditelli,] poiché fu proueduto di fan*
ti, hauendo fatto con le pianate fegno di y n ter e a fj aitar Cafcmaì& co-
fi credendo i Ti fimi, p afiato all'improuifo U firme d'arno ; pò fé il campo
al Caflello di Ènti, hauendo prima mandato tre mila fanti ad occupare i
poggi uicini: & e ondottoui con copia grande di guadatoci l'artiglierie per
la aia del Monte con marauigliofa difficidtj,pcr l'afpre^a delcaminofio
prefe perforila il fecondo giorno dapoi che u'hebbe piantate l'artiglierie*,
fu eletta da Vagolo quefla mpr 'eja,per che giudicando ,cheTi fa biella qua
le era oflinationcnufiimabile, co fi nel popolo, come ne' contadini , che ui
fi erano ridotti dentro , & già tutti per il lungo ufo erano di ucntati [offi-
cienti nella guerra ; fuffe impoffibile a pigliar per for%a,eJfendcui poten-
ti gli aiuti de V miti ani, & la Città per feflefia molto forte di muraglia ;
bebbe per migliore configlio attendere a con fumar la, che a sformarla : &
transferendo la guerra in quella parte delpaefe,che è dalla man dejlra del
fiume d' jLr no, cercar di pigliar quei luoghi, cjr far fi padrone di quei fili,
da' quali potefie e fiere impedito ilfoccorfo,che ui andafje per terra di pae-
fe forestiero : & però fatto,dopo l'tfpugnatione diButi,un baflione fumo *
ti, che fono [opra à S. Giouanni della Vena;andò a campo alBaflionesche
freffo a Vico ha neano fatto i Ti funi , conducendo ui con la medefima diffi- vicoptànt?
cultà ly artiglierie:^- prefo nel mede fimo tempo tutto il Valdicalci,&fat ai vitello fu
'pfopra Vico T fino in un luogo detto Tietra Dolorofa, un'altro baftio- £/e* d,1^"c
ne,per impedire che non u entr affé foccorfo alcuno ;tene ita, o tir a queflo,af Ma de* bora
fediata la forteti dilla Verni e ola. et perche i Tifani dubitando nofuf- S"1 Jc
fé affaltata Libr afatta , & V 'aldi fer ch'io, fuffero] meno arditi a difeofiarfi qual» Wtfc!
da V falera il Conte l\in uccio fermato fi con altre genti in Va!dinieuok:et grafie ma-
nondimeno quattrocento fanti ufeiti di Tifa ruppero ìfanti,ihe negligete ni ■' è ,da. uc-
mente alloggiauano nella chiefa di S. Michele per l'affedio della Verruco- d" B^mbo
■la. Ma Tagolo acqui$ìato,chcbbe il Baflione, ilquale fi arrìde con fatuità nelilM»
4i ridurre l'artiglierie a Vico Tifano; pò fé il campo a Vico, non da quella b Quattro.
parte,doue, quando egli ui era alla difefa,l'haueuano poflo i Fioretini,ma cerno fami
-uerjo S. Giouanni della Vena,donde s'impediua il uenirui foccorfo da Ti- naCccorfi"&
fa:& hauendo gittata in terra con l'artiglieri e, no piccola parte delle mu <*ice ch.e q-
pk;qjidli di dentro di/fcrandofi d e ff ere foce or fi ; *s arrenderono faluo l'ha f^l^i
jtere,& le perfoncsfbauentati da perfeuerare ostinatamente infino all'ulti settembre
mo:percke il Vittlli,qua;:do tfpugnò Buti,haueua,per metter terrore ne q4Uai i cauli
gli altri, fatto tagliarete mani a tre bombar d'ieri Tede] chi, eh e u erano de h de.' vi"'-
tro,*r tifata la uittor'u crudelmentc.Trtfo Vico htbbef abito occafione ìa'qua'fi tut
tC un altra profferita: perche le ?'c ti, ci/ erano in Tifa^fberado effere facile *} Pr.efl » * *
V n ii>- r •// rt- j-^- ~ ; /• • r r » fanti per U
-./ efpugnare, ali improuifoil bajtionedi Tietra Doloroja;mfi prefentarono maggior pac
• innanzi giorno con dagmto canai leggieri3& b molti fantima trouadom *c fualisiali
0 refijten-
LIBRO
t$ftntgx maggior di quello,cbe s'erano perfuafi; uìperderono più tepo ,
rfte non balenano difcgnato: in modo,cbe efiendcfi, mentre da tutto C affai
totfeopcrto Vagolo sii quei monti,ilqu ale con una parte deii'ejjl retto andò,
uà a [occorrerlo; ritirando/i iter foTtfayjcontr arano nella pianura uerfo
CalciVitcllo%£Oyuenuto in quel luogo con un altra parte dt ile genti per
impedire loro ti ritorno : colquale mentre cómbation'Q,fopr a acuendo Ta
golo-fi meffono in fuga perduti molti caualliy& la maggior parte de' fan-
ti . Ma in queflo me%o i Fiorentiniybauendo qualche ìnditio a dal Duca dì a
Ferrara,&da altriycbe i V 'initiani ballettano inclinatione alla cocordia,
ma che ui s indurr ebbono più facilmente Jerome pare uà couenirfi alla di
gnità di tanta J\epublica,fi procedere con loro con le dimoftrationiynon co
me con uguali,ma come con maggiori Riandarono yper telare la loro difvo
fìttone jtmbafciatori à Vinetia Guia" \Antonio Veffucciy& Bernardo Rji
cellai,due de* più bonorati cittadini della loro J\epublica:ìaqital co fa fi e-
vano ajlenuti di fare in/ino a queflo te-mpo;parteper non offendere l'ani-
mo del Kg Carlo;parte,percbe mentre fi conobbono impotetiad opprime-
' re i Ti fani'ybaueuano giudicato douere effere inutili i priegbi,ncnaccopa-
gnati,nècon la riputatione,nè con le forirerma bora,cbe l'arme laro era-
no potiti in campagna, & il Duca di Milano feoperto totalmente contra
iVinitianhno erano fen%afi>eraxa d'hauere atrouare qualcbe modo d'ho
nefla copofitione:perògli <Ambafciatori,riceuuti bonoratamete, 'iirodot
ti al Dogey& al Collegio poi che bebbono feti fato il no ui effere andati pri
ma jimbafeiatorip diuerfi rifl>ettì,nati dalla qualità detepiy& dattarif
accideti della loro città-ydimadarono liberamente , cb e s'aften e/fero dalla
difefa diTifaydimofiradocofidarfi d'ottener quefla dimqday febe la Bgpit
blica Fiorentina non baite uà dato loro caufa d? offender la, & per ebe batte
do il Senato Vinitianobauuto fempre fama di giujìijfimo ; non vedeuano
douejfe partirfì dalla GlVSTlTlUdaqualeyeftedo la bafa,e'lfondameto
di tutte le uirtù; era couenienteyche ad ogni altro rifletto fu fi e antepofta,
tAllaqual propofta riffofe ilDoge3effere la uerità,cbe da' Fioventint no ba
nettano riceuuta in quelli tepi ingiuria alcuna}nè efiere il Senato entrata
alla difefa di Tifa f defiderio di offendergli 3m a febcybauedo i Fior etini fo
In Italia feguitata la parte ¥ràcefe;il rìjpetto dell'autorità comune batte
uà indotti tutti i Totentati della Lega a dare la fede a' Ttfani d'aiutargli
a difendere la Libertàiet che fé gli altri fi dimenticauano della fede data;
nouoleuano effi,cotra il cofiume della loro Bgpublica imitargli in co fa ta
toindegnaima che fé fi proponeffe qualcbe modo, mediate ilqualefi tonfi*
1 nafte a Ti f ani la libertàydimoflrer ebbono a tutto1 7 Modo , ebe né cupidità
particolare ynè rifletto alcuno delCinter effe proprio, era cagione di fargli
terfiuerare nella difefa di Tifa . Difputatofi poi per qualcbe giorno qttal
foteffe efiere il modo da fatisfare all'una, & all' 'altra parte: né uolendo ò
4 VinitianiiV gliOraton fiorentini froporne alcune: furono conteti, che
1'J.mba-
Q^ V A R T Ó. *06 a La*ep»
Fjtmbafciatort de1 1{e di Spagna,cbe gli confortaua alta concordia ; sirfr £«« <Jj fio
tcrpontffe tra loro:ilquale haucdo propo(ìv,cbe i Tifarli ritorna fiero alla- do intero"
ivwtion de Fiorentini, non come fudditi,ma per raccommandati, &oon>, j£* ./ >[***'
^» ■ i i ai' ■ ii »»"j». nani cerca-
<7//e//^ medefìme capitolationuch erano /tate coneediite alla * citta ai;T?%- uano di uè,
ftoia,come cofa media tra laferuitu, & la libertà; rfiofero i V'mitimyy \*™x \^$x
?\(07\( conofeer parte alcuna di libertà in una città: neUnquak Ufortt^ heueua con
%e,& l'amminiftratione della giufìitiaf afferò in poteftà d'altri: donde gli p,^.^
Oratori Fior entini,nonfper andò d'ottenere cofa alcuna ; fi partirono da goaffòiuta-
Vinetia>affai certhche i *> Vinitiani non abbandonerebbono,fe non per ne- J^bafaSS?'
cefjptdyla di fé fa di Tifa; dotte continuarne te mandavano gente: né da prin j» «i m&H
àpio i erano flati con molto timore delfìmprcfa dtr Fiorentini f^onflderan daiè'di uo!
dolche per non fi effere cominciata al principio della T rimaner a^non potè l« ìl.do,fi'
ttènò flave molto tempo in compagnia offendo il paefe di Tifa per la baffe^ ^°t0t com*
7p fua,moltofottopofto allacqtta,et perche Jmiendo faldato, di nuouofot c™ ««m*
Po'l D uca dy orbino, alquale dettono il titolo di Governatore, et fiotto alci* D"DiceiiB^o'
ni altri condottieri cinquecento b uomini d'arme,& hauendo diuerfeintel naceorfi, c«
Vigènti e ,h aueuano determinato^ per diuertirei Fiorentini dall' offe fé de* vincSfiì!
1?ifitnì9d4 rompere la guerra in altro luogo, di fegnando dipoìydifar mito- • gii orato»
tterTiero de1 M e die i}per conforto delquale,foldarono con dngento bttomi u^chc m
ni d'arme Carlo Orfino,^r Bartolomeo d'jLluwno . T^è furono fen%a fpe- tiflcro,cf> u
rm%x d'indurre Qio nanni Bentiuoglio a confentire, chela guerra fi rom- ^ebbe n?5
ptfie a Fiorentini dalla parte di Bologna : perche il Duca di Milano {de- ?°fo*Gw
gnat a, che nella condotta a" iAnnibale fuo figliuolo , gli haueffe antepofii i ta hiciataPf
Pinitiani,& ncordandofi per quefla offe fa nuom dell'ingiurie uecebie, ri (j-fea> *Ì
txuutt fecondo dìcena da lui, quando Ferdinando Duca di Calaurìa pafìb metti ì Me*
m I{pmagna; ìraueua occupato certe caftella poffedute per caufa dotale da *™ m *N
jlltfiadvo fuo figliuolo nel Ducato diHilanomèfi afleneua da asteggiar c AgC.cipéfcg
le con ogni dimoflratione. Ma hauendo pure finalmente per interctfjìone la fàstteé
de3 Fwentini,reflituite quelle caftella; fu interrotto il difegno fatto diro | mczopotl
ptre la guerra da quella parte: però fi sformarono i Finitiani didifporre lif^°,a' fr
/ Sane fi a conceder e, che e'mouefiero l'arme per il tenitorio loroz& daua di fop« <h*
$eranfradi ottenerlo , oltra l'ordinaria difpofitione contra i Fiorentini ♦ £ectt0 a&?^
la diuifione che era in Siena trai cittadini : per che hauendo fi Tandolfo fowa»i;
Tettucci con tingcgno,& aflutìafua arrogata autorità grande; piccola ntLnciit
Bvrgbefifuo fuocerOy& la famiglia de Belanti >a' quali era mólefta lafua *.a 266. filw
potentia;defiderauanofi concedere il pafio dal D uca d orbino, & a gli Or j° agjjg*
fini: i quali con quattrocento huomini d'arme, due mila fanti,& quattro a cb'fDu^
cento Stradiottifi erano fermati per commeffione dt* Vinitiani alla Frat- <£o £ v&j*
tn nel contado di Trugia ; & allega nano, che il fare triegua co* Fiorenti- oAni era
niy come faceuainflantia il Duca di Milano,& come confortaua Tandol- ^^J"?
fcnon era altro , che dare loro commodità difpedire te cofe di Tifa; lequa & quello fo;
tyfcdiwptrcbiono ì àntù fin potenti a offender gli \ per òdouer fi traJrìdo s^^icf
0 a frutto*
LIBRO)
frutto delle occaftoniycome appartiene a gli buomini prudenti ; fi ire edì
flauti in non fare con loro altro accordo, che pace,riceuendo la ce/jìone del
le ragioni di Monte Tnlcmno : la qual ceffone fapeuano i Fiorentini cflì-
re oflinati a non uolerefare : donde di neceffit a fi inferma il confntire 4* x
Vinitianitappreffo acquali bàuendo effi occupato il primo luogo della gra
tia;(j>erauano facilmente abbajfare l'autorità di Tandolfoiilquale ef-
i UcófTgio fadofipcr i conforti del Duca di Milano fatto autore ddC opinione con-
te Pand^ifo traria;non htbbe piccola difficultd afofienere il fio parere: perche nelpo*.
non metter t°l° potèua naturalmente l'odio de 'Fiorentini,^ era molto apparente la
f fteflì in per Cita ftone di potere con quello terrore ottenere la cefHone.di Monte Tul
Icrunup de • ; ; .ili.* - ) /,. j; r • f 7 ;
fiderio dof. ciano : laqual cupidità accompagnata dati odio ;paueua più for%a,che la
fendere j ni confi derati ohe allegata da Tandolfo de' trauagli ,chs jcguiterebbono la
le alia fauo- guerra,accoflandola alla caja propria^ de pericoli > ne'.quali coltepo
h dei ! «uai- gli eondurebbe la grandezza de Finnìtiani in Tofcana: di ebe dice uà a no
tegheizàiJì efière necejfario cercare gli effempi d'alt ri ', per che era fresca la memoria^
ucdicatfi co cbe l'ejftrfi l'anno mille quattrocento fettant otto adhtrìiì a Ferdinaado-
fari Tuoi fi ì? l$e di Tslapoli contra i Fiorentini ;gli conduce uà totalmente in feruitùfe
f?jò "?brir Ferdinando peri' occupatone, che Maomet Ottomano fece nel B^gnodi
uaica/ dai" ls(ap$li detU città di Otranto ; non fu fé flato cofiretto à riuocare la per-
roetSfi' -& fortà d'Mfonfofuo figliuolo, & lefue genti da Siena : \ea%a , che per ibi-,
ìeruitu dura Horie lopoteuano hauere notitia , che la mede/ima cupidità dì offendere
& aipra. ì Fiorentini per me^o. del Conte. di uirtù,&. lo [degno conceputo per conta
h 1 capitoli del mede fimo Monte Tutelano: era flato cagione,cbe da fé beffigli hauef
della tregua fero fottomejfd lapropriaTatria. Lequali ragioni, benché vere, non effet\
tinu^sene do baftmtià reprimere Tardore,& gli ajfettHoro;nonJlauafenira perjc^
fi* furono; forche età gli auerfarif fuoi non fi fufeitaffe qualche tumultó,fe no che egli
fe n battio- prevenendo ; tirò all'improuifo in Siena imiti amici Juoi del contado , <jr
»edi Valla-
no: che
detto
itlO- V* L*f>CftCfi*lV j Irli V **t>l/ lfllf/1 vjnt/v un c/.o»»"-r ,r»vi.*r •*.,*.*« j vnv m-w.» »vi.i>n»v j \jt >
ff- operòiche nel tempo medefimei Fiorentini mandarono al Veggio imperia
te?o le trecento buomini à' ar me, & mille fanti : con la ripntatione delinquali
. loquale accordo diuentaio maggiore Tandolfo ^potette
Aimkj ne ». poco poi fare ammazzare il f noe ero, che troppo arditamente, attrauerfa-
QfcndelFio naifuoi dijegni: & tolto via quefto emuloy&Jpauentati gli altri ; con^
lentini per fermar fi ognidì più nella Tirannide. Triuati per quefla concordia i Vini
B^ònacéor- t'tani dalla (peranza di diuertire per la via di Siena i Fiorentini dalla im-
*•• prefa contra i Tifani , ne hauendo potuto ottenere da Terugini di nino-
Herefarmeperiltenitoriotoro^deliberaronoditurbargHdalLipartedi
Q_V ART O. 107
fyWAgna yfyerado d'occupare facilmete colfiuore,etadberentìe uaccbie,
che uibaueua Vitro de' Medici,ì luoghi tenuti da loro ne It \à pennino. pe-
rò ottenuto dal piccolo Signore di Faenza ilpaffo per la ualle di Lamone,
con una parte delle genti che baueuano in J{omagna,con lequalift congiu
fero Viero,& Giuliano de' Med.ici, occuparono il Borgo di Marradi, potto
full' spennino da quella partente guarda uerfo Romagna, doue non beò
bono refiflcn^a: perche Dionigi di ls[aldo,huomo della medefima Falle, a j^^"®"30
foldato con trecento fanti da Fiorerà ini,percbe infume copaefani lo difen che Dionigi
de$c;men ò feco sì pochi fanti,che non bebbe ardire di fermar tufi : &fi ac x^tilhcih
campa rovo alia rocca dì C^ifliglione, che è in luogo emincte fopra il Borgo fotte da' fio
predctto}fperando di ottenerla, fé non per altro modo,per il mancamento, ["deUàpo
che fapeuano efferui dì molte cofe,& fpecialmente d'acqua , & ottenendo- contra i iti-
la, rimanere loro Ubera lafacultà di pafjare nel Mugello , paefe uicino a ^"o^on*"
F:ren^e;ma alle pìccole prouifioni,che ni erano dentro; fupplì la cofìatia lua compa-
re/ Cajtellano: & al 'mancamento dell'acqua l'aiuto del Cielo: perche una g,™ ^J^[
notte pioime tanto,che ripieni tutti i uà fi, & ciflerne;rettarono liberi da di Lamone:
quefla difficoltà: & in queflo me^o il Conte Ranuccio col Signor di Tìom- cnt^cln*
bino,& alcuni altri condottieri accollati fi per la uìa di Mugello in luogo 1J°- foWati
propinquo a nìmiciigli colirinjero a b ritirar fi qua fi fuggendo : perche fa ™ di caftf-
cendo fondamento nella prefle^a;non erano andati a quella impreja mol glione di
to potenti:& già il Conte di Gaia'zgo mandato dal Duca di Milano a Coti che difcorda
gnuola con trecento h uomini d 'arme, & mille fanti,& il Fracafi a foldato da ^ucfto
del mede fimo Duca, che con c cento b uomini d'arme era a Furlì ;fi ordina
uano per andare loro alle (palle, però uolendo euitare queflo pericolo-, an- b 1! Secreta
darono ad unir fi col D uca d'Vrbino,chefi era partito del Terugino,& co "° néuib!"
l'altre genti de'Vinitiani,lequali tutte infìeme erano alloggiate tra Raue a caP- \^'
na,& F urli con poca fperaxa. d'alcuno progreffo,effendo oltra le for7ede' fi°Yelperò
F ìorentìni iinRomagna cinquecento buomini d'arme cinquecento baleflrie n° m'inga^
ri,& mille fanti del Duca di Milano,& importando molto l3o(ì acolo d'I- "^ pé" tan°
mola,& di Furlì . Ma in queflo mero Tavolo Vitelli,poi che dopo l'acqui li an,n,i che
n j-xt- r 1 1 1 1 \ j ìi ■/* A- ■ r nonlhoue
Ilo di Vicopijano bebbe ,per mancamento delle prouijiom necefj arie, jog- duto;difcor~
giornato qualche giorno, continuando nella medefima intentione d 'impedi re inj°rn?.
re a V fani la facilità del foccorfo\fi era indirizzato all'imprefa di Lbra ma,C& alio
fatta : & per accollar ui fi da quella parte della te rra, che è più debole,& *lato .d'a™é
fuggire le mohftie,cbe potcfftro effere date all'efferato impedito da arti- citi.
gl'.£ri>& carriaggi,lafciata la uia,cbe per i motifcende net piano di Tifa, , .
& quella, che per il piano di Lucca gira alle radici del monte ; fatta con gne ifgIùo"
moltitudine grande di zuaftutori una nuoua uia per i monti,& efbuznaio naccorfUoo
/ / • j r 11 a »• / ìrr * , , huomindar
per il camino il giorno ìnvdejirno il bajlione di Monte maggiore , fatto da me di piu,&
Tifini in falla jommità del mont c;fcefe ficuriffimamente nel piano di Li- 50o.fai.ù;&
bra fatta: all-af itale acculato fi il giorno feguente,& neceffitati facilmen- tk il Fra
te ad arrenderli 1 finti mejfi a guardia di Totito , & Ca/lel uecchio , due £alIa "
0 3 torri
LIBRO
torri di/latiti luna dopo V altra per fi cedo (patio a Librafatta; piantò dal
la fecondatone^ da altri luoghi alcuni pe^j d'artiglieria alla terra
bene proueduta,& guardata ; perche ui erano dugento fanti de Vinitia-
ni : da quali luoghi battendo la muraglia da alto,& da baffo ; (però il fri
mo giorno di ejpugnarla : ma ependo la notte perauentura rouinato urìar
co della muraglia ; quella materia al^ò quattro braccia il riparo comin-
, ciatoui; in modo ,che Vago lo hauendo tentato in uano tre giorni difalirui
con lefcale; cominciò delfucceffo non mediocremente a dubitare, riceuedo
l'efferato molti danni da vna artiglieria didentro, che tiraua per una bom-
bardiera baffa : ma fu l'indufìria,& virtù fua aiutato dal benefìcio della
fortuna (fen%a ilfauore dellaquale fono fpeffo fallaci i configli decapita
ni ) perche da vn colpo d'artiglieria di quelle del capo fu rotta quella 60-
bardai ammalato uno de miglior ibobardieri, che fu ffe dentro;^ p*f
so la palla per tutta la terra : dalqual cafofpauentati i di fen fori, per chef
l'artiglieria piotata allafecoda Torre;difficilmente poteuano affacciar jt;
« che fu a ft arrider ono il a quarto dì: & poco poi la rocca, affettati pochi colpì d'ar \
£rccdì °"°" tìglieriayfece il mede fimo. Kdcquiftata Vbrafatta atte fé a fare alcuni ba ~(
nclquaigior ftìoni in fu imoti uiemuma (opra tutti uno fort > ;& capace di molti huo-
£Sbwfa?tafa M'm'lfopra S.Maria in camello, chiamato dal mote,mfui quale fu poflo il
dal vitello, Bacione della V etura jlquale (cor reua tutto il paefe circe/late; «r doue è
iwccoilffcri fama efferne anticamente flato fabricato un altro da Caflr uccio Lucchefe
ne. Capitano nobilifflmo de'tepifuoi; accioche guardadofi quejlo,ct Lìbrafat
, . ,j ta,re(laJfero impedite le comodità,che p la via di Lucca,& di Tietrafan-
Bembcche ta potejfero andare a Tifa.Ma no ceffauano i Vinitiani di pefare a ogni ri
fecc'o'fabri medio f folleuar e bora f uia difoccorfo , bora codiuerfione quella Città:
caie un ci- dellaqual cofa accrebbono loro (per a^a le difficultd , che nacquero tra il
corrodi lì" Df4Ca diMilano,& ilMarcbefe di Matoua,codottofi di nuouo co lui:ilqua
tra fatta per le ,f no priuare del titolo di Capitano generale delle J uè geti Galeaxj^o da
m^taat» s* Seuer ino, maggiore appreffo a lui perfauore,che per uirtù}haueua prò
rane di Pao mefìo al Marcheft di dargli infra tre me fi titolo di Capitano Juo Genera-
cheVp« una k a comune,ò co Cefare,ò col Totefice,ò col %e Federigo,ò co Fior è tini ri-
miti* entrò che no hauedo efequito nel termine promeffo,perche medtfimamete a que
&L?bMf£ fio Galea'zzp repugnaua,& aggiugnedofi difficultà per cagione de paga
ta fi tenne menti;il Marche fé voltò l'animo a ritornare a gliflipcndij de Vinitiani , i
?r°e "forni!* Hm^ tratt anano di madarlo con tr eceto huomini d'arme a (occorrere Ti
in ultimo fi (a:ilche pnfentando Lodouico;lo dichiarò con conjentimeto di Galeazzo
lóf dVche0 Capitano fuo,& di Ce(are: magia il Marcbefe andato a Vinetia,et dtmo
gei no fifa [Irata al Senato grandiffima con fi denti a' d'entrare inVifa,non oflante
mcntione. i>0^0fttione delle genti de' Fiorentini; fi era ricondotto con loro & ri-
ceuuto parte de' danari > & ritornato a Mantoua ; attenàeua à metter-
ft in ordine : & farebbe entrato preflo in camino , (e 1 Vinitiani baucfje-
'*' ro tifata la medtfima celerità nello jpedirlo , che haucuano vfata nel
condur-
Q^V A R T O. ros
condurlo : allaqualcofa cominciarono a procedere lentamente : perche ef '^^J*
fendo fiata di nuouo data loro fferan^a d'ottenere per me%p d'un tratta- detto di io-
toytenuto da certi jeguaci antichi de' Medici Bibbiena,CafleIlo del Cafen- J^JJ'J £
tino ; giudicauano,che per la difficultà delpaffare a Tifafttffepiu utile at prcuétioni ,
tendere alla a diuerfioney che alfoccorfo ; dallaquale tardità il Marche fé * rc^ d£
fdegnato;di nuouo fi riconduce co Lodouico con trecento huomim da rme, uincono le
&con cento caualli leggieri, con titolo di capitano Cefareoy& fuo, *> me f ^"*c:.?b
nendo a conto de gli (lipendvj uecchi i danari hauuti da loro. Islon era [la- rettifica: ma
tafen^a qualche (ofp etto de Fiorentini la pratica di quefio trattato:an%i 2l66 0f"c02*
oltra molte notitie hauutone generalmente; ne haueuano non molti gior- meglio ho
ni innanzi rìceuuto auifo più particolare da Cologna. MaSQJiO inutili toTdicemù
i configli diligcnti,& prudenti^ andò Ctfjecutione procede con negligen- j^^™*
tia> & imprudentia. llcommeffario, il quale per afficurarfi da queHo pe- tiochc la d""j
ricolo, [ubito ui mandarono ; poi che hebbe ritenuti quegli, de* quali fi ha- «erfione è
n. n i * /• •• i ir / n ■ j mezopotea
ueua maggior foretto, & che erano confàf della cofa^cjtata mpruaen- Ciffim0 ant
temente fede alle parole loro; gli rilafàò:& nell'altre attioni fu fi poco di "j;*0"^1
ligente, che fece facile il di fegno ali filmano f deputato ali* efiecuttone di mo\ti 3itr|
quello trattato : perche hauendo mandati innanzi alcuni cavalli, in hab - ^UQT1 > è^
* ,. . j . \ ... . . ^ i v .i « Chiaro per
itocdi uiandanti,i quali dopo hauere cavalcato tutta la nottef& giunti m un bcii./H.
fui fare del giorno alla porta,Ì occuparono fen%a difficultà, non hauendo 3£ jj^j
il comeffario poHaui guardia alcuna,ne almeno proucdutoychela fi aprif tichiflìmo
fé più tardi,che non era confueto aprir fi ne tempi no fo$etti:dietro a que ["^^
fti foprauennono di mano in mano altri caualli,che haueuano per ilcxmi- città noftr»
nodata uoce di efere genti de' ditelli: & leuatifi in loro fauore i Cdgiu- Jlia$2|J*|
rati ; fi tnfignor irono preflo di tutta la terra : & il mede fimo dì ui arriuò cjp z i7. da
l' Mutano; ilquale, benché con poca gente , come per fua natura jpingeua J Aragona «
con incredibile celerità fempre innanzi le occa fiorii ; andòfubito ad a fi al- che per di-
tare Toppi Cafiello principale dì tutta quella ualle: ma trouataui refifle \"^lln^s
7g\fi fermò ad occupare i luoghi uicim à Bibbiena, ben che piccoli^ di pie gu fòfle-mof
cola importanza. E1 /'/ paefe dì Cafentino,f me%p delquale corre il fiume carlao; aène
d \Arno, pae fé flr etto yfler ile, & montuofoyfituato a pie deli alpi dell'alpe con lui a car
nino,cartche alibora,p e fiere il principio della uernata,di neue : ma paffo ^[\ou d?
opportuno ad andare uerfo Firì'Zg , fé all' Muianofuffefuc ceduto felice- £ou« fi ìh
0 4 mente JLittiVl
a corpo corpo:& cofi lo fece partir d'Italia, che non gli moleftò la Sicilia. '.Leggi ancho della Diuerfionc Pro-
copio nel lib. 3. & Ltonar. Aret. nel lib.a.de bello Italico,& nel 3.
b 11 Bembo dice, che il Duca di Mantoua hebbe titolo di Generai di Maflìmiliano, de'Fiorentini, oc del Dn
ca di Milano. De'denari da eflo ritenuti a conto de' fuoi ftipendi, dice il Buonaccotiì il medeGmo:ma il Bem-
bo dice, che <ii cento libre d'oro; egli ne reftituì nouanta : & l'altre dille hauerle date a' foldati.
e Non di mandanti, dice il Bembo, ma fingendo d'efler foldati Fiorentini , ch'andalTero in quelprefiiio;
con la quale arte haueuan prefò prima il nobil Monafterio di Camaldolt: il (uccello della quale hiftoria è d f*
fufamente (critto da Don Agoftino Fiorentino Monaco CamaldolefcncU'hiltorta della Tua &$Uf£tooc, & da
Pieno Delfino General di quella Congregatone in una Tua epiftola a Monfig. Pietro Barozzi VcUouo di Pa-
doua. Il Giouio nella Vita di Leon x. non fa mcntioH di Camaldoli : ma dell' Auernia. Il Buonaccocfi fcriue
nel Tuo Diario, che Pier de' Medici, & l'Aluiano hauendo intendimento in Bibbiena > mandarono unca-
uallaro con lettere contrafatte in nome de* Dieci dt Balia di Fiorenza, a fare intendere, ch'apparecch affe-
rò alloggiamenti per Giulio Vitelli, ch'era a dietro con $ 0. caualli, fc che a qucfto modo, ia luogo del YiuUtf-
u'entrol' Aiutano con cento caiulh.
LIBRO
mente V affatto di Toppi: ne meno opportuno ad entrare nel Contado d'^t
re^o,& nel Valdarno,paefi che per efferc pieni di gr offe terre, & Cajlel
latrano molto importanti allocato de Fiorentini; i quali, non negligenìi
in tanto pericolo ,fattafubito proni fione In tutti i luoghi, dotte era>dibifo
gno;oppreffono un trattatole fi teneua in jLreTgo: & [limando più che
altro /' impedirebbe i Vinitiani non mandaffero mi Cafentino nuonegeti,
a Andò il U nato di quel di Tifa il Conte Rinuccio;lo mandarono Cubito* ad occupa- A
Conte Ri- /r j ti* * • ** tVi i ^ , r
Buccio alle rc ; faJP dell spennino tra Valdibagno,& la Viene a S. Stefano:& non-
BaJ" ~n dimeno non potettono probibire,che il Duca dVrbino,CarloOrfìno,& al
min d'ai - tri condottieri non paff afferò: i quali bauedo in quella natie jettececo buo
lc*\\le°V m*nì dàmiey&fei milafanti,& tra quefti qualche numero di fanti Tede
ti. fchiioccuparono da pochi luoghi in fuor a tutto il Cafentino ■: & di n uouo
, . tentar onoyma inuano di pigliare Toppi.Verò furono neceffitati i Fiorenti
Bcmbo,eche nijfecondo che era flato lo intento proprio dt vinitiani ,o uolgerui del Co-
Paoio vitei- tado di Tifa b Vagolo Vitelli con le fne genti ylafaado con guardia fufficie £
ucaifle1 in te le terre import anti,& il baflìone della V etura. Ter la giunta detyuale
cafentino ne[ Cafentino i Capitani Finii iani,ch >e fi erano moffì per accampar fi Udì
fuTimo affai mede fimo intorno a Trato vecchio fi ritirarono . Venuto Vagolo Vitelli
to aiu città nel Cafentinoyet unitofifeco il Fracajfa c mandato dal Duca di Milano ca c
cinquecento huomini d arme,& cinquecento fanti in fattore de Fiorentini;
e vi madò ridufìe preflo in molte difjìcultà i nimici,ffarfi in molti luoghi per lafiret-
2 'Ducaci0 te%^a de gli alloggiamenti: et perche per lafciarfi aperta laflrada dell ai
Milano fì- trare,& deWufcire del Cafentino, erano neceffitati guardare i paffi della.
S° uno V ernia >&Cbiuffi,& Montalone, luoghi alti mfull>Mpi,& rìncbiufi in te
de'i'uoi pri- p0 ajpriffimo in quella u allei non haueuano fferan%a di far e piunèquiu'h
mi rauonti
con
200. ba né in altra parte progreffo alcuno :perche m .Areico fi era fermato con
leftrieriaca dmeto huominidarme il Conte Rinuccio:& nel Cafentino,poi che no era,
uallo: ilqual .A* . - ..... ...» J^ ■ \ r ~ 1 ì
s'unì con rwfcito da principio^ occupare Vopphne jaceua mometo alcuno il nome
cafémin11 ^ 'Medici, hauendonimici gli huomni del paefe,nelquale fi poffono diffidi
Buonaccox- mete adoperare i caualli\baueuano innanzi alla uenuta del Vittlli,riceun
fi* to già molti danni dapaefani:& però intefa la uenuta loro, & del Fracaf
ja,rimandata di là dall'alpi una parte de7 carriaggi^ dell'artiglierie ;
flrinfono infieme quanto comportauala natura de' luoghi le genti lorouo
tra i quali il Vitello deliberò feruar e la fua c5fuetudine3cbe era più toflo,
per ottenere più ficur amente la uittoria,non bauere rijfetto ne a lunghe^.
* %a di tempo, ne al pigliar e molte fatiche,nèuoler e, per r Riarmar e lajpe-
fa,procederefen%a molte proni fioni, che per acqui/lare la gloria di tance
re con facilità,®* prette^a ; mettere in pericolo infieme colfuo efferato
l'euento della co fa .'perciò fu nel Cafentino il con figlio fuo non andare [ubi
to a ferire in luoghi piuforti,ma sforar fi di fare da principio abbàdona-
re a1 nimici i più deboli, & chiudere i paffi dell'alpi, & gli altri paffi del
faefe- co 2uardie,con bafiioni,cd tagliate difirade,& altre fortificatali ;
ac doche
Q^ V A K I U. io?
accioche non potcjfero cffere foccorfi da nuouefor^ejiè baucffero facultà
d'aiutare da un luogo quegli, che erano nell'altro : frerado con quello prò
cedere Sbattere occafione d'opprimere molti,& che il numero maggiore >
che era in Bibbiena Je non per altro,per le incommodua.de caualli,et per
mancamento di uettouaglic fi co[umertbbe\colquale cofiglio hauendo ricu-
perato alcuni luoghi mini a Bibbiena poco importanti per fé Utjfi,ma op
portimi all'intentione,con laquale haueua prefuppoflo di uincere laguer
ra;& facendo ogni dì maggiore progrefio ; fualigio molti hiiomini d'arme
alloggiati in certe piccole terre uicine a Bibbiena : & per impedire il ca-
mino alle genti de' emiliani , che per f occorrere ifuoifi congregauano di
là dall' Mpi; atte fé ad occupare tutti i luoghi che fono attorno al monte
della Fermala far e tagliate a tutti i p affidi confi anti;di maniera, che
credendo continuamente le dìfficultà de' nimici,& la careHia del uiuere ;
molti di loro alla sfilata fi partiuano: i quali quafifempre per l'ajj>rc%£a
de pifferano, ò da' paejanifoda' faldati fualigiati.Quefii erano i progref
fi dell'arme tra i Finitiani,& i Fiorentini: & in quejio tempo mede fimo,
con tutto che gli jLmbafciarori Fiorentini fi fuffero ftn%a$er*n%a alcu-
na di concordia partiti da Vinetia\nondimenofiteneua a Ferrara nuoua a Ha tocc<>
pratica di copofitione,propojìa dal Duca di Ferrara per opere de' Viniùa quella cfciu
niiperche già molti,&di maggiore autorità di quel Senato biracchi dalla f°anecare.1 f;
guerra,chefi foflentaua con grauijbefe,et con molte difficultà3& perduta fa. z. & in
la jperan?ad'bauere maggiori fucceffi nel Cafentino ; defiderauanolibe- ^°0mac* '
rarfi dalle moleHie della difefa di Vifa;pure,chefi trouajje modo, che con io*. ùq~? .
honefio colore potè fiero rimouerfeneMàmentre , che in Italia fono per le j^heai i" .
coje di Tifa quefli trattagli; non cefiaua il nuouo P\e di Francia d'andar fi pa'erano^fa
ordinado per asfaltarci anno feguente lo flato di Milano, con f\>era%a d'ha "UJ^C 1° fc.
uerefeco congiunti i Vinhiani: i quali, in fiammati da odio incredibile con putfe de'pa-
tra il Duca di Milano itrattauano grettamente col^e,mapiufirettamen J"1^. ££*
te trattauano infieme il P\e,& il Pontefice: ilquale » efclufo del paretado £eAr*S™au-
di Federigo,et continuandola medefìma cupidità del^egno di Napoli, uol &ft[ B. £
tato tutto t animo alle fyeranze Frane e fi ; cercaua $ ottenere per il Car- gjpj^
dinaie di Valenza dar lotta figliuola di Federigo, che non riceuuto anco- uapfeno."
r a marito ;continuaua di nutrir fi nella corte di Francia:di che battendoli
data ^eran%a ili{e,in arbitrio delqualepareua,che fuffe il maritarla ;il fo j^1 &.
Cardinale entrato una mattina in Conafìoro; [applicò al padre, & a gli tato di fo-
altri Cardinali, che attefo il no hauere hauuto mai l animo inclinato alla g£ fritti
profeffioneSacerdotale;glicdcedt(Jero facilità di lafciare la dignitàri l'ha ^^J^f
bìtOypfeguitare quello effercitio,alquale era tirato da Frati :& cofi b pre le!JJ*3 c^a ^
fo Umbito fecolare\fi preparaua andare preflo in Fràcia,hauedo già il To P^clMg2
tefice promejfo al [{e la facilità di fare co l 'autorità jLpofiolica il diuorvo 0v4C a
co la moglie,el Bf dall'altra parte obligatoft ad aiutarlo, come prima ha jj™^*;
uejfe acquetatolo flato di Milano,* ridurre altubbidietia della fedia apo Jato;aI
iìoltcA
LIBRO
a ta mo ilic ft°ttca b Cltt* pojfidute da' Vicari^ di Romagna, et a pagarli di preferite
dei Re Lodo 3 o.mila ducati [otto colore d'efftrc necefjit.ito tenere f fua.cuflodia mag
bquaie*efl5 &0Yl foìXf'>come fi H congiugner fi col BSfujJe per muouere molti in Italia
uuicua far a cercare infidiofamente d'opprimerlo : per e fé cut ione delle quali conuen*
?o7dU0difU tioni,e il ^cominciò a pagarci danari, e ilTontefice commefie la caufa
cario «. fuo del a diuortio al Vefcouo di Setta fuo nuncio,^- a gli ^Arciuefcotii di Tari a
quHiafh"- V*& & J\°ano:nelqualgindicio per fuoi procuratori còtradiceua da prin
giiuoieua pi cipio la moglie del Re : ma finalmente battendo non meno a] o/petto i giudi
ftiu mozHe ci,che la potentia dell' auutr far io; fi conttenne con lui di cedere alla lite ,
ii'eflò Ke riceuendo per foftentat ione della fua uita la Ducea di Bcrri con trenta mi
Jrimaiichh lafrancln d'entrata: & cofi confermato il diuortio per fenten%a de* giù*
mo Giouan dici;non s'afpettaua per la difpcnfa,& conjumatione del nuotto matrimo-
gobba : &* w'° a^ro C^K l* venuta di Ce fare Borgia , diventato già di Cardinale , &
i-ultima An d'^irciuefeouo di y alenila, faldato, & Duca talentino : perche il Itegli
Vài Leu- hauea data la condotta di cento tancie,et uenti mila franchi di prouifione,
gna. ^ concedutogli con titolo di D uca, Valenza città del Delfinato con uenti
bDeueeflèr mila franchi d'entrata : ilqua le imbarcato fi ad Ofiia in fu nauili, mada-
notato in tigli dal I\e; fi condujfe alla fine dell anno alla Corte : doue entrò con po-
di ma°tfimo pa>& confafto incr edibile, riceuuto dal i^e honoratiffimamente : & portò
Bi° dhAa a* feco " CaPe^° del Cardinalato a Giorgio di lAmbxofaUrciuefcouo di figa
Brettagna,' wo> Uguale flato primo partecipe de* pericoli, & della medefima fortu~
nu.a^ed° nA del Balera appreffoa lui di fomma autorità . non fu nondimeno nel
hiacfqùai" principio grato il proceder fuo : perche feguit andò il configlio paterno; ne
Cun€DU°ltao &aua d'btuere portato feco la bolla della difpenfa,ff>erando,che il defiderio
M»n"roch« dell'ottenerla hauefìe a far e il I{e più facile a* difegni fuoi,che non farebbe
»uoC5cdh°S ^ memoria d'hauerla ricettata: ma e/fendo al Bgriuelata fegretijfimame
lei rafeeflei te dal Vefcouo di Setta la uerità ; egli,\arendogli,the in quanto a Dio ba
già che ai^ j}afje lcffi>re fata fpedita la bolla,fen%a più domandarla-^ confumò aper- b
to toccaua tamente il matrimonio con la nuoua moglie :ilche fu cauja,che il Duca Va
peruenHic3 untino non potendo più ritenergli la bolla, & battendo poi rifaputo effere
«juei Duca- fiata manifefiata quefta co fa dal Vefcouo di Setta;lofece in altro tempo
ìcrittohjji è morire occultamente di ueleno.J^è era meno follecito il Kg a quietar fi co*
fouo nd li. Trincipi uràni : però fece pace co' [{e di Spagna, i quali deponendo ì pefie
fec*!?'3 $ 5 ' Yl dette cofe d'Italia; non folo richiamarono tu ttì gli ambafeiatori, che ui
teneuano,eccetto quello,che rifedeua appreffo al Tonte fice ; ma fecero ri-
e Quefte(bi tornare Confaluo con tutte le genti loro in Ubatma , rilafciate a Federi™
ron fatte da tutte le terre di Calauria,che rftno a quel di hauetia tenute. Maggiore dif
';i r o^aTi $€Utì* era nella concordia col [{e de' F^oman'r.ilquale con loccafione di al
bu df Fran. cune e folleuatìoni nate nel paefe;era entrato nella Borgogna , aiutato a
«•ucócraCc
izic: 6c fu
quello effetto di no piccola fomma di danari dal Duca di Milano,chefi f- e
jhadeuajò che la guerra di C efare diuertirebbe il % di F rada dalle impre
Co rio.
2o- fé d'ltalia'}ò chef acedo fi covordia tra loro;ui farebbe cÒprefo,come dà Ce
fare
Q^V A R T O. » ito
l'are haueua certi ffime promeffe. Ma dopo lughepraticbcet agìtatici,il Re fé
ce nnoua pace co l ,Arci,lu:a,réacdogli le terre del Cotado di ^Artois : laqual
cofty perche haueffe effettori beneficio del figliuolo ccfenfi il Re de 'Romani
di far triegua co lui per più me fi fenica me e ione del Duca di Milano yColquale
pareua in queflo tempo [degnato , perebe non bauea fewprc fodis fatto alle * 0 "&*££
domande fue infinite di danari . Haueua olirà quefle cofe il Re confermata la tini co'i r e
pace fatta dall ' antecejforejuo col Re £ Inghilterra, & rifiutando tutte lepra- cnc jj?^ £[
tiebe,chegli erano fiate propofledi nccuere aqualche eompcfiticne il Duca ài (e da' vini-
MiUnoyche con gr aridi fjime offerte , & tifando grandi ffìme corruttele fi sfor- [àw^inJ
zana di induritelo ;cercaua di ccrmnznere Ceco in un tempo meiefmo i Vmi- «o dei rc .•
> • r. ■ . \ /• irr r * > ^' i i \ T st A ma ìmpo.e-
tianue i Fiorentini ; <& pero f acena grandijjima inflantia , che leuate l cjjeje lo a ^ ora
, coìitra i Vifani a ì Finiti ani dipo fu a fiero Tifa in fu a mano : & perche i Fio- tori, chequi
• • • r rr m • r r i- n- • 7 ; £ L • +■> co il partito
ventini tu con} enti]] ero yjff erma jegretamente di restituirla, loro fra urie uè te- di t-ai. l]ue .
poilaquale pratica piena di molte dijficultài& conccnendcui diuerfifini, & fto de£° <l-
f lrr< rr i • /* • ; -^- ■ • rr j to andaiie
mterejji;ju per molti mcji trattata nanamente -.perche i Fiorentmi,ejJendo ne innanzi; u-
cejfario , che in tal cafo fi collega fero col Re di Francia, & dubitando per la rafleto ogni
memoria delle promefe non offeruate dal Re Carlo, chel medefmo non inter- ch/tofie de
uenifte al prefente;non conueniuano tra loro in un mede fimo parere: perche la pofitaw »
citta agitata tra l ambinone de cittadini maggiori , er la licentia dclgouerno i0 v uejW .
popolare, & accoftatafi per la guerra di Tifa al Duca di Milano ; era tra fé ^a^ne° a.
medefima diuifa in ?nodo, che con diffi eulta le cofe di momento fi deliberaua- diFiorena?,
no concordemente,hauendo maffimamente alcuni die principali cittadini defi- & J^^e]
derio della uittoria del Re di Francia , altri incontrario inclinando al Duca di ouero nelle
Milano. Ma i Vinitiani quando benefuffero rifolute tutte l'altre difficultà del £*[}* £ede.
lo accordar fi col Re ; erano deliberati di non confentire al dijpofito 5 $erando cardinali ,
che,&nel rifioro delle (pefe fatte per foftenere Tifa, & nel lafciare la dfe~ ^j^hé
ifa di quella con minore fuo dishonore; harebbono migliori coditionineila b pra p03 r.0n ìt-
tica, che fi teneua a F errar adaquale da Lodouico Sforma era caldamente fol- J3yjjjj£
lecitata,per umoresche conchiudendo fi in Francia il difpofito ; non fi uniffero a internati
col Re amendue quefle Republkbe, & per la (peran^a, che componendoli qite £ J^™ ';" "
fta controuerfia in Italia, i Vinitiani haueffero a deporre ipenfieri di offender nu \o\o rtef
lo : per loquale rifletto >& al Re di Francia dijbiaceua la pratica di Ferrara , £j. }^e^
& il Vonteficeper trarre profitto de gli affanni d altrhcercaua indirettamen la bberame
te di perturbarla: perche effendo appreffo al Re in tutte le cofe d Italia ingrà t^^°3W$"
difjima autorità; fyeraua in qualche modo ■ fé il dipofto nel Re andana innan-
%ihauerui participatione.Ma a Vinctia in queflo tempo mede fimo fi confulta b ciò e din
ua,fe rtmouendofi il Re dalla dimanda del dipofitoallaquale haueuano delioe ta ia contro
rato -non confentire, douefero collegar fi feco ad offe fa del Duca di Milano, co- J^adj- "^
me egli con grandiffrtnainflantiaricercaua, offerendo di confentire ->cb e inpre fca vinìtia-
mio della uittoria confeguifero la citta di Cremona , & tutta la Ghiaradad- ^^^"^
da : laquale cofa, benché da tutti fuffe fommamente defiderata ; nondimeno Ca Hercok ■ ,
a molti pareua deliberatone di tanto momento , & tanto pericolo fa allo flato ^ p01 tu
loro
+ L ì B R 0
loro la mentici del Re di Francia in Italiane nel con figlio dì Tregatuche af>
preffo a loro ottiene ti luogo del Sanatole ne faceuano nane difiutat ioni : nel-
quale efiendo un giorno conuocati per farne l'ultima determinai ione, Antonio ,
Crimano huomo di grande autorit alarlo in quefiafenten^a.
Quando io con fiderò, preflantifiìmi Senatoria grandeT^a de benefici] fai
tiaLodouico Sforma dalla nofiraRepublka,laquale in quefii anni profanigli
ha conferuato tante mite lo fiato, & per contrario quanta fia l'ingratitudine
ufata da lui,& l 'ingiurie 'grauifi Ime, che ci ha fatte per cofirìgnerciad abban-
donare la difefa di Tifasallaquale prima ci haueua confortati-, & (limolati ;nón
pò fio persuadermi , che non fi cono fica per ciafeuno e fi ere necefario fare ogni
opera pofibileper uendicarfene: perche quale infami a potrebbe e fere maggio-
re,che tollerando patientemente tante ingiurie, mofir arci a tutto il mondo difi
miti dalla venero fità de noflri maggioriti quali, qualunque uoltaprouocati da
off e fé, benché leggieri;non ricufarono mai di metter fi a pencolo per conferuare
la dignità del nome Vìnìtìano, & ragioneuolmente: perche L E deliberatimi
delle Republiche non ricercano rijpem abietti, et pnuati,ne che tutte le cofefi
riferifehino alt utilità, ma finì eccelfi, & magnammi;per i quali fi augumenti
lo fbìendore loro ,& fi conferuila riputationedaqualenefiunacofapuftegm,
cheìl cadere nel concetto de gli huomini di non battere animo, o pò fianca diru
fentirfi dell ingiurìe,nUe\fer pronto auendicarfnco^
ria-non tanto per il piacere della uendetta , quanto perche la penitentiadi chi
tha offefi fidale efiempio a gli altri, che non ardifchino provocarti : cofi
mene in confequentia congiunta la gloria con l'utilità, & le deliberatiom ge-
nerose, & magnanime nafeono anche piene di rommodita, <& di profitto :coji
una molefiia ne lieua molte, & ftefio una fola, & brieue faticati libera da
molte, & lunghi fi ime; benché fé noi confidiamo lo fiato delle cojed Italia,
la difbofitione dimoiti Tnncipi centra noi, & l infidie lequali continuamente
fiorLanoperLodouicoSfor^;conofceremo,chenon?
te, che zìi altri rilbetti ci conduce a quefia deliberatone: perche egli f molato
dalla tua naturai ambitione,& doli odio, che ha lontra quefto eccellenti (firn
Senato;nonftudia.non attende ad altroché a difporregli animi di tuttiglilta
liani contra di nonché a concitarci contra il Re de Romani, & la natione Tette
Cca: ami via comincia per il mede fimo effetto a tenere pratiche col Turco , già
uedete per opera fua con quante diffiaM,& quafi .fender >an%a fi fofìenga
iamo
amen
la difeladi Tifa & laguerranel Cafentino; laquale fé fi continua, meo»
in nauifiimi difbrdini,& pericoli: fé fi abbandona feraa fare altro fona,
toalle cofi nofire,è con tanta diminutione di riputatone , cbefiaccrejce troppo
l snmoJiihi hauolontà d' cppnmerci:& fapeie quanto E VIV faaleoppa-
fnere chi ha via cominciato a declinare , che ibi ancora fimantiene nel conno
^nalliaripiitatìone;dellequaUcofeapparirebbonochiar^
tii&ji fent irebbe p.-eflo lo fiato nofiro éfiere pieno di tumula, V di fircpm
di vuetra, fé il timore, che noi ci congiugniamo col Re di F. 'ancia , non ti nejie
& J (,\< do
fojpefi
V A R T O: tit
fbfyefo Lodouicò: timorc,ebe non-pub lungamente tenerlo fojpefo : pèrche chi
è quello, che non cono fica che il Re efclufo dallaff>eran%a della no fra confede
rat ione ;òfi implicherà in imprefe di Lì da i monti; ò uinto dall'arti di Lo-
dovico , dalle corruttele > & mcTJ. potenti (fimi , che ha nella fia corte ;farà
qualche compofitionc con lui <? [fìrigneci adunque ai vnirci col Ile di Francia
lanecefità di mantenere lamica dignità * & gloria nofira : ina molto più il
pericolo imminente, & grauiffimo che non fi può fuggir e con altro modo;&J
in quejìo ci fi dimoftra molto propitia la fortuna; poi che ci fa ricercare da un
tanto Re di quel che haremmo a ricercarlo noi offerendoci più oltre sì grandi >
cjr sì bonorati premij della uittoria, peri quali può quejìo Senato propor fi
alla giornata grandi ffime jpenvr%e , fabbricare ne firn concetti grandinimi di
fegni, ottenendo/} maffìmamente con tarata facilità: perche chi dubita y che .
da Lodouicò Sforma non potrà e (fere a due potentie sì grami i , & sì lucine ,
fatta\alcuna refìflen^a i dallaquale deliberai ione , fé io non m inganno ; -
non debbegià rimuouerci il timore , che la uicinità del Re di Francia,acqui- .
fiato che bara il Ducato di Milano ; ci diumtiperi:olofay& formidabile :per
che chi confiderà bene,couofcerà, che molte co fé , che bora ci fono contrarie ;
dlhora faranno fauoreuoli : concio fia che vno augumen 0 tale dà quel Re info -
fpettiràgli animi di tutta Italia, irriterà il Re de' Romani, & la natione Ger
manica per l emulatione, &pcr lo f degno , che fia occupato da lui un membro
fi nobile dell' Imperio ;in modo che quegli, che noi tcmiamoyche bora non fia- „.. { Fran
no congiunti con Lodouicò ad offender ci;defiderer anno adlhor a per lintereffe -kefì fono p
proprio, di conferuarci,& di efere congiunti con noi : & effendo rrande per f atul? /'"
x l » j *-^ «w v_> ± irroriti 3<* *ic
tutto la riputatione del noflro dominio ^grande la fama delle no/ire ricchezze, qui ftaliche
& maggiore l opinione confermatacon fi fpeffi,& iHuftri e/Tempi della nofira ^«teniire*
unionc>& ' cofiantia alla conferuaticne del noflro fiato ì non ardirà il Re di s'è ueduto
Francia di affali arci fé non congiunto con molti,ò almeno col ?xe da' Romanij i^Sfto
l'unione de quali è per molte cagioni fottopofta a tanta dijficultà, che ècofa *<*ei Reg»?
Uana il prenderne, ò/peran^a, ò timore : nèlapace,che bora/pera diottene- qu^ieprefta
teda principi uicini di là da monti firr a perpetua :malìnuidiaXìhimicitie\ niente otte
il timore del fuo augumento deflerà tutti queglUcbe hanno fccofo odio,ò emù ì^ente ran-
latione : & è cofa notiffima quanto I FR^AT^CESI fiano più pronti ad acqid . cho da ìo\
fiare,che prudenti a conferuare ; quanto per l \ impeto ,& infolè%a loro diuèii ikhe foggia
noprefio efofi a fiddit'uperò acqui/laro }che barano Milano; haranno più to- . &ne i°i h\
fio necejfità d attendere à conferuarloyche comodità dipenfare d nuota di fé- Gitmiao
tnùperche Vl<t Imperio nuouo no bene ordinatole prudentemente zouerna- nelu fui°:
• ri 7 > r • . i-i- n i- i » lattone ccal
to ; aggrauapiu prejto,cbe e j accia impotente chi 1 acqui/la : diche quale ef finedtU'ora
femp.o è più tre fio >& più illuftre, che l'è (Tempia della uittoria del Re paffa li°n ddZtl
* , ■; 1 r (. » j ■ -, F ri • • w-i \J uifano.dilco
to,concra liquaieji contieni tnjommo odio il dejideno incredibile, con che e- prendo i di
ra fiato ritenuto nel Reame di Tslapoli § 7{on è adunquemfi certoynè tale il H*{ d-e> v|
pericolo, che ti può dopo qualche tempopcruenire della uittoria del Re di plica il buie
Francia , che per fuggirlo babbiamo. a uolcre Jtarc. in un pericolo pre- ciardjno*
fentCj
I T P, R 0
fcvJe>& "di grand fiffimo momento: & il rifiutare per timore de pericoli futu*
rhy^ incerti, fi ricca parte, & fi opportuna del Ducato di Milano inon fi po-
trebbe attribuire ad altroché àpufìllanimità , & abiettionc d animo yuituperaf
bde ne gli huomini priuati,non che in una Rcpublica più potcte>& piuglono-
fahche dalla Romana in fuor a fi a fiata gì amai in parte alcuna del mondo*
S 0 IsfJ) r are, & fallaci l'occafioni sìgrandi:& èprudentia, & magnani-
niità,quando fi offerivano faccettarle; & per contrario fommament e riprenfi
bile il perder le, & L*A. Troppo curio fa jàpientia,& troppo confideratrice del
futuro ; è fpeffo uituper abile : perche le co fé del mondo fono fottopoflea tanti >.
<Ò~fi uarij accidenti ;che rare uolte fuccede quel che gli huomini etiandio fauij
fi hanno immaginato hauerè ad effere; & CHI lafcia il bene prefente per timo
rtdcl pericolo futuro , quando non fia pericolo molto certo , & propìnquo; fi
troua fpeffo con difpiacere ,& infamia fua hauere perduto occafioni piene di
utiUta\& di gloria,per paura di quegli pericoli, che poi diventano uaniper le-
quali ragioni ilparere mio farebbe,chefi accettaffe la confederatane contraii
Duca di Milanoiperche ci arreca, ficurtàp 't fente, dignità apprefio atutti iVo>
tentati,& acquiflo tanto grande, che ultra mite cercheremo, & con trauagÌH
&Jpefe intollerabili di poterlo ottener e ;sì perla importanza fiia;come perche
favài adito, & laportadiaugumentaremarauigUofamenteiagloria, & l'ìm
pmodtqnefiapotentiffimaRcpublica*
Fu udito con gr ade alt emione, & con gli orecchimolto fauoreuoli l autore
di quefiafentenrxsa,& lodata da molti in hi lagenerofitd dell 'animo fuo,& l 'a
more uerfo la ?atrta. Maincontrario parlò Marcinone Triuifano,
Emon fi può negar e,fapienti\fvmi Senatori,che l ingiurie fatte daLodomca
Sforila alla nofir a Republica nonftanograuiffime, et con grande offefa della no
firn dignitàmondimmo quanto elle fono maggiori, & quanto più ci commouo-
no'ytantopiu É'TROT>RIO ufficio della prudentiamoderare lo fdegnogiuflo
con la maturità del giuditio, & cw la confideratione dell utilità , & intere fie
publico:percheil temperere fé medefimo,& uìncere le proprie cupidità, ha ta-
ne aquefloSenato y itquale appreffo a tutte lenatìoni ha nome fi chiaro di fa-
piemia , & che projjìmamente ha fatto profeffione di Liberatore d'Italia dd\
Francefhproporfi innanzi agliocchil infamia,che glirifulterà fehorafarà ca
giónedifaruegli ritornare,& molto più il pericolo, che del continuo ci farà im
minente, fé il Ducato di Milano peruerrà in potere del Re di Francia : ilquale
pericolo chinon confiderà da fé ftefio ifiYiduca in memoria quanto terrore ci
dette l acquifto, che fece il Re Carlo di Ì^apoli:dalquale non ci riputammo mai
ficuriyfenon quando fummo cogiurati contra lui con qua fi timi i Tr'mcipi Còri
fi i ani: et nondimeno, che comparatione dall uno pericolo ali altro? Tvvcheqkel
Re, pnuato di quafi tutte leuirtu Regie,era Trinape quafi ridicolo , & il Ri*
$no di 'popoli tanto lontano dalla Francia teneva in modo di infere for%e;fut\
che
QJV A 41 T o. m
the quajì irìriébóthitt più che accrcpceità là fuapotentia; & quello acquìflo per
il timore de gli flati loro tanto contici, gtifòé'etià nimiciflimi il Tapa, -&à Re
di Spagna, de qital bora l uno fi sà.cbeba diuerfi fini, & che gli altri infafzi-
diti delle co fé d'Italia non fono per implicanti fi fcn7sa grandi flim a neceffl'cà .
Ma quello nuouo Re per la uirti) propria,': molto più da temere, che da fl/rez^
7are:& lo flato di Milano,? tanto congiunto col Reame di Francia, per la com
modità di foccorcrlo ; non fi potrà fycraredi cacciamelo, [e non commcucndo
tutto il mondo:& pero noi memi a fi maraviglio fapotenria;fiareffio nel tempo
della pace in grani fp/ma Ifefit, & fofpetto, 0* in tempo di guerra faremo tari-
to ejpofiìatte ofefe fu?, he farà Aiffialiffimo il difenderci: & certamente io no
udiva fenica ammiratone, che chi ha parlato innanzi ame,daunapartenon
temeua di uno Re di Francia, fignore del Ducato di Milano;dall altra fi dimo-
fìraua in tanto flpamnio di Ij^douieo Sforza Principe molto inferiore di forre
a noi,& che co la timidità & au ariti a ha meffo fempre in grane pericolo lim
prefe fue: fyauentauanlo gli aiuii,che bar ebbe daaltri,come fé fufìe facile in
fare intante diuerfità d'ani mi, & di tioloTità & in tanta uarietàdi conditioni
tale unione; o come fé nonfuffe da temere molto più una potentia grande uni-
ta fatta infiemcyche lapotentia di molti.iaquale come hai mouimenti diuerfh
cofi ha diuerfe, & difeordanti l operationuconfdaua.cbe in coloro, i quali per
uarie cagioni de fiderano la no/ira declinai ione; fi tr aiterebbe quella prudentia
da uincereglifdegni, & le cupid.ua , che noi non frolliamo in noi mede fimi a
raffrenare quefli ambitiofipenfieri.lslè io soperchi' dobbiamo prometterci ,cht
nel Re de Romani, & in quella nationepofi \ipvi l emulazione, & lo fdegno
antico>& nuouo contrail Re di Francia' fé acquifìerà Milano,chei odioinue^
terato , che hanno contra noi , che teniamo tante terre appartenenti alla afa,
dìiAuflria, &all Imperio . Islg so perche il Re de Romani fi congiugnerà p-iu
uolentieri con noi contra il Re di Francia,che con lui contra noiian^i è più uè
rifimile l'unione de Barbari nimici eterni del nome Italiano,^ ad una preda
più facile '.perche unito con lui potrà più fperare uittoria di noi , che unito con
minori potrà fperare di lni;fen7a che l anioni fue nella Legapaffatay&_q: ci-
ào ucne in Italia; furono tali, che io 'non so perche caufa shabbia tato a de fide*
rare di hauerlo cogimito ficco. hacci ingiuriato Lodouko grauiffìmaméte: neffk
no lo negaima no è prudentia metiere,per fare uen dettale cofi proprie inpe i
colo sì grane: nèuergogna affettare a uendicarfigli accidéti,& l ' occafionhchv
pub affettare una Republica: an^i è molto uituperofo lafciarfi innanzi altem
potraportaré dallo fdegno :& 1s(ELLE cofe degli flati è fomma infamìa,quan
do l'imprudenza è accompagnata dal danno : non fi dir a > che quejle ragioni ci
muouino ai una imprefafi temeraria,ma figiudicheràperciafcuno,che noifig.
mo tirati dalla cupidità d hanere Crefnona : però da ciafeuno farà defiderata
la fapiétia,& la granita antica di quefloS enato ;ciafcunoftmarauìglierà,che
-noi inconia.no in quella meàefima temerità,nellaquale ci marauigliammo tan
tomi j che fujfe incorfo Lo ionico Sfor7^a ., d\ battere condotto il He di Francia
in
in Italia : Tacqnìfìo è grande, ■& opportuno a molte co ferma tonfiàcnfi fé fi A
maggiore perà i ta l haucre unoRédi Francia Signore dello flato di Milauo:có-
fidenfi quanto fi a maggiore la nojìra potentia,& riputatione;ò quando fiamq
ì principali di Italiano quando in Italia è uno Trincipc tanto maggior e, & tan
to ulano a noi . Con Lodouico Sforma habbi amo altre uoltehauuto 5 & difcor-
dia> & concordiaicofi può tra noi, & lui accadere ogni giorno, & la affienita
di Tifa non è tale ,che non fi pojfa trottare qualche rimedi o;nè inerita, che per
queflo ci mettiamo in tanto jjrecipitio : ma co arance fi iti e ini haremo fempre
discordia : perche regneranno fempre le medefime cagioni ; la diuerfnà de gli
animi tra i Barbari , & gì' Italianità fuperbia de Francefi; Iodio colquale i
Vr'mcipi per feguitano fempre le Republiche, & l ambinone , che hanno ip'm
potenti d opprimere continuamente i meno potenti: & però nonfolo,non m va-
nita l acqui fio di Cremona,anxi mi fbauenta: perche hara tanto più occafioney
&ftimoliad offenderci; & farà tanto più concitato da Milane fhche non. pò*
iranno tollerare l alienatane di Cremona da quel Ducato: & la medefima ca*
gione irriterà lanationeTedefca, el Re de Romani : perche medefimamentc
Cremona,& la Ghiaradadda è membro della giurifdittione dell Imperio. 1>iprt
farebbe almeno biafimata tato la noflra ambitione,nè cercheremmo con nnoui
ncqiiifli farci ogni giorno nuoui nimic'h & più foretti a ciafcnno.Terilche bifix
gnerà finalmente, ò chenoidiuentiamo fuperiori a tutti, ò chenoifiamo battn
ti da tutti: & quale fi a più per fucc edere , è facile a con fid erare a chi non ha,
Metto d'ingannar fi da fé medefimo : la fapientia,& la maturità di queflo Se-
nato è fiata conofciuta,& predicata per tutta Italia,& per tutto il mondo :no
vogliate macularla con sì temeraria , & sì pericolo fa deliberatone : LjL-
SCIlARSF traportare da gli fidegni contra l utilità propria; t leggierexga:
STIM.ARE più i pericoli piccoli, che i grandi (fimi è imprudentiadequali due
cqfe effendo alieniffime dalla fapiètia>& granita di queflo Senato; iononpoffo
fenonperfuadermiyche la conclufione,chefifarà; faràmoderata,& circo fpet
t a fecondo la uoflra confuctudìne. .
- TJonpotette tanto quefta fenten%a,fofientata da sì potenti ragioni, <&' dal
i autorità dimolti, che erano de principali,^ depiufanij del Senato, che m
fot e/se molto più la fenten%a contraria concitata doli odio , & dalla cupidità
klel dominare, nehementi autori di qualunque 'pericolo fa delibcmtione: perche
■era fmifurato l odio conceputo negli animi di ciafeuno contra Lodouico Sfor-
lS§a , né minore il defiderio di aggiugnere ali Imperio Veneto U città di C)\
ma col fuo Contado,& con tutta la Ghiaradadda, aggiunta fumata affai : per-
che ciafeuno anno fé ne traeuanod entrata almeno cento mila ducati, &?nol
to più per l opportunità : conciofia che abbracciando con quello augurtieto qua
fi tutto il fiume dell ' Oglio;diftendeuano i loro confini infimo in fui To, & am-
-pliauangliper lungo jpatio in fulfiome dell. Ad la: et apnrcfjandofi a quinii-
■ ci miglia alla città di Milano, & alquatopiu alle città di l?iaccn7a:csdi Tar
ffaa ;p 'arcua loro quafi aprir fi laflrada ad occupare tutto il Ducato di Milano ,
>•<; (IH."'-
"Q^V A R T O; 1*3
qualunque unita il l{c dì Francia haueffe,ò nuoui penfieri,ì potente difji-
Cidtà di là da monti: il eh e potere [accedere innan^hche pafjaffe molto tem
% pOydauafferaw^a a la natura de' Frane e fi piti atti ad acquifiare,che ama
tenere; l' effere qua fi perpetua la loro F^pMitf^& nel liegno diFracia ac
cadere fpeffotfer la morte de'l\e uariationidi pen[ieri,& digouerni; la dif a. Nell'ora
ficultà di confieruurfi la beniuoìetia de' [additi ver la diuerfità del [angue, tonio Gu •
& de cofiumi Francefi co "l'Italiani. Vero co fermata col noto de1 più que ™ani p.o{U
t jìa [cntentia;comefjòno a gli Oratori loriche erano appreffo al B^,che bco quefta dei
(hiudeffero con le condìtioni offerte quella confideratione; ogni uolta, che J"U(ktto ;
in efìa delle cofe di Tifa, non fi trattale. questa eccettione turbò non me- cjuefto me
diocremente l'animo del ^perche fferanà col me%o del dipofito unire al f^°t^
l'imprefa [uà i Vinitiani,e i Fiorentini; & [apendo yche già i Vinitiani era Fràcefi, che
no inclinati a rimouerfi per accordo dalla di fé fa di Vifa;gli pareua conue [?na J'!^
niente,chepiu pretto douefìero [arlo in modo.che fi accrefteffe facilita al ftar- , che
la vittoria dello flato di Milano; poiché haueua a ridundare a beneficio ^feruaM*
Commune; che per hauere alquanto migliore conditione nella concordia ,
effere cagione, che i Fiorentini reìiafjero congiunti con Lodouico S[or%a; £ J^^
per il me%o delquale [apendo tener fi la pratica di Ferrara; haueua no pie che a y inc-
eda dubitatione,che,conchiudendofi per [uà opera* né i Vinitiani,nè i Fio ^Jjjj
ventini alla fine fuffero con lui. Vero parendogli poco prudente quella de- mente ta Re
liberatione,per la quale reflaffe in dubbio dell'una, & dell'altra I{epubli- l^ezlite
ca,& [degnato della diffidentia,che fi dimoftraua di hi; fi inclinò a[are confiaciaj
più prefto la pace,che cotinuamente fi trattaua,col I{e de' Bimani, con con ^»eia mfrp .
ditione.che alluno fuffe libero fare la guerra contra Lodouico Sforzaial- giio ha«e*
l'altro il [aria cotra i V 'ini tiani. Fece adunque rifondere da' deputathche * * ac j chC
trattauano in nome[uo con gli Oratori Vinitiani,non uolere conuenire co che un tra-
c loroffe infime c non fi daua perfiettione al dipofito trattato divffa: & a efsé4o*chia
quegli de Fiorentini di ffe edi medefimo,che fleffero ficuri , che non concor «nato Loda
j i i > j ' tir n £ uicoStorza:
derebbemaico Vinitiani in altra forma. Ma non lo lafciarono fi are fer- iiquaie ai-
mo in qnefio propofito il Duca Valentino ,&gli altri agenti del Vontefi» ^hc^nvì-
€e, & il Cardinale di San Viero in Vincola, Gianiacopo da Tviul%i>& tut ua di «cóci
ti quegli Italianiycbe per gliintereffi proprij lo incìtauano alla guerra : i ^«a ?v£
gitali conmolte, & efficaci ragionigli perfuadeiw.no , che per la potentia nuiani , &
déVinitiani,& per l'opportunità che haueuano ad offendere il D ucato di Yo coTiorl
Milano ;non poteua effere pin pernitiofo configlio,che priuarfi de' loro aiu tini, & co*i
U per timore di no perdere quegli de'Fioretimd quali p i trattagli loro,et t^Lefrlm
perche erano lontani a quello fìato;poteuano ejjergli di poco profitto : &
che queflo facilmente cau fer ebbe , che Lodouico Sforma , rimouendofi per cJ^™"j£
ticonciliarfi co' Vinitiani dal fauore de' fiorentini, ilche era fiato cau- il Re a* vini
[a di tutte le difior die tra loro ; fi riunirebbe con effi : donde, che diffi- p™ffeÌofec
calta [ufi ero per nafccrcefjend'j congiunti i Vinitiani , & Lodouico , di- te'miu ca-
V niomffi^'Lt,
& ghddiero mille libre d'oco,Sc e (lì promitèro le gentii.ma negarono i den,3ii,come fcr;ue il Bembo.
Libro
moflrjìfijc non per altro,per lafperien^a degli anni pajjati: perche fé be
ne nella Lega fatta contra Carlo fuffe concorfo il nome di tanti l\e; nondi-
meno le for^e folamente de Kinitiànù& di Lodouico>bauergl: tolto Tyo-
ttara^ difefo fewpre contra lui il Ducato di Milano . l\i cor da u angli tfie
re fallace 'y& pericolo fi con figlio il fare fondamento in sa l'unione co Maf
fimìlìano:nelquale fi erano infimo a quel dì ueditti i difegnì maggiori , che**
lafacultà, ò la prudenza del colorirgli : & quando purefufie per battere
fuccejfi più projperiycbe per Tadietro ;douerfi confi derare quando fuffe a-
propefito l'augumcnto dyun nimico perpetuo, & sì acerbo alla Corona di
Francia: con lequali ragioni commoffero in modo il l\eyche mutata fenten
Za-yConfentì ichc fenya parlare più delle cofe di Tifa; fi cochiudefie la con-
federatane co* Vinitiani: nellaqualefu conuenutoyche nel tempo mede/i-
monche egli affaltaffe con potente efiercito il Ducato di Milano; efji dall'ai
tra banda facef] ero di uerfo i loro confini il mede fimo: & che guadagnan-
do fi per lui tutto il reflo del Ducato;Cr emona con tutta la Ghiaradaddat
eccettuata però la ritta d'adda per quaranta braccia ; s acquiflaffe a! Vi
nitiani: & che acquiflato che haueffe il I\e il Ducato di Milano ; i finiti*
ni fu fiero obligatiper certo tempo,& con determinato numero di canalli,
& di fanti a difenderlo: & dall'altra parte ilì\efufie tenuto al mede fimo
per Crcmonay& quello poffedeuano in Lombardiayet infimo a gli (lagni Vi
nitianiz laquaL conuentionefu contratto con tanto fegretoy cheaLodoui
a rome poi co S fior%a flette ^occulto per pia mefite fuffe fatta tra loro folo confede*
•Mfcber (km ratione a difej aycome da principio era flato folamente publicato nella Cor
to il ce**? te dì Francia^ a Vinetia; afe pure uifufsero capitoli concernenti l'of-
fa ti ìuS fefafuaznèìl Vapa medefìmoyche era tanto congiunto col R^ypotette fé no
dourc* e i tardi hauerne certezza. Fatta la Lega co Vinitiani; il B^efen^afare più
ue-™*e mtntione di Tifa; propofe a! Fiorentini conditioni molto diuerfe dalle pri
bo, che a me:per Uquak ca?ioney& per le moleflieycbe riceueuano da' Vinitiani,e~
firn ntoaf- f _ * . *>« J « /» » »• , > ■• • i • t è
fci di re me rano tato ptu neccJJitaU adaccosiarji al Duca di Mtlanoycon gli atuti del
*ì€fiw?: p" qwtU le cofe loro profberauano continuamente nel C afintino: doue i nimi
&* tempre ci danegghtijpeffo da foldatiy& da paefaniy& cobattedo co la difficultd
e* 7r delle uettouagliey& ffecialmete di fòftentarei caualli;fi erano riflretti in
fuò betìepu Bibbiena,& ì alcune altre piccole terremo intermeìtedo però la dtligetia
luwoìe* ^ tenere i paffi dell' >AppeninQyf battere aperta la uia del foccorfioyet la fu
afv-niiiam, cultayquado piirefiuffiero necejjitatiy di abbadenare co minore danoil Ca~
wrf£fi hf- fiatino, Terò a guardia delptjfio di Motalonefit era fermato Carlo Or fino
webben uo co le fuegeti d'arme^ co cento fanti ; & più baffo quello della V ernia fi
ììTe di Si guardavia dall' ululano: & da altra parte Tagolo Vitelli procedendo ma
turamete fiecodo il cofueto fuoyfoi che gli hebbe ridotti in sì pochi luoghi ;
fi sfor^aua dì coftrignergli a partirfi dalpafiò di Mot alone, co intetione di
mettere poi in neceffitàydi fare il medefimo coloro3che guarda uano il paffo
della V ernia.: accioche le goti Vinitiane rifirette in Bibb iena fola >et circo
dati
cu.
Q_V A R T O. i iU
date per tutto dà nimm,& da monti fo f afferò unite facilmente ?,ò /! co/w-
niafieroper loro mede fime offendo ma(fìmamete molto diminuite : perche
t olirà qneglhcbe erano fiati bora qualora làJnaHpatifi n erano * per la ;£«««•
incommcdità delle uettovaglie,& diffcultà ài fìcuri alloggiamenti, parti ie uettoua.
ri m più mite fin di 1 5 co.cauaili9& moltiffimi fanti; de' quali, a fi aitati f^J^
nel pafiare dell'alpi da paefanija maggiore parte bavetta ricevuto gra Guidobai -
uiffimo danno. Coflrinfono alla fineqvtjie diluita Carlo Or fino adabba *ffi™
donare co fuoi ilpaffo di Mont alone 9non fen%a pericolo d'èfkre rotti : per ch>r3 i«
che (apendo fi non potè uà più dimorami, molti de' faldati de F iorentini > gjjjjj^
dr de gli bvomini del paefe,cbe fìauano vigilanti a q;tefiaoccaftone',gli a f- eauafJi akl
[aitarono nel camino : ma effi,h avendo gidprcfo il vantaggio de'pajjiyben ^ - JJ£j
the perdeffero parte de carriaggi; fi diffono,&con danno non piccolo di nud furono
qiteglhchedifordinatamentegllfeguitauano . L'esempio diCarloQrfino P/^J , ' 3£
/a,per /e medefime ne ceffi tà,feguitato da queglucbe erano alla Vcrnia,& *™£™*l
a Cbiufa,che abbandonati queipaffi; fi ritirarono in Bibbiena: otte fi ferma M^lo°cr5
tono il Duca d' Vrbinoj Muiano^fior re paglione, Vi ero Marcello Vro %™fi£-
ueditore Vinitiano>& Giuliano dt Medicar ìferuatifi per guardia di quel Jsht cporrta'_
la termiche fola tenevano in Cafentino,feffanta cavalli, & feti. ecento fan uà ««Bibb*
li:né?lifoftetaua altroché lacerata del joccorf obliquale 1 Finiti ani pre fo;0o.!oida
00.
ire
parauano,giudicàdo,cbeinqvatoalla con fer vat ione de II' b onore 3 &mol- ;|j;a £ot;ire
topiu a far fi migliori le condir ioni dell'accordo; import offe non poco ti no aarono prl
abbandonare totalmentelimprefa del Cafentino : &però il Conte di Viti S>°«.
b gitano raccoglieua a Ravenna con gran prefle%^a^ le genti difegmtea b u gentt
foccorrerlajollecitandolole ftefse querele del Duca d'Fr bino, & de gli gg£gj»
fl/rr/.- * quali, fignifìcando cominciare a mancare loro le vettovaglie ;pro- tigll2no do^
teflauanotjfere ridotti a mancamento tale di vìvere* che Infognerebbe, JjJ^JJjj
he per faluarfifacejjeroprcfto patti co*nimici:&per contrario kareojo- bknr, h,u«
io defiderato.il Duca diMilano,ei Capitanile erano nel Cafentino per- «»« «g-
iy» r. -^ }*nfL..~~~+',~„n AivìUUìPYì/t'rì?' tiern dimadaiianOsChe libili à/ n..T.
,«0
*e»*>e al foccorfoyco l'ejpugnatione di Bibbiena :& pero dimadauano, che UaiiiA qUa;
^ aggiugnefìero quattro mila fanti a quegliyCÌ) erano nel capo. Marepu- ^jfc/Jg
piavano al defider io loro molte difficultd:pcbe inpaefe freddo,&*lf>ejire darern q&
ìtephche erano a$riffimi;impeàiuanoafi 'ai ^anioni militarne iFioretì- Ee4£°-
,m no e^ao wo/f 0 protiÀquefla pwuifionespartep efjere molto Jtraccin p
le %raui,& lunghe $ejefatte,& che continuamente faceuanoipartc {che ,
ne/Ai città,per altre cagioni poco Locorde;fieraf coperta nuova diffenfio- >
ne,efiUo alcuni de cittadini fautori di Vagolo ViteUnaltri inclinati ad ef *
f altare il Cote Fjnuccio,antico,&fedele códottkre di quella %epnbltca,et J
ebe baueua in Fire^e pareti di autorità; ilquale caduto p l'auuerfitàyche j
bebbe a Santo tegolo Mia fpera^a del primo luogo ,mal uolotien tollera |
uà vederlo trasferito a Tagolo:& trouàdosicon lacÒpagniafua in Cafen
tino;no era pronto a quelle imprefe,dallequali poteffeaccrefeerfi la ripu-
tai ione di chi bar ebbe defiderato deprimere. DiueUmno maggiori qutlte
pi difficili-
LIBRO
affienita per la natura di Vagolo, uantaggioio ne' pagamenti, difficile co
Commeflarij Fiorentini^ cbcfp:ffo nella deliberatione,& cfpcditione del
le cofefi arregaua pia autorità, che non panna connenkntt : & pure al-
Ihora baueua sc'za faputa de Come ff ari], co 'ceduto al Duca d'orbino ama
•a Et poco lato,* faluocodotto dipartirfi fteur amate del Cafen tino: fiotto la fidanza a
prima non delquale faluocondotto, fi era partito >oltr a lui Giuliano de 'Mediato gra ;
eiro " Duca ne difbiacere de' Fiore tini ,cbe fi ffuadeuano,cbefe al D uca fi fuffe d/fficul
ammalato^ tat0 H par tir fi, che' l defiderìo d'andare a ricuperare nello flato fuo tafani
S?re un n.e tà;t' bar ebbe corretto a concordare di leuare legeti di Bibbiena :& fi do le
dico.kcódo Uanofimilmetc,che a Giuliano ribelle prima, et ebe poi era utnuto co Far
cne dice il J i . t i 7 / •;
sembo. me contra la patria ;fuffe Hata fatta jen%a faputa loro tale babuita. To-
glieuano quefie co fé fede in Virente aconfigli,& alle dimande di Vagolo;
& molto più, ebe la guerra non procederla con molta fua riputatane ap-
prcfso al popoloipercbe & qualche fattione importate era Hata fatta più ■
da' paefani, ebe da 'foldati; & percbe,per l'opinione grande, che haueua-
no del fuo ualore ; s'erano promeffì molto prima la uittoria de nimici, at
tribnendo,com è natura de* popolila non uoler quello, ebe fi doueua attri
buire più preflo a non potere,per l'afpre%^a de3 tempi,et per lo mancarne
... to delle prouifioni : & però tardando fi di fare l'augumeto de quattro mi
bagno uene lafanti;hebbe tepo il Conte di Titiglianodi uenire adElci,caftello del Dm
gio. Paolo cat0 $Vrbino,uicino a' confini deFìorentini,oue prima era Carlo Orfano,
Gradinico . , ' . J J . « _ rn
có 4-compa & Viero de Medici , & ouefifaceua la mafia di tutte le genti per pajjare
IT& ui'pie^c l'operino dequali fi ordinauano come più atte alla forte7ga,& alla penti
4,'cafteiii: & ria del paefe,piu copio fé affai di fanteria,cbe d'huomini d'arme ; & quefli
? airalt^a Plu Preft° con leggiere,che co grane armadura.Fu quefto l'ultimo sformo,
un'altro bé ebe fecero i Vinitiani per le co fé del Cafentino : ilquale per interromper
ikc^huo -" ePa%°l Vitelli,laf ciato leggier 'ajfcdio intorno a Bibbiena,^ la guardia m
' ino forno, ceffaria a'pajji opport imitando col refio delle geti alla Tiene a S .Stefano,
c5 6oo.°foY terra de' Fiorentini, fituata a pie dell' Mp'hper opporfi a nimici nello fee
dati : ma ui dere di quelle : ma il Conte di Titigliano, bauendo inna:nfn a fé l'jLlpi ca~
TOono°, '& Ylc^€ di neue,& a pie dell'alpi l'oppofìtione potente^ la fi rettela de*
poi preio il paffi,difficili quando non fi ha oflacolo,non ebe altro ne' tempi benigai,afu\
che però dù perarernon ardì mai di tentare di psffare,con tutto che congrani querele
ce ìi Bébo , ne fujfe tnolto (limolato dal Senato Vinitiano, più uebemente, fecondo di-
sile a' vini cena egli>a morder lo,che a prouederlo :&fe bene glifnffero proporli di fi
tìani per ri- fegni <// qualche diuerficne, & già h in Valdib agno fuffe data qualche mo l
/eVgrandf, lefiia alle terre de Fiorentini ; non fece per que(io momento alcuno . Ma
iidB-bod & 7W^° Pm procede uano fredde l'opere dellaguerra; tanto più rifcaldaua
Girolamo no le pratiche dell 'accordo, desiderato per diuersi rifletti dall' una,& dal-
?hil d! Ra * >ah ra Parte: ma mn meno desiderato,& fellecitato dal Duca di Milano:
«enna leggo ilquale ffrauentato per la Lega fatta tra'l^e di Francia , e i Vimtiani;f\>t
cnoVaUm* raH(t fbcfMcce.4e.n49ìMftac9WQriiaiirinitfani
u
Q^ V A R T O. ii?
la pajjata de' Francefila pervadendo fi di più, che fodis fatti in queflo ca- » Tf*1*^
fo della uolon$à,& opere jue;hauef]ero almeno in qualche parte, a mitiga llC2 dell'ac-
re l'mdignatione concepita contra fé : fero interpone do fi tra loro appref cordo TO*M
fo ad Hercole da EU fuofuocero) eofirìgneua t Fiorentini a cedere a qual v„mu)il
che deftderio dt Viriniani:non tinto con ì'aum ita ( perche appnffo a lo Jf™*?*0^
ro,accortifi delfuo difegnv; cominciane già ad i fieri: jofp: tta la ; uà mPer dre deirhi.
pofitiont ) quanto con l 'accennar e yche non fi facendo la concordia ; Jan b? JJ;0^^*
be neccJJitato,per lo timore,- che haueua del % di Francia ; a rrmuomrt Jc,& Anto-
fé non tutte dimenò parte delle fue genti da loro f inori. a Trattoj]: multi £-° Jf™*
i Fiorentini : perche [ape nano i Vinitiani defuier areiche in Hercole fifa-
b
Antonio Soderini,due de" puincipali, & de più prudenti cittadini della lo dr[ll°'f^
ro I^epublica. Jl Vinetiafn la prima difputationcje Hercole hautjse con reatini ma-
autorità d'arbitro a finire la controuerfia; ò come amico ccmrnune inter jjjj3™ aUo
e
ponendo fi tra le parti; a cercare di comporle,come in fino allora fi era prò ma il man-
eedute a Ferrara, & ridotti a non molta difficultà gli articoli principali, f™Ql£\™
& più importanti, Oueflo defiderauano i Fiorentini, cono feendo che fjcr- prometter
cole in quello, che hauefie a dependere dall'arbitrio fiso; tern bbc e più co jjjjjgjl
to della grandezza de'Vinitiani,cbe di loro,& che riducedoft a pronucia
re il lodo in V ine tia; far ebbe neceffitato tanto più ad hauere loro maggior [; d;<£ a B*
ri fretto :& quel che nofacefie per fé mede fimo; l'indurrebbe a far e il Du- glornj ^0
ca di Milano ; polche tanto defideraua, che i yinitiani conofctffero effe- jjj^j^jjj
re loro utili in quefto negocio lefue operationi : & fé bene molte diffìcul- andato in
tà fufiero qua fi rifolute a Ferrar a;pure, & nelV ultima loro per fett ione, ^^ieì*
C*r in molti particolari; non reflaua piccola la potefìà dell'arbitrio, fm%a che la renici
che compromettendofi in lui, era in fuafacultà partir fi da quello,che pri JJ^J^Jjj
ma era fiato trattato. Da altra parte i yinitiani haueuano deliberato, fé ch'or pubii-
nonfifaceua il compromeffo,di non procedere più oltre ; non tato per prò gf^* jjjjj
metter fi più dell'arbitro , che non fi prometteuano i Fiorentini ; quanto uoieuanorc
perche quefla materia haueua tra loro medefimi molte difficultà : concio- fecfr0e f^b
fia che tutti firacchi dalle jpefe grauiffime con piccola Jperanfa di frutto: che, (e coli
de fider afferò la concordia : ma i piugiouani maffimamente , dr più feroci fo^h °urf£j£
del Senato non la uoleffero,fe a Ttfani non fi conjeruaua intierarmente la ^ mutata a
libertà,etfe non rimaneua loro al meno quelle parte del contado,che e'poj Et c™° q{oc
fedeuano, quando furono riceuuti in protettione: per laquale opinione al- g^comaro
V 5 legauanp <£$ gàn
tatarma che da gli altri Senatori fu riptefo,non efTendo cofa honefta prillar dell'autorità colui,a cui l'baueua
no intorno a ciò data ampia, feto naice la concluiione,c'hau<flero i fiorentini àforpetto il Giudice.
T. I B R O
legauano molte ragioni, ma quella principalmente,che effendoficon publi
co di crtto promeffo allbora a* Tifarli di conferuargli in libertà ;non fi po-
teva mancare fenica maculare fommamtnte lofflendore della J^epublica •
*Al cani altri rendendo fi meno difficili nelle altre co fé ; erano immoderati
nella quantità delle ff> afe : lequali ricerca nano , che abbandonando Vi fa ;
fu fiero loro rifatte da' Fiorentini. Ma in contrario era il parere di quafi
tutti i Senatori piufauij,& di maggiore autorità : i quali Hracchì di tan
tcfbefe , & dijp erati totalmente della difefa di Bbbiena,& di potere pia
fen-^a grandiffimo trauaglio foflenere le co fé di Tifa per le difficultà eba-
lituano trottate, & nel mandar ut foccorfo,& nel fare diuerfione , c/fendo
riufeita maggiore la rtfijìentia de Fiorentini, che da principio non s'era-
no perfuafi ; confederando oltra quefioyche^benchelimprefa centra il Da
ca dì Milano fufie giudicata douere efiere facile ; nondimeno non efiendo
il l\c di Francia pacificato col l^e de Rgmaniy&foi topofìo a uarij impe-
ti o refi-» " ^mìentì> c^e foteuano fopr allenirli di là daymonti;potrcbbe efiereper mot
tesina è^co- ti cafi ritardato àmuouere la guerra; & quando pure la mouejfe,chi**
f ueTcb/d* ^^ ^ ^ ^ cofè belliche po(jono na fiere di dì in dì molte , & inopinate dif
et Seneca, fic:tltàì& pericoli imafopra tutto fpauentati da gli apparati grandi,ter
fim- M«t* refìriì<*r maritimi* che fi diceua fare Baifetb Ottomanno per affaltargli
incedi ut - nella Grecia \fi rifolueuano e/fere neceffario confentire più prefio, poi che
uè ForninT altrimenti non fi potcua,che fhoneflà cedeffe in qualche parte all'utilità ,
belìi séper che per mantenere pertinacemente la fede data, perfeuerare in tante mo-
ìóco c'ft : & ^ie : & Perche erano ccrtiyche con grandissima difficultà farebbono con
silio italico jentite ne* loro configli qutlle conclusioni, allequali infin da principio co-
Jjx^fiduda nofctuano effer necefjario declinare ; haueuano prudentemente, quando fi
Martis. l«£ cominciò a trattare a Ferrara ; procurato, che dal con figlio de* Tregati
%t\it!uA fi*fF€ ^ta amplijfima autorità fopr a le co fé di Tifa,& dell* accordo co Fio
hki5- rentini al configlio de Dieci melqual con figlio molto minore di numero in-
x§Sl*7, ttrmngono tutti gli huormni di più grauità,& autorità, ch'erano la mag
d' Aprii* il gior parte di quei mede/imi, che defiderauano quefia concordia : & bora
maCpubifcò con^°tta la pratica a Vìaetiainon fi confidando di dijporre il configlio de*
U (enuncia Tregati a confentire a gli articoli trattati a F errar a, & cono feendo chel
Kfa fra°f?v! confent irgli da per fé il configlio de' Dieci , farebbe di molto carico a chi
nitianì , & t u Inter neniffe ; tnfiauano,chefifaceJJe il compromcJfo,fperado,che del gin
nc^uafeii dicio,che ne naf coffe ; fi rifentirebbono più gli huomini contra l'arbitro ,
lébo è moi che contra loro;& che più facilmente haueffead effer ratificato quel, che
n Buonac- gtifalft lodato, che confentito quando fi trattale per uia di concordia co
corff Ma» ja parte, però dopo diruta di qualche dì, minacciando il Duca di Milano i
iiGiouio'an Fiorentini,cbe ricufauano di compromettere , di leuar f libito di Tofcana
chora nella t utfe le fue genti ; fu fatto il compromeffo per otto dì libero,et afjoluto in
x. la tocca Hercole Duca di Ferrara : ilqual dopo molta dìfeuffione pronunciò il fi-
brcuioima- flQ *>.# tf^prile,cbefra otto dì proemi fi le uajfero l'offe fé tra i Vinitiani b
enu*' t\Fio~
B
to
e
^V A R T O. -n« *™H
ei?ìorentinì,& chel dì della fcftiuità proffima di S. Marco tutte ic gen- trini in vi-
ti,& aiuti di ciafcuna delle parti fi par ti fiero , & ritorna fero a gli flati ■«« »■[•
propri], & che i Vinitiani il dì medefiwo leuaffero di Tifa, & delfuo Con- 6tt>on del
tado tutte le geniche uhaueuano,&abbandonajfcro Bibbiena,e tintigli JjJSaoJ
tt/rri luoghi, che occupare no de' Fiorentini: i quali perdona/fero a gli Imo ca Hetcc^e
mini di Bibbiena i falli corame (fi, & che per ri fioro delle jpefe fatte, quali g*,.£ JJJJ
affermau.mo i Vinitiani afecndere a 800. mila ducati, f ujf ero obligati i ciascuno ha
Fiorentini a pagar loro in fino in xij. anni 15. mila ducati per anno : che J^JjjjJJ
aTifanifuffe conceduta nenia di tutti i delitti fatti :f acuità di efier citar & pubhca'
fermare,^ per terra ogni qualità aarti,& di mercantie:fl e/fero in enfio j?*^
iua co»
dia loro le fortezze di Tifa,& de luoghi,chel giorno del lodo dato poffe- tro.-anzi di*.
deuano:ma con patto che de Tijani s'elegge fero le guardie ò d'altronde , |£e paflàn*
di perfone non jvfpctte a' Fiorentini, & jofjero pagate dell'entrate, che ca do egli p«
uerebbono di Tifi i Fiorentini, non accrefeendo ne il numero de gli buomi- '£ùwo ?ó
ni,nèlafpefa confueta a tener fi innanzi alla ribellione : rouinaffinfhfe co ^"^^
fi par effe aT\fam,tutte lefortei^e dA Contado propio di Ti fatate ricu "^ cl^
aerate da' Fiorentini , mentre che Vinitiani bancario la loro protettione ; Ghiaie, &
», . „ , . . n ■ r s • i ì- r rr ■ j '• \ j co grida, co
che in Tifa le prime injìantie de giuduì] cium } ufi ero giudicate da un pò- mc° coiuì
desia forestiero , eletto da Tijani di luogo non fefpetto a Fiorentini , e'I c'h™™* di
capitano eletto da' Fiorentini non conofctffe fenon dille caufe delle appel- fC£je 3na Kc
lattoni, né potefie procedere in cafo alcuno criminale , dotte fi tratta fìe di JJ^c^chj
f angue, d? e fi Ho, ò di confi fcatione,fen%a il con figlio d' un a fj eflore eletto da fidata: onde
Hercole,ò da fuoi fuccefori, di cinque Dottori dì legge, che del dominio *£$£'?£
fuo gli fuffero propofli de'Tifani : reìlituiffinfi a' padroni i beni mobili, & tod.ffiai fi*
immobili occupati da ogni parte, intendendo fi ciaf cimo afloluto da frutti jJjFjfJS
prefi; & in tutte l'altre co fé lafciate illeje le ragioni de* Fiorentini in T> le ire pani,
fa, & nel fuo tenitorio; & prohibito a Tifimi 9 che circa lefortei^e, & JU^*^.
qualunque altra cofa non machinaffero contra la l{epublìca Fiorentina . faimuna ri-
Tublicato il lodo in V inetta fi leuarono per tutta la Città, & nella nobil- J^ |°d*f
a tà contra * Hercole,& contra i principali yche baucuano maneggiato que few»?*^
fta pratica fmolte querele, biafimandofi per la maggior parte,cbe a Tifi ^JSSK
nifi mancaffe con grandiffima infamia della I{epubltca della fede promefi tori moder.
fa,& lamentandofhche delle jpefe fatte nella guerranon fufic fiata hauti J^J^fe
ta la confiderai ione conueniente : le quali querele accendeuano affai i io- coiunpmte
t>ro*> Oratori, che innanzi al lodo dato fiati tenuti ar tifi ciò f amente dà Pi- ™ ^a™cfc
nitiani in ifperan%a,cbe indubitatamente refierebbono con piena libertà , fctèflèieCro
& che farebbe aggiudicato loro nonfolo il retto del Contado , ma forfè il "ó^citato
porto di Liuorno; fi rifentiuano tanto piu,quanto più gli effetti riufaua- mrofeitto-
no contrari] a quello,che s erano perfuafi,lametadoft,chele promeffe del- "ai naon ™*
la conferuatione della libertà fatte loro tante mite da quel Senato , fiotto du« , chia-
' J * ì r mato Gio.
T 4 U (e- Iacopo Geli
bck ilqual dice che defcrifTe in commentari le molte querele, ch'era fatte da'Pifani co fra il lodo dato da Hec
cole da Efte;& ch'effi non uolefTero in alcun modo accertare il giudicio di lui: ilche è fcritto anchr» poco au«
piciTo.ln quel medcfimo hiftoiicp fi ueggono, fecondo l'Equicola^defcritti i fuccelS deli'luitoric iegueaiù
LIBRO
la fede del quale baueuano dijprcigato Vamicitia di tutti gli altri poten-*
t^tri& rifiutato più notte condit ioni molto migliori offerte da' Fioretini;
f afferò sì indegnamente violate* né proueduto anco alla loro ficurt afe no
con apparente uane. Tercbe come poteuano efjerficuri, che i Fiorentini >
rimettendo in Tifa i Mag:flrati,& ritomandoui con la reHitutione del co
mercio ì mercatanti,^ -) additi loro; & dall'altra parte partendo ferie per
andar alle proprie habitationi,& culture i contadini, ciò erano flati man
bro grande della difefa di quella Cittd;non pigliajfero con qualche fraude
il dominio affuluto rilche potrebbono fare con gràdiffi 'ma facilità,^ maf-
fimamente reflando in potere loro la guardia delle Torte :& che fu urta ef
fere, battere le fortezze in mano, fé quegli , che le guardanano baueuano
adefier pagati da' Fiorentini, ne f uff e lecito in tato foretto tenervi guar-
dia maggiore di quella ,cbe fole uà tener fi ne' tempi tranquilli^ ficuri: ef
fere medtfimamente uana la perdonando, delle co fé commeffe ipoicbefi co
cedeua a" Fiorentini lafacultà di diflruggerli per uia della ragionCì& de
giudicijtpcrche le mercatie,&gli altri beni mobili tolti nel tempo della ri
belLione,afcendeuano a tanta ualuta, che nonfolo occu-parebbono le loro
follà^e,ma nèfarebbono ficure dalle carcere le perforitele quali querele p
fflinguere,i principali del Senato operarono,che'l giorno feguent e, benché
fuflefpirato il termine del compromeffo ; Hercole^lquale iute fa tata indi
gnationedi qua fi tutta la città;temeua difemedefimo>aggiugnefieallodo
dato, ferina fap ut a de gli Oratori Fiorentiniydichiaratione9 che fatto no-
me delle f or tf^e $ intedeffero le porte della citta di Tifa%et dell'altre ter
reycbebaueuano le fortezze : per la guardia delle quali, & per ifalarif
del podtfià^ dell\AJfeffore,fuffe affegnata a' Tifani certa parte dell'en-
trate di Tifa: & che i luoghi non fojpettiyàe* quali fi faceua metione nello
do;fuffero lo fiato della Chiefa,di Matouajli F errar a,et di Bologna, e f eh*
fine però gliflipendarij d'altri : & che alla reftitutione deJ beni mobili fuf
fé impoflo perprtuofilcntio :fuffv in potefìx de" Tifani nominare l'.Affeffo
re di qualunque luogo ndfofpetto: noproetdeffe il Capitano in alcuna catt
fa criminale, benché minima ftn%a V jLfftffore: fuffero i Tifani trattati Be
ne da Fiorentini fecondo L'ufo dell'altre citta nobili d'Italia :nè poti fiero
effere pofle loro nuoue graue%^edaquale dicbiarationenon fuprocurata9
perche iVinitiani defid<:rafftro,cbe la (uff e ofkruata, ma per raffreddare
l'ardore degli Oratori Tifani ,& per giuflifìcarfìnel còfiglio de Tregatt»
che fé non fiera ottenuta la libertà de' Ti fini; fi era almeno proueduto ta
to alla ficurtdì& bene effere loro,che non fi potrebbe direfùfiero flati da-
ti in preda, ò abbandonati; nclqual configlio, dopo molte difpute , preuale
do pare la confideratione ddle condizioni de' tempi , & delle difficultà del
fofienerc i Tifani, &fopr a tutto il timore dell'armi del Turco ;fu delibe-
ratole il lodo con efpreffo consentimento non fi ratificafft: ma quel che è
fin efficace in tutte le cofe ;fi mettefje a effecutiom co fatti , leuandofra
gli
Q^V A R- T 0. 117
gli otto giorni l'offe fé, & rimouendo le genti di To/cana al tempo detenni-
nato,con intentionedipiu non intrometter fene: anxipiu toflo che Tifa no
cadefje in poteslà del Duca di Milano; cominciauano molti del Senato a de
fider areiche la ricupera fiero i Fiorentini, l^èin Finale intefo , che fa il
tenore del lodo dato, fi dirnoflrò minore mouimcnto d' animi ..aggrauando-
ft d'bauere a rifare parte delle jpe fé a chi gli haueua ingiuftamente mcle-
ftati; & molto più non parendo loro conferire alt ro che il nome nudo del
dominioipoi che leforteyjte haueuano a efiere guardate per iTifani ; zr
che l 'amminijìratione della giuUitia criminale, uno de' mèmbri princpaìì
alla confentatione de gli (lati; non haueua ad efferc libar a de loro Magi-
ftrati: nondimeno sformandogli a ratificare i medi fimi prottfli del Duca
di Milano, che gli haueuano indotti a compromettere, ejrffierando di bà*
uere inprogrefio di briene tempo con l' 'induftr 7 'a ,& con t* tifare b umanità
a,rPifani,rìdurre le cofe a miggior forma; ratificarono tfprtjjamente il lo-
do dato,ma non radditioni,non ancora peruenute a notit ia loro. Maggio-
re fu l indignatane >& L'ambiguità dcTifani : i quali concitati maraui-
gliof amente contra il nome Vinitiano^ injofbettiii di maggior f rande ;
Jubito che hebbono intefo quel che fi conteneua nel lodo;r imo/fono le gemi
loro dalla guardia delle fortezze di Tifa, & delle porte ; né uollono , che ' 0ueft3 g
più alloggiaffero nella città\& fletterò in dubitatìonegràde molti giorni, tenui è de*
fé accettauano le coditioni del lodo,ò nò, piegandogli da una parte il timo- ^clnoiT™
re, poi che fi vedeuano abbandonati da tutti; dall'altra tene do gli fermi lo lingua fuo-
dio deFiorentini,& molto più la difyeratione <X 'battere a trouar perdono £fa^'gUla!ì
per la graderà delle offeje fatte, & per efiere flati cagione d'in finite jbe d:«gna <j«è-
fe,& dàni loro,& d'bauergli me fio più uolte in pericolo della propria l:~ f^l f^
bertàinellaquale ambiguità, benché il Duca di Milano gli cofortaffe al ce ro ; no fe pJl
dere,off eredo d'ejjere me%p co Fiorentini a itantaggiare le coditioni del lo ^jfoneH'
ào;nodimeno per tentare fé in luifujjepiu l'antica cupidità, & diffo\~ìi in ©raiione ^n
tal cafo a darfegli liberamcteygli mandarono amba filatori,^ finalmente ^tbUìoVoii
dopo lunghi pefieri,& agitatiom determinarono di tentare prima ogni co Hun-o dice.
fa eftrema,che tornare [otto il dominio de* Fiorentini: et a quefìo furono oc roe^ ^«5-
cultamtnte confortati da Genouefi,da Luccbeft, & da Tandolfo Vetruc ni j ei credi
ci. "\è flettono i Fiorentini fen%a fofp(tto,cbtl Duca di Milano, benché la jr, J€C piures
u ueritàfuffe in cotrario,non gli barn (fé cofortati al medejìmo ; a T^ATslTO Deus iuret *
foco fi affretta fincerità,ò opere fedeli,da chi è uenuto in cocetto de gli huo n t.pnde ef
mini, d* ej fer f alito agouernarfi con duplicità^ co artifìci]. Ma a* Fioreti $èd° io sior
ni efclufi. dalla (peran^a d ottener Tifa per accordo;parue battere occafio to di doppio
ne opportuna dì e/pugnare quella cittàrperò fatto ritornare nel CÒtado di * ^™PJ* "J
Tifa Tegolo ditelli ;follecitauano co diligetia grade le prouifioni richie rei ìuueuan
fle dalui;lequali metriche fi follecitano;crefceuano cotinuamete i perico ^^^
li di Lodouico Sforma: f che né la interpofitione jua all'accordo haueua in fé da Urifin
cernano a-
ipetuuaao,
parte alcuna placati gli animi de Vimtiani , coflantinel defiderio della
fua
LIBRO
fita diflritttlontyper l'odio, & perlofjferanx* del guadagno : nèhlaffimi-
a La ecerra ^ano era cefi pronto alla guerra contro, il Re di Francia, com'era jo Ile ci-
che fucceiTc to a dimandare a luifpcfjò danari : an^i coir a le preme/fe molte uoltefat
inno "eda*- tegliiprolnngò lo tricgka per tutto 7 mefe (Cigolìo pr(.jfimo,toglicndogli
je.etij.ijSuiz in un tempo rnedefimo la (perorila; che gli hanffjcagiouare più ilfoccor-
icriua ditfù f° fuo di quello,che glibaueffe giouato la diuerfione : & unito con la Le-
iamente da ga di Sutuia * ruppe guerra a gli Suìt^cì i, diebiarat gli ribelli dell' impe $
tio'^ck dal rio per uarie differenze, ch'erano tra loro : laqualc continuata da ogni ho
Naucieroet fa con grande impeto; bebbe uarij progreffi, & grande uccifìoni dall'una
h getrr* parte,& dall'altra : in modo,che Lodouico era certo non potere piu,in co
*™*£l:?*xÀ- fo&t hifcgnafìe ; ottenere aiuto da luiffe no termin affé prima quefla guer
«erifi Vani ra,ò con uittoria,ò con accordo : & nondimeno promettendogli Maffimi-
«Tarme, ? in ljatJ0 c])£ ma\ conuerrebbe né col Re di Francia, né con eh Suizzerifenzo
altre fattio- .,,.,. n r t i- i-nl n X
ni feguite ; includer ut lui ; era cojtretto, per non fé lo alienare,porgergii Jpepo nuo*
'nari a e"" *' danari :Liq uà le occafione conofeendo il Re di Francia,& quanto impor
zi da amen taffe /' battere congiunti fé co ì Vimtiani,e*ì Tonte fi ce,difprezzati i confor
«enta mil" f/ dimolti9che lo cQnfigliauano,cbe per effer Re nuouo}& poco abbondan-
huomini : te di pecunia ;diffcriffe all'anno fé gttent e la guerra cotra il Ducato di Mi-
gio/daTno lano>& fp erado doutre ottenere in fiat io di pochi meft la uittoria;& però
fu de gli non effergli neceffaria quantità grande di danari^ apertamente fi prepara
uà porgendo fegretamete^per tenere occupato Maffimiliano,qualchefom
b Galeazzo ma di danari agli Sui^zeri : & perciò il Duca di Milano ,ilqu ale, uededo
ce ii°corfo: mamfcftamwte approffimarfì la guerra : fi sforzano con grandiffima dili
che fu «folio genti 'a, & follicit udine di non rimanere folo in tanti pericoli, perche & di
d^rY^gS trouar me%p di concordia,^ di conuenire più co' Vinitiam totalmente fi
Siiizzer^ac- diffdana;nè trcuaua ne' P^e di Spagna, ricercati inftantemente da ìui,pcn
fedeJaffero° fiero Al™no dellafuafalute : Vero tentando in un tempo rnedefimo gli ani
con luì: ma mi di tutti gli altri; mandò b Galeazzo Vifcontea Maffimiliano,& agli °
ce C profitto Suiz^eriyper interporfi a ridargli a concordia : & J apendo >cbeQ alTon- c
alcuno. tefice non riufeiua il pen fiero del matrimonio di Ciarlotta per Ce far e Bor
e dì Copra già fuo figliuolo, perche la fancìulla,ò moffa dall 'amore ,& dall'autorità
nei lib i. a paterna^ouero confortatane occultamente dal Re di Francia , benché effo
l^n unefto dimoflrajfe d*affattkarfi in contrario-, * ricufaua ofiinatamente di uolsrlo *
medeti mo per marito, fé infume non fi componevano le co fé di Federigo fuo padre, il
to/éo te re- quale offeriua al Re di Francia tributo annuo,& ampie conditioni; bebbe
puife fatte fperanza Lodouico di alienarlo dalle co fé Oltramotane,& gli fece grandif
Li°procu^ fimo infiantia di tirarlo in cofeéeratione fecoinellaquale prometteua,che
»« "»°sKe -oltra il Re Federigo entrar ebbono i fiorentini, offerendole da lui, & da
£ UC gì* ahri Confederati gli farebbe dato aiuto contro i Vicari] dello Cbiefa ,
«ì Dicono ai & donata quantità grande di donar ifer comprar qualche fiato bonorato
tv tftà fa»* g Per
ciu 1 ; ricusò Tempre per marito il Duca Valeùno, cofi inftata neramente dal Re Federico Tuo padre : ilqual«
uc !.:.acon cucito mczoalficHrarlo flato fuoco'lRtdiFianciajOfteieDdogli^oxnccjuidiccanniiaipcnliQ-
r.c:ck a ciò s'accorda il JBucnaccorh'.
Q_V A R T O. u8
per lo figli uolodcquali off erte, benché da principio fuffero udite finmlaupnen
te da <Xlefiandro,fi fioperfono preflo nane -.perche egli, [perendo dalla compa-
gnia del Re di Francia premi] molto maggiori, che quegli eraper coiìfcgurre >
fé Italia di mono non fi riempiua di eserciti Oltramontani; conferii} : he l fi-
gliuolo,e fclufo già del matrimonio di dar lotta; fi congiugne (fé con :-7iafigl;uo
la di MonsJ! Jilibreth'.ilquale per epere dclfangue Reale,&per la grande1^
%a de fuoi fiati ; non era inferiore ad alcuno de' Signori di tutto l Reame di
Francia . l^è ce pò Lodouico certificato ogni dì più della mala ài fpo fittone de
VinitianiAi zftimolar fegretaméte contra loro con huomini prepripeoncorren * r>e gii ftfr
do al meìefimo il Re Fcderigo,il Trincile de Turchi: ilanalcgiàperfe mede a^'ò fmaU
fimo faceua potenti/fimi apparati, perfuadendofi che affi. ìltati da lui] nonda- aijurcoco
rebbono moleflia allo (lato di Milano :et effendogli note le preparationiyihe fa p^tcrj uè •* e
ceuano i Fiorentini per efpugnare Tifa;fi sforzo > con offerire loro quell'aiuto, «*»*» te I l
che fiapeffero defiderare ,diobligargli alla difefa fiuacon trecento huomini
darme,& due mila fanti pugnata che haueffero Tifa;& dall' altra par te il
Re di Francia gli ricercaua, che b gli promette (fero d'accommodarlo di cinque b ^J ^jjj
cento huomini d'arme per un anno,obligandofì, acquiflato che haueffe lo flato naccoriì e
di Milano, aiutargli per uri anno con mille lance ali imprefe loro. & prometten j^J^iJaJ
do non fare accordo alcuno con Lodouico, fé nel mede fimo tempo nonfuffero re da uà foto a'
integrati di Tifa , & dell alt re terre: & che l Tonte fi ce , e i V miti ani promette fiiTeaV n o
rebbono difendergli , fé innanzi allacquiflo di Milano fuffero mole flati da al- dell'ero a . u -
amomelle quali contrarie dimande era ne Fiorentini molta irrefoluiione;cofi Lodouico :
per la difficultà dellarmateria,comeper la diuifione degli animiipcrche non ri & ainncon
cercando Lodouico gli aiuti loro,fe non in cafo , che haueffero rie uperato Tifa ; tTcr°a?d? pi-
era molto più prefente, & p iu certo il fo ccorfo fuoyche quello che prometteua g1 »? f l 3 ?ro~
il Re di Francia>riputato in quanto alle cofe di Tifa di poco frutto -.perche, per fiòici» : &
loccafione di e fiere allhora quella città abbandonata da ciafeuno; erano uolta quando sn-
ti tutti i penfieri loro a conseguirla in quella fiate : & moueua Gltra queflo maggior ó-
non poco gli animi di molti la memoria, che l hauergli né loro pericoli aiutati bli£° ? ha"
Lodouico ,fofìe flato cagione , che l Senato Vinitiano fi foffe confederato col ceduto pu
Re di Francia alloffefe fue:& molto più gli moueua il timore,cheper lo file- ?'^n}u yjat!
gno di effer negate le fine dimande ;non impediffe loro l'efpugnar Tifadlche con mono tan
non molta difficultà har ebbe potuto fare. Ma in contrario giudicando fi, eh' e- to ^ lJJ J[| °
gli nonpoteffe refiflere al Re di Francia, & a Vinitiani;pareua pericolofa de cte il Re
liberatone inimicar fi con un Re , le cui arme fi dubitaua , che dopo non mol- Jj^^^ea °s
timefi haueffero a correreper tutta Italia: & lamemoriadè boieficij riceuu ondeaii'ho
ti da Lodouico nella guerra contra i Finitiani, per i quali diceua con uerità ha r* f^omi
nere hauuto origine i fino iperico li ; era facilmente cancellata dalla memoria, ni d'arme ,
che per opera fuafuffe prima proceduta la ribellione di Tifa;chegli defiderofo f^ÌXX^x
d ' infìgnorirfene gli haueffe foflentati, & fatto foflentare da altri per molti
mefh & perfegu itato in quel tempo i Fiorentini con molte ingiurie : in modo »
che maggiori erano flate loffie fesche i fauori} à quali non era anche condefee-
•v^fil! L I B Tt O
n rifatta, Jo je miper non poter tolerare.cbe i Vinitiani gli baucffero tolto quello, che
fio éiriS a &* c07! . §*****&>& c°n t ambinone riputaua proprio ne concetti fuoi: &
LoJ.sìoimj uenmain confà cratione che dichiarandoli per Loiouio il Re potrebbe fimi l
iai da0^ ferite pernierò del Tomcficc>&de Vinitiani confederati firn \ impedire la
j. n sono v ià ricuperatici di Tifa : pero deliberarono hi vltirno di non muover fi in favore
lehoraqael nl del Re di
Je aru, che-
gli con ciaf- jiti/
cun'alrro in
tutto il aro- ^
^ifo di q- input fperanzapotefieroiet pero dopo hauer differito molti dì adarli rijfofia;
§1 Mtdap mandarono vn Segretario puliico a fargli intendere , che ^lintentione della &
hauer yiato: Republica era in quanto ali effetto la medefima,che la fua : ma effer qualche
ienn^pan àiferepantia nehnodotperche erano determinati ricuperato ,che hautfferoTi
meme,quan fa di non gli mancare deg^i aiuti dimandati ; ma conofeer molto pemicivfo il
^n^cetarò farne feco efpreffa conucruione: perche non fi potendo nelle città libere tali co
* lu'/ia^1le fe fedire fmza confentimento di molti ; nonpoteuano ejferfegrete ; &pale
fa rfi a°g!iV faidofi darebbono oc cafone al He di Francia>di fare chel Tontefice, e i Fini
n :on Fiore tiara foccorr e fiero i Tifarli : donde la promeffa far ebbe nociua a loro, & a lui
hT dèncTdi mutile eperebenon e ff ugnandovi fa ; nonfarebbono obligati, nèpotrebbono
jopnHiM. aiutarlo i pero giudicar e ,ch e bafìaffe lafedeycbefi daua aparole col corifea-
cocche'! timeìito de cittadini principali; daU autorità de quali tutte Je deliberationi
Ke di Fricìa publjche dependeuano ine rkufare per altra cagione il conuenirne feco per
ài jafilaTio fè''ittura,offerendo finalmente per maggior dichiaratone dell animo }pro,cbe
fiato a Lod. fe da luifidimoflraffe qualche modo da poterei fuggendo tanto danno, fotisfa
trech-S rea^eftderiofùo;farebbono parati ad efeguirlo. Ter laqual riftofta, bécbe
feAa'Hgiio arguta j & piena d'artifìcio , & perche non accettauano l offerte degli aiuti
dopo^iTi fà$ con°bve Lodouico non poter hauere fyeranza certa delle genti loro 5 ac-
che poi rìior corgendofi che da ogni parte gli mancauano le fyeran%e: perche ilfoccorfo prò
sonf H*M mtff°gti continuamente dal He de Romani era incerto molto per la varietà
cìaj ma di p- della fua natura}& per l'impedimento della atterra con di Suizzeri ; & fe
lente le gli ; _ ~ » £ * i ?• .. 1 • • v -&. . •;;_
dc-r* h ^ftQ potenza,& lentezza fua : gr Hercole da Efìe fuo fuocero ricercato d 'aiuto
che" l'imp. da lui; gli baueua} rimprouerandogli quafì lamica ingiuria, ebe per opera fua
i^™ctter- foffe rimafo a Vinitiani. il Tolefine di Rovigo >rijpofto difp tacergli l effere ini
tato aiuto j fedito ad aiutarlo : perche efiendo i confini de Vinitiani: tanto vicini allepor
ne. io \ ft)£ te di Ferrara g era neceffitato attendere aguardare la cafa propria . b Terdii b
ic.najon' an te adunque tutte lefyeranze,che non dependeuano dafe mede fimo ; attende-
io s 'ài*1*" m farcitamente a fortificare ^{nony'ìJyouarai & .Aleffandria della Taglia*
uno, & a n- terre efpofte a primi mouimeni i del Re di Francia , con deliberai ione d' oppor
ton 0 i.3n- ye alt impeto fuo Galeazzo da Sanfeuerino con la mavvior parte delle jncfor
a.ianonmu ft in r »j 1 > • il
c\ Jet ; riuut Z£. e l re fo folto l Marcbeje di Mantoua opporre a Vinitiani '.-benché non moL
«te to
^1
Q^-V A R T O 119
topoho per imprudenti^ qpera;arit;a,òperche j€ COVRIGLI celc-
fti non fi poffa rcjinire:d;fordinò da fepropvio quefio fhjjìdio .-perche batte
dvfi cominciato uanameie a persuadere, che i Vimtiam,a quali Bai/et Ot
tornano hancua per terra,et per mare con apparato ftupedo rotta laguer
ra,necejjìtatia difendere, centra tanto nimica le cofe proprie non Ibaucffe
ro a mokftare:& defidcrando fodisfare a Ga'lea^o da S anjeuer ino -Jmp as-
tiente chel Marche fé lo precedere di titolo icominciò a muovergli d;fficul-
tà,ricufando dì pagargli certo refiduo diflipetidij uecchi,& ricercando da
lui giuramenti ,&cautioniinfolite dell' ofkruan^a della fede: & benché
-poi , nedendo che ì y initiani mandati ano continuamente genti nel Brefcia-
rw,per effer parati a muouere la guerra neìl'iftejjo tempo,che la muouefie-
roi Fr ance fi ,cerca($e per mezo del Duca di Ferrara Succerò commnne
dì riconciliar felo, le diffidila non firrfoluerono sì prefto che non fopra-
•tienìfferopiu prefto i pericoli , 1 quali appariuano ogni giorno maggiori :
perche nel Tiemonte , otte il Duca di Sauoia fi era di nuouo congiunto
al B^. ; pafjauano continuamente genti , che fi fermauano intorno ad tAHi :
' & le Sperante del Duca j "empì xe diminuiti 'ano ', ; perche il a % Federigo , * Ìf**J**
0 per impùffibilità,ò per negligentia tardaua a mandare gli aiuti promcjjl: \\ àlbore
& qualche (peran%a,che glireftaua, che i Fiorentini , e pugnata che lecV"j^
baite/fero Tifa; gli manderebbono in foccorfo Tagol Fittili, della uir~ «ani, come
tu delquale teneua tutta Italia grandiffimo conto ; fu dalla diligentia del e8li *-f *$*
Re di Francia interrotta : perche conajpre parole, & quafì minaccie tifate uaiii a Lodo
a di Oratori loro; ottenne , che la Republica fermamente vii promeffe P^^r^f1
per Jcrittura ai non dare al Duca aiuto alcuno , fenzariceuer di quello ch'eifeceua
mricompenfo da fé promeffa alcuna. Vero Lodouico lajciataa confini !or-.^g^s
de' Vinuianiy fottol Contedi Gaia%yo ieggier difefa ; mandò Goleata
> 70 da Sanfeuerino di là dal Tò > con b mille Seicento huomini d'arme,mil- kfif !90JfQ
ciTitto clic
le cinquecento canai leggieri , dieci mila fanti Italiani ,& cinquecento ìoVorzaha
fanti Tedefchi : ma più con intentione d'attendere alla di fé fa delle terre , ?*!* àil*™\
che di refiftere nella campagna: perche giudicaua,che l'allungare gli fujje d'arme/due
utile per molte cagioni,& ferialmente perche di giorno in giorno fferaua J^y3^
la cwclufione dell'accordo grattato in nome fuo dal Vifconte tra Mafpmi 3+mUa fan
iianoy& le leghe de gli Suiz^eruUquale jubito,cbe haueffe hauuto per f et- ri-'&g2n,{£
tione; gli erano promeffì aiuti potenti da lui : ma altrimenti non folonon gliene. ,
ne poteua fyerare>magli era difficile il foldar fanti in quelle parti: perche
# moti,cbe u erano gradif]imi;tirauano gli huomini del paefe a quella guer y
ra.T^o fi fece da parte alcuna altro effetto di guerra,che leggieri correrie^
infida tantoché no hebbono paffati 1 monti legeti defluiate alla guerra fo-
to Luigi di LigniyFberardo fìQbignì}et Giaiacopo da Triul%i:percbe il \e*
fé ben ueniuaa L'ione^ Spargendo fama di uolere,quando coft ricercaffe il
bi fogno, pafi are in Italia; intedeua digouernarlaper me%p di CapitariuMa
mito che fu infieme tutto l effer cittì de* Francefi, nelquale furono mille fei
cento
so_ ^ LIBRO
c*»na?*chc fc&° ladé&mqtte mila Sul%£eri, quattro mila Cuafconi, et quattro mila d'ai
àcii» foitez tre parti di Francia;i Capitani il terxpdecimo dì d'^goflopofero il capo alla
*r.no 3oa . rocca dvérazgp pofta infilila ripa del Tonar o : nellaquale,héche fuffero a cin a
ì-*«i»,6£ che quecento fanti ; la pr e fono mbrcuifjimofbatiojdandóficaufadi tantaprefle^
L?ti©o «e %a ali impeto dell artiglierie ima no meno allaviltàde difenfori. prej'ala roc
iae mandò . ca d\xra^p ; andarono a campo ad *Anon , caftello fiala firada maeftra tra
Agoaìno +Afih& jileffandria, & falla ripa del Tanaro oppofita ad .Aratro, forte di
1 IVochen campagna Jnte fa laperditard' \Ara%%p; hauejjì desiderato madami Miotti fan
ghe apinei- ti, & migliori, perche fettetento^cheue nehaueua meffi prima; erano di gen
io \ Si/ttc te nuouJ> i & non tfyerta alla guerra ; non potette metterlo ad effccutioneiper
h ineua £o- che i Francefi pei impedir e, che nonni andafie foccorfo; haueuano di confenti
V < I °corio mento del Marche fé di Monferrato, Signor di quel luogo ; meffa gente nella
u* a g |i og ne feYra di F dicano pofta tra < Ale filmar la , & Anon : però non faceti do quegli >
r^meSci - ch'erano injlnon migliore jperien%a di quello, che fi ajpcttaua; iFrancefi hat
m-c boi a. Ma xuto tir ima il Borgo, & poi la terra da quattro parti ; la ejpugnarono in due
liaSkatfa^ giorni : & dipoi ejpugnarono la fortezza, ammazzando tutti i fanti , che ui
giamo cjake erano rifuggii:}: dalqualfucceffò .più repentino di quello,cbe sera creduto jpa
Vnt.no ilei- uentato il Sanfeuerino ;fi ritirò aon tutte le genti in ^Ale fi anùria, feufando il
(o gk>mo}et fliQ timore col dire d'hauer fanteria inutile, & che ipopoli dimoftrauano ani-
a j ni Jfec€° mo pocofl abile nella diuotione di Lodouico . Da che i Francefi tanto più inani
due tradiate mjtj . saccofiarono a quattro miglia adAAleffandria:& nel tempo mede fimo
ii& nei le introdotti per la forte^anella terra; prefono,ò arrmatgarono tutti ifolda
k per ione : tf . e tra qHefli refl0 prigione Ottauiano [ratei naturale delSanfeuerino : &
irotro hauer fu co fanot abile, che quefto medefìmoCafteUanoyjbaueuauent 'anni innanzi,
rotato npl mancando di fede a Madonna Bona,& al piccolo Buia Giouangaleaigp ; da
\ n un* ' i S^fib to a Lodouico Sfori a una porta di Tortona, W« quel med efimo giorno,che rn '
giorno Papa trocjt,jj} j francefi in Valenza : & difeorrendo dipoi i Francefi per lo paefe
fctto ptigia-5 come rn folgore; s arrendè loro fen%a diffidata Bafignano , Fogbiera, Cafiel
ha;pt poi l'a ^^mi0) & '-p0nte Corone : e l med e fimo pò chi giorni dafoi fece la città, &
Hap a Ba no La ro oca di Tortona : dalla quale fi ritirò di là dal T?òfen\ affrettare affai to al
iorae^d'/.i- cuno^ntonmaria Talauitmo , che u 'era a vuardia : l auifo delle aitai cofe
uuno:iu ere ; ■> < > . . •> i J
eto Generai andato a Milano, Lodouico Sforma uedendofi ridotto in tante ang/tjtie, & che
ci " Vinitia-
ju^il'ifteflb Jtc
gtoi..o, che /
^j.anni pri-
ir»a rraftato
auto impetuofamète andaua in preci fitio lo flato fuo, perduto, come fifa nel
auerfità sìjubite, non meno l animo, cb e l conftglio^icorreuaa quei rimedi^
dquali
fatto prigione a Vaila in Gliiaradadda^omed'amenduequefti è ferino cH fotto «ci Jib.xj. a car.3 a§. iac.a. 8c
33;. Aitine. deli b 5.acar.is« & nel 6. a i7o.è notato il Venerdì elTer felice a,gli SpapiudU Don Lui^id'A-
uiia nella guerra di tamagna fcriue,che un Cauallier della compagnia del Conte d( Buwaio unaTattionepre
Kr.n'2liiere,toglicndoglil*mftgna in quel giorno roedciiino, ch« i annoinnanzi haneaa tnorto un tratelb
€i ;]aeiìo e bora haue uà fatto pr:gionc,& to'togli firailmentc la bandicia. Altri cllempi sii fono ma il luogo è
iJ;-«U« i\ AOniì fOiionO iCCHvU lutti.
Q_V A R T 0. no
£ quali [olendo ricorrere glihmmini nelle co fé afflitte , & qiiaft ridotte ad a cpivfccò
tfttimadifieratione ; fanno piupreflo palefe aciafcuno la grandezza del peri- Eodoisicq
Colo, chene cohfegmiim frutto alcuno : fece de fcriuere nella città di Milano coatto eie*
tutti gli huomini habili a portar arme : & conuocato * il popolo, alquale era pnncipsh.H
in odio grande il nomefuo per molte efattioni,che haueua fatte : lo liberò da \\ cono, fra
una parte delle granù^'^e, foggiugnendo con caldiffime parole >cke fepareua , * «Pjjì ^*
die qualche ito Ita fuffero flati troppo aggrauati ; non l attribuiffero alla natii fi, cioè a ita
ni fua,nè a cupidità,che baueffe mai bauuto d'accumular tefiw.ma i tepì.c i n1.? ^J?*
pericoli a" Italia, prima per la graderà de Vinitiani, dipoi per lapafiatadcl co sanfeùe«
ftf Carlo ; batterlo cofìretto a far queflo per poter tenere in pace, e in ficurtà n^ ^ '£
quello flato, & poter refiflere a chìvoleffe asfaltarlo :hanéilo giudicato nenpo ite Ardue-
ter fare maggior beneficio alla patria,& a popoli fuoi. che prouedere no fuffe {jS^u lì '•'
ro rwleflati dalle guerre: & che queflo fuffe fiato coniglio d ineflimabilc uti Umetti ch-«
lità hauerlo i frutti, che ferì erano ricolti chiariffimamcnte dimoflratoipercbe fedTecwt*
tanti anni fitto ilgouernofuo erano flati infomma pace, & tranquillità , per t'o dallo s:oe
laquale s eragraniemontc augumentatala magnificenxayle ricchezze, & lo haue?^*
^lendore di quella città : di che far fede manifefiifjìmagli edifici*, le pompe,e aiutato ìf;«i
)anti ornamenti, & la multipìicatione quafi infinita dettarti, & degli habi- pvfnitian?
tatoW ; »e//e $&<& co/è la Città ,el Ducato di Milano ynon filo non cedeua- accioihe n5
•20 ; wd erano fuperiori a qualunque altra Città,& regione d'Italia: ricordaf Str0fli aa
f?«// deffereflatigoue)matidafefen7^al:una crudeltà,& con quanta mafue ««w» el]ì v»
(udine,et benignità baueffe udito fempre ciafeuno , & che filo tra tutti i Vrin JJéu an" cotte
dpi di quett età, fen^a perdonare a fatica ò trauaglio del corpo haueua per ef sato f5 Fri
medefimoné dì deputati ali ' audience publicb 'e ,amminiflrato atutti giuflitia
et c-ieancoc
fommaria, & indifferente ; ricord aflinfi de meriti, & della benìuolenxa del j-81 ! hfau r cbp
padre fuo, che gli haueua gouernati pinpreflo, come figliuoli, che comefuddi- Frància °fc£
ti; & proponefjìnfi innanzi agli occhi quanto farebbe acerbo l Imperio fuper "C[ef accor-
bo3& infoiente de Fr ance fi: i quali per la uicinità di quello flato al Bearne m \ umilia
di Francia ; nefarebbono, fé loccupa(ìcro come altre uoke hauea di tutta Lo 5jL-'5?fi!!lr »
bay 'dia fatto quella natione,fedia ferma, sperpetua de popoli fuoi cacciati gànnacch
ne gli antichi babitatori: però pregarglieli? alienando l'animo da i coflumi b-s!S,e£{
impetuofi nellaffaltare.che coflanti nelperfeuerare: & perche egli fin^a di JJJi^^*
latione ajpettauapotenti aiuti dal I{e déHomani, limale già compoflele co fé impero •. se
congli SuiTgerifìpreparaua per foccorrerlo inperfina,& ch'erano in camino t al^aVà-
legenti,lequaliil gè di Islapoliglimandaua con Tr off ero Colonna ; & crede morza : on-
ve che l Marche fi di Mantoua,efiendo rifilate fico tutte le difficultà; fuffe che^udto
già con 3 oo. huornini d arme entrato nel Cremane fi : allequai co fi aggiungen 3 utt °re ha
ClOJl quella fante
tia: la quale oltra che è anco in Cefare,e in aitai è con l'eflempio corroborata, nel fatto d'arme al Gariglia-.
no,5; aluoue. Leggi Vincenùo Lugano,
LIBRO
t dì ciò è da C°rtc "Patte fé yche allbora n'era Caftellano antico allieuo fuo anteponendo
ìfg-ere ileo Li fede di cofiui a quella del fratello jlfcanioy che fé gli era offerto di pi*
lu° MmèuT &idrne l* cura : & ul lafcià tre mila fanti fotto Capitani fidatiy& * prò- <
ne attuti Se hi [ione di uettouaglieydi munitione>& di danari baflante a difenderlo per
t°c" Iti P& rno^tl mcfì: & Sfoltito nelle co fé di Genoua fidar fi d'*Agolìino ^Adorno al
meitc tino i Ihora goncrnatorey& di Giouannifuo fratello »d cui era congiunta in ma-
lafc^tTa"1 trimonio una Jor ella de* S.Stuerini;mandò loro i contrafegni del caftellet
coite. to.jC Buonromei gentiluomini di Milano reUituì ^Angbiera^Arona , &
b oucft fi a'tre terre fui Lago maggior ey che baueiia loro occupate : & ad ifabella
giiuoto d'i- à' ^Aragona ymoglie già del Duca Gioitati Galeazzo; fece a conto delle fue
iabeiia & di doti ydonat ione del Ducato di Bariyet del Trincipato di R«ffano per trenta
Gio.Galeaz . * r jj r ,
zo fu chia- mila ducati yancor a che ella non gli haucjje uoluto concedere il piccolo bjib
™*'° come gitolo di Giouan Galea^o: ilquale egli de fiderauayche co figliuoli fuoi
lai le il co andajfc in Germania : & poiché ordinate quefle cofe>fu dimorato quanto
nie^èixioH &i parue potere dimorare ficur ameni t ^reggendo fi giù la terra per fi fìcf-
alui doni , fa ; partì con molte lagrime il Secondo dì di Settembre per andare in Gcr-
douicoadal mania yaccompagnato dal Cardinale da Bfley & da Galeazzo da San $e-
wi Nobili di uerìnoy& per afficurarfi il camino da Lucio Malue7goy con non piccolo c i
numero d'b uomini d'arme y& di fanti : ne era appena ujcito del caftello,
e Co 4. mila che il Conte di G ai a^pys forcando fi di coprire con qualche colore la fua
f /corioMa fer fidici fatto fegli incontro ; gli diffeyche poi che egli abbandonaua lo Ha-
si Bébofcri tojuo pretendeua refiar elibero della condottale haueua da luìy&pote-
r?CauYnfua re prendere di fé qualunque partito gli piaceffe : & immediate feoperfe il
partita i mì nome>& l'infegne difoldato del B^edi Vr ancia ^andando d foldifuoi con la
cerohnédfe mtdefima compagniayche baueua mefia infiemey& conferuata co danari
re, eh? fi uo di Lodomco : ilquale da Comoydoue la f ciò la fortezza in poteftà del popò
ì» UFr"nceafi1 l°>fe ne anc^° Per H La&° ™flìì0 a Plagio : & dipoi fmotato in terra paf
& che e/fo sò da Bornioy& per quei luoghiydouegidy in quel tempo yche era colloca-
n"a perche to *n tanta gloria>& felicitai aueua riceuuto Maffimilìanoy quando più
$era partita preflo come capitano f:oy & dèVinitianiyche come J{e de3 Romani y paflò
glia^MaTi in Italia . Fufeguitato tra Como , & Bornio dalle genti Francefiy & dal
corio dice, \a compagnia del Conte di Gaia^o : da' quali luoghi > lafciata guardia
tirfilidìgii nella fortezza di Tiranno y che fu pochi dipoi occupata da' Giorgini ;
«iace ìnome fi diri%gò uerfo Spruchy doue intendeua effere la per fona di Ce far e. *Do fl
popotf .U pò la partita di Lodouico i Milane fi mandati fubitamente jimbafeiatori
à Capitaniyapprojfimatift già con l'efferato a fei miglia alla città ; con-
chVamaroV fent irono di riceuergli liberamente, riferuando il capitolare alla uenutà
no ì France del ve . dalquale procedendo folamente co la mi fura dell'utilità propria,
fi nella cit - v / f . ' . r . . . . ., , r r • 1
tà, quattro {per auano immoderate gr ai iey& ejentiont ; & il mede fimo feciono \en%a
Siornr' d°?£ dilatione tutte l'altre terre del Ducato di Milano .Volley la città di Crc
Lo?asforza! mona ( efiendo circondata dalle genti de' Vinitìanìy l'Imperio de* quali
uT»i><fcUC a^QYTim )farc M Medefimo ; ma non udendo il Re rompere la capitola
ti$nc
1
QJV A R T O, m , ^adU
itone fatta co9 finitimi ;fu neceffitata arrendei fi a loro: feguito Genoua la quantità di
medefima inclinatione , facendo a gara il popolo , gli adorni, & Giouan Lui JJJJ Jr'^
gì dal Fiefco di effere gli autoriprincipali di darla al Re . Et perche contra cor te ri ce.
Lodouico fi dimoflraffe non filo una rouina ri repentina , et sì grande, hauen £c p^t F rpare!
do in uenti dì perduto sì nobile , & sì potente flato ; ma ancora tutti gli ef- «no dei uà
j?wp/ d'ingratitudine ; ilCaflellano di Milano eletto da lui per il più con- dàiwboff*
/Wdto £ra f«f** i/woi , fen?^a affrettare né un colpo di artiglieria , né alcuna enfeata, che
ffretie d'affatto ; dette il duodecimo giorno dalla partita fua al Re di Francia, {^ rec d-* ro!
i il caflello , che era tenuto inefpugnabile,riceuuto in premio di tantaperfidia a
quantità grande di danari > la condotta di cento lande ,prouifione perpetua > Jj*^ ™ f^
& molte altre gratie, & priuilegij : ma con tanta infamia, <jr con tanto odio> di tore tu ti
• etiandio apprefio a b Francefi , che rifiutato da ognuno come di fera peflife- x°£ J*.™™
ra , & abomineuole, il fuo commertio > &fiherniloper tutto douc arriuaua cefi fteflì ,
con obbrobrio fé parole, tormentate dalla uergogna , & dalla CO'HSCIE'N^ JogiuoTau*
Tljl, potcntiflìmo , & certiffìmo flagello di chi fa male , pafìò non molto »o «ìgiuoco
poi per dolore ali 'altra uita . Tarticiparono di quefla infamia i Capitani che &Uoicuano
con lui erano rimafli nel Caflello , &fipra gli altri Filippino dal Fiefco : il- J* *« "tu
quale, allieuo del Duca. & lafciatoui da lui permolto fedele , in cambio di «./iccuanò
confortare il caflellano a tener fi ; accecato dagrandiflìmepromeffe ; lo con- J° Vernar
fonò al contrario ; & infieme con jLntonmariaTalauifino , che interueniua tc:«u cfae fi
in nome del Re trattò la deditione . Ma il Re , che hebbe a Lione le nuoue di J'^^JJ?
tanta uittoria , fucceduta molto più prefle \di quello haueuafférato;pafiòfu Plutarco ne
bito Con celerità grande a Milano ; douericeuuto con grandiffìma letitia; con *u. p^tfó
cede laeffentione di molti datij , benché il popolo intemperante ne* defìderij nem amo ,
funhhauendo fatto concetto di hauere ad effere efìente in tutto; non rimane f- ^ ^on'laa"
fe con molta fatisfatt ione . Fece molte donationi d'entrate a molti gentil! Imo do.Et Demo
mini dello flato di Milano : tra i quali ricono feendo i meriti di Gianiacopo da £c" *r^crl
Triulyì » gli concedette Vigeuene , & molte altre cofe . Ma nel tempo mede Uiìc anch'c
fimosi e dal Re di Francia fi moueuano l'arme contra il Duca di Milano,*? a- ^otto^ti
golo Vitelli > raccoltele genti, & leprouifioni de' Fiorentini per potere poi hode haben
più facilmente attendere alla effrugnatione di Tifa;pofe il campo alla terra di t£ s '?^Jet%
Cafcina: laquale,febenefuffeprouedutafufficient emente di difenfiri, & del che i everta
le altre cofe necejfarie,& fimilrnente munita difoffi, & di ripari ; ottenne da ^& ™e"[a
poi che furono piantate l'artiglierie, e in uenti fei bore: perche effendo comin ftato diMiia
ciati ad impaurire gli huomini della terra per il progrefìo grande, che per lyef- [^diqueifbc
fere le mura deboli, haueuano fatte lartiglterie; ifoldaiifireflieri, che u era t^"l° Ga
no dentro preuenendogli ; fi arrenderono , patteggiata folamente la faluc%- dimemo, a
%a delle per fine, & robbe proprie, & lafciati loro, & i comme]farij,& fol- potrebbe
dati Tifani in arbitrio libero de* uintitori. jLrrenderonfi di poi alla richiefla neuoimete
d'un trombetto filo , la Torre edificata per la guardia della foce dLjtrno, & ^ j J^J"
Q^ z ilbaflio- noieiTi.*!
contra Kufino.Quod tantls Romana manus cotexuit tnnisjProditor unti* iners angufto tempore uertit.
e Coti a punto fcriuè il BuonaccoiMggiugncndo che fu a 26.di Giugno Hsp.tìaa dtee chcCarcina fu prcla i
diU.-etione: ilchefi dcuepetucnturaintcndercicjuantoa glihabiUBU,no||Cjt«moa toUitt
L I B R O
ìì baflione dello fiagno abbandonatola Ti funi : in modo , che per ì Tifani
non fi teneua altro in tutto il Contado , che la Fortezza della Verrucola , &
lapiccola Torre d'ufeano non moleftate da nimit'hper la incommodità i'ka
nere , y olendo ejpugnarle , a paffare .Arno ; & perche efendo contìgue à.
Tifapoteuanofacilmenteefferefoccorfe; & perche non imponauaallafom-
ma delle cofe il per demi tempo . Rimaneva adunque fola l "e §ugp,;tmnc $\
Tifa : imprefa da coloro , che difeorreuano prudentem^/re , non i riputata fé
nondifficile, per la fortezza della città, & per il numero, Uifiu, & cfliiia-
tione degli huomini,che ut erano dentro : perche, fé bene in Tifa non erano
aGurlìnoTo foldati foreflieri, eccetto a Curlino da Rauenna, & pochi altri, i quali venu
aa'fu huoC tini agli ftipcndij de* Vinìtianì ; ui erano uolontariamente rimafli dopo la
irò dimoilo partita delle loro genti; ma ui era copiofo il numero de1 cittadinì,& de* con-
uakCprouc tadinì, né minore di qualità, che di quantità: perche per l'efierientia conti-
<u lui fa tte nua di cinqUe anni ; erano quafi tutti diuenuti atti alla guerra , & conpropo-
guerra di pi fitofi oflinato di non ritornare fitto il dominio de Fiorentini , che harebbono
fa ; fi portò riputata minore qualunque altra ?rauiffima auerfità . Non haueuano le
anchoegre- r , „ . \ A m • * • r k 0* ^ i- • , ?>
giumente al mura della citta fojji innanzi afe , ma erano molto grofje, & di pietra d an-
la"°d \ t" ticaftruttura talmente conglutinata per la proprietà delle calcine, che fi fan-
ro,& aNoua no in quel paefe , che per lafuafolidità , refiflendo più , che communemente
ia,come feri mn ranno l'altre muraglie, alt artiglierie ; dauano innan?hcbe le fu/fera °it-
u«Girolamo ■?, . _ &. , °. . ,..-• , ■ ,■& .
ko dì nei li. tate m terra, molto fpatio a coloro, che erano dentro a i riparai- e: & nóndime
ftoric di Ra no l F^orentm^ deliberarono d'affiliarla , confortati al mede fimo da Tagolo
\ uenna. Vitelli, & da Pinuccio da Marciano : / quali dauano fperan%a grand e <£ pu-
gnarla in quindeci giorni: & perciò hauendomeffi in fieme diecimila fanti *
& molti caualli , & fatti, fecondo la richiefla del Capitano abbondanti [(fimi
prouedimenti ; egli l'ultimo dì di Luglio uipofe il campo, non come era ricor
dato da molti, & comefaceuano inftantia i Fiorentini , da quella parte d'^Ar
no, cheprohibiua ilfoccorfo, che ui ueniffe diuerfo Lucca; ma dall' 'altra par-
te del fiume rifeontro alla fortezza di Stampacelo perche gli pareffe facilitar ■-
fi affai la uittoria, fé ejpugnaua quella fortezza ; ò per maggiore commoditì
delle uettouaglie , che fi conduceuano dalle cafiella delle colline ; ò perche ha
ueffe hauuto notitia,che i Tifani,non credendo, che mais3 accampale da quel
la parte; non u haueuano cominciato, tome datf altra parte faceuano , riparo
bt^ucflaroc alcuno . Comincioffi a battere la b rocca di Stampace, & la muraglia dalla j
cedacelo* manodeflra, & finifiraper lunghijfimo tratto con uentipcqcjgrojfì d'arti-
ino è detta nlieria; cioè, da Sant *jLntonio,à Stampace ; & dipoi infino alla porta , che
: Bafttone,oc 9. „ r .. . ,, * ■ -tL-r - - «
-dai Buonac fi diceamare,poftafulla nua a *Arno;& per contrario i Tifimi, non internet
coifì Torre tendo giorno, & notte di lauorare,& infiemecon loro le donne;non meno per
tinaci, &. animo fé a queflo.che gli huomini ; feciono in pochiffimi giorni al-
l'oppofito della muraglia,che fi batteua ; un riparo digroffetzga,& attenga
- notabile, & unofoffo molto profondo, non gli jpauentando, che mentre, che la
uorauanQ ; rierano feriti 2 & morti molti dall'artiglierie} òperpfoprio toU
Q^ V A R T O. # Wjf
pò , àper riuerberatione : labiale pefìe offende uà fimilmtnte i follati det,
campo , percoffì talmente dall'artiglierie di dentro , maffimamente da uno »
paffauolante piantato falla Torre di San Marco , che erano ncccjjitati
per tutto il campo , ò di aliare il terreno per riparar fi ,ò alloggiare nelle-
fofje . Vroccdeffi più giorni con quefli modi : & benché fu fi e già gì t tato m
terra grande [patio di muraglia da Santo Antonio a Stampace , & ri-
dotta qudla furte^ja in termine, eie il Capitano jpcraua di potere fen-
%a molta di fficultà ottener Lv,nondimeno per far fi la tintoria più facik,fi
c6t\nuaua dibattere da Stàpace infino alla porta a mare,fcaramuccian-
dofì in quefto mt%ofpeffo tra la muraglia battuta,^ il riparo tanto lonta
no dalle muratele Stampace reftaua tutta fuora del ripzro : in una delie-
quali fcaramuccie fu ferito il Conte Ranuccio d 'un arcliùufo. Era il con-
iglio delCapitano come baueffe occupata Stampac e, piantar? l'artiglierie
in fu qudla, & fulla mur agita batt ut aidonde offende do fi ter fianco tut-
ta quella parte, eie difendenano iTifanì$eraua quafi certa la uittoria;
& nel tempo mede fimo far cadere uerfo il riparo, acciocle riempicndofi il
foffo fujjepiu facile a' faldati la falitatuna alta di mura tra Stampace,& a tapaam
il riparo;laqualc,tagliata prima con gli fcarpell'hfi fofieneua co puntelli ^jra dVqu?>
di legname. Dall'altra parte iTifani, eie fi gouernaxano nella dtfc fa fe^ ftr«tf«ri *
condo il configlio di Curlino ; baueuano fatte diuerfo Sant'Antonio al- nouuin°o
cunccafe matte nel foffo , per impedir € ay nimi ci incafoui fcendefferoil ^rcJr^n^hc
riempier lo;&diflefe fu per i ripari uerfo Sant'Antonia molte artigilierie; £f fu°or a*
& alloggiati i fanti loro ape del riparo; accioebe ridicendo fi le co fé allo ^£^*
§ìretto;fi opponeffero con le proprie perfone a nimku finalmente Vagolo Pj0 nmiic
ditelli il decimo giorno poi, che fi era accampato, non uolendo differire fj^£*£
più a pigliare Stampace , prefentataui la mattina full* alba la battaglia , chi nella vi
benché ifoldati fu/fero offe fi dall'artiglierie della cittadella uecchia ; la «££ *-£
prefe più pre{ìamente,& con maggiore facilitarle non lane a fp erato ; & giioni di z«
con tatofpauento de' Tifimi, che abbandonati i ripari fi metteuano per tut jg™. ?Uo-
ta la città infuga:& molti, tra! quali Viero Gambacorta cittadino nobile, mo d'aime
acon quaranta baleflrieria cauallo,cbemilitauano [otto lm;fi * fuggirono ^"c/ndo^
di TJifa:& te nefarebbono fu??iti molti più, fé da Magiftrati no fuffellata fi di notte u
•* fattioncaS.
Serro , fra i
noftrt > e i
no;alquale farebbe flato felici fimo quel giorno,clefuorfginedtllefuèca- ^f^1
fatta refifien%a alle porte;in modo,che è mamfeflo,cle fé fi procedeva inno.
ihji otteneua quella mattina la uittoria con grandi ffima gloria del Capita noftn , e i
^ ' . .,*.._ ^ .. — . . ° i r • • • li f . Turchi
lamità : perche non conoscendo egli, fecondo, che poi fi feufaua , l'occafio- «M??* &
ne,c le infp eratamente fé gliprefentò;nè hauedo ordinato di dare quelgior fuaggaéd°0'an.
no la battaglia con tutto il campo-,nè ad altro,cle a quella torre;non folo ^co°arr^
non mandò le genti ad affaltare il riparo , oue non harebbono trouato refi- goftaaa a£c
fien%a,ma fece ritornare indietro la maggiore parte de fanti , eie intefo f*£z «£****
l'acquifto diStampace,defiderofi di fa echeggi are la cittd,correuano turnul al' Blu^caiU
tuofamente per entrar m:& in quel tanto i Vifani suolando la fama per la na.
Q^ J cifri
LIBRO
cittJ, che ì inimici non feguit andò la vittoria concitati da' pianti, & dalle
grida miserabili delle dorme , che gli confortavano ad eleggere più pretto
la mene che la conferitatene della uita [otto il giogo de Fiorentini ; co-
minciarono a ritornare alla guardia de' ripari : a quali cfìendo ritornato
C urlino, & con fi der andò, eh e dal riuellino,che haueua Stampace uerfo la
tcrra;era una uia,che andana uerfo la porta a mare,laqual' haueuano pri
ma ripiena di terra,& di legname,& fortificata uerfo il campo yma proue
àuto all'altra aia uerfo Stampace ;fece fubito riparare , & riempiere da
quel lato:& fatte un terrato,con artiglieri e, che uraliano per fianco, impe
dina l'entrare da quella parte.JLcquiilata Stampace Vagolo uifece tirare
in cito alcuni Falconetti,etpaffaHo!àti}iqvaìi tiravano per tutta Vìfa,ma
non offendevano i ripariti quali Mnchefufkro offe fi dall'artiglierìe pianta
te da baffo, non però gli abbandonavano i Vijani':& nel tempo mede fimo fi
batteva la cafa matta uerfo S. ^Antonio,& la porta a mare , & le di fé fé :
nècefiaua Tagol ditelli di sformar fi dì riempiere il fo fio con fafeineper
facilitar fi il riparo : contra le quali cofe i Tifani,in fuffidio de quali erano
la notte jeguente flati mandati da Lucca trecento fanti , crefeiutì d'ani-
mo,gittauano fuochi lavorati nel foffo:& ponendo fommo fludio dinecejji
tare quei del campo ad abbandonare la torre di Stampaceli voltarono un
groffiffimo paffauolante detto il Bufolo ; a pochi colpi delquale ottennono ,
che fi levaffe l'artiglieria piantata in alto.-contra ilquale , benché Vagolo
volt affé alcuni p a fi amianti, da quali fu sboccato; non ceffando però di
trarre, lacerò di maniera in più dì la torre; che Vagolo fu alla fine co-
rretto dì levarne l'artiglieria , & abbandonarla : ne fu altro il fveceffo
del muro tagliato , perche havendolo fimilmente i Vifani pvntellato dalla
parte di dentro per farlo cadere diverfo il fojfo; quando Vagolo volle far-
lo cadere ; flette immobile . ?s(on privò qveflo cafo il Capitano della ffe-
ran%a dì hauere ad ottenere finalmente la vittoria : laqvale cercando , fe-
condo la natura fva , d'acquifìare più ficvr amente , & con minor danno
dell'efferato , che fi poteua , con tutto , che in più luoghi fuffero in terra
già più di cinquecento braccia di muraglia ; attendeua continuamente ad
ampliare la batteria, a sformar fi di riempiere i foffi della terra , & a for-
tificare la torre di Stampace , per piantar ui di nuovo artiglieria, & po-
ter battere per fianco i ripari grandi, che haueuano fatto ì Vifani, sformati
dofi con tutta la peritia,& artefua d' acquietare alcontinvo maggiore op-
portunità per dare più fi e ur amente la battaglia gener ale, & ordinata: la-
quale benché già havtffe condotto le cofe in grado , che qualunque uolta fi
deffe,jperajfe molto la vitt or iaydiff eriva voletìerìdì dare ;per che tanto più
fi diminviffe il danno dell'efferato, & shaveffe maggior certe^^a di otte*
nerla;con tvtto,che i Comeffarij de' Fiorentini,a' quali ogni minima dilata
tione era m%lefiiffima,& rifcaldati con lettere,& meffi continui da Firen-
^epon cejfaffero di (lim9l*rlo>cbe con l'accelerare per veni fie agl'impedi-
menti
dì rotto
i/Ter fatto mutile tanto numero di gH'ucbe quegli, eh erano jam non bijta
nano a darU:ilquaUifordineJbencbt i Ftorcnti>v>& egli oppreflo com- gli
. . , . ^ f » .. n i- -a^...v.* ~„l OJ A /tv» *iu r,ui tanti inondi
II b fru.oiiO ut
qutfto aucù.
a /m'(k infermitùs-inwnalJero di riftorare col Joldare nuomf*ntr>nondi BO> non pa.
maio te /Wtom ffttofcM w/wenre ; <**** ogni dimoilo maggiore la ritorno.
éminutioncche'l Supplemento sperò difberato in ultimo di poter più con- ftiferi & có
Iettare la uittoria,& dubitando di qualche dano,deliberò leuare il campo, t^ofi
l imbarcò alla foce a ^irno,yeri.iJc fi iv»u«<.</'<- •»<-•»<"«- •••--.- - CIopemono
/» iti ogni cofa auerja la fortunale nefommerfe una parte,chefu non mvl- ^i»"»™
f o d/po» ricuperata da' Tifani,cbe nel tempo medefimo rarefinola torre , di-nneggiite
cb'è a guardia della foce.per i quali accidenti fi augumentò tato la fimftra ££•*«;
opinione, cbe'l popolo Fiorentino haueua già conceputa di Tagolo,che pò- ui moti[0no
(/bi dipoi chiamato in Cafona da « Commefiarij fitto jpecie d ordinare >U M hu°-
diflributione delle genti alleflanresfu da loro per comandamento del Ma- di Fetttgia ,
gifirato (upremo della Città fatto prigione: donde mandato a Firenze, & d.c—
la notte medefima,cbe ùarriuò esaminato aframente con tormenti ;f* il nc A£rctlno
** giorno feguente ter comandamento del medefimo Magiflrato decapita- »» ^'»j
to&mancòpoco,cbenelmedefimoinfortunionontncorrefietnfiemecolm d^KZZO_..
ilZtello/quak ì Commefiarij mandarono in quell' ifiante a pigliare: ma •»£»««-
Vitellorxo cofi ammalato cornerà d'infermità, contratta intorno a Tifa, „0 ^,,
mentre ébefimulando uoler' ubbidire efee del letto; mentre.che mette te»; Ugrfgfc
■*o .»««(? per ueftirfi ifalito per l'aiuto d'alcuno de (uoi,cbeuiconcorfe g^uj.
« ro,(oprauncauallo;fi « «/««* » VifiurittHuto con gradiffima letitia da ™;/W
T;Yàw Puronoi capi principali della condennagionecotraTagolo; che dal t xmo;joi
lÌoÌ7fTafu/eplocedlto il non acquiflar Tifi, bauendo hauuto fa- e— -
! l Cfc/fd putati a fa e
pngionePaoloVitelli inCafcina ****** Camiglani ^Braccio ^^^f
<1 11 |ioioo,che Paolo Vitelli fu decapitato in Fiorenza t ne la ^e^^SiuuoL iuoi; ued*>c alcune lue
C Vitellozzo,comc dice il Buonaccorft , dirrcreado .1 ueftirfi fin c™»™^*£f£ UC
knze fpezzatcjfi lece «on l'aiuto d'effe bit la ma pei forza:*, cofi ne fuggi u Ma.
LIBRO |
'culti dì pigliarla il dì, che fu prefa la rocca di Stampacele pith mede fi
ma cagione haucfie differito tanto il dare la battaglia : battere udito pia
noi te buomini uenutialui di Tifa: né mai comunicato co commeffarij l'ani
bafciate loro:& leuato il campo contra il comandamento pub li co ; & ab-
bandonata Stampaci , bauere inuitato qualcb'uno de gli altri condottieri
ad occupare in fua compagnia Cafcina,Vico Tifano,& l'artiglierie per pò
ter e né* pagamenti, & nell'altre ccnditioni maneggiare come gli par effe i
fiorentini: che in Cafentino baueffe tenuto pratiche occulte co' Medìci:&
nel tempo medtfimo trattato,& quafi concbinfo co'Vinitianìibenche per
cominciare a ftruir gli f ubito, che fu fi e finita la condotta fua co Fiorenti'
nì,laq:ìdyera già quaft alla fne:ilcbe non bauere bauuto perfettlenc;per-
che i Pinitiani, fatto t'accordo co* F iortntini;ricufarono di codttrlo:^ c\k
per qnefìe cagioni baueffe dato il jaluocodotto al Duca dyyrbìnoì& a Gin
Limo d\? Medici Sopra le quai co fé efaminato; non conftfiò particolare al-
cuno,cbe Vaggrauaffe:et nondimeno non fu efaminato più lungamente; per
che per timore, cbe'l J{e di Francia già uenuto a Milano non dimandaffe la
fua dcliberatione-fu accelerato il fupplicio:nè alcuni de JHoiminiflri3cbe
dopo la morte fua furono con maggiore comodità efaminati; confeffarono
altro,cbe efiere m lui molto mala fodisf anione de Fiorentini, per lo faucr
dato in concorrentia fua al Cote Bjnuccio; per la difjicultà a'ifpedire le prò
mifìoni,che dimandaua,et qualche uolta le co fé fue particolari,^ quello*
<che uolgarmente fi parlaua in Firen%e,in carico Juo. Donde, benché in al-
cuni reflaffe opinione, eh egli nonfuffe proceduto ftnceramente,come fé afpi
raffe a far fi Signore di Tifa, & ad occupare qualche altra parte del domi-
nio Fiorentino,nelqualenodriua molte intelligentiei& amicitie nondime-
no nella maggior parte è fiata opinione contraria,perfuadendo fi che egli de.
fider affé fommam ente Vefpugnationedi Tifa per hntereffe della gloria,pri
mo capitale de* capitani diguerra,cbe ottenendo quella imprefa gli perue-
'^ukoYad' ai nma grandiffima. Ma al !\e uenuto a Milano erano concorfi parte in perfo*
Tcto anciic nayparte per jlmb a feiat orinai ì\e Federigo infuori Jutti i Potentati dr$->
MStou^da ttliwkì per congratularfi folamente della uittoria;chi per giuflificare le
luì fcrittedi imputationi hauute dy efiere fiato più inclinato a Lodouico Sforma , che a
cefeo6 Gon- lui'3cbi per fiabilire feco in futuro le co fé fue: i quali tutti raccolfe beni-
zaga non ac gnamente,& con tutti fece compo fittone, ma diuer fé , fecondo la dinerfitì
dai %ehl°- *~de^e conditionì3 & fecondo quello che poteua, dijegnare di profittar fene\
douico xìi. 1 accettò in protettione il Marchete di Mantouaialquale * dette la codotta 4
?SnéC di é ceto lancie,t ordine di S.Micbele,& honorata prouifione.jLccettb fimil
san Miche- meì;te in protettione il Duca di Ferrara;!' unoy& l'altro de9 quali era anda
h coSSta to a luiferfonalmente;ma quefto non fen?afpefa, & difficultà: perche poi
& la proui- C\K })ebbe cofegnato a Lodouico Sforma il cajielletto di Genoua;era fempre
tiiilictTdi flato tenuto d'animo alieno dalle cofe Fr ance fu Accetto oltra quefii in prò
ai.miia ìiw tzxtknejna riceuuti danari da luiiGiòuanniBetiuoglirfbe u'baueua man
4it0Iflcg' dato
I Q^V A. R T O- **>
dato jtnnibale filò figliuolo. Ma conmaggjore fpcfa,& difiiadtaji coxipo-
, fero le cofe de :à Fiorentini, a 'mali dimenticati i meriti loro, & quello cheper
[editare l'amicitia Francefie haueuano patito a tempo del R$ pafitto ; era * ^"^
auerfa quafi tutta la Corte , non fi accettando le ragioni , che per non fi prò- \\ Fiorenti-
uocare contronellc cofe di Tifa Lodouico Sforma; gli haueuano necefiiiati a *»■. &c£*
ftareneutrali -.perche né petti de Francefi poieua ancora £ impresone fat- bafeiatori
ta , quando il Re Carlo concedè la libertà a Tifimi : anzictppuffo a Capita- m. FiiceG»
nh & <t gli huomini militari era crefentta l affettione per ta fama ampliata^ ti> LoreiiZ(J
per 'tutto y che e Mero huomini uaìorofi nell ;arme . iìpceua olirà qucfio a ^J,&au
Fiorentini l'autorità di Gia.ùacopoda Triui%i^:ilquale ajpn -aneto al L»- uiati f coma
«mw/o rfi TiA ; Àwitif** la caufa de Tifimi, defiderofi di riceuere per Sigilo- Jj^^»
rc //«, e£" ogn altro, che haueffe potuto difendergli da Fiorentini : i quali era-
7io lacerati mede fmamente per tuttala corte della morte di Tagolo Vitelli,
tome fé fen^a cagione haueffero decapitatomi Capitano di tanto ualore,.&
alquale la corona di Francia haueua obligatione : perche il fratello era flato
ammalato > & egli fatto prigione mentre che erano nel Regno di Isfefr
poli a gli ftipcndij del Re Carlo : ma potendo finalmente più nell animo
del Re l utilità propria , che le cofe nane; fu fatta compofitione : per la-
quale il P^e y riceuutigli in protettone ; sobligo a difendergli contra ciafcu- \*£™fij*
h no con feicento lande ,& quattro mila fanti; & i b Fiorentinireciproca- piarlo da»a
mente sobligarono alla difiefa de gli fiati fimi d Italia con quattrocento Imo- ^^
nini d'arme 3 e tre mila fanti : che l Re fuffe obligato feruirgli a loro richier dalia Repu-
fla di quelle lande, & artiglierie bifognafferotper la ricuperatione di Tifa, &
delle terre occupate da 'Senefi,& da Lucchefu manongià diquelle, chetene- Lodouko.ia
Mano i Genouefi :& non efiendoglirichiefte prima que file genti, fuffe obligato "^^ ?j
quando mandaffe efferato ali ' impref adi l^polwdtarlc tutte, o parie a qiie- &*u**™*
fla jpeditione:& che ricuperato, che haueffero Tifa, & non altrimenti fnfiero Coikgar7i°
tenuni dargli per l'acquifto di Ifapoli cinquecento huomini d'arme, & cinqua co'l Re jn
tarnila ducati per pagarne cinque mila Smoderi per tre me fi : & chea Ini j^Liatcùi
refiitw fiero trenta feimila ducati, eh e haueua loro prefiati Lodouico Sfar- tioni; afp«
^a, defalcandone a dichiar adone di Giantacopo da Triul%i quel che bauejjcro njrfl poi C5
pagato , ò Jpefo per lui: conduce/fero per Capitano Generale delle loro genti j^^-g
il Trefetto di Roma fratello del Cardinale di San Ticro in Vincola,ad inftan- egìf era ui H
tiadelquale fu fatta quefta dimanda. ?<[on domina in tanta opportunità g^'^S
l ambinone del Tontefice: ilquale, infilando per l offeruatione delle promefie > de di de°na-
il Re concedette contrai Vicari] di Romagna al Duca Valentino uenuto con *|^jg
lui di Francia,trecento lande fiotto Ino d'allegri a jpe fé proprie, & quattro u Re^'ubiK
geuanogià molti anni quanto all'effetto, quafi come fieparat e dal dominio Ec- M^ §£
defiaftico: perche alcuni de Vicari] non pagauano il cenfo debito in ricognitio }<>,* tener*
ne della fiuperioritàaltri lo pagavano con difficultà>&$eJfo fuori di tempo: Jj ^
LIBRO
ma 'tutti iniiflntammte finxa licentia de Tonteficifi condii :cua;:o aglifli-
fendjjj d 'altri Trinci fi, non eccettuando di non e (fere tenuti afimirgli cantra
la Ch:efaì& ri tenendo obligatione da loro di difendergli etiandio,contra lati
toritàì& l anni de 'Pontefici, da quali erano rkeuttti cupidamente,per poter
fi nalcre dell armi, & delle opportunità de gli fiati loro; né meno per wtpe-
dirc.cbenonfiaccrefieffelapotentia de Tonteficu Ma in quefto tempo era-
no poffednte da Vinitiani in Romagna le Città di a Rauenna, & di Cernia : a
pa >o aldo* delle quali baueuano molti anni innanzi fogliati quegli della famiglia di To
muno dt' ^ ienfdì dtuenuti prima di cittadini prillati di Rauenna Tiranni della loro Ta-
Vinituni La . . l .. t\ . . . . . , .
no i h 9. ma trio, & poi Vicari]: Faenza, Funi, Imoia, & Rimim erano dominate aa Vi
ceima m da can: particolari; Cefena, (imorezziata lungamente dalla famiglia de Mala-
i!ano 124J. tejlt, morenao non molti anni innanzi fem^a figliuoli Domenico ultimo Vica-
c° n eii'ilut" Yl° ^ *$$* c'Lttà'i era ritornata fitto l Imperio della Chic fa . Ter ciò il Tonte-
d> Girolamo fice pretendendo, che quelle città fuffero per diuerfe caufe deuolute allafedia
*oil°* jtpofxolica,& uolere reintegrarle nelle fue antiche giuri fdittioni; ma con in-
tentione iter amente di attribuirle a C e far e fuo figliuolo; haueua couenuto cól
Re di Francia, acqui/lato, che batte ffe il Ducato di Milano; gli defie aiuto ai
ottenere folamente quelle, ebe erano poffedute da Vicari], & oltraqttefle la
città di T efaro , dellaq itale era Vicario donarmi Sforma già fuo genero: per*
che la grandezza de Vinitiani,non permetteua,cbe contra loro fi diftendeffe*
roqueflipe fieri, iquali ne fi diflendeuano per allbora a quelle piccole terrebbe
contigue ai fiume delTo ; erano tenute dal Duca di Ferrara. Ottenute adun-
que il Valentino le genti dal Re, & aggiunte à quelle le genti della Cbiefa,
entrato in Romagna ottenne fubito la città b <X v Imola per accordo, ne gli ulti- *
* lTn°ta^' mi dì dell anno 1 499. nelquale anno Italia, conquaffata da tanti mouimenth
gna (Uiede baiieuafimilmentefentitel 'arme de Turchi: perche battendo ,cBatfet Otto-C
ai vaie «no mamo affiliato per mare con potente armata i luo?bi, che in Grecia teneua-
a pattiniate JJ r r a
iccoaèà il no t Vimnani; mando per terra Jet mila caualli apredare la regione del Friu^
|uo n^r0£ //.- i quali i trottato il paefe non guardato, ne filettando di tale accidente; cor-
picebre dei fero predando, & ardendo, infino a Liquentia: & battendo fatto quantità in*
14j>9* numerabile di prigioni, quando r it ornando fine, giunfono alla ripa del fiume
c Qj.eda ad Tigliatiento^per caminarepiujpediti, riferbaufi quella parte, quale ftima-
guejra <» cf r6it0p0tere condurr e fico; amma'zgarono crttdeliffimamente tutti gli altri: né
zeth a ' v 1- proce.cudo anco prof^er amente le cofe in Grecia^lntonio Gr imam, Capitano
Di.ian è de QmtYiùt dell armataoppofla da Vinitiani ali armata del Turco,accufato,che
£.: ., ai^rin non baueffe ufatal occafione diuincere inimici, che ufeiuano del porto della
c,s :' VV*' hì' SapieiUÌa%& un altra uolta alla bocca del zolfo di Lepanto; datogli il fuccefr
5. deli n ito I rr ì • 1 /-/•?>
rie vimtià- fere ja citato a V inetta, & commejja la cognitioneal conjigliode Tregati:
*c' neiqualefu trattata molti mefi con grandi ffima efyettat ione, difendendolo da
Mia part e C autoriià,& grandezza fina; dall altra per fi guitandolo con molti
ardimenti) & teflimoni] gli accufatori, finalmente parendo , cbefujfiperpre
valere la caufafua, òper l'autorità dellbuomo3 & moltitudine de parenti, ò
pcr.be
a MD. An-
ito dvl Giti-
Q_V A R T 0. " i :<>
perche in quello configlio, nelquale intervengono molti Inombri prudenti; non
fi confiderà}] ero tanto ì romori publici, & le calunnie non bene provate, quan
tofi de fiderà fife d'intendere maturamente la uerità della co fa; fu qnefia cogni- aù«tV e ho
t ione per il Ma?i (irato de di lAuozadori del commune trasferito al rìudicio «i Giuba. o
<fc/ cor. figlio maggiore: coite, o etfpmao ijauori,o bauendouipiu luogo ta le?- da Pai<a Bo
r. 1 f. tJO 2.1'4
nodcj IJCO.
a effenigio
gicrciga della moltitudine, chela maturità Senatoria; fu non però primayche
nell'anno fcgvente alla fine, rilegato ad e (ìlio perpetuo r.elììfda d'C'fara,
Uebbe movimenti cofi prandi ranno 'mille quattrocento novanta nove,ma non ^x M&*$£
fu meno varioy <& memorabile, l anno a miv.e cinquecento, tìouue ancoraper la benché ai -
wniffione plenaria del Giubileo: ilquale infittuito da principio da' Tonte fi ci, x[a .fo iT* '*
cjje fi cele br afe fecondo l effempio cclTeflamento Vecchio, ogni cento anni, Giu&i;iqua
nonper dilettatione,Ò per pompa, come erano apprefìo a' Rom ani i giuochi fs- Jj °£m s°j
colar i, maper filate dell'anime; perche in e fio, fecondo la pietofa credenza itxano \ "de
del Topolo Chrifliano; fi abolifi ono pienamente tutti i delitti a coloro, che ri- *>«* *^*£
conofeendo con nera penitenti a i falli e emme fi; uifitano le Chicfe dedicate in tarane j ter
Homa a' Vrincipi degli ^fpoftoli;fupoi inflauito , che fi cclcbraffe ogni cin- ^^*$Ii
quanta anni, & in ultimo ridotto a uenti cinque: & ncnéìmeno per la memo pe nei hb. 3 .
ria della fua prima origine e celebrato con molto maggiore frequenti a nelian- * ^t/ctf a
no cent e fimo; che ne gli altri, T^cl principio di queflo anno il Valentino ot- g iuda k he .
tenne fen^a refiflenza la città di furi): perche osella b Madonna mandati ifi- *{ ^3^1
gliuoli, & la robapiu pretiofa a Firenze , abbandonate l altre cofe , leqvali ni, fu rìdot-
era impotente afofienere;fi riduffe folamente a difendere la Cittadella, & la [° 5.V 5 £/
rocca di Furlì,prouedute copiofamente d'huomini,& d'artiglierie: ella entra vedi il pì. \ •
ta nella Cittadella,& effendo d animo turile, & feroce; procurava con molta r^XQ n^z*.
fua gloria ladifefa diquella: ma hauendo il Valentino , tentato, che hebbe in ^ lntenrje
vanodidifporlaad arrenderfi, cominciato abattere con numero grande d£ arti- Mad. cereri
glierie la muraglia della Cittadella, &gittato in terra gran parte di quella , la ** s^:cv &!|
quale tiratoli dietro il terreno del terrapieno, & hauendo in gran parte ripie- parlato di io
ila la profondità del foffo; faceva facile lafalita a nimici. Onde i difenforiper- \™ \fl'^.
fi d 'animo ^abbandonatala; cercarono di ritirar fi nella rocca: dove fan a prima éà 104. et fu
: ognifoì^a di fermargli alla difefa; fi ritirò la e Madonna: & fatto per il timo- £ ofrohn ■■ o
re tumulto, & confufione nell'entrare, fopr agiunti da' faldati del Valentino; &» nò , &
furono tagliati quafi tutti a pe%gi: & entrati alla me folata con loro col mede |^ j ^^1
fimo impeto nella rocca; la prefono, & ammazzarono tutti i difen(ori,eccetto diabatiche
; '/7-j'^--7/wJ » • • r altriraliamé
alcuni pochi de primi, che con la Madonna s erano ritirati in una torre ,1 quali te i0 chiami
infieme con lei rt filarono prigioni : & il Valentino confiderando in leipiu il va cofmo.
lore>che ilfeffo; la mandò prigione a noma: douefu cuflodila in caftel S. jlgno c mno fcrIc
lo,benche non molto poiperinterceffione d'ino d'allegri ottenne la liberano- che Mada-
ma Cateri -
ne.
na tronado-
fi a (Tediata nella Rocca di Torli dal VaIentino,& hauendo cgli,pei indurla ad arrenderfi, roinacciató d'amaz
zarlet figltuoli,fe non tiariendeua; ella con animo coftante alzatali i pannidinanzij gli moftro le parti uer-
gognol'e, dicendo d'hauer le forme da ftamparne de gli altri: ilche però fi uede difcoidar da quello auttorrfc
che dice come la Rocca fu prelà incontinente, che dentro ella ui fi fu litirata.
L I B R O
6tULu<taj nè^ttehtm che hebbcil Valemmo Imola, & Furi); procedeva attcfpedìtio*
co patire ne dell'altre terre: ma linterroppono v.uoui accidenti ; che improuxj fornente
fcriuf >i tìJ° fop'^uennerc;perche il Re. poi che hcbhe dato alle co fé aequiflate queìl 'ordine,
bo , ai hnc cbephiglip.tr/ie opportuno, Lift iaiouif uff dente preftdio , & prorogata , con
cb-ci,lbchia- inclufumsetiandio del Ducato di Milano, & di tutto quello teuevain Italia , a
hk> a (e tur- per infmo a Maggio profilino la triegua col Re de' Romani: a fé ne ritornò in
_perarei
Regno di re, & per i meriti 'firn, &per lav.imicitia con Lodovico Sforici fommamente
o>m°luia . confidava; ma non rimafe già fedele dijpofìtione ne popoli di quello flato; par*
oadc l'Ain teptrche a molti dìfpiaceuano le maniere , eì co fiumi de Trance fi ; par*
s pa"«a°per- tc fèrefìè nel Re non battevano trovato quella liba •alità,nè ottenuto lefientio
do gh d in a ne di tutti i dati], cóme la-moltitudine fi era imprudentemente perjuafa:& im
dU pa«c"ef portaua molto > che a tutta la f anione Ghibellina potcntiffima nella città di
Tuo Re : & Milano,et nell altre terre;era molto molefto,cbe al governo fufieprepoflo Già
rìCoofe^'ch e Iacopo capo delie fati ione Guelfaddqual mala difpofitione era molto accrejatt
ci haurebbe ta fa \uì cfoe dj natura fattiofo, & d'animo altiero, & inquieto, fauoreveiaita
peakto : & , • * j i * j n t • i • ■ i n r
poi ic ne tot con l autorità del Magistrato molto pitiche non era conuemente,quet della Jua
r° '"fr "do Parteì & a^eno °^tra quefto molto da lui gli animi della plebe, che nella pia'Z*
foto 2.'me- %a del Macello ammaini) di fua mano alcuni Beccai 3 che con la temerità de
h i Milano, gì} aityi plebei ,ricufando dipagare datij, da1 quali non erano efenti;s oppone*
to^ohn- mno con larme a> miniflri deputati ali efattiom dell entrate , per le quai ca*
montani di gionì dalla maggior parte della ncfbiltà,e da tutta la plebe ,cupidi(fima per fua
cTiìTbjfto mtura di co fé nuoue era defiderato il ritorno di Lodouico, & chiamato già con
uà da' no parole, & voci non occulte ilfuo nomenlquale effendofi infieme col Cardinale
chs dfeonò <^fcani° prefentato a Ce far e & con grande h umanità veduti ; & raccoltila*
che r impc- nettano trovato in lui ottimo animo , & difiiacere grandijfimo delle loro cala*
df «mutcì Wftà> prometicn o ad ogni hora di muonerfi in per fona con for%e potenti alla
gii s forze- riciip èrktiònè del loro flato ;per che haueuacompofio in tutto la guerra con gli
to,com e qì $***%& nana quefie fperan^e per la varietà della natura fua & per efiere i on
li che da lai fi. a o a confondere l'uno con l'altro de'fvoi concetti malfondati; fi feopriuano
ha" uioVih ogni giorno più udhe:arì?Ì opprefiato dalle fue /olite neceffitàynon cejsaua di
weituura^ii richiederli Jpefio di danari.Verò Lodouico , & ^Afcanio non iterando più ne
timo jcóìao- gli vùttì fuoi, & effendo continuamente follecitati da molti gentil 'huomim di i
co una Die- Milano ; bfi rijòluerono di fare l'imprefa da loro medefimi ,joldati otto mila
ri A dtìì' ira SuÌT^eri & cinquecènto huomini d'arme Borgognoni ulquale moto prefenten
pet-.o , nella (\0 jf Trinilo ; ricercò j abito dSenato V initiano,che auoflajfe le genti fue al
ìlito £ dare fumé dell'adda , & ad Ino d'allegri fignificò effe re neceffar io, che partendo*
aiuto alio fi fai talentino riiornaff: con U genti a arme trance fi > 6" con gli Sui^^eri
con gnndif C0H
li.s.a i-rvit-zzì famelTo inp-.mto un buono »lTe?cito la mazgior parte di Suizz-!ri: talché mollrano che non
lodouico, nu i* imperatole^ i fxincipt di Laraagna aiibldallero L genti ^cr cjuè^l-unprela.
^ V A R T O. j%i
hngrandifima celerità a Milano: & per reprimere il primo ìmpeto de mmi
comandò unaparte delle genti a Como,non lo lafciando il foffretto}che hauena
del popolo Milane fé voltami tutte le forfè fue.Ma la foUcatudinc de" fratelli
SfoY%e{ebifupero tuttala diligentia de gli altri: perche non affrettate tutte
le genti, che haucuano foldate,ma dato ordine, che di mano in mano glifegui-
taf fero ;p affarono confommaprefteTga i monti : &faliti in fulle barche, che
erano nel lago di Como; fi accollarono a quella città: laquale, ritirami e fi i Fra
cefi per h altere cono [cinta la diffrofitlone de Comafchi ; f abito gli ricevette .
Laperdita di Comofigmficata a Milano ; generò tale foìlcuatione nel popolo,
& quafi intatti i principali della fattione Gbibellina,chegià non fi afteneua-
no da tumultuare ; in modo, che il Triduo non vedendo allecofe del Re ri^
medio alcuno ;firiduffe finitamente nel Caftello ; & la notte feguente infìe-
me con le genti d arme >cbe filtrano ritirate nel Barco,che è contiguo al Cafiel
lo; fé n'andò uerfo Ignara sfegatandogli nel ritirarfii popoli tumultuofamè
te infino al fiume del T efino : & lafciate in ISJouara quattrocento lande ; fi
fermò con l'altre a Mortaraypenfando egli, &gli altri Capitani più a ricupe-
rare il Ducato *, aenendo di Francia nuouo foccorfo, che a difenderlo. Entrò a TorBÒ Lo
dopo la partita de Francefi in Milano prima il Cardinale ^ìfeanio , & da- douico s/oc
poi * Lodouico , battendolo dal caftello infuori ricuperato con la medefimafa ^qSn^o
cilitàj con laquale l' baueuano perduto'; & dimoftrandofi maggiore defiderio, mefe dopo-,
& letitia delpopolo Milane fé nelfuo ritorno, che non fi era dimoftrato nella \z p"Itc;t" .^
partita : laquale diffrofitione effendo fimilmcnte negli altri popoli, le città di che fu a 5.
Tauia,& di Tarma richiamarono fen%adilatione il nome di Lodouico : & I1509.gc egli
ttarebbono Lodi, & Tiacen^a fatto il mede fimo, fé le genti Vinitiane aenute n* alci a. * .
prima in fai fiume d \Adda; non ai fuffero entrate finitamente y *Aleffan~ M99 . GioJ
ària , & quafi tutte le terre di là dal Tò, effendo pia lontane a Milano, & pia uio Buonac
vicine ad Jifti città del Re ; non fé dono mutat ione, affrettando di con figliar fi JjJJ auMoie
pia maturamente fecondo iprogreffì delle cofe. Ricuperato, che hebbe Lodo & fopra a
uico Milano, no perde tempo alcuno afoldare quantità grande di fanti Italia
ni,& quantipiu huominid 'armepoteua hauere, & a (limolare con priegbiy b Mario e.
con offerte, & con aarie ffreran%e tutti quegli, da quali ffreraua di effere aiu- ^croniche
tato in tanta necelfttà. Terciò mandò a Cefare afignificare ilprìncipìoproffre- di Mantou*
ro il Cardinale di S.Seuerino,fupplicandolOì che gli mandaffe gè ti, et artiglie Me/tachere *
rie:& defiderando di no battere nimico il Senato Vinitianoiordinò che il Car mandafft al
dinaie *Af conio madaffe fubito a V inetta il Vefcouo di Cremona ad offerire la ^ ? (*££
ttolontà prota del fratello, ad accettare qualuque codinone f ape ff ero de fiderà- £fjoch* j!(-
re,ma nanamente :per che il Senoto deliberò non fi partire dalla confederatio \l cawiiicr
ne, che baueuano col Re. Ricufarono iGenouefi,benche pregati inftantemente *i san mì-
da Lodouico,di ritornare fiotto il Dominio fuo:nè i Fiorentini uollono udire la uoli,2 f ar
co
e
1 fua richiefta della reftitutione de danari riceuuti ipreftafa da lui.folohilMar <a chc ?j>fl*
ebefe di Matoua mandò in aiuto fao il fratello co certa quantità digenti dar cap0 dì c,u:i
me;& ni cocorfono i Signori della Mirandola}di Carpi,& di Coreggio:e i Sa- J.^1icnr^dl
nefi c
LIBRO 1
n tfi gli mandarono piccola fornma di danari, fuffidij qua fi deprecabili in
tatui pericoli ; come ftmilmente furono di piccolo momento quegli di Fi-
lippo HpffOi& de Verminefcbi; i padri de' quali,bencbe fusero flati ffo-
gitati da lui dell'antico dominio loro3 i B^offidi S.Secondoydi Torchiara^,
di molte altre caflclla del Parmigiano, quegli dal Ferme della citta diBo-
bio, & d'altri luoghi circoflanti nella montagna di "Piacenza ; nondimeno
Filippo par tende fi fen^a licenza dagliflipendij Veneti ;andò a ricuperare
le terre jue:& ottenutele fi unì con l esercito di Lodouico: il mede fimo fé
ciono que dal Verme per ricuperare l'uno, & l'altro con quefta occafione
la gratia fua.Ma Lodouico bauendo raccolti oltra i caualli Borgognoni
1 5 oo.buomini a"armey& aggiunti a Sui^eri molti (fimi fanti Italiani 3la
[ciato il Cardinale jlfcanìo allafjedio del e afiello,p affato in Tefinoy& ot-
tenuta per accordo la terra,&la Forte^a di Vigeuene ; pò fé il campo a
?\puara> eletta più toflo quefta imprefa , che il tentare l' oppugnatane di
Mortara;ò perche i Franceft fi erano in Mortara molto fortificati , ò per-
che (limafie appartenere più alla riputatione,& alla fomma della guerra
l'acquilo di Islouara citta celebre y& molto abbondante;ò perche ricupe-
rata %ouaray la penuria delle uettouagliehaueffe a mettere in necejjìta i
Franccftycbe erano a Mort araldi abbandonarla; àper impedirebbe no uè
nijji a islpuara luo d'allegri ritornato di 1\omagna:perche hauendo,men-
tre,cbe col Duca Valentino andaua all' imprefa dil>efaro,riceuuto gli aui
fi dal Triul%ìo , partitofi fubitamente con tutta la caualleria y & con gli
Sui7geri> & intefa apprejfo a Tarma la ribellione di Milano, feguitando
con grandijjima uelocitàil camino ,& conuenuto có>Tarmigiani>& co' Vìa
centini di non gli offenderei che non fi opponejjero alpajf are fuo,gi unto
a Tortona incitato da' Guelfi di quella citta ardenti di cupidità di uendi~
rtona carfide Ghibellini^ quali ritornati alla diuotione di Lodouico glibaueua
fu facehcg no cacciati\entr atoni dentro a lafaccheggiò tutt aumentando fi* & chia-
ma Imo* mando in nano i Guelfi la fede finanche fedelijfimiy&fer nidori <fc/ F^fufie- '
rVai princi ro non altrimenti tr attiche i perfidi nimici. Da Tortona fi fermò in jllef-
pio olerai fandria,perche gli Sui%^eriuenuti[ecOymofJiìò dal non efiere pagati > ò da
«e ftsuonac altra fraude^p affarono nell'efferato del Duca di Milano:ilquale,trouado-
eorfi. pt pjH potenteycbe i nimici;acceleraua con fommo [ludio di battere con l'ar
tiglierie Tsfpuarayper eff ugnarla innan^yebe i Franceft yi quali ajpettaua-
no foccorfo dal I{e; fujjero potenti ad opporfegli fulla campagna-, laquale
co fa gli riufeì felicemente :per che i Francefile erano in l^ouara, perdn-
ta la fperan^a del difender fi;conuennono di dargli la cittàyhauuta la fede
da lui di poter fene andare falui con tutte le robefuedaquale ojjeruando co
ftantemente;gli fece accompagnare infimo a Vendicane or a che per impor
tare molto alla uittoria l'ucciftone di quelle genti-, fu fife confortato a rom-
perla da moltiycbe allegauano,cbefe era lecito fecondo l'autoritày& gli ef
ftmpi d'h uomini grandi violar e lafedcper acquiftare [iato, doueua ejjer.e
molto
Q_V A R f 0. «ì8 .
molto pia lecito il molarla per conferuarlo. JicìfmftM la terra dì f^m J.J1
/* r v 7/>/i •• j _ il . /* L . /* I_ .Lo ^i <t</J/<iiri «f/
:rcito Frati
il*
o
ra;fi fermò alleffugnatione della fartela: ma fi crede, che fé andaua uer Cefc a Mot-
/ò Montura, che le genti Franccfi, non efflndo molto concordi il Trinilo , J"Aprlie*àc
& Ligniti far Mono ritirate di la dalTò. Ma mentre, che Lodouico atten poi andò a
<fe «* follecit ■ amente a quefte cofc; non era fiata minore la diligentia , & la y^^ciio*
follecittidine del l\e: il quale, come hebbefentìto la ribellione di Milano 3ar- di Lodouico
dente diflegno,& di uer gogna ; mandò fubito in Italia la Tramoglia con "^milafaS
fiicento lancie;mandò afoldare quantità grande di Surxjeri:& perche co ti, &.z.nf
maggiore prefte^a fi prouedvfjealle cofi hecèffarìe ; deputò il Cardinale /££™
di Pepano Luogotenente fuo di cjuà da month&lofece incontinente poffare
in jifihdi modo,cheJpedite quefie co fé con marauigliofa celeritd;fi trotta- ,Jj jjgf^
tono al principio d'aprile infieme in Italia i ) oo. lancie,diecimila fanti roridi tradii
SuitZfrh&ftimiU de judditi dclBg fitto la Tramoglia, ilTriulqo,& j^doas0%^
Ugni dequali genti, * unite infìcme a Mortara; fi appreffarono a l^ouara, do il gio
confidandofi no meno nelhfraude,che nelle for^e: perche i b Capitani Sui\ sZÙ^Gu
%eri,che erano con Lodouico ,benche nell'ejpugnatione di lypuara hauejje- gìone per Co
ro dimoflratafide,&uirtu ; fi erano per me%o de Capitani Sumeri, che $££#&
erano nelC efferato de arance fi, conuenuti occultamente con loro : della- fparo sileno
qual cofa cominciando per alcune congetture Lodouico a filettare ;filleci suizjo/raf
taua,che quattrocento caualli,& ottomila fanti,che fi ordinauano a Mi- fa. an>ho ,l
lano,fi untffero fico .-cominciarono a tumultuare in T^ouara gli Sumeri, Jj^o vat
ìnlìigati da' Capitani, pigliando per occafione,chtl dì desinato al pagarne diC1°eB£rag°
to non fi numerauano i danari :ma il Duca correndo fubito al tumulto con fann0o di 300!
knigniffime parole, & con tali prieghiyche gener aitano non mediocre com \f^{0\^
pafpone , donati ancora loro tutti ifuoi argenti ; gli fece flarepatienti ad taJdt' Fri
gettare che da Milano ueniffiro i danarima i Capitani loro temendo, che gj££2
(e col Duca fi unìuano le geniche fi preparauano a Milano, fi impedijfi il io sLll?
mettere ad effecutione il tradimento disegnato , operarono che l'efferato
Francefe meffofi in arme.fi accofiò innanzi alle mura di stonar attornia che m°q an-
ione una gran parte;& mandati alcuni caualli tra la attd,& il firme del invoglio
refino per torre al Duca, & agli altri la f acuita di fuggir fi uer fi Mila- £« TZ
w: ilquale filettando ogrìhora più del fuo maleyuolle ufeire con Vefftrci- tloneSniZZC
■0 di ^puara per combattere co nimici , hauendo già mandati fuoraica- Sì feSì
ialli leggieri*®* i Borgognoni a cominciare la battaglia;allaqual cofa gli h?n* k&e »
u apertamente contradetto da' Capitani de Sumeri, allegando che * fin pola &SS
X* licentia de'fuoi Signori, non uoleuano uenire alle mani co parenti , & guaìme
■o* fratelli proprii, & con gli altri della fua nattone : co' quali poco dipoi fa «a gii ftl
nefiolatifi come fi f uff ero di uno efìercito mede fimo, diffono uolerfi parti- *?rd\ P{ :bli
•e fubito per andar fine alle loro Cafi:nè potendo il Duca, né con pr leghi, a £U eh-
te con le lagrimè,ne con infinite promeffe piegare la loro Barbara perfidia; ^^ $
Kj . . . firaC- lo Sforza fta
>ITa n PnUàMment«>& quel del Re di franerà con te publiche bandiere della Lega ; non poteuano per lc
•ggi aciia patria andar contea effe, fc non uoleuano cadere in pena di ribellione : ilch« può fallir ?« eflsm-
10 a quei rnac4pi,che affidano Suuzxii,di non condurli, fé no» con le publiche infegne.
L I B R- O
fi raccomandò loro efficacemente, che almeno conducefiero lui in luogo //-
cure: ma perche erano convenuti co1 Capitani F r ance fi ài par tir fi y & non
menarlo [eco piegato di concedergli la [uà dimanda-, conferirono fi mefco-
lafie tra effi in kabito d'uno de' loro fanti per iftare allafottunayfenonfuf
ft riconofciutodi faluarft : laqual condì t ione accettata da lui per ultima
neceffità\non fu fufficiente allafuafalute: perche caminando effi in ordina
%a pernierò dell' efier cito Trance fé; fu per la dilìgente inucjligationedico
loroyche erano prcpofli a quefta cura,ò infognato da' mede fimi Sui'^xeri}ri
a U Bembo conofciutOymentre che mef colato nello [quadrone caminaua a a piede uefli a
comia l'opì toy& armato come Sui%%ero,& Subitamente ritenuto prigione.'fpettaco-
St°r? dice6*! lo sì mi fer abile yche commoffe le lagrime in fino a molti denimici. furono ol
che Lodoui tra \u'x fatti prigioni Galeazzo da SanfeuerinOyil Fracafia,& jìntonma-
JjUado fo &t ria fuoifratelliymefcolatì nell'habito mede fimo tra gli S miseri: & i Col*
to ^f'aìio ^atl Ita^ani fualigì*th& pnfhparte in l^puara, parte fuggendo uerfo il
fòpaunca- Tefino:perche i Fr ance fi per no irritare quelle nationìy lanciarono per par
"?" & trTuè tire a faluamento i caualli Borgognoni) e t Fanti TedefchLVrefo il Duca ,
Ikoda Sila & diffipato l'efiercitOywn ut e fendo più alcuno oftacohy & piena ogni co^
n0, fa di fugay& di terroreiil Cardinale jifcanioy ilquale baueuagià multa-
te le genti raccolte a Milano uerfo il campo; fentita tanta ronina ; fi partì
fubito da Milano per ridurfi in luogo ficuro y Seguitandolo molti della no-
biltà Ghibellinayche ejfendofi [coperti immoderatamente per LodouicOydi-
fperauano d'ottenere uenia de' Francefila effendo deflinatoyche nella ca-
lamità de' due fratelli fi mefcolafie con la mala fortuna la fraude-fi fer-
mò la notte proffima, per ricrear fi alquanto della fatica , riceuuta per la,
celerità del caminareya B^uolta nclTiacentinoycaflello di Currado Lando^
gentil' buomo di quella Cittàycongiuntogli di parentado ,& di lunga amici
^iia:ilquale> mutato V animo con la fortuna, mandato fubito a Tiacen^a a
f .. chiamare Carlo 0 r fino y&S ondino Ben%pne [oldaù de' V mitianv> lodet
Bébo°mcan- te loro nelle mani, & ir ifieme Hermes Sforma fratello del Duca Giouan G*
tion d'altri, \cai^ mortOy& una parte de' gent il' h uomini nettati con lui: per che gli al
zoncAdfce tri con più utile con figlio no nifi effendo minti fermare la notte; erano paf
&* »°"j£ fati più auanti:[n condotto fubit amente ^ifeanio prigione a Vineti a: ma
S? aTie Une [limando per laficurtà del Ducato di Milano, quanto era connenien- ,
SniSrcre5 teyl'bauerlo in [ita poteftà;ricercò fen^a indugio il Senato Vinitianoyu\an
mnona,prefè do etiandioycome lo uidde [lare [o[pefoyprotcftiy& minacceyche gliene def-
Afcanionale fe > &Ueg*ndo appartener [egli per ejjere flato prefo nel paefe fottopoflo a
[cdaquale richieflaybenche par effe molto aceri a ,& indegni ffima del nome
Vinitiano ; nondimeno per fuggire il furore delle [uè armi loconfentìy &
"fi8 mette infttmz tutti ì Milanefi yct> er ano fiati prefi con lui: an^i ejfendofi fermati
CO
i
Hill incile rrwfw^. j ' i * . t • i i- I PC
non/: di q- nene UYre di Giaradadda Battifia Pifcontey & c altri nobili MtUnepfHg-,
fa'" finche giti da Milano perla mede/ima cagione,& battendo ottenuto faluoccndot
furòn fatti to di poterui [ìar (icari con efbrcfjlone nominatamente de' Frana-fi; j'nro-
Mgioni. r vo
I
I Q_V A R T O. 119
ne per il mede fimo timore neceffitati a dargli m poteftà del Re: tanto in que-
llo tempo potette più nel Senato Vinitianoil terrore dell' ami de' arance fi ,
| che l ricetto della dignità della Republica. Ma la citta di Milano abbandona
ta d'ogm ; fi) er ansimando fubito ^Ambafciatori al Cardinal di Roano afuppli
| care nenia: ilquale la riceuè in gratia, & perdonò in nome del Re la ribollio -
I ne, ma componendogli a pagare trecento mila ducati , benché il Re ne rimeffb
j poi loro lamaggior parte , & col mede fimo effempio perdonò Roano alì'ahre
j città ■. che s'erano ribellate, & *■ le compofe in danari fecondo lapofficiLtà, &
qualità loro. Co fi finita felicemente l'imprefa, & Mentiate le genti y i fami ài com pofta f*
• quattro Cantoni degli Suvzcxcri, che fono più uicini,chegli altri aJla terra ai cét0' * p :c
Belimene pofla nelle montagne, nel ritornare a cafa l 'occuparono furtiuamen un ila dùca
te: ilqual luogo il Re harebbe potuto da principio ribatter •e da loro co non mol tKiiU0il-»cc-
ta quantità di danaruma come Jpejfoper fua natura perdeua,per rifpiarmare
| piccola quantità di danari>occafwne di co fé grandi, ricusando di farlo ;fuc cede
j tono poi temp'h & accidenti,che molte uolte l harebbe uolenticri pagandone
i grandijfima quantità ricomperato da loro : perche èpafio molto importante a
probibire a gli Suturi lo feender e nello flato di Milano. VuLodouico sforma
condotto a Lione:doue allhora era il Re-; ^introdotto in quella città fui mezo
! dì, cocorrendo infinita moltitudine a uedere un Trine ipe poco inna%i di tanta
grandetta ,& maeflà,& per la fua felicità inuidiaio da molti; bora caduto
\ in tanta miferiaidonde non ottenuta gratia d' e fi ere, come fommamenie defi-
| deraua , intromefìo al coietto del Re , dopo due dì fu menato nella Torre di
Locces mellaquale flette circa diecianni,& infino alla fine della ulta prigione,
rinchiudendo fi in una angufla carcere, ipenfieri,et l' ambinone di colui,chepri
ina appena capiuanoi termini di tutta Italia. b Trincipe certamente ecceUen b. P. *}*** Itfg-
. qj i| Potalo
1 tiffimoper eloquentia,pet ' ingegno, & per molti ornamenti dell'animo & del at principio
| la natura;& degno d'ottenere nome di manfueto, & di clemente, fé non ha- fri - tfy^
j ne fé imbrattata quefla laude l infamia per la morte del nipote:ma dall'altra de fruden-
; parte d'ingegno uano,& pieno di penfieri inquieti, & ambitiofi, & dijpre^ tia*
%atore dAle fuepromefie,& della fua fede, & tanto prefumendo del fapere
di fé mede fimo, che riceuendo fomma moleftia , che è f ufi e celebrata lapru-
dentia-, & il con figlio degli altri; fi perfuadefie di potere con l'induflria, & ar
ti fue uolgere douunque gliparefie i concetti di ciafcuno.Seguitollo non molto
poi il Cardinale ^Afcanio: ilquale riceuuto con maggiore immanità, & hono^
re.&uifttato benignamente dal Cardinale di Roano ;fu mandato in carcere
più bonorata-.perche fu meffo nella torre di Borges fiata già prigione due anni
del mede fimo Re}che bora l'incarceraua: tanto è uaria, & mifer abile la forte
bumana,& tanto incerte ad ogrìuno>quali habbino ad efferene tempi futuri
le proprie conditioni^
V
H BEL-
DE LL HI STORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Ghtil'hvomo Fiorentino,
■
LIBRO QJ/ I N T O.
SOMMARIO.
Fiorentini Continuano la guerra contrai PilaniJ quali fi uoglion dare
al Redi Francia. Il Valentino attende a uolerfi impatronir della Romagna.
ì Redi Francia, 5c di Spagna diuidono fra loro il Regno di Napoli , per Io quale
uen^onopoia guerra in fieme. Fioentini s'accordano co*i Valentino, che uà con-
tia it S.di Piòbmo. Defcriuófì Pimprefe del gran Capitano nel Regno di Napoli:
i moti di Thofcana con la ribellion d'Arezzo riunione di molti Signori conerà il
Valentino,5c Jalor mortela rotta de' FranCefihauuta dagli Suizzeri.'un'abbatti-
mento di 1 5. ltaliani,& 1 3 . Francefila uittoria de gli Spagnuoii nel Regno di Na
poli contrai Francefia Seminaia,8talia Cirignoia.
—
■ Nel libro
precedete a
car. 127. ha
detto che
Ma (Emilia-
no, e il Re
di Fracia ha
ueuano prò
togato Iatre
gua fino al
Alaggio co
incìu lìone
dello ftato
di Milano.
. •. •
otLLiA littoria tanto piena , & tanto froderà del Du~
cato di Milano y era aumentata dì maniera l ambinone ,
& l'ardire del Re di Francia > che harebbe facilmente la
fiate medefìmaajfaltato il Reame dil^apolilfienon Vhauefi
fé ritenuto il timore de'mouimentide Tedefichvperche fé
bene tanno dinan'ti haueffe a ottenuta la triegua di Maf-
fimilìano Ce far e con inclusone delio fiato di Milano 1 nondimeno quel Re*
confederando meglio quanto per la alienatane d'uno feudo tale fi diminuif~
fé lamaefià deW imperio >& penalmente l'ignominia, che ne perueniua a
luidìhauere laficiato , quafi fiotto la fiua protettane , & fiotto le jperan-
%e dategli 7 & dopo tanti danari riceuuti da lui , Jpogliarne Lodouico Sfor~
%a ; non haueua più uoluto udire gli ambaficiatorinè del Re di Francia , né
de* Vinitiani, come occupami delle giurifidittioni Imperiali: & accefio ul-
timamente molto più per la calamità mifier abile de due fratelli , ridefian-
dofinelt animo fiuol antiche emulationi, & lamemoria del? ingiurie fatte
indiuerfitempia fie ,& à fuoipredecefforidd Redi Francia, & dalla Re-
publica Vinitiana ycohgregaua fif efile diete per concitare gli elettori , &
gli altri principi Tede fichi arifientirfii con l'arme di tanta ingiuria, fatta non
meno alla natione Germanica, dellaquale era propria la dignità Imperiale 9
che afe : awQ dimofiraua il pericolo , che il Re di Francia , prefiumendo ogni
dìpiu per tanta patientia de Trinciai dell imperio * & infiuferbito per tan-
to
Q_V I N T O. no
to fattóre della fortuna ; non indirix^affe l'animo a procurare con qualche
modo indiretto, che la corona imperiale ritornale , come altre uolie era fia-
ta , né Re dì Francia : allaqual co fa harebhe il confentimento del Tontefice ;
parte per necefjltà , non potendo refiflere allapotentia fua ; parte p w la cupi-
dità, che haueua della grandezza del figliuolo. Lequati co fé furono cagio-
ne , chél Re, incerto, che fine haueffero ad hauere quefle pratiche , differiffe
ad altro tempo ipenfier ideila guerra di "Napoli : &per ciò ncn effen'o occu-
pate ad altra imprefa le genti fne;fu contento , benché non fen%a molta dif-
ficultà* & dubì t adone , di concedere le genti dimandate da Fiorentini per la
ricuperatone di Tifa,& di Tietrafanta .-perche in contrario faceuano in-
flantia grande i Tifimi, & infieme con loro i Genouefi,iSanefi, e i Luzchcfi >
offerendo pagare al Re alprefente cento m.la du:ati,in cafo,che Tifa, Tietra
fanta,& Monte Tulciano rimane [fero Ubere dalle molefìiede Fiorentini,&
aggiugnerne cinquanta mila in perpetuo ciafeuno anno, fé per t autorità fua
confeguiuano i Tifoni le fortezze del porto di Liuorno , & tutto il contado
di Tifa; allequali cofepareua , che, per la cupidità de* danari ,fuffe inclina-
to non poco l animo del Rejnondimeno, come era folito di fare nelle cofe gra-
tti ; rime fi e al Cardinale di Roano , che era a Milano quejla deliberatione :
apprejfo alquale oltra i fopr adetti intercedeuano per i Tifani Gianiacopo da
Trml-ri , & Gianluigi dal Fiefcoydefiderofo ciafeuno di far fi Signore di Ti-
fa , & offerendo di pagare al Re, perche lo permette ffe , non piccola fomma
di danari,' & dimojirando appartenere alla fteurtà fua tenere deboli, quan-
i do n'haueua loccafione , i Fiorentini , & gli altri potentati d Italia . * Ma * Fuin Mila
nel Cardinale potette più il rifletto della fede del Re,ei meriti fr efebi de ca/duSdl
Fiorentini , i quali haueuano aiutato il Re prontamente nella ricuperatone Roano per
del Ducato di Milano, conuertendo a fua richieda le genti, lequali in tal cafo Jj^/chi 5
erano obligati di dargli in pagamento di danari : Terò fu deliberato, che a fognane per
fiorentini fi deffero per la ricuperatone di Tifa, & conpromejfione del Car ^l^^fjfi
dinale,che nelpafiare reflituirebbono Tietrafanta,& Mucrone fei cento lan ThoWòso
eie pagate dal Re,& a fyefe loro proprie cinque mila SuiTgeri fotto il Ea £™ "a: *™~{
gli di Digiuno,& certo numero di Guafconi,& tutta lartiglierìa,& le mu- la Repnbil-
nitioni necefi arie a quella imprefa ,& ni fi aggiunfono contra la uolontà SnicirtS!
del Re, & de' Fiorentini , fecondo il coflume loro , due mila altri S ulceri : ccìib <..onac
dellequali genti deputò Capitano Beumonte , dimandatogli da Fiorentini, aggii^nl ,
perche , per effere flato pronto a reflituire loro Liuorno, confidauano molto in cheB.a lt>ef*
Lui ; non confederando che nel Capitano dèll'efiercito , fé bene è necefiaria la Caicuata ,,' i£
fede;è necefiaria l'autorità, & laperitia delle cofe belliche ; benché il Re Jt.mila.rcu
con più fino, & più utile con figlio hauefie deftinàto allegri, Capitano molto
più perito nella guerra;& alquale per e fiere dì fdnguepiu nobile, & di mag
giove riputatione; far ebbe fiata più pronta l'ubbidienza deltefiercko.Maficù
linciarono prefiamente (coprire le molefiie}& le difficultà>che accompagna
nano gli aiuti de Francefi : perche efiendo cominciato a correre il pagamen-
ti, i iQ
LIBRO
to de fanti il primo dì di Maggio; dimorarono tutto ilmcfe in Lombardia
per gli intere/Jiproprijdel Re , de fiderò fo con ìoccafione del tranftio di que-
llo efferato , di trarre danari dal Marchefe di Manioua , & da fynori di
Carpi , di Correggio , & della Mirandola per pena de gli aiuti dati a Lodo-
itico Sforma; inmodo, che i Fiorentini cominciati ad infòff>ettircdi quello
indugio ,& parendo olirà ciò dar fi a Tifam troppo tempo di reparàrfi ,
& prouedcrfi ; hebhonp inclinaiivne a abbandonare l ir/ipvcfa , pure pra er-
ro! me ^cvze^ào mal uolmtieri tuie occafione , data la feconda paga attendeuauq
d» gìd. Bai a a follecitare il far fi itmm'Zi : finalmente effendofi i [tenori di Ct:rp; , dalla a
fi& SiLuca Miwnàok» & di Correggio, intercedendo per Iqyq il Du:a di Ferrara,
Antonio de compofiidi pagare uentimila ducati, ne potendo perdere tempo a sfondare
iuenace? ' ^ Marche fé di Mantoua ; ilqualc da una pan e fi fortificaua ; dall'altra < al-
legando timpotentiadi pagare danari , mandati ambafàatori al Re lo fup-
plicaua della uenia ; andarono a campo a Moni ecìnam coli cafitllo de Torelli
in Tarmigiano :i quali haueuano aiutato Lodouko Sforma, 'non. tanto modi
dal defulerio di punire loro , quanto per minacciare con FapprofjimaU: a
Bologna, Giouanni Bentiuogli , per i fauori fimilmente.pì eflati a Lo-
douico Sfor^ : ilquale per fuggire il pericolo ; compofe di pagare qua-
ranta mila ducati: & il Re l'accettò di nuouo nella fua protezione infie-
me con la città di Bologna , ma con e fbr epa Imi itat ione di non pregiuai ca-
re alle ragioni che uihaueuala Chiefx* ^Accordata Bologna, & pr e fo per
forcai Montechiarucoli ; tornarono le genti indietro a pafi are H spennino
per la uia di Vontriemoli : & entrati in Lunigiana hauendo più rifpet-
b il Ruonac t0 a gH appetiti, & commodi loro , che all'honcfto ; tolfero b à inflantiade^
che Alberi- Frego fi ad ^Alberigo Malefpina , raccomandato de' Fiorentini, il caflello
g0fMr h«v $ Maffa , & l'altre terre fue : & pafiati più innati1^, i Lucchefi , benché
to deiPMar reclamando la plebe , ne fuffero tra fé fteffì in grani tumulti ; confegnarono
-•chefato di a j>eumonte Tietrafanta in nome del Re : ilquale lafciata guardia nella
Malia, no a . sr i i, ;• tr • ;• ; i ? r ■ t r-
tinftatia de1 forteto, ; non rimojje della terra gli ufficiali loro : perche il Cardinale di
Jd Marche R°ano > diJpreTgando in queflo le promefie fatte a' Fiorentini , ricettata d#
icGabrieiio Lucchefi certa quantità di danari ; glihaueua accettati nella protettane
*&nWKo\ del Re, conuenendo, che il Re tenefie Tietrafanta in dipofito , infino a
tanto hauefìe dichiarato a chi di ragione fi appartenere . Ma iti quello
tempo i Tifanboflinati a difenderfì; haueuano hauuto da Vitello7^,colqua^
le erano per la nimicitia commune co' Fiorentini, in grandiffìma cqngiuntione
\ alcuni ingegnien per indirizzare le loro fortificationi : allequali laupr aitano
popolarmente gli huomini , & le donne , & nondimeno non pretermettendo
d'intrattenere con le [olite arti i Francefi ; haueuano nel configgo di tutto
il popolo fittomela la città al Re idellaquale deditione mandarono inftrit-
menti publici non folo a Beumonte, ma etiandio a e Filippo di Raueften,Go- e
e Filippo di ^ ■ •„ i * r \ ■ i •„
cieués dice uernatwe Regio in Gcnoua-> che temerariamente l accetto in nome del Re:
di NebioU° & bruendo Seumonte mandato in Tifaurì ^aHo adirwidare la tetra;
Q_V 'I N T 0< _ m
gli rìflio fonò non hauer e maggior difìderio > che uiueW fudditt dèi Redi a!lferret
^>\inctii& però effere para tifimi a * dar figli pure che promettere di non rio Fiorenti
jj# mettere fitto il dominio de i Fiorentini, sformandoli, & con le lagrime J®."^1^*"
jf //e rfowwff j & con ogni arte di fare impreffione nelC ^Araldo di effere e fi fcoia a «?.
fcntanti(jìmi,& dettoti fimi della Corona di Francia, dallaquale haueua^ \ %f^hf
no ricevuta la libertà;rna Benmontcbauendo efclufì gli ambafciatoriVi diedero ai
fini , mandati alai con la mede f ma offerta; pò fé il penultimo giorno di J/^/^fj
Giugno il campo a quella Città tra la porta alle Viaggie ,&la porta godi nóci"
Calce fana dirimpetto al cantone detto il Barbagianni: et bauedo la notte SJmiSE
medefima battuto con grande impeto, & continuato di batti re in/ino alla Uni fin o3a
maggiore parte del giorno feguente pittarono in terra per la bontà deltar f^*^
' tiglieria loro circa b fejfanta braccia della muraglia : & come htbbono remini non
ceffata di tirare cor fino (libito i fanti,& i cavalli mtfcolati fen%a ordì- ^nùlc'Sm
ne , ò difciplna alcuna per dare la battaglia , non battendo penfato in che dandodei'a
modo batte fiero a ftperare ttnfofjh profondo ,f atto da Vifani tra ilmuro c c clRe*
battutoci il riparoicbe era lattar ato di dentro;di maniera che come lofeo b Qjmira
perfino, (paventati dalla fua largherà, & profondità ; con fonarono il £"£' ad dj
reflo del giorno piti pn-fìo Ipettatori della diff\cidtà,cbe affaltatorì. Dopo il Buonacc~
itquale giorno diminuì fempre lafi>erà?a della vittoria; parte febe batte £„0fedJ}|~
nano i Vrancefi per la qualità de ripari,^ per VoWinatione de difenfor1, artiglierie ,
perduto l'ardire;parte,percbe per l'arti tifate fi era ridetta Cantica inoli p^g"" °t
natione bauttta da quella natione à Vifani; in modo,cbe cominciàdo a par z i. hora • e
. lare,& a dimeflicarfì con quegli di dentro^ ebe continuavano la medefìma Ifo'""^*
offerta di dar fi al Re, pure ebe non ritornajfero fotto il giogo de" Fiorenti dato da' Fa
ni;& entrando ficvr amente molti di loro in Vtfay& tifandone come di ter \\£ n*c^J
ra d' amici ;dt fende nino per tutto il campo,& appreffo a Capitani la caufa fto di que.
de Vifani,confortandogli fimilmete molti di loro a difender fi ;& a quefio t conforma
altra i Vrancefi dettono animo afiaiVracefco da Triul%i,Luogotencte del a quetta te-
la compagnia di Gianiacopo, & Galeax^o Vaiavi fino, ebe con la compa-
gnia fua era nel campo Vrancefeican l'occafione dey quali difordinì,entrò
in Vifa dalla parte di uerjo il mar e, per mettendolo quegli di fuor'uT aria-
tino daCittà di caftello infume con alcuni faldati ff> erime tati allaguerra%
mandato da Vitello'zjo in aiuto de Vifani; buomo allhora non conofeiu-
to j ma ebe dipoi fatto Capitano da loro perfeuerò infino all'ultimo con no
piccola lode nella di fé fa di quella città>,A quefle inclinationi comuni cofi a
f antiuome a caualli fuccederono molti di firdinuper che dcfiderando dì ha
nere accafionedi Iettar fi dall' ' imprefa;cominciarono a faccheggiarele net gU ^ibil
touaglie,cbe fi còduceuano al capo:a' quali difordini non baflando a prove *a"° prigio
dere l'autorità del Capitano\maltiplic arano ogni giorno tato,che finalme "eCf, ] con*
tei fanti Guafconi tumultuofamete fi partirono dall 'effircitoU'efiepio de' uéne pagar
quali feguitar ano tvttigli altri ,et nel par tir fi alcuni fanti Tedefchi uenu Sfatto mil
cti( ordine del RedaRoma,feciono prigione cLuca de gliMbi%t\comef\ario *e ««*•*»*
fi $ Fwren-
LI B R O
fiorentino, con allegare, che altra uolta flati inferuigio de Fiorentini a
Liuorno,non erano ìlati pagati . Tartironfi fubito gli Sui%$eri, & gli al
tri fanti : ma le genti d'arme fi fermarono propinque a Tifa , doue fopra
(late pochi dì, non affrettato d'intendere la uolontà del 1\e; fé ne tornarono
in Lòbardiajafciato in grane difordine le co fé de3 Fiorentini : perche per
potere fupplìr e alpagameto degli Suiiz£eri,& de Guafconi;haueuano li
centi ato tutti i loro fanti : laquale occafione conojeendo i Tifani andaro-
no a campo a Librafatta.-laquale facilmente intignarono no meno per lini
prudentia de nimici,che per le f or xe proprie: perche dadoni la battaglia,
& e/fendo concorfi,doue fi combattala tutti i fanti, che ni erano dentro;
alcuni di quei di fuor a fabrono con lefcale nel più alto luogo della forte^
7a,ihe non era guardata : da chefpanentati i fanti fi arrenderono: & di'
poi finitamente accampati fi al BaUione della Ventura, mentre ui dauano
la battaglia; i fanti, ò per uiltà,b perfraude di San Brandano Cone/ìabile
de' Fiorentini di nation Lucchefe, che nera dentro s'arrenderono : l'acqui
fio de' quali luoghi fu ?nolto utile a'Tifani : perche rimafono allargati, &
liberi da la parte uerfo Lucca * Turbò queflo fucctfio dille cofediTija
piuyche non farebbe credibile l animo del a Re,cono[ando guanto ne rima-
a Al Re fu- r ^ ,. . f. , . , , r n r , , ' ., 7
lon madati nejje diminuita la riputatane dei Juo epercito,ne pottndu tollerare, che
J£-V«wja* allarme de' Francefi,che haueuano con tato fpauento d'ognuno corfo per
della caia , tutta l talia, hauejje fatto refiflen%a una città fola non dtfefa da altri, che
Macche01? ^ popolo proprw,& oue non era alcuno Capitano di guerra famofo : &
ii„che fino come Jpcffo fanno gli huomini nelle co fé, che fono loro moleft e ;s' ingegna uà,
htT° m inganrìan<lofeflef]o,di cr edere, che' l non ha nere i Fiorentini fatte le debite
proiu fioni di uettouaglie,di guaflatori,et di moml ioni, come affermauano
b Monf di i f}f0j per /carico proprio ;f offe flato caufa,ch'é non haue fiero ottenuta
il Buonac- la uhtoria, cjr che ali efferato fuffe mancata ogn' altra cofa,che la uirtù:
MaefrchoCdi & ^amentan^°fl °^tra ciò,che dall' 'hauer gli fatto inftantia imprudentemS
caia del Re, te i Fiorentini, che mandaffe le genti più teflo fotto Beumonte , chefotto
%*°E'ÙWd JffliÈfà erano proceduti molti dijordini : & dall'altra parte defideran-
efler JVdiito do di ricuperare leflimation perduta ; mandò Cor cu Juo b cameriere a Fi b
quanto egU ren~e non tanto ter in formar fi, fé le co fé riferite da' Capitani erano ue-
lame i q-ic X ' ./ J. J >J J J r
iì\ progredì re, quante per ricercare i Fiorentini, che non perdendo la jperau%a d ha-
rione1 (fa* uere Pcr l'zHuenire miglior fuc ce fio-, conJentiJJero,che lefue genti d'arme
Re.il quaiein ritorti a fiero ad alloggiare nel Contado di Tifa , per tenere la uernatafe-
Fioréldn? & Vitntt infefta*a continuamente quella città; & con intentione, come ap-
non il tuo parijje la Trimaucr a di ritornare con ejjer cito giufto,& meglio ordinato
uoUe^poi' d" Capitani, & d'ubbidienza ad oppugnarla : laquale offerta fu rifiuta-
ch'effi por- ta da Fiorentini, difbevati di potere con l'arme de' Francefi ottenere mi-
Iefler°h- m ghori effetti : onde di dentarono continuamente peggiori le conditioni lo-
parte ancuo ro:perche diuulgandofi il I\e efiere alienato da ejfì; cominciarono i Geno-
$2°ab*io7 uefi*i Sanefi>e i Luccheft afonuenire i Tifimi feopert amente con genti, &
con
0_V I N T O. ^ 13*
con danari, & à pigliare animo qualunque defidcraua d'offendergli . Cre-
fccuano etiandio in Firenze le dutifioni de* cittadini in modo , che non foto
non erano ballanti a ricuperare le co fé perdute, ma ne anco prouedeuano
a difordim del loro Dominio: perche cjfendoji leuate in arme mTif.oia le
p irtiT anciatica,& C ancellicr a, & procedendo tra loro nella Città, &
mi Contado a grandifjimi incendij, & uccifioni,quafi a modo dì guerra or
diuata,& con aiuti foreftiari;mn ui facenano alcuna prouifioae con igno
minia grande della Republica „ Troceaeuano in quello tempo profperamt n
te le cofe di C efare Borgia .'perche fé bene il [{e trial jodts fatto del Tontefice,
per non ì'hauer e aiutato nella ricuperatime del Ducato di Milano;hauef
fé tardato a dargli aiuto a proftguire l'imprefa cominciata centra i Vico,
rudi Romagna; nondimeno l'indujje finalmente in altra f ritenga il de fide
rio di cenferuar fi beni itolo il Tonteficcpcr il timor e, che I aueua de moui
menti di Germania , non trottando me~zo alcuno di concordia con Ce fare ;
& molto più l'autorità del Cardinale di Ispano per li cupidità d'ottenere
la legai ione del Regno di Francia . Tromeffe adunque il Tonttfice al Re
d'aiutarlo con legenti,& conia per fona del figliuolo, quando uoleffefare
l'imprefa del Regno di T^apoli;& concedette al Cardinale di Roano per di
ciotto mefiyla Le gat ione del Regno di Francia:conceffione,che per efiere co
fa nuoua,& perche diuertiua,ancora che non uif uff e compre fa la Bretta-
gna; molte facende, & molti guadagni dalla corte di Roma; fu riputata co
fa molto grande: & dall' altra parte il Re mando in aiuto fuo,f otto Jille-
grtytrecento lande, & due mila fanti, fi gnificando a ciafeuno, che ripute-
rebbe per propria ingiuria, fé alcuno fi opponeffe alla impreca del Tontefi
ce.Con laquale rìputatione,& con le forze proprie, che erano fettecento
huominid'arme,&fei mila fanti,entrato il talentino in Romagna; prefe
fenica refifien%a alcuna le città di Tefero,et di Rimini, f uggendo fene i fuoi *lLBa?.n*e
Signori;^ dipoi fi uoltò uerfo Faenza, non difefa da altri , che dal popolo cheGiouàni
medefimo:perche nonjolo GiouanniBentiuogli, a auolo materno d'*A(ìor- *™""°$A
re piccolo fanciullo; fi afleneua per non irritare l'arme del Tonte fìce > & ftorrc Man
del figliuolo,^ per il comandamento bauuto dal Re, dal porgergli aiuto ; [[lod,e^"on
& i Fiorentini,& il Duca di Ferrara per le medefime cagioni fa ce nano il
mode/imo , ma anchora i Vinitiani obligati alla fua difeja ; gì' intimar o- h Tn quefto
no, perche cofi furono ricercati dal Re,dhauere rinunciato alla prò- defimo "feri
tettione , che haueuano di lui,come fimilmente haueuano fatto prima per ^Ij^0 »
la medefma cagione a Tandolfo Malatefla fignore di Rimini : an%i per tino fu que-
maggior dimoftratione d'ejferefauoreuolialle cofe del Tontefi te; crear o- re,ato d'ha*
no b inquefto tempo medefimo il Duca Valentino loro gentili)^ omo ;dimo na Donzella
tir at ione [olita far fi da quella Republica > ò per ricognitione de' beneficij Juchefll"*
riceuuti,ò per fegno dtftretta beniuolen%aMaueua il Valentino condotto d' vrbino .
a' joldì fuoi Dionigi di Ivaldo da Berfighella,huomo di jeguito grande in clu^a^n-,
Valdilamona: per opera delquale occupò fen^a difficultà la terra di B:rfi namorato.
J^ 4 ghetta,
ali Valenti
no s'accani
L I B R O
»he!ld,& quafi tutta la Valle:& hauedo efpugnata la rocca uecthiaitofc.
feguì la njioua per accordo del caftellano;& (però per trattato tenuto dal
mede fimo Dionigi col caftellano di Faen7^a,hHomo della Valle medeftma ,
et che lungamente haueu a gommato lo fiato d'jl5\orre\entrare nella roc
ca di quella cittàima uenuto il trattato a luce\fu fatto prigione da1 Fauc
lini ;i quali ne sbigottiti per effere abbandonati da ciaf e uno, né per la perdi
ta molto importante della Valle; haueuano deliberato di correre ogni pe-
ricolo per conferuarfi nella fuggettione della famiglia dt% Manfredi ;dal-
laquale erano flati moltiffìmi anni fignoreggiati:& però haueuano atte fa
vongrandiffima follecitudine alla fot 'tifi 'catione delta terratdallaqualedi
fpo fittone il Valentino non potendo rimuouergli , né con preme fi e , ne con
trjinaccie; fi a accampò alle mura della Città tra i fiumi di Lamona , & di
pò intorno Mar%anò\& piantò l'artiglierie da quella parte,cì>è uerfo Forlì; laqua-
aodfNooé hìbenebe circondata di mnra,uolgarm'te fi chiama il Borgoiaue i Fatten
Lre 1500. il tini haueuano fatto un gagliardo Baflìene: & battuto, ehebbea fofficitn
BuonacCcor- %a,maffim amente il portone, e he tra il Borgo,& la Terra;dette il quinto
lì , confbr- niorno (a battaglia , dalla quale difendendoli quei di dentro udore famen-
jnandofi a 5 . , ^ . r .° ,. ,. '. /J , l. * /• n»
quella hifto tc.ridujje ifuoi a gli alloggiamenti con molto danno: tra quali rejio mor*
xia# to Hcnorio Sauello.J^è erano quietigli altri dì, offendo infettato cotìnua
mente C efferato dell' artiglierie di dentro;cjr perche gli hnominì della ter
ra,fe bene non haueuano,je non piccolijjimo numero di foldati foraftieri;
nfeiuano ffefìo ferocemente a Jcaramucciare: ma fopra tutte l' altre cofe
ancoraché non fufje finito il mefe dilS(ouembre;fegli opponeua l acerbità
del topo ajpriffìmo fopra ilfolito di quella flagione:per che erano neuigra
diffime, & freddi intollerabili, per i quali s' impedì uano quafi del tutto le
fatiche militari, & l'alloggiare fiotto' l Cielo fcoperto,hauendo i Fauenti-
ni,inna%i, chel campo saccoftafle alle mura abbruciate tutte le cafc,e ta
gliati tutli gli alberi propìnqui alla Citta: dalle quali difficultd neeeffitato
b n Buonac // Valetinoyleuato il campo il b decimo giorno difiribuì le genti alle flange °
Si Uuòji Per h Terre uicine,pieno difommo dolore,che hauendo oltra lefor^e Fra
campo da cefi uri efferato molto fiorito di C-apitani >& foldati Italiani , perete ni
df Noucm- erano ?agolo,& Giulio Orfini,Vitello%jp,& Gian Vagolo Buglioni, con
bre ; talché molti huomini eletti, & hauedofi preme ffo còfuoì concetti fmifurati, che
a" non i! né mari,né moti gli haueffero arefiflere;no poteua t oliar ar e gli f uff e 0 fin
decimogioz rat a la fama de principi] della f uà militia da un popolo uiuuto in luga pa
ce,et che in quel tepo non haueua altro capo,che unfanciullo,giurado effi
cacemete,& co molti fofpiri,che come prima laftagione lo coportajfe;tor
ricrebbe alla medefima tmpr e fa,co animo deliberato di riportarne, ò la uit
torta, ò la morte . 1<[el qual tempo ^ileffandro fuo padre , accioche tutte
l'opere proprie corrijpondefiero ad un medefimo fine, hauendo quell'anno
medefimo creati con grandi jfima infamia dodici Cardinali,non de più be-
nemcriti,ma di qucgli^he gli offerfono prezzo maggiore; & per non pre-
r tcrmetterc
CL-VI NT o. ni lDill0(U
'eie alcuna di guadagno ,fpargeua per' tutta Italia, & per le
prouincie for
fUrmetfen fpecie alcuna di guadagno ,(p args.ua per tutta Italia, & per le toav vini-
•ijticrt'*il Giubileo, ceUbrato in Bjma con conc or fo, grande i^pl c5Uque
tnaffimamentc delle nationi Olir amontane piando [acuità di confeguirlo a ftQ Giubi
ciafcuno,che no andato a l{oma porge fife qualche qualità di da nari: i quali fe° J^jJ
tutti infierne con gli altroché in qualunqne modo poteua cauare de tefori che diede a
fpirit uali^ del dominio temporale della Chiefaffumminiflraua al Val. n ™ ^f"* ^
iino-Alquale fermatoli a Forlì, prtparaua le co fé neceffarie ali'opugn^tw dere in ac-
ìic per l'anno futuro,nc con minor prontezza attendevano i Faucntim al- {^'"jjj*
la for ti fi catione della Città.Queftecofe fi feaono l'Anno \ 5 cerna mvl- de* vinitìa
to più importanti cofe fi ordinavano per l'Anno ? < o r . dal Ile di Frati- ??2£2!2L—
cia:allequai per efiere più efpedito baueua femprc procurato di far eoa- ~ua ^méi*
cor dia col l\e de" i\omani ; per laqnale , oltra ottenere da lui l'inuefiitura |°- ^Jcon
del Ducato di Milano ; gli fufìe lecito afialtare il Regno di Hapoli,ufan- D ^uélta
do in queflo %lms%o dell'Arciduca fuo figliuolo inclinato alla pace;percbe JJjjJg*^
i fuoi popoli, per non interropere il commercio delle mcrcantie,ma! uolen prometta à
tieri guerreggiauano co1 Francefì;& perche il I{e, che non baueua figlino MaffifriKa-
) lì mafcb'hproponeua di dare b Claudia fua figliuola per moglie a Carlo fi- Garb fuoii
vliuolo dell' Arciduca,^ per dota,qaando f afferò d'età habilc a confuma potè, che fo
re il mateimonio( perche tuno,& l altro erano minori di tre annijil Duca v.in petgto
to di Milanoiper la cui intercc(fione,non fi potendo coft preftamente rifol re:ma ^° °«
«ere wo/fe difficulta , ebeinterueniuano nella pratica della pace ; ottenne fu denega-
ne/ principio dell'anno 1 5 o 1 .triegua per molti me fi da Maffimiliano, dan £> ^^["^
dogli per ottenerla certa quatità di danari: nella quale non fu fatta men- in Fracefco
tione alcuna del P^e di 7slapoli,con tuttoché Maffimiliaao battendo riceuu ^fef kc
to da lui ^ornila ducati,& obligatione di pagargli , accadendo il bifogno gno di Fua
1 5 .Mi//* (/«Affi ognimefe\gli baueffe promejfo di non fare accordo alcuno aiVeCiodo
fen\a includer uelo;&di r opere la guerra, fé fuffe ne cefi ar io il far di iter fio meo, dì fo-
ne,nello fiato di Milano.Terciò rimanendo il Re di Francia fumo per al- j-"^ £adt!I
lora de mouimenti di Germania ;et (per andò d'ottenere innàri pafìaffe mol io s^rciàv-
to tempo per me%o del medefìmo Arciduca l'inuejlitura,& la pace; uoltò &$$££
tutti i fuoi penfieri all'imprefa del Regno di J^apoli : allaquale , temendo iiano 5 mo
non \e gli oppone/fero i Re di Spagna ,& dubitando, che a quei l{e non fi unif f^^'/S
jero per timore della fua grandezza 1 V ini ti ani ^ forfè il Tonttfice^'h Duchcflà di
nona con loro le pratiche cominciate a tempo del He Carlo della duiifione eflol [^.ax'0
di quel Bearne : alquale Ferdinando He di Spagna pretendeva fimilmente u figMqpJfr
bavere ragione: perche fé bene Alfonfo Re d'Aragona l'baueffe acquifia- m^<fà\
to per ragioni feparate dalla Corona d'Aragona,& però come di co fa. prò cefàre: ci-
pria nhauejfe difpoflo in Ferdinando fuo figliuolo naturale; nondimeno ciulo chc
in Giouanni fuo fratello , che gli fuccedette nel Regno d' Aragona, & ^IfJ^
in Ferdinando figliuolo di Giouanni; era fiata infino allora querela taci- cia inganar
ta, che bavendolo Alfonfo conquiftato con l'arme , & co' danari del Rea- cafa ^,A u"
me d'Aragona ; appartenena legittimamente a qvella Corona ilaqual meVe deU«
mogi}; fi co
xac £ 0 notatocene follerò lutali in AldT.tf .Papa le repulfe de'matximoni da'&c ^Aragona £ li fuoi figliuoli.
LIBRO
'SdUv/udVl querela haueua Ferdinando coperta con aftutia,& patien%a Spagnuola ,
gran Capirà non jolo non pretermettendo con Ferdinando i\e dì 'Napoli, & poi con gli
GteSjchi altrhche fuccedtrono di lui gli uffici debiti tra parenti ; ma etiandio au-
vcrr.uiò Re gmmntandogli con uincolo di nnoua affinità: per che a Ferdinando di T<la-
fieS» * P<*H dette P^" m°gHe Giovanna fua forella,& confentì poi che Giovanna
uenne con figlinola di quella fi marita fie a F*y din andò gioitane ; & nondimeno non
rc diTran- baueua però confeguito,che la cupidità fua non fuffi molto tempo prima
eia, &diui(e fia$a nota a'j^ ^apolitani.Concorrendo adunque in a Ferdinando,^ nel a
gno dittalo i\e di Francia la medefima inclinatone, £ uno per rimuouerfi gli oracoli ,
lupercioche ^ \e ^ffiCHl^x ; l'altro per acquifiare parte di quello,cbe lungamente ha*
to^? nTak", ueua defederato; poi che a conseguire il tutto non appanna alcuna occafio
che il Re Fé ne; fi comCnnono d'affaltarein un tempo medefìmo linearne di T^apoli, ti
poìigfi foffe quale tra loro fi diuideffe in quefto modo : che al I\e di Francia toccafìe la
tatto uibuu cittàdil^apolico tuttala Terra di Liuoro,&la Vrouincia dell' \Abru<^
ce°che™eerà %i:& a Ferdinando le Vrouincie di Tuglia,& di Caiauria: & ebeciafeu
iVto.dc'Fca nQ n conquifla(ìe da (e fleffo la fua parte , non effendo l'altro obligato ad
lui nimica L aiutarloyma folamente non impedir lu:& fopra tutto conuennero,cb eque
b il pnnio fta concordia fi teneffe fegretiffima infina tantoché l\ffercito,cbel F^e di
Hit ftm£ Francia mandaffe a queltmiprefa ? f riffe arriuato a B^oma ; alqual tempo
ghaLufigna g; ^mbafciatori d 'amendue allegando effer fi fatta per beneficio della
de^'ko'o Cbrifiiamtà quefia ccm<eutwne,& per afjaltare gl'infe deli yumt amente ri
di Re di eie cercaffero // Tonte fice,che concede fé l'initcflitura fecondo la diuifione con
iite'Guafo uenuta tra lorojnueflendo Ferdinando [otto titolo di Duca di Tuglia, &
per riipetto fa Calauria;& il I{e di Francia fiotto titolo non più di Sicilia, ma di I\e di
ullTmlì' Gierufalem,& di ^tpoli:ilqual titolo del B^gno Gierofolimitano,perue-
buia di che mtQummlt a in Federigo il. Imperatore Romano,&l\ed> Tripoli per
Glorio BU- dote della fua moglie figliuola di Giouanniì\e d. Gierufaiem m nome, ma
tìron"f ti " mn in effetto;era fiato continuamente ujato da' l\e feguenti,bencbe m un
Kettoretrro: tempo mede fimo fé l'baueffero per diuerfe ragioni non meno cupidamente
docatharo,_ appropriato b t j^ di Cipri della famiglia Lufignana ; tanto fono auidu b
ttF.stTfanS Tnncipi d'abbracciare colori da potere con apparente bonefìà uef]are,ben
Lufignano . ^ jp^ indcbit amente, gli flati poffeduti da altri. La qualcapitolatione
prtie1 "tonto tra i due l\e come fu fattaci ì\e di Francia cominciò fcpertJ mente a pw
ìi Valentino parare l'efferato ; ilquale mentre che fi prtparaua il talentino , che ne
fmJoTéza primi giorni deli JLnno accofiatofl di notte con quantità grande di fiala
dell'anno ^ B 0 fa pMnlra,^r hauendoui fecondo fi credeua intelligenza-, baue-
tVcc'dfr 2ia uà in uano tentato d'occupar lo, non bauendo più fperanta nella fialide ;
battaglialo prtfep0C])i dipoi l\uffi y & l 'altre ter re di quel Contado ;& ultimamente
che p°ochear; e ul ritornò col campo nel principio della Trimauera , ponendofi uerfo U e
|hf *°ta°& R<H!$à&& da quella parte battuta la muraglia;fece dare mef colatamente
a ^Faenza la battaglia dalle genti Fraceft,& dalle Spagnuole,cV erano a' fi Idi fuoi:
regii arrefe. .,f ^nQndofi prefentate con difordine ;fi ritirarono fin%a far frutto
iuonaccor. i j -t aldino:
Q^V I N T O. 134
ilcuno ! ma in capo dì tre dì ne fece dare un'ultra con le for%e di tutto l
ampo: dellaquale il primo afflitto toccò a Vitello%£Oì& agli Orfìni,che
licito il fior de loro foldati,aJ] aitarono con gran uirtù, & con grand' or-
line Spingendo fi tanto iman^i,che taluolta hebbono fperan^a d'ottenere
a uittoria:ma non era minore il ualore di quei di dentro, & gagliarda la
•iparationc fatta da loro;ìn modo,che trouandofi gliaffaltatort hauere in
ianzj a fé un fofifo grande,& efifendo battuti per fianco da molta artiglie-
•ia;furono coftrettia ritirar fi\& ui reftò morto di loro Ferdinado da Far
\efe,& molti huomini di conto,cjr numero grande di feriti:& nondimeno
Fauentini,hauendo riceuuto danno non piccolo in quello ajjalto ; comin-
ciarono talmente a confederare , come alla fine abbandonati da ciafeuno >
mteffero contra a tanto efìercito foflenerfi,& con quanto danno,& male
onditioni uerrebbono,ò ejpugnatiper f orfano cofirettiper l'ultima necef
ita a dar fi in poteflà deluiucitore,che raffreddato tanto ardore,etfott'en
rando la paura; fi arrenderono pochi giorni dapoi al Pale ti no, fai ito l'ha
tere> & le perfine, & pattuita la liberta di jlflorre fuo Signore , & che
[lifiiffe lecito d andare doue gli par effe, rimanendogli faina l'entrata del
e proprie poffejJìoni:lequai cofe talentino quanto a gli huomini di Faen-
za offerito fedelmente , ma ^Aflorre , ci/ era minore di diciotto anni , & di
orma eccellente ^cedendo l'età, & llnnocentia alla perfidia , & crudeltà
j lei uinc\torefiu(fotto (fede rimanejje nella fua Corte)* ritenuto apprefio JA?or,re^
1 lui con honoreuoli dimoflrationi;ma non molto tempo poi condotto a I{o Bèbo,ch'ef-
na,fatiata prima (fecondo fi diffejla libidine di qualcìi uno;fu occultarne lendo Fer?
te mfieme con un fio fratello naturale priuato della aita . jlcquifiato % za ; fi rimo
:bebbe il talentino Faenza; fi mefie utrfv Bologna, hauendo in animo no & ^^.g^j
'olo d'occupare quella Città,ma di molefìare dipoi i Fiorentin:,i quali era. jeai vaienti
no in molta declinai ione offendo fi allofdegno primo del He di Francia ag- "a° ia\"*Jaie
giunte nuoue cagioni: concio fi a che affaticati da le grani fpefe, c'haueua- nò per que-
no fatte, & che continuamente erano nect (/itati di fare per la guerra co' iìo f^'^s.
Vifani>& per lo fofpetto,che haueuano delle for%c del "Pontefice, ejrdel ma prigione
Valentino ;non pagauano al B^,con tutto, che ne faceffe grande infiantia, ^J^afouc
il refiduo de danari preflati loro dal Duca di Milano;nèqucgli,che e' pre- in breue la
tendeua douer'hauere per conto de gli Sai't^eri mandati contra Tifa:per f*cs xn0IIXC'
che battendo i Fiorentini negato di pagar loro, fecondo che a Milano haue-
uano conuenuto col Cardinal di l{nano,una paga per ritornar fene alla Va
tria\perche fi erano partiti molti dì prima,che haueffiero finito di feruire
ioftipendio riceuuto ; // %, per conferuarfì beniuola quella natione,l'ba~
ueua pagata del fuo proprio:^* gli dimandaua con grande acerbità dtpa
role,non ammettendo feufa alcuna dell' impotentia loro:alle quaì cofe fa
faceua più difficile il prouedere la difcordia ciuile,nata da' difordini delgo
uerno popolar e inelqu ale non effendo alcuno,che haueffecura ferma delle
cofe, & molti de' cittadini principali fiorettilo come amici de' Medici , à
come
LIBRO
come defiderofi d'altra forma di governo; fi reggeuano più con con fu/ione
che con con figlio :onde non facendo prouifione alle dimande del t\e3an?j la
feiate paffare ferina effetto le dilationi impetrate da lui;l' haueuano acce-
co in grauiffima indegnatione, dimandando oltra qmfio,che fi preparale*
ro a dargli i danari , & gli aiuti promeffi per l'imprefa di J<(apoli : perche*
fé beney fecondo le conuentioni.non fi doiteuanoy fé no dopo la ricuperation
di Vifa;douerfi inquanto a lui bauere per ricuperata; poi che per colpa lo
ro era proceduto il non ottenerla, mouendolo ò la cupidità de' danari, de9
quali era per natura molto amatore ; ò lo fdegno, che ne* tempi conceduti
loro no gli haueuano pagati ;ò l'ejfergli per fua forche per i difordim delgo*
uernoy& per li molti amiciyche u haueuano i Medici;non poteua nelle oc-
corenxe fuefare fondameto alcuno in quella Ctttà:& per conducergli con
rafpreT^ty & con l'acerbità a quello, a che non gli conduceua l'autorità ;
a Qjicfti fu ujaua public amente finifiri termini all' * jLmbafciatore,che haueuano ap i
(co Tcfin- prejfo a lui yaffer mando non efiere più tenuto alla loro protettione: perche
ghi% buo- hauendo efjì mancato di adempiere la capitolatone fatta a Milano;poi che
nacc,J non gli haueuano pagati a* tempi promeffi i danari conuenuti in quella ;
non era ubligato ad ofieruarla loroiilperche ejfendoper inTtigation del To
b E* d'ordì tefìne b andato alla fua corte Giuliano de' Medici a fupplicarlo in nome u
ai Transo- juo,& de fratelli della rejtitutwne alla patriay promettendogli quantità
2-ffancià grandijfimz di danari -J'baueua udito gr atiffimament e ytratt andò con (fio
in Roma . arduamente fopra il loro ritorno : & perciò il Valtntino prefo animo da
Buonacc. qttefte Cofe,& {limolato da Vitello%^Oy& dagli Or fini foldati fuoi,& ni-
micijjimi de' Fiorentini ^quello perì ingiuria della morte del fratello ;quc
(li per la congiuntione, che haueuano co' Medici ; haueua prima mandato
in aiuto de' Vifani Liuerotto da Fermo con cento cauai leggieri ; & dopo
l'acquiUo di Faenza deliberato di moleftargli , con tutto che da loro il pa-
drey& egli non baueffero rìccuuto offefe,ma più toflo gratie,& commodi
tà: perche a richiefla loro haueuano rinonciato alla protettion de gli fiati
de' filari], alla quale erano ubligati;& confcntito,che all' UJfercito fuo an-
da fiero continuamente uettouaglie del dominio Fior enfine. Vanito adun
que di Romagna con quefla deliberatione,dichiarato già dalTontcfice do
pò lacquijlc di faenza con approuatione del Conciftoro Duca di J\oma-
gna,& ottenutane l'inuefiitura^entrò con l'efferato nel tenitorio di Bolo*
gna con grandiffìma jperan'za d'occuparla:ma il giorno medefimo, che al-
loggiò a Cafiel S.Tiero,terra polla qua fi ne' confini tra Imola ,cjr Bologna;
riceuè comandamento dal 1\e di Francia di non procedere né all'ocupatio-
ne di Bolognaynè a cacciarne Giouanni Bentiuoglio.-percbe allegaua effert
ubligato alla protettione & della Città , & di lui : & quella eccet t ione ,
efprefia nell' accettatone della protettione, di no preiudicare alle ragioni
della Cbicfa-Jouerfi intendere di quelle ragioni & preminenti e, che ailho-
ra ni pojfedeua la Cb'iefa:per che intendendo fi indiHintamcnte,& non fe-
condo
Q^ V I N T O. 155
&ndo il Juana delle parolccome pretendeva il Vontefice;far Me fiata co- *or fi "i°que
fa nana,&diniun momento a] Bologne fi, <& a Bentiiw/liil rictucrvli nei £° «coido-
% e *■• irai Y'^lcn*
la j uà protettione : però il talentino depoflo pcr.allbora con grauiffima tino, e il cc
reladel Voutefice,& [uà lajperan-^t conccputa\conuenne col Baitiuo ùuogiio nt5
g//o per me%o divagalo Orfino,cbe gli concedete pajfo,et uettouaglia per nc alcuna
lyBolognefi: a , Igli ogni anno none mia ducati: • feriti/filo di certo nu * dr€""V:
wero dbuomiu 4 'a rn$erSl y< di fanti per andare, in Tofcana ; & gli. U/ciaJJe ce : che x.
la terra di Cufl.il Bologne fe,che potta tra Imola, & Faenza è giuri fdittio- ^f{f^[
ne d' Bologna jcbe da lui fu donata a Vagolo 0 fino: ilquale accordo cerne Ca di caio
fa fatto > il Bentiuogiio,è per [offctto,che hautfie da fé proprio; ò perche Jj.^j,"
fecondo che }u fama, il Valentino per concitargli maggior e odio in quella gatì, & di
città; gli hiiuefie rindato efiere flato multato aà accofiarfi à Bologna ^^dari
dalla famiglia de' Mari fiotti, famiglia potente di clientele, & parti- a uoitar io
liani , & che per quefio , & per l'infoienti a loro gli era molto [ojpctta ; {^*jfj
fece ammazzar qua fi tutti quéi di loro , ci) erano in Bologna , tifando per più gli dei]
mimjìn di quefta crudeltà infieme con Hermes fuo figliuolo molti giouani 5^^ Eo1'
IO
il
e
:>io
ien-
Qoòiìt'yMciocbe per la memoria d 'bavere imbrattate le mani nel [angue de* ,
b Marifiotti fttffìra,effindo divenuti nimici di quella famiglia; cofiretti a non Mare-
iefìderarc U conferitatene dello (iato [uo . 'ì>.[on feguitarcno più olirà il jj01" » d"^
Valentino,le genti Francefe; perche affettauano d'unir]} co l'efferato I{e.- corfi , che
gio ; ilquale in numero di mille lance, & di diece nrla fanti, andana fotta tilJt*^^
Obignì all'imprefii di Napoli : ma ilV alenano fi dri-^Jj perla Bologne fé u-toiu* aua
uerjo il dominio Fiorentino con j 00 J)uomini d'armcy& cinque mi la fanti [l1^ ^
di gente molto eletta '& di più con cento huomini d'arme, &. due mila fan coftafle .- óz
ti,che [otto ilTrotonotarìofuo figliuolo gli dette il Bentiuoglio.-^r'hauen aiifcurar^i
docmàdato a chiedere a' Fiorentini paJJo,& uetttouaglia per il loro domi già cheque
nio;fifpin[e innan%i,non affettatala rifpofla,dàdoagli d jLmhafciatori, ^^°*?
che gli erano flati Radati da' Fiorentini benigne parole, ir. fin ebebbt pajja gui toA m
tu l'Appennino vpia come fu condotto a B nberino mutata la benignità in torua'
nprex^ydimadò facejfero confiderai io ne feco;concede(finiocÒ quel nume e Parte che
ro di genti d' arme, & cp quelle condilo <ni,cbe conùenifiero al grado [uo;& aomanchua
the mutato il gouerno.p'_efente,ne conjìitmjfiro un altro, nelquale più pò- palio & net
t.fie confidar e:& pi glia uà ansimo a que[ìe dimande non tanto per la poten J^2{S«?
Uafua,no basendo [eco grandi efferato, ne artiglieria da batter terre; qua di Fioren *
to per le male condii ioni de Fiorentini hauendo.poaa gente 41 arme,nè altri ^^m^
Unti, che ipae[ani,cbe giornalmente comandati ann; & m Firenze timore, »«ita gite
(ofyatOj& di) unione affai per efiere mi campo [uo Vtello%j<), & gliQr- a fìo^uo^
fini: & perche per ordine fuo Viero de' Medici s'era fermato a Loiano nel ^domandi
Bologaefi ; el popolo pieno di gelofia > che i cittadini potenti non hauejfe- tetz^ ne-
ro procurata la [uà uenuta per ordinare ungouerno a loro fodisfattione. rae dc* D«-
Lt Ma ro'de'Mcrt
ci,8c fuo:?c fi fermò con tffe per uolercl tentar la forza, /pendendo femprerauttorirà del Valcnuno.
ì furono «judtiAmbafciatori yicro Sederini, Alamanng Saluia.tjl& Iacopo* Ncrli. Buonact.
LIBRO
Ma in Valentino non era defidcrio di rimtttere Tiero de* Medici : perche
non giudicaua a fuo propofiio la grandezza de gli Or fini, & di Vitello^
5(0 ; co quali fapeua, che Tiero ritornato nella patria farebbe flato con-
%iuntijjìmc: ho olirà queflo udito da h uomini dagni di fede, eh e negammo
)uo erafijja lamemoria d' un'antico fdegno,concepnto contra luì) quando
jLrciuefcouodi Vampdona,non promojjh ancora il padre al Tonteficato;
daua opera alle leggi Canoniche nello (ludio Tifano.-perche effendo andato
a Firenze per parlargli [opra un cafo criminale d'un fuo familiare ; poi
che per più bore hebbe afpettato in uano d'hauere audien\a da lui, occupa
tofo in negocij ih in piaceri'/ era ritornato a Tija fen%a hauer gli parlato >
riputandoli dijpre7gatoi& non mediocremente ingiuriato:^* nondimeno
per compiacere a Vitellina gli 0 r fini > firn ula uà altrimenti ; & molto
più perstecrefeere il terrore? &la àifunioneàe Fiorentini , mediatitela
quale fperaua;ò ottenerla loro miglior conditioni;ò poter hauere occafio
ne di occupare qualche terra importante di quel dominio: ma prefentendo
già che l'infulto fuo era moltfto al P^e di Francia, condotto che fu a Campi
preffo afti miglia a Firen^fece conuentione con loro in quefla fenten%a.
Che tra la ì\epublica Fiorentina ,& lu'ufuffe confederatane a difefa degli
ftati,effendo prohibito l'aiutare i ribelli l'uno dell' altro,& nominatamen-
te al Valentino i Tifani : perdona/fero i Fiorentini tutti i delitti fatti per
qualunque nella uenuta fu a : né fé gli opponejfero in difefa del Signor di
^Piombino jlqual 'era j lotto la loro protettone: conduccffinlo a gli jtipendij
loro per tre anni con 3 00 • huomini d'arme, & 3 6 .mila ducati ali anno: i
quali fuffe tenuto mandarne in aiuto loro qualunque uolta nhaueffero bi*
fogno,ò per difefa propria,òper offe fa d'altruilquale accordo fatto ; andò
a conofee- a Signa facendo piccole giornate , & dimorando in ogni alloggiamento
no che lieo qualche dì,& a danneggiando con incendvj,& con prede ilpaefc,non meno,
«lotta fatta che Je fuffe flato feoperto nimico: dimandaua ancor ascondo L' ufo de pa-
rédnltrafo gannenti* che fi fanno alle genti d'arme,la quarta parte de* danari , che fi
lo per icuat doucuano in un'anno^ d'ejfere accomodato d'artiglierie, per condurle co
fo°Sc \etò tra 'Piombino:-? una delle quali dimande ricufauano apertamente i Fiore*
egli ardédo, tim,perche non u erano ubligati : l'altra differiuano, perche erano in ani-
i^plcfc opc mo ài non ofieruare le promeffe fatte perfor%a*& per auifiyche haueuano
faua di sfo- riceuuti dall'Oratore loro,che era appreffo al %g di Francia;(perauano ef
foro! spiedo pr* coni autorità fua liberati da quefla moleftia : laquak fperan^a noni
mande che rÌAfcìuana : perche al Kg era flato grato,che'l Valentino gli minacciaffe ,
lttze^d'ar malnoti che gli afialtaffe: & ògli farebbe Hata molefta la mutation dei go
ti^iiene era uerno prefente; ò pure hauejfe defìderata altra forma di reggimento in Fi
Tediar ìolo Yen X$$$i farebbe dijpiaciuto fofjeffato introdotto con altre for^e y ò coti
rcl!°&ftat° a^ra autorità, che con la fua:& però come gli peruenne la notitia , eh ti
fumario me Valentino era entrato nel dominio Fiorentino : gli comandò , che n ufcific
gUo. b«o- fubitamente>& a Obignì ci) eragià in Lombardia con l'ejfercito^che m caT>
fo
Q_V I N T O. itf
fo non ubbidìfieiandaffe con tutte le for%eafarlo partire: ìlperche il ta-
lentino non battuto il quartiere,nè l'artiglierie ; fi dirigo ucrfo Tiombi-
no;& ordinò,cheiTifani,i qualiper opera diVitello%£o mandato a Tifa
da luUper condurre all'efferato artiglierie; erano andati a campo alle Rj-
pomarancie, Camello de1 Fiorentini] fé ne leuaffero:entrato nel tenitorio di a La prefadi
Viombìno, *prefe Sughereto >Scarlino,& ri fola dell 'Elba y& di Vianofa : quefti ho-
& lafciate ne luoghi occupati gente [officiente a di fender gli, & a mole/ìa f^^o ^
re continuamente Viomb':no;fe riandò con l'altre in terra di J^oma per fé- *s. <*» gìu-
guitare all'imprefa di T^apoli l'efferato del I\e : dctquafe una parte con- luonacc0-1 "
dotta da Obigni; era per la uia di Cafìrocaro entrata in Tofcana : l'altra
b per la Lnnigiana caminaua alla mede/ima uolta, cotenendo tutto l'cffer gIi 0^°can
cito quando era unito,m\lle lande, quattro mila Sui%jeri, & fri mila al- come dice
tri tra fanti Fr ance fi , & Gitafconi ; #* fecondo il folito loro proni fione l uonacc*
grande d' artiglierie :& fu co fa notabile,che quellaparte,che uenneper la
Lunigtana\pafìò amicheuolmenteper la Città di Vi fa^con grandi ffima leti
tia coji de' Fracefi,come de' Tjfani:& nel tempo mede fimo partiua di Tro
uen^a per la medefima imprefajotto J\auefìen Gouernatore di Genoua , c Dodici na
X armata marittima, con c tre caracche Genoue[}3& fedici altrenaui ,& uid! £rctta,
... . . . , . .. t • r • V ». • ..»_._ gna dice u
molti legni minori carichi di molti jantneontra i quali mommenti il P\e Fé Buonacc. 4.
derigo, nonfapendo, che l'armi Spagnuole fuffero [otto ff> e eie d'ami citi a ™™ Geno-
preparate contra lui: follecitaua Confaluo Ferr andò :ilqu ale con l'arma- & un bregà*
ta de I\e di Spagna era fotto firn ulat ione di dargli aiuto fermato fi in Sici ""^^ u
lia;che tieni fie a Gaetayhau < edogli mefie in mano alcune terre di Calauria, erano ss 00.
dimandate da lui, per far fi più facile l'acquiBo della fu a pa ne ; ma fotto Jj"®™"1,.*
colore di uolerle per fio urta delle fue genti: &jj>eraua Federigo congiuri per feimefi.
to chefuffe Confaluo con l'efferato fuo,ilquale parte dhuomini foldati da ^^{^n -
fe,parteche da* Colonnefi fi foldauano a Marino ; difegnaua,che fuffedi & mentìon
fettecento huomini d'arme,fei cento canai leggieri,^ fei mila fanti ;haue- Jal"° ^
re efferato potente a re filiere a' F>*ancefiy fenva efftr neceffìtato a rinchiu- grotte, & 4.
ierfiper le terre, con tutto gli mancafferogìì aiuti [perati dal Trincipe de Salee*
Turchi,alquale haueua con grand Jf ma infìantia dimandato fcccorfo,di-
moflrandogli dalla uittoria del B^e preferite quel mede fimo, an%i maggior
sericolo di quello, che haueua temuto dalia uittoria del Rgpajfato:& per
zffìcurarfi dalla fraude,eJJendogli zecufati il Trincipe di Bifignano, e'I Co
yedi Meleto d'hauere occulte pratiche col Contedi Gaia^^p ,ch*era con
"efferato Francefe,gh haueua fatti incarcerare: con lequali(peran%e,ha
\ tendo per ciò prima mandato d Ferdinando fuo primogenito, ancora fan* d il Gìouìo
'iulloaTaranto,piuperficunàfHa,fecafoauerfofuccedtffe,chepd(fefa J^-Jjj?,™*
liquella Citta; fi fermo con Veffercitofuo a S.Germano:one afpettado gli ma Alenici
liuti Spagnuoii, et le geli the gli coductuino i Cvlomfi ;fperaua tfhauere ^aefle Pt
on piu felice fuccefio a difendere l'entrata del l{egrio,che mhauea nella derigo.
muta di Carlo fatto Ferdinando fuo nipote. ?<lelquale flato delle cofe
era.
C I B R O
er4 certamente Italia tutta ripiena d'tncredidHc ftfPen front ygkWcandófi
per eia feti nocche 'quefta imprefa h •■i:itjTe ad tffer principio dì graujffime ca
lami tà:pa che ne C efferato preparato dal il; di Francia partita sì potcn->
tdche doueffe facilmente fnperar le for%c unite di Fedtrigoy& di Confai
no ; dr figiadicaua, che cominciando a irritar fi gli animi de' B^ sì poten-
tl>hautf)ì- Cuna partey& l'altra a continuare lag/terra con maggiori for-
Q:onde facilmente poteffero furgereper tutta Italia }per le nane inclina
tioni de gli altri Totentatiygrauiy& pericolo fi mouimenti. Ma fi dimoftra
rono uaniquefii difeorfi^fubìto che l' efferato Francefe fu giunto in Terra
di Bgma:percke gli Oratori Francefiy& Spaglinoli entrati infteme nel CO
cìftoro, notificarono al Tontefice* & a' Cardinali la Lega , & la ditti fione
Ho noti- fatta tra i loro Rey a per potere attendere (come diceuano) alieffeditione
io a; fopra contra i nimici della religion Chrifliana3d:mandandone Ìpinjfèfiitura,feccri'
che molte ^ ^ tenor foHa conuentione} chehauenano fatta y che fu fen7a dilaticne
mini foglio conceduta dal Tontefìce : & perciò non fi dubitando più quale hamfje ad
fa°loÌo°am- €fere Ufirie dì quefla guerray& corner tlto il timore de gli huomini in foni
biuone coi ma ammiratane ; era molto dzfiderata i* ciafeuno là prudentia del Re di
ptó chri- Francia,che haueffe più tofio uolutojhe la metà di quel Bearne cadeflc nel
fti*na3come \e mam' fot ]$g di Spagna y & meffo in Italia, don e prima era folo arbitro
effe* *""° ^e^e cofe>m %e emulo fnoyalquale poteffero ricorrere tutti i nimici
<h due p.e: ma[ continti di luiy& congiunto altra qucfto al Re de* Bimani con intere f-
io fiVio» li fi molto ftretti;che comportar efebèi Re Federigo reflaffe padrone del t ut
Regno ai- f;0y riconofcendolo da luiy & pagandogliene tributo , come per uarij me%i
uanodiVa" haue.na cercato d'ottenere. Ma non era nel concetto uniuerf ale meno de fi-
lo per zelo derata iinte?ritày& la fede di F ir d mando y mar a tv 9 li andò fi tutti gli Imo
publico ad
'haueffe sépre pafeiuto di promefjioni falfe
f daiuo che ^° IP^endore del titolo di Re Catoltcoùlqual titolo y egliy & la Reina Eli fa-
a diftrugger bitta , haueuano pochi anni innanzi confeguitc dal Pontefice ; & quella
fil'u" \*1' gloria con Unitale era flato efaltato infitti al cielo il nome loroyd 'battere no
no. Condì f> ' , ii ,. . , • . m * . »a*»ì
fopra Carlo meno per me%o della religione > che per proprio tntercjje cacciati i mori
t. ucicutac fai ^eame di Granata:alle quali calunnie date all>unoy& all'altro Re; non
quutarque- n .y- I r
ito medefi- fi rifpondeua in nome del Re di Francia, fé non che la poffan^a Franccje era
£ paffaTm bifìante a dar rimedio quando fufìe il tempo a tutti i difordinicma in no-
Macedonia me di Ferdinado fi diceuaychcfe bene da Federigo gli fuffe fiata datagiu-
couche^ fta caglone & muouerfi contra lui* per fapere che egli molto prima baite-
lo come ua tenuto pratiche fegrete col He di Francia in fuopreiitdicio ; nondime-
quifbuoino no non batterlo moffo qnefioy ma la confiderationeyche battendo quel Re de
uaito mai il liberato di fare ad ogni modo Vimprefa del Bearne di l^apoli ;fi ridite eua
pcnfwio. in neceffitàyò di difcnderlo>ò d'abbandonarlo: pigliando la difefa {era prin-
cipio d'incendio sì graueycbe farebbe fiato molto pcrniciofo alla RipMi-
ca
Q_V 1 N T 0. 137 ^*<to
ta Chri(tian& , & rnifjìmamente trottando fi l'arme de' Turchi sì potenti , "'^"ua nul
contri i Vinitiani per terra,& per mare:abbandonadolo, conofcere,chel d; Conciti*
Regno [no dì Sicilia rejlana in grane pericolo: & fm%a quello rifiutare in corra fu* uo
danno fuo notabile, che'l Re di Francia occupa Ile il Remo di 'Nipoti , aù- g^ trattene
r . . .. K- , , 1 r tS vr ' uail&eFede
far tenente a je gmriaicamzntc, ejr che gli polena anco peruenire con uno rigo cò^aì
uè ragioni, in cafo macafle la linea di Federigo. Vero in quefle difficoltà b.i. z.-( : ijetoché
ner eletto la uia della di iti pone, con Paranza, che per i cattim goncrni de' o ffendet Vi
Francefili poteffe in brieué tempo péritgntre Mtdefimambte la parte lo- JStà'de ?
ro:i!cbe quando fuccedeffe , fecondo che lo confi glia fé il ri/petto dell' ut Uh l'animo fuo
tà public a, alla quale fempre piu,cbe all'Inter efi e proprio bauea riguarda WJ.06^
• 1 ' 11 r vi n il r j "':•'•■ • • r >r co palaci ,r>
to; 0 lo riterrebbe per fe\o lo refìttnerebbe a beaerigo ,av."^i più prejio a fi- mede un&«
gliuoli:percbe no negaua d'bauer qua fi in borrcre il fuo nome, per quello, merito *ma
eh' e fapea3cbe in fino innanzi, cbcl Re di Francia piglia ffe il D acato di Mi che egli era
lano , haueua trattato co' Turchi . La nuoua della concordia di qucSìi Re JJ°|-°dbel'f "*
fpaueiftò in modo Federigo, che ancora che Confatilo, moflrando di dijpre^ fuo signore
a ?ar quello, che s'era publicato a I{oma;gli Apromettcffe co la medefima effi gio"^^
cada di andare a fuo foccorfo;fi parti dalle prime delibcrationi:&ritira- parare , &
to da S. Germano uerfo Capua,ajpcttaua le genti, che per ordine fuo haue- Sarocnu «*
uanofoldatc i Colone fi :i quali lafciata guardata .Amelia, & l\occa di Va tenuto ubi-
pa,abbandonarono tutto' l rcfto di quello tenenano in terra di Roma: per- b* m.tuIììo
che'lV Pontefice col confentimento del Re di Francia haueua moffo l'arme f ncirora.ia
occupare gli fiati loro.J^lle quali dìffìcultà hauedo pure Confatilo, come iòne* L dì
intefe l efferato Franccfe hauere fa fiato Roma,fcoperte le fue commejfio M.Marcello
ni, & mandato a J^apolifei galee per leuarne le due l\cine uccchie forcl- & 13 . fì/ìp*.
la l'una,r altra nipote del fuo I\e ; configliaua Trofbero Colonna, che Fc- Pica Aneile
derigo riteneffe quelle galee , & unite tutte le for^c fue sopponefie falla qimo.ad ac
capagna a! nimici:percbe nel t et are la fortuna poteuapur'tfiere qualche t,co>&a(tro
vfyeranxa di uittoria,bESSE'lJJ)0 incertiffìmi più che tutte l'altre attioni x. bu&'nel
de ?ti h uomini, vii euenti delle battaglie : ma in qualunque altro modo ef~ 7rdeIBie Tra*
r rr* 1» » ; e il ' i j rn 7 j - m • *frr.& altro
jer certi fjrmoycb e non bauea f acuita alcuna ai re[ifierea due potetifjimi uè: & molti
R£,che l'affaltauano in diuerfe parti del Piarne .-nondimeno Federigo giù- hj"0a d"°t"
dicado anco di piccoli ffima fperan%a quefto con figlio; deliberò di ridir fi al quertafenté
la guardia delle terreiperb efièdo,gid innan%i,cheObignì ufeiffe di Roma, "^lr£ jj|
ribellatoS .Germano, & 'altri luoghi uicini;determinò di fare la prima dife altri da me
fa nella città di Capuamellaquale con tr eceto huomini d'arme,alcuni ca- "°tanlef "*
ualli leggieri,et tre mila fanti meffe Fahritio Colona,<& co lui Rinnccio da c Fra kquaif
Marciano codotto nuouamete a gli fìipédij fuoi . A guardia di l^jpoli la ^J"^
fciò Trofpero Colona:et egli col reflo delle géti fi fermò injLuerfaMaObi tcl:o a Colo
cgnì partito di Roma fece nel pafiare inna^J abbruciare Marino,Caui,& c eia g?©"?*-
certe altre terre de'Colonefi,fdegnato,^cheFabritio haueua fatto inRoma no oiO. di'
ammalar i meffi di alcunìBaroni del Bggno,feguaci della pa rteFràcefe, a^ìoc^si
che erano andati a conuenire con lui.DiriTZoffi poi a Montefortino,ioue lo ftat°fu pti
<> n „ ma di Virgin.
* fit*n- fuo padre.
LIBRO
fi pcnfaua}cbe Giulio Colonna face/te refiflen^a:ma bruendolo abbandona
tu con poca laude; 0 bigiù procedendo più oltre ^occupò tutte le terre circo
franti alla uia di Capuajnfino al Vulturno: ilquale non fi potendo guada-
re prefjo a Capua ; andò con l'efferato a pafjarlo più alto uerfo la monta*
a Fu prefa K'ia:^'K fafefo Federigo;/} ritirò in l^apoli, abbandonai a Itàerfattaq uà
ca^u da' le citta mfteme con l^lay^r molti altri luoghi fi dette a* 'Francefilo sjor-
tànfe^a1 tre 7^P ^ T4^ ri'^ulft totalmente intorno a Capua: doue s'accamparono par
gna dice il te di qiià,parte di Lì dal fiumc^dalla banda di fopra,doue il fiume comi n-
ròr J' & [ùc cìl a pàffete canf'Q M* ttrra>& battendola battuta da ogni parte g'gliar
^héggiatàm dameuu flettono uri affatto molto fero ce :ilquale> benché non riufnffv prò-
à\ Lucili ff>ero,an%i fi ritira fiero dalle nutra con molto danno nondimeno non efedo
1501 . come fiato fcn%a graue pericolo di quegli di dentro; cominciarono gli animi de*
•naccorii.' ** Capitanii& de' foldati ad inclinarfi all'accordo , maffimamente uedendo
folleuatìone grande nel popolo della citta3& ne gli buomini del paefe3che
b La morte ue nera sfuggito grandijjimo numeroma bauendo a l'ottano dì: ;. 0 < b'e. a
di Pinuccio era Rato il campo ^cominciato a parlare da un bajlione fopra le condiitótti
tienTiloio dell' arrender fi Fabritìo Colonna col Conte di Galano ; la mali guardia
uio.chcibfie di quegli didetro,come Ipefso è Inter uenuto nella Jperan^a propinqua de
•E1
ùicar lanoòt girono alla loro crudeltà. Ma non fu minore l'impittà efferatiffima con-
iuofrateUoI tra ?? donnesche d'ogni qualità^etiandio le confegrate alla religione} furo
eiìendoche no mi fer abile preda della libidine ,& dell' auaritia de uìncitori;molte del
Jafàttiondi / ». c • • • j ^ -n ^ \r r •
Rtnnccioin Squali furono potper mimmo prc^o uendute a Bornia : & e fama,che m
Fioré2ai»ha Capita alcune,fbauentandole meno la morte, che la perdita dclChonore ;(l
condénare , gettarono chi ne po^ycbi nel pume.Dutmg jji altra l altre fceleratex^
^e degne di eterna infamia 3 che ejfenUonc rifuggite in ?i<ia Torre molte,
dopoSchcfi c^e baueuano {campato il primo impeto ; ti Duca talentino , Uquale con
furitiratoin titolo di Luogotenente del He , fegkitaua l'ej] cretto non con altre genti,
Re Federi che co' fuoi Gentil1 buomini , & con la fifa guardia; le uolle uederetut~
go s'accor te ,& confidcratAe di Udente mente ne ritenne quaranta delle tii* belle.
doco'FJàce -. r ,.._, , a . M , ^ ir ,. _ , , ' . ,. ,
fi:ne»capho R majono prigioni t abritto Colonna,Don P go di Caraona3& tettigli al-
vi deiqnaie jr/ Capitani) & huòtkinì di conditone, tra quali Rinuccio da Marciano,
ue iiBuoiirx che'l giorno , che fi dette Cavalco , era fiato ferito d'una freccia di baie-
*°*fi'Chegii fra , & offendo in mano a buomini- del Patentino foprauife duoi giorni,
unavoitaio non fer.%0. fòftétlòdi b morte procurata. Conia perdita di Capua fu l
fifnde,nic troncata °gni fperan%adi poter più difendere co fa alcuna. ^Arrende jfi
Tarautoj co fewzg dilatìoic Gaeta,:*? effendo uenuto Obignì con l'efferato ad ^Auerfa\
m°d'arme°* ^e^er^° abbandonata la Città di JJapoli flaquale s'accordò fubito con
ikiu* no fi condizione di pagare fi fi anta mila ducati a' uincitori; fi ritirò in Caftel
ftow«o«c- ^l^0140'' & c pochi giorni dapoi conuenm con Obignldi confegnarli fra feìk
dì
Q_V I N T O. 158
ài tutte le terrea le fior te%je, che fi tenevano per ini della parte,laquale
fecóndo la diuifione fatta apparteneva alRe dì Frane 'a ,ritenendofi fola-
mente l'tfola d'ifebia per jei mefi : nelqualéfpatió ai tempo gli fojfe lecito * <Z»&° H
d'andare in qualunque luogo gli par effe, eccetto che per lo Regno di TJjpo g uJSo di
\ì\& di mandare a Taranto cento huomiui d'arme: pottffe cattare qualun Mofcpéfi»
que co fa di Caftel J^uouo,& di Caflel dell' V 0 no, e e cet tocche l'artiglierie, (òpra/ U°fe
che ui rima fono del Bacarlo: fufie data uenia a elafe uno delle co fé fitte da PoI.cur* da
yn'hi Ih Carlo acqu'jiò J^poliye i Cardinali Colonna, & à? \Aragona gode f to piuraro!
jtro Centrate EccLfizfiubcycbebaucuano nel F^gno.Ma nelli Rocca ai- °[tra 4?«
fchia certamente fi ueddono accumulate con mìfer abile ffettacoio tutte le feri tto.qjt
infelicità della progenie di Ferdinando uecchic: perche oitra Federigo fio *° ir,olti "°
gliato nuouamente di Regno sì preclaro, anjìo ancora più della forte dt ta j> dolor no
ti figlinoli piccoli >& del peimogenìto rinclmfo in Taranto,chc della prò- jj^a '"s
pria\era nellla rocca Batrice fina forella : laquale,poi che dopo la morte te morire.
di Mattia famofiffimo Re a angheria fuo 7r:anto,hebbepromcjfa dimatri
monio da fflad'flao Re di Boemia per indurla a dargli aiuto a confegnìre e5figno*de°l
quel Regno ;era fiata da lui,poichebbe ottenuto il difiderio fuojngrata- ^Federigo
mente repudiata , & celebrato con dìfpenfatione di Mefiandro Tonttfice i^Fraada!
un altro matrimonio :er ani ancor a l f ab ella gi àuliche fi a di Milano, nò we d!cc l\J?ìà
no infelice di tutti gli altri, effendo fiata qua fi in un tempo mede fimo jt ri- ddhv^a di
, nata del marito, dello fiato, & dell'unico fuo figliuolo . 3 'Non è forieda có{?,U0CLh.e
a r J/r> J . J ^ V , fuseprebja
pretermettere una co fa grandi fpma,tanto più rara,quanto è raro a tem- limato da
pi noftri l'amore de' figlinoli uerfo il padre:& queflo è,ch' effendo anda to a q$£cto
Toluolo per uedere il Sepolcro paterno uno de' figliuoli di Giliberto di mecófigiio
Mompenfwi, commoffo dagrauiffimo dolor e,poi c'hebbejparfe infinite la "infelice10*
grime, cade morto fui Sepolcro medefimo . Ma Federigo rifoluto per Io-
dio eftremo,ch' 'e por tana al Re di Spagna di rifuggire più tofto nelle brac C^M %ti rhe
eia del Re di Francia; mandò al Re a dimandargli faluocondotto:& otte- mite in e"
nutolo,lafciati tutti i fuoi nella Rocca d' [fchia,doue rima fono anco Tro- W$?5 ™*n
jj>ero,et Fabritio Colonna,che pagata la taglia era flato liberato da' Yran ba'chtore
cefi ; & lafciata Vlfola, come prima era,fottoi gouerno del Marchese del *[ ^f^jj
Guatfo,& della Conteff a di Francauilla,& mandate parti delle fuegen- tiargii mite
b ti alla difefa di Taratole nndò con cinquegalee Cottili in Francia:** confi fte?i"Vh'ef
glio certamente infelice-.perche fé fufìe fiato in luogo libero harebbe forfè f° gii haue
nelle guerre, the poi nacquero tra i due Rehauuto molte occefionidi ritor deiu°nqSi
nare nel fuo Reame: ma eleggendo la uita più quieta & fior fé fi> erado que grandezza
fta efiere la uia migliore; accettò dal Re il partito dì rimanere in Francia, rauSa°t?a
dandogli il Re la Ducea dìjLngiòt tanta prouiftone, che afeendeua l'anno Merigo ,♦
a tri nta mila ducati:& comandò a quegli che haueua lafciati al gouerno mc/cóe^uaì
£lfchia,chc la deffero al Re di Francia:! qua 'i ricufando d'ubbidircela rite magnanimi
e rero lungamet e, benché fiotto l'infegne di Federigo. c Era nel tempo mede gìÒuìo lui
fimo pajlato Confaluo in Calauria:doue benché quaft tutto' l paefe de fide d5,,a yita
S z rafie
LIBRO
Yitjjc piti prefìo il dominio de' Franceft; nondimeno non battendo chicli di-
fende ff trutte le terre lo riceuerono uolont an amento, eccetto Manfredo-
nia,c Tarate: ma battuta Manfredonia,®* la fortezza per afftdkrjì nduf
fé col campo intorno a Taranto }doue appariua maggior dfficultà:nondi-
1 otenzaC fi meno l'ottenne finalmente per accordo, perche* il Conte di Talenta , jet-* i
chbmaua f0 [a cui cvflodia era flato dato dal padre il piccolo Duca di Calauria;&
di°Geuan" fra Lior.ardo 'Napolitano ,Caualier d: Rodi,Gouernator di Taranto: non
& f«lkwk« uedendo jì'tran^a di poter pia difenderli; conuennero di darli la Città,&
calata degli la rccca.fe in tempo di quattro me fi nonfuffero foccorft , ricciuto da lui
Aleni, lecon giuramento folennemente injuU'boftia tofegrata di lafciar libero ilDucn
iicju.il pò- di Calanr'taulquale balletta fegreto ordine dal padre di andar fene, quado
jie^afiedjo pjl{ mn fì p0ttfie rcfiHcre alla fortunata ritrovarlo in Francìarma uè il ti
•deferiutrf-j mor diDio,r;è il rifletto dell' iflimatione de gli bmmini potette p'vuche Iva
iir'miru'i tertJJc ^c^° ftato:perche Conf alno giudicando, che in molti tempi potnb-
la cma ,J & he importare affai il non effere in poteflà del Re di Spagna la fià per fona ,
fonez^a.Mi- f£r cagato il giuY -amento ;non gli dette faculta di partirfama comi prima
luogo cita- potettero mandò bene accompagnato in lJpagnd:doue dai Ut raccolto bc-
'deiuvita di nignam€n *<■">& tenuto apprefjo a lui nelle dimefirationi eftrjnft che con ho
confaiuo : tiori quafi Regij. TroceUetiano in quejti tempi medi' fimi te coft del Tontcfi
choradeferì ce con ^ conl^ta profferita: perebe balie uà acqutjhto con g radiffìmafa
«e i che mo cilità, tutto lo flato^bc i Coldnefì,e i Sauelli teneuano in Terra di Roma :.
fi°teninèUii delquale donò una parte a gli Orfini:& il talentino continuando l'impre
.bcrodJi'ìn fa fua contra ViombìnOjUi mandò Vitelloxgo , & Gian Vagolo Baglioni
giuramento con nuove genti :per la uenuta de' quali ftauentato Iacopo d\ Appiano,
' uioiato: ma ebe n'era Signore ,la fiata guardata la fortezza >& la terra-J'e riandò per
ferita che mare in Francia,per tentare d'ottenere dal ì\e , ilquale molto prima Iba-
jerrandoin ueua yjceuhto nella fuaprotettione , che per rifpctto dell' bonor proprio
trPauato°c5 n0f1 lo lafcijfje p erire : allaqual co fa il J\c, non velando con artifìcio alcu-
honori qua n0 l'infamia fua ; nffofe molto liberamente bauere promiffo alTontefice
giouìo dice di non jc gli opporr e, riè poter jegli opporre fen%a far detrimento a fé me-
ch'egli era de fimo . Ma in queflo mexp la Terra per opera di Tandolfo Tetrucci b^
ra &honora s'arrendè al talentino, & il me defrmo fece pochi giorni dapoi la fortc%-
ta prigione. ^a.congiunfe ancora il Vontifìce Lucretiafuafgìiiiola&atagià deflina-
b Piombino ta a tre altri mariti,& allbora uedoua,per la morte di Gifmondo Trinci*
:Vàrrendè al pe $ Bifelli,& già figlino! naturale d' Ji Ifonfo I{e di rÌSlapoli,ilqual'erafta'
iicheVu a°3. io ammalato dal Duca Valetino , ad Jtlfonfo primogenito d'Ercoleda
di settèbre Ejie,con dota di ceto mila ducati in pecunia numerata,® con molti dona*
uacc/ metidi grandinio ualore : alqual matrimonio indegno della famiglia da
Efli polita a fare parentadi nobili (fimi , acconfent trono Ercole , & .Ai-
fon fo, perebe il [{e di Francia defiderofo difodisfare in tutte le co fé al Tori
te fi ce ; ne fece efl rema inttantia ; &gii mvffe oltra ciò il defiderio di affi-"
e u ra rfi con quefto mt%p (fé però contra tanta perfìdia era batiale ftT
curtà
Qjy I N T O. 139
turtà alcuna )daltar me y& ddl'ambitione 'hi Sdentino: tlquale potente
dìdaaariy& d'autorità della fedia jtpo^lolica^ per il fauoreycbe haue
uà dal Rg di Francia\eragia formidabile ad una gran* parte d'Italia^ cono
feendofi che le fue cupidità non baueuano termi;it,ò freno alcuno * Conti»
nuaua in quefii tempi medefimi con grandifjìma follecitudinc il R.e di Tran
eia di trattare la pace con Maffìmiliano Cefare ; non fido per (beran%a di
leuarfida (pefe,& dafojbetti* & ottenere da lui l'inueftitura molto de fi-
derai a del Ducato di Milano,ma etiandio per battere f acuità d'offendere i
Vinitiani > monendolo il fapereyche a loro erano molefle le fue proferita,
& il per fuader finche fegret amente ft fusero affaticati per interi -opere la
pace tra Cefarey& lui : malo moueua più la cnpiditàyche per fefleffo, &
per glìflimoli dey Milanefi baueua di ricuperare Cremonay& Gbiaradad*
da,co fé fiat e poco innanzi concedute loro da ejjomedejìmo : & a Brefcia * ohr»qt
Bergamo y& Cremavate già del Ducato di Milano, & e ce tipa te da Fini co^oTch'c
tiani nelle guerreycbe bebbono co Filippo Maria Vifconte:& per trattare ni°.;o Bre-
più dìapprefìo quelle cofe, & per fare le prouiftonì nectjjarie aWimprefa ™t & ete-
ri; Klapoli;baueua mandato molto prima a Milano il Cardinale dì fidano, Bia «m/fo.
la cui linguay& autorità erayla linguay& autorità propria del T{e:ilqua- Se'ViStla-
le ui era dimorato più mefì,non bauendo ancora potuto per le fpiffe uaria •»» & <iuel
tioni del Re dey Romani fermar e feco coja alcuna. Ter me%o del Cardina dafsaDciu-
* le trattarono b / Fiorentini in quello tempo dì t fiere di nuouo riceuuti mila «*i dT\ f
, , * '^ * 1 .... 1 dernchclia
protetttone del J\eyma fenxa effetto : perche proponata conditiom molto caunoio
difficili ; an%i dimoflrando d'bauere totalmente l'animo alieno da loro y & "e ih * b«
pretendendo il I{e non effere più obligato alle conuent ioni fatte a Milano; ìcia, & Aic-
fece e onfegnare d Lacche fi accettati di nuouo in protettioney Tietrafan- JJ^qucife
tay& Mutrone y come cofe per antiche ragioni appartenenti a quella cit- di crema,
%à:ma riceuuti da loro come fignore di Cenoua uentìquattro mila ducati:
perche i Lucchefi poffeffori anticamente di Tietrafanta ; l'baueuano per ba ciatori
certe necejfità impegnata per tanta quantità a Genouefuda' quali era poi fc'frorctini
/» I» »_••• \ » r> /* y ^ trattatone
or%a d arme peruenuta ne Fiorentini : tratto ancora co Sane(t , co nQ nuouoac
Lucchefi y & co' Tifani di unirgli infieme per rimettere i Medici in Firen ^f0^?'
%eyàifegnanàoycbe'l l\e confeguiffe da ciafeuno non piccola fomma di dana ni vefcouo
ridequali pratiche ybencbe fi conduceffero infino quafi allaflipulatione;no Q v°u-c"d *
dimeno non bebbono effettoiperche non erano tutti pronti a pagare la qua gii Aibìzi : i
tità de danari dimandata. Soprauenne finalmente fi>eran%a più certa dal Record" do
Hf de' Romani :& però il Cardinale andò a conuenirfi feco a Trento :doue co'i cardi
trattarono molte cofe concernenti aflabiltre il matrimonio di Claudia fi~ „o /andar©
gliuola del Bg di Franciay& di Carlo primogenito dell'ir riduca, co la co no a i kc ia
ceffìone all'uno, & l'altro di loro della inuefiitura del D ucato di Milano : f xancia'
trattoffi fimilmente di muouer guerra a' Vinitiani, f ricuperare ciafeuno
quelloyche pretedeua effergli occupato da loroy & diconuocare un Cocilio
miuerfalep riordinare le cofe della Cbiefa,no foto come dice uano nelle me
S z bra,
!
LIBRO
bra,ma etiandio nel capo :&a quefto fimulaua di confentire il I{e de I\g~
mani , per dare {peran^a di confeguive il Tonte ficato al Cardinal di I{ga-
no-yilquale ardentemete uiafbiraua, hauendone ilfuo He per l'intercjje del
la grandezza propria non minore cupidità di luì . jlcconfentiuafi ancor a
a L'abbocca fer l& parte del ^e dì Francia nella inclusone de gli aderenti ,& confedera
mento del ti Cuoi la claufulaSalue le ragioni dell'Imperio : per laquale fi permette-
co di Fiàcla ua a Majjimiliano il riconojcerleetiadio contra quegli, che fu/Jero o bora
e ó l'^rcidu nominati dal I\e,ò prima accettati folto la fua prQtettioneirimaneuafola
d\i uitnalL a mente la dìffiadtà principale nell'inutUitura : perche Ce fare ricnfaua di
jbiss., fu a ' concederla a' figliuoli mafchi,fe alcuni ne nafcejfc ro del B^i& ni era qual
bre " s o i . & t he difficultàfopra la reftitutione de fuor ufciti del Ducato di Milano: la
fopiocurató qUale dimandata inflanternente da Cefare;non era confentita dal P^e ; per-
con grandif che erano molti, & per forte di feguito, & d'autorità; benché aflretto da*
i.sma in{tan prieghi del mede/imo no ricufaffe di liberare il Cardinale ^Afcanio-ì& dejje
di Mons. di fieranya di fare il mede fimo dì Lodouico Sforma effeminandoli proni fione
iisàTon,chc fa umtl mjfa ducati fanno:co' quali honeflamente uiueRe nel Hevno di Fra
r Arciduca : eia :fopra lequai difficultà non efiendo intieramente concordi ,ma con fpe-
?iReahauc°a ran%* d'introdurre qualche forma conueniente , & per ciò prolungata di
fatto prsfen nuouo la trìegua ifene ritornò il Cardinale in Francia , pr e fup ponendo fi
ìà fcudY "?a 1uafì Per cert0>c^e l* coft trattate hauefìero hauere preHo perfettìoneiìa
co<ordia,in quale fi aumentò >,pet 'che non molto poil * jLrciduca,douendo andare in Ijp'a
io dei roaui Kna fer riceuere da popoli nella per fona fua , & dì Gìouanna fua moglie
monìo dc'fì figliuola primogenita di quei Re,ilgiuramento,comedcflinati alla fuccef-
?he°s4 da- fione^fatto con la moglie il camino per terra; fi * conuenne a Bles col i\e di *
to dì fopra j Francia : doue riceuuto con grandi [/fimo honore,rimafono infiems concor-
cLudla fi" di del matrimonio de1 figliuoli . In quefto anno mede fimo b morì ^Agoflin b
giiuoh dei Barbarigo Doge de Vinitiani yhauendo t fio -citato molto felicemente il
figurici fu0 principato,^ con tale autorità, che pareua , che in molte cofe haueffe
l'Arciduca : trapaffato ilgrado de fuoi antecefforiiperò limitata con leggi nuouela pò
rcfflcrulnza teftà de *fucceffori;fu eletto in fuo luogo Lìonardo Loredano , non fenten-
di ciò fu l'hi do per la forma molto eccellente delgouerno loro, le cofepubliche, neper
ìiché^ottdi la morte del Trincipe > né per la elettione del nuouo , uariatione alcuna .
Poi Frano flati in queft'anno mede fimo fuor a dell'ufo degli anni precedenti af
d.Cbuo jai quiete l'armi tra i Fiorentini,e i Tifani : perche i Fiorentini non ejjen-
uacc.ckaiui. ^o pin fiotto la protettione del Re di Francia, & (landò in continuo fofpet
b Morì dice to del Tontefice,& del Valentino ; haueano più attefo a guardare le cofe
il Bèbo Ago proprie,che ad offendergli ; e i Tifani impotenti da fé fleffì a trauagliarli;
gj Doge d"- non poteuano farlo con aiuto d'altri : perche niuno fi moueua ,fe non per
""m'.dh- foftenergli quando erano in pericolo di perder fi. Ma nell'anno Mille cin-
ìo ^ a»! quecento due ritornarono a mouimenti confuetUperche ì Fiorentini quafi
©ttimamète nel principio del detto anno conuennono di nuouo col I{e di Francia ,fupe~
iiica* RCpU rate tutte le difficultà più per benefìcio della fortuna >che per benignità
del
meno
non
effetto
Q^-V I N T O. Mo
del Re ,b per Maitre cagioni: concio fia co fa che efjhido il Re de9 Romani en-
trato dopo la partita dei Cardinale di Roano da lui in nuoui difegni,&ri- polio di Bi?f
cu j 'andò di concedere al Re l inueflitura del Ducato di Milano etiandio per fischiami
le figliuole femineihaueua mandato in Italia Oratori Ermes Sforma, libe- Graifmer-u
rato di carcere dal Re di Francia per la Inter ceffione della Reina de Roma ^,jale .infie
4 ni fua forella, & il *propofto di Bnffina a trattare colTontefice, & con chefcErmcj
gli altri "Potentati della p affata fua per pigliare la Corona dclflmperioii sf°fza ""
quali dimorati alquanti dì in ^irenxe, haueuano ottenuto,che la città gli tiom fra
tendofi dalle dimande immoderate, eh e baueua fatte ;fi ridufk a più tot- Buonaccoc
ler abili conditioni. La fomma delle qualifiche ilRe,riceuindozH in prò- ft .Coftoro
tentone fufje caligato per tre anni projjimt a difendergli con larmeajpe in Fiorenza
fé proprie contra ciajcuno,che ò direttamente,ò indirettamente gli mole- J *?; di Fe
fi affé nello flato ,& dominio ,che in quel tempo pofjedeuano: che i Fiorenti- 22. partì di
ni gli pagafiero ne detti tre anni, ogrianno la terza par te, cento uenti mi- Aidbnd^*
la ducati:intende(fmft annullate tutte l'altre capitolai ioni fatte tra loro, ccn fette
& gli oblighi dependenti da quelle :che a' Fiorentini fuffi lecito procedere S'1^?»'^
con l'arme contra i Tifanì, & contra tintigli altri occupatori delle terre rjóbino.uo
loro . Dallaquale confederatone hauendo prefo animo, de liberarono dare jf ^ifegto*
ilguafto de* grani, & delle biade al Contado di Ti fa, per ridurre i Tifanì a delie fortez
ubbidienza con la lunghezza del tempo, & con la fame;poi che tejpugna- fi^fXfar
tione era fiata tentata infelicemente. Quefto configlio era flato il primo an *°ieua: ben
no della loro ribellione proporlo da qualche fauio citt addino, confort andò ce,ch'ciVu§
che con quefli modi più certi(beche più lunghi) fi cer caffè àyaffligere,& co si<Te legraui
fumare i Tifani con minore jpefa,& pericolo: perche nelle conditioni tan Toa*ni \
to perturbate d: ftalia,conferuando i danari, potrebbono aiutar fene a mol la.sran ^rc
te occafionuma cercando di sformargli farebbe imprefa diffìcile, per effere in Roma. '
quella città forte dì muraglie,& piena dhabitatori ofiinati a difenderla :
& perche qualunque uolta la fufje in pericolo di perder fi, tutti quegli, che n0 era fta'to
dcjìderauano,che la non fi perdeffe,che erano molti, gli darebbono aiuto ; «Mq »na
in modo che le jpefe farebbono grandi, & lajperan^a piccola,an%i con pe nul Vn»
ricolo euidente di fufeitarfi praui trauavli: Uguale confhlio rifiutato da nio lardoni
• • . j r r r ■ .. +1 j \. -1 r j- • ConelUbi-
frmcipw,come danno Jo ; fu conojciuto utile dopo il corjo di più anni ; ma ie,che u'er*
in tempo,che per ottenerne la uittoria;fi eragià jpefa quantità grand ffi- alu guardia
ma di danari,^ fofienuti molti pericoli. Dato il guafio,fperando,che per coronario
rifletto della protettione del Re > nefìuno fihaueffea muouerc; mandaro- pU"icV
b no il campo a *> Vico Tifano: perche quella terra pochi giorni innanzi per fienaio a-
tradimento d'alcuni foldatì,che u erano detro;era fiata tolta loro da Ti- ^m-t^
[ani, & il castellano della rocca,non affettato il foccor forche farebbe ar fio fu * 1 3?
rinato in poche boy e\f baueua con grandijjìma uiltà data loro:nè dubita- f J<*mì»
S 4 nano.
cu.
e
ù
LIBRO
a Co'i Fra uano ottcnerne l* littoria facilmente, fapendo non efferedetro ucttouaglie
canà° fu ani battami a [oflentargli per quindici dl,<& confidando d'impedir e, che non uè
cho ta no ne cnt)\j Re .-perche fabricati bacioni in fu i monti, & in più luoghi haueua
ConteNko no occupati tutti ipajjì; & nel tepo medeftmo battendo notitia,cbe Fracaj
loòei con- faìilquaU:,pouero,& [tri? a foldoflaua nel Mantouano;andaua per entra
te Iacopo ' ', i ./• r , . J ,, . . , fi zi r j-
piccinino, re in Tifa con pochi caualU,in nome,& con le lettere^bencbe quaji menai- (
liuonacc. cate,di Maffimiliano ; dettono ordine , che in quel di B ivga fufìe affaltato
b cioè d nel paffare: doue beche rifuggito in una chiefa uicina nel tenitorio delDu
Re di Fran ca di Ferrara:fu da quegli,che lo feguitauano fatto * prigione, Oue(ìe co- a
fé fi moueitano in Tofcana, no appai edo ancora quel che fuori dell 'affetta
cioè ai Re xlone degli huominihaueuano a partorire. Ma maggiori, & molto più pe
1 spagna. Y'lCQi0fi mouimenti,& da quali haueuano a procedere importanti! fimi e fi*
^Era prima fetti;cominciauano afeoprirfi nel Bearne di Tsjapoliìpzr le difcordie che in
KaVogi™ ui fino nell'anno precedente erano nate tra i Capitani Fractfi,& Spagnuoli:
io in +. prò- k quali hehbono origine, per che efiedo nella diuifione fatta tra i due I{e ag
i&xuttldol giudicata b all'uno la terra di Lauoro,et l'^bru^jjic all'altro laTuglia, b
campagna, et la Calanria;no furono efprcffi bene nella diuifione i cofini,e i termini del e
LuoJo, d! k Trouincie : donde cìajcuno cominciò a pretenderebbe a fé apparteneffe
cuiNapóiiè quella parte,che è detta il Capitanato, dando occafìonc a quefia difputatio
Xl: AbiS? ne, re fiere fiata uariata la denominatone antica delle Trouincie da Mfon
zo , che già f0 di ^Aragona primo I(e di Tripoli di quel nomf riquale hauedo rifletto a
cu£iui cu! facilitare l'ef anioni dell'entrate ; diuife tutto <» il Bearne in fei Trouincie d
capo èl'Aji principali;cioè,in Terra di Lauoro, Trìncipato,Bafilicata,Calauria, Tu
&TerrPaU|o gli a, &jibru7^i ideile quali laTuglia era diuifa m tre parti ;cioè,m terra
mnto & la diOtrato, terra di Bari,et Capitanatoùlquale Capitanato e/fendo cctiguo
vimì), che alli^bru%ji,& diuifo dal retto della Tuglia dal fiume di Lofanto gm det
faifarnéte è f0^Hfido;pretedeuano i Fracefì,i quali,non hauedo in cofideratione la de
briaci cuiaì nominatione moderna;haueuano neldtuidere hauuto rifletto aUantica\o
CaP°v^diCu che il Capitanato non fi coprendeffe fotto alcuna delie quattro Trouincie
gìcuìo ai lì diuife;ò che più toflvfuffe parte dell' \Abbru%^i,che della Tugliamouedo
dclSvittdi gli no tato quello, che in fé impori affé il p ae fé; quàto, per che non poffeden
Confciuo . do ile apit anatomia apparteneua a loro parte alcuna deW entrate della Do
f?5 ["ttda5 1" gana delle Tecore3mebro importante dell'entrate del Regno;& perche ef-.
Àifonfo per "fendo priuato lyjibrux^i,<& terra di Lauoro de* frumenti, eh e nafeono nel
fatuon'dd? Capit:nato;poteuano ne* tempi fterili ijfernt facilmente quelle Trouincie
rentrateifu ridotte in grad'ffima eflremitd,qualun^jue uolta da gli Spagnm Ufufie prò
teY c5ced« hìbito loro il trame della Tuglia,& della Sicilia . Ma in contrario fi die
gouerni in qaudnon potere il Capitanato appartenere a* Francefi.-perche r^brw2gi
JoTw 'terminato ne* luoghi alti, non fi dittende nelle pianure;& perche T^E ILE
ni beneme- differente de nomi,& de confini delle Trouincie; fi attende fempre all*u-
mèro gWr"" Joprefente. Sopra lequali altercationi erano flati contenti l'anno dinanzi '
fdua molto di partir e in par te eguale l'entrata della Dogana :ma il Jeguent e anno non
fand<- r f cont$nti
Q_V I - N T O. 141
contenti alla medefìma diuifione\ne baueua ciafcuno occupato il più , che
baueua potutogli erano aggiunte poi nuoue cetentioni .nutricate infitto
aìlbora(cùfi era la fama) più per uolontà <k! Capitani , che per confeati-
mtnto de I\c:percbegli Spagnuoli pretedeu-tnoyche il Principato >& Bafi
lìcata fi include/fé in CaUuria, che fi diuide in due partiyCalauria citra,
ejr CaUuria ultr a;cioè H 'una di [opra J altra di folto; & che il Valdibene
uentOtCÌje tencuano i Fr ance fi fu/je parte di Pugla ; & però mandarono
officiali a tenere la giufiitia alla Tripalda uicina a due miglia ad fucili
noy ouedimorauano gli Vfficiaiide francefili quali principe di mani ft fi a
difiefioneeffendo molejli a Baroni principale dd ^gno;fi intromeffono tra
Confaluo Ernàdes, & Luigi d'Orm'griacca Duca di'J^cmors licere dell\e
diFràcia;& ejfendo tenuti per opera loro. Luigi a Mei fi y & Confaluo ad
Stella y terra del 'Principe di Melfi \dopo pratiche di cjualche mefèy nelle-
quali anche i dte Capitani parlarono in-iemeynon trouandofi tra loro f or
ma. di concor 'dia:conuenono affrettare la determinatone de loro l{eset che
in queflo me-xo non fi innouafie co fa alcuna .Ma il Viceré Fr ance fé infuper
bitOyperche era molto fuperiore difor^eyhauendo pochi dì poi fatta altra
dichiaratione;proteflò la guerra a Cofaluoy in cafo no rilafciafìe fubito il
Capitanato^ dipoi immediate fece correre le genti fue alla Tripalda:dal
laquale incurfione,che fu fatta il decimo nono dì del me fé dì Giugno hebbe
principio la guerra;laquale continuamete proseguendo i Frana fi ycomin~
ciarono fien^a ricetto ad occupare per for\a nel Capitanato , & altroue
le terrebbe fi teneuano per gli Spagnuoli dequali cofe nofolamentc no fu
irono emendate dalfuo B£>ma hauendogià notitia> che il I^e di Spagna era,
determinato a non gli cedere il Capit anato yuoltato con tutto l'animo alla
guerra;gli mando in foccorfo f mare due mila Sui^eri'y&fece ebdurre a
gli fiipendijfuoi i principi di Salerno, & diBìfignanoy& alcuni altri de*
principali baroniiuene oltra quello il l\e a Lione f potere di luogo più prò
pinquo fare le prouifwninecejfarie ali 'acquiflo di tutto' l Reame: alquale9
non conteto de luoghi della differentia,già ìnanifeflamete ajfriraua;& con
intentionedi paffarefe bifogrfaffe in ltalia:ma a queflo fare preftametc lo
coftrinjono nuoui tumultiyche foprauennono in Tofcana,concitati da Vi-
tellox^oyconfaputa di Giampagolo Baglione, & de gli Orfini,& co confi
glio,& autorità principalmete di Tàdolfo Petrucciyde(iderofi tutti, che
Piero de Medici ritomaffe nello fiato di Firen%e.Hebbe la co fa origine in
quello modoyche efiendo peritenuto a notitia di Gulielmo dePazv cornei- ■ _. .
i» . . r , , . • j. • » -» !"• rr. a Quelli fu
jarto Fiorentino m tAre^p, che alcuni cittadini s erano couenuti con Vi ro^r Anto
telloxzo di fare ribellare a Fiorentini quella città ; e?tiynon crededo,che ™° da *?»
/ animo di tutu fuffe corrottoy& perjuadedofhche t autorità del nome pu mato sero-
blicofupplijfe al mancameto delle for^e , non affrettato di fare prouìfione ^^^
[ufficiente ad opprimere i congiurati , & chi gli uoleffe reftftere, come in pafyUa (eco
brieueffratio di tipo poteua far e\fece fubito incarcerare a due de confape- ^ hM'
noli:
'
L I B R O
uol'r.pcr ilchc il popolo folleuato dagli altri congiurati ',& per f ordinario
di finiflro animo contra il nome Fiorentino , tumultuando ricuperò i due
prigioni,& fece prigione il commvffario, & gli altri ufficiali Sgridando
éC,6C°l\ve ?er- tlitt0 ^-reV^P il nome dell* libertà; fi fcoperfi in manifefla ribellione,
ifouo d'A- rimanendo fola la Cittadella a diuotione de' Fiorentini ;ncllaquaì e nelprin
icz/.o tifug- cjpj0 fai tumulto s'era rifuggito a Co fimo Fefcouo di quella città, figliuo^
co nella cit lo del commeffàrio:& dopo quefto b mandarono { ubi t amente gli jlretinia y
th1elAib«' chiamare Vitellongo , non contento,che innanzi al tempo determinato da
goni > Ber- lui co* congiurati ffufie fucceduto queflo accidenteiperche non baueua an-
neutelc5 cora m ordine leprouifioni difegnate per refiflere alle genti de Fiorentini,
tìcinó co* fe,come era uerifimile fuffero uenute per entrare in ^dre^o per la forter^
ììa chucHni %SL^PtY loquale timore, benché fubito andaffe ad Me%$o con la c compa- c
honorati gnia fua delle genti d'arme, & con molti fanti comandati da Città di Ca-
M^Sribei- Jìello;& che Gtanpagolo paglioni gliene manda/fi da Verugia;& Vandol
lione della fo Vetr ucci gli porge/fi fegr et amente qualche fomma di danari inondime-
li 4,CCd! no l&fciatem quelle genti,& dato ordine, che attendefiero a chiudere folle
Giugno citamente la Cittadella;accioche di quella non fi poteffe entrare nella cit-
nacc. BU°" t*>fe nc ritornò a Città di Cafi elio, fot to colore d'andar ni f ritornare pre-
fio in^irc^o con maggior e prouifione .MainF iren^e per quegli,a quali.
bio Cd\'que- ^PP ertene uà il fare deliberatione per prouederui;nonfu da principio con
ftaribeiiion federato fufficientemente quanto importaffe quello accidente: per che ha uè
&^of delia do i cittadini principali, col configlio de quali filettano deliberarfi le co fi
reftùutione importanti della T{?publica,con figliato, che fubito le genti,che erano a ed
bVu comeè P° a ^lC0 Tifano,™ tal numero, che mouendofi con celerità non harebbono
ferino non hauuto refiften%a potente,fi uoltafiero ad jlreTgo; molti imperiti, che ri
fiSe °tisi fideuano ne* maggiori magiflrati,uociferàdo quefto effere cafi leggiere3&
cretario Fio da poterfi medicare con le for%e degli altri fudditi uicini a quella città $
ìibir.Tcap. tna dimoflrarfi il pericolo molto maggiore da coloro,i quali d'animo alie-
3 %' der ^S" no ^ pYe finte gouernoìdtfiderauano, che Vico Tifano non fi piglia fie, ac
ueC°moftra cloche non fi pot effe quell'anno attendere alla ricuperatone di Vifa;difte-
ch« *e^c£ u rirono tanto il muouere delle genti,che Vitelloigo riprefo animo dalla lo
li fono mal ro tardità;& già accrefiiutodifor^e;ritornò in *Arerzgo:oue dopo lui an
lifoiiuc. darono co altre genti d Gian Vagolo Baglioni,&F«bio figliuolo di Vagolo
e Era la co- Or fini, & il Cardinale,^ Viero de Aledici:& hauuto da Siena munitione
pagnia divi per l'artiglieria cominciarono a battere la Cittadclla:nellaquale,ficondo
i2o.°huom! l'ufo di molti più fi! leciti ad edificare nuoueforte^e,che diligenti a con-
ni d'arme, firuare r edificatela mancamento diuettouaglie,& di tutte l'altre co fi
dGio Paolo necefiarie a difender la;& oltra quefto la ferrarono cofoffi,et argini dal la
Bagiiom co t o di fuora per prohibire,che non uentraffe foccorfo ; in modo, che quegli
xez*zoin«£" di dentro,maneando loro le coffe necejfarie,& fapcndo che le genti de Fio
huomini rentini, guidate da Hercole Bentiuoglio; uenute finalmente a Quaratayc<i
5oo.&nti.& fte^° micino ad^dre^o-,non ardiuano far fi più innanzi d'iterati d'haue-
re
a Venne dS
aig.di Giu-
gno I50Z.
Q_V I N T O. 14%
trefoccorfo,per necejfitd s'arrenderono ih quarto decimo giorno dal dì del
la ribellione; con pattoycbe fatui gli attrici Vefcouo con otto eletti da gli quVìTdfec
^Aretini, rimanefiero prigioni per permutargli con alcuni de* loro cittadi f^* ^
nirfbe erano flati incarcerati in Firenze . Disfeciono gli aretini popò- r^zo 1 ma-
larmente la Cittadella; & le genti Fiorentine,temedoycbe Vitello%^oy & ?c°tidnl f lr£e
Giampagoloygià più potenti di loroynon andaffero ad a fj aitar gli: fi ritira- la disfecero,
tono a Montettarchi , lanciata [acuità a nimici di pigliare tutte le terre
cìrcoflantiXredefhcbe quefio affa Ito fu fé fatto fen^a participaticne del
Vonteficel& del Valenùno;a (inali farebbe flato moltfio il ritorno di Vie
ro de Medici in Firenze per la congiuntane pia con Fitello^oy& cogli
Or finì ;i quali baueuano già neUJ animo yma occultamente cC opprimere: &
nondimeno battendo fempre dato loro fperan^a del contrarie; conferiro-
no tcbe VitelloT^o yGianpagolo y& Fabio , faldati fuoi profeguiffero
quefla imprefa : anxinon dtffimularono poi d battere rìceuuto della ribel-
lione dì Areico fommo piaceret{perando dalle moleflie dey Fiorentini potè
re facilmente fuccedere;ò che effi acquili afferò qualche parte del dominio
loro yò coflrigncrli in benefìcio proprio a qualche dura conditione . Ma a*
Fiorentini era difficile creder ey che effi non ne f uff ero fiati autori : & però
fpautntati tanto piuy& confidando poco ne rimedijyche potefìero fare da
fé mede fimi; perche baueuano per la mala difpofìtione della città poco nu-
mero di genti dì arme ay foldi loro;nè era poffibile prouederfene tanto pre-
fio , quanto farebbe inpericolo co fi fubito fiato neceffario ; ricorfono con
efirema diligenza agli aiuti del ì\e di F ranci accordandogli no filo quel
loyche apparteneua alìhonor fuoyper efìerfi egli obligato fi frescamente
alla loro protettione; ma etiandio il pericolo imminente al Ducato di Mi-
lanose il Pontefice yeyl Valentinoy per opera de quali non era dubio e fiere
flato fatto quetto mouimento; riducefìero in loro arbitrio le co fé di Tofca
na : trouarfì molto potenti fullyarmey& con efferato fiorito di capitani ,
& di foldati ektti;& già apparire manifefl amente , che a fattare la loro
infinita ambinone non era bacante ne la Homagnaynè la Tofcana\ma effer
fi propofli fini uafliy &fmifurati; & poi che baueuano offe fa llionore del
J{eyaj}altando quegli>cbe erano fitto la fua protettione; Hrignerglibora
la neceffità a penfare non meno alla ficurtà propria , che a torre a lui fa-
tuità di uendicarfi di tanta ingiuriai ommoffono molto il Bg quefleragio
ni,già prima cominciato ad infaflidire dell' infolentiay&ambitione del To
tefice>& del figliuolo ;& confederando effer e cominciata nel Hegno di Kla
poli la guerra tra luiye i Re di Spagnayinter rotta la concordia trattata co
Maffimilianoynè poter fi per molte cagioni confidare de Vinitiani \ comin-
ciò a dubitar e , che lìinfulto di Tofcana non haueffe con occulto confìglio
d'altri contra fé fini maggiori : nellaquale dubitazione lo confermarono
molto le lettere di Carlo dìjLmbuofa Signore di Ciamonte3nipote del Car-
dmaledi Roano}& Luogotenente fuo in tutto il Ducato di MìUnoiilqua-
k
•
T^ I B R O
le ì nfb gettito di quefì [a nouità;lo confortava >cbe al perìcolo proprio folle
diamente prouedefk:però deliberato d'accelerare il paffarc in Italia , <&
di non interporre tempo alcuno a fofìencre le co fé dey Fiorcntini;co"mmef-
fe al medefimo Monfignore di Ciamonte , che j abito mandaffe quattrocen-
to lande in foccorfo lcro\ & mandò fubito in pefle J^ormandia fuo jtraU
do a comandare non folamente a Vitellox^ZOy a Giampagolo, a Tandolfo,
& agli Orfini;mafimilmcnte al Duca Valentino, che defìfteffero dall'offe-
fé de Fiorentini: & delmedefimo fece eglifìcffo grande ìnflantia con lOra
tore del Tontefice , & minacciò con parole molto ingiuriofe Giuliano di
Medici9 & gli agenti per Tandolfo ,& per Vitello%^o,cbe erano nella fua
corteMa in queflo tempo il Valentino* che dopo il ca'fo d,tAret^xo era ufd
to con X efferato di ì{oma , fimulando di uolere attendere ali \ff ugnai ione
di Camerino9oue baueua primamandato a dare ilguaflo,& a tenerlo affe-
diato il Buca diOrauina,^ Liuerotto da Fermo con parte delle fue gen-
iiyna inuerità intento adacquiflare co infidie il Ducato AVrbino; poi che
hebbe raccolto il refto dell 'efferato ne confini di Terugia\dimandò da Giti
dobaldo Duca dìVrbino artiglierie,& aiuto di gentili che gli fu concedu-
to facilmente: perche a Trincipe,chs haueua l'arme tanto uicine,non era
ficuro il negare ; & perche hauendo prima compofie col Tontefice alcune
differentiede cenfi;non haueua cagione di temerne: &cofi rendutolo me-
no fufficiente a difender fi, partito fubito da 7Jocera,& caminando con ta
ta celerità , che non che altre non dette nel camino fyatio alle fue genti di
cibar fi; fi conduffe il dì medefimo a Cagli, città del Ducato £Vrbino:laqua
• il Duca le fubita fua uenuta , & il trouarfi fprouedutifpauentò tanto ciafeuno ,
dolu^d'ai che a /'/ D uca con Francefco Maria dalla Fguere prefetto di Roma fuo ni-
U mani dei pote,hauuto con difficuìta (patio di jaluarfi; fé ne fuggir ono;di maniera,
«toro™"* che dalla rocca di San Leo, & di Maiuolo in fuora;confeguì in poche bore
villano &a // Valentino tutto quello fiat o,con grandiffìmo dolore, & terrore di Tan*
praalcauaiii dolfo Tetrucci,di Vitello<z$o,& degli Orfinid quali per il male d'altri co
dì uiiianiùi- rninciauano chiaramente a conofeere il pericolo proprio .Acquieto il Dh
iiBembo!S cato d'Vrbino furono uarij i fuoi pen fieri ; ò di uolgerfi ad ultimare l'inir
Girolamo prefa fò Camerino ;ò d'aftaltare feopertamente i Fiorentini:allaqualcofa
vhmoric!iI far ebbe flato inclinato con tutto l'animo, fé non l'hauefie ritenuto il coma
Rauèna : ac lamento già hauuto dal He,& Uff ere certificato ,che egli,non oflante qua
Senna* lunque opera fatta dal Tontefice, perche non fi opponeffea quefti moti;
v01*^* mandaua le genti d'arme in fauor e de* Fiorentini* difpofto in tutto a difen
, fa
fodnonipo derglt;& quel che più lo moueua,che fentiua che pajfaua perfonalmete in
*ndoiDcddo U*H«^ttecìmli ambiguità mentre, che ftd; fermato fi in Vrbino per pre
\\ liuonac- dere giornalmente configlio da quel che fuccedeua;fi trattauano nel tem*
oi cidinai P° medefimo per il Tontefice,&per lui uarie co fé co Fiorentini, (per ande
di s. tictro indurgli a qualche loro dtfiderio:& dall'altra parte permetteuayche con*
■> !lncola tintamente de' fuoi foldati andajjero nel campa df^itello^oàlquale ))A
* ucndo
Q^ V I N T O. 143
uendo ìafeme ottocento caualli, & tre mila fanti , & perche le co fé prò- J,^^1^
cecieffero con maggiore eftftimationcy chiamando l'efferato fuo , efferato prefo c5 le
Ecclefi.zflicc; haueua,dopo che fi era arrenduta la Cittadella d Jlrei^o ; *„[* 01"i"5
occupato il monte a S. Sonino, * Cafliglione pretino, & la città di Corto- te , da uuel-
na, con tutte l'altre terrea Catella di VaHichiana : dellequali neffuna kj^J !£j*J
hauena a/frettato Faffalto, non uedendo pronti gli aiuti de' Fiorentini ; & mafopoicac
L.,. -T n. > -i . _ *'. i a • 7^ . /- : .. _ ._ .,.. .1 ; /„ / ...*.. - chi auttor
pei
ti
finito era Ticro de* Medici, per la nflitutione ddquale f p
re fatta qu e/ìa imprefa.liè è dubbh,chc fé dopo Va tquiflo di Cortona Vi- tieri (òpra
telloxTo fuffe folle eli ameni e entrato nel Cafentino, che in poteftà fuafa ^ \laoi
tebbe (lato d'andare infino alle mura di Firen^€,non ueffendo ancora arri ria> Pcr Piar.
Itate le genti de' Fr ance fi , <&. diffidata la magare parte delle fanterie de' qUle fi 2uci
Fiorentini:percbe ejfendo qua fi tu t te delle terre perdutele n erano ritor- " dijC ^J
nate alle cafe loroima la cupidità d 'acquietare per fé il Borgo a San Sepol ne.
ero , terra propinqua a Città di Camello , benché pcr uclarla allegale non b Frs tanlo
effere ficuro lafciarfi dietro alle fbalk terra alcuna dzy nimici ; impedì il hauena la
migliore cojiglio: & pero fi uolto ad ^ngDiartJaquale terra poi che, fola ^ Fjoren .
inqifefìacofiantia,bebbe affi et tato, che ni f uff ero piantate lyartiglierie;im zl J11™^.
putente del tutto a di fender fi ;sy arrendè con alcuni foldati,che u erano fen t;no a vr -
^a alcuna eccettione, all'arbitrio fuo.Hauuto Anghiari ottenne fubito il JjJ^yJ
Borgo a SaSepolcro p accordo;& dipoi ritornò uerfo il Cafentino:&ginn terra toma
to alla uilla di Raffina mandò un Trobetto a dimandare la terra di Toppi, J° f^£*
nellaquale forte difito erano detro pochi foldati ima la riputatione delCar che face/Te
mi Francefi, operò quel che ancora non erano baflanti ad operare lefor%e ^t% £
loro: perche efiendo già condotte prefjo a Fire%e folto il Capitano Imbalt quella guer
dugento lande, non hauedo ardire per mancameto di fanti d'accoflarjì a "^^é\l
mmìci;er ano andate a S.Giouanni nel faldamo con intentione,che in quel di lui, & co
r traher foco
fo a due miglia a Ouarata: & dipoi fattofi più innanzi tre miglia per mo Juto:& ci ri
ftrare ammo,& f afficurare I{pndine,& altri luoghi circolanti ;(i pois in £t foputut
forte alloggiamento a canto a Bendine , la feiati alcuni farti a guardia di » **£$
Gargonfa,& di Ciuitella,che erano le porte,onde le gè ti d- Fiorentini pò xeanl£3.& fi:
teuano entrare nel paefe:lequali,efiedo arriuate gjjotto il Capitano c La £f]££Jgj
niere dugento altre lancie;fi congregauano tra Moteuarch>,& Laterina, deffe,wn al
co intetione come haueffero me fio' infieme tre mila fanti, d'andare ad allog \^*$g[m
giare appreffo a Vitello^^p fu qualche colle eminente:ilche egli non uolen nore impor
do a$ettare,perche né harebbe potuto dimorami, né Iettar fene fen%a gra £^auo°£
diffimo Corfi.
« Mons.di Lacres lo chiama il Buonacc.& coftui cflédo ftàto dopo l'accordo alle ftanw 1 inCaftiglione Arre
t»o,& portatoli bencjf» poi M R« madjto iiiAKZ6o,pct effex egli huomo di automa,^ cauawuc imoa.u
»
ftTfanffMol „ LIBRO
doVo 're- d:fflmo pericoloni ritirò alle mura d'jtreZZQ . Ma effendo ufcìti i Frane*
ti cci mo- /; con %uxto l'efìcrcito in campavna3& pofli/ì a fronte di ó «arata; fi ritt^
Amo d< fi .' , . . *' r , ?r i rr j Ji j- 1 C — '
dato.&pwj ró rfjwrro /» ^re^o:e^ dwcGrtf £/;<? jempre haucjje detto di tic ter fare ii\
c-rato di ri quella città un a difefa memorabile\fu nece(fitato,fprauenedo nuota cafi
Medici iF:o a fare nuota penfieri: perche Giampagolo paglione s\ ra ritirato in Ttr$
km: dj che ^a con ie p4e genti,temendo per Vètfi mpio d'Vrbino di Ile co fé prop-ie:per
te (coperta lo quale e fi e pio, ne meno per qttello,che [accedette di Camerino; erano mot
a Francefco confun e/j animi di Vitello77o,di Landolfo Tctrucci; & de gli Or fini ;
Gualterottt i , t ■ # ■■'-• >■ i rr r
ambafe atot perche il Valentino mentre trattaua accordo con Giulio da V arano jtgno
p[- ? °cofa di re'di Camerino ; conseguito con inganni quella città-, & effendo Giulio con
ìpiacq tato due figliuoli ucnuto in potefìà f uà; gli fece con la medefima immanità, che
che^cun ufaua contragli altri flragolare;Ma quel che a Vitello^^o daua maggior.
uan e cioia terrore;era che'l Re di Francia arriuatogià in ^Afli,mandaua Luigi della
ffinadllm Tramorìia in Tofcana con duvento lancie,& con molte arti?lierh:ilquale
bL'abbocca :, A J n «> . . ., . ■ j •• / i
mcto d'im- già condotto a Tarma , afpettaua qmui tre mila SuiTjtri mandati dal Bg
b Uomo Tri Per la ricuperatione d'jLre%£o a (pefe de' Fiorentini: perche commojfo ma
Arezzo fu a rauigliof amente contra ilVontefice,baueua nell'animo dispogliare Valéti
Woì. Buon! no deMa Romagna,& de gli altri flati,iquali haueua occupati:^ a quello
c'cótranoa effetto hauea chiamati a fé tutti quegli, che, b temeuano della potetia fua,
queftoicnue ^ erano ftatì offeft da ltiiy& affermaua uolerui andare in per fona dicendo
il Buonac- J JJ ' » . , . r ■» >
corfi:percio puhlicamente con grande ardore, che era impreja si pietoja,& si fanta ,
c -uenSoa? c^e n^ f*lt profane più fanta farebbe l'imprefa contra i Tur chiedi fegna
fra vitello» do oltra queflo nel tempo mtdefimo cacciare di Siena a Tandolfo Vetruc- ,
^fiere^tc* cl • Pe rc^e a Lodottioo Sforma, quando ritornò a Milano ,haueua mandato
che da Arez danari;& dipoi femprefatto aperta profcffione d'adherire a Cefarema il
Tttncefi do* Tontefice,& il Valentino conofeendo non potere nfijìere a sì grande tem
ueffero ha pefta,fi aiutauano con le loro arti,fcufando il mutamento d'^Arez^o effe-
«VtctreV* re flato fatto da VitelloT^o fenxa faputa loro ; ne e/fere fiati d'autorità
dure. & che bafidnte a ritirarlo;nè a farebbe gli Or fini, & Giampagolo Baglìone ,ben
poteffetfar che foldati fuoi mofjì da gli intereffi proprtj, fi aflenefjero da dargli aiuto :
vittiiozzo, an^j per mitigare più l'animo del BSthaueua Valentino mandato a minac
did,VGi°C dare Vitelloi^Oyche fé no abbadonauafubito iArt%prp>& l'altre, terre de
Tagoio Ba j?iorentini;vli andrebbe contro con lefue zenti:per lequali co Ce (bauentato
otiori!,nefe TT. ., '& , . , , ' f> r r l \ ■ -i r r
llt pigliane ViteltoT^Oy & 'temendo che(come accade quaji femprc jriconciliatiji fra
partito , hn [oro j pju potenti; lo fdegno del I{e non fi uolgeffe contra fé meno potente,
nai orfmo chiamato in lAreTgp il capitano b Imbalt, in nano cor.tradicendo i Fioren*
anJURenYè ti™'*1 cìuai*i uoleuano chele terre perdute fuffero refiituite loro fubito li-
uer'o,ct lac beraMente;conuenn~e che Vitello^) partendo fi incontinente con le fue gì
ht* b° "uo **' C confeS,naf)e ~4.Ye'Zf£)& tutte l'altre terre a capitani Frana fi per te
gu,e imb; u nerle in nome ilei B^jinfino a tanto, che il Cardinale Or fino, che andana al
cuta° "en ^ ' ^mi€fic parlato con lui',& che in queflo me^o non tntrafft ia ^Arc^jc
gon' quai altra gentc,che uno de' Capitani Frane? fi con quaranta canati;: ptrficur
addotte. *
Q^ V I N T O. Ì44
ià delquale,& non meno de il' e fi evitanda delle promt fie ; Viti llozxp ~(fie
ad ìmbalt a due fuoi ne poti per Ftatiihi:ma fitto raccordo, fé ne andò fu- a Vn fuo ni
Vito con tutte le genti,^r artiglierie,che erano in Jtrc^pja filando libe- V°kA™ fi-
ra a' F- acefì la poffcfjione di tutte le terre, ìequati per co^iyneffione del t\. cl-l'i.' -Jo
furono f abito recitiate a Fiorentini, nèrificadofi quello,c!jc mttrefi trai $*&*&*} 4t
tana la concordia , bandita non fen%a denfione alle querele loro , rijpojìo "ucc. U°~
ìmbalt, non fapcr e doué fi corfiflvfie l'ingegno tanti ceìéSraìo de Fhrknii.
fiiyche non conofef fiero ,che pi r afflcuràrfifiubito della untarla l'enea difji
cultà,&fenya fpefa,& per fuggire il pericolo de9 ài fiordi nifi quali per Li
natura de Frane e fi potrebborwna fiere per mancamento delle uettoua-
glie,ò per altre cagioni fhaueuano a defiderare, che jLrex^p in qualunque
modo uenijfi in mano del J{°:ilquale non farebbe obligato ad at cedere più,
che gli par e fie, le promeffe fatte da' j noi capitani a VitelloT^o; & co fi ef-
ftndo liberati i Fiorentini con facilità grande, benché con non piccola fpefa
da sì grane, & improuifo afi:iltc;diri'^arono l'animo a riordinare figo-
uemo dellaj^publica, per la confa fione, & per i difordini delquale e fiere
nato tanto pericolo, era per l'tfierientia manifesto già in fino alla moìlitu
dine ; perche per la fpefià mutatione de* Magi frati, &per effere il nome
de' pochi foretto ai popolo;non erano ne per Jone publiche , ne particolari,
che tenefiero cura affidua delle co fé : perche la citta qua fi tutta aborriua
ta tirannide , &alla moltitudine era fofiettiffima l'auttorità degli Otti
mati , né era poffbile ordinare con una medefima del.beratione la forma
perfetta del go uemo, non fi potendo conuinceregli b uomini incapaci fola-
mente con le ragioni; fu deliberato d'ntrodurre per allhora di nnouo una
cofafola ; cioè,che il Gonfaloniere della giuftitia capo della fignoria , &
che infieme con quella fi creaua per tempo di due me fi; fi eleggtffe in fui»
ro per tutta la uita fua\xccioche con pen fieri perpetui ueggbiafle,& prò-
curaffe le co fé publiche ; in modo, che per effere ntglettc non cadefferopté
in tanti pericoli : &fi fiero , che con l autorità che gli darebbe la qualità
della fua perfona,& l' baiare a ftare perpetuo in tanta dignità; acouific-
rebbe tal fede appreffo al popolo,che facilmente potrebbe riordinare alla
giornata l'altre parti delgouerno:& mettendo in qualche bonefhg railo i
cittadini di maggior condizione) conìlit n'irebbe un me%o tra fé ìmdefimo,
& la moltitudine, per loquale temperandoli l'impernia, & la hcentia po-
polare^ raffrenàdofi chifuccediffe a lui in quella dignità,fe uólejfe arro
garfi troppo-fi flabilir ebbe un reggimento prudente,^ honorato con mol-
te circoflantie da tenere concorde la cittàidopo laqual delibar atiov e fu nei
configlio maggiore con concorfo, <& confenfo grande dey cittadmi , t ietto bPìeroSt de
Gonfaloniere b Tiero Sederini ? ,/; uomo di matura e:à,difufficieti ricche^ to confalo
%e, & diftirpe nobile, & di fama di effere intiero , & continente ; & che ?,CF" *é""*
nelle co fé publiche fiera molto affaticato;& era ferini figliuoli, che per 20 di sectè-
non dare occafione a chi fi: fie di penfare a cofe maggior i;cra affai confide- b£oiJc5£*-
rato.
Francia <rt
Afti a 7. di
Cìuiir.o
105 2, .buon.
i h T B* R - O
rato.Ma per rifornire alle cof,: conwi;ini;.zl Re di Franaa^ome '-fu £ìwm*
a Giunfe il f0 a ,rt j£#j concorf no, fecondo ilconjueto, tutti i Vnncipi,& tutte leat e
Re Lode, di tà 'ifrmjtort»iChi in perfona,chi pi r jf^hafeiatorutra ì quali il Duca
di Ferrara^! Mar chef e di Mantoua,bench hquefìo né confidatole accet I
to; & Battifta Orfìno Cardinale,andatoui coverà la nolana delVontefice
per giìifìificarc i fnoi, & VitelloTjo delle cofe d\Jre^oy & per incitare
{WoSó rt H? contra il Tontefice,cjr al Patentino .-contro i quali attefo l'ardore di
pica di x\ia- mofirato prima dal Re ; fi affettano con fommo dtfìdvrio di tutta Italia »
hfiE ?«£" che l'arme Trance fi fi moueffe.ro . Ma UfbtrwiTa dimofira effere ueriffi.
che Fiancc mo,che B^A^F uoltc fuccede quel eh' è de federato da molti : perche depcn
ga° Wato dendo communemente gli effetti delle anioni Immane dalla volontà di f 0
al rc Lod. chi^ ejfendo llntentione^e i fini di quefìi qua fi fempre diuer fi dalla iute
tohrice"o 1: ttone, & da fini de molti; pofjono difficilmente fuccedere le co fé altrime
gcntij'huo- t jiC})e fecondo Nntentione di coloro,che danno loro il moto: coft intemen-
5SS«r & ne in qnefio cafoynelqualegl'interefji , & fini particolari indicono il Re a
Funcefisan deLberatione contraria al defiderio uniuerfale. moffe il Re non tanto la di
re° u Re1 m ligentio del Tontefice , ilquale non ce fio mai mandandogli fpejjo huomini
f ""in a(S proprijji cercare di mitigare V animo juo;quanto il conftglio del Cardino,
da cuibc w le di Roano de fiderò fo, come fempre era fiato, di conferii are Vamicitia tra
duto & ac- g -pontefice , & il Re , inducendolo a quefio forfè oltra l'utilità del Re in
hebbe con- qualche parte l'utilità particolare: perche & dal Tontefice gli fu proro-
tti dd^r- g*t* lalegationedi Francia per diùiotto me fi; & perche attendendo folle
mc3& n.»i ertamente a far fi fondamenti per afeendere al Tonte ficaio, uoleua potere
fìipe'ndb dl ottenere da lui promozione di pArenti,& dependenti da fé al Cardinalato:
& giudicano feruirgli alla mede fimo intentionel'hauere fama a amato-
ra^iBeiien re>& di protettore 'dello fiato Eccleftaftico . Concorreuanoleconditioni
zone ha par de tempi pY 'e fenti ad indurre più facilmente il Reinquefla fcntcn%a:con
alfine dei Ti CÌGfta cofa che>& dt Cefar€ kauejjè fofpetto,ilquale no quietando l'animo-,
bro 4.-hefu hauetiz mandato di nuouo a Trento molti caualli, & certo numero di fan
wSrfene1 tl »' & fatua offerte grandi alTonttfice per effere aiutato da luiopoffurt
a caia da gli in Italia per la corona dell' Imperio;& era ogni fuo moto in maggiore con
l"ctmoÌÌ fider ottone : perche fapeua il He, eferemohfto a Vinitiani , che in mano
che te fon fua f„jfe // Ducato di Milano,& il Regno dipoli laggiugneuafi lefien
c'haueTan ' « difeordia co* quattro Cantoni de gii SuiT^en, che dmandauano la cef-
miiinto in fi ane delle ragioni di cBtllmfzpne\& che oltra quefio dcffeloro Valle Voi-
&qdice*G*ha t olino, Scafufa,& altre co fé immoderate, minacciando altrimenti Xaccoi
uendo potu dar fi con Maffimili ano: le quali difficultà faceua maggiori l'efjereallhora
pochf dena efclufo a" ogni (peranno di compofìtione col Re di Spagna : perche fé bent
\ aii'h^a1 Vttl Ji€g^^a^^a propofto loìefiitutione del Re Federigo a quello Rea-
&V au^ me,& perdo egli l'hauejfe condotto feco in Italìa,&fi fife anco tratto-
doio^fHcccf t0 di fan trieìna Per cert0 temP° > ritenendo ciafeuno q.ello poffedeua ;
fero poi co- . . .
finche uolenticii con buona fomraa l'haurcbbc ricomperata : ikhc comincia ad apparire ai pieicntc.
(V V I NT O. |45
nw dimeno inna,& l'altra pratica hebbe tante diffidili à, che il l\e di Fra
eia con grandi filma inde gnat ione licentiò gli Oratori Spagnuoli dalla fan
corte : per leqnali cagioni battendogli ilTontefice ultimamente mandato
Troccies cameriere fuo e on fidati fimo, & promettendogli, & egli& Vale
tino d'aiutarlo quanto poteflero nella guerra 'Napolitana;fi ditto fé di con a t>Ietf0 -^
franare nell armeitia ati Tontefice : & pero come Troccies pi ritornato a de la rena
'Roma-yil Valentino in falla rclaticuc fatta da lui, montato Je?reta?:\,;te JiC
/" 1 1 fi. J% ? t ■• i li r\ XlJPtCfl CO
une pojte; andò al He, che era ueiiuto a Milano : qa cui contra l cfpeti aio -e:..
tatione y& con ?rak lacere ài tutti: fu ricevuto con ecafitue ?l?ìf' J
care%%e,& bononionde neri gii i fendo più necejTarìc le genti,cbe haueua quando gii
m Tofcana; le richiamo in Lombardia, battendo prima ri ce unto nelli (uà n^Ifrófoo
protettione i Samfi,& Tandclfo Vttrnccì con conditione,che parte di pre « ; parué.,
.e , parte in certi tempi gli pag uk~ inta mila ducati .J\affnd- S-SncnS
darouji poi prof amente i mmn 'haitiano ; in modo che al *;*& »p-o*ii
I{e rimaneua qua fi folo il per; fi ero celle cofe di K[apoli : & quefle pareua, "ón"ie b" n*
che fuccedefjero infino allbora p)\fueramcntc:Cyfi fpcraua per l'attueni- *e»<p^ga
re maggiore profferita Vanendo ni il l\e,fibito cbegiunfe in ltalia,manda uòòe, & d!
ti di nuouo per mare due mila Sui%rzcri,& più dì due mila Gnafconiii qua tab""- g»
limiti col Viceresche già haueua,eccetto Manfredonia, & Sant'angelo,, rfdb ■'* v£
occupato tutto il Capitanato; fi accapo a Canofa guardata daVietro J^Ja di eóàh».
narra con feicento fanti Spagnuoli:ilquale,poi eh;' per molti giorni fi fu di , .
fefa egregiamente, commettendogli Confaluo.pi rche non fi perdi ffero quei medeiìma*
fanti,che non affettaffe gli ultimi pericoli; a arrendè la Terra a Francefi, pa^hefia
faine le robe,& le perfone .-donde non fi tenendo più né in Vuglia, ne in Ca il gìouìo
lauria,né nel Capitanato terra alcuna per gli Spagnuoli , eccetto le (opra Jj! y*/ *f
di tte,& Barletta}lAndria,Ga!'poli,Taranto,Ceftn%a,Gbierace3 Semina àoGAàò, di
ra , & poche alt re tacine al mare ; & trouandofi molto inferiore dì gente ^urs^r
Conjaluo;fi riduffe con ì1 efferato in Barlettafen%a danari, con poca netto . ào un confi
uaglia,& carefiia di munitioni;benche queflofu alquanto folleuato per ta %$&$$£.
cito confenfo dei Senato Vinitianov.lquale non probibì,cbe in y metta fa- tàvtìle;diai
cefie comperare molti falnitrì:di che querelando fi il He di Francia;rifpon ^ p leYer
deuano efiere fiato fatto fen^a faputa loro da! mercanti priuatì,& che in
remane, ri
Vinetia città libera, non era flato mai uietato ad alcuno, che non efiercìtnf dTaTdi \s u
fé lefue negociationi,e ifuoi commertij. Trefa Canofa i Capitani F race fi aoUìmid.
allegando, che per molte cagioni) maffimam ete per carefiia d'acqua, mn fi Jjìi"," feri rèe
poteua fermar fi con tutto l'efferato intorno a Barletta, benché come mol unjbbattì-
ti affermano contra il configlio,e i protefli di Obignì: deliberarono, che le <j:H. spa- "
geti,lequali era fama, che fu ffero mille dugeto là~cie,ct dieci mila fanti tra £naoIi co.n
ltaliani,&Oltramontani,rìmanendone una parte,ad affedio largo,intor- Francefi in
no a Barletta; l'altre attendeffero alla ricuperatone delrefio deificarne : torno? oB"
cofa,che come molti hanno creduto aggiunta alla negligentia de3 Francefi; queft'o aut-
iette alle cofe loro b grandiffìmo nocumento \Dopo laquale deliberatione il tc^ non è
r Viceré P t0 *
J
LIBRO
Viceré fi infignorì di tutta la Tuglia eccetto diT arano, Otranto & Ga-
a Difcopre ^'P0^ : ^° ^Hua^ fi"ceJ]o r homo. all' a f odio di Barletta , & nel tem-
quali toìic- p o mede fimo Obi» ni entrato in Calauria con l'altra parte dell'i /[eretto ;
n\ ,ch?mo- t**fo * & Jaccbeggiò la Città di Co]en%a, rimanendo la rocca in potere de
ueflero i si gli Spagnuolì : & dipoi e fendo uniti tutti gli Spaglinoli di quella Vrouin
Kr teme! cia con a^tre $>mtl lltnute di Sicilia , uenuto con loro alle mani ;gli r op-
ti ili perfi- p e . Quejlc proferita , ò foprauenute tutte , ò g:à nel cor/o di fuccedert
ramMtioo mctltì c> c kt H Re era in Itala, non folo lo fi ciano negligente a continua-
rci valenti re le debite prò iti ]ìom,nellequali continuando [alleatamente bar ebbe fi-
rfleodofta- c^mc,ltc cacciato i rumici di tutto il l\rgno ; ma gli rimofjòno ogni dnbi-
te conofeiu tatione di ritornarcene in Francia ; tanto pili che già Jperaua d'ottenere »
wl'papl fuo come Poco ^poi ottenne, triegua lunga dal Re de Romani : ma nella par-
padre gran tita jna dy Italia cominciò con f omnia ammiratone nniucrfalc anenirc
dliflVro Air* a (VW (lliC^ ch* baneua trattato col Duca Valentino : ilquale , ammifia-
la dieta alta gli U giuf,if catione delle cofe dy .Areico ìnon folo baueua ri cenni o in g ra
queìdlperu *#ft> ma riccuuta promelfionc,& fede dal pontefice , & da lui d'aiuta rio ,
Bfa {**}\ quando gli fujte di bi fogno nella guerra del Regno di Tripoli , gli baueua
poco appref all'incontro promejjo di concedergli trecento lande per aiutarlo ad acqui
ni? " ff!c ^aìt m nome della Cine fa Bologna , & opprimere Giampagolo Bagliori 9
me .• nella & Vitello^o,monendolo a fanorire coji immodcratamente la grande^-
2SS' o*ft k "K? del Vontcficc;ò pere be imprudentemente fi porfnadeffe batter ft lo a fa-
imiii;ii va- re con tanti benefìci (inceramente amico ,& jlantequefla congiuntioue
lenuno no muno dottore ardire di tentare contra lui in Italia cofe nuove; ò perebe ti 6
coli agcuol _ r i ti
tato gli ha tanto confida]] e della f uà amicitia , quanto teme fé della mmiciiia:&
yag£giugncua,cbe contra Giampagolo , VitelloTgo, & gli Orfim baneua
uu-Mu-ritiii
ti. Ai a I tjnc
ftodifcorib, j degno particolare : perebe tutti ballettano dijfneijato i comandamtntl
weedelìeca fli01 di leuarfi dall' offefe de' Fiorentini : & Vitollo^o fpetialmente ba-
Ijionic'han ueua ricufato rc\lituire l'artiglierie occupate in jLre%£o:& oltra quo-
di°t'emcrcT fi0 Vanendogli dimandato faluocondotto , per andare ficnr amente a lui i
c<ia cficr no & ottenutolo ; baueua poi ricufato d' andar ni:nè riputaua il Re e]]t re inu.
etaodochc ^c a^c cofe \HC^n l Capitani Italiani f afferò opprefjì : fetida che, ò per
prjraa argo- l'ajlutie del Tonte fico , & del Valentino , ò per peifu afoni d'altri battona
del cominciato a temere, ebe quefli mede fimi, & gli Or fini non adherifero fi
n.mifd
-
Valentino : nalmente, & feguitafkro gli Jlipendtj de l{v di Spagna, Ritornò adunque
theibi ;JZ il Valentino , Ucenttato in *A]ti dal I\e, iti Romagna , con tutto che prima
orou.fiouj \j4uefe dato fioranti a quegli , ebe temenano di lui > di conducerlo foco
four gridi perjìcurtà commune tn Francia, a La cui ritornata commofe non fola- a
di lui dalia m,:htc vii animi di color o scontra i quali indiriTiaua il fuo impeto; ma
uordcllutor • . 7 /w / r ^
tuna ddio. etianato dimoiti altri : perebe il medeftmo timore hauenano Tunaoijo
jjl'%?*0 Te tracci , & gli Or fini congiunti qua fi nella medcfima cauja con Vitcl*
che lo tauó lo^fo, & con Giampagolo Bagliont: & al Duca di Ferrara da uà maggio*
Si! Ir* U reJPau^lt0 la perfìdia,^ l'ambitione fna & del padrc,cbe non dana con*
1 ì€ LIUi>l* fi denti a
Q_V I N T O. 146
fidentia il parentado:&i Fiorentini, ancor che haue fiero ricuperatele ter
re co'l fauorc del I{e;flauano con molto timore,trouandofi poco proueduti
di genti d'arme : perche il l\e, non confidando fi interamente del Mar che fé
di Mantouasper la dependentia,che haueua hauuta, quando temeua lefue
armi, con l imperai or e, benché a Milano l'haueffe riceuuto in gratta ; non
haueua confentito lo conducefiero per loro Capitano generale : & cono-
fceuano per molti fegai,cbe hauefiero la. confueta uolontà contra di loro,
& Rettalmente, per che per tenergli in continuo fcfpetto , ricetta nano ne
luoghi ukini tutti i fuor'ufciti d'^ire7^p,cjr di quell'altre terre, jlccre-
fceua il timore di tutti quelli il confiderare quanto con l'arme , co' dana-
ri,& con l'autorità fufjtro potenti tali nimici; quanto in tutte le cofe lo-
ro fi dimoìlraffe propttia la fortuna ;&che per tanti acquifli non s'era
moderata in parte alcuna lo loro cupidità : an%i come fé al fuoco fujfero
fummimflrati continuamente nuota alimenti ; era diuentata immodera-
ta,& infinita ; temeua fi, che effi conofeendo quanto ricetto hauejfe loro il
f{e di Francia , non pigliafiero animo a tentare qualunque cofa , ctiandio
eontra la fua uolontà; & già diceuano il padre,& ti figliuolo palefemen-
te,pentirfi de' troppi rifletti , & dubìtationi , che haueuano hauute nelle
cofe à\Are7jo, affermando, che il Re, fecondo la natura de Francefiyper i
me%i potenti , che haueuano nella fua corte , tollererebbe femprele cofe
fatte; benché gli fu fiero molefte . T^è afficuraua alcuno di quefit, che teme-
itanojejfere il Re obligatoalla fuaprotettione : perche erano frejchi gli
effempiyche haueua permeffo, che fiotto quella fuffe fogliato il Signore di
Tiombino ; né rifentitoft, che il mede fimo fuffe accaduto al Duca d'orbi-
no,<tccettatoui da lui,quando mandò l'efiercito a Tripoli: perche dette in
ferttigio fuo cinquanta huomini d'arme. Ma più prefente, & più tremen-
do era l'effempio di Giouanni Bentiuogli:perche con tuttoché il f{e bau ef-
fe ne proffimi anni comandato al Valentino, che non moleflafi 'e Bologna, al
legandojche le obligationi che haueua col pontefice, non fi intendeuano fé
non per le preminentie,& autorità,lequali nel tempo,che fi confederaro-
no infìeme ut pojfedeua la chiefa ; nondimeno in quello tempo ricercandolo
il Bentiuoglio di aiuto,per le preparationi,che fi faceuano contra lui, ua-
riandò la interpretatione delleparole , fecondo la uarietà de' fini fttoi , &
commentando le capitolatali fatte più toìlo come lurifconfulto^he come
H*;rifpondeua>che la protettione,per laqualeft era ubligato a difenderlo,
non tmpediua l'imprefa del Pontefice , fé non per la per fona , & beni fuoi
particolari; perche fé bene le parole erano generali;ui era letificato, che
tas'intendefiefen%apregiudicio delle ragioni della chiefa;allaquale ni uno
negaua appartenere la città di Bologna;& perche nella cofederatione,che
haueua fatta col Tonte fice anteriore di tempo a tutte quelle, che haueua;
fatte in Italia-fi era ubligato in qualunque conuentione faceffe per l'auc-
ni re con altri ^eccettuar e fempre,che elle non fi intendefiero in pregiudicio
T z delle
LIBRO
delle ragioni della ch'ufo : nellaquale deliberatone per faterò in modo
fin^a uergogna , che confortandolo a cofi fare il Cardinale di f{oono con-
tro- il parere di tutti gli altri del fio configlio ; mandò a Bologna urìhuo-
mo proprio a intimare , che e/fendo quella città appartenente alta chic-
fa ; non poteua mancare di non favorire l'imprefo del Pontefice ; & che
per liirtù della fua protettone farebbe lecito a Bentiuoglì babitare pri-
uatamente in Bologna, & goder fi le loro fnfiantic . ^e folamente a
tutti qnefìi,ma infimo a' Vinitìani cominciano a ejjere fé fiotta tant-a
profferita del Duca V alenino , f degnati ctiandio5che pochi me fi in-
nari'ri , dima fi rondo effere in piccola efiimathne appriffo a ini Voi,
a AUa catti] t^- $ ar{^ Senato ; honeua fatto rapire la a moglie di Giouttmbotufta Co- A
"eriii ca racciol° Cetano generale delle loro fintene, lacuale andando do Vr-
^cdoiocjui bino o congiugner fi col marito , pafftna perla I{omagìia:però perda-
ti t&onp" re ca!ifaal %£ di procedere più moderatamente a fuoi (onori , dimoftran-
chc athHfiJ" dofidi muouerfi, comz amici , & gelofi deH'honoj e fuoigli ricordarono
niii%% ter à>li Oratori loro con parole degne della granita dì tarali: public a ,
di Doraiico che confiderafie di quanto carico gli fuffe il dare tanto fonare ai Valen-
«£« rdoM5 tmo > & qu*Mo poco conùeniffe allo fflendore della co fa di Francia , &
meuech'cl cognome tonto gloriofo di t{e Chriftianiffimo , fauorire un b Tiranno ta-^
trti?tò!c? ^, difir attore de* popoli, & delle prouincie sfitti ondo fi immoderata-
™t ior ì'° mente f^ fanZue bimano , & effempio a tutto il mondo d' borritile im-
ii cantei mamt** > & perfìdia \ dalquale , come da pubìico ladrone , erano flati am-
aJia li j4. magatisi crudelmente fiotto la fede tanti nobili & fignori : & che non
b chivoi di svenendo ancora dal fangue dey fratellh& de congiunti , bora con fer-
ibfameius To , bora con ueleno ; baueffe incrudelito nell'età miserabili etiandio alla
j^feder^ b*'* buie de T ur chi: allequali parole il Re , confermando fi forfè più nella
ni p'^ Duca fenten^a fua per £ intere effìone dey Vinitiani; riffondeua non uolere,nèdo.
tra qJ.eì chi uert nn^dir% UVonttfice,che non difponeffe ad arbitrio fuo delle terre,chc
fi conuene apporttneuono alla chiefa ; in modo , che afienendofi gli altri per rifletto
ghi di que- Jno d'opporfi all'arme del Valetinoi quegli che erano già proffimi attincen
fta biftoria: dio\ddiberarono prouederfi per loro medefimi:perògliOrfimhVitello7^0y
ufo tei iti. GiàpagoloBaglioney& Liner otto da Fermo,con tuttoché comefoldati del
Ìi[l* viòa * '^tentino fdqual fimulaua di uolere muouere l armi folamente contro Bo
pìt.ui0 . a logna; bauejfero r ice unto di nuouo danari do lui ; ritirarono le genti delle
loro condotte in luoghi ficuri, con intentione d'unirfi infìeme per ladifefa
comune lalloqual cofa gli fece accelerare la f dita della fortezza di S.Leo;
laquale per trattato d'uno del paefe,propofto quiuiacerta marautglia; ri
tornò inpoteflà di Guido Baldo Duca d'orbino : da quefio principio richia
madolo qua fi tutti i popoli di quello flato;egli andato da Vinetiaydoue tra
rifuggito y per mare a Sinigogliayricuperò fubitoydalle fortezze in fuor a >
tutto il Ducato. Congregar onfi adunque alla Magione in quel di Terugia>
il Cardinale Qrfino}ilquale doppila partita del Re>temedo di ritornare a
Roma;
QQ-Vffl N T O. 147
J{oma'/i era fiato a Monte Ri tondo ,T ago lo Orjho, Vìtello%£0,Gìan Ta-
: golo Baglione,&Liuerotto da Fermo,& per Giouanm Bentiuogli a Ermes a Annibale
fuo figluwlo;& in nome de Sanefi ^Antonio da Venafro,miniflro confiden B«iuogh &
ti/fimo di Tandolfo Tetruccì : doue difeorfi i pericoli loro sì e rìdenti , & fi°i"g§e nei
V opportuna à,che baueuano per la ribellione dello flato d'Vrbmoy & per- Diar,° del
che al talenti noyabbandonato da loro yr eslattano pocbiffime genti;feciono a "itynk
confederatone a dìfefa commHne,& ad offe fa di Valentino, & a foccorfo n.elIe *****
del Duca d*Vrbino,obligandofi a mettere tra tutti in campo fettecéto buo tetta gl'in-
mini d'arme, & no ne mila fantiycon patto , ebe il Bentiuoglio romptffe la wuerfienti
guerra nel tenitorio d'Imola, &gli altri con maggiore sformo prccedefje- alla Magio-
ftp uerfo Rimini , & uerfo Tefaro-.iielUqual con federat ione hauendo gran n€ uarh a^;
difjìmo rifletto a non irritare l'animo del Re di Francia , & fperando, ebe Smamé
forfè non gli farebbe molefto, che il talentino fujje trauagliato con teneinnm<
l' armi à' altri ; effreffono uolere e/fere ubligatì a muouerft prontamente fioche do
con le perfone proprie , & con le genti a jua reqrìfitione contra ciafeu- ue iui di.je
noy& per lamedefima cagione non ammefìono inquefia unione i Co- fanti; egli
lonnefi, ancora ebe tanto nimici, & perfeguitati dal Vontefice : ricer- m?ltc {?£
carono oltra qiiefìo il fauore de Vinitiani ,& de Fiorentini, off erendo ma a* 700]
a quelli refìitutionedi Tifa , laquale diceuano effere in arbitrio di Tan- |}.ua°™nla .
dolfo Vetruccì per l'autorità, ebe baueua co' Tif ani : ma i Vinitìani ghigne 400.
flettono fojfefi , affrettando di uedere prima l ' inclinationz del Re di Fran- baleftnert-
eia : e i Fiorentini ancora per la medefima cagione , & per ebe bauendo
l'ima parte , & C altra per nimici ; temeuano della untori a diciafeuno .
Soprauenne quejlo accidente improuifoal Duca Valentino , in tempo , b ,Coft ^
7' * » ;. n • ì r. r 1 moltaconfì
che tutto attento ad occupare gli flati altrui , niente meno penfaua , che demi che il
all' effere afìalt augìi flati f noi : ma non perduto per lagrandex^a del pe- vaiécino'ha
ricolo ne l'animo , né il configlio ; & confidando fommamente,come dice- r«* proserà
yua,nella fua b profpera fortuna;attefe conjomma induftrìa,& prudentia f°/tu,ia Xc-
a rimedij opportuni, principalmente,trouandofì quafi difarmato ; mandò infegne un
fenica dilatione a domandare con grande inflantia aiuto al Re di Francia , "£"° \ch£
ricordandogli quanto in ogni cafo potefie ualerfipiu delVontefice , & di cesare.o
lui, che de' nimici fuoi,& quato poco potejje confidar fi diVitello%zp,& di "i^moftrar
Tandolfo che era principale capo,& cofultoredi tutti gli altri,& ebe pri fé di non de
ma baueua aiutato il Duca di Milano contra lui ; & dipoi fempre battuto ^ncoVe im
dependentia dal He de' Romani: & nondimeno attendeua follecitammte a modera te&
prouederfi di nuoue genti ynon dimenticando pero né ilpadre,nè egli l'wfi- 1" u ^otto
die y & l'arti fraudolenti : perche il Tonteficey bora feufando le cofe pi- fiverificò in
lefiyhora negando le dubie ; cercaua con grandiffima dtligentiadimiti- p^u", còme
gare L' animo del Cardinale Orsino per me^o di Giulio fuo fratello: & il di{Ic Fa"ft°
Valentino con uarie lusingbe,& promeffe s'ingegnaua di placar e,& afficu inVo^fti
rare bora l'unojwra l'altro di efjì; cosi per farli più negligenti alle proui- co- Epoche
sioni, come per fyerà%a,cbe quefte pratiche feparate bauejfero a generare nulla. "^
T 3 tra
LIBRO
i n vaienti *ra ^oro àf0(Pe^°y& di f unione, deliberato infino non baueffe effercito pò* ,
no temo io tente,nonfi partircela Imola, ma attenderla guardare quella , & /'altre
di'diiUni^c terre'di Romagna,non dando fioccar fo alcuno ai Ducato d'Vrbino.ptrtlcbe
i collegati comandò a Don Vgo di Cardona^r a Don Michele huomini firn, che era-
clochea que m *n 1l4e&H confini con cento huomini dravmey dugento caualli leggieri, &
fto modo^o cinquecento fanti,ebtfì ritirassero a Rimini: ilche non efequirono per l'oc
«UoP°o/pn- cafione,che fi prefentòloro di ricuperare,^ facebeggiare la Vergola, <{?
merli iuta . F<ffombrcne, do uè furono introdotti da' caflellani delle fortezze tma l'ef
óMwoVta* f€tt0 dimoftrò quanto farebbe flato più utile feguitare la deliberai ione
petaioie, m del Duca: perche andando uerjo Cagli Scontrarono appreffo a Foffombro-,
au^uftiiait m Vagolo,& il Duca di Grauina tutti due della fam glia OrJìna,co quali
i Bohemi,^ t rano feìcento fanti di Vitello'Zgp:& efiendo ntnuti alle mani ; refiarono
t'erano cui- wtt* quegli di Valentino con morte di molti, & molti prigioni ; tra quali
kgati coua fu morto Bartolomeo da Capranica Capitano di fettanta huomini a 'ar-
10 'fta Sioro me;& prefo Don Vgo di Car donai rifuggici Don Michele a Fano,onde per
quei pomo , commi flìcne del Valentino fi ritira a Ve faro , labiata Fano , come terra
condo ie fa più fedele in poteftà del popolo;poi che non haueua tante formiche fot effe
"ole ^ trt difenderle amendue:& in quefti dì mede fimi le genti de* Bologne fi,cbe era*
ro co «là ù* no alloggiate a caftel San Viero cor fono a Doccia luogo uicino ad Imola ;
cTi? d-c-io * & fi riducenano certamente le co fé del Valentino in molto pericolo ,fei
dia,iacendà collegati bauefieroufato più preflc^ra ad offenderlo: ma mentì e,che egli
cofìun -e* no,àpernoneffere a ordine con le genti conuenute nella dieta; ò tenuti jb-
ftruccio si- ffefi dalle pratiche della concordia;guardano neluolto l'un l' altro ;comin-
gnor di Lue ^ a yaj]are lroccafione,cbe prima fi era dimoftratafauoreuole: perche il
juerei Mar Re d i P r ancia haueuacommeffo aCiamonte ',cbemandaffe quattrocento
ipina ^unui ^ane^ ^ Valentino,& fi ingegnafie con tutti imodi poffibili dare riputa-
contra iui:ii tiotie alle cofe fuenlcbe come fu intefo da' collegati, trouandofi molto co
fciiMmélc ! fafiicominciò ciaf e uno a penfare alle cofe proprie .-però il Cardinale Orfa-
no continuaua le pratiche cominciate colVonufice; & jintonio da Vena-
fro mandato da Vandolfo Tettucci andò ad Imola a trattare col Valenti-
notcolquale trattaua medefimamente Gio. Bentiuoglì, hauendo nel tempo
mede fimo mandato Carlo de gl'ingrati Oratore al V onte fi ce, & fatte refli
taire le cofe predate a Docciadequali pratiche efiendo confammo artificio
nutrite,& aiutate dal Valentino, & giudicando Vagolo Orfinodouerc ef
fereme^p opportuno a dtjporre gli altri, fimulando di confidare molto in
lui;lo chiamòad Imola;perfiiurta delquale ilCardinale Borgia andò nelle
terre de gli Or fini :con Vagolo usò il Valentino dolciffime parole, lamen-
tandofi non t ant odi lui ,& de gli altri, che hauendo lo infimo a quel giorno
feruito con tanta fede; fi f uffero per foretti uani alienatisi leggiermente
da fe,quanto dell' imprudentia propria, nonhauendo faputo procedere di
maniera con effi,cbehaueffe dato loro caufadi non ammetter eque fie nane
dubitationima ffier areiche quella contentiom nata al tuttoferà cagio-
ne
Q_ V I N T O. 14B
ne in luogo dì nimìcìtia partorir ebbe tra fé & loro,perpetua & ìndìffolu-
bile congiuntione:perche & effi già fi doueuano accorgerebbe non poteua
no opprimerlo-, poi che ilBje di Francia era tanto difpoflo a foflenere la fu a
grande%xa : & egli dall'altra parte bauendo meglio aperti gli occhi per
i* efperien^a di quefto moto;confef]aua ingenuamente di cono feeriche dai
configli , & dal ualore dell'armi loro era proceduta tutta la f ita felicità ,
& rip ut at ione: però de fiderò fi ffimo di ritornare nell'antica fede con loro*
tffere parato ad affiatargli in qualunque modo uokfiero,& a finir e,pur
che con qualche fua dignità , le controuerfìe co' Bolognefi ad arbitrio lo-
: ro . a jLggiunfe a quelloyche apparteneva a tutti dimoflratione d'baucre a 11 secret*
confidenza grandijfmn in Vagolo empiendolo di (beran^e, & dìpromeffe ™ i££™
per fé proprio,& con tanto arti fido, che facilmetegli per fua fé tutto quel pencolar
losche fi efprimeua per lui,efficace m^lto per natura nelle parole, &pron }£&" gita
tiffimo d ingegno, Lequai co fé mentre che fi trattauano;il popolo di Carne- modo,c'ha«
rino richiamò Giouan Maria d 1 Varano figliuolo delfignore pa fiato, che UDu^vaìé
era all'Aquila ; & Vitello1^ con grane querela fua,& di Vagolo Or fi- tino R opri
no prefela rocca diFofiombrone:& efiendo fimilmente perduta la forte^ ^u'ita-
%a d Vrbino>et poi quelle di Cagli,& d * Agobbioyion gli rimaneuain quel K»: "che è
lo flato altroché fanta Agata, oltra l'hauere perduto tutto il contado di ch0 dai gìÒ
Fano :& nondimeno Vagolo continuando la pratica cominciata , poi che «'«"«'''•j:
più uolte per dar forma alle co fé de* Bentiuogli parenti fuoi(era la figliuo Jófaino! &
la maritata ad Ermes figliuolo di Giouanni) fu andato da Imola a Bolo- jW {*em*a
gna;conuenne fecoinquefla fenten%a,ma con condizione, fé la conuentìo- notorie di
ne fuffe apòrouata dal Cardinale Or fino, aW autorità delquale quafi tutti Yine'ia • ^
1 xi rr _ 11 m r> i' ì ' , 1 • •• ^ «* Biagio
gli altri fi riferiuano:cancellaffinfìghodij conceputt,&la memoria di tut Buonamor-
te l'ingiurie paffate: confermaffmfi a collegati l'antiche condotte con obli £ ."^ fu»
gatione d'andare come faldati del Valentino alla ricuperatone del Duca-
to d'Vrbino , & degli altriftati ribellati : ma perfteurtà loro non f ufi ero
obligati d'andare a feruirlo perfonalmente,fe non uno per uolta, ne il Car
dinaie Or fino aflare in corte di ì\oma: & che delle co fé di Bologna fi facef
fé compromefio libero nel Duca Valentino,nel Cardinale Or fino ,& in Va
dolfo Vetrucchcon laquale conclufìone ejfendo andato Vagolo Or fino fat-
to ogni dì più certo della buona intentione del Valentino, a trouare gli al-
tri per indurgli a ratificar e;il Bentiuoglio,non gli parendo né ftcuro,nè ho
noreuole,nè ragioneuole, che le cofe fue in arbitrio d altrui rimaneffero ,
mandato il Vrotonotario fuo figliuolo ad Imola , & riceuuti huominidal
Valentino ; conchiufe accordo colVontefice,& con lui,alquale effipiu fa-
cilmente condefcefono,perche comprendeuano,che'l I{e di Francia, con fide
rando meglio,ò l'ìnfamia,ò quel che ìmportafje,che la città di Bologna fuf
fé in potefià loro, & però rimoffo dalla prima deliberatone , non era pili
percomportare,che l'ottenefiero: Le conditioni furono Jega perpetua tra
il ualentino da una parte , e i Bent'mogli infieme con la communità di Bo-
T 4 logna:
L "1 B R O
logna dall' altra :hauefie il Valentino da' Bologne fi condotta di cento huo-
a Dicci mila wvvM'arme per otto anni,che fi conuertiua in pagamento di a dodici mila 6
ìcra.e il Buo ducati l'anno : fu fiero ubligati i Bologne fi aferuirlo di ceto huomini d'ar
nómettl-hi ^e,& di cento baieftrieri a cauallo,ma folamete per un'anno prcj]ìmc:&
queftoaccor che il Re di Francia ,ei Fiorentini promette/uro l'offeruantia per £ una ,
tiuogU ah» parte,& per l'altra : & che per maggiore {labilità della pace fi maritale
códi"°,,c,|}e "l fidinolo di .Annibale Bentiuogli la forella del Vefcouo dì Enna nipote
ha:i. * L " delTontefice.lslj a frana perciò il Valentino difollecitare Li uenuta delle
genti Ftanctfh& d- tre mila S miseri condotti a fuo foldo,fotto jbetie di
tifarle non pia coir a i Collegaù,maperla ricuper adone del Ducato d'Vr
bino , & di Camerino : perche i Collegati fi erano già rifoluti a ratificare
l'accordo fatto, effendo fiato tirato in quefla fenten%a il Cardinale Or fino
ch'era allo Spedaletto in quello di Siena, dalle per f uà foni di Vagolo ; cr
confortatone molto da Vandolfo Vetrucci:alquale, benché dopò lunga i o
tradizione ;confentirono Vitello,zjo,& Gian Vagolo Baglivne,a' quali era
foftettiffìma la fede del Valentino: dopo la ratificatione de quaù,hauendo
mede fintamente ratificato il Vontefice,& il Duca d' Vrbino:benche dal pò
b il Duca polo, che gli prometteua uoler morire per la conferuatione faaffuffe fr&
fuggito a° vi gato di non partir fiyiondimeno temendo più dell'arme mil.tari,che non e o
r.etiajhebbe fidaua delle uoci popolari, b ritornandocene a Vinetia;dette luogo all'ini- b
prouifione peto de nimici, hauendo prima fatte rouinare tutte te fortezze di quello
di una hbra $\ato,eccetto,che quelle di Santo Leo,& di Maiuolo:& i popoli,eflendoui
à oro il me . l/r> . . __ . . • „ • , , . r c „ i ■
fé j> fuo piat andato per commejjione del Valentino, sintomo dal Monte a San Sonino ,
to. Bembo. cf;e fa ^ol card'male,confacultàÀi concedere loro uenia,rit ornarono d'ac
e a quella cordo Jotto il juo giogoiilche fece anco la città di Camerino, per che il Si'
erpinionepa gnore fé ne fuggì nel Bearne di TS(apoliy impaurito,perche Vitello^go, &
tenta ifitotf gli altri lcnate le genti loro del contado di Fano-fi preparauano per anda-
™ccdol{\> d{ re come foldati del Valentino a quella imprefa.T^elqual temfo il Vonte-
Valentino a fice mandò il campo a Valombara ricuperata da Sauelli,wfieme con Sen-
21 di Dece- 7 ano ,& altre loro e alleila nell'oc catione dell'arme molle da quefli al-
bre licentio ^ . . , -i ^ T, i • > t r r £ • ì • r*
te genti Fra tri • Mail Duca Valemmo , uolendo mettere a fine t juoi occulti penjie-
cefi, perche rj. andò fa imola a Cefena , doue non prima arriuato , che le lande Fran-
care arma cefi uenute non molti dì prima fi partirono fubitamente da lui ,riuccate
toà baftaza. fa Cìamonte , non per commejfione del I{e, ma ; ò come fi affermaua per in
a La prefet degnatione particolare nata tra lui x & il Valentino ;cò pure perche co fi e
tefla di smi fajjg fiato procurato da lui, per effere meno formidabile a quegli , i quali
prima a"!?© fommamente defideraua di affi curar e. *A Cejena atte fé a riordinare le gen
icnza &poi tifueymaggiore in numero,che non era la fama, perche indujìriojamcte ha
doue dice ii ueua fatto poche condotte gróffe, ma faldato, & continuamente foldaua
fue™bo> cuo molte lande fpe^%ate , & gentiluomini particolari : nel mede fimo tem-
il Duca dì pò ViteUoTgo , & gli Or fini andati per fuo comandamento a campo a Si
£u™nacc° ' n*iaZlia ; ottennero la terra, & la rocca: onde d la Trefettefta forella del e
Duca
Q^ V I N T O. 149
Duca<fjy?bwoy(ì fuggì abbandonata da ciafcuno;non ofiate,che il figliai*
\6 pupìllo^fufie fotta ìi protettane del Re di Francia : ilqude fi fcufaua
di non Vai ut are perche (i era aderita alla Lega fatta alla Magione.Vrefa
Sinigaglìa, il yalenùno andò a Fano, douepoichefu fopraftato qualche
giorno per mettere infieme tutte le fue gcnti;fcce intendere a V'tellox^o»
& a gli Orfiniycbeyl giorno feguente uoleua andare ad alloggiare in Sini-
Zaglh'-y & però che aliar galero fuori della Terra i faldati, ch'erano con lo
roy quali alloggiavano dentroùlchefu fubitamente efequitOyalloggiando
le fanterie ne Borghi della Città> & k genti d'arme diftribinte,per lo Con
indo. Venne il giorno ordinato il Valentino a Sirugaglia: alquale fi feciono
incontro Vagolo Otftno, il Duca di Grauina, Vitdlo^o, & Luierotto da
Fermo : & da lui raccolti con grandiffidime carene ; l'accompagnarono
in fino alla porta della Città ; innmi^ allaquale s'erano fermate tutte le
genti del Valentino in ordinanza: nelqualluogo uoltnàoeffi licentiavft da
tui} per ridurfi a gli alloggiamenti loro,ch 'erano di fuori , infofbettiti già
per Mederebbe haueua maggior géte di quella, che credeuano haueffe;il ri a Per una
cercò uemfftro dentro perche haueua dibi fogno di ragionar co loro : tlche J^r"^
non potendo ricufareyhenche con l'animo già quafi indouino del futuro ma il Buornc-
lc;io feguitarono nel fuo alloggi ameto:& co lui ritirai ufi in una camera^ v^ìi^Vif
dopo poche parole,perche fotta feufa * di itoler pigliare altre utfihfi pard fé ;^wf&
pretto da loro, furono da gente, che fopr attennero nella camera sfatti tutti reb"g ,0:, a
quattro prigionì;& in un tempo medefimo mandati a jualigiare i loro fai toeMc^||
dati:e l giorno feguente, che fu l ultimo di Decembre,acciò che i'^nnoMil fCOrreuapoi
le cinquecento due terminale in quefta tragedia, nfzruado gli alni in pri C°^CJ™&
gione;feceftrangolare in una Camera Vitello%^o,& Liuerotto : de quali tagliare a . .
l'uno non haueua potuto fuggire il fato di cafafua, di morir di morte uio ggjgg
lenta,com erano morti tutti gli altri fuoi fratelli, in tempo,che hauenano totto t cht
già nell'armi grande ifperien^a,& riputatone, & fucceffiuamenteì uno &*£(f*;
dopo l 'altro , fecondo l'ordine dell'età , Giouanni d'un colpo d'artiglieria to ,Jm ir,efìo
nelcampo,chelnnocentio Vontefice mandò centra la città d'Or fio, Camil ^racn^;
lo faldato de Francefi d'un fafio intorno a Cir celle, & Vagolo decapita- 4^1 Du^
to in Firenze. Ma di Liuerotto non potette negare alcuno,che non haueffe ^^°^
fine condegno delle fue fcelerate%^e,effendo molto giuUo,che morijje per dite in vxbi
tradimentoychi poco innanzi haueua per tradimento ammalato crudelif g^jjg*
[imamente in Fermo,& per far fi grande in quella città, Giouam Frangia ma non mi
ni fuo ^io,con molti altri de cittadini principali di quella terra,hauendo- ^f^g
gli nella cafafua propria codottiad un conuito,7slo accadde in queflo jin co: ma tara
no altra co fa memorabile, eccetto che Lodouico,et Federigo della famiglia gjg^iip
de Vichi Conti della Mirandola , effendo fiati prima cacciati da Giouan- feputavfare:
francefeo loro fratello, & pretendendo hauerui,con tutto» chefoffe mag- ^p^
giare d'età, le medefime ragioni che lui; ottenute genti in aiuto loro a'uoftrisi*
dal Duca di Ferrara ,d' una for ella naturale delquale erano nati >& da gj^1,
Gian-
LI B R O
C'aniacopo da Trinici \fuocero di Lodouico;ne cacciarono per for%a il fra
tello:cofa non tanto degna dì memoria per feftejja , quanto per che poi ne
gli anni feguenti le controuerfie traquefli fratelli producono effetti di
M. d. in. qualche momento Seguita l'anno Mille cinquecento tre, pienone mainili
no de } precedentiydi cofe memorabili,et di grauiffìmi accidenti ralquale det
te principio la perfidia , & l'impietà del Trincipe della religion Chriftia*
nx , ignaro dì quello , che baueffe quefto anno mede fimo a fuccedere a fé,
& alle cofe fue: perche hauendo il Patentino con fomma celerità,com'era
no conuenuti tra lorofignificati alTontefice quanto felice fine haueffero
confeguito a Sinigaglia l'infidie fue ; egli tenuto l'auifo fegretiffìmo , &
procuratole per altre uie non potefie penetrare ad altri; chiamò fubito
fotto colore di altre facende nel palagio di faticano il Cardinale Orfinoiìl
quale fidando fi dell'accordo fatto, & della fede di chi era noto a tutto L
Mondoychemainon haueua hauuto fedcytirato più dal fato, che dalla ra
gìoneyera pochi dì innanzi andato a l\oma:& arriuato in palagio fu fubi»
to fatto prigione :& nel tempo mede fimo prefi alle loro cafe B^inoldo Or fi-
no jlrciuefcouo di Firenze , ilvrotonotario Or fino , l'Abbate £ Mutano
fratello di Bartolomeo, & Iacopo Santa Croce >,gentil'buomo Romano de'
principali di quella fattioneii quali come furono condotti in Caftel S.*A-
a UPrincipc gnoio;il pontefice mandò il a Trincipe di Squillaci fuo figliuolo a pigliare <
fiaiiuoTUde! ^ poffeffione delle terre di Vagolo, & de gli altri,& coiilui il Vrotonota
papa fi chia rio}& Iacopo S.Croce,percbe le faceffero confegnar e, i quali furono dipoi
^Thfno rimeffi fotto la medefima cuftodia.baueua il Vontefice moteggiato con ar
tato nei ab. gutìa Spagnuola fopra quello,che haueua fatto il fi gli uolo, dicendo ,cbe tf
kiftonaU.Cfta fen^° ftatt bagolo Orfino,&gli altri i primi amancargli della fede, per*
che fi erano ubligati d'andare a lui uno per uolta,& u erano andati tutti
infieme ; non era flato meno lecito a lui mancare a loro : [lette circa uenti
giorni prigione il Car dinaie, pretendedo il Vontefice alla incarceratone di
uno Cardinale sì antico,& di tale etd,& autorità,uarie cagioni:& final»
mente (par fa uoce,che fuffe ammalato ;morì in pala%$p,come fi credette
e ertiffìm amente di uelenodaquale opinione il Vontefice per alleggierire ,
ancor che fuffe affueto a non curar fi dell'infamie^ uolle che di giorno fufìe
portato fcopertoalla fepoltura,& accompagnato dalla f uà famiglia, &
di tutti i Cardinali : & gli altri prigioni furono non molto dipoi , data fi»
b Pereioehe curtà di rapprefentarfi , liberati . Ma Valentino non uolendo effere flato
G'o. Paolo federato fen%a premio; fi partì fenya indugio da Sinigaglia,& fi dirigo
pof fatw de a Citta di Caflello:e trouata quella Citta abbandonata da quegli,che ut re
capitar di flauano della famiglia de Vitellai quali intefa la morte dt Vitelloxgo ;fi
xinRomal erano fuggiti; continuò il camino uerfo Verugia;onde fuggì Gian Vagolo:
iomei è fcri ìlquale desinato b a più tardo , ma a maggior fupplicio era per foretto i
nei hb,i3 a ftato piucauto,cbe gli altri ad andare a Sinigaglia:lafciòl'una,& l'altra
facV°°' ^ÌXt:* fotto ^ nome ^a Cbiefajbauendo rimefio in Verugia Carlo Baglio
ne,
Q^V I K T O. ifo
ntygli Oddi,e tutti gli altri nimici di Gian Vagolo: & udendo con sì gran
de occaftone tentare d* in fi gnor ir fi di Siena,feguitandolo ale uni fuor ufc iti
di quella Città ; andò con l'efferato , nelquale erano arriuati di nuauo gli
aiuti promeffi dal B enti uoglio, a Caflel della pìsue rdoueintefa la cattura
del Cardinale Or ftno\feceflr angolare il Duca di Grauina,& Vagolo Or fi
ni:& mandò ambafeiatori a Siena a ricercare ,cbe cacciaffcro Vàdolfo Ve
trucci come nimico fuo,& turbatore della quiete di T ofeana^r ometten-
dole cacciato che fuffelui<, fé rì andrebbe con l'tfiercito in Terra di fto-
ma,fen\a moleflare altrimenti i loro confini:& dall'altra parte ilVonte
fice,et egli ardeti di dcfiderio,che Vàdolfo ,cofi corner a flato compagno di
quegli altri nella ulta, fuffe etiandio compagno nella morte; singegnaua-
no di addormentarlo con le medefime artico lequali haueuano adàormen
tati tutti gli altri, fcriuendogli brieui,& lette* e molto Immane, & man-
dandogli per meffi proprtj ambafeiate piene d'affettane, & di dolcezza t
ma il foretto entrato nei popolo di Siena,che non tende/fero ad occupare
quella citta ; fa ce uà più difficile il difegno loro contra Vandolfo : perche
molti cittadini mal contenti per l' ordinario di lui; fi riduceuanoa uolere
più toslo temporeggiar fi fotto la tiranide d'un cittadino ,che cadere in fer
uità forefliera; in modo,che di lànongliera dato nel principio riftofla al
cuna,per laqualc potè ffeffyer are della partita di Vandolfo: & egli nondi-
meno continuando nella medefima fimulatione di non uolere altroché que
fto;proccdeua auanti nel tenitorio loro:& era vìa arriuato a a Vien,xa,et * *n.f ì"1**
» • /• t, i • • » r i- n » i r j diccilBuo-
Chiuji,& l altre terre mane arrendutefeglt d accordo . Bornie crej cencio nacc. che »t
in Siena il timore,& cominciatofi afpargere nel popolo, & etiandio tra Duca vaie»
alcuni de' principali,none[fereconueniente,cbe per mantenere la potentia i^cóguora
d'un cittadino ;fi mettefie tutta la città in sì graue pericolo;Vadolfo de- 1?I].des1!^
liberò di far con buona gratta di tutti quello,cbe dubitaua ria bauere a fa ir torno alia
re alla fine con odio uniuerjale,& con maggior pericolo, et dàno proprio: ^"j^**
et però con confentimento fuo fu lignificato in nome publico al Valentino, ^promette
effer contenti compiacerlo della dimanda fatta ; pure che fi partile con le ^ ^ • faec
fue genti de terreni loro : laquale rifolutione .ancor che l Vontifice,&-e- gi; hauer h\
gli haueffero adirato a maggior difegno; fu accettata per la difficoltà co- "^^mi-
nofceuano d'efjwgnar Siena, terra groffa , forte difito , nellaquale erano n;0 Fioren-
Gian Vagolo Baglionr,& moleifoldai i, & doue il popolo quando fuffe re ^"en^'cui
flato certìficato,cbe Valentino baueffe altro fine,i he la partita diVandol la Rcpubiì.
fo;farebbe fiato unito arefifiergli.^ggiunfefi,chealVontcficeparue per ca dl Fl°*
la ficurtà propria neceffario* cbe'l figliuolo riduceffe l'efferato in I{oma :
doue non fi fiaua fen^a foretto di qualche mouimento: perche a Vitiglia
no s erano ridotti Giulio,& alcuni altri degli Orfini:&in Ceruetri erano
con molti caualli Fabio , & Organino Or fini : & Mutio Colonna partito
del Bearne di Ifapoli era entrato in Valombara in foccorfo de' Sauelli ; i
quali haueuano fatto di nuouo intelligentiai& parentado con gli Or fini:
ma
icnxa.
L I B R ò
ma perde più Tuno>& l'altro di loro U jperan^a dioccMpar ShìhUpCrche
già fi comprendeua>cbeal I\e di Francia, benché da principio ne fitjfe flato
molto ambiguo era molefla queffimprefa;corme quello, che fé bene bau effe
defideratOyche fuffero battuti Vitello%zpy& gli altri confederati; gli pa-
tena pure 3 che la totale loro rouina con raggiunta di tanti flati jacefie
troppo potenti ilTontcfìcey& Valentino : & efkndo la Città di Siena, &
Landolfo fotto lafua protettioney& non appartenente alla Chiefa,ma al
l'imperio;gli pareua poter molto gi ufi fattamente opporfi a queflo acqui
flo.Hebbe ancofl>eran%ayche per la partita di Tandalfo,ilgoucrno di quel
aLaparten la Citta rimane/le in qualche confufìone;& per quetto poter f egli in prò*
vandC>ifore %reSÌ° & tempo prefentare occafione da colorire il difegno loro . a Tartì a* ,
micci di sie dunque Vandolfo da Sienaima lafciataui la medesima guardia^ la mede
ài' Gelalo fima autorità negli amiciy & dependenti da luifin modo non appariua fat
i ? o? . & con ta mutatione delgouerno: &il Valentino fi drizzò uerfo T{oma per anda
- alla dislruttione de gli Or fini: i quali infiemeco Saue '
7 Tonte a Lamentano^ correuano per tutto 7 paefe.
per la giunta di V dentinoiilquale affalto fubito lo fli
vaiSun^11 m,non 1}aucndo rifletto ycb'egliycbe non s'era dimoflrato contra luilhauef
mandò so. fé la condottai ordine di S. Michele y& la protettane delire di Francia yet
Himedo cf fHHe a^ora n^ Fatarne di J^apoli a feruigij fuoi: di che figiuttificaua ti
iniìdie : ma Tontefice col l\e non muouerfì per cupidità di fogliarlo del fuo slato;ma
"uro fofpet- Percbe €IFen^° tante ingiurie,^ offefe tra luty& la famiglia Or fina non pò
to acafeina teua hauerlo ficur amente sì propinquo: però effer contento di dargli in ri
miiTarioFio1 comPenf° ilTrtncipato di Squillaci^ altre terre equiualenti:& nondime
jentino j il no il I{enon accettando quelle ragioni fi ri f enti molto di tale infulto ; non
dò afthfarfi tmt ° Perc^e ln fa? poteffe più , \he l folito il ricetto della protettane ;
in pifa Buo quanto per 'che non continuando più nella prima profferita le cofe fuenel
Rggno di T^apoli, cominci aua hauerea fofpetto l'ardirey& finfolentia del
i Tontefice3& di V aletinoyr nomandogli in memoria /' affalto del fanno paf
fato di Tofcana}& quel che poi contra la fua protettione nelle cofe di Sie*
na tentato baueuano',& confiderandoyche quanto più haueuano ottenutoy
b Mandò il & per l auuenire otterrebbono dalui\tanto era diucnt.ata,& per diuentar
co^erco^fi ftmpre maggiore la loro cupidità: & però mandò con affra imbafeiata à
giio de' fìo comandare a Valentinoyche refiHeffe da moleflare lo flato diGianviorda-
rétiniatrat _ •; » . . • r ; > j
tar lega fra no •' ttqualey per me incognite > non\en%agraue pericolo s era condotto a
Fioréza, sie Bracciano : & parendogli oltra queflo necefìario afficurarfiy che le cofe di
& Bologna, Tofcana y non face/fero qualche uariatione > intefo maffimamente y che in
Franceico Siena appariua principio di difeordia ciuile; cominciò per con figlio de' Fio
iiche è deci rentìni, b a trattar e ycheVandolfo Vetrucciyilquale fi era fermato in Ti^
t0efl°o V f ' fa>tornaJTe in Siena; & che tra i Fiorentini ySanefiy& Bologne-fi fifacefie
dice ancho unione a difefa comm une yr eflit uendo fi yper leuare tutte le caufe della dif
^ B_uonac« fenfione,d Fiorentini Monte Tulciano: & che eia fc uno dì quesli fi proue-
defit
Q/ VINTO. 151
ieffe fecedo lafuapoffibìtit:- di genti d'arme per di fé fi cmnmtme;accìb che fi
interré efice, &ai Valentino lafactdtà di diflendcrfpiu in f'o
fcana Ranetta Inqncfo me^o il V aleni inopre Co con parte delle fu e genti Vi
có'uaro dotte erar.oper Giankr J ano feìcentof antiqua battuto il comandiamen
go età Rói'zo '■ ! o, & Gi:dìo,et Tradotto della mWeffma famìglia] che i noma
raxìv itilo cafa «"^ebbero
Breno ca
pila de* Fia
fin preflo in fu un pog fo tutto d'itnfaffo intero però da Romani \quado a r ot ^! JJta J*J
ti da francefili fumé d\Allia> heggi detto raminoteli tfèjpeYutòitb di poter ma Decite
iifèmer 'Rema;t't furono madate>cùrìte in luogo ficmifjlmodè b Fcrg. fia JeiLv^di
li, e 1 fimulatri più f egreti, & più itene: adi de gli Leu con molte alive cofe fa carnaio.
ere,& r eligio fé :& per la mede fimo cagione non fu ne tcmfgiicd uiolaia dal ^vv»
la ferocia de' barbari, quado per la declinatone dell'imperio nomano inodoro fero le v «-
no con tanto impeto tutta Italia;et per quefìo,&per efìerui copia di nalorofì §iniveft;a1!;
difenfori;riufciua al Valentino l'imprefa difficile lilquale per efpngnaHo riè di cerimonie
IMtiaM'indufìria pretermetteua,aiutandofi oltra molte al- re machine belli foficl-°
1 r PI J H n j- «Cibato •■«a
che, pcrjuperare L altezza delle mura, con gatti, & con uarij imprimenti da raflcro.e m
legnarne idoue mentre, che flà Francefeo da Tfaffii mandato à Siena dal Re di *** $££
f rancia; fignificò la méte Regia effere,cheTandolfo ritorxaffèjalquak baite co tutti fi
na prima riceuuto promeffadiperfeuerare nella dutoiwne jua-.&per fuafi- f£f j*"*®
turtà mandargli in Francia il figliuolo maggiore pagargli quello di che rima- wnc» ti s e
netta debitore per la conuentione de quarantamila ducati, & reftituire a Fio [f^d^Fà
remini Monte Tulciano;ilche intefo in Siena fu pìccola diffidata al e ritorno nera i; ài di
fuo,aggiugnendofi alla rìputatione del nome del Re il foucre [coperto de Fiore amkhTd?
tini, & la difpo fittone de cittadini amici juoi:iquali battendo anticipato di pi t ho maio
gliar l'arme la notte innanzi al giorno deflinato alla venuta fita;j rec: :c:io flore *oT «wHÌ
fermi tutti quegli,che fentiuano altrimètìifuccedctte queflo con grodifjìwo dì co pia.
giacere del Tote fice,le cofe delqualeper altro fcliceraéte procedeuono -.perche c R5torr^
fé gli erano arrendine Talobara,& l'altre terre de' S anelli: & quegli }cf) era in Siena rà
no in Ceri uefiati dì,& notte in moltimodi>& co molti affalti;finalmete 'ar a*^" %
renderono conpatto,che a Gioitami Signore della Terra fuffe pagata dal Ton Marzo.n °i
tefice certa quantità di danan,& ch'egli e tutti gli altri fuffero lafciati andar r,uonacc'
falui a Vitigliano: lequai cofe fuor a della confuetudine del Tapa, & contea d il cote ai
l emettanone uniuerfale ; furono offeruate fincer amente . l\cn procedeuano hi^°ò h0
già confinale profferitale cofe de'Francefi nel Regno di Ts[apolhhauendo infi noiato° co-
no nel principio di quefi'anno cominciato a difficultarfi : imperoche efiendo il m? r<:CItane|
d Conte di Meleto con gente de' Trincipi di Salerno, & dì Bifignano a capo a iib°i!°deiu
Terrmuoua;pafiò da Meffma in Colonna Don Vgo di Cordona con ottocento £»» <*i Co .
fanti
LI B ìl O
fanti Spagnuoli:j quali fiati a* folli di Valentino binata conJotti da Roma;
& con cento cannili >& ottocento fanti tra Siciliani, & Calanrefi:& giunto
a Seminava fi mofle nerfo Tcrranuoua per fbccorrerla:il:be intendendo il Co
te di Meleto, leuatefi da Terr annona ; andò per incentrarli , camiìiauano gli
Spagnuoli per una pianura ri fretta tra la montagna & una fumar a che me
na po:hi{fima acqua,ma the fi congiugne alla f rada con un argine: e i Francefi
fnperiori di numero camminano aìlon:ontro difotto al fumé, d: fiderò fi dì ti-
rargli nzl luogo largo ima uedendogli procedere fretti \& inferma ordinata*
dubitando >che fé non tagliauano loro laflrada;non fi coducefìero falui a Ter
r annona ; pafìaronoper affiliargli di là dal fiume: dotte preualendo la nini*,
de fanti Spagnuoli effer citati nella guerra , &nocendo molto a Fmncefi il
dfinaniaggio dell argine , furono rotti SHe molto poi arriuarono di Spagna a
a Quattro Meffina per mare uugento buomini d: 'arme,dugento giannettier'h & a due mi &
Untiti* à~ la- fanti, guidati da Manne lo di Benauida:colqualepafiò allbora in Italia *An
fciiGiouio: tonto daLeua,cbe falito poi 'dipriuato foldato per tutti i gradi militari alca
tonk).daL<£ pitanatoGenerale;acquiflò in Italia molte uittorie. I quali paffati daMeffina
» a fa il me- a Reggio di Calauria prefo non molto prima da g'i Spagnuoli offendo allbora
m onToYche obignì in altra parte della Calauria,cbe qua fi tutta fi teneuaper lui;andaro
ijucftoautto no ad alloggiare a Lofarm, propinquo a cinque miglia a Calmiera ; nella qual
terra due dì innanzi era entrato ^Ambricort con trenta lancieri Conte dìMe
leto con mille fanti; & prefentati fi la mattina fui far del dì alle murandone
non erano porte,ma folamente la sbarazl'efpugnarono al fecondo afìalto,ben
ebe francamente fi difendefìero:doue reflò morto il Capitano Spirto,<Ambri-
cort prigione^ l Conte di Meleto rifuggito nella rocca fi fahmperebe iuinci-
torifi ritirarono finitamente a Terranuoua,temendo d'obignìychecon trecen
to lancie,tre mila fanti fore(ìieri,& due mila delpaefe s approffimauaidopo
ilqnale accidente efkndo Obignì fermato fi a Vollifirine cafiellg propinquo ;gli
Spagnuolhmancando loro le uettouaglie; fi partirono una notte occultamente
per andare a Gbierace: ma feguitati dalla gente d* Obignì inftno alla montata
bMorì ìleo d'una diffidi montagna;perderonofefianta buomini d'arme, & molti fanti :et
zotn <j*ia£ de* Fr ance fi ni mori, per effer fi me fio troppo innanzi, Grugni buomo filmato af
li a 7.disetté fai da loro, & ebeguidaua la compagnia fiata del o Conte di GaìaygoMqua- ^
me Vaiuen & Poco ^°P° ^^u'ln^tone diCapua era morto di morte naturale. Soprauèrmé
Buonaccor- in queflo tempo di Spagna in Sicilia un altra armata,che conduffedngéto hwy
gni* Vrlkcfe mtni d?arme,dugéto cauai leggieri,& due mila fanti,cbc nera Capitano Tor
che qm uié to Carreranlqual 'eficndo morto a Reggio, don 'erapafiato con le genti;rima-
SaiGìoulo è fi la cura a Don Ferrando df^Andradafuo Luogotenente :per la giunta de qua
d« to g r rgn i U riprefo an imo gli Spagnuoli) che s' erano ridotti a Gbierace, ritornati a Ter
ca°rrero°uerà r annona; fi fortificarono nella parte della tcrra,contigua alla fortc?ga,t cnu-
racnte fudei ta per loro ci) è al capo duna ualle, alla qual ualle fi congiugne il refio delia ter
migiu Boc* ra,t emendo & non inuano,della uenuta dt Obignì: perche egli uennto fiotto
cmegra in fa i>ollifirine;alloggiò in quella parte >chc non era occupata dagli ^pagnuoiiy
,'ti-
e
Q_V I N T O. * iji
fortificando fi ciafcuno, emettendo le sbarre dal canto fuo : ma intendendo
poiObignì, che gii Spaglinoli ,c)i erano finontatia Reggio ,- s accodavano fer
unirfi con gli altmfi ritirò a Lofarno,& i nimicifeguitanio Ix commedità del
le uettouaglie;fi pò fono tutti infìeme a Seminar a. Mentre yche nella Calauria
procedendo lecofein quefla manieraci licere Fr ance fé ritornato uerfo Bar
letta fermato fi a a, Matera; haueua diflrihuito le genti infili luoghi circofian- «Dice iicìo
thattendendo ad impedire yc he non ui enti afferò uettouaglie, &fper andò, che *™*i^ * -^
per lapejìe,& carefua-, ch'era inBarletta;gliSpagnuoli nonpoteffero piudi- di Corajuo,
movaruh né ridar fi a Tran i dou erano le difficulta medcpme . Ma era mar ani- ^ecn^ss' 1j
gliofa in tante incomnwdità.&'pericoli la perfeueran^a loro ycon fermata da fetmò due
ta uirtà & dalla diligenza di Confaluo: ilquale hora dando jperan^a della uè £ Bafuua!
nuiaprefla di duemila finti T edefebuà follare i quali haueuamandato Ot- & mandò a
. tauiano Colonna in Germania;hora d'altri foc cor fi; hora (pargendo fama di sentili t
uoler ritiraifi per mare a Taranto;glifoflentauai& ancora molto più con fef g'p^a t>*w*
f empio tollerando m fé mede fimo con allegro animo tutte le fatiche , e tutta fai'uo"^-
la ftrcttczga del uiusre,& di tutte le cofe neceffarie. In tale flato ejìendo ri- fc> c**« Boa
dotta laguerra;cominciarono per la negligenza, & per gì' infoienti portarne?1* «"batcVi ° a
tir de arance fi, ad efìer fupcriori quegli,che in fin a quei giorno erano flati in- u?8lia del
fcrìoriipcrchegli huomini diCaflellancta terra uicina àBarletta,diffcrati per recedo "ac
i danni, & ingiurie ;che patinano da cinquanta lande Francefi > che u'allog- bitno> &u
gìauano , pr e fé popolarmente l'armi li fualigiarono : & pochi dipoi Confai- rlcca^ou
uo> hauendo notitia, che Mons. della Valiffa , ilquale con cento lande, e tre- cexla*
cento fanti alloggiaua nella terra di Rubos y diflante da Barletta dodici mi-
glia ;faceua guardie negligenti ; ufeito una notte di Barletta, & condotto-
la Rubos y & piantate con grand iffima celerità l'artiglierie Jequrdi per efie-
re il -camino piano haueua facilmente condotte feco-,1' affollo Con tale impeto^
che i Francefili cjualiafpettauano ogn altra co fayfp attentati dall'afe alto impro
kifo ;fatta debole difefa fi perderono rimanendo wfieme con gli altri il Tarif-
fa prigione : e' l giorno mede fimo fé ne ritornò Confaluo a Barletta fen%a peri
colo di riceuerenel ritirar fi da IS^emors, Hquale pv i hi dì wnan^i era uenuto a
Cane faranno alcuno: perche le genti fue alloggiate per tenere Barletta afk-
diatadapiu lati,& forfè per maggior loro commod ita in uartj luoghi ;non pò-
tcuano efiere a tempo a congregarci : & s'aggiimfe , che cinquanta lande de3
Francefi , mandate per pigliare certi danari y chef conduceuano da Trani a
Barlettaifurono rotte dagenthlequaliper afficurare i danari erano fiate man
date da Confaluo . Seguitò apprefio a quefli un altro accidente , che diminuì
affai l'ardire de* Francefi , non. potendo attribuire alla malignità della fortuna
quello hch 'era flato opera propria della uirtu: perche efiendo fopra la ricupera
tione di certi foldati,ch' erano flati prefi in Rubo sbandato un Trombetto a Bar
ktta per trattare di rifeuotergli,furono dette contra i Francefi da alcuni huo-
mini d'arme Italiani certe parole ,cbe riportate dal Trombetto nel campo Fra
cefe>& da quegli fatto riffiofta agl'italiani; accefono tanto ciafeuno di loro,,
• !. che
'
LIBRO
che per fofienere Fbonore della propri e;f ce- ono , che in cdri.pd
a L'abbatti ficuro a battaglia finita combatteffero mfteme tredici ini dWwc Trance
mento dc\ fi, e tredici h uomini d'arme Italiani: & il luovo del combattere (offe (Intuito
ti Italiani » ^<
contra i *!j . ài *>&* campagna tra Barletta, binària , & Quadrato : douc fi condite e fiero ,
Jwcefi heb accompagnati da determinato numero di genti .'nondimeno p:r afficurarfi dal
irGiouio , (infidie ciascuno de Capitani con la maggior parte deli e fi ere il o accompagnò
principio p i fai ìnfino a me%o il camino yconfirt a- uìogli. ebe effóndo fiali [celti di tutto
caPrio°Ano (efferato ; corrijpond efiero con (animo, & con l'opere aìXeffenaùone conce-
ierio, detto pUtaycb'era tale,cbe nelle loro inani, & nel loro mdofe.fi fnffe con communc
n" il Mot- confentimento di tutti collocato (bonore di sì nobil natimi* Kicordaua il Fi- a
ta Fran cefe: cer£ prancefe a fuohqtiefti effere quei mede fimi italiani-, ebe non battendo ar
ìo f rìgton dire di fofienere il nome de Francefi > baueuano fen%a fare mai efpcrientia
da Diego £€yia fa uirU\ (\atQ iQYQ rempre la inacquante uolte '-dall' \Alpi baueuano cor-
& trouando [o injm ali ultima punta d italia;ne bora accendergli nuoua gcnerofitad ani-
f!:? un che m0i0 nuouo tiigore,ma trouandofi a gli fiipendij de gli Spagniwli,& fottopo
conaiuo fii a loro comandamenti ; non bauere potuto contradire allauolontà keffi : i
Soni? pSò l1^* affueti a combattere non con uirtù, ma con infidie,& con fiaudeffi fa-
contra l'ho cenano uolentieri otiofi riguardatoci de gli altrui pericoli :ma come gì3 Italia-
"arìanì? il» ni fHJTero condotti fui campo , & fi uedeffero a fronte (arme, & la ferocità
cheriiaputo di coloro da quali erano flati fempre battuti, ritornati al confueto timore; ò
co^nncH non ardirebbono combattere^ combattendo timidamenteffarebbonofacilprc
mandò a fa loro;non effóndo /ufficiente feudo contra il ferro de* uincitori ilfondamen
Koua^che to fatto fulle parole, & brauerie nane degli Spagnuoli. Da altra parte ^>Con b
di gì: i paga fiaiuo infiammami con no meno pungenti flimoli gì* Itali ani, riducendo loro in
ha wua t io- memoria gli antichi bonon di quella natione* & la gloria del( arme loro, co le
uà to co m. qffòfo già tutto l Modo domato baueuano; effere bora in poteflà di quefti pochi
Sa bramirà, no inferiori alla uirtù de* loro maggiori :far manifeflo a ciafcuno,che fé Italia
uincitrice di tutti gli altri era da pochi anni in qua fiata cor fa da efierciti fo-
b il g ionio reftieri;efterne fiata cagione non altroché la imprudenza de fuoi Trincipi: i
netti, z. dei quali per ambinone di fi or danti fra loro medefimi,per battere tun (altrojar
lav i ta cu co ■ aranjere chjamate baueuano mori ha uere i Francefi ottenuto in Italia uit-
te,c he Pro- torta alcuna per nera uirtu,ma o aiutati dal conjiglio,a dal armi de gì Italia
'V eCorta" ni;òper effere fiato ceduto alle loro artiglierie ;con lo ffauento delle qualhper
te pfn»a&i*i effere fiate co fa nuoua in Italia, uonper lo timore delle loro armi cfierglifia-
poTuT'con ta data lafirada;hauere bora occafione di combattere col fe^ro,& con la uir
io . Et è tu delle proprie per fone, trouandofi pre finti a sì gloriofo fpettacolo le princi-
toq.nitonb P»»J
tn quel luo
qutftòab Pak natimi de* Cbrifiianue tantanobiltà de fuoi medefmhi quali cofi daliu
memo naparte,come dall'altra hauer eflremo defiderio della uittoria loro iricorà 'af-
fla fi effere fiati tutti allieta de' più famofi capii ani à'ltalia,fiutriti continua
che
in che roo
do gl'i tei:* . cJrCm
ìii. toCero nrmntì f(Tì}eicauaI'i,cjuaIi premij follerò prppofthe in che modo le lance loro lotterò piti lunghe,
&ci:i conicguiUero fa uittoria;
mette mente fotta (armi; & bauere ciafeuno ci'effi fatto in uarij luoghi (oneratoli
:he tao • _hl.
fe
Q^ V I N T . O. i'H
ejberìentie dèlia fua uirtà : & però,ò effer desinata a cachi la palma di ri- • l} t3P° *
H .1 . i« « i » ì • i. i l A r > -> difegnato i
mettere il nome Italiano in quella glorid,nella quale era Jlato non job a tepo mezo ài
de' loro maggior i;ma uè Ihaueuano ueduto effi medefimi;ò non fi confeguen- ^^Andri *
do per quefle mani tanto bonorejhauerfi a disperare \ che Italia potè (fé rimane co un jòko
re in altro grado, che digiominiofa, & perpetua feruità . 7{è erano minori |"n'ottauo
gli ftimoliyche dagli altri Capitani, & da' [oliati particolari deli uno, & del di miglio.
I altro esercito erano dati a ciafeun di loro, accendendogli ad effer fimi li di fé r
mede fimi, ad effaltare la propria uirtà lo (flend(jre-,& la gloria della fua na ni , dice ii
a tioneied quali conforti condotti a al campo pieni ciafeuno $ animo, & d ardo Gl0^°.» fcn
te , effendo luna delle parti fermatafi da una banda dello {leccato oppofitaal putò i amai
^ luogo doue s'era fermata l altra parte ;come fu dato ilfegno ; b cor fono feroce J1'*1^ "5
mente afeontrarfi con le lanciemelquale [contro non effndo apparito uantag corfero; ma
fio alcuno ,mefìo con prandi/lima animofnà , & impeto mano ali altre arme , f/Fetur^no
i- n ■ r 1 1 ir ■ J\ r m t r • I incontro
dimojtraua ctajcun di loro egregiamente la fua uirtUìConJejjandoji tacitamen de' Fràcefi:i
te per tutti gli ffiettatori,cbe di tutti gli effer citi non poteuano efier1 eletti fol ^&\!iìl\
dati più ualorofi,nè più degni a fare sì glorio fo paragone : ma efìendofi già co* le lor lance
battuto per non piccolo fbatio & coperta la terra di moltipeTgi aarmadure, pJlimUanSchó
di molto fangue di feriti da ogni parte, & ambiguo ancora l euento della bat le lor punte
taglia , riguardati con grandìjfimo filentio, ma qua fi con non minore anfietà, l "el "ofa^e
e trauaglio d'animo, che haue fiero eglino, da' circvflantiyaccade, che GulieU te minici .
t mo e ^Albimontcuno de gì Italiani fu gittato da cauallo da un Francefeàlqua L»Aibim5
le mentre, che fero cernente gli corre col cauallo addofìo per ammainarlo; Fra te, c'i s idìci
cefeo Salamone correndo al pericolo del compagno; ammainò con un grandini ^J^^l
d mo colpo il d Francefe , che intento ad opprimere l*Albimonte; da lui non fi no uaijpor-
guardaua:& dipoi infwme con l'^Albimonte j 'era folleuato,et col Miale,cb'e [^Vl ^Q^
ra in terra ferito, prefi in mano (pedi , che a quefto effetto portati haucuano ; io fteccato ,
nmmaT^arono più cauai de' nimici: donde i Frane e fi cominciati a reflare in fé ™ *0'n c^ " \ jj
riori; furono chi da uno,chi da un altro de gì Italiani fatti tutti prigionia qua Fanfuiia, ca
li raccolti congrandiffìma letitia da fuoi, & rincontrando poi Confaluo , che Cauam,cfmi
gli afpettaua a me%o il camino,riceuuti co incredibile fefìa,& honore,ringra &o a piedi,
tiandogli ciafcuno,come reflituitori della gloria ltaliana;entrarono come trio m-,^ ear°gU
fanti,conducendofì i prigioni innan^iàn Barletta,ribombando laria difuono fPicdi«
di trombe, & di tamburi, di tuoni d'artiglierie, &■ diplaufo,& grida milita- d ouefti fu
tMegni che ogni Italiano procuri quanto è in fé, che i nomi loro trapaffxno al ciaudiod* a.
tapofteritàjnediate l infirumento delle lettere. Furono adunque Hettore Fie ^^nte*
e ramofea C apuano, Giouanni Capoccio, Giouanni Bracalone,& e Hettore Gio portò u pe-
uenale Romani, Marco Carellario da l^apoli, Mariano da Sarni, Romancllo Soutliajgi*
da t orli, Lodouico jLminale daTemi,Fr ance f co Salamone ,<& Gulìelmo^AU p« n«ion
limante Siciliani^ Miale da Troia, el Riccio, e Tanfulla Tarmigiani, nutriti Uouf cóbat
tutti nellarmhò fitto i Re d'^ra?ona,ò fotto i Colone fi:& è cola incredibile tet contra
T, l'honor del
V quanto la patria. •
r € Hettore fudetto per (opranome braccio: & Mariano da Sarno fu de gli Abignenti.Lodouico Aminaie*è
detto Lodouico Berfàuoli daTiano.&non da Terni. Mialo da Troia lo chiama Mcialc di Tofcana: &Taa
" fclia, Parmigiano,Tito da Lodi è nominato dal Giouio.
LI 'B 11 O 1
quanto animo togìiefie quello abbattimento alteficrcito Trànce fé, & quanto
natii refe fi e ali e fi er cito Spaglinolo, facendo ciaf cimo prefagio da quifla ifye-
rien%a di pochi del fine uniuerfale di tutta la guerra. Era in qucflo topo mede-
fimo il Redi Francia moleflatoin Lombardia da gli S iutieri, fatto ilprinci
pio non da tutta la nationcma da i tre Cantoni occupatori di Bellin7$ne:iqua>
li udendo indurlo a consentirebbe quella terra fnfie loro propria;afialtarono>
Luiherna & la Murata muro di lungh e?ga grande fu l Lago Maggiore pref
fu a Lu .beni a: per loquale fi probibìfee lo feenier di quelle montale alla pia,
nura>fe nenper una porta,che fola è in quelmuro: & benché nelprincipio ria
rottem fero per la difefa de Trance fi,che uiflauano a guardia- & che Clamo
te ìlqualcon 800. lanciere tre mila fanti s era fermato a Varefc,& a Gale-
ra-^Jf erafie eh' 'ella s'hauefie a difendere; nodimcno crefciutipoigli Sui'Zgerl
di numero , perche hebbono foccorfo da Gr igieni, dopo molti affiati dati in uà
no'jfaliti una parte di lorofopra uriajbro mote,che foprafala Murata;coflrin,
fono a leuarfene coloro, che la guarà auanoiet prefo poi il Borgo di Lucherna >
ma no la Rocca;ogni dì aumétauano;perche gli altri none C aioni J e le da prin-
cipio haueficro offerte gèti al Re per la cofederatione x haueuano . e lui;comi.
aarono pei a dar foccorfo a tre Catoni, allegando non poter mancare d aiuta,
re i loro compagni, & efierne tenuti per le leghe antiche) ch'erano tra loro,an>
ter ieri alle ubligationi,c haueuano con tutti gli altri: & mentre, che già innu
■ ■ mero 1 5 .mila fono intorno alla rocca<no potendo i Franccfifoccorrerlaperla j
freticz^a de'pafii , & per le diligenti guardi e ui faceuano; attendeuano a
predare il paefe circÓfiàte;etfdegnati chél Catellon di Mufocco terra di Già
Iacopo da Trinici ricufaua di preflar loro l'artiglierie per battere la rocca di ,
Lncherna;faccheggiarono la terra di Mufocco non mokfiado la rocca , perche
era inefftugnabile. Dall' altra parte i Trance fi facendo flima non piccola di que
fio moto, hanendo raccolte tutte lefor%e,chaueuauo in Lombardia,& ottenu
aòueftiaiu r/ a ^ut^a Bologna,da T errar a, & da Mantoua,ricercarono i Vinitiani.^
ri fufonodi de fufiidij debiti per difefa dello flato di Milano.'iquati bauendogli promefii
forte : 300. prontamente ; Qlt (hedirono sì lem ameni e, che non furono ne ce fi aru. attende
t)3 ititi ieri , 1 » j 1 1 1 1 r i' » / ì • "•'j. C
fecondo il uaCiamonteJ?auédobenpròucdutelefurtc'ZXe,cberanone luoghi motucji,
Buonaccor a tenere [egenù allapianura.fperando che gli SuiTgeYhcbe rio ardiuano per
rio baucre ne eaualline artiglierie fc end ere ne luoghi aperti fi flracchcreb-
bonoper la difficultà delle uettouaglie,& perche erano fen7sadanaru& fen-
ro^nch" % %a$eran%a di far effetto alcuno importante melquale flato efiédogli Sui^e
prc:ente n dm0rati molti dì,& crefecndo lapenuria delle uettouaglie,perche i Tran .
;SuizzCCngcèr cefi armati molti legni haueanofommerfe molte bar checche coauceuano uet~
» qu- n t i i t à touagUe a gh suix^eri, et impediuano,c he per lo lago rio ne potè fi ino ballerei
tf in le* oc & cominciando a difunirfi tra loro perche limprefa no atteneuafe no a Cato
Pm.uauyd! nixbepofiedeuanoBellmrz$ne,corrotti ancora . i Capitani da denari de Tran
JiniuaVo. * cefiifurono alla fine cotenti di ritirarfi,reflituite,da Mufocco infuora,come co
Buonacc. • ja ^ apparteri^e al Resumé le terre occupate in quefla iftcdit wne3et *> otte b
** tinta
Q_V T N T O. if4
nuta dal Re promefia di no moleflar Belli tifone fra certo tempo .-tanto efanoì
France fi alieni da uoler lanimicitia de gli Sui^^cri.che no fi uergognauano
no folamente in queflo tempOyc'baucuano guerra co* Re di Spagna, temeuano
del Re de Romani, & haueano foretti i Vinitianu maetiadioin ogn altro
tempo.ccperar l'amicitia di quella nationeycon pagar proni foni annue in pu-
blico,& in priuato,& fare accordi co loro co indegne ccditioniymouédogii ot-
ti tra il no cordare della uirtù de fanti propri* >il conoscerebbe a COKI difa-
Coji liberato il Re fciatorl dc
mo minore n>h sòiìù
*d Ak-ls.ii
uantaggio grande fifa la guerra co e hi no ha che perdere. Co fi libc
di Francia dalla guerra degli Suiìtgcri; no banca nel tipo mede fi
' jperan^a di liberar fi dalla guerra ,ch'crancl reame di Ts[apoli: perche dopo !Ulvìag!u*
molte pratiche di pace tenute ueraméte tra l'uno, & l'altro Re,noUdofcne ri nii l :b 8 di
tornar di Spagna in Fiadra Filippo arciduca d\Auftria} & Trincile di Fian ,\ìi '^"a t?i
dra;deliberòybéche cotramolti prieghi de ' fuoceri, ritornar fate per terra; dai ch< 1xrclta_
tjuali ottene ampia facilità >& libero mandato difarelapacecolRediFran ■ quaVuna"
tia,ftata moltomctre ch'era in Ifyagna procurata da luì;ma accopagnandolo »»*«.« . fl*
,pu4tio
exercuus
due loro KAmbafciatoriìfenl^a la pariicipation de' quali non uolea cofa alcuna ciw ,
ne conchiudere \ ne trattare. Il in credibilconcuantamavnifìcentia, & ho- à%d*?S po/.
nore fup e per ordine del Re riccuuto per tutto l Regno di Franaa,no filo per tutti gii
defiderare di farfelo propino nellapratica dell 'accordo \ ma per conciliarfi per ^e Aidì^n
ùgn^ tipo l'animo di quel Vr incip e gioitane y & in emettanone di fomma potè fa»** pi*
tiaiperche era ilpiuproffimo alla fuccefjìone dell'imperio Romano,& de Rea n^coV^'
mi di Spagna co tutte le depèdentie loro: & con la medefima liberalità furo- quiftadógiij
no raccoltiy& fatti moltidonatiui a quegli ch'erano grandi apprettò a lui:aU ÌSJX'JK
lequali dimojtratioìii corrijpoje co magnanimità Reale Filippo: perche haue no) ucioci-
doilRe oltra la fede datagliycb'e potefiepafiareper Francia ficuramcteyma J^Jf-11 l]l4
dato perfua ficurtàaftare in Fiandraaanto ch'egli fufìepafiato alcuni de «a*
primi Signori del Reame;Filippo come fu entrato in Francia per dimcflrare
diconfidarfi in tutto della fuafede: ordinò che gli (ìatichifufs 'ero liberatile
a quefle dimoflrationid'amicitia tanto grandi fuccederonoyper quanto fu in lo
ro effetti minori; perche conuenutifi a Bles dopo difeufiione di qualche gior-
no ; conchiufono la pace con quefle conditimi. Che'ì Reame di J^apolifi 'pò fi e
de fi e fecondo la prima diuifione;ma lafciato in dipo fino a Filippo le protènde,
per la differen%adelle quali s'era uenuto all'arme; & che diprefente Carlo fi:o
figliuolo,& Claudia figliuola del Re , tra iqualififiabiliua lo' fponfalit io al-
tre uolte trattato ; s'intitolafiero Re diljapoli , & Duchi di Tuglia * & di
Calauria: che laparte,che toccana alRediSpagnafufiein futuro gouemata
-trimoniojil Re confignafìeper dota della figliuola la fuàportioneda qual pai
'(efufolénementepublicatanellaChieJàMaggiorediBl^
giuramento del Re, & di Filippo.come procuratore de Refuoifuoceri :pat^
certamente fé hauefie hauuto effetto di momento gradiamo ; perche non fole
Fi fi
.LIBRO
fi pò fauno l'armi tra Re tanto potenti , ma dietro a quefia farebbe fiottata-
la pace tra il Re de1 Romani, el Re di Francia ; onde contra i Vìnitiani na-
fien.ino vuoiti penfieri:e il Tontefice foretto d tutti , & in pe filmo concetto
a il maJato ^ tiàfttàio *> non rimaneua fen%a timore diconcilij , & d'altri difegnidde-
&l Re lq- preffione della fua autorità t Ma hautndo fubito a /"/ Rey& Filippo mandato
cinico a' 1 - i~- i- i . •- . . * l .
tuoi capita ncl *S^ di ^Poli ad Mimare la pace fatta, & d comandare a, capitani*
~: . .V .: .• „L~ J^/Zr** Ì4-*~t+*. *,n~,lfX~ /«..^:/!.^: i » ,^ t- „. -.-. .:■:■ />_ Jf _i • ili lì.
b
pnic » s o 3 . comandamento da fuoi Re;nonpoteua omettere di fare la guerrazalla con ti-
Buonacc. nmt\one dellaquale gli daua maggior animo chel Redi Francia Jperandepri
b vtdìdod ma nelle pratiche) &poi nella conclufwne della pace > &prefupponendo per
ifo^vQ e! queUche ancora era incerto; haueua non folamente raffreddato l altre proni*
i?ua prima fionima fopratenuto tre mila fanti, che prima haueua ordinatoychc à Ceno-'
uliSbftè m s imbarcaflero,& $oo.lancie deftinatz,che fitto Tersi andafierad quel-
li tuo Re, / iraprefa : &per contrario d Barletta erano arrinati i due mila fanti Tede-
unw afcqu°i fc^ ^ali fidati confauor del Re deyRomani,& imbarcati fi a Tricfte era\
fto,che non no cograue quere'a del Re di Fracia.pafiati fìcuraméte per lo Golfo de Fini
tìfi" »brac tianiietpero il Duca di ISlemors non pùtido prometter fi la fofpenfwne dell' ar
tordo, bbo- mey et indebolito per i dani riceuuti poco innari per efierfofjìciéte fi l occafio
ne tinuitaffe , b la neceffitd lo cofirignef e a combattere conimici ; mandò 4
chiamare tut e le gè ti F race fi, ch'erano diuife in uarij luoghi* i a quelle infuo
ricche fitto obignì militauano in Calauria,e tutti gli aiuti de* Signori del Re
% Atti Dlfi * $>no : ma hebbe ncl raccorle auerfa lafortuna.-perche hauédo il c D uca d 'jttri> c
chiimaua e*r Luigi d' *Ars,uno de Capitani Fraceficbaueuano le géti lorojparfi in Ter
teo A^qua ui ra d'Otranto, deliberato dì andare infieme ad unir fi col Vicerl,percheprefenti
uà: & Luigi uano> che Tiero lS(auarra con moltiffmi Spagnuoli era in luogo da potere lo-
toALodou!- Y0 nuocere fi fufi ero andati fiparati;accade \ che Luigi d'<Ars,hauendo hauu-
coArfio dai to opportunità di codurft ficuro da jeflefio; partì se%a curar fi delpericolo del
ii?At\hv\ Duca d'^£tri:alquale,rimafo filone fi endo peruenuto d notitia , chel ^[auayra
ta di coniai fi era mofio uerfo Materaper andare ad unir fi conConfaluo ;fì mefie ancora
e fio in camino con la fua gente Ma 1^01^ baflauano i configli humania refi
fiere alla fortuna:per che hauédo gli huomini di Rutiliano Terra in quel di Ba
rid quali in quei mede fimi giorni s'erano ribellati da Francefì, chiamato vie
tro J^auarra; & però egli uolgendofi dal camino cominciato di Matera uerfo
Rutiliano; fi feotrò nel Duca d! \Atri:ilquale fiauétato da queflo accidèteflet
tefofbefo di quello, che haueffi a far e* pure non efiendo fteura in tutto la ri-
tirata,et confidando fi, che fi bene era inferiore di numero di fanti ;haueua pili
. caualli,& filmando che la fanteria Spagnuola per hauere la notte fatto lun-
go camino fufie firacca;appiccò la battaglia: nella quale efìendofi da ogni par
te combattuto m\mtemente}fu alla fiwrolta la fuagcnteimorto Qiouanjln
SESTO. 15& •
gno di 1$apoli:& perche in queflo me%o non fi perdeffe Gactay & le caHel r^r^
la di f^apoliymandarui con prefìtta per mare foccorfo di nuouegentiyet inwnto ai -
di tutte le co fé necefìa riey<^r per impedirebbe di Spagna non u'andaffe foc ^-j^uefot
corfo y ilcbe era fiato caufa di tutti i difordini ; affaltare con due efferati tezze di ka
per terra il I{egno di Spagna,mandandone uno nel contado di B^ffiglione , f^1'',^^
che è contiguo al mare Mediterranee ; l'altro ucrfo Fonterabia^ & gli al- fa con l'ani
tri luogbi cir collanti pofli fui mare Oceano;& con un'armata maritima fì1";^1^
molejìare nel tempo mede fimo la co[iicra di Catalogna^ di Valenza: le- la ongno-
quali jpeditioni mentre , ebe con grandifjìma follecitudine fi preparano ; Jjjjj* ^^J
a Confaluo intento all' eff ugnati e ne delle C afella di !<{apoli ; * piantò l'arti tio,poì'u io
glierie contra Caflelnuouo alle radici delMonte di SMartino\onde di lue- j^^j^S
go rileuato fi baiteua il muro della Cittadella: laquale funata di uerfo il uè i difcnfo
detto monteyera di mura antiche fondate quaftfopra terra : & nel tempo ìj^$rJóti
b mede fimo b Vietro r^[auarra faceua una mina per rouinare le mura della do loppor-
Cittaddla , & finalmente fi batteuano le mura del caflello della torre di "crllca JJtì.
San Vicen^o , fiata prefa pochi dì prima da Confaluo. Era allbora Caflel giiexie.-iichc
Wjióho informa diuerfa dalla prefente-.perche bora leuata uia la Ciìtadcl *£ auttore
laxomincia dou erano le mura di quella un circuito nuouo di muraychefi »nfcrifce,oi-
,.„ , , t i n ìi • r ti t 1 • -tra quanto
difende per la piazza delcajtello tnfino alla mar mania naie circuito prin ne fcriue a
cipiato da Federigoy& aliato da lui infino al baflioneyfabricato di Mura giouìo.
gliafortey& bene fondata ;è molto difficile a minar e^per efier contra mina b u giorno
ta bene per tutto,& perche la fommità dell'acqua è molto uicina alla fu- fi à^ la
perfide della terra:& era il dijegno di Confaluo prefa,cbe haueffe la Cit- |aal n"^ il
tadellayaccoftandofi allafcarpa del muro del caflello >s j ?oi "zar fi di rouinar Nauarro «.
io con nuouemine : ma dalla temer itày ò dalla mala fortuna de Francefi n^Giomo.
gli fu prejentata maggiore occafione : perche poi che alla mina condotta
alla fua perfettione fu fatto dare il fuoco da Vietro 7$auarra;aperje firn fn J{'^
peto della polvere il muro della Cittadella: & nel tempo mede fimo i fanti ™ incerchio
Spagnuoliycheftauano in battaglia affrettando queflo> parte per la rottu- ^tQ<SLt5
e ra del muroyparte falendo con le fiale da più bande; c u entrarono dentro: <^ France-
& dall'altra parte i Francefi ufeiti del C alleilo per non gli la filar e ferma p„ j^^/^
re nella Cittadella ; andarono incontra loro : dalle for%e de' quali in poco uionfak,&.
tempo foprafattiyritirandofi nel riuellinoygli Spagnuoli alla me f colata co fj lpeil*o 3
loro u entrarono dmtroy& (binzendofi col mede fimo impeto alla uia della potè: in che
. in i • i ir 'Ci' èdaefferue
portandone non era allhor a il nuouo torrione yilquale fece poi fabricare dutoii Gio
Confaluo;accrebbero ne Francefi già inutili tanto il terrore» che in meno uio nen.b.
d'una me%a bora perduto al tutto l'animo ; dettono il Caflello con le rob- dj Confai_
beydelle quali ui era fuggita quantità gràdiffima, & perfone loro a di fere uo:douc feri
tione:oue reftò prigione il Conte di Montorio y & molti altri Signori . Et ^Odo con
riufeì quefto acquifto più opportuno .-perche il dì feguente arriuò per foc- ^ìuo compa
Correrlo animo a'C
iuoi,chi foffe prirro a falire,& in qmì modo fi mefiti anchora hogg» un* forta di bioniche aU'hoia non
^oiè oftet pallata dall'artiglieria.
* il Gioii* LIBRO
iViodc^dL correrlo da Gettona {marmata di fci Inaiti §rofie > & di molti altri le gvi
att dik'o carichi di uettouaglie,d'armr,& di munitione,& con une mila fanti :fi:U
spgniola l approffimarfi della quale tarmata Spagnuola, ch'era nel porto di T^jpO
alia signor ij.fi ùfirà ad ifchia:doue intefa,che hebbe la perdita di Caflel tyouo ; la
Dauaia,nchc fegnitò l'armata Francefila hauendo la Spagnuola, per non effere sfor-
ai un'aho Qlta a combattere , affondato innanzi a fé certe barche , poi che s'hebbo*
co iaaiglie" no * tirato qualche colpo d'artiglieria il una andò a Gaeta-/ altra afficura
l\va°cc'el tJfl Pcr la Partita fm rit°rn<> ^ Molo di Is^ip oli. E lp ugnato che hebbe Co
b <25Sofi faluo Caflel TS^touo , intento all'acquifto di tutto V Bearne , non affrettato
b^daS fco tefercito di Calauria,ilquale, per leuarfi nsti gì impedimenti del uìuerc
co aiia° mi - innanzi ; sera fermato a conquiflare la Valle d'ariano ; mandò Trofpero
\oU?\'nt Colonna neU'^£brumh& egli lafciatoTietro amarra all' tfpngnat ione
uo\ il caftei di Caflel dellVouofi dirizzò col reflo dell efferato a Gaeta;ncll(jf>ugna-
pdnd^irà ùonc dellaquale confi fleua la perfettion della guerra:perche la Jperan^a ,
cófigUo nel et la dijperatione de Fraceft dependeua totalmete nella faluatione,ò nella
ondatra- perdita di quella Cittàforteymarittima,& che ha porto tato capaceyet sì
giunti dalia opportuno alle armate madate da Genouayet di Vrouenza. *b{è erano per
SiÌTaj quiùl ciò i Fraceft rtflretti in Gaeta fola ;ma oltra i luoghi circostanti* che fi te
iettarono fé neuano per loro;teneuano nell'Abruzzi l Aquilana rocca d'Euandrcy&
P°cll qiS molte altre terreiet Luigi d'Ars r 'accolti molti e • aualli, et fanti yet fatte fi
ilo cartello forte col "Principe di Melfi inVenofa;molc(ìaua tutto l paefe wcinoiet J\of
gno^lfl fano,Matalona, & molte altre terre forti, ch'erano de' Baroni della parte
códo ri gìo j£ngi0im ft conferuauano cofìàt emente alla duwtwn del fie di Fracia.Fa
Buon^ccor ceua in quefio tempoTietro J^auarr a ccr te barche coperte : conlequali
fi fcriue che accoflatofi al muro di Caflel dell' Vouo più ficur amente; fece la mina dal-
Sofu p?cfo la paniche guarda Viz^falcone,non s'accorgendo que gli ych' erano den-
a «. dì gìu m ddl^pera fua : per la quale dato il fuoco ; b balzò con grande mpeto 0
loffi/ uer'o' in aria una parte del maflo infume co gli h uomini ,cb e n'erano jopra: per
il tdìo del h ml caj0 ^tentati gli altri; fu fubito prefa la fortezza con tanta ri
iTuorXe putatione di Tietro enarra, & con tanto terrore de gli buommuebe co
fY'1' * me fono più fpauentcuoliimodinuoHi dell'offre, per che non fonoancora
e A«à°i che ifeogitati i modi delle di fé fé; fi credeuayche alle fue mine muraglia, ofor^
Som « W* alcma rtffc™ tiu non foteffe:& era certamente cofa molto horn
Hialue a Gae fr,/e, che con la forza della poluere d'artiglieria mefia ridia caua, o uera-
g$22£ mente nella mina fi gittaffero in terra grandi ffime muragliela quale fpc-
menaVo tre cic dejbugnatione era fiata la prima uolta ufata in Italia da' Genouejt 9
& létfw'dS co quali,jecondo che affermano ale uni, milita uà per fante prluato Tietro
cauarminc: pattar ray quando V A \nno 1 487. s'accamparono alla I{gcc a di Serezanel
*'\l lo tenuta da Fiorentini rouecon una caua fatta in fimil modo ^perfino
D E L L' H I S T O R I A
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Gektil'hvomo Fiofintiso,
LIBRO SESTO.
SOMMARIO.
NE L fcflo libro è defcritto 1 apparecchio del Re Lodeuico XII. pei il Regno
di Napoli, e'1 progrefìo de gli Spagnuoli in quel conquifto : i! guafto dato da5
Fiorentini al territorio di Pifa la morte di Papa Aleflandro V I . la creazione &
morte di Pio 111 . a cuifucceflTe Giulio 1 1. laprefa del Valentino, con la perdita
de' Tuoi flati: il fatto d'arme al Garigliano fra Spagnuoli & Fracefìda morte di Pie
ro de Medici: la nuoua nauigationealPindie : la pace fra Cefàre, e il Re di Fran-
cia-Se fra i Vinitiani,e1 Turco: i fucceflìde' Fiorentini contra i J?i(ani,conla bat-
teria data alla città di Pila:la morte di Federigo d'Aragona: & la crudeltà del Car
dinaie Hippolito da Erte a Don Giulio fuo fratel o.
EByFE J^V TE al Pve di Francia le nouelle di tanto
danno in tempo, che più poteua in lui la {peran^a della
pace,cbe i pen fieri della guerra , commofjo grauijfima-
mente per la perdita d'un Bearne tanto nobite;per la ro~
uina de gli e/ferriti fuoi, ne* quali era tanta nobiltà, &
tanti buomini ualorofi ; per i pericoli, ne' quali rimane-
uano l'altre cofe > che in Italia poffedeua ; né meno per riputar fi grandiffì-
mo disbonore d'cjfere uinto da' He di Spagna, fen^a dubbio meno po-
tenti di lui ;& [degnato [ommamente dyej] ere flato ingannato [otto la
Jperan"za della pace ; deliberaua d'attendere con tutte le [or%e [ne A
ricuperare l'bonore, & il Regno perduto, & uendicarfi con l'armi di tan-
ta ingiuria : ma innanzi procedere più oltre fi lamentò efficac;jjìmamente
con l'jLrciduca,che ancora non era partito da Blcs, dimandandogli facef*
fe quella prouifione, ebe era conueniente,fe uoleua conferuare la fua fe-
de^ il fuo bonore : ìlquale effendo [en%a colpa ;ricercaua con grandi fil-
ma inflantia i fuoceri del rimedio , dolendo fi [opra modo , ebe quefte cofe
fujfero cofi juccedute , con tanta fua infamia nel cofpetto di tutto'l mon~ aPerdoche,
doti quali innanzi alla uittoria baueuano con uarie feufe differito di man com* dt, ro_
a dare la ratificatione della pace, alligado bora a no tfòuarfi tutti et due in ?" l'eredi*
un luovo mede fimo * come era neccBarìo battendo a fare convi untamente tioai fx face
o * •» j o U3UO in HO'
Vefpeditione;hora l'efftre occupati molto in altri negotij, come quegli,cbe me d'amen
erano mal fatis fatti della pace; ò per ebe il genero baueffe trapalato le lo ^j' °£^CJ
ro commeffiont'yò perche dopo la partita fua di Spagna bau efiero concepii do , & dciu
to maggiore fi>eran%a dell' eutnto della guerra ;ò perche fujje paruto loro £jj£a &*
', ~ ~ " molto
LIBRO
molto ftraiw,cbe egli baueffe conuertita in (e me di fimo la pai te loro del
l\eame, cjr ferrea certe^^i alcuna, per l'età tanto tenere degli fycfì, che
haueffe ad battere effetto il matrimonio del figliuolo:^ nondimeno non ne
gando,an%i femprc dando fperan^a di ratificare>ma differendoci haueua
no rìferuato libcrotfiu tempo poteuano il pigliare configlio fecondo ifuc-
cejji delle cofeima intefa la uittoria de'juoi , deliberati di d-fprei^are la
face fatta;allttngauano nondimeno il dichiarare ali arciduca la loro in-
tentione:perche quanto più tempo ne (lejfe ambiguo il I{e di Francìa;tan-
to più tardafie a fare nuoue prouìfionipcr foccorrere Gaeta,et l'altre ter
re,cbe gli refìauano:ma jlretti finalmente dal genero determinato di non
partire altrimenti da Bles;ui mandarono nuoui ambafeiatori, iqnalì,do-
po battere trattato qualche giorno;manifeftarono finalmente non efere la
intentione de* loro I\e di ratificare quella pacejaquale non era fiata fatta
in modoyche fuffe per loro,nèhonoreuoleynèficura:an%iuennti in contro*
uerfia con l jlrciducaigli diceuano efìerfi i ftio ceri mar aitigli ati ajfatyche
egli nelle conditioni della paceyla uolontà loro trapalata bauefe:perche9
benché per honorefuo il madatofufìe flato ltbero,& ampliffimo; egli fi ha
ueua a riferire all' inflruttioni,che erano fiate limitate : alhquali cofe ri-
fronde uà Filippo non effere Hate meno libere le inflr unioni, chél manda-
to : an'zi batter gli alla partita fua efficacemente detto l'uno , e l'altro de
fuoceriycbe defiderauano .À & uoleuano la pace per me%o fuo ; & bauergli
giurato in fui libro delC Euangelio,& in full' immagine di Chriflo Croctfif
foyche offeruerebbono tutto quelloyche da lui fi concbiudeJfe:& nodimeno
non hauere uoluto ufareyft ampia, &fi libera f acuità fé non con partici-
patione,& appr Quattone de due huominiyche feco madati haueuano.Tro
pò fono gli Oratori con le medefime arti nuoue pratiche di concordia , mo-
(Irandofi inclinati a refìituir e il J^egno al Kg Federigo ima tonofeendofi ef-
fere cofe non folo uane,ma infidiojey perche tendeuano ad alienare dal Bg
di Francia l'animo di Filippo , intento a confeguire quel Bearne per il fi-
gliuolo'yil Re proprio in publica audietia fece loro ri$>ofia,denegando uole
repreftare orecchi in modo alcuno a nuoui ragionamenti , fé prima non ra
tificauano la pace fattay&faceuano fegni,che fuffero dtff taciuti loro i di
f ordini feguiti;aggiugnendo parergli co fa non folo marauigliofayma dete
fianda,& abhomineuoleyche quegli Bgyche tanto à'hauere acquiflato il ti*
toh di Cattolici fi gloriauano,tenefjero fi poco conto dell' honor e proprio y
della fededataydel giuramentOy& della religioneme haueffero rifletto al
cunoall'iArciducayTrincipe di tanta grande%^ay nobiltà, &utrtù,&fi-
gliuohy& herede loro: con laquale rifpofla battendo il dì mede fimo fatti*
gli partire dalla corte; fi noi fé con tutto l'animo alle proni fioni della gucr
raydifegnando farle maggiori, & per terray& per mare,che già gran tem
pofufìero fiate fatte per alcuno Re di quel Reame . Deliberò adunque di
mandare grandiffimo efferato, & potentijfima armata maritima nel V^e-
gno
i>
ti
in
Q^V I N T O. n6
impedivano loro la ràfia. Strinarono prima gli Spagnuoli alla Cirìghuola, a Dicono ;
a che fi guardava per i Francefi ; & ponendofi ad alloggiare* tracerte l'igne, u<> prudète-
allargarono per configlio di Trofpero Colonna un fojfo,ch'era alla fronte del mèu Lordi :
l alloggiamento fopr aggiunfono i Francefi mentre che f alloggiarne/ito fi fa ai lòggiamè
cena: & effendo già iiicina la notte flettono diibij , ò d appiccare fubito il u, tof^TO
fatto d arme , òdi differire la battaglia al giorno fagliente; & con figlia- uigneipcb-
uano Ino d' \Allegri, e'iTrincipe di Melfi, che 'iindugiaf\e al dì figliente, fi.^"^0
nelqual giorno ffierauano, che gli Spaglinoli ne ceffi tati dal mancaìricto delle nimico più
uettouaglie haueffero a muouerfi: onde era da fingirfi oltr a la propinqui f™^^
b tà della notte il b difauantaggìo d 'asfaltargli nel proprio alloggiamento ,non molte forz-
fapendo maffìmamente la difpo fittone di quello : ma difpr e zzando impetuofa Ja n""o||"
mente T^emors il configlio più falutifero ; afialtarono gli Spaglinoli con fu- do ticu&r u
ror grande, combattendo conia mede fima ferocia gli Sni^eri: & effendo- ^["cheVra
fio per cafio, bper altro attaccato il fuoco alla miminone de gli Spagnuoli > qiii intrichi
cConfaluo abbracciato l'augurio con franco animo, gridò, e ISlgi habbiam fecc00nbmaeJÌ
uinto ; Iddio ci annuncia manifefiamente la uittor lardandoci fegno,che non gìor fuo uà
ci bifogna più adoperare l'artiglieria . l'aria è lafamadelprogreffo della dPimhò
battaglia : i Francefi publicarono le genti loro hauere nel primo congreffo rot Sillì contri
ta la fanteria Spagnnola , arriuati alt artiglieria, hauere arfa lapoluere,& qJai ueduVo
efierfene infignoriti : ma che foprauenuta la notte, le genti d'arme hauea- nel1' ?u'?rc*
no per co ffo per errore nella fanteria propria : per loqual difordine gli Spa- moi titani
gnuoli efferfi rifatti. Ma da gli altri fu public ato, che per la difficultàdi falca^ » &
p affare il foffo,i Francefi cominciando ad auilnpparfi tra loromedefimì;fi fanti: fece"
meffono in fuga nonmenoper difordine proprio, che per uirtù de nimici, ef- ?i3tar 8*oM
fendo maffìmamente Rallentati per la morte di TJemors : ilquale combat ten a due,aitiUdl
do ferocemente tra i primi, & rifcaldando ifuoi a pafixire Ufo ffo; cadde per- tc.nt cin ^ue
cofio d'uno feoppio. filtri più particolarmente, che Kfemors dijperato di fpu tò ; ma tato
tare ilfojfo, uolendo girare la gente al fianco del campo per far pruoua d'en- j£".ni, 1[uno
d trar da quella banda, fece gridare & adietro, laqual noce a chi non fapeua la che i card
canone ; dana fevno di fuvqire : & la morte fua , eh' effendo nel primo f ?*Mtl_ fta
r t i ir ' && •' £ f -# r elsi, nopo-
Jquadrone nei mcdejimo tempo Joprauenne; uolto tutto l efiercito infinga ma tederò fpi-
nifefla . Rimuouono alcuni altri dal Viceré l'infamia d'hauere contra il con f ? "e cìtirat
figlio degli altri combattuto :an%i la trasferifeono in <Allegri,cti efìendo indi fi m dietro:
nato il Viceré a non combatter quel dì, riprendendolo di timidità; l Muffe détcUaui?oU
a contrario configlio.Durò la battagliaperbreiri(fimofbatio.& ancor che di xuPPe & fa
° * l * gòArchelao
òpa- co morte di
molti nimici,& di pochi de' fuoi.
b Percioche di lòtto nel lib.s.a 2ip.fac.2. quefto medeiìmo Auttore fcriue,che ne' fatti d'armi fono mi-
gliorile conditionidi colui ch'è aflàltato, che di chiaflalta.
e II Giouio fcriue parole dell'ifteflo tenore: & a quefto ftratagema di Confàluo fi poflono paragonare alai
ni altri fimili de gli antichi pofti da Raffael Volterrano nel Lb. 30. de fuoi Comment.Vrbani. Ma quefto
fatto d'arme,è da efler ueduto ancho neLSabellico nel lib.2.della undecima Enneade.
d Difopra nellib.2. acar.57. ho notato un fimilcafoauuenutoa' Romani,tolto dallib.i.della j. Deca di
Liuio: & quefto auttore nel lib.3- a 7$. ne recita un'altro iimilc occorro in Perugia , quando gli Oddi impa
tioniti di quella città: per una uoce male interpretata; ne furono uilmente cacciati fuora.
V 4
LIBRO
s belle of- Spainoli paffuto ilfofio li fegvit afiero ; nefu,pcr eficr gianotte ofeura prefì*
ieuiat;one or morti po:hifJimi,fpecialmente degli htiomini a cauallo,trà quali fu mor-
fetal?!* Àf0 Mons. di Ciandeu : il reflo , perduti i carriaggi , perduta l'artiglieria; fi fai
puLiod.fo nò con la fuga, fpargendofi i Capitani, e ifoldatiin varie parti, È fama*
J" ori ìo! cb'ejfendoguì cacciati per tutto i nimia, che Confaluo non vedendo in luogo
fcc.x. ouc e akuno Troverò Colonna, ne dimandava con infamia , dubitando non fuffe
saujiaW ftat0 ammalato nel fatto darme; & che Fabritio-, udendo tafarlo di timi
giuro, se di j^fjj ridendogli rifyofe ; non efier da temere , che Trofpero fuffe entrato i;i
beo «.& \L luogo perieolofo. jLcquifiofii quefta uittoria otto dì dopo la rotta cfobignì y
n"f : ra ttaj & l WMh & l'altra in Venerdì , a giorno offervato per felice da gli Spagnuo- a,
giorno feìi- //' . Fecìono i Francefi come furono raccolti dalla fuga, uartj difegni, o d'unir
ce a gii spa- fi con [e -reliquie dell' efferato in qualche luogo opportuno ad impedire a vin
ceiTib x). a citoYÌ i' andare a'Napoli, ò di fermar fi alla difefa di 'Napoli : nondimeno co
car.
gioì
. 3 23. & ms ntne coj*e ameYfe diventa ogni dì maggiore il timore , & le diffidala di
m de chi è flato uinto ; niuno di quefli partiti fi mefìe ai effccvtione -.perche et in al ^
b Napolita
ni mandato
no fino alla
polo nomano impt
hebb^qae- Per faggeflione occulta (come molti credettono ) del pontefice. Terò Mie-
ila uittoria: gyì U principe di Salerno, & -molti altri Baroni fi ritirarono tra Gaeta, e
fuau.d'A. Traietto:ouefi yaccolfe dietro al nome loro la maggiore parte delle reli
quie deli' efferato. Ottenuta Confaluo tanta uittoria, non allentando ilfa-
uor della fortuna , fi dirigo con l'efferato a 'Napoli , & paffando da Mel-
fi offerfe al Trincipe la f acuità di ritenerfi il fuo fiato, in cafo uoleffe fé-*
ÀmbafcSo guitare la diuotione Spagnuola : ilquale accettando pivtoftod' e ffer lafciata
iì a incettar partire con la moglie , & co' figliuoli : andò a congiugnevi con Luigi
f^zìo à'^ìrs,che sera fermato a Venofa. Hauuto Melfi , fegvito
chcgiiaccct Confaluo il camino a 'Napoli ;oue come comincio ai
ikhV fece! accoflarfi ; i Francefi , che u erano dentro fi ri*
iottoferiué- tirarono in Caflel Isl^ouo > e b i T^apo b
gi°de,PÌUclc Utani abbandonatici quarto-
pafla « : & decimo giorno di Mag-
M&2I gionceueronoCon
popa lotto Calvo , come
ì'óbrella: e r '
«giorno fé fttoW>
guente, che nel
*u a 15. dt j r
Mag. 15 oj. tempo medefimo
'* fe" VST j:uerfa, &
xar fedeltà J
in nomedel Captta %
Re Ferdinf
*-6ta* , tate
Q_V I N T O. in
tonto fuo %ìo, & egli fatto prigione , & come pare, che IL VIP* delle
uolte l'auerfita non uadino fole; quattro Galee Fr ance fi, delle quali era Cd"
gpitano *Tregianni Trouenxale ,Caualier di Rodi fur fono nel Torto d'O- *Pfegi*n'>
tranto con licentia dell' officiai Vinitiano^ che promefìe non patirebbe fu ffe gìouìo° eia
ro mofeflate dall'armata di Spagna, laquale fotto V dlamarina uolteggiaua capo da
ne luoghi uicini : ma efiendo poco dipoi entrata nel Torto mede fimo ; Tre-
gianni inferiore di for^e, temendo non IHnuefliffero, acciò che almeno il dan-
no fuo non fuffe con guadagno de nimiciy liberata la ciurma,& meffe in fon
do le Galee ; fatuo fé, e ifuoi per la uia di terra. Uauena il Re di Francia co-
fnejfo a'juoi Capitani, cheflandofi falle difèfe fuggi (fero il uenire alle mani :
perche harebbonoprefto.ò loftabilimento della pace,òfoccorfo grande . Ma
era difficile, effendo potenti ,& uicini tutti gli e jferciti,ra frenare la caldera b D| ^ .{
de* Frace fi, & fargli ftarp aneti a menarola guerra in lungo: annera dejìi Giouio'che
nato, che fenT^a differire più fi decideffe la fomma delle cofe: di che nacque il £fc"^f;
principio in Calauria: perche uuiti che furono gli Spaglinoli a Seminara,Obi- le gu:d.mi-
gnì raccolte tutte lefuegéti,et quelle déSignori,chefegiiìtauano laparte Fra Sai'c/ferci !
cefejalloggiò le fanterie nella terra di Gioia uicini a tre miglia a Semìnara,ct to: D5 ^go,
la caualleria a Loj arno, lontano tre miglia da Gioia: et fortificato fi co quattro £eu°n£ a*
peTgi d~ artighcriafulla riua del fiume, fu l qual è pofìa Gioia,ftaua prepara- uerado la
toper opporft a nimicife tentajfero dipaffare il fiume: magli Spagnuolifat ^zf^àit-
to penfier diuerfo dal fuo , il dì che deliberarono poffare ; mofìono per laftra troatiaquaie
da diritta lauanguzrdia, condotta da D Manuello dà Eenxulia , alla uia del Sarai»!
fumé : ilqual giunto alla riua cominciò a parlare con Ghigni , chaneua con- d c\Fanct fi
dotto tutto l efferato fuo fiala riua oppofita; & in detto tempo la retroguar mj/f nn"ual
da Spaglinola feguitata dalla battaglia ;fi uolfeper altro camino apaffare il Prima oldi-
■fiume un miglio, & me%o difopra a Gioia: delqual tratto accorgendofi obi- fonfc^ella"
8e
b
■%a artiglieria in ferma, et fretta battagliai onde fimeffono cantra i France- SanfcueJni
fi : iquali accelerando il camino , & hauendo (come dicono al:uni)molto mi
C-nor numero di fanti, andauano difor dinati: in mo do, eh e pr e fio gli c ruppono c istancefi
innanzi che pajfaffe il fiume IH antiguardia Spagnuolarnelqual conflitto reflò a' seminar*
prigione ^Ambricort con alcuni altri Capitani Fr ance fi, e'I Duca di Soma co in v-encid^
molti Baroni del Regno: & Obigrìì benché fuggiffe nella rocca di Vagitola, a'i ^ne di
rinchiufoui détrofu cofiretto ad arre der fi prigione, rotto, & prefo in quei tuo- ^liefto lib-
aghi mede fimi, doue d pochi anni innanzi haucua co tata gloria fuperato.& d Sette aa_
rotto il Re Ferdinado,& Cofaluo: tanto £? TOCO coflate la proferita della nìinnàzidi
Fortuna.Jìealuhchefu de' pili eccelléti Capitanile Carlo coduceffein Ita- kaieuàobit
Ha , & d'ingegno libero , & nobile haueua nociuto altro che 7 procedere con gnino rott.°
troppa calde'Zga alla Jperan^a della uittoria : laqual cofa nocette in Tuglia ,-" r^f*
v3*
erra
al Viceré, traportato forfè a maggior caldera per hauere intefo la rotta ri- ^ & C5n-
ceuuta in Calauria-.perche e onfaluo efiédogli incognita la uittoria de 'fuoi,nè tiuuogu u<
* V 3 potendo
LI B R O
a ia c;ri PotC7ì{Ji0 $'Ui Per ì* fame > & per la pefle pcrfeuerare in Barletta: fé ne
kpoIj iu an partì lajciataui poca guardia , & fi dirizzo alia a Cirignnola terra tonta a
cardio d! m àieù miglia, & qua fi in triangolo tra C ano fa, doueerailFicerè,&
Gcrioneno Barletta. Er a flato di ffrutato prima nel con figlio del Viceré s'era da ccr-
AnnSehc care 5 ^ da fuggire Roccaforte della giornata : & molti de' Capitani ba-
cartagincie ucuano detta quefla fenten^a ; che effendo gli Spagnuolt accrefauti digen
diedero/fai te , e i fuoi diminuiti , & cominciati ad inui lire per i difordini fucceau-
to. cofi tie ti prima a Rubos , & a Caflellaneta, & poi in terra d Otranto, & ut-
ufo 'ma 'ai- timatncnte in Calauria -, non fuffe da commetter fi alla fortuna : ma ntiran
tri uoie al- dofi in Melfi yò in qualche altra terra groffa , & abbondante , affrettare* che
riamente, di Francia ueniffe * ò ntiouo foccorfo , ò lo flabilimento della pace : alqua-
lemododi temporeggiarfi * afìrignergli anco il comandamento r ic cimi onuo
uamente dal Re : ma haueua quefto con figlio hauuto molti contraddittori* à
quali p arena pericolo fo l'affrettare, che t l'efferato uincitore di Calauria s'u-
niffe con Confaluo , ò fi uoltaffe a qualche imprefa importante , dotte non
trotterebbe cbirefiflefje. Ricordauano che frutto haueffe partorito l'hauer
eletto l'efferato di Mompenfìeri piti toflo il ritirar fi nelle terre * che'l com-
battere: & gli effempipaffati gli ammoniuano di quello, che de foccor-
fi lunghi, & incerti di Francia ffr erare pot efiero : & fé * effendo lecofe
ambigue , ne Confaluo haueua confentito di leuare l offe fé , ne i Re di Spa-
gna accettata la pace ; tantomeno effer e per farlo bora eh erano in tanta
ffr eran%a della uittoria. J^on effere l' efferato loro inferiore di forila , &
di uirtù a quello de3 turnici ; né douerfi arguire da' difordini riceuuti per pro-
pria negligenza, aquell 'effrerimento che col ferro, <& colualor dettammo,
non con l'aflutia , è con gì' inganni fi farebbe in campagna aperta : & effer e
più fteuro, & più gloriofo partito fare con ffreran%e almeno egualijjfre-
rien%a della fortuna, che fuggendola* & lafciandofi a poco a poco confu-
mare * concedere a nimici la uittoria fen%a fangue * & feti'za pericolo : o
i comandamenti del Re * ch'era lontano* douerfi piuprefto per ricordi, che
per precetti ripigliare: iquali erano fatti prudentemente fé fuffero flati fe-
guitati da obignì : ma effendo uar iato per quel difordine lo flato della guer
ras effer neceffario * che medef imamente le deliberationi fi uaria fiero . Era
preualuta nelconfiglio quefla fentenT^a : &però come hebbono notitiadal
Le ffrie* che le genti Spagnuole * ò tutte * o parte erano ufeite di Barletta;
prefe fimilmente Ts{emorsil caminoiuerfo la Cirignnola; camino all'uno,
& ali 'altro efferato molto incommodo , per effer quei paefifieriliffimi d'ac-
qua * & la fiate foprauenuta molto più toflo * e he non fuolyeffere al princi-
pio di Maggio. E fama ,- che quel dì ne perirono nel caminare difete molti
di ciafeuna delle parti: ne fapeuano i Francefi*fe quel che seramoffo era
tutto* o parte dell efferato Spagnuolo : perche Fabritio Colonna co cauai
leggieri non lafciaua penetrare a loro notitia alcuna : & le\lancie ritte de
glibuomini d'arme * e i gambi de' finocchi , che in quelpaefe fono altiffimi;
impediuanQ
SE STO; 15?
Confaluo a Gaeta ; allegri, e bau tu a diflribuito quattrocento lande , &
quattro mila fanti di quegli, che s'erano Jaluati della rotta , tra Gaeta»
Fondi,ItrisTraietto,& rocca Guglielma;li ritirò tutti in Gaeta ; & n'en-
trarono infieme i Vrincipi di Salerno > & di Bifignano,il Duca di Tr aiet-
to, & molti Baroni del R?gno,cbe prima s'erano uniti con lui. Dopo la ri
tirata de 'quali ,Cò [alno infignoritofi di tutte quelle Terrc,& della Rocca
d\S .Germano: alloggio col capo nel Borgo diGaeta,etpiatate l'artiglierie;
battè co impeto gràde dalla parte delTorto,et dalla parte del MÒte,detto
uolgar mete il monte d'Or landò, e ogi unto et fupereminete alla Città,&il-
quale cinto dipoi di mura da lui era flato allbora co riparile co bacioni di
terra fortificato dà Fràcefi:& bauédo tentato in nano con due ajfalti rio
ordinati d entrar ut ; s'aflenne finalmente di dare la battaglia ordinata, il
dì che haueua determinato dì darla, riputando l'ejpugnatione diffìcile per
il numero,& uirtùde' difenfori,& confiderando, che quando bene l'tfierci
to fuo fufle per for%a entrato nel monte ;fi riduceua in maggiore perico-
lo,percbe farebbe flato efpoflo all'artiglierie pmtate nel Monaflerio,& al
tri luoghi rileuati,cbe erano in fui monti :continuaua nondimeno di batte
re con l' artiglierie » & mole/lare la terra, flretta fimilmente dalla parte
del mareipeube innan^ al porto erano diciotto galee Spagnuole,dellequa
li era Capitano Don Edmondo di Cardona . Ma pochi dì poi arriuò un'ar-
mata di fei caracche groffe Genouefhfei altre naui,& fette galee,carica di
uettouaglie,& di molti fanti,sà laquale era il Marche fé di Salu^jp,man
dato per la morte del Duca dij^emorsper nuouo licere dal [{e di Fran-
cia , follecito quanto era pofflbile alla conferuatione di Gaeta : & perciò
parte su quesli Ugni,parte su altri,che giunfono poco poi ; ui mandò in pò-
chi dì mille fanti Cor fi, & tre mila Guajconhper la uenuta dellaquale ar-
mata,? armata Spagnuola fu coftretta a ritirar fi a T^apoli: & Confaluo
difperando di potere fami più frutto alcuno,ridufie le geti a Mola di Gae
* ta,& al a Caflellone, donde teneua Gaeta, come affediata di largo affedio, a Caftello-
hauendoui perduto parte nello fcaramucciare, parte nel ritirar ft, molti Forgiano*
& buomini;tra' quali fu ammainato dall'artiglieria di dentro ^Don Vgo di pigolo ca -
Cardona: ma gli fuccedeuano nel tempo mede fimo profieramente tutte diciceróne!
£ altre co fé del Regno:percbeTrofpero Colonna haueua prefa la rocca d'E Giouio.
uadro,& l'Aquila,^ tutte lì altre terre dell' Jibrmgi ridotte alla ditto- j, ri Giouio
itone Spagnuola,& la Calauria qua fi tutta la medefima ubididienya fé- ppne> nomi
guitaua f l'accordo,cbe nuouamète haueua fatto il Conte di Capaccio con jJiunlhono
loro:nè ui rimaneua altro,che Roffano con Santa Setter ina,oue era affedia «»> che dai
to il Vrincipe di Roffano . T^elqual tempo non erano ? altre parti d'Italia lx?e «ilio ,:n
uacue totalmente di fojpettt,& di faticbe:perche i Fiorentini; in fino innà torno.a Ga«
yi alle percofie,che i Trance fi hebbono nel Reame,temendo le for%e,& gli fi,1 au uca
inganni delTontefice,& delValentino%,baucuano,oltra, efierfi proueduti
ti altre armi2condottQ a' foldi foro, & per gouermre tutte le loro genti »
bwebe
L I B R cr
« Q^ao k°ncbe fenZ* titoloni Bagli d'Occan Capitano riputato nella guerra con
ginft'.; dato cinquanta lande Francefì , perfuadendofi , e he per effert huomo dtl Re di
nt a' piloni, Pran^a > & menando con uolontà del Re le cinquanta lande , che haueua
? Ìnd°Gi° ^a '*' in cond°tt ^quegli, da' quali temeuano,haue[fero a procedere co più
gno di que- rijpetto;et che oltra quefto in ogni bi fogno loro haueffero ad efiere pia prò
^o» aeffen- ** &' aìut* ^e^:a^a giunta delquale raccolte infume tutte le get i-faglia
doui andati rono* la feconda uolta le biade de' Tifimi ynon perciò per tutto ilpaefem
'niTd'ar- Pcr^)e entrate nel Valdiferchio non era fen%a pericolo , effendo quella
e
\\ lu vko" dentro, che farebbono punitiycome nimici delire , & promettendo loro il
pipano s'heb foldo d'un mefe;fu operatoreyche fé n'ufei fiero: per la partita de' quali fu
deao méfe! rotto coftretti quegli di Fico Tifano ad arrender fi liberamente.Trefo Vi-
p.uonacc. coyfi circundò fubito la VerucoUydoue erario pochi difenfori, perche non
' u'entrafie nuoua gente : & condotteui dipoi per quei monti afpri con diffi-
coia s'arrefe e ulta grande l'artiglierie,quci di dentro affrettati pochi colpi b s'arrederò^ *
a'i Fi Ts" dì no J ^u0 M3auere> & leperfone.É il /ito della Verrucola piccola forte^
Giugno.- ma \afabrìcata fopra un'alto monte nelle guetre lunghe y che fi feciono nel
redldtce°ii Contad° di Tifaydi molta importanza : perche efiendo uicini a Tifa a cin-
BuoViaccor- que miglia non foto è opportuna ad infeftare il paefe circofìante, & infino
ti dopo che Sulle Porte d* Q^lla Cittàyrna ancora a feoprire tutte le caualcate, &ge
i Fiorentini tt che n efcono:& laquale in quefìa guerra, & da Tagolo Kitelli,& da al
"i aU «nlpo *n eYa *n uano PH uolte fiata tentata. Ma la confìdentia,che i Tifani ha-
tre giorni ; i ueuano hauuta}che s'baueffe a difender Vico Tifano, fen%a l'acquiftodel-
rhtbbero11C quale non poteuano i Fiorentini metter fi a campo alla Verrucola, erafia,
prefa;attefe- ta cagione ycbe non l'baueuano proueduta Jufficitntemente. Spauen-
fortificarla! tò molto i Tifani la perdita della Verrucola:& nondimeno ancor che rice
in mòdoche befferò tanti danniybaue fiero pochiffimi foldati foreflieri, mancamento di
mefougnabS danari, careflia di uettouaglie;non fi piegauano a ritornado all'ubbidien-
te • 7 a de Fior entini,mojfi pr ine palm ente dalla difperatione d'ottener uenia,
e concorre- per la con fclenya dell' offe fé grauifjìme fatte loro: laquale difpofitione era
udì? i' ìtnt- tieceffarioyche conferuafftro con grandiffima diligentia,& infinite artica
lì,e i Lucche loroy che nel goucrno erano di maggiore autorità : perche pur a' contadU
itt rua°dì niyfen^a i quali no erano f ufficiati a difender fi ;pat eua graueil perdere It
qualche am fue ricolte, perciò attedeuano a nutrirgli co uarieffreraxc,& infieme quei
thè dubita- del popohyche m ine uano più dell'arti della pacey che della guerra,co lette
uar.o, come re finte, & con dtuerfe inuetioni mofirado,& le co fé nere alle f alfe mefea
dì Frogia ù Landò, & ciò che in Italia di nuouo fuccedeua a propofito loro intt rf retati
fofte nfi-iio forche bora queflo, bora quell'altro c Trinci pe in aiuto loro fi mouerebba c
d> non haucrea rilafciar le terre da efil occupatelo è i Genouofi Sereznna,8c Serezanel'o ; i Senefi Moni
tepulcianoj e i Lucche lì 1-ietrdànta & Muuone : la qual gelolìa fu cagion d'iniùiiti dilordini nelle cole di
?4à. iikiOiiacwrii.
r e sf r o. 160
no. 'ile erano però in quefle eflremità fen%a qualche aiuto,&foctcrfoda *
Cenone fi y et da' Lacche ft, antichi nimici deinome Fiorentino;^ fimtlmen
te da Tandolfo Tettucci poco grato de* benefici} riceùutiima quel , eh' un» -,
portaua pi», erano etiandio nutriti con qualche aiuto occulto maggiori
Ipjran^e dal talentino: ilquale hauedo lungamente hauuto desiderio d'in •
[ignorirfi di quella Città ; offertagli da Tif ani mede fimi, ma aflenutofene
,per non offender l'animo del I\e di -Francia; bora prejb ardire dalle auerfi-
ta fue nel I\egao di J^jpoli ; trattaua con confentimento paterno con gli
ambasciatori Tifani,i quali per queflo erano flati mandati a J\oma; di ti*
cattarne il dominio, difendendo oltra queflo i penfieri fuoi ad occupar tut-
ta Tofcanaidellaqual cofa,benche i Fiorentini, e i Sane fi haueffero grandi f
fima fofpettìont ; nondimeno effendo impedito il bene uniuerf ale da grinte
re (]i particolari ; nonfitiraua innanzi l'unione propofta dal Re di Francia
tra i Fiorentim,Bolognefi,& Sanefi:pcrche i Fiorentini ricuf aitano di far
la fendala, reflit ottone di Monte Tulciano , come da principio era flato
trattato,*? promefio;^ T ndoifo Tetrucci battendone l'animo alieno, he .
che le p. ir ole fonafiero in còtr.i rio;tllegaua, chei rtflituirlo;gli cdcitcri b
bt tanto odio del popolo Sane fé , che farebbe neceffitato a paìtirfi di nuo-
no di quella Città:& però eflere più beneficio comune differire qualche pò .■
co per farlo co miglior occafione,cÌK per restituirlo di pr e f ente, facilitar e .
al Valentino l'occupare Siena: & cofì non ncgando,ma prolungado\s inge
gnaua, che i Fiorentini accettajfero la (peran^a per effetto : lequali feufe
r fiutate da effi;erano per opera di Francesco da l^ar ni, fermato fi per co-
mandamento del R3 in Siena;accettate3& credute nella Corte di Francia.
Ma non era l'wtentione del Tontefice , & di Valentino di mettere ninno a a Era di td
quelle imprefe,fe non quanto defiero loro animo i progreffi dell'efferato > . maniera co-
che fi preparaua dal Re di Francia ; fr fecondo , che da e/fi fufie dtlibc- JJJ^^f r!J
rato dell' aderir fi più all'uno Re, che all'altro :Jopra che fi faceuano per pa}& d.i va
effi in queflo tempo uarij pen fieri, differendo quanto poteuano il dichiara- }fc£n"°ftddai
re la mente fua,non inclinata, fé non quanto il timore fufie per coflrigner Re d» Frar-
lial Re di Francia : perche l'ejpcrien?a ueduta nelle cofedi Bologna ,& X%Ci?amba
di Tofcana,glipriuaua difperan^a di fare colfauor fuo maggiori acqui- fciatori Fia-
*lli:per ciò baueuano cominciato innanzi alla uittoriadegli Spagnuolnad TnRoma'gri
allenar fi con la uolontà ogni giorno più da lui ; & dopo la uittoria prefo ,copu di uh
maggiore animoyion baueuano più ilnfpcttafolito alla uoluntà,&auto ^u^mì
rità jua : & ancora che haueffero fubito dopo le rotte de' Francefi affer- Keameaiuo
tnato di uoler feguitare la parte del Re di Francia,& fatto dimoflratione f ^Secreta
di foldare gentiper mandarle nel Idearne', nondimeno tirati dalla cupidità , mente ope-
ri* nuoui acquifti > ne potendo leuare gli occhi ,nè rimuouere l'animo dal- feritori di
la Tofcana , ricercandogli il Re, che fi debiar afferò apertamente per ^V* Pro*
lui ; rifpondeua il Tontefice con tale ambiguità , che ogni dì diutntaua che fbiiepox
f iu foretto , & egli , ti figliuolo ; la fimulatione)& diffimulaùone de . J^™ *
quak
L I B R O
qrtali era tanto riota nella Corte di i(oma>che n'era Hata dommune pròve?
bioychèl V^CPtA non fatata mai quello ,cbe diceuatfl talentino non di-
cena mai quello,che faceva : né era ancora finita la contenttone loro cari
Giangiordano :per che je bene il Valentino temendo l' inde gnat ione del Bg;
fi fi'.ffe quando riceuè il comandamento fuo aflenuto da moleflarlo ; non»
dimeno il Tontcfice dimoiandone difpiacere grandifiìmo ; non baueua
a Domanda mCLi ceffato di fare inslantia col Bg , che a àgli concedeffe l'acquislare con
paaiiuiche tarme tutti gli (lati di Giangiordano; ò coftrigneffe lui a rìceuerne ricom
gii deffs nei penfo ; dimoflrando muouerlo a quello non l' ambi t ione , ma giujliffimo ti
Giorno0*, more della fua uicinità : perche effendofi trouato nelle Scritture dtl Car-
te randoifo. fanale Or/ino un foglio bianco fotto fcritto di man propria di Giangiorda
no ; arguiva che nelle co fé trattate alla Magione baueua baiutto cantra
fé la medefima uolvntà, & intelligenza* che gli Or fini . Velia qual co fa il
I\e bauedo per fine più l'vtilità,che tkoneflà;baueua proceduto diuerfame
te fecondo la dìverfitd de' tempi; bora dimofìrandofi favorevole, comepri
ma a Giangiordano; bora inclinato a fodìsfare in qualche modo al Ponte-
fice: peròbauendo Giangiordano ricvfato di deporre Bracciano in mano
delt Oratore Francefe,che rifedeua a Bioma;dimandv ilRe,cheqvefta con-
troverfìa fuffe rimefìa in fé con patto, che Giangiordano fi trasf eriffe fra
due me fi in Francia, né s' innouaffe infino alla fua determinationecofa al-
cuna: allaqval co fa acconfentì Giangiordano perneceffità, perche baueua
jperato per i meriti paterni, & fuoi dovere eflere in tutto liberato da qve
(la moleHia;& ilVonteficepiv per timore ,che per altro, effendo fiata fat
ta la domanda nel tempo, che l'arciduca in nome de' Bg di Spagna contraf
fé la pace . Ma mutata per la vittoria de gli Spagnvolt la conditione delle
cofe ; il Tapa vedendo il bifogno che il Bg haveva di lui ; dimandaua tutti
gti flati fuoi, off erendo quella ricompenfa,che fufie dechiarata dal Re ;il-
quale haveva per la medefima cagione indotto Giangiordano, benché mal
uolentkri a conferirvi , & a promettere di dargli per ficvrtàd'efjeqvire
quel che il Bg dichiara fi e, il fi gli volo : perche tintentione fua era non da-
re quefli flati al Tontefice,fe nel tempo mede fimo non fi congiugneva nella
guerra ^apolitana apertamente con Ivi : ma havendo ricvfato q vegli di
Titigliano dove il figlivolo era , di darlo a Monfignore di Trans Oratori
del Re,ilqvale tra andato a Tort 'Ercole per riceverlo; Giangiordano me-
de fimo , che era ritornato andò a Vort' Ercole ad offerire all'Oratore la
propria per fona: il quale accettatolo imprudentemente lo fece mettere sa
una nave, benché fubito, che l Bg rihtbbe notitia,comandò fu j] e liberato»
^Acceleravano in tanto le provi fioni ordinate per vfarle di quà,et di la da*
monti:perche in Gbienna erano andati per rompere la guerra uerjo Fonte
rabia, Mons. d'Mibret , & il Marifciallo di Gies con quattrocento lan-
cie,& cinque mila fantina Sui%%eri,& Guafconi ; & nella Lingvadoca
per muovere la gverra nella Contea di B^offiglione il Marifciallo B&is.
Brettone
S ' E S T O. i(Si
brettone con otto cento lande, & otto mila fanti parte ; Suìxxeri > fané
Francefi;& nel tempo mede/imo fi moueua l'armata per infettare la cofta a uemoiuc.
dì Catalogna , & del Pregno di Valenza : & in Italia haueua fpedito il 2\e ^fr')**
per Capitano Generale dell' efferato Mons. della Tramoglia, a cui allho- diedero em
va per confentimento di tutti fi daua il primo luogo nell'arme di tutto il a[ j^J^xf
Reame di Francia;cjr haueua mandato il Bagli di D igiuno a far e muouere cui.
otto mila Sm%jeri,& le genti d'arme,& V altre fanterie foUecitauano di
tammare^non iffendo però l'efferato tanto potente, come da principio ha- b Mille tre»
ueua difevnatoinon perche lo riteneffc,o la potentia, o ildefiderio diffen- ££»"? ]aace
dere mene; ma perche fi conduce jse nei Regno di T^apoli,come era giudica n accolgo
to molto ntìkycon maggiore celerità ; & in parte perche ^4 li egri, fi grufi- "r"£*ic; da
candogli lo flato delle co fé di là;haueua affermato effere più gagliarde le cioè Mons.
reliquie dell'efferato, eh e in fatto non erano ; & più ferme le terrea i Ba if^"™0
roni,che ancora fi teneuuno afua diuotione;&fche haueua ricercato aiu chele di ms
to digète da tutti quegli, che in Italia gli adheriuano . Onde i Fior etini gli ^"V^0
eccederono il Bagli d 'Occan co le > o.làcie pagate da loro,ct 15 o.altri huo drecott. -
A mini d'armeueto huomini d'armeper uno dettono il Duca di F errar a,i Bo
lognefh&il Mar che fé di Matoua;ilquale chiamato dal Re riadatta in per tu 0 pinio.
fona;& a ceto altri i Sanefi dequali géti aggiunte a 2oo.lancìe,& 5000. ne è IlBu°
Guafconi,che conduceua in Italia la Tramoglia,et a gli otto mila Sui%$e quai dice ,
ri,chefiafbettauano,& a foldati,che erano in Gaeta-Saceuano ilnumero fh.ei1 ^^
» • u 11 1 • s , i- ,!••,•»• laiciaua loi-
v di b mille otto cento lancie tra Francefi,& Italiane; & di più di duiotto dar gente in
mila fanti :oltr a lequali preparationì terreflri fi era moffa l'armata ma- f?™ ' rol°
vìttima molto potente;di manierale fi confefiaua per cìafeuno non effe- li: & che ai-
re memoriayche alcuno Re di Francia , computate lefor%e preparate per ™™he™lt
terrai per mare,& di qua\& di là da monti, haueffe malfatto più pò- uà l'iiteflò;
tente,& maggior preparatane. Me non era riputato ftcuro,che l'efferci- f ™" ° ^
to Regio paffaffe Roma, fé prima il Re non era ficuro del Tontefice, &del gnuoii iuro
Valentino , hauendo caufa gìuftifsima di affettarne per molte ragioni , *°i aa}™^
& per molti indici] \ e*r perche per lettere intercene molto prima di Va- che il Papa
Untino a Cofaluo,fi era comprefo e fiere flato trattato tra loro,che fé Co- enumero"
faluo effugnaua Gaeta,afsicurato in cajo tale delle cofe del Regno ;p a fifa f in oltre il
fé innati con l' efferato; occupa fie Tifa il Valentino ; et che uniti infieme J^Jncf &
Confaluoy& egli afialt afferò la Tofcana:& per cio,ilRe paffatogià l'efi romo/
fercito in Lombardia , face uà inflantia grandiffima,che dechiar -afferò per j^Jj^na fé
ultimo la mente loro: i quali fé bene udiuano,& trattauanocontutti;no ra da cena
dimeno giudicando effere il tempo commodo a fare mercantia de' trauagli enajUmancò
degli altri; haueuano maggiore inclinai ione a congiugner/i con gli Spa- poco, che at
gnuoii: ma gli riteneua il pericolo maniftfto , che l'efjercito Fr ance fé non d/nc'de? Pa
cominciaffe ad afjaltare gli fiati loro;& cofi,che hauefiero a cominciare a pa 5 no ìofle
fentire dani,& moleflie,donde difegnauano di confeguireprcmiji& efalta l0c^l,iau a
e tione.Tlellaquale ambiguità pmetteuanOiCbe* ciajcuna delle parti foldaf
X fefc0m
«Ter tentar r LIBRO
l'imprendi fi fccpcrt amente fanti in Roma >di ferendo il più poteuano a dichiarar fi:
Tho-carui, ma eytndone finalmente ricercati /{rettamente dal Re; eferi nano 3 che il
diceilEuo- .,- i • n , »/ »i rt- • / » ". .«
liatcofcfi , v alenano \l unirebbe con l efferato fuo con 1 oc. h uomini dar me, & due
che il vaie triila fanti , conferendogli il Re non folamente le terre di Gian? lordano ,
co le fue gè ma etianaio l acqmjto di Siena: & nondimeno quando fi approjjimauano
!utCtaC?adpar a^a conclusone; uariauano dalle co fé trattate, introducendo nuoue diffi-
te di fopra cultà , come quegli , che per poter e; fecondo la loro confuetudine pigliare
nii tìoTcd confll^° da gli euenti delle cofe;erano alieni dal dichiararfuperbfu in
no,co ordu trodotta un'altra pratica,per laquale il Tontefice proponendo di no mie
Jène 'a'ieru re dichiarar fi per alcuna delle par ti, per conferuarfi padre comune\coftn
già j accio- tiua dare all'esercito Fracefe pafso per il dominio della Chiefa,ct promet
Francefi fof ttm durate l* guerra nel Regno di i^apoli , non moleflare,nè i Fior et ini,
fero paiTati nei Sanefi,nè i Bologne/i: lequali conditioni jarebbono (late finalmente,
poteflé fugb! Pe rc'oe Infarcito pafiaffe fen%a maggior indugio nel rcame;accettate dal
to afiaitac Re,ancora che conofeefienon efiere quefto partitole con honore, ne con fi
curtàfua , et di quegli che da lui in Italia dependeuano : perche certcT^-
bMotl Pa- %a alcuna non haueua,che feafuoi nel Reame finiftro alcuno fopràuemf
dro^U'i- ie^K H^ontefice,et il V aletino no fé gli feopriffero contrasterà oltr a
no 1503. a quefto molfuuro,che ufcite,chefuffero legetifue di terra di Roma,efji te
ftó,inefà di mt0 Poco co*to della fede,non affali afferò la Tofcana; laquale per la fua di
circa 7 1. an- funione,et per gli aiuti dati al Re;reflaua debole>et qua fi disarmata : &
uiuuto nei° c^e a haueffero a tetare,o guefta,o altra imprefa era uerifimile;poiche a
Papato xi . d'hauere a confeguire di tante occafìoni guadagni moderati prefuppofìo
togiomi:& shaueuano.Ma ecco,chenel colmo più altodelle maggiori ffera^e, come
fu tepoito SOTsjp nani, & fallaci i pe fieri degli huomini il Tote fi ce da una uigna ap
no in un uil prefio a Vaticano,doue era andato a cenare per ricrear fi da' caldi,è reps
fepokro di tinamete portato per morto nel palagio V onte fi e ale, et incontinete dietro
mattoni • » r * f e» * ».*».»*» *\ .»
e portato\per morto il figliuolo ;et il giorno feguente,che fu il 1 %.di d *A~
eilGiouìo go fio, è portato b morto fecondo Tiifo de' Totefici,nella Chiefa di S.Tie-b
tue hiiiarie ro, nero, enfiato, et bruttiffimo,fegni manifeftiffimi di uelenoma il Vale
dice , che il tino col uigore dell' età,ct per hauere ufatofubito medicine potenti,& ap»
to da Papa pr opriate al veleno; faluò la iuta, rimanendo oppreffo da lùga,& grane
Aieflandro infermità, credette fi e ovantemente, che quefto accidente fufie proceduto
altri, &co'i da ueleno:& fi racconta fecondo la fama più comune l'ordine della co fa
anco fUftCÌfC /w <juelìo modo. Che hauendo il Valentino, deftinato alla medefima cena,
fo ; era una deliberato d'auelenare ^Adriano Cardinale di Corneto,nella uigna delqua
chifsima^d" ^ doueuano cenar e:per che è co fa mani fé fi a, e fi ere fiata confuetudine fre-
fapor non quente del padre, & fua,nonfolo bufare il « ueleno per uendicarfi cotra e
Suole fche ' nimici,o per afficurarft de fofpetti , ma etiàdio perfcelerata cupidità di
piapianoen fogliare delle proprie facilità le perfine ricche,in Cardinali,^* altri cor
n^huoraua ^glan^rion hauendo rifletto, che da effi non haueffero mai riceuuta offe fa
con mortai alcma}cQmefn il Cardinale molto ricco di Sant'agnolo * ma ne anco che
-taxdaaaa. * " ••
SESTO. i°ì
otifulfero mici/Timi, & longiuntifjìmi , & alcuni di toccarne furono t
Cardinali di Capa* & di Modana flati utiliffimi, & fidatami mimfin,
1Ì*rrafiadimqtte,cbe hauendo il talentino mandati innanzi certi tiajcln
dittino infetti di uehno;& battendogli fatti congegnare ad un miniftro no
nnCabettok della cofayconcommeffioneycbemn gli dejfe ad altumlopra.
Henne per forte il Vonteftce* innanzi all'ima fila cena: & tanto dalla ojtotà^
Cete & da' caldi fmi furati che erano;dimando gli f ufi e dato da berema p- „ cièpal che
che non erano arriuate ancora di palagio le prouifioniper la cernigli fu wg*«
da quel miniflroycbe cadetta riferuarfi,come mno pili pretiojo,dato da. be llb. ,. d«u»
te del uinoyche bautta mandato innanzi V alentino-.ilquale mentre tipa- »"*o«
drebeeua,fopragiugnendofi meffe fimilmente a bere del mede fimo timo. tmtfcm-
Concorfe al corpo morto £ Meandro in S.Vieroco incredibile allegre^ *»'^£
■za tutta Koma.non potendo fatiar fi gli occhi d'alcuno di uederejpento un « inaurfu
Serpente, che con lafua immoderata amhitione, & perlifera perfidiala «™ ,«^
tutti "li tfìempi d'horribile crudeltàydi moftruofa libidme.&dt inaudita gu « «uo-
auarttia,uendendo fen%a diHintione le cofefagre, & le profane; haueua ^ cenj,
attoscato tutto 'l mondo: & nondimeno eraflato e fallato con rartffima, com^uU
e¥ auaft perpetua profbentà dalla prima giouentuw fino ali ultimodella cio e(Ib fof
ZÀfuaydefiderando fempre cof e gradarne, & ottenendo più di quello de fc cóg^uo
ftderaua-.efiempio potente a confondere l'arroguntia di coloro,tquali pre- , iM .
fumendofidi fcorgerecon ladebole^a degli occhi human, a profondità jfc-jgy.
de' nudici! diurni; affermano ciò cbe di proserò , od auerfoamene agli
Uomini procederlo da' meritiyo da' demeriti loro.come fé tutto di non
apparine molti buoni efere nefiati ingiuflamente , & molti d, prauoam
moelfere e fallati indebitamente;comefe altrimenti interpretando^ dero
lafTealla giufiitia,& alla potentia di Dio;l' amplitudine dellaquale non n
Vetta a termini brieui, & prefenti-Jn altro tipo,& in altro luogo colar
« mano con premij,& con fupplicij fempiterni riconofceigiuflidagl in-
\iufli.Ma il Patentino ammalato grauement e inpalagio,rtduffe intorno
a fé tutte le fue genti:& battendo prima fempre penfato di fare alla mor
te del padre parte col terrore delle fue armi,parte colfauore de Carèna
li SpaZnuoli,ch'erano undeci,eleggere un Vonttfice ad arbitrio fuoMue-
ua al prefente molto maggiore difficttltà,cheprima,nons era imagmato a
mefloja tutti gli altri difegm per lajuapericolofiffima infermità: per
ilchefi querelaua congrandiffma indegnatione, che hauendo penfato mol
te ttoltein altri tepi a fattigli acciaiti, che nella morte del padre poteffe-
rofoprauenirey&a tutti penfato i rimedino gì, era mai caduto nella me
te potere accadere.ycbe nel tipo medtfimo haueffe egli ad ejfere ipedito da
ti pericolo fa infermità: però bifognàdogli accomodare i configli \uoiy non
a difegni fatti prima,ma alla necefiìtà foprauenuta,parÌdogl, non potere
Mentre in un tipo mede fimo nimicitia de Colonnefi, & degli Or fin, , &
temendo non t'unsero infume cvntra lui infoine a fidarfi più preflo
t I B R O '
di quegli , i quali baueua offe fi folamente nello flato, che di quegli, i qua-
li baueua offe fi nello flato, & nel fangue : & per queflo riconciliato fi pre
flamente co1 Colonne fi, & con la famiglia della Valle,feguace della me-
de ftma fattione ,& multandogli a tornare ne gli flati propria reflit uì lo-
a Le fortez ro ^ a fortezze, le quali conff e fa grande erano Hate fortificate, & am- a
ze reftituite pliatc da jLhffandro.Ma non baflaua queUo né alla fu urta fua,nè a quie
turono ca- tare *a cltta "l Roma9oue ogni cofa era piena di fojbetti , & di tumulti:
ftei Nc«u- perche Trofbero Colonna u era entrato, & tuttala parte Colonnefe ha
no, jhinaz- r i> -, i ■ * r uri ■
.zano: e Rpc ueua preje l armi : & Fabio Orfmo uenuto alle caje loro in Monte Gior-
ca di Papa, dano; baueua con turba grande di partigiani de gli Orfinì> abbruciati al
cuni fondachi, & cafe di mercatanti,^ cortigiani Spagnuoli,contra Uno
me dcllaquale natione erano concitati gli animi qua fi di ciafeuno, per la
Memoria dell' infolentie,cbe haueuano ufate nelToteficato d'^ileffandro:
&fitibondo del fangue delValentino congregaua molti faldati forertieri,
bvenne,dì- & folkcitaua b Bartolomeo d' filmano ,chc alVbora era a gfiflìpendij k
I'am'01"0' ^ yinitìani, che uenifìe a uendicarfi infieme con gli altri della famiglia
co molta gè loro di tante ingiurie .llborgo , e i pratiqr ano pieni di gente del Valenti-
STattuTcu no: e* Cardinali giudicando non potere ficur amente congregarli nel pala
m danni -, fi gio Tonte fi e ale, fi congregauano\el conuento della chic fa della M inerita;
trare°neicn ntHua^ luogo, fuora delcoflume antico ifi cominciarono, ma più tardi che
lazzo di fan // confueto, a fare l'esequie d' ^A le ff andrò. Temeuafi della uenuta di Con-
cra^iv ^ fa^uo aR9^ai maffimamente perche Trofpero Colonna baueua lafciata
tino . Ma i a Marino certo numero difoldati Spagnuoli;& perche per la riconcima-
Roman"? tlone ^ ^a^entmo C(> Colonnefifi era creduto, ch'egli hauefeconnenuto
capidoglio difeguitare la parte Spagnuola . Ma molto più fi temeua,che non ui ue-
cheTi d'0 * n'l$e l'eJfercìt° arance fé proceduto fin a quel dì lentamente .-perche i confi
fé n'andaffe gli publìci degli Sui'^erifp attentati per gl'infelici fucceffi bauuti da quel
aofi *&'m ^ nati°ne nel Regno di ls!apoli;erano fiati molti fofpefi innanzi concede f
fu quietata, fero a' mini(lri del Re,chefoldaffero de' fanti loro; & ricufando per la me
*• che9i vi* defima cagione quafi tutti i Capitani,^- fanti eletti d'andar ulcerano sia-
nitiani ma- tifoldatipiu tardamente,& dipoi flati lenti nel caminare. Ma per la mor
ferire ai c°5 te delTontefice l'efferato gouernato dal Mar che fé diMatoua co titolo di
ciaue il loro Luogotenete del R£,et in copagnia fua,quato all'effetto, ma non in nome
1^1™*°' ^ dal Bagli d Occan,et da Sadricort,perche laTramoglia ammalato sera
za dì quefto fermato a Tarma,non affettati gli Suix^eri s'era condotto nel temtorio
toUerdiaRo di Siena co intetione d'àdar'a Romaiche co fi baueua comejjo il Re,et etia
ma. dio,che andaffe ad Ofìia l'armata.cbe era a Gaeta, per impedir e, fé e odo di
ceuano,fe Confaluo uoleffe andare co l'efìercito a B,oma}per coflrignerei
Cardinali a eleggere ad arbitrio fuo il nuouoVotcficeifoggiornarononodi
meno qualche dì tra Buoconueto,et Viterbo-.gchehauedop leturbolentie
di Roma i mercatanti fatto iiffcultà d'accettar le lettere di cabio,madate
■di Fràcia-, li Sui^ri codoni di quel di Siena ,ricufauano,fe prima no era
no
S E S T O. \2 J<??
nò pagati, p afflar e più atlanti . Islelqual tempo non erano minori tumulti nel
tenitorio di Roma,& in molti altri luoghi dello flato della Chiefla, & di quel-
lo del Valentino : perche gli Or fini , & tutti i Baroni Romani ritornauano
a afflati loro . 1 Vitelli erano ritornati in città di Caflello, & a Gian Vagolo a Scriuono
Baglioni haueua [otto fperan%a dì un trattato ,affaltato Terugia : & benché, jj1^1 ^
mefio in fuga da' nimici , fu ffle flato coflretto a partirflcne ; nondimeno tor- Gio. piolo
fiatoni di nuouo con molta gente,& con gli aiuti /coperti de Fiorentini- da- jjf^'co'icó
totii uri aft alto gagliardo ,u entrò dentro , non flen%a qualche occifionede te di inolia
nimici, & defiioi. Haueua, & la terra di piombino pigliato l'arme : & ££„£"& £j
benché i Sanefi fi $flor%aflìero di occuparla ; ui ritornò col fauore de' Fioren- altri di cafa
tini il uecchio Signore : il mede fimo flaceuano ne gli flati loro il Duca d'Vr- ucili" pard-
bino , i fignori di Te fero , di Camerino , & di Simgaglia : folamente la Ro- to di Roma*
magna , benché non fleflìe fenica fofpetto de Vinitiani, i quali a Rauenna t"rbo , fa£
molta gente riduceuano ;flaua quieta , & inclinata alla diuotione del Va- cheggìando
Untino , hauendoper ejperientia conofciuto quanto fuffcpiu tollerabile fla- ia fattjó Gat
to a quella regione, il feruire tutta infieme flotto un fignore folo, & potente, «Ica. indi p
che quando ciafcuna di quelle citta flaua flotto un 'Principe particolare ;ilqua tra i chiara
le neper laflua debolezza gli poteua difendere, ne per la pouertà beneficiare, ualIdi' & '*
più toflo > non gli baflando le flue piccole entrate afloflentarfi ; fuflfle conflretto andò a Perù
ad opprimergli ricordauanfi ancoragli huomini , che per l'autorità , &gran- Bj?»^ *££*£
de%ga flua,&per l amminiflratione fincera della giuftitia, era flato tranquil nc aiuchie
lo quel paefle da' tumulti delle parti, da' quali prima foleua e (fere ueffato con- ^^^
tinuamente con fpeffle occifwni d'huominhcon lequali opere s' haueua fatti be- & cartella
niuoligli animi dey popoli,fimilmente co benefici] fatti a molti di loro,diflri Scienti ' d?~
buendo floldi nelle perfone armigere, ufficij per le terre flue,& della chiefla nel Orio Ba-
te togate, & aiutando l' Ecclefiafliche nelle cofe beneficiali apprefìo al Padre: slloni*
onde ne l'eflempio de gli altri che tutti fi ribcllauano , ne la memoria de gli
antichi Signori gli alienaua dal Valentino : il quale benché fuflfle oppreflìato
da tante difficultà;pure,& gli Spagnuoli,e i Francefì faceuano inflantiagra
de con molte promeflìe , & offerte di congiugnetelo .-perche oltra il ualerfi
delle flue genti ; Jperaudno di guadagnare i uoti de' Cardinali Spagnuoliper
la futura elettione . Ma egli, benché per la riconciliai ione fatta co' Colonne-
fi fllfuffe creduto, che fi {ufi e adherito agli Spagnuoli .-nondimeno non l'hauen
do indotto a quella altroché il timore, che nons'uniflero con gli Orfìni;& al-
Ihora, fecondo affermatici dichiarato di non uolere eflìere tenuto a cofla alcuna
contra il Re di Francia;deliberò difleguitare la parte flua:per che, & in Roma,
oue haueua fi uicino leflìercito, & negli altri fluoi flati poteua più , & nuo-
cergli, &giouargli, che non poteuanogli Spagnuoli.-però il primo di Settem-
bre conuenne col Cardinale di San Seuerino, & con Mons. di Trans Oratore
Regio contrahenti in nome del Re , promettendo le genti flue altimprefla di
l<[apoli , & ad ogni altra imprefla contra ciaflcuno , eccetto che contra la •
Chiefla: & dall'altra parte gli agenti predetti obligarono il Re alla fluaprotet
X 3 tione
1 Del Caldi . M , . LIBRO
nai Menno f/oȏ co tilt ti gliftatipoJJedeua,&ad aiutarlo alla ricuperatione dique
ói to'pn°a |^ ^;6' l)aueua perduti. Dette oltra queflo il Valentino Jperanza di noi.
c.z.v.d li. i. r 4 re / «or/ cfc7/d maggior parte de Cardinali Spagnuoli alfauore del Car
!»4.Maè<fe dinaie di J\oano: ilquale pieno di grandi ffima fperanza d'hauere ad ottcne
auenire,che re il ponteficato con Cautorità,co> danari, & con tarmi delfuo Re;fubi-
il Bembo e j* j i ;^ r > . \. ^ . • -«.
contrario a to dopo la morte delTontefice s era partito di Fracia per uenire a F^pma ,
gii altri fcrit menando feco oltra il Cardinale d'jlravpna a il Cardinal jlfcanic fila uà
tori: ilqual , *. . . . ,, «» • zi • ' <
dice, che il le cauato due anni innanzi della torre di Borges; era poi {tato intrattenu
cardinale t0 honoratamente nella corte, & carezzato molto da Roano , (berando
Alcamo mo . ,, ... / >>- . JI
rico'iftatei che nella prima uacatione delTontepcato glthauejje a gwuare molto
n°eTnPFrìn- ^ antlca riP ^tatione, & l'amicìtie , & dependentie grandigie eglifoleua
eia in molte haucre nella Corte Romana, fondamenti non molto fa Idi: perche ne il Va
•che fcrlue'e- ^entln0 poteua difporre totalmente de' Cardinali Spagnuoli intenti più fé
gii nel iib.5. condo l'ufo degli huomini}all' utilità propria, che alla remuncratione de
^Tch^rS teàtfa-jj riceuutidalfddre>& da lui; & perche molti di loro hauendo ri-
fatto prìgio (petto a non offendere l'animo de ' fuoi Re\ non farebbono trajeorfi ad eltg
ufo riehé co %>cre in fWtofoc Hn Cardinale Francefe-, né .Afcanio (e hautffe potuto,
me ho nota harebbe confentito, che Roano confeguitaffe il Tonti ficato , a perpetua
i!b? 4^ le^S depr(ffi°ne> & eftintione d! ogni jperanza, eh e auanxaua a fe,& alla cafa
di fotto a jua.1<lon fi era dato ancora principio alla elettione del nuouc Tonttfice ,
OrThf ice- nonJ°l° Per efìerfi cominciate a celebrare più tarài,chelf olito l'efequie
gi, che fi leg del morto, innanzi alla fine dellequali,che durano b noue dì,non entrano, l
modo d? «e f€Con^° l* confuetudine antica , i Cardinali nel Conciane; ma perche per
are il Papa, le u are l'occafeone, e i pericoli dello fcijma in tanta confufione delle co fé,
chef mono & ln Sl importante diuifione de' Trincipi; haueuano i Cardinali prefenti
il papa, s'a- confentito, che fi deffe tempo a uenire a! Cardinali adenti: i quali,benche
noue giorni fu fier o uenuti; teneuafofpefo il Collegio il foretto, che l' elettione non ha
incardinali utffe a effere libera,rijpetto alle genti del Valentino; & perche l'efferato
fn tanto o- Fr ance fé, ridotto finalmente tutto tra J^epi, & l'I fola, & che uoleua di-
gni dì fifa fìenderft inftno a Roma; ricufaua di paffare il fiume del Teuere, fé prima
quie°ai mor twnficreaua ilnuouo Tontefice,o per timore che la parte auerja nonsfor
to. Poi il de <fajje j[ collegio ad eleggerlo a modofuo-, o perche il Cardinal di Bgano uo
cato°io spi- lefie per più ficurtàfua , & per Jperanza di fauorirfene al Vonteficato .•
xitosanto fi Squali co fé dopo molte contentioni,ricufando il collegio di uolere altriml
conciaue ti entrar nel Conclaue; pigliarono forma: perche il Cardinal di T\oano det
?ono &Cat- tc a tutt0 M collegio lafedefua,che Ufìercito Francefe no paffe rebbe In-
tendano ai- p i,& Vlfola; & il Valentino confentì d 'andar fene a TSlepi,& poi a Ciuità
cut °ktit caftellwa, mandati nel campo Francefe dugento h uomini #arme,& trece
to nel6.de* tO
Decretai idi
Papa Bonifacio «. nel libro primo titolo fefto de efettione & elc£H poteft. cap. terzo • Vbi periculum : &
nel libro primo delle Clementine, al titolo terzo de elettione & ciechi poteft.cap. Ne Romam. fi può leg-
gere anello F. Tolomeo da Lucca, Martin Polono, Theodorico da Niern,Gio«anni dalla Colonna, & altri
Scrittori di cjuefìi tempi, che fcrifleio la uitt di Gregorio x« .
S E STO. 164
to canai leggieri [otto Lodovico dalla Mir andola, et jLleff andrò da Trini
%j: & il collegio ordinati molti fanti per la guardia di E^ma; dette auto-
rità a tre Vrelatiprepofti alla cuftodia del Conciane Coprirlo, fé fentiffc-
ro alcun tumulto; acciocbe reftando qualunque de Cardinali libero d'an-
dare doue gli par effe, ciafcuno perdere la (peranno, di sformargli. En-
trarono finalmente i Cardinali nel Conciane trentotto in numero ; oue
la difunione , f olita in altri tempi a partorire dilatione ; fu caufa , |
che accelerando creaffero fra pochi dì il nuouo Vontefice: perche non con
cordi della per fona, che haueffero ad eleggere per l'altre loro cupidità ,&
principalmente per la contentione,che era tra i Cardinali dependenti dal
He di Francia, ei Cardinali Spjignuoli,o dependenti da I\e di Spagna; ma
Rallentati dal pericolo proprio offendo le co fé di Rgma in tanti fojpetti,et
tumulti, & dalla confideratione de gli accidenti, che in tempi tanto diffici
li foprauenire per la uacatwne della fedia poteuano ; s inclinarono , con-
ferendola ancora il Cardinale di B^ano, alquale ogni dì più mancaua la
t /peran^a Se fiere eletto; ad eleggere in Vontefice » Francesco Ticcolomini * ?™ «'co
Cardinale di Siena : ilquale, per eh e era uecchio,et allhora infermo; eia feti »! ca°S-
no prefupponeua douerein breuiffimo tempo terminare i juoi dì : Cardina Jefu eietto
le certamente d'intera fama, & giudicato per altre fue conditioni non in- d?Psettèbrc
degno di tanto grado: ilquale , per rinouare la memoria di Tio Secondo, *so* da 37.
fuo xio, & da cui era flato promoffo alla dignità del Cardinalato; affunje fecóndo a
il nome di Tio ter%o.Creato il Vontefice, l'efferato Francefe,non hauedo Buouacorfi:
più caufa difoprafiare,indrì%^adofi al camino prima defìuiato;pajsòfu- tobre fu co*"
bito il fiume del Tenere: & nondimeno né per la creatione del Vontefice, \on^°- Di
ì *•* j n» /r •* r • ^^ • • • i„ 1 lui" può uè
ne per la partita dell ejjercitoji quietammo t mouimenti di Bgma:perche derquei che
afpettandouift l'Muiano, & Gian Vagolo Baglione,cbe cogiunti nel Ve- Onofrio J"
rugino faceuano genti ; il Patentino oppreffo ancora da grane infermi- nuino vero
tày temendo della uenuta loroyera con 250. huomini d'arme y altrettanti £^"^1
canai leggieriy& 800. fanti ritornate >in I{oma , battendogli conceduto il alle vite de
falnocondotto il Vontefice: ilquale fperò potere più facilmente fermare le dóuiarina.
co fé con qualche compo fittone Ma effendo tra le medefime mura il Valen-
tinoy &gli Or fini , acce fi dafetegìufiifsima delJuofanguey& accumula-
! do continuamente nuoue genti,perche Jebenehaueuano dimandato cotra
luifpeditagiuftitia al Vonteficey& al collegio de' Cardinali ; faceuano il
fondamento principale di uendicarfi fu l'arme, almeno come prima fu fise-
. ro giunti Gian Vagolo Baglioney& fjLluiano\ onde l{omayelborgoydoue
alloggiaua il Patentino quaft continuamente tumultuauano : laquale con
tentione no folamente turbaua il popolo Homano,& la corte,ma nocque,
come fi crede molto alle co fé Francefi : perche preparando fi gli Or fini per
andare,fpediti chefujjero delle coje del V 'a tentino, a gli fìipendij, 0 del J\e
^i Francia, 0 de Re di Spagna, & giudicando fi douere effere di non picco-
lo momento alla uittoria della guerra £ arme loro, erano inuitati co am-
*, ■■ X 4 pie
LIBRO
pie comi it ioni di ciaf e una delle parti : ma efiendo naturalmente più fludiofi
del nome Francefe; il Cardinale di Roano condufìe in nome del fuo He Giu^
a xl G\°t\ ^° 0)fino » Hqualc contrade feco in nome di tutta la cafa , eccettuato X*aU
la vita dico wStibìà cui fu riferbato luogo con honorate conditioni . Ma fi turbò ogni cofa
faiup impu- per la uenuta fua ; perche ,fe bene nel principio rimaneffe quafi concorde col
«e , che" gii mede fimo Cardinale ; nondimeno a rifìrettofi quafi in un momento con l'Ora-, a
ftfl'cro Jìoì t<)re sPa£mwl° > conduffè cofuoi Re,fe& tutta la famiglia Or fina, eccetto
di di spagna Gian Giordano,con cinquecento huomini dì arme,& prouifwne difefìania mi
TranTo ra- ^ ducati ciafeuno anno : allaquale deliberatione Xindufìe principalmente, fe~
tore in Ro- condo che efio coflantemente affermaua, lo fdegno , che'l Cardinale , accefo
daa-Pnr u5è P™' c^e mcLl ^a cupidità del Vontefice;fauQrifie il Valentino ^per la fperan-
s'haueua p- %a di confeguire per me%ofuo la maggior parte de uoti de Cardinali Spagnua
offinUm-o fàbenebe il Cardinale , fiancando la colpa , che fi daua afe> con imputatio-
lenz _.) pnio, ne d'altri ; dimoflrafie diperfuaderfi efierne flati autori ì Vimtiani ; i quali
douelter o '° Per defiderio,cbe il Re di Francia non ottenefìe il Reame di T^apoli ; non folo
ferirne il fuo a quefìo effetto haueffero confentimento,chc egli fipartiffe da foldi loro.pro
ululano rde mettendo fecondo fi diceua di riferuargli il luogo mede fimo, ma ancora hauef
guato deifa fero , perche il principio de' pagamenti fuffe più pronto ; py e flato all'Oratore
«Siui,acc5. Spagnuolo quindicimila ducati diche fé bene non era al tutto certo,non fipo*
pagnata da teua almeno negare yX ambafeiator e Vinitiano efierfi interpofto maniftflamen
fXè^d'at- te in quefla pratica. lAltriaffermauano efierne fiata cagione l'hauere ottenu-.
taccaifi a te più ampie conditioni da gli Spagnuoli : perche s obligarono a dare flati nel
che Incho i Regno di TSfapoli a lui, & agli altri della cafa , & entrate Ecclefiafliche al
Colon nefi fratello; &,quel che da Ini era flimato molto, a concedergli,finita che fuffe là
lonoT&rac guerra, fuffidio di due mila fanti Spagnuoli per Ximprefa , laquale haueua in
conta quiuj animo di fare cotra i Fiorétiniin fauor di Tiero de' Medici. Credette fi,che Gii
nomi di tut Vagolo Baglioniyche era uenutoa Roma infieme co X filmano cofi come,fegui
fch Col° 5r ■ ^° 1'eft empio fuo trattaua in un tempo mede fimo di condurfi co' Fr ance fi, &
no a con? con gli Spagnuoli; lofeguitafie fimilméte nella deliberatione. Ma il Cardinale
fahio . fa Roano attonito della alienatane degli Or fini, per laquale fi conofceua efìe
b obligoflì re ridotte in dubbio le fl>era%e prima quafi certe de'Fracefi-Jo conduffe fubitoy
U cita diFio eccedendogli qualunque codinone dimadò.agliftipédij dei fuo Re co cento cin
g« Gìo.Faò quanta buomini d'arme, béche fiotto nome de b Fioretiniipercbe cofi nolle Già. b
lo Bagiionj bagolo, per efferpiuficuro di riceuere a tipi debiti i pagamenti: i quali fi ha~
foido°dciR« ueuano a compenfare in quello, che doueuano al Re per uirtu delle loro conuert
dei la soma xionuet nondimeno Gian Vagolo ritornato a Terugia per mettere in ordine le
feudi , ch'ef gcnti,& riceuuti quattordicimila ducati,& gouernadefi più fecondo ifuccef
fa città do fi deue cofe communi,& fecodo le paffioni,<& interef[ìfuoi,che fecondo quello
di Francia e che couiene alXbonore,& alla fede de'foldati,& differedo X andare alfejferd
comò delia t0 pracefe con uarie fcufe;non fi moffe da Verunaiilche il Cardinale di Roano
protettionc . -\ J , J i . ? • • - i i r i r
pia dai Re: interpreto efsere proceduto, perche Gian Vagolo imitado la fede poco Jmcera
lUuoaacc! ^( Capitani <£ Italia dì quei temfhhauefìc infinoquadofu condotto, fromeffo
*/■ aBar-
Q_V I N T O. i*y
a Bartolomeo d' Aluiano y & a gli Spagnuoli di cefi fare. Con la con-
dotta de gli Or fini fi congiunfe la face tra loro, e i Colonne fi yftipulata
neWbora medefima nella habitatione dell'Oratore Spagnuolo ;nelqua-
le, & nell'Oratore Vinitiano r imo fiono concordemente tutte le loro dif-
ferente : per l'unione de' quali il Valentino impaurito, hauendo delibera-
to di partir fi da Roma y & giàmouendofi per andare a Bracciano yptr-
che Gian Giordano haueua data la fede al Cardinale di Roano di condur
itelo ficuro ; Gian Vagolo ,& gli Or fini difpofti d'affaltarlo, non hauen
do potuto perii ponte di Caflel Sant'agnolo , entrare nel borgo; tifa-
ti di Roma,& condotti con lungo circuito alla porta del Torrone, la
quale era chiufa ; l'abbruciarono ; & entrati dentro cominciarono a cotto
battere con alcuni caualli del Valentino :& benché in aiuto fuo cocorref
fero molti foldati Francefila quali non erano partiti ancora di Roma; non
dimeno ejftndo maggiori lefor%e,& grande l'impeto de nimici,& facendo
le genti fue,il numero dellequali era prima molto diminuito, fegno d'abba
donarlo',fii corretto infume col Trincipe di Squillaci3& alcuni de Cardi-
nali Spagnuoli>a rifuggir fi nel palagio di Vaticano, donde fi ritirò fubito
in CajhlS. agnolo, r ice uuta con confenfo delV onte fice, la fede del casella
no;il ftale era quel medtfimoycbe a tepo del Tontefice paffato,di lafciarne
io,ogniuolta uoleffe3partire fubito;& le fue genti tutte fi dijperjono . Fu
ferito in quefto tumulto >bencbe leggiermente il Bagli d'Occan, & il Cardi .
naie di I{pano bebbe quel giorno molto timore di fé mede fimo. Bjmojfa per pa ricréde!
quefto accidente la materia de gli fcandoliSi rimoflono medefim amente di che {o{ìfùt
£ • l'i- ' i • y» .« . ,. toauuelena
Hgma i tumultuai marnerà che quietamente fi comincio a dare opera alla xe in una fi
elettrone dclnuouo Tontefice: pertbe Tio,non ingannando la jpera^a con Sf Vauwa
% ceputa nella fua creatione da Cardinali; era 26. dì dopo l'clettiom a paf- in una ;gam
fato a miglior uita. Dopo la morte delquale, e fi endo fi differito dal col- coniglio JH
legio de' Cardinali alquanti dì V entrare in Conclaue , perebe uollono , psdoifo fé
the prima ufeifìero di Roma gliOrfini, rimafiuiper fare ilnumero del "oSsSni
le genti della condotta loro; fi [labili fuori del Conclaue la elettiove:per >lorì s IS-
<he il Cardinale di San Tìero in Vincola potente d'amiciydi riputatio- *°"°nlò
ne , & di riccbexge haueua tirati a fé i noti di tanti Cardinaliyche non 6* mefc 9ui
hauendo ardire di opporfegli queglì,cbe erano di contraria fenten^ayen- n°0 ' decimo
trando in Conclaue già Tapa certo, &ftabilito;fu con effempio incogni dell'età fua.
to prima alla memoria de gli h uomini , fen%a , che altrimenti fi chiù- fn%. dietro
Àeffe il Conclaue , la notte medefima , che fu la notte dell'ultimo giorno ™lì* scaj£|
d'Ottobre, affunto al Tonteficato : ilquale , ò ri fguar dando al nome fuo dica* pieflò
primo di Giuliano ; ò come fu la fama per fignificarela grandezza de ^'^^
fuoi concetti ;ò per non cedere etiandionell'eccellentia del nome ad .Ale f marmo^u
fandro; affunfeil nome di Giulio , fecondo tratuttii Tonte fici paffa- ^"^chiara
ti di tal nome . Grande fu certamente la marauiglia uniuerfale,che xo Papa u
il Tonteficato fujfe fìato diferjtocQntmacQnmdkadupCardinaley gj,™^^
ilquak
LIBRO
a a ncho il ^'ìIL^e cra notiffimo effere di natura molto difficile, & formidabile a eia.
gìouìo nei f-ano; & ilquale a inquieti/fimo in ogni tempo,& che bavetta confumato
lior!cddkc ! ^et * ln contìnM trattagli; baueua per neceffìtà offefo molti, & effer citato
che il cardi cdij,& nimicitie con molti huomini grandi. Ma apparirono da altra par-
igino SiT u maniftflamente le cagioni , per lequali , fuperate tutte le d>fficultà,fn
uinco/a era efaltato a tanto grado: perche per efiere flato lungamente Cardinale mol
d'animo ter . . . . , • r • i i i /• a»
ribile, e in- to potente,& per la magnificentta, con laquale baueua jempre trapafsa-
cini£to3iiche to t ut ti gli altri; & per la grande^a rariffima del fuo animo, rio folo ha
io no nota- • • sf • \ i 1 1 _ >
to di lopra. ueua xnnci ajjai,ma autorità molto mucterata nella Corte , ey* ottcneua
nome d' effere precipuo difènfore della dignità, & libertà Ecclefiaflica;ma
molto più uè lo promefiono le promeffioni immoderate,& infinite fatte da
lui a Cardinali,a' Vrincipì,a' Baroni, & a ciafeuno , che gli poteffe effere
utile a qttefìo negocio, di quanto feppono dimandare:^ hebbe oltra ciò fa
cultà di dìflribuir danari^ molti heneficij , & dignità Eccleftafticbe,co-
jl delle fue proprie,come di quelle a" altri: perche alla fama della f uà libe-
ralità molti concorreuanoffiontaneamente ad offerirgli, che ufaffe a propo
[ito fino i danari, il nome, gli ufficij.e i heneficvj loro: ne fu confiderato per
alcuno effere molto maggiore le fue promeffe di quello, che poi Tonte fi ce
poteffe ,ò doueffe ofìeruare: perche haueua lungamente hauuto nome tale
dintorno ltbero,et acrilico, che Jlleff andrò Se/lo, nimico fuo tanto acerbo,
mordendolo nell'altre co fé ; confefsaua lui efsere huomo uerace ; laqual
laude \egU\ apendo, che 7\{J V 7{0 più facilmente ingannagli altri, che
chi è f olito , & ha fama di mai non gly ingannare ; non tenne conto , per
nfeguire il Vonteficato , di maculare, ^dfsentì a quefla elettione il Car
dinal di Ispano : perche Pifferando di poter1 ottenere il Tonteficato per fé;
è? per le dependentie pafjate haueffe ad effere amico del fuo Bg , co-
me in fino allhora era fiato riputato . jlfìentiui il Cardinale ^Afcanio ri-
conciliato prima con lui , depofta la memoria dell' b antiche contentioni, l
che haueuano battute infteme, quando Cardinali tutti due innanzi al Von
teficato £ jlleffandro feguitauanola Corte Bimana: perche cono feendo
meglio, che non haueua fatto il Cardinale di Roano , la fua natura; ff ero ,
che diuentato Totefice haueffe ad bauere ì inquietudine medeftma, ò mag
b Quefte di gì ore di quelU,che haueua hauuta in minor fortuna, & concetti tali,che
fer jè **'* gli potrebbono aprire la uìa a ricuperare il D ucato di Milano. Jl fi etiroui
Aican'io, & fimilmente,fe ben prima ri haueffero l' animo alieni (fimo, i Cardinali Spa-
ll ?a'dinaI znuoli: perche uedendo concorrer ui tanti altri,& perciò temendo non ef~
di S. Pietro , p rr* • • j • > r 1 • i- rr > r
in vincola i fer joffiaenti ad interrompere la fua elettione; giudicarono effer piuficu-
*To°ni ' d-Tp ro ^ mltì%aY^° y confentendo , che efaff erario negando ; ór confidando in
pato d' Aief qualche parte nelle promefìe grandi,che ottennero da lui; & indotti dal-
fandro 6 ii- le per fua fiorii, & da preghi del Valentino, ridotto in tale ca Lamità ,ch'e-
chc ha det- rr r • ? • > n r i • , -
to di (opra ra nccef/itato jeguitare qualunque pericolofo conftglio; cr ingannato non
«tJ'fac a! meno ' c^e^ìaiti'i dalle jf>eran%e fue: perche gli promeffe di colloca re lx
figliuola
SESTO. ics
figliuola in matrimonio a Francefco Maria della J\ouere Prefetto dì Iro-
nia fuo nipote: confermargli il Capitano dell'armi della Cbiefa; &quel,
che importaua piu,aiutarlo a ricuperare gli flati di Romagna: iqualì già $
tutti dalle fortezze in fuor a , s'erano alienati dall' ubidien^afua: le co fé
dellaqualVrouinciayp'iena di molte nouità ,& mutatwni,tormentauano % D'ce j|
1 •• /-•»>• • ; r r j r m • Bembo che
con uarif penjieri l animo del Pontefice, conojcendoji per allbora impoten Iacopo ve-
re a dijporla ad arbitrio fuo, et con difficultà potendo tollerar e, che la gra ™=™ P^e-.
dexjade' Vinitìani s'ampliaffe: perche,come in Romagna s era intefo la na per vini
fuga del talentino in Cafìel S. agnolo, & l'efferfi diffipate le genti, ch'e- J^'dJxS
vano feco; quelle città , che prima coftantemente l'haueuano umettato, fenati; ma
perduta la Jperan^a; cominciarono a prendere diuerfi partiti. Cefena ^néori l\
era tornata alla diuotione antica della Chìefa: Imola , e/fendo flato il tépo detcr-
Caflellan della Biocca per opera d'alcuni principali cittadini ammala- ^"^SS
to ;ftaua fofhefa , deftdcrando alcuni il Dominio della Chiefa ; altri de- che uolena;
ftderando ritornare fotta i B^arij primi Signori . La citta di Forlì Jla pV^one"^!
ta poffeduta lungamente da gli Ordelafi , innanzi , che per concisione R.auéna nei
di Siilo Pontefice ptrueniffe ne' Rjarij ;haueua richiamato Antonio del ^SVeiS
la medefima famiglia : Uguale hauendo prima tentato d'entrami con *o, partirò
furore de Vinitìani, ma dipoi temendo , che efsi, per occuparla per fé, /on |33lKn"atI
non ufaflero il nome fuo ; ricorrendo a' Fiorentini , u era ritornato con lo te ordinata
aiuto loro. In Te faro era ritornato G io u anni Sforma : in RiminiTandol ùVegiienTe!
fo Malate fla,l' uno & l'altro chiamati dal popolo : ma Dionigi di Ivaldo ««il»ò a ce
foldato antico del Valentino , richieflo dal Caflellano di Bernini ; andò in Borgiani
foccorfo fuo: però effendofene fuggito Tandolfo,la città ritornò fiotto il auf!?li dat[!e
nome del Valentino : Faenza fola era perfeuerata nella diuotione fua f;e & c.'uà
più lungamente: ma priuata alla fine della Jperan^a del fuo ritorno , W- *!"»> fermat
uoigendofi alle reliquie de' Manfredi fuoi antichi Signori ; chiamò ATxor & immura
regiouane di quella famiglia, ma naturale , perche non ui erano de' legi- ™* #c&
timi. Ma i Vinitìani adirando al dominio di tutta la Romagna, baite* mr?w> la
nano fubito dopo la morte d \Alcffandro , mandati a Rauenna molti fol- y^^1
* dati : coy quali una notte all' improuifo a affamarono con grande impeto
la città di Cefena: il popolo dellaquale difendendo fi uirìlmente , ejjì che V1^?^^
erano andati fenxa artiglierie , & Jperando più nel furto , che nella za, che die-
forcai fi ritornarono nel Contado di Rauenna, intenti à tutte le co fé %l^tix^.
che potefjerodare loro occafione didiflenderfi in quella Trouincia : la- fu Ramiro'
quale fi prefentò loro prontamente per la difeor dia tra Dionigi di Islal- fiSe'do !
do, ex Fauentini: perche effendo molefliffimo a Dionigi , che i Faumtini midò&hcb
ritornaffero fiotto i Manfredi, da' quali s'era ribellato, quando il Valenti ^ ^oìdoTra
no affalto quella Città,chiamati ì Vinitiani;dette loro le fortezze di Val- ài s oo.cauai
dilamone,ck> erano guardate da lui: i quali poco dipoi meffono nella nocca ^^mSt
b di Fatta treceto fanti introdottici dal b Caflellano, corrotto co danari.Oc feudi l'ano.
cuparonofimilmè'te nel tépo mede fimo il Caftello di Furlimpopolo^t mol- Bei?
te
.'furaaoi : LIBRO
foMaiatefta te altre caflella della Romagna; & mandarono una parte delle loro genti àpi
co' il! >i di- ?ljar€ la citta di Fanotma il popolo coflateméte fi difefe per la Chiefa Furono
Iccaeii dea «h> ir iKiiii j ■
to di più e:é- ancora introdotti in Rimini con la uolonta del popolo* hauenao prima comic*
v !m a°ano. nut0 con Landolfo Malatefla di dargli in ricopenfo la terra di Cittadella nel a
l u co n tra- tenitorio diV adottano prouifwne annua-, & condotta perpetua dighe d'armi%
no di dò fi e<r fi uoltarono dipoi confammo fludio alla oppugnatane di Faenza; perche i
bo *q "ai di Faucntini,nonjpauentatiper la perdita della Roccadaquale perche è edifica*
ce ', e he do- ta m luogo baffo >& perche fubito con un foffo profondo rhaueuano feparata
v AmbaTcia- dalla cittàipotcuapoco nuocergli jrefifteuano uirilmente, affettionati al nome
tor v initia- fò Manfredi, &fdegnati,che da gli hnomini di Valclilamone hauefie ad efie
feeiio uok- re promefio ad altri il dominio di Faenza . Ma impotenti a difender fi da loro
f a tauome medefimi , perche i Vmitiani fitto Chrifloforo Moro Troueditore haueuano
rapa tu ti accoftato l ejlercito3& l'artiglierie alla Terra>& occupata luoghi più impor
ipofeA h : de xanti del Contado ;ricercauauo aiuto da Giulio già affunto al Tontcficato, al-
ti vaiétVno qual era b molcfliffìma quefla audaciarma efiendo nuouo in quella fedia , & b
fofTe tolto fin%afor%e->& fen%a danari,non jperando aiuto:nè dal He di Francia3nè da*
CIO Cile in, . . '.. .. /"••_/ 7 • r* j*
rok agna Re di Spagna occupati in maggiori penjieri;& perche ricujaua di congiugner
rftsto ghe- n con aimn di loro;non poteua prouederuì Ce non con l autorità del nome Toh
ti} non che ? r . i . r r • ;/> n i „ •■•
fauoririo. tepcale:laquale,per)ar e\perien%a quanto ualefie appreso al Senato Vinitia
e La rifpo rio infieme col ricetto dell' amicitia, tenuta lungo tempo da lui con quella Re-
ti^ data dal public a;mandb il Vefcouo di Tiuoli a Vinetia a latuentarfhche efiendo Faen
DicefaH-e- Za Città della Chiefa; non saflent fiero di far quefto dishonore ad un Tontefi-
fcòiK» di tì- ce: Uguale innanzi che afeendefie a quel grado era flato fempre congiunti ffi-
dei' papa' in mo con la loro Republica; & dalquale f alito hora a maggior fortuna; poteua-
vjnetia, fé- no jperare frutti abbondanti/fimi dell antica beniuolen%a . È credibile > che
kg3e nei Bé nel Senato non mancajfero di quei medefimiyc haueuano già difìuafo timpli-
padr?Cdo- carfl ne^e cofe ^ Tifaci riceuere in pegno i porti del Reame di Islapoli, él di
kuano ditai uidere col Re di Francia il Ducato di Milano : i quali confiderafiero quel che
Fc'ndo ^5 tra PotePe partorire il diuentarc ogni dì molto più efofiy& foretti a molti; & ag
ria all'api- giugnere alt altre nimicitie quella de Vontefici:ma efiendo flati i configli am
So hauu bitwfi fluoriti da fuccefjl tanto felici, & però piegate tutte le ueleal uen-
xx haueua- tofiprojpero della fortuna;non erano udite le parole di quegli, che configliaua
R°e ?ha ucaa no H contrario iperb fu con grande unione e rìjpoflu alt Umbafciator del Ton ■ e
to'ro Arimi tefice;hauer fempre quel Senato fommamente de fidey ,atoìcheil Cardinal di S.
ài mzno dei Tkrò in Vincola afeendefie al Tonteficato per lamicitia lunghijfima confer-
Tnano.àciò mata con ufficij>& beneficij innum.erabilhdatiy & riceuuti da ciafcuna delle
cólortata il parti : né effer da dub itare, che colui , e haueuano tanto offeruato quando era
Vom. mete e Cardinale no offeruafiero hora molto pmquando eraTonteficema no conofee
dinaffiès pc regia in quello che offende fiero la fua degnit abbracciando toccafione > la*
rò -o:llnVi quale fé gli era o feria d'hauer Faen%a:perche quella Città non folamente no
Chiefa uots erapofieduta dalla Chiefa> ma la Chiefa medefima sera fontane amente fpo
uand tener- gHata di tutte le fue ragioni 3 battendone nel Concifloro trasferito nel Duca
yalen-
S E S T O. 167
patentino sì pienamente ìldominio: ricordargli che etiàndìo innanzi a quefla Poterono
concezione ; non haueuano alla memoria degli huominipofieduto mai i Ton- i Fiorentini
ttfici Faen%a:anzi di tempo in tempo V haueuano conceduta a nuoui Vicari], l£*"nò eera
non ui riconofeendo altra fuperìorìtà.ché 7 cenfo, ìlquale affermano prontame difpofto a pi
te dipagar Ci in cafo ai fuffero oblìgati : né già i Fauentini defiderare il domi- |aqueiache
nio della Chiefa: affici aborrendolo hauere fin ali e fremo adorato il nome del (crine n bs
Valentino: & mancata dà queflo tutta la \beranxa,efierfi precipitati a chia- |j°» ^S{
Utare i baflardi della famìglia de Manfredi Supplicarlo finalmente che l Ton mè>f> dei
tefice uolefìe conferitore uerfo il Senato Vinitiano il mede fimo amore: e lane ^ ì^iu*
uà battuto, quando era Cardinale* Harebbe il Tonteficerfoi che fu certificato Co u Papa,
dell'animo de Vinitiani mandato il Duca Valentino in Romagna: ilqual rac- c^n\ ^^j
colto da lui fubitOiCbe afeefe al Tonteficato con grande bonore,& dimoftra- ueuano ri-
tion di beniuolenra.alloggiaua nel palagio Tonte ficaie: ma fé rìaftermedubi- ^futSofiti
tondo che l'andata fua,laquale da principio farebbe fiata grata a tutti i pò- $ui\utóa
poli-, non fujfe bora molto odiofa;poi che già tutti s'erano ribellati da lui. Re- £q h j "^ &
flaua folamente a' Fauentini il ricorfo de Fiorentini : i quali mal contenti , hauendo i\t
che una Città tanto uicinaperueniffein poteflà de' Vinitiani;ui haueuano da £.L a\&(q
principio mandato dugento fanti >& nutritogli con grande Jperanza di man- la fua .^e?tl
dami altre gentiper dare loro animo a foftenerfi, tanto che l Tontefice hauef ^ rYipote
1 fé tempo a foccorergluma a uedendo chél Tontefice non era dijpofto a pigliar che *ym,<j*
l'armi, & che ne l'autorità del Re di Francia;ilquale haueua da principio con trattori .- la
fortato i Vinitiani a non moleflaregli flati del Velentino;era baflante a raf- quair-^pofta
frenargli, non uolendo foli implicar fi in guerra con nemici tanto potenti, sa- d'ani mono
ftennono dal mandar loro maggiori aiuti : però i Fauentini efclufi d'ogni jpe- alteraro-
ronza, & hauendo già l'efferato V mitrano y ilqual'era alloggiato alla Chiefa b D0po che
dello fi eruaza,cominciato a battere con l artiglierìe le mura della Città >com » y imtiani
m n r r t.. > t' ■'■ -t hebbeto ha
mofji ancora per ejserji (coperto un trattato, &preji alcunhc haueuano con- uuto Arimi
nitrato di metter dentro i Vinitiani;dettono loro la Città: i quali fi conuenno- no & Faéza
ii ; *n r -» • 7 i •; ir- determina-
lo di dare ad <Ajtorre certa Jouetione,benche piccola per la fua uita.Hauuta ì0ti0 pei no
i Vinitiani Faenza;barebbono occupato facilmente lmolayet Forlì :ma per no irrita£ 'fm. ll
• • i ^ ri ir r r • - 11 • Papa,dmon
irritare più il Tontefice ,che marauigliojamente fi rifentiua,mandate le genti hfeiar pren
'die flange deliberarono per allhora nonprocedere più oltre,hauendo occupa- det P1" *1"*
; to in Romagna oltra Faenza,et Rimini co fuoì Contadi: b Monte Fiore, Sani magna : ma
^Arcangelo ,Vemcchio£ attera .,Sauignanò)Meldola,T orto Cefenatico:& del J^^jJ
tenitonod ' lmola,Tofignano, Solaruolo, & Monte Battaglia. Teneuanfiper tomaua p ri
lo Valentino in Romagna folaméte le Rocche di Forl\,di Cefena,di Forlimpo f^^l
poh,& di Bertinoroflequali egli,con tutto che molto defiderafie d andare in proposto :
Romagna y harebbe, perche non fufìero occupate da' Vinitiani , confentito di {^queiie
darle in cuflodia al Tontefice, con ubligatione di rihauerle da lui quando fufie altre t?r te ,
ro afficurate : ma il Tontefice, non efiendo ancora fuperata dalla forza della ^^^t
dominatione l'antica fua fine er ita ;baueua ricufato, dicendo non uolerejponta Bembo.
neamente accettare l'oc cafoni ^che l'inuit afferò a mancargli della fede, final-
mente
LIBRO
uèbre i?oj.
Buorucc
mente per opporfi in qualche modo a progrefjì de Vinitiani , tmkfi.ffmiM
lo pericolo dello flato Ecclefiaftico al Tontefice , defiderojo olirà queflo,che l
Valentino fi partito da Roma, contenne con ^interponendo]} in quelacon
Pecione oltrailnomefimil nome del Colleggio de Cardinakcbe l Valentin*
Ce ri andane per mare alla Spetie;& di quiuiper terra a Ferrara; & dipoi a
Imola , ole fi conduce fero cento huomini darne,, & cento cinquanta cattai
legnai che ancora fendtauano le fue bandiere : con la qual njolutione eh
« Pa„ì il v» felìo * andato a Oflia per imbarcarci Tontefice pentito fi di non baucteac- ,
ìétirod.Ro ■ tmo k fortezze .ó~ già difpoflo, in qualunquemodo potere hauerle,ante
?l& nerle per fonando a lui i Cardinali di Folterra,& di Sunente aperfuader-
Hijeperouiare, che quelle Terre non andafjeroinwan de Vinmam^uffe
contento de porle in lui folto la nude firn promeffa , che s era trattata in Ro-
ma : ma ricufando il talentino di farlo , il Tontefice fdegnato lo fece ritener
Mie valee, fopra lequali eragtà montato , & dipoi con boneflo modo menare
alia Magliana : donde giubilando tutta la corte , & tutta Roma della fua n-
tentiòne;fu condotto inpalagio;ma bonorato,& carenato, benché con dtli-
b il Bue» «enteguardia:perehe il Tontefice,temUo che i caflellam alberati iella jalu
co,,i d,ce il % f„*non uendeffero le fortezze a Vinitiani; cercaua d bauere da lui icon
SSta^,'. trafegni con h,Jamtà,& ccnfiacenole^e. cefi lapotenm del Valentino ,
dei valenti- aefciuU „mfi foltamente non meno con la crudeltà, & con le fraudi ,che
£&£■ con l'armi & con la potentia della Chiefa; terminò conpiu fiotta romna,
«ìioneArre ea,crit„sntaitdo in femedefìmo di quegli inganni , co quali il padre , O egli
lu-n^eT hauemno tormentati tanti altri.Vè hebbono migliore fortunale fue genti,
T "?? che condotte in queldiTerugiaconfperanza,cheda Fiorentmi,& altri uj-
tel 1° fé Lo loro falò condotto, feoprendofi loro alle fpalle le genti de'Bagliom,
Tdi^ct de' Vitelli,&de Sanefnfiriduffonoper faluarfi in fu Ipae fé de Fiorentini:
t£5E* doueefìendofi diflefe tra* Cafliglione , & Cortona, & ridotte al numero di
ÈTnl&l quattrocento caualli, & pochi fanti; furono per ordine de Fiorentini i fualt-
impoffibìie, 2iaie, & fatto priiione Don Michele ,cbeleguidaua: ilquale jupoictaioro
$ nS conceduto al Tontefice, che lo dimandò con fommainflantia,bauetidotnodio
triti iminiflri di quelTonteficato , per efiere egli flato fidammo mmiflro,
■ . , & kcutore di tutte le federatele del Valentino ; benché come per natura
■' ' tirmikam facilmente tterfo coloro, conimi quali era in potefla jua lo in-
,e'e erudire; non molto dipoi lo liberaffe. Tartiffun quefto tempo da Roma il
, ""*'" :* * r_„-' r?.^„^* *++o^,t*rt Art (Ziuìm + bili f)CY
to nel cubi
deìb rt.to
di Fiore 'A y
reói >tiflì
mo da
fodero pene
. d. <]- ,«c uercaat Tontefice. Ma lef-mpio dell'efiere fiata la fua credulità fibi
■£»; 5^& dal Cardinale Afianio , non fece il Cardinale di Roano p;u cauto nel e eofeM
to Sk du Tandolfo Tetruccùilqmle meimtdo in Siena congrandifiìmo honorem m
cari. * * hMMiOjCòU
S EST O. 16*
firmato {egli con grande afltttia, & con artificio fi configli, & promettendogli
Ixreftitutione di Monte Vulcìano a' Fiorentini; opero tantoché l Cardinale,
com2 fu in Francia,oltra [affermare no battere trottato in tutta Italia Intorno
fin faggio di Tandolfo;fu op oratore, che l Re concdeffe, che Eorghefi fuo fi-
gliuolo , mandato in Franciaper ficurtà dell' offeruan^ dellepromefìe pater-
ne ife ne ritornale a Siena . Quefie furono le mutat ioniche fuccederono in
Italia per la morte del Tonte fice . Ma in quefti tempi mede fimi l'imprefe co-
minciate con tanta fi>eran%a dal Re di Francia di là da monticano ridotte
in molta difficultà:perche l'efferato andato d confini di Guafcognaper man-
camento di danari3& per poco gouerno di chi lo comandaua;fi erapreftamcn
te infoltito: & l' armata di mare battendo fcorfo con piccolo frutto peri mari
di Spagna; fi era ritirata nel porto di Marfilia; & fefier cito andato uerfo
Terpignanojne progreffi delqttale il Re molto confidaua,effendo beneproue^
ditto di tutte le cofe necefìarie;fi erapofio a campo a a Sals fartela uicina a *hia^35ho|
J$erbonaypofia a' piedi de monti Tir enei nel Contado di Rofjìghone: laquale g\ qi luogo,
effendo ben difefa face uà gagliarda refiften%a:& ancor che da Francefifuf- ^h|tea{nun^[
(e ualorofamente combattuta , & ttfatc tutte le diligenze di battere le mura inde , pofto
i ■ nelli uia, di
con l'artiglierie , & di r Quinarie con le mine ; nondimeno non potettono maj Nerbona a
ottenerla : anri effendofì congregato per {occorrerla grandijfimo efieveito di uno «agno
• • • f * 1 f* J 7 7"> /7^T^ ^* àCC|ll« 13 ilei
tutti i Regni di Spagna a Verptgnano , otte era uenuta la per fona del i\e , <cr piu \oiìo t
unite fi a qttefto esercito per la refolutione de' Frac e fi, ch'erano fiati manda- J^doky
ti uerfo Foterabia,le genti, eh' erano andate a difendere quella front iera, e tut ftrcmi gio.
ti infieme mouendofiper affaltare l efferato Francefe; i Capit ani, cono feendo |^^jj
fi inferiori ,fi ritirarono col campo uerfo Is^erbona, effendo già fiati intorno a bagnati dal
Sals circa quaranta dì: dietro a quali entrarono gli Spaglinoli ne confini del £>nde ^dd
Re di Francia:& prefe alarne Terre dipiccola importanza, efiendo i France- ,órica. gìo
fifermatifi a J<[erbonaftatiitipochidì,fi ritirarono ne terreni loro per coman ££ {£'*-dcl
aumento del fuo Reycbe bauendo confegttito quel eh' è il proprio, di chi è afial
tato;nutriua mal uolentieri la guerra di là da' Monti: conciofia che ifuoi Re
gni potenti/fimi a difender fi dal Re di Francia;erano deboli ad offenderlo. l^è
molti dì poi interponendocene il Re Federigo;feciono infieme triegua per cin-
que mefiper le cofe Oltramontane folament e -.perche Federigo efiendogh da-
ta intentionedal Re di Spagna di confentire alla reftitutione fitta nel\Regno di
rHapoli,& fperando che'l medefimo haueffe a confentire il Re di Francia;ap-
prejfo alquale , indotta a compaffione ,fi affaticaua molto per lui la Reina di
Francia; haueua introdotto traloro pratiche di pace: per le quali , mentre
ebeardeua la guerra in Italia ; andarono in Francia ambafeiator idei Redi
Spagna ,gouernandoficon tanto artificio , ch&Federigo fiperfuadeua, che la
difficultà della fua reftitutione, contradetta eftremamente da Baroni della
parte .Angioina; confiftefie principalmente nel Re di Francia. Efiendo adun-
que ridotte tutte le guerre de due Re nel Regno di ls(apoli > erano uoltia
quella parte gli occhile ipenfieri diciafeuno : perche i Francefì partiti da Ro-
ma*
ì
LIBRO
ma,& paffuti per le terre dì Valmontonc,& de Colonnefi,per le quali furono
concedute loro uolontariamenteucttouaglie:caminauano per la campagna te.
clefiaflicauerfo S. Germanoioue Confaluo, mefifa guardia in Rocca Secca, &
tinoTiuogo zr/ a Motèto C af ino ;s era fermato non con intentionedi tentare la fortunata e
©eicbrc e i a diprohibire che nonpafiafìeropiu innnan%i;ilcheper la forte%^a del fìtofpe
»onaft f rio1 YCLUCL aS>euo^meijte Poter fare' brinati i trance fi a Tonte Como, & a Cappe
ooe sa Bene rano ; s'unì con loro il Marche fé diSaluxgo con le genti di Gaeta iéauend%
fua"?; w eco° Pyima Per l'occafione della partita di Confaluo , ricuperato il Ducato di Tra-
me lì pilo ve izto, e'I Contado di Fondi in fino al fiume del Gangli ano . Fu la prima fatica
che ne fcHU dell'efferato Francefe la oppugnatone di Rocca Secca : della quale , dato che.
uè Leone ve uhebbeno in uano b un afialto; fileuarono:ma diuenutine in tanto ti ijy regio?.
fc nella fila che public amente fiaffermaua nell esercito Spagnuolo ; quel giorno battere
Cxonica di afficurato il Reame dà Kiapoli da Francefi : i quali per queflo diffidandofi di
acquale Sì (puntar e i rumici dal pafìo di San Germano ; deliberarono uoltaifì al camino
che modo &$% marina; & perciò poi che furono flati due giorni fermi in ^Aquino ;prefb
daconfaiua da lorcjafciaci fettecenio fanti in Rocca Guglielma,ritornati indietro a Ton
è fermo dal te ccruo;andamw per la uia di Fondi ad alloeejare alla Torre pofla fui paffo
Giouio nel . , c , T > .. \. , ,, « r °° n . , a * , «_r v L ■".
li. 2. delia vi Mei fiume ael Ganguano : nclqual luogo e fama e\ieregia fiata la Citta aliti-
ti dei medef chiffima di Mintume: alloggiamento non folo opportuno pergittare il Tonte,
&pafiare il fiume, cornerà la loro intentione;ma comodiffimo in cafofufìero
b a Rocca necefjitati a foggiornarui: imperò c'haueuano Gaeta, & l'armata di mare alle
GAoujo!?hfl ff> alle, Tr aietto litri, Fondi,e tutto ipae fé infimo al Garigliano a fua diuotio-
furono dati ne.Riputauafi .che nelpafìare l'efìercito Francefe il fiume confiflefie raomen-
^fonategli to grande alla uittoria : perche efìenao Confaluo tanto inferiore di forile , che
spagnuoli fi non poteua opporfi in fulla campagna aperta : rimaneua libero a' Francefi il
loiamétejei camino infino alle mura di IXapoliialle quali fi farebbe medefimaméte accofla
iendoui ca- t a { 'armatale he non haueua oppofitione alcuna per mare:perciò Confaluo par
faibah°uomo titofi da S. Germano , era uenuto doli altra parte del Garigliano per opporfi
di terribile con tutie \e forr^ j%u6y peYche i Francefi non paffaffero, confidando fi di poter-
lo prohibir e per il difauani aggio, & difficultà,che hanno gli efìerciti nel paf-
c La batta- far e, optando i ramici fi oppongono }i fiumi che non fi guadano. Ma comefpeffo
glÌ? &CffiSe accade, riufeì più facile quello, che prima fi riputaua più (Ufficile; & per con-
u Griglia- trarlo più difficile quel, che da tutti era fumato douc refier e più facile :perche
*°'àf g?" * Francefì,ancor che gli Spagnuoli fi sfor%affero di uietarlo,gittato il ponte,
uio più co- guadagnarono il pafio del fiume, per for%a dell'artiglierie piantate parte
pio&niente: J^//4 r.pa y doue alloggiauano , più alta alquanto , che la ripa eppofita; parte
tribaifcc la fulle bcrcheleuate dall'armata , & condotte contra il corfo dell acqua : ma
pi ma J. de }jauenci0 11 d\ Cruente cominciato a poffare ,fi eppofono loro eli Spaniuoliy
Goloniia. ej- afi aitando quegli , che già erano papati con grame animoftta ; c gli ri-
mettono finoàme%o il Tonte, & harchiono Jcguitatigli più oltre, fé dal
furore delle artiglierie non fuffero flati ccftretti a ritirarfiuMor) in queflo af-
falto dalla parte de Francefi il luogotenente del Bagli di Digiuno, & deli 'efjèr
cito
S E S T O. t69
* mo fy^wo/c ^ F*«o figlino Idi Vago? Or fino, gioitane tra ì folàatì Ita-
liani di non piccola a§ettatione*Fufama,chcfiiFranceft quando comin
ciarono a pajfar e, fujfero proceduti innanzi uirilmente\che farebbono ri- a F . .
mafi quel giorno fnperionma mentre cheprocedeuano lentamente, et co fino Sk'i
dimoftratione di timidità;non filo perder ono l'occafione della uìttoria di ?j1ouio» chc
quel giorno;ma fi debilitarono in gran parte lafreranza del futuro : per- & uVg™
cbe dopo quel giornoje co fé andarono fempre per loro poco felicemente: ^«t'nj1
& già tra i Capitani era più prejìo con fu/ione, che concoi dia ;& fecondo che^eu'cl
il coftume de' foLdatì Francefi uerfi i Capitani Italiani, poca ubidienti al £ girj?-
bMarchejc di Mantoua, Luogotenente Bggìo ; in modo, ci) 'egli 0 per quefta p« gffiS
. cagione ;o perche neramente ^f uff e, come allegati a ammalatolo perche dal unalacua-
V esperienza fatta prima a Zocca Secca,& poi il dì, che fi tentò di pafìare
tlponte,hauefie perduta la (peran%a della nittoriaifi partì dal? efferati*
laSciato di fi nel He di Francia concetto maggior di fede, che d'animo, bCofiPoco
0 di gouerno neWcjjercitio militare. Dopo la partita degnale i Capitani Vuoiti
Francefila erano principali il Marchefi di Salw%(p,il Bagli d'Occan, & ''g>dclla Tra
Sandricort, fatto prima alla tefia del ponte di la dal fiume un riparo con % cÙ
U carrette; uifabrtcarono un baione capace di molti huomini;pcr loqua ff finScn
l^onpoteuanopinini7niciaffaliargli,quandopaffauam
ritardauano a procedere più oltre altre difficultà , caufate parte per col- amraaIat° i
paloro,parteperla uirtìuetolerantia de nimici,parte per Umanità del dcir/S
la fortuna:perchf Confaluo inteto ad impedirgli più con l'occafione della ? Fra"cefe-
uernata,e delfino del paefe,che co le foriera firmato a Cinturatale finche "/
in luogo pofto alquato eminente, lontano dal fiume poco più d'un mhlio 'et iIu' nolfoC'
kfanteria,eti l'altre genti alloggiate all'intorno, ma con molta inetmmo- &S?3?
ditd,perche alloggiando in luogo lolitario,et douefono rariffime le cafe , fiSig *?
et le capanne dei contadini, et de' pafiori non n'era quafi coperto alcuno, £&&?
e terreno per 'lab, tfeyra naturale di quella pianura, et perche i tempi &k*h!&
erano molto pwnofi, pieno d'acqua, et di fango : però ifildati che non ha- *™ male
ueuano luogo di alloggiare ne' fini più alti, clan cendo gran quantità di fa SSS"' SS?
pine, 1 sformano coprire con effe il terreno doue alloggia nano 'per ™ccorfi.'
lequali difficultà, & perche l'effer cito era mal pagato ,& per batterei "u .§?
Francesi guadagnato del tutto il paffodel fiume; fu con folio di alcuni Croniche
C\TTa fritirarfiaCapua;accwckelegenti p at iff ero meno, & per f^Thc
leuarji dal pericolo in che pareua , che fifieffe continuamente,effendoin- ucram<^
farmi d genti a' mmici: il qual configlio fu magnanimamente rifiuta- *a«S£
io aa Coni alno con quejle memorabili parole . DE SI DE O R E tiu ammalato
toftod'hauereal prefente la juafepoltura un palmo di terreno pila- ££**£
vanti, che col mirar fi indietro poche braccia , allungare la uita cento jfKr<u«n
anm:& cofi refendo alle difficultà con la coftantia dell'animo , & A «a
"* "V fTT A f buona era»
LIBRO
efjendéfi fortificato con unfoffo profondo,& con due bajlioni fatti alla
frante dell'alloggiamento dell' efferato; fi manteneua oppofito a France-
fi: i quali benché baue/fero fatto il baftione,non tetauano di mouerfijper
che cffendo il paefe tutto mondato per lepioggfèrf? per l'acque del fiume
(è quefio luogo chiamato da Tito Unto per la uicimtàdi Uff a£ acque Si
n tuff ane,& forfè fono le Valudi di Minturneyntllequali CMario fuggen-
dosela fi occultòìaon poteuam procedere innanzi fé r<on per ma pretta
a Per quefti piena di fango ahijfimoì& doue era fondato tutto'! terreno >ncfen%a peri
tempi cefi £0i0 foflìre affaltati perfiaco dalla fanteria inedita degli Spagmwlhche
gc fi r tono allontana molto uidnai& erano per forte quella uernata *i tempi jred a
moki Fran diflìmi,& affrìffim'h® -connetti ", & pioggie quafi continue molto più che
felicemente non era il [olito di quel paefe.onde pareua che la fortuna e'I Cielo fuffero
h: \X2lÌC a
. ri congiurati contra i Francefi: i quali J opra fedendo non foto confumauano
Renmpié il tepo inutilm'te,ma riceueuano dalla diUtioneypirla natura loro, qua
ft'dci-NRè' fi quel mede fimo nocumeto,cbe dal ueleno>che opera letament e, r ice nono
finrQcordaàdo i corpi b umani :ptr che fé bene alloggiauano con minore incommodità , che
Jj ch* <luaI1 non alloggiauano gli Spagnuoli3pcrche le reliquie di un Theatro antico, al
Re caib t le quali haueuano congiunti molti coperti di legnameli le cafe,ej le botte
u'haueuano rjev;cjne ne copriuano una parte>él luogo intorno alla torre.efiedo alqua
roTro™" to più alto chel piano di Seffa; er ameno offefo dalle acqueti era anco la
fiorita 11 maggior parte della caualleria ridotta in Xraietto.et nelle terre cir coffa
™Prin' ti;ntdimeno nonrefifledo per naturai corpi de' Fràcefhet de gli Sumeri
fSdia'ii» dltfatichdugheyet all'incomodità^merefiffono i corpi degli Spagnuo
di cófaluo.. Inraffreddaua cotinuamete l' impeto >et la caldezza degli animi loroy&ff
aumetauanoquefledifficultàper l'auaritiade'b miniffri propelli dal Re
biminiftri [oprale uettouaglie,etfopr ai pagameti defoldati:iqualiintetialgua~
propoftidai dagnoproprio,nè permettedo alcuna fpecie di fraudeffafciauano diminuì-
corcuto°nte re il numerose teneuano il capo abbodante di uettouaglie:per lequaXica.
foriere, e a- aionì aìàmolte infermità fopraueniuanoneltefferiitOyél numero de Jol-
£Sm& datjecbe a pagameti fuffe quafi ilmedefimo;era inquat»alte%ettomol
2 do riufd to minore,efiedofianco delle geti Italiane rijoluta? fé fteff a qualche par-
?.™3ur te: i quali difordÀnifaceuamaggioreladifcor dia de Capii anhperlaqua-
Giouio- le nofigouernaua l'effercitonicUordine,nècola ubidita couemete. co
fi i Fracefhimpeditt dall' afonia della uernata,foggiornauano octojam?
te Mia ripa del Gariglianosnon fi facendo né per i nimichnè fioro fati uo-
nealcmnayeccetto, che leggieri battaglie, no importanti allafomma delie
cofeinelle quali pareua che quafifempre preualefferogli Spagnuolnet ac
cadde anco in queffi giorni mede fimi, cheifanti>iquaU erano (lati a J ciati
da F race fi alla guardia di Biocca Guglielma, no potedofofienerelemole-
fiie,che dalle gHi,che guardauano Biocca Secca,et le terre circolati quoti
dianametefoneneuano,et però ritornadofene all' efferato furono nel carni
no rotti da quelle . Ha efiendo fiate già molti dì le cofe in quello ffatoy Jo-
1 praggiu--
S E S T O. ìjò
praggiunfono all'efferato Spagnuolo co le copagnie loroBartolomeo d'M
uiano,et gli altri Or fini: ftr la lanuta de quali efiedo accrefàute lefor* dice insii-
%e di Cofaluo,in modo,chaueua nell'efferato $oo.buomini d'rme,mille ca uì° foPia »j
uai leggieri %et yoco.fmti Spagnuoli;cpmmcià a pèfare no di filar e più al- LTgcuo'*
la difeja,ma di offendere i ùmici, dandogli maggior animo tlfapere, che i l'Ai"lano 'l
Franceftfuperiori molto di caualli, ma no di fanti,*' erano tatoffiarfi f le JjuST patìa-
terre uicine,chegiàgli alloggiamoti loro occupauano poco meno,cbe dieci jpiaflaicò al
miglia di paefie;in modo, che intorno alla torre del Garigliano erano rima lesinerie
fti il Marchefe di Saluto Vicerè,etgli altri Capitani principali co la mi jK Ncniia-
nor parte dell' effercìiehet quella, beche ni fiuffe jopr attenuta copia di net- alle ttiu\
touaglie,amphadowfiogni dì più le infirmiti, per lequali erano morti mei s,uj°-> *??*?
ti,e tra gli altri ilBagli diOccan,diminuiua cotinuameteiperò dehberado te fi1 dici?*
tentar di paffare il fiume furti ft aniente , ilche fuccedendo non fi dubitaua
della uittoria-.dettela cura all' Mutano* autore fecondo dicono alcuni, di aiUfineSS
li.j.a c.15^.
dia
ceb
m
mi
Uà alcuna;! abito a:e ti potè fu gittate (che fu la notte del 27. giorno di De Bnuol!: c 19
:ebre)pafiò tutto l'effe rcitoM in efjo la f fona di Cofaluonl quale la notte ÌVuìììtx
^edefima alloggiò nella Terra di Suio còtigua al fiume occupata da' pri~ h.° notaro
iche paffarono;et la mattina fieguènt^i pure di venerdì felice agli Spa tJlg™£
gnuoli, battendo ordinato Confala > chéi reiroguardo che era alloggiato u.d\ fotta
tra la Rocca di Modr agone, et Carinoli quattro miglia di fiotto al Vote de' V^tìlt
France filanda fé ad afj Taltare il ponte loro-fi aringo con la uanguardagui ^cl>ap^c.°
data dall' Muiano9tt con la battagliaci? 'erano paffate feco,afeguitare i pAluiano*"
Francefì: i quali bauendo la notte medefima bauuto notiti a, che gli Spa- G*ncfal **
gnuoliygittato ti ponte fgi4 pafiauano, occupati da grand>fiimo terrore,co l'ofleruado
me quegli che battendo deliberato di non tentare infimo foprauenifje beni- ncdc'gor
gnaftagione più co fa alcuna,et pervadendo fi, che ne' nimici fuffie la mede V\\ gìouìo
fima negligentia,& ignauia;fi comoffiono tanto più per q in fio ardire, et a e {jfcijf .j"11"
cidente improuifoteLperò fé bene più preflo trepit ade (come fi fa ne'cafii che.eVsa-
fubiti) che configliando,o deliberando il Viceré, alquale molti leuatìfi da J^rrur
Traietto,et de luoghi e ir e on fi ariti, do u '-erano ffarfifi riduceuano;baue/fe degnai,*
ptrprohibire il paffo inuiatoMlegrico alcuni fanti, et canai uerfo Suio ; ct^oVa%
nondimeno accor tifi, eh' erano tardi,et efiedo fiuperiore in ogni dificorfo,& damcna'rié!
confideratione il timor e;fi kuarono tumultuo fornente a me^a notte dalla ?!anccfiCft!
( Torre del Garigliano per ritirar fi a Gaeta, laficiataui la maggior parte man<> /che
delle monitioni,& b none pagi grofsi d'artiglierta,& infiemerrmanedo- S£lSrÌad
hi iferiti,et moltitudine grande di ammalati . Ma Confaluo intela la le- Radunar
l'artiglierie.
*i - • UUia Varia epli fi
milmete in- molti capici quefta rotta de* francef» al Gariglianojnt fa alcuna mentione di Profpero ColcW
r 2
L I B R O v
nata loro,[eguitandogli con l%ejfercito,jpin[e innanzi Trojpero CoIona co9
canai leggieri-, acetiche efiedo trauagliatida lorofujjcro corretti a carni
nar fin lentamente: i quali e/fendo giunti alle /palle di ejfi alla f rote di Sca
di; cominciarono infìeme a [caramneciare, non intr amettendo ì Francefila
di camìnare,& nondimeno fermandofì [beffo pemonfi difordinare a' pon*
ti,& a p affi forti :donde dopo efferfi alquanto foflenutifi ritiravano [em-
precon riceuere qualche danno :& era l'ordine del procedere loro l'arti*
glierie innanzi a tutti,la fanteria dipoi ,& in ultimo luogo i canali :de
quali quegli yeti erano gli tilt imi e obi: tettano continuamente co nimici:ca
fi e/fendo proceduti hora fermando/; J?or a leggiermente combattendo in/in
al ponte,c\)è innanzi a Mola di Gaetana neceffità coflrinfe il licere a far*
fermare una parte delle fue genti d^arme in fu quelpaffo,pcr dare /patio di
difeofiarfì alle fue artiglierie : leqmli,non potendo procedere con la celeri
tà,con laquale procedeuano le gent'hgià cominciauano a mefcolarfi con lo
ro:però appiccata in quel luogo una battaglia gràde;Jopraggiufe poco di
poi il retroguarda Spagnuolo, che paffato il fiume fen^a re[i/ien%a alcuna]
con le barche mede fime del ponte,clfera (lato rotto da Frana fì;camina-
ua uerfo Gaeta per la flrada diritta,efftndo Confaluo col re/io deWtfferci
to andato fempre per la Coftiera.Còbattefii al ponte di Mola per alquan
to /patio di tempo ferocemente, foftenendofi i Fr ance fi, benché pieni di mol
to timore principalmente la fortezza delfno;& a fi aitandoli gli Spagnuo-
li scC quali già par e uà e/fere in poffejjìone della uìttoria,molto impetuofa-
Ail'Ador mente : finalmente i Francefi non potendo più reftttere,e temendo non fuffb
no, chiama- tagliata loro la flrada da una parte delle genti,laquale Confaluo haueua
u?0dBernar- mandata per la coftiera a quefio effetto;cominaarono con difordine a riti-
do, è da e/To rarfi: et fé gufandogli continuamente i nimici,arriuati al capo di due uie,
iodebdcTiàa delle quali l'una uà ad Uri, l'altra a Gaetaifi me/fono in manifesta fuga,
gsgiarda re- recandone morti molti, tra i quali a Bernardino ^Adorno, Luogotenente &
cS^pfccK di lo.lancejafciate l'artiglicrieycon tutti icaualli del fuoferuigio,& re*
ceto huomi flandone molti prigioni,gli altri fuggirono in Gaeta Seguitati uittor io fa-
ll pìéira del rnete infirìalle porte di quella cittd.Èt nel tepo mede fimo Fabritio Colon-
l'acqua For? na mandato da Confaluo;poi chebbe paffato il fiume con cinquecento ca-
ce^he not ualliy& mille fanti alla uùlta di Tonte Como , & delle F race, colf auo-
Luogotené- re folla maggior parte pelle caflella , & de gli huomini del paefe fualigià*
capitino S. le compagnie di Lodouico dalla Mirandola, &diMeffandra daTriul^i..
causili. furono oltra que/ìi prefi , & [pagliati per lo paefi molti di quegli, i qua-
bPiero de* /» alloggiati a Fondi, adi tri,& ne luochi circonflanti,inte/o efftr/i gitta-
Medici affo f 0 H potè da gli Spagnuoli;non erano andati ad unir fi con C efferato aliai
fStwUcft* Torre del Garigliano,ma per faluarfi h alienano [par fi pre[o tumultuo^
fa dieci an- m$t e ft camino m diuerfi luoghi Maggiore infortunio hebbono *> Turo de" b
ti fuTccU- Medici,chefcguitaua il capo deFracejhet alcuni altri getilhuomini:iqua
todirioien H efiedo nella leuata dell'efferato dal Garighano [aliti /opra una barca:
£a* con
f:
fc>» f *wttro peX^i d'artiglieria per condurli a Gaetd;per tròppo pefo , # àot^hS
f enrk hebbono i ueti contrari^ alla foce del fiume;andata [otto la barca; ™ mot' or
annegarono tutti, alloggiò la notte feguente Confaluo con t efferato a T^lo'ìl
Caflellone, & à Mola: <& accoflatofi il giorno feguente a Gaeta,oue altra P£a G^ra .
a i Capitani Franceft erano rifuggiti iVrincipi di Salerno,®- diBifignano; S per un ^
occupò {ubito il Borgo ti * Monte,ch'era fiato abbandonato da Francefi : Polc'° di
Munatio
iquali , benché in Gaeta fu/fero genti b affanti a di fenderla, <&uctto uà- £co Gio
glie a ' foffcien'za miluogo opportuno ade/fere con l'armate di mare fòc uio-
corfo; nondimeno inuiliti ne difpoiìi a tollerare il tedio dell'affrettare gli b.1 ^*pùa
aiutiincertiiuoltarono fubito l'animo ad accordar fi ; & perciò effendo di SC^qÌ
b confentimento degli altri andati a trattare con Conjaluo b ilBaglidiDi {a a caPit"
giuno,Santa Colombai Teodoro daTriul%i;conuennowil primo gior- flS?i£ii
»o dell'anno M'He cinquecento quattro di confegnar Gaeta,® laforter £^ìiì-£ie
%a a Conjaluoylhut e do facilità d'ufcirne con le robbc loro [alni per terra, ^—-^
& per mare fuor del Piarne di 7fLapoli;& che Obignì,& gli altri prigioni kgSV m-
afferò da ogni parte liberatila quello non fu sì chiaramente capitolato, j£- jfalieio
che non haueffe Confaluo occafionc di di(putare,che per uirtù di tal couen per suizz?.
€tione;non s'intendevano liberati i * Baroni del Regno Napolitano. Qjte- doro triSl
fla è la rotta,ch bbe Ufercito dtl I{e di Francia apprcfjo il Garigliano : «*o per w
fulla np i delquale era flato fermo da cinquanta giorni, caufata non meno llani'
ciadifordini proprij,che dalla uirtù dcnimia,et rotta molto memorabile: \^^1 Ba
perche ne fguitòlapcrdita totaledisì nobile,& potente T\eame,& la fta Andrej
Mita dell'imperio degli Spagnuol';& più memorabile ancora,perche efi ^hSSow*
fendo ut entrati i Frante fi molto fupenori di for%e a* nimici,& abbondan to,&0Ai°fon
tifimi di tutte le proni (ioni terreflri,& maritimeli he fono neceffarie alla Sjfefiì:
guerraif trono debellati con tanta facilitai fen^af angue* et perìcolo al *™ poAiin
cimo de tuwcitori;& percheron tutto che pochi ne mori/fero per lo ferro ^«detu
de' nimiciifu pi r uarij accidenti piccoli '(fimo il numero di quegli, che fi fai *>*& mfiiS
uarono di tanto efferato uonciojìa cofache de fanti, \ quali nella fuga fai- t^o. gìo
narono le per Jone loro,<& di quegli ancoraché fatto t'accordo fi partirò- «io.
no per terra da Gaeta;ne morì una parte per lafirada confumati dafred- d il Marche
di,& dalle wfermhà:& quei di loro, che ginn fono a [{orna uiui-fi conduffo £,di ;jaiu2:
no la più parte ignudi*& mi fer abili: donde molti ne morirono per gli Spe Gio'uio'mo
dali,& la notte, per lo freddo, & per la fame, per le pia^rey& per le tira g,'° G£?
de, & quel che nefufie cagione *o il fato auerfo a i Francefile meno auer poh^idrl
fo alla nobiltà,che alla gente plebea,o le infermità contratte per le incom ^ ^
moditàfoflenute intorno al Garigliano ; molti di quelli,che fatto, che fu £u'aifÌvo
l accordo s'erano per mare partiti da Gaeta * oue lafciarono la maggior |° Taffetà
partede loro caualli',mor irono, o in camino,o fubito, che furono arnuati l* morteli
UjiFràcia:traiqualifu <* ilMarchefe di Saln^o,Sandricort,el Bagli del uento°pal°
la Motagna,et molti altri getil'h uomini di molta fìima,Fu còfiderato,che zo> & mori
oltra qtìelloìChefi poteua attribuire alla difeordia, et al poco gonerno de' d0r"tican *
T 3 Capitani
LIBRO
frtkani Francep>& alFaJpre%^a de teph&jl non epere i Vracefi,et gli
Shirrcri habib quàtogli Spagnuoli a tollerare con l'animo il tedio della
lunghezza delle cofani col corpo l'incomodità, et le fatiche ;duevo [e prin
cyalmtntchaueuano impedita al Re di Francia la uittoria: l' una, la lun-
ga dimorale fece l'efferato perla morte del Totefice in Terra di f{oma>
dilla quale fu e au fato, che prima foprauene la uernata,& che prima Co-
falno conduce agli Ihpedlj f»oi gli Orfini}ch'efsi entraffero nel l{egno;per
che non fi dubita , che fé uif «fiero entrati nella ftagione benigna art bb e
flato neccfiitato Cmf alno, allher a molto inferiore di for%e, ne fauonto
dalla ridigità de tempi, abbandonata la maggior parte del ?^eame,a riti- a
a cofiauuc rarfi in pochi luochi forti :l' altra,* Uuantia de 'cdmejfanj Regy,i quali
ceCroK^o fraudando il Re ne pagamenti dt faldati, & difordinadoprlamedefima
t Sì no in Roma per ordine fuo quantità grande di danari, & apparato gr ade
foàcri reali, di umoua*lk: & fé bene all'ultimo per le molti fsime querele de Capita-
co aie egli
icirue nel 3.
come es" ni,& d'i tutto l'eJTercito ni fujje maggiore largherà del uiuere;nodime-
ddia uita di no prjma ue n'era [lata flrette^a tale,che quello difordme aggiunto ai-
ti* rco°cu l'altre incomodità era fiuto cagione di tante infermità,& del}*1>%™*™.
to.eil Baili
uo Cado,
ino, furo i>ti
ui del g«- (lentatione d'un corpo „
tt^o'co ceflario,cbe gli nitrirne bri faccino l' ufficio fuo;cofi non bafia,cbe IVru.a
«eoo che r f cdpa dMe cofe,fe ne> minifiri fuoi non eproportwnatamente
de""UU- la debita Mgùmet uirtA.'Nsll' anno medefimo,cbe quefie cofe tato gra
Hi in Italia Recederono fi fece la *> pace tra Baifit Ottantanno* 1 Vinitia
™ WcTp« gnerra con potentifsimi apparati terreflri, & marittimi, & o«"P«to™
dM ^fda %lm due In„ì nella Morea naupatia (hoggi è detto Lepanto ) Modani,
S" ?«?" 6 Corone,&GÌunco;non l'haueua continuata poi co lamedefima «««W»
«tu» d«i mo*endolo for fé oltra il defiderio della quiete, nsoftctto,cMO iperico*
YfÙJt proprio l'amor della religione non cónataffero centra lui 1 'P^'P'f"
«i hiani-perebe et il Tonte fice Mefsandro baueua mandato alcune gaM Jot
tilt in aiuto de Vinitiamy& infieme con loro baueua f allenato con danari
Vlasdilao Re di Boemia,& d'angheria a muouere laguerrane catini ae
Turcbi;e i !{e di Francia,& di Spagna mandarono ciafcmo floro,man»
nel tepomedefimoj 'armata fua a congiugner fi con quella de Vinitiam.
Ma più cupidamente ancora fu accettata la pace da Vmtiam,* qua»
« * s in terroni*
•SESTO. ifi
sfirtterròf>ii>eua per la guerra con grMifshnà detrimento pnbtico,& pri-
llato il cdmercto delle me* cavi adequali da gli buomim loro fi efftrtham ta^'|*
no in molti turti di Leuante\& perche efendo la città d. V 'metta cofaeta «>gn uone
a trarre ciascun amo delle Terre fuddne a' Turchi copta grandtfsima ài * JJgJJ
frumento'ydauà loro non piccole difficultà l'efferpriuati di tale comodità: tdi Turchi
ma molto più perche jbliti ad aceri {cere l'imperio loro nelle guerre co gli JJJSVJj.
altri Vrincipi\nÌKnà cofa haueuano più in horrcreche la pottntiadeglt tfcuur, oitra
OttomanVyda quali quaiuque uoh a haueuano hauuta guerra in fieme era- ?tur- Jr^i saC
a no flati battuti:perche & a Amurat auolo di Biijet trauma occupato la beiiicc; icg-
■città di Teffalonica(hoggi Salonich) appartenente al dominio Veneto-, & feJ^J™
poiMaumetJuo padre, battendo battuto Cedici anni co tìnua guerra coefsìy fec» erano _
tolje loro rifola di^gropote, una gran parte del Velopomfìfhoggi det po Mdi™
ta laMorta)Scudrt,e molte altre terre in Macedoniaset inMbania:tn mo &* . ch'è a
do che [ottenendo la guèrra co Turchi grandi[sime difficultà, &f>eje[mt aicMeXc
[urate,et [en%a (peranno, di cofegnir e frutto alcuno;et oltra qneflo temi- »»»fto/ie,teà
do tanto più di no efere ajjàltatì nel tempo medi fimo da gli altri Vr.napt che'X
. s\ . /-• t /* i /? r • . • j 1. 'i . ^ ."ri ti l . _ . »r-v ir-, ti
Cbriftiant;erano [empre defideroftfsimi d> bauerela pace co loro, Fu he:- Jfflljaf* &
f o d Bj//èr f e r le codttioni dell' accordo, ritener fi tutto quello, e hauena ce cenone, &
cupato,e i Vimtiani ritenedoft l'ijcla diCefalonia (antteamete detta Leu j^j^"?}
cade)[urono coftretti a cedergli Ci fola diT^critOyboggi denominata Santa fono1 in*co°
Maura.Mano baueua dato tanta moleflia a Vinttiani la guerra de Tur Sf^ j*f*
chiyquanta mole(lia,& detrimento dette h fiere flato intercetto dal J& di ca fama; bé-
Tortogallo il corner ciò delle Jpecii riedequali i mercatante i legni loro co ^m^j!j,
b ducendo da b Mejfandria città nobilifsima d'Egitto a yinetia;f£argeua- na ho io ct>
no co gradift imo guadagno per tutte lepronìcie della ChrtflianitàUaqual ^0ao tracw
co[a e [sedo [lata delle più memorabili, che da molti [e coli in qua ft ano ac b Qual uiag
cadute nel Modo: et haiièdo per lo danno,che ne riceuè la città di V inetta lì^ÌJ3^
qualche conejsità con le coje ltahane;non è al tutto fuor a di prof ofito far d.ur le fpetie
ne alquanto diramente memoria. Coloroyiqualifpeculado con ingegno, rpa J,".^
& cdjìderationimarauigliofe il moto,& la dtjpofit one del Ctelo,ny hanno d'Au^ufto ì
dato notitia a'poftert; figurarono3che j> la rotondità del Ciclo dt[corra dal ?a"o i homi
l'Occidente all'Onere una linea diftante in ogni Jua parte ugualmente dal lo . P°rcac -
Volo Settétr tonale yet dal Volo Me>tdiO)iale}detta da loro linea EquinoU KblddTijK*
tiakiperche quando il Sole ut èjottOyfono all' bora eguali il tìì,i t la notte: Jc P »" &
la longitudine dellaqnal linea diutfono con la imaginatione in $6o.parti, |criti
? lequali chiamarono cgradiyco[ì come il circuito del Culo per me%o uey Vo ]* *
li e queftodàno
che riccue rono i Vinitiani per conto delle fpetierie;Scriue il Sébo a! principio del lib. 6 delle iue hiltoi ie:
doue tratta znchora de ì coftumi dt quei popoli difeoperu da) Colon.bo ikric piucopioianicntcii uede in
ouei tariti autori,t he da diuerk lingue tUfont.aifOrtati nella nolha dali'etceìlciaeM. Gio. Bauilt^ Rami»
iio,Òt ordinati in tre uolUmi,detie le Nauigationi diuetfe
e 11 grado, ton.e qui dite, è unadcllc3 6o.parti,neliequali èdiuifo ilmondoma coti tiene 17. leghete meza
di gr«ndezza,cicèj:er lunghezza delia terrajOdell'acquaiScla lega è di tre inolia nclire l'uDaibeuche i ^m
le tanno di «f miglia luna:onde a quella ragione ogni grado contenebbe di lunghezza 70. miglia Italiane.
r 4
amo
di-
on del
Moluc-
Ma di
t i b r a
li e mede fimamt 'te gradi trecento feffanta. Dietro alla norma data da cjue
fti i Cofmografi mifurando,et dimdendo la terra sfigurarono in terra una.
linea Equinottiakycbe cade perpendicularmente [otto la linea celtfie figa
rata dagli <Ailrologi,diuidrndo fìmitmente quella,?? il circuito della ter
ra con una linea cadente perpendicularmente fatto i <póli\in latitudine di
gradi ] 60. di manierale dal Volo noftro,alTolo Meridionale pò fono dì
fiantia digradi 1 80. et da ciafeuno de3 Volitila linea Equinoziale gradi
90. Ouefìe cofe furono dette in generale da Cofmagrafi: ma quato al par
ticolare deli' b abitato della terra data quella notitia , ebaueuano d'una
parte della terra , eh' Sfotto al n'offro Emifperio;fi per fu afono, e he quella
parte della terra,cb'è fatto alla torrida Zona figurata in Cielo da gli jL-
a in quefta ftrologi3nella qual Zona fi contiene la linea Equinoziale, come più prof sì
làLdcia era ma al Sole fuffe per la calìdità fua inb abitabile^ che al noflrc Emifpe-
no condo: Y'l0 non fi pot effe procedere alle Terrebbe fono fatto la torrida Zonale a
ite ancho^ quelle,cbe di là da effa uerfo il Volo Meridionale confftono:lequali Tola
tC ftP' 1LAd meo Per confeislone di tuttiyVrincipe de* Cofmografi ', chiamato a terre,&
fitrumpera mari incogniti. Onde <& effo,& gli altri preJuppojono,cbe chi 'dal noftro
tori Roma Emifperio uolefie paffare al feno ^Arabico , & alfeno Ver fico , 0 a quelle
dei marRof parti dell' India,che prima feciono note a gli bnomini nafilri le uittorìe di
fo, & del Ni jiltfiandro Magno; fuffe coflretto andar ni 0 per terra , 0 approfsimato
to'n?erio., ebefifoffe per lo mare Mediterraneo quanto poteua ad effe, fare per terra
mutarono ,7 rimanente del camino. Qjtefle opinion f& prefuppofiti ejfere siati falfi
cio?he0'iu " hadimoslrato a* te pi nofiri la namgatione de Vortoghefi:panbc bàno co
lo fiume in andato già molti anni fono i Rg di Vortogallo a cofleggiareper cupidità)
■ tate n " Bat di guadagni mercantili l'jLfriea, & condotti fi a poco,a poco in fino all'I fo
uiani :indj ledelCapo uerde,dette da gli antichi ,fec odo Copinion di m aitici fole Effe
n^mJotfb, riderete!) e fono diftati gradi i^dallo Equinoziale uerfo il Volo Artico,
& nei mar pref0 di mano in mano maggior* animo,uenuti con lungo circuto nauigan
ueXndo'fi do uerfo il Me%o dì al Capo di Buona Sperala promontorio più disiarne,
cam^ibfo ^ ^cun'^tY0 dell'africa della linea Equinoziale , et ilqualedifl a da
ce dei voi- quellogradi 2 S.& da quello uolgendofi all'ariete bàno nauigato per l'O-
!e:Pin Taqua ceano wfirì alfeno *Arabicc,et alfeno Verfico\nè quali luocbi i menataci
iia:& dì qui d ' Mefsandria foleuano coperare lefpecierie parte nate quiui , ma ebe la
alia Tana in ma»qior parte uifono condotte dall'I Jole Moluccbe,& altre parti dell'In
capo del o» r » „. . ij . _ » i » j ■ i
mar Maggio dìa,et dipoi per terra,per camino lungo,et pieno a incomo<\\ta,et ai molte
reroue k ga fo K condurle in a Me(landria;& quiui uenderle a" mercatati Vinitiani; <t
ice vinitia- ii J ** r * , é .n « . » . ìj 1
ne àdauano iquali condottele a Vinetia neformuano tutta la Chriltianitaìritornaao-'
xiepfif *di ne loro grandi fumi guadagni :per che bauendofoli in mano le ffec\erie,co
fcorio fu det ftituiuano ì pregi ad arbitrio loro;et co' mede fimi legni,cox quali le leua-
cacth! /per- uano ^ Meffandriaiui coduceuano moltiffime mercatàtiey e 1 mede fimi le
chedipoj fu gniyiquaii portauano in Fràcia,in Fiandra,& Inghilterra, & negli'altfi
cTaun'ol ù luoghi le$ccie;tomauano medefimamete a V 'metta carichi d'altre merco*
tantiei
S E S f 0. 17 3 ^ffàj,
tantiedaqual negociatione aumentano, mzdefimamente molto X entrate -delia u nauL^d-
Hepublica , per le gabelle, & paflaggi. Ma i Tortoghefi condotti fi per mare àei Colpba
ifa Lisbona Città Regia di Tortogallo in quelle parti remote;& fatto amicizia doparne
nel mare Indico co He di Caiiciit,& di altre terre uk::ie:& àhoi di mano in Ee ranno
. > 7 > ,.r ■ r t- r 1490. perciò
mano penetrati ne luoghi pai inumi; et edificate mprc^efio eh itempofmè^ ch2 fu due
%e ne luoghi opportuni, &con alcune città del paefe co7ifedermt:(l,alive fatte- annì dof ° »
r r f - j --u 1 r ■ ■ r * 1 • ■"'■ J ; ' come s'in
jicon l arme Juduiie; nonno irasjento m fé quel commercio ai comperare le da' tanti ai*
(bectene,che prima filettano hau^reimcrcatajiti^tAlef^ndria:& londaccn. tocche ny
dote per mare in Tortogallo; le mandano poi etiandio per mare in quei luoghi to&te quel
mede fimi jae quali le mandauano prima 1 V milioni A^aul? azione cenamene h chc a Ie5
te marauigUoki, & di 'patio di miglia / cenci milaper man al tutto incogniti, nic di iuì,di
[otto altre flette, fitto altri cieli, con altri fir omenti : perche pafi aia la linea cj.nf?,'£ ^
Equinottiale non hanno più per guida la Tramontana, & rimangono priuati f !;/<£ s?3-
deU'ufo della calamitarne potendo per tanto camino toccare, fé non a terre non sn* i{ P™*1*
conofiiute diuerfe di lingue, di religioni,& di coflumi,& del tutto barbare , f^Tm^ù
& nimiciffime de foreflieri:& nondimeno non ofldte tante diffidata s hanno '-^ -°rer?u
fatta inprogreffo di tempo quefia nauigatione tanto familiare, che oue prima Ipto? ?l\\\ \
confumauano a conduruifi dieci me fi di tempo ; la finifeono bovvicommime- h{]d{k. d*'
1 1 • . . r • n , °*° . ^ Re Catnoh-
mcnte con pencolimolto minori in feimefuMapiumarauigliofa ancora è fio d nelle na-
a te la nauigatione degli Spagnuoli, cominciata a l .Anno Mille cinquecento no uisa,tion ' : ?- '
• j- 1 n r 1 1 *■ C1U3U pnillA
mntaper inuentione di ChriJtofanoColomb 0 Gettone fi nlquale hauendo mot- cioè l'anno
te notte mitigato per lo Mare Oceano, & congetturando per l'ofiemationc di £f^f fe[]
certi uenti quello, che poi néramente gli fuccedette;impetrati da i Re di Spa- dfnando fii-
gnacerti legni,& mitigando uer fi l Occidente ,fcoperfe incapo di trentatre [f^f1
dì nell'ultime eflremità del noftro Emifperio alcune ifile : delle anali prima Fortunate
ninna notitiashaueua.feliciper lofito del Cielo ,per la fertilità della Terra, !jE£28i-
& perche da certe popolazioni fieriffime in fuora,che fi cibanode corpi hu- de-
mani ; quafi tutti gli habitatori fempliciffimi di cofiumi, & contenti di quel, \ ef p ™cTfìo
che produce la benignità della J^atura ; non fono tormentati ne da auaritia , remino fece
né da ambinone : ma infelici ffime , perche non bauendo gli huomini né certa f J'nauV •'
religione , né notitia di lettere, nonperitia d'artifictj, non arme , non arte di tioni £.*c?
guerra , non feientia , non efperientia alcuna delle cofe; fono quafi non altri- ^25
menti, che animali manfueti, faciliffima preda di chiunque gli afìalto : onde ordine l! ! |c
allettati gli Spagnuo li dalla facilità dell'occuparle , & dalla ricche^ della di Caft|^
preda,perche in epe fono fiate trouate uene abbondantiffime doro: comincia uerfo p.or e""
rono molti di loro, come in domicilio proprio ad habitarui: & penetrato chri- ^^«417
bflofano Colombo più oltre , & dopo lui ° Amerigo fejpuccw Fiorentino , & a.2°' ^*f
fucceffiuamente molti altri ; hanno feoperte altre Ifile, & grandiffimipaefi |e°tc5m1 tfio
di terra fermo : & in alcuni di effi,benche in quafi tutti il contrario, & nel- n,end' ErTt
/> 1 /2 1 7 ■ . . * ^"^ Ci Re ili rOt
edificare pubicamente, & prwatamente,& nelueflire , & nel conuerfare togaiio uer-
coftumi)&pulite^aciuile;matuttegetiimbeUi,& •focili ad effere predate: {^X^V
ma tanto fyatio di paefi nuoui^be fonofen^a comparatone maggiore (patio, "©■> i- »» t>ri-
Jr 1 ino di Mag>
cne g-,0.
LIBRO
che l'habitato, che prima era anotitianofira né 'quali diflendendofi con nuoue
venti, & connuouenauigationi gli Spagnuoli,& bora cauado oro,& argento
delle ucne,che fono in molti luoghi,& delle rene de fiumi; bora comperando"
ne per prc77o di co fé uiliffime da gli habitatori;bora rubando il g.a accumula
to; n'hanno condotto netta Spagna infinita quantità, nauìgandom priuatamen
tebenebe con lìcentta del Re,& a Jpefe proprie molti;ma dandone ciafcnno al
Re la mùnta parte di tutto quello,cbe,b cauaua,ò altrimenti gli peruemua nel
le mani.an(ièpr0ceduto tanto oltre l'ardire degli Spagnuoli- che alcune m
uì,e(fendofi diflefeuerfoil Toh jtntartìco gradi cinquantatre ; ferire lungo
■ la colia di terra ferma, & dipoi entrati in uno flretto mare, & da melo per
ampliffimopelago nauigandonelìOriente;& dipoi ritornando pei -la uautga-
tiene che fanno ÌVortoghc fi, hanno, come apparijce manijcfu finamen-
te, circuito tutta la terra . Degnile i Tortoghejì , &gli Spagnuoli , & pre-
cipuamente Colombo > inuentore di quefla più maramgliofa, &pw penco-
lo fa nauigatione, che con eterne laudi fia celebrata laperitia,linauftria,l or
dire, la uigìlantia, & le fatiche loro ; per lequal, e uenuta al fecola noftrono
titia dicofe 'tanto grandi, & tanto incognite. Mapm degno di efiere celebralo
ilprcpofnoloro,featantipericoli,&fati^
mmlderatadelloro,&dellcricchez7e,malaci^
agli altri quefla notitia , ò dì propagare la fede Cbrfiiana ; benché quflofla
in 'qualche 'parte proceduto per confequentia-.pcrcbe in molti ^foflan
colermi Illa noflra religione gli babitatori.Ter quefle ™>S%™$™%1
Mato efìerfi nella coinitione detta terra ingannati in molte cofe gli amichi ,
Sfoltii Talinea%uinotttaleMitarfì fittola torrida »S£
defimamite centra l'openione loro fièper nauigatione di dm <™M°»f'
tifi fitto le Zone propinque a poli. fitto lequali affermauano nonpouf ba-
li are per i freddi ir/moderati rifiato al fio de Cielo tanto remoto dolco*
fi del Sole. EfH mancato quel che alcuni de gli antichi ^^ f™£
prendeuanochefottoinofiripicdifonoaUribabitatorid^
lodi.Ma ritornando al propofito della noflra nar;atione.& alle ^dopo
. ,„ quefto l'efierfi arrendila a gli Spagnuoli * Caetanell anno mille "H'^f^Z
rHimo tra fuccederono;Le nouelle della rotta riceuuta al Carighano, & é tanti d-
libro a cac. "v J . ' „ „ :i.^^A Ài 1 „™?*w*>_ ^ sii -hi riti. riua.lt tllttO
primo gior-
no dell'an-
no 1J04.
didoloreappariuapienadimeflitia,&diaffiitiione,&fifentiuanopertutto
il Reame le mei degli buomini,& delle donncebe malediuano quel giorno,
nel quale prima emro né cuori de' fuoi Re-.non contenti di tanto rmptrio.che
pofledetJoM sfortunata cupidità di acquiflare flati m Italiana Jopram-
iera tormentato l'animo del Re,per la differitene ahauerepma ricupera
re m Re?no fi nobile,& per tanta diminmione detta eflimatwne,& autorità
]m:rimdauafidellcmagmfiche paroU,lequalihaueua dette tante uolte con-
SESTO. i?4
tra il Re di Spagna,& quanto fi [ufi e nanamente promeffo degli apparati fat
ti per asfaltarlo da tante bande :accrefceua il dolore, & la indegnatione fua il
confiderare, che e fiondo fiate fatte da fé con fomma diligentia , & fen%ari-
jpiarmo alano tante proui fiorii, & hauendo guerra con rimici poueriffimuet
bifognofi di ogni co fa ifufiefiato per la auaritia,& per le fraudi de mimflrì
fuoi fi ignominioftmente fuperato : &perb efclamando infino al cielo)affer-
maua con efficaciffvmi giuramenti, che poi che era con tanta negligentia, & fa ^l'J^
perfidia feruito da fuoi medefim'hche già mai commetter -ebbe più guerra al- delio ^ dato
cuna a" fuoi Capitamrma anderebbe per finalmente a tutte le imprefe . Ma lo ^ aln™oA
tormentaua, & cruciaua ancora più il conofcere , quanto per la perdita di un la mutatioo
tale efiercito, & per la morte di tanti Capitani, & di tanta nobiltà fufiero in f\0*™£ £
debolite le forile fue:in molo che fe,o da Maffimiliano fuffe fiato fatto qual . dubitato ^
che mouiméto nel Ducato di Milano fo fé l efiercito Spagnuolo ufcito del Rea UoCf0iie per
me di "Napoli fufiepaffato più innanzi ;diffidaua efio medefimofommamente t?ntat*;;et£
dipo ere difendere quello flato ymaffimamcte congiugnendofì ad alcuno di que cne j vinì -
fli Afcanio SforT^a, l'imperio delquale era defiderato ardentemente da tutti i ^"'J0;^;
popoli . Ma del Re de' Romani non fi marauigliò alcuno, che non fi deflaffe a correre" pei
tanta opportunità,efiendo l inueterato coftume fuo fcambiare il più delle noi 'x*™& .
te i tempi, & le occafionuMa di Confaluo fiperfuadeua ciafcuno il contrario: fiorentini
donde fiauano quegli, che in Italia alheriuano a Fr ance fi in grandiffimo ter jgJJ^}£
rore,che egli con la Speranza ,che ali efiercito uincitore non haueflero a man ra_re: a rapa
i care danari, né occafionij fen^a dilatione feguitafie la uittoria zper fouertire n° gJJcéfi
lo fiato di Milano , & mutare in camino le cofe di Tofana ; ilche fé haucfie non erano
fatto fi credeua fermamente che il Re di Francia,efauflo di danari,& sbattu *p^™pa°'J£
to d animo \h ar ebbe (en^a fare alcuna refifienr^a ceduto a quefta tempefta, ef fbrdini fé -
fendo maffimamente l'animo delle fue genti alieniffimo dalpaffare in Italia ; j^";^10"
& hauendo quelle, eh e tornarono da Gaeta p affato i monti, ftreTgato i coman
damerai Regij, che furono pre fintati loro a Genoua:& fi uedeua chiaramen- \^yf°f\
te, che il Re fen%apenfiero alcuno alt armigera tutto intento a trattare concor c.6o. hn det
dia con Maffimiliano) ne meno intento a continuare le pratiche co Re di Spa- ^luo qua?-
gna:p:r lequali non intermefie nello ardore della guerra, erano fiati fempre, do ueane in
& ancora erano Oratori Spagnuoli nella fua Corte rma Confaluo, che da qui l"^£^
fere ito fuo di molte paghe;gli fuffe impoffibile muouere con fperan^a digua- ™* coni/ri-1
dagni futuri ,ò di pagamenti lontani le genti fue,che dimandauano danari,et limerò uni
alloggiamenti ;ò per:he fuffe necefjitato procedere fecondo la uolontà de' fuoi "e"na c0 c°"
Re ; ò perche no gli parefie bene fi curo, fé prima non cacciaua i nimici di tutto fignifica cjo
il Pregno di Trapali; Iettarne l efiercito : perche Luigi d'tArs,uno de Capitani *£ Je"" Jjjg
francefiMquale dopo la giornata fatta alla Cirignuola,fi era con reliquie tale tia nella di-
delle genti rotte >che non erano in tutto da difpre^ar e, fermato a Ve no fa) & {jjjjj?" ml
ila nate)
ti T, H 0
ti finale .mentre che gli eserciti flautino su le ripe del Garìgliano; haueua oc-
cupato Troia 3 & San Seuerino ;teneua foìleuata tutta la Tuglia : & alcuni
de' baroni ^Angioini ritiratila gli flati loro,fidìfendeuanoyfegutfandofcoper
Manente il nome del Re di Francia: & fi aggiunfe a tutte quefie co fesche poco
dopo la uittoria il Gran Capitano fi ammalo di pericolo fa infermai àiper laqua
le non fot en io andare in alcuna fpeditioneperfonalmente ; mandò confane
a Ando con àéÙie genti a l'Aiutano a debellane Luigi a^Ars-.per laquale fua, b delibera- a
tvAtetano twne 3 ò neceffità di non feguitareper allhora fuor a del Reame di Isjapoli la
1 5z, nudati uittoYÌa,reflauano l'altre cofe cC Italia fiuprefto in fcffetto,che in trauaglio:
da bófeluo perche i Finiti ani ' flauano fecondo lufan%a loro fofpcfi ad affrettare defitto
far gu«rac6 delle cofe:& à Fiorentini pareua acqui ftare affai fé nel tempo che totalmen
tra Luigi te differauano del foccorfo del Re di Francia ; non fuffero afe 'aitati dal Gran
le ha^eu^po Capitano:& il Tontefice diferendo ad altro tempo i fuoi uafti peti fieri;* affa
te, forte pxe ticana,fercheil Falentinogli concedere le fortezze di Furlìdi Cefena, & di
pdf*! Auer Bert inoro , che fole per lui fi teneuano nella Romagna; perche ^Antonio degli
fa'e in e ho Ordelaffi haueua pochi dì innanzi ottenuta con prernu quella di Furlimpopo-
èi o ìib . 3 • lo dal caflellano. con [enti Falentino dare al Tontefice i contrafegni di quel
d ? - teVi ta di ia fa ce Jena , co quali andato Tietro Douiedo Spagnuolo per riceuerla in no-
me del Tontefice, &il b caflellano, dicendo effergli dishonore ubidire al Ta-
b iiccfteiia dyene fuo .mentre che erafrigione,et meritare d'efflr e punito chi hauefee pre
ri? % chia- [unto di fargli tale richiefla;l haueua fatto impiccare: donde il Tontefice,e-
no piego feiur0 jana fpeyan'za di poterle ottenere fen%a la liberatone del Falentino;
ilduSè fece conueme ficco; d ellaqu ale coni tent ione fu fedita per maggiore ficurtàuna boi
[>cip tar(di- ^ nei comjfloro ; C\K il Falentino fufiepoflo nella rocca d'oflia in afioluta pò
rietio ouìe teflà di Bernardino Caruagial Spagnuolo CarddiS. Croce >di liberarlo ogni noi
do giù dàlie ta^ cfoe }oauefee refiituito al Tontefice leforteTje di Cefena & di Ber t inoro ;
& che della rocca di Furi) hauefee confettati i contrafegni al Tontefice, et da
ta ficurtà di banchi in Roma per quindici mila ducati : perche quel caftelìano
frometteua di reftituirla, rivenuti , che hauefee i contrafegni, & la quantità
f redetta per fatisfattione delle fpefe Icquali affermanti (f battere fatte . Ma
altra era la mente del Tontefice : ilquale, benché non i: ole fi e rmperepalefe-
mcnte le fede data;haueua in animo di prolungare la- fina delih erat ione ;b per
eh fine rea' timore , che liberato non oferafee , che l caflcllano di Furi) negafee di dare la
reno da co r0Cca;ò fer la memoria delle ingiurie riceuute dal padre, & da luifo fer l'o-
[ "cror.douó dioyche ragicneuolmenteglifortaua ciafeuno: dellaqual cofa fofbettado il Fa
£ »i vaienti \cntino ; e Ykercb fegret amente il Gran Captano che gli defiefaluocondotto !
y°o •'gia°r°& di potere {ternamente andare a T^apolù & che gli mandafìe due galee per le
\ ^™VIin.? vario da cftia : lequali cofe effendo da Con <J alno , il Cardinale di Santa Croce ,
itti di eli che haueua il 'mede fimo foffetmfubito che hebbe notitia, che olir a la ficurtà
w« 'qMifó« fata in Roma de quindici mila ducati, i caflellani di Cefena , & di Bertmoro
f oh u cole- haueuano confegnato le fcrte^e;gli dette fen%a faputa del Tontefice j "acuì
ra d ei Papa . ^ ^ partir fi : il citale non appettate le valcc, che doueua mandargli il Gran
Capitano;
a Pare che i
difenili del
S É S T Ó. 17)
Capitano ; fé riandò occultamente per terra a T^ettmó : onde sii una pìccola
barca fi conduce alla Rocca di Mondi 'agone ':& di quiuipcr terra a J^ìpoli ,
riceuutedà Confaluo lietamente,& con grande honore.Inlslapoli (landò Jpef
fo a fegreti ragionamenti con Confaluo ; lo ricercò, che gli defle commodità di
^andare a a Tifa, proponendogii eh e fermando fi in quella Città , ne rifatte-
rebbe grandi/fimo beneficio alle cofe de fuoi Re : ilche dimoftrando Confaluo
di approuar e, & offerendogli le Galee per portarlo, & dandogli f acuità di. fot valemmo
tiare nel Reame i fanti, eh e difegnaua di codurrefeco;lo ìiutrì in queftajperan JJ^jJjjjfk
%a in fino a tanto, che hebbe rifpofla da fuoi Re conforme xqudlo , che haueua cofe di PHà ,
difignato difarccofultando ciafeun giorno con luifopra le cofe di Tifa,& di ^'y°5u^
Tofcana & offerendo/i Vidimano d'afi altare nel tempo mede fimo i Fioren- do di Lucca
imi per il dvfidcrio,che haueua della reftitutione de' Medici in Firenze . Ma ^f^0^
offendo preparate già le galee , & i fanti per partire il giorno feguente ; il ■ far l'Apen-
Valentino ,poi che la fera hebbe parlato lungamente con Confaluo ,& da .{j^^f^
lui con dimoflrat ione grande d'amore hauuto licentia,& abbracciato nel Modonaar-
fartirfi procedendo con quella fimulatione medefima > che fi dkeua haue- ££"*
te ufata già conira Iacopo Ticcinino Ferdinando uecchio d' dragona ; fubito fuoi
che ufcì della camera; fu per comandamento fuo ritenuto nel caftello, & man *™
dato alìhora medefima alla cafa,doue alloggi aua a torre 'il fatuo condotto,
che innanzi partifieda Ofiia gli haueua fatto , con tutto, che b allegale, b n gìouìo
che hauendogli comandato i fuoi Re, cheto facefie prigione ; premiata, il [cix^q^\.
comandamento loro al fuo faluoconiotto : perche la ficurtàdata di propria Uo deifha-
autorità dal miniflro non era ualida , più che fi fuffe la uolontà del figno- ?"fe3è : fc
re , foggiugnendo oltra queflo efiere fiata co fa necefiariail ritenerlo : per- moftra che
che non contento di tante iniquità, che per l 'adietro haueua commefie ; J1^1^0^
procuraua d'alterare per lauenire gli flati d'altri, macchmare. cofe nuo- imprigbna-
uc , feminare fcandoli , & fare nafeere in Italia incendu' permtiofi : & pò- J^ ^fj^ì
co dipoi lo mandò su una galea fiottile prigione in Ijpagna,non fenato da al papa; per la
. • j > •» . i . • /•■ '• 'fi . 1- , a i- (ìnirezzlCO
magna a
i uccc'ai
amici. GiO»
uio .
tri de fuoi , che da un paggio : oue fu incarcerato nella rocca di Medina {j(
:del Campo . Fece fi e circa a quefli tempi mede fimi triegua per terra, & a
per mare,cofiper le cofe d'italiaicomedi là da monti trai Re di Francia, e i
propria ,
ns uni
ha.
Fu con-
1 J X\ J II
Redi Spama :allaquale defiderata molto dal Re di Francia , accori fent irono
i ^ ' i • n i/ii-i c Jtu con
uoientierii Re di Spagna: perche giudicarono epere meglio Jtabiure per que- ama lane
fio me%o con maggiore ficurtà , & quiete lacquiflo fatto, che per me%o di |l!a J"** ^
nuoue guerre: lequali efiendo piene dimole fiie,& di fpefe hanno ffieffe mite da gii otto
fine dìuerfo dalle fperani^e. Le conditioni furono , che ciafeuno ritenefie quel- *'rai3o ^ j£
lo poffedeua :fufie libero per tutti i Regni , & fiati di ciafeuna delle parti il Buona ce
commercio a fudditi loro, eccetto che nel Reame di l^apoli: con laqual eccet
tione otténeper la uio. indiretta il Gra Capitano quel che gli era prohibito di-
rettamente :perche nelle frontiere de' luoghi tenuti da Francefi,che erano fio
lamente in Calauria Roffano , in terra d'Otranto Oira, & in Tuglia Venofa,
Conuerfano,& Caftel del Monte; pofegenti^heprohibiffero che alcuni,ò de .
foldatifr
LIBRO
foldati,ò de glihuomini dì quelle Terre non conuer [afferò in luogo alcuno poj
feduto dagli Spagnuoli daqual co fa gli muffe previamente in tale firettexga,
che uedendo Luigi d'*Ars,& gli altri faldati,^ Baroni di quelle terrebbe gli
huominì non potendo tollerare tante incommodità ; deliberauano darrèderfi
agli Spagnuoli ;fe ne partirono . Et nondimeno il Reame di TSlapoli , benché
per tutto ne fuffero fiati cacciati inimici,nongodeuai frutti della pace per-
che ifoldati Spagnuoli, ere ditori già dèlie paghe di più duri' anno :non conten*
ti, che' l GranCapìtano , perche fi faflentaffero , infino chauefieproueduto a
àanari;glihauea alloggiati in diuerfiluoghhnc quali uiueuano a jpefe de' pò
polì,ma ufate ìndi fcretìffimamente ad arbitrio loro; alche ifoldati hanno da
tonome d' alloggiaménto a di fcretionej rotto i freni del? obedìen\a erano con
gradiffvmo difiiacere del gran Capitano entrati in Capua,& in Caflell 'amare:
onde ricufando dipartirfi fé non fi numerauano loro gli Jpipendijgià corfh ne
a queflo, perche import auano quantità grandijjima di danari potendo proue-
derfi fen%a aggrauare ecceffiuamente il Reame, efaufloper le lunghe guerre,
.& confumato;erano mifer abili le conditionide glihuomini,non effcndo meno
grane lamedicìna,che l'infermità,che fi cercaua dicurare :cofe tanto piumole
fle,quanto più erano nuoue,& fuor a degli effempiipaffatì: perche fé bene do
poi tempi antichi, ne' quali. la difciplìna militare s amminiftrauafeueramen
te,i faldati erano flati fempre licentiofi,& grani a popoli;nondimenonon di~
for dinate ancora in tutto le cofe,uiueuano in gran parte de' foldi loro, ne paf-
faua a termìnitollembilìla loro. lic.entia;ma gli Spagnuoli prima in Italia co
minciarono auiuere totalmente delle fuflantie de popoli, dando cagione, &
forfè neceffità a tanta licentia l efiere dai fuoi Re per l'impotentia loro mal
pagati: delquale principio ampliando fi la corruttclla , perche LI M /-
T ZdT lOJ^E del male fupera fempre l'effempio , come per lo contrario
L'1M1T<AT10 7s^£ del bene è fempre inferiore ; cominciarono poi ,
& gli Spagnuoli medefimi,& norìrneno gl'italiani a fare y òfiano pagati,
è non pagati il mede fimo : talmente , che con fomma infamia della militia
hodiernanon fono più ficure della fcelerateyga de' faldati le robbe de gli
amici, che de' nimici . La triegua fatta tra i Re di Francia, & di Spagna con
opinioneyche non molto dipoi hauefìea feguitare la pace -& in qualche parte
lacattma del Valentino ^quietarono del tutto le co fé della Romagnaiperche ef
fendo prima Imola uenuta per uolontà de' capi ai quella città in poteftà del
Tontefice , né fen%a uolontà del Cardinale di San Giorgio nutrito da lui con
nana fycran%adi reftituirla a' fuoi nipoti; & efienaoin quei dì per la morte
d'iAntonìode gli Orde laffi entrato in Furi} Lodouico fuo fratello naturale; fa
rebbe quella città uenuta in mano de' Vinitianì,a'quali Lodovico :conofcendo-
fi impotente a tenerla, Sofferma: male condhtoni de' tempi gli Jpauentarono
dall' accettar laper nonaccrefeere maggiore. indegnatione nel Vonufice;ilqua
le non hauendo chi fé gli oppone ff e wttenne la terra fuggendqfcne Loaouico ;
&fimilment e pagati i quindici mila ducati la Cittadella:laquale,il caffetta-
no
!e condotte
SESTO- 17^
no fedele al Valentìno,non confentì mai di dargli, fé prima per huomìnì pro-
pri] mandati a rNapolv,non hebbe certezza della fua incareer ationeXofi efié
dofi fermate le guerre per tutte l'altre parti d'Italia; non celarono perciò al
principio di quella fiate fecondo il confueto l'armi de3 Fiorentini contra i Tifa
ni:i quali hanendo condotti di mono à foldi lóro Gian Vagolo Baglione, & J m ti q .e
x alenili * Capitani di genti d'arme. Colonne fi, &S anelli, & unite maggiori for f^;££Ì
%e chel folito\; gli mandarono a guaflare le ricolte de' Tifimi , procedendo a Fiorente i »
quefto con maggiore animo, perche non dubitauano douere efiere impediti da j™ RP°^c
gli Spugninoli; no folo perche irte di Spagn&non haueuano nominati i Tifami coni ; ilqtw
ìj tulla trlegua, nelìaquale era fiato lecito a ciafeuno de Re nominare girami- te oltra q:;
fti con dot
tieti di gen
contra i Francefi, fé bene prima hauefìerdato molte jperan^eà Tifimi ; era J a|J3}£di
proceduto con termini manfueti co' Fiorentini, fierando potergli forfè fucce- ce che la cìt
aere con quefie artici feparargli dal Re di Frane ia:& co tuttoché dapoifuf ^ algbMò
fé efiiufo da quefia fperan^a; nondimeno non uolendo col prono sargli dare lo ™c°™ ™j
ro caufa,che maggiormente fiprecipitafiero a tutte le uolonta.di quei Re;, ha dare^i' gùa
ìeuaper me%o ài Trofpero Colonna fatta,benche nonaltrimentUche con fem. fto a Fifa.
plici parole, quafi una tacita intelligenza con loro, che fé accadefie, che l Re*
di Francia afialtafie di nuouoil Reame dì ls(apoli non taiutafiero;& dall'ai b Qmti ami
trapar.te,che da lui non fuffe dato aiuto a Tifani,fe non.ìn.cafo,che ì Fiorai- ^ntf foa^
tini, mandaffero l'efferata con l'artiglierie allaejpngnatione di quella città,: nominati
laquale.defideraua non ricuper afferò, mentre che feguitauano l'amicitiadel "fcalIa ^j*
Redi. Francia. Difiefefi l'efiercito de Fiorentini non folo adare il guafio in Francia &d<
quelleparti del contado di Tifa,nelle quali per l' adietro fi eradato,ma ancora fcpga|cnaneli
in San Roffore , & in Barbericina, & dipoi in V aldi ferrino., & inValdofoli Diario dei
luoghi congiunti a Tifatone, quando l.efiemto era fiato meno potente, non fi Buomcco
era potuto andare fenT^a per icolodlquale, come fu dato,andati a campo a Li-
h afatta, oue era piccolo pr e fidio ;cofirinfono inpochi dì quegli , che ni erano*
dentro ad arrender fi lìberamente me fi dubìto,che quell'anno i Tifimi fiareb-
bono \fiatìcofirettiper -la fame ariceuere il giogo de * Fiorentini, fé non fufiero c*"?"^'
' fiati fio fientati da uicini, & maffimamente dà Genouefi, & dà^ Lucchefi: l^y ° Gi,
perche Tandolfo T etr ucci pronti ffimo a confortare glialtri, & larghiffimoal c™^o £?
prometter e.di concorrer e allefpefe ; era tardiffimo agli effetti, co' danari de' jlorentin i ,
anali Rinierì della. Saffetta, faldato del Gran Capitano , ottenutale entia da ^^\\
Ìui,& alcuni altri condottieriycondufiono per mare \dugentocaualluei Geno jutauano i
ne fi ui mandarono un commeffaria con mille fantfc oltralequali proni fioni il j?^™ uoiw
RardeUada Torto Penerei Cor fiale famofo nel mare Tirreno 5 & che pagato^ Con reterei
M predetti hauea tìtolo dì capitano de Tifitni;metteuaìn Tifa continuarne ™ «a^pre *
te conun galeone, & altri brigantini uettouaglìe:onde ì Fiorentini gìudican- dandoci*
doneceffarioy che oltra le molefiiei che fi dauano per terra fi prohibifie loro *™ q°u;rcl
l'ufo landóG età
in Francia,* minacciando di datfi a* Vinitianijil Re fitto capace del tutto da-Fioientiniinoane.icxm^oju
'o.Buonaccoifì.'
t 1 B R 0
a ^ obuu ?»/& dcI mare; folci aYOno a f r<?#i/«? ./afri/i del Re Pederigo,che erano in Tro i
' Fi.uen ucn%a: con lequali,come Don Dimas Hicaienfio Capitano loro sapproffirno a
\ ' ì! , • ^ rno a Lìuorno) il Bardella fi difcoflò,con tutto, che alcuna uolta prefa l'occafione de
'diLugUo xenti, conducete qualche barca carica di uettouaglie alla foce d'arno; onde
tic
facilmente entrauano in Tifa ; laquale nel tempo mede fimo fi moleflaua per
co a/Tediata
«ed'Ai ./.:,T^ : parche C efferato Fiorentino prefa che hehhe Libr afatta difiribuito fi in
d ' irò! che campagna in più parti di quello contado ; singegnaua di prohibire la cultiua-
p e; i«os pie ^/0;?e c/H/e terre per l'anno futuro , & d'impedire, che per la uia di Lucca, b
&ntt£oX£' del mare non uentrafiero uettouaglie ;dettouo oltra queflo alla fine della fta-
xiìaù co 44 %. Uguafio a migli,& altre biade fimilhdeUequaliquelpaefe produce copio-
jìa^acc.' fa?>iente.l^è fracchi i Fiorentini da tante ftefe.nè giudicando impoffibile co-
'ik alcuna, che defie loro ff cranici diperuenire alfine defiderato;singegnaro-
b Erano a la "no con nuouo modo a" offendere i Tifimi, tentado difarepafiare il fiume d'^r
lomre à que no^ciK corre per Tifaidalla torre della Fagiana uicina a Tifala cinque miglia,
^voiXax per nuouo letto nello fiagno,che è tra Tifa, & Liuorno-.onde fi toglieua la fa-
™ÌTwi u wkà di condurre cofa alcuna dal mare per il fiume d'arno a Tifa : né hauen
fu^c^Va do tacque, che pioueuanoper il paefe circeflante efitoper la baffeT^a fuadi
u€Rftien p-o fondurfi alla ?narina;rimaneua quella cittàquafi>come in me%o d'unapalude:
geg-!>cdi ìov & per la difficultà di pafiare >Arno harebbono per fauenire potuto correre i
T'ìlu Tifani per le colline., interrompendo il commertio da Liuorno a, Firen%c:& ac
_ tlìun\ cìoche aucllaparte di Tifa,per laquale entraua, & ufciua il fiume, non rima-
fi,aÌaccfmcC ne/se aperta a gli infiniti de nimicv, far ebbono fiati i Tifimi neceffiiatì afoni
t) lubbero ficarla . Ma quefla opera cominciata con grandijfima fpcran^a, & feguitata
nomila0! con b ijpefa "molto maggiore riufeì uana:perche,come ilpiu delle uolte accade,
' \ haueua c jje rmm cofe , benché con le mifure habbino la dimofiratione quafi palpati-
niciio di ;or
£ ì e
la con :réta,
e cuaratan.i
fe«o hml leyficonofcano con Ufperien%a fallaci(par agone certiffimo.Qv 'ai^PO fia
ta del lauo- diftante il mettere in difegno al mettere in atto) perche oltra molte difficultà
S™ qua non prima confiderai e Icaufate dal corfo del fiume, & perche hauendo uoluto
\^uc!c°in moftr andò fu fuor di quello,cheper lardile defiderio d'ottenere Tifa s affretta
*io.u%&$ mJa malignità della fortuna contra i FioreritinUefiendo andate le galee fol-
Jl^qua'kiice datedaloro a V illafranca, per pigliare una naue de Tij ani carica di grani ,
»fi»«**Jg nel ritornar feneycombattute da' uenti e appreffo a Rapalle ; furono coftrette «
queiu °oPe- a dare in terra,faluaudofi con fatica il Capitano^ gli huomini che le guida
^^fi uano.iAggiunfono i Fiorentiniallejperientia dell'arme, & del terrore per no
mò -UT tSi- lafciare intentata cofa alcuna, l 'efpenentia della benignitd,[& della gratia :
ve n fliaaio perche con ima nuoua legge ftatuirono , che qualunque cittadino, ò contadino
SdU Vetto' Tifano andafie fra certo tempo ad habitare alle fuepoffcjjìonifo alle fuc cafe,
lafìn'aS.Pie J corife-
c° a nl^no quefte galee a txauerfo nel golfo di Rapallo al porto di Santa Margherita: & ui perirono ottan-
ta h uon: in i.JBuonacc
'S E S T O: _ 177
vonfeguiffe nenia di'tutìe le co fé commeffi con la nftìtutìone de'fuoi beni:
.per laqualehabilità pochi fincer amente ufeiuanodi Tifa;ma molti,quafi
tutti per fone inutili con uolontà degli altri fé ne partirono, alleggerendo
in nntepo mede fimo la careftia,che premetta la cittd,& conftguendo com
wodità di potere in futuro con quelle entrate aiutare quegli, che n'erano
rimafì, come occultamente faceuano. Diminuirono per quefle co fé in quàl
che parte leneceffìtà de1 Tifani:ma non per ciò tantoché per la Comma pò
uertà,&per la carefiia non fujftro m grandifjìme angufìiema hauendo
ogn altra co fa meno in horror e ,che'l nome de' Fior eutimie bene qualche
uolta titubajfero gli animi de' contadini deliberammo patire prima , che
arrender fi, qualunque eftremità-.perciò offerfono di darfia Genoueft ,co*
quali haueuano combattuto tante mite dell'Imperio, <^r della Jalute , eJr
da' quali anticamente era fiata afflitta la potentia loro .Tropo fono quefla
eofa i Luccheft,&Tandolfo Tetrucci de fider andò, per fuggire le continue
j}>efe,&moleftie obligare i Genoueft a difendere Ti fa, & off erendo, per che
più facilmente ni cofentijjèro,fo(lenere per tre anni qualche parte delle fpz
feialla qual co fa benché molti in Genoua repttgnafftro,& fpecialmete Gi&
uan Luigi dal Fiefco, accettandola la città feciono inflantia che il Z\e di
Fr 'ancia, fen%a la uolontà delquale non erano liberi di prendere tale delibe
rationejlo concedejfe^dimojìr andogli quanto fuffe pericolofo,che iTifani
efclufi da quella qua fi unica Jperan^a fi defiero a' Re di Spagnaionde con
grandìffimo fuo pregÌHd:cio,& Genoua farebbe in continua moleflia,et pe
ricolo, & la Tofcanaquafi tutta farebbe neceffitata afeguitare le parti
di Spagna: le quali cagioni benché da principio mouefjero tanto il l\e , che
quaficedeffè alla loro dimanda nondimeno effendo dipoi cofiderato nel fuo
configlio,che cominciado i Genoueft ad implicarli per fé mede fimi in guer ' n ^.
re,& hi confederationi con altriTotentatt,& in cupidità d'accrefcerelm uodiNcbio
per io; fa rebbe cagione, che aliando fi cotinuamente co' penfieri a co fé mag *** jj cc^
giori*,ajbirertbbono dopo non molto ad affoluta libtrtà ;a denegò loro che.paru»,
efprefjamente l'accettare il dominio de Ti f ani: ma non nietando,con tut ^ xcl0^
te le querele grauijsime de' Fiorentini, eh e per (euer afferò d'aiutargli, to, chcGc
Trattauafi in quefìo tempo medefimo grettamente la pace tra il %e di nor"^""|
Francia,e i % di Spagna: i quali ftmulatament e propone nano , che'l 2\e- *ttàni : Ma
gno fi reftituijje al F{e Federigo, 0 al Duca di Calaur ia fuo figliuolo,a qua f^'Afi
li il Re di Francia cedeffe le fue ragioni, & che al Duca ftmaritajje la cumDpochi
iberna nedona nipote di quel Re ci) era già fiata moglie di Ferdinado gioua J1^^1^
ne d uragona. j$è era dubbio il Re di Francia effere alienato tato co l'ani di cotti-, a
modalle cofedel Regno di Tripoli, che per fé bar ebbe accettato qualuque ^1^' chC
forma di pace:ma nel partito propofto lo riteneuano due difficultà:l'una, Fift «0 tot
benché più leggiere* che pure fi uergognana abbandonar* i Baroni,che per -""^"Jl
hauere feguitato la parte Jua, erano priuati de' loro flati , a quali erario «èion di di
fropofte conditionidure>& di fficilid' altra che più lomouena,che dubitan ^nll™
Z
?.;
J. I B R O
do , ife^/e / J^£ di Spiana , battendo ah ri menti nell'animo proponeffiro a
iialcbefine con le fotte arti queftu refiitutione; tcmeua che cofentcdoui,
a co fi non bau effe effetto : & nondimeno alienar fi l'animo dell' Arcidu-
ca,ilquale dejìde rancio dibauere il Regno di Trapeli per il figliuolo; face*
uà infiantia,che la pace fatta altre uolte da fé andaffe innan^i:però rijfo
de uà generalmente; dtfidtrarfi da fé la pace, ma effergli dhbonoreuolc ce
dere le ragioni, che baueua in quel Regno ad un Ar agone fé: & dall'ali ra
parte eontinuaita le pratiche antiche col Re de* Romani, & con l'Anidu
ca: leqaali,come fu qua fi certo doucre bauere effetto, per no i' interrompe-
re con la pratica incerta de' Re di Spagna , dimo/ìrando per maggiore fuo
banore muouerfi per le difficuità , che toccauano ay Baroni; chiamati a fé
gii Ambasciatori Spagnuoli, & fedendo nella jedia Reale prefente tutta
la corte con cerimonie folennì , & foli te u far fi rare uolte; fi lamentò, che
quei Ry con le parole mo(lrauano dc/ìderio della pace,dallaquale erano cq
la intentione molto diftanti:& perciò non efìendo co fa degna di Re confu-
mare il tepo in pratiche uane,tffere più coueniente, che fi par uff ero del Re
gno d\ ¥ rancia. Dopo la partita de* quali uenono Oratori di Maffimilianc,
& dell'Arciduca per dare perfettione allecofe trattai e snelle quali ptr->
che fi indr'ngauano a maggiori fini, interueniua il Vefcouo di S'ifleron,
nuntio re fidente ordinariamente in quella corte per il Tonti fice, et il Mar
chefe del Finale mandato propriamente da lui per quefla negotiatione-.la-
quale effendo molte altre uolte [lata uentitata , & dimoBrandoft l'utilità
a L'accordo mo^° Vanàe a tutti qucfti Vrincipi; bebbe facilmente concia (ione in que
& le capito fta forma, a Che il matrimonio trattato prima di Claudia figliuola del Re '
niaST'lU " di Francia con Carlo primogenito del? Arciduca bauejfe effetto, aggiugne
Mafsimiiia do per maggiore corroboratone quello chefuffe confermato col giurarne
&°iSdoui' t0>& c° Izfofcrittione del Re di Francia,lafofcrittione di Fràccfco Mos»
CO ì\t
ài d\Angolem:ilquale,no nafeendo al I\e figliuoli mafchi,era il più proffimo
q"nrcegiftu ali* fucccflìone,& di molti altri Signori principati del Regno di Franai:
terno iòno, cbe annullate per giufle , & bonefie cagioni tutte l'inueftiture dello fiato
polle Uda!a ài Milano concedute infino a quel dì,Maffimiliano ne concede/fé la inuefii-
Gio.neiquai f Hra a[ p^ fa Francia perfe,& per i figliuoli mafchi,in cafo n bauejfe ; &
dò^o.enuo1 nonbauendo mafebi fajfeper fauor 't idei "matrimonio predetto conceduta
ne il sabel a claudia,& a Carlo; & mortdo Carlo innanzi al matrimonio confuma-
tlmo lib.de! to,fuffe coceduta a Claudia,et al fecondo genito dell'Arciduca in cafo,ch$
W, e'Uuo cia,& l'Arciduca fi intende jfe fatta confederatone a di fé fa commutiti et
naccorfi «e a 0ffz fede Vinitiani, per ricuperare le cofe,cbeoccupauano di tutti: che
*aJC A Ce fare pajfijfe in Italia perfonalmente contra i Vinitiani ,&[oi potejfe^
paffare a Rima per la Corona dell' Imperio: che per la inueflitura ti Redi
Francia, come ne fuffe (pedito il Vriuilegio,li pagi jfe jejfanta mila fiorini
di R^gno & feff anumila altri fra Jei mefv,& eia feuno anno nella fefia da
la
s r. s t o. tf%
la latinità del Signor? un paio di [proni a oro ; che a fig dì Spagna fui e
lajaato luogo di ent^ n ui fm quattro meft , ma non dichiarato , (e in cajb
non u ] i .>trjfli> o , fufjt lecito al Re di Francia daffahare il J{egno di 7\( a
poli: che il J\c di Francia non aiutaffe pm il Conte Vaiatimi liquak [limo-
lato da lui,& joftènm o dalla fperan-^z de foccorjì favi; era m guerra gra ^C!na arpj
uè col !\e de Bimani, reftaudo cfclufi t Finitìani (benché gli Oratori loro 8na uennc a
I go è* C
uà ti o-
t ì a Totfì t
$> di S Htrtn
bre. 1504..
b El'.iàbet-
ta,ò Ifabetla
Reina dit'pa
gna cenne a
moj-te a .5.
pa/utovi- ^«'««««»)i« *""i 'nv <>v'^' "ut ' icvuc una (urfCUcratlGtte > vo,fa con
e haueua con loro!) Quefie cofefi contennoKo nelle feriti -ire flipulate fo- &raue_ ,do,or
lenemente ; oltfa Uguali fi trattò, che Ctfurey& il Pvs con acni fero in fa - ««todllci!
me in quel Ìuogo,che altra uolta fi determwafft, promettendo il ì&iche al- daIlaq«"Ie
lima libererebbe di carcere Lodouico Sforma, dandogli boueflo modo di uu uuuTog"?
uere nelRfgno dì Francia; la filate delqualefi ttergognaua pure Ce fare di 8rand«" ;
non procurare, ricordando/} quanto per le pr 'omtfj 'e •fattegli ,& per lafbe- quelle hi ad
ran7 a hauut a nanamente in lui* fi f ufi e accelerata la fuaromna: verò^r r,c dl ^?*~
jy^j/jn j\ i '—*_.- i * gnauuoli»ic
quando il Cardinale d- Roano andò a trottarlo a Trento haucua operato , «amen te cf
cheglifufje rimejjo molto della fìr -et te%^a,con laquale prima era tenuto: |*r ' inftrui-
& bora focena injìantia,che Uberamente pot effe ilare nella corte del Re, q tonfSdì Ne
brilla , che
my««i ;.f.:fii//i«u «tu* p«i»u "< i ' t/iurrwHLc uijjitiuia.'iaquaie Capito* aneli d
Utioncsfj'. ndo tato uti\e per /' Jraduca,& per Maflimiliano;fì cndeua, Ke,Fexdini
cjtó mw o#</»f e lefbeffefae mutationi hauejfe ad andare innanzi, e fendo iti beua* & ìu
comprefo ilVontefice, & effendo grata al % tfr Francia, non tanto per cu- denc° A«i
pidttd, e hauejfe allhora di nuoue imprefe, quanto per defiderio di! ottenere To^dT'clle
CinueUitura di Milano, & à'afficurarft di non effere moltììato da Ce fare, fcf ' ile '« n°
; & dai figliuole* Morì quafi ne* dì mede/imi il Re Federigo priuato al tut Sò«Siì
to di fperan^a dibattere più per accordo a ricuperare il Regno di l±(apoli ; !e coc fatte
benché prima tnganato(come è cofa naturale de gthuomim)ial de fiderìo, Aifonfò'd?
fifuffepfuafo effere pia inclinati a quefic i Re di Spagna, che il l{e di Fran Cartage»«
aa,non conjìderado ESSERE uanoff erare nelfecolo noìlro fi magnanima g^nfe^che
reflitutìonc di un tanto Regno , cjjendone flati effempi fi rari , etundh ne* trattò de *
TEMTI antichi difbojli molto piu,che i tep- prefenti a gli atti uirtuofi*& gna %c?è\i
genero fi-, ne penfando effere alieno da ogni nerifimile,che chi haueua tifato kwp' ,Ro-ma
tante infidie per occupamela metà , uoieffe bora, che £ haueua conferito mtJaM
tutto, priuar feneima nel maneggio delle co fé s'era accorto no effere minore deiu dl * il
dffici{(tdnell'uno,cbe nell'altro: an%idouerfìpiudifferare,chednpif]e- k'ouo Vuk.
deua refiituiffe, chechinopoffedeua confentifie. T^tiufine di qukh anno ^lc,,chc lc*
medcfimo morì b Elifahetta Reina di Spagna, donna ^honefiijjimnojtumi, SoÌmì^
& in concetto gradìfiimo ne Regni fuoi di magnanimità,^ di prudenza: *f *°m***
allaquale appartenete propriamente ti R gno di Cafliglia ; parte motto tutu SS
Z z maggore^ Icial'no-
LIBRO
maggiorey& più potente di Spagnayperuenutagli ber editai' la per U morte di
Herricofuofratello;manofen^fanguey& fenT^aguerra: perche fie bene era
fiato creduto lungamente, che Herrico fitffe per natura impotente al coitoci
che perciò non pot effe efferefua figliuola la Beltramigia , partorita dalla fina
ìnoglie,& nutritamoltiamii dalai per figliuola; & che per quefia cagione
Elifabetta uiuente Herrico fuffe fiata riconosciuta per Trìncipcfia di Cafiù-
glia titolo di chi è più proffimo alla farce IJioneynodimeno leuandofi alla mor-
te fina in fauorc della Beltramigia molti Signori della Caftiglia,& aiutando-
la con lamie il 'Re di Tortogalio fuo congiunto, ucnute finalmente con le par
ti alla battaglia yfu approdata dal fucceffo della giomataper più giufia la
caufa £ Elifabetta y cotuiucendo l efferato Ferdinando a '^Aragona fuo mari-
t$. , nato ancora effo dalla cafa de' Re di Cafliglia > & congiunto a Elifabetta
in tcr^p grado di confanguinità: & ilquale effendopoifuccedutoper la mor-
te di Gioitami fuo padre nel Regno d\dragonxy s'imito lanario Re>& Reina.
di Spagnaiperche efiendo unito al Regno d'Aragona quello di Valen%a > &~
il Contado di Catalogna y era fiotto l Imperio loro tutta la prouinciadi Sp&~
a Tali hab. gna;laquale fi contienerta i Monti Tireneiyil mare Oceano, el mare Medi-
bla trio con ° ^ r ì • • i rr n 1 ; •
l'eirempioa* terraneo y& jotto il cui titolo , per efier fiata occupata anticamente damolti
*?ued "TP ^e MoYì>fl imprende ycome ciafeuno di effìfiaceua un titolo daperfe,il tito-
li le leggi lo di molti Regniyeccettuato nondimeno il Regno di Granata* che alihora pof
dMn?hfh« fe"ut0 ^ Moriffù dipoi gloriofiamente ridotto da foro fiotto Imperio di Ca-
ia, & di sco fiiglia;& il picciolo Regno di Vortogalloy & quello di Tfaitarra molto mino
ìt- remine1' ve^kaueuano Re partkulari.Ma efiendo il Regno d'Aragona con la Sicilia*.
hanno cóle U Sardignay & l altre Ifiole appartenenti a quello .proprio di Ferdinando; fi*
fro?ma con reggeHa ^a bufilo non uifi mescolando il nomey b l autorità della Reina: al-
tra rie fenza trimenti fi procedeua tntafliglia y perche e (fendo quel Regno her editano di*
dìiVdfFran ^ffabetta, & dotale di Ferdinando; fi amminìftraua col nome ,con le dimo-
eia : nelle- flrationit & con gli effetti communemefite ?non fi eficquendocofa alcuna fé
gì sàlica Jp- non deliberata, ordinata , & fiotto fritta da tutti duetcommune era il titolo
hibìfee il go di Re di Spagna icommunemente gli Imbaficiatorifi (pedinano: communemen
fcmUiein qV te $ e 'fi&citi. s.ordinauano:le guerre communemente s'amminifirauano : né
Regno: con lmo più che l altro fi arrogaua dell autorità-, & delgouerno di quello Rea-
dopoiarnor me • Maper la morte di Elifabetta fien%a figliuoli. mafehi , appartenerla
te dei Re fucceffione di Cafliglia per le leggi di quel Regnoyche a attendendo più alla <
lano 1560I proffimitàxhe al feffo snon efcludono le femine y a Giouanna. figliuola com-
tenurono i mm€ di Ferdinando, & di leiymo?lie dell <Arcidnca:per che la fidinola mag
Earomdile . ,. , ,, .« . n r ,. *,, v*.
uarc l'ammi giore di tuttey che era fiata congionta ai Emanuello Re di Vortogallo, & un
"*5f*S ° B c piccolo fanciullo nato di quella ; erano molto prima p afiati all'altra uita .
cnerìna ' Onde Ferdinando non affettando più a luiy finito ilmatrimonioylamminifira
Reina6*' & **one ^ Re3>no dotale yhauena a ritornare al piccolo Regno fuo tijlrago-
madre 'dei na : piccolo a comparatone del Regno di Cafliglia per la firctteiga del
J?f'o "jf e faefe> & dell'entrate; & perche i Re jfragonefi nonbauendo affoluta l au-
torità
SESTO* *79
ferita regia in tutte le co fé; fono in molte fottopoffi alle confiitutioni, &
alle confu etudini di quelle prouincie molto limitate contra la potefia de'
FgMa Eltfabetta quando fumana alla morte nel tefiamento difpofe,che
Ferdmàdo mentre uìufuaf uff e Gouematorc di Caviglia; maffa,o perche
e/fendo fempr e uiuutacvngiuntiffìma con lui, defideraua lì conferuaffenel
la priflina graderà; o per che fecondo diceua,conofceua ejfere più utile
à fuoi popoli il continuare fetta ilgouerno prudéte di Ferdinando, né me
no al genero ,& alla figliuola: a quali, poi che alla fine haueuano fimilme
teafuccedere a Ferdinando-, farebbe benefìcio non piccolo, che infino a *an
toyche Filippo nato , & nutrito inFiandra,oue le cofefi gouernauano di-
uevfamente,peruenìfje a più matura etdyet a maggior cognhione delle kg
g,dttie confuetudini,delle nature, & de" cottumi di Spagna ; fufferocorh-
feruati loro f otto pacifico, & ordinato gouerno tutti t Rcgni,mantenédofi
in quejlo me^o coinè un corpo mede/imo laCaftiglia,et CjLragonaJLa mor
te della Reina partorì poinuoui accidenti in ljpagna:ma inquàto alletafe
d'ltalia,comedi fotto fi dirà,piu tranquilla difj>o fittone dinuoua paceXo
tinuofii nellanno A4» D. V. la mede fima quiete, che era fiata neii' annodi M. Di Vt
nan%i,et tale che fé non Ihaueffero qualche poco perturbata gli accidenti*
the nacquero per rifletto de Fiorentini,^ de Tifani;fi farebbe quefto an-
no ceffato totalmente da mouimentì dell' armi,efiedo una parte de Voten
tati defìdervfa della fate, gli altri più inclinati alla guerra,impediti pa-
narie cagioni: perche al l\e di Spagna,che co fi continuauaper ancora liti
tolo fuo,occupato ne' penfieri che gli fuccedeuano per la morte della %/*■
vajbaftaua conferuarft per me?o della triegua fatta il Regno Tfapolìta*
no:& Une di, Francia flaua con l'animo molto f offre foy per che Cefare,fegui
tando in que{ìo,come nelt altre cofe,lafua natura;non haueua mai r atifi- « H *èbo di
€atola face fattai&ilVont efice de fiderò fo dicofe nuoue,nonardiua,nè p[ Giulio fé
foteua muouer fi fenon accompagnato dall'arme diTrincipi potenti :et a' «f «"édere
Vmitiani non pareua piccola grafia, fé in tante cofe trattate còtra lor&, ni)Che te uo
-&in tanto mala difbo fittone delVontefice non fufjero moleftati da' gli al ieuanor.édc
* . .. •>• •» tì /* • ■ /Y* ■ . re i contadi
tri: per mitigare l animo delquale haueuano più mefi innanzi a offertogli din.oia , di
ài lafciare Bernini , & tutto quello, che dopo la morte à ' jLleffanaro Ton- ^iU^iiò
tefice haueuano occupato in Romagna,pur che confentiffe,che ritmefft- haurebbeia
ro Faenza col {uo tenitorio , moffi dal timor e,che haueuano del Re di Fra ^"J^Jo et
tia,et perche Cefare, ricercatone da Giulio, mandato uri ^mb a} datore a Faenza :'&
Vinetia,gli haueua confortatile refìitu iffero le terre della Ghie fa *[Ma Jfeo^iS
hauendo il Tontefi ce, fecondo la confiantia del fui) anhno,& la natura libt u.di che par
ra dì efprimere ifuoi concettici fiotto, che non con fentir ebbe riteneffero còc5to«>m
hna piccola torre, ma chefperaua di ricuperare innan%ialla jua morte &m m ad
%auenna, & Ceruia,lequalUittànon meno ingtuflamente,che Faenza pof ^"degu iu-
fedeuano;nonfi era proceduto più oltre* ma nel principio di quejtoan- ion inèdie
no , effendo diuenuto maggiore U timore i off er fono per me%o del Duca foj^'jjf
Z 3 d'Vrbim
LIBRO
(Turbino amico comune di refli taire quel che haueuano occupatole non
fitfje de Contadi di Faen^ay& di F^miniyfe il Tontefice, che fempre haue
uà negato d' ammettere gli Oratori loro a preftare l'obedien^a; confentif
fé bora di ammettergli: allaquale dimanda , benché ilTonttfìceSìifje al-
quanto renitente parendogli cofa aliena dalla [uà dignitd} nèconuemente
a tante quereley& minaccie , che haueua fatte ; nondimeno affretto dalle
moleflie de' Furliuefìyde gli [mohfh& dey Cefenatiyche priuati della mag
gior parte de loro C ont adi ytollerauano grande incommoditàynè uedendo
per altra uia il rimedio propinquo^ poi. che le cofe tra Cefare, & il I{e di
Francia procedevano con tanta lunghezza; finalmente acconfentì à quel
. che in quanto a gli effet tiyer a guadagno fen%a perdita; poi che né con pa-
roleyné con fcrittur e haueua ad obligarfi a cofa ale una, ^Andarono adun-
queyaa re/lituite prima le terre predetteyotto jlmbafciatoride' princi*
pali del S enato yeletti infino al principio della fua creationeynumero mag
gioreyche maihaueffe deflinato quella Bgpublica ad alcunoTonteficey che
non fufje flato Vìnitianozi quali predata l'obedien^a con le cerimonie con
fuete;non riportarono perciò a Ninetta fegno akuno, ne di maggiore faci
litày né d'animo più benigno del "Pontefice Mandò in queflo tempo il I{c di
Francia defiderofo di dare per fett ione alle cofe trattate y il Cardinale di
Roano ad jigunod terra della Germania inferiore : nellaqualc occupata
nuouamente al Conte V alatino yl'aff>ettauano C e far e y^r\! ^Arciduca: alla
uenuta delqualefi publicaronoy& giurarono folennemente le conuentìc-
nifatte:& il Cardinale pagò la metà de danari promeffi per la inueflitu-
rayde* quali doueua riceuere l'altra metày come prima fuffe paffato in Ita
lia:& nondimenoycjr allhora accennauay& poco dipoi dichiarò non poter
ut pafjare ìano prefente per le occupationiyche haueua nella Germania •
Onde tanto più ceffauano ifojpetti delle guerrey perche fen^a d % de'Ro
mani non haueua illudi Francia inclinatione a tentare cofe nuoue.Bjma
neuano acce fi folamente in Italia i trauagli quaft perpetui tra i Fioren-,
tim3e iVifani:tra i quali procedendofi con guerra lungayne a imprefa al-
cuna determinatayma fecondo le occafioni , che bora all'unay hora all'al-
tra parte fi dimoflrauano;accadde y che ufcì di Cafcina y nellaqual terra i
Fiorentini faceuano lafedia della guerra y Lucca Sauello y & alcuni altri
a con 400. Condottieriy& Conteflabili de' Fiorentini con a ^oo,caualliy& con mol- a
stufami ?i ti fanti per condurre uettouaglie a Libr afatta y& per andare a predare
ce il Buo- certe beflie de' Vifaniyche erano di la dal fiume del Serchio fui Lucchefe;
quai°fim!i* non tanto per la cupidità della predayquanto per defiderio di tirare i Ti-
taentc reci- jan't a combattei 'e ^confidando fi per effere più forti di loro in campagna di
tkmc fra a romper gli:& hauendo meffele uettouaglie in Libra fa tta,& fatta la pre-
Fiorentini, fa difegnatay ritomauano in dietro lentamente per la medefima uia y per
che/ucceffe dare tempo a'Vifanidiuenireadaffaltargli:ufcìy riceuuto auifo dalla
a 27di Mar prefa fatta fHbito di Tifa Tarlatmo , capitano della guerra y ma per la
Z0I^°^ t ■ preJk'&JL
SESTO. 180
prelievi delmuouerfi , non con più , cta co» quindici buemìni darm? ,
quaranta canai leggieri, <&feff anta fanti, dato ordine, che gli altri lofc-
guitafiero:& bauendo nottua, che alcuni de caualli de' Fiorentini erano a Vedf fi «a
cor fi (ino a S.IacopoappreffoaTifi; andò uerfo loro :iq>iali ritirando fi &a fuc^r"
per #»/>// co» /'d/w genti , lequali s'erano fermate al ponte a Cappelle fé to'* Taria«
/»/ fiume dell' Of ole uicino >a Tifa a tre miglia ;& affrettando qui in le he- poc°hì wn-
/?/e predatele imuli, coy quali haueuano condotta la ucttouaglia , c/>c «e- cono. g'' 2^-
niuano dietro;& emendo tutti di la dal ponte ,ilqualei primi '.fanti batte- [og^'mo
uano occupato,& munitigli arginiye i folli* Haueuavlt Tarlatino {estui* m*nt0 fil
taf/ /»//» apprefjo al ponte:neji accorfe prima effer fi fermate in quel luo- \\ u maggio
go tutte le genti de' mmici,che era condotto tanto innanzi, chefenra ma <jc! fiI°;on"
nifeflo pericolo non poteua tornare in dietro : però deliberò di afflili are il dro^i J™
ponte,& dimoflrato a fuoi, che quello a che la neceffità gli coflrigneua , 'ffi^S-fi*
a non era fenra fperanra grande il potere uincere.-perche a nel luogo flret go , ciS %
to j oue pochi poteuano combattere , «o» poteua loro nuocere il numero £jFaw}i ip
maggiore de' nimichiti modo, che quando bene non poteffero poffare il pon caumar4,
te fi difenderebbono facilmente tato, che il popolo diTifa farebbe a tepo ^o""'*,"
a f occorrer gli, ilqu ale haueua mandato a follecitare : ma che paffando il oue fin c»:
ponte farebbe faciliffima la uittoria: perche e/fendo firetta lakradadila èS^iffi
dal fiume che corre tra U ponte , & ti monte, la moltitudine de* nimici in- poteua tut-
terrotta da fomieri,& dalle beflie predate fi difordinerebbe ageuolmen- ft,eLo?(rS
te da fé mede/ima, ridotta in luogo impedito,& a combattere^ sfuggi- ricopeno ;
re.Succederono i fitti fecondo le parole: egli p rimo fpronato furio famen ITmaraui^
te il ca uallo , affai tò il ponte : ma corretto a difeoftarfi ,fece un'altro il gi»ò tantq
medefimo,& dipoi il terital quale effendo flato ferito il Cauallo,il Capi tkìJfgll
tano ritornato con impeto grande ad aiutarlo,pafiò con la forra dell' ar- che i nimici
me,& con la ferocia delcauallo di la dalponte,dandogli luogo i fanti che Sctqlidpa?
lo difendcitano ifcciono il mede fimo quattro altri de' fuoi caualli , / quali fo frciimen
tutti mentre, che dilagai ponte combattono co* fanti de nimici in uno «VabE!
flretto prato; alcuni fanti de Vifani paffato il fiume con l'acqua infino al n.aro • Cuf-
lejpalle, & dall' altra parte paffando per il ponte già abbandonato fewia uo ncl }'«*
ojtacolo icaualli;& cominciando agiugnere l'altra gente,chefparfa , &
fenra ordine ueniua da Tifa , & eflendo ifoldati de Fiorentini ridotti in r0„oP!f„$j
luogo (lretto,& confufi tra loro medefimi & ripieni di grand iffi ma uiltà no:cauaili,
più ancora gli huomini d'arme, che i fanti, ne bauendo Capitano di autori * & con\nf-
tàyche gli ntenefie,ò riordinaffe;fi meffono in mani fefia fuga lafciando la cunr capi ]
uittoria quegli che molto più potenti di forre caminauano ordinatamen ?enct°0 béfoe
te in battagliai quegli,che in pochiffimo numero erano uenuti alla sfila- da (oma »
ta,con int entione più preflo di apprefentarfi,che di combattere, reflando con* "oro™
ì b tra morti,prefi,& feriti molti Capitani di fanti, cjr perfone di conditio dentini
ne;& quegli, che fuggirono, furono la pi» parte fualigiati nella fuga da' ueftouag^1
contadini del paefe di Lucca • Di f or dinar on fi per quella rotta molto nel in Lib"»«-
1 l J • , ta. Buonac.
2 4 contado
LIBRO
tontado di Vifa le eofe de Fiorentini: perche efiendo rima fi in Cafcina po-
cbi caualli,non potettono probibire per molti dì,che i Vifani infuperbiti
per la uittorianon corre fseroy& preda fiero tutto il paefe: & quello cbe
importò piuyentrato per queflo cajo Vandclfo Tetrucci in fperan^ay che
facilmente fi potefie interromperebbe i Fiorentini non defiero quella fit-
te ilguaUo a* Vifani Squali combattendo con le (olite dì fjìcidt aerano yben-
che molto parcamenteyaiutatida Genouefiy& da Lucxhtfr, perche i Sa-
ne fi fummini [trattano loro più configliyche danariyO uettouaglie:.procurò<
che Già Vagolo Baglione, delquaki Fiorentìniyper efier^ftati caufa prm
co!iiB diceC ci^e deìfuo ritorno in Verugia confidauano moltOydurante la condotta
che gìojiÌ fua ricusò di continuar e ni f oidi loro y a allegandoyche efiendo a* medefir- 4
gò°dM>on fi MÌflip™fy>Marc\/£ntoniOy& Mutio Colónna, & Luca,& Giacopo Sa-
poter partir uelli,cbe tilt ti in fieme. haueuano maggiore numero di foldati-.cbenonba
fpmoViìi um&egli'> nonni ftaua fcn\a pericolo per la diuerfttd dille fatt ioni :et per
mi ci fuoi,. cbe haue fiere più brieuefpatio di tèpo a prouederfi,n tardò guanto potet-
odimele, ttìprimayche totalmente feoprifie ilfuo penfiero:& perche alla efcufatio-
terga iota ne fua fufi e prefiata maggior fede promefle a Fiorentini di non pigliare
In effettori l'arme contra loro : della quale cu fa y.per che fu fiero meglio fi curi, la-
wouò, che fciòycome per pegno a foldi loro Malatefia j'uo figliuolo di molto te-
MueiHgctia" nera Macon quindeci h u omini (Car me y& egli per non rimanere 'del tutto
co caia ox- fen%a condotta fi conduffe con jo.buomini d'arme co* Sane fui qualiyper*
foP'Petrucci] ebe erano inh abili a foppor tare tanta fpe fa >i hucchefi partecipi di queflo y
confaiuo, configlio;. foldarono con b yoJbuomini (Parme lìroilo Sauellojbldato pri
l'Aiuiatìp*. ma de Sanefi. Ver la partita improuifadt Gian Vagolò y& per il danno
riceuuto al ponte aCapellefe* i Fiorentini rimaficon poca genteynon det
Sfeormju* tono Per quello anno il guaflo d Vifani.'an^ erano necejjìtati a penfare ri
«l'arme^ice. medio a maggiori pericoli. per cbe efiendo fi fuegliato in Vandolfo,et inGia,
che"?!0 coCn Vagolo l'antico humore,trattauanofegretamente col Cardinale de' Medi
dotto Troi, ci di turbare là flato de* Fiorentini, facendo il fondamento principale in
da' Lacche Bartolomeo d'Muiano :ilq naie ydimoflr andò fidi faor de colgra Capitano,
fc uenuto in terra di I{oma;rtduceua afe conuar'iefperan%eyetpromefie mol
cAmm r tifolàatuiquali configli fi dubitaua non penetra]) ero in fino al Cardinale
fi Lodoui- Jlfcanio con or dine yfuccedendo felicemente le co fé di Tofcanayd\xjfaltare
i? Fracia^r C01ll^f0Y^S *M&*M Fiorentini,^ de gli altri, che afietiuano a queflo mo
mai di pct uimento il Ducato di Milano ,/perandoyche asfaltato facefie facilmete mu
Ma* 2i' Qdi tationeper le poche genti dy arniche u erano de* Francefi: perche fuor a
& gii durò eranomoltijfimi nobili yper la inclinatione de* popoli al nome S f or ^f co; et
totnl* 2°* ferc^e il Re diFracia,effendofì pergraucc infermità foprauenutagli ridot e
grauiffirai'1 to tanto allyeftremo,che per molte bore fu d'iterata totalmente lafuafalu,
Urlino te'fe ^ene **&** fi'fi'ft* alquato difcoftato dal puto della morte ipareua in-
% di tutù modo codit tonato, che poco fi fperaua della fua uita:et quegli, che co fiderà
£>fo Buoa mm t*H ^^lnfecam'èteyfio^ettauano,cbeJtlcanioyilqual era iqutflitepi,
-uqtta* frequen-
S E S T O. t*i
frequentato molto in Roma dall' Oratore Finitiano,haneffe occulta intelligen
tia,non filo colGra Capitano,ma ancora co Finitianin quali far ehbono flati
piupronti,che per il paffato,& conmaggiore confidenza alCo ffefa.de Frac e fu
percheiÌRediFracìoeffendo'uenutoin nuoui filetti, & diffidentiecolRe. a iicar^f--
de* Romani, & col figliuolo, & confideranno dopo la morte della Reina diSpa n?le *f^
gna,quanto farebbe la grandezza deli arciduca, alienato fi apertamente da mondi pe-
loro; aiutano contrai' arciduca il Duca di Ghelderi acerrimo nemico fuo;et fte in,^°ma
• a IO Ql VI 3 2
inclinano, a fare particolare intelligentia col Redi Spagna, Ma come fono falla gio 1505 . u^
uipé fieri de gli huomini,& caduche lejpera^e;mentre che tali cofe fi tratta cì™ j.ic|*5
no, il Re di Froda, del quale era quafi difpcrata la ulta andana cctinuamente naccor ti' :
a ricuperando lafalute;& a Afcanio morì alt improuifodi pefle ìnRomaiperla ™J ^.4"
morte delquale e fendo ce fiato ilpericolo dello flato di Milane ynon fi iuterrop est 1 29.e ì*
porto perciò del tuttoà difegni del moleftare i Fiorétinuper i quali fi connsnno ^nlmo\
no infieme al Tiegai,caflello tra i confini de Tewgini>& de' Sane fi, Landolfo che il Già
Tettucci, Gian Vagolo Baglione>& Bartolomeo d\*Aluiano non più confpera "j£ ,| cl^di
%a d! efiere potenti a rimettere i Medici in Firenze; ma perche ly miniano en~ naie Afra-
t rondo in Tifa con uolontà de* Tifoni ; moleftafie per ficurtà di quella città i ^ ueicno: e
confini de Fior entini,con intentime di procedere più oltre fecondo l'opportuni il Bébo con
tà deltocc afoni :lequaliprepar orioni cominciando a uenire a> Incederne nano i l„Y!Jitof«ì
Fiorentini della uolontà del Gran Capitano offendo certi,che lo condotta del ae.ch'èi mo
IMuiano col Re di Spagm,continuaua infimo al l$ouembre proffimo.;.& per éu Inficme
che non fi credeimche finta fuoco fentimeto Tandolfo Tetrucci tentaffecofib co't fratello
mouedlquale non hauendo mai uoluto pagare i danari promefjiol Re di Fran-» fct ™°i „e "ri
cia>& cìrconnenutolo. jpefio4#n norie arti;]totalmentedal Re di Spagna de- e^ne: «teli*
pendeua;& accrebbe il foretto de 'Fiorentini, che temendo il Signor di Tiom. jM . tfnto è
bino,ilquale era fiotto la protettone del Re di Spagna, dì non e fiere afialtato *lca™ uo1.-
b da Genouefi;Confalno per ficurtà fina haueuamandato aTiobino fiotto b ft^, Jrouar u u«
gno del campo mille fanti Spagnuoliset nel canale tre T<(aui,dueGalee,et alcn g£ dellc co-
ni altri legni dequali forile condotte in luogo tato uicino a* Fiorentini; donano
loro confa di temer e,che no fi unifiero con /' miniano 1 come e fio ajfermaua ej
fergli flato promefio . Ma la uerità era , che hauendo il Re di Spagna dopo la
trieguo fatta col Re di Francia,per diminuire le fj?e fi, come fio infieme co la li g^càpeio
mitatione delle condotte degli altri,che la codottadelt miniano fi riduce fie a haueua pri-
cento lamie; egli f degnato non filo negano di ricodurfi;ma affermano effere li ^fUo* hauti
bero. dalla condotta prìma;per che nongli er ano pagati gli flipèdij corfi;etper «• in cu{*0~
che il Gran Capitano haueua ricufatodi ofieruargli la promefio fatto, dicoce nuVuod^Na
derglidopo la uittorìadi Ts(apoli due mila fanti per ufargli cotrai Fiorentini ?^'1* Pe£ €r~
c infonore de Medie i;& etra naturalmente il ceruettoÀeK jduiano cupido di Ifaioioio, &
cofinuoue,& ìmpatiente dello quiete. Ricercarono i Fiorentini per difendei fi ro?!to fu°.f*
da uio.
e ÀggiugneiiEuonaccorfijCherÀlubnofoffcftimoIatoa farguerra a* Fiorentinida Pandolfo Fetrucc;:il«
quale haucadopropofto eòadition d'accordo co' J?iot?ntini,8c non eiHìaio foco accertate; il u? Ito a offeOi
4"u con tacitai: r Aluiano ,5c eoa aiutado di quanto gli biÌ9£ nafte. •
,r
t 1 B R O
da queflo affatto il Re di Francia >obligato per i capitoli delia protettone a di
fendergli con quattrocento lande, \che ne mandaffe dugéto in aiuto loro: ilqua
le me \(ìo più dalla cupidità de danari^ che da pricghi,b dalla copaffione degli
ttntkbi collegati; rifpofe non uolere dare loro foccorfo alcuno, fé prima non
gli numerauano trenta mila ducati, douutigli per l'obligo della protettone: et
benché ì Fiorentini allegando efiere aggrauati da infinite fpefe necefiarie alla
loro difefa lo fupplicafiero di alcuna dilatione; perfeuerò oflinatamente nella
mede/ima fententia: di maniera che più giouò alla falute loro ,chi fera fifiteu
to,& ingiuriato, che chi era confidente,^ beneficato :conciofia che il GrarìCa
dkhixauT Ptano de fiderò foyche non fi turbafie la quiete dltaliafoper non interrompe-
fumi; o de' re le pratiche dellapace cominciata dinuouo tra i-due Re:ò perche giàper l'oc
gnl f ag-wl cafwne della morte della Reina,e i femi della difeordia futurajra il fuocero,
gn e il buo - & il genero haueffe qualche penfiero d * appropriar fi il Reame di "Napoli ^non
d?"0^1" fà0 facem *SPÌ diligentia per indurrei* jlluiano alla ricondotta, ilqualeper
che iVAiiiia- comandamento battuto dal Vapa,che ò licentiafie le genthò ufeiffe del tenito
9**orq po- y;0 fena Q\yiefa.eYa uenuto a Titigliano;ma gli baueua come à Feudatario,et
come à faldato del fuo Re comandato,cbe'nonprocedefiepìu innanzi fitto pe
oucnJanf o na ^ Pr^ua^on€ degli flati,cbe baueua nel Reame d'entrata di fette mila du
l'Aiuianosd cati : * & ri Tifani ricettati non molto prima da lui fegretamente nellapro- a
cbìjj^jf tettionedel fuo Re, & al Signore di "Piombino baueua fignificato, che non lo
M.-uchir:, ui rheuefiero:& offerto a Fiorentini efiere contento,che ufafiero per la difefa la
S£jjj£ w i fanti fuoiych' erano in Tiombino:i quali uoleua,che fie fiero fitto lubidiè
glia : ouc fi %a di Marc ^Antonio Colonna loro Condottiere. Ricercò fimilmente Vandolfo.
£!• df Luglio *Petrucchche non fomentafie Intimano ; & prohibì a Lodouico figliuolo del
ss os . come Conte di Titigliano)a Frane efeo Or fino, & Giouanni di Ceri fuoi foldati,che
facente1 il nm 1° figuitafiero: Et nondimeno ì miniano con cui erano Gian Luigi ViteU
3}Lonaccor- lo,Gian Currado Or fino, tre cento huomini d'arme, & cinquecento fanti tientu
tutto quefto rieri procedendo, benché lentamente fempre innan^,haucndo uettouaglia da
fatto, lenza Sane fi-, era per la Maremma di Siena uenuto nel piano di S carlino, terra fitto
Saqucita hi p °fta a Trombino prefio a una piccola giornata a confini de' Fiorentini: doue
à*lù*J?0A fipraggiunfe uno buomo mandato dal Gran Capitano a comandargli di nuor
dine, & nel uo,cbe non andaffe a Tifa. & non offendefie i Fiorentini:alqualebaucndo re
la ttftura } pHCato,cbe era libero di Ce mede fimo poi che il Gran Capitano non di baue-
£ta che oue> ***• i
1 1. fenue pu ueua offeruato le co fé prome ficcando ad alloggiare b apprefio a Campiglia ter b
lme JLn ra de Fwrentinìwue fi fece leggiere fcaramuccia \tra lui, & le genti de Fio-
l mdi ventini che faceuano la maffà aBihbona : uennepoi falla Cornia tra i confini
n | e de Fiorentini; & di Sugberetoyma con difcgni,et fperan?^e molto incerte,rap
, presentando figli ai ogni bora maggiore difflcultàipercbe né da Piombino ha-
H tua più uevc ouaglie; negli mandauano fanti fecodo Cintentione,che gli era
Ma data,Gia Vagolo Baglione,e i Vitellide deliberationi de' quali sactomo
■ ■ o iicièticriaglicfiti delle cofe:ucdeuaTadolfoT?eirucciritencrfi da fa
me prima le cofi jhc:nè era bcu.ccrto,cbe i Tifaniper non difubidirc
al
•SE S T' O. 182
al Gran Capitano uolefiìèro rìceuerlo:per lequali cagioni) & perche continua-
mente fi trattaua la ricondotta fua, ma con maggiore fremii? a, perche non
ricufauapiu di flare contenta alle cento lande; fi ritirò a tignale terra del Si
gnoredi Tiombino,dando nome d'affrettare da T^apoli l'ultima determinatia
ne. Ma hauuto in queflo tempo da' Tifimi il confientimento di riceuerlo in Ti-
fa;partitofi da Vignale Aoue era flato alloggiato dieci giorni; la mattina de*
diciafette d <Agoflo fi ficoperfe con l'efferato in battaglia alle Caldane un mi
glio fiotto a Campiglia, con intentione di combattere quiui con l'efiìercito Fio-
rentino yilqualeui era andato ad alloggiare il dì auanti;ma era accadutole ha
uendo per fpie uenutedel campo dell'ululano , prefentito qual cofia della fua
Imo ffa;s era la notte medefiima ritirato alle mura di Campigliawue conoscendo
l^Aluiano non gli potere affiliare fenica difiauant aggio grande; fi uoltò al ca
mino di Tifa per la flrada della torre a S. Ficenxp, cheèdiflante da Campi-
glia cinque miglia. Dall'altra parte le genti de' Fiorentini gouernate da Her
cole Bentiuoglio , ilquale come era peritiffimo delpaefie, non defìderauaper
l'opportunità del fi to, altro che di fare la giornata fieco in quel luogo; s'indi-
rizgaronoper la uia , che uà da Campiglia alla torre medefiima di San Vicen-
%o,hauendo fatto due parti de' cauai leggieri: l'uria dellequali fieguitaua l'efi
fercito dell* miniano >moleflandolo continuamente alla coda; l'altra andana in
nan%i ad incontrare i nimici per la uia medefiima , per laquale ueniua dietro
l'efi ereito Fiorentino :& quefli arriuatialla Torre innanzi, che ui arriuaffe-
ro le genti de l '*Aluiano,& attaccatifì con quegli ,che ueniuano innanzi* dà
quali efiìendo afilai facilmente ributtati: fi andarono ritirando alla uolta del-
l'efl ereito , che eragià preffò ame%o miglio : oue fatta relatione , che lapin
parte de' nimici era giàpaffata la Torre , Her cole caminando lentamente ; fi
condufie appunto alla coda loro nella rouina di San VicenTg , dotte haueuano
fatto tefla gli huomini d'arme , e i fanti loro : & come fu fui piano delpafi-
fo, inueflitigli quiui per fianco ualorofiamente con la metà deli 'efiercito, poi
che hebbe combattuto per buono fipatio gli piegò : nelquale primo affalto fu
in modo rotta la fanteria loro, & fpinta infimo al mare , che mai più rifece
lefìa : ma la cauaUeria che s'era ritirata un * arcata, paffato ìlfoffb di S. Vicen-
%o uerfo Bibbona,rifatta tefla,& riflrettafi affaltò con impeto grande le gen-
ti de Fiorentini, & le ributtò ferocemente infimo al fioffo ; però Her cole tirò
innanzi il reflo delle genti: & ridotto quiui da ogni banda tutto il uerno del-
le ffercito ;fii combat tè per grande {patio ferocemente, non inclinando ancora
la uittoriaaparte alcuna,sfior%andofi l\Aluiano,che facendo ufficio non me-
no di fioldato, che di Capitano, haueua hauuto con uno flocco due ferite nella
faccia di fpuntare daquelpaffio i nimici : ilche fiuccedendogli farebbe reflato
uincitore:ma Hercole,ckepiu*giorni innan^ihaueua affermato,che fé la bat
taglia fi conduceua in quel luogo; otterrebbe con induflria,& fetida pericolo
la uittoria;fece piantare fiullaripa del fioffo della Torre fiei falconetihche con
duceua fieco : co' quali hauendo cominciato a battere i nimici > & uedendo >
che
una
chep t ìmpct a dell' artiglierie yccmincrauano già ad aprir fi ,&dìfor dinar fi
intento a qui [la oecafione Julia quale s'haueua sepre promtjfa la uittoria;
gl'inucfìì con giade impeto da più parte con tutte lefor^e dell 'efferato ;
cioè co' canai leggieri per la uia dellamarina,co legèti d*arme per UJira
da matjìray&ccn la fanteria da lato-di fopra ploìbojco: colpitale impeto
fen^alcuna dijficultà gli ruppe,& rneffe in fugala tuandofi l^luiano no
fetida fatica con pochissimi cauallicorridori,co' quali fuggì a Monte In-
fondo in quel di Siena : il rejlo della fua gente da SanVicen^o infino fu1 1
fumé de Uà Ce dna qua fi tutta fu preja , & fualigtata,perdute tutte le bà
a ci reftaro dien,& faluatijì pochijfimi caualli . » Qjteflo efttohebbe fi mouimento 4
no ptefi, ni fa Bartolomeo d'Jìluiano flato più ne gli occhi de glthuomim per le fue
nacioi. più lunghe pratiche, & per la giattantia delle fue parole, piene di ferocia,
d'r Tdeu"! & di minacce, che per for%e,o fondamento flabileyche hauejje l 'imprefa
uiaro ique Jua. Da quitta uittoria prefo animo Hercole Bentiiwgiio,&b ^Antonio i
^hVThcb- GiacomwiCommeJfario delcampofconfortaronox:on uehementi Ietterei
bcdai uéii JptjJimcffi i Fiorentini, che V efferato uincitore s'acco/lajfe alle mura di
bu^n°nu£e ^'/^ fat te fr^ma con più frefle^a fujfe pojfibile leprouifìoni necejjarie,
ro di caniag per pugnarla ,Jp errando cì>e per trouarfi in molte dijficultà,& effere ma-
£U cata a Tijani lajperan^a della ftenuta dell' filmano , & come pare, che
b Antonio ogni coj'a ceda alla riputazione della vittoria, haueffe con non molta dijfi-
Giacomino CH[t£ a([ ottenerfi: nella quak fperan%a gli nutriua molto qualche int tilt
kbraro per geniche haueuano in Tifa con alcuni. Ma in Virente dimandando il
"al°mrent€ Magìftrato de* Dieci , magiftrato propofto alle cofe della guerra ,, confi-
cene coli .-di glio di quello fujfe da fare a quei cittadini > co' quali erano con ju et idi
iu"*tario l confultare le faccende importanti ;fu dannata unitamente da tutti quella
ridemmo deliberatone: perche prefupponeuanoy che ne Tifimi fujfe la confueta du
*? k" 3dc* *&$&& c^e eJftndo ejperimentati tanti anni nella guerra; nonbaflajfea
fuoi Diicor- fupemrgli ilnomex& la riputatione della uittcria ha unta contra altri ,
£' per lacuale no erano in parte alcuna diminuite le for%e lorcmabifognaf
fé uincergli, come in ogni altro tempo con le for%e,dellèquali folamenU
temono gli huomini bellico fi :& qui fio apparire pieno di molte difficol-
tà: perche effendo la città di Trf a circondata quanto altra città d 'ita/ia
da j'olidi fi ime muraglie, & ben riparata & fortificata^ difefada huo-
mini valor ofi,& oflinati; non fi poteuaffer are di sformar la,fè non co grò f
fo e fi et cito, & con faldati , che non (ufi èro inferiori di uir tu ?& di ualo-
re:ilquale anco non farebbe ballante a uincerla d affako,o con brieut op
pugnatione,ma che farebbe nectffitMo di flarui intorno molti dìperacco-
ftarfi ficuY amente, & col prendere de uantaggi,& qua fi più prtjioUrac
candogli, che sformandogli : repugnare a quefte cofe la flagione dell' anno >
perche né fi poteua con prefteiga mettere in (teme altroché fanteria tu-
multuaria,&<collettitia ; ntaccoflaruifi con intentione difermaruifi mol
to> per la inclementia dell7 aria corrotta da' uentidelmare* che diuenta-
ni
SESTO.
I nò peBiferi per i uapori de gUslagmy~& delfy palitdì,& pernìchfa a gli
efierciti>comi era accaduto quando fu campcgiata da Tagol Vitelli ;&
a perche a ilpaefe di Tifa comincia in fin di Settembre ad tjjer fottoposlo^ « *?a det*
alle pioggie, dalle quali per la b afferà fua è fopr afatto tanto, che m ìVub^f
quel tempo difficilmente ui fi fìa intorno :■ ne in tanta oftinatione uniuerfa cawzj. qut
le poter fi far fondamento in trattati , o intellìgentìe particolari ; perche £° dd %t
ò riufcirebhono co fé fimnlate , ò maneggiate da perfine ,d)cnon harebbono fe di Pifa »
facilità deftguir quello > che promette fiero-: aggiugnerfi^he benché al Gran bSil%%
Capitano nonfufie fiata data la fede public a; nondimeno hauergli pursfpro- no.d!;?a"
jpero Colonna , benché come da fé quafi con tacito confentimentohro , dato polio3 aìi'ae-
intera ione che per queflo anno non s andrebbe con artiglieria alle mura di Suc-
Tifa : & però hauerfi a tener per certo > che commojfo da quefio fdegno , &
per le pronte 'filoni fitte molte uolte a Vifani; & perche alle cofefue non trm
.utile queflo fucce fio de* Fiorentini; s'opporrebbe a quefla imprefa ; &hauer
modo facile d'impedirla , potendo in poche bore mettere in*Tifa quei fanti
Spagnuolhcì) erano in Piombino .come molte uolte haueua affermato che fa-
rebbe , quando fi tcntafie d'efiugnarla : ejfere più utile ufar toccafione della
ttittoYÌa> don:, fe bene il frutto fufie minore , la facilità fen^a comparationc
fujfe maggiorane perciò fen^a notabile profitto miuno efierfipiu oppoflo,&
opporft continuamente a difegni loro-: niuno hauere più impeditola ricupe—
rationedi Tifamiunopiu procurato d alterare ilprefentegouernoy che Tan
dolfoTetrucci: eglihauere confortato ilFalentino ad entrare armato nel
Dominio Fiorentino: egli efiere flato principale confultore,& guida dell' af-
falto di Vitello7go>& della ribellione d iAre7go:efferfi mediante ifuoi con-
figli congiunti con lo fiato di Siena,i Genouefi, e. i Lucchefi afoficntare i Ti-
fani: egli hauere indotto Confaluo a pigliare la protettone di Piombino , &
ad intrometter fi nelle co fé di Tifa > & ad ingerir fi nelle cofe di Tofcana : &
chi altri ejfere flato fìmolatorey& fautore di queflo moto dell'ululano^ do-
uerfiuoltare l e fiere ito contralui:p? 'edare y&fcorr ere tutto' LCo?itado di Sic:
na>doue non fi farebbe refiflen%a'alcuna:poter fuccedere conlariputatione
deli arme loro contra lui qualche mouimento nella Città,doue haueua molti
nemici: & almeno non e fi er per mancare occafione d occupar qualche Caftel-
lo importante in quel Contado ,da tenerlo come per cambio , & per pegno di
rihauere Monte Tulciano:& quello>cbe non haueuano fitto i beneficvj , po-
ter fi fi>er are yche. face fi e queflo rifentimentOydi farlo per l'auuenire procede-
re con maggior cìrcofyettione all'offefe loro: douerfi nel medefimo modo cor± b M.Tulfib *
fere poi il paefe de Lucchefi , co' quali efiere flato pemiciofo ufar e tanti ri- "el ^"^ra
fp etti : co fi potere fierare di trarre della uittoria acquiflata honore > &frut- & Rofdo di
io : ma andando l'oppugnation di Tifa ; non fi conoscere altro fine che fiefa ,-■ ttriaU(diVu
& dishonorè : lequàli ragioni allegate concordemente ;non raffreddarono pe- voigòpoche
rò /' ardirei che hauea IL VOTOLO* che b fi gouema fiefib più con co* v «Sta *
la uolontà, che con la ragione >cbe ni sandafieà porre iUampo x accetta- & .m.oIte c$?<
opinione-»
L l B R °
to anco da quella opinione inuetcrata.. che a molti de* cittadini p ìncìpaliper
fini ambiiiofi nonpiaceffe la ricuperatione di TifanieUaqualjententia emen-
do non meno caldo di tutti gli altri Tiero Soderim Confalonicre, conuorato il
con figlio grande del popolo, alenale non j alenano riferir fi quefle deliberano-
ni; dimando (e par e uà loro , chef dndaffe col campo a Tifa : doue offendo co*
noti quafdi tutti riff>oflo,cbe nifi and affé Superata laprudentia della t me-
rita; fu neceffario,ehe l'autorità della parte migliore cedeffe alla uolontà del
laparte maggiore : però s'attefe afare le provi fieni con incredibile celerità ,
a a e.è\ s« desiderando preuenire non meno il foccorfo del Gran Capitami che i pericoli
rem ini s'ac àé tempi piouofi : con laqual celerità il a feflo giorno di Settembre s'accofiò A
compiono / efferato con feicento huomini d*arme ; & fette mila fanti, fedeci cannonu
lotto Pila 1 »
an no -i $ 05 . & molte altre artiglierie alle mura di Tifa , ponendofi tra Santa Croce , &
e i giorni i- $an Michele, nel luogo mede fimo, doue già fi pò fé il campo de Frane e fi : &
uà no dichia hauendo la notte feguente piantate prefliffìmamente f artiglierie ; batterono
r ^erf"00 Hproffimo Ìlorno*con impeto grande dalla porta di Calci mfino al Torrone di
giìo lor ca- San Francefco , doue le mura fanno dentro un angulo ; & hauendo da leuata
gitano |e- ^; £ole,alquale tempo cominciarono a tirare l 'artiglierie *, in fino a uentnn'ho
n^rcerfi. ra rouuiate più ai trenta braccia di muraglia; ji fece don era rouinato una
h A_n quefta graffa fcaramucci 'a : ma con poco profitto, per non effere tanto fpatio di muro
rem data a in terra .quanto farebbe fiato neceffario ad una terra:douegli huomini fi era-
riia, il 1 mu- no preferitati alla difefa colconfueto animo , & ualore:psrò la mattina fé-
iu di circa guente per hauer e più muro aperto; fi cominciò un 'altra batteria in luogo pò
Tipon racaa co diftante , reflando in mexp deli una , & dell'altra batteria quella parte
colo della muraglia , che già era fiata battuta da' Frane e fi : &gittato in terra b y
e ire
neiii co mil tant0 muro, quanto parue, che fufìe a bafiari'^a, uolle Hercole fpingere le fan
ciafeuno, di terie,ch 'erano ordinate in battaglia a dare gagliardamente r affatto alluna*
ce il Suo- & l'altra parte del muro rouinatoioue i Tifani laucrandoui fecondo il foli-
che furono to con non minore animo le donnesche gli huomini; haueuano mentre fi batte
Taflaho ^d! ua^rat0 tm rip^o con unfoffo innanzi: ma non era nelle fanterie italiane ,
jiia: ma gii & raccolte tumultuari amente tanto animo,e tanta uirtu,chefufle baflante
furoVtncin m ciment0 ta^c: Ver® cominciando per uìltà a ricufare ài apprefentarfi al
in opera , n. la muraglia quel c Colonello di fantina' quali per forte gittata tra loro afpet- e
max la rimi taHa # Kmw afi^i0Jn^ f autorità, ne ipneghi del Capitano, & del Commef
tationc,uc- far io Fiorentino né d ri (petto .et honore proprio* ne delihonore commune del
prirni n^fa ^ rnilnia Italiana furono bafianti,a fargli andare innanzi: l efiépio de qua-
ceuan frut lifeguitandogli altri, the hauatano ad apprefentarfi dopo loro ;fi ritirarono
ródilo0 legati agli alloggiati- emi, non hauendo fatto altro,che col far fi i fanti Ita-
àìce che fu Uani ìnfarm per tutta Europa^ corrotta la felicità della uittoria ottenuta con
■fairofoia al ira £+AÌuiano,& annichilata la i •■paatiotie dclCapitano,& del Ccmmeffa-
fecòdo ferì- rioyche apprefio i Fiorentini eragrandiffìma^fe contenti della gloria acquifla
po- -tarono ta hauefsero faputo macerare lapropriaforturui,Qitirati a gli alloggiamenti
molro peg- non fu dubbia la deliberal ione del leuare il campo ;maf imamente che il gior
*:°* no
SESTO. i$4
no medefimo erano entrati in Tifa per comandamento hauuto dal Gran Ca-
pitano, * feictnto fanti Spagnuoli, di quelli* eh erano a Piombino -.però Udì a Dice il
feguente V esercito Fiorentino fi ritirò a Cafcina con grandi/fimo disbonore : Buonaccor
& pochi dì poi entrarono di nuouo in Tifa milk cinquecento fanti Spagnuoli: Jl' melari
i quali poi che non era neceffario ilprefidio loro, dato che hebbono per fug?e ^ cói.aiuo
flione de* Tifimi un affatto in uano alla terra di Bientina; continuarono la m poua a Ma
uigatione fua in ifbagnaAou erano mandati dal Gran Capitano , perche iik r? » feèBttè
atta Capace tra il Redi Francia & Ferdinando Redi Spagna : alla qua la batteria?
leyrimojfe tutte le difficultà. che prima haueuano impedito ;cioè, il rifiato del nond- fl,rou
Ibonore del He di Francia, et timore di non alienare da fé l'animo dettarci pm ' J°
dncci'yhaueua trottato modo facile la morte della Reina di Spaglia: perche &
il Pie di Francia^efiendoli molcfiifjìma la troppa gra?idc2gafua,era de fiderò
fio ^interrompergli i fuoi difegni : & il Re di Spagna Intuendo notiti a , che
f .Arciducali /prezzando il teftamento della fuo cera, baueua in animo diri*
MKouerfo del. Regno di Cafliglia;eranece(fitato a fondar fi con nuoue cvngiun b Qjjefta
tionuperofi b contrade matrimonio tra ìuu & Madama Germana di Fois , £^a Pf£
figliuola dr una fioretta del Redi Francia,con conditione , che il Revji dejfe in » .'A* jfce di
dote la parte .che gli toccaua del Reame di "Napoli j obligandcfi il Re di Spa- ^spagia^
gna a pagargli in dieci anni 7 00. mila ducati per rifioro delle fpefe fiate , & f« concila
a dotare in trecento mila ducati la noita mogUeicol qual matrimonio efìendo *£& di oì
accompagnata la pace;fiu couenuto che i Baroni ^Angioini \e tutti quegli, e ha tobrc .' s ° s *
ueuano fieguitato la parte Frane efe>fufi ero r e fiituiti fienai, pagamento alca- li^nlnZ
no alla libertària patria,& a loroftati,digmtà,& beni,nel grado medefii- »**•?■ viu
monche fi trouauano e fere nel dì che tra i Francefila & Spagnoli fin dato prin & a°f bS2
àpio alla guerra , che fi dichiarò efiere fiato il dì> che i Frane e fi cor fono alla n* ccor fl » .
Tripalda . Intende ffinfi annullate tutte le confi f cationi fatte dal Re di Spa- ca pi£u<IVf
gna, & dal Re Feierigo :fuffe liberato il Principe di Rofiano , i Mar che fi di fa. ■
Bitonto,&di GefualdoyMfonfo, & Onorato Sanfeuerinle tutti gli altri
Baroni^]-) erano prigioni degli Spagnuoli nel Regno di Tripoli : che il Re di
Francia deponefle il titolo del Regno di Gierufalem, & di ^poli: che gli bo
maggi, & le recognitioni de' Baroni fi facefi ero refjpettiuamente alle conuen
tionifiopradette3& nellifieffo modo fi cercale Unite futura dal "Pontefice, &
morendo la Reina Germana in matrimonio fen^a figli 'ito li ;la pan e fua dota-
le s'intende fi e acquiflata a Ferdinando: mafoprauiuendo a lui ritornaffe al-
la Corona di Francia. Fuffe obligato il Re Ferdinando ad aiutare Gaftone Co-
te di Fois fratello della nuoua moglieyal coquiflo del Regno di Iguana, qua
le pretendeua appartenetegli ,po fi editto co titolo Regio da Caterina di Fois ,
& da Giouanni figliuolo a" Mibr et fino marito : cofirignejfe il Re di Francia
la moglie uedoua del Re Federigo ad andare con due figliuoli ch'erano appref
foafein lJpagna:doue gli farebbe afegnato honefio modo di uiuere : & non
all'ai
• Kella viti
jUI Pimi a1
Un o da L-
àc . il
■io hauédo
lorle l'iu ri-
iyeio alta
dignità dd
* Card
rhcalfa ueri
ta deli h ito
Ita, dice che
Don Giulio
haiu'do per
fiipcibu ot-
feiol'animo
del Cardira
Icidacflòe-
r » it-uc qua
fiche acce-
cato di arac
dee ^U oc-
chi: da che
ne legui li-
na congiura
per amoiaz.
zare il Duca
Alto o , che
guiui da el-
io Giouio è
latitata Gio
aan Battifta
Giraldi ne*
Commenta
ri del le cote
di Ferrara ,
8c de* Pren-
cipi da E Ile,
tratti dall' E
pitotre di
Gregorio Gi
raldij di (li-
mula quefte
fatto della
cógiura, fea
za nominar
ne pure un
, jiomplicerSc
del fatto tra
gico con tra
i Dò G'ulioi
non dicep»
re una p»io
ìt .
LIBRO
air. il tra di fare covirai#owinati da ci afe uno di loro: i quali nominarono ttit
ti due in Italia il Toìitcpcc)& il Re di 1 rancia nomino i Fiorentini.-^' a cor
robort Iella pace, chi tra i due ]{e s* intende fft efiere perpetua confedera
ne a di fé fide gli fi ali, effendo tenuto il Ile di trancia con mille lancici &
la fanti; Ù Ferdinando con trecento lande due mila giannettarij ,
& fa mi! i fanti. Dopo laqual paccdellaquale il Re d'Inghilterra promeffe
' l'unaparte-cper l altra loffernantia,x Baroni ^Angioini ,ch 'erano in Fra
eia Ut enti atifi dal Rcilqualeper la tenacità fua usò loro allap arnia piccoli
. di gratitudine; andarono quafi tutti con la Reina Germana in ifpagna:
& 1 falcila fata moglie di Federigo licentiata del Regno dal Re ài Francia^
perche ricusò di mettere i figliuoli inpoteflà del Re Catolico;fe n'andò a Fer
raramellaquale Città effendo poco innanTa morto Hercole da Eflc,& fucce-
dutogli nel Ducato ^ilfonfo fuo figliuolo ; accadde alla fine dell* anno un atto
tragico jfimile a quelli de gli antichi T ebani, ma per cagione più leggiere , fé
più leggiere è l'impeto sfrenato deli amor e, che l'amhitione ardente del regna
re : perche a effendo Ippolito, da E fle Cardinale innamorato ardentemente ,
d'una gioitane fua congiunta,laqualecon non minor ardore amauaDon Giu-
lio fr atei naturale d'Ippolito, & confeffando ella mèdeftma ad Ippolito tirar-
la fopratutte l'altre cofe a sì caldo amore, la bellezza de gli occhi di Don
Giulio ; il Cardinale infuriato, afpettato il tempo commodo,che Giulio
fuffe a caccia fuor a della Città ; lo circondò in campagna: & fat-
tolo fccndere da cauallo;giifcce da alcuni fuoifiaffieri,ba-
ftandogli l* animo afiar prefente a tanta federate1^
%a> cauare gli occhi , come concorrenti del firn
amore : onde tra fratelli poi feguitarono
grauifjimi fcandoli. Cofi fi termi-
1 » nò l'jlnno Mille cinque-
cento cinque.
s. *
r,
D t I-
DE LL'H ISTORIA
DI M. F RANCESCO
GVICCIARDINI
LIBRO SETTIMO.
S O M M A R l O
PApa Giulio II. machina guerra cótrai Vinitiani Filippo Arciduca uà in Ilpa
ana. & Ferdinàdo iuocero a Nanoli.il Pana (I allega co Francia. Mafsimiliano
Imperatore afiaìta i Vinitiani in Friuli. Giouanni Bentiuogli è cacciato di-Bolo
gna.Genoua fi ribeliadiil Redi Francia : i'quale uienc a ricuperarla, & s abbocca
in Sauona co'i Re Catolico . Fafsi dieta in Co danza . Succedono di (pareri fra
Cefarc, & Francia: e i Vinitiani fanno tregua con Cefarc. a I Baroni,
che Iciraua-
■ V Al ■„. ]I.IL*U(J-
FESTE cof'e erano [accedute l'Anno Mille cinquecen- no Filippo
t) cinque : ilquale , benché baueffe lafciato Jperan^a che J(dpag„"Vra
{a pace d'Italia, dapoi ch'erano efiinte le guerre, nate per no » signo-
>agionp del Regno di ifgfoli» s hauti] e a Continuare; non S^cafli
('-meno apppariuano dall'altra parte femi non piccoli di jtìl* : > q«*»li
^futuri incendij: perche Filippo, che già sintitolaua il Re di^er^iti
i ai Cafliglia,non cotento che quel Regno fuflegouernato daljuocero, a in- l&eralnien-
citdto da molti Baroni, fi preparala a pafjare cotra la nolontà [tta inljpa g!ór 'hcéclf
gna, prete adendotcom era ueri(pmo,non tffere flato in poteflà della Reina 8odf r la lot
morta prejeriuere leggi algouemo del Pregno finita la [uà uttaiet il Re de t^nTori!
Romani, prefo anima dalla gran de%$a del figliuolo-, trattala di pafjare in ti!iimo R*
Italia: el Re di Vracia,\e ben ì Anno precedente fi fu J] e [degnato colTon Suolai
tefìce, perche haneua [en%a [uà par tic ipat ione conferiti i benefieij uacati ^"jf* ^co
per la morte del Cardinale Afcanio , &> d'altri nel D ucato di Milano , & no* pocTli-
perche battendo creato molti Cardinali, hauefle ricu[ato di creare infit me bf -3lruec"
con gli altri il Ve[couo d'Aus , nipote del Cardinal di Roano, e'I Ve[couo LTug!?
di Baiofa nipote del Tramoglia,dimandati da lui confomma wfiantia; & SSia uira d*
per ciò haueua fatto feqtuftr are i [rutti de' benefieij } iqualì ilCard. di S. Conìiuo. '
Tietro in V incoia ,& altri Vr elati grati al Vonttfice po[sedeuan nello fta ,
to di Milano; nondimeno battendo dall'altra parte cominciato a temer di ntlufoM
Cejare ,& del figliuolo, & per ciò de fiderofio dell 'amiatiadelTontefice, .parlato dd'
rimefsi i feqaeflrt fatti ; mando nel principio di queflo Anno il Ve[couo di l2S"v?
Sifler ondando Apottoltco apprefso a[e,a proporgli nari] dtfcgm,etfar di queftòTT
uarie offerte cotra ÌV initiani;contrai quali [apeuaper[euerarela[uape[ V^Vù
lima inmione,per lo defiderio di ricuperare le Terre di Romagna,™ tutto €%u me"trc
che infino a quel^ dì[o[se proceduto in tutte le co[e co tata qu te te, e' ha uè uà £a £ itaco
iniettato negli huomini ammiratane no mediocre,cbe colui, ilquale b qua inq*»«'tó-
do era Cardmale,[empre era flato pieno di pe fieri u«tti,et [mirati, e uh e ™ w dJ3
« tepo di Siflo, et d!lnnocctio,et poiAkfiandro Tonttfice,cra(iato molte ^«s*""
A a a o ite
LIBRO
mite inftrumcnto di turbare ltalia;baueffe bora,promoffo alVonteficato
(iffer citato beneffcfjo con ambitione,& con pìfieri inquieti )depo(ìo que-
gli (piriti sì ardenti :& dimenticato fi della grandezza dell' animo ideila
quale baueua fempre fatto ambìtiofa profejsione, non face ffe non che al-
tro fegno di rifentirfi dell'ingiurie,^ d'ejfer fimxle a fé mede fimo . Ma in
Giulio era intentione molto diuerfa , & deliberato difuperare l'cffetta-ì
tione conceputa,haueua attefo,&attendeua contra Ja confuetudiue data
fna priftina magnanimità ad accumulare con ogniftudio jomma grandi f-
fìma di pecunia ;accio ebe alla uolontà e baueua a" accendere guerra, fnjfe
aggiunta la fatuità , e'I neruo di foftenerla: e trouandofi in queflo tempo
già non poco abbondante di danari ; cominciaua a feoprire i [noi penfit-
ri indiritti a co fé grandiffime : però raccolto , & udito molto lietamen-
te il Vefcouo di Sifleron; l' baueua iff edito indietro con pront.eT^a grande
a trattare nuouo riflrignimento tra loroialquale per difporre meglio l'a-
nimo del Ke,et del Cardinal di ì\oano; promeffe per brieue portato dal me
defimo S (leron la dignità del Cardinalato a' Ftfcoui d'.Aus,& di Baiofa:
et nodimeno intanto ardore fi diflrabeua qualche uolta l'animo fuo in ua-
rij fcrupuli, & difficultà : perche o per odio , che occultamente baueffe
conceputo contra il Re,nel tempo ,che fuggendo l'infidte dì jLleff andrò ftet.
te in Francia ; o perche fommament e glidifpiaceua fefferquajì neceffita-
to per la potentia,& per la inflantia. del l\e, a conjeruare nella Legatìone
di Fràcia il Cardnal di Roano: o perche baueffe foretto, che. il mede fimo,
Cardinale,gli andamenti delquale manifefìamente tendeuano alVontefi-
cato ; impartente d' affrettare la morte fua ; cercafje. diconfeguirlo per uie
flraordinarie; non era del tutto deliberato di congiugner fi col Fg di Fran-
cia, fenica la congiuntane delquale conofceua efferc imponibile che per al
Ihora gli fuccedeffe co fa alcuua di momento: perciò dall'altra parte haue
uà mandato a Tifa Baldaffarre Biafcia Genouefe,C apitano delle fue galee
ad armare due galee fottiìh,cbe a baueua fatte fare J. le fsadroyotefice >
per efferejecodo fi credeua*piu preparato,™ cafo che l Re di Fracia mole
. di flato ancora no poco dalle reliquie dell' infi:rmitd;moriJJe;a liberar Geno-
mi^ rc uà dal Dominio de' Fràcefi.ln quello (iato aduque,et in tata fofytfione del
Filippo a io. fo coft^u il primo mouimeto dell' Jlnno M'ileanqueceto fei la a partita <
£iGie5 o"c5 di F ladra del R* Filippo p paffare per mare in ifpagna co graie armatala
lT rtif«a <lmle andata ptrfjicilitare,tem:do pure cbel fuocero no glifaceffe co gli
roToo gcn " aiuti del B£ di Fraciayrefi\ìeia\fi era,gouernàdofi co l'arti Spagnuok'ycon
mSAM uenutv con lui di rapportar fi nella maggiore parte delie co fé al fuo gouer
asoo.ilnc- no, ebe baueffero comune il titolo de l\e di Spagna;come era fiata comu-
aoon nkw ne tra lm,et la Rema mortaiet che Vetrate fi diuidefferoin certo modo:?
|hi l & 300. l0ql4ale accordo ilfuocero,aucora che no btneficuro dell' off erua?*\gli ha
Sen aia ueua mudato in Viàdra per leuarlo molte nani. Vero imbarcato co la trio
Buonaccor- 7ne»t Cq f erdinado fuo fccodo genitojprefe co uenti profferì tUamino di
i\r 6 Spagna:
settimo; tì<*
Spagna: ì quali e/fendo in capo di duegiorni della fina nauigatione conuer
ini in uentiauerfifmi,trauagliata da grandi fima fortuna l'armata fina,
dopo lunga refi ften^a fatta al furor e d ti mar e; fi di :Jpe> fi in uarie parti del
la coftad'lngbilterra,& di Brettagna; & egli condro tre legni fu con
a grandifimo pericolo traportato* in Inghilterra nel porto d'intona: la- a Leggi que
qua e co fa intefa da Errico fett imo He di quell 'l folaghe era a Londra.mà f° a"ÌL'° «
datofubìto molti Signori a riceverlo con grandi fimo honore;lo ricercò ne mar™* vi.
nife a Lodra.-ilcbe in potefid di Filippo, che fi trouaua quafìfoloy& ftnTa p\° Re di
nauhnonera dinegare: fipraflette apprefo a lui infitto che t'armata fi ri- £Snt?
duce/fi infieme,& riordinale ;& in quefto me^ofra loro furono fatte nuo Tlvwti *ì
uè capitolationi: & nondimeno Filippo trattato in tutte l'altre coje come Inghilterra
J\r; fu m una fola trattato da prigione, che hebbe a confinare di dare in *. Po,! ,doro
b mano ad Errico il* Duca di Sufolch tenuto da luinella rocca di Vamur:
ilquale perche pretendala ragione al Rfjgno d'Inghilterra Errico fomma- b PoU<*°"
mente d'hauere in fua potefid defiderauaidettegli però la fede di no priuar Lio arato
lo della una: onde cufiodno in carcere mentre Errico uiffe: fu dipoi ùer co n6 Dno™™
mandamento del figliuolo decapitato. Va fio dipoi Filippo con nauigatione fbich: ma fò
: più face in c lft>agna:doue concorrendo a lui quo fi tutù i Signori, Ifuoce- l? dkc ' chc
roMqualeper non ejfire da fi potente a refijlergli,^ che nSgiudica.ua e fi domanda
fire (nitro fondamento lepromefe de Francefila non haueua p enfiato mai Fll,pf Ed"
ad altroché alla concordia.rimanenào abbandonato quàfi da tattile ha- h ftwufd "
to del Re-
gno: ócche
tendo fi non con molto tedio,& d,fficultà potuto battere ifeofietto del ?e
nero; bi fognò che cede fé alle condizioni, che pelato il primo acconto S?PPo,ha-
fatto tra brogli furono date-, benché in quello non fi procede rigidamente, *£*&*
per la benignità della natura di Filippo,®* molto più per i conforti di co- uefio m rS
loro che fi erano dimofiratidcerb'fiimi nimìci a Ferdinando: perche dubi- S°w?à 5 aI
tando continuamente che egli conia prudentia,^ con l'autorità fua non ««*?"**'
"Ppifefideapprefjoalgeneroyfollecitauano quanto poteuano la parti
tafuadicaftiglia. Fu conuenuto che Ferdinando cedendo alt amminifira- lippSTai!
tione lafaatagli per tefiamento dalla moglie ,& a tutto quello che perciò ka°lj* alpor
tote fé pretendere; fi parti fé incontinente di Cafligliaypr omettendo di più coWouc
non ut tornare. Che Ferdinando hauefe proprio il Regno di napoli, non fl .ab,boccò
ofiante,checon la mede filma ragione, con laquale erafiolito pretendere a «
quell\earne,allegando e fere fiato acqui/lato con Tarme, & con le forre <?
come dice li
Giouio : ma
Buonac
t*ra,& Calatraua:& che dell'entrate del ignoti CaHiglia Lue fé cL %*££
Jcunanno uenticinque mila ducati. La qual capitolatone fatta -Ferdinan- f" r un° &
do,che da qui innanzi chiameremo ò Re Catolico,ò Re d'Aragona; fi n'an
«o jubitom .Aragona, con intentìone d'andare quanto piupreHamen-
Jia i te
uno de
l'altro.
LIBRÒ
nc^ddh p« te Pot(fTe Per marea Napoli ; a non tanto per defiderio di mìcie tjhil Re- e
iita dei r* gno , cir riordinarlo; quanto per rimuoverne il Gran Capitano: delquale
J"^"» "1° ^°P° ^ morte della Reiua haueua più uolte fiorettato, che non penfaffe a
d i spagna g trasferire quel Regno in fé proprio; o fuffe più inclinato a darlo « Filippo
rhi> n lu\*,-trf li/iiiP\iAt\)i\ vi r\\i /tinti /itt\ in Tfh/irrvt,i ìyì UanO%€t €?Lì COn tt0.rÌ? CriÀ
non ti andando in per fona
flante che fatto raccordo il
fòluó .ittri p^ Filippo gli fac effe intendere che haueua totalmente ad obedir e al Re
kprdre nate d' ^Aragona. T^elqual tempo erano nel petto del Re dì Francia ,folleuatò
Èra etto Re, g\^ molto della fua infermità >uarij,4rizi contrarij pen fieri , inclinatione
fuo genero», contro, i Vinìtiani per lo fdegno conce pitto nel tempo della guerra di Islapo
a cui tutù i //. per [0 defiderio di ricuperare l'appartenentie antiche del lo flato di Mi-
spagna s'e- hno ; & per giudicare che per molti accidenti gli poteffe effere a qualche
iano acco f emp0 pericolo fa la loro potentia: lamial cagione tra l'altre haueua indot
ftatt.dicen- * « ri , » -, ~-i« r r i- » ,,.;,
do chv ra to a confederar fi col Re de Romam,& con Filippo Juo figliuolo. Dall al-
più tofto da tra paYte non gli pYci grata la paffata di quel Re in Italiafilquale s'inten-
Soi Lcuate, deua già che fi preparaua a paffare con for^e grandi : perche né temeva.
che il pone ^ cj}€ il folito per lapotentia,che crefceua in Filippo fucceffore di tanta
tutti haue grande^ga; & dubitando fi che quando fu in Inghilterra, hauefje fatto co
uano abban ^ -^e nmue y &ftrette congiuntioni ; & perche era ceffata per la pace
uecchto, fatta col Re Catolicoyper laquale haueua deposlo i penfìeri del Rignodr
non Federi fHapoli,una delle cagioni principali, per le quali s'era confederato con lo
go di Toic ro, rì<[dlaqualuarietà,& ftattuapione d'animo mentre flava, uennero a
d'Augii ^J jimbctfchwìdi Mafsimiliano afignificargli la deliberai ione fua del
c^ai peke- paffare in Italiana ricercarlo m et t effe in or dine le cinquecento lande,
faìna!* te chi haueua promeffo dare in fuofauore; rcfiituiffe fecodo la promeffafat
de i &dai ta i fuor ufeiti dello flato di Milano ;& a gregario anti cip affé il pagarne
ìo'afgoueT to de' danariyche fé gli daueuano pochi me fi pohalle qvai dimande,ancora
no dd Re chel Re non fuffe inclinato a con fent ire, fece dimoflratione d 'effere inclina
Rc^Bai-1 to al contrario; non per ciò fé non a quelle s che allhoranonricercauano
ceiiona a 4. a[tY0 c])e parole : perche dimoflrò defiderio grande, che fi mandaffero ad
t\ o6xólZ effecutione le cofe convenute, offerendo fi prontamente d'adempiere al tem-
«le, come p0 tutto quello a che era tenuto : ma negò con uarie feufe l'anticipatio-
aacroxfi^ ne delpagamcnto . Dall'altra parte il Re de' Romaui3non confidando più
dell'animo del Re di Francia, chel Re fi confida fé del fuo, & defideran-
do con grande ardore il paffare a Roma , principalmente per prendere
la Corona dell'Imperio , per procurare poi la elettione del figliuolo in
R^de' Romani ^.tentava nel tempo meóxfimo di pervenire con altri me-
%ì all'intento fuo : perciò faceva inHantia, & con gli Sui^eri d'unir-
gli a fé, i quali dopo molte dirute fatte tra loro , & determinaro-
no offeruare l'accordo, che ancora durava col Redi Franti* per anni
ine : & a Finitiani haueua dimandato il paffo per le Terre loro,a% quali
ej sento
SETTI-M O: 187
effendo molefiifjìma la pafjata fua con efferato potente , dettero animo a
rifondergli generalmente l'offerte del Redi Francia.chegli confortò ad
opporfegli inficine con lui: & già il Re di Francia , dimostrando fi alieno
:' apertamente dalla con federazione fatta con lui , & con Filippo a fyosò * carataci
Claudia fua figliuola a Francefco Monfignor d '*Angolem}alquale dopo
2. racconta.
la morte fua fenica figliuoli mafchi peruemua la Corona , fimulando però §. r e^rpJs
farlo per i prieghi 4e fuddìti fuoi, hauendo prima a quefio effetto ordì €ia p^iic
nato, che tuttii parlamenti, e tutte le città principali del Pacarne di Fran LnoTmpe.
eia gli mandajjlro ^Ambafciatori a fupplicamelo , come di e afa utiliffi- d* tor Mac
ma al Pregno; poi che in luì manca uà continuamente la fi>eran%a di prò- IgiYuSa £*
creare figliuoli wafchil; Jlaqual co fa figmficò fubito per Jlmbafciatori mo^ >
proprij al Re Filippo ; ifenfandofi di non batter potuto repugnare al de fi ?itiur©°!;'s&
deriosì efficace di tutto' l Pregno, & di tutti i popoli fuoi: mandò ancora & JpUe M
gente in aiuto al D uca di Gbdlericontra Filippo per diuertire Maffimi* Br^gnV*1
liano del paffare in Italia, ilquale baite uà già da fé mede fimo interrot Wf^. a
ti quefii penfieri : perche hauendo intefo Vladislao Re d'angherìa effere noToade
opprejjo da graunfima infermità ; sera approffimato a' confini di quel J^p uexi
Regno, feguitando l'antico defìderio paterno, & fuo d'infignorirfene, to difsiJSè
frper le ragioni, lequali affermauano \l'baueruì. b Ver che effendo morto Jj" ProP«o
mohiffimi anni innanzi fen%a figliuoli Ladislao Re d'Vagberia}& di Boe * «ciae ingi
mia, figliuolo d'Alberto, eli era fiato fratello di Federigo Imperatore; 53t£fi^i
gli Vngheri, pretendendo che morto il fuo Re fen\a figliuoli non haueffe le pwinSft
luogo la fucceffionc de' più proffimi ,ma afpettaffe a loro Telett ione del mó^atn
nuouo P^haueuano eletto per la memoria delle uirtu paterne per loro
Re Mattina, quello che poi con tanta gloriaci Regno; si piccolo ;moleflò b ch'.uo1
tante uolte l'Imperio potetiffimo de* Turchi : i/quale per fuggire nelprin S" uèdfr"
cipio lei Regno fuo la guerra con Federigo; fi conuenne fico di non pi- Sed^vll't0
gliar moglie ; acciò che dopo la una fu. 1 perueniffe quel Reame a Fede rigo, "liegg"? ja
0 a' figliuoli : ilche benché non offeruajfe; morì nondimeno fen?a figlino- gìo£v d-
li: neper qnefio adempiè Federigo il defìderio fuo; perche gli Vngheri elef Thuro«: &
fono in nuouo Re Vladislao Re di Tollonias :dode effendo ricominciate nuo ^\chJl K'lc
ue guerre daFederigo,& MafJimiUano con loro ; fi erano finalmente con tanouei ii.
uenuti:& fiatone frettato foìennemente giuramento da i Baroni del Re- dyn-kLu
gno,che qualunque uolta Vladislao moriffe fen%a figliuoli riceuerebbono
per R; Maffimiiiano : onde egli adirando a quefia fucceffione lintefa la
infermità di Vladislao , fi approffimò a' confini dell' Vngheria , omet-
tendo per allhora i penfieri del paffare in Italia : le quai cofe men -
tre che tra i Trincipi Oltramontani fi trattano con tanta uarietà; il
Vonttfice conofeendofi inhabile ad offendere fen^a gli aiuti del Re di
Francia i Vinitiani,nè potendo più tollerare di conjumar e ignobilmen-
te gli anni del fuo Vonteficato; ricercò il Re, che lo aiutaffe a ridur-
re fiotto l'ubidien^a della ChiefaAe città di Bologna ,&diVerugia ; le
V
4 a *
f.
quali
LIBRO
aLo^bÓ* Hu*lì * appartenendo per antichiffime ragioni alla Sedia ^ipoflolicaiera- a
logne eferif no tiranneggiate l'uria da GianPagolo Baglione,l' altra da Giovanni Ben-
bt! Vitiilo" tiuoglio, i maggiori de quali fatti fi di prtuati cittadini, Capi di parte nel
rie delia cit le di feordie ciuili,& cacciati,o ammaccati gli auerfariyn erano diuenta-
gna:ne* qua t} affolliti padroni :nè gli baueua ritardati ad occupare il nome di legitti-
h fi poflono mt Principi, altro cbe'l rifletto de" Pontefici; i quali nell'una , & nell'ai-
uedeilcra- .• '- v «. • i »# , ,l , , • ,-
gioni.chefo tra cittariteneuano poco piu,cbe l nome nudo del Dominio :ptr che piglia-
la quella Uano certa parte,bencbe piccola dell'entrate, &teneuonui Gouernatori
chiefa;: ma in nome della Cbiefaìi quali,efsendo la potentìa,& la delibcratione di tut
qUallc dd Pc tc ^ cofe impor tanti in mano di coloro ,ui erano qua fi per ombra,& per di
chctuttaim moflratione piu,che per eff etti. Ma la citta diPerugia,oper la uicinita
SaAi^o^eo fua a fyma>° Per a^re occafion'i era fiata molto più continuamente fotta
pciiinì perù pofla alla Cbiefa;perche la citta di Bologna baueua nelle auerfità de Po-
duiicu'uita teficifpejìeuolte uariato,bora reggendo/i in liberta J)or -a tiranneggiata
ài Braccio , da' fuoi cittadini, bora fottopofla a* principi ejler ni, bora ridotta in afiolu
b Piccino," ta fogge tt ione de' Tontefici,& ultimai amente ritornata a tempo di Js^-
colao Quinto Tontefi ce ad obedicnxa della Chiefa,ma con certe limitatio
ni,& communioni di autorità tra i Tontefi ci,& loro,cbe rtflando in pro~
grefso di tempo il nome,& le dimoftrationia Pontefici:? tffetto,& lafo-
Uan^a delle cofe era per uennta inpoteftà de' Bétiuoglt: de1 quali quel,cbt
al preferite reggeua,Giouanni battendo a poco a poco tirato afe ogn icofa,
& deprefse quelle famiglie più potenti,cbe erano fiate disfauoreuoti a
maggiori fuoi, & a lui nel fondar e, &ft ab il ir e la tiranide,graue ancora p
quattro figliuoli, che baueua,lainfolentia,et lafpefa de' quali cominciaua
no ad efsere intollerabili , & però diuentato odiofo qua fi a tutti lafciato
piccolo luogo alla manfuetudine,& alla clemenza; conferuaua lafua po-
tentia più con la crudeltà,& con Carmi,cbe con la manjuetudine,& beni-
gnità.lncitaua il Pontefice a quefle imprefe principalmente l'appetito del
la gloria: per laquale, pretendendo colore di pietà , & %elo di religione al
lafua ambitìone; baueua in animo di refiituire alla Sedia ^ipoftolica tut
to quello, che in qualunque modo fi dice fse effer gli flato ufurpato:et lo mo
ueua più particolarmente alla ricuperatane di Bologna odio nuouo con-
tra Giouanni Bentiuogli:percbe efìendofi mentre nonardiua (lare a Ro-
ma,fermato a Cento Terra del Vefcouado fuo diBologna,fe nhebbe di not
te fubitamente a fuggir e: per che hebbe auifo,o uero,o falfo eh' e' fu fse , che
egli ordinaua ad infiantia delTontefice ^Alefi andrò di farlo prigione. Fu
grata molto al l\e quefla richiesta del Pontefice, parendogli hauere occa-
fione di conferuaryelo beniuolo: perche f apendo efsergli molto moietta la
congiuntane f uà co' Vinitiani;cominciaua a temere non poco ci/ egli non
facefse qualche precipitatione:&già non erafen^a fofpetto,cbe certa pra
tica tenuta da Ottauiano Fregofo per priuarlo del Dominio di Genoua;fu)
fé con fua partictpatione : & oltra quello riputaua eie il Bentiuoglio,fe
bent
Settimo. \%s
bene fuffe [otto la fua protettione , haueffe maggiore ìnclìnatione a Ce-
fareyche a lui. jlggiugneuafi lo [degno fuo contra Gian Vagolo Baglione
perhauere ricufatoyriceuuti che hebbe quattordici mila ducati yd andare
ad unir fi con l'efferato fuo [oprati fiume del Garigliano ; & il defiderio
d'offendere con l'occafione di mandare genti in Tofcana Vandolfo Vttruc
ci; perche negli haueua mai pagato i danari promeffi ;& fiera del tutto
aderito alla fortuna de gli Spagnnoli: però prontamente offerfe alTapa
di dargli aiuto: & all'incontro il Vapa gli dette brieui del Cardinalato
d*Ausy& Baiofay& f acuità di di/porre de' benefici] del Ducato di Mila-
noycome già hebbe Francefco Sforma : lequali pratiche effendo conchiufe
per me%o del Ve[couo di Sifleron nuouamente promojfo ali ' jirciuefcoua-
do d'^Aisy che per quefla cagione andò più uolte dall'uno alt altro di loro;
nondimeno non [ufi pronta l' efjecut ione: perche hauendo UT ontefìce de-
ferito qualche mefea fare la impr -efa; accade y che Maffìmilianoyilqualey
• hauendo rotto guerra al Re d'Vngheriay haueua allentato il pen fiero di ^ei ^"JWJ
paffare in Italia ;fi pacificò di nuouo con luiy rinouato il patto della fuc~ Umiliano
ceffioney& ritornò in Jiufiriajacendo [egniy& apparatile dimofiraua Jev^ha^
no uolefie pajjare in Italia: allaqual co[a deftderando dì non battere auer- & ài boc
hfi i Vinìtiani ; mandò a V inetta b quattro Oratoria fignificareia delibe "j"*^
**
ratione fua d'andare a F{oma per la Corona dell'Imperio y ricercandogli haueua dato
concedeffero il paffo a lmy& al [no efferato, offtrendofi parato ad afficu- J^Pahu™
rar^li di non dare allo fiato loro molefìia alcuna; anzi deftderare di unir- cótra lui, &
fi con quella B^publicaypotendo fi facilmente trouare modo di unione y che ra titto xi.
farebbe nonfolo con ficurtàyma etiandio con aumento,& effaltatione del^ beilo dd-
t'una partey& dell' altrayuoltndo tacitamente inferirete farebbe utilità impei
comune il congiugner fi infieme contraili^ di Francia. Mlaquale effofi
tione dopo lunga con fu Ita fu fatto nfpofia con gratiffime paroleydtmoftrà- ^
do quanto era grande il defiderio del Senato Vinitiano di accofiarfi alla oratoria
uolontd Cuay& fatis fargli in tutte le cofe, che pot efiero fen^a graueloro " il Bcbo,
J . , . ° #-, r> n- < ••_• • cneda Mai-
pregiudìcioyilquale in quefìo cafo non poteua efiere ne maggiore ne più eui emiliano fu
dente: concio fia che Italia tutta diff erata per tante calamitdyche haueua \?*°?**?:
fopportateyflaua molto [olleuata al nome della pafiatafua con l'efferato &%egiftu
potenteycon intetione di pigliare l'arme per no lafciare aprire la ma a nuo ^£ °0ft*5
uitrauagli ;& il mede fimo era per fare il Re di Francia per affi curare lo fbrmeaquc
fìat o di Milano. Vero il uenire egli con efferato armato in Italia non effe ft*
re altroché cercare potentiffima oppofitioney & con grandiffimo pericolo
lorycontra i quali fi conciterebbe tutta Italia infume con quel Resegli co
fentiffero il pafo3 come fé agli interefpproprij haueffero pofipoflo ilbenefi <
ciò comune: efiere molto più ftcuro per tuttiy & alla fine più honoreuole ,
per lui uenendo a un'atto pacifico, & fauoreuole appreffo a ciafcunoypaf
fare in Italia difarmato: doue dimoflrando non meno benignale potente
la Maeflà dtWlmperio , bar ebbe grandiffimo [auore da ciafcuno , farebbe
JLa 4 con
LIBRO
con fomma gloria conferuatore della tranquillità d'Italia, andando ad iti
coronarfi in quelmodo,cbe innari a lui era andato ad incoronar fi il padre
fuo, & molti altri de' fuoi prcdeceflbri:& che in tal cafo il Senato Vinitìa
no farebbe uerfo di lui tutte quelle dimoflrationi,& uffici] ,cbe egli mede-
fimo fapejfe defiderare.QjteHe preparationi d'arme, & quefle co fé, che fi
tratt aitano per Ce far -e , furono cagione, che ricercando il Vontefìce, deter-
minato di fare diprefente l'imprefa di Bologna,al ì{e le ceti promettergli
parendogli non efier tempo da ftmili mouimenti;lo confortaua amicheuol-
mente a differire a tempo,che per quello accidente non sbauefk a comone
. re tutta ltalia,mouendolo a questo etiandio il foretto, che i Vinitiani non
fi fdegn afiero, per che gli haueuano fignificato hauer deliberato di pigliar
l'arme per la difefa di Bologna, \el Vontefìce non cedeua prima loro le ra
gioni pertinenti alla Chìefadi Faen^a:ma la natura del Vontefìce impa-
ciente,& precipito fa cercò contra tutte le diffidata, & oppofitioni co mo
di impetuofi di confeguire il defiderio fuoiperche chiamati i Cardinali in
CociHoro,giufìificata la caufa,che lo moueua a desiderare di liberare da'
Tiranni le città di Bologna, & di Vcrugia,' membri tanto nobili , & tan-
to importanti a quella fedi 'a ; fi gm fi co uolerui andare perfonalmente ,affer
mando,che oltra le forile proprie harebbe aiuto dal Re di Tranciala' Fio-
rentini,& da molti altri potentati aìtalia,nè DIO giù fio Signore effe-
re per abbandonare , chiaiutaua la Chiefafua : laqual cofafignificata in
Francia parue tanto ridicola al I{,e,che il Vontefìce fiprornettefie ,fen%a
efìerne certificato altrimenti,l 'aiuto delle j ite genti, che ridendo alla meri
fa,& uoledo tafiare la ebrietà fu a nota a ciafcuno;difie che il Vapa la fera,
innanzi doueua efierfi troppo riscaldato col uìno, non fi accorgendo anco
ra,che quefta impetuofa deliberatone lo coftrigneua,o a uenire in mamfe
Roma Papà fla controuerjìa con lui,o a concedergli contra la propria nolontà le gen-
Giuiio ii .a tifue . Ma il Vapa non affettata altra rifolutione , era con cinque cento
fio id50A5gco huomini d'arme a ufcitodi t{oma:& hauendo mandato Antonio dal Mon- *
34. cardina te afìgnificare a3 Bologne fi lafua uenuta,&a tomàdare,che prepara fie-
huomini00, ro di riceuerloì& di alloggiare nel Contado cinquecento lande Francefi;
d'arme dice procedeua innanzi lentamente, hauendo in animo di non pafiar Ver ugni ,
Buonacc. ^ ^r\ma riQ era certificato, che legeti Fracefi uenifìero in aiuto fuo : della
t» a omie uenuta delquale temendo Già Vagolo Baglione confortato dal Duca d yr
Giulio Pna bino,& da altri amici fuot,& fotto la fede riceuuta da loro;andò ad inco
quido ui fu; trarlo b ad Oruktoìdoue rimettendo fi totalmete alla uolontàfua,fu ri- b
PomXpra ceuuto in gr ai i a, b addogli promefio andar feco in perfonayet menar ceto
ìi fiume Pa cinquata buomini d \trme ':la feiar gli ne Ile mani le Fortezze di Verugia,et
iomehfuodfU delVerugino,& la guardia della città, & dadofiaticbiperVofieruanx*
poi chiama due figliuoli al Duca dYrbino.fatta quefta compofitione,d Vontefìce en-
iTofcofifoi tròinVerugiafen-zafor^ì&inmodo, cheerampoteftà di Gian Vaga-
ne Cipriano [Q di farlo prigione con tutta la Cone,fe bauefìe faputo far rifonare per
tutto
SE T T t M 0. Tg9
tutto il Mondo in cofiì sì grande quella perfidia , laquale haueua già infa-
mato il nome fuo in cofe tanto minori. Vài in Terugia il Cardinal di J^er-
bona uenuto in nome del He di Francia a confortarlo y che differire ad altro
tempo limprefa y & efcufarey che fé bene il Re defideraua mandarli legen-
ti,nonpoteuaper ifofpetti grandi, che haueua di Cefare;àifarmare il Duca-
to di Milano : della quale imbafciata commoffo marauìgliofamente y né mo-
lando per queflo ^ di uoler mutare fententia ; cominciò a follar finti , &
accr e fere tutte le proui fiorii: & nondimeno fu creduto da molti y che atte fé
le diffiditi k , che fi dimoflrauano y & la natura fua non implacabile a chr
glicredcua , che fé il Bentiuoglìo , che per fuoi ambafeiaton haueua offerto
dimandargli tutti & quattro ì figliuoli fuoi , ft fuffe difpoflo ad andar ui »
come haueua fatto Gian Vagolo perfonalmente , harebbe trouato qualche
forma tollerabile alle cofe f>.e . In che mentre non fi rifolue per fé fiefìo , ò
fecondo dicono alcuni, mentre è tenuto foftefo dalla contradittioue della mo-
glie ; hebbe auifo , che il Re di Francia haueua comandato a Ciamonte, che
undaffe perfonalmente in aiuto del Tontefice con cinquecento lande : perche
il Re ? fé bene , trouandofi allhora il Cardinale di Roano affente dalla corte ;
fuffe fiato inclinato a non le concedere ; nondimeno confortato poi al con-
trario da Roano , & confiderando quanta ofefa farebbe al Tapa il dene-
gargli quel che non folo da principio gli haueua promefio , ma etiandio flì-
molato a uolerlo ufare ; mutò fententia f indotto ancora a queflo più facil-
mente, perche le dimoflrationi di Ma/fimi liano erano già fecondo la fua
confuetudine cominciate a raffreddare, & il Tontefice per fatisfare in qual-
che parte al Re era flato contento promettergli, benché non per ifcritturay
ma con femplici parole , che per caufa delle terre di Romagna non molefle-
rebbe mai i Vinitiani : & nondimeno non uolendo aflenerfi da dimofirare
effergli fiffo nell'animo queflo defiderio y andando da Terugia a Cefena pre-
fe la uia de' monti : perche fé fuffe andato pel piano y era neceffitato paf-
fareper quello di Rimini, che gli occupauan i Vinitiani. *A Cefena ammoni ^"l"®
fono grauiffime cenfure y & pene fpirituali , & temporali, il Bentiuoglwa uè ? il buo~
partir fi di Bologna y eflendendole a chi adheriffe , ò conuerfaffe con lui : nel- "hf ciama
qual luogo hauendo hauuto auifo , Ciamonte effere in camino con feicento tehaueuao?
kneie , & a tre mila fanti , i quali fi pagauano dal Tontefice ; ripieno di £ ZÌott
maggiore animo, continuò fenica dilatione il camino : & sfuggendo per la do,chectrt
mea .fima cagione , per laquale haueua sfuggito Rimìni , di pafiare per il *£. £"£ ,*
temtoriodi Faen*za, prefa la uia de' monti, benché difficile y &incom- »» Imola a
moda y per le Terre pofiedute di la dali spennino da Fiorentini y an- £c?$o£dà
do b ad Imola > douefi raccogliete l efferato fuo: nelquale olir a molti fan - « fra lui *
tiy che haueua fidati y erano quattrocento huomìni d* arme a gli flipendij gii0fou?of.
fuoi : Gian Vagolo Baglione con centocinquanta > cento prefiatigli fiotto fa. PrattiJ\
Marc ^m- omo Colonna dax Fiorentini y cento prefiatigli dal Duca di Ferra- ma^óheb!
ra , molti Strad ioni faldati nel Regno duopoli y &àu:gento caualìi leg- be effetl°*
gierì
LIBRO
» Mario t» gjeri menatigli dal Mar che fedi Mantoua deputato* Luogotenente dell' e j
Tèfue croni fercito. Dall'altra parte in Bologna non haueuano i Bentiuogli ceffato di
vhe di Man fare molte preparationi , fperando fé non di efftre difefi , almeno di non
li breue,pec effert offe fi da Fr ance fi: perche il Re ricercato di fujjidio da loro fecondo
loquai papa g/; Mighi della prctettione ; haueua rijfwfto non potere opporfi con l'ar-
chi*™ Fran me alllmprefa del Tontefice;ma che non darebbe già , né gente , né » iato
Cd<M G hZa contra l°ro: donde fi confidauano di potere facilmente refiftere all'tfferci-
re di Manto to Ecclefiaftico , Ma mancò loro ogni fperan%a per la uenuta di Ciamon-
UcnLe d1°r te: ^Hua^e » benché per il camino haueffe dato a gli huomini loro uarie ri-
ta chiefa:& ffofi e ; nondimeno il dì che arriuò a Cafiel Franco nel Bolognefe , che fu il
moiaV* ì" medi fimo dì, che il Marche fé di Mantoua con le genti del Tontefice occu-
d* ottobre pò Cafiel San Tiero ; mandò a lignificare a Giouanm Bentiuoglio , che il
ls°** Re non uolendo mancargli di quello , a che era tenuto peri capitoli della
protet tiene; mtendeua confermargli i benifuoiy & operare, che lafciando
il gouerno della Città alla Ch ie fa ;potf.ffe ficur amente godendo i fuoibe-
rà3habitare co figliuoli in Bologna,ma quello in cajo,chefra tre giorni ha
ueffe ubidito a comandamenti del Tontefice. Donde il Bentiuoglio ,e i fi-
gliuoli ycbe prima con grandi fjìme minaccie haueuano publicato per tutto
di uolcrfi di fender e, caduti interamente d'animo>& dimeticatifi dell' b in-
crepatone cnpat ione fatta a Tiero de' Medici, chefen^a effuftone dijanguefi fuffe
il legge nei fuggito di Firenze, rifilo fono uolere rimetter fi in arbitrio fuo , fupplican-
Vz.io.b. nei doloycbe fuffe operatore,che almeno ottenefjero conditioni tollerabili: pe-
f a "r'Sn'è r° eglhcb'era gì** uenuto al Tonte a Reno uicino a Bologna tre miglia, in-
rjprefoii Po ter ponendo fi col Tontefice,conuenne,che fuffe lecito a GiouanniBentiuo-
ca^ia [ìHj gli, & a figliuoli, & a Gineura Sfor%a fua moglie partir fi ficur amente
io errorejdi da Bologna , & fermar fi in qualunque luogo uolefiero del Ducato di Mi-
prcndkmoi lano:^aueffero faculta di uendere ò di cauare di Bologna tutti i mobili lo-
ro, nèfuffero moltfìati né beni immobili , che con giufto titolo poffedeua-
nodequali cofe conchiufe fi partirono fubito da Bologna, ottenuto da Cia
monte,alquale dettono dodici mila ducati ;ampUffmio faluocondotto , con
promefìo per fcrittura,di fargli offeruare quanto fi conteneua nella pro-
tettone del Re; & che poteffero ficur amente babit are nello fiato di Mi-
lano . Tartitii Bentiuogli , il popolo di Bologna mandò fubito Oratori
al Tontefice a dargli liberamente la Citta , cjr a chiedere folo l'affolutio-
ne delle cenfure , & che i Francefi non enti afferò in Bologna: i quali mal-
patientidi regola alcuna,accoftatifi alle mura,fecionofor%a Centrami :
ma effendo fatto loro refifien%a dal popolo , fi alloggiarono appreffo alle
mura tra le porte di S.Felice,& di Sarago^a fui C anale, ilquale deriua
to dal fiume del Reno , pafjando per Bologna conduce le nani al camino di
Ferrara, non fapendo effereinpotefla de Bologne fi con l' abbaffare nel
luogo , oue l'acqua del canale entra nella Citta , una cateratta di ferro;
inondare tutto il paefe circo(ìante:ilchehauendo fatto, il canale gonfiato
d'acque,
SETTIMO. "rpo aDiquefti
tacque, * innondò il luovo baffo ,doue allozziauano i France fui quali lafcia- fi tatù ìm-
k,„L /V™f— ;„!;«.;. -fc»-ÌLjur.^^-A— "S /T-^ -^ J^k^/!*~-^. tag«mi,diia
rf/gd/e co« grandifjìma pompa , e£" co« tatte /e cerimonie Tonteficali n'entrò ic ciltà con
wzo/£ o folennemente il giorno dedicato a San Martino : cofi con grandijjìma fe i"5j!"io
felicita de Bologne fi uenne in poteftà della Cbiefa la Città di Bologna, Città qUC s» bino
numerata meritamente per la frequentiti del popolo, per la fertilità del teni- al.ui,??e™L
torio , & per la opportunità del/ito tra le più preclare Città d'Italia : nella- rjeT£t mi k>
quale, benché il Tontefice , conflituiti i Magi/irati nuouiad effempio de gli ucnp™J°
antichi , rifiruaffe in molte co fé fegni , & imaginedi libertà ; nondimeno in satisfai a
quanto alteffettodafittomeffe del tutto alTubidientia della Chiefa,liberaliffi 5^j£*j
mo in queflo , che concedendo molte efentioni;fi sformò, come mede/imamente no i'tSéi ri-
fece in tutte l'altre Cittàdifare il popolo amatore del Dominio Ecclefiaflico. j° Cartai? '
jl Ciamonte , che fé ne ritornò incontinente nel Ducato di Milano , donò il fono cotu-
Tontefce otto mila ducati perfe,& dieci milaper le fue genti;& gli confer- jj^ "^
ma per bolla la promeffa fattagli prima dipromuouere al Cardinalato il Ve- no imp. de'
fcouo d .Albi fuo fratello ; & nondimeno uolto con tutto l'animo alt off e fé de' J, ?*" "'^
Vinitiani per lafciare piuflimoli al Re di Francia , & al Cardinal di Roano l'hauea ma-
difouenirlo;non uolle fecondo l'inftantia , che gli era fattale i brieui concedu- pentiva
ti da fi publicare alìhora Cardinali, *AuSy & Baio fa. Tafiò in queflo tempo di Tea afa n
per mare in Italia il Re d ^Aragona: alquale innan%i s'imbar caffè a Bar cello „cCf.™ uh"
na uenne unhuomo del Gran Capitano ad offeritegli pronto à riceuerlo , & neArmeno:
àpreflargli l'ubidien%a : alquale il Re confermò non filo il Ducato di S.*An- toqlJa ^e^À
gelo , ilqualegli haaeuagià donato il Re Federigo , ma ancora tutti gli altri città al Re
flathche per entrata di più di uentimila ducat'hpoffedeua nel Reame di 7s(a- prim0genb
polixonfermogli l'ufficio del Gran Conteflabile del mede fimo Regno: & gli to di Folco
promoffeper cedola difua mano il Maeflralgo di S Iacopo: & però con mag- iufa!envhe
b giorefl>eran%a b imbarcato fi a Barcellona, & honoratamente riceuuto per or co Corrado
dine del Re di Francia infieme con la moglie in tutti i porti di T?rouen%a ;fu & c6 Lodò
e colmedefimohonore riceuuto nelporto di Genoua; cdouel'ajpettauail Gra uico *cu^
Capitano andato con ammiratone di molti a rincontrarlo-.perche non filo ne iano airaiTe
vii huomini uol%ari,ma etiandio nel Tontefice,era fiata opinione, eh' e?li,co~ dL°'/,5c ? * -
Jcio della inobedientia pajjata ,& de Jojpetth i quali il Re,forje non uana- tc daii'ac-
mente haueua hauuti di lui , fuggendo per timore il fifiettofuo pafferebbe in ^eJV^
Jfpagna , Vanito da Genoua , non uolendo con le galee fonili difeoflarfi da cjni q.afi
terrafiette più giorni, per non hauere i uenti proceri, in Torto Fino : doue fo™mesr>ha'
i mentre dimora gli fipragiunfe auifo , che il Re d Filippo fuo genero giouane (f€ mai non
danni,& di corpo robuftiffimo, & fanifjimo, nel fiore della fua età , & cofli- ^[^btle
Vucfpergefe : 5c quel di Federigo 1 1. Imperatore l'anno 1240. (òtto Milano vicino a Locate : ouc i Milaneu
aperti i canali dell'acque df 1 Labro, & dell'Adda i allagarono tutto l'efferato nimico .
b Di (òpra ho detto,cheilRe Catoiico s'imbarcò a Barcellona a 4. di Settembre i$o6. con so.vele .
C II Giouio dice ,che il Gran Capitano incontrò il Ke pallàto il promontorio di Mifèno .
d Filippo Re di Cartiglia morì d'età di 25 anni come fcriueil Giouio, hauendolaiciato diGiouanna lua
moglie lei figliuolì,Carlo,6c Ferdinando, che furono Imperatoria quattro femine, Leonora,£lifabetta>M.a
ria, 5c Caterina, Tolidoto Vergilio & altri •
T. I B R O
finito in tanta felicità) dimoflrandofi benefpejfo marauigliofa la uarietà dei-
Li fortuna^ era perfebre duratagli pochi dìpaffato nella Città di Burgus aitai
tra uita:& nondimeno il Re, che per molti fi credettero per defiderio dipi-
nture il goncrno di Cafiiglia uolgcffe fubito le prue a Barcellona continuando
il camino di prima;enùrò quel mede fimo giorno nel porto di Gaeta, che ilTo
tef.ee andando a Bologna era entrato in Imola: onde condotto a J^apolLfu ri-
a Moiti.ciie ceHrt0 jn quella Citiàgffueta a uedere i Re jlragoncfi , con grandijfima ma-
uiuì » aff«- gmfxcntia , & honore, & con molto maggior defiderio, & emettanone ditut-
n>a iw , che f • pCYfiuLdcndofi ciafcuno , che per mano d'un Re qloriofo per tante uittoric
da Lire i.o bauittc conerà gì infedeli , & contra i Chrijuani , uenerabdeper openwne di
t!cT CHJ aiì \rni J€ntiay & del quale rifonauafama chiariffimo , che hauefie con [ingoiar
cechi pj*e giufiiti£t\e tranquillità gouernato i Reami fuoi;doiteffe il Regno di ISlapoliri-
ita « .l ru do* àoyayn fa tanti affanni,& oppre(Jìoni,& ridurfi in fiato quieto, & felice,&
medici, to- J •> , -v , rrin • »i /•"■/«
me o ii cri - reintegrarli de porthche con dijpiacere non piccolo di tutto l Reame ui tene
*!*}'? i, fi Vi mn o i Finii iani. Concorrono a Tslapoli prontamente Oratori di tutta Italia,
da k mede- non folo per congratularfi 3 & honorareun tanto principe , ma etiandio per
feTu l\ '. mi- uar-€ pitiche, & cagionhperfuadendofi ciafcuno, che con l'autorità, & pru~
(e n e :om 3 denti -ifita hauefìe a dare forma, & ad efiere il contrapefo di molte co fé. Ter-
Dio-nùhe cicche \& il Pontefice , benché mal fatisfatto di lui , perche non haueua mai
più per ™y. mandato ^tsrìvaf datori a dargli fecondo l ufan%o communefobedien%a, cer-
oT£vUaA $&& d'incitarlo contra i Vinitiani ,penfando, che per ricuperare i porti della
d:i geiKia ri guglia hauejfe defiderio della baffeT^a loro; e i Vinitiani fi ingegnauano di
ila Tcon la conferuarfelo amico;e i Fiorentini, &gli altri popoli di Tofana trattauano
quale fece dtuer fornente con lui per le cofe di Tifa, moleflate queflo anno meno, che Ufo
di fua manp lito dall'arme de Fiorentiniiperche non haueuano impedito le loro ricolte , ò
effend01™!! flmcc^ dalle ffefefo perche la giudica/fero per l'efierien^a degli annipaffa-
è\ bellini- ti cofa uana fapcndo , che i Genouefh e i Lucchefi erano infiemeper uno anno
mo igeg no . conuenud difòflentore con Jpefa certa, & determinata quella Città : allaqual
b Qjue ftacó WJa gli haueua prima confortati Tandolfo Vetrucci , offerendo , che i Sane fi
gmea cótta farebbono il mede fimo: ma dall'altra parte manifefiando con la fua confucta
il Duca Ai- J, j. . , ri/» , .' r . . li ì cri C
§o n io d i Fer duplicità quel che fi trattano, a Fiorentini ;ottenne da loro, perche Jijeparaj-
lara , è de- fe da gli aliri,chefi prorogajfe per tre anni la triegua, che ancora duraua tra
Glorio nei / Fiorentini, e i Sanefi;ma con patto efpreflo,che a Sane fi, & a Tandolfo non
h aS dfC-f fufic few*0 <JiCtre amt0 alcuno a Tifani;con laqualefcufa afienendofi da jpen-
ma G\o. hai Jerepcr loro3non ceffona neU oltre cofe quanto poteua di configliarglh&fa-
d^nJ'T1' U0YlY(ll1' Succedette l anno mede fimo dalla tragedia cominciata ima%i a Fer-
commenta rarOMuouo,& 'grane accidente ^perche Ferdinando fratello del Duca jllfon-
rideiic cofe fo^ QiHlìo,alquale dal Cardinale erano fiati trattigli occhi, ma ripoftìfen
periata ■ ,, iti »< » n _/ i-»- j ' j* "
fa uà q uà a %a prcàua del lume nel luogo loro per a prejtop & diligente cura de media ; a
Ìflnv^u~ fi erano b connurati in fieme contra lauita del Duca, moffi, Ferdinando, che l
nota to al n era il fecondo genito per cupidità di occupare quello fiato; Giulio per non gli
dente iiÉro" Parerc > che ^fonfo fifufie rifeutito dell ingiurie fue > & perche non poteua
jperare
S E T T I M O.
fptrare di Mendicar/} contra il Cardinale con altro modo: a9 quali configli
interueniua U Conte ^Albertino Bufcbetto gentil' buomo di Modena : cjr'
battendo corrotto alcuni di uile condìtione,cbe per eatìfà di piaceri erano
affidui intorno ad ^Alfonfo-yhebbono molte uolte facilità grandiffvnad'am
maygarloma ritenuti da fatale timidità, lafciarono fempre p affare l'oc
cafione;in modo,che come accade qua fi fempre* quadofi differìjct l'ejfecu
tlone delle congiure;uennta la co fa a luce furono incarcerati Fcrdlnado >
0* gli altri partecipi^ G'udio,cbe feoperta la co fa, fi era fuggito a Man
, tona allaforellaifi pi r ordine del Marche fé condotto a prigione ad Jtlfon a f\x Dos
io , riceuuta da lui promeffa di non e// nuocere nella Ulta : & poco dipoi Giu}10 tc"*
/quartato ti Conte ^Albertwo,& gli altri colpeuoli; furono amendne ifra ne durante
telli condannati afìare in perpetua carcere nel Caflel fiotto di Ferrara. ^^S^ì
*Né è da paffare cofilentio l' audaci a, & l'induflria del Valutino, ilquale in Hercòie **
quelli tempi mede fimi con fot tile modo calatofi per una corda della rocca j^ienU^i
di Medina del Campo, fuggì nel Sdegno di Ts[auarra al Re Giouannifra tello tonfo n. tu
della fua moglie:doue accioebe di lui non s'habbia a fare più mentirne %di- Sfe^S
morato alquanti anni in baffo $ìato,perche il Fgdi Francia,ilquak prima co: mi ?en-
gli baueua confi fcato il Ducato di Valen7a,& toltogli la peafione di uè ti rlnp^S!
mila franchi confegn atagli in [upplimento dell'entrata fromèjja , non gli
permeffe,per non fare cofa molefla alì\ed' jlragona,f andare in Francia:
fu finalmente, effendo con le genti del Kg di ISJauarraacampo a Viana ca-
mello ignobile di quel Bearne, e oh attendo contra inimici, clic fi erano feo-
pertìa' uri aguato, ammainato drun colpo d'una giannetta . jilta fine dì
quefi anno,acciocbe fanno nuouo non cominciaffe fen?a materia di nuotie b Della ci*
guerre,feguitò la rìbeWonede Cenoue fi dalla diuotione del % di Fràcia,, ^diaGnenno0"
non moffa da altri, che da loro mede fimi -, ne cominciato il fondamento di iaiao ,pee
defiderw di ribellar ft,ma dadifcordie ciuili,cbe traportarono gli huomini Jjjfrica
IO
ricordi
più oltre,cìx non erano fiate le prime deliberationub La Città-di Genoua, taact uedu
citta ueramete edificata in quel luogo per l'Imperio del mare* fé tanta cp ^senal»
port unità rio fuffe fiata impedita dal pefti fero ueleno delle difeordie ciuilr, g* » ««mot
non è come molte dell'altre d'Italia fottopofla a una fola diu\fione,ma di- £ $$*&
quaffatemolte città,tra i gt
miniai popolari-.perdjt i popolari non uolendo fopportare lafuperbia del £« 'laroe*
la nobil:à,raff renarono U potentia loro con molte ftueriffime,& afprifìi- Bonfotfò-
me legg-.&tra l'altre battendo lafchta loro portione determinata in qua l'hiftonc ,
fi tutti gli altri magfirati,& bonoriygli e fcludono particolarmente dalla ^c°in°eu*
degnità del Doge: ilqiial magHratofupremo a tutti gli altri , fi concede- na: paolo ia
uà per tutta la uiva di chi era eletto ; benché per la infìabilità di quella r*ranna :.^
citta a munoforjey o a pochifshnifu permefjo continuare tanto bonorefi- Mons.vber
no alla morte. Ma non è dmifione meno potente quella tra gli .Adorni, ^J^1^
ti
LIBRO
a trailo do e l *reZ°fi:* Vm^ dì cafc popolari diventati a Cappellacci(cofi chiamano i Gè l ■
n^nda; i co Tioucfi coloro, che fono afeefi a molta grandezza) contendono infieme la de»
popbiflflf '& S®tà del Doge > continuata moti anni quafi Jempre in una di loro : per, he ì
arteria, che gentil huomini Guelfi, & Ghibellini non potendo e ffi per la prohibitwne del
Vi* Sfanno le ^£8* confeguirla;procurauano > ctiellafufte conferita né* popolari delia fat
te! icua tióe ; t'iouc mcdefimai&fauorendo i Ghibellini gli ^Adorni, e i Guelfi, i Frego fi , fi
e appc«e"1 fcccro *n pyogreffo di tempo quefle due famiglie più illuflri , &■ più potenti di
pere he cn- quegli, il nome de quali, <£r l' autorità foleuano prima feguitare: &fi confort
eonP cattiua dono di forte quefle diuifìoni,chefl>efio quegli, che fono d'una mede f ma par»
cappa, y cfc. te conti a lapartc oppofita,fono etiandio tra loro diuifi in norie parti , & per
contrario congiunti in una parte con quelli,che feguitano uri altra. Ma comin
ciò quefi'anno ad accender fi alter catione tra inobili,e ipopolari: laquale ba-
ttendo principio dall' infolentia dì alcuni nobili, e trouandoper l'ordinario gli
animi deltuna,& ì altra parte mal dijpofli;fi contieni preflamente di conten
tioni private in difcordiepubliche, più facili a generar fi nelle città , cornerà
b Per l'ec- allhora Gcmua b molto abbondante di ricchezze: lequali trafeorfono tant'ol ®
e hczze a'pci tre che il popolo concitato tumultuo fament e alt arme, & uccifo c uno della fa c
io dice il miglia d'Oria* & feriti alcuni gentit huomini ; ottenne più con la molenda,
N^bio , che che con la uolontà libera de cittadini, che ne' configli publici. ne' quali inter
tennero in uenrierQ pochi (fimi della nobiltà ;ftflatuiffe il dì fedente, che de di uffici}, i
Genouacjue . . . ^
fte difeor-
die: perciò-
ceuano i no allaqual deliberatione per timore, che nonfifaceffero maggiori fcando li , ac»
bili ìnfoien CGnfe7ìt) ^occalbertino, che in uè e e di Filippo di Raiuflcngouernaiore Regio
bri inuidio allhora adente , eraprepoflo alla città : & nondimeno ipopolari non quietati
fi . Altri di- ^
ce,chediq- F
fìj tumulti de
dÌn?lLcn0Ì ficuranellapatrìafe n'ufeì fuori, ritorno dlF rancia a Genoua finitamente,
pa a rapa, J 1 ? ;?•_/" r ■ A
G\v\\o. intefe quefle alterazioni il Gouernatore con i > o.caualu, & joojanti: d ma '
Chiaìmòtvi^ nonpotette ne con l'autorità , ne con leperfuafioni , né con le for%e ridurre in
icome Do- parte alcuna le co fé aftatomigliore: an%i ^fognandogli jpejfo accommodarfi
scaltri nob'i a^e Molontàpopoìari;comandò che alcune altre genti , che lofeguitauano,ri-
li ci furono tornaffero indietro. Da' quali principe diuent andò lamoltitudine continua*
d7Nebioefc' mente più infoiente, & effendo , come communemente accadenelle città tu-
u ni latto multuofe il reggimento , contra la uolontà di molti popolari honefli , caduto
cho'in Gè- 1uafi interamente nella feccia della plebe , & hauendo creato da fé fieffaper
r»oua Tarla capo del fuo furore un magijlrato nuouo d'otto huomini plebei con grandiffi-
innpif4h:'"- ™a autcrità,i quali accioche il nome gli concitale a maggiore infama chiama
quale da' uoìio Tribuni della plebe ^occuparono con l'armi la terra della Spetie, & altre
Sdad ^uc tene ^1* nuiera di Leuante, gommate per ordinatane del Re da Gian Luì
mila fanti . gì dal Fiefco. Querelo ffi di queft 'infolentie al Re in nome di tutta la nobiltà ,
vefe. d. Ne ^ ^ i>int€reft0fu02YoprÌQ Gianluigi , dimoflrandogli il pericolo manife-
fto
quali pr ima fi diuideuano tra i nobili, e ipopolari in parte eguale; fé ne conce
defiero per l'auenire due parti al popolo, rimanendone una fola alla nobiltà :
SETTI M O. r^i
fio diperdere il Dominio di Genouaypoi che la moltitudine era trafcorfa in ta
le temerità >che oltra tanti altri malihaueua ardito, procedendo dir ett amen
te contea l'autorità Regia,occupare le terre della mieta :. effere facile tifando
con celerità irimedij conuenienti il reprimere tanto furore .mentre che ancho
ra non haueuano fomento, òfujfidio da alcuno : ma tardando aprouederui , il
male metterebbe ognidì maggiori radici : perche V importanza di Genoua
perterra,&per mare era tale, che muterebbe facilmente qualche Trencipe
a nutrire queflo incendio sì perniciofo allo fiato fuo : & la plebe conofcendo
quel che daprincipio era forfè flato fidinone, effer diuentato ribellione; sac-
rerebbe a qualunque gli deffe fieran%a di difenderla . Ma d'altra parte
singegnauano gli Oratori mandati al Re dal popolo di Genoua di giuflificare
la caufa loro dimoflrando non altro hauere incitato il popolo, che lafuperbia,
de gentillmominùi qualinon contenti degli honori conuenienti alla nobiltà;
uoleuano effer temuti come Signori: hauere il popolo tollerato molto l'infolen
tie loro ma ingiuriati alfine non filo nelle fatuità* ma nelle perfine proprie ;
non hauere potuto più contener fi; & nondimeno non effere proceduti (e non a
quelle co fé, fenica lequalinonpoteua effere ficura la libertà loro: perche par-
tecipando inobili ne gli uffici/, per parte eguale, mn fi poteuaperme%o de ma
gifirati & de giudici] refiflere alla tirannide loro:& tenendo fiper Gian Lui
gì le terre delle riuiere,fin^a il commercio dellequah era come affediata Gè-
noua;in che modo potere ipopolari ficur amente ufarui, & conuerfarui? il pò
polo effere flato fempre diuotiffimo, &fideliffimo della Maeflà Regia , & le
mutationidiGenouaeferefempreprocedutepiudanobilhchedaplebei.'fup
plicare il Re, che perdonati quei delitti, che contra la uolontà uniuer file era
no flati nelt ardore delle cont emioni commefjì da ahuni particolari : confer-
male la legge fatta fopra la diflributione de gli ufficvj , & che le terre della
Rimerà fuffero gouernate col nome publico: co fi godendo i gentil' h uomini ho-
noratamentc il grado, & le dignità loro, goder ebbono i popolari la libertà ,
& laficurtà conueniente ,per laquale non fi faceuapregiuditio adalcunot
& ridotti per l autorità fua in quefla tranquillità ; adorer ebbono in perpetuo.
la clementia , la bontà, & lagiuflhia del Re . Erano flati molefliffìmx al Re
quefli tumulti; ò perche gli fu fé filettala licentia della moltitudine ;ò per
l inclinatione, che hanno communemente i Vr ance fi a! nome de' gentil' huómi
ni:& perciò farebbe flatodiftoflo a punire gli autori di quefle infolentie, &-
a ridurre tutte le co fi nel grado antico : ma temendo , che fi tentaua rimedi} Ricc£Hch- l
api , i Genouefi non ncorreffero a Cefare, di cui, non effendo ancora morto il gi£chefom
Jigliuolo,moltotemeua,& perciò deliberato di procedere humanamente; l^\m^
perdonami tutti i delitti fatti, confermaua la nuoua legge degli ufficij ; pure Re di fi **»-
che riponeffero in mano fua le terre occupate della Rimerà : & per dtfporre a ™z> %sg£
quefle co fi il popolo più facilmente ;mandò a Genoua « Michele Riccio dotto- ™fr!eró , à\
rh&fuor'ufiito Napolitano, a confortargli , chefapeffero ufareloccafione ff$£t £
della J uà benignità , più tofto che moltiplicando la contumacia , & di errori de'Re d'Vn,
T, I B R O
lo mette/fero in necejjttà di procedere contro, loro con la fonema delt Impè-
rio :nu is(£ Gì/ animi acciecati dati immoderate cupidità, la prudentia
fu focata dalla temerità non hauena parte alcunapion folo lapidea i tribu-
ni con tutto che i Magi frati legittimi fusero di contraria fententia , non ac-
cettata la manfuetudine del Re dinegarono di reflit uir le terre occupate , ma
« capitano procedendo continuamente a cole pewiori , deliberarono a defhw;nar Mona-
dell impre- L a . ^ . * r .*» . :y Ji
fa di Mona- coycajtcuo pcUeauto da Luciano Grimaldo; o per l odio commune contra tut-
con due ga- modiffomo a queflo effetto sfoglia difficilmente aflenerfi dalle prede maritti-
mi toccanti mc> Gp:rc^- fo -ondo die euano apparì eneuano giuridicalmente alla Repuhli-
m-.&c ceco ca:& p:rò,benche contradicendo in nano il gommatore, mandarono per ter
'\™tel°Go M & fa Mare ad afiediarlo molte genti tonde Filippo di Raueflen, conofeé-
ucrnutoie . doflar quitti inutilmente^ per gli accident'uchepoteuano nafeere, non fon
bio ?dl N C t&t ?r^cc '° > Sfilato ìn luogo fuo Roccalb errino b fé ne partì : e il Re difoera-
tèfchè le e ofo fi potè fiero ridurre a forma migliore, & giudicando che il con-
b Partì fo fornire, the Icftcjforo cofhnonfuffe con degnila, & confocurtàfm , & effer
fcaueften a maggior pericolo fo fi lafciaffero trafeorrere più oltre;cominciò feopertamen-
2$ .d'ottob. te a pyjepararfì con forze terreflri , & marittime per ridurre i Cenouefi alla
1506. come n r t J J V ■ r 1 >• /Ti
kriue il ve jua obedicntiadaqual delweratione Ju cagione , che s interrompejjero le co-
tono di Ne jjk ieqUaH tYa il pontefice & lui fi ir att aitano contra i Fiumani , de foderate
molto dal Re , liberato per la morte del Re Filippo del foretto battuto delle
preparalìoni deli Imperatore, ma molto più de foderate dal Pontefice indegna £
tiffimo contra loro per V occupatone delle terre della Romagna, & perche
fonxjalcun rifletto della Sedia <Apoflolica confermano i Vefoouadi uacanti
nel loro dominio, & s intrometteuanoin molte cofe appartenenti alla giurif-
dittione ecclefoaflicaionde inclinato del tutto alfamicitia del Re oltra Ibaue-
republicato Cardinali ,i Vefcoui di Baiofa,& d^us, chiefli innanzi congra
de inflanìia;baueua ricercato il Re, che p affa ffo in Italia , & uenìffe a collo-
quio foco, Uche il Re hauena confont ito di far erma intendendo poi il Pontefi-
ce lafua deliber adone di muouere tarme in fattore de ' gentil* huomini contra e
il popolo di Genoua-nericeuè grandiffima molcflia, effondo per l'ine linai ione
Aiiuca,contrario a gentil' * h uomini ,& fauoreuole al popolo: però foce infian
ria col Rc,chefo comentaffe d'hauere.non alterando lo flato popolar e , quella
■città ad obedientia:& lo confortò efficacemente ad aflenerfi dalt arme alle-
gandone molte ragioni, & priucip al niente effere pericolo . che fufeitandofo in
Italia per queflo moto qualche incendio , neri fi tur baffo il muouere la guerra
difognata contra i VinirianuaUc quali cagioni vedendo , che il Re non accon-
fente>ò ir aportato dallo f degno >& dal dolore ò neramente effondo fi rinouato
in luiyò dafefleffo, ò per flottile artificio d'altri l'antico foretto della cupidi-
tà del Cardinal di Roano , & perciò dubitando di non effere ritenuto dal Re *
in cajo
SETTIMO, 19}
in cafofiriduceffèro in un luogo mede fimo, et forfè cocorrendo Tuna et l'ai
tra cagione; publicò all' improuifo nel principio deh' jlnno mille cinauect m, d. vii
to fette contrai' effettatione di tutti,di uolere ri tornar fine a J\oma,non
allegàdo altre cagioni^ che l'aria di Bologna ejfire nociua alla f uà fai ut e,
&l'affentia dì Roma fargli non piccolo detrimento nell'entrate. Dette
quejla deliberatwne ammiratane affai a-ciafcuno , & [ferialmente al %e,
che fen^alcuna caufa lafciaffe imperfette le pratiche,cbz baueua de fide
rato, Inter rompendo il colloquio,ddquaie egli mede fimo i'haueua ricerco?
& turbato fine molto,non taf ciò indietro opera alcuna, perche nari affi da
queflo nuouo penfìero: ma era pia tofio nocwa,cbe uana Coperà fnatber-
che ilV onte fi ce pigliando dall' inflantia, che fi cgltfaceua maggior fi jv et-
to; fi confirmaua tanto pia nella jua deliberatione: ncllaquale fìàdo per
tinaie partì alla fine di Febraio di Bologna,non potendo diffimulare lo fide
gnoconcefuto contro, il il T{e, Fondò innanzi partiffe di quella cittàja pri
ma pietra della fortezza, che per ordine fuo con infelici aufficij uififa-
ceua apprejjo alla porta di Galera, che uà a Ferrar a,in quel luogo mede fi
■mo,oue altra uoltaco'msdefimi aufficij era fiata edificata da Filippo Ma vefc"^ I
ria Vifionte Duca di Milano : & battendo per lo fdegno nuouo col Re di -Nebio , che
^rancia mitigato alquanto lo fdegno antico contra i finiti ani, non uolen- m Variati*
do incommodarfi dal cambio dirnto3pafio per la città di Faenza, fcpraue n.° có lc sé-
nendo ad ognhora nuoue alter cationi tra il l\e di Francia,& lui: perche "aco" pHJ°
baueua inftato,che i Beniiuo°li fu/fero cacciati dello flato di Milano ycon &io'ni Icn-
tutto che di confintimento fuo fuffe fiata conceffa loro la f acuità d'hahi- %0 g la for-
tarui;ne baueua uoluto reflituire al protonotario figlimi di Giouanui la tczzj» dcI *■
poffeffìone delle Chiefe\fue, promejjagli con Tifleffa concor dia,et confimi- tezza dc°dc
mento; tanto (beffo poteua in lui più la contvtione dell' animo. che la raqio fenfo.ri * jf
/ ; j n. r j / « • 1 .. • popolo di
ne : l aquale difpojitwne non con arte3o diltgetia alcuna tentaua di mitiga Genoua co-
re /'/ He di Fràcia,mafdemato ditata uariatione,et infofbettito,cbe cerne grcgati gli
-era la uerita non dejje occultamete animo al popolo di Genoua;nos alte- madò gran
ne uà di minacciarlo palefamente, tafiando co parole ingiurio fi la fua tgno J"™"^,*
Mita: pebe non era dubio,il VÒteficeefftre nato uiliffimamete, et nutrito granone :
per molti anni in humili filmo fiato : an%i co fermato tòlto più nella prima ™ hauJdo
fententia delle cofe di Genoua; prepara uà con fomma diligentia l'efferato e*l?< lentia ,
per andanti per finalmente, hauendo per if^erientia delle cofe accadute Sa,&buagS
nel l{egno di Tslapoli ,imparato, CH E d.'jj er et ia fuffe amm ini fir are laguer di tornare
ra per fi proprio,a commetterla a Capitani.l^on moueuano quefle prepa tegh^Venc
1 rationi i Genouefi intelaila occupatane di Monacoyoue baueuano intor Pa"ùon dì
no molti legni , &fei mila huomini di gente raccolta tumultuariamente ie°uro0: J^f
della pkbe,et del contado sfotto ilgouerno di Taì 'latino yCapit ano de'Vifa *?° a* foida
ni:iljuale infume co Tiero Gabacorta,et alcuni altri foldati era fiato ma Ilo0 intorno
iato da loro infauore de' Genouefiiet a Genoua pfiueradoft, et multiplica ^ ?'m_ rcfi-
do continuamente ne gli errori , ilcaflellano del Caflelletto , che infino a l'Scio?81
S b queWho
LIBRO
éjuelthora tra fiatò quieti(flmo,nè baueua hauuto dal popolo molejlia alcuna,
a Alla cupi- o per comandamento dei Refò a per cupidìtà di robare; fece alt improuifo pri ,
digtafobdci gioni molji del popolo } & cominciò a moleflare con l'artiglierie ilporto , e*r
che il vefc\ lacittàjperilche Fxoccalbertino entrato in timore di fé medefimo; fi partì, e i
dia u^coi- fanti Fr ance fi , che erano alla guardia del palagio publico, fi rifuggirono nel
pa : jiquaie Caftellctto. hebbe poco dipoi fine laffedio flato molti mefi intorno a Monaco:
ma iniquità V2TL ^e intendendo quegli che iterano accampatile per [occorrerlo s'approf
quetìo ca- fimauxno Iuo d ' <Ailegri*,e iprincipali de gentil' buomìni con tre mila fanti fol
ce n do ° e he dati da loro, & con altre genti mandate dal Duca di Sauoia, non hauendo ha
dai fuo ma i unto ardire cf affettargli ; fé ne leuarono : & già diuulgaua la fama paffare
nacque! che continuamente in Lombardia l efferato deflinato dal Re: per laqual co fa ac-
ia città <-Jj cendendofì il furore di quegli,né quali doueua effere cagione di migliori con*
pigLfle co figli ì la moltitudine , che infimo a quel dì hauendo difiimulato con le parole
pofuione quella ribellione , che effircitaua con l'opere gridaua il nome del Re di Fran-
cia,nè baueua rimolfo de* luoghi publici i fegni fuoi ; creo Doge di Genoua b l
b Psolo di Tagolo di ^ue tintore di feta , Intorno della infima Tlebe , [coprendo fi per
di r«a ' dice queft° W ìnanifefliffima rib ellione: perche con la a catione del Doge era con-
ti yefeo. di giunta la dichiaratone, eh e la Città di Genoua nonfuffe fottopofla a Trina-
ta?*0 delie Pe olcunodequoli cofe eccitando l 'animo del Re a maggiore indegnatione, &
cappette:& effendogli fignificato da nobili , che in luogo de* fegni fuoi; haueuanopofle
pio de* CGe- linfegne di Ce far e; aumentò le proni foni prima ordinate , commoffo anchom
nonfh' he pÌM>pwcbe Ce fare fimo lato da Genouefih& forfè occultamente dal Tontefi-
die delia cit ce,l baueua confortato a non moleflare Genoua,come terra ci' 'Imperio ,offeré-
tà fofle dai fo l'interporfi col popolo, per che fi riduce fi ero alle co fé, che fusero giufie. Os(u
to Doge u- tr irono qualche poco l'audacia delnuouo Doge-, & de' Tribuni i fuc ceffi prò -
R'homo dei fb€ri cf7e bebbono nella riuiera di Leuante:perche hauendo Girolamo fidiuo-
1 intima co -'f . . -r . . ,,. • °
dition della lo di Gian Luigi dal Fiejco con c due mila fanti , <&r alcuni caualli ricuperato (
Ple^ea3 è**j Rapalle, & andando di notte per prendere Recco ,fcontrandofi con le genti >
lo in Fioren che iti ueniuano in foccorfo di Genoua ; fi meffono fen7Ka combattere difor-
za , quando datamente in fma : la fillade* quali uenendoa di orecchi d'Orlandino
iucreatoCo J o J o 1 o
fcioniereMi nipote di Gian Luigi, che,ccn un'altra moltitudine di gente era difeefo a Rec-
do battila3-11 co>fi meffe nned.efimamente infugatonde diuaitati il Doge, e i Tribuni più in
na . folenti affamarono il Caflellaccio , fortezza antica edificata ne' monti fopra
. Genoua da Signori di Milano quando dominauano quella città; acciò che qua
& Emano- do fuffe neceffariode genti mandate da loro di Lombardia poteffero accoflarfi
ueiio daifie a Genoua,& fio ce onere il CaflellettOyielquale effendo piccola guardia foccn
mila fan ti , parono facilmente: perche quei pochi Frane e fi, che iterano, s'arrenderono fot-
&h?lcuani P° to la fede a effere faina la aita, & la robba loro : laqual fede fu incontinente
fcriue il ve- ttiolata,gloriandofi quegli,cbe haueuano fatto tale ccceffo,per fegno dclquale
feouo di Ne tornarono in Genoua con le mani fanghino fé, & con alleggi 'exga grande : &
nel tempo mede fimo cominciarono a battere con l'artiglierie il Caflelletto,&
la Chic fa di San Fr ance fico contigua a quello. Ma eragiàpafiato il Re in Ita-
lia,
*7 fie CatoUco, benché defiderofo della conuer fattone loro , non uoleuafepa- ,ialc Peiche
/■*!'' I»-! • • P J 7 I • ì /"" * • I • 18 Cittì Ul
raffi dal ,{edi Frar.cia,an%i l balletta accommouato di quattro galee fonili ; Genoua toc
nò il Tontefìce ordina dimoflrare con altroché con occulti conforti, & [pera "alTe a u^~
%e l'animo fio , battendo foto trecento fanti foreftieri , non capitani effetti di Re: ilche di
guerr arcare fila dì munìtmieiperfifieuanò nell'ofiinatìone, confi dando fi d'ha- ce ìl. Xjl0~
nere per laflretttfga de p affi, & difjìcultà, & affretta dcipaefefacilmen- Piu uoite: il
teaprobibircebe i nimicinon s'accofiaffero a Genoua: per laqual uanafpera ££„„"£*.
a %a di/predando ì conforti dì molti , & ferialmente del a Cardinale del Fi- tioni fra i
Genouefi.e
nia, & tollerabili conditioni:nia caminando già f efferato per la uia del Bor- m dm{^" £*
clamori, & con la iati ami a nana della itile, & imperita moltitudine. però no *<> Ci rk>D©
corri fpondeudo gli animi degli huommlnel perìcolo prefent e, a quello,che te £ nobiiiffi-
\f merariamente, quando ìl timore era lontano s'erano promeffi b fé i-cento fanti ma famiglia
di loroycbe erano a guardia de primi p affi ^accofiando fi i Francefi.. miniente fi t£& £"*£
fuggirono :onde perduto l'animo tutti gli altroché erano alla guardia de paf «« l)° <*' Fa-
fhfi ritirarono in Genouajafciandogli liberi a* Francefi : l efferato de' quali carretto
battendo già p affato fen^a oflacolo alcuno il giogo de' moti; era [cefo nella ual Sra Ma^rt™
le di ToTgeitera appreffo a Genoua a miglia fette con grandijfima ammira- Aifonto prì
tione de' Genouefi,cbe contra quello ,che fi erano feioccamente perfuafi, ardif moi^0Ìm
fé di alloggiare in quella ualle , circondata da monti afpriffimi , & in me^o di miiiano" pri
tutto ilpaefe nimico . l^elquale tempo l'armata del Re dotto Galee fonili , mo ì™hpera
otto Galeoni^ molte Fu/le, & Brigantini , prefentatafi innanzi a Genoua era mo'di fingo
paffuta uerfo Torto Venere , & la Specie feguitam'o l'armata Genouefe di ^ ^^eh\
fette Gelee , & feì barche : laquale non battendo ardire di fermar fi nel porto ftorie ha ho
di Genoua sera ritirata in quei luoghi. Di Val di Vox^euera anco l'efferato ?" "^^I
nel Borgo di Riuarolo difiante da Genoua due miglìa,prefio alla Chic fa di S. te imprefc
Tiero della Rena tche ò contigua al mare: & benché caminando f contra fiero Lubrico
apiupaffi fanti de' Genoucfi, nondimeno tutti non dimoftrando maggior uìr- uo, & con-
tìhcbe batte fiero fatto gli altri, fi ritirarono: & il dì mede fimo arriuò all'eficr 1^ Jo'dotuf
cito la per fona del Re , ilquale alloggiò nella Badia del Bofcbeito a ricontro fimo_,e inno
del Borgo di Riuarolo , accompagnato dalla maggior parte della nobiltà di ^"Viora "
Francia,' da moltiffimi gentil' buomini dello fiato di Milano , & dal Marche- Alfonfo n.
fé di Mamoua, ilquale il Re baueua pochi giorni innanzi dichiarato Capo del t(J ^""pé
l'ordine di San Michele > & donatogli loflendardo : ilquale dopo la morte di £ imperio ,
Bb 2 Litìgi del Finale:
delcuiualore in Piemonte, in Vngberia, Scaltroue fanno fedei'hiftorie, eipriuilegi Imperiali di Carlo
V. di Ferdinando primo, & di Maflimiliano feconda Imperatori.
b Capitano di quelli fanti fu Iacopo Corib Luogotenente di Tarlatino, huomo aiTai perito di guerra : ma
che non era temuto. 6c dice il Vefcouo di Nebio , che fu fcaramucciato co' Francefirma che la plebe fuggì
uilm«te,abadonadoi faldati foreftieri,che fecero il lor douerc.Di qfto Iacopo paria l'autore poco appretto.
LIBRO
Luigi Vndecimo non era mai flato ad alcuno . Erano nell'efferato ottocento
lande, perche il Re haueua >y ifpetto all'afpre%ga delpaefe , lanciate l altre in.
Loynbardiamìlle ottocento cauai leggieri,fei mila SuiTgeri, & fei mila fan-
ti d'altre nat ioni. Haueuano i Cenone fi per non lafciare Ubero il camino >pet
loquale per i monti fi uà al Caflellaccio, dipoi a Genoua,per uiapiu corta,che
per laflrada di San Tiero della Rena contigua alla Marina , edificato un ha-
flione full' altezza delmonte , chef dice la Montagna del Tromontoric, tra
il Borgo di Riuarolo, & San Tiero in Jirena : dalqual baflione s 'andana al
hrVdiqut Cafìellacao per la fchiena del poggio. *>Aqueflo baflione s'indri^p' /' e ffer- a.
jfh ci'pugna q'hq // giorno medefimo,che era alloggiato a Riuarolo ; & dall' altraparic u-
ft°"ne'ruiia feirono di Gcnoua otto mila fanti guidati da Iacopo Corfo Luogotenente di
montagna^ Tarlati-nò, perche Tarlatino,e i faldati de' Tifani fermati fi, quando il campo
torio nò™?! fi levo da Monaco, in Ventimiglia;non haueuano potuto , quando furono ri*
leggono' ne chiamati da' Genouefh i quali mandarono la Ts{aue di Demetrio Giuflinìano
Vt\ avcCco. per condurglhtornare a Genoua,nèper la uiadi terra per lo impedimento de'
di Nebio , prancefì y nl per mare per i uenti contrari] : ma cominciando già i Fr ance fi a
rTfi legge falìre , feoperfono i fanti de Genouefin quali j aliti fui monte per il colle .pev
ufatada'G3 l0CIHale fi anàaua d haflione,& dipoi difeefane la maggior e parte ; haueua-
nouefi di no fatto tefla [opra uno poggetto,che è a mete il monte: contra i quali man-
far tornar dotiamonte a combattere molti gentil 'huomini , & buon numero-di, fante-
il lor capi- ria: da' quali i Genouefi per la moltitudine , & per il uantaggio delfitofìdi-
tano Tarla- fenfeuano ualorof amente, & con danno non piccolo de' Fr ance fi : perche di-
(preTgando i nimici.come raccolti quafi tutti d'artefici, & d'huommi delpae.
b Nh * d^r° fe; a'^amno volonterofamente , non confiderando la fortezza del luogo , ad
ròuaVcriue affai: argli ; & già era flato ferito , benché nomnolto grauemente la Tali fa
dair Aiue.. w^ ^aia: ma b ciamonte uolendo puntargli di quel luogo; fece tirare ad al®
bui tae uitta1 to due cannoni,i quali battendogli per fianco, gli sfGrzgrono.a ritirar fi uerfo
fa°?m tda ^ monte,ful quale era rimafla l'altra parte delle loro genti : doue feguitan-
cefeo Góza cur amente affettare l'artiglierie, dubitando, che tra loro,& la gente,ctiera
fesche' nei fui mónte non entraffe in me'Zg qualche parte de Fmncefi; l abbandonarono
fugare iimó confomma infamia : donde quegli , che dal poggetto haueuano cominciato a
\ìcIuMo% ritirar fi uerfo il baflione, uedutofi tagliato il camino; prefono fuori della flra
la cafona fua da confueta per balxe , & afpriprecipitij la uìa di Genoua , effendo nel riti-
«pcrcofla! rar fi morti diloro circa a trecento. Dalquale fucceffo effendo ripiena d'in-
credibile terrore tutta la città , laqualegouernat a fecondo lauolontà dell'in-
cTurono gii fìma pieye non fi revveua né con confklio militare, né con prudera ia cmile ;
Oratori Bat J K , J ^& . „> i- • j • i r -, /•
tifta di Ra mandarono due G Oratori nell ejjercitoa trattare di darji con capitoli cc>Me- «
Yt° cv S-v nient^: i c\liCL^1 non amm-Jfi a & orecchi del Re , furono uditi dal Cardinale
mano, felò di Roano, & da lui hebbono rifvofla , che il Re haueua deliberato non accet-
^Ncbio?' m&1 > fe m & non rimetteuàno fentg altro patto affolutamente l'arbitrio
di fé
SETTIMO. itf
iì fé fleffl, & dì tutte le co fé loro : ma mentre, che trattavano con lui , uria
parte della Tlebe, che ricufaua raccordo , ufeita tumultuosamente dì Geno-
uà, fi feoperfe con molti fanti per i poggi,& per il Colle : che ueniua dal Ca-
flellaccio,& fi accoftarcno a un quarto di miglio al bafiione per ricuperarlo :
.& hauendo fcaramucciato co Vr ance fi , che erano ufeiti loro incontro per
fpatio dì tre hore ; fi ritirarono fenica uantaggio di alcuna delle parti , al Ca-
lettacelo . l^clqualc tempo il B^e dubitando di maggiore mouimento , flette
continuamente armato con molta gente a cauaìlo nel piano tra l fiume della
ToT^euera, & l'alloggiamento dell' efferato :& nondimeno la notte fegucn
te difperate le co fé loro, & effendo fama,che i principali del popolo haueua-
no compoflo occultamente col Pie tifino quando era in <Afti, lamentandop la
Tlebe di effere ingannata; il Doge con molti di quegli, che per le co fé commef
fé non fperauano perdono,& con quella parte de' Tifoni, che ui era ;f ùartì
per andare a Tifa; & la mattina come fu dì, tornati in capo i mede fimi .Am-
bafciatori,acconfent irono di dare la città alla difercttione del He, non hauen
dofofìenuta più che otto dì la guerra con grandi/fimo effempio della imperi-
la , & confusione de' TOTOL I, che fondando fi s il jperan^e fallaci, & di-
fegni uani feroci quando è lontano il per itolo, perduti poi preflo d 'animo, qua
do il pericolo è uicino;non ritengono alcuna rnod erottone . Tatto l'accordo, il
He con l'efferato fi accoflò a Gcnoua alloggiati i fanti ne Borghi, i quali non
hebbe piccola difjicultà a ritenere, maffmamente gli Sui^xeri, che non ui cn
tr afferò per faccheggiarla: entrò poi in Gcnoua Ciamonte con la maggior par
te 'dell 'altre geriti, hauendo prima meffa la guardia nel Caftellaccio, alquale
i Genouefi confegnarono tutte l'arme publiche , & priuate , che furono con-
dotte nel Caftelletto , & trepc^zi d'artiglieria > quali uhaueuano condotti i
4Tifani,che furono poi mandati a Milano : & il dì proffimo che fu il* uig/fi- a i/entrata
rnonono d'Aprile entro in Gcnoua la per fona del Re con tutte le genti d'or- d.d Rc d|
me, & arcieri della guardia , & egli apiedefotto il Baldacìjino armato tut- ceno uà, ' *
to d'arme bianche con un flocco nudo in mano : alquale fi fecionò incontro gli fl! cPtat ói-
jlntiani con molti de più bonorati cittadini , i quali effendo {egli gii tati in- «o di Ncb?ò
nanTi a' piedi con molte lacrime, uno di loro, poi che alquanto fu fatto firn - f 2~- d* A ?ri
*• • J-+ **„ Mi le ijo6. ma
tio,innome di tutti parlo cosi . il tfUOn3C_
Ttyi potremmo a ff ermare ,Chriflianiffìmo, & Clcmentifjìmo He,chefc be- Jj°urfi F5 g*
ne al principio delle contentini co 'noflri gentil huomini;intemenne qua fi la uè a z7. di
maggiore parte de' popolari -/nondimeno, eh e l' e ff eccitarle infolentemcnte,<& Maggio*
molto più la contumaci a,& l'inobedientia a' comandamenti liegij, procedet-
te folament e dalla feccia della infima plebe; la temerità dellaquale né noi, né
gli altri cittadini,& mercatanti , & artefici honefli potemmo mai raffrena-
re: & però che qualunque pena fi impone fi e, ò alla città,ò a noi affliggerebbe
gli innocenti fen^a detrimento alcuno de gli autori, & partecipi di tanti de-
litti :i quali mendichi di tutte le cofc,& uagabondi,non fono tra noi in nume
ro dìbuominunon che di cittadini ; ne hanno effìquefla infelice città in luogo
E b 3 dì
a Gra nume
ro di vergi
uelis; ucftiic
di bianco di
ce il Vele. di
Nebio , le-
quali erano
in C!iiefadi
S. Lorenzo;
a! cui allet-
to il Re fi
com.iioire.
b Tafsò la
città in tre-
cento mila
ducati, Ten-
ue il Giudi-
niani , de*
quali ne ri-
mile cento
mila:nuche
glialtrj fipa
g-iiTero in
14. mefi, le
non che di
prefente ne
uol equara-
ta mila p la
fabiica del-
la fortezza
(ordinata al
capo di Fa-
lò, li Buo-
juccorù no
dimeno è
molto dirfe
reme in e ò
da quàto He
feri uè e fio
Ve couo, co
fi nel te. noi
ne del paga
iuéto,come
aneli ora nel
numero de'
foUati dil
prefidio .
e Cioè guai
■dia di zoo.
fanti in pre-
fìdio della
città : ma il
JBuonaccor-
£ dice 400.
LIBRO
di Vatr!a:tna la ìntentione no/ira è, laftiare indietro tutte lefiufe.non ricor-
rere ad altro. che alla magnanimità, & alla pietà di tanto Re , in quella fom-
mament e confidare , quella bnmilifjìmamcnte {applicare , che con quell * Mitr-
ino , colquale perdonò a falli molto maggiori de Milane fi , fi degni uclgere
quegli occhi pietofi iter fio i Genoucfi, pochi mefi innanzi feliciffimi, bora effem
pio di tutte le mi fé rie : ricordatele con quanta gloria del uoflro nome fu al-
Ibora per tutto il mon '0 celebrata la uoflra dementici, & quanto piufia de-
gno confermar faufandofimile pietà , che incrudelendo ofi ararla : ricordate-
Uh che da Chrifto redentore di tutta l humana generationc d crino il cognome
uoflro di Chriftianifjìmo:& che però ad imitatione fua nifi appartiene effer*
citare [opra ogni cofa la clementia , & la mifericordia propria a lui . Siano
grandi/fimi quanto fi uogliai delitti commcjfì; fiano ineflimabili, non faran-
no giamai maggiori della pìetà->& della bontà uoflra: uoinoflro Rerapprefen
tate tra noi ilfommo Dio con la dignità, & con lapotentia (perche* che al-
tro, che Di ij fono i He tra ifudditilorot) & però tanto nifi appartiene rap-
prefentarlomedefimamente con la fimilitudine della uolontà,& delle opere>
dellequalineffuna e più gloriofajfieffunapiu grata,nefìnnafapiu ammirabi-*
le il nome fitto, che la mifericordia . Seguitarono quefle parole le itoci alte di
tutti gridando mi fericordiaima il Re camino innanzi, non dando rijpofla aU
cana,benche comandando fi leuafi ero di terra,& deponendo lo flocco, che ha
ueua nudo in mano yfacejfe fegno d'animo più tofto inclinato alla benignità*
lArriuò poi alla Cbiefii maggiore , dotte fé gli gittò innanzi a piedi numero
quafi infinito di* donne, & di fanciulli d ogni fejfoù quali tutti uè fitti di bian a
co, fupplicauano con grandi (lime grida , & pianti mi fer abili la fua clcmen*
tia,& mifericor dia. Commoffe fecondo, chefidiffe queflo ajpetto non medio^
cremente l'animo del Re , ilquale ancora , che haueffe deliberato dipriuare i
Gcnouefi d'ogni amminiftratione> & autorità , & appropriare al fifeo quelle
entrate, che fiotto nome di San Giorgio appartengono a priuati,& fogliati-
gli d ogni imagine di libertà ridargli a quella foggettione , nellaqualefonole
terre dello flato di Milano; nondimeno pochi dì poi , ò con fider andò , che con
queflo modo non folofipunluano molti innocenti , ma fi alicnauano ctiandio
gli animi di tutta la nobiltà , & effere più facile il fioreggiarla con qual-
che dolcetta, che totalmente con la difperatione ; confermò ilgouemo ariti-
co,come era innan^ a quefle ultime fiedit ioni ima per non dimenticare in tut
to la feuerità; condannò la Communità in b cento mila ducati per la pena del b
delitto, i quali non molto poi riditffe in dugento mila altri in certi tempi per
rimbor farlo delle fpefe fatte , &per edificare la fonema alla torre di Codi-*
fa,poco lontana da Genoua,& che è fituata fui mare] opra il Borgo, che uà
in Val di To%£euera,& a San Tiero in sArenailaquale perche pi, ò offende-
re tutto l por to,& parte delle città ènonimmeritamente , chia?nata U Bri-
glia.'uolle ancora pagaffero maggiore Qguardia,che lafolita, & continuane e
te teneffero nel porto armate tre Galee fiottili àfua obedicmia, & chefifor-
tificajfero
SETTIMO. i96
4 tificxfferoil Caftelktto, & il inflettacelo : « annullò tutte Ucònuevtioni Jlof" ^
fatte prima tra lui,& quella città* riconcedendo quafi tutte le cofe mede bruciare un
fime,ma come priuilegij> non come patti ; accioche fufje fempre in J ita pò- Jj^JJ, yt^9
ttflà il priuarnegli: fece rimuovere delle monete Genoueft ifegni antichi; itfme le ed
& ordinòy dbe infuturo ui fufje impreffo iljegno fuo perdimoflrationedi eVnoua hà-
y affoluta fuperiorità. Jlllcquali cofe fi tèggiftnfe la decapitatione dib De ueua icco: a
metrìo Giitsliniano , ilquale manìfeftò nel fuo e fumine tutte le pratiche , Sof.ca^utri
& lejperan%e battute dal Vontcfice:nelquale fupplicio incorfe pochi me-
fi poi Taolo da !S(ouc ultimamente Doge , ilqitale , navigando da Tifa a ,
c Roma, ingannato da un c Ce rfo , che era fiato fuo faldato ;fu uenduto a Giuftmiano
Francefi. fatto che hebbe il Re quefte cofe , & riceuuto (biennemente da fu tatt0 de-
Genoueft il giuramento della fedeltà , e*r data nenia a tutti* eccetto^ che Ke di Fran-
ti circa feffanta , i quali rmcffealla difpoftttone della giuftitia ; fé n'andò j?^Sdi<1^
a Milano,hauendo)ubito, che hebbe ottenuta Genouaflicentiato befferei- fionc iti u
to,colquale, ejfendo tutti gii altri male proueduti ;gli farebbe flato faci- ^"a dci
le continuando il corfo della uittoria, opprimere chighfuffe partito in I-
talia:ma lo lìcentiò fi preflo per certificare il Tonte f ce , // Re de Roma- c !1 Corfo,
ni , e i Vinhiani , ; quali fi a u ano con grandiffimo foretto , che la uenuta gioneVauio
jfua in Italia d non era fiata per altro, che per la ricuperatione di Gè- d'^ouc» £
nona: ma nefjuna coja baftaua a moderare l animo aelTontefice , ilquale capitan eoe
interpretando tutte le cofe in fenfo peggiore ; fiquerelaua di nuoito non j"l0.: llwA
mediocremente del I\e, come fé per opera Jua fufje proceduto , che jLnni- 800. feudi.
baie Beati audio con leicento fanti raccolti del Ducato di Milano haue- ,
ua in quegli dì tentato d'entrare in Bologna , affermando, che quando gli ricetto* ™ó
fitffe fucceduto; fi farebbe dimoflrato più oltre contra lo flato Ecckfia- "oI1« À ^c
flico:dallaqttal cofa (degnato , benché con grandtffìma difficultàhaueffe fa diTua*!
prima pnblicati Cardinali i Vefcoui d'^Aus, & di Baio fa; ricu fatta di pu- uti:e dc' ?«?
blicare il Vtfcouo d'albi , lamentandofi , che da Ciamonte (ho fratello docheneUe
fuffe permeffo , che i Bentiuogli babit afferò nei Ducato di Milano : ma nir da Bles
quel che era di più momento , traportato non meno dall' odio , che dal (tato dato i-
Jo/betto haneua quando il Re publicò di uolere con l'arme ridurre ad o- [emione al
; j • • ^ ' r /» r r • ~ , „ • i ioro Araba
oeaientiat Genoueft lignificato per juoi Tsfuntij , & con uno Brteueal icutore,ch*
r\e de* Romani, & a gli Elettori dello Imperio, chel Re di Francia fi pre- ^li{ ha?reb
paraua a paffare in Italia con potentijfimo efferato, ftmulando di uole- cioche ùoi-
re raffrenare i tumulti diGenoua, i quali era inpotefia fua di quietare Jf.c™°ftMr
con la autorità fola , ma in uerità per opprimere lo flato della Chic fa , nuto ìoio j>
& usurpare la dignità dell Imperio; & il mede fimo oltra il Tontefice gli h faui luoi*
fignifeauano ifinitiani, mojji dal medefìmo timore della uenuta del
% di Francia in Italia con tanto efferato: lequali cofe intefe Majfimi-
liano cupidiffimo per fua natura di cofe nuoue , e/fendo in quegli giorni
ritornato di Fiandra, douein uano tentò d'affumere il gouerno delnù-
pote; haueua conuocato mila città di Goftan^a iTrinapidi Germania t
Bb 4 #*
r LIBRO
ten/fracM & a fc terrc ftd$cke( chiamano le terre Franche, quelle città,che ricono feen <*
©uantacin- do in certi pagamenti determinati l'autorità delt Imperiosi gouerìiano in luì
?o : niapoi , t& l altre cofeperfeflefie, intente non ad ampliare il loro tenitorio, ma a co->
C« co n io i i fenurc la propria libertà ) do uè concorrono i Baroni, e i principi, e i popoli d i
GlOUlO, fon J I l . r r . / ' . . l f rr rr
ridotte a ict tutta Germania,] or) e pia prontamente , & in maggiore numero , che jujjero
IV* "a"* ' - && lunghi/fimo tempo concerfi a dieta alcuna : concio fia che ui conuennono
e JÌì'o feono per finalmente tutti gli b Elettori , tutti i Trincìpi Ecclefiafiici , & Secolari b
fti^'e- dtl'i ^ilamagna,da quegli infuora,che erano ritenuti da qualche giuflo impe
i aìoK,.& sli dìmento;per i quali nondimeno ni uennero, b figliuoli* ò fratelli, ò altre con-
aolo cen ?JHntlffime pc"'fGnc , che rappr e fent auano it nome loro ; & finalmente tutte
io>ch* intuì le terre Franche ui mandarono ambafàaiori : i quali come furono congrega-
tC 'Sufio* ^ 5 Ce fare fece leggere il Brieue del Tonte fi ce , & molte lettere, per lequali
rìui l*an no. g\i era di uarij luoghi fignificato il mede fimo ; & in alcuna dellequali era e-
ha nr oliato fpreff° *ff&*fa intentione del Re di Francia collocare nella fedi a Tonificale
popolare , o U Cardinale di Roano, & da lui rkeuere la Corona Imperialcper i quali ani
che alcune fi efiendogià concitatigli animi di tutti in grandi ffi??ia indegnatione> Cefare,
poche. ceffato che fu lo ftrepito ; parlò inquefia fententia .
b Gli lliti Già uedete nobilitimi Elettori, & Trmcipi>& fpet labili Oratori, che ef-
^intcruè fcttl hàbbiaprodotti la patiétia,che habbiamo hauutapcr ilpaffato; già che
gono alle frutto babbitt partorito l'è (fere fiate dijprcTgate le querele mie in tante die-
Sirfonofn *&S$ uedete,che il Re di Frane ia,ilquale "non ardiua prima fé non con gran-
t« ditferen di occafioni, & con apparenti colori tentare le cofe appartenenti alfacro ìm
cìtfilftid !" perio,hora apertamente fi prepara non per difender e, come altre mite hafat
secolari, & to i ribelli noftri , non per occupare in quakhe luogo le ragioni dell'Imperio ;
che! a Dagl'i rnaper fogliare la Germania della dignità Imperiale sfiata acquifiata, & co
Ecciefìaftici feruata con tanta uirtù,& con tanta fatica da nofirimaggiorua tanta aula*
kttori§'on J eia lo incitation leffere accrefeiute lefor%efue, non l efiere diminuite le fior-
zburg , quei fatiche noi habbiamo a e fiere filmili a noi meiefimi,che in noi habbia a potè
tiiremal?! repiusò le diffenfioni,ò la ignauia nofira>chegliftimoli della gloria,an^i del
e i ìDiiònti- la fallite; che per le medefime cagioni per lequali habbiamo con tanta uergo
re° Vemecin gna tolleratole da lui fia occupato il Ducato di Milano, che da lui fiano nu-
qne veico- folte le difeordie tra noi,cbe da lui fiano difefi i ribelli dell Imperio ; habbia-
chf U,"& dì mofimilmente a tollerare }che da lui ci fia rapita la dignità imperiale, traf-
molta p^f-
fanza . De' Secolari oltra pure i tre Elettori, fon primi d'honore , & d'auttorità quelli che fono dcll'ide/Ta
Cafata de gli Elettoti, come è il Duca di Bauiera con gli altri Palatini , i Duchi d» Sailonia,i Marchefì, &
Burgauij di Brandemburg,& poi i Duc.ui di Branluich ,di Lunemburg, <Sc altri. Le città Franche Tono potea
tiflìme: & trouafì che Mademburg (ottenne più d' un'anno la guerra di tutti i maggiori Principi di Larna-
gna,& dell'efferato Imperiale . Leggi quanto ne IcrilTe fra gli altri Thomafo Auths, oc de' pm moderni Pie
tro Bizari nella Tua hiftoria d'Europa, che comincia dall'anno U<>S-3c va fino al 1570. laquale ftampata pri
ma in Lione fotto nome di lui ; da Alfonlo Vlloa fu poi fatta riitampare in Vinetia,mutato Colo il nome
del uero auttorc, e introdotto il luo adulterino : ilche dice elio Bizaro in quella fua opera Latma.che fa de
Bello Cyprio, & Pannonico . Ma la propolta fatta da Ccùire in qjefta Dieta di Coitanza.è contraria a
quanto Iubjqq feri uog(iultrajponuoi#corBe nota© di fotto in queitoUbioa car.zoi.tac.a.
ferito
SETTIMO- 197
ferito in Frància l'ornamento,& lofflendore di quefta natìone . Quanto
minore ignominia farebbe del nome noflro,quato minore dolore fent ir ebbe
l'animo mio,fefufie noto a tutto il mondo,chela potentia Germanica fufft
inferiore della potentia Fr ance fé: perche menomi crucier ebbe il danno,
che la infamia, per che almeno non farebbe attribuito a uiltà,o a imprudt
tia noflra quel che procederebbero dalla conditione de tempi,o dalla ma-
lignità della fortuna,& che maggiore infelicità , che maggior miferia,e fi-
fere ridotti ingrado,che cifia cofa deftderabile il no effere potenti? che hab
biamo a eleggere fbontaneamenteil danno grauijJìmo,per fuggire poi che
altrimenti non fi può ,la infamia, &iluituperio eterno del nome noftrc?be
che la magnanimità di ciafeuno di uoi efperimtntata tante uolte nelle cofe
particolariybencbe la ferocia, propri a, et precipuo di quefta natione,beche .
li memoria della uirtu antica >à & de' trionfi de* padri noflri (terrore già,
& Jpauento di tutte l'altre nationi) mi danno quafifperani^a, aw^i qua fi
certe7^a,che in caufa tanto graue s'habbiano a deflareibellicofi, & in-
vitti (piriti uo(ìri:non fi tratta della alienatione del Ducato di Milano,no
della ribellione de gli Suix^eri, nelle quali co fé tanto grauifta Hata leggie
re la mia autorità per l'affinità , eh e io haucua co Lodouico Sfor^a,per gli
intereffi particolari della cafa d'tAuflria.Ma hora,che efeujatione fi po-
trebbe pretendere? con che uelame fi potrebbe ricoprire la ignominia no-
fira? Tratta fi fé i Germani,poffe fiori no per fortunata per uirtà dell'Ini
perio Romano, Carme de' quali domarono già quafi tutto il modo,il nomo
de quali è anco al prejenteffauentofo a tutti i I\egni de' Chrifiiani\hanno
alafciarfi uilmente fogliare di tanta dignita,hanno a efitre tffempio d'in
fanra,banno a di uent are della prima,& della più glorio fa natione, l'ulti-
ma,la più fchcrnita,lapiu uituperofa di tutto 'Imondo : & quali cagioni*
quali merefjì, quali fdegni gfxx m ai ui molleranno fé quegli non nimuouo-
no? quali ecciteranno in uoi ifemi del ualore,& della genero fit a de' uojlri
maggiorile quelli no gli eccitane? con quanto dolore fent ir anno ne' tempi
futuri i uoflri figliuoli, e i uoflridefcendenti la memoria de' uoftrinomi,fe
non conferuate loro in quella grandetta, in quella autorità* il nome Ger- • ^"5^
manico, nellaquale fu coferuato a uoi da' uoflri padri? Ma lafciamo da par rimp-p ™»
te i conforti ',& le perfuafioni,perche a me collocato da uoi in tanta digni- JJJg JY£-
ta\non conuiene diftederji in par ole, ma proporui fatti,et efiepuilo ho de- ceflaria , &
liberato di paffare in Italia, in nome per riceuere la Corona dell'Imperio *ll°^™tl
Jfolennità (comeni è noto più g di cerimonia, che di fuftantia) perche enfatico*
' la dignità', & l'autorità! Imperiale depende in tutto della uoflra elenio- p^enc^i
ne, ma principalmente per interrompere quefii configli fcelerati de' Fran che da ciò-
cefi , per f cacciar gli del Bucato di Milano >poi che altrimenti non pof- ^\tu\iol «
fiamo ajficurarci della infolentia loro. Sono certo* che niuno di uoi farà >? » °din^'Q
difficulta" di darmi i fujjidij [aliti dar fi a gli Imperatori, che uanno ad in- in queft0 b.
coronar fi: ì quali congiunti alle for^e mie non dubito d'banerea paffare ^^^
uittorioJQ
-
LIBRO 1
uittoricfo per tutto, & che la maggior parte d'Italia fupplìcbeuole mi
uerrà incontro >chi per confermare i fuoi priuilegij,chi per conftguire dal-
la giujlitia nolìra rimedio alle oppreffioni,che gt: fono fai teschi per placa
re con dinota fummijjìonc l^ra del uìncitore: cederà il t\e dì Francia al no-
me folo dell'arme noflre, battendo i Francefi innanzi agli occhi la memo-
ria,quando giouenetto,& qua fi fanciullo roppi con nera uirtù,& magna
* Guinegu* nimica a a Guincguafle l'efferato del Kg Luigi :dal quale tempo in qua ri- a
ia in Picat cufando di fare effer lentia delle mie armi , non hanno mai i Re di Francia
dia pretto a combattuto meco fé non con infidie,& con fraudi. Ma confederate con la
Tcroana:do /*'%'; . . y ■ '• » r ~< * /• i • r u r
uc ne gii ni generojita,& magnanimitapropria de Tedejcbi je conmene ai (a fama,et
timi anni iwri0rc uo\\ro in pericolo commune tanto grane rifentnfi fi pigramente ,
df Lirgi x». & non fare in cafo tantoflraor dinar io flr aordinarie proiufiorn. 7\(o ricer
t Fracea ru ca [a g[orja y & U grandezza del nome uofiro,dellequali è fiato fempre
Masimilia- proprio difendere la dignità de Vontef ci Romani , & l'autorità della fé-
no; cefare: ^a ^j pò fio bea, eh e bora con la medefima ambitione, & imputa fono fede
ilcneiulan T * ' . ' t ^ i ' >
no 1479. & ratamente uiolate dal Re di Francia , che per decreto comune di tutta la
? "mto da Germania fi piglino a quello effetto pottntijfimamente l'arme* Queflo in-
quefto Aut- tertffe è tutto uofiro,perche io ho adempiute affai le parti mie ad hauerui
pr^neliu. conuocati prontamente per mani feflarui il pericolo commune,ad bauerui
a e. 57*3.2. concitati con l'effcmpiò della mia deliberationeiin me non mancherà for-
u» atto* tVKK* d'animo a efpormi a qualunque pericolo,non corpo hahile per la co
d'arme del tinua efitreitatione a tollerare qualunque fatica: ne il con figlio nelle co fé
poftTih °ho della guerra per la età,& per la lunga efperientia mia è tale,che a quefla
citato Fjiip imprefa ui manchi capo degno di tutti gli bonoritma con quanta maggio-
me, detto re auttorità il uoflro Re ornerete, con quanta maggiore potentia,& efer~
Mons.d'At cito 10 circonderete ; tanto più facilmente con fomma gloria uofìraftdi-
!aoioCÉmi fenderà la liberta della Chiefa Romana,madre commune, efaltaraffx infi-
lio* no al cielo infume con la gloria del nome Germanico la dignità Imperiale,
grande7ga,&ff>lendore commune a tutti uoi, & commune a quefla poten
tiffima , &ferociffima natione .
Commoffe mar awgliof amente quefla oratione gli animi di tutti i circo*
fanti vergognando fi, che nelle altre diete non fu (fero fiate udite le querele
jue;& era facile aggiugntre negli animi già concitati nuoua indegnatio-
ne: però effendo in tutti ardore grandi ffimo a non comportar e, che la Mae-
flà de lì Imperio f 14 ffe per negligentia loro trasferita in altre nationi;fi co-
minciarono con unone grande a trattare gli articoli nccefjarij, afferman-
dofiper tutti douerfi preparare esercito potentiffimo,& beante, et ladio
quando f uff ero oppofitiil Re di Francia ,& tutti gli Italiani, a rinouareyet
ricupera re in Italia Cantiche ragioni dell'imperio, fiate ufurpate y 0 per
impotentia,o per colpa de' Cefarip affati :cofi ricercare la gloria del nome
Germanico, co fi il concorfo di tanti Vrincipi,& di tutte le terre Franche,
& cfsere una uolta necefsario di moflrare a tutto ìlmordoycbe fi bene la
Germania
S E T T I M O. X5>8
Germania per molti anni non haueua battuto le uolonta unite ;non era pe
rò che non baueffe la mede/ima pofsan^a,& la medefima magnanimitaja a P°P° TiC
quale haueua fatto temere gli antichi loro datutto ilmondo:donde&in «wtidUa!
miuer fiale era nata al nome loro grandifjima gloria >&la degni ta impe- ? d*.Aufttjk
ri'aky & in particolare molti nobili ne haueuano acquiflato Signorie , & fu«diiua-°
grandezze: & quante cafe Illuflri hauere lungo tempo regnato in Italia m€^l^
negli acquiflati con la loro uirtùt lequali cofefi cominciarono a trattare là impS-
contantacalde%^a,cheèmanifeìlo,chegia moltiffimi anni nonera fiata l^ma^c
cominciata dieta alcuna, dalla quale fi afi et ì afferò maggiori mouimenti, fa c-afa, cioè
perjuadendofiuniuerfalmente gli huominì, che oltra l'altre ragioni far eb ^J0V# ,"
re gli Elettori,& gli altri principi più pronti la freranza, che haueuano ftateuC&fi
che per, l'età tenere de' figliuoli del I\e Ftlippo,la degniti Imperiale conti- jgj J£ff ^
% nuata fucceffiu amente in Mberto, Federigo, & Mafsimiliano, a tutti tre nel preséte
della cafa d'jlnfiria,baueffe finalmente a paffare in altra famiglia: lequa ^t^jiuo"
//' co fé peruenute agli o recchi dal I(e di Francia l haueuano indotto a di fi lodeirimpe
foluere per rimuouere tale fiufificione,fiubitoy che hebbe ottenuto Genoua, ^1^'
l,efsercito:& bar ebbe efìo con la medefima celerità ripaffato i moti,fe no
l'baueffe ritenuto il defiderio deffere a parlamento col %e d ' dragona, il pri^fn°.
quale fi preparaua per ritornare in Ifbagna ,'intento tutto a riaffumere il to dei Re Fi
gommo diCafiiglia: perche effendo inhabile Giouanna fua figliuola a tan ^l&t*
ta amminìfiratione, non tanto per la imbecillità del fé fio.quanto perche Giouana fu
per bumori melancolìci,che fé gli feoper fono nella morte del marito, era ^"quelli
alienata dall'intelletto^ inhabili ancora per la età i figliuoli communi nomeimpe
; del He Filippv,& di lei,de quali il b primogenito non arriuaua al decimo iTScuf
anno; moueualo oltra queflo l'effere defjderato, & chiamato a quel gouer 7- annijefoc
no da molti per la memoria d'ejfere flati retti giuslamente, & fioriti per «?£*•?«
la lunga pace quelli Regni fiotto lui:& accrefceuano queflo defiderio le dif ?ebr Isot"
fenfionì già cominciate tra i Signori grandi , & l'apparire da molte parti dna * d dia
jegni manìfeUiffimi di future turbatìonuma non meno era defiderato dal- Fiandra-
la figliuola, laquale non effendo nelt 'altre cofe in poteflà di fé medefima; c stette il
flette fempre collante in defiderare il ritorno del padre,negando cotra le Rc d'Arago
fuggcflioni,& importunità di molti, oflinat amente di non fiotto firiuer e di ffald T
pò
19,
mano propria in efieditione alcuna il nomefuo,fen%a laquale [oficrittio- d'ottobre,
ne non haueuano fecondo la confuetudine di quei I\egni i negoevj occorrati Su 5u gL*
lafua per finitone. Ver quefle cagioni partì il Re d'Aragona del Bggno di &nQ ,s Vx°
Vapoli , non ut effendo dimorato più che c fette me fi, né hauendo fodisfat SuVSfc
to ali emettanone grandiffma,cbe s'era hauuta di lui,non folo per la bre nel£iovu-t°a
uità del tempo,& perche difficilmente fi può cor rifonder e a' concetti de àf cofano
gli huominì , il più delle uolte non confiderati con la debita maturità , né rct,ue chci
• y* •■■» tene da r x. 1
mi furati con le debite proportioni;ma perche fé gli of pò fono molte difficul cinque me
tà,& impedimenti, per i qualiynè per il commodo uniuerfale d'Italia fece £d£p£ J*|j
cofa alcuna degna di lauderò di memoriale fece utilità^ beneficio alcuno uato.
mi
LIBRO
net Rsgnc di Vapolì:per che alle co fé d'Italia non lo lafeiò penfare il de/i-
devio di ritornare prefìo nelgouerno di Cafliglia y fondamento principale
della grandezza fuayper loquale era ne ceffi tato fare ogni opera per cefer
uarfi amici il Re de Romania 'Re di Francia;accioche l'uno con l'autori-
ta ùefjere anelo de piccoli figliuoli del Re morto;l' altro co la potentia ui
cìna}& col dare animo a opporfegli a chi haueua l'animo alieno da lui;no
gli mcttcjfero diflurbo a ritornarui:et nel riordinarlo gratificare il Re-
gno Napolitano gli dette dìfficult a l\ffer e obligato per la pace fatta coi
Re di Francia^ rtUituiregli flati tolti a' Baroni Jngioiniyche o per con-
K(nticne}G per remuneratione erano flati dtflribuiti in coloro y e haueua-
vofeguitato la parte fua:et queflì no uoledo egli alienar fi ifuoi medefimi>
era neccjjitato di ricopefareyo conflati equìualetì, che fi baueuano a cope
rare da altri; o co danari tallaqualcofa efjendo impotentiffime le fue facul
ta;era coftretto nonfolo a far uiuiin qualunque modo i prouenti Regijy&
a dinegare dì fare fecondo il coftume de' nuoui Re grattalo efentione alcu-
9 confaluo, va>° efcrcitare frecie alcuna di liberalità\ma etiadio co querela incredibì-
fecondo s!_ [€ di tutti ad aggrauare i popoli, iqualihaueuano affettato folleuationey
andò fubito et r!ftoro di tanti maligni fi udiuano minori le querele de Baroni di ciafeu
con Ke, ma na ddU partiiperche a quegli3che pof]edeuanoyoltra che mal uolentieri ri-
fa pcrcjoc fi lafciauano gli flati, furono per neceffitafcarfeyet limitate le ricopefntioni;
awoic6 f™ et a V{C&a a^tY1 fi rffirigntua quatofi poteua in tutte le cofe ynellequali
ufììdo toor accadeua controuerfia,il beneficio della reflitutione : perche quàtomeno
1 tT!* wl a loro fi reUìtuinaytàto meno a vii altri fi ruopenfaua . * Vartìcon lui il a
dstuui i cit Gran Capitano yma con beniuolentiay& fama incredibile y & delqualey oU
SdrjL^ 3- tra te lai*di de vii altri tepi3era molto celebrata la liberalità dimoflratafi
tedaiiedo- nel fare innàxj a"a partita fitta gr adi jjimi doni ya quali impotente altnme
cnòauanti **y He n^ P er noTÌ m*cart di queflo honore non picchia parte de gli flati prò
la iua parte prtj.J^è porti il Re (il J^npoli co molta [atisfattione tra il Totefice et lui:
credhori'a Psrc^e drmàdandogli la inucflitura del Regno; ilVotcfice dinegaua di con
Tuo di uom cedcrlayfe non col cefo^colquale era fiato coceduto a gli antichi Re>et il Re
u del Tc-b fatua inflatiayche gli fujjè fatta la medefima dìminutione3ctì era fiata fat
kìere $ pa- ta a Ferdinaiofuo crtginoyct a figliuoli >et a nipoti ydim adando iinucflitu
so a timu ra di tutto l Regno Ih nome fuo £prioycome fucceffore d' Alfonfo uecchio :
folcati , & rielqual modo quando era a Tfapolijjaueua riceuuto i'bomaggio>e igiu-
ìarJanTente rament'ucon tutto che W£ capitoti della pace fatta col Re di Francia fi di-
*"j.oche.[a" front j]eyche in quanto a terra di Lauoro y et l\Abbru%£Ìfi riconofecffè in*
n-edefiiro t fietnè ti nome della Rcina.Credctte finche l'hauer dinegato il concedere l'in
& acciochc ucfli tur a, fife cagìoneychel Re ricufaffe di uenire a parlamento col Tottfi
io d'orna cejlquale effendo flato nel tempo mede fimo più dì nella rocca d'Ofliayfi di-
me ti, & del ceua efferui flato per sfpettare la paffuta fta. Oitel che di queflo fia la ueri
tornar Un tà , diri%^ò il R<e d' .Aragona la nautgatione a Sauova y otte era conuenu
upawìi* t0 d'abboccarfi col Re di Francia : il quale effendo per quefla cagione
pa II * fopratta-
S E T T I M O. \ff
fopr afiato in ltaliayfubito che bhebe inteja la partita fua da l^a polipi e-
ra uenuto da Milano,furono in queflo congrijjo da ogni parte liberc,et pie
ni difomma confidentia le dimoerai ioni, et tali quali non era memoria de a QucWot*'
gli huomini ejfire mai siate in alcuno congrego jìmile:}>cbe gli altri Vrin bówatfi***"
cipiytra i quali era,o emulatione,o ingiurie antiche o confa di fofpetto ,fi due pnaf
g riduceuano infume * con tal' or dine, che l'uno non fi metteua in podeflà del "m"1 parte
Coltro, ma in quefla ogni co fa procedette dnierfamente:perche come Par- accennato
mata Aragonese s'accoflò al porto di Sauona,il Kg di Francia,che all'ap- ^ j°*™9™Q
parirfuo era difcejofu'l molo del porto; pafiò per un ponte fatto per que- uè «aitano
b fio effetto di legname con ^pochi gttilbnomini,et fen^alcuna guardia fui LodoJco
la poppa de la galea detP>g:oue raccolto co allexre%^a ineslimabile dal Re sforzi d'ab
c (jr dalla Reina c nipote jua , poi che ui furono dimorati con giocondi ffime
parole per alquanto fpatio,ufciti della galea per lo ponte mede fimo entra- b Dice n ve
rono a piedi nella città hauendo fatica non mediocre di poffare pev-me%o £0U°die*H
infinita moltitudine d'huomini,et di done concorfa di tutte le terre circon Re dì Fran
Banti.Haueua la Reina alla mano deftra il mar ito, all' altra il %io,ornata ^i^Iùw
mar auiglio fornente di gioie ,& d'altri fontuofiffimi abbigliamenti :uem uà galea dei^
noappreffo a due Re il Cardinale dilìgano, & il grò Capitano Seguitano J0%Fon heb
no molte fanciulle, e giou ani nobili della corte della F^ina, tutte ornate fu be feco più
ferbtffimament e, innanzi & in dietro le corte de due Re co magnificetia, rone"6^"*
& pbpa incredibile di fontuofijfime uefle,& d'altri ricihiffìmi ornamenti:
con laquale celebrità furono dal Pg di Francia accopagnati il R?,ct la Pxti 5^^"*
na d'Aragona al CaHello deputato per fuo alloggiamento Mquale ha l'u- «a nipot e
feita fui mar 'e ,& affegnata allafua corte la metà della città contigua o j^n^a per
quello, alloggiando ilìadi arancia nelle cafe del Pefcouado, che fono di ciochc dia
fronte al caftello > spettacolo certamente memorabile , uedere infante due ^u„| h^eJ
Repotetiffìmi tra tutti Trencipi Chrifìiani,flati paco innanzi sì oc er biffi- la dei Re»
mi nimici,non folo riconciliati, & congiunti di parentado, ma depoftiifc- 5e;-to df fo-
gni dell' odio,& della memoria deli- offe fe;commett ere ciafeuno di loro la ?*a ai fine *
uita propria in arbitrio dell' altro, con non minore confidenti a, eh e fé fem- cli.U^.'
pre fujfero flati concordismi fratelli: onde fi daua occafione di ragior.4
menti a quelli che erano pre fenti ', quale de" due Re haueffe dimoflrato mag
gior confidentia: &era celebrata da molti , più quella del Re di Francia r
che primo fi fufje meffo in poteslà dell'altro 9non ficuro con altro lego-
me,che della fede: & haueuo quell'altro maggior cagione diuergognarfì9,
perche prima fuffe flato offeruata la fede a lui: & era più uerifimUe il fo-
jpetto , che Ferdinando defideraffe d'affìcurarfidi lui per fiabilirf meglio
il Reame di T^apuli : ma da molti altri era più predicatala confidentia di
Ferdinando , che non per tempo breuiffimOìCùme il Re di Franaa,ma per
{patio di pia giorni fi fuffe rimeffo in poteflà fua:perche hauendtdo fpo*
gliato d'un Regno tale, con tanto danno delle fue genti , & con xantu igne
smima del.fuo nome -, haueua da temerebbe grande fuflc l'odiosi il dcfi~
a<,rhr
LIBRO
defiderio della uendetta,& perche s'haueua afogettare piedone era mag
giove il premio della perfidia: del far e prigione il He di Francia,non ripor
a vcnnefia tana Ferdinando molto frutto ,a per tffer e in modo ordinato corde j uè ai
««ft^do è leggh & confuct udìni il Reame di Francia, che non per quitto duninuiua
che il' Re - molto di for^e,& d 'autorità: ma fatto prigione Ferdinando ; non era du-
cu°nón T hio, che per hauere heredi di piccolijjìma età , per effergli Reame nuouo il
diminuito Reame di tìs[apoli)& perche gli altri Regni juoi , & quello di Cafiiglia fa~
«"dei Pfuo ' rebbono fiati per uarij accidenti confufi in fé fttffi ; non bar ebbe il Re di
Re , (opra arancia per molti anni riceuuto dalla potentia,& armi dì Spagna ofiaco
do URefra lo alcuno. Ma non daua minore materia a' ragionamenti il gran Capitato,
cefeo fu fat- aguale non erano meno miti sii occhi de gli huumini per la fama del fuo
to prigione ', , . ,. ° . r , ,r i ■ r
iotto&uia. valor e3& per la memoria di tante untone : lacuale faceua , che i Fran-
cefhanccra che uinti tante uolteda luì, & che foleuano hauere in fommo
odio,& horror e il fuo nome, non fi fatiaffero dì contemplarlo ,& honorar
lo,& di raccontare a quegli,che non erano [lati nel Vacarne di "Napoli , chi
la celerità qua fi incredibile,& Caflutia quando in Cab uria ajjaltò ali'im
pronìfo i Baroni alloggiati a Laino; chi la coftantia dell 'animo,& la tolle
rantia di tante difficuìtà,& incommodi,quando in me%o della pefle,& del
la faìne tra afjediato in Barletta, chi la ddigemia, & [efficacia di legare
gli animi de gli huomini,con laquale fcflentò tanto tempo i foidati fen%a
darmi: quanto ualorofam ente combat teff e alla Cirignuola; con qua to uà
lore,& fortezza d'animo inferiore tanto di for%e,con l'efferato non pa~
gato,c tra infinite dfficultà determinale no fi di [colare dal fiume dd Ca
vigliano; con che induUna militare,& con che Uratagcmi otteneffe quel-
b cofi dice la vittoria; quanto femprefuffe flato fuegliato a trarre frutto dedifordi
£ de°iia€l ni de* nimicì : & accrefceua Cammiratione de gli huomini, la maefià ec-
vita* d'effo cenente della prefentiafua,la magnificentia delle parolai gefti,& la ma
cC50fdianUd0o ', niera piena di granita condita di gratta : ma fopra tutti il Re di Francia ,
che in quei' fa \MUeua uoluto3che alla menfa medefima,alla quale cenarono infteme
inentoOCdCia" Ferdinando,& la Reina, & lui; cena jfe amera eglu& gliene haueua fat-
ane gra Re; tQ commdare da Ferdinando ;ftaua come attonito a guardarto,& ragie
Jàda « J«c nar [eco ; in modo,chea giudicio di tutti b non fu meno glorio fo quelgio:
B» ***$*> no al Gran Capitano, che quello, nel quale uincitorc>& come trionfante cn
SEe3? co"n tré con tutto fèffercito nella citta di T^apoli. Fu quefio l'ultimo gior-
ReLod'om-1 ™ de dì glorìofi al Gran Capitano -.perche dipoi non ufi mai deviami
co cóferrrò di Spagnaio hebbe più [acuità £ esercitare la fua uirtù né in guerra , né
mef$"ra°n meofe memorabili di pace : flettono i due Re in fieme tre giorni :ntlqnal
de. Et è da tempo hi bbono fegretiffimi, & lunghiffimi ragionamenti , non ammeffo a
dcuoViuo quelita Inonorato fé non generalmente il Cardinale di Sàta Traffede, Le
« «clama- ^at0 dei Tonte f ce : i quali per quello,che parte allhora fi compre fé, parte
Si»", tue- dipoi fi manifejlò; furono principalmente,promeffa l'uno all'altro di con-
no capita- feruarfì infieme in perpetua amicitia,& intelltgentia,& che Ferdinando
J1°* finge-
r b
ETTI M O. 209
$ ingegnale dì comporre infieme Cefare, il He di Franeia; acciò che tut
tinniti procedefjero poi contro, i Vinitiani : & permoftrard'ejfere in-
tenti non meno alle co fé communi, che alfe proprie sragionarono di rifor-
mare lo flato della Cbiefa , & a queflo effetto conuocare un Concilio; in
che non procedeua con moltaftncerità Ferdinando , ma cercaua nutrire
il Cardinale di F^oano cupidifjìmo del Tonteficato con queUa ff*eran?a;
con lequali arti pr e fé in modo l animo fuo, che forfè non con piccolo de-
trimento delle co fé del fuo Rgy s'accor fé tardi, & dopo molti fegnì, che
dimoftrauano il contrario, quanto fu/fero in quelTrincipe diuerfe le
parole dall'opere , & quanto fuffero occulti i configli fuo ì . Tarloffi
anchora tra loro della caufa de' Tifani , trattata tutto l'anno mede-
fimo da' Fiorentini coni' uno, & con l'altro: perche il He di Francia*
quando fi preparaua contra i Genouefi, ependo fdegnato contra loro
peri fauori dauano a' Genouefi , & parendogli opportuno aliecofejue,
che i Fiorentini ricuper 'afferò quella Città; haueua data loro Jperan-
%a , ottenuto , che hauefse Genoua , mandami l'efsercito , nel quale &
in tutta la Corte , era per la medefima cagione conuertìta in odio U
heniuolentia antica de' Tifani : ma fedita Hmprefa di Genoua ; mu-
tò configlio , per le cagioni , che l'indufiono a licentiare l'efsercito ,
& per non offendere l'animo del He d'Aragona , che afferma uà , che
dijporrebbe i Tifani a ritornare concordemente Jotto il dominio de' Fio-
rentini : dalla qual cofa il B^e di Francia Jperaua confcguire da Fio-
rentini quantità grande di danari . jL queflo medefimo , benché per
diuerfe cagioni s' indir i^a uà l'animo del Rg d'Aragona : ilquale fa -
rcbbe flato più grato, che i Fiorentini non ricuper afferò Ti fama co-
nojcendo non fi potere più conferuarla fen%a ffefa , &fen^a difficultà,
& dubitando non la ot tene ffero per mex^o del Re di Francia; haueua,
fperato di potere con l'autorità fua , quando era a J^poUjindurre i Ti-
fani a riceuerecon honefle conditioni il dominio de' Fiorentini, i quali gli
pr omette nano, \ ^accedendo queflo,di con federar fi feco,& di donargli in
certi tempi cento uenti mila ducati: ma nonhauendo trouata ne' Tifani
quella corrijpondentia,dellaquale gli haueuano prima data intentione*
per interrompere, che il premio non fuffe folamente del He di Francia;
haueua detto apertamente a gli Or atori de Fiorentini, che in qualunque
modo tent afferò di ricuperar Tifafen%a l'aiuto fuo; farebbe loro mani-
fefìa oppofitione : & al He di Francia per rimouerlo da' penfieri di ten-
tar l'arme, hora moflraua di confidare d'indur gli a qualche compofìtio-
ne;horadiceua i Tifimi effere fotto la fua protettone, benché queflo fu f
fefalfo: perche era uero i Tifani hauer la più uolte dimandata , & offer-
to di dargli affolut amente il Dominio, ma egli dando lorojemprejperan
7a di rìceuergli,& facendo fare il medefimo più ampiamente al Gran Ca
fitano; non mail'baueua accettatola in Sauona dtfcuffapiuparticolar
mente
■mente quitta materia, conchiufono eperbene, che Tifa ritornaffe fotti)
§ riTfafcK ' Fiorentini , ma che • ciafeuno di loro ne riceueffe premio . Le quaicofe <
che i S /ìmfobo Hgfttiìe , che i Fiorentini per non offendere l'animo del Re $*Ara-
sfucnar0d»n gùna pn'termcjjcro di dar quell'anno il guafto alle ricolte de' Tifarti , cm
c5po"aiccò. fa nellaqnale haueuano molta fperan^a : perche Tifa era molto efauft*
clSl£ ài Ufi totìaglie y e tanto debole di for^e ,che le genti de' Fiorentini corre-
Lhauifb- uaHC per tuttùt paeje inftno alle porte ,&i contadini più potentidinu-
ÌT^'ìo0 ém fhucmìm in Tifa ,che i cittadini , effendo loro molcfiifìimo il perde-
\A msttei rcj{ frutto delle fatiche loro ditutto Tanno \cominciau ano a rimettere
cfìfu-f^ Mai dal* fitto* ofiinatione. *#*' Tifani concordano più gli aiuti
gpuemato fcfoj 0 u\rìm \ perche ne Genouejì battutida tante calamita non erano
££«? V:u ì mettami penfien . Tandolfo Tetrucci ricufaua lo fondere, j&i
.qua] ici o ; HicheM , con tutto , che fempre occultamente di qualche cofa gli jcue-
SSrSg* :if]eroUon Menano foli tanta ftefa [ottenere . Tartircno da Sauona
^' *f * n le mcdefme dimoftrationi di concordia, & d'amore dopo quattro
ToTZtn' nòrmidùe J^e:l'uno per mare al camino di Barcellona, l altro je ne n-
sinu&iètt* %ynò pcrterrain Francia, lafciate l'altre co fé d'Italia nel grado mede-
rò .tfS fimo ,L con peggiore fodisfattione dell'animo del Tonte fice :ilquale di
uol,eu? so' miào pnfaoccafwne dal mouimento fatte da Annibale Bentiuoglio ,ha-
Sà ntCafu ma per lo Cardinale diSantaTraffede fattoinflantiain Sauonacol?j
quefto par. di FTancia^e o[t faajfe dare prigioni Ciouanm Bentiuogli , & Me-
ZìfiEi Miro fuo figlinolo J quali erano nel Ducato di Milano , allegando , che
tinj^h« Poi che haueuano contrauenuto alla concordia fatta permeo di Cja-
^ionS fante in Bologna; non era più il Reubligato adofferuare loro la fede
7criuc' data , & offerendo in cafo gli fuffe conferito quefto , mandare linjegne
del Cardinalato al Vefcouo d'Mbi. <Heg™* 'U' conHare della colpa
di coftoro , lacuale perche era diftofto a punire ;hauetta fatto ritenere
molti giorni Giouanni nclCaflel di Milano : ma non apparendo indicw al-
cuno del delitto loro, non uoler mancare della fede,allaqualepreten-
deua di efjere Migato: & nondimeno per far cofa grata al Tontefi-
ce ,effer dfbofto a tollerare , eh' egli con le cenfure , & con le pene proce-
de ffecontr a loro,comecontra ribelli della Chiefa ,cofi come non fi era
lamentato, Se in Bologna fulla caldera di qu e fio moto f uff e fiato éi-
flrutio da fondamenti il palagio loro . Trocedeua nel tempo mede/i-
mo la dieta congregata à Coftan%a con la medtfma emettanone de gli
hnowini, con laquale haueua hauuto principio. Laquaie tJ[^tattone.
C efare nutrì uà con uarie arti, & con magnifiche parole ,publicandoOi
hauere a pafare in Italia con efferato tale, the for%e molto maggiori ai
quelle delBj di Francia, & de gli Italiani uniti m fieme non potr ebbe-
ne refifìeroli : & per dar maggiore dignità , & autorità alla cau-
fafua , dimoiando effergli fifjb nell'animo il patrocinio della Cbieja ; ha-
ueua perfue lettere fignificato al Tontefice,&al Collegio de Cardi-
• na li,
SETTI M O. u>$
« nali,* bauere dichiarato il Re di Francia ribello,® nimico del [acro Impe
rio; perche era uenuto in Italia per trasferire nella per fona del Cardinal tori oiua-
>di Roano la dignità Pontificale,® in (e la Imperiale,®- per ridurne Italia *ómdì <on
. ,d ,% . r l ' j „ molto <hf-
' tutta in acerba Joggettione;prepararfi per uemre a I\oma per la Corona, cordanti da
& ter iflabilire laftcurtà, ® la libertà commune, ® che afe per la dhni *Jl!efta hH}°
tà Imperiale Auocato della Cbiefa,® per la propria pietà de fiderà fiffvmo ehi ta nu> ì
di e [alt are la fedia ^Apofiohca ; non era fiato conueniente affettare d'effe ft ^bn?
i /» 1- ^ ir* •/«%•* diluircene
re ricbiefto,o pregato di tjuejto; perche japeua u Pontefice per paura Maffimdia-
d/ f <*«£/ malìefferfi fuggito da Bologna; ® la mede/ima paura impedire, £££',["* $
che né e%li,nè il Collegio non factfjero intenderei loro pericoli,® d'iman la Dieta di
daffero di effer foccorfi . Significate adunque in Italia per uarij ani fi le J^MtìSra
co fé, che in Germania fi trattauano,tr aportate ancora dalla F Ji M <A »\ke <*« Frà-
maggiore,cbe la uerirà , ® accrescendo fede a quello che p udii e amente fé ne fanoni
ne diceua i pr eparamenti gr andiffimi, che faceua il Re di Francia , ilquale tiencDìco-
fi crede tta,cbe non temeffefenya cagione;comoJfono molto gli animi di t ut- fquefta r>*e
ti,chi per cupidità di cofe mio uè, chi per fperan^a,chi per timore,:n modo, ta,iaquai dq
-che il "Pontefice mandò Legato a Cefare il Cardinale di Santa Crocce i Vi i°n-nò àu?A
nitiani , e i Fiorentini,® dal Marche fé di Mantoua in fuor a, tutti quevlì gofto nno
* t O JC07 i<\ tiat
■che in Italia dipendeuano da fé mede fimi, gli mandar ono,o fono nome di tatojdeifof
jLmbafciatori , o (otto altro nome b uomini propri]. Lequali cofeanguflia §p,cJ"; ?*?
uano molto l'animo del Re di Francia, incerto della uolontà de Vinitiani, haumo" da1
& ìncertiffimo di quella del Pontefice ; fi per l'altre cagioni antiche , & Vl ™!-' m » !
specialmente per l 'battere eletto a quefla Legationeil Cardinale di Santa chegiihaue
Croce, defiderofo molto per antica inclinatione della grandezza di Ce fa- "*"£ ^uer£*
re : & certamente la uolontà delPontefice, non che fuffe manifesta agli re deU'Auf-
altri; non era nota afe fleffo : per che hauendot animo pienodi malafodif x^q^^
f attione,® difojpetti del I\e di Francia; tal uolt a per liberar fene, la uè- uore al Re
muta di Cefare defederà uà; taluolia la memoria delle antiche controller- ^ùfS^'
fie tra i Pontefici,® gì' Imperatori lo fpauentaua, confederando che anco Milano: dai
ra durauano le mede/ime cagioni: nellaquak ambiguità diff crina a rifol- JJf ^ J£m -
Merfi , affrettando di intendere prima quelh, che fi de/iberaffe nella Die- fta cagione
„. ' "J .-'j* ... i , \ • '• /• / rr ì r offefo,&P-
ta : CJ» perciò procedendo con termini generali ; haueua commefjo al Le- Che hautìa
gato, che confortale in nome fuo Cefare a paffare in Italia fenxa effer- ^ Duca d'-
eh '0, offerendogli maggiori ho mèri , eternai da Pontefice alcuno f uff ero dato ra fi-
flati fatti nella incoronatane de gl'imperatori. Ma cominciò non molto zÌÌU°}*?r.?-
• i- • • ìì n ì ìi i i ìi • • i iì ' i mena aliuo
poi a diminuire l ejpettatione delie deliberatiom della Ditta : perche,co nipote car-
me in Germania fi feppe, che il I\e di Francia haueua fubito dopo la uit lo * fI0Pj?fc
iì /*;•• i>/T** _yj • » * ir* i anco la lua
tona de Genouefi ucentiato lejjercito, ® che poi quanto più prefio ha coronatio-
iteua potuto s'era ritornato di là da' Moti -, fi raffreddò molto l'ardore de ne: e "! ul"
à ' * JJ hìo ui tu co
Prìncipi, clufòlaguèi
ra conerà i
Yinitlani,5c centra clii uolefledar loro alcuno aiuto. Ma paretene l'opinion di quefto auttore Ila di più te-
de,per le xifolutioni,ch'egli mette poco appieffbjche ìuron fatte nella Dieta.
Ce
L I B R O
Jifincìpi, & de popoli }ej]endo affato il timore >ch' egli teniaffe di ufurpa
t e il TontcficatOì& /' Imperio ; \iè: effendo in tanta confiderai ì, ne gli altri
intere fjì publici , che come il pia delle uolte accade, non f uff ero- [operati
da gli intere)]} privati: perche altra l'altre cagioni era difiderio inuetera
to in tutta Germania , che la grandezza de gl'Imperatori non fu fife tale,
che gli altri ( 'afferò corretti ad ubidir io. libane uà il l\e di Francia man
cato dì diligentia alcuna alla caufafua:percbe a GoHan^a mandò occul-
tamente h nomini prcprijjqvali non fi dimoftrado in pubdeo/ma procederi
do fegretffimamente', fi sformavano con occulto fattore dcVrincipi amici
fuoiydi mitigare gli animi de gli altri , purgando le infamie , che gli erano
fiate date, con l'evidentia de gli effettivi cbe,comebebbe ridotta Genòtta
alla ubidientia fua; batteva cofi fubit amente lic enti ato l'efferato; et egli,
benché rimafo in Italia fen^arme , efjerfene quanto più prcflo lyaueua pò
tuto,ritornato di là da' Monti; & affermandole nonfolo fi era fempre
aflenuto con l'opere da offendere l'imperio Romano,'ma in qualunque con-
f ed erat ione, conuent ione, o ubligatione , che baueua fatta ; bavere fempre
eccettuato , di non uolerefftre tenuto a co fa alcuna contra le ragioni del
facro imperioiet nondimeno non confidando tanto di quefle giuftìfi cationi)
che non attendeffero con diligentia grande, & con la mano molto liberale
a temperare là ferocità dell'arme Tedefcbe,con la potétia delCoroidelqua
a c^uefte le,quella natione è auidiffima. Terminò finalmente il uigefimo giorno d'.A
Soni 'ferma gofìo la Dietajiellaquaìe fu determinato dopo molte difbute: B Che al Pxe
te
ta
za
ndia Die fa* Bimani per fé gui tarlo in Italia fusero dati otto mila caualli,& uen-
,fcrmono tidve mila fanti pagati per fei mefh&per laffefa dell'artiglierie,^- l'ai
gii oitra- tre (he fé Hraordinarie cento uenti mila fiorini di Rgno per tutto il tempo:
montani, , _ * '. _. ~ n':^ ^;/*;™l Lìì^C.foiAi-^Sca^ ai c„„ ^JL
nkìaui, co- rl HMdiÀJe M affimi lìano bauefle cdfentìto,che la imprefia, benché fitto il
me ho nota J JJ J 'J J± •; •" * . » J »i>l L- •
to beili pce gouerno,& con figlio fuo; fifaafje intieramente in nome dell imperio* cjr
déte annots cjje per or^nc fcH0 imperio i Capitani fi eleggeffero;& fiotto il nome me-
defimo le genti fi comandaf]eu;a chela difiributione de luoghi,che fi ac-
quiìlafferOifi facefi e fecondo ladtterminaticne della Dieta:ma non uolen
do MaJTimiliano altro compagno,o altro nome che il fvo,nè che £altri,che
fuoi, benché fiotto nome dell' Imperio bufferò i premi] della vittoria :& con
tentando fi più di queflo aiuto in quefio modo,cbe in altro modo di maggio
re;non fu fatta altra deliberationtdaquaUJbencbenan corrifpcndcfje al-
la emettanone degli hvomini prima conceduta; nondimeno «0 affata per
ciò in Italia il timor e, che s baueua della paffita fua: perche fi confiderà-
ua,cheaggiutialle genti fiabilite nella Dieta gli aiuti, che gli darebbono
i fudditi fuoh& quel eh' egli potè va fare da fé mede finmhar ebbe effercito
molto potente>& di gete tutta feroce >& effer imitata alla guerra >& ac-
compagnato
SETTIMO. >oi
ctipagnató con infinite artiglierie >ilche facenti, più formidabile Tefferegli
m per la difpofitione della natura, & per lo Ingo effercitio nel'Carme, a pe- \^™Jf£{
vitifìimo nella disciplina militare, & baflàte afoftenerecon le fatiche del cefarc moi
corpo,& co la folle cit udine dell' ariamo qualuque grauifìima impreja;& "e^c^B
perciò in maggiore cftimaticne }cbe già cent1 'anni fuffe flato alcuno Impe- intetuenne
rotore* .Aggiugneuafi,che continuarne te trattano, di condurre a gliflipe- subho°?at-"
dijjuoi dodici mila Sumeri: alla qual cofa benché il Bagli di Digiuno , & to impera-
gli altri madati dal f{e di Fracto con grande incanti a fi oppone/fero nelle ^a' f"^J
diete di quellonatione,riducendo in memoria la. cofederatwne cotinuata chi nella
tanti anni co %e di Francia,et cofermata poco innari co quefto mede/imo gu^ccò^
F\£y l'utilità, che n'era per 'tenuta negli huemini loro,& da altra parte la Dipoi aliai-
mmicìtia inueterata con la cafa cC^Auflria.cy- la grane guerra haauta co gna*&gu«
hi a filmili ano, & quanto fuffe perniciofa a loro la graderà dell Imperio; seggio con-
tiodimeno moftranano no picciolo inclmatione di fodìsfare alle dimaàe di J^de'qua
CeCare,o almeno di no pigliare l'arme cotra lui,hauedo,Cecodoficredeua, li hebbf u,t
* " toris * &. tu
rifletto a non offendere il nome comune della Germani ajl quale parelio pu detta que-
ir anneffo a anello mouimeto. Onde n.olci dubitauano, che il He dì Frodo fta la_ suet-
•> J-J> rr L r i - i > /• « • • r m e ...... ra graie, co
in cafo fuffe aboMónatù aagli Suix^ert,o non fi unijjerojeco t Finitiani, mèictfàì di
non hauédo fanteria potete a re filiere a' fanti de nimici»& fferàio,che il pp"v^be-
furorTcdefco entrato inltalia come un tonete,shaueffe per mttcamHo di in gtà nu-
danariprtflawete a rifoluer sfarebbe ritirare legetìfue alla guardia del ™t\°nc\ró
le terreiegiàfi uedeua,che co gràdifitma celerità fi fortificati ano i Borghi tado di vPi
di Milano, et gli altri luoghi più ìportati di quel ducato.NjlU quali agit* "j^^"^!
tioni,et apparati no ero minore perplefiita* nelle meti del Senato Vinitia gii perdona
nocche negli altri:&p effere digradiamo momento la loro deliberatone , j^S,011^
graà-fi'me erano le diligetie,& Coperebbe fi faceuane da ciafeuno per con latino dei_
^ giugnerli a fe.Terche Ce fare uhaueua in fino da princìpio madato btre 0- f^^l
ratori huomini di grade autorità a far inftàtia,che gli cocedeffero il paffo to lo (tato
per lo tenitorio loro: anTJ no conteto a quefla dimoia ,gl'inuitau 'a a far fé ^eVrnfl-
co più (Ir etto co?:untiouetcd patto,che particip afiero de prendi della uh- méte tu pò
». Q . /> - j rr ■ r i t r j r l co appretto
toria;& per contrario dimcfirado effere mfaculta jua di concordarli coi dau>armj di
2?* di Francia con quelle coditioni a pre?iudicio loro, che tate uolte in di- lui coftret.
ì-^i- «-t n JL i i n j- ti • itoa uenire
uerfi tepigli erano Uatepropojte. Da arraparteli PKe ai Francia con gli H Duca dì
jLmbakiatori Cuoi apprtfìo a quel Senato,& co C jLmbafciator Vinitia- Gheldre ,
, r. i ' r£r i • - tr j- r - jtl i- j cheghsera
nocche rtfedeua appreffo a lm;nù cefjaua di fare ogni opera per dijporli ad ribellato co
ovvorfi co Carme alla uenuta di Cefare,come pemitiofa all'uno ejralC al- tra- becera
tro, off ere do almedefimo tutte le for^ej uè, &di cojeruar con loro perpe guerra con-
t uà co federatone. Ma non piaceua al Senato Fra tiano in quefio tepo che ^av^h^fa
lo & di Uohe-
mia con tanto fpauento di quel Re nimico, che uenne à chieder pace con quelle conditioni,che piacquero
all'Imperatore: talché per tutte quelle imprefe felicemente ammi iitrate,acquiitò la tiputatione, che qui è
fcritta, ilche tutto ho cauato da auttori Oltramontani.
b Quello medefimo fi legge ncll'hiftorie del Bèbo,nel lJ.7.doue mo£ìra,che Cefare,arguédo dalla poca fede
del Kedi Fràcia;nópur domandoli Pa.soa' Vinitianiim : tentò d'unirgli fcc^„ & difunirgli da' franceU.
Ce i
• An.rr" L I ■ B R O
gtntiihuo- la qnete a Italia jt p?rtumaff&: ne gli moueua a dcfiderar nuoui tu-
?o ,chelll! muitl ia IPcran<K.a propofla dell' amphatione dell' Imperio, battendo per
(ti h'bn icnf la efier lentia conof cinto, che l'acquifto di Cremona non era contrapefo pa
cVliloio di n'4' 'Jolpctth& pericolane quali erano continuamente ftaii3poi chaucua
Guerra di no Ijauitto il Redi Francia tanto ideino : uolentieri fi farebbono risoluti
uSdu'e'nd alUnentralitày maftrcttiy&infcftatida Ce far e erano ne ceffi tati a negar
pdmo libro gli, 0 concedergli il puffo : negandolo ytemeuauo befferei primi moUfìa-
mUfat tl: concedendolo, offendevano il B^ di Fr •ancia y perche nella confederano
o.auoi
te nel sena ne, ci/ era tra loroy efbreff amente lì probibìua il concedere puffo a nimici
to di Vine- », , Jn f , n r j[ . , , _,, r JJ '*«*»»**
u'a io^raq- timo dell altro: & cono] ceuano,che cominciando ad offenderlo -, farebbe
-° [gag- imprudentia,paf]ato ebefuffe Maffimiliano.fi. ir e ociofì a u edere Vefito del
fiuatu:mt la guerra, & affrettare la mttoria di color o, de' quali t uno farebbenimi
quaglie- ci$mo al n°me vinitiano W altro non hauendQYkeuiito altra fodisfat-
logli Orato
tione, che tfetfer Inficiato paffare;non farebbe loro molto amica, per le
maNfael!X %uali ragioni ciafeuno di quel Senato affermattaeffer neceffario aderir fi
uno dclnu, f copertamente ad una delle parti ;ma a quale fi baneffero ad aderire,
drHoli^r- erano ÌH ™ "fa tanto grane molto diuerje le fententie : & poi e h, ùbero
ta.se a non allungato il farne deliberatione quanto poteuano, non fi potendo più fio
kfedY, gc. genere ^z inftantia, che ogni dì ne era loro fitta, ridai tifi finalmente a
amjcitia col farne nel con figlio de' àT retai ultima detcrminatione/ìiiccolo Fofc arino ^
Redi F-ian #\ • n r • v
cia.& nella parlo m quejia fententia .
ieconda un' Sefufje in noftra potefidypzefiantifììmi Senatori di far deliberatane .me
auto plua- »• . / / , * . r > ? w * , . •«
de, chcs'at «tante laqualene mouimentt,e tranagltyC horas app are cebi ano y fi confi r
te"da &Ia uaSe 'm Pace l* noftra Bsepublica, io fon -certi (fimo, che tra noi non fareb-
làinicitiadi be uarietà alcuna di pareri , & che ninna fberanya,cbe ci fuffe propofta
ghÌ?"?"*" C% farcbbe inclinare a una guerra di tanta $efa,& pericolo ,q vanto fidi
iìmiimeme moflra battere a effere la prefente. Ma poi che per le ragioni , lequaliin
gétiilmorao auefìi dì fono Hate tante uolte allevate tra noì;non fi puòfberar dì confer
H senator l r . a . . . r j i i ■ i • r , •
viniti.no di uarji in qucjta quieterò mi perjuado,che la principal ragione fu laquale
gra dottrina babbi amo a fondar la nofìradel'.beratiomyfia il fermare una uolxa in noi
oc ai incapa */»•/* » i
xabii bontà, medefimtyfe noi crediamo,c\K tra il l\e di Francia,e il f\e dey Bimani diffe
bifha ferii' rat0>cbe farà delfamicitia noftra fia per nafter unione, o fé pur la nimici—
to l'hiftox» tiayCÌìè tra loro fia sì potente,& sì ferma , ci/ impedi fca non fi congiunghi
uw,a& Sue" nG:ferc^e quando fu (fimo ficuridiqaefiù pericolo, io fen^a dubio approue
èc fcriue ari rei il non partir dall' amicitia del R; di Francia,pcrche congiunte con buo
«eMib^o! nafede le forile nofire con Ivfue atta dì fé fa cernirne; difenderemo f adirne- ■
cheDomìni te lofiato noftro',& perche farebbe con più honore cotinuare,li cofedera--
PaoioBaiw,1 tione,cbabb\amo feco,cht partircene fenica e. . idete cagione ; et perche co
& Andrea più laudeyetfauor di tutto il modo farebbe L'entrar in una guerruychauef
figliare che fif titolo dì uolvr cofcruar la pace dyltalia,cbe cogiugnerfi con quell'armi,
s'acceiraffè che manifefiamete ficonofce,cbe fi predono $ far gr ade perturbationi : ma
ài ccaie . quando fi prefupponeffe pericolo di quefla Htiione,non credo Àche fia ninno,
che
S E T T 1 M O; iòj
che negaffe,chefuffe da preuenire: perche farebbe fen%a comparation più
utile unir/ì col Re de' Romani centra il Re di Francia, che affrettare , che
l'uno & Veltro fi uniffe cantra noi: ma quale di quefio Labbia ad efjere , è
difficile far giudicio certo ; perche depende n* >folo dalle uolontà d'altri ,.
ma ancora da molti accidenti,ct da mol i cagioni, che appena lafcianoque
fla deliberinone in potefìa dì chi l'ha a fare : nondimeno p quel che fi può
confeguire co le cogetture><&per quello che del futuro infegna Vefperictia
del paffato,a me parefia co fa molto pericolo fa, & dafìarne con grandiffi-
mo timor e:per che dalla parte del l{e de* Romani non è iter ifimile, che hab
bia hauere molta d.fficultà per V ardente de fi der io, che gli ha dipaffare in
ltalìa,et poterlo difficilmente fare fé non fi congiugne, o col Re di Francia,
o con noi:&fe bene defideri più la congiuntione noHra;chi puòdubitare,
che efclufo da noi.fi congiugnerà perneceffità col Re di Franciahiongli re
(landò altro modo da peruenire a i difegni fnoi ,D alla parte del Re di Pran
eia apparifeono a quefìa unione maggiori difficulta,ma non però a giudi-
cio mio t ali,che peffiamo prometter cene ficurex^a alcuna-.per che a que~
Ha deliberai ione lo poffono indurre il foretto, &l'ambitiont 'yjìimoli po~
tentiffìmi,& foli ti eia Jc uno per (e a fare mouimenti molto maggiori: egli
nota Vinftantiaychefa il B^e de Romani della nofira unione, & benché fai-
famente,pure mi furando la mente,&gli appetiti no fìri dafefieffo\può dii
bit areiche la fufpicione,che noi habbiamo di non effer preuenutì da lui, ci in
duca a preuenire spendo maffxmamente efferci noto quello,che tanto tem
pò hanno trattato infiemc cantra noi:puo ancora temere, che l'ambitione
ci mouajperche non dubiterà* efferci offerti partiti grandiffimi:& da que
fio umoresche me^o è bafìante ad affìcurarlo? 7^0 offendo co fa alcuna
naturalmente più fofbcttofa , cheglifìati;puo oltr a Ufo/petto muouerlo
Vambitione per lo defiderii), che lappiamo, che ha della citta di Cremona,
accendendolo a queflogli (limoli de Milane fi ,& non meno V appetito d'oc-
cupare tutto lo fiato uccchio de' l^if conti, nel quale come nel reflo dd Du-
cato di Milano pretende titolo hereditario:& a q ut fio non può filtrare di
peruenire fé no fi unifee collie de' Bimani .-perche la l{epublica nofira è pò
Unte per fé medefima , & a fi alt andò ci il Re d'i F rancia da fé folo,f ir ebbe
fempre in potefià nofira congiugnerci con M.iffimiliano: & che quefìi per*
fieri poffino tffcre,ax\%i. ftmpre fieno flati in lui,nefafede manifesta , cht
mai ha ardito di tentare d opprimer ci felina qutfla nnione, laquale efiedo
il camino uero, che può codurlo alfine defiderato,perche no dobbiamo noi
crederebbe finalmcte ui s hab bia a difporniT^e ciafficurida queflo timo
re il co fi der are, eh e a lui farebbe inutile deliberatane, per acqui fìar due,o
tre citta,metterein Italia il Re de' Romani nimico fuo naturale,et dalqua
le sepre alla fine haurd mok\lìe,e guerre,ne mai amicitia,feno inceri a,et
che co fi incerta gli bifognera coperare,e foficncre co fomma infinita di da
nari,£ckefe hafofpetto,chenoino ci uniamo colBje de Romani gli parrà,
C e ? chel
1 I B R O
che l prevenire non lo metu in pericolosa lo ajficuri: an%i quando bene
non teneffe di quefla unione, giudicherà forfè nece/Jario confederar fi feco
per liberar fi da i trattagli, & pericolile poteffe hauere da lui,o con l'a-
iuto della Germania,o itm altre aderentie, & occafioni: & con tutto che
potefferofuccedergli maggiori pericoliceli I\e de Bimani cominciale a
fermar piede in Italia E X^T^Hyi commune degli huomini temere pri
ma i pericoli più uicini,&]hmare più che non conuiene, le cofeprefenti; e
tenere minor conto,che non fi dtbhe delle future,& lontane: perche a quel
le fi poffono (perare molti rimedij da gli accidenti, et dal tempo. Dipoi qua
do bene il fare quefla unione non fuffe utile per lo J\e di Francia-,non fia-
nco però ficuri,ctieglì non lloabbia a fare. Ì{on fappiamoì noi quanto ho
ra la paura.hora la cupidità acciecano gli huomini ì T^on conofciamo noi
?0Hdeibna '* a natura de' Francefi ? leggieri ad imprefenuoue,&che non hanno a
!ura de'Vri ma> la {peranno, minore del defiderio i non ci fono noti i conforti, & lofi
p'and §f ferte baflanti ad accendere ogni animo quieto, con lequaUèflimolato con-
J.a ora*', tra noi da Milane fi, dal Vap a, dà Fiorentini, dal Duca di Ferrara, et dal
Su! ho no Marchefidi Mantouaì GLI huomini non fino tutti fa iti, an%i fino pò
tato quanto chiffwii i fau'h & CHI ha fare pronoftico delle deliber ationi d'altri;deb
fcifogna, benonfi uolendo ingannare, hauere in con fiderai ione non tanto quello,
che uerifimilmente farebbe un fauio, quanto quale fta il cer nello, & la
natura di chi ha a deliberare. Terò,chi uuol giudicare quello, che farà il
I{e di Francia , non auertirà tanto a quello, che farebbe officio della pru-
dentia,quanto che i francefilo inquieti,& leggieri, &\ oliti a procede
rejpeffo più con calde%£a,che con con figlio: confedererà quali fieno le natu
re de Trincipi grandi, che non fono fimili alle noflr e, nere fiflono sì f adirne
te a gli appetiti loro, come fanno gli huomini priuat'uperche affuefatti ad
ejfere adorati ne' Regni fuoi,& intefi,& ubiditi a cenni ;non filo fono al-
tieri,& infolenti,ma non poffono tollerare di non ottenere quello, che gli
pargiuflo: & giuflo pare ciò che defiderano,perfuadendoft di potere fpia-
nare con unaparola tutti gì ' impedimenti, & fuperare Urtatura delle co-
fe: anyi fi recano a uer gogna il ritirar fi per le difficultà dalle loro incli-
nationi,& mi furano comunemente le coje maggiori con quelle regole, con
le quali fino confuetì a procedere nelle minori,configliadofi non co la pru
- de itia,& con la ragionerà con la uolontà,& altere%^a:de quai uitij co
munia tutti i Trincipi, no farà già alcuno,che dica che i Francefi no par
ticipino.Von uedemmo noi frefeamete Veffempio del Regno dì 'Xapolthbc
dal Re di Francia indotto da ambitione,& da inconfideratwne fu conjenti
ta la metà al Re di Spagua,per hauere egli l'altra metà,no penfando qua-
to indebolijfe lafua potentia,unica prima tra tutti gL' Italiani, ti mettere
in Italia un altro Re,uguale a lui di potentia , & d'autorità: ma che an-
diamo noi per congetture in quelle coje, delle quali habbiamo la certe^ì
S *Non è egli coja notiffima quello,che trattò il Cardinal di Roano,con que-
SETTIMO. 206
ti defuoi difegnitperche né per fé mede fimo baueua danari,che gli baflaffero a y 0n frì
a condurre gli Sinceri , &far tante altre Jpefe > ci? erano neceffariea tanta Panuino ia
imprefa ; ne ilfuffidio pecuniario , che gli bauea promeffo la Dieta,era tale > ch^flceiSc
che pot effe fupplire ad una minima parte della uoragine della guerra; & quel co miti js
fondamento, fui quale fin da principio baueua fperato affai >c he le Communi- ^one pie
che fé ben nel principio uifuffero flati inclinati molti ^nondimeno non hanen- d,dle ^uali
do corrifpoflo le condizioni della Dieta di Coflan^a ali * emettanone \ che l'im- Hmpemo-
prefa haueffe a efferpiupreflo di tutto l'imperio, & di quafi tutta la Germa- re : & doP°
nia,che fuapropria , & uedendofi le preparatali del Re di Francia potenti , le fcr?ue,che
& la nnoua dkhiaratione de Vinitiani;ciafcunoflauafoffefo, né ardiuaaiu paPaC>mé
tandolo di quella co fa, delinquale baueua più d ibi fogno , fare offe fa sì graue uè Scorti
il Re di Fr andarne le dimande di Maffimiliano erano nel tempo, che fi hebbe ^d2jj °J^j
naggiore ffauèto di lui,flate tali,cbe con la fua facilità baueffero indottogli pemJr deli
huemini afouuenirlo : perche & a ciafcuno,fecodo le [uè conditioni;dimanda X%b\l aTto
uà affai, & ad ^Alfonfo Duca di Ferrara^ ilquale pretendeua effer debitore a ini di am-
Bianca fua moglie della dote d'Anna fua forella , morta molti anni innanzi ^plrfo ,
nel matrimonio d'^lfonforfaceua dimande molte ecceffiue , & a Fiorentini fin che dal
intollerabili, a quali il Cardinal Briffiniéfe, che trattaua a Roma le co fé fue, !f"?Cno «
tf i 1 ' 1 1 • n re* l'i s* ■ mano huh
ejje?idogli da lui fiata rimefja la pratica della loro compofitione;baueu.i dima fa ftato có~
dato ducati cinquecento mila : laqual dimanda immoderata gli fece fermare de^er^ue"
in qmfla nfolutione di temporeggiare feco in fin a tantoché deprogreffifuoi ftc fogHono
fi uedcffepiu oltre -nondimeno hauendo rifpetto a non l'offendere >fcufarfì col f ! ekTti "e-
Re di Francia- che dimandaua le genti loro, non potergliene dareipzrebe era- nire a Ro"
no occupate nelguaflo.che con grande apparato fi daua quell'anno a Tifani; ITnceuer a
& perche hauendo cominciato di nuouo 1 Genouefh & zìi altri memi ad aiu Corona d'o
/• m l n • . , , _, ro: dopo !a-
targti;erano neceflitati ajtare continuamente preparati contra loro. Vero no quale fon
potendo Cefare aiutar fi, fecondo baueua difegnato, de danari de gl'italiani , chiam^!l™
perche folamente hebbe da' Sanefifei mila ducati; fece inflantia col Tontefi- A^gufti'.'Lo
ce, che almeno gli concedeffe di pigliar cento mila ducati :i quali rifeofìì prima dou:co BV.
• ^ • r ii, • 1 • i re , Kì r- uaro "ondi
m Germania Jotto nome della guerra contra 1 Turchi, & effendo a quefto ef meno fi stbt
[etto cufloditi in quella Trouincia ; nonfipoteuano fen%a Ucentia della Sedia j?i}?£ì ^1
lApoftolica in altro ufo conuertir e offerendo }ch e fé bene non poteuafodis fare fon d'annui
alle fue dimande di nonpaffare in Italia con effer dio; nondimeno , che eome nYdef ra r>l-
haueffe reflituitì nel Ducato di Milano i figliuoli di Lodouico Sforma, ilpatro ma però ii
cimo de' quali pre tende uà per far fi ipopoli di quello flato più fauor aioli , & com^fnToTé
meno efofa la fua p affata Jafciate quiui tutte le genti; andar ebb e fenT^ arme « non moi
a a Roma a ritenere la a Corona dell' Imperiormaglì fu fimilmente negata que- l°nif^0 |u
fla dimanda dal Tonte fice , ilquale non fi uedeua inclinare in parte alcuna , Ometta co
1 ,. ronaduque,
armo- cne Mafiì-
milhno noleua uenire a riceuere a Roma,era per hauer d^l Pontefice la confermation dell'Imperio, de farli
chiamare Augufto, quantunque di Copra nell'oration ch'eifecea' Principi deila Dieta, egli i'h abbia clùarna,-
taioiennuapmd»cefimoaia,che di loitanùa:il che è ferino a cax.j$7.
LIBRO
'iimoflrandoglì,che in queflo fiato delle cofe non poteua ferina molto fuo peti-
colo provocare Ianni del Re di Francia centra fé : nondimeno Maffimìliano
cofiituito in quefle difficultà , com'era fiollecito, confidente, & che con fatica
incredibile uoleua afifeguìre da fé medefmw;non ommetteua alcuna di quelle
cofe, ih e confermerò ìa fama della paffatafua,wuiando in più luoghi a con
fini d Italia artiglierìe, folk citando lapratica del codurre i dodici mila Sui1^
Xer'n i quali interponendo uarie dimanda & proponendo molte efentioni ; no
gli dau ano ancora certa rifolutione;& folleatando le genti promefife, & traf
ferendofi per ferialmente ogni giorno da un luogo ad un altro per dinerfe efpe
ditioni )n modo, che fiondo gli huomini molto confufneranoper tutta Italia,
quanto ?nai fu fiero in co fa alcuna,uarij i giudici], hauendo altri maggiore con
cettoiche mai di quefta imprefa,altripenfando,che andaffepiuprefto a dimi
milione >che ad aumentodaqualeincertitudine accrefceua egli, perche fegre-
tìffimo di naturamn communicaua ad altri ifuoi penfieri , & perche fuffe-
ro meno noti in Italia Mueua ordinatole il Legato del Tontefice, & gli al
tri Italiani non feguit afferò la per fona fua , mafie fero apparati in luogo fer-
mofìiori della Corte.Già era uenuta la fefliuità di San Gallo , termine deftina
io alla congregatane delle genti , ma non fé nera condotta a Cofian%a altro ,
che pìccola parte , né fi uedeuano qua fi altri apparati di lui , che mouimenti
d'artiglierìa, & l'attendere egliconfommadiligentiaafarprouifwnìdìda-
nariper diuerfeuiewnde effendo incerto con quali for%e, & in qual tempo, et
da qual parte haue fife a muouerfifo entrar nel Frìulifo da Tremo nel Verone-
fe-altri credendole perla Sanoìa,oper la uia di Como affalterebhe il Duca
to di Milano,effendo feco molti fuor'ufciti dì quello flato me filando fi fen%a du
hitatione,che non fiace fife qualche mouìmento nella Borgogna; fi faceuano da
quellì,che temeuano dì luì potenti prouìfionì in diuerfi luoghi . T'ero il He di
Francia haueua mandato nel Ducato di Milano numero grande di genti a ca
uallo,& apiedì,& faldato oltra l? altre prepar adoni per difefa di quello flato
nel Reame dìJ^apoli, con permiff ione deÌReCatolico, contrada Cefareper
qucfiograuifììmamentefi lamentò .duemila cinquecento fanti Spagnucli, ha
uendo nel tempo meàefimo Ciamoni e, dubitando della fede de Bonromei,oc-
cupato alimprouifi) Mona. Caflello di quella famiglia fui Lago Maggiore .
In Borgogna haueua mandato cinquecento lance fiotto la Tramoglia , goner-
nator disella Trouincia : & per diflrarre in più parti ìpenfieri , & le forte
dì C efare ;daua continuamente aiuti. & fomento al Duca di Ghelderi, ilqua-
le móleflaùd ilpaefe di Carlo nipote di Ce fare. Haueua oltra queflo mandato
a Verona Gianiacopo da Tnul^con quattrocento lance Fr ance fi, & quat-
tro mila fanti in foccorfo de Vinìtiani,i quali haueuano fermato uerfo Rotte-
rhperopporfi a mouimentì,che fi faceuano uerfo Trento, il Conte dìTitiglia
no con quattrocento huomini di arme, & molti fanti, & nel Friuli ottocento
huomini danne folto Bartolomeo d'Muiano ritornato più tempo innanzi a
gliftifpendij loro. Ma fi dimoflrò daparte nonpenfata il primo pericoloiper-
che
SETTIMO. 109
mefite non fen%a difyiacere del Re di Francia , ilquale difjuadena t irritar 9
tanto il Re de' Romani: ma per effcrper l'ufo del Golfo di Vinetia molto u-
tile a loro commertij,& enfiati dalla profferita della fortuna ; erano difpofli
afeguitare il corfo della uittoria:pero hauuta che hebbero Triefli, & la ree-
4 ca,prefero a Tor fonone, & dipoi Fiume terra di Schiauonia, che è a ri [contro a Porinno-
d'Jknconadaquale terra abbruciarono, perche era ricetto delle nani, chefen- ?c dc'j;c. '■ ^
•Ripagare i datijpofli da loro , uoleuano paffire per il mare ^Adriatico : & doaibbafda
paffatepoi l'alpi prefero Voffonia,cbe è ne confini delt angheria. Quefie co |?r,D*i \!!^
fé fi faceuano nel Friuli, Ma dallaparte uerfo Trento l'efferato Tedefco,cbe àcAi-.u' qua
era uenuto a Calliano, uillafamofaperi danni de' Vinitiani , perche appref- \ £ ™" crfJ*
fi a quella poco più di uenti anni innante era flato rotto,& ammalato Ru *otc , & ri-
berto da $*n $euerino,famofiffimo Capitano del loro efferato iaffaltò tre mi- uedho'r cor
la fanti de' Vinìticmh chefotto Iacopo Corfo , Dionigi di Wgldo , & tritello naro,ch?£ji
da Città di caflcllo erano a guardia di Monte Brettonico: i quali ancora , che ienxie?ì %
fuffero affai bene fortificati fuggirono fubito su uno monte uicino, e iTcdefcbi &J* ■*&*
deridendo,®' giuflamenteja uiltd de fanti Italianharfe molte cafe, &'$ia dch'a'^o-
nati i ripari,che erano fatti al monte ^ritornarono a Calliano: dalquak fucccf j£*yje^
fo inuitato il Vefcouo di Trento , andò con due mila fanti commandati , &
parte delle genti, che erano a Calliano a campoaRiua di Trento, caftellopo-
ftofu'l lago di Garda, douegmil Triulzjo haueua mandato [ufficiente guar-
dia: & hauendo battuta due giorni la Chi e fa di San Francesco, & fatta meri
tre uiflauano qualche correria nelle uille circoflanti a Lodroneyduemila Gri-
giori , che erano nel campo Tedefcofolleuatifiper difeordia di piccola impor-
tanza ^natane" pagamenti depredarono le uettouaglie del campo :doue effen
do ogni co fa in difordine, & partiti quafi tutti i Grigioni; il refto dell'efferci-
to,che era fette mila huomini ;fu coflretto a ritirar fi :per la leuata de' quali
feorrendo le genti Vinitianeper le uille uicine,& andando tre mila fanti de
loro ad ardere certe uille del Conte d'^Agreflo , furono meffi in fuga da i pae-
fani, & mortine circa trecento . Ma effondo per la ritirata de' Tedefchi dal-
la Riua,rifoluta quafi tutta la gente, e i caualli, che erano mille dagcnto riti-
r atifi dall alloggiamento di Calliano in Trento , le genti de' Vinitiani la mat-
tina di Tafqua asfaltarono la V tetra, luogo lontano da Trento fei miglia: ma
ufeendo al foccorfo le genti, che erano in Trento; fi ritirarono, & dipoi affit-
tarono la Rocca di Crefìa , paffo d' importanza , che s'arrendè innanzi ui ar-
riuaffe il foccorfo, che ueniua di Trento:perà i Tedefchi,chefi erano riordina
ti di fanti, ritornarono con mille caualli , & fei mila fanti alt alloggiamento
di Calliano , diflante per una baleflrata dalla Tietra : & effendofi partiti da
loro dugento caualli del Duca di Vertimberg , i Vinitiani con quattro mila
caualli, & fediti mila fanti uennero a por fi a campo alla Tietra , & ui pian-
tarono fediti pei^i d'artiglieria . £x laTietra una Rocca fituata nella radi-
ce d'una montagna fu la mano deflra a chi uà da Rouerè a Trento,& da quel
' la fi parte un muro affai forte, che camminando per fpatio d'una baleftratafì
Dd difende
Ko-fre . T- I B' R ©
luca, mj lu diflcndefinofu t*Adice> ìtqual muro ha nel me%o unaporta: & chi non è pa-
ti lo RchÌ drone di queflo pajjb;pub con difficoltà offendere la Tietra: ftauanogli e {fer-
mi il hcm- citi uicim IH uno alt altro a un miglio > haucndo ciafcuno a fronte la rocca , el
che uéne" wwOi&da uno de' fianchi il fiume dell' ridice ^dall'altro imonti , & ciafeu-
vinetia con no ali e (balle i (noi ridotti ficuri : & perche i Tedefchi haueuano in poterà la
lettere di j • x r ' „ „» ' f . .
MaiTìmiiia- r0:ca » £ * rnuro > «o« poteuano a loro piacere sformare l esercito Pmitiano a
no a do aia combattere, a che non poteuano effere sformati loro : ma per effere di numero
non p« tré molto inferiori; non ordinano commetter fi alla fortuna, folament e attendeua
mcù , ma g no a difendere la rocca de di infulti de nimici, i quali follecit amente la bat-
un ano, fin J -, S*„ ' ~ i- m r i » • i.
che in Gcr teuano : ma uedendo un di l occafione ai non effere oene guardata l artighe-
ana ma foife r'ia tff&tì furiofamente ad aj] alt aria ., & rotti i fanti , che la guardauano , ne
Ja cótrouer tirarono con grande ferocia duepezzi agli alloggiamenti loro: donde iVini-
hau'eua^co'1! tmn^ **$&* & giudicando anco uana l oppugnatone \ nellaquale haueuano
Re Lodoui perduti molti huomini;fi ritirarono a Rouerè e i Tedefchi fi ritirarono a Tré-
cL d l Fran" to, & pochi di poi fé ne difyerfe la maggiore parte: & le genti della dieta, del
b Non pur lequali per uenireychipiupreflo, & chi più tardi) non, erano mai fiati infieme
Bembo^h ' cìuattYQ m^a huomini y perche quafi tutti quegli > che fi meffono infieme a
u y efeouo Trento, & a C adoro y erano de" paefi circofianti ; finiti i loro fei me fi fé ne ri-
midi lèT t°rnamno atie caf€ l°Y0 y & là maggior parte de1 fanti commandati faceua-
mtafie ivi- no il medefimomè Maffimiliano .occupato ad andare da luogo a luogo per ua-
* "guT; ma yijpenfieri> & prouifioni;era mai flato prefente a quefie co fé: anTJ, rime/fa la
egli "pecih- dieta di Olma a tempo più commodoyconfufo tra fé mede fimo, & pieno di di f-
te alienato1 fiCH^ ' & di uergogna ; fé nera andato uerfo Colonia , ejfendo flato occulto
qualmente' più dì doue fi trouaua la per fona fua » né potendo refiflere con le for%e fue a
no defidera ^Hefl° impeto, hauendo perduto tutto quello teneua in Friuli}& l'altre terre
uà farla : & uicine ,abbadonato da ciafcuno ,& in pencolo le co fé di Trento ,fe le genti Tra
fcoeuo°haue wfifuffero uolute congiugner fi con l'efferato Finitimo ad offenderlo : ma il
uà fatto a i - Triul^o per comandamento del Re, che haueua fiffo nell'animo più di placa*
io Lettiftet reyche diprouocare , non uolkpaffare pia oltre di quel chefuffeneceffarioper
nio, huomo [a difefa de' Vinitianì. Haueua Ce fare uedendofi abbandonato da tutti y &
cefare°, da defiderofo di leuarfi in qualche modo dal pericolo infimo quando le genti fue
cui impetrò furono rotte a Ca loro , mandato a Treluca fuo huomo a Vinetia a ricercare <
la pace. di fare triegua con loro per tre me fu laquale dimanda era fiata f^re^ata da
e Nonno, quel Senato , dtfpofto a non fare triegua per minore tempo dì uno anno : né in
Eo auliche m°d° alcuno ,fe medefimamente non uifi comprendeua il Re di Francia : ma
zacam co crefcendoi [noi pericoliy perduto già Tneflu & ogni cofafuccedendo inpeg-
v£mr,h gioyil b V efeouo di Trento , come da fé inulto i Vinitiani a fare triegua , prò- 1
& PaoioLet ponendoy che con queflo fondamento $' haueua dajfieraredi potere fare lapa-
quauroaUri ce:i Vinìtiamrifi>ofero y chepoi che lapraticanon fiproponeuapiua loro fio-
per cefare : Uyma in modo, che etiandio il Re di Francia uipoteua interuenire , non ha-
Mocenigo* Uerne lanimo alieno : dalquale principio introdotto il ragionamento ;fi con*
"e^Tti1 V ucmero a -palare infieme il c V 'efeouo di Trento y & il Serentano Segretario e j
Celale, 2c Callo Giufiè , fenza che ui conconclìe ^dice) il Legato di IxancU.
SETTIMO. ito
dì TAaffimìliano , & per il Re di Francia il Triul%io, & Carlo Gìufrtpr e fi-
dente del Senato di Milano mandato da Ciamonteper quefla pratica , & per
i Vinitiani Zacberia Contarmo Oratore destinato particolarmente a quejh
ìiegotio:conueniuano facilmente nell'altre conditioniy perche del tempo con-
cordauano duraffe per tre anni : the ciascuno pojfedefie come pqffedeua di
predente con f acuità di edificai e, & fortificare ne* luoghi occufatiyma la dif-
ficultàera, che i Fr ance fi uoleuanofi faceffe triegua generale , includendcui
etiandio i confederati che haueua ciafcuno fuor a di ltalia>& {penalmente il '
Duca di Ghelderi : <£raquefloflauano molto oftinatigli agenti di Maffimi-
lianoyche haueua uolto totalmente l'animo alt eccidio di quel Duca: & alle-
gauano>chc la guerra era tutta in ltalia;però non effere , né conueniente, ni
neceffarioparlare,fe non delle co fé di Italia : in che i Finitianifaceuano ogni
vpera , perche fi fatisfaceffe al dtfiderio del He di Francia : ma non fperando
più di potcrui piegare i Tedefchi ; erano inclinati ad accettare la triegua nel
modo confentito da loro, inducendogli il defiderio di rimuouerfi una guerra ,
che tutta fi riduceua nello flato loro , & la uolcntà anco di confermarfi me*
diante la triegua de3 tre anni le terre,che in queflo moto haueuano conquifia-
te: & fifeufauano co' Frana fi con uerifflma ragione , che non effendo Cimo ,
& l altro di loro tenuti fé non alla difeja delle co fé d Italia, & su queflofon-
i data la loro confederatione ; a non appartenere a loro penjare alle cofe di là a -rime t
dà monti dequali fé non erano tenuti à difendere con lamie ; non erano an- J*^che ll
co tenuti a penfare àaffuurarle con la triegua: {opra laquale contcnticne ha eia, e i vufi
uendo il Triul^o fritto in Francia , e i Vìnitiani a Vinetia ; uenne njpofla £*£' diICOC
dal Senato > che non potendo fare altrimenti conchiudcjferofolamente la tric- la co l?u fon
gua per Italia , ri fonando luogo, & tempo al Re di Francia di entrami : alla- dl 1 fta * *:c"
qual co fa ne il Triull^io,nè il Tre fidente uolendo confintire, an^ lamentan- che ì* r^ "
kofigrauemente, che non che altro non uoleffero affettare la rijpofla del He ; *£ uole?a •
&proteflando il Trefidentc , che l'imprefa tommunenonfi doueua finire fé ciudefìc "»
non communemente;& del poco n fretto all'amicata, & congiuntane ; non che" «V
reflarono i Vinitianiper qutflo di non conchiudere; contrahendo Ma/fimilia pow ut p«
no, & loro in nome loro proprio, femp li cernente & con patto,che per lapar- " fenlT !cr!
te di Maffimiliano, fi nominaffero , & haueffinfiper ine lufi , & nominati il ««g'* «uìi*.
pontefice ,il Re Catolico, d'Inghilterra, & d Fugheria, & tutti iTrincipi,
& fudditi del [acro Imperio in qualunque luogoy & tutti i confederati di
Maffimiliano, & de' pronominati Re, & flati dell'Imperio damminarfifra
tre me fu & per la par te de V 'ini ti 'ani, il Re di Frar,cia,& il Re Catolico, &
tutti gli amici, & confederati de3 V initiani,del Re di Francia, & del Catoli-
co in Italia folament e coflituti,da nominar fi fra ire me fi. Laquale triegua fli
pillata il uigefimo di d ' *Àprile,effendo fiata quafi incontinente ratificata dal
Re de' Romani,& da* Vinitianv?fi dtpofero lamie tra loro, confi>eran%adi
molti , che Italia haueffe a godere per qualche terreo quefla quiete . Tofate
che furono l'arme per la triegua fatta-il Re di Francia parendogli, che l ani-
D d i mo
L' I B R Ò
W de Viortntmi non fu/se flato fmeero uerfo lui,ma più toflo inclinato a Cèé
farete alle cofe fue fifujfe dimoftrato principio di prò fieri fuccejjì, & fapen-
dononfrocedere da altroché dal cUfìderio di ricuperare in quahmeue modo
Tifa,& dallo fiegno, che egli non attendendone alla diuotione, uè alle opere
loro non filo non gli hauefie finenti né con l'automa uè con tarme, ma tollc
rato, che da' G enoue fi fui diti juoi fu fiero aiutati i TifaniideliJmb di p enfiar e y
che con qualche bon fio modo ouenefiero il defiderio loro: ma uolendo feon-
• do i difegni primi farlo con utilità propria, &fpc rundo e fiere migliore me^o
ueLut^u a tiraYglUJòmma maggiore il umoresche hfieran^a; "mandò Michele Rie 4
Michel Rie e io a lamentai fi , che haueffero mandai huomini proprij per conuenire con
« peFr°non Cefarefito nimicouhe battendo fato colore di dare ilguaflo a Tifani congre
di FrlnciaRè &at0 efimt0 potente fen7^i hauere n[p etto alle conditionide tempi,& de fi
da eff«ie* fi^ti,& perciò li [noi , riè hauendo mimo in sì graue moto , che fi prcparaua
dcUìuoMc dlclnarare mait sfittamente V animo loro ; baueuano dato a lui cauja nome
co;fi .U°BaC diocre di dubitare a che fine tende fiero quejiepreparationkche a Lui , che gli
haueua ricercati* che con le genti loro gli de fiero aiuti in pericoli tanto graui;
haue fiero dinegatoci farlo7fuora d'ognifuafiettatione : & nondimeno , che
per l'amore che haueua fempr e portato alla loro Republica,&per la memo-
ria delle cofe,cheper ilpafiato baueuano fatte in beneficio fio ; erapai-ato a
rimettere quefte ingiurie nuoue,purecheper nmuouerele cagioni p£r lequa-
b Dice il l*fi far*bbe potuta turbare la quiete d'Italia ; non molefiafiero pm in futuro
P-uonaccor- fienza confentimento fio i Tifiaui. .Allequali querele rifiofiro i Fiorentini , b
%Ù nl|ò° ^an^Un^ hauergli indotti '.a mandare a Ce far e, non con ìntmtione di conue'
fero circa k nire con lui lontra il He ; ma per cercare di afficurare in cajo paffafìe in Ita-
fute 'con xr ti*!* cofe proprie : lequali il Re nella capitolatone fatta con loro non fi era
imperatore uoluto obligare a difendere contra Cefareima u haueua ejprcfia dentro la clan
uèuWo te- fola > faine- le ragioni d coimperio ; & nondimeno non hauere fatta conila
c6rV°cì commÌGrte dcmai'ÌXon effer£ giufia la querela dell'efferato mandato con-
KeTb che tra * ?*/*»* •* perche efftndo fiato fecondo la confuetuame loro efferato me-
tempre ha- diocre, non per altro effetto, che per impedire , come molte altre uolte hauc-
auto iii?et- nano fattorie ricolte; non hauere hauuto alcuna caufa ragioncuole dififict-
M nr°n fl tarne% £gefta cagione infieme con gli aiuti dati da Genouefi , & dagli
cofag alcuna 4fH uicini a Tifoni non hauere permc fio ; che al Re mandaffero le genti lo~
contra lui. Yo : allaquale co fa fi bene non erano obligati ; nondimeno, che per la conti-
nua diuotione loro al nome fio ; non harebbono pretermeffo quando bene
non ne fufiero fiati ricercati , quefto ufficio : Murauigliarfi fipra modo ,
chel He defideraffe non fujfero moleflati i Tifimi , i quali a comparatane
ì3r^f? W Fiorentini non haueua caufa di filmar e, & di amare, (e fi ricordaua quel
fu fatw ran che haue fiero operato contra lui nella ribellione de Geuouefi : ne potere il
n?e fcriueCu Re'cm HlHfiitia prohibire , che non molefiaffero i Tifoni ; perche coft era e-
Buooa^ox (prefio nata e confi aratione, che baueuano fatta con lui. Da queftì primi- <
pijfi cominciò a trattare , che Tifa rltomaffe fitto d donunio.de Fiorentini :
allaquale
4
S E f T I M Ó: mi
dllaquale co fa patena dotte (fé baftare il procedere. che i Gettone fi,c i Iucche-
fi non dejferó loro in tale efirémità di uettouaglic, & difor^e , che non ardi-
vano tifare più della città^aiuto alcuno , aggiugnendofi maffimamentepcr la
perdita delle ricolte la mala difyo fittone de contadini : i quali erano maggior
umerOìChe i cittadini; in modo che fi credeua nonfipotefferofoflencrefe da
Senouefh & Lucchefinonhaueffero rie euuto qualche fuffidio di danari : co'
quali quegli che reggeuano tenendo in Tifa alcuni foldaii f or e fieri-, & gli al
tri diftribuendo nella giouentu de' cittadini > & de' contadini , & con l'arme
di quefli ^attentando coloro ^ebe defiderauano concordar fi co' Fiorentini;te-
neuano quieta quella città, ^Aquefla pratica cominciata dal He Chriflianifji-
mofi aggiunfe l'autorità del He Catolico gelofo> chefen^a lui non fi conducef
fé a effetto : però fubito che hebbe iute fa l'andata di Michele Riccio a Firen-
%e;ui mando uri ' Si',nbafciatore:ilquale entrato prima in Tifagli confortò) &
dette loro animo in nome delfuo He afoflenerfi , non per altro fé non perche
flandopiu oflinati a non cedere a' Fiorentini , poteffero effere uenduti co mag
gior prezzo. Trasferironfipoco dipoi quefli ragionamenti per uolontà de* due
He nella corte del He di Francia:ouefen%a rijpctto della protett ione tunto af
fermata; la follecitaua inolio il Re Catolicoyconofcendo} che non offendo dife-
fa;éra neceffario cadeffe in potè fa de Fiorentini ; & hauendo l'animo alieno
ali bora da implicar fi in cofe nuoue , & fpecialmente contra la uolontà del
Re di Frane iaiperche fé bene fubito, che ritornò in ijpagna haueffe riaf-
funto ilgouerno di Cafliglia; non l'haueuaperò totalmente flaoi-
Uto>& per le uolotà diuerfe de Signori, et perche il Re de
Romani non uhaueua in nome del nipote preflato il
confentimento : ma dopo che lungamente fi fu
trattato in Francia fopra le cofe de Ti-
faniper molte difficoltà che fopra
uennero, uolenlo a ciafeuno
de' due Re appropria-
re a fé il pre%^
%o della
uendita;finalmente non fi trouando modo di com-
pvfitionc;finì la pratica fen^a alcuna
conclufione.
Vi J
a L'auaritìa
de' due Re,
cioè di Fra a
cia,& dopa
gna, è cagio
ne, che Pili
noa venga
focto i Fio-
rétini: i qua
li erano nò
dimeno ap-
parecchiati
a fare sbor-
do dt dena-
ri, fé ciafeu-
no de' due
Re non ha-
uefle uoluto
trarne mag
gior Comma
dell'altro.
Queftaprat
tica d'accor
do fciolta
hora lènza
cócluùonej
fu poi coda
fa a 14. dì
Marzo del-
l'anno le-
gnante.
D E LL'HIS.TORI
DI M. F RANCE SCO
GVIC GIARDINI
Gintil'hvomo Fiorentino,
A
LIBRO OTTAVO.
a L'ambido
ne de' Pria
cipi è la ge-
neral cagio
nedelleguer
re Se de* ma
]/, inaili ma-
mente fé ui
è congiuta
Timpruden
tia,come ha
detto di fò-
pra acart'i.
&acs.fac.
2. parlando
d'Alfonfo
Dura di Ca
hbrh ikhe
ho notato I
margine in
quei luoghi.
SOMMARIO.
t N Ouefto ottauo libro fi contengono le cagioni, che induffero d iuerfi Poten-
I tati amuouei fi contrai Vinitianì:la Lega di Cambrai,& la guerra moffa con-
tra eflHa rotta, che l'Aluiano riceuè in Ghiaradadda : la perdita che fo^
1 Imperio di Terra ferma:onde per ciò s humiliarono a!l'Imperadore:che ì Pifani
fi fottomettonoa' Fiorentini: Padoua è ricuperata per opera del Griti: il Marche
fedi Mantoua è fatto prigione: Tlmperator vieti fotto Padoua: il Redi Francia
parte d Italia: fi fa guerra in Friuli, & contra Ferrara , nellaquale è rotta! armata
Vinkiana in PÒ fotco il Triuifano:Cefare e il Re di Cattigli* Raccordano: il Con
te di Piti»liano muore: i Vinitiani fono afloluti dall'interdetto del Papa.
D ■ — ..
0 r\^ erano tali l'infermità d'Italia? né fi poco indebolite le
for%e fue,che fi potejfero curare con medicine leggieruan-
Xi come STESSO accade ne' corpi ripieni d'humori corrot-
ti, che un rimedio ufatoper prouedere al difor dine d'una
parte-, ne genera di più pemitiofi , & di maggior pericolo ;
, ., „ I cofi la triegua fatta tra il Re de' Romanie i Vinitianipar-
tori agl'Italiani in luogo di quella quiete , & tranquillità, che molti douerne
fiuccedere fiorato haueuano, calamità innumer abili, & guerre molto più atro
ci,& moltopiufanguignofe,chelepaffate:perchefe benein Italia fuffero fia-
ti già quattordici ama tante guerre, & tante mutai ioni; nondimeno, ò e fen-
dofi Jpejfo terminate le cofefen^a f angue, b le uccifioni fiate più tra i Barbari
mede fimi;haueuano patito meno i popoli,che i T-rincipu Ma aprendofi infu-
turo la porta anuoue difiordie; figurarono per tutta ìtalia,& contra gli Ita
liani mede fimi crude li (fimi accidenti , infinite uccìfionì , fiacchi, & eccidi] di
molte città,& terrejicentia militare nonmenp pemitiofa agli amici, che a
nimki,uiolata la religione>conculcate le cofe fiacre con minore riuerentia, &
rifl>etto,che le profane. La cagione di tanti malUfe tu la confideri general-
mente fu come qua fi fempre , » l'ambinone , & la cupidità de principi : ma a
confiderandolapartkolarmente,hebbono origine dalla temerità, & dal prò-
cedere troppo infoiente del Senato Vimtiano,per loqualefi rimofjono le diffi-
cultà>che infimo allhora haueuano tenuto fio fpe fi il He de Romani,& il Re di
Francia,a conuenit fi contra loro :l uno de quali immod eratamente efiiccroa-
to;ccndujfcro in grauiflima di (pernione; l'altro nel tempo mede fimo concita-
rono in (omnia indegnatione;ò almeno gli dettero f acuità di aprire , fiotto ap-
parite color e.queUche lungamente haueua defiderato: perche CefarefiimoU
SETTIMO. m
to da tanta ignomìnia, & danno riceunto } & battendo in luogo d\uqniflare
gli fiati d'altr sperduto una parte de fuoi beyeditarij;non era per lafciare in-
dietro cofa alcuna per ri far ciré tanta infamia,& tanto danno: laquale dijpo
fittone accrebbero di nuouo, dopo la triegua fatta , imprudentemente i Finn
tiani : perche non fi afienendo da prouocarlo non meno con le dimofìrationi
nane , che con gli effetti; riceuerono in V inetta con grandi (firn a pompa , &
a quafi come trionfante a l\/lluiano:& il Re di Francia , ancora che dapr'mci- j^ ^°™ *J
pio dejfejperanr^a di ratificare la triegua fatta , dimojlrandofene poi alterato Bembo , &
maranigliofamente;fi lamentauayche i Fini ti ani haueffero prefunto dinomi- l0n£ SS5
narlo>& includerlo, come aderente ;& che battendo proceduto al ripojb prò- li neJ ritor •
pr io, haueffero lafciato lui nelle moleflie della guerr adequali difyofìtioni del- tia,uY i bÌc-
l: 'animo dell'uno & dell'altro incominciarono in brieue fpatio di tempo a ina- cento*©: ìì-
nifeflarfi : perche Ce fare delle for^e propri e non confidando , noverando più u , (e^on a
che per le ingiurie fue fi rifentiffero i Trincipih ipopoli di Germania; inclina Ptin«pi» « \
i . - P. ,. J . JJ . . ,,. F . .r l . . ,. occafion di
h ua a unir fi col Re di Francia contro, b i Vinitiani>come unico rimedio a ricupe grandifiìm*
rare l'honore, & gli flati perduti: & il Re, battendogli lo [degno nuouo rino- JPj|an x^f\
nata la memoria dell' offefe , che fi perfuadeua battere riceuute da loro nella uiano fu do
guerra lS[apolitana, & flimolato dall'antica cupidità di Cremona, & dell'ai- ™ l°c r ^
tre terre pò ffedute lungo tempo da' Duchi di Milano;haueua la medefima in- fatto nobi-
clinatione:perciò fi cominciò a trattare tra loro, per potere •, rimoffo l' impedì- l*0. ve y "' * j
mento delle co fé minori attendere infieme alle maggiori, di comporre le diffe naro fece m
rentie tra l'arciduca, & il Duca di Ghclderi; lafalnte delqualeper l 'antica [f]^ &
collegatione & commedi riceuuti era molto filmala dal Re di Francia.Stimo tenne corte
lauafimilmente l'animo del Re contro i Vinitiani nel tempo medie fimo il To an 1U '
tefice,a:cefoyolira l'antiche cagioni jda nmueindegnationi : perche fi perfua-
deua.cheper opera loro ifuor'ufciti di Forlì, i quali fi riduceuano a Faen%ay sggiugne ,
haueffero tentato d'entrare in quella città; & perche nel dominio Veneto ha cJìC Ccra-c
. . » ■ n • i i r ■ • j j i-i .tu maggior-
nettano ricetto i Bentiuogli flati dal Re /cacciati del Ducato di MianoAggiu mente im-
gnendofi, che alt autorità della corte di Roma haueuano in molte cofe minore .ta^° ccn ua
rifpetto,che mai : nellequalihaueua ultimamente turbato molto l'animo del dai Re di
Tontefice,che hauendo conferito il Vefcouado di Viccn%a uacato per la mor F™Jflajjj u*
te del Cardinale di S.Tiero in V 'incola fino nipote %a Siflofimilméte nipote fuo cusò quei
furrogato da lui nella dignità del Cardmalato,& ne' medefimi benefictj; il Se f""^ c !|c
nato Finitiano,dijpre^ata quefla collatio?ie,haueua eletto > un gentil' buomo lui i iecreti
di Vinetia:ilquale,ricufondo il Tontefice di confermarlo .ordina temer iamen cdare'con-
te nominarfi Vefcouo eletto di Vicenza dall' Eccellentijfimo Configlio ae Tre tra l'honoc
godi. Dallequali cofe infiammato mandò prima al Re,MaJJìmofegrctario del Lodfuico^
Cai-dinale di rNarbona)& dipoi il mede fimo Cardinale, che fucceduto nuouo Et iiGiufti
méte per la morte del Cardinale d'^Aus nel fuo Vefcouado;fi chiamano il Cor ""/fi Re*
dicale dtsAus : i quali uditi dal Re con allegra fronte , riportarono a lui nari] mandaua a
partiti da efequirfi,& fenica Cefarei& unitamente con C efare. Ma il Tori- noV (mere
tefice erapiupronto a querelarli, eh e a determinarfi: perche da ima parte co- dc' vinìtia
D d 4 batteva
Quefta LIBRO
•
Margherita b^Ukua ne^a finamente il dcfidcrìo ardente , che fi moneterò tarme contrai
iu quella , vinitianìida ahraparte lo riteneua il timore ài non effere coflretto apcnde~
l0 v ni. kI rc ÌM 'Moderatamente falla grande^^a ti altri , & molto più la gelofia anti-
di Fi 3 eia fu c a concepita del Cardinale di Roano > per laquale gli era mole fili fimo che ef-
»e èferitto ferriti potenti del Re paffafferoin Italia: & turbaua in qualche parte le cofe
di fopra : & magvhrìjhauere il Tonte fice conferito poco innati^ fen^a faputa del Re ,
tata nei Du * Vefconaàì cfKAJìiì& di T?iacen%ay& il rìcufare il Re} chelnuouo Cardina
ciiiliy?*i- le di S.Tiero in Vincola , a cui per la morte dell altro era fiata conferita la
fi legge, eh e Badia di Cbiaraualle-, beneficio r ice hi (fimo, & propinquo a Milano >nè confi-
noti il [ car- gnifìe la poffeffione. 'Nellegualidifficultà,nuel> che nonrifolueua ilTontefi-
nojma il Re ce;aelwerarono finalmente Ce far e, & il Re di Francia : i quali trattando in-
dicJf P.iu fiemefegretiffmiamente contrai Vinitianijficonuennero nella città di Cam-
all' a mba- ' brai:per dare alle cofe trattate perfettione>per la parte di C efare, a Madama <*
kl3t.^ 7C"! Margherita fua figliuola [otto il cuigouernofi reggeuano la Fiandra , &gli
beai noeta altri flati pernenutì per iheredità materna nel P^e Filippo,feguit adola a que-
^nuMa^n &0 trattament0 Matteo Lango Segretario accettiffimo di Cefare ;& perla
tra i vinnia parte del Re di Francia il Cardinale di Roano , fpargendo fama di conuenirft
Ilo fece *che Per trattare lapace tra l'lArciduca,& il Duca di GhelderU tra i quali haue-
ii secretano uano fatta trìeguaper quaranta dì,ingegriandofì che la nera cagione nonper-
tltifle^ re * tiemffe a^-a notitia de' Vìnìtiani 3 ali Oratore de quali affermava con giura-
che Lodoui menti grani} fimi il b Cardinale di Roano noi ere il fuo Re perfeuerare nella fr
f «cbbVpari confederatone con loro. Seguitò il Cardinale,piu toflo no contradicente,che
titoJairami permettente iambafeiatore del Re d' ^Aragona: perche fé bene quel Re fuffe
Sani. Vl" flai0 il primo motoredì quefli ragionamenti tra Cefarey.& il Re di Francia;
e .vede fi nei erano flati dipoi continuati fenya lui , perfuadendofi l'uno , & l'altro di loro
i 2.& nei " ! cffergli molefla la profferita del Re di Franciay & fofpetto per rifletto del go
a e. i3 6. che uerno di Cafliglia ogni aumento di Ce far e; & che perciò ipenfierifuoi nonfuf
liàno d? ri- fero in quefta cofa conformi co le parole. *ACambraifìfece inpochiffimigior
copri re i $~ ni l' ultima dcterminatione}non partecipata cofa alcuna, fé non dopo la coclu-
Seii'animo fionefatta: con l'Oratore del Re Catolico: laquale il giorno figliente > che fu il
coi pelo del decimo di Decembrefu con folenne cerimonie confermata nella Chiefa mag-
quwi ho ci- gjwe col giuramento di Madona Margheritaydel Cardinale di Roano > &del-
tatoefTtmpi l * jtmbafciatore Spaninolo non publicando altroché ì' effere contratta tra il
a proponto. _ r ^t • r i- n L. ■ _ \j ri
Ma ili que- Tonteficey& ciaf amo di quefli Trmaph perpetua pace 3 & confederatione .
fio luogo ot Ma negU articolìpiu fegreti fi contennero effetti fommamente importanti , i
cì"vtSecon quali ambitiofi , & in molte parti contrari] ci patti , che Cefare , & il Re di
&*àMtO'd<> Francia haueuano co3 Vìnìtiani; cfìccpriuano > come fé la diuerfità delle pa- *
ti a cabrai rolebaflaffe a trafmutare la foftantiade 'fatti con un proemio molto pietofo:
Koìeua n o nelquale fi narraua il defiderio cormnune di cominciare la mena contra i ni-
ttouer guer .
raa Vinitiani per andar contra i Turchi, quali i Vìnìtiani impedilTero cofi pietofa iroprefa. Coi! nel lib. r»
ac. i5. Carlo Vili, fa intender al Papa di uoler acquilìare il Regno di Napoli per volger poi l'arme contra i
Turchi. Coli nel lib. $. gli Oratori di Francia Sedi Spagna dittero innanzi 3l Papa in Conciftoro,eiTere fiata
fetta Léga fra i lor Re, &diuilofi il Regno di Napoli , per potere attendere airefpeditione contrai nimici
éella Rtligion Chriftiana . Il Giuftiniano regiftra un mandato di Cefare : nelquaJc co'l deildcrio di psiiii
•Qnua 1 Tuxcbi>l£Qnela neccllìtà di mouer guerra a* vinitiaar.
O T T A V O. a j
mici del nome di Cbriflo , & gli ìmpedimenti,cbe faceua a queHo t battere
i V inìtiani occupate ambitiofamente le terre della Cbiefa: iquali uolendo
rimuouere,per procedere poi unitamente a co fi fanta,& necejfariajpedi-
tione,& per i conforti,& configli del Vontefice il Cardinal di Roano,co~
me?rocuratore,& colfuo mandato }& carne procuratore,^ colmando
to del Re di Fr ancia ;& Madama Margherita, come Trocuratrice,& col
mandato del Re de1 Romani, & come gouer natrice dell' iArciduca,et degli
a flati di Fiandra; Se /' a Oratore del % d '^Aragona ,come Vrocuratore,& Jc/rT d* a
col mandato delfuo Re conuennero di mouer guerra a Vinitiani, per ricu "gon a fi
parare ciascuno le cofefue occupate da loro,cbe fi nominauano per h par copo™' a*
b te del Vontefice, b Faenza ,Rimini ,Rauenna,et Ceruia;per lo Re de* Rama bl<>n> come
ni,rPadoua,Vicen%a,& V erona,apparterietegli in nome dell' Imperio , il "aeti6 ^c*
Friuli,& Treuigi, appartenenti alla cafa d'^Auflria-jper lo Re di Francia, kre.iegiftra
Cremona^ la Ghiaradadda,Brefcia,Bergamo & Crema;per lo Re a" JL- Miniano nei
ra?ona le terre, e i porti flati dati in peono da Ferdinando He di Napoli : 1,b- *°* del"
r ir ìt, >.; -a- m • // • r 2j /• lhift. di Vi
fcjMJje tenuto il Re Cbrifltanijjimo uemre alla guerra in per fona, et dargli neiia.
principio il primo giorno del projjìmo me fé d '^Aprile, alqual tempo hauef
fero fimilmete a cominciarla il TÓtefice,elRe Catolico:Cbe accioche Ce- croniche6
fare baueffe giurìa caufii di no ojjeruare la triegua fatta, il Tapa lo riebie di Materna
deffecome jLuocato della abiefa d'aiuto , dopo laqual richiefta Ce far e gli £^coiL
madaffe almeno uno Codottiere,et fuffe tenuto fra 40. gmrni,dal diche il
He di Fracia baueffe rotta la guerra,aj] altare ffonalmete lo flato de Vini J ^ l~°!i
tiani:Qualuque di loro baueffe ricuperato le co fé proprie, fuffe tenuto aiu conciufi
a in
tare gli altri,fino ebe baueffero intieramente ricuperato :Obltgati tutti al J^Vvinhia
la difefa di cbiuque di loro fuffe nelle terre ricuperate moleflato da Fini- ni fon regi
tiani,co* quali niuno poteffe couenire fen^a cofentimeto comune :pot efero dVcWarati5
ejfere nominati fra tre me fi il Duca di Ferrara, il Marche fé di Matoua,et che ne fece
ciafeuno che pretédeffe i V initiani occupargli alcuna terr abominati go- pitXYdoU
dejfero,come principali tutti i benefici} della cofederatione,hauedo facul- & quella è
tà di ricuperar/i dafefleffi le co fé perdute :<Ammoniffe il Votefice fiotto pe 3eii*hlS".dT"
jffe,et cefure grauiffimei Vinitiani a reflit uh e le co fé occupate alla Cbie- Pietro Già
fa,& fuffe giudice della di 'f eretta fra * Biaca Maria moglie del Re de Ro ftinuno*
mani, et il D uca di F errar a,per c&to della ber edita di Anna forella di lei, à Qjefta fu
et mogie già del Duca predetto :inuefli]fe CefàreilRedi Fracia per fé, per ||\ea02l*0dl
fràcefeo d>tAngolè,& loro dife edeti mafcbi,del D ucato di Milano,per la* Maria sfor
quale inueftitura,il Re gli pagaffe ducati ceto mila: nofaceffero né Cefare 5omcoaiiL°
né £ Arciduca, duràdo la guerra,etfei me fi poi,nouità alcuna contra il Re Moro data
Catolico p cagione delgouerno,e decitoli de Regni di Cafliglia:efortaffe il fi^mTiia*
Tapa il Re dVnyberia ad entrare nella prefente cofederationetnominaffe no Gefare,
• r I* . r • 11 ,. t'j ^-> • •>, 4«j • • come è ferir
ciajcuno tra quattro mefi 1 collegati,et adenti Juoi,no poteao nominare 1 to ^ io?l%
Vinitiani,ne i fudditi,o feudatari^ £ alcuno de cofederati,et che ciafeuno nei hb. i.a
de* cotr abeti principali douejfe tra fejfanta dì projfimi ratificar e, Alla co
cottiti
LIBRO
cor dia uniuerfale s'aggiunje la particolare tra l'arciduca, et il D uva di
Chelderi: nellaquale fu conuenuto che le terre occupate nella guerra pre
. r ferite all\Arciducafi reflituiffero: ma non già ilfimigliante di quelle , chi
che'i t;?apa al Duca erano fiate occupate Stabilita in quefia forma la nucua confide
haUdUFrÌn ratlone > ma tenendofi quanto fi potè uà f egreto quel che appartenuta a
da , aggiu- Finiti ani-, il Cardinale di Pagano fi partì il giorno feguente da Cambra!,
F e ancho" man^atl prima, a Ce far e il Vefcouo di Tarigi , & ^Alberto Vio Conte di
quei dc'Te- Carpi per riccuere da lui la ratificatone in nome del Re di Francia:ilqua
?CconieqUha ^ fen<:^a diUtìone ratificò y & confermò con giuramento con le foltnnitd
ueflero uin medefime,conlequali era fiata fatta la publicatione nella Chiefa di Cam
n- iwureb- ^ra^E' certo, che quefia confederatione,con tutto che nella fcrittnrafi di
bono uoiu- ceffe interuemrui il mandato del Tapa, & del l\e d'Aragona fu fatta fen
e^o^ncor 3? mandato, o confentimento loro, per fuadendofi Ce far e, & il 1{e €kriftué*
a lui. nijfimoyche baueffero a confentire , parte per V utilità propria,parte per»
ft " c^jS Per ^ conditione delle co fé prefenti , né l'uno,nè C altro di t (fi alla loro
tanùo, che autorità ardirebbe repugnare,& maffimamente il I\e d'Aragona; alqua-
gmìo dice ^ benché fuffe molefla quefia capitolatane, perche temendo che non fiati-
li Bébó,chc mentaffe troppo la grandezza del Re di Francia, anteponeua la ficurtà
di co fanti di tutto il Reame di l<[apoli alla ricuperatone della parte pofjeduta da1
no comina emiliani; nondimeno ingegnando fi di dimofirare con la prontezza il con-
de'' Fricefi° tYaYW di quelloyche fentiua nell'animo; ratificò con le folennità medtfime
i quai di not Subitamente. Maggiore dubitatione era nel Tóntefice,combattendo in lui
trouaTrAm fecondo la fua confuctudine da una parte il defidcrio di ricuperare le ter-
bafciaiffi de re di Romagna , ér lo [degno contra i Vinitiani ; & dall'altra il * timore *
&Tg™ feop' del Bg di Francia; olirà che effere pericolo fo perfe,& per la fedia ^Apo-
fe ìì trattato ftolìca, giudicaua,che la potentia di Ce far e cominciafie in Italia a diften-
xneitédcSi? derfi: & però parendogli più utile l'ottenere con la concordia una parte
il fauordei di quello dcfideraua,che il tutto con la guerra; b tentò d'indurre il Sena- b
haueflerovo t0 Pinitiano a redimirgli Rimini , & l aen%a, din wRr arido che i perìcoli,
ìutoreftuui che [opraflauano per £ unione di tanti "Principi farebbono molto mag*-
& Faenza* giori, e occorrendo nt Ila confederatone il Tonte fice ; perche non potrebbe
che l'Amba ricufare di perfeguiturglì con l'arme fftintuali, & temporal ; ma che re-
demo rifpo" fiituendo le terre occupate alla Chiefa nelfuo Tonte ficato, & co fi rihaué
feIche - te~ do infume con le terre Ch onore y hartbbegiufla cagione di non ratificare
urebbeaccò quel che era flato fatto in/iomefuo, ma fe^a fuo conferì timtnto;& che ri
ientito. di- mouendofenc l'autorità Tonteficale,diuentenbbe facilmente uana quefia
itefib tetò confederai ione,che perfcfttffa haueua hauute molte difficultaàl che potè
v Ambafcia- uano cffirc ccrtiyctit vii quanto poteffe procurerebbe con l'autorità^ co
tot Pilano: , . . r ■ r , / • ' i r - n ■ i
iiqual per la la maujtrta7fe non per aitro,perche in Italia non fi aumetajje più la pcten
co uo'hYfar **a ^ Barbari, peri colo fiffima non meno alla fedia Jtpofiolica, che agli
ne aitro.Bé altri: fopra la quale dimanda facendo fi nel Senato Vtnitiano %%ariecon~
»ianoGluftl [ultCìalcuni giudicauano douer e effere di grandijfìmo momento ilfiparar
fi
OTTAVO. 214
fi dagli altri il Pontefice; altri la riputavano co fa indegna ne baflant£-a
rimaouere la guerra ; farebbe finalmente preualuia l'opinione di quegli,
che confortavano la parte piufana>& migliore ,fe Domenico Trini fano
Senatore di grande autorità* & uno de Procuratori del Tempio ricchi ffi
mo di S.Marcoyhonore nella Bgpublka Veneta, di maggiore fitma>che al*
acun altro dopo il Doge,leuatofi in piedi,* nonhaueffeconfigliato il cotra- a No fiieg
rio:ilquale con molte ragioni, & co efficacia grande di parlare; fi ingegno se n_d Betn
di pervadere effere cofa molto aliena 'dalUdegnità , & dalla utilità di fuha ^dS
quella chiariffima, & amphffima Bgpublica restituire le terre dimandate ™ctiìco T"
dal Pontefice >dalla cui congiuntione,o alienatone con gli altri confedera- dice^égil!*
ti poco fi accrefcerebbero,o alleggerirebbero ì loro pericoli ;per che fé bene «'^ndo i
e(fi,accioche appariffe meno dishontfta la caufa loro,haueffero nel conue- to 1" doma
nireufato ilnomedel Tòntefice, fi erano effettualmente conuenuti fen%a ^adfSe
lui; in modo,che per queUo non diventerebbero né più lenti,nè più freddi ro rffpoìb ,
alle efecutioni deliberate : & per contrario non effere tarme del Ponte fi- f.otVe qu-cl
ce ai tale ualore,che douejjero comperare con tanto pre'^o il fermarle : leuano rea
concio fia co ft,che fé nel tempo mede fimo fuffero afi aitati da oli altri: pò- dts$ìì qiic!
r - j' »••/»• 11 x 1 • ^ *. che non era.
ter fi co mediocre guardia difendere quelle citta, lequalilegéti della Cine fuo.
fa infamia della mditia, fecondo il uulgatiffimo prouerbio,non erano per
fé medefime baflanti né a efpugnare,né a fare inclinatione alcuna allafom
ma della guerra:^ T^Ey mouimenti,& nel femore dell'arme temporali,
nonfentirfi la riuerentia, né le minacele dell' arme (fintuabdequali no ef
fere da temerebbe noceffero più loro in quefla guerra,che fufjero nociute
in molte altre, c'r faccialmente nella guerra fatta contra ¥ errar a,nella
quale non erano fiate potenti ad impedire, che non con feguifier ola pace
honoreuole perfe,& uituperofa per il reflo dyltalia,che con confentimen-
to tanto grande , & nel tempo, che fior iua'Ài ricchezze,d'arme,& diuir-
tu}Jt era unita tutta contra loro, & ragionevolmente; perche non era ue-
rifimiU,cheil fommo Dio uc{cfje,che gli effetti della [uà feuerità,& del-
la fua mi f ericordi a, .delia fua iray & della fua pace, fusero in poteftà d'un
huomo ambitiofiffimo,&fuperbijjìmo,fottopofio al uino,& a molte altre
inhonc(leuolontà,cbe la effercìtaffe ad arbitrio delle fue e ui)iditd,non fe-
condo la confi derati one della giu[litia,o del bene publico della Chrifiiani
tà:già feinquefio Tonte fiato non era più cofiante la fede facer dotale,
che fiifje fiata qmfi fempre negli altri;non mdere,che certeiga poteffe
hauerfhche confeguita ¥aen%a^ B^mini;non syuniffe con gli altri]per ri
cuperare i\iuenna,&Ceruia,non hauendo maggiore rifpetto alla fede da-
ta,che fta fiato proprio de Pontefici, i quali per giuflificareil proceder
loro Jo anno fiat uito tra Maitre leggi,che la Chiefa,no oflanteogni cotrat-
to>ogni promej]a,ognì beneficio confeguitone,pojfa ritrattarci diretta
mente contrauenire alle obligationiyche ifuoi medefimi prelati hanno fo-
lenntmete fitteda cofederatione effere Hata fatta tra Ma(fmiliano,et il
He
/
>I I B R O
"Redi ? r acid con gr ade ardore:ma no effere fimili gli animi de gli ah ri col
legati: perche il I{c Catolìco ni aderìua mal uoletieri; et nel Totefce a pla-
tinano fegni delle fue cofuete uacillationì^fofpettioni:però no effirt da
temere più della lega fatta a Càbrai3cbe di quello che altra uolta a Tren
toyet dipoi a Bles baueuano couenuto col mede/imo ardore i mede/imi Ma f
fimilianoyet Luigi:percbe alla efecutione delle cofe determinate repugna-
nano molte difficult adequali per fua natura erano qua fi imponìbili a fui-
lupparfi : et perciò il principale Uudioyet diligetia di quel Senato douerft
"ìie^atió di uoltare a cercare di a alienare Ce fare da quella cogiuntione: dche per la
cekre da' naturay& per le neceffitàfue , & per Iodio antico fiffb cantra i F race fi fi
a
cab*», ieri poteua facilmetefferare;& alienatolo no effere pericolo ale uno ycbej affé
ue U Bébo, ynoffa laguerra:perche il B^e di Fracia abbandonato da lui non ardirebbe
tahcoiUmczò d'aff aitar gli più di quelloycbe haueffe ardito per il paffato: Douerft in tut
di Pietro tei€ cofe publiebe cofiderare diligetemele i principi] perche non era poi
gif1 AmbT in poteftà degli buomini partir fi fen%a fommo dishonorey& perìcolo dal-
Kiatori del ^ deliber ationi già fatte}& nellequalifi era perjeuerato l'ùgo tepo:baue-
Jf l'impedì rei padri loroy& ejfi jucceffìuamete attefo in tutte Coccafioni ad ampliar
xono . Fu di i^mperi0 Cq fcoperta profeffione di ajprare sepre a cofe maggiori: Di qui
vor^àdato effere diuenutiodiefi a tutthparte per timor eyparte per dolore deth cofe
Leonardo^ tQ\tc [^oiUquale od\oybcche fi fuffe conofeiuto molto innàri potere parto
domadàdo rìre qualche gràde alt eratione-jiò dimeno non s erano perone allhor a aflc
fucati nutl da abbracciare £occafìoni>chefe gli offeriuano;nè bora effere rimedio
tioui uergo d ' pr 't fenti pericoli cominciare a cedere parte di quello pò ffedeuano: cocio
|ne0(ubiiJa } fi* che no f qucflofi quieterebbonoyan%ifi accederebbono gli animi di cbi
ni Pfc ne fé g// odiaua, pigli ado ardire della loro timidithpercbe efìedo titolo inuetc-
£tt*a 1 5! rato già molti anni in tutta Italiane il Senato Vinitiano uo la) "ciana già
fa z. queftó mai queUche una uolta gli era pernenuto nelle mani: cbi no conofeerebbe,
di l GicTpie ebe il far e bora cofi uilmtte il cotrario;procederebbeda ultima diff eratio
tip stella. ne di poter fi difendere da i pericoli iminentifeominciado a cedere qualun-
que co fa beebe piccola Reclinar fi dalla riputationey& dallo fpledore anti
co della loro ^public a:onde aumentar fi grandemente i pericoli yet effere
più difficile jen^a coparatione confermare etiadio da minori pericoli quel
che rimane a chi ba cominciato a declinare ,cbe no è a chi sfor%adoJi di con
jeruare la dignità>& il grado fuo-fiuolge prettamente ferina fare fegno al
cimo di uolere federe contra chi cerca d'opprimerlo , & effere neceffario*
o difbre^are arìmofamete le prime dimadeyo co fervendole penfare d' ba-
tterne a cofentire molte altre:dellequali in breuiffimojpatio di tepo rifiu-
terebbe la totale annullatone di quell'Imperio y& confeguentementc la
perdita della propria Ubertà.HauerelaBgpublica Fenetay & ne tepi de*
padri,& ne* tepi di loro medefimi foffenuto grauiffime guerre co* Trinci-
pi Chriftiani>& per hauereftmpre ritenuta la co(là ?ay & genero fità del-
l'animo , riportatone glorio fiffìmo fine. Douerft nelle diffidi Ita preferitii
ancora
O f T A V Ò. iti
ancora che forfè par efiero maggwritfperame il mede fimo fucceJfo:pelrcbe
& la p<)tentia,& l'autorità loro era maggiore & nelle guerre fatte co-
munemente da molti Trincipi centra uno* folereejfere maggiore lofyaut
tocche gli effetthperche T^EST ÀMEJ^rE fi raffreddauano gli impeti
primi, prejlamHe cominciando a nafeere uarietà di pareri indebolìua tra
loro la fede,& douerequel Senato confida? fi, che oltra le prow filoni^ ri
rnedijyche cffìfarebbonodaje medefimi; Dio giudice giufiiffimo non abban-
donar ebbe una Hepublica nata>& nutrita in perpetua libertà,ornameto,
& splendore di tutta l'Europa ;nè iafeer ebbe conculcar e alla ambitiovc
de* "Principi fiotto falfo colore di preparare la guerra contra gli Infedeli
quella emàzia quale con tanta pietà* & con tanta religione era/tata tati
anni la difefa, & il propugnacolo di tutta la B^epublica Chrifliana . Co-
moffono in modo gli animi della maggiore parte le parole di Domenico
Triuijano,che come già qualche anno era fiato fi>if]e uolte qua fi fatale in
quel Senato,fu contra il parere di molti Senatori grandi di prudétu,tt di
autorità feguitato il co figlio peggiore.Terò il PÓttfice>i!quale haueua dif
ferito infino alt ultimo dì affegnato alla ratìficationeil ratificare-^ atifi-.
cò,ma co efbreffa dichiaratione di no uolerefare atto alcuno di nimicitia a FlJ ^ot"
cotra i Vinitianx,\e no dapoi che il Re di Francia hauefje dato alla guerra io dei Bat-
cominciameto. Xo quefìi ftmi di grauiffime guerre fihi VjLmo Mille cin- *cl]* a- ^
quei ito otto:nelqualtcmfo erano ridotte* & ogni dì più fi riduceuano in ÒQ de F{0
grandifiìma $rette%£a le coje de' Tifanuperche i Fiorentini oltra l'baue '«ini a z*.
ire la fiate precedente tagliate le, loro ricolte>& oltre a correre continua ?5o!??5 uà
mete le genti loro dalle terre circolanti infino su le porte di Tifa; haueua goieone di
no per impedirebbe per mare no uétr afferò uettouaglte faldato con alcu- un°bregàù-
a ni legni il * figliuolo dtl Bardella da Torto Venereidode i Tifani afledia no di z*-bS
k ■ r _/ w - j / > ; / ì j • - chi, & con
ti quafi per terra,&fer mare,ne hauedo per la pouerta loro) acuita di co pr0uiuò di
durre,o legniyo faldati foreftieri,& efsendo da' nicini aùrtati latamente ; *°°- fiormi
no haueuanopiu quafi fperan^a alcuna di fofietarfi: daUequalitofemoffi
i Genoue fi ,& Luccht fi deliberarono di fare .jpera%a,cbe inTifaentraffe *> Era I'*r-
quatità gràde di granijquali caricati fopr a gr a numero dibarche,ct ac~ j^rer- tin^
compagnati da due nani Genouefi,et due galeoni-Merano fiati condotti alla »n galeone,
fpetie, et dipoi a fioreggio ;accioche di quiui per ordine de' Ti [ani, co 14. "a"dUe mite
brigatini\et molte barche fi ròduceffero inTifiuMa uoledo opporfi i Fiore & fctte b£
tini,pche nella co dotta, 0 ef ciuf ione di que^i grani, co fifleua totalmete la |au"iu dV
fp era\a , 0 la difptrati&ne di cofeguire queW ano Tifa; aggiufono a* legni* «m)ici * s*
che haueua uo prima,unanaue lnglefe,che f uentura fi trouaua nel porto bregat'mi.fc
di Uuorm,&alcune Fu(ie,& Brivatini;& aiutàdo quato poteuano còle d? ì0m b.ac
n . ., *» . . -. ' r . ., che.iquauo
prtparattoni tcrrejtrt l armata marittima ; madarono tutta la caualle- còdufleroal
ria,et vran numero di fanti raccolti fubitamete del toro dominio a tutte ia {occ. di
o ' * Amo mto-f
quelle parti, doue i Ugni de' nimici poteffero,o p la foce dijLrno,o pia foce no a' n. di
b di FiumcmortOj entràdo in^ArnOiCondurfim Tifa.fi C 'ondufsonfi i nimici ^^°^\
alla
t 1 B R O
alla foce ct%Artiò,& efiendo i legni de Fiorentini tra la foce ',& fiume mot
to,& la gete di terra bauendo occupati tutti i luoghi opportuni, & difle-
fe l'artiglierie Julle ripe da ogni parte del fiume, donde baueuano a pafia-
y e ^giudicando non potere procedere più innan%i;ft ritornarono nella ri-
viera di Genouaypet ditti tre brigantini carichi di frumento. Dalqualefuc
cefìo apparendo quafi certa per mancamento di uettouaglie la littoria, i
Fiorentini per impedire più ageuolmente, che per lo fi urne no ne pot efiero
effere condotte; gettarono /opra jlrno un ponte di legname , forti fica dolo
con bajìioni dall' una ,& l'altra ripa,& nel tepo mede fimo per rimuouere
gli aiuti de uicini conuennero co Lucchefi,haucndo prma,per reprimere
l'audacia loro,mandato a facebeggiare con una parte delle geti mvfia da
Cafcina , il porto di Vioreggio,e i magagni , doue erano molti drappi di
mercatanti di Lucca: & per quefio hauendo i Luccbefi impauriti mudato
a Fire'ze ambafciatori;r ima fono finalmente concordi: Che tra l'ima ,&
l'altra \epublica fuffe confederatone difenfina per anni tre,efcludedo no
minatamente i Luccbefi dalla f acuità di aiutare in qualuque modo i Tifa-
rli: laquale cofederatione, ricuperàdofi per i Fiorentini Tifa fra un'anno;
fi intendi fife prorogata per altri dodici anni:& durante quefla confedera-*
totitàM, tiene no doue fiero i Fiori 'tini, fen^a pregiudicio perciò delle loro ragioni,
«he la Balia molefiare i Luccbefi nella poffeffione di Tiotrafanta , & di Matrone. Ma
Tótr.iTòai fa di momento molto maggiore a facilitare l'acqui fio di Tifa la capitola-
STtuS f. tlonefatta da loro co'l Re Cbrifiianiffimo > & Catolicodaquale trattata
ic dai Sdò molti me fi haueua bauuto uarie difficultà,tcmendo i Fiorentini per l'effe
d-! I k""" titntia del pafiato,che quefio non fuffe me%p a trarre da loro quatita grà
sV umcTè de di danari. & nondimeno , che le cofe di Tifa rimane/fero nel mede fimo
iiro, dsedo nYado:& da altra parte interpretàdo il Bs di Francia procurarli la dila-
ioli Redi tione artificwfamete per la fferan%a,cheiTifani,l estremità de qualiera
Piacia.^Ma nQ notiffìme,da loro mede fimi cedtffero,nè uoledo,cbe in modo alcuno la ri
in ini que- cuper afferò fen%a pagargliene la mercede; àcomadò al Bardella fuo fuddi *
Sciamata t0>c'efi pMtiffe da' folduti loro,cjr a damò te , che da Milano madaffe in
ira i due Re aiuto de' Tifani fei cento lande: per laqual co fa rimoffe tutte le dubita-
ti Fs*f a* tioni,& difficultà\c ottennero in quefla forma *TSJon defiero, ne il Re di Fra
co iioréii- eia, ne il Red' \Aragona fanore,o aiuto a* Tifam,& oper afferò con effetto,
!*rtucnCii c^e d* luoghi fudditi a loro,o confederati, o raccomàdati,non andaffero a.
piià ;ju che Tifa uettouaglie,nè foccorfo di danari,nè di geti,ne d'alcun altra cofa:pa
quamo'Tmt gaJJc ro ' Fwetwi in certi tepi a ciaf cimo di effi,\efra un'anno profano ri
ya\ 21:0 cuperaffero Ti fa, cinquanta mila ducati : & del cafo predetto smtendeffe
ft^ieKefli fatta tra loro Lega per tre anni dal dì della ricuperatane : per laquale i
xc huomo Fiorentini fu fiero Migati difendere con trecento buomini d'arme gli fta-
tJt fi ftcSe* tinche baueuano in ltalia,riceuendo per la diftfa propria da qualunque dì
ch'era a loro,almmo trecento buomini d arme .jllla capitolatane fatta in comu~
£uitcut • M^UaquaJe fu neceffario aggi ugnere fetida faput a del RcCatolico nuout
cbligatiovi
OTTAVO. n6
- obhgatiom di pagare al [{e di Francia ne' tempii fiotto le conditioni me-
de fime cinquanta mila altri ducati, oltr a che fu dibi fogno prometterò
di donare a mimftri de' due I(e uenticinque mila ducati, de quali la mag-
gior parte s haueua a defiribuire fecodo la uolontà del Cardinale di Ega-
no; lequali conuetioniyfàchefHjftro con grauijfima fpefa de' Fiorentini; det
tero nondimeno apprejjoatuttigli buomini infamia più grane a quei He,
de quali l'uno fi difpofeper danari ad abbandonare quella città,che mol-
ti uolte haueua affermato bauere riceuuta nella fua protettane , & la-
qmle,comefimamfeUòpoi,ejfendofeglif})ontaneamentedata,ilGran Ca-
pitano haueua accettato in fuo nome ti dominio^ altro non fi ricordando
delle promeffe fatte molte uolte a Fiorentini, o uédèper brutto prezzo
la libertàgiufia de* Vifani,o cofirinfe i Fiorétini a coperare da lui lafacul
tà di ricuper are giufiamete le cofe proprie: T<A1S{JQ può boggi comune
mente più lafor^a dell' oro, che il ricetto dell'honefld. Ha le co fé de' Ti-
fani,chegidfoleuano efere negli occhi di tutta Italia erano in quefio tepo
di piccola cofìderatione,dependendogli animi de gli buomini da efpcttatio
ne di coje maggiori: perche ratificata che fu la Lega di Cabrai da tutti i
confederati; cominciò il I(e di Francia a fargr adiffme preparat ioni :&
co tuttoché per ancora a' protesico minacele di guerra non fi procedere;
nondimeno non fi potendo più la cofa diffimularc, il Cardinale di Bgano,
prefente tutto il cofiglwfi lamentò con ardenti fime parole con l'Oratore
de'yinitianiyche quel Senato difpre^ado laLega,&l'amicitia del He, fa
cena fortificare la Radia di Cerretto nel tenitorio di Crematila quale ef
g fendo (lata anticamete una forte^afadifirutta per * i capitoli della pa a Qjjeftiw
ce fatta l'anno Mille quattrocento cinquanta quattro tra i Vinitiani, & £ filj *iS
Francefco Sforma nuouo Duca di Milano,con patto,che i Vinitiani non pò «ani & Fr5
teffero in tempo alcuno fortificami: a' dapitolidellaqual pace fi riferiua if? iprite
in queflo,& in molte altre cofe la pace fatta tra loro, el Re:& gia,effendo del ms+so
uenuto il F(e pochi dipoi a Lione;caminauano le genti f uè per poffare i mo Scotio
ti,& s'apparecchiavano per fendere nel tempo medefimo in Italia fei mi nel,a fcfta
la Sumeri faldati da lui:& aiutando fi oltra lefor^e proprie di quelle de ffii Mila.
gli altri;haueua ottenuto da' Genouefi quattro caracche, da' Fiorentini >w& tutta
cinquata mila ducati per parte di quegli,cbe fé gli doueuano dopo l'acqui- Thccla?
fio di TJìfa,et dal Ducato di Milano defiderofiffimo d'effere reintegrato del fra ^eì à.ae
le Terre occupate da' Vinitianì;gli erano fiati donati cento mila ducati: ÌSffiF&t
& molti gentil' buomini , & feudatari} di quello slato fi prouedeuano di jj?me~c e*\?
cattalli, & d'arme, per feguitare alla guerra con omatiffime copagnie la té™ Deca
per fona del f{e . Da altra parte fi preparauano i Pinitiani a rìceuere con f^^tf
animo grand.jfimo tanta guer rafforzando fi co' danari,con l'autorità,& nio^beTii
con tutto il neruo del loro Imperio di far prouifioni degne di tanta F^pu- ^ctuit
biica; &con tanto maggior prontezza, quanto pareua molto uerifimile, mano.'"
che fé fofieneffero il primo impeto; s'haueffe facilmente l'unione di quefli
Trincipi
i Poco &
LIBRO
fepra o car. -principi mal compofia ad allentar fi ,o rifoluerfi: nelle quali co fé confbm
4X4. ho «o wa „loriadd stnato jl mtdt fimo ardore fi dimoflraua in coloro, che pn
cTc°ii B°cbo ma haueuano configliato in uano , che la fortuna proserà modestamente
SSSZ su falche in a uè gli, ch'erano fiati autori del contrario: per che prepone-
ìecretanofu do u faiute pMìca all' ambinone priuata>non cercauano,che crefcefje la
SS S?/S • laro autorità col rmprouerare a gli altri i configli per nicwfi,ne coni op-
tar* copor porr7a> rimed^chefifaceuanoa pericoli nati per la loro imprudenza. Et
Matto, ma nondimeno confideranda , che contra lorofiarmaua quaft tutta la tht^
ch'ei r.ó pò fihinìta\ . ^ingegnarono quanto potettero d'interrompere tanta unwne,pe
Ito b Sèi titifi giàdhauere diftrcgiata l'occafione difeparare da gli altri il Tonte-
a at°d.Ìmfu faJwàtio maffvmamente hauuta$eran%a,ch'egli farebbe &ato patten
oratonFrS teyfz gli refln umano Faenza fola-.però con lui rinouaronoi primi ragio-
cf ;*a»o *4*K**i& ne introduffero de' nuoui con Cefare,& col Re Catolico : per-
ac°cord- on che col Bg di V faci a, operi odio, o per la difteratione dhauerloa muoue-
éeu? roidò re » wo» tentarono coja alcuna. Ma né il Pontefice poteua accettare più
JorULeonat qudlo^he prima haueua defiderato; & alRe Catolico,con tutto chefor-
^alTjii1 fi non -manca fé la uolontà;mancaua lafacultà di rimuouere gli altri ; &
Sae nò co ce fare pieno d'odio fini furato contra il nome Vinitiano ,non folamente
cuUna £ te1 * non gli e fa udhma né udì l'offerte loro: perche • ricusò di ammettere al co a
celai Soma >fbctto fuo Giampiero Stella loro Segretario mandatogli con ampliarne
toLl'con commeffioni. Vero uoltati tutti i pen fieri a difender fi con l'arme; foldaua
duiori, & no da ogni parte quantità grandi fima dicaualli,&difanti,&armaua-
vvfnft"a°tS. no molti legni per la cujìodia de' liti di Romagna,®» delle terre di Puglia,
•b il Bébo re ^ per met terne nel Lago di Garda,& nel Tò,& negli altri luoghi uicini*
fìoaincédio peri quali fiumi temeuanoejjere moleftati dal Dma di Ferrar a, & dal
■ dell'Aifena ^archefe di Hantoua. Ma {li turbauano oltra le minacele de gli huomi->
p\fcheena nimolticafi,ofatali,ofortuiti:ptrcofieunafaetta^
' inchiodar ma yarca mandata dal Senato a portare danari a Rauenna fi Jommerfe
d? poiane con dieci mila ducati nel mare: l'jlrchiuio pieno difcrttture attenenti aU
una-afaff Uì U Bepublica ; andò totalmente in terra con fubita rouina : ma gli empiè
?uocoeLe4i di gradiamo terrore, che in quei giorni , & nell'hora mede fima,ch' era
"jlJVi'aoe,1ii congregato il con figlio ma<ggwr e, appiccato fi , bopercafo,o perfraudey
Giuftin?ano occulta di qualcti uno il fuoco nelloro Ur fanale, nella fianca doue fittene
nmma'ai uà ilfalnìtro,con tutto ui concorrere numero infinito d'huomini ad eftm-
ca(o:&kn* aUerlo, aiutato dalla for%a del uento, et dalla materia atta a pafcerlo, et
Jfflifi1 ampliarlo; abbruciò dodici corpi di galee fottili,& quantità grandi fma
crAggiugac dimuniùoni.jLlle difficultàloro s'aggiunfe,c'hauendofoldato Giulw,&
nS'pro Ren%pOrfim,& T rollo Sauello con cinquecento huomini £arme,& tre
' miie a gioì mila fantini Tontefìce con affriffimi comandamenti fatti, come afeudata
«nfÌu 'anco' n\,& fudditi della Chiefa; gli coftrinfe a non fi partire di terra di Roma,
daiiWamia irritandogli a ritenerfi 1 5 . mila ducati, riceuuti per lo fr pendio, ed pro-
to jri&t mettere * di comperi fargli inquello,che i Kmitìan per i frutti hauuti del e
di foftétarla.
le
O T T A V 0. 217
te terre di Romagna alla fedia ^Apoflolica doueuano.Folgeuanfi le prepa
rationi del Senato principalmente uerfo i confini del I\e di Francia, dall' ar
me delquale ajpettauano lafìalto più preflo,& più potente: perche dal l\e
d ^Aragona, con tutto che hauefl 'e a gli altri confederati promejjb molto ,
appari nano dimoftrationi,& romori, fecondo la fua confuetudine,ma non
fifaceuano apparati dì molto momento : & Cejare occupato in Fiandra >
perche ipopoli fot topofìi al nipote lo fouenifiero uoluntariamente di da-
nari;non fi credeua doueffe cominciare la guerra al tempo promefio;&il
Pontefice penfauano,che fperàdo pia nella uittoria de gli altri, che nell' ar
me proprie hauefie a regolar fi fecondo i progreffì de' collegati.T^on fi du-
bitava, che il primo affalto del ]\e di Francia hautffe ad efiere nella Ghia-
radidda,pafiado il fiume dell'adda appreffo a Cafcianoiperofi raccoglie
uà a Tonte Fico fui fiume dell Oglio ì efferato Veneto, delquale era Capi
tano generale il Conte di rPitìgliano,& gommatore Bartolomeo d'^ìluia
no,& ui erano Troueditori in nome del Senato Giorgio Cornaro, & ^An-
drea Gritt'hgentil 'huomini chiari, & molto honorati per l'ordinarie loro
quai:tà,& per la gloria acquifiata l'anno pafiato,l'unoper le uittorie del
Friuli, l'altro per Poppo fittone fatta a Bguere cotra Tede [chi: tra i quali
confultandofi in che maniera fuffe da procedere nella guerra; erano uarie
lejententienofolo tra gli altri,ma trai Capitano, e'I Gouernatore : fche
VjLluiano feroce d' ingegno, et in fuperbito j> i f ne ceffi prò fp ori dell'ano pre
cede te, et proto afeguitare le occafionifferate,e d'incredibile celerità co fi
nel deliberar e, come nell'efequire\cofigliaua,cheffar più tofto la fedia del
la guerra nel paefe de' nimici,che affettare fuffe trasferita nello fiato prò
prio,fi afìaltaffe, innaxi che'l Re di Fracia paffafie in Italia , il Ducato di
Milano. Ma ile ot e diV itigli ano, o raffreddato il uigor dell' animo (come di
cena /' \Aluiano) per la ueccbie%£a,b confiderado p la lunga efperietia con
maggior prudéti a i pericoli,et alieno dal tétarefen%a gradiffimafi>era%x
la fortuna; cofigliaua,che difpre%£ata la perdita delle terre della Ghiara
dadda,che no riìeuauano allafomma della guerra,? efferato fi fermaff e ap
preffballa terra degli Or cleome già nelle guerre tra i Vinitiani,e'lDuca
to di Milano haueuano fatto Fracefco Carmignuola, et poi Giacopo Ticci
ninofamofi Capitani de tepiloro;alloggiaméto molto forte,f efiere in me
%p tra i fiumi dell' Oglio, et del Seria, et e omo di (fimo a ^occorrere tutte le
terre del Dominio VinitianoiperchefeiFvacefi andaffero ad affaltargli in
quell'a!loggiametO',poteuanoj> laforte%£a del ftto Jperarne qua fi certa la
uittoria:mafe andajjero a capo a Cremona, ò Crema,ò Bergamo,ò Breftia
potrebbono per difefa di quelle accoflarfico l'efferato in luogo ficuro9et in
fefladoglico tanto numero di canai leggieri,^ Stradiotti, chehaueuano»
le uettouaglie,et l'altre comodità impedirebbero loro il pr edere qualuque
terra importante^ co fi fen%a rimetter fi in potefià della fortuna poter fi
facilmente difendere l'Imperio Pinitiano da co fi potente, & impetuofo af
£e falto
L I B R Ò
Mongola fa[to del % di F< ancia. De" quali configli l 'uno,& l'altro era fiato ri fin*
ie IfiftM tìAù dal Senatoiquello dcll\
v e !tiFnn tato dalSenato.-quello dell Minano ,come troppo audace: quello dd Ca*-
da in vmc pitan Generale , come troppo timido , & non conftderatore della natura
douo,Tec5 de' pericoli predenti -.perche al Senato farebbe più piaciuto, fecondo la in-
do il Bèbo, net erata confuetudine di quella Bgpublica , il procedere fìcur amente , &
teYn "cna" l'ufeire il meno potefjero della poterà di loro mede fimi: ma da altra parte
to per. non fi confi der aua fé nel tempo,che tutte qua fi le loro for^e fuffero impegna^
rore"/ p" te a refi fiere al He di Francia , ajjaltafie il loro flato potentemente il Bg
polo : doue fè f{omani3con quali armi,con quai Capitani, con quai for%e poter fi op -
timòh gusr porfegli : per lo quai rifpettoyquella uia , che per fe fteffa pareua più cer-
**<fc P*m« ta,& più ficura rimanere più incerta,& più pericolo fa. Vero feguitando
& dai Ddge come fpeffo fi fa nelle opinioni contrarie quella eh' è in mete; fu del berato,
LorHano ^ l'edere ito s ac co fi affé al fiume .Adda per non lafciare in preda de iìi*
te gii fu ri w'n /a Ghiaradadda^ma con efprejji ricordi, & precetti del Senato Vini-
aie*n doto tiano,che fen%a grande fi>eranxa,ò urgente neceffitd non fi uentfje alle ma
Atmor fi hi co' nimici. Diuerfa era molto la dehberatione del i\e di Francia ardente
FiquaTe^eci ài deftderio,che gli efferati combatteffer obliquale accompagnato daiDu-
ta la propo ca di Loreno, & da tutta la nobiltà del Esame di Franci.i,com'hebbe peffa
raldo? & la t* ì monti; mandò a Mongioia feto araldo a intimare la guerra ai Senato a
riipoha del y inaiano, commettendo gli, che accioebe tanto piu pretto fi pottjfe dire in
qMlhmìh timata,faceffe nel pajfar da Cremona l'ifteffo co'Magiftrati Vimtiani: &
méte è fan fe ytne riQ cjjendo ancora unito tutto l'efjercito fuo,bau?ffe deliberato ^che
Equicoia'10 non fi moueffe cofa alcuna infin'a tanto, ch'egli non fuffe p?y finalmente a
nelle croni Calciano : nondimeno ò pereti limoli delVontefice,chejì lamentaua ef-
che di Man r o . . - . . . . —
toua , doue ferpajfato il tempo determinato nella capitolammo acciòcht comincia^
MóVio^aV fe a correre *l tempo a Ce fare ubligato a muouere la guerra quaranta dì
introdotto11 poi che'lRe lhiueffemoffa;mutata la prima deliberatione;comandò a Cia
li6 Sa** moYìte chc deffc b principi0**1™ ejfendo ancora le genti Vinitiane,perche no b
\$o9. Etpo erano raccolte tutte,partite da Tonte Vico.Fu il primo mouimento di tan
carMs° uè t0 i^cndio il quintodecimo giorno d Aprile, nelqual giorno Ciamotepaffa
ftoAtmoee to a gua^%o con c tre mila canalini fiume Jlddaapprtffo a Caf ciano &c
recita l'iftef futtopanarc [opra battelli lei mila fanti,& dietro a loro l'artiglierie, fi
lo, come y- J r j./ j r / t t ~ r • ni „
ui ho nota dirigo alla terra di Treuì,lotana tre m.glia da Cajciano, nella quale era
g uftiniaC-° Giustiniano Moro fino Troueditore de gli Stradiotti de Vinitiani , & con
no fimilmc lui Fittilo da Città di Ca(lello,& Vmcentio di T^ildo,che raffegnauano i
«eHuSS fiM* chefi doiteuano di(lnbuire nelle terre uicint : iquah credendo , che i
Jcfue'hift. Franctfucbe ■» pnt parti s'erano (par fi per la càpagna;nonfufiero gente or
deHaSa dinatt Per àffhlfò\% la terra,ma per correreil paef e, mandarono fuor a d*
di cambrai gento fanti, & al cuni Stradtotti,co' quali appiccatafi una parte delle geti
contra i vi * frjn-
nitiani: la ... n u
quale effndo ftata deferita in profa da mòlli hiftorict i fu ancho elegantcmeote cantata in ue^Uda
Battifta Caxmelita Mantouino,po t* di (omino pregio. ..
e HMocenigorcriue,cheGiamon^n:»n paisà ftdda con p'u diiso. lance, zoo. ca4»i leggieri,» tremila
pedoni; e il Suonaccóxfi dice qiiatuoiniia filati, cV ^oo.iancc.
OTTAVO. 218
Francefeyglifeguitò fcaramucciando ftrìalriudlino della porta ; & poco
dipoi fopr agi ugnendo gli altri & apprefentate l'artiglierie^ comincia-
to già a battere co* falconetti le difefe yò la uiltà de* capi jpauentati di
a Qlitllo ìmpeto sì improuifoy ò a lafollecitudine de ?li h uomini delia terra ; * A $>li j*"a
gli coftrmfe\ad arrederji allo arbitrio t vero di Ciamonteicoji rimajero pri t^ra d* Tre
gionì Giuftiniano proueditoreyVitello)& Vincentioy& molti altri%& con "^1*^
loro cento caualli leggieri^ da mille fanti qua fi tutti di Valdilamont yef go, dicendo
fendo fi folamente faìuati col fuggir e dugento Stradtotti:& dipoi Cìamon c£* jjjjj*
te,a cui s erano arrenditi e alcune terre uicine\ritornò con le genti tutte di r<> tradire il
la da Adda ; & il mede fimo giorno il Marche fé di Manto uà , come faldato £"£n£c Jef
del F{e>da cui haueua la condotta di cento lanceycorfe a Caftl Maggiore: il opporli a*
qual Caflellofen%afir rejì(lentia;glifu dato da gli huomini della terra in sébo", ce1!
fieme con Luigi Bono ufficiai Vinitiano . Cor fé etiandio il mede fimo dì da ch'emendo
Tiacexa Hgccalbertino con cento cinquanta lanceye tre mila fanti paffatì cóba«utoaf
fi
tagna di Brian%a in fin a Bergamo: ilquale affalto fatto un giorno medefi- niano.
mo da cinque parti sé^a dimoflrarfi 1 nimici in luogo alcuno hebbe maggio
reftrepitoscbe effetto .-perche Ciamotefi ritornò fubito a Milano per ajpet
tare la uenuta del Re,cbe già era nicino;el Mar che fé di Mantouaychepre
" fo Cafal Maggiore haueua tentato b jifcola in uanoyìntefo che l'^Aluiano b Afcoia fa
c con molta gente haueua pa fiato il fiume Oglio a c Tonte Molare ; abbando dér^con
nò Cafal Maggior e, Fatto quefto principio alla gutrr a yil 'Pontefice incon- tanni, & da
unente publicò [otto nome di monitorio y una bella horribde y nella quale dciia^TrT*
furono narrate tutte le ufurpationi , che haueuano fatte i Vinitìani delle «me fermo
terre pertinenti alla fedia jlpoflobcay& l'autorità arrogata fi in pregiu- Mocenfco !
deio della libertà ecclefia(licay& delle giurifdittioni de Tontefici di con- *»««> gìu-
ferire i Vefcouadiy & molti altri benefici^ uacantiy di trattare ne* fori fé- Antonio *
colar i le caufe(piritualiy& l'altre attenenti al giudicio della Chiefaytut- Jpcciatdi
te le inobedientie pafìateioltra lequalifu narrato }che pochi dì innanzi per to,c'hacom
turbare in preiudicio della mede/ima fedia le cofe di Bologna y haueuano P°ftoi'hiiio
chiamati a Faenza i Bmtiuogli ribelli della Chiefa, &fottepofti loro y &
chi gli ricettale a grauiffime e enfur e ammonendogli a reflit uire fra uenti « Ponte Mo
quattro dì proffimi le terreyche occupauano della Chieja infieme con tutti m" rfiqulco
i frutti riceuuti nel tempo ? haueuano tenutey fotto pena in cafo non obe- la nelle ero
differo di incorrere nelle cenfurey& interdetti non (olo la città di Vinetiay JJj, \ x[y^
ma tutte le terre che vii obediffero) & quelle ancora che nofuddite alìlm «n/go Potè
• / /T-i -•'- i-i- 1 i- ■ r • •• delle Maci
peno loroyricettaj]tro alcuno Vmtianoy dichiarandogli mcorji m cnmi- ne.
ne di Maeflà lefay& diffidati come nimici in perpetuo da tutti i Chriflianì%
(f quali concedeua facultàa" occupare. per tutto hrobbe loro y& fare
f chiane kperfoneXontra laquak bolla fu da huomini incogniti prefent a-
E e 1 ta
a Fu intra! LIBRO
dot(o ìAral ta pochi giorni poi nella città diurna una fcrittuvainnomc del Trinci*
in, Senato , pe>& de' Magflrati ^initiani,nellaquale dopo lunga, & acerbi ffìrna nar-
co me ho rat ione con tra il Tontefice,& il Re di Francia; fi interponeua l' appella t io
acccoa2i7. , ; j. • i r i- , • ir in ni »
fccietamea ne dal monitorio al futuro concilw,& in difetto della giufiitia bumana, a
t x6". o' Ap& PlC(^i 4i Cbrifto giufliffimo giudice,& Trincipefuprcmo di tutti/Ntlqua-
quantuque le tempo aggiugnendofi al monitorio fair ituale le denuntie temporali, VjL
li P d°1Cuc- ra^° Mongioia arriuato in Vinetia , & a introdotto innanzi al Doge, & a
ito auttore , al Collegio, protetto in nome del Re di Francia la guerra già cominciata,ag
n°ed-fimelc grauandola con cagioni più efficaciycbe uere,ògiu(ie:alla propofia delqua
con in prò» le battendo alquanto consultato, fu rijpofto dal Doge con breuiffimc paro-
fu nT-ortaC fe^f?/^ ^ Re di Francia baueua deliberata di muouere loro Uigucr-
icrme dai ' ra nel tepo cbe piufferauano di lui,per la confeder atione,laquale non ha ne
hb^&'da nano mai uiolata,& per bauerfì per non fi feparare da lui prouocaton mi
Mario e- co il Re de' Romaniche attender ebbono a di fender fi, fycr andò poterlo fare
le cioniche con leforZe loro accompagnate dalla giuftitia della caufa»Que[ìa rifpcfla
ài Matoua , parue più fecondo la degmtà della Republica, cbe difienderfi in giufbfica^
Gìuftiniano tioni,& querele nane contra cbi già baueua afìaltati con l'arme. Ma uni-
nei libr. io. to ebefu a Vonteuico l'efferato V miti ano, nelquale erano b due mila buo- .
r.od'uiwrne mmì d'arme, tre mila tra caualli leggieri, & Stradiotti,quindici mila fan
defima fofta ti eletti di t utt alt alia, ,& uer amente il fiore della mìlitia Italiana ,non me
no per la uirtà de' fanti, cbe per la peritia, & ualore de' Capii ani^r quin
^q11 foiueni dici mila altri fanti fcelti dell'ordinanza de' loro contadini, & accompa-
:he )e genti gnati da copia grandiffima d' artiglierie ;uenne a Fotanella, terra uicina a
n? furono" Lodi a fei miglta,& fedia opportuna afoccorrere Cremona,Crema,Cara-
tremiiahuo uaggio , & Bergamo : oue giudicando bauere occafione per la ritirata di
Sefqu^tS Ciamonte di là da jidda,nèefiendo ancora unito tutto l'efferato del Re,di
xmia cauai ricuperare TreuUfi moffero per deliberatane del Senato, ma cétra il confi
trentamila glioy fecondo cbe tffo affermaua poi, c dell' Muiano,ilquale allegaua effere
fanti. Et l'È deliberationi qua fi ripugnanti, uietare , cbe fi combatte ff e con l'efiercito
?sUoo°huomi de nimici,& da altra parte accoflarfegli tanto, perche non farebbe forfè
m d'arme , in poteftà loro il ritirar fi:& quando pure potefiero farlo, far ebbe con tan
«aUeggieri* ta diminutione della riputazione di quell'efferato, che nocerebbe troppo al
& 25. mìia la fornma di tutta la guerra ,.& ch'egli per queflorifpetto,&perlljonor
bo fi cofor" proprio y&per l'bonorcommune della mditia Italiana ; eleggerebbe più
ma ai Moce tof[0 fa morirebbe di confentire a tata ignominia, Occupò prima hfferci-
mgOjlenon . 1 1 . - /» 1 ir- •• 1 n*
che accrefee t o Ruiolta,doue i Fracefi non baueuano lajciata guardia alcuna:oue meffi
il cimerò cinquanta caualli, e tre ceto fanti s'accodo a Treuì, terra poco dtfiante da
gferijdi'due jldda , & fituata in luogo alquanto eminente , & nella quale Ciamonte
^efroGi'u- ^aueHa lafciate cinquanta lance,& mille fanti fotto il Capitano Imbalt9
Miniano pu Frataglia Guafcone,e'l Caualier Bianco.Tiàcate Farti glierie dalla parte
tonò difeor
da da glialtri due hiftorici Vinitiani: ma ferme che i caualli eran fette mila fra huomini d'arme,& leggieri.
Nel Giuftiniano è pofta unaoratione fatta dal Contedi ritigliano,nellaqual conclude,chc fi aflaki Tre
; 8c à quella l'Aliano conuadice,comc qui fcxiue,configliando più tolto ad andai'ad atfiótaie i rumici.
e
Ul
t © ,: T . T A V O. uv
Uerfo Cafciai70,oue il muro era più debole , & facendo progreffo grande, a. *«»"**»
que gli, cb' erano dentro il giorno fegue te fi arrender onoyfalui i foldati, ma opinio*» a
fn%a armi,& rimanendo prigioni i Capitani,^ la terra à difcretwne li^ *£?*j&
A ber a del uincitore,laquale fubito andò afacco a con dàno maggiore de1 uin di tkiìì fof
citoriycbe de uinti:percbe il He di Francia,come intefe il campo nimico ef- Jf «glone
»* wnu gwt nu ui maggio j u Ljìiimeprejjo a t ajaano , oue prima per e op- T\*r ^ivj
fon unita di Cafciano erano (lati ferina difficultà gettati tre poti fu le. bar che patte!
ebe\pafìò con tutto l'efferato fenra far fi danimici dimoflratwne alcuna IIcì "ondì
A ' Vci /• ii/«» r m meno inora
di rejmergu, marauigliandojt ciafcuno,cbe ociofamente perdeffero tanta una uoce ai
occafione d'affaltare la prima parte delle genti,chefuffe p affata, e fclaman j^dikontu
do il Triuul%io, quando uidde pajjare l'efferato fèn^a impedimento, bog- èe due ca
g*'jò Re Chriflianiffìmo gabbiamo guadagnato la nittoriadanuale occafio jj"^" p"*
ne è mantfefto,cbe medtfirnamttefu conofciuta,& uoluta ufare da i Capi Aiuìano tbf
tani deVinitianiima no fu mai in potè fa loro,nè co autorità, né con prie- % gione dì*
gbi?nè con minacele fare ufare di Treuì i foldati, occupatinelfacco,& nel la,fiar palla
la preda:alqualdifordine no bacando alcun1 altro rimedio a prouedere ; [ridono1
ViAluiano pernecejfitargli ad u far e\ fece metter fuoco nella terra: ma fu che fu inai
fatto quetto rimedio tanto tardi,cbe già i Francefi con grandifiima letitia jj ch'uni!*
erano intieramente paffati, beffando fi della uiltà, & del poco con figlio de «flendomaf
nimici.Ullogiò il I\e co Ih fi er cito poco più d'un miglio uicino ali alloggia q^nT mat
mento de Vinitiani,poflo in luogo alquanto rileuato,& per lofito,&peri tina , 8,an.
ripari fatti, forte in modo,\cbe non fi poteuafenxa mantfeflo pericolo an- "ri tégo'no,
dare ad afìaltargli: oue confutando fi in qual modo fi douefie procedere; che non fi
molti di quegli, che interueniuano ne configli del t{e , per fu adendo fi , ebe \Vàh\ol^l
farmi di C efare bauejjero pretto à fentirfi; confortauano, ebefi procede f- c,h? 'f Reera
fé lentamente: perche effendo b ne fatti d'arme migliori le conditioni di co ter»°dì *cl
lui, che affetta d 'e fiere afialtato,cbe di chi cerca di afialta^e altri, la ne- fcianoPort°
ce fitti coflrignerebbe i Capitani Vinitiani,uedendofi impotenti a difende- mime iò-
re quell'Imperio da tante parti a cercare di far e la giornata. Ma il Re feti Prajltìu™c'
+; \. à- r i >ì st r> .. i , onde colar
Tiuaaiuerjamente ,pur ebe sbauefie occafione di combattere in luogo, tigiierie fi
do uè il fito non potefie preualere alla uirtu de combattitori ,mofìo, ò per- [aurte0bb^oIpe°
ebe temefie nonfufiero tardi i mouimenti del I\e de' Romani, ò perche tro- ftari'cfiercì
uandofi in per fona con tutte le for^e del fuo Rcame,non foto bauefiefpe- n°0. vedu* e
ran'ta grande delia uìttoria, ma giudica fie disbonorarfi molto il nome .quìcoia._
fuo, fé da per fé fenT^a aiuti d'altri non termina fie la guerra:& per lo con b CéKt^
trario efìergli fommamente gloriofo,cbe per la potentia,& iurta (uà ot- s 'a "ali SV.
teneffero non meno diluì gli altri confederati ipremij dellauittoria . Da {™lftZ*f\
altra parte ilSenato,e i Capitani Vinitiani non fi accelerando per timor di uantagg^o \
Ve 2 CeCrYP aflalta«: al
te 3 eejare triJÌnelpro
pno alloggiamento. Ma?, car tf.fenotsro un'opinion conuatia,tohs da Tito Ltuioncllib. 3. delia Dcca.3.
L I B R O
Ce farei configli loro; battevano deliberato, non fi mettendo in luoghi
eguali a loro , & a nimici, mt fermando fi fempr e in alloggiamenti forti;
fuggire in un tempo mede fimo la neceffità del combattere , & impedire a
Francefi il far progreffo alcuno impanante. Con quefìe dehberationiflet-
te fermo Vuno,& l'altro efferato tutto un giorno : nelqual luogo,benche
trai canai leggieri fi faceffro jpeffo affalti,&cbei Francefi facendo piu
innanzi £ artiglieri x>cercaffero bauere occafìone di combat ter e, non fi fe-
ce maggior motti 'mento Mofft fi il giorno feguente il I{e uerfo Hiuolta per
tentare fé l de fi der io di confermar fi quella terra faceffe muouere gì' Italia
ni: i quali non fi mouendo^per ottenere almeno la confezione tacita , che
non ardiffero di uenire alla battagliaste fermo per quattro bore innari
ri all'alloggiamento loro con tutto l'efferato ordinato alla battaglia, no
facendo efji altro moto,che dì uolgerfì fen%a abbandonare il fi to forte, a l-
la fronte de.' France fi inordinan^a : nelqual tempo condotta da una par-
tede foldati del Kg l'artiglieria alle mura di F{iuolta ; fu in poche bore
prefa per for^a: oue alloggiò la fera medefima il B^econ tutto l'efferato,
angufliato nell'animo^ non poco del modo, col quale procedeuano i nimi
ci,il configlio de' quali tanto piu laudaua, quanto piu gli dtjpiaceua: ma
per tentare di condurgliper neceffità a quello, cìyenon gì' induce uà la uo-
lotd,dimorato che fu un giorno a limita, abbruciatala nelpartirfi,*mofa
ce11 Bche° fi /* ly effercito per andare ad alloggiare a Vaila* o V andino la notte proffì-
Triuuhio macerando da qualunque di quefii due luoghi poter comodamente impe*
iTef/eno1 *T? U uettouaglie,che da Cremona ,& da Crema ueniuano a nimici ,&
nelle guer- cofi mettergli in neceffità d'abbandonare /' alloggiamento , nelquale infino
ìnu^che allbora erano (lati. Cono] ce nano i Capitani Viniùani quali fu/fero i penfie
nò fi rnouef ridel^e,nè dubitauano ejfereneceffario dimetterfi in uno alloggiamento
maeièdado.: forte propinquo a' nimìchper continuare di tenergli nelle medeftme diffi-
lo morrei Cultà,& impedimenti ma il Conte diVitigliano configliaua che fi differì f
gfhoggu g fé il mouerfi al giorno feguente;nondimeno fece inflativa tanto ardente del
viniuani pa contrario l'Muiano, allegando ejj'er neceffario il preucmre,cbe finalmente
u°i"àlu.tUt" fi* deliberato di muoue>fi fubita mcnte>Due erano i camini J uno ptu baf fr
fo uicino al fiume dell' Addazia più lungo a condurfi a luoghi fopradeiti,
iodato ^dando fi per la linea obliqua: l'altro più dfcofto dalfiumcma piu brie-
quefte due ue,perche s' andana perlnea diritta^ (come fi dice) quetto per la corda
'come' dell' arco,q>tello per l'arco:per locammodi fotto procedeua l'efferato del
no, ^„„„,r,.^perlarto:pe
feri
cen
qual
uè il mo Re, nelquale fi diceuano effere piu di due mila lance, fei mila fanti Sui?je-
fa'eon . ri,& dodici mila tra Guafconi , & Itali ani, mumtiffìmo d'artiglierie, &
effere due mila buomini dy armeria di uenti mila fanti , tfr numero gran-
diffimo di cauai leggieri , parte Italiani , parte condotti da Vimtiani dì
Grecia>i quali correvano innanzj,ma non fi allargando quanto fogltono:
t pmbe
G T T A V CK 220
perche gli fterpi,& atb&jtt ÌU,de quali tra l'uno , & l'altro efferato era,
fieno il paefe; gì' 'impedì uano>come mtdefmamente impedivano, che l'uno
& l'altro efferata non fi uediff^ìnelqualmodo procedendo,^ auan^ado
continuamente di camino lyej]er cito Vmitiano,fi appropinquarono molto
in un tempo mede fimo V auanguarda Francefe,gouernata da Carlo d'^Am
bunfa,& da Giamacvpo da TriulT^, nella quale erano cinquecento lance,
e i fanti Sui?jer;,& il retrogaardo de' V iaitiani,guidato da Bartolomeo
d' filmano, nelqu ale erano ottocento b uomini dì arme ,& qua fi tutto il fio
* re de fanti dell' effercicorma che non yr^cedeua molto ordinato, a no pen- a Dl- •» .
fando £ jlluiano che quel giorno fi douejje combatter e: ma come uide ef «e impj rat»
ferii tanto apprvffimato a nimichofutgliatafi in lui la polita caldc^a,o \ucUtho *
uedendofi ridotto m luogo,ch'era neceffano fare la giornata ftgmficata ,ierbioanu.
finitamente al Conte di PitigUano, che andana innanzi con l'altra parte no^ dT^"
dell' efferato lafuanec(ffuà,oddibcYatione;ioricercò^cheuemffeafoccoY bfUtta ™&
rerlcallaqual co fa il Conte nffo Je,cbc attendrffe a caminare, & fuggiffe no diS? '"
il combattere,perche co fi ricercauano le ragioni della guerra, & perche "opeafcwa.
tale era la deliberatone del Secato finitiano. Ma l'jlluano in quefìo me
%p battendo collocati ifuoi fanti con feipe^j d'artiglieria fopra un picco
lo argine, fatto per ritenere l'impeto d'un torrente; ilquale non menando
allhora acqua,pafjaua tra l'uno,& l'altro effercito;affaltò i nimici co tal
uigore,& con tal furore , che gli coflrinfe a piegar fi , effendogli in quefto
molto fauoreuole l'efferfì principiato il fatto d'arme in certe uìgne ; oue
per i tralci delie uiti non poteuano i caualli de Fr ance fi efpedìtamete ado
per ar fi. -ma fattafi innanzi per quefto pericolo la battaglia dell'efferato fc«0qdv£
Fr ance fé, nella quale era la per fona del 2fc fi ferrarono i due primi fqua- mc fo«*flà
droniaddoffo alla gente dell' miniano nlquale per lo principio felice uenu- Ghialadad"
to in grandiffimafberanra della uittoria,correnio in qua, & in là,vi[cal- da a '«• * di
Magg.ijo9.
(OgO
aperto, oue i caualli,de quali molto preualeuano,fi poteuano liberaméte pcro- tcmp(>
mun:ggiare:accefi ancora affai per la prefentia del f{e ; ilquale non hauen ciofhTeisf f
do magg:ort rifpetto alla fua per fona,che fé fufje fiato priuato foldato, de^fScca*
efyojìo alpericolo dell' artiglierie ,non ceffaua, fecondo che co fuoi era ài- mi pnnei-
bijogno,di comandar 'e, di confortar e,& di minacciarci da altra parte i ^f0"'
fanti Italiani inanimiti da' fucceffi primi$combatteuano con uigore mere dett° di Co*
dibile ,non mancando l'jlluiano di'futtigli uffici] conuenientiadeccellen J" c^ij?-
tefoldato,& Capitano: finalmente effendofi confomma uirtu combattu- la twfauia;
to circa a tre bore , le genti Vinitiam, daneggiate marauigliofamente nel WJl^ti
luogo aperto dà caualli de' nimici,& riccuendo oltra quefto non piccolo Less* 9u«o
impedimento, che nel terreno diuentato lubrico per grandiffima pioggia* ?aUtoc5ha°itnre
foprauenuta mentre fi combatteua;non poteuano i fanti, combattendo far* auc°"iu &
* r J eileiupi.
E e 4 mare
«feiqueft» LIBRO
Marchcfi ^are i piedi,&fopra tutto mancando il foccorfo de1 faci, cominciavano a
dei Mòie s. combattere co vradiffìmo di fauat atrio :& nondimeno rcfifìtmìo con vran-
MariaiTho AtV ■• , 2 il j j i n. j / • ■ S t
frana uiè tat difjima iurta; magia battendo perduta lafferan%a del ainccre, più per la
u inonorata gloria, che perla J alate sfecero fanguinofa,& per alquanto fj^atio di tempo
gii scrittori dabia la aittoria deFranccji:& ultimarne te perdute prima lefor^e, cheli
vinitiani, ualoreSenra moflrarele (balle a* nimìci, rima fero, quali tfuti morti in
cioè dal Bé- ,, ^ , tri j / » , -1- i> i
bo nei iib.7. ?»« luogo, tra qualtj a molto celebrato a nome di ^Vurvyuno de Marche a
dal Moscai- fhdel Monte a S. Maria di TofcaiftF, esercitato >■ Condottiti e di fanti nelle
et dai Giudi guerre diVifa a gli flipendij de 'fiorentini ,et allbora uno de Colonnelli del
niano nel li [a fanteria Vinitiana: per la qual refi/lentia tanto ualorofa di una parte
b bicono, fola dell' efferato, fa allbora opinione cosiate di moiti,cbefe tutto befferei-
che Bartolo f 0 de'Fimtiani-entraua nella battaglia ;har ebbe ottenuta la uittoria: ma
ulano haué M Conte di Vitigliano con la maggior parte s'aflenne dal fatto d'arme ; ò
do attaccato perche,come dkeua egli offendo fi uoìtato per entrare nella battaglia,) -ufj e
xneco*fran urtato dallo fquadrone,che gìàfuggiua, ò pure (come fi fparfe la fama )
cefi a vaila perche non bauendofberanzadi poter uincere,& [degnatocene Infoiano
co tra la uo- 1 rr i> ■ s r» V • u 1 • »• s> ;•
lóti dei Pi r?aaeJJ e contra l autorità jaa prejo animo di Combatter e, miglior - confi glio
tignano ,• i- riputaffe,che quella parte dell'efferato fi falaaf]e,che il tutto per l'altrui
tbvarrone temerità fi per deffe. Morirono in quefia battaglia pochi b uomini d'arme,
- cane che perche la uccifione grande fa de* fanti de Vinitiàni, de' quali alcuni ajfcr-
11 di Paolo mano efferne fiati ammainati otto mila,altri dicóno,cbe'l numero de'mor
miiio fece f / da ogni parte non pafsò in tutto Jet mila. b Rjìnafe prigione Bartolomeo *
Annibale : d' ^Aluiano,ilquale con unoccbio,& col uolto tutto percojjò, & liuido,fa
fcrdhf fa" memt0 al padiglione del t{e, prefi aenti pe%%i d' artiglieria groffa, e'I ri-
prigione,ha manente dell' efferato non feguitato fi fatuo. Qucfìa fu la giornata famo-
?«ìm u°mo fa ^ Gbiaradaddafo come altri la cbiamanoydi Vaila, fatta il quartodeci-
cenigo) pò- mo giorno di Maggio, per memoria della quale il B^efcce nel luogo,oue s'e-
re -e ^irm- ra combattuto, edificare una capello.], honorandola col nome e di Santa
tò Emiiio,ii Maria della uittoria[. Ottenuta tanta uittoria il I\e per non corrompe-
teli qutun re con l* negligentia* l'occafione acquietata con la airtù,& con la fortuna;
domani 5 andò ilfegaente giorno a Carauaggio, & effendofegli arrenda ta fubito a
pnuiuereal Vattl ^ terra,batte co l'artiglierie la fortezza , laquale in ifpatio d'un dì
la Repubii. fi dette liberamente .^Lrrendeffegli HproJJtmo dì,no affrettato, che befferei -
lo quello6 e t0 *accoflaffe,l& città di Bergamo:nellaquale taf date 5 o.lance , & mille
in pò ano fanti f> la ejfrugnatione della f or te%ga; s' indir i'jgo a Brejcia:doue innanzi
u£at\ò°di arri aafk,la fortezza di Bergamo fiata battuta un dì co l'artiglierie, s'ar
temerità, rtdè co patto cbefufìtro prigioni Mar in Giorgio,& gli altri ufficiali Vini
aig£rnon<? tianufche* l He no tato moffo da odio,quato dalla ffceraza d'hauerne a trar
hoggi que. re quaiitàgràde di danari,era deliberato di no accettar mai, quadofe gli
ilo luogo è i avveri-
detto la vii arren-
toria,come s'ha datlib.$.dell*hiftorie di Crema d'Alemanio Fino. Cofi leggiamo in Gio. Villani, che Re
Carlo rotto Corradino la V igilia di S.Bartolomeo 1268. nel piano di Tagltacozzo; fece quiui pei honor del
isumoHg£&fccatcunaChidà*Uìe fi chiama S.Maiia della Vittoiia:Uche è nclìib 7. a cap.27.
co
rer
Em
O T T A V O. 221
arrédeuano le Terre, patto alcuno :per lo quale [afferò faluatii gentil' buomi
a ni Vinitiwni . Iste' Bresciani non era più quelf a antica dijpofitione, co la qua a vedi il u-
le haueuano al tempo de gli auoli loro foflenuto nelle guerre di Filippo Ma- [>?llico.nl^
via Visconte grauiffimo affedio per conferuarfi fiotto F Imperio Vinitiano; terza Deci,
ma inclinati a dar fi a Fr ance fi, parte per lo terrore dell'armi loro , parte per dou* "^°J
i conforti del Conte Giouanfrancefco da Camberà, capo della fattion Ghibel- di Bretella, e
lina ; haueuano il dì dopo la rotta,occupate le porte della Citta , opponendoli \l cono nel
• •» j i • • i /r i la 9,uinta
apertamente a Giorgio Comaro , il quale andato qmui con grandifjima cele- pane .
rità uoleua metterui gente : & dipoi accoflatofi alla Città l'efferato Vinitia-
no diminuito affai di numero > non tanto per lo danno riceuuto nel fatto d'ar-
me, quanto, perche come accade ne' cafifimili , molti uolontariamente fé ne
partiuano, disellarono l autorità, e iprieghi d'Andrea Gritti, cW entrò in
" Brefcia a b pervadergli , che gli accett afferò per loro difefa . Vero l'efferato b si { '
non fi riputando ficuro in quel luogo, andò uerfo Tefcbiera,& la Città di Bre neii'hifto-
feia, facendofene autore i Gambarefchi,s arrendè al Re di Francia,e il mede- jjj,8^ Mv°a"
fimo fece due dipoi la fortezza , conpatto , chefufìerofalui tutti quegli, che patiaméto ,
n'erano dentro, eccetto i genti fhuomini Vinitiani . Ma come a Vinetia per- ^t^n fé"
uenne la nuoua di tanta calamità,non fi potrebbe imaginare , non cheferiue- a Brefciaui
r e, quanto fuffe il dolore, & lo jpauento un'merfale,et quanto diueniffero con - SergiU fta-
c fufi,& attòniti gli animi di tutti, infiliti a fent ir e auerfità tali, anQ c afiue- re »" &<**■ »
fatti a riportare quafifempre uittoria in tutte le guerre : & prefentandofegli ft°p °ot?au %
innanzi a gli occhi la perdita dell'imperiosi pericolo dell'ultima rouina del Ghiaradad-
la loro patria in luogo di tantagloria , & grande^^a , con la quale da pochi poncc { \Gui
me fi indietro fi proponeuano neU animo l Imperio di tutta ltalia;però da ogni J* £ niano nd
parte della Città fi concorreua con grand iffime grida,& mifer abili lamenti al
palagio publico : nel quale confidi andò fi peri Senatori quello,che in tanto ca e Tato più
fofufìe da fare ; rimaneua dopo lunga confulta fopr afatto il configlio dalla *u v^Xfta
difperatione, tanto deboli, & incerti erano i rimedi] ,tanto minime ■,& quafi ia _ rotta^ a
nulle leJperanTg della falute,confider andò non hauere altri Capitanane altre oiV^'iSer
gentiper difenderfuche quelle, che auan%auano della rotta , fogliate di for~ ufi a ri por-
ger d animo, i popoli fudditi a quel Dominio, o inclinati a ribellarfi, o alie x^t q vitto*!
ni da tollerare per loro danni,& pericoli: il He di Francia con efferato poten «ajj ìAiuia-
tiffimo,& infoiente per la uittoria , diffofto afeguitare il corfo della proserà ^n foe le*
fortuna : al nome folamente del quale effere per cedere ciafeuno : &fe a lui Kr££ pro*
folo non haueuano potuto refiftere,che farebbe uenendo innanzi il Re de* Ro- vittoria ccr
mani, ilquale s' intendeua appropinquar fi a3 confini loro, & che hora inulta- ta- v*dì ji
to da tanta occafione accelererebbe il uenireimoftrarfi da ogni parte pericoli, pnnei pio
& difperatione con pochiffimiindicij difperan%e : & cheficurtà hauere t che del iib- *•
nella propria Tatria.piena d innumerabile moltitudine, no fi fufcitaffh, parte
per la cupidità del rubaré,parte per iodio cotra i gentili? uomini gualche pe-
ricolo fo tumulto^. Già,quei ctiè l eflremo grado della timidità >riputauOno cer
tijfimi tutti i cafi auerfhi quali fi rap^r e f emanano ali imaginationeipropria*
che
r I B R o
ebe potè fero fuccedere.Et nondimeno raccolto in tanto timore il meglio pòi t^
nano l ' animo,deliberauano difareflrema diligentia di ri conciliar fi per qua-
lunque modo col Tonte fic e, col Re de Romani, & col Re iato lieo fenrapen-
pero alcuno di mitigare l'animo del Re di Francia : perche dell'odio fuo con-
ti'a loro non meno diffidauano,che teme fero delle fue armi mèpofli perciò da
parte ipenfieri di difender f attendendo afarprouifionedi danan,ordinaua-
no di [old amuoua gente per terra,e temendo dell 'armata, che fi diceuaprepa
rarfi a Genoua,accrefcere infmo in cinquanta galee l armata loroAella qua-
le era Capitano ^AngeloTreuifano.Mapreueniua tutti i cori figli loro la cele-
Aggiugni yità del Re di Francia,alquale dopo l'acquiflo di Brefcia, sera arrenduta a la a
a
ancho Cre
ma , laquai Città di Cremona,ntenendofi ancora per i Vinitiani laforUTgadaquale ben-
terra fi die che forti firn a, bar ebbe fé guitato lefempio degli altri,hauendomafimamen
operai te ne mede fimi giorni fatto l'ift e fo,ìa foriera di Tix^ichiione fé il Re ba-
cino Benzo ueffe consentito, eh e tutti ri ufei fero f alni: ma efendouìfi ridotti dentro molti
Eembo/& gentil' buomini Vinitiani,e tra gli altri Zaccaria Contarino ficchi fimo huo-
Aicmanio mo;negaua d 'accettarlafenon conpatto, che quefii uemfero in fuapoteflà:
hiftoricedie pero mandatola gente a tenerla afediata,& efendofi le genti Vwmane.che
crema . continuamente diminuiuano , b fermate nel Campo Martio apprefo a Fero- b
b Qjrefto na perche i Verone fi non haueuano uoluto riceuerle dentro^ ; il Re camino in-
medefimo nan7jaTefchieraperacquiftare la fortezza > efendofi già arrenduta la ter-
ghi0, ex ra: laquale corri hebhero cominciata a battere con l artiglierie ; u entrarono
Mocemgo : p€Y piccole rottuì e di muro con impeto grandi fimoi fanti Sui7geri,& Gua-
Caggfugne foni, anima-zzando ifanthche in numero circa quattrocétou 'erano dentro , cc
<hy vero- fl Capitano della fortex^a.cb 'era medefimamente Capitano della Terra , gen
Tatti eterni tithuomo V "initiano, fatto prigione fu per comandamento del Re,infìeme col
daifagabel- figlialo à meYU me i e fimi impiccati, inducendofi il Re a quefla crudeltà, ac-
cint tche ciò che quegli, eh' erano nella fartela di Cremona-. f auentati per quefiofup-
ia guerra du pilciGnonft difendcffero infmo ali ultima ofiinatione . Cefi haueua in ifatia
di ouindia giorni dopo la uittoria^acquiflato il Re di Francia, dalla fonema
c Qjjeiìo cit temono, infuora,tutto quello >che gli apparteneuaper la diuifione fatta a
?eichtrra°je Cambra, acqwfio molto opportuno al Ducato di Milano, & per lo quale s'ac
condo i! Bé lYejcemno r entrate Regie , ciafeun anno molto più di dugento mila ducati .
ce°ùfgo Mfu Tsicl qnal tempo nonfifentendo ancora in luogo alcuno l'arme del Re de Ro-
Antf<b - h^ vncmi'Mucua il Tontefice af aitate le Terre di Romagna con quattrocéto Imo
H !vaocenCigo mini d'arme .altrettanti cauai leggieri,& otto mila fanti , & con artiglierie
Ti5 fondai del L)uca di Ferram> tlquale haueua eletto Gonfalomer della Chiefa, titolo ,
r€ feuomo fecondo l'ufo de' tempi noflri, più di degnitày chea autorità prcpofli a quefla
Jtinia^o to Sferrilo Francejco da Caflel del Rio , Cardinal di Vania , con titoloni Legato
dice. %Apoflolicoi& Francefco Maria dalla Rouere figliuolo già di Giouani fuo fra
tello,ilquale adottato il figliuolo di GuiaVoaldo Duca d'Vrbmo^o mater-
no,& confermata per l'autorità del Tontefice l'adottione nel Concifloro , era
l'anno dinan7i,mono luifen%a altri figliuoli fucceduto in quel Ducato . Con,
queflo
* Co't Mari
frone fu a'a
O T T A V O. ili
quello efferato battendo fcorfo daCefena,mrfo Cernia, et uenutipoi tra Imo-
la,& Faen^prefero la terra di Solxrolo : & flati qualche dì alla Baflia tre è ho Ti c«3i
miglia uicina a Faenza- andarono a Brifigbellaaerra principale di Fallila- J^Je {"«fue
a mone, où era entrato * Gian Vagolo Manfrone con ottocento fanti & alcuni w Bembo .
cauallid quali ufeitifuora a combattere .condotti in un aguato furono sì uigo- K^iVli*
roj amente aff aliti da Gian Vagolo Baglione > & Lodouico dalla Mirandola , furono a §-
Condottieri nelt efferato Ecclefiaflico che rifuggendo nella Terra;u entrar o- Jk^aJcT
no mefsolati infieme con loroy & con tale impeto, che il Manfrone caduto da Fiorone ; g
cauallo, appena hebbe tempo a ritirarfi nella Biocca: allaquale effendoprefen- Gtoffò &^1
tata r artiglieria fu dal primo colpo abbruciata la monitione , che nera den- copaedo da
troidalqual cafo impauriti i difenfori, fi rimeffero fen%a alcuna codinone nel \lmzl£\\
X arbitrio de uincitori, Occupata tutta la Valle, l efferato fcefo nel piano pre- ft«no Mar-
fo Granar olo \ e tutte Coltre Terre del Contado di Faenza ; andò a campo a Una b5ai°dl
RuJJì,caflellofituato tra Faenza, & Rauenna,ma di non facile effugnatione : Rauignanì,
perche circondato dafoffe larghe, profonde) & forte, era guardato daficen- Girolamo *
to fanti foreflieri, &faceua l'ejftugnationepiu difficile, non effère nell 'ejfcrci- ^oilo/f! l\
to Ecclefiaflico né quel configlio, né quella concordiate farebbe fiata neceffa ito. d i Raué
ria benché le for?euiabbonda(fero;conciofia che di nuouo lucrano zittirti tre na: doue ft
.,/• . _ . •/-,! -i i' , J \ i ■ .■ ■■ • le«.-ìnoquc
mi'afantiSui'zgerijoldati dal Vapa: &pero con tutto cheiVinitiani non ih kcceifi
piffero potenti in Romagna ;fifaceua contra loro progrejfo : & ejfendo ufeito deìh Komi
b di Rauenna con taf uà compagnia b Giouanni Greco, Capitano degli Stradiot c Eravudo
ti, fu rotto, & fatto prigione di Giouanni Vitelli imo de còdottien Et clcfia- mi.no *lrho
flici .-pure finalmente poi che furono flati intorno a Ru/fi dieci giorni, l otten ra, come di-
nero per accordo : & effnio in queflo tempo ifleffbfucceduta la uittoria del £c **è£*>
Re di Franciay la Città di Faenza, laqualeper efferui pochi faldati de Vini- Mufa.-ma di
tiani, era inpoteflà di fé medefima; conuenne di riceuere il Dominio del Von ^ *°0 m*\
teficefe fra quindici dì nonfuffe foccorfa: la qual conuentione poi chefufat- do torte a
ta , effendo ufeiti di Faenza cinquecento fanti de Vinitiani, fiotto la fede del 2US«o'ia
Lei aio , furono, fualigiatiper commejjion del Duca d'Vrbino . Fece il mede- Ferrara. Leg
fi.no la Città di Rauenna ,fubito che fé gli accoflb l efferato . Co fi più con la Phpfcfiw»
riputatone della uittoria del Re di Francia , che con l'armi proprie , acquiflò d« totto ia
preflo il Vapa le Terre tanto defiderate della Romagna : nella quale non te- ^c7ào d ea*
neuanopiu i Virar iani altro , che la forte T^a di Rauenna, contra i quali fi d ìfBèmBò
feopriuano dopo la rotta dell'efferato loro , ogni dì nuoui nirmici : perche il ^"^^
Duca di Ferrara , il quale fin a quel dì non s'era uoluto dimoflrare; cacciò ì'.qual «*
cfubito di Ferrara il c Bifaomino , Magìflrato , che per antiche coment ioni « ir/ld'ice"
per render ragione a fumiti, loro ; ui teneuano i Vinitiani ; & pre fé Carme «fondo mò
ricuperò ferina oflacoh alcuno il Voi fine di Rouigo ; & d sfondò con l'arti- i^,*" & 1^1
gliene tarmata de* Vinitiani, ch'era nel fiume deli' *Ad ice; & al Mar- tra n«a;«y
chefe di Mantoua s'arrenderono jLfola , Lunato , occupate già da' Vinitia- &*eziofei
d ni nelle guerre contra Filippo Maria Vifconte, a Giouanfrancefco da Gon- co non pò-
"T l j j tendj rno.
tteriijfusfoiiatola notte a gettai l'arìiglicric grolle nel fiumfc&coficon gran fatica fi con iurte alle Bebé.
t i e r a
i leggi nel %aga pio proavo . a In IslriaChrifiofano Frangipane ocùupoTìfìnìó,*
a1 ?-w*" & Dilanio. Et il Duca di Branfuich entrato per commandamento di
ccnigoque- Ce] are nel Friuli eoo duemila huomtni commandatt , prej* Feltro , e£*
BcUMttti'afil $--ff,7,a •' r,t'a b**1*fà delquMe , & alla fama della uittorm de' Francefi,
di chrifto- Tricfli- & l'altre Terre } dal! acquiflo delinquali era procedutaci Vinitiani
p°ai?i F&d1ì 'PòrigtoG di taini nialutontareno all'Imperio di Ce far e occuparono etiandio i
puca di Bra Conti di ladrone alcune Caftella uicineiél Vefcouo di Trento con fimi le mò-
,ulch ' rimerito Ritta di Trento, & Agreflo: ma niuna cofa baueua dopo la rotta di
b Antonio Vaila fpauentato tanto i Vinitiani, quanto Tefpugnationc della Fiocca di Te
G!uildo altu f^}lvm intorm allagale s erano perfuafi doncrfiper laforteiga fua ferma-
mandato a re fmpeto de3 uincito ri: però attoniti per tanti mali, e temendo eflremamen
TroueVito" te' c')e ^ ^e & ?Yancia non fi faceffe più innan^hdijperate le co fé loro, & a-
d« cremo- fretti più da iimidità,che da con figlio, ritirate fi le genti loro a Mefire,lequa
"e iì Bembo fi fen7é twidientia,& ordine alcuno, erano ridotte a numero molto piccolo ;
ai principio delta crarono^per non bauerepiu tanti nimici, & con dijperatione forfè trop-
ìt doglio? V° Prefla » di cedere alt Imperio di Terraferma : né meno per leuare al Pve di
gne, e te gj i Francia l occ afone d'approjfimarfi a Vinetia; perebe non fiauano fen%a fo-
%Èùm% (petto > che in quella Città fi fdcejje aualcbe tumulto concitato , ò dapopoìari
trattar la pa ^ ^//^ moltitudine innumeì 'abile >che ui b abita di fior eflieri, quefli tirati dal
dura "condì defidsrio di robare , quegli da non uoler tollerar e, che effèndo cittadini nati
tione , prò- per [?mga fiuceffione in una medefima Città , an%i molti del mede fimo fan-
! ce;are di ti gue, & delle medefime famigli e \ fufiero efclufi da gli honori , & in tutte le
beigli rrie- cofe ^fì (oggetti d * genti fhuomini:detlaquale abiettione d'animo,fu ancho
donone , & nel Senato allegata quefla ragione, che fé uolontariamcnte cedeuano alilm-
che confef- peyj0 per fum,ire i prelenti pericoli, che con più facilita ritornando mai la
hauercomc projpera fortuna , lo neupererebbero.-perebe i popoli tic enfiati [fontane ame-
da lui quaii tfJ £a [oro mn rarciji7ero coft renitenti a tornare fotto l'antico Dominio , co-
tO polkdC- „ r rr • • -1 I • f r>
uano in lo me farebbero fé ne fufjero partiti con aperta ribellione: dallequali ragioni moj
nella3 puS [^dimenticatala generofitd Vinitiana, & lofflendore di tanto gloriofa Rc-
cia divine- publica, contenti di ritener fi follmente Tacque falfe , commeffero a gli Vf-
ntàno^e?1 fi ci ali, c\) erano in Ì?adoua,in Verona,& neh 'altre Terre deftinate a Maffi-
li. io. fcriue miliano,che lanciatele in arbitrio de popoli fé ne parti fiero. Et oltra quefio
rataripa§o! feY ottener da lui con qualunque condì tione la pace gli mandarono conforti-
vi per lì v i ma celerità ^Ambafciatore b ^Antonio Ciufliniano: ilquale ammeffo in publi *
nato'màdò ca auàientia al eoffetto di Cefare;parlò mi fer abilmente, & con grandiffima
f racéfeo ca fomme(Jione:ma in uano -perche Ce far e ricufaua difarfen^a il Re di Francia
ìait°»et uo- conuentwne alcuna.lslgn mi pare alieno dal nofìro propofito^acciocbe meglio
kr pace (è- s' intenda in quanta confìern adone d'animo fujfe ridotta quella Republica, la
gh da vado quale già pia di dngento anni > non baueua fentito auerfitàpari a quefla , in-
ua.& tuuì ferire la propria oratione hauuta da lui innanzi a Ce far e , trasferendo fola'
Ign" "coia ■ mente le parole latine in noci uolgari , lequali furono in quefio tenore .
mi che Ce /
Tare non lo noi!- lafciare entrar ne' Tuoi confini . Mandarono poi Luigi Moccnigo, & Antonio Gìuftinia»
no.i quali parin.eiuc non furono amme(fi,nc aicoltati.
OTTAVO. 223
£ manifefto, & certo, che gli antichi Filofofi , & gli huomini principali
della Gentilità,non errarono, quando quella efòr uera,falda, fempiterna, &
immortai gloria affermarono Jaquale s*acquifla dal uincercfe mede fimo :qu£
fla effaltarono fopra tutti i Regni trofei, e trionji:di qucfio è laudato Scipione
maggior e, chiaro per tante uittorie : &piu fplendoregli dette ? 5 che l'africa.
uinta>& Cartagine domata. Islon partorì quefla co fa medefma la immorta- a Non furo<
litàaquel Macedone grande t quando Dario ninto da lui in una battaglia noucumé-
i grandifjìma, a pregò gli Dei immortali, che ftab ili (fero ilfuo 'Regno: ma fé al \cc di ?Da JfJ
trimenti haueffero diff<ofto,non chiefe altro fu ce e flore, che cinefilo tanto beni- a gii Pei i<n
, . r • ^ r ^ ■ _. j ; / , 1 1 mediatami
gno nimico -.tanto man} lieto uincitorc. Celare Dittatore dtlquale tubai uno te jopo \À
me,& la fortuna, delqn de tu ritieni la liberaiitàda mavnificentia, & lai- "«"cria d' a.
\ . \ /->/r j/-»- » ii--^- leflandro al
tre uirtu; non merito egli eli ejjere dejcritto nei numero degli Dei per conce- ie pile Ama
dere,per rimettere per perdonare? il Senato finalmente, ci popolo nomano , niche T c*~
quello domator del Mondo, il cui Imperio è in terra in te filo, & in tefirap- quaie è ferie
prefenta lafua amplitudine, & maeflLnonfottopofe egli più popoli, & prò- u d a 5unìZ
uincie con la clemmtia,con l equità, & manfuetudine.che coniarmi, & co à*aiùi •. ma.
la zuerraUequali cofe>poi che fono co fi, non fa) à numerato tra l ultime lati- f*ufono ^°'
T-r r h< lì- 1 • n ,,..'... pò, cheDa-
di.je la Maejta tua^che ha in mano la introna acquietata de ViniUam, ricor rio fa&be
dataft della fragilità humana.faprà moderatamente rifarla, & fé più incline- ^Jj"^ ^lQ[
rà a gliftudij della pace, che a gli euenti dubbij della guerra : perche quanta te di fua mo
fìa la incofiantia delle cofe himiane , quanto incerti i cafi, quanto dubbio^mu- ^IfJ* da*
t abile, fallace, & pericolo fo- lo flato de mortali,non è neceffario moflrare con Tuiote fuo
effempij foreflieri ò antichi: affai, & più che a baflan%a lo infegna la Rcpub. JJJJeraftaw-
yinitianajaqualpoco innanzi florida,riflilendente>chiara,& potente mmo da Aieflan-
do,chélnome, & la fama fua celebrata nonflefle dentro a confini dell Euro c^molubil
fayma conpompa egregia correffeper l\Africa> & per l^Afia, & rifonando inanità , &
faceffefefla negli ultimi termini del Mondo: quefla per una fola battaglia a- deW! '
ora
uerfa, & ancora leggiere , priuata della chiarella delle cofe fatte, fpoglidt a Dario uoijo
delle ricche'3ge,laceratayConculcata, & rouinataM fogno fa dogni cofatmaffi pfegò pr'jn_
inamente di configlio,è in modo caduta,che fui invecchiata limagine di tutta cipaimemc,
Cantica uirtù, & raffreddato tutto il femore della guerra.Ma ingannanfi flen uacion di (e
%a dubbio,ingannanfi i Francefìfe att ribuifeono quefte cofe alla uirtù loro;co pa° r ^uc.1
ciofia che per lopaffato i Vinitian'htrauagliati da maggiore incomodità, per- ni fe pur *
cojfh & confummati da grandi ffimi danni, & rouine; non rimeffero mai l ani fj^ ^'.^
mo;& allhorapotiffimament e, quando con gra pericolo faceuano guerra mol- niun'aitrò
ti anni col crudelijfimo Tiranno de' Turchi, an%ifempre di uinti cimentarono j* c^4"°
uincitorùil medefimo harebberofperato,chefufje flato alprefente > fé udito il deii'Afia ,
nome terribile della Maeflà tua , udita la uiuace , & inuitta uirtù delle tue c^htn\vo\
gentUnonfufifero in modo caduti gli auimi di tutti , che non ci fia rimaflofpe- co, & mi feri
ronza alcuna,non dico di uincere, ma né di refiflere:però gittate in terra l'ar *°trorl° y^j,
mihabbiamorifoflala fperan^a nella clementia inenarrabile , ò piutoflo Q^ curdo.
Amina pietà della Maeflà tua; laqualenon diffidiamo douer trouarealle nciu ,s*
cofe
LIBRO
cofe noflrc perdute, adunque [applicando in nome del Trìniipe, del Senato^
«XP
te le condizioni della pace, che tu ci darai-, tutte legiudubcrcwo giuflcjjonc-,
fle,confor;ni all'equità & alla ragione: ma forfè mi fiamo degni, che da noi
mede fimi ci t affi 'amo. Tornino con noftro confenfo a te nero, & legittimo Si-
gnorejuttele cofeche i noflri maggiori tolfero al farro l?nperio>& al Duca-
to d Auflria:allequali cofe perche uengbhw più conuenient emete, aggiugni'a
mo tutto quello che poffediamo in Terraferma; ali e ragioni a eilequali, in qua
lunquemodofiano acquiate rinunci amo: paleremo cltra queflo ogni An-
no alla Maeflà tua & a fucceffori legittimi dell'imperio in perpetuo ducati
cinquanta mila ubidiremo uolentierid tuoi commandamenti ^ decreti,leggiy
& precettudif endici tipriego dalla infolentia di coloro co quali poco fa acca
pagnammo l'armi ìioflre ; i quali horaprouiamo crudeli ffminimici ; che non
appetirono, non dcfiderano co fa alcuna tanto, quanto la rouina del nome Vi
ìiitiano:dallaquale clementiaconferuati, chiameremo te padre, progenitore ,
& fondatore della noflra Città,fcriueremo negli .Annali, & continuamente
a figliuoli noflri i tuoi meriti grandi racconteremo : né farà piccola aggiunta,
alle tue laud'hche tufia il primo ,d piedi delquale la Rcpublica Veneta fup -
plicheuole fi proflra in terra,alquale abbaffa il collo, ilqualehonora , riucri-
fc e, offerita come un Dio Celefle.Se il Sommo Maffimo D ? o haueffe dato in-,
clinatione a maggiori noflri,cbe non fifuffero ingegnati di maneggiare le co
fé d altrhgià la noflra Republica piena di fylendor e auan%erebb.e di molto
l altre Città dell Europa , laquale boramarcida difqiiallore,difordide%%a ,
di corrott ione, de forme dignominia,& di uituper io, piena di derifione, & di
contumelia,ha diflipato in un momento l'honore di tutte le uittorie acquifla-
te.Maperche ilparlare ritorni finalmente doue comincio; è inpoteflà tua ri-
mettendo,&perdonan lo a tuoi Vinitiani3acqmflare un nome,& urihono-
y e delquale ninno uincendo in qualunque tempo, acquìflò mai il maggior e, &
più fylendido : queflo ninna uetuflàjiiuna più lunga antichità , niun corfo di
tempo cancellerà delle menti de' mortali, ma tutti ifecoli ti chiam ranno >
predicheranno, & corife ffcranno pio, clemente, Trincipe più glorio fo di un-
tigli altri: noi tuoi Vinitiani attribuiremo tutto alla tua nirtù, felicità , &
clementia: che limiamo, che tifiamo l 'aura cele fle, che godiamo il commer*
ciò de gli huomini .
Mandarono i Vinitiani per la medefima deliberatone unhuomo in Tu-
gliaaconfegnare i porti al Re d Aragona: ilqualefapendo fernet fl>c fa >& fen
a Q^ueftoSe %a pericolo godere il frutto dell' altrui fatiche; haueua mandato ci Spagna u-
fecondo tUii n'armata piccolijjìma , dallaquale erano fiate occupate alcune Terre di poco
Bembo, la- momento de' Contadi di quelle Città . Mandarono fimilmentc m Romagna
copo caioi m a Segretario publico con commejfione,cbe al Tonteficeft confegnaffe quel- a
lo.
OTTAVO. 214
h,cbe antoraji teneiiafer loro,in cafo che fnffe liberato Gian Tagol Manfro
ne>& gli altri prigioni:!) ave ffero f acuità di trarne l * artiglierie, & chele gen
luche erano nella fortezza di Rauenna,fuffcro faine: lequai conditio?ii, men-
tre che il Tonteficcper non dispiacere a confederati; fa difficultà d' 'accetta-
re;s arrendè la fortezza di Ravenna. per eh e i foldatuche u erano per loro me vr ,
■ /» . . 1 • / 11 • 1 '"••••• 1 > j a Ne» Ben*
de fimi la dettero :ncuj andò il Segretario de Vinitiam^cheuera entrato den bo nódimc
tro:perche quegli,che per loro trattavano a Roma; danano Jperan?a,che alla "jj^7^*
fine il Tapa confentirebhe alle conditioni, con lequali la reflitutione haueua- ùani nomo
ano offerta , lamentandofi gravemente ilTontefice* effere fiata dimofirata ^"5"^"*
maggiore contumacia con lui,che non era fiata tifata né con Cefiare,nè col Re da co 1 Pa-
£jìragona:& però addimandandogli i Cardinali Gr'manno, & Cornar 0 Vi ft£ho hum
nitianuin nome del Senato faffolutwneàal Monitorio , come debita per ha- ta la rotta
nere offerta nel termine di uentiquatttro giorni la refìiiùtione;ti$ofe non ha *h^lif 'guC
nere obeditOyper che non fhaueuano offerta femplietment e; ma con limitate ìcniTero cu
condizioni , & perche erano flati ammoniti a refluirne cltra le terre i frutti ^"^"ìe
prefì, & tutti i b eni,che effi poffedeuano appartenenti alle Chiefcò alle per- iene -uè, &
Jone Ecclefìaftiche.In queflo modo pr capitanano con impeto grandi (fimo > & voieile co*-
tìuafi (lupendo le co fé della Republica Vìnitiana,calamitàfupra calamità co- portar, che
■r 1 j r 1 n r jla Republi-
•t imamente accumulandoli, qualunque jpcrariTa Jiproponenanomancanao» ca Virmia-
nè Micio alcuno apparendo per locale jpcrarpottffero almeno conferuarey »>* fofie ìan
dopo la perdita di tanto Imperio la prepria libcrtà.Moueua nanamente tari "barbara :
tarouina gli animi de gì Italiani ritenendone molti fommo piacere, per la !a^ualbk0a
memoria, che procedendo con grandiffima ambinone , pò fpofli infpctti della pol ne an-
giuflitia, & della offeruan%a della fede , & occupando tutto quello di che fé chor Iul *a~
gli offeriva l* occafione ;hauevanofcepertamentc cercato di Jottòporfi tutta ficuroino
Italia: lequali co fé facevano uniuerfalmente molto odiofo il nome loro, odio- "la : * ch.<:
r * > i r ir »i»; ; eflendocgli
jo ancor apiu per la fama , che rijonana per tutto aella alterezza naturale a italiano ,
quella natione. Dalì "altra parte molti con fider andò più finamente lo flato f'JJ-10^^
delle cofe,& quanto fuffe br ut to,& calamito fo a tutta italiani ridurfi intera deria,che u
méte fiotto lafervitv de3 foreflien pentivano co difpiacere incredibile, che una f^\ guea^
tata CittàiSedia sì inveterata di libertà, splendore per tutto il mondo del no- te pur trop
me It 'aliano, cade fife in tanto efterminh:onde non rimaneva più freno alcuno j^"^^*
al furore degli Oltramontani & fìjfiegneua il più gloriofo membro, & quel d'erta . cìq
che piv che alcun altro confermava la fama , & Ceflimatione commune. Ma ^p^^Sj,
fopra a tutti gli altri cominciò ad effere molefia tanta de. linatione al Tonte- dei Hbr 0 s.
fice,fofpettojo della potentia del Re de Romani, & del Re di Francia, & de- ®£edi f™tQ
fiderojo,che l' effere implicati in olire facende gli rimoueffe da? penfieri di op che i cardi
primere lvi:per laqvale cagione deliberando benché occvlt amente* difvflen- "* .' & r££*
tare quanto poteua,che più oltre non procede ffcro i mali di quella Republica; naro fcritfe
accettò le lettere fcrittegli in nome del froge li Vinetia, per lequali loprega Jo/chefe
U& non roan-
dauan , cu*
ni ambafeiatoà al Papa: non u'era f gciania di placailo:ondc furono eletti i Tei , che nominerò noia *
a
fi
T. I B R o
.; ^ ;; Ej;bo. uà cor: ^audi filma fommeffione,che fi degnaffe ammettere à fiì ^Ambafiìatù a
Bojjdf °q - W ?fe&ji de principali del Senato, per ricercarlo fupplicheuolmente del perdo
i\\ rei amba ^ ^^ ^ffolut ione dette le lettere,& propo/ìa la dimanda in Conciftoro,
tiaoi, man- allegando il co fumé antico della Cbiefa di non pmojtrare duro a coloro , che
diti a Papa ijai^enci0 pcnit&itia de di errori commetti, dimandano nenia ; consentì d'am*
ilnono Do- mettergli, ripugnando molto gli Oratori di Cejare, & ael Re di Francia , &
ufo™ ut riducendogli in memoria, che per la Lega di C ombrai era efireffamente obli-
li
ce
J
roiamo bo quali rìffondeua battere consentito di ammettergli con intentwne di non con-
o p°,-iio3,C& cedere l affolutione fé prima Ce far e, che filo non haueua ricuperato il tutto ,
Luigi Mali- non confeguitaua le co fé , cbefigH appartenevano . Dette quefia cofa qual-
pic ro * che cominci amento difperan^a, & di ficurtà a Vinitianima gli afiicuro mal
b il Buotuc io più dal terrore eflremo, dalquale erano opprefil, la deliberatane del He dì
<h e % iene $*m ' ìa di offeruare con buonafede la capitolatone fatta con Ce fare; & poi
«olle accct- che haueua acquieto tutto quello chef ajpettaua afe , non entrare con tef-
S^jSSSTJ fife*** fm oltre che fuffero i termini fuoi: Terò effendo inpoteflàfua non filo
3?cr non co' accettare Verona,gli Umbafciatori dellaquale Città uennero a lui per darfe-
iTTegf di glhprefa che hebbe Tefchiera;ma fimilmcnte occupare ferrea oflacolo alcuno
cabrai ma T?adoM>& l'altre terre abbandonate da Vìnitiani;uolle che glib lAmbafciaf,
t.?m idò1 An tori de V eronefi pr -e fent afferò le chimi della terra a gli ^mbafeiatori di Ce
Ài** di Bar jare % cj2e eran0 nel? efferato fm , &per quefia cagione fi fermo con tutte le
Ìdn«P«a genti a Vefihieradaquale terrayinuitato dall'opportunità del luogo, c ritenne j
toro, che ne per fe, nono fantesche appartenetfe al Marcbeje di Mantoua, perche infieme
poifeflb m con \a fola, & Lunato gli era fiata occupata da Vimtiani, non bauendoar-
nome _ dei ^r€ ^ nega;io il Marche fi, alquale riferuò l'entrate della terra ,& 'promefie
mo rncjpe. ^r:compenpar[0 con cofa ec^uiualente . Et haueua ne medefimi dì riceuuta
c La ritétio pcr accordo la fortezza di Cremona , & con patto , che a tutti i faldati fuffi
acacia fé- falua la uita,& la robbayeccetto a quegli che fuffero fudditi fuoi, & che igé
ce di?e:chie tilhuomini Vinitiani , a quali dettela fede di faluare la uita fuffero fuoi
"u!ouaC,atfÌ prigioni.Seguitaronol'effc^piodiFerona^i^n^^
ne Mario e- re accetto la città di Trcuigi , laquale 3 abbandonata già da Magiflrati , &
fo(Ìc°c"gJon dalle genti de Vinitiani, haurebbe fatto il mede/imo, fi di C efare fuffeappa-
nind^ie ,. Yitofofor%e benché minime, ò almeno perfona di autorità. Ma efkndam an-
\\ fi ' TOltaf! dato per riceuerla in firn nome fen%afor^e, fenica armi yfin'^a Maieflà aleu-
te™ pò» con m fa jmperio, Lionardo da Drefiina fuor ufi ito Vicentino, che per lui haue-
ua d o Re. ^ ^ ^^ mede fimo riceuuto Tadoua , & ejfendogia fiato ammeffo den-
ìò Siimi troy d gli sbanditi di quella città fiati nuouamente reftituni da Finitimi, ■&
tioue aku- per qìfca0 benefìcio amatori del nome loro; cominciarono a tumultuare : die-
aa diquelji ? * m£
sbanditi, di
Marco C:aiolaio, ne ddroratordd Re d"Vng"hena,che conferuafTero Triuigi al Senato Vinitiano:ma bene
t i dire poi nel lib.p.chc a Marco Pelhciaio.per lo cui ualorc Triui^i s'era conferuato alla Rcpublicaj tuion
dati pscaiij cuni^auntt. llMocenigo iciiwe come qui il Guicciardmo,occo^il Gmiliniano.
OTTA V O. 22?
tro a9 quali folleuandofi la pLbe affezionata all'Imperio ylnìtìano,& fa
cendofenecapo un Marco calzolaio filquale co concorfo}?jr grida immoda
rate delta moltitudine portò su la pk%£4 principale la badiera dz'yinitix
ni; cominciarono a chiamare unitamente ilnome di S. Mar co, affermando
non uolere riconofcere riè altro Imperiose altro Signor e daqualc inclina?- Q
tione aiutò non poco un Oratore del Re d'angheria , che andando a Fine- Cooftaùno
iia,& p affando per Treuigi,fcontratofia cafo in cjueflo tumulto\confortò te^T'i"3
il popolo a non fi ribellare : però cacciato il Dreffina , & meffo nella città pari a; 0 di°
fettecento fanti de Vinitiani,& poco dipoi te fi eretto che aumentato di [°£ra? car-
unti ucnuti <tiòcmaiioma,w di quelli che erano ritornati di I\omagna,dt che nei bs-
jtgn.iua fare un'alloggiamento forte tra Slargherà , #• Me/Ire ; entrò in ««o, qusdò
Treié'giydoue atte fero con fomma diligentiaa fortificarlo,^ facendo cor Papa Giulio
vere i caualli per tutto il paefe ideino » e-r metter dentro più uettouaglie dl coàuhli
che potauano , così per bifogno di quella città , come per ufo della città di <jò a tentar
Viwtia, neilaquale da ogni parte accumulauano grandi ffima copia di uet neto,che fe
tanaglie. Cagione principale di queflo accidente,^ di rendere fyeran%a a' >i senato ha
Vinniani di potere ritenere qualche parte del loro Imperio , & di molte t0 «ft^è
grauijfimi cafi chefeguitarono poi,fu la negligetia,& il dif or dinato gouer Arimino, oc
no di Cefare.-delquale no fi era infino a quel dì udito in tanto corfo di uitto pa haureb-
ria altro che il nomerò tuttoché per il timor e dell'arme de F race fi fé gli J*1™^1"?
fiffero arrendute tante terrejequali gli farebbe fiato facìhffimo a. confer- b«C fima a
uarenna era dopo la confederai ione fatta a Cambrai [opr afiato qualche dì danno delia
in Fiandra,per battere fpontaneamente danari da popoli per fuffidio della
guerraii quali non prima battuti, che fecondo la fua cofuetudine glijpefe *> il Buonac
inutilmete;& ancora che partito daMonlins armato & con tutta la pom cne \\ q£"c&
pa,& cerimonie Imperiali^ accoflatofi a Italia, publicaffe di uolere ro- Francia die
pere la guerra innanzi al termine flatuitogli nella capitolatane; nondime dugétoqJiS
no oppr efiato dalle fue folite difficultà,& confufioni; non fi faceua più in- ducati.f có *
mà^i,non bafiandogli limoli del a "Pontefice, che per il terrore,cbe haueua ft.tlKa ^a
dell'arme Francefilo follecitaua continuamente a uenire in Italia; & per F^.cat0.di
che meglio poteffe farlo gli haueua mandato Cofiantino di Macedonia con i0 credoche
cinquata mila due ati,b atte doQli prima confentito i cento mila ducati, che fia. "rofc
1 n t i. r r ii- ni r • • • • • poiché in
per jpendere contragli Infedeli erano fiati depojitati più anni innanzi in qneftoacar.
t Ger mania. Haueua oltr a queflo riceituto dal i\e di Fràcia b cento mila du JJJ'jf ' "^*l
Icati per caufa della inueftitura del Ducato di Milano: fopragiunfelo,efien li delia lega
do uicino a Spruc la nuoua del fatto d'arme di Vailà,et beche madaffefu- ^sbr? che
bito il Duca diBranfuich a ricuperare ilFriuli;nodimeno no fi moueua,co il Re non fi
me in tanta occafione farebbe fiato co ttenient e, impedito dal macamento di p^' a?^ to
danari,non e [fendo baflati alla fua prodigalità quelli, che haueua raccolti *r-iia ducaci
di tati luoghi condu ff e fi finalmente a Trento,donde ringratiòper lettere\l tuw'Xiio
Rg di Francia d'hauere mediante l'opera fua ricuperate le fue terre >& fi ftat0 <*» Mi*
affer matta, che iter dimoflrare a quel Re maggiore beni noie ti a, et accioche an0,
Ff intatto
Libro
in tutto fi fpegneffè la memoria delle off? fu antiche > baueua fatto ardere
tmlibroy che fi conferu atta a Spira rnelqu ale erano feriti e tutte l'ingiurie
fatte per ilpaffato da' f{e di Francia all'imperio yet alla nationede gliela
Mani* v/f Trento uenne alni il ter 'rode cimo dì di Gàugno per i ruttare delle
cole communi ti Cardinal di J\oano: ilquale raccolto con gr. indi (fimo hono-
re,gli promtffe tu nome del l\c aiuto dicinqueeento l/ancier& hauendofpe-
dito concordemente l ' ai tre co/e, statuirono yefa Cefare,& ti jfe conuenijfe-
To a firlare ìnfieme tn campagna apertaapprtfto alla terra di Garda ne*
confini dell' uno dominio ^^ deiraltro-T'tròil h{e di Francia fi mojje per ef
fermil elìdi terminato^ Cefare per la medèfima cagione uenne a Ri uà di
Trehtuima poi che ni fu ftato folamente due bore , ritornò Subitamente à
Trento lignificando nel tempo mede fimo al % di Franciayche ptr acciden-
tinuoitinatt nel Friuli er a flatonec.ffitato a partir fh& pregandolo fi fet'
mafie a O emona yperebe preftoritornerebbt per dare perfetttoneal parfa
mento deliberato : lacuale uarietàyfe però è poffibilem un "Principe tanto
inflabile ritrouare la uentàymolti attribuii* ano a foretto fallato gli >come
* *ì;* fy per natur&era molto i credulone 'gli orecchLd&alirry alcuni inttrpretadoy
io impuca ebeper battere feco vpoca Co r te y& poca gente, non glipareffe poter fi pre- a
co^r* i i"aC" fartMt con quella dignitd9& riputatwne,cbe fi paragonale alla po?npay
gione che & 'alla grandetta del l\e di Francia: mail I\e de fiderò fo per alkggitrirfi
Mafsian ha fa tanta (befa di diffoluere pretto l'efìercitOy né meno di ritornar fmepre-
nununuo. ,r ! JJ , rn n r ì * ■ •/ i
i«?flv abboc fio tn Francìa^non atte/a quella ftropojtayfiuoltoiterjo Muano^ancora che
^Frano^ *a Mattea iLangodiueiato FefcouoGurgìjeycbe màdatoglìdà Maffimdia
dictd ., ch'eì no per qttefio>ejf etto lo fé guitòj infitto a Cremona yfufìe molto' pregato ad
nó'pot r^'ó a§ztt*re promettendogli ebe fen^f allo alcuno ritornerebbe Jl dtfcoflar
pan e a rag fila perfonax& Cefferetto del Re ChriHiani[fimo da' confini di Cefare tolfe
ìwtf. 1C> affaldi riputat ione alle, cofefae : &' nondimeno, con tutto chehautffe feco1
die potefie facilmente prouedere Tkdou&>.& l'altre terre ;non ut mandò'
frefìdioyòper inlìabilitàdellanaturafuasy fcperdifegnodiattedere prima
ad altre tmprcje,ò perche gli parefit piubonoreuotehauere congiunto fé--
tOy quando [vendetta in Lt alia maggior efièrcito : anticume fé le prime
co fé baurfiero battuto la debita per keniane yproponeuacìk con lefor^e uni
tedi tutti t confederati fi a fialt affé la città di Vinetia: co fa udita uolentìe
ri dal Uè di Franctaimamolefla al Tònteficeyetcontradètta apertamente
. dàhSÌ $ Aragona ,Vo fero in qttefto tempo i Fiorentini l'ultima mano alla
lifa! q™ -f guerra cetra t V fa imperché poi vhehebberoprobibitOyvbe in Tifa entraf
tu gen*i m fé il foviorfo de' grani yf atta nuoua proni ftone di ^-gentiyfimefferovb ognib'
maini o d* l indufìria ,<c*r von \ogni sformo uìétare9ebene *per tèrra ', né peravqua non
nerar^» SaI u entra ff ero uettomiglìe tilvhe nonfifaceuafen%adifficultà'per la tticini*
Vopió di Ni là dèi paefe de* tucebefui quali dotte ocvultàmenty poteuano9 vfieruauano
F?£Ca° da €on ma^a ftde^a concordia fatta nuovamente co Fiorentini . Ma in Tifi*
luJaacc! trtfctièA di gwma ingiomo la OìretteTgd àeluiuere ylaqualenon uolen-
d$>
OTTAVO. li*
do i contadini più tollerar e, quei capi de chtadim,in mano de 'quali eram
le dtliberationi publiche, & ch'erano feguitati dalla più parte della giou'é
tu Vifana, per addormentare icontadmimn le arti confuetejntrodu fiero, p^^*
adoperando per me%o il Signor di Tiombino , pratica dell'accordar fi co fcrtito coi
Fiorentini: nellaquale artificio fame te con fumarono molti dicendo anda ^""rJcs
t o per queflo JJfccolò MacchiauelliSegretario.de ' -Fiorentini a Piombino, «iffario Nt
& molti ^Amba filatori de Vi fard eletti de cittadini, & de' contadini, Ma ™ capone
era molto diffìcile il chiudere Tijayperche.ba lacampagna.larga,motuofa, aggiunto
,& piena.difo/fìy&di paludi da pat&r.emalprobibÌYe,cbe di nottemaffima nfpecto d5
.mente non m entra fiero uett&uaglie;attefo la prontexja di darle loro dal J,* 1(jÌuj?*n.e
paefe de Luccbefi,& ladijpqfit ione feroce de Ti [ani, cheperconduruene .tc.Euonlc!
fi ejponeuano ad ogni fatica,^ ad ogni pericolo: lequalidifficultà per. f tipe
rare, determinarono i capitanile :Fiorentinudifare tre parti deWefiercù to Tcnal"
to;accièchediuifo in più luoghi potefle più còmodamente prohibir e l'entra *J«e«rai ,
* te hn VifaXolLocardne* una p arte a Me^ana,fuora della porta allepiag to d?r u[\
gieda fecoda a SVPiero aRenoòet a S. Iacopo, oppofita alla porta.diLucca: ;drVhe dr>
la ter%a preffo all' antichi (fimol 'empio diSanTiero in Grada,cheètraTi uaua°iapeì
ja,&la foce d'^Amo, & in ciafeun campo bene fortificato oltra buon nu- Ie t1 ,Lio-
.mero di^ca uàl li 3méJJero mille fanti: & per guardar emeglio la uia de mon tu attacca*
ti per la sìrada di Val dìQfoktbeuaal Monte a San Giuliano, fi fece 'j^JJ* -*1-
uerfolo Spedale magno <, un bacione capace di dugento cinquanta fanti , che ottima
donde crefceua ognidì la penuria 4e Tifarli jì quali cercando-di ottene- ^ultr*1*
b reh con le fraudi , quello che già di 'fperauaìio di poter 'ottener ccon'le for- Miiesjj co.
Zf , ordinarono che. ^Llfonfo del Mutolo giouant Tifano di baffa conditio- \^^\^ ui
ne^ilquale flato prefo ^non molto prima da 'foldatide 'Fiorentini \,'baue- cica tff&
,uar ice unto grandi fimi bentfìci da. colui * dUui prigione era flato, offe- -uaTfal***
riffe per me%o fuo di dare furti nani ante la porta ,che uà a Lucca -, dife- che quando .
gnandoche neltempomedefimo , chcl campo.cbeeraa San Iacopo anda fi bVftan"-"^
fé Ài notte per riceuerla,,non folawcnte, mejfane dentro una par tc,oppri- s'ha daag-
icati
dij'ordine; 1 Vifani non confeguirono altro di queflo trattato,che la mor- r°»o ia g.
tedi pochU? uomini, che fi condu fiero ntl'C antiporto. per entraee nella cit- rebo nei Ii7
tàalftgnodato : tra i quali fu morto CanacciodaT rato uecchìo (co fi fi "*■ dtJ1'£nei
thiamaua quello di cui -era (lato prigione jllfonfo del Mutolo,quello fot dine, Do-
to la cui conHdemia era (lato tenuto il trattato )&ui morì anche d'unar ,,,s> an .uir-
7- • ~* ; 1 ^ ^ • » • j .1 • tus quis in
tiglicria Vagolo da Tar rana Capitano a una compagnia di cauai leggieri hofte requì
Àè Fiorentini daqu ale fper anta mancata, ne entrando più inVifa fé non ^^^
piccol tffima.quantità di grani f& quegli occultamente, & con grandi fimo ma di lui
■pericolo di quei, che uè gluonduceuano^nè comportando i Fiorentini, che ^"pìndl1-
4i Tifa ufojjèrq bocche difutili , perche faceuano uarij fupplicij a colo ro , ro.
F f ' z che
LI B R O v
che ne nfciuano\fi comperavano con prey^o (mi furato le cofe neccff.n-k
al antere humano\& non ne ne effondo tante che bafiaflero a tutti \ molti
giaji mor titano per no battere da alimentar fi :& nondimeno era m avriore
ai tanta necejpta l ojtinatione di quei cittadini, che erano capi del governo:
iq itali difpoflt a uedere prima l'ultimo efterminio della ?atria>cbe cedere
àsì bombile necefjìta.andauano di giorno ingiorno diseredo il conuenire,
ingegnadofi di dare alla moltitudine, bora unafperanxa,bora ttrì altra >&
[opra tutto ebe a frettando fi a ognhora Ce far e in Italia, farebbono i Fio-
rentini nectjjìtati a difeoftarfi dalle loro mura: ma una parte de' contadi-
ni^ quitti ma (/imamente che flati aViombino ,haueano compre fo qual
fujfe l'animo loro; fatta follenatione gli coflrinfero a introdurre nnone.
pratiche co Fiorentini: le quali trattate con alamanno Salutati comefa-
rio di quella parte delt'e]]ercito, che alloggiala a S. Tiero in Grado-, dopo
narie dijputè,ufando cotìnuamete quei medefimi ogni pofjìbile diligenti*
per interro per le; fi conchìufero: & nondimeno la concordia fu fatta con
conditionimoltofauore itoli per ivi fani '.concio fi a ebefuffero rimeffi loro%
non folo tutti i delitti publici e priuati, ma ancora conce ffe molte ejentio-
. ni ,& affo luti dalla reftitutione de' beni mobili de' Fiorentini, chaueuano
rapiti,quado fi ribellar ono:tanto era il defiderio, chaueuano i Fiorentini
d'infignorirfeneitato il timore,che da Maffimiliano,che baueua nella lega
di Cambr ai nominato i Vijani,bencbe dal l{e di Francia non fuffe accetta-
ta là nomin xtione,ò da altro luogo no fopraueniffe qualche incerato impe
' dimento :& ancora cìyefufjero certi 3che iVi fani erano neceffitati fra po-
chiffimi dì cedere alla fame ;uollono più preflo afficurarfene con inique con
ditioni,che per ottenerla fenya conuentione ale una, rimetter e parte alcu-
na della certeyg* alla fortuna: laquale coeordia,becbe cominciata à trat
*' E."traro- faYft nel campo ;ftt dipoi da gli jLmbafciatori Tifa ni trattata,& a co chiù a
miiTari Fio- fa ih Firen%e-& in queflofu memorabile la fede de Fiorentini, che ancora
ientmi con che pieni di tant'odio,& efacerbati da tante ingiurie non furono meno co
gemi in pi- ftanti ntE offeruare le cofe promejJe,cbe facili,& clementi nel concederle.
/aa}pis[rar £ %cert0 cbe'l Re de' Bimani J %ent\ con non piccola molesta l 'efferfi fotto-
fo , .» s. di mefjì i Vi fani: per eh e fi era perfuafo,ò che il dominio di quella attagli ha
Giugno dei ue^e a ej]ere potete inftrumeto a molte occaftoni;ò che il cofentirla a Fio-
come icriuc retini gli baueffe a fare ottenere da loro quantità non mediocre di danari,
ii Buonac- yer màcamento de quali lafciaua cadere le ampli ffime occafioni chejenya
fatica, ò indufìria fuafegli erano offerte: lequali mentre che sì debolmen-
te aiuta,che in V'uenya^ T adoua non era qua fi foldato alcuno per lui,
& egli con la fua tardità raffreddando la calde%^a degli huomini delle
terre,fi trasferi fee con poca gente jpejfo,& conprefla uariattone da luo-
go a luogo; i Vinitiani nò pretermefjero l'opportunità* che fé gli offerfe di
ricuperare Vadoua, indotti a quefto da molte ragioni: perche l'haitere rite
nuto Treuigi,gli ha uè Ha fatto ricono feer e quanto fuffe fiato inutile l'baue
re con
OTTAVO, 217
re con fi precipitofo configlio di/aerato fi fubito dell* Imperlo di terrafer-
ma, & perche per la tardità degli apparati di Maffimiliano, fi temeva
meno V un giorno che t altro di lui limolati ancora non poco > per che no- a Non pur
lendo condurre a Vinetia l 'entrate de 'beni, che molti particolari pini- f^downT
a tiani teneuano nel contado di Tadoua,* era fiato dinegato da i Tadouam; l'entrate dei
in modo che congiunto lo [degno de priuati con la utilità publica,& inui^. Jj,flf ^"J
tandogli il fapere Tadoua e fiere mal prouifla di gente, & che per le info- a' vmitiaai
lentie, che i gentil 'b uomini di Tadoua ufauano con la plebe,molti ricor- fjj |°fc i,Je
dati fi della moderatane delgouerno Vmitiano cominciauano a defidera- Padouaj ma
re il primo dominio; deliberarono fare ejperientia di ricuperarla:^ a que * J^ ^orne
fio daua toro occafione non piccola che la più parte de' contadini delTado icriue il Bé
nano eràancora a loro diuotione:& perciò fu stabilito che ^Andrea Gritti fchhil gìo-
unode'Troueditori,lafciato a dietro l' efferato che era di 400. huomini Miniano de
d'arme, più di due mila tra Stradiotti, & caualli leggieri, & 5 000. fanti, #" "trattata
andafie a Tuonale nelTadouano, & unite fi nel camino con una parte de' & rjcuP.cta<
fanti, che accompagnati da molti contadini erano flati mandati alla Pilla JJ na0Cn ' J
di Mirano; fi diri^affe uerfo Tadoua per afialtare la porta di Qodalun- lentia dei-
ga: & che nel tempo mede fimo due mila uillani con trecento fanti, & al* i0 noterò
cuni caualli a ff alt afferò, per confondere più gli animi di quelli di dentro il hoH*
Tortello, eh è nella parte oppofita della città :& che per occultare più b uBembo
queflipen fieri, Chrìflofano Moro l'altro Troueditore,dimoflraffe di an- dice, che fòf
dare a campo alla terra di Cittadella: ilquale di fegno bene ordinato non DYfoUhiCU&
hebbe però maggiore ordine, che felicità: perche i fanti arriuatia gran- non cittadi-
dehora del dì trouarono la porta di Codalunga me%a aperta: perche cò^u^rc?
tpoco innanzi erano ter forte entrati dentro per quella b alcuni citta- alla porta di
0 j • • • irj-r j 1 \. Ji r 1 jc l'adouacar-
dim con carri carichi di peno, in modo che occupatala Jenza alcuna dif- xi. co, Vi
ficnltà)& affettata fenza fare flrepitola uenuta dell'altre genti, che enferò dico
erano uicine, furono non foto entrate prima dentro ,anzj quafi condot- nef^duà
te su la piazza, che in quella città grandi ffìma di circuito, & uota d'habi- & però do-
• r rrr i * • vj ■ ^- i /• j ìì mand^ron .
tatori, fujfe jentito il romore, caminando innanzi a tntti il caualier delia che la poru'
Volpe co' caualli leggieri, & illitolo da Terugia, & Lattantio da Berga- lor fotte a-
mo con parte de* fanti : ma pervenuto il romore alla Cittadella , il D, refi* MoceaigV
fina gouernatore di Tadoua in nome di Maffxmilidno, co tr eceto fanti Tede ,cri«e » «^e
fchi, che foli erano a quella guardia \ufci in piazza: il mede fimo fece con ?cTicun°i c«
cinquanta caualli Brunoro da Ser evo, affrettando fé col foflenere quìui lo ri di f*eno.
7 j* • • i/- ì • m j vr ■■ ir. j r • 1 /«pocodianzi
impeto de mmtci,quelli che m Tadoua amauano l Imperio Tedejco piglia] era (Uta a-
fero l'arme in lorofauore: ma era uana quefla,et ogrì altra fferanza, per- p^ta.in vi
che meno fi rac
contarne non il cafo,ma !'aftutia del Gritti mandaiTe quefte carra, delle quali alcune entrate dentro, & al-
tre fermate fu la porta, con tìnta d'effer guaite; trat'eneflero il ponte leuitoio fin che le genti ueniiTero,
& entraflcro dentro: ilcheiorti l'effetto desiderato. Coli ne' mici Paralleli d'hiftorie ho^otato eiièmpi
fimilia quefto. Vedi Giuftiniano nel lib. 43- dello Stratagema di Cornmanore de' Segoregi per piglia*
Marfiliaconlecarra copeite di giunchi, & di trafchej 6c Luca Contile :'l principio delhb.j» della Vita di
Celare Maggi da Napoli del modo di pigliar Turino co' carri di fieno l'anno 154*.
ff 3
LIBRO
che nella citta oppreffa da sì [abito tumultoy& nella quale eragia entra*
ta molta genteyni uno faceua mouimento; in modoyche abbandonati da eia
fcunoy furono in breue /patio di tempo con perdita di molti de fuoi coftret
tià ritirar fi nella roccay& nella Cittadella: lequali ejfendo poco munite*
bi fognò che iniffatiQ di poche hor e fi arrende [fero libera mete:& cofifat-
teft le genti Vinitiane padrone del tutto, attefero a quietare il tumulto?
& faluar e la citi à,la maggiore parte dellaquale per la imprudentiay&
infolentia d'altri era diuentata loro benìuolaynon hauendo riceuuto dan-
no fé non le cafe de gli Hebrei,& alcune cafe di Padouaniychefi erano feo
perti prima nimici del nome Vinitiano: ilquale giorno dedicato à Sata Ma
rinate in V ' inetta per deliberatione publica celebrato folennementey come
dì fé li ci (fimo ,& principio della ricuperatane del loro Imperio. Commo fi-
fe fi alla fama di quefla uittoria tutto il pafe circoflante, & eragradifjìmo
pericolo yche Vicenza nonfaceffe perfefieffa il mede fimo, fé Cofiantino di
a il Bembo Macedoniaxche a cafo a era quitti uicinoynon ni f uff e entrato con alcune pò &
dìce,cheC5 che genti. mcuperataTadouayi Finitimi \ ricuperarono fubito tutto il
minate era Contado yhanendo in fauorlora la inclinatane della gente baffa delle ter-
capitano yey& de* contadini: ricuperarono ancora col mede fimo' impeto la terra?
&le fortezze diLignagoy terra molto opportuna à perturbare tutti i
contadi di Veronay di Tadouay& di Vicenza . Tentarono olirà queflo di
pigliare la torre Marche fana diflante otto miglia da Tadoua , paffo op-
portuno ad entrare nelV ole fine di FfeuigOy & offendere ilpacfe di Man-
touatma non l'ottenneroy perche il Cardinale da Efle lafoccorfe con gen-
te fubit amente. Jìon ritardo il cafo di Vadoua>come molti haueuano ere'
dutOy la ritornata del Re di Francia di Id da' monti: ifquak mentre par-
tiuarfece nella terra dì Eiagr affa col Cardinale di Pauia Legato del Ton-
te fi ce pinone conuentioniyper lequali il T'ontefice5 & il l\e obligatifi alla
prottetione lyuno dell'altro; contennero di potere ciafeuno di loro con qua
lunque altro Principe convenire , pur che non f uff e in pregiudi ciò della
prefente confederazione* Promeffe il Ffe non tenere protet$ione,wé accet-
tarne in futuro y dì alcuno fadditoy o feudatario f ò che dependefje mediata
menteyò immediatamente dalia Chtefa y annichilando effreffomente tutte
quellty che infino a quel dì haueffe riccuute : promeffa poco conueniente
all'honore di tanto ifo perche non molto innanzi effendo uenuto a lui il
Duca di Ferraraycon tutto che prima fi fuffe fdegnatoychefen%afua fa-
puta haueffe accettato il Gonfaloni erato > della Chiefa riconciliatofi fecoy
& riceuuti trenta m Ha ducati rhaueua riceuuto nella fua protettone.
Conuemieroy che de'yefcouadiyche allhora uacauano in tutti gli flati del
J$er ne dìfponefje ad arbitrio' fuoil Pontefice? ma che quegli, che fra certo
tempo uacafferoy fi conferiffero fecondo la nominatione, che ne farebbe il
Hg:alquale perfatiifarepiu, mandò il "Pontefice per il mede firn o Ca rdina
h di Paula alVtfcouo d'albi le bolle del Cardinalato ypromettedo dargli
le in-
O T T A V O. 118
te infegne di quella degmtà fubko, che andaffe a l\omz. Tutta quefia con*
uentione,tll{e fenradilatione fi partì d'Italia, riportandone in Francia a Per qne-
i./^„; _ t-rr 1 • , n Ito rilpetto
gloria gramlijjima per La untoria tanto piena,& acquijlata con tanta ce- fi ie^c in
leritd contra i Vinitiani: & nondimeno* come nelle cofe che dopa lnn7o de in £l*ra™2
/;V • > r ,. . '•• m •' g- a % nella uitadt
jider io s ottengono,nontrouano quafi mai gli ouomini ne la giocondità, ne pirro, che
a la felicità, che prima shaueuano imazinata:* non riportò né mazzere cìneauedé
• » • r « . r x ,, r / ■ r 1 do Pirro in
quiete a ammode maggiore jicurta alle cojejue: an%i Ji uedeua prepara cUnatoau»
ta materia di maggiori pericoli ,& alter emoni, & pia incerto t'animo fuo 'cte JC(jf ;
di quel che negli accidenti nuouammte nati kaueffe à deliberare: fé a Ce- gii domidò
fare fuccedeuano le cofe profyer amente temeua molto piti di lui, che pri- ^J^J*^
ma nonrhaueua temuto de Vmitiani: fé la g^andexj^a de Vinitianicomin fatto, dopo
ciana a rifurgere; era necefìitato (lare in continui fofhetti, &m continue chcfi lofre
n r ri ri n t tir IO ,rn?atra
jPeje per conjentare le cofe tolte loro: né quello /riamente, magli bi fogna nìù dettiti
uà con gente i& con danari aiutare M affitti li ano : perche abbandonando- cAi^defr^L
lohaueua a fiorettare, che non fi congvigntffe co Vinitiani contra lui, frica', .delia
con timore, che al mede fimo non concorrere ti [{e Catolico , & perauen- S^"^™!
tura anco ilTontefìce: né baftauano aiuti mediocri a conferuargli Va- eia, & d'o-
micitia dell'Imperatore; ma bi fognano, frfftro tali9 che ottenere la uitto- f Jj c^^
ria contra i Vinitiani: t aiutarlo potentemente, ottra che con grauìffimo P'rro.che fi
dispendio fi faceua; lo rimette uà ne* medefimi periedi dtlla grandezza di ^ in°r"p.
Ma/jimUiano: le quali difficuUà confider ondo, era flato fofiefo daprinci- f°> uiuenHo
pw fé gli doueffe efferegrata,hmolefla la mutatione di Vadoua : benché f"fta Spaile
poi contrapefando Uficurta, che gli pottfie partorire feffere priuati i §-*."£ '.^
Vinitiani dello Imperio di terraferma, con le moleftie,& pericoli ', che egli niflìmo tè-
femeua della grandetta delRz de* Romani* &con la {peranno d'hauere po.QndeCi
ad ottenere dalai per me?o delle jue neceffuà con danari la città di Ve- ^UhiìI/hoc
Tona, lagnale femmamente de fideraua, come opportuna ad impedir e i mo chi ci toghe
: '•■ 1 r r rr> • ^ • ' r 1 ■ r , ° Re* che
uimenti, che jifacejjero in Germania; riputano finalmente più jicuro, & noi nò pof
più utile per fé, che le cofe rimaneffero in tale flato , che douendo neri fi- fiani° hoz*
1 a « 1 . *r t ...,,* ' godili que-
milmenjte efiere lunga guerra tra Majpmiliano , e i Vinitiani, l una par- ito tipofo,e
te, & l'altra affaticata dalle fbefe continue ne diueniffe più debole; con- Sarc1,,n 9UC
fermato molto più in queBa fententia quanto hehbeconuenuto col Ton- za?uoiendo
tefice: perche fherò douere hauere {eco fi abile confederatone, ejr amici- i" 'felicità C
pia: lafciò nodimeno a confini del Ver ont fé fiotto la Talìffa fettecento lan- confitte nel
eie, perche Jeguiffero la uolontà di Ce far e, co fi per la confematione delle ^ *^*ìm
jcofe accfuiilate, come per ottenere quel che ancora poffedenano i Vinitia- ti, & nò nel
ni per t'andata de' quali a Vivenza, fecondo il comandamento, che h ebbe- m^^egn'i:
ro da Cefare, fi ajficur.ò la città di Verona : laquale per lo piccolo prefi- **' 9u.a,i *
•dio,che ni era dentro Uaua con mediocre fojpetto, & l'efferato de' Vini- ^o "unta
% iam, che era andito a campo a Cittadella fé ne parti. Succedette in- uaggioreoc
jian'TJ alla partita del J$e un altro accidente favor euole a'Vinitiani: per- dftrauagU
ithe correndo continuamente icaualli loro, che erano in Lì^nago per tut- "•
Ff 4 tQ
n no
to il pafe, & infino su le porte di Verona, & facendo danni grandi/fimi*
* Mana-E- » m^ ie nenthche €rano m Verona per nò ui ejfere più di dugeto ca uatli,
ìcCfon.che $- fetteceto fantino potevano rejiltere;tl rtjcouo ai Treto gouematore
dimorfa Pcr Cefare in Vidi* cittdidtliberàdo poruiil capo\chiamò il Marebtfe di
r.i"rhV(c ' Màtoua:ilquale*pcr affrettare le preparationi,che fi faceuanoyftrmatcfi a
veroni0 & con la *&$<*%*** & caualhicbe battei** dal I{e aUtfóta della Scala, cafak
rhaueiù af grade in Veronefe>no circodat-o dimura,nèd' alcuna forti fi cat ione ^mentre
rinomo ftà quiui fen^a fojhettOyfu efiempo notabile a tutti t Capitani, quanto in
re: ma che 0gni luogo,& in ogoi tempo debbino fiare uigilati,& ordinati,& in modo
FaOÌta"danU foffino còfidarfi delle for^e proprie, nofiaffìcuràdo né per la lontanala,
Za di cefa- neper la debolc%^ade'nimicnpercbe efjendofiil Marchefe b couenuto con b
5oSiTceCFxi alcuni Stradiotù dell' e}} eretto de Finiti ani, eh e ueniffero a frenarlo in
cefi ritirato quel luogo per fermarfi a gli flipedtjjuoiy& hauHo effi infmo dal princi-
Scali! deih polche ^furem ricercati da lui,tnamft fiata la coja a loro Capitani^ però
effendofi dato ordine con queflaoccafione d'afialirlo alCimpromfo, Lucio
«igof cnV Mainerò co dugeto caualli leggieri,& ZitolodaVerugia con ottocento
particola/- fanti uenuti occultamente da Tadoua a Lignago,& umtift co le geti, che
w qudfto' erarì0 * Lignago& co mille cmqueceto de còtadtni delpaefe, & mandati
trattano dì innari alcuni canali/ 3cbe cofpefie uocigridajfero Turccfera quello il co-
% 32§Ì gnome del Marche fé) per fare crederebbe fusero gli Stradimi affettati;
di Matouaj fi coduf$ero>no foft elùdo alcuno la mattina defimata fui fare delgwrno
w róétSSI amfoladella Scalai entrati fen^a refifiètiaytrouàdo ferina guardia al
che gli ftra cma tutti ifoldath&gli altroché feruiuano,et feguitauano il Marchefe
fexTtrm^ a dormiresti mefseroinfreda:one tra gli altri rimafe prigioni Roisì tuo
to doppio: gotenete del Marchefe nipote del Cardinale dicano, etilMurchejefenti-
fulìfànldl to il romore,efsendo fuggito quafi ignudo per una firn ftra,et occultato fi in
tota auiaro m cty0 di faggina; fu manìf efiato animici da c un cotadino del luogo me- c
Sorgerà" deftmotilquale anuponUo il corno do 4e Finiti ani alla propria utilitàyfe-
*n lignago f odo l'ardore commune degli altri del piefe, mentre che fimulatamente,
chefe'ftTua udite l'offerte grandiffime che iM-irchefe gli faceua, dimofirauad'atten-
fprouiao:& 4ere a ralUarloi fece il contrario: onde menato a Vadoua, & poi a Vme-
«nò ne fcrif J , , • j- ^i.^u^r»
fc a' Proibitori, che tri mandarono il Mainerò, & dtolo: i quali uniti con le compagnie di Girolamo
Pompeo, di Pietro Spoluer.ni,& di Vincenno Gallino, fecero l'eretto. L> E qu.cola fimi tmented.ee, che
i villani auiratonoilMaluezzir&roggKigne, che .1 Matche-e fi trouaua i.d.ipofto. II f™™*™'™*
formea quefto auttore. Ma Leandro Sbtrti ne da tutta la lode a Girolamo Pope», d.cendoch egli £ .ff a
Proueditori vinicianitche Te uo euano dargli zoo causili; elfi con l aiuto di quelli della ««uaMaJelO^
feon*,haurebbon fatto un bel tratto centra .1 Marchefe:* ch'eflì gì. mandarono .1 Maluezzo, lo Spo ,luer no,
e*l Caflìno: ^c di co adduce l'Alberti il telt.mon.o delle lettere da lui ueicte, . pnuileg. per co dal ^ Ce «fi-
glio di Dieci di Vmetia concedi alla famiglia Pompea in Verona,di eh, ferme ancho .1 Bembo & altre con-
iermarioni. Il Bembo d.ce che tornando il Marchefe a Mantoua, fu da gli amie, auifato^ Gnw, & non parla
punto del trattato degli Stradiotti-.ma conforme all' Abert» moftra,ch«il Tompei forte in gran parte aut-
rD^oc=^^
r X^reJbe1 ?Sofc I5S eh. ftlE» a Eilifc Nel Be-bo fi legge, che in un .arn*.
m*% Safgma>«««i»'^»'€a»al6o(io ilMaichefc; m* il Mocemgo l«iuccomc queftoaunoie.
O T T Ai V O; ti9
tìafu con allegrezza ìneftimabile di tutta la Città incarcerato nella Torret- . rI VìCC€xg
t a del palagio publicofì^nhaueuainfmoahor a mipedito.neimpedwa Cefo s° faiue .
re in parte alcuna i progreffide* Vmìtianunon hauendo hauuto ùifieme forze ^i i ufeì*
baftanti al alloggiare fu la campagna, & effondo flato occupato molti dì nella no e in tir*
montagna di Vicen^atoue iuillani affettienati al nome V "minano, confidati fi ™* ^utthì
neltafyre'zgade luoghi ,fegH erano mani f e flament e ribellati : &fcendendo aicumcan*.
d poi nella pianuy •a.ejfndo già feguita la ribellione di Tadoua; fu non fen^a tò*^S?ti
fuo pericolo asfaltato da numero infinito depaefani , che l afpettauano in un a «ouare i
pajfoforte:donde hauendogli facciati uenne alla Scala nel Vicetino.oue lef- £" 5nc' p«
fercito Finitiano haueua ricuperata gran parte del cotado di Vicen^eì e$u ,e biadc » &
guata Serraualleypaffò importante haueua ufata crudeltà grande cantra iTe t "^có^fti
àefcbUdqual luogo rii uperado pochi dipoi Maffimiliano, usò cotra i fanti Ita con àtoUt*
*liani.& iomraglihuominidelpaefe la*medcfima crudeltà: cofi non effèndo &?*"* an
mano *
ancora maggior Uè for%efuef fi occupaua in piccole impre fé frocedèdo alleati Jjjji^
gnationehora di queflo Caflelloyhora di quello con poca deguitàjùt riput otto-
ne del nome Cefareo, proponendo nel tépo medefimo agli altri confederati co- b Era ca^
mefempreeranomaggioriUoncettifuohcÌjelefor7ie,& loccafioni; che fiat fidiodddeiu
tende ffc con lefor%e di tutti ad occupare la Città di Finet'm , ufando oìtra le fortezza- <*
proui fioniterrefirtf amate maritime de Re di Francia. & di .Aragona, ette Sicuro*?
galee del Tonteficey cìyeallbora erano congiunte infieme . Ullaqual co fa non uere» con a?
trattata nella confederatone fatta a C ombrai , bar ebbe acconsentito il He di «?dei "a°efo
Francia tfure che fi proponeffero condizioni tali, che lacqifiarla rifultaffein ma n?nJ^
beneficio communema era cofa molefta alTontefìce)& laquale, & allbora, Sbuà'tiài
& in altro tempo che più lungamente fi trattò > fu fempre contradetta dal He srofI? s[°^:
CatoUco;deteftandQla,percheglipareua utile al Re di Froda, fiotto colore di ri. Fu prefe
•efière cofa ingiufiiffima, & inhoneftiffima:ma me tre che doli arme Tedefcbe, ^" j£°d|1^
& Italiane fono cofi ueffatiieontadidiTadouatdi Ficé^as& di Verona^era teftagno,ar-
ancor a più mi fer abilmente lacerato ilpaefedel Friuli y & quello che in iflria rende
il caftillarr»
t>bediua a Vinitiani : perche effendo per commeffione di Cefare entrato nel cantra la uo
Friuli il Trincipe di «Anault con dieci mila huomini eomandathpoi che in uà l£ ^
lótà di mal
tolda ti
no hebbe tentato di pigliare Monte Falcone > haueua ejpugnata la terra > & cadorini ,
Ida ° Forteto di C adoro con uccifione grande di quegli che la difendeuano: dSnwo'ift
•& ali incontro alcuni caualli leggieri, & fanti de Vinitiani feguitati da mal fi teneua *a
4i del paefe; prefero per fiordo, la terra di Valdifera , & per accordo Bello- ^n0.no&
na , oue non era guardia di Tedefchi : & da altra parte il Duca di Branfuich » p«deua...
mandato medefimamente da Cefare , non hauendo potuto ottenere Pdine, diq^eftow
terra principale del Friuli; era andato a campo a Ciuitale d'+Auftria > ter- tìelio fu ,e*
rafituata in luogo eminente fu 7 fiume J^acifone , a guardia della quale flfl'uoml-
c era c Federigo Contareno con piccolo prefidio ; ma confidatofi nelle far- ** del Com
.:, * J J rouncdlAni
pczzo.m«mbro della Comnmnitàdi Cadoro,& ricini a Botteilagno : i quali volo n tati amente fi diedero a
CeUre.à horalbno lotto l'Arciduca Pedinando. La fortezza di Cadoru tu poi ricuperata al Senato, per
opera de gli h abitatori del paeleA di Lionardo dualier di r\odi,& di Pietro Corlo. Vedi il Mo cenilo . a
«Guftniano^ilVeceliio.
e Haueua Federo Contaiini,a difefa di Ciuidal d* Auftria principalmente il feguito de* cittadini affettl*-
»ati,&J?oi +.Capu.cò rto.ianti,co' quali fecs ho»©«ta diiefa,tec«jdo efee diffulàméw fcuac ilAiocjtflU,**
LIBRO
ft. T %e del popolo diftoflifjìmo a difender fi : al cuifoccorfo uenenio con ottocento
dS&i che caualli, & cinquecento fanti Gian Vagolo Gradmigo Troueditore del Friuli
*on una ira r crQ • r dajle a ti Tcdefche ; & nondimeno ancora che haueffero a
bolcata iup > J' J o o v v rr i*. r t j»
fcro gìo. folata Ci*tfafe cow l artiglieria, non potettono ntcon l aflalto feroce, che gli
dw °co" dcttono,nè con la fama di hanere rotti coloro che ueniuano afoccorrerla,ejpu
™<i'kl% gnarla. Et in iflria Chriflofano Frangipane roppeal caflello di Ferme gli Vf
"VdS lo ficiali de' yìnitiani, feguitati dalle genti delpaefe : con Foccafione del quale
tengo; era. fucceffo projpero fece per tutto il pae fé grandinimi danni t& incendi], & b oc b
Jiofo?oCFri cupo Caflel Wuouo,& la terra di Rajpwcchio:però i Vinitiani ni mandaro-
€:Pani:iiqua no angelo Treuifano Capitano dell'armata loro con fedici galee, ilquale pre-
iEiftift^ fa per forza nella prima giunta la terra di Fiume, tentò di occupare la Città
di Triefliìma non gli fuccedendo; ricuperò perfora Rannicchio, & dipoi fi
tteSS ! ca ritirò con le galee uerfo Vinetia,nmanendo lacrimabile lo flato del Friuli , et
ft/i nuòuo , dell'i flria : perche effendoui più potenti bora i Vinitiani , hora i Tedefchi ,
Succhio* quelle terre che prima haueuaprefo , & faccheggiato l'uno, ricuperaua,&
che fi arrefe facche^giaua poi l altro , accadendo molte uolte queflo medefimo ; di modo ,
rGi!oiaraJia che effen do continuamente inpreda lefacultà,& lauita delle perfine , tutto
cótarini co fl paefe horribilmente fi confumaua,& diflruggeua.Wg quali accidenti deh
«3fi£ li larme temporale fi di^utaua in Romafopra ì arme ftirituali, oue infino in-
Tiisfc: la mn7j alla ricuperazione di Vadotia, erano entrati con h abito, & con modi
rlauuu miferabili ifei Oratori del Senato Vinttiano : i quali effendo confueti a vi-
vo* potè p tnxrm con pomm,& faflograndifJìmo,& concorrendo loro incontro tutta la
fcrptóv; corte, non ifolo non erano flati ne. honorati , né accompagnati ; ma entratiuì
di a Moce- /percfc cofi uolte il Tontefice)di notte, ne ammeffi.al cofpettofuo , andauano
i'^he tutti a trattare in cafa il Cardinale di ISiapoli con lui , & con altri Cardine &
queiH prò- belati deputati,opponendo fi grandemente, perche nonotteneffero laflolu-
!Ti Bembo: tione dallecenfure, gli ambafciaton del Re de Romani , del Re 0mflianiffi-
c Arrigo 7 tm > & del Re Catolico , & in contrario ajfaticandofi per loro palefemente
Red'inghu l^rciuefcouo Eboracenfe mandato per quefla cagione principalmente da
raorJ %* Hemco V Uh fuccedutopochi mefi auantiper la morte di * Hemco V 1 1. c
f a Px.ie fm padre nei Regno d'Inghilterra . Ma emettanone di cofe molto maggiori
TI alche- occupaua in queflo tempo gli animi di tutti gli huomini; perche Cefare racco
™dia,haué olendo tutte le forxe, che per fé fleffopoteua , & cheglierano conceduteda
lllZ% -molti, fi preparami andare con egrcitopotentiffimoacampoa ^àoua:
7. mefi , & & da afa pa,te il Senato Vinitiano giudicando confiflere nella difeja di
h ebbe % ' quella città totalmente la fallite fua,attendeua con fomma diligenza alle prò
tKabet fua Uomnccerrxrle a difenderla Muendoui fatto emme, da quelle genti infuo
fSsSRB rache erano deputate alla guardia di Treuigi, l'efferato loro con tutte quel-
qujUjw fo kf9rnxkedaogwf4*te hausuatio potute raccorrei conducendouinume-
a^o£ì« winfmamilUemdiW Ya2>ionc baflan
Sf cheli te a ^tentargli molti me fi, moltitudine innumeraide di contadmi,& di gua
fuccerre , % /larari, co' quali oltra fhauere con argini , & con copia grande di legnami >
Suo^uS^ta,^ Xa^Vcd, Jobdoio Virgilio al fine del lib.iMd nulle ria d'in^hilteru.
O T T A V O. tj*
& di ferramenti riparato , per non ejfere priuati dell'acque che appreso alla
a terra a di Liminifi diuertonoa Tadoua , baueuano fatto alle mura della eh- a Leggi w 4.
tà>& faceuano continuamente mar auigliof e f or tificationi : & con tutto che lib- d«lI'bi-
le prouifwni fujfero tali, che quafi maggiori non fi potejfero defiderare , non- ceìiigo , e it
dimeno in cafo tanto importante era ineflimabtle lafollecitudine,& l'anfie- *dcl Babo.»
tà di quel Senato, non ceffando dì, & notte i Senatori dipenfare, di ricorda « mlm/te de
re , & di proporre le cofe , che credeuano che fujfero opportune : delle quali fe**? V* tcr
trattandoci continuamente nel Senato,Lionardo Loredano loro Doge, huomo ne .
uener abile per l'età & per la degnità di tanto grado, nel quale eragia fedu-
to me Iti annijeuatofi in piedi parlò in queflafententìa .
b b Si come è manifefliffimo a ciafcuno,preflantiffimi Senatori , nella confer- b L'orano.
uatione della città di Vadouaconfifle nonfolamente ogni ff>eran%a di potere ?c dc\ Doge
mai ricuperare il nofiro Imperio , ma ancora di conferuare la noflra libertà : nudare ino
& per contrario fé dalla perdita di Tadoua nefeguita , come è certi (fimo Fui ^an^dtfc
tima defolatione di quefiaTatria,bi fogna di neceffità confeffare che le proui fa di pado-
fionu & prcparationi fatte infino a hora ancoraché grandijfime, & mar ani- JJ^te ^uo.
gliofenon fiano fufficienti,nè per quello che fi colimene per la ficurtà di quel- dotta dai
la città, ne per quello che fi appartiene alla dignità della noflra Republica: ncUib'fje
perche in una co fa di tanta importanza , & di tanto pericolo non bafla, che i ben c° aItra
prouedìmenii fatti fiano tali chefipoffa haueregrandiflima^eranza\che Va 1?) &a,dalf
dona s'habbia a difendere : ma bifogna fiano tanto potenti,che per quel che fi Giufónia -
pub prouedere' con la diligenti a & industria humana j'fipoffa tenere per cer io. acquali
t o che habbinoad afjìcurarla da tutti gli accidenti , che improuifamenfe po^ non\ ifPeci*
teffe partorire la finiftra fortuna,potente in tutte le cofe del mondo ; mafopra mw'ode'gio
tutte l'altre in quella della guerra: né è deliberatone degna dell'antica fa- uani > che *L
ma, & gloria del nome Vinitiano,che da noifia commeffa interamente la fa- fe mldaruf:
lutepublica, & l'honore, & la ulta propria, & delle moglie, & figliuoli no roa fo,° efo?
flri alla uirtu di huomini forefiieri,& difoldatimercenartj , & che non cor- ffanó màda
riamo noi fontane amente, & popolarmente a difenderla ed petti,& con le "i11, Bembo
I • n i ri rrrì i. • v f . . no la pone:
braccia nojtre : perche j e hora nonfijojtiene quella atta,non rimane a noi più ma bè dice,
luogo d'affaticarci per noimedefmi^nondidimoflrare lanoflra uirtù , non di cb}e il D°sc
fendere per lafalute noflra le noflre ricchezze -.però mentre che ancora non nudato due
èpaffato il tempo di aiutare lanoflra Vatria , non debbiamo lafciare indietro ?01 fi&liu.°.;
e i 'ni i f li- armati •■ir
opera, o sforzo alcuno, ne affettare di rimanere in preda di chi de fiderà difac quai eiiem-
cheggìare le noflre f acuità J.i bere con fomma crudeltà il nofiro fangue : non fa^/da^se-
contiene la conferuatione della Vatria folamente ilpublicobene ima nella fa natoti , &t
Iute della Republica fi tratta infieme il bene ,&la falute di tutti i priuati , ti'™ndan-
congiunta in modo con effa che non può fiore quefla fen%a quella , perche ca- acmi anchor
dendo la Republica, & andando mferuitè, chi non sa che lefuflantiey l'ho- ^iU0Pif co"
nore, & la ulta de priuati rimangono nn preda dell' auaritia, della libidine y non Picc<\1
& della crudeltà de' nimici ( Ma quando bene nella difefa della Hepub. non humnlni ar
fi trattale altro ±che la conferuatione dellaTatria}. non è premio degno de ma" ••
firn
L 1 B ft .0
Juoi genero fi Cittadini .pieno digloria,& di Jplendore nel mondo, & fàerìte-
e\b fi legge noie apprejfo a Dìo ? perche èfentetia infino de a Gentili effere nel cielo de-1 *
in -quCdeItf terminato m luogo particolare , ilquale felicemente godino in perpetuo tutti
6. delia Re- coloro,che haranno aiutato ìconferitatOy& accrefeiuto la patria toro : & qua
^ub Tullio C k patria è giamaiftata> che meriti d' effere più aiutata, et conferuata da juoi
ehe vìa ch:à figlinoli, eh cquejl a $ laquale ottiene, & ha ottenuto per molti fecoli ilprin-
£ scipume! aP~to tra tutte le città del mondo , & dalla quale ifuoi cittadini riceuono
omnib9 qui grandiffìme & innumerabili commoditàjMtilità, & honori : ammirabile ,fe
feruauahu fi confiderano, o le doti riceuute daRayatura,o le cofe,che dimeflrano lagra->
adiuuennt , deT^a quafì perpetua della proserà fortunato quelle per leqnali apparìfee la
Jéttum'eiA vtàrn , & la nobiltà degli animi de gli habitatori : perche èftnpendijjlmo il
in ce> , ac fitofno pò fla unica nel mondo tra l acque f alfe, & congiunte in modo tutte le.
cu, v w boa parti fiacche in un tempo mede fimo fi gode lacommodità dell'acqua & ilpia
* *io fem- ceYe della terra.ficuraper non efferepofla in terra ferma dagli affliti terre-
!!r**? dice1 flyi> & ficmapcr non effere pofta nella profondità del mare da gli affitti ma-
s&- ritimi; & quanto fono maranigliofi gli edificijpublici,&prÌHati>edifi?ati co
incredibile ffie fa. & magnificentia, & pieni di omatiffimi marmi foreflieri ,
& di pietre fingulari condotte in quefla città da tutte le parti del mondo: dr
quanto afono eccellenti le pitture 'M flatue, lefculture.gliornaméti de Mia
faich& di tante belliffime colonne, & Maitre cofefimigliauti: & quale cit-
tà fi trotta alprefente,onefia maggiore cocorfo delle nat ioni foreflieri che nen
gono qu'hparte per habitare in quefla libera,et quafi diuina patria ficuramen
telane per esercitare i loro commertij: ondeVinetia epiena di grandiffìme
mercatantie, & faccende, onde crefeono continuamente le riccbczge de* no-
flri cittadini, onde la Repub.ka tanta entrata del circuito foto di quefla città,
quanta non hannomoltiRe de gli interi Regni loro . lafcio andare la copia
de" litt erati in ogni f denti a y& f acuità, la qualità de gli ingegni, & la uirtù,
degli huomini , dalla quale congiunta con le altre conditioni è nata la gloria
delle cofe fatte maggiori da quefla RepubL & da gli huomini noflri , che da*
Romani in qua habbia fatto patria alcuna : lafcio andare quanto fia mar ani-
<iliofo uè deve in una cittadella quale non nafea co fa alcuna, & che fui pieni (fi
ti ia di habitatori-. abbondare ogni co fa. Fu il principio della città noflra riflret
to fu quefli foli fcogli flerili, & ignudi, & nondimeno diflefafi la uirtù degli
huomini noflri prima ne mari più uicini,& nelle terre circoflanti, dipoi am-
pliatafi con felici (ucceffi ne mari, & nelle prouiycie più lotane, & corfa infi
no net ultime parti dell'Oriente &cquiftò per terra, & per mare tanto Impe-
< rio, & tennelosì lungamente, & ampliò inmodo la ifuapotentia , che flatd
tempo lunghifjimo formidabile a tutte l'altre città d ] Italia, fia flato necejjhr
rio, che ad abbatterla fi ano concorfe le fraudi , & le for%e di tutti i Trincipì
Chrifliani: cofe certaméte procedute con l'aiuto delfommo Dio: perche è cele
brataper tutto il mondo la giuftitia,che fi efercita indifferent eméte in quefla
dttàìper lo nome fo lo della quale molti popoli fi fono ffontaneamente fiotto -
pofli
OTTAVO. i?t
polii al noflro dominìoigià a qude città a qml 'imperio cede di religione , e di
pietà nerfo il fommi D i o fa patria noflra ? oue fono tanti monafiertj , tanti
tempij pieni di riccbi(Jìmi> & predo fi (fimi ornamenti* di tanti fiupendiuafi ,
& apparati dedicati al culto Diurno * oue fono tanti boritali , & luoghi pij,
ne quali con incredibile Jfc fa & incredibile utilità de puueri , fi esercitano
arduamente l'opere della carità? È meritamente per tutte.quefte cofeprepo
fla la Tatria noflra a tutte laltreima olir a quefle,ce rièunà,per laqualefoU
trapaffa tutte le laudi,& la gloria di fé medefima. Hebbe la Tatria noflra in
un tempo mede fimo l'origine jha, & lafua libertà , né mai nacque > né morì in
Vinetia Cittadino alcuno che non nafeefie , & moriffe libero , ne mai è fiata,
turbata lafua libertà, procedendo tanta felicità dalla concordia ciuile ^abi-
lita in modo negli animi degli Imomini , che in uno tempo mede fimo entrano
nel noflro S enato, & né noflri configli,& depongono le pr mate dijcordie, &
contentioni idi quefio e confa la forma del gouerno, eh e temperato di tutti imo
di migliori di qualunque fi) etie di ammimfiratione publica,& compofio in mo
doy&aguifi di h armonia proportionato,& cocordante tutto afe medefimo ;
è duratogià tanti fé coli fen%a fé òÀtione ciuile -, fenica armi, & fen'^a f angue
tra ifuoi cittadini inuiolabilc,& immaculato -.laude unica della nofira Repu-
blica >& dellaquale non fi può gloriare né Roma,nè Cartaginese jlthene,nè
Lacedemone , né alcuna di quelle Republiche , che fono fiate più chiare, & di
maggiore grido apprefibagli antichi:an^i appreffo a noifiuede in atto , tale
forma di Republica, quale quegli che hanno fatto maggiore profeffione di fa-
pientia ciuile,nonfeppono mai ne imaginarfi né deferiuere. adunque a tan-
ta, & a fi glorio fa Tatria fiata moltifjìmi anni antimuro della fede, fplendo-
re della Repub.Chrifiianamancherano le perfone de 'fuoi figliuoli,& de fuoi
cittadini f& ci farà chi rifiuti dimettere inpericolo lapropria uita, & de fi-
gliuoli per lafalutc di quellaHaquale contenendo fi nella difefa di Tadoua,chi
farà quello che nieghi di uoler e per finalmente andare a difenderla? Et quan-
do bene fujfimo certiffimi e fiere baflantile for%e che m fono non appartiene
egli ali honore noflro ? non appartiene egli allo filendore del nome V iniziano
che fi f appia per tutto il monio,che noi mede fimi fiamo corfiprontiffimamen-
te a difenderla,^ conferuarlat Ha uoluto il fato di quefia città che in pochi
dìfia caduto delle maninoftre tanto Imperio: neHaqual cofanon habbiamo da
lamentarci tanto della malignità della fortuna,perchc fono cafi comuni a tut-
te leRep.a tutti i Regnuquanto barbiamo cagione di dolerci che dimentica-
tici della coflantia noflra fiata infino a quel dì inuitta , che perduta la memo-
ria di tanti genero fi>& glorio fi effempi de noflri niaggiori;cedemmo co trop-
po fubit a dijperatione al colpo potente della fortunale fu per noirapprefenta
taa figliuoli noflri quella uirtù , che tra fiata rapprefentata a noi da padri
nofiru Torna bora a noil occafione di ricuperare quell ornamento non perdu-
to, fé noi uorremo efiere huominumafmarrito '.perche andando incontro alla
auerfità della fortuna > offerendoci fpontaneamente a* pericoli ; cancelleremo
la
V.
aKc.ro, LIBRO
non*" fórma t-i infamia rìceuHta , & uedendo non effere perduta in noi l'antica genero ft-
ta dai Moc« f£ & virtù; fi afcriuerà più toflo quel difordine a una certa fattale tempcfla , ,
me° dt i Do. al lacuale ne il configliene la coftantia degli huominipuo refiflere, chea col-
gè Lòreda- pa fa uergogm noflra. Vero fé fuffe lecito che tutti popolarmente andaffl
Oe' parole, mo a Tadoua che fenica pregìudicio di quella difefa, & dell'altre urgcntiffi-
fhondon© " rnefacende publiche,fi potè ffe per qualche giorno abbandonare quefla città ;
aiit recita- io primo fetida affettare la uoflra deliberatone, piglieriei il camino , non fa-
autto'retcio Pe?^° & c^e meglio potere fendere quelli ultimi dì dellamia uecc\ne%ya /
è. Habbia- che '/wlparticipare con laprefentia, ,& conglì occhi di uittoria tanto preda-
comincia'- ra>ò quando pure, (Inanimo aborrifeedi dirlo) morendo infieme con gli altri $
to a manda non efiere fuper flit e alla rouina della patria :?na perche né Vinetia può effere
iCnolfri0fi- abbandonata da configli publici,ne' quali col confìgliareprouedere,& ordi-
toli Lui mYe non meno fi difende Tadoua,che la difendino con l 'arme quelli* che fono
nardo có'ci quiui, ,& la turba inutile de uecchi farebbe più di carico , che di prefidio a
to fanti: p* quella città,nè anco per tutto quello, che poteffe occorrer 'e ,èapropofito fpo*
!»o*c e°an* gli are Vinetia di tutta lagiouentù;Terò configlio, & conforto, che battendo
cor uoi fac rjjpetto a tutte quefle ragioni fi eleggano dugento gentil huomini de* princi-^
deli mo , o" pali della noflra gì ouentà , de quali ciaf cimo con quella quantità d'amici > &
aiidji icuiin fa clienti atti él arme yche tollereranno le fuefacultà;uada a Tadoua per fta-
pcifona, o r \ ' ' rr' . -, %-r r i- m i r i* /• d.
n adjdoui i re quanto farà necejjario alla dijep di quella terra: *due miei figliuoli con*
hg 1 1 uo 1 1 , e paruM compagnie far anno i primi ai effequire quel che io padre loro, Trinci^
me porta la pe uoflro, fono flato il primo a proporre : le perfine de quali in sì grane peri-
ciafcunod,E co^° offerifco alla patria uolentierucofi fi renderà più ficuraja città di Tado-
ii Giuftinia ua,cofi ifoldatimprcennarijxcbe,ui fino cedutala noflra giouentà pronta ai
che!ioe*pPu M guardie* &■ a tHtt*i i fatti militari, ne ricfuerjannoineftimabiie allegrezza»
uecchitTia 0 animo fità:certi che effendo congiunti con.lo.ro i figliuoli noflri;non habbia
boie.rr^nò a mancare da noi prourfione p sformo alcune: la giouentn, & gli altri che non
pofTojLuigi andranno , fi accenderanno tanto piucon quefio esempio ad efforfifempr e,
murali, che farà dibifogno a tutte le fatiche, & pericoliate uoiSenatori (le parole*
uoi i .fi ppj.i e ifattiydé quali fono in effempio,& ne gli occhi di tettala città) fate dico a
padr° £ u'5 gara ciafeuno diuoiyche ha f acuità fifficienti, di fare defcriuer.e in qucflo.nuz
dranno ar-
mati i
ittixa
mero i uoflrifìglÌHoli;accìochefiano partecipi di tanta gloria : perche daque-
itt\xa.° pr fio nafeerà non fobia difefa ficura,&' certa diTadoua;mafi acquifterà que-
b b'rv? ' Aa fama aPPreìr° a tutte. le nationi^chenoi medefimifiamo quelli,che colpe-
tianuch'an ricolo della propria uita difendiamo la libertà, &la falutc della più degna
da r. no a pairia & dena plu no\)ile, chefia in tutto il mondo*
Scorrer X ? ^7. f J/y> J . , , rr -> r
Padoua tre fuudito con graiidijjima atten:wiei&£ppro.uatione,& mejjo cojomma
m ' r o* & me eeleritfl in ejfecnfione il configlio del Vrincipe , per loquale il fiore de nobili
naroào àie della giouentìt Vinitiana raccolti ciafeuno quantipiu amici, & familiari at-
SS! *oHIe -M ali efferc.itio dell 'armi potette; b andò a Tadoua, accompagnati ihfinoadieb
fcriué mmo entrarono nelle barche da tutti gli altri gentil'huomini,& da moltitudine in-
cenigo. Ma
il Bébo dicejtfhei^entiJ'huomini^ forflenex lUfltdip in Pado.ua furono .170". JJ QiuiUnUnoTcjiitf .da joo*
gtntirhuomjni co ioidac» in compagnia.
ottavo. ir- •<£%£
numerabile » celebrando ciafcuno con fonane laudi , & con pìetofi noti tanta g^ri di;* A*
prontezza in feccorfo delUpatriamè con minor lentia* & giubilo di tutti fu- c^M™fn
rono ricettati in Tadoua,e(Taltando i capitani t e ifoldati in fino al Cielo , che iip° R^H
quefli gionani nobili non zfpcrimentati ne alle fatiche , ne a* pericoli della mi ™e nQt ^e
litia preponeffero l amore di Ila patria afla uita propria & in modo che con- alcuna^ da
fonando Inno l'altro alpettauauo con liei iffimi animila uenuta diCefare: Co>iah In
ilquale , attendendo araccorre te genti , che da'molu partigli concorrevano > > f|aua a **«
rira ucnuto al ponte alla Brenta lontano tre miglia da Tadoua > & prefoper Uettouagiì«
/òr7# Lìmini,& 'interrotto il cor Co dell' ' acque, afoettaua C artiglierie, lequali Per'1 cì?°l
3 Vt i. • > > i ^ • i-L 111 ì- rr j & fa rotto
terribili per quantita,& per qualità ueniua ai Germania: dellequali ejjendo da-cio. Ma
condotta unaparte a Vicenza, &efftndo andati Filippa Roffo , & Federigo j^fs.?**^
\ Gonzaga da Bo%gok con a dugento caualli leggieri per fargli feorta- asfaltati M«>nfci »ce
da cinquecento camiti Urneri, che guidati eia uillani, i quali in tutta la zucr ?'c.cro ljj*
r » .^ • • ì ' ir ri- j-^ j r amico, &
ra fecero a Vinmani utilità marauiglioja , erano tijciti di Tadoua, furono paolo cui-
rotti p 'elfo a Vicenza cinque miglia, & Filippo fatto prigione , & Federigo j^SuSi
con gran fatica per beneficio della notte a piede & in camicia fi erafaluato . fantùiquak
Dal ponte alla Brenta Maffìmilianofi allargò dodici miglia uerfo il Tolcfine "^yócc*
di Rouigo per aprirfimeglio la commoditctdelle uertouagl'ie: & prefo di affai la dlfcfira
t o , & focheggiato il Càflello di Eflhandò a campo a Monf elice, dotie emendo *£*£ \ [ou
b abbandonata la terra. che è inpiano , b efpugnò il fecondo dì la fortezza fttua * a la pre fé,
• ta fulla cimad un alto f affo Hebbedipoiper accordo c Montagnardi donde ri * ef*Jt,u lpr*
tornato uerfoTadoua fi fermò alponte di Baffanello uicino aTadoua,doue in gWm.Moct
nano tentàdidiuertire la Brenta, che di quiuifi conduce a Tadoua : nelquale EJr,n>ia fo
luogo fendo giunte tutte l artiglierie, & le munitioni.che affettaua ', & rac- h>' ,l^ladl
colie tutte le genti che erano diflnbuite indiuerfi luoghi; fi accoftò alla terra njei vioroV
con tutto Ceffrctto,& hauendomeffi quattro mila fanti nel Borgo-, che fi dì* e pi Mota
ce,di Santa Croce,haueuain animo di affaltarlada quella parte : ma e/fendo fcgg0a nei
dipoi certificato che la terra in quel luogo era più forte di fnoy &' di mura- v- :Ci n '£•
gli 'a ,& fiatati fatte maggiori fortificationi, & riceuendo ai u or ain- quello al- na*na ■ i B5
[ornamento daU r artiglierie di Tadouamolto dannoidelibeò transfert fi con bo icT lì
^^ rf, «^ . ' J entrarlo,
tutto l efferato alla porta del Tortello, che è uolia uerfo Vinetia , perche gli cioè; et* e *-
tra riferito la terra efferuipiu debole,& per impedire ifoccorfi che per terra, c 'l%rlu^
e per acqua ueniffero a Tac.ouada Vineùama non potendo per lo i-npedimen papuano
to de' paludi,& di certe acque,che inondano ilpae fé, andar nife non con lun- * ,'f0J** '
go circuito ;uenne al ponte di Bouolenta lontano uà Tadoua fette miglia, do* terra; cW* fi
uè è una i enuta fituata fu l fiume di Bacchigliene uerfo iamanna tra Tado-' *0r*ceVari •
Ma^ty yinetiainelqual luogo per effere circonaato dalt acque , & nella parte' «|s» uottdc
più freura del Tadouano,fi erano ridotti tre nula. contadini cotinumero gran-* "y]^t% u^
diffamo di befliami, i quali sformati dalla uafiguardia de fanti Spagnuoli, & toiil ri\ '1
Italiani furono quaft tutti morti * ò prefimèfiattefeper due giorni feguenti ad ìù° fcctro1*
altro,che a scorrere tutto ilpaefe infine al mare-, pieno di quantità-infinita di [.ri#"5J?£
befiiainìi & furono pr e fé nella Brenta molte barelle-, che-cariche diuettoua- rnorti atfft.
glie «»«a1<iui,*>
L 1 R R O
■ «Sabé'ti ffj
artiglierìe j
m i egli fece
il Vii lu'l tee
g& an lamrtò a Tadoua:tanto che finalmente il quintodecimo giorno del me-
Ks.tiuzt f* di Settembrejjauendo confumato tanto tempo inutilmente , & dato (patio
co ia Deci , a rumici diforiifìcarLt,& empierla di uettooaglie; fi acccflb alle mura di Ta
oSu'ddS dom a^xt0 all% V0YU ^ Tortello :ìion lunata mai né in quella età, ne forfè
famiglia di jn molte fuperiori ueàiito Italia tentarfioppug/ntione , che fuffe di maggiore
r quai' it c(pettatio?ic,& più negli occhi de gli huomln'h per li no bitta di quella città,
fletto foflfe- & per gli effetti importanti,che dal perderla ò uincerla rifultauano : conciù-
d^vmk?" fiacheTaiouanobiliffima,& antichiffima città, & famofa per l'eccellenti*
nì d?Uli p ' dello fiudio, cinta da tre ordini di mura, & per laquale corrono i firmi di Bré
Sa l iich2 ta, & di Bacchiglionefedi circuito tanto glande, quanto forfè fu alcun altra
i: ' ~/Si uh* Ìe^e m^P0Yl utPai: Italia, fintata in pie fé abbondatiti (fimo, cue è ariafa-
dShiftó'. lubre,& temperata: & benché fiata allhora più di cento ami depreffa fiotto^
di vnieùa <h £impCYi0 fè yinitianuche ne fogliarono quei della famiglia di Carrara, rfl
fti^ìano.y £/e#e ówa* fuperbi,& grandi edificij, & molti fegni memorabili di antichi
h}ì Dac*o^ tà ,da quali fi comprende Lipriflinafuagrande^a,&jplendore: & dall' ac-
plv^maadò quifio,& difefa di tanta città dipenìeua non follmente lofiabilimento, ò de-
a- "* ceftfe o boterà dell'imperio de Tedefchi in Italia ; ma ancora quello, che haueffi a
ì-afledio di fuccedére della città-propria di Vinetia -.perche difendendo Tadouapoteuafa
almentefperare quella Repiiblicapkna di grandi (lime ricche^ , & unita
con animi pronti fimi in fé mede fimi , né fottopofla alle uariationi , allequali
,f ra" fotfo fottopofle le cole de Trincisi, haaere in tempo non molto lungo a ricupe
ti 3 vii :u J lei .' J 1 ■> ' i * . , > i
i itorio co le w<? gran parte del fuo dominio ; & tanfo più , che la maggior parte de Loro
mi che'con fediti >che haueuano defid erato le mutatìoni , non ui hauédo trouato dentro
edare (i co cretti corrispondenti a \ fuoì penfieri ; & conofeendofi per la comparatone
fiofheùtto quanto fuffe diuerfo il reggimento moderato de Finitimi da quello de Tede
un baftió fu fifò dàem da coflumi de gli Italiani , & difordìnato maggiormente perle
do^cTeg- confiifijni>& danni dellaguerra;cominciauano a imitare gliocchi ali antico
grado il u.;e . domìnio: & per contrario perdendo fi Tadoua , perdeuano i Vinitiani intera-
capò" dV mente la fi>eran%a di reintegrare lo fplendore della fua Republica : anq era
l* Argine, co graadiffimo pericohyche la città medefima di Vinelia fagliata di tanto lm-
MoceSgo ', perioy& nota di molte ricchezze per la diminutione delle entrate piMiche ,
& ft legs^ & pcrla perdita di tanti beni, che ipriuatipoffedeianoinTerrafermaj ònon
fiqli?P?r!ii poteffe difender fi dall'arme de Trincipi confederati, ò almeno non diuentaffe
do ddi'eifrr mpYOgreffo di tempo preda non meno de Turchi(co quali confinano per tari
re hnorno4* toJpatio,& hanno j empr e con loro,oguerra, opace infidele , & mal ficura)
a Padoui, di cj)g jg ^principi chrifliani. Ma non era minore l ambiguità de gli huominì :
Screduto perche gli apparati potenti/fimi, che d a eia fc una delle parti fi dirnoftrauano>
fff CllC 2nt teiteuanQ molto foffcfi igiudicij communuincertiffimi quale haueffe ad haue-
inero d\£ re effetto piufelice.o iafialto,o la difefa:perche nell efferato di CefareMtra
W"(WBc-!& k fettecento lande del He di Franciajequali gouermua la Tali fa; erano du
Kuitm.a gento huomini d'arme mandatigli in aiuto dal Tontefice; dugento altri man-
dice da cen- faLL ^i b Du(;a fì Ferrara lotto il Cardinale daEJH, benché ancora nofufi
0 T T A V Ò. M3
fero tompofle le differenti e tra loro: &fotto dimrfii condottieri feicento huo-
mini d'arme Italiani faldati da lui . *>{è era minore il nerbo della fanteria »
che de caualli,perchehaueua diciotto miloTedefchi, fiei mila SpagnuolUfei
mila uenturieri di diuerfa natimi, & duemila It ah 'ara, menatigli ',& pagati
dal Cardinale da Efli nel mede/imo nome . Seguitano, lo apparato fiupendo di
artiglierie ,& copia grande di munitione , della quale unaparte gli haueua
mandate il Re di Francia : & benché i faldati [noi propri} la più parte del
tempo non riceueffiero danari, nondimeno per la grande7ga,et autorità ditan
to Capitano, & per lafiferanTo di pigliare, et fiaccheggi are Tadcuaj & dha-
uere poi in preda tutto quello che ancora poffed enano i Vinitianu non perque
flo l'abbandonauono : an%i continuamenteaumenta.ua ogni dì il numero ,fa-
pendofi maffimam 'ente per ciafauno ch'egli di natura liberali filmo, et pieno di
human ita co' [noi faldati mancano di pagar glijion per auaritia, & uolontà*
ma per impotentia . Era co fi potente l'esercito Cefareo, benché raccolto no fa
lo delle fior%e fine yma etiandio de gli aiuti, & forze d'altri; ma nonerameno
poi ente, per quanto fuffe neceffiario alla difefa di T adona l'efferato , che per i
« Vinitianifìritrcuoua in quella Città: perche ut erano* feicento huomini d'or a 3I Bembo
memille cinquecento canai leggieri,mille cinquecétoflradiotti, fatto famo fi , noìnìldo*
& efaerti Capitani , il Conte di Titigliano propoflo a tutti , Bernardino dal ua «"uibò
Montone Antonio de Tij,Lucio Maluex^p,Gionanni Greco,& molti codot \x 2^™ fot*
fieri minori, A^ggiugneuafi a quefia canalleria dodici mila fanti de' più effer- {j » f?iccn to
citati & migliori d 'Italia fatto Dionigi di 'TsJaldoM.Zitolo daTerugia, Lat- d'a°meD,Vet
tantio doBergamo,Saccoccio da Spoleio,& molti altri Conteflabili, dieci mi |*ce*tq ftia
la fanti tra Scinauoni, Greci, & cibane fi, tratti dalle lor Galee, ne' quali he quièto™!
the fuffe molta turba inutile, & quafi collettitia, nenerapure qualche parte lc-^r,trri a f»
utile : oltra quefti la giouentù Vinitiana con quelli, che Fbaucuanofeguitata, chc°* modo
laquale benché fuffe più chiarapcrla nobiltà, et per la pietà uerfio La Tatria, quc.fti F8*1
nondimeno per ojferirfi 'prontamente a ' pericoli, & per Fcffempio,chefaceua mSmufor
agli altri , non era di piccolo momento . ^Abbondandomi oltra legenti , tutte fjjw^1
Fattreprouifioni necefforie: numero grandi (fimo (fartiglir/te, upiamaraui- della otu,
gliofa di uettauaglie d ogni forte , non offendo fiati menofoileciti ipaefaniari ^"«"gjlS
d'ade quiuiperficurtà loro, che gli officiali FÒJÌtianimprou€dere,& cometa toano nel
dare, che affida amente ne nmtr afferò : & moltitudine quafi imumer abile llb*xo*
di contadini, iquali condotti oprerò ,non ceffonano maidilauorare; tabmen
te che quella Città fortiffima per la uirtìi , & per tanto numero di difenfori ,
era fiata riparata, & fortificata mar auiglio fornente , a. quel circuito delle
mura,che circonda tutta la Città,hauenào al%ato agrade altevgaper tutto il
foffo l'acqua , che corre intorno alle mura di T odono , & fatti a tutte le por-
$e della terra , & in altri luoghi opportuni molti bafiioni dalla parte di fino-
ra; ma congiunti alle mura, & e baueuano l'entrata dallo pane di dentro:
co quali pieni d'artiglierie fi percoteuano quelli , che fiofìtro entrati nel
foffo : &. nondimeno acciò che la perdita de baflioni non potefie portar fe-
Gg ricolo
LIBRO
vìcolo alla terrai fiati dalla parte di [otto haueuano fatto una calia* & mef-
fiui molti bariglioni pieni dipolucre , pei' potergli disfare , & gittare in aria
quando non fi potè (fero più difendere : né confidandoli totalmente nella grof-
feTga , & bontà del muro antico ,con tutto ebe prima l'haueffero diligente-
mente riuedutoJ& doucra dibifogno riparatole tagliato tutti i merli; haue-
a conforto mno cm-t ^ fóto di dentro,per quanto rira tutta la Città- peccati con albe-
li Conte di i . i •!•/?• i i i r rr
pigliano ri, & altri legnami dijtanti dal muro, quanto era la\uagrof\e7^a,empierono
K Hoidatia {\ue^° mno infin all' alteiga del muro di terra,confolidataui con grandi ffima
deponer gli diligentia : laquale opera marauigliofa , & di fatica ineflimabile , & nella
Uri' P& fare tf^le ?era esercitata moltitudine infinita dlmomini , non baflando ancora
amoreuoi- alla fodisfattione intiera di chi eraprepoflo a difender quella Città; haueua-
tì coftuma° no d°p° il muro cofi ingroffato,& r addoppiato, canato un foffo alto, & largo
ne gii attedi fedici braccia : ilqual rifìrignendojì nel fondo, & hauendo per tutto cafe mat
& poi gi"n- te te torrioncelli pieni d'artiglieria , pareua imponibile a pigliare : & erano
dulìe a pu: quelli edificij a effempio de' baftioni,con hauere la caua difotto, difyofti in mo
ìJriSon % do da poter fi facilmente con lafor^a del fuoco rouinare : & nondimeno per
q !?iia cit- e(Ter piu preparati ad orni cafo ; aliarono dopo il fotta un riparo della mede fi
taroccando JJ f r f , 7 ^ ì rj-a j J ì \. l ■ J lì *
il Vaerò Eua ma,o maggior larghexga,che ji aijtendeuaquanto tutto il circuito della ter-
gdio con le Ya> dapochi luoghi in finora , a quali fi conofceua effere imponìbile piantare
hauédo pri- l'artiglieria : innanzi alqual riparo fecero unparapetto di fette braccia , che
ma di ami prohibiua che quelli , ebefuffero a difefa del riparo non poteffero effere offeft
latto €£11} tu -*,,,* . i. • i j • • • / i • . • _/ /"* \ • f* .'
il mitmente dall artiglierie de minta: er perche a tanti apparath& jortifi cationi corrt-
i«d° da- ?d°' Jpondeffero prontamente gli animi de \foldati,& degli huomini della terra, a
o pitani, & il Conte di Titigliano conuocatiglifuìla pialla di S. .Antonio, & confort ati-
fudin?0co" $ con grani, & turili parole allafalute, & honor loro ; aftrinfefe mede fimo
mefctìue il con tutti i Capitani,& con tutto l'vfiercito ,eiTadouaniagiurarfolermemè
if GTuft3nia te diperfeuerare in fin alla morte fedelmente nella difefa di quella Città . Con
no : ilqual tanto apparato adunque,& contra tanto apparato condotto fi l' e fkr cito di Ce
che8?iÌaGrul fare [°tt0 & mura * Tadoua-fi diftefe dalla porta del Tortello infimo alia por
ti confortò ta d 'Ógni fanti, eh e uà a Treuigi , & dipoi s allargò fin alla porta di Codalun-
difenfori 'a g**be uà a Cittadella, contenendo per lunghezza tre miglia : egli alloggiato
portar f» va nel Monaflerio di Beata Helena diflante per un quarto di miglio dalle mura
&a0combaCt della Città , & quaft in me%o della fanteria Tedefca , hauendo diflribuito a
ter con fran ciaficuno, fecondo la diuerfttà degli alloggiamenti, & delle nationi,quel e ha
nimo! & di ueffero afare ; cominciò a far piantare l'artiglierie: lequaliper efìer tante di
corpo.' Qw numero, & alcuna di fini furata , & quafiflupenda grandezza , &per efìet
"o'fece iit molto infeflato dall'artiglierie di dentro tutto il campo, & jjfecialmente i luo
AftorreBa' .gfa Aom fi cercàua di piantare ; non fi potette fare fen%a lunghezza di tem
ma°goftanTa- po>& difficultàgrande,con tutto ch'egli inuitto dyanimo,& di corpofatien-
anno: 157 1. tijfimo alle fatiche, feorrendo il dì, et la notte per tutto,& interuenendo per-
?p™r «echi finalmente a tutte le cofe, fiimolafie con grandiffimafoltecitudine che t ope-
neiia vita di n a conduceffero alla perfezione : erapiantata il quinto dì quaft tutta Xarti-*
ìux' *:-'-;-■•:•* glicria
OTTAVO. ij4
glieria , e il dì mede fimo i Francefi , e i fanti Tedefcbi da quella parte , alla
qual' era prepoflolaTalifia;dettouo uri affatto ad un riuellino della porta:
ma pia per tentare che per combattere ordinatamente ; onde uedendo, che
era difefo animo famente , fi ritirarono fen%a molta di lattone a gli alloggia-
menti : tir aua il dì figliente per tutto ferocemente l'artiglieria, la maggior
parte della quale per lagrojfe^afua, & per la quantità grande della polite
re, che figli daua,pafìati i ripari,rouinaua le cafe prò ff ime alle mura: &gìà
inmolte parti era gittato interra (patio grandi jjìmo di muraglia , & quafi
pianato un baflione fatto alla porta d'Ognifinti,nè per ciò appanna fegno al-
cuno di timore in quei di dentro, iquali infeflauano con l'artiglierie tutto lef
finito : & gli Stradiotti , iquali alloggiati animo f amente né Borghi , b alie-
nano ricufato di ritirar fi ad alloggiare nella Città , e i cauai leggieri correndo
continuamente per tutto , bora correuam quando dinanzi , quando di dietro
infm fu gli alloggiamenti de nimici,bora ajfaliuano le forte del faccoman-
no, & delle uettouaglie, borafiorrendo, & predando per tutto ilpaefe, rom
penano tutte le uie , eccetto quella, che uà da Tadoua al Monte d'ebano :
& nondimeno il campo era copiofo di uettouaglie , delle quali fi trouauano aftc? 3uaf«
piene le cafe, & le campagne per tutto : perche né il timore de'paefani, ne la fero qucfti
folle cita diligentia de' Vinitiani , ne i danni infiniti de foldati da ogni parte Jj"*rj dal
haueuano potuto effer pari alla grande abondantia di quel belli/fimo, &fer- condo» i i n
a tilijjìmo Contado : ufcì ancora fuor diVadoua in quei dì a Lucio Maluexgo f*rf™ Vi-
co» molti caualli per condur dentro quaranta mila dueati mandati da Fine- bo nel lib.9.
tia : ilquale , benché ilfuo retroguardo fufie afìaltato da nimici nel ritorna- ,
re, gli condii fie fatui, benché con perdita dì qualctiuno de fuoi buomini d'ar- nìgo.e hgìi!
me . Haueuano il nono dì l'artiglierie fatto tanto prone fio , che non pareua *Vnia "° »
r rr rr • j rr • ; v -fil r r rr ■ i che chiama
Jujje necejjario procedere con ejjepiu oltre :pero il di figliente ]i mejje in bat caftei Gat-
tagliaper accoflarfi alle mura tutto lefiercito : ma efkndofi accorti , che la "Jjj, ^ueft?
notte medefima quei di dentro haueuano rialzata l'acqua delfofio,che innan tètono, che
%i era fìat a abb affata , non uol endo Ce far e mandare le genti a manifefliffmo pe"°!j|a d*
pericolo ; ritornò ciafeuno a gli alloggiamenti . jlbbafìoffi di nuouo l'acqua , pofto a quel
ci dìfeguentefi dette; ma con piccolo fuccefìo, unafiaìto al baflione , eh era ìarJX^a *
fatto alla punta della porta di Codalunga : onde Ce fare hauendo deliberato di pofta faiire i
farfomma diligentia di sformarlo; ui uoltò l'artiglieria* eh er apiantata dalla J^tar rS
parte de Francefi, iquali alloggianano tra le porte a Ogni fanti , & di Coda- ^gnefu'i ba
lunga: con laqualehauendonerouinata una parte; uifece dare dopo due dì che^o/fau
l'afialto da i fanti Tedefcbi, & Spagnuoli accompagnati da alcuni buomini tat0! foora ,
b d'arme a piede, iquali ferocemente combat tendo h fedirono fu l baflione, & ui f0 1\™ ^
rubarono due bandiere : ma era tale la fortezza del fofio , tale la uirtù de' uere P« ciò
difenfori,tra iquali il zitolo da Terugia , combattendo confomma laude ,fu «i ne* fece
ferito grauemente, tale la copia de gì inflrumenti da difenderfi non filo d'ar- tenibii ftta
tiglierie,ma difaffi,& di fuochi lauorati,che effi furono necefjìtati impetuo- H cy\ fcu0°'J
fornente feenderne , emendo feriti , &. morti molti di loro : donde l'efiercito &«©.
w^£ 2, ch'era
LIBRÒ
cffera ordinato per dar e, come fi credeua fubito , che il baflione fnffe intigna-
to J affatto alla muraglia-fi difarmofen^a bauer tentato cofa alcuna. Verde
•teuò : l e a Cefare per quefla ifper lentia intieramente lafperan^a della uittoria: & però
i;o a "ali j" deliberato di partir ferie ^condotta c'bebbe l'artiglieria in luogo fìcuro; fi riti-
uarimpsra rò con tutto l 'efercito alla terra di Lim'mi>cti èuerfo TreuinjU feflodecimo a
che d fu ib gtorao aapoi the s era accampato a Tadoua; & poi continuamente fi conduf-
R?o[nfedT' ^ *U ^m att°g&amenti a Vicenza : oue ri cernito il giuramento della fedeltà
ìi cXiàva dal popolo Vicentino,® dìffolutoquafi tutto tefiercitoiando a Verona ,di*
naccoififc°: $Ye'7^étt0> pzyche non erano ficee ffi ; ma molto più perche erano & nellef-
ue,ch£ iene feuno> &' per tutta Italia biafimati marauigliofamente i configli fimi) & no
Ìf>l^La utie menG l'effewtion delle cofe deliberate : perche non era dubbio y che & ibnon
i s 09 .tukhe nauere acquijtato Treuigi , & l bauer e perduto Tadoua ; era proceduto per
d-ii'ailed'o0 cotyafm: fmrtmi'nt€> cbe l* tardità del fuo uenire innanzi haueua fatta difr>
conuienecó ficile l' efpugnatione di Tadoua:perche daqueflo era nato, che i Vinitiani ha-*
?c!n^aieha uemno hauuto tempo aprouederfi difoldatuad empiere Tadoua di uettoua-*
detto di fb- glieì& afar quelle riparationh&fortifcationimarauigliofemè egli negano,
tì"uiiiaCnoaf qucfiAcffeife fiata lacagione>chefifufìe difefa quella Città) ma rimouendo la
scacco ftòi a. colpa dalla uarietàj & da' difordinifuoi, e trasferendola in altri) fi lamenta-
ititene- ua ^ T?ontefìce> &■> del Re di Francia, che con t bauer e l'uno di loro conceffo
bte 11 Bem l'andarla Roma a gli Oratori Vinitiani ; l altro, hauere tardato a mandare
Gcùxe ìeuò ilfoccorf° delle fue genti, haueuano dato cagiona di credere a ciafeuno che fi
incapo a 2» fu fiero alienati da lui: ondehauere prefo animo 1 uillani delle montagne di
m ' • Vicenza a ribellar fit. & che hauendo confumato neldomargli molti dì,haue-
b-PièroGuic: uapoi trottato- per lamedefimaicagione le medefime difficultà nella pianura r
«ardui »,{>a- ^ che per aprir fi , <& affi curar fi le uet tonagli e , & liberar fi da molte mole-^
tor preferite fite^era fiato neceffitato a pigliar tutte le tene delpaefemè folamente hauer
femof m]°\ $ nociuto in queflo la tarda uenutadé Francefili ma chefcfufiero uenuti al
no itra città tempo conueniente ; non farebbe, feguitata. la ribellione di Tadoua : & che
preiTo Maf. qUea0 & Ibauere il Re di Francia, e il Re.drj£ra?ona Ucentiate tarmate di '
anco.qgado. mare, baueuapoi datafaculta a, Vinitiani) libcratia ogn auro timoreydi pò
to^doml termeglioprouedere, & fortificare Tadoua, querelando fi oltmquefio , che
Eu poi anco alRe. d dragona er 'atto * grate le fue difficultà per. indurlo più facilmente a
tore^'papa confentirechea lui refiaffe ly amminifixatione del Regno di Cafiiglìa: lequali
licon x.oue querele non miglior auano le fue conditioiih né gli accrefceuano l'autorità per. '
nvcdsihch duta,per non.hauer fafuto ufare strare occafiom: an^ chetale opinione fnf-
tà una bei. fé communemente concepita di lui, eragratiffìmo al Re di Francia, né mole-
!ffL«SchJb fl° aln?,ontefìce:perchefbf^ettofq:, & diffidente di ciafeuno , & confiderandv
be molti ca quanto fempr e fuffe bifognofa didanarh & importuno.a dimandarne ;non ue-
«diihnpor deua.uolenùericrefcereinItaliaìinoìmfw^V
tenti, fecon della fedeltà,® ùnquella Città gli ^mbafciatcriFAorentinhtraì
quella4 uiu! ro > Guicciardini miopadre,conuenneroconlniinnome della loro Republica,.Ji'
iLie hxox* adotta a qu^looltra. l'ai re ragionidd conforti del Redi Francia», àìpa~.
8^ai' gargfii
O ■ T T A -V 0. * 235
gargli in Irtene tempo quaranta mila ducati :per la qualpromeffa ottennero
da luipriuilegij infamia ampli /firma della confermatione co fi della libertà di
Virente x come del dominio > & giurifidinione delle terre > & flati teneuano »
con la quietatone di tutto quello gli doue (fero per lo tempo paffato: et hzuen
do Ce fare deliberato di tornar fine in Germania per or dinar fi fecondo diceua9
à fare laguerra allaprofiima Vrimauera ; chiamò afe Ciamonte per trattar
delle cole pre finti : alquak \uenuto a lui nella uilla dJ^/Irfe nel Feroncfe ; di-
moftrò ilpericolo,che i Finitiam non ricupera ffero Cittadella , & Baffano: 1
quali luoghi molto importanti , infupcybiiiper la di fé fa di Tadoua fi prepa-
Y auano per affaltarc, & che 7 mede fimo non interueniffe poi di Monfelice , di
Montagnana, et di Efle : effer neceffariopenfare olir a la conferuatione di que
fle terre , non meno alla ricuperatane di Ligriago : & che effendo egli per fé
fola impotente a far e le prou, filoni necefiarie a qucfli effetti , bifognaua fuffe
aiutato èia Rc,le cofe del quale non fi feflenendo lefue , fimetteuano in pe-
ricolo : alle quali diraande non potendo Ciamonte dargli certa rifoluticne >fi
rimeffe a darne notitia al Re , dandogli fi>eran%a che la rijpofla farebbe con-
forme al fuo defiderio . Da queflo parlamento Maffimiliano , lafciato agitar
dia di Verona il Marchefe di Brandiborg ; andò alla Chiù fa : & poco dipoi
il Taliffa y ilqualera rimafo con cinquecento latice nel Feronefe . allegando
difficultà de gli alloggiamenti^ molte incemmodità- ottenuta quafiper im-
portunità Ikentia da lui ; fi ritirò ne confini del Ducato di Milano -.perche la
inlenttone del Re era}che battendo a filar e lefue genti otio fornente Ale guar-
nigioni, fle ffiro nello fiato fuo : ma che tornaffero aferuire Maffimiiiano per
far qualunque imprecagli piace jfe,& ferialmente quella di Lignago : laqual
defìderata>& follecitata fommamente da lui ;fi differì per lefue folite diffi-
derò di fare trieguafer qualche me fé co Finitiani : ma effi pigliando animo de gii h ì fto
4a ifuoi difiordini, & ucdcndolo aiutato cofi freddamente da Collegati ; non *" ^ln,ua
giudicarono efferea loro propofito ilfojpendcrc l'armi . Ritornoffenc alla fine tamaro di
Ce far e a Trento , la fiat e in pericolo graue le cofe fue , & loftao d Italia in £3*^' -^
non piccola foffien fione: perche era nata trai Tontefice,el Re diFrancia nuo che Aiaiiil
uà contentwne : il principio della quale y benché parefie proceder da cagioni 2^"™ ?£
leggiere ;fi dubitaua non baite fife occultamente pm importante cagioni: quel, ™**, m i*>
the allhorafi ciimofiraua era^che effendo uacalo un Fefcouado in Trouen^a, 1 r4t *™£
perla morte del Fé/ cono fuo, nella Corte di Romani Vapa lloaueua conferito la «wgiie
contra la uolontà del Re di Francia , ilqualpretendeua , queflo ejfere contra- «olmio!
rio alla capitclatione fatta tra loro per me^o del Cardinal £i Tauia : nella
quale, fé bene nella feriti ur a non fu fie flato nominatamente effreffo./che>l me
defirhofi offeruaffe ne* Fefcouadi , che uacaffero nella Corte di Rema y che in
quelli ? che uacauano ne gli altri luoghi; non.iimcno il Cardinale hauergliene
Cg 3 promeffo
ie c-
t I B R O *
promeffo con le parole ; ilche negando il Cardinale effer vero, forfè più per ti-
mor e, che per altra cagiene,eil He affermando il centrar io ;il Torrfefìce dice-
va nonfaper quello,chc tacitamente fuffe flato trattatola che effendofi nel-
la ratificai ione fua riferito a quciìo,che appariva per fcrittm a , con inferirvi
nominatamente capitolopcr capitonné comprendendo qvefìo il cafo,quando
i Vedovi morivano in Corte di Roma ; non effer tenuto piv oltre : & perciò
ere fendo la indegnatione-jl He difj 'recato contra la fua confuetudine il con
figlio del Cardinal dì Roano, flato fempre autore della concordia col Pontefi-
ce*} fece fequeflr are i frutti di tvtti ibeneficijxhe tenevano nello flato di Mi-
lano i Cherkiyrefid enti nella corte di Homa : ei 'Papa da altra parte ricufa-
va di dare le infegne del Cardinalato ad *Albi,ilqualeper riceverle, fecondo
la promeffa fatta al Re, era andato a Homa: &1 con tutto che il Tcntefice vìn
to da' prieghi di molti dijponejfe alla fine del Vefcovadodi Trovcn^a, fecon-
do la volontà del Re,& con luiconueniffe dìnuouo come shaueffe aprocede
re ne benefici^ , che nel tempo futuro uacaffero nella Corte Romana , & che
perciò dall' una par te fi liber afferò ifequeflri fatti,d alt altra f uff ero concedu-
te l' infegne del Cardinalato ad *Alhi ; nondimeno non- baflauano quefle cofe
nefiibTha a m°ttificar V animo del Pontefice efacerbato per molte cofe : ma fpecialmen-
detto > che te,perche hauendo infino dal principio del Ponteficato conceduta mal uolen-
Fr ufda^ó- *zm ^ a ^ayàìnale di Roano la Legatione del Regno di Franciatcome danno &
ceiìi per i8. fa alla Corte di Roma,& con indegnità fua.gli era moleftijfimo e fere coflrct
^AìcCiln' toper non irritare tanto l'animo del Re di Francia,confcntire la conùnuaffei
dro 6 aicar & perche perfuadendefi che quel Cardinale tendeffe con tutti i fuoi perìfie-
anoj focoS ?h& arti al Tonte ficato ;fofiettaua d'ogni progreffo , & dogni mouimento
ceffion dan de Fr ance fi . Quefle erano le cagioni apparenti de glifdegni fuoi : ma per
co'n e d i r o quello, che fi mani fé fio poi de' fuoi penfterh hauendo nell'animo più alti fini ;
ma , dalia defiderauaardentijfì ^ moment e ,o per cupidità di glorialo per occulto odio co-
uV moke ' tra il Re di Francia, operdefiderio della libertà de Genove fi , che il Re per-
faecen de: Si deffe queUche poffedeua in ltalia,non ceffando di lamentar fi fen7a rifletto di
fcr!^, che lui, & del Cardinale : ma in modot, che eipareua che la fua mala fati sfattio-
c "*nd?j-r ne procede ffe principalmente da timore : & nondimeno , come era di natura
RoaaTda ' inuitto,&feroce,& che alla dijpofìtione dell'animo accopagnaua il più delle
*r£arfcne m^te^e dimoflrationi eflrinfeche ,ancora che 's'havejfe propoflo nella mente
in Frauda , fine di tanto momento, & tanto difficile a confeguir e, confidando fi in fé fclo%
V?T\ìt & ne^a *t&tèMfeì & autorità che conofceua battere appreffo a Trencipi la
iw, pio pet Sedia lApoflolica.non dependente, né congiunto con alcuno , an%i dimoflran-
be*w*f a! d° con lcparole,& con le opere di tenere poco conto di ciafeuno, ne fi congitt
negargikfe, gneiia con Cefare,nèfi riftngneua col Re Catolico : ma infaluatichito co tut-
raevoiomh t i, non dimoflr ava inclinat ione fenond ' yinitianiyconfermando fi ogni giorno
la contìnua più nella volontà di affoluergli : perche giudicaua il nongli lafciar penne, ef-
kg?tiotedi jer moltoapmpofito della faluted'ltalia,& della ficurtà,& gradcT^a fua:
cju-iheanje. allaqualcofa efficacemente contradiccuano gli Oratori di Ce fare , & ael Re
di
OTTAVO. . M jl(Mag.,.
di Francia,cocorredo con loro inpublico al medefimod oratóre, del Red .Ara ftrato dei
gonay benché temendo per l'intere fé del Regno dil^apoli delia grand e^a J'^'JJ;
del Re cUTr -ancia, tiè confidandoci in Cefareper lafua inftabilità ,procurafe no in Ferra
occulti ([imamente il contrario col Tontefice allegavano non e fere conuenien "oflVda'vì
te che Ì Tontefice face fé tanto beneficio a coloro > iquali era tenuto a perfe- «mani nei-
guitare con Carmi: attefo che per la confederatione fatta a Cambrai.era eia- ^ pf2e%£j0c_f
feuno de Collegati oblìgato ad aiutare l'altro infimo a tanto chauefe ìntkra - no con ai-
mente acquiftate tutte le co fé nominate nella fua parte : dunque non hauendo ^]°chtpit
mai Ce fare acquiftato Treuigmo e fere alcuno di loro liberato da quefta obli difenderai
gatione : oltra che con giuflitia fi poteua dinegare l'ajjllutione a Vinitiani : H *j° .jJJ"
perche né uolontarij,nè fidi tempo diterminato nel monitorio , haueano re- «e hsueua
pituite alla Cbiefa le terre della Romagna : an^i non hauere infimo a quefta guerra: khc
hora obedito intier amente jmper oche erano fiati ammoniti di reftituire olirà knuepietro
le terrei frutti prefhilche non haueuano adempiuto . Ma a quefle cofe rifpon ,]eni "deu
deua il Tontefice,che poi che fi erano ridotti a penitentia , & dimandato con le f»« hi?- il
humiltàgrande l'afolutione; non era ufficio del Vicario di Chrifto perfegui- ^uo eeì"
fargli più con l'arme fipiritu ali inpregiudicio della fallite di tante anime > ha- Jj-s • df^.w
uendo confeguite le Terre; & co fi ce f andò la cagione \ per laquale erano fiati /c jpj a* e fte
fottopofti alle cenfure y perche la reflitutione de frutti prefi era co fa acce fio- j*ice> che Jj
ria,& infiritapiuper aggrauare la inobedientiaycheper altro & che no era femata co
conueniente uenife in con fiderat ione di tanta cofa;diuerfa e fere la caufa N,col<>» &
delperfeguitargli con l'arme temporali : alle quali perche haueua fieli' animo beno, & dà
di perfeuerare nella Lega di Cambraufi offenua parato di cocorrere infteme F0]^ " ^ **
con gli altrhbenche da queflopotefe ciafeuno de' Confederati giuflaméte di- citar la guer
feoftarfi : perche dal Re de Romani era mancato il non hauere Treuigi , ha- J* c p" J*a!
uendo rifiutato le prime offerte fattegli da Vinitiani \auanJo gli mandarono ti: ma nò f*
^Ambafeiatore , Antonio G'mftiniano di lafciargli tutto quello pò fedeuano in ™ ^entìon
Terraferma , & perche dipoi gli haueuano offerto molte uolte di dargli in del vìfdomi
cambio di Treuigi conueniente ricompenfo : & cefi non lo ritenendo le con- Jondfmnfo
traduzioni degli .Ambafciatori; lo ritardauafolamente la genero fitta del fuo ferme, che ef
animo : per laquale , ancora che riputafe l' a finitone de Vinitiani utile a ^ani°ìn\iui
fé >& opportuna a' fini propofìi; haueua deliberato non la concedere , fé non f&* Frcfco
■con dignità grand e della Sedia ^./tpoftolica & in modoyche le cofe della Cine- (c°j "• e àe!!
fa fi libera fero totalmente dalle loro oppreffìoni: <& perciò ricufando i Vini- ferra refi, e'i
iiani di cedere a due conditionhlequa.lt oltra molte altre hauea pr epe fte; dtf- ia'gj, «" fu in
ferina l'afoluergli : l'una era , che lafciafero libera a fuddìtt delia Chicjà la vl^'ro fatta
naiùgatione del mare ^Adriatico-, laquale uietauano a tutti quelli y che per le patendo T
robe conduceuanojionpagauano loro certe gabelle : l'altra che non tene fero ***cefi più
a più in Ferrar a, Città dependentc dalla Chiefa, a il Magifirato del Bisdomino: guerra , con
allegavano i Vinitiani queflo e fere fiato confentito da' Ferrar e fi , nonrepu- Patto'. ch.c l
metteflèro in Ferrara vn Podeftà: e i primi mandati furono Giouanni Soranzo, & Vitale Michele, l'anno
1308. Et queito Podelià viene adelTcreil Vifdomino.chequi fcriue )l Gulcciardino : delqual nondimeno il
Sabclliconel lib.i.della 2. Deca dell hift.Vinitiana, che mette quella guerra j non fapunto mentione. 1
libro
gnamio Clemente Vi. Pontefice Promano , che a quel tempo ri fé detta con là
Corte nella Città d\Auignone;& lafuperiorità^& cuftodia del Golfo battere
conceduto loro con ampli (fimi priuilegij Mef andrò 111L "Pontefice , moffo
perche con l'armi , & con la uirtu , & con molte Jpefe l'baucuano difefa dà
Sar acini-, &dd Cor [ali, & renduta fi cura quella nauigat ione a'Cbriftiani:
alle quali co fé fi replicarla per la parte del Tonte fi ce non hauere potuto i Fer-
rar e fi in pregi udicio della fuperiorità Ecclefmftica acconfentire, che da altri
fujfe tenuto un Magiflrato , o esercitata iurifditionc in Ferrara; né battendo
confent ito uolontariamente,ma sformati da lunga, & graue guerra ; &dcpo
hauere ricercato in nano l'aiuto del Tontefice, le cenfure del quale dijpregia-
uano i Vinitiani,hauere accettata la pace con quelle conditioni eli era par ut o-
a chi pò tetta contra loro più con l'armi, che con la ragione : né della conceffo-
ne d'idleffandro apparirete in hiflorìe, né in fritture memoria , ofede aicu~
na,eccetto il teflimonio de3 VinitianUlquale in caufapropria? et sì pondero-
fa era foffietto:et quando pur ne appari fìe co fa alcuna, efferpiu neri fimile che
da luijlqual dice ano batterlo conceduto in V inetta , fuffe flato conceduto per
minaccie,oper Umoresche unVontefice Homano>a ciàfopra tutti gli altri ap
parteneua il patrocinio della giuflitia, e'I ricorfo deglioppreffi haueffe conce-
pii Mocc- fato una co( a tanto imperio fa, & impotente in detrimento di tutto"] mondo :
m?o icnue nJ *T« -
affermatim nel quale flato delle coj e atar lattone àeglt animi de Trencipi, pi croia poten-
vfcenzaCfof tia^ vìputotione del He de' Romani ; / Vinitìani mandarono i efferato > nel
fé ricupera- qual eraproueditore il Grittt , a Vicer^a> otte f ape nano ilpopolo uefderare
tfani o opc- di ritornar fono l'imperio loro : & accettatila fi eh' eragià notte? battuto con
ra di Fracaf- l artiglierie ilfobboYgo della Tufterla,l 'ottennero: et nondimeno , he che nella,
ftinìano re- Città fufi ero pochi faldati }non confidauano molto di efpugnarla : magli huo-
cita,cheDio mini della Terra confortati (a come fu fama) dal Fracaffa^manìati loro a me- *
defeombat- "Ka notte *Amhafciatori,gli mefìero dentro ,ri tirato fi il Vrincipe di Anault ,
tendo co1 ni -e'l Fracafianella foriera: & fu coflante opinione ^che fé tenuta Vicenza, fi
buttali! -de fiijfe fen?a differire, accoflato l'efferato Veneto a Verona , harebbe Verona
\ co per h fato H mefo fimo :ma non panie a' Capitani douer partire da Vicen %a,fe pri-
rufteria"& rna non acquiflauano la fortezza: laquale benché il quarto dì uenifk inpotc*
ch'ali v5en fa loro. parche il Trincipe d'^naultye'l Fracaf a per la debolezza fua , l'af-
fi -. da che bandonarono. Entro in quefto tépo in Verona mona gente di Ce far e, & fotta
fpauen tati obiznì trecento lance del He di Francia : di maniera, che da > oo. lance , &
quei di de» . » ., r ,. , ri • r i ;< i
uo,s'arren- cinque mila fanti tra Spagnuoli , e Tedejcln , non era più facile l occuparla .
dettero . il ^ccofiatoft fop0i l'etterato Ve neto a Verona diuifo in due parti, in ciafeun*
Bebo tiene, tI,,rr J , • • „ •/••
che raunaro delle quali erano trecento huomim d arme , cinquecento cauai leggieri , e tre
conf'uo'1 itoti* fati, & fper andò, che come fi fufiero accoftati,fi faceffe mauimento
per opera* nella Città; ma non fi efìendo prefentati alle mura in un tempo mede fimo >
Ma?fi miìi*Ì 4uetti aerano nella Terra ,fattifi incontro alla prima parte , che ueniua di
no; vcnhTe- là dal fiume dell' \Adice , & già era entrata nel Borgo ; la coftì 'infono a riti-
jfecJL wxe* rarfi« & foprauenendo poco dipoi Lucio Malvezzo, dall'altra ripa del fiume
con
ottavo; *jf
con Ultra parie, fi ritirò mede firn amente, & amendue consunte infame , fi
fermarono alla uilla di S. Mar uno Mante da Verona cinque miglia: nelqual
luovo mentre flauanoMuendo intefo, che due mila fanti Tedefchi partiti da • .™"t3*
£ . » . • ^_-J s*:ì.ì.*J~11~ w.siffin a stuoli /t iyrtvfp liv)>lfhìu e- i£_®
fi
romp:rjor%a,.
i donato Bafaano l occuparono i ^untumi. a Da Bajaanoando tmaparle del- gf*^
l efferato a Feltro, &■■ Ciuidale , & dopo batter ricuperate quelle Terre , ada ie , e i 1 Giù-
Rocca della Scalatale effrugnoMuendoui pnmapiantate [artiglierie: et ?c[™™Jl
nel tempo msdefìmo intorno ,& Girolamo da SauornicmogeiiCbucminh che
mi Friuli feguìtauano le parti Vinitiane^prefero Cafldnuouo poftofopra una J Jg«p&
(òro monte in me^o della Tatriafcofi chiamano il Friuli di là dal fiume del Ti che «jjfconfi
gliauenio)non s'intendendo di Ce far e , ilquale commoffo dal e afidi Vicenza ^^ g
era uenuto fubit amente alla Tietrayaltro che rumori uani,& fpijjo muouerfi t» ir Duca
con e eleni à;ma ferita effetto alcuno dami luogo ad un altr orrido dipoi l ef |rfg"*^
feraio deVimtiani uerfoMonfelice,& Mvntag/iana, per ricuperare il Vote bo , che tu
fine di Rouiva. &. per entrare nel Ferrar e fé infieme con l armata: laquale, il ui£fe
no sene
, Senato 'disellatoli con figlio de 'b Senatori più prudéthchegiudicauano ef rai dell'ai-
fer cofii temeraria l'implicar fi in nuoue imprefi, baueua deliberato mandare [^klT
potente per lo fiume del To conerà il Duca di F errar a,moffinon tanto dalla u- Padri che
tilità delie cofe preferiti, quanto dallo f degno sh e incredibile haueuano conce- uLààtcé
puio contra Ìui:parendo loro,che di quello > che baueua fatto perliberarfi dal l'arma»^
giogo del Bifdomino , & per ricuperare il Volefine , non doueffe giujìamente j£ gcan°peri
lamentarfirma non potendo <iià toller areiche non contento di quel, chepreten eguj , per le
deua appartener/egli di ragione , haucjje quando Cejareji Leno con l ejjercuo ZCjChc it Da
c da Tadouamceuuto da lui infeudo il Caftel di Efti, c donde è l'antica origine, « J"^™
e l cognome della famiglia da Efti, & in pegno per ficurta di danari prejtati il rjpe p & pct
Caftel di Montagnana , ne quali due luoghi non pretendeua ragione alcuna : P°c* u£^a
aggiugneuafila memoria , che le f uè genti nella ricuperatone del Volt fine
concitate da odio eftremo contra il nome Vinitiano, haueuano danneggiato ec J. goui. Bat
ceffiuamentc i beni de' gentil huomini, incrudelendo etiandio contra gli edi- neiThlft©.
ficij con incendij , & con rouine:peròfu determinato , che l'armata loro gui- JÌJ. d*'f £jj
l data da Angelo Trini fano, nellaquale furono d diciafette galee fonili, con nu ticne > che
mero grandiffimo di legni minori* & benprouifla dhucmini, atti alla guerra, Jj^^j
andane uerfo F err ara: laquale armata entrata nel To >per la bocca delle For fca dalia bi-
naci* & abbruciata Corbola , & altre utile uicine al Tonando predando tut- ^ J»1^**1 [
toilpaefe infinal lago fcuroidalqual luogo icauaileggieriyche per terra lac- WSL:i ^u
compagnauano yfeorfono per infino a Ficheruolo, palazzo più preftoyche }^c^
% fortezza ,famofo c per la lunga oppugnatone di Ruberto da San Seueri- gac R0m*-
' no > Capitan de Vinitiani nella guerra contra Hercole padre £ Mfonfo . la H^0^
4' Italia; haueflero il domìnio d'Efte; & di gran parte della prouincia Veneta . .
è Più di vena galee dice il Giouio nella V ita d'Alfonlo , con gran moltitudine di barche, oc d altri legni
minoriteli Mocenigo fcrme,c'haueua Tedici galee,galeoni,ck altri uari legni.
f Dì «juciU gueru n« r«i«e U SabdUco adi* vtt.Ub.d«il« lue hitt.di Viflctia.Sc Pietro Gmltifljano nei \*>>H
con
Moccnigo
il Giuftinh
o .» LIBRO
ic>ra muccìa uenuta di qttefta armata* & la fama a battere a uenire l efferato di terra, fbd
1? «Iste» umt0 mo^to ^ Duca ^ Ferrara: Uguale trouandofi conpochiffimi faldati, né
iclt aiu Fu effendo il popolo di Ferrara ò per lo numero, ò per la peritia della guerra ba-
ceffi a 2iUdi fl"mte ad opporfi a tanto pericolo, non haueua infino a tanto gli fopraueniffe-
pecembte ro gli aiuti,che fperatta dal Tontefice, & dal Re di Francia altra difefa , che
dtSc^iiCMoC *mP°dire confrequentiffimi colpi d y artiglierie, piantate fulla ripa del To, che
cenigo . il i nimici non pafiafìero più innanzi .-perciò il Triuifano,hauendo tentato in uà
la vita dì Al no di p affare , & conoscendo non poter fare fen^a gli aiuti di terra maggior
fonfo , e il progr effo; fermò l 'armata mme^o al fiume del Tò, dietro ad uri 'ifoletia, che
Sì!*, h ne é di r ({contro alla Tulifella,luogo difiante da Ferrara undici miglia, & mol-
tano. il to opportuno a trauagliarla,e tormentarla , con int emione di affrettare quitti
;u!ft!nh l efferato .alqualc sera arrenduto fen%a difficultà tutto il Tolefme, ricupera
no non co fi ta prima Montagnana per accordo : per loquale furono conceffi loro prigioni
£ICHeKoie &l yfàùdi Ferrarese i Capitani de' fanti, che iterano dentroiinfino ali arri
citeitno fu uare delquale, perche l ^ armata fieffe pwficur a, cominciò il Triuifano afabri-
g! !moodo ' care ^e baflioni congrandiffima celerità fulla riua del TÒ , l'uno dalla parte
ca u teimo , di Ferrara, l'altro fulla ripa oppofita , git tondo fimibnente un ponte fuìle na-
tilo è lodato ui,per loquale fi poteffe dall'armata (occorrere il baflione , che fi fabricaua
fi mìltncntc uerfo F 'errar adaperfettione delquale per impedire il Duca, ma con configlio
di g.San uaio forfè più animofo .eh 'e prudente, raccolti quanto più giouani potette della Cit-
J? "uder — * l fidati che continuamente concorreuano agli flipendtj fuoi; a mudò al- <
de gii schia l'improttifo ad affaltarlo-.ma quelli , ch'erano nel baflione foccor fi dall' arma-
£onj: ll B,é" ta,ufcitifuora a combatteresti cominciarono a mettere in fura: & benché il
bo dice, che ' n i i • w i m {i , • vU u'pwyw **
(druccioian Ducafoprauenendo con molti cattala rende fje animo , & rimette ffe in ordine
uaf iottoC& la£ente fuadmperita lapiuparte,& difordinata; nondimeno fu tale l'impeto
cadendo', il de nimici .per i quali combatteua laficurtà del luogo, & molte artiglierie pie
da°Ga"eou! co^e->c^^na^^tefu coftretto a ritirar fi , reflando ò morti , ò prefi molti de*
uccifo. Ma fuoi,nè tanto della turba imperita,^ ignobile, quanto de foldati più feroci ,
ìi eV10ca°n to & ^a n°bHtà Ferrar e feitra i quali » H ercole Catelmo,giouane di fomma e- ^
3 6. alia ftan fpettatione,i maggiori delquale haueuanogià dominato nel Reame di K[apo-
pfhton di q ^ H Ducato di Sora, ilqitale condotto prigione da alcuni foldati Schiauonifo-
iio sunore pra unagalea,& ttennti in queflione, di cui di loro dotte fie efier prigione ,gli
IL ^\Sc\\t fu da uno d'effi con inaudito effempio di barbara crudeltà mtfer abilmente tro
errano ( fo- cata la tefta :psr lenitali cofe parendo a ciafeuno , che la Città di Ferrara non
gaTobro^ f^efen^a pericolo, Ciamonteui mandò in foce orfo Cìattiglione con centoan
che dicono, quanta lance Francefh e'I Tontefice fdegnatofi, che i Vinitiani Ihauefiero af
aì danì egli fatata fenica rifletto della Superiorità, che ui ha la Chiefa , ordinò che i fuoi
io ffe cóik n dugento huomim darme, ch'erano in aiuto di Ce far e , fi uolgeffero alla difefa
gii troncata di Ferraraima far ebbono fiate perauentura tarde quefle proni foni, fé i Fini-
U /ac heftati lia™ nonfuficro flat* coflretti dipenfare alla difefa delie cofe proprie, 1<[on
ma «a ita- erano(comè detto di fopra)flate molefte al Re di Fracia le difficultà, che ha-
to a* foldi
loro,& poi s'era accollato al Duca di Ferrara. Il Bébo dice,chc in boria gli furono trouate lettere della fui
innaoaorata,lequalilodi(èoufigliauano co molti efficaci piieghi,ch'ei non uoieile combatter co' Vinitiani.
OTTAVO. *3< tQutftav#
mom Maffimiliano, parte per lo timore che hebbefampre delle proferita fue, ce Rouìgoi
parte perche ardendo di desiderio d infignonrfi della Città di Verona , fera- ffi?™;
uà che per lefue neceffi tàgli nhouefe finalmente a concedere ò in uendita , che fia pura
ò inpegnoima da altra parte gli difiaceua, che la gronderà de Venetioni pe££chlcvo
rifurgefe,dallaquale farebbe rifultatomoieftia,& pericolo continuo alle co gtadfe lo-
fefue:però e fendo per la penuria de danari molto deboli le proni fiord di Ce- Jil^'cS
[arem Verona; funeceffitato il Re aprocurare con altro aiuto,che con quel- j^P^
lo delle genti dame, che ut erano entrate, che quella Città non ritornale in \ £™ e£™
poteftà loro : allaqnal co fa dette principio Ciamonte , uenuto dopo la perdita |£.» ° ®a°l*
di Vicenza a confini del Verone fé: perche cominciando a tumultuare per ma da Mó tet0 c
tomento de pagamenti due mila fanti Spagnuoli, eh erano in Verona; uè gli ***££°£
fermò agli ftipendvj del Re di Francia, & uimandò per maggior ficurtà al- ch; nell-hl
trifanthfeguitato in queflo il configlio del Trinlxio,che dubitando Ciamonte f™J* ^
che al Re non fu fé molefia queflo fefa;ili rifofe e fere minor maliche il Re dalquaic „©
l'imputafe d'hauere fefo danari, che ìhaucre perdutolo meffo in pericolo il ™»^t2£
fuo fiato :preflò oltra queflo a Cefare per pagare i faldati, ch'erano in Vero- ?^a parer
no otto mila ducati ma rkeuendo per pegno della refiitutione di quefli, & de £h^cp"
gli altri, che per beneficio fuo ui fende fie infuturo , la terra di Paleggio , la- u- icr.uc co
■qual terraper e fere uno de paffi del fiume del Mincman%i chi pò fede quel- j|f J|£
ia,& Tejchicra^omina il Mincio,& propinqua a Brefcia fai miglio, eraper suauio o?-
ficurtà di Brefcia molto flimata dal Re. La uenuto di Ciamonte faguitato dalla f^'^1-
maggior parte delle lance , che alloggiauano nel Ducato di Milano , il metter theiim &
genti in Verona* l diuulgarfi che fi preparano per andare all' efugnotìone di §* à jyiu;
Vicenza; furono cagione che X esercito de Vinitiani, lafciatiperdifejadel quando fie-
Volefine,& perfuffidio dell armata quattrocento canai leggieri, & quattro- \lJ^^c
cento fanti; fi parti del Ferrarefe,& fi diuife in Lignago,Soaue,& Vicenza, jtMgM
■& che i Vinitiani desiderando afficurarfi,che Vicenza, & ilpaefe eira fante cXàd cì
nonfuffe moleflato dalle ?enti>che erano in Vcrona,la fortificarono co unafof- peftrem Pu
Ja di opera memorabile larga, & piena di acqua intorniata da un riparo ,ju t ex Leonico
quale erano di firibuiti molti b a filoni: laquale cominciando dalle radici della JPJ«to^
montagna fapr a a Soaue , & diflendendofiper ifatio di cinque miglia fi difie *tem ilUl3 fl_
adeuaper lopiono.che da a Rouigo fi uà a Monforte, terminando in certipolu Jg^Jg
di contigui al fiume dett*Adice:& fortificato Soaue,& Lonigo, haueuano me nku^ ltM1_
tre la fi guardano afficuroto,mafimamente lo ucmata^ tutto il paefe. alleg- «° £°™£
geriffipcr la partito delle genti Vinitiane; ma non fi leubperb in tutto ilperi- aquàrum &
colo di Ferrara: perche fé bene fuffecejfato iltimore del? e fi ere sformata ; non ""^f*
tra ce fiato il foretto ,che per i danni grani flmi,ò non fi eftennafk troppo* no punita s&fc
fi riduce fie il popolo a ultima di feratione .'perche le geti dell armata, & quel *^ rfcee
le che l* accempagnauano correuanoozni giorno infino falle porte della Citta , quella uoce
& altri legni de Vinitiani afi aitatolo altro parte lo foto del Duca di Ferra *J*J ° eu°
ra;haueuono prefo Cornacchie. Sopragiunfero in qucfto tempo le genti del To r0rji flap.
tefice, & del Re di Francia : & perciò il Duca ,ilquale prima ammonito dal ^ /'
donno
dcilaF»ko !.a danno ricevuto nel? afi alto del baftione, haueua fermate le genti fife in atog-
nctto ìcuò giamento forte apprefio a Ferrara;cominciò afarefpefie caualcatcy &fcorre
di "* «pcT rie per conducere i nimici a combattere : i quali ff erado che lefìercito loro ri-
dal b v. fto torna fie* ricufauanó prima di e oh attere , & accadde che efiendo caualcato un
1el ?coteche giorno in fino apprcfjo al baftione il Cardinale da Èfli;tiel ritornai fene, un col
il tor io' co fi pò d'arti^ V; cria, [caricata da uno de legni de* nimici * Iettò il capo al Conte Lo a
di "o? 'per l'i àouico della Mirandola uno de condottieri della Chiefa-, non battendo tra tan-
quan to icm ta moltitudine, né quello ne ali ro colpo offefio ale uno analmente laperitia del
IoU?quzTc paefc,& della nati*ra,& opportunità del fumé fece facile quello ebedaprin
in la dai ca cjpj0' era partito pericolofo) & difficile:perche fferando il Ducale l Cardinale
n*aneggia-fi «8 rompere con l artiglierie l'armata, pure che hauefferof acuità di poterle fi
ua. g ìòuio. aframente discendere full a ripa del fiume; ritornò il Cardinale con parte delle
b il Giouio &e hit ad affaltare il Baflione:& hauendo con ucafwne di alcuni di loro rìmef
cafdinafdi fi * nimici>ch' erano njati afcaramucciare;occupò i & fortificò la parte projjì-
e ttc ccn a- ma dell 'argine ;in modo chefen%a che i nimici lofapeflero, b conciufie alprin- b
^."nrfr ne- cìpìo della notte l* artiglierie fulla riua oppofita alt armata : & diflefele còffe
più ione pe f ì' ~* i è i:' • r j -/ 1 ì
fataifecc fo- kntio grande, cominciò con terribile impeto a percuoterla : & benché tutti t
"oeddi,Pac- legni fimouefferoperfuggire;nondimeno effendo diftefe per lungo ff atto mol-
qi.c r mòia {e j & grofiffime artiglierie , lequali mane, giate da huomini periti , tirauano
§-«f dei rò, molto da lontano ; mutauano più toflo il luogo del pericolo - che fuggiffero il
U a quelle perìcolo offendo fioprauenuta > & esercitando fi marauigUofamente laperfo-
mi'^tigne na del Duca perii iffimo, & nclfab ricare, & nellufare l artiglierie -.peri qua
x^iichcmu ij coipi tutti j- legninimiciy con tutto che e ffì finalmente non ceffaffero di tira-
ftor1ciSyiini rema in ùako, perche quegl'hche erano fulla ripa erano coperti dall argine ,
tiani fcriuc. con mrjjì& ffauenteficafi fi confumauano: alcuni de quali non potendopiu
e Noue ga- reggere a colpi fi arrendeuano;akuni altri appr e foni il fuoco per i colpi del-
!£rf^rkft /' artiglierie mi Ter al ilmente ardeuano , con gli huomini, che u erano dentro ;
furon con- alìri per non uenire in mano de nimici fi fommergeu ano :e t C apuano aeu ar-
raT: ma" mata montato quafi al principio delt affatto fiopra una fcajfa , fuggendo fi
ciouio.r a- faixò, [a fiua Galea fuggita per iffatio di tre miglia al continuo tirando , &
carne Tftà difendendo >& prouedendo allepercoffe che riceueua j alt ultimo tutta forata
z& 5 7- »! gìu arjò jn fondo : finalmente effondo pieno ogni co fa di fangue , di fuoco > & di
gST nel moriiyuennerompQnfiàMDuca c quindici galee, alcune nani gre ffe,fufie, c
•a vi'uuftM lavhotte , & altri legtì minori quafi fenica numero , morti da due mila huo-
c unfaiuono mini ò d'artiglierie, o'dal fuoco ò dal fiume, prefefiffinta bandiere : ma non
condici. loficnda-rdo principale , che fi fatuo col Capitano , molti fuggiti in terra , de
aletta co ouali parte raccolti da cauai leggieri de Vinitianififaluarono > parte fegui-
% fd?ce\ io iati da nimici furono prefh parte meuerono nel fuggir fi uarvj danni dapae-
cakagnno Cani, à Furono i legni pr x •// condotti a Ferrara ,oue per memoria della unto- d
buomo k di ria acquiflata fi cenjeruarono moli anni , in fino a tanto che Mfonfo de fide-
&»gpia* cru roj0 di gratificare al Senato Vimtiano , gli concedè loro . Rotta l armata ,
ilv'c^U^ mandò jubito Mfonfo trecento cauallit et cinquecento fanti per rompere l'ai-
0 T T A V 6. § M> w
tra armata,cbebaueuaprefo Cornacchie : i quali battendo ricuperato Lo- faciu\dive
reto, fortificato da i Vinitiani ; fi crede, che bar ebbero rotta tarmata ,je »™beWffi
quella cono f cinto il pericolo non fi fu fi e ritirata alle Bebie.Quefto fine ^J^
hebbe in iffatio d'un meje ? affatto di Ferrara , nelquale L'EVENTO > che <*«*<*£*
fpifìo è giudice non imperito delle co f e, mani ft fio quanto fuffe pia prudente. §!e"carietto atl
il con figlio depochhche confortammo e lafciate Calne imprefe,& rifer ^j***
nati a maggiore opportunità gli danari , fi attendere folamente alla con- rtimanonei
fer navoni :di Tadoua , & di Treuigi, & dell'altre coje ricuperate , che di gjjggj
quelli, che più di numero, ma inferiori di prudentia concitati dall'odio* &■ „&& voie
dallo f degno, erano facili ad implicar fi in tate imprefe : lequali cominciate Jjjgjg"1
temerariamente partirono alla finejpefegrauiffime con non mediocre igna notitia 5 ìeg
minia,& danno della Republica. Ma dalla parte diVadoua fuccedeuano g*« »*£
per i Vinitiani più prefio le cofeprof^ere,che altrimenthpercÌK trottando ^origine se
fi Ce fare nel Vicentino con quattro mila fanti, una parte non molto gran ^ct^%
'de delle genti de Vinitiani, coni aiuto de ? uillanì del paeje, prefero qua fi fu roteilo sa-
gli occhi fuoi il paffodella Scalai appreJfo,il Coco4lo,& Bafciano luogo, gj^g
importante,per impedire chi della Magna uoleffe paflare inltalia:'& egli ch'ei lece
lamentandoci, che per la partita del Tali fa fufferofuc ceduti molti dìfor- ^|^a<
dini;fe n andò a Bolzano per trasferir fi alla Dieta,che per ordine fuo sba*- città per tut
netta a tenere a Sprucbuleuieffempiofeguitando Ciamonte,omeffii penfie x^^^
ri caldi che haueua battuta di fare l'imprefa di Vicenza , & dì Lignago , delia scahu
confiderato ancorai luoghi efier ben proueduti,& la [ìagiondel tempo }^ec o"o
molto contrariaci ritirò a MilarioM feiata ben guardata Brefcia,Vefchie ftio panuì-
ra,& Valeggio:& in Verona per dife fa di quella Ctttà,laquale Cefareper ^ ^^
fefieffo era impotente a difendere feicento lance x& quattro mila fantliì di c°^ro
quali f eparati da i foldatidi Cefarealloggiauano nel Borgo di S. Zeno,ha {^"Sivcro
f uedoanco in potefià loro,perefferpiuficuriyla CittadellaMa città di Ve m> **jj££
tona nobile, & antica cittàèdiuifa dal fiume dell'\Adice, fiume profondo, ,•£ Gio. An
b&groJfiffimo:ilquale bnato ne Montidella Magna,com'è condotto al pia tomo Pan--
no fi torce fulla man fmiSlr ara fenie imonti,& entrandoti Verona, co-
me rièufcito,difconflandòfi da i monti,fi allarga per bella,& fertile pianti \> Nafce r A
vaquella partedella Cittàych'è fituat a nella cofia con alquanto piano, è ^e^°0ttn°tc
daÙjLdice in là uer fola- Magna, il refio della terra, eh1 è tutto in piano ,è gradimmo
poHo dall' .Adice in qua uerfo Mantouaifu'l monte alla portadi S .Giorgio {£™ ^jjj*
è pofia la nocca di S.Tiero, & due baleftrate difiate da quella più alta fui goletto li
la cima del poggio è quella di S.Feliee^forte tunagt l'altra affai più difi^ f^no** ^
to,che di muraglia:^ nondimen&perdute quelle ,per che fopr a fanno tanto miglia fcdi-
la Città, refierebbe Verona in grane pericolo :quefie erano guardate da* £°ft^diB«x
Tedefchi ima nell'altra parte fé f arata da quefta parte dal fiumeyè Cafiel nicco,giurif
Vecchio uerfoTefchiera3poflo qftafiime%p della Città,et cheattrauerfa il *55? lìS*
fiume dvaTtcxdi^
«ando:& corresdtf per duegróffi uill.igi Nidirdolio, & Valirfpeigoicrcfce a Bornicco,onde fi diftendea Bofc
•ano, poi a Ticiuo,iadi a Vciojia. Ciò fcxiue Vcc«Uìq Veccìli nella defeiittionc 4«l tciitoiia di Cadwov
LIBRO
fiume con un ponte:e tre baleftrate d>jlante da quello uerfo Vicenza è la
Cittadella, e tra liunai& l'altra fi congiungono le mura della Città dalla,
-parte difuora,che redono figura di me%o todotma dal lato dì dentro fi con-
giugne loro un muro edificato in me%p di duefoffi grandi (fimi, & lo]j>atio
tra l' un muro,& l'altro, è chiamato il Borgo di S.Zeno,che infieme conia
guardia della Cittadella fu affegnato p alloggiammo de'Fracefi.Doue me
tre che ftàno qua fi quiete l'armi* Uaffimiliano cotinu amente tratta uà di
far tr \egua co' Vinitiani, interponendole molto il Pontefice, per mt%o
£ Achille de'Graffi,VefcQUO di Ve fero, fuo J^untio : per laqual cofa, fi co
Htnnero allo Spedakttofopra alla Scala a trattare gli Oratori fuoi : &
Giouanni Cornaro, & Luigi Mo ceni go Oratori de 'Vinilìani, ma per le di-
mande alte di Maffimiliano riu fella pratica nana con molto dijpiacere del
^Pontefice, che defideraua liberare i Vinitiani da tutte le molefiie,& per-
che tra loro, & fé non fuffe materia da contendere haueua operato rtn-
dejfero al Duca di Ferrara la Terra di Comacchio, lacuale haueuano pri
ma abbruciata, & a fé promette]] ero di non moleflare più lo flato del Dh-
ca di F errar a,del quale, credendo che hauefte ad e]] ere grato de benefici]^
che per me%p fuo haueua confeguito,& era per confeguire, teneua allho-
ra {ingoiare protettioncfperando chaueffe a dependere più da lui,che dal
Re di Francia : contra il quale Piando in contìnui pen fieri di far fi fondame-
li di grandijjima importane , haueua fegret amente mandato unhuomo
al J{ed' Inghilterra,^- cominciato a trattare conia n at ione degli Sui^e
ri,laquale allhora cominciaua a uenire in qualche controller fia col Re di
Francia; il perche effendo tenuto a lui ilVe\couo di Sion,(diconlo i Lati"
ni Sedunefe)nimico del Re, & che ajpiraua per quefli me%i al Cardinala-
to,l*haueua riceuuto con animo lietiffimo • Succedette alla fine di quefio
anno concordia tra il Re deRomani,e il Re Catolico,difcordi per caufa del
gouerno de Regni di Cafliglia: laquale trattata lungamente nella Corte
del Re di Francia , & hauendo molte difficultà, fu per poco configlio del
Cardinal di Roano,che non confiderò quanto quefia congiuntane ]ufì e ma
le a propofito delle co fé del fuo Re, condotta a perfettìone: perche paren-
dogli forfè, che' l far fene auttore gli potefie giouare a per uenire alTonte-
ficato, je ne interpofe eongrandiffima diligentia , & fatica: con laquale
& con rauttoritàfua ìnduffe Majjìmiliano a con]entire^, che'l Re Catoli-
co,incafonon hauefìe figliuoli mafehi , fuffe gouernatore di quei Reamis j
infino che Carlo nipote communeperuenifie all'età di nenticinque anni;nè
' pigliaJfe M vip0* e titolo Regio, uiuent e la madre,c' haueua titolo di Reina;
perche in Caftiglia non fono le f emine efclufe da! mafehi Wagaffe il Re Ca-
• tolìco a Cefare ducati cinquanta mila,aiut affilo fecondo i capitoli di Cam
j trai, infima tanto haueffe acquiftato, & ricuperato le cofe)ue,& a Car-
lo pagaffe ciafcua'anno quaranta mila ducati: per laqual conuentione (la
bilito il Re djLragonà nel gouerno defiRegno di Cajliglia}&hauutafàcul
1 tà
O T T A V O. 240
tàà' acquietar fede apprejfo a Cefareper efìerleuateuia le diffcrentie fra
loro,& per effere in tuttidue ilmedefimo intertffe dei nipote commune;
potette con maggiore animo attendere ad impedire la grande^a del i\e ■ Moti jc
di Francia,laquale per l' intereffe del Bearne di Ifapolhgli era Jempre fo- guano ' in
(betta. Hebbe in quelli di mede fimi fofb etto il Pontefice, chel Vrotono- £onis°. ff-
tario de Bentiuogli, eh era a Cremona,non trattale dt ritornare fwrtiua cerino, d*u-
mente in Bologna: per lo qual fofpetto fece per alcuni di ritenere nel pala- ** £*g !§
gio di Bologna Giulian de Medici, & riferendo ogni cojaalla mala uo- duuVaii'e-
/o»fcì de/ He di Francia; dimoflraua di temere, ch'einon paffaffe in Italia ^l™0^"'
perfoggiogarla,& per fare uiolentement e eleggere il Cardinal di Roano monile,
per T onte fice:& nondimeno nel tempo mede fimo detrabeuafen^a rifpet- feh-aP™J"ed*
to airbonor di Cefare,come di per fona incapace di tanta dignità,et che per tori,&capi
la incapacità fua hauefie ridotto ingrandì)}) regio il nome dell'imperio.9' krdto-lac^
Morì nella fine di que fio Anno il Conte di Tìtigliano , Capitan Generale comadò io
deVinitiani, huomo molto uecchio,& nell'arte militare di lunga ejperien effic°acTa°ia
%a,& nella fede del quale fi cofidauano a/] 'ai i Vinitiani, né temeuano che Repubiica
temerariamente mett effe inpericolo il loro Imperio. Seguita in quefla nèr.a'quaic
ambiguità di cofe VjLnno Mille cinquecento dieci, nel principio del quale _ m.oxT
procedeuano da ogni parte,come anco era conforme alla flagione le cofe ac^^am
dell' armi freddamente: perche V efferato Vinitiano allogiato a S. Bonifa- to Tornarne
ciò in Verone fé; teneua quafì come affediata Verona : onde efiendo ufeiti J^jf^11 'ajte
allafcorta, Carlo B agl'ione, Federigo da Botole, & Sacromoro Vifcon. liana. 11 fuo
te,ajffaltatidagli Stradiot ti, furono rotti,& fatti prigionia Carlo,& Sa- \™* °f!J?or
cromoro :per che Federigo fi falub per opera de Frane e fi , che al foce or fa tia,& fepot
loro erano ufeiti di Verona:& poco dipoi ruppono un altra compagnia di J°t*° c^?n°
canai Frace fi, tr acquali fu prefo c Monfignor di Clefi,et da altra parte du nella chic*
gento lance Fr ance fi ufeite di Verona con tre mila fanti-, sforarono per GioSanTac
afialto un Baftione uerfo Soaue,guardato da feicento fanti,& nel ritorno Paolo ìnV
ruppono una moltitudine grande di uillanUma in quefla frede%^a dell' ar- !££„"* %[
mi erano angufliati dagrauifjìmì penfieri gli animi de' Trinci pi, <^r princi pra laquaie
palment e quello delire de'Romani: il quale non conofeendo, come poteffe ceSpo?Je u-
riportarela uittoria della guerra cotra i Vinitiani,e traportando come- »a ftatua a
ra folito le cofe f uè di Dieta in Dieta; haueua chiamato la Dieta in jLugu 5or«a° che
fta: & [degnato col pontefice, per che gli Elettori dell'Imperio mofjì dalla wtiauia ut
fua autorità faceuano inftantia,che prima fi trattale nella dieta della co ^"7. anni"
cor dia co' Vinitiani, che delle prouifioni della guerra;haut uà fatto parti- & da gìo.
re il Vefcouo di Tefarojuo ijutio da jiugufla: & cofìderado hauere in- gnatio vini
certitHdineJugbe'jtfatft molte difficultàìe deliberationi delle diete, an%i tiano. h.ljg
il pia mo gli fu
fatta una bella & elegante oratìon funebre. Bembo, 8c Giuftiniano-
b Carlo & Sacromoro dice il Giouio nella uita d'Ai tonfo, che furon fatti prigioni pretto la uilla di San
Martino, con perdita grande delle genti loro.
e Monfignor della cieta lo chiama il Bembo ; ilqual dice che fu prefo con uemi della fua compagnia, &
mandato a V ine sia •
1 I B R O
il più delle uolte tifine MI1 una partorire il principio di mi altra* et che il
l\e di Fracia dalle dimade,et dalle imprefe che gli erano propofle ogni dì fi
Jcufaua,hora co l'allegare Vafarex^a della flagrine, bora col dimadare afe
gnamento certo di quello, che fyendeffe, bora ricordando non ejfcrefolo obli
gato ad aiutarlo per i capitoli di Cabrai , ma ejjereancora nelle mcdefime
obligationi il Tontefice, & il Re d'Aragona , co' quali era conucniente fi
procedere communem ente, fecondo che erano comuni la confiderationei&
i9dbligatione;peròfì rifolueua ninno rimedio ejferepiu proto alle cofefue,
Se indurre il l\e di Francia ad abbracciar et imprendi pigliare Tadoua,
Vicenza,®- Treuigi con le for^e proprie, riceumdoneil ricompenfo conue
mienteera nel configlio T{egioquefìa dimanda approuata da molti, i qua-
li confider 'andò che infino che i Vinitìani non erano efclufi totalmente di
terra ferma,ilRe flarébe fempre incontinue ft>e fé, & pericolilo confor
tauanoa liberar fenecon lo fendere una uolta potentemente.- né era il I{e
Aienototàlmente da queUo con figlio, mofio dalla medefima ragione,&pe
rò inclinando a paffare in per fona in Italia con efferato potente , ilquale
chiamaua potente ogni uolta che in efto fuffero più di mille feicento Uncie%
teifuwpenfionarij, & gentil Imomìnunodimeno ejfendo diftratto.da altre
ragioni indiuerfa fimientia ,fiaua confammo fojpefo, più confufo anco
che" If olito, per che il Cardinale di Roanojwomo molto efficace,^ di gran-
demimo, opprejfo da Bga,&graueinfermità,nonua£auapìu*negotij,i
quali fokuano totalmente ftedir fi col fuo configlio .: riteneua il Re ^ e fière
per natura molto alieno dallo Jpendereja cupidità ardente di confeguire
Verona , allaquaU cofa gli partua migliore me%o Vejfereil Re de Immani
implicato in continui trauaglh& appunto ejfendo egli impotente a pagare
le genti Tede fiche, che erano alla guardia di quella città, gli haut uà, il %$
preflato di nuouo diciotto mila ducati, & obligatofi a preflargliesie infino
alla fommadicinquantamila , con patto che non jolo tenefieper funrtà
di rihauergli la Cittadella,ma che etiandìoglifuffeconfegnato Caflel Vec
cbio,& una porta uicina delia città,per hauere léeml9entrata,& Fufct-
* ^eva ta,&cbe non gli ejfendo reflit ulti i danari fra un'anno gli rimanefie in go~
l'ggVha uerno perpetuo la* terra di Paleggio co facuUàdi fortificare quella^laa
detto a car. efaajcua ajpe fe di Ce fare: teneuano perplejfo Ummo del r^e quettt rifpet
ìli' fu dau ti , ma molto più lo riteneua il timore di non alterare totalmente la mente
t^olfKc del Tontcficeofe conduceJfe,o mandale nuouo esercito in Italia : perche il
di Francia, pontefice, pieno di fo$£tto>& malcontento ancora che egli fi impadrontf-
p affi ddiu %diVerona,okra il perfeuerare di uolere ajfoluere i Vinitìani dalle cen-
mcMincio, rure . faceua o%niopera per congiugner fi gli Sinceri : pertiche baueua
&3S mt rimandato al paefe il Vefcou* di Sion con danari per la natione,etconpro
giiaconde j> mfìa per lui del Cardinalato ; & cercati* con grandi filma dtUgetia d alte
uradttàdc?Ì nareal Re di Francia l animo del Re £ Inghilterra: ilquale fé bene hauefi
dai Rcmoi fphdUHto per ricordo dal padre nell'articolo della morte, che per quiete.,
«JliiHatai J t * # , q*
© T T A V 0\ *M
&ficurtàfua continuaffe l'amicitia col Regno di Francla.per laqualegli era-
no pagati ciafcunanno 5 o.mila ducatv,nondimeno moffb dalla caldera del-
l'età, & dalla pecunia grandi [[ima lanciatagli dal padre ; non p arena che ba-
ve fi e meno in confideratione i configli di quelli,che cupidi di co fé moue>& co
citati dall'odio, che quella natione ha comymmemente grandi (fimo contra Uno
me de* Francefilo confort auano allaguerra,che la prudentia>& effcmpio del
padre : ilquale non difcordante da Francefi , ancor che fatto Re d'un Regna
nuouo, & perturbatiffimo,baueua con grande ubidientia, & con grandtjjima
quiete gouernato, & goduto ilfuo Regno dequali co fé anguftiando grauemen-
tc l'animo del Re di Fr ancia Jlquale per effer più propinquo alle cofe $ Italia,
sera trasferito a Lione, e temendo che Ip affare fino in Italia, det efiato pale fé
mente daÌTontefice,non fufcitafie per fua opera cofe nuoue, & diffuadendo-
lo dal mede fimo il Red\Aragona;ma dimoftrando diffuaderneloxome amico,
& come amatore della quiete commune ; non hebbe in quefle ambiguità , $e
lo firigneuano da ogni parte, più certo, & determinato configlio^cbe di cerca-
re con ogni fiudio , & dilìgentiadi quietare F animo del Tonte fice ; talmente
cì>e almeno s' afficiwafie di non F battere oppofito,& nimico:a!!aqualcofapa-
rena lo fattori fìe afiai l'occafione -.perche fi credeua, che la morte del Cardinal
di Roanoda infermità delquale era sì grane , che fi poteua fperar poco di lun~
ga uita,hau,°fie adefier caufa di leuargli quella fofyitioue, per laquale princi-
palmente fi penfauano gli buomini efiere nate lefue alter ationi'>& parche ha
uendo il Bs notiti a, eh e il Card male di j£us nipote di Roano, & gli altri, che
trattauano le cofe fine nella Corte di Roma haueuano temer •ariaméte, & con
parole, & con fatti attefo più ad efiacerbare,che a mitigare, come farebbe fia
to necefiario la mente del V ora e f ce, non uolendo ufarepiu l'opera loro;man~
* dò in pofte a Roma a *AÌhcvto Tio Conte di Carpi , per fona di grande fiirito, a p» Albert*
& defirexga, alquale furono date ampliarne commeffioni , nonfolo di offe- ^° Palla ^
rirgli in tutti i cafi, & defìderijfuoi le forile, & autorità del Re, & ufarefe- molte ai «e
co tutti i ricetti, e i riguardi, che fu fi ero più fecondo la mente, & la natura uo^e neI **•
fua ; ma oltra queflo di communicargli finccr amente lo flato di tutte le cofe ù .«li quciU
fi trattauano, & le richiefle fattegli dal Re de Romani , & di rimettere fi- h,ftoiia -
nalmente in arbitrio fuo ilpafiare, è non pafiare in Italia , l'aiutare più len-
tamente, ò più prontamente le cofe di Cefare. Fu commefio al med efimo, che
difiuadefie lafiolutione de' Vinitiani , ma quefia alla uenuta fua era già
deliberata, & promefia dalVontefice ; battendo i Vinitiani, poi che trai
deputati dal Tontefice , & gli Oratori loro fu difputato molti me fi , con-
fentito alle conditioni , fopra lequali fifaceua ladifficultà : perche nonue-
deuano altro rimedio alla falute loro, che l efiere congiunti feco . Furono il
Uigefìmoquarto giorno di Febraio lette nel Conciflorole conditioni, co lequali
fi doueua concedere l affolutione, prefenti gli Oratori Vinitiani, & conferma
H h refi-
LIBRO
refficn^a, ò difficultà alleprouifioni, ihefopraeffì uenifìcro dal- a Corte "Ro-
ma; tamon impediffero che nella Corte preci etto, fi agit afferò le e a ufi beneficia-
li, ò appartenenti alla giuri fiditi ione Ecclefiafiica: non ponefferodeeme.b aU
cunafpecie dì graueT^afu beni delle Chicfie,& de luoghi efenti dui domìnio
temporalemnonciafìero alt appellatone interpola dal monitorio, a tutte le
ragioni acquifiate in qualunque rnodofulle terre della Chiefa, & fi edulmente
alle ragioni 3 che pretende {fero di poter tenere il Biju omino in Ferrara: che i
fudcUti della Chufae i legni loro haueffero libera la nauigatione del Gtifc>et
con [acuità sì ampia, che et i and io le robbe d altre nationi portate {ti legni lo-
ro, non poti {fero efibre molefiate, né fatta dh hiaratione , che fi {fero cbligate
alle gabelle raonpott {fero in modo alcuno intrometter fi di Ferrara, o delle ter-
vedi quello fiato, the haueffero dependenti a dalia Chic fa: fu {fero annullate luì
tele conuentionit che in pregiudizio ecclefiaftieo haut {fero fatte ceti ah imo
fiiddito ,ò uaffallo della Chic fa: non ricett afferò Duchi, Baroni,ò altri fuddiihò
uaffalli Cella Chiefa, che fujfero ribelli bnmiici della Sedia *£pofiolica,& fuf
fero obligaii a reflituire tutti i danari e fatti ddbeni Ecclefiaftta: rifiorare le
Chiefe di tutti i danni,che haueffero patito: lequali obligatwni con lepromef-
fe, & rincncie debite riceuute nel Comi fioro, gli ^Amb a filatori Vinitiam il
« Non dico giorno che fu determinato, feguitando gli effempi antichi ; fi concu fiero * nel
no gi'hifto Tonico di Sari Tiero: douemtatifi in terra innanzi a piedi del Tontejue il-
ni, che L'at quale preffo alle porte di bronco jedeua Julia fedia Tonteficale , affftendogli
foiuuonedi tt4ttì l Cardinah,& numero grande di Tr 'elati ; <di dimandarcho bkìuhicnie
Giu'io folte perdono, riconofeendo la contumacia^ e i falli commefji: & dipoi lette fi fiecon
nei portico fa n YltQ fena chie{a certe orazioni > & {atte (oh in temente le omtfionie con-
a\ ban J-Me r t „^ r ■ • i ) r^ 1 \ ■
tro.n Febo juete,u Tomepcericeuutigtia gratia gii ujjolt'Cy impone/-> <■ ioroper peniteli
Tenue , che Ua ^ andafibeo a mfitare le {ex te Chi efe, ^Affollai entrarono nella C ùefa di
gli Oratori * . ■*' 2 i>" . * , . , •* /r
xnuendo in San Tiero introdotti dal [ommo <Btmtentiei e: e, otte, battendo udita La* Meffa%
nome delta
Re pubiica
fod-sfatto a
mandi* dei ^p^fioiica da molti Tre lati, & altri della Corte accompagnati alle loro ha-
Papr. furon bitationi: doppiamole cffnluiione fi ritornarono à Vmetia, lafciato a Roma.
trare " hl'ì Girolamo D onato , huomo dot U (fimo , uno del numero loto: ilquale per le uir-
aiu m- fifa, tilfue,& per la deftr&gg dell ingegno diuenuto molto grato al To.itcfice ; fit
h « bp^ede '. digrandiffimogiouamento alla fuapatria nelle cofe, che fi hebberopoi a trat-
u suo me tare appreffo a luu
corti è con xx
tranoacjue
ftoauriote, & dice, chetandoli 'quando il Paparibenedifce alcun Principe, o Rcpublica di dare con uer»
ghe'ulie ìpaJle degli An.balciatori rapprefentanti fopra le Scalee dì S. Pietro: Giulio*, per farpiuhonore
a* Vinitiani, aiuto quett • pena in commandar loro, che ui fita Aero le fette Chiefe. Il Giouio nei u vita
«l'AltòMò pone, che Giulio conuenne prima co'l Donato Ambafciatore, che uenuTero fei Oraron de'piu
«onorar gentii'huomim di Vuicua lupflicheuoli a ia,iii xibcnedix nel portico di San netio,©; ^u'oucaiueji
tcxiconciliaiiL
che prima era fiata denegata; finronahonoratamente non più come f communi-
cattyo interdetti ma come meni clmfliani>& diuoti figliuoli della Sedia,
DELL' HI STORI
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Gentil* hvomo Fiorentino,
libro"nono~
241
A
SOMMARIO.
Descrive nel nono libro le cagioni delle difcordie fra il Re di Francia, &gli
Suizzeri: i quali per ciò s unifcono co'i Paparche l'Imperatore el Re d i nuo-
uo fi confermano in lega conrra i V Haitiani • il Papa fa guerra eontra Ferrara : i
■ •>•* IUIM --fr e» * I ■ -* -* '- * V* • ■ • • a *. * 1 fc k." «-«* V'Vl fVJIU alili» A».**»!-»»»»-»»***»»»'" * •■■ ^^ W •»»»,* I l«W"l ^-" 1 •** •> \, k W *.* *■ V^
per opra del Redi Francia: l'armata Vinitianaè rotta in Porgli Ecclefiaftici fon
rotti alla Baitia: 'e pratiche de::a pace uniuerfale: la ribellion di Bofogna dalia
Cliiefa: &ia terminati ;n del Conciliabolo in Pifa.
E L L% affo l ut ione de Finitiam, fatta con animo tanto con/la
te dclTontefice, fi perturbò molto Ce far e, alquale quefla
co fa principalmente appartenenti: ma non fé ne perturbo
quafi meno il Re di Francia: percheper l'utilità propria de
fideraua, che la grandezza de Finiti ani non rifurgeffemo
fi accorgala perciò intieramente quaifufferogli ultimi fini
delTontefice;manutrendofinellediffirnlià,chefe gli prepara/uno con ua-
ne fperan%e; fiperfuaìeua chel Tonte fi ce fi mousffè per foretto dell unione
fua con C e far e, & che temporeggiando con lui, & non gli dando caufadimag
gìor timore, contento deli affdut ione fatta non procederebbe pia oltre : ma il
^Pontefice confermandofi più l un dì, eh e C altro nelle fue deliberai ioni ; dette
licentia,con tutto che molto coniradiceffero gli Oratori de' confederati, a feu-
datar'u\& fuàditì della Chiefa, chef conduceffero agli (ìipendij de Finita-
ni, iqualifoldarono Gian Vagolo Maglione con titolo di Gouernatore ddle lo ■
ro
millo,& Ren%o da Cenper capitavo ài tutti 1 fanti loro; & kduen '0 cosìfeo -
pertamenteprefo il patrocinio de Finit iani, procurai', a di concordargli con Ce
fare iterando per quefiomezo noti filo difcpararlo d.jRe dì Francia, ma che
unito feco,& co' Fimtianighmou?rebbe laguerradaqual cofa perche p:r le
neceffità di C efare gli fuccedeffepm facilmente, interpolala l autorità fua
con gli Elettori dell' Imperio > & con le terre Franche, eh. nella, Dieta d'^Xu-
Uh i gufa
gnia di cento causili, & fu accettato:?: alcune carte dopo ferine che i Padri richiefero il Papa
fi, che Gio. Paolo Bagiione urinile al Ioide della Republicaiiicìic fulorcconcefl'o. Innanzi a
nondimeno ha fermo, che a Lucio .Malucci fu mandato in FacLua lo ftcndaido & la uexga
Principe, 3c aiPeflèicuo fu prepollo capo.
a Gli rcrit-
tori dell eco
fé fatte da'
Vinitiani,
cioè il Bem
ho, il Mocc
nigo , e U
Giuftiniaoo
non tanna
men rione
in quella
condotta di
Capuani d'
altri, che di
Gio. foolo
Ea^ ni, oc
K.cz;> da
Ceri. li 3-
bo et --ceche
Renzo uen?
ne a vine-
tia a ptofc.
nifi al S nj
t" con h
fua co.» d«.
a contentar.
quello paito
d'otd.ne it
L I 15 R U
gpjìa non gli dclibcra.fi ero alcuna foucrttione : ma quanto fin fi maneggìaua
qacfia materia, tantopiufi tronaua dura, ^difficile .'perche Ce fare non uo-
lena concordia alcuna, fé non ritenendo Veronaye i Vìnitìanì, ne mali il Ta
fa baucua fperato douere e fiere maggior e facilità , prómett erido fiìn qualun-
que cafo d'bauere a difendere Tadoua , & che tenendo quella Città douejje il
tempo porgere loromolteoccafioni,dimandauano ofiinatamente la refiitutio-
ne di Verona, off erendo di pagare in ricompenfo di quella quantità grandi ffì-
ma di danari : né cefiaua il Pontefice di limolare occultamente il Re d In-
ghilterra amuoucre guerra contra il Redi Francia , r inoliando la memoria
delle nimicitie antiche tra quei Regni , dimoflrando fóccafiionc d hauere fuc-
ceffi feliciffimì : perche fé egli pigli aua fame contra il Re , molti altri a
quali era, ò fojpetta , ò odiofa la fuapotentia , le piglierthbono ; & confor-
tandolo ad abbracciare con quella dìuotione, ch'era fiata propria de' Re d In-
ghilterra, la gloria > che fé gli ojferiua di efiere protettore , & conferuatore
della Sedia jlpofiolica,laquale altrimenti eraper l ambinone del Re di tran
eia in manifefliffimo pericolo : allaquale cofa lo confortaua medefìmamente ,
ma molto occultamente il Re diAragona: ma quel che import auapiu>ìl Ton-
te fice continuando con gli Sui%geri le pratiche cominciate fermerò del Ve-
fc olio di Sion , la cui autorità era grande in quella natione , &ilqualc non
cefiaua con fomma efficacia di orareaquefto effetto ne configli , & di predi-
care nelle Chiefe ; haueua finalmente ottenuto che gli Sui^eri , accettando
penfwne di fiorini mille di Reno fanno per ciafeuno Cantone, fifiifiero obli*
gati alla protettane fua, & dello fiato della Chìefia , permettendogli di folda-
rcper difenderfi da chi lo moleflajfe , cerio numero de fanti loro: laqual co-
fa gli haueua rcnduta più facile la di fior dia, che cominciano, a na fiere tra lo
TOi& il Re di Francia : perche gli Sumeri infuperbiti per h'fijmatwncche
uniuerfalmente fifaceua di loro , &prefumcnào che tutte leuitmie . che il
Re prefente, & il Re Carlo fuo antecefiore hauetìano ottenute in ltalia,fuf-
feroprincipalmenteproceduteper la uirtu,&per il terrore daltarme loro,&
perciò dalla corona di Francia meritare molto ; haueuam dimandato, ricer-
candogli il Re di rinouare infieme la confederatione , che finiua , che aure-
fcefieloro le penfioni, lequali erano di fieffanta mila franchi fanno , comin-
* STa° * - c*ate dd Re Luigi Vndecimoy & continuate ìnfimo a quel tempo, olir a lepen
te con figlia foni, che fegretamente fi dauano a molti huominipriuati: lequali cofe diman
medesimo0 ^ando fuperbamente , il Re fdegnato della infolentia loro , & che da uillani
iib._ac.2ji. nati nelle montagne (co fi erano le parole fitte ) gli fufi e cofi imperiofiamente
f ai'Vri^dS V0^1 ^te&i*' cominciò più fecondo la degnità Reale , che a fecondo futilità S
Ke, .cheuo- prefente, con parole alterate a ribattergli > & dimoflrare qua fi di difinc^
fcerfi°ieCCrre Kf*r£^ •" dlàqual cofia gli daua maggiore animo , che nel tempo mede fimo per
ui rioni a gii opera dì Giorgio Soprafafio i Vallefii fiudditi di Sion > che fii reggono in fette
fiTcTóuo WMnwnfflZe > chiamate da loro le Corti, corrotti da donatiuiy & da pro-
le afcoiuUi mefie di penfioni > in publico & in priuato fi erano confederati con luì*
obligandofi
M O N 0 v *M
(Xligand'j fi di dare ilpaffo alle fue genti,negarlo a nìmicifuoì, andare alfol-
dofuo con quel numera di fanti , che comportauano lefor%eloro , & in fimi-
piante modo fi erano confederati feto i Signori delle tre leghe, che fi chiama-
no i Grigioni: & benché una parte de Falle fi non haueffe ancora ratificato >
fperana il Re indurgli co' me^i medefmi alla ratificatione : ondefiperfuade-
ua non gli effere più tanto neceffaria l'amicitia degli S tùberi , battendo de-
terminato oltra i fanti che gli condurr ebbono i Valle fi e i Grigioni) di condur-
re nelle guerre fanti Tedefchi , temendo mede/imamente poco de mommenti
torojperche non credeuapoteffero affaltare il Ducato di Milano fé non per la
uia di Bellinxone , & altre molto angufle : per le quali uenendo molti pò te-
ttano facilmente ejfcre rido ti in necefjìtà di uettouaglie da pochi ; uenendo
pochi, b after ebbono fimi Im ente pochi a fargli ritirare : così fiando oftinato a
non aumentare le peri fioni; non fi otteneua ne configli degli Sui%^eri di rino
tiare feco la confederatone , con tutto che confortata da molti di loro,a qua-
li priuatamente ne perueniua grandiffìma utilità : & per la mcdefima ca-
gione più facilmente conferirono alla confederatone dimandata dal Ton-
tefice : per laqual nuoua confederatane parendogli hauere fatto fondamento
grande a' pen fieri fuoi , & oltra quefto procedendo per natura in tutte le
cofe,comefefu[fefnperiore a tutti , & come fé tutti fuffero neceffitati a rice-
uere le leggi da lui ; femmaua origine di nuouo fcandolo col Duca di F erra-
talo moffo neramente dalla cagione, che uenne in dijputa tra loro, ò per lo fde
a gno conceputo contra di lui) che riceumi da fé tanti beneficij, & honori, i de- a T .
pende fie più dai Re di Francia,che da ini. Quale fi fu fìe la cagione, cercando pendeua il
principio di controuerfie, comandò imperiofamente ad Mfonfo , che defiftef- ^ ^Jjj
fé da far lauorare fati a Comacchio , perche non era conueniente , che quel FrSc.ìa » cke
che non gli era lecito fare , quando i yinitiani pofledeuam Cernia , gli fuffe ^^médi
lecito pofìedendola la Sedia .Apoftolica , di cui era il diretto dominio di Ver- ce n £"*»»<>
rara, & di Comacchio; cofa di gra?ide utilità ; perche dalle filine di Cernia , iS)*s*iìfi*!
quando non fi lanoraua a Comacchio ,fì diffondeua il file in molte terre circo- wo a dif™-
ftanti.mapiù confidano, ^ilfonfo nella congiuntione,che haueua col Re di Fra tenex iTX
tia\ & nella fua protettone, che non temeua delle for^e del Tontefice:& la- p*"««° <M
mentandofi d' hauere a e fere co fretto di non ricorre il frutto , ilquale nella mezza con
cafa propria conpochiftima fatica gli nafceua , anzi hauere per ufo de* popoli ogn'ìfil}^\
firn a comperare da altri quello, di che poteua riempir i paefiforeftieri;nè fetairi* uer
douerepafhre in efi empio quello, a che i Finitimi > non con la ginftitia , ma f° !lF^dce,{^,
con l armi Jtb aueuano indotto. a confentire, ricufaua di ob edire a quefto coma maiììmamc
damento:onde il pontefice mando aproteftargli fotto graui pene,& cenfure ,c faldl- n -l
che defiftef e.quefti erano ipenfieri, & l'opere del Tontefice intento con tutto to primo d'
l'animo allafolleuatione de Vinitiani: ma daU altra parte il Re de' Romani, y^jfan* '
& il Re di Francia,de fiderò fi parimente della loro depreffione,et mal cotenti
delle dimoftrationi,che faceuaper effi il Totefice, & perciò uenuti infìeme in
maggiore unione; couennero di afialir e quella fiate co forile gradi i Finitianh
Hh 3 man-
LIBRO
mandando da una parte, il Re di Francia Cìamonte con potente efferato , al-
vi r ^Ha'e ^ m$cro le &enti Tedefche , che erano in Verona , & dall' altra parte
bidtuojh] Cefure con k gcntì>lequali fyeraua a ottenere dall'imperio nella Dieta Sjtu- a
|f fo««dei- gì fi a, cnlr affé nel Friulh& prefolo procedere ad altre imprefe , fecondo che ■
« "srfc3 me & moflroffe il tempo }et Voccafionuallaqual co fa ricercarono il Tontefice, che
de lune fon come obligato per la Lega di C ombrai concorrere con l'armi infume con lo-
t>o!i, f« non ro:ma efT°> a cu* erafommamente mole fio queflo co fa; riffofe apertamente no
ute°d 1 »aiu C^eYe temt0 a I^Hd confederatione, che haueuagià hauutaperfettione ;poi
peno ,a citrè c^e eraftat0 inpoteflà di Ce far e hauere prima Treuigi , & poi ricompenfo di .
da tutti gii donari.ricercòfimilmcnte Maffimiliano il Re Catolico di fuffidioper le obli-
magna f & gMioni medefime di Cambrai, & per le conuentioni fatte feco portico larmen
quelli amti te,quandogli confentì ilgouerno di Cafliglia;ma conprieghhche laccommo-?
mori s^ do dojfe piti toflo di danari,che di genti.mo egli non fi diffonendo afouuenirlo di
inadati nei. quello chepiu hauejfe dibifogno; glipromeffe mandargli quattrocento lande,
me horàCfà SU1F1^0 a Ce far e di poca utilità,perche nell esercito Froncefe,& fuo, abbon-
do l?affiU0-" dauano cauaMi • 'Helqual tempo effendo la città di Verona molto ueffaia dà
nano, coli f°^ati3che laguardauano perche non erano pagatile genti Vinitiane , chia-
Thomaf ° maU 0CCU^tamente do alcuni Capitanhpartitefi da S, .Bonifacio, fi accoflaro-
AmhT, °& no di notte alla Città per fcalore caftello S.Viero offendo entrati per b la por- fr
r/C h° dÌZv ta di ^'Giorgio: doue mentre dimorano per congiugnere infieme le fcale7per-
ftàti & c1t8tà thefeparate non afeendeuano all'altero delle mura, ò f enfiti da quelli , che
& dei^iy ' S>uar^'auano H Cafiello di S. Felice, ò parendo loro uanamente udire romore ,
tehanofent impauriti, lafciotc lefcolefi difeofiarono, donde l 'efferato fi ritornò a S. Bo-
to j ** quah nifacio: & in Verona uenuto o luce la cormurotione ne furono puniti molti .
ajJPii'go ho* !• \ n /»
ia* non me Inclino in queflo tempo l animo del Tontefice a riunir fi col Re di Fracia.mof-
ne eisedo ai fo non da uolontà, ma do timore: perche Maffimiliano gli dimandaua fuper-
dato , Mat- b amente che glipreflaffe dugento mila ducati,minacciandolo, che altrimen-
teo stamier ti fi unirebbe col Re di Francia contro lui> & perche era fama che nella Die-
guttano, ho ta ài ^ugufla fi determinerebbe di concedergli aiuti grandi, & perche di nuo
mo conio- m tra fi %e £ Inghilterra, &ilRe di Francia era fiata fotta, &publicata
Jare detto % r i • * ^ i / -\'/i ■ -\
& grademe con Jolcnnito gronde lopoce ; & perciò Jirettamente comincio a trottare con
te uerfuto liberto da Corpi iColquole er aproceduto infino o quel giorno conparole , &
tiò deiic'iin fperan^e generali : ma pei feuerò poco tempo in quella fententio , perche la
TW ^°- Dìeta ^ *Augufla , fen%o le forT^e dellaquale erano in piccolo eflimatione le
iiquaie ne minoccie di Cefare',non corrifpondendo ali efi>ettatione;non gli determinò al-
moho »C< udi tro aiut0>the di trecento mila fiorini di Reno; fopra ilquale affegnomcnto ha-
ciò vna fua ueuogià fatte molte fpefe ; & dal Re d 'Inghilterra gli fu fignficato hauere
?Diccidcir* ne^lPacc inferito un capitolo che ella s 'intende •fife annullata, qualunque uol-
coii deìi'im to il He di Francia offendere lo flato della Chiefu . Dallequali coje riprefo
perio della
Germania , che fu ftampata nell' Academia Vinitiana l'Anno 15 5 8.
b La porta di S.Giorgio di Vcxona fu aperta a Vini tiani da Benedetto Pellegrini , nobil di quella città : la-
qual famiglia illuftre in Verona è Itati tempre deuotilìima al nome Vinkiano . Vedi il Bembo nel lib. 10. il
Mocenigo nel lib z. e'1 Gmfìiniano nell' vndecimo,che pongono quello fatto di Verona .
animo,
NON O. HI
anìmo,& ritornato aprimipenfieriaggiunfecontra il Duca diPerrara nuo-
tte querele .'perche quel Duca dapoi che il Golfo fu liberato; haueuapoflenuo
uè gabelle alle robbe,cheper il fiume del To andauano a V inetta : lequali al-
legando il Pontefice , che fecondo la dì jpo fittone delle leggi non fiipoteuano
imporre dal V affatto fen\a licentia del Signore del feudo, & che erano inpre
giudicio grande de Bologne fi fiuoi fudditi; facetta inflantiachefi leuajferomi
nacciando altrimenti asfaltarlo con l'armi, & per far gli 'maggior timore fece
paffare le fue genti dì arme nel Contado di Bologna, & in Romagna. Turba-
uano quefle co fé molto l'animo del Re , perche da una parte gli era molefliffi-
mo il pigliare la nimicitia col Tontefice, dall'altra par te lo moueua l'infamia
dì abbandonare il Buca di Ferrara;dalqualeperobligarfiallaprotettione, ha
ueua ricettato trenta mila ducati : né meno lo moueua il ri fp etto della propria
utilità'jperche dependendo totalmente jLlfonfoda lui, & aumentando tanto
più nella fua diuot ione, quanto più uedeuaperfeguitarfidal Tontefice, & ef-
fendo lo flato fuo atte cofe di Lombardia molto opportuno ; riputaua intcrefife
fuo il conferuarloiperb fi interponeua col Tontefice, perche traloro fi intro-
ducete qualche concordia: ma al Tontefice pareua giudo che il Refi rìmouef
fé da quefla protettone, allegando hauerlaprefa contra i capitoli di Cabrai :
per i qualhfatti fiotto colore di reflituire quello, che era occupato alla Chiefa »
fiprohibitta che alcuno de* Confederati pigliale la protettane de* nominati
dall'altro, & da fé effere fiato nominato il Duca di Ferrara,& dipiuche al-
cuno non fi intromettefie nelle cofe appartenenti alla Chiefa : confermarfi il
mede fimo per la confederatane fatta particolarmente tra loro a Biagrafia :
nellaquale ejprefiamente fi diceua che il Re non tenefìe prottettione alcuna
di flati dependenti dalla Chiefa,& non accettaffe infuturo , annullando tutte
quette,cheper lo papato hauefleprefo: allequaicofe benché per la parte del
. Re. fi rifonde (fé contener fi nella mede firma conuentione che ad arbitrio fiuo
fi conferì/fero i Vefcouadi di qua da monti, ilchc il Tontefice battere uiolato
nel primo nacante, haueremedefimammtecontr attenuto in fattore de Viri-
tiania capitoli fatti a Cambrai, onde efiergli lecito non ofìer tiare alitile co-
fe prometei nondimeno per nonh auer e per gC intere j]ì del Duca di Ferrara à
ttenire allarme col Tontefice propone uà conditioni , per leqttalinon fi con- '
trauenendo totalmente, né direttamente al fitto honor e , potè fi e il Tontefice
reftare in maggior parte fodis fatto ne gFintereffi , che la Chiefa^ eglipre-
tendeuano contri) ad<Alfonfo : & era olirà queflo contento obligar fi fecondo
una richieflafatta dal Tontefice .che le genti Francefi nonpafiafiero il fiume aM-flle h<w
del TÒyfie non in quanto fiufie tenuto per la protettone de Fiorentini , 0 per me, t 5 00. ci
dare moleflia a Tandolfo Tettucci, & a Gian Tagolo Baglione fiotto prete- ™* Icssieti»
fio de danaripromefjìglidaUuno,& intercettigli dall' 'altro dequali cofe men pedoni ,fcri
« tre che fi antauano,Cìamonte con a mille cinquecento lande \ & con dieci mi w. ,l **°C€:
1 r i- • ■ 3 ;• j i « • f mgo,ch'era
la fanti di uanenatwni , tra qttali erano alcuni SttiTgen > condotti pattata- ueii'eflcrci
mente, non per conce ffione de* Cantoni Seguitandolo copia grande Cartiglie- to Fr5ccfe»
Hb 4 ria,
L I B R Ó
ria,c tremilagnaftatori, & co ponti preparati per pafiarci fiumi, & efìeh-
dogli congiunto il Duca di Ferrara con zoo. huomini d'arme, cinquecento ca-
co a?1(>dnci u'1^1 ^SS^W & àuc mila font i,& battendo fen^a oflacolo a occupatoypcrcbe a
pio dei lib. i Vmitiani l' abbandonar onoyil T ole fine di Kouigo, &prefa la torre Marche
noia***»! fivM'poftafid* ripa dell Mite e di ucrfo Tadona, uenuto a Cafiel Baldo beh*
progreiiìde1 he e oii [empiici yncfjì le terre di Montagnana, & Efii , appartenenti l'una ad
u a? vìnitia ^fonfi dà l'-fli » per donatione di Majjìmiliano , l'altra impegnatagli da lui
molerà que per fvariàdi ci \w ari prrfl.it i: i quali luoghi ricuperato che hebbe <Alfoufo,foi
fon datali! tó VYCtc$° di certe galee de ^initiani , che uenuiano sii per il Vo , ne riman-
dò la più parte delle fine genti : uniffi con Ciamonte il "Principe , di *Anault
Tcd T-h^d1 Luogotenente di Ce fare ufeito di Femia con b trecento lance Franccfi > du- b
ce il Moce gento huomini a" arme & tre mila fanti Tedefihi figurandolo fempre dietro
Bìgo, uicjfo mo cdlow lamento, & lafciatofi a dietro Mon felice, tenuto da Finitiani,uen
no di V Ciò- li- i • _/ •/ r- r> i- •
m in nume nero ni quel di Fuen^done Lunigo , & tutto il paeje fenica contradittione.
rodi duerni fe „^ aYYcndè : perche l'esercito Vhiitiano che (idi cena efiere di feicentù
fei mila fan buomim d arme,quattro mila tra caualli leggieri) & Stradìotti , & oltomt-
»? vkSui? lafimtifotto Gian Tegolo Baglioue Gommatore, & .Andrea Grati Vrouedi
$ore,partitofi prima da Soaue,& andato fi continuamente ritirando fé ondo i
progre/fi de' nimici ne luoghi ficiiri > finalmente yneffa fuffi dente guardia in
Treuigi,cr a Mefiripoflo mille fanti, fi era ritirato alle Brent elle, luogo ilici-
e Ninno de* no a tre miglia di Tallona in alloga 'amento forte : perche il paeje è pieno di
tre infiorici argini, & quel luogo circondato dati acque di tre fiumi, Brenta, Brent clla,&'
(èriue que- BacchigUonc : perla ritirata del quale i vicentini del tutto abbandonati, &
fta nn'era - mipotcntiper fefle/fi a di fender fi, non rimanendo loro altra jperaw^a , che la
ne de' vkè mifcricordia del nincitore, & confidando potere più facilmente ottenerlaper
tini. 11 Beni mer^a di Ciamontey mandarono a dimandargli faluocondotto ,per mandare
i capitani ambafeiatori aliti, & al Vrincipc di ^Anault : ilquale ottenuto, c fi preferita- c
Fi ice ti ni .1 Yono m ]Hl\)ii0 mifcrabile,& pieni di me(iitia,et di fbanento innanzi all'uno*
darono a do „ . J , f , Jr ..>...
mandar k & l altro di monche eremo al Tonte a Bar ber ano, propinquo a dieci miglia a
cenz»dÌV& Vkem^a: otte preferiti tutti i Capitani ,& perfine principali de gli efferati il
e i ncjuecé to capo della legai ione parlò, fecondo fi dice, co fi .
&ldi fCi' v • ' SefujTe mt0 a ùafeuno quello , che la città di Vicenza inuidiata già per le
ventini ne ricchezze, & felicità fue da molte città uicine, ha patito, poi che più per erro
Piarono- rc $> floltitia degli huomini , & forfè più per una certa fatale dijpofitione ,
mila , & al- che per altra cagione ritornò fitto il dominio de' Vinitiani > & i danni infi-
womfièro e nith& intollerabili,che ha riceuuto,ci rendiamo certiffimi,inuittiffimi Capu-
te s'arren - t ani, che né petti uoflri farebbe maggiore la pietà delle no/ire miferie > che lo
vedéri! a" fiegn0 > & lodiopcrla memoria della ribellione, fi ribellione merita d'effer
ban donati chiamata l'errore di quella notte , nellaquale e (fendo (bauentato il popolo
dalPeflcrcr- -«/J«-
to Vinitia- n°lÌY0%-
no, Il Mocenigoj, e ilGiuftiniano fcriuon che i Vicentini pagarono cinquanta mila-fcudi per non ejfer fac
chtggiati , & mifero amicheuolmcnte i nemici deutro : iqjiah violata la tede , conunifero in V iceuza molti
«(Tempi di crudeltà y Se d'auan tia .
NONO. * 4>
noflro, perche l'efferato nimico haueua perfora efp ugnato il Borgo della Tn-
flerla>nonperribellarfi,nè per fuggire l'Imperio manfueto di Cefare,ma per li
berarfi dalfacco , & dagli ultimi mali delle città; ufeirono fuor a jtmbafcia-
tori ad accordar fi co nimici,mouendo fopra tutto gli buomini noflri non affue
fatti alt armerò' a pericoli della guerra l'autorità del Vracaffa : ilqual Capi-
tano fyerimentato in tante guerre, &foldatodi Ce fare, o per frauderò per ti-
more (ilebe a noi non appartiene di ricercare ) ci configlib che mediante l'ac-
cordo prouedcjfimo allafalute delle donne , & figliuoli noflri , & della noflra.
afflitta patria; in modo che fi conofee che non alcuna malignità, ma filo il ti-
more accre fiuto per l'autorità di tale Capitano ,fu cagione non eh e fi delibe-
rale ; ma più toflo che in brieue fpatio di tempo \ in tanto tumulto , in tanti
firepiti d arme, in tanti tuoni d'artiglierie nuouiagli orecchi noflri ,fiprecipi
taffe ad arrenderci a Vinitiani, la felicità de' quali, & lapotentia non era ta-
le, che cidoueffeperfefleffa multare a queflo : & quanto fiano diuerfi i falli
nati dal timore, & dall'errore , da quelli peccati \ che fono moffi dalla fraudò*
& dalla mala int entione, è manifeflifjìmo a ciafeuno : ma quando bene lancn
flra fu ffe fiata non paura; mauolontàdi ribellarfi, &fuffc flato configlio, &
confentimento uniuerfale di tutti , non in tanta confufione piupreflo mouimen
io , & ardire di pochi , non contradetto daglialtri , & che i peccati di quella
infelice città fu fj ero del tutto inefcufabili ; te noftre calamità da quel tempo in
qua fono fiate tali , che fi potrebbe neramente dire, che la penitenti a fuffe fin
%a comparatane fiata maggiore , che l peccato : perche dentro alle mura per
le rapine de fidati flati alla guardia noflra ,fiamo fiat imifer abilmente fpo-
gliati di tutte le facilità : & chi non sa quel che di fuor a per la guerra conti-
nua babbi amo patito ? & che ci rimane più in queflo miferopaefe chefia fat-
uo i arfe tutte le cafe delle noflr e poffe filoni , tagliati tutti gli alberi , perduti
gli animali , non condotte al debito fine già due anni le ricolte ^impedite in
granparte le femente fen%a entrate, & fen%a frutti , fen%a ff>eran%a che mai
più pò ff a rifurgere queflo diflruttiffìmopaefe ;fiamo ridotti in tante anguflie ,
in tanta miferia ,cbehauendo confumato per foflentare Ila ulta, noflra, per
re fiftere a infinite fpefe , che per neceffità habbiamo fatte , tutto quello che
occultamente ci auanxaua; nonfappiamo più come infuturo poffiamo pa~
fiere noimedefimi, & le famiglie nofire : uenga qualunque più nimico ani-
mo, & più crudele ( ma che in altri tempi habbia ueduto la Tatria noflra )
auederladiprefente ,fiamo certi non potrà contenere le lewime , confide-
rando che quella città , che benché piccola di circuito ,foleudeffere pieni/fimo:
di popolo ,fuperbiffima di pompe , illuflreper tante magnifiche , & ricche ca-
fe Mceito continuo di tutti i fior eflieri , quella città douenon fi attendeua ad
altro , che a conuiti, agioflre , & a piaceri ,fia bora quafi de folata di ha-
bitat ori : le donne ,& gli buomini uè flit i uiliffimamente ,non ui effere più
aperta cafa alcuna , non ui effere alcuno che poffa prometter fi di hauere mo-
do di foflentare fé ,& la famiglia fua pure per un folo me fé ,& in cam-
LIBRO
bio dimagnìfccntle , di fefie , & di piaceri, non fi uedere, & fentire altro
> « r che mi ferie, lamentat ioni pub liche di tutti gli huomini , pianti , & urla mi-
fer abili per tutte leflrade di tutte le donne : lequali farebbono ancora mag-
giori, fé non ci ricordaffimo, che dalla uolontà tua , gloriofiffimo Trincipe di
jlnault, depende, 0 l'ultima defolatione di quella afflitti jjima noflraTatria3
o lafperanty di potere fotto l'ombra di Cefare,fotto ilgouerno della fapien-
t te fami- *** & clementìa tua, non diciamo refluir are,o rifulgere , perche queflo è im-
glie di Gon poffibile ; ma con fumando la uita pef ogni eflremita fuggire almeno l'ultimo
ia fa's! del- eccìdio : {periamo, perche ci è nota la benignità , & humanità tua, perche è
la scala fon uerifimile, che tu uoglia imitare Ce far e , de gli effempij della clementia , &
g erma nia manfuetudine delquale è piena tutta la Europa , fono confumate le fuflantie
in Italia : di noflr e, fono finite tutte le noflre fperan^e , non ci è più altro , che le uite , &
legger ^30° lepwfone, nelle quali incrudelire che frutto farebbe a Ce far e ? che laude a tei
lo Fiorenti fuppluhianti con humiliffimi prieghi , iquali imaginati effere mefcolati con
oc theoicgó pianti mi fer abili, d'ognifeffo, d'ogni età, d'ogni ordine delta noflr a Città, che
vh\<\ fcrl!r tn U0^lcL c^e ^cen^a infelice fia effempio a tutti gli altri della manfuetudi
caia Gonza ^ ne dell'imperio Tedefco ,fiafimìlealla clementia, & alla magnanimità de*
ga , benché Uoflri maggiori, che trouandofi uittoriofi in Italia, conferuarono le città uin~
te, a Federi te, eleggendole molti di loro per propria habitatione : donde con gloria gran-
itilo m1? ^e delfangue Germanico difeefero tante cafe illufìri in Italia, a quei da Gon- a
chete di Ma t^ga, quei da Carrara,quei dalla Scalagià antichi Signori noflri,fia effempio
ijo^kitb3 in un tempo mede fimo Vicenza, che i Vinitiani nutriti , &foflentati da noi
& Mario ' ne minori pericoli , l'habbiano ne' maggiori pericoli , ne' quali erano tenuti a
^ueUh'a1" di fender la, uituperufamente abbandonata; & che i Tedefchi, che haueuano
parriene a' qualche caufa d 'offenderla ,thabbiano gloriofamente conferuata : piglia il
ohra* qSueì fatrocinio noflro tu inuittiffimo Ciamonte, & commemora X effempio del tuo
che fi legge Re> nel quale fu maggiore la clementia uerfoi Milane fi, & uerfo iGcnouefi, \
conol°dSa chefen^a caufa, o neceffità alcuna fi erano jpontaneamente ribellati, che non
prok pia de' fu il fallo loro*, a quali hauendo del tutto perdonato, effi ricomperati da tan-
daGIcuin8vo- t0 benefìcio gli fono flati fempre diuotifjlmi, &fideli(jimi . Vicen%a confer-
giion che uata, o Trincipe di jLnault, fé non farà a Ce far e a commodità ,fara almeno
ih G^ótfga" agloria , rimanendo come effempio della fta benignità : diflrutta non potrà
j n Iacopo effergli utile a co fa alcuna : & lafeuerità ufata contra noi, farà molefla a tut
BeiMio, * ta Italia : la clementia farà appreffo a tutti più grato il nome di Cefare ; &
in i-apa Fio cefi come nell'opere militari , & nel guidare gli efferati fi riconofee in lui la
tergano ,° e fimilitudine dell'antico Cefare ;farà ricono f cìnta fimilmenre la clementia :
i n aiu i. Dej d^lla quolefupiu efaltato in fino al Cielo, & fatto diuino il nome fuo^piupcr-
pi^Yeggir petunia appreffo a pofleri la fua memoria , che dall'armi . Vicm^ città an-
jra glicini tjC(l) .& chiara, & già piena di tanta nobiltà è in mano tua , da te affretta la
Bernardino 01 ji
Scardeone, Jua
che fenile i'hiftoria di Padotia : & degli Scaligeri Torello Saraina*. Sono ancho in Italia molte altre fami
glie, che tergono d'ciTerdifcefe di Germania, cornei Colon nefi in Roma, quei del Carretto Marche fi
dd Finale , f Baleni in Perugia, òi ak« affa i ,
NONO. ìtf
fuaconferuatìone, 0 la fua dìflruttione, la fuauita, ola fua morte : mnouati
la pietà di tante perfine innocenti) di tante infelici donne, & ' piccolùfanciul-
li,i quali quella calamitosa notte, & piena di infania , & di errori , non in*
teruenneroacofa alcuna : e 1 quali bora con pianti ,& lamenti miserabili
affrettano la tua de liberatone : manda fuor a quella uoce tanto de fid erata di
mifericordia,& di clementia, per laquale rifufcitata l ' infelìciffima patria na
ftra ti chiamerà fempr e fuo padre , & conferuatore .
eì^pnpotette oratione sì miferabile$ né la pietà uerfo la infelice Città miti
gare l'animo del Trincipe di j[nauU,in modo , che pieno di infolentia Barba-
ra} & Tedefca crudeltà*non potendo temperar fi, che le parole fuffero meno fé
roci,che ifattiy non face ffe inhumaniffima rifiofla : laquale per fuo comanda*
mento fupronuntiata da un Dottore fuo ^Auditore in quefla fententia .
7$pn crediate, 0 ribelli Vicentini,che le lufingheuoli parole uoflrefiano ba
flanti a cancellare la memoria de* delitti commefii in grandifìimo uilipendio
del nome di Ce far e ralla cuigrandeyga,& alla benignità,con laquale ui ha-
ueua riceuuto non hauendo rifletto alcuno , communicato infieme da tutta la
città di Vicenza il configlio > chiamafli dentro t efferato Finitiano : ilquale
hauendo con grandiffimadijficultà sformato il borgo, diffidando di potere uin
cere la Città,penfauagià di leuarfi : chiamaflilocontra la nolontà del Trinci
pe , che rapprefentaua l'imperio di Cefare : coflrigneftilo a ritirare nella for-
te%%a3& pieni di rabbia ,& 'di ueleno faccheggiajli l'artiglierie, & la munì
tione di Cefare : laceraci ifuoi padiglioni (piegati da lui in tante guerre , &
gloriofìper tante uittorie : Kfyn fecero quefle cofe i faldati Vinitiani : ma il
popolo di Vicenza, feoprendo fet e firn furata del fangueTedefio :non mancò
per la perfidia uoflra,che l'efferato Vìnitiano (fé conofeiuta l'occafione ha-
ueffe feguitato la uhioria ) non pigliafjè Verona ; né furono quefli i configtì»
0 conforti di Frac affa, ilquale cìuonuenuto dalle uoflrefalfe calunnie, ha giù
flificata chiaramente la fua innocentia. Fu pure la uoflra malignità fu l'odio»
chefen%a cagione hauete al nome Tede fio :fono i peccati uoflri ine feuf abili»
fono sì grandi , che non meritano reminone : farebbe non filo dì grauiffimo
danno ; ma etiandio uituper abile quella clementia, chef ufaffe con uoi -.per-
che fi conofee chiaramente,che in ogni occafione farefli peggio ; né fono flati et
tori i uoflri ; ma fcelerateTge : né i danni , che uoi hauete riceuuti fono flati
per penitentia de delitti ; maperche contumacemente hauete uoluto perfine
rare nella ribellione : & bora chiedete la pietà , & la mifericordi'adi Cefare»
ilquale hauete tradito , quando abbandonati da Vinitiani, non hauete modo
alcuno di difender ui. Haueua deliberato il Trincipe di non ui udire: co fi era
la mente , & la commeffione di Cefare ; non ha potuto negarlo , perche co fi è
fiata la nolontà di Ciamonte : ma non per queftofi altererà quella fententia *
che dal dì della uoflra ribellione è fiata fimpre fiffa nella mente di Cefaremon
ui uuole il Trincipe altrimenti, che a diferettione della (acuità, della uita, &
delìhonore : nèfperate 3 che quefto fi faccia per hauere facultà di dimoftrare
piti
LIBRO
più la faci dementici : ma fi fa per potere più liberamente fami effempio a tut
to il mondo della pena, the fi conuiene contra coloro, che sì federatamente
hanno mancato al Vrincipefuo della loro fede . ^Attoniti per sì atroce rifbofla
a che ì vi- i Vicentini , poi eheper alquanto Jpatio furono fiati immobili , comepriui di
cenoni fi n mtj ifienùmentu cominciarono di nuouo con lagrime , & con lamenti a rac-
1 ad ifcretìó comandar fi alla mifericordia del uincitore: ma effendo ribattuti dal mede fimo
pe d* Anauit 1>0tme> c^e & riprefe con parole più inhumane, &piu barbare, che le pri-
è cótta qua me ; nonfapcuano né che rifpondere , né chepenfare ,fe non che Ciamontegli
«o gf hift " conforta} che obediffero alla neceffità, & col rimetter fi liberamente neltarbi- .
liei vinhia- trio del 'Prìncipe, cercaffero diplacare lafua indegnatione : la manfuetudine
eóX c'hó di Cefare effere grandiffima, né douerfi credere , che il 'Principe nobile di fan-
detto di fa .gue, & eccellente C apuano haueffe a fare co fa indegna della fua nobiltà, &
noV/he'pa- della fua uirtu iwdouerglifiauentare l acerbità della rifpofia , an%i efiere da
gado s o mi defìderare tcbe gli ànimi genero fi, & nobili fi traportino con le parole, per che
refirotbe" fpeffo hauendo sfogato parte dello sdegno; in quefto modo alleggerifcono la-
cheiTede ffreT^a de fatti : offerfefi interceffore amitigare l'ira del Principe, ma che
fennfie"©1" e fi preueniffero col rimetterfi in lui liberamente ; il configlio del quale, & la
poi lor la fé neceffitàfeguitando a i Vicentini, diftefifi in terra rimeffero affolutamentefe, a
& la loro città alla poteflà del uir/jtore: le parole de quali ripigliando Cia-
b ì I Bembo moni e, confortò il Trincipe,che nel punirgli, haueffe più rifletto alla grande^
dlfcriuè què ^> & alla fama di Cefare, che al delitto loro : né face fife e fi empio a glialtri ,
ite protte,ie chefufiero caduti, o per poter cadere infimili errori, tale,che différata la mi- :
Sanumeio fcrlcordia, haueffero a perfeucrare infimo all'ultima oftinatione ;fempre la de
di volti a mentia hauere dato d Trineipi beniuolentia,& riputatane : la crudeltà,do-
la rintontì «e nonfuffe neceffario, hauere finire fatto effetti contraria : né rimo fio, come
cameme fat molti imprudeotemente credeuano, gli oftacoli, & le di'fficuka, ma accrefeiu,
ncPCfaffi "da tele, & fattele maggiori , con l'autorità delqitale , & co* frughi di molti al-
edificare . il tYl aggiunti alle mifier abili latnen talloni de Vicentini, fu contento finalmen-
«ice .Tn^ro te ^Anauli promettere loro la fallite delle perfine refiando libera all'arbitrio*
simo mote & uolontà fua la difbofitione di tutte le [oflantie : preda ma?nore in opimo-
dux lato- i • 7r • / m, • < . • r r r ^ •' > r_, ;•
mix funt : ne* che in effetti , perche già la citta era rimaja qua fi nota ai perfine , & di
c V rsd-Ust0 r°bbe •' lequali ricercando la ferità Tedefca, intefo , che in certo monte ideino
no nei vidu à Vicenza, erano ridotti molti della città, & del contado con le loro robbe in
monte due àuccaueme , detta la b Grotta di Ma fono , oueper la fortezza del luozo , & b
Couoh.c.oe J, * . . . r . •' r r ■ J. i r\- • . * - .
c<me. il g u di f multa deh entrami fi riputauano cpere jicuri ; 1 7 edejchi andati per pi-
liàmTca6 gì largii ) combattuta in uano , & non ferina qualche loro danno la cauerna
ueme , & maggiore , andati alla minore , né potendo sformarla altrimenti , fatti fuochi
H béco me g^andijfimil' ottennero con lafor%a delfumo,doue è fama monfferopiu di mil
giio di tutti le perfine. Tre fa Vicenza fi mofiraua maggiore la difficultà dell altre cofe*
ftafCimp?ch c^€ da principio non era flato disegnato .-perche Maffimiliano non fiolamente
fa t ta a que i noti fi moueua contra i Vinitiani, come haueua promeffo, ma le genti, che ha-
ucua in Italia per mancamento di danari continuamente diminuì turno jin mo-
do che
\c cane.
NONO. 247
do che Ciamonte eraneceffitato di pmfare non che altro alla cujìódict di Vw
cen%a:& nondimeno deliberò cC andare a campo a Lignago; laqual terra fi
nonfiacquiftauayriufciuanodiniùno momento tutte le co fé fatte infino a
quel giorno . Taffa per la terra di Lignago il fiume del£*Adice , rimanendo
uerfo Montagnana la parte minore dettala loro il Torto, oue i Vinitiani con--
fidando fi non tanto nella fortezza della terray& nella uirtù de* difenfori,quan
to nell'impedimento dell* acque , haueuano tagliato il fiume in un luogo : dalla
ripa di là è la parte maggiore , dalla quale V haueuano tagliato in due luoghi ,
per lequali tagliato, il fiume hauendoffarfo ne* luoghi più baffi alcuni rami >
haueua coperto in modo ilpaefe circoflante , che per eff ere flato fuffocato dal-
l'acque molti me fi, eradiuentato quafi palude . Facilitò in qualche parte le
difficultà U temerità > él difordine delle genti de' Vinitiani : perche uenendù
Ciamonte con l'eficrcito ai alloggiare a Minerbio , diflante tre miglia da Li*
gnago, & hauendo mandati innanzi alcuni caualli, & fanti de fuoi, fcontr ap-
rono alpafiar dell* ultimo ramo propinquo a me%o miglio a Lignago , i fanti , fm^a di
cheflauano a guardia di Torto , ufciti per uietar loro il paffare : ma 1 fanti Lignago è
Cuafconi , & Spagnuoli entrati ferocemente nell'acqua infine al petto; gli amimeli*
urtarono, & poi gli feguitarono con tale impeto, che alla mefcolata infieme co panicoiar -
* loro a entrarono in Torto,' faluatifi piccola parte di quelli fanti : perche alcuni fa™* c^c
ne furono amma\%ati nel combattere, et la più parte degli altri, fludiando di da aicun'ai
ritirar fi in Lignago , era annegata nel pafiare l'^Adice : per lo quale fucceffo ft°ricej vini
Ciamonte mutato il difegno di alloggiare a Minerbio; alloggiò la fera mede fi- ^^i; ancor
ma in Torto: et fatte condurre l artiglierie groffefotto l 'acqua,lc quali il fon* aiìchota ho
do del terreno reggeua , et la notte medefima fece ferrare da guadatoti la ta* detto ) P"°
gliata del fiume: et cono feendo, che dalia parte di Torto era Lignago ineffugna mohi ' luo •
bile per la larghezza del fiume sìgroffo,che con difficultà fipoteua battere da |hi ?Lqu*r
quella parte, benché tra Lignago > & Torto, per efferefragli argini non fia sì pertinente
grò fio come difotto ; comandò fi gittafie il ponte per pafìare dalla parte di là ^ R*P«k
/' artiglierie, et la maggior parte delt e f lenito : ma trouato, che le barche con- fiano tolti
dotte da lui non erano pari alla larghetta del fiume , fermato lì esercito ap- ^ <5ue^a £cl
p re fio al fiume altoppofito di LÌgnago,et di là daU ridice fece pafì are fu le bar
che il Capitano Molar do con 4000. fanti Guafconi, & confeipe^i (Cartiglie b Fu <3ucftd
ria: ilqualepafiatofì cominciò dall unaparte,et t altra del fiume apercuotere de* vinirìa-
il baflione fatto fu l'argine alla punta della terra dalla banda difopra: et efien ni * ^Lrei!na
donegià abbattuta una parte, ancora che quei di dentro non ommettefiero di Marino,^
b riparare follecitamente; la notte feguente il b Troueditore Vinitiano>hauédo "'/"gjja
maggior timore dell'offe fé de nimici, che (peranno, nella difefa de' fuoi; fi riti^ a Moceni 1
rò improuifamente con alcuni gentiluomini Vinitiani nella rocca: la ritira- %^£™{\
ta delquale intefafi come fu giorno , il Capitano de* fanti > eh* era nel baflione Giorno nei-
5* arrendè a Molardofaluo Vhaueye->et le perfine: et nodimeno ufcitone,fu co' fonf^vf no
fanti fualigiato da quei del capo:prefo il baflione,fu da Molardo faccheggiata mina di più
la terra ; ei fanth ch'erano a guardia d'un baflione fabricato fu l'altra punta \l^Q^
della
LIBRO
della terray fé ne fuggirono per quei paludi, lafciate Tarme alt entrate dell* ae
me : & co fi per la uilta di quelli, the iterano dentro riufcì più facile , & più
preflo, che non fi era firmate l'acquiflo di Lignago .T^èfece maggior refiflen*
%a il caficllo, che haue fife fatto la terra , perche efiendo il giorno feguente le-
uatecon £ artiglierie ledifefe, & cominciato a tagliare da baffo co picconi
un cantone dyun torrione con intensione di darglipoifuocoj arrenderono, con
patto, che rimanendo i gentilhiiomini Vinitiani inpoteflà di Ciamonte , i fal-
dati la fiat e Farmi fé ne andaffero falui in giubbone. Meficolo la fortuna nella
uittoria con amaro fiele l allegrezza di Ciamonte : perche quiui hebbe auifa
tt^c/cTrdi detta wrte a del Cardinale di Roano fuo %io , per lafamma autorità delquale a
ra) a? Roa- appreffo al Re di Francia* efialtatoagrandifiime riccheyge- & bonori ; ffiera-
Sartocfc tsa continuamente co fi maggiori . In Lignago, per effere i Tede fichi impotenti
papa Giulio a rretterui gente , laficio Ciamonte a guardia cento lance, & mille fanti, & ha
aeiter5*M U€n&6 àip0* Hcentiato i fanti Crigioni, e i Vallefi , fipreparaua per ritornare
tequile egli col rimanente dell 'efferato nel Ducato di Milano per comandamento d'I i?ef
bafeia - inclinato a non continuare più in tanta Jpeja : dalla quale, per non corrifponde*
ic r vi n«tia- re ane deliberatimi 'prima fatte -, le prouifioni dalla parte di Cefiare, non rifui-
«acce riì di Uot0, effetto alcuno importante . Magli comandopoi il Re,che ancora foprafe-
f c,ch'c i mo faffe per tutt0 Qiugno ; perche Cefiire uenuto a Spruch , pieno di difficultàfie-
; aggio condo il/olito ; ma pieno di difegni, & difpera?i^e,fiaceua inftantianonfìpar
1 5i° • tiffe, pi omettendo dipaffare d'bcra in bora in Italia . Tfclqual tempo defide-
randa i Tedefichi di ricuperare Moroftico, Cittadella, Bafciano , & altre ter-
re circofianti per fare più facile a Ce far e il uenireda quella parte ; Ciamonte
fi fermò con V efferato a Lungara fui fiume del Bacchiglione ,per impedire
alle genti de' Vinitiani l'entrare in Vicenza rimafa con poca guardia , &fi-
b si ritira- milruente lopporfiià Tede fichi: ma intefio quiui le genti Vinitiane efferfi b ri- b
'°"° .le §et| tirate in Tadoua, congiunti fico di nuouo i Tedefichi , uennero alte Torricclle
fadona a fiu laflraaa maeflra , che uà da Vicenza a Tadona : onde laficiata Tadoua a
cn0ddiGquc man defira >// Qonduffero a Cittadella con non piccola incommodità di ucttoua
ì>o an no glie, impedite da i caualli leggieri, ci/ erano in Tadoua,& molto più da quel-
ìlceiìBem $h ri* erano a Monfelice . arrende/fi Cittadella fien^a contraflo, & il mede-
rò . fimo fece poi MoroflicOjBafciano, & t altre terre circofianti abbandonate dal-
ie geriti Vinitiane : pere fpedite le cofie da quella parte gli efferati ritornati
alle Torricelle , lafciato Tadoua fu la defira , & girando alla fini ftra uerfio la
montagna, fi fermarono fu la Brenta a canto alla montagna a diccimiglia di
Vicenza ; condotti fi in quel luogo . perche i T edifichi defider aliano ci "occupare
la Scali, paffio opportuno per le gcnti.,che haueuano a uenire di Germania, &
che falò di tutte le terre da Treuigi in fino a Vicenza , rimaneua in mano de
Vinitiani: dalquale alloggiamento partito ilTrincipe d'^Znaidt co Tedefichi»
& cvn cento lance Francefili dirizzò alla Scala lontana ucntidnquc miglia:
ma non potendo paffare innanzi. perche iuillani pieni a incredìbile afetticne
mrfa i Vinitiani, e tanto che fatti prigioni?eleggeuano più tofio di morireche.
rinegare,
NONO, 248
yinegàre, 0 beftemmiare il nome loro; baueuano occupato molti f affi nella ma Sa padoua
tagna, ottenuto per accordo Caflel J<(uouo paffo medefimamente della monta- a Trento ve
gna;fene ritornò alt alloggiamento della Brenta^hauèndo madato molti fanti montagne
per altra uia uerfo la Scala : i quali fecondo lordine hauuto da lui7fcbifando lì f£*ì° »
t la uia di Baf ciano per sfuggire il a Couolofafìo forte m quelle montagne ; gi- go forti fo-
rarono più baffo per lo camino di Feltro :& trouato in Feltro pochiffimagetey f°> non s0
& fumeggiatolo. ,& abbruciatolo, fi conduffero al paffo della Scala; ilquale ia ,0 péTac
inferme con quello delCouolu trouarono abbandonato da ciafeuno . 1s(è erano te: &dlc°-
in qùeflo tempo minori mine nelpaefe del Friuli perche aff aitato bora dà Vi che non vi
nitiani .bora dà T ed efebi- bora difefo, bora predato da gentil' buomini delpae flt^° ente'
fe,& facendofi bora innanzi qucftiy bora ritirando/i quelli, fecondo l'occafw- ne kendsr-
ne, non fi fentimper tutto altro, che morti, ficchi, & incemiij, accadendo che jjj^j '°']
fpeffu un luogo mede fimo faccheggiato prima da una parte fu fi- poi facchcg cord ; g ofli
giato,& abbruciato dall'altra. & da pochi ff mi luoghi,che erano fo) ti infuo- "rga"^J0v.a
ra y fottopofia tutto il refio a quefla miferabile dijiruttione ; lecitali cofe non «n che fi ve
hauendo hauuto in fé fatto alcuno memorabile, farebbe fuper fino raccontare nJ colo?"!
particolarmente , &' fiiftidio/o ad intendere tanto uarie rmolutioni ; lequali q^ ' ogiio
non partoriuano effetto alcuno alla fòtnma, & import antia -iella guerra . Ma fto'iuftoo
approffimamlo fi il tempo determinato alla partita dell' efferato Frane e fé, fu "<>»<> di cu
11 „ n ./ •/ t-J. 1 j> rr r r r fto^ia: per-
di nuovo conneratto tra Cejarr, & a He di Fràn età che l ejfercito Juo jopraje- clo-c he a su
d'effe per tutto il me fé fendente : ma che le fprlkftraordinarie , cioè quelle che lo fi, va cora
' r ., in f t 1 • r ni . t moda méte,
corrono olirà n pagamente (lede genti } lequali baueua injmo allhora pagate il & tono aicu
Re; (ipazaffero per 1 allenire da Cefate, & umilmente i fanti per il mefe pre- ne ca"e » °
, .' ' r o> r .1 J 1,1 ìi- grotte lotta
detto : ma perche Ce/are non batteva dinari :chej atto il calculo quel che impor Vn monte,
taffero cjuefìe fpeft: il Re gli preti afa computate quelle, infino in cinquanta mi J^y"*
la ducati, & che fé Cefire non refliruìua fra un anno proffìmo queftì, & gli al pietre per
tri cinquantamila.the gli erano flatipreft.it i prima -il Re baueffe,infino nefuf f^1^
fé rimborfato, a tenere in mano Verona con tutto ilfuo tenitorìo. Hauuto Cia- detto p-^ca
monte il comandamento e- al Ile di foprafeder evolto l animo alt efpugnatione *"™r ^l*
ili Mon felice : & perciò fuhiio , che furono unite co* Tedefcbi quattrocento maméte fo
lance Spagnuolc, guidate dal buca di Termini, le quali mandate dal Re Cato- SfcS^Gior
U'o in aiuto di Maffimilianojjancuanc fecondo le confuete arti loro camma- giajniTmo
to tardi (Imamente; gli efferati i pajfato il fumé della Brenta, & dipoi alla ^"""ua
uilla della Vurla il fiume del Bacchiglione preffo a cinque miglia di Vadoua7 lettera fcrit
arnuarono a Monfeli ce , hauendo in qucfto tempo patito molto nelle uettoua - "t * A\be?t £
glie* <& né faccomann 1 -per le correrie de caualliycke erano in Tadoua ,&in ^ Dice ^ B5
Monfelicejdà quali anco fu prefo Sonano Benone da Crema>condottiere del bo, che so»
Re di Francia , che con pochi cauxlli andaua a riuedere lefcorte . ilquale per- c^° fa dai
e he era flato autore della ribellione di C rema, ^Andrea Gritti , D battendo più gxitu fetta
m ^cpoiappic
ear per li piedi,come traditore : percioch* coftui hauendo goduto la nobiltà Vinttìan3,ottenuta da' fuoimag.
gion,^ etTendo prouifionato dal Domiaio come iòidato caro,haueui poi in danno della ,&epabiitt iiadit<?
-Cremando uè egU era lino mandato alla guàrdia in mano de* f xaftcel* *
LIBRO
m con ftd erottone ì * e fiere fuddito de Vinitiani, che te fi ere folddto de* ntmicì,
fece fubìto impiccare . Sarge nella terra di Monfelice ■ pofla nella pianura, co-
me un monte di ' f affo, dalqu ale è detta Monfelkcchefi diftende molto in alto*
' ' nella Sommità delquale e una rocca, & per il dqfio del monte , che tuttauia fi
rìflrigne , fono tre procinti di muraglia , il più baffo de quali abbraccia tanto
fiat io, che a difenderlo da efferato giufto, farebbono neceffarij due mila fanti,
Ì4bbaì i donarono i nimici finitamente la terra, nellaquole alloggiati i Fracefi
piantarono l artiglieria contra il primo procinto : con Laquale efihidofi battu-
to affaij&dapiu lati, i fanti Spagnuoli, & Guafconi cominciarono fenza or
dine ad accofiarfi alla muraglia, teniado difalire dètro da molte partner onui
a guardia feti ecento fanti, iqualipenfandofuffe battaglia ordinata, ne emen-
do (ufficienti per il numero a potere re ftfier e quando fuffero aft aliati da più
s luoghi, fatta leggiere difefa; cominciarono a ritirar fi per deliberai ione fatta,
fecondo fi crede, prima tra loro : ma lofeciono tanto difor dinatamente , che i
nimici > che erano già cominciati ad entrare dentro fcaramucciando con loro ,
& fegmtandogliper la cofia ; entrarono fico mefcolati ne glialtri due procin-
ti,& dipoi infino nel Caflello della fortezza: doue fendo ammalata la mag-
gior pan e di loro; gli altri ritirati fi nella Torre, & uolendo arrender fi fatue le
a si ie?ge perfone ; non erano accettati da Tedefchi , iquali dettero alla fine fuoco al ma
ridSv inlrà fi** della Torre ; in modo , che difettecento fanti con cinque Contefiabili , &
m , die ìa principale di tutti Martino dal Borgo a San Sepolcro di Tofcana,fe ne fatua*
feHcet òca rono pochifimi, battendo ci afermo minor compafiione della loro calamita *per *
viità.'ma co la uiltà,che haueuano ufata »l>ièfì dimofiro minore la crudeltà Tedefca con-
tcmf!T difefa tra gli edificij, & le mura : perche non foto per non hauer gente da guardarla
dalie genti rouinarono la fortezza di Monfelice ; ma abbruciarono la terra : dopo ilqual
&che fupre giorno nonfecionopiu quefli efferati co fa alcuna importante, eccetto che una
fa per effer correria di quattrocento lance Fr ance fi infimo fu de porte di Tadoua. Torti in
fo°ri:hma che quefto tempo dal campo il Duca di Ferrara , & con lui Ciottiglione, mandato
co tutto ciò da ciamonte con dugento cinquanta lance per la cuftodia di Ferrara, doue era
Vo ^ncho" non piccola fofbettione per la uicinità delle genti del Tonte fice . Et nondme-
inpiti degli no t Tedefchi flimolauano Ciamonte , che, fecondo che prima fi era trattato
Bembo" dà tra loro, ondafie a campo a Treuigi, dimostrando e fiere di piccola importantia
di quefta im \e cofe ratte con tanta Ipefa ,fe non fi efiugnaua quella città , perche di potere
ma a lode a efiugnare Tadoua non sbaueua {peranno alcuna . Ma in contrario replicaua
Mon*. delia ci amante, non e fiere pafiato Ce fare contra i Vinitiani co quelle forze , che ha-
czic Fu pre- ucuapromefle : quelli che erano congiunti fico effer e ridotti a piccolo nume-
fa quefta ter fQ . m ^yeuigi e fiere molti faldati , la città munita con grandi/Jìma fortifica-
li 'Buonac- t ione : non fi trouarepiu nàpoefe uettouaglia, & efiere molto difficile il con-
corfi,daii'ef ^urne di luoghi lontani al campo, per le affidue moleflie de cauai leggieri, &
refe ,& Te- degli Strodiotti de Vinitiani,iquali auifati per la diligentio de uillani d'ogni
» je(ci a n § ' picc°l° l°ro commento, & effendo tanto numero , appariuanofempre douun-
i $ io." que potè fiero danneggiargli , Lem quefle difiutationi nuouo comandamento
uenuto
NON Ó< i4f
ketoutó ài Trància à Ciainonte,che lafciate quattrocento lance, et mille cinqui
cento fanti Spagnuoli pagati dal Rem compagnia de' Tedefcbi, oltra quelli ,
che erano alla guardia di Lìgnago ; rìtcmaffefiéito con l'efferato nel Ducato
di Milano : perche già per opera del Tcnteficefi comìncìauano aficoprire mot
te mole file, & perìcoli . Tew Ciamonte labiato Versi algouerno di quefle gè
ti;feguitb il comandamento del Re : e i Tede] chi diffidando di poter fare più
effetto alcuno importante fi fermarono a Ltmigo . Haueua il "Pontefice propo*
fìofi nell'animo , & in quefio fermati ofiìnatamente tutti ipenfierì fuoi , non
folo di reintegrare la Cbiefa di, molti flati > i quali pretendala appartenerfegli; rio c'haÙ/
ma oltra quefio di cacciare il Re di Francia di tutto quello poffedeua in Italia. "a a Kc di
, ; , , i , ' rr r i • » ' Francia di
mouemolo, o occulta , & antica nimicitia , che baue) e con tra lui , o perche &&>j
*Jr la ni
ìlfofpetto hauuto tanti anni fi fuffe conuertito in odio potenti/fimo , o la cupi- ficìii* ^i
dita della gloria di e fiere flato , come diceua poi , liberatore df Italia da Bar- Bembo, eh'
bari . .Aqu.zfii fini haueua affiduto dalle cenfure i Vinitiani . Ai quefti fini fra ac.cr,<:
atta la inteùigentia , &Jtretta congiurinone con gli Sinceri , fimulando di pred ddh
procedere a quefle co fé piuper ficurtà fua , che per defiderio di offendere ai- R clna A n "
a a r i ì • i i • • , „ na iua mo
tri. * A quem fini- non hauenw potuto nmuouere il Duca di Ferrar a dalla glie, buona
deuotione del Reda Francia , haueua detcrminato di fare orni opera per oc^ ? finla, fìó
capare quel Ducato : pretendendo di muouerfi piamente per le differente grauida , m
delle gabelle , & de fiali : & nondimeno per non manifeflare totalmente, infi dt^ ella
no chaueffe le cofe meglio preparate , ifuoi penfieri ; trattaua continuamene « airramen
te con .Alberto Tio di concordar fi col Redi Francia ; ilqude perfuadendofi buon" fine
non battere ficco altra differenza , che per cAtifa delta protettone del Duca »l fo° P*rro^
a di Ferrara , & * de fiderò fo fepra modo di fuggire la fua nimicitia ; confenti- %^ ?>d£
uà di fare con luì 'nuoueconuentioni riferendo fi a capitoli di Cambrai, ne' qua mi contr* d
Ufi effrimeua , che niuno de' confederati potere ingerir fi nelle cofe appone- Papa '
nentialla Cine fa: &inferendoui tali parole, & tali claufule, che alTonte- b Tanto ri
fice fuffe lecito procedere contra il Duca quanto appartenete alle particola- ^daTRe
rità de' foli , & delle gabelle : a' quali fini {blamente penfaua il Re difienderfi ài Francia ,
ipenfierì fuoi .interpretando talmente l'obligo , e haueua della protettone ^ii^Bé
del Duca, che ei par effe quafi che potefie conuenire in quefio modo lecitamen b° ) con ro
bte.Ma quanto più il Re fi accoflaua alle dimande del Tontefice > b tanto più nXd»«n-
eglì fi difeoflaua ; non lo piegando in pan e alcuna la morte fucceduta del Car »c !« tu"i »
dinale di Roano: perche a quelli, che arguendo efiere finito il foretto lo con LTrnè!ioggnl
fortauano allapace , rifpondeua uiuere il mede fimo Re, &però durare il me- giorno io
de fimo fioretto , allegando in confermatone di quefle parole .faperfi che lac- & "c^caua"
cordo fatto dal Cardinale di Tauia era flato molato dal Re per propria fua &*ot&à'in
deliberatone contra lauolontà, & configlio del Cardinale di Roano :an%i peTtìdifne*
a chi più pervicacemente confiderò iprogreffi fuoi, par uè fé ne accrefeeffero il V1"" d* ,
fuo animo , & le fperan^e , nèfen%a cagione ; perche effendo tali le qualità ouaij e°eì, fi
del Re,che baueuapiu bifogno dì effere retto che egli fuffe atto a reggere ; non "«uadifen
è dubio che la.morte di Roano indebolì molto le cofe fine , concio fia cofit che p^atorT.
Li in lui
LIBRO
in lui oltra la lunga tffierìen%ayfuffe neruo grande* & ualore, & tanta auto-*
rità appreffo al Re , che quafi non mai fi difcoflajfe dal configlio fuo : donde
egli confidando nella grandezza fua* ardiuajpeffe mite rifolueré, & dare [or
ma alle cofc per fé fleffo : conditione che non militando in alcuno dì quelli che
fuccedettero nelgouemo; nonardiuano non che deliberare; ma né pure di par
lare al Re di co fé che gli fusero molefle ; né egli preflaua la medefima fede a
con figli loro : & e {fendo più perfine ,& hauendo ricetto luno all' altro, né
confidando fi nell'autorità ancora nuoua ; procedemmo più lentamente, & più
freddamente > che non ricercaua la importantia delle cofeprefent'h& che non
farebbe flato necejjario contra la caldera , & impeto del Tonte fice : ilqua-
le non accettando niuno de i partiti propofli dal Re ; lo ricercò alla fine aper-
tamente » che rinmcìaffe non con conditione , o limitatione, mafemplìcemen
te > & afìolutamente alla protettone prefa del Duca di Ferrara ; & cercan-
do il Re di pervadergli ejfergli di troppa infamia una tale rinunciai ione ; ri-
fiofe in ultimo y che poi che il Re ricufaua di r enunciare femplìcemcnte > non
uoleua conuenire feco , né anco effergli oppofitoima conferuandofi libero da
ogni oh ligatione con ciafeuno , attenderebbe a guardare quietamente lo flato
della Chie fa , lamentandoli più che mai del Duca di Ferrara, che confortato
da amici fuoi afoprafederedifareilfale , haueua rifyoftononpoterefeguita-
Ye£uefloconfiglio>pernon pregiudicare alle ragioni dello Imperio yalquale
apparteneua il dominio diretto di Comacchio : ma fu oltra queflo dubitano-
t Tocca q. ne ; & openione di molthlaquale in progreffo di tempo fi aumento-» che a *Al- *
mo g^b berta Tio \Ambafciatore del Re di Francia , non procedendo fine er amente
tifta Girai- nella flua legatìone , attendere > a concitare il "Pontefice contra il Duca di
fuo e " qUel Ferrara » Ponendolo il defiderio ardentìffimo , nelquale continuò infimo alla
«ario, ch'eì morte > che lAlfonfo fuffe fogliato del Ducato di Ferrara : perche hauendo
% d? pC c°~ Hercole padre di ÌAlfonfo rìceuuto non molti anni da Giberto Tio la metà del
rMouetra? dominio di Carpi , datogli in ricompenfo il Cafltllo di S affinolo con alcune al-
Aifeifo di- tre ^rre > dubitaua .Alberto dinonhauere , come bifogna fleffo > chél itici-
cendo che no meno potente ceda alla cupidità del più potente , a cedergli alla fine l'ai-
fn iciSto da tra met* * c^€ aPParteneua afe : ma 1uel c^e dì queflo fia la uerità > il Ton-
ini tone- tefice dimoflmndo fegni più implacabili contra Stlfonfo, & hauendo già in
fta condì- animo di mu0uere tarmi , fi preparaua di procedergli contra con le cenfure >
tione dal S. n r £ , z, n • i * j
Alberto da attendendo di giuflificare i fondamenti > & jpecialmente hauendo trouatoy
Vanuca ni- fecondo diceua y nelle fcritture della Camera ^poflolical 'inueftitura fatta da
miftì, ch'e- pontefici alla cafa da Efli della terra di Comacchio . Quefli erano palefemen-
foi DuauU te& andamenti del Pontefice: ma occultamente trattaua di cominciare mo-
Iònio . uimenti molto maggiori , parendogli hauere fondato le cofefue con l'amicitia
degli SuiTgeri j con l'efferein piede i Vinitiani , & obedientia a' cenni fuoi :
< nedere inclinato a medefimi fini , o almeno non congiunto col Re di Francia
fmeeramente il Re di dragona : deboli in modo lefor^e, & l'autorità di Ce--
J'aYeìchenonglidauacauJaditeMérne:nèeffendQfen^^eran'^ dipotcre
con-
N O N o, ._ __ >:_ ;.iif
concitare il Re d'Inghilterra: ma [opra tutto gli accrefceua Tantino quello che
barebbe douuto mitigarlo , cioè conoscere che il Re di Francia , abbonente di
fare la guerra con la Cine fa , defiderauafommamente la pace,in modo che gli a Qjoefta
pareua che fempre douejfe e/fere in potefld fua il fare concordia feco , etian- c° c^ °D«-
dio poi che gli haueffe moffo contro l'arme ; Ter lequali cofe diuentando ogni leandro a.
dà più infoiente, & multiplicando feopertamente nelle querele , & nelle mi- fò*^03^1"
naccie contra il Re di Francia, & contra il Duca di Ferrara ; ricusò il dì del- quanta gii
la fcfliuitd di San Tiero , nelqual dì fecondo l antica ufan%a fi offerifcono i J£ma tww
cenfi douuti alla Sedia <Apofiolìca , accettare il cenfo dal Duca di F errar a,al- ti a b orgia
a legando che a la concezione dì Meffandro fefto , che nel matrimonio della fi- " clèndò
gliuola ihaueua da quattro mila ducati ridotto a cento, non era ualida in pre- Aifonib ri-
giudicio di quella Sedia : & nel dì mede fimo , hauendo prima negato licentia. ^deHa^
di ritornartene in Francia al Cardinale dì jius , & agli altri Cardinali Fran m* moglie,
ceji , intejo che quello di <Aus era ujcito con reti , & con cani in campagna , uola di q°uej
hauendo foretto nano , che occultamente non fi partifìe , mandato precipito- Galeazzo
r ili- • /)!„>*■? r • > r Sforza, che
jamente a pigliarlo , lo ritenne prigione in cajtel Sant ^Angelo : coji già Jco- «v C0ngju.
prendofi in manifefla contentane col Re di Francia , & però coflretto tan- rati f« ■-
to più a fare fondamenti maggiori , concedette al Re Catolico l'inueflitura chiefa.
del Regno di J^apoli col cenfo mede fimo ,colquale l'haueuano ottenuta i Re
dì^Aragona , hauendo prima negato di concederla fé non col cenfo di qua- Jar^a j]^
? ani otto mila ducati ,,colquale ihaueuano ottenuta i Re Fr ance fi , fegui- Re catho-
tando il Vontefice in qutfla conceffione non tanto Fobligatione , laquale fecon a'nno^i?**
do il confueto dell antiche inuefliture , gli fece quel Re di tener ciafeunanno l'itela delle
per difefa dello flato della Chiefa, qualunque uolta nefufìe ricercato, trecento uendo ' £ £
buomini d'arme, quanto il farf lo beniuolo , & la fteran^a che quefli aiuti ma otten»
poteffero in qualche occafwne effer cagione di condurlo a nimicitia aperta col # Barbem:
Re di Francia : della quale erano già ffiarfi ifemi , perche il Re Catolico info- ma ««cado
gettito della grandetta del Re di Francia , & ingelo fito della fua ambitio- l'acquasse
ne, poi che non contento a termini della Lega di Cambrai cercaua di tirare an^do pec
fotto il dominio fio la Città di Verona , moffo ancora dall'antica emulatio- diedero la
ne , defideraua non mediocremente che qualche impedimento sopponeffe alle Tna imbo*
r / , .\ n ,. r L , r ,. „lJ . ... fcata di Mo
co] e jue; & perciò non cejsaua di confortare la concordia tra Cejare , e i Vi- n : 0nfie ri
mtiani , molto defiderata dal Vontefice . Jjelle quaì cofe, benché occultiffi- fur5 "s1:»
inamente procedere , non era poffibde , che del tutto ficoprìfìero ipenfieri quattro2 mi
fuoi . Onde efiendo furta in Sicilia la fua armata deflinata adb afi altare K^hriHia-
b l'I fola ddle Gerbe ( è quefla da Latini chiamata Meninge) faceua foretto con Don
alRe,& metteteci negli animi degli huomini , confa] dell aflutia fua dìuer- G JJSJ i n U
fé dubìtationi : ma cominciarono al Re di Francia le mole flìe, onde meno p:n- a d'ulna $
faua , & in tempo che non pareua , che alcun mouimento d arme potè fé ef- h"° d° m
jere preparato contra fé : perche il Vontefice procedendo con grandiffimo fé- ma ciò feti
greto j trattaua che in un tempo mede fimo fufie afi aitata Gettona per terra , "£ 4jVjt2
& per mare: che nel Ducato di Milano fende faro dodicimila SniT^eri: bio .
i i % che
LI B R O
che i V bimani unite tutte le for%e loro fi mone fiero per ricuperare te teYYè ,
a t»cr rifpct che fi tcneuano per Cefare : & che l'efferato fuo entraffe nel territorio di
&WfcHaCWc* E errar a, con int emione di farlo dipoi p affare nel Ducato di Milano, fé a
lo , che ai SuiTgeri cominciaffero a fuccedere le co fé felicemente ; ficr ondo che Gc-
«"uaTohjto noua affittata aUimprouifo hauefi e facilmente a far mutat ione ,ptr la uo-
trftituìfe al tonta di molti , auerfo ali Imperio de Trance fi , & perche fi foli citerebbe la
uo 'distilo Purtc BfBSpfi > procedendo fi fitto nome di far froge Oitauianc, il padre ? eì
gna , di cui ry/j j dd quale erano flati nella mede f ma dignità : che j FfOftcefi fiauentaù
camemesdi p&' lomouimentodi Genoua y.& afialtati da gli SuiTgeri ,riuocherebbouo
ce il gìo- nel Ducato di Milano tutte le genti , che haiicuano in aiuto di Cefare ,& del
plpaVcomu Duca di Ferrara : onde i Vimtiani facilmente ricupertrebbono Verona ; &
nicò Aifon ricuperatala proceder ebbono contra il Ducato di Milano : il mede fimo fa-
dòa^nfho rebbono le fue genti 5 ottenuta facilmente » come fjpcraua-, Ferrara abbondo-.
«altre caia nata da zìi aiuti de Francefi ; talmente che non potrebbe di Tenace* fi contra
me , che da . . s . . , , in j • . „ 1 „ • ■ \
lui fon rac tanti ramici ><cr da una guerra tanto repentina io jUno di Milano . Comincio
c5tat£ «ella jn m tempo mede fimo la guerra contra Ferrara , & contra Genoua , perche
con tutto che il Duca di Ferrara , contra ìlquale procedala per accelerare l'e-
b. Girolamo fecutione , come contra notorio delinquente , gli ojferijfe di dargli i fili fatti
^°negfiian " oComacehio ,& obliga) fiche noììHi fé 'ne lauorafie in futuro ylicentiati di
£? dd- V° Cortei fuoi Oratori, moffe le genti contra lui : lequali con la denuncia fola-
bio! che nò mente di un Trombetto ottennero , non le difendendo Mfonfo, a Ce rd o, & la a
Sètefifì? Time: Squali caftella appartenenti prima al Vefiouado di Bologna; erano
mata dit Pa fiate da Meffindro nel matrimonio della figliuola applicate al Due alo di
pa •• ma che perrara y data ricompcnfa a quel Vefiouado d'altre entrate . Contra Geno-
npua, & an ita andarono undici galee fiottili de* Finitiani , delle quali era Capitano Gril-
mcPcÌnnNi ^ Contar eno, & una di quelle del Tonte fice, fu lequali erano Ottauiano Fre-
coiòCCdeiru gofo, b Gieronimo Doria , & molti altri fuor ufi iti : & nel tempo mede fimo y
giia^trc^SJ per terra Marc Antonio Colonna con eento huomini d'arme >& fettecento
Marc'arX1 fonti yilquale partito fi dagli flipendij de Fiorentini, & faldato dal Tonte-
Sa°o«au?a- fice , s era fermato nel tenitorio di Lucca , fiotto nome da fare la compagnia >
no & Già- {porgendo uoced'hauere poi apafiare a Bologna. La fianca del quale, ben-
«o Fregoli. che iJaue^e ^at0 a Ciamonte qualche fioretto delle co fé di Genoua ; nondime-
e Qjtefta no non fapendo douer uenire l'armata , efkndofi afiutameììte per opera del
di Nebio , -r ferrata inon bonetto, Ciamonte fatto altra prouifione a Genoua, che
cne m trouav •* ~ n m ■> ■ ir +' ' rs 1 A'
ta vota di di di mandami pochi fanti , accoftofii Marc ^Antonio con Le jue genti in Fai ai
fenfori & Bifasm yUnmklio pretto alle mura dì Genoua , con tutto non fufie fiato ri-
pero IU OC J à> J & 1 JJ #•/•"*.• ^ // t-« e J 1
capata dalle ceuuto come il Tontefice s eraperfuafo ne in Sere?gana , ne nella Terra del- $
f^inviocc l* Specie. Et nel tempomedefimo tarmata di mare , thaueua occupato So
«igoferiue! ftri , & Chioueri , era uenuta daRapalle alla foce del fiume Entello , che cn-
t Mtl?tefa tra in mare apprejfo al porto di Genoua : nella qual Citta al primo rumore
x dell'appro-
Ncbùu
NONO. ._ iu
dtlf appropinquar fi de filmiti, era entrato in fattore del Re di f rancia con ot^
tocento bUòmini delpaefe, il figliuolo di Gianluigi dal Fiefco cjrcon numero
non minore un nipote del Cardinal del Finale : per i quali prefidij effendo con-
fermata la Città ; non uì fi fece dentro mouimento alcuno . Onde ceffata lajpe
ran%a principale de fuor uf citi , & del pontefice , & foprautnendouì Ititi ta-
nta gente di Lombardia , & della Rimerà di Tenente , & effendo entrato nel
aperto Treiunni con zfei galee groffe , paruefen%a fi-ritto , & nonfen%a perì- *ei ^Jf^ ^
colo il dimorami più ; in modo, che & l'armatati mare, ei Colonna per ter- Re Kaueua
rafi ritirarono a Rapalle , tentato nel ritorno di occupare Torto Fino, douefu |arfCone ', *S
morto Francefco Bollano ,T airone d'una galea de Vinìtìani . Tripartendo fi una nane di
dipoi tarmata per ritirar fi a Ciuità Vecchia, Marc .Antonio Colonna non con /jn0Bc" j? .* £
fidando di poter condurfifaluoper terra ,perche era f -licitato tutto ilpaefe , famtfo^uit
ardente fecondo l 'ufan%a de 'uillani centra ijol lati , quando disfzuoreuolmen ISnl'ciilS
te fi ritirano , montato fu le galee , confejfanta condili de' migliori ; rimando iTQ aaingrof
gli altri per terra alla Specie > i quali fiurono la maggior parte in quel di Gè- b^annni"
nona , divoi in quel di Lucca , & ne confini de* Fiorentini fmìinktì . Vafiò v«%« > &
queflo afiaito conpiccola laude di Grillo , & diOitauiano ; perche per timore
fi afiennero da inuefiire l'armata di Treicum : alla quale effenio fuperiori ,fi
credette che innanzi » ctientr affé nel porto Iharebbono con nantaggìo grande
affali at a . Vfcì del porto di Genoua dopo la partita loro il Tr danni con fette
galee , & quattro nani ,feguitando l'armata Vinnianaj laquale fuperiore di
galee ,era inferior di numero di nani. Toccò l'ima, & l'altra ali ifola del-
l Elba : la Vinitiana in porto Lungone ; la Francefe in porto Ferrato : & di-
poi [armata Francefe cofleggiata la nimica infimo al Monte .Argentaro; fi ri*
torno a Genoua . Erano in quefio tempo le genti del Tonte fice folto il Duca
d orbino entrate contra il Duca di Ferrara in Romagna : doue battendo pre-
fio la terra di Lugo > Bagnacàuallo , e tutto quello ,ch: il Duca teneua di qua
dai Tò ; erano a campo alla Hocca di Lugo : alla quale, mentre the fiatino con
poca diligenti a -, & poco ordine , fiprauenendo auifo che il Ditta di Ferrara
eon le genti Francefe, & concento cinquanta huomin'id 'arme de ' fuoi, & con
molti cauai Leggieri ueniua per {occorrerla; il Duca d'orbino leuatofi fubita-
mente , & lafciate in preda a nimici tre bocche dì artiglierie ; fi ritirò ad Imo
la : & .Alfonfo con quefla occafione ricuperò tutto quello , che in Romagna
gli era fiato occupato . Ma rimejffi in ordine , & ingro fiato di nuouo il cam-
po ~E:dcfi::fiìrOy ripigliò facilmente le Terre medefime, &poco dipoi pigliò la
Rocca ài Lugo , dopo hauerla battuta molti giorni : laquale ijpugnata ,fipre-
monte che uimandaffe divento lance ; il Cardinal di Tauia zaffato con le fi ~ t0i[c,r2i
r ^ n i - r 1 • » i ,i J' » • Duca Alfon
- J eretto a Calze i franco , ottenne [uh it amente d accordo quella crùta , inuìzaio (o Modena ,
b ai andanti da'* Gherardo, & Frawcfco Maria J&ngwi?gentÉJjfìomiji: Mo* & RcSSio-
v • li 3 tU .t-.fi,
LIBRO
dune fi > dì tale autorità , che nepoteuano > maf imamente Gherardo, ditone-
ad arbitrio loro : i quali fi moffcro , fecondo fi credeua , più per ambinone ,&
per cupidità dì co fé nuouc , che per altra cagione . Ver ditta Modena , il Dticat
temendo che Reggio non face fé il medefimo > ui me fé fubito gente , & eia-
monte facendo dopo il danno riceuuto quel ? che più utilmente harebbe fatto,
da principio ; ui mandò dugento lance y con tutto che già fu fife occupate per lo
mouimenio degli Suiiftert . Fra moltimef prima finita la corife derat ione tra
gli SuÌT^eri, el Ile di Francia* hauenco il Re perj lucrato nella fent ernia di
a^ Le gè* non accrescere loro le a pendoni, benché contro, il configgo di tutti ifuoì: i qua: a
pawua iL* ^ & ricordavano confiderà fé di quanta importantia fnffe il farfi nimiche
&e di Fran quelle armi , con le quali prima haueua fbauentato ciafeuno : & perciò effi
z^r;3. comin fàkuatì dati autorità , & promejfe del Tontcfce yinfligati dal Vefcouo di
ciate fin fot Siti» , dr accendendogli fopra tutto lo sdegno per le dimande negate contra il
ce x°l eia- ^e » haueuano con confenti mento grande della moltitudine in una Dieta tenu
no di so. mi ta a Lucerna , deliberato di muouerfi contra lui : il mouimento de quali ha-
vJ.no* \i ittndoprefcntito Ciamonte ; haueuapo fio guardia a pafjì uerfo Como , rimof
che ha det • fo del Lago tutte le barche , ritirato le nettouaglie a luoghi fi curi , & lenato
Jmtorc ai i ferramenti de* molini : & incerto fé gli Sui%%eri ucleffero fendere nello fa-
principio di to di Milano-, o calato il monte di San Bernardo , entrare per Val di ,Augu~
defim°o Kb". fla ne^ Ticmonte >per andar a Sauona , con intensione di moleftare le eofe di
nono, a car. Qenoua , o di condurfi di quiui-.p affato l\Apennino centra il Duca di Ferrara;
haueua indotto il Duca di Sauoia a negare loro il p affo : & per potergli impe-
dire, mandato di con fiat imentofuo a lurea cinquecento lance-.non ceffando pe
yò in queflo me%p di far e ogni opera per corrompere con doni , & con prome fi-
fe i Trincipi della nationeper diuertirgli da queflo moto: ma queflo uanamen
tefi tentaua , tanto odio haueuano y e tanto erano concitati , maffimamente
la moltitudine contra il nome del Re di Francia; talmente che riputando la
eaufia quafi propria , non o fante le difficultày e haueua il Vontefice di mandar
loro danari yperche i Fucch eri mercatanti Tede fichi ? e haueuano prima pro-
dil^n/brè meffo di pagargli ; haueuano poi ricufiato> per non offendere C animo del Re
diquetfòan de' Romani; fi moffono b al principio di Settembre flei mila di loro, faldati dal b
£« ' dic°e °iì Pontefice , tra i quali erano quattrocento caualli la metà ficoppiettieri , due
Buonaccor- mila cinquecento fiatiti con gli ficoppietti, & cinquanta con gli archibufi >fen-
%a artiglieria yfien%a prouedimcnto, o di ponti , o di naui : & uoltatifi al ca
e Et due mi mino di Belinone ;& pi 't fio il ponte della Trefia, abbandonato dafieicentofian
j* ^ *}; ti de Francefi, che ui erano alla guardia ; fi fermarono a Varefieyperaflpet-
£uonaccór. ure fecondo public auano il Veficouo di Sion^con nuoue genti . Turbaua mol-
tnjL* «ito t0 1uefia cofa t Mimo de Francefi, & per lo terrore ordinario, e haueuano de
5 oo< lance gli SuiTgeri, & piuparticolarmente perche allhora era piccolo numero di gen
iti f vint te d'arme aMilana, ejfendone diflribuita una parte alla guardia di Brefcia y
tiani aggiu- Ugnago, Paleggio , Ò* Tefichiera , trecento lance c erano andate in aiuto al e
!nV5 °°' &uca di Ferrara, cinquecento congiunte con ì efferato Tedefco contra i Vini-
tiani t
NOMO.' m
iìani .'Nondimeno Ciamonte rìjlrette le for^e fucuenne Con cinquecento Un
ce, & quattro mila fanti nel -piano di Cafiiglione dinante da Vare fé due mi-
glia yhauendo mandato nel monte di Briamra Gianiacopo da Triul^j , acciò
che non tanto^con la gente , che menò fico, che fu piccola quantità, quanto col
fauore degli h uomini del paefeft sfor%affe d impedire , che gli Sui'^eri non
faceffero quel camino : i quali fubito , che arriuarono a Farefe ; haueuano
mandato a dimandare il paffo a Ciamonte, dicendo uoler amare in firuigio
della Chic fa ; & perciò (ì dubitaua , che o per lo Ducato di Milano uolefiero
pafiare a Ferrara, per lo qual camino oltra le oppofitioni delle genti trance fé
harehhono hauuto le difficultà dipanare i fiumi del TÒ , & dell' Oglio ; o che
volgendo fi a man finifira gira/fero per le colline fitto Como, & dipoi fitto Lee
4 co,peripaffare *Adda in quei luoghi, dotte è flretto,& poco corrente ; & che a ?ercmhs
dipoi per le colline del Bergamafco , & del Ere f ciano , paffato il fiume Oglio , ld t^l e^|
feendeffero , o per lo Br e filano, o per la Ghiaradadda nel Mant Gitano ,paefe \w$ù v
largo, & doue non fi trouauano terre , o for%c, che gli poi efiero impedire: & eb^;™
in qualunque di quefti cafi era la ìntentionc di Ciamonte 9 ancor che feendef- dom p&
fero nella pianura , tanta era la riput ottone della ferocia , 6" dell ordinanza £ "|^ *^n
di quella natione , di non gli affittare : ma uniti infieme i cornili , e ì fanti , difficile a «r
& con molte artiglierie di campagna andargli cofieggiando per impedire lo- Compca {-"^
ro le ueitouaglie , & dufficultare , inquanto fipoteffe fare fenica, tentare la Tiiomafo
fortuna , ipajjì de* fiumi : & in quello meTjO hauendo bene proceduti di ca- nci ^ B #
uaìli, & di fanti i luoghi uicini a Fare fé , col rar nafeere fbeffo la notte rumo- d-Aìa n«»wi
' a • ii ;,> /■ • rn • ; ta della cit
ri nani , <zr cojtngneru a dare ali arme ; gli teneua.no infejtati tutta la notte . tà & co-
*A Fare fi doue già fi patina molto di uettouaglie fi unirono di nuouo infieme mo *
h con gli altri b quattro mila Surfer i , dopo la uenuta de* quali il quarto dì , ^ vemaa -
tutti fi moffiro ucrfo CafìigUone , & fi fiottarono alla manfiwflra per le col- ** >■ wno
line, caminaniofemprefiretti, & in ordinanza con lento p affi :e fendo in eia- freddo "e-
feuna fila ottanta, o cento di loro, & nell'ultime file tutti gli fioppiettieri, & fto «*«« ?
gli archibufieri , col qual modo procedendo fi difendemmo ualorofamente dal- „fiu .• mfu
fcjfircilo Francefi , ilqualegli andana cominuamente cofieggiando , &fca- M«*W
ramuc riandò alla fronte '> & alle fi alle : àn%i ufiiuano fieffo cento , o cento cin- tòd
quanta SuiTgeri dello fquadrone per andare a fiaramucciare , andando ,flan- ia*
do, & ritirandoli ,fin%a chenafeeffi nella loro ordinanza un minimo difir-
dine . arriuarono con qttefi' ordine il primo giorno al paffo del ponte di Fe-
dan, guardato dal Capitan Molardo gò. fanti Guafconi : donde battendolo fiat
to ritirare con gli jioppietti ; alloggiarono la noi te ad ^Appiano , diflantc ot-
to miglia da Vare fi , & Ciamonte fifemio ad^Affaron , uilla groffa uerfi il
Monte diBrian%a , lontana fei miglia doppiano . /'/ dì figliente fi diriga-
romper le colline al camino di Canta > cofleggiandoglipure Ciamonte con da-
gento lance , perche per rafpreTga de* luoghi, £ artiglierie > & alla guardia
di quelle, i fanti erario reftatipiu al bafio : & nondimeno a me%o il cami-
no , oper le molcflie , come fi glori aua Ciamonte , battute il giorno da Fr ari-
li 4 cefi,
cenigo
iei *xd*
L I .B K O
a Tmowta i! C€fi> ° PCYC^e tale fu [fé flato ildifegtio loro , lafciato il cambiò dì Car.tu noi-
v< fi -ouo di tatofipiu allafmiflra ,fi andarono per luoghi alti ritirando u rfo Como ■ in un
«a ritirata borgo della quale città > & nelle tulle uicine alloggiarono quella notte : dal bor
de gli suiz- go di Conio fecero T altro alloggiamento al Chiapo , tre mìgli a più innanzi ,
iè iora0 1 trJI tenendo fofpefi i Francefi «fcper la ualle dà Lugarafe ne ritorner abbono a Be-
«rn«mo,4ì litigone , o fé pure fi condurr ebbono fu l'^Adda:doue benché non haueffero
fa*ma, chYT ponte > era opinione di molti > che fi sfor%er ebbono f affare tutti il fumé in un
fi hauuti dai temfo mede fimo fopra i foderi di legname : ma leuata ly altro giorno quefla da
mila ludi] bit at ione , fé n andarono ad alloggiare al ponte a Tre fa , & da quiuifparfi alle
«accorda/Te e afe loro , a ridotti già in ultima cflremità di pane 3 & con carefiia grandi [fi- a
™e fjj f?_ ma di danari: laquale fubito ritirata fi credette procedeffe per la carefiia di da
gìugne, che nari y per la difficultà del f affare i fumi , & molto più per la neceffità delle
hanno* riSe tiettouaglie : co fi fi liberarono per allhora i Francefi da quel pericolo , nonfti-
nuta l'ordì- mato poco da loro > ancora che il He b magnificando fopra la uerità le cofefuey b
ca'ndie b" t afferraci ffe fare ambiguo , fé fu ffe flato utile alle cofe il lafciargli paffare , &
tsgiie ; coli che cofa face ffe piti debole il 'Pontefice , o effer fen^arme > o battere arme,che
ni in.quà h5 Colende fi ero , come offender abbono gli Suir^eri , i quali egli con tante for-
no perduro ^ y & Con tanti danari haueua hauiito infinite difficultà a maneggiare : ma
tica, il mo- maggiore farebbe fiato il pericolo da' Francefi ,fe in un tempo mede fimo fuf-
cenigo mo- feYQ coticorfe contra loro V offe fé difegnate dal Pontefice : ma come fu prima,
ca^'ftia* dT l afìalto di Cenoua , che il mouimento degli Suìigeri ; cefi tardò a far fi in-
vettouagiie nan^ pu che non era difegnato il efferato de viniiÌA ni, ancor chaueffe hauti
aih patria : to molto opportuna occafione : perche e ffendo molto diminuii e le genti de' Te-
ma ben di- dc?/t-7;i , c}jC alla partita cu Ciamonte erano reflate in Vicentino , con lenvcdl
ce. che uà- J .- . £ 1,1 » -. r r rr • *-, •
falcarono erano i fanti Spagnuoli , & le cinquecento lance Francefi ; l efferato Vmiua-
f a R»a di no ufcita & Ta.:oua , ricupero ferina fatica ifn - Monjclìce > Montagnana x
" MGrofiica,& Baf ciano: & fatte fi innanzi* ritirandofi continuamente l
b Della r ti Tede {chi alla uolta ài Verona , entrò in Vicenza abbandonata da loro: & co fi
rata de pi ]mueudo ricuperato y da Lignago in fuora > tutto quello , che con tanta fpefa ,
c"fa^ rare e > tran avito de 'Francefi , baueuano perduto in tutta la 'fiate ; u trinerò a San
che il Moce Martino lungi cinque miglia aa Verena , nella qual dita fi ritirarono i nimi-
lode a' eia ci : la ritirata de' quali non fu fen%a pencolo , fé ( come affermano i Vini-
r#&a fof mici Lifciate nel? alloggiamento molte uettonaglie ; s indirizzarono alla uol-
fero forcati t ^ yerona , feqniia.«io<jli tutto £ efferato Veneto, & infflanr.cgli con-
ne: & para- tinuaniente t caualli leggieri ; &■ nondimeno fofìentan:,o 1 Francefi -, maj-
fauodTc?a° fi'^M^r.te con l artiglierie ualorof amente il ritroguardo , f affato poi il
mote s ciid , . ...
di Fabio Aiatàmcr contra Ann-baie ; & di Mattino da Faenza Capitan de Vinmani, contra Tippo Spano
Fiorentino Capuano de! Re a' vngher a.
e II B-n,bo aitine uel lib. 10. 6c ai pmuipio del feguente, tolTa Lucio Malu;zzidi negligenza Oc di paura;
jpa il ^iocc>niponelllb.3 d ie. che ilcoiili^lio di Lucio fu , chef», ile da guardarfi per cercar me&lio di no»
feidct l'ac^uiìtatg1 • 3t ch'era aliai a coli grande ina^X6:a tutti fatto fuggire iI^aì.iUco .
. . N O N O. \ iH aCb!,maa
a fiume a ^frpano fi con ìnfero feriva danno a Villa NUòua aHowiando ì Fini qft» fiume
i ..vai propinqui a me%o miglio, e l giorno Jeguente nonglijegmtandojollecita racnte nog«
mente i V initiani,perche allcggaiiano tifanti nonpoter pareggiare la prefle1^ g* * .§iflu°!
%a de* c.iuallh fi ritirarono fatui in Verona, Da S. Martino poi che ui furono ^Ti^one „
fiati alquanti giorni , accoflatifi a Verona nonfenxa biafimo , che il differire MaÌl^a^"!
fu fife fiato inutile; -ominciarono a battere con l artiglierie piantate fu l monte nigo, da cui
oppo fitto il Caflello di 5\ V elice, & la muraglia uicina,eletto forfè quel luogo , PJr ^uafIe»
perche nifi può diffìcilmente riparare ■,& perche non uifipofiono, fé non mol Cofe di que^
to incommoi amente, adoperare i cavalli erano neltef eretto Veneto ottocen- {*a nifto«*
, . . „ i1 .,..,.- r- > * r- "ano1 tolte
to bitumini a arme,tremita canai leggieri,la maggior parte $tradtotti,& die r0 chiama
ci -mila fanti oltra quantità grandi f/ima di uillani: & in Verona: erano trecen £. j£a ^ 'ep£
to lance Spagnuokycento tra Tede fiche -, & Italiane, più di quattrocento lance te* trans a*
Fr ance fi ,cinquevento fanti pagati dal Re, & quattromila Tedeficbi, nonpiu J^™d ^~i
fiotto il Vrìncipe d'\Anault- morto non molti giorni auanti: il popolo Veronefie lam »ou ? m
di mala dijpofitione contra i Tedefichi,haueua tarmi in mano, cofia nellaqua- ^"^ p£
le ballettano ffi erato molto i Vinitiani la caualleria leggera de quali nel tem con fame a
pò mede fimo pafiìando radice a guazzo fiotto Verona . ficorreua per tutto il Jj"a ]o^\l0
paefic. Battcua con grande impeto la muraglia l artiglieria de Vimtianì, an~ auttore.
e ora che l'artiglieria piantata dentro da Francefila & coperta co fimi ripari, b in una co
facete a enei di fuora-.chenon erano riparati vrauiflimo danòrdàun colpo del !5,a dlceul1
i r V ni i u ■ r ■ • i , > ■ Bemboiche
laquale ejjenu o fiate lenite le ° natiche a Lattando da Bergamo , uno de più fu ferito Lat
filmati Colonnelli de fimi Vinitiani;?norì fra pochi zie mi. Finalmente hané- tat,° da BeT
j r -ir n v ■ i- ■ r _/ • gamo: ma il
do fatto 7/zarauigliojoprogrejyj l artiglieria ai fuor a , & romnatauna gran Mocenigo 3
parte delmuro infino al principio della fiearpa, & b xttute tutte le canonierie, J^Jm*
m modo che H artiglierie di dentro nonpvteuano più fare effetto alcuno, no fila uè nelle n*
uano i Tede fichi fien^a timore di perdere ilCafieilo ancor che ben riparatoci uchc *
la perdita delquale perche nenfiuffe congiunta la perdita della Città, difiegna £ l! Mocc^
nano in cafio di neceffh a ritirar fi a certi ripari , i quali haueuano fatti in luo- ce, <- he i n i-
go propinquo per battere fiulito co' loro cannoni ; i quali già u haueuano tutti Jf^èJ"^^
piantatila facciata di dentro del Caftello ,Jperando aprirla in modo , che ini tigiierie vi-
mici no poteffèro fcrmaruìfi: ma era molto Superiore la, uirtu delle ventwtie *vt,aRe> m*
. r J J r ,,- n . . . : r r • r Si che poteua-
rano in V ewaaip enne ned cjiercito Vimiianonon erano altri fanti, che Ita- no inchio-
liani, &- quei pagi :i peri ordinario ogni quaranta dì <ftauanoaqnelfiertiitio cuoio- noli
piuper trottare in altri luoghi piccola conditione,che per altre cagioni:' concio ui accorre-
fiia che la fanteria Italiana non affueta alt ordinante Oltramontane, neftabi- Uo^me^o
le m campagna fi: fi e aUhoracuaftfiempre rifiutata da coloro, e haueuano fa- ìcriue , che
cuba difieruivfi di fanti fiorefi.eri ma [firn amente 'di fanti SuÌTgeri, Tedefchi, «ÌanoC,°quS
C^ Spzgnuoli : però èfiikdb con maggior uirtu fofientata la difiefia , che fatta do citoiov-
/> ce r ' r • ■ i *v ì *^ i> ■ r • • -ir r- • dito il Erido
offeja .iifati un i notte ad ajj altare l artiglieria circa milleottocento fanti di quei, \ he
con alcuni canali de Francefila meffl in fuga facilmente i fanti che u erano fuggivano ,.
e alla guardia ne c chiouarono due pe7gi,s forcando fi di condurli dentro: & e fi Co"n Vo chi*
fendo già lenata il rumore per tutto il campoyfioccorfie con molti fanti il Zito- de* .ruoiriw
io ;-*-'
L I B R O
4 vaHc Pai to aa TewigìaMqual combattendo tialorofamente finì la ulta co motta gloria:
ma'^Moce rrktf0Pra&usnc'ld° Dionigi di K{aldo>& la maggior parte dell 'efferato >, furo
nigo ed te r- no coflretti quei di dentro lafciata V artiglieria a ritirar fi : ma con laude non
WCuoiUa« " P^CC0^JiVisn^° da principio rotti ifantitche lagitardanano^amma^^ato par
ohe dicono te di quc!li> che primi uemiero alfoccorfo , e tragli altri il Zitolo , Colonnello
!• oWt** molto filmato di finti, & ultimamente ritiratift fallii quaft tutti, Finalmen-
na': e il tea- te ì Capitani Vinitiani muditi da queflo accidente , nèfcntcndofarft per lo pò
rììiltor ddei P°^° mou^nento alcuno y giudicando anco non filo inutile > mapericolofo il fo-
Bembo die? prò/lami, perche l'alloggiamento era malficuro, effendo alloggiati i fanti fui
JaatcSaT^ monte, e i cornili nella ualle affai lontani da? fanti -/deliberarono di ritirar fi al-
: „ _ e Vallo <z? lamento vecchio di S. Martino : laqual deliberatane fece accele rare il
b Coterma >^. r rr t \ • • i- • • r> •/ • t »■
qn«iti uoce preje/itirjhche Ciamonte,ejjenao giapartitigli Sui^xeri , inlefo il pericolo di
fc ft^i n Q~ - ^LJrona ueniua a foccorrerlamel leuarfi il campo , entrarono i Saccomanni di
ft* y&oùa, Verona > accompagnati da groffafeorta > nella a Valle Vollimte , contigua al a
rfraomol monte di $ Felice : ma efiendo uenuti al foccorfo molti canai leggieri de Vi-
i i , che ìi nitianhi quali prefero la bocca della Valle , furono tutti quellhcti erano ufeiti
ao 'fifiuic di Verona ò amma%^athò fatti prigioni. Da San Martino per la fama della
uno deii'hi uenuia di Ciamonte, l'efiercito Finiti ano fi ritirò a S.Bonifacio: nelqual tem
4. rea^Moce- P° lc %enfi* eli erano alla guardia di Treuigi > prefero per accordo la terra di b y
nigo lenita ^Affilio, propinqua al fiume Mufone, dou erano ottocento fanti Tedefchiy &
Sio'-henno P°i & Rocca, Et nel Friuli fiprocedeua con le medefime uariationi, & con le
minando e- crudeltà confliete,non più guerreggiando co nimici;ma attendendoft ad ogni
ferra AxiHó p&rte alla deflmttione ultima de gli edificar & delpaefe > i quali mali confu-
311 od fi min mmano medefimtmente l'ifiria • Succedette in queflo tempo per modo mot
fanem* ftu" to notabile la liberatione dalle carcere del Marche fé di Mantoua > trattata
Bìam, l'aui fai Tontefice^ mofio datfaffettione> che prima gli haueua ,& da fegno du-
dotta sépU- fir l opera pia , & feruirfi delle commodità del fio flato nella guerra contra
temete ma t[ ^e fò f /ancia y & fi credette per tutta Italia egli efferc flato cagione della
1 Sona a- fua libera tione. "Nondimeno io intefi già da auttore degno di fede , & per
foioi n per- muno delquale paffaiui allhora tutto il goucrno dello flato di Mantoua , effere
%'Vnkdùì fletta molto diuerfa la cagione: perche dubitando fi com era la ueritàyche 1 Vi-
tor d'effr , njtiani psr l'odioyche ?U haueumofo per lofo(bettto non fufìero inclinati a te-
come pcìic r « , k n 1 p . / t ;••»••
nò /è 4ac nerlo perpetuamente incarcerato, & e(sendoji m nano tentalo molti rimedi] ;
fta .tetta t%: fu determinato nel con folio di Mantoua di c ricorrere a Bai fetTrincipe de'
feline M9- Turchi >l amiatia delquale il Marchete col -mandar gli jpcllimefji, CT nari]
foue cone prefentl haiìsua molti anni intrattenuta: ilquale intela la fua ca[amità>chia-
pretto Aio l ■' . • , , . . .*■ :, » _ , .
io dei TriHi mato a (e U Bado de mercatanti Vvaitiam chenegociauam in 'Pera; Lo rieer
gi a no. ^ gii promette ffe , che il Marche fé farebbe liberato : e ricufando il Bailo di
e Non no- promettere quello > che non era inpoteflàfua , & offerendo ferkierne a Vme-
n' altro rut tl&*
tore di que-Tli^'ho seduto quefta opinione, che il Marchefe di Mantoua folTe liberato a inilantia del Tutto:
ma gl'hiftorici Vinitiani,ii viiouionegli £logi,l'Equicola nelle Croniche di Mantoua, oc altri dicono,chc
a ìniUnùa di Papa Giulio folTe liberato, oc fu la ùa liberatione lècondo l'Equicola a 14. di Luglio 15 to.
-V_-
N O N O. 254
tifóne non dubhaurff^^ al defiderìofiio , Bat-
fet replicandogli fuperb amente efiere lafua uolontà, ch'egli affolutamente U
promette ffe;fnnecefiitato a prometterlo : iUhe lignificato dal BailoaVine-
tia, il Senato con fider andò non efier tempo ad irritare Trincipe tanto poten-
te,determi?:ò di liherarloimaper occultare il [ito dishonore,& riportare qual
che fratto della pia liherationc ; p/eflò orecchi al de fiderò del Tcntcfi.ee-, per
me%o delegale e fi endo , benché occultamente conchiufo , che per affi air are ì
Vinitiani che il Marche fé non fi molerebbe loro contro , il figliuolo primoge-
n'ito fufie cuflodito in ?nano del Tontefice . il Marchefe condotto a Bologna,
poi che quiui hebbe confegnato il figliuolo a gli agenti del Tontefice , liberato
fé ti andò a Mantoua, feuj anelo fi apprefio a C efare, & al He di Tranciale per
la neceffità di riordinare lo fiato fino, non andana né loro efier citi a fornirgli,
come feudatario dell'uno , & faldato dell'altro .-perche dal Re di Francia gli
era fiata fempre conferuata la folita condotta, & proni fione: ma neramente
hauendo nell'animo diftar neutrale , Le cofe tentate infelicemente non ha-
ueuano diminuito in parte alcuna le fperanyg del Tontefice : ilqualepromet-
tendofipiu che mai la mutatione dello fiato di Genoua; delibero di nuouo daf
faltarla.però hauendo i Vinitiani, i quali più per neceffità feguitauano , che
approuauano quefìi impetuofi mouimenti , accrefeinta l'armata laro ch'era a
Ciuità Vecchia,con quattro nani grojfe, perfuadendcfhche il nomefuo indu-
ce ffe più facilmente i Genonefi a ribellar fi, aggiuntavi una fua galeazza con
alcuni altri legni,benedifie publicamente con le folennità Tonte ficai 1 la fua
bandieray marauigliandofi ciafeuno, che horache feoperti i penfieri fuoi era,*
no in Genoua molti faldati, & nel porto potente armata egli grafie ottene*
re quello, che no haueua ottenuto quado il porto era difarmato,& nella Città
pochiffima guardiane fi haueua foretto alcuno diluì alt armate marittime*
lequali feguitauano i mede fimi fuor'ufciti , & di più il Vefcouo dì Genoua ,
figliuolo di Obietto dal Fiefco,fidoueuano congiugnere for%e terrefiri : per-
che Federigo <Arciuefcouo di Salerno fratello di Ottauiano Frego fa foldaua
to' danari del Tontefice nelle Terre della Lunigjuna , caualli , & fanti , & ,,
Giouanni da Sajfatello, & Rinieri della Safi \ètta, fuoi condottieri, haueua- Francefe,di
no hauuto commandamento di fermarfi con le compagnie loro al Bagno del- 'f.^^
la Torretta ,per potere quando fufie dibifogno accoftarfi a Genoua : ma in ti cinque tra
quella^ Città erano fiate fatte per Verrà , & per mare potenti prouifioni , & & Uga?« 5&
per ciò alla fama dell' approffimdr fi dell'armata de* rumici > nellaqnale erano la contraria
quindici galee fattili .tre galee grofie.unagalea^a^etr e nauiBi fcaine l'ar- galeqeui.ndici
amata Fr ance fa ufeita con a uentidue galee fattili del porto di Genoua; fi fer-
mò a porto Venere , facendole ficurtà la diuerfità de legni , perche infe- |> p« ^
riore d nimici uniti infieme ; ma fuperiore , ò almeno pari di for%eoile ga- horeldke it
lee,poteua fempre con laprefteiga del difioftarfi faluarfì dalle nauu Meo- Jj^^*
fiaronfi l'armate l'una aWaltrafopra porto Venere quanto patina il tiro del- 1 e palle del
f> l'artiglierie, & poi che b alquanto f$ furono battute , tarmata del Tontefice ^aigUcric.
andò
L I B ;R O
ondo a Stflri di Lcuatite,donde fi pr e fintò innanzi al pòrto di Genova, entra,
do in fino nel porto con un Brigantino Gwuanni Frego fo : ma e [fendo la terra
guardata in modo, che chi era dà contrario animo non poteua fare folleuatìo *
ne, & tirando gagliardamente all'armatala Torre di Codi fa , fu ne e e flit at a
partir fi. .Andò dipoi a porto Venere \ e •battendolo per parecchie bore combat-
tuto ferina frutto, disperati delfucceffo di tutta l imprefa; ritornarono a Civi-
ta Vecchiaxnde partita tarmata Vinitiana di confentxmento del Tontefice*
per ritornar fine né firn mari ; fu afi aitata nel Faro di Me fina da graidffima
tempefia : andarono a trauerfo cinque galee , l'altre feorfero iter fi la cofta di
Barbi ria, ridneerdefi alia f ne molto tonquafiatene porti de Vinhianu 7\(o
ton.orfiro in quefto affatto le for%e di legnate per terra , perche Ingenti che fi
foldauano in Lunigiana giudicando per la fama delle prómfioni fai te daxFran
cefi perirolofo r entrare nella riuiera di Leuante;nonfi me [[fero; & quelle che
erano al Bagno della Torretta fiufandofi, che i Fiorentini haut fero dinegato
loro ilpjGoì?wn fi fecero pin innaìi^i : ma entrati nella montagna di Modo-
ria, che ancora oh ediua al Duca di Ferrara , -affiliarono la terra di F asiano :
laquale benché nei \principiononottencfiero,nond,inwno alla fine tutta la mo-
tagna,nonfp orando efiere foccor fa dal Duca fi arrendè loro . Così non era in-
fino a quefio dì riufeita al Tontefice co fa alcuna tentata centra il Re di Fr an-
cia-cerche nelle cofe di Genetta haueuano fatto, come e glifi era promeffo cer
tiffimxmente, mutatione; ne i V'mitiani > tentata in nano Verona fioravano
fin di fare progrefio da quella parte; ne gli Sui%^eri , hauendopiu prefio mo-
fratesche moffe V arme, erano p affati innanzi: né Ferrara aiutata proni amen
teda i Fr ance fi: & fipr attenendo laflagione del uerno fi giudicava chefufse .
- , in alcuno pericolo : folameute vii era fucceduto furtiuamente a l'acqtiiflo di a
t Coi mezo - i •' /.._/ i • i r •
di Gheur- Modena, premio non degno di tanti moti; & nondimeno al Tontefice ingan-
Ào , ( come na+Q ja iants Paranze , pareua, che intcruenifìe quello , che di *Anteo hanno
ha detto di «- ,. r- ri * r t, ■ i > n • ) 1 j
fopra) & di lajctatogli finitori] ah ulo fi alla memoria de pojteri.che quante itolte doma-
gio. Mana t ^j, r fó j_jcr:oie toccaua la terra , tanto fi dimofiraua in lui mavvior
Ragoni-.be- . J., ^ , r „ r \ 7 r 1 - 1 •
che q^efi'- mgore: ilmtdefimo operauano l auerjna nel Tontefice, che quado pareua più
gìouìo nò depre fio,& più conculcato ri furgeua con L'animo più confiante, & piuperti-
àiìoffiiaato nace , promcitenàcfii del futuro più che mai , non hauendo perciò quafi altri
fondamenti, che fi mede fimo , & ilprefupporfi (come diceva publicament e)
che per non efiere hrnprefi fine niofieda int er e ffip articolar iyma da. mero, et
unico defiderio della L berta a Italia > baue fiero per l'aiuto di Dio ad battere
proserò fine; imperò dìcgllficgltaio diuadorofi, & fedeli arme, non haucua
altri amici certi, che i ViìdneJii che correi: uino per necefiìtà la mede fima fior- .
tuna: de' quali, per e fiere efaufti di danari, & ofprefjì da afiai diffidata, &
angufiia, non poteua Jperare molto, & dal Re Cai olito riceueuapiu lofio oc-
culti configli > che pale fi aiuti: perche fecondo lafiutia fu a sintrattencua da
altra pan e con Mafi imitano , & col Re di Francia, facendo a luiuaricpro-
mefie,ma fij^eje da molte conditioni > & ddaiioni: la diligentia > &fai u te
u 'ate
mani
N o n o; tin
tifate con Ce far e per alienarlo dalt amicitia del Redi Francia , & indurlo a
concordia co Vinitiani , appannano del continuo più inutili : perche Cefare
quando l "efferato del Pontefice fimoffe contr a il Duca di Ferrara; ùhaueua
mandato un'araldo a proteflarej che non lo moleftaffero; & e fiendo andato'
a in nome del Pontefice 2 Goftantino di Macedonia per trattare tra fei} e ì Vi- à Goft^a •
nìtianhhaueua ricufato udirlo: & dimoflrando di nolere unir fi man'wmm- no ,c.?m,'ia1
te col Ile di Franila ; ordinaria di mandargli per conuenire feco della fommà trevòlid'no
delle co fé il Vefcouo Gurgenfe. 'He gli Elettori dell Imperiofoenche inclina- p0"^10^
ti al nome del Tontefi:ey <& alla diuotione della Sedia ^pofiolica, alieni dal- B^rnbo: ma
lo [pendere l} & miti co penfieri lorofolo alle cofè di Germania , erano di mo- j^jjJJiflJ
mento in qutjìi tramagli : p^vpìti pareua poteffe (pera-re del Re cChigìyikcr go io chu-
ra> benché giouane > & defidevofo di cofenuoue , & che fueuaprofejjione di ™n0G° rJ*
amare la gronderà delia Cbiefa,, & e haueua non fetida inclinatwne etani - mo ■ Hq^ie
mo udite le fyè ambafeiate: perche e fendo feparato da Italia per tanto fpa- du2l Par^0 ^
tio di terra }& di mare;non poteuafolo deprimere il Re di Francia > olirà che Re de' Ro,-
haueua ratificato la pace fatta con lui t& per una folcane ^Ambctfieria, che
a quefto effetto gli mandò y ice unta la fua ratificatione. Ciafcuno certamente,
haueniosì deboli fondamenti, e tanti oftacoli harebbe rimefìoF animo ^hauen
do maffimament e f acuità di ottenere la pace dal Re di Francia,con quelle con
ditioni, che uincitore appena hareb be douuto defiderare maggiori. Ver eh e il
Reconfentiua di abbandonare la protettone del Duca di Ferrara , fé non di-
rettamente per honor fuo, almeno indirettamente rimettendola di giuflitia ,
ma in giudici chaueffero pronunciato fecondo la uolontà delVonteficet ilqua
le come fu certo dipotere ottenere quefto, aggiunfe uolere,che oltra quefto la-
feiafìe libera Genova* procedendo in quefle co fé con una pertinacia, che nin-
no,etiandio de fuoi più inirinfechi,ardiua di parlargli in contrario :an%i ten-
tato per ordine del Re dall'Oratore de* Fiorentini, fi alterò marauigliofamen-
te:& effendo uenuto a lui per altre faccende un huomo del Buca di Sauoia,et
offerendo che il fuo 'Principe, quando gli piace ft e , s'intrometterebbe in qual-
che pratica dì pace proruppe in tanta indignatione, che efclamando eh* erafia,
to mandato per Jbia>nonpernegociatore;lo fece fopra quefto incarcerare & ef
faminare con tormenti:& finalmente diuentando ogni dì più feroce nelle dif-
fiadtà, & non conofeendo ne impedimenti , né pericoli, rifoluto di fare ogni
fi
fua prefentia , & dar maggiore autorità alle co fé > & accrefeere la caldea
7g de Capitani inferiore alt impeto fuo > a fermando che ad effugnare
Ferrara gli baftauano le for^e fue3& de Vinitiani , i quali temendo , eh?
alla fine dijperato di buon facce fio non fi concordale col Re di Francia, fi
sfor^auano di pervadergli il mede fimo. DalTahraparte il Re di Francia già
certo penante ejperientie dettammo delTontefice contra fé > & conofeen-
do efkr necefjario procedere * che mn gli fopraueniftero allo flato fuo nuota
I I B R O
• ! Fiìncìpi pericoli deliberò difendere il Duca di Ferrara, ftabilir e quanto poteua la con
quali do3ha- Ìmnt^onc con Ce fare, & col confentimento fuo perfeguitare con L'arme giri-
no co* pon tuali il Tontefice,& fomentando le cofe infinalla Trimauera,paffare allhora
«h?aC- nóh'ì in ^ta^a per finalmente con potenti fjìmo efferato per procedere ò contra i Vi
no alcuna nitiani,b contra il Tontefice, fecondo lo (lato delle cofe . Ver ciò proponendo et
poflen te " C efare nonfolo di muouerfi altrimenti , che per lo pafiato contra i Vinitiani ,
con laquaie ma ancora di aiutarlo fecondo fi fapeua efiere fuo antico defiderio,ad occupar
fpauen tarli! Roma* & tutto lo flato della Chiefa, come appartenente di ragione altlmpe*
che con in- yì0, & fìmilmente tutta Italia dal Ducato di Milano Genoua, lo flato de Fio
i /concilio: rentini,& del Duca di Ferrara infuora;lo Muffe facilmente nella fuafenten
di che abbó tia> & Jpecialmente che fi chiamaffe con l'autorità d'ambedue, & della natio
pi neii'hift. ne Germanica,& Francefe * ad un Concilio uniuerfale, non efiendofen%afl>e €
così di fo- ran%a che per non battere ardire di difeoflarfì dalla uolontàfua , & di Ce fa*
«ani imer Ye .concorrerebbe al mede fimo il Re d'^€ragona,& la natione Spagnuola: al*
À*ltcrYò' ^aclHa^ cofafi aggiugneua un altro grandiffimo fondamento, che molti Cardi*
l '% filano' nali Italiani, & Oltramontani d'animo ambitiofo, & inquieto, prometteuano
*T,Udaii,Cin di farfene feopertamente auttori . Ter ordinare quefle cefe ajpettaua il Re co
teidetto. fommo defiderio la uenuta del Vefcouo Gurgenfe , deflinato a feda C efare :
ma in queflo me%o per dar principio ali inflitutione del Concilio , & leuare di
cino^cr co prefente alTontefice l'ubidientia del fuo Reame;haueua fatto conuocare tut
ftante opi- ti i Tr elati di Francia , che a me%o Settembre conueniffero nella Città dQr~
ni°chc i Re llens • Quefle erano le deliberationi, e i preparamenti del Re di Francia, non
di Francia approuati in tutto dal fuo configlio , & dalla fua Corte : i quali confiderando
teUfi"noUftà quanto poffa efiere inutile il darejpatio di tempo al nimico ; lo flimolauano a
% ^chtf non differìre il rnuouer dell'armi final tempo nuouo : il conftglio de' quali fé
catoiicaju fufft flato feguitato ', fimetteua fubito il Tontefice in tante moleflie,& fi per*
te habbV^ turbauano di maniera le cofe fue,che non gli farebbe flato facile, come poifitt
lice fine al- concitare tanti Trincipi contra lui. Ma il Reperfeuerò in altra fententia,o do
^fe^odo m^mt0 dalt aitar itia.b raffrenato da timore, che facendo da fé folo guerra al
aico Ario- Tontefice , non fi rifentiffero gli altri Trincipi , ò hauendolo forfè in horror e
fo° UC) Cdcl Per efier cofa contrar^a al cognome del Chriflianiffimo,& allaprofeffione di b *
iuo Fui ìoio difendere la Chiefa, chefempre ne tempi antichi haucuano fatta ifuoi prede*
k hiftorie ceJfor^ Entrò ^ Tontefice in Bologna alla fine di Settembre dijpoflo ad affai*
che i Re di tare con tutte le for%efue, & de' Vinitiani, Ferrara per terra, & per acqua •
te uokeTon ~ì&9 * Vinitiani ricercatine da lui , mandarono due armate contra Ferrara :
teen uti in i- lequali entrate nel Tò,l'una per le Fornaci , l'altra per lo porto di Tnmaro ,
f Indirti-, ti flettano nel F errar efe grauiffimi danni > non mancando nel tempo mede fimo
te ne lon le genti del Tontefice di correre- & predare per tutto il paejhma non s acco*
citon : ma flando a Ferrara jiellaquale Città oltra le genti del Duca, erano dugento cin-
^uando ha- quanta lande Franccfhperche fé bene vii Ecclefiaflici fufiero parati per otto-
no uoluto l , . ,, J £ . ■' .P . ..,,. Ji rr ■ r :■
conquiftar- cento huomini ci arme, Seicento cauai leggieri , &jei mila fanti ; nondimeno
la; n'hanri
portato poco guadagno, & infinito danno: Che non lice % Che i! Giglio in quel terreno kabbia radice.
V£di quanto ho nota ty iojj>xa il Libro primo <i. quella fciftoria a cai. 9. toc. 2.
NO M O. ijtf
a olita, l* e fiere la maggiore parte gente collettitia, il numero(comc a i 'Pontefici
communemente fono malferuìti nelle cofe della guerra) era molto minore: &
fi aggiugneua,che hauendo Ciamonte dopo la perdita di Modena mandate tra
Reggio, & Rubiera dugento cinquanta lance, & due mila fanti, era per com-
mandamento del Tontefice andato dall efferato alla guardia di Modena Mar
e , Antonio Colonna, & Giouanni Vitelli con dugento buomini d'arme, & tre
cento finti. Vero il Tontefice ficeua infamia , che dall efiercito Vinitiano,
ilquale, ejfendo molto diminuite a Verona &per tutto, le foryg di Ce fare, ha
ueua fen%a difficultà ricuperato quafi tutto il Friuli , ne pafiafie una parte
nel Ferrare fe,doue di nuouo haueua ricuperato il Tolefine di Kouigo, abban-
donato per le moleflie che il Duca haueua intorno a Ferrara . Ajpettaua fi-
milmente il Tontefice trecento lance Spagnuole, lequali dimadate da lui per
r oh Ugo della inueflitura; gli erano mandate dal Re di ^Aragona, fitto Fabri- fopra nei lì.
6. ha detto,
che i mini-
ftri del Re
di Fràcia rii
bauano le
paghe , e i
denari da
ftipédiare i
foldati: on-
de ne nac-
que la rotta
al Gariglia-
a Non fo?»
i Pontefici
fono coma
ncmètemsl
fèruiti nelle
cofe della
guerra ; ma
anchora gli
altri Princi
pi : & p ciò
tutto il gioc
no fi ueggo
no per que-
llo rifletto
ruinatii Re
gni, & per-
duti gli ita-
tio Colonna;difegnando che unite quefle co l 'efiercito fuo,afi alt afiero da una
parte F errar a,& dall'altra l'affaliaffero le genti de Vinitiani , per fuadendo fi
che il popolo di F errar a,fubito che IH efiercito saccoflaffe alle mura, pigliereb
bel' armi contra il Duca,con tuttoché i Capitani fuoi li dimoflr afferò ilprefi-
dio,che ti era dentro e\fer tale, che facilmente poteua difendere la Città coirà,
i rimici , & contenere il popolo, quando bene haueffe inclinatione di tumul-
tuare : perciò con incredibile follecitudine foldaua in molti luoghi quantità
grande di fanti . Ma tardauano a uenire più che non harebbe uoluto le genti
b de Vinitiani: perche hauendo condotto per lo TÒ in Mantouano b molte bar- J}.0,8^ per
che pergittare il ponte ,il Duca di Ferrara con le genti Fr ance fé affaltatele al gno di Na-
Vimprouifo le tolte loro.Trefe anco in certi Canali del Toleftne molte barche* P°n- 90S1 ll
, r. . / . . i , J . ... < * i m , Giorno tie-
& altri legni injieme col Troueditor V minano, ls[elqual tempo ejfendo uè- ne, che auc
tinto a luce un trattatole i Vinitiani haueuano in Brefcia per farla ribellare
di Re di Francia uifu decapitato il Conte Giouan Maria da Martinengo. Ma
molto più tardauano a uenire le lance Spagnuole, lequali condotte in fu i con-
fini del Regno di T^apoli -.ricufanano per commandamento del Re loro,dipaf-
ifare il fiume del Tronto, cfe prima non fi confegnaua alt ^Ambafciatore fuo la
bolla dell inueflitura conceduiadaquale il Tontefice , filettando che riceuu-
ta la bolla le genti promefie non uenifiero, faceua difficultà di concedere , fé
prima non giugneuano a Bologna: & nondimeno né per le ragioni allegate da deì Velerie
Capitani , né per quefle difficultà diminuiua della §eran%a d ottenere con le &c°c fida :
fue genti file Ferrara , attendendo con marauigliofi uigore a tutte l'efpeditio
ni dellaguerra, non oflante che glifufie foprauenuta nell'iftefio tempo grane
infermità: laquale reggendo fi contra il configlio de medici, non meno, che l'ai
tre cofe dijprc^aua3promettendofi la uittoria di quella , come della guerra :
perche
fùron prere, & altre da' Vinitiani arfè , perche non ueniiTero in mano de' nimici.
e Hanno opinione alcuni , che il domandar la bolla dell'in ufftuura del Regno di Napoli , che faceuano lt
genti del Re Catolico foffe per trattenerti per non andare a feruitio del Pontefice contra Francia: peteio-
che quando il Re fi collegò co'l Papa, dicono chemai non s'intefe, ch'ei lì foffe collegato copti* f xancàt
ii che £ vide l'effìtto a elle cofe & Géaoua:& boia face càc k» 4imollriir?io meglio.
niffe al Re
Francefco
(òtto Pauia*
Onde J'A-
riofto nel
Canto 3J.
differii lui:
Così q col-
pa de' mini
{tri auari,
Et per bota
b Di quelle
barche eoa
tra il Duca
AI fon lo, di-
ce il Bébo,
che alcune
dal Duca ne
t ! B R O
MatJo E- p#r ta afermdM effere uolontà diurna, che per opera fud Italia fi riduceffe in
«juicoia di- libertà. Vrocurb fimìlmente che il March e fé di Mantoua* ilquale chiamato a
Tato^ Mar Bolognayda lui a era flato honorato del titolo di Confaloniere della Chic fa , fi a
ohefe Fracc conduceffe con titolo di Capitan Generale a gfifiipendij de* Vinitianu partici
«a° giifnre a Pan^° % Pontefice in quefta conlottacon cento huomini d'arme, & con mille
luì AicHàn dugenfo fanti:v,ia con patto che quefta cofa fi tene fé occulta , ricercamo co fi
2SjiGXi» # Mar che fi Sotto colore di efier necefiario, che prima riordinafe , c^ f roue-
diacono dì $»yfe ilpxefi fuo$acciò che i Franceft hauefiero minore facilità d offenderlo :
dicchi Pa #*<* fr *«7fli perche fittomettendofi a quefio pefo>nonpcr uolcntà,ma per ne-
m al Mar- affila dette pronefie fatte; * cercauadt interporre tempo alt e ff: cui ione per b
tif?r 3x?i',to fàiett con qualche occafione, che foprauenifie-Mberar fine . Ma l'ardore, che
oe eflo tra kauétia il Tonte fice di offendere altri ; fi conuert) in neceffità di difendere le
6 fonie r de) &>/S proprie: laquale farebbe fiata ancora più prefta, & maggiore 9 fé nuoui
L hìeiàr^c accidenti non haueffero coflretto Ciamonte a differire lefue ddiberationuper
P^^uÉnie che poi che f efferato Finitimo sera leuato dintorno a Verona > Ciamonte ,
me l°Ucn *ty™t*ra tenuto a Tefchiera per andare a ficconere quella Città; deliberò
tati? fette* uoltarfìfuhito con V efferato alla ricuperatane di Modenaidoue le genti cl/e-
Ger«-i°de' mno a Rubiera>baueuano prefala terra di Formigine d 'affilio : ilche fé ha-
vinitiani . ueffe fatto harebbe facilmente ',come fi crede attenutala ; perche dentro erana
b Tee qfte piccole for^e, la terra non fortificatale tutti amatori del Dominio della Chic
^te dh^liM fewaaccaddeiche quando era per muouer fui fanti Tedefchhcb' erano in Ve-
Mar/befe \ rona,per efier malpagiti da C e far e .tumultuarono :onde Ciamonte perche non
interpone- rimaneffe abbandonata quella Città; fu coflretto afoprafedere fina tanto ha-
gSeralemé uefie fermato gli animi loro: per laqual cofa pagò none mila ducati per io fi-
li daUem pwdioprefente, &promefie di pagargli medefimament e per lo mefe feguen
ko , a te:ma non rimediato prima a quefio difordineffoprauenne fubito un altro ac-
cidente-.perche efiendofi le genti de' Vinitianintirate uerfo Tadouaja Grot
coTi fiBr?dta! ta> ch'era Gommatore di Lignago, parendogli hauere occafwne di faccheggia^
c hfi de' Ffì re ^ term $* Montagnana;ui fiinfe tutte le lance, & quattrocento fanti; da'
blob™ tro, quali mentre che gli huomini delia terra impauriti del facco fi di fendono; fo-
d/'nmiH pwlarotnira fatta da' nmki d'un ponte : perloqual cafo effendo fogliato
mortf/aTda qitafi Lignago di gente non è dubbio che c fé uifuffero uolte fubito le genti Vi e
rono uerfo nitjane j 'fay abbono prefidaqnale opportunitàpafioprefio, perche Ciamonte
cflftSper- intef) il cafo hi inondo con grandifjìma celerità nuoua gente. Matolfonoa
2i,non ?en- ^ <ìuefli impedimenti l occafwne di ricuperar Modena , nellaquale in quefio
derio: ?i!q aa fyatio di tempo erano entrati molti fanti) & fatte folk cit amente molte ripa-
i^coTIti rationi : & ronìimeno per la uenuta fua a tubiera ;fu coflretto ilTontefice
io non è pu mandare a Modena L'efiercico deftinato contra Ferrara : doue efiendo unite
to daS- tutte le forze fue fitto il Duca d'Vrbino , Capitan Generale , el Cardinal di
fiorici v i*i Tania fuo Legato^ Canottieri d'autorità Gian Tagol Baglione, Marc' *An-
P™1 ' tonto
•N O N O. ify
tomo Colonna , & Cionanni Vitelli', faceua inftantìa che fi combat f ufi e co
turnici-, co fa molto detejìata da Capitani > perche erano fen%a dubbio maggio
ri le for%e de Francefi, & di numero, & di air tu : perche la fanteria Eccle- * ».
-fiafika era raccolta finitamente , & neliefi cretto non era ne ubidientia , né
ordine conveniente , & tra il Duca (Turbino , el Cardinal di Vania difcordia
manifefia: laquale procedette tant'olore , che il Duca, accufandolo dinfcdel- a dì [òpra
tà appreffo al Tontefice , ò di propria autorità , ò per comandamento battuto nel ''j**0 *•
j , ■ i i rr „ 7 ' , n ■ n quando -Uà
da luhlo condit\\e come prigione a Bologna : ma purgate am la. prefentia fua detto che
tutte le calunnie, rima fé apprefio a lui in maggior grado)& autorità chepri *$%cl? f$
. ma. Mentre che quefle genti flauano a fi-onte luna dell altra , damante allog neraidéi.'«ìc
giato con la caualleria a Bjibiera, i fanti a Marsiglia ; gli Eccle fiafiicl a Mo- ™anu v,ni:
■dona nel Borgo ucrfo Rubi era facendofi tra loro (f>efie correrie, & fiar arane- in rò.nomi
cie;il Duca di Ferrara , Uguale haueua prima ficaia refifientia ricuperato il fore°ii'^~
Tolefine di Romgo,con Ciattiglione , & con le lan:e tran cefi, riprefe fionda ftei di jì-
ofìacoloil Finale : & dipoi entrato nella terra di Cento , occupata prima dal d!cVUq°i!efte
Tontcfice,per larocca,laqualefi tcneua per lutila faceheggiò,& abbrucio,et parole, che
fi pr epa-rana per andare ad unirfi con Ctamonte:pcrioqual timore le genti del icnS^Je ■«
la Cine fa. fi ritirarono in Modona, hauendo mefìo una parte delle fanterie nel q-cfto iuo-
BorgOyd/è mito alla Montagna. Ma effondo il Duca appena rnofio, fu necefi cheXo'pi
fttato di fermar fi adi fendere le co fé proprie: perche le genti Vìnitiane innu- :k*fc?pio p-
mero di trecento huomini diarme,molti canai leggieri , & quattro mila fanti teazaffcmó
erano uennte per acqnifiare il pafifodel To , & dipoi unir fi con le genti del fo Per la ]ù-
a Tontefice a campo a Ficheruolo , a Cafielìoful To >piccolo, & debole, ma cele- ffoneKu
brato molto nella guerra > chebbero i Vinitiani con Hercole Duca di Ferrara bcrt<>.<k sì
per la lunga oppugnatone di Ruberto da San Seucrino, & per la difefii di Fé- pftan"™?
h derigo Duca d Vrbino, Capitani famofiffimi di quella età: b ottennonlo i Fi- viniti™K°
nitiani per accordo, battendolo prima battuto con l'artiglierie ,. & dipoi pre- J^re^A*
fono la terra della Stellatacele fu.lariua oppofita ,& hauendo libero il paf- f™r°- ^ed<
r j ;^^ ni j , V * i K-J ll Sabeihco
jo del To, non mancanaapafiìarealtro, che gettare il ponte :ilquale*Alfon- *ieiiib.».d«i
fio, che dopo la perdita delia Stellata-sera con fefiercito ridotto al Bendino , U+D*c*'
impediua fi gettaffe con f artiglierie piantate fopra una punta, donde -foca- b L'otténe
mente fi batteua quel luogo ;& fcorreuaoltra queflo ilTo con due galee yle- ro i vini«a
quali profilo fi ritirarono: perche non potendo l'armata Vinitiana,impeditada do.fopodT
principio d entrare nel Tò,perche le bocche del fiume erano guardate per or- Priim,, cr'
dine del Duca venuta per f^Adice contra acqua rientro, in modo che dalle due hebbono
armate de Vinitiani era inf efiato grauement e il paefe di Ferrara . Ma cefo settatoa te*
prefio quefta moleflia,perche il Duca ufeito di. Ferrara, afìalto quella , eh en- ta.a£cm bo.
tr ataperTrimaro, sor a condotta ad \Adria con due galee, duefitifte, &mol-
c te barche minori:& rottala fen^adifficultà; fi uoltò a c quella,che nonhauen ^Sìcm fot
dofenonfufie, & legni minori, entrata per le Fornaci , era ttenuta alla Tuli- to Marca*-
fella: labiale uolendo per un rim uicino ridurfi nell\Xdice,, fu impedita d'en- uH°o C°n"
trami perla bafifeTga dell'acque: donde afjàltatay&bamaa dall'artiglierie: Mocenig° »
KK de'
e
con
crie
LIBRO
de minici, tii gente che ui er a non potendo difenderla, t abbandóno attendeif
fi PawTfcìi! ^° afahiar fè>& l artiglierìe . In quefli mouimenti dell'arme temporali co-
immicaiieii minciauano a rifentirfi da ogni parte ì arme fiirituali ; perche il Tontefice
£?Crcdue°ii baHeuà a fottopofli pnhlicamente alle cenfure Mfonfio da Ffii , & infienie A
Giouo,c'ha tutti quelli , che s'erano mofjl , ò moueuano in aiuto fino , & nominatamente
Duca0 faCuo Ciamontey e tutti i principali dell' e fi er cito Fr ance fi: & in Francia la e e ri gre -
fua feufa col gatione de' Vr elati trasferita da Grliens a Torfi, haueua, benché ph; per non
ron3póteua fi opporre aliano lontà del Re, che molte uolte interuenne cor: loro ; che per
partii*! dai propria uolontà,ò nudicio; b consentito a molti articoli proponi corara il Ton U
l'amicitiadi \ r jr ri r ■ • r r-i tf* n ili- • r
Fraciajii va tefice, moaijicato jolamente, che innanzi fi gli leuajje l ummentta fi man-
tefke adira daffero Oratori a fargli notigli articoli, che haueua determinati il clero Gai-
Hot caccìi- Hcano;& ad ammonirlo, che in fututo gli offeruaffe; & che in cajò che dipoi
degli d'ad- contraueniffe fufie citato al Concilio , alqualefifacefie infiantia con gli altri
la ttia di co- 'Principi, che concorre fiero tutte le nationi de* Chrifiiani:conce fieno mm$è al
a muecchia Refacultà di far grande imp&fitione di danari fipra le Ckiefe di Francia:&
gione, cVei foco poi in uri altra Seffìone , che fu tenuta il uigefimcfittimo giorno di Set-
ti* a guifa di tembre intimarono il Concilio per lo principio di Marzo prò fimo a Lione; nel
pazzo Tana- , . v . r 1 r r f ■ • ' r r • * , r •
to con le ra qual giorno entro in Torp il FejcGuo di Gurjiariceuuto con si raro, & eccef-
rcedici°h fiuo h<mQre > &* apparì quanto la fua uenuta fufie fiata lungamente dtfide-
aneor ch'ei rata , & affettata : feopriuafi ancora già la diuifione de' Cardinali centra il
non voglia, pontefice :perche i Cardinali di Santa Croce, & di Cofen%a Spaglinoli- e i Car
d'inali di Baiofia,& San Malo Fr ance fi , & Federigo Cardinale di Sanfiueri-
b dì qui fi no, lafiiato il Tontefice , che per la uia di Romagna andò a Bologna, uifitan-
iMnoànano* do per lo camino il Tempio di Santa Maria del Loreto nobili fiimo per infiniti
cpei legi ai, miracoli, andarono confina licentia per la Tofiana mia condotti a Firenze, &
p0e d"/^ ottenuto fialuocondotto da' Fiorentini, non per alcun tempo determinato, ma
Fiacefco pri perfino a tanto, che lo reuocafjero,& quindici dì dapoi,che la reuocatione fufi
cì°fsii£eio fi intimata; fiprafiedeuano con uariefeufe l andare più innanzi:delfopraftar
che la ch-ie de quali infojpettito il Tontefice , dopo molte inftantie fatte che andafiero a
wS n óTa- Bologna, ficriffe un brieue al Cardinal di San Malo, & a quel di Baiofa? & al
ueua difeoi Cardinal di San Seuerino,che fiotto pena della fua indegnationefitrasferiffe-
Romaia1^ ro a^a C°rte : & procedendo con più manfiuetudine col Cardinal di Cofen%a ,
che in quei e£" col Cardinal di Santa Cvoce, Cardinal chiaro per nobiltà, per lettere,e per
co! "erano coflumi, & per le Legationi , che in nome della Sedia jLpofiolica haueua ef-
fiate kere- fir citate ; gli confortò con un brieue a fare il mede fimo: i quali difiofii a non
lioni° cètra" ubidire ,hauendo in u ano tentato > che i Fiorentini concede fi ero non filo Oi.
ì pontefici loro , ma a tutti i Cardinali , che ui uolefiìero uenire fialuocondotto , fermo*
per lungo tempo , fi riandarono per la uia. di Lunigiana a Milano . Ci&-
monte fra tanto per ricuperar Carpi , che prima era flato occupato dalle gen-
ti della Cine fa ; ui mandò jilberto Tio , & la Talifia con quattrocento lan-
ce, & quattro mila fanti , innanzi a quali efiendofi me fio ^Alberto con ufo
Trombetto) & convochi canalli, la terra che molto romana ime fa la fua ue-
nuta.
._. :_ N O N O. 11%
* nuta a comìncio a tumultuare: per loqual timore gli Eccìefia$ià,che in nume a Vt&t-§ s
ro di quaranta caualli lewieru, & cinquecento fanti ui erano a guardia fi i^wo
. I ... i r , i r • • i n -^ r ; > di Alberta
partirono Air vx^andofi a Modona: majeguitati dalle genti Francejhcb erano Pj0) [ie co-
foprauenute poco poi, furono al Trato del Cortile, eh* è quafi in me%o traCar- me fl Pres*
pi,& Modona,me{Jì in fuga ,faluandofi i caualli : ma perdendo fi lapiuparte £ Jerra'co-
d e fantiip arena utile a Ciamonte combattere co* nimici innanzi,che arriuaf- ™ìr\Cìc° a [ol
fero le lande Spagnuole dequali il Vapa per follecitare , haneua depofitato in uorYuo ; n5
mano dei Cardinale He? ino la bolla della inuefìiturai& innanzi che le venti €irer séPce
Vmitiane fi umjsero con loro, lequaii hauendo fatti certi ripari contra l arti- dice quella
glierie d'Jflfonfo fperauano d'hauere gittato preflo il ponte : perciò saccofto Au»ore in
■a Modona, doue emendo fi fcaramucciato affai tra i canai leggieri deltunapar de fi mo ut*.
te, & dell'altra non uollono mai gli Ecclefiafìkì,conofcendofi inferiori , ufeire a c? s ?' fac"
£on tutte le forile fuor aiperduta queftaffceran^a , deliberò di mettere ad efìe- \£zz de' fio
anione quel che molti, & principalmente i Bentiuogli con uarie offerte lo fli- jTtìfciti *jf"
molauanoycbe non fufìe da confumare inutilmente il tempo intorno a cofepic rempreU"ua-
cole,ddleqtuiUera malto maggiore la difficultà, che l utilità',ma da affaltare Bi?^? ' ?
aU'improuifo la Sedia delta guerra^ & il capo principale,dalqudeprocedeua- fi con ferra i
no tante mohflie, & pericoli: effere di quefìo molto opportuna occ afone, per- \°^*ffitC
che in Bologna erano pochi follati forefìierì , nel popolo molti fluoriti de* fempio de*
Bentiuogli, la mawior parte de ?li altri inclinata più Preflo ad allettare fé- Be¥l™fflm
filo delle coje} che apiguare l armi perfottoporfi a pencolio con trarre mimi Bologna, il
citie nuotici fé hora non fi tentaffe p affata la prefente occafione , efiere uano , ^g "'e He
perche fopr allenendo le genti,che s'aff>ettauano,ò de' Vinitiani, ò degli Spa- carpi fu bat
gnuoli non fi potere fperare, quando bene uifi andafie conpotentiffimo efìerci thUerie,pre
» to quel che hora conforme molto minori era facili/fimo ad ottenere. Raccolto fo,& (acche
" adunque infieme tutto f efferato, & feguitandolo i Bentiuogli con b alcuni ca aLTì? d*
ualli, & con mille fanti pagati da loro, prefo il camino tra il monte > & laftra
da maefìra;affdtò Spilimberto caflello de' Conti Raponi, nelcuale erano quat , A
trocento fantimanaati dal Pontefice : ma poi che l hebbe battuto alquanto , caualli , se
l'ottenne il giorno mede fimo apatti:& arrendutofegli ilfeguente Caftel Fran ffc r"^/an.
co, alloggiò aCrefpolano Caflello diftante dieci miglia da Bologna con intentio Mocenigo ,
ne d'apprefenurfi il prof/imo giorno alle porte di quella Città : nellaquale di- addato*10
uulgata la fua uenuta, & ci) erano [eco i Bentiuogli , ogni co fa fi era pieno di dei fuo i Bé
confufione,& di tumulto \grandiffimafolleuatione nella nobiltà, & nelpopo- tIU°sh *
lo , temendo una parte, c defiderando f altra la ritornata de' Bentiuogli,
Ma maggior confufione , & molto maggior terrore occupaua gli animi de* c Cofi di fo
Tr elati , & de' Cortigiani aueTgi non a pericoli delle guerre, ma all' ot io & f " chVpre-
alle delicatezze di Roma . Correuano t Cardinali mefliffimi al Tonte fice, Standoli
^V* Z~ , J Alberto Pio
KK 2. lamen- a carpi, qi
" (bttOjthe lefperanzcde'
i in qnefto propofito de*
cioè ch'in trafkro in fpe
ranza di leuarÉ dal dominio della Chie(à,iìqua'edice ih\iocenigo,che i Bolognesi odiauano^percioehe eoa
karrr.j non fu f tro alcun mouimento,fi come dice poco di fotto,quando Hermes Bentiuogli fipieièniò al-
le poitw di lologna -} i.cn lì fece dentro alcuna ibUtua tiene*
'* 'Pereto che
t? I " B ' R O
lamentàndofi che hauefle condotto fé, la Sedia *4poflolica, et loro in tanto fé v
»t dì(fctiue rkolo,& aggradandolo con fomma wflantia ò chefaceffeprouedimentì bafia
« ^o^uo-^ *ì a difender fi, ilche in tanta breuità di tempo ftimauano imponìbile , ò che té
le delia per tajfe di comporre con conditioni meno grani le cofe co' nimici, i quali fi giudi-
fona eraig ,J *** •.-.«.*»•'.••> i /»•-- rr • _ i ^
«1
ri-tiani di vi [$ per fon a fiat accade ffe fmifiro alcuno : del mede fimo lo fupplicauano tutti
faì^ptpui più intrinfechi & più grati mìmflri, & feruitori fuoiiegli folo in tanta confu-
fioni necef fione,& in tanto disordine di ogni cofajncerto dell' animo del popolo, & mal
liiedeikcit Satisfatto della tardità de' Vinitiani, refifleua pertinacemente a quefle mole-
tà. Aggii: [action potendo ne anco a la infermità ? che conquafjaua il corpo , piegare la 4
ITcheì a forteiga dell'animo : haueua nel principio fatto uenire Marco Antonio Cc-
cdco Alido ioma con ma parte de foldatiche erano a Modona , & chiamato a fé Giro-
di{jauia,che latno Donato *Amb afe latore da' Vinitiani > fi era con efdamationi ardentiffi-
me lamentatole per la tardità de gli aiuti preme figli , tante mite fi era lo
a nome del
Ps oa ls cit- - -j> - O 1 J.i O ' J~ ~ ' ~—
tàgouirna- flato, & la per fona fua condotta in tanto pericolo non folamente con ingra-
mlaxtl ìt tltu^ine abominarne in quanto a lni) che principalmente perfaluargli haue-
uor c.e Fra uà prefa la gucrra,& che con grauifjìme fiefe, & pericoli , &_ con l'hauerfi
ìvicS^eT pyoiiocati nìmici lo imperio , & il Re di Francia era flato cagione , che la li-
onìeiieri berta loro fi fu ffe confermata ih fino a quel giorno ;m a oltra qucfto con inipru-
Shla'che ni dentia ìneflimabile in quanto a fefiefji: perche dapohhe egli, è fuffe uinto , ò
gii fi potei- neceffitato di cedere a qualche compcfitwne , ni che fperanya di falut-e , in
laiche 'ver- che grado rimarrebbe quella Republica i proteftando in ultimo con ardentiffi
rebbouo a me parole,che farebbe concordia co Francefh fé per tutto il giorno feguem &
fteTeVSe* nonentraua in Bologna il foccorfo delle loro genti, eh t'erano a la Stellata , ha-
l*, che in q- :uendoper ladifficultà di gittare il ponte paffato suuaric barche, & legnili
boriile0 ,S° Tò: connotò ancora il Reggimento, e i Collegi di Bologna ,&conb grani pa- y
cheii Papi YQie g^ confortò,che ricordando/i de' mali della Tirannide paffata, & quan-
tici. Ma to piupemitwfiritomerebbono i Tiranni flati fcacciati , uoleffcro conferua-
doue g, dice, ye fi dominio della Chiefa, nellaquale haueuano trouato tanta benignità,con- -
mèfa ìVgì cedendo, per fargli pm pronti, oltra le concedute prima, efìentionidellame-
xoiamo do ^ ^e gaiene delle cofe > che fimetteuano dentro per il unto humano , &
cetili fcxl promettendo di concedere infuturo delle maggiori ^notificando le cofe me-
"adlffcVS defime per publico bando, nelquale inulto il popolo a pigliar larme per
oratori* vi la difefa dello flato Ecclefiaflico , ma fen%a frutto : perche mimo fi mone-
^enfea tTì va , ninno faceua in fauore fuo fegno alcuno : perciò conofeendo finalmen-
vàùnot&Lt tein quanto pericolo fufie ridotto, ejpugnato dall' importunità, & lamen-
cério* pa- tationi di tanti , & inftando oltra ciò molto apprefio a lui gli Oratori di
"redeU'Aut cefare> del Re Catolico,& del Re d3 Inghiterr a , pregato da Cardinali ,
l'effèrcito Vinitiano per tutto il giorno feguent^ch'eri n . d'Ottobre, non haueiìe paflato il FòA non fi)f-
fe uenuto a Bologna^ cali fi farebbe accordato co' Francefi. ■
b.Con parole dt^ueftQtenQmi*dclÌJno conforta l'iftcflb. Papa imedciimi. Bologne fi di lotto in quetto
confentì fi mandaffe a domadare a Ciamonteyche concedere f acuità di anda-
re a lui fiicur amente in nome del Tontefice, a Giouanfrancefco Vico Cónte del
la Miraniola>& poche bore dipoi mandòegli medefimo uno de fuoicamerk •
ri a riccrcarloìcbe mandaffe a lui ^Alberto da Carfiinonfapendo cherton fuffe
ndl'efiercito:& nel tempo medefimo, acci oche in ogni cafo -fi faluaffero lem
fé più prctiofedel Tonte ficato, mandò Lorenzo Tuccifuo Datario col Regno
(chiamano co fi la Mitriaprincipale)che era pieno di gioie nobiliffime ^per-
che fi cufiodiffe nel famofo Monaflerio delle Murate di Firenze. Sperò Cia-
monteper le richiefle fattcglhched Tontefice inclinale alla concordia: laqua
le effo percìye fapeua e fiere così la mente del He molto defideraua:& per non
perturbare quefia difpofitioney ritenne il giorno feguente l'efferato nel mede fi* '
mo alloggiamene benché permettere che i Bentiuogli con molti caualìi di a-
micii&feguaci loro Seguitandoci alquanto da lontano cinquanta lance Fran h% verifica ,
cefi, correfiero infimo appre fiorile muradi Bologna: per la uenuta.de' quali >• c*ho°data0'ni '
con tutto che Hermes minore ; ma- il più feroce de fratelli, fi rapprefentaffe le parole pò
a allato alla porta > a non fi fece dentro mouimento alcuno. Vdì Ciamonte be- ™ e he" e -'
nignamente Giouav.fr ance fico dalla Mirandola , & lo rimanda il dì medefimo do fi foiiei-i '.'
a Bologna a fignificare le conditioni , con l equa li era contento di conuenire : fógna 'ni'« '
che ilTotttefice afioluefie Mfonfo da Efii dalle cenfure, & tutti quelli, che "uode'B*-
perqualunque cagione fi erano intromeffi nelliijftfi fua , ò nell'offe fa dello SSSSkS'"'
flato Fcclefiafiìco : iUrajJe Mede finamente ì Bentiuogli dalle cenfure ,& aJ[r°^5
dalle taglìe,rcftltuendo i beni. clyemanifefiamente adefji apparteneuano : de delie fper«
gli altri poffeduti innanzi attefilio.fi conofeefie in grudkio , & che haue fiero zcij P°ichc
facilità d'habitare in qualunque luogo piace f& loro, pure che non fi appropin- ( come qui
quaffero ad ottanta miglia a Bologna: non fi alterafìenellecofe de Vinhiani *™\ nr°ffB
quel chefidijponeua nellaconfederatione fatta a Cambrai: che tra il Tontefi- : tsdofì Her
ce,& Mfonfo da Eflififojpendefiero l'arme almeno per fei me fi , ritenendo ^csf^Q[ ■
xiafeuno quello pofìedeua: nelqual tempo le differente loro fi decide fiero per mento àicu
giudici, che fi douefìero deputare cow:ordemente;riferuando a Ce fare la cogni ro*
tione delle co fé di Moionad aquale Cittàfideponeffe incot inente infua mano: b e nt rò
Cotignuolafi refiituiffe al He Chriflianiffimo : liberafpfi il Cardinale di <Aus : £)• ^PjnB°
perdonaffifi a Cardinali affenti , & le collaroni de' beneficij di tutto il domi- logL h fé-.
nio del Re di Francia fi facefi ero fecondo lafua nominationeuon laquale ri- j££fJ&
: fiofia efkndo ritornato il Mirandolano; ma nonfen^a fi>eran%a che Ciamon- dì qùefl'an
te non perfiderebbe rigorefamente in tutte quefie conditioni; udiuafatiente- csiSiu'j?
mente il Tontefice contra lafua confuetudine, larelatione, &infieme iprie- lippo cóta.
ghi de Cardinalhche con ardore inefiimabile lofupplicauanoxhe quando non ^l^t^x
potè fi e ottenere meglio , s 'accettale in quefia manierala compo fittone :ma cento c-iìai
dall' altraparte lamcntandofi efierglipropofie cofe troppo eforbitanti,& me- l^uec^e
fcolando in ogniparola dogliente grauiffimede', Finmani,& dimoftrandodi 51 .PaPa »i>i,
f lare fofpefo; confumaua il difenda effimere quale fufìe la fua deliberatw- ff ;f ^
bne:al?ò lajberan^a fua, che b alla fine del dì entrò in Bologna Chiappinoci- ' fc«ue«>io
L I B R O
teìli confeicento caualli leggieri de Vinitiani,& una [quadra di Turchi, che
^ scriue il <*^W '<* ' fio Idi loro: ilquale partito la notte dalla Stellata-, era nenuto galoppati
rapatura àopertuttoil camino }per la fommaprefle^aimpofl agli dal Gommatore Vi
«?Wo fo« nittano.La mattina feguente alloggiò Ciamonte con tutto l'efferato al ponte 4
^o r2Hif0hc he ^eno UÌcmo a tre w&ìi* a Bologna , doue andarono fubito a Un t fegretarij de
l'eOcrcìco ' gli Oratori de" Re di Rotnani, d'Aragona, & d'Inghilterra, & poco d:poi gli
kiuèua n°paf ^wbtfciatori mede fimi : i quali quel dì , & co?? foro liberto Tw uenuto da,
tato il pòF& Carpi, ritornarono più mite al Tontefice, & a Ciamonte . Ma era neltimo >
wnSlito \ ^ ne^a^tro toriata non mediocremente la difyofitione ', perche Ciamonte,ma
fui Fabritio candogli per l'ejperientia del giorno dinan^ lajperan^a difolleuare per me-
fo0J.°MuaiH ^° de* Bentiu°gti Hpopolo Eolognefe , & cominciando a fentire ftrettnga di
db a, ida ti a« ttettouaglie , laquale per diuentare continuamente maggiore , diffidaua della
Re^di Voi- u^oria;& A Tontefice inanimito perche il popolo [coprendo fi f attor cuole al
a
partitagli la to altri Stradiotti de VinitianhFabritio Colonna con dugento caualli leggie-
pubUcare!* r**& unaparte degli huomini d'arme Spagnuolr3nonfolo conofceua efferc li-
ch'egii reo- berato dalpericolo;ma ritornato nella confueta altererà, minacciane di àf*
GranCMae- fatare ? nimica fubiio chefuficro giunte tutte le genti Spagnuolc the erano ni
dio di Fran cineiper laqual confici entia a rijpojè fempre quel giorno ninno meto effirui di
Francefile concordia, fé il He di Francia non fi obUgaua ad abbandonare totalmente la
da indi in- difefa di Ferrara* Tropofonfì il dì feguente nnoue conditioni: per lequali n-
te aicuMic tornarono a Ciamonte i mede fimi lAmbafciatori , leqndi fi è inurbarono per
co fe dei du uarie difficultàydi maniera che Ciamonte di jf erato di poter e far pw,ò con l ar
difendette-0 tni,b per i trattati della pace frutto alcuno, & effere difficile a dimorare qui-
xo • iti diminuendogli le uettouaglie , & cominciando a e fere per lo foprauenire
b p« uel ^e^a uemata ' tempi finìflri , ritornò il giorno mcdtfimo a Caflel Franco , &
che fi vede ilgiorno prof/imo a Rubiera, dimofirando di farlo b mofìo dà prieghi de gli y
de^Moccni Oratori, & per dare al Tontefice /patio di f enfiare fiopra le cofe propofte, &
go, conuen- afe di intendere la mente del Re. iXccufarono in queflo tempo molti la de-
ancho^a- Uberatione di Ciamonte di imprudentia: l'eftecutione di negligentia ; comefe
monte del non hauendo for^e fufjìcienti ad ejpugnare Bologna, conciofia che neUefierci-
«on° pernii tofuo nonfufferopiu di tre mila fanti; fuffe flato inconfiderato con figlio il mo
preghi ,ma uerfi per i conforti de 'fuorufeiti ,c LE STFR^ilslZE de quali mi furate più €
«d eii^ora- c°l defiderioyche con le ragionurieficono quafi fempre uaniffime; hauere douu-
tore dei Re to almeno, fepure deliberaua di tentare quefta imprefa riflorare co laprefte^
lacuale %& l* deboleTga delle for7g;ma per contrario hauere corrotta l'opportunità co
krauado dif la tardità : perche dopo l'indugio del muouerfi da Tefchiera , haueua perduti
pranedì n5 inutilmente tre, ò quattro giorni, mentre che confiderando la impotentia del
jartiuano
del texrcno del Papa: la confederatone fra Inghilterra & Francia fi farebbe fciolta.
« Le fpeianze de' fuox'tiiciti.fon mifurate più col defìderio,che con la ragione,& però fpeflo fon nane; ilche
quantunque di fopxa a e. 2$ 8. al iìncli tìa ueduto non efler totalmente ueio, per l'eflempìo d'Alberto Pie*
nondimeno per lo più è ueriflìmo,comes'ha da Plutarco, da Liuio, & da gli altri per reiìcn;pio di Thcmi-
itocic Atcniefc a Daxioj di Àlcftaudro Re d'Epiro a' Lucani , & d'aliti.
N © N o. *m>
fuo efferato ftaua fofiefo,ò di tentare da fi medefimov di affettare le genti
del Duca di F errar a,& Ciattiglione con le lamie Francefi: poterfi forfè que-
flo difendere; ma come mai poter fi feufare che prefo Caflel Franco nonfifufie
fubito accoflato alle porte di Bologna-, ne dato (patio di rejpirare a una Città »
àoue non era ancora entrato alcun foccorfo,il popolo fojpefo , & grandiffima
(come accade nelle co fé fubite)la confusone, & il terrore,me%o unico fé alca
no uè ne era, a fargli ottenere, ò uittoria, ò honefla compofitione: ma farebbe
perauentura minore jpefio l'autorità di quelli che riprendono le cofe infelice-
mente fuccedute^f e nel tempo mede fimo fi poteffe fapere quel che farebbe ac-
caduto fé fi fujfe proceduto diuerfament e. Vanito Ciamonte, il Tonte fi ce infia
matofopra modo centra il Re;fi lamentò con tutti i Vrincipi Cbrifliani, che il
He di Francia,ufando ingiuft amente, & contra la ueritàde fatti il titolo , &
il nome di Chrijlianiffimofyre'Tgando ancora la confederatone con tante fo- A1U v;,Ja
lennità fatta a Cambrai;moffo da ambinone di occupare Italia , da fete fiele- Felonio ài
rata del j angue delTontefice Romano-; haueua mandato lì efferato ad affé- %^^%
diario con tutto il Collegio de Cardinali, & con tutti i Tre lati in Bologna :& tre miglia
ritornando con animo molto maggiore dpenfieri della guerra; negò agli *Am 2\*nl\\l>\
bafeiatori, i quali fé guit andò i ragionamenti cominciati con Ciamonte;gli par bodke asec
lauano della concordia , uolere udire più co fa alcuna, fé prima non gli era da- ™ npc0^0 aJ>
ta Ferrara : & con tutto che per le fatiche fopportate in tanto accidente, & ?** 1} «pa
/ , i> r rr 1 *. i r • r •_ * • \ del Pò con
col corpo , <& con L animo, fu\\e molto aggrauata la jua infermità ; comincio Federigo
di nuouo afoldare gente, & aflimolare i Vinitiani,cbe finalmente haueuano Contarino.
gittato il ponte tra Ficheruolo, & la Stellata,che mandaffero fitto il Marche b Hcbbe auf
fé di Mantoua , parte delle loro genti a Modona a unir fi con le fue ; & con io il Mar-
l'altra parte mole flafi ero Fenara. affermando che in pò ■: biffimi dì acquiftereb \owpetfn
he Reggio Rubiera, & Ferrara . Tardarono le genti Vinitiane apafiare il tere delia
fiume, per il pericolo nelquale farebbono incorfe ,fe (come fi dubitaua) fuffe j^f Ceiì eu
fopr attenuta la morte del Tonteficerma coftretti finalmente cedere alle fue uo no feorfi fui
glie,lafcìate l'altre genti fu le riue di là dal TÒ; mandarono uerfo Modona cin ^iVaue^ie.
quecento huomini d arme, mille feicento caualli leggieri, & cinquemila fan- che dei Tuo
a xi,mafen%a il Marchefi di Mantoua lilquale fermato fi a a Sermidi , afoldare *ti m°ona"
caualli,et fanti per andare, come diceua,dipoi alt 'e fi er cito, benché fifietta già ww a>' vi
y a Vinitiani, lafua tardità; fi conduffe a S. Felice Caftello del Modonefeidoue b u&èbo , che
hauuto auifo che i Francefi che erano in Verona erano entrati a predare nel *UI° per me
Contado di Mantoua,aUegando la neceffità di difendere lo flato fuo, fé ne tor~ Seditor c*«
no con licenza del Tonte fice a Mantoua,ma con querela grane de* Vinitìam : vc}ìo- *** il
perche ancora chaueffepromefìo di ritornare preflo, infiffettiti della jua fé- no ferule" ,
de;credeuano come fìmilmentefu creduto quafi per tutta Italia^ che Cramon- cn\ fu cau*
te per dargli feufa di non andare altefkrato , hauefie con fuo confentimento voce foto*
fatto correre ifoldati Francefi nel Mantouanodaquale fi fpitione fi accrebbe » CH '/rr n~
perche, da Mantoua fcriffe al 'Pontefice ejfereper infermità foprauenutagli im ftracorfi ou
fedito apartirfi. Fu te che furono intorno a Modona le genti del Tontefieey M5touano •
KK 4 le
~> • U) I B i il O
ìeVìnìtiane,& le lande Spagnuolc,nonfidubitaXhcfefen%a indugio fi fufi
feromo$e>che Ciamonte,ilquale quando fi partì del Bologne fé, baueua,pcr di
minime la Jpefa , lice nt iati i fanti Italiani bar ebbe abbandonata la città di
Heggio, ritenendo fi la Cittadella:ma prefo animo per la tardità delmuoncrfi;
cominciò di nmuo afoldare fanti con deliberatione di attendere fvlamcnt e a
guardare Safiuolo,Rubiera,Reggio,&Tar?na.Ma mentre che quello effera-
to foggiorna intorno a Modona incerto ancora fé hauefìe ad andare innanzi ,
a uolgerfì a Ferrara,correndo alcune f quadre di quelle della Chic fa uerfo Reg
gioirne ffe in fuga da Francefhperderono cento caualli, & fu fatto prigione il
Conte diMatelica . Ts^elquale tempo effendo ; / Buca di Ferrara , & con lui
Ciattiglione con le genti Francefi alloggiati fui fiume del Tò tra lo Spedateti
tOi&il Bondino oppofito alle genti de' VinitianUcbe erano di là dal TÒ}1 ani-
mata loro uokndoper l'afyreTga del tempo, perefferc maleproueditta da Fi
netia, ritirarfi, afìaltata da molte barebe di Ferrara che con l'artiglieria mef
fero in fondo otto legni } fi condujfe con difficultà a Caflel TSJuouo del Vo, nella
foffa che uà nel Tartaro, & nelt^Adice, & dipoi fi rifoluè . Comandò poi il Ton
tefice che l 'esercito Jlquale non ui effendo uenuto il Marche fé di Mantoua,go
iicrnaua Fabritio Colonna,lafciato a guardia di Modona il Duca d'i^rhino an
daffe a dirittura a Ferrara.* dando a Capitani che unitamente dannavano aite
\ Jh configlio .fyeran^a quafi certa che il popolo tumultuerebbe :ma d dì mede fi
ino che s'erano moffi ritornarono indietro per fuo comandamento >non fi fapen
do quel ebe l hauefìe indotto a sì fubìta mutatione:ei lafciati i primi difegni,
ju (Quattro- andarono a campo alla Terra di Saffuolo, oue Qiamonte batteva mandati * cin A
ce fi* dK^i qHeceniofanti Guafconulaquale hauendo battuta due giorni con giubilo gran
Bébo, ch'e- de del Pontefice * chefentiua della camera medefima il tuono ddt artiglierie
di" ° di Taf- fHe ^ntomo a S affino foj dellaquale hauea pochi giorni hman%ifentito con gra-
fitalo . mffimo difyiacere il tuono di quelle de nimici intorno a Sf Umberto ; gli det-
tero Vafialto: ilquale conpiccoliffima difficultà fuc cedette felicemente , per-
che fi di/ordinarono i fanti che ui erano dentro, & appi % fentate poi fubitoVar
tiglierie alla ForteTga .dotte fi erano ritirati , & cominciata a batterla 0 s 'ar-
renderonoquafi fubito fenTjdcun patto con la medefima infamia , & infidi-*
obi^rè^i c**<* di Giouanni daCafale,cW era loro-Capitano, che haueuafentita quando il
lo Eberardo Patentino occupo la Hocca di Forlì, Imomo di uiliffima natione : ma pcruenti
ScozzcfcJi t0 a 9t*akke gradohonorato , peuhe nel fiore dell età era flato grato a Lodo-
cui tato 'ha uico Sforma . Efpugnato Safìuolo prefe l'efiercito'Formigine , & uolendoil
r rral°nci!c 'Pontefice ebe andafìero a pigliare Monteccbio terra forte, & importante- fi-
gyeac frt;e tuata tra laftrada maeflra,& la montagna fu i confini di Tarma, & di Reg-
rrancla8 & &w>&' c^era tenuta dal Duca di F errar a,maparte del tenitorio di Tarma; ri
di spagna emò Fabritio Colonna , dicendo efiergli prohibito dal fuo Re il molefiare le
diClN^poU°i giunfdittioni dell'Imperio. Ts^on prouedeua a quefli difordini Ciamonte, Uqua
& iu gouet- le lafciato in Reggio b Obignì con) oo.lancie , & con due mila fanti Guafco- b
'SSSbiSf U »ty fa*0 ti Capita/M Molardo 3 s'era fermato a Tarma , hauendo riceuute
nuoue
fr o «i ìoj iti
huone commeffioni dal Re di aflenerfi dalie fhefe : perche it Rcperfeàerand*
nelpropofito di temporeggiar fi infino alla Vrimauer annoti faceuaallhora per,
le co fé di qua da monti proucdimento alcuno: onde decimando in Italia la fu*
riputatione, & diuentandone maggiore l animo de rumici, il "Pontefice rtnpa
tiente che le fuggenti non procede ffero più oltre , né ammettendo le feufe che
della fiagione del tempo > & dell' altre affienita gli faccuanm ' fuoi Capitani ,
chiamatigli tutti a Bologna , propofe, sandaffe a campo a Fornirà ? approuan
doilparer fuo folamente gli ambafeiatori Vinitianiyoper non lo j degù are
contradicendogli, o perche i faldati loro ritomafferopiu uicini a fuoi confini)
dannandolo tutti gli altri , ma in natio; perche non confidtaua puh ma coman
daua ; fu adunque deliberato che fi andajje col campo a Ferrara , ma con ag*
giunta che per impedire a Francefi il [occorrerla , fi tentale in cafo non ap*
pari fi e molto difficile , la Mirandola : laqual terra infieme con la Concordia
fignoreggiata da figliuoli del Conte Lodouico Vico ., & da Francefca ma-
dre , e tutrice loro , fi conferuaua fatto la diuotione del He di Francia Segui-
tando l'autorità di Giani acopo da Trinici fuo padre naturale > per la cui ope-
ra i piccoli figliuoli n'haiieuano da Ce far e ottenuta la inueflitura: haueua il
Tontefice molto prima ritenutigli come appariua per un Brieue nella- fita pro-
tettone : mafifeufaua che le conditioni de' tempi pr e fanti , lo cojhrigneuano
a procurare che quelle terre non fuffero tenute da per fané fojpette a fa , offe-
rendo yfa uolontariamente gli erano concedute , di refiituirle come prima ha-
uefie acquiflato Ferrara . Fu dubitato infinq dahord , laqnale dubitatane fi
4 ampliò poi molto più , che il a Cardinale di Vania ,fofaetto già d'Ixzuere oc- « Accula
culto intendimdnto col Re di Francia , fufk fiato artificiofamente autore di j^cq°cft0
queflo configlio , per interrompere con la imprefa della Mirandola l'andare a cardinal di
campo a Ferrara : laqual città non era allhora molto fortificata , ne haueua ^^e9mèn
prefidio molto grande > e i faldati Francefi ftracchi col corpo } & con l animo fauo riffe a*
dalle fatiche, il Duca impotente* & il Re alieno dal fami maggiori prone di- ^ho no-
% menti . Ma mentre che'l Tontefice attendeua con tanto ardore alla efpeditio- tato poco di
ne della guerra, il Re di Francia intento più alle pratiche, die all'arme^ conti- 20sp"fac *. '
nuaua di trattare al Vefcouodi Gurfia le cofe cominciate : lequali dimoftra-
tefi al principiomolto facili , procedettero in maggiore lunghezza per la tar-
dità delle rifyofte dì Cefar^y & perche dubitando del Re di ^Aragona, ilquale
Coltra l'altre anioni haueua dinuouo , b fatto colóre che uerfo Otranto fi fnfie b Eran v«.
'feoperta X armata de' Turchi , riuocate nel Regna di T^apoli le genti fue , che ™ge .y^
erano a Verona , giudicarono Ce fare, & il Re di Francia neceffariadi accer- chi a otra a
e tarfi della mente fua , co fi circa la continuatone della Lega di Cambrai, come • ]0^0%mè
in quello che fi haueffe a fare col Tontefice , perfeuerando egli nella conginn- fcàte fl mo
tìone co' Vinrtiani , & nella cupidità dìacquifiare immediatamente alla Cine ^Tmó ™t
>fa il dominio di Ferrara: allequalìdimande rijpofadopò jpatiodi qualche gior jee , cinque
' no il Re òatòlico , pigliando in un tempo medefimo oevafióne dipurgare molte jfó bregaa
querele ,cha da Cefare%& dal Redi Francia fi facemw diluì, hauer eson- tà*
ceduta .
LIBRO
ctduto le trecento lance alTontefice, per l'obligatione della ìnueflitura,& ad
effetto (blamente di difendere lo flato della Chiefa , & ricuperare le co fé , che
erano antico feudo di quella : hauere riuocato le genti d'arme da Verona.per^
che erapaffato il termine yperloquale Ihaueuapromeffe aCefare,& nondime
no che non l'barebbe riuocatefe non fuffe flato il foretto de Turchi; efferfi in-
terpoflo l' Oratore fuo a Bologna con Ciamonte infieme cogli altri Oratori al-
l'accordo, non per dare tempo a foccorfi del Tontefice ; ma per rimuouere tan
to incendio della Chriflianità,fapendomaffimamente effere al Re moleftiffi-
ma la guerra con la Chiefa: effere flato fempre nel mede fimo propofito di adem
pire quel che era flato promeffo a Cambrai , & uolerlo fare infuturo molto
più, aiutando Ce far e con cinquecento lance , & due mila fanti contra i Fini-
tiani: non effere già fua intétione di legar fi a nuoue obligationi né riflrigncrfi
a capitulationi nuoue, perche non ne uedeua alcuna urgente cagione, & per-
che de fiderò fo di conferuarfi libero per poter fare la guerra contra gli infedeli
d'africa ; non uoleuaaccr e ferrei pericoli 7 & gli affanni della Chriflianità ,
che hauea bi fogno di ripofo: piacergli il concilio, & la riformatone della Chic
fa , quando fuffe uniuerfale, & che i tempi non repugnaffero, & di queflafua
di fpo fittone niuno effere migliore teflimonio del Re di Francia ,per quello che
infieme ne haueuano ragionato a Sauom • ma i tempi effere molto contrari ;
• DKcorre perche I L Fondamento de concili] era la pace, & la concordia tra i Chriflia-
go lopra ai- Uh non potendo fi fen%a ìl unione delle uolontà conuenire co fa alcuna in bene fi ,
tri tratti fat C[Q commune, né effere degno di laude cominciare il concilio in tempo , & in
prfnTcon maniera che pareffe cominciar fi più per ifdegno, &pcr uendetta , che per ^e-
c!lio ^fos lo , o dell' honore di iddio, o dello flato falutifero della Republica Chriftiana :
Trancia co- dice.ua, oltra queflo feparat amente agli Oratori di C efare .parergli graue ai/i-
tra il Papa : taYi0 a conferuare le terre, perche dipoiper danari le concede (Te al Re di Fran
di che turo ■ r r i n rr r ,- r - r i n n n
jìo amton i eia, lignificando efprefjamente di Verona . tnteja adunque per quefta rijpcjta
Cardinali [a intentione del Re Catolico, non tardarono più Gurgenfis da unaparte inno
«Hpoi che in me di Cefare, él Re di Francia dall'altra di fare * nuoua corife deratione , rifer a
Lone fl,r5 bataf acuità al Tapadi entrami fra due mefi prof/imi, & al Re Catolico, &
ghi paniti al Re d Fngheriafra quattro : obligoffi il Re di pagare a Cefare ( fondamento
c°nua. l* .Pa, necefiario alle conu'ntioni chefifaceuano con lui ) parte di prefente , parte in
fi i ni; cioè tempi, cento mila ducati , Tromeffe Cefare di paffare alla primavera in Italia
di ^^5 x* con tre mila caualli , & dieci mila fanti contra i Vinitiani , nelquale cafo > //
l na e- pio , Re [ufi e obligato a ff effe proprie mandargli mille dngento lance , & otto mila
fo*à&'vtoc fanth con prouedimento fuff dente d 'artiglierie, & per mare due galee fotti-
tia.'a Ccinrc li, & quattro baftarde : offeruaffero la Lega fatta a Cambrai , & ricercale™
«ì^Ti'ftìu in nome commune alt offeruanTg del medefimo il Tontefice , & il Re Catoli-
)\ , «t Pado- co : &fe il Vonteficefaceffe diffuultà per le cofe di Ferrara , fuffe ri Re tenu-
Frada^Luc t0 afl^re contento a quello, che fuffe confentaneo alla ragione : ma in cafo dine
ca , «Siena , gaffe la rìchiefla loro ,fi prò feguifie il Concilio : per lo quale Cefare doueffe con-
Mantouaf gr egare i Vr elati di Germania , come haueua il Re di Francia fatto de Trc-
lati
lati fuoi, per proceder e piti innanzi, fecondo che fuffe poi deliberato da loro. cordÌ3 fu4Ì,
Tublicate le conucntioni Gvrgenfis molto honorato , & ricevuti grandìfiìmi t?1f^a^"ì
<fa«/ /ew ritornò alfuo Trìncipe>& il Re colquale nuovamente i cinque Car £«3 C5 l'ai
^
<//W/ che procur anano il Concilio haueuano convenuto, che ne egli ferrea con ^«^ la
fenfo loro, nò efjifenra confenfofuo concorderebbono col Tontefice, dimoflran fu dato i|af:
dofi con le parole molto acceco afa ffzre perfondmente in Italia con tale pò- '^.^fu
tenti a, che per molto tempo àfiicurafìe le coftfue , le quali , perche prima non ditela da ot
cade fiero in maggiore declinatone , commefie a Ciamonte , c/?e wo» &J? w)(fe ^JJJ^jjJ
pf r/Ve :7 Z>«fó di Ferrara : ilquale aggiunfe ottocento fanti Tedefchi alle da- di molti .
gerito lance che prima ui erano con Ciattiglione. Dall' altra parte l'efferato del ^™ Yàr
Tontcfi ce, fai che furono fatte , benché lentamente , leprouifioni neceffarie , faito eoa
lafciato alla guardia di Modona Marc Antonio Colonna con cento huomini ^l^""
d'arme., quattrocento cavalli leggieri , & due mila cinquecento fanti ; andò a fa u dm
campo * alla Concordia, laqualeprefa perfora il mede fimo giorno che ui fu- ^^"^
tono piantate l'artiglierie, & poi ottenuta a patti la fortezza , fi accoflò alla doui il c*
• Mirandola . ^pproffimauafi già la fine del me fé di Decembre2 & per forte Jjf"°r Fp'e°r" •
laflagìonc di quello anno era anco molto più afpra:che ordinariamente nofuo- vinith ni ,
le efiere : ilpcrche , & per efiere la terra forte, & perche fi credeua, che i Fra £ chu J|£
cefi non doueffero lanciare perdere un luogo tanto opportuno , i Capitani prin - no vitelli
cipalmente diffidavano di ottenerla, & nondimeno tanto certamente fpro- gVouìo !b3J
mettem il Tontefice la vittoria di tutta la guerra > che mandando , per la di- bo,& Mocc
fioràia, che era trai Duca d orbino? & il Cardinale di Tania , Legato nuovo D £°r'a a d;fe
nell'esercito il Cardinale diSinigaglia;gli commefie in prefenxa di molti, fa djl,a mì-
chefopra tutto procurale, quando l'efferato entraua in Ferrara-fi confervafie mogli/ che
* qvanto fi poteva avella città . Cominciarono a tirare contro alla b Mirandola *"u <Jel ,cól«
l'artiglierie il quarto giorno ,poi che l'efferato fi fu accoftato : ma patendo mol moxto ot[9
ti finifiri, & incommodità de tempi, & delle vettovaglie , lequali venivano nefi ^uat j ,
al campo fcarfamente del Modonefe : perche e fendo fiate mefie in Gvafialla figliuola di
cinquanta lance de' Fr ance fi, altrettante in Coreggio, & hi Carpi dugento cin Gio.iaco?o
quanta* & havendo rottoper tutto ipontì, & occvpati ipaffi, donde poteva- co rei a no
no venire del Mantovano, facevano imponibile il condurle per altra via : ma uau* jj.^.
s'allargò prefiament e alquanto qvefia firettezj^a , perche avelli che erano in do Triuui-
Carpi efiendo pervenuto falfo romore, che l'efiercito nimico andava per affai- jj£ f^° ^'g
targli paventati, perche non u haueuano artiglierie ,fe ne partirono. Hebbe co 5 o lace ,
nella fine di quefio anno qualche infamia la per fona del Tontefice , come fé j^j^ h£
fvffe fiato confido , & fautore che per meig del Cardinale de Medici, fitrat b uon a eco r-
taffe con Marc .Antonio Colonna , & alcuni giouani Fiorentini, chefvfie am- £0 tfk« con
mainato in Firenze Tiero Sederini Gonfaloniere, per opera delquale fi dice- 70 huomi ni
uà i Fiorentini feguitare le parti Fr ance fi : perche hauendo il Tontefice procu J" "o».°fa »
rato con molte per fuafioni di congiugner fi quella Republica* non gli era mai pò ti- & quefto
tutofuccedere t an%i non molto prima haueuano a richiefta del Re di Francia co^ppre^o
difdetta latriegua a* Sanefi conmolefiia grandijjima del Tontefice , benché dice co 400.
1 rr fanti foie*
hauefiero fticrÌA
I 1 B R O
haue fiero ricufatononmuouere l'arme fé non dopo -afeimefi detta difdetta^ ed
me il Rtdefderaua per mettere in foretto il popolo.; & oltra quejlo haueua- .
no mandate al Re dugento huomini d'arme , perche fleffcro a guardia del Du-
cato di Milano : co [fa dimandata dal Reperuirtù della loro confederatone ,
non.tantofer l'importanza di tale aiuto , quanto perde fiderio d'Inimicargli >■
M* ». xi. c 0i T>mtefi^c .Finì in quefto flato delle xofe l'^Anno mille cinquecento dieci .
Ma il principio dell'anno nuouo ,fece molto memorabile unacofa ina frettata, .
& inalidii a per tutti if ecoli : perche parendo al Vontefceche l' oppugnatane '
u *? ' zt ^yI d^ Mirandola procede ffè lentamente ', &.& attribuendoparte alla imperitia ,.a
j>a 'cruiio parte alla perfidia de Capitani,& jpecialmente del nipote, quel cheprocede- *
«bi camello mainormenteda molte diffìcultà ; deliberò di accelerare le co fé con la pre
in tuora cut o£ •». ^ v i i ir •»•!••
ti gii ai tri fentia fua , anteponendo l impeto > & l ardore dell animo a tutti gli altri ri-
*m*ìu di §ettl •' nt 1° ritenendo il considerare quanto fuff e. indegno della Maeflà di tan
lui fóto la te to vraio yche il Pontefice Romano andaffe inperfona negli efferati contra le .
mVfoìnmai texrs de Chrìfùanmi quanto fuffepericolofoMfprex^Lndo la fama.el giudi-
i^étc ludo . do-, che appreso a tutto il mondo fi farebbe di lui, dare apparente colore, & .
qnafigiuftificatione a coloro > che fitto titolo principalmente di effereperni-
ciofo alla Cine fa il reggimento fuo, & fcandolofh & mcorrizibili ifuoi difet-
ti -> procuravano di conuocare il Concilio , & fujiltare i "Principi lontra \,UÌ:
Rifonauano quefte parole per tutta la corte, ciafcuno fi marauigliaua, ciafcu-r
no grandemente biafmana,nè meno che gli altri gli ambafciatori de' Vinitia-
ni : fupplicauanlo i Cardinali con fomma inftantiache non andaffe: ma uovi
b Auìcinof eyano iprieghi di tutti, nane leperfuafioni . b Tartì il fecondo dì di Gennaio b
u M^Tndo da Bologna accompagnato da tre Cardinali , & giunto nel campo , alloggio in
h . coti pe r una cafetta d'un uillano , fottopofla a' colpi dell'artiglierie de nimici; perche 1
"ficco non era più lontana dalle mura della Mirandola che tiri in due mite una baie
tJonea
fé fuc.comc flra commune : quiui affaticando fi ,& effe) 'citando non meno il corpo, che la
re, approS^ mente , &'Che lo Imperio, caualcaua quafi continuamente bora qua* bora lì,
mkndoiì aj ^ tf campo , foHecitando che fi deffe perfezione al piantare dell artiglierie ,
ordinai' i\ delleqmli infmo a quel giorno era piantata la minor parte , effendù impedite
/'errarvria
te
ti»
awxfi tutte top ere militari da tempi afbriffimi, & dalla neuequafi continua t
tei del Du- l J , '•■*, ,K.. in x . i n • re rr
ca , a ragio- & perche niuna diligenna baftaiia a ritenere che i guajlatori non fi fuggijjer
"amento fé effendo oltr a l'acerbità del tempo molto offe fi dall artiglierie di quelli di
cojaccoche JJ , ■_ : _, . „ r , . , i f ,. ° ^.-' ,,
cSi i confot dentro ; pero effendo necefjario fare, ne luoghi doue s baueuano apiatare l at
tafie il fra tjrfjrfjg per ftCurtà di coloro che ui s adoperauano , nuoui ripari , &fare ut-
teilo a por à> r J n ..,_ A / ri r r j
fine alia nire al campo nuoui guaftatori, il Tontepce mentre che quejte cojejiprouede-
•^""èiiere uano> an^° Pcr non patire in quefto tempo delle incomodità dell' efi eretto , alla,
;a tiretto a ?a Concordia : ìu Iquale luogo uenne a lui per corurmeffione di Ciamonte ^Alberto
Ini finisco Tio , proponendo uanj partitici compofitione ,i quali , benché più uolte an-
me fcìiùe il dafie dalluno alt altro furonotcntati uanamente, oper la foli ta dureTgafua*
■ kbTiu °Cl o perche ^IbertOy dèlqualefempre ere f celiano i fifbetti, non negocìape con la
fmecrità conueniente. Stette. alla Concordia pochi giorni riconducendolo dfef-
fi'YCUQ
finitola mèdefima ìmpdtìentìa , & ardore ; ilquale non raffreddò punto net-
camino la neue groffifjìma, che tuttauia cadeua dal Cielo,ne i freddi così fini-
furati che a pena i faldati poteuano tollerargli : & alloggiato in una Chie fet-
ta propinqua alle fue artiglierie, &piu uicina alle mura , che non era ^allog-
giamento primo, negli fati sfacendo co fa alcuna di quelle che fi : erano fatte : et
che fifaceuano ; con impetuefiffime parole fi lamentaua di tutti i Capitari ,
eccetto che di Marcantonio Colonna , ilquale di nuouo haueiia fatto venire
da Modena ; ne procedendo con minore impeto per l' efferato- hora quefìi sgi4-
dando*>kora quelli altri confirtando,& facendo con le parole, & co i fatti l 'uf-
ficio del Capitano . prometteua che fi i faldati procedeuano uinlmentc) che no
accetterebbe la Mirandola con alcuno patto : ma lafcierehhe in poteftà loro il j
faccheggiarla : & era certamente co fa notabile y & a gli occhi degli hueminì
, molto nuona, che il Re di Francia 'principe ficolare , di età ancora fiefea , &
allhora d'affai profila difiofitione ? nutrito dalla giouaneTga nell'arme , al
prefinte npo fondo fi nelle camere amminifirafk per Capitani una guerra fatta
principalmente contea lui ; & dall'altra parte uedemebe il fommo "Pontefice
uicario di Chriflo in terra, uè echio, & infermo , & nutrito nelle commodi t a , -
CUT ne 'piaceri, fi fuffe condotto in perfona a una guerra fufeitata da lui centra
i Chnfiiani a campo a una terra ignobile: doue fittoponendofi come Capitano
ciiffierciti alle fatiche ì& d^pericoli^non nteneua di Pontefice altro che l'habi
to, & il nóme . Procedevano per la follecitudine e frema, per le querele, per
lepromeffe, per le minacele fue le co fi con maggiore celerità , che altrimenti
non harebbono fatto : & nondimeno ripugnando molte difficultà^procedeua-
no lentamente per il piccolo numero de 'gmftatori . perche nell 'efferato non
erano molte artiglierie ; né quelle de' Vìnìtiani molto groffe : & perche per
l'humidità deltempo lepòlueri faceuano con fatica l'ufficio confueto . ìyifen-
édeuan fi arditamente quelli di dentro , a quali era propofto* ^Alefìandro da a AJ.efsadro
Trinilo con quattrocento fanti foreflieri,foflenendo con maggiore uirtù i pe- 1^1 ende
ricoliper lafieran%adelfoccorfipromeffo da Ciamonte: ilquale hauendo ha- uà ta Mir*n
uuto comandamento dal Re dì non lafiiare occupare al Vontefice quella ter- pfL^lZ
ra, haueua chiamati a fi i fanti Spagnuoli che erano in Verona, et raccoglien Ho era nipo
do da ogmparte le genti fue, ■& foldando continuamente fanti, & il medeft- *opo Triuuì
mo facendo fare al Duca di Ferrara, prometteua d'affiliare innanzi chepaf- «©,& cupn
fiafìe il iodi di Cenalo , il campo nimico . Ma molte cofe faceuano diffìcili, "xomeffà
& pericolo fi queflo con figlio : laflreite%^a del tempo brieue a raccorrere tati dcib M »ran
tiprouedimenti : lofiatio dato a nimici di fortificare l'alloggiamento Ha fa- varietàch'è
tica dì condurre nella fiagione tanto fredda petuiepeffime^ per le nevi mag ,ie sH fcrit
gìorhche molti anni fufferoflate,l artiglierie, le munitionh & leuettouaglìe : mero deSt
& aumentò le difficultà colui, che doveva, ricompenfando con laprefk^a il g £JJ » ch'éì
tempo perduto,diminuirle: perche Ciamonte corfe finitamente fu cavalli del- tro^dfmc
/ e pófte^ a Milano affermando andarvi per prouedere piufillecitamente dana- ftata fdett*
ri>& l altre cofi che bifognaHano;maeJfendofidwulgato,& creduto hauerlo e°c° °2* '
indotta --
LIBRO
« nu tirata indotto aqueflo fautore di una gentildonna Milane fé . Raffreddò molto Tan~
«jsiefta palla datafita, con tutto cbepreflo ritornale > gli animi de foldati > & le Jperan^e
i infecondo di quelli che difendeuano la Mirandola : onde non oscuramente molti diceua~
il gìouìo , no nuocere forfè non meno che la negligentia>o la uiltà di Ciamontejodiofuo
ic nei padi" lontra Gianiacopo da Triul^y & che perciò preponendo ( come fyeffo fi fa) la
giion dei Pa pajfione propria alla utilità del Re ; glifnffe grato che i nipoti fu fiero priuati
l teduto.che di quello flato . Dall'altra parte il Pontefice non perdonarla a ce fa alcuna per
folle Hata ti 0^enere [a uittoria,aceefo in maggiore furor e,perche da un colpo di cannone * a,
& nò fa egli tirato da quelli di dentro erano flati ammainati nella cucina fua due buomi-
mentione ^ . per loquale pericolo partitofi di quello alloggiamento ■> & dipoi perche non
àc' due huo poteua temperare fé mede fimo il dì feguéte ritornatou'ueraflato coflretto per
So"' tradì nuoui pericoli ridar fi neU alloggiamento del Cardinale Regino : doue quelli di
ueiiaiiog- dentro fapendo perauentura egli efferuifi trasferito , indir'vzgauano una arti-
cannai*61 ^kriagrofianon fen?^ pericolo della fuauita .Finalmente gli huomini della
jrve^iao, terra, perduta interamente lafl>eran%a d 'e fiere foccorfh & bàttendo Cartiglie
rie fatto progreffo grande offendo oltra quefto co fi profondamente b l'acque de* b
incòmodo fojji congelate che fcfleneuano i foldati > temendo di non potere refiflere alla
dell'acque m prima battaglia, che fi ordina.ua di dare fra due giorni , mandarono in c quel 3
inente con- mede fimo giorno >nelquale Ciamonte baueua promeffo di accoflarfi^mbafeia
-FfcvC ' :o'CC torl $ Pontefice per arrender fi, con patto chefuffero fatue le perfine , & le
che non e(- robbe di tutti : ilquale benché da principio rif^ondeffe non uolere obligarfi a
fen deduto ° falHare la u^a de foldati ; pure alla fine uinto daprieghi di tutti i fimi $ gli
prima da accettò con le conditionipropofle, eccettuato , che lAkff andrò da Triulxi con
TriSof alcuni capitani di fanti rimane fi ero prigioni fuoi, & che la terra , per ricom-
pi rnoftrò , pmfarfi dal fiacco flato promeffo a ' foldati, paga/fe d certa quantità di danari ; d
to' Tecèffc- & nondimeno parendo loro effergli debito quel ch'era flato promeffo , non fu
iio l'anen piccola fatica al "Pontefice rimediare non lafaccheggiaffero : ilquale fattofi ti
dcr^' rare fu le mura-cerche le porte erano atterrate , difeefe da quelle nella terra •
< cioè a ao ^Arrende/fi infieme la rocca) datafacultà alla Conteffa dipartir ferie con tutte
dì Gennaio ^ Yobbe fitte . Refiituì il Pontefice la Mirandola al e Conte Giouanfi ance fico , e
fetiuòno il & gli cedette le ragioni de' figliuoli del Conte Lodouico,come acquiflate da fé
Buona°c5cor- congucrra giufla > riceuutada lui obligatione , &perficurtà dell offeruan%a
delle
lenito*
fa" Mirando iFrancefi non l'occupajferO) cinquecento fanti Spagnuoli > e trecento Italiani .
laàucriueUC Dalla Mirandola andò a Sermidincl Mantouano , Caftello poflofu lariua del
coni:tioni tamente rifbofto ad ^Alberto Pio, non uolere più porgere t orecchio a ragiona*
prooofttjil J£ /.
Giouio dice, che Marc' Antonio Colonna chiarnatoa parlamento hebbe la città dagli aflediati con (perai*
cero della clementia , con faluamento delle perfone .
( óTanra libre d'oro dice il Bembo ..
g : cxcìocJìc il padre lafciata gliel'hauejw ig teiiamento . Bembo
mento
NONO, itjr
mento alcuno dì concordia, fé innanzi che fi tràtt afiero F altre condii ioni della :
face ; non gli era confettata Ferrara . Ma per nuoua deliberatone de* Fran-
te fi cariarono ifuoi penfieri : perche il Re confiderando quanto per la perdita,
della Mirandola fu fé diminuita la riputatane delle cofe fue, & difperando
che l'animo del Tapa fi potè fi e più ridurre fpontaneamente à quieti configli ;
comando aCiamonte che non folamente attende fi e a difendere Ferrara, ma
che oltr a quefio non fi afleneffe •, prefeniando-fegli occafione opportuna , da of-
fendere lo (lato della Chic fi : onde raccogliendo Ciamonteda ogni parte le gcn
a ti, il Tonteficeper configlio de Capitani fi ritirò a a Bologna: doue fiato pochi a in Bolo-
dìyOper timore , o per folle citar e , fecondo diceria, di luogopiu fucino l'oppu- gj3'.*^
gnatione della Baftia del Geniuolo, contra laquale difegnaua mandare alcuni la vecchu-
foldati, chaueua in Romagna ; uenne a Lugo ; &fe ne andò finalmente a Ha- jjJfJH ^r.'t
uenna, non gli parendo forfè sì piccola efpeditione, degna della prefentia fua . in quella
granfi le genti Vinitiane , non comportando la propinquità de' nimici affalta- gjon^/Vl
te Ferrara, fermate al Bondino, e tra Cento, & il Finale l'Ecclefiafiiche , & pa fu (opra-
te Spagnuole : lequali con tutto che fuffe paffato il termine de tre mefufifra- UK*0^!!,
fedeuano a prieghi delTontefice . Da altra parte Ciamonte raccolto Teffir ci- certi iuoì
to fuperiorc d nimici di fanti ,fuperiore ancora per la uirtu degli huomini da ^ \ aau"
cauallo, ma inferiore di numero , confultaua quello fuffe da fa-re : Vroponetta-
no i Capitani Fr ance fi che congiunte alt efferato le genti del Buca di Ferrara,
fi and afe a trouare inimici : i quali benché fufi ero alloggiati in luoghi forti, fi
doueua ff>erare con la uirtu dell'armi, & con l'impeto dell'artiglierie hauergli
facilmente a cofirignere a ritirar fi : &fucceduto queflo non folamente rima- b Co£ $fo
neua Ferrara liberata da ogni pericolo ; ma fi ricuperaua interamente la rifu \ **Jff f *p
tat ione perduta infimo a quel dì : allegauafi per la medefima opinione che nel fendo i prà-
paffare con lefiercito per il Mantouano , fi rimouerebbono le feufe del Mar- S^uoia^c
che fé , & gli impedimenti •> da' quali affermaua efiere flato ritenuto a non pi- campati co -
gliare l'arme, come feudatario di Ce fare, & fiottato del He : & che ladichia- grnauf j j.^uò
ratione fua era molto utile alla ficurtà di F errar ay & molto nociua in quefla d'Allegri, e
guerra a nimici, perdendone commodità nonpiccole gli efierciti de' Vinitianì $ $£{&%&
diuettouaglie , diponti, & di paffidi fiumi, & perche il Marchefe inconti- figiiauano ,
nente riuocherebbe i faldati che haueua nel campo della Chiefa. Ma incontra- fc iuifufìl
rio configliaua il Triul%io, ilquale ne dì mede fimi che la Mirandola fi perdei tasgio d'af-
' te, era ritornato di Francia jlimoftrando eficre pericolofo il cercare di ^afial- mki nei ™*
tare nella fortezza de fuoi alloggiamenti l'efier cito de 'nimici ,perniciofa il fi»- /"©g-
fottometterfi aneceffìtà di procedere dì per dì fecondo ìproceffiloro : Tiu ufi- neUibrs .*a
le, &piu ficuro efiere il uoltarfi uerfo Moiona , o uerfo Bologna : perche fé i tt£*2; fac*
nimici , temendo di non perdere qualcuna di quelle città , fi mouefìero ;fì con- che ne' fat'.
feguiterebbe il fine,che fi cercaua di liberare Ferrara dallamerra :non (i mo ti ?'?.rme s,5
t r r -i n n vi -i , r» , , migliori le
uendo fi poteua facilmente acqui/tare , o l unayQ l altra : ilche fuccedendo , conditioni
maggior neceffità gli tirerebbe a difendere k cofe 'proprie : & forfè etiufeendo S^jKj
éfitoslfortejharehbeoccafiQne di ottenere qualche preclara uittorin.Que- chiassa*.
LIBRO
^fla era lafententia delTriul%io : nondimeno per la inclinatale di Cìamonte,
& degli altri Capitani Fr ance fi a detrarre alla [uà autorità; fu approuato l'ai
tro con figlio, affaticando fene altra quefìo fommamentc jilfonfo da Ejti , per-
cbefperaua, che i nimicifarebbono necefjitati a difcoflarfi dal fuo flato,ilqua
le afflitto, & confumato diceuaeffere impoffibUe,che fofleneffe più lungamen
tesi grauepefo -.perche temeua,cbefc i Francefi s alloìitanauano , non entr af-
ferò lo genti nimichenel Tolefine di Ferrara : onde la infermità di quella cit
tà>priuata di tutto lofl>irito,chegli rimaneua,irrimediabilméte s'aggrauaua.
lAndò adunque l'efferato Fr ance fé per il camino di Lucerà, & di Gonzaga ad
alloggiare a Ra7guolo<,& alla Moia, oue /aggiornò per laf^re\7Ka del tempo -
tre dì, rifiutando il configlio di cbiproponeua safìaltafife la Mirandola ^per-
che era impoffibile alloggiare alla campagna^ alla partita del "Pontefice ew-
no flati abbruciati i borghi , & tutte le cafe alt intorno . ls[on piacque fimil-
mente laffaltare la Concordia, lontana cinque miglia, per non perdere tempo
in co fa di piccola importantia. Vero uenne a Qujflelli ; & p affato il fiume del-
.a i.aSeccMa la a Secchia fu uno ponte fatto con le barche^ alloggiò il dì prò (fimo a Rouere, -a
* uiime ànti- r^ifi^nè del Tò : ilquale alloggiamento fu cagione , che Andrea Grati < che
c5io ìigìo ?ic upcr aio prima ili? ole fine di Rouigo-, & lafciata una parte de* faldati Fi-
ui(wHof ** riìti^ni fotto Bernardino da Montone a Montagnana per refi fiere alle genti ,
ebeguardauano Verona ; fi era con trecento huomini a"arme>m?lle caualli leg-
gieri , & mille fanti accoflato al fiume del Vo,per andare ad unir fi con Veffer
dio delia Chiefa; fiiitirò a Montagnana bauendopi ima j albeggiata la terra
. di Guaflalla . Da Rouere andarono i Francefi a Sormidi, diflendendofi; ma or
dinatamente per le uille circoftanti : i quali come furono alloggiati , andò Cia-
monte con alcuni de' Capitani ; ma fen%a il Triulxio b alla terra della Stella- b
:. ìao^oTfcri^ ta , nelquale luogo l'afte natia Mfonfo da Efli ,per deliberare con qual modo
ue "il Moce £]1(meffe a procedere contrai nimici,Lquali tutti fi erano ridotti ad alloggia-
dofi ! S re al Finale : &fu deliberato ,cbe unite le genti dMfonfo conio Francefi m-
cefii ve ne fa tQrno ^ b ondino, andajfero tutti ad alloggiare in certe uille uicine a ire miglia
Re di Fani al F inalo rper procedere dipoi fecondo la natura de' luoghi,et quel che faceffe*
ciagnuemé yQ j njm^% j^a aciamonte, comefu tornato aSermidi ,fu detto ejfere molto i
uV , &T£i difficile il coniurfi a quello alloggiamento ; perche per impedimento deltac-
funsdueizzai que, dellequali era pieno il paeje intorno al Finale; non fi poteua andarui fé
dunouoln nonper la flrada,& per gli argini del canale ;ilquale inimici haueuano ta-
■Xtalìa * gliato inpiu luoghhet mejfmi le guardie per impedire nonfipaffaffciikhepa
rena doueffe riufeire molto officile, aggiunta alt oppofit ione loro i tempi tanto .
if ' fì • 1 fi _. /_ s-> 1 -.*j,~^«s,-4-s* n."si s\l '■#■ /\ ,.lf../,ii)/. /fìtr\Vìl/\ l\sftiO'Yi/1/\ /i-t\l-\-S£>l{fl SI I f> /lì
fitione de luoghi, fi ingegnaua diperfuadere il contrario affermando, che con
lafor%a dell'artiglierie farebbero coflretti quelli, ebeguardauano ipaffi taglia
ti ad abbandonargli :& che per ciò farebbe molto facile gittar e, ouefuffe ne-
tejfarhi ponti per-pajfare . Lequali cofe offendo riferite da Cìamonte , <& di-
" : fintate
NONO. a(y«
fiutate nel conjigtio&a, approuato il parere d'Mfonfo , piutoflo , no» impu-
gnandole conferendo il Trinilo ; & forfè che la taciturnità fua muffe più
gli huomìrihche non har ebbe fatto la contradittione : perche confiderado fi phi
dapreffoche le difficultàfidimoflrauano maggiori* & che quel Capitano uec
a chio,& di sì lunga ejperientia haueuafempre a riprouata tale andata; & che a rerdoche
fé ne interueniffe alcuno finiflro, farebbe imputato dal Re chi contra il parere iM""^ S°cHe
fuone fu/fe flato autore ; Ciamonte richiamato l'altro dì fopra la medefima a voiwffc-
deliberatwne il con figlio ; pregò efficacemente il Triulzio,cbe non con file do, ^f ó°^£
come haueiia fatto il giorno precedente ; ma con aperto parlare effrimeffe la fo Bologna»
fuafententia ♦ Egli incitato da queftainftantia,& molto più dall' effere delibe
ratione di tanto pefo,flando tutti attentiffimi ad udirlo, parlò cefi .
Io tacetti hieriypercheper ejperientia molte uolte ho ueduto > effere tenuto
piccolo conto del configliomio,ilquale Cefi fuffe feguitato daprincipioy non fa
remmo alprefente in quefii luoghi , né haremmo perduti in uano tanti giorni »
che fi poteuano fendere con più profitto : & farei hoggi nella medefima fen-
tentia di tacerete non mijpronaffe la importanza della co fa : perche fiamo in
procinto di miete metter e fiotto ilputo incertiffmo dì un dado quefto efferato >
Io flato dei Duca di Fenara,& il Ducato di Milano , pofla troppo grande fen-
7$ ritener fi niente in mano : & mi inuita oltra quefto parlare il parermi com
$rendzre,cheCìamonte defìderische il primo a configliare fìa in quello,chegià
comincia ad andare a lui per l' animo :cofa che non mi è nuoua,perche altre uol
te ho compre/o effere meno dijpre^zcttì i configli miei,quando fi tratta di riti-
rare qualche cofa forfè non troppo maturamente deliberatale quadofi fan-
no le prime deliberationùlloi trattiamo d'andare a combattere co' nimici:&
io hofempre ueduto effere fondamento immobile de* grandi Capitani , ilquale
io medefimamentt ho conl'ejfierientia imparato ,che mai debbe tentare la for-
tuna della battaglia chi non è inuitato da molto uantaggio,oflretto da urgen-
te neceflità;oltrache è fecondo la ragione della guerra, che a nimicu che fono
gli attor iypoi chefimuouonoper acquiflare Ferrara , tocchi il cercare d aff ai-
tar noi : & non cheanoi,d quali bafta il difenderfi, tocchi contra tutte le re-
gole della dìfciplina militare ', sforarci d off aitar loro . Ma uediamo quale fio.
il uantaggio,o la neceffnà,che ci induce . *Amepare,& è,sio non mi inganno
del tutto, cofa molto euidente,che nonfipoffa tentare quel che propone il Du-
ca di Ferrara, fé non congrandijfimo difauantaggio noflro :penhe non pojfia-
mo andare a quello alloggiamento, fé non per un argine, & per unaflretta}&
peffimaflrada , doue nonfipoffono fpiegare tutte le for%e noflre , & doue effl
poffono con poche forT^e refiflere a numero molto maggiore : Infognerà che per
l argine e aminiamo caualloper cauallo ; eh e per la flrettev^a dell'argine con-
duciamo l artiglierie, e icarriagghle carra,e i ponti:& chi non sa che nei ca>-
minoftretto>& cattiuo.ogni artiglieria,ogni carro,che inciampi, fermerà al-
meno per un hora tutto l efiercito t& che efiendo inuiluppati in tante incorna
wodità ogni mediocre finiflro potrà facilmente difordinarcii*Alloggiano i nì=-
ll mìci
LIBRÒ
mìci al coperto iprouifti di nettouaglie , & diflrami : noi alloggiar emo qnafi
tutti allo fcoperto7& ci bifognerà portarci dietro gli flr arnione potremo fé non
con grand ijjìma fatica condurne la metà del bifogno . T<lpn habbiamo a rap-
portarci a quel che dichino gì' ingegneri , e i uillani pratichi del paefe : perche
leguerre fi fanno con l'arme de. faldati y & col configlio de' Capitani:. Fan-
ne fi-combattendo fu la campagna , non- co difcgnl/ne dagli huemini imperi-
t ideili guerra fi notano fu le carte ,o fi dipìngono col dito , o con una bacchet -
tanellàpolucre : K[onmi pi 'e fuppongo io inimici sì deboli, non lecofe loro in
ialdifordine , ne che habbino ndl 'alloggiar fi > & nel fortificar fi fiaputo si po-
co ualer fi dell'opportunità detf acque, &jdifiii, ch'io mi prometta chefubito •
che faremo giunti nell'alloggiamento che fi difegna? quando bene ui ci condu-
cemmoageuolment e , habbia a effere inpoteftà noflra l 'asfaltargli . Totranno
molte di fficultà sformarci a foprafederuiduey o tre d/> & fé non altra difficuL
tà lenem,& lepioggieinsìfìniftra , e sì rotta ftàgione ci riterranno: in che \
grado far emo delle uettouaglie, &Aegli ftrami fé ci accader à fopraftarui t
& quando pur rfuffe inpoteftà noftralajfaltarglr, chi è quello che fi promet-
ta tanto facile la. tintoria i chi è quello che non confìderi quanto fia pericolo -
fi l'andare a trouare inimici alloggiati in luogo forte , & l'hauere in un tem
pò mede fimo a combattere con loro & con le incommodità del fito del pasfe <?
Sdnomglicoftrigniamo a leuarfi fubito di quello alloggiamento, faremo ne-
. ceffitati a ritirarci : & quefto con quante differita fi farà per lo paefe che
.. ra tutto ce contrario , & oue diuenterebbè grandifjhno ogni piccolo disfauore i
nei nb^ra Menoueggolaneceffità dimetteretutta lo: flato, del Re in quefto precipitio,
car.is.fac.2. « perej}e' enfiamo molli principalmente non per altro, che per foccorrere la cit-
iti periona i. < * « -'• ' i •* . . x ■ 7 . •*• : rn n f
del Re Aifó ta di V errar a : nellaqualefe mettiamo aguaraiapmgenti, pojjiamo Jtarneji-
i? t AeJia ' curiffimi , quando bene noi diffolueffimo l'efferato \ & fé fi dice [fé che è tanto
Ji ha detto > jj ' 1 , i. , . />-- t> /•■ • > s ... > • , /pi -i / _
che con le con fumata yche 'rimanendogli addo/so l efkrcito de mmicr, e imponibile, che
&ediaer0s"o- in brieue tempo non caggia per fé fteffa ; non habbiamonoiil rimedio della a à
ni fi vinco- diuerfióne > rimedio potenti/fimo nelle guerre, con laquale fenza mettere pu-
£w&8?ta re utkcaualìo in pericolo', glineceffitiamo ad aliar gar fida Ferr arai lo hofem-
teftificato . pre configliato, & configlio più che mai, che noi ciuoltiamo', o uerfo Modo-
cat io£ &, na,o uerfo -Bologna pigliando il camino largo, & lafciando I errar a per quefti
io*, quando ' pochi giorni,che per più no farà neceffario, beneproueduta. Viacejni borapiu
\o?v?n\vl l'andare a Modona: allaqualcofaciftimola il Cardinale da Eflì per fona talef
ni: & di ciò ^ che afferma hàuerui dentro inteUigentia, proponendo l'acqui fio molto fa-
Uoabr hifto- cile: &'conquiftando un luogo sì importante inimici farebbono co fretti ari-
rie d'eflem timrji 'p^ito uerfo Bologna : & quando bénanon fi pigliàffe Modona, il ti-
«cmode^v moredi quella y è: delle cofe di Boloptagiucoftrignerà a fare il medefimo>co-
de* quali a m indubitatamente.hàrebbono. fatto giàmolti giorni ) tfe daprincipio fifiiffe
108. n'ho n -. **
meflbvno, feguitato quefto parere .\
proccio & Conobbero tutti per l'efficaci ragioni del fauio Capii ano, quando le difficul-
aiui!?U C tà erano zia prefenthquello che egìi, quando erano ancora lontane,lìàucua co-
1 nofeiuto :
r\ v/ i> vy.
nofciuto :però approvato da tutti il fuo parere , Ciamonte lafciato al Duca di
Ferrara per ficurtà fua, maggior numero di gente , fi moffé con 11 esercito per
il camino medefimo uerfo Carpi , non hauendo ne anco conseguito che il Mar-
chese di Mantoua fi dichìaraffe,che era fiata una delle cagionhallegata prin-
cipalmente da coloro }che haueuano con figliato contra l'opinione del Trittico :
à perche il a Marchefe defiderando conferuarfi in quefee turbulentie neutrale ; a . n More-
come sapproffimauail tempo, nelquale haueua data §eran%a di dichiararfi; cÌIIVmmI
pregaua con uarie fcufe,cbe glifufie permeffo il differire ancora qualche dì; al chefe di m
aperta
mente s'era
Tontefice dimoflvando il pericolo elùdente , che gli fopraflaua dall effercito
. Trance fé ; a Ciamonte applicando che non interrompèff? la fpermxa.c batte- '*™*™> a
, uà cheH Tapa in breuiffmo (patio di tempo prenderebbe il figliuolo . fMa
i ne anche ildifegno di occupare Modona procedette felicemente , facendo^ mag
giore impedimento Tafttttia, e i configli occulti del Re d'Aragona, che Tarmi
' del Tontefice, Era flato moleflo a C efare che il Tontefice haueffe occupato Mo
dona>città fiata riputata l/mghi(fmo tempo di iurifditione deli Imperio ye re-
tinta moltijfimi ami dalla 'famiglia da Eflicopriuileg^&inueflitura de Ce
fari: & con tutto che con molte querele haueffe fatta inflantia che la gli fufie
conceduta jil Tontefice >che delle ragioni di quella città>o fentiua,o pretende-
uà altrìmenthcr afiato àaprincipio renitente, maffimamente mentre fperò do
. uergli effere facile l occupare Fermm: mafeoprendeftpoi manifeflamente in
fauore da Efli Tarme Francéfile potendo foftenere-Modona yfenoncongmui
fpefefhaucua cominciato aguflare il confìgliodel Re £ dragona Mqualè lo co-'b Rèftituì
fonò che per fuggire tante moleflie, mitigar cT animo diCefàre,e tentare di far lUÌ^f^
nafeere alteratone tra il Re di Franciay& luulo confentiffe ; attefo maffima l'imperato .
mente che quando in tempopiu commodo defìderaffe di ribatterla, gli farebbe J£j *^e
fempre facile3dando a Cefareyquantità mediocre di danari: ilqual ragionamen dice a ss
o concedé-
eglino j
ilche al Tontefice pareua duriffimoconfentire : ma come occupata chebbe la ^ ,
Mirandola,uidde damante ufeito potente alla campagna >;&. chea lui ritor jjfj**^
nauano le meàefmeMff.culta\ & fife fé della difefa diModonayommefia la di
roarmema,
t bfputatione delle parole b confeniìche nelTinfìrumentofi dicéfierefiituirfi Mo &^onr,ui fl
dona a Ce fare Mila cui giurifditt ione era: la pófiefjìone della quale come Vìi-
frufi Oratore di Cefare.appreffo.al Tapa, hebbeyiceukta*pcrfuad€ndofi douer c iiqmie *f
efiere fìcuro per T 'autorità C e far eadicentwMan .Antonio Colonna. & legen £™a"nttjr
ti, con lequali.T haueua prima guardata innome della Chiefa } & a Ciamonte gétia m mo
fignificò Modona non appartenere più al Tonteficejna efiergiuflamente ritor Odetto mC
nata fiotto il Dominio diCèfare.7s[on credette Ciamonte queflo efier uero , & co iopfa nei
, e però ftimolaua il c CardinaLUa Efli alteffemtwne del trattato, che diceua ha- {-o ^ ™:
nere in quella città:per ordine delqudim fóTóàtì Fracefi, che Ciamote haueua uuitio.
Li i lafciati
L I S R O
lafcìati alla guardia dìRubiera, effendofiuna notte accoflati più tacitamente
che potettero, un miglio appreffo a Modona , fi ritirarono la notte mede finta a
Rubiera,non confondendo gli ordini dati da quei di dentro ,o per qualche dif
ficultàfoprauenutayO perche i Francefìfifuffera mojji innanzi al tempo, FCci-
rono dipoi un altra notte di tubiera per accoflarfi pure a Modona : ma dalla
groffe?ga,& furore dell" acque furono impediti di pafiare il fiume Secchia- che
corre innan'zi a Rubkra . Dalle quali co [e infoffiettito Vitfiufi , h attendo fatti
incarcerare alcuni Modonefi incolpatile machinafiero col Cardinal da E/ìi;
impetrò dal Vontefice che Marc Sintomo Colonna colmedefimoprefidio ui ri-
tornafìe : ilche non bar ebbe ritenuto Ciamonte , ch'era già uenuto a Carpi ,
dandarui a campo y fé la qualità del tempo non gli hauefie impedito il condur
l artiglierie per quella ma, nonpiu lunga di dieci miglia^ che tra Ruolo , &
Carpi 3 laqua.1' è peggiore di tutte leftrade di Lombardia: jequali la inuemata
sfondate doli acque , & piene di fanghi, fono peffime . certifico ffi oltra quefii
ogni dì fin Ciamonte Modona ejfer e fiata neramente a Ce far e; perciò conuen-
ne con Fitfiufi di non offender MoAma.,nb il fuo Contado, riceuuta all'incon-
dice , che° tT0 promejfa da lui, che ne' mouimenti tra il Vontefice, e il Re Chrifiianiffimo
cario Ara- nonfauoriffe né luna,ne l'altra parte . Soprauenne pochi dì poi ìnfermitàna-
bofio dei- ' . JJ -, ,, r _ : »t *Iì • j- • • •/>;..•
to ciamon ue a Ciamonte, ilquak portato a Correggio ; *fini dopo quindici giorni l ulti- A
te fu molto rno dì della uitafua , hauendo innanzi moriffe dimofirato con di uction grande
non "hauer dipentirfi fommamente deltoffefe fatte alla Chiefa, &fupplicato per infiru-
(occor fo la mento publicaal Vapa,chegli concedere l'ajfolutione : laquale conceduta che
né ricupera ancor a uiueua, non potette foprauenendo la morte pei "uenir.e alla firn notitia:.
to Modona Capitano mentre uifie d'autorità grande in Italia per la fomma potentia deli
onde prrriò Cardinal di Roano,&per l amminifiratione quafi ajfoluta del Ducato di Mi-
dai r e ne tu [#no , & fa tutti gH efferati del Re ; ma. di ualore inferiore molto a tanto pe-
poco vaioro fo: perche cofiituito in tanto grado, nonfapeua dafefieffo l'arti della guerra,
f°t 'u Peu lc nc Preflauafe^e d'quelliy che lafapeuano ; di maniera che non ejfendo dopo la:
nie fi aco> morte del %io foflentata più la infufficientia dal fauore, era ne gli ultimi tem.
xb di manìe p uenuto quafi mdijpregio de foldati , a' quali ,percbe non riportafìero male
mori poco, di lui al Re ,permetteuagrandiffma licentiayjn modo che' l Triulxio Capi-
k?C\o usi tmo mitY^tQ nellaranticOrdifcipUna', ajfermaua fpeflo con fagr amento, non u&
ho fciiuo fi, leve mai pillandocene gli. efierciti Francefi ,fe non ui fufie, o il Re proprio y,
cffeTu'heb- ° e& fufie^or^ a tutti. Maueua nondimeno il Re deftinato prima di dargli
he rafloiu- fuccefiore Monfignoxe di LungauiUa, benché illegittimo del f angue Regio *
pa^uand3 non fluitando tanto la uirtà , quanto per la nobiltà, & per le riccbeTgc
ch'tì morir l'autorità :y& l'eftimatione dellaperfona . Terlamortedi Ciamonte ricadde
Sortefu^fe fecondo gli infiituti di Francia infino anuoua ordinatone del Re, ilgouerno
tondo il deli esercito a Gianiacopo da Triul%i*mo de* quattro Marifcialli di quel Rea
Buonaccoi^ me:jiqUaie nonfapendofe in lui haueffe a continuare,^ nò, non ardiua di ten
Febrajo tare cofa alcuna di momento . Ritornò nondimeno con l'efiercito a Sermidi ,
wt* pey andare a foccorrere la Bafiiadel Geniuolo,laquale il 'Pontefice molefiaua
con le
a con leigentuche erano in Romagna,hauendo fimilmète procurato che nel tem c . >
pò mede fimo Jti fi appreffaffe Tarmata de Vinitiani di tredici galee fottili;& diquefte gè
molti levni minori : ma non fu nec e (Vitato a procedere più oltre , perche men- V c"noG ■*
11 i- n • • i ;i- f ,. do Guaina»
tre che le genti di terra uijtanno intorno con piccola obedientia, & ordme,ec~ Meieag ro
co che ali improuifo foprauengono il Duca di Ferrara , & Ciattiglione co ifol verde*! * &
ydati Francefi : i quali ufciti di Ferrara,con b maggior numero di genti, che non spagnaio :
bauenano ì nimici, i fanti per il TÒ alla feconda i Capitani co' caualli caminan ?*J?!!?*
do per terra Ju la nua del Vo , amuarono fu l fiume del Santerno ;ful quale i°p« «"te
gittato il Tonte , che haueuano condotto feco , furono in un momento Mdofifo l*ul°£l dce!J*
a nimici : i quali difordinati, non facendo refiflentia alcuna altri che trecento • Antonie or
fanti Spagnuoli deputati* guardar l'artiglierie ; fi meffom in 'fug*,J alitando fi „o dtVCa°:l
con difficultà Guido Faina, Brunoro da Furi), & Melmgro fuo fratello con- nola : ,lcbc
dottieri di caualli, perdute l'infegne, & l'artiglierie : ilperche l'armata Fini- So'" nella*
tiana difcoflatafi per fuggire il pericolo, s'allargò nel To . Vaxiauano in que- Vx\ <*' Ai *
fio modo le cofe dell' arme, non fi uedendo ancora indie tv da poter fondatamen ìuiVha pie
teziudicare quale doueffe effere Tefito della?uerra ; ma non meno ne con mi- na defcrit-
<=> . • ' i • J. JJ . ■> . , , £ , , „ . - none della
nore mcertitucune uanauano ipenfieri de Tnnctpi , principalmente diCefa- folli del Gè
re ; ilquàle inafpettatamente deliberò di mandare il Vefcouo Gurgenfe a Man n *°!c >° Za'
toua a trattar la pace . Erafi come è desto difopra ftabilito per me%o del Ve-
feouo prefittoti a" il Re di Francia, & Ce far e di muouere potentemente alla .
Trimauera la guerra contra i Vinitiani, & che in cafo chel Tonte fice non con ro deiie^ea
fentiffe d'offeruare la Lega di Cambrai , di conuocare il Concilio : alquale Ce- ^ d^ *aP*
fare molto inclinato , haueua dopo il ritorno di Gurgenfe , chiamato iTr elati fanti , & di.
de gli flati fimi patrimoniali, perche trattaffero in quaimodi,&inqual luogo ,cenl0 "uai
fi dmefte celebrar e. Ma come naturalmente erauario,& incojlante^et nimico quei de ni-
delnome Fr ance fé, haueua dipoi preflatoi 'orecchie al, He d'Aragona : ilqnale "l" £" ^*
confider andò, che l'unione di Cefar.e,et del Re di Francia, et la depreffione con ioo. causi *
lame communi de' Finitianimedefimaméte la rouina del Tonteficeper me- \ '§ g^"a ^
z^o del Concilio accrefeerebbono immodcrataméte la grandezza del Re di Fra t v ome (cri
cia;sera ingegnato per fuadergli effere pitta propofito fuola pace uniuerfale , "to.^Maa
pure che con quella confeguiffe,o in tutto, o in maggior parte quello che gli oc- Giamo più
cupauano i Vinitiani; confortandolo che a queflo effetto man'daffe a Mantoua ^tttvnx*
maperfona notabile con ampia autorità, che operaie che il Re di Francia fa- «"» quefta <aj
cefie il mede fimo; & chegli fimigliantemente ui manderebbe: onde il Ton- ■cu*'u10B^
tefice no potrebbe dinegare di fare il fimile,nè finalmente deuiare dalla uolon dadoU col-
ta di tanti Trincipudalla cui deliberatone dependédo la dcliberatione de' Vi Jf vefcouo
nitiani,perche per non rimaner foli erano neoeffnati feguitarelafua autorità* °lùo » co:
poter fi uenfimilmente fperare , che Cefarefen%a difficultàifcn^arme -fcn%a ™ deùlguec
accrefeere la npKitatione,o lapotentia del Re di Francia; otterrebbe con fom- '" » & .t"tto
ma laude infieme conia pace uniuerfale lo fiato fuo : &<quando pure nonne chettareAi
Bembo nò-
dimeno nel numero delle genti difcoida,dicendo che quelle del Papa erano feicentohuo mini d'anne,$oQxa
uai lcggien,8c 4000. fami.
Il 3 fucce-
1 LIBRO
fuccedeffe queUoyche raponeuolmente ne doueua fuccedere> non per queflo ri-
maner priuato della [acuita di muouere attempo determinato* & con l'oppor
tunità mede fimeda guerra: anyicffendo egli il capo di tutti iTrincipi Chri-
., fliani3& infuocato della Chiefa aumentarci molto le giuflificationi, et efaltarfi
affai da queflo configlio la gloria Jua ; perche a tutto il mondo manifeflamente
apparirebbe haucrcprincipalmente de federato la pace ,et l'unione de ' Chriftia
ni : ma hauerlo ccflretto alla guerra loftmatione)& pemerfi configli de gli al
tri . Furono capaci a Ce fare le ragioni addotte dal Re Catolico, & perciò nel-
a 'il vefco F$eJJò tempo firìffe al Tonte fice, & al Re di Francia . .Al Tonte fice hauere
*o Gurgefe deliberato di mandare il a Vefcouo Gurgenfe in Italia ; percheycome conueni-
ftr^°aiCpà uaaTrmcìperc!i£0f°>&Perlad
pa fu derto capò di tutti ìTr incipi Chrifiiani ; haueua flatuito procurare quanto poteffe
gò* come di ^ tranquillità della Sedia Upoftolica3& la pace della Chriftknità ; & confor
cono il gìo tare Iucche come appartenuta a Vicario uero di CH RI STO procede ffe con
bp0> e 'kffii l&Mzdefima intentione; accio che non facendo quel ci) era ufficio del Tonte fi'
huomo al- ce,nonfuffe coftretto egli a penfare a rimedij necefiarij per la quiete de' Chri-
rogaawrSf ^iam ':-T^on-approuare eh 'et trattale di priuare i Cardinali afìenti delia di-
ta lua durer gnità del Cardinalato ; perche non fi efiendo affentatiper maligni pen fieri , ne
che fu°nca- Per odio- contro, lui, nonmeritauano tal pena ; ne appartenere al Tapa filo Ix
gìone di ró priuatione de' Cardinali . Ricordargli oltra quefto ejkr co fa molto indegna &
uaitame'to; inutile creare in tante turbationiCardinaliniwui, come fimilmente gli er apro
dì pace .. hibitopev z capitoli fatti dà Cardinali nel tempo della fua elettione al Tapa-
telefonandolo a rìfexuare tal cofa a tempo più tranquillo jicl quale non hareb
he o neceffìtà, o cagione di promoucre a tanta dignità, fé non perfine approua
tiffmeperprudentia-jper dottrina* & coflumi. *Al Re di Francia feri ffe, che
j apendo la inclinatione>che fempre haueua hauuta alla pace honefla , &ftcu-
ra> haueua deliberato di mandare a Mantouail Vefcouo Gurgenfe a trattare-
la pace uniner fole >alla quale credeua con fondamenti non leggieriyche'l Tonte
ficej autorità del quale erano coflrctti: a feguitare i Finitiarihfupe inclinato?
il mede fimo prometter ebbona gli Oratori del Re d'Aragona : & che perciò lo
ricercauay eh 'egli fimilmente tu mandaffe\Ambafciatori con ampio mandato:
i quali come fufs 'ero congregathGurgenfe richiederebbe il Tontefice\ chefacef-
fe il mede fimo ; & in cafo lo dinegaffe , fi gli denuncerebbe in nome di tutti
il Conciliojaggiugnendoy che per procedere conmaggior giuflificatione, & por
fine alle controuerfw uniuerfali , Gurgenfe udirebbe le ragioni di tutti : ma.
the in qualunque cafi teneffe per certo 3 chegiamai co' Vinitiani non farebbe
concordia alcuna, feneltiffefio tempo non fi terminaffero col Tonte fice le dif-
ferentiefùe\ Fugrataqueflacofaal Tontefice*, non a fine di pace ', odiconcor
dia; ma perche perfuadendofi poter difforre il Senato Finitimo a comporft
con C efare, fterauache Ce fare liberato per queflo me%o dalla necefjìtà di fia-
te unito col Re di Francia , fi fepararebbe da lui ? onde ageuolmente potrebbe
iontra il Re nafeere congiuntone dimolti TrincipuMa quefta impromfa deli-
beratone
NONO. ... ìffl
her ditone fu mpleflijjima al Re di Francia : perche non hauendo ]}>eran%à the
ne haueffe a rifiatare la pace uniuerfale, giudicaua che il minor male > che ne
potcfìefuccedere farebbe interporre lunghe^aaltefecutione delle co fé conue
nute da fé con Cefare :temeua che il Tontefice promettendo a Ce fare d aiu-
tarlo acquiflare il Ducato di Milano ;& a Gurgenfela dignità del Cardinala-
to, & altre gratie Ecclefiaftiche linoni 'alienajfe da htho almeno eflendotne-
%p,cbe la compofitione co Vìnitianinon fuffepiufauoreuole a Ce far e, mett ef-
fe lui in neceffità d accettare la pace con inhonefliffime condì tioni ,+Accr e fre-
ttagli il foretto l'efìerft Cefare confederato dinuono con gli S ui%£eri , benché
folamentea di fé fa : perfuadeuaft il Re Catolico effere flato autore a Cefare di
queflo motto configlio; della cui mente fojpettaua grandemente per molte ca
poni ifapeua che l Oratore fuo appreso a Cefare s'era affaticato, & s affati-
xauafcopertamenteper la concordia tra Cefare, e i V'miiiani : credeua che oc
eultamente deffe animo al Tontefice, nell'efferato del quale erano fiate lefue
a genti a molto più tempo , che quello , che per i patti deUinuefliiura del Regno a Ciò h
dìJ^apoli era tenuto -.fapeua che per impedire X anioni fite, fi opponeuaeffica detto anco
cernente alla conuocatìone del Concilio, & fiotto ^ecie d 'boneflà,dannauapa- &°£$* f*c
lefemente, che ardendo Italia di guerre, & con la mano armata fi trattale di a.cioè,ch*ef
fare un'opera, chefen^a la concordia di tttttti i Trine ipi, non poteua partorì- tf "tr° J^S'"
re altro, che frutti uenenofijfimi : haueuanotitia prepararci: da luìnuouamen chc le genti
te in mare un armata molto potente 9 <& con tutto che publicajfe di uolerpaf- haueuano^
fare in ^Africa perfonalmente ; non fi poteua però faperefe ad altri fini fi pre- fetl»re il p«
paratia . Faceuanlo molto più fiorettare le dolci ffime parole fue > con lequali |f, j' li luPei
pregaua quafi jraternalmente il Re, che face 'fife la pace col Tapa , rimettendo Ie c'ano fo-
. et iandio, quando altrimenti far non fi poteffe, delle fue ragioni per non fi dima pta c utc *
flrare perfecutor della Chiefa , contra l'antica pietà delia cafia di Francia >&
per non interrompere a lui la guerra deflinata per efaltatione del nome di
CHR1STO, contra i Mori a" ^Africa, turbando in un iflejfo tempo tutta la
chrifiianità, fioggiugnendo effere fiata fempre confuetudine de TrincipiChri-
fiiani,quandopreparauano l l'arme contra gl'infedeli, domandare in caufa tan-
to pia fujjìdio da gli altri : ma a lui baflare non effere impedito , né ricercarlo
et altro aiuto,fe non che confentiffe^che Italia fieffe inpace, tequai parole, ben
che porte al Re dall'Oratore fuo, & da Improprio dette aU Oratore del Re rife
dente appreffo a luì molto deliramente, & con fignifì catione grande di amore;
pareuaperciòjche conteneffero un tacito protefto di pigliare l'arme in- fattore.,
del Tontefice : ilcheal Re nonpareua uerifimile,che ardiffe di.fare fen%a.$e~
ran%a di indurre Cefare al mede fimo . lAnguftiauano quefte cqfc no mediacre*
mente l'animo del Re,& lempittano di fojpetÌo,cbe il trattare lapacepcrme
C(o del Vefcouo Gurgenfe farebbe opera, o uana , opernitiofa a fé ? nondimeno
per non dare caufa di indegnatione a Cefare > fi rifoluè a mandare a Mantoua
il Vefcouo di Tarigi, prelato di grande autorità > & doito, nella feientìa delle
leggi. Inquefio tempo medefimofignificb a Gianicopo daTriul^Jlqude fer-
Ll 4 matofi
LIBRO
Qui dice mcLtofl a Semmài haueuaper maggiore commodità dell* alloggiare, & delle uet
il Mocenì- tenaglie ydiflribuito in più terre circolanti l'esercito ; e fiere la uolontà fua»
uuit^Vrefc ' €^e da lui fu ffe amminiftratala guerra , con limitatione cheperl'ajpettatione
a raccoglie- della uenutadi Gurgenfe»non affaltaffe lo flato Ecclefiaflico : allaqual cofa re-
d\ verona6 Pignatta anco l'afprc^a inufitata del tempo-, per laquale , con tutto che fuffe
Se di Legna cominciato Urne fé di Mar%p, era imponibile alloggiare allo [coperto .Ter ciò il
ce poccTfot Triul%to,poi che non shaueua occafwnedi tentare altro , & che era né luo-
to quefto . gbi tanto uicini,deliberò di tentare fé fi potuua offendere l' efferato nimico: il
aimoie . qual allargato fi , quando Ciamonte ritornò da Sermidi a Carpi-, alloggiaua al
Bondino qua fi tutta la fanteria, &. la caualleria al Finale ? & per le uille ui-
jisrdo3 pra^o \ eine : però riceuuta la commeffìonedel Re , andò il dì feguente a alla Stellata , a
da Lecci di <&■ f altro giorno alquanto pminnan'zij oue diflribuì alcoperto per le uille cir-
ta cauaiiier cojìanti l esercito, & facendo gittar e il ponte tonte barche tra la Stellata^ &
G.ierofoii^ Ficheruolo fui fiume del vò, hauendo ordinato che il Duca di Ferrara negit
haueua,' co . taffe un altro unmiglio difottOy oue fi dice la Tunta,fu quel ramo del Tò,che
« J11 o qc" ual" U^ * Ferrara> & $$ con l'artiglierie mniffe allo Spedaletto luogo fui Tole-
ma foli qi*à fine di Ferrara » che è di rifcontwal Bondino . Hebbe in quefto me%o il Triul-
fcriueH°Bé- ^° not^a dalle fue jpie , che molti caualli leggieri di quella parte dell 'effera-
to . La fua io de Vinitiani , che era di là dal TÒ » doueuan la notte profiima uenire ap-
nJoitò mole Preff° *&* Mirandola a ordinare certe infidi e : perciò ui mandò occultamente
fta a' Padri: '-molti caualli > i quali giunti a Bellaere palagio del contado Mirandolano y ut
oWa'ron o trottarono b Fra Lionardo ^Napolitano Capitano de' caualli leggieri de' Vini- b
vna ftatua a tìani » huomo chiaro in quell'efferato-: ilquale non temendo dotte fiero uenirui
ancho^hog * nimici yfmontato quiui con cento cinquanta caualli , ne affetiauamoltialtri
gi fi, vede che lo doueuano feguitare :ma oppreffo allimprouifo , uolendv fi difendere fu
fa6 de* santi ammainato con molti de fuoi * Venne ,AÌ fon fo da Efliycome era deflinatOy
Giouanwi & alloSpedaletto, & la notte feguente cominciò a tirare con l'artiglierie contra
bo, Moceni- il Bondino-: & nel tempo mede fimo ilTriul%io mandò Gaftone Monfignor di
go , Giufti-, j;0ì5 y figliuolo dì una for ella del Re* ilquale giouanetto l' c anno dinanxj. uenu e
Giouio\, to alt efferato » a correre con cento huomini d'arme , quattrocento caualli leg-
gieri , & cinquecento fanti infitto alle sbarre deli alloggiamento de' nimici , il
e venn è 1ual me!fc in fuga cinquecento fanti deftinati alla guardia di quella front e, on
l'eflercho degli altri l tutti Inficiato guardato il Bondino, fi ritirarono di là dal canale nel
?Qk°nJdo ftt0 forte : ma non fuccedette al Triul'fio alcuna delle cofe deftinate, perche
gti suizzeri l'artiglieriapiantata contra il Bondino , efftndoui in me%o il TÒ . faceua per
pa^Giuifo la diflàntia del luogo piccolo progreffòy & molto più perche crefciutoil fiu-
ti ei cótado me y e tagliato l'argine da quelli > eh erano nel Bondino allagò talmente il pae
&JiToiWfc fé» che dalla fronte de gli alloggiamenti Fr ance fi al Bondino non fipoteua
eddo il gìo pipi andare , fé non con le barche : di maniera eh e il Capitano difperato dipo-
Xuttaffefef terefiu condurfi per quella uia agli alloggiamenti de nimici» chiamò daVe.-
Icndogfoua \
ne a pena di prima bwba. Vi co&ui fi veggono di fotto guadi imprefe, come fu il Sacco di £iefcia ,'*c la
$otu di JRjucana . .
rond
NON O. i69
YOnaduè mila fanti Tedefchi,& ordinò fi foldaffero tremila Grìgioni per
accoflarfi loro per la uia di San Felice) in cafo che per opera delyefcouo Gur
genfe non s 'introducete lapace: la cui uenuta era fiata alquanto più tarda ,
perche a Salo fui Lago di Garda haueua affettato più dì in nano la rifpofta
del Tontefice :ìlquak haueua per letterericercato , che mandafìe \Ambafcia-k
tori a- trattare . Venne finalmente a Mantoua accompagnato da Don Ti etra
&Vrrea } ilquale per lo Re d 'dragona nfedeua ordinariamente apprtffo a Ce-
fare: oue pochi dì poi fiprauenne ilVefcouo di Tarigi:, perfuadtndofiil Re di
Francickilquóleper efierpiu uicinoaUepratkhedella,pace3 & a prouedimen
ti della guerra;£ra uenuto a Lione , che medefimamente il Tontefice douefìe
mandarmi ilqiiaU dall'altra parte faceua inflantia , che Gurgenfe andaffe a
lui;moffd non-tanto perche gliparefle queflo efi ere più fecondo la dignità Ton
teficale^quanto perche fferaua<& conllwnorarló}& col caricarlo di promef
fey&con l'efficacia , &- autorità delia prefentiahauerlo a indurre nella fua
ttolontà.atiemfftmapìu che mai dalla concordia,^ dalla pace: ilebe per per*- ~
fuadergli più facilmente, procurò che andaffe a lui Girolamo Vich Valentia-
no Oratore del Re Catolico appreffo a fé. Ifyn negaua Gurgenfe di uoleran-
da^-e al Tontefice, madiceua effer ricbiefto di far prima quel ci? era conue-
niente fare poi : affermando che più, facilmente fi rimouerebbono le difficul-
tà fé fi trattaffe prima a Mantoua con intentione di andare poi al Tontefice
con le cofe digerite , &.quaft conchiufe : afirignerlo a queffo nude fimo > non*
meno la neceffità , che il ricetto della facilitai- perche cornerà egli conuenien
te lafciar-e folo il Vefcouo di Tarigi mandato dal Re di Francia a Mantoua
per l inflantia fatta da Ce far e* con che fferamg poter fi trattare da lui le co-
fe delfuo Re* come conueniente richiederlo,che andaffe infieme con lui alTa
pat perche ne fecondo la eommeffione, né fecondo la dignità del Repoteua an
dare in caffi del nimico, fé prima non fuffero compofie, ò quafi compofle le dif
ferente loroJn contrario argomentauano i due ^Ambafciatori dragone fu di-
mofirando che tuttala fferan^a della pace dipendeua dal comporre le cofe di
Jerrara:penhe compofie quelle,non rimanendo al Tontefice più caufa alcu-
na di foftentart i Vinitianij far ebbono effi del tutto neceffitati di cedere ai-
la pace con qu^elle leggi , che uolefie Ce far e ifiefio . Tr etender e il Tontefice
che laSediaUpoftolicahauefie>fu laCktàdi Ferrara potentifiìme ragioni :
riputatevltra qyefiòUlfonfo da Effihauere ufatofeco grande ingratitudi-
ne yhàuergli fatte molte ingiurie -, & per mellificare l'animo fuo grande-
mente fdegnato , efier più conueniente , & più a propofito > che il Vafiallo
dimandale piutoftoclementia al fuperiore, che di ffutafie della giufiitia.
Dunque hauendofiad impetrare clementia, efiere non folament e honefto; ma
quafmecefiarioiltrasfevirfialuinkbe facendo-nondubitauano, che molto
mitigato diminuirebbe il vigore me effi giudicare e fi ere utile , che quella dili-
gentia,induftria, & autorità, che s haueua ad ufareper difforre il Tontefice
<M*pW,fiffmdefienel pervaderlo a mangiare. Soggiugneuano con paro-
LIBRO
le bellifjimc non fi potere ni dijputare,nc terminare le differente , fé non in-
terueniuano tutte leparti;ma in Mantova non efflere altri .che unoypercbe Ce
far e ìil Re Chriflianiffimo, e'I Re Catolico erano in tanta cogiuntione di leghe*
di parentadi* & d'amore, che fi doueuano riputare come fratelli, chegl'inte-
reffidiciafcunodi loro f uff ero communi di tutti. a ^Afìentì finalméte Gurgen a
fé con intentione eh e'I Vefcouo dìTarigi afyettajfe a Tarma quello , che par to~
riffe l' andata fua. T^on haueua in queflo tempo il Tontefice perle co fé , che fi
trattauano attenenti allapaceìdepofti ipen fieri della guerra: perche dinuouo
« Haucndo tentaua l'efyugnatione della Bafliadel Geniuolo , hauendo prepoflo a quefla
Gunlenfe imprefa Giouanni Vitelli : ma efìendo perlaflrettc^a de' pagamenti il nu-
d'andare al mero de' fanti molto minore di quehc haueua difegnato, & efiendoper lepiog
tf Sa Ma" Ìie grancti > & perche quelli , ci/ erano nella Baflia haueuano rotto gli argini
toua a 26.di del TÒ,inondato ilpaefe all' intorno, non fi faceua progrefio alcuno; & per ac-
Marzo 1 5 1 1 ^m ^ erano piperìori le co fé d'^ilfonfo da Efli : perche hauendo con un b ar- b
b Qjieft'ar mata di galee , & di brigantini affaltata appreffo a S. ^Alberto tarmata de
1 cir d?rò a VinitianUquellaf^auentata , perche mentre combatteuano fi feoperfe uriar-
s. Alberto , mata di legni minoruche ueniua da Comacchio;fi rifuggì nel Torto di Rauen-
d£e 'ch'era na ^aum^° perduto duefufle,tre barbone, & 'più disdegni minori: onde il
maggiore ai Tapa perduta la {peranno di pigliare la Bafliamandò quelle genti nel campo
«a -nwdouè $e alloggiaua al Finale, diminuito molto di fant imperché flrettijfimamente e-
2 fen ue,c he rano pagati. Creò nell'ifleffo tempo il Tapa c otto Card inalinone per docili ar- c
penderono1 flS>^ ammi àz Trincipi, parte per armar fi contra le minaccie del Concilio , di
duefutte,tre Tr elati dotthi$erimentati,& di autorità nella Corte Romana, & di perfine
pfa^dUo. k confidenti a fé; tra i quali fu l ' Ardue feouo di Iorch (diconlo i Latini Ebora-
gnì minori* cenfe) Àmbafcjatore del Re d'Inghilterra , el Vefcouo di Sion : queflo come
Pvfmiia'nf huomo importante a muouere la nation degli SuÌ7geri;quello cerche ne fu ri-
uédmo il pe cercato dalfuo Re,ilquale haueua già non piccola f^eran^a di concitare con-
Sraron©1 in tra l arance fi : &per dare arra quafi certa della medefima dignità a Gurgen-
mare , & fi Je , & render felo con quefla §>eran%a più facile ; fi riferuò col confentìmento
pono°di iCa del Concifloro facilità di nominarne uri altro >riferuatonel petto fuo: ma inte-
uennaj non f0 c9hebbe Gurgenfe batter conftntito d'andare a ltti,dìJpofto ad honorarlo font
rammendò 'moment e, & parendogli ne ffuno honore potere effer e maggiore, che ilTonte-
dì perdita. fice Romano far fé gli incontro >et oltra queflo Ou -gli maggiore commodità d'ho
: i nomi di norarlojl riceuerlo in una magnifica Città;andò da Rauenna a Bologna:doue
tutti quefti H terzo giorno dopo l'entrata fua \ entrò il Vefcouo Gurgenfe, riceuuto con tan
da^iui'i"" t0 honore, che qua fi con maggiore non farebbe flato riceuuto Re alcuno, né fi
fono poftì dimoflrò da lui pompay & magni ficentia minore-perche uenendo con titolo di
corfiB,U&nda Luogotenente di Ce far e in Italia , haueua feco grand iffima compagnia diSi-
f. Onofrio gnori,& di Gentil huommi, tutti con le famiglie loro uefliti, & ornati molto
ver^nefe fplendid amente. Alla porta della Città fé gli fece incontro con fegni di gran-
ati fuo lib. dijjimafommejjione l'^Ambafciatore, che il Senato Vinili ano teneua apprefio
U. ai ma al Tonteficewntra ilquale egli pieno difaflo ine/limabile, fi uoltò con parole,
NONO. 270
&gefli molto fuperbi, [degnando fi che uno, che rapprefentaua inimici di Ce
fare,hauef[e battuto ardire di prefentarft al coietto fuòicon quefla pompa ac-
compagnato infinal Concistoro publico.oue con tutti i Cardinali l'afpettaua il
Tontefice ;propofe con brieue,mafuperbiffimo parlar e, C e far e hauerlo manda
to in Italia per lo defiderio, chaueua di confeguire lecofe [uè più tcflo per la
ma della pace, che della guerra daouale non poteua hauer luogo-, fé i Vinitiani * Da qu«fta
non gli refiituiuano tutto quello, che in qualunque modo fé gli apparteneua : ^VShT'di
parlò dopo l'audientiapublica col Tontefice priuatamète nella medefimafcn Matteo £>
tentix,& con la medefima altere7ga:allequaliparole,& dimoflratiom acce- cfurgcnieT
pamò il nomo fevuente fatti non meno fuperbi : perche hauendo ilTontefice ch^ non de
confino consentimento diputati a trattar] eco tre Cardinali) San Giorgio :, Regi \l3[ c5 c-ar
no,& quel de Medichi quali affettando allhora, ch'erano conuenuti di efiere dinaiuhan-
infìeme; egli comcfefufie cofa indegna di lui trattare con altri che col Tonte- ^\on "gfet
a fice; a mandò a trattare con loro tre defuoi Gentil Imomini , feufandofi d'effe ?cu£*.l.[ B.e
re occupato in altre faccende : laquale indebita diuoraua infiemecon molte tti di chia-
altre il Tontefice mneendo la [uà natura l'odio incredibile contra i Trance fi: marl° huo*
11 > r • • • tt t ' -i r • mo arrogaci
ma nella concordia tra Ccfare^ e 1 Vinitiam,dellaquale comincio a trattar fi prt te, & fiera-
ma;erano moke difficullà:perche[e bene Gurgenfe, ilquale haueua dimanda- iuente altlc
to prima tutte le T erre, confentiffe alla fine che a loro rimane fiero Tadoua , e
Treuigì con tutti i loro Contadi, & appartenente ; uoleua nondimeno che in & Domanda
» rìco-npenfo defiero a Cefare *> quantità grana 'ifjima di danari3che da lui infeu uo Gurgéfe
do le ricono [ce ([ero & le rav oni deli altre Terre vii cedefìero: lequali cole e- a> vin,.ria,n*
vano nel Senato ricujate, oue tutti unitamente conci hiudeuano più utile e fiere di per l'iue
alla RepiMicapoicbaucuano talmente fortificate Tadoua,e Treuigi>che non ?itura d* Pa
temenano di perderle,conferuarfi ^li danari.perchefe maipaffaua quefla tem rreuigr ,- &
pefla .potrebbe offerir fi qualche occafione > che facilmente ricupererebbono il ogni *""•?
loro dominio-;Da altra parte il Tontefice ardeua di defiderw conuenì fiero con feudo, fecó-
Cefamfperando che da que fio baite fie a [accedere eli egli s alìenaffe dal Redi ^ il ^uo~
Francia.Terò glifliinolaiiaparte con pr leghi parte con minacele, che accettaf
fero leconditionipropofh.Ma era minore appre fio a loro la fua autorità ; non c Coni»eni-
folamente perche conofeuano da quali [ni procede ffe tanta calde%ga;ma per ho détto ,
chefapcndo quanto gli fufie nertfiaria la compagnia loro , in cafo'ncn fi neon- £.he ? v*n [r
ciliafie col Redi Francia, teneuano per Certo ,che mai gli abbandonerebbe . fero a cefo;
Turedapoi che fu disputato inaiti giorni, rimettédo il Vefccuo Gurgenfe qual f^dwi™'*
cheparte della fua dure'zgay e i Vinitiani credendo più di quel, chaueuana m la di fcii-
deftinato alla Mancia ardenti/lima del Tontefice, interponendoci mede Cima- d ° og ni -a n "
t. •,'.." ,* T t 1 • ' no: ma e: re
mente gli Oratori del Re a dragona, che a tutte le pratiche inten:eniuanO ; ftò- certa dìf
e pareua che finalmente c fufieroper conuenire, pagando i Vininarn , per rite- p"Ciìr?atr^
nerft con conjentimento di Cefare,Taioua, e Treuigi;ma in tempi L ghi, na «caro d'A-
pri il Patri-
^ arcato d*A-
fomma di danari.Rimaneua la caufa della r icone iliaticne tra il Tonte fice?e il SuònoT
Re di Francia , tra l quali non appariua altra controller fia, che per le co fé del M oce n»g° ^
DucadìFerrara; laquale Curgenfe per rifolum r? perche Cefare fen%a quefla coxo!°n*^
haueua.
IT B H t>
httueua deliberate non tonuenire;andò a parlare al Pontéfice; alqualefarijjt
me mite era flato, perfuadendofiperle fperanxe battute dal Cardinal di Va-
uia,& dagli Oratori. del Re Catoiico Àoucr e fiere materia non difficile :per-
. che d ali altra parte fapeua il Re di Francia y hauepdojninore rifletto alladi-
«Dice il buo gnucche alla quiete effer difpo/lo a consentire mólte cofe4i non piccolo pregiti
naccotfi , dicio al Buca:ma ti "Pontefice interrompendogli quaft nel principio del paria-
Ibi ì\ Gux re il ragionane nto; a cominciò per contrario a confortarlo , che concordando a
ftÉie hebbe Co V 'initianijafciafic [pendenti He cofe di Ferrara, lamentando fi che Ctfar e
TTuS^ù non conofceffeV occaftone paratifjìma di uendicarfi con V altrui for%e, <&. dana
Ferrara i xi ri di tante ingiurie riceuute da Fr ance fi ,-&. che afpettaffe d' e ffer pregato di
fé df n5Pnè <\uel c^e ragioneuolmente doueua con fiamma inflantia fupplicare. <M!equai
uoict tare ai cofe Qurgenfe, poi che con molte ragioni hebbe replicato , né potendo rimuo-
[yS uerlo dalla fententiafua;lifìgnificò uolerft partire fen^a dare altrimentiper-
temt il Fa- fettione alla pace co' Vinitiani : & baciatigli fecondo il coflume i piedi , *7<8
uwu , Se mede fimo , che fub il quintodecimo dalia uenuta fua a Bologna ;fe n'andò a y
ragionarne. Modonajiauendo in uano il pontefice mandato a richiamarlo fubito , che fu
b venne a ufeito della Cittàwnde s'indirizzò uerfo Milano lamentando fi inmolte cofe
etite la par d-el "Pontefice, & fpecialmente che mentre,cheper la uenuta fua in Italia e-
•couo CGur- *ano quafi fofaefe l'armi,haueffe mandato fegretamenteiper turbare, lo flato di
gcnfe.dai Fa Qenoua il Vefcouo di Vintimiglia , figliuolo già di Vagol FregofaCardinalej
% !d,SAg ine dell'andata delquale efiendo penetrato notitia a' Fr ance fi , lo fecero co fi imo-
dell' Anno gdito come andaua,pigliar end Monferrato: onde condotto a Milano, mani fe-
io. ho tratto flò intieramente le cagionici configlidelkfua andata. Ricercò Gurgenfe qua
da un Dia- fa paYt\ fa Bologna gli jlmbafc latori 'dragone fi , i quali effendoft per quel
penna, che che. appariua affaticati molto per la pace commune.dtmoflrauano effere fide-
ptefib .rae^, gna^ ^ena dwtei^a dell Pontefice, che faceffero ritornare nel Reame di !>{a-
da m ac ft io pò lì le trecento lance Spagnuole diche effi prontamente acconfent irono *Doìide
An d^co ciafcmo tanto più fi marauigliaua che neltempo,che fi trattaua dekConcilio#
jentii'huo • & chefi credeua douer efierje petenti in.ltaha con la prefentia d'amendue i
moTY^n,[oa Re lame Francefila Tedefche, il tPontefiieMtmla nimicitia del Re di Fran
go ', & (u te eia salienaffe Ce far e ^ & fi pr mafie de gli aiutiJel.Re Catoiico. Dubitauano
de* semi di aicuniiCj)e m queflo, come in molte altre cofe , fuffero diuerfi i configli del Re
quale comi d' dragona dalle climofirationi , & che altro haue fiero in publico operato gli
r'a aaln.e* Oratori fuo'haltro in fecreto col 7Jontefice:perche hauendo prouocato il Re di
d'Apritcdei Francia cqnnuoue offefe , & per quelle rìfufcitatala memoria delle antiche^
1 H'^brnU. pareua che doueffe temere che la pace di tutti glialtrinon produce fife grauif-
iu oti mcic fimi pericoli contra fé, rimanendo indeboliti diflato,di danari, & di riputatio
?eu s"°- 3 * n€ * Piritici » Poco potente in Italia il Re àt Romani, & uario3inftabile* &
di qy.eftomi prodigo più che mai. filtri decorrendo più Jottilmente interpretauano pò*-
v orarne^' t&f. perauentura effere chél "Pontefice , quantunque il Re Catoiico gli protei
ttpi rucceiii flafje d'abbandonar lo, & richiamaffe lefue genti,co?ifidaffe eh 'egli, con fiderà
y sacme . ^ ,Mnty nQCCrcyfc a fe proprio la fua depreffione} haueffe femore ne bifa-
gm
Causl>
Aurelio
N O N O. 171
gni maggiori a fofienerlo. Ver la partita di Gurgenfe perturbate lejfceran^e * n
della pace,ancora che il Tonteficeglì haueffe quattro dì poi mandato dietro il cicuta* nel
yefcouo di Morauia Oratore , apprejfo a te del Re di Scotìa per trai tare della J?\,;, ?el,a d!
J » .. /» • rr 1 • • >i -i ^. fciplina ma
*4^e éw ile a* Francia; fi rimojjono le cagioni, e haueuano ritardato Giamaco iìtare,dircor
p 0 dd tnul%i , ardente d'honefta ambinone di far qualche opera degna delia jf^^ [I
uirtàì& antica gloria fua,& donde al Re fi dmefirajfe con quanto danno prò tion dei gc
trio fi commetta il gouerno dMe guerre, co fa tra tutte l'attieni Immane la più "^Jtd^ fll
ardua, & la più difficile, & che ricerca maggior prudentia , & evertenti a , quai fi fa, o
A non » a Capitani ueterani;ma agiouani ine)fterti, & della uirtù de' quali niu ^""oVciu
na cofafa teftimonian\aj:he'l fattore. Vero continuando nelleprime delibera ta, o per fa-
tioniyancor che nonfuffero arriuati i fanti Grigionupercbe il General di 1<{or "a°ta ^^1
mandia,dalquale dependeuano l'efteditionhfyerando nella pace , & cercati- tione; cóciu
do di far fi più grato al Re Con la parfimonia dello fendere; haueua differito il a qUce°fto paf
mandare afoldaygli ;pofe al principio- del me fé di Maggio con mille dugento- ft>, che la^ue
lance, & fette mita fanti, il campo alla Concordia , laquale ottenne il mede fi- rjf0iutió dei
mo giorno: perche hauendo gli huomini della terra, impauriti perche haueua- priJ\c,&j c,'
no già cominciato a tirare l'artiglierie: mandato .Ambafciatori a lui per arren gc uno uiu,
y derfh& effendo perciò b allentata la diligentìa delle guardie, i fanti deU'effer ^f"™*
cito f aitati dentro 'Jafaccheggiarono. Tre fa la Concordia per non dare occa- tu neii'eflec
fione a gli emuli fuoU di calunniarlo ,. che attende ffe più alla utilità propria* c£° »lllu"
che a quella del Re; lafciata indietro la Mirandola ;fi diriigg uerfo Buonpor '
to,uilla poftaful fiume del Tanaro,per accoftarfi tanto a nimicu che con Firn- n igo fcr juc>
fedire loro le uett ouaglie, gli cofirignefìe a diteggiare , ò a combattere fuor a chcd|a con ,
della forteyga del loro alloggiamento . Entrato nel Contado di Modona > & fa al primo
alloggiato alla uilla del CaueTgo, intefo che a Maffa apprejfo al Finale alloga ^o Gràfici
giaua Gian Tagol Manfrone con trecento caualli leggieri de Vinitiani; ui ma dati cacciati
do Gaflone di Fois con trecento fanti , & cinquecento canalH : contra i quali ^l,1^^
Gian Vagolo fentito il rumore, fi me ffe [opra un ponte in battaglia : ma non bo fimile a
confondendo la uirtù de fuoi ali* ardire, & animofitàfua , abbandonato da ^°>™d
* loro;reflò con pochi compagni c prigione, ^Accofioffi poi l'efiercito a Buonpor- buifee la col
to hauendo in animo il Triulqogittare ilVonte,doue il Canale deriuato difo {^gcnriadd
fra a Modona dal fiume del Tanaro-fi umfee col fiume. Ma già l'efferato ni- 1* guardie.
mico per impedirgli il p affo del fiume, era uenuto ad alloggiare in luogo tanto c Gio#Paoj0
uicino,chefi offendeuano con £ artiglierie :da un colpo deUequalifu ammaTga Manftone
to>f aleggiando lungo l'argine del fiume ,il Capitano Verault Spagnuolo,fol- ^^q^I
dato deli efkr cito Ecclefiaftico% Sono in quel luogo le ripe altiffime, & perciò meo) fu fat-
erà a'nimici facile limpedirloionde il Triul^io,prefo mono configlio ; gittò il [° £$£5£
fote più alto un miglio folamentefopra al C anale, p afiato il Canale fi diriigè dalia Miran
uerfo la Città di Modona,caminando lungo l argine dell? anaro, cercando Imo couiit Cpei
go doue fu fi e più facile il gittare il ponte, & hauendo fempre uifta de' canal Soccorrerla,
lh& de fanti de' nimici , i quali erano alloggiati uicini a Caflel Franco fu la pj.°n anco
$radaRomea;mamuno alloggiamento cinto d'argini, & d'acque, entrò fu la juo ^«s*
a
L I B R O
; tnedefmaftradaal ponte diFoffalta due miglia preffo a Modona : & piega-
tofi a man deftrauerfo la Montagna; pafìòfen%a contraflo il Tanaro aguax^
Xp>che in quel luogo ha il letto largo , &fen^ ripa : ilquale paffato alloggiò
nel luogo doue fi dice la Ghiara di Tanaro y diflante tre miglia dall' efiercito
]Eccleftaflico:caminò il giornofeguen^^uerfo^jumaccioyaccommodatodiMet
touaglie,con tonfentimento di Vitfrufldà Modonefi; el me de fimo giorno fef
fercitoEcclcfiaflico,non hauendo ardire di opporfi alla campagna, & giudica
k do efier nccefiario l'accoflarfi a Bologna , perche in quella Città non fi facete
mouimento , attefo che i Bentiuogli feguitauano l'efiercito Fr ance fé ; andò ad
cafaiec- a\\0oqiare al potè a a Cafalechio tre miglia difopra a Bologm , in quel luogo &
o. luogo «=*->,, r, . ;., % , »_ . n • ^- ^ i rmitL'si- --
me u'ora°b^ medefimo, nelquale nettetà de Troaui noflri Giouan GaleaTgo Vifconte pò-
le pei : la uit tentiffmo Duca di Milano yfupenor e molto difor%e a nimici., ottenne contra
GaìeazSvi i I HorentinuBolognt fi ,& 'altri confederati unagrandiffimauittoria:maallog
kon te con- giammto di fi to' mólto fieuvo tra il fiume del Reno , e l Canale y & che ha la
t»ni : duhe Montagna alle$aìle:& per loquale s'impedifcc , che Bologna non fiapriuata
leggi il co fona commodità del Canale > che deriuato dal fiume pafia per quella Città .
par te6, eli Arrendevi il giorno feguente al Triul^io Caflel Franco : ilqual fopr afiato tre
h °viun df g>iom* nell'alloggiamento diTiumaccio per le pioggie ,& per or dinar fi delle
Gio.Vcaleaz uettouaglie , delinquali non haueuano molta copia , uenne ad alloggiare fu la
"~ flradamaeflra tra ■lzSamoggia>& Caflel Franco tnclqud luogo flette fofpe-
' foqueUoliaueffcfi fare 'per molte diffiadtà, lequali in qualuque deliberatane
' feglirapprefentauano:percheC(mofceuaef^er_mnofajfaltarB
'il popolo non tumultuaua, & accoftandòfi fu le jperan^e de moti popolari;^
dubitaua non ejfere cofiretto a ritirarfiprefto.comehaueua fatto Ciamonte co
zo.
b Dice il me
parte di fiotto non hauere altra $eran%a , fé non, che inimici per timor e, che
non afialtafie la Romagna , forfè fi mouerehbono : onde poter fi dare occafione
ò a lui di combatterei ò a Bologne fi dif are tumulto.: pure alla fine deliberan-
do di tentare fé alcuna co fa partorifieò la dijbo fittone uniuer fiale della Cit-
b uice a me tà,ò le intelligentie particolari de Bentiucglncondufief efier cito x Uuanguax
defimo il dia delquale guidauaT 'eodoro da Tnui<%o,la battaglia eglh&il retroguar-
quefto pale do Gàflone ài Fois, ad alloggiare al ponte a Laino , luogo fu la flrada maeflra
a Lamo è fa diflante cinque miglia da Bologna, & b famofo per la memoria dell'abbocca ■ j
tTc°afcó£gl'uara mento di Lepido, Marc Antonio & Ottauiano : i quali quiui (così affamano
tnuiiiraie : ^n fcrittori)fotto nome del Triumuiratoflabilirono lajirannide di Roma, et
gèin^f quella non mai a baflan^a deteflata profcrittione . J^on era in queflo tempo
no AicfTan- ^ìu g Pontefice in Bologna: ilquale dopo la partita di Gurgenfe, quando dmio-
fdXguer ftrando fuperchia audacia, quando timor e, come inte fé efier fimo fio il Trini-
ie ciuiiti e i rri0yCon tutto che non uifufferopiule lance Spagnuolcfipartìda Bologna per
UvUa di m! andare alt efier cito a finir e d'indurre con laprefcntia fua. ^Capitani a combat^
Antonio. tm CQ> nimici;allaqual cofa non gli hmeua potuti difl>orre> né i on lettere, ne
con
N O N O, __ ; __]_ 271
con imbafciate.Tartì con ìnt emìone d'alloggiare il primo giorno a Cento: ma
fu neceffitato ad alloggiare nella Terra della Tieue /perche mille fanti de fuoi
entrati in Centouno ttoleuano partir féne fé prima non rkeueuano loflipendio:
dalldqual cofa forfè flomacato, ò conjìder andò più dappreffo il pericolo, muta
ta fententia ritornò il dì fegùente in Borgna: oue crescendogli per l'approffi-
màrfi del Triulzjo il timore, deliberato d andar fene a Rauema , chiamato a
ife il Magiflrato de Quaranta , ricordò loro che a per beneficio della sedia *A~ * '^^
poflolica,& per opera, & fatica fua ufcìti dal giogo d'una acerbiffima Tiran Boiogneft
nide haueuano confc?uita làlib erta ottenuto molte efientioni, riceuute da. fé * "**["*!;£
inpublìco,&inpruatogfandifrmcgratieJ,&eflerep dizione
piuiper lequai co fé doue prima opprefli da dura feruità, & uilipefi,& conati £f* £ h^*
cati da Tiranni,non erano negli altri luoghi d'Italia in confideratione alcu- ufa nfteffò
na;hora effaltati d,honon,&di'riccbè'^e)& piena d'artifiaj [, & mercantie J*^!» ìt
la Città y & folleuati alcuni di lóro ad amplìffime degnità;éranò irìpreggio, & fopra 1 que
in eflimatione per tutto s lìberi di fé mede fimi, padroni intieramente di Bolo- ^° ™ bJ^V
gna,& di tutto il fuo Contado .-perche loro erano i Magiflratiy loro gli hono- c.zs 8.&c.z.
ri, tra effh&nélla lóro Città fi diflribuiuanò l'entrate publiche, non hauendo '
la Cine fa qua fi s altro che l nome, e tenendoui foloper fegnó della fuperiorità
un Legatolo Goucrnatoreiilquale fenica effl non poteua deliberare delle co fé
importanti, & di quelle che pure erano rime fi e ad arbitrio fuo; fi riferiua af-
fai a loro pareri, & alle loro uolontà ; & che fé per quefti beneficij , & per lo
felice flato, chèhàueuanoYerano^difpoflTa-d^ la propria libertàifareb- -
hono da lui non altrimenti aiutati, & difefi, che farebbe iiicafofimiie aiu-
tata, & difefa Roma : l^eceffitarlo la gràuità delle cofe occorrenti ad andare '
a Rauenna,ma non per queflo efferfi dimenticato, ò per dimenticar fi lafalute
di Bologna.per laquale hauere ordinato che le genti Vinitiane, che con jLn-
àrea Gritti erario di là dalTÒ, & per queflo gittauano il ponte a Sermidi;an
leflia della guerra, & per ciò per, neceffitare i Fr ance fi a tornare a difendere le
cofe proprie, erano già preparati dieci mila SuiTgerr per difcenderenello fla ;
to di Milanon qualiperche fi mouefi'ero fubitamente, erano flati mandati da
lui a Vinetiauentimila ducati, &uenti mila altri hauerne ordinata Fini-
tiani:& nondimeno orando a loro fu fi e 'più grato tornare' fotta la feruità de*
Bentiuogli,che di godere la dolcezza della libertà Ecclefiaflica, pregargli che
l i aprijfero liberamente la loro intentione, perche farebbe feguitata da lui :
ma r .cordare bene che quando fi rifolueffero a difender fi, erauenuto il tempo
oppor tuno a dimoflrare la loro genero fità ,& ubligarfi in eterno la Sedia *A-
poflolica,fe,e tutti i Tonte ficifuturi:ÌAtlaqualpropofla, fatta fecondo il coflu
me fuo con maggior efficacia,cbe eloquentia,poi c'hebbero confultato tra loro
'mede fimi; rijfrofe in nome di tutti la con magniloquentia Bologne fé il Vriore
deLReggimento>magnificando la fede loro, la gratitudine de' beneficij riceuu-
ti, la -
a Si'leuòJa
LIBRO
fi, U iinotione infinita al nome fuo, conofcere il felice flato chaueuanò, &
5aSGidio?i <ptant0Per la cacciata dS Tiranni fufiero amplificatele ricchezze , & lo file
Bologna a dorè di quella Città:& douc prima haueuano la uita, & la f acuità fottopofle
«£ xlii?%. alt arbitrio d'altri, horafuurida ciafcuno godere quietamente la patria, par-
andò a i mo tecipi delgouerno partecipi decentrate* né efiere alcuno diloro che priuata-
ForU- icUu mentenon baueffericeuutoda lui molte grafie, & honorìiuedere nella Città
gio mo fé- loro rinouata la dignità del Cardinalato, uedere nelle perfine de' fuoi cittadi-
Senna? Geo w/ molte Prelature, molti ufficij de principali della Corte Romana:per lequali
me icriuc gratie innumerabili, ■& fingulariffimi benefici^ efier dijpofiipnma confumare
felino Ga" tutte le f acuità, prima metter e in pericolo ìhonor e, & la falute delle mogli*
dìnico. tt de" figliuolhpr ima perdere la uita proprìa->che partir fi dalla diuotione fua,
. & della Sedia %Apùftolica.lAndaffe pure lieto, & felice fen%a timore, òfcro-
neii'Eicgio puh alcuno delle cofe di Bologna:perche prima intenderebbe effere corfo il Ca
Ali dofio C° m^e mt0 difangue del popolo Bolognefe,che quella Città chiamare altro no-
caKtmal di me,è ubidire altro Signore,che Vapa Giulio, Dettero quefle parole maggio-
yauia, d.fco re jheran7a,che non conueniua al Vontefice: ilqualelafciatoui il Cardinale di
pre lacgio ** . ^. 9 x J .tJ ,
jie della di- Tauia; * Jrn andò a Ravenna non per lo camino dmtto^con tuttoché accom- a
fa°rfia*i car Va£nat<) ^€ ^ame Spagnuole, che fé ne tornavano a*Napoli ; ma pigliando
dinaie , e'i per paura del Duca di Ferrara la flrada più lunga di Forlì . Venuto il Trial
Sle non' ha ^° a^ '^>onte a Lainotfi dimoftratta grandiffimafolleuatione nella Città di Bo-
uédoti car logna,empiendofì gli animi de gli buomint di molti, et diuerfi penfieri.-perche
tcTottenei* mo^ affuefatti al uiuer licentiofo della Tirannide , & ad efier fomentati eon
dai papa la la robbay& co danarid r altri, battendo in odio lo flato Ecclefiaflico; defidera-
»o"a°com'- mno ardentemente il ritorno de* Bentimglmkripcr i danni ricettati, & che
*i deiideia t emettano di riceuere,uedendo condotti fu le loropoffeffioni, & nel tipo pro-
luì f^prS finclH0 alle ricolte due tali efier citi, ridotti in graue difyeraiione; defideraua-
»o defide- no ogni cofa che fuffe per liberargli daqueflimali:altrifof^ettàdo che per qual
^oVac^fta?- cbe tumulto,che nafeefie nella Città,ò per gli proceri ifucceffi de France fi ', U
Cela per be- memoria dell'impeto de quali,quando uennero fotto Clamante laprima uolta
uinclioAe A Bologna, era ancora loro innanzi a gli occhi ;non andafie la Città afaccospro
jFiancefi. & poneuano la liberatione da quefto pericolo a qualunque gouerno , ò dominio
Sfidod? t" fotejfero hauere: pochi dimoflranfi prima nemici de Bentiuogli fauoriuano ,
dìmento^a ma quafipiu con la uolontà,che con C opere il Dominio della Chiefa:& efiendo
ni 'Incedi" tutto ilpopolo,chiper defiderw dicofenuoue ,chiper ficurtà , & falute fua
menti ai Du meffofifu VarmeiOgnicofa erapiena di timore,& di Jpauento : & nel Cardia
"et maneg noi di Vauia Legato di Bologna non era animo, ò configlio baflante a tanto pe
giat la gucr ricolo:perc,he non battendo in quella Città sì grande , & sì popolo fa , più che
le ' pwuifio dugento cauai leggieri, & mille fanth& per feuer andò più che mai nella b di- b
ni&ed'diena fior(lia col Duca d'Vrbino, ch'era con l'efiercito a Cafalecchio;haueua,mena-
per aptl/ la to ò dal cafo, ò dal fato, foldati del numero de cittadini quindici Capitani , d
nirtotia a', qUaU
France fi .
Il nembo diccene il Cardinale odiaua il Duca» peicioche hauerebbe Doluto antepotli i pioprij fratelli.
NONO. tft
spiali ìnfìemè con le compagnie loro, & col popolo hautadato cura dettagliar
dia delia terra , & delle porte: de' quali , non hauendo egli battuto prudentia a Poca- pn;--
neh eleggergli; era la maggior parte di quelli , ch'erano affettionati a Benti- jen^udè ri*
a uogli; e tra qucfli a Lorenzo degli viriofti , ilquale prima incarcerato > e tor- lui, a chi u-
mcntato in Roma per Cadetto, che hauefk congiurato co3 Bentiuorii ; erapoi i13"0.1" ,u
n i r j ni" i • f i 1 1 i> r habbia fac-
/fata lungamente guardato in Cajiei S. ^Agnolo : i quali come hebbero l arme to ingiuria.
in mano ^cominciando a far e occulti ragionamenti \ & conuenticoli , &femi- *pe°j- ^ *;'
w^«^o nel popolo fcandolo fé nouelle , cominciò il Legato ad accorgerai tardi del Arpago; i* a
la propria imprudentia: & per fuggire il pericolo nelquale da fé mede fimo fi foJaio^lf
era pòfio fatta fintióne,ehe cefi ricercajfe il Duca d'Vrbino, & gli altri Capi- Duca £ Bor
tanu uolle che andaffero conte compagnie loro neltefiercito: ma rijpodendo ef c^/nIco
fi non uolere abbandonare la guardia della Terra ; tentò di metter dentro con la <*a Cam-
mille fanti RamaTgotto -.magli fu dal popolo uietato l'entrami : onde inuilito l°tti ^ *
marauigliofamente il Cardinale, & ricordando fi efiere infornino odio del pò- chaueua no
polo iifiio gouemo, & hauere nella nobiltà molti nimici, perche non molto in- u pC0 f'^ ^
b nan%ibaueua(benth e fecondo difieper b comandamento del Tontefice)fattot «g«>ne_dei
procedendo con la mano Regia,decapitare tr e bonorati cittadini ,come fu not-
te ujkjtù occultamente in habito incognito perunufeiofecreto del palagio , fi b Anzi non
ritirò nella Cittad-ella,& con tanta precipitatane , chef dimenticaffe di por- Juw "comVr
tarne le fuc gioie >e ifuoi danari dequali cofe^hauendo poi finitamente madato flone aicu-
a pigliar e, com'egli hebbe riceuute; fé nandò per la porta delfoccorfo uerfo 1- m &x\ì „?!
mola,accompagnato con cento caualli da Guido Vaina marito della fot -eliaca ««.comedi
pitano de* caualli deputati allafua guardia: & poco dopo lui,ufà della Citta- ml \ cUt-ldi
della Ottauian Fregofo,non con altra compagnia,che d'una guida. Intefa la n.£ dccaPita
fuga del Legato, fi cominciò per tutta la Città a chiamare con tumulti grandif cò tre, ci<4é
fimi; il nome del popolo daquale occafione, non uolendo perde re Loreto de gli £] ^crt0 di
^driofii, & Fracefco Rinucci,anch' egli uno del numero de quindici Capitani, nocétio dai
&feguace de Bentiuogli,feguitadogli molti della medefima f anione, cor fi al ^ K}^^
le porte, che fi chiamano di S.Felice,& delle Lame più coynmode al campo de Guidotu,2c
Francefile ruppono con faccette: & occupatele mandarono fen%a indugio a 1^1°^™°
c chiamare i Bentiuoglid qual'hhauuti dal Triul^io c molti caualli Fracefi, per ^uòmini i*
fuggire il camino diritto del ponte a Reno ; alla cui mjlodia -era Rafaello de noceun,n31'
TaTgiyUno de condottieri Ecclefiaflici,pafiato il fiume più bafio, & accofla- c Ceto lice
d tifi alla porta d delle Lame, furono fubit amente introdotti. *Alla ribellione dice j 1 1 uo"
di Bologna fu congiunta la fuga dell' eficrcito , perche alla ter^ahora della
notte, il Duca d'orbino le genti delquale dal ponte da Cafalecchio fi diflen- d P<?ria Pot
deuano infimo alla porta detta di Sirago7^a,hauédo(come fi crede) tntefa la fu ra dice il"
ga del Legatoci mouimento del popolosi leuò tumultui f ameni t 'Jafciando la Giouio> <*)
più parte de' padiglioni difiefi.con tutto l'efiercito,eccetto quelli, che deputa- Bentiuogii
ti alla guardia del campo ,er ano dalla parte del fiume uerfo i Fr ance fi, a qua in B°Iogna»
linon dette auifo alcuno della partita . Ma fentita la moffafua i Bentiuogjki ro Lorenza
cìo erano già dentro , auifatune fiòcamente il Triul^io ; mandarono fuor a AIlofto •
m della
LIBRO
della terra parte del popò lo a dannaggiargli:dd quali, & da* uillani, che già)
a e he r tut- calauano da. ogni pan e con ijmifuratigndi,& rumori asfaltato il campo-, che
X°x% & Sic Paffam $&° le mura, furono tolte loro l'artiglierie, & le monitioni co quati-
coi» furono td grande di carriaggi benché foprauenendo i Fracefi, tolfero al popolo, & a
ae uniBuo.1 &&0in delle cofe guadagnate la maggior parte : & già era arriuato al ponte et
n.accorfi , Rem con l'auanguarda Teodoro da TrmlxiÀoue Rafaello de* Ta^gi combat-
Sj£ d^Itl Wì^° ualorofamente gli foflenne per alquanto (patio, àitempima non poten-
te v mi ùa- a o filialmente reftfiere al numero tanto maggiore , rimafe prigione % bauenda
(come corife ffauociafamo) con la refiflenxa fua dato, commoìhànon piccola.
tu^dfl^oa "fidati della Cbiefa di faluarfuma le genti de* Vinitiani, et con loro Rarna1^
io di i^apa %otto,tbe alloggi aua fui monte più eminenterdi S.Luca3 non battendo fé no tar
« porta nel di 'mmta nottua della fuga del Duca d'Vrbino.prefcro perfaluarfu la uia de
u facciata, monti :pcr laquale, ancora che riceue fiero danno grani (fimo, fi conduffero in Ro
DtioTo di* ma2>na' Furono in quefla mttoria acquiflata fcn%a combattere tolti quindici
s. Petronio, pe%$i a* artiglieria grofJa> & a molti minori tra del Pontefice, & de Vinitia- et
ir filiti T nhloftendardo del Duca proprio con più altre bandkre-.gran parte de' carriag
cDice ìibuo & ^e &* Ecclefiafìici , & quafi tutu quei de* Vinitiani rfualiguti qualch'uno
mecorfì , degli huomini d'arme della thiefaima de vinitiani più di ceniocmquanta,et
ti^nJn'uoi dell'uno* & dell'altro efferato diffipati quafi tutti i fanti prefoOrjho da Mu-
te accettare gitano, Giulio Manfione, & molti condottieri di minor conditione.-. ir? Bolo-
do ^'IruJn &na nonfHrono commeffihormcidip ne fatto molenda ad alcuno, ne della nobtl
uotei toccar tà,nè delpopolo : folamente fatti prigioni il Vefcouo di Chìufi, & molti altri
ìa ' chieaJ Vrelath^egretarì^, & altri Vociali, che afjìfteuano al Cardinale , rima fi nel
ma che foio palagiodella refiden%a dei Legatoiperche a tutti batte uà celata la fua parti-
i'o '& u«£f ta J»/«/rò // popolo Bologìiefe la notte ifleffa el dìfeguente ad una i> fiat ita di ^
uagiìa ^ pò- b ron%o del Tonte fice, tirandola per la piaTga* con molti fcherni, & derifioni ,
rniufi^u ò perche nefuffero autori i fatelhti de' Bcntiuogli,òpure perche' Ipopolo infa-
Giouiodke, flidito da trauagli,& danni della guerraycom è per fua natura ingrato, & cui
uoile p^uió fido di cofe nuoue,haueffe in odio il nome , & la memoria di chi era fiato ca-
eoncjtareiri gìone della liberatione,& della felicità della loro patria. Sopraflette il dì fé-
iUuo Repiu guenteschefu il iz.di Maggiori Triuhio ne Imed efimo alloggiaméto;& Fai
<H quei, che tro dì lafciatafi indietro Bologna andò fui fiume Lidi ce >& poi fi fermò a Ca-
huomo pCio! fel S'Tiero,terrapoftafu Ueflremitd del teniterio Bologne fé, per alenare in
dQueftovc- nar^\ìfaiPlJlet^i °^tre qMtefaffe Hintentìone del Re di Francia,à diprocede
icouo. c'ha- re auanti contra lo flato del Tontefice,òfepure,baflandogli hauere ajjìcurata
Mddiad^tì Ferraraj & Iettato alla Chiefa Bclogna.cheper opera fua haueua acquiflata ì
logna in cu uolefjèfemiare il corfo della uittorta/però bruendogli Ciouanni da Sajfatello,
fhiamò Gh* condottiex del pontefice } & che cacciato d'Imola la parte Ghibellina a quafi
%o vitelli * dominaux come capo de Guelfi, quella Città,offertQ occultamente di dargli I-
ìTgìouìoI^ mola, c non mite in fino alia rijpojia del Re accettarla. Reflaua la Cittadella di e
«cita, vita. Bologna3 nellaquale era il d Vefcouo Vitello, Cittadella ampia* & forte a ma d
oft °* gmedata fecondo l'ufo delle fon eige della Chiefa:penhe m erano pochi fan-
ti%
NONO* 174
ti, poche gettonagli e, & qua fi ninna monitione: nellaquale mentre ch'era affé
aiata, udito il cafo di Bologna , era usnuto la notte da Modona Filfrufl a per- Be.vbojche
fuadere al Vefcouo con promeffe gradi che la de fi e a Cefare:ma il Vedono pat jjDw» d' v v
tuito il quinto giorno co Bologne fi, eh e fuffero faine leperfone,& la rMa di ihó.a «iato
:amera
quelliyche ni crano,& riceuuta obligatione,che a lui in certo tempo fu (fero pa *-«
gati ire mila ducati;la dette loroilaquale bauuta cor fero fubito popolarmeli- w era aVda
te a rouìnarla, incitandogli al mede fimo i Bentiuogli , non tanto per far fi be~ f ° ,?ef ! cu •
niuoli i Cittadina quanto per fio (petto, ehe'l Re di Francia non la uo lejfe in pò- 1 uùV. fe 0p-
tefià fina, come era flato già parere di qualch'uno de Capitani di don/andarla: P°%] s „da l
ma il Triul%io giudicando efiere alieno dalla utilità del Re, ti creder fi, ch'egli r.h'a lui ha'.
uolejfe infignorirfi di Bologna,} haueua contradetto. Ricuperò con i'occafione jjj^ j^
di quefla uittoria il Duca di Ferrar anitra Cento >& la Viene, Cutignuola, lu pa d'hauer
go,e l'altre Terre di Romagna: & nel tempo medefimo cacciò Alberto Tio di f"^.^ ®
Carpi,ilquale lo poffedena con luì commimemente. Ricciictte della perdita di a . apa non
JBólognagrandifflma moleflia,com era conucniente,il Vontefice, affliggendo- "0°mca *$"'_
lo non fidamente l e fiere alienata da fé la principale*. & più importante Cit nàaieme (e
tàtfccettuata Roma, dì tutto lo flato Fcclefiaflico , elparerglieffereprìuato natiche
ili quella gloria,che grande appreffo a glibuomini,& nel concetto fino maffi- «gì» pienodi
mamente gli haueua dataì'acqmflarla; ma vltraqueflo per lo timore , che cótraVc!^
l'esercito uincitore non feguitaffe la uittoria: alquale cono tendo non poter re óìn*jf aut-
fijlere,& defiderofo di rimuouerloccafioni,chelo inuitaffero apafiarepiuin in^uità^a
nanzhfolleeitaua che le reliquie de foldati Vinitiani , richiamate già dal Se- contrastò
nato;s imbarcadero diporto l ejenatico: & per la medejima cagione corame] aa; „ ,;R coj
fé gli fuffero reflituiti ì nentì mila ducatui quali mandati prima a Vinetia per pugile (co
far muouere gli Sui'T^eri; fi ritrouauano ancora in quella Città. Ordinòanco- Ue)mà con
ra,che'l Cardinal di l^antes di natione Brettone,ìnuitaffe,come dafe,il Trini *a jPa(la s1 j
%io alla pace, dimoflr andò effere al preferite il tempo opportuno a trattarla:: l- &i0 n accor •
qual rijpofe non convenire il procedere con quefla generalità,mà effer necefia fi d'c| c.ln;
rio uenire efpreffamente alia particolarità: hauere il Re quando defìderaua la onde \ paìa-
pace propoflo le conditioni : dover hora il pontefice fare il mede fimo , poi che |";"ie£ ld°[
tale era lo flato delle co fé, che a lui apparteneva il defiderarla. Trocedeua in la m uia i io
queflomodo ilTontefice più per fuggire il pericolo prefente, che perche havef *^lono \
fé neramente difpofto del tutto l'animo alla pace, combat tendo infume nel pei uc poco do-
ro fino lapavra,lapertinacia,todio,& lo j degno. ls[elq vale tempo mede/imo ^>oruteI1.neI*
foprauenne un altro accidente, chefir addoppiò il dolore. xAccufauano appref Buonaccor-
fo a lui molti il Cardinale di Tavia,alcvni d'infelicità, altri di timidità, altri nèfit "Sad*
d'imprndentia:ilqnaleperfcnfarfi dafeflefio uenuto a Rauenna;mandò come ucnueio a~
prima arriuò,a figmficargli la fina uenuta,& a d. mandargli l'hora a ella au- jjjj^ "* *^
dientia:deliaqual co fa il Pontefice, che l' amava fommamente;molto rallegra- à°& l*fi l'ai
tofi , gli rijpofe , cheandaffe a definare feco : doue andando accompagnato da Gradilo'1
r Guido Faina, & dalla guardia de' fuoicaualli , il a Duca d'orbino per l'an- tiene,chc a
*„ • f*ng™ ùed
Mm 1 tlCa doinprou»
ì'-al^cttaflc,& ucdutolo fcaualcatojk» chìamafte tradito! nimico del fangue lt3liano;8c col pugnai 1© tcriflè.
LI B R O
tica nimichici , che baueua con lui , & accefo dallo [degno* che per colpa fua
(cufidiccua)fuffe proceduta la ribellione di Bologna ; & per quella la fuga
dell'esercito , fatto fegli incontro accompagnato da pochi, & entrato tra i ca
Halli d/ella fua guardia , che per riuercntia gli dauano luogo ; armàTgi di
fluttuano propria con un pugnale il Cardinale , degno forfè per tanta degni-
tà di non efiere molato , ma degmffimo\per i fuoi uiiij enormi* & infiniti , dì
qualunque acerbiffimo fupplicioiil romore della morte delquak peruenuto fa
bit amente al Tapa; cominciò con grida in fino al Cielo } & urli mifer abili a la
mentarfi , mouendolo fopra modo la perdita d'un Cardinale che gli era tanto
caro; & molto più leffere su gli occhi fuoi , & dal proprio nipote con efjìm-
flica: ilquale dolore non potendo tollerare , ne temperare il furore; parti ,
mede fimo da Rauenna per ritornar ferie a Roma: nt giunto a fatica aRimmi,
sc?eTino,2s! acetiche da ogni parte in un tempo mede fimo lo circondaffero infinite, &gra
croce, co- mffime calamità, hebb e notitia che in Modona, in Bologna ,& in moU altre
m" ",V«oSn €&£ erano appiccate ne* luoghi publici le cedole , per lequali fé gHintimaua
do ìi'buo-; la ,£onuo catione del Concilio , conia ciiatione che ni.andaffe per finalmente :
perche il Vzfcouo Gurgenfe, benché partito che fu da Modona haueffe carni-
biicòciiio nato alquanti giorni lentamente , affettando rifycfta dall'Oratore del Re di
fico^nS Scotia'y ritornato da lui a Bologna, fopra kpwpofle , che il Tontefice medèfi-
ìàno 1+14. mo ■ gli haueua fatte; nondimeno, efifendo.uenuto con rifpofte molto incerte ;
fnniU!°i uè rnando fubito tre procuratori in nome di CefareaMilano : i quali congiunti
papi depo- co* a Cardinali, & co procuratori del Re di Erancia indiffero il Concilio per il a
%ouili%< primo giorno di Settembre proffìmonella Città di Tifa. Voltarono i Cardinali
detto pdma l animo, a Tifaycome luogo commodo per laMicinità del mare a molti, che ba>
coidalcre ueuano a uenire al Concilio;& ficuro perla confidenza, cheilRe di Francia
gorio iz. & haueuane Fiorentini;& perche molti altri luoghi > che ne farebbono flati ca-
li 13 .'detto paci,eranoò incommodifo foretti a loro, oda potere effere con colore giuflo ri
prima Ptc- cufati dal Tontefice. In Francia nonpareua honeflo il chiamarlo,}) in alcuno
do°poìUquaii luogo fottopoflo al Re .'.Goflan^aunadelle Terre Franche di Germania pro-
fa creato p0fla da e efare, benché illuftre per la memoria di quelfamofo b Concilio, nel- "
vedV h ria- quale priuatitre, che pmcedeuano come Pontefici, fu eftirpato lo feifma con-
tìna nella vi tmua(0 nella Chiefa circa. quaranta anni, pareua molto incommodo , & fo^
S,da tolde* jpetto ali una parte , & altaltra. Turino per la uicinità de gli Sui%^eri , &
10 Zì ' de gli flati del Re di Francia: Bologna innanzi fi alienafie dalla Chiefa no era
e Amédue fecura per i Cardinali , dipoi era lime de fimo per il Tontefice : &fu ancora
qqefte hifto ne\\a elett ione di Tifa feguitataln qualche parte la felicità dello augurio per
n«i 'piagna la memoria di dueConcilvj,che ui erano flati celebrati projperamente^luno e
nelle vite qU^do quafi tutti i Cardinali abbandonati Gregorio duodecimo, & Benedetto
rio ii.&d'A- tredecimoyche contcndeuano delTonteficato, celebrando U Concilio in quella-
fcfé&o. v. dtiàìde fiero in Tontefice jikfiandro QuintQil altro più anticamente fu ce-
lebrato
NONO. 27?
lebratb qului circa tanno Mille cento trentafei da Innocenzo Secondo, quan-
do fu dannato Tietro di Leone Romano, ^Antipapa,ilqual facendo fi chiama-
re .Anacleto Secondo ,haueua con fcifma tale dato molto tr attaglio , nonfolo
ad lnnocentio,ma a tutto il Cbriflianefimo . Haueuano frimai Fiorentini co a Nella coir
fentitolo al Re di Franciajlqualegli haueua ricercati,proponendo effere dm- |5fa che . fa
tore della conuocatione del Concilio non meno C efare, che egli, & confentirui n, Romana
il Re d'Aragona; degni d' efiere lodati forfè più del fileni io , che della pruden & Ia . Con-
tia, 0 della fortezza dell'animo : perche , ò non hauendo ardire di dinegare al ìkana , the
Re quel che era loro moleflo , 'ònon confiderando quante diffuultà > & quanti fauo*lla a l-
f ,. tr • -f 1 r » 1 -> 1 1 \ iì cunc uoiie
pencolipotefie partorire un concilio, che fi ceiebraua cotra lauolonta del Tori da» maina-
tefice , tennero tanto fegreta quefia deliberatane 'fatta in un con figlio di più |f pj,ncipì
di centocinquanta cittadini , che fuffe incerto a Cardinali , a quali il Re di tribune u
Francia ne dauajperan^a/ma non certezza, fé l'hauefiero conceduto : & al £0 # dln°f
Tonte fice non neperueniffè notitia alcuna, Tretendeuano i Cardinali poter- tà, hauendo
fi giuridicamente conuocare da loro il Concilio fen^a l'autorità del Tonte fi- fa""1 Ton"
ce, per la neceffità euidentifjima,che haueua la Chiefa de fiere riformatalo- cefìh a Papa
me diceuano) non folamente nelle membra, ma etiandio nel cape , cioè nella Te^o^di
perfona delTontefice : ìlqualc ( fecondo che affermauano) inuet erato nella la Romana,
fimonia, & 'ne ' cofiumi infami, & perduti, né idoneo a reggere il Tontefi- a^an^ie1-
càto , & auttore di tante guerre , era notoriamente incòfrigibile conimi- «oApofto-
uerfale fcandolo della Chrifìianità , alla cui falute ninna altra medicina ba- £ t *£** e-1
flaua, che la conuocatione del Concilio : allaqual co fa efiendo flato il Tonte- *prefTo, che
fice negligente , efierfi legittimamente deuoluta a loro la potefìà del con- C\^A maf-
uocarlo , aggiugnendouifi maffimamente l'autorità dell'eletto Imperatore , fidamente
& il confentimento del Re Chriflianijfimo colconcorfo del clero della Ger- concetterò-0
mania , & della Francia . Soggiugneuano , tufare frequentemente quefla f°jp aI Por
medicina efiere non folamente utile, ma necefiario al corpo infermiffimo no ruttori-
della Chiefa per efiirpare gli errori uecchi , perprouedere a quelli , che nuo- tà ^ c°D_uo
uamente pullulauano , per dichiarare, & interpretare le dubitationi, che al- fio, o di fcio
la giornata nafceuano , & per emendare le cofe , che da principio ordinate - fe-,0r ' *
per bene , fi dimoflrauano taluolta per l'ejperientia perniciofe : perciò ha- o di rifiutar
uerei padri antichi nel Concilio di Go fiamma falutifer amente flatuito, che ^%z£\nl
perpetuamente per l'auenire di dieci anni , in dieci anni fi celebrafie il Con- ta ro , & rifo
alio . Et che altro freno che quefio hauere i Tontefici di non ufeire del- J"^^^
lauia retta ? Et come altrimenti poter fi in tanta fragilità de gli huomi- tìna nella vi
ni, in tanti incitamenti , che haueua la uita nojlraal male ,flar ficu- "0d,TBe°:zo!
ti, fé chi haueua fomma licentia f ape fi e non hauer mai a rendere conto UMoccni-
di fé mede fimo i Da altra parte molti impugnando quefle ragioni, & ad- ^q1/^^
herendo più alla dottrina de3 Theologi , che de' Canonici ; affermano Càuto- + mettevna
* rità del conuocare i Conci lij a rifedere folamente nella perfona del Tonte- «"gi'uIìo a!
■ Mm 3 fice, al Re di Fra
eia: neJJa-
guai drce cjiieftc formate parole. Concìlitmi autem vocarenon tua, fednoftrà fegitiroa poteftas eft .
L I B' R O
fitt, quando bene fuffe macchiato di tutti i uitij , pur che non fuffe foretto di
herejìà: & che altrimenti interpretando, farebbe in potefla di pochi (ilche in
modo ninno fi doueua confcntire)ò per ambii ione, bper odij particolari , pal-
liandola intentione corrotta con colori falfi > l alterare ogni giorno lo fiato
quieto della Chic 'J ade medicine tutte per fu a natura effere falutif ere: ma non
date con le proportioni debite, né a tempi conuenienth efferpiu tofto ueleno ,
eh e me die ine :& però condannando coloro, che fentiuano diuer fornente ;chia-
mauano quefla congregai ione non Concilioyma materia di diuifwne della uni-
tà della Sedia ^poflolica, principio di Scifmanella Cine fa d'iddio , & diabo-
lica Conci liabulo ,
DE L UHI STORI A
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Genti i'hv omo Fiorentino,
LIBRO DECIMO.'
I
SOMMARIO.
L nono libro contiene la pratcìca della pace fra il Papa, e il Redi Francia;! in-
timation del Concilio Lateranenfe in Roma : la reftitution di Montepulciano
fatta per opera del Papa a5 Fiorentini: iprogrelTi della guerra a Verona, e in Fiiu
li: l'infermità del Papa, & la foileuation del popolo Romano: i fofpettichc'l Pa-
pa ha del Re d'Aragona: l'interdetto di Fiorenza & di Pria: la Legafra'l Papa, il
Re Catolico, e i Vinitiani contra Francia sia priuation de1 Cardinali, che chia-
marono il Concìlio. :i di feg ni del Papa per muouer guerra a' Fiorentini: la diflb-
lutionedel Concilio di Pi(à,che fi trasfeiìa Milano: vndifcorfo fopragliSuizze-
* riy quali uengono fenza frutto in Italia : la guerra ratta da* Collegati contra Bo-
logna & Ferrara , e i progreflì di quella > che fi faceua in Lombardia : la rotta di
Rauenna : & il principio della declination delle cofe Francefìin Italia .
STET TsAV\AS 1 con grandijfìma fofpenfione degli ani
mi di tutta Italia 3 & dellamaggior parte delle Trouincie
[j de* Chrifliani, quel che il Re di Francia,ot tenuta che hebbe
1] : la uittoria, deliberale di fare: pere he a tutti manifeflamen
,12$ teappariua effere in fua potefla l'occupare Roma. & tutto
3 lo flato della Chiefa offendo le genti del Tontefice quafi tut
te dijperfe,& diffipne,& moltopiu quelle de Vinitiani: né efìendo in Italia
altre armische poteffero ritenere l'impeto del uincitorc , &parédo che il Von
tefice.difefofolarrìcnte dalla maeflà del Tontefìcato ,rimanefìe per ogn altro
rifletto, alla diferctune della fortuna:& nondimeno ill{e di Francia, ò rafie
nandolo-
DECIMO, i?g
n.indoh la rìueren%a della religione , ò temendo di non concitare contra fé, fé .
procedeva più oltre, l'animo di tutti i Trincipi,deliberato di non ufare tocca- .
ftonc della uittoria;comandò con configlio perauentura pinpietofo che utile, a
Gianiacopo da Trhd%i,cbe lanciata Bologna in pottfià de' Bentiuogli, & re-
fi ituito fé altro baite fie occupato appartenente alla Chiefa , riducete fuhita-
mente f efferato nel Ducato di Milano, ^Aggiunfe a fatti mansueti humanif
firme dimofirationi,&parole.Vietò,cbe nelfuo Reame alcuno fegno di pub li*
ca allegrezza non fi faceffe: & affermò più uolte alla prefentia dimoiti, che
con tutto non baueffe erratole contra la Sedia ^Apofiolica, ne contra il Ton-
tefice,nè fatto co fa alcuna fé nonprouocato, & neceffitalo, nddimeno,cheper
riuerenya di quella Sedia uoleua humiliarfi , & dimandargli perdono : per*
fuadendofi , certificato per l ' efyerientia delle difficultà rche haueuano i fiuoi
concetti ,,& afficurato del fo fretto hauuto nanamente di lui , baueffe a de fi <
derare la pace con tutto t animo-.il trattato dellaquale non sera mai interine f
fio totalmente , perche il Tonte fi ce infimo innanzi fi partiffe da Bologna, ha-
ueuaper quefla cagione mandato al Re l'iAmbafciatorc del Re di Scotta, con-
tinuando di trattare quel che per il mcdefimo Vefcouofi era cominciato. a trat
tare col Vefcouo Gurgenfe: t autorità del Re fieguitando i Bentiuogli ;fìgnifì-
cauano al Tonte fice non uolere efiere contumaci, ò ribelli della Chiefa ; ma-
perfeuerare in quella fioggettione , nellaquale haueua tanti anni continuato il -
padre loro ; in fegno di che reflituito il Vefcouo di Chiufi alla libertà, f haue-
uano , fecondo l ufo antico, collocato nel palagio , come ^Apofiolico Luogote-
nente . Vanì adunque il Trinilo con lefiercito , & fi accofiò alla Miran-
dola per ricuperarla, con tutto che peri prieghi di Giouanfi ancefico Vico ui
fuffe entrato Vitfiufi fiotto colore dì tenerla in nome di Cefiare , & proteflato
al Triul%io, che eflendo gimifdittione dell Imperio, fi aftcne fife di offenderla:,
ilquale alla fine conoficendo , che V autorità uana non baflaua , fie ne partì ri- deno°nCuf
tenute da lui certe promefìe , più toflo apparenti per rbonore di Ce fare , che 9 parlando
foflantiali: & ilmedefimp fece Giouanfi ance fico, impetrato chehebbe faluo- Giuilofchc
condotto per fhauere, & leperfione:& il Triul%io non hauendo da fare altra gl» accreice-
fi)editione,mandate cinquecento lande, & mille trecento fanti Tedefihi,fiot- SeUe'hà-
to il Capitano Jacob alla cufloàia di Ferona,& hcentiati gli altri fanti, eccet «ebbe do-
ra duemila cinquecento Guafconi fiotto Molar do, e Monglrone, i quali, & le T^0 .""""
genti d'amedifiribuìper le terre del Ducato di Milano . Ma al defiderio,&
allafieran^a delRenon corrifiondeua la difiofitione de iTontefice : ilquale ^a^ucLl*
a riprefo animo per la reuocatione dell' efiercito, a rendendolo più duro quel che che da Alcf
pareua uerifimile lo douefie mollificare, & perciò e fendo ancora a Rimini op JJS^ ^Jt
prefiato daliapodagra, & in me^o di tante angufiie ,proponeua più tofio co- k %ìiuoia
me uincitore che uintoper me%o del medefimo Sco7gefe;cheper f allenire fuf fórno" m
bfc per il Ducato di Ferrara pagato il b cenfio confueto innamri alla diminutìo- ftal° rid°t-
ne fatta per il Tonte fice <Alcfiandro, che la Chiefa teneffe uno Fifdomino in come ha Tei
Ferrara come prima tenevano i Vinitiani,& fé gli cedcfi ero Ingo, _& l altre to * fò?ra«
?i.m ■: terrei
LIBRO
terrebbe Jtlfionfio da Fflipoffedeua nella Romagna: lequali conditionuancora
che pareffero molto grani al Re j nondimeno tanto era il defiderio dellapace
col Tontefice,cbe fece rifondere efifiere cotento di consentire aqtiajhutte que-
lle dimande,pure che ui interuenififie il confentimento dì Cefare.Magéà il Von
tefice ritornato a Roma haueua mutata fententia,dandogli ardire roltr a quel
lo chefìdaua dafeflejfoy i conforti del Re d '^Aragona : ilquale entrato per la
littoria del Re di Francia in maggior fiofifitione;haucuafiubito intermejfo iut
tigli apparati pot enti fifimhch e haueua fatti per pafifare perfionalméte in ^jfrì
cacone continuamente guerreggiaua co' Morii & reuocatonc Tietro ISlauar-*
ra con tre mila fanti Spagnuoli; lo mandò nel Reame di ISlapoli , afficurando
in un tempo med efimo le cofie proprie, & al Tonte fi ce dado animo di alienar-
fi tanto più dalla concordia, Riffiofe adunque non Mere la pace, fé infteme no
fi componeuano con Ce far e i Vinitianiife ^Alfonfo da Ejìi oltra le prime dima •
de7 non gli reftituiua le jpefie fatte nella guerra :. & fé il Re non fi ohligaua a
7io gli impedire la ricuperatone di Bolognadaquale Citrà3come ribellata dal-
la Cbiefiafhaueua già fiottopofla allo interdetto jEcclefiaftico>et per dare il gua
Jlo alle biade del Contado loro, mandato nella Romagna Marcantonio Colon
na,& Ramaxottoiben che quefii a fatica entrati nel Bologne fé, furono facil-
mente f cacciati dal popolo. Haueua nondimeno il Tonte fi ce imito da'prieghi
de3 Cardinali quando ritornò a Roma,confientito alla liberatione.dcl Cardina-
le d \4us, ilquale era flato infine a quel dì cuflodito in Caflel S><Angelo: ma co
conditione > che non ufeiffe del Talagio di Faticalo in fino a tanio.non f afferò
liberati tutti iTrelati,& V fificiali.che erano flati prefi in Bologna;& chedL
poi non potè fife fottopena di quarantamila ducathper laqualc defife idonee]}- .
curtà y partir fi di Roma : benché non molto poi gli confentì il ritornar ferie in.
Francia fiotto la medefima pena di non intervenire al Concilio. Comimofife la ri
jpofla del Tontefice tanto più V animo del Re .quanto più fi era per fuafo che e-
gli doueffie confientire alle condiùoni^che efifio medefiimo haueua propofle : omo-
deliberando impedire che non ricupcrafifie Bologna; ui mandò quattrocento lan.
eie ',& 'pochi giorni poi prefie in protezione quella Città* e i Bentiuogli, fien%a
riceuere da loro obligatione alcuna di darglhò gente }ò danari: & conofeendo
efiergli più neceffiaria che mai la. congiuntone con Ce far e » doue prima haue-,
uà qualche- inclinatone di non gli dare le genti promefife nàia capitolation&
fatta con Gurgenfe, fie.egli non pafifaua perfonalmente in Italia , perche fiotto,
quefla conditione haueua conuenuto di dargliene; comand òche dello flato di
Milano ui andafifiè il numero delle genti conuenuto fiotto il gouerno della Ta-
lififia,perche il.Triufyo >ilquale Cefiare haueua domandato^ricufaua di andar-
ni.Era Cefiare uenuto a Spruch ardente da unaparte alla guerra contra i Vini
tianhdalf altra combattuto nell animo fino da diuerfi penfiìeri : perche confiìde
randoiche tutti iprogrejjìyche egli face fi e riuficirebbono alla fine di poco mo-
mento >fie nonfiì ejpugnaua Tadoua ; & che a queflo bifiognauano tante fior%ey
tf£ tanti apparati che era quafiimpoffibile il mettergli in fieme; bora fi uolge-
HA
v a e; 1 m u. ijf
uà al defiderìo dì concordare co* Finitiani>allaqual cofa molto lo confortala il
Re Catolico ; bora traportato da fuoi concetti nani ; penfaua di andare perfo-
nalmente con l'efferato a Roma per occupare ? come era fuo antico desiderio ,
tutto lo fiato della Cbiefa, promettendoli olirà le genti de Fr ance fi di condur-
re feco di Germania potente efferato: ma non covri ffondendo poi per l' impo-
tenza, & disordini fuoi l'effecutioni alle imaginationi , promettendo bora di
uenire di giorno in giorno in perfona3hcra di mandare gente, con fumana il tem
pò , fen\a mettere in atto imprefa alcuna ; & perciò al Re di Francia pare-
ua molto graue dibattere foto afoflenere tutto il pefo : l aquale ragione confor-
me alla fua tenacità, poteuafiefiò pia in lui,che quello che gli era da molti di*
mofirato in contrario^ cbe Cefare fé da lui non fu fé aiutato potentemente , fi
congiugnerebbe finalmente co nimici fuoi : dallaoMal cofa oltra il foft enere
perneceffità ffefa molto maggiore , gli fiati fuoi cader ebbono in grauiffìmi
perìcoli . Raffreddauanfi in qucfie ambiguità > & difficoltà i tumulti dell'ar-
mi temporali :. ma arida nano ribaldando quelli dell'arme finrituali , co fi dalla
parte de* Cardinali autori del Concilio , come dalla par te del 1?ontefice*inten-
to tutto ad opprimere queflo male, innanzi face fi e maggiore progre fio. Fra fi,
a come è detto di Copra ,* inditto , ^intimato il Concilio con £ autorità del Re * ^"V-
de Romani ,& del Re ai Francia ,interumuti. alla int mattone i Cardinali l'intìmatìó
di Santa Croce, di San Malo, di Baiofa, & di Cofen%a,& confcntendoui ma- ^\f°^
nifefiamente il Cardinale di Sanfeuerino , & fucceffiuamente alle confulte,& affida nelle
delibe rationk che fi faceuano , interueniuam i procuratori dell' uno -,e dell'ai - K^r/a je
tro Re : ma baueuano i cinque Cardinali autori di quefiapefie , aggiunto nella p5rma , di
intimatone per dare maggiore autorità , il nome di altri Cardinali , de' quali Jj.""^*'*
jLlibret Cardinale Francefe , benché mal uolentieri ui confentifie > non potè- non fi na-
na di fob edire a comandamenti del fuo Re : & de gli altri nominati da loro, ^"tantoar
il Cardinale ^Adriano , & il Cardinale del Finale, apertamente affermauano di teche per
non e fi ere fiato fatto con loro mandato, né di loro confentimento . Vero non fi p^o'Pob
mani fefl andò in quefia cofa più di fei Cardinali , // Pontefice fferando poter- l >g2 Ge di
gli fare nolontariamente defifiere da quefia infania ; trattaua continuamente potta r§ le
con loro, offerendo uenia delle co fé commefìe , & con tale ficurtà cbe non ha- b/UiatCbo^
uè fiero da temeredy efiere offe fi , cofe che i Cardinali udiuano fimulatamente. u dell'?» ti-
Ma non per queflo cefiaua da rimedi] più potenti : an%i per configlio , fecondo c5d?o La-
fi di fi e , propoflo da ^Antonio del Monte a San Souino uno de* Cardinali crea.- te ran en fé
h ti ultimamente a Rjxuenna > uolendapurgare la negligentia b intimo il Conci- J " '£• ^°0 ^
Lio uniuerfale per il primo giorno di Maggio proffimo, nella città di Roma* Luglio di
nella Chiefa di San Giouanni Laterano : per ùquale conuocatione pretende^ S^i s°i i* ft
uà battere difioluto il Concilio conmeato da gliauerfarij , & cbe nel Conci- poco dopo
Ho inditto da lui fi fufie trasferita giuridicamente la potefià , & C autorità ta,eP!nt'ma
di tutti , non ofiante che i Cardinali allegafìero^ che ft bene quefio fufie fior » *' pj£ci
io uero daprincipio , nondimeno poi che effi baueuano preuenuto > douere ìia- ni tic he feri
aere luogo il Concilio conuocato y& intimato da loro . Tublicato il Concilio ue jj £uoa*-
conjrdanacL
corfi.
LIBRO
confidando già piti delle ragioni fue,& dimorando fi di potere riconciliar fi il
Cardinale di Santa Croce, ilquale per ambii ione d' e fiere Tontefice >era flato in
gran parte autore di queflo moto,& il mede fimo quello di San Malò,& quel-
lo di Co finito .perche degli altri non haueua ancora perduta la fieran^a di ri
durgli fitto l'ubi di enT^a fina , publicb contra quelli tre uno monitorio fitto p e-
na dipriuatione della dignità del Cardinalato >et dì tutti i beneficij Ecclefiafli-
a. ste^a" " ci, fi fra a fejfantacinque giorni non fiprefentaffero innan1^, a lui: allaqual co- a
il Bucnac- fa perche più facilmente fi ditone fiero, il Collegio de Cardinali mandò a loro
uno ^Auditore di Ruota a militargli > & pregargli , che depofle lepriuate con-
tentìonUritornaffero all'unione della Chiefa, offerendo di fare concedere qua-
lunque ficurtà de fider afiero • Tslelqual tempo mede fimo , o efiendo ambìguo ,
& irrefoluto nell animo >omouendolo altra cagione , udiua continuamente la
pratica dellapace col He dì Francìa,laquale appreffo a lui trattauano gli Ora-
tori del Re , & appreffo al Re il mede fimo ambafiiatore del Re di Scoti a 3 &
il FefcoMdiTiuoliJJuntiOiApoflolicOì&dallaltra parte trattaua di fare
col Re d"*Aragona , & co Vinitianì nuoua confederatione contra i Francefila
Trocurò nel tempo mede fimo che a Fiorentini fuffe refiituito Mote Tutelano ,
nonper beneuolen%a in uerfo loro ; maper fofietto che effendo fiirata la trie
gualche haueuano co' Sanefi, non chiamaffero, per effere più potenti a ricupe-
rare quella terra,in Tofana genti Fr ance fi : & con tutto che al Tonte fi ce fuf
fi mole forche i Fiorentini rìcuper afferò Monte Tulciano, & che per impedir-'
gli haueffegià mandato a Siena Giouanni Vitelli condotto con cento huomini
d'arme da Sane fi, & da luì, & Guido Faina con cento caualli leggieri ; non-
dimeno confederando poi meglio, & quanto più la difficoltà fi dinwflraua mag
giorc tanto più s'inciterebbono i Fiorentini a chiamarle ; deliberò , accioche il
Re non haueffe occafione di mandare genti in luogo uicino a Roma, prouedere
con modo contrario a queflo pericolo; allaqual cofa confentiua Tandolfo Te-
truccictì eranelmedefimo fi filetto, nutritouiartificiof amente da Fiorentini,
Trattofii la cofa moki giorni ; perche come STESSO LE co fi piccole non
hanno minori difficultà.nè meno difficili a efilicarfiche legrandiffime.Tandol
fopernon incorrere nell odio del popolo Sanefi, uoleua fi procede ffe in modo 9
cheparefie ninno altro rimedio ad affair arfi della guerra, & a non fi aliena-'
re X animo del Tontefice . Voleuano oltra queflo il Tontefice, & egli , che nel
tempo mede fimo fi face ffe tra i Fiorentini,e i Sanefi confederatione a difefa de
gliflati,& dall' altra parte temeuano che i Mora e Tulcianefi, accorgendo fi di
quel che fitrattaua,nonperò occupaffero,con l'arrender fi da loro mede fimi, la
gratia de' Fiorentini ; i quali conseguito l'intento loro ,f ufi ero poi renitenti a
fare la confederatione: però fu mandato ad alloggiare in Monte Tulciano Gio
uanni Vitelli , & il Tontefice ni mandò Iacopo Simonetta auditore di Ruo-
ta, iiquale non molti anni poi fu promoffo al Cardinalato , perche per mc%o
fuo fi accommod 'afiero le cofe di Monte Tulciano . Tantoché finalmente in
un tempo mede firmo fu fatta confederatione per uintkinqitt anni tra i Fior**
DECIMO. 178
tini,e ì Sanefi; & Monte Tulciano interponendo fi il Simonetta per la nenia, a si corn-m,
a & confermatone delle effintionì, & priuilegif antichi ; a ritornò in mano de 00 u prati»
Fiorentini . Erano fiate per qualche me fi più quiete che il fililo le cofe tra il ftitutionedì
Re de' Romani, e i Finitiani : perche i Tede [chi 'non abbondanti digente , & Monte puU
bifognofi di danari,non riputauanofare pocofeconferuaua.no Verona : lYeffer-^ ** Agofto Ì
cito de Finitiani non effendo potente ad ejpugnare quella città, flaua alloggia &durò fino
to tra Soaue,& Lunigo; onde una notte abbruciarono di quà,et di là daltjLài tembtè, nei
tenan parte delle ricolte del Verone fé , benché affaltati nel ritirarfi perde f jr»1 siornc>
_ „ .<=» r r • ti /- , ,,/ rr» " 1 rrr, ì(T i Fiorentini
bfero b trecento* fanti. Ma alla fama dea approfjimarji a Verona la TaUjfa con v*entraron
mille àugento lance , &otto mila fanti ,fi ridufie l'efferate loro uerfo Vicen- ^"j^^
%a, & Lignago in luogo forte , & qnafi come in 1 fòla per certe acque , & per u fa tezza ,
alcune tagliate che ballettano fatte ; nelquale alloggiamento non fi flette fèr* °ol^^\
mo molti giorni: perche effendo la V auffa arriuato- con parte delle genti a Ve- di matenec
rana* &ufcito fólto fen%$ affrettarle tutte infieme co Tedefchiin campa- tprau^ ^ "
gna; fi ritirò qua fi come figgendo a Lunigo , & dipoi colmede fimo terrore , giiuoii in
abbandonate Vicenza, & tutte l'altre terre, & il Tolefinedi Rouigo, preda ^?od°k ii*
* bora de' Vinitìanù bora del Duca di Ferrara, fic diflribuirono in Tadoua , & ni, fecondo
in Treuigi : alla difcfz dcllcquali città uennero da Vinetia nel modo medeft- n^Buonac-
d ino che prima hdùeuano fatto a T&loua* molti giouani della nobiltà Vini- cord.
tiana .-ficcheggiò l' efferata Frane e fé,, & Tedefco Lunigo : & s'arrendè loro b Dl mc:^
opportunità.
ne furono
di quelle cittàfubitochegli aiuti Francefi fipartiuano da' Tedefihi, ricuperar
nano fin xa diffìcultà le cofe perdute: però l'esercito dopo quefliprogreffiftet- pw£& mol
te fermo più dì al Tonte a Barb erano, affrettando, 0 la uenuta ,ola determi- ^egaìo-
nazione di Cefare lilquale uenuto-tra Trento, & Rouere, intento in un tempo no , • ^em
mede fimo a cacciare fecondo il coflumefuo le fiere, & a mandare fanti all' e fi tc°dixce ( che
finito, prometteua di uenire a Montagnana,proponendo di fare bora limpre molti ne m
fa di Tadoua, bora quella di Treuigi ; bora di andare ad occupare Roma ; & c 20O, ?iccù
in tutte per la inff abilità fua uariando,& per l'eflremapouertà trouando dif-
fìcultà ;. ne meno che neh ? altre nell'andata di Roma: perche lo andaruicon tan ^ccnìgo ,
te forxe de Francefi par eua co fa molto aliena dalla ficurtàx & dignità fua , che reterei
& il pericolo-, che affintandofi quello efferato, i Finitiani non affdtaffero Vef J,°a ^edufò
rona, lo cofìrigneua a laf ciarla guardata con potente pr e fidio : & il Redi Fra. dianft5Jeot"
eia faceua diffìcultà di allontanare pertanto Jfratio di paefe l? genti fue. dal nraùcij di-
Ducato di Milano: perche pochi/Urna (beranragli refiana della concordia: con fpofe di eoa
gli SuiTgeri. 1 quali oltra ddimoflrarfi inclinati a defiueru del Tontepce eli- go fiCU « •. jc
carmggi,Sc l'artiglierie verfo Padbua j neltra montar def -ole i v'andò tutta l'elTercito in ordinanza i cioè
la fanteria in mezo %U huominid'arme ; ein vltimogH ftradiotti.
d Dice il Bembo, che a Padoua furon mandai venti ^genùrhuomini Viniiiani , & a Triuìgi dieci con die-
ci tanti pet «alcuno i. 6; alucttanti po£olaii a gi«rcuha twa con UC tanti get huoma pei: guardia dei»
k £oac ».
cenano.
t I B il Ò
tenario apertamente all'Oratore dal Re di Francia cffere molcfiiffìma à quella
nationc la ratina de* Vinitiani; per la conuenienxa che hanno infieme le Re-
publiche . Rifolueronfi finalmente i concetti 5 & di fior fi grandi di Ce fare : fe-
cóndo l'antica confuetudine , in effetti non degni del nome fuo .-perche accre-
fciuxi all'efferato trecento huomini d'arme Tedefchi , & uditi dall'altra parte
gli Oratori de' Vinitiani, co quali continuamente trattaua , & fatto uenire
lavali fa prima aLungarapreffoaVicen%a, & poi a Santa Croce; lo ricercò
che andaffe a pigliare Caftel KJuouo , paffo difotto alla Scala uerfo il Friuli >
&.iìkino a uenti ìniglia di Feltro, per dare a lui facilità di fendere da quella
parte . Vero la TaliJJh andò a Monte Bellona dì fante dicci miglia da Treni-
gi : donde mandati cinquecento caualli,& due mila fanti ad aprir e il paffo di
Cafiel Tritono } aperto che l'behbonoz fé riandarono alla Scala . Ts{elqual temr
pò i caualìi leggieri de7 Vinitianu iquali correuano fen%a oflacolo alcuno per
tutto ilpaefe ; ropperopreffoaMaroflico circa feit ecento fanti , & molti ca- ,
ualli Francefi , & Italiani , i quali per poter paffar eternamente aU efferato
andauano da Verona a Soaue, per unir fi con trecento lance Francefi; lequali
effendo uenute dietro alla Talijfa , afpettauano in quel luogo il fuo comanda-*
mento:; & benché nel principio fuccedendo le cofe profiere per iFrancefi,&
Tedefchi fuffeprefo il Conte Guido Rangone Condottieri de* Vinitiani, nondi~
a Non pei meno a calando in fauore de' Vinitianimolti uillani,refiarono uittorio fi, morti a
de 'Vi n*ni c^rca quaranta fanti Francefi, & prefi Mongirone}j& Ricamar loro Capita-
in fauor de* ni \ Ma già continuamente raffreddauano le cofe ordinate : perche , & il Re
ma° perche di Francia, uedendo non corriffiondere gli apparati di Ce far e all'offerte ,fi era
fopragianfe difeoftandofida Italia, ritornato dal Delfinalo,doue era fopr afiato molti gior
nz Fiegoio, ni a Bles ; & Ce far e ritirato fi a Trento , con deliberatone di non andare piti
& Federigo all' efferato per finalmente , in luogo di occupare Mio quello, che i Finiti ani
oo* canai pofìedeuano in terra ferma , o neramente Roma con tutto lo fiato Fcclcfiafti+
leggieri da c0 proponeua che i Tedefchi entra fero nel Friuli, & nel Triuifano , non tan
cgni parte, r r rr > .- ■ ■ J n • / j 1 r i
fame il Mo toper uefjarei Vinittani,. quanto per coftrigmre le terre del paeje a pagare da
cenìgo, che • ,)ey Yicomperarft dalle prede , & da fiacchi : & che i Francefi , perche i
Ui i pedo l r j . r . •> , . j t .
ni de* nimì fuoi nonjufsero impediti,}1* jace fiero mnan^h mettendo in Verona }cue era la
? . ff*°™ pcfiilenxa grande dugento lan ce \ perche de' fuoi, uolendo affali are il Friuli >
pitano
b Trecento Lafciarono oltra quefio che : Tedefchi per maggiore ficurtà di Verona b dugen b
cauatii, dice t0 caualìi a Soaue : iquali fiandoni con >■ grandi filma negligentia , & fin%a
gojch'^rano fcoltc, o guardie furono una notte quafi tutti morii , o prefi da quattrocento
m soaue , i caualìi leggieri, & quattrocento fanti de Vinitiani . Erafì tutto quefio ari-
tennero in no nel Friuli, in ifiria, & nelle parte di Tricfii , & di Fiume ti -attagliato fi-
vpter de* vi com{o il folito diuerj amente per terrai etiandio per mare con piccoli legni,
eftendo quelli infelici paefi bora dalf una parte jhora dall'altra depredati, entrò
!■ H
r> UE C I M O. i79
poi nel Friuli l efferato Tedefco : & cffendofiprèfentato a y dine luogo primi N {aa^
pale delia Vrouincia,&doue rifeggono gli Ffficiali de' Finitranheffendo ferie no alcun a
quelli fuggiti uilmente,la Terra fi arrendè fubito: & dipoi col medefimo'.cor- 3/^" ,'i
fo della- mttoria, fece il medefmo tutto il Friuli, pagando ciaf una terra dana Moceto,,
ri fecondo la loro poffibiUtà- . Reftaua Gradifcafituatajul fiume Lifontio,do ^ ^Inclu
uè era Luigi Mocenigoproueditore del Friuli con trecento caualìi , & molti ftin ano,^
finti : lacuale battuta dall'artiglierie, & difefafi dal primo a ffalto ; fi arren-
ate era Luigi Mocenigoproueditore del Friuli con trecento caualìi , & molti fti.n ano,
che Luigi
Mocenigo
* dèper ì infanta de faldati, refiando a prigione il Vroueditore . DelFriuli ri- rimanefle a
tornarono i Tedefchi ad unir fi con la Vali/fa alloggiato ukino a- cinese miglia S"^ ; * "
daTreuigi , allaquale città s'accollarono unitamente ; perche C efare faceua -
■infanti a grande chef tentaffe di ejpugnarla : ma hauendola trouata da tutte \^mI\*&.
le parti molto fortificata > & hauendo mancamento diguaftatcrru di munitioni, ù , feco n Io
$& d 'altri prouedimenti neceffarvi sperduta interamente lajferan%a di mene- *lo fV^fcfJ
re la mttoria; fidi feoflarono. Vanì pochi giorni poi laValiffa per ritornar fé- códo il Gra
ve nel Ducato di Milano per comandamento delRe:perche continuamente ere J" seuabJe
fccuail timore di nuove confederationi & di mouimenti degli Sumeri. Fu- ■ si « .Qjf*-
- rongli fempre alle jpalle nel ritirar fi gli Stradiotti de' yinitiani ,fperando di ^nd^òc
danneggiarlo almeno al tranfito de' fiumi della Brenta, & dell' ridice : nondi- quelli io
meno pafiò per tutto ficur amente , tiauendò innanzi pajfajfe la Brenta } fuali- Bembo con
giati dugento caualìi de'yinitianiyaUoggiati fuor a di Vadoua , &prefo Vie- ftnte co'i
• tro da Lunghera lóro condottiere . Lafciò la fua partita molto confufi i Tede- intorno " ai
fch, : perche non hauendo potuto ottenere che alla guardia di Ferona rimane f- finc ,dei *?J£
fero trecento altre lance Fr ance fi ; furono neceffitati ri tirami fh lafciate in pre ccch'effe n-
da a' nimici tutte le co fé acquiflate. quella fiate . Vero le genti de' yinitiani , ^J^"0
h dellequali per la b morte di Lucio Malueigo , era gouernatore Gian Vagolo Gifmondo
- Bacione, ricuperarono fubito Ficen^a : & dipoi entrate nel Friuli, Jpianata j?"^ 'm *'
Cremonfa ricuperarono da Gradifca in fuor a, laquale combatterono uanamen te cofe det-
te,tutto ilpaefe : benché pochi dipoi certi fanti comandati del contado di Ti- t0 ^ ^{_
molo ejpugnarono Cadòro,& faccheggiarono Bellona . In quefiò modo con ef- u negiigen
fetti leggieri , & pòco durabili fi terminarono la fiate prefentei mouimenti "£ dlj p".'
dell'arme fen^a utilità ; ma non fen%a ignominiadel nome. di Ce far e , & con dri termi na
acci e fermento della riputatone de' Finitianh che affaltatigià due anni dagli j^V caffo?
efferati di Ce fare, & del He di Francia* riteneffero alla fine le medepme for- Fra ta n to
?£,& il mede fimo dominio yleqitali cofe benché tende ffero dirittamente con- ^a domi-
to Cefare; uccellano moltopiu al He di Francia: perche mentre,cheotemen- dar licétia ,
do forfè troppo le profferita , & l'aumento di. Ce far e, o che confidando fi con *ceut *"«?,&>
fondamenti falfi , & nonconofiendo i pericoli già propinqui, o che foffocata gì' fo c5cef:
laprudentia dalla auaritia ; non dà a Cefare aiuti tali che potejfeffierarediot ha Lèdo ciò
tenere la uittoria defiderata ; gli dette occaftone,& quafi necefjìtà di inclina- egli a male,
re l'orecchie a coloro che maiceffauanodiperfuaderlo , ches alienaffe dalui, memi ogni
dì molefta-
dio gli orecchi de' Padri ; gli fu tornato il Tuo luogo , nelquale hauefte a durare fin che reniiTe G.io> taolo B&i
$UQru; tua in cju*ito mez,o ailalito da vna fcbbicttaiegu yc/inc a sooite^
tonfete
LIBRO
eonferuando in un tempo mede fimo in tale flato i Vinitianu chepoteffero con
maggiori forze unir fi a quelli,i quali defiderauano di abbaffare la fitta poten*
tia ; onde già cominciaua ad apparire qualche Micio , che nella mente di Ce-
fiare,& ffecialmente nella caufia del Concilio, germina]] ero noni penfieri;nel-
laqualefareua raffreddato, majfimament e dopo Fintimat ione del Concilio La
teranenfie; conciofia che non ui mandafie fecondo lepromeffe più mite fatte
alcuni TrelatiTedefchiìn nome della Germania , neTrocuratori , che uaffi-
fleffero in fuo nome, non lo mouendo Ceffempio del Re di Francia,? Iquale ba-
tteva ordinato che in nome commune della Chiefia Gallicana ; ui andaffero uen
tiquattro Veficour, & che tutti gii altri Tr ciati del fuo Regno, o ui andaffero
perfonalmente , o ui mandafferoTrocuratori : & nondimeno , o per ficufiare
quella dilatione , o perche tale fuffe uer amente il fuo defiderio ; cominciò in
queflo tempo a fare inflantia , the per maggior e commodità de' Tr elati della
Gennania, & perche afferrnauauoleruiinteruenire perfonalmente, il Conci-
lio inditto a Tifa fi tras) eriffe a Mantoua ,oa Verona , o a Trento : laquale
d L" df " dì'manda mole fla per uarie cagioni a tutti gli altri ; era folamente grata al a ^
e roce , de t Cardinale di Santa Croce : ilquale ardente di cupidità d'aficendere al Tonte f-
^camafa vat0> alqual fin€ haueua f eminato quefìe dificordie ,ff>eraua colfauore di Ce fa
le ; & cflcn re , nella beniuokntia delquale inuerfo fé molto confidaua,poterui facilmente
jlstS» per* peruenire , rì<[ondìmeno rimanendo debili tata,e quafi manca fien^a l autorità
duro n eli'- di Ce fare la caufia del Concilio ; mandarono di commune confientimento a lui il
v^siku Cardinal di San Seuerino a fiupplicarloxhe faceffemuouere iTrelatue i Tro-
jnente an- curatori tante uoltepromefjì, & ad obligargli la fede che principiato chefufi-
^0m^tC fi il Concilio a Tifay lo trasferir ebbono in quel luogo mede fimo che egli fl e fio
cardia^ determina (fé, dimoflrandogli chél trasferirlo prima farebbe molto pregiudi-
Ìo?iChcadu ciale alla caufia commune, & Jpecialmente perche eradi fiamma importane
lan^o j gii n preuenire a quello, che era flato intimato dal Tontefice . Col Cardinale an-
aUffoaiir^ dò a fare la inflantia wedefima in nome del Redi Francia Galea^o fuo fra-
e, sonfia ten0y ilquale con felicità diffimile alla infelicità di Lodouico Sfiora primo pa
„ icea^a* d! dronc , era flato honorato da lui dell' Vfficio del grande Scudiere . Ma princi-
foera:e la palmente lo mandò il Re per confiermxre con uarie offerte , & partiti nuoui
SfcoitV'iu* l'animo di Ce far e, per la inflabilità édqualeflaua in grandiffimafiofpenfiwne*
prema, do & f0jpetto, con tutto che nel tempo -..ledefhno non fuffe fien^a fyeran'qz di con
ud^Lo»1 chiudere la pace coÌTonteflce : laquale 'trattata a Roma dal Cardinale di
.decimo. /Nantes, & dal Cardinale diStrigonia, & in Francia dalVeficouoSco%^
Tgfi, & dal Fcfcouo di Tiuoli, era ridotta a termini tali, che cocordate quafi
tutte le conditioni, il Tontefice haueua mandato al Vefcouo di Tiuoli l auto-
rità ci i dargli perfiettione z benché infierite nel mandato certe limitationi , che
dauano ombra non mediocre, the la uoUmtàfiua non f uff e tale, quale fionaua-
no le parole ,fapendofimaf]imamente che nel tempo mede fimo trattaua con
molti potentati cofie intieramente contrarie . 7s[ella quale dnbietà mancò poco
che non troncale tutte le pratiche > e i principe de mali fi che s apparecchi a-
me
patc
do!
à
nano
DECIMO. lao-
tiano £ uccide te improuìfo del Tontefice.-ilquale infermato fi il decìmofett imo-
porno d'*Agofto,fu il quarto dì della infermiti offre fiato talméte da un poten
ti filmo sfinimento , che flette per alquante fiore riputata da i \ circolanti per
JJ J t r i r ^ r ■ u. - r ■ ■ r rr * Non Pure
morto : onde cor fa la fama per tutta bauere terminato ijuoi giorni ,Ji mojjono aflbiuè " r.i -
per uenìr e adorna molti Cardinali affimi, & tragli altri quelli che inumano p? Gif?^1
Tompeo Colonna Ve\com ai Rieti, & ^intima òaueito gióvani jeaiticj? dei- n* d<
la nobiltà Romana 5 chiamato nel Campidoglio il popolo di Roma v cercarono d.'nat
d'infiammarlo con feditiofifjime parole a uendicarfi in Libertà » Ma mentre quì'f
inatedi la
i* , canne
qui fci i ne $
che con ambitione grand ijjìma fi sformano a eccitare il popolo Romano a pu Jj * òe|^ ^
blica ribellione, rei biro da quello accidente tanto peri co lofi il Tontefice : dal ferì uè a Gn
quale alquanta folleuata , ma efienda ancora molto maggiore il timore che la ^^ c^
jèpùgnandoaqiie
fio la breuìtà del tempo-, ma come penitente per gratin , ér indidgentia Jipa- ^ dT'Ferci
fiolica : & mi me de fimo Concifiora> folle citò £he l'eie t tiene- del fucceffore ca- « fonerò
nome amente fi faceffe , & uolendo prohibire a gli altri dfafcendcre atanto ^Moro fn-
frado per quel mero, colquale ui era afeefo evii ; fece pnblìcare una bolla pie- terdetti, fc5
** ?■ t ir. n- ■ ri rr j - n * runiche,
na ai pene bombai cantra quellh i quali procurajjero, o con danari, a conaltn & maìedit-
ftemif di efiere eletti pontefici , annullando l elettwne che fifacefieper fimo ««**? & ch*
ma-, <& dando £ adita, molto facile a qualunque Cardinale d'impugnarla . La- fila figliuola
quale coflitutione haueua pronunciata infino quando era in Bologna, [degnata *$ic£y&°
allhora cotra alcuni Cardinali >i quali procurauano apertaméte d ottenere prò Giordano
meffe da altriCardinali per efiere dopo la morte fua afiuti al TÓtefìcato.Vopo ?r?n^ A£~
ilqual giorno feguita miglioramento molta elùdente-, procedendo* o dalla com Catf dì con
pleffione fua molto, robufia.a dall efiere rifemato da fati come autore* & ca tati,**!"lf<J
gionepifacipaledipiutungfie* e£r maggiori calamità d'Italia .-perche né alla nipote du.
uirtu* riè arimedtj de" Medici fi potetta attribuire la fua fallitela;' qualiman ca ^v
giarda nel maggiore ardore della infermità b pomi crudi \ & co fé contrarie d bo dic<
precetti loro, in parte alcuna non obediua . Solleuato che fu dal pericola della £J Je^oj
morte, ritornò alle confuete fatiche, & penfieri, continuando di trattare in un ciafeuno,
tempo medefìma Idpacc col Redi Francia : & col Re dragona* & col Se- ^ * NkS?
nato Vinitiano, confida attorie a offe fa de Francefili & benché con la uolon- delia none
tà molto più inclinata alia guerra % che alla pace, pur tal uolta diffrahendola JJa ibrena l
molte ragioni, bora in qucfla,hora in quella fententia. Inclinauanla allaguer & Peft'o m
ra oltra Iodio inueterata contrai il Redi Francia, & il non potere ottenere ^ Jvrbi-
nellapace tutte k conditimi defideraua* leperfuafionicotram del Re d^Ara nc^rhf^^
gpna* de m here*.
de pagando fi vn IcggieriflRiao cenfò: ogni anno a* Pontefici Romani.
b Più didimamente dice il Gi,idinico,come colui che ferme J>«iioa <sioè*chc Paga Giuli» nel maggiore as>
dot della febre^ volle mangiate vua, Defche» & bete malusai* »
Ben»
e cen
to venti li-
bre d*oroa
L 1 B i 6
*pna,ìnfofi>ettìtòpìu che mai che il Re di Francia pacificato col pontefice non
afialtafjc , come prima ne haueffe occafwne , /*/ Regno di KJapoli : & perche
quefli e enfigli bau e [fero maggiore autorità, haueua oltra la prima armata,
paffata lotto Tietro TSJauarra d'africa in Italia ^mandata di nuouo un altra -
armata di Spagna ,fu laquale fi diceuanoeffere cinquecento huomini dì arme,
feicento Giannatarij, e tre mila fanti, for^e che aggiunte a gli altri non era-
no, &per lo numero , & per lo ualore degli huomini dipiccoU confideratio-^
ne . Et nondimeno il mede fimo Re, procedendo con le [olite arti , dimofiraua ■
defidcrare più la guerra contra i Morì, ne rimuouerlo da quella utilità^ com-
modo proprio, né altro chela diuotione hauuta fempre alla Sedia ^Apoflolica •
Ma che non potendo folo foflentare ifoldatifuoi; gli era neceffario l'aiuto del .
"Pontefice, & del Senato Vinitiano : allequali cofe perche più facilmente co-
feende fiero , le genti fue , che tutte erano difeefe neltlfola di Capri , uicina a
Trapeli, dimofir aitano di apparecchiar fi per paffar e in .Africa . Onde fpauen-
tauano il Pontefice le dimande immoderate : infaflidiuanlo quefle arti : &
lo infofpettiua V efferglimto che quel Re non ceffaua di dare fperan%e contra-
rie ai Re di Francia . Sapeua che i Vinhianinon declinerehhono dalla fua uo
lontà : mafapeua medefimamente, cheper la guerra grauifjima era indeboli-
ta la f acuità dello fendere : & che il Senato per feflefjò era più toflo de fide-
rò fo d'attendere per allhora a difendere le cofe proprie , che a prendere di nuo-
uo una guerra, laquale non fi potrebbe foflentare fen%a Jpefegrandiffime}& ;
qua fi intollerabili : fperaua che gli SuiTgeriper la inclinatione più commune
della moltitudine, fi dichiarerebbono contra il Re di Francia: ma non n'hauen
do certezza , non pareva douerfi perquefla fperanxp incerta fottomettere a
tanti pericoli, effendogli noto che mai haueuano troncatele pratiche col Redi,
Francia : & che molti de' principali, a' quali dall' amicitia Francefevifultaua.
utilità grandijfima, s'affaticauano quanto potevano ; accioche nella dieta , la
quale di proffimo doueua congregar fi , laconfederatione col Re fi rinouaffe:
dall'animo die efare* bencheflimolato inflantemente dal Re Catolico , & na-
turalmente nimiciffìmo al nome Francefe> haueua minore f^eran%aì dietimo
ye,fapendo l'offerte grandi , che di nuouo gli erano fatte contra i Vinitiani, &
contra fé; & che il Re di Francia haueua poffibilità di metterle in atto mag-
giori di quelle , che gli potè fiero effere fatte da qualunque altro : & quando
C efare fi umjfeaquelRe yfirendena per l'autorità fua molto formidabile il
Concilio, & congiunte con buona fé de l'anni fue con le for%e, & co danari
del Re di Francia, & con t opportunità de gli flati a'ambidue ; niuna fperaru
%apoteua il Pontefice hauerc della uittoria, laquale era molto difficile ottene.
re contra il Re di Francia folo . Solleuaua l'animo fuola Jf>eran%a che il Re di •
Inghilterra haueffe a muouere la guerra contra il Reame di Francia , indotto
da configli >& perfusioni del Re Catolico fuofuocero ; & per l'autorità della
Sedia jlpofiolica, glande allhora neltlfola di Inghilterra, & in cui nome ha-
ueua con ardentiffimiprieghi fupplicato l'aiuto fuo contra il Re di Francia >
come
DECI M O. 2?t
conte cantra òppreffore , & ufurpatore delia cbiefa . Ma moueuano molto fin
a quel Re* a l'odio naturale del Re , & de' popoli, di Inghilterra centra il nome
de Francefi, l'etàgiouenile,& l 'abbondanza grande de3 danari lafciatigli
dal padre; i quali era fama , nata da autori non leggieri , che afeendefiero a
quantità quajìin:ftimabile: le quali cofe accendevano i animo del gwuane, fi/crfne!>*
nuouo nel Regno , & che nella cafafua non haueua mai ueduto altro che prò- iìo nei i!?!
b Jper a fortunata cupidità di rinouzre la gloria de fiuoi antecefforì: i quali b in- #0. ^il;1*
titolatifi Re di Francia, & hauendo in diuerfe età ueffato uittoriofteon gran- ghiiterra, ef
diffìme guerre quel Reame; non filo hauenano lungamente pò ffeduta la Chien c^fJThfv'1
na, & la J^ormandia , ricche , & potenti Trouincie , & prefo in uva batta- Moro doué
€ glia fatta appreffo Tottieri c Giouanni Re di Francia con due figliuoli, & con checche
molti de principali Signori ; ma etiandio occupata infieme con la maggiore i F.^nce(i
parte del Regno la città di Tarig^,j£z<?dpoli di tutta la Francia , & con tale \™l T\^\
fiucceffo , e terrore , che è coflante opinione , che fé Errico quinto loro Re , non fl » ° P« A
fuffe nel fiore dell'età, & nel corfo delle uittoriep affato di morte naturale al- eh™ " Iti \n
l'altra ulta ; harebbe conquifiato tutto il Reame di Francia. La memoria del- lagM^-ra,
lequali uittorie riuolgendofi il nuouo Re nell'animo; fi commoueua incredibile to in ' Fran-
mente, con tutto che dal padre quando moriua, gli fuffe flato ricordato efpref- ci,a. : iI(3uale
j amente , che conferuaffe fopra tutte le cofe la pace col Re di Francia : con la- p ex h co n te
quale folapoteuano i Re d'Inghilterra regnare ficuramente , & felicemente: ,a ^}f\
& che la guerra fatta dagli inglefi al Re di Francia, infeftato maffimamente la portanza*
?L 7r"Z V."7**?rT >*""JV" '""-J* tra t
nome Ingleje : & nondimeno il Tontefice perla incertitudine della fede Bar- be : ilch« di
bara , & per ejjere ipaefi tanto remoti; nonpoteua ripofare in queflofauore due^Lglù
ficuramente i configli fuoi.Quefle,& con tali conditioni erano le fperan%e dei medeiì-
delTontefice. Dall'altra parte il Re di Francia abhorriua la guerra conia moIlbro*
Chic fa : defideraua la pace , mediante laquale oltra il rimuouerfi la nimicitia b La cagio-
del Tontefice ,fi liberaua dalle dimande importune , & dalle neceffità difer- n*>che } ^
uire a C efare : nèfaceua difficultà nella annullatone del Concilio Tifano , fa-
xa s ìntito-
trodotto folamente da luiper piegare con queflo timore t'animo del Tontefice h{ìV° .R?
allapace,purecbefiperdonafiea' Cardinali, & agli altri, cheuhaueuano, fcrST"!*
o confentito , o adherito . Ma in contrario lo teneua fifpefo la dimanda della ?ry|j!pio
reftitutione di Bologna , e (fendo quella città per il fitto fuo opportuni jfima a dell'hit'9'
moleflarlo : perche dubitaua che la pace nonfufie accettata dU Tontefice fin- vaflp^\
ceramente,nè con animo diftofto, fé loccafiomgli ritomafiero, ad cfieruarla : foro v.r^-
ina jjb 22
e Giouanni Re di Francia fu fatto prigione in battaglia da Edoardo Terzo Re d'Inghilterra a ip dì sèttem
bre dell'anno 13 5 6. in Umidi nella campagna di Fittone , o di Pcttieri, quattro miglia fuor del'a città
Vedi Polidoro Virgilio rtel libro decimonono deH'hiftoria d'Inghilterra, & Paolo EmiJio nella vita di G;o*
wanni primo Redi Francia . Ma d'Errico quinto . Vedi l'ifteffo Poh doro, nel libro 22. della vittoria ch'efio*
tebbeaDangicort ,oue tagliòa^czzi dieci milaFianafi, & faftò auanii l'anno hi6.6c Paolo'tmi
m Carlo (Quinto il Sauio .
LIBRO
ma per liberarfì di preferite dal pericolo del Concilio, & dell'armi . Speratta
a i cardina pure hauere a confermare l'animo di Cefare con la grandezza dell'offerte, &
lì mmicidci perche infmo a bora non come alienato , ma come confederato trattaua Ceco
Papa man- i, „ J . r . . „ , Jr ri
darono tre delle occorrenze communi , confortandolo tra l altre coje a non confentire che
faptfap°cj Bologna Città di tanta importantia ,ritornaffe nella poteflà del Tonte fice .
cader delie Del Re d '^Aragona, & del Re d'Inghilterra non diffidala interamente ; non
efiLndó°fta- °flante H procedere già quafi manifefio dell'uno, e i romori che fi fpargeuano
to intimato della mente dell altro ; & con tutto che gli jLmbafciatori loro congiunti in-
pe?°douerfi fiemelhauefiero prima conmodeftepay 'ole, & fitto ffecie dtamicheuoleuffi-
ceiebrare in cio,& dipoicon parole piti efficaci confort ato,che operafie,che i Cardinali^ ì
dfcendo efli pre^ &% fi40 Regno concorre fi ero al Concilio Lateranenfe, & che permettef
ch'era ne fesche ìa Chiefa fufie reintegrata della Città fua di Bologna : perche da altra
«! due,°<me p^rte fimulando lo Inglefe di uolerepcrfcuerare nella confederatione, che ha
feoìon!. co netta feco; & facendogli fede del mede fimo molti de fuoi;credeua non baite f
tori rifece* fi a tentare d offenderlo ;& l'arti, & le fimulat ioni dell' dragone fé erana
to alcuni a t tali,che il Repreftando minore fede afatti>che alle parole , con lequali affer-
aiiaPpreuen maua, che mai piglicr ebbe tarmi contra lui ;fi lafciaua in qualche parte per-
tione,&cor fuadere,che quel Re non farebbe cofi congiunto con l'armi manifefle a'nimicì
delie ior°ra fuo'hcome era congiunto co' configli occulti, l^ellequali itane opinioni fi ingan
gioni:man5. naua tantoché efiendogli dataffieran^a da cobro,cbe apprefio agli Sui'^eri
pL Imfazì , feguitauano le parti fite di poter fi riconciliare quella natione,fi confintiua al
pchei Fiore fa dimanda di aumentare le penfioni , pertinacemente di nuouo lo dinegò ;
tini Io meta „ , , n r y - r r j • • b /•• n •
rono, come allegando non uolere efiere taglieggiato : an%i ujando i nmeaqajpri otte era-
ferme il Bua ^ necefiarij i benigni; uietò che non potè fi 'ero trarre uettouaglie del Ducato
ma (come è S Milano; dellequali patendo per la flerilità delpaefegrandiffima ineommo-
faitto in q- dita , fper aita shaut fiero apiegare arinoitare con le conditioni antiche la con
fi erano7 Ver federazione. Soprauenne in quejlo me%oil primo giorno di Settembre , giorno
™tal£ot determinato a dare principio al Concilio Tif ano inelqital giorno a i procurato- a
ama. fi de' Cardinali uenuti a Tifa , celebrarono in nome loro gl'i atti appartenenti
a^ * aprirlo.per ilebe ilTontefi ce [degnato marauigliojamente co- Fiorentini ,
fpetto ai'so* che hauefiero confentito che nel dominio loro fi cominciafie il Conciliabulo ,
derÌnT *£ (ilqualecon quefìo nome fempre chiamaua) dichiarò efiere fottopofle all'in*
iute he non ter detto Ecclefiaflico le Città di Virente, & di Tifa per uigore della bolla del
SrfiflSe5Ìe umilio intimato da lui ; nellaquale fi conteneua che qualunque fauorifie il
coVe delia Conciliabulo ^Tifano fufie fcommunicato3& interdetto, & fottopofìo a tut-
&eldlÌ°con- te te Pene ordinate feueraménte dalle leggi contra gli filmatici* & ber etici;
«ilio , c©m« & minacciando di afi aitargli con l'arme , eie fi e il Cardinale de' Medici Lega
u1o€ncihb! to di Terugia;& pochi giorni poi efiendo morto il Cardinale Regino Legato
z. delia viti di Bologna; b lo trasferì a quella Legationeiaccioche efiendo con tale autorità y
di Leon X. * ^V/WO
òcanchoae
cennido di ....«.« «..«.. /-«#•«
aoler far quiuitefta delle fue genti, & da quella banda cominciar l'aflalto ^ come dice il BuoiUCCOlfi • K» «
Cartolai Rhegino Siciliano moxi a *i.4i Scttcrabiexju.^me iwiucil Gwdjruw,
*
^ ■■„. » E C ì M ©: ... „ \L
ìiicmò a confinì loro lo anulo di quello flato, entrafferò tra fé mede fimi in fa*
fletto & in confusone : dandogli JperanTg, che tal cofapoteffe facilmente fuc-
cedere le conditioni,nellequali era allhora quella città : perche oltra V effere in
alcuni il defiderio del ritorno della famiglia de* Medici , regnauano ira gli al-
tri Cittadini di maggiore momento le difeordie, & le diuìfionUantica infermi-
ci tà di quella citta\caufate in queP:o tèpo a dallagrand 1e?£aì& autorità del Gon a vedi il
faloniere: laquale alcuni per ambinone, & emulatione nopoteuano tollerare, pio4io nch*
altri erano mal contenti , che egli attribuendo fi nella deliberatone delle cofe Leo™™ dJ0
forfè pitiche non fi conueniuaalfuogrado>nonlafciajfe quella parte a glialtri, ue £atla .dl
che meritauano le lovo condì tieni ', dolendo fi che ilgouerno della città ordinato Pcordic d!"
ne due eflremi,cioc nel capopublico,& nel configlio popolare mancaffe.fecon ^n™"' &
do la retta inftitutione delle Republiche di uno Senato debitamente ordinato : nitionTThè
per loqualeMtra effere come temperamento tra l'uno, & l'altro eflremo,i cit- ?o!ioaPf/u*
Padiniprincipalì,et meglio qualificati otteneffero nella Republica grado più ho *\ Gonfaìo*
norato:& che il Gonfaloniere eletto principalmente per ordinare queflo,oper ™" -j0^"/*
ambitione,oper fojpetto uanofacefe il contrariò; ilquale defiderio,fe bene ra- «òdimeno
gioneuolcnonperò di tanta importane che doueffe uoltaregli animi loro alle I^SSck?
diuifioniì, perche etiandio fen%a queflo otteneuano honefto luogo , né alla fine moftraua di
fen^a loro fi difponeuano le cofepublichcfu origine,& cagione principale co^onw.^
de maligrauifjimi di quella città. Da quefli fondamenti e fendo nata la diuì-
fione tra i cittadini , & parendo a gli emuli del Gonfaloniere , che egli , & il
Cardinale di Volterra fuo fratello hauejfero dependentia dal He di Francia ;
& confidajfero in quella amici tia, fi opponeuano quanto poteuano a quelle de-
UberationUche shaueuano a far e infauore diquelRcJefiderofi che ilTotefi-
ce preualeffe.Da queflo era ancora nato>che il nome della famiglia de* Medici
cominciaua a effere manco efofo nella città : perche quelli cittadini grandi che b Loda af.
non defiderauano il ritorno loro per l emulatione col Gonfaloniere, no concor,- ^na^iu di
reuano più aperfeguitargli,nè a impedire(come altre mite fi erafatto)la con Leone anco
uerfatione degli altri cittadini con loro,an%i dimoflr andò, per battere il Gon- ^o^Uedi la
faloniere,di non effere alienati dalla amicitia loro'faceuano quafi ombra agli copo salma
altri di defiderare la loro grandetta dallaqual cofa nafceua,che non fola quel Jdìò c«di
li che neramente erano amici loro,che non erano di molto momento, entraua- "jtf &' Me.
no infberan%a di cofe nuoueima ancora molti giouani nobili flimolati , o dalle £on l apqeu/d!|
troppe (pefe,o da fdegniparticulari , o da cupidità difoprafare gli altri appe- »» alct»«
titianolamntatione dello flato permea del ritorno loro;&haucua con gran- perequai
de aflutia nutrito , & aumentato più anni quefla dijpofitione il Cardinale de Prette, che
-Medici : perche dopo la morte di Tiero fuo fratello, il cui nome era temuto, & SLTrU ripù
mente nelle faccende di tutti : & non meno degli altri , di quelli , c\x s erano deUg!iCnhuo-
feoperti contra il fratello : trasferendo di tutto la colpa in lui , come fé l odio » mini ■
IS^n i & l'offe fé
Y. 1 B R O
& l'offcfe fufiero terminate con lafua morte; nelqual modo di procedere effèn
* a ca r. 2 j $ <fo continuato più anni, & accompagnato dalla fama, e baueua nella Corte di
%l ?•'<? TJe &*ww di e Jfer per natura liberale-i offequiofo, & benigno a: ciafeuno^era diuen
me :« are. e ta^> /'« b iremg grato a molti : &però Giulio defiderofo di alterare quel go-
iJReÌF*a uerno non imprudentemente lopropofe a quella Legatione .a appellarono i &
no di cauo • Fiorentini dati interdetto fion nominando^ per offendere meno nell appellano-
rlrc ^r^ll ne^ C°ncili° tifano : ma follmente il farro Concilio della Chiefa uniuerfa-
ìooa >. lo Iva le : <& cerne fé per ly appellatane fuffe fojpefo l'effetto dell' interdetto; furono*
^? ljSd t\{ Per cornandamèto delfupmnaMagifirato afretti i Sacerdoti di quattro Chic fé
coivi, quan principali a celebrare public amente nelle loro Chiefegli uffici diuiniùlperche
conte"0 co* fifiopriwpiu la diuifione de Cittadini offendo rimeffb nell'arbitrio diciafcu-
pon tetìci -, fi no>o affh'uareyò ff recare ? interdetto .Onde di nuouo fecero inflantiagli ^Am
qb^l><Vc! baferatori del Re d'\Aragona,& d Inghilterra al Re di Francia, offerendogli
me -z iaqual la par e col. Vontefice7in cafofi reflituiffe Bologna alla Chiefa ; & che i Cardia
uSVeiu ' vi na^ conueniffero al Concilio Lateranenfe,d quali offeriuano>che il Tapaper-
ta d'Aifon- donerebbe , Ma ritenendolo di confentire il rifpetto di Bologna; ri fio fé che
do Yhe i"n non difi»deua una città contumace, & ribella della Chiefa sfotto il cui Domi
ciato cótta i nio , & ubidien^a fi reggeua , come per molti (fimi anni baueua fatto innanzi
potenti; aV a^ Tonte ficaio di Giulio: ilquale non douerebbe ricercare più deli' autor ità,con
uenta maffi Uquale l'haueuano tenuta i fuoi antece fiori imede fintamente il Concilio Ti-
crudeie > & fi^ efiere fiata introdotto con bonefiiffimo^ fanti fimo propofito di riforma
mortìfero ,. re j difordini notorij, & intollerabili) eh erano nella Chiefa : allaquale fen%a
de per li' C5 perìcolo éifcifma, o di diuifione facilmente fi reflituirebbe l'antico fflendore*
ft!i| di&d: fe ìlTontefice,comyeragiufto,& conuenientejcontéeuifie aquel Concilio; fog-
Ba fijci . e t giugnenda che la inquietudine fua. & l'anima accefo alle guerre, & a gli fan
"cl lib5° J: doli baueua coftretto luì adobligarfi allaprotettione di Bologna ; & però per
Leon io.di- l'honor fuo non uoler mancare altrimenti di difenderla,che mancherebbe al di
ce elle r ere- fendere la città di Tarigi .llTontefice adunque rimoffì tutti ipen fieri dalla
l papi tritimi pace per gli odij, & appetiti antichi, per la cupidità di Bologna^ per lofdegnoy
biamo^f^ c timore del Concilio: & finalmente per fojpettoyfe egli differiffe più a delibe-
ta, o penco- rare ,d 'efiere abbandonato da tutti- perche già i faldati Spagnuoli dimoftrando
cscii'o %e Sbattere a pafiarein <Afiica,cominciauano a Capri ad imbarcar fi ; delibero di
ciaimen te fare la confederatane trattata col Re Catolico-, & col Senato Vinitianodaqua
«ontédonof te fu b il quinto giorno d'Ottobre publicata folennementeprefente il Totefice , b
in fiemer do e tutti i Cardinali nella Chiefa dì Santa Maria del Vopolo. Contenne che fi có-
che Ijapapa fèdevauano per conferuar e principalmente l'unione della Chiefa , & ad eftir-
linuncìj il pationey per difenderla dallo feifma imminente, del Conciliabulo Tifano ; &
vinterulga Per t* ricuperatane della città di Bologna y appartenente immediatamente
priuato; ac- afa Sedia %Apofiolica>& di tutte l'altre terre, & luogbhcbe mediatamente,
cioche le l
n'elegga vno con le uoci di tutti eccellentifiimo di virtù, & di religione.
b La lega fra'l Fapa,il Re di Spagna , quel d'Inghilterra , e i Vinitiani , che fu publicata in Roma a' cinque
«l'Ottobre 15 xi. fu poi in Vinet. a publicata a' venti del detto mele, come fetiuc il Gradinico; ma de' trattati
A' ella, è da vedere U Alocenigo, asUib.^.per, tacci; il Bembo, ik l'alno .
ò imrne*
regimo; it$
0 immediatamente fé gli apparteneffero , fiotto ilqudl fenfo fi còmprendeua
Ferrara: & che contra quelli che ad alcuna di quefte co fé fi opponefjero , oche
d'impedirle tentaffero (fignificauano quefte parole il Re diFrancia)a cacciar'
gli totalmente d'Italia conpotènte effer cito fi procedeffe :nelqualeilVontefi-
te teneffe quattrocento huomini d'arme, cinquecento caualli leggieri) & feimi
la fanti. Teneffe il Senato Vinìtiano ottocento huomini d'arme, mille caualli
leggieri,& ottomila (antimi Re a dragona mille dugento huomini d'arme ,
mille candii leggieri, & dieci mila fanti Spagnuoli ; per foftentatione de* qua
lipagaffe il Vontefice durante la guerra ciafcun me fé aerai mila ducati; & al
frettanti nepagaffe il Senato Vinitiano, numerando diprefente lo ftipédioper
due me fi , tra i quali doueffero effer uenuti in Romagna , 0 doue conueniffero i
a Confederati . a Urmaffe il Re d'Aragona dodici galee fonili : quattordici nar «J L'annata
maffero i Vinitianuì quali nel tempo medefimo moueffero la guerra nella Lom ragona,d£e
bardiaalRedi Francia. Fuffe Capitan generale dell' effercito DonRamondo il eoceni-
di Cardona di patria C atelano , & allhora Viceré del Reame di l^apoli. Che |ucftCi Jbr*
acquiftandofi terra alcuna in Lombardia, che fufie fiata de' Vinitiani,fe riof- ni Harvenii
feruaffe la dichiaratone del Vontefice: ilquale incontinente per fcritturafat- cd \ oojmo
ta feparatamente , dichiarò fi reftituìjfero a Vinitiani . *A Ce far e fu rifer- Itìni «J'ar-
uata facilità d'entrare nella confederationetet medefimamente al Re d'inghil uai 'leggieri,
terra : a quello con incerta ff)eran%a d'hauerlo finalmente a feparare dal Re ^n°-t0 m£ia
di Francia : a queflo con efpreffo confentimento del Cardinale Eboracenfe , in-
tervenuto continuamente d trattamenti della Lega : laquale come fu contrai- b Girolamo
b ta,morì b Gieronimo Donato, Orator Veneto, per laprudentia , & deftre%ga ne^mone
fua, molto grato al Vontefice , & perciò flato molto utile alla Vatria nella fua '"» ROTEa
Legatkne . Deftò quefta confederatone fatta dal Vontefice, fotto nome di li- ottobre6, &
ber are Italia da Barbari, diuerfe interpretationi negli animi degli huomini, £u fePolto '»
fecondo la diuer fità delle paffioni, & de gì ingegni '.perche molti prefi dalla i0, £ come
magnificentia , & giocondità del nome efaltauano con fomme laudi in fin al ^?eU Gr,a
Cielo co fi alto propofito, chiamandola prof effione uer amente degna della Mae quale tutti
ftàVonteficale : né potere lagrandeTga dell'animo di Giulio hauere affunto |UaK" !":
impr e fa più genero fa , ne menopiena diprudentia , che di magnanimità , ha- ti«ni s'ac-
uendo con l'induflria fua commoffo tarme de' Barbari contra i Barbari: on- cojJno,Ìi~
de fiargendofì contra i Francefi più il fangue degli ftranieri f che de gì' Ita- con lui mo-
liani ; non folamente fi perdonerebbe al fangue noflro ; ma cacciata una del- !"£n0Qerlet
le parti, far ebbe molto facile cacciare con l'armi Italiane l altra già indebo- che,& LatU
lita , & eneruata . ^Altri confiderando forfè più intrinfecamente la foftan%a fceien"ia°f "l
delle cofe , né fi lafciando abbagliare gli occhi dallo fplendore del nome ; te- xì di m?.i di
meuano che le guerre, che fi cominciauano con intentione di liberare Italia ^J1^ e aP
da Barbari ; nocerebbono molto più a gli Jpiriti uitali di queflo corpo , che creato fran
non haueuano nociuto le cominciate con manifefta profeffìone , & certiffima Saettila
intentione di foggiogarlay & efier cofapiu temeraria, che prudente, lo fiderà- to Podeiu a
te y che Carmi Italiane priue di uirtà, di difciplina,di riputatone di Capitani, ^0Ì1A' Bc:
Is^n 3 d'auto-
LIBRO
$ autoritàri conformi le volontà de Trincìpi fiuoi, fu fiero [ufficienti a caccia-
re d'Italia il lunature : alquale quando mancaffcro tutti gli altri rìmedijynon
mancherebbe inai la facilità dì riunir fi co' uniti a rouìna commune di tutti gli
Italiani^ efìcr molto più da temerebbe quefiinuouimouimentideffero occa.
fione di depredare Italia a nuouc nationi} che da fperare, che per l'unione del
Tonicj:ce,& de' Finitianis haiie fiero adornare i Francefila & gli Spagnuoli ..
Hauere da decelerare Italia rche la dificordia , & cor. figli mal fimi de' noflri.
Trincìpi non baite fero aperta la iti ad* entrami all'armi forefiiere: ma ebepoi
che per la fina infelicità due de' membri più nobili erano fiati occupati dal Re
di Francia^ dal Re di Spagna ; douerfi riputare minore calamità,che amen
due ui rimanefferofina tantoché la pietà divina, o la benignità della fortuna
conduce ffero più fondate occaponi : perche dal fare contrapefo firn Re ali al-
tro ;fidifendeua la libertà di quelli > che ancora non feruiuano, che il ucnire
tra loro mede fimi all' arme ^ per lequali mentre duraua la guerra fi lacerereb-
beno con depredationi,con incenda con [angue, & con accidenti mifier abili le-
• parti ancora in ter e : & finalmente quel di loro, che r.ìmaneffe uincitore ; l af~
Papa3 Giulio fligcrcbbe tutta con più acerba- & più atroce feruitù . Ma il Tonte fice, ilqua-
ttvGondfta le fentiua altrimenti , diuenuti per la nuoua confederatane gli fiiriti fiuoi
teménnero maggiori,& più ardenti, fiubito,cbepafiò il termine prefiffo nel monitorio fat
18. cardina te prima a Cardinali autori del Concilio;* conuocato con folennità grande il a
tóbre "is n: Conci fi oro pub lieo, fedendo nell'habito Tonteficale nella, fiala detta deRe;di-
de? caUei. CÌmro ' Cardinali di SXroce,& di S.Malò,di Co fender quel di Baiofia, ef-
lo,& de' be fe% caduti dalla dignità.del Cardinalato h & incorfì in tutte le pene , alle quali
dinari noìfii fomfottoP°fli gliheretici, &gli fcifimaticiipublico oltra quefio un monito-
nati in cjue W fiotto lafiorma medefima al b Cardinale di S.Seuerino,ilquale infimo a quel b
Eu^naccor' Ìmm non ^auea nwle fiato i & procedendo col medefima ardore a penfiieri
fi. -dell'armi; fiollecitaua continuamente la uenuta degli Spagnuoli }hauendo nel-
b o ueft * E Mimo che innanzi ad ogni altra cofia fi moueffie la guerra cotra i Fiorentini ,
guercardi p er indurre cu uoti de confederati quella P^epublica,rimettendo al gouerno la
ho V COnJr fam^a a? Mediarne meno per fiatiar e l'odio fimifiurato. conceputo contra Tie
fopta , che YO Soderìni Gonfaloniere ; come fé dalla autorità fiua fiuffe proceduto , che i
vane iperan ^^orentini nonfiì fitffero mai uoluti fieparare dal Re di Francia ; & che dipoi
*£> sromet haueffero confientito che in Tifa fi celebrafie il Concilio :. della qual deliberano
Spa^Re1! Yie penetrando molti indicij a Firenze ,& facendo fi per poter fofienere laguer
nardinoCac radiuerfie preparai ioni ; fu tra % altre 'cofie propofio e fiere molto conveniente
tinli' d*s'. C^K a^aZHerra soffia ingiuflamente dalla Chiefia •> fi Yefiifieffe con l'entrate de*
Cioce,accìo. beni delle Chie fie: & perciò s'afir igne fiero gli Ecclcfiaflici a pagar quantità
minate le granA(J}madidanari/ma con conditione,chedeponendofi in luogo ficuro, non
difeordie, fé fi Jpendefiero fie non in cafio fiuffe mofiìa la guerra : & che cefiato il timore che
Sic" n gìo- làdoucffe effer mofiìa ;fi reflitui fiero a chi gli hauefie pagati : allaqual cofit
uio nei hb. contradiceuano molti cittadini ? alcuni temendo di non incorrere nelle cenfiu-
%L&n\L refé nelle pene imgofte dalle leggi Canoniche contrai molatori della libertà
Ecclefia-
DECIMO. 2S4
Ècclefiaflìca ! ifnci la maggior fané di loro per impugnare le co fé propefte dal
Gonfaloniere y dall'autorità delquale era manifeflo procedere principalmente
queflo configlio . Ma efìendoper la diligentia del Gonfaloniere, &per la indi
natione di molti altri deliberata già ne' configli più firetti la nuoua legge ordì
natafopra queflo ; né mancando altro , che l'approuatione del Configlio mag-
giore, ilquatera conuocato per queflo y effetto; il Gonfaloniere parlo per la leg
gc in queflafententia .
ISliuno èycbe pofiapreflantiffimi Cittadini) giuflamente dubitare , qual fià
fiata fiempre contra lauoflra libertà la mente del 'Pontefice, nonfioloperqud-,
che ne apparifee diprefente d'hauerci tanto precipito fornente fiottopofli atf in-
terdetto fen\a udire molte uoflre ueriffime giuflificationi->& la fperanxa,che
fé gli daua di operare di maniera , che dopo pochi giorni fi rìmouefie il Concì-
lio da Tifa ; ma molto più per lo difeorfo delle anioni continuate da lui in lut-
to il tempo del fino Tonteficato : delle quali raccontando breuemente una par-
te, perche ridurle tutte alla memoria farebbe co fa molto lunga; chi è > che
nonfappia, che nella guerra contrai Tifarli non fi potette ottenere da lui (ben
the molte uolte ne lo fupplicafjìmo )fauore alcuno ne pale fé , né occulto , con
tutto che & lagiuflitia della caufa lo meritaffe, & che lo Jpegner quelfuocoy
che non molti anniprima era flato materia digrauiffimepcrturbationi,appar
tene fi e & alla ficurtà dello flato della Chiefa , & alla quiete di tutta Italia ?
an\i come infimo allhora fi fioJpettò,& 'fu dopo la uittorianoflrapiu certo fem
py -e >, quante uolte ricorreuano a lui huomini de Tifimi; gli udiua benignamene
te, &gli nutriua nella pertinacia loro con uarie fperan^e : inclinatìone in luì
non nuoua; ma cominciata infimo nel Cardinalato : perche come noto a ci a feti
no di uoiy leuato che fu da Tifa il campo de* Francefi ; procurò quanto potet-
te apprefio al Re di Francia, & al Cardinal di Roano ; perche, efclufi noi, ri-
ceuefiero in protettone i Tifimi : Tontefice non concedette mai alla Republi-
ca noflra alcuna di quelle gratie, delle quali èfiolita ad e (fere fyefio liberale la
Sedia JLpdflolica; perche in tante diffidata , ■& hifogni noflri , non con finti "
mai che una uolta fola ci aiutafjìmo decentrate degli Ecclefiaflici , come dm
uolte hauea confentito JLlefiìanó.ro V I. benché nimico tanto grande di auefla
Republìca : ma d imoflr andò nelle cofie minori l'animo iflefio . chaueua nelle
maggiori; ci negò ancora il trarre dal Clero i danari per foflentare loftudio te d* cTtdi
publico , benché fufie piccola quantità , & continuata con la licenza di tanti nfQ A 'ca"
Tontefici, & chef conuertiua in caufa pietofia della dottrina^ delle lettere. "è°rrc tu» tT
Quel che per Bartolomeo d \Aluiano fu trattato col Cardinale ^Afcanio in Ro ?l{o?:a neI
ma ; non fu trattato jenT^a confentimento del Tapa , come allhora ne appari- ia 1. do uè
tono molti indicvi , e tojìo ne farebbono appariti effetti manifefìù Ce di àlìri di fon ^e:" ""
a maggior potenza , che u interueniuano , non fi fu fi ero, ritirati per la a morte uimemi qui
improuifia del Cardinale : ma benché ce fiati i fiori:, amenti primi, non uolle mai Jf^"31! ■
confientirc a giufliprieghi noflri di prohihire alt elidano ? che non aàunaffe , ™o d°Ail '
vintrattenefie faldati nel territorio di Roma; maprobibì bene a Colonneti, nSfJf?"
LIBRO
& a S anelli , per me%o de quali haremmo con piccola Jpefa diuertìti i nofiri
pericoli , che non ajfaltajfero le terre di quelli , che fi preparauano per offen-
derci . Ideile cofe di Siena , difendendo fempre Tandolfo Tetrucci contra noi;
ci aftrinfe con minaccie a prolungare la triegua , né $ interpone poi per altro >
perche noi ricuperammo Montepulciano, per la difesa delquale haueua man
dato gente a Siena ,fe non per paura che iejìercito del Re di Francia nonfuffe
da noi chiamato in Tofcana . Da noi pel contrario non gli era mai fiata fatta
offe fa alcunaima proceduti fempre con la diuotione conueniente uerfo la Che-
fa ; gratificato lui particolarmente in tutte le dimande, che fono fiate in pote-
Jìà noflra ; concedutegli fen%a alcuna obligatione, an^i contra la propria uti-
lità , le gen ti alt imprefa di Bologna : ma niuno ufficio , ni uno offequio è ha fia-
to aplacare lamente firn , dellaquale fono molt' altri fegni : ma il più poten-
te , quello che per non parere traportatadallo fèegno% & perche so effere nel-
la memoria di ciafcuno uoglio tacitamente paffare , dliauer prefiato orecchie
( uoglio che le parole fiano moderate) a queffircbe gli offerfero la morte mia;
non per odio contra me, dalquale mai haueua riceuuta ingiuria alama,& che
quando era Cardinale m haueua fempre honorat amente raccolto ; ma per lo
defiderio ardente , che ha di priuar e uoi della uoftra libertà : perche hauendo-
fempre cercato che quefla Republica aderiffe alle fue immoderate) & ingiù fie
uolontà , fuffe partecipe delle fue fpefe, & de fiuoi pericoli ; nèjperanuo dalla,
moderatione , & maturità de3 configli uoftri poter nafcere imprudenti^ pi re
cipitofe ' deliberatimi ; ha diritto il fine fuo a procurare d * introdurre in que-
fla città una Tirannide > che dependa da lui; che non fi configli, & gommi
fecondo le uoflre utilità ; ma fecondo l'impeto delle fue cupidità , con lequali
tirato da fini fmifurati y non f enfia ad altro y che a f eminar guerre di guerre ;
& a nutrire continuamente il fuoco nella Chriflianità: & chi è quello, (he
foffa dubitare , che bora , che feco fi dimoflrano congiunte sì potenti arme ;
che hora clye fignoreggiala Romagna* che gli ubidifcono i Sane fi > donde ha
l adito a penetrar e infino nelle uifcere nofire , che non h abbia int emione àìctf-
J aitarci t che ei non fiaper ingegnai fi apertamente d'ottenere con le for%e%
quel che già ha tentato occultamente con le infidie ì & che con tanto ardore-
ha bramato sì lungamente , e tanto più quanto più fuffimo malpreparati a di.
fenderci Ì Ma quando niun altra cofail dimofir affé, non dimofira egliipen-
fieri fuoi a bafian^a, hauere deputato nuouamente Legato di Bologna il Car-
dinale de* Medici , con intentione di proporlo alt 'effere ito , Cardinale non mai.
honorato > o beneficato da lui , & nel quale non dimofir o mai alcuna confici en
%a ? Che fignifica quefio* altro > che dando autorità , accofiando a uoftri con-
fini , an^i mettendo, quafiful collo uoflro , con tanta dignità , con riputano-
ne , & con arme quel, che afyira ad effer uoflro Tiranno > dare animo a' citta-
dini ( fé alcuni ne fono tanto praui ) che aminopiu la Tirannide > che la Li-
bertà ,. & a folleuare i fudditi uoftri a quefto nome ? Ver lequai cofe quefti
miei honorenoli colleghi 2 & molti altri buoni, &faui cittadini hanno giu-
dicato
DECIMO. i8f
dicato effer neceffario, che per difendere quefla Libertà fi faccino i mede fimi
prouedimenti , che sharebbono a fare fé la guerra fufìe certa : & fé bene
fia iteri fimi le , che il Re di Francia , almeno per l intereffe proprio > ci aiuterà
potentemente , non debbiamo per quefla fperan%a ommettere i rimedij , che-
fono in noftra poteflà , né dimenticarci > che facilmente molti impedimenti pò
trebbono foprauenire , che cipriuerebbono in qualche parte degli aiuti fuoi .
J^on crediamo , c\ye alcuno nieghi, che qnefto fa fdutifero, & neceffario
configlio , & chipurnegaffe potrebbe effere > che altro lo moueffe , che il %e-
lo del bene commune . Ma fono bene alcuni > che allegano, che effendo noi in~
certi fé il Tontefice ha nell'animo di mmuerci la guerra , è inutile delibera-
tione , offendendo /' autorità fua, & granando i beni Ecclefiaftki,dargligiu-
ft a cagione di [degnar fi, & prouocarlo afarciquafineceffariamente la guerra:-
come fé per tanti , & cofi euidenti fegni, & argomenti ;.non fi comprende ffe
manifeft amente, quale fia la mente fua, o come fé appartenere a prudenti go
nematori delle Bjpubliche, tardare a preparar fi dopo il principio dettaffalto y
uolere prima riceuere dal nimico il colpo mortale, che uefiirfi dell'armi necef-
J arie a di fender fi . ^4ltrì dicono, che per non aggiugnere all'ira del Tontefice,
l'ira diurna , fi debbe prouedere alla falute noftra con altro modo : perche non
è in noi quella neceffità, fen%a laquale èfempreprohibitoconpene grauiffime
dalle leggi Canoniche a fecolari imporre granché a beni > o alle perfine Ec-
clefiaftiche . È fiata con fiderai a quefla ragione fimilmente da noi , & dagli
altri , che hanno configliato , che fi faccia quefla legge : ma non baflando co-
me uoi fapete l' entrate pub liche allefpefe , che occorreranno , & efiendofta*
te sì lungamente , & sì grauemente affaticate le borfe uoftre>& effendo ma-
nifefloyche nella guerra haranno ad ognhora di nuono a effere affaticate ; chi
è quello, che non uegga effere molto conueniente, & neceffario , che lefpefe ,
che fi faranno per difenderci dalla guerra , mofia dalle perfine Ecclefiafticbe >
fi fiflengbino in qualche parte co' danari delle perfine Ecclefiafticbe { co fa ,
molte altre uohe ufata nella noftra città , & molto più da tutti gli altri Trin-
cipi , & Republiche : ma non già mai 7 né qui , né altroue con maggior mo~
deratione , & circofpettione , poi che non fi hanno a {pendere in altro ufo,
an%i fi hanno adepofitare in luogo ficuro per reflituirgli , fé il timore no-
ftro farà flato uanoya religio fi mede fimi. Se adunque il Tontefice non ci
muouerà la guerra; non {penderemo i danari de gli Ecclefiaflici ,nè quanto
all'effetto haremo impcfto lorograue%ga alcuna ife ce la mouerà > chi fi potrà
lamentare , che con tutti i modi a noi poffibili , ci difendiamo da una guerra
tanto ingiufta f che cagione gli dà quefla Republica , cbepernecejfìtà,nonpe¥
uolontà, come a lui è notifjimoy ha tollerato > che a Tifa fi chiami il Concilio »
per laqualfi poffadire, che Ih abbiamo prouocatoyo irritato i fé già non fi di-
ce prouocareyo irritare, chi non por gè il collo, o il petto aperto al?af$altato~
re : benché non loprouoca , o irrita chi fi prepara a difender fi , chi fi mette
morirne per refiflme alla fua ingiufta uiokn^aibcm lo prouocberemmo,
orni*
t I B R O
0 irriteremmo fé non cìprouedeffimo: perche per laf\>eran%a della facilità del
1 imprefa,dìuenterebbe maggiore I impeto, & l'ardore, che ha didiflruggere
da* fondamenti la uoflra Libertà . J^è ni ritenga il timore d'offendere il no-
me diurno .-perche il perìcolo è sì grane, & sì e ridente, & fono tali i bi fogni,
& le neceffnà noflre , ne fi puerili pregiudìzio uofiro trattare co fa di maggior
pefoj che è permeffo non folo l'aiutar fi con quella parte di quefle entrate , che
nonficonuerte in ufi p^anyi farebbe lecito metter mano alle co fé fagre \per-
che la difefi è, fecondo la legge della natura >commune a tutti gli huomini, &
approuata dal fommo 1D DIO,& dal confentimento di tutte le nationi-jia
tainfiemecol Mondo, & duratura quanto il Mondo: & allaquale non poffo-
no derogare né le leggi Ciudi , né le Canoniche fondate fu lauolontà de gli
huomini & lequali ferine fu le carte non poffono derogare ad una legge non
fatta da gli huommì;ma dalla ifleff.i natura fritta, fcolpita,& infiffa ne pet
ti , & negli animi di tutta la generatone humanamé fi ha affrettare, che fa
mo ridotti ad eftrema neceffitàiperche condotti in tale flato <,& circondati,&
tjjtafioppreffi da' nimici.tardi ricorreremo a rimedij, tardi farebbono gli anti-
àothìncamato che fuffe nel corpo noflro ilueleno. Maoltra queflo come fipuò
negar e, che ne ' p vinati non fa grauiffirnaneceffità i 'quando le granché che
fi pongono ne coftnngono una grandiffima parte a eflr emare di quelle fpefe ,
fenTg lequali non poffono uiuerefenon con grandiffima incommodità, & con
diminuire affai delle co fé nece farle al grado loro <? Qjtefìa è la neceffità con
fiderata dalle leggi , lequali non uogliono che fi ajpetti che i uoflri Cittadini
fiano ridotti al perìcolo della fame , &in termine che non pò fino foflentare
più ne fejiè le fue famiglie; & dall'altra parte con quefla impoftione non fi
dà agli Ecclefiaflici alcuna incommodità:an%ifi difagiano di queUaparte del-
V entrate Jaquale ò conferuerebbono inutilmente nella caffafb confumerebbo-
no injpefefuperflue,ò forfè molti di loro (fiamiperdonataquefla parola)ft>é-
derebbono in piaceri non conuenienti & non honefli. E conclufione commu-
ne di tutti i fauij,chea D 1 o piacciano fommamente le libertà delle Città :
perche in quelle più che in altra jpetie di gouernufi conferua il benecommu-
ne , amminìflrafi più fen%a dìflintionela giuftitia , accendonfi più gli animi
de' cittadini all'opere uirtuofe,& honorate,& fi hapiurijpettù,& offeruan-
%a alla religione :& noi credete che glihabbia a dijpiacere, che per difendere
cofa sì preciofa,per laquale chifparge ilproprio fangue,è laudato fommamen
te; uguagliate d'una piccola parte di frutti , & di entrate di cofe temporali $
lequali ben: he dedicate alle Chiefe Jorio peròperuenute tutte in quelle dall' c-
lemofine .dalle donationì:& da' lajci de' nqftri maggiori: & lequali fi fpend e
ra ino non meno in conferuatione > &perfalute delle Chiefe jottopefle nelle
guerre, non altrimenti chele cofefecotari alla crudeltà,& auaritia de' f old a-
ti,& che non faranno più riguardate in una guerra fatta dal Tontefice , che
farebbono in una guerra fatta da qualunque impio Tiranno , ò da' Turchi .
Aiutate mentre che mi potete Cittadmi la uoftraTatriaffir la uoflra Liber-
tà,
DECIMO. i%6
tà & uiperfuadete non poter far co fa alcuna più grata, & più accetta alfomv
mo I D D10,& che a rimuouere la guerra dalle cafe , dalle poffeffioni , da i
tempij j&daì monaflerij uoflrì , non è miglior rimedio > che far conofcere a
chi per? fa d'offendenti, che uoi fiate determinati dinon pretermetter e cofa al"
cuna per difendenti •.
Vdito il parlare del Gonfaloniere non fu difficulta \ alcuna, eh e la legge pra-
pofla non f ufi e appr ouata dal configliomaggiore: dallaqual cofa , benché ere-
fceffefopra modo la 'ndegnatione del Tontefìce , & fi concitaffe tanto piti al
difporre i confederati a rompere la guerra a' Fiorentini; nondimeno rimo [fero
da quefla fenten%a, & lui, & quelli, che in Italia tratt aitano per lo Re à'\A-
ragona,le per fua foni di Vandolfo TetruccLilquale confortando che saffaltaf
a fé Bologna, a deteftaua il muonere la guerra in Tofcana, allegando, che Eolo- a Detefhu*
gna impotete per fé medefima a dì fender fi; farebbe folamente di fé fa dalle for r5do! !? Fe-
Te del Re di Francia : ma per i Fiorentini refifierebbe , & lapoten%a di loro uec la guer-
mede fimi, & per l'utilità proprianon meno,cheper Bologna,il mede fimo Re, "ain T^f
I Fiorentini fe bene inclinati con V animo al Re di Francia;nondimenopruden guardando
ti, & ?elo fi della conferuatione dello fiato loro,non hauere in tanti moti ad in i11'1"^"?8
a r <r r 1 ;> i rr rn • i- • r 7 • proprio,che
JtanTafua ojfejo alcuno con L armeno ejjergli fiati utili in altro, che in accom all'utilità
modarlo per difefa dello fiato di Lombardia didugento huomini d'arme, per Jini^ercio-
gli oblighi della capitolatone fatta communemente col Re Catolico, & co lui. che non pò
Tslpn poter fi far cofa più giratane più utile al Re di Francia, die neceffitare i ^ht^xwino
Fiorentini a partir fi dalla neutralità,^ far diuentare la caufa loro commune interuenifle
con la caufa fita: effèr grande imprudenza , hauendo in uano il Re affrettigli ?eUpecr * ™J
con molti prieghi & promeffe, che fi dichiarino per lui, che i nimici fuoi fiano le de' vicini,
cagione di fargli confeguir quello ,che con l autorità fita non hauefie potuto ot- rà"0" c°he j~
tenereicomprenderfi da ciafeunoper molti fegni ; ma hauerne egli certiffima. tratta deino
notitia. che a Fiorentini era molefiiffimo,che il Concilio fi celebrajfe in Tifa , iarr° ^11 do
ne hauerlo confentitoper altroché per non hauere hauuto ardirà di repugna:-- la, ca'a dcl v»
re alle dimande del Re di Francia, fatte fitbito dopo la ribellione di Bologna , & die^i'm
& quando nonfiuedeuano armi oppofite a lui in Italia:& che era certo con- cendi trafeu
correre al Concilio l'autorità di Cefare}&fi credeua, che anco uifuffe il con- no pigfiar"
fentimento del. Re Catolico: fape/egli mede fimamente ,, che i Fiorentini non forz2- Naj?
erano per tollerare,che nel Dominio lorofifermafierafoldati Francefi,& ef- tue , panes
fer cofa molto perniciofa il minacciargli^ Padreggiargli: an7.iper lo contra- cum P*°xì"
rio effere utiliffimo il trattare con manfuetudine, & con dimefiraticne diam Et negiefla
mettere le loro feufe -.perche co fi procedendo, ò fi otterrebbe da loro col tempo, [gr"! inc*";
ò con qualche o ce afone, quel che hora non fipoteuafberare, ò almeno non gli uircs, nei t.
coftrignendo a far per timore nuoue deliberationi, s addormeterebbono in mo dcl1' EPlft(*
do,c he ne* tempi pericolo fi non nocerebbono, <& ottenendofi la uittoria fareb-
be inpoteflà de* confederati dare quella forma al gouerno de Fiorentini , che
più giudicafiero efpediente. Diminuiua in quefla caufa l'autorità di Van-
dolfo il conofeerfiicheper l'utilità propria defidcraua, che nella Tofcana non
s'incornine
t 1 B ft ©
$%incùthìndafìe ima guerra tanto graue, per laquale o da gli efferati amici, o
da nimici farebbono parimente diflrutti ìpaejìdi tutti: ma f amerò tanto ef-
ficaci le [ne ragioni, che facilmente fi deliberò di non affaltare i Fiorentini : il
. f qual configlio fece riputar migliorerà contentane, che non molti giorni poi cu
in quello li mincib tra i Fiorentini,e i Cardinali* a ISlon erano (com'è detto difopra) inter a
a s° fi £3ét uenutì ì Cardinali a primi atti del Concilio , perche fi erano fermati al Borgo
to, & nota- a S . Domino ìò per affrettare iTrelati,che ueniuano di Francia^ quelli chà~
dmìJu Vcitr- uem proweffo di mandare il Re de' Romanzò per altre ragioni : onde t (fendo
jnatid haue fattiti per diuerfe uie;fiff>arfe fama, che i due Spagnuoli , i quali haueuano
Storftocu Vref° il ccmmo di Bologna, fi rkoncilierebbono col Totefice; ilfaperfi che con
latori ai co tiratamente trattauano con l' ^imbaf datore del Re d'^ragonaxhe dimoraua
appreffo alTontefice,& perche haueuano dimandato,& ottenuto da Fioren-
ti no pre-
giudicare al tini la fedepublica di poter ficur amente fermar fi in Fìren%c,accrefceua que-
» ifettc ap« fta opinione , Ma arriuatì al paefe di Mugello fi uoltarono improuifamente
il pc i rno di uerjo Lucca per congiugner fi con gli altri ; ò perche neramente haue fiero ha-
fwttlpthecf uutofempre co fi nell'animo; ò perche nel Cardinale di Santa Croce potè ffe più
fi co'i ^ finalmente l'antica ambinone, che l nuouo timore ;ò perche ■ battendo riceuuto
JSoUict* i"n cillel luo%° l*auifo di e (fere flati priuati;fi di^er afiero di poter più efiere
nen rs penià concordi col Tontefice. Taffauano nel tempo mede fimo Impennino i tre Car-
abi rar le' dinali Francefh San Malò,[xlibret,& Baiofa.per la uia di Tontriemoli, &co
lor trioni. ioro i *prelati di Francia: dietro d quali partiuano di Lombardia per richiefla
Il Gradini- r . . . /• /• r •* fi j-^-o-
co lecite , fatta da loro trecento lance Francefi, fiotto ilgouerno di Odetto diFois,Signor
CheftoCóci ^ Lutrechi deputato da' Cardinali, cuflode del Concilio; ò perche giudicafiero
ho ueiiuti pericolofo lo filare in Tifa fen%a prefidio tale; o perche il Concilio accom-
c- Tutt"* Pa&nat0 dall'arme del Re di Francia procede ffe con maggiore autorità; bue
ti Àbbati,c5 r amente {come diceuano) per bauerpoffan%a di raffrenare qualunque ardif-
ditè»ero li* & ^ contrafare,ò di non ubidire a decreti loro. Ma i Fiorentini, comeintefe-
DottoriThc roquefla deliberationejaquale infimo che le genti cominciarono a muonerfi*
d^ch'era0^ eraflata l°ro celata; deliberarono non riceuere in quella Città tanto importa-
mi ma que te,tal numero di foldati,confiderando la mala difpofitione de' Tifami, ricorda
fu ueTa* "fi dofi,che la ribellione paffata era proceduta alla pr e fentia,& permettendola il
per altri par Re Carlo,& della inclinatio?ie,che al nome Tifano haueuano hauuta ifolda-
trarl^ch'S tiFrancefi,& dubitando olir a que fio, eh e peri \infolen%a militare poteffe na-
iòggiugne -, feerui qualche accidente pericolofo: ma molto più temendo , che fé l'arme del
Gioufo dice %e di Francia ueniuano a Tifa, non ne nafte ffe (& forfè fecondo il defiderio
che u'heb- occulto del Re)che la Tofcana diuentaffe lafedia della guerra. Terciò fignifi-
cscitiofct- corono nell'iftefio tempo al ììè,cffcre difficile l'alloggiar tate genti per laflret
te cardina- tC2^a}& ficriìità del paefe ,incommodo,non che altro àpafeere la moltitudi-
poefa v"- ne,che conueniua al Concilio; né effer necefiario,perche Tifa era talntèteret-
fcoui. ta, & cuflodita da loro,che i C or dinalipoteuanofen%a pericoloso d' infiliti fo-
refiierhò d'oppofitione di quei di dentro, ficur infimamente dimoranti: et al Cor
dinak di S.Malo>con la cui uolontàfi reggeuano in quefte co fé i Frane e fi, e' ha
ueuano
DECIMO. 187
mumo deliberato di non ammettere in Tifa faldati: ilqnale dimoflrando con
le parole di confinare -ordinava da altra parte, che le genti ^paratamente ,
& con minor dimofiratione che fi poteva, procede foro innanzi-; perfuadédofi
che approfJimateaTifanientrerebbono;b con la violen%a,ò con artico perche a in queft»
i Fiorentini non ardirebbono con tanta ingiuria del He di prohibirlo * Ma ha- ™"° j ^
uendo il He rifiofio apertamente efiere contento non ui vemfiero;i Fiorentini; fero apmue
* a mandarono al Cardinale di San Malo con ambasciata pari allafta fuperbia , f^tetil te
Francefco Vettori a certificarlo xhe fé i Cardinali entravano co l'arme nel Do fec?"» veni
minio loro,non fola non gli ammelterebbono in Tifa,ma gli perfegvilerebho- ™ l"iu c?trtea*
no come nimiciiil mede fimo Ce le kenti d'arme zaffavano l spennino uerfo To dini * ilani •
n 1 r 1 1 rr rr l 1 1 • Mandarono
fcana:percheprejumcreooono non paj fai fero per altro, che per entrare poi oc- anch0 tutte
eultamente ,ò con qualche faide in Tifaidalla quale propofta commoffo il Car Ie §«£ ti d'ar
h dinaie, ordinò xhe le genti b ritomaffero di là dall' spennino , conferiteli dogli tà ad ailog-
i Fiorentini, che con lui rimaneffero olir a le persone di Lutrcch , & di Ciani- §l?r fr3 c*~
\ tema Vico
glione cento ciquanta arcieri. Conuennonft tutti i Cardinali a Lucca laqual Cit Lari,& Pon
tà il Tonte f ce per quella cagione die biavo incorfa nell'interdetto : oue lafcia- j5 dl Sa"°c*
e to infermo il Co fintino , che pochi giorni poi uidde [ ultimo fuo dì; c andarono chiaro™ al
glialtri quattro à Tifa-non riceuuti né con lieti animi de Magi(lrati,nè con ri- ^Vidau"!»
Ueren'za , ò diuotione della moltitudine : perche a' Fiorentini era moleftiffima no efler coi
la loro venuta, ne accetta , ò aefimatione alcuna apprefio à popoli Chrijliani l,'^, a B^
la caufa del Concilio: perche con tutto che il titolo del riformare la Chiefafuf naccorfi .
fi honeftiffimo & digrandifUma utilità , anxi a tutta la Chriflìanità non me- ,
no necejjario , che grato ; nondimeno a ciajcuno appanna gùi autori muouerji ai Papa, che
dafni ambitiofi , & inuolti nelle cupidità delle co fi temporali, & fitto colo- fj^ero to*
te del bene uniuerfale contender fi de gl'intere ffì particolari : & che a qualun- nare in die •
quedieflìperueniffe il Tonte fic ato , non harebbono minore bifogno di efiere F^„cce|c:n&J
riformati , che haueffero coloro , i quali fi trattaua di riformare : & che però fofpefe
oltra l' ambinone de ficerdoti haueuano fuf citato , & nutrivano il Concilio pinato* a
' le quiflioni de Trincipi, & de gli flati . Quefle hauere ?nofpj il Re di Francia P«fa,3c a Fio
a procurarlo . Quefle il Re de* Romani a confinàrio . Quefle il Re d'<Arago~ "e II *No -
na a defiderarlo . adunque comprendendo fi chiaramente, che con la caufa del uébre- Bll°*
Concilio era congiunta principalmente la caufa dell'armi^ degl'lmperij^ha naCc<K
rf ueuano ipopoli in horror e> che d fitto pietofi titoli di cofi fpirituali fiprocv- e Arrìuaro- •
t afferò per me%o delle gitene , & degli [condoli le cofi temporali : però non JJ^1 g3^
folamente nell entrare inTifai Cardinali, apparì manifeflamente l'odio y & l'vitìmo di
ildifiregio commune ; ma piv manifeflamente ne gli atti conciliari ; perche °n°ouefu«
hauendo convocato il clero ai intervenire nella Chiefa Cathedrale alla prima rono aiiog-
fiffione ; mano religio fi uolle intervenir ui ; e i facerdotiproprij di quella Chie |JJ" , che* fi
fa y volendo ejfì fecondo il rito de* Concili] > celebrare la Meffa }per laqvale Potc » comc
s'implora naccorfi. \
d Con quefti medefimi titoli di pietà , & di religione ho prouato nelPannotation fatte fopra il libro terze di
quelli hiltoria a car.82. fa e 2. che 11 velano le ambitJoni,& gli altri affetti dell'animo: e in ciò ho addetta S^
fffcmoijciic ^uiuili^olìbti vedete ;ilche poi Uocgiwuorato wcilib. 5. a uk,i}$, f«c,%,.
LIBRO
« ti Gradi- ? Implora il lume dello Spirito fanto , ricusarono ài preflare toro i paramenti ;
•iconel fuo & procedendo poi amaggiore audacia ferrate leporte del Tempio >fì oppofo-
« " c°hcCrfù no pwke non ui entrajfero . Delle quali co fé effendofi querelati i Cardinali a
mo deih fa Firenze, fu comandato, che non fi negaffero loro né le Chic fé , ne gVinfrumen.
cafd!na?esa ti ordinati a celebrare gli Vfficij diuini , ma che non fi coflrignefie il clero ad
ta croce , i! jnteruenirui, procedendo quefle deliberationiquafi repugnanti a fé fleffe dal-
tT in" caft" le diuifwui de cittadini : per lequali ricettando da una parte nelle Terre loro
& vna gen il j[ concilio , dall'altra lafciandolo uilipendere ifi effendeua in Un tempo mede
che per 'dò fimo il Tontefice y &fi difaiaceua al Re di Francia . Vero i Cardinali giudi-
la terra fi le cando locare in Tifafen%arme, non e fiere fen%a pericolo, & conofaendo di-
nov. à menò minuirfi in una città , che non ubidiua a decreti loro , l'autorità del Concilio ;
*E?cl-ude j- inclinauano a partirfene come prima baueffero indirizzate le cofe : magli co-
ti dif co e re- flrmfe ad accelerare un cafo , ilquale , benché fuffe fortuito* hebbe perciò il
foifevir a fin fondamento dalla mala difaofitione de gli huomini : perche hauendo un folda-
ta pe e co- tv a Trance fé fatto ad una meretrice certa infolen%a nel luogo publico, & ha- a
Sogir^tdro" uendo i circolanti cominciato ad efclamare ; concorfero al rumore con l'arme
non potedò molti Franccfi , cofi faldati, come familiari de* Cardinali, & de gli altri Tre-
cor io ad par l&* * & Ul concorsero da altra parte fimilmente molti del popolo Tifano , &
ùtH,óc non de' faldati de' Fiorentini ; & gridandofi per quelli il nome di Francia, per que
lìo're lo ita fol °Luello di Marzocco > fogno della KepuUica Fiorentina, cominciò tra loro un
re in pì fa ai far io fa affalto : ma concorrendoui i Capitani Fr ance fi , e i Capitani de Fioren
cofinCpochi> tini, fu alla fine fidato il tumulto , efìendo già feriti molti di amendue le
preiati , & parti > e tra gli altri Ciattiglione , corfo nel principio fan^arme per ouuiare
d?ip\e"zo°ii &H° foandolo , & Similmente Lautrech concor foni per lamedefima cagione ,
gìouìo di- benché luno , & l altro ferito leggiermente . Ma queflo accidente empiè di
«ouito ìia" tanto fpauepto i Cardinali congregati per forte althora medefima nella Cbie-
que fin pon fa qUjui uìcina di San Michele , che fatta il giorno feguente la fecondafeffìo-
non fi sa \ ne, nellaquale ftatuirono , che il Concilio fi trasferire a Milano ; fi partirono
te a cafo,o a con grandiffima celerità b innanzi al quintodecimo giorno della uenuta loro > b
con fommaletitia de Fiorentini, & de Tifami y ma non meno e ffendoui lieti
b Perciò « / 'Prelati, che feguitauano il Concilio: a quali era molefio effere uenuti in luo
riaii èra n Ve go, che per la mala qualità degli edificij, & per molte altre incommoditàpro
r.mi a Pila cedute dalla lunga guerra, non era atto alla uita delicata, & copiofa de'facer
ottobre , i doti. & de' Francefi ; & molto più perche effondo uenuti per comandamento
re ne pani, fo \ ^e contra la propria uolontà , defiderauano mutatione di luogo , & qua-
ouer iì. di luìique accidente per difficultarey allungar e y o diffoluere il Concilio . Ma a Mi
Nouernbre^ iano } Cardinali, fa guitando per tutto il difaregio , & l'odio de popoli, hareb-
Buonaccor- bono houtite le meaefime , o maggiori difficultà : perche il Clero Milane fay co-
^o'no* a m*" me fo ™ </tu'Ha #*** fuJfor0 entrati non Cardinali della Chiefa Romana , foli-
Èaao . ti ad effere honorati , & quafi adorati per tutto , ma p er fané prò fané y & e fa-
cr abili , fi aflenne fubìt amente da fa [le fio dal celebrare gli uffici diuini : &
la moltitudine quando appariuano inpublico ;gli malediccua ,gli faherniua
palefe-
. D E C I M O, igg
palefemente con parole , &gefli obbrobrio fi : &fopra gli altri il Cardinal' di
Santa Croce riputato autore di quefla co fa, & ch'era più ne gli occhi degli
huomini ; perche neW ultima fefjìone Tifana l'haueuano eletto Tre fidente del
Concilio • Sentiuanfiper tutte le flrade i mormori] della plebe : falere i Con-
tili) addurre benedittioni ,pace, concordia : queflo addurre maledittionhguer
re , difcordie. Soler fi congregare gli altri Concili] per riunire la Cine fa di fi-
nita : queflo e (fere congregato per difunirla , quando era imita . Diuulgarjì la
contagione di queflapefle in tutti quelli , che gli riccueuano , che gli obediua-
no , che gli fauoriuano , che in qualunque modo con efjì conuerfauano} che gli
udiuano , o che gli guardauano , né fi poterò dalla uenuta loro affettare altro >
che f angue , che fame , che peflilen%a , che finalmente per ditione de* corpi >
& dell'anime . Raffrenò quefle noci già quafi tumultuofe Gaflone di Fcis : il-
quale pochi me fi innanzi alla partita di Longauilla era flato prepoflo al Du-
cato di Milano , & alt efferato : perche congrauiffimi comandamenti coflrin-
fe il clero a riajfumere la celebratane degli uffici , él popolo a parlar e in fu-
turo modeflamente . Vrocedeuano con quefle diffcultà poco felicemente iprin
cipi] del Concilio : ma turbaua molto più lefferan^e de* Cardinali,che Cefare
differendo di giorno in giorno ; non mandaua né Trelati , né Trocuratori , con
tutto che, oltra tante promejfe fatte prima, haueffe affermato al Cardinale di
San Seuerino , & continuamente affermale al Re di Francia uolergli man-
dare : an%i nel tempo medefìmo , o allegando per fcufa , o effendone fatto ca-
pace da altri , non efiere fecondo la pia degnita mandare al Concilio Tifano
i Trelati degli flati propri] ,fe il medefìmo non fi faceua in nome di tutta la
natione Germanica , haueua conuocati in ^Augufla i Trelati di Germania per
deliberare come nelle cofe di quel Concilio fi doueffe communemente procede-
re , affermando però a Vr ance fi , che con queflo me^pgli conducerebbe tutti a)
mandami . Tormentaua anche ì animo del Re con la uarietà delfuo procede-
re : perche oltra la fredderà dimoflrata nelle cofe del Concilio, pr e ftaua aper
tamente l'orecchie alla concordia co' Vinitiani , trattata con molte offerte dal
Tom e fi ce , & dal Re d'Aragona : da altra parte lamentando fi del Re Cato-
lico , che non fi fuffe uergognato di contrauenire sì apertamente alla Lega di
Cambrai , & che in queflanuouanon confederatione ymaproditione l'hauef-
fe nominato , come accefiorio ; proponeua a Galea'sgp da San Seuerino l'an-
dare a Roma ptrfonàlmente , come nimico del Tontefice ; ma funminiftran-
dogli il Re parte del fuo efferato, & quantità grandi ffima di danari; & non-
dimeno non proponendo quefle cofe con tale fermeyga , che non fuffe dubbia
quel che fatis fatto etiandio in tutte le fue dimande , haueffe finalmente a
deliberare , Dunque nel petto del Re combatteuano le confuete foffenfioni »
che Cefare abbandonato da lui s'unirebbe cdnimici,afoflentarlo fi compe-
raua la fua congiuntane con prezgo fmifurato , ilquale non fi fapeua > che
frutto haueffe a partorire , cono fendo fi per l* efierienig del p afiato , che
fyeftogli nocenanopiu i propri] difordim, che gionafferQ le for%e , né fapendo
^*~" "-'-* a lift
t ì t H 6 _
1/ fi? ;«/f mede fimo determinar fi quale gli hauefifero più a nuocere in queflo >
li? dd mo- o ifucceffì proceri, ogli auerft di Cefare . Mutava quanto potata la fua fin
cenigo fi leg fpenfwne ,/ jfc Catolko, dando ffieran^ per farlo procedere più lentamente a
K "qucfto4' prouedimenti della guerra , che l'arme non fi moutrebhono ; & fintile, ufficio ,
modo.Paite g*. p£r ifafò cagioni faceua il Re d'Inghilterra : ilquale haueua rijfiofio al-
ici* Gcrm?- t Oratore del Re di Francia non ejfere itero , che hauefie confentito alla Lega
c^ubCrT° fatta a R°ma>& che era difpofi0 di confermare la confederatone fatta co lui :
fc'dfrepta 'ci & nel tempo me de fimo il Vefcouo di Tiuoli propone uà in nome del Tonte fi ce
hmni hl\ & pacepur che ì Re nenfiauorififie più il Concilio, & firimouefiedalla protct^
arida tigna tione di Bologna , o ferendo d'affìcurarlo , che il Pontefice non tenterebbe poi
ST^rma- cofe nuoue contra luL DÌfPìacma meno al Re la pMe>etiandio con ini{ìue Con'
iian>: uThe dltioni,cheil fottomctter fi a pericoli della guerra, & alle ftìefccbe battendo
I$inc5»o a refìflere a nimici, & affienar Cefare fi dimofirauano qua fi infinite : non-
i Tt defehi dimeno lo moueua lo fdegno di ejfere quafi sformalo dal Re d'Aragona col ter
pìeib cado- rore dettame a far quefio : ilpoterfi molto difficilmente afficurare. che il Va-
io . & bc- pa ricuperata Bologna , & liberato dal timore del Concilio , oferuafifie la pa-
Bdfu^cTri tei e l dubbio che quando pur e fi dimofirafìe apparecchiato a confentire alle
portarono cotidiuoìù propefte ; il pontefice non fé ne ritrahefifie, come ali re uolte haueua
telate8 fatto ; onde offefa la fua dignità , & la riputatane diminuita , Cefare fi ripu-
LanTagna . tafìe ingiuriato, che lafciato lui nella guerra co" Vinitiani hauefie uoluto con-
^et10paPro chiudere la pace per fé filo . Vero riftofieprecifiamentc al Vefcouo di Tiuoli no
le m'induco UQier ccnrentire, che Bologna flefie fiotto la Cine fa , fé non nel modo.che anti-
JhV quì'fia coment e ' ficleua filare :& nel tempo mede fimo per far ferma determinatione
tua d. ita- con Cerare t cj/cya a BYunecb , terra non molto difiante da Trento ; mando a
£ce *£* lui con ampie offerte, & con celerità grandi ffima Andrea di Burgo Cremone-
iten fé non ^ Qratore Cefareo apprefifo a fé: nelqual tempo alcuni de fuoifiud diti del Con
\moiÌo^l tado di Tiruolo, occuparono '* Batiften,Cafielio molto forte all'entrata dia
a v^eno dir raiucaid0ra . Interrotte del tulio le pratiche della pace , furono i primi pen-
"iio fdi fieri del Re, che come la Tàìifla, ilquale Jafciati in Verona tre milafantuper
l-"" _ _. . 1. • f 1 Zi" J ~J.l. <m mi ..„fl * J rtll S% n timi-m.
catte
cui ho paria mitigar Cefare f degnato della partita fua, hauefie ricondotto il rejto deUegen-
»d ibTa tinel Ducato di Milano, che foldatinuoui fanti,& raccolto infieme tutto Tef
cnr. 208. & ymit0 . £ ajìaitajfe ia jiomagnafierando innan%i,chc gli Spagnuoli uififiufi-
«r. Xxìz9. & firo ' approfiìmatC occupala % in tutto , o inparte , & dipoi, o procedere •più
J '' J: oltre fecondo le occafiom,o fi fienere la guerra nel tcnitorw daltri infinaU
doue qui di o[tre
ce Valdical-
dota? voglia Trimaucra : alqual tempo vaffmio in luliaperfionalmentecon tutte lefior%e
c"doroaltadn del fino Regno , freraua dovei -e fi 'ere per tutto fiuperior e animici. Lequai co-
to^cheii fe mentre-, che difegna- procedendo più lente le dclibcrationi, che perauentu-
B-;mbo nel J <:■.'; ranon
ì,t'chelergentidiMaflirnilianohaucuanoprero,3carro Cadoro: & quindi partiti j i Cadorini n»B<i<isM
al Senato ì domandar chi gli reggefle, promettendo di rifar la rocca da Idoli . Mi conferma poi più quella
opinione il Gradimco: ilquale fcriue chiaramente , che de! mele d Ottobre 1511.I Imperadore ^joitanz
bitte & prete Bottiflagno : 8c poi andato in Cadoro : batte il Cartello oue era Filippo Salamoili: ma^K.
«he non potèhauerlo: anzi con poca ripuiatione conuenne tornare a Bottiftagno, perche il Vitello era aiu-
to tua fotcoxfo a Ciuiule : «oudirueno poi lo £ità. eiVendow torneo. _
E) E C I M •• O. 289
ra non comportavano le occafioni, & ritrahendoil Reda molti- prouedim enti >
& fpeiialmente dafoldare dvnuouo fanti, l' effiere per natura alieni/fimo dallo
{pendere ifioprauennefiofipetto^chegliSui^eri ncnfimouefifero : della qualna
tione perche jparfamente in molti luoghi fi è fatta mentione; pa.rx, moka apro
apofito,& qnafineceffario particolarmente trattarne,* Sono gii SHÌ%n. quei a chi vo!
mede fimi }che dagli antichi fi chiamano Eluetij,generatione , che babim nel) e Séte 'Se
montagne più alte di lura,dettc di S. Claudio, in quelle di Briga, & di S. Go- informato .
tardo,huomini per natura feroci :ruflicani,& per la fierilità delpaefe, più to diqSft^ni
fio paflorijche agricoltori. Furono già dominati da Duchi d'^ufiria,dd quali tlon e legga
ribellatifihgià egrandiffhno tempo, fi reggono per loro mede fimi , non facendo g*òu?"i2i
fegno alcuno di recognit ione, riè agi' Imperadori,nè ad altri Trincipi : fono di- di° Mu't;o »
mfi in tredici popolationi(c(fì le chiamano Cantoni ) ciafeuno di queflifi reg- \iL- io "nc
gè con Magiftrati, leggi, & ordini propri] . Fanno ogni anno ,0 più fpeffofecon Sro> & Gio"
do che accade dibi fogno, confi dia delle co fé uniuer fiali , congregando/} nel Ino- pfio^e-u'Sl
go , ilquale hora uno , bora un altro eleggono i diputati da ciafisuno Cantone : Jjj.0;*" '| l ? ri
chiamano fecondo l'ufo di Germania yuefte congregationi Diete : nellequali fi *«?.'
delibera- [opra le guerre, le paci, le confederai ioni • fiopra le dimande di chi fa
mfitantia,cheglifia conceduto per decretopublico foldati, òpermeffo a uolon-
tarij di andar ui : & fiopra le co fé attenenti air intere fife di tutti . Quando per
pub lieo decreto concedono faldati .eleggono 1 Cantoni mede fimi tra loro un Ca
pitano Generale di tutt'ualquale con le infegne,et in nome publicofidà la ban
diera. Ha fatto grande il nome di quefla gente tanto horridaxct inàdt a, l 'un'io
ne,& lagloria dell'arminoti le quali per la ferocia naturale , &per la dificì-
pi ina dell' Ordinan%e,nonfiolaméte hannofiempreualorofamcnte difiefio ilpae
fé loro, ma esercitato fuori del paefie la militia confiomma lande : laqualefia- ££-£„ ' hd
rebbe fiata fen%a comparatone maggiore fé l'haueffero esercitata per llm- m dei v",
perioproprio, & non agli flipendij, & per propagare l'imperio d'altri: & fé £0fi0rdeÌS'o-
piugenerofi fini haueffierohauuto innanzi agli ozchuche lofìudio dellapecu- no hTEfuè
nia: dall'amore della quale corrotti .hanno perduta l'occafione di efifere formi- f^S/di
diabili a tutta Italia: perche non uficendo delpaefie,fienon come faldati mercen k*o le cor-
narij; non hanno riportato frutto publico delle uittone : affuefattifi per la cupi ^.«0 dito
dita del guadagno a effiere negli effierciti con taglie ingorde , & con nuoue di- Pra q^iìo
mande quafi intollerabili: & oltraquefìonelconuerjarey& nell'obedire acbi defimo ™ei
gli paga, molto fiaflidiofì,& contumaci . in cafia i principali non fi afienvono %? àrprj»
da riceuere doni,& penfioni da! Trincipi per fauorire, & fieguitare nelleìon- a^!VacS/
fulte le parti loro: per ilche referendofi le cofiepubliche all' utilità priuate , & quando ha
fattifi uendibilh & corruttibili, fon tra lor medefimifottoentrate le dificordie: fi cououf
donde cominciandofi a non effiere fieguitato da tutti quello, che nelle Diete ap- da donau-
prouaua la maggior parte de Cantoni ; fono ultimatamene pochi anni innan- meffe m>s
Zia quefto tempo,uenuti a manifiefia guerra confiomma diminutione dell' au- fwni s'era-
torità, che haueuano per tutto . Tm uaffie di nueflefiono alcune terre, & uil- tati cómpra»
b laggi,doue habit ano popoli chiamati b Fallcji:perche habìtano nelle Vaticini ci* *
0 0 feriori
L I B R O
feriori molto di ftmnero , & d'autorità publica, & dì uirtu , perche ogiudicio
<di tutti non fono feroci come gli SuÌTgeri . È un altra generatane più bafid
a i Grigio. 4i quejle due ; chiamonfi a Grigioni , che fi reggono per tre Cantoni : & però a
5ca mente11 detti Signori delle tre Leghe : la terra principale del paefe fi dice Coirà :fono
detti Rhcti. fiefio confederati de gli SuiTgeri, & con loro infieme nonno alla guerra , &
fi wggpno qua fi co* mede fimi ordini* & coflumi, antepofli nell'arme à Valle-
fi, ma non eguali agli Suiyger'hnè di numero , ne di uirtu . Gli Svizzeri adun
que in que fio tempo non degenerati ancora tanto , ne corrotti come poi fono fio
& con figii'ji fc efiendo {limolati dal Tonte fice ; fi prepor aitano per fendere nel Ducato
ch'erano da di Milano, diffimulmdo , che queflo mouimento procede ffe dall' uni ucr fina de*
Franassi ' Cantoni, ma dando noce ne fuffkro autori il Cantone di Suit, & quello diFri-
coiiegarfi borvo : il primo, perche (i querelaua che un fuo Corriere portando per lo fiato
con gli Suiz , . «=> . r nr J ' i>rii J 'r a \_ ; .... j
zeri, fi leggo di Milano era flato ammazzato da Joldati Franceji : quejto perche pretende-
no nel li*- uà battere riceuuto altre ingiurie particolari : i configli de' quali , & publica-
hi ftoriaUe, a mente di tutta la natione, benché pr ima f ufi ero peruenuti ali orecchie del Re,
z^st2'**0' non l'haueuanoperò moffo a conuenire con loro , come i fuoi afjìduamente lobb
fac 2. confort mano ; & come gli amici , e haueuo fra brogli donano fieran^o po-
ter fi ottenere, ritenendo lafolita difficultadi no accre fiere uenti mila franchi
ri antiche" (fono quefii poco più, ò meno di dieci mila ducati) alle cpenfioni antiche, & e
sufzzerf & co fi bufando per minimo prezzo quell'amicitia^he poi molte uolte con te foro
cominciate inefiimabile bar ebbe comperata , perfuadendefi che , ò non fi mouerebbmo , ò
dotile" °xi £^e rriouendofipotrebbono poco nuocergli : perche filiti ad e fior citar e la fnilìr
Re di Fra ri tia a pie di non bone nano condili , & perche non haueuano artiglierie . Efferc
nei toolo di °^tra l^fi0 in quella flagione (già era entrato il me fedi Tfouembre ) i fiumi
ibpracitato, groffi , mancare a elfi i ponti,& le nani, le uettouaglie del Ducato di Milano
feniJanmiu ridotte per comandamento di Gafione di Fois ne luoghi fonicene cufiodite le
franchi i*an terre uicine,& poter. fi opporre loro allapianura le genti d'arme: per iqualiim
no* pedimenti e fiere neceffario, che mouendofi farebbono neceffitati in ifiatio di
d Au3ti che pochi dì a ritornar fine : & nondimeno gli Sui^eri non gli fiauentando que-
comSindaffe $e àifficttltà,erano cominciati a dfiendere a Varefe : nelqual luogo continuo- Ì
io a feende • mente aument anano, hauendo fico fette pcTgi d'artiglieria da campagna^ '
ie a varefe,, 0^ arch}yt{ft ^fQffi portati da cauollì, & rnedefimaraente non al tutto fen-
aice il Bem j <> jj r f, c . r
bo,che man %a apparecchio di netto i toglie : la uenuta de quali focena molto più timoroja,
iot°m\nir.n c^e eSen^° i faldati Fraucefidiuenutipiu licentiofichel folito , cominciano a l
ftr o , detto effere a' popoli non mediocremente grane l Imperio loro : perche il He aftretto
«fi?/ sufc> dall' auantianon haueuo confinato , che fi face ffe prone dimento di fanti-, né
zero a vinc le genti d'armccJx allhora erano in Italia , fecondo il numero nero mille tre-
tendere* j "* cent0 l^ice, & dugento gentilhuomini, poteuano tutte opporfi a gli Suiigerh
ch'effi era- effifidone una parte allo guardia di Verona , & di Brefiia , & hauendo Fois.
3f caSrei mandato dinuono o Bologna dugento lance perla uennta del Cordinole de%
fracelld'Ita
Ita , 8ceflere in foccorfo de* Vinitìanì : & però doraandauano vcttouaglic, aitigliene, k cinquecento canal <
Ù ; ilche fu loie uolemìcxi proateiTg &' Padd.
Medici %
D E C I M ©. *y*
Medici, & di Marc ^Antonio Colonna a Faenza : me fé hene non hauefero
fanti pagati} nondimeno per le dimfioni della c?ttà3& perche in quelli ài il Ca
ftellano della Rocca dì Sal]ìglione,caftei!o della montagna di Bologna,l'haueua
spontaneamente dato al Legato; era panno neceffar io mandarui quefto prefi-
xiio. Da Vare fé mandarono gli Sui^eri per un Trombetto a disfidare il Luo-
gotenente Regio :ilquale hauendofeco poca gente d'arme , perche non haueua
hauuto tempo a raccorlenépiu che due mila fanti, né fi rifluendo ancora per
nondiftiacereal Re a foldarne di nuouo;era uenuto ad <Affaron terra diflantt
tredici miglia da Milano,non con intétione di cobattere, ma di andargli cofleg
giandoper impedire loro le uettouagliemellaqual co fa fola rimaneua lafperan
"Za del ritenerglhnon e fendo tra Varefe, & Milano ne fumi diffìcili apaffa-
re,nè terre atte a efere difefe.Da yarefeuennerogli Sui'Tgeri a Galera efifen
do già aumentati infino al numero di dicci mila: & Gaflone ilquale feguitaua
Gianiacopo daTriul^i , fi pò fé a Lignago difiante quattro miglia da Galera :
dallequali co fé impauriti i Milane fi, foldauano fanti afte fé proprie per guar-
dia della città;& Teodoro da Triul%i faceua fortificare i bafìioni: & come fé
Tefiercito haueffe a ritirar fi in Milano, fare le pianate dalla parte di dentro
intorno a ripari , che cingono i Borghi , perche i caualli poteffero adoperarci,
'Prefentoffi nondimeno Gaflon di Fois, con cui erano 300. lance, & dugento
gentil' buomini del Re,& con molta artiglieria innanzi alla terra di Galera :
ali apparire de' quali gli Sni%^eri ufeirono ordinati in battaglia : nondimeno
-non uolendo infmo non erano maggior numero combattere in luogo aperto, ri"
tornarono prefiod entro. Cr e fceua tra tanto continuamente il numero loro,
per loquale deliberati di nonricufarepiu di combattere ; uennero a Bufli,nel-
laqual Terra eranoalloggiate cento lance , che a fatica faluaron fé , perduti i
carriaggi con parte de' caualli . +Allafine i Fr ance fi ritirando fi, fempr e che efji
procedeuano innanzi; fi ridujfero ne' Borghi di Milano,eficndo incerti gli huo
mini fé uolef ero fermar fi a difendergli : perche altro fonauanóle loro parole,
altro dimofìraua il fornire follecit amente il C afelio di uettouaglie . ^[pprofi-
maronfì dipoi gli SuiTgcri a fob borghi a due miglia : ma ui era già molto al-
lentato il timore -perche continuamente fopraueniuano le genti d'arme richia~
mate a Milano ,& fìmilm ente molti fanti, e he fi foldauano , & d'hora inho-
ra s afpettauano Molardo co' fanti Guafconi, & Jacob co' fanti Tedefchi, ri-
chiamati l'uno da Verona, l'altro da Carpi : & in queflo tempo furono inter-
tette lettere de gli Sumeri a' loro Signori* chefignificauano efìer debole top
pofitione de Francefhmarauigliauanfi non hauere riceuuto dal Tonte fice mei
fo alcuno, né fapere quello, chefacefiel'efiercito de' Vinitianh& nondimeno
che procedeuanà fecondo che s'era de finato. Frano già in numero di f edici mi
la^òtjt uoltarono uerfo Monica: laquale non tentato di occupare , maflandofi
piuuerfo il fiume ^Adda,dauano timore a Francefi diuoler te tare di pa farlo:
però gittauano il ponte a Cafciano per impedir loro il tranftto con l'opportuni-
tà della terra , & del ponte : doue mentre fanno, uenne,impetr ato prima fal-
> Oo 2 uocondotto,
LI B R 0
uocondottOyHn Capitano de gli Suirgen a Milano ,ilquale dimandò lo ft'ipbn-
dìo d'un mefe per tutti i fanti, offerendo di ritornarfene alpaefe loro : mapar-
tito fen%a conclusone per efiergli offerta fomma molto minore ; torno il fe-
guente dì con dimandepiu alte: & ancor cbeglifuffero fatte offerte maggiori
grandea^c $téJ$ dinan^, nondimeno ritornato a fuoi, rimadò fabito indietro un Trom
biahm^tigii betto afignificare chenon uoleuanopiu la concordia : & l'altro dì dipoi moffi
quqfta ieco- contra deflettanone di tutti uerfo Como ; *fe ne tornarono alla patriaUafcian 4
età tornata d o liberi i giudici] de gli buominife fnjfero [cefi per affaldare lo flato di Mila*
haucr 'fatto no,bperpaffar.e in altro luogo ,per qual cagione non fopr afatti ancora daal-
e o:a degna ama euidente dijficultà,fuffero tornati indietro ,ò perche uolendo ritornarfene
tte^rfcaOì". non baueffero accettato i danari, hauendone maffimamcnte dimandati. Come
manente fifa e manifeflo, che mentre fi ritirauano 7foprauennero due meffi del Tapa ,
eghno fuper & ^ Vìnitiarii, iquali fi diuulgo , chefe fuffero arri uati prima non fi far eb-
bamen te va bongli Sui-^eri partiti . lyèfi dubitaua che fé nell'ifieffo tempo, ch'entrarono
let cacciar " ne^ Ducato di Milano, fuffero fatigli Spagnuoli uic ini a Bologna, che le co fé
Fracefì d'ita fò Francefi non potendo refifiere.da tante parti, farebbono andate fen^a indù
ciò haueu" gio in manifefta perdizione : ilqual pericolo gufando il He per l effenentia y
no tratto cheprima non Ihaueua antiueduto con la ragione, commefie, innanzi fapeffe
biica badie" la ritirata loro, a Fois,cheper concordargli D nonperdonajfe a quantità alcur b
"fi?1 Ch>°~ m ^ danari, né dubitando piu,qumdo bene gli Sui^cri coviponefero di non
ra fiata fpie hauere a effere affiliato potentemente , comandò a tutte le genti a arme , che
gata vitto- haneuci in Francia,che paffaffero i monti-, eccetto dugento lane e, le quali fi rifer
contra car- ub nella "Piccar dia,& ui mandò oltr 'a ' quefio nuouo Supplemento di fanti Gua?
b Du" di fi0™ : & a F°is comandò,che riempie fife l'efferato di fanti ltaliani,& Tede-
Nanfi3, & fichi. Ricercò ancora con infiantia grande i Fiorentini, gli aiuti de quali erano
d^aiihora in ^ momeni0 glande per l'hauerfi a fare la guerra né luoghi uicini, & per £op
trattata ri- p or tunit adi turbare da ' con f ni loro lo fiato Fcclefiaflico , & interrompere le
Pu3ftndo°niae uettouaglie, & l'altre commodità ali esercito de' rumici , fé fi accofiauanoa
tratterò fuo Bologna, che feop ertamente , & con tutte le forile loro concorre fiero feco alfa
pdma^tem^ guwra> ricercando lanecefìta delle cofeprefenti altroché aiuti piccioli, ò li-
pò nubiio- mitatiyòcheficontenejfero dentro a 'termini delle confederationi , né potere
pio' b .Cfo! mai hauere maggior occafione d'obligarfi fe>nè fare mai beneficio più preda*
bito raflère- yo> & delquale fi diflendeffe più la memoria in perpetuo a fuoi fucce fiori ;fen
ne belloTYl %& che, fé bene con fiderauatio, difendendo, & aiutando lui, dìfendeuano, &
che prefero aiutauano la caufa propria ; perche poteuano e fiere certi quanto fufie grande
• felice
Gradinico
ilqual e ag-
giugne poi , ch'efiì rompe/fero i Francefi : il che In altri non fi legge .
b Qjuì comincia a verificar fi quanto ha detto nella carta precedente , parlando della tenacità del Re Lodo-
uico in non volere accrefeer le prouifioni a gli Suizzeri ; cioè , ch'egli ricusò all'hora per minimo prezzo
cuiell'amicitia, che poi con teforo incftimabile molte volte haurebbe comprata. Il fecondo capo e notato
di (buo in quello libro medefimoa car.2^8.
non
d e e i m ©; i$i
non confai e? aitano quel che fot effe portare feco il tempo futuro ? in altri pò-
a fetta Li memoria ,zb e mai a dai Re, né da Carlo fuoyredeccfforefuffe fiata vico a il che otti
nofciuta la fede, & V opere di quella Republica,& l' bavere cm prezzo irati- "3anicnte
• ' , i I . i-i ■ m r~ , * ^"^ " mutuano
de venduto loro il non impedirebbe ricvperafjero Tifai colqvale effempio non compwfo g
poter fi confidare delle promeffe, & offerte fu e, né che per qualunque beneficio £!££- °|
gli faceffero trionfi troverebbe in lui gratitudine alcuna : & perciò e fere non finalmente
piccola temerità fare deliberatone d'entrare in una guerra, laquale fucceden £&*£ n| Jì
do aver fa , participerebbono più che per rata parte di tutti i mali , \uccedendo co di^n ó ita
proserà non bar ebbono parte alcuna , benché minima de beni . Ma erano di (^-^ ^e
maggior momento queìli,cbe ò per odio , òperambttione > òper dcftderio d'ai- Fantini :
' fra formx di governo , s'opponevano al Gonfalonierey magnificando le ratio- ir'a P:ana. .
ni già dette , & addicendone di nuovo, & fpecialmente che flando neutrali ; fa , & ad
non zonciterebbono contra fé Iodio d'alcuna delle parti, ne dar ebbono ad alai Re 4l -i>a'
no de" dueRcgivfla cagione di lamentarfi: perche né al Re di Francia erano foa quéìfa
tenuti d'altri aiuti, che di trecento huomini d'ame perla difefa de gli flati Sf^1' c°
proprii , de' quali già l' bave vano accommodato ; né quefto potere effere mole- cUL^owt b
fio al Re étjlùgpiia $ ìlquale riputerebbe guadagno non piccolo ,che altrimen- ?! finc d: i
ti in quefia guerra non s intromette ffero : ari sci effere fempre lodati, & temi- l'oiLwi *
ti più cari quelli- , che offerivano la fede , & fpecialmente perche per quefto ef- <3uciu hi rto
fempio ffrererebbe>chea lui medefimamente quando gli fopraueniffe bifogno?
fi offeruer ebbe quel che per la capitolatane fatta a commnne col Re di Fran-
cia. & con lui , era flato promeffo . Procedendo cefi, fé tra i Vrincipi nafeeffe
pace ; la Città farebbe nominata7& conferita! a da amendue :fe unootteneffe
la tintorìa- non fi riputando offefo , né battendo caufa d'odio particolare ; non b voféueri
flvrebbe diffìcile comperare Famkitia fua con quei mede fimi danari , & forfè f Soder n °
con minore quantità di quella>che bar ebbono fpefa nella guerra : modo col qua parte" Fran-
le, più che con tarme, haueano molte volte j alitata la libertà i maggiori loro : cheeP h h°"
procedendo altrimenti fofle-rr ebbono mentre dnraffe la guerra per altri , & uendofi f.cc
fen%a necefptà ffrefe grauiffime : & ottenendo la parte nimica la uittoria; ri- J*JJr 2- '
marrebbe in mani fefli (fimo pericolo la libcrtà,& lafalute della patria . Con- ftra*o acqui
trarlo aquefliera il parer del Gonfaloniere , giudicando effer più falliti fero kI^kI
ter effere fé non pernicioftffimo con figlio lo fare odo fi ad affrettare l'evento r°ften^fi,
dell t guerra, laquale fi faceua in luoghi inani > & tra Vrincipi tanto ptu pò- mkfnT 4?
tenti di loro ; perche L Jt 'Neutralità nelle imène de di altri effer co* a lau- F"n«fi, &
•» » •» » . ~ ~ . . > - » JJ con le !or
feere il tuo fiato: né effer fi curo fondamento il non hauere offefo alcuno,? I non for *
0 0 z batter
-
LIBRO
kaucr data giufla* cagione di querelar fi : perche rarifjìme volte & forfè non
mai fi raffrena dalla giuftitia,o dalle difcrete confiderationi l'infolentia del uin
citore : né riputar fi per qucjie ragioni meno ingiuriati i Trincipi grandhquan-
do è negato loro quel, che defiderano : an%if degnar fi contra ciafcuno , che non
feguita la uolontà loro , & che con la fortuna di ejfi non accompagna la for-
tunapropria . Creder fi fioltamcnte,che il Re di Francia non sbobbia a tenere
offefo, quando fi uè der a abbandonato in tanti pericoli, quando uedrà non cor-
ri fpond ere gli effetti alla fede, chaueua ne Fiorentini, a quel che indubitata-
mente fi prometteva di loro,a quel che tante uolte gli era fiato da loro mede-
fimi affermato , & predicato :piuflolto effere crederebbe rimanendo uincito-
ri ilTontefice , è 7 Re d dragona non effercitaffero contra quella Republica
immoderat amente la uittoria ; l'uno per l'odio infatiabile : amendueper la cu
pidità di fermare ungouerno , che fi regge '{fé ad arbitrio loro ,perfuadendofi
che la città libera harebbe fempre maggiore inclinatione a' Francefhche a lo-
ro : & quefio non fi ueder'egli apertamente hauendo il Tapa con approuatio-
ne del Re Catolico defiinato Legato all'efferato il Cardinal de' Medici t Dun-
que loftar neutrale non importare altroché uolere diuentar preda della uitto-
ria di ciaf cimo : aderendofi a uno di effi almeno dalla uittoria fua rifiatarne la
ficurtà, & la conferuation loro ; premio , poi che le cofe erano ridotte in tanti
pericoli, di grandi /fimo momento : &fe fi face ffe la pace douerui hauer mi-
gliori conditionì; & effer fuperfluo dijjmtare a qual parte fi doueffero più ade
rire ; perche ninno dubiterebbe douerfifeguitarepiu toflo l'antica amicitia &
dallaquale fé la Republica non era fiata rimunerata,o premiata ; era almeno
a Tiacefco flata più uolte difefa, & conferuata, che amicitie nuove, che farebbono fem
ni autor del pre infedeli , fempre fofyette . Diceua in uanoil Gonfaloniere quefle parole ,
la preferite impedeudofi il uoto fuo fopra tuttoper l'oppofitione di coloro.à quali era mo-
do fu micu* lefio,che il Re di Francia riconofcejfe dalle fue opere t'efièrgli e ongivnti i F lo-
to dalia fu3 yentini : nellequali contcntioni interrompendo lima parte il parere dell alt ra,
bafeia t'ore né fi deliberava il dichiarar fi, né totalmente loft are neutrali ; ondejpejfo na-
ni Re d'Ara fieuano configli incerti^ & deliberati ordì 'epugnanti a fé medefimeffen^a ri-
haucua più portarne gratia, ò merito appreffo ad alcuno : an^j procedendo con quefle in-
che 29. an- certitudini, mandarono con difhiacere wande del Re di Francia, al Re d'^Xra-
ni : 5c non „!*/*. r • • i ■ • » i r m n r n
era memo* gona *Ambajc latore Frane ej co Guicciardini 5 quello che Jcrijje quejta bijioria,
'uè* 1 t? BottOYe di legge , ancora a tanto giouaneche per l età era fecondo le leggi del- a
alcuno mai lapatria inhabile ad esercitare qualunque Magiftrato: & nondimeno non gli
«e'haueffe* Gettono commeffioni tali , che alleggi eri fiero inparte alcuna la mala uolontà
hauuto cofi de confederati : ma non molto dipoi che gli Smoderi furono ritornati alle ca
Andò3 a C uè fe l°Y0 > cominciarono i foldatiSpagnuoli ,& quelli del Tom e fi ce a entrare
fta Legatio- nella Romagna : alla uenuta de quali tutte le terre, che teneua il Duca di Fer
"f^'deime raradiquà dalvò , eccetto la Baftia del Foffato del Geniuolo s'arrenderon
te a, Gen- alla femplicerichiefla d'uno Trombetto : ma perche non erano ancora condot-
muo ' te in Romagna tutte le genti) et l'artiglierie) leqvali il viceré affettando s'era
fermato
D E C I M O. *$i
fermato ad. Imola; parue che per non con fumar e quel tèmpo otto fornente Vie-
troJ^auorra Capitano generale de fanti Spagnuoli andaffe all' efpugnat ione ^,^1?
della Baflia : ilquale bauendo. cominciato a batterla con trepezgid'artiglie- particola*
ria, & trottando maggiore difficoltà ad off ugnarla* che non haueua creduto , ™\\ dp!"a
perche era benemunito , & ualoro fornente difcfada cento cinquanta fanti , delIa Bafti*
che ui erano dentro ;per ilche atte fé a far fabr icore due ponti di legnami per ciViiafticff"
dare maggiore commodità a folàati di paffare le foffe piene d acqua : i quali & è da juer
due ponti, come furono finiti il ter^o giorno, che ui s'era a-rcoflatOy che fu i'ul- ermo aku°
timo giorno dell anno M. D. XI. dette ferocemente £ affatto, inmodo che niJ°£ILÌl
a dopo lungo, & brano combattere, i f anti f aliti fu le mura con le f e ale, a final-
*'u*joio uci-
mente l ottennero >ammaz%ati quafi tutti ifanti,& Vefiitello loro Capitano . lunotto ,
Lafciò Vietro laotiana alla Bajìia dugcntofanthcontradicendo Gioitami Vi Odetto*1**
telli : ìlquale affermano effere tanto indebolita do colpi dell'artiglierie , che che Veftiil
fen%a nuoua reparatione nonfipoteuo più difendere : ma a fatica era ritorna - ^\l^^ li
to ad unir fi col Viceré, che il Duca di Ferrara andatoia con noue pez^i groflì «ntiMklfe
d'artiglieria ; l' affatto con tal furor e, che fquar ciato quel luogo piccolo in mot- S g* " hi-
bte parti ; u entrò per forra » il dì mede fimo, ammazzati parte nel combatte- ttoricl con-
c re, parte per uendicare La morte de Juoi, il Capitano con tutti i fanti, & egli c quanto qui
percoffo d'un faffo fu la tefla , benché per la di fé fa dello celata non gli facefìe \?iue ' Colif
nocumento . Eranft tra tanto raccolte ad Imola tutte le genti co fi E ccleftafli- fc nei cVo
che, come Sparitole potenti di numero , e di uirtù di foldati , & di ualore di '.' £(el f"° &
Capitani : per che per lo Re a .Aragona tu erano (coji diunlgata la, forno) mille za 5+. La Ba
buomini d'orme, ottocento Giannettarij, erotto mila fanti Spagnuoli , & ol- *f* ^ "y*
tra la per fona del Viceré molti Baroni del Heame di J^apoli : de' quali il più fteiiano.
chiaro per fama,& per peritia d'arme era Fabr itio Colonna,chc haueua il ti- , .
tolo di gouernatore generale : perche Trofpero Colonna fdegnandoft d' battere mero f«du
* fior e fottopoflo nella guerra a comandamenti del Viceré ) haueua ricufato Xo^^-^l\
dandomi. Del Vontefice ui erano ottocento buomini d'arme, ottocento caualli iiquaiprtmà
leggieri, & otto mila fanti Italiani [otto Marcantonio Colonna , Giouanni Jj *Jf {^
Vitelli, Malateflo Baglione figliuolo di Gian Vagolo, Kafaello de'vazgi, & giorno innà
i altri condottieri fottopofii tutti all'obedien^a del d Cardinale de' Medici Le- y^^l
goto , né haueuano Capitano generate : perche il Duca di Termini eletto dal aia fu prefà
Tonte fice, come confidente al Re d'Aragona*; era , uenendo alt efìer cito mor- ^f^ Spa"
to a Cinità Caflellana; & il Duca a' Vrbino folito ad ottenere qucflo grado non
ueniita , ò perche cofifuffe piaciuto al Pontefice ; ò perche non riputaffe effere S,.L<;g6Ì ll
cofa degna di lui lobedire , mafjìmamente nelle terre della Chiejo , al Viceré tìan.' *.* del
Capitano generale di tutto l'efferato de confederati . Con quefle genti prouc- ì?n?lod di
dute abbondantemente d'artiglierie, condotte qua fi tutte del Regno di 1S[apo- co a uoìkò.
li, fi deliberò di porre il campo a Bologna ; non perche nò fi conofeeffe nrrprefa
molto chora in ci
: pò co'I Cardinale AlcfTandro Pepoli , Hercole Manicotto > & Camillo Goaadino nobili BoIogacM : iqu,U
iuorufeiti, & nimici de' Bentiuogli etfbrtauano gli amici,c i parenti a Iettarli dalla Signoria di quattro nat-
ili, che tanti etano i iìgliwoli del Bcntiuoglio . Giouio .
f& Òo 4
LIBRO
motto difficile per la facilità, chehaueuano i Fr ance fi di [occorrerla ; ma per-
che ninna altra ìmprefa fi potata fare , che non haueffe maggiori affienita,
& impedimenti : filar fi con tanto efier cito ociofi argnina troppo manifcfla ti*
midità,& l'inflantia del Tonte fice era tale, che chiunque haueffe mejfo in co-
ftderatione le difficultà, gli harebbe dato cagione di credere, & di lamentar fi
che già cominciajfero ad apparire gli artifici , & le fraudi de gli Spagnuoli .
Te rò il Fice rè moffo l* efferato ;fi fermò tra il fiume del Lidice , e Bologna:
otte ordinate le co fé neceffarie all' oppugnatone della città & dirìuati ì canali*
che dà fiumi di Fieno > & di Sanano entrano in Bologna ; fi accoflò poi alle m%
ra y diflendendo la maggior parte dell'esercito trai monte , & lajirada che uà
da Bologna in Romagna, per che da quella parte haneua la commodità delle
uettouaglie . Tra il ponte a lieno pofiofu lajirada Romea, che uà in Lombar-
dia, & la porta di San Felicepofla fu la mede firma ftrada, andò ad alloggiare
Fabricio Colonna con l'auanguarda , laquale conteneua fettecento hnomini
chiama"1 1? d'arme, cinquecento caualli leggieri, &fei mi la fanti yper potere pinfacilmcn
gìouìo co. te itietare ,fe i Francefi uimandaffero foccorfo : & perche i monti fUffro in
fopranom" P°^efla loro, mefiero una parte delle genti nel monaftetio di San Michele in ho
era detto fCOy molto uicino alla città, mapofto in luogo eminente , & che la jopragjidi-
io : onde pò Ca : & occuparono fwùlmente la Chiefapiu altx, che fi dice di Santa Maria
trebbe age- de[ Monte .In Bologna oltra il popolo armigero, benché forfè più p ■:;• w nfite-
fere error di tudiney che per natura, & alcuni caualli, & fanti foldati de B er.t > itogli yhx-
ftampa . uem p0is mandato due mila fanti Ted efebi, & dugento lance firn o Q i: :o di
b n Buonac F°is > & luo d'^Allegti chiari Capitani \ qucfto per la lunga ci * ella
coni dice , guerra , quello per la nobiltà della famiglia fina : & pen ) te in lui
.paronoaBo aperti fegni di virtù , & di ferocia : & ni era?- e due alt ini 1 a:
logna a 16. & a f/icen^O) cognominato il Crandiauolo : ■& 1 Vocai piti ha a
di Gennaio n , \ ìr i n 1 r r r" i -^ ■ I 11. e •
is 12. dalla fperan'za del difender] mei foccorfo premv^ da rois , t r%e pn prie}
banda della attefo il circuito vrande della città-ai Cito dalla parie e. ì iv.com-
ports che
va vedo Fio "modo-, né ni efifere altre fior ti fi cationi , che quel!? che per ite
renza : & a erano fla^e fa^e tumultuariamente foretti nèolti dettano, ika\ & dt l po-
ciarono a polo a Bentìuogli , & per efier arti :a laude de 'far ■■:•. Spaginici? , ita
batteria for nuouamcnte intorno alla Bufila del Geniuob , che neUoppmnatio 1 Ile iet-
te coni art» r n .,. , , . -' , ,. ; rr a r i
giierie , & a re fu fiero per agilità > cjr defzrcTga loro ai gran nalore . Ma infermo non pò
ftrigneria co a[i animi loro il procedere i:nu(fimo de' nimici : i quali fettone b notte dì b
concauC,8c 9r. * ■ n r 1 L 1
co baftioni. ociofi intorno alle mura- innanzi tentafiero coja aUuna,eccetto che comincia-
tono con duefagri, & due colubrine piantate al monafier . 'va À ti : l-clc a
/ignor di tirare a cafo , & fev,%a mira certa nella chtàper offendetegli huvnunì,& le
Fois venu to caje : maprefto fé ne aflenneto , cono/tendo per la efpenentia non fi offendere
800. lance, con queftì colpi inimici, né far fi altro effetto , che ccn fumare le munitiom
& con dieci inutilmente . Canone di tanta tardità fu l hauete il giorno , che s accampar 0-
raila fanti, . . >> , ' , ° ,. , ■ t *
ilice il buo- rio hauuto nottua , che Fots uenuto c al Finale , raccoglieua da ogni parte le C
a-accoifi . genù ? &■ parem uerifimile quel che diuulgaua la fama 3 che per confiderare
qitatuo
DECIMO. 295
quanto noceffè alle cofiedel Re, & quanta ripiaatione gli diminuì ffe il la fidar
perdere una citta tanto opportuna ; haueffe a efborfi a ogni perìcolo per con*
feruarla : cndeuenìua quafi neceffariamente in aificuffwne , non fidamente da
qual parte fi potè fiero più facilmente , & con maggiore fi>cran%a d: e(]>;igjiar±
la piantare l artiglierie ', ma ancora come fi potè fi e uictare, che non u'entraf*
fé il foccorfo de' Fr ance fi : Ver ciò fu nella prima confici: a deliberato ? che Fa~
bricio Colonna proueduto prima di uettouaglie , paffando dall' 'altra p.iv le del*
la terra-) alloggia/] e fui poggio fi tuato fiotto Santa Maria del Monte; dalquai
luogo potrebbe facilmente opporfi a quelli, che uenìfi 'ero prr entrare in Bolo-* .
g,ia : ne e fiere tanto diflantedal refio dell' efier cito, che ficpraue:iendogliperi~
colo alcuno , nonpotefie a tempo efier e foccorfo : & che nel tempo irsdefimo
fi cominci afi e dalla parte dotte erano alloggiati, ò in luogo poco difilante a bat-
tere la terra , allegandogli autori di q uè fio parere , non efier e da credere , che
dependendo la confieruationc di tutto quello, chei Francefi t-'-neuano in Italia,
dalla conferuaùione dell 'efier cito > Pois tcni^fie co fa, nell'efiecutione dcllaqua
le [ufi e potuto efiere coflretto a combattere : né medefimamente chauefie in
animo , quando bene cono fc? fi e poter lo fare jìcuramenie , d impiegar fi con tut
to l'esercito in Bologia , & cofipriuarfi della facilità di fio- correre ,fe fufie
dibifogno y lo fiato di Milane > non fiuuro intieramente da' mouìmenti de gli
SuiTgeri ; ma con maggiore fioretto di e fiere afialtaio dall' efier cito Vinìtia-
no ; ilqnale uemtto a' confini del ' Teronefie , minacciare d'afialtarc Brefida:
ma il dì fegiicnte fu quafi da tutti i mede fimi che l'haueuano confentito , ri-
prò nato queflo parere 3 confi ier andò non efier e certo, che l' efier cito Fr ance fie-
no:: hiiuefie a uenlre.etfic pure uenifie non efiere potente l'ananguardiafiola a
niiftere^nèpoierfi; lodare quella deliberatane fofientata daun fondamento
tale , che in potefià de' nmuci fufie uariarlo , ò mutarlo :però fin approuato
dal Viceré il p ir ere di Tietro T^auarra , non communicato ad altri che a luì :
ilqual configliò che fattaprouìfionc di uettouaglie per cinque dì , & lafciata
filamento guardia nella ChiefiadiSan Michele, tutto l'efiercito pafiafie alla
parie oppofita della città; onde potrebbe impedire che l'efiercito nimico non
ut en: sofie : & non e [tendo la terra riparata da quella parte (perche non ba~
ueuano inai temuto douerui efiere afialtati ) indubitatamente intra cinque dì
fi piglierebbe : ma come que fra deliberatane fu nota a gli altri; niunofu che
apertamente non contraaicefie l'andare coni efier cito ad alloggile in luogo
priuato intieramente delle uettouaglie, che fi conduceuano di liomagna , con
lequalifiolefifioflentaua: di maniera che fien^a dubbio fi difiolueuafo diftrug-
geua fé fra cinque dì non otteneua la uittoria : & quale è quello ,diceua Fa-
bricio Colonna che fé lapofia promettere afiolutamente in termine tanto flret
to?& come fi debbe fiotto unafpcran^a fallaci \ffima per flanatura, & fiotto-
pofia a molti accidenti metter fi in tanto pericolo* & chi non uede che mancan
doci l'hore mifurate, & battendo alla fronte Bologna, oue è il popolo grande ,
& molti foldati alie^alle3i Francefila & ìlpaefie nimtiQiwnpQtremofienzg la
disfattane
L I B R O
disfattioncnoflr aritirar ci con le genti affamate ; difir dinate , & impaurite.?
Troponeuano alcuni altri, che aggiunto all'avanguardia maggiore numero di
fatiti, fifermaffe di là da Bologna qua fi alle radici del monte tra le porte di Sa
rago'?a>& di S .Felice, fortificando l'alloggiamento con t agliate, & altri ripa
ri,& che la terra fi hatteffe da quella parte , dallaqualc non filo era deboliffi-
ma di muraglie, & di ripari ; ma ancora piantando qualche pe?go d'artiglie
rie fui monte s offendeuano per fianco, mentre fi daua la battaglia,que!li che
dentro difende afferò la parte già battuta : ilqual con figlio era mcdeftmamente
riprovato, come non [ufficiente a impedire la uenuta de Francefi,& come pe-
rì olofo : perche fé f uff ero af] aitati ; non potata l'efferato, con tutto che in pò
1 flàjua piffero i monti >conaur fi al foccorfo loro in minore fpatio di tre bore .
llequali ambiguità efftndo più facile riprouare, & meritamente i configli
fi 'pjfti. da glialtri, che proporre di quelli, e he merit afferò di effere approuati ;
in linarono finalmente i Capitani che la terra fi affaltaffe da quella parte ,
ddLiquale allogiiaual 'efferato ,moffi tra V altre ragioni dal diminuire già
lupi/none che Pois, poi che tanto tardaua haueffe a uenire innanzi . Terciò ,
& cominciarono a fare le {pianate per accoflar alle mura l'artiglierie, & fu
ri chiamato l avanguardia ad alloggiar infieme con glialtri. Ma poco dipoi
effondo venuti molti auifi che le genti Francefi continuamente multiplicauano
al Finale, & pero ritornando il foretto primo della uenuta loro ; cominciò di
nuouo a pullulare la uarietà delle opinioni : perche confentédo tutti che fé Pois
s approffimaua-fi do ueua procurare di affaltarlo innanzi entraffe in Bologna;
molti ricordavano chel'hauerein talcafoa ritirare dalle mura l'artiglierie
piantate ; darebbe molte difficultà, & impedimenti ali efferato : ilche quan-
do le co fé erano ridotte atermini tanto flretti,non potata effere ne più perico
lofi, nepiupernitiofo . jdtri ricordavano effere co fa non meno vitupero fa che
dannofa, flare ociofamente tanti dì intorno a quelle mura, confermando in un
tempo mede fimo gli animi de* nimici , che erano dentro , & dando fpatio di
foccorrerla a quelli che erano fuor a : però non effere più da differire il pianta-
re dell'artiglierie ; ma in luogo chefipoteffero commodamente ritirare facen-
do per andare ad opporfi a' Francefi lefpìanate tanto larghe, che infieme ftpo
teffe muoverci' artiglierie, & l'efferato . ^All' opinione ai quelli che conforta-
tiano il dare principio al combattere la terra,adheriua cupidiffimamente il Le
gato, infafìidito di tante dilationi; ne già ferina fofpetto cheque fio fuffe per
ordinatione del Re loro*unprocedere artificio fi de gli Spagnuoli, dolèdofi che
fé haueffero fuhito, quando fi accoflaì 'ono cominciato a battere la citta, forfè a
quell'hora l'harebbono efpugnata : non douerfipiu muli ip Lear e ne gli errori ,
non flare come nimici intorno a una città » & dall' altra parte far fegni di non
hauere ardire d'affaltarla : (limolarlo ogni dì con corrieri,& con meffi il Ton
tefice : non faperepiu chef rifpondere,nè che fi allenire, ne potere più nutrir-
lo conpromeffe, &fperan7£ uane . ti alle quali parole commoffo il Viceré fi la
mento gravemente > che non effendo egli nutrito nell'arme > & ne gli effercittj
della
DECIMO. 294
della gnerra,uoleffe ejfèr cagione col tanto folle citar e, di delìberatìoniprecipi
tofe : trattar fi in quefii configli dello interefìe di tutto 7 mondo ,nè poter fi pro-
cedere con tanta maturità,che non conueniffe ufarla maggiore : effere co fiume
de Tontefici,& delle Repub. pigliare uolonterofamente le guerre ima prcft
cominciando prefio a rincrefcer e Lo (pendere, & le molefiie de fider are di finir-
le troppo prefio : lafciafìe deliberare a Capitani, chaueuano la medefima in-
tcntìone che egli^ma hauemno di più l efpericntia della guerra. In itltintò Tie
tro Icariana, àlqualè molto fi rifcriua il Viceré, ricordò che in una dclihera-
tiene di tanto momento non deueuano effere in confidcratione due. otre giorni
più : & però che fi contìnuaffero iprouedimenti necefianj , & per l e fi ugna-
tone di Bologna,& per la giornata co' rumici per feguit are quello , che confi-
gliaffe il procedere de Francefi . T^on apparì per lo corfo de due dì lume alcu
no della migliore rifolutione : perche Fois , a cui s'erano arrenditi e Cento , la
Tiene i & molte caftella del Bologne fé, foggiomaua ancora al Finale, ai tende *-x sJ^?n .!<>-
do a r accorr e le genti, lequaliper e fiere diuife in uarìj luoghi, ne uenendo co fi i> .> c/Tendo
prefio i fanti, che haueuafoldati,non fenica tardità fi raccoglicuano: però non r'a p"«c dei
apparendo più cagione alcuna di differire ; furono finalmente piantate l'arti- ,nur° verfo
', " . r , ^ ,. , n ■'. J , ■ , ,, 1 ,. ilbaltione;
gliene contra la muraglia ? aijtante arca trenta braccia dalla porta detta di \ modochc
Santo Stefano, donde fi uà a Firenze : one il muro uolvendofi uerfo la porta facilmente
detta di Cafiiglione.uolta alla montagna, fa un'angulo ; & nel mede fimo tem montare; fi
pò fi daua opera per Tietro Islauarra , a far una caua fon errane a più uerfo la ^ figl,a J£"
porta di flrada Caftiglione a quellaparte del muro,nelquale era dalla parte di ii gìouìo )
dentro fabrica: a una piccola cappella detta dal Baracane ; accioche dando fi {™r°™Jfo*
la battaglia infieme potefferpiu diffìcilmente refiflere effendo diuifi,chefe capitani .
uniti hauefiero a difendere un luogo fio lo : & oltra qucflojion abbandonando Jo°£ ^^n
i pei: fieri dell' oppor fi a Fr ance fi ; uollono che l auanguardia ritornafie all'ai- emraró nel
loggiamento doue era prima. Rouinaronfi in un dì con l'artiglierie poco meno \^\^[ bà
di cento braccia dimuraglia,& fi conquafiò talmente la torre dellapcrta^ che ftione,pian-
piu non fi potendo difendere ,fu abbandonata ; di maniera che da quella par- flnnd^ &ln5
tefipoteua commodamente dare la battaglia, mafiafpettaua cheprima hauef d'ce n gìo?
fc perfezione la mina cominciata, benché per la temerità della moltitudine ^^{Vi^a
mancò poco,che il giorno mede fimo difordinatamente non fi combatte fic: per- teneflèro :
1 che a alcuni fanti Spagnuoli f aliti per una fiala a uno foro fatto nella Torre, ™ ntre0n gu*
fcefero di quiui in una cafetta congiunta con le mura di dentro , oue non era hnomiM
guardia alcuna : ilche ueduto da gli altri fanti qnafi tutti tumultuo} amente roa refiften-
uì fi uolgeuano, fé i Capitani cor fi al rumore non gli hauefiero ritenuti: ma tia » &.chQ
hauendo quelli di dentro con un cannone uoltato alla cafetta , ammaccatane volto a' tem
una parte ; gli altri fuggirono dal luogo nelquale inconfideratamente erano ^°;;5lr\;,i
entrati \ Et mentre che alla mina fi lauoraua, fi attendeuaper l' effere ito afa- vJarr'giìc •
re ponti di legname,et a riempiere lefoffe di fafeineper potere andando quafi J1^8™11*/ -
apiano, accoflare i fanti al muro rotto ; & tirare fu la rouina qualche pe%%o cipito nelle
d'artiglierie ; accioche quelli dì dentro? quando fi daua l'affalto , nonpoteffero loflc'
fermarfi
I T 75 TI O
firmar fi alla ctifefa : lequali pr par 'ationiuedendo i Capitani trance fi , & in-
tendendo che già il popolo cominciava a effere foprafatio dal timorc,ma;:da-*
Yo?io fuhitc a dimandare fiocrorfo a Fois : ilquale il giorno mede fimo mandò
mille f:inti0 & il giorno prò (fimo cento ottanta lance rlaqual co fi generò ere*
dvffigf&ftnà ne nirnici, ejfo battere deliberato di non uenire più Ì7>nay:%i:per-
che non faYèftà iier.fimile, che fé altrimenti haueffe inanimo^ ne f para fi e da
t Leggi \\ f!
Gioito nel '
fé iìWa parte : & tale era neramente la fua intentione; perche fl'marJo qne-
h ; h dij effere [ufficienti a difendere Bologna; non uoleuafen'^a ne ceffi' J ten
iib i. delia tare la fortuna del combattere . finita inultimo la mina. & filando Vejfcrcito
ì&£ue kit armato per dare incontinente labattaglia ; laquale perche fi deffe con mag-
ne u.r.iimé pori for^e era fiata richiamata t 'antiguardia ; fece ill^auarra 'dare il fuoco
rlcoio" "U a^amìna •" laquale con ^andififimo impeto , & romoregittò talmente in alto
la cappella che per quello ffatio rima fé trai terreno, e'i muro gittato in alto;
b -11 £erVb.° fl ' &&$&& che erano fuora ueduta apertamente la città dentro-, e i faldati che
oSdo >ois ft ^'-'^10 preparati per difenderla : ma fubito fendendo in giù ritornò il muro
e* o à Bo intero nel luogo medefimo,onde lauiolen%a del fuoco Vhaucua sbarrato: &fi
^a'kco Voa. n-ongturfe infieme,come fé mai non fujfe flato moffo : onde non fi potendo af-
larce tvan- jaltare da quella parte, i Capitani giudicarono non fi douer e dare folamente
qU' ^miiT" dall' altra . a .Attribuirono queflo cafo i Bolognefi a miracolo, riputando impof
ian-.i: Kpai fibile-, che fien%a raiutorio dittino, fujfe potuto ricongiugner fi co fi appunto ne a
^Sda tool- wed'ifimi fondamenti : onde fu dipoi ampliata quella cappella, & frequenta-
to da que- ta ccn non piccola diuotione del popolo . Inclinò queflo facce ffo Fois come fé
uio dice (ci pu non jujje da temere di Bologna , ad andare uerfo Brejcui : perche haucua
ipiia cauai- notitia che l ' cffercito V'mitianofi moueua uerfo quella città , delinquale , per
venti infe- haucruiper lòperkolo di Bologna lafciati i prouedimcnti deboli, & perche du
£-ne^ - *f bitaua che dentro pìffero occulte fraudi >non mediocremente tmieua.Ma i pre
a quattro di gbide' Capitani che erano in Bologna,bora dimoftrando continuare ìlperico-
(econdoS if* ^° ma&Jore deprima, fé fi partiua , bora dandogli fferan%a feui en tratta di
Buonaccor- rompere il campo de nimici, l'alienarono da queflo propofito .Terò ancora
fi • che nel configUo haueffro contradetto quafi tutti i Capitani, moffofi inclinan
e Dice fl do gì a il giorno dia notte, dal Finale, la mattina fieguente non e fendo più che
Giorno, che óHC i?lQrc di giorno, cambiando con tutto Ve fiere ito ordinato a combattere con
lirica a"- nette, & acuti afyr tifimi ; entrò per la porta di San Felice in Bologna-bauen-
uenne cofa do fé co ° mille trecento lance, Mùtila fanti Tedefchi, i quali tutti baueua coir »
per ventura , . „• ,. J ., J -~ , ' ,. . M . _ •
ptu maram - locati ncll antigua:dia , & otto 'mila tra Franctfi , & italiani . Entrato Fois
M
S^if- tifflld "a:r''a Imo a .Allegri c'òfigliò che per un dì ancora ripofiifie la gente flr acca per
n'haùeUero la difficultà del camino jionpcnj andò né egli né ah uno altro potere efiere > che
»qwu*. few^afaputa lorofufie enti ato di dì, &pcr lafirada Romana uno e fi cr cito sì
grande
D 'E C 1 M O. a??
gr.ihtcmuns città,alldquale erano accampati '-: laqualé ignòrttn%4' continua*
and medefmamente in fino alt altro dì > fé per forte non fufie fiato prefo a mio
Stradioti o Greco , ufcito infieme Con altri caualli a fcaramucciare : ilqual dir a Vn»nu(> ,
mandato quel che fi face ffe in Bologna* rijpofe che da fé ne rìceuerebbono pie- mo d'arme
colo lume y perche ni era uentito Udì innanzi con [efferato Francefe :fopra ^r g°ou1ì0 „
lequali 'pardo, 'interrogato conmarauiglia grande diligentemente da' Capita- delia c5j>a-
rii,& trouatelo cojlantenelle ri(pofte> preflandogli fede ; deliberarono Iettare £"& «ÌìVìm-
il campo, giudicando che per effere ueffati ì faldati dalla ajprevga della fiagio- na ty*>&*jf
ne, & por la iiicinnà della città, nellaquale era entrato mio tale efferato; fu f ^s . m3t -x\
b fé pericoloso [opraftarui . Vero la notte feguente che fu ìlh decimonono dì, dal ssbo ferme,
dì che fi erano accampati, fatte ritirare tacitamente l'artiglierie , l'efferato a bero not;.,
grande hor a fi moffe uerfo Imola, caminandoper le (pianate per lequali era ne thd* vn ^5
mito, che metteua.no in me^o laflrada maeftra , & l'artiglierie : & hauendo „;; haueua
poflo nel retroguardo il fiore dell' efferato, fi difeoflarono ficur amente , perche vedati.
non ufeirono di Bologna altri, che alcuni caualli de' Fr ance fi : i quali hauendo ^ Et fu a $
faccheggiata parte delle munitioni , & delle uettouaglie , & perciò effencofi di Febnio
cominciati a di [[ordinare ; furono né ferina danno rimefji dentro da Malate fia ferme il uno
e Bacione , ilquale andaud nell'ultima parte dell'efferato . Leuato il campo c na^c°l'(i: i]
Fois lafciati alla cufiodia di Bologna trecento lance, & quattro mìlafanti;par ro/non ve-
tì fubiio per andare con zrandifjìma celerità a [occorrer il cafiello di Brefiia , niliano %}1
perche la citta, era il giorno precedente a quello , nelquale entro in Bologna > efierfì ìeua-
peruenuta in poteflà de' V indiani ; perche Andrea Gatti per comandamento l\ d declm°
del Senato ftimolato dal Coni e Luigi Aiuogaro gentil 'huomo Br e fidano, & da no' , come
gli huomini qua fi di tutto ilpaefe, & dalla fperan^a, che dentro fi face ffe mo- ^ Sfolla
uimentoper lui, hauendo con trecento huomini d'arme , mille trecento caualli ho notato ,
leggieri, & tre mila fanti paffato il fiume dell' Adice ad Alberi luògo propin- ^QZnJo'Al
quo a Lignago>& guadato dipoi al fiume del Mincio al mulino della uolta tra caparono .
Godo & Paleggio, & fucceffìuamente uenuto a Mont echiaro ; fi era ferma- -
to la notte a Caftagnetolo , uilla diflante cinque miglia da Brefcia : donde fece fc\m\ in vna
fub ito correre i caualli leggieri infino alle porte: & nel tempo medefimo rifo- 'ua. IetterA
nandoper tutto il paefe il nome di San Marco, il Conte Luigi fi accoflò alla por Marca ntor*
ta con ottocento huomini delle udii, Eutropia, & Sabia ; lequali haueua [ol- J1/ ne^lcl?iaì
leuat e, hauendo mandato dall'altra parte della città infimo alle porte il figlino- déferiue il
lo con altri fanti . Ma .Andrea Gritti non riceuendo gli auifi che afpettaua da, I^ia rotta
quelli di dentro, né gli effendo fatto alcuno de'fegni conuenuti, anzi intenden- d i Rauéna ,
do la città efiere per tutto diligentemente cufiodita ; giudicò non douerfi prò- m^ìù&o*
cedere più oltre : nelqualmouimento il figliuolo lAuogaro affaltato da quelli re di q<«-
di dentro rimafe prigione. Ritiroffi il Gritti appreffo a Montagnana>onde fri- ^e6 ch'eia
ma em partito , lafciato fufficiente prefidio al ponte fatto fu [<Adice : ma di Fois, rifoiu-
nuouo chiamato pochi giorni poi ; ripaftò l Adice con due cannoni,^ quattro ]°t ^Mhl
man dò a da
mandar tregua al Cardona per quindeci dì, pagandogli mille feudi il dì ; & che il Cardona con fua grande
infamia gliela concefle, 3c hebbe i denari .
falco-
LIBRO
• Tl €«oiiJ« falconetti \&fi fermo a Caflagnetclo, effendofi nel tépo mede fimo approdimi
•pinione ,* io a un miglio a Brefcia il Conte Luigi con numero grand iffitto ti buumìni di
«tedici vi quelle ualli:& con tutto che dellacittà non fi fentiffe cofa alcuna fauoremle ;
.rmiani en- * _ . . . . , r , ,, . J . . , .. ' s .
Mafìero m « Gritti multato dal concordo maggiore cbel altra uolta ; delibero tentare la
Brefcia per for7a;però accofiatofi con tutù i pj ciani; fi cominciò da tre parti a dare l'affaL
la logna del J' \,r , ri T i, i n r r i r
.€umc Gar- tv > ilquale tentato infelicemente alla porta della torre Succedette projpera-
ze tta ; & ce fi unente alla porta delle Ti le oue cobatteua l'^Auogaro, & alla pò rta della Gar
co : ma il \ula,oue i faldati guidati da Baldaffarre di Scipione ^entrarono (fecodo che al
Bembo, e il cmi dicono)3 per Iq ferrata,per laquale il fiume* che ha ilmedefimo nome en a
non né &pa r tra nella città , in uano refiftendo i Franeefi,i quali ueduto i nimici entrar nel-
Uno. Ceiaie j^ àttàs & che infauore loro fi moutuano i Brefciani, i quali prima prohibiti
« , che i v i da toro a i prenderei arme erano fiati quietici ritirarono injieme con Mons di
citian •; n p ^H^a Gouernatore nella fortezza, perduti i cauall^e i carriaggi : nelqual tu-
fubgo pi » de multo quella p arte, che fi dice la Cittadella, feparat a dal reflo della città, ha-
boie ii rn u- bitatime di quafi tutti i Ghibellini, fu faccheggiata, riferuate le cafe de Guel
sitn ui la 1 1- il . Lacquiflo di Brefciafeguitò fubito la deditione di Bergamo, che eccetto le
fc ir &cv& ^!iC €afle^a^unoP°fl° *n m^Z? la città > l'altro diflanteun me%p miglio fi ar-
P reftro la re ndè per opera d'alcuni cittadini,^ il mede fimo fecero Orci uecebi, Orci nuo
cnti • . ui.Tonte Vico,& molte altre terre circoftanti,& b fi farebbe forfè fatto mag b
h Percioche giare progrefioò almeno confermata meglio la uittoriasfe a Vinetia,ouefu le
no a « efeTn #'?*f incredibile fuffe fiata tantafoUecitudine a madar foldati, & artiglierie,
efcorà ere lequali erano necefiarieper Fejpugnatione del cafiello, che non era molto po-
crema ' le tente a refiflere,quantafu nel creare , & mandare i Magifirati,che haueficro
quali fi ap- a reggere le terre ricuperai e; laquale negligentia fu tanto più dmnofa, quato
per X a?ren- fu maggiore la dilige?itia,& la celerità di Pois: ilquale hauendo paffuto il fu
derfi: ma uè me del To alla Stellata,dalqual luogo mandate alla guardia di Ferrara 1 5 o.
3a Milano*! luncie,& cinquecento fanti Francefi,pafiò il Mincio per Tonte mulino,haac-
Mocenigo , do quafi nel tempo medefimo che pafiaua , mandato a dimandare la facultà
n o;ma il Bé delpafi are al Mar che fé di Mantoua , 0 per non lafciare luogo con la dimanda
ho non d.ce jmprouifa d configli fuoi, ò percìie tanto più tardati e ad andar la notitia del*
nà . rem° la venuta fua alle genti Vinitiane : di quiui alloggio il dì feguente a litigar a
c Gran ai- m Peroncfi, & V altro dì a Tonte Te fere, & a Tremile tre miglia apprefio al
uario è nel la Scala,oue hauendo hauuta notitia,che Gian Tagolo Buglione planale haue
Te^tu* ha ua fatta la feorta ad alcune genti, & artiglierie de Vinitianì andate a Bre-
nefle iiBa- fcia,eraconc loo.huomini d'arme,^oo.caualìi leggieri ',& mille dugento fan e
f uTaittori. ft' da Cafiel Franco uenuto ad alloggiare olii fola della Scala>corfe fubito per
11 Buonac- affittarlo con trecento lamie, &fettecento arcieri -, fé gufandolo il reflo dcl-
Jooiuonfi- 1'cfiercito, perche nonpoteua pareggiare tanta prefie^a: ma trouato che già
ri d'arme , era partito un bora wna&Q , fi meffe a feguìtarlo con la medefima a. Icrità .
tìTiMoa1! ' , tìaitcm
«igojo.huomini d'arme, so. cauai leggieri, & 1 2oo.fanti. Il Giufììnian non pone ì cinquanta leggieri: ma nel
icilo s'accorda colMocenigo. Il Gradinico mette,ch'egli haueffe s 00. lance, niille dugento tanti, «<c dugento
carni leggieri : ma lìè il Giouio , né il Bembo pongono^nmero dctcjminato .
DECIMO. *9<?
limetta Gian tPagolofaputo,che Bernardino dal Montone .fitto la cài cu/lo*
dia era il ponte fatto ad ^Alberò , fentito l*approffìmarfi de* Francefili' haueua
diffoluto per timore di non effere rinchiufo da loro,& da T ed efebi* che erano
in Verona,oue Ce fare alleggierito dalla cuflodia del Friuli ; perché da Gradi- ■
fca infiorai tutto era ritornato inpoteflàde* Vinitiani> haueuapoco innanzi
mandato ti 'e mila fanti Squali prima haueua in quella regione. Vero Gian Ta
golo farebbe andato a Brefcia fi non gli fuffe flato moflrato, che poco fitto Ve
rona fi poteua guadare ti fiume , oue andando per paffare feoperfe da lungi
Fois: la cui prefte^a incredibile > perche haueua auan%ata la fama ; penso
nonpoteffe effere altro , che parte de faldati , che erano in Verona :però ri-
meffi ifaoi in battagliai' affrettò con forte animo alla torre del Magnaninopro
pinqua all\Adice, & poco diftante dalla torre della Scala . Fu molto feroce da.
ciafeuna delle parti t'incontro delle lance , & fi combattè poi uaiorofamente
t con l'altre armi* per più a" una bora : ma peggiorauano continuamente le con a ?'^;!:ra^
; ditioni de* Marcbefchi ; perche tuttauiafopraueniuano b i follati dell' effer ci- \ n qudUcó
to rimafo indietro, & nondimeno urtati ritornaivno più mite ne?li ordini lo - ^liod\cc ■ I
ri j • rn , r ■ S • r rr G radili ico ,
ro finalmente nonpotcndopw rejijtereal numero maggiore > rotti ji meffero che ruppe u
infughfeguìtati da* nimici , già cominciando la notte, infino al fiume, ilqua- prlI^° S^
le fu da Gian Vagolo pafiato a faluamento : ma u* annegarono molti de* tuoi : dione de' ni.
furono de Finitiani parte morti yparte prefì circa nouanta huomini d'arme , "^,7'^nn^
tra iquali rimafero prigioni Guido Rangone, & Balda ffiirr e Signore Ilo da Ve rUUetti ,
rugia , diffipatì i fanti , & perduti due falconetti che foli bauenano con lo- l^c^J i
ro , ne qtìafi fanguinofa la uittoria per i Franceft . Hifiontrarono il dìfcguen- iiquai dice
te Mele agro da Fnrlì con alcuni caualli leggieri de* Vinitiani, iquali facil- ^"fto lutto
mente furono meffl in fuga , rimanendo Meleagro prigione , né perdendo una re.
bora fola di tempo , // nono dì poi che erano partiti da Bologna ; alloggiò Fois b Quefta
conl'antiguarda nel Borgo di Brefcia lontano due baleftrate dalla porta di era la fante,
Torre Lunga \ il rimanente dell'efferato più indietro lungo la ftrada , che con- '"? : efl2ndo
duce a Vefcbiera : alloggiato fubit amente ,non dando [patio alcuno a fi mede (lata ueduta
fimo a reffirare; mandò una parte de' fanti ad affittare il Monafierio di San jj^ jfèda ai
Fridiano, pò fio a me^ il monte, fitto ilqual era £ alloggiamento fio guardato tm de' tuo *
da molti uillanidi Valditropia : iquali fanti falito il monte da più parti , fa - ^cc jeFrance
wrendogli ancora mia pioggia grande, che impedì non fi tira fferol' artiglierie fi co la foia
piantate nel Monafierio , gli ruppono , & ne ammaccarono una parte : il dì fofferovena
feguentebauendo mandato un Trombetto nella città adimandare gli fuffe da ti ad aflài-
ta la terra falue le robe, & le perfine di tutti , eccetto che de* Vinitiani , & g^ata dT
°ffendogli fiato rijpoflo inprefen^a di Jlndrea Grittiferocemente,girato l*ef- imoiardo ,
rercito ali* altra parte delia città per effere propinquo al caftelto, alloggiò nel cefere a»-
%rgo della porta, che fi dice di San Gianni : donde la mattina figliente quan fclfflU
lo cominciaua ad apparire il giorno, eletti di tutto l efferato più di quattrocé
Q buominid* arme armati tutti dxarme biancbe,&fei mila fanti parte Gua-
coniè & parte fedefibis egli contatti apiede falendo dalla parte di uer fi la . . ,
porta
E I B R O
pòrta delle Vile ] entro non s'opponendo alcuno nelprimo procinto del camello:
dotte ripofatigl'h & ri-afre fiatigli alquanto ;gli confortò con breui parole, che
d1Ai?comì feendeficro animosamente in quella ncchiffima , & epulentifiìma città ove la
trarioi dot glòria, & lapreda farebbe fen%a comparatane molto maggiore , che la fati-
fheo fmon- Cch elpwuoloi battendo a combattere con faldati Vinitiani , manift-fìamenfiM
"/ da™"" inferiori dì numero , & di uirtù : perche della moltitudine delpopolo inefpcr-
buomini p guerra, & che zia penfaua più alla futa , che alla battaglia, non :ra da
d'arme con * • **" £> ' w ù> 1 ■' i ? ■ • » r ' ^ ; . -•/■ !
vr/ncciaper tener conto alcuno , an^t fi poteua fperare , che cominciandoli per la maa a
vtii» in ma-
&vicit difirdinare, far ebbono cagione, che tuttigli altri fi metteffero in difordine ,
"dia città- replicandogli in ultimo, che battendogli (celti per ipìu ualorcfi di cofi fiorito
della
tro
lor fece e fi eretto ; nonfacejfero uergogna a fefiefh né algiudicio fio, & che confide
. paripio ottenejfcro al pr e finte, hauédo l'entrata sì patete,
2nfd%2 nt altra òppdfiti6ne,éhe et huomini foli,tl defìderio loro.Dette quefie parole co
Voc<-,?.boaf- ynmcib ■> ^precedendo i fanti agli huomini d'arme ad ufiire del cafiello : alta- a
dTnanz^a^ fitta deh] uà le battendo trouati alcuni fatiti, che con artiglierie tentarono d ini
terrai daua- pèdirgli Laudare innanzi, ma battendogli fatti facilmente ritirare ; [cefi fe-
quefdSVe- rocementeper la colia fu la* piatta delpalagio del Capitano detto il Burlct- b
tro,che f?a- to:nelqual luogo le genti V imitane rifirette infieme ferocemente lafyettaua-
arfhìb°a|i ! no : oue uenutìalle mani , fu per lungo ftatio molto feroce , & fpauentofia^ la
& poi fi riz iattaalia , combattendo luna delle parti per lapropriafalute, l'altra non filo
ZaUan° ' per la gloria , ma ctiandio per la cupidità di faccheggiare^ una città piena di
b Non alla tante rjCcheT7e , nb meno ferocemente i Capitani , che i foldati priuati , trai
Ke«od di- quali appariuà molto illufire la iurta , & la fierc^ja di Fois : finalmente fu-
ce l' Anfei- rmQ cacaatj Ja[)a pialla i foldati Vinitiani,hauendo fatto marauiglwfa di-
fofib1 faatron fé fa . Entrarono dipoi i uincìtori diuifi in due parti , luna per la città , l'altra
dal Gxitri : • ^ cittadella , a quali quafi in ogni canto , & in ogni contrada era fatta
fono «nto egregia refifien%a dà foldati , & dal popolo, mafimpre uittorioft puntarono
corneo , ■ n;^tcj p€r mt0, non mai attendendo a robare infimo non occuparono tutta la
ioTm co- terra ( cofi haucua innanzi fiendefiero comandato il Capitano ) an^fe nm-
lor ' Sé dtfì no prcteritta queflo ordine ; era finitamente ammalato da gli altri . Mori-
te, che non. rono in quefie battaglie dallaparte de Franccfi molti fanti, ne pochi huomini
^tariffe d'arme , ma de nimici circa otto mila huomini, parte delpopolo, parte defol-
?a» finui) dati Vinitiani, che erano cinquecento huomini d arme ottocento cauaUileg-^
£ib rt&h gfew ' & mo nnUfimi , & tra quefli Federigo Contar aio Trouedttore degli
iu'ora vna %tradiotti jilquale combattendo fu la pialla fu morto d'un colpo di fìop-
d'lifnceV"oe pieno, tutti gli altri furono fre fi, eccetto dugentoStradiotti,tqna li fuggiron
t .more ne per m pjCColo portello, che è alla porta di San lsla7^aro, ma con fortuna poco
gii stradiot r r migliore,
in pwz^che i Francefi Kaueuano già pacato il ripato & acquiftato la Cittadella : talché fpauentati i£
fieme cu'l Conte L,igi , ingannato da quella falla voce ; C mira tono alia porta d. .anNazaro :ondc io*
iala}corn)iiciarono a v>cire .
DECIMO. 297
g mklioYC, perche rifondando in quella parte de Francefi, a ch'era rimata fuo~ <.
: iì ì r r ■ \ • \ r ■ i- ■ . " - a Sotto M5
ra della t,erra,jurono quaji tutti,o morthopreji : iquali entrai: poi centro jen fìgnor d'Ai
za fatica per la medefima porta; cominciarono e (lì ancora9?odendo le fatiche? l5stiu :,z™*
e i pericoli degliaitri afaccheggiare . Rirnafono prigioni Andrea Gntti, & mi . k& u
^Antonio Infirmano mandato dal Senato per pò de fi a di quella città,Gian Va- c5t? Laif
golo Manfirone,et ilfigliuoloyil Caualier della Golpe, Baliaffarre di Scipione, ta calca non
un figliuolo dintorno de' Vtj,il Conte Luigi \Amgaroi& un altro fino fidino JJJ^ v.[^\
lo,Domenico-Bufeco Capitano de Stradiotti . Funelfaccheggiare fialuaioper fa (atto ori-
b comandamento di Fois b l'honefià de monafterij delle donne : ma la roba , & %^\^ -.
gli huominirifuggitiui furono preda de Capitani, Fu il C onte Luigi fu la pia^ d< g\o i*è»
%a publica decapitato , fatiando Fois gli occhi propri^ del fino fupp lido : i due §J T^fZ
figliuoli, benché allhorafi differire patirono non molto poi la pena medefima, conobbero,
Cofiper le mani de Francefi , da' quali figloriauano i Brefciani effere dificefi , ronó a FcSl
cadde in tanto flerminio quella città non inferiore di nobiltà) & di degnità ad
alcuna altra di Lombardia s ma di ricchezze eccettuato Milano Superiore a \ ^.^fdl
tutte l altre : laquale,e fendo inpreda le cojefiagre, & le profane, né meno la mi contra-
uita, & l bonorc delle perfine > che la robba, flette fé tt e giorni continui ejpofia d.wn T^chc
al'tauarii.ìa alla libidine ,& alla crudeltà militare . Fu celebrato per quefie co ». Wonafté-
fé per tutta la Chnftianità confiomma gloria il nome di Fois , che con la fero- 'lo luogo* fu
eia , & celerità fua haueffe in tempo di quindici dì coftretto l efferato Ecclefia profa na to :
fticOi & Spagnuolo a partir fi dalle mura di Bolognarrotto alla campagna Gian Tedeschi *
Vagolo Baglio?! e con parte delle genti de emiliani, ricuperata Brefcia con ta clie da g!**
tafirage de fiottati & del popolo ; di maniera , che per uniuerfale giudicio fi auenire^hc
confermaua, non bau 'ere zia parecchi fecoli uedui a Italia nell'opere militari fccond<> «J
' r r i À."'J i> ; j 11 i- Buonaccor-
una ioja pmtgltante . Ricuperata Brejcia,& l altre terre perente, aellequali fi , l'Aniei-
Bergamo , ribellata fi per opera di pochi, haueua innanzi che Fois entraffe in £)''.c :I ^ra
Brefiia richiamati popolarmente i Francefila Fois poi che hebbe dato forma prete Brc -
alle cofcy & r ipofiato , & riordinato l' e fifer cito firacco per sì lunghi, & graui *ch'* ^ fac"
franagli, & difordraato parte nel conftruare,parte nel disenfiare lapredafiat da' Francefi
ta; deliberò per lomandamento riccuuto dal Re, d'andare contra l'efiercito de'> \]ff^x Fc" .
collegati: ilqualt partendo fi dalle mura di Bologna fi era fermato nel Bologne il gìouedì *
fe,ajirig nendo il Re a quefiìo molti urgenuffimi accidenti^ iquali lo neceffitaua- n"^caiCat
no a prendere nuoui configli per lafalute delle cofiefiue.Cominciauagiàmanifie
fiamete ad apparire la guerra del Re d' Inghilterra -.perche fc bene quel Re l ha
ueua prima lo aperte parole negato, & poi co dubbie diJfimulato? nodimeno no
fipoteuano più coprire ifiatti molto diuerfi : perche da Roma sintendeua efifier
finalmente arriuaìo l'inftrumento della ratificatwnc alla Lega fiati a, Sapeuafii
che in Inghilterra fi. preparauano geti;et nauili, & inlfpagna nani per pafiàr
in Inghiltcrra,et effere gli animi di tutti i popoli acce fi a muouer la guerra in
Fracia et opponunamete erafoprauenuta la Galeazza del Vapa carica di ui
ra Grechi, di formaggi, et dlfommatedquali donati infiuo nome al Re,et a mot
ti fignori,etprelati,erano riceuuti da tutti cofiefia marauigliofia : et cocorreua
Vp tutta
LIBRO
tutta la plebe, laquale ff>effo non meno mttouono le cofe nane, che le gratti , con
fomma dilettatane a ucderla,gloriandofi che mai più fi fuffe ueduto in quella
Ifola legno alcuno con le bandiere Vonteficali . Finalmente battendo il Vefco-
uo di Morauia,cbe baueua tanto trattato tra ìlVontefice,& il P^e di Francia*
mojfo ò dalla confeicntia, ò dal defiderio,cbc baueua del Cardinalato, riferito
in nnparlamento cbnuocato di tutta l'i fola molto fauorcuolmcnte . & con ani
pia tcflimonìan%a della giuflitia del Tonte fice ; fu nel parlamento deliberato,
che fi mandaffero iVr elati in nome del ìiegno al Concilio Laieranefe: & il
He, facendone infanga gli *Amb afeiatori del Tapa ; comandò all'Oratore del
Re di Francia,cbe fi parti ffe : perche non era conueniente-, che appreffo ad un
He, & in un Reame diuotiffimo della Chiefa , fuffe ueduto chi rapprefentaua
un Re, che tanto apertamente la Sedia Apoflolica perfeguitatta : & già pene
tratta il fegreto effer e occultamente conuenuto, che il Re d'Inghilterra mole-
flaffe con l'armata maritima la cofla di Normandia, & di Brettagna,& che
mandaffe in ifpagna otto mila fanti , per muouere unitamente con l'arme del
Re dì! sAragona la guerra nel Ducato di Ghienna ; ìlquale fofpetto affliggeua
marauigliofamente il Re di Francia : perche effendo per la memoria delle antì
che guerre fpauentofo a* popoli fuoi il nome de gli ìnglcft ? ccnofceua il peri-
colo maggiore, effendo congiunte con loro l'arme Spagnuole, & tanto p\u ba-
ttendo da dugento lance in fuora , mandate tutte le genti d'ai me in Italia : le
quali richiamando, ò tutte, ò parte , rimaneua in fnanifeflo pencolo il Duca-
to, tanto amato da lui,di Milano : & fé bene per non rimanere tanto frotte-
duto accrefeefie all'ordinanza uecebia ottocento lance ; nondimeno che confi-
denza poteua battere in tanti pericoli negli huomini ine ff erti , che di nuoko
ueniuano alla mìlìtia $ A'ggiugneuafi il foretto, che ogni ai più crejceua della
alienation dì C efare: perche era ritornato ^Andrea di Età gos flato fpedito con
tanta emettanone : ilquale con tutto che riferì ffe C efare efere difpofto a per fé
uerare nella confederatone ; nondimeno proponeua molto dure ccnditwniy
mefcolandouiuarie querele: perche dimandaua d effer e affi curato, che gli fuffe
ricuperato quello , che gli apparteneuaper i capìtoli di Cambrai , affermando
non poter fi più fidare delle J 'empiici preme fi "e , per batter & da principio , &
poi fempre conofeiuto efiere mole fio al Re, che egli acquiftafie Tadoua & che
per confumarlo , & tenerlo in continui trattagli baueua fpefo volentieri ogni
anno dugento mila ducati 3 J apendo che a lui premetta più lo (penderne 5 o.
mila : hauere ricufato l'anno paffato concedergli laperfona del Trìul^io, per-
che era Capitano, &peruolontà> &perfcien^a militare-) da terminare pre-
fio laguerra : dimandaua che la figliuola feconda del Re , minore dì due an-
ni, fifyofafie alnipote,afiegnandogli in dote la Borgogna , & che la figliuola
gli fuffe confegnata dì prefente : & che nella determinatìone fua fi rimette f-
fero le caufe di Ferrar a>di Bologna,& del Concilio^contradicendo che l'cfier-
cito Fr ance fé andafie uerfo Roma, et protefì andò non efiere per comportar che
il Re accrefeefie in parte alcuna in Italia lo flato fuo. Lequali conditionhgra-
uijime,
DECIMO. ìo8
uìffìme , & quafi intollerabili per fé fleft e, faceua molti più ^raui il
P
pofteyfaceua quafi ma io argimiento che già delibera? Iwnarfi dal Re
di Francia,ccrcafie ùcmfione di .... fo< , o con qualche e . '■:-
imamente che non filo nelle parole, ma etiandio nell'opere fi fccygc:, ano molti
fegni di cattino animo : perche ne col Enrgos erano uenuti i procuratori tante
uolte pronte ffi per andare al Concilio Tifano,an^i la congregatane de Trela
ti fatta in jCugufla, haueua finalmente riffiofio con pub li co decreto, il Conci-
lio Tifano efiere feifmatico , & deteflabile, benché con quefta moderatione ,
efiere apparecchiati a mutare fententia fé in contrario fufiero dimojlratepiu
efficaci ragioni : & nondimeno il Re,nel tempo che più gli farebbe bifògnato
unir le forte fue; era neceffitato a tenere a requifìtione di Ce far e dugento lan e* pe/kTe-
te, & tre mila fanti in Verona, & mille alla cuftodia di Lignago . Tormentaua cor> do ? po
oltra quefìo molto i animo del Re il timore degli Sumeri : perche con tutto toogò qiuto
che hauefie ottenuto di mandaste alle diete loro il Bagli d'^Amiens^ alquale ha ha iet to in
uem dato ampliffim e commeffionu nfohtto con prudente con figlio (fé pruden- defì m°o Tib~
tifi pofiono chiamare quelle deliberationi,che fi fanno pafiata già lopportu- *h*"c V*'
a nità delgiouare ) a diffondere qualunque quantità di danari per ridurgli alla Lodouico
fua amicitia ; nondimeno preualcndo l odio ardenti (fimo della plebe, & le per J^nin per
fuafionì efficaci del Cardinale Sedunenfe alla autorità di quellhche haueuano p^zzo l'a-
di dieta in dieta impedito , che non fi facefie deliberatione contraria a lui ; fi g™ Xs*vJ*
fentiua erano inclinati a concedere fei mila fanti a gli fiipendij de* confedera- " > dlc poi
ti, iquali gli dimandauano per potergli opporre a gli [quadroni ordinati , & ^rbimbT-
fiabili de' fiuti Tcdefchi . Trouauafi in oltre il Re priuato interamente delle le h3urebbe
§>eran%e della concordia : laquale benché nel femore deli arme non haueuano n JSfmo* èa
mai emme fio di trattare il Cardinale di Isjantes, & il Cardinale di Strivonia P° > Pcr ! °
Trelatopotentiffimo del Reame deli Vngheria,pcr che il Pontefice haueua ul- ment/Tvè
timat amente riff ofloprocur afiero, fé uole nano gli udifi e più che prima , fufie rificò <JueU
annullato il Conciliabulo Tifano >et che alla Chic fa fufiero rendine le città fue è^arTjo!
Bologna, & V errar a; ne mofìrando ne fatti minore afpre^t; haueua di nuo- dPue ho an
uo priuato molti de Tr ciati Francefi inter uenuti a quel Concilio ; & Filippo ranaotario
Decio uno de' più eccellenti lurifconfulti di quella età, perche haueua ferino, nc*
&difputato per la giuftitia di quella caufa, &fcguitauai Cardinali per indi- b Quefto
ridare le cofe che s haueuano a Jpedire giuridicamente. ^ haueua il Re nel °ratore fu
le difficultà,& pericoli che fé gli mofirauano da tanti luoghi, piede alcuno guìc dirdi -
fermo , ò certo in parte alcuna rf Italia .- perche gli flati di Ferrara , & di Bo- "i auttot
Ugnagli erano fiati , & erano di molefiia , & di ffefa ; & da Fiorentini , te^hiSória*
co' quali faceuanuoua inflantia che in compagnia fua rompefiero la guerra d'et.adi **•
in Romagna ; nonpoteua trarre altro che rifpofle generali : an^i haueua del- di' "cgg° "di
V animo loro qualche foretto : perche in F ir en^ rifedeua continuamente un chele^' di
b Oratore del Viceré di l^apoli > & molto più per hauere mandato /' bOratore °*U * ** '*
Tp z alRe
libro
al Re Catolico,& perche non communicauanopiu feco le co fé loro , comefolc-
uano:& molto più perche hauendogli ricercatUcheprorogafferó la lega che fi-
nititi frapochi mefufen%a dimandar danari tò altre grani obligationi;andaua-
no differendo per ejfcre liberi apigliare i partitiche a quel tépofn (fero giudica
ti miglioridaqualedifpofìtione uolendo aumentare il Vonteficem dare caufa
che la troppa afpreTga fina gì indite e fife a feguìtare con l'arme la fortuna del
a u Moee- ^ 'di Francia; concedette loro fienza che in nome publico ladimandaffero l af
jftigo pone , folutione dalle cenfiure : & mandò nimcio a Firenze con Immane coditioni Gio
venu/oCFob mnni Go^adini Bologne fé uno de" Cherici della Camera <Apoflolica,sfòriran
fui Bologne doft d'alleggerire il foretto, che haueuano concepito di lui. Vededofi adunque
to' lungi' dai ^ Re foto contra tantino dichiarati nimiciy o ch'erario per dichiarar fi , ne cono-
l'efferato ficendo potere fé non molto difficilmente refìfterefieinun tempo me de fimo con
&ìiauendo- COrreffero tante molefiie; comandò a Fois che con quantapiu celerità pot effe *
i Fr5cS(T v° an^aJTe contm l efferato de' nimici : de' quali per efere riputati meno poten-
ti n°oue i3ni tl dell'efferato fuo, fi prometterla la uittoria : & che uincendo affdtaffe fien-
mici all'ira 7 a rifletto Roma)& il Tontefìce : ilche quando fucc ed effetti pareua rimane
promfojgh ^ j}1 - , . . ... . . 2 . r •»/*-• • rr j>
Spagnuoi» re liberato da tanti pencoli: & ebequefia imprefa tacaoche fi ttmmuiffetm*
auifni (feU uìdia, & anmentajfmfi le giuflifi cationi ;fi faceffe in nome del Concilio Vifia-
che quaaro n0 : *%##fé deputale un Legato che andaffe nell'efferato-. & riceueffe in fuo
nuiafiacefi nome le terre che fi acqmflaffcro . Moffofi adunque Fois da Breftia uenne al
haueuano . . . / l ' J! . . . J' J r . ' c ' rr j ■
panato il fai. Finale; otte poi che per alcuni giorni fu foggwrnato per far majja di uettoua
me; diedero qlie^lequali fi conduceuano di Lombardia. & per raccorrò tutte le <?enti,che il
loro addai- »± , l . r7 „ ,. ,, . *■ ^ x . ^„
fb,& gii mai Re baueua in Italia , eccetto quelle) che per neccjjita rmianeuano alla guardia
S ^uaMàf : ^C terre, impedito ancora da' tempi molto piouofi; venne a a San Giorgio nel a
tioncnon è Bologne fe:nelqual luogo gli 'fiopr attennero mandati di nuouo di Francia tremi
potla da al- ia fanti Gita fcóni, mille uenturieri,& mille Tìccardhdci ti fanti, &apprcffo
a Francefi di nome grande ; di maniera che b in tutto, fecondo il numero nero, b
tonacele i jn qiiefl0 numero i dugento gentil huomini.^A quefto efiercitofii doueua congm
1800. huo- gnere il Duca di Ferrara con cento huomini d'armeAugento cauai leggieri,<&
me*1 &'ar* con aPParat0 copio fo d'ottime artiglierie : perche Fois impedito a condurre le
mila fanti '. fi** 'per terra dalia difficultà delle fìrade ,lhaueua lafciate al Finale. Veniud
eod^-7 00 medefimanienie nelle fi enito il Cardinale di San Seuerino deputato Legato di
h 'omini Bologna dal Concilio : Cardinale feroce, & più inclinato all' arme iche a gli efi*
14 rSfa fan fen^tlj^ penfiteri Sacerdotali.Ordinate in queflo modo lecofe;s'indiri<2gò con-
ti: & che gii tra i nìmici,ardentedi defiderio dì combatter e->cofi per i comandaméti del Re,
haueua no c^)e °gn^^orn&P^ loflimolaua, come per la ferocia naturale del fuofyirito ,
1 s 00. huo- & per la cupidità della glorìayaccefa più per la felicità de' fucceffi paffuti, non
mi" & doS perciò traportato tanta da queflo ardore , che haueffe nell'animo d'ufi aitargli
ci mila pe- temerariamente: ma appropinquandof a' loro alloggiamenti tentare fcfponta
don « . neammte ueniffero alla battaglia in luogo > dotte la qualità delfino non facefie
inferiori
DECIMO. i99
inferiori le fne conditioni, b neramente con impedire le uettouaglìe ridargli a
neceffità di combattere . Ma molto differente era V intenzione de nimici , %lcr^Ta
nell'efferato de' quali , poi che fitto fcufa di certa quifìione yfe ne era sortita rao il Gradi
la compagnia del Duca d'orbino , effendo fecondo fi diceua mille quattrocen- oTario^cSè
to buomini d'armemille canai leggieri , & fette mila fanti Spagnuoli , e tre che il ke di
mila Italiani faldati nuouamente , & riputando fi che i Francefi,oltra Vecce - lluTcs w. d*
dergli di numero , bauefferopiu ualorofa caualleria ; nonpareua loro ficuro il r<> aHe tue
combattere in luogo pari , almeno infino a tanto non fopraueniffero fei mila S™ comb!*
Suiigeri •' iqualibauendo dinuouo confentito i Cantoni di concedere fi trat- tederò: air.
taua a Vinetia , doue per queflo erano andati il Cardinale Sedunenfe , & do- ce «fn^df
dici lAmbafciatori di quella natione di foldargli a fi) e fi communi del Tonte- q««ito, e* h*
afice , & de' Vinitiani . a ^ggiugneuafi la uolontà del Re d'Aragona , ilquale ""ite fui"?
per lettere, & per buomini proprij baueua comandato , che quanto fuffe in pò ^e di &«*
teflà loro , s'afleneffero dal combattere : perche fperando principalmente in Cu#
quello , di che il Re di Francia temeua principalmente , cioè , che differendo fi b Fu h riti
infino a tanto che dal Re d Inghilterra , & da lui fi cominciaffe la guerra in £",- rd0c n£[~
Francia ; farebbe quel Re neceffitato a richiamare , b tutte y b la maggior par- ctefoftico e
te delle genti di la da' monti : & confeguentemente fi /lincerebbe la guerra in \ Pim0U|a * 4
Italia fenTg fangue , & fin%a pericolo :pcr laqual ragione harebbe infino 28 di M»r-
da principio y fé non Vhaueffero commoffo la infiamma ,& le querele grani luonaccòr-
del Vontefice ,prohibito che fi tentaffe l'efpugnatione di Bologna . Dunque il fi • Et è da
Vkerè di J^apoli , & gli altri Capitani baueuano delibera to d'alloggiare fem cSfa II 'a n-
prepropinqui all'efferato trance fé : perche non gli rimane ffero in preda le cit ^mi in vn*
td di Romagna, & aperto il camino d'andare a Roma ; ma por fi continuamen fcriu"""*
te in luoghi sì forti , b per ifiti , b per hauere qualche terra groffa alle jpalle , ?°IS v*rtyo
che i Frane e fi non poteffero affamargli fetida grandi/fimo difauantaggio :& véne" ReV
perciò non tener cento , ne fare difficultà di ritirarfi tante uolte quanto fuffe gi0, sià ror~
dibifigno, giudicando come buomini militari nondouerfi attendere alle dimo ca di Ferra
fir adoni , & romori ; ma principalmente ad ottenere la mttoria, dierto alla- ra ■ fue ?"
quale figuìta la riputatìone , la gloria, , & le laudi de gli h uomini iper la- a piaceri, in
qual deliberatone il dì che l'efferato Franco fé alloggiò a Caflcl Guelfo ,& a dl dl t€rra
k Medicina) ejji , ch'erano alloggiati appreffo a' detti- luoghi; bfi ritirarono alle «nne a F£
mura d'Imola .T affarono Udì feguente i Fr ance fi un miglio , & me^o ap- d^VenT8/*
freffo a Imola fiondo i nimici in ordinanza nel luogo loro: ma non uolendo afi <H difpéfar©
faltargli con tanto difauantaggio ypaffatipiu innanzi >• alloggiò l'auanguarda fcti^lVr*1
a Bubanoy Caftello difìante da Imola quattro miglia : l'altre parti deUefferci- banchetti ;
to a Mordano, & a Bagnar a> terre uicine l'ima all'altra poco più d'un miglioy ToVttéifdo
eleggendo d'alloggiare fitto la firada maefira,per la commodtta delle uettoua ? m«tere
glie, lequalifi conduceuano dal fiume del TÒ ficur amente ; perche Lugo, Ba- ogni "fifte^
gnacauallo -, & le terre circoflanti abbandonate daglispagnuoli , come Fois za *°tte ]*
entrò nel Bolognefe, erano ritornate alla diuotione del Duca di Ferrara. *An- parertelo od,
dorano l'altro giorno gli Spagnuoli aCaflel Bolognefe lafciato nella Rocca P°rlune-
Tp 3 d Imola
LIBRO
d'Imolaprefidiofufficìentei&nellaTcrrafeffanta buomini d'arme, fitto Ciò
ttanni Saf Catello, alloggiando fu laflrada macflra,& diflendendoft uerfo il trio
. te>él dì mede fimo i Francefi prefero perforai il Caflel di Solarolo: & sarren
mcfi'fciiuo- acromo Cotignola* & Granatolo oue fletterò il giorno feguente : & i nimici fi
no tutù gii fermarono nel luogo detto il campo alle Mofche: nellequali piccole mutationù
rhiani! che & luoghi tanto uicini procedala timo , & l 'altro efferato in ordinanza con
fu fcrwau ( 'artiglieri 'a innanzi, & conia feccia uolta a nim:cf,comc feadom horado-
«anzi a! Pa- *&!££ corniciare la battaglia ; £T nondimeno pi ocedenao amenane con gran
pa fra Maiìì dijjìma circoffeitìone,& ordme ; l'uno per non fi lafci are firmare a fargior-
v initiani : i »<*% fé non in luogo dotte il uantaggio del fito rìcomper.faffe il difauantaggio
quali mec n del numero* & delle forze ; l'altro per condurre in neceffità di combattere i ni
tinetc paga . . . 17- T 1 r rr 1 , t
tono cinqui miasma in modo che in un tempo medcjimo non baueflero la repugnar^a det-
ti mila da- £ arme, & del fito.Hebbe Fois in quello allogriarnento nuoue commefjìoni dal
«.ai:. benché _» 7 7 n 1 r 1 ■ ^ 1 ; » /• •
iiGndinico Re, che acceleraceli fare la giornata •aumentando le meacjime cagioni, che
dice quaran lyj)aueuano indotto a far e il primo comandamento : perche battendo i Finitia-
ta mila, eii , . 1 • 1 1 i- • tri * n 1 >
Bembo 5 00. ni 3 benché indeboliti per lo cafo di Brejcia , & aflr etti prima da pricgbiry &
Inducme^ poi da protefti,& minacele del Tontefice, & del Re d'Aragona ricufato per-
tiche è con tinac emente la pace con Cefare, fé non fi confentìuache ritenefero Vicenza ;
aT«?e fuoJ sera fingente fatta triegua tra loro per a otto me fi , ìnnan%i al Tonte f ce, a
che ai Ga« conpatto che ciafeuno ritenejfe quello pò ffe detta, & che paga fero a Cefare citi
di meo. quanta mila fiorini di Reno ; onde non dubitando più il Re della fua aUenatio-
b per preti ne; fu neltìfleffo tempo certificato dtbauere a ricettore la guerra di là da mon-
dCrlrii? c\Cn ^ : Perc^e Gìeronimo Cabauiglia , Orator del Re dragona appreffo a lui;
alle uettoua fatta infanti a di parlargli prefente il confìglio; haueua fìgnificato batter co-
ghV Kdelìc mandamento dal fuo Re di partir fi; & confortatolo in nome fuorché defiflefe 'e
■ Ci Lia » X il. s ti C « » /* • 1 i • /» • • i t F
uà csreftìa , dal jaiionre contra la Cbieja i Tiranni di Bologna, & da turaarepcr una cau
naccorfi" & & S1 ìnS?u$a um Pace $ tanta importante tanto utile alla Republica Cbrir
Girolamo fiiana: offerendo, eh e fé per la reftitutione di Bologna temeua di rìceuere qual
gnefll ch^ei eh e danno, d'affi curarlo con tutti i modi, ìquali elfo me de fimo defideraffe: &
penfaua, no in ultimo foggiugnendo , che nonpoteua mancare , cornerà debito dìciafeun
ue^na0^ Principe Chriftiano , alla difefa della Chic fa . Ver ciò Fois già cerio non ejfcre
pò benfor- apropofito Vaccoflarfì a nimici ; perche per la commodità, chaueuano delle
do-uciTe CaSr- terre di Romagna ; non fi poteuano ,fe non con molta difficultà interromper lo
xenderc ;o yo le uettouagliej ne sforargli fem^a difauantaggio grande alla giornata, ìn-
irldati rin° dotto anco perche né luoghi doueraW efferato fuo patina di uettouaglie ; de-
frefeamen . Uberò con confìglio dey fuoi Capitani <£ andare a carneo b a Rauenna , fperando y
!è peTman- c^e l cìmici, per non diminuir tanto di riputatione-;non uoleffero lafciar perde
cargH occa- refH gU occhi loro ima tal città ; & cofi hauere occafione di combattere in luo
caHa gior- g° eguale : &per impedire che V efferato nimico pr e f emendo quefto,non sac-
Lep coflaffe a Rauenna ; fipofe tra Cotignuola, & Granar olo, lontano fette miglia
ddrÀn da loro : do ite flette fermo quattro giorni, affettando da Ferrara dodici canno-
fciaù. nìt @» dodici peTgi minori d'artiglieria : la deliberatione del quale congettu -
randa
rata
ancho
ter a
DECIMO. Soo
rando i nimici, mandarono a Rauenna Marcantonio Colonna: ìtytìale fnnkn
%i confentiffe d'nndarni ; bifognò che l Legato al Ficerè,Fabritìo, "Pietro J^a
narra, e tutti gli a! tri Capitanigli ubligaffero ciafeuno la fede fua d'andare „
con tutto l efferato > fé i Frane e fi ui $ accampanano , a [occorrerlo ; e*r con
a Marc ^Antonio andarono *fejfanta buomini et arme della fua comfagnia,Tie- a cinou.itt
tro da Caftro con cento cauai leggieri, & Salla%art,& Tarades, confeicento &*** *•'*!
fanti Spagnuoli, il refio dell'efferato fi fermò alle mura di Faenza , dalla porta e ,8,
per laquale fi uà a Rauenna : oue mentre fiauano fecero co nimici una graffa
fcaramuccia. Et in quefeo tempo Foìs majidò cento larice, & mille cinquecento
fanti a pigliare il caflello di Rifjì \ guardato jolamentc da gli buomini proprii :
■ iquali benché daprìncipio, fecondo l'ufo della moltitudine ^dimofr afero 'andò.
cia,nondimeno fuccedendo quafi fulnto in luogo di quella il timore comirxia-
Yono il dì mede fimo a trattar d arrender f: per iquali ragionamenti l 'Frante fi9
nedendo allentata la diligentia del guardare, entratila impetuofamcnt e ,rnef-
fono la terra a facco.nellaquale ammalarono più di dugentò buomini, gì; al-
tri fecero prigioni . Da Rufjì s'accofiò Pois a Rauenna : il dìfeguente alloggiò
apprejfo alle mura tra i due fiumi ,in me7yo de quali e fituat a quella città.
Ì<lafcono ne* monti <Apennini, oue partono la Romagna dalla Toj caria il fiume
b del b Ronco, detto dagli antichi Vitis , ci fiume del Montone , celebrato per- b il firtwe
e he? eccettuato il vò, è il primo de' fiumi, che nafeono dalla cofìa finiflradel- r^nldmi^
l\Apcnnino>ch' entri in mare per proprio cerfo; quefli mettendo in mcrzola eh ch'è chia -'
tà di Forlì ; d Montone dalla manfiniflra quafi congiunto alle mura , il Ronco fb,&°AMuà
dalla deflra > ma diflante da due miglia ;fi ri f fingono in sì breue fpatioprefifo doccio,& <to
a Rauenna,cbe l'uno dall'una par te J altro dall' altra.paffano congiunti allefue ™ p'e^ae-
mure , fiotto lequali me folate infìeme l'acque, entrano nel mare lontane bora .der c,,.« fi*
tre miglia : ma che già, coni 'è fama, bagnaua le mura , Occupaua lojpatio tra !ne .- mamòi
l'uno, & l'altro di quefli due fiumi Ve fere ito diFois> bauendo la fonte del ca xi.*lQ* > ch«
pò a porta ^Adriana, quafi contigua al' a ripa del Montone . piantarono la net
te prof [ima l'artiglierie , parte contra la Torre , detta Ronconà ,fituata tra la c q «eRo
porta Adriana^ 7 Ronco ; parte di là dal Montone, douepcr un ponte gittato giorno, che
fui fiume, erapaffata unaparte dell efferato accelerando quantopoteano di banana'*!
batter, per preuenir a dar la battaglia innanzi che i nimici , iquali fapciuno ,e mura di
già effer moffi> saccoflaffero ,nè meno perche erano ridotti in grandi ([ima diffi- £a,7ccon j0
cultà di uettouaglie : attefo che le genti Vinitianc , che s erano fermate a Fi- il Buon? •-
theruolo con legni armati, impediuano quelle, che fi conàuceuano di l.ombar- xSrftew il!
dia, & bauendo affondate certe barche alla bocca del C anale j eh* entra in Vò, v A nft mi
dodici miglia apprejfo a Raucnna, & fi conduce a due miglia preffo a Rauen- Trofei di!
na ; impediuano l'entrami quelle, che ueniuano da Ferrara fu i le?ni Ferra- àeto bC: tre
refhlequali condurre per terra fu le carra era difficile , & pericolo fo . Fra ol- Raue^na: u
•traqueflo molto incommodo,& conpericolo l'andare a face ornano :per the era- <3ual *" rcra
no neceff itati difeoflarfi fette > & otto miglia dal campo : dalle quali cagioni fotofàméic*
e aflretti , Fois deliberò dare il e giorno mede fimo la battaglia , ancor che cono- dal CoIóniu
Tp 4 fceffe,
L I B R O
fceffeycV era molto difficile l'entrami : perche del muro battuto non era roui-
nata più che la lunghetta di trenta braccia ; ne per quello ftpoteua entrare ,
a DJceiiRof fi non con ^ fia^e •" conciofìa che fuffe rimafa l'altera da terra poco meno di
fi,che la gio tre braccia : lequali difficultàper fuperare con la uirtu , & con lordine , &
Senna, tedu Per accendergli coni 'emulatione tra loro me de fimi; partì intra [quadroni di-
to venire i ftinti Imo dall'altro i fanti Tedefchi, Italiani , & Francefì , & eletti di eia-
mmiciadar r • ?• i* i • i > • i r • , i i
raflàhoido Jcma compagr, ita di gente d arme dieci de piuualoroji; impo\e loro, che coper
r *dò<?1 <r ° tl ^a^e m*defime armi , con lequali combattono a cauallo ; andaffero a piede
U prima a innanzi a fanti : tquali accoftatifi almuro , dettomi * affali o molto terribile y
difenda la difendendofi egregiamente* quei didentro ; con laude grande di Marc \Anto- 4
dare 1 nimi mo Colonna : ilquale non perdonando né a fatica , né a pericolo ; foccorreua
ci.iiche le fu hor quày hor là3 fecondo che più era dibifogno . Finalmente i Francefì , perdu-
te r'aflàTto ta> lajperan^a di (puntare i nimici,& percoffi con grane danno da una. Colu-
*Uto preflo brina piantata [opra un bafiione, hauendo combattuto per ifpatio di tre bore;
bella hifto- fa y Capitano dell'artiglierie yiquali percoffi dall'artiglierie di dentro; pochi
ito *\ à\?' Zmm dipoi morirono. Fu ancora b ferito Federigo da Botolo, ma leggìermen b
fo & degan te . Conuertironfi dipoi il giorno feguente i pen fieri dal combattere le mura ,
■»cnib°8ICO a^ combattere co' nimici : iquali alla moffa dell' e fftr cito Francefe, uokndo of-
feruar la fede data a Marc' ^Antonio y entrati a Furi) tra i fiumi mede fimi > &
b eguali fof d0p0 alquante miglia paffato il fiume del Ronco ; ueniuano uerfo Rauenna •
& moni de» l^elqual tempo i cittadini della Terra impauriti per la battaglia data ilgior-
difenfori fi no precedente ; mandarono fcn%a faputa di, Marc' ^Antonio un di loro a e trat e
ftoria del ' tare d'arrender fi : ilquale mentre uà innanzi, & indietro con le rijpoftey ecco
Roffi, & nel fioprirfi l' efferato nimico , che caminaua lungo il fi urne, alla uifla delquale fi
leuò fubito con grandi (fimo rumore in arme l'efferato Francefe , armati tutti
e Non per entrarono me' loro fquadroni , Leuaronfi tumultuofamentc dalle murai' arti*
xamente1, co glorie, & leuatc fi uoltarono uerfo i nimici , confultando tra tanto Fois con
me dice gì gli altri Capitani , fé fuffe da p affare ali bora medefima il fitmie per opporfi
fi ; ma per che non enti 'afferò in Rauenna : ilche ò non harebbono deliberato di fare, ò aL-
uattenere. j meno era impoffibile con bordine commùente, & con laprefìex^a neceffaria:
arte fin che doue a loro fu facile l'entrare quel dì in Rauenna per lo bofeo della Vmeta ,
d'u^L t0 c^ * tYct> lmare> & ^a Cltt* : laqual co fa cofìrignena i Francefì a partir fi per la
fi forte auui penuria delle uettouaglie dishonorat amente della Romagna . Ma e (fi, b non co
cmato:e in. nojcenci0 l'occafione, e temendo di non e fiere sfondati mentre caminauano , a
vna oratio- combattere in campagna apertay ò giudicando per l' approffimarfi loro effere a
cardinal!?- baftanig foccorfo Rauenna,perche Fois non ardirebbe di dami la battaglia;fi
feuerino da fermarono contra l' emettanone dì tutti appreffo a tre miglia a Rauenna, dout
An?bafc?au> fi ^ice ^ Mulinacelo : & formiti attefero tutto' l reflo di quel dì , & lanotte
ri Rauigna- feguente a far lauorare unfoffo tanto largo , e tanto profondo , quanto patì
la br suiti del tempo innan^ alla fronte del loro alloggiameuto. ^Iqual tem
pò
m.
V> E C I M Ó. 501
pò fi configliaua non fenica diuerfità di pareri tra i Capitani trance fi .-per-
ete dare di nuouo ly affatto alla Città > era giudicato di molto pericolo batten-
do innanzi a fé poca apertura del muro , e alle (palle i nimici , inutile ilfopra- .
federe fen%a fteran%a di far più aleuti effetto : an^i impoffibile per lacare-
flia delle uettonaglie, e'I ritirar fi rendere agli Spagnuoli maggior rìputatione * .Dif e ì\\tì
di quel ch'effi col far fi innanzi haueuano i giorniprecedenti guadagnata : pe- rabricio co
ricolofiffimo , & contra le deliberationi fempre fatte y l'affettargli nel loro ioni]a !*j**
alloggiamento , il fiale fi penfaua baueffero fortificato , e ira tutti i pericoli cefi p affati i
douerfipiu fuggire quello , dal quale ne poteuano fuccedere maggiori mali , no *!• f\"m<rÌ
né potei- fi difordine , ornale alcuno pareggiare all'effer rotti . J^eHequali diffi cafona ,
tutta fu alla fine deliberato, confortando mafjìmamente Fois quefla delibera- ch£gli afFaI
tione , come coja pingloriofa , ZT più Jicura, andare come prima appanffs il la metà d'ef
dì ad affettare i nimici : fecondo laqual deliberatone gittato la notte il ponte f "^chè
fui Ronco , & pianati per facilitare il p affare gli argini delle ripe da ogni «gii «irgoie
parte ; la mattina alt aurora , ebe fu l'undecimo giorno d^Aprile , di folen- mefo" f".
a nifjimoper la memoria della Santiffima Refurrettione , a paffaronoper lopon Telargli paf.
tei fantiTedefcbi, ma quafi tutti quei delì auanguarda , & della battaglia , ^'^iw:
paffarono agnaT^o il fiume : il retroguardo guidato da luo d'allegri, nel- di che véne
quale erano quattrocento lance , rimafe fu la riua del fiume uerfo Raucnna : p^o? éiì
perche fecondo il bifogno potè 'ffe foccorrere l'efferato , & opporfi > fé i foldor coiónadif-
ti , ò il popolo ufciffero di Ravenna : & alla guardia del ponte gittato prima ^ì 1% °pft
fui Montone ,fu taf ciato Taris Scoto con mille fanti . Trepararonfi con que-
fi ordine i Fr ance fi alla battaglia . L 'auanguarda con l'artiglierie innanzi gui
data dal Duca di Ferrara, con fettecento lance , & confanti Tedefcbi fu col- tuto.
locata fu la riua del fiume , ch'era loro a man deflra , fiondo i fanti alla fini !eSigrim?d !
flra della caualleria: alato all' antiguarda pur per fianco furono pofli i fanti c i{ vic"è
della battaglia ottomila , parte Guafconi 3 parte Riccardi ;& dipoi aliar- hot" fiifu
gandofì pur fempre tanto più dalla riuadel fiume ;fupofto ^ultimo fquadro- méte 8li?°
ne de fanti Italiani, guidati da Federigo da B0730I0 ,nelquale non erano «wT&^i
più che cinque mila fanti : perche con tutto che Fois , paffando innanzi a Bo- a*jtó%
logna haueffe raccolti quelli, che ù erano a guardia ; molti $ erano fuggiti per bò ' molto1
lafirettezza de' pagamenti ; & a lato a queflo Squadrone tutti gli arcieri , JJ^Jj %
ei cauai leggieri, ebepaffauanoper il numero di tre mila . Dietro a tutti que fendo uco
fii fquadroni, iquak non diftendendoft per linea retta , ma piegando fi faceua- Jij"^» aut
no quafi forma di me^a luna ,fu la riua del fiume erano collocate le feicento tòma: iichc
lance della battaglia guidate dalla Taliffa , & infume del Cardinal di S. Se- filoni a
uerino Legato del Concilio: ilquale grandi [fimo di corpo,& di baffo animo, co car.jox. fac.
peno dal capo infima' piedi d'arme lucentiffime ; faceua molto più l'ufficio di l'
h Capitano,che di Cardinalefodi Legato . b ISlonfi riferuò Fois luogo* cura al- b Ccd dico
cunaparticolare:maelettidituttoref}èrcitotrentaualorofifiimigentil'buo- n.° il Gio"
mmi,uolìe effere libero a prouedère, & foccorrere per tutto, facendolo mani fé mecòriì™ i
flamente riconofiere dagli altri lojpkndore3 &la belleiga dell'arme, & la KoflL
fopra-
co figlio del
Nauaria ha
ueuano po-
co vart
LIBRO
fuprauefta ; & allegri fjìmo nel mito con gli occhi fieni di uigore, & quafiper
la letitia sfauillanti. Come l'efferato fu ordinato [alito fu l argine del fumé
tonfacundii ( cofi diuulgò la fama) più che militare parlò accendendo gli ani
mi dell'efferato » in quefto modo .
i v a n felini a 'Quello che, faldati miei, noi habbiamo tanto defiderato dì potere nel cam~ *
i n nodi ce p0 aperto combattere co nimici , ecco che quefto giorno la Fortuna fiataci in
o?a!iorj!( fat tante uittorie benigna maire* ci ha largamente conceduto , dandoci l'occafio-
ic , vaa i-n- nc tacqui (lare con infinita gloria la più magnifica uittorìa- che mai alla memo
dóna,8c Val ria degli huomini acquiflaffe efferato alcuno ; perche ncn folo Rauenna, non
tu poi dai rcj0 tutte ie ferre di Romagna refteranno efbofìe alla nofira diferetione^ma fa
éfiexcito , ri~r.no parte minima de* premi) del uoftro ualore ; concio fa che non rimanendo
più in Italia chipoffa opporfi aitarmi uofir e^corr eremo fen^a refìftcnya alcu-,
na i.fiv'a Roma : oue le ricchezze fmì furate di quella federata Corte* eftr at-
te per tanti fecoli dalle ui fiere de Chrifiani; far anno J archeggiate dauoi%
tanti ornamenti fuperbiffimi, tanto argento, tanto oro , tante gioie , tanti ric-
chiffnni prigioni^ che tutto 7 Mondo hara inuidia alla forte uoflra : da Roma
con la mede firma facilità correremo in fin a l^apoli uendicandoci di tante in*
giurie ritenute : laqual felicità io non so imaginarmi co fa alcuna , che fa per
impedircela, quando io con fu ero la uoflra untù, la uoflra fortuna, l'honorate
umor le 7 chauete hauute in pochi giorni , quando io riguardo i uolti uoflri ,
quando io mi ricordo che pochi/fimi fono di uoi, che innanzi a gli occhi miei rio
habbino con qualche egregio fatto, data teftimonian%a delfuo ualore . Sono i
nimici mftri quei mede fimi Spagnuoli, che per la giunta nofira fi fuggirono iti
tupero'ìumenie dinotte da Bologna: fono quei mede fimijhe pochi giorni fono,
non al rimer. t hs (rifuggir fi alle mura d'Imola, & di Faenza, ò ne3 luoghi
montucfi & difficili fi j alitarono da noi . T^pn combattè mai quefia natione ■
nel Regno di 1<[apoli con gli efferati nofìri in luogo aperto, & uguale,ma con
vantaggio fempre ò di ripari , ò di fiumi, ò difofjì : non confi datifi mai nella
uirtii, ma nella filande, & neU'infidie ; benché quefli non fono quelli Spagnuo
li inueterati nelle guerre rtJapolitane, ma gente nucua , & inesperta , & che
non combattè mai centra altre arme, che contra gli archi, & lefreccie , & le
lande (puntate de' Mori; & nondimeno rotti con tanta infamia da quella gen
te debole di corpo, timida d'animo , difarmata , & ignara di tutte l'arti della
guerra, l anno paffato all'i fola delle Gerle, dotte fuggendo quefìo mede fimo
Tietro lS[auarra Capitano appreffo a loro di tanta fama ;fu effempio memo-
rabile a tutto 7 Mondo, checiiffcr£n%a fìa a far battere lemma con l'impeto
della poluere, & con le cane fatte nafeof amente fotio terra, a combattere con
la nera animofità & fortezza : fanno hora rinchiufi dietro ad un foffo fatto
con grandiffvma paura quefia notte, coperti i fanti dall'argine & confidati fi
nelle carrette armate; come fé la battaglia s'haueffeafare con queflt inftru-
menti puerili ; & non con la uirtu dell'animo , & con lafor%a de' petti , &
delle braccia : cauerannogli , predatemi fede , di quefte loro caucrne , le nofire
arti-
t> E C I M O. 30*
artiglierie, condurr annogli alla campagna [coperta , & piana : doue appari-
rà quello, che l'impeto Francefe, la ferocia Tedefca, & lagenerofitàdegl'lta
Uaniuaglia pitiche l*aftntia,& gì 'inganni Spagnuoli . l^onpuò cofa alcuna
4 diminuire la gloria nofira , fé non feffere noi tanto * fuperion dì numero & * L'Anfci mi
• quafi il doppiò di loro : & nondimeno l'ufar quefio uantaggio , poi che ce l'ha j° J^1 *j#j
dato h Fortuna, non farà attribuito a uiltà nofira,ma a imprudentia , e teme d >rc?h* ^t
ri fi uro > laftì/* wo» conétteea combattere il cuore , 0 w #/rf« ; ww l amor un irn>c d, g^
a/ Faonti
in parole t perche con fpfeifui conforti appref/b a faldati di tanta uirtì: dijfe- « <*J &«*«*«
ri ito io tanto la aittcria, quanto di tempo fi con fuma a parlar con noi t Fitte -
uìmnnn'xiualorofamenie fecondo f ordine dato, certi che quefio giorno darà
al mìo Re la Signoria, a uoi le ricchezze di tutta Italia ; io uoflro Capitalo fk
rò ferapre in ogni luogo con noi, & e/porrò come fon folito,la ulta min ad ogni
pericolo ,felu;iffirtiopÌH che mai fuffe alcun Capitano , poiché ho a far e con U
uhi orla di quefio dì pili glorio fi, &piu ricchi i miei foldathche mai da treccn
to anni in qua fu ffer 0 foUati >ò effer cito alcuno .
La qnefte parole rifonando l'aria di fuoni di trombe , & di tamburi , & dì
aUegì'ìjJìmigi-idi di tu no l' efferato ; cominciarono a muouerfi uerfo l'alloggia-
mento de nimici diftante dal luogo,doue haueuanop affato il fiume , meno di
due miglia : lattali alloggiati diftefì fu la ritta del fumé , ch'era loro da man
ftmflra ; & fatto innanzi a fé un foffo tanto profondo , quanto la brenna del
tempo haueuapermeffo 3 che girando da man deflra cigneua tutto l'alloggia-
mento , lafciato aperto per poter ufeire co caualli afearamucciare fu la fronte
del foffo uno Jpatio di uenti braccia ; dentro alquale alloggiamento, comefen-
t irono i Fr ance fi cominciar a p affare il fiume , s'erano meffiin battaglia con
quefl'ordine; l'auanguar da di ottocento huomini d arme guidata daFabritio
Colonna ,fu collocata lungo la riua del fiume > & congiunto a quella a man
deftra uno fquadrone di fei mila fanti ; dietro ali auanguarda.pur lungo il fin
me, era la battaglia difeteento lance, & a tato uno fquadrone di quattro mu
la fanti condotta dal Vicert,& con lui il Mar che fé della Talude ; & in que-
flauenìuail Cardinal de' Medici priuo per natura in gran parte del lume de
gli occhi y manfueto di coflumi, & in habito di pace, & nelle dimoftrationi,&
negli effetti molto diffxmile al Cardinal di San Seuerino :feguitaua dietro al-
la battaglia pur fu la riua del fiume il retroguardo di quattrocento huomini
d* arme condotto da Caruagial Capitano Spagnuolo con lo fquadrone a lato di
quattro mila fanti : e i cauai leggieri de* quali era Capitan Generale Ferran-
do Danaio, Mar che fé di Tefcara , ancor giouanetto , ma di rariffima efpetta-
tione ; erano pofii a man deftra alle jpalle de' fanti per foccorrer quella par-
te, che inchinale : l'artiglierie erano pofte alla tefta delle genti d'arme : &
Tietro
LIBRO
Tìetrol^auarya , che tòn cinquecento fanti eletti non s'era ubligato a luògo
alcuno, baueua fui foffo alla fronte della fanteria collocate trenta a carrete , a
a Qjtefte e bancario fimilitudine di carri falcati degli antichi , cariche d'artiglierie mi-
carrcne, di- nutc<> con un {piede lunghi ffimo [opra effe per foftener più facilmente l' affollo
mi,c'baue- de' Francefi : colquale ordine ftauano fermi dentro alla fortezza delfoffoy
nano nella gettando che r efferato nimico ueniffe ad affamargli : laqual deliberatone ,
ipiedi,iughi come non riuficì utile nella fine, apparì fimilmentc molto nociua nelprincipio,
come vna perche era flato configlio di b Fabritio Colonna,che fi percotefie ne' rumici qua b
tiflìmi , con do cominciarono apaffareil fiume giudicando maggior Montaggio il combat-
al.cu"! sj"hJ ter e con una porte fola, che quello , che daua loro l'bauer fatto innanzi a fé
!ugi,inchio un piccolo foffo : ma contradicendo Vietro J^auarra, i cui configli erano oc-
dati iopra ^ ùttati quofi come oracoli dal Viceré ì fu deliberato poco prudentemente la-
iareollaco- 1 J ^ . . // r >x r . .
lo agii huo f elargii pafjare.Tero f atti fi innanzi Francefi , & già mani circa dugento
in,m tmlw braccia al foffo ; come uiddono flore fermi inimicune uolere ufeire dell' allog-
A' dtri fai- gìamcnto ; fi fermarono per non dare quel uantaggio , ch'ejjì cercauano d'ha-
c.3 "j^' uere ; cofi flette immobile l'uno efferato & l'altroper ((patio di più di due ho
a ì efi'andr o re ; tirando in queflo tempo da ogni parte infiniti colpi d'artiglierie, dalle qua
?lr.gdeferit- li patinano non poco i fanti de' Francefi per hauere il %ouorra piantata l'ar-
ti da curtio tiglieria in luogo, che molto gli offendeua : ma il Duca di Ferrara, tirata die-
c*{ uio «e tro all'efferato una parte dell artiglierie ; le conduffe con celerità grande olla
paria , &\ punta de' Francefi nel luogo proprio don erano collocatigli arcieri: laqual putì
luccrmame ^ ^ hauere l'efferato forma curua, era quofi alle frolle de nimìci : donde co
mincio a battergli per fianco ferocemence > & con grandiffimo danno maffi-
b ^WTo- Mamente della caualleria: perche i fanti Spaglinoli ritirati dal Tuonano in
tato di fopra luogo baffo a canto alt argine del fiume, & gìttatifi perfino comandamento dir
Yar; 3f-rit- flefi m tm&> nonpoteuano efiere percoffi . Cridaua con alta noce Fabritio,et
to
A
vna
tera : douc 'Nauarra, c moffo da peruerfa ambinone, perche prefupponendofidouereper e
Slitì wtt°o la uirtu de fanti Spagnuoli rimanere uitt or io fio, quando bene fu fiero periti tut
ai vìcerè,& ti gli altri, riputano tanto aumentai fi la gloria fuo, quanto più crefceua il da-
"a°rnra!ldfcui no dell' efienito . Magia tale rouina bautta fatta nella gente d'orme , & ne
i n quefto ca cami leggiCri l'artiglieria, che più non fipotcHafoflenere,& fi uedeuano con
ttne U me mifer abile frettacelo mefcolato con gridi bombili bora cadere per terra mor-
ti i foldati, e i caualli , bora bollar per aria le tefle & le braccia ficcate dal
mederò ° refl° del corpo . TeraFabritio e f damando, h abbiamo noi tutti uituperofamen
conientono te a morire per l'oftinationey & per la malignità d'un Marrano i ha ad e fiera
Ì!en!brJo°2. diflrutto tutto queflo esercito, fenica che facciamo morire un folo de ninnici *
delia vita di doue fono lenoftre tante uittorie contro i Francefi i ha Ihonore di Spagna,&
idamo Rof d'italiaa perdei fi per un l^auarro i frinfe finora del foffo la fina gente d'arme
fi nel libro
ottano delle Tue hiftoxie diJRauenna,ck l'Anfeljm nella Tua lettela, dannando I'oftina:ione,& l'an bition del
Nauarxa.
eh Za
z
DE C I M O. jpr
ferina affrettare ò licenza, ò comandamento del Viceré: diètro alquale fé gui-
dando tutta la caualleria ; fu corretto Tietro J^auarra dare il fegno a [mi
fanti: iquali rizzati fi con ferocia grande ,fi attaccarono co fanti Tedefehi*
che già s'erano approffimati a loro: co fi me folate tutte le [quadre , cominciò
una grandiffima battagliai &fen%a dubbio delle maggior i, che per molti an-
ni hauefìe ueduto Italia: a perche & la giornata del Taro era flato poco al-
tro più che un gagliardo [contro di lance; e i fatti d'arme del I{egno di "Na-
poli furono più preflo difordini, ò temerità, che battaglie ; & nella Chiara- fn 1"^"'
dadda non haueua dell'esercito de Vinitiani combattuto altro , che laminor luogo >* fst
parte :ma qui mefcolati tutti nella battaglia, che fi faceua in campagna pia- ™ Rauerìn*
na^fenxa impedimento di acque >ò ripari,combatteuanodue efierciti d'animo a gtì a.ltri dc
cftinato alla vittoria, ò alla morte sfiammati non folo dal pericolo, dalla glo p"1"^ \0 cc
r ia) '& dalla ff>eran%a,ma ancora da odio di natione contra natiòne: &'fu me- le.bra Per lo
mor abile fpett acolo , che nello [contrarfi i fanti Tede [chi con gli Spagnuoli , ba degù a°i-
mejjìfi innari a glifquadroni due Capitani molto pregiati Iacopo Empfer Te !ri: ilche c5
defco ; & Zamudio Spalinolo combatteron quafi come per prouocatione: do- emano Fio
uè ammaxj^to il nimicoyreflb lo Spagnuolo uincitore. Tuonerà per l'ordina- *?$$&• neI
rio pari la cavalleria dell'efferato della Lega alla caualleria de Fr ance fi , & &0 a°cap. te-
l'haucuano il dì conquaffata, & lacerata in modo l'artiglierie, eh' era diuenta J.todeci.mo.
ta molto inferiore : però poi c'hebbe foflentato per alquanto (patio di tempo fcoifi, qaan
più col ualor del cuore, che con le forze-, l impeto de' nimicL & [oprauenendo do la mem_°
r j rr i r v w; i • ; I i ^ •;, r ■ j nancnma-
adojjo a loro per fianco Iuo d Allegri col retroguarao z? con mille fanti la- chi , poiché
[ciati al Montone? chiamato dalla Taliffa -, & prefo già da' foldati del Duca t™™* "{£
h di Ferrara b Fabritio Colonna, mentre che ualorofamente combattena:nonpo detto ) già
tendo più refiftere ; uoltb le fyalle , aiutata anco dall' e fi empio de' Capitani: ^J l*£™\
perche il Viceré, & Caruagìale, non fatta l ultima efperientia della uirtù de è fiato ieri-
fuohfi meffono in fuga,conducendonc quafi intero il ter^p [quadrone, & con t0 ucd€rl° •
loro fuggì Antonio da Leua, huomo allhora di piccola conditione, ma che poi
esercitato per molti anni in tutti i gradi della militia;diuentò chiari/fimo Ca- b Fabritio
pitano. Erano già flati rotti tutti i canai leggieri,& prefo il Marche fé di Te gendo rotti
fcara loro Capitano pieno di f angue y& di ferite -pre fa il Marchefe della Talu nation dd
de, ilquale per un campo pieno di foffe, & di pruni haueua condotto alla batta ti iTiUma * ca.
glia con difordin e grande il fecondo fquadrone coperto il terreno di cauallh& sion della
d'huomini morti : & nondimeno la fanteria Spagnuoh abbandonata da' ca- caualleria ;
ualli,combatteiìa con incredibil ferocia: & [e bene al primo feontro co' fanti moffc Pe?
tedefehi era fiata alquanto urtata dall' ordinanza ferma dalle picche ; acco- mz andò
flatifipoi a loro alla luughe-^a delle fpade 5 & molti degli Spagnuoli coperti drittamen-
da gli fcudhentrati co' pugnali tra le gambe de' Tedefehi y erano con gran- bocca dei-
diffima uccifionepemenut i già quafi a me%o lo fquadrone:preffo a' quali ifan J.'*.1 J?h " jfi
ti Guafcani occupata la uia tra ilfiume^t l' argine ;haueuano affaltato i fanti fonfo , che
tutti i Tuoi
foldati gli sbaragli ò:&eflb dal Duca Alfonfofu fatto prigione. Di ciò dille l'Ariefto nel Canto iattanza s*
La gran Colonna del nome Romano:&c,
Italiani:
LIBRO
fé r*v *Q ltauan*: kpùti benché hauefero patito molto dall' 'artiglierie ; nondimeno
dj vender gli rimette nano confomma laude, fé con una compagnia di caualìi nonfuffe cn
m diloò'fuo trat0 tra l°ro a Iu0 dì lAllcgrucon maggior uirtu t che fortuna : perche e fendo.
figliuolo j gli quafi fubito uccifo innanzi agli occhi preprij Vumroe fino figliuolo ; egli
«n0;tnOninV! non udendo foprauiuere a tanto dolore ; dittatoti col cauallo nella turba più
no innanzi .» r r> r -rr
in Ferrara fretta de* nimici , combattendo come fi conueniua a fortijjtmo Capitano , &
if Rama"- hauendone già morti di loro , fu ammainato . Tiegauano i fanti Italiani non
zouoj andò potendo refi fere a tanta moltitudine : ma una parte de fanti Spaglinoli cor fa ■
gentUUuif dfoccorfo loro ; gli fermò nella battaglia : e i fanti Tedefcbi, oppreffi dati al-
to uè gii fu tYa parte de gli Spagnuoli a fatica poteuano più refiflere : ma e fendo già fug-
uerro°e Pai- gita tutta la cau aììeria : hfi uoltò loro addoffo Fois con gran moltitudine di ca l
tro figHuo- m\\ii ilperchegli Spagnuoli più tofto ritraendo fi, eh e fcacciati dalla battaglia*
mo vìkVò non perturbati inparte alcuna gli ordini loro , entrati fu la uia eh' e tra ilfiu-
anchoretfb. me^ l'argine, caminando dipaffo , & con la fronte fretta , & però per la
uio, & Giro fortezza di quella ributtando i Franccfi , cominciarono a difeoftarfì : nclqual
lamo Rodi . teritp0 'Pietro Rinarra defiderofopiu di morire > che difaluarfi ,. & però non
b scrìue fi partendo dalla battaglia; rimafe prigione. Ma non potédo comportare Fois,
v a neimi , cjje quella fanteria Spagnuolafe nandaffe qua fi come uincitrice faina netior-
fu'rooho18 àinan%afua,& conoscendo non effer perfetta la tintoria ,fequefii ccmeg'i al
difeonforta tYl nonfi rompeuano ; andò furie fornente ad affiatargli con unafquadra di ca-
capj uni" a ualHpercotendo ne gli ultimi : da' quali attorniato, & gittato da cauallo, ò co
perfeguitar me a[cmi dicono effendo?li caduto ,mentr e combatteua,il cauallo addoffoScri-
]a fanteria , „ ;.</»-, r , r r j * j ri i •
che in ordì- to d unapicca in un fianco c ]u ammainato : &Je come fi crede* e defiderabi- ,
nanza fé 'n' ^e ji^ome a chi è nel colmo della maggior proferita, morte certo felici '(fìnta ,
Lndo afiai morendo acquiflata già sì glorio fa tintoria . Mori di età molto giouane,& con
a eflcr r ma jama fmgolare per tutto il Mondo thauedo in meno di tre mefi: & prima quafi
òt\ campo , Capitano3che fioldato, con incredibile celerità,& ferocia ottenute tante nino
fenzu fortu 'ne • Rimafe *n terra aPPreJF° a hù con tienti ferite d Lautrecìh quafi per mor-
ma egli toy che poi condotto a Ferrara per la diligente cura de* medici ,faluò la uita .
bbé altra- carriaggi pY ej e te vanaierczr i artiglierie, ^prejo u Legato aei Tomeftccn-
mente ftata quale dalle mani degli Stradiotti ucnuto in potè fa di Federigo da Bo7^ole;fu
coio°roafaiuei da lui prefentato al Legato del Concilio : preft Fabricio Colonna,Tietro Tslg-
in ordinàza Uarra,il Marchefe della Talude,qneUo di Bitonto,il Marchefe diTefcara, &
phanoVSfe molti altri Signori, e Baroni , & honorati gentil* buomini Spagnuoli , & del
t Scriuonóil Giouio,& rAnfelmijCheMonfignor di Fé i spedendoli dagli Spagnuoli ferito ; gridò più uol
te il nome fuo,dicendo ch'era Fois,& fratello della Reina di Spagna:*khe non gli giouò però punto. L* A nfel
mi non lo crede, dicendo, che quantunque polla molto il timor della morte ; lo contrafta nondimeno affai
l'altezza di vn cuor Reale. ,,,„ r -^r o rr . j-
d Monfignor di Lotrecco fu poi Capitan general de franceli con auttonta fuprema , & fufratel cugino di
e Difetto a cai. 3 26. fcriue quello auttorc , che U Cardinal de* Medici Legato l'anno fegueme in quello giei
no tnedeiifflo fu coronato Papa .
Regno
DECIMO. 304
a 'Regno di Ttfapoli. ariana cofa è più incerta,che'l numero de morti nelle bat- Taat0 è
taglie ; nondimeno nella uarietà di molti fi afferma più communemente , che incerto il
tra rimo esercito , & £ altro morirono almeno dieci mila huomini : il ter70 JL"?,?1^'
v» * » % « * • « • more* ne
de Fr ance fi, i due ter^i de nimici : altri dicono di molti più , mafen%a dubio fatti d'ar -
qua fi tutti i più ualarofh & più eletti > tra iquali degli Ecclefiaflici Rafaello ™ eft0hfon«
de* Vax^iìCondottiere di chiaro nome , & moltiffimi feriti , Ma in quefta par quali tutti
te fu ferina compar adone molto maggiore il danno del uincitore per la morte '^ a'ucr°0;j*
di Pois, d'ino d\ -lUegti, & di molti huomini della nobiltà Francefe : il Capi- il gìouìo , e
tano lacolh & più altri ualorofi Capitani della fanteria Tede fiatila uirtà del L vcntfmì
laqualefi riferiua, ma con pre^T^o grande delfangue loro , in non piccola par- i« • i| Bebo,
te la uittoria : molti Capitani infwne con Molarlo de* Guafconi, & de1 Tic- mì l8t ^ìu!
cardi, lequali naiionì perder ono quel dì appreffo a Francefi tutta la gloria lo- H Buonac-
ro : ma tutto il danno trapafìò la morte di Fois , col quale mancò del tutto il ^L* & pò-
neruo & la ferocia di quell'efferato :de uintì che fi faluarono nella batta- <jo meno
glia , fuggì la maggior parte uerfo Cefena , onde fuggiuano ne' luoghi più di- a GMUnia
flanti : ne il Viceré fi fermo prima che in .Ancona-, oue peruenne accompama P°> da' ^.a~
7 7 rr • li r r i- • ;« ^ » • u r r 1 1' Poco <*n-
to da pochi (limi caualli: furonne jualigiati, & morti molti nella fuga; perche corda il Rof
e i ?ae fatti correuanoper tutto alle flr ade ,e'l Duca dVrbino, ilqual mandato J. : ? ^ Gra"
molti dì prima Baldaffarre da Caflìglione al He di Francia > & hauendo huo- di veti mila.
mini proprij appreffo a Fois fi credeua y che occultamente haueffe conuenuto
contra il Zio- non folofufcitò contra quelli che fuggiuano gli huomini del pae
fé, ma mandò faldati a fare il mede/imo nel tenitorio di Tefaro : foli quelli *
che fuggirono per le Terre de' Fiorentini per comandamento de gli officiali ,
&poi della Republica , paffarono illefi , Ritornato l efferato uincitore a gli b Di5eJ*A."
alloggiamenti, i Rauennati mandarono fubito ad arrender fi : ma ò mentre che n&otto '
contengono, ò che già conuenuto, attendono ad ordinare uettouaglieper man ruppero il
darle nel campo, int erme ffo la diligentia del guardare le mura , i fanti Tede- ouo?fidan-
ffibi, & Guafconiy entrati b per la rottura del muro battuto nella Terra , cru- dofl \ K™[-
deliffim amente la j ^echeggiarono ; accendendogli a maggior crudeltà , oltra IS^dei^S
Iodio naturale contra il nome Italiano* lo fdegno del danno riceuuto nella c- f1/0"^
giornata . Lafciò il quarto giorno dipoi Marcantonio Colonna la Cittadella , dice cb/en*
nella quale s'era rifuggito , falue le perfine > & la robba, ma promettendo al- *raron Pf.r
1 > • r ii-^-i- » * r . -»1* rotto di
lo ncontro infieme con gli altri Capitani di non prender più arme ne contra il prima : & è
Re di Francia,nè contra il Concilio T ifano, fin alla feftiuità prò ffima di Maria ^ 5J31" ^
: Maddalena ; ne molto dipoi il e Vefcouo Vitello prepofito con cento cinquan- autto?e que
taf ami alla Rocca, concedutagli la medepmafacultà,con finti di darla» Segui A? {fa-
tarono la fortuna della uittoria tutte la Città d'Imola, di Forlì,di Cefena % & luuenna .
di Riminiy e tutte le Rocche della Romagna eccetto quella di Forlì > & d Imo-
Li : lequali tutte furono riceuute dal Legato in nome del Concilio Vifàno.Ma „afi gSo
l'efferato Francefe rimafoper la morte di Fois , & per tanto danno riceuuto > vitelIi » &
comeflupido ; dimoraua ociofamente quattro miglia appreffo a Rauenna , & aT cfttT "di
incerti il Legato, & la Taliffa7 ne' quali era peruenuto Ugouerno3perche ^Al- cucilo »
fonfo
ft»/ò <foE/fc. fé »'f M già ritornato a Ferrara , qual fufie la uolonta del He ;
alien aitano le fue commcffioni , non effendo anco appreso a faldati ai tanta
autorità, che fuffebafiante a far muoue-re l'efferato implicato nel diffcnla-
re , ò mandare in luoghi ficuri le robbe faccheggiate , & indeboliti tanto di
for%e, & d'animo per la uittoria acquifiata con tanto [angue , che pareuano
più fintili aitimi, che auincitorv.onde tutti i faldati tonlamenth & con la-
grime cbiamauanoilnome di Fois,ilquale non impediti, né fpauentati da co-
la alcuna harebbono feguitato per tutto . J^è fi dubitaua che tirato daU im-
peto della fui ferocia, & dalle promeffe fattegli , fecondo fi diceua ual Re ,
che a lui s'acquiflaffe il Reame di -Napoli ; farebbe fiotto dopo la uittoria ,
con la confitela celerità corfo a Roma, & che il Tonteficc, & gli altri non ba-
ttendo alcun altra fperan%a di faluarfi ,fi farebbono preapitefamente meffi
in fima . Teruenne la mona della rotta a Roma il tenodeamo di d aprite ,
portata da Ottauian Fregofo , che corfe co canai delle pofte da Fofiombrone,
& fentita con grandiffima paura,e tumulto da tutta la Corte. Tero i Cardi-
nali concorfi fubit amente al Tapa lo flrigneuano con fonimi prieghi,cbe ac-
cettando la pace,laquale non diffidauano poter fi ottenere affai bone ta dal
Re di Francia, fi difione fife a liberare hormai la Sedia ^pofiolica. & la per-
fonafua da tanti pericoli: bauere affaticato affai per la cffaltationaelta Cine
fa, & per la libertà d'Italia, & acqui/iato gloria grande della fita Janta in-
tentione-.effergli fiata in cofi pietofa imprefa auerfii, come fi era ueduto pei
tanti fegnUauolontà di D i o: alìaquale uolerfi opporre non efiere altroché
mettere tutta la Chiefa in ultima rouina-.^ppartenerepm a Dio che a lui la
cura della fita jbofa,però rimetteffifene alla uolontà fitta , & abbracciando la
pace fecondo il precetto dello Euangelio , traeffe di tanti affanni la fita uec-
chiexZtMato della Chiefa,& tutta la fina cortese nonbramaua , ne gru
daua altro che pace : efiere da credere che già i uincitori fi fkffero moli per
nenire a Roma, co quali farebbe congiunto il fiuo nipote : congmgnerebbonfi
1 SS* medefimamente Ruberto Orfino, * Tompeo Colonna, antimo Saltello ,Tietro
S fitgc Margano,& Renzo Mancino,! quefii fi fapeua che ricciuti danari dal Re di
«corretta™ F *; rtpreparauano infino innanzi alla giornata per molestar e Roma)*
cofo^n quali pericoli che altro rimedio effereebe la pace? Da altra parte gliUm-
ue« t P5- bafciatori del Re d'Aragona & del Senato Vinitiano faceuano incontrano
*Z^Z Jandiffima infiantia, sfittando fi perfuadergli non effere le cofi tanto afflit-
ta sauci- f è rjdgm in tmo efiemini0, né cofi difiìpato l efiercitoche non fi potejje
in breuiffimo tempo, ni con graue fiefia riordinare .-fiaperfi pitre il Viceré ef-
ferfi faluato con lamaggwre parte de cauaUr.efferfi partita dal fatto d arme
riftretta Meme in ordinanza la fanteria Spagnttola: laquale fi fufie jalM
comeerauerifimilcogni altra perdita effere di piccolo momento ;ne bauerfi
da temere che i Francefi potefkro uenireuerfo Roma cofi preflo,cbe non ba-
ueffe tempo aproueàerfiv.pmhe era necefjario che aliamone del Capitano fit\
fero accopagnatt molti diJordinh& molti danni; & effere per tenergli fioffefi
t) E C I M O. m
it foretto de gli Suì'ZgcYvi quali non effe? e più da dubitare che fi dìchìarereb
honoper la Lega;& fcenderebbono in Lombardia: ne fi potere operare di otte
nere la pace dal Re di Francia, fé non con conditioni ingiufliffime, & piene di
infamia,& hauerfi a riceuere anco le leggi dalla fuperbia di Bernardino Car~
vagial^ dalia infolen^adì Federigo da San S euerino;pero ogni altra co fa ef
fere migliore >cbe con tanta indegnità^ con tanta infamia metter fi fotto no-
me di pace in acerbifftma & infedeliffima Cernita : perche non cejferebbom
mai quegli feifmatici diperfeguitare la degni t a, & la uitafua : efiere molto
minor male ^quando pure non fi potè fi e fare altrimenti, abbandonare Roma^
& ridnrft con tutta la corte ,0 nel Regno di ls[apoli)ò a Vinetia, doue ftareb-'
be con la medefimaficurtà,& honore & con la mcdefimagranderzga:perche
con la perdita di Romanonfiperdeua il Tonteficato-.annejfofempre in qualun
que luogo aUaperfona del Tonte fice: r itene fi e pure lafolita coftan%a, & ma-
inanimita perche Iddio fcrutatore de9 cuori degli huomini,non mancherebbe
d'aiutare il fanti/fimo propofitofuo.nè abbadonarebbe la nauicella diTietro,
follia aeffere ucff.it a dalle onde del mare , ma non giamai a fommergerft : e i
principi Chrifliaui concitati dal "Zelo della religione,^ dal timore della trop-
pa grandezza del Re di Francia , piglicrdbono con tutte 'k for^e, & con le
per Jone proprie lafua difefadequali co fé udiua il Vontefice con fornma ambi
guità)& fojpenfione:& in modo che fi potè ffè facilmente comprendere, com^
battere in lui da una parte l'odio do fdegno , <ò~ la pertinacia infolitaa ejfer
tdnta,b apiegarfudalt altra il pericoloni timore :& fi coraprendeua anco per
le rifyofte faceua agli ^Ambafciatori, no gli effere tanto moleflo l'abbandonar
Roma,quanto il non poter ridurfi in luogo alcuno,doue rio fufie in poteflà d'ai
tri . Vero rijpondeua a' Cardinali uolere la pace, confentendo fi ricercajfero i
Fioentini,chefene interponeffero col Re di Francia: & nondimeno non ne ri
fyondem con tal rifolutione,nè con parole tanto aperte,che face fi ero piena fe-
de della fua intentione:haueua fatto uenireda Citata Vecchia ilBiafcia Gè*
nouc fé, Capitano delle fue galee, onde sinterpretaua che penfafie apartir fi da
Roma;&poco dipoi l'haneua licentiato.-ragionaua di foldare quei Baroni Ro a G,Vì° de*
manì3cl>e mn erano nella congiura con gli altri: udiua uolcntieri i conforti de' fu *p^ pj P*
due lAmbafciator'uma rifondendo il più delle uolte parole contumeliofe, & c ' cmétc 7-
a piene di fdegno . TS^elqual tempo foprauenne a Giulio de Medici Caualier di delia bì t!a°
Rodi; che fu poi Tapa, Uquale il Cardinale de Medici , ottenuta licentia dal SIia * Ccfc*
Cardinal Sanfeuerino,mandaua daltefiercito, in nome per r accomandar f egli tonio da l«
in tanta calamitala in fatto per riferirgli lo flato delle cofe : da cui hauendo ua: &.ha?u*
r rn ■ j i 1 • •• ^ r i- ■ „ ■ *o poi faluo
: mtejo pienamente , quanto jnfiero indeboliti 1 Franceji ; di quanti Capitani condotto
fufiero prmati, quanta ualorofa gente hauefiero perduta, quanti fu fi ero *•»»<*«««
quelli, che per molti giorni erano inutili per le ferite; guafìi infiniti caualli , cardi nai
diffipato parte dell' efi ere ito in uarij luoghi per lo fiacco di Rauenna i Capita- ^S&P*
ni jojpefì, & incerti della uolontà del Re > né molto concordi tra loro ; perche dito ai pa-
laTalifia ricujaua di comportare la infolentia di Sanfeucrino , cheuoleua l>i' Gionio>
Q^ q fare
LI B R O
fare t * ufficio di legalo* & di Capitano ifentirfi occulti m'ormórij della uenuìa
de gli Suiygeri; ne uederfifegno alcuno , che quelt efferato fuffepermuouerfi
preflo.-dallaquale relatione confortato molto il 'Pontefice, introdottolo nel Co
ciftoro; gli fece riferire a' Cardinali le cofemedefime, &fiaggiunfe cbel Du
ca ÓLVrbinO',(\ucl che lo mone ffe mutato configlio, gli mandò ad offerire dugen
b ?nu ad4 t0 b uomini d'arme,& quattro mila fanti . Terfcuerauano nondimeno i Car-
cairetto dinoli aflimolarlo allapaceidallaquale benché con le parole non fi dimoflraf-
c?iio° do- fi alieno, haueua nondimeno refoluto non l 'accettare , fé non per ultimo , &
xnenico Car difberato rimedìo:an7i quando bene al male preferite non fi dimoflrafìe medi-
dinaldclFi ~^ * . ,, > L. , a , r . V» l A i • tr
naie , di cui Cina prejcnte;aciberiua più tojto ai fuggire di Roma; pure che non rimanejje
ho filato ai tutiQ dijperato, che dall'arme de Trinciphbauefie ad efiere aiutata la cau
pcr°iLo Vio fa ftia> & jfiecialmente che gli Sui?geri fi moueffero : i quali dimoflrandofi
gran uaiorc inclinati a fuoì defiderìj,baueuano molti dì innanzi uietato agli ^Ambafcia-
Maeftro dei tori del Re di Francia di andare al luogo > nelquale per determinare fopra le
la R^Jg'o" dimande del Tontefice, conueniuano i deputati da tutti i cantoni, Lampeviio
*nno ss 13. in qucjio fiato alcuna \peran7a della pace : perche il Re di Francia innari^ fi
ìn>-n- t5 v faceJfe ^a giornata^commojfo da tanti pericoli , che glifopraftauano da tante
Turchi non cardinale del Finale , a Cardinali di Nantes > & di Stmonìa , che non mai
aroiron mai _ f >-» i«
andare a aio ' del tutto haueuano aboandonati i ragionamenti della concordia , proponendo
Iettarlo. €^eY contcnt0 cf)€ Bologna fi rendefie al Tonte f ce : che *Alfonfo da Ffii gli
b Dice il Bé defie Lugo>e tutte l'altre Terre teneua nella F^omagna: ohligafflfi al cenfo an
bo^hei'apa tlC0ì & cfoe pju non jj face fiero fiali nelle fue Terre: & che fi eftingueffe il
uendo man Conci lio>non dimandando dal Tapa altro y che la pace folamente con lui : che
da l?toii fer- ^fonf° d* Efii fHffe affoluto dalle cenfure, & reintegrato nelle antiche ragia
man de ila ni> & priuilegtj fuoi: che a! Bentiuogli, ì quali fle fiero in e fillio >fuffero rifer-
pace ; chu- mtj } y^ propYu;& refiituiti alle dignità i Cardinali . & Trelati> chauena-
«ìopocoap . r r j , J & .
pteflb gii no aderito al Concilio : leqnali conditioni , benché 1 due Cardinali teme fiero >
il!d ì Ref « c^je efiend° dip°i fucceduta la uittorie non fuffero più confentite dal He; non
binando, & ardirono proporle in altra maniera ; né il Pontefice , efiendo tanto honorate
tf &d!fle fó Per ^ nè volendo ancora manifeflare quella occulta deliberatione, e haueua
10^ che non nell'animo ; giudicò potere ricufarle : an^ forfè efier più utile ingegnarfi di
k> pefqud," filmare con quefìi ragionamenti l'armi del Re , per batter maggiore fpatio di
«h'eg!ì ha- tempo auederei progreffi di coloro , ne' quali fi collocauano le reliquie delle
^doche^gi! Jperan^e fue . Terò facendo del mede fimo infiantia tutti i Cardinali , » fot- b
»5 muruo tofcriffe il nono giorno dalla giornata quefti Capitoli ,aggiugnendo a* Cardi-
foTuo'.oma1 nali la fede di accettargli ,fel Re gli confermaua, & al Cardinale del Fina-
•orma i Fra [e , c fa dimoraua in Francia , ma ajfente per non offendere il Tonte fi ce dalla
Za fatai Corte, & al Vefcouo di T inoli , ilquale teneua in jLuignone il luogo del Le-
addormen gato } commcffe per lettere fi trasferiffero al Re per trattare quefte cofe ; ma
mm ifpeatloro ne mandato, nlpoffan^a di concluderle.. Infimo a quefio t er-
rarne procedendo i mali dei Tontefìce,mfino a quefio giorno fin il colmo del-
le fiie calamità, & de fimi pericoli: ma dopo quel giorno cominciarono a di-
mofirarficontinuamentc le Jperan^e maggiori, & auolgerfialla grandezza
fita fien&lcun freno la ruota delia Fortuna. Bette principio a tanta muta-
tone la panna [abita della Valifja di Romagna: ilquale richiamato dai Ge-
neral di Islormandia per lo rumor e , che crejceua della uenuta degli Smtzc-
rufìmoffe con £ efierato uerfio il Ducato di Milano, lafciati in Tamagna fono
a il Legato del Concilio* trecento lance, trecento caualli legnen , & fei mila
fanti con otto peT^i groffi d'artiglierie : & renderla maggiore il timore , che Je2?8K
s haueua degli Sm^eri,che il mede fimo Generale, penfandopiu a farfi gra- f %.mn*
to al Re , che a fargli benefìcio ; haueua contra quello , che ricer cauano le co fé b uoatToll
prefetti, Ucentiati imprudentemente fubito che fu acqui/lata lauittoria\i fi'
fanti Italiani, & ima parte de Fr ance fi . La partita della Valifìa afficurò
il Tontefice da quei timore , chepiu gli premetta ; confermollo nella pertina-
cia; & gli dette facilità di fermare le cofe di Roma , per lequali haueua fal-
dati alcuni Baroni di Roma con trecento huomini d'arme, e trattaua di far Ca
pitano Generale Troverò Colonna : perche indeboliti gli animi di chi tenta- .
uà cofe nuoue, Pompeo Colonna, chefipreparaua a Monte Fortino ; confentì, dici %?£
interponendofeneTroJpero , di diporre per fi ama del Tontefice inmano di P^'"ftituì
h Marcantonio Colonna Monte Fortino , b ritenendo fi bruttamente i danari * " *
hauuti dal Re di Francia . Onde & Ruberto Or fino, che prima era uenuto da cPietwMar
Migliano nelle Terre de Colonne fi per muouer lami , ritenendo fi mede fi- TiTÌ*
mamente i aanan haimti dal Re, concordò poco poi per mero di Gridio Or fi- fortunato I
no , riceuuto dal Pontefice in premio della fita perfidia l^rciueficouado di gSS*
€ Reggio nella Calauna. Solo c Pietro Margano fi iterano di ritenere i dana- Re: Perd
ri peruenuti aluitcon configlio più honoreuoie, & pìu Sfortunato: perche non nÌ!uH°
molto tempo dipoi prefo nella guerra dal fuccefiore del prefente Re[, hareb- c*"5 '
he coi fiipplicio debito pagata la pena della fiaude. Dallequali cofe conferà ckc ZTdo
mato molto l animo dei Tapa,poi che cefiaua il timore prefente de nimici fo- Pf ofP«oC«
d refiieri, & de dom:fiicr,dette il d ter^o giorno^ di Maggio con grandina fio £ "$£1
Unnica principio al Concilio nella Chiefa di San Gioitami Lacerano > ?ià cer- Kr! a • chof
foche non foloui concorrerebbe la maggior parte dt Italia, ma la Spaona, 2P\Sfo£
/ Inghilterra, w i angheria: alquale principio interuenne egli perfonalmen- dehaurcbbe
te inhabito Tonteficale, accompagnato dal Collegio de Cardinali,& da mol- «rTP5
mudine grande di Vefcouuouetelebrata , oltra molte altre preci , fecondo il ddl-afua a"
coflume antico, la Meffa dello Spirito Santo, & efiortati con una publica ora- ™™ "
none 1 padri ad intendere con tutto l cuore al ben publico , & alla dignità d A cim9*
JftClmflianareli^ t?'iVn
che infuturo s haueuano a fiatuire, il Concilio congregato effier uero levitti bo,che G co
mo, & finto Conci lio,& in quello rifedere indubitatamente tutta l'autorità \ S32 T
crpotejta della Chiefa uniuer fiale, cerimonie bellifjìrae , &fiantijfime , & da Concilio «•
«Qw. ? * penetrar*
o-
to
ii. a
JS7«fcc.
L ì B U O
penetrare infitto nette uifcere de cuori degli huominufe tali fi treaejjccbejui
fero i penfieri,e i fini de gli autori di quelle cofe, quali franano le parole .Colt
dopo U battaglia della Città di Rauenna,procedeua ilTontefice. Ma U Refi
Francia contutto cheìaletitia della uittoria perturbale alatola more
di Fois,amatmmo da Scornando [abito che il Legato, &Ja^allJ^C0^'n
cecero l'aerato quanto più preflo fipoteua a Roma: nondimeno i freddato
ilprimo «dorejcominaò a ritornare con tutto l'animo al df^'°^'aJa.
ti parendogli che troppo grane tempefta& da troppe parti fiprauem f\ '.al-
lecofefueÀrche fé ben C efare continuaffe nel prometter ^olerefiarecn
giuntoLLaffLmandolatriegua fattaci ^
tafattafenxafuo confentimento, & che non la r"fc^''^™£m
Re;oltrail dimore della fua incoftantia,e'l non efer certo, che queftecofe non
Mero dette fmulat amente; pareua hauereper le conduioni ^d^tZ
pagnograuealla guerra, & dannofo alla pace: perche credeua f*f$°.
fitioneCua l'hauefe a neceffitare a confentife a pm indegne conditionn & ol
uerhLtr dal Re d'Inghilterra ajpettaua la guerra certa: fer^ quel hcj*
ZSSStm unUrLadintinlrgl„che prete, dcua effi »£*£»£
confederationi,& conuentioni. eh 'erano tra loro , perche m lffcJf*
deua teccettione, * pure ch'ei non faceffe guerra, ne ">nhCbufi£ cdR a
f„P« fJ Catolico fuofuoccro.TerciòilReintefo con P^Jffe/%^'""e
^^-catiiriorentinUzheiinterponeffcr,^
Ke° d'tV, con ampli/fimo mandato il Vreidente àiQranopoli , T™h<}™"£e «JJ
5SSSS * ìrLoiiL fa per kfottofer.ttione de' Capital, amdmmon * epare»?
«n/o „'„„ %u *ta di Pontefice ;s' inclinò interamente alla pacc;be»chc te me ndopn.
&°P ^Ptadell'elJerato rmnto^em^^con^^^
% u„ *5 % TaPlljra>cbe g,à eraperuemao a Tarmale conpane delle tP^^W*
^^bJnRomigna^chefpargefc
«i. Chie> mzU zraue il concèder Bologna,non tanto per l mflan%a,che in ^°t"
t£S& ltLrafattaincomrario%uantoperehetmendo,chee^
tì'ÀtZ* JcenL rirnLfTeiimedefimo animo nelTonteficecontralu^ &?*<%«&
p«fe6ui,a- mh ld D;ICM0 di Milano:& altra quefto effendo uenuti il c*ràtmie™l*\
5&£ Mi Vefcouo di Tiuolifenxa mandato a ^h^eZn7ZTclet
IbofailTapadatanteangHflie&perKoliipareuaconuenicntefegM
Zlatamelte haueffe consentito. Wtmdjma» ^rfffZTcott
Capitolipredett,condcunelimitationhmanontali,chetur^
fSSdiL laqual rijpofla andò a Roma il ^^tiJantZtco^
ricercando m nlme del Re,che'l -Pontefice o ™»àf*Xtl^i^Z
A~* al vefcouo predetto, & al Cardinale^ che chiamale da Firenze tu n
a Co fi poco
G E C I M 6. 367
Ma nel Tontefice aumentauano ogni dì le fperanTg, &per confeguentè dmi
nuiua, fé inclinatione alcuna haueua hauuta alla pace . Era arriuato il man-
dato del He d'inghilterra^per loquale 'ijpedito in fin di K{ouembre ; daua fa-
tuità al Cardinale Eboracenfe d'entrar nella Lega, tardato tanto auenire per
lo lungo circuito marittimo , perche prima era flato in Ijpagna : & Ce far e di
0, nuouo dopo lunghe dubitationi , haueua ratificata a la triegua fatta co' Fini- * L*g«i fi*
tian'h accendendolo fopra tutti a queflo le fperanTg dategli dal Re Catolico > dice? *meti *
& dal Re d'Inghilterra fopra il Ducato di Milano}& la Borgogna. Confer- j"»a»?*i : al
mò medefimamente non mediocremente la (peran%a del Tontefice* le fperan mt\ * comi
%e grandiffime dategli dal Re d'Aragona : ilquale hauendo hauuta la prima h°c uo"to
notitia della rotta per lettere del Re di Francia ferine alla Reina,per lequa- in quegli*
// gli fignificaua Gafton di Fois fuo fratello effer morto , con fomma gloria in ^ mcdcfi-
ttna uittoria hauuta contrai nimici , & dipoi più paratamente 'per gli auifi
de* fuoi mede fimi , i quali per le difficultà delmare pertteniuano tardamene
tey& parendogliele 7 Reame di jjapoli ne rimaneffe in graue pericolo; ha-
ueua deliberato dimandare in Italia confupplimento di nuoue genti il Gran
Capitano, alqual rimedio ricorreua per lafcarfità de gli altri rimedi] .-perche
benché eftrinfecamentel'honoraffe;gli era per le cofepafìate nel Regno rb{a-
politanoypoco accetto ,& per lagrande'2ga>& autorità fua foretto. ^Aduque
quando al Tontefice confermato da tante cofe peruenne il Segretario del Ve-
feouo di T inoli co Capitoli trattati^ dandogli fperan^, che anco le limita-
tioni,aggiunte dal Retfer moderare l'infamia dell'abbandonare laprotettion
di Bologna; fi ridurrebbono alla fita nolontà,deliberato al tutto non gli accet
tare,ma rifletto alla fiotto fcrittione fua, & alla fede data al Collegio fimulan
do il contrario, come contro, U fama della fita ueracità ufaua qualche uolta di
fare;glifece leggere nel Concifìorio dimandando con figlio dà Cardinali: dopo
lequali parole il Cardinale ^Arborenfe Spaglinolo, &' il Cardinale Eboracen*
fé ,c baueuano così prima occultamente conitenuto con lui , parlando fimo in
nome del Re d\/£ragona>l altro in nome del Re d Inghilterra , confortarono il
Tontefice a perfeuerare nella conflamia,nè abbandonare la caufa della Chie-
falche co tata dignità haueua abbr acciaiale ffendo già cefiate le neceffitày che
l'haueuano moffo a preflare l'orecchie a quelli ragionamenti, et uedendofi ma
nifeft amente che Di oy per qualche fine incognito a noi , haueua permeffo che
lanauicella fuafuffe trauagliata dal mare^aon uoleua che laperifie;nè effer e
conueniente,nè giufio fare pace per fé particolarmente >,& battendo a efiere
commune, trattar la fenvra par ticipat ione de gli altri confederati)ricordando<*
gli in ultimo che diligentemente confideraffe, quanto pregiudicw potefie efie-
re alla Sedia iApofiolica,& afe l'alienar fi dagli amici ueri>& fedeli per ad-
ii erire. a' nimici riconciliati : da' quali configli dmoftrando il Tontefice efie-
re moflo ; ricusò apertamente la concordia: & pochi dì poi procedendo con
l'impeto fuo pronunciò nel Concifioro un mormorio al Re di Francia che ri-
lafciafi e fiotto le pene ordinate da Sacri Canoni 9 il Cardinale de' Medici;
Q q i> benché
1 I » ■ * o
benché Confati che fi foprafadeffc a publicarlo , perche il Collegio de té di-
nali pregandolo differiffe quanto patena i rimedij feuerijjimi; offcrfe con lette
re ferine in nome di tutti fare l'effetto mede fimo, confortandolo & fupplican
dolo che come Trincipe Cbriflianiffimo lo liberajfe.Era il Cardinale de Medi
• ti G.omo ci flato menato a Milano.doue era a honefiamente cufloditotet nondimeno con a
dice , che il tutto che fiìffe inpoteflà d'altri;riluccua nella perfonafua X autorità della Se- j
Siedici àia <Af>cMica,& la riuerentia della religione, & nel tempo medefimo Udir
legato , al. faregio del Concilio Tifanoda caufa dclquale abbandonauano conladiuotio-
oudefea" ne>& con la fede non folo gli altri;ma coloro ancoraché Ihaueuano accompa
*oa! sante- gnata. & ftiuorita con l'arine .-perche battendo il Tonteficeh mandatogli faculb
uimTtc ho ti d'afìoluere dalle cenfure i faldati, che prometteffero di non andare con far-
«orato da' me pju contra la Chi e fa, & di concedere a tutti i morti, per i quali fuffe dima
pScì£ datarla fepoltura Eccìejìaflica;era incredibile il concorfa, & marauiglwfa la
& dPTtiuui àiuotione,con laquale quefle cofefi dimandali ano, & prometteuano,non con-
£' uhnci £ tradicendo i miniflri del Re, ma co grauiffima indegnatione de Cardinali, che
re, e in ahif iman^ a gli occhi loro nelluogoproprioioù era la Sedia del Concilio ifuddi-
«T hfufeb" ti,ei faldati del Re,contra l'honorey& utilità fua,& nelle fate terre, uilipefa
be poturo ef totaimente l'autorità del ConcilÌQ,adherifiero alla Chi e fa Roman a,ricono fa en
p?u "Su do con fontina riuerentia il Cardinale frigione,come jLpoflolico Legato . Ter
mente * la triegua ratificata da Cefare.ancora che gli agenti fuoi, clf erano in Verona
b Per Giulio la negaffero>riuoco il Re di Francia parte delle genti, che haueua alla guardia
Cc* Mcd-ci , fa yieiia città,come fé più non uifuffero necefiarie,& perche hauendo richia
' hfue' mato di là da monti per le minacele del Red Inghilterra idugento gétdhuo
ma 2
ina a,i- uouv. tirwwwv www www -•-» ww^^-wwm- w- w- . . - <j \*j *_»
Uupdro° d? mini, gli arcieri della fata guardia, & dugento altre lancie;conofceua per lo
teceffi a Ra fojpetto,che aumentaua degli Sutigeri, battete bifogno di maggiore prefidio
iTcbu^if- nel E>ucat0 ai Milano, & per la mede fama cagione haueua aflretti i Fiorenti
^uaieferme* ni a mandargli in Lombardia trecento buomini d'arme , come per la difefa de
CÀVJZ*? tli flati Cuoi d'Italia erano tenuti per i patti della confederatane: laquale per
poteuano chefimuafra due me fi gli coflrinfe, e fendo ancora frefaa la nputatwne della
EPSÌÌ. uittoria-.a confederarli di nuouofaco per cinque anni , obligandofi alla difefa
ti dell'alio- delio flato loro con feicento lande , e i Fiorentini promettendogli alt incontro
pò nTic d* quattrocéto buomini d'arme per la difefa di tutto quello poffedeua in Italia ;
jiicnze de' benché per fuggire ogni occafione d'implica) fi in guerra col Tapa, eccettuaro
fthmàud. no daltobligatione generale della difefa la terra diCotignuola,come fa laCbie
fa ui potefk pretendere ragione . Ma già fopragiugneuano apertamente alle
cofe del Re grauiffmi pericoli .perche gli Sui^eribaueuano finalmente deli-
berato di concedere fai mila fanti a gliflipendu del Tontefice, che gli haueua
dimandati fatto nome di ufare l opera loro contra Ferrar a,non hauendo quel-
li,che fofleneuano le partidel Re di Francia, potuto ottenere altro, cheritar
dare la deliberatione infmo a quel giorno: contra i quali con furore grande e-
fclamaua nelle diete la moltitudine, acce fa d'odio marauiglwfa cotra il nome
del Re di Francia , affermando non efaere baftata a quel Re l'ingratitudine
d'bauert
DECIMO. fòt
d ihantrè negato di accrefcefe. a piccola quantità alle penfìonìdi coloro > ro« /^ - . * ^
/wrt# C^ co/ J angue de quali baueua acquetata tanta riputatane, & tanto ti mila f«n
fiato* che oltta quefio batte fi e con parole contumeliofiffime difpregiata la lo Sttù^Jr"
n? ignobilità, come fé al principio non baueffero bauuta tutti glihuominiu- pra ai ?i n.
na origine, & uno nascimento mede fimo, & come fé alcuno fuffe al preferite S^JJ! U;
nobile & grande,chein qualche tempo i fuoi progenitori non piffero flati pò ^c.z.out à
neri, ignobili, & humili : bauere cominciato a foldare i fanti Longhene eh p^e™,™
per dimoflraredi non gli efiere neceflaria più nella guerra Coperà loro, per- «wnielibiè
fuadendofi che effi priuati del folio fuo hauefìero ociofamente a tollerare di contri gu*
efiere confumati dalla fame in quelle montagne;però douerfi dirnoflrare a tut Su-zzsri ..
to il mondo nani efiere flati ifuoipenfieri,falfe leperfuaf:oni3nociua folamen gu™ li "£?
te a lui la ingratitudine ;nc potere alcuna diffidata ritenere gli huomini mi- nati Kel!c
Ut ari, che non dimofìr afiero il fuo ualore; & che finalmente Coro, e i danari mttnta£nc •
ferniuano a chi baueua il ferro, & tarme; & efirre nece fi ar io fare intende-
re una uolta a tutto l mondo quanto imprudentemente dificorreua chi alla na-
zione de gli Heluetijpreponeuai fanti Tede fichi. Traportauagli tanto queflo
ardore, che trattando la caufa come propria , fi partivano da cafa , ricemito
folamenteun fiorino di Reno per ciafeuno: oue prima non monotono a foldi
del Pie, fé a' fanti non erano promefic molte paghe, & a* Capitani fatti mot
ti doni. Congregauanfi a Coirà terra principale de' Grigioni: i quali confedera
k ti del l\e di Francia , da cui riceueuano ordinariamente pen filoni* haueuano
^andato a feufarfì > che per le antiche leghe, e haueuano co cantoni più alti
de gli Su iygerìy non poteuario ricufardi mandare con loro certo numero di
finii. Veri urbana molto gli animi de* Francefi queflo moto, le forile de* qua-
li erano molto diminuite : perche poi che il Generale di TSlprmandia hebbe
■■- caffato i fanti Italiani, non haueuano oltra diecimila fanti : & efiendop af-
fate di là da monti le genti d'arme, che baueua richiamate il Re; non rima"
nettano lor in Italia più che mille trecento lande , dellequali trecento erano a
Tamia: & nondimeno il Generale di T^ormandia facendo più l'ufficio di Te
foriere tcbe dimoino di guerra;mn confentiua fi foldaffero nuoui fanti fen-
%a la commeffione del Re; ma haueuano fatto ritornare a Milano le genti che
per poffare fiotto laTalifia in Romagna , erano già peruenuteal Finale : &
ordinato che il Cardinale di San Seuerino facefie il mede fimo con quelle che
erano in Romagna : per la partita dellequali Rimini , & Ce fieno con le loro . .. .r
Rocche , & infìeme Rauenna tornarono fien^a difficoltà all'obedienTg del infiemè eg**
Tonte ficc: ne uolendo i Francefi fprouedere il Ducato di Milano , Bologna , ?ULZ z3ri al~
per foftentatione dellaquale fi erano riceuute tante moleflie; rimaneua cerne ■ yo i si t. &
\ abbandonata in pericolo, b Vennero gliSui'igeri come furono congregati, no™^3?
da Coirà a Trento, bauendo conceduto loro Cefare che pafi afiero per il fuofla re.hauuto n
tonlquale ingegnandofi di coprire al Re di Francia quanto poteua quel che già \*„\à^v~
baueua deliberato; affermaua non potere per la confederatone , che baueua come dice il
conlorouictarcil paffo. Da Trento uennero nel Verone fé, doue gli affretta- j^onacco*
Q^q 4 uà
Libro
m t esercito de Vìnitìani ,i quali concorreuano infiemecolTontef.ee agli
flipendvj loro:& con tutto non ui fuffe tanta quantità de danari , che baftaffe
a pagargli tutti , perche erano oltra il numero dimandato , più di [cimila, a «
.era tanto ardente l'odio della moltitudine contra il Re di Francia ,che centra
ncheiro' la loro confuetudine, tollerauano patientemente tutte le difficultà. Dall'ai-
to erano uè tra parte laTaliffaerauenuto prima con l'è fier rito aTontoglio per impedì-
zerTa'qua* re il pafioy credendo noie fiero fc end ere in Italia da quella pan e: dipoi uedu-
Ui diedero t0 altra efi6Ye ** loro inteHticne> fi era femat0 a Cafiiglione dello Striuiere ,
P« il fopu terra uicina a fei miglia a Tefchiera : incerto quali fufiero i penfieri degli
cìV^chT $*&&***$ di andare come fi dìuulgaua,ucrfo F errar a,ò di afialtare il Duca-
catLiioce- to di Milanodaquale incertitudine accelerò forfè i mali, che foprauennero i
uigo & buo :p i r duyita C]K harelbono fewitato il camino uerfo il Ferrare fé , fé.
Ma ;ìi Bébo non gli hauefie fatto mutare configlio una lettera intercetta per la mala \or-
«no' ushuS te de* Fr ance fi dagli Stradiotti de Vìmùani : per laquale la Taliffa fignifi-
z«i i°8. mi- cando lo flato delle co fé al Generale di Vormandia rìmafo a Milano ; dimo-
u ' ftraua efiere molto difficile il refiftere loro fé fi uolgeffero a quello fiato: fopm
laquale lettera confultato infieme il Cardinale Seduncnfc, checrauenuto da
Vinetìa, e i Capitani, deliberarono con ragione , che rare uolte è fallace, uoU
gerfi a quella imprefa, laquale comprendeuano e fiere più molefta a umici: pe
rò andarono da Verona a Villafranca,àoue fi unirono con l'è farcito Vinitia-
b il Buonac no , nelquale fiotto il gouerno di Gian Tagolo Maglione erano b quattrocento. b
sofhuoml huomini d'arme, ottocento cauai leggieri , & fei mila finti,con molti pcTgL
m d'arme , d'artiglieria, atti ali' efyugnatione delle terre, & alla campagna .fuqucftoca-
t?nd !bu!ila gione che la Taliffa Madonato V aleggio, per eh e era luogo debole, fi ritirò *
Gambara con inientione di fermar fi a Tonte Vico non hauendo neli'efierci-
c il Moceni ta pu che e fei,ò. fette mila fanti;per che gli altri erano difiribuiti tra Brefcia, e
Ihe ? Fran- Tefchiera, & Lignago; né più che mille lande: perche fé bene fu fie flato indi
cefi eflendo nat0 a richiamare le trecento,che erano a Tarma; l' haueua il. pericolo mani-
crino fwt-5 feftijfimo di Bologna cofìretto, dopo grmdiffima infamia de Bentiuoglh a or
.. huo faft che entr afiero in quella Città, refiata quafi fen%a prefidio , quiui accor-
ali gendofi tardi de pericoli loro & della uamtà delle fperan^e, dallequali era-
ieri? no flati ingannati; & fopra tutto lacerando Cauaritia, e i cattiui configli del
U fàml° mi Generale di Normandia ; lo coflrinfono a confentire che Federigo da Boto-
le > & certi altri Capitani Italiani , foldafiero con più prefleT^a potè fiero fei.
milafanti,rimedio che non fi poteua mettere in atto fé non dopo.il corfo alme
no di dieci dì:& indebolma l' efiercitoFrancefe oltra il piccolo numero de fol
dati,la difeordia tra i Capitani: perche gli altri quafi fi fdegnauano di obedire
dia Talifia;& lagente d'arme ftracca da tante fatiche, & cofi lunghi traua-
gli;defiderauaphipreflochefiperdefieil Ducato di Milano per ritornar fene
in Francia.ckc difenderlo con tanto difagio>& pericolo. Tartito la Talifia da
Paleggio ui entrarono le genti de Viniùanì>& gli Sui7geri:& paffate dipoi
il Mincio alloggiarono nel Mantouano^ue il Mar che fé , feufandofi per la im<-
*° potenti*
io 800
mini
me, mill
uai legg
& none mi
DECIMO. 305}
potentìa fua,concedetta ilpaffo a ciafcuno . In quefie difficultàfu la delibera-
tione de Capitani, abbandonata del tutto la campagna Attendere alla guardia
delle terre più import anti,fi>er andò & non fen%a cagione , che col temporeg-
giare sbattere a rifoluere tanto numero diSuizgeri : perche il Tonte ficè non .
meno freddo atto fendere, che caldo alla guerra, diffidando fi anco di potere
firtplire a* pagamenti di numero tanto grande; mandaua molto lentamente
danari : pero meffono in Brefcia due mila fanti, cento cinquanta lance , & cen-
to huomini d'arme de Fiorentini ; & in Crema cinquanta lance, & mille fan
ti ; in Bergamo milk fanti , & cento huomini d'arme de* Fiorentini : il reflo
dell' e ffer cito, nelquale erano fettecento lance,due mila fanti Francefila & quat
tra mila Tedefchi ;fi ritirò a Tonte Vico , fitto forte & opportuno a Milano >
Cremona,Brefcia>& Bergamo : doue facilmente fperauano poter fi fofienere :
ma il feguente dì foprauennero lettere , & comandamenti di Ce far e a' fanti
A Tedef chicche finitamente *partijfero dagliflipendij del He di Francia: iquali a Non fols
ejfendo quafi tutti del contado di Tiruoloy né uolendo effere contumaci al Si- màdò (dice
gnore proprio ; partirono il giorno mede fimo : per la partita de* quali perderò- n,™"^
no là Taliffa,& gli altri Capitani ogni jperaw^a dipoter più difendere il Du- Maffìmiiia-
catodi Milano: però daTonteVico fi ritirarono jubito tumultuofarmente a SVed'efchV
TirZgichitone,per laqual co fa i Creinone fi del tutto abbandonati, fi arrenderò- e he lì Ieaaf-
no alt efferato de \Collegatt \che già s approffimaua , obligandofi a pagare a gli u"°0 ^ ^ Jj
h Sui^eri D quarantamila ducati : iquali hauendo difputato in cui nome sha- ch} ma egli
ueffe a riceuere ,s forando fi i Vinitiani che fife loro reflituita , fu finalmente 1 penamele
riceuuta,ritenendofi perciò laforteTgaper i Francefijn nome-delia Lega , & leuato dal
di Maffìmìlìano figliuolo di Lodouico Sfornii per loquale il Tontefice , & gli pjf3.
SuÌTgerì pretendeuano che fi acquiftaffe il Ducato di Milano . Era uenuto ne3
giornimedefimi alienata da3 trance fi inpotefià de* Collegati la città di Berga miS^Jcrfue-
mo : perche hauendo la Taliffa richiamate le genti, che ni erano per unirle al- il Buonac-
l'effercitO) entratiui,fubito che quelle furono partite alcuni fuor ufcituf mono cecche Cre-
cagionefi ribellaffe . Da T'vx^chitone pafiò la Talifìa il fiume dell jtdda : *»ona ? »*?
nelqual luogo fi unirono feco le trecento lance deflinate alla difefa di Bologna: '££ & q^t
lequali crefeenao il pericolo haueua richiamate, & Jperaua quiui poter uieu- g no 1 s 1 2. &
re a' ninna ilpafio del fiume, fé fufi ero foprauenuti i fanti che fi era delibera pagò u cit-
ta di foldare : ma quefto pen fiero appariua come gli altri uano : perche man- tà di Bcrs*
cauanoi danari da foldargli,non hauendo il Generale dij^ormandia pecunia
numeratale modo, efjendo in tanti pericoli perduto intieramente il credito^a
trouarne come folcita ,obligando l'entrate Regie inprefian%a:pcrò poi che
ni fu dimorato quattro dì yfubito che i nimici fi accodarono al fiume tre mi-
glia fiotto Ti'Zgichitone ;fi ritirò a Santo .Angelo per andar fene il giorno fe^
guente a Tauia . per laqual cofa ejfendo del tutto disperato il poter fi difende-
re il Ducato di Milano, &già tutto ilpaefe in grandijjìma fotteuatìone , e tts
multi ; ftpartirono da Milano perfaluarfi nel Tiemonte Gianiacopo da Triul
%i>il Generale di T^mandia^monimria Talamfmo^Gaka^ vifeonte*
&m<ìltì
mj.
Va£ ^ ^ Cardinale, che ui era alloggiato la notte,s' erano conuenuti ;fu tolto di ma
Boga!- no a faldati Fr ance fi che logvardauano,chefi)auentati< e timorofi d'ogni acci-
L I B R O
A* motti altri gent il huomini & tutti gli ufficiali, & mìnìjlri del He : & al-
quanti di prima temendo non meno de' popoli, che de* ramici :fi erano fuggiti i
• Rinaldo Cardinali, con tutto che più feroci ne* decreti , che nell'altre opere , haueffero
h uomo°Pa- quafi nel tempo mede fimo come preambulo alla priuatione;fofaefa il Tontefi-
nei'c io chia ce fa tutta l ' amminiflratione fpirit itale, & temporale della Chic fa . Giouaro-
£b ' iiquai no quefli tumulti alla falute del Cardinale de' Medici riferuato dal Cielo agra
4«fciinc tut diffima felicità : perche effendo menato in Francia-, quando cntraua la matti-
t?at Sto ài na nella barca alpaffo del To,che è di contro a Baffignana detto dagli antichi
librare «i ^Angnfla Bacienorum, leuato il romore da certi paefani della uilla, chef dice
Medi ci, fa> la Tiene del Cairo, de* quali fu capo a Rinaldo Tallo , con cui alcuni familiari
to per
;to de
bate B
f* * WoV * àentefentito il romore, atte fono più a fuggire che a refiflere . Ma la Valiffa
& metvc entrato in Tania deliberarla di fermami fi , & perciò ricercarla il Trinilo >
ch? : l$kÉ* e^ Generale di l<[ormandia, che uandaffero , alquale mandato il Trininogli
bc.o s' i n fin dimoflrò (ce figli h alienano corame ffo il Generale* & gli altri.principali) la uà
% ap^nScì n*?* del fuo con figlio : non effere poffibile fermare tanta rouina , effendo te fa
ter' té pò in farcito fen^a fanti,non comportare la brenna del tempo diffidarne di nuov.Oy
2hcZii «atta non fi potere più trarne fenon di luoghi molto diflanti,& con fomma difficili-
to iiufcifle , tà, & quando quefli impedimenti nonfuffero, mancare i danari da pagani , la
tò mftcePlin riputatane effere perduta per tutto, gli amici pieni difaauento , i popoli pieni
queiio , che d'odio per la licentia ufatagià tanto tempo immo deratamente da faldati, dei
uaica u»a cS te qnefle cofe il Trinilo andò per dare commodità alle genti dipanare il To,a
cardinale , fargittarc il ponendone il fiume lontano da Valenza uerfo ^fli , più fi riflri-
giàVoccato gne . Magia /' efferato de* Collegati, a cui sera arrenduta quando i Trance fi fi
co * pìei dì- yitirarono ad *Adda,la città di Lodi con la Rocca , sera da Santo ^Angelo acco
SaTcì naS flato a Vaniamone fubito chegiunfero , cominciarono i Capitani de' Vinitiani
iì0'h> B€r a pCYCUOterc con l'artiglierie il caflello : & b una parte de gli Sumeri pafìò y
il cardinal con le barche il fiume , che è congiunto alla città : ma temendo i Francefi non
df hi^lCA- impedì fero il paffane il ponte dipietra,che è fui fiume del Te fino, per loquale
Biagio cri- falò poteuano fahtarfi ;fi moffono uerfo il ponte perufeirfi di Vania : ma in-
r ell°t *" ì al nanzifiiffeufaìto il retroguardo , nelquale per guardia de' caualli erano flati
Milano A a me (fi gli ultimi ; alcuni fanti Tedefchi, che non fi erano partiti infieme con gli
Mantcua (e a^ . ^- 57^^/ ufaendo di uerfo Torta lenona, & dal Caflello già abhan-,
donato, andarono combattendo con loro per tutta la lunghezza di Tania , &
b Tutto que del ponte , refiflendo egregiamente fapra tutti gli altri i fanti Tedefchi : ma
di Pauia 'è pajjando alpoìite del Graualone , ci) era di legname, rotte l'affi per lopefo de
cofi puntai caminjrcftarono prefi , ò morti tutti quelli de' Francefi > & de Tedefchi , che
ferino dai non erano ancora paffuti . Obligoffi Vania a pagare quantità grande di dana-
LbOUI°denih Yl : il mc^efmo haueuagià fatto Milano componendo fi in famma molto mag
vita di Leo giore, & faceuano,da Brefcia, & Crema in finora tutte l'altre città agaranl
izcimo. medeftmo gridauafiper tutto ilpaefe il nome dello Imperio: lo flato fi nccuc-
ua
DECIMO. »T#
ua&gouemaua in nome della Santa Lega(cofì concordemente là chiamava-
no) dtfronenioft la fomma delle cofe con l'autorità delCardinale Sedonenfe,
li cofe commofa tutta la natione,fubitoche fu finita la Dieta chiamatala Zu
neh per quefio e f etto, uenne adunirfi con gli altri grandiffima cucntità . In
Va mut anonc delle cofe , le Città di Tiacen^>& di Tarma fi dettelo no-
lontanamente dVontefice : ilqual pretendete appartenetegli come membri
a dell a EJarcato di Rauemia . Occuparono gli Sideri Incarna , e i Ormoni la
ValuoltoMia, & Cbiaaema, luoghi molto opportuni alle cofe loro : & lanus
Fregofo Condotlm de Finitiani andato a Genoua con caua!U,& fanti ottenu
ti da loro ;fu caufa che fuggendo fene il Gommatore Trame fernetta città fi ri
b Dedale , er eglihft creato Doge : laqual degnità haueua già battuta il padre
juo. Ritornarono col mede fimo impeto della fortuna al Vontefice tutte le terre
& le fortore della Romagna , & acceflandoft a Bologna il Duca àVrbino
con le genti Ecclefmfliche, i Bentiuogliprìui d'ogni Speranza ; l'abbandonaro-
no: iqualnl Vontefice aftriffimamente per feguit andò ; interdi fé tutti i luo-
ghi, che in futuro gli ricettaffero : né dimoflraua minore odio contra la città ,
jdegnatoche dimenticataci tanti benefici] , fi fuffe cofi ingratamente
ribellata > che alla fua fatua fujfe flato mfultato con molti oh-
bmb'Kf, & Schernito con molte cuntumelie il fuo nome:
onde non creò loro di nuouo i Magnati , ne gli am-
meffepiu in parte alcuna al gouerno, eftorquen
do per me%o de mimjlri ajprhdanari af-
fai da molti cittadini , come adhe-
rentide Bentiuogli : per le
quali cofe So nero }è fai
fo chefuSfe.fi di-
uulgò ,
€ he fé ipenfieri fuoi non piffero fiati m-
terroni dalla morte, hauere hauu-
to nelt animo >de frutta quel-
la Città , trans ferir e a
Cento gli habi-.
tatori •
a la chete
pò comin-
cia/fri "KiTa*
cato di r\a-
aerina j le
dclcriue il
Bioaij ryél
lib. 8 adi' hi
itone; l' en-
ea- ed. net
no tu lui, il
Va': .errano,
& iltn-Che
cofà poi fof
le querfo Ef
farcaro, qui
ti ne fof fe-
ro, 8cq'iàdo
comincia/le
in Rauéna,
oltra quato
fé ne legge
nel Platina
nella vita dì
Stefanofèco
do ; è da ef-
fer letto ai
principio
«el libro 4,
«kll'hifto-
iie di Raué
«a , di Giro
lamo Roti,
& altxoue.
bGisnoFre
gofo fu crea
to Doge di
Genoua a
29. di Giù
gno is 12.
come ferine
il Velcouo
«jNfbio,
DE Ir
DELL'HISTORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Gentil'hvomo FiouKm^ g
«£*.
TT? R "6 V N D E C I M O.
N
« Quella
fu Leonora:
laqual e fleti
«lo-ftata ma
xitataprima
«Sforra Ma
fia figliuolo
di Fracefco
Sforza Du-
ca di Mila-
noi morto
il prime ma
lito iu data
per moglie
a Hercole
Eftenfe pa-
dre di A liòn
io , a tre di
Giugno
34.73. Co-
nio , Gira Idi
jie' Cómen
tari ; & Pi-
gna nellib.
7. oc 8. del-
l'hiftoria
de' Principi
*~ ~~~" e r^ M M A R I O • . r
,,u j ^««Ducadi Ferrata va a rieonciliarfieo'l Papa.» poi «ift
E 1 bro vndccinio il Duca ai jeiran » • . • , , ,, _ Cefare.ei Vini
IN t di Roma. I Franceh fon rotti a Paterna.L lega fai .) |W£ »j ' f rimet
tianTfid.fun.fce.Siradieta^
tere i Medici . Prato e Taccheggiato. Pier soanim e « . dj ; tornana
redini fanno lega co'l YATCtfZtS '. Maffimiliano Sfor
in Fiorenza . Il Papa fi collega con Cefare centra i\V ln'"* , & & h Slihz(.
za è fatto Duca di Milano, S. fa ^«^gSfc viene Immc = Si
ff.furtiuamenteda' Tedefchi . _
1 M A'nEVjt ai-Pontefice, foi che nelle maggiori fue
minio della Cbiefa, l'antica cupidità della <ttaf'f™™
- — * lalmlbencbe ardentemente dcftderaJSe dl/f&re l a™e'
MaJeJedi Mantoua, ^^^^icon^heLneflaco^
andafieadimandarghueniaaRoma^ernceue j
none nella fua grana .- ft* ^?Mor<^^Z^ola divalli -
McomeperparentedelfuoRe (era jilfonfo natod ma JJ .
do ueccbìo Redt Napoli ) ^f^^[t2S^Ut Cbiefa fi
«ÌPÉSSXSS iMSnSdi Francia dopo lagena
^#3S ^Sa^tS^rgU 'gratin*
mutatane [acceduta aellecoje capa u j j j
V N D E CI M O. f? t r
dare & ritornare ficur amente : douefoi chefuperucnuto , hauendo il Tontefi
cefofpefe le cenfure , ammefjolo nel Concifloro ; dimandò humilmente perdo-
nan%a,fupplicando conlamedefima fommeffione di e (fere reintegrato nella » Attribuì.
fuagratia, & della Sedia <Apoflolica7 & offerendo uolere continuamente fa- tcuet|a ià°Coi.
re tutte quelle opere, che apparteneuano afedeliffimo feudatario , & uaffallo Pa delia da
della Chiefa . V dillo affai benignamente il Tontefice , & deputò fei Cardinali p1g?u1ìo cs
a trattare fico le conditioni della concordia : iquali, poi che più giorni fu difpu trf fy pu ca
a tato, gli aperfono che * non intendeua il Tapa in modo alcuno priuare la Chie Alberto pì*>
fa della città di Ferrara ,poi che legittimamente gli era ricaduta ; ma che in ** 9"?!*0?
ricompenfo gli darebbe la città d'^ljli, laquale riceuutaper la partita de' Fra putitionc &
cefi inpoteftà della Lega , ilTontefice ^pretendendo appartener^ alla Chiefa d'auttorri -.
tutto il di qua dal To, haueua mandato , benché in uano il Vefcouo ^Agrigen- mìco <r ai.
tino a prenderne il poffeffo : laqual co fa negando ^Alfonfa coflant emente , co- iox^J* d{j
minciòper quefta dimanda tanto diuerfa dalle Jperan^e dategli , nò meno per caftei di c«
quel che di nuouo era fucceduto a Reggio , a temere che il Tontefice non l'in- ^nfi^Uo'fc
; trattenere artificiofamente in Roma per affaltare nel tempo medefimo Fena creto , che
ra.Haacua il Tontefice militati i Reggiani, iquali in tanta confufione delle co tempio0
fé non mediocremente temeuano , che feguitando l'effempio de* Tarmigiani , & ribeilo '
& de' Tiacentini fi deffero alla Chiefa, & or dinato per eh e fu fero più efficaci Jj° "èpa"©!
i conforti fuoi, che il Duca d'orbino con le genti uemffe nel Modonefe. Tenta- «è ^dono :
uà il medefimo per Cefare Vitfi-ufl andato pcrfonalmente in Reggio, & il Car -J Pa^ a°* g
dinalc da Eflh ilquale affente il fratello haueua la cura delfino flato, conofeen- «n« c<g *«•
do non potere confemar e quella città , <& giudicando effere meno p emide fo allo Fabr i rio per
flato loro che uemffe in poteflà di Ce far e, ilquale iionpretendena a Ferrara, & farlo ai tut-
nelle cui cofe fi potata jperar e maggiore uarietà; confortaua i Reggiani a rico co^ifrue^
no fiere più prefto il nome dello Imperio : ma e (fi rifondendo uolere feguitare <3u.cfto ? n?°
l'effempio del Duca che era andato al Tontefice non a Cefare ,introJuffono. nel ftà° Gitìidi
la terra le genti della Chiefa ; lequali con arte occuparono-ancora la Cittadel nc* ruo! c5
la,con tutto che Vitfrufi ui haueffe già meffi alcuni de' fitoi fanti . ^Arrendeffi
finalmente al Duca d'Vrbino la Carfagnana ; ilquale dipoi ritornato a Bolo- *> . Ti5n« 'I
gna licentiò tutti i fanti: perche effendo flato molefliffimo a Collegati yche il n p^paieae
Tontefice haueffe occupata Tarma & Tiacen%a ifece il Cardinale Sedunenfe tameote tra
intendere al Duca non effere neceffario che poi che era ottenuta la uittoria con gigione Ai
tra i communi nimici paffaffe più innanzi . Ma dalla durezza del Tontefice , fonl° ; m*
& dall' occupazione di Reggio infojpettito non mediocremente il Duca di Fer- potere ciò
rara,dimandò al Tapa per mezo dell'Oratore Spaonudlo-, & di Fabricio Colon tanto tcn,cr
•/ » n i • • -^ i- ■ /• fecreto, che
~na,ilquale era flato con lui in Roma continuamente , di ritofnarfene a Ferra- non venifte
ra : allaquale dimanda egli mofirandofi renitente,& affermando non riuoca- j?er Yia M
re il faluocondotto conceduto per la differenza , che haueua con la Chiefa , a' Aragona pa
creditori particolari, de* quali molti lo ricercauano che amminiflrafìe loro giù J5n*e dAl*
ijlitia , b rifilo fono apertamente l'Oratore , & Fabritio che non ft per fuade fife orecchi de*
the ai. Duca) '& alorq haueffe a effere uiglata la fede. : & la matpinafeguen- Colo«*e$ -
- ■*»•
LIBRO
te per prcuenire ,fe il Tapa noie ffc fare nuoueprouifionì, Taurino montato 4
cavallo ; andò uerfo il Tortone di San Giovanni in Later ano Seguitandolo non
molto da lontano il Duca-j& Marcantonio Colonna; trovato il portene par
dato da molti più che non era confueto,i quali contradicendogli che nonfaffaf-
fe,egli più potente di loro , affrettato il Duca fu la porta ; lo condnffe ficuro à
Marino, ncompenfato come communemente fi credeva il beneficio della liber-
tà ricevvta da lui : perche nivno dubitò che il Tonte fice, fé nonfufie flato im-
m«e? /ice fedito da Colonne/i, l 'hai -ebbe incarcerato : donde effendogli impedito il carni
11 gìouìo , no per terra ; ritornò non molto poi&per mare a Ferrara . Haueua ancho men
«io* Atfon tre che quefle cofe fi faceuano procurato con Sedunenfe il Tontefice accefo , co
fo di caftei- me prima doli odio contra la libertà de' Fiorentini > che le genti che haueuano
io '" & p« concedute al Re di Francia, fiufi ero fualigiate : delle quali quelle che fotto Lu-
opra «li Pro ca sauello erano con fefferciro in numero dì b cento uenti huomini darme, & b
n?3}uaucfti- feffantacaualli leggieri (perche Franccfco Torello con l'altre era rimafio alla
t0 , hot da ciiflodja di Brefcìa ) haueuano innanzi che i Fr ance fi paff afferò il fiume del
h0gr^a°cac' Tò, ottenuto ilfaluocondojto da Sedunenfe , & la fede da Gian Tagolo Ba-
ciatore , & gHone ',& da qua fi tutti 1 Condottieri Vinitianidi potere ritornar fene in To-
xì\ io3coi> fcana : ma effendo > fecondo la norma riceuuta da effi, alloggiati uicinoa Crc-
dvafie in luo mcna * \ faldati Vinitiani con confentimento di Sedunenfe glifualigiarono: il
£°
ficuro
AC
he con- quale fecondo che alcuni affermano ; ui mandò, perche più ficur amente potef-
feue-ìl Gi,ì fero farlo, due mila fanti ; attefo che infieme con ejji alloggiavano le cornpa-
Bcnlbo ferì %nie del Trinici & del Grande Scudiere , lequaliper effere quafi tutte difoU
ue,chepaf. ^at- jtaliani, haueuano mede fimamente ottenuto falvocondotto dipanare.
fcpédo , che Sualigiate che furono ; mandò fubito Sedunenfe a dimandare c a Chriftoforo <
ii ^rn^cu jtforo & a <pag0l0 capello Troueditori del Senato Ja preda fatta comeappar
iìcuio , & tenente a gli Svilenti quali non la concedendo, & andando un dì poi nel
SoniaI(c &a Campo degli Svizzeri per parlare a Sedvnenfe,fvrono qvafi come prigioni me
quindi ' alte nati a lacofo Stafflier loro Capitano : & da lui condotti al Cardinale , furono
& a* etri !°' coflr etti promettere in ricompenfo della preda fei mila ducati, non parendo con
uenìente che d altri fuffe il premio della fua perfidia : con laqvale cercò anco
b cèto cìn cj)e -^/cco/ò Capponi Oratore Fiorentino , ilquale ritirato fi a Cafal Ceruagio ,
mìni d'ar haueua ottenuto falvocondotto da lui ; gli fuffe dato prigione dal Marchefe di
«e dice il Monferrato .Stimolaua in queflo mero il Senato de fiderò fo di attendere alta-
ricuperatone di Brefcia,& di Crema , che le f uè genti ritomajfero > lequali il
« a queftì Cardinale intratteneua fiotto colore che andafi ero infieme con gli Suixgeri nel
ag^iugne S° Tiemonte contra il Duca di Sauoia , & il Marchefe di Salii7^o,chc haueuano
Andrea Mo feouitato le parti del Re di Francia : ma effendo dipoi ceffata quefla cagione
ctnjgo Pio- J <S .,*•». 1 , 1 j ;•„ - • ^ ì f„
tonoiario, per la moltiplicatione grande del numero de gli SuiT^cn 3 & perche manije-
*hd,C°rirfu fiamentefi fapeuachei foldatiFrancefi paffauano di là da' monti ; non con-
condotto ai fentiua , né dinegava fi partiffero :ilche fi dubitava procedere per inftan^a
& a^sèdu- fatta ^a Cefiare ; acciò che effi non ricuper afferò quelle terre -.finalmente eficn.
*tft . dogli SuiTgeri in Meffandria , i Vinitiani partiti fi dal Bofco ali'improuifo
paffaron*
remo vocili.
V N DE CI M »; m
a pacarono %fen%a oracolo alcuno il To alia Caua nel Cremonefe, difjlm ut landò, 9. .. .
come fi credette, a r equi fitione del Tontefice , il Cardinale , libale certo gli ìc Zie
barebbe potuti impedire ipaffato il Tofi diuifono parte contra Brefcia , parte f r foJM'*
contra Crema cufloditeper il Re di Francia : & hauendo i Francefi , che era- pon"c dico
e no in Brejcia abitatigli alla uilla di Taterna^perdutipiu di b trecento huomi- a Moccn**
ni, furono coflretti a ritirar fi dentro : & gli Sumeri rimafi foli nel Ducato di S°'
Milano y & nelTiemonte attendeuano a taglieggiare tutto il paefe,flcuri b Dicc a
interamente de' Francefi : perche fé bene il Re di Francia per l affliti ione in- ^Tvll\
tenfa che haueua al Duca di Milano ; mal uolentierifi dijponejfe a lafciar del no fu rouo
tutto le cofe d'Italia abbandonate ; nondimeno la neceffità lo coftrinfe a pre- VtlfJl %
ftarefede al confìglio di coloro, che lo confortarono , che differito ad altro tem *ref ,IS.'° ì
pò queflo penfiero> attendere per quella fiate a difendere il Regno Hi Francia : xadini^T
conciofia che il Re a" Inghilterra, fecondo le conuentioni fatte col Re Catolico; ,vad-etta dcl
haueua mandato per marefei mila fanti Inglefia Fonte Rabbia,terra del Re- U^SZ
gnodi Spagna pofla fui mare Oceano ;accioche congiunti con le genti di quel
Re afìaltafìero il Ducato di Ghienna ; & oltra queflo cominciata a infilare
con armata di mare le cofle di K(ormandia , & di Brettagna , con Jpauento
grande de popoli : né di ritirare più Cefare altamicitia fua reflata Jperan^a
: alcuna : perche per relatione del fefcouo di Marfilia flato a lui fuo ^imba-
faatore,intendeua hauere l'animo alieni/fimo da lui : né per altro hauergli
dato molte fperanrj , & trattate feco tante cofe con fomma fimulatione , che
per hauere occafione di opprimerlo incauto, o almeno percuoterlo con un colpo
quafi mortale, come nella reuocatione de fanti Tedefchi, figloriaua di hauere
fatto , lAfficurata adunque per queflo anno Italia dall'arme del Re di Fracia>
dalle cui genti ancora fi guardauano Brefcia, Crema, & Lignago, il Caflellet-
to,& la Lanterna di Genoua,il caftello di Milano-quello di Cremona,& alcu-
ne altre fortezze di quello flato ; appartano fegni di differenza, & difunione
trai Collegati^ fendo molto uane le uolonta,e i fini loro . Defiderauano i Vi
nitiani ricuperare Brefcia,& Cremat douute loro per le capitolationi, &per
thauere tanto fopportato de pericoli,& delle moleflie della guerra :ikbeme
defimamente defiderauaper loro il Tontefice. Cefare, dall'altra parte, dalla
cuiuolontanonpoteua finalmente fepararful Re d\Aragona,penfauad'attri
buirle a fé: & oltra queflo fogliare i Vinitiani di tutto quello>ehe gli era fio.
to aggiudicato per la Lega di Cambrai . Tratt aitano Cefare > & il mede fimo
Re,ma con occulti configli,che il Ducato di Milano perueniffe in uno de' nipo -
ti communi. In contrario s affaticauano [copertamente ilTontefice , & gli
SÙTZeriypercbe nel grado paterno fufie reflituito,come fempre fi era ragiona
■o daprincipioMalfimiliano figliuolo di Lodouico Sforai: ilquale dopo la ro-
ma uel padre era dimorato continuamente nella Germania , mofio il Tonte fi
■e perche Italia non cadefie interamente in feruitù Tedefca > & Spagnuola ;
iiSuiT^er'hpercheper l'utilità propria defiderauano che quello flato non fu fi
e dominato da' Trìncipi tanto potenti* ma da cbinonpotefie reggerjì fernet
8$
t I B R O
fliaiutìloro; laqualcofa dependendo quafi deltuttodatóro,inpoteflàde%'qtm
li era quello flato, & per il terrore delle loro armisi pontefice per confermar-
gli in quefla uolontà, & per hauere in tutte le cofe parato quefio fieno, col qua
le potete moderare l'ambitione di Celare, & del He Catolicoyufaua ogni indù
flria,& arte per farfegli beniuoli; perciò oltra l' e faltar e pudicamente il ua-
loredeUanatmneHeluetiainfmo alle ftelle>& magnificare! opere fatteper la
falute della Sedia jipoflolica, haueuaper honorargli , donate loro le bandiere
della Chiefa,& intitolatogli con nome molto glorio fo,aufihat or u& defenjon
éeila libertà Zcclefiaftica\^ggiHgne
Viceré rimejfe in ordine le genti Spagnuole,che dopo la rotta fi ermo tnjieme
con lui ritirate tutte nel Reame di J^poli , & mouendofiperpafiare con efie
in Lombardia; negauano il Tontefice,ei Vinuianidi riaffumere ilpagamento
de quaranta mila ducati il me fé , intermefìo dopo la rotta , allegando che per
hauere l'efferato Fr ance fé paffato di là da monti, non erano più fottopcfii a
quella oblìgatione, laquale terminata fecondo i capitoli della confederatane .
ogni uolta che i Francefi fuffero cacciati d'Italia ; & a queflo fi replìcaua in
nome del Re d'Aragona non fi potere dire cacciato il Re di Italia, mentre che
erano inpotcfiàfua Brefcia£rema,& tante foriere. Querclauafi oltra que,
fio infime con Cefare,che il Tontefice a fé proprio ipremij della mttoria com
mime attnbuendo,& quel che ad altri manifeflamente apparteneua ufmpan
dchaueffe con ragionilo finte, ò confumate dalla vecchiezza , occupate Tar-
ma^ T?iacenza,cittàpo{fedute lunghi [fimo tépo da quelli, che haueuano do-
minato Milano, come feudatari] dello Imperio appari uà fimi Imeni e dwofi-
tà d'animi nelle cofe del Duca di F errar a,ardendo il "Pontefice della medefma
cupidità:& dall'alt? -aparte defiderando il Re d'Aragona di [alitarlo, f degna-
to ancora che(comefi credeua)fufie flato tentato di ritenerlo in Roma contra
la fede data. Onde il Tontefice foprafedeua dal moleflare F errar a,a$ettando
perauentura che prima fi componejfero le cofe maggiori : nella de terminal ione
dellequali uolenio Ce fare intemenire; mandaua in Italia il Vefcouo Gurgen*
fe,deftinato a tienimi infine quando dopo la giornata di Rauenna ,ft trattaud
la pace tra il Tontefice, & il Re di Francia : perche temeua non fifaceffe tra
loro conuentione fen^a hauere in confida atione gli intere fi fuoi : ma fucce-
dutapoi la muta/ione delle cofe -.continuo nella deliba atione dimandarlo. Ve
notano jìmilmente in confiderai ione le cofe de Fioritimi : iquali pieni di fo-
retto,comìnci auano afentirc i frutti dellaneutralità,ufata improuidamente ,
& a cono fiere non e ffer e fufficiéte prefidio l'abbracciare la giuftitia della cau
fa,doue eramancataìaprudentia :penhe nella prefente guerra non haueuano
offefo i Collegatura prefiato al Re di Francia aiuto alcuno, fé non quanto era-
no tenuti alla di fé fa del Ducato di Milano, per la confederatone fatta commi*
nemente col Re Catolico,& con lui: non haueuano permeffo fuflero mole flati
nel dominio loro ifoldatiSpagnuoli, fuggiti della battaglia di Rauenna : della
qualcofa il Re d'Aragona proprio* baueuarendute gratic alt Umbafaatorc
V N D .E C I M O. 3t^5
FioYentwo;an7J haueuano intieramente adempiuto co fatti le fue dìmande :
perche poi che partì il Concilio da Tifas e i min ijlri fuoi in Italia, & il Re me- a Lorena»
defimo baueua offerto all'^Ambafciatore d'obligarfi a difendere la loro Repu- p1*^1 °™*
Mica contra ciafeunorpur che fi prometteffe non difendere Bologna ; non muo- vna Jung*
nere l'arme contra la Chiefa ; né darfauore al Conciliabulo Tifano : ma effì decornò in
impediti dalle difeordie ciudi a eleggere la parte migliore "3non s'accompagna- senato a
rono col Pie di Francia-M con altri ; & la neutralità di giorno in giorno , & fiTbeSfiX
con configli ambigui, & interrotti efferuando : ma non mai unitamente delibe eh* Papa
rando,nè di uolerla offeruare dichiarando ; offefono non mediocremente IH ani- Da,Ufani 'a*
mo del Re di Francia , ilquale da principio fipromctteua molto di loro : l'odio quella r e-
del Tontefice non mitigarono, & al Re d'Aragona lafciarono,fen%a batterne u^uaU'iyi
alcuno ricompenfo, godere il frutto della loro neutralità , ilquale per ottenere ucua »por-
barebbe cupidamente conuenuto con loro, ^Adunque il Tontefice flimo lato dal j ngr»riti:djf
l'odio contra il Gonfaloniere, & dal defiderio antico di tutti i Tontefìci d'ha- n* •* roa chc
uere autorità in quella Republica,faceuo infiorila , perche fi tentaffe di refii- buo n pTh o
tuire nella priflina gronderà la famiglia de* Medici : allaqual co fa benché reP«d? «*•
con l'tAmbafciatore Fiorentino ufafje parole diuerfe da' fatti, inclinano, mede io correr/o"
fimamente,ma non già con tanto ardore, il Re dì ^Aragona > per fofpetto che in ?d v^* t0 :
qualunque mouimento non indinaffero per l'autorità del Gonfaloniere al fa - teder la me
uore del Redi Francia : an%ififcffettav.a chc et i audio rimoffo il Gonfalonie- " dl ^.e!U
re, la Rcpublica governata liberamente,hauc fife per le dependentiefrefche, & acnirc; cioè
antiche la medefima affettione : ma la deliberatìone di quella co fa fi riferua- rc.yoIeua c.°
• r i> i u ;• r • i i t tribtrre al-
m injieme con l altre alla uenuta a t Gttrgenje, con cui era deliberato conuenif- ripugna -
fero in Mantoua il Ficcre,e i minìfiri degli altri Collegati : ilquale mentre uè foltezze* di
uenuia. ma neramente lo mandano per efploraregli animi de' Cittadini: fopr a ^peflo in
laquale dimanda, trattata molti giorni •> non fi focena alcuna conclufione:offe cordo dU*5
rendo i Fiorentini di pagare à confederati certa quantità di danari* ma rifbon fcr:"c il^°
dendo dubiamentefopra la dimanda deli entrare nella Lcga>& die Inorar fi co- c^uT^uo kg
tra il Reidellaquale ambiguità era in parie cagione il credere(ccme era nero) &erfi q^o
che quefie cofe fi propone ffero artificiofameni ernia molto più la rifpcfta fatta a che°fi véne
Tréto dal Vefcouo Gurgéfe all'Oratore loro ilquale haueuano madato o rinco a.' Pirticot*
trarlo-perche,moflràdo no tenere colo di quello gli era ricordato, Ce fare per la tati?"
copitoUtione fatto a Ficé^a per manofna,effcre tenuto alla loro difefafafficr-
b mano il Totefice hauere in animo di molcjìargli, et che pugado a Ce fare b qua tufntlcot-
rata mila ducati,gli libererebbe da qucjio perù oh. ^Aggihgneua durare anco fi » che d°-
ra lo cofederotione tra Cefare,e il R>e di Frdciu;perògli cbfortaua a nò mirare limila Su"
nella lega infima tato non entrano CefareSNolarcbbono flati i Fìorctini ali-vii csti lì 9"*'
.... v •* genie a* Fio
rem: ni : i qua li viua mente de negarono, allegando i'vltimo accordo fdttocon Oefare.
R r da
LIBRO
da ricomperare con danari la loro quiete : ma dubitando che il pome foto dì Ce
fare,ancora che Gurgenfe afferma/] e che la Itotontàfùafegititcr ebbero gli Spa
gnuoìi,non baftajfea rimuonere la mala inicntione de gli altri ; flauano fojpefì
per potere con con figlio più maturo porgere gli unguenti a chi potè fife giouare
alla loro infermila. Era forfè queflo confiderato prudentemente: ma procedeua
benej) da impruù etiafò dalle medefime contentioui.ò da confidare piu chenon
fi doueiu nell'ordinandi, de1 fanti delfuo dominioyil nonfproucdere difoldati
efflrcitatiì iqualifarcbbuiio flati utili a poterfi più agevolmente difendere da
uno affilio fubito, ò a facilitare almeno il conuenire co Collegati , quando ha-
ueffero conofeiuto effere difficile lo sformargli : lequali cofementre che fi trai-
\ a e 4 ft*ì lattano t erà già il licere peruenuto co fanti Spagnuoli z nel Bolognefe: nelqua a
'dice a cu le luogo mancandogli la facultà di pagare i danari promeffì a fanti , corfono
di.ùco. CGn tlhto tumulto all' alloggiamento fuo, minacciando d' ammainarlo >cb e afa
tua hebbe tempo di fuggir fene occultamente andando uerfo Modona: una par
te de fanti fi uoltò uer\o il paefe de fiorentini-, gli altri non mutarono allog-
giamento y mafiando fenxa legge,fen^a ordine, fen^a Imperio. pure dopo tre,
ò quattro giorni quietati con una parte de danari promeffì gli animi loro, &
ritornati il Vicerè:& tutti i fanti all' efferato, pronte fjvno affettarlo nel luego
> Abboccof mede fimo, in fino a tanto ritornaffe da b Mantona, ouegtà era peruenuto Cur- \
in Matuoua genfe : alquale^qu andò pafiaua per lo Vcronefc, i Frana fi che guardauano Li
co'! Gurgé- gn ago, rifiutate molte offe) te de' Vinitiani, haiieuanodata quella terra,che da
mezo ^ go loro nonfipoteua più tenere 3 per comandamento > fecondo che fi credei fatto
prima dalia Talifìà, coft a loro, come a tutti quelli^ che guardauano l'altre ter
re, afìne di nutrire la difecr.'ia tra Cefareye t Vimtiam ; benché queflo a fal-
dati fuccedetic mfcluemcnte : perche tifati di Ugnagp furono , mn battito
rifletto al faluocondoito ottenuto da Gurgenfe , depredati dati 'efferato Vitti-
tianojche era intorno a Brefcia : cue quando ritornarono dal Lofio, ricuperato
feiiT^a fatica Bergamo, fi era fermato : ma non combattcuano la città > perche
(fecondo fi diceua ) era flato probibito loro dal Cardinale Sedunenfe . Isella
e r>i:e il congregatane diMantoua fi determinò , che nel Ducato di Milano ueniffe
finche0 II Maffimiliano SforT^a, defìd erato ardentemente da' popoli , concedendolo Ce fa
Gurgen'«di re, e il Re d'Aragona , per la uolontà coflannfjìma del pontefice , & de gli
pome0 hi - Sui%geru& che il tempo , & il modo fi filabili ff e dal Gur genfe col Tontefìce >
ver danari alquale doueua andare p er fi ab i lire amicitia tra Cefare, & lui, &per tratta-
nti gens òdi re la concordia co' Finitiani;&per me^o dell'unione commune confermare la
cóuen * co fiCHnà <£ Italia del Re di Francia . Trattoci nella medefima dieta d*affaltare i
dV Medici . Fiorentini , sfacendone inflanxa in nome fuo,& del Cardinale* Giuliano de* e
h quai glie Medici , e^ proponendo facile la mutatione di quello flato per le diuifioni de
v\&°m*$- Cittadini : perche molti defiderauano il ritorno loro , & per occulto intendi-
gior (om mento,che ( fecondo affermaua)ui haueuano con alcune perfone nobili >&po
ma. quando . , KJ . . . u . . . . fL , , . ì ■ • j» il
ioti? riroei- tenti , & perche i Fiorentini difjipata una parte de loro huomini d arme m Lo
& ia maio . badia, un' altra parte rinehiufa in Brefcia ; non haueuano fcr^e fuffiaenti a
difen-
ito S S I 2
iìuoiuccur
li.
V N D E C I M O. $H
difenderfi contrauno affatto tanto repentino : dimojtraua il frutto , che oltra i
danari off eriua->rifulter ebbe della loro refìitutione ; perche lapoten^a dì quel
la città ìenata di mano di uno che dependeua interamente dal Re di Francia ;
peruerrebbe in mano diperfone,che offe/e & ingiuriate da quel Re , non rìco- *a^t'w ^T
ttofeerebbono altra dependentia-, & congiuntione,che quella de Collegati : del ducati
ti , co»
mede fimo in nome del Tot e fi ce fi affaticala Bernardo da Bibbiena, che fu poi J£cpoco Jb"
Cardinale ^mandato dal Vontcjice per quefla cagione , ma nutrito infieme co' pra; benché
fratelli infino da puerìtia nella cafa de' Medici . Era Ambafciatore de Fiorcn \ol £ ?^ll
tini appreffo a Gurgenfe Giouan V et torio Soderiniy lurìfconfulto fratello del <*nto mila.
Gonfaloniere : alquale né dal Viceré* ne in 'nome -iella Lega era detta-, ò dima ut* ^t[ i£"
data cofa alcuna: ma il Vefcouo Gurgenfe climcflrando qu fli perìcoli; lo per z- ,ella Vjtl
fualeua a conuenire con Cefare feconio le dimande fatte prima , & offerendo dfc* '■ che '
che Ce fard & il Re d'Aragona oli riccuerelbono in protettwne: ma lo .Amba G. io\ V:t!°:
filatore non hauenio auttonta di conuenire ; nonpoteuaje non jigmfictre alla Fiorentini,
Republica,ct affettare le rifbofle.nè per lai, né per altri fi faceua inflantia col ch *iìó ha-
r . \ li- r • ;•• * » n , » i • -, »• i udlero rct-
Vicere,nt dmgentia di interrompere le propofe de Medici: & non : meno la - 1 :a lega a»
cofa in fé medefima non mancaua di molte difficultà- perche il Viceré non ha- j>"J 5JJ'1 R.e
ueua esercito tantopotente che fé nonfuffe necejjltatoydoueffe uolentieri ejf: d j^.k> W
rimentarele forze fue; & Gurqenfeper imo: lire che ì Vinitiam non ru.ut. •'^yi->, che
raftero Brefciafo face {fero maggiori progrcfjì,d(fderaua che gli Spagiwolipn' a d> &o«hi
fajfero quanto più preftofi poieua in Lombardia : però fi crede che fé i Fio retati J£*c huXi I
niìponendo da parte il negotiare con uantaggi & con rifyiarmo ,come ri:c rea- r< dato \>»ù
d nano gli imminenti pencoli ; haue fiero confentito e i dare a Cefare a i danari f^liL*??*»
dimandati, & aita. ito con qualcmfomrna di dànafl u Viceré coftituì. o in fo?n ti: né impoc
ma necci fi ta, harebbono facilmente fch ifata quefla temp: fa : & che Gurzen *3rrtc,r* h*ue
fc> & il Viceré harebbono perauentura conuenutopiu uolentieri con la Repu- fo t Fts nera
blicadaquale erano certi che attenderebbe le cofe promeJJL\ che ccì Melici . ì Sf miUb? .
quali non poteuano dare cofa alcuna ; fé prima non ritomauano con Parme in p«ch« fimi
Firenze : ma effendofoper negligentia,òper malignità degli huornìni abban h^euano
donata quajì del tutto la caufa di quella'dttà; fu deliberato che V efferato Spi. «« Spagna
gnuGloyColqiiale andaffero il Cardinale -,& Giuliano de' Medici ,fì udgejfe iter d^N^ ?."
fu Firewze : chiamaffe il Cardinale , ilquale il Tonte f ce dichia>-aua in quefla ìn. *h-!r?
ejpcditione Legato della Tofcanaàfcl iati della Chiefa & quellùche più gli pa u^ontor
re/fero a propofito delie terre mane. Ffpedite le cofe della Dieta il Viceré tor- s?dt " no
nato nel Bologncfe>moffefubito le gemi contra i Fiorentini: a quali il non ha - dfófS* *2t«
o
battere le muraglie, hau.ua fitto muouere da Bologna due cannoni > cS^ a fui ùi almo! Il
erano uenuti Franciotto Or fino te i Vitelli Condottieri della Chiefa , ma fea^a *^V ,cUc
le compagnie loro : perche & a loro , & a gli altri foldati della Chiefa l ha- au "or » u di
ueua uietato il Duca d Vrbino,ilquak,con lutto che nella Corte fifa fuffe fta-
Rr » to
conuenue.
*
to marito qualche anno Giuliano de Meàicu& ebe Tempre bditcfiè fatto p o
fi -iim-nt° fe(Pone di defiderare la gronderà loro ; baueua negato, a quale fifufle la ca
ibce^a? gione,di accomandargli l'artiglierie, & d'aiuto alcuno de foldati, &fuddiH
e- ión mi0 fmi' & non °Aante che il pontefice a lui, & d fudditi delle terre mane della
Ducand'vr- chi e fa haucfjecon ampli brieui comandato il contrario. M Viceré Quinto
u^r ° volto che fu entrat0 nel dominio Fiorentino , uenne uno jtmbafciatore della Repu*
ccn Jd« 2 blicaàlquale dimoftrando Ufferuan%a battuta fempre al He d1 * jlragona,(\ual%
«1!^ f fuffero fiate l'anioni loro nellaproffma guerra , & quel che il fio Repoteffe
iiuelia ii jberare da quella città , riceuendola nella fita amicitia ; lo pregò che innanzi
*lCla • procedere più oltre,figmfica(fe quello chericercaua da Fiorentini: perche al-
le dimande connenientu & che fufjiro fecondo lefor%e loro , gli farebbe libe-
ralmente corrifpoflo.Rjfpofe non effere la fita uenuta deliberata piamente dal
Re Catclico/ma da tutti i confederati per laficurtà commune £ Italia: concio-
fiache mentre che il Gonfaloniere ftaua in quella ammwiflratione ; ninna fi-
curtà fi poteua batter e, che m qualunque occafione 'non feguil 'afiero il Redi
b Doman - Francia: perciò in nome di tutti dimandare b che il Gonfaloniere fitffe pnuato y
il vLdrèPco del Magfirato>&fi cofiit nifi e forma digoncrno* che non fuffe fo fretta a con
me fi ie?ge fec[eratj .debenenpoteua efiere fé il Cardinale , & Giuliano de Medici non
co!rfU°vTa eranorefiituhivAlaTatriade^^
toma di £Ó?£j n€\l altre : però andaffe a riferire , ò altrimenti fignifi ìcaffe a Firenze la
ducluàkhc mente fua; ma non uolere infimo ueniffe la riftoftaficprafedere.^ Firenze in-
lenire fu vi tera la uemta degli spxgnuoli,&perfuadendofi che dalf altra parte gli hauef
™C "" fero ad affollare le forze del Tontefice ; era in tutta la città grandi fi imo fra- ,
uento,temendofi della dìuifìonede Cittadini , & della inclinatwne di moina
cofe nuoue : haueuano poche genti d'arme infanterie, fé non, o fatte tvmul-
tuofamente, ò raccolte delle loro ordinante , la maggiore parte dellequak non
era efberimentata alla guerra: non alcuno Capitano eccellente, neda mrm,o a*
tnritàdelqualepotejfero ripofarfi: gli altri Condottieri tali,chemai alla memo
ria degli huomini erano fiati di minore ejpettatione agltftipendtj loromondi-
meno prouedendo folle diamente quanto in tanta breuità di tempo poteuano*
racwlieuano le genti d'arme diuifiein uarij luoghi, foldauano fanti, ma tali ,
amàTa potemmo hauere , & fcegliendo le più utili bande di tutte l ordinai
re, nduceuano tutto lo sforzo a Firenze per fteurtà della citta, &perproue-
* premer- deredi quitti, i luoghi doue fi uoltaffero inimici: ne mancando di tentare,
^a^ foli" ri benché tardi , la ttia dell'accordo , oltra quello che continuamente per l Ora-
SUe ftipé me fi trattauacol * Viceré ,ficriffono al Cardinale di Volterra, che era a Ora e
r2/i.°SX doliinterradÌRoma,che trasferiti al Tontefice ,fi ingegnaffe con offer-
haurebbe te , con prievhi , & con ogni arte > di placarlo : ilquale indurato , ma co jat-
ÌSfe&T ti contrari* alte parole , rifrondeua quefta non effere imprefafua , &/arfifen
amici, chei rra fHe venti : ma che per non fipronocare contro tuttala Lega, era Jtato co-
uMt^ò firettotconferitvda , & comportare , che il Cardinale de Medici face fi e con-
' ,:gi° \ durre t artiglieri* 'di Bologna : non haum potuto oimtare immq > e ne
voluto
V N D E C I M O. 3if
la fi conmciajjiymolto meno poterla rimuovere poi che eragìà cominciata . Il
a Viceré tra tanto difcefo a delle montagne a Barberino , terra lontana quindici a n«ii« m»
miglia a Firenze', mando per unhuomofiuo a lignificare non e fiere intentiate |asne dì,*<j
della Lega,alterare né il dominio>nè la libertà della cittàypure che per laficur rono co'm«
tà d'Italia fi rimuoueffe il Gonfaloniere del Magi/Irato: defiderare che i Medi dici **««**
cipotejfero godere la Tatria,non come capi del gouerno, ma come prillati, & fue compa-
per uiuere fiotto le Leggi, & fiotto i Magifiratiy filmili in tutte le cofie agli altri &"£'. j '^
Cittadini : laqualpropofìa efiendopalefe a tutta la città ; erano uaric l'opinio gii fouuen-
ni degli buominiycome fono uarij i giudicale paffioniy & il timore . Biafima- "j^denlrL
nano alcuni che per lo ricetto d'unfiolo fi haueffe a ejftorre tutta l uniuer fiali- di ve ttcua-
tà de Cittadini y & tutto il dominio a tanto pericolo ; atte fio che per la defofii- f^^-f*^
tionefiua del Magijlrato nonfiperdeua>ò il configlio popolatelo la libertà pu- cedane, co-
hlica : laquale non farebbe difficile confieruare da* Medici Jpogliati di riputa- Siouió?
tione,& di facult acquando uolefiìcro eccedere il grado priuato : douerfi confi-
derare in che modo potè fi e re fi fiere la città all' auttor ita, & alle fiorile di tan-
ta Lega :fola non e fiere baflante, Italia tutta nìmicayperduta intieramente la
jperarr^a di efiere fio e cor fio da' Francefihiquali abbandonata uilmente Italia ,.
haueuano che fare a difendere il Reame loro -, & confeij della loro debolezza
haueuano alle dimande fatte da Fiorentini rifpoflo e fiere contentiychcfifacef-
fie accordo con la Lega . .Altri in contrario diceuano efiere cofia ridicula a cre-
dere che tanto moto fifiacefie per odio folamente del Gonfaloniere y b perche i
Medici potè fi ero filare in Firenze comepriuati cittadini : altra effere laintcn
tione de Collegati , i quali per hauer la città unita alle uoglie loro y & poterne
trarre quantità gr and iffima di danari ; non haueuano altro fine che collocare i
Medici nella Tirannide: ma palliare la loro mtentione con dimande meno acer
he y lequali conteueuano nondimeno l'effetto mede fimo : che altro fignificare
il rimuouere in quefio tempo con le minaccio y & con lo fpauento dell'arme il
Gonfaloniere di palaghyche lajciare la greggie (marrita fen%a Taftoret che
altro entrare in Firenze i Medici in tanto tumulto^ che aliare un uejjillo > ih
quale feguitaffero coloro , che non penfiauano ad altro cheafpegnere il nome,
la memoria , le uefligie del con figlio grande y ilquale annullato era annullata
la libertà ( & come fi potrebbe ouuiare che i Medici accompagnati fuor a dal
l' efiercito Spagnuolo y& feguitati dentro da gli ambitiofiy & fieditiofi non
opprime fi ero il giorno me de fimo y che enti 'afferò in Firenze la libertà? Dc->
uerfi confederare quello cìk potè fi ero partorirei principi] delle cofie ,& il co-
minciare a cedere alle dimande ingiuftey & pemiciofieznè fi douere tanto
temere de' pericoli y che fi dimenticafiero detta fialute della città 3 & quanto
fuffe acerbo il uiuere infieruità > a chi era natoy & alleuato in libertà. Ricor-
daffmfi con quanta generofità fi fuffero per confieruare la libertà , oppofli a
Carlo Re di Francia quando era in Firenze con efferato tanto potente ; &
confiderà fi ero quanto era più facile refiftere a sì piccola gente priuata di da-
ma , fien%a prouifiwne di uettouaglie > con pochi pe%gi d artiglieria , &
"" " ' *" R* l fi
LIBRO
fcnzatòmmoditàalcunadipoterejefidifcndefferodalpwno
tare la ?uerra-.& laquale neceffitata a dimorare brieue tempo in Tofana, &
wofla dalle foranee date da fuorufciti dluuere con un femplice afiolto a ot-
tenere la tuttora come uedeffe cominciar fi uigorofamente a refiflere, incline-
rebbe alla concordia con honeftiffimeconditioni. Quelle cofe fi duellano ne
a il confa circoli,& per lepiote tra i Cittadini. Ma * il Gonfaloniere, udendo che dal a
lonicr ?-? molo medefimofi deliberajfe la rijpofloycbe dal Magiflrato s haueua a dare
jrueder aèhuomo mandato dal Viceré , connotato il Configlio maggiore , adunati che
T«Z?£ furono i Cittadini parlò in qucflafententia.
SS Pficurcz J Se io CYedeffi che la dimanda del Viceré non concernere altro che linteref-
» denoto. £ di me r0i0yj)arei fa me medefimo fatto quella deliberai ione, che fu fé confor
S «cho'oi Jme aipLofito mio : ilquale efendo flato ftmpre dìeffere parato a efjwrre la
^cifion'i ulta per beneficio uoflro;mi farebbe molto più facile a rifoluermi di rinuncia-
[hiamu, a fi p,r liberami da' * danniti da'' 'pericoli della guerro,il Magifirato che dami
«mii'huo-1 mi e flato datoMuendo maffimamente in tanti anni che fono feduto in queflo
nini , che do amao fi COrpoy& f animo per tante moleflw>& fatiche : ma perche in
fiST* quello dimandapub effere che fi tratti pm oltre che deliintereffe mio;è potuta
cipedi quefla città >& a quali jolo appartiene sipomieroja u^cuuvny ^
nodio io confortami più in una parte che in un altra : uoftro fia il configgo
(Irò fiati ziudicio,qucllo che delibererete farà accettato, & lodato da me ,che
vofferifeo non filo il Magiflrato,che è uoflro : ma la per fona, & la propria m
ta,& mi attribuirei afingolare felicità sio potcfjì credere che queflo juficil
m>70 della falute uofira . sfiammate quel chepoffa importare la dimanda del
Viceré allauoflra liberta\& Dio iti prefli grafia di alluminare, & di fare rijol
tare alla migliore parte le menti uoflre. Se i Medici baueffero diftofitwned ha
bifore inq^flacittlcomepriuatiCiitadini^patierJiagmdictj de Magi ira-
ti & delle leggi uoflre ; farebbe laudabile la loro rcflitutione , accioche la Ta
trio communefi unijje in un corpo commune :fe altra è la mente loro auertite
d pericolo uoflro m ut paia grane fofienerefpcfe, & difficultàper cmfermre
la uoflro libertà,laquale quanto fia pretto fa conojeerefli meglio, ma ferina imi
tornando? io ho horrore di dirlo) nefufflpriuati : né fia alamo che fi perjua-^
dacheilgoucrnode Medkihaueffie a efiere quel mede fimo che era innanzi
fuGero cacciati: perche è mutata la firmai lanciamenti delle cojcahhora nu
triti tra noi quafi a ufo dipriuati Cittadinlricchifjimi di f acuità fecondo ilgra
do teneuano , né offe fi da alcuno Jaceua??o fondamento nella bemuolen%a de
Cittadini, configliauano co principali le cofe publiche, & fi ingegnamno col
mantello della cmilità , coprire piupnflo che jcopnrc la Loro grandezza ; ma
bora habitati tanti anni finora di Vircn^mmiti m coflumi flramen,tnteui~
•* — '■ — venti
genti
V N D E C I M O. jitf
genti per queflo poco delle cofe ciuili, ricordevoli dell' efìlio , & delle acerbità
tifate loro , poueriffimi di f acuità > & offe fi da tante famiglie , corifei] che la
maggior parte, an%i qua fi tutta la città abhorrifce la Tirannide, non fi confi-
derebbono d'alcun Citt odino, & sfor%ati dalla pouertà, & dal foretto, arra-
gberebbono tutte le cofe a loro mede fimi , riducendo fi non fu la beninolen%a ,
& fu l'amore, ma fu la forila, & fu l'arme ; in modo tale > che in vreuifjìmo
tempo qucjia città diuenterebbe fimile a Bologna, qual era al tempo de' Edi-
tinogli, a Siena, & a T'erugia . Ho uoluto dire queflo a quclli,che predicano il
tempori goiicmo di Lorenzo de' Medici: nelquale benché fufìeto dure con-
ditioniy & fuffeuna T irannide, benché piumanfueta di molte altre ìfareb'. e
fiato a comparatone di queflo una età doro . ^Appartiene bora a noi il delibe
rare prudentemente, a me, ò r inondar e con animo coftante*,& lietijjimc a que
fio Magìflrato ; ò francamente, quando noi delibererete altrimenti > attende-
re alla conferitatene, & alla difefa della uoflra libertà . ls[pn era dubbio quel
che haueffe a deliberare il Configlio, per la inclinatione, che haueua qua fi tut
to'l popolo di mantenere il gouemo popolare : però con marauigliofo confenfo
fu deliberato, chef confentiffc alla ritornata de Medici, comepriuatirma che
fi dinegale il rimuouere il Gonfaloniere del Magi/irato , & che quando i Hi-
mici flefiero pertinaci in quefla fenten^a, che con le facilità, & con la uitafi
attendere a difendere la libertà, & la patria commune :però miti tutti ipcn
fieri alla guerra , & fatto prouedimento di danari ; mandavano gente nella
terra di Trato propinqua a dieci miglia a Firenze, laqualefi credeua^che pri-
ma haueffe ad effere affaltata dal Viceré : ilquale poiché a Barberino hebbe
raccolto l efferato & l'artiglierie, condotte con difficultà per l'afpreTga del-
l'^Appennino, & perche per mancamento di danari non haueuano il prouedi-
mento debito di guafiatori, & d inflrumenti per condurle ', fi acco/lò(come fi
era creduto ) a Trato : doueperuenuto quando cominciaua il giorno ; battè il
dì mede fimo per qualche bora con falconetti laporta di Menatale, allaquale
per efìer dentro bene riparato , non fece frutto alcuno . Haueuano i Fiorenti-
ni meffi in Trato da due mila fanti quafi tutti dell ordinanza loro^gli altri rac
cotti in fretta d'ogni arte , & efiercitij uili , pochiffimi in tanto numero efye- fi Buonac-*
d rimentati alla guerra : & con a cento huomini danne , Luca Saucllo Condot- corfi nel ni»
tier uè echio , ma che neper l'età, neper /' efperieri'^a eraperuenuto a grado al huomini 6 '
cimo di fcien%a militare : &gli huomini darme quei mede fimi ch'erano fla- d*arme, cfce
ti poco innanzi fualigiati in Lombardia : aggiugneuafi , che per la breuità del to (otto lu-
tempo, & per la impernia di chi haueua ,. auuto aprouederlo , ui era piccola g ?*adlP, »
quantità d'artiglierie ,fcarfità di monitioni, & di tutte le cofe ncceffarie alla ran fòiarac
difefa . Col Viceré erano invento huomini d arme , & cinque mila fanti Spa- te s?31*13 »
/./ri i • n i • L i , ma" nume
gnuoli , & jolamente due camioni, ejsercito piccolo in quanto al numrro,&a ro de* fanti
gli altri apparati, ma grande in quanto al ualore .-perche i fanti erano tutti di [£ mt*° r™
quei medefimi che con tanta laude fi erano faluati della giornata di Rauen- no quattro
tia : iquali come huomini militari confidamiofi molto nella loro uirtù, difpreg- mUa •
Rr 4 giauano
t I ' B R O
gìauano fommamentettmferitia degli duerfarij : ma e fondo uenutì fin^a
apparecchiamento di uettouaglie , ne trottandone copio fi il paefe , perche con
tutto che a fatica f uff e finita la ricolta, erano fiate condotte a luoghi muniti ;
cominciarono fubito a fentirne il mancamento : dalla qual cofa fpauentato il
Viceré inclìnaua alla concordia , che continuamente fi trattaua , che i Fiore»
tini confentendo , che i Medici ritornaffero eguali a gli altri Cittadini ,r:c fi
parlando più della depo fittone del Gonfaloniere ; pagaffero al Viceré , perche
partifje del dominio Fiorentino, certa quantità di danari , laquale fipcnfaua
nonpaffafie trentamila ducati : perciò il Viceré haueua confentito faluoccn-
dottoagli lAmbafciatori eletti per quefia ejpedìtione , & fi farebbe afte nuto
infino alla uenuta loro diafaltare piuTrato ,fe di dentro gli hauefftro dato
» che l'oc- qualche commodità di uettouaglie . a TvJV/ V7{*A co fa uola più che l'o -cifio a
fu^ac" p!-ò ne->mum più pericolo fa v che [giudicare dell'altrui profeffioni } mima pm dan-
vckccù con nofa cbelfifpetto immoderato . Defiderauano la concordia tutti i principali'
Ep^mw* Cittadini, affile fatti dietro a gli effempide maggiori loro a difendere jfieffò la
d Auìoaio , libertà dal ferro con l'oro : perciò faceuano inflan%a,che gli ^imbafeiatori e-
in ' v nK|'uo° '^*# fubit amente andaffero : d quali oltra l'altre co fé fi commetteua , che di
Embie i.a $ Trato fi faceffero porgere uettouaglie ali efferato Spagnuolo , acciò chelVi-
4uein*4?aJo cere quietamente off ett affé, fé la concordia trattata haueua effetto ima il
go la deferì Gonfaloniere -ò perfuadendofi contra lafua naturale timidità, che i minici di -
«to^G^è* forati della uittoria doueffero da fi fleffi partirfh ò temendo de' Medici in qua
d il fogge t- lunque modo ritorna/fero in Firenze , ò conducendolo il fato ad e/Ter cagione-
della rouinapropria,& delle calamità della fuaTatria , allungando artificio*-
b Dice il fornente l'efpcditione degli ^Ambafiiatori ; operò talmente, che b non ondami b
^uonaccor- ^ ^ giorno , nelquale fecondo la deliberatone fatta doueuano andare. Dun^
Amba* ciato que il Viceré aftringendolo la penuria delle uettouaglie, & incerto fé più uer-
iUv icerè™ rcbbonogli iXmbafciatoriy mutato la notte feguente l'alloggiamento dalla por
«raal co uen- ta del Menatale > alla porta, che fi dice del Serraglio, donde fi uà uerfo il mon-
eti mandaf- te ; cominciò a battere con due cannoni il muro a quella uicino eletto quefio
jj*ro cento lUOgo perche al muro era congiunto un terrato alto , dalquale fi potcua facil-
»cT& tornai mente falire alla rottura del muro difopra che fi batteua : laquale facilità dal
feto alla si- [at0 di fuor a, diuentaua difficultà dal lato di dentro : perche la rottura, che fi
enoria per ~ ri • /• j 1^11 ^ r > •
commi nió jaceua Jopra il terrato, nmaneua di dentro motto alta da terra . Roppeji a pri
«jfoiuta di mi CGipi lmo fè due cannoni, & t'aliro col quale filo continuauano di batter
appuntar le * . . , ' • • ? n ;•
co : ma .che re per lofpefjo tirare haueua perduto tanto di uigore,cbe alla muraglia perite-
diaIlanon8nfi niuano i colpi molto lenti y & di piccolo effetto .-pure poi chebbono per ifia-
pocè otte- tio di molte bore fatta un apertura* di poco più che di dodici braccia ; corniti-
txtt detto ciarano aicunj de fanti Spavnuoli montati fui terrato a falire alla rottura ,
pane,ltima- unir rvj; j j j > r 1
«io che Pra- & da quella fu la jommita del muro , doue ammaccarono due de fanti > che
tene0/? ga- loguardauonoipet la morte de' quali cominciandogli altri a ritirar/ì : uifali-
giiardamen nano già i fanti Spagìiuoli con le fiale ;& benché dentro apprefjò al muro
" * fufse uno Squadrone di fanti con gli fioppietti > & con le picche , ordinato
per ì
y n » e e t m o; $17
per non lafciare alcuno de rimici fermarfì fui muro * & per opprimere , (e
alcuno temerariamente faltaffe dentro-fio in altro modo dificendefie;nondime-
no come cominciarono a uedere i mmici fu la muraglia* mefififii in fuga da lo-
ro mede fimi, abbandonarono la difefa: onde gliSpagnuoli fiupiti cheinhm-
mini militari poteffe regnare tanta uiltà>& fi piccola efferientia, entrati fen
, ?a oppofitione dentro da più parti* a cominciarono a correre per la TerraAo- « * rat° P^-
1 ^- rr J rn ri ir ir r fo, biacche
ue non era più refijten%a*ma piamente grida* fuga, molenda, facco*f angue* glato da gìj
& uccifionijgittando i fanti Fiorentini fanne in terra*& arrendendofi a' uin spagnuoh :
àtorudaìf auaritia libidine , & crudeltà de' quali non farebbe flatafalua co- ie,come feri
•7 fa alcuna, fé il Cardinale de* Medici, mefle guardie alla Cine fa maggiore ; b u* m buo.
non hauefìe confieruaM i honeflà delle donne , lequali qua fi tutte ui erano ri- ìo. d' Ago.
fuggite. Morirono non combattendo , perche alcuno non combattè * ma ò fug- £° *s*1*.*
gendo,ò fiupplicandopiudi due mila buominiytuttì gli altri infieme col Com-
une ffar io Fiorentino, furono prigioni, Terduto Trato, i Tiflolefi,nonfi par- *> H Buonac
tendo nell'altre co fé dal dominio de Fiorentini ; conuennero di dare uettoua* Jbc non fu
glia al Viceré, riceuendo promeffa da lui-, che non farebbono moleftati. Ma a perdonato a
Firenze come s'inte fé ilcafo fucceduto , per loquale gli <Ambafciatorì , che fanciulli*,4
andauano al Viceré * effendo a me%o il camino ritornarono indietro ;fu ne gli j?* a luoghi
animi de gli huomini grandi ffima alter aticne . il. Gonfaloniere pentitofi Gioub Viri
della uanità del fino configlio , fpauentato , & perduta quafi del tutto la rifu- uc > chve la
tatione, & l'autorita,retto piuprefio che rettore, & irrefoluto,fi lafciauapor gii spagnuo
tare dalla uolontà de gli altri > non prouedendo a co fa alcuna, né per la con- {' a"5,Zo ^
feruatione di fé mede fimo , né per la fallite commune: altri defiiderofi della Cch\ , s/dc*
matafione del gouerno prefo ardire, ì. lafimauano publicamente le cofeprefen f***c^ 3
ti: ma la maggior parte de' Cittadini non afiueta all'arme, & hauendo innan fCia , & ch<
re
che
piagli occhi feffempto mifier abile di Tralo 5 benché amatrice del regimento U2 *uronove
popolar e, flaua per Umore effofìa ad efier preda di chi uolefie opprimerla: dal cinqueUmiU
le quali cofe fatti più audaci Tagol Vettori* et ^Antonfrancefco de gli\Albi%i, J?alJ^mini di
giouani nobili, feditic fi , & cupidi di cofenuoue; i quali già molti me fi fi era-
no occultamente congiurati con al.uni altri in fauorde Medici, & percon-
uenire con loro del modo dirimei ter gli,er ano flati fegrct amente a parlamen-
to in una uilla del tenitorio Fiorentino uicina ai tenùorio de3 Sanefiycon Giù*
Ho de Medici;fi rifoluerono di fare efferientia di cauar per for%a il Gonfalo-
niere del palalo publko : & communu ato il configgo loro con Bartolomeo
Valori giouane di firmili conditioni,& implicato per lo troppo fyender e *come
era anco Vagolo in molti debitija mattina cklfeccdo dì dalla perdita di Tra-
to,chefu l'ultimo giorno d^Agofio,entrau con pochi compagni inpala^o, do
neper lo Gonfaloniere ,che s'era rimeffo ad arbitrio del cajo, et della Fortuna*
non era prouifione, né nfifienya alcuna; e? andati alla camera fina lo minac-
ciarono di torgli la uita,je non fi partiua del palalo * dandogli in tal cafio la
fede di fialuarlo.-allaqual cofa cedendo egli & cfìendo a quefto- tumulto fioìle-
ttata la Città, ficoprendofi già molti contrari] a lui* & niunv in fino fattore >
fatti
fatti per ordine loro congregare fubito i Magiflratiì che fecondo tè leggi batte
uanofopra i Gonfalonieri ampliffima autorità; dimandarono che lo priuaffe-
ro legittimamente del Magi/Irato minacciando che altrimenti lopriuerebbo~
no della uita:per lo quale timore battendolo contra la propria uolontàpriuatot
lo menarono faluo alla cafa di Vagolo >donde la notte feguente bene accompa-
& Fier Sode guato a fu condotto nel tenitorio de Sanefi,& di quitti ftmulando Mandare a a
di Gonfilo- Roma con faluocondotto^ottenuto dal Tontefice, prefo occultamente il carni-
r.isre, fugge no £ .Ancona ; pafiò per mare a Rauna : perche per ordine del Cardinale fuo
<it Fiorenza, n ,, r, l . j •;,„ /* \ Vi \ . ,• \ »• n
h^ucio (co frate domerà flato alterato che il Tontefice yO per jclegno, o per cupidità di Jpo-
mt dice il gliarlo de fuoì danar'hcbe era fama effere molti,gli molerebbe la fede. Leua-
fi >gouema- to il Gonfaloniere del Magiflrato, la Città mandò fubito *Ambafciatori al Vi
to la otta cerèycolquale per opera del Cardinale de Medici facilmente fi campo fé: per-
none anni, . ., ^ ' , .>'.'. rl x , , f. . rr ■■ / n ■ r m i
& dicci me che il Cardinale ji contento che de gli interejji proprtjnon fi efprimejje altra
fi con fom- c})e [a reflitutione de' fuo'u&di tutti quelluche Ihaueuano fezuitato alla Ta
mi in noce * i
t:a, efrenJo tria,comepriuati Cittadini) con faculta di ricomperare fra certo tempo i beni
egli iU:o£~ alienati dal fifcoyna rendendo HpreTgo sborfato, e i miglioramenti fatti da
è fcritto di coloro,ney quali erano flati trasferituma quanto alle cofe communi, entrarono
iopra nei h. ^ ■pi0Yentini nella Lega : obligaronfi ,feguitando quello che i Medici haueano
l'ano 1502. promeffo,per mercede del ritornoloro a Mantoua,a pagare al Re de' Romania
*c %f SeC~ fecondo le dimanie di Gurgenfe guarani a mila ducatual Viceré per l * effera-
to ottanta milaja metà di prefcntedl rimanente fra due me fi : & per fé pro-
prio uentimila ducati: & che riceuuto il primo pagamento p arti ffle fubito dei
dominio^ fiorentino -jilafciando quel che haucua occupato. Fecero olir a qucfto
Lega col Re d'Aragona con obligatione reciproca di certo numero di gè te d'ar
me a dì fé fa de gli flati: & che i Fiorentini conduce fiero a gliflipendij loro du-
gento huomini d'arme de fttdditi di quel Redaqual condotta, benché non fi e-
jprimeffe,fi difegnaua per il Marche fé della Valude, a cui il Cardinale hauc-
ua promejfoyò almeno dato fperan^a di farlo Capitano Generale deli arme de'
Fiorentini. Cacciato il Gonfaloniere , & rimo fri per Raccordo i pericoli della
guerra tdettono i Cittadini opera a ricorreggere ilgouemo in quelle cofe^nelle
quali fi era giudicata inutile la forma prima : ma con intentione uniuerfale*
■ eccettuati pochi fjimi, & quefli, ò giouani,o quafi tutti di piccola confideratio-
ne,di conferuare la libcrtà,& il Con figlio popolare. Vero b determinarono co
m^nation[~ nuoue leggi,che il Gonfaloniere non fi eleggere più in perpetuo, ma folamen-
de' Fiorenti te per uno anno:& che al Configlio de gli ottanta,chefi uariaua di flei meft in
forma dei " fà mefl> con l>'autorità delqualefi deliberatiano le cofe più graui,acciochefem
gouemo fi pre ui interueniffero i Cittadini di maggiore qualità, fuffero aggiunti in perpe
co8ne?Buon- tuo tutt^ coloro, eh e in fino a quel giorno hauejfero ammintflrati,òdétro>ò fuo-
«actorfi . ri i primi honori,dentro quelluche erano flati,ò Gonfalonieri di Giuflitia,o de
% Dieci della Balia, Magiflrato in quella Republica di grande autorità ; fuori
tutti quelluche eletti nel Configlio degli ottanta, erano flati ò ^mbafeiatori
*Trincipi>Q Commefiarij generali nella guerra > rimanendo fermi in tutte
l'altre
V N D E C I M O. 5 18
l'altre cofe gli ordinamenti del mede fimo gouerno, Lequali cofefiabilite ,fu
eletto per lo primo anno Gonfaloniere Giouanbattifia Ridolfo nobile cittadi-
no,& reputato molto prudente , riguardando il popolo (come fi fa ne tenjpi
t-irbulenti)non tanto a quelli, che per l'arti popolari gli erano più grati >quan
to ad unoy che con l autorità grande , che haueua nella Città , maffimamente
apprefio alla nobiltà ,& conia uirtk propria potefie fermare lo fiato treni an-
te della Kepublica.Ma troppo erano trafeorfe le cofe, troppo potenti nimici ha
ueua la publica libertàmelle uìfecre del dominio l'efsercito foretto , dentro i
più audaci della giouentu cupidi d'opprimerla : la mcdeftma era , benché con
le parole dimofirafie il contrario da uolontà del Cardinale de* Medici: ilquale
fin da principio non harebbe riputato premio degno di tante fatiche la reflitu-
tione de' fuoUcome priuati Cittadini iconfideraua al preferite di più-, che ne art
co quefto farebbe co fa durabileiperche infieme col nemefuo farebbono ingra
de odio di tutthper lo foretto che continuamente '/limolerebbe gli altri Citta-
dini, che ejji non infidiafiero alia libertà, & molto più per lo fdegno , che ha-
uc fiero condottò l'efiercito Spagnuolo contra laVatria fiati cagione del faccù
crudeliffimo diTrato,& che per lo terrore dell arnie , la Città fu fé fiata co-
ftretta a riceuerecofi indegne, & inique conditionu Stimolauanlo al mede fi-
mo coloro .che prima erano congiurati feco,& alcuni altri, che nella Republi
ca bene ordinata, non haueuano luogo honorato : ma era necefiario il conferì-
timento del Viceré, ilquale affettando il primo pagamelo-, eh e per le conditio-
ni della Città fi efvediua dijfcilmente;foggìornaua ancora in Trato, né haue-
U&rfuaU fifuffe la cagione J animo inclinato , che nella Città fi facefìe nuova
altera: ione nondimeno dimoflrandogli il Cardinale ,& procurando chél Mar
che fé della Talude,& ^Andrea Caraffa Conte di Santa Scuerma, Condottieri
nell efferato i facefiero il mede fimo, che alla Città, che haueua riceuuta tanta
offe fa non poteua più e fiere fé non odiofi (fimo il nome Spagnuolo , & che in
qualunque occafwne aderirebbe fempre a* nimici del T\.e Catolico , atr^i efìer
pericolo, che come fi a ifcofl afe l'efiercito -non richiamafìe il Gonfalonicre,il-
quale sformata, haueua cac. iaio,mouendolo anco dprouederficon tanta diffi-
coltà d ' danari prome (fi, i quali fé fu fi ero fiati più pronti , harebbe fatto mag-
giore fondamento nel gouerno lib ero ;conf enti al defiderio del Cardinale rUqua * Entrò la
* te compofte le cofe con lui , a venne fubito in Firenze alle cafe fue: oue parte c«d?na 1 .**
con lui, parte feparatamente,entrarono molti Condottieri, & foldati Italia- de' Mc^cu
ni,non hauendo i Magifirati per la uicinità degli Spaglinoli ardire di probi- h° Gmufa^
bire,che non ni entrafiero:dipoi il giorno feguente cfsendo congregato nel pa do^° } 8- ia
lagio pubi ico per le cofe occorrenti unConfiglio di molti Cittadini > alquale le VorL^di
tra preferite Giuliano de' Medici, i foldati afi aitata all' improuifo la porta , c,2r!° v n L
&poifalite le fiale .occuparono ilpalagw, depredando gli argenti , che ni fi cacTjVto"^'
conferuauano per ufo della Signoria: lacuale infieme col Gonfaloniere cofiret- che *,u • CT
ta a cedere alla uolontà di chi poteua più con l'armi , che non poteuano i Ma- Eèbo a c«-
gifirati con la riueren%a>& autorità difamata;c9nuccòJubno>cofi proponen |^cc dl s<*
LIBRO
do Giuliano de Medici, fu lapiai^a del 'palagio, colfuono della campava grò)
fa il popolo alparlamento:doue quelli che ui andarono, effendo circondati dal
i _ Vanne de foldati, & de gwuani della Città-, che haucuano prefe l'armi per i
huolnim di Mcdicuconfentirono che a circa a cinquanta Cittadinitncminati fecondo la no a
ce parimcn Ionia del Cardinale ifuffe data fopra le cofe publiche la medefima autorità ,
»1 orioni a ch? bau e "<*> tutto il popolo (chiamano i Fiorentini quefta potefià cefi ampia
il g ionio a Balia)per decreto de3 quali ridotto il gouemo a quella forma, che folcita ef
dtUib^°del ferc mnmV. ^ sAnno Mille quattrocento nouantaquattro, & meffa unaguar.
h vita di dia di 'foldati ferma al palagw;ripigliarono i Medici quellamcdej 'ima gran-
u^ che iuro àe7^a,ma gommandola più hnperiofamente , & con arbitrio più ajfoluto di
110 creai 15 . quello, che foleua hauere il padre loro. In tal modo fu oppreffa con Farmi la li-
qu;. ii cieiìi berta de Fiorentini,condotta a queflo grado principalmente per le difeordie
io poi iena de fuoi cittadini-.alqualefi crede non farebbe peruenuta fe(io paffero la neu
di grandini tY alita imprudentemente tenuta^ & l hauere il Gonfaloniere lafciato pigliaYe
To* I,puì?" trotf° animo animici del gouemo popolare) non fuffe fiata, etiandio ne gli
cutà,& ami ultimi tempi, negligentemente procurata la caufa public a .perche nel Re d \A
M^dT'i d,h raSona non cya da principio tanto defiderio di fcuertire la libertà , quanto di
uefieio' co'i vimuoHCYC la Città daltaderentia del Re di Francia, & di trame alcuna quan
con iir*"0 ***** $ danari per pagare alt esercito -.perciò fubii o che i Fr ance fi abbandona-
gouemaz lo yqìio il Ducato di Milano; e om?ncffe al Vicerè)Che quando ò le cofe occorrenti
**l<* « lo tir afferò ad ali ra imprefa, ò che per altYa cagione conofecfie difficile la Yefli
tutione de* Medici, pigliando la delibevatione dalle conditionide tempi ;con-
ueniffe,o no con la Città, fecondo che più gli paYefje opportunoiqucfto era fa
to da principio il comandamento fiw: ma dipoi fdegnato contra il Tonufce
per queUche haueua tentato a Roma contra ^Alfcnfo da Efli \ & mfofpettito
per le minaccie,che pubicamente faceva contra il nome de3 Barbari ;àimo-
ftrò apertamente al mede fimo ^Ambafciator Fiorentino-, eh e al principio della
guerra era andato a ltu,& al Viceré commefìe, che non ientaffe di alterare il
gouemo >o perche giudicaffe effergli più ficuro conferuareil Gonfaloniere ini
micato dal Tontefice,ò perche temefe,che il Cardinal de* Medici reftituito,
non haueffe maggiore dependentia dal Tontefice,che da Imma non fu nota al
Viceré quefta ultima deliberationefe non il giorno dapoi che era fiata Yidotta
la Republica inpotefià del Cardinale, TeY loqual difeorfo apparifee , che fé i
finalmente FioYentini haueffero dipoi che furono cacciati i Frane e fi; procurato diligente-
ai iìnc del li mente di afficurare,mediantc la concordia, le cofe loro ò fé fi f ufi ero forti fi-
vaa di Leo coti d'arme di foldati efpertifo non fi far ebbe il Viceré moffo contra loro, o tro
x fciiue di Uato difficultà netf opprimergli: har ebbe facilmente compofio con danari : ma
yauucnut! era defiinato non lo face fiero, ancora che oltra quello che fipoteua compren-
.«Fiorenza, deYe peY i difcoYfi humani , fuffero fiati ammoniti dal Cielo de gli imminenti
5àion { la "!* pericoliiperche non molto innan%i b uno fulgore caduto in fu laporta.che dal- i
»wi«»ó d«| la Città di FÌYe%e uà a TYato;leuò d'uno feudo antico di marmo i gigli ad om
^wtiu°iuà! infegna del Re di Franciamri altm caduto fu la fommità delpalagioy & en-
trate
V N t> E C T M O. ?t9
/jvtffl nella amerà del Gonfaloniere ;nonbaueua percofio altroché un bufo-
lo gr an le £ argentò) neijuale firaccoglieuano i partiti del fommo Magi/ira- « Dodici *#
to, & dipoi [cefo nella infornapane ,percofle di maniera una lapide grande , J* ^"" J
c//<z p/e della [cala fofleneua la machina dell* edifìcio, che ufeìtane iliefà, pare- annali dei
uà fuffe fiata cauata da periti con grandi ffima deflreTga > & architettura. In ^?uoc^
qttefit tempi mede fimi, òpoco prima battendo i Genouefi il Caflelletto di Geno riceuè fìIi>
uà con l 'artiglierie t e* haueaa preflato loro il Tontefice; il Caflellano ricettati a ^nioR5a?"
dieci mila duratilo dette a Genouefi, non battendo fperan^a di efìer foce or -■ Doge di g*
foiperche un armata Jpedita di Trouen^a innanzi chel Re fapeffe la ribollio 5S£$t ca
ne di quella Città per attendere a di fenderla, non baitelo battuto ardire di por ftcìietto, ci}
ve in terra;era ritornata indietro: ma per lo Refi teneua ancora la Lanterna-, jfoufIjo Si
nellaquale ne* giorni mede fimi baueuano alcuni legni Fr ance fi meffe ucttoua - era fcàto&i e
glie, & altri biCognLEJpedite le cofedi Firenze, & riceuuti i danari promef- ^J™^]
fhil Viceré moffe l'efferato per andare a Brefcia-Jntorno allaquale Città Im- gJk*«;«»aa
f I / f ir ■ ■ i v n r» . da*e daÌP<*
uendo mitigata la uolonta degli SuiTgertl combatteua l cfìertito Vnntiano , p3 . & ^e
allozziato alla porta di S.Gìouanni, & batteuano in un tempo la Città, & c<* c/< * & me-
i» òr. .. . /di r 1 r n > *• j dhtor di q-
/ artiglierie 'piantate *:ju l monte oppojuo la fortezza: fperauano mcacjnname n0 accora,i
i te di effer mejjl dentro per me?o d uri trattato per la porta delle Ti le-, ikjnale fu un Ffatei
; uenu'co a luce rejìò uanoiraa giunto che fu tefi eretto Spagnuolo al Caftcllo di b b Goid \ lo
Gairo uicino a Brefcia, Obignì Capi tano de'Fmncefi, che uera dentro , eie fé chiama il
di darla ìnfieme con la fortezza al Vice)*è,con patto che tutti i faldati che uè deWifto-
rano nufcifferó fatui con le co fé ioroma con l: bandiere piegate , & con far- th dd M"-
me inhajia ao'oajjate }& lajciate l artiglierie : &ji crede che Obigni antepo- n U%Q |at>
nefìe il Viceré a V'mitianiper coman lamento battuto prima dal Re, che più no d[cc G^x
toflo la de fé a gli Spagnuoli,ò a Cefarenon per odio contra ejjì/maper fugge «JJigarmeà-
nre materia di contentarne con Ce fare, & col B^e d'Aragona: il mede fimo con te !o dic0il
figlio baueuano innanzi che gli Spaglinoli paffaffero in Lombai'.Ua , feguitato
i Francefile guardamano Lignagbn quali difpregiatemolte offerte de Vini-
tianUf baueuano dato al Vefcouo Gurgenfe , a cui nel tempo medefimo * chel ce^ ^igfr
Viceré entrò in Brefcia,s arrende fimiimente Tefchiera: & dimandaua Guy- mente Bt-
genfe la poffef fiori di Brefciarma al Viceré piacque di ritenerla ali bora per la n^ltopS-
Lega]incui nome fbaueua ricettata. Dwerfo fucceffo hebbono le cofe di Cre- che la' ucce
maàntomo allaquale era Ren%o da Ceri,con una parte de* faldati Vinitiani : ££"" °J!
perche appropinquandofi quattro mila SuiTgeri, mandati da Ottauiano Sfor- me fi ie^e
^a, Vefcouo di Lodh Gouemator di Milano, per acqttiftarla in nome di Maffi- "^"a be'-
milìano Sforma futuro Duca, c Benedetto Cribrar io corrotto con doni ,et con la bo , sedei
promeffa di effer creato Gentiluomo di Vinetia;la dette a* Vinitiani3confen ^Tua-
tendo Monfignor di Durafoprepoflo alla guarditi della Rocca,perche non con- dtmon rhi
fidatta lafuafalute alla fede degli Suiirjeru .Andò dipoi il Vefouo Gurgen StaCrhfeU
fé a Roma, l'animo delquaiedefideranda il Vapa eflremamente di conciliarti, io: &co fi a »
1 J r . r cho UleMt
Sformati- Alemanio
Finonell'hiftoriadi Crema: ikjital recita tutto quefto trattato. Cofi anchodoueò/u è fcnttoMons. di Du-
ia!o,deuc. dirfidi Durazio, kg^e.idofi co!i nella detta hifto.di Cremi. Il Gradi meo ancho nei Aio DiaÙO a&
iraita, &> dice, che i Vi mhui cotutong ia C««a uà Giouedì a 9. 4i Scucinbie 1 5 iz*
LIBRO
sformando lafua natura; lo fece per tutto il Dominio riceuere con ogni fpetie
dì bonorc, fatte per tutto il camino a lui,&a tutti coloro, che lo fegujtauano,
Liutiffime fpefe:rkeueuanlo per tutto le terre con cccefjiui,an%i ini; f tati kono
r'hpiene leflrade di quelli, che gli andauano incontro : nifi tato in moki luoghi
da nuoue amba] tiene di Tr elati , & perfine honorate mandate dal Tonte fi-
ce:& bar ebbe uoluto, che il Collegio de* Cardinali fuffe andato a riceuerlo al
la porta di Romagna ricufando il Collcgìo,come cofa non folonuoua.ma pie-
na di fomma indegnità laudarono infino fu i prati un me%o miglio fuor a dulìa
porta a riceuerlo in nome del Tontefice i Cardinali *Agenenfe , & quello di
Strigoniatdd quali, andando in me^o come Luogotenente diCefare/fu mena-
to in fino alla Chiefa di Santa Maria del Topolo: dallaquale poi che da lui fu-
rono partiti i due Cardinali^accomp agnato da moltitudine innurner abile ; fi
pre finte al Tontefice-cbe nella Sedia Tonte ficaie in h abito folenne l'affetta ■
uanelConcifloro publico: nelquale haueua pochi dì innanin' ricéunti molta
honorat amente dodici *Ambafciatori degli Suitgeri mandati da tutti i Can-
toni a dargli pubicamente l'ubidien%a, & ad offerirebbe quella natione uo -
leua in perpetuo difendere lo flato della Chiefa,& a ringratiarloj che a quel
la haueffe con tato honore donato la [padani capello ,1 elmetto >& la bàdiera*
ci titolo di difenfori della libertà Ecclefiaflica. *Xlla uenuta di Gurgenfefi co
minciò a trattare lo flabilimento delle co fé communi: di che il fondamento con
fifieua in rimuouere le differente , & conte fé particolari; acciò che Italia ri-
maueffe ordinata in modo,che con animo , & configlio unito fipoteffc re fife-
re al Re di Francia: & in quefio era la piti difficile la compilinone tante uol-
a Diqucfto te trattata tra Ce farete il Senato V minano -.perche Gurgcnfc confentiua a che x
Ì"cc?n°B.o- À Vinitiani rimanefiero Tadoua, Treuigi, Brefciay BergamoyCrcma: ma che
ni» innan- all'imperatore reflituiffro Vicenza , rmonciafiero alle ragioni di quelle Ter-
«o'i* v«fc0- re,che riteneua Cefure: pagaffingli di preferite dugento mila fiorini di Reno ,
uo g urger»- fr in perpetuo ciafeun 'anno per cenfo trenta mila . Grane era a' Vinitiani il
k eì v in*- riconofeerfi cenfuarij di quelle Terre > lequali tanti anni haueuano poffedute
tiani;fi può come proprie :graue il pagamento de* danari , con tutto che il Tontefice offe -
Bembo ài ti riffe predarne loro una parte; più grane il reflituire P'icen%a, allegando-, che
ne del lì 12. Sparando al ritenerla l Imperatore, il corpo del loro flato ; glipriuaua della
fue^'ftorie: commodita di puff ir e dal capo,& dal? altre membra principali all'altre mem
ilquaie è ai- yra fr perciQ rimanere loro incerta , & mal ficura la poflefjione di Bref ia ,
Stianto più « , ' ,. . n r i r ■ • I
jfteto, che Bergamo , & Crema: ali egauano oltra quejioperjare ta recujationepiu bone-
no fi legge aajjaue e data la fede a' vicentini, quando ultimamente fi arrenderono} di
tore, & àici non sparargli gì amai uà loro, Trattauanji aure tonditioni tra il Tuntejicc*
Mocemgo . frali ^imbafiiatori del Re d'Aragona ipropofie uua parte più per ricompi*
fo delle querele de gli altri.cbc per {peranno, a ottenerle : perche il Tontefice
dimandaua, che quel Re> fecondo fi dtfponena nella confeàerationCì Paint affé
ad acquiflare Ferrar -a:dimandaua lafciafie la protettione di F abrino > & di
Marcantonio CplonriayContra i quali haueua cominciato aprocedere con Par
me
; V N D E C I M O. Vo
me fpirituali > per battere molentata la fona Later aneti fé , & ricettato M -
fonfo da Efli ribelle fuo nelle terre, dellequali il dominio diretto apparteneua
alla Cbiefa-.dimandaua rinoticiaffe alle protettioni che baueua accettate nella
Tofcana de Fiorentini,de Senefi,de Luccìiefi,& di Tiombino}come fatte in
diminutione delle ragioni dello Imperio, & come fi flette a Italia in commu-
ni & in particolare alla Cbiefa: ma che né a gli altri Totentati era utile che
in Italia batte fie tante aderétie,& alla Cbiefa molto perico lofi che una Tro-
lància congiunta col dominio di quellaÀependefie dalla fua autorità. lAllequa
li co fi repiicauano gli Spagnuoli non fi recufaredi aiutarlo contra Ferrara,
pure che fecondo l'obligationi della medefima Lega, pagaie i danari debiti al
l'efferato per il tempo p affato, & prouedeffe per il futuro: non effere co fa Lui
dabile il procedere contra Fabritio,& Marc' Antonio Colonna : perche le de-
pendentie,chehaueuano,& perche erano Capitanici autorità) il perfeguitar
gli farebbe materia dinuouo incendiomon potere il Re Catolico fen%a pregiu
dicio grane dell' honor e proprio abbandonargli ;nè meritare tale remunerato-
ne le cofi fatte inferuigio del Tontefice,& fuo dalluno,& l'altro di loro nel
Li guerra contra il Re di Francia : 7v(è nafeere da giufto ^r/o, ò da fi/petto la
querela delle protettioni di Tofcana: ma per che alla fua cupidità rimane fero
in preda Siena! Lucca-, & Tiombino, accennando nondimeno che di quefie fi
riferirebbe il Ile all'arbitrio dell'imperatore. Confentìuano tutti i confedera-
ti unitamente , che nel Ducato di Milano eniraffe Maffimiliano Sforma , non
confentendo perciò Ce far e d inuefiirnelo,o di dargli nome di Duca,o al. uno ti
tolo giuridico. Ma rifurgeua la querela del Vefcouo Gurgenfe, & degliSpa-
gmwli dell' ociufdt Ione diTarma,& di Tiaccn%a in pregiudicio delle ragio-
ni dello Imperio .in troppa grandezza de' Tonte fici , & in troppa debolezza
del Ducato di Milano ;dquale farebbe flato neceffario fare piupotente, per clye
haueua fempre a e fere il primo per eofio da' Fr ance fi: non hauerene' capito-
li della Lega parlato il Tontefice a altro che di Bologna & di Ferrara : bora
con ragioniidellequali non apparifea alcuna autetica memoria, ufnrparfi quel
lo che da grandiffimo tempo in qua non hauefiema- la cbiefa Romana pojfe-
dutomè che anco fi haueffe certa notitia che l'hautfk mai pofìeduto etiandio
ne' tempi antichi/fimi :nè mofirarfi delle donationiuc ga imperatori altro che
unafimplice carta , che poteua e fiere fiata finta ad arbitrio diciafeuno ; &
nondimeno il Tontefice , come in cofa manifefia & notoria con l'occafione de'
tumulti in Lombardia hauerfi amminiftrato ragione da fi fie fio. Tutte quefie
dijpute difficilmente fi rifolueuano: ma molto più turbaua tutte le cofi la dif
ferenTg tra Cefare, e i Vinitiani: affaticauafene quanto poteua il Tontefice*
bora confortandogli, bora pregandogli Jior a minacciandogli, de fiderò fi come
prima per il benepublico di Italia, della confcruatione de i Vinitiani ';& per^
cbejperaua potere con gli aiuti loro fin%a l'ame Spagnuole ejpugnare Ferra
ra:affaticauafe?ie gli ^mbafeiatori del Re d .Aragona.t emendo che con peri-
colo commune non fi de fie cagione a Fiumani di riuolgere l'animo a riunir fi
col
r f fi n o
*>/Kf A ftvwd*: wemnanf affilati procedere caut nonpmo*
far Cefare a fare unione co Framófi , loquele il loro Re haueiia con tanta fa-
tica I eparata; & perche per altre cagioni non nokiiaparurfidall amicata
fwaffatieaHMfenegli ^mbafiiatori degli Suturi, perche uhhgati a difen
d. re iVmmam cornuti a pagare Uro per quello eia fcun anno nenltcìnque
nn'uc^atiMidrrauanononuenireinnecefiìtàodinonofemarelepromef-
fritti opporfi a Cefare in cafo gli affili ^.Finalmente non fi potendo nmuo
nere Gumenfi dalla dimanda di ribatter Vicenza , ne difpone i V milioni a
' àarloMcordando ancora nette quantità de' danarhil ■papajqualefopratut-
to defideraua, per eflinguere il nome , & l'autorità del Conciliobulo Tifano ,
che l'imperatore approuafie il Concilio Lateranenfe-.protefioagli Oratori lo-
to,che larebbe cofiretto a perfeguitare quella Republica con l arme fpintuali,
e temporalr.ilquale proteflonongli mouendo, uenne alia confeda attorie con
a ,„ q«ft, Cefare folo,perche t ' Oratore Spagnuolo ricusò d'interuenirui , o non banen- *
confedera- rf • commenìone dalfi:0 Re, ò perche quel Re,ancor chauefie in annuo d attua
?£&£ rel'lmperatore,cercaffe di poter nutrire conqualche jberan^a iVimtiam .
MaitìroHi*- ^ mJimft nel proemio detta confederationc, che fi pMicopoi foknnemente
ZhTZ ndta cbiefa di Santa Maria del Topesche hauendo 1 Vinitiam ricusa ofii-
Fo«.o«° natamente la facce l Toteficeper lanecefità della RefMica Chrftanajro
UgL, p.- tcjUto d'abbandonarglhCefare entrano , & accettai,» la Lega fatta IjLnno
."atoluen" Mille cinquecento undici,tral Tafani Re d'Aragona,: 1 Vinitiam, fecondo
SoÉTS: 1 ^Z gii era fiata riferita la f acuità: promettala aderire al Concilio
ESSE Lateranenfi, annullandoli mandato , & ritmando natele procure, 6 m
.-anSair. co fmi in fa^ore det conciliando Tifanombhgauaf, non aiutare alcun suddito,
™^ònim>codellaCbiefa,& fpeciolmente ^Modaf,etm^ghoaupa-
~r ch« ton àìferrara,&ài Bologna;& di far parure, fantij edefebi , h n». a
lì^'l gli fiipendyd'^lfonfo,& Federigo da B^^
r.o.nhnha- f /, ^m]ca prometteua aiutar Cefare centra 1 Vintimi con l arme tempo
Sclf.tr rdi^MrituìliìinatamP^
*>*>■ nella Lega di Combraiidichiarouafi i Vtnitiani efiere in tutto efclufi dottale
m& dalla triegua fatta con CefmperchehoHeuanoeontrayenutoaM
Re CatdicoJqualenferuauano luogo di entrare nella ^nfframnc^\
)' t0 tempo,& folto certe conditionimonpotcffeilTonteficefarconuentioned
ama con loro ferina eonfentimento di Cefare , òfe Cefare non bauefie p.ima
ricuperato quìuo% fé gli appartenente difopra nonpotejfc W ?*»
tefiL né Cefare fen^a confenfo l'uno dell'altro connemre con ^unTrimpe
àmfiiano: che duramela guerracorAraìVinmanir^
1 fìce Fabntieet Marc Ritorno Colonna,nferuotogli il procedere contati Ve
fcouo,Vompeo,& Ciulio,& alcuni altri dichiarati riheUt: ^eperquefi <axa
pitolmonlfebene ^^«/^^W.^S
l'mtmdefiepremdhato Sragioni dello imperio. Valicata laeoned^
VNDECIMO. 3*1
g ratìone , GurgenCe nella proffìma feffione del Concilio Lateranenfe, a aderì ai a ?j.rchc a
Concilio in nome dell* Imperatore, & come Luogotenente fuo Generale in Ita ve fcouo
//d, annullando il mandato, gli aiti fatti , e^ le procure : & pr e fera e tutto il ^r? fi'con
Concilio teflificò non bauer mai Celare afìeniito al Condii abido Ti fimo, d^te- ci iio utera
ftando ciafcuno,che haueffe ufato il nome fuo. Vanì dipoi Gmgenfe di Roma , ||c ^ocelli-
per efferprefente quando Maffimiliano Sforma , uenutopcr commeffiene del- *o?che s»ac«
l'imperatore a frerona,prcndeua lapofìeffione del Ducato di Milanoila uenu Sera0 l'ani!
ta del anale Ci difboneuano diffìcilmente ad affettare il Cardinal Ssdunenfe , ™° ,del p*;
C^r g/j ambafeiatori di tutta la natwne Smurerà , a? erano a Milano : perche a» lui otten
uoleuano che nelle dimoflrationi,& nellafolennità degli altri,che s haueua- ne un ™onj
no afare^apparifie quel ch'era negli effettivi SuiT^eri efìer quelli,c haueua viniuani.sc
no cacciato i Franceft di quello flato: quelli per la uirtu, & opera de quali lo *£$*$?*
rìceueua Maffvmilianoiottenne nondimeno il Viceré più con l'arti, & con l'in fare.
duflria,che con l 'autorità >che fi affettaffe : ilquale ratificata a Firenze in no-
me di Ce far e la confederazione fatta in Trato,& riceuuia certa fomma di da,
nari da Lucchefi,accettati nella fuaprotettione;peruenne a Cremona.nelqual
luogo l'ajpettauano Maffimiliano Sfor%a,e9l Vicercidonde andarono tutti in-
fieme a Milano per entrare il giorno deputato in quella Citta con le folenni-
tà , & honori confueti a* nuoui Principi : nelqualc atto benché fuffe dijputa
grande trai Cardinal Sedunenfe,e'l Viceré, \chi di loro gli haueffe all'entrare
dellaporta a confegnare le chiaui in fegno della confegnatione del pofft ffo.no X^ffff^
dimeno cedendo finalmente il Vicerè,il Cardinale in nomepublico degliSui^ è fatto Du-
%eri gli pò fé in mano le chiaui, & efferato quel dì, che fu de gli ultimi di De " *!<. jJJ1 jj
h cembre tuffigli atti,che dimofirauano b Maffimiliano ritenere la poffeffione fecondo ìi
da loro : ilquale fu riceuuto con incredibile allegrerà di tutti i popoli per lo J"ra J"^J
defiderio ardenti/fimo d'hauere un Trincipe proprio,& perche Jperauano ha- b*e iS fl,m*
uejfe ad effer fimile all'auolo ò al padrefla memoria dell'uno de' quali per le [^cTon-
fue ec celienti) ifime uirtu era chiari (Jìma in quello flato , nell'altro il tedio de mo di Mag-
gl'imperi] foreftieri haueua conuertito l'odio in bcniuolen'za : l equali fefte S10,
non ancora finite, fi ricuperò, arrendendo fi quelli che iterano dentro, la Hoc- e TacopoStaf
ca di "Nouara.l^on haueua la cofederatione fatta in Roma interrotta del tut ^^"é!
to la j^eran^a della concordia tra Ce fare, e i Vinitiani : perche il Tapa baue- ra Auditor
e uà mandato fubito a Vinetia c Iacopo Staffìleo fuo nuncio,colquale erano an- ué,^™*^
dati tre ambafeiatori de gli Suiigeri perperfuadergli alla concordia : & da foriate i Pa-
altra parte il Senato per conferuarfi la beniuolen^a del Tapa,et non dar cau ta" \\ "nd!
fa a Ce fare d* affiliargli con l'arme; haueua commeffo àgli ambafeiatori [noi, "oni delia
che adberiffero al Concilio Lateranenfe, & fubito fatta la confederai ione co gei?a' Araba!
mandato alle genti loro,che fi riiir afiero nel Tadouano: & però il Viceré no fc|«*p de
"polendo turbare la (peranno, della pace ; haueua voltato l'efferato verfo Mi f qUa"i"c5-
lano: nondimeno perfeuerando l'ifleffe difficultà della reflitutione di Vice%a, do il Mocc*
& de' pagamenti de' danari,erano uane quefle fatiche, laqual cofa era cagio- Sul" non f»
ne, che il Tontefice non afialtajfe il Duca di Ferrara; perche in tal cafo hareb e8h »«nii©
LIBRO
he forato baflargli alla muorici le forze fine. & gli aiuti de V 'mh Uni Col nó-
me filo di accoflami>bifignando:gli Spagnuoli. altrimenti fi nlolueua a diffe
rire alia Trimauera ; perche era riputato difficile Fé/pugnate nel tempo della
uernata Ferrara forte di [ito rijpetto al fiume ',et laqualt iAlfòrifo baueua mol
to forti ficata,& fin%a intermijfwnealcunafortifica.ua. .Varrà forfè alieno dal
mio propofito flato di non toccare le cofe fuccedute fuor d'Italia, fare metìone
di qndfajche Vanno medefimo fi ficee in Francia: mala deperititi ài qui II e a
quelle > & perche a fuccejfi deli una erano congiunti molte mite le déjibt ra-
rioni, e ifucceffi dell altra ; mi sforma a non le pafeare del tutto tacitamente •
Erano infimo al principio di Maggio paffuti con le naui Inglefi- & Spanitele
a Fonterabia,ultimo termine del Reame di Spagna, uerfo la Fra eia fui mare
Ocea-iofei mila fanti Inglefi per afe 'altare congiuntamente con le forze Spa^
gnuoleKfeeodo le eouentioui fatte trdlfuocero, e'I genero- il Bucato eli Gbieh
ria parte fecondo gli antichi nomi,& diuifioni dellaTrouincia ^Aquitanid: co
tra ilquale mouimcnto il P^e di Francia ; non fu uro ancora delle parti di Tic*-
cardia,preparaua l'ordinanza nona di ottocento lance ■ e baueua fatte, & fol-
daua delle parte più hafìe dell' Alemagna nonfuddite a Ce far e molti fanti, &
conofeendo quanto più importaua alla difefa del Ducato di Ghienna il Reame
di lslauarra,ilquale dotale di Caterina di Fois,pofeedeua infiiemc con lei Gio-
uani figliuolo u iAlibret,fuo marito;haueua cbiamatoaììa Corte fuo padre, et
cercato con diligentia grande di congiugnetelo: allaqual co fa gli baueua dato
grandifflma opportunità la morte di Gaflondi Fois, per cagion del quale, pre-
tendente quel Regno no appartenere alle f emine ma afe piUproffimo majthio
a chi uo!e della famiglia di Fois, baueua il Re di Francia per fegnitato Giovanni 3 Dal a
hau" . Pie" l'altra parte il Re C atolli o ilquale baueua uoltato {li occhi a quel Rcame:di-
na, & ditte- . r , , ii n n i 1 j r _//•-
fe informa- mondana al Redi TSJauarra^cbeJtepe neutrale tra a Re di Francia e? luueo
tione di qus centlrpe pcr [0 Remo il paffo alle fue venti^chedoHeuano entrare in Francia,et
Ita guerra di J & r \*> . .ne J n rr k> i tri j i e
Nauarra fat che per ficurta e.: ofeeruargli quefle proraefie-, gli aejje in mano alcune fortc7£
»e Pde?rRe Z$ -promettendo reftiluir gliene , come prima fuffe finita la guerra: kquali di-
Catiioiico i monde conofeendo il J^auarra doue tende fiero, peri he era noto l'antico de fide
br! latini *• n0 ^c' Re di Spagna di o cupare la J^auarra;eleggeua più toflo di efporfi al pe
che ne (enf ricolo incerto,ebe accettare la perdita certa fperando non douergli mancare il
% Ncbr?fl? ficcorfo promefìo dal Re di Francia , alle cofedelquale era opportunijjìmo il
appartata - ritenere la guerra in "Nauarra: & nel mede fimo tempo, o per dare maggiore
mcnancho° jpati° di uenire alle genti deftinate al fuo ficcorfo,ò per liberar fi fi poteua da
in lingua quefle dimade ' trattaua col Re d'Aragona., ilquale fecondo il coflumefuo prò-
fu ^efed tu cedeua in quefle cefi con grande arte . Ma non nocque più a l Re di Tslauarra la
tutta da Lui jnduflria,& foUecitudim del Re d'Aragona, che la negligenza del Re di Fra
Ipagunoio. ma il quale hauendo pre fi animo,percbe gì Inglefi pafiati a Fonterabia ,non
haueuanogià molti giorni mofio cofa alcuna . & confidando fi che'l Re di "Na-
uarra potè fife per alquanto tempo con le forze proprie difenderfi , procedette
lentamente a mandargli il ficcorfo : donde bauendoui il Re d .Aragona , il-
quale
■ ■ • v m t> t e t m o; pi
anale haueua acutamente nutrito le jperari^e del rNa,uarra , noltateui con
a fonimi celerità a le genti preparate per min fi con gtlnglefi , il Re dì Trattar- co^nc^ué
ra non efiendo preparato » disperato di poter refi-fiere sfuggi nella Eterna di »i Gradini.
là da' Monti "Pirenei. e' 7 Reame a i rì^auarra abbandonato > da alcune fiorte^- ^ndlool'.
%e infuori che fi guardati ano per lo He fuggito; peruenne fien%a oleum fpefa, Uce,& mii-
& fen7ya difficultà > &piu per la riputatione della uicinità degllnglefiy che JJexL*1 lCS"
per le forTg proprie <>in poteflà del Re d'Aragona: il quale no potendo afferma
re di pò ffe devio legittimamente con altro titolo ; aUegaua l occupinone e fiere
fiata giuridicamente fatta per l'autorità della Sedia lApoflolicaiperche il Ton
tefee non fatiato de profferì fiucceffi £ Italia; haueua poco innanzi publicata
una bolla contra il Re di Francia nella quale nominandolo non più Chriflianifi
fimo } ma Illuftrijfimo }fottoponeua lui > & qualunque aderifie a luì , a tutu
le pene gli her etici , & feifmatici , concedendo a ciaficuno f acuità di occu*
pare lecitamente le fbflan%e , gli fiat i,e tutte le co fé loro : & con la mede fil-
ma acerbità fidegtiato che nella città di Lione fufiero flati ricettati i Car-
dinali 5 & gli altri Tr ciati fuggiti da Milano ; haueua fiotto grauiffime cen-
fiure comandato , che la fiera fiolita a celebrar fi ogni anno quattro uolte con
grandifjimo concorfio di mercatanti a Lione; fi cele brafifie pertauuenire nella
Città di Gineura, donde già il Re Luigi Vndecimo , per beneficio del Regno
fino t haueua rimofia : & alt ultimo fiottpofto alt interdetto Ecclefiaflico tutto
il Reame di Francia. Ma il Re dt .Aragona poi che hebbe acquiflato la 7{a-
uarra Régno benché piccolo & di piccole entrate, per lo fitto fuo,molto oppor-
tuno j & di fìcurtì grande alle cofie di Spaghi ; haueua fi fio nel t animo di non
proceder più oltre , non riputando apropofito fino la guerra col Re di Francia,
di là da "monti: perdo & nel principio della giunta de gtlnglefi era flato tar-
do a preparare le fiorze fiue^ & dopo tacqui/iodi J^auarra > fiollecitandolo
gtlnglefi, che uniffe con loro le genti fiue,pcr andare infieme a campo a Baio-
na, Città uicina a Fonterabia, pofla quafi fui mare Oceano iproponeua altre
imprefie in luoghi diflanti dal mare, allegando Baiona e fiere talmente fortifica
ta,e talmente pmue ditta di faldati, che ninna fficranxa fi pcteua hauere di ot
tenerla : alle quali cofie contradiccndo gt Inglefhche di tptegiauano qualunque
acquiflo nel Ducato di Ghìenna>fi.n%a Baiona3poì che in quefle dirute fu con-
fumato molto tempo , in fafl idi ti gtlnglefi, &■ riputando fi delufii , imbarcati fi
fen%a commeffwne , ò licenza del fiuo Trìncipe fie ne tornarono in Inghilter-
ra : donde il Re di Francia rimanendo ficuro da quelle p-rti, ne temendo più
de gtlnglefi , che l haueuano affaltato per mare ? perche alla fine diuentò con
l armate marittime tanto potente , che fignoreggiaua tutto l mare dalla
cofladi Spagna, infino allecofle d'Inghilterra; deliberò di tentare di ricu-
perare la l^auarra , dandogli animo a quefio, cltra la partita de gtlnglefi
t hauere per i fiuccefifi auerfii d Italia ridotte tutte le fiue genti nel Regno di
Francia . Haueua il Re d'Aragona nel tempo che a gtlnglefi daua jperan-
%a di fare la guerra 3& per occupare tutto ì Reame di Jjauarra mandato
Sfi i alcune
LIBRÒ
alcune genti a San Gioitami Vie di Torto , ultimo confine del Reame di 7^*-
uarra,&pofio alle radici de monti Tireneì uerfo la Francia^ dipoi comin-
ciando ad aumentare le forze de* Trance fi ne luoghi uicini uhaueua man-
dalo con tuttofi fuo efìercito Federigo Duca d'^4lua,Capitan Generale della
guerra : madiuenuto ultimamente molto fuperiore lefìercito Fr ance fé , nel
a ti Dei fino quale era uenuto a // Delfino , Carlo Duca di Borbone>& Longauiliay Signori a
cerilo, ch*e principali di tutta la Francia; il Duca d'^ilua fermato fi in alloggiamento for
ia uè n u to te trai piano , e'I monte) giudicaua fare afìai fé probibiffe che i Francefi non
hupmSa " entr afferò nella Tslauarra : i quali non potendo urtarlo in quel luogo per la
d'arme , fortezza del fìtOydeliberaronoy chél Re di Ts[auarra con fette mila finti del
u^tiT&i fi40 pxefe y & con lui la Talijfa con trecento latice , mouendofi da Saluatier-
ouo mila xa uicina a San Giouanni Vie di TortOydoue alloggiaua tutto l'efferato; paf-
diea' mila faffero per la uia di Valdironcales ì monti Tir enei , & accoflandofi a Tarn-
fami erano palonay Metropoli della l^auarra , nella quale ipopoli prefo animo dalla tu-
fi, cinità de* Frane e fi già faceuano per lo defiderio del fuo Re molte folleuatio-
ni ; occupa/fero il pafìo di Roncifualle , per lo quale folo fi conduceuano alle
genti Spagnuole le uettouaglie y delle quali nel luogo doue erano per la fte-
rilità del paefeytion haueuano copia alcuna:? effetto fu, che'l Re di l^auarra9
& la Talifìa occupato prima unpaffo,ch'ùfu la fommità de' monti Tireneì*
sformarono il Borghetto terra pofta a piedi de* monti Tireneiy difefa da Bai-
b con soo. des Capitano della guardia del Re d'Aragona con b molti fanti : & fc con la l
fa n ti dice a celerità debita fuffero andati ad occupare il pafìo di Roncìfualle ; baflaua la
che^va'f^es fame f°^a a^ effwgnare l'efìercito Spagnuolo circondatola ogni parte da' ni-
era al preG- mici y & dà paefi oltra modo difficili : magli preuenne la celerità del Duca
ciie,& non d\Alua,ilquale lafciati in S. Giouanni Tie di Torto mille fant'ue tutta l'arti-
del b org net glìeria}pafìò a Tampalona per lo paffo di Rocifualkj innan %i eh' e (fi u entr afe
caie^dfee ,° monde ingannati da quefta fperan^a il Re di J^auarra,& la Talifìa, a' qua
ch'è uno li il Delfino haueua di nuouo mandato quattrocento lance & fette mila fan-
che" mena- ti Tedefci;fi accojlarono a Tampalona con quattro pezgi d'artiglieria, laquà-
no di Fran- [e con difficultà grande per l'ajpreTga de' monti haueuano condotta : & dipoi
feo^na. " dato l'affaliOy non l'hauendo ottenuta, coflretti dalla flagione del tempoych'e-
ra del me fé di Decembre, & dal mancamento delle uettouaglie per laflerilitì
delpaefe; ripaffarono i monti Tirenei :fu i qualiper la difficultà de'paffh &
impedimenti de' paefani furono coflretti lafciare l'artiglierie: et nel tempo me
de fimo Lautrech, che con trecento lance3e tre mila fanti era entrato nella Bi-
fcaiapredandoy & abbruciando tutto' lpaefe,afì aitata in uano la terra di San
Se afiianojipaffati i monti tornò all'efferato: il quale ceffato il timore y& U
fperan^a da ogni parte fi diffolue , rimanendo libero , & pacifico tutto l Re-
gno di 1>{auarra al Re $ jLragona.1<[el qual tempo cfìendo uenuto a luce, che
Ferdinadoyche fidichiaraua Duca di Calauna figliuolo già di Federigo Re di
*Napoliy conuenuto fegretamente col Re di Francia ; trattaua di fuggire nel-
lo efìercito Francefe , non molto lontano dalla Terrà di logrcgno, nella
quale
v n d e e i m o; sn
quale era allhora il Re;fu mandato da lui nella fortei^a ài Scìatìua^f olita ad
ufarfi da' Re dragone fi per carcere delle per Jone chiare , òper nobiltà , ò per
uirtit , [quartato per la medeftma cagione Filippo Cepola Napolitano, ilobate
a era andato occultarne e al He di Francia per quefle cofe, a uariado cofi la For « Nel Hb.+.
luna lo flato de gli buomini,cb' egli fujfe [quartato in feruigio di colui,dalÌa- aitrou" *£
Uolo paterno delquale il Conte di Sarni fuo padre era flato fatto decapitare : ra« <3l»iui <*
& faceua alle cofe d'Italia qualche momento iefferfi feoperta quefla congiu- tafo die°«S
va-, laquale haueua hauuto origine da un frate mandato occultamente a Fer- JJ^jf*^
amando dal Dttca di Ferrara : perche il Re Catolico hauendogià inclinatione rooite co-
di fodisfare alTontefice;fi accefe molto più per queflo fdegno;in modo,che co r<j dc2ne *
mando al Viceré ,-& alt Oratore fuo appreffo al Tontefice, che quando a lui fa io ne,& d'ac
reffe, uolt afferò l'esercito fuo contra Ferrara,non lo ricercando d'altri dana- c,d«i't" !«
Yhcbe diquellhchefuffero necefiarij afoflentarlo. Quefle cofe fi feciono quel- feteaanège
l'anno in ltalia,in Francia, & in ifyagna.Seguita l'anno Mille cinquecéto M-PXI11.-.,
tredici non men pieno di cofe memorabili , che l'anno precedente : nel primi- £"j ili^\
fio del quale cefi andò l'arme da ogni parte 7 perche né i Vinitiani moleftaua- copoia : ti-
no altri, né alcuno fi moueua contra loro ; il Viceré andato con tre mila fanti «tato j S
a campo alla Rocca di Tre?$p',l' ottenne con patto, che con le cofe loro parti fle J"."^.1, co"
ro falui quelli , che u erano dentro ma premevano gli animi di tutti ì pen fieri io 'dtiquaie
delle cofe future ,fapendofi che'l Re di Francia effendo liberato dall'armi fo- j^^"" di
refliere il Regno fuo,& prefo animo dall' liauere faldato molti fanti Tedefchi, padrecraft*
& accrefciuto non poco il numero dell'ordinanza delle lance ; niun altra cofa l° f*"(^ce*
più penfaua,che alU ricuperatone del Ducato di Milanodaqual diffiofitione, gi anc'ho di
benché nel Re fufje ardentiffvma , & defideraffe fommamente accelerare la J "^"dJgJ
guerra,mètre che le Caftella di Milano, & di Cremona,fi teneuano ancor per mo l'offer-
lui,nondimeno confi denthdo quanta diffiadtà gli face fi e l'oppofìtione di tati J^JJJJa us
nimicane ficuro che laftateproffima non iaffaltaffe con apparati grandiffimi x.acar.3 44.
il Re d'Inghilterra ; deliberaua non muouere cofa alcuna ,fe 0 non feparaua Bartolomeo
daUt unione commune quali/ uno de' confederatilo non fi congiugrieffe co' Vi- d* Aiuiano a
nvtiani: dellequali cofe > che qualclo una pot effe fuccedere fé gli erano infimo l48.
Vanno precedente prefentate uarie fyeran^e : perche il Vefcouo Gurgenfe ,
quando daRomaandauaa Milano /idito benignamente nel camino un fami-
liare del Cardinale di San Seuer ino ^mandatogli in nome della Rema di Fran-
cia , haueua dipoi mandato fegretamente in Francia uno defuoi , proponen**
do che l Re s'ubbligaffe ad aiutare l'imperatore contrai Vinitiani : contra-
heffifi il matrimonio tra la feconda figliuola del Re , con Carlo nipote di Ce*
far e, alla quale fi deffe in dote il Ducato di Milano : cedeffe il Re alla figliuo-
la, & al futuro genero le ragioni , lequali pretendeua hauere ai Regno di
l^apoli : & perche la fteurtà dell'imperatore non f uff ero le f empiici parole*
&promefie, che diprefente, ueniffe in poteflà fua la jpofa,& che ricuperato
chaueffe il Re il Ducato di Milano yfujfero tenute da C e far e y Cremona , &
la Chiaradadda, Sperava mede fimamente il Re poter fi congiugnere i Vini-
Sf 3 tianij
LIBRO
tìani 3 [degnati Jommctmente quando il viceré occupò Brefcia > & molto più
per le cofe conueuutepoi a Roma trai Tontejìce & Cefare:perciò in fino allho
ra baueua fatto uenire occultijfimamente alla Corte ^Andrea Gritti : ilquale
prefo a Brefcia dimoraua ancora prigione in f rancia, & operato che Giania-
copo da Triul%i,in cui molto confidauano i Vinitianimandaffe a Vinetia fit-
to fimulatione d altre facccde, unfuo Segretario: offeriuafegli fimilméte qual
che fperan^a di conuenire col Re d'Aragona: ilquale come erafolito trattare
fpejfo le cofe fue per me%o di perfine religiofe;haueua occultamente mandate
in Francia due frati; accioche dimoflrando bauere i^elo del bene publico, co-
minciaffero a trattare con la Reina qual co fa attenete alla pace , ò uniuerfale,
ò particolare intra i due Re mia di queflo era piccola f^eran^afapendo il Re di
lcrancia,cbe egli fi uorrebbe ritenere la TS^auarra, et a lui effendo molto duro>
& pieno di fomma indegnità abbandonare quel Re, che per ridurfi all'amici-
tia fu* & fitto laf^eran%a de fuoi aiuti era caduto in tanta calamitàima rim
na co fa più premeua il Re di Francia che il defiderio di riconciliar fi gli SuiT^e
ri,conofcendo da quefto dependere la uittoria certiffima , per lì autorità gran-
di () ima , che baueua allhora quella natione per lo terrore delle loro armi > &
perche parena che baueffero cominciato a regger fi no più comefoldati mercen
narij,nè come p aforisma uigilando come in Republica bene ordinata,^ come
huomini nutriti nell'amminiflrationc degli flati, gli andamenti delle cofe , né
permettendo fifaceffe mouimento alcuno fi non fecondo l'arbitrio loro :però
concorreuano in Eluetia gli *Ambafiiatori di tutti i Trincipi Chrifliani: il To
tefice & quafi tutti i Totcntati Italiani pagauano annue penfioni ,per effere
riceuuti nella loro confederatione , & bauere facilità difildare per la dififa
propria quando n baueffero dib fogno foldati di quella natione: dallequali co-
fe infuperbiti;& ricordandofi, che con l'arme loro baueua prima Carlo Re di
Francia conquafiato lo flato felice d'Italia : & che con l'arme loro Luigi fio
fuccefìore baueua acqui flato il Ducato di Milano -, ricuperata Genoua & tan-
ti iVinitiani; procedeuanoconciafcunoimperiofamente & infolent emente i
& nondimeno al Re di Francia > oltra i conforti di molti particolari della na-
tione , & il perfuaderfi che gli haut fiero a muouere l'offerte grandijjime di
danari; daua fieran^a che hauendo quelli che gouernauano Milano conuenu
to con gli Oratori de gli Suiigeri in nome di Maffimiliano Sforma di dare lo-
ro, come prima eglihauejfe riceuuta la poffejjìone del Ducato di Milano , &
delle fortezze Aucati cento cinquanta mila,& per fiatio di uenticinque anni
(\uaranta mila ducati .ci afeuno anno riceuédolo ejji fitto lafuaprotettione,et
obligandofia concedere de loro fanti a fuoi flipendij; nondimeno non haue-
uanomaiì Cantoni ratificato . Terciò nel principio dell'anao pre finte con
tutto che prima haueffe tentato in nano che gli ^Ambafiiatori , i quali inten-
deua mandare a trattare di quefle cofe, fufi ero uditi; conferiti per poterlo fa-
re di dare loro libere le forteige di Val di Lugana , & di Lugarna per otte-
nere con quefto pretto l'ami Uw^a loro: con tanta indegnità ccuaua,iQ i Vrin-
cipi
V H » .fi C ! tó O, . $14
tipi grandi l * amichi 'a 'dì quella natione. Penne adunque per tòmmeffione
del Re Monsignore della Tramoglia a Lucerna ; nelqual luogo era chiamata
la Dietaper uiirlo:& benché raccolto con lieta fi onte, conobbe preflo efiere
in quanto al Ducato dì Milano,uane le fiue fatiche -.perche pochi giorni innari
%i,fiei de* Cantoni haueuano ratificato & fiuggellato i Capìtoli fatti con Mafi»
ftmiliano sfor7xa:tre haueuano. deliberato di ratificare :gli altri tre moftr aita-
no di filare ancora ambiguvperò non parlando più delle co fé di Milanotfropo-
neua che almeno aiutafìero il Re a ricuperare. Genoua, & ^Afihche nella capi
tolatione fatta con Mafjìmiliano non s includeuano:allequalidimande il Tri-
ul%io per dar fauore ,fiece infiamma di potere andare alla Dieta, fiotto colore a sì verità
di trattar co/e fiue particolari,& glifiu conceffo il faluocondotto, ma con con nd tcIZO
ditione che non trattale di cofia alcuna attenente al Re di Francia: ani^i come ftc parole ;
fu giunto a Lucerna, glifiu fatto commandamento che non parlafie, né inpu- ^n^°^
blico,nè in priuato con la Tramoglia .'finalmente con confentimento commu- ai Re di Fri
4 ne furono ratificati da tutti i Cantoni i capìtoli fiat ti col Duca di Milano > a Sji nó uo
dinegate tutte le dimande del Re di Francia: & aggiunto che non fiegli conce ti mila fan
defilé , foldare fanti di quella natione per fieruirficne , né in Italia , né fiuora c^feun^n-
d'italia.Terciò il Re eficlnfio da gli Sui%geri conofceua efiere necefiario di ri- no coperai
conciliar/} ,à con Cefiarco co Vinitìani, i quali nel tempo medefimo trattaua- ìwus^a.
no ancora con Cefare:perche creficendo ne gli animi de' Collegati il fioretto del «*»> & r ha
la riconciliatione loro col Re di Francia;confentiua Gurgenfie, che e/fi ritenef- ilSfi oiuag
fero Vicenza : ma dando animo al Senato quelle medefìme ragioni che face- g««i : iichi
nano timore a nimici; negauano uolere più far la pace ,fie non fi reflituiua lu0ghf t^
loro Verona, ricomperando C e fiar e con maggior fomma di danari : ncllaqual noi*to di fo
dimanda trottando difficultà inclinati tanto più all'amicitia Francefe,conuen p" *
nono col Segretario dal Triul%ìo di confederarli col Re, riferendo/} alle prime b in qucfto
capitolationi fatte tra loro .per lequali fé gli doueuano Cremona,& la Ghia *££ ° %%.
radaàda:ma il Segretario efyrefie nella capitolatile , che niente fu/fe ualido «°» che bjfo
fé infia certo tempo non fi approuaua dal Re: nel configlio de Iquale erano uà l^coiui"
rie dirute, quale fuffepiu da defiiderare, ò la riconciliatione con l'Imperato- che una uoi
re, ò la confiederatione co' Vinitìani:quefia più approuauano Rubertet Segre- naroluchlè
torio di grande autoritàri Triduo, & qua/} tutti ì principali del Configlio, toIto da Ho
allegando quel che l'e/perien^a prefente haueua con tanto datino dimofirato rddbiìia-
della incofiantia di C efare : l'odio che haueuacontra il Re , & ildefiderio di dc» euc foB
Mendicar fi, penetrando maffimamente da autori non leggieri efiere fiate in ìT/fperò?.
quefio tempo qualche uolta parole fiue,che haueua fifia nell'animo la memo- 6'J. Pdda^«
ria di dkiafiette ingiurie riceuute da' Francefi, & che efiendogli uenuta la fa- bufai Ws fé
cultà di uendicarle tutte ;non uoleua perderne loccafione: neper altro effetto ?el/ftf 'f 1
trattar/} quefte co/e da lui, /e non, ò per hauere per mc%o della riconciliatio- ìu.Non ite-
ne fiaudolenta,maggiore commodità di nuocere , ò almeno per interrompere fG Jj^JV Tc{
quel che fi fiapeua trattar/i co' Vinitìani , o per raffreddare le preparationi to : & quel
b della guerra, b 7{E Totere ficufiart, nèmeritare empaffione chiwia uolta ch* fegu**
S fi 4 ingan~
LIBRO
ingannato da uno>tornaua incautamente a confidar fi di lui Replìcaua in con^
travio il Cardinale di San§z'àcrìnomoffo^ome dicevano gli auerfarij tpiu per
io ftudio delle parti contra il Triulzjo,che per altre cagioni, perche in Mila~
no haueuafevnpre mfieme co* fratelli feguitata la parte Ghibellina; ninna co
fapoterejjcre più utile al Re,cbe col congiugner fi con Cefare, rompere l un'io
ne de'nimici , majfimameute facendo fi la congiuntone perme%o tale che fi
potefìe jperare douere efiere durabile ; e fendo proprio de* Trincipi preporre
nelle loro deliberazioni fempre l'utilità alla beniuolen%a>a gli odif>& ali' al-,
tre cupidità:& quale cofa potere a Cefare fare benefìcio maggiore che l'aiu-
to prefente contra i VinitianiUa fyeran%a d'hauere a fuccedere il nipote nel
Ducato di Milano $ Separato Cefare da gli altri non potere per l inter effe
del nipote , &per gli altri rifletti opporfi all'autorità fua il Re Catolico: né
cofa ale una potere più Jpauentare il Tonteficeyche quefla: & per contrario ef
fere piena di indegnità la confederatone co' Vinitiani , hauendo a concedere
loro Cremona, & la Ghiaradadda, membri tanto proprvj al Ducato di Mila-
no , per la ricuperatone de' quali haueua il He concitato tutto il Mondo : &
nondimeno fé non fi diuideua l'unione de gli altri ;non baflare aconfeguire la
uittoria la congiuntane co Vinitiani, Treualeua finalmente quefla fenten-
Xa per \ autorità della Reina,defiderofa della grandezza delia figliuolaypure
che fi potè ffe ottenere ,cìk infino alla confumatione del matrimonio fi confer-
uafie apprefio alla madre, laquale obligaffe la fede fua di tenerla in nome di
Cefare comedo fa deflinata al nipote, & di confegnarla al marito y come pri-
ma letàfuffc habile al matrimonio. Ma certificato poi il Re, Cefare non effe-
re per conuenirecon quefla limitatione, an%i più toflo quefle cofe effere fiate
propofle da lui artificiofamente per dargli cagione di procedere più lentamen-
tene gli altri pen fieri, rimo ffo l'animo da quefla pratica;riuoco *Afparoth fior
tello di Lautrech, partito già dalla Corte per andare a Gurgenfe con quefla co-
meflìone. Dall' altra parte ere fendo il timore dell 'unione tra il Re, e i Vinitia
ni,il Re d'Aragona confortaua Cefare allareflitutione di Verona, proponen*
dogli il trasferire co' danari che harebbe dà Vinitianiy& con l efferato Spa~
gnuolo la guerra nella Borgognaùl mede fimo fentiua Gurgenfe •alqude fpera-
do potere conlaprefen%a muouere Cefare , ritornò in Germania, feguitandoh
nori Jolo Don Tietro Durrea uenuto feco.ma ancora Giouanbattifla Spinello
Conte di Carnati ^fmbafeiatore del mede fimo Re apprefio a' Vinitiani, haué
do prima indotto il Senato , accioche nuoue difficultà non interrompefiero le
pratiche, che fi trattauano^afaretnegua con Cefare per tutto Urne fé di Mar-
7$>data la fede dagli Oratori predetti) che Cefare reflituirebbe Verona, pur
che a luifufieropromeffi in certi tempi dugento cinquanta mila ducati, & eia
feuno anno ducati cinquanta mila . In quefla agitatione di cofe & in tempi
ta nto grani fopr attenne la infermità del Tontefice , pieno * perche D *A. L-
ìl Hauere ottenuto le cofe defiderate , non fi diminuifeono, ma fiaccrefeono
fempre i difegni , di maggiore uoglie & concetti che forfè fuffe fiato innanzi
FI
V N D E C I M 0. . 3ij
per tempo alcuno,percbe bauea deliberato di far alprincipio della Trimauers
t'imprefa tanto defiderata di Ferrara : laqual città effondo abbandonata da
tutti gii aiuti,& douendoui andare oltra le genti fuej efferato Spagnuolo ,fì
credeua haueffe a fare piccola refiften%a : haueua comperato fegretamente
per prc^go di trenta mila ducati da Cefare la Città di Siena per lo Duca d'Vr
bino,alqualeper conferitaci intiera la gloria d'bauere penfato febiettamente
alia efaltatione della Chìefa ; non hauea daTefaro infiora uoìuto mai conce
dere co fa alcuna delio flato Ecclefiafiico : conueniuapreflare a Cefare quaran
ta mila ducati 7 riceuendone in pegno Modena : minacciaua i Lucchcfi che né
franagli del Duca di Ferrara baueffero occupata laCarfagnana , inflando la
deffero a lui : & fdegnato col Cardinale de* Medici per parergli ebe ad eriffe Ja ?Aiftnfo
più al Re Catolico che afe, & per conofeere di non poter ditone come fi batte da Efte '."i
uaprefuppoflo di quella città.già baueua nuoui difegni,& nuoue pratiche per "io ,'LTpÌ
alterare lo flato di Firenze : & fdegnato col Cardinale Sedunenfe , perche di Pa 'Gi v!io^
flati, & di beni di diuerfe perfine nello flato di Milano baueua attribuito afe to Colemie
entrata di più di trenta mila ducati Canno ; gli baueua tolto il nome del Le*a- l\ il tko¥
toy& chiamatolo a Roma : haueua>acciò che le cofe del Duca d'orbino in Sie bèrala \li"
na per la intelligenza de' uicinifuffero più flabili, condotto di nuouo Carlo Ba lia» chc fop~
gì ione per cacciare Gian Vagolo di Perugia congiunti/fimo di affinità co figli- fu r foffé^
uoli di Vandolfo Tetruccifucceffori della grandeTgapaterna : uoleua coflitui- fait.to da
re in Genoua nuouo Doge Ottauiano Fregofo, rimoffo lanus di quella dignità , E d™ è e
confentendo a queflo gliahri Frego fi .-perche per lo grado, ilquale uhaueuano f™dojfl ^
tenuti i fuoi maggiori , pare na che più a lui fi apparteneffe : penfaua affidua- 1" voce 4cl
mente come poteffe , ò rimuouere di Italia, ò opprimere con l'aiuto de vii Sui? CaFdina! ..
„ . i- r i- e v- / ; v rr , <-* ^* dimani, il
Tgri , iquali foli magnificaua , & abbracciaua , l efferato Spagnuolo , accio- quai ;gH dif.
a che a occupato il Regno Napolitano , Italia rimane ffe ( quefle parole ufciua- le* che Iefta
no frequentemente della bocca fua ) libera da' Barbari, & a queflo fine haue "otto il gio-
ua impedito che gli SuiTgeri non fi confederassero col Re Catolico : & nondi- ft l^f ^," °
meno come fé in poteflà fua fuffe percuotere in un tempo medeflmo tutto il vna deli/
mondo, continuando nel folito ardore contra il Re di Francia,con tutto che ha f h^paV^"
uè ffe udito meffo della Reina ; concitaua il Re d'Inghilterra alla guerra : al- d' Italia ; il
quale haueua ordinato che per decreto del Concilio Lateranenfe fi trasferi ffe il Jo^i bafto-
nomedel Re Chriflianiffìmo ifopra laqual cofa eragià ferina una Bolla , con- D,e> co1 ^
tenendofi in effamedefimamente lapriuatione della degnìtà & del titolo dì ua,&fflm5
Re di Francia > concedendo quel Regno a qualunque lo occupaffe.ln quefli ta- *? coa ir?
//, e tanti penfieri, & forfè ancora in altri più occulti & maggiori (perche in co«ó,Cn5 %
un animo tanto feroce non era incredibile concetto alcuno > quantunque uaflo ipon«ndo **
&fmifurato ) Uppreffe dopo infermità di molti giorni la morte : dalla quale mente?! wìi
fentendofi preuenire , fatto chiamare il Concifloro , alquale per la infermi- Politani *«•
tà non poteua interuenire per finalmente ; fece confermare la Bolla publi- aTch^efi
ata prima da lui contra chi afeendeffe al Tonteficato per fimonia , & l€uatoiIco1
dichiarar e la elettione del fucceffore appartare aì CQÌlegiq de Cardinali » ^ giog£"*
-:-w
inno
& non al Concilio,& che i Cardinali Scifmatici non uipoteffèro ìnt mentre :
d quali diffe,cbe perdonaua £ ingiurie fatte afe, & chepregaua Iddio che per
donajfe loro le ingiurie fatte alla fua Cbiefa. Supplicò poi al Collegio de. Cardi-,
naliyche per fare co fa grata afe concede (fero la citta di Ve faro in Vicariato al
Duca dVrbino, ricordando cbeper opera principalmente di quel Duca erafla
a il cèbo al ta alla morte di Giouanni Sforma ricuperata alla Cbiefa . In niurì altra cofa di
tathiiìotic mofirò affetti priuathò propri^ : an^i applicando beantemente Madonna Fé
mette , che foce fua figliuola, & per fua interceffione molti altri ebe creaffe Cardinale Gui
iapaGiuiio do da Mont efalco , perche erano nati d'una medefima madre : rifilo fé aperta-
a. ìuccedet- yyiente non effereperfona degna di quel grado : & ritenendo in tutte le cofe la
libraio de! folita cofian%a & feuerità , & il mede fimo giudicio , & uigore danimoy che
r an no i s 1 3 . baueua innanzi alla infermità , riceuuti diuot amente i facr amenti Ecclefiafli-
^! co dice3 a* ci, finì a la notte dinanzi al uigefimoprimo giorno di Febraio , effendo già prò- a
20.& foggiti pnqjio il giorno, il corfo delle fatiche prefenti : Trincipe d'animo,& di cofian
Sonedi lui %a inefiimabile , ma impetuofo , & di concetti fìnifurati,per iquali che non
fu per dolo precjpitajfe, lofoftennepiu la riueren%a della Cbiefa , la difeordia de* Trinci-
pièfle:impc pi, & la conditione de' tempi, che la moderatione,& lapruden%a : degno cer
xoch£ Pbl tamente di fomma gloria, fé fuffe fiato principe feculare, ò fé quella cura, &
ial cóciiio int entione t che hehbe ad efaltare con larti della guerra, la Cbiefa nella gran*
Sporto dei je7ga temporale , baueffe bauuia ad efaltarla con l'arti della pace nelle cofe
chTcófinte fyirituali : & nondimeno fopra tutti ifuoi anteceffori , di chiariffima , & bo*
ÌÌGÌ * nlb* noratìJfima memoria, maffimamente apprejfo a coloro, iquali, efiendo perduti
1 1 . deli' hi i neri uoc oboli delle cofe, & confufa la difiintione del pe farle rettamentegiu-
ù one Frale dicano chefia più ufficio de' Tonte fici, aggiugnere con l'armi, & colf angue de
Onofrio Pa chrifliani, imperio alla Sedia ^Apoftolica, che l'affaticar fi con l'efiempio buo-
""èn'aVia no detta %?*&> & c°l correggere , & medicare i cofiumi trafeorfi per la falute
ta , ch'eli fé di quelle anime, per laquale fi magnificano che Chrìfto habbia coflituiti in ter
d-,apaoìVdS rafuoi Vicarij. Morto il Tontefice, il Viceré di Tslapoli andato co'foldati Spa
vhùna; feri gnuoli uerfo Tiacen%a, coflrinfe quella città a ritornare, come già fole uà, fiotto
ih 2i.CdiFe l'Imperio de' Duchi di Milano : leffempio de' Tiacemini feguitarono per lo
b raio , i'a n- mede fimo terrore i Tarmigiani : dall'altra parte il Duca di Ferrara ricupera-
mefe°™zo* te fubito le terre di Romagna , saccoflò a Reggio : ma non fi mouendo dentro
& gio m i 21. cofa alcuna,non hebbe ardire di fermami fi , perche l ' efferato Spagnuolo s'era
riScato f °& difiefo ad alloggiare tra Tiacen^a & Reggio . J^im altro mouimentofu nello
qui-ii può flato della Cbiefa : nefentì Roma , ò il Collegio de' Cardinali alcuna di quelle
vnCpri?no°di difficultà, che baueua fentite nella morte de due proffimi Tonte fici . Terò fi-
icoxio imor nùe fecondo l'ufo l'efequie, entrarono pacificamente nel Conclaue uentiquat-
5£ Sb^Ache tro Cardinali, bauendo prima conceduto, eh e il figliuolo del Mar eh e fé di Man
parimente toua,cbe era apprejfo a Giulio per fiatico , libero dalla fede datapotefìe ritor-
Vfcfrouo di narfene al padre • isfel Conclaue fu la prima cura moderare con Capitoli mol
toebio n« toflretti l'autorità del futuro Tontefice , efifer citata come diceuano dal morto
£ gcjiou» . troppo immoderataniente ; benché non molto poheome degli huomini > alcuni
non
V N D E C I M o; J>*
non hanno ardire di opporfì al Trincipe, altri appetiscono di farfelo beniuolo »
agli annullarono da loro mede fimi quafi tutti . Elefiono il*fettimo giorno non « n giorno*
difcrepando alcuno, in pontefice Giouanni Cardinale de' Medici , ilquale af- j£[ £rj2
funfe il nome di Leone decimo* dieta d'anni trentafette : co fa fecondo la con- dici fu du
fuetudinepaffata, marauigliofa, & dellaquale fu principale cagione la indù- p^a£atd°cttJ
bftria de* b Cardinali giouani , conuenutift molto prima tacitamente infteme di Leon x. f«
creare ilprimo Tontefice del numero loro . Sentì di quefla elettìone quafi tut- ™ Vj^ef
ta la Ckriflianità, grandi (fimo piacere , perfuadendofi uniuerfalmente gli huo i«n do v a e*
mini che haueffe a e fiere rariffimo Tontefice, per la chiara memoria del ualore ^ Po ftoUci*
paterno %& 'per la fama che rifonauaper tutto della f uà liberalità, et benigni- is. giorni.
tà, filmato caflo & di perfetti cofiumi, & jperandofi che a e fi 'empio del padre
nuuiio.
.
bauefie a e fiere amatore de liner ati , & di tutti gli ingegni illufiri : laquale
efiettatione accrefceua l 'efiere fiata fatta l'elettione candidamente fetida fi- \iQ°t$*
monia, ò fio fp etto di macula alcuna: (^rp arena già eh e Iddio cominciafifie ad n giouani ,
àpprouare queflo Tonteficato : perche il quarto giorno dalla elettione uenno- p^acr "eon
no in fua poteflà i Cardinali priuati di Santa Croce, & di San Seuerinoiiqua - x. Aragoaa,
// intefa la morte di Giulio : andauano per mare a Roma , accompagnati dallo cornalo *
jLmbafciatore del Re di Francia : ma intefo nel porto di Liuorno , oue erano retrucci ,
furti, efiere eletto il Cardinale de' Medici in nuouo Tontefice confidati fi nel- auncfcOnò
la fua benignità, & fpecialmente San Seuerino nella amicitiaflretta, che ha- «*> P««ui.
ueua hauuto feco,& col fratello, impetrato faluocondotto dal Capitano di Li-
vorno, ilquale non fi flendeua oltra i termini della fua iurifdittione , difecfero
in terra : & dipoi non ricercata altra ficure%£a ,fi>ontaneamente andarono a
Tifa : nellaqual città raccolti honoratamente , & dipoi condotti a Virente ,
erano honefiamente cufloditi ; dà manieratile non haueuano f acuità dipartir-
fi, co fi defiderando il Tontefice : ilquale mandato il Vefcouo dQruieto ;gli
confortò con parole molto benigne, che per ficurtà loro,& per pace della Chie
fa fopr afede fifero in Firen7g,infino a tanto fi determina fife in che modo baue fi-
fero ad andare a Roma , & che efiendo flati priuati giuridicamente , & con-
fermata lapriuatione nel Concilio Lateranenfe, non and afferò più in habito di
Cardinali : perche facendo fiegni d'humiliarfi,faciliterebbono a lui il ridurre^
fecondo che haueua in animo di fare ', in porto le cofie loro . Fu la prima anione
t del nuouo Tonteficato, la incoronatione fua , c fatta fecondo luflo de gli ante- e il ^orao
cefibri, nella Chie fa di San Giouanni Laterano, con tantapompa co fi dalla fa » "$*l3 £H\l
miglia, & Corte fua, come da tutti i Tr elati, & da molti Signori che ui erano il PanuiAi©»
concorfiy & dal popolo Romano , che ciafeuno confefib non hauer mai ueduto
Koma dopo le inondationi de* Barbari giorno più magnifico , & più fiuperbo
che queflo inellaquale folennità portoti Gonfalone della Chie fa ^Alfonfio da
Efie : ilquale ottenuta lafiofpenfione dalle cenfure ; era andato a Roma con fife
ranT^a grande di comporreper la manfuetudine del Tontefice le cofefue.Tor-
tò quello della religione di Rodi Giulio de' Medici armato fiopra un grofib cor-
fiere) inclinato dalla uolontà fua alla profejjione dell arme > ma tirato da' fati
alla
.'LIBRO'
alia uitafacerdotale > neUaqttale haveffe a cffere effewph màravìgliofo detta
varietà della fortuna : & fece quefio giorno fin memorabile* & di maggiore
ammiratione, il con fid erare che colvuchc ima figliava ce?? $} rara Pompa s&
a Ometta è fplendore, le infegne di tanta degnità , era fiato nel * giorno medepmo l'anno a,
ìvffctuatt ó dinanzi fatto miferabilmente prigione. Confermò quefla magnificen%a apprtf
eh*1 io hoft t fo d vulgo da efpettatione che fi haueva di ìui;promettendcfi ciaf, uno che Ro
u ne'siomi ma haueffe a e fi vere felice fotta un Tonte fi ce ornato di tanta liberalità > & di
doU'e dTfo tanto fbìendove : perche era certo efiere fiati ffe fi da lui in quefio dì cento mi-
pra ho nota (a ducati : ma di huomini prudenti defiderarono maz<riore?rauità> & mode-
to di Dona- . «=> , . * J r • v ' *r. /• ,
to r aft-gn t ratione giudicando , ne convenire tanta pompa a Tontepci , ne e J fere jecondo
no n€i hb. laConditwne de 'tempi prefenti ildiffipare inutilmente i danari accumulati
4. acar.119. , .,, _, \f '•■**] r x 1 j 1 n
* ac 2. 6c ai. dalt ante: e fiore . Ma ne la mutatwne net Tontepce>ne altri accidenti bajlaua-
"ìetto me- 7i0 'tftxbilire la quiete d' Italia : an%igià apertamente cominciavano ad indi-
ììcfimoiib.a n^arfi le cofe più alla guerra, chealìapace : perche Cefare alieno totalmente
to di b ™" ^a veftìtutione di Verona , parendogli rimanere priuato della facilità d'en-
lonco d'A 1 trave in Italia* con tutto chefuffe fiata prolungata la trieguaper tutto >Apru
Mnwiic 7n &&$&&$ le conditioni deli accordo trattato a Milano , & infafiidito dell*
quei gior - wflan%a,cbe gli facevano gli Oratori del He Catolico;diffeal Conte di Carnati
"o an n? pil c^e Per l* ine Un at ione, eh e da lui fi dimefiraua a Vinitiani, conueniua chefuf
xtìp era fta- fe chiamato piuprefto ^Ambafciator Vìnitiano>che Spagnuolo . Ma aumentò
Son"a vii molto più quefla dijpofìtione la triegua , laqual tra ti Re Chrifiianiffimo , &
là. 1! ve ner Catolicojfu fattaper un anno folamente per le cofe di là da monti : per laqua
V gì! spa- le al Re di Francia liberato da' foretti diuerfo Spagna; fi daua facilità gran-
gnuoii , co diffima di rinouare la guerra nel Ducato di Milano . ^Abhomua in ogni tempo
mlhì luo" il Re CatolicoÀ'hauere la guerra di là da monti co trance fi : perche non ef-
giù di que. renci0 potente di danari , & per qveflo coftretto ad aiutar fi delle forze de* Si-
na hiftona J J , . , ,,„ * \ 1 ì' •'"•"•- "7 » 1 •/• 7
uci hb. s .ai gnorh & de popoli di Spagna , 0 non haueua gli aiuti pronti , 0 btjognaua che
fine deflò a nei tmp0 delia mena fleffe con loro qua fi come in foggettione : ma in quefio
cai- 150- oc * _, ** f, ir pì' 1 1 •
»ei lib. 6. a tempo maffimamcnte era confermato il Juo antico conjiglio -perche con la qute
ne 1 70. tefiflabilwa meglio il Regno nuouamente acquiftato di l^auarra : ma molto
pitti perche efiendo dopo la morte della Reina !J abella non più Rey ma Gover-
natore di Caftìglia > non haueua tanto fondata ne tempi turbolenti l autorità
fua, & haueua ueduto l'ejperien^afrefcamente nella difefa di l^auarra : del-
inquale fe bene fuffe fiato felice il fine ; non eraperò che per la lentezza de*
foccorfh non fi fufi'e ridotto in molti pericoli : à quali non uolendopiu ritorna
re-, contraffa non f apendo ancora la morte del Tontefice, la trieguay con tutto
che non fu fife publicata innanzi f ape fi e l'elettione delnuouo : & allegava per
giuftificatione di quefla ìnajpettata deliberationey efiergli fiato uiolato la Le-
ga dal Tontefice, & de' Vinitiani -.perche dopo la giornata di Rauenna , non
battevano mai uoluto pagare i quaranta mila ducati, come erano tenuti men~
tre che il Re di Francia pò ffedeua co fa alcuna in Italia : egli folo liauere pcn-
fato al bene commime de' Confederatane attribuito afe i premi] della uittoria
communef
V N D E C ! M O, $17
commune 5 né poff edere in Italia ma piccola torre più di quello che poffedéua
innanzi alla guerra : ma il Tapa hauerepenfato al particolare , & fatte fue
proprie lecofe communi ^occupato Tarma , Tiacen%a , & Reggio $ nhpenfare
ad altro che ad occupar Ferrara : laquale firn cupidità haueua difiurbato lac
quiftare le foriere del Ducato di Milano , & la Lanterna dì Genoua : haue-
re egli interpola tutta la foia diligenza , & autorità per la concordia tra Ce-
farce i Vinitiani : ma ilTontefice ejferfi per gli intere/fi proprij precipitato a.
efcludergli dalla Lega : nella qual cofa hauere fatto imprudentemente gli Ora
torifuoiy che non hauendo confentitOyperche cofifapeuano effere la mente fua,
che eifuffe nominato nel capitolo , nelquale fi introduceua la confederatane ;
l'haueffero lafciato nominare in quello 3 nelquale fi efcludeuano i Vinitiani :
ne hauere in queflo maneggio corrìffoflo i Vinitiani al concetto , che $ haueua
della prudm%a loro, hauendo tenuto tanto conto di Vicenza , che per ncn per-
derlaynon haueffero uoluto liberar fi da trauagli della guerra: effergli hnpoffi-
bile nutrire ferina i pagamenti che gli erano fiati promeffì > l'efferato che haue
uà in Italia , & meno effergli poffìbile fofienere tutta la guerra a* confini de*
Regni fuoi, come conofceua desiderare, & procurare tutti gli altri : né diffirnu
lare il Tontefice il defiderio già inanimato dì torgli ifRegno di T^apoìi : &
nondimeno non muouerlo quefle ingiurie apenfare di abbandonare la Chiefa ,
&gli altri di Italia , quando trouaffi la corriffonden'^a conuemente liqualì
jperaua,che commoffi da quefia triegua col Re yfarebbono più pronti a conue-
nirefecoper la di fé fa commune. Inferì nello inflrumento della triegua il nome
di Ce far ey & del Re di lnghilterray con tutto che con loro non hauefìe commu
nicato cofa alcuna : &fu cofa ridicola che ne mede fimi giornUche ella fi ban-
diuafolennementeper tutta Spagna ; iienne uno ^Araldo afignificargli in no-
me del Re di Inghilterraygli apparati potenti ffimi , che eifaccuaper • a(f altare
la Francia,& afollecitare che egli mede finamente moueffe , fecondo che ha-
ueua promeffo, la guerra dalla parte di Spagna . La triegua fatta in queflo mo
do ,jpauentò fommamente in Italia gli animi di coloro , a quali era moleflo
l'imperio de Fr ance fu tenendo fi qua fi per certo da tutti , che il Re di Francia
non haueffe a tardare a mandare l'efferato di qua da monti y& che per l'ofii-
natione di Ce far e alla pace, i Vinitiani haue fiero a unir fi feco ; a* quali refifle
repareua molto difficile: perche Cefiercito Spagnuolo ancora che dallo fiato di
Milano afflitto dafpefe infinite-, haueffe tratto alcuna uolta qualche fomma di
danari ; non haueua più modo afoflentarfi . Del nuouo Tontefice non fi com-
prendete ancora quale fuffe laintentione : pareua che fegretamente defide-
rafie, che la potenza del Re di Francia haueffe per termine ì monti: nondime-
no nuouo nel Tonteficato,& confufonon meno cheglialtri dalla triegua fatta
dal Re Catolico nel tempo che fi credeua haue fi e applicati ipen fieri alla guer-
ra ; flotta con l'animo molto fofpefoyfdegnato ancoraché ricercando con gran-
de inftan^a, che alla Chiefa fuffero reflituite Tarma & Tìacen%a ; il darne
fteranig era pronto, rejjecutioneprocedeua lentamente tdefidcrando tutti gli
altri
LIBRO
altri ronferuarle al Ducato di Milano : & perauentnra flerando , che il defi-
derio di rie per ade, lo induce ffe alla difefa di quello flato . Tarteuanà pia rer-
to , & fin potente pr e fi dio gli Sinceri : ma con feltrando non poter fi né da
Maffimiliano Sforma , ni da altri pagare i '.lanari , che fecondo le eonuentioni
erano ne effarij al muouergli ; ft temeua che nel maggiore hi fogno ri: ufafft ro
di feen ere nello fla'O di Milano . Da altra parte il Re di Francia fatta che
b hbe la triegua ; deliberò di mar dare l'efferato in Italia , dandogli fperat.'ia
alla tintoria le ragioni dette di /òpra : allequali s'aggiugneua ilfapereche i pò
pi' dello flato di Milzno, ne flati da tante taglie , & rapine degli Sui^eri,t$
da gli alloggiamenti <,& pagamenti fatti a gli Spcignuoli; defiaerauano arìen
a \\ fuc-ef temente di ritornare Cotto il dominio Cito hauendo per l'acerbità degli altri ,
lo di quella r . fi. J ,,,*, ;i#« j ■ > v r
n^ue -ùe conojciuto eflere in omparatione loro, dejiderabile l Imperio eie traneeju an
d ì C dC Svn ?? molti gentil' huoìnini particolari per meffìproprij , indiritti chial Re, chi al
Daimatino Ty.idTjo, ilquale il Renaccio, he di luogo più propinquo trattaffeco M liane fi9
era parti u i)dli:m mandato a Lione; confottauano a non differire a mandare ìd efferato ,
Provenza | promettendo [ubilo, che hauefiepaffato i monti di pigliare [copertamente l or
coirete* iaC meVtY ^ : n^ mancauano gliflimoli aflidui del Trìulxio, & degli altri fuo*
f o e e de i ritieni , che fecondo il coflume di chi è fuori della Tatria , propone nano la ìm-
nou° 'èco- fYefa douere effere molto facile, mafflmamente congiugnendo fi fòco i Vinitia-
piojamente ni : & lo coflrigneua ad accelerare il confidare di preuenire con la fine di que-
Gioaio°nd fl° m°to, il principio della guerra del Re di Inghilterra, laquale non poteua co
lib. 12. del. minciare , fé non dopo il torfo di qualche me fé : perche quel Regno e (fendo già
dai've^ouo molti anni flato in pace era ffroueduto d'armadure , d'artiglierie , & quafi di
ci Nebio : i tutte le cofe neceffarie alla guerra ; non haueua caualli da combattere , perche
due n'aiti- gli Inglefi non conofeono altra militia che lapedefhe, & quella non effendoffe
buifeono Ja rimentata ; era neceffitato il Re, perche uoleuapafsare in Francia potentijfi-
Ir Emanuel mo,foldare numero grande di fanti Tedefchi,cofe chefen%a lunghe'^a di tem
causilo ., t p0 non fi potè ano fedire . Coflrigneua fimilmcnte il Re ad accelerare il timo-
l pun io no re, che leforteTge, non fi per deaero per mancamento di uettouaglie, & fpecial
mina» , a mente la Lanterna di Genona: laqual pochi giorni innanzi non vii era fuccedu
cui oan no P •■■.■*..• '-*"' v. o .»
compagno to di rinflefear a per una nane mandata a queflo effetto, laquale da ^Arbinga, &
^"di" f-° infino &ouc era fiat a accompagnata da tre naui, & da un Galeone , entrata in
ila' fu la prì alto mare col Mento pr off ero , per la for%a delquale ; pafìata per me%o de le-
&*!»«" Il &™ Genouefi, fiera accoflata al Caftello , forta in fu l'ancore , & dato il cauo
Giouio mi- alla fonema , già cominciaua a fcaricare le uettouaglie , & lemunitioni che
f^modcMe- ^aueua portate : ma .Andrea Boria y quel che poi fu tanto felice , & famofo
noto, i peri - fulmare, entrato con pericolo grande con una nauegroffa, dellaquale erapa-
bouinc^ fat ^ronc> tra ^a Lanterna, & la naue Francefe , & tagliato il cauo dato alla Jor-
io, e ì pre- tc^a , e i cani delle ancore , combattendo egregiamente , & nel combattere
snatiC angli fer^° ne^ tiolto, la conquiflo . Deliberato adunque il Re non differire il dare co
animoa ai" minciamento alla guerra , alquale fine , per efiere parato ad ogni oecafione >
iaiiiori . haueua prima mandato molte lance nella Eor?ognay <£r nel Delfinato ? riftrin-
felc
con
e
V N D E C T M O. U8
fé le co fé trattate già molti me fi co Vinitiani, ma allentate alquanto dall'una
parte, & dall'altra : perche & il Re haueua tenuto fojpefo bora la fyeranxa
della pace con Ce far e > bora il dimandare cjjì pertinacemente Cremona , e^ la
Ghiaradadda,& nel Senato erano flati uarij pareri : perche molti di autori-
tà grande nella Republica ,proponeuanola concordia conCefare, dimoflrando
ejjerpiu utile alleggerir fi al prefente da tante fbtfe , & liberar fi da pericoli %
per potere pia prontamente abbracciarci ur cationi , .he fi off eri [fero , che effen
do la Republica affaticata, & indebolite lefuftan%e de' priuati > implicar fi in
nuoue guerre in compagnia del Re di Francia: dell' amicitia delquale quanto
fuffe fedele, & ficur a } ballettano sì frefcal efperien^a: nondimeno parendo al-
la maggior parte rare uolte poter uenir e tale occ afone di ricuperare l antico
flato loro, & che la concordia con Cefare, ritenencivfi Verona. non , li Uber af-
fé dalle moleflie-, & da pericoli ; fi rifoluerono a fare la confeàeratwne col
Re di Francia, lafciato da parte il peri fiero di Cremona , & della Gbiaradad-
da : l aquale per .Andrea Crini .che già fiflencua più la perfona d'Ambafiia-
'■ tor e, che di prigione; * fu concbiufa nella Carte del Re : nellaquale ottenuta ^ Fu C0R
la Uberatione di Bartolomeo a Aliti ano, & £ Andrea Gritti sohligarono i Vi feje>rat!on<
mtiani ({aiutare con ottocento huomini d arme, mille cinquecento caualli leg- fra ll .Re d!
gieri y & dieci mila fanti contra qualunque fé gli oppone ffe alla ricuperatone vini uà ni m
d'Ajìi, di Genona,& del Ducato di Milano : & il Re fi obli?ò ad aiutare lo- ?Ies » c,ome
ro mjino a tanto ncuperajfero interamente tutto quello popedeuano innanzi cen^o a 24,
alla Lega di Cambrai in Lombardia , & nella Marca Triuifana : laquale con- à] Mina
federatale fubito che fuflipulata , andarono a Sufa Gianiacopo da Trittici, due egli, fa
& Bartolomeo d'Aluiano : l'uno per andar e poi per la uiapiu ftcuraa Vine **bbe.& lt*
tia : l'altro per unire quiui IH esercito deftinato alla guerra , che era mille cin- améduc ha-
quecento lance , ottocento caualli leggieri , & quindici mila fanti , otto mila ueflfero ha-
Tede fichi, gli altri Francefi > tutti fiotto ilg/merno di Monfignor della Tramo- c5 gli suiz.-
glia -, deputato dal Re , perche le co fé procede fi 'ero con maggiore riputatione , *ea'
fuo Luogotenente . F acena in queflo tempo mede fimo il Re confiommiprieghiy
mflanxa col Tontefice,che non gli impedì ffe la ricupcratione del fuo Ducato r
offerendogli non fittamente che dopo la uittoria non procederebbe più oltre >
ma che fempre farebbe la pace ad arbitrio fuo: lequali cofe benché il Tontefi:e
udì ffe benignamente, & che,acciocbe con maggiore fede fu fi ero rkeuute lep&
rolefiue , ufafte a trattare col Re l'opera , & il me%p di Qiuliano fuo fratello *
nondimeno molte cofe lo faceuano foretto al Reda memoria delle cofe prece*
dènti al Tonteficato: l'bauerefubito che fu afiunto al Tonteficato, mandato a
lui Cintio fuo familiare con una lettera con humane commeffioni ,ma tanto
generali,che arguiuano non hauere l'animo inclinato a lui: l hauere confenti-
to,cbe Trofpero Colonna fufie eletto Capitano Generale del Duca di Milano %
ìlche Giulio per l'odio contra i Colonne fi haueua fempre uietato : infofpetti-
ualo molto pm , che il Tontefice haueua fignificato al Re d'Inghilterra uo-
lere continuare mila confederatone fatta con Cefare , col Re Catolico ,
&CQU
LIBRO
& con lui: & afte Communità degli Sumeri haueua fcritto , qua fi dimo-
ftrando d' e fonargli alla difefa d Italia : né diffimulaua uolere continuare con
loro la confederatone fatta da Giulio .perlaquale riceuendo ogn anno uenti
mila ducati da lui , s'erano obligati alla protezione dello flato Ecclefiaflico .
Era anche fegno del fuo animo, il non hauere riceuuto in grati a il Duca di Ver
rara : ma differita con uariefcufe la reflitutione di Reggio , infino a tanto che
a Romaueniffe il Cardinale fuo fratello : ilquale per fuggire le perfecutioni di
Ginlio,ettinflan%a del Re di Francia.che andafìe al Concilio Tifano, fé nera
andato ad jLgriafuo Vefcouado in Vngheria . Ma più che d'alcuna di quefle
co fé rendeuafojpetto il TonteficeT hauere ( benché più occultamente gli fu f
fé flato poffìbile) confortato il Senato Vinitiano a conuenire con Ce far e , cofa
tutta contraria all' intentione del Re, ilquale haueua ancora interpretato in
mala parte } che* 7 Tapa dimoflrando di muouerfinon per altro che per l'officio
Toni e ficaie ; gli haueua fcritto un brieue e fonatorio a non muouere l'arme , a
inclinare a finire la guerra conhonefla compofitione : cofa che per fé fleffa il
Re non harehbe biafimata,feper il mede fimo defiderio della pace haueffe con
fortato il Re d' Inghilterra^ non moleflare la Francia: & certamente non era
nano il fo (petto del Re : perche il Tonte fi ce defiderauafommamente,chei Fra
cefi nonhauefiero piufedia in Italia ; ò perche gli parefie più utile per laficur
tà commune ;òper lagrandeTga della Chiefa ; ò perche gli rifede fi e nell'ani-
mo la memoria dell' offeje riceuute dalla Corona di Francia : allaqualefe bene
il padre, & gli altri fuoi maggiori fufiero flati deditiffimiy & nhaue fiero in
uarij accidenti riportato commoditày & honore ; nondimeno erapiufrefco che
i fuoi fratelli y & egli erano flati cacciati di Firenze per la uenuta del Re Car-
lo; & che queflo pr e f ente Re,fauorendo il gouemo popolar e yò gli haueua fem
tre difyregiati; ò fé alcuna uolta fi era dimoflrato inclinato a loro ; l'haueua
fatto per ufargli , come inflrumenti a tirare per queflo foretto i Fiorentini a
conuentioni utili a fé proprio , dimenticandofi di loro intieramente . *Aggiu-
gneuafiperauentura lo fdegno di efiere flato dopo la giornata di Rauenna, me
nato prigione a Milano, & che il Re haueua comandato fufie condotto in Fra
eia . Ma quantunque ,òper quefle cagioni > ò per altre hauefie quefla difpofi-
tione, il non uedere i fondamenti potenti, come harehbe defiderato , a refifle-
re; lo faceua procedere cautamente>& diffimulare quanto potè uà il concetto
fuo, udendo fempre cupidamente le dimande, & leinflan%e che gli erano fat
te contra il Re -.perche gli Suix^eri inclinatiffimi a muouerfi per difendere il
Ducato di Milano , ojferiuano muouerfi con numero molto maggiore ,pur che
gli fufie porta quantità mediocre di danari : laquale per la impotenza degli
altri non fi poteua jperar e, fé non dal Tonte fice : ma del Viceré erano incerti
i configli y uarie & occulte le parole : perche off èrma al Tonte fice d'opporfìa
Framefh difendendo egli medefimamente apertamente nella caufa .mandan-
do a unir fi con lui le f uè genti, & pagando per tre me fi quantità non piccola di
fanti: & perche più facilmente fi credefidchiamati ijuoifoldatidel Tarmi-
gianoy
V N D E C I M O. )i9
gianòì& del Reggiano fi era fermato con l'efferato fui fiume deità Trebbia :
& e (feudo ancora alcuni de fuoi faldati alla guardia di Tortona, & di^ilef-
fandriajquali mai non haueua mofji » bora affermaua hauerericeuuto cornati
damento dal fuo Re nel tempo mede fimo cbeglifignificò l'hauere fatta la trie
guardi ridurre He fi eretto nel Reame di 7s(apoli:altrimentiparlauaGieronimo
Vich Oratore appreffo al T Pontefice ^confermando fi in queflo con quello che prò
metteua ilfuo Re, che pigliando il Tonte 'fi ce la di fé fa dì Milano , egli non ha-
uendo rifletto alla trieguafatta,romperebbe la guerra in Francia : ilche dice-
uaejfergli lecito fenica uiolare la fede data . Ter ciò molti credettono che quel
Reytemendo che per la trìegua fatta niuno fujj'e peropporfi al Re di Francia ,
bauefìe comandato al Picerèycbe in cafo non uedeffegli altri cocorrere calda*
mente alla difefa del Ducato di Milano, che non cercando diprouocare con /««
giurie nuoue il Re di Francia,riducejfe l' efi eretto a Islapoli :per laqual cagio-
ne mede ftmadimoflraua al Re d'bauere l'animo inclinato alla pace,offt rendo
di indurui etiandio Ce far e, & il Re d'Inghilterra: &per renderlo meno acer-
bo feco,in cafo ncuperaffe Milano, g^ifaceuapromeff a quafi certa,chél fuo ef-
ferato non fé gli opporrebbe . Ter e io il viceré bauemjo in animo di par tir fi ;
richiamò i faldati, che fatto 7 Mar che fé di Tefcara er/no in %Aleffandria,& in
Tortona, fignificando (come fu fama ) nel tempo mede fimo al Trittico lafua
deliberatane ; accioche il Re di Francia ricette ffe in gratta la partita: ma non
a efequìfubito queflo con figlio , perche* gli SuiTgeri ardentiffimialla difefa del
Ducato di Milano , haueuanoper publtco decreto mandati cinque mila fanti ?
& dauano fteranya di mandarne numero molto maggiore : an^idimoflrando
il contrario mandò Trojpero Colonna a trattare con gli Sui^^reri in qual luogo
fi haueffero a unire infieme contra i Francefi ; ò perche batte ffe riceuuto aui-
fo, a Ce far e effereflata molefltffima la triegua fatta, ò dal fuo Re nuoue com-
meffwni che feguitaffe la uolontà del Tontefice : ilqualc , combattendo in lui
da una parte la piccola fperan%a , dall'altra la propria inclinatane , perfeue-
raua ancorartela medefìme perpleffità ; & nondimeno effendo gli Si Uggeri
uenutinel Tortonefe ,oue Trojpero haueua data intentione) cheilvkerè uer
rebbe a unir fi , interponendo uarie feufe ; gli ricercò che ueni fiero a unir fi fu la
Trebbia : dalla quale domanda ejfi , comprendendo la di uer fi tà della uolon-
tà dalle parole } rifpofono ferocemente , non ricercare queflo il Fi cere per an •
dare a moflrare la fronte arditamente a nimici , ma per uoltare con ficttrtà
maggior e le fp alle : non. importare niente a gli S aligeri , fé haueua timore
di combattere co Francefi : quel mede fimo flmiar e il fuo andare , il fuo fla-
re , il fuo fuggir fi : effi baflare ' fah]a difendere il Ducato di Milano t entra
ciafeuno . Ma gtàtumultuaua tutto il paefe : il Conte di Mufo: co figliuolo
di Cianiacopo era , non fi opponendo alcuno, entrato in <Afii, &poi in jlUf-
fandria: i Francefi partiti da Sufa fi faceuano innanzi: il Duca di Milano
non effendo flato a tempo a entrare in ^Aleffitndria, fi unì congtiSuitteriap^
frejjo a Tortpna: oue effendojlato figmficato loro apertamente -d^al Vkerh \
Tt che
a In race?'
tar quefto
folleuamen
to de gii
Suizzcri pti
difender lo
flato di Mi
UnojH Gio
uio nel lib.
li. è più co-
piofo , & di
ce anco che
maggiore iti
il numero ,
che fi mof«
(è di quanto
e qui lcrit>
to : per ciò «■
che i cinque
nula fanti,
guidati da'
Akoiaflo, '.
h uomo illuj
Jhe in guer-
ra ; erano'
nella retro*
guardia.
■ • i.
che haueua deliberato di partir fi yfe ne andarono a ^ouara . i Milane fi atta
fama della partita del V iccrè, mandarono \Ambafciatori a J^puara a fcufarft
con lui ,fe non hauendo chi gli difendere per fuggire gli ultimi mali conuenif
fero co arance fi : ilquale dimoflrò d'accettare benignamente la loro efcufatio-
ne : ansigli commendò , che alla falute della patria commune pietofamente
a Taira ì i penfaffero :jh laqualc occafwne ft Sacromoro Vi fonte deputato all'affedio del e
SScntS'J C afelio, riuoltatofi alla fortuna de Fr ance fi; ui meffe dentro ucttouaglie.Tar
fto sagiamo ti adunque il Viceré dalla Trebbia con tutto l'efferato > nelquale erano mille
ài nbeUio- dugento huomini dì arme , & otto mila fanti pei ritornar fene nel Reame , co-
ne, & d'ai tri me difberate le co fé di Lombardia, & però penfando folamente alla faluatio-
d;shonefti J li /T •* ■# ■ tri ■
▼itii , Se lo ne "e" efferato : ma il giorno medejimo , mentre che cammaua , riceuute tra
xctmu vn Tiacen%a , & Firenzuola lettere da Roma , uohate fubitamente le infegne ;
lì natila cit- tomo ne^ wiedefimo alloggiamento : la cagione fu che ilTontefice,alqualt 'era-
tà d. Mila- no fate quafi ne giorni medefrmirefliiuite Tiacen%a ,& Tarma , deliberato
conofeendo & tentare 7fe per me^o degli Sinceri fi 'poteffe difendere il Ducato di Mili-
ti od-ato da no ; dette occulti fìmament e a Girolamo Morone U'mbafciatoredel Duca ap-
cordò' co'i prejfo a fé quarantadue mila ducati per mandare a gli SuiTgeri : mafotto no-
Tr.uuUio 5c me ,fpUY preuenifie anotitia d'altri, che uent imita fuflero per conto delle
li condufle r • 1 i , K ,,
ai fbido di penjiom , uentidue mila per quello , che i Uè Cantoni pretendeuano douer ha-
Francia . uere dall anteceffore , ilquale haueua fempre ricufato di pagargli . Ter la ri-
■ tornata del Viceré fu la Trebbia, & per la fama della uenuta de nuoui Sui^
%eri,i Milane fi pentiti fi d'efferfi moffi troppo preflo; dauano fperan^a a Maf-
fimiliano Sforma di ritornare fotto il dominio fuo, ogni no Ita che gli Suiz£eri3
tion d* h»fto & l'efferato Spagnuolo fi uniffero fu la campagna : lequali fperan%e per me*
ria ne'gior trìre il Viceré ,appreffo alquale era Troverò Colonna ; gittaua il ponte fui
chiedine! To ' promettendo continuament e dipaflare ;ma non lo mettendo a effetto:
lib 4 * que perche penfando principalmente alla falute dell 'efferato, deliberaua procede-
la^Don" re fecondo ifucceffi delle cofe, parendogli molto pcricolofo douer hauer alla
to Raffagni fonte i Francefualle fratte l efferato Veneto ; ilquale occupata già la città di
i i/.fa et. e Cremona, & gittato il ponte alla Catta fui Togli era uicino . Era Bartolomeo
in 3 Teift? a £°tlkìano andato da Sufa per lungo circuito a Vinetia : doue hauendo ne' lo
no fata fé a ro configli poi che della rotta di Ghiaraddada hebbe fen%a contradittione rife
Tapa Leone YltcL [a co[pa nel Conte di Titigliano , parlato magnificamente della preferite
ti altri luo- guerra, fu eletto dal Senato per Capitano Generale con le medefime conditio-
la' jf'ftqur T1^con Squali haueua quel grado ottenuto il Contedi Titigliano, &perauen
£ vede il ve tura b il giorno mede fimo ( tanto Jpeffoft ride la fortuna della ignorane de' b
ih"*' fatai* moYtab) nelquale quattro anni innanzi era uenuto inpoteflà de' nimici : onde
a gii $pa- fubito andato altef\ercito,chefi raccoglieua a San Bonifacio nel Veronefe , ef
*m'è neUi' fen^°fico Teodoro da Triul^i , come Luogotenente del Re di Francia ;ft acco
5. a car. i$6. fio congrondiffima celerità il giorno medefimo che l'cfienito Francefe ftmoffe
to fi&Cnei «f. d* Sufa alle porte di Verona: nellaquale città haueuano congiurato alcunifer
• tac. J7«. ritenerlo dentro : ma il giorno feguente entrarono in Verona per lo fiume del»
fMte
V N £> E C I M O. ^o
t*Adìce cinquecento fanti Tedefchi, & effendo uenuto a luce quello , che den- « Condii
a tro fi trattano, , miniano perduta la ff>eran\xa ti1 ottenerla ; deliberò a contra af qucii, di
l autorità del Troucditore Veneto , d'andare uerfo il fiume del To per impe- « ll Mo,;c-
dire gli Èpxgnuoli, o fecon do iprogreffi delle co fé unir fi co Frane e fi : nèfign iH- uè uà no pm
co quefla deliberatane al Senato ,.fe non poi che per uno alloggiamento fi fu curaalla £f
difeofiato da Verona : perche con tutto che allegafìe dependere interamente la atte cole de*
Comma del tutto da quel che fuccederebbe del Ducato di Milano, & proceden P??,"? vo1
do in quello auerjamente a Francefi le coje , uano epere , & non durabile cw fare » iùo
che in altro luogo fi tentaffe, ò otteneffe r& però douerfi quanto era poffibile, ^f°A^\*
aiutare quiui la uittoria del Re di Francia ; nondimeno temeua , né uanamen- Fu »ceii.
teche il Senato non contradice ffe ; non tanto per defiderio che prima satten-
deffe alla ricuperatione di Verona, & di Brefcia ; quanto perche alcuni degli \Q rAiuiano
altri Condottieri dannauano il poffare il fiume del Mincio , fé prima de* prò- *ndare a tì^c
gre/fide Francefi non shaueua più particolare notitià, dimofirando fé fopra- lecita l'imi
ueni ffe qualche (inifiro, quanto farebbe difficile ilriiirarfifalui,hauendo a paf Prca dl Cr«
r iLi w* r -i \m r \r jj^- » j •■ •*• ^ r mona; ma
fare per il Veroneje,& Mantouano,paeji, ofudditi, o dinoti a Ce j are • arren- v; mandò
deronfegli impauriti dalle fue minaccie V aleggio , & la terra di Tefchiera , Renzo da
onde jpauentato il Cafiellano, dette la rocca,rkeuuta piccoliffima quantità di preie 1* viti-
danariperfe,& per alami fanti Tedefchi che hi erano dentro . Entrarono ne mo di Ma8
giorni mede fimi in Brefcia infauore de* Vinitiani , alcuni de* principali della me ' cUe/ri
montagna con molti paefani: & nondimeno l miniano, benché pregato da gli j£<*enis°. :
lAmbafiiatori Brefciani, che lo trouarono a Gambera ; &. facendone inflan- to. ^
Q%a il Troucditore Vinitiano^non uolle confentire d andare a Brefcia , per c u Mcctf.
dimorami pure un giorno filo ; a fine fi ricuperale la fartela , guardata in «igo fen*a
nome del Viceré : tanto era l'ardore di prò feguir e ferina alcuna intermiffione, "k^o "£ e
la prima deliberatone : con laquale celerità uenuto alle porte di Cremona & che i Paiu-
trouando che nel mede fimo tempo ui entrauapurein fauore del Re di Frati- "o.'huomiR
e eia cGalea,2go Talauifino chiamato da alcuni Cremane fi , non uolendo com d'arme ,_&
municar e ad altri la gloria tihauerla'ricuperatairoppCy&meffein predale ^nnti £fefe~
genti fue: & entrato dentro fualigiò C efare Fieramofca che con trecento ca- ro cremo-
ualliy & cinquecento fanti del Duca di Milano ui era rimafo a guardia . J<[è eia *' doiuT
accadeua perdere tempo per la ricuperatione della fortezza , perche fempre Poi l* *luìa*
era fiat a tenuta per il Re di Francia , & proueduta poco innanzi di uettoua- p^ I Vi™eT
glie da Ren%o da Ceri : ilquale nel ritornare a Crema , oue era propofio alla fe ja c,Ua e
d guardia , hauendo feontrati a d Serena dugento caualli d'^Aleffandro Sforma;
gli haueua rotti: donde fermatofi alla caua fui Tò col ponte ordinato per à Sorcfina
p affare ; non prohibì che i fuoi foldati non moleflafiero alcuna uolta le terre tnéreTt*"*
del Tontefice : andò dipoi a TiTgichitone , hauendo già per la mutatione di Aleramo
Cremona, Sondino, Lodi , & l'altre terre arcoftanti , aliate le bandiere de* Jjjj,,q0urf
Francefi , Ma prima , fubito che ricuperò Cremona , haueua mandato Ren^p ^om\ti <t:-
da Ceri a Brefcia con unaparU delle genti per prouedere allo ftabilimento di SIiTeV
sento ca-
quella città , & alla ricuperatione della foriera , & molto più per raffrena- ,ual,i> co,n*
Tt i rei
L 1 B R O
Y€ ifucceffi proferì de Tedefchi : perche quafi fubito che egli fi difcofiò dà Ve
rona , Rocandolf Capitano de i fanti Tedefchi y & con lui Federigo Gonzaga
da Boyjole , ufeiti dì Verona con feicento cauallh& due mila fanti erano an
' dati a San Bonifacio : otte Putiniano haueua lafciati [otto Smfmondo Cabala
a Non IttCt 1 ^ ' • ì • r r
te il Moco- lo > <& Giouanni Forte a trecento cauai leggieri 3 & feicento fanti : iqualijpar 4
chge° JoElo fiPer ^° Paefcfcn^a alcuna difcìplina militare , [entità la uenuta de rumici ;
(otto Gif- fi erano fuggiti a Cologna : oue i Tedefchi fermandogli > entrati per for%a
"?!?,& g?o ttc^a tena » fatigli tutti prigioni; la faccheggiamio ? & abbruciarono : il
uanAi For- medefìmo feaono poi a Soaue ìruppono il ponte fatto dà V in iti ani fopra
dlce?cfce<i l'"*"ice> & harebbono con r impeto medefimo occupata Vicenza, fé non ut
vinituni fuffe entrato dentro finitamente numero grandi (fimo dipaefani : i quali prò-
cfc^DSSe &n$ faceua di maggiore con fiderat ione l 'efferfi diuulgatOyche dal Contado
poi qui feri di Tir nolo ueniuam a Verona nuoui fanti . l^elqual tempo mede fimo fiacco >
r&n di v«o fl°per mare a Genoua l'armata del Re di Francia,con ncue galee fonili ,& al
iu 600. ci- tri legni : & per terra col fauore de Riuierafchi della loro parte 3 & con altri
«Scjoq?11 dl focati condotti co' danari del Re y ^Antonlotto , & Gieronimo fratelli de gli
^Adorni, moffifi con grandiffima occafione rper la difeordia natapoco innanzi
b d' nC b° tra Fitfchì y & ^ F)oge di Genoua > con cui erano flati prima uniti contra gli
par , che at adorni : percheyO per quiflione nata a cafo>ò b per fofpetto foprauenuto Giero &
tribuifcaquc nimo> figliuolo di Gianluigi dal Fiefco, ufeendo del palagio pub! ico , era flato
tia fra i Vre ammainato da Lodouicoi& da Frego fino fratelli del Doge: per laquale ingiù
f °hi ' C( 'fFÌ C r*a Ottobuonoy& Sinib aldo fuoi fratelli ritiratìfi alle loro caflella, & poco di-
io pubiico , poi conuenutofi col Re di Francia, & condir andò con gli ^Adorni; fi acceftaro-
fcC fcdé 'ìe no dall' altra parte con c quattro mila fanti a Genoua. 7\(o« era il Doge poten* <
Fiefchi era te a refiftere per fé Jleffo alla parte Fiefca , & Adorna congiunte infieme » né
temuta ; & pcr fa celerità de zìi auuer farvi poteua effere a tempo il foccorfo % che haueua
a quiftione chiejtoal Viceré: & inaino del tutto Le coje > che mule fanti de juoijcrmatiji
Girolamo in fH j monti uicini , non potendo refiftere al numero maggiora furono rotiti
cobo Lomet Onde il Doge infieme con Fregofino hauendo a fatica hauuto tempo di faluart
Utti* i Fre lapropnauita ; fuggì per mare y lafciato Lodouico l'altro fratello alla cuflodia
ftarono a* del Caflelletto.e i limatori entrarono in Genoua:doue i fratelli de' Fiefchi tra-
Lomeiiini : ^tati cLilf impeto della uendetta, fecero ammainar e^ & dipoi legato crudeU
d'elfi arma mite alla coda d'un cauallo flrafcinareper tutta la citta Zacchcria fratello del
rarono il £)cgeyrimafo prigione alla battaglia fatta fu i monti nlquale era infieme cogli
Giouio' nel altri interuenuto alla morte del fratello. Co fi ridotta Genoua alla diuotionedeb
i'hft l ie*1" Re di Francia,fu fatto in nome fuo Gouernatore ^Antoniotto ^Adorno: & l'or
fetiae, chei mata Francefe fornì di gente, & di uettouaglie la Lanterna, & dipoi faccheg
ìftre vni" &^a ^ fy^ie -, fi fermò a Torto Venere . K^on rimaneua più niente al Re di
con Fiacia, Fronciafaìla ricuperatone intiera de gli flati perduti l'anno dinari) che J^ona
ti" da^ °Fre- ray& Comodequali due città fole fi teneuano ancora in nome di MaffimiliaM
| Tre mila fanti dice il TC feouo di Nebio;& quello fucccflc a ventiquattro di Maggio tSH* benché il
Mo6«niEQdi«t aaé, ,-\:;' ?
. \ Sforma
Y N D E C I M O. >jj*
Sforma tn tutto il Ducato di Milano : ma era con infamia grande di tutti gli a Legȓ fl
*/m deftinata la gloria di queflaguerra,non d Francefi, no a fanti Tedefchi , r<,Ppren^ ai
noft all'armi Spagnuole,non alle Vinitiane,mafolo agli SuiTgeri: coìr a ìquali fine a car.
I efferato Trance fé, lafciato in lAleffandriaprefidiofitfficiente per feflenere le 12S*
co fé di là dal TÒ yfiaccoflò a Ts[ouara, feroce per tanti fucceffi>per la conferò b in quello
ne de nimici rinchiuft dentro alle mura , & per lo timore già manifeflo degli ìu30. ha d*
Spagnuolurapprefentauafioltra quefle cofe,alla memoria degli huomini quafi gìouìo* nel
come una imagine,& fimilitudine delpaffato : quefla effere quella medeftma JjjH1- .del-
*ìs(ouara > nellaquale era flato fatto prigione Lodouico Sforma padre del Duca q Uai recVa',
dprefente,effere nel campo Fr ance fé quelli mede fimi Capitani, a la Tramoglia, 'hp dan'io "
& Gianiacopo da Triul^i,& apprefìo al figliuolo militare alcune delle mede batteria1 a"
fme bandiere} & de' mede fimi Capitani di quelli Cantoni,che allbora il padre N°uara* gì
uenduto baueuano : onde la Tramoglia haueua fuperbamente fcritto al Re , detuaid co
che nel mede fimo luogo gli darebbe prigione il figliuolo , nelquale gli haueua ^1J,°-Sui \
b dato prigione il padre. b Batterono i Francefi impetuo fornente con IH artiglierie le mai , che
le mura,ma in luogo,donde lofcendere dentro era molto diffìcile y& pericolo- ^unfarccfrc a!
fo>& dimoflrando tato di non gli temere gli Sui7£eri,cbe mai patirono, fi chiù ne trincea )
dejfe la porta della città di uerfo il campo.gittato in terra /patio fufficiente del ^médo™
la muragliaydettero quelli di fuor a molto ferocemente la battaglia, dallaquale fa»; & co'
fi difefero congrandiffimo ualore di quelli di dentro : onde i Francefi ritornati *&"£££.
a gli alloggiamenti , intefo che il giorno mede fimo erano entrati in Ts^ouara «Wnimi-
nuoui Suiigeri , & hauendo notitia ajpettarfì Mtofalfo Capitano di fama c£ ™*t?5-
grande,con numero molto maggiore y difperati di poterla più ejpugnare,ft difco *>«« « fare
flarono il giorno feguente due miglia da Tsfouara ,fperando horamai di otte- FrJeefi,Cche
nere la uittoria più per i difordini,& mancamento di danari d nimici \che per non con fu.
l 'impeto dell'armi . Ma interroppe quefle fpcran^e di ferocia, & ardentiffimo gialli, per
fair ito di Mottino uno de' Capitani de gli Sui'^eri : ilquale chiamata la mol cioch« c{fi
titudine fu la pianga di K(ouara , gli confortò con feruentifjìme parole , che fciato^'per-
non affettato il foccorfo d' ^iltofafìo , ilquale doueua uenire il profjimo giorno; *? ,c P° ttc
andaffero ad affaltare i nimici a loro alloggiamenti : non patiffero che laglo- l °ua' a*
ria , & la uittoria , laquale poteua efiere propria , fuffe commune ; an^i diuen- «Ug iouìo
taffe tutta d'altri : imperò che come LE COSE feguenti tirano afe le prece Prodotti
denti , & l'aumento cuopre la parte aumentata , non ad effi , ma a quelli che *«VT©tta -
c fopraueniuano,fi attribuirebbe tutta la laude . c Quanto la cofa,diffe Mot- uXo a' e"
*eri per ribellarli da M a Ili miliario, & accorta r fi a Francia. 5c dopo che per configlio dell'iiteiToTriuuìtio ha
iatto,che il campo Francefe s'è ritirato alla Riotta ; fcriue che venne foccorfo di Suizzeri in Nouara: ma no
quello ci' Aliofaifo: & che tubito entrati a con figlio; non Mottino(come qui fcriue) ma Gramo maeltro del
Cantone di Zurigo, huomo di grande auttorità;parlò a* compagni effortando a non afpcttare Altofaflo : ma
romper i Franceiifènza aiuto d'alrri. Ben poi introduce Iacopo Mottino da Lorfa no alar buono animo*
Malfimiliano.quando hebbe veduto,chc i cani de* Francefi partiti deU'eflcrcito in vna fquadra,erano aodati
in Nouara a leccar le gambe a gli Suizzer squali doueflero eflcre i lor nuoui patroni- Ma poi nel libro i. della
vita di Leone fi conforma con qucfto 'uogo, dicendo, che intcndedofi la venuta d'Altofàflb * il Mottino co-
minciò a decorrere, che fi doueuano aflalire i nimici,qua 11 ch'egli hauctìc inuidia alla gloria d'Altofaflo , al
<jual pareua che doueiTe inclinar la riputation con la venuta del foccorfo opportuno , d'haucr conlcruato 1 ira-
felli, Si rinomata , cfuegliaia la fperan** 4' vna certa vittoria,
Tt 3 tino,
^9Alt##iC*. LIBRO
* *"' * * tino > pare più difficile , & più pericolo fa , tanto riufiirà più facile , & pm fi-
cura : perche quanto più fono gli accidenti improuifi,& ina fiet tati, tanto più
fiauentano , & mettono in terrore gli huomini : niente meno affrettano i Fran
cefi al pr e finte , che'l noflro affatto : alloggiati pure hoggi ; non pò fono e (fere
alloggiati fé non diflor dinatamente } & fcn%a fortezza alcuna: filettano gli ef-
ferati Fr ance fi non haucre ardire di combattere , fé non bau: nano appreso i
fanti noflri : hanno da qualche anno in qua , battuto ardire di combattere fenr
%a noi , ma non mai contro noi : quanto fiauento , quanto terrore , quando fi
Mederanno furio f amente , & improuifamente affittati da coloro > la uiru\,&
ferocia de quali , foleua e (fere il cuore, & laficurtà loro i non ui mucuino i lo
ro caualliìle loro artiglierie, perche altra uolta babbi amo fermentato quan-
to e[}i medeftmi confidino in quefle cofe contra noi . Cafone di Fois tanto fero-
ce Capitano, con tante lance , con tanti cannoni , non ci dette egli fempre alla
pianura la uia, quando fen%a cauaìli , fin^altre armi, che le picche Scen-
demmo due anni fono > infino alle porte di Milano ì hanno fico bora i fanti Te
defchi , & queflo è quel, che mi rnuoue, che mi ai aride, battendo in un'ifteffo
tempo occafione di moflrare a colui , che con tanta auaritia , con tanta ingra-
titudine d/Jpre%zò le noflre fatiche , il noflro faìigue , che malfece , nèptrfc,
né per lo Regno fuo,peggior deliberatane , & di moflrare a coloro •> chcpen-
a Dicono i farono l'opera loro efficr [ufficiente a priuar ci del noflro pane ; non efier pani
dotti , che Lan'ficbenec a gli Sui%geri : haucre Utnedefima lingua , la mede finta ordi-
ti militari nan%a , ma non già la mede finta uirtà , la mede firma ferocia : una fola fatica
lalzf& e? ^ l'occupare l'artiglierie , ma l'alleggerirà non efferpofle in luogo fortificato ,
{tendere il l'affaltare all' improuifo > le tenebre della notte : affamandole impetuofamen-
^od'a 3èro te > èpiccolijfimo jpatio di ttmpo quello, nelquale poffono offenderci , & que-
uare , & di fio interrotto dal tumulto > dal difordine , dalla fubtta confi fione : l'altre co fi
fic^crò' fi : fono fomma facilità : non ardiranno i caualli uenìre ad urtare le noflre picche,
legge molte moko meno quella turba tùie de' fanti Fr ance fi, & Guafconi , uerranno a me-
nofonte Xe fcolarfi con noi : apparirà in quefla deliberatone > non meno la prudenza no*
che fé i fol flra, che la ferocia : èfalita in tanta fama la noflra natione, eh e non fi pub più
uauanoPquà conferitore la gloria del noflro nome ,fe non tentando qualche cofa fiora det-
to era loro £ efiettatione, & ufo commune di tutti gli huomini : & poi chefiamo intorno
ft" haue°uPa° a K{puara , il luogo ci ammonifee , che non poffiamo in altro modo flfegnere
no commif l'amica infamia,peruenutaci quando con Lodouico Sforma mìlitauamo alla me
ie°man?.on de fimo J^puara : andiamo adunque coni' aiuto del fommo Dio, perfecuto-
de fàpìente- re de g[j fiifmotici , degli fcommunicoti , de nimici del fio nome ; andiamo
tohmodot- ad una fattoria > fé faremo huomini, ficura , & facile > della quale , quanto
to qui ne pare fa fìa maggiore il pericolo , tanto farà il nome noflro più gloriofo , &
fi 'diftendet maggiore : quanto fono maggior numero i nimici , che noi ; tanto più ci arric-
ii braccio p. cfaranno le jpoglie loro . jllìe parole di Mottino , gridò ferocemente tutta la
parole di moltitudine, approdando ciafeuno a col braccio diflefo , il detto fuo : & dipoi»
aiouiBo. egli promettendo la uittoria certa > comandò che andafiero a ripofarfi,& pro-
curari
VNDECIMO. *?*
curare le per forte loro, per metterfu quando col [nono de" tamburi fuffero chia Jo J°™o &.
wwft ne gli [quadroni . tfonfece mai la natione degli Sutigeri , né la più fu- Ce ti gìouìo
pcrta , we la pili feroce deliberatone t pochi contra molti , fen%a caualli , & suberina
fen% 'artiglierie , contra un efferato potenti ffimo di quefie co fé : non indotti da v0 1 fero Wdr
alcuna neceffità , perche 1s(ouara era liberata dal pericolo , & ajpettauano il fa n£ j^™
giorno feguente non piccolo accrefcimento di faldati : elefìono Jftontaneamen doche ogn i
te di tentare piu toflo quella uia , nellaquale laficurtàfuffe minore, ma lafye- cor°renzaC di
raw^a della gloria maggiore ; che quella , nella quale dalla ficurtà maggiore ri honore pò
éfultaffe gloriaminore . Vfcirono adunque con impeto grandijJimo,adopo la J^a Machia -
me%a notte-, di T^ouara, tiferò giorno di Giugno, in numero da dieci mila,di- riffima luce
ftribuìtifi con quefl' ordine : fette mila per affiliare l 'artiglierie , intorno alle p^^poco '
quali aììogqiauano i fanti Tedefchi : il rimanente per fermar fi con le picche al prima ch'ap
te atìoppofìto delle genti zanne . J^on erano per la breuita del tempo , & IfJrno.eiet
perche non fi temeua tanto prcfto d'un accidente tale, flati fortificati gli al- fc*o d. tut-
loggiamenti de Franceft : ér al primo tumulto , quando dalle fcolte fu fi- °0 ^ ch"ra"
gmficata la uenuta de* ni?;:; e: , il cafo improuifo , & le tenebre della notte di- j*a Poa.c ni*
moflrauano maggior fon f tifone > & maggior terrore : nondimeno , & legen \l ha"om !!>!,-
fi d'arme fi raccolfono prefissi; nt e a di (quadroni , e i fanti Tedefchi , iqua- ch« g°ucr-
, . r r •//•/•- -r-r ri- r j- • i naffero ot-
/; furono jeguitati da gli altri fanti ;fi mijero jubitamente negli ordini lo- t0 falcona.
ro . Già con grandiffirno ftrepito percoteua'ao l'artiglierie ne gli Sui%£erì , li> & a"orn
cheueniuanoper affaltarle /facendo tra loro grandiffima occifwne: laquale Mammina-
fi comprendeuapiu toflo per le grida > & urla degli huomini , che per bene- no> ,c, -1 ÌUJ£
fido de gli occhi ; l'ufo de' quali LVdpediua ancora la notte : & nondimeno con gii altri 'par
fiereTgamanutiguofa , non curando la Wprte prefente , ne fpauentati per lo p* *n <|l]C
cafo di quelli > che cadeuano loro a lato , né rfijjoluenda l * ordinanza ; e amina za Tuono di
nano con paffo prcftifftfno contra l'artiglierie : alle quali per ucnuti ,fi urta- "rnbur!»an
rono infieme ferocifjìmamente ejji , e i fanti Tedefchi > combattendo con ti cheti atro
vrandilfima rabbia Fune contra l'altro ; & molto più per l'odio, & per la cu- uare' niml
• ■ » i /) ; • in- i / ■ '• "\ ■ • •/ i i ci. Ma que-
pidita della gloria > bareyli ueauto ( già inamnnuaua il Sole ad apparire ) ita,che pare
piegare hora-quefti^hora quelli, pai ere fyefio fuperiore quelli , che prima co,ra,ncla J
pareuano inferiori , d'una mede f ma parte innn tempo mèd efimo alcuni pie cioche dice
garfi , alcuni far fi innanzi , altri difficilmente refiftere , alta impetuofamen- ^jJ^mS
te infultare a nimici , piena da ogni parte ogni cofa di rmorti , di feriti^ di fan- te; vuole in
gite: i Capitani fare bora fortiffimamente l'ufficio di faldati, per colendo i fó^Tauj
nimki 7 difendendo fé mede f mi , e ifuoi : bora fare prudentiffimamente l'uf- ti giorno r il
fido di Capitani , confortando , prouedendo , foce-orrendo , ordinando , co- .appal"ceh0
mandando . Dall'ultra parte quiete ; & odo grandiffimo doue ftauaao ar- Piu B$.<Mtf
mapi gli huomini d'arme 7 perche . cedendo al timore, ne' faldati votatori- iwne^chc
tà , i confarti , i comandamenti yi prkvhì , l efdamahoni , le minacele §!à co,"ìin-
1 ° / j ft c,aua " Sole
della ad apparire.
Ora il Giouio in recitar quello fatto d'arme alla Riatta è molto più copiofo. li Gradinico fcriue, che perlct
tere di Andrea Gritti al Senaioidate a ktte di Giugno, fi ieppe,che il fatto d'arme cominciò a tre hore di noe
te,& darò da lette in otto horc,aflendo elfo Gmti.in caropo^
Tt 4
LIBRO
delia Tramoglia , & del Triulxio ; non hebbero mai ardire d'inuefiire i nimi
ci, che haueuano innamj, a loro : & a gli SuiTgeri bajiaua tenergli fermi ,
perche non [occorre {fero i fanti loro ; finalmente in tanta ferocia , in tanto uà
lore delle parti , che comhatteuano ,preualfie la uirtù de gli Sui7geri : iquali
occupate uittoriofamente l'artiglierìe , & uoltatele contra i nimici , con effe »
& col ualore loro gli meffono in fuga . con la fuga de fanti fu congiunta là
fuga delle genti a" arme, delle quali non apparì uirtù,ò laude alcuna : folo
Ruberto della Marcia >fofpinto dall'ardore paterno , entro con un [quadrone di
t Fiorando caualli ne gli Sui%£eri perfaluare a Floranges, & Denefw fuoi figliuoli* Ca- 4
fi fcgg? ne? titani dlfmti Tede fichi , che oppreffi da molte ferite , giaceuano in terra , &
Giomo. combattendo con tal ferocia , che non che altro pareua co fa marauigliofia a gli
Suisgeri , gli conduffe uiui fuori di tanto pericolo . Durò la battaglia da due
Y> Da mille bore , con danno grauiffimo delle parti : degli Sui'^eri morirono forfè b mille g
& trecento cinquecento , tra iquali Mottino autore di co fi ? Iorio Co confetto , percoffo men
Su.zzen di- . V ; >• i . J ^ . J , i • ■ • i
ce il gìo- tre ferocemente combatteua , nella gola da una picca ; de nimici numero mol
uio : & è da t0 maggiore. Dicono alcuni dieci mila , ma de Tedefchi fu morta la maggior
auertir che °°. , , r J J °°.
Mottino, fé parte nel combattere : de fanti Francefi ,& Guafconi fu morta la maggior
monomi" farte ne^ $uVÌne -'fiiluojji quafi tutta la caualleria , non gli potendo perfegui
vn'anigiie- tare gli SuÌTgeri , iquali fé haueffero hauuti caualli , gli harebbono facìlmen-
('còme "qui tediffipati , con tanto terrore fi ritirauano . Rimafono in preda a uincitori
fi legge ) da tutti i cariaggi, uentiduepeygi d'artiglieria groffa , & tutti i caualli deputati
DeireiTetci- Per ufi° l°ro * Ritornarono i uincitori quafi trionfanti , il giorno mede fimo in
to Francete 1<louara , & con tanta fama per tutto 7 mondo , che molti haueuano ardire*
ton' motti conflderato la magnanimità del propofito, il dispregio euidentiffimo della mor
da otto mi te , la fierezza del combatterei & la felicità del fuc ceffo, preporr e quefto
teditene fi' fatt0 *&*$ a tutte ^ cofe memorabili , che fi leggonomde" Romani , & de Gre
miimente ci . Fuggirono i Francefi nel Tiemonte, donde, gridando in nano il Trinilo ,
Gratifico ; PaIfarono finitamente di là da monti . Ottenuta la uittoria , Milano , & l'ai
che fu auiià tre terre, che fi erano aderite a' Francefi , mandarono a dimandare perdono :
di vinet^E 'lHHa^e fu inceduto , maobligandofi apagare quantità grande di danari : i
le lettere Milane fi dugento mila ducati, gli altri fecondo le loro punibilità : & tutti fi
ch'era 'incl pagavano agli SuiTgeri , a' quali della uittoria acquiftata con la uirtù, & col
poMaiinu [angue loro fi doueua Qiuflamente non meno l'utilità, che la vloria : iquali
snero de gli • -ir % e . • . » /* i*
saizzeri Per Mone tutto il frutto , che fi poteua , entrarono poi nel Mar eoe fato di
moni , dice Monferrato , & nel Tiemonte , incolpati d'hau ere ricettato l'efferato Fran-
torno" a cSi cefe : àoue parte predando .parte componendo i mifieri popoli ( ma afienendofi
3*e mila, da uiolare la ulta, & l honore ) fecero grandi ffimi guadagni . J^è furono del
tutto gli Spagnuolipriuati de' premij della uittoria: perche ejfendo ricorfi al
Viceré , dopo il fatto dì arme , lanus profjìmamente cacciatù di Genoua , &
Ottauiano Fregofì.de quali ciaficun ambi uà aeffer Doge, il Viceré pnpofio Ot
tauiano yper loquale s'ajfaticauafiommamenteper l antica amicitia il Tonte-
pce , & rie entità da lui pronte 'fifa di pagare 3 come fujfe entrato in Genoua %
€ inquarta
V N " D E C ■ I M O. 35*
a cinquantamila ducati;gli concedette* tre mila fanti [otto il Marchefe di Te- a Agogno
fcara:effo col reflo dell1 'efferato andò a Chiefieggiodimofirando fefuffe necef- « vefcoua
Cario jdip affare più innan^ma come il Marcbefe,& Ottauiano fi appropri- qu«fti ire
quarono a Genoua, i fratelli Monti conofeendofi impotenti a re fi fiere ; fé ne |£^daf£al
b partirono ;& Ottauiano entrato dentro; b fu creato Doge di quella città la - dona ai ut
quale nell'anno mede fimo uidde propofii alfuo gouerno i Trance fu Ianus Tre gjg *0(,-w*
gofoygli Morniy& Ottauiano.Ma Bartolomeo d filmano, come bebbe feti- fa 0* .
l'ito la rotta dell'efferato del Re di Trancia* temendo di non efiere fubito fé- no Ficgofe
guitato da gli Spagnnoli; fi ritirò fen%a dilatione a Tonte Fico, lafaati per Jj^f^J
non perdere tempo per laflrada,alcuni peT^i d'artiglieria, che fi conduceua- Ua a io. di
no pm tardamente: da Tonte Fico, lafciato Ren^o da Ceri in Crema , & ab- f^f n°ccon
bandonata Brefcia,percbe era inutile diminuire l'cfìercito>nelquale erano ri- do il vefeo
mafifekento huomini darme,mille caualli leggieri,& cinque mila fanti: prò Sqifaica^ii
cedendo con la medefima celerità-, & con tanto timore, & disfauore del pae- mente feri.
fe,che qualunque pìccola geritegli baueffe feguitati.fi far ebbono rotti da lo- Jjo^un^i*
ro medefimi; fi condufie alla Tomba prejfo aU'Miceynon fi effendo mai ripo - no Genoa*
fato in luogo alcuno , fé non quanto lo coflrigneua la neceffità del ricreare gli °0"t" £ £
buominu e i cauaili: fermoffi alla Tomba offendo ceffata la paura, perche niu to.
no lo feguitaua:doue dette opera di far condurre a Tadouat& a Treuigi qua c Con Tetti
ta più quantità potette di uettouaglie del Veronefe : & nel tempo mede fimo J*ar^J|J."
c mandò Gian Tagolo Baglione c con fefianta huomini d'arme^ mille dugen - il g radi ni-
to fantiaLignago: ilquale riceuuto fubito da gli huomini della Terra , oue ^^ l™£
non era prefidio alcuno; dette la battaglia alla Rocca, guardata da cento cin- il Baglione
quanta fanti, tra Spagnuoli, e Tedefchi, battutala prima con l 'artiglierie da Lcgnago!*
quella parte , eh' e uolta uerfo la pia'zga : nelquale affalto non so che potefìe
più ò la uirtà,ò la fortuna: perche mentre fi combatteua, cominciata perfor \\ Mocenigo
i teadd arder la monitione- per alcuni inftrumenti di fuochi artificiati , gitta quefto »ncé
. . ■ j- r i i -\ i >. iij • diodellamo
ti da quei di juora;abbrucw una parte della Rocca : nelqual tumulto entrati nition della
dentro parte per lo muro rottOyparte con le fiale , i fanti che dauano la bat- rocca di Le
i • r r -i * i , r ... . gnago : ma
taglia y prejo il Capitano Spagnuolo; ammalarono >> & fecero prigioni tutti bé dice che
quei>cbe u erano dentro:prefo Lignago, Bartolomeo d \Aluiano gittò il ponte ^tocó****
fu l'Mice, & dipoi effendogli fiata data da alcuni Verone fi fperan%a di tu* forza di tuo
mukuare contra i Tedefchi;andò ad alloggiare alla uilla di San Giouanni,du ^ ^"^JJ
fiante quattro miglia da Verona : donde accoftatofi la mattina feguente alla pó'gono an-
porta* che fi dice di San Maffimo ; piantò con grandiffimo furore l'artiglierie ^^avì
alla torre della porta, & al muro congiunto a quella , attendendo fé in queflo imianijcioè
tempo nafeeffe dentro qualche tumultoirouinate da quaranta braccia di mura J?0 ^[f *££
gliaioltra la torre ylaqual cadde di maniera, che fece un'argine fortiffimo alla ftiniano :
e porta y dette molto ferocemente la battaglia : ma in Verona erano * trecento ro^Vdifca
cauaUi,e tre mila fanti Tedefchi, fiotto Roccandolf, Capitano di molto nome , fori morti ,
ì qU*H d»nico,chè
fu di i8o. Il Giouio la patta feccati ente.nominando il Capitano Spagnuolo detto Villiada, che s'aueiejhl-
ucndo con poca gente valorofamente dife o La rocca.
« Trecento caualli, & due mila fanti dice il Moceuigo »
LIBRO
t -, * quali ualorofamente fi difcndemno : dalla rottura del mnro al difcenderc in
terraìeranonpiccolofpatiodìaltef^ai né per iVeronefi fi faceua, fecondo le
fi>eran%edate,mouimento:onde l' Mutano uedendo la difficultà deti efyugnar
la;ritirò i fanti fuoi dalle mura , & già haueua cominciato a difcoflare l ar-
tiglierie: ma mutata in un momento finteti^ credette fi per ambafciatari*
ceuuta da quei di dentro, fatti ritornare i fanti alla muraglia;rinouò con mag
gior ferocia che prima f affatto: ma erano le medefime.che prima, le difficul-
tà dell' ottenerla,laJ mede fima tiepidezza in color o, che l'haueuano chiamato;
« Thomafo in modo che dijperata del tutto la uittoria, ammalati nel combattere più di
addice il dugentohuomini de' fuoi,tra i quali a Tbommafo Fabbro da Rauenna Conc- a
y-°UÌo' <? fidile di fanti,leuate con marauigliofa prcfteTga dalle mure l'artiglierìe, ri
Vmbrìa . il tornò il giorno ifleffo all'alloggiamento , dal quale la mattina , fi era partito ,
condi1'^ mn l°dat0 in <luefto damper il configlio >nè per l'euento, ma celebrata fom-
patria : ma -inamente per tutta Italia la fua celerità , che in un giorno filo haueffe fatto
to dubnez clHe^0ìC^fe con fatica gli altri Capitani in tre,o in quattro giorni fogliono fare.
za. Dette poi il guaflo al Contado. tentando fé con queflo timore poteua coftrigne
b m ' re * ^sroneft ad accordar fi : %ia già ueuiiM innanzi lo efferato Spagnuolo:
go non mct perche il Vicerhinttfa che hebbe la perdita diLignago, né ritardato più per
te più di lo profberofucceffo delle co fé di Gsnoua, dubitando che, ò per la mala difbo fl-
200. tanna ..* :'*y , r ,. . , J .^ , , . . . r. , ,.t \ r Jr
guardia del twne de cittadini, Verona non apricele porte a Vimtianr3delibero Joccorre-
refcMen ^ re fin^ dilatione le co fé di Ce fare:perop affato alla Stradella il fiume del Tè,
& dice, che & arrendutefegli fcn%a difficultà le città di Bergamo, & di Brefcia^ fimil
ì\l quaa"ro° mente (& terra di Vefchiera; fi pò fé a campo alla rocca guardata dab dugento h
»oite rinc- cinquanta fanti daquale con tutto che fecondo l'openione commune fifuffepo
to,r& Is'éprc tuta ^fendere ancora qualche giorno, uenne per for%a in fua poteftà,rimamn
furon, ribut do prigione il Troueditore Vimtiano , e i fanti, che non furono ammazzati
Jedu?oYca ne^ combattere.Ritiroffi l Mutano per l'approjfimarfi degli Spagnuoli ad M
pitani trat- beyé di là dall 'ridice richiamati per riempire il più poteua f efferato Monfo-
aìlaii'àilt lamente alcuni fanti , ch'erano nel Tolefine di Rouigo , ma quelli ancora che
u n deriì $ i haueua lafciati in Lignago: &■ poco dipoi effendofi i fanti Tede fichi uniti a San
ti "n" & (,*]" Martino col Viceré) & andando, ricuperato Lignago, a Montagnana ; * Vini*
iarono iiuo tiani>d quali in quelle parti non rimaneua più altro che Tadoua, & Treui-
coti laToc- gioenti a ninna altra cofa che alla conferuatione di quelle città ; ordinarono
cz fu p cela ;. che fejfercitofi diftrihmffe in quelle: c in Treuigi dugento h uomini d'arme, tre c
e Tutto que cent0 caualli leggieri ,& due mila fanti fitto Gian Vagolo Baglione>appreffo
fio numeio alquale erano Malaiefia daSogliano, & il Cavaliere della Volpe : in "Vado-
& Riunii' m £ Mutano col rimanente deli efferato, ilquale attendendo a fortifii are,i ha
che fi ritira fiioni fatti riftaurando,& a molte opere imperfette perfezione dando; faceua
' guardia di °^ra queflo,accioche i nirnici non potè fero accoflaruifhfe non con grauiffimo
rrcuigi è pericolo >& difficultà, & con moltitudine grandiffima diguaflatori ,Jpuviare
flci ìiV/daì tutte le cafe ' ^ tagliare tutti gli alberi per tre miglia d'intorno a Tadoua :
Hocenigo . ma métre che le co fi dell'arme procedeuano in quefia firma, il Tontificefi af-
faticava
V N D E C I M O. 334
faticava con fomma indufiriapereflirpare la divtfione della Chie fa, introdot-
ta dal Concilio Tifano : laqual co fa difendendo totalmente dalla volontà del
Re di Francia, fi ingegnava con molte arti di placare l'animo fuo, affermando
effere falfa la fama divulgata dell 'e fiere fiati mandati da lui danari a gli
St4ÌTZeriì& dmofirando non hauere altro de fiderio che della pace vniuerfa-
le,& di effere padre commune di tutti i Principi Chrifiianudolerglifopra mo
do che la diffenfionefua con la Chiefa priuaffe lui delta (acuità ai dimcftrar-
<Auquanto naturalmente fufìe inclinato alt 'amidi ut fua : perche per l'honore
della Sedia j[pofioli:a.& della per jonajua propria era necejfitato a procede-
re fep aratormente con lui , infino a tanto che effendo ritornato all'obedicn%a
della Chiefa Romana;glifuffe lecito riceverlo come Re Chrifliamffimo, & ab-
bracciarlo come figliuolo primogenito della Chiefa : defiderava il Re per gli
intere (fi propri] l'unione del Regno fuo con la Chiefa,dimandata inflant emen-
te da tutti i popoli,& da tutta la Corte-, & allaqval era molto flimolato dalla
Reina:& conofeeva olirà qvefio nonpoiere mai fberare congiuntane col Ton
tefice nelle co fé temporali \fe prima non fi componevano le differente fpiritva
li:però,ò preftando fede, ò fingendo diprtfiarne alle fm parole; gli mandò *Am
i V • ^ -. - -— a„^ »(1» *~r„ :l a tricot» j: \j^,.CI;^ . ,ìl *..„„■,.+* A *>ì a Cbudi©
; hafeiatore per trattare quefie co fé il a Vefcc::^ di Marfilia : alla venuta del- . Jh j^^
quale il Tontefice fece per decreto del Concilio , refiituire la facvltà di pur- gìouìo que
gare la contumacia per tvtto ^Novembre profjimo a Vefcovi Franccfi & al- J^^"®
tri Trelatiycontra i qvalh come fcifmatici , tanvecefiore havevarigidifjìma-
mente proceduto per via di monitor io : & la mattina medefana nellaqvale
cofi fi determino; fv letta nel Concilio una fcrittvra fottofentta di mano di
Bernardin Carvagiale,& di Federigo da San Severino: nellaqvale non fi no-
minando Cardinali , approvavano tutte le cofe fatte nel Concilio Lateranen-
fe, promettevano di aderire a quello, & di ubidire il Tontefice : onde in con-
feqvenxa confeffauano effere fiata legittima la privatone loro del Cardina- d^c £c J
lato, laquale fatta da Giulio; era fiata confermata effo vivente dal mede fi- be nome^
mo Concilio . Erafi trattato prima di refiitvirgli , ma differito per la contra- fcath°0ma
dittione de gli Oratori dell'imperatore , & del Re a dragona, & de Cardi- ài orribile
& nati b Sedvnenfe, & Fboracenfe : i quali detefiavano come cofa indegna del- d8grandiffi
la Maeflà della Sedia ^pofiolica , & di peffimo effempio il concedere ne- ™£lf£%
nia a gli avtori di tanto fcandolo , & d'vn delitto tanto pemiciofo , &pie- cefc f„ det.
no di tanta abominatone , ricordando la coflan^ di Giulio ritenuta contra g^1^
loro, né per altro che per lo bene pvblico infino all' vlt imo pvnto della vita . due ^to
Ma il Tontefice inclinava alla parte più benima , nvdicando più facile cardinali
„ ., ,, •* , . l n »i 7i- era n minici
ftegnere in tutto il nome del Concilio Tifano con la clemen%a,cbe coi rigore, de* Fràcefi .
& per non esacerbare l 'animo del Re di Francia, ilquale inftantemente fitp- *£*£ £j°
plicaua per loroine lo riteneva odio particolare , non effendo fiata la ingiuria dei li
fatta a lui, an%i fiati innanzi al Tonte ficaio congiuntiffimi i fratelli, & egl
ii. do
uc tratta del
la retti tino
con Federigoiper lequali ragioni feguitando il proprio giudichi haueua fat- de* fai fi cas
to leggere innanTg a* Tadri del Concilio lafcnttura iella loro humiliatione, dinah -•
& dipoi
— i
& dipoi flatuì il giorno alla reflitutione : laquale fu fatta con quefto ordine •
«paireflem Entrarono Bernardino, & Federigo in Roma occultamente di notte fcn%a ha
Si°duc car" b?t0 > & infegne de Cardinali, & la mattina feguente douendo prefentarfì
binali già innanzi al Tontefice,r 'e fidente nel Conciftoro, accompagnato da tutti i Cardi-
« pèiio dda nali,eccettuati lo Suifz%eroì & l'inde fa, che ricufarono d'interuenirui,paffa-
gìuiìo a.& tono prima uefliti dafemplici facerdoti con le berrette nere per tutti i luoghi
timi da'us publici del palagio di Vaticano, nelquale la notte erano alloggiati, concorren
x. eflcndo do moltitudine grandiffima a uedergli, & affermando ciafcuno douer quefto
«anzf gonfi vilipendio co fi publico efiere* acerbi/fimo tormento alla fuperbia fmifurata a
* "ana ih- di Bernardino,^ all'arroganza non minore di Federigo, jlmmeffi nel Conci-
ri conduce fioro dimandarono genufleffi confegni di gradijjima humiltà.perdono al Ton
«lofi a que- tefice,& a' Cardinali >approuando tutte le co fé fatte da Giulio,& nominata*
ito uilipcn- . . . r* ,i r r
dio per ci", mente la loro priuatione, & l elettwne del nuouo Tontepce, come fatta ca-
f?rfi"icnc'~ nonicamente> & dannando ilconciliabulo Tifano,come fcifmatico,& dete*
comptédet flabile: dellaquale loro confezione ,poi che fu eflratta autentica frittura, &
Sftr °u«ae* fottofcrìtta di loro manoyleuati in piede feciono riueren%a> & abbracciarono
l'aimoutà tutti i Cardinali^ quali non fi moffero da federe:& dopo quefto uefliti in ha-
p« tacerli ^t0 ^ Cardinali, furono riceuuti a federe nell'ordine mede fimo, nelqualefe-
le delia fcnt deuano innanzi alla loro priuatione : ricuperata con quefto atto folamente la
che dice cV dignità del Cardinalato, b ma non le Chiefe , & l'altre entrate, che foleuano y
fi , fé però poffedereiper che molto prima come uacanti,er ano in altri fiate trasferite. Sa-
no.Maxima tlsfcce *n quefto atto,fe non in tutto,almeno inparte il Votefice al He di Fran
«jusqj per- ciaima non gli fatisfaceua nelt altre anioni, perche follecitamente procuraua
Humihame la concordia tra £ Imperatore, e i Vinitiani, come co fa, per gli accidenti fegui-
zeddìdit, ite ti,non difficile ad ottener e -.perche fi credeua che Ce far e, inuitato dalle occafio
mSt .e°n~ n* di là da monti, inclinaffe , per potere più ejpeditamente attendere alla ri-
cuperatione della Borgogna per il nipote, ad alleggerirli di quefto pefo:& mol
delia vfca di to P*u fi jperauacbelo defiderafteroi Vinitiani , faauentati per la rotta de
papa Leone Freme fi, & perche fapeuano che il Re di Francia, efìendo imminenti molti pe
«io"che aie 'moli al Regno proprio; nonpoteuapiu l' anno pr e fante penfare alle cofe d'ita
ili card.na Uaifantiuano appropinquarfi l efiercito Spagnuolo, & douer fi unire con quel-
papaTefti- 1° K genti ch'erano in Verona-.effi efaufti di danari, débili di faldati ,Jpecial-
tuitì airho- mente di fanti, battere foli a refiftere fen%a che appari ffe fcintilla alcuna di
beffici) di lume propinquo: & nondimeno rijpondeua coftantijfimamente il Senato non
p rima . ttolere accettare concordia alcuna fen%a la reflitutione di Vicenza, & di Ve
tona. Ricercò in quefto tempo l'imperatore il V onte jìce, che gli concede ffe du-
gento huomini d'arme contra i Vinitianidaqual dimandafienche glifuffe mo
t }\ Gìouìo leftiffimaAubit andò, che il concedergli non fufie molefto al Re di Francia , né
Achi/u^To gli parendo a propofito di Cefare3òfuo diuentare foretto a' Vinitiani per una
«elio: ma in cofa dj s} pìccola importanza ; nondimeno per feuer andò l'imperatore oftina-
mtnt odi tamente;gli mandò il numero dimandato fatto c Troilo Saltello, ^Achille To- <
Mo£i«- ven0i q> Mutio Colonna>non uolendo col recufarefarefagno di non uoler per-
feuerare
V N D E C I M O. jjj
feuerarenelta confedera t ione 'contratta col Tonte ficc paffato ; sparendogli*
non e fi: re ritenuto da oblìgo alcuno co* biniti ani : i quali altra che l * efferate
loro quando Bartolomeo d* stimano era appreso a Cremona. haueua poco ami
cheuolmente predato per lo Varmegiano, & Tiacentino ; non haueuano mai ft. *
eletti Ambajciatori a preflargli, fecondo l'ufo antico l'ubidiem^t , fé non da- vincemio
poi che i Francefi uinti -, erano ritornati di là da monti . Spauentò mafia deli- Ca ^l lo , *u
i , . . , * . * Quale pitra
heratione iyinitiani, non tanto perVimportanxa aitai fufpdio 5 quanto per no uè galee,
umoresche da quefto principio il "Pontefice non procedere più oltre, riputati- £ co/firmi
dolo ancor aper fegno manifeftiffimo , che mai più hauefic a fepararfi da' nimi fé ùi pociu
xi:& nondimeno non uariarono da primi configuranti dijhoftt moflrare quan ^°™| '^
4 tu poteuano il uolto alla fortuna- commeffono al a Trouedltore di mare) ci/ e- gàtini, ò uaf
ra a Corfù , che raccolti quanti più legni poteffe , affaltaffe i luoghi marittimi '^^i,1 1
della Tuglia;benchepoco dipoi cor, fider andò meglio quel, che import affé prò Moccnìgo ,
uocare tanto il Re d .Aragona per U potenza fua,&perche haueua fempr e di b E^endo
moftrato confortare Cefare alia concordia; riuocarono come più animofa , che reflercito
prudente quefla deliberatone v Soggiomaua il Viceré a Montagnana,non de- ll^olinn
terminato ancora quello s'haueffe a fareipenhe erano alti i concetti de' Tede alla "'Ha del
fichi Jifficile le imprefe ,che fole rimaneuano a fare, ò di Tad&ua,ò di Treuigi, pCf Vcclpjr
& le for^e molto inferiori alle diffidili a : perche in tutto l'efiercito non era- fi fono fr*
h no óltrah mille huomini d'arme, non molti canai leggieri, & dieci mila fan- ?i° Mofcen£
ti tra Spagnuoli, e Tedefchi : laqual deliberinone hauendofi finalmente a ri- g° » c^c 4»
ferire alla uolontà del Vefcouo Gurgenfe , che fra pochi giorni doueua efiere mS\c°h!!ol
alUfìercito ; $ afpettaua la fua uenuta. Tielqual tempo efiendo in Berga- mini d>ar*
mo unCommefiario Spagnuolo , che rifeoteua la taglia di uenticinque mila du Zì'kl&cZ
tati , impofla a quella Città , quando fi arrendè al Viceré ; Ren%p da Ceri ui to&fffih
€ mandò da Crema c una parte de* fuoi faldati: i quali entratiui di notte con a- «a no * joi.
luto d'alcuni della terra, prefo il Commeffario con quella parte di danari, che ^.uomin •
VL r it r „ n /* i . n. . darme, &
haueua njcoffi (e ne ritornarono a Crema. F ecefi finalmente in queftì gior- $ ooo. fan ù
ni mede fimi preparatane per turbare di nuouo le cofe di Genoua, efjendo con c™ ™°£*
formi aqueflo le uolontà del Duca di Milano, & degli SuiTgeri : a quali ri- d^clpagna,
cor fi >Antoniotto,& Gieronimo .Adorni, haueano ricordato ab Duca la dipen %£* b,a"n^
denira, che i padri loro haueuano hauuta con Lodouico fuo padre,che con le mero è ri>lg
spalle de gli ^Adorni haueua ricuperato , e tenuto molti anni quieto il Domi- JfjJìF *fàh
nio di Genoua ; delquale era fiato fraudoletemente fogliato da Dogi Frego- fto^Ma do-
fi:& battere gli adorni pan icipato della mala fortuna degliSfor%efchi:per- "^rì §£l
the nel tempo mede fimo che Lodouico bauea perduto il Ducato di Milano ; e- «aua a v«-
rano flati gli Adorni cacccati di Genoua : però efier conueniente, chefimil- èT uScr li
mete participaffero della buonatdurare lamedefimabeniuolélzailiiftef[afede, Giou,> al
i-, ..... , - - . ; '*• t3r'clPJo del
iib. 12.11 Gradinico diccene quando erano inimici al BafTanello; Faceu3no da uenti mila perfòne ,
C Che furono 500. cauaiii , (rcondo il Mocenigo: ma Aleniamo Fino non ìfpccifica quello rumerò , fotte
Maffeo Cagnuolo:ilquate in cafadc' Brembatt Tualigiò il Tefonere Spagnuolo, & gli toliè dieci mila ducati,
pertanto s'ha dal Mocenigo:benche Alemamo non dice, altro, che i danari xiicoifi per la taglia fatta da*
'né '
timo
ne douereffere imputati, fc non uditi in luogo alcuno, abbandonata (togli frt
o m premio raj:%a;erano non front ane aniente ma per neceffità ricorfi a onci i?e, datqua-
gh stradai Le prima erano Jtatt jcacaati : ricordajjifi da altra parte dell odio antico de
Hi da'* vini Freg°fi>quanteingiurie,& quanti inganni haueffero fatti al padre, Battifta,
tiar. : paflato e'I Cardinale Frego fi, l'uno dopo l 'altro Dogi di Genoua; & confideraffe come
cip? j1 fina" fotemno battere conuenien^a a confidar fi d'Ottauian Fregojo : ilqualeoltra
mcn te, non l'antico odio,ricufaua d'hauere fuperiore in quella Città: a gli Suiygeri haue-
gkrCcSa(co udnopropoftiftimoli d'utilità, dificurtà , dhonore : pagare fé per opera loro
*ne dice il fuffero reftituiti alla patria,quantità di danari pari a quella,chaueua pagata
gualche fde M Fregofo a gli Spagnuoli: ejferfi per la uirtà loro conferuato il Ducato di Mi-
gno , o per Uno , & ad effi appartenere il patrocinio : perciò douer confìderare quanto
giio/'guada fufi e contrario alla fteurtà di quello flato, che Genoua Città uicina, e tanto im
gnoi «a tor portante,fufre dominata da un Doge,dependente intieramente dal Re d'^Ara-
ie iVinìua gona* & ejfereftato molto indegno del nome, & della gloria loro, l'hauere per
»j: ikhe (cri meffo,che Genoua sfrutto della uittoria di ISIouara , fuffe caduta in utilità de
.iiradmico . gli Spagnuoli : i quali mentre che gli SuiTgeri andauano con tanta ferocia a
percuotere nelle palle fulminate dall'artiglierie de Francefila mentre che per
dcivUfcouo ^*r me&l0> eorreuano incontro alla morte ; fedeuano ode fi fu la Trebbia, a-
Gmgenic in frettando come da una uedetta , fecondo ilfucceffo delle cofe , ò di uituperofa-
wlb£e r*.£ mente fuggire* ò di fraudolent emente robbare ipremij della uittoria acquifla
krcito dì ta con l altrui fangue. Da quefle cagioni acce fi, muoueua già il Duca le gen
d»aime To" t* fHe> & $ Sui7^eri quattro mila fanti: ma le minaccie del Viceré contra il
janti , k da Duca, & l'autorità del Tonte fìce,a cuifommamete erano a cuore le cofe d'Ot-
kuominr0 tauiano;gli fece reflare. [Era in quello me%p il Viceré andato alla Battaglia >
d'ar.ne del luogo uiflante da Tadoua fette miglia : doue caualcando inauertentemente
meni (eco" Bernardin Caruagiale con pochi caualli a guardare il ftto del paefe;fu prefo
Moccmgo . da a Mercurio Capitano de' cauai leggieri de' Vinitiani. 'ì^elqual tempo b uè- A
1 nobili nut°H VefcouoGurgenfealleficrcito%ficonfultauaquellofidoueffiefare,&
vinmani , proponeua GuYgenfe Mandare a campo a Tadouaydimoflr andò frer are tato nel
dat?raib°ai" ^ u*rtù ^ Tedefchi: & degli Spagnuoli contra gì Italiani , che haue fiero fi-
fefa di Pado nalmente a fuperare tutte le difficultà: effere poco meno laboriofa l'efrugna*
« 'uLTta^e- tlone d* Treuigimia diuerfijfimo il premio della uittoria; perche l'ottenere fio-
coodo che lamente Treuigi era alla fomma delie cofe di piccolo momento: ma per la efru
»ei iib?"fu- gnatione di Tadoua , afficurarfi intieramente le terre fuddite alt Imperatore
tono 400. & dalle moleftie,& da' pericoli della guerra,& priuarft d 'ogni freran%a i Vini
bò fan uTe* tiam d' battere mai più a ricuperare le cofe perdute. Incontrario fentiuano il
coniche feri viceré > & quafi tutti gli altri Capitani, giudicando più toflo imponibile, che
Vico, n* re- diffìcile lo sformar Tadoua per le fomficationi quafi incredibili^per effer mu-
fto del pre nitiffima d'artiglierie, & di tutte le cofe opportune alla difefi , & proueduta
«h'era da ' molto abbondantemente di faldati , & nellaquale erano ucnuti , come l'altre
800. lance , mit e haueuano fatto, c molti viouani della nobiltà Vinitianauliceuano la ter
1500. canai °
kggiexi, & fci mila fanti., oJ tra quelli che fi faceuano ogni giorno: perche baneuano a cfici dieci mila .
ra
l
V N D E C I M Ò. ti6
U epere grandi ffima di circuito, & per queflo , & per la moltitudine de di-
fenfor'h&per l'altre difficultà bifognare circondar la*, & combatterla con due
eft creiti: & nondimeno non che altro non ne bauere un filo (ufficiente, non ef
fendo grande il numero de' loro faldati, & di quefli , i Tedefchi infiliti afop -
portare maluolentieri la tardità de pagam^ntiy non troppo pronti ,non abhon
dare di monitioni, & batter careflia diguaflatoriy co fa molto ne cefi aria a tan
to ardua fpugnationc. Ma fu finalmente neceffzrio -, che le ragioni addotte dal
Vicerè,& dagli altri,cedeffero alla uolontà del Vefcouo Gurgenfeiper laqud-
le l'efferato àccoftandofi a Tadoua; andò ad alloggiare a Bafi anello fu la riua
deftra del C anale difcoflo un miglio & me%o a a Tadoua; nelquale luogo effen
do molto infefiato il campo da alcuni Cannoni doppi , piantati fopra uno ba-
ftione della terra paffato il Canale alloggiarono alquanto più lotani dalla ter-
ra-.onde mandati i fanti alla Cine fa di Sant'Antonio a me%o miglio appreffo
a Tadoua. cominciarono per accefcavfi conminore pericolo a lauorare le trin-
cee apprefio alla porta di Sanf 'Antonio ima l opere erano grandiffime » & e-
firemo in pae feconde tutti gli h abitatori erano fuggitici mancamento de' gua
ftatori:però il lauorare procedeva leni ament e, ne fen^a pericolo -.perche i fal-
dati ufccndo jpe-ffo fuor a & di giorno . & di notte all'improuifo faccuano da - \\ gSkììo t
no a quelli ,cbe lauorauano:aggiunfefi la penuria delle uettouaglie , perche ef- che Gurs?n
fendo fola una piccola parte della terra circondata da nimici ; gli Stradiotti campo at-
hauendo commodità d ufeire dall'altre parti della Città,correndo liberamen- Jorno a Pa*
teper tutto ilpaefe,impediuano tutto quello, che fi conduceuaal campo, impe che ftando
dito anco da certe barche armate, me ffe a queflo effetto da' Vinitiani nel fiu j" Ver°n*
me dell' Adice : perche gli huomini portati da quelle , non ceffauano bora in co lettere il
queflo luogo , bora in quell'altro di moleftare tutta la campagna :per lequali c,f^°.m *
difficultà propoflo di nuouo dal Viceré lo flato delle co fé nel configlio, ciafeu- a fare tmpre
no apertamente giudicò effere minore infamia ricorreggere la deliberatione fì^^ttì
imprudentemente fatta col leuare il campo, che per feuerado ne II errore , efler di cefare .
cagione che ne rifultaffe maggior danno, accompagnato da uergogna maggio- cordona* le
( redaquale opinione riferita dal Viceré in prefen^a di molti Capitani a a Gur- ce un* ora-
genfe,chaueua ricufato d'interuenire nel Con figlio; rijpofe, che per non effere "^ a'£*
fua profeffwne la difciplina militar e;non fi uergognaua di confeffare di non ha ìuadèdò che
ver giudicio nelle cofe della guerra : & che fé haueua configliato l'andare a clp^da^Pa-
campo a Tadoua;non era proceduto:perche in quefta deliberatione haueffe ere doua,& a « -
duto afe medefimoima bauere creduto}& feguitato l'autorità del Viceré: il- ruin" Vi"*
quale e*r* per lettere,& per meffì proprij n'haueua confortato più uolte Cefa te»e,che so
te, & datogli fperan^a grandi fjìma d'ottenerla : finalmente non fi rimouendo slentafaiìa
neper le querele, neper ledijpute, le difficultà, an%icrefcendo adognhora la walc oj?»-
difperatione dell'efpugnarlaffi leuò il campo, poi che diciotto giorni era flato tédcf if Mar
alle mura di Tadoua: & efiendo nel leuarfi & poi nel caminare infefiato con c hcfe di pc"
tuiuamenteda Cappelletti; fi ritirò a Vicew^auota allhora d'habitatori & dufc'profpè
preda di t hi erafuperiore alla campagna. Ottennero in queflo me%p le genti t0 Cola na •
del
t I B TI 0 '
del Duca di Milano, in fuffidio delle quali il Viceré haueua mandato ^Antonio
■ ^ 'imrrcJjli àa Lena con mille fanti 4 a Tonte Vico,a guardia dellaqual terra erano dugena,
sfo 1 zefehi to fatiti de Vtnitianij i quali non ifpauentati riè dall'artiglierie , ne dalle mi-
COIi Ua> ?dc ne>& battendo fiflenuto ualorofamente l* affatto; furono alla fine d'un mefe co
fcrkta tutta fretti ad arrender fi per mancamento di uettouaglie : & circa a queflo tempo
toncMi* T me^efmo Ren%p da Ceri tifato di Crema-Truppe Siluio Sauello , ilquale man-
dato dal Duca dì Milano ,andaua con la fua compagnia, & quattrocento fan
5 iiche in a tl spagnuoli a Bergamo : & poco dipoi e [fetido ritornato a Bergamo un Corn-
eo 1513 co meffarw Spagnuolo ari Scuotere danari ;Ren%ob ui mando trecento caualli>etL
me fcriue cinquecento fanti: i quali prefono infume il Comminarlo, & la Rocca > nella- ;
ri noi bèc he quale s'era fuggito co danari rifeoffi effendom dentro pochi/fimi difenforiiper
eg:i (|m no iaqt,ai cofaft moffono da Milano per ricuperare Bergamo c feffanta huomini c
comm ifla- dar mentre cento caualli leggieri &fettecento fanti, con due mila huomini del
a^ce^h^la Monte di Brian%a fotto Siluio Sauello, & Ce far e Fieramofca: i quali hauen-
Bergiuio in do fiontrati nel camino cinquecento caualli leggieri,e trecento fanti mandati
C%iÌC{<c^ d* Ren%o a Bergamo;gli meffono in fuga facilmente;ilperche gli altri ;chepri
pri?ion< un ma haueuano occupato Bergamo ,1 abbandonarono, lafiiata folameute guar-
"crfonaegio ^a ne^a R°cca P°fla fa'l monte fuora della Città, laquale fi dice la Capella .
spagnuo'o . Soggiornarono alquanti giorni il Viceré, e'I Vefcouo Gurgenfea Vicen^ >
k«adMuft! mandata ima parte de gli Spagnuoli fotto Troverò Colonna a facebeggiare
di iu« nei h. Bafciano, & Maroflico-non per alcuno delitto loro,ma perche con le foflan^e
wowràquai de gl'infelici popoli sandaffe il più chefipoteua fomentando l efferato, alqua
che dtfeor- [t mancauano i pagamenti : perche Cefareflaua fempre oppreffo dalle mede-
rà fa queiu fme difficultà:il Re diAragona filo non poteua foftenere tanto pefo,el Du^
hiftom oc cato di Milano grattato ecceffiuamente da gli Suiigeri, non pcteua porgere
anco u mo- &d dltri cofi alcunaia Vicenza flaua V esercito con grandiffima incommodità
eenigo nei per le molefre continue de* Cappelletti^ quali feorrendo giorno, & notte tut-
to il paefe , impediuano il condurui le uettouaglie , fé non accompagnate da
e
Bifcotda groffafcortadaquale perche haueuano pochiffimi cauai leggieri > era necefìa-
f Suefto" nu riofaceffero gli huomini diarme:& p ero per fuggire quefio tormento, Gurgen
mero difoi fi fi ri andò co fanti Tedefihi a Veronamal Jodis fatto del Viceré, ilquale
fo«ó T^ror figurandolo a minori giornate fi fermò ad libere fu Indice, doue fopraflet
lo sauello : te qualche giorno per dare commodità a Verone fi di fare la uindemiay & la
5"° ch,hegìi fimenta>non ceffando però le moleftie de Cappelletti,! quali fu le porte di Ve
haueua 3 00. Yona tolfino d Tedefihi i buoi , che conduceuano V artiglieria . haucua prima
d'arme^ 00 penfato il Viceré di diflribuire l'eflercito alle flange nel Brefiiano, &nel
fàntiA 200 £ergamafio>& nel tempo medefimo moleflare Crema, che fila teneuano i Vi
monte' di' nitiani di là dui Mincio :& queflo diuulgato> h aite uà afficurato i paefi circo-
Brian-M : & ftantvjn modo chel Tadouano era pieno d habitatorii& di robbeiper laqual
pof S co fa il Viceré , che non haueua altra f acuità di nutrire l 'efi eretto, che le pre-
Jiexamofca
con teflanta haomin d'arme Spagnuoli, ^centocinquanta fanti : ma nel nmacio delle genti mandate il
XtniO) conuicne eoa quello auuoie ,^
de*
V N D E C I M ©. JJ7
ieMrìtìò configlio. & chiamati ì fanti Tede fichi andò a Moni agrigna > & a
Efle.'donde andato alla ùilla di Bouolenta,& fatta grandifjima preda di htflia
mi; abbruciarono ifoldati quella Villa,& molti magnificili pala'zgi, eh* erano
ali 'incontro :da Botiolenta multandogli la cupidità del predare >& dando loro
animo l'effere i fanti de Vinitiani diflribuiti alla guardia di Tadoua ,&di
Trenigi;deliberàil Vicerè,benche contradicendo Trojpero Colonna,come co-
fa temer aria }& pericolofiaì upproffìmarfì a Vinetia:perop affiato il fiume del
-Baccbiglione « & fiaccheggiattoT ieue di Sacco, popolofio, & abbondante Ca-
éftello>& dipoi* andati a MefitrL& di quim condotti fi a Marghera fu l'acque i Andò prf-
falfe girarono ,acc\o che fuffepiu chiarala memoria di quefìa effieditione, con ^a a.Mci? re
dieci pe?gi d'artiglieria grofifia uerfo Vinetia , le palle dellequaliperuennero h>nn« con
final Monaflerio del Tempio di S. Secondo: & nel tempo medefimopredaua- ""*a{jf &<?-
no, & guaftauano tutto il paefie,delquale erano fuggiti tutti gli habitatorufa grofoiom-
tendo iniquifjìmamentelaguerracontra le mura .'pèrche non contenti della ^efSf&li!
'preda grandifjima degli animali. & delle cofe mobili, abbruciarono con fiom- fc la «eri» ,
t ma crudeltà Meflri,Marghera,&y> Li?£afufina,e tutte le Terrea Ville del Sonoundl
paefe:& (fiera quelle tutte le cafie, che haueuano più di ordinaria belleTga ,ò fen fori : se
apparen%a:neliequai cofe non appariua minore l'empietà de* foldati del Va- rono^cac
fa,& de gli altri italiani , an%i tanto maggiore , quanto erapiu dannabile a donarne©
lorojche a barbari incrudelire contra la ma\nificen%a,et ornamenti della Ta tunoT Sèr
Pria commnne;ma in Vinetia uedendo il dì fumare, & la notte ardere tutto il cito- g ««io
ypaefeper gì 'incendi} delle uillc, & falangi loro, & fentendo dentro alle ca-
fe', & hahitationi proprie i tuoni dell'artiglierie de nimici>non piantate per b LimfuG
nitro, che per fare più chiara la fiua ignominia ; erano concitati gli animi de na '(Jouc fi
glihuomjni a grandifjima indegnatione , & dolore , parendo a cìaficheduno no ie"bar-
acerbiffimo oltra mifiura, che tanto fufìemutata la fortuna, che in cambio di c^\nidSu
tanta gloria , & di tante uittorie ottenute per lo paffato in Italia , & fuori. Brenta net
per terra-, & per mare, uedeffero al prefiente unefierciìo piccolo a compara- ™a0re f^*
tiene deli 'mitiche fór%e\ & potenza loroànfiultare sì ferocemente, et contitme «--heggiatada
Uofamenteal nome di cosi glorie fa Republica, Dallequali indegnità uhlen- Jo^^àt
tata la deliberàtione di quel Senato, oftinatò infimo a quel giorno di fiuggire «* ìigìouìo,
quantunque grandi fperan^e gli fiuffiero propofle,d fare efperien^a della fior- ch^xoSnT
tuna;acconjtntì alle perfiuafioni efficaci di Bartolomeo di stimano, che chiama P*r*° '***€
ti tutti ifoidatu& commoffi tutti i uillani dellapianura, & delle montagne, gr0flè prc-
fitétaffe d'impedire il ritorno animki;laqual cofial' JLluiano damofilraua mot d«. dritta
Po facile : perche efikndo temeriamente traficorfi tanto innanzi , & me'tjìfi in m
me%o tra Vinetia, Treuigi , & Tadoua non potevano , & mafjimamenteefi-
fendo caricati di tanta predai ritirar fi fienT^a grauifijìmo pericolo per la inco-
modità delle uettouaglie,& per l impedimento de' fiumi, & de' puffi diffici-
li: & già gli Spagnuolifentito il mouimento chefifaceua, accelerando il cerni
nare;eranoperuenuti a Cittadella: laquale non hauendo potuto occupare, per-
che ui erano entrati molti foldati, alloggiarono difetto a Cittadella apprefio
Vu alla
t I B R O
jlÌìa Brcntaperpaffarc alla Villa Conticela, nclqual luogo fi poteua guada-
■ Cofl § pfl yc: ma gli ritenne da tentar di paffare toppofitione dell filmano » ilquale fi
ne! m occiil era pofto dall'altra parte con le genti ordinate ne gli [quadroni* & con l'ar-
idi cui pj tiglierie dtflefe fu la mia del fiume , prouedendo follecitamente non folo a
kabiano toi quel luogo ma a più altri; donde fé non baueffero bauuta rcfflen^a , farebbe
toquefteco jlat0 facile il poffare : mail Viceré continuando nelle dimofirationi di uoler
fi ' cóforma paffwe dalla parte di fotto aliami ale l\4luiano bauea uoltate tutte le forile
i G'uftinia jye; paflò la notte feguente fenzg oflacolo al p affo detto di Tsluouacroce a tre 4
i! ma ìigìo miglia fopra Cittadella: onde fi indrix^arono con celerità grande iterfo Vi-
uio lenza cen\a:ma l\ -ìluiano uolendo opporfi al paffo del fiume del Brxchiglione gli
il luogo di preuenne: unir on fi feco prefio a Vicenza b dugento cinquanta huomini d'ar- h
ce110 fcr?0 me> & ^ue m^a fentl ucnutl da Treuigi fotto Gian Vagolo Buglione , &<An
che fu irò', drea Gritti: & era il configlio de' Capitani Vinitianì non combattere a ban-
4o° rèi Smi" diere piegate in luogo aperto co' rumici, i quali ueniuano uerfo Vicenza : me
g.iia fopra , guardando ipaffi forti, & i luoghi opportunuimpeàire loro il camminare a qua
f^uoif'eta* lmclue parte fi uolgeffero : a queflo effetto haucuano mandato Gian Vagolo
i»o accapati. Manfrone con quattro mila comandati a Montecchio,a Barberanoper impedi
, '• .-- re la uia de' monti, cinquecento caualli con molti altri paefani, & fatto occu -
il Mocengo pare da' uillani tutti i paffi, che andauano nella Magna , & fortificategli con
* T****** f°fà con tagliate>con faffh & con alberi attranerfaii per le ftradc: a guar-
ii* & del dia di Vicenza lafcib l\Aluiano con fufficiente prefid io Theodoro da TriuU
G lìl • il °? Kf ; e&* c°l re'fi° dell'efferato fi fermò a c Olmo , luogo uicino a Vicenza due e
fi . miglia, fu laflrada che uà a Verona impedito talmente quel paffo, & un al-
tro uicino con tagliate, & confoffi- & con £ artiglierie diftefea luoghi opporr
*o dice il * tnni,ch'era quafi impoffibile ilpaffarloicofi impedito il carnaio deflmato uerfo
Mocenìgo . yerona;er 'a finalmente difficile a gli Spagnuoli,che caminauano lungo i mon
fo°f °v?céVa thallargarfiper lo paefe paludofo, & pieno d'acque : difficile pigliare la uia
due miglia, ^ monte flretta , & occupata da molti armati, in modo che circondati da' ni
ticcttoUmoi mici quafi da ogni parte,alla fronte,alle jpalle,& per fianco }& feguitati con
to jttoaii'ar tinuamente da moltitudine grande di cauai leggieri ;non haueuano delibera-
«fauailèfot tione, fé non difficile, & molto pericolofa: alloggiarono foprauenendo la not
to,; c6I{1n0,<Jla te,dapoi che alquanto fi fu fcaramucciato, uicini ad un mc^p miglio all'allog
■f, per eflei gì amento de Vinitiani, oue confultato la notte i Capitani quel , che fra tante
^HfJRJl difficultà, & pericoli dout fiero fare ; elefiono per meno pericolofo d uolgere "
•ha palude: ly in fegne uerfo la Magna , per ritornar fene per la uia di Trento a Verona ,
VadtnftV benché perla lunghezza del camino , & per la piccola guardia u haueuano
;i gìou'o, fé lafciata; prefupponeuano quafi per certo , che prima ui entrerebbono i Vini"
!>é no nomi , • • .
aaCreazzo: .
jba folo d ce un luogo pretto fa rilla dell' Olmo, lungi due miglia da Vicenza. Poco appretto recita quefto aut
tore riftetib,come opinion d'alcuni .
4 Fuconfi^l.a.o (dice il Giouio)di tornare in dietro, pigliandola ftrada a mandritta per quella uia, che m«
uà a BaiTano : con quello però, the partendo} pcnfauanodi tirar l'Aiutano, tèroce d'ingegno, tuora de' torti
alloggiamenti in campagna aperta, a combattere:ouero (chi lata Vicenza, giudo Picttb le montagne di T*c»
joj wraaa .aiw a V«onaain «alo che con foìlcio multila u.
M D E C ! M O. $rt
* riatti: cofi fitnoffono fui fare del giorno uerfo Bafiano, * ucltario le f. .>lh
à nimici: di che ninna cofa è più ffauentofa, & più perniciofa a gli effe rctiì : a rUeità il
& ancor che camiuaffero ordinatamente con tanto piccola ff*eran%aài falli ^r.o «àcs
te,che flimau ano ilperdere tutti i carriaggio i caualli meno utìU>effere il mi- refe w^\
normale, che potè ffe loro fuccedere;non saccorfe della leuata loro fatta taci- ^cdóaa:
tamente fen%afuon di trombe* & di tamburino fi preflo l'<Aluiano:perche la pacche Pr o
nebbia foltiffìma* ch'era la mattinaci 'impediua lauifta : ma come prima fé ^r £°VJ
ne fu accorto; gli feguitò con tutto l'efiercito : nelquale fi diceuano effer mille guardia* di-
huomini d'arme,mille Stradiotth& fei mila fanti, inficiandogli fempre da o- "ccaua'ho!
gni parte gli Stradiottiy & numero infinito diuillaniyche feendendo dalle moti ra per rag* 5
tagne;glipercoteuano con gli archibufi: onde col pericolo aumentaua fempre Jétroguax-*
la difficultà del caminare , maggiore per la moltitudine de' carri , & de* car- dia,aiiegan-
riaggh & per la quantità grande della preda; & perche procedeuano per flra p^ùòlL
de angufle>& affoffate > lequalinon haueuano hauuto commodità d'allargare «« dell'ordì
con le (pianate :ma gli conferuaua ordinati , benché caminafìero con paffo ac- j^ch^pri"
celeratOyoltra la uirtù de' faldati, lafollecita diligenza de1 Capitani: & non- j»« **asE?*?
dimeno effendò proceduti in tante angujlie forfè due miglia; pareua ad effiftef co*°
fi difficillimo il continuare molto coshma nonfupatiente la temerità de' nimi
ci ad affrettare che fi maturaffe sì bella occafione , condotta già qua fi alla fua c'h3no°ine*
l perfezione: b l' filmano impotente, come fempre, a raffrenare fé mede fimo; af gnato pre-
fialtò non tumultuo fornente, ma con l'efiercito ordinato a combattere , & con j"« difcbiì
l'artiglierie il retroguardo de nimici,guidato da Tr off ero Colonna. Tiu certa **> uica «-
fama è;che tardando l'jLluiano ad affittargli, il Loredano,uno de Vrouedito me'nte^J
rijconferuenti parole lo morfeperchenon daua dentro. perche lafciaua andar ft° ll">go «1
ne falui i nimici già rotti: dallequali parole precipitato il ferociffimo Capita- i^Liana i
no; dette furiof amente il fegno della battaglia . ^Altri affermano efiere flato dicendo che
autore del fatto d' arme Troff ero Colonna-, per configlio delquale il Viceré ha dèue cóbat-
uere uoluto più toflo efferimentare la fortuna incerta del combattere, che fé- lcr. c5 *'*$*
guitare per altro modo la fferanya pkcoliffima di faluarfi: & aggiungono w ogniuno*
che hauendo fatto femo di uoler ritornare uerfo Vken%a;l\Aluiano haueua ual per cifl~
fatto fermare ne Borghi di Vicenza Gian Tagol Baglione con le genti uenute poggiarli .
t da Treuigì. effb col re fio delt effer cito, fi era fermato a c Creatia due miglia ap Vc.^ l\ ' ?*•
preffo a Vicen%a,ou è un piccolo colle,onde commodamente fipoteuano ufare ta nei lib j.
contra i nimici l'artiglierie, a piedi di quello è una ualle capace dell' esercito ?** c!?e a
?■ ti i r r • r i n t n f rr > » l'roucditor
in ordinan%a,auaquale ji peruemua per una jota Jtradajtretta apprejjo a col Lordano ri
li, & qua fi circondata da paludi:ilqual luogo Trufferò cono fendo efiere più ll^^f, **
incommoao a nimici; confortò che in quel luogo s 'affali afiero. Comunche fi no, & gii c5
fia}Vroffero cominciando uirilmente a combattere, & mandato a chiamare il £ r ndf0 *
Ficerè,cheguidaua la battaglia, & mouendoft nel tempo mede fimo per com- fc«; (o ferme
il Giouio, te
eendolo il Mocenigo,5c gli attrbcV dice il Giouio la rifpofta, che fu data ancho4aU'Ajtiiano:Iaquaie affer*
ma haacr intela da color, che ui furon prefcnti,& l'udirono.
c Poco (opra ho notato,che quefta è opinion del Moceuigo mi l»b.$. da cui pollono efler tolte queite f&
aek. Vedi ancho l'hiftoiie di Pietro Giuftmiano mi lib.J i.
fu x mandammo
J> IV vj
mandamento del Marche fc di Tefaara i fanti Spagnuoli da mia parte, e i Te-
defibi dall'altra* zpercoffi con grandiffimo impeto. i faldati de Fini: ìaui ; gli a
meffono in fuga quafi finitamente .perche i fanti nohfòfténendo la ferocia del
a © ucfto Ut ^affa^t0^ttate le p^cbe in terra cominciarono uituperofamente [libito afug
to d'arme giu,effendo ì primi e f] empio a gli altri di tanta infamia i fanti Romagnuoli ,
niik Vo\ìs 'a ^e 1ua^ e,a Co^nc^° Barbone di Ivaldo da Brifighella: la m^defimabmttet
gji'uofi a 7. ^afaguitò il reflo dell' e ffer cito, niuno quafi combattendolo mofkando Uno Ito
X5?3r diririt a &* auerfarijfamarritanonche altro per la fuga cofifuhitada uirtù delimi-
to qui fotto uianoiilquale b lafaò fenyg. combatt eresia uittoria a nimicUa quali rimajò- b
dSSmétc no %artiglierie,e tutti i carriaggi : diffiparonfii fanti in dmerfi luoghi : de gli :
raccontato huomini & arme fuggì una parte alla montagna$wa parte fi faluò in Tadcua,
nei \?o°izl.ct & *n Treuigi, dotte anco. ri fuggirono l' jlluiano,e*l Gritti: furono ammendati
dai Giutti- Francefao Calane Antonio Tio Capitano vecchio* infume con Gofian%ofm
Sb.i x. nC figliuolo , Meleagro d&Forlì , & Luigi da Taima , & poco meno che morto
Taoloda Sant' ^Angelo yilquale fi faluò pieno di ferite :pr e f [Gian Vagolo Ba
ì il Gulfe ghone,& Giulio figliuolo di Gian Vagolo Manfrone^Malatcfia da Sogliano ,
niano fai- dr molti altri Capitani, & huomini honorati, & e on peggior fortuna rtTro*
Ai-Auno Vó ueàitot Loredancperche combattendo/i tra due faldati di cual dà loro dotte fa
batte cò.gri fa effèr prigione. uno d'effi beftialmente lo ammazzò . Kimafono in tutto fra
guerra,0^ morti, & pr e fi, far fa da c quattrocento huomini dame, & quattro mila fan* e
do ufficio dì ti : perche a molti fu impedito il fuggire dalla. palude , & fece nella fuga il .
&ad7 foidà. danno maggiore, che Theodor 0 da Trinici, chiufa le porte di Kicen%a, accio-
to: & è da ef che iuinti,e i uincitori alla mefaolata non ui entrafferoynon ui ammefìe aku-
loro Vini- noionde molti mettendo fi apaffare, annegarono nel fiume uicìno, e tra quefli
mero de; ca Hermes Bentiuoglio, & Sacrmnoro Vifaonte. Qucfia fu la rotta, che rice-
iuftre mor- netterò ilfettimo giorno d'Ottobre i Finitiani, appreffo a Ficen'^a, memora?
59. frtri P« bile per l'effempio che dette a Capitani , che ne] fatti d'arme non confidaffero
ìì fon^pofti de fanti Italiani, non efaerimentati alle battaglie ftabili> & perche quafi in
ancho dai mo iftante di tempo andò la uittoria a coloro,, che haueuano piccoliffima fae-
nei iuo.Dia- ran%adi.fa.lute: laquale harebbe meffo in pericolo, òTreuighò Tadoua, ben-.
£lQ • che in quefla Bartolomeo a filmano ,in quella ^Andrea GrittUfifuffero rifug-
ii Huomin g)tl con fc reliquie dell efi ere ito: ma ripugnaua oltra la fartela delle terre*.
d'arme i so la flagione deli* anno già uicina alle pwggie>nè potere i Capitani difaorre ad at
«nlgo ^& bitrio loro i faldati non. pagati a motte imprefe: & nondimeno i Finiti ani afa
quattro mi flittida tanti mali,& faauentati da accidente tanto coir ar io alle fa eran%e lo-
ft Gfouio^g ro;non macauano diprouedere quanto poteuano a quelle Città>nefiequali oltra
pugne mii- gli altri prouedimentimaniarono,com erano confueti ne pencoli più graui, ad
#£ tanu ai, mofò fona giouentù nobile . ball arme dopo la giornata fi riduffono le cofe
a penfieri della concordia trattata dppreffoAlVontefìce , alquale era andato
ufiofiìi vi il Vefaouo Gurgcnfa sfotto nome principalmente di dargli fubidien%a in nome
aitiani. che . r
iridarono alla difefa di Padoua & di Treuigi; furono (come dicci! WoceWÉP) ifigUuoji del Doge Loredana
i& culli au4o J»ui£i % i a*iew*^ fljwwxdo a Tiioigi. .
dell imperatore*
a Queftà
gP«riClia del
i'apu dice ri
. ?r ieri ti
di propria
iti a nudi ìì5
iùj Diente
più di quel*
io, cheah'u
b Domanda
uà Celate in
quella con-»
cordÌ2a' Vi
nitiani, ol-
V N DEC T M O. 3*9
delt Imperatore, & dell' arciduca 9 feguitandolo Francefco Sforma Luca di
Bari, per far e l'effetto mede fimo in nome di Ma (fimi 1/ ano sforma fuo fratel-
lo: & benché Gurgenfe rapprefentaffe come l'altre mite la per fona dell' im-
peratore in Italia : nondimeno pr et erme fio il faflo confueto ; era entrato in
Roma modeflamente,nè minto ufareper lo camino le infegne del Cardinala-
to mandategli infimo aToggibon^i del Tontefice. Mlauenuta delCardina- ^cenigo,
le Gurgenfe fu fatto compromefio da lui , & gli Oratori Vinitiani , di tutte pel &u!S
le differente tra l'imperatore , e^ la loro Repubblica nel Tontefice: ma com-
promefio più tofto in nome* & in dimoflratione , che in effetto, & in fcftan-
%a: perche niuno uolle compromettere nell'arbitrio fofpettoper l'importanza
4della cofa ,fe non a riceuuta promefia da lui feparatamente* & fegretamen- na.&Vu-al
te di non lodare fen%a fuo confentimento . Fattoti compromefio, fofp e fé il J"^"for
Tontefice^ per un brieue l'offefe tra le parti: ilche benché fuffe accettato da ' PUCmt° '
tutti con lieta fronte ; fu dal Viceré male ofieruato : perche uenuto tra Mon
tagnana , & Efti , non hauendo dopo la mttoria fatto altro che prede , &
correrie, & mandata una parte de foldati nel Tolefine di Rouigo ; faceua .
in tutti quefii luoghi molti danni, hora feufando ch'erano territorio di Ce fa- tùrfetemj
rejoora dicendo affrettare auifo da Gurgenfe . 1\c hebbe il compromeffo più ^^f. fl
felice ti fine , che haueffe hanuto il me%o , e'I principio^, per le difficultà , che me Sta
nel trattane le cofe fi feoperfono : perche Ce far e non con fcnùua alla concor- MoceniS° •
* diaje non ritenendo parte delie terre, & per l'altre mettendo b quantità gran c Marano/»,
diffima di danari : & per contrario i Vinniani dimandamno tutte le terre , Pfc(ò> fecon
& offeriuano piccola firma di danari, & fi crcdeuachel Re Calolico,ben- S
che palefamente dimoflrafje dì defìderare, come già haueua fatto, quefla con *'}l Glu ™-
cordiajjora occultamente la diffuadcjfe . wt erpici sndofì che per difficultar- amento
lapiuMuefie nel tempo medefimo lafcìato Brefcia in mano di Cefare;laqua- d'un fìClt
le il Viceré affermando ritenerla per renderlo 'più inclinato alla pace potigli mólto fami
haueua infima quel giorno uoluto cenfentne: le caconi fi congetturarono uà- [^ A*4
riamente, b perche hauendo offefo tanto i Vinitiani , giudicale non poter'ha- ctwZ^t J
Mere più con loro fine era ammtta;b perche conofecfie la nputatione,& gran- *roada,*la \$
deT^ajua in Italia dependere damai ener uiuo quell'efierciio , ilquale per quaWW
rarefila di danari , nonpoteua nutrire yfe non opprimendo > e taglieggiando ì ^Ted*!?
popoli amich& correndo,& predando' 'per lo \paefe de 'nimicu Lajaò adun- ic°hi5 rifece
que imperfetta la cofa il Tontefice, & poco dipoi / Tede fi hi occuparono fur- ?0al £r"£*"
ctiuamentec perme%o de fuor ufi iti Marano , terra marittima nelFrmli,
& poi prefero Montefakone : & benché t Fimtiam defiderofi diricupe-
» rar Marano > propinquo a fiefianta miglia a Finetia} d £ a fi alt afiero per ter-
ra.
chaui una1
mattina pe*
téVi filmo ,'
ir.» io tinta;
d'andàr,co»
rn'era ioli-
to.a caccia :fr cosi ui mre dentro Ch^^
lettiera di Tedclchi naicclta; arrazzarono le gua.che, & Marano fu picfò . Ma di qudìà préla & guerra-io
Priuli paria l'auitoieancho nel libro /eguentc a car 34S-
è Mandarono iVinitiani a ricuperar Marano Bald.ilar.i Scipione. & Girolamo Sauorgnanofil Giou.o dice
* o ? ."i r a M?nl,on«) Jon S«n« Per terrai & Funielco da Mcm> cos armata di M^rc . Vttti il Mo«*
*-So,eil c*iwitiAiano, e il Grouio.
Vu 3
t
LIBRO
va, & per mare; nondimeno effendo in ogni luogo fintile la loro fortunafurò-
èhìama il* nodaciafcuna delle parti danneggiati : folamcnte in quefto tempo Reniyda
Mocen igo , ceri confomma laude foftcntaua alquanto il nome deli arme loro: ilquale con
«io Fino tutto che in Cremandoti era a guardia fuffepefle, & careflie non leggiere y &
Ifwi^icV C^e e$m*° le &enti tya&molc y & Milane fi diflribuìtefi per la ftagione del
tStii iitsl tempo alle flange per le terre circoftanti,fipoteffe dire quafi affediata; affal-
uno* "i io tat0 a^tmprouifo a Calcinaiayterra del Bergamasco; fualigiò Ce far e Fieramo
ne con s«. fia con quaranta huomini d \arme, & dugento cauai leggieri della compagnia
Mocen)1 o*1 ^ Sofferò Colonna : & pochi dì poi entri: j di notte in Quin%ano prefe il
fcriue,comc Luogotenente del Conte di Santa Sellerina-, & ut fualigiò cinquanta huomini
quefto aut- d'arme:& in Treuì diece huomini d'arme di quei di Tro fiero. L'altre co fé d'l->
tore. Il oio ... j • n n m i
pio recita tal ia procedeuano in quefto tempo ifleffo quietamente , eccetto che gli <Ador-
tato° & "o* n*> e * FtefehWW tYS fotte huomini delpaefe, & b forfè con fattore occulto del b
mina la ter- Duca di Milano,prefa la Specie, & altri luoghi della rimerà di Leuante; s'ac
to: nsa^non cofiarono a^e mHra di Genouama fuccedendo le co fé infelicemente , fi parti-
pone il nu- rotto quafi come rotti, perduto parte delle genti, che ùhaueuano menate,& al
huomini . cunipc^i d'artiglierie, apparirono anco in Tofcanaprinciptj dinuouifean*
doli: perche i Fiorentini cominciarono a moleflare i Lucchefhconftdandoft che
e a vele "di Per tmoY del Pontefice , ricomprebhono la pace con la reflitutione di Tietra-
Nebio con finta & di Mutrone,& allegando non effere conueniente ,godeffero il bene*
eirAdórnY fic*° ^ ^He^ confederatone, laquale preftando occultamente aiuto a' Ti fini,
fodero l'auo haueuano uiolata:dellaqual cofa querelando fi i Lucchefi col Tapa , & col Re
«"anliSa" Cat°hco> m cuiprotettione erano* & non uedendo rifultar ne alcun rimedio ;
no : anzi il furono contenti finalmente per fuggire i maggiori mali y farne compromefio
KebioUui ag ne^ Pontefice: ilquale hauuta fimilmente autorità de' Fioretti ini ; pronunciò
ghigne an- che ì Lucchefhi quali prima haueuano reflituita al Duca di Ferrara, la Cai fa
Se giisuii* gnana,lafciaffero quelle Terre a' Fiorentini , & che tra loro fuffe in perpetuo
»e«- pace* & confederatone . +Alla fine di quefto anno le Caftella di Milano , &
. j. r di Cremona,hauendo prima , perche cornine iauano a mancare le uettouaglie ,
feouo di Ne patteggiato d'arrender fi, fé infra certo tempo non erano foccorfe , uennero in
«KeUapie Poteftà del Duca di Milano, né altro fi teneua più per lo Re di Francia in 1 ta-
be minuta liayche la Lanterna di Genouadaquale i Genouefi tentarono nella fine dell' an
chei?1 facef nomedefimodi gittare in terra con le mine,acccftandofi a quella con un pun*
k quefta e- tone di legname lungo trenta braccia, & largo uenti, capace di trecento huo-
Sghar'fa £j mini, faf ciato tutto per refiftere a' colpi dell'artiglierie di balle di lana,cofa di
urna con grande artificio,& tnuenttone: ma che tentata, come fanno Jpejfo fimi li ma-
Èfdenoa chine ;c non fuccedette. '
funtore t
f ercioche a gl'intendenti non panie mai uc(ifirnile,chc iiufciiTc:& che quefta machina fu di danno alla Re-
f ublica di 4o«Ui mila duca».
VEL-
J4»
DELL'HISTORIA
DI M. FRANCESCO
GV1CCIARDINI
Genti l'hvomo Fiorentino,
LIBRO DVODECIMO.
SOMMARIO.
VT en defcritta nel libro Duodecimo la guerra de gringlefi* contra Francia,
&del Redi Scoria conerà Inghilterra: l'affedio &prefa di Terroana: l'accor-
do del Tramoglia con gli Suizzeri a Digion: la proroga della tregua tra Spagna
& Francia : 1 incendio (uccello in Rialto di Vineria: i progredì della guerra in
Friuli: la pace fra i Redi Francia &d Inghilterra: leconuentionifra'l Papalini
peratore,e il Re Catolico:il /uccello della guerra fatta da' Vinitiani in Lombar-
dia : la morte di Luigi Duodecimo Redi Francia, a cui fuccellc Francefco Pri-
mo,che fece Léga co' Vinitiani: la confederatione fra l'Imperatore, i' Re d'Ara-
gona, & gli Suizzeri: & quella de* Fregoli con Francia: la tienuta in it. lia del Re
Francefco: il fatto d'arme a Marignano & la rotta de gli Suizzeri : la perdita del-
lo flato di Milano fatta da Mailìmiliano Sforza : l'abboccamento di Papa Leone
& del Re Francefco in Bologna : la morte del Re d'Aragona: la pattata di Maf-
emiliano Cefarc in Italia : la guerra contra il Duca d' Vrbino : la Diera a Noion
peraccommodàr ie cofe fra Spagna & Francia : l'affedio di Verona , & 1 acqui-
Roderla fatto per li Vinitiani.
VCCEDETTO Ts^p nell'anno mede fimo nelle regioni
Oltramontane > pericolofiffime guerre , le quali faranno
raccontate da me perla medefima cagione, & con lame-
defima breuità, con laqual le toccai nella narrazione del-
l'anno precedente . Origine di quei mouimenti fu la de-
liberatone del He d'Inghilterra , a" affaltar quefia State
con grandijjlme forze per terra,&per mare il Reame di Francia: dellaqual
imprefa per far fi più facile la uittoriajoaueua conuenuto con Ce fare di dar-
gli cento uenti mila duetti ; accioche entraffe nel tempo mede fimo nella Bor-
gogna con tre mila caualli , & otto mila fanti parte SuiT^erì > parte Tede*
fichi ipromeffe ancora a gli Sui?geri certa quantità di danari , perche face fi-
fero il mede fimo congiunti con Cefarc , ilqnale confentiua r itene fiero in pe-
gno una parte della Borgogna , infino a tanto fufiero pagati intieramente
da lui de gli flipendij loro . Terfuadeuafi oltra queflo il Re d'Inghilterra »
che il He Catolico fuo fuocero adherendo alla confederatione di Cefare > &
fuay come fempre haueua ajferito di uolere fare, rompe ffe nel tempo mede-
fimo la guerra da fimi confini : perciò la nouella della triegua fatta da quel
Re col Re di Francia , con tutto che l'ardore alla guerra non rajfreddaffe , fu
riceuuta con tanta indegnatione non folamente da lui > ma da tutti i popoli
d 'Inghilterra , che è manifefto che fé l'autorità fua non haueffe ripugnato»
Vìi 4 farebbe
LIBRO
farebbe flato fjtmUfcìatore Spagnuolo ìmpétuofamente dalla moltitudine
ammanto : ag?iugneuafi a quefle cofe [opportunità dello flato dell ' .Arci-
duca; non tanto perche non prohibiua che i fudiiti rkeue fiero lo flipendio
contra i Francefi , quanto perche prometteua di concedere che dal domi-
nio \m ficonduccfic/o uè tt ortaglie al? efi eretto Ingleje. Cantra tanti ap-
parati, & pericolofijfime minacele non onmetteua lille di Francia proue-
dimento alcuno : perche per mare preparaua una potente armata per op-
porla a quella , che fio* -dinaua in Inghilterra, & per terra congregata ef-
ferato da ogni parte , sforxanizfi ftfra tutto di condurre quanti più poteua
fanti Tedefchi: haue>da anco fatto prima inflativa con gli Sinceri che, poi
che non uoleuano aiutarlo perle guerre d Italia; gli confentiffero almeno
fanti per la difefa di Francia:! quali intenti totalmente dia flabihta del Du*
cato di Milano; rifpondeuano non uolergliene concedere, fé non tomaua aia
unione con la CÌnefa , lafciaua il Caflello di Milmo\ che ancora non era ar-
ren iuto , & facendo ceffone delle ragioni di quello flato; promette fle di non
a p-jo ueder mole/lare più né Milano , né Genoua . Haueua fimilmente il Re per injo-
DulaSttf Ipettire dèe cofe proprie il Re d Inghilterra, chiamato m Francia il Duca <§
ibi h dmo sufiok , come competitore aquel Regno : per loquale jaegno il Ke^ingio%d
vuoilo Ed fece decapitare il fratello , cufiodito infmo allhora incarccreinlnghylterra,
«ondo Po- poi che da Filippo Redi C aft igli a nella nauigat iene fua inlfeagna era JMo
ioSfo^S dato al fuo padre . Kè mancava al Re di Francia ®eram di pace col he
Pra neiiib. catolico , perche quel Re come hebbe intefa la Lega fatta tra In, e iViu-
lm T£. tianu diffidando pterfl difendere il Ducato di Milano; haueua mandato uno
i85. & qua- fe> fai Secretarti in Francia a proporre nuoui partiti: & ji creaeua eoe
di ciò che* ro alterarci il 20uernodiCafliglni;nonglipiaceSfemalmenteladeprej}io^
Sìo^o'lì nedelR^nohrancia. Sufato oltraqueflo Iacopo l**s™%tt
r5° ? rGi*«° co collegato , per che romp effe guerra nel Regno d Inghilterra : ilquale mojjo
\££ct molto più dllinterefìe proprio , perche U auuerflta di Francia erano peri-
rie* de' Re cor0realKe?no fuo; fipreparaua con grande prontezza , non hauendoai-
«S mJndatfdll RÌ altri Ucinqu,nta "mila francln per comperare uettoua-.
*"*? S* ilie>&mmitioni. Nondimeno a far quefle prò mfww era il Redi Fran-,
™taP°di da proceduto con tardità : perche haueua uolto i penfien aliimprefa di
suff.ich, fu / & per k nerli^nxa {olita ,&perl ardire che nanamente haue-
«upotc Pef V Ji. i^uii^rJ^tà +frfìidii-a . ronfummaronfi per lo Re
fudditifuoi
di di guer-
„ ' tempi pre'
("ra1^ Fri Zìlnti; '^ 7ec7ffiìatoURe Jaré "grandiffìma prmufione dame, darti-
Ducati ètterié.&dimfinitiom: 'concedere, come follati efrerti, molti fanti Te*
S«o Paair %fcbì , & pemeccljità molti malli : perche il toflume antico de gì In-
tt F"n géfi era di combattere a piede . però non prima che del mefe di Luglio, pa]>
D V 0 D E C t M "O. ^41
t fdrono* gì' ìnglefiiìmare,& flati piugiorni in campagmprefio a Bologna, ari
darono a capo a Terroana,terra p ofla fu i confini di Viccardia , & in quei pepo ^ ^.^"fj!
lì, che da* Latini fono chiamati Morini- Tafiòpoec dipoi la per fona del Re-, che f« * qucftt
haueua in tutto il fuo efferato cinque milacaualli da ccbatterc,& più di 40.' pmc^erdia '£
mila fantr.con laqualmoltituiine accampati/i* & circondato fecondo Fantìt 0 Taibotto, fé
coftume degli Ingle fi J alloggiamento loro confoffh con carra, & con ripari di ^^\ £l
tignd?rìc,& munito intorno intorno d'artiglierie, & in rmdopareua fufìero in uio nel lfc.
' una terra murata ; attendeuano a battere co [artiglierie la terra da b più par l l '
tiy& a trauagliarla con le mine : ma non corrìifondendo con la uirtu a tanti
apparatile alla fama della ferocia loro.nongli dottano l'afialto, Erano in Ter ti dice y
• roana bene munita d'artiglierie, c dugento cinquanta lance* & due mila fan- gìouìo, che
ti-prefidio piccolo-ma no fen%a fferan^a di foccorfo : perche il Re di Francia, Terroana :
attendendo a r accorre follecit amente l'esercito desinato di due mila cinque- di qllà Tal"
cento lance , dieci mila fanti Te de f chi guidati dal Duca di Ghelleri, & dieci mi <?"£ ' s'0 .
' la fanhi del Regno; erauenuto ad d ^/Lmiensper dare di luogo uicino fauore a merfetto: $c
gli àffediati: iquali non temendo d altro che del mancamelo delle uettouaglie, ]*0?p \\ £e
perche di quelle non era fiata proueduta,eccetto che di pane, Terroana a balìa medefimo
%a; moleftauano giorno, & notte con l artiglierie l ep eretto nimico :dalle qua rie groffc
li fu amarrato il <?ran Ciamberlano Regio , & leuato una gamba a Talboth *"**$*?* l
J .. y> . <-> .1 1 • 1 1^ 1 merli delle
Capuano di Calcs. Tremeua il Re il pericolo di Terroana : ma per hauere tar- mura, & g'i
dh&con la negligenza Francefe, cominciato aprouederfi,& per la diffcultà cdll^cel11da1 d^
d hauere i fanti Tedcfchi) non haueua ancora mefio infieme tutto l'efferato > tà.
determinato anche in qualunque cafo di non uenire a giornata co nimici;per- ■
che fé fuffe flato uinto, farebbe flato in manifefliffimo pericolo tutto il Reame £lgo dice*
di Francia ; & perche fberaua nella uernata , laquale in quei paefi freddi era +°a- huomi
*« r • ■ 1 ti r rr • rr Lj 1 ■ * ■ n« d'arme,
già quaji uicinaima come hevbe congregato l e\)erato%e\)endo egli in ^zmiens, & tre mii*
lo mandò a Ver e, propinqua a Terroana fotto Longauilla , altrimenti il Mar- fanti : & di
ebefe del Rotellino, Trincipe del [angue Reale, & capo de' gentilhnomini del do \\ 'gio-
Re,& la Valiffa , con commeffxone che fuggendo qualunque occafione di fat- «*© , eran»
to d arme }att end efiero aprouedere le terre circoflanti , in fino a quell'horaper pentiremo,
la medeftma negligenza male prouedute , & a mettere fé poteuano foccorfo & ^""4*
di gente , & di uettouaglie in Terroana, cofa in fé difficile, ma diuentata più gran valo-
diffcileper la piccola concordia de' Capitani , de' quali ciafeuno > l'uno per la re •
nobiltà, l'altro per la lunga efpenenr^a dellamilitia; arrogaua a fela fom- d Ambu»-
ma del gouerno: nondimeno dimandando quelli, che erano in Terroana foc- fa legge u
corfo di genti ; ui fi accoflarono da una parte più rimofia da gli Inglefi mil - chTtraduifc
le cinquecento lance 3 & hauendo C artiglierie di dentro battuto in modo tre * gìouìo.
1 ° 1 Ma è da aa
mila ucrtire,che
il Giouio non fa punto mentione della morte del Ciamberlano, & dello ftroppiamento di Talboth : 8c at-
l'inconti'o queflo autto" non mette , che tofie venuto in c.^mpoil Re d'Inghilterra : ilquale vnito co»
MatHmiliano Imperatore, che poco fotto è nominato ; diede la roua a' Francefi .Cofiq u è poftocheTer
Ioana (offe foccorfa d huomini,c)C egli pone.che nel volere i Francefi foccorrerla;tofIè commeflò il fatto d'at
me. (^ui dice,che il foccorfo Francete l'offe fotto il Marchete del Kotellino : e il Giouio lctiue , che e* iófii
capo i'itoo huomo ttobiiiiììmo in l iccaidia, éc Gouematoc di quella l xouiacia.
LIBRO
mila Inglefi pofii a certi paffi per impedir glhche nonpotettono uietarglUne jm
tendo probibirlo loro il reflo dell'efferato per impedimento di certe trauerfe
di ripari, & di f offe fatte da quei di dentro ; il Capitano Frontagita ecdottofi
alla porta,meffe in Terroana ottanta huomini d'arme fin^a caualli , cerne effi
baueuano dimandato, & fi ritirò faluo con tutto l reflo delle genti, & bareb-
bono nel mede fimo modo meffoui uettouaglie , fé ne baueffero condotte [eco :
dalla qual ejperien^aprefo animo i Capitani Fr ance fi ,fi accoflarono un'altro
giorno con quantità grande di uettouaglie per metteruele per la uia medefima:
magli Inglefi prefentendolo , & bauendo fatto nuoua fortifi catione da quel-
a TaHATa , e la parte , non gli lafciarono accoflare: & dall'altra parte mandaron i loro ca
Jtf Cantica ttalli , & quindici mila fanti Tedefcbiper tagliare loro il ritorno : iquali tor-
a»* cina , & nando fen%a foretto, & già montati per più commodità fu piccoli caualli,co-
?abaueut no me furono affittati, fi meffero fubito in fuga fen%a refiflere : nelqual difirdu
con r oieo, ne perderono i Francefi trecento huomini d armeno' quali fu prefi il Marche-
Sdio !* dice fé del Rotellino, Baiar do, la Foietta,& molti altri huomini nominati, & era.
il g omo , flato fatt0 anco prigione la Taliffa, * ma fortuitamente fi faluo : & fi crede e
«he turono J , r ■ i rr r r t • > • f ■ / a j
baiati in che fé kaueffero faputo feguitare la uittona , s apriuano quel giorno la Jtrada
battaglia a p:gljare il Reame di Francia : perche indietro era reflato una groffa banda di
/oig<'gno - La7Kchenech,che baueuafeguitato le genti d'arme daquale disfatta era di tato
151 ■ d ano aU efferato Fr ance fé, che è certo che il Re,quado hebbe la prima noueUaf
b Hauendo & credendo che quefli medefimamente fuffero rotti, difierato delle cofefue,et
imflì mam* con lamenti , & pianti mifer abili già penfaua fuggircene in Brettagna : ma
Suatòie mi gfingl ?fi come hebbono meffo in fuga i caualli, penfando all'acquifio di Terroa
%e , & con m . conducono Xinfeme, e i prigioni innanri alle mura : però disperati i fiU
l'artigliere . *'• «?-© i <-» _ r \ i 1 • r ■ **-, i Ir i •
lotto vna dati che erano in Terroana b efjere }occorji,ne uolendo i fanti Tedejchi partire
pam d i rn7a pranza infino all'ultima eflremità delle uettouaglie, conuennerofalui
muro. Gio- J >• J{. ■ f* J r ifrij^j*rrr-rj- • r
«io . i caualli, & le perfine de foldati d ufcirji ,Je in fra due giorni non erano fic-
corfu di Terroana . Tiè fi dubita che Ibauer tollerato l'affedio da cinquanta
K^f fan giorni, fu co fa molto f aluti fera al ne di Francia . Era pochi giorni innari^ ue-
eu faceua nuto per finalmente nell'efferato Inglefi Maffimiliano, riconofeendo quei luo-
Tedefch? E ghi,ne' quali bora diffimile afe mede fimo , haueuagiouanetto rotto con tanta
li confini : gi0Y'm f efferato di e Luigi undecime Re di Francia , nelquale mentre flette fi
roHUnoAfA gouemaua ad arbitrio fuo. Ma non trauagUauano le cofi del Re di Francia à
Tendo gioua qUt,fla parte fola: an^i erano con pericolo maggiore molefiate dagli Suiigeri.
\l qui"e 5 la plebe de' quali infiamrnatifjima che il Re ai Francia cedeffe alle ragioni , le
ehm di <iua^1 pretendeua al Ducato di Milano , & però ardente , infino non lo face-
iiiippo uè- uà, d'odio incredibile contra lui Joaueua fatto abbruciare molte cafed'buomi-
C°io° fcr' ni priuati di Luce-ma , filetti di fauorire immoderai 'amente le cofi del Re di
ti flìmo con Francia : & procedendo continuamente contragli huomini notati difimilcfu
Fiancefi" a fpici°ne> haueua fatto giurare a tutti i principalità mettere lepenfioni in com
•he icriuc il mune : & dipoi prefi l'arme per publico decreto, erano in numero di uenti mi
„«iomo, ^ jantl ftftytfì qUap popolarmente nella Borgogna * ricemto da C efare , il
quale.
Pone H
D V OD ECIMO, 34t
quale, b fecondo le fue uariationiy è per foffetto che haueffe di loro ; ricusò ,
benché l' haueffe promeffo & al "Red Inghilterra , & a loro , d * andarvi perfo-
nalmente, artiglierie, & mille caualli : andarono a campo a Digiuno Metro-
poli della Borgogna, doueera la Tramoglia con mille lance, & fei mila fanti:
g & hauendo a la plebe per paura delle fraudi de Capitanile già cominciaua- • .
no a trattare co Franceft, prefe l'artiglierie, cominciarono apercuotere la ter folfe viderl
ra : della difefa dellaqual dubitando non poco la Tramodia , ricorrendo a ili 50,^arche*
i • • • i • • * \ *% i *^ fc di V 1 r tei!
ultimi rimedu accordo fubitamente con lorofen^a affrettare commiffione alcu berga, capi-
\j na dal Re, \> con patto che il R : fuffe tenuto cedere alle ragioni , che haueua ca?° de' ca
fui Ducato di Milano, & a pagare loro in certi tempi feicento mila ducati )per "chi , quelli
l'ofìeruan^a delle quali co fé dette quattro flati chi s perfine honorate & di gra c ^\™g
coniitione : né gli Sui^eri sobligarono ad altroché di ritornar fi alle cafepro pre^deli'af
prie : onde non erano tenuti a effere infuturo amici del Re di Trancia, an%ipo "j Jn° £ J£
teuano quando uoleuano ritornare a offendere ilfuo Reame . Riceuuti gli fla- ddré h III
fichi partirono fubitamente .allegando per efeufatione d' hauere conuenutofen JS^-Stf?
%al Re d'Inghilterra, il non hauere riceuuti al tempo debito i danari promeffi ripoftr gu ai"
da lui . Fu giudicato quefla concordia hauere faluato il Reame di Francia: me'" «che
perche pr e fo che haueffero Digiuno, era in poteflà de gli Sui%£eri correre fen- dubitSti
^alcuna refiflen%afino alle porte di Tarigi : & era uerifimile che il Re d'In- ^ sliL^.
ghilterrapaffato il fiume della Somma, ueniffe nella campagna per unir fi con
loro : cofaclwnonpoteua effere impedita da Francefi : perche non hauendo a ì 1}GÌOU'^
quel tempo più difei mila fanti Tedefchi , ne effendo ancora arriuato il Duca foPne* «pi-
di Ghelleri ; erano neceffitati a flare rinchiufi per le terre : & nondimeno al £" ^SUE
Re fu moleflitjìmo, &fi lamento fommamente della Tramoglia per la quan- **« gu'sufc-
tità de danari promeffi , & molto più per hauerlo obligato alla ce/pone delle m^lh^u
ragioni, come cofa di troppo pregi udicio, & troppo indegna della gronderà , no°nfeiccn.
& dellagloria di quella Corona : però ancora che il pericolo Me nauifHmo , £j ™ qua-
egli Sungeri Jdegnati ritornafiero di motto ad affaltarlo ; nondimeno con- la du«ti , <*
fidando fi nella propinquità del Verno, & nel non effere facile che tanto pre- Zwtik SS
fio fi rimettefiero infieme, deliberato ancora di correre più preflo gli ultimi pe ga"»ma rag
titoli, chepriuarfi delle ragioni di quel Ducato, ilquale amano, ecceffiuamen fStioni
te ; deliberò di non ratificare^ ma cominciò a fare proporre loro nuoui partiti : furono ini-
da quali alieniffimhminacciauano, fé la ratificatane non uenifìefra certo ter £ omo!£
mino tagliare il capo a gli Statichi . Trefo Termina, allaquale l \Arciduca n^° fimiI-
pretendeua per antiche ragioni; & il Re d'Inghilterra diceua effere fua per £o miu2
hauerla guadagnata con giufta guerra ; parue a Ce fare , & a lui per fremere i cati*
femi della difcordia di cgittare in terra le mura , non oflante che ne' capitoli
fatti con quei di Terroana fufie fiato prohibito loro . Vanì poi Ce fare imme- e Fu ruìna-
diate doli esercito affamando che gli Ingleft per la efperien^aueduta di lo- r^llnYÌ
ro, erano poco periti ddla guerra, e temerari] . Da Terroana andò il Re d'in * " ^Ago*
ghiltena 4 campo a Tornai, città fortiffimaì& molto ricca & affettionatiffi- &£%&&
map i iTiùcaindinatìone olla Corona diFrancia , ma circondata dal paefe ««►•
dell'arciduca,
I. I B R O
dell' Arciduca ,& però imponìbile a effere foccorfa da Frutice fi , mentre non
* Tn quarto eran0 fuperiori alla campagna : Uquale dehberatione fu molto "rata al He di
modo i Nei ■'. r , *:..*; ■■•« 2. ti ' • • •
ni) K dice il Tranciai perche temeua non andaijero a percuotere nelle parti più importanti
ciouio, ci- fcirH0 Reame ;cofa cbelomettcua in molte difficultà ; perche fé bene ha-
«ai emà di «effe già congregato efferato potente, trouandofi, oltra cinquecento lance che
q ic ita nano j)auel4a meffa a gua rdia di San Qiiintino, due ?n ila lance, ottocento cauai leg-
jbtti (limi gìeri cibane fi, dieci mila fanti Tedefchi , mille Sui7geri , otto mila fanti del
ì !i a- on L TfcV10 fuo '> era molto più potente l efferato Inglefe : nclquale. concorrendo^
«en'ao top ogni giorno nuoui faldati erapublica fama trouarfi ottanta mila combatten-
i*°dU> na dei ** : Pcr° & ^e non §erand° molto di potere difendere Eologjia , & il re/lo del
Faàtica gio paefe pofto di la dalla rì/àera di Sommatone temeua che gli bigie fi non fi uol
n fwon pu $>effjro- PenfaIia a]da difefa di ibernile, & ^imiens, & l altre terre , chefir
min in de no fu la Somma, & arefijìere chenonpaffaffero quella riuiera; & cofi an-
faiono V\T darfì temporeggiando infimo che laflagione fredda faprauenìffe,o che la diuer
gloria ad- pone del Re di Scotia, nellaquale molto Jperaua, face fé qualche effetto, carni
iwtatioB To *sàà& & queflo tempo l'efferato fuo lungo la Somma per non lafciare guada-
ta • gnare il paffo a nimici . Credette fi che della deliberatione degli Inglefi, inde-
.. gna certamente d'huomini militari, & di sì grande efferato, fuffe fiata cagio-
scotia era ne, ò i conforti di C efare, che fferaffe* chepigliandofi , poteffe b ailhora , ò con
deiti? !aka tempoperuenire in poteflà del nipote, alquale fi pretende uà che fartene ffc;
rn iiàt a dei ò perche temeffero andando ad altro luogo, della difficultà delle ueitoù'^pic; à
daC rtoffe" c^e Pdtre terre, adequali andafiero, non fu fero foccorfe da' nimici . Fece!*
quefta guer Città di Tornai , non efendoprouifla di genti far e fiere , & differandofi del
è" diicrma* faccorfo,effendo battuta con l'artiglierie da più parti, bneue difefa ; & a fi ar a
dai Giotto rende, falue tutte le robe, & per fané loro, mapagando fatto nome di riiompe
n"" hb" i ie rarfi dalfaco cerito mila ducati . l^èfìmofiraua altrouepiu benigna la far-
Con tra lui tuna de trance fi : perche il b He di Scotia utnutoful fiume Tendo alle mani fr
Remarlo- con efferato Inglefe , nelquale era in per fona Caterina Reina d Inghilterra ;
ghihe tra fu uiuto con grandiffima ucciftone, perche ui furono ammalati più di dodici
HaUaìdo m^a Scv&éfi infi&ne con lui , & uno fuo figliuolo naturale , ^Arciuefcouo di
c5v f s"r Sant0 Andrea, & molti altri Trelati & nobili di quel Regno . Dopo Iemali
"e<ib;iCfk uittone effendo già alla fine delme fa d'Ottobre, il Re .Anglico Aa fiat agitar-
*°.f "f e al dia grande in Tornai, & licentiatii caualh , & fanti Tedefchi ; fé ne ritornò
il Oddo nd- *w Inghilterra ; non hauendo della guerra fatta con tanti apparati, & con fife-
la Nortum- fa ineftimabile riportato altro frutto che la Città di Tornai : perche Terroana
le fu pan ia sjajciataaimuray njtaua inpotere del Re di Francia . Moffelo apafare Urna
mortalità: r6y perche non fi potendo più in quelli feddijfimi pac fi efiercitare la guerra ,
il Re d. Sco erajnutile il dimorar ui con tanta faefa ; &penfaua oltra queflo a ordinare il
ma vi mori
il Re di Sco
tU ^0,-0 loumiodelnmiìO Re di Scotia pupillo, & figliuolo d'una far ella fuaydoue er
io : ma anco andato il Duca a' Albania, che era del fanme mede fimo di quel Re. Te
Giglio : ma anco andato il Duca a Albania, che era del j angue mede fimo di quel Re. Ter
il Giouiopo
ae , che Thomafo Hauardo fotte fìgliuol del Conte di Surre, & eflb Conte è da lui detto Sur!eio,.aflferma«
do che fotte il pmuobil fiatone del Regno.
DVODECIMO. 345
lapartitadelquale il Re di Francia ritenuta fanti Te de fichi; licentiò tutto il
r.efto delt efferato, liberato dalla cura de* pericoli prefenti,ma non già d'aitimi
re di non ritornare l'anno feguent e in maggiore difficultà : perche il Re d'In-
ghilterra partito di Frància con molti minacci , affermano uolerui ritornare
la fiate proffima: an%iper non differire piti tanto ilmuouere la guerra, corniti
ciauagiàa farenuoue preparationi -.fapeua efferein Ce far e lamedefima di-
fipofitione di offenderlo* & teme uà die ilRe Catolico,ilquale con uarijfutter-.
fugvj haueua fcufato latriegua , fatta per non fé gli alienare totalmente , non
figliale l'arme infieme con loro : andine haueua potenti indicij, perche era
fiata intercetta una lettera , nellaquale quel Re fcriuendo alì jLmbaf datore
refifiente appreffb a C efare ^imofir andò l'animo molto alieno dalle parole, con
lequai fempre dimofiraua ardente defiderìo dimuouer guerra contra gl'infe-
deli, & di pafì are per fonalmente alla ricuperatane di Gierufalem proponeva
che communemente fi attendere a farepreuenire il Ducato di Milano in Fer-
dinando nipote commune fratello minore dell' *Ar riduca., dimoftrando che fiat-
io quefio, il refio d'Italia era neceffitato àiricejuere leggi da loro, & che a Ce-
fare farebbe facile, congiunti maffimamente gli aiuti fuoi • peruenire, come
dopo la morte della moglie era fiato fempre fm defiderio , al Tonteficato , il-
quale ottenuto rinuncerebbe all'arciduca la Corona Imperiale : conchiuden-
do però che cofe sì grandi non fi poteuano conducere a perfezione fé non col
tempo, & con l'occafioni . Era anchemanifefio al He di Francia l'animo degli
Sui%^eri,à quali offèrìuagrandiffime conditioni , non placar fi in parte alcu-
na uerfo lui : ani^i efìerfi nuouamente irritati , perche gli fiatichi dati loro
dalla Tramoglia, temendo per inojferuan^a del Re, dinone fiere decapitati, fi
erano occultamente fuggiti in Germania tonde meritamente haueua paura*
che, ò diprefente, ò almeno l'anno proffhnoper 'la occafione ditanti altri fuoi
trauagli, non afialtaffero, ò la Borgogna, Ò il Delfinato . Quefle difficultà fu-
rono in qualche parte cagione di farlo confentire alla concordia delle cofe (piri-
tuali col Tontefice:. della quale l'articolo principale era la eflirpatione totale
del Concilio Tifano : laquale trattata molti mefi, haueua uarie difficultà , &
ferialmente per le cofe fatte , ò con l'autorità di quel Concilio, ò contra 11 au-
torità delVontefice ilequali appromr e pareua indegni [fimo della Sedia jLpo
ftolica, ilritr attorie non era dubbio che partorirebbe grandi ffima confufione t
pero erano fiati deputati tre Cardinali a penfarei medi diprouedere a quefio
difordine, & faceua qualche difficultà il non parere conuenicnte concedere al
Re l'affolutione delle cenfure9fe non la dimandaffe : & da altro canto ìlJRe ne
gaua uolerla dimandare per non notare per feifmatici la per fona fua, & la co
ronadi Francia*Finalmenteil Re firneco daquefiamolefiia,e tormétato dalla
uolontà di tutti ipopoU.delfuo Regno, iquali ardétemente defiderauano il riu-
nir fi co la Chiefa Romanaffloffo ancor a molto daìli7ifian%a della Reina, laqu&
le fempre era fiata alieniffima d* quefle controHerfie^eliberò cedere alla uolo-
iÀMTonteficejnè, anche fenig qualche $eran7g}cbeleuatQ.uiaquefia diffe?
unTgii
LIBRO
ter.%A)il Tontefice haueffe, fecondo l intentione che artificiofimente gli haut
uà datala non fi moflrare alieno dalle cofefue ; benché alle querele antiche fùf
fé aggiunta nuoua querela ; perche il Tontefice haueua per un Bricue coman-
dato al Re di Scoti a , che non moleflaffe il He a Inghilterra . Vero neltottaua
feffione del Concilio Laterauenfe,chefu celebrato negli ultimi giorni dell'an-
nodi agenti del Re di Francia in nomefuo, & prodotto il feto mandato,rinun
ciarono al ConciliabuloTifano,& aderirono al Concilio Lateranenfe, con prò
meffione che fei Tr elati di quelli, eh* erano interuenuti al Tifanoyanàerebbono
« Roma a fare il mede fimo in nome di tutta la Chiefa Gallicana,^ che anche
uerrebbono altri Tr elati a difyutare fopra la Tragmatica con intentione di
rimetter fene alla dichiaratione del Concilio : dalquale nella medefimafefjionc
. ottennono aflblutione pieniffima di tutte le cofe commeffe contra la Chiefa Ro
* A2i" Fra" Vfuma.. Quefie cofe fi fecero l**Anno mille cinquecento tredici in Italia , in Fra
eia morì a § cia3& in Inghilterra. l<[el principio dell* anno feguente non hauendo a fatica
i5X4.u<cian guflata la letitia della unione tanto defiderata delia Chiefa,morì a Jinna Rei- 4
do d« (e due na fa f rancia, molto prefante, & molto Catolica, con grand ijfimo difpiacere
cSaudu , & di tutto il Regno,& de* popoli firn della Brettagna . Ridotto che fu il Reame
penata. La jjj f rancia all' obedien%a della Chiefa, & cofifyento già per tutto ilnome , &
ciaud*a ' tu autorità del Concilio Tifano, cominciauano alcuni di quelli,che haueuano te
■untata a muta ia grandetta del Re di Francia a commuouerfi, & a temere che troppo
Jfó di quf- non fi deprime {[e la fua potenza, & penalmente il Tontefice : ilquale benché
ijoanao me ^eYfeuer affé nel mede fimo defiderio , che da lui non fuffe ricuperato il Ducato
jrancefco di Milano ; nondimeno dubitando che il Re Jpauentato da tutti i pericoli , &
Va d' abDo" hauendo innanzi agli occhi le cofe dell* anno paffato , non fi precipita fé > come
Jem,che ioc continuamente con uolontà di Cefare trattaua il Re Catolico^alla concordia co
'litoti Cefare, per laquale contrahendo lo fponfalitio della figliuola con un de7 nipoti
mìco xu. co di quei Re, gli concede ffe in dote il Ducato di Milano ; cominciò a perfuadere
dirotto "in gUStti^eri che per lo troppo odio contra il Re di Francia,non lo mette fferoin
fucilo me- neceffità di far deliberatione,non meno nociua a loro,che a lui : perche fapen-
«r? jsi- £« do ancl/ejjì la mala dijpofitione che contra loro haueuano Cefare , & il Re Ca
l'alt ra , cioè tolico, per ìaccordo colqualc fé confeguijfero lo flato di Milano , non farebbe
»ed-afimoal meno per itolo fo alla libertà, & autorità loro, che alla libertà della Chiefa &
Le frauce-
di tutta Italia ; douerfi perfiflere nelpropofito che il Re di Francia non ricu-
taL " He" perafte il Ducato di Milano : ma auertire ancora che ( come fpeffo interuiene
cote 1 1. Du neiie anioni humane )per fuggire troppo uneflremo , non incorrefìero nell*al
" FezMia"! tro cftremo parimente, & forfè più danno fo, & pericolofo : né per «(fumar fi
vf ds<r Ct° f°Pra ^ ty°Sno> clje quello fiato non ritornafie nel Re di Francia . effere cagio^
eiaV iìgìo" ne di farlo cadere in mano d altri con tanto maggior pericolo , & pcmicie di
ul°a"Cif vi tuttìy quanto ci refierebbe meno chìpoteffe loro re fi fiere-, che non era fiato chi
je.e it Girai potefìe refifiere alla grandezza del Re di Francia : douerc la Rtpublua degli
di ne* tuoi suizzeri, hauendo e f aitato infimo al Cielo il nomefuo nell'arti della guerra co
Commenta v- .. r . ,J , ., * 1 r t n a *~
iì deik cole tanti egregij fattt> & nobiliffime untone, cercar di farlo non meno ilhfire con
éiftuM* {arti
DVODECIMO. 544
farti della pace, antiuedendo dallo fiato preferite i perìcoli futuri , rimedian-
dogli con la prudenza, & col con figlio, riè lafcianao precipitare le cofe in lue
go > donde non poteffero reftituirfi fé non con la ferocia , & uirtìi dell* arnie :
perche nella guerra , come a ogn bora teftimoniaua l effcrìen%a , molte mite
a:caleua che il ualore degli buomini ero fu focato dalla poteflà troppo grande
della fortuna : effere miglior con figlio moderare in qualche parte l'accordo di
Digiuno, offerendo fi maffimamente dal Re 'maggiori pagamenti , &promif
pone di far trieguaper tre anni con lo flato di Milano; pure che nohfùffè afiret
to dia ceffone delle ragioni ; laquale effendo di maggior momento in dimoflra
tione , che in e jf etto , (perche quando al Re ritornale l'opportunità di ricupe-
vario , rhauere creduto non gli farebbe altro impedimento che uolefie egli me
de fimo ) non douerfiperquefia difficultà ridurre le cofe in tanto perìcolo Dal-
l'altra parte con efficaci ragioni confortaua il Re di Francia a uolere viu pre-
fio per minore male ratificare l'accordo fatto a*Digiuno , che tornare in pcrico
to d'hauere la fiate proffima tanti nkzki nel fuo Regno : e fi ere ufficio di Trin
cip e fauioper fuggir e il male maggior e abbracci are per utile >& per buona
l'elettione del male minore, ne fi douercper liberar fi da uno pericolo , & um
difordine, incorrere in un altro più importante, & di più infamia ipercheyche
honore gli farebbe concedere a' rumici fimi naturali, & che l'haueuano perfe-
guitato con tante fraudi , il Ducato di Milano con sì mamfefia nota di uiltà i
che ripqfby cheficurtày diminuita tanto la fua riputatione , hauere a cresciu-
to lapoten^a di quelli, chenonpenfauano ad altro, che ad annichilare ti Rea-
me di Francia < da quali conofceua egli mede fimo che niunapromefia, niuna
fede, niuno giuramento poteua ajficurarlo,come con gr andiamo fuo danno gli
dimoflraua l'effieriew^a del tempo pafiato : effere cofa dura il cedere quelle ra
gioni, ma di minore infamia, perche una piccola frittura non faceua piupo-
tenti ifuoi auuerfartj : & effendo fiata fatta quefla promeffa fen^a confimi-
mento fuo da ifuoi minifiri, non fi potere dire che da principio fu fé fiata fua>
deliberatione, ma efiere più feufato a efeguirla , quaficome ne ceffi tato dalla
promefia fatta, & da qualche ofieruan^a della fede : & faperfi pure per tut
to il monio da quanto pericolo hauefie quello accordo liberato allhora il Rea-
me di Francia : lo lare che con altri partiti cercaffe d'indurre gli Sumeri alla
fua intentione : & egli defilerofo , che per ficurtà del Regno fuo , feguitafle
in qualunque mo io la concordia ira lui,& loro ; non mancare di fare con ogni
fiudl0 mugli ufficij > perche gli Sumeri fidi ffionefiero alla fua uolontà : ma
quando pure fie fiero pertinaci , e fonare paternamente lui a piegar fi , & ad
obedireà tempi &alla neceffita\ & per tutti gli altri rifpetti, & per non Ie-
ttare la feufa a lui di difcofiarfi dalla congiuntone de nimici , Conofceua il Re
efiere u?re quefl: ragioni , benché fi lamentafie the il Tontefice hauefie me-
fiolato tacitamente le minacele con le per fua foni, & confefiaua efiere necef-
fitato a fare qualche deliberatione the gli diminuiffe il numero denimi:i:ma
Iwieua fifio nell'animo fottopcrfipiu tofio a tutti i pencolile cedere le ragio
m
LIBRO
ni del Ducato di Milano, confortandolo a queflo mede fimo il (ho configUo,^
tutta la Corte : a quali benché fuffe moleftijfimo che d Re facefje pia guerra
in Italia, nondimeno haueniorifpeito alla derrata della Corona di Francia;
tra molto fin molcfio che fuffe cofi ignomimofamente sformato a cederle . Si-
mile pertinacia era nelle Diete degli Sui^eri : a quali benché il Re ojf'erijfe
M pagare di preferite quattrocento nula ducati i <& poi in uarij tempi ottocen-
to mila, & che il Cardinale Sedunenfe,& molti de* principali , confederando
il pericolo imminente, fé il Re di Francia fi congiugne ffe con Cefare,& col Re
Maiolico, fuffero inclinati ad accettare quefle conditioni; nondimeno la molti-
tudine-inimici ffima del nome Fr ance fé , & che fuperba per tante uittorie yfì
confìdaua di difendere contra tutti gli altri Vrinctpi uniti infieme il Ducato
* Quella di Milano , & appreffo allaquale eragià molto diminuita l'autorità di Sedu-
pjatucadodl nenfe,& foretti gli altri Capi per le penfwni foleuanoriceuere dalRediFra
fia ìi Ke di eia ; wfifleua oflinatifjimamente nella ratificatione dell'accordo di Digiuno:
vudd*$pt anV. concitata da grandijjima temerità, trattaua d'entrare di nuouoin Borgo
gu j, accen gna, benché opponendofi a queflo Sedtinenfe, & gli altri Capi , non con mani-
dhopra"è d°i fefld autorità> ma con uarij -artifici], & modi indiretti, traportauano di Dieta
-chi, rata dal in Dieta quefta deliberatone : però il Redi Francia: non effendo né offtfo , né
Squaiducoc a(fiCHrat0 da loro , non cejfaua di continuare la a pratica del parentado col Re a
ce ftmiimé Catolico : nellaquale come altra uolta era laprincipale difficultà,fe inpotefià
rqueft^nc- del padre , b del fuocero doueua flare la fanciulla infino al tempo habile alla
go:ij nel li. confumatione del matrimonio: perche ritenendola il padre, niunaficurtà del-
che^ f u* "i ' l'effetto pareua hauere a Ce far e: & il Re in fino che gli reftaua qualche fyeran
maritar Re- *%& che la fama di queflo maneggio Xaquale egli fludio fornente diuulgaua, pò-
la dei °Re teffeper lì inter effe proprio mitigare in beneficio fuo, gli animi degli altri) nu-
Lod'JUÌ.c° * tr ma uolentier ile di fficultà che uinafceuano .Venne alui Quintana Segre-
tfrateiio* di tario del Re Catolico, quello che per le medefimt cagioni ui era flato Vanno di-
cario Duca nan%i, & dipoi pafìato con fuo confentimento a Ce far e * ritorno dinuouoal
gna,ch'amé Re di Francia : alla ritornata delquale , perche fi potè fiero con maggiore com-
ronoPi m u* mo^ta rifoluere le difficultà della pace, il Re, & Quintana in nome del Re Ca
latori .- vno tolico prorogarono per un'altro anno la triegua fatta l anno paffatocon le me
Ìd ui°nt?r& defime conditioni : allequali fiaggiunfe molto fegret amente , che durante la
r*itro Ferdi triegua ; nonpoteffe il Re di Francia moleflare lo flato di Milano, nelquale ar
«andò pn- iiC0[Q nonft includcua ne Genoua,nè *Afii : laquale conditione tenuta occulta
rococò dote i i r i i ju Ai ?
delio ftato da lui, jupublkata , & bandita folennemente dal Re Catolico per tutta Spa-
faVul^praV &m' mcer^^ huomini quale fuffe più nera, ò la negatione dell uno,o l'affer-
ticaii Ke di matione dell'altro . Fu nella me de fima coment ione riferuato tempo di tre
celare voìé mefi a Cefare> &al Re d'Inghilterra d'entrarui , iquali affermaua il Quinta-
ti eri tra tu - na, che ui entrerebbono amendue : ilche quanto al Re d'Inghilterra fi diceua
uodu^tìnd nanamente, ma a Ce far e haueuaperfuafo il Re d'Aragona , rifolutofempre a
Keguo d' i - non uolere la guerra diuerfo Spagna,non fi potere con migliore uia ottenere il
maritaggio che fi trattaua . accrebbe quefta prorogatone il foretto al Ton-
tefi et ,
«alia.
SVODEC1MO. ?45
trecche tr.t qaefìi tre Trini pi non Me fatra,ò m vmmtò ài farti in Derni-
■■$# d Ita//** concimi li coje maggiorila non perciò partendo/! dalleprime
deliberatwì'hche alla libertà communefuffe molto peniciofòjche il Ducato di
filano per nen>ffe in potere di Cefare,& dei Re Catolko,ma d'dnofo anco che » Mentre
je ricupcr*: o dal He di Francia ,;gli era molto difficile procedere,®' bilan- ■ l*c jj,^
Annotano-
t)ì,i3c mi tro
uo a difeor
grandezza , e^ dalla fìcurtà del Re di Francia :perà reic r°Pr» .
p.T //forare quel Re dalla neceffitad 'accordar/i con loro.ccntinuaua di confor- £di JSf
tare g// Svizzeri, a quali era [omettala triegua fatta eli compor fi con lui : & lo ift vine
per occultargli in qualunque euento il p affare in Italia , saffati&iua più che fc&^y
. mai per la concordia tra Ce fare , & il Senato Vinitiano lilquale , giudicando fufitfìrnaae
* che d fare triegua fiabU^ ?j? c*8l
foluc ita .con animo coftante3ò di far paceyò di continuare fu Varmhnonft rimo- « ia"° •* è **
pe/Zi£> daqucfla generofitàper accidente,}) infortunio alcuno: perche oltra tati gff "te fi?
K :/ d mrfi , e tanti infelici fuccefjì hauuti nella guerra , & il di iterare che per m° a x i . a
quell'agio il Re di Francia mandafie efferato in Italia , hauendo ancora con- CnS5 £}
trarla, ò Lira del Cielo, ò i cafi fortuiti che dipendano dallapotcftì della forili cidl° in v»
Mita, era flato in Vinetia nel principio detìan-io * un gran ■ ■/ :;?i vrio wcendiayilqua l\\cl "$2
le comincialo di notte dal Tonte del Rialto, & aiutato da' iknti £>■ reali* non zo d.e!,a si-
ndorim^ianà alcuna diligendo fasica ci ejofpcriuu- mohoiSS
, ; haueua abbruciato la / ; P > : icca parte di fe° di . lut4
i . Ter la interpofitione da Ti, . . /} fece di motto giwiu^^
& loro compromeffo in lui non riflncio ai. 0u ani *nira aUa c*
j & indeterminata potefta : ma non ai: -on fegreta \ f: a con- q^eiìI'cTnS
j. rmatacon cedola di propria mano, di non f io con a ìmèn Kcf ubiic
i cimo lilquale compromeffo come ho al- b Qurfto
rte>&aa altra che fojpe/ìfefférg fu da #*&&***
gli Spagnuoì i,eT€d*jhbLpócoti muoli foÌ?w<É
ihee, . r J r -- • "■"■'■■■' " ■ t,s i • -- -
~Uì& il l'i tremando ?e
ini: . o i.uamirinitiani ,iTi'dejLhi pe }cmi l^^
firn o parano, tcrr : >l~i . ■■ ffxffil ^^n-m
m ice: perai Finitiamkim?: iCY l no
infqccorfo di quella cinque xr. ,_ <U*«ft«fo-
o
da
tuia de* quali ufeendo anco quelli di deniro e ^ t • . sTdìii
L t I> K ■ .>•
cvrfio , & penato > & fcntcndo la ueuuia delle genti V inaiane , con /*>
// congiugneua.no molti delpaefie,fì r it ir auano prefiio alle loro a m-
doui poi fecondo loccafiwne . Mona {Finii \ente dinnono:peril
che il Viceré ordino che dianone uno de Capitani moli , che erano al-
loggiati tra Ejìi, Montagnana> & Co a > huomini ctar
me> cento caualìi leggieri > & cinqui nel Friuli : ma intefo per lo
camiuoy che nelpacfe era fiata fatta triegua per fare Li . mia ;fe ne tor-
nò al primo alloggiamento . Cofì procedendo legù : ne d li dia lentamente ,
non fi intermetteuano le pratiche della pace > & de : perche il Re-
nan priuato al tutto di jperan\?ayche gì. yrl co vere ri-
comperilo di danari in cambio della i effion e. lei agioni , fiol . ìpprejjò*
a loro queflo effetto con molta infranga : dalquale er a la ynd illudine tana
aliena, che hauendo quando fuggirono gli fianchi , coflvetto con minacci il Co
mrnxtore di Gineura a dare loroprigionc il Vr efidente di Granopoli , manda-
to dal Re in quella città per trattare con loro-X efiaminanano con molti tormcn
tiper intendere .■» Ce alcuno della loro natione ricette fé pia penfione, ò hauefie
intelligenza occulta col Re di Francia i . >, né humanità > ne giufti~
ficatione alcuna a reprinu ì e l.i I/co bari, >,. ì;nè erafienr^a foretto il
Re che anche il Tonte fine, t Ire per la dmerfiià de fini- [noi era t to naui-
gare con grandiffima circoj peuione , fa tanti [logli, uon p «c;ti.afie fi- -reta-
mente , che gli S ulceri non ccnaenifiero feco fenz* Inter uento fino , uwper
incitargli a rompere la guerra , che da quei . imamente gli fionfoìi*. \ta : .
ma perche) ò refuserò firmi nel f accordo di Digluno} a per paura i he.evn ov.e
Jìoprhiciplo non fiifiepara fivo da lui ;pero minacci aiia di precipita ■•
cordo con gli altri ? pei non uoler reflue più filo . rrcofie d p .7-
do, fracco ancora dalle fise fi ec'Ci ; hj.
hauendo condotti in- Francia uniti nula fanti '.< nò poi m 0 hc:nergli tut
in ltalia,& chiglia' cnlk
tày& in tanta pt.rplefErMelletv • f,-
tà,& afiafi^ranxadi- ha-ity
gnationc incredibile , ci , . tette il R e d'I . ert a detia trugua r inoliato^
dalfiuocero coatta quello che mei teuolce gli > baite uapromeffo, di non fart p>
fen%a fio confentimcnto convention? ai una col Re di Francia;uc!la quale 1,
giuria ìamentandofi pubicamente > & affermando e fiere fiat 0 \ • gai, nato dal
fuocero tre mite; fi alienano.' ogni giorno più dapenfieri di ri®oua, e laguer-,
ra contra i-Francefì ; laqualcofiaperuenuta a notitia del 'Pontefice ; mofio > i
dal foretto che il He di Francia in cafio fuffe moleftato da lui s non facefie la
pace)& ilparentado, come continuamente minacciauay con gli altri due Re ;
e Perche (enfiando che ad ogni modo hauejfe afwcedere la pace tra loro , de-
ftderafii
•
DVODECIMO.' 547
ftderajfe con lo ìnterporfene ,acquiflare qualche grado col Re di Trancia de
quello che non era inpoteflà fua diprohibire ; cominciò a confortare il Cardi-
nale Eboracenfe , che perfuadeffe alfuo He , che contento della gloria guada-
gnata, & hauendo in memoria che corrijponden^a di fede haueffe trouata in
Ce fare , nel Re Catolico , & negli Sui^eri; non trauagliaffe più con ranni
il Reame di Francia . Certo è, che efìendo dimoflrato al Tonte fice , che ca-
rne il Re di Francia fi fufì e affi curato della guerra d 'Inghilterra ,mouerebbe
Tarmi contra il Ducato di Milano , riffondeua conofeere queflo pericolo , ma?
hauerfi anco a confiderare il pericolone partorirebbe dall'altra banda la di-
funione di quei Re , & e (fere in materie si graui troppo difficile il bilanciare
lecofesì perfettamente , & trottare conftglioche fufle totalmente netto da
quefli pericoli ■: reflare in ogni euento allo flato di Milano la difefade gliSui^
ieri , & efiere necefiario in deliberationi tanto incerte , & tanto difficili ri-
metterne unaparte alt arbitrio del cafo,& della fortuna . come fifa cominciò
preflofoper l'autorità del Tontefice3òper inclinatione propria delle partila no,
fiere pratica d'accordo tra il Re di Francia, & il Re d'Inghilterra , / ragiona-
menti dellaquale cominciati dal Tonte fice con Eboracenfe , furono trasferiti
yreflo in Inghilterra : doue per quefla cagione fu mandato dal Re di Francia il
Generale di rNgrmandiaìma fiotto colore di trattare delia liberatione del Mar
che fé di RoteUino : all'arriuare delquale fu public ata foftenfwne dell'armi per
terra folamente tra Funo,& l'altro Re per tutto il tempo che il Generale flef-
fenell'lfola . *Accrefceuafi per nuoue ingiurie la, inclinatione del Re d'Inghil-
terra alla pace: perette Ce far e, che gli haueua promefo di non ratificare fen^a
lui la triegua fatta dal Re Catodico ; mandò a quel Re l'mflrumento della ra-
tificationeàlquale per una lettera fua al Re di Francia, ratificò in nome di Ce
fare, ritenendo fi lo inflrumento per poter e tifar e le fimulationi, & artifue. Co
minciata la pratica tra i due Re, il Tonte fice defiderofo di far fi grato a ciafeu- t La città
no di loro ; mandò inpofle al Re di Francia il Vefcouo di Tricarico a offerire Ì?ir"vìè
j> \ .j n •! i /">\ a» /-• citta uc 2n e l
tutta l autorità & opera Juanlquale pafio conjuo confentimento in Inghìlter "») grand ii-
raper l'effetto mede fimo . Dimoflraronfi in quefla cofa da principio molte diffi co^córfc^ctt
tultà: perche il Re d'Inghilterra dimandaua che glifuffe dato Bologna di Tic mcrcan ti,8c
cardia- & quantità grande di danari: finalmente riducendofi la differenza fu 2* famofiit
le cofe di Tornai perche il Re d'Inghilterra inflaua di ritenerlo , & dal canto fima: & P«
del Re di Francia fé ne moftraua qualche difficultà; mandò quel Re il Vefcouo Ttuo qui"
di Tricarico in pofle al Re di Francia-.alquale no effendo notificato in che par- cVCX3i tcrra
ticolare cofifleffe la difficultàffu data comeffione che infuo nome lo cofortaffe, cìoche3 Imi
che per rifletto di tanto bene non in fi fl effe co fi fottilmente nelle cofeffopra che éo in lil?er-
* // Re di Francia non uolendo hauere carico co' popoli fuoì per e fiere a Tornai «l'inni nsdl
terra nobile,& di fede molto nota uerfo la Corona di Francia ;propofe la co- Brc di, Fran"
fa nel conjìglio , nelquale interuennono tutti i principali della Corte zàouè fu mno i^uu-
nnitamente confortato ad abbracciare etiandio con quefla conditmie la pace > *a 1* ki€.>*
mnojlante che in quefli tempi il Re Catolico cercando ceri ogni induftria Giorno ?"*'
X x 3 aìnter-
LIBRO
d'interromperla, propone ffe al Re di Francia molti partiti, & ferialmente di
dargli fattore alt acquilo dello fiato di Milano . però come in Inghilterra fu av
t La pace Yimta la rifpofìa the il Re era contento delle cofe di Tornai; fu al principio
fra i Re di d'^Agoflo conchiufa la a pace tra i due Re durante la uita loro, & uno anno do a
«ringhiiter P° ^ morte>con conditone the Tomai reflaffe al Re d'Inghilterra : alquale il
ra fi concia Re di Francia pagaffe feiccnto mila feudi , dtftribucndo il pagamento in cento
dei DuMd? m^a franchi per anno :fujfero tenuti alla difefa de gli flati l uno dell'alno con
Longauiita, dieci mila fanti, fc la guerra fuffe moffa per tcrra,confei milafolo, fé per ma-
detteil Mai re : che il Redi Francia fuffe obligato a feruire il Re d'Inghilterra in ogni fuo
tcUncfch'e affare ^ m^e dugento lànce, & quel Re fuffe tenuto a feruire lui di dieci mi-
ri prigione la fanti : ma in queflocafo afpefe di chi n'haueffe di bifogno : furono nominati
in inghiitcf dall'uno, & l altro di loro il Re di Scotta, l'arciduca, & l'imperio : ma non
ra,comefcri r . v „ r \ •» «. ;■ h < . ,. -. *.
uono lecro fu nominato ne Cejare, ne il Re Catolico : nominatigli Sm^jcrt, ma conpatto
ni - du da " c^e cìm^m(ìlie difende ffe contra il Re di Francia lo flato di Milano, o Genouay
Regni. è Jlfli fuffe efclufo dalla nominatane . Laquaìe pace fatta con grandiffima
prontezza , fu corroborata conparentado -.perche il Re d'Inghilterra conce ffe
h dei r e la b fare Ha fu a per moglie al Re di Francia , con conditione ricotto f ce ffe d'haue b
d' inghi i ter re riccuuto per la fua dote quattrocento mila feudi . Celebroffi fubito lo fyon-
ottauo, ma falitio in Inghilterra , alquale il Re non uolleper l'odio grande che haueua al
r tata in Lo r€ catolico, che l'Oratore fuo ù interueniffe . isje era appena conchiufa quefla
Re di Fran- pace,che alla Corte di Francia àrriuò l'inflrumento della r atifi catione fatta da
il*' ^ &T Cefare della triegua, & di mandato fuo, & del Re Catolico per la cotte lufione
rono cele, del parentado che fi trattaua tra Ferdinando d'\Auflria, & la figliuola fecon
b"r d1 AbìT "^a ^ RCy c^eera ancora in età di quattro anni : laquale pratica per la concln
uijia a otto, ftone dellapace fu in tutto efclufa, & il Re ancora per fatis fare al Re d'inghil
tobie^che tencL U0^eVan^ del Regno di Francia il c Duca di Suffolch, che era Capita- *
<ofi fc'rìuo - no Generale de' fanti Tedefchi condotti da lui : & nondimeno honorato , &
che d'amen carenato dal Re, partì bene contento . Islelqual tempo haueua anco il Ton-
due queftì tefice fatte nuoue congiuntioni : perche pieno d' artifici], & di fimulationi , uo
Regni, del- j fa un cant0 che il Re di Francia non ricuperaffe lo flato di Milano, da al-
Morto poi tro intrattenere lui , & gli altri Trine ipi quanto poteua con uarie arti : peto
«i^eUa fu Per mc7$ del Cardinale San Seuerino , che nella Corte di Roma trattaua le co
rimaritata ^ fé del Re di Francia , haueua propoflo al Re , che poi che i tempi nonpatiuatio
L^oDuca cIk tra loro fi faceffe maggiore, & più palefe congiuntone, che almeno fi fa-
di suffolch ceffe unprincipio , & un fondamento , fui quale ftpoteffe fperare hauerfi a
panno 1517- fare ajttm uolt a flr etti ffima intelligenza \ & haueua mandato la minuta de*
e Petto Ed- capitoli : alla quale pratica il Re di Francia , ancora che dimoflraffe gli fuffe
mòdo Poia, - t mn ]muena\0 fatt0 rifbofla sì preflo , che tardò quindici giorni a rifol-
come ho no £ \ J . « . 7, in. rr j> ; ; 11 -ru*
tato nei lib. uerfi, o per altre occupatiom , o perche affettale d altro luogo quali he njpo-
L^nùefto fl^ypcrgpuernarfi fecondo i progrejfi delle cofe; il Tonte ficc fece nuoua capito
medefi.no lattone con Ce fare , & col Re Catolicoper uri anno : nellaquale non fi conte-
deue icciuc » clxe *l Re Lodouico lo chiamò in Fianciaper metter fofeetto al Re d'Inghilterra .
neutt
DVODECIMO. $48
neuaperb altro , che la dìfefa de gli flati communi , hauendo prima il Ré Cato
lieo non nanamente fiorettato , che egli affair affé al Regno di T^apoliper Giu-
liano fuo fratello ,fopra che haueuagid hauuto qualche pratica co* Vinitiani:
ne l'haueua ancora quafì conchiufa , che foprauenne la rijpofla del Re di Frati
eia , per laquale approuaua tutto quello, che haueuapropoflo il Tontefice, ag-
giugnendom folamentc , che poi che egli fi haueua ad obligare alla protett io-
ne de* Fiorentini , di Giuliano fuo fratello , & di Lorena de Medici fuo ni-
pote yilquale il Tontefice haueua prepoflo all' amminiflrat ione delle co fé di Fi
Yen%e ; uoleua che anco efji reciprocamente sobligaffero alla difefafua: laqua
le riceuuta il Tontefice , fi ficus ò efferfi rlflretto con Ce far e , & col Re Catoli-
coy perche uedendo differir fi tanto a rifondere ad una dimanda tanto conue-
niente ; non haueua potuto fare non entraffe in qualche dubitatane , e^ non-
dimeno hauerla fatta per brieue tempo , né contener fi in quella cofe pregiu-
diciali a lui , né impedire la per fettione della pratica cominciata tra loro : le-
quali giuflificationi accettate dal Re > fermarono infume la conuentione , non
per inflrumentoper maggiore J egreto > ma per cedola fiotto fritta di mano di
ciafeuno di loro . La pace tra il Re di Francia , e il Re d'Inghilterra fatta con
maggiore facilità, & prefle^a, che non era fiata l'opinione uuiuer fiale , per-
che ninno credette mai y che tanta inimicitia poteffe co fi preflo conuertirfì in
beniuolenira , & in parentado ; non fu forfè grata al Tontefice , che come gli
altri, s'era perfiuafóìlouerne nafeere più preflo triegua>chepace ; bfe pure pa-
ce y che haueffe ad effere con conditione più grane al Re di Francia , ò almeno
con obligatione , eh e per qualche tempo non affaltaffie lo flato di Milano : ma
difpiacque fommamente a Ce fare , & al Re Catolico , ilqualc , come 7^0 7^
É male alcuno nelle cofe Immane, che non habbia congiunto feco qualche be-
ne, affermaua riccuerne due fodisfattioni d l'animo : lì una che l'arciduca fuo
nipote efclufo dalla ffaerani^a di dxre la for ella per moglie al Re di Fr ancia, &
uenuto in diffiden'za col Re d'Inghilterra, farebbe coflretto a procedere in tut
te le cofe col confìglio, & autorità fna : l'altra che potendo facilmente il Re di
Francia hauer figliuoli, era meffa in dubio lafuccejjione d\Angolem, colquale
egli, per effere ^ingolem defiderofìfjìmo di rimettere il Re di Ts[auarra nel fuo
flato, riteneuagrandifjimo odio : foli gli Suiigeri, benché ritenendo il medefi
mo odio , che per lo paffato contra il Re di Francia , affermauano efferfi ralle-
grati di quefla concordia .-perche reflando come fi credeua , eredito quel Re a
muouere la guerra contra ti Ducato di Milano, harebbono nuoua occafwne di
dimoflrare a tutto il Mondo la uirtà, & la fede loro . 7{èfi dubitauaper alcu
no chél Re di Francia cefìato quafi in tutto il timore d'efier moleflato di là da
monti, non hauefie il confueto defiderio di ricuperare il Ducato di Milanoima
era incerto fé hauefie inanimo dimuouer l'armi fnbito ,ò differire all'anno
futuro : perche la facilità appariua prefente, manonappariuano ifegni diprc
faratione. nellaquale incertitudine il Tontefice, ancor che gli fiuffe mole fliffi-
mo, chel Re ricuperaffe quello flato ; lo confortò molto efficacemente , che col
Xx 4 differire
LIBRO
t Raccont a aWJf\re non corrompe ffe le occafwui preferiti , dimoflrando le co fé ejkvè mal
in patte que preparate a refiflere '.perche H efferato Spaglinolo era diminuito. & non paga-
roch t?a nco tori popoli dello flato di Milano peneri, & ridotti in ultima i^craùone , &
il n°\u\^~ H°H UÌ €fóre chi?oteffedare danari per muovere gli Sui^eri : lequali perfua
S^rL àpio fioni baueuano- maggiore autorità:, perche non molto innanzi che fi faceffe la;
ua co'i Re meramente : maji crede lo moueffe, o perche uedendo le cofe malprouifle , &
& hauédo - du^itando del Re di Francia non faceffe etìandio fen^a ifuoi conforti quefla
gii promef efpeditione,perche haueua le genti d'arme parate*, & molti fanti Tedefchi;tto
«ofòaa ua' ° ^lTecon ta^e arti preoccupare lafua amicitia , ò che procedendo con maggiore
venire in aflutia yfapeffe effereucro quello, che ^Imperatore , e il Re Catolico afferma-
la . nano, e n j^e fa lancia negaua , che gli fuffe prohìbho muouere , durante la
b Accorda-. triegua , l'armi contra lo flato di Milano : & però perfuadendofi, chel Re ne
Udfmn ila $}ere^e ^ fare ^^efa, gli par effe fargli buon concetto della fua diftofitio-
Lanterna di ne > & preparar fi feufa yfeda lui fuffe ricercato ai altro tempo d'aiuto : &
Go'\°v a * fimcc$e k* cofa fecondo il difegno fuo , perche il Re deliberato , b per la cagio-
ottauiano ne predetta , ò per hauere difficultà di danari , ò per la propinquità del uerno
f " f n°\Che ^ non muouere Iwwi fin alla Trimauera , & dimoflrando confidare che an-
d'Agofto co a quel tempo non gli mancherebbe il fauore delTonteficeyrifbondeua alle-
crVtòrd011 &ando uarie feufationi della dilatione , ma tacendo fempre quella > che forfè
foccor fo;ef- era laprincipale della triegua > che ancora duraua . Haueua nondimeno indi
SdeTiffor mtl0m stentare le cofe di Genoua ,b almeno di foccorrere la Lanterna , la-
tezza al Do quale per ordine fuo era fiata neltanno mede fimo rinfrefeata più uolte di qual
fkUerie1 2& c^ ^Mìtà di uettouaglie da' piccoli legni , iquali fingendo di uoler entrare
con tutte Je nel porto di Genoua , ui s'erano accoftati fur t inamente ; ma la eflremità del
cnT vi°era! u^uere era ta^e » ehe b non potendo quella fortezza affrettare il foccorfo,furo- b
no : & a io- no coflretti quei di dentro ad arrender fi a Cenone fi , iquali con dijpiacere ma-
io effer^a- rmìgtiofodel Re, la disfeciono infino da' fondamenti . Rimoffe la perdita del"
gat i venti- la Lanterna il Re in tutto da' penfieri di moleftare perallhora Genoua ,ma fi
cai! "per le uoltòtutto alle preparai ioni d'affaltare il Ducato di Milano l'anno futuro, &.
paghe , che fyeraua infino a qui per la intentione buona 3 che gli dauail Tontefice , per la
bi torV/on- àifi>ofitÌQney che haueua dimoflrato nelle pratiche col Re d'Inghilterra, & coti
et nò eflen gli Suiigeri , & per hauerlo flimolato a fare l'imprefa,gli haueffe ad effere
?Koccorfo? congiunto, & fauoreuolcmajjimamente che a lui faccua offerte grandi , &
la Lanterna particolarmente prometteua aiutarlo adacquiflare il Regno di Tslapoli ò pet
%qÓ*\ che la Cine fa, òper Giuliano fuo fratello : manuoue cofe che foprauennono > co-
la fece rui- minciarono a metterlo in qualche diffidewT^a di lui . T^on haueua ill?ontefice
SaXndofiqUin W* uolutQ comporrekcofedel nuca di Ferrara ,fe bene nel principio della,
ciò molta
lode di cottane, pei hauer tanto mantenuto quel l'afte 4ìo; &d!aaaoxcpci fraaex luiaAto. o,ticiloach'cja gratf
■%rS^aA del ino ibio . Ycdi il YsÌwho di Ncbiv *
DVOD E CI M O. $49
juà promotione ,gli haueffe dato in Roma grandi [tjima (bcrm%a., & promef-
fo la reflitutione dì Reggio ai-ritorno- à'Vngheria del Cardinale fuo fratello :
ilqualepoi che fu ritornato; era andato differendo con uariefcufe, conferma- a Fu qlicft(>.
tegliperb le medefime promeJfe3non filo con parole ,ma con un brieue, & con Lorenzo fi
fcntmdo ch'egli pigliaffe l'entrate di Reggio , comedi cofa che preflo hauefie nUei picrr»
a ritornare fitto il fuo dominio : ma la intentione fua era molto diuerfa > & jk f^ff
inclinata ad occupar Ferrara , flimolato da .Alberto da Carpi Oratore Cefa- pa,che di fo
reo .nimico acerbiffimo del Duca,& da molti altri , che gli proponeuano l'ef- pl\helffì'
f empio della gloria di Giulio* fatta eterna per hauere tanto ampliato il domi- go nei Garì
nio della Chiefa, bora l'occafione di dare uno flato honoreuole a Giuliano fuo jf "deirsn»-
fratello, ilquale hauendofipropoflo§eran%epoco moderate }haueuafyontanea 1503. vedi
« mente confentito, che a Lorenzo fuo nipote riteneffe in Firenze l'autorità del fa""c I7°"
la Cafa de Medici rperò entrato in queflipen fieri il Vontefice ; ottenne facil-
mente dall'imperatore bifognofo in ogni tempo di danaruche gli defiein pe b pu o««n*
gno la Città di Modona per quaranta mila ducatheomepoco innan%i alla mor toria da se-
te di Giulio sera trattato con lui* difemando unire quella Città, con Rev2Ìo> lim Otho"
, , 1 1 . . . i \ ■ mano pnn-
Varma , & Viacen%a , & concederle in Vicariato , 0 m gouerno perpetuo a Cipe de' Tur
Giulianoycon aggiugnerui Ferrar a* fi gli ueniffe mai Voccafione d ottenerla* ff a£° ^tra-
Dette quefla compera fifietto non mediocre al Re di Francia , parendogli fi- a coi nelle
gno di congiuntione grande con C efare, & effendogli mole fio che gli deffe da- ^™dpcarf „e
nariibenche il Vontefice fi feufaua > Ce fare hauergliene conce jfa per danari , a~26.d'Ago-
lf che prima haueua hauuti; & accrebbe ilfojpetto, che per hauere ottenuto il b £0 ^ x£ c£
Trincipe de' Turchi una uittoria grande contra il Sofi Re della Verfiajl Ton nei gìouio.,
tefice, come pei cofa pericolofa a Chrifliani, fcrijfe lettere a tutti i Vrincipiy Selle ùe hi
confortandogli a pò far e t'armi tra loro per attendere a refiflere, b affaltare i ftorìe^oue e
nimici della fede : ma quello che quafi in tutto feoperfe a lui l'animo fuo ,fu ^""iék-
£ ch'egli mando fitto ih mede fimo pretefto c "Pietro Bembo fuo Segretario* che to d'arme»
fu poi C ordinale, a Vinetiaper difiorgli all'accordo con l' Imperatore melqnale r é
efìendo le medefime difficultà,cheper lopaffato;non l'baueuano uoluto accet bo dice ai fi
tare:an%i manifeflarono al Re di Francia la cagione della fua uenuta: onde il {Jf^1^^
ReydifpiacendogliìChe in tempo tanto propinquo a muouere l'armi, cer coffe di fendo Leo»
priuarlo de gli aiuti de fuoi confederai hrinouò le pratiche paflate col Re Ca- £* t [" f ci«f
tolicofo perche quefto terrore moueffe il Vontefice 3ò non lo mouendo,per con- fé fubito al
chiuderle : tanto era fopra ogni cofa ardente alla ricuperatone del Ducato di 5^* t *
Milano, Ma in queflo tempo mede fimo non erano flati in Italia altri moui- iu» e iacope
menti , che contra i Finitiani , contrai quali anco s'era tentato di procede- qJaU amèi
te con occultijjime infidie: perche (s'èuero quello 3cbe riferifeono gli fcrittori due morii*
Vinitiani)akuni fanti Spagnuoli entrati in Vadoua Simulando d'ejjerefug- ^àtiM'ì.
giti del campo de nimici, ceuauano d'amma'tgare l'Siluiano per commeffio- Pa Per fe^s
ne de' Capitani loro: i quali jperauano , che accoftandofi fubito con l'efferato Jfj' din""*
ckia di Fra—
cia,& unirgli all'Imperatore} mandò cflo Seajbg a Vineùa; llquai K«itò un'OaÙOJie a quel Principe^'* a.
aUmpa & molto sùjdJciQ fa.
a.Tadou&
LIBRO
* Tadotta, difordinata per la morte d'un tale Capitano , batterla facilmente
ApigUare:tantofono di (fimi li imodi della militia pr e finte dalla uir tu de gli
éntichin quali non chefubornaffero ipercuffori,riuelauano al nimico, fé alcu-
na fcelerateTga fitrattaua contra lui, confidando fi di poterlo uincere con la
uir tu: laqual congiuratone uenuta a luce ,fu de gli federati fanti prefo da i
Magiflraci il debito fupplicio . ^Alloggiarono le genti Spagnuole , diminuite
non poco di numero tra MontagnanaXologna, & Efti, i quali per sformare al
ritirar fi nel Reame di 'Napoli ,i Vinitiani,ordinauano un 'armata /delinquale
baueuano fatto ^Andrea Gritti Capitano Generale ilaquale dejlinata adaffal-
tare la Tugliafu peruarie difficultà alla fine difarmata,& me fa in fdentio:
ttenneropoi gli Spalinoli alla Torre appreffo a Vicen?a,ftìmolati da i Tede-
fchi-ch erano in Verona, d'andare infieme con loro a dare il guaflo alle biade
de3 Tadouani : ma hauendoglì affettati in quell'alloggiamento più giorni in
uano, perche erano ridotti a piccoliffimo numero, & impotenti per adempire
le promefie, fitto lequali gli baueuano chiamati , laf ciato ildifegno del gua-
fto,& ottenuti da loro mille cinquecento fanti; andarono con fett ecento huo
mini d'armey fett e cento caualli leggieri, & tre mila cinquecéto fanti Spagnuo
li a campo a Cittadella,nellaquale Terra erano a trecento cauai leggieri idoue f
it. 300. ca- e/fendo arriuati a due bore di giorno- bauendo caualcato erediti tutta la not-
}ui !*8W«' te;la batterono fub ito con l artiglieria^' l giorno mede fimo la prefero con tut
u lotto ìigo ti quei cana'liper for%a al fecondo affalto >&fi ritornarono al primo allog-
ue no diBct ^amen{0 propinquo a tre miglia a Vicen7a,non fi mouendo l' filmano: ilqua
naicr.no a n o fri o 1 i- 1 > r
lignoio , & le bauendo hauuto dal Senato comandamento di non combattere, $ era con jet
ìé^come tecento buomini d'arme -mille cauai leggieri,& fette mila fanti fermato in al
a legge nei lovviantento forte fui fiume della Brenta, dalquale co' caualli leggieri traua-
«nieo1 The gl^aua continuamente i nimici mondimene poi per maggiore ficurtà dell' efier
riccóta tut citoyfi ritirò a Barciglione quafifu le porte di Vadoua: ma efsendo tutto' Ipae-
r^ifìA nd fi confummato dalle f correrie, & dalle prede,chefifaceuano dall' uno,& dal
ì undécmio £ altro efferato ;gli Spagnuoli, mancando loro le uettouaglie , fi ritirarono a
Juno !UÌtÌ* primi alloggiamenti;da quali s'erano partiti, abbandonata la Città di Vicen
%a.&la Kocca di Brendola,diflante da Vicenza fette miglia: ne fi marina-
no con altri fuffidij.ò pagamenti, che con le taglie metteuano a Verona, Bre-
k Mandò t' fcia,Bergamo, & gli altri luoghi circoftanti. Ritiratigli Spagnuoli,Barto-
Aiwano An iomeo d'tAluianojipofe con l'efìercito tra la Battaglia , & Tadoua in allog-
« ftcni° con giamento forti/fimo : donde inttfo efferein Efti poca, & negligente guardia;
éoo.ianuA liimando dinotte b quattrocento caualli,& mille fanti, dotte entrati innati- b
i a E°it "doue ?i fuffero fintiti, & prefi ottanta caualli leggieri del Capitano Cornerà, ilqua
il Moceto lefijaluò nella Rocca; fi ritirarono all'efferato: ma battendo i Vinitiani man-
• fcce^moito dato nuoue genti all'efferato, l'aiutano accoflatofi a Montagnana , prefentò
*ia8gh°r ?,* I* battaglia al V iter e nlquale perche er amolto inferiore difor%e, ricufando
SonVi «e- di combattere , fi ritirò nel Tolefme di Rouigo : onde l'Muiano non hauend*
*>»*" più alcuno contrailo di là dall Mice;corrma ogni giorno infmofu le porte di
Verona:
DVODECIMO. . 5f6
Verona-Alche fu cagione che il Viceré mofio dal pericolo di quella Cittàdafcia . Ytr UM
ti nel Tolefine trecento kuomini d>arme,& mille fanti, u entrò col tutto'l re- le"«a d5*
fio delt esercito . Molte maggiori difficultà erano in Crema quafi affediata j^dhot
dalle genti del Duca di Milano Alloggiate nelle tene } & tulle uicine : perche <*» Cteina
dentro era la careflia,la pefle fmifurata flati ijbldatipiu mcfi fetida danari, £25V?pw
mancamento di monitioni, &'di molte prouifioni più uolte dimandate : però fe> che | mot
Ren^o diffidando poterfipiu fofienere,haueuaquafiproteflatoa Viniùani : dtSddsfc
& nondimeno moffirandofegli ancora benignala medefima Fortuna ; affaltò ueiio^iuro-
Stimò S anello, che haueua dugento huomini d'arme, cento caualli leggieri, & t"°4 j ^cauTl
amille cinquecento fanti,& giuntogli addoffo alfimpronifojo a ruppe fubito , H>> & +sc>:
elSauello con cinquanta huomini d'arme fuggì in Lodi . Rifornirono dipoi ^w pe'zzi*
uri altra volta i Viniùani Crema di uettouaglie, él Conte piccolo Scotto ui d'attl£iiclÌ5
meffe mille cinquecento fanti idalqualeprefid io effendo accrefciute lefor%e,et SoS P'icS
V animo di Renzo; entrò pochi dì poi nella Città di Bergamo chiamato da %li &^°rf"2
huomini della Terra,&gli Spagnuoli fi fuggirono nella Cappella: & neltiflef fanteria &
bfo tempo b Mercurio, & Malatefla Buglione, pr e fono trecento caualli , i quali ^uef^A%*
erano alloggiati fuor a:ma andando pochi giorni poi Taccole Scotto con cinque fto is ifT
cento fanti Italiani da Bergamo a Crema>incontrato da dugento SuiT^eri fu f^alfof
rotto,& fatto prigione,& condotto al Duca di Milano,che lo fece decapitare, co . Ma pi«
laperdita di Bergamo deflò il Vicerè,& Troverò Colonna: iqualicon legen ^ge£
ti Spagnuole,& del Duca di Milano, andatiui a campo con cinque mila fanti, Smanio Fi
piantarono l artiglierie alla porta di Santa Caterinaxon lequali hauendo fau Zifi «hi
toprogreffo grande,Ren^o che nera dentro , uedendo non fi poter difendere , fto. di cre-
lafciata la Terra a diferetione ; accordò di poter fene ufeire con tutti i foldati ^o ^u gìo"
conlelororobbe,mafen%afuonoditrobe, & con le bandiere b afte. Copofeil monella.
Viceré Bergamo in ottanta mila ducati. Ma opera molto celebrata, & piena l2"
di grande induflria,& celerità, mentre che quefle cofe a Crema , & a Berga- b Mercurio
rno fuccedeuano,fece Bartolomeo dUluiano nella Terra di Rouigo:nellaqua- f££ *£
e le ependo alloggiati più di c dugento huomini d'arme Spagnuoli ,& ripu- gfoni rup-
t andò d'efìerui ficuriffimu perche tra le genti Vinitiane, & loro era in me^o ITi^icd
ti fiume dell ^Adice; VMuiano gittato il ponte alHmprouifo apprefìo alla ter deU'eflferci-
ra deli^nguillara, &pafiato con gente eredita il fiume con prefle^a in- £ aUa Sua
tr edibile, & arnuato alia terra , la porta dellaquale era già fiata occupata dl Geuio di
da cento fanti uefliti da uillani , mandati innanzi da lui ,jotto l'occafione che ^meleti
quel dì mede fimo ui fifaceua il mercato;entrato dentro gli fece tutti prigioni: £'u Moce-
per loqnal cafo gli altri Spagnuoli ch'erano alloggiati nel V ole fine, rifuggitifi ni5° '
alla Badiaycome luogo più forte del paefe,abbandonato poi tutto l Volefine , ' Trecento
, caualfi , Se
C" mille fanti
Sp*gnuol«, diceil Mocemgo, ch'erano in Rouigo : i quali fu la piazza fccero gran difefa- mTnon recita eflb
lo ftratagema d hauer mandato i cento fanti utftiti da u.llani , £ coupon lo rec-u ne aneto \\ Giù ftin a^
«o ne ,1 Giomo, cke pJU diffulamente ne tratta nel l.bro 12. ne meno LodomVc Celio da ! 7u 'o ne bT
LIBRO
& etìandio Lignago ; fi faluarono uerfo F errar a.VreJo Rouìgó, andò t^tuìa-
d/ Nf^oUd°i no con ^efierc^° <*d Oppiano preffo a Lignago, hauendoui anche condotto per
ce, che non lo fiume l'armata delle barche, & di quiui a uilla Cerea>preffo a Verona Jùó-
entrar "di £° dalquale-, fé non glifuccedeffe il pigliar Fervila , ncllaquale erano due mi-
notte in Gè la fanti Spagnuoli,& mille Tedefchi , difegnaua di Uguagliarla tutta lauer-
Jun'ghezL \ nata; ma. hauendo notitia,che uerfo Lignago andauano trecento huomini d'ar-
te grezza me,cinquecento cauai leggieri &fei mila fanti de nimici, temendo norìgl'im.
an^arf §ùa- Piffero le uettouaglie,ò lo flrignejfero a combattere; fi Iettò, &gli andò co-
ti ai Caitd aleggiando che andauano uerfo radice, & lopaffarono ai ^Albereto con dif-
du :o0iò?["C faultà grande di uettouaglie,per la moleflia riceueuano da cauai leggiera &
giusnere il dall 'armata delle barchemelqual luogo hauèdo intefo che l effercitoìpagnuo-
S°oniu fot- lo ricuperato Bergamo ; ritornaua uerfo Verona y deliberato non l'affettare ;
ih d'andare mandò le genti d'arme per terra aVadoua,egli con la fanteria, carriaggi,^
foJaimèn te artiglierie .per fuggire le pioggieye i fanghi grandine n'andò di notte per fb-
andati la dice alla feconda,non fenza timore deffere affaltato da' nimichi quali furono
mattina de • „,, j\»- j »> ; ir •• l i /r> i
a s. di Dece- impediti dall acque troppo alte ; ma egli fmontato in terra fi condufje con ht
bre 1si4.cn confueta celerità faluo a Vadoua , oue due giorni innan%i erano entrati gB
karponaPdi huomini d'arme; dipoi difiribuì l 'efferato tra Vadoua , e Treuigi ; el Viceré?
t comba*' ^ TroIPero Colonna pofle le genti alle flange nel Tolefine di Rouigo, andata
teron come no a Spmcb,per confultare con l'Imperatore delle co fé occorrenti. Stette que-
quì faine . fio anno medefimopiu quieto che'l folito; ilpaefe del Friuli offendo per la cat
tura del Frangipane ^mancato quell'inftrumento> ilquale più che tutti gli altri
h chi uoi lo inquìetaua;& però i Vinitiani cono fendo quello che importaffe il ritener-
fiTp^ceuo" loyhaueuano ricufato di permutarlo con Gian Vagolo Baglione ; ilquale trat-
te hiftorìa tandofi prima di permutarlo con Bernardin Caruagiale,haueua hauuto licen~
ìlfzn tiftpri- 3? da gli Spagnuoli d'andare a Roma , ma data la fede di ritornar prigione,
ma che par non fi concordando la permutatone daquale mentre che fi tratta , fucceduta
l'oSogaHoj ^ mone di Caruagiale, Gian Vagolo affermando per quefio accidente rimane
uegga il ìib. re liberOyricusò di tornare più in poteflà di chi l'haueua fatto prigione; & ne
' iifici HdiX° mede fimi giorni,che fu intorno alla fine dell1 anno, gli .Adornici Fiefchiyfauo
Giouan Pie riti occultamente fecondo fi credeua , dal Duca di Milano , a entrati di notte d
no \ dotle Per trattato in Genoua,& uenuti alla piazza del palaTgo , furono facciati
mette jche da Oitauìan Fregofo; ilquale co' fanti della fua guardia fatto fi loro incontro
fti °Eiefcìnti fuor a delle sbarre , combattendo egli fopra tutti gli altri ualorofamente , gli
forte incan- meffe injuga,riceuuta una piccola feritanella mano; reflarono prigioni Sini-
dVrfi ancho baldo dal Fiefco, Geronimo *Adorno,& Gian Camillo da J^apoli. Vare oltra
•1 g iouio le cofefopr adette , degno di memoria, che in quefio anno mede fimo Roma uid-
djCDon Trf- degli Elefanti, animale forfè non mai più ueduto in Italia , dopo i trionfi, e i
ftano acu- giuochi publici de Romani : perche b mandado Emanuel Re di Vortogallo una b
ehefe:& nei honoratiffima ^Ambafcieria a preftare l'ubidien^a al Vontcfice; mandò infte-
hb. il delie me a prefentargli molti doni,& tra queftì due Elefanti portati a lui dell' lu-
ne non ponetene il Re Emanaci msndafle più d'uno Elefante, una Lionella, & altri preciofi doni «
dia
nvo Xj ec imo. jj.i
ài y ^4//e //*<? »d«i , Ventrata, de quali in ìcoma fu celebrati mi grand
concorfo. Ma in quefli tempi mede fi hi il Re di Fra> j
ad altro eh e a pò %u e oU,(blkck
t 'a> <& defilerò rti m ■ . 'ìinato uà-
Uinque . bia*\
ra,fiinj, orcYìco: ce-.
fduj'o dalla fila a ; ettm . -. i . ■ aioli" .
Co le conditioni giàr menagli mcunfidaraùi . zìa poti. . :lb.e
gno ^fuoylaconfeder -ai .'.av? g 7 slitti fronte fciwtianheffpxt ■
fa piccole in Italia le far*;/-' di Ce; ave, & del He a \4)\, & rimo >&F al-
tro dì quefli Re>bif:wofi!]i;no di danari & impotente a <: agore i faldati prò
prijyiion che a fai è muoiierre gli Sinceri, i quali non pa \aùatm feen^ereb-
bono de monti Iprotnon desiderare altro tutti i popoli di Àfilano^poi che ba-
llettano franato il giogo acerbo de gli altri , che. di ritornare fattoi Imperio.
de Franse]}': uè batter* cagione il Pontefice di prouocarlo a afre Lontra lui
mcbeu i te la uittoria : perche la grande?^ d: Ile di Francia in Ita-
la ejfere fiata in ogni tempo utile alla Sedia ^dpofiolica ;
f - iti fempre delle cofe, che di ragione fé gli apparteneuanojnon ha
tic re mah conte h menano tante efperien%e dimofirato, perfino ad occupare il
refio d'Italia: diuerfit efserc laintenùone di Cefare, & del Pie Catolico , che
inai haueuano f enfiato fé non, o con armc> ò con parentadi, ò con infidie d'oc-
cupare r Impèrio di tutta Italia-,& mettere in ■ fcruitk non iver.o the gli altri
la Sedia .Apofiolica , e iVontcfici Roìnaiii, tome fiipeua tutto il mondo' effe re
antìchiifimo de fui erto di Cefarcpcroprouedeffe m un letupo mede fimo atta fi?
curtk della Chiefii,a!la libertà commune d1 'ltalia>ct alla grandini della fami
glia fua de Medici, occafione che mai barcbbe,nè in altro tempo, rie con altra
1 congiunt ione, che con lafuaine mancauam al Pontefice in contrario efficaciffi
me perfuafioni di Cefare,& del Re d\Aragona,perchefi miffe co loro alla di-
fefa d'italiaydimofirandogli che fé congiunti infiem&bauriuno- -potuto, caccia
re il He di Francia del Ducato di Milano, erano molto pu bafianti a difender
lo dà muncorcafìfì delU offefa fati agli lannopafìato -, ere, quatto l'effer-
ato fuopafiò in Itd:aytnan:,ato danai iagliSmc^erh. & tonfiderafie, (he fé
il Re otto/effe la vittoria 'dorrebbe iìi un tempo tned e fimo, &\ vendicar fi con-
tra tutti delle ingiurie ricevute., & afjkurarfi da pericoli) & da foretti fìt >
turi. Ma più moueuano ì l Pontefice £ autorità, & l'offerte degli Sui^eri :
i-quali per] e iterando nel prìfuno ardore o ff srhiano>r temendo fé t mila raines il
mefe M'occuparsi difende re con feimiia fanti ipaffi del Monfanefe,di Mon
ginvura , & del Finale; & e pendo pagati loro quaranta mila raines il mefe
d asfaltare con ueru i mila fanti la Borgogna. Inquefle confluttuationi am~
biguo il -pontefice in fé mede fimo, perche donde lojpronaua la uogliajo ritra-
heua il timore,dando a ciafeuno rijpofte3& parole generali ydijferiua di dichia
tare quanto poteua la mente fuarma infilando già qua fi importunamente il Re
dì
IIHO
di tranciagli riftofe finalmente ,niuno fapere più diluì quanto fuffe inclina-
to alle cofe fue:per che fapeua quanto caldamente Vhaueffe confortato a f affa-
te in Italia in tempo che fi poteuafen%a pericolo , & fenica uccifione ottenere
la uittoria:lequaliperfuafwni,per non fi effere ofjeruato il fegreto tante uolte
ricordato da lui > erano peruenute a notitia degli altri con detrimento di tut~
tadue -.perche & egli era flato in pericolo di non effere offefo da effh & all'im-
prefa del Re erano crefciute le difficultà: perche gli altri haueuano riordinate
le cofe lorOidi maniera che non ftpoteuapiu uincere ferrea grauiffimo perico
douìcc lo>&fen%a effufione di molto J angue : & che e (fendo nuouamente crefciuta
duodecimo con tanto fucceffo la potenza del Trincipe de1 Turchipion era né conforme alla
oa ticn^à fm natura , ne conueniente all'ufficio d'un Tontefice fauorire , ò configliare i
mone in ea Trine ipi Clmfliani a fare guerra tra loro mede fimi ; ne potere altro che con-
JiTiol'annf fonarlo a foprafedereyajpettando qualche facilitai occafione migliore, la-
iiis.&cofi quale quando appari ff , ri- onorerebbe in lui la medefima difpofit ione alla
ucwMchc gloria, & grandetta fua.chehaueua potuto conofeere a mefipajfati: laqual^
di Frane a
rifpofta,benche non efprimeffe altrimenti il concetto fuo> nonfolo harebbepri
<o Gwffi» mt0 ll Ke di Francia della Speranza d'hauerlofauoreuole, ma fé gli fuffe per
D ano : ma uenuto a notitia , l'harebbe quafi certificato che il Tontefice farebbe congiun-
ìkètvSÀ *<>>& con cónfiglh& con le armi contra lui. Queflecofe fi fecero Canno mille
ii detto rc cinquecento quattordici. Ma interpofe dilatione alla guerra già imminente la
qJan^oYe1 morteyfolita a troncare fteffo nelle maggiori fperan^e i ce figli uani de gli huo
ferii* a g»o mim: perche il Redi Francia^ mentre che dando cupidamente opera alla beU
«fchiro i+C le%$a eccellente & alla età della nuoua moglie , giouane di diciotto anni: no»
Lh*t uun fi ricorda dell'età fua,& della debilità della compie ffione.oppr e ffo da febbre*
ma'eio Tda & foprauenendogli accidenti dì flujfo , partì quafi repentinamente della ui-
n^noiU taprefente hauendo fatto memorabile il primo giorno dell' Unno Mille cin-
ie*n^leTn quecento quindici con la fua morte : a Re giuflo , & molto amato da popoli *
qa« itola cai fuouma che mai ne innanzi al Regno né Re hebbe coftante, & filabile w l au
t u ioorte nerfa^é la proserà Fortuna;conciofia che di piccolo Duca d Orliens peruenu
dei : a r ema to felici ffimament e al Reame di Francia per la morte di Carlo più giouane di
dann<?ot« ,è lui & di due fuoi figliuoli ;acquifiò con grandiffma facilità il Ducato di Mi
che moglie, lano>& poi ilregno di Jtypoli reggendoci per più anni quafi afuo arbitrio tut
&rRci- ta Italia: ricuperò con fomma profferita Genoua ribellata , uinfe gloriofiffi-
iU
in? moTiro
mamentei Vinitianhinteruenendo aquefledue uittorie perfonalmcnte.Dal-
TrTctTo* £1 l'altra parte < giouane ancora fu corretto da Luigi Vndecimo di pigiare per
no: quella a mogHe U figliuola fier ile, & quafi motiflruofa ; non acquifiata per quefìo ma-
Ji is il. oc trimomo ^a beniuolenxa , né il patrocinio del fuo fuocero ; & dopo la morte
*,uelt° a* fua non ammeffoper la grandezza di Madama di Borbone al goucrno del nuo
m "dì mo uo Re pupillo; et quafi neceffitato a rifuggir fi in Brettagna: prefo poi nella gior
ueii'annofe mta ^ $ ^i^mo ftette incarcerato due anni: aggiunfe a quefle cofe l'affeaio*
jìiv" oVa " & la fame di 7{ouara:tante rotte hauute nel Regno di Isjapoli: la perdita del
* ,7' lo flato di Milano > di Cmoua , & di ime le Terre tolte a,' Finìnam : & ti
guerra
fc V 6 D E C IMO. ìù
guerra fattagli da nimici potentiffimi nel Reame di Trancia : nclqual tem-
po uidde r Imperio fuo ridotto in grauiffimi pericoli: nondimeno morì in tem*
pOiChep arenagli ritornale la profferita detta Fortuna, hauendo difefo il Re- .
gno fuo, fatta la pace,& parentado, & in grandiffima unione col Re d'inghit
terra,& in grande f^eram^a di ricuperare il Ducato di Milano. ^4. Luigi Duo
decimo fucc edette Francefco Monfignor di ^Angolcmpiuproffimo a lui de ma
fichi delfangue Reale, & della linea medefima de* Duchi d'Orliens , preferito
nella fucceffione del Regno alle figliuole delmorto Re, per la dijpofitione della
a legge Salica degge a antichiffima del Reame di Francia : per lacuale , mentre t fetc'l0cfo
che della medefima linea ui fono mafchi,s efcludono detta dignità Reale le fé fa fatta l'aa
minedelleuirtù,dellamagnanimità,dcUingegno,&fyiritogcnerofodicoftui Ttosi^Tte
shaueua uniuerfalmente tanta Jperan^a, che ciafeuno confeffaua non effere 4"daFaa
già per moltiffimi anni peruenuto alcuno con maggior ejpettatione alla Coro- SJ^Re di"
y na : perche gli conciliaua fomma grafia il fiore dell'età , eh* era di b uentidue Fr5cIa il tc*
anni, la helle7^a egregia del corpo, liberalità grandiffima, humanità fomma fu^Regn*
con tutti,& notitia piena di molte cofe;&fopra tutto grato alla nobiltà Atta come $'ha.
quale dimoflraua fommo fauore.ajfunfe infieme col titolo di Re di Francia,il che dUFra»
titolo di Duca di Milano,come appartenente a femori filo per l'antiche ragia cia*
ni de Duchi d'Orliens, ma ancora comecoprefo netta inueftitura fatta daltlm b Nella cw
peratoreper la Lega di Cambrai, hauendo a ricuperarlo la medefima inclina- n.ica <?» Fx*-
tione,che haueua hauuto l'antecefiore;attaqual cofaflimolaua non folamente "Li T?gUo
luì, ma etiandio tutti i giouanì della nobiltà Fr ance fé la gloria di Caflone di c9? ™oh*
Vois,etlamemoria di tanteuittorie ottenute da proffimiRe inltalia,benche oìfe"'^
per non inuitare innanzi al tempo gli altri a preparfì per refiftergli,la diffi- fcritta; fiieg
mulaffeper confido de'fuoi, attendendo in queflo me%p a trattare come fi fa lancio *
ne Regni nuoui, amicitia con gli altri Trincipi, di molti de quali concor fono hau?ua '*•
« luifubitoilAmbafciatori,riceuuti tutti con lieta fronte,mapiu che tutti gli dTfa eknÒ
nitri quei del Re d'Inghilterra, ilqualeefiendo ancora frefea l'ingiuria riceuu J^"1 ac^
tadalReCatolicoy defideraua continuar feco l'amicitia cominciata col Re fìaerrordi
Luigi: uenne et nel tempo me de fimo un ^imbafeieria dell' arciduca, dettaqua ì^hpea;fip£
le fu il principale Mons.di ls(anfau,& con dimoflratione di granfommeffio- uà dai gìo-
ne,come a Signore fuofoprano,per efferpoffeffore detta Contea di Fiandra,la- dSè'Jan"
qual riconofceua la fuperiorità detta Corona idi Francia: l'una & l'altra lega- i s . & da al-
f ione hebbeprefia, & felice efl>editione:perche col Re d'Inghilterra fu ricon- "h'egU foft
fermata la confederatone fatta tra lui, e il Reco mede fimi Capitoli, & du- & gjouanct
tante la uita di ciafeun di loro, riferuato tempo tre anni al Re di Scotia d'en- „° f f*'^
trami, & con l'arciduca ceffarono molte difficultà , lequalifi giudicaua per rona"> '»
molti douefiero impedire la concor dia:ma l'arciduca, ilquale finita l'età pu~ £.d! Gcnn*
pillare , haueua affimto nuouamente il gouerno de gli flati fuoì, moueuano a «**$*$•
queflo molte cagioni, l'inflan%a de* popoli di Fiandra , de fiderò fi di non hauer
guerra co'l Reame di Francia, il defiderio d'afficurarfi de gl'impedimenti , che
nella morte dell'Eolo gli potejfero efier dati da Franccfi atta fucceffione del
Regno
I ? fi « o ■
«aTu'cSfó *^^- «6 Spagnay& ftp tu rgli pericolo f m '■znercfenZa legale $0nìchi\ $
kc aiia co- in me^o del Re di Francia, & dei Re d'iugbiU erra to\ r,& dal-
éna fidlcgSe ^ira VaYte ne^ $? Wfc defili!') grande d: YÌ>);UCHC) t ftOi he lù
nei Diario potefero 'ofìrignere a re Igerft i oh l'autorità ' dio delibinolo paterno*
co, che i'ac Q materno.Fu adunqu. ?:eìia Città di 7\ loro pace, &. confedera
ciduca cat- tione perpetua . ri feruandof acuità a ■ * ti \ {< 0 ■ lieo- fen^a l'autori-
dò^n Fri- tà de quali : conuenìua l \Arcid:.ica -, : fi* tre me fi: promeffo di fare lo
eia a co in fyonfalnw trattato tante mite ira \ : Rema figlinola del Re Lui
ciochci-edè gì con dote difeicenio mila fendi . é ai. o di Beri perpetuo per lei , &
IO farce lu'Vl>S ■/ V '■'-'*•/»'»■- •*'* Citi Uf »WIB wtnmr* lift.; vv/» issiti/ i nwru/f+jix. •*
i dimo- fiate le ragioni dell 'hereàità paterna ■& materna, & nominatamente a quel
:r priuar le gli apparlencffcroful Ducato di Milano, & di Brettagna; ubligato a dar-
Vfil™1 &1 ^ r^ auit0 digenti->& di nauìper andare al Regno di Spagna, dopo la mot
olente per- te del Re Calolico. Fu nominato a richieda del T\.c il Duca di Ghelleru & af~
in u Re Tel per i figlioli , laquale effendo allhera d'età icncrifjvma , gli haueffe ad effere
tioio far ce confegnata fuhito peruenifìe ali età di none anni; ma con patto rinunciale a
su &di
ftratioi
uoter pi
se lui, a cui
lejit
ine ti
-u"ftlre Fer fa7^?0 aiCiini fa oltra le cofe predette fu coimcnuio, che in nome dell'uno »
dìnando fra & dell'altro di loro andaffero fra t re me fi . Amba f latori al Re d'<Xragona^ a
Rea-
ti Re-
7s[èft dubh
accordo co taxbc ciaf imo di nucfli due Trine ipi penso più nel confederar fi alla cornino*.
STpeVcVef ^H rtefi dimofìraua diprefhiteychi all'ojìh'uan'zadel tempo futuro, perche
i- gti profni quale fondamento fi potata far nello fhonfàlithìChe fiprometteua,non efft ti*
tarU>,acdo- ào umora là (fo fa per venuta alla età di quattro anni? & comepoteua piace*
§Ra- Brettagna , perche i Brettoni de fiderò fi ahauere qualche uolta un Duca par-
h dì fopra tì(vLre*/yia7idob.Anni^ b
nei limo* .a -(IQ a{ . '.ogcnìto de* figliuoli, & difcendcntidi lei,peruenendo il pnmog
è "tenti© li WG atta Corona di FrancL1:P^rueniffe quel Ducato. Trattaua medcfimarnsf^
manimo- f c n %e fa Francia col Re Catclkó di prorogare la trievua fatta col Re moria :
ila DuchcC W> rimojja i a coniatone di non molefiat -e, durante la triegua>il Durato ai
u ft -onA? ^mo !P€raffdd'pot dolergli efier facile il convenire con C efare, perlaaval ca~
«otta, e he fu , fi i Viuitiani , e he offeriuano. di rinouare la Lega fatta con
co1! iu Lv- / cefforeyuoicndoèfitr liberoad ubicarti con C efare contraloro: ma ilRi
ouc io no - ( o che in Ini potepc come fempre > il dcfiderio di non
tato
rhe t'ucce- re a[ %€ (lj Frdììcia^hc Rèma diueniffe moglie deU ^Arciduca,allaquale,e(ìen
(ni di $pa- do la Jorcìla maggiore moglie del Re, era parata l anione fopra il Ducato dt
te fico fin\iq;id glori: o, fi Holger ebbe all\
nabnerifc d: prolungare la tricgua,fe non con le mede fin, ?cort \ iohi , (
quali l'haitL'ua moua'ta coi Re paffuto : onde il Re francefeo e fi In
. _ dvodec r m o; flJ
ffréranzà, ì&mno fberando che Ce far e cantra la uolontà > & tonfigli dì quel
ke baueffe a conuenire fieco ; riconfermò col Senato Vinitiano la Lega nella
forma meàefima eh* era fiata fatta con V anteceffore: rìmaneuano il Tontefice,
& gli SuiTgeriia quefii dimandò, che ammette fi ero ifuoi ^imbaficiatori : ma
efifi per feuer andò nella medefima durezza , ricufarono concedere il fialuocon-
àottoicol Tontefice, dalla uolontd delquale dipendeuano intieramente i Fiore
tini Ànon procedette per aUhorapiu oltre ,che a confortarlo a conferuarfi libero
da qualunque obligatione; acciò che quando i progreffi delle cofe lo configliafi-
fero a rifioluerfi;fuffe in fiuapotefià l'eleggere la par te miglior e, ricor dandogli
€be mai da ninno più che dafie,harebbeperfie, & per la cafa fua.nl più filme-
rà beniuolen^nèpiu intiera fiede,nè maggiori conditionu Gittati il Re que
fti fondamenti alle cofie fiue; cominciò a fare fludiofamenteprouedimcnti gran-
diffimi di danari, & ad accrefeere infimo al numero di quattro mila,l ordinati
%a delle fiue lance, diuulgando fare quefle cofie, non perche hauefiepenfiieri di
molefiareper quefto anno altri,maper opporfii agli Sui7^ri,i quali minaccici
uano, che in cafio , ch'egli non adempie fie le conuentioni fatte in nome del He
morto a Digiuno, d'affali are ò la Borgogna.ò il Delfinato : laqual fiimulatione
haueua apprefiìo a molti fiede di uerità , per l'è fi empio de prò (fimi Re > i quali
haueuano fiempre fuggito lo implicar fi in nuoue gtmre nel primo anno del é & , m
Regno loro: nondimeno non simprimeua il mede fimo ne gli animi di Ce fare, fi pio w-
& del Re di Uragona,à quali era fioretta lagiouentà del Re,la facilità, che £ej» che fof
baueua fiopra il confiueto de gli altri Re di ualcrfi di tutte lefor^e del Regno tw ™<w
ài Francia,nelquale haueua tanta gratia.con tanta efHmationc>& eranono- £ c"£Wm
telepreparationigrandi,ckebaueualaficiateilReLuigi,pcrlequali,poicb$e- tc>c 'odi*
ra ajficurato del Re d'lnghilterra;ncnpareua che di nuouo deliberale la guer ulTL^
remapiutofio che continuafie la deliberatane giàfiattaiperciòpernonefie- fi .' Coftul
ite opprefifi all' improuifo , fiaceuano infilando, di confederar fi col Tontefice y & h^gìouIo )
con gli SuiTgeri: ma il Tontefice ufiando con ciaficuna delie parti benigne paro Meit?3ii
le, & ingegnandoli di nutrire tutti con uariefperan^ differiuaper ancora il toSiirA
fare alcuna certa dichiaratone. 1S{ègli Sui7geri nonfolo continuaua, ma ac- no ìn uno
creficeua continuamente l'ardore di prima , efiendofi le cagioni cominciate da Ioni d?agil
dolori pnbliciper l'aumento delle penfioni negato ; per ìhauere il Re Luigi $"'«*" > &
chiamato aglifiipendij fiuoi i fanti Tedefchi;per le parole inghmofie, &pie- ì^&nlmì
ne di di fregio ujate contra la natione, aumentate da' dolorì,aifpiaceri & cu- tc .» c in pu-
piditàpriuate;per l'inuidia,che haueua la moltitudine a molti priuati,i quali ^mtxà^lt
i riceueuano doni,& penfioni dal Re di Francia; & perche a quehche più arde cefl> Ech'c-
temente ' " ' - * •-»•••"• -■-*■.■* - T. . .nomano»
cefie,
laplebe i
tàyfie dinouolaRepubliCù xfii congiugnefie co ' Francefi ; di manierale non fi JjJ ***£
(onfiultandO) & dentando col ^ lo pub lieo -/ma con l'ambinone, & difienfio- *mA*toiu
ìiiciuiUyqueflipreualendQ di credit;* GalliTggntiy otteneuano che fi ricufiafi ,a naÙ0JiC*
Yy firn
t Erano o
fel
Sui
aìl.ilur la
LIBRO
«s »• j su, f^o T offerte granìiffimeyan7^ fmifvrate del Re di Francia . In quefla difpo*
-iatctc'la " ;/i*«MW d<r g/j animu& delle cofcgli jlmbafc latori di CefareÀel Re d'^frag*
Borgogna , wtfj^- del Duca di Milano congregati appreffo a gli Suix^eriycontraffono con
VcòndfJi loro in nome de fuoi Trine ipiyconfederatione per la difefa d'Italia : riferuato
ci mi la fi n a[ *ponteficc luogo d'entrami infinalla D omenica> che fi dice Letare* -iella prof
talia fefft " fima Qvadragefima:nellaqvalefv conuenuto, che per coflrignere il Re di Fra
feto Wfo CICL a cedere le ragioni del Ducato di Milano , gli Suixgeri, ricevendo ciafcvn
Svalutiti" me fé dagli altri Confederati trenta mila ducati, a affaltajjero ò la Borgogna , é
% ff« TAti * ^ De$mt0 * & che ti %e Catolico moueffe con potente efferato la guerra
loro aPiKct. <ù//rf parte òdi Terpignano, ò di Fo?iterabia nel Reame di Fraudale ciò che
Aioctn^ó'' ilRecoflr etto a difender e il Reame proprio non potefife, (e pure haueffenelU
°C n'S nimo.altnmenti moleflare il Ducato di Milano. Stette occulta infino al me fé
ì &£»*** di Oiugaoyla deliberatane del Re :ma finalmente per la grandc3g*,& folle- .
cbicnntfi , citudine de gli apparecchi, non era più poffibile tanto movimento dtffìmvla-
*\ dìp!i(ca* re: perche erano immoderati iprovedimenti di danarhfoldavanvmero gran-
gii'ai , & di diljimo di fanti Tede/chi , faceua condurre molte artiglierie uerfo Lione > &
^Vhabfta ultimamente haucua mandato in Ghienm per foldare ne confini di Jiauar-
nò fu i mon ra 1> dieci mila fanti Tietro l^auarra , condotto nuovamente a gli ftipendij b
fidate Cdaaf fuoiipcrche non hauendo il Re d'Aragona, [degnato conira Imperché in gran
Tietro Na- part;e fé %li attribuiva l infelice fuccejfo del fatto d'arme, voluto mai paga-
G.ou^ol'ch' re per la fva Uberationc, la taglia pollagli di uentìmila dvcatulaqvale il Re
erano i'gu- moYto haveva donato al Marche fé del Rotellino , per ricomperarlo in qval-
te baUftrìe- che parte della taglia de centomila ducati pagati m lnghilterra;il nuovo Re
ri , e il rcfto deliberando ufare l'opera fva7 haucua, quando pervenne alla Corona, pagato
w^voftì la taglia per lui , & dipoi condottolo a gli flipendij fvoi , hauendo prima il
*}e ncl ll- x *• Invarrà per ifcarico dell' h onore fuo -mandato al Re d'Aragona a fcufarfiyfe
k "agioni fi abbandonato da lui cedeua alla neceffit-ì,& a rinunciare uno flato, ilqualepof
*"ic*Ìu*5 fedeuaper fua donationenel Regno di Napoli. Effendo adunque manifefto a
NauaTrapaf ciafcvnojche la guerra fi preparava cantra Milano, & che il Re deliberai**
so a* f «cefi d! andarvi perfonalmente; cominciò il Re a ricercare apertamente il Tontefi-
c Dice il ma ce,chefì vniffe feco,vfando a qvefto.oltra molte perfuafioni, & inflrumenti il
g ionio lìli WZPdi Giuliano fuo fratelloyilqvale nuovamente haveva prefa per moglie
iib?3 !«■ c Fitiberta forclla di Carlo Dvca diSavoia > & %ia materna del Re,dotando- i
leoifx che l* c° danari del Tontcficc> in cento mila dveati : laqual cofa gli haveva data
Giuliano^ far an^ che ilVonì t fice fvffe inclinato all' amicitia fva yh avendo contram
teuaÌCtoUo~ fcosì flretto parentado: & tanto più chehauemlo prima trattato col Re Ca-
Jet* mogli» 'tolico di congiugnere Giuliano con una parente fua della famiglia diCardo-
"na m?J« na ; pareva rie più per ricetto fuo , che per altra cagione haueffe prepofli
rial Re Fra» qveflo matrimonio a quello : né dubitava Giuliano dovere cupidamente favo-
orioli nre quefia inclinationc per dejiiem d'asqmflare col me%o fuo qualche fiat;
a sauoia : c0\nmle poteffe foftentare le jpefe convenienti a tanto matrimonio , & per
"" "" n' At fiabUirji meglio il governo perpetuo , datogli dal Tontefice umnamentc del-
...
joa nò ne di
« il nome
»t la dota»
ì DVOD1CIMO, 394 « e**».
la Citta dì Modena, Reggio-, Tarma, & Tiacen^a : ilquale non (bjlenuto da mo. *»*••
fauore di Principi potentina di poca fieran^a che baueffe a durare dopo la »"{fu" cjita-
morte del fratello. Ma era cominciata preflo a turbarfi la fberanra del He : ]? ? 1M! ds-
? •; ri i i /> i ■' « i i iciirro di so
perche il Pontefice balletta conceduto al He d dragona le crociate del Regno ma eruditi©
di Spagna per due anni , delle quali fi credeua , che baueffe a trarre più d'un n* ; ™<!an:
millionedi ducati, & perche udiua con tanta inclinutione Alberto daCar- caueramen
pi, & Gierolamo Vìch Oratori di Celare , & del He Catoiico-cbe erano mol- tc **$»»-
iv i • /r i • i • i- /*'•/*• u ne tollero
to ajjidui appreso a lui, che pareuano partecipi di tutti i conpgu [noi . 7{u- ai iuo tép©
trina quefla ambiguità il "Pontefice ^dando parole grate , & dimoflrando ot- l'""31'' "•
urna intcnticne a quelli che intercedeuano per il Re , ma fen%a effetto di al- cia.tm anc©
tuna conclufione>comc quello, nelquale preualeuaa tutti gli altri rifletti , il '*01** ;^°|*
iefìderio che il Ducato di Milano non fuffe più poffeduto da Trinapi fore- no fc3 l'opc
flien :pero il Re defiderando di certificarli della fua mente; mandò a lumuo- ^t^Jn.
4 hi Ambafciatori.tr a i quali fu a Guglielmo Budeo Parigino , huomo nelle let tiene i dell*
terehumane così Greche , come Latine di fomma , &Jbrfe unica eruditione e^5comme
tra tutti gli hmmini de i tempi noftri: dopò i quali mandò Anton Maria Va- "» delia ft
iauifino , huomo grato al Pontefice : ma erano uane quefle fatiche : perche & utina^
già innanzi alla uenuta fua haueua occulti ffimamente infimo del me fé dì Lu-
glio, conuenuto con gli altri alla dififa dello flato di Milano: ma uoìendo che oimu™ Fre
quefla deliberatione flefìe fegretijjima infimo a tantoché la ncceffità delle go<bco'iRe
cofe; lo coflrignefle a dichiarar fi , & defuìerando oltra queflo pubìicarla con fer conati©6-
qualche ficufia , bora dimandaua che il Re confientifiie che la Chiefia fi rite- ■» fottofcnt
gli negafie co fa alcuna di quelle , che non al tutto fienai colore d 'honeftà pò - *! cb. ìiquai
teua proporre; fiaceua rijpoflc uarìe , ambigue , & irrefolute : ma erano u- che* perule
fate jèco da altri delle medefìme arti , & aflutie : perche Ottauiano Frc?o~ fto t apP°S"
r r, j-^ i j i- • rrr> • , i ,. ^ gio.fuGcno
io Doge di Gcnoua temendo de gli apparati potentifpmi del Re di Francia, uà la prima
& hauendo da altra parte fioretta la uittoria de3 confederati per l'inclina- jjf *A"w£
tione del Duca di Milano , & de gli Sui^eri a gli auerfarij fuoi ; fi era per leì'mfegne
h me^o del Duca di Borbone b conuenuto fiegr eternamente col Re di Francia ; ^nc^* f\
hauendo & mentre trattaua, &poi che conuenne* affermato jbnpre coflan- Ganro le re
tiffimamente il contrario al Pontefice: ilquale per e fière Ottauiano congiun- ?££*£*'
tijfimo d'antica benìuolen%a a lui, & a Giuliano ftw fratello , & flato fauo- che ortaui»
tuo da loro nel far fi Doge di Genoua ; gliene preflo tal fede> che hauendo il
Duca di Milano infoffiettito da quefla fama > dijpoflo dafi aitarlo con quati ro
mila Sui7£eri,che già erano condotti a T^ouara, & con gli Adorni, & Fie am.cma (e©
fchi;U Pontefice fu operatore che non fi procede fife più oltre.. Conuenne il Fre- n:« quj lcr'-
gofo in quefla forma: che al Refi reftituifle il dominio di Genoua, infume col &*£u2i
Cujlelletto : Ottauiano depoflo il nome del Doge , fuffe Gouernatore perpetuo
tei Re,copo:efld di concedere gli ufficij di Genoua:haueffe dal Re la condotta
Yy i fa feictoxe.
cita nel lib.
15. oc dice
che Oitauii
no uccello
mono bene
ou l'arte
della iin a
zo di bene-
detto Viual
d: iuo Ara-
I I B R O
di cento lande Sordine di S \ Michele >yprouifione annua durante lafua uita: no
riface fie il Re lafortex^a di Codifd mollo odiofa a Genouefì, & concedere a
quella Città tutti i Capitolh& priuilegij, eh* erano flati annullati>& abbrucia
ti dal Re Luigi: deffe certa quantità di entrate Ecclefìaflicbe a Federigo jircì-
uefcoua di Salerno, fratello dyOttauiano>& a lui, fé mai accade ffe fuffe caccia
to di Cenoua,alcune Caflella nella Trouen%a: lequali co fé quando poi furono
publicate,nonfu difficile ad Qttauiano,perche ciafcuno fapeua>che meritarne
te temeua del Duca di Milano, & de gli Suturi, giuftificare la fua delibera
tione Solamente gli daua qualche nota l'hauer e negato la uerità tante uolte ai
Tontefice,da cui haueua riceuuti tanti beneficane offeruata la promeffa fat-
ta di non conuenire fen%a fuo confentimento:& nondimeno in una lunga lette
ra,che dipoi gli feri ffe in fuagiuflificatione , riandate accuratamente tutte le
cagioni che Ihaueuano moffa,e tutte le fcufe,con lequali appreffo a lui potè-
uà difendere Xhonor,el procedere fiocino hauere difpreTgato la diuotioney
che come Tonte fice,& come a fua benefattore gli haueua;conchiufe che gli fa
r ebbe più difficile la giufiificatione, fé ferine ffe a huominipriuati, ò a Trinci*
pe che mifuraffe le cofe de gli flati, fecondo i ricetti priuatiima che frinendo
a un Trincipe fauia,quanto in quella età fufì e alcun altro, & che per lafapit
%afua conofceua,cbe einopoteuafaluare lo flato fuo in altro modo; erafuper
fluo lofcufarficonchì conofceua,& fapeua quel, che fuffe lecito,b almeno con
fueto a Trincipi di fare, non folo quando erano ridotti in cafo tale.ma etiandio
per migliorar e ,ò accrefeere le conditioni dell* flato loro » Ma già le cofe dalle
parole, & da* configli procede uano a fatti , & alt effe cutione : il Re uenuto a
Lione accompagnato da tutta la nobiltà di Francia, & da Duchi del Loreno >
a tx cheaui & di Ghdkrhmoueua uerfo i monti £ efferata x a maggiore & più fiorito che 4
fco;hod ff &ÀgrandijfimQ tempo fuffe paffato di Francia in 1jalia,ficuro di tutte le per~
*e France- turbationi di là da* montiiperche il Re £ dragona, ilquale temendo prima che
fco così d'- tantì pyonedimenti non fi uolgeffera contrafe;haueua armato ifuoi confinici
d'arme, co- accia che i popoli fufìerapiu pronti alla difefa della ISlauarra ; ìhaueua unita
ried/ikdi *n P€rtetuo al ^ame di Cafliglia;fubito come intefe la guerra procedere ma-
cauaì ì^g» nifefla/nente in Italia-Jicentiò tutte le genti che haueua raccolte,non tenendo
to^a C°areUS Vm conto ^^ promeffa fatta quell'anno ar Confederati di mucuere la guerra
<hio d'arti- nella Francia , che haueffe tenuto delle promefk fatte à mede fimi ne gli anni
luaftatori*,1 precedevi i.^Alla fama della moffa del Re di Francia, il Viceré di Tripoli , il-
ei, d'ogni ai quale effendo flato per molti me fi qua fi in tacita triegua co* Finitiam; era uè-
min ttVc£ nut0 nel ^U entim Per approffimarfi a* nimici}al!oggiati infortiamo alloggia
sì grande e- menta vicina a gli Olmi appreffo a Vicenza; riduce £ efferata a Verona per an
u> dice "il* dare, fecondo diceua, a [occorrere il Ducato di Milano :e'l Tontefice mandaua
gìouìo nei uerfo Lombardia le fue »enti dya?me>& de Fiorentini fotta il zouerno del fra
fciiuVie . iella detto Capitano della Chiefa,per foccorrere medefimamenie quello flato»
come non molti giorni innanzi haueua comienuia con gli altri con fedi rati*
fm tuffo che infiflaido nelle Jòlitcfmmlatìoni, de ffe uo.ee mandarle ^
g.rU
DVODECì M'.O. ?Tt
per la euftòiìd di Tìatt%a, dì Tarma, & di Règgìotfìr fuffe fvoeeèito tant'ct
tre con gli Oratori del Re di Francia,che'l Reperfhaaendofìcl certo lafaa co-
cor dia , haueuada Lione effiedito a gli ^Ambcfciateri fuoi il mandato di con-
chiudere,confentendo che la Cbiefa ritenere Tjiaccn7ya,& Tarmanti a tanto
ticeu :ffe da lui ricoynpenfo tale, che' l Tontefive mede fimo Vapprouaffcma era
no per le cagioni /che difoito appariranno ìtutti uani^itefìi nmedij: era defiina dì Turino »
$o che col pericolo & col [angue de gli Sinceri folamente ',ò \fi difende ffe.h fi & «JiSaiu*.
perdeffe il Ducato di Milano:quefli non ritardatida negligenza alcuna no da iti gi/s wL
* piccola quantità di danari Scendevano follecitamente nel Ducato di Milano: Wlì* & h*"
4 già ne erano uenuti più di uenti mila,de qualidieci mila *ji erano acca/tati a i p* ih rt ì ; É
monti : perche il configlio loro era , ponendo fi a paffiflrettiii quelle ualkte > "f1?* ^cil'r
the dall'alpi, che diuidono Italia dalla Francia , sboccano ne luoghi aperti , gjouìo: c il
mpedire ilpaffiireinnani^i a Francefi. T urbana molto queflo configli o degli J?^"'^
Suilgeri l'animo del Re ; ilquale prima per la grandezza delle fue for%e , fi caiicr , & a
prometteua certa la uittoria : perche nell'efferato fito erano due mila cinque- Pmarol°-
cento lance, uentiduemila fanti Tedefcbi guidati dal Duca di Ghelleri, die- b n Moceni
ci mila Guafcbi (costchiamauano i fanti follati da Tietro *ìs(auarra) otto 8° fcriuc>
mila Francefi , e tre mila gita/latori condotti col mede fimo flipcndio che gli \ pa flfdei*
nitri fanti: conftderaua il Re co' fuoi Capitani efiere impoffibile,intefo il uà- r A,t>i Pervc
iore de gli Sui'zgeri, rimuouergli da pajji forti, & angufli,fe non con nume- lia. Due per
ro molto maggiore:ma queftonon fi fittemi in luoghi tanto fretti adoperare: {»,AcoUciideIi
difficile fare cofadi momento in tempo brieue : più difficile , dimorare lunga- catte! Delfi,
mente nei paefe tanto ferite con sì grand' efferato, con tutto che continuamen ^°'j^f CI°~
te tieni ffe uerfo i monti copia grandtffima di ucttouaglie : nellequali difficultà & da nò pi
alcuni (ber andò più nella d ineritone che nell'urtar?li;proponcuano che fi man !terulfl co""
* rr i ■ i ■ i • ourre arn-
dajjero per ix uta di Vrouen%a ottocento luncie, & per mare Tietro Wauarra g'>«»e : e il
co li dieci mila Guafcbi, i quali fi uniffero infieme a Sauona: altri diceuano per £ ' ^°£Jfea s^
derfi a fare fi lungo circuito , troppo tempo, indebolir fi le for%e & accrefeerfi cJmmodo :
troppo di riputatone a nimicijimofirando di non battete ardire di nfcòtrarfi ^5 aio dt
con loro, Fu adunque deliberato non fi difeoftando molto da quel camino peri- diccl m»i*
fare dipanare da qualche parte ;che ò non fuffe offmtataà almeno meri cuflo* «b n'miimé
dita dà nimici,& che Emat di Tria con quattrocento lancìe, & cinque mila te nomina
fanti, andaffeper la uia dìGenoua,nonperfperan%a di diuertire , ma per in- ?« ftlàde/j
bfeftare ^Aleffandria.. & l'altre terre di qua dal To.bDue fono i camini dell'ai 1-€<lual ' flPof
phper i quali ordinariamente fi uiene da Lione in Italia,quello del Monfane ■ v Alpi"? Ma
fé, montagna della giurifdittione del Duca di Sauoia più brieue, & più dirti- ^ueft* ,con:
to,& communemente più frequentato: l'altro che da Lione torcendo a Grano- Sfilata* d™
. poli,pafja perla montagna di Mongineura,giurifdittwne del Deljinaio: l'uno °PCÌ{* Paro:
& l'altro feruiene a Sufa.oue comincia ad allargar fi la pianura: ma per quel lit iuSìc
lo di Mongineura,benche alquanto più lungo -perche è più facile a paffare, & fi"d,DO
più commodo a condurre l'artiglierie , foleuano fempre paffare gli efferati riamen"
Framefualkcufiodia di quefli due puffi , & di quelli che riufeiuauoin luoghi T£*
Yy 5 mani
LIBRO
meliti intenti gli Sui'sgeri > fi erano fermati a Stifa , perchè i poffiptu baffi
uerfo il mare,erano tanto flretti,et repéti che effendo molto difficile il paffar-
ni i caualli di tanto efìercito, pareua impoffibile che per quelli fi conduce ffero
., I artiglierie. Dal! altra parte il Trivi? io3a cui il Re baueua data quefìa cu-
• Tre mila * . . . . r. . , ^^ ,. n . , 7 J J n
guaftjton ra, feguitato da a moltitudine grandijjwui di guajiaton-. <& battendo apprcpo a
PjSat&Ynet a fe fiuoiftim induflriofi , & efperimentati nel condurre l'artiglierie , i quali
x*i \c ftii- mondana a uedere i luoghi che gli erano propofli , andana inueftigando per
Gio^C il 4ual luogo fi potè ffc,fen?a trottare l'oflacolo degli Sui^eri , più facilmente
poffare :per ilche ì'efiercito diflefo la maggior parte tra Granopoli, & Brian-
%pne 'tafpettando quel che fi deliberaficprocedeua lentamente , coflrignendo-
gli anco al mede fimo la neceffità d'affettare iprouedimenti delle net tovaglie:
nelqual tempo uenne al Re partito già da Lione , unhuomo mandato dal Re
d'inghilterrayilquale in nomefuo efficacemente lo conforto, che per non turba
re la pace della Chriftianita non paffaffe in Italia: origine di tanta uariotione
fu^ebe effendo flato moleflo a quel Re, che il Re di Francia fifujfe congiunto
con ViArciduca>parédoglì che le cofe fitte cominciaffero a procedere troppo prò
fieramente, haueua da queflo principio cominciato a prefia;? I orecchie a gli
[Ambofciatori del Re Catolico, che non ceffonano di dimoflrargli quanto a lui
fuffe pernii iofia la grandetta del Re di Francia,cbeper l'odio naturale >ct per
hauere effier citato i principi] della fina militia contro lui non gli potetta effere
fe non nìmiciffìmo : ma lo moveva più l'emulotione , & lo invidio alla gloria
fua.laquale gli parevo che fi accrefeeffe molto yfe ei riportale la vittoria del
lo flato di Milano :ric or douofì eh' egli,ancor che haueffe il Regno r ipofiato y er
di ricchi/fimo per la lunga pacete trottato tanto te foro accumulato dal padre ;
non haueua però fe non dopo qualche anno hounto ardire d'ajfaltare il Re di
Francia , folo , & cinto do tonti nimici, & affaticato da tanti trattagli: ima
queflo Re alquanto più giouane che non era egli}qvando pervenne alla Core-
b Bell'odio na,ancor che houefie trottato il Regno affaticato . & efauflo per tante guerre*
Jendue°nado bavere ordire ne primi mefi del fino Regno andare ad nnimprefa , dotte ba-
rn Fran cefe ueua oppofitìone di tanti Trine ipi : non haucregli con tanti apparati y & con
L^pa^to tante occafioni riportato in Inghilterra altro guadagno che la Città di Tor-
abbó Jeuoi- najy con jpeja nondimeno intollerabile, & infinita: ma il Re di Francia fe con
prenci l'ib! feguijfe* come fi potetta credere, la uittoria, acquiflando sì bel Ducato, haue
io. a c.28 1, re a tornare glorio fifjimo nel Regno fuo : apertafi ancoro lo flroda , & forfè
• Non voi* ìnnanxi che ufeiffe d'Italia, prefa l'occafione d'affaltare il Regno di liapoli :
il gìouìo , C(f quali flimoli , & punture > effendo flato facile rifufeitore /' b odio antico b
»erefoflero nel petto fino, non effendo a tempo di poter dargli con l'armi impedimento al-
condoiteda cuno,& forfè anco cercando a'o:quiflore qualche pm givflifi catione; haueua
JeHa Mar. mandato a fargli queflo ambafeioto , per laquale il Rf non ritardando il fuo
eia ; ma da camino, uenne da Lione nel Delfinato : oue ne' giorni mede fimi cornparfero i
chele, du- lan%chencib, detti della banda l^era > c condotti da Ruberto delia Marcia , i
« di ckuc* iaqual banUa della Germania baffi , era per la fitta ferocia > & per la fede
fen.prc
D V O B EC I M O. 5^
fempr'e dimoflrata negli efferati Francefi in grandiffìma eflimatióne . In
4 queflo tempo fignificò * Gianiacopo da Trinici al Re poter fi condurre di là da' a in eie «o
monti l'artiglierie tra l'alpi marittime,& le Cottie, (tendendo uerfo il Mar d° ^io,T|*;
ebefato di SaluTgoioue benché la difficultà fuffe quafi ineflimabilepiondime - uuiii impa-
noper la copia grandiffìma de gli huomini, & de gì 'inflrumenti,douere final raire qucJ*£
mente fuccedere: & non effendo da quefla parte, né fu lafommità de' monti , mino di <$
né alle bocche delle uallàte cuflodia alcuna ; meglio effer tentare di fuperare £""1n Ita-
l'ajpre%ga de' monti,e i precipiti] delle ualli;laqual cofa fifaceua con la fati- iia h>ec dùìi-
ca,ma non colpericolo de gli huomini, che tentare di fare abbandonare i pajji è dcuo aS
agli Suvzgeri tanto temuti) & oflinati ò a uincere,ò a morire-, maffimamenie tìiom».
non fi potendole fi trouauorefiflen%a fermar fi molti giomi;perebe niuna pò
ten%a, o apparato baflaua a condurre per i luoghi tanto affru e tanto flerili »
uettouagliafofficiente a tanta gente :ilqual conftglio accettato , l'artiglierie >
che s erano fermate in luogo commodo a uolgerfi ad ogni par te- fi mofiono fu-
bito a quel camino. Haueua il Triulxio fignificato douereffere grandiffìma la
difficultà del paffarle,mo con l'ejperientia riufeì molto maggiore : perche pri-
ma era necefìariofalire fopra i monti altiffimi,& afi>riffimi,ne 'quali fi fall-
ita con grandiffìma difficultà.-perche non ni erano fentieri fatti , né tal uolta
larghetta capace dell' artiglierie, fé non quanto di palmo inpalmo facilitava-
no iguaflotori,de quali precedeua copia grandiffimoy attendendo bora ad al-
largare la flrettc^a de paffi, bora a pianare l'emincntie , che impediuano :
dalla fommitàde' monti fi feendeua per precipiti] molto pr erutti , & non che
b altro ftaucntofiffimi aguardarglunelle uafli profondarne del fiume dell *>^r b Non 4enc
gentieraiperi quali non potendo foflsnerlei caualli che le tirauano , de quali «tcurio'òici
ui era numero abbondantiffimo,nè lejpalle deguaflatorì che l' accompagnano- \t 5£? $
• no;eraff>cffo necefiario, che appiccate a canapi groffijfmi ,fufjero calate con *a _noli"*
lemamdefantià quali in tante difficultà fi metteuano ad ogni faticarne paf- g^efJrd!
fati i primi monti, & le prime ualli cefìouo la fatica.-perche a quelli fuaedcua le^er la di
no altri monti,et altre uallote,i quali fi paffauano con le medefvne difficultà : %* *?& a
finalmente infpacio di cinque giorni, l'artiglierie fi conducono in luoghi apcr- ,(?,omo nel
ti del Marche fato di Saluto di qua da' monti,paffate con tante difficultà,che le mi ' par*
è teniffimo che fé A hauefiero hauuta refiflen%a olcuna,o fé i monti fufi ero fla che fu^ri r«
ti,come la maggior forte fogliano e fiere, coperti dalla neue, far ebbe flato fati £%«?«
€0 uana.ma dalla oppofitione de gli huomini , gli liberò, che non battendo mai nafratio»*«
f enfiato alcuno poter fi l'artiglierie condurre per monti tanto offri; gli Sui^e
rifermatifi a Sufa;erano intenti a guardare i luoghi,pe r i quali uiene cbipaf-
failMonfanefe,ilMongineura,òpermontipropinquiaquelli:& laflagione
àeltanno , effendo circa il decimo giorno d'<Agofto , haueua rimoffo l'impedL
mento dette neni già liquefatte. Vafìauano ne giorni mede fimi, no fen^a moU \
U difficultà le genti d'arme, & le fanterie: alcuni per lo mede fimo camino ,
altri per lo paffo che fi dice la Dragoniera : altri per i gioghi alti della Rocca
T>emta>& di Cuni,paffipiu baffi uerfo lo Vrouen^a:per loquale ni a pafiato
LIBRO
Sfiderà £** l* * Talifia hebbc occajìone di fi ire un fatto memorabile -.perche partito da Sin*
oberino , giare con quattro [quadre di caualli , & [atta fi guidandolo ipae[ani&na lun- -
&ofcno"«c' ghiffimacaualcata;[opragiun[eimproui[oa Villa Franca, terra dijlante [ette
Baiardo e* miglia da Saluto, & di nome più chiaro, che non ricerca la qualità della ter
«filmi, c'ha r a: perche appreso a quella na[ce il fiume tanto famofo del TÒ. alloggiaua in
a cui n reco quella con la compagnia [uà Trojpero Colonna ferrea alcuno [ometto per U
«Salii? d! lunga diftan%a de nimici, né quali non temeua quella celerità, che e[[o dina
qucfti ito- tura mo[to lento , non era [olito a tifare: & dicono alcuni che il giorno mede-
»aCr*'frrd« [imo uoleua andare ad unirfi con gli Sùtgerima come fitta, certo è, chefia-
àor
ii
mei
«he cefaré Ya,coy'quaù la Tali [fa intento a tanta preda ->fi era prima occultamen te inte*
fo; haueuano tacitamente preje le fcolte . cosi ti xv. giorno d ^gojio , rimale
»a rarrel* JWIO UOlcita attuare au iwtrji ivft- ^^«(^cu.fWMn/fw^iwjtun/v, i">-r^
àob.gnino, m aUamen[a de[maudo> quando [opragiunfono le genti della Talifiarton[en-
mentàTofi, the in[tno furono alla ca[a medefima da alcuno :per oh e gli huomini della ter*
Bon
!f lemKO ,!a prhione,non come fi conuiene all'antica vloria, Trofpero Colonna tanto chia-
guardia alle t o> * J r ° •• ; r ; « j:
fortc,comc ro Capitano,& per l autorità [ua,& per lo credito, che haueua nel Ducato di
wmmfnT Milano.di momento grande in quella guerra:[u prefi infime con Trojpero, b b
\o : iiche fi Tietro Margano Romano, & una pane della compagnia [ua:gli altri al pri^
i^deU'hift mo romore difperfi in uarie parti fuggono. Vano la paffuta de Francefila & ti
dei gìou.oJ cafó di Trojpero Colonna i configli di ciafiuno , & lo flato uni iter [almente di ■
h dì quefto tutte le co[e , introducendo ne gli animi del Tontefice, del licere di Tripoli ,
P!Ctr(haMat & de&i SuiT^eri nuoue dìjpofit ioni: perche il Tontefice, ilqual s'era coftan- •
fa3to°di foj>" temente perfiuafio che il Re di Francia non poteffe per toppo fitioni de gli Sui^
cruento' ^m Paffare i monti, & che molto confidaua nella uirtù di Trojpero- Colonna, *
bauuto de perduto grandemente d'animo; comandò a Lorenzo [uo nipote, Capitano Gè- j
douico xu ^rale de Fiorentini, alquale perche Giuliano [uo fratello, [oprauenut agli lun
jLedT Fraa ga [ebbre, era rimafio in Firenze ci haueua data h cura di condurre l efferato e
ciaconaicu • Lombardia , & che tre jiiorni dopo ttcafo di Trojpero era uenuto- a -Modo-
si Colone- «-> , i , •,. Jòk r ... ? . A ,
fi per far gè na, che procedefic lentamente : ilquale pigliata occajwne di uoùere ricuperare
m Ghino z? ia accadi Rubiera,occupata da Guido Rangone,per laquai cagione gli pagò •
Wndofi ' finalmente due mila ducati; con fumo molti giorni nel Ntodone[e,& nel Reg- •
f!Ìó!draio0Ì giano ; & ricorrendo oltra quefto il pontefice die [ne arti ffpedì occultiifima-
«yi Papa,& mente * Cintiofiio familiare al Re di Francia per ijlufare le coje juccedute m^ d
inali- Ili fi™* quelgiorno,& cominciare per me%o del Duca di Sauoia a trattare dico
foio fi ' uer - uenire fèco;accioche da quefto principio glifiifie più facile il procedere più ol <•
feTruf con »*>fi & *W* &l Ducato di Milaiio.fuccedcfie in[elicemenu:ma a e on figlio
«ófigtio (co di maggior precipitatione inducono iìTontefice il Cardinale Bibbiena & ab-
cT) piu'ho1 cuni altrimoffipiu dapriuatepaffiom/ùe dalCinterefic delfuo Trinape: per-
*o*c«ioie& che dimoiandogli efiere pericolo , che per la [ama de' juccejji profferì de'
toUpet rifp" ito di quefta p-rc Tf nt« prigionia. Con lui furon prigioni Gbuanni Barcalone.Ccfare FeMWofcè,!^
ffierro Antonio Caraffa figliuolo del Conte di Folicaiìro, huoauni-ilU»it.i. Giou>ohb.»$.
« Oue poco appreffo era ueauto a morte.GiOWO nel l»bT ;. della vita di Leon*. Ma doue qui dice, che Lo-
*cn*o era uenutoa 'Mpdena.il Giouio nel luogo detto, & nel \ib i$ .del l'hift (enne, eh egli era m '"centf.
4 Cinthio da T.uoli mandato dal Papaal R.e , fu prefo dagli «pagmioli-, & gli turo» «°?,eJe '"'«"• ®~
marciò Lorenaade' Medici fu d'allhora i»POi foretto al Cudona. Grauiolib.j dc»laTUad> Leone.&jm*
■m èi Ì9i to ia ^ut ito mede fimo Ubo .
DVODECIMO, w
franccfh & per gli ftimolì,& forfè aiuti del Re,che il Duca di Ferrara fi mo
ueffeper ricuperare Modona, & Reggio, e i Bentiuogli per ritornare in Bolo-
gna & in tanti altri trauagh e fiere difficile combattere con tanti nimici, an%i
migliore , & fen%a dubbio più prudente con figlio preoccupare col beneficio la
benìuolen^a loro, & conciliategli in qualunque euento delle cofe , fedeli ami
ci gliperfuafono che rimettere i Bentiuogli in Bologna, & al Duca di Ferra-
va refihuifie Modona, & Reggio : ilebe farebbe fenica dilatione flato efequi-
to,fe Giulio de Medici Cardinale, & Legato di Bologna jlquale il Tapa,per-
che in accidenti tanto graui foflenejfe le cofe dì quelle parti, & fufie come rm
deratore,& configliatore della giouentu di Loren^ haueua mandato a Bolo-
gna; non fuffe fiato di contraria fenten^a : ilqual moffo dal dijpiacere della in-
famiate di configlio pieno di tanta uiltà rifiuterebbe alTontefice, maggiore
certamente che non era fiata la gloria di Giulio ad acquiflare alla Cbiefa tanto
dominio, moffo ancor a dal dolore di fare infame ,& uituperofa la memoria
della fua Legatione, alla quale non prima arriuato 7 haueffe rimejfo Bo fogna , t M f
città principale di tutto lo fiato Fede ftaflico, in potefià degli antichi Tiranni) dubbiò il
lafciando in preda tanta nobiltà , che in fauore della Sedia jLpofiolica fi era fj^huomff
dichiarata apertamente contra loro, & però mandato huomim proprvj al Ton «» delia te*
tefìce,lo ridufie con ragione, & con prieghi al configlio più honorato, & più "^ n^;
fano . Era Giulio, benché nato di natali non legittimi, fiato promeffo da Lione lefleroiafci»
ne primi me fi del Tonteficato al Cardinalato, feguitando l'è fi empio di Jilef- "J ™" $*
f andrò Se fio ne lì 'effetto, ma non nel modo: perche Me fi andrò quando cre&Car tr<> * pigliar
dinaie Cefare Borgia fuo figlinolo; fece prottarc per teflimonvj , che depofono uagUe7pw
la uerità , che la madre al tempo della fua procreatone haueua marito , infe- Paurf di co
tendone che fecondo la pr e firn ione delle leggi ,fl haueua a giudicare chel fi- rofò perTt
gliuolo fuffe piuprefio natodeimarito , che dell'adultero: ma in Giulio itefii fc"io« *'h*
moni propo fono la gratia humana alla uerità : perche prouarono , che la ma- Francefili
dre, dellaquale, fanciulla & non maritata era fiato generato , innanzi che am Pcrò dicc _•
metteffe agli abbracciamenti fuoi,il padre Giuliano, haueua hauuto daini fé- ìepor*""*-
greto confentimento d* e fi ere fua moglie . Panarono fimilmente quefii mio- uendo *nca
uicafi la difpofitione-del viceré ; ilquale non partito amora da Verona per le deunf "ufc
diffìcultà che haueua a muouere i faldati fenica danari, et per affettare nuoue Eeri ; ,,(3uaU
gentipromefieda Cefare, uenuto a SprucLperche era neceffario lafaare fuffi- mietuta
cientemente cuftodite Ferona,& Brefcia;comincib co quefte, & con altre feu * tctrfl '|,mu
fé a differire,afi>ettado di uedere quel che dipoi fuccedeffe nel Ducato di Mila t°gH«ie **
no. Commoffono, & gli Sui%geri medefimamente quefie cofe: iquali ritirati fi ^n"""0 &
fubito dopo la p afiata de' Fr ance fi ^Tiriamolo , benché dipoi intefo che il éc Taccheggi» .
dpafiate l'alpi umua leghi a Turino,uenuti a Ciuàs l'haue fiero, perche a ricu- ™n^ "**
faua dare loro uettouaglie:prefa.etfaccheggiata,& dipoi quafifugli occhi del fa il gìouù»
Re che era a Turino fatto il mede fimo a Vercelli: nodimeno ridottifi in ultimo ™c"^en pr^
a T^ouara , prendendq dalle auerfità animo quelli , che non erano tanto alieni dettero ve*
idle cofe Francefila cominciarono a trattare di conuenire col Re di Francia ; ceUu
' uelqual
LIBRO
nelqual tempo quella parte de Trance fi » che ueniuano per la uìa di Gettona ,
* *ì \e*b° c°y (lm^ fi erano un*** a 4uattro mila fanti , pagati per opera £ Ottauiano Tre a
d.ce due mi gofo da Cenone fty entrati prima nella terra del Caftellaccio, & poi in ^Alefian
Ianti a'u dria, & in Tortona, nelle quali città non era faldato alcuno, occuparono tutto
Giouio più ilpaefe di qua dal To . Era il Re uenuto a Vercelli: nelqual luogo intefe lapri
^'iiaTifMo ma uolta il Tonteficeejferfi dichiarato centra lui, perche il Duca di Sauoia
«<nigo due gliene fignificò in fuo nome : laqual cofa benché gli fuffe fopramodo molcftijfi
S'^ ol'hoo ma * nondimeno non perturbato il configlio dallo fdegno ; fece per non lo irrita
»i in d'ar - re ton bandi publichomandare , & nell'efferato , & alle genti che haueuano
Mlt ' occupata ^Aleffandria^che ninno ardiffe di moleflare , ò di fare infulto alcuno
b oitra que nel dominio della Chiefa . Soprafedette poi più giorni a Vercelli per affetta
che de fide ' re ^efit0 ^eìfe cofe> c^e fi trattauano con gli Sui^eri : iquali non intermetten
iauano tor do di trattar e, fi dimoflrauano dall'altra parte pieni di uarieta\& di confufio*
fflapc "(aTuar ne :*n Wpwira cominciando a tumultuare , prefaoccafione del non effere an-
u ricchezze e ora ucnuti i danari , a quali era obligato il Re d \Aragona , tolfono uiolente-
??«no *aV *nente a* Commejfarij del Tontefice i danari mandati da lui , & col mede fimo
e ho Aibei- furore partirono dileguar a , con intentìone di ritornar fene alla patria : cofa
Giouini'De $e b mo^tl 4* l°ro defiderauano, squali ejfendo flati in Italia già tre me fi , & b
jpachia e** carichi di danari,& dipreda,uoleuano condurre faine alle cafe loro le ricche^
!«nefi,Cfta 3£ guadagnate : ma a fatica partiti di IJpuara , foprauennero i danari della
ti fcmpre af portione del Re d'Aragona : iquali con tutto che nel principio occupajfero.no-
mVa0FrVcia! dimeno confederando pure quanto fuffero ignominiofe , co fi precipito fé delibe-
c i sauoiai ratiorìiy ritornati alquanto afe mede fimi, re flituirono & quefli, & quelli per
nldati fot- riceuergli ordinatamente da Commejfarij : riduffonfi dipoi a Galera, afyettan
to mano da fo intimila altri che di nuouo fi dkeuano uenire, tre mila andarono *ol Car-
•Duca , che dinah Sedunen fé per fermar fi alla cuflodia di Vauia: per ciò il Re diminuita
foiiecitaua- per tante ìm\ationi la jperan%a della concordia ,partì da Vercelli per andare
tudme,& la uerfo Milano, lafciati a Vercelli col Duca di Sauoia il Baflardo fuo fratello ,
iubomaua_- Lautrec, & il Generale di Milano afeguitare i ragionamenti principiati con
catdinaie.a gli SuiTgeri, & clafciata affediéta la Rocca di TJouara , perche alla partita t
Ke°Frat ce- de$f* Sungeri haueua ottenuta la città , laquale battuta dall'artiglieria fra
-|co. gìouìo, pochi giorni fi arrendette, con patto che fufle faina la uita} & le robe di co-
f ., .. loro che laguardauano . Taftò dipoi il Re , alquale fi arrendè Vania , il Tefì-
r« Franee- no, & ilgiorno mede fimo Gianìacopo da Tr iulxj.fi diftefe d con una parte del- d
4° a 1 afle leZen*i a $an Chrifiofano propinquo a Milano, &poi infimo al Borgo della por
jiocca d i ia Ticinefe, jperando che la città, laquale era certo che mal contenta delle ra-
Kouara Pie
tro Nauarro : ilquale piantate l'artiglierie ; in poche bore gettò a terra la eiraa delle mura , « i baftioni pia
.-alti . Onde ii Cancellano, huomo d'animo ?ilc,re!c fé iteflo d'accordo , e'i prefidio , come recita ilGio- .
«ionellib. ij.
■d Con trecento caualli, & con fette mila fanti fcriue il Moccnigo,che il Triuuhio era andito a San Chrifto»
foro due miglia predò Milano. Ma nel caio de' Milanefi egh discorda da qui- ito auttore : percioche dice^comc
eflt rifpoièro fuperbamente a quattro trombetti dt.Rc ronde fu xifòlutod'viar le forze centra la ciita di Mi
kno . Et poco appreifofofgiugncch'eflendo andato ilTriuultio a porta Ticineie per contattare i cittadini
ad «iieftdejJì; la ylebe ainaata fallò &iox di Milano, & lo ributtò non lenza pericolo delia vita ima .
pm
D V O E> E C I M O. 35S
pine, & delle taglie degli Suhgeriy& degli Spagnuoli , defaderaua di ritor*
nare fatto il dominio de* Trance fh ne haueua dentro faldati ; lo riceuefie : ms
era grande nelpopolo Milane fé il rimore degli SMZgeri, & uerde la memo-
ria di quello , che baueuan patito l'anno p affato , quando per la ritirata de gli
Sumeri a Tuonar a fi folleuarono in fatiate del Re di Francia : però rifoluti ,
non oflante che defaderaffero la tintoria del Re, d'affettare l'efito delle cofe ;
mandarono a pregare il Trinilo , che non and affé più innanzi : & il giorno
fagliente mandarono JLmhafciatori al Re.ch'era a Bufaloro , afupplicarlo che ^
contento della àifpofnione del popolo Milane fé diuotiffamo alla fua Corona &
che era parato a dargli uettouaglie}ficontentaffe non faceffero più manifefla
dichiaratale laqual non gli profittaua co fa alcuna allafomma della guerra ,
come non haueua giouato il dichiarar fi loro i l'anno dinanzi al fuo antecede ;
& a quella città era flato cagione dimandi/fami danni : andaffe , & uincefie i
nimkijprefupponendoche Milano ; a-quiflata ch'egli bone fai la campagna ,
fufaeproìitiffimamenteper riceuerlo : allaqual cofa il Rey che erap-àma molto
falegnato del non hauere accettato il Triul%io , raccoltigli lietamente , rifaofe
effere contento compiacergli delle dimande loro ; .Andò da Bufaloro il Re con
l efferato a Biagrafaa : doue mentre che {lana, il Duca di Sauoia battendo udì
ti uenti Umbafaiatorl degù Sumeri mandati a lui a Vercelli , andato poi >
feguitando il Baflardo, &gli altri deputati dal Re a Galera, contrade la pace
in nome del Re con gli Sumeri con quefle conditioni . Fufae tra il Re di Tran
eia, & la natione degli Suix^eripace perpetua y durante la uita dtX Re> &
dieci anni dopo la morte ; reflituifierogii Sumeri, e i Grigioni le uaìluche ha
ueuano or cupate appartenenti al Ducato di Milano : Uh er afa ero quello flato
dall' obligat ione di pagare ciafeuno anno la penfione de quaranta mila ducati:
de fa e il Re a Maffimiliano Sforma il Ducato di IS^emors, penfione annua di do
dici milafaanchheondotta di cinquanta lance,& moglie delfaangue Reale:re-
flituiffe a gli SuiTgeri la penfione antica di quaranta mila franchi tpagaffe lo
flipendio di tre me fa a tutti gli SnÌ7geri>chc allhora erano in Lombardia, ò nel
camino per uenìrui : pagaffe a Cantoni con commodità di tempi feicento mila
feudi promeffa nell'accordo di Digiuna et trecento mila per la reftitutione del-
le ualli : teneffero continuamente afoldifìioi quattro mila nominati con confi»
timento commune, il Vontefice , in cafao reflitmffe Tarma, & Tiacen%a,l' lm
peratore,il Duca di Sauoia,& il Mar che fi di Monferrato : non fatta mentito-
ne alcuna del Re Catolico, ne de Vinitianu né d'alcun altro ItalianoMa que
fla concordia fu quafì in un giorno medefimo conchiufa , & perturbata per la fG^UCvÌna
1 uenuta de' a nuoui Sui^eri .• iquali feroci per le uittoriepafaate, & fierando indegne™!
non douere della guerra acquiflare minori rkche%^e,che queUeMle quali uè- azzera gui
deuano carichi i compagni , haueuano l animo alieniffamo dalla pace : & per date da Ro-
difficultarla ricufauano di reflituire le ualli ; in modo che non potendo i primi di%ìdc Tut
Sumeri rimuouergli da queflo ardore, fi ne andarono in numero di trentaan <°™à & ri»
lue nula a Monda per fermar fa ne borghi di Milano >effendofi partito da loro È^
per
t I B !t O
per la ma di Como , lacuale flrada il Re fludiofamente haueua lafcìata apef-
rictra*rt°& ta"> a Uberto Tetra famqfo Capitano con molte infegne : cofi non quafi prima a
oioiktnni fatta che turbata la pace, ritornarono le cofe nelle me.Ufime difUcultà . & am
ca pìunì ° &£&&*) arìV m°lto maggiori, effendofi nuoue forati & rimiti efferati approf
4c' Berneii fimati al Ducato di Milano : perche il Viceré finalmente lafciato alla guardia
dUtciPnuidl di Verona Marcantonio Colonna con cento buomini d'arme ,fe[fanta cattai
imo rp: u i leggieri ,& due mila fanti Tedefchi, & in Brefcia mille dugento Lanvcbnecb,
£flMa4ió* €Ta uemt0 ^ alloggiare fui To appreffo a Tiacen%a, battendo fettecento Imo
ce.iè n'ai.da mini d'arme, feicento canai leggieri , &fei mila fanti & il ponte preparato a
«■offuiaaca Paffare ti fiume : alquale per non dargiufla caufa di querelar fi Lorenzo de*
la. Giorno. Medici > che era foggiornato induflriofamentemolti giorni a Tarma con lef*
^ c . fercito. nelquale erano Settecento buomini d'arme , ottocento canai levrieri ,
frSettcban * t l , r ■ i i • i • /* • »•
de uà huo- & quattro mila janti ; uenne a Tiacen%a , battendo prima a ricbiejia degli
mc° & ' V " fP&S&R- mandati y mentre trattauano yper feruirfene a rat corre le uettoua*
cai ìeggjeri glie b quattrocento cauai leggieri fotto Mutio Colonna , & Lodouico Conte di y
«io* li mu Titigliano Condottiere l'uno delia Chiefa, l'altro de' Fiorentini : iquali non ha
•ggi'ugns £ ucua mandati tanto per de fìderio d'aiutare la caufa commune, quanto per no
Guido Ran dare occafione agli Sui^eri, fé pure componeuano col Re di Francia , di non
geme, n ico includere nella pace il Tontefice • Dall' altra parte Bartolomeo d'.Aluiano, il-
tLùxictiZdei qmle haueua datafaeraxa al Re di tenere di maniera occupato l esercito Spa
u saflctu , gnuoloy che non bar ebbe f acuità di nuocergli ifubito che Vinte fé la partita del
a* Fermo, Viceré da Verona* partendo fi del Tolefine di Rouigo, paffato l\4dice, & ca-
ie Rinaldo minando fempre appreffo al To, con nuouecento buomini d'arme , mille quat-
trocento cauai leggieri, & notte milafantiì& con prouedimento conveniente
e dì quefta d'artiglierie ; era uenuto con grandiflima celerità alle mura di Cremona : del-
Marco cfàu ^a </^/e ce^eytià infolita d Capitani de tempi noflri , egli gloriandof fol'eua
dio
che
tfon .
ui« saì;na- lo era uario,ma confufo,& implicato molto lo flato della guerra : tticini a Mi-
'ioUo,s'op° lano da una parte il Re di Francia con esercito inflruttiffimo d'ogni co fa, ilqua
pofe ad Af- le era uenuto a Marignano per dare alleluiano facilità d'unirfifeco : allegen
«Td'Ann" ti Eccltfiaflicbe ; & Spagnuoledifficultà d'unir fi co' nimici: dall'altra tren-
baie a i Me- tacinque mila Sinceri , fanteria piena di ferocia , & infitto a qttel dì in quan
do'a'pezri t0 a francefi inutita : il Viceré fui To preffo a Tiacen^a, & fu la flrada prò
s 6. mi la , & pria the uà a Lodi, & col poni e preparato a pafìareper andare ad unir fi con
à^ifc'attaij gli Sui'Tgeri: & in Tìacen%aper congiugner^ feco al mede fimo effetto Loren
do meglio ^g de' Medici con le genti del Tontefice y & de Fiorentini : l'ululano Capi-
miia'cittadi tano follecito,& feroce con l'tfìercito Vinitiano in<;remvnefe,quafifu la nua
»i Roaa - fai *pò per aiutare, ò conia unione, ò diuertendo gli Ecclefiaflich & Spagnuo-
djffuiamé'e Ih d Re di Francia . Rimaneua in mez^p di Milano, & Tiacen^, con eguale
JJuio nel lì.
7-delIa terza Deca : & Flutirco ne la rifa dì Annibale. Vedi L. Ilo(« nel i.al titolo 6.k Valerio nel terso»
al ag.DtlU FtdacM di f« iitUo, M Silio Italico nd lib.i 5 •
diflanxay
n erone agguagliarla alla celerità di c Claudio T^erone, quando per opporfi ad *Afdm- <
! ai M u- baie, conduffe parte dell'esercito eredito fui fiume del Metauro . cosi nonfo
DUODECIMO, hj
diftan%a,la città di Lodi abbandonata da ciafeuno, ma faccheggiata prima da,
Renzo da Ceri,entratoui dentro come faldato de Vìnitìanì: Uguale per difeor
dia nata tra lui, & V*Aluiano,hauenào prima con protefìi>& quafi con minac
ci ottenuto licenza dal Senatori era condotto con dugento buon? ini d'arme, et
con dugento caualli leggieri a glifiipendij del Tonte}? ce : ma non potendo co fi
preftofegmtarlo i faldati fuohpeuhe t ' Finttìani prohibiuano a mólti il partir
fi di Tadouajoue erano alloggiati; fi era partito 'da Lodi per empiere il nume
ro della compagnia, con laquaìe era fiato condottola il Cardinale Sedunenfa,
ilquale prima jpauentato dalle pratiche, eh e t menano ifuoicol Re di Francia,
& dalla uacillatione della città di Milano fi era fuggito con mille Sumeri a
Tiacen%a,& con parte delle genti del Duca di Milano,& dipoi andato a Cre
mona a follecitare il Viceré a far fi innanzi , indirizzato fi al camino di Mila-
no,innan%i che l'efferato Francefegli impedì (fé quella firada; lafiiò alcuni de
fuohbenche non molto numero a guardia dì Lodi : t quali come int e fono la uè-
nuta del Re di Francia a Mar ignano, impauriti l'abbandonarono : ma mentre
che il Viceré dimora fui fiume del Vo,& innanzi che Lorenzo de Medici gin
égne{fe a Tiacenza; * fu prefo da fauoi faldati Cintio , mandato dal Tontefice al
Re di Francia : appreffo alqualc e/fendo trouati i brieui, & le lettere creden- Jra in° ™!
Siali,con tutto che per riueren%a di chi lo mandaua;lo lafcìaffe fubitopafiare; fto ™<*cft
cominciò nonmediocr emente a dubitare che la Jperan^a che gli era data che ho° det™,
l'efferato Ecdefiaftico unito feco , palerebbe il fiume delvò, nonfuffe uana ; f Cinthia
tanto più che ne mede fimi giorni fi era prefentito,che Lorenzo de Medici ha- fu pSò d*
uè uà mandato occultamente uno de'fuoi al mede fimo Re , laqual cofa non era jf^f "J£
b aliena dalla uerità .'perche Lorenzo, ò per con figlio propr io, ò b per comanda- intcneui-i
mento del Tontefice, haueua mandato afaufarfhfa contra lui conduceua l*ef ^l^c0h'^
farcito, flretto dalla necejfità che haueua d'obedire alTapa : ma che in quello Re '"iichc
chepoteffe,fenxa promearfi la ìndegnatione del zio , &fen^a maculare l'ho TonfiTAz^
nore proprio sfarebbe ogni opera per fatisfargliy facondo che fempre era fiato, nell'animo
& erapiuchemaiilfuo defiderio ; ma come Lorenzo fu arriuato a Tiacenza, ì?.£a^
fi cominciò il giorno medefimo tra il Vicerè,& lui,& glihuomini che interne fi 1<?sse ■**
niuano a configli loro a diftutare, fa fuffe dapafiare unitamente il TÒper con 1SÌ5 il!
gmgnerfi con gli Suiz^eri,adducendofi per ciafeuno diuerfe ragioni . .Allega- rhii*- !" da*
nano quelli che confortauano al paffar e niuna ragione dijfuad ere l'entrare m Itt°§hu
Lodhdoue quando fiiffem, fi dificulterebbe alleluiano d'unirfi con l'efferato b A&*&*
Francefe, & a loro fi darebbe {acuità d'unirfi con gli SuÌ7^eri,ò andando uer- éfef 5SSrt
fa MHano atrouarglijò e (fi uenendouerfo loro : & fa pure i Francefì fi ridu- co canoffe
ceffiroycome era fama uolcuanofare, òfufierogià ridotti fu laflradatra Lodi, £**££, ?!
& Milano ; l' battere alle {palle quefti efferati congiuntagli metterebbe in tra- ma fto N^
uaglio , & pericolo > & anche forfè non farebbe difficile , benché con circuito [„° t£!*£
maggior e, trottar modo di congiugner fi con gli Smoderi : efiere quefla delibe- Re» *""*"*
rattorte molto utile, anzi necejfaria alla imprefa & per leuare a gli Sui^erì VzQQQl*° *
tutte loccafionì dì nuoue pratiche d'accordo , & per accrefcere%ro forze ,
delle:
LIBRO
iete quoti contra sì graffo efferato battevano dibifogno & ferialmente dita
mallh de quali mancavano : ma ricercarlo olirà queflo (a fede,& Chonoredel
Vontcfice, & del Re Catolico> che per la capitolatone erano ohligati a foccor
rcre lo flato di Milano , & che tante uolte n'haucuano data intentione a gli
Suiigeri : iemali trovandofi ingannati diventerebbono o'amicìjJimi,inimiaffi
mi . Ricercare queflo medefimo l'intertfie degli flati proprij : perche perden-
dogli Svizzeri la giornata , ò facendo accordo col Re di Francia ; non refluire
m Italia forze da prohibirgli che non correffe per tutto lo fiato Eccltfiaftico
inflno a Roma . jillegavanfi in contrario moli e ragioni & quella maffxma-
mente: non effere credibile chel Re nonhaueffe a qvelthora mandato genti
a Lodi : lequali quando uifi trouaffero , farebbe nccefjkrio ritirar fi con vergo-
gna, & forfè non fen^a pericolo. potendo hauere in un tempo medefimo i Fran
et fi, e i Vinitiani, ò alla fronte, ò al fianco* né fi potendo fenica tempo, & fen-
%a qualche confufione ripaffare il ponte : ilqual partito fé il pericolo fi compe-
rafie con degno pre?gp non efiere forfè da ricufare : ma quando bene entrafi
fero in Lodi abbandonato, che frutto farebbe queflo alla imprefa t comepoterft
difegnare , filando tra Milano , & Lodi un e fi er cito sì potente , ò d'andare ad-
Umrfii con gli SuiTgeri, ò che gli Sui^eri andafiero a unirfii con loro* ne effere
forfè ficuro configlio rimettere nelle mani di quefla gente temeraria, &fen^a
ragione tutte lefor^e del Tontefice,& del Re Catoltco,dalie quali dipendeva
lafalute di tutti gli flati loro : perche fi fapeua pure che una gran parte haue
uà fatto la pace col Re di Francia, & che tra quefii, & gli altri, che ripugna-
vano, erano molte contentioni . Finalmente fu deliberato che il giorno proflì-
• €oftr»a mo tutti due gli efferati fediti fien%alcuna bagagliapaffajfero ti Tò,lafaatc
2"fim°o "IT ben guardate Tarma, & Viacen%aper timore dell e fi er cito Vinitiano , ica-
cìouìo , di- l'ai leggieri delquale haueuano in quei giorni ficorfio , & predato per lo paefe :
Sto i«e'M° ^aclua^ connetti ione, fecondo che allhora credettono molti, da nejfuna delle par
éìi~^t i\ cai ti fu fatta finceramente ,penfiando ciaficuno a col fimulare di uolere paffare ,
tia^no Tra trasfer^re ^ cotya netf altro fen%a mettere fé fleffo in pericolo : perche il yi-
loaj ìoiamé cere infojpettitoper l'andata di Cintio, &fiapendo qvato artificio famentepro-
ina ifiio°rda ce^eua ne^fue cofie il Tontefice ,fiperfuadeua la volontà fiua efiere che Lori
«ano di f3t %p non proccdefjepiv oltre : & Lorenzo confiderando quanto malvolentieri
gradente0 ^ Vtctrì metteua quello efferato in poteftd della fortuna sfaceva d'altri quel
fino delia giudicio medefimo ,che da altri era fatto di fé. Cominciarono dopo il me%ogior
rahio!onde no * paffare per loponte le genti Sp agii vote, dopo lequali doueuano incontmen
»on fi potè tepafiaregli Ecclefiaftici : ma hauendoper lo foprauenire della notte, differito
chi ' vokfic neccjfzriamcnte alla mattina fegvente ; nonfolamente nonpajfaro?w,ma il Vi
ctfer -ì pri- cere ritornò con i l'efferato di qua dal fiume, per la relatione di quattrocento
*c il fiumi cavalli leggieri: iquali mandati parte dell' vno , parte dell'altro efferato per
«o'i campo: fientire de di andamenti de' nimici , rapportarono che il giorno innanzi erano
« intorno a ■ r j i > >^ ri » .-i % .
»<ò difterie entrate in Lodi cerno lance de Fr ance fi : donde ritornati il Viceré , & Loren-
zàii . ^q agH alloggiameli pnmi , l' Mutano andò con l'efferato fvo a Lodi . ;/ Re
m
DVODECIMO. S^fr
in queflo tempo mede fimo andò da Marignano ad alloggiare a San tonato tre
miglia appreffo a Milano : gli Suturi fi riducono tutti a Milano : tra iquali
efiendo una parte abbonenti dalla guerra , gli altri alieni dalla concordia; fi
faceuanofpeffi conftgli>& molti tumulti . finalmente emendo congregati in-
fame il Cardinale Sedunenfe,che ardentiffimamente confortaua ilperfeuera-
* re nella guerra ; a cominciò con cddiffime parole a flimolargli che ferina più *or^efte «f
differire ufciffero fuora il giorno mede fimo ad afialtare il Re di Francia , non f, "^JJat
battendo tanto innanzi a zìi occhi il numero de caualli , & dell'artiglierie de «o La ngo
... . 2; ,° ti,/- • i i„ • v j n * Ordinai Sfc
mmich che perturbale la memoria della ferocia degli Suii^eru & delle mt- éunck a gR
torte hauute contra i Francefì . Dunque difìc Sedunenfe ha la natione noflra ^^ «
foflenuto tante fatiche, fottopoflafi a tanti pericoli , fparfo tanto fangue per fpongano a
lafciare in un giorno filo tanta gloria acquiflata , tanto nome animici flati j£^t:rre»
uintidanoi i non fono quefli quei medefimi Francefì .che accompagnati da dotte anchV
noi hanno hauute tante uittorie * abbandonati da noi fono fempre flati uinù j^ gj°uì«
da ciafeuno i non fono qnefli quei mede fimi Francefì, che da piccola gente de mi f0I[c ^
noflri furono ìannopaffato rotti con tanta gloria a T^puara ì non fono eglino J£^l*° .£*
quelli che Jpauentati dalla noflra uir tu yconfufì dalla loro grandiffima mltày con tanta
hanno e f aitato infino al Cielo il nome degli Heluetij t chiaro , quando eraua • «nerS«*
mo congiunti con loro , ma fatto molto più chiaro poi che ci f eparammo da lo-
ro : non haueuano quelli che furono a l^ouara né caualli ,nè artiglierie : haue-
uano la jperanxa propinqua del foccorfo , & nondimeno credendo a Mottino,
ornamento, &fplendore de gli Heluetij, asfaltatigli ualorofamente a? loro al
loggiamenti; andati ai urtare le loro artiglierie ; gli roppono , ammalati
tanti fanti Tede [chi, che nell'uccifìone loroftraccarono l'armi , & le braccia :
& uoi credete che hora ardifchino d'affrettare quaranta mila Sui%£eri , effer-
ato sì ualorofo , & sì potente , che farebbe bajlante a combattere alla campa-
gna con tutto il reflo del mondo unito infìeme <? Fuggiranno credetemi alla fo-
la fama della uenut a noflra mon hanno hauuto ardire d'accoflarfi a Milano
per confidenza della loro uirtà , ma filo per la fperan^a delle uoflre diuifìonk
nonglififlerrà la per fona, ò laprefen%a del Re : perche per timore di non mei
tere in pencolo, ò la uita, ò lo flato ,farà ilpnmo a cercare di faluare fé , &
dare esempio a gli altri di fare il mede fimo .fé con quefto efiercito , cioè con
le forze di tutta Heluetia non ardirete d! afi aitargli, con quai for%e ui rimar-
ra eglijperan^a di potere refiftere loro t U che fine fiamo noi fcefì in Lombar^
dia ì a che fine uenuti a Milano fé uoleuamo hauere paura dello (contro de* ni
mici t Doue farebbono le magnifiche parole t le feroci minaccie ufate tutto
queflo anno / quando ci uantauamo di uolere feenderc in Borgogna ; quand*
ci rallegrammo dell'accordo del Re d'Inghilterra ; della inclinatione del Ton-
lefice a collegarfì col Re di Francia, riputando a gloria noflra quanti più fuf-
fero uniti contra lo flato di Milano ? meglio era non hauere hauute quefli an-
ni sì honorate tintorie ; non hauere cacciato i Francefì d' Italia ;efferft con-
tenuti ne termini della noflra antica, fam*>fc poi tutti infteme ingannando
" Uftetu-*
LIBRO
Tcfiettatione di tutti gli huomini,haueuano aprocedere con tanta uiltai hajjl
hoggi afaregiudiciò da tutto il mondo, fé delia uittoria di J<lpuarafu cagione
• ^^ ò la nofira uirtù, ò la fortuna :fe moflreremo timore de' nimici ,farà da tutti
Trasogna , attribuita, ò a cafo, ò a temerità :fe uferemo la medefìma audacia ; confedera
& %££!! ciascuno effere fiata uirtù : & battendo (comefenxa dubbio baremo ) il mede
tio, come fi fimo fucceffo, faremo non piamente terrore dell etaprefintema in ueneratio-
ib8gr! in°quc ™ ancora de pofleriy dalgiudicio , & dalle laudi de quali farà il nome degli
ftoroedefi- SuiT^eri antepofio al nome de Romani : perche di loro non fi legge che mai
«no hbxo, ufaffeY0 una audacia tale ; ne che mai confeguiffero uittoria alcuna con unto
\ m qucfto uaìore ; né chemaifen%a necejjìtà elegge fero di combattere contra i nimici
modo ftef- con tmt0 difauant aggio : & di noi fi leggerà la battaglia fatta preffo a Voua
%' smzzen ra, doue con pocagente >fen<$a artiglieYie , fen^a caualli , mettemmo in fuga
combatterò un' efferato poderofo, & ordinate >di tutte le prouifioni,& guidato da'duefa
SrancefiV mofi Capitani: lunofen\a dubbio * il primo di tutta Trancia , l'altro il primo a
Kouara a 6. fa tutta Italia. Leggeraffi la giornata fatta a San Donato con le medefime diffi
t\ H.Ucomc cultà dalla parte nofira,contra laperfona d'un Re di Francia, contra tanti fan
hi fermo tl xedefcbi: iquali quanto più numero fono, tanto più fatieranno l'odio noflro;
Mottino- |à tanto maggiore f acuità ci daranno dijpegnere in perpetuo la loro militia; tan
fuafe •* fuoì, topiufi aflerranno da uolere temerariamente fare concorrenza nell'arme con
%aff«"o n foc gli Suiigeri : non è certo an^iper molte difficultàpare imponìbile che il Fu e
«orfo d* Ah r^ ^ \c genti della Chiefafi unifichino con noi : però a che propofito affettar-
JTon haùerc gli ine èneceffaria la loro uenuca,an^i ci debbe e fiere grato quefio impedirne
" ^iTior * to,perche b la gloria farà tutta nofira : faranno tutte nofire tante foglie Jan- fr
gloria co al te ricchezze che fono nell 'efiercito nimico : non uolle Adottino , che la gloria fi
i° o 'n fie commumcafie non che ad altri,a noftrimedefimi ; & noi faremo sì uili, sì di-
me con que fbrcT^atori della nofira ferocia, che quando bene pott fiero uenir ad un ir fi ; uo
É»°iène d? ^mo ^jptttare di cotnmmkare tanta laude, tanto honorecd foreftieri tnon
quel , che (ì ricerca la fama degli Ski%%eri#on ricerca lo fiato delle cofe che fi ufi più dila-
Ìo"l«uo ne! tìone, b fi faccia più configli; bora è neceffario ufiirefuora , hcr'hora è neceffa-
li 7 . della r;0 r fidare ad afialtare i nimici: hanno a confultare i titmdhch e p enfiano non
in % -.cn? U opporfiapcncdhma a fuggirgli: ma agente f croie & beUicofa.come la no
<h Claudio jira appartiene prefentar fi al nimico fubito che fi è battuto uifia di lui: però
«itf* 1' eon l'aiuto di Dio , che con giufio odio perfeguita lajuperbia de Francefi , pi-
fuoi foidati telate con la confueta animo fila le nofire picchettate ne' uofiri tamburi andia
lUodoUC fe° mo fubito fetida interporre una bora di u mpo, andiamo afiraccare l'armi no-
■ari affé in feg%a fatiare il nofiro odio colf angue di coloro yche per lajuperbia loro uoglio-
il "f "a Qjici no uefiare ognuno, ma per la loro mlta refiano fempre in preda di elafi uno .
poco d'aia jncitati da quefio parlare prefe fubitofunofamente le loro armi, & come furo
Jmgne* ^ no fuora della porta Romana > me/fifi co' loro fquadroni in ordinanza , ancora
Uzzo ; p« £j)C c mn reflafie molto ddgioruoi fi auiaro uerfo l' efiercito Francefi con tata
c'habbia fat allegrerà, & con tanti gndi> che chi non bauefiefaputo altro, bar ebbe tenute
s PcKioche crino li.horc^comc fcxiuc il Mo ;ci».£ >,& |>ochc li^he fon e \o dice cjucfio Autiere •
D V O D E C I M O. ^ jt*
per certo chehaueffero conseguito qualche grandifiima uittorìa:t Capitavi fii~
molauano ifoldati a caminare: i faldati gli ricordauano che a qualunque ìjora
saccoftaffero all'alloggiamento de mimici , defiero fuhito il fogno della batta-
glia;uolere coprire il campo di corpi morti,uolcre quel giorno fpognere il nome 0 ft
de' fanti Tedefchi,& di queimafjimamenle che pronoflicandofi la morte \ por latte dar -
tauano perfegno le bande nerexon quefìa ferocia acccflattfi agli alloggiamen "^ zIra &1*-
* ti de* Fmncefi , non reflando più di due hore di quel giorno , principiarono a // Fxa&cefi a
fatto d'arme,afia Ir andò con impeto l'artiglierie, e i ripari, colquale impeto ap prefio°M n*
pena erano amuati,che haueuano urtato, & rotto le prime fquadre,& guada no, iucceirc
gnata una parte dell'artiglierie : ma facendo fi loro incontro la caualleria , & ìièt/ìì**
unagran parte dell' efi eretto, & il Re mede fimo cinto da un ualorofo fquadro- come sha *
ne di gent il 'huomini>c {fendo alquanto raffrenato tanto furore ; fi cominciò una g*1 ^q^Ì
ferocifiìma battaglia : laqualecon uarij euenti , & con grani filmo danno delle ui<> . & dai
genti d'arme Francefi lequai furono piegate.fi continuò il combattere infino a Graduuco •
quattro hore della notte, efiendo già refiati morti alcuni de Capitani France- b Nata dal-
fiy& lille mede fimo pertofio da molti colpi di'ficche : allhora non potendo j^^n^r25
più riè l'una,nc l'altra parte tenere per lafiraechev^a l'arme^m mano fyicca- me , & dai-
tifi fen%a fuono di trombe ,fen%a comandamento de' Capitani ; fi mefiono gli {* p^Zcn^
SuiTgen ad alloggiare nel campo mede fimo, non offendendo più l'uno l'altro , ueie fpetfa ,
h ma affrettando, come con b tacita triegua,il profilino fole : ma efiendo fiato tan oioMìi0*.0"
to felice il primo affalto degli Sui'Zgeri a' quali il Cardinale fé e e, come furono *o lib. dciu
r ipofati, condurr e ucttouaglie da Milano, che per urna Italia cor fono i canal* ™a £ {?***
lari a fign, fi-care gli SuiT^cri hauere mefio in fuga l'efiercito de nimici . K[on cenna nei
confumc inutilmente il Re quel che auan%aua della notte : perche conofeendo {hìftorìe •*&
la grandetta delpencolo.attefe a fare ritirare a' luoghi opportuni, & all'or- è da cflèi
di ne debito l'artiglierie^ , a fare rimettere in ordinar . %a le battaglie de' Lan7c j*"o q°ue ito
chene eh, & de' Cuafioni & la caualleria a fuoif quadroni :foprauenne il dì, ùuo d'ai>
d principio delquale gli Suir^eri àifir oratori no che deli e fior cito Fracefe , ^uli co-
ma di tutta la militia d'Italia unita inficine affaltarono co l\mpeto mede fimo, p»oiàmète ,
et molto temerariamente i nimici:da quali raccolti ualorofamente, ma copiti * mhìcou
prudenza, & maggiore ordine, erano per coffi parte dall'artiglierìe^ parte ci al »" : °ue fr
faet lume de G uà f coni, a fi aitati ancora da' canali i in modo , che erano amma7K ™ vna'Ta n-
c Tati da fronte,ct da' lati; & foprau enne cfu'l leuar del Sole l'^Aluiano,ilqua~ da * suiz-.
le chiamato la notte dal Re < meffe fi fuhito a camino co' cauai leggieri, et co una peiduri,bk-
partepiu eredita deli 'efferato, et giunto quando era piuftretto.& più feroce da ciettìffi-.
il combattere, & le coje ridotte in maggior trauagliOj & pericolo , feguitau- ZìnAìmT-
. IàI* P€r *°"
tìerchia brauura. Si vede ancho qualche diuerfìtà fra lui, & queflo hiftonco.
e Dei tèmpo che dutò qucfto futod'aunc, 5c chefofie rsuaccato la mattina , conuergeno co'l Guicciar-
i'wo il Giouio , il GiuitUDano ,e il Gradmico : mail Moceoi^o difcoida , dicendo chc'combatterono cut-
tala notte fino a hore quindici del giorno: ìlche parimentepar che voglia inferir Monfisnor Macone nel
luo^o , che cueio «ella lèguente annotatione : il qual dice , che durò vna gran pane di due giorni , & vna>
fioue nnera, piegando la vittoria , hor di qua , hor òi là incerta . Il Gradinko ne fcriue , kcondole let-
^eredcgli Oratomiel Senato , preilo il B»e, ìx dei Generale Aluiano: lequali airiu3iono a ledici diSer-
tecubre 15 1$. in Vincaia.
Z ^ dolo
1 I B R O
dolo dietro di mano in mano il reflo dell* efferato; affatto con glande impeto gli
Suiìgeri alle jpalle : iquali benché continuamente combatteffero con grandi f-
* Ut© «s- fima audacia , & ualore; nondimeno uedendo sì gagliarda refifien^a , & fi-
at fu la vir pragiugnereFeffercito Finitiano ydifierati poter ottenere la uittoria, effendi
iracefcoRin già flato più bore fopra la terra il Sole , fonarono a raccolta > & poftcfì fu le
oucfto fatto jpalle l'artiglierie, che haueuano condotte fecoy uoltaronogli fquadroni-, ritc-
xignTno?1* vendo continuamente lafolita ordinanza, & cambiando con lento paffo uer-
che Mona, fi Milano , & con tanto flupore de Franceft, che di tutto l'efferato niuno ni
▼ruoMcio'11 de fanti, né dey caualli hebbe ardire di feguitarli : filo due compagnie delle
ch;ei fece loro > rifuggite fi in una uilla , ui furono dentro abbruciate da' caualli leggieri
te°di7ui7 n6 de Vinitiani : il rimanente deW e fi cr cito intero nella fua ordinanza , & fii-
dufaitò, per- rando la medefima ferocia nel uolto , & negli occhi , ritornò m Milano , la-
ucua vìnto," filati per le foffe , fecondo dicono alcuni , quindici pe^gi d'artiglieria groffa,
vna natione cjje haueuano tolta loro nel primo feontro, per non hauerc commodità di con*
cer fempre; durla . ^Affermaua il confentimento communedi tutti gli huomini non effere
d'agguagliar fiata per moltiffimi anni in Italia battaglia più feroce, & fpauento maggio-
padred'Mei re : perche per t * impeto , colquale cominciarono l * affatto gli Sui'zgeri , & poi
•iandro Ma per gli errori della notte effendo confufigli ordini ditutto E efferato , & com-
ue°ff ttepqì battendo fi alla mefcolatafen^a imperio ,& fen%a fegno;ogni cofa era fottopo
giorno, eh* fia amaramente alta fortunali Remedefìmo fiato molte uolte in pericolo, ha~
vincitórc ueua a ricono fiere lafalutez più dalla uirtù propria, &dal cafi,che daW aiuto *
iella comu de* fuoi* da quali molte uolte per la confufwne della battaglia > & per le tene
de* g reci bre delta notte > era fiato abbandonato ; di maniera* che il Triul%io Capitano
nco CLer°: c^e ^aueua cedute tante cofe.affermaua quefia effere fiata battaglia no d'huo
Torino det minima di Giganti: & che diciotto battaglie, adequali era inttruenuto, era»
che
quali
tue1 e€ir°'Re eniratl nel primo mpeto dentro a* ripari de* Frane e fi , tolto la più parte del-
^ucfto tem. r artiglierie ;haneuano fempre acqui fiato di terreno ine fu dipoco momento
Segn^/ci? ^ giunta delfiAluiano* che fiprauenendo in tempo che la battaglia era anco-
Ut veduti . ra dubbia, dette animo a i Franceft, & fpauento agli Suit^eri, credendo ef-
«fL *??CuZ fere con luì tutto l'efferato Vinitiano . Il numero de* morti , fi mai fu incerto
mgo ancno J ■■ JJ r r . n * .-*
fono fcfhte in battaglia alcuna, come quafi fempre in tutte ;ju in quefia incertijjimo, ua-
«"& «ni riwdo affai gli huomini nel parlarne chiperpaffìone, chi per errore: a ferma-
pencoli dei rono alami effere morti degli Sui'fjerì più di b quattordici mila: altri diceua b
ciouio'rò no dì dieci, ipiu moderati di otto mila : né mancò chi uoleffe rìfirignergli a tre
im quefto mila capi tutti ignobili , & di nomi ofeuri : made Franceft morirono nella
auttor noo * ^ La****,!;*
fono s , battaglia,
h I Franse fi dedero fama d'hauer tagliato ar pezzi fa metà de venticinque mila Suizzcrf che furon nei tatto
d'arme , & che di loro fò'.i eflTer morti tre mila . Gli Suizzcri fatta laraflegna a eafa loro, differo d'hauerne
perduti cinque mila , & non più : ma che de* Francefi n'haueuan morto maggior numero . Il Mocenigo feri
«e, che degli Suizzcri mion morti dieci mila: ma dell'altra parte non parla quanti ne perdeflè. li Giufti-
maao pose più 4< quindici wila Suisawi, ót fei mili Fxanceli; e il Giadioico dice in tutto ventidu*
JBU*.
BVODJ'CIMO; ì**
battaglia àeta notte ', Francefco fratello del Duca di Borbone* fmhrkort , San
Serro, il Trincipe di T alamont e , figliuolo della Tramoglia } Boifr nipote già
del Cardinale di Roano, il Conte di Safarth , Catelartb di SauOia * Buficcbio ,
et la Moia,cbeportaua linfregna de gentil buomini del Re,tutt e perfine chia
re per nobiltà , & grandezza di flati , òper hauere gradi honoratì nelt eser-
cito : & del numero de3 morti di loro fi parlò per le medeftme cagioni , nana-
mente, affermando alcuni efìerne morti fei mila,altri che non più di tremila,
tra iquali morirono alcuni Capitani de fanti Tedefibi. Ritirati che furono gli
Sui^^eri in Milano, effendo in grandiffrma difiordia, ò di conuenire col Re di
Francia,ò di fermar fi alla difefa di Milano ; quei Capitani, iquali prima baue
nano trattata la concordia, cercando cagione meno inbonefra di partir fr,dima
&darono*danariaMaffimilianoSfor?g,ilqualeeramariififiiffiTnoefferc rmpo t \ <jenari
lente a darne : & dipoi tutti i fanti , confortandogli a queflo Rofrio Capii ano chc *o***£
Generale, fi partirono il giorno feguente per andar ferie perla uia di Como al sumeri g*{
paefe loro , data fieran^a al Duca di ritornare preflo afoccorrere il C afelio , Du,ca Ma ift
b nelquale rimaneuano b mille cinquecento fanti Sumeri , & cinquecento Ita- "o'ie p°3gh*
liani : con quefia fperan^a MaJJimiliano Sforma , accompagnato da Gimtanni 5 *« mcfi *
da Gon-^aga, & Gierolamo Morone, & da alcuni altri gentil buomini Mila- Gl0Ui° *
nefhfi rincbiufe nel Cafìello* bauendo confinino, benché nonfin^a difficoltà, b Q^eft*
cbe Francefco Duca di Bari fuo fratello* fé ne andaffe in Germania, et Cardi gnVd^ur
nal Sedunenfeandb a Cefareper fillecitare ilfoccorfo , data la fede di ritorna- *«", <he ri.
re innanzi paffaffero molti giorni : & la città di Milano abbandonata da ogni cafteTdi \i!
:prefidio , fi dette al Re di Francia , conuenuta di pagargli cgrandiffima quan - hn°i « tiro
tità di danari : ilquale ricuso Centrami mentre fi tencua per li nimici il Ca- ^i caJdi-
ftello . come fé a Re fra indegno entrare in una terra, cbe non fra tutta in potè- n*1 Scdun*
fi àfua. Fece il Re nel luogo, nelquale baueua acquiflato la uittoria}celebrare ^gìo8^*
tre giorni fi Unni meffe: la prima per ringratiare Dio della uittoria J altra per
frappile are per la falute de morti nella battagliai la terza per predalo cbe con- c TrerC*n,^°
cedejse la pace, & nel luogo mede] imo fece a perpetua memoria edificare una « tre paglie
Cappella. Seguitarono la fortuna della uittoria tutte le terre , & le fortezze |jjce jj Gio
del Ducato di Milano, eccetto il CaflcUo di Cremona, & quello di Milano: alla «enne la cit
' efpugnatione delqmle effendo propoflo <* 'Pietro Italiana , affermaua nonfen J,à0 % Mi[a"
%a ammiratione di tutti, effendo il Caftello fortiffimo , abbondante di tutte le " ai r/fxì
promftoni nece frane a di fender fi, & a tener fi, & dotte erano dentro più di due ce,C0,
mila buomini da guerra , deff ugnarlo in minor tempo d*un vie fi . Hauuta la d con dieci
nuoua della uittoria de* Francefr il Vicere>fopr afiato pochi giorni nel mede fi- ,m,,a fami fi
mo alloggiamento più per neceffrtà, cbe per uolontà , potendo difficilmente per jm^ ccaJgo É
careflia di danari muouere leflercito, riceuutane finalmente certa quantità, ^he Pim r
& inprefian^a da Lorenzo de Medici fei mila ducati ?fr ritirò a Tontenuro porto a co*
con intentione d'andar fine nel Reame di J^apoli : perche fi bene il Tontefice, ci ftdC f
intefo i cafri frucceffi , baueua nel principio rappre fintato agli buomini la co- Milaao.
fianca delfuo anteceffore, confortando gli Oratori de confederati a uoler mo-
%% » ftr«rf
L I B R O
ftrare iluolto alla fortuna,& sfov^arfi di tenere in buona dtfpofitione gli $ui\
%cri,& uariando loroycbein luogo d* efiì, fi conduce jfero fanti Tedefihi; non*
dimeno parendogli le proni fwni non potere effere, fé non tarde a pericoli fuoi,
& cfie il primo percoffohaueua a effere egli, perche quando bene la r inerenza
della Chiefa faceffe, che il Refi aflenejfe da moleftare lo flato Fede fiaflico, non
eredena baflaffe a farlo ritenere da affaltar Tanna,& Tiacen%a, come mem-
bri attenenti al Ducato di Milano , & da moleftare lo flato di Firenze > nella,
qual co fa ceffona ogni rifletto , & era offefa sì filmata dal Tonteflce , quanto
a oucfti ca fe °ifendeffe lo flato della Chic fa . 7^è era nano il fiso timore : perche già il He
pitou della haueua fatto ordinare il ponte fu 7 Topreffo a Vania >per mandare a pigliar
tk>ncdfra il Tarmai Tiacen\a, & prefe quelle città quando il Tonteflce fleffe remten-
Papa,e iiRe te all' ami citi a fuay mandare per la uia di Vontriemoliafarproua di cacciare i .
anctfoS°nei Medici di Firenze : ma giàper commeffwne fua il Duca di Sauoia , él Vefi 0-
gìou.o nel uo di Tricaricofuo nuntìo trattauano col Re, ilquale fumetto fo ancora di nuoue
chc^unVo ' unioni contra fe , & inclinato alia riuerenxa della Sedia *Apofl.olica > per lo
aó variano fpauento che era in tutto il Reg?io di Francia delle per fecutioni hauute da Gin
«juì^itto ! boterà molto defiìerofo dell'accordo ; p ero fu preft amente conchiufo tra loro a g
confederatone a difefa degli flati dy Italia \ & particolarmente, che il F,e pi-
cokà ancho g^afie la p'totcttione della per fona del Tonteflce > & dello flato della chic fa ,
indurre la dì Giuliano- & di Lorenzo de Medici , <& dello flato di Firenze : defle flato in
Fe* a»eiaFpace ^ranc^a> & penpone a Giuliano penfione a Lorenzo >,.& la condotta di cinqui
co'i Papa, 5 ta lance: confentiffe che! Tonteflce deffe ilpaffoper lo fiato della Chiefa al Vi
deU'Viufa- cer^ di tornare con l e fi eretto nel Pregno di TS{apali: fuffe tenuto il Tonteflce le
no: ilquale uare di Verona,& dati aiuto di Cefare contra 1 Vinitiani le genti fue>reflitui-
nat uri, & £ re al Re di Francia le città di Tarma , & Tiacen^a , riceuendo m ricoro penfo
la vittoria , dal Re, che il Ducato di Milano fu fie tenuto a Iettare per ufofuo i fiali da Cer-
oppnmere uia,che fi cakulaua effere co fa molto ut ile per la Chiefa , & già il Tonteflce,
il cardona nena confedcratione fatta col Duca di Milano , haueua conuenuto feco quefio
lare nimico] mede fimo : che fi facefie compromefio nel Duca di Sauoia * fe i Fiorentini ha-
& faciimen ueuano contrafatto alla cm federai ione , che haueuano fatta col Re Luigi , &,
la Thofca - che hauendo contrafatto, hauefi e a dichiarare la pena, ilche il Re diceua dì-
»a , & poi il mandar più per honore fuo+cke per altra cagione . fatta la conclusione, Trica-
Regno di . Ari- n L ri i^ r i r
Napoli in ta tico amo fuoitompofie a Roma perperjuadere al Tonteflce u ratijicattcne ;
a ProfPeri- e^ Lorenzo, accioche il Viceré hauefie cagione dipartir fi più preflo , ritirò a
on ìequali Tarma,& Reggio legenti,che erano a Tiacen^et egli andò al P,e per far fe-
perfuafioni „n qrato,& perfuadervli fecondo zìi ammonimenti artificio fi del 7io,di uole-
À feon forra o p r , „ / t- i j ' * "• u r r r/r » •• i 11
uà il Re,(e- re m ogni euento delle cole dipendere da lui. rionb pi \cn?radijjicuita indurre ili
condo che 'Pontefice alla ratificatone : perche gli era mcleftifjìmo. il perdere Tarma, &.
aio pei iu s Tiacenrjta , & hartbbe uolentieri affettato d'intendere prima quel che delibe
ne»1'1" della rafier0 &1 Sui^^eri : iquali conuocata la Dieta a Zurich , Cantone principale
vita di Leo- di tutti gli Heluetij; & mmiciffimo a Fr ance fi, trattauano di [occorrere il Ca-
*c *• fide Milano , non ofiante che hauejjiro abbandonato le ualli , & le terre di
BclHnTprfr
ta
tà
con
DVODICIM ©. V3
ieHin%one, & àìLugarna, ma non le fortezze > benché U Re pagamelo feìmì- % fl Giorno
la feudi al Caflellano, ottenere cucila diLugama ; ma non abbandonarono già preiTo ai fi-
i Grigioni Chiauenna: nondimeno dima Arandogli Tricarico effere perìcolo i,e dell,b*<
che il Re non aft alt affé fen%a dilatione Tarma , & Tìacen^a , & mandale pio'fa mente
gente in Tofcana? & magnificando il danno che gli Suiigeri haueuano riceuu cheVnodo u
to nella giornata : fu contento ratificare con moderatone però , di nonhauere Namrra tra
egli, òfìtoi agenti a confegnare Tarma , & Tìacen^a : ma lafciandole uacue oieì^V1
di fue genti, & di firn ufficiali, permettere che il Refe lepigliaffeyche il Tori Milano , &
tefice non fufìe tenuto a leuare legenti da Verona,per non far e quefla ingiuria c^i ?f f" £
a Ce far e, ma bene prometteva da parte di leuarlepreflo con qualche commoda f«" &«*, &
occafwne,et che i Fiorentini fufjero affoluti dalla contraiamone pretenfa del- \t 'dai?™ *
la Lega, fu anche in queflo accordo che il Re non pìgliaffe protettone a* alcuno pi«e>£c<w
feudatario, òfuddito dello flato della Chiefa,nè folo non uietafle al Tontefice,
tome fnperiore loro,il procedere contra effi,& il cafligarglhma etiandiofiob- b GioaaKS*
ligafìe quando ne fufìe ricercato , a dargli aiuto : trattofjì àncora che il Tontefi choilmo^
e e,et il Refi abboccaffero in qualche luogo commodo infieme,cofapropofla dal Morone fàf
Rema desiderata daltuno,et dall'altro di loroidal Reperflabilire meglio que "he Gfii°ro^
fla amkitia,per afficurare le co fé de gli amici che haneua in Italia, & perche incolpati
ffceram con laprefen%afua,& con offerire flati groftì al fratello del Tontefice, (uaf^Mafl^
• & al nipote attener e di potere confuo confentimento affaltare , come arden- «»Hano ad
liffimamente defìderaua, il Reame di l<[apoli : dal Tonteficeper intrattenere caftei 5! Mi
con quefto ufjiao,& con la maniera fua,efficaciffima a conciliarfì gli animi de iano:mache
gli huomini , il Re, mentre che era in tanta profferita, non oftante che da molti pofucono .
fufìe dannata tale deliberai ione, come indegna, della Maeflà del Tontefcato, *ciuta .1>in*
• €^ come fé conueniffe -che il Re uolédo abboccarfifeco, andaffe a trouarlo a Ro ro.Ben taffa
maiallaqual cofa egli affermaua condefeendere per defiderio di indurre il Re a e§h J.n cer^
non moleflare il Regno di Tripoli, durate la ulta del Re Catolico: laquakyper chino , che
tfiere egli già più dì mi anno caduto in mala difto fittone del corpo , era comune J^"^1 fjj
^opinione bau effe a effere brieue . Trauagliauafi in quefto me%o « Tietro 7$4- kuaffe i ibi
narra intorno al Cestello di Milano, & inftgnoritofi d'una Cafa matta delfoft ^"J^pt-
fo del Caftello per f amo uerfo porta Comafma , & acceflatofi con gatti, & tra- li ppi'no dal
nate al foffo,& alla muraglia della fortezza; attendeua a fare la mina in quel J^^H
luogo: & leuate le di fé fé ne cominciò poi più altre, & tagliò con glifcarpelli da già panici-'
unfiaco della forteto, gran pe\%o di muraglia , etmeffela fu i putelli per farla jj^ento t<u-
cadere nel tempo mede fimo che fi defìe fuoco alle mine: lequali cofe benché fe-> Bernardino
e ondo ìlgiudicw di molti>non baftafjero a fargli ottenere il Caftello, fé non con cn^uadi
molta lunghe^a ,& difficultà ;& già s haueffe certa notitia ygli SuiTgeri q«cft° «nc-
preparar fi fecondo la determinatone fatta nella Dieta di Zurich per foccor- J' /io °n ^
h rerio ; nondimeno effendo nata pratica tra b Giouanni da Gonzaga Condottici ****' Fran
re del Duca di Milano, che era in Caftello, & il Duca di Borbone parente fluo : Lodovico"
Sforza -, ho-
ra con pati tradimento contxa il figUuol d'eflò Lodouico auifcfle i Francefl de' difetti, che follerò nel muro^
$ ne' xioaxi di «'«Atro*
Z\ 3 & dipoi .
t I B 11 O
tf t>\ qtìefto & dipoi interuenendo nel trattare col Duca di Borbone Oierolamo Morone »
fimo'có C a* ^ due Capitani de gli Suiz^eriy che erano nel Caflello ;fi conchiufe congran-
tote nei do de ammirazione di tutthil quarto giorno d'Ottobre con imputatone grandiffi-
l uLftì che ma ^ Oierolamo Movane , che ò per troppa timidità , ò per poca^ fede haueffe
è ù cu 'da perfuafo a queflo accordo il Duca con l'autor ita fua, che appreffo a lui era gran
iw\% AquV diffima; ilquale carico eglifcufaua con allegare e fere nata differenza tra ifan
i«, & ai Gà> ti Suii^eri y & gli Italiani . Contenne la concordia che Maffimiliano Sforma
périuadèuft? confegnafe fubito al Re di Francia i caflelli di Milano , & di Cremona : cedef-
tio a no vo fegh tut te le ragioni, che haueua in quello flato : riceueffe dal Re certa fomma
Sfotte m"C: di danari per pagare i debiti fuoi , & andafe in Francia doue il Re gli de fé
ftn , che l'- ciafeuno anno penfione dì trenta mila ducati, ò operaffe che fu fé fatto Cardi-
e?iP"e Fcc • na^e con VaYl entrata ■ perdonale il Re a Galeazzo Vifconte y & a certi altri
tando mira gentil' h uomini del Ducato di Milanoy che fi erano affaticati molto per Mafi-
eia do per" rniliano : defìe agli SuiT^eri, ch'erano nel Caflello feudi fei mila : conferma f-
dfr it ote° & a G*0Hann* da Gonzaga i beni, che per donatione del Duca haueua nello fla
cario *• & to di Milano, & gli deffe certa penfione : confermale fimilmente al Morone i
bH nèì* ih! beniproprìji e i donati dal Duca, & gli uffictj, che haueua, & lofaceffe mae~
oiede in go- ftro delle richiefle della Corte di Francia : ilquale accordo fatto ,Maff>miliano>
" • altrimenti il Moro per lo nome paterno , ufeito del Caflello fé ne andò inFran
b dì quelli eia, dicendole fiere ufeito della feruitù degli Suixgeri , degli flratij di Cefa- <$
lli™ re, & de gl'inganni de gli Spagnuoli : & nondimeno lodando ciajcuno più la.
»oha faco- fortuna d'hauerlopreflo depofto di tanto grado > che d'hauere prima ef aitato
^tione ai un^omo > cheper la incapacità fua, & pe
erhauere penjieri flrauaganti , &
Re , dei te- coftumi fordidiffìmi; era indegno d'ogni grandezza . Ma innanzi alla deditio-
fermo*1? oc m del Caflello di Milano uennero al Re D quattro jlmbafciatori de%principa- b
•lai Giufti- li, & più honorati del Senato Vinitiam , ^Antonio Grimano, Domenico Tri-
iìxQ*\<m*\l fflfotih Giorgio Cornaroy & Andrea Grinta congratular fi della uittoria , &
roet-e poi. a ricercarlo che come era tenuto per i Capitoli della confederatone y gli aiutaf-
■qi Sciupi fi ^ricuperatione delle terre loro : cofa che non haueua altro oflacolo che
fpo fta ài\ delle for^e di Ce far e %. & di quelle genti > che Marcantonio Colonna erano per
»igo pone* 1° Tonte fice in introna : perche il Viceré , poi che leuato del "Piacentino heb-
j*omion , befoggìomato alquanto nel Modonefe per affettare , fé il Tontefice ratificaua
'^x t'accordo fatto col Re di Francia ; ime fa la ratificatwney fé ne era andato per
e Sola U Tti la Romagna a ^Napoli « dipntò il Re prontamente in aiuto loro il Baflardo di
minto iOi Sauoia , & c Theodoro da Tnulqo >on fettecento lance , & fette mila fanti €
Giudi» la no Tedefchi : iquali mentre differì fimo a partir fi , ó per affrettare quello che fuc~
«2e "iifu's cedeva del Caflello di Milano, ò perche il Re uolefie mandare le genti mede fi-
lattate j ; oo, me alla efpugnatione del Caflello di Cremona ; l filmano , alquale i Vinitianì
■d&j'ÌLmì ! non kaueuano conferito che feguitaffe il Viceré y per che defiderauano di ricu
Ma a Moce parare yfi era pofRbile fenza aiuto d'altriy Brefcia, & Verona: andò con l'ef*
aigo tenue *•,-■* -, ■ ^ m' -1
eome è qui fercttù '
frecjrarrentenottto.UGiouio nomina lòto il B.-ftardodi ^aupia , che venidein aiuto de' Vinitiam con tre
■■ iN caua li & tei mila tanti ; au tutu quefta aauaùouc d^ <juc(ta hiitona j> arc,chc ila toUa,v.om< ifl Àolti
y£ra/0 Jtfr/o Brefcia : ma efiendo entrati dinuouó in quella città mille fanti
T ed efebi, l'^Aluìano, efiendo fi molti giorni innan%i Bergamo arrenduto a* Fi
nitiani, fi rifolueua d'andar e prima alla efpupiatione di Verona, per che era
meno fortificata , per maggiore commodità delle uettouaglie, & perche prefa
Verona^ Brefcia reflando fola , & in fito da potere battere difficilmente foc-
corfo di Germania, era facile a pigliare : ma fi tardaua a dare principio all'im
prefa per timore che il viceré , & le genti del Tontefice erano in Reggiano >
& Modonefe non paffaffero il Tò a oflia per (occorrere Verona : delqual fo-
retto poi che per la partita del Viceré fi re fio ficurOì daua impedimento la in-
fermità dell' Stimano : ilquale ammalato a Gbediin Brefciano minore difef-
éfantaanni; *pafiò ne' primi giorni di Ottobre, con grandi /fimo dijpiacere de' •ttàò.VAt
Vinitiani all'altra ttita, ma con molto maggiore difpiacere de fuoi foldati^che "" "h/a 7.
non fi potendo fatiar e della memoria fua , tennero il corpo fuo uenticinque dì d'ottobre
nell'esercito, conducendolo quando fi caminaua con grandiffima pompa: & no doVhe^ui-
lendo condurlo a Vinetia^non comportò Teodoro Triul%io , che per poter pafi uon.° J M*J
fare per Verone fé , fi dimandale , come molti ricordauano ,faluocondotto a Gtal»«ieV#
Marcantonio Cclonna,dicendo non efferc conuenicnte,che chiuiuo non haue
uà mai bauuto paura denimici , morto face fi e fegno di temergli . a Vinetia
fu per decreto publico fepellito con grandi ffimo honore nella Chic fa di San Ste-
fano, doue ancora hoggi fi uede ilfuofepolcro, & Coratione funebre fece ^An
dreaT^auagiero gentil' huomo Vinitiano giouane di molta eloquen'za: Capita
no (come ciafcuno confeffaua) di grande ardire, & efiecutore con fomma cele
vita delle cofe deliberate, ma che molte uolte.òperfua mala fortuna , ò come
molti diccuano,per efiere di configlio precipito fo, fu fuperato da' nimici : an%i
forfè doue fu principale degli efferati , non ottenne mai uittoria alcuna . Ter ^ Nej M#fc
la morte dell' *Alui ano, il Re,ricercato da' Vinitiani accedette algouerno del- cenago fi
i'efiercito loro il Triufyodefiderato per lafuaperitia, & riputatone nella di /08£c fz*^*
fciplina militare; & perche per la inclinatione commune della fattione Guel Wciron fuo-
fa era fempre flato intrattenimento, & beniuolen^a tra lui , & quella Repu- J-* a t'd aJ-*j
blica: ilquale mentre che andaua all'efiercito, legéti de' Vinitiani efyugnaro- t>* )'*"[-
no Tefchiera : ma innari^ l ' efpugnafferojruppono alcuni cauaUi , & trecento fbldVti vfni
fanti Spagnuoli che andauano per fot correda, & dipoi ricuperarono ,Afola,et tianiùquatt,
Lonà}abbandonate dal Marche fé di Mantoua . alla uenuta del Triul%io fi pò- fup^ior^di
fé per gliflimolidel Senato il campo a Brefcia,auenga che l'ejpugnationej'en- dumeto fi
%a l'efiercito Francefeparefie molto difficile '.perche la terra era forte, & den J^Etc'ome
tro due mila fanti tra Tedefchi>& Spagnuoli , flati toftr etti a partir fi numero chc Wei]9
grandi ffimo de' Guelfi , & imminente già la uernata , & il tempo dimoflrarfi toUo°daPiui*
molto fottopoflo alle pioggie ine ingannò l'euento della cofa ilgiudicw dei Capi n^d,n!en,)
tano ; perche battendo cominciato a battere le mura con l'artiglierie piantate te quanti ne
fulfoffo dalla parte >onde ejciela Garetta, quelli di dentro, chefpcffo ufciua- fofi-ro . •:
h no fuor a fipinti una uolta b mille cinquecento fanti tra Tede fichi > & spagnuoli quetu fa*
*d affaltare la guardia dell artiglieria , allaquale erario deputati tei 0 huomini uo ■••
LIBRO
?„.JV!£ft<ii (tarme>& fci mila fanti, & battendogli anche con la fcoppìetteria diflefapé?
Franceii fe queflofu le mura della terra ; gli mefjono facilmente tutti in fuga, amor a che
Baftaìd? di Gian Vagolo Manfione con trenta huomim d'arme fofieneffe alquanto limpe
sauoia di t0 loro3amma7garono circa dugentofanti,abbruciarono la poluere, & conduf
Vlr m e°,mic fero in Brefcia dieci peTR d'artiglieria : per loquale disordine par uè al Triu{
di fette mila <-n0 d' allargar fi con ìzffercito, per affrettare la ucnuta de* Francefh&fi ritirò
doli moc£ a Coceai lontano dodici miglia da Brefcia > attendendo intra tanto i Vxnitiani
n '8° • a prouedere nuoua artiglieria & munitione , a uenuti i Fr ance fi fi ritornò al- 0
b Quefto /' efvugnatione di quella città-* battendo in due diuerfi luoghi , dalla porta delle
chTÒYro fu Tile iterfo U Caftello, & dalla porta di San Ghuanni, alloggiando da una par
Mercurio „ % e /' efferato Francefe, nelquale Ucentiati i fanti Tedeschi , perche ricuftuano-
tìuwJ" andare cantra le città pò ffedute da Cefare.erauemto Tietro ls(auarracon cm
de qui è reo* qlie miia fanti Cuafcon'h & Fr ance fi ; dall'altra parte era il Triulxio co fol-
ftap^&Mer dati Vinitiani ,fopra ilquale rimafe quafi tutta lafomma delle cofe : perche il
cuno deuc ^aftardo di Sauoia ammalato era partito dell* efferato . battuta la muraglia
«oHuouan- non fi dette /' affai to > perche quei di dentro hauemno fatto molti ripari , &
d\>h ?£ tutti con grandijfima diligenza > & ualoreprouedeuano tutto quello che era necef-
vinitia^ì % farlo alla difefa : onde Tietro Ts(auarra ricorrendo al rimedio confueto, comiu
nei gìouìo. c^a ciare 0pera alle mine , & infieme a tagliare le mura co* picconi: nelqual
e GiuiioMS temt)o Marcantonio Colonna ufeito di Verona con feicento caualli > & cin~
irone no pò *'/.., i i • ri ">£■ ^ t \Y
tendo patir quecento fanti , & hauendo incontrato fu la campagna Gian Vagolò Man-
tanta vergo froney& b Marcantonio Bua,che con quattrocento huomini d'armex& quatb
tuoi fuggirle trocento caualli leggieri erano a guardia di Paleggio gli roppe; nelqual in?
h°cbbePa°idi- c ontro c Giulio figlinolo dà Gian Vagolo , mortogli mentre comhattcua il ca- 0
redioppoc- uallofotto ,uenne inpotefàde nimici , & il padre fuggì a Goito ^occuparono
nlZfVl 2? dipoi Limavo > oue prefono alcuni gentil' huomini Vinitiani ; finalmente, mo-
mero ai ni- r _£> o i ,• ,,,r . , ,. . i / •
mici : ma flrandofi ogni giorno pm dura , & difficile l oppugnatione , perche le mine ot
«ua^fotto11 dinate da Vietro l^auarra, non riufciuano allefperan%e date da lui,& inten-
dono e' heb dendofi uenire di Germania otto milafanti^iquali i Capitani , che. erano intof
za fóbau" no a Brefcianon fi confidauano d * impedire , furono contenti i Vinitiani , per
to a piedi ; ricoprire in qualche parte l ignominia del ritirar fi , conuenire con quelli > che
huo Vpii^io erano in Brefcia , che fé in fa trenta dì non f afferò foccor fi ahbandonerebbo-
»e . vedi il no \a città, ufeendone ( cofi promeiteuano i Vinitiani ) con le bandiere Jpieg4
SfiTn que- te, con l'artiglierie, & con tutte le cofe loro: laqual promeffa ( tale era la cet
fto paflò, co texxa della nenuta delfoccorfo )J apena ciafeuno douere effere nana : ma alla
Se appare gente di Brefcia non era inutile il liberar fi in queflo me%o dalle molefiie: mef*
ne airaccor jono dipoi i Vinitiani in Bre y Caftello de' Conti di Lodrone r otto mila fanti*
ùa i vicina ma come queftì fentirono i fanti Tedefcbi^ a quali fi era arrenduto il Caflcllo
di,&-8iiGp ^ ^nf° uenire iman"<i >fi ritirarono miniente alt efferato : né fu maggiore.
»io 'nel hb. animo ne Capitani , iqttali temenuo in un tempo mede fimo non effere affalta-
^6'tuutrue ti da quefli >& da quelli che eranojn Brefcia. > & da Marc Antonio cofolr.
fta guerra a iajtj^c eram ^Verona ;fi ritirarono a Ghedi > oue prima già certi di qncfl*
ifcfcfc** accidente»
P V O p EC.IM O. tft
decidente ;haucuano mandate Partigliene maggiori , & quafi tutti i carri ag-
g gue i Tedeschi entrati a in Verona fen^a contraflo froueduta che thebbonodi
usttouaglie,& accresciuto il numero de difcnfori'fe ne ritornarono in Germa
nia.h auenano in queflo me%o flabilito il 'Pontefice, & il Re di conuenire infie
me a Bologna, bauendo il Re accettato queflo luogo, più che Firenze, per non
fi allontanare tanto dal Duca di Milano, trattando ft maffimamente del conti a tft tttkì»
nuo per il Duca di Sauoia la concordia tra gli Sui7£eri, & lui: & perche fé- fi legge nel
tondo diceux, farebbe neceffitato, paffando in Tofana menare feco molti fot- & °cofi gP°ai
dathperche conueniua althonore fuo non entrare con minore pomùa in Firen- che, fi deb-
%e, che già ni fuffe entrato il Re Carlo : laqualeper ordinare fi interporrebbe cflèndo'Yi "
di lattone di qualche giorno Jaquale al Re era grane, & per altri ricetti , & folcono u*
perche, tanto più farebbe flato neceffitato a ritenere tutto l'esercito, delquale queu» cmL
ancora chela jfcefa fuffe grauiffima non haueua fin a quel giorno, né intedeua, & non Hct
mentre era in Italia, licentiare parte alcuna . Entrò adunque l'ottano giorno
- dìDecembre il Tontefice in Bologna, & due giorni appreffo u entro il Re, il-
* quale erano andati a riceuere b a confini del Reggiano due Legati *Apoflolici, fjj^ ìocUj[*
il Cardinal dal Fiefco,& quello de* Medici: entro fen%a genti dì arme, ne con ufeendo il
la Corte molto piena:& introdotto, fecondo l* ufo, nel Concifloro publico inno. ££ # Va"*
%i al Tontefice;egli mede fimo, parlando in nome fuo il Gran Cancelliere, offer" mai. randa*
fé la ubidienxaMquale prima no haueua preflata:flettero dipoi tre giorni in- \°™ RUnbc*
fieme alloggiati nel palagio mede fimo, facendo l'uno uerfo l'altro fegni gran 4 t0 odino
diffimidi beniuolen%a,& di amore : nelaual tempo altra il ri confermar e con Jpdi*Re««.
* leparole,& con lepromeffe le già fatte ubligatiom, c trattarono infieme mol r 8io> & Pon»
te cofe del Regno di Tsfapoli : ilquale non offendo allhora il Re ordinato ad afi na°veTcouà
fakarer.fi contentò della §eran%a datagli molto efficacemente dal Tontefice <*! &«»? nt>
di efìergli fauoreuole a quell'imprefa, qualunque uolta fopraueniffe la morte &$! : *& Loa
del Re d'Aragona . laqualeper gìudicio commune era propinqua, ò neramente fa PunJ° mS
fuffe finita la confederatione,che haueua feco, che duraua ancora fedici mefi : fodue or-
intercedette ancora il Re per la reftitutione di Modona,& di Reggio a l Duca Jna.u 9UÌ
di Ferraxa,el Tontefice promeffe di reftituirle pagandogli il Duca 1 qo.mila da eiier leu
ducathi quali il Tapa haueua pagati per Modona a Cefare:& oltra quefli cer t36a£\i 'tue
taquantità didanariper f^efe fatte nell'una :& l'altra Città: intercedette an aporie qae
cara il Re per Francefco Maria Duca d'orbino , ilquale e fendo foldato della J* £ccn££n
Cine fa condugento huomini d'arme,& douendo andare con Giuliano de' Me cefeo a bo-
dici all' efferato, quando poi per l 'infermità fua uifupropoflo Lorenzo , non fo- ^" Jn'jg<>U
lamente haueua ricufato d' andar ui, allegando che quello, che contra la fua dì- ferme come
* gnità haueua confentao alla lunga amicitia tenuta con Giuliano, d'andare co ^lo aufc*
me femplice Condottiere , & fottopoflo alt autorità d'altri nelt efìercito della
Chiefa.nelquale era flato tante uolte Capitano Generale fuperiore a tutti; no
uoleua concedere a Lorenzo ; ma oltra queflo hauendo promefìo di mandare g0a°ndGli
uio ie capi-
tolatiòni dell'accordo fra Tapa Leone, e i] Re Fiaj&etfco in Bologna : oeteiocne egli dice, «he non glie gas»
fo^wuo aecefiario lo ùngile «
k
I I B R O
le genti della fua condottale riuocò mentre erano nel camino :penhe già fe-
rmamente baueua conuenuto, ò trattarla di conuenire col He di Francia , &
dopo lauittoria del He non haueua cejfato perme%o dhuomini proprij conci-
tarlo,quanto potette contra il Totefice, ilquale ricordeuole di quefle ingiurie^
& già penfando £ attribuire alla famiglia propria quel Ducato, dinegò al Re
la fua domanda,dimoflrandogli con dolcifjìme parole quanta difficultà fareb-
be alle co fé della Chiefa il dare con effempio così perniciofo ardire a 'fudditi di
ribellarfiiaìlequali ragioni, & alla uolontà del Tapa cedette patient emente il
Re,con tuttOycheper l'honore proprio haueffe deftderato difaluare,chi peref
ferft aderito a lui, era caduto in pericolo, & che al mede fimo lo confort afiero
molti del fuo configlio,& della Corte ricordando quanto fufìe fiata impruden
te la deliberatane del He paflato dtbauere permeffo al Valentino opprimere
i Signori piccoli d9 ltaliaiilper che era falito in tanta grandev^a,cbe fé più lun
gamente fuffe munto il padre jlleff andrò ,harebbe ferrea dubbio nociuto alle
cofefue. Tromefie il Tontefice al He dargli f acuità di rifcuotere per unan
no la decima parte delle entrate delle Chiefe del Reame di Francia. Conuen-
nero ancoraché l Re haueffe la nominazione de beneficij che prima appartene
ttad Collegi], & a Capitoli delle Chiefe ycof amolto apropoftto di quei Re, ha
nendo f acuità di difiribuire ad arbitrio fuo tanti riccbiffimi benefici^: & dal-
X altraparte,che le annate delle Chiefe di Francia ,// pagaffero infuturo al To
tefice fecondo iluero ualore & non fecondo le taffe antiche,lequali erano mot
to minori: & in quefio rimafe ingannato il Tontefice:perche hauendofi contra
coloro,che occultauano iluero ualore a fare l'effccutione, & deputare i Com-
mejfarij nel Regno di Francia , ninno uoleua prouare , ninno effeguire contra
g£impetratori;di maniera, cbeciafcuno continuò di fpedire fecodo le taffe uec
cbie:promef]e ancora il Re di non pigliare in protettone alcuna delle Città dì
Tofana, benché non molto poi facendo inflan^acbe gli confentiffe d'accetta-
re la protettione de Lucchefi, i quali gli offeriuano uenticinque mila ducati >
«a fihqid?o & allegando efferne tenuto per le ubligationi dell' antecefìore il Tonte fice ri-
ga Macft o ct{Jando di concedergliene ; gli promeffe di non dare loro moleflia alcuna ,
AttuBoirtì* Deliberarono oltra quefle cofe mandare Egidio Generale de' frati di Santo
no , ch'era scodino >& eccellenti/limo nelle predicationi alt Imperatore,™ nome del To
Balio del p" % n i r >/,.. . * r j- i • « r •
He , & Go- teficcper difforlo a conjentire a Vinitiani con ricompenjo di danari, BreJctOy
ueinatoi di ^ ycrona: lequai cofe ejpedite, ma non per ifcrittura,eccetto quello, che ap-
gul'comc di parteneua alla nominatone de' benefit^ & al pagamento delle annate fecon-
ce a .^,ou*° do il nero ualore;il Tontefice ingratia del Re , pronunciò Cardinale Adriano
éeii'hiftor. di Boi fi fratello del a Gran Maeflro di Francia,cbe nelle cofe del gouerno te- 4
rhnchCd "u neHa il Prmw lt*°go appreffo al Re. Da quefio colloquio partì il Re molto con
vita ii Leo tento nell'animo , & congrande fperan^a della beniuoleni^a del Tontefice , il*
lòM."<-aro quale dimofìraua efficacemente ilmedefìmo > ma dentro feutiua altrimenti:
ila fami perche gli era moleflo come prima che il Ducato di Milano fuffe poffduto da
a dei m . fej. ynoìeflijJìmQ hauere nlafciato Tiacen^a, & Tarma; parimente moleflo il
rcftitHùn
Ili
glia
DVODECIM6. j«>
I reflituire al Duca di Ferrara , Modona, & Reggio : benché queflo non rnolt9
poi tornò uano, perche hauendo ilTonteficein rivenderne dopo la partita da
Bologna flette da un mefe,riceuute dal Duca le promeffe de danari,che s'ha-
ueuano a pagare, fubito che fuffe entrata in pofleffione, & efìendo di commu-
ne confentimento ordinate le fritture de gì' inftr amenti che tra loro s'haueua-
no a fare.il Tontefice non negandola interponendo uariefeufe, et dilationU
& fempre promettendocelo di dargli per fé ttionc. Ritornato il Fé a Mila-
nojicentiòfubito V efferato .riferitale alìaguardia di quello flato Settecento la
ce, &fei mila fanti Tedefc hi, & quattro mila Trance fi di quella forte, che da
loro fono chiamati Venturieri: egli con grandiffima celerità ne primi dì del-
l'anno Mille cinquecento fediti , ritornò in Francia , la feiato Luogotenente m.d.xvi.
fuo Carlo Duca di Borbone , parendogli hauere flabilite in Italia le cofe fue ,
per la confederatane contratta col Tontefice, & per e he in quei giorni mede fi-
mi haueua conuenuto con gli Sumeri ; i quali benché il Re d'Inghilterra fli-
tnolafft a muouere di nuouo l'armi contra il Residuarono fé co la con federa-
tone,ubligandofi a dare fempre in Italia,& fuori, per difefa,&per offefa co
tra ciafcuno col nome, & con le bandiere publich e a fuoi flipendu qualunque
numero di fanti dimandale -, eccettuando folamente dall' offefa il Tontefice»
l imperio, & C efare: & dall'altra parte il Re riconfermò loro lepenfìoni an-
tiche: promefìe pagare in certi tempi feicento mila ducati commuti a Digiti-
no,e trecento mila fé gli reflituiuano le terre 3 & le ualli appartenenti alDu-
tato di Milano: tlche ricufando di fare , & di ratificare la concordia i cinque
* Cantoni, che le pojfedeuano; cominciò ilRe a pagare a gli altri 'ottobrata a»iceiiM*
de danari appartenente a loro, i quali l'accettarono, ma con efbreffa conditio- «nigo, <hc
ne di non e fere tenuti d'andare a gli flipendtj fuoi contra i fanti de' cinque 'H££òl
Cantoni . r^el principio dell anno il Fefcouo de Tetrucci antico familiare del q^»
Tontefice con l'aiuto fuo , & de' Fiorentini cacciato di Siena Borghefe, figli- s^en di!
uolo di Tandolfo Tetrucci fuo \ cugino in mano delquale era il gouemo;arro?ò &nxo "»»*
afe la mede fìma autor ita, mouendoft il Tontefice ,perche quella Città pofta lcud''
tra lo flato della Chiefa, & de Fiorentini fuffegouernat a da huomo confiden-
te a fe,& "forfè molto più perche graffe quando fuffe propitia l'opportunità
de temphpotere con uolontà del Fefcouo mede fimo fottoporla ò al fratello, à
almpote. Rimafono in Italia accefe le cofe tra Cefare, e iVinitianìdefide-
roji di ricuperare con l'aiuto del Re di Francia }Brefcia,& Verona:Ultre co-
[epareuano afìai quiete mapreflo cominciarono ad apparire principi} di nuo-
Hi mouimenthcteftfufcitauano per opera del Re d dragona, ilquale temen-
do al Regno di l^apoli per la grandetta del Re di Francia , trattaua con Ce^
fare:& col Re ci'lnghilterra,che di nuouo fimout fferp l'armi contra lui: ilche
non folamente non era flato difficile perfuader a Cefare defiderofo femore di
cojemioue & ilquale dafefleffo diffìcilmente poteua conferuare le terre tol-
te a Vmitiani, ma ancora il Re d'Inghilterra , potendo meno in lui la memo-
ria dell hauere ilfuocero molatogli le promeffe>che l' emulaticene ,& l'odio pre
fentc
LIBRÒ
4 dì <pefti fente Cóntro il Re di Francia , iti affentiua : flimolaualo ottra queflo il defiie*
& uno do. ri0 cj?c ji fìe dj scotta pupillo fuffe gouemato per a huomin'1,0 propofli,ò de- a
do Duca d1- pendenti da lui: lequali cofe fi forebbono tentate con maggiore configlio , &
Albania, tea CQn ma<rgi0Y for%e, fé mentre fi tr ottonano non fuffe fucceduta la morie del b b
dei Re iaco Re d^ragona: ìlqualc afflitto da lunga indifpofitione , morì del me fé di Gen-
po morto: il mi0 mentre andana con la Corte a Sibilio, in Madrìqalevio uilla ignobili fìì-
pcx ordir* rna:Re di eccellenti/fimo configlio,& uirtii, & nelquale fé fnffe flato coftan-
deì Re Ino te n£tte promeffenon potrefli facilmente riprendere co fa alcuna.perchk la te-
uà molte co nacità dello ffendere^deìlaquale era calunniato, dimoflrò facilmente fai fa la
ft,<ior cttdc moYte fiia: concio fia c°fa> che battendo regnato quarantadue anni ; non iafeib
ai eie d' i n- danari accumulati ima accade quafi fempre per lo giudicio corrotto degli huo-
fiiouio" ' rnmi'> c^e ne> Re & fm lodata la prodigalità, benché a quella fio annefia la ra-
pacitàicbe la parsimonia congiunta con l'aftinen%a dalla robba d'altri. .Alla
d II- f *!** u*n^ rara ^ ^ $0 ^e & alÌumfe la felicita rariffima, perpetuale tu leui la
xagona, ap. morte dell unico figliuolo mafibio.per tutta la uita fua.perche i cafi delle fe~
do ifhian mine> & ^l genero furono cagione jthe infinalla morte fi conferuaffe la gran
ra,quì acce- de-^a: & la neceffità di partir fi dopo la morte della moglie , di Cafliglia ,fìt
rrancSn,& V™ to^ogiuoco,chepercoffa della fortunadn tutte t altre cofe fu felìciffimo. c G
per ciò an- Di fecondo genito del Re d* dragona }morto il fratello maggiore, ottenne quel
fogliai Tri Reame •' peruenne per me%o delmatrimonio contratto con JJ abella al Regno
daiog^a àfar di Cafliglia: f caccio uittor io fornente gli auerfarij,che competeuano al mede fi-
Setter *tn mo Recl?ne: ricuperò poi il Regno di Granata poffeduto dà nimifi della noflra
punto l'ar- Fede poco meno di otto cento anni: aggiunfe alt Imperio fuo il Regno di 7$a-
wgens^ani- polhquello di TSIauarra, Orano, & molti luoghi importanti de liti d'africa:
inaiando di fuperiore fempre & quafi domatore di tutti i nimici firn : & mie manifefla*
a NiadriTnei mente apparì congiunta la fortuna con finduflria: coprì quafi tutte lefue cu-
Contado di piditd fiotto colore d'honeflo Telo della Religione, & difanta intentìone al he
*b°a sàu PMa commnne . Morì circa a un me fé innanzi alla morte fua iH Gran Capitano d
ria di Gna- affente dalla Cortei mal fodisfatto di lui:& nondimeno il Re per la memo-
tà Janni* ri* della fua uirtii, haueua uoluto che da fé ,& da tutto il Regno gli fuffero
7 s -iccondo fatti honori infiliti a far fi in Ijpagna ad alcuno, eccetto che nella morte de* Re*
Giomo.co .con gr ondi ffima approbatione di tutti i popoli ,0' quali il nome del Gran Capi-
jtimciò a re fam per [a jm grandiffima liberalità era grati (fimo , &per t opinione della
|na ? inno prudenza, & che nella fcien%a militare trapaffaffe il ualore di tutti i Capita
i+77^& re- n[ ^ tempi fuoi , era in fomma ucneratione . JLcccfe la morte del Re Cato*
anni indr- lico,l ' animo del Re di FrahciaaU imprefa di'ls[apoli > allaqualc penfauaman-
Ca' F°nono° darfubito il Duca di Borbone con ottocento lancia & dieci mila fanti,perfua
fcjo 'panui- dendofi che per effer il Regno folleuato per la morte del Re, & male ordinato
»iio.
C Potrei foggiugner molti altri particolari diqnefto Re Ferdinando: ma eiTendoabartanza quanto n'èqui
Scritto; chi meglio ne uole effer informato, uegga,ol traili altri da me altre uohe cititi auttori Spagnuoli,
le due Deche d'Antonio diNcbrilìa de' fatti di quefto Re, & della Reina fua moglie.
d Confaluo Ferrando Gran Capitano uenne a morte a 2. di Dcccaibrc 15 li . effe a do siffb anni feflantadue
tic meli, & undici giorni. Q ionio al rìn della vita d'eflo •
alla
DVODECIMO. j«
alla difefa-nè potendo l'arciduca effere a tempo a [occorrerlo, batterne facil-
mente ad ottenere la uittonamè dubitaua che'l Tontefire per lefyeran%e ha-
unte da lui quando furono infiemea Bologna, et per la beniuolenxa contratta
[eco nel? abboccamento, gli hauejTe ad effer fauoreuole.nc meno per Vintereffe
proprio yCome fé glihaueffe ad effer molefla la troppa grandetta deV'Arcùn
ca fucce flore di tanti Regni del Re Catolico,& fucceffore futuro di Ce far e .
Sperana olir a queflo che l'Arciduca conofecndo poterglimolto nuocere l'ini*
micitia fua nello flabilirfi i Regni di Spagna, & fl-ecialmente quello d* dra-
gona, aUjuale fé alle ragioni fuffe fiata congiunta la potenza bar ebbono adi-
rato alcuni della meìeflma famiglia farebbe proceàutomoderatamente ad op
porfegli: perche fé bene uiuente il Re morto, & lfabella fua moglie, era fla-
to nelle congregationi di tutto 7 Regno interpretato , che le coflituiicni anti-
che di quel Re anice fcludenti dalla fucce filone della Corona le f emine non pr e
giudicauano a mafl hi nati di quelle,quando nella linea mafculina non fi trcua
nano fratelli, %Vj,b nipoti del Re morto, b di chi gli fuffe piuproffimo di l nato
delle (emine }ò almeno in grado pari,& che per queflo fuffe flato dichiarato ap
partenerfl a Carlo Arciduca dopo la morte di Fcrdinando>la fucce ffwne addii
ccndo in effempio che per la inerte di Martino Re d'Aragona morto fen%a fi-
gliuoli K-iafibi era flato per fenten^a de giudici , deputati a queflo da tutto l
Regno, preferito Ferdinando Auolo di queflo Ferdinando , benché congiunto
per linea femmina al Conte d'Vrgelli,& agli altri congiunti a Martino per li
ma mafculina}ma in grado più remoto di Ferdinando;nodimeno era flato fin
allhora tacita querela né popoli, eh cinque fl a interpretatione, & dichiaratici
nehaueffe più potuto la potemmo, di Ferdinando^ d lfabella che lagiuflitia,
non parendo a molti debita interpretatione, che efclufe le flemme poffa efiere a viofat»
ammefio chi nafee di quelle , & che nella fenten%a data per Ferdinando uec- colonna <n
chwhaueffepiupotuto il timore dell 'armi fue, che laragionedequai cofe effen che fu°i!b£
do note al Re di Francia, & noto ancora, che ipopoli della Trouincia d'Ara- rat0 p« 1c
gona,di Valew^a , & della Contea di Catalogna(includendofi tutti quefli fot- mP'ferm;u*
tol Regno d jLr^gona)harebbono defiderato un Re proprio; fferaua che l'Ar ù?1 P;:p*»
ciducayper non mettere in pericolo tanta fucce ffione, e tanti flati, non haneffe %*v?T?\
finalmente ad effer e alieno dal concedergli con qualche condeceuole compofì- From|ic,a.1
tiene il Regno di 7<{apoli:nelqual tempo per aiutar fi oltra lefor^e co* benefi- x^il , & dì
* cijtUoHe che a Trefpero Colonna, ilquale confentiua di pagare per la liberano- ^^"S1» **
ne fua-, $ ■> .mila ducati fu fi e liberato, pagandone folamente la metàionde mol & non (col
ti credettero, eh e Trofpero gli haneffe fegretamente promefjo di non prendere ^ ^c dice<2
arme contra lui ò forfè d'effcrglifauoreuole nella guerra fNapolitana,ma con la taglia : &
qualche limitatwne, ò riferito dell'honor fuo. In quefli penfleri coftituito il fuhfa"^.P2
h.e,&già deliberando di non differire il muouere dell'armi; fu neceffitatoper dice , che l
moni accidenti a uolgere l'animo alla difefa propria : perche Ce fare riceuuti , \^HTlj.
fecondo le cofe cominciate a trattar fi prima col Re d'Aragona , centouenti & non.»»
affila ducati ;fipreparauaper affattura come haucua CQmmuto con quel Re, miU<lttca*
il
ITERO
il Ducato di Milano,foccorfe che baueffe Veronat& Brefcia:perchc i Vìntila
ni fermato l* efferato >ilquale>effendo ritornato il Triut\io a Milano, reggetta
Tbeodoro da Trinici fatto Governatore, fei migliapreffo a Brefcia, fcorreua-
no con gli Stradiotti tutto il paefe: i quali aff aitati un giorno da quei di den-
tro^ concorrendo da ciaf cuna delle parti aiuti a fuoi;gli rimeffono dopo non
piccola ^uffa in Brefcia , ammaccatine molti di loro , & prefo il fratello del
a Mille ni- Governatore della Città . Tochi giorni apprejfo Lautrech principale dell'-
m\ó furono efferato Francefe , e Tbeodoro da Triul%i , fentito che a Brefcia ueniuano
pKfi,d"eU tre mila fanti Tedefchi per accompagnare gli danari, che fi conduceuano
Moccnigo .♦ per pagare i foldati;mandaronoper impedire loro lanus Fregofo , & Giancur
iLTquefto vado Or fino con genti dell uno , & l'altro efferato alla Rocca dìjlnfo : lequali
paflb wtta ri ammazzarono forfè da a ottocento>gli altri infieme co* danari fi rifuggirono &
euefta 1 a Lodrone .-mandarono dipoi i Vinitiani in Val di Sabia due mila cinquecento
fanti per fortificare il Cafiello d'info, i quali abbruciarono Lodrone, & ^d-
* Q uefto ftorio . ilpericolojche Brefcia così ftretta, & moleflata non sarrendeffe, co*
prefuio d'- firinfe Ce fare ad accelerare la fua uenuta : ilquale bauendo feco cinque mila
ìe' ondo Ti* caualli, quindici mila Suizgeri datigli da i cinque Cantoni,& dieci mila fan-
Mocenigo , ti tra Spagnuoli,e Tedefcb'huenneper la uia di Trento a Veronaionde l'effer-
petio dà m Clt0 Fvancefe,& VinitianoMfciate bene cufiodite Vicen^a,& Tadouafì ri-
cefeo con- dufie a Tefchiera,affermando uoler uietare all'imperatore ilpaffar del fiume
cSulonon del Mincioma non corrifpofe,come fieffo accade d'effecutione al configlioiper
nomina ai- cke come fentirono i nimici approffvmarfi, non hauedo alla campagna quell'ali
Uno 'd* a*- dada ad effeguire , che baueuano bauuta né padiglioni a configliare , paffato
ja : ilquale Oglio,fi ritirarono a Cremona,crefcendo la riputatane, & l'ardire al nimico*
gliofavUiS,' e togliendolo afe fleffi, Fermoffi Cefareò per cattino configli tirato dalla
h a igÀUtU mala Fortuna fua a campo ad i^fola3 cuflodtta b da cento buomini dì arme, & b
dacie ie itei /•!>*••• r > ..... i
io, &. Ja pa- quattrocento fanti de Vinitianv,oue confumo nanamente più giorni: ilquale
tr"' indugio fi cu de certiffimamente che gli togliere la uittoria. Tartito da *Afo -
e sì come il lapafib il fiume del foglio c a Orci l$uoui,& i nimici lafciatiin Cremona tre$
Giorno
Jone q
progrel
lìuanoi co- tnona,& Crema l'ima guardata da'Francefi, l'altra da' Vinitiani. Segui-
ta egli pone
dato
ko : ikhe g. me:i quali il dì ' feguente,non eficndo uenuti gli Sui'7^eri,& poffendofi l'^id-
* "c< * da guadare in più luoghi , fi ritirarono a Milano }non Jenfy infamia di Lau~
tretb>
SVODECIMO. tft
trech,che h aueua public ato,& fritto al Re, che impedirebbe a Cefare if puf-
fi di quel fiume : alquale paffuto fen^a oflacolo , s'arrendè fubito la Città dì '
Lodi: accoflatofi a Milano apoche miglia , mandò uri araldo a dimandare la
Terra,minacciando i Milane fi,che fé fra tre giorni non cacciauano l efferato
g Francefefarebbe peggio a quella Ciniche non haueua fatto a Federigo Bar- a vedi il o>
barofafuo ante cefi or e si-quale non contento d'bauerla abbruciata, & disfai- rio nel,a Pfi
ÙM fece per memoria della fua ira,& della loro ribellione, feminar e il fiale: FhXStì
ma tra i Francefi mirati con grandiffimo fiauento in Milano^erano flati uà- MUano •
rij configli, inclinando alcuni ad abbandonare bruttamente Milano per non fi
riputare pari a refiflere a turnici, né crederebbe gli Sumeri, ancor che già fi
f ape fé e fière in camino , haueffero auenire; & perche s'intendeua che i Canto
nho haueuano già commandato, ò erano in procinto di commandare , che vii
SuiT^eri fi parti fero da feruitij dell'uno, & dell'altro , &pareua dubitabi-
Uyche nonfufle più pronta lubidìen^a di quelli,che ancora erano in camino,
chediquellhfhegiàeranoconimicualtrideteflauanola partita,come piena br.Sc^c'ìl
d infamia , & hauendo migliore fieran^a delia uenuta de gli S ulceri, & iT Sk£
del potere difendere Milano >configliauano il metter fi alla difefa, et che rimof fupIicò ,' no'
fi in tutto l pen fiero di combattere, & ritenuto in Milano tutti i fanti,& ot- fcn Viridi'
mento lance Jtftribui fero l'altre,& quelle de Vinitiani , e tutti i cauai leg- ni?a-iobt*
gten per le terre uicine3per guardarle , & per moleflare a! nimici le uettoua- g« ™ «&•
gliemondimeno fi farebbe efieguito ilprimoconfigliofe non hauefero molto £ ta' che
dijjuajo Andrea Gntti,& Andrea Triuifano Troueditori de Vinitianijau fc»P'« **
tonta de quali nonpotendo ottenere altro.operò quefio,chel partirli fi deli- d"no*
bero alquantopiu lentamente;di maniera che già uolendopartirfufiprauen- e Con Cefr
neronoueUe certe,chél giorno feguente farebbe Alberto Tietra con dieci mi c^che
la tra Sumeri, & Grigwni a Milano : ilperche riprefo animo , ma non però «>*& Galea*
h confidando di difenderei Borghi ; fi fermarono nella Città, *> abbruciati pure £0S ci
per con figlio de Troueditori Finitianii Borghi :i quali confidarono così,ò * Mila**.
ff^egiudicafieroefiernecefiarioallad^
Jtaoccafioneuolefierofodisfare all'odio antico, eli è tra i Milane fi, e i Finitia tW:!i!^
nucacciarono ancora della Cittàfo ritennono inhonefla cuflodia molti de pnn J^SE
cipali della parte Ghibellina,come inclinati al nome dell'imperio per lofìudìo & <*»»* «
< della fattione,& per efiere nell'esercito tanti della medefima parte, e Cefa- ff &
re fra tanto fi pofe con l efiercito a Lambra,uicino a due miglia a Milano • do- il d°™ni<>
ueefiendo}arriuarono in Milano gli Sumeri :i quali dimoflrandofi pronti a TmÙo
aijenaere quella Cittayncufauano di uolere combattere con di altri Suizzeri c5 lito!o di
l«™™tfororendh JJ-. £
tejare:Uquale confiderando l odio antico di quella natione coir a la cafa d'^tu mc haueu*
f ^ornandogli
aue gii efferati oppofitijufie accaduto a Lodouico Sforma, cominciò a temere slori' * «^
Me haueua diffi eulta di Pagargli, che i Francefi, a\uali non mancher abbono "D« *
L T b n o
iliiarorì né perpagarglinèpercorrompergli:& accrefccuaglila dubitatio*
« li e.ud -mcbe Iarcpo staffar Capitan Generale de gli Sumeri, gli haueua congni
c"u»'na de arroganza domandata la pagatale oltra l'altre diffiditi fi afferma,
Mbt.}. ddia perci^ìxtiaidovli danari di Germania- giterano fiatintenutida fanti Spa-
S'."*: muoU ch'erano in Breffiiaper pagar fi de' ' foldì fcofpzrò commoffio maram-
fco«.odo ^i.0ramenteàallimorediqueflopcrkolo,leuatofubitolefkrutoffiritirouey
;S2 !%"« Ti i/jbme delUdda-non dubitando alcuno the fé tre dì prima ifi fife aucfta
...du^.o rf Mjlanojkual tempo dimorò intorno ad affila, i Francefi moltopm am-
%££** bwi,& incerti della venuta de gliSuiTSeriJarebbono ritorcati di la cu mo
#fi"i?' '•-• titai.zinon fi dubitale fé cofipreflo non fi partiuano,o che i Francefi non ft
£*?££ confidando pienamente de gli Sumeri , per lo rifritto dirnfirauano a quei
r'f1"' tb' erano ionCefareharebbonoffigmtato il primo confighoio che gli Suiz^en
Sfma 2*1 mede funere fa fiufa dal commandamento de fimi fupenoriche g^raeffie
lì p= :,c' co dito, barebbono abbandonato i Francefi. Tafiò Cefare ti fiume dell adaa,
%V\ ££ non lo [mutando gli Superni quali proteflando dipartirfi, fé non erano p*
b,a \ VT «ati tra quattro giorni, fi fermarono a Lodi , dando continuamente l impera-
Z; !tcn'"e mecche s'era fermato nei temtorio di Bergamcffieranxa de pagamenthfer-
£: iSfcS chediceua ajbettare nuoui danari dal Re a' Inghilterra, & minacciando diri-
S»ii££- tornare a Milanotcoffi cbeteneuainfoffietto grandiffimo t Fraceft, meerupm
tStì* che mai delia fede de gli Sumeri .-perche oltra la tardità tifata fludiofamen-
niknrlo teneluenire & l'bauer fempre detto non uoler combattere centragli Suìt^
£*?£rt ri deh'eSercito nimico,era uenuto il commandamento de Cantoni,cbe parti -
.bbaiSi rer0 da zhilipendli de Frate fuper loquale * ne era già partiti circa due mia, 4
JSJS &fi temeuaiheglialtrinonfacefieroilmedefimo, benché i Cantoni da a tra
« .nNaPo parteaffemauanoalnehauereoccultamentecomKandatoaJuottantiUco-
^Tafo trarlo. Finalmente Cefare, ilquale nfeoffi dalla Citta di Bergamo feci ci mila
Pra , & fel- àumi em Mìàm fùtt0 fpaanxa d'un trattato uerfo Crema-ritornato feny,
£££*. fare effetto nel BergamafcoWiberh d'andare a Tieto:perofigmficataa Ca h
l fi poca» pitantdeWeffirato la fua delikrattone, & affermato muouerfì a queflo per
^o^famuompLedmentidi danari,co quali & con quei dcUed Inghilterra,
ice ancor '^ in camn0,ritorucrebbejhbito ; gli conforto ad affettare dfr.o ritorno .
l^Zuìqudifrccheggia*-^
* e 9" «• chetata la terra di Sani Rigelo flretti dal mancamento delle uettouaglie ,
s'erano ndomr.eUa Ghiaradadda.FHdopo lapartita diCefare qualche ffieran
t Nò fi !cg XA che tU Sumeri , io quali a Romano . 'unì tutto l e fi eretto , papero di
G££fè nuouo tidda:penhe nel campo era uenuto ilMarchefe di Brandiburg ,&a
tftmia nota Berzamo Ù Cardinal Seàmtnje con trenta mila ducati mandati cai Red in-
Mb? m ghilterraiper hqual timore il Duca dì Borbone da cui erano fartm quafitut*
!,.•» Maffi ti „n suizxeri ■ e i joldati Vinitiani era uenuto con 1 esercito fu la nua di a
uiìa'nodal ° ^-^ ' dal
taffitg^el libr. w.dell'i. .ftorie del Giouio: dooe pone ch'ei rr.andafie lettere contiafatrc ^PJ«WJJ
gì, Suizmi * ftt %<$*U gli auK?au, che tra due giormt.ceUcro quarto erano con«nn. »«^ ^,£2
inette daU'Impe'iatoreiegli pie* tato lo petto d'eiTei uadnoda gb Stuzzcxi.che.^^o d.faoUel Mi*
DV'ODECIMO. '$<*>■
dal fiume: ma diventarono facilmente uani ipenficri de9 rumici, perche gli
Suivgeriy non baftando i danari venuti a pagare gli flipendij già cor/I, ritor-
narono per la ualle di Voltolìna al paefe loro; &per la medesima cagione ire
mila fanti , parte Spagnuoli , parte Ted efebi , paffarono nel campo Francejè,
& Finitianodlqvalehavendo paffato il fumé Mda , non haueua cefjato di
moleflar'e più giorni con uarie fcorrerie,& fcaramucce inimici con acciden-
ti uarij , bora ricevendo maggior danno i Trance fi ; i quali in una fcaramuccia
grò fifa appreffo a Bergamo, per derono da dugento buomini d'arme ; bora ini-
a mici, de quali in uri affatto fimile fu prefo a C efare Fieramofca : il refìo della a cefare F»
gente riceuuto un ducato per uno,s'accoflò a Brefcìaima effendo molto molefla .ramo ca c»
ti da canai leggieri. Marcantonio Colonna co' fanti Tede fin, & con alcu- duc.1^
ni fanti Spagnuoli;entrò in Verona* & gli altri tutti fi diffoluerono . Queflo ^no><o dive
fine hebbe il movimento di Cefare , nelqvale al He fu molto fofpetto il Tapa : ?"£«*«•!£
perche hauendo ricercato che fecondo gli oblighi della Lega fatta tra loro,man ^,uaai° ?cI
daffe cinquecento buomini d'arme alla di fé fa dello fiato di Milano, ò almeno ntch^Tz
gli accoftaffe a fuoi confini? & glifagaffe tre mila S viveri, fecondo allega- *?£ abbr u:
uà bauere offerto ad Untori Maria Talauifmo;il Tonte fice rifondendo fi ed - & " omo"
damenteal pagamento de gli Sumeri , & (enfiando effer e male in ordine 'le "V^™1*
genti fine ; prometteva mandare quelle de' Fiorentini , le quali con alcuni de* uefi p« vnà
l faldati fiuoi fi moffono molto lentamente uerfio Bologna, & Reggio. Uccreb- fUne0|!enj e.
be il fofpetto, che la venuta di Cefare fivffe fiata con fina participatione l ha- niS!
nere creato Legato a lui. come prima intefe effer 'entrato in Italia , Bernardo
da Biebbiena Cardinale di Santa Maria in ? or ti co, [olito fempre ad impugna
re apprefio alToniefice le cofe Franco fu & molto pud bauere permeJfo,che
Marcantonio Colonna fegvitaffe con le fine genti lefìercìto di Cefare: ma la
uerita fin, che al Tcnteficefv molefla per linter effe proprio la vcnvta deitìm
femore con tante fior^ temendo che vincitore non tentaffe d 'opprimere, fe-
condo l'antica inclinatone , tutta Italia : ma per timore , & perche qveflo
procedere era conforme alla firn natvra,occvltando ifivoi penfieri; s'ingegna-
uà far fi odio fio il meno che poteva a ciafcvna delle parti .-però non ardì nuo-
tare Marc Antonio. non ardì mandare gli aiuti debiti al He, creò il Legato a
Cefare; & dall'altra parte effindo già partito Cefare da Milano; operò che il
Legatotftmulando infermità, fi fcrmaffe a Rvbiera,per fpecvlare innanzi pafi-
fafjepm oltre, dove inclinato le cofe:& dipoi per mitigare l'animo del Re, noi
le che Lorenzo fino nipote, continuando la fìmulatione della depcndenxa co-
minciata a Milano ;gli face fife donare da' Fiorentini i danari da pagare per un
mefie tre mila Svisceri: i quali danari benché il Re accetta fife , diceva nondi-
meno , dimoflrando di conofeere l'arti del Pontefice , che poi che fempre gli
era contrario ne Ila guerra ne la confederatione fatta ficco, gli haueua giouato
ne' tempi del pericolo, voleva di nuovo farne vrì altra, che non l'ubligaffe fé
non nella pace, & ne' tempi ficuri. Difiblvto l'efìercito di Cefare > i Fini ciani
nonafpettati i Francefi; fi accoflarono all' improuifo una notte a Brefcia con le .
*Aaa ficaie,
LIBRO
fiale, confidando fi nel pìccolo numero de* difenfori: perche non ui erano rimafi
« il Mocenì più che a feicento fanti Spagnuoli,& quattrocento caualli : ma non effendo le 4
nò erano in fide lunghe a ba.flan%a,& refiflendo ualorofamente quei di dentro, non l'ot-
Brefcia più tennono ;foprauenne poi V efferato Francefe fitto Odetto di Foisy eletto nuo-
ti Cai °prcfin uamente fucceffore al Duca di Borbone, b partito frantane amente dal gouer b
éio - no di Milano > asfaltarono quefli eserciti Brefcia con l'artiglierie da quattro
b Pcreioche partitacelo che gli affediati non poteffero refiflere in tanti luoghin quali fi fa-
Borbone an ftentarono mentre hebbono fi>eran%a che fette mila fanti del Contado dì Ti-
eia ? ragguà r nolo, uenuti per commandamento di Cefare alla Montagna, paffaffero più in-
giiare ii Re rianima come queflo non fuccedette per l'oppofitione fatta de Vinitiani alla
ce ili1 : douc Rocca d'info, & ad altri p affi ~effi non uolendo affettare la battaglia, che ef-
da lui fu tau fm(JQ gQ m terra jpatio grande di muraglia fi doueua dare il dì figliente; con
to , che io uennono i faldati di e ufiir della terra,& della fortezza Solamente con le lor e
"ftabf del cofi>fifra un dì non erano foccor fi. In quefli tempi ifìejjì preparando fi il Va-
Regno . si pa di fogliar con l' armi-M Ducato d'Frbino Fr ance fio Maria della Roueret
ch'ef "aìSf- commc^ a procedere con le cenfure contra lui,publicato un monitorio, neloLna.
Te da Mila- Ufi narraua,che effendo foldato della Chìefa,dinegandogli le genti per lequa-
iuoeo"a o- ^ baueua riceuuto lo flipendio; s'era conuenuto fegret amente co' nimicì', l'ho-
detto di Fo micidio antico del Cardinal di Tauìa > delquale era flato affoluto per gratia, .
molto i"zn non pergiuftitia; altri homicidij commeffi da lui',1 hauere mandato d nel mag à
ti* dei Re j giorfiruore dellaguerra trai Tontefice Giulio, delqualì era nipote, fuddito,&
ceduTe neT Capitano, Baldajfarre da Cafliglione.per condurfi a foldi del Re: l'hauere nel
gouerno. l'ifteffo tempo negato il paffo ad alcune genti,che andauano ad unir fi con l'ef-
uio dice: ma finito della Chiefa,& perfeguitati nello flato, quale poffedeua come feudata
il Gradinico rio della Sedia ^ipoftolica,i faldati della medefima Sedia fuggiti del fatto d'ar
folle l'euato W£ di Rauenna: haueua il Tontefice battuto nell'animo di muouergli più me fi
2 ibfpcuo . prima la guerra , mouendolo olirà le ingiurie nnoue lo fdegno , quando negò
e in quefto d'aiutare c // fratello , & luì a ritornare in Firenze: ma lo riteneua alquanto e
modo 600. [a uergogna diperfeguitare il nipote di colui , per opera delquale era falita la
cauaiìi a4b°b3 Chiefa a tanta grandex^a-,& molto più iprieghi di Giuliano fuo fratello , il-
donaió Bre quale nel tempo delìefilio loro dimorato molti anni nella Corte d'orbino ap -
d'oià alvini pnJfi & D?ica Guido >& morto luiappreflo al Bucaprefenteyaonpoteua tol-
tiani , che a lerare.che da loro medefimi fuffe priuato di quel Ducato , nclqnale era flato
Ito 15 JS5- fiflentato, & honorato: ma morto dopo lunga infermità Giuliano de' Medici
«"«5Q de- jn Firen%e,& diuentatouano il mouìmento di Cefare ; il Tontefice ftimolata
cup'eraiono" da Lorenzo fuo nipote, & da *Alfonfina fua madre, cupidi dì appropriar fi qut l-
. lo flato; deliberò non tardare piu,allegando per ifiufa della ingratitudine* la-
quelm^de'S 1***1*
roo tempo, che fuccefle il fatto d'arme di Rauenn?,dice il Giouio r>el lib 3 .della rita di Leone.
e Nel lib. il verfoil principio ha detto quefto auttore,che cola denegale il Duca d'Vrbiro a* Medici: ilche
umilmente dice il Giouio nel lib j. della yita di Leone: n.a toggujgnc, ch'ei dille d'rr.uernc bifogno per fé.
Qjjìuì hmendo elio Giouio dilcopertu le cagioni apparenti, che moueuano il Papa a quota guerraidice the le
?ere,e in trinfeche furono la vicinità della flato d'VrbinoallaTofcana per ornarne Lorenzo, Se 'ambinone
4'Alfijfliiua;ulclie Leone aifanaajo pei la noia delle k>r cóùnuaic pre^lua^m forza ili uKiuìu che cedellc^
DVODECIMO, $7©
quale h molti erti rimprouerata,nonfolamente V offe fé ricévute da fui, le pe-
ne nellequali fecondo la difiofitione della giufiitia.incorreua un uaffallo conta
mace al fuo Signore, un fildato}ilquale kbligatofi,& riceuuti i danari .dinega
uà leghi a chi l'haueua pagate /ma molto più e fiere pericolo fi il tollerare nel-
le uifcere del fio flato colui àlqUale hauèdo già cominciato fin%a rifivtto del-
la fede >& deWhonore ad offenderlo poteuaeffer certo che quanto maggiore fi
dimoflraffe l'occafione; tanto più farebbe pronto a far per laùuenire il mede fi
mo.. llprogreffo di quefla guerra fu, che come Lorenzo con Ve fin ito raccolto
de ' follati, & de fudditi della Chiefa, & de' Fiorcntim,toccò i confini di quel
Ducato, la Città d'Frbino , & l'altre Terre di quello flato fi dettano uolonta-
riamente al Tonte fice,confentèdo il Duca,ilqualefi era ritirato a Vefaro, che
poi non glipoteua difendere fi faluaffero . fece & Vefaro il mede fimo s come
l 'efferato nimico fi fu accoflato: perche con tutto ui fufiero tre mila fanti > la
Città fortificataci mare aperto, Francefio Maria lafiiato nella Rocca Tran-
quillo da Mondolfo fuo confidato ; fin andò a Mantoua , doue prima haueua
mandato la moglie ,e'l figliuolo,ò non fi confidando de' foldatija maggior par
te non pagatilo come molti,fcufando il timore con l amore, affermauano., impa
tiente difiare affente dalla moglie: così il Ducato d'Frbino,infieme con Tefa-
ro,& Sinigàglia, ùenne in. quattro giorni fili alla ubidien%a della Chiefa, ec-
cettuate le fortezze di Sinigaglia, di Vefaro , di San Leo, & della Rocca dì Ma
iuolo: arrende fil quafi immediate quella Sinigaglia: & quella di Vefaro, ben-
ché fortiffima, battuta due giorni con l'artiglierie, conuenne d'arrender fi , fé
fra uenti giorni non erafoccorfa, con conditone che in quel me%o non ui fi fa-
ce ffe riparane alcuna fortificationenlqual patto male offeruato , fu cagione y
che Tranquillo, non hauendo hauuto ficcorfo infra il termine couenuto; ricusò
di confegnarla:& cominciato dinuouo a tirare l' artiglierie, afi alto la guardia
di fuor arma era più dura lafua codinone, per che ritornatofene,hauuta che fu ? £c* Capi*
* la terra, Lorenzo a Virente, i a Capitani reflati neltefiercito haueuano fatto fta guerra
trincee intorno alla Rocca,& me fio in mare certi TSlauilij per-uietareno ui en cJ'd' V/w"
tr affé ficcorfo: perbfiirato il termine; fi comincio fiìbito a batterla:ma il gior «p » ì' gjo-
no mede fimo ifoldati,che ui erano dentro > fatto tumulto contra Tranquillo ; mtna'aitri0
lo dettono,per faluare fi, a i Capitanila quali inpena della fua contrauen- «ne Renzi
tione; fu condannato colfupplicio delle forche . arrende ffl pochi giorni dipoi quSo' àu *
la Rocca di Maiuoloduogo neceffario ad afìediare San Leo perche è uicina ad XOTC nof» fe
un miglio, & fiutata all'oppofito di quella. Intorno a San Leo furono mefiì minato aicu
due mila fanti, che lo tene fiero aflediato:percheper lofito fio forti filmo niu- no : ma nel
na fieran%a ui era d'ottenerlo , fi non per l 'ultima necefiità della fame : & àòfìe d . eu
nondimeno tre me fi poi fu prefi furtiuamente per inuent ione d'un Maeflro ueni,a dl Gì
di legname: ilquale f alito una notte per una lunghi filma fiala fopra un diru J? è Tony-
pato,ch'era riputato il più difficile di quel monte, & fatta portare uia lafia n3to ?,rv?°
la,dimorato in quel luogo tutta la notte, comincio fubito che apparì il giorno MaenVo di
a falire con certi ferramenti, tanto che fi condufie fin alla fommità del moti- can'po ■
ùia ai te;
LIBRO
M . te: donde fienàendo,& con gl'inflrumenti di ferro facilitando alcuni de* Ittó*
Alberti nei ghi più difficili , la notte feguente per Viftefia fiala , fi ne ritornò a gli al-
U deferittid loggic;;xenti: doue fatta fede poterfi faine ; ritorno la notte deputata per la
mila della l&edcfiwa fiala , figurandolo cento cinquanta fanti de* più detti : co quali
|C*uo f-it- fcvl,tatofi fu^ dirupato 5 come fu laica del giorno , perche era hr.pofjìbile
«ecLr'i'ibl- filire di notte più alto: cominciarono per quei luòghi flretùffiirii : -'..lire ad
per' Sfalda ur,° ^ ~- i0: & erctno $* montati cdla fommità del me ■ rema ài lo-
ìcofcefa dei yò ce:: un Tamburino > & con lei infe&ic 3 & occultatiti murra afo citavano
le "baie C°*c l C0™Paglh c^c montauano: ma effendo di alto, una guardia}che partiua dal
poi d: mano luogo fuoi a gli uidde cofi proflrati in terra: & battendo leuato il rumorecf- a
^curandole fi u*dùtifi ficperti , non affettati altrimenti i compagni , dettene il cenno co-
nei fa'ib in- me erano conuenuti a quei del campo : i quali fecondo lordine dato } ajfalta-
ìoVcaroeUo rono finito con molte fiale il monte da molte parti , per diuertire quelli
& Ponendo di dentro : i quali , correndo ciafeuno a limbi ordinati , fvauentati per uede-
ui altre fca- • -v % r • • r ir •? i i ri
le una fopra re gla aentY0 fa mjegne 3 che Jcorreuano il piano del monte % <z? baueuano
l'altra, tal- morto qualcb 'uno di loro ; fi r incbiu fono nella fortezza y eh* era murata nel
curate hvt ' monte : doue ependo già faliti de gli altri dopo i primi? aperfono la porta ,
«h'arriuaro pcr laquale fi entraua fu l monte : per laquale entrati gli altri , ebe ancora
mità delia non erano faliti, & cofi prefo il monte ; quelli ch'erano nella nocca > benché
«rupe; afp«- lafuffe bene proueduta d'ogni cofais arrenderono il fecondo giorno, ^Acqui-
na delia pio flato con Vanni quello flato , che infume con Te faro , & Sinigaglia > membri
già, che pio- fiparati fai Ducato d'orbino ; non erano di entrata di più di uenticinoue mi-
ueua,&len J r r l
za aLù mo- la ducati y Leone Jegmtando il procefo cominciato > ne pnuo per finten%a
iella "città0 ^rancefco Maria , & dipoi ne inueflì nel Concìfloro Lorenzo fuo nipote, ag-
& la prefe-- giugnendo per maggiore uah dita alla bolla efbedita fopra queflo aitola fo-
2o ghhab? firit tiene della propria mano di tutti i Cardinali , co quali non uolle concor-
soti lenza rere Domenico Grimano Vefiouo d'orbino , & molto amico dì quel Duca :
«oTIfch'eè donde temendo lo fdegno del Vontefice , partì pochi dì poi da Roma > né ut
contrario a ritornò mai fi non dopo la fua morte. Èra fiata molefta alme di Francia
dice! Lodo* Koppr e filone del Duca d'Vrbino fbogliato per quel , che haueua trattato fé -
uico Dome- co. Erangli più molefle molte opere del Vontefice , perche efìendofi Vro fiero
». della fua Colonna quando ritornaua di Francia fermato a Buffeto , Terra de'Vallaui-
Varia hifto. fini, & dipGÌperfoff>etto de Vy ance fi uenuto a Modona, doue medefimamen-
Jode'd! qu* te em rifuggito Cieronimo Morone infofbettito deFrancefu.che cantra lepro-
fta ìnuentio meffe fattegli baueuano commandato che andaffe in Franciaurattauano con
MIC al D'*TlÌìf
k fortezza tintamente mentre che Trojpero flette a Modona , & poi a Bologna di occu-
t' ftà- Lc°ia fare Per me7£ d'alcuni fuorufati furtiaamente qualche luogo importante
grò da catti àel Ducato di Milano , concorrendo alle medefime pratiche Mutio Colonnay
f io"* ifchC a CH*^ c^mte^ce swféìà diquefte cofe^ haueua confintito alloggiamento per
dice hauere ( l<&
jnttfo da molte perlbne degne di fede , che fi trouarono » quella guerrarlaqual colà ho anchor io molte ool-
teinttfada molti honorati,5c auttoreuoli vecchi di detta terra di Calìi-jiionCj Donato Cotti, Antonio Ghix
l»4t aùe Auolo matsiao, £etfìac4ino Jotcacchjraio padre, haliti .
BVÒ DÈCIMO. 571
la compagnia fra nel Mòdonefie.Hatteua in oltre il Tonteficè confortalo il Re
Catolico (così dopo la morte dettinolo materno fi chiamaua ì .Arciduca)
che non facefie nuoue conucntioni col He di Francia: & appreso a gli Sui1^
4 %eri * Ennio Vefcouo di Fendi, Ttyncio *Apoftolico>, che poi qua fi decrepito fu- % Q?e*»
promojfo al CardinalatoMtra molti altri uffit ij molefli al Re;confortaua i cin Srdof/nJS
que Cantoni a feguttare Vamìcìtìa dell imperatore : onde trattando finti me- *ncho Ycr
defimo tempo tra Ce far eguale fermatofi tra Trento* & Sprucb , ftauenta- S?
napiu 1 Fr ance fi con le dimofirationu che con gli effetti, & il He d'inghilter- pi • a° sn
ra,& gli Sui7geri> che di motto fi affaltaffe il Ducato dì Milano ; temeua il pel??? gS
He di Francia,che quefie cofe non fi tratta fiero con uolontà del 'Pontefice, del "'° 1neI j*t
quale appariua anco in altro il malanimo : perche con naie eccettioni inter- mi Am£-
foneua dijficultà nel concedergli la decima de beneficìj del Regno di Francia, f^to,n anti
promejfaglia Bologna : & nondimeno (tanta è la Maeflà del Tonte ficaio) il fi preffeìji!
Re smgegaaua di placarlo con molti ufficij: onde uolendo dopo la partita del- ,a a&ti099 '
l'Imperatore molefiare per trarne danari li Mirandola , Carpi, & Correg-
gio,come terre Imperiali; fé ne aflenne per le querele del Tonte fice , che pri-
ma haueua riceuuti i Signori di quelle Terre in protettione : & infeftando i
Mori d'africa con molti legni il mare di fiotto ; gli 0 ffer fé di mandare per fu
curtà dì quelle marine molti legni, che Tietro Tfauarra armaua a Marfilia di
confentìmento fino per afìaltare ,folo per la foranea di predare, confei mi-
la fanti i liti della Barheria : & nondimeno il Tonte fice per feuer andò nella
Sentenza fitta, con tutto che parte negafie, parte feufafie quefie cofe; non con-
fanti mai, non che altro, alla fitta dimanda, fatta con grande infanga di ri-
muouere il Vefcouo Verulino delpaefe degli Sumeri; né mai rimo (fé Mutio
Colonna del Modonefe,oue fingeua e ffer alloggiato di propria autorità, fé non
quando partito Trufferò da Bologna,& rimafe uane tutte le cofe, chef trat-
t aitano; non era pm d'alcuno momento la fianca fitta: alquale fu infelicìffimo
il par tir fu perche non molto poi entrato con le for%e de Colonne fi , & con al-
cuni fanti SpagnuolUfiurtiuamente di notte in Fermomori in ijpatio di pochi
di d'una ferita riceuuta la notte medefima, mentre daua opera a fiaccheggia -
re quella Città, in que fio fiato delle cofe facendo il Senato Vinitiano infanga " I» !ìd
per la ricuperationc di Verona,Lautrech hauendo nel? efi eretto fiei mila fan- ***■ che nò
ti Tedeficbi,i quali a quefla imprefia erano conuenuti pagare i Vinitiani;uen- ^S^
ne Ju l \Adiceper p affare il fiume a Vfiolingo, & accampar fi infieme con refi Veiona d**
jercito Veneto a Veronama dipoi ere fendo la fama della nenuta degli Sui? ^ZITÌ
\en,& per lo fioretto della fianzadi Troverò Colonna in Modona, crefciuto che Peiò*d»
per e ffer fi fermato nella medefima Città il Cardinale di Santa Maria in Tor- s^nuoif*
tko;firitirononfin%aquereladeVinitianiaTefichiera,dìfirihmtele «enti & Tc^ichi
di quà& di là dal fiume del Mincio: nelquale luogo con tutto che fiufkro cefi l'viniZi
vjatt 1 fioretti già detti, & che di Verona *>fuffero pafìatì aglifiipevdu Vene ds' ^uaIi f«
u più di duemila fanti tra Spagnuolhe Tedefichi, & continuamente nepafiafi £•"«£ Vi
jero,fopraftettepiu d'un me fé affettando, fecondo dicetta, danari di Francia, ccuutl*
*Aaa 3 &
LIBRO ■
<Jr f fctf i Vinitiani faceffero prouedimenti maggiori di danari , d'artiglierie,
& munitwni: ma la cagione era fin nera , the affrettava quel che fuccedefje
delle cofe,cbefi trattavano trai fuo ?,e,c'l Re Catolico: perche il Re di Frati-
eia conofeendo quanto a quell'altro Re fujfe neceffana lafua amicitia, *per ri a
% ddf hi* mmuerfi le diffiditi del pacare in Ii]>agna, & dello flabilimento di quei Re-
ni couio ani;non contento a quel che prima fi era concordato a Tangi;cercaua d ivnpor
*£ìò li fi" %U più dure condittom, & di pacificar fi per me'to fuo con l'imperatore ,ilche
non fi potata fare fen%a la refiitutione di Verona a Vinitianu e il Re di Spa
ina per configlio di Monfignor di Ceurcs con l'autorità delquale, ejjendo neU e
tà d'anni quindici,totalmente fi reggetta; non ricufaua di accomodare a tem-
pii alle neceffità lefue deliberatwni: però erano congregati a Wpton perla
parte del Re di Francia il Vefcouo di Tarigijl Gran Maeftro della fua Caja,
& il Tre fidente del Variamento di Tarigi : & per la parte del Re Catoliw il
mede fimo Monfignor di Ceures , el Gran Cancelliere dell'imperatore : l cjito
dellequai cofementre che Lautrech afpetta.fi e^ercit aitano continuamente, co
me e d cofiume della militia del noftrofecoloj'armicontra gì' infelici paejam:
perche & Lautrech gittato il ponte alla uilla di Mon%arbanio ; attemeuaa
tagliare le biade del Contado di Verona , & a fare correre per tutto i cauallt
lewieru& battendo mandato una parte delle genti ad alloggiore nel Manto-
r um>;diflru?geita con gramffimi danni quel paefe; iaUaquale moleftiaper 0-
chcgg.ata u berarfi il Marche fé di Mantoua ; fu contento di pagargli doci tei mila feudi : t
città di vi- ^1^1 fa Verona correndo ogni giorno nel Vicentino, & nel Vadoumoyjac-
* £ faE ibernarono »> la mifera Città di Vicenza. Tafiò pur poi Lamech, (limolato b
ne il Gradi- con^rauiffmc querele de Vinitiani, il fiume dell' Mice per lo ponte gittato
* ^if ad Vfolmgo:&fattaper lo paefe grandiffimapreda,perche non s era mai ere
,s 16. un sa dm che £ e(ferclt0 pafiaffe da quella par te, sacco fio a Verona per ponti il cani
ZZJoU pò , hauendo in queflo me%o con l'aiuto de gli huomini del paefe occupata la
Domenica . *Qhìuca per fa ph{ officile il paffare al foccorfo , che uemffe di Germania .
e il Moceni Ma l'ifteffo giorno che s'accoflò a Verona, i fanti Tedefcbi ò fioritane ameni e,
go aggiugne 0 ruyormtl da Ui tacitamente , ancor che Jofientati già tre rnefi con le pecur
nmwri niedcyinitiani;pM
di più al nu Ke ^ Francia , andare ali efyngnation d'una terra pcfltauta da Cejare : pero
"o™ vf„i€ Lautrech ripaffato l'Mice , s'allontanò un miglio dalle mura di Verona , &
tuneimor- i>enercito Veneto , nelquale erano c cinquecento Intonimi d arme , attret-*
2T V<r°" tanti cauai leggieri^ quattro mila fanti, non gli parendo flarficuro di la dal
fiume;andò ad unir fi con Im^lqual tempo i deputati de due Re conuennero
fccfue1 il Mo a dì * quindici dUgofio a J^oion in ^ftafenten^a: che tra il Re ài Francia, d
cenigo : ma e*i Ke di Spatria fnjfe perpetua pace, & confedcratwne per difenjion deglijta,
r47el & ti loro contra ciafcuno-, chel Re di Francia deffe lafìglinola,ch' era d età d un
cho nei Dia amo in matYim0nio al Re Catolico,dandogliper dote le ragioni , che preten^
«»£!*£ detta appartener [egli al Regno di Napoli fecondo la partitone già fatta da
Aiic a 1 5 . ioro antecelfori; ma con patto che fin i he la figliuola non jnJle a età nabile ai
" matti-
DVODECIMO, 37't
matrimonio, pafaffe il Re Catolico per Mentanone delle fbefe dilei,al Re di *. Vo,€ '1
. /.r » J . . . -, / ,. , , r . Jr / ... Giorno nel
a Francia ciajcun anno a cento mila jcudi: laquale je fnonua innanzi al mairi- iib, 1 ». prei:
w^wio j&alRe nafceffe alcun altra , <pe//d co« liflcfie conditioni fi defife al foh li hnJ »
2fc Catolico;& in cafo non Me ne fuffe alcuna, Rcnea, quella eh era fiata prò- cento mila
meffa nella capì tolat ione fatta a Tarigi: & morendo qualunque di effe nel ma fe"^lc^"el "
trimonio fen^a figliuoli, ritornaffe quella parte del Regno di J^apoh al Re di g«ù dal k«
Francia . Chel Re Catolico reflituiffe al Re antico il Reame di ISlauarra fra ?l21,S! al
certo tempo;&non lo rejtituendo fujje lecito al R.e di Francia aiutargliene a eia j accio-
ricuperareima fecondo che poi affermauano gli Spagnuoli ,fe prima quel Re nomce0d]quf
gli faceua conftare delle fue ragioni. Haueffe Ce far e f acuità d entrare in ter- bmo parefJ
mine di due me fi nella pace : ma quando bene uentrajfe , fufie lecito al Re di ©^h^'*
Francia d'aiutare i Vinitiani alla ricuperation di Verona: laqual Città fé Cefa fero quaì"-
re metteua in mano del Re Catolico con f acuità di darla fra feifettimane libe ì£f ^gno
ra al Re di Francia,che ne potejfe disporre ad arbitrio fuo;gli haueffero ad ef di Napoii.n
fer pagati da lui cento mìlafcudi,& altrettanti^ arte nell'atto della confegna S"^
tione parte fra fei mefi,da Vinitiani, & liberato di circa trecento mila bauu doueuan pa
ti dal Re Luigi,quando erano confederati: & che in tal cafo fuffe triegua per ^ ' £undl°
diciotto mefi tra Cefare,e i Vinitiani;& che a Cefare rimaneffe Riua di Tren <p! anno
t oy & Rouerèy con tutto quello, che pofìedeua allbora nel Friuli: e i Vinitiani bibin^Lui.
continuaffero di tenere le Caftella, che allbora teneuano di Cefare ,fina tanto eia fo^« m
che l Re di Francia, e l Re di Spagna, termina/fero tra loro le differente de £>*"!£"<!
confini. 'Nominò luna parte, & l'altra il Tontefice.Ter la concordia fatta a che foflr« ft«
ls[oion,non cejfarono i Vinitiani di ft molare Lauirech,che ponefìe il campo a fé t^agai*
Verona:perche erano incerti fé l'imperatore accetterebbe la pace, & perche fcro Vn^i
per la quantità de danaruche gli harebbono a pagare defiderauano il ricupe che^aVcef-
rada piuprejìo con Tarme. Dati altra parte al Re di Francia Perlo (labili- fc ,un HVu
tnento dellapace co Cefare era più grata ta cocordiache la forila: etnoitmeno d« : Uquai*
Lautreclhnogli rimanédo più fu fa alcuna . perche i Vinitiani haueuano copio °Pinione è
r r i j c r . . f. ... , . , , » £ tenuta anco
Jamente Joldato)anti,et fatto tutti i prouedimenti dimandati da lui,ne i La^ dai Gradini
chenech ricuf mano più di andarui infieme con gli altri ; confentt alla uolontà ^ -~
loro.Teiò gli efìerciti pacarono feparatamente il fiume dell .Alice d'uno per uer "audio "
b
battere poi tutti oue il muro tra la Cittaddla,& la Città fi uiene a congiugne- gioum nel
re col muro delia terra , accioche potendo in un tempo mede fimo entrare nella Ji'pm c<Sfc
Cittadella ; & nella Città;quei di dentro bauefiero neceffità di diuiderfiper ri- :o: (ua il M»
fpetto del muro di me^o in due parti: pafiò l'efiercito V minano di fono a V^ ^KoX't
rona in campo Martio,& f: pofe a San Michele trai fiuw?,& il Canale per nica T«fto
Iettare quitti Coffe fé , & battere alla porta del Vefcouo,parti più deboli S rne \cd°^'^
no munite : leuaronfi né primi due giorni con l artiglierie, l'offe fé, c]e erano il Giorno «-
° j no *bi>attéy
memo di f iancefì , & ^'Imperiali , che fu fatto in auefto a/Tt4io , & pone il no-e"iaIc«nid'e(2.
+A a a +* afai
1 I B R O '
lanino* il afia* f0Yth & Per fiancù:ma con maggiore difficultà fi Iettarono dal canto de9
gìouìo da Vinitiani l'offefe de tre baftioni: lequali leuatey cominciò ciascuna delle par-
co An'onfo ti a batter e la muraglia con diciotto pez^i groffi d artiglierie > & quindici
cotona fof pe^gi metani per batteria: & il ter%o giorno erano da ciafcuno degli ejfer
glerment/f Cltl gittate in terra Settanta braccia di muraglia , & fi continuaua di batte*
ch'ei dice , re per far fi molto più larga la ftrada: & nondimeno i Vinitiani, dalla parte
mottai Vu- de quali era la muraglia più debole , ancora che boueffero battuti quafi tutti
ga lungo te i baftioni , & ripari; non baueuano mai leuato intieramente l'off e fé di den-
trauaghato tro per fianco, perche erano tanto baffe , & quafi nelfojfo che l'artiglierìe, ò
con un'o ft ì pxffanano di [opralo innanzi ui arriuaJferoy batteuano m terra. Tagliauafi
« ferme che* anco nel tempo medefimo il muro co' picconi, ilquale con tutto che puntella*
Lotrecco gii to,anticìpò di cadere innanzi al tempo difegnato dà Capitani.ln Verona era*
.medico. Po- no ottocento caualli , cinque mila fanti Tedefchi , & mille cinquecento Spa-
ne egli an- nnm\i \0tt0 H houerno di Marcantonio Colonna,non più foldato del Tonte-*
cho molte <> ■?;..-». ,. , , . rn- ^ «
cofefatteda fice,ma di Cejaren quali attendendo anparare jollecit amente, & proueden*
\n°toi?orCO do,& difendendo ualoro fornente per tutto doue fufie necejJario,dmoftraua-
ch« io ne'* no ferocia grande confomma laude di Marcantonio: ilquale ferito benché a a
wu'ho "pi- leggiermente danno feopietto in una frolla, non ceffona di rapprefentorfi in
*agonate co qualunque ima del giorno & della notte a tutte le fatiche* & pericoli. Già
■^onohi"1 l'artiglieria piantata da' Frane e fi in quattro luoghi doue erano le Torri tra la
GiSieppe he porta della Cittadella, & la porta dì Santa Lucia haueuo fatto rouino tale,
coTfaìte^a c^e ciofeuna delle rotture era capace a r ice nere ì foli oc i in ordinartene mal
Giofippo , to minore progrejfo baueuano fatto quelle de' Vinitiani: & nondimeno Lau-
a/Tediato da' trecb dimandano nuoue artiglierie per fare la batteria maggior e^abbraccian-
Romani in do prontamente } hencht '■ reclamando in nano i Vinitiani > i quali jìimolauano
totopata . ^ jejj^ ^ \jattaglia,qualunque occafione>che sofferma di differire -.perche era
fctiue°iiGlio accaduto che uenendo per lo piano di Verona all'esercito ottocento bariglio*-
uio: i quali nidi poluere fule carra,& molte munitioni.il uolere i conduttoride buoi ai*
t? da°G8ugii- trare l'uno innanzi all'altro ; gli fece in modo accelerare , che per la colli fione
*lmo *S°c- delle ruote fufeitato il fitoco;abbmciò lo poluere infieme con le corra, & co9
che l'anno buo'hche la conduceuano.Ma a gli affediatifi aggiugneuo un'altra difficultà :
innanzi ha prchenello CU tà fiata uejìota dalla propinquità decimici già tanti mefi>co*
V3 b refeia minciauano a mancare le uettouaglie,non uè ne entrando fé non piccola quant
dfo "r m **££> & occultamente per la uia de monti. Stando le cofe di Verona in quefio
«enig. po! termine, foprauennono b none mila fanti Tedefchi mandati da Ce far e per foc b
cht^e-
i Fracefi im ° tetnwdo, ò fimulondo di temere, leuato il campo contro la uolontà de Vi*
jauritì, fubi nitianhyfi ritirò a Pilla Franca , & con lui uno parte delle venti Vinitiane:
«o fé n'an- \ » °
ÀUQfikQ a ViilAÌMttea;« w\4tio addici letti alcuni gtogtcìHdi gueaa (Uccelli dopo quefta litirata ■
Saltiti
DVOBE'CIMO; ilf
f altre fotto Gian Vagolo Manfronefi ritirarono al Bo feto, di là da tjtàice còl a Co& $^
fonte preparato: onde i Vinitiani dijperati dell'efpugnare Verona, madarono il Giorno ,
tutte l'artiglierie groffe a Brefcia. Dunque non hauendo oflacolo i fanti Tede l^otc ^Su
ftbi fi fermarono alla Tombadoue prima alloggìaua l'efferato Francefe : don tafi offerta
de una parte di loro entrò nella città, l'altra reflata fuora;attcndeua a metter- ^ f fden*
ni uetiouaglie : lequali meffe dentro fi partirono , rimafi a guardia dì Verona "j non rifì(u
fette in otto mila fanti Tedefchi: perche la maggior parte degli Spagnuoli no J* nduione,
potendo conuenire co Tedefcb'h era fotto il Colonello Maldonato pafìata nel tanto P'u
campo Vinitiano: foccorjo agmaicio ci ognuno di piccolo momento ^per eh e no teua tffc«J
coniuffono fé co altri danari che uenti mila fiorini di Reno, mandati dal Re d.er, Sae^a
d' Inghilterra ,& con fumarono mentre ui flettono tante uettouaglie^chepareg c*5graue fg«
giarono quafi la quantità di quelle ui conduffono . Ridotte le genti a Villa Fra fa*
ca doue confumauano il Verone fé, & il Mantouano ; furono necefjitati i Vini b ir moc*-
tiani,accioche ìfoldati Francefì, iquali il comandamento del Re non baflaua a njs° dice .
ritenere ■ non fé ne andaffero alle flangia prouedere che la città di Brefcia do- \£\ W tutti
naffe loro tuttala uettouaglianeceffaria>fpefaciafcun giorno, di più di mille 'l tr5dici ca
feudi . Finalmente le cofe cominciarono a riguardare manifeflamente alla pa- £0 dffaTo
ce -.perche s'intefe che Ce far e con tutto che prima baite (Te infiant emerite prò- rirf *' rF"a
j. 1 •«. / •a' 1 •• . n 1 • r cen.fefoiTe-
curato col nipote che non conuenifle col Re di Francia ; antepofla ultimameli- to dati loro
i te la a cupidità de' danari all'odio naturale centra il nome Francefe , & a vii ci Wcét9.
• i.1 /*.,., . ... /-., , mila ducati»
antichi penjieri di dominare Italta,haueua accettata>& ratificata la pace, & & per le me
deliberato di reflituire fecondo la forma di quelle conuentionu Veronaidonde c^ £' ]|u^*
feguitò un altra cofit in beneficio deÌRe di F r ancia, che tutti i Cantoni de gli carno.&no
Sui7^eri,uedendo deporfi l'arme tra C efare, & lui, s inclinarono a conuenire jjgj^ g||*
feco some prima haueuano fatto i Grigioni , adoperando fi -molto in quefla cofa cerna, Méta
GaleaTgo Vifconte : ilquale effendo e fide , & in contumacia del Re , ottenne Jbggiugnef
da lui per queflo la refiitutione alla Tatria, & in progreffo di tempo molte gra che i cioqa*
tie, & honori . La conuentione fu che il Repagaffeagli Sumeri interinine 5^h°c"Ì;^
b di tre me fi b trecento cinquanta mila ducati , & dipoi in perpetuo annm pen- itati ri trofe
[ione. Fufìero obliatigli Suiigeri concedere per publico decreto a gli flipen- *o™X h~
dufuoi qualunque uoltagli ricercaffe, certo numero ài fanti : ma in queflo prò ion riceuuti
cederemo diuerfamente : perche gli Otto Cantoni fi obligarono a concedergli Ì0cS1Td£
etiandio, quando faceffe imprefa per offendere gli flati d'altri, i cinque Canto- «ti.
ni non altrimenti che per di fé fa de gli flati propri] . Fujfe in poteflà de gli Sui^ vS" ìi
%eri di reflituire al Re di Francia le rocche di Lugano,& di Lucerna.pafjì for Trento io
ti,& importanti alla ficurtàdel Ducato di Milano: & eleggendo il reflituir- Moceto,
le,douefìe il Re pagare loro trecento mila ducati : lequali Rocche, fubito fatta *<P**9 djj* »
la conuentione , gittarono in terra . Quefle cofe fi fedone in Italia l'anno mil- ^VA,u?
e le cinquecento fedici . Ma ne' primi giorni dell'anno feguent e, il * Vefcouo di renna fu.fc
il termine
jUUa gueixajCeme dice il Gioujo nel lib. s «della vita di Leon X*
Trent%
t I B R O
^TrentùiUenuto a Verona offerfe a Lautrech,colquale parlò tra uiik franca, et
Verona, di confegnare al Re di Francia fra il termine dìfei mefiflatuito nella
capitolatane quella Città , laquale diceua tenere in nome del Re di Spagna :
ma rimanendo la differenza fé il termine cominciaua dal giorno della r atifi-
catione di Cefare. o dal giorno fi era ricono [àuto Verona tener fi per lo Re Ca-
tolico ;Jì diruto fopr a queflo alquanti giorni : ma il dimandare i fanti di Ve-
rona tumultuo f amente danari , coftrinfe il Vefcouo di Trento ad accelerare :
però pigliando il principio dal giorno che Ce far e gli baueua fatto il mandato ;
conuenne confegnare Verona il quintodecimo giorno di Gennaio me Iqual gior-
no riceuuti da Vìnitiani i primi cinquanta mila ducati, & quindici mila, che
fecondo la conuentione doueuano pagare a fanti di Verona , & da Lautrech
promefia di fare condurre a Trento l'artiglierie che erano in Verona ; confe-
gnè a Lautrech quella città riceuendola in nome del Re di Francia : & Lau-
trech immediate in nome del medefimo Re, la confegnò al Senato Veneto , &
per lui ad Andrea Grittiproueditore, rallegrando fi fommamente la nobiltà ,
& ilpopolo Vinitiano che diguerra sì lunga & sì pericolofa haueffero , ben-
ché dopo infinite fpefe, & trauagli hauuto felice fine : perche fecondo che af-
famano alcuni fcr mori delle co fé loro, Jpe fono in tutta la guerra fatta dopo la
Lega di Cambrai cinque milioni di ducati : de* quali ne eflraffono della
uenditadegli ufficij cinquecento mila : ma non meno fi raìlegra-
uano i Verone fi, e tutte l altre città,& popoli fottopofli al-
la loro Republica ,perchejperauano ripofandofi per
beneficio della pace, hauer fi a liberare da tan-
te ueffationì, e tanti mali , che cofi mi-
ferabilmente haueuano bora da
una parte, bora dall'altra
tanto tempo fop -
portati .
DtV
374
DE LL'HISTORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Genti l'hvomo Fiorentino,
I» UP il"
?
LIBRO TERZODEGIMO.
- ■'■ ■''■»■■ ' ■■ 'i ■ .... i , il ..ii i i m
SOMMARIO.
NE L libro decimoterzo il Ducad Vrbino fa guerra per ricuperare il Tuo (ta-
to : ilquale perciò è da Papa Leone ca'unniaco predo i Prinopi Chrittiani :
& fi narrano i progredì di detta guerra, coti per la parte del Duca Francefco Ma
ria, come per quella di Lorenzo de Medici . Si fa congiura d'attodìcare il Papa ,
làqual è (coperta. S'accennano le uittorie di Se!im Principe de' Turchi. Si confer
ma la lega tra Franàa, e Spagna .11 Triuuitio , & Maflìmiìiano Imperator uen-
gono a morte, e il Re Francefco compete per l'Imperio con Carlo Re di Spagna,
che eietto Imperatore, & detto il Quinto .Si narranle cagioni della guerra fra
lui, e il Re Francefco : la congiura contra il Duta di Ferrara > il principio dellhe-
refia Luterana : Ja morte di Gio. Paolo JBaglioni : i tumulti nati nella Spagna per
jmal goncrno de' miniftri, & 1 ammottinamento de gli Spagnuoli in Sicilia .
JL R E V ^4. che depofle farmi tra Ce far e, e i Vinitiani, &
rhnoffe dal Re di Francia Foccafwni di fare la guerra con
Ce far e, & col Re Catolico , haueffe Italia ueffata a & con-
quaffata da tanti maliaripofarfi per qualche anno : perche
& gli SuiTgeri 5 potente inflrumento a chi defideraffe tur-
bar le cofe ; pareuano ritornati neltamicitia antica col Re
di Francia , non hauendo per queflo l'animo alieno da glialtri Principi ; &
nella concordia fatta a l<[oion fi dimoflraua tale {peranno, cheperflabilir con-
giuntone maggiore tra i due Re ; fi trattaua che infume a conueniffero a Cam a e ra fi i«-
brais doueper ordinare il congrejfo loro erano andati innanzi Ceures> il Gran J^q^0^
Maeflro di Francia , & Rubertetto ; & in Ce fare non fi dimoflraua minore di Francia, e
prontezza; ilquale olir a Ihauere reftituita Verona , haueua mandato al Re l^efl fj*£t
di Francia due ^imbafciatori a confermar e> & a giurare la pace fatta . Dun- i«o a paria
que non fen%agiufla cagione fi giudicaua chela concordia^ la pace tra Trin meTcam*.
cipi tanto potenti, haueffe ajpegnere tutti ifemi delle difeordie, & delle guer- brai il gior-
re Italiane : & nondimeno^ per la infelicità del Fato noflro , ò perche per ef- rigcauoneU
fere Italia diuifa in tanti Trincipi, & in tanti flati fuffe quafi imponibile per *• <*» Febra-
le nane mlontày & intereffi di quelli, che Fhaueuano in manovella nonflef- me farmeli
fé fottopojìa a continui trattagli , ecco che a pena depofle Farmi tra Ce fare , e i Mocenig»
Vinitiani, am^i non effendo ancora confegnata la città dì Verona ; fi feoper fo-
no principij di nuoui tumulti y confati da Francefco Maria dalla Rouere-»ilqua
le haueua folleuato i fanti Spagnuoli , che haueuano militato in Verona y &
nell esercito Franccfe> & Vmitiano intorno a quella città, che lo feguitaffero
alla
1 t B R ò
i co ftanti afla fkuperatìone de zìi fiat %d e aitali là Hate medefima era flato cacciato dal
no boccali „r ù> •> > i j ^ j ir1,
k) chiama it Tontefice ; cojaperjuaja con gr aridi fi ima facilita : perche a [oliati forefiiert
ciiuiuo^.d affuefatti nelle guerre^ a' fiacchi delie terre, & alle prede >& rapine de'paefi ;
¥iti di Leo ninna cofa erapiu molvfla che la pace-, alliquale uedeuano difpofie tutte le co-
x. ouc no- fe d'jtalia . Terò deliberarono feguitarlo da cinque mila fanti Spagnuoli , de9
queiti capi quali era ilprincipale Maldonatc, huomo della medefima nationey & efiercU
cani , & i-c tatQ m moite gUerre : a3 quali saggiunfbno forfè ottocento cauai leggieri fotta
mente 4uc Federigo da Bozzolo, Gawfio Spagnuoloy Zucchero Borgognone Andrea Bua,
&a guerra^ ^ a Qofìantino Boccola cibane fé , tutti Condottieri efiercitati , & di nome A
doiì co que non difbre%£abìle nell'armi : tra iquali di riputatone mohomaggiore , per la
**° 'dU}\oll nobiltà della cafa, & per i gradi, che infino da tenera età haueua battuti nella
Vx, militia, era Federigo da Coniuga Signore di BoTgolo, flato uno de più effica-
ci infirumenti a perfuadere quefla unione, moffo nonfolamenteper lo defiderio
i5 di'ciia dì accrescere con nuoue guerre la famafua neli'efiercitio del farmi, &per l'a-
b i s « 7- co micitia grande, che teneua con Francesco Maria ; ma ancor a per l'odio, che ha
To alfine tacita centra Lorenzo de* Medici : perche quando in Lorena de Medici fu
dcHì bic p- trasferitayper la infermità di Giuliano fuo %io , l'autorità di tutte ranni del-
ta Chic fa, & de* Fiorentini ;gli haueua dinegato il Capitanato generale delle
e Non ma fanterie concedutogli prima da Giuliano • Queflo efìercito adunque da effe-
vóitàce *l n re filmato per la uirtù molto più, che per lo numero, ò per gli apparati,che ha-
elio alai tot uè fiero dijcftentare la guerra. perche non haueuano né danari, ne artiglierie ,
Se!1 intor- nè rnunitioni, né da caualli, & armi in fuor a alcuna di quelle tante prouifio-
no a fìmit n[ che fogliono feguitaregli efferati ; fi partì per andare nello fiato d'Vrbino
cSé° u" & b giorno mede fimo , che a! Vinitianifu confegnata la città di Verona : della \
cardinal qUal Cofa, comefufentita dal Tontefice, ne riceuè grandiffima per tur battone :
too intrinfi perche confideraua la qualità dell' efferato, formidabile per l'odio de' Capita-
vo alno no njy & per [a uirtà, & riputatione de' fanti Spagnooli :fapeua l' inclinatone ,
persuadergli che haueua ipopoli di quel Bucato a Francejco Maria , per e fiere flati lunga-
con efficaci mente fiotto il gouernomanfueto della cafa da Montefeltro , l' dffettione della
«on° voieiie quale haueuano trasferita in lui, nodrito in quello flato, & nato d'una forella
ìnuapreder fe[ r)uca Quido : daua olirà queflo moleflia grandiffima al Tontefice l'hauere
xa , per non a fare la guerra con uno cffercito, che jen^a potere peraere cofa alcuna ,fi mo-
te reclama ueua fo[amcnte per defiderio di prede, & di rapine, per la dolcezza delleqna
chriftum li temena che molti foldatì refiati per la pace fatta fen%a guadagni , non fi
«on tra iui, uniftero con loro : ma quello che Copra tutto ctormcntaua l'animo fuo era il,
tato p»u ho , ./ , n * . r r> ... . , r. . fr
ra.ch'effiha fofpetto,chs queflo ìTiommcnto non fiific coHparticipatwne del He di Francia:
ucuanoj>^- perche olirà dfiipere efjhgli fiata molefia la guerra fatta contra Fracefco Ma
ET »' onde ria ; era confido a fi r.iedefìmo quante cagioni haueffe date a quel Re di eficre
q"cfti ro°n ma^ conicnto di l&i :pw non gli hauere ofjbuato nella pafìata di Cefiare la con
che vn coi- federa-
turbarla pace della Republica Chritliana a pofta de' Tuoi parenti: lequali paieIe,ciTcndo vere, traiiggeuano
l'animo del Papa; il quale tanto più fé ne affline, quanto che Lorenzo Tuo nipote, per ciò alterato contra X
Bibbiena ; volle amazzailo ^ii Tuo pugno ; Uchc lì lcg£C ermo nel Gradinilo.
T E R Z O D> TE C I M O. 57?
fcàemtionc, fatta dopo Cacqmflo di Milano :per bàttergli, poi che fu ritorna*
to a Roma , mandata ima bella fopra la coUatione de benefici] del Regno di
Francia , & del Ducato di Milano di tenore diuerfo dalla conuentione,che ha
ueua fatta in Bologna,laqualeper la brevità del tempo non eraflatajbttofcrit
ta ; laqii.ile il Re fdegnato ricusò d accettare: per le cofe trattate cccultamcn
ie con gli altri Trincip;ì& con gli Sumeri commini : per hanerepoco innan
%i>de federando d'impedire dire tta?a ente la ricuperatone di Ferona.permcffo
che i fanti Spagnuolhche da J^apoli9andauano afoccorrerla, paffaffero fepa-
raiamenteper lo fiato della Chiefayfcufandofi non mitre dare loro cagione di
f affare unituperche non era fuffìciente ad impedirgli : non hauere fecondo le
fromefie fatte a Bologna concedutagli la decima [e non con implicate condì-
tioui : non refiituito le terre al Duca di Ferrar ài lequali ragioni gli dauano
ginfiifjìma cagione di fiorettare della uolontà del Re : ma glipareua anco ve-
derne certi indicij, perche efiendo fiata quefla folleuatione ordinata intorno a
Verona; era impoffibile nonfuffe uenuta molti giorni innanzi a notitia di Lau
trech : & hauendolo taciuto fi poteuapr e fumere del confenfofuo: a chefiag-
giugneua che Federigo da BoTgplo era flato inftno a quel giorno agliftipen-
di^ del Re : nefifapeua e fiere uero quello che in efcufatione fua affermaua Lau
trechy che fuffe finita la fua Condotta : dubitaua ancora il Pontefice della uo-
lotà de VinitianUi Troueditori de' quali fi diceua efferfi affaticati in fare que
jia unione offendo quel Senato per la memoria delle cofe p affate mal fatisf atto
di lui, né contento della grandezza fua: perche fucceduto in tanta potenza >&
riputatone del Tonte ficaio , difyoneua dello flato de Fiorentini ad arbitrio
fiso : fpauentauanlo quefle cofe, ma non lo confort aua già 5 negli dauafperan-
%a la confidenza congiuntwne che hauefie con gli altri Vrincipi: perche ol-
irà eflerfi nuouamente , ò pacificati , ò confederati col Re di Francia ; non era
flato grato ad alcuno il modo del procedere fuo con occulti configli & artifici^ :
ne' quali, fé bene fuffe flato inclinato alla parte loro ; nondimeno andando re-
nitente allo fooprirfi > & lentamente a mettere in effetto le intentioni, & le
promeffe fatte loro yhaueua fodis fatto poco a ciafeuno : an%i temendo fi>efie
uoltedi tutti-Joaueua poco innanzi mandato Fra T^ccolò Tedefco Segretario
idei Cardinale de* Medici al Re Catolico >perdiuertirloz dal? abboccamento , * f/°è j|*
che fi trattaua col Re di FranciaAubitando che tra effi nonfifacefie maggiore j}^ a gjCot.
congiurami e in pregiudicio fuo . In quefla fofpenfione di animo non ceffauano ".£**£ p*
né Lorenzo fuo nipote', ne egli di mandare continuamente gente in Romagna , huieua a ut
parte di fanti che fi foli 'aitano di nuouo , parte di battaglioni dell'Ordinane ? ^?n^S
F mentina ^accio eh e uniti con Ren%o da Ceri, & con Vitello, iquali erano con nr tll0 ai .
le loro genti d'arme aRauenna; face fiero refiflen%a al tranfito denimici. P^jg^j
Ma cfjì papato Tè aoftia preuenendo con la celerità loro gli apparati degli
altri ; erano per la uia di Cento , & di Butrio}attrauerfato il Contado di Bolo-
gna , entrati nelle Terre fottopofle al Duca di Ferrara : da' quali luoghi fac-
cbeggiatQ Granaiolo Cafkìlo del F (mutino , s accoflarqno aF aen%a perten-
tare4
-1 I B R O
tare, fé per nome $ urtò gioitane de Manfredi , che era in quello efferato, fa-
ce fiero iFauentiné qualche mutatione : ma non fi mouendo dentro cofa alcu~
na,paJfaronopiu oltre fenxa tentare alcun altra delle terre di Romagna, nelle
quali tutte erano a guardia, ò genti d'arme, ò fanterie : &per meglio afficu-
rarfi di RiminiyRen^p,& Vitello u erano andati per mare . Venne & Loren-
zo a Cefenaper r accorre quiui, & a Rimini le fue genti; ma effendo già paffa-
ti i nimici: ne ceffauain queflo me%o difoldare gente in molti luoghi, lequali
gli abbondarono fopra le uolontà, & configlio fuo : perche partendo fi da Lau-
trech per ritornar fine alle cafe loro due mila cinquecento fanti Tedefihi, &
più di quattro mila Guafconi, Giouanni da Toppi Segretario di Lorenzo flato
per lui più me fi apprejfo a Lautrech,ò effendofi uanamente laf ciato mettere fo
filetto che quefta fanteria,non hauendo fiipendio da altri, feguitet ebbe Fran-
cefilo Maria ; òperfuadendofi leggiermente che con quefte for%e s otterrebbe
prefto la uittoria; gli conduffe di propria autorità, ufando l'autorità di Lati-
trechyco Capitani,&gli uoltòfubito uerfo Bologna ; di maniera che al Ton-
teficct & a Loren%o,à quali per lo fofpetto,che haueuano del Re, fu quefla co-
fa mcleflijjìma, non rimafe luogo di recufargli, temendo che poi, che erano uè-
nuti tanto innanxijion andaflero ad unir fi co* nimici. Vrocedeua in queflo me
^ innanzi Fr ance fio Maria,& entrato nello flato d'Vrbino era riceuutoper
tutto con letitia grande de' popoli, non effendo nelle terre foldato alctmo .-per-
che Lorew^p, non hauendo hauuto tempo aprouedere in tanti luoghi ; haueua
folamente penfato alla difefa della città d'Vrbino yfedia , e capo principale di
quel Ducato : perciò per configlio di Vitello lì haueua mandato due mila fanti
da città di Capello, & in luogo di VitellOyche ricusò di andar uìy Iacopo Rojfet
iel liSTdS t0 da ùrt* di Caftello : ilqual, configliando molti, che effendo il popolo fojpet-
u vi»* jì^ tijjimoyfi cacciajfero della città tutti coloro jche erano habilia portare arme>i *
Iacopo 'jlq£ Ylcmo ài farlo. Voltoffi adunque Fr ance fio Maria nonperduto tempo altroue*
uni, r-aGiu a Vrbino : & fé bene la prima uolta che fi accoftò alle mura fujfe uano il co-
fcriue^che natofuo ; nondimeno la feconda uolta che uifi accoflòy Iacopo Roffetto conué
co tre mila ne fo dargli U Terra,moJfo ò da infedeltà,come molti credeuano, ò da timore^
la" cuftodia per e [fere il popolo tutto follcuato .• perche delle for^e fole de' nimici , che non
d' v: bino: «e baueuano né artiglierie, né apparati da efiugnare terre non haueua cagione di
oiei chequi temere . V furono fecondo le conuentioni i foldati fialui con le robe loro: il
li legge -, ca e ^efeouo VitellOyche m nome del nuouo Duca vouernaua quello flato, & fiotto
Ciò tuora I -.» ■*, i. r r , rr • n . r . .
cittadini . uquale, pareua che muna cojajuccedejje mai pro]peramente,rimaje prigione.
f13 » ^S'i Se&H*tò ìeffempio d'Vrbino,da San Leo in fuor a, che per lo fino muniti/fimo co
Duca, & al- piccolo prcfiaio fi difendeuajutto il Ducato . La città di <Agobbio,chc daprin
zan do le gn C^Q foaueìi_ rinomato il nome di Francesco Maria-, & dipoi pentendofi ritor*
da alle por- f . . . ; . f ' t r \ *
te; d ce e he nata alla obedien%a di Lorenico, uectuti i Juccejji tanto projperi ; fece il mede-
riuiperoia rjmo c^e ^aitYe % ^tmaneuano in pote/ìà di Lorenzo, Te favo , ^/«/'we/wj Grdr
mente s ai ' . * r . \ J § > *• "
«eie, faina la darà, & Mondauio, terre Jeparate dal Ducato. Ricuperato Vrbino,uoUo FM
rfoidik & cefi° Maria l'animo a infignorirfi di qualche luogo pò fio fu la marina: & per-
da*
TERZODECiMO, $7<J
che in Vefaro,& in Sinigaglia erano entrati molti fittati , fatta dimofirath-
ne d'andare a Ve faro, fi moffe uerfo Vano* più facile per l'ordinario a efpugna-
re,& dellaquale città>non effendo mai fiata dominata da luimenofi temeua.
Ma Ren%o da CerUche era a Vefaro,hauuta notitia de' fuoipenfierim mando
fubtto Troilo Saltello con cento buomini d'arme, & con feicento fanti . Meo-
fiaronfi inimici con cinque pe^ d'artiglieria non molto graffa, liqualibaue-
uano trouati in Vrhino ; & battendo anco careflia dipoluerenongittarono in
terra più che da uentt braccia di muro, né quefiefen%a difficultà;pure dettano
la battaglia .nella quale perderono forfè cento cinquanta buomini: non (pauen
tati da quefio, afialtarono di nuouo il giorno feguente, & con tanto ualore che
l'apertura della muraglia fu auafi abbandonata^ entrauano fen%adubìofe
nonfufie fiata la uirtà di Fabiano da Gallefe Luogotenente di Troilo: ilquale
rima fi alla muraglia con pochi h uomini d'arme, facendo marauigliofa difefa,
glififlenne . Haurebhono il dì feguente data un'altra battagliala intefo che
la notte u erano entrati per mare da Vefaro cinquecento fanti, fi leuarono, &
andarono ad alloggiare al caflello di Monte Baroccio pofio fopra un monte mot
to alto,& difito munitiffimo, donde è facile la fee fa uerfo Foffombrone,& Vr
binomi fficile & ajprijfima uerfo Ve faro: nelqual luogo fiando ,poi che non ha-
ueuano per allhor a alcuna opportuna occafione,guardauano il Ducato d'orbi
no,che rimaneua loro alle Jpalle. Dati altra par te effendo uenuti a Rimini olie-
ra Lorenzo de' Medici i fanti Tedefchi>& Guafconi, faldato oltra quefio mol-
Xìffimi fanti Italiani, & mille cinquecento altri fanti Tedefchi dì quelli, ch'e-
rano fiati alla difefadi Verona >& raccolta infteme quafi tutta la cauallerìa
delVontefice,& de Fiorentinhloren'zo ilquale inefperto della guerra fireg-
%geua col configlìo* de' Capitani, uenuto con le genti d'arme a Ve faro, mando a Erano ^
ad alloggiare i fanti ne monti oppofiti a' nimicu E la città di Vefarofttuatafu M capitani
la bocca d'una uallata, che uiene di uerfo Vrbino , deUaquale ufeendo il fiume £? ìljSf ' fi
che dagli habitatori è chiamato Vorto , perche per la profondità fua entrano r«gseiM Lo-
in quel luogo le barche > s'accofla alla città dalla parte uerfo RiminUa rocca è éh^nlrfa^
uerfo il mare, e tra il fiume y& la città fino molti magagni, iquali Ren%o Giani©; M$
per la ficurtà della Terra haueua rouinati . Circondano parte grande della cit ™ teiio "i "
ta monti da ogni parte, iquali non fi dtflendono infino al mare , ma tra loro el ciìfa di c*
mare refla qualche fratto di pianura : laquale dalla parte uerfo Fano, s'allarga còte g ufdo
da due miglia & fu la collina fono due monti rileuati l'uno all'incontro dell al *™%on? > a'
tro: quello che è uerfo la marina fi chiama Candelara,l' altro uerfo Vrbino J^u giùfe Paofa
golara , & nella fommità di ciafeuno d'effi è un Caflello del mede fimo nome , B^Vì0f}[ :
(he ha il monte, alloggiarono adunque i fanti Italiani al Caflello di Candela- h?«eua 2*
ra,i Tede fichi, & Guafconi a quello di Mugolar a,piu uicino animici : ne fi fa- to c[f%°r l
ceua queflo con intentione di combattere fé non con leggieri fcaramuccie con ato,n uH
loro, ma per impedirgli che non uagaffero per lo paefe liberamente, ne fi deter T-l%ìt
mmafiero a fare imprefa alcuna : perche il configlio del Vapa era , che oue non nVffc 8J-
gli tir affi la pranza quafi certa della uittoriaì non fi facete battaglia giudi - vS \ C *
cata>
y :' ' ""*
LIBRO
tata co* nìmìcucono fiondo pericolo fo il combattere con [oliati ualorofi &pev
€(fere ineguale il premio della proferita > facili ad auentuy w 'fi y danno f '(fimo
^ efiore uimo il fio efferato , perche fi mettono, in pericolo manifefio lo fiato
della Chiefa» & de Fiorentini) &fcuro il temporeggiare attendendo a difen
à&fhpo tendo fi con euidenti ragioni fiorare che il mancamento de danari , &
delle ueitoHxglie inpaefe tanto flerilc, & povero , haueffe a difordinargli , né
meno perche l efferato fuo per l'efperìen'za, & perche di ine fé in me fé s em-
pieva di fidati più eletti, diuentaua migliore , & perche jperaua douerfi au~
mentare di giorno in giorno le cofefue : concio fa che nel principio di quefio wo
uimento ^procurando d aiutar fi ctiandio con l 'autorità Tontefi cale Jjaueffe in*
flantemente dimandato aiuto da tutti i Trincipi , querelando fi con gli Oratori
brocche erano in Roma,& per hrieui iApoftolici,& per meffi co" Trincipi me
de fimi /ma non con tutti nel modo medefimo : perche fignificando a Cefare, &
alile di Spagna la confpiratione fatta da Francefco Maria delia Rouere, &
da fanti Spagnuolinel campo del Rodi Francia ,&fu gli occhi del fuo Luo-
gotenente ; inferì ne hrieui tai parole, chefipotoua comprendere hauerenon
piccola àuhitatione che quefle cofefuffero fiate ordinato con faputa di quel Re:'
ma col Re Chrifìianiffimoydimofirando qualche foretto diLautrech , non pafi
faronopiu oltre le fuo querele . Fu quefla cofa da Trincipi predetti accettata
diuerfamente : perche Cefare , & il nipote intefono molto lietamente che il
Tontefice riputaffe quefla ingiuria dal Re di Francia: concio fi a che Cefare alio'
nandofigiàper l'odio antico , &per lafua incoflan^a del Re di Francia, fi età
confederato di nuouo col Re d'Inghilterra , & conuenuto col nipote appreffo
art ^nucrfa; l'hauoua confortato non fi abboccare col Re dì Francia: ih he fi-
nalmente fu intermefìo con confentimento dell uno , & dell'altro . Re : & nel
Re Catoliconon baflaua a cancellare l'omulatione, & ilfofpetto la confedèra-
tione fatta con lui . Toro off er fono al Tontefice prontamente l opera loro, co-
mandarono a tutti i loro fui diti chefipartiffero dalla guerra, che fi focena cori
tra il Tont efico, & il Re Catolico modo il Conte di Toten%a nel Regno di Ng
a il Giouìo p0H ; perche riordinate le genti d*arme , conducete a quattrocento lance in aiu <
che ìf cote tofuà : & per maggiore tcflimonian%o della fuo uolontà fpogliò corno inobe-_
dì P^ten Zd diente Francefco Maria del Ducato di Sor acquale comperato dal padre poffe
lugno dì dona tip confini di Terra di Lauoro . Ma al Re di Francia furono grati per al-
Kapd>H 'ir* ira ca&one&i off anni del Tontefice cove di TrincipOyche haueffe l'animo alio
«eii'efierci- no da lui : però nel principio yfegui tondo l'eff empio fuo , deliberando nutrirlo
4o dei l'fcpaj con nane fpera'a%ey rifpondeua hauerne riceuutomoleflia grande, promettendo.
to huoonni di operare che Lautrecb darebbe fattore alle cofe fi:e,foggiugnendo nondimeno
jTarme, cj)e ;? rpGntcfiCc patina di quello , che oraflato confato da fi medefimo : perche
gli Spagnuoli non hareubono bornio tanto ardire > fi non fuffe ere fiuto il nu
mero loro per quelli , che con liccm^a fuo orano p affati da i^apoli a V 'crono •
Quefla fu da principio lintont ione del Re : ma dipoi confici orando che il Ton
tefice abbandonato da lui* precipiterebbe fin^alcun freno aWamicitia del Re
Catolico ;
T E TI T O t> E C I M O: 177
Ccttolkù ; deliberò di dargli fauore, w\a traendo nel tempo me? efimo qualche
frutto della fica neceffità : però ricercandolo il "Pontefice d'aiuto, ordinò che da,
Milano ni andafi 'ero trecento lance; & infierì: e propofe douerfi fare nuoua
confederatone tra loro : perche quella , di era fiata fatta a Bologna , effendo
fiata molata dal Tonte fi ce in molti modi , non era più di alcuna confiderai io-
ne : aggìugneua alle offerte molte querele, perche bora fi lamentaua che il To
teficegli defie carico appreffo agli altri Trmcipi , hora che per fare ingiuria a
fé , & co fa grata al Cardinale Sedunenfe , haueffe feommunicato Giorgio So-
prafaffoyilquale fauoriua negli S n'iterile co f e fue . Oltra quefio la Reggente
madre del Re, & appreffo a lui di grande autorità , riprendeva fenica rifletto
la impietà del Tontefice , che non glibaftando Thauere cacciato un "Principe
dello flato proprio ; l'haueffè poi ancora tenuto fottopofìo alle cenfurc-, & dine-
gando dare la doterò gli alimenti di quella alla Buche fi a uedoua , & alla Du-
che fi a gioitane fua moglie, f ufi e cagione che elle non barn fiero modo difoflen-
tarfide quali parole ritornando agli orecchi del Tontefice; gli aumentauano il
. fojpetto;ma conflituito in tante difficultà,dcfiderando gli aiuti fuoi, noperVef
a f etto , ma per la riputatone, & per il nome: a le trecento lame delquale parti- a Qwflc
t e da Milano , furono fatte dal Tonte fice , che non poteua diffimulare il Jòfpet- comandale
to,Joprafedere molti giorni nel Modonefe, & nel Bologne fé, & poi da Loré'^o à^ Re <h •
fatte fermare a Rimini : perche efiendo quella città lontana a' nirnici hancua- aiuw^d'pa
no, filando quiui, minore facultà di nuocergli . T^cfì alleggerirono queflifofpet J?> fcriue i!
ti per la confederatone? laquale quafi in quefio tempo n^edefimo fi cochiuje in iib?+!°ddìa
Roma -.per che il Re innanzi ratificaffe,fece nuoue difficultà,per le quali la co fa viu di ,Le<>-
flette fofpefa molti giorni : finalmente cedendo a molte co fé il Tontefice* il Re no gouerni
ratificò . Contenne la confederarne ohligatione reciproca tra l Tontefice, & }c dal si^e«,
il Re a difefia de gli flati loro con certo numero di gente , & di dodici mila du-
cati per ciafeuno me fé : che tra il Re di Francia-, e i Fiorentini , co quali fi con
pugnata l'autorità di Lorenzo de Medici , con inclufiwne del Ducato di or-
bino, fu fie la mede fima ohligatione , ma con minore mimerò di genti, & di
fé i mila ducati per ciafeuno mefeifufie tenuto il Re ad aiutare il Tontefice
quando itole fi e procedere contra ifudditi , & feudatari^ della Chiefa : al Re fu
conceduta la nominatione de beneficij , & la decima fecondo lepromefie fot
te a Bologna , con patto che fi depone fiero i danari per ijpendergli contra i
Turchi ( concedeuafi fiotto l honeflà di quefio colore la decima) ma con ta-
cita fperan^a data al Re , che fatto il depofito di tutta la quantità , licentia-
ta per uri altro brieue laconditìone appofta , fi conuertifiero liberamente in
ufo del Re : promefie il Tontefice al Re per uno brieue feparato di non lo ri-
chiedere mai di aiuto contra il Duca di Ferrara, an%i e fiere contento che il Re
lo riceuefie nella fitta protettione . Lunga alter catione fu fopra la reflit utio-
ne di Reggio, Modona, & Rubicra dimandata confomma infilatila dal Re fe-
condo le promefie riceuute a Bologna ; ne dal Tontefice dinegata , ma riferita-
la ad altro tempo, allegando efiergli molto indegno-, & quafi confeffionc di ul-
Bbb ti ma
LIBRO
Gii f iir'ia neC€JFlt^ M refàiuirle, quando era oppreffato dalla guerra,& il Re faceti
Horoiogi do infialila ch'elle fi reflituijfero di preferite : all'ultimo dimojìrandofi gran-
"he fcriile ^e, feP*fi uoleffcflrigncrlo , l 'alienatale del Pontefice y & emendo al Re nimi
di Camillo co il Re d Inghilterra, fofpetti Cefare, il Re di Spagna, & gli SuiTgeri: accet
ch^ca miu io c^e ^ pontefice per uno brieue, ilquale [ufi e congegnato a liti-, promette ffe di
\o, quando reflituire al Duca dì Ferrara,Modona,Reggio,& Rubicra fra fette me fi prof
uaiiiU°prohì fiwhhaueudo il "Pontefice neU animo fe prima ceffauano ifuoi peri coli, non fa*
bì le vetto ye maggiore flimatione del Brieue,che delle parole dette in Bologna:ct al Rey
vicari atoV p°i c^e fin%a pericolo di grandi ffima indegnationc non pot.eua ottenere piu.pa
nimici , era rendo pur di qualche momento che le promeffe-, et la fede apparifiero per i ferii
u cauallcria tura . Ma menrre che quefte cofe fi trattammo efendo aumentato affai fef
del Papa: & farcito di Lorenzo , perche oltra i molti Italiani foldati di nuouo, il Pontefice
fintili t P (* \ TU *
il grande a haueua foldato a Roma mille fanti Spagnuoli, & mille Tedefchì; parcua fu ffe
monche gli già maturo il tempo di tentare di liberar fi da quefia guerra : allaquale cofa
to eh iPDuca per la fortezza delt alloggiamento de nimici era unica fferanta il coftrigner-
Lorèzo de' gH per [a pemria delle uettouaglie a partir fi : però fu mandato a Camillo Or a
fino con feti ecento caualli leggieri a fior r ere ilpaefe , che fi dice Vicariato, le «
b sogliono uettouaglie delquale per la ma?zior parte ?li foflentauano\eNelqual tempo
fnoltevohe ° , L r . „N r j ,,' o 1 • ■ r j- J '■* r
ì Principi per un Trombetto ucnuto a Vejero dell esercito nimico ; fu dimandato a Lo-
gelo a della yen%o.faluo condotto , per ilquale potè ffe ucnire a lui il Capitano Suarcs Spa~
/oh propor gnuolo, con chi menaua in fua compagnia : ilquale Lorenzo facilmente con-
la via del cedette , credendo f ufi e uno Capitano colquale haueua fegreta intelligenza ?
cioche 'i fud ma uenne un altro Capitano del mede fimo nome , & con lui Or alio da Termo
diti hab bia- Segretario di Francefio Maria : & dimandata publica audien^a. Sitar es effo,
berati dai- fé in nome di Francefco Maria , chepotendofi decidere le differente tra loro
l'ingiurie . con b abbattimento a corpo a corpo > ò con detcrminato numero con ciafeuno di b
Cofì ieggia
qualunque nhauefie a effere Signore: però Francefco Maria offerire quale pi
10 fe £& d° & Piace!fe di quefli modi; dopo lequali parole uolendo leggere lafcrittura,che.
curiatij , & haueua in mano; gli fu prohibito . Pdffofe Lorenzo con configlio de fuoi Capi-
dfrVchc Up l ani che volentieri accettaua quefia propofia.pur che Francefco Maria lafciaf-
tai cagione fe prima quello che irnientemente gli haueua occupato : dopo lequali parole
queianchhe°v1 fiìmolatodaRen^p da Ceri ; gli fece amendue incarcerare : perche Renxoaf-
« fcritto di fermaua meritare punitione, per battere fatto un atto troppo infoiente: ma ri-
tf odila spa f rendendo fi la uiolatione della fede da gli altri Capitanigli ceraio Suarcs , ri-
Virgilio, quel d'Enea con Turno. Con quefto colore, fe ben con altro difegno , fi modero a voler combat
tere a corpo a corpo il Re Pietro d'Aragona^ il Re Carlo d'Angiò per lo dominio,o (come dice il Villani)
tenza di Cicilia, fecondo che nel libro 7-a cap.ss- di Giouan Villani fi legge. Coli a' tempi noftri Carlo V.,
altro uè Te ce leggono molti.
TERZÓDECtMO. ' 378
tenne (blamente Oratio, [enfiando la infamia della fede rotta con f alfe cauilla-
tioni , come fé fuffe flato neccffario nominare cjprejfamente nel faluocondotto
Or atto fhdditoper origine delia Chiefa, & fegretario del nimico : ma fi faceua
per intendere da Im i fegreti di Fr ance fico Maria , & fyecialmente con confi-
\ glio, b per l'autorità di chi baite ffe moffa la guerra . Sopra lequali co fé e fa-
minato con tormenti , fi diurdgò la confezione fua efiere fiata tale , che baue*
ha augumentato il foretto conceputo del Re di Francia . Ma il defiderio di
Lorenzo di impedire a gli Spagnuoli le uettouaghe del vicariato , haueua bi-
fogno di for^e maggiori : perche dalle correrie de' caualli leggieri non fucce-
deuano fé non effetti di piccolo momento : & già l'efferato era tale chepote-
uà arditamente opporfi a nimici : perche haueua raccolti Lorena olir a mille
fihuomiui d'arme, & mille caualli leggieri, a quindici mila fanti diuarie na- a Nel 11.4.
tioni; tra iquali erano più di due mila Spagnuoli foldati a Roma, fanteria tut ^\^
ta efiercitata nell'arme,& molto eletta: perche, e i fanti ltaliani,non fi facen ferma dai
do guerra in altro luogo, & perche i Capitani haueuano hauuto commodità di ^'°on°0 fe,
permutar di mano in mano in fanti più utili, la parte de gli inutili , raccolta al dici mila.
primo flipendio tumultuo f amente, erano il fiore de fanti di tutta Italia.Deli-
beroffi adunque d'andare ad alloggiare a Sorbolungo , Caflello del Contado di
Fano diflante cinque miglia da Foffombrone : dal quale alloggiamento le uetto-
uaglie del Vicariato facilmente fi impediuano a nimici . E la città di Fof-
bfomhrone fiutata fu l fiume del Metro, fiume famofb per la b uittoria de Ro- b Dl- fta
manixontra jLfdrubale Cartaginefe: ilqual fiume hauendo corfo infimo a quel vittoria ho
luogo per letto nflretto tra i monti, come ha paffuto Foffombrone , comincia a ^^J
correre per una uallata più larga : laquale tanto più fi dilata,quanto più s ap nei libro p-
propinqua al mare , diflante da Fofiombrone quindici miglia , nelquale entra di lìuìo net
il Metro apprefio a Fano : ma dalla parte uerfo Sintgaglia . Da man deflrafe- ] ib i> deli*
rondo il corfo del fiume, è quelpaefe , che fi denomina il Vicariato, pieno tut- teraa Dcca '
to di colline fertili, & di Caflella, ilquale fi diflendeper lungo ffatio uerfo la
marina: & dalla man finiflradel fiume, fono ctiandio colline, ma allontanali
-do fi, fi truouano monti alti, & ajpri : & loffatio della pianura che fi diflende
uerfo Fano, è largo più di tre miglia . Qiiando adunque Lorenzo deliberò d'an
dare ad alloggiare a Sorbolungo, dubitando che i nimici, fentendo muouerfi il
campo fuo, non per ueni fi ero , mando la mattina innanzi giorno a pigliare il
Caflello Giouanni de' Medici, Giouan Battifla da Stabbia, e Brunoroda Furi)
con quattrocento cauai leggieri :& ordinato a fanti, che erano a Candelara ,
■& islugolara , che attrauerfando i monti andafieroper unir fi con gli altri uer
fo il Metro ; egli con tutto il rimanente dell'efferato , lafaato Guiuo Rangone
alla guardia di Tefero con cento cinquanta huomini d'arme , a leuata di Sole
prefe il camino da Tefero uerfo Fano per il lito della Marina: & uoltatof uer
fo Foffombrone doue comincia la ualle ; arriuò a me^p giorno a un luogo detto
il Mulino di Madonna fu l fiume , ilqual e tutti i caualli , e i fanti Italiani gita
darono : mai Guafconi , e i T e defclrip affarono tanto tardamente per lo ponte
"' ■ ' Bbb z prepa-
LIBRO
pìrparatoaqucflo , che non potendo V efferato conàurfi il giorno tncdcfimo ,
fecondo la deliberatone fatta a Sorbolimgo ;funeceffario che alloggialo a
San Giorgio, Or ciano , & Mondauio , C ajlelì 7 difìantemc%p miglio l'uno dal-
l'altro . Ma non hebbe miglior fortuna quello, che era flato commeffo a canai
a pi quefto leggieri : perche parendo nel cambiare a^Giottanni de Medici, nclquale in a
Medie"1 a queftafua prima e ffer citai ione della militia appannano fegni della futura fe-
;ono di vocia 9 & uirtà , che per errore fi piglia (fé la uia più lunga, abbandonati gli
ila littoria ahri> iqudi derogarono il configlio fuo : entrò più bore innanzi che f opra-
molte prò- ucniffe la notte in Sorbolungo :glialtri due Capitani dopo lungo circuito in-
Egii fu°pa*. gannati , fecondo diceuano, dalla guida , ritornarono finalmente alt effercito t
dre di Coi" ne] potette Giouanni de Medici rimafo con lafua compagnia fola , fermar fi la
Duca di rò notte in Sorbolungo ; perche la mattina medefima Francefco Maria prefenti- ,
Peana , & ta [A moffi de nimici, imaginando doue andaffero ;fi era con grandiffima ce-
fiMnrna ptu lerità moffo con tutto r efferato : ilquale non riceuendo impedimento dal tran
dètia, la cu? fn0 fai fiume , per che lopaffarono a Foffombrone , doue è il ponte di pietra ;
uamente è peruenne innanzi fuffe la notte a Sorbolungo :per la uenuta de quali Giouan
la.hra (c°mc ni uedendofi impotente a refiflere , fi ritirò uerfo Or ciano Seguitandolo i ca-
fi crede ) ai ualli de 'nimici , da quali furono prefi molti de fuoi . cordano entrato nel-
Cicl° ■ l'alloggiamento di Lorenzo gli difie con grandi ffima indegnat ione , ò la ncgli-
gcn'fa , ò la utltà di Brunoro , & di Giouan Battifla da Stabbia , iquali era-
no prefenti , hauergli tolta quel dì lauittoria della guerra . Qucfta fu la pri-
ma , ma non già fola occafione di proserò fucceffo , che perdeffe l'efferato di
Lorena : perche ,& dipoi ?:e perde dell'altre maggiori , & feguitarono con-
tinuamente più pernitiofi difordini , accompagnando fi con la fortuna auerfa i
cattiui configli . Le Co/iella di Orcia.no & Sorbolungo pofle in luogo eminente
fono diftanie l'uno dau altro poco più di due miglia : nel mexp oue fono tutte
, Colline , & monticela, è un Caflello chiamato Sarti , donerà alloggiata parte
della gente di Francefco Maria : neìlaquale propinquità de gli efferati s' atte fé
tutto il àifeguente afearamucciare . Vari] erano i configli tra i Capitani del-
l'efferc ito di Loren^ : perche alcuni, & quei mafjìmamente , dalla fentcn-
%a de quali non pendeua la deliberatione, confortauano che fi andaffe ad af~
falt are inimici, parendo forfè loro fenica mettere ne fé, ne altri a pericolo
col proporre uanamente configli arditi > acquiflare nome di con aggio fi : ma
Jxcn'Zp , & Vitello , il parere de" quali era fempre feguitato da Lorenyp, di fi
fuafono queflo configlio -.perche i nimici erano alloggiati infitto forte , haue-
nano il Caflello a ridoffo , doue nonpoteua andarfi ,fe non per camino diffìcile »
dannando ancora il foprafedere in quei luoghi come co fa inutile, et da non par
torire l'effetto per loqualefi erano moffi da Te fero : perche effendo Sorbolun-
go in poteflà di Francefco Maria , era molto difficile impedire le uettouaglie
del Vicariato : con lequali ragioni hauendo dannata ogni altra deliberatio-
ne ; otteneuano per ne ceffi tà che fi doue jfe ritornare indietro : & perche la ti
ùr aia non baueffe fimilitudine. di fuga , proponevano non che l' esercito ritor-
staff*
T E RZ O D EC I M O, 379
'nafte, a gli alloggiamenti di prima,ma che s W/ 'afte a occupai* Monte Baroe*
ti$,e i luoghi, da quali fi erano partiti inimici , donde fi poteua procedere im
Uerfo Urbino : con laquale delio crattone partì l * efferato la mattina feguente
al far e del giorno : ma fi creJeua qucfia e fiere non ritirata ma fuga : dallaqua-
le opinione diuidgataper tutto il campo ^procedette che due huomini d'arme
fuggiti a Francefco Mariani riferirono i nimtcipieni di fpauéto,leuarfi quafi
fuggendo : però parendogli dhauete la nittona quafi certa , moffefubito l'effer
cito per lo camino attrauerfo de3 monti, fferando di preuenire a loro come fufi-
fero calati nella pianura ; iquali crcdeua doueffero andare per la uia più br ie-
ne, &piu facile ; per laquale fé andauano non poteua né funaparte,nè l al-
tra fuggire il combattere : ma la fortuna uolle che per faluare un cannone ri-
ma fo in dietro il giorno innanzi perche alla e arrena fi era rotta una ruota Cefi
fercito di Lorenzo andafie a ripagare il Metro al mede fimo Mulino di Madon
najuogo bafìophi di quattro miglia,che quello, alquale lo conctuceua laflrada
più facile, & più brieue : ÙJl C *AVSE, & da accidenti tanto piccoli fi
uariano ffjeffo nelle guerre euenti di grandijjìmo momento : paffarono tutti i
tamllhei fanti aguaxjo,ma con grandi ([ima tardità,& quelli,che erano paf
fatifiuoltauanofiibito in ordinane per lo piano uerfo Foffombrone . era già
paffata la fanteria, & douendopafiare le genti a" arme } e i cauai leggieri , <he
caminauano ncll ultima parte del campo ; cominciarono i cauai leggieri de ni
mici , che erano molti , & eletti afearamneciare con loro : nellaquale ficara-
mucciafuprefo Gofiantim figliuolo , an%inon meno nipote , che figliuolo di
M Gian Vagolo Baglione: perche era a nato di lui-, & dama forellafua: pero Gian a Molti ha-
T avolo >i la itale uenuto non molti ?iorni prima alt efier cito, conduceua l'auan *? trouato»
6 1 • l 1 ? r ■ r r 1 j \ - ?i- che per que
guardia^itteniencio a fare ogni sjor^oper ricuperarlo, tardo tato che di auan fto partico-
lare diuentò retroguardo,fiiccedendo nel primo luogo Lorcn%o^che mena- j"3r ^et.°
uà la battaglia . & nel luovo della battaglia Troilo S anello, che menaua il re- iato la prò -
troguardo: perche ~Ren%o , & Vitello andauano innanzi co fantuma come Fra p"pa Leone
cefico Maria; e i fimi Capitani ueddono che 1 nimi ci, fecondo che haueuanopaf facefie poi a
fato il fiume, fi uoltauano uerfo Fcfiòmhronefiaccorfono non efier fi moffi per paglioni Irò
fuggire , ma per occupare Monte Baroccio :però cefi andò la cupiaità prima car la tefta /
del combattere fondata fu l terrore imaginato de nimici , lanciatele baga- toduot"*
glie cor fero fubito con fomma celerità fèn^a ordine alcuno, & con le bandie- »n quello n
re fu le ff alle per occupare un paffb forte del fiume chiamato le Tauernelle,
doue la natura ha fatto un fojfato dirupato , che piglia tutto il trauerfo d'uno
piano infimo al monte, né fi può paffare fie non a un pafio, che è fatto per laftra
da,alquale fie le genti loro, che fecondo pafiauano , fi uoltauano a quella par-
te,fufiero peruenute fi riduceuano gli Spagnuoli in manifefitffirm pericolo: &
benché Lodouico figliuolo di Liuerotto da termo , ilqnaie il giorno medefimo
era con mille fanti uenuto neli'efi eretto di Lorenzo > &un Sergente Spagnuo-
lo pratichi delpaefe ne auertifkro Lorenzo tifimi Capitani^ non fecwno fiut ,:
to alcuno : perche con tutto che i fanti Te de fichi, & Guafconi fi dimofirafiero ,
B b b 3 proniiffimi
LIBRO ' -
pronti (fimi a combattere, i Imed e fimo fi gridaffe per tutto il campo , & appa-
rific Lorenzo non ne effere alieno, nondimeno Ren?$ da Ceri > & citello con-
ftgliarono non effere bene far fi incontro animici: ma douerft ritirare a un col-
le uicino -, donde fen^a fottopor fi ad alcuno pericolo ,farebbono loro nel pafi
fare il fiume co' caualli efpediti danno grauiffimo : co fi la fiato quel paffo for-
te, Ren'zp fi uoltò uerfo il monte , & gli Spagnuoli come hebbono occupato
quel paffo , fallitati con gli archibufi i Tede fichi , a quali erano più propinqui,
figriif corono con allegri/fimo grido di conofcere di effere di manifeflo pericolo
« il Giouio ridotti alla falute qua fi certa ; co fi a ò per imprudenza , ò per uiltà (fé già la &
f^fincTdel malignità non uhebbe parte ) perde Lorenzo quel giorno a giudicio ditut-
lìb. 3. deli* ti , l'occ afone della uittoria . alloggiò la notte l'efferato fuo a un C afelio ui-
ne.dice che cmo ^€tt0 Sahara ; ma C efferato di Franccfco Maria continuando con gran-
non fi sa, fé diffima celerità il camino infino a non piccola parte della notte, fi conduffe al-
vitello) per ^alloggiamento di Monte Baroccio , preuenendo due mila fanti mandatila da
ignoranza , Lorenzo per occuparlo , ilquale andò il giorno feguente ad alloggiare due mi-
ai a nódiniè gli* più alto di Saltar a uerfo il monte , luogo uolto uerfo Monte Baroccio , ma
no ?°? otti Pu baffo* & dalla parte del mare . Stettero in quefìi luoghi amenduegli efi
ftafleio'di fercitimcini circa a un miglio , ma con incommodità maggiore quello di Lo-
v° a bgiU,lC ' r€n%9y^ciuale patiuafpejfo di uettouaglie : perche portandofi da V efero a Fa*
toria de* ui nò per mare , bifognaua quando i uenti contrarij impediuano la nauigatione >
mÌQU condurle per terra , & a qneflo dauano molti impedimenti i caualli leggieri di
Francefco Maria : iquali auertiti da'paefani di ogni andamento benché mìni-
mo , de nimici {correuano continuamente per tutto ,l<[clqual tempo mandò 1
Francefco Maria un Trombetto a moflrare a fanti Guafconi certe lettere tro-
iate nelle fritture de* Segretari) di Lorenzo , lequali il giorno cheei fi partì
dal cafìello di Sahara, erano fate infieme con una parte de'fuoi carriaggi tol-
te da' caualli de* nimici , per lequali lettere fi comprendala che ilTontefice
infaflidito delle difonefle taglie de' Guafconi , a' quali era flato neceffario ac-
cr e fiere ciafeun me fi mmoderatiffimamente i pagamenti; defìderaua fi fa*-
ceffi ogni opera per indurgli a tornar fine di là da' monti :per laquale occafto-
k Poco fot ne era pe riccio, che il giorno mede fimo non *> faceffero qualche tumulto, fi Car~ b
ioDfi legge bone Guafcone loro Capitano, & Lorenzo de' Medici ingegnando^ diperfim-
in fuetto <f ere effere lettere finte , & inganni de rumici ; non gli haue fiero raffrenata *
li oro , 'chi i lipndimeno il fofpetto di quefla cofa,la difficultà delle uettouaglie, & l * effere
Goafeoni alloggiati in luogo, doue jen^a comparai ione fimofhaua maggiore il pencolo
capitano diperdere che lafperan^a dacquiflare ; fece deliberare di leuarfi} ancora che
Ambia ytu non par effe finita uergogna il difccflarfi tanto fpeffo da nimici, & entrare nel
»o,& yartk vicariato da quella parte che è più uicina al mare, & procedere in fino al fine
«a "£ ^ ^o uerl° F°ffombrone 1 \lelibcratione approuata da tutto il campo , ma nonfen%a
Maria : doue infamia grande di Renzo , & di tritello .-perche le noci di tutti i faldati rifo-
h°ato°ii4G? nauano che fi da principio haueficro deliberato quefio me de fimo ; bar ebb otto
«io fc «ut,, weffo i nimici in gran difficuhà delle uettouaglie : an%i Lorenzo mede fimo gli
ripren*
TERZ0D!CIM0; ;fto '
riprendenti più che gli altri, lamentandofi che, ò per allungare >per utilità pro-
pria la guerra , ò per impedire a lui il far fi f amo fo nel! 'armi , forfè temendo
* dalla grandezza fua effetti fimi li a quelli , i quali baite uà a contra le e afe loro ? Perdo che
prodotta la grandezza del Duca Valentino ; hauejfero condotto in tante difR- feCe rtrl'go^
cultà, & in tanti pericoli uno efferato sì potente,& tanto fuperiore di nume- ,ar? mohi
v*. J-r ' • • • / i\ i v n • t /-> ^e|ia fa mi-
ro, & difor'ze a nimici . .Ando adunque l epercito a campo a San Coflan- gii* o* fina,
^o cd/fo//o <&7 Vicariato :glt huomini delquale benché cerca/fero , battendo fi ,& w, '*ile-
£/à /e w#ra cow l'artiglieria , d arrender fi ; nondimeno conofeendofi la facili- che -ferino
tà dello sformarlo , dr defiderando di mitigare gli animi gonfiati de' Guafco- ÌLC°2% n,d
»/, mira// tutti gli altri foldati dalla muraglia ; fu lafciata la facultà Zaffai ita'Wuiia
tarlo a Guafconi foli : accioche foli lo faccheggiaff'ero . Trefo San Goflan^p a H9'
andò il giorno mede fimo il campo a Mondolfo diflante due miglia , caflello pia
forte, & migliore del Vicariato , fituato fopra una collina in ìuogo eminente ,
cinto dafoffi, & da muraglia da non dijpr rigare ; alìaquale ilfito del luogo fa
terra pieno, &dou erano a guardia dugento fanti Spagnuoli . Tiantarohfi la
notte medefima l'artiglierie dalla parte diuerfo mc%o dì : ma òpernegdgcn-
7gàperinconfiderationedi~B,en%o da Ceri, ilqualebebbequcfiacura ^furono
piantate in luogo feoperto ,&fen%a ripari, in modo che innanzi che'l Solefuf
fé flato una bora fopra la terra,furono dall' artiglierie di dentro ammalati ot
to bombardieri^ molti guaflatori , & ferito Antonio Santa Croce Capitano
dell' artiglierie '.pcrilche commoffb molto di animo Lorenzo, ancora che confor-
tato da tutti i Capitani che quello che poteua commettere ad altri, non mie fife
efeguire da fé flefio con tanto pericolando in perfona a far fare iriparudoue b
effendofi affaticato infino ame%o giorno, hauendo proueduto opportnnamen- al r]ne°d3
te ; fi ritirò indietro per andare a ripofarfi fiotto certi alber sparendogli efiere ' -' ' * delIa
nue,
coperto dalla fommità del monte : ma nell'andare mancando l'altera del col- ne Ve. .
le, feoperfe la Rocca per fianco, fi tuata dalla parte di Tonente : né prima l heb cc\* dop-°
be feoperta che uidde dar fuoco a unarchìbufo , il colpo delquale per fichi fare É» fttìwve?
gittandofiin terra bocconi .innanzi che arriuafìe a terra) il colpo, che altrimen |5ndofl esli
tigli harebbe dato nel corpo, glipercoffe nella fommità del capo .toccando lofi xe'in Anco"
bfo, & riufeendo lungo la contenna uerfo la nuca . b Ferito Lorenzo i Capitani "• V £apita
accorgendofì che ancora che fuffe battuto il muro, reflaua troppa altera del "««or?© nc'o
terrapieno, cominciarono a far una mina : con laquale entrati Coito un torria- pefi]me ar"
i) ■ i ; i. « .'# •* v'"»*v/fn/ a inanellar
ne,cb era contiguo al muro battuto ; gli dettono il quinto giorno il fuoco: ilqua * * guerra: a
lehaucndo con grande impeto gittato in terra amezp giorno il torrione, & Stf nò*'1"
unpeTgo grande della muraglia congiunta a quello; fi cominciò fubito a dare Penf«onoU
la battaglia , ma con poco ordine , & quafi a cafo ; laquale non partorUltro ria* 3?è.
frutto,che quello che fogliono communemente partorire gli affalu male ordina nirla &ucc-
ti : nondimeno efìendo uenuta la notte,i foldati non jperando foccorfo , perche faccheggia*
Vrancefco Mariano per non perdere quel 'fitto ,ò per altra cagione; non fi erapar le caftc,!a »
tito dall'alloggiamento di Monte Baroccio ; s'arrenderono faluo l'hauere,& «IfShlSS
le perfine , lafciando in preda bruttamente gli huomini della terra . Ter la fé- *ia-
Xbb 4 rit*
LIBRO
ferita di Loren%o,colìitmto in grauiffìmo pericolo delta ulta, il Tontefice man
dò legato alt efferato il Cardinale di finta Maria in Tonico: ilquale congiun
tagià la fortuna a peffimigouerni , cominciò con infelici aufpicij a esercitare
kuao"™.** 9we^ legatione: perche il giorno feguente, che fu arriuato alt efferato , a effen a
more e vna do nata a cafo una quiflione tra un fante Italiano) & un Tede fio, & corren-
?«?' racco- ^0U* l$m Mei™' & ciafeuno chiamando il nome della fua natione ;fi ampliò
manni , & il tumultoper tutto il campo, in modo che nonfifapendo che origine haueffe >
n™moitì?di ^ C^e cagì°ne> tutti i fanti per armar fi fi ritiravano tumultuo fament e a gli al
ce il gìouìo loggiamenti de fuoi : ma quelli,che nel ritirar fi fi rifeontrauano in fanti d'ai-
viri d'i Leo* trelmgHe ' erano molte uolte amatati da loro : & quello che fu cagione di
ne) fu Patto maggiore difordine efendo i fanti Italiani andati in ordinanza uerfo il luogo,
io Vn fatto nehuale era cominciata la quiflione ; furono da fanti Guafconi faccheggian
d'arme . gli alloggiamenti loro, concorfono i Capitani principali dell' efferato, ìquali al-
Ihora erano nel configlio per porre rimedio a tanto difordine: ma uedemìo il tu
multo efiere grande, & pericolo fo, ciafeuno abbandonando ipèn fieri delle cò-
fe communi per tinterefi e particolare, fi ritirò a fuoi alloggiamenti, & meffe
fuhito in ordine le fue genti d'arme , non penfando fé non a faluare quelle ;fi
b Parlando difeoftarono con effe dal campo circa un miglio :folo il b Legato Ribbiena con k
ìi gìouìo di la cofìanrya,& pronte'Tga, che apparteneua all'ufficio, & althonorefuo , non
Aio/natT* abban(lonò la caufa commune, riducendo fi molte uolte per lo furore della mol
iieii'eiTerci. titudine concitata,in pericola non piccolo della uita: per opera delquale non
«Kcc qPu*eftc feniZ? molte difficultà i & interponendofene molti de* Capitani de fanti,cefiò
parole,- En- finalmente il tumulto , nelquale erano flati in dina fi luoghi del campo morti
mczo°iif u- P*u & cento fanti Tedefchi,piu di uenti Italiani, & qualche fante Spagnuolo-,
gato Bibbie Queflo accidente fu cagione ■, che dubitando fi che (e t efferato ftaua in fernet
croce inni- finti efitcerbati perle offe fé riceuute non combatteffero per ogni piccolo cafb
aì,& corre- l'uno contra l'altro ; fi deliberale non procedere per allhora ad imprefa alcu-
no funofa. r v rr • ' \ r u /i •„ ' j • ^ r
méte in ha nay ma tenere f eparato l efferato .-pero furono alloggiate nella citta ai T? efaro
Imo di chi le gemi d'arme della Chiefit, & de Fiorentini, e i fanti Italiani ipercbc le Un
Farmi , che ce Francefi, non effendo ancora ri folate le difficultà trai Tontefice ; & il Re y
la Imperiale , monte fopra Ve faro dalla parte uerfo Himini , fu l quale è uno
IPalaTgo fabricato da gli antichi Malatefli : & furono alloggiati con queflo
ordine, gli Spagnuoli fu lafommitàdel monte, i Tede fichi più abaffo , fecondo
the il monte fende, e i Cor fi alle radici del monte . Cofi flettono uentitxc gìor-
ni,non fi facendo in quel me'zp altro che fcaramuccie di caualli leggieri :per~
che Frane e fio Maria non potendo ff erare di rompere alla campagna sì groffo
efferato ,nè tentare per lauicinitaloro l'efpugnatione d'alcuna Terra , atten-
dendo a cónferuarc quello >, chehaueua acquiflato; fi ftaua fermo: ma il uigefi-
mo quarto giorno partito di notte da Monte Baroccio,arriuò all'alba del gior-
no fu lafommità del monte ne gli alloggiamenti degli Spagnuoli ^co quali ò
con
T E RI ODE C r M O. ^ iti
còti tutthb con parte di loro fi credette per quello, eh e dimoflrò ilprogrefio del
la cofa,cbe bauefìe battuta fegreta intelligenza : uenuto quiui , fubito i fuoì
Spagnuoli gridarono agli altri che fé uoleuano faluarft gli feguit afferò: alla-
quale uocela maggior parte,mefioficiafcuno fui capo uno ramufcello di fron-
de uer di come haneuano effi , glifeguito ifoli i Capitani con circa ottocento a KeI jiM.
fanti fi ritirarono a Tefaro : cofi imiti infieme andarono a gli alloggiamenti JJJ'^/j
deTedefcbiyiqualinonfaceuanodaqueìlapartecuftodiaalcunapcrlaficur ue £ gjo.
tà,cbe daua loro la uicinità de fanti Spagnuoluet trouaùgli cofi incauti; rìam J!® ;t-c J.ea jj
magarono, & ferirono più di fé i cento: gli altri fuggendo ne gli alloggiarne^ bone , non
ti de Cor fi; fi difeofiarono infime uerfo Tefaro: i Guafconi fentito il tumulto p«e »° " *j
meffifi in ordinanza non uollono mai muouerfi del luogo loro . Vccifi i Tede-
ritenere 1
fcbi,e tirata a fé la maggior parte de fanti Spagnuoli, Francefco Maria fer- f^^n^i
mb l'efferato tra Vrbino,& Tefaro .pieno dijpcran^a,cbeconlui sbaueffero faflero neUh
ad unire i Guafconi,et quei fanti Tedefcbi,i quali leuati nel tempo mede fimo ^ac,£adne!
del campo di Lautreclherano fempre andati, alloggiati, & proceduti infieme . cefcoMariaj
Era tra i Guafconi .Ambra emulo del Capitano Carbone : ilquale giouane di [Snemccfn
fanguepiu nobile,et parete di Lautrech, haueua appreffo a loro autorirà mag l'Ambra ue
giore:coflui bauea trattato occultamente molti giorni di pafìare con quei fan- 6 ' gul a e *
ti a Francefco Maria,& gli daua occafione ebe no contenti d'haucre accrefeiu
ti immoderat amente ?liftipendij;dimandauano di nuouo infolent emente con- b che An-
i. . . » . • ii i- i •••/}• i ; c »■ nibale man
anioni molto maggiori :allequali ripugnando i minijtri del Tontejice,s interpo tenene con
neuanoper concordargli Carbone, él Capitano delle lance Fr ance fi uenuto da ^»» c°£
Himini a Tefaro per quefla cagione. Ma cinque, bfei giorni dapoi ebe era fitc- r eflerch© \
ceduto il cafo de gli Spagnuoli, e T ed efebi al monte della Imperiale ; France* k°» ™*c*?
feo Maria con tutto l'efferato fifeoperfe uicino a loro: una parte de quali in- gii0 d'ogni
fieme con .Ambra meffafi in battaglia confei fagri, & feguit ata da" T ed efebi [*£ j^ 4/
Asimì con lui, a ingegnandofi in uano Carbone conpriegbi,& con parole arden huormni
ti di ritenergli: colqualerimafono fette Capitani con mille trecento fanti: gli ^nd"^|g^
altri tutti infieme co' Tedefchi C abbandonarono^ come ls(ELLE cofe della linguaio dì
guerra s'aggiungono fempre a. difordini,nuoui difordini, i fanti Italiani uede "b^Ug°deil
do là neceffità, che s 'haueua di lorQyla mattina feguente tumultuarono :i qua u terza e*
li per quietare, bi fogno, ne pagamenti. conceder e dimande immoderate : non ^^\n^t
efiendo né più uergogna,nè minore auaritia ne Capitanicene fanti: & era no alia pm-
certo cofa marauigliofa, ebe nel? e fi er cito di Francefco Maria, nelquale à fol- n,"*^ i aé
dati non fi dauano mai danar'hfufìe tanta concordia>ubidicn%a, & unione, rio ™ù «5 co»
bdependendo tanto quefto,come con fomma laude fi dice d* b Annibale Cartagi conCordia
ne fé , dalla uirtu ò autorità del Capitano , quanto doli 'ardore., & oftinatione ■eU'èflfa*
de" foldatu Et per contrario, che netf eflercito della Cbiefa, oue a tempi debì- ^uefto^è Iti
ti non mancauano ecceffiui pagamenti fufiero tante confufìoni,& difordini? e tempio ra-
tanto defiderio ne fanti di pafiare a nimici: donde apparifce,che l^OJ^Tan uede dalie
to i danari,quanto altre cagioni mantengono Jpe fio la concordia, & fubidien ™f°fyj£
HcUe fono addotti dal Cauallier Amelio Cicuta Bei libro 2 , della Difcigli aa militale, di che egli ha tomo*
1 I B R O
%a negli efferati Spauentati da tanti accidenti il Legato, & gli altrhche in*
tcruenìuano nel con figliole fiammato lungamente quello che per rimedio delle
cofe afflitte fu ffe da fareste effendo più prudenti^ abbandonati di modi babili
a procedere dopo i difordini feguiti,che fuffero flati a prouedcrej che non fe-
* Auanchc guifferoymouendogli ancora gì' intereffi,& le cupidità particolari; concbiufo-
cCr-oCMalia no €^ere ^a confortare il Tontefice,che refìituiffe i Bentiuogli in Bologna, in»
a iohafle nam^i che efjìprefo animo dalla de clinatione delle cofe:ò incitatida altri , fa*
ftlna ferme ceIfero qualche mouimentoialauale come fi potrebbe refiflere moftrarlo le dif-
\\ g.ouìo , ficultà,chebaueuano difoftenere la guerra in un luogo falò: però hauendopet
p!?r rSóm^« dar m^ggi°Y£ autorità a tal configlio,òperpiugiuftificatione in ogni euento di
sii suizzeri tutt ifiatto difendere in ifcrittura il parer d ognuno , & fottofcrittolo di ma-
*à Ergila* no del Legato, & del? <Arciuefcouo Or fino £ uno de* quali era congiunto d'an-
«jueih citta: tica amìcitia a Bcntiuogliyl 'altro diparentado3&da tutti i Capitani;manda
lìc/hifturi- tono per lo Conte Ruberto Bufchetto gentilìbuomo Modonefe al Tapa quefla
co,non è pò feriti uradaquale nonfolofu difpreygata da luhma fi lamentò conparole mot
che dai gìo to acerhe?cbe i minifirifuoi>& quelli che da lui haueuano riceuuti tanti bene
ino rnoi te al fiL z h potevano Jperare a ogni bora di riceuemcgliproponejfero con tanto pie
io date, che colafede3& amore configli non meno pernUiofi, che i malici quali gli faceua
<juì fon de- no i nimìci; rifeniendofene principalmente contra r^Arciuefcouo Orfino , per
è da eiftì lei e fiere forfè fiato principale flimolatore de gli altri a quefio configlw : ilquale
™?tè d'Ari? fle£n0fl crcde che forfè fuffe cagione di torgli la degnità del Cardinalato > la-
snino nei lì. quale gli erapromeffa da tutti nella prima promotione. Ma Francefco Maria
di Leon x" efànd° tant0 accref cinte le for^e fue , & diminuite quelle de gli auerfarijì
aI%ò l'animo a maggiori penfieri ,flimolato ancora dalla neceffità: perche
biiCni°Ba * fant* uenutl feco crano $atl tremefi quafi fen^3 danari, a quelli uenuti
fuoru cito mortamente niuna j acuità haueua di darne : & efendo il Ducato ejauflo >
Jiauermoifi & 1uafi tutt0 fP°g^at°inon f°t° &* haneuano i faldati f acuità di predare*
anni in nan ma con difficultà ui erano uettouaglie baflanti a nutrirgli : ma nella elei-
«n'afa<rudei **one ^a ^mPrefa & bifognò feguitare la uolontà d'altri , perche effo per
congiura, ta lo ftabilimento del fuo fiato defideraua innanzi tent affé altra co fa , ajfitlta-
ìu A fattilo re dimwuo Fano io qualche un altra delle terre pcfle fui mare : ma per la in-
c il zio di clinatione de faldati cupidi delle prede, & delle rapine , deliberò a holtarfipm a
gi1r,1ni,& "al prefioin Tofcanajoue per effire pieno ilpacfe3chccra fen%a foretto ,& efi
tri fuoi pare ferui pìccoli prouedmienti^perauano poter fare gran dijjìmi guadagni: incita-
i'élf gìouìo vaio olirà quefìo la (petardi di potere per we^o di ° Carlo Buglione , & di b
ai fin deiii. BorghefeTetruccifare mutauone in Terugia* & in Siena , donde farebbono
di Leon™*, aumentate affili le cofeJue>& le mclefìie>e ipcn.olidel Tontefice,& del ni-
©uè è da leg pote^ q>eraò tl giorno feguente a quello, nelquale hebbe raccolti i Quafioniy
fantoparri! moffe V efferato uerfo Terugia : ma come fu nel piano di ^Agobbio ; deliberò
colarmele , mamfeftare il fofpetto fuo ,anr^i faenza quafi certa,cbe haueua della perfidia
«Li Maìdona del ColonnePo Mal tonato > & d'alcuni altri congiunti nella mede finta caufa
** con luuEra la cofiwata>& uenuta a luce in quefla modo» Quando l'cficrcito
pafio
1 T E R Z O D E CI M O. 381
pafiò per la Romagna,Suares de Capitani Spagnuoli rima fo in dietro fitto fin
tione deffer ammalato, fiera lafciatoftudiofamente far prigione, & menato
a Cefena a Loren^gli difie per parte di Mattonato, & di due altri Capitani
Spagnuoli la cagione di congiugner fi con Francefilo Maria non e fiere fiata per
altroché per hauere occafione di fare qualche feruitio notabile al Tonte fice,
& a lui poi che non era fiato in poteflà di ejfiouiare che queflo mouimento fi
facete, promettendoci in nome loro che Cubito chehauejfero opportunità, di
farlodo metter :bbono a effiecutione : lequali co fé noneffendo note a Fr ance fica
Mar ia,comin:io a filettare per alcune parole dette incautamente da Ficn%o
da Ceri a un Tamburino degli Spagnuoli , perche, come motteggiando , lo di-
m.iniò.Qu indo uorranno quelli Spagnuoli darci prigione iluoflro Duca t la-
a qual noce entrata più altamente a nel petto di Fr ance fio Maria gli haueua da a Aggine
ta cagione di offeruare diligentemente fi nelt e fier cito fuffe fialide alcuna: ma n Glo":o ,
finalmente per lefcritture intercette ne carriaggi di Lorenzo; comprefe Mal » oliano
donato e fiere autore di qualche infidia: laqual co fa hauédo diffimulata infima Puca <*' Tfa
■ quel giomoynè gli parendo doueda più di Simulare .chiamati a parlamento tut ^DucaTr!
ti i fanti Spagnuoli & egli fìando in luogo rileuato in me%o di tutti; cominciò «koMaria,
a ringraziargli con efficaci ffime parole dell'opere, che con tanta prontezza ha màdao* e*
ueuano fatto per lui , confeffando non e fiere 0 ne' tempi moderni, bnelle hiflo- uilIano SP*-
rie antiche memoria di Vrincìpefo di Capitano alcuno, che hauefie tante ubli- pica no duà
gattoni a gente di guerra,quante conofieua egli hauere con loro : conciofia che "al!i>fhe io
non hauendo danari,nè moda di prometter eloro rimunerai ione, e fi endo quan mlEutlT
do bene hauefie ricuperato tutto il fuo fiato, piccolo Signcre;non fatto mai lo °!traAciò
ro alcun beneficio, non efiendo della medtfima natione, né hauendo mai miti- Ticui^ ™n
tato ney campi loro ; fi fufiero sì prontamente dijpofli a fieguitarlo contra un *■* Kc?\
Principe di tanta grandezza , & riputatone: né tirati dalla fieranza dèlia ?" Suri
freda, perche fapeuano e fiere condotti in un paefe pouero, & fiorile: delle- ìffiXcte
j quahoperatwninon hauendo facultà direndere lorogratie, fi non conia fin" & prefoun
cerità della HolontàMtanimo,efierfifoyyimamente rallegrato chauefieroac- Secche
quifiato non filo per tutta ltalia,ma per tutte ICProuincie £ Europa mar aui a«^uaio a
gliofiafama,al^ndo in fin al Cielo ciafiuno la loro egregia fede, & uirtu,che m'ct^
pochiffimi di numero ,fen%a danari,fin%a artigli erie,fien^alcuna delle proui- fte"afle *
[ioninecefiarkaUaguena,hauefierotmteuoltefattouQlta-^ ÌStoTÉi
efiercitoabbondantiffimo di danari , & di tutte l altre cofe, nelquale milita- to haueua "
nano tante bellico fi nationu& contra la potenza d'un Tonteficegrandiffimo, £&"£&
& dello- flato de Fiorentini^ quali era consuma Eautorità, & il nome del ceiFe buono
gli huomim militari, 1 commandamenti deproprvj Signori : lequali cofe come xmxLn'h^
perla gloria delnome loro gli dauano incredibile piacere, cofi per contrario £™£S
bauexgh dato, & dargli moleflia incredibile tutte le cofe, che potè fiero ofeu- di^imi pr<8>
rare tanto Seniore: mal uolentieri, & con inefiimabile dolore indurfi a ma- *"' *
beffare cofe,chegli cofirignt fiero ad offendere alcuno di quelita ciafiuno de
quali
'quali haueua prima fatta àeliberatione d* effer e , mentre glìduraua la ulta
jlbiauo particolarmente:non wieno, per: he perla tacere fuo il dì [òr din e co-
minciato non diuent.iffe maggiore • & perche la n: dignità d'alcuni non fpe-
gneffe tanta gloria a.quiflata da quell'esercito & efjendo anche conueniente
che in lui potè 'ffe più Ihonore di tuniche l n (petto di pochi j mamfiftare loro
effer e in quello efiercito quattro perfine che traci 'iua.no la gloria, & li fallite
di tutti: della fua non fare mentione,nè lamentarfi perche trauagliato da tan
ti cafi,& flato perfeguitato ferina fua colpa sì acerbamente dalla fortuna; e fi
fere qualche uolta meno de fiderò fi della uita , che della morte ima non patire
l'ubligationix haueua con loro non H amore fini furato che meritamente porta
uà loro che non face ffe loro pale fi che l Colonnello Maldonato in cui doueua
effer maggior cura della falute , & gloria di tutti, il Capitano Suares, quello
che per ordire tanta triflitia, fimulando di effer e infermato fi era fatto in Ro-
. magna pigliare da i nimici,& a due altri Capitani haueuano co federati con
»e "nomina figli promeffo tradirgli a Lorenzo de* Mediali quali configli erano flati inter-
ii gìouìo , i YQtfì daHa uigilan%a fuatper laquale rendendo fi ficuro^non hauere prima uo a
io^cinquej luto mani fé flave tanto peccatola non gli parendo di tenere più fottopoflo fi,
cioè Maido e tutiin\ì altri a sì oraue pericolo, hauèYe averto loro quello,cbe molto innan
nato, Mac , £ j i, • • n V i •/
ciò, Pìaioia, 7,1 era flato japuto da lui: apparire quefle co fi per lettere autentiche trouate
r°" &usua- nelle fcritture^che furono intercette di Lorenzo: apparire per molti indicij, &
te Ruffo, congetture ylequali tutte uoler proporre loro , acciò che fuffero giudici di tan*
to delitto,& udito le cofepropoflet quello che in difenflone loro diceffero que-
fli accufatiypoteffero rifoluerfl a quella deliberatone <> che pare ffe loro più con-
forme alla giuflitia & alla gloria^ & utilità dell' efiercito. Finito che hebbe
di parlare fece legger e, & e fifone gì' indicij dequali co fi udite da tutti co gran
diffima attétione;non fu dubbio che per commuti giudicio non fuffero sfin^a
b li gìouìo udirgli altrimenti, Maldonato>Suares> &gli altri due Capitani condannati al
dice fero p ì [a morte daquale fiubito, b fattigli p affare in meyo delle file delle picche ,fu}>
furono ara meffa ad effe e ut ione :& purgato, fecondo diceuano,con queflo fupplicio , tutta
jnazzati:ma [a malignità ch'era nell 'efferato, figurarono il camino uerfo Ttrugia: nella^
Toàì^àt quale eragià entrato Gian Vagol Baglione partitofi da Tefaro-fubito che beh
per le pie- ye intefi // difegno loro, &fi preparauaper di fender fi, battendo armati glia-
to^oggii è mici , & me (fi dentro molti del Contado » & de' luoghi uicini , &gli baueua.
tolto dagli mandato il Levato in aiuto Camillo Or fino (uo venero Condottiere de Vioren-
antichiRo- i i ■ • j» i /• „ , r -/ j
nian»,diche tini con gli h uomini d arme della Conaottafua, &con dugento cinquanta ca-
per no moi ua^ leggieri, con kquali fir%e fi credeua che haueffe a fiflenere l'impeto de'
tefro lungo, nimici, maffimamente efiendofi fatto molti prouedimenti per interrompere i
paria fra gii pr0greffi loro: perche a Città diCaflello era andato Vitello con la fua compa-
wiiier Aure gnia delle genti d'arme & Sifi con le lance Francefi, le quali perche trai Ton
h°\ Cu dei- tefice>e'l Re eraflabilita la confederatone; non erano piufifpette: & Lorcn-
la Difcpii ^p de' Medici che guarito della fua ferita era nuouamente uenuto da ancona
na militare. a *pefiro;era andato inpofte a F ir w^e per far e di là le proni flonh che fufiero
neccffoTi
T E R Z O D E C I M O. ^ 5§5
necefiarie alla conféruatione di quel Dominio, & delle Città uicirie: &fi era
deliberato, che' l Legato col refio dei? efferato , per ncccjfitare Fr ance fio Ma-
ria ad abbandonarla imprefa di Tofcana; entrale nel bucato d'Frbino , alla
A guardia delquale non erano reflati altri, che gli huomini delle Terre. * <Acco- a c] hn9
fioffi Fracefco Maria a Verugia,non fin%a fiera^a di qualche iniclìigen%a:do Msnéti nei
uè caualcadoGìan Vagolo per la Città fu afi aitato in me%o della ftrada da uno ^^f?
della Terra: ilquale, non gli emendo viufiito il ferirlo 7fu fubito amma%%ato us.chs que-
dal concorfo di coloroyche accompagnauano Gian Vagolo dlquale in queflo tu- [} ^ °c*Sj£t
multo fece ammainare alcuni altri di quelli, che gli erano fofpettì , & libe- cefeo Maria
rato dalle infidie pareua liberato da og?ii pericolo : perche i nimici flati già Jl^j J %
intorno a "Perugia pia giorni non haueuano f acuità disformarla : & nondi- Perugia; ma
meno Gian Vagolo , quando meno il Vontefce afie natia quefio , allegando in cado" Ba-*
eiulìificatione fua che il popolo di Veruna-, alqnale non era inpoteftà fua dì gUoni,& gì
re filiere , non uoleua più tollerare i dannicene ji faceuano nel paeje; conuen- u l>enna ^
ne con quell'efferato di pacare dieci mila ducati , concedere uettc aaglia per iUbeoflog
quattro giorni Sion pigliare armi contra Francejco Maria in quella guerra, ev cjn u caual
che elfi fi ufiiffero fubito del Verugino : cofa molto molefla,& riceuuta in fi- !«£ £e cap
nifira parte dal Vontefice:perche confermò l'opinione infino dal principio del- d!taCfor "dai
. la guerra conceputa di lui, quando molto lentamente andò all'efiercito con gli ^ca ^afle-
aiuti promeffi, che per efferglifojpetta la potenza di Loren^o}defidcraffe che iati qiia cit
Fr ance fio Maria fi conferuaffe il Ducato d'Frbino :aggiugnendofil'cfiergli ^^^g
fiato moleflo che mentre flette nel campo appreffo a Lorenza fuflfe fiata molto haueuai feto
maggiore l'autorità di Ren7$,& di Vitello,che la fua: la memoria dellequali ^gf^J^
cofe fu nel tempo figliente peraueniura cagione in gran parte delle fue ca~ ri da Todi „
lamità. Contenuti Francefio Maria co* Vertigini fi uoltò uerfo Città di Ca- ^"q^
(lello:doue hauendo fatto qualche feorreria con intentione d'entrare dalla par- ra da orute
^ te del Borgo a San Sepolcro nel dominio Fiorentino, b il pericolo dello flato jg» p^3!
proprio l'iuduffe ad altra deliberatane: perche il Legato Bibbiena hauendo di no,& gii ar
nuouo faldato molti fanti ItalianU fegmtando la deliberatone fatta a Veje- uenr-na' JSS
to', fi era col reflo dell' e fier cito accoflato a Foffombrone : laqual città battuta parenti.
dall' artiglierie, fu il ter%o dì espugnata, & faccheggiata. *Andò dipoi a cam- b Di , fi
pò alla Vergoladoue il fecondo dì s'unì con l'efferato il Conte di Voten%a con uede q'-un-
quattrocento lande Spagnuole mandate dal Re di Spagna in aiuto del Von- H^^tl*
tefice.1>lpn era nella Vergola faldato alcuno, ma folamente un Capitano Spa- nelle guer-
gnuolo, &. molti huomini delpaefe ; i quali impauriti cominciarono a tratta- "^^"é
re d'arrender fuma mentre che fi trattaua, effèndo flato ferito nel uolto il Ca- tante uoite
fitanotcheflauafu'l muro coltati fi i faldati fen^a ordine alcuno, & fenica co ^l£a ™£
mandamento de' Capitani alla muraglia , prefono per for%a la terra . Dalla lato di io-
Vergola fi difegnaua d'andare a campo a Cagli : ma efiendo uenuto auifo die g* '
itto anno»
. Francefio Maria intefa la perdita di Foffombrone, ritornaua con celerità gran taiioni
de in quello flato; deliberarono di ritirar fi : però la notte medefima che il Le-
gato hebbe quefla notitia,fi Uuarono Ma Vergola? & uemti a. Montelione*
&
L I B R O
& già Cominciato a fami l'alloggiamento perflare qttiui la nòtte Jyauutt auìft
motti che la prefle^a de' nimicì riufciua maggiore di quello che fi erano per
fuafi,& che mandauainnanrzi mille cauallìcon uno fante in groppa per uno,
accwche coflrignendogli a caminarepm lentamente, haueffe tempo l'esercito
afopragiugnerlì, andarono fette miglia più innanzi a un luogo detto il Bofco:
donde partiti la mattina feguente innanzi al giorno fi riduffero la fera a Fa-
no,hauendo già quafi alla coda i caualli de nimica uenuti con tanta prefleiga
che fc folamente quattro hore fuffe fata più tarda la ritirata}non farebbe fla-
àTViceii gìo t0 fen'KP' difficulta il fuggire la neceffità del combattere. Ma non procedeua-
iiìo al prin- no in queflo tempo più felicemente le cofe del Tonte fice nell'altre anioni, che
4 PdeiiaCvità ne* trattagli della guerra : alla uita delquale infidiaua ^Alfonfo Cardinale di
di Leone,o- Siena fdenato chél Tontefice '^dimenticate fi delle fatiche, & de3 pericoli fo-
quefta^n- ftenutigiàper Tandolfo Tettucci fuo padre , perche i fratelli , & lui fu fero
giura, che il refluititi nello fiato di Firenze, & dell'opere fatte da fé infieme con gli altri
Aiforvfo pc- Cardinali giouani nel Conciane, perche fuffe affunto al Tonteficatofhaueffe in
«ucci entrò ricompenfatione di tanti benefici) ', fatto cacciare di Siena Borghefefno firatel-
voita (come lo, & lui: donde prtuato eziandio delle facoltà paterne ,non poteua foflenere
fu fama) in Mendió. amente, come Colettarla dignità del Cardinalato: però ardendo d'odio*
con un pu & quafi ridotto in difperatione ; haueua battuto pensieri gwuanili a ai offen- a
gnaie afcoio ^er\0 egH proprio uiolent emente con l'armi: ma ritenendolo il pericolo, & la
il papa . Fu difficulta della cofa}piu che l'eftempio,ò lo fcandolo commune in tutta la Chri
a"co. ^jj» ftianitàyfe uno Cardinale haueffe di fua mano ammalato un Tonteficefbàue
le affricate uà uoltato tutti ipenfieri fuoi a torgli la uita col ucleno , per me%p di Battifla
^Jando effil ^a Ver celli *,f amo fo Chirurgico t& molto intrinseco fuo : delqual configlio (fé
incarnarne- tal nome merita così federato furore) queflo haueua ad effere l'ordine : sfif-
fcone'uf ef Wfi co^ ce^rare p°i c^e altra occafione non haueua con fomme laudi la fua
sedo deùut peritia,ché lTontefice>ilquale per una fiflola anticaglie haueua fitto le na-
te guardia! tK^e" ufim continuamente l opera de' medici dì quella prof effwne pigiando-
Ma dei mo- ne buon concetto lo chìamaffe alla cura fua: ma la impatientia d'iAlfinfo dif-
ési cTrdina fiwhò molto la fperan^a dì quefla cofa: laquale mentre chef tratta con lun-
le per fare ghc^a^Alj con fo non fapendo contener fi di lamentai fi molto pale fement e del
ve "eUi *a t& ingratitudine del Tonte fice, dittentando ogni giorno più efofo,& uenuto in
medicare il foretto che non machinaffe qualche cofa centra loflato;fu finalmente quafi co
toccargli fretto dipartirfi per ficurtà di fi Jìeffo da Roma, ma ni lafcio ^Antonio T$i-
k pezae,có no fuo Se°retario:tra Unitale, & luì, e (Tendo continuo commercio di lettere »
che doueua r ~ ' . ir r i
medicarlo^ compre} e Tapa Leone per alcune :che furono intercett e, trattar fi contra la ta-
ta fimperò fitto colore di ttolerprouedere alle cofe d'^Alfonfo; lo chiamò a Ro
ma, concedutogli faluocondotto: &data perla bocca propria fede di non lo
molare all'Oratore del Re di Spagna .-fitto laqual ficurtà , ancora che confido
di tanta fielerate^a, andato imprudentemente innanzi al Tontefice; furono
egfi)& Bandinello Cardinale de' Sauli Genoue fi, fautore anch' effo dell'affitti"
twne di Leone al Tonteficato^ma tanto intrinfeco del Cardinale di Siena, che
fi
T E RrZ O &.E€!M O. $g4
fi ptnfaua fuffe confilo d'ogni co f ^ritenuti nella C amera mede fima del Tonte-
fice:donde furono menati prigioni in Caftel Sani \Agnolo> & Subitamente orr-
dinato che Battifia da Vercelli Chirurgico, ilquale allbora medicaua nella Cit
tà di Firenze, fuffe incarcerato, & incontinente mandato a 'Roma. Sforxpffi
con ardentiffrme querele-^ protefti di far liberare MfonfoJ Oratore del Re
di Spagna} allegando la fede data a lui, come a Oratore di quel Re, non efiere
altroché la fede data al Re proprio: ma il Tonte fi 'ce rifpondcua, che per nin-
no faluocondotto quantunque ampli ffimo, & pieno di claujule forti, & ffe-
ciali-.non s'intende mai accurato il delitto contra la uita del Tontefice, fé non
uè nominatamente fpecificato ; hauere la medefima prerogativa la caufa del
ueleno aborrito tanto dalle leggi diuine, & immane, & da tutti i [entimemi
degli huomini,cbe haucua bifogno di particolare 3 & indiuidua effrejfione*
Trepofe il Tontefice aìl'efiamina loro Mario Terufco Romano , Trocurator
Tifale; dalquale rigor of amente e fi aminati conferirono il delitto machìnato
da ^Alfonfo con faputa di Bandinello. laqual corife '([ione fu confermata da Bat
tifa da Vercelli , & da Tocointefta da Bagnacauallo , ilquale fotto Tandolfo
fno Tadre,& fotto Borghefe fuo fratello era flato lungamente Capitano della,
guardia , che flaua alla Tiaxga di Siena : i quali due furono publicamente
fquartatu Ma dopo quefla confeffione fu nel proffimo Concifioro ritenuto,
& condotto nel Caftello, Raffaello Riario Cardinale di San Giorgio, Camerlin
go della Sedia Apoflolica,ilquale per le ricchezze, per la magnificenza della
fua Corte, & per lo tempo lungo, eli era flato in quella dignità; era fen^a dub
bio principal Cardinale del Collegio: ilquale con fé fio non gli e fiere fiata com-
municata quefla machinationeyma il Cardinale di Siena lamentando fi x& mi
vacuando il Tontefice hauergli detto più uolte parole, per le quali haueua pò
luto comprendere hauere in animo ,fe nhaueffe occafione , d'offenderlo nella
per fona. Quer eloffi dipoi il Tontefice in un'altro Concifioro, nelquale i Car
. dinali non affue fatti ad effere uìolat iterano tutti fmarriti d'animo, & fpauen-
tati,che così crudelmente,& federatamente fufie fiato infidiato alla uita fua
da quelli, i quali confluititi in tanta dignità,& membri principali della Sedia
jLpoflolica,eranoflopra untigli altri obligati a difenderla, lamentando fi effi-
cacemente del fuo infortunio,& che non gli fuffe giouato l 'efiere flato, & l'ef
fere continuamente benefico, & grato con ognuno,etiandio fina grado , che
da molti ne fuffe biafimato,foggiugnendo che in quefio peccato erano ancora
de gli altri Cardinali^ quali fé innanzi che fuffe licentiato il Concifioro con-
feffaffero fpontaneamente il loro delitto, effer parato ad ufare la clemenza, et
aperdonare loro-.ma che finito il Concifioro buferebbe contra chi fuffe congiuri
to a tanta fieleratex^a la feuerità, & la giuflitia . Ter lequali parole *A-
ariano Cardinal di Corneto, & Fr ance fio Soderini Cardinal di Volterra, ingi-
nocchiaci innanzi alla Sedia del Tontefice, diffono il Cardinale di Siena beate
re con loro ufate delle medefime parole, che haueua ufate col Cardinale di San
Giorgio. Finiti, & publicati nel Concifioro gli efiamini, furono Mfonfo, &
Bau-
LIBRO
Band inetto, per ftntcn%a data nel Conci/toro publico, privati della dignità del
Cardinalato^ egradatiy& dati alla Corte [ecolare ,^Al[on[o la notte pyoffima
fu occultamente nella carcere flr angolato. La pena di Band ìndio permutata
per gratta del Tonte [ice a perpetua carcere; ìlquale non molto dipoi non folo
liberò dalla care ere -ma pagati certi danari lo reflit uì alla dignità del C aretina
lato , benché con lui hauefie più giufta cagione di [degno , perche beneficato
fempy e da lui > & ueduto molto benignamente ; non s era alienato per altro ,
che per l'amicitia grande, che haueua col Cardinal di Siena,et per [degno chel
Cardinal de' Medici gli [uj[e flato antepoflo nellapetitione di certi benefit m
& nondimeno non mancarono interpretatori, forfè maligni '> che giudicarono ,
che innanzi fufife liberato dalla carcere gli fufie flato dato per commejjion
del Tontefice ueleno di quella Jpecie,che non ammainando [ubitamente,con-
[ima in progrefio di tempo la iuta di chi lo rìceue. Col Cardinale di S , Gior*
gio per efiere il delitto minore , ancor che le leggi [atte , & interpretate da
"'Prìncipi Ver jìcurtà de' loro fiati , uogliono che nel crimine della Maeflà le-
[a,[ia [ottopoflo all'ultimo [upplicio,non[olo chi machina,ma chi sa , chi ac-
cenna contea lo flato; & molto più quando [i tratta con tra la vita del Trin-
cip e: procedette il Tontefice più man[uetamente,haucndo rifletto alla [uà e-
tà,& autorita>& allacongmntione grande , che innanzi al Tonte ficato era
-lungamente [lata tra loro: però [e bene [uj[e , per ritenere l'autorità della [e-
uerità^nella [enten%a mede[ima,priuato del Cardinalato fu quafi incontinen
te,ubligando[i egli apagare quantità grandi ([ima di danari, reftituito per gra
ti a, eccetto che alla uoce attiua,etpa[fìua,allaquale[u imi antipapa fife unan
no, re integrato; ad <Adriano,& Volterra,non fu datomoleflia alcuna, eccet-
to, che tacitamente pagarono certa quantità di danari : ma non [i confidando
.né l'ime, né l'altro di [lare in Roma [ternamente ne con la conuenientc digni-
tà,Volterra con la licenza del Tontefice [e n andò aV ondi, doue flotto l'ombra
di Troverò Colonna flette [inaila morte del Tapa;& ^Adriano parti tofi oc-
cultamente,quello che s'auenifìe dilui,non fu mai più, che fi [apefle, né tro-
uato,nc ueduto in luogo alcuno . Coflrinfe l'acerbità di queflo ca[o il Tontefi-
ce a penfiare alla cr catione di nuoui Cardinali. cono fccndo quafi tutto il Colle-
gio per lo [upplicio di duefliy & per altre cagioni , hauere l'animo alieni filmo
da lui;allaquale procede tanto immedev at amento , chepronunciò in una mat-
tina mede/ima in Conci floro , confentendo il Collegio per timore, & non per
volontà, treni uno Cardinali^neli abbondanza delqual numero hebbe [acuità
di[odis[are a molti fini, & di eleggere d'ogni qualità d buomini; perche pro-
tnojfe due figliuoli di [creile [uè, & alcuni di quelli, che flati & nelTonte fi-
cato, & prima a' [eruitij [noi, & grati al Cardinale de' Medici,& a lui per
diuerfi cagioninoti erano per altro rifletto capaci di tanta dignità .[odisjece
nella creatione di molti a' Trincipi grandi^crcandogli ad ìnfian^a loro,molti
ne creò per danari, trouandofì efaufte, & in grandi fffima neceffità ; [uronuene
alcuni chiari per opinione di dottrina, e tre Generali (è queflo tra loro il [upre
uno grado)
T E R Z O D E C I M O. $8y
fnò grado) delle "Religioni di Santo jtgoflino,di San Domenico ■>& di$. Tran
cefo:& queìloyche fu rari (limo, in una medeftma promotione due della fami
già de* Trinici , movendolo nell'uno l'efferefuo Cameriere , e^ il defiderio di
fodisfare a Gianiacopo; nell'altro la fama delia dottrina aiutata da qualche
fomma di danari: ma quello, che dette maggiore ammiratione->fu la creatione
di Franciotto Orfino,& di Tompeo Colonna, & di cinque altri Romani delle
famiglie principali , che feguitauano ò quefla, ò quella fattione con configlio
a contrario alle deliberationi dell' anteceffore, ma riputato imprudente, & che a p0P"pc,0CÌe
riufeì poco felice per i fuoi .-perche effendo fempre la grandetta de Baroni ^nna aloi-
di Roma, deprefflone ,& inquietudine de' Tontefici ; Giulio effendo mancati i JJÓ ancn0'^'
Cardinali antichi di quelle famigli e de quali ^Aleffandro Sefìo per fogliarle de *«>ppo par.
gli flati proprij, haueua acerbamente perfeguitatcyaon haueua mai uoluto ri- perfori l?
mettere in alcuno di loro quella dignità, Lione tanto immodcratamente fece il «g'on dei
contrario -non potendo pero dir fi, che fuffe flato tirato da meriti delle perfo- n," & ic^
ne : perche Franciotto fupromoffo dalla profeffione della militici alla dignità Pre,a 4ì ?a-
del Cardinalato; & a Tompeo doueua nuocere la memoria, che con tutto fuf- fé , fecondo
fé Vefcouo , haueua per occafione delia infermità di Tapa Giulio, cercato di che s'ha dai
£ far b tumuli are il popolo Romano contra l'imperio de7 Sacerdoti,dalquale era
flato per queflo prillato delia dignità Eptfcopale. Ma in qucfto tempo Tran- b Haueua
cefo Maria poi che per la ritiratagli più preflo fuga de' nimici,non haueua focile9"*
hauuto facultà di combat ter e : haucnclo l'efferato molto potente, per che alla fa tion« »*> Ro
ma del non hauere refiflen^a nella campagna, concorrevano continuamente coianT v'0
nnoui faldati, tirati dalia {peretta delle prede; entrò nella Marcatone Fabria r5ouo <toe
no & molte altre terre fi compofono con lui, ricomperando con danari il peri Cò Antimo
colo del fiacco , & delle rapine de' loro Coni adi,faccheggionne alcune altre, tra Saueii» . e©.
lequali le fi Città mentre irattaua di comporfi : & dipoi accoflatofi ad Anco- JJ5 Ub""*
na:alla di fé fa dellaqnal Città il Legato haueua mandato gente; ut flette fer- di q^a. t
mo intorno più giorni con detrimento grande , per la perdita del tempo, delle
cofcfue.non combattendo , ma trattaio d'accordar fi con gli .Anconitani: i qua
li finalmente per non perdere le ricolte gii mature; gli pagarono otto mila dtt
cat'u non demando in altro dalla ubidien^a folita della Chìefa. <Affaltò dipoi
la Città d'ofimopoco felicemente rmeffe finalmente il campo alla Terra di Co-
t inaldo idotic erano dugento fanti fiore fi ieri, da' quali-, & da gli huomini della
terra fu difefa sì francamente, eh e fiatoni intorno uentidue giorni, alla fine di-
fyerato di pigliarlo , fi leuò con gran diminutione del terrore di quelì cfflerci->
to,che non haueffe ejpugnato terra alcuna di quelle , che haueuano ricufato di
compor fi-Alche non prócedeua né dalla impernia de* Capitani, ne dalla ignavia
de foldati;ma perche non haueuano artiglierie ; fé non piccoliffvma quantità,
& piccoli pe^h & quafi fen^a monitwne: & nondimeno era flato neceffa-
rio alle terre ,lequali non haueuano uoluto cedergli, dimoflrareda fi fleffela
fua ceflan^a , elfuo ualore : perche i Capitani dell'efferato Ecclefiaflico , de*
quali era principale il Conte di Voten^a } fé bene haueffero mandato gente a
Ccc predare
LIBRO
predare infino fu le mura ti* orbino , & Si fé ritornato da Città di Caflello in
Romagna >fuffe dipoi entrato nel Monte Feltro.etprefo per for%a Secchiamo
& alcune altre piccole Terre; fi erano ridotti ad alloggiare cinque miglia prej
fa a Tefaroyd e liberati di no [occorrere luogo alcuno, né di muoucrfife no quan
to gli face ffe muouere la necejfità del ritirar fi .-perche effendo quando erano ta
io fuperiori di for%e Succedute co fi infelicemente le cofe,trouandofi bora tanto
meno potenti di fanterie >non harebbono non che altro ardito difoflenere la fa
ma dell' approffmar fi de' nimicimelìaquale deliberatone sfatta fecondo lamé-
te del Tontefceygli confermaua lafferan%a della uenuta di fei mila SuiTge-
Yhi quali il Vap a Seguitando il configlio del Redi Francia,baucua mandato a
foldare: perche quel He dopo la confederatone fatta , defideraua lauittoria
del T?onteficey& nel tempo mede fimo haueua di lui il mede fimo foretto > che
prima: conferuauanlo nel fofpctto le relationi fattegli da Galeazzo Vifconte ,
& da Marcantonio Colònad'uno de' quali reflituito dall' e fi Ho nella Tatria;
d'ffid" l'iti™ pcr non gli parerebbe dall'imperatore fuffero riconofeiute l'opere fine,
tìa ne* petti condotti con honorate conditioni a gli ftipendij del Re>haueuano riferito il Ta
Mnwforza1 P a efferfi m°lt0 affaticato con l'imperatore, & con gli Sinceri centra lui: &
& di tanto moltopiu moueua il Reche'l Tontefice haueua occultar/; ente fatta mwua con
«Infarda6 federatone con l'Imperatore.col Re di $pagna3& col Re d'inghilterra.-laqua
che mai r- le benché gli fu ffe flato lecito di far e, per che era fiata fatta fólamente a dife-
fa^fira^r fa;turhauap ure non poco l'animo fuoffaceuagli defiderarechefi liberaffe dal
pa-ia^ht quale erano fanti Spagnuolhe Tedefihi : però olirà hauere con figliato il Ton
Hcua a' giudi tefice di armar fi di fanti Sui%^eri , gli haueua offerto di mandare di r.uouo
fé io nómi trecento lance, fiotto Tommafo di Fois.Monfigmr a dio S 'cucio, fratello di Odet
»on Vpin- Haueua ilTontefice accettata quefla offerta , ma con l'animo molto fojpefe ;
«lo, mi deflfe perche dubitaua come prima della uclontà del Re 5 delinquale %li haueua ac-
crefeiuto il fio ff etto la fuga de' fanti Guafiom, temendo che occultamente non
' in qui fio
tno iti"
ètào di da* juffe preceduta per opera di Lautrech . Et certamente chi offeruò in e
Sore°E \ Po tempo t progrefjì de* Trincipi , potette apertamente conofiere che ni io
polo Roma trattenimento niun benefìcio, ninna congiuritele, è baflante a rimnouere de
J!e,che Vro^ petti loro la a diffidentia>che hanno l'uno dell'altro: perche non fólamente era a
»e«eua v- ^ foretto reciproco tra il Re di Francia e'I Vontefice^ma il Re di Spagna in-
ffwngfurn tendendo trattarfi dell'andata de gli Swygen > & di Tcmmafo di Fox ; non
a" il?c5 "h era fen,*& tmore * rìtl Tontefice, e'I Re congiunti infume penfiiffero di jp*~
lon°gii ci" gliarlo del Regno di 'Napoli: lequali cauje fi crede 3che giouafft ro alle coje del
*««* ■ Tontefice : perche ciaf amo di loro per non gli dar caufa > ò giuftfaatwne di
utitv
TERZODECIMO. $W
alienar fi ia re,eercaua di con fermarlo , & di afficurarfene co benefìcij, & con *. ^JJ*
gli aiutUma Francefco Maria partito da Corinaldo ritornò mito flato dVrbi- ^lìo%
no per fare (palle a% popoli fuolche faceffero le ricolte: donde deaerando afi J^J^J
fai, come fé mpr e haueua desiderato, l 'acqui fio di Tefaro.nellaqwl Città era il fattc ia ai-
Conte di Toten\a con le fue genti ;s'accoftò con l'efferato : & per impedirgli ^"^gj
le uettouaglte mefte in mare alcuni nauilij : ma alToppofito fi prepararono a mancando
Filmini feJci legni, tra barche, brigantini,& filmaci quali come furono £!e ™j£ j*
armati andan io a Ve fero per ficurtà di certe barche, che ui conduceuano uet foiiecuiio-
toltaglieli rifeontrarono con quei di Francefco Mariano* quali uenuti alterna ^'ia°<H-
ni mejfo in fondo il nimbo principale; prejero tutti gli altri : ilpert he egli di pa ; io notai
fremo di pigliar Ve faro fi partì . Faceuafi in quello me^e lo Scudo innanzi * fo*ftr* £»
con le trecento lance,ma tariauanogli imperi, perche i Cantoni ricufauano prete dei d«
di concedergli, fé prima non erano pagati da lui delle penfioniuecchie : dalla- JJ,'""* »
qual dijpofittone non fi potendo rtmuouergli , e iTontefice impotente per le era da q*e-
grauijfimejpefe a fio disfargli^ miniftri fuoi dopo hauer confummato in quefla coà\o°mi
mfian^a molti giorniyfoldarono fen^ decreto publico due mila fanti panico- tion drffi m
lari di quella natione, & quattro mila altri tra Tedefchh & Grigiom: i quali ^fno . deJ£
* ejfendo finalmente ucnuti , & alloggiati a * Rimini ne Borghi , i quali diuift q^i t««a.
dal fiume del reflo della Città,fono « inondati di mura, Francefilo Maria entra g}* Superò
to di notte Cotto le pile del Tonte evrevio di marmo, che umfee i Borghi con la chi è punto
J r/r » /» • ■?** - a* 1 • r j» compaflìo-
Citta.non potette pafiareil fiume ingroflato per lo nere lamento del mare, neuoica co
Fu la battaglia grande tra le fue gentue 1 fanti alloggiati ne* borghi; nella- J?^0^8^
quale fu am>na%£ato Guarani Capitano delia guardia del Tonte fice che gli (aj piu toft<j
haueua condotti: ma fu maggiore il danno de nimvi, ammazzati Balafiìchi ^rmf qlaf-
no,& Vinca Capitani Spagnuoli, ferito Federigo da Botole, & b Francefco ch !o i< dei
Maria d'uno feopietto nella corata Folto iipd l'efiercito uerfo Tofana , |fc™' ",£
menato più dalla necelfità,che dalla jp cranio. : p:rche nello fiato tanto confu bja fi m'armi
mato non fi poteua sì grand' efferato foftentare. In Tofana dimorato qual * C11^,',J^
che giorno tra la Tieue di Santo Stefano il Borgo a San Sepol.ro, & cinghia rorcjgiaciie
thTerre de' Fiorentini, & occupato Montcdoglio, luogo debole . & poco im- £0:^d^
portante; dette una lunghiffima battaglia ad *Angbiari, Terra forte più per luga più .m
la fede, & uirtu degli huomini , che^per la forte^a della muraglia , ò per £f£"£é e
altra monttione: laqualc non battendo ottenuta , fi ridujfe fiotto l spennino , b Dicc it
trai Bor?o . & Città di C alleilo: doue fatti uenire quattro pe^ d'artiglieria gìou.o, che
• d .1 .i x ■ ,» 'i-iriUlriflJ li Duca Fri
da Mercatello; alloggio meno d un me%o miglio prefio al Borgo Ju la Jtrada> ^ co Maria
per laqualc fi uà ad orbino incerto di quello.che hauefie a fare:penhe effen £^^°
do immici pafiati dietro a lui in Tofana, entrati nel Borgo molti de foldati "/£ u/ò,a»
Italiani m Città di Caftello fi era fermato Vitello con l'altra parte ; in Un ^^
gbian t nella Tieue a Santo Stefano , & neh • altre Terre conuicine erano en- uita. Ma dci
tratti fanti Tedefchi,tCorfiiGrigionh&gliSuÌ7ijeri. Venne fimilmen }• ta*JlaAd£
te benché più tardi Lorenzo de Medici da Firen%e,al Borgo, oue flette intor ghiari egli
no Francesco Maria otiofamente molti giorni : ne quali luoghi cominciando ™U?l]*
ice z ad
b
.
L i B 11 ©
à Mctrcil
Cìiouio, che
il Duca Fra-
cefco Maria
fuctrilè moi
ti urtici con
gli Spagnuo
li con racco
àdbauere incommodità grande diuettotiaglJ€,rièfiucdendoprefentejperan-.
S$É <#£«#£ di poter fare buon e fletto, an^i diuentato l } efferato fuo,ilqualera
neccffariofifofientaffediprede,&dirapine,nonmeno formidabile a gli ami
ci,che a n imi ci, cornine iaua egli mede fimo a non cono f cere fine lieto alle co fé
fue;ei fanti che l'baueuano feguìtato non battendo pagamento -, non Jperan^a
di potere più molto predare per non hauere artiglierie, & monhioni di quali-
tà da sformare le Terre, fopportando careflia di uettouaglw, uedendo i mmici
Sanfedefiio- acc/efciutt difor?g,& di nputationeypoi che s'era [coperto loro tanto [onore
ro: & che ef de Princìpi ; comincìauono ad infaflidirfi della lunghezza della guerra, non
confonaro- IPeran^° Vm poterne hauere^nè col combattere prefto,nè con la lunghezza del
no, che ftcf tempo, felice fucceffo:& al Pontefice dall 'altra parte accadeua ilmedefimoy
•nìmo:Upe£ efaufl° di danari poco potente perfefleffo a fare le prouifwni necejfarie nel co
«he foiieci- pofuo: & dubbio comemai della [ede de' Re,& {penalmente del Redi Fran-
nordioroh(& c^a> fyuale tardamente prouedeua alfuffidio de danari douutigli per la capi*
delia fallite tolatione:& perche lo Scudo fermato fi, fecodo la uolontà del Papa,in Roma-
rhaurebba»11 $m^aueua ricu[ato di mandar parte delle [ne genti inTo[cana,alleganao no
no mai fa-
lciato inga-
«are.o tradì
*e da alcu-
no.
leuoler diuidere ;p ero <& primo che gli efferati paffaffero t 'spennino, et moi
to più, ridotte le co fé in queflo flato, erano flati uarij ragionamenti d'accordo
trai Legato, & Francefco Maria infiemé co [noi Capitani, interponendofene
lo Scndo,& Don Vgo di Moncado,Vicere di Sitili a,mandato dal Re Catolico
per queflo effètto: ma niente era [acceduto infina quel giorno per la durezza
delle conditioru propofle da Francefto Maria. Finalmente i [ariti Spagnuo Ih
indotti dalle difficultà,cbe fi dimoflrauano,& dalla infiamma di DonVgo,il-
quale trasferito fi a loro, & aggiugnendo le minacele ali autorità, haucua di-
moflrato quefla efler e preci fornente la uolontà del Re di Spagna;* inclinarono a
alla concordiadaquale preflando il confentimcnto.ben che mal uolentieri Fra
cefeo Maria, & interuenendouiper lo Pontefice il Vefcouo d! duellino mon-
dato dal Legato, fi conueniua in queflo m o do :,conf emendo ancora i fanti Gua-
feoni per la interpofìtione dello Scudo . Che'l Pontefice pagaffe a fanti Spo-
gnuoli quarantacinque mila ducati douuti, fecondo diceuano,per lo flipendio
di quattro mefi-,0 Guajconi, & a Tedefchi uniti con loro,ducati fé frantami-
laipartiffero tutti fra otto giorni dello flato della Chiefa-, de' Fiorentini, &
d'orbino : che Francefco Maria , abbandonalo nel termino mede fimo tutto
quello poffedeua; fuffe lafcìato pafiare ficur amente a Mantouaipotcffe con-
durre l'artiglierie , tutte le robbe fue , & nominatamente quella famófa Li-
breria, che con tanta ffefa , & diligentia era flato [atta da b Federigo fuo b
tAuolo materno , Capitano di efferati chiari frimo di tutti ne' tempi [noi ; ma
chiaro ancora tramolte altre egregie uirtù,pcr lo patrocinio delle lettere. Jif
Joluefrilo il Pontefice dalle ci nfitre, & perdonaffe a tutti i fudditi dello State
d'FrbiriQy
T E R T O D E C t M O. 487
fPrhtnò,& a qualunque gli fuffe flato contrario in quefla guerra, tdfoflan-
%a dellequali cofe,mentre che piuproliff amente fi riduce nella fcrittura;uole- a 11 Giovi*
uà Francefco Maria ui sinferiffero certe parole, per lequali s* inferma gli Spa " °£* ™n£9
gnuoli effere quclli,che prometteuano làfciare al Tontefice lo flato d'orbino: nonio di io
iaqual cofa effi ricufando come contraria alt honore loro , uennero infieme a chefur.ód?
contentione : onde Francefco Maria infojpettito che non lo uendeffero al Tori- ottima fc-
tefice ; fé n'andò altimprouifo nel Tiuieri di Seflina con parte de caualli leg- nUelKfp at
gier'hcó fanti ItalianhGuafconi,e Tedefchi, & con quattro pC2^i d'artiglio-
ria.gli Spagnuoli data perfezione alla concordia,et riceuuti tutti i danari prò £ ^nc*J. *V
meffi: andarono nel Regno di l<(apoli,e(fendo quando partirono poco più ò me fto anno»
no difeicento caualli,& quattro milafantufecero il mede fimo gli altri fanti* "^7! a™pa*
riceuuto il premio della loro perfìdia: a gl'italiani foli non fune datarne prò- uwo a v«-
meffa cofa alcunaipercio & Francefco Mariaydellafalute delqualeparue che Bc^amafc»
lo Scudo teneffe cura particolare, poi che fi uidde abbandonato da tutti-, adhe- prodigi di
rendo alla concordia trattata prima; fé nando per la Romagna, & per lo Bo- j * aud^he
lognefe a Mantoua, accompagnato da Federigo da Botole, & cento caualli, *«*«»*«
tyfeiccnto fanti. In quefta maniera fi terminò la guerra dello flato d'orbino n°& c?afcg
continuata otto mefi congrauiffima fbefa , & ignominia de' uinciton : perche g'omo «<*«
dallapartc del Tontefice furono fpefi ottocento mila ducati , la maggior parte qu"°ro*uoi
dc? quali per la poten%a,che haueua in quella Citta ; furono pagati dalla Repu " « «» ot
blica Fiorentinaie ì Capitani, appreffo a quali era la fomma delie co fé, furo- taglioni u-*
no da tutti imputati di grandifjima uiltà,di gouemo molto difordinato, & da ^r.f"°croa f
4 alcuni di * maligna intentioneperche nel principio della guerra, effendo mol- dafeun d«'
to potenti le forze di Lorenzo, & deboli quelle de' nimici, non feppono mai ^alc'^h'ucrt
ne con aperto ualorc , ne con induflria , 0 proni den^a tifare occafionc alcuna : poteuano ef
d quali prinapu fi creduta per la perduta loro riputatione , la confufume , p^^kJJ
& la difiòidicn^a delt 'efferato; fi agginnfe nel prógreffo della guerra lì man ti,con mille
camento in campo di molte prouifiom : & in ultimo battendo la fortuna uo- Jr"°"' JJ £
luto pigliavo: a, ere de' loro errori; moltiplicarono per opera di quella tanti di no, & ami
fordini.che fi conduffe la guerra in luogo , che il Tontefice feoper te fogli infidie ^nouumt
alla uita , trauagliato nel dominio della Chiefa , temendo qualche uolta, & io di caualli
non poco dello Stato di Fircnv^necefftato a ricercare con pneghi,& con nuo ftfgg" hu?.
ne ubligationi gli aiuti di ciafumo;non potette anco liberar fi da tanti affanni, min d'armo
fé non pagando col fuo proprio quelle genti delt efferato nimico , 0 ch'erano So 'Janì
fiate origine della guerra , ò che condotte à foldi fuoi dopo hauergli fatto gf«*'? grok
molte eflorfiom. s'erano bruttamente riuoltate contra lui, Inquefloannome i,nC5tro fi
b de fimo, & o quafi alla fine, il Re di Spagna andò con felice nauigatwne api- uedeua un':
gliare t'o'Vdopo
molti abboccaméti di Capitani,efIendoui ancho molti Re con le Corone in teft;>,& uno a cui tutti porta-
uano grandifTìmariuerencia,fénza poterli comprender chi folle, ilqual s'abbocco con un Re,& poi cablatori
il guantojlo gettò in aiiajfucon molti iìionie itrepiti commetto un fatto d'arme atroci (Ti mo:& quiui furor»
sedute altre maraviglie, fecondo che s'hi da una lettera del Conte Bartolomeo Martinengo Conte di Villa
chiara feruta a M.lionofrio Bon nuntio Veronele in Vincth, & dsta nel Calte! à\ ViUachiaraa 23. di De-
•#mbre \$ 17-doueeflò Conte afferma elìere ffato in per'.ona, & hauer uedutoco* propii occhi.
Ccc 3
•
LIBRO
bi quc fta glìare la pofìcffionc de Regni fuoi, bauendo ottenuto dal Re dì Francia , tri
^«"dYtionc l'mo> & l'altro de quali, palliando la dijpo fittone intrinfeca, erano dimoflra-
dciia diri- funi molto amicheuoli, che gli prorogale per fei mefi il pagamento de* primi
waT-rurchi, cento mila ducathctìera tenuto a dargli per l'ultimo accordo fatto tra loro: e i
toc ci il mo j/ miti ani riconfermarono per due anni la Lega difenfuta , che haueuano col
deihvitàdi Re di Francia; colquale jlando congiunti (fimi , teneuano poco conto del-
Xeon x. il £ amicizia di tutti gli altri , e tanto che ancora non haueuano mandato a dare
qu O'o10f." pia fubidien%a al Vonteficerdquale fu molto imputato che hauefie mandato Le-
da ic; i ile a qat0 a yi-iietia.Mtohello Fefcouo diVola, come co fa indegna della fu a Mae
M.D.Kvttt fta» Seguita fjLnno Mille cinquecento diciotto > nelquale Italia (cofa non
«he è a ..r accaduta già molti anni)non [enti mouimento alcuno Joench e minimo fai guer
Priai-11»! ^*> ^K/ appariua la medefima dijpofìtwne in tutti i Vrincipi Chriftiani ; tra ì
fa fatino u- nìilX\i ejfendone autore il "Pontefice fi trattaua,mapiuprefio con ragionamene
beìi'no'n co ti apparenti, che con configli foftantiali la a effteditione uniuerfale di tutta la a
fi teììcemé- chriftianità contra Selim Trincipe de' Turchi ; ilquale haueua fanno prece-
tLie Ar-1 dente ampliata tanto la fuagrande%%a,che confideraxdo lafnapotentia , &
meno, & fu non meno [a cupidità del dominare Xa uirtù, & la ferocia, fi potcua merita-
jplp" Gieaw mente dubitare, che non preuenendo i Chrifiiani aaffaltarlo, baueffe innanzi
te v. intor- paffaffe molto tempo, a uolìar farmi tintorio fé contra loro : perche Selim ha-
fimo ™iget uendo innari^ compre f> che b Baifet fuo padre già molto uecchio.penfaua di b
tt> :ikhe è flfyflfce [a fuccefjionedeU 'Imperio in Jicomaffuo primogenito , ribellato fi
tforia delie da lm;lo cofirinfe con faì7nh& con V battere corrotto i foldati "Pretoriani a ri
cole de' Tar nMncjarwi [a Signoria: & fi credette anco uniuerfalmente,che per afficurarfi
tari ac.49, à> P. . r J . r , j- i . ■ ». .
totalmente di lindo facejje morire joe gratamente ai veleno : umatore dipoi
h chi uot ài in un fatto d'arme contra ilfrdteUo;loprÌHÒ apèrtamente delia Mita: il me de fi*
Imore^Tdf mo fece a Corca fratello minore di tutti: riè conte: . mere fatto avama%?
seiim pria -^are, fecondo il Coflume de gli Ottomani^ •ii:pQti,& qualunque uiuea di quel
chT hUcr' lafiirpe-fi crede(tantofu a 'ingegno acerbo ,& implacabile) che quaUhe mi-
f articolar ta penfaffe di priuare della ulta Solimano fco unico figliuolo. Da ouefli pritt
«otitiajeg- . *. J r r , j . • *• ;■ Jj t^- , r • ^éé
g3 il gìouìo cip ij continuando di guerra m guerra , unni gii aduliti popoli rnontani,zT
nei lì. 15. & feroci trapaffato in Verfia centra il Soft, & uenuto con lui a vicinata lo rup~
j>e eli altri J *£ -'■' . * 1.^J . . ,. ■», •" Ò. . f-
leguenùdei pe;occupo la Citta di TaunSijeéia di queil imperio, con la -maggiore parte del
le lue hifto- ia <perfìa ; laquale fu coflretto ad abbandonare non per uirtu de nimici , che
càbini, Fio diffidando fi di poter foftencre f efferato fuo fi erano ritirati a luoghi montuo
fé HTe dell'- f1, &falmtich<>^apercke effendo fiato quelfanno fteriliJJmo,gli mancaua-
otìgine de* no le ucttouaglie . Da quefia ejpsditione poi che ritornato in Ccftantinopo-
TheodVro ^ 3 & ¥mitl ^°l*l p Idati autori di fediticne , hebhe reflaurato per qualche
spaiugino , me fé ftffercito ,fimulando di uolcr ritornare a debellare la Terfia;uollò Var~
t£Cma nei w/ contra il Soldono Re della Seria . & dell'Egitto : Trincipe non folo tfan*
l'imprefe di ticbijjìma riucrenTg, & dignità appreffo a quella religione : ma potentiffuno
Se'immli
«ecfu da quf-lches'ha da' Giouio, U neferiffe molto poco per quel che noi n'habbìamo.douepiudifFufà-
«nente fé n'ha in un'alno iibto, che tratta de' Fatti iiluftxi di SelUn 8 dclcju^le B.gja mi 1ÌCO14ÌO perjiOUfrk»
ivife l'aiii. loie; & a lui il Giouio è £m conforma
TER20DBCIMO? ^ '$**
p?r V amplitudine del Dominio, per l'entrate grandi,&per Id mìlìtìa de Ma*
malucchi, dalle armi de quali era flato pofieduto quell'imperio con grandi [ffì~
ma riputatione trecento anni; perche e (fendo retto da Soldatini quali non per
fucce[Jìone3ma per eie tt ione afecndeuano al fupremo grado, & dotte non era-
no esaltati fé non huomini di manifefla uirtù , & prouettiper tutti i gradi
militari al gouerno delle Trouincie,& degli ejferciti;& effondo il neruo del-
l'armi loro non di foldati mercennarij , & foreflieri , ma d'huomini eletti ,i
quali rapiti da fanciulli delle Trouincie ideine , & nutriti per molti anni con
par cita di uittoytolleranxa delle fatiche, & con efferciiarfi continuamente nel
l'armi, nel caualcare, & in tutte l'effercitationi appartenenti alla disciplina
4 militare, erano aferittia 'nell'ordine de' Mamalnc chi ifuc cedendo di mano in a gìoi»»*!
mano in quell'ordine non i figliuoli de* Mammalucchi morti 'mia altri chepre ■ Uc^ a f*ì.
fi da fanciulli per ifchiaui uiperueniuano con la mede fina difciplina ; & con v^iIqk
le medefime art'uch' erano di mano in mano peruenuti gli antecefforì; quefli in *• & *«»
numero non più di fcdici,ò diciotto mllajeneuano foggiugati con acerbi (fimo dandogli"'
Imperio tutti i popoli dell'Egitto, & della Soria ; fogliati di tutte l'armi , & J°mc ìuo
probibiti di non caualcare caualli , & e fendo huomini di tanta uirtù, &fe- mo , & Pet
roda , & che faceuano la guerra per fé proprij , perche del mmiero loro , cojn<?i»eii
trda loro fi eleggeuano i Soldani,loro gli honori, le utilità > & Vammi- ueua cflen-
niflratione di tutto quell'opulenti 'ffimo>& ricebi flimo Imperio, non folo batte ?° Pontefi;
J , , ' • r. . . i • ; • ; ? • r r i ce,tratta nel
vano domate molte natiom mane, battuti gli *Aram , ma jatte molte guerre l'ottaua pac
co Turchi,erano rimafi molte uolte uittoricfi: ma rare uoltcò non mai uinti [eA daTuf d*
da loro, Contra quefli adunque moffofi con l'efiercito fuo Selim , & rottigli in fcmta come
più battaglie in campagna nelleqnali fu ammazgato.il Scldano;& dipoipre- soidTnoV-
fo ih una battaglia l'altro Soldano fuo fuccejfore, ilqual fece morire pub lica- Eguto,& d*
mente con ignominiofo fupplicio; & fatta uccifione grandiljìma , an%i quafi ^"l'oJSnf
Jpento il nome de' Mammalucchi, debellato il Cairo, Città pcpolofiffimu , nel eMprincipió
laquale rifedeuano i Soldani; occupò in breuiffimo tèpo tutta la Soria, e tutto ìuc/hfT^I
l'Egitto: in modo che battendo cofipreflo accrefeiuto tanto l'Imperio, duplica- che fi] legge
te quafi l'entrate, Iettato fi l'oflacolo di emuli tanto potenti, & di tanta ripu- Jm«ai!o dì
tatione;era non fen%a cagione formidabile a' Chnfliani, Et accrefceua meri- Lodcmico
tamente il timore l'effer congiunta a tanta potenza, & ualore un'ardente cu- BoicSnefe
pidità di dominare , & di far glorio fiffimo a pojieri con leuittorie il fuo no- ° (come ai-
me; per laquale leggendo fyeffo (come era la fama) le co fé fatte da <Aleffan-
w dro Magno , & da Giulio Ce fare ;fi cruciaua nell'animo mirabilmente che le
cofe fatte dafe,nonfnffero inparte alcuna comparabili a tante uittorie, e trion-
fi loro:& riordinando continuamente i fuoi efferciti,& lafuamilitia, fati-
cando di nuouo numero grandi/fimo di legni, & facendo nuoueprouifionine-
ceffarie alla guerra; fi temeuapenfaffe d 'affaltare* quando fuffe preparato, chi
diceua Rodi, propugnacolo de' Chnfliani nelle parti deponente, chi diceua il
Regno d' angheria, già per la ferocia degli habitaoori temuto da' Turchi;ma
inqueflo tempo indebolito per effere in mano d'un Re pupillo governato da*
Ccq 4 Tr elati t
mano.
t I B R o
Trelati , & da Baroni del Regno difcor danti tra loro mede fimi . jlltrì af-
a La città fermauano ejfere ifuoi penfien uolti tutti ad Italia, come fé ad affamarla gli
fu efp" £5 deffe audacia la discordia de' Trincipi,e*lfapere quanto fuffe lacerata da lun-
ta daMaco gbe guerre ;& lo incitale la memoria di Maumet fuo .Auolo, che con potcn-
me"o°dìP a- %* m°lt0 minore, & con piccola armata mandata nel Regno di "Napoli, bau*
nra&Br m Cm att^t0 wiprouìjò ejpugnata la a Città d'Otranto^ apertafhfe non gli a
morte di lui fuffe fapraucnuta la mone3una porta , & flabilito una fedia dx uejfare con-
d"C mT* 3i 3 " tmmmente gli Italiani. Vero il Tonte fìce infieme co tutta la Corte Romana
14-81. dòpo fyauetato da tanto fucceflhJ& dimoflrado perprouederc a sì graue pericolo ,
t quav & voler prima ricorrere a gli aiuti Diurni ; fece celebrare per Roma dinoti jfime
ftéRero i'af fupplicationi; adequali andò egli co' piedi nudib: & dipoi uoltatofi apenfa- b
fèdio dì qua YCy & a trattare de gli aiuti Immani fcriffe brieui a tutti i Trincipi Chrifiia-
cipi chri- ni ammonendogli di tanto pericolo , & confortandogli, che depofle li difcor-
nòan &n lu die>& contentioniuoleffero prontamente attendere alla di fé fa della r eligio -
roeiì. gìo- ne, & della falute commune ', laquale flaua continuamente fottopofla a gra-
C5bini°sp5. u^IPm^Per^C0^> fa c°n gli animi, & con le for%e unite di tutti non fi trasfar
dugino , & riffe la guerra nell'Imperio del Turco, & affaltaffifi il nimico nella cafa pro^
*ltrl • pria: fopra laqual co fa ejfendo flati effamìnati molti pareri d'huomini milita*
b Fino alla ri,& di perfine perite de' pae fi, della difyofitione delle prouincic, & delle far-
£hM?neruà ^' ^ armi ^ (lue^° lmperio;rifolueua ejfere neceffario, che fatta grofliffima
per raccom prouifione di danari con la coniributione uolontaria de* Trincipi,& con impo
Sa^veVAne fi^one uniuerfale a tutti i Topoli Chrifliani , e Cefare accompagnato dalla ca-
Maria la fa ualleria de gli Vngheri,& dei Tollonij cationi bellico fé, & e ffer citate in co-
Republica3 **nue £uene lontra i Turchi , & con uno e fi er cito quale fi conueniffe a tanta
ciuiftiana . imprefa di caualli, & di fanti T ed efebi ^nauigaffe per lo Danubio nella Boffina
(diceuafi anticamente Mifia) per andare di quiui in Tracia , & accoflarfi a
e Leggi più Coflantinopoli fadia dell'imperio degli Ottomanni: che il Re di Francia co tut
quefte deli te lefor"Z? del Regno fuo, de Vinitiani, & de gli altri di Italia, accompagna-
berationi to dalla fanteria de gli Sui"2geri paffaffè dal Torto di Erindìfi in ^Albanìa,paf
elio de? gIo faggio facile y& breui (fimo, per afi altare la Grecia piena dCh abitatori Chriftia
ujo : iiquaie ni, & per queflo , & per l'acerbità dello Imperio de' Turchi dijfofliffima a ri *
il kI dT5Da Sellar fiche i Re di Spagna,di Tortogallo> & d'Inghilterra congiunte lamia •
lùmarca , i te loro a Cartagenia, & ne' porti fucini fi dirizgafiero con dugento na ai piene
deÌRe^Vn di fanti Spagnuoli, & d'altri faldati allo flr etto di Galipoli per afialtare, e-
ghena ,: e il pugnati che fufìero i Dardanuli, altrimenti le Caftella, pofle fu la bocca del-
agenti che lo fretto di Coflantinopoliialquale camino nauigafìe medefimamente il Ton j "
fé ne douef tefice,mouendofi da Ancona con cento naui roflrate : co' quali apparati epen-
tuue^eVro do coperto la terra, & il mare,& afi aitato da tante parti lo flato de' Turchi»
uifioniaciò i quali fanno principalmente il fondamento di difender fi alla campanai
Altrimenti . ■ • zy» i> • • r n • •
Ma quefte fareua , aggiunto maflimamente l aiutorio Diurno , poter fl {per are di guerra
*** C*£1dSa tant0 pietofa feUùffimo fine . Quefte cofe per trattare, ò almeno per non
fu :<*AUmo qui £o&0jf«a imiti t quelle, cJk da tifo Gioirò foao relitte ae\ ljl>.+.4ella fisi di Leon x. i
f'otir
TERZODEC I M O. 389
tòtcr effere imputato di mancare all'ufficio Tonteficale , Lione tentati prima _ ....
*f • • j *Jt : Jvl- ;i \ • ^ /3 • r /• r • * Nelli»*
g/j tf»/WM ae Tnncipi;publico in Conciftoro tnegueuniuer fall per cinque anni formatio»».
tra tutti i Potentati Chrifliani fiotto pena digrauiffime cenfure a chi contratte- **5ta . dal
nijfe: & perche fusero accettate t, & trattate le co fé appartenenti a tanta im cario v.im
prefadequalianco confìdtaua continuamente con gli Oratori de Vrìncipi; de p«ato«dei
fimo Legati il Cardinale di San Sifio a Cefare,queìlo di Santa Maria in Torti- principi o-
co al Re di Tranciaci Cardinale Egidio al Re di Spagna , & Lorenzo Cardi- j^0™-"^.
naie Campeggio al Re d'Inghilterra; Card inali tutti d'autorità,!) per ejfierien- deììmo; eie
%a di faccende, ò per opinione di dottrina fo per effere intrinfechi al Tontefice: hm^ ^£
leqiuli co fé benché cominciate con grande ejpettatione: & ancora che la trie- giouane im-
gua unìuerfile fuffe fiata accettata da tutti , & che tutti contra i Turchi con JS°ffim*
oflentatione,& magnificenza di parole fi dimofir afferò , fé gli altri concorre- natura» fece
uano,d' effere pronti con tutte lefor%eloro a caufa tanto giù fta;nondimeno ef
ma coramu
fendo riputato da tutti il pericolo incerto, & molto lontano, & appartenente ne : ma ch«
più agli Stati dell'uno che dell' altro, & effendo molto diffìcile, & che ricerca- fa' ^nJon«
uà tempo lungo l introdurre uno ardore f& una unione tanto uniuerfale;pre- *"oi» poi. r«
mimano i priuati intere ffi, & commoditàiin modo che quefle pratiche non fo J^^\, m"
lo nonfteonduceffero afperanxa alcuna, ma non fi trattarono fé non leggiermé
te,& qukfiper cerimonia,effindo anco naturale degli huominhche LE COSE b ^^ue
che ne' prìncipi] fi rapprefentano molto fpauento fé i fi uadino di giorno in gior- fta fpofa ,
no in modo diminuendo, & cancellando che non foprauenendo nuoui acciden- che lrV.Fi°i
ti,che rinfrefehino il terrore, fé ne rendino in progreffo di non molto tempo, gli ricettata e &
buomini quafificuri: laquale negligenza alle co fé publiche , & affettione im- f^f vf n^e'
moderata alle particolari , confermò più la morte che fuccedette non molto poi figliuola det
di Selimdlquale hauendo per lunga infermità fio fpe fi gli apparati della guerra, {^af " di* ;
confumato filialmente da quella ; pafiò all'altra uita, lafciato tanto Imperio a l'apa cie-
a Solimano fuo figliuolo, giouane detà,ma riputato a d'ingegnopiu manfuetot& ™™fa ^\[\
d' animo ibenche gli effetti dimofir arono poi altrimenti,non accefo alla guerra, tata in Arri
T^elqual tempo tra'l Tontefice, & il Re di Francia fi dmioftraua grandi ([ima ||° pfacefea
b congiuntone -.perche il Re dette per moglie a Lorenzo fuo nipote ° Maddalena ^c di F /a*
nata del nobilj angue di cafa di Bologna, et con entrata di feudi dieci mila, par fùcceiTe ai?a
te donatagli dal Re>parte appartenetegli del patrimonio fuo :& effendo nato corona : se
al Re un figliuolo mafchioyrkhiefe il Tontefice che lofaceffe tenere al batte fi- ?"5+. Inco?
mo in nome fuo perlaquale cagione Lorenzo, che fi ordinauaper andare a fyo- viuc. \cs£
fare la nuoua moglie , accelerando Mandata ,fi conduffe inpofle alla Corte di gno di Fra»
francia:douefu molto caratato, & honorato dal Re, alquale egli dimoflran ™ » J. "JJ*
do di dar fi tutto, & promettendo difeguitare in ogni cafo la fua fortuna;acqui Re coronati
fio molto della fua gratta. Torto al Re un brieue del Tontefice, per loqualegli ^"ondo f!»
concedeua che infino a tanto che i danari rifeoffi della decima, & della crucia- di Francia ,
ta non s'haueffero a fendere cotra i T ur chi >pot effe fendergli ad arbitrio fuo, chacrio non»
promettendo refiituirgli ogniuolta che all'effetto , per loquale era fiata pò- che regna
* Ajrigo, che il £ajftw fflefc 4i fsbMfo dio/Kfto fteiToanna *m«fc fato Clonato Kcdi Polonia.
fa
a
l I B R O
Jta , nefufie di hi fogno , convertendone però in ufo di Lorcri%ò feudi cinquan-
ta mila : & il He che infino a quel giorno haucua difiimulato il non efeguire il
Tontefice la pome fio, fattagli per bri tue della reflitutione di Modona , & di
Reggio,al Duca di Ferrara,ancora chefufiepafiato il termine dà fette mefitico
nofcendo non poter fare al Tontefice co fa più molefia , che fargli inflan^adi
cjuefla reflitutione , & tenendo come ffeffo accade più conto de * maggiori3che
Fu proro- de* minori ,nmeffe in mano di Lorenzo il brieue della promeffa. a ^Prorogarono 4
tr*eeuaUffaa anco V*^1 ne^ tmP° mede fimo i Vinitianiper meyo del He di Francia la trie
Celare, e i gualoYO con Cefare per cinque anni > con conditione glipagaffero ciafcuno de
imormTai- cinclue ann^ fcu^ uentl m^a : & neìlaquale era effreffo che ciafcuno annopa
la fine di gaffero àfuorufciti delle terre loro,iquali haueuano feguitato Ce far e, il quar
f s6i0gft come t0 dell'entrate de beni, che prima poffedeuano > taffando pagaffero per quefla
fcriue il Mo cagione ducati cinque mila , &fi farebbe Cefare indotto perauentura fé gli
quale °nei>iè haueffero dato maggiore fiomma di danari,afare la pace: ma al Re erapiugra
cAJiditionì ta la triegua,perche i Finitiani non afficurati del tutto , haueffero maggiore
formVa que ^gione di tenere cara la fua amicitia : & perche a Cefare non fuffe data fa-
tto \ luogo i , cuità di far e co danari , che hauejfe da loro , qualche innouatióne : & diri'%-
io r in" que^ %andofi le co fé da ogni banda a concordia, fi compojbno anco le differentie tra
ch'appartie ;/ fte dì Francia , & d'Inghilterra , confermandole, accioche la conuentione
to deiS" fuffe più filabile, con nuouo parentado : perche il He d'Inghilterra promeffe d*
tra te de* re [a figlinola fua unica, aUaquale non hauendo altri figliuoli , fifferaua do-
che poteua uer fi appartenere la fucce filone del Regno , al Delfino figliuolo primogenito
importai? del ^e fa arancia con ducati quattrocento mila di dota,l'uno, & l'altra di età
da circa ot- si tenera ,che infiniti accideti poteuano nafcere innanzi che per l babilita del-
«tiTouc du* l'étófyotejféftabììw il matrimonio : fu fatta lega difenfiua tra loro, nomina
fcriue cin- douifer cotrahenti principali C e far e, e l Re di Spagna in cafio ralific afferò fra
gue mila . ceYt0 femp0 « & n %e d'Inghilterra fi obligò a refiituire Tornai » la guardia
delqualegli era difftefe molto graue ,riceuendo da lui di prefente per le Jfrefe
fatte ducati dugento feffanta mila : trecento mila ne confefiafie d'bauerri-
€euutiper la dota della nuora , & pagandone trecento mila altri in tempo di
dodici anni : promettendo etiandio di rendergli in dietro Tornai ,fè la face ,
él parentado non feguitaffe : per laqual lega>& parentado effendo andati
dall'una parte all'altra ^Ambafciatori a riceuere le raffficationi, e i giuramen-
ti, furono efpediti queftì atti nell'una, & nell'altra Corte con grandiffimafio-
lennità, & cerimonia, &ftabìlito, che i due Re s ahboccaffero infieme tra Ca
les, & Bologna, né molto poi fatta la reflitutione di Tornai, l^el mede fimo
tempo effendo morta la figliuola del Redi Francia deflinata a effere ffofa del
Re di Spagna, fu riconfermata tra loro la pace , & prima capitolatone con la
promeffa del matrimonio della feconda figliuola, celebrando l'uno , & l'altra
Trincipe quefla congiuntone congrandiffime dimoflrationieflrinfeche di be-
niuolen?g>il Re di Spagna,che gli haueua già fatto pagare in Lione i cent) mi
la ducati, portò pubicamente l'ordine dì San Michele il dì della firn fefUmtà*
V-.J
TERZOD E CI M <5^ 55«,
& il Re di Francia il giorno dedicato a Santo ^Andrea portò pubicamente l'òv
dine del Tofane . Co fi fiando quiete le co fé d Italia , & d'oltre a monti ,fiol§
Cianiacopo da Trinici trauagliaua, non gli giovando né l'età ridotta qua fi aU
l'ultima vecchiezza, né la virtù fperimentata tante volte in fervigio della ca
fa di Francia , parche dandone forfè cagione in qualche parte l'ambitione , &
la inquietudine fiua^effendo combattuto da' fittili hvmori degli emuli fuoi><&
ferfagttitato in molte cofe da Lavtrech- era fiato fatto foretto al Re, che egli9
& la e afa fitta per /' intere fi 'e della fiati Ione Guelfia , & per antichi intratteni-
menti fivfie troppo accetta a* Vìnitiani , delle genti de' qvali era Governatore
Teo loro da Triul%i, & che ballettano nvovamente fioldato Renato della mede
fima famiglia ;però il Re, ejfendodopo la morte di Fr ance fico Bernardino Vi-
f conte zritnafo capo della fattione Ghibellina Galeazzo Vificonte , per opporlo
al Trìvlxio con maggiore autorità , gli haueua dato bordine di San Michele 9
cofikuiio penfione, & egli, & Lavtrech, in ogni occafionegli davano ripvta-
tionc ; le aitali cofie non pafis }ando fien%a deprefjìone del Trivl^io malepatiente
a dij]iwddre-j & che fi lamentaua fi-eqventemente , diventava ogni giorno
più efiofio, & pittfiojpetto» ma accrebbe occafione a Lavtrech, & a gli altri, che
io calunniaiiano appreffb al Re, l'efierfi fatto Borghefe degli Svixgen , come
{e uoleffie per me%p loro bavere a patrocinio contra il Re,& fiorfie afiirafie a a il Gradi-
maggiori penfieri : delle quali calunnie -, efìendo cofii vecchio come era andato Dhrio^cr! -
in Francia a givflifi Àvfi, nofiolo Lavtrech come egli fin partito per ordinatone uè , che i!
battuta dal Re, ì tte?;::e a V igeitene con honefia cuflodia la moglie, & il nipo- torcendo
te nato del Cete di Mufiocco fitto unico figliuolo già morto,ma ettandio dal Re 1-ìjmmU **
tonfiti raccolto , né con benignità , né con l'honore (olito , an%i riprendendolo p""'^ de*"
tiefkrfi fiotto StdTgerotgti difiey che da punirlo fecondo farebbe fiato conue- Francese»
%iente> non lo ritenenti altro che la fama divulgata per tutto , ma fiopra la ve- p^figiiuo
tità, de meriti fiuoiuer fio la Corona di Francia , fin necefifitato ritrattare quel- io dei còte
lo, che batteva fatto >& pochi giorni poi fiegvit andò la Corte , ammalato a nonh^ureb
fCiartreSj palio all'altro fiecolo : buonso agiudicio di tutti (come hauevano con be potuto
fermato molte jperien^e ) di valore grande nella difciplina militare, & fitto- ^"rJn ha-
pofloper tutta la uitafiva all'incofian%a della fortvnay che bora l'abbracciava urebbono
con prò ff eri fiucceffi, bora lo efiagitaua con aver fi: & a chi meritamente fi con- \°0h?3 !°it^
ttemffie quello che per ordine fito fin inficritto nelfivo Sepolcro. Ripofiarfii in qvel »} ' teforò ;
Sepolcro Gianiacopo da Triul%i, che innanzi non s'era mai ripofiato.ln quefio sui"zer?pSe j
anno medefìmo Cefiare defidzrofio di ftabilire la fuccefjìone dell imperio Ro- Acuirlo: &
(mano dopo la morte in uno de' nipoti , trattava con gli Elettori di farne eleg- ^oh? Jen*
gere uno in Re de' Romanijaqual degnila chi ha confieguito fivecede immedia- *\ '> %]ì fe.c,v
/amente fien%a altra elettione, ò confirmatione? morto l'imperatore, altlmpe fèniatio' hi
rio: & perche a qvefia elettione nonfiipuo pervenire infimo a tanto che chi era ^xo » & lo
e fiato eletto allo Imperio non ha ottenvto la Corona Imperiale , faceva infilan ta r nei "ul
%a col Tonte fice che con efi empio nuovo lo facefieper mano di alcvni Cardi- .me!° ét' .
mlh deputati Legati ^ipofiolm a quefio attOitncoronarem Gemama.Et ben & leghe r
the
LIBRO
the Ce fare battere prima defiderato che qucjlct degnità fufte Conferita a Tef>
dinandofuo nipote, parendogli conueniente > che poi che al fratello maggiore
erano concordi tanti flati, & tanta grande^i, eglififoflentafie conqueflogra
do, & giudicando che per mantenere più ilìuflre la cafa fua, &per tutti i cafì
finiflri che nella per fona del maggiore potefferofuccedere,efiere meglio hauer-
ui due perfine grandi,che una fola, nondimeno {limolato in contrario da molti
de' fuoi, & dal Cardinale Sedunenfe, & da tutti quelli , iquali temeuano , &
odiauano la potenza de' Francefili fiutato il primo configlio ; uoltò l'animo a
far opera che a quefta degnità fu ffe affunto il Ré di Spagnai imoflradoglì que
fli tali e fi ere molto più utile all' efaltat ione della Cafa d'^ufiria accumulare
tutta la poteri^ in un folo,che dividendola inpiu parti fargli meno potenti a
configurare i difegni loro : efiere tanti, & tali i fondamenti della grandezza
di Carioche aggiugnendofegli la degnità Imperiale fipoteffe $ erare che ha-
uè ffe a ridurre in Italia tutta,&gran parte della Chriflianità in una Monar-
chia : cofanon folo appartenente alla grandezza de' fuoi difeendéti, ma anco-
raalla quiete de' fudditi,& per ricetto delle cofe de gl'infedeli a beneficio di
tutta la Republica Chrifltana : & ejfere ufficio, & debito fuopenfare all' au-
mento^ all' efaltatione della degnità Imperiale fiata tanti anni nella per fona
a i n quefta fua, & a nella famiglia d'^Auflria laquale infimo a quel viorno fiata per la im-
ra fino al potenza jua, & de juoi antece fiori maggiore in titolo* & in nome che tnfoflan
£io™° 1* %*' ^ /w effetti, non fi poteua fiorare hauerfi afolleuare, né ritornare al prifli
iìamo' dei no (plendore ,fe non trasferendofi nellaperfiona dì Carlo, & congiugnendofì al-
11 £t" ia di~ la fua potenza : laquale occasione portataci dall'ordine della natura, & della
xiaie? perciò jortuna^non ejjere ufficio Juo d impedir, an%i di aumentare : uederfi per gli ef-
Maflì mfi?a- fmP ^e$ì antichi Imperatori Ce far e ^fuguflo , & molti de' fuoi fucce fiori ,
«o pri mo , che mancando difigliuoliy& diperfone della medefimaflirpe.gelofi che non fi
venfu0Cnipo Ìl!e&neffe> ° dimimifie la degnità , rifeduta nellaperfiona loro , hauere cercata
te, a cui lue fuccefioHrimoti di congiuntione , ò non attenenti etiandio in parte alcuna,
te i Ferdfnì fer me7& dette adottioni : & efiere fiefeo l'efiempio del Re Catolico , che ama
<io, dopo ia do come figliuolo Ferdinando Meuato continuamente apprefio a lui, né hauen
qua'ie fuV do non eh e a^tro maiueduto Carlo , an%i prouatolo nella fua ultima età poco
ietto impe obedientc a' precetti fuoi ; nondimeno, non hauuta compaffione della pouertà
fente Ma' m di queìlo,che amaua come figliuolo ; non gli haueua fatto parte alcuna di tan-
«iiiajio li. ti fiati fuoi, né di quelli etiandio, che per efiere acquifiati da lui proprio,era in
f acuità fua di difyorre.an'zi hauere lafciato tutto a quello, che quafi non cono-
. [cena fé non perflrano : ricordar fi Ce far e il mede fimo Re hauerlo fiempre con-
fonato ad acquiflare a Ferdinando Stati nuoui,ma a laficiare la degnità lmpe
viale a Carlo,& efierfiueduto che per fare maggiore da grandezza del fucce fi-
fior e haueua fior fé con configlio dannato da molth&perauenturaingiuflo, ma
non mofio da altra cagione che daquefio fogliato del Regno d'Aragona il
C afato fuo proprio tanto nobile, & tanto ilìuflre 3 & confiamo contra il defide
rio commune della maggior parte de gli ìmomini, che il nome della Cafa fua fi
fpegnefi
TERZO B E CTMO. 391
fpegnefie,& fi annichila ffe. *A quefta \inftan%a die ^ efare fi oppoheuu con ogni *éi nUefuÌfr
arte* & induftria il Re di Francia , effendoglimoleftijfimo che a tanti Regni ,. ft°*ia a «*•
&ftati del Re di Spagna fi uggiugnefie ancora la dignità Imperiale, che ripi- Ma in mì\£
gliando uìgore da tantapoten%adiuenter ebbe formidabile a ciafeuno: però cer no c*'ar*
cancio di difiurbarla occultamente apprefio a gli Elettori ;faceua infanga col ratione nel
pontefice che non confeniìfjc di mandare con efiempio nuouo a Ccfare la Coro la Dieta di
na:& u Vinitiani haueua mandato ^Ambafciator ', per che fi uni fi ero feco afa detto,che la
re troppo fittone* ammonendo , el Tontefice, & loro del pericolo porterebbe-. c°r°nati5
no di tanta grandezza : nondimeno >> & gli Elettori erano in gran parte tirati tore è più
nella fenten%adi C efare, & già qua fi afficurati de* danari che per quefta elet- toft°.dl ™l
tione fi prometteuano loro dal Re di Spagna,ilquale haueua mandato per que di foft'àtia ;
fio dugento mila ducati nel? Ulamagna-,non potendo anco con honeftà,nè forfè Jt° hc°h "f£V
fenica pericolo difcandolo> hauuto ricetto agli effempip afiati ; dinegare que- neceflfaria
fta petitione : né fi credeua che il Tonte fi ce, ancor a cheglifuffe moleftiffimo,ri Jj*[ J^teS
cufaffe di cocedere che per mano de3 Legati Apoflolici Ccfare riceuefie in Cer- ce,ò di tuoi
mania infuo nome la Corona dell'imperio; cociefia che l'andare ad incoronar fi Jjjf *nCo"
a Roma,fe bene con maggiore autorità della Sedia ^Apofiolica,fuffe per ogni al ftata ordina
x tro r ijpetto più prefto a cerimonia, che foftantialità . Con que flipen fieri, & con ^en*e cve"
quefie anioni fi confumo l'anno mille cinquecento diciotto, non efiendo ancora *iche poco
fatta la deliberatone dagli Elettori, laquale diuentopiu dubia , &piu diffi- fermatone!
cile per la morte di Ce far e fucceduta ne' primi giorni deU^Anno mille cinque- l'ifteffò Ub.
b cento dicianoue . b Morì a Lin\ terrapofta ne confini dell jLuftria intento co MtDJXu.
e mefempre, c alle cacete delle fiere , & con la medefima fortuna , con laquale
era uiuuto quafifempre,et laquale fiatagli benigniffima in offerirfigràdijjìme ^/^m™-
occ afoni, non so fé gli fu parimente auerfa in non gliene lafciare confeguire , 0 minano pri
fé pure quello , che infimo alla e afa propria gli era portato dalla fortuna , né lo ™a° ruau>
priuafie la incofian%a fina, e i concetti male moderati , & differenti jpefio da gùm&óaì
giudici] degli altri huomini, congiunti ancora con fmifurata prodigalità, et dif f^ ^"^an-
fipatione di danari de quali co fé interroppono tutti ifucceffi-, e l'occaficni: Vrin ni dopo au-
tipe altrimenti peritijjìmo della guerru,diligente,fegreto, laboricfijfimo, de- Sefirno, che
mente >bcmgnOj& pieno di molte egregie doti,& ornamenti. Morto Muffimi- due anni do
iiano cominciarono ad ajpirare allo Imperio apertamente il Re di Francia, e 7 J,° Fetóc*
Re di Spagnailaquale controuerfia,benche fufth di cofii sì importante ,& tra' tuo padre j
Trincipi di tanta grande7ga;nondimenofu effercttata tra loro modeftamente, 2° cofiW
non procedendo né a contumelie di paroline a minaccie dsarmi,ma ingegnati- *ib*le vchc
dofi ciafeuno- con l'autorità,et me%ifuoi tirare a fé gli animi degli Elettoriian te le città,
ZÌ il Re di Francia molto laudabilmente parlando fopra quefla elettione cogli ""eie ter-
Jimbafciatori del Re di Spagna,dice e fiere commendubile che ciafeuno di loro iafciò iu»-
go,che non
foffe infettato . Delle virtù di quefto Imperatore , dei tempo, ch'ei vifle & regnò , & di tutto quel ch'appas
tienealla vita di lui , fi può leggere ilnobil Caualier Pietro Meiììa, che ne lcriiTe la vita per tacer ia me»-
tione degliauttori Tedefchi, iquali nondimeno da lui fon citati.
e Nel lib.-f. della vita di Leon X. Ieri uè il Giouio;che Maffimiiiano morì a Ljntz nelle montagne di Baaifig
ia, eiTen do ajuD&uLato di fobie, & piglrajidQ iuoi di giof bfito'nediòiia ,
eercajfe
t t ! R O
iereaffe honeftamente ài ernarfi dello Jplendore di tanta degniti, lacuale in di
uerft tempi era fiat a nelle cafe delie perfine & de gli antcceffon loroima non
per queflo douere l'uno di loro ripigliarlo dati altro per ingiuria^ né diminuir fi
per queflo la beniuolen%a, & congiuntone, ani^i douere Seguitare l\ffempiot
che qualche uoltafi uedc di duegiouani aminti che benché amino una donna
meiefima, & fi sforai ciascuno di loro con ogni arte , <& indujlria poffibile di
ottenerla non per queflo uengono tra loro a coment ione . Tare uà al Re di Spa
gna appartenerfegli l'Imperio debitamente., per effère continuato molti anni
nella cafa d^Auflria^nè effire flato soflume de gli Elettori priuarne i difcenden
ti del morto fen^ elùdente cagione de la Mobilità loro : uon effere alcuno in
Germania di tanta autorità ò poten xa che haueffe a competere fico in quefla
elettione : negli par euagiuflo, ò uenfimile che gli Elettori haueffero a trasfe-
rire in uno Trin.ipeforefliero tanta degni tà, continuata già molti fecoli nella
natione Germanica : & quando alcuno corrotto con danari, òper altra cagio-
ne fuffe di intentione diuerfa^jperaua* & di Jpauentargli con l*armi prepara-
te in tempo opportuno, & che gli altri Elettori [egli opporr ebbono,& alme-
no che tutti gli altri Trincipi, & £ altre terre Eranche di Germania non com-
porterebbono tanta infamia, & ignominia di tutti, & maffimamente traitan
do fi di trasferirla nella per fona d'un Re di Francia , con accrescere la potenza,
£un Re nimico alla loro natione, & donde fi poteua tenere per certo che quel-
la dignità non ritornerebbe mai in Germania . Stimaua facile ottenere la per»
fettione di quello che era già flato trattato con l aiuolo , effendo già conuenutù
de premù) & de' donatiuiconciafeuno de gli Elettori . Dati* altra parte non
era minore nèh cupidità , né la [peranno, del Re di Francia fondata princi-
palmente fu la creìen^a deltacquiflare congrandiffima fomma di danari i uo
ti degli Elettori : de9 quali alcuni congiunti Jeco per antica amichia , & in-
trattenimento,moftrandogli la facilità della cofa ; lo incitauano a farne impre
fa : laqualefperan'^a ( come fono pronti gli huomini aperfuaderfi quello , che
defiderano) nutriua con ragioni più preflo apparenti che uere '.perche fapeua
che ordinariamente a' Trincipi di Germania era moleflo che gli Imperatori
fuffero molto potenti per lo foretto , che non uoleffero in tutto > o in qualche
pane riconofeerc le iurifdittioni, & autorità Imperiali occupate da molti:&
pcròfiperfuaieua che in modo alcuno non fuffero per confentire alla elettione
del Re ai Spagna, fottomettendofi da fé medefimiauno Imperatore più poten
te, che dalla memoria degli antichi in qua fuffe flato Imperatore alcuno , cofit
che non pareua al tutto fimile in lui : perche non hauendo flati né adherentie
antiche in Germania , non poteuano hauere tanto filetta la fua grandeTga :
per laquale ragione fimi Imente alle terre Franche flimaua non filo contrape-
farfhnaoppnmerfiil njpetto della gloria della natione, come SO GLI 0 1^0
communemente potere più negli huomini fen%a comp arat ione gli fiimoli del"
lo intere f]e proprio, che il njpetto del beneficio commune : eragli noto effere
molefliffimoamolte cafe Illufiri in Germania,che pretendevano effere capaci
di
f E R Z O D E C I M O. n $9* I
rf/ quella degniti , cfo V Imperio fuffe continuato tanti anni inuna cafa mede fi
ma, & che quello, che boggi all'una, domani alt altra doueuano dare per elet-
trone ; fuffe cominciato quaftperfuccejjìone aperpetuar fi in una ftirpe mede fi
ma,& poter fi chiamare fucceffione quella elettione, che non ardiua difcoflarft
i da più proffimi della ftirpe degli Imperatori morti : così da a .Alberto d'jlu- « Aggiugné
flria efferepaffato l'imperio in Federigo fuo fratello , da Federigo in Muffimi- ?r°e impera- I
liano fiuo figliuolo, & bora trattar fi di trasferirlo da Maffimiliano nella per- «»« di 9afa
fona di Carlo fuo nipote : iquali hnmori, & indegnationi de" Principi di Ger- J^Sati* I
marnagli dauano fperan?a che le difcordie , & emulazioni tra loro mede fimi 8lialtr! trc.
fotejfero aiutare la caufia'fua , accadendocelo nelle contentini che CHI ne fu^eLa-1 I
de efclufofe, ò chi è fauorito da fe7 fi precipiti, propofli tutti i rifaetthpiu pre- mcmc. * ft"
fio a qualunque ter%o , cbe cedere a chi è fiato oppofito alla firn intentione . \T ftati tó I
Sperò oltra quefio il Re di Francia nel fauore del Tontefice , così per la con- 5**" J*1 I
giuntione* & beniuolen%a, cbeglipareua hauere contratta fé co, come perche caracche I
non credeua che a Ini potè fi e piacere che Carlo Trincipe di tanta potenza , & J,'".™ f[H I
che contiguo col Regno di T^apoli allo fiato della ChiefaMueuaper ladberen \l dignità
tia de Baioni Ghibellini aperto il pajjò infimo alle porte di Roma , confeguiffe tgJJ p^* ]
anco la Corona dello Imperio , non confiderando che quefia ragione ueriffima notato) fon
tontra Carlo militaua ancora cantra lui :perche, & al Tontefice, & a ciafcu- Peiucnuti*
no altro non haueua a e fiere meno formido lofio lo Imperio congiunto in Iucche,
in Carlo ; concio fia che fé l'uno diloro poffedeua forfè più Regni, & più flati,
l'altro non era da fiumare meno, perche non haueua ffarfa & diuulfia in uarij
luoghi la firn potenza , ma il Regno tutto raccolto , & unito infieme conobe-
dien^a marauigliofia de* popoli fiuoi, & pieno di grandiffime ricchezze: non-
dimeno non conofcendo in fé quello, che facilmente confideraua in altruricor-
fe al Tontefice, fupplicandolo uolefie dargli fiauore, perche di fé, & de" Regni
fiioiyfipoirehbe uaìere come di proprio figliuolo . Tremeua grandiffimamente
il Tontefice la caufa di quefia elettane > efiendogli molefiifiimoper le fi cuna
della Sedia ^pofioltca, & delreflo £ Italia qualunque de* due Re fuffe affitti-
to all'imperio : né efiendo tale l'autorità fua apprcffo agli Elettori, che f^er af-
fé con quella poter giouar e molto ; tiudicò efiere necessario adoperare in co fa
di tanto momento la pruden^ , & [arti : perfiuadeuafi che il Re dì Francia
ingannato da qualch uno degli Elettori non hauefieparte alcuna in quefia e- luSS?**
lettione, né hauere, benché m huomini uenali, a pner tante le corruttele >cbe che a ?aP*
hauefierodifioneftamente a trasferire l'Imperio della natione Germanica nel JJ?mb» .
Re di Francia . T arcuagli che al Re di Spagna per effèrz delia medefima natio- fioche foC
ne, per le pratiche cominciate da Maffimiliano, & per molti altri rijpettifuf- [?«"<£ 5*
fé molto facile confeguire l'intento fuo, fé non glifaceua oppofitione molto pò (cr,ue !t. Gio
tente :laquale giuàu atta non potere far fi inaino modo, fie non che il Re di driia*ìtrfi
t Francia fi difponcfiz a < citare in b uno degli Elettori quei rned fimi fauorn & Leo,?c» ch'e
danari, che ufauaper leggere fé: pareuagh imponibile indurre il Re a quefio, chele di Bri
mentre che eranelfcrkore delle fèeranig nane ; pero fteratia che quanto pm 4«»bur&*
■ t'. I B U O
#dentmenle,& con più fperanra s' ingolfale in quefla pratica , tanto p,u /B-
«7»»e»ft? fl«4»rfo cominciaffe ad accorger fi riufeìrgli uam t peti fieri fuot, nona
iofivà [coperto, & irritato. &fu lagara hauerfi a precipitare a fauortre la
tlettione d'uno terzo con non minore ardore che haueffe fauoYtto quella di fé
mede fimo, & potere in quefio tempo , acquifiato che haueffe fede col Re def-
fendi fauoreuole, & d' batter e defiderato quel mede fimo che lui , efiere udita
l'autorità, & il configlio fito : & potere Similmente accadere fauorendofiga
SÌiardamente ne principe le co fé del Re di Francia, che l altro Re ueduto dtfft
cultar fi il defiderio fiuo, & dubitando cbe'l Re auerfiario non in haueffe qual-
che parte; fi precipitaffemedefimamente a un ter%o:pero non filo dtmoflro,
al Re di Trancia d'hauere fommo defiderio che in lui perueniffe l Imperio , ma
lo confortò con molte ragioni a procedere uiuanìente in quefla tmprefa,promei
tendovli amplifftmamente difauonrlo con tutta l'autorità del Tonte fi catomè
parendogli potere fare maggiore impresone che quefla fifie la fua intenta-
ne, che Ùfare in quefla anione uno inflrumento,ilquale il Re di Francia giudi-
caffè dependere più da fé che da altri , deflinò fubttamenti "Himao fitto in Gcr
mania Ruberto Orfino jirciuefcouo di Reggioperfona confidente al Re,con co-
medone che, & da parte, & infime con gli agenthebe ut erano per lo Reja-
uortfìe quanto poteuaappreffo agli Elettori la fua intentione; attenendolo
perciò a procedere, ò con maggiore, ò con minore moderatone , fecondo che m
Germania trouaffe la difbofittone degli Elettori,& lo flato delle cofe : lequa-
li anioni difeor fé dalTontefice prudentemente, & coperte con fiamma] 'mula
tiene, harebbono hauuto btfogno che nel Re di Francia , & ne minijtri fuot ,
che erano in Germania, fuffe fiata maggiore prudenza, & ne mintflri del To
tefice madore grauità , & maggiore fede . Ma mentre che quefle cofe fi trat-
tano conte pratiche, & con le armi : il Re di Francia ordino che ■Ptetro'Na-
uarra ufeifie in mare con una armata di uentt galee , & d altri legni , & con
quattro mila fanti pagati , fiotto nome di reprimere le fufle de Mori ; lequali
battendo nà molti anni feorfo fenxa oflacolo i noflri mari ■Jfiorreuano in que-
fio anno mede fimo più che mai ; & d'afìaltare ,fe co fi par effe alVontefice , t
Mori di africa : ma principalmente perche il Tontefice feopertofi totalmente
per lui nella caufa dell'imperio , non haueffe cagione di temere delle fior%e del
Re Catolko, ilqualepiu per timor, che haueua d'effere offefo.cheper defiderio
che haueffe d'offendere altri , preformi follecitmente un armata fer^ man-
darla alla cuflodia del Reame di Vafoli : & nondimeno in quefle difpaentie,
&folbetticontinuandofìtral'uno, &l 'altro Re nella fimulatione d amicttta,
fi contennero in nome loro a Mompolieri il Gran Maeftro di Francia, & Mon
fignor ài Ceures,in ciafeuno de quali confifteua quafi tutto il configlio, & l a-
ntmo del fito Re, per trattare fopra loflabtlimento del matrimonio della fccon
da figliuola del Re di Francia col Re di Spagna , & molto fiu fer nfoluerele
cofe del Reame di Tfauarra: la reftitutione del quale all'antico Re fromejSa
nella concordia fatta a-mion, benché molto foUecitata dal Re di Francia-
y
era
I TERZODECtMO; jpj
era fiata infuno a quel giorno diferita dal Re di Spagna con Harìe fiufationì : l^^f^i
ma la morte del Gran macflro fucceduta innanzi parlaffero infteme;interrop 2Ì aIJa ni°*-
pe lajperan'^a di quefla andata . Morì in queflo tempo Lorenzo de' Medkuop ^0 ^m «u
preflato da infermila quafi continua, dapoi che confumato con infelici aufiicij ci > niori
« il matrimonio,era ritornato di Francia: perche & *pochij]ìmi giorni innanzi di* Boìoglw
alla morte fua, la moglie, hauendo partorito ,gli haueua morendo preparata ,aa moflc*
la flrada. Ter la morte di Lorenzo ilTontefice de fiderò fo di tenere congiunta fdato vna*
mentre uiueua lapoten%a de fiorentini a quella della Cbiefa,difpr ergati i co fig^'ad"
figli di alcuni,che lo configliauano che non reflandopiu,eccetto lui,alcuno de hoggi m«!
difendenti legittimi per linea mafculina di Co fimo de Medici fondatore di lrc«cl k-et
quella gr ad eTgayreftituiffe alla fua Tatria U libertà , propofe il Cardinale de* di FcanVia ,
Medici ali*amminiflratione di quello fiato ò per defiderio di perpetuare il no *;0fnc h#
me delia Jua caja, o per odio caujato per l ejilio, contra il nome della Repnbli- (opra . Ma
ca: & penfando che il Ducato ÀVrbincfipoteffe difficilmente per 11 amore de' *?u£ ^iU'
popoli all'antico Duca,tenere fitto nome della figliuola re fiata unica di Loren *o pari» il
%p,comprefa nella inueflitura paterna; lo reftituì infiemecon Te faro, & Sinì- nb?J ^dJlu
guglia alla Sedia *Apoflolica;nè parendogli the queflo baflafje a raffrenare Far vita di Leo"
dorè de popoli; fece gittare in terra le mura della Città d' orbino ,& de gli al £ ^feP° "a
tri luoghi principali del Ducato > eccetto di ^igobbioiallaqual Città , per non me luna a o
effere per la emulationcyche haueua con la Città à'Vrbino, tanto inclinata con tate'
Fantino a Francefco Maria; uoltòfauore, & riputatane, conflituendola come jatI wtJoù
capo di quel Ducato: ilqualeper indebolire tantopiu, dette a' Fiorentini in pa dell'inde «
gamenco de' danari fbefi per lui nella guerra a 'turbino ,dc quali gli haueua fat TtómCc^M
tiprima creditori in Camera ^Apofiolica , la fortezza ài San Leo con tutto il d! colonia,
Monte Feltro, & il Viuie ri di Seflina,che Jolcuatffir te uh or io di Ce fina, con & di Treui *
tentando fi poco i Fiorentini di quefla fatisfattione , ma no potendo opporft alla ri | e .* y»
fuauolontà.Refiaua la controuerfia dello Imperio con grandi ffima fofpenfwne celaci Da
di tutta la Chriflianitàprofeguita da l'uno, & l'altro Re con maggiore caldea c* di Safl5>
%a che maimelìaquale il Re di Francia fi ingannano, ogni giorno più , indotto Palatino?1"
delle promefi e grandi del Marchefi di Brand iborg.uno de gli Elettori, ilqua- jj. Ma"hefc
le hauendo ritenuto da lui offerte grandiffime di danari, & forfè qualche fom- burg, a' qua
ma prefinte , fi era non folo oblivato con occulte capitolationi a dardi il noto ll Pef fetti"
v.Juo , mapromefio che l <Avciuejcouo ai Magando, fio fratello de ° tre "Prelati gne il Re di
Elettori farebbe il mede fimo . Trometteuafi etiandio il Re molto d'un altra ?oh c "^ J *
parte degli Elettori, &fieraua>in cafo che i uoti fuffmo pari, nel uoto del Re magio Ams"
di Boemia,per lo uoto delquale,difcor dando ifii Elettori, che tre ne fono Tre- Matteo SV*
latiitre Trincipi.fi decide la controucrfia:però mandò all'ammiraglio ilqua luoi dieci
le era andato prima per quelle cofi in Germania , quantità grandiffìma di da- J'iJjf erid0et
nari per dare agli Elettori: & intendendo che molte delle terre Franche infie Pietro bìm
me col Duca di Vertimberg.minaccianio chi uoleffe trasferire l'imperio in fo "u* ^ht^m
refiieri,congregauanO molte genti, faceuapromfion e d'altri danari,per opporft
degl'armi a chi uoleffe impedire che gli Elettori non l'elegge fiero . Ma era
Ddd grande *ii
ho notato
di lòpra nel
lib.o. acar*
LIBRO
grande la inclìnationc de' popoli di Germania, perche la degniti imperiale
« F. ono- non fi rimouefie di quella natione : an%i infino agli Suitgerismoffi dall'amore
»u?o Pverof- della Tatria commune Germania : haueuano fupplicato il Vontcfice che non
nefe ne) ti- fauorifie a quefta eie tt ione alcuno , che non fujfedi lingua Tedefca : ilquale
IcM ire !* De1' per feuer andò nondimeno nel fauorire il Re di Francia , fperando pure che di-
comiiijs ina moflrandofi coft ardente per lui, il Re haueffe a udirecon maggiore fede i con-
n tinta "otai fi$ fi40* * co' <lmk a^a fine fi sformò diperfuadergli che depofta la fperan%a
mente la co d'hauere a e (fere eletto lui ; procuraffe con quella ìnfian%a medefima la elet-
nlone , che tlone di qualunche altro de3 "Principi di Germania : configlio dato fen^alcun
Gregorio v. frutto ; per che X \Ammir aglio , & Ruberto Or fino ingannati dalle promeffe di
h concaio qtielihche per trarre danari di mano de' Francefi, dottano certiffime intentio-
deii'etegger m\€ occupati dalla paffione, l'uno per effere d'ingegno Francefe,et miniflro del
u T&€lpe?ò Reti' altro di natura leggiere,& defiderofo d'acquiflare lagratia fua ; lo con-
fono^ da ef- fermauano con auifi uani ogni giorno più nella $era%a di ottenere . Con lequai
molte Tue pratiche efiendofi condotti, fecondo l'ufo antico a Franchfort, terra della Ger-
ragioni Se mania inferiore quelli, a' quali nonperpiu antica confuetudine, ò fondata ra-
che dei tut gwne, ma per concezione di a Gregorio Quinto Tonte f ce Romano di natione &
no ulTa- Tede fio , appartiene lafacultà di eleggere lo Imperatore Romano, mentre
ta opinione che ftanno in uarie dirute per uenireal tempo debito , fecondo gli ordinilo-
tough fcm* ro * a^a ^ettlone > mo effercito meffo in campagna per ordine del Re di Spa-
gnai ilquale fu più pronto co danari araccorre gente che a dargli a gliElet-
b il gìou io x0Tl) auicinatofi a Franchfort \ fiotto nome di prohibire chi procurale di uiolen
ftivaticipij, tare la elettione, accrebbe l animo a gli Elettori , che fauor mano la caufa fuat
m* f?flfetl tlY0 ne^a finten'7^1 '^€ gli al^ quelli, che erano dubij , & Jpauentò il Brandi-
d'un'antico burgenfc inclinato al Re di Francia ; talmente che difperato che a queflo con-
inua?c5chia correI^tro & a^w* Elettori, & uolendo fuggir e l'odio } & la infamia appreffo
n line^nien di tutta la natione ; non hebbe ardire di feoprire la fua intentwne ; in moda
& dd ?n?e ta C^e uenend°fi Allatto della elettione fu eletto il dì uigefimoottauo di Giugtio
gno, paceua Imperator Carlo d'^Auflria Re di Spagna da* uoti concordi di quattro Elettori,
fe quci?0ef r^'wwefcouo di Magatila, & quello di Cotogna, & dal Conte T alatino, &
giouane , il dal Duca di Saffonia : ma l' jLrcìuefcouo di Trcueri elcffe il Mar che fé di Bran
Sodi se tTen dimborgo. ilquale concorfe anch' egli alla elettione difeflejfo : ne fi dubita che
mone i era fé per la equalità de' uoti la elettione fufe peruenuta alla granfi 'catione del
SfffiaiVdan* fettimo Elettore , che farebbe fucceduto il mede fimo : perche Lodouìco Redi
ni a tutta Boemia, ilqual'era anco Re d'Fngheria-, hautuayromefio a Carlo il fuo uoio .
cialmem/a Deprefie quefia elettane inolio l'animo del Re d' Francia, & di quelli, che in.
Roma & al Italia depenueuano da lui. & per contrario inanimì molto chi haueua Jperan
(erme egli' pàperi fieri contrari*, uedendo congiunta tanta potenza in un Trincipefolo ,
» ei ubi© 4 gwuane , & alquale fi fenùua per molti b uaticinij efferepromeffo grandi ffimo b
Leo a a. Ma Imperio*
altre pio. etie andarono a ftampa, che da Giouaimi C. furon regi ftrate :& fra quefte quella di Lorenzo Mi*
niato Aftrologoecce.lentiflìmo, ma<iho del l'ontano : dell'Abbate Gioacchino» & d'altri, ch'io aoji t*.
si asm«3tiIcjìdo molti an/ù, che noa m'e listo permeilo veder quel libro .
I TERZODECIMO, m~
Imperlo , & fiupenda felicità : &fe bene non fufie copiofo dì danari quanto
era il Re di Frana a, nondimeno era tenuto di grandi filma importanza il po-
tere empiere gli efierciti fuoi di fanteria Tedefca , & Spagnuola > fanteria di
molta (ìimatione , & ualore : co fa che per lo contrario accadeva al Re di Fran * Di T*eft*
1 1 1 '■' i"li- /• r ■ j n- guerre fatte
eia : per che non hauendo nel Regno Juo fanti da opporre a quelli ; non poteua C5ua il d»
implicarfiin guerre potenti, fé non cauando con grandiffima fi>efa, & qualche «a ^"lo dl
uolta con grami iffima di fficultà, fanteria dipaefiforefiieri : laqual cofa lo ne- dai Re luì-
cejjitaua a intrattenere con grande jftefa , & diligenza gli Sui7geri> tollerare f'jf l' ^cx^r-
da loro molte ingiurie, & nondimeno non efiere mai totalmente ficuro né del- figaor <r a t
la loro coflan^ay né della loro fede : né fi dubitaua che tra due Trinapigioua- f f^"^*
nh & tra iquali erano molte caufe di emulatione-, & di contentane , haueffe ne, feconda
finalmente anafeere gramffima guerra: perche nel Re di Francia ri fedeua il jj^o now!
defiderio di ricuperare il Regno di l^apoli, pretendendo hauerui giuflo titolo : to .
eragli a cuore la reintegratwne del ReGiouannial Regno di T^auarra, della b D>|
quale comprendeua horamai effergli fiate date uanefperan^e. Molefloera dei primo
a Cefare il pagamento de* cento mila ducati prome (fi nell'accordo di T<{oion:& ^ ^"chi'a*
glipareua che il Re (predato l'accordo prima fatto a Tarigh ufando immode ro, che fe«
ratamente l'occafione dell e fiere egli neceffitato apafiare in lfpagna,thauefie JJ [£,* *** °dì
quafi per for%a coflretto a fare concordia nuoua . Era fempre frefea tra lo - co ron are
ro la caufa del Duca di Ghelleri, laquale fola per hauerne il Re di Francia la fon "/leui
protettone, Ù lo flato di Fiandra riputarlo inimici (fimo, poteua e fiere baflan ne Uà ritti
te a eccitargli all'armi : mafopra tutto generaua nell'animo del nuouo Cefa na.^"'J ^{
a re flimoli ardenti filmi il D ucato di Borgogna ilquale a occupato da Luigi un- fo < ! fegg»o ,
decimo per l'occafione della morte di Carlo Duca di Borgogna , auolo materno fep0|Vu n, &
del padre di Cefare , haueua fempre tormentato l'animo de ifutccfiori . "Né ,fl contènta
z n i- \ ri- r • i i ~ j • » > i la Corona
mancavano Jtimoli, 0 cauje di controuerjieper cagione del Ducato di Milano, di carioMa
delquale non hauendo il preferite Re dopo la morte di Luin duodecimo ottenu Rno • ^i1*
", f. . , ■ rn , r 1 t r 1 -ii 1 eletto Itn
ta ■ ne dimandata la inuefiitura, & pretendendoli molte eccettwni alle ragio pectore fé-
ni, che gli nafceuano dalla inuefiitura fatta ali'antecefiore-, & di inualidità . & de io?™ ,a
di perdita di ragione ; era baflante quefto afufeitare guerra tra loro : nondime ca rio Ma-
no né i tempi, né l'opportunità conjentiuano che per allhorafacefiero mouimen sno ? £h'è
to : perche oltra che a Cejare eranecefiario npafiare prima in Germania per faCathedrai
y pigliare in b ^Aquifgrana , fecondo l'ufo de gli altri eletti > la Corona dello lm- Jelr,a. ^ *
perio , s'aggiugneua che efiendo ciafeuno di loro di tanta potenza; la diifi- hcarada'iui:
cultà dell'offender fi l'uno l'altro gli riteneua dall' ajfaltar fi ,fe prima non in- * ™™" J£
tendeuino perfettamente la mente, & la dijpofitwne degli altri "Principi, & rona * è di.
fiecialmente , fé shauefie a far e guerra in ltalia,quella del Tonte fi ce: laquale ^La'magna
recondita dalle fimulationi > & arti fue ; non era noia ad alcuno &forje tal & di Fraaa.
uolta non ri folta a in fé mede fimo : benché pm preflo per non hauere occafione )*f \'£™*
di negargliene j e >h%a offendere grauemente l animo fuo, che per li ber a nolotà, nio nel fuo
haueffe disenfiato Carlo ad accettare la elettione fattagli dello Imperio cotra ^^^
il tenore della inuefiitura del Regno di JJapoli : nellaquale , fatta fecondo la raoi.-js.
Ddd 1 forma
t ì fin* o
forma (delle antiche inueftiture, gli eraprohibito ejprejfaffiente . Conferuauafi
adunque Italia in pace per quefie cagioni, benché nella fine di queflo medefi
mo anno il Tontefice tentaffe d'occupare la città di F errar a,no con armima*
nifefle, ma con infidie : perche fé bene fi fuffe creduto che per la morte di Lo-
rena fuo nipote, mancando già alla cafafua più preflo huomini , che Stati ,
haueffe leuato ilpenfiero dall' occupatane di Ferrara , allaqu ale prima haue-
ua fempre afiiraio ; nondimeno ò flimolato dall'odio conceputo contra quel
Ducaò dalla cupidità di pareggiare^ almeno approffimarfi quanto più potè-
uà alla gloria di Giulio ;non haueua per la morte del fratello, & del nipote ri-
me fio parte alcuna di queflo ardore : donde che facilmente fi può compì 'édere
che l' ambinone de' Sacerdoti non ha maggior fomento \che dafefleffa: né com
portando la qualità de' tempi,& ilfito, & la fortcìga di quella Città laqual.
^dlfonfo con grandiffìma diligenza haueua renduta munitiffima, che fipen-
f affé ai espugnarla con aperta for%a ,hauendo egli maffimamente quantità
quafi infinita di belli ffime artiglierie ',& munitioni, & hauendo:con limitare
tutte lefpefe,aggiugnere nuoui datij, & gabelle, fare uiue in qualunque mo-
do l'entrate fue>& esercitando fi con la ìnduftria rapprefentare in molte cofc
più il mercatante che ilTrincipe,accumulato,fecondo ficredeua grandiffìma
quantità di danari;non reflaua al Tontefice, fé non fi mutauano leconditioni
de' tempi,altra fyeran%a di ottenerla,che con occulte infidie, & trattati : de*
quali hauendone per lo p affato tentato con 'Niccolò. daEfte,& con molti altri
uanamente,& effendofi iilfonfoper non hauerenotitia che attende fife più a
quefie pratiche quafi afficurato non delia fua uolontàma delle in fidie ; par uè
al Tontefice per partitiche gli furono propoflh & per efiere ^Alfonfo eppref
fo da lunga infermità, ridotto in termine che quafi fi dtfperaua la fua falute ,
e'I Cardinale fuo fracello, per non flare con poca gratta nella Corte di Roma ,
trouandofi in Fngheria,tempo opportuno di tentare di efequire qualche dife-
gno,chegli era propoflo da alcuni fuor' ufi citi di Ferrara , &per me%o loro da
*Aleff andrò Fregofo Vefcouo di Ventimiglia habi tante allhora a Bologna :
perche adirando a effer Doge come era fiato il Cardinale fuo padre ;era jo fi et
to a Ottauiano Fregofo, ilquale fiato poco felice ne' trattati , che haueua fatti
per rientrare nella propria patria , promctteua più prò fiero fucceffo in quelli
che faceua per altri nelle Tatrie forefiien . Sotto colore adunque di uolere
entrare con l'armi in Genoua^ il Vefcouo, riceuuti occultamente dal Tctefice
dieci mila ducati,foldè parte nelpaefe di nomatane nella Lunigìana due mi
la fanti: al romore dellaquale adunatione > effendofi per foretto di fé armato
per terra) &per mare Ottauiano Fregofo,egli come fé per effere feoperti ifuoi
difegni reflaffe efclufo difi>era%a di poter per allhora uoltarlo Stato di Geno
uà, fatto intenderei Federigo da Bo^^ple con l'aiuto delqualefi mateneua in
gran parte la Concordia contra il Conte Giouanfrancefco dalla Mirandola,po-
Urloferuire di quelle genti infino non fuffe finita la paga loro , laqual duraua
freffo a mmefe^affato l' spennino >fcefe in qml il Careggio, pigliando lenta-
mente
■
^ T E RZ O I> E C IMO. j&
mente H camino delia Concordia : & era il fondamento di ijùéflo trattato Ù
paffareil fiume del TÒ: alquale effetto certi miniftridi ^Alberto da Carpi, con
fcio di quefla pratica, haueuano noleggiato fotto nome di mercatanti di granì
molte barche-, che erano nella bocca del fiume della Secchiamo fi chiamano i cir
conuianiquel luogo doue l'acque della Secchia entrano nel To)con lequalipaf
fando il TÒ, difegnaua il Vefcouo accoflarfi preflamente a Ferrara : clone egli
ftatopochi mefiinnanxi , haueua {peculato un luogo della Terra fui Tò.doue
erano interra più di quaranta braccia di muro Juogo aperto, & molto facile a
entrami: ilqual muro effendo caduto non molto prima,non s'era riflaurato cofi
preflo : perciò [a uicinità dd fiume > & lo flarfi fen%a timore, haueuano nu-
trito> la negligenza di chi foleua follecitamente prouedet -e a quefii difordini:
ma còmefufentitoper lo paefe circoflante in Ventimiglia con quefle genti ba-
vere paffato Impennino, il Marchefe di Mantoua non per alcuno foretto par-
ticolare , ma per confuetudine antica di difficultare alle genti forefliere ipaffi
de fiumi ; ritiro a Mantoua tutte le barche , che erano in bocca di Secchia ; in
modo che il Ventimiglia non potendo feruirfi delle barche noleggiate , né ha-
uendo commodità diprouederne così preflo dell'altre , mafijlmamente perche i
Gouernatori uicini della Cine fa non erano auertiti di quefta pratica , né haue-
uano commeffione, quando bene Ihaueffero faputa , di intrometterfene , men-
tre che cerca di qualche rimedio, egli, & i miniftri di Alberto , foggi ornò con
le genti uerfo Coreggio , & ne' luoghi uicini : doue hauendo parlato con molti
incautamente , & con alcuni [coperto tutti i particolari del fuo difegno, il
Marchefe di Mantoua auertitone ; notificò per unhuomo fuo la cofa al Duca
di Ferrara , ilquale era tanto alieno da quejlo foretto che con difficultàfi in-
dufse apreflargli fede : puremouendolo più che altro quel rifeontro del muro
rotto , cominciò a preparar fi di gente : né moflrando hauercfojpetto del Ton-
tefice 7 benché fentiffe in fé altrimenti , fattogli intendere linfidic, che gli
erano ordinate dal Vefcouo di Ventimiglia , lo fupplìcò che commettere a i
Gouernatori uicini , che occorrendogli di bi fogno gli porge/fero aiuto ; laqual
cofa fu dal Toniefice confauoreuoli brieui efeguita prontamente , ma data pe
rò nel tempo mede fimo occultamente altra commefiione . La fama che a Fer-
rara fi cominciaffe a far e proni fìone, aggiunta alla difficoltà dipaffare TÒ, tot
fé al Vefcouo ognifperan%a :però condotto fi con le genti appreffo alla Concor-
dia-mentre che con quelliyche ui erano dentro , infiorettiti già di lui, tratta di
uolere offendere la Mirandola, prefentatofi alt improuifo una notte alle mura
della Concordia ; gli fece dare la battaglia : maper dare cagione a gli huomini
di crederebbe non per andare a F errar amaper occupare la Concordia fu (fé uè
nuto in quelli luoghi. Fu uano quefto affalto, dopo ilquale i fanti con fu a licen-
za fi diffoluerono,lafciata opinione in molti , & in jilfonfo mede (mio , che fé
no gli era interrotto la f acuità dipaffare TÒ,harebbe ottenuta per lo muro rot
to Ferrara, doue non era gente alcuna, non fojpettojl Duca ammalato grane*
mente i& i {.popolo in modo mal fodis fatto di lui, chepqchiflimi inimtumultò,
Ddd 3 quafi
-r t I B R O
quafi improuifo,barebbono prefe l'ambo oppoftifì al pericolo . Seguita t^n
M. D. x x. no mille cinquecento uenti,nelqual continuando fi per le medefime cagioni > per
t equali era fiata conferuata l'anno precedente la pace di Italia ; cominciarono
molto ad ampliar fi dottrine nate di nuouo, prima contra l'autorità della Chie-
fa Romana 'dipoi contra l'autorità della Chriftiana religione: ilquale peflifero
ueleno hebbe origine nelt ^Alamagna nella prouincia di Sajfcnia, per le predica
a vedi il f tioni di a Martino Lutero fiate profe fio dell'ordine di Santo ^Agoftinoyfufcita a
ftigJJIen ti* tore per la maggiore parte ne' principi) fuoi de gli antichi errori de* Boemi : i
dei iib.20. qmn riprobati per il Concilio uniuerfale della Cbiefa celebrato a Gofian%a >
ftorieAnei & abbruciati con 11 autorità di quello b Giouanni Hus, & Gierolamo da Tra- b
4. delia vita ga,due de' capi principali di quefta bere fia;er ano flati lungamente rifiretti ne
p« tacer confini di Boemia: afufcitargli nuouamente in Germania haueua dato occafio
moki altri , ne l'autorità della Sedia ^Apofiolica.ufata troppo licentiofamente da Lione: il
tin l utero quale feguit andò nelle grafie, ebefopra le co fé fi>irituali, & beneficiali conce»
han no pax- %e \a Corte, il con figlio di Lorena Tue ci Cardinale di Santi Quattro ; haueua
Jparfoper tutto il mondo fen%a diftintione di tempi, & di luoghi, indulgentie
b Giouanni ampliffime,non folo per poter giouare con effe quelli,che ancora fono nella ulta
xobmo di prefente,ma confacultà di potere oltra quefio liberare l'anime de defunti dal»
Ttagf i(u r° lePene del Purgatorio : IcqualU perche era notorio che fi concedeuano fola»
u di Gioua mente per efiorquere danari da gli huomini , & effendo e ffer citate impruden»
ni vigkf ; temente da Commefiarij deputati a quefio, efattione, la più parte de quali ccm
irle herefiar peraua dalla Corte la facultà di effercitare ; haueua concitato in molti luoghi
chf fuvedi° indegnatione,&fcandoloaJfai,&fpecialmeKte nella Germania,doue a molta
fra gii diri de* miniflri era ueduta uendere per poco pre^pyò giocar fi fu ie taueme la fa»
aeiu vita di cu^ ^ liberare l'anime de' morti dal Vurgatono . Et accrebbe che il Ton-»
Siouani 2* . teficet ilquale per facilità delia natura fua, effercitaua in molte co fé con poca
maeflà l'ufficio Ironie ficaie, donò a Maddalena fua forella lo emolumento, &
l' efattione delle indulgente di molte parti di Germania: laquale battendo fiat
to deputare Commcffario il Vefcouo iiremboddominifiro degno di quefta com
meffione^che Ccfiercitaua con grande auaritia,& efior fione, & f apendo fi per
tutta la Germania che 1 danarUchefe ne cauauano non andauano al Tontefi-
ce,ò alia Camera ^pofiolica , donde pur farebbe forfè fiatopoffibile che qual»
che parte fé nefuffefpefa in ufi buoni , ma era defimata afatisfareall'auaritia
dì una donna,haueua fatto deteflabile nonfolo l' efattione, e i minifiri di quel»
la,ma il nome ancora & l'autorità di chi tanto inconfultaméte le concedeua*
Laquale occafione battendo prefa il Lutero, & hauendo cominciato a difl>re%»>
%are quefle conceffioni^ & a taffare in quefie l'autorità del Tontefice > multi"
plicadogli in caufafauoreuole agli orecchi de' popoli, numero grande d'audito>
ri;comincih ogni dì più feopertamente a negare l'autorità del Tontefice .La
que fi; principi] forfè honefti.ò almeno per lagiufla occafione, che gli era data >
in q uaUhe parte feuj abili, t r aportandolo L'ambinone ^&l aura popolare & il
fauore del Duca di SaJJonia^ non folo fu troppo immoderato contra la potcftà
de
1 TERZODECIM O. *9<S
de Tontef!cL& autorità della Chiefa Romana,ma trascorrendo ancora negli
errori de* Boemi; cominciò inprogreffo di tempo a leuare le imagini delle Chie
fe >a Sfogliare i luoghi Ecclefìaftuhi de* beni , permettere a monachi , & alle
monache profeffe il matrimonio, conualidando quefla opinione nonfolo co Vati
tontà-,& congliargumenthma etiandio con l'effempio di fé mede fimo : nega-
re la poteflà del Vapa diftenderfi fuor a dello JEpifcopato di Roma,& ogn* altro
Vefcouo bau ere nella Dio cefi fua quella mede fina autorità, eh e haueua il Va-
pa nella Romana: di/predare tutte le co fé determinate ne' Condii] ', tutte le c§
fé frìtte da quelli,chefi chiamano i Dottori della Chiefa,tutte le leggi canoni-
che, e i Decreti de* Tontefici,riducendofi folo al teflamento uecrhio,al libro de
gli Euangelij,agli *Atti degli KApofloli-/&- a tutto quello che fi comprende fot
to il nome del Teflamento nuouo, & all'Epiflole di San Vaolo,ma dando a tut
te quefle nuoui,& foretti fenft,& inaudite interpretationi. Inflette in que
fli termini l*infania di coflui , & de* feguaci fuoi , mafeguitata fi può dire da
quafi tutta la Germania,trafcorrendo ogni giorno in più deteft abili, & perni-
tiofi errori ;penetrò a ferire ifacr amenti della Chiefa,difpre%£are i digiuni, le
penitente, & le confeffioniifcorrendopoi alcuni de fuoi fettatori,*ma diuenta-
tigià in qualche parte diferepanti dall'autorità fua,a fare pefti fere, & diabo-
liche inuentioni,fopralaEucariflia : lequali co fé hauendo tutte per fondamen
to la reprobatone dell autorità de* Concilij , & de* Sacri Dottori , hanno dato
udito a ogni nuoua,& peruerfa inuentioneyò interpretai 'ione, & ampliato fi in
molti luoghi etiandio fiora della Germania i per cotenere dottrina di forte che
liberando gli huomim damo Li precetti trouati per la falute uniucrfale dai
Concilij miuerfali della Chieja,da i decreti de' Toìitefìci, dall * autorità de* Ca-
nonia dalle fané interpretationi de facri Dottorigli riducano a modo di tu-
ta quafi libero, & arbitrario . Sfor^auafi ne principi] fuoi di Jpegnere quefla
feftiftra dottrina il Tontefice,non tifando perciò i rimedijì& le medicine con
uenicnti afanare tanta infermitàiperche citò a Roma Martino Lutero fofyefe-
lo dall'ufficio del predicare , & dipoi per la inobedien^a fua lo fot topo] e alle
tenfure Ecclefiafliche : ma non saflenne da molte co fé dipeffìmo effempio , &
che dannate ragioneuolmente da luterano mokfliffìme a tutti: donde ilproce
dergli contro con l'armi Ecclefiafliche non diminuì appreffo a popoli, an^i au-
mentò la riputatione di Martino , come fé le pafecutioni najufteropiu dalla
innocenza della fua uita , & dalla fanità della dottrina che da altra cagione .
Mandò il Tontefice molti religio fi a predicare in Germania contra lui : fcriffe
molti brieui a* Trincipi,& a* Tre lati : ma nongiouando ne queflo né molti al
tri modi ufati > per reprimerlo ,per l* inclinatone de* popoli ,& per lo fauore
grande, che nelle terre fue haueua dal Duca di Saffoma ; cominciaua a parere
in corte di Roma ogni giorno quefla caufa più grane, & accrefeere ladubitatio
ne che alla grandetta de* Tontefici. all' utilità della Corte Romana,& alt uni-
tà della Religione Cbrtftiana non ne nafcejfe granài fflmo detrimento: per que-
flo fi facenano quell'anno a Rom^jpeJfiConcijÌQri,$efle(ionfulte di Cardinali»
Ddd 4 &
t I B R O
cr Teologi deputati nella Camera del Tontefice,per trottare i rimedi) a qnefiò
malerbe continuamente ere [cena : & ancora che non mancajfe chi riduce fi e
in memoria , che la perfiecutione fattagli infino a quel giorno , poi che non era
accompagnata col correggere in loro mede fimi le cofe dannabili, gli haueua
crefeiuto la riputatione,& la beniuolen%a de popoli, & che minore male fa-
rebbe fiato dìfifimulare dinonfientire quefia infamia,cbe forfè per femedefima
fi dififoluerebbe,cbe fio ffiando nel fiuoco accenderlo, & farlo maggiore ;nondi
meno come è natura degli huomiui di procedere uolentieri a* rimedtj caldi, no
fiolo furono accref cìnte le perfecutioni contra lui, & contra gli altri fuoi fet-
tatori , chiamati uolgarment e i Luterani , ma ancora deliberato un monitorio
grauiffvmo contra il Duca di Safifionia,dalquale efacerbato diuentò fautore più
uehemente della caufiafiua : laquale in ifpacio di più anni andò in modo multi-*
plicandoyche fia flato molto pericolo foche da quefia contagione non refli infet.
ta qua fi tutta la Chrifiianità : né ha tanto raffrenato il cor fio fino co fa alcuna ,
quanto l'efiferfi conofeiuto ifettatori di quefia dottrina non effere meno infefii
alla potefià de Trincipi temporali, che all'autorità de3 Tontefici 'Romani : il->
che ha fatto che molti Trincipi hanno per l'intere fife proprio con uigilan%a, &
confieueritàprohibìto, che né Regni fuoi non entri quefia contagione ; & per
contrario ninna, co fa ha fofienuto tanto la pertinacia di quefli errori, iquali
qualche uolta per la troppa trafigre filone de capi diquefle berefie , & per la
uarietd, & etiandio contrarietà dell opnioni tra loro mede fimi fono fiati ui-
cini a confonder fi, & a cadere , quanto la li cent io fa libertà, che nel modo del
uiuer e rihanno acqui fiato ipopolir & tauaritiade ' potè ntiper non reftarefpo.
gliati de beni, che hanno occupati delle Chic fé . 1S[cm accadde quefto anno co-
fa degna dimemoria , faluo che efifendo in "Perugia Gian Vagolo , & Gentile
della medefima famiglia de* Baglioni, ò perche nafeeffe tra loro contentione-,0
perche Gian Vagolo non gli baftando bavere più parte, & più autorità nclgo
a Ten tò an uemo, uolefie arrogarfi il tutto; a cacciò Gentile di Ver ligia : ilche e fendo mo • a
fto° tempo " lefto al Vonteficejofeco citare che perfonalmente comparile a Romaiilquale
r^ì **°l °a- temen^0 d'andarui,mandò Malatefla fuo figliuolo agiuftificarfi,& ad offeri-
farfi sj^no- red'effereprefioadobedire a tutti i fuoi comandamenti ima infilando pure il
*l èro cit" 'Pontefice della uenuta fua , poiché fu fiato molti giorni perpleffo ;fi rifilile.
to , ma, co- ad andar e,confidato(ì parte nell'antica fieruitu,cbe in ogni tempo haueua hauti
r e rP" m t0 con ^afHa cafa> parte pwfitafo da Camillo Or fino fuo genero, & da altri ami
«ente nel fé cifiuoi, iquali ufiando l'autorità loro,& udendo fi de me^i potenti appreffo al
fìuf ufdfr* Tonte fice, ò ottennero fede ejprefifa da lui benché non per ificrittura , ò almeno.
gno. furono dal Vontefice tifiate tali parole con fiomma afiutia , & fatte tali dimo-
firationì che quelli, che fi confidauano potere ritrarre da lui la mente fua , gli
dettono animo a comparire, dando fi ad intendere che egli potè fife farlo fiicura-
mente : ma arriuatò. a Roma trouò che il Vontefice fiotto fpetie di fine recr ca-
tioni, come altre uolteexafiolito di fare , era andato pochi giorni innam^t in
Cafiel Sant'agnolo; dom andando la mattina fieguente Gian Vagolo per pre-
</ -, , ~"~^ fentar-
TERZ O *DTE G t%i O. ?97 aSif€rìft*
fcnlatfeglhfu innanzi arriuaffe al coietto fuoyincaf ceraio datCaftelìanc: &\ nella motte
dipoi per giudici deputati esaminato rigorofamente;confefiò molti grauiffimi £ g^o-
delitti;sì per cofe attenenti alla con feruatione della Tirannia e; come per pia- «j^ije h%
ceri nefandi, & altri fuoi intere/fi particolari :per i quali poi chefuflato]in car *cx™$£f:
a cere più di duemefi, afu decapitato fecondo l'ordine della giuflitia,mouendofi> a e. i49.ch*-
feconddo fi credette , il Vontefice a quefto , per hauere nella guerra d'orbino £[™ J°3aU.
compre fo per molti fegni Gian Vagolo effere d * animo alieno daini , hauere l'in fidie del
tenuto 'pratiche con Francefco Mariane potere in qualunque accidente glifo- j?|J"era dS
prauemffe , fare fondamento fermo in lui , & confeguente;mente mentre che tonato àpitf
. egli era in quello flato,nelle cofe di Verugiadequali per ritornare a fuopropo mz^fap
fitoyeffendofi i figliuoli di Gian Vagolo fuggithcotne hebbono nuoue della fua piicio.Ma ri
retentione , dette quella Legatione a Siluio Cardinale di Cortona, antico fer- ^^t\\tii
aitore,& allievo fuo;reftituì Gentile in VO'ugia,alqvale donò i beni,che era- ta di Leone
no flati poffeduti da Gian Vagolo ; & appoggiando fi aim foggetto molto de- iV°Bagtioni"
bole,uoltò la riputatane, & grar.deT^a a lui. Continuò medefmamente que- mi *ofl'e-
fio anno il Vontefice, attribuendo più al cafo,ò aììapoca-prvden%a,che ad al- Jjj Papa t
tro l'occafione perduta dal Vefcouo di Fentimiglia ,di tentare nuoue infidie K°m** ma
contra il Duca di Ferrara per me%o d'Uberto da Gambera Vrotonotario *A- fteff0 u'aa-
poflolìco con Ridolfel Tedefco Capitano d'alcuni fanti Tedefchi, che jtlfonfo daffe*
teneva alla fua guardia, ilquale gli haueua promeffo dargli a fuo piacere la b Leggi qua
entrata della porta di Caflello Tialto : doue potendo pervenire le genti , che J? ^f^^
mandafìero da Bologna, & da Modona fenya hauere a paffare il Vo, fé grana, delia
non per lo ponte di legname , che è innanzi a quella porta ; fu dato ordine a ^*» ^ £°"
Guido Rangone, & al Governatore di Modona » che raccolte certe genti fot- io Magno ,
to altri colori andaffero all' improvifo ad occupare quella porta per difenderla J° h° ^ r^*
tanto che ghigne ffero gli aiuti da Modona, & da Bologna, doue erapoflo or- pra in qfto
dine che la gente fi moueffe quafi popolarmente ima giàfìatuito il giorno del - |JoJ 7^ ne,£° *
V asfaltarla; fi feoper fé che Ridolfel, a chi per ordine del Vontefice erano flati ne del Pa-
dati da Vberto da Gambera circa due mila ducati, haueua da principio com~ 3"'^ :q™*
municato ogni co fa con *Alfonfo: ilquale poi che hebbe feoperto affai della men notato dei-
re del Vontefice , & de fuoi di fegni , non uolendo che la cofa procedeffe più deU'Tmpe^
innanTijenne modo che la fraude di Ridolfel fi pvblicaffeAn queflo anno me ratoie, cioè
defimo pafiò Cefareper mare di Spagna in Fiandra, hauendonel paffare non i0natod^ot
per nece\fita\come haueua fatto il padre ma uolontariamente, toccato in In- tobre;è eoo
gbiiterra>per parlare con quel Rexolquale reftò in buona concordia. DiFian- cun!,°i quali
b èra andato in Germania ricevè del me fé d'Ottobre in b ^Aquifgrana Città no - tégono che
bile per l'antica refidenTg? & per il fepolcro di Carlo Magno con grandiffimo gu £& aa.
toncorfo la prima Corona.quella medefma,fecondo che è la fama, con laqua- » il g'?™*
le fu incoronato Carlo Magno, datagli, fecondo il coflume antico con l autori- thia fuo na-
tà de' Vrindpi di Germania : ma quella fua felicità era turbata da vii acci- tal,e a .24v 4*
t • ir n 7 i » i- i- • ~ • n Febraio.be-
denti nati di -mono in Ijpagna: perche a popoli di quei Regni era fiata mo • che ioftìmo
itfta la promotione fva alt Imperio , perche cojiojceuano che con grandif- che fiano*
[ima
L * B R o
/fm* tnceimodità,& detrimento di tutti farebbe per varie cagioni necefjìk-
toaflare non piccola parte del tempo fuor a dì Spagna: ma molto più gli ha-
fto ueua mojji l'odio grande* che haueuano conceputo contra l'auaritia di quelli ,
c«uì«7, di che lo gouernauano,maffimamente contra3 Cenresùlqualedimoflratofiinfa 4
oiì pm uot- tiabile,haueua per tutte ie uie accumulato Comma vrandiflfima di danari : il
■e i quella medejwio gli haueuano fatto gli altri Fiamminghi pendendo per pretto a fo
ch^òca* reflieri gtiufati follti * darfi a gli Spagnuoli,& facendo uenali tutte le gra-
to, & fu que tie,priuilegijì& efteditioni ; che fi dimandauano dia Corte, in modo che conci
So nwpera ^ tmi * P0?0^ contra il nome de* Fiamminghi ;haueuano alla partita di Ce
towmacra fare b tumultuato quei di yagliadulit,& appena ufcito di Spagna,folleuatii
*ffimo8dc' mti non (Jecondo diceuano)contra il Rema contra i canini Gouernatoruet
ducati d\o- communicatì infiemeiconfigli,non predando più obedìen%a a gli officiali Re
Scucii gij haueuano fatta congregatane della maggior parte de popolili quali data
gìouìo , forma al gouerno fi reggeuano in nome della Santa Giunta (così chiamauano
b ca i di co ■'*' mfl&° uniuerfaU de* popoli) contra i quali effendofi leuati in arme i Capi*
ftoro!chetu tarJ,& miniflri Regu\ridotte le cofe in manifefla guerra;erano tanto molti-
E,uIt dicTii fàcatl * dtjordiniyche Cefare piccolijjima autorità ui riteneua: donde in Ita-
gì omo, che lia,& fuori crefceua lafperan%a di coloro \ charebbono defiderato diminuire
vld™?10 ' tanta gran(ie'Z&1 • Haueua nondimeno l armata fina acqui/iato contra i Mori
g?o Biauo, Clfola delle Gerbe,& in Germania era fiata repreffa in qualche parte la npu
n ltoU ]° tatl0ne del Re di Francia: perche dado egli per nutrire di fior die in quella Tro
muciayfauore al Duca di Vertimberg,difcordante con la Lega di Sueuia^i po-
poli rìfentitifipotent eméte ;lo cacciarono del fuoflato^ & acquifiato che l'beb
ni dopo 1" hono;lo uenderono a Cefare de fiderò jo d'abbaffare ifeguaci del Re di Francia*
bottinaio obligandofi alla difefa contra qualunque lo moleflaffe: ilperchequel Duca tro
te° in's/clha uandofi diftruttó fiotto la §eran%a de gli aiuti Fr ance fi) fu necejjìtato ricorre-
vi spagnuo re alla clemenza di Cefare, & da lui accettare quelle leggiuhegli furono da-
ikm Fe«an te,non rimvffo però per que fto nella poffe (pone delfuo Ducato . Isella fine di
te Gonzaga quefio anno ifleffo forfè c tre mila fanti Spagnuoli fiati più me fi in Sicilia, non c
queii'iioia* volendo ritornare in Ifpagna fecondo il commandamento hauuto da Cefare *
te/a di r ~a dijf recata l autorità de' Capitani,paffarono a Reggio di Calauria, & proce-
dazzo: douc dendo con fare per tutto grauifjìmi danni uerfo lo fiato della Chiefa; meffono
h< bbc moi ingrauc terrore il Tapajielt animo delquale era fiffa la memoria de gli acci-
tjonzaga a denti d'orbino che 0 folle nati da altri Trincipi, ò accompagnandofi col Duca
Se"8 ie^C e Franceft° Marasco figliuoli di Gim Vagolo Baglione, & con gli altri nimi-
neiia yi ja dì ci della Chiefa;non fufcitaffero qualche incendio;maffimamente ricufando l'of
luce da' aT fatefate dal licere di J^apoli e da luisdi foldarne una parte, & a gli altri
lonfo v»ioa, far donatione di danarudaìlequali offerte prefo maggiore animo; fi moneuano
ItJhillor7' uer'° d$umc del TrontOynonper lo paefe flretto dei Capitanatola per lo ca
dei Gìouìo. mino largo di Vuglia $ cy aggiugncndofi continuamente altri fanti, & qual~
checauallo diuentauano fempre più formidabili :nondimeno firifoluèpiufa~
cilmente>& più prefio^e gli huomim non crede uano >quefto mouiméto .-per-
che
QJV ARTO'DECI M O. }9*
the paffuto il Tronto per entrare nella Marca UnconitanajiellaquaU il 'Pon-
tefice haueua mandate molte genti, & andati a campo a Ripa Tranfona, ha-
uendoui dato un afì alto gagliardo, perduti molti di loro furono corretti a rifa
rarfi:ilpercbe diminuiti molto di animo, & di riputatione , accettarono cupi*
damente da miniftri di Ce far e conditioni molto minori di quelle t lequali pri-
ma baueuano diffireigate •
DE LLHISTORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCI ARD INI
Genti l'hvomo Fiorentino,
^!*^*
■ i ' n
LIBRO Q^V ARTODECIMO.
s Q M M A R x Q '
Descrive nel libro quartodecimo i penfieri di Papa Leone per liberare
Italia da Oltramontani: 1 acquiflo del Regno di Nauarra,fatto dal Re di Fra
eia: ia Lega feci età fra! Papa,& l'Imperatore cantra Francia: che i Francefiucn-
neio lotto Mot. s dello Scudo a difender Io Stato di Milano, & la guerra che ui il
lece lotto Lautrech , fin che gl'Imperiali, & Francesco Sforza acquetarono quel
Diuato : !a guerra di Parma, che con la Città di Piacenza uenne alla Chiefa :Ia
morte di Papa Leone, che diede occafionear Duca di Ferrara di ricuperar molti
lu"glu ck di folieuai li tumulto in molte parti: lacreationdi Papa Adriano: l'en-
trata di Fiancefco Sforza in Milano : iì fatto d arme alla Bicocca :la prefadi Gc- L'ambino
noua per gli Spagnuoli : i trauagli di Thofcana, StToccupation d Àiiminoper ne, come al
Gifrnondo Malatelta. treuolteho
..!.... — , notato, è u»
^EDtATO nel principio delt^Amo Mille cinquecento uen na ^tftfcfo:
Ìa _• r ; r • ' i M. D. xxi.
t uno quejto piccolo mouimento > temuto più per la memo* - ralue
riafrefea de3 fanti Spagnuoli:che asfaltarono lo flato d'Fr- Pie.na & rni
bino,cbe perche appari ffero cagioni probabili di timore ;co- lèiimen té
minciarono pochi me fi poi a perturharf; le cofe d'Italia con (corae vo1
^ guerre molto più lunghe, maggior i,& più per icolofe,chc le nVi i. degli
tpaffaie (limolando a l'ambitione di due poi enti (fimi Re, pieni tra loro di emù- officiai la-
latic,ne3d'odìo, & di fofbetto ad esercitare tutta la fua potenza , e tutti gli n" "r.'qut"
fdegni in Italia: laqualc fiata da tre anni in pacej benché dubbia , e piena di * » ■ ,^: W
fojpettione;pareua chaueffe il Cielo, il Fato proprio- & la Fortuna ò inuidiofì to l'Aimo*
della fua quiete ò timidi, che ripofandofipiu lungamente non ritornale nel- !c inh-mcu.cÌ
X antica feliàtà. 'Principio a nuoui mouimentt dettono quelli, i quali ubligati .tata «gioii
più che gli altri a precurare la conferuatione della pace, più ffieflò che gli al- %y^l^
tri la perturbano; & accendono con tutta l'mduftriaì & autorità loroitfuo- ditali* *
co*
r LI B R O /
-t9,ilqttale quando altre rimedio non baflaffe;douerebbono col propria fannie
procurar di jpegnere: perche fé bene tra Ce fare, ed Re di Francia crefce fiero
continuamente Iemale inclinationi ; nondimeno nò bau e nano cagioni molto
■■ urgenti alla guerra prefente,nè eccedeuano tanto ìun l'altro di potenza m
-Italia , né d\ alcuna opportunità che fen%a compagnia di qualch' un altro de
principi Italiani fuffero baflanti ad offenderfi : perche il Re di Francia ha7
uendo congiunti [eco i Vinitiani alla difesa dello flato di Milano , & efiendo
~~gliSui%£eri non pronti più a fare le guerre in nome proprio, ma diffofli fo-
tamente a feruìre, come foldati chi gli pagaffe, non haueua cagione di teme-
re mouimento alcuno di Cefare, neper uia del Reame dì l<lapoli,nè per uia di
Germania: né da altra parte haueua facilità d'offender Cefare nel Reame di
Trapeli, non concorrendo feco a quella imprefa il Tontefice: ilquale ciafeuno
di loro con uarie offerte, & arti fi ceuauadi conciliare,in modo che fi crede-*
uaychefel Tontefice per feuer andò a flare di mc%o tra tutti due , fl'efìe uigL
lante,& follecito a temperare ContauioritàTonteficaley & conia fede, che
gli darebbe la neutralità, gli fdegni,& reprimere l'origine di configli inquie-
tujhaueffe aconferuarla pace . 1s(è fi uedeua cagione , che lo neceffitaffe a
defiderare, ò a fufeitare la guerra , perche & prima haueua tentato l'armi
, infette ement e ,& efiendo amendue quefiiTrincipi tanto grandi,baueua da te
a Quali for , mere parimente della uittoria diciafeun diloro >conofcendo fi chiaramente che
nerii , & di quello,che rimanefie fuperiore,non bar ebbe ne ofiacolo,ne freno a fottoporfi
facetie pia. tutta ltalia,pojfedeua tranquillamente }& con gxandiffima ubidien%a lo fia-
pa Leone; fi to ampliffimo della Chiefa , & Roma,e tutta la Corte era collocata in fommo
fèr da??* fi0Ye>& felicità,haueua piena autorità fopra lo fiato di Firenze , fiato pò*
4- delia vita tente in quei tempi , & molto ricco , .& egli per natura dedito alt odo , & a
GìlvA *f piaceri, & bora per la troppa licenza, & grandezza alieno fopra modo dal±
Deponetene le faccende, immerfo ad udire tutto l giorno mufiebe, a facetie, & buffoni,in- a
«comedi c^mt ° ancom tr0PP° fi* c^e l'honeflo a piaceri; pareua doueffe e fiere total'
fi fece prò- mente alieno dalle guerre,- *Aggiugneuafi chebauenclo l'animo pieno di tan
«Tmpazzf? ta m*?P$cen%&>&!felendore,cke farebbe flato marauigliofo,feperlunghiffi
Mimomini, mafucceffionefuffedifcefo di Re grandiffimhnè bauendo nello {pendere, ò nel
ctuoìtzle donare mifura>ò diflint ione; non folo haueua in brieue tempo diffipato con ine
sali.- onde il filmabile prodigalità il teforo accumulato da Gìulio,ma bauendo dalle Jpedi-
fi'peìfoaf e ^on^ ^e^a Corte ' ^ ^ mo^e forte di ujficifnuoui efeogitati per far danari $
d'e/Tere gra tratto quantità infinita di pecunia, haueua fife fo tanto ecceffiuamente , ch'era
Barbali©11 neccffitato continuamente a penfare modi nuoui da foflenere le profufe Jpefe
fu laureato; fue^nellex\ualinonfolamenteperfeueraua,mapiu prefio aumentaua. ls[onba
da totu i\e! ueuaflimolati di far grandi alcuni de'fuoi , & fé bene lo tormentaffe il defi-
le/ante , e i derio diricuperare Tarma,& Tiaccn^a, & d'acquifiar Ferrara , nondimeno
fon fomma nonpareuano cagioni baflanti ad inducerlo a riuolger fiotto fopra lo flato quie*
«nenjtc fauo to del Mondo,ma più prefio a temporeggiare, & affettare l'opportunità > &
*"' faccafioni,Maèmoquello,chefidice,^ glihuom{m
maggior
Qjtf A & TODEC.l M O. 39*
maggior nimico, chela* troppi profferita, per che gli fa impotenti di fé mer èU u
definii ylicentwfu & arditi ai male* & cupidi di turbare il ben proprio con co proferita
fenuoue. Lione coflituito in tale flato , ò riputando f: a grande infamia l'hauer ^ìo «iS
perduto Tarma, & Tiacen?asacquiflate con tanta gloria da Giulio yò non pò- co) è di mag
tendo contenere l'appetito ardente ali'acquiflo di Ferrarayè parendogli fé mo SeQto,°ch*
riua fen%a bau ere fatto qualche co fa grande , lafciare infame la memoria raunerfitàv:
delfino Tonteficato,ò dubitando,come diceua eglhche i due Re,efclufìciaficu- giij0 nei io.
no dalla fteran%a di e fi ere congiunto feto , & perqueflo pocohabili a ojfen- jeji'BvJej-d*
derfi infieme condefeend efiero finalmente tra loro a qualche congiuntione che mCn's homi
fufie a deprejfione della Chiefa>& di tutto 7 refto d'italiano fperandoycome io nu™ *ati>101
udì poi dire al Cardinal de Medici, confido di tutti ifuoi fiegretheacciati i Fra Et lemare
cefi di Genoua,& del Ducato di Milano poter poi facilmente cacciar Ce fare ?odfjJJ""
del Reame Tslapolitano, uendicandofi quella gloria delia liberta d'Italia, al- iecundu. Et
iaquale prima haueua manifcjìamente adirato l'antecefiore:cofia che non pò- f dell'art» l
tendo fuccedere a Lione con le proprie forte > fperaua mitigato prima in qual- Luxuruut
che parte /' animo del Re di Francia con eleggere qualche Cardina le de fiderà- J"e!r™"bf^
t o da lui , & col dimoflrarfi pronto a concedergli dell'altre gratie , indurlo a cundis. Net
dargli aiuto contra Ce far e, come fé fufie per pigliare in luogo di rifioro Ufo- ^"romò
laygOyche a Ce fare accade fie il medefimoych' era accaduto a lui. Qualunque da mente p«
lo mone fie di quefle cagioni^ una , b più, ò tutte infieme; uoltb tutti i pen fieri u'
allaguerra,& ad unir fi con uno diquefli dueVrincipi , & congiunto con lui ,
tnuouere in Italia l'armi contra l'altro: a' quali pen fieri per trouarfi prepara-
to né potere fra tanto efiere opprefio da alcuno , mentre trattaua con ciaficu-
no,ma più grettamente col Re di Francia ; mandò in Eluetia Antonio Tucci
Vefcouo di Tifloia,ilquale ottenne poi in altro tempo la dignità del Cardina-
lato,a foldare,& condurre nello flato della Chiefa feimila Suiigerin quali ef
fendoglifen^a difficultà conceduti da' Cantoni,per la confederatione che dopo
laguerra d'Vrbino haueuarinouata con loro, ottenuto il pafio per lo flato di
Milano ;gli condufie nel Dominio della Chiefa ,intr attenendogli più me fi in Ro
magna, & nella Marca:efiendo incerto ciaf cimo a che propofito , non efiendo
mouimento alcuno in Italia,foflcnefie otiofamente tanta fpefia ; egli afferma-
va battergli driamatiper potere uiuere ficur amente, f apendo che ogni giorno
erano da i ribelli della' Chiefa rnachinate cofie nuoue : laqual cagione non pa- +
rendo neri filmile ,cadeuano né difeorfi de gli b uomini uartj conce ttuchi crede-
ua ch'egli fi fufie armato per timore, eh3 egli hauefie del Re di Francischi per
qualche difegno d'occupar Ferrar ai chi che hauefie ine linat ione di cacciar Ce-
fare del Reame di Isfapoli. Ma tra lui,e'l Re fi trattaua fegretamente d'afial
tare con Farmi congiunte infieme il Regno Napolitano , con conditione, che
Gaeta,e tutto quello, che fi contiene tra 7 fiume del Garìgliano,e i confini dello
fiato Ecclcfiaftko,s acqmfiafie per la Chiefaul reflo del Regno fufie del fecon
do genito del Re di Francia , ilquale perefier d'età minore hauefie ad e fiere
infimo ctìei fufie d'età maggiore , gommato wfteme col Reame da un Lega-
te
LIBRO
io ^ipoflolicù,ehe rìfciefic a J^apoli. Contenenti altra queflo la capitolartene
ebe'l He doueffe aiutarlo contra i fudditi*& feudatari] della Sedia .Ape/loti-
ca, conditane appartenente allo ftabilimento delle cofe poffedute dalla Chie-
fa ; ina non meno alla cupidità* che baueua il pontefice d'acqui far Ferrara •
lS[elqual tempo molto opportunamente a quefti difegni il He di Francia mili-
tato dall' occaftone de* tumulti di Spagna & confortatone fecondo che poi>que
relandofi*affermaua*dal Tonte fice;mandò un efferato fotto lAfrarotk, fratel
lo di Lautrecb inlslauarra per ricuperar quel Regno al Re antico ,& nell'iflef
fo tempo Ruberto della Marciaci Duca di Ghelleri cominciaffero a moleflare
i confini della Fiandra . Le difeordie di Spagna feciono facile ad jlfyarotb
l'acqmftare il Regno di l^auarra.defiituto da ogni aiuto, & nelquale non era
a Dì quefti fanta la memoria del primo Re:& bauendo con l'artiglierie e (pugnata la Roc
Giouio nei ca di Vampalona*entrato ne' confini del Regno di Catalogna;occupò Fontera~
lib.zo. Don bia*& corfe fina Logrogno*donde(come{pejfoauiene nelle cofe bumane)gio-
ico gr à co n uò a Ce far e quello che gli buomini baueuano creduto douergli nuocere -.perche
Arri* o'J'm k cofe di Spagna trauagliate fin a quel giorno con uarij progreffì; erano ridot-
miragdo , te in grandiffime turbulem^e^ emendo da una parte congiunti ì popolari * &
^nòeiifavii P^bù* dall'altra bauendo prefe l'armi in beneficio di Ce fare molti a Signori i
la Aiaua. quali per l' intere ffe de gli fiati temeuano la licenza popolare: laquale proce-
duta a manififla ribellione Àe fiderò fa di hauer capo d'autorità* baueua tratto
capeiiaaZin della Rocca di Sciatiua il Duca di Calauria*ilquale ricufando di pigliar l'armi
quei luoicó contra Cefare*non uolle difeoflarfi dalla carcere. Ma l'è fiere afìaltato il Regno
fcrifle ' per proprio dal Re di Francia* commoffe in modo gli animi de* popoli* i quali fen-
la reftitutio ^ difpiacere baueuano tollerata la perdita del Regno di 7<{auarra>benche di-
feo sforza, uentato per l'unione fatta dal Re Catolico * membro de' Regni loro,cbe parte
adduce un». per quefla cagione .parte per qualche profilerò fuccejfo, che baueua hauuto l'ef
ne delio fde fercito Cefareo,tu:to'l Reame di Spagna >depoflo più facilmente le contentio-
comra li p* w/ tra ^oro medefimi;ritornò allubidien%a delfuo Re. *AUa proferita del Re
pa : & è che di Francia per la uittona cofi facile del Reame di 1$auarra;s'aggiunfe,fe ha-
uoUPiicon" ueffefaPut0 ?*fare C occafìone, maggior fucceffo: perche gli SuiTgerL, apprefio
fermare a- a quali erano gli ^imbafeiatori fuoi, & di Ce fare * sfor^andofi ciaf un a 'effi
dioTd' Am di congiugner fi con loro, rifiutata contra l'opinione di molti* & contra l'inten
buuia, foto tione*che baueuano data l'amicitia di Cefare ; abbracciarono la congiuntone
gaUtoain°Fr5C c°l &e dì ^ancia*ubligandofi a concedere a gli ftìpeniij fuoi quanti fanti uo-
«ia, come il le ffe a qualunque imprefa* & di non ne concedere ad alcun altro per tifargli a
m*di che1'! °ffefa di quel Re. Reflaua l'effecutione iella capitolatwne fatta a Roma irai
teratoj dille Pontefice * & luiidellaquale effendogli ricercata la rat ifi catione, cominciò a
pakclle nò ft*re bfo;/pe(b)ejfendogli meffo foretto da molti che attefo le duplicità del To- j
era ?er man tefice* & Colio* che affimto ai Tonte fi ato gli baueua continuamente dimo-
fione d"aé fàato &* àa dubitar: di qualche frauda * dicendo non efer uerifnnile * che il
è di di \ 'pQHtefitf dcfideraffe che in lui- ò ne' figliaci1 pcruemjfc il Reame di 'ìsfapoli :
iu hguttìi. jj. j?V4enj0 qltei Regri0 e' l Ducalo Ui MiUno^cmereblK- troppo ufitapo
tcn%a:
QJV ART O DECI M O. . , 4ca
ten%a:pcr certo tanta bcniuolen%a fcopertafi cofi difubito non efferfcn^a mi *
fterio. Auemffe bene alle co fé fue da gl'inganni, & che credendo acquiflare il
Regno di 'Napoli nonperdeffe lo flato di Milano: perche mandando l'efferato
a Tripoli farebbe in poteflà del Tontefice,che haueua fei mila Suiigeri , w-
tendendo fi co' Capitani dell'Imperatore di$farlo:& disfatto quello, che difeft
rimanere a Milano11<lèefferedamarauigliarfuche'lTontefice hauendo ten-
tatole con le for%e gli fuffe tolto quel Ducato* diffrerato di poterlo §ttene-
re altrimenti, cerraffe priuarnelo con gl'inganni. Quefle ragioni commoffono
il Re in modo .che fl andò dubbio del ratificare, & forfè affrettando riffrofla £al
tre pratiche;non auifauaaRoma cofa alcunadafciandofioffrefiil Tapa,& gli
jlmbafciatori fuoi.Ma il Tontefice;ò perche uer amente gouernandofi con le
fimulationi confuete,baueffe l'animo alieno dal Re; ò perche come uidde paf-
fati tutti i termini del rifondere , affrettando di quel ch'era,e temendo che'l
Re non ifcopnffe a Ce far e le fue pratiche, & che tra loro per quefto poteffe na Acciebbe
fiere congiuntione in pregiudicio fuo, concitato ancora dal defiderio ardente > anco i0 h*
e he haueua di ricuperare Tarma,& Tiacen%a,& di fare qualche cofa memo 1*°^^/*
x r abile, a f degnato oltra queflo dalla infolen%a di Lautrech, & del Vefcouo di Maiia dalia
Tarbafno mimfìro,i quali non ammettendo nello flato di Milano alcuno com *°J"*h£*
mandamento^ prouifìoni Ecclefiaftiche;le diffrregiauano confuperbi[fime}& no : ilquale
infolentiffime parole ^deliberò di congiugner fi contra il Re di Trancia, con Ce- Jgjj |*,ns^e
farenlqu&le irritato dalla guerra di Jlauarraflimoìato da molti fuor uf citi di fofle ftat©
Milano , commofìo ancora da alcuni del configlio fuo de fiderò fi d'abbafiare la ^"f/,^
grandetta di Ceures,che haueua fempre difiuafo il fepararfi dal Re di Tran- to Ecclefia-
cia;fi rifoluè a confederar fi col Tonte fice contra il Reiallaqual cofa fi crede lo j£° Gl^l
fa:efie accelerare la ffreran^a di poter facilmente e on l'autorità del Tontefi- *> capeiu
ce 3 & fuajndebolire la Lega fatta con gli Sui7^erhinnan%i che con doni, & JJ^^.^
ton gratificategli la confolidafie. Indufie anco a maggior confidenza l'ani quale chia-
mo del Tontefi ce , che l'imperatore hauendo udito nella Dieta diVormatia JJJfqJfcrit
Martin Lutero , chiamato da lui folto faluocondotto & fatto esaminare le to di TaiDa,
cofe fue da molti Theologui quali haueuano riferito e fi ere dottrina erronea, bei Se , "
& pemitiofa alla Chrifliana religione ;gli dette per gratificare al Tontefice il cui nomee.
bando Imperiale daquale cofa ffrauento tanto Martino, che fé le parole ingiù
h riofe,& piene di mmaccie,che gli difte il b Cardinale di San sfio,Legato j£- b H cardi-
poflolico,non l'haue fiero condotto ad ultima diffreratione;fi crede farebbe fla JQl £ ^3S£
to facile, dandogli qualche dignità^ qual he modo honeflo di mnere,farlo par ftro i homa
tire da gli errori fuoi. Ma quelloshe fi fia di quefio,fu fatta trai Tontefi- JcU'oSfn»0
ce & l'Imperatore ferina faputa di Ceitres, ilquale infima quel tempo haueua de* Predica
bauuto in lui fomma autorità. & ilquale opportunamente morì quafine' me- ^"dotnln *
de fimi giorni ;confederatione a difefa commune etiandio della Cafa de' Medi- n»o , come
ci, & de' Fiorentini , con aggiunta di rompere la guerra nello fla io di Milano ^e fi°puoc&
in quei tempi, & modi che infieme conuenifi ero: ilquale acquiftandefi; reflaf piendece..
fé alla Chiefa Tarma, & Tiaccnza} chele tenefie con quelle ragioni ton lequa
li
'LIBRO
H haiteua tenute innanzi ■& che atte foche Francefce Sforza, lUiuateu efuìe
a Trento; prete ndeua ragione nelle flato di Milano perla inueflitura pater-
na,& per la monda del fratello;cbe aequiflandof, fuffe me fio in poflefjwne ,
& ubicati i Collegati a manteneruelo & difenderuelo: che il Ducato di Mi-
lano notconfummaffe altri falche quelli di Ceruia:permeffo al Tapa non fa-
lò di procedere cantra i fudditi,& feudatari^ fuor,ma ubltgato etundio Cefa-
re,acqmflato che fuffe h flato di Milano ad aiutarlo cantra loro , & nomina-
tamente aWacquiflo di Ferrara: fu accrefeiuto il cenfo del Reame uiVspcli-,
promstfa al Cardinale de Medici una penfione di dieci mila, ducati Ju L ^ìrci-
uefeouado diToltedo,uacatonuouamente,& uno flato nel Reame ut T^pon
d'entrata di dieci mila ducati per Meffandro de Media, figlimi naturale
di Lorenzo ?ià Duca d'orbino: per dichiararne deUequai cofe fare necefja-
rw brievemente raccontare quali Cefare pretendeva, cbefujfero mqueflo tem
, ai pri.d- po k razioni deli Imperio f opra il Ducato di Milano. » ^ffermauajiper la par t
£°™ tedi C efare, che a quello flato non erano di momento al cuna le ragioni anti-
«, ««, ,u. chede Duchi £Orl,ens,pernon ejfere flato confermato coni autorità Impe-
SSuSST, naie il patto della fucceffione di Madama Valentina, & che al preferite ap- ,
eh* pxir n- pmene.M immediatamente alflmperio,perche la inueflitura fatta a Lodout-
ìfftfSC co Sforzaperfe, & per i figliuoli era fiata riuocata datolo con amflitu-
*»° * *- dine di fante claufule,che la riuocatione haueua hauuto giuridicamente efet
kn*- to,inpregiudiciomaffmamente ie figliuoli:, quali non l aauendoma, pojfe-
dutoihaueuanoragione in fperanza,& non in atto: & perno < effen ftaiaua-
iida inueflitura fìtta al Re Luigi per fe..& per Claudia fua figliuola,,» cafo
fimaritaflea Carlo,&cenpatto,cbeno» feguendo tltmtnmonto f^[±
pa di Carlo;fu(fe nnlla,& che Milano per la maretta paffaffe a Carlo-ilqaale
le fu in cafotale,prefente il padre F,lippo,inufto.Da queflo inferi; p enea
ninno udore era fiatala feLdainueftitura fatta al medejimo Re Luigi pr
fe,per la medefima Claudia,& per Jlngolem in pregmdteio ài Carlo pupillo,
Jcoflituito fono la tutela di Maffimdiano-.netiaquak non potendo fare fon
TaZoauL,lReprefente;menopoteuaal^
caZeX^Zragfol perche da Cefare non haueuama, né ottenuta, ne dy
^Z:Z$ura:& eflermafeflonon ^iS^M
Xada Maffimiliano Sforza , quando gì, dette, l c.^* M'^Jtnbeg
Feudo alienato di propria autontà;made incontinente al Signor Jop> ano. &
jeuao alienato a prot tonfent,mento di Cejare , morto m
perche Maffimiliano , benché at,m.^)oai epw«»i j
quello fiato -non hauendo mai nceuuta l inueflitura ,non poteua ^ferire m
Il ILelkragionueheafenonapparteneuano. ■ ^f^Zt^t
tivlmenteÌconfederat,onemnTonUflce,&Ce^^
d;fU eonfiglio commune procedere innanzi che mancamente fi mouefiero
t'aLò on,nf,d,e,ò con Iffalto mpromfo ,n un tempo ,ftefi o p er mezode fu
d le galee ielt Imperatore^ erano a 7tyQh*t quelle del P«»#Jg
'
Q^V ARTODECIMO; «ot I
feritafiero altìmprouifo nel Torto di Genoua armate di due mila fanti Spd-
gnuoU,& conducendo Ceco Gieronìmo ^Ldornoiper lìautorità)& feguito del- ^ p. ^
quale mouendofi fimìlmente nel tempo mede fimo per Gpera fua gli huomini Moroncfcri
delle Rudere partigiani degli Momi;fperauano che quella Città tumultua?- J^^^I ]||
re. Dall'altra parte era flato trattato per Fracefco Sfor7a?& per a Gieronìmo mt quégli
*J
Morone,c\iera a Trento appreffo a lui con molti de principali de fuorufcith £ ^
che in Tarma, in T tacendo, & in Cremona fu/fero affaltate altìmprouifo le gè rio dei Da-
ti trance fiycbe u erano alloggiate, el mede fimo fi facefle in Milano , & che JJj f™e££
Manfredi Talamfino,el Matto di Brin%i,capo dì parte in quelle motagne con tote : & pe-
ducedo fanti Tedefchiper il Lago di Como, affaltaffcro quella Cittldoue affer J^iSrlald*
b mattano hauere b fegreta intellìgéza:et chefuccedédo quefle cofefo alcuna del cffci ietto ;
le più importanti;! fuor ufciti di Milanoxhe ermo molti Getifhuomìnij qua ^4^$
li shaueuano occultamente a trasferire a Reggio, doueil giorno deflinato do- nominato *
ueua ejfere Girolamo Morone;fi moueffero per entrare nello flato, facendo con ^rio l
noi»*
z più preflevga fi poteua tre mila fanti : alquale effetto il Tonte f ce mandò a c ^jj»*1»
Francefco Guicciardini Gouernatore già molti anni di Modona,& di Reggio,
dieci mila ducati con commi [Jione che gli deffe al Morone per fare fegr et amen b scriue il
te fantiychefuffro preparati alfucceffo di quefle cofeiallequali il Guicciardì-^ ^^ht{
no preftafte fauore , ma occultamente , & in maniera tale che dall'anioni de nella carta
miniflri non poteffe il Re di Francia* querelar fi, o farfinìflra interpretatione {£™*£*u
del Tontefice.Manon fu felice l'euento d'alcuna di quefle co fé. L\irmataan eìicapeiia
data a Genoua di fette Galee fonili, quattro Brigatini, & alcune J^auifipre J£nt^ u *"
fentò in uano al Torto .-perche il Doge Frego Co prefentendo la loro uenutaha-
nsua opportunamente proueduta la terraiperh nonfentendo rinouarfi cofa al- ^ ^f£\
cunaffi ritirarono nella Pernierà di Leuante:& in Lombardia efìendo quel che malignità,©
// trattaua,& il douere uenire Girolamo Morone a Reggio, in bocca di molti P", ° °"a*~
fuor tifiti, Federigo da Botole , peruenutogli air orecchi e ;andb a Milano a il nome del
" notificarlo allo d Scudo, ilquale teneua a Milano il luogo del fratello,che poco
no Goucr.
innan%i era andato in Francia : ilquale raccolte le genti darme alloggiate in natore : ma
pone .
uarij luoghi,& dato.ordine a Federigo che dalle fue Caflella menaffe mille fan
tifando fubìto con quattrocento lande a Tarma >certifìcandofì mentre andaua
a ogni horapiu della uerità di quel che Federigo gli haueua riferito : perche i sdcJ*~ £*
fuor ufciti non feguit andò l'ordine dato dello adimarfifegretamente;eranopa chiamato
lefemente andati a Reggio, facendo in tutti i laogìn circoftanti richiefle d'huó Jk.°ra*u° ^
mini,& dimoflrationi manifefle dìhauerefen%a indugio a tentare cofe nuoue: da un ca-
nelquale modo di procedere continuo Girolamo Morone yuenuto dopo loro, diecul|cecr!ain
moffoperauentura perche quanto più feopertamente fi procedeua; tanto più Guafcogna
fi genererebbe nimichi a tra il Tontefice,& il Re. .Xpparìuagià manifefta- Jjf^^"'
mente a tutti la uanità dì quefle machmationì:& nondimeno lo Scudo giunto Mon fig. di
*Tarma;deliberò la mattina feguente,giorno falene per la natiuità di S, Gio Cnpc\\t \ &
uanni Battifla,apprefentarfì alle porte di Reggio fyeraudo potere hauere oc- jjj^P"1 neI
cafone di prendere tuttì,o parte de fuorufati, ò mentre che effi fentendo la
Fee fua
LIBRO
v c de fi fua venuta fuggi ffero della Terrafo perche ,non ui emendo faldati foreflieri; ti
che'j capei Governatore huomo di profejfwne aliena dalla guerra,fyauentato;gliene defa
petto dod?ò fi prigioni; ò forfa nella trepidatane della Città Jpcrando hauere qualche oc*
contra que- capone d'entranti dentro . Trefentì qualche cofa il Governatore di quefio >
co°j finché & benché neri ejjendo ancora noto l'affalto di Genoua; non gli pare fi e uciifi-
nen ha mai mile che lo Scudo fen^a commandamento del fuo Recando quafi principio ai
mm^io^ò l* guerra \ entrale con l'armi nel dominio del Tontefice; nondimeno confiderà
me perche do quali fyeffo pano gli impeti de i Francefhper non effere del tutto fyrouedu
.Lefcuns tr« t ormando fubito a chiamar Guido Rangone ,ch'era nel Modonefa, che la notte
teneua con medefima ueniffe a Reggio : ordinò che de' fanti faldati dal Morone ueniffe la
ftfu guìc° notte medefima quella parte, ci/ era in alloggiamenti più vicini: che'l popolo
c!ardinoj « della 7 'erra >quale fapeua effere alieno da Francefili fuono della Campana fi
l'ai ira parte TÌduceffe alla guardia delle porte>confegnata a ciafeuno la cura fua.Venne lo
Ai'rr a"* Scudo la mattina feguente con quattrocento lance-Metro allequali,ma lonta-
Triuuitiocó no per qualche miglio,ueniua Federigo da Botole con mille fanti: & hauen
d/" fi5""' do come fu vicino alla terra mandato Buonaualle uno de' fuoi Capitani al Go-
no effer del uernatore a dimandare di uoler parlare con lui; fi couennono che lo Scudo s'ac
do°n 'faceto coflafie ad una por tella,ch' entra nel Riuellino della porta, che uà a Tarma &
proua di en nel luogo medefimo ueniffe il Gouernatoreficuro ciafeuno di loro fatto la fede
ciuà Mane ^uno dell'altro, Cofi uenuto innanzi lo Scudo,& fmontato a piede; s'accofià
co mando la con parecchi gentiluomini a quella porta: donde ufeito il Governatore ; cq~
ti°cap"dhler linciarono a parlare infieme lamentando fi rimo, che nelle Terre della Chie-
fa da quei , fa contra i Capitoli della confederatone fi clefie ricetto, & fomento a fuor H-
ciàrdinofai fà1* adunati per turbare lo fiato del Re; l'altro ch'egli con efferato armato fuf
ue.che fu m fa entrato all'improuifo nel Dominio della Chiefamelquale fiato hauendo alcu
fto Storto ni del popolo contra l'ordine dato, a aperto una delle porte per introdurre uno a
cheaicapei carro carico di farina; Buonaualle ch'era incentro a quella por ta,per che legen
»e pre*ftai fc ti dello Scudo fparfefi intorno alle mvra,nè circondavano una parte ;fìfainfa in
**• nan%i con alcuni huomini d'arme, per entrar dentro: ma effendone cacciato, et
b sì verifica farrata ^ porta con grande firepito;il rumove.uenuto nel luogo,, doue lo Scu-
cpato è lem do,e'l Gouernatore parlauano ;fu cagione che quei della Terra, & alcuni de*
a95 "xh? v- fuorufcitiyàe' quali erano piene le mura del Riuellino, fiancati gli fioppi con
uoce uà- tra quelli, eh 'erano uicini allo ScuJ o; ferirono grauemejite ^ileffandro da Tri-
ul%io -. dell ] aquale ferita morì fra due giorni: indegno certamente di quefla cala.
na
na
un minimo
foida toiè ca mità3perche haueua diffuafa il venire a Reggio :gli altri fuggirono, né falnò lo
di°accìdf t? Scudo altra cofa^che'l rifpetto,ilqual'hebbe chi uoleua tirare a lui, di ncn per^
neiquai i uo cvotere il Gommatore ima e fendo egli pieno di faauento, & lamentando fi ef
dei libr. s*!* fargli mancato della fede,nè fapendo rifoluerfi,o a fiare fermo ,o a fuggire; il
i s 6. ho no- Gouernatore prefolo per la mano, & confortandolo,che fopra la fedefua lo fé
m'oclorfe1? guitaffe;lo introduffa nel Rivellino,non l'accompagnando altri de' fuoi,che la
lì come èan Motta gentil buomo Francefe:& fu cofa marauigliofa,ehe tutte le genti d'ar
3.a°7a,e * ' mexcome int efono lo Scudo efier entrato dentro ; andata tra loro b la uoce che b
era
Q^V ARTODBCIMO; Aot
era finto fatto prigione; fi mefiono in fuga con tanto timore che molti di loro
pittarono le lanci e per le flrade > pochifjimi furono quelli , che af^ett afiero lo
Scudo:ilquale dopo lungo parlamento, & efiere flato certifìcato.che'l difordi
ne era nato da fuoi;fu licentia-o dal Gommatore : ilquale rifpettoo alia fede
data ,& alle commejfioni bauute dal Tontefice di non far dimofìratione alca
na contra il Re;non uolle ritenerlo :dellaquale ritentione non farebbe feguito
l'effetto, che allhora per molti fi credette* della ribellione dello flato di Mila-
noiperchele genti d'arme fé bene meffe in fuga non eficndo feguitate da al cu
noverche in Reggio erano pochiffimi caualli,& hauendo rifeontrato a* confi»
ni del Reggiano Federigo da Botole >che ueniua innari con mille fanti; fi fet
marono,& riordinarono :e'l terrore cominciato a Tarmai a Milano per ef-
fere flati ipr imi auifi, che lo Scudo era prigione, & le genti d! arme rotte ;non
farebbe andato innantycome fi fufic intefo le genti darme efiere falue, non
efiendo maffimamente in luoghi uicini efiercito-M forile da poter fare moui-
tnento alcuno, & reflandoui molti altri Capitani di genti d'arme . Ritiroffi lo
Scudo raccolti i caualli, e i fanti a Coriago uilla del Reggiano, uicina a fei mi-
glia di Reggio: donde tra pochi giorni fi ritirò di là da Lenza in Parmigiano,
hauendo mandato a Roma la Motta a ginflificare col Tontefice le cagioni del
r efiere andato a Reggio, & a fare inflaza}che fecodo i Capitoli, ch'erano trai
Re,& lui,cacciafie i ribelli del Re fuor a dello flato della Cbiefa. Ma ne' gior-
ni msdejìmi un cafo, che accadde a Milano jpauentò molto l'animo de' ¥ canee
fi, come fé co fegni manifeflifufiero ammoniti dal Cielo delle future calamità:
perche il giorno folenne per la memoria della morte del Trincipe degli *Apo- x D;ce \\ Ca
tftoli, tramontato già il Sole nel Cielo fereno, cadde per l'aria da alto a a guifa pecche fa
d'un fuoco innanzi allaporta del Caflello,oue erano flati condotti molti barili "he percoV
di poluere di artiglieria tratti del Caflello per mandargli a certe fortezze: il- fc ne ' la t0*
perche leuatofi finitamente con grande flrep ito, gr. inde incendioyrouino nifi porudeica
no da fondamenti una torre di marmo hellifjima,fabricata fopra la portamel .ft€,!°:&che
lafommità dellaquale flaua l'Horologiomè folamente la Torre, ma le mura , fiferbauano
& le camere del Caflello , & altri edifici^ contieni alla Torre , tremando nel m.?hl. !?.ari:
ir i 7 -r 1 -/ i 7 • £"oni dipoi
tempo mede] imo per lo tuono jmijurato , & per la rouina tanto grande tutti ueve g l'ani
gli edifici] del Caflcllo,e tutta la Città di Milano,e ifaffi, & pietre grandifji- f™£ '• &
me dalle rouine uolauano con impeto incredibile Jpauentofamente in qua > & huonuni , '
in là per l'aria,horapercotendo nel balere molte perfine, bora ricoprendole guard^del
con le rouine :dallequali era ricoperta con tanti fafjì}che pareua cofaftupen- calteli© ;
b dijfima, la piazza del Caflello :de quali b alcuni di fimi furata grandezza noia xnzc falf"fm
rono lontani per ifpatio di più di 5 oo.pajfi, & era l'hora propria che gli huo- *ono .
mini cercando di ricrear fi dal caldo, andauano pafieggiando per la piazza : b . .. .
però furono ammazzati più di cento cinquanta fanti del Caflello, e'I Caflel- paia di buoi
lano della Rocchetta>& quello del Caflello:& gli altri tanto attoniti.. & pri- Jre?^."J ^
m d'animo,& di configlio, & vomitato tanto Jpatio dimuro, che al popolose fi , ferme il
fi fufie mofio , farebbe flato molto facile l'occupare quella notte il Caflello . CaPcl,a-
E e e z Ma
LIBRO
Ma il Tùntefióe,Come gli fin nota la uemtta dello Scudo alle porte di Reggio,pi
gliamhh per occafron di giuftiflcare le [ne attioni;fie ne lamentò grauiffima-
mente nelConafloro de* Cardinali: e tacendo la confederatione già prima fat-
ta fegretamente con Cefare, & l'ordine datocele galee dell 'uno ,& dell' al-
a Di qucfto tro affaltajfero Genotta;dimoflrò che l'hauer noluto lo Scudo occupar Reggio ;
trattato fu fignìfièaua la mala dijfrofitione ,che haueua il Re di Francia contra lo flato
Medeao Ru della Sedia ^ipoflolica: & però effer per difefa di quella necefjitato a congiu-
ro ài co gnerfi con Cefiare,delquale non fi era mai ueduto,fie non ufficij degni di Trinci-
undur?é!o~ pe Chriftiano,& in tutte l'altre opere fiue, & nell'bauere ultimamente prefo
«l'Antonio a yormaiia sj ardentemente ilpatrocinio della Religione. Cofj fimulando con
ìe^iVueiu trarre di nuouo con Don Giouanni Manueìle Oratore di Cefare la confedera-
città : ma tione che prima era contrattai chiamarono fiubiio a Roma Trotterò Colonna,
non heobe , i n , .. . ,. ., J . r r i r
affetto, co- alquale eraflabilito di commettere il gouerno della imprefia}per confidi are J e
mei\cTei- co con c^c mo^) & con c^e forV sbau<tf]e a muoucrc l'armi apertamente, poi
la co :brme che erano fiate infelici le infidiey&gli affiliti improuifi . imperoche ne era
ìtorico! hl flato più fortunato il a trattato di Como: perche effendo Manfredi Talauifino, a
& il Matto diBruixì con ottocento fanti tra Italiani, & Tede fichi acce-fiati fi
J}-11 °|p/lla di notte alle mura di Como fiotto fifrera%a che Antonio Rufica cittadino di quel
effetto il ca la Città rompe fife tanto muro mano alla cafamie babitaua, che hauefiero fia-
Tedefchhe- cu^^ centrare m^a T errandone, per che ui erano pochi Francefi,nen credeua-
ta ftato cor no trouare refifien^ayma battendo affrettato per grande Jfratio di tempo in uà
S!S &r ™ noni Gouernatore della Terra adunati tutti i Trance fi , & alquanti Cornifichi,
USUO vjuITO ■> - •' .p m* * ii • r •
Gouemator che teneua per più fedeli :ma con numero molto minore che non erano quelli di
4i Canos . fi4ora;affaltatigli ah'improuifo;gli mefifie in finga con tanta fasUità che hfi ere b
e Federico dette per molti che haueffie con danari j& con promefìe corrotto il Capitano
Mantoua ef ^e T e defibi. affondarono nel Lago tre barche, prefione fette, & molti de' ni-
fendo fuccef miciytra i quali Manfredi , & il Matto e he fuggivano per la aia de' monti :
fco^ifo311" & aerati tutti i fanti Tedeficbi ; gli altri furono condotti a Milano , doue
àie, che mo Manfredi & il Matto furono fquartati publicamente , hauendo prima con-
Mario^de! fefiat0 Bartolomeo Ferrerò Milane fie buomo di non piccola autorità , efferc
1519. ferme confido delle pratiche del Morone : ilquale incarcerato in freme col figliuolo ;
cob'c'heb- fi* condannato al mede fimo fupplicio per non battere riuelato che il Morone
be maggior l'haueua con occulte ambasciate Annoiato a trattare cofie nuoue contra il Re .
Papa } cioè rHelqual tempo il Tonte fie e conofeendo di quanta opportunità fu fife lo Sta**
di trecento to di Mantoua alle guerre di Lombardia , condufie per Capitano Generale
arme1,1 & di della Chiefia c Federigo Marche fie di Mantoua con dugento h uomini d'arme,*
mille fanti & du?entO
in tempo di °
guerra con dieci mi'a ducati di fti^endio , & che la condotta durafle due anni', & uno ad arbitrio : & no»
dice egli, ch'efTo riman dalle l'ordine di San M chele : ma che il Re Francelco uolentieriacconfenti, ch'egli
accettalTe coli honorato calicò . Il Capella dice ,ch'ei rimandò la Collana per un trombetta a Monfig. di
Lautrech . Ma il Giouio Tenue , che il Marchefe hebbe fole carico di General della caualleria del Papa : il»
che fi legge nel libro quarto della vita di Leon Decimo , ma nel fecondo di quella del Marchefe di Pekara t
dice, ch'era General di tutto l'eflercito del Papa . Ciucilo Auttore poco lotto lo chiama General della iaa»
tecia Spaglinola *
Ct V ÀftTÓDECIMO. 4©1
ér ingente* Cauaìli leggieri:ilquale innanzi fi conduceffe,YÌnoncìk alt ordine di
San Michele y nelquale era flato affunto dal Re di Francia^ & gli rimandò il
collare & ilfegno->che dona il Re a chi fi affume in tale ordine . Ma a Roma
con configlio di Trofpero Colonna fu deliberato dal Tonte 'fice , & daltOrator
Cefareo l'ordine. & il modo di procedere nella guerra:che quanto piupreflofi
potè ffe-, fi affalt affé da' confini della Cbiefa lo Stato di Milano con le genti d'ar
me del TonteHce> & de" Fiorentini: lequali computato la condotta del Mar-
chefe di Mantoua>afcendeuano al numero uero di feicento huomini d'arme »
d quali fiaggingneffero tutte le genti dyarme di Ce far e , che erano nel Reame
di Trapali , in numero quafi pari a quelle di fopra : che fi foldaffero fei mila
fanti Italiani, ueniffero all' effer cito ,che haueua a unir fi tra il Modoneje* & il
Reggiano^ due mila fanti Spagnuoli che con lo adorno fi trottauano nella Ri
mera di Genoua , due mila altri ne mcnafìe del Regno di Napoli il Marche fé
di Tefcara , & fi conduceffero a fpefe communi del Vontefice , & ài Ce fare
quattro mila fantiTedefchi , & duemila Grigicni: aggiugneffinfi due mila
Sui%zeri,ì quali erano uolontariamente rimafti a* foldi del "Pontefice: perche
gli altri infajliditi dal lungo ceto t& perche fi approjjìmaua il tempo delle ri-
tolte ; erano prima che lo Scudo ucmffe a Reggio > ritornati alle cafe loro, ba-
ttendo in nano procurato di ritenergli il Tonte fc e, poi che in effi haueua fpefi
inutilmente cento cinquanta mila ducati. Deltberoffi oh ra quefli proiiedi-
mentiiChe con l'autorità del Tontefice,& di Ce fare fi faceffe inflan^a appref-
fo à Cantoni degli Svizzeri ycbe conduceffero fei mila fanti (tanti erano obli
fati concederne per le conuentioni^chc haueua con loro il Tontefice)& che al
Re di Francia rwufaffro di concederne) allegando il Tontefice la confederatici
ne fua con loro e (fere anteriore di tempo a quella » che haucuano contratta col
Re di Francia : & che ottenendofi quefle dimande , fi affaltaffe dalla parte di
uerfo Corno il Ducato di Milano : nelquale fi fperaua haueffe facilmente a
nafeere folle uat ione per la moltitudine grande de' fuor'ufciti d'honoratifji-
mefamiglie>& perche la beniuole^a che i popoli foleuano hauere al nome del
Re Luigi ; era conuertita in odio non mediocre : concio fia che effendo fiate le
genti d'arme, che ordinariamente /lattano a guardia di quello flato ,mal pa-
gate per idifordmi del Re , che era flato parte perneceffità , parte per no-
lontà aggr aitato dafopercbiefpefe>erano uiuute con molta licenza: né i Gouer
natori Regij prefa audacia dalla negligenza del Re , amminiflrauano quella
giuflitia.cbe era folita ad ammimflrarfi nel tempo del Re morto:ilquale affet
ùonatifjìmo al Ducato di Milano ^haueua fempre tenuto cura particolare de
gli intereffi fuou Tremeuagli oltra queflo , che nelle cafe proprie erano co-
stretti y fecondo l'ufo di Franzia y alloggiare continuamente gli officiali , ei
follati Fr ance fi : ilche fé bene non fuffe con loro ff>efa, nondimeno effendo
cofa perpetua , eradi fomma incommodità } & moleflia: & attenga che
queflo pefo mede fimo foflenefiero al tempo del Re p afiato , ilqualc f cu f an-
dò cqì Cefi empio della Città di Tar.igi , non haueua mai uoluco concederne.
he e 3 grana
LIBRO
grati a a Milane fi; nondimeno acccmp agnato da 'mali già detthpareua al pre
[ente pi u grave: & fi aggiugneua L *A 7>{y£ T VR*A dei popoli de fiderò
fi di cofienuouc,& la inclinatione sì ardente ,che hano gli huomini à liberar-
fi dalle moleflie preferiti }che no con fider ano quel che fucce aera per l'avenire.
La fama della guerra deliberata dal Tonte fice* & da Ce far e con apparecchi
ta nto potenti, per venuta a gli orecchi del Re di Francia ;lo coftrinfe à penfare
di difendere con non meno potente proni fione il Ducato di Milano: dellequali
la prima jpedit ione fu che Lautrech,andato per [accede particolari alla Corte;
ritornale fubito a Milano: ilquale fé bene dubitando della uarietà , & della
a Molto è negligenza del Re, & di quclii,che gouernauano a ricufaffe di partir fi, fé pri- a
carena* dal ma non SÌ* erano numerati trecento mila ducati ,i quali affermava bajlargli a
dir, che Lau difendere quello fiatoynondimtno uinto dalla infianza grande del Re,& della
fanlVpar" madre, & ingannato dalla fede datagli da loro, & da' miniflri prepofli all'am
tìitt di Fra- minìflratione delle pecunie, eh e non prima arriverebbe a Milano, che i danari
«5 numera dimandati ';ri tornò con grandi (fìma ctlerità preparando follecitamente le co-
ti | de nari : fe riecefiarie alla difefa:per laquale hauena infieme col Re deliberato > che alle
arsendo alia genti d'arme Regie, che allhora erano in Lombardia, fi unì fiero gli aiuti difei-
Co rie Rea- cerJj0 huomini a arme, & di fei mila fanti, a* quali erano tenuti i Vinitiani >
te calunnia che prontamente gli offerivano, & già facevano cauakar e le genti d'arme nel
to ruo fratei yeronefie, & nel Rreficiano:fioldare dieci mila Sui?geri,tenendo per certo e he
dato giuftif peruirtv dellanuova confederatone non farebbono negati, & far pacare di
fima1capgio" Francia in Italia fei mila Venturieri, & aggiugneremqualche numero di fan-
difar guer- ti ìtalianuco quali fiijfidij ffterauanoà potere fen%amolto pericolo tentare
F* LtUnnC ^ fortuna d'una giomata,ò quando non havejfero forze baflanti a qvefto,al-
quanto pri. meno provedendo fiofficienternente le terre > e temporeggiando fin le difefe ;
uaha^cor ftraccare i »&fttò de' quali l'uno per la fina naturale prodigalità y & per le
regger gii et fpefe fatte nella guerra d'orbino, era efaufio di danari , all'altro i Regni fiuoi
teUod fé pah non ne fiommiuiftrauano copia tale, che fi crede fi} potere lungamente nutrire
ti lAnciieì una guerra di tanto pefo. Tenfiauano olirà quefio,cbe ^Ifonfo da Efìe, difye
rando dello flato proprio, fé il Vontefice otteneva la vittoriano fi move fi e per
ricuperare le cofe perdute, è almeno fiondo armato teneffe il 'Vontefice in fo-
retto tale, che ei fuffè necejfitatoa la filar e molti faldati alla guardia delle
terre lucine à [voi confini, Quefii erano i configli ,e iprep annienti di eia-
feuna delle parti,non omettenc.0 perciò il Re fatica,? indufiria alcvna^na va-
riamente per mitigare l animo del Vontefiie.Era in queftó tempo Trojfiero C*
lonna a Bologna,donde non appettate le genti, che douevano venire del Rea-
me di Tslapolhne ifaatiTede fichi, raccolti gli altri fcldati >&laficiat e fuffì-
cient emente guardate per filmetto del Duca di Ferrara,Modona,Reggio,Eò-
lognaJRavenna,& Imola ; uenne ad alloggiare fui fiume della Len%a vicina
a Tarma a cinque migliai pieno di fieran%a , che i Frana fi non baueffero ad
attenere fanti da gli SuiT^eri , & che per quefio , &per la maliuolen%a de'
fopoliihavejfiro a penfare più di abbandonare the difendere il Ducato di Mi
LaiiQì-
aicuna cola
«ansato
<^v a r f o decimo; _ é 4^4
to:tfw ti co fa fuccedette altrimenti : perche i Cantoni con tutto che in con-
trarlo facefìero infian%a grandi ffimailCar dinaie Sedunenfe,& gli Oratori
de1 ?ontefice,& di Cefare deliberarono concedere al Re 1 fanti fecondo era-
no tenuti per l'ultime conuentioniii quali mentre fi preparavano, eraMemto
a Milano Giorgio Soprafafio con quattro mila fanti Vallsfu onde Lautrcch
Polendo difender Tarmaci haueua mandatolo Scudo fuo jratello con quat-
trocento lance, & cinque mila fanti Italiani, de quali era Capitavo Federigo
da Botole. Sentiuafi oltra quefto,che i Vinitiani racco menano le loro gen-
ti a Tonte Vico per mandarle in aiuto del Re di Francia , & che il Duca di
Ferrara foldaua fanti. Vercib Troverò conofeendo effere necefiane mgj
Piori forze,flettc fette giorni in quelt 'olloggiamentomelqual tempo fi congiun
fono con ùfìercito quattrocento lance Spagnuole , guidate da .Antonio da Le-
na , che ueniuano del Reame di popoli , el Marchefe di Mantoua con parte
deUefuegentunonfialterandQ^ercibperlauenutadelMarcoefe,^ f ^ fl
* Generale di tutte le genti della Chiefa, l 'autorità di Troverò Colonna, » nella Pro.?croCd
perfonadelqualeperuoìontàdelVomefce,&diCefarer^ t*<t*
xa alcuno titoloni gouerno di tutto l'esercito: anzi lapoteflafu^ema di com la} cjoè che
mandare atutte le genti della Chiefa,& al Marchefe di Mantoua nominata- jì.'-p^u
menteera in Francefco Guicciardini ,che haueua il nome di Commefiarw Gè rattc ddu
nerale dell' e(fercito>mafipra il confueto de Commefiarij con grandiffimaau- R«» j/^
torità. Conàuffe dipoi Troverò l'efiercito a S.Lazjaro un miglio apprcjjo a ceda la fom
Tarma fu laflrada>che uà a Reggio, con deliberatane di non procedere piuol £ane< .$£
tre Mino a tanto non uenifjeil Marchefe dìTefcara, ilquale s affettano del cito. iigìo.
Revno con trecento lancie,& due mila fanti Spagnuoli,& in fino non ueniua- ™™h ;£
no 1 fanti Tedefchi : nelqual tempo non fi focena a Tarmigiam altra moleftia f^onx
che in*e<marfi col diuertire l'acque, & rompere i mulini , che hauejjero difli- Profp;ro fu
cullati macinare. Ma ì omettanone de glihuominierauoltaallauenutade mòrtu
Tedefchi,contra i quali per impedire che non pajfajfero.mand anano 1 Vimtia n la gue;ra.
ni nel Verone fé a infiamma de France fi. parte delle loro genthperche uenutia ma^ei hb.
Spruch dimandauano u ole re riceuere lojìipendio del primo mefe a Trento^ del M3rche
di effere alle radici della montagna di Monte Baldo, donde dicenano uolere paf fé di Perca-
far p, incontrati da qualche numero di caualli , per potere con la compagnia lo- ri; a fc me_
ro paffare innanzi più fieramente. Terb Troverò honcuo mandato a Man dcimo. dice
tona du^ento caualli leggieri )percl?e congiunti con due mila fanti commanda Ió;3 era Ge
ti dal temtorio Mantouano.fi face fi ero innanxi,& con l'artiglierie del Mar- »«»lc* «£
chefe,ilquale in tutte le cofe per gratificare al Tontefice,& a Cejare prece- ria ci Pelea
deità come in caufapropria.non come faldato . Tiu difficile era il pagargli a » delia faa
Trento .-perche numerando fi i danari etiandio per la parte di Ce far e dal Ton-
tefice;nonfipoteuano mandare per lo paefe de Vinitiani fé non con grane pe
ricolo . Intefa poi l'oppofitione de Vinitiani, dimandarono 1 Tedejchi mag-
giori aiuti, uariando etiandio nel tempo del poffare la montagna,& nelcami-
no>& per cloche il Marchefe dìTefcara, che era arriuato nel Modonefefi noi
* Eec 4 taffe
L t B R O
tafie nel Mintòuano,alqualc furono mandati dal campo cento buofnim (Tar-
me,& $ oo. fanti Spaglinoli : ultimamente i Tede [chi impattarti d'affrettare
il tempo,chebaueuanofigmficato feciono di nuem intendere uolere anticipa
re cinque giorni, affermando che afpetterebbono alle radici di Monte Baldo ì
caualli un giorno folamen te, & non uenendo ritomerebbono indietro: alquale
tempo non potendo efferui ti Mar che fé di Tefcara; fu nece feria che dal cam-
po uandafjero con grandtffima celerità Guido Kangone , & Luigi da Gonza-
ga, prouedimenti tutti fatti fuperftuamcnte : perche comeTrojperohaueua
fempre affermato , non poteuano i Vinitiani impedire il pajfaggio a feimila
fantUquanti tra i Tedefchh& Grigioni erano queftiX ordinanza de' quali ha
rebbe foflenuti i loro caualli;nè i fanti Italiani harebbono battuto ardire di
opporfegli:per laqual ragione , & perche il Senato abbonente dalie occ afoni
di ridurre la guerra nello flato proprio , baueua uoluto fodisfare a3 Franceft
più con le dimoftrationi}che con gli effetti: le genti de' Finiti ani il giorno in-
nanzi-, che i T ed efebi doue fiero pafìare ; ft ritirarono uerfo Verona : donde ì
Te de fichi fenica alcuno oflacolo paffarono a Paleggio , & il giorno feguente
a Arrìuò il mi Mantouano'.Ma a arriuato che fu il Mar che fé di Tefcara nel campo, Tefi #
Marchefe di fcrcito flato a S. Labaro tredici dimandò il giorno feguente ad alloggiare a S.
campo, fccó Martino ,colquale il giorno mede fimo fi congiunfono i fanti Tedefcht,e i Gri-
do il capei gioYiu Cofiefiendo ridotte in fteme tutte le fo)\e deftinate , fi cominciò a con-
h uorn i n f- fultare quello chef uff e da far e proponendo una parte del confalo, fi at tende f-
ain>e delire fe all'efpugnatione di Tarma,per effere la prima terra della frontiera , & la*
giun le anco qual non eraftcuro lafciaift alle ffr> allerte per Tefiercito che andaffe innan%iyrì
Giroh mo _ (heti0 alla incommodUà delle uettoua°lie-. et del fare condurre i danari» & Tal
Adorno co ^ r • 1 r n rr ■ \ / j in
tre mila spa tre proni font che fu fero neeejj f arie, ne utile per le terre, che rejtauano tra Tar
gh» rf1-' • be" ma>& Bologna »lslon effere i fanti che ui erano dentro /raccolti la maggior par
Ja ha fci itto te quafi tumultuariamente M molto ualore, & di quei per la diffidata de pa
Puefto1 Apra gamenti,& perche in Tarma fi patina di macinato* fuggirfene ogni dì qual-
tote) che in eli uno in campo: il circuito della terra effere grande , hauerc il popolo mal di-
»an°tefttato fpojioyilqual bcnchefufk sbattuto pigherebbe animo dal fentire T efferato al
lo flato di le mura; in modo che battendo fi la Città da più parti > potriano difficilmente
cfouiìTicr!- refifiere ì Franceft a nmùci di fuor a , er guardar fi in un tempo mede fimo da
ne , che ù quei di dentro: altri allegauano la Città effere ben fortificata- bauere difenfori
«WòCcon a fìfficien^yi fanti che erano fuggiti efiwe tutti inutili, & uili;eficrui rima
«enti inie- flj i fanti più utili, & cfberti alla guerra:t ante lande Franceft dtffofli tutti a
feria Spa? difender fi ualorofamemc -.perche non ah rimenti ui fi farebbe rinchiufo lo Seti
grmoU .. do, Federigo da Bozgole > e tanti altri Capitani : faperfi per efiere mutati in
bricue (patio di tempo i modi della milttta , & Tarti del difendere , quanto
fufie divenuta difficile T efpugnatione delle terre , & douerfì diligentemente
auuertire che fé la prima imprefa , che fi ientafiey non fi ottenefie , in che
grado re filerebbe la riputatone di quelle fi er cito , prefupp'orfi per ciafeuno
t$er ernie filarie piantare intorno a Tarmai* artiglierie in duedtuerfi luoghh
H Q^V A R T.ÒBECIM O. 4*?
madouefono in campo X artiglierie, & gli altri prouedimenti afujficicn^aìriè
fi potere condurne fé non dopo (patio di qualche giorno : ilquede indugiò , oltra
che sera con fumato pure troppo tempo , dare occafione che con Lautrech, che
di giorno in giorno s'afcettaua a Cremona, fi unifiero le genti de9 Vinitiani,&
maggiore numero degli Sui'^erhpenhe già ne era uenuta una parte, e ì fanti
uentur ieri .che s'afpettauano di Francia Squali tutti fifentiua che già s'appro-
finquauano,che farebbe fé impegnato l 'efi eretto intorno allarmategli fi acro-
fìajfe in qualche luogo uicino f donde non fi Infoiando sforare a combattere ,
trauagliaffè le forte delfaccomanno,& le uettouaglie che giornalmente fi co
duceuano da Reggio , lequaligià dalle genti, che erano in Tamia, riceueuano
continua molefiia. Efiere migliore configlio fan a prouifione di uettouaglie per
qualche giorno, lafciatafi indietro Tarma, andare alt improuifo a Tiacen^a:
nellaquale Città di circuito molto maggiore > erano a guardia pochi foldati, né
ut erano ftp ari>o artiglierie, & la dtfpofitione del popolo la medefima che quel
la di Tarmamapiu habile a rifentirfi, non effendo fiati battuti come loro > &
effendoui dentro sìpocagenteiper lequali ragioni non effere da dubitare acco-
flandomfhdinon la pigliare fubito : & affermauaTrofpcro inclinato molto a
quefta fenten%a,fapere uno luogo donde era impoffibile gli fufìe prohibito l'en
trave, che era quello mede fimo \ per loquale altra uolta ni era contra i Vinitia-
i ni, che Vhaueuano dopo la morte di Filippo Maria Vifconte occupata, * entra- » En trò per
$o uìttoriofamente Francefco Sforma , Capitano allhora del popolo Milane fé ; ctnll%ìl%
in Tiacen%a e fi ere abbondanza grandini ma di uettouaglie , & il luogo effere cerco s/or-
tanto opportuno ad affittare Milano, che farebbono necejjìtati i Fr ance fi riti- " de,P^"it
rare in quel luogo quafi tutte le for%e loro : & cofi non rimarrebbono inperì- «eli l'anno
colo le Città uicine a Tarma ,an%i fi prometteua Trojpero , che pafi andò il To at okébrc
follmente co* caualìi leggieri , & conducendofi con celerità a Milano ; quella ^ome u-
CittàjUdito il nome fuo,hauere a tumultuare; & era quefta infimo innanzi par h c0r?o "5
tifi e da Bologna fiata fentenya fua,pcr laquale penfando non douere fermar fi la quìn«
a ejfiugnatione di alcuna terra, non haueua uolutoprouedimento abbondante htftorie di*
di artiglierie , & di munizioni : in quefta uarietà di pareri fu determinato > Milano,
Via molto fegretamente per quelli , che haueuano autorità di deliberare , che
come prima \fu fiero prepara},e pane> & farinehaflanti a nutrire V efferato alme
no per quattro giorni; fi tpoue fièro con grandi filma celerità uerfo Tiacen^a
cinquecento h uomini d'arme, una parte de' caualìi leggieri, i fanti Spagnuoli ,
& mille cinquecento fanti Italiani ; & che dietro a quefiofi mouefìe il rima-
nente dell' efiercitoàlquale douendo condurre l'artiglierie , le uettouaglie y &
tanti impedimenti nonpoteua procedere fé non lentamente , & fi tencua per
certo che come i primi ui arriuaffero ; la città chiamerebbe il nome della Chie- - fJ j
fa; & quado pure non fuccede fife che effi farebbono cagione non ui cntraffefocr :l
corfo;m modo che come giugneffe il refto dell3 effere ito otterrebbono la città m- >
dubitataméte. Ma accadde che il giorno precedete a quello,chefi doueua mito . \
fterc l'efferato, alcuni caualìi de'Fucefipaffato il TÒ?corfono infimo a Bufieto,
dond§
• Bice fìGio ^6u^e ^ fcfiìtpMc hawef affate il To tutto l efferato traneefe : lacjual ci
«io nei iib. fa perche interror^pcna la deliberai ione già fatta s fi ritardò la partita delle
di ^Lcon "a &mtl i'lfino a tant0 fi nhauefife la uerità : laquale a inuefligare fu mandato
che i'emuU Ciouanni de ' Medici Capitano de* caualìi leggieri del 'Pontefice con quattro-
Colio»" e* i cent0 cau<dlk Ma quel che principalmente turbò quefla deliberatione fiu a lam
Pcicara Vu , bitionc nata tra Troverò, e'I Marche fé di Tefcara, etiandio innanzi a quejìo
con «nino tmP°P0CO concordi . Troverò proponeua uolere menare la prima parte del-
fopetbo no lefiercitò,c'l Marchefie dati altra parte allegatici non effer conuenientc che
Jrea'con- fin7& fi andaffèro a e fyedit ione alcuna i fanti Spagnuoli , de quali era Capi-
figli altrui : tano Generale : per laquale emulatione tra i Capitani, danno fa y come fpeffo
identità mi ^cade , alle cofe de* Trincipi , ancora che fi fufifie fiaputo non molte hore poi
tener v an ti quella parte de i Fr ance fi efifiere ritornata di là dal To, & che Lautrech, non fi
Se r ddVuo moiieua ; non fifeguitò la prima deliberatione , arnj, per la uarietà de* pare-
nome, & co ri, & per la tardità naturale di Trofpero,procedeuano le cofe in maggior lun
concfottcheC" $}je,Z3@ifiìl Commeffiario jlpoflolico non gli haue fife con efficaci parole fli-
ro«itaua molati dimoftrando quanto fuffe , & giufilamente, molefliffimo al Tontefice il
la fua età procedere sì lentamente , ne poter fi più con alcuna feufa difendere appreffo a
matura Da lui tanta dilatione foftenuta infimo a quel giorno con / emettanone della uentt
il Papa fcrif t a prima degli Spagnuoli , poi de* Tede fichi : le quali parole a fatica dette ,fit
fé di fuo pu deliberò più prefilo tumultuofiamente , che con maturo confiìg Ho , chef poneffi
tera,regiftra il campo a Tarma, affermando quei mede fimi che il giorno precedente haue-
gì uf tir°\ uanoafiermato il contrario, donerfienefperare la uittoria}majfimamentecon-
cardinal tinuando pure a uficire di Tarma molti fanti per mancamento di danari , &
Sedici tu di pane :mabifognòfioprafieder e ancor a alcuni giorni per far uenir e da Bolo-
cugino,ch'e gna due altri cannoni, & prouedere molte cofe neceffarie a chi affalta le Terre
za Ti souer con ^art^er^e : Icquali, come è detto difiopra , Trofpero b haueua prima ri- 1
no delia Re cufate : laquale, ò negligenza , ò mutatione di con figlio portò grandi/fimo de-
fubho 8arNC tYimeni0 altimprefia -.perche tanto maggior tempo hebbe Lautrech a r accorr e
dafle in ci- le genti, che afifiettaua di Francia, dà Finiti ani, & dagliSuiTgeri. Tanto è
torhà diu t4ffic^° de* fiaui Capitani penfiando quanto fifieffo nelle guerre fiia necefiario ua-
gato , sì co- riar le deliberationi, fecondo la uarietà degli accidenti, accommodare dapriri
Sf n8CiPei C*P*° W17110 fi* può iprouedimenti a tutti i cafi,& a tutti i configli . 1<{elqual
la recita , tempo dimorando ociofiamente fefìercito, non fi fiaceua intorno a Tarma altro
pe/ Azi a c^e Icggieriffime battaglie . Finalmente il ter^pdecimo giorno, poi che erano
vn'afiaito alloggiati a San Martino , /' efferato paffiato la notte di là dal fiume della Tar-f
P^ma -c n ma , alloggiò fu lafiìrada Romana , ne Borghi della porta, che uà a Tiacen^a ,
Tefcara non che fi dice Santa Croce : iquali il giorno dauanti lo Scudo prefientendo la loro
cheinuidiaf UeUUta,
fc ( dice ) alla gloria dì Profpero ; ò perche temeUc la vicinità di Lautrech . Ma di quanto danno fia l'erau
lattone fra i Capitani ; celo inoltrano gli e/Tempi di Siila Se Mario ,di Pompeo,, oc Lucullo , Se d'altri.
Vedi Appiano, Plutarco, & altri .
b Haueua ricufato Profpero l'artiglierie, peteioche configlio fuo fu (co in e ha detto poco fopra ) d'andar di
lungo a Milano, lènza fermarli a batter terra alcuna : & quiui con folamenteapprelentarfi Ipexaui impatio
r*irfi di Milano per li fc>lieu2mcnti,chftcofitra i Fraacelt vi iaieb bono folcitati ,
Q^V A * TO b E C I M O. 40*
Mentita, haueua fatti abbruciare . a Diuide la città di Tarmai non con tali ac- a sì tegge
que che non fi poffa, eccetto che ne tempi molto piouofi guadare , un fiume del JJjJj^ ^5
mede fimo nome : la minore parte della quale habitata daperfonepiu ignobili* gìouìo nel
'& eh' è circa la ter** parte del tutto, detta dagli h abitatori il Codiponte , ri* S^JdSSj
mane uerfo Ti acetica , Eleffono queflo luogo i Capitani per impedire più fa- chef* di Pc
cilmente) che in Tarma non entraffe foccorfo , & molto più perche la mura- lcata*
glia da quella parte era debole , & fituata in modo che non poteua percuotere
per fianco . Haueua riferito il May che fé yilquale il giorno precedente era an-
dato con alcuni Capitani a fpeculare il luogo,che'l giorno ifleffo fi potrebbe dar
principio a battere la muraglia : ma effendo flato neceffario per leuare le dife^
fé , battere prima una Torre , ch'era fopra la porta , di murofaldo , & molt&
mafficcia ; fi confiamo tutto 7 giorno intorno a queflo, ouefi ruppe una colubri-
na grafia . Tiant aronfi la n ottefeguente l'artiglierie alla muraglia dalla ma^
nofinìfira della por tay fecondo che fi entra, & era flato difegnato fare il me-
de fimo dalla mano deflra, mettendo conle batterie la porta in me%o : ma non
fi potendo ,per non effere flati condotti più che fei cannoni & due colubrine
grò fi e, piantare l'artiglierie in due luoghi f eparati ; pareua che dal neceffita-
re quei di dentro a diflenderfi alla dìfefa per lungo ff>atio,ne rifultaffe qua fi
V ifieffo effetto : ma queflo non fu mandato a efiecutione,per che da quella par-
te era a capo del foffo che circonda le mura,m argine sì altoshefe prima non
fifpianaua, ò non fi apriua ( cofa da non fi poter fare in tempo sì brieue ) im~ h Dan(Jo jft
pedina che l'artiglierie pot efiero percuotere la muraglia , non refifleua il mu^ fanterie ita
ro per efi erette echio, & molto debole all'artiglieria : laquale hauendogiàfat g a^£ SvPrT
té due rotture di muro affai patenti ; fi ragionaua tra i Capitani dare il giorno tumultua -
medefimo, benché non con ferma rifolutione,la battaglia : ma battendo il Mar fenzaVpe?-
ebefe, che rafieme co' fanti Spagnuoli haueua tutta la cura della batteria}man w alcun
dato certi fanti ad affacciar fi alla rottura, per uedere, fé fi poteua, comeftef- rosa"°e fante
fero dentro i ripari, quei come furono fui muro rotte , cominciarono con alta iie. *m»wÌ
mee a gridare che l'efferato s'accoflaffe per entrare dentro : donde i fanti Spa- ugnèlla vi
gnuoli, & Italiani cor fono tumultuofamente fen%a ordine alcuno alla mura- ta d*1 Pcfca
? glia : aìlaquale apprejentatìfi, & già b cominciando a uolere falire fui muro "ma te fu'i
rotto, fopra ilqnale fu ammainato Girolamo Cuicciardino Capitano di fanti, ri?ar5> J» rd|
t Capitani cor fi al romore con fider andò che uno affalto, an%i tumulto debole > gUerie , che
& difordinato non poteua partorire frutto alcuno ;gli feciono ritirare: ilqua- frtonofcari
le accidente, ò raffreddò il pen fiero, ò dette feufa di non dare il giorno ordina- ribatta*? -
iameme la battaglia . Seguitoffi il giorno feguente a battere il muro rima- J?° «e^a^f
fio intero in mc%p delle due rotture , & un fianco fatto fu la torre della porta ton,c5 mot
dal lato di dentro : ma diuulgandofi per l'efferato, che per i ripari grandi fatti ?af ^Sj
da' Francrfi farebbe molto difficile confemphee affalto d'eff) ugnar la; manda- i?uata la te.
Yono i Capitani due fanti di ciafeheduna lingua a ricono fiere la batteria: iqua ** AgIJ£.
li, è oa ijpàti da troppo timor e-, ò da poca diligenza , o forfè come alcuni dubi- u mo Guie-
tarono ,JuuQmati da altri ; riferirono refiare dal muro battuto alla terra , al- ciar£tifti *
LIBRO
ttZZa eli più £ cinque braccia , e fiere fatto dentro un foffo profondo , & talk
di altri ripari, che ì Capitani diffidandofi di poterla e fognare almwcntudc-
terminarono che fi face (fero mine a lato al muro rotto, & chef tagliaffe il mu
tu contino con gli fcarpelli , & co picconi ,per riempiere con quelle roume il
foffo, chef diceua effere fatto di dentro , & far piw facile l entrata : lequali
opere come fuffero condotte alla perfettione , & che aggiunti ali artiglieria ,
ch'era nel? efferato due e arnioni, iquali ueniuano da Mantoua ; fi face]) e un al
tra batteria, oue il muro diftefofi per linea retta per lungo fratto dalla parte
delira della porta uolgendofi fa angola , alqual cantone gitiandofi in lena il
muro fi poteuano percuotere per fianco quelli, che difende fero dal lato di den
tro. Co fi dalla parte . dalla quale era flato battuto ; fi comincio a Uuorare una
trincea, & pochi dì poi un altra per gittate con le mine in terra il muro : ma
andauano adagio l'opere ; sì perche ,per hauere hauuto Troffero penfien di-
uerfu non erano ancora in campo tutte leprouifiont neceffane a quefii lauori ;
sì perche il terreno douefi cauaua riufeiua diffìcile 5 & duro : allcquali opere
mentre che s'attende con intentione di non affali are la Terra innanzi eh elle
fufiero finite ; Lautrech , Aquale era tardato tanto a muouerfi per la tardità
delle genti, che ueniuano ali efferato , hauendonegià infime la maggiore par
te ; uenne cinque miglia più innanzi,pur lungo il fiume, hauendojeco cinque-
cento lance, da fitte mila Sumeri, quattro mila fanti, che l giorno medesi-
mo haueua condotto Monfignor di San Valerio di Francia , & Jotto Teodoro
da TriulvCouernatorde Vmitiani , & Andrea Grétti Troueditcre, quat-
trocento huomini iCarme,& quattromila fanti ; & fegmtauano quejio eser-
cito ilDucad'Frbino,& Marcantonio Colonna,quefto come follato del Re,
ma fenra titolo , & fenza compagnia ; i altro dietro alle freran^e communi
defuorufciti:afbettaua ancora fei mila Suiz^eri concedutigli aa Cantoni
ch'erano in e amino, ma fecondo l'ufo loro procedeuano lentamente,& con mot
te diMcultà : iquali comefufiero uniti feco ; non harebbeperfoccorrer 'Vanna
mutato di tentare la Fortuna della battaglia : però fiorettandogli, & ajpet-
tandodi Jowwrnaua per lo camino , non fi difeoflando dalle npeael To : ma
dubitando che in quefio mezp il fratello non conueniffe co mmich haueua man
datoafeufare la tardità fita procedutaper affettare maggior numero di Smz
zeri, iquali erotto già propinqui, & perche quelli, eh erano feco hauenanojat
tó difficoltà di paffare il TÒ , nondimeno che uerrebbe in luogo memo a Tar-
mai ne farebbe fegno conpiu fin d'artiglieria, el giorno feguentes accofle
rebbe più preffoa nimicipe-r combatterglumandando qualche cauallo ajeara
mucciare, acciò che anch' egli haueffe facultà d'ufeiread uni, fi con loro , alla
mal cofa lo Scudo lo foUecitaua, affermando non poter fi tenere più che due ,o
tre Giorni in quella parte della terra , & poi di là dal fiume due altri giorni ;
penhe la terra era grande, & debole, negli reflarepiu di due mila fanti, per-
che moltiffimi ne erano partiti ; ne potere le genti d arme, non effendopiu che
t, ecento lan^, lequaliportauano ilpefo di tutte lejatiche, refiftere, fefufie-
Q^V A RTODECIMO, 407
ro asfaltati da più parti. Venne dipoi il giorno the haueua pronte fo di ucce-
llar fi a nimici a 'Libello , Caflello nicino a Tarma meno di nera miglia : onde
mandò quattrocento caualli a correre in fino fu gli aflo vgiamenti de' ramici,
l'opere de' quali e fendo condotte fino alla muraglta,& dipoi uoltate al luogo
nelquale s haueua a dare il fuoco ; il Conte Guido Rangone co fanti Italiani, temo "m.
de quali era Capitano generale, cominciò a piantare l'artiglierie dall'altra Vti£flg%
parte della muraglia : ma i Francefifentito lofirepito chef faceua nel maneg fo ! 'ch'ala
giarle, abbandonato due bore innanzi il Codiponte ; fi ritirarono ordinata- **ata £b,baa
mentc,& ferrea tumulto infieme con le loro artiglierie di là dal fiume. Laqual Fnnwfi ia
1 co fa a conofeiuta fu 7 far del nomo la mattina da quei di fuor a, entrarono den Parraa la
'„.,,./' » 1 1 /• i . parte di Ce
tro parte per l aperture a ci muro , parte per^e fiale , nceuute da Parmigiani ài Pon te ;
de fiderò fi fimi di ritornare fatto il Dominio Ecclefiaftico, con fomma leiìtia* Perc,?ch« }
laqualeprejio fi conuerti in amaro pianto, perche non altrimenti che di nimi- chabitauan
» ci b furono facci, eggiate le cafe loro. 7^ fi dubitò che fé qualche giorno prima ^klJnlò
fi fufro piantate t artiglierie nel luogo mede fimo y bar ebbonoi Frana fi nel una velie ;
modo mede fimo abbandonato il Codiponte . Detufi poi opera ad aprire , & ^cce™ iu}\
1 ' ; 1 ■ r f, . ' '*' *■ QCI CIO «ai
rompere le porte , tequali erano atterrate : per lequali condotta l'artiglieria rcuro alle
alla jponda del fiume fi cominciò a battere il muro , che fa fonda dall'altra sentide ^u
parte ; ma e fendo già sì tarda Ihora del giorno , che fi conofceua non poter fi {»impe"to-
infino al prof/imo giorno fare cofa di momento . Ma il giorno mede fimo Lau- *e: * \l\'
treclhuenne ad alloggiare fui fiume del Taro uicino a Tarma fette miglia,in- f^no * ***:
terpretando alcuni che fu fé uenuto per combattere , altri perfuadendofi per taron° ^ £rl
comporre col fratello , fi più non fipoteuafoftenere 9 che ufeendo una notte di Siouio '"i
Tarma con tutte le genti fu fé raccolto da lui; ò ueramente perche uolendo con ^M2;.^11*
uenire coi. nimkhottenefe che con tutti i faldati potè fé faluo,& fin%a alcuna fcara /
obligatione nfeire di Tarma : & già alcuni giorni prima Federigo da BoTgo-
kMquale andando intorno a ripari era flato ferito da uno fcoppùtlo nella fai chi menni
la; haueuaper me%p de l Marche fi, cominciato a trattare ; ma non era ancora &!i £«iefii
il ragionamento proceduto tanto oltreché fi pot effe fare coniatura certa della ^««o*?
uolontà dello Scudo. La uerìtà è-, fecondo le notitic.cbefi hebbono polche Lau codiponte,
trech non haueua animo di combatter e, fi non ueniuano gli Sui^^eriipercbe co 1° Botolo
tutto che fufe alquanto fuperiore di numero, & di bontà di genti d'arme , & p"adc£°"£
più potente d'artiglieriaypreualeua di fanti l'efferato contrario : nelquale cai- "cafioa di
culando i numeri ueri, erano noue mila tra Tedefchi , & Spagnuolh due mila JJg-lJ a£*
Sui7gcrh& più di quattromila Italiani Ma CGJiSlDERI ciafeuno da qua Si* pò
te piccoli accidenti diper.dmo le co fi di grandi fimo momento nelle gliene . ^'fir^ncda!
^Accadde appunto che la notte figliente al giorno, che l'efferato entro nel Codi wùf&fSi-
' ponte fopn-uennono « auifi da Modcnayet da Bologna>the Mfonfo da Efte ufei %£ a^"er;
to di Ferrara ce cenjp huomini d'arme dugéto caualli leggien,& due mila fan « nimici 00
ti tra iquali ne erano mille ira Corfi3& Italiani biadatigli da Lautrecb, et co gg}1. £j*
e Quefti auifi, corre dice il Giouio , s'helbero da Iacopo Gtjicciaidiiii , fratello de! Commiffario/e hiflao
fico, eh era goiiernator di Modoaa , - ' ^
dodici
LIBRO
iodici pezzi A 'artiglierie, haueua prefo all'improuifo il Caflello del Finale ,&
quello di San felice , &fi temeua non fifaceffe più innanzi •' ilche turbò af-
fai gli animi de' Capitani, ancora che molto prima fapendofi la inflanxa, che
gli era fatta da Trance fu fi fuffe temuto di quefto mouimento, & nondimeno
non fi fuffe fatta a Modona taleprouifione, che bafiaffe in tal cafo alla fi: urta
di quella città: perche Trojpero battendo fempre dìfejo pertinacemente la con
trarìa opinione ; non haueua confentito che dell'efferato fi mandaffe gente a
Modona, ò perche preflafi e fede al Duca amiciflìmofiuo, colquale etiandioper
ordine del Tontefice fi era interpolo a trattare qualche accordo; o per che mal
uolentieri minuiffe il campo di gente , in tempo che fi dubitaua delt approffr
mar fi de' nìmici, effendo maflìmgnente dinatura di uoler fare le cofe fitte ficu
r ameni e, &però de fider arido fempre 'batter for%e fupcrchie ; ò perche fé ha-
ueua altri fini occulti, non gli dijpiaceffe quefla occafione ; ma la notte hauu
to la nuoua , congregati fubito i Capitani ;fu deliberato , che immediate ui
andaffe il Conte Guido Rangone con dugento caualli leggieri, & ottocento fan
ti, iquali aggiunti a fett ecento fanti, che ui erano prima , pareuano prefidio
più chefufficiente contra le for%e di ^Alfonfo : ma ordinata quefla ejpeditione,
effendo ancora più bore innanzi giorno, & effendo uenuto poco prima anifo ,
che la fera dinanzi Lautrech era alloggiato fui Taro , ma mefcolato la uerità
con lafalfità , perche era flato riferito , che il giorno mede fimo fi erano uniti
fecogli SuiTgeri, né hauendo fi notitia, che quelli, che allhora erano nelt 'effer-
ato, sforati da lui con molti priegbi, non gli haueuano promeffo fé non di uè
nìre ìnfimo fui Taro, l' effere per altro congregati infieme i Capitanile hauen
do per non effere ancora il giorno, ò occafione,ò neceffità di implicar fi fepara-
tamente in altre faccende; dette occafione, che tra loro fi cominciò quafi ocio-
famente, & nonperuia di configlio a difcorr ere, in che flato far -ebbono le cofe
per l'approffimarfidi Lautrech : nelqual ragionamento par eua, che le parole
di Troverò, del Mar che fé di Tefcara,& di Vitello accennaffero in quefla fin
ten^a . Che difficilmente fi piglier ebbe Tarma, fé dall' altra pan e della città
non fi facefie anco una batteria : perche battuta la fionda dalla parte, donde fi
era cominciato a battere il giorno prece dente ; reflaua non piccola f alita dal
letto del fiume alla riua , ne quella poter fi tentare fen%a grane pericolo : per-
che l'artiglierie, & glifcoppietti diflribuiti in fu tre ponti, che ha quel fiume,
& negli edificij circoflanti, offenderebbono per fianco chi affaltaffe . hificor-
teuano,che la uidnità di Lautrech, mettendofi in qualche alloggiamento pro-
pinquo uerfo il TÒ, quando bene hauefie l'animo alieno da tentare la fortuna >
farebbe caufa, che fcn%a pericolo grande non fi darebbe la battaglia : & do-
uerfi confila erare, che per lo fiacco della parte prefa di Tanna molti de fanti
con la preda fi erano partiti , un'altra parte effere più intenti a faluar le cofe
rubate, chea combattere, ne poter fi foprafedere quiui fenica molte difficultà ,
& incommodità, & anco fienyg pericolo -.perche farebbe neceffario mandare
ogni giorno fitoragrofjifjime feorte , nonfoloper la ficurtà defaccomanni.ma
ctundie
<^V ARTO DECIMO. 40S
etiandio de danari) & delle uettouaglie, che giornalmente uenìuano con cir-
cuito lunghi ffimo intorno alle mura di Tarma : lequali quando fuffero fuor a »
potrebbe accadere,che il reflo del campo haueffe in uno tempo mede/imo a co-
battere con la gente Fr ance fé, che era di fuor a, & con quelli ,che erano diden
tro . Difcorreuano anco , che fé il Duca di Ferrara ingroffafìe di gente farebbe
necejfario le tiare di campo maggiori for%e per laficurtà di Modona,& di'R.eg
gioj & che etiandio correndo per lo paefe con le genti , che haueua , potrebbe
difturbare le uettonaglie: ilche quando facefìe farebbe necefiario leuare il ca-
po : ma forfè, che riducendo fi le cofe tanto allo ftì -etto non fi potrebbe fare fen-
%a pericolo > lequali ragioni, che moflrauano inclinatione a leuarfì , non fi par*
lauanoperò in modo, che alcuno feoprifie quefto efiere ilfuo configlio , Final-
mente poi che fu parlato cofi per lungo (patio, il Mar che fé diTefcara paren-
dogli hauere.gid compre fa la mente degli altri , difie . a lo ueggo , che in tutti ? H ciouk
noi è il mede fimo parere , ma ciafeunopenfando folamente afe proprio , tace, „ "ho "»?«
affettando che un altro fé ne faccia autore, pure in me non potrà quefto rijpet ,l»ng° »&io
to . jlme pare che noiftiamo intorno a Tarma con pericolo , & fen^a fieran "0a Sai^dca
%a di far frutto, &pero che per minor male dobbiamo partircene . Soggiunfe ra ia T4****
Trojpero , // Marche fé ha detto quello , che fé egli non anticipaua, haueua in bandoL/"
animo di dire io. Confermò Vitello il medefmo . Ma Antonio da Leua ap- Par^a ». d**
prouandojche quiuipiu non fi dimoraffe; propcneua douerfi confìderarefefuf- Joicu* *p«
fé meglio andare ad affiliare Lautrech, ma a quefto fireplicauayche fenza dif taméte *"*
genita grande nonjipotrebue cojtrignere 1 mmict a combattere, dimorami ej-
fere impoffibile , perche le diffuultà , che fi confiderauano nello ft are intorno a
Tarma diuenterebbono molto maggior i,& potere facilmente effere, che i due
mila Sumeri non gli uole fiero feguitare : perche oltra fhauere ricettato mol
ti giorni prima comandamento da Cantonucheftpartifiero dagliftipendvj del
Tontefice.non pareua uerifimilefi difponefiero a combattere centra uno efier-
dto.nelqu.ile militatiano tanti fanti della medefima natione : né fi potere ne-
greche per lo facto fitto il giorno precedente, non fufie più difficile il muoue
re la fanteria di/ordinata : però di(pre7gato quefto con figlio .pareua che lefen
ìen%e di tutti i Capitani concorr efiero a Iettar fi : ma riftrcttifi infieme Trofye-
yo,& Ut efear avariato che hebbono lungamente, dimandarono ilCommefia
rio quello che ere de uà che dicefi e il Tonteftcefe fi leuauano:& dicendo il Co-
metario al Mar che fé ; Come non pofiiamo noi pigliar e hoggi Tarma, fecondo
che hierfera mi affermauatetrifpofe il Mar che fé con uoci Spagnuole,nè hoggh
né domani }nè dopo domani. <Allhora il Commefiario replicò non efiere dubio ,
che il leuarfì darebbe al Tonteficegrandifiima turbatione^perche lo priuer eb-
be totalmente della f\>eran%a della uittoriaima il punto di quefta deliberatio-
ne confifiere nella uerità,ò nella falfità de prefuppo fui fatti da loro : perche fé
'Ifoprafedere fufie con pericolo, & fen%a^eran%a^non efiere dubio, che far eb
&U
LIBRO
'& la importanza delie cofe,contrapefando quale fuffe maggiorerò il pericolò,
è la /peranno. . Jìllequalì parole replicando Trofpero, e'I Marche fé, che tutte
le ragioni della guerra configliauano a ritirar fi , non hauendo il Commefiario
ardire di oppor fi a Capitani di tanta autorità; fi deliberò che il giorno mede fi
mo il campo fi leuafie,& che incontinente fi ordinaffe di fare difeoflare l'arti-
glierie dalla muraglia : laqual cofa come fupublicata per lo campo , era e me
troppo timida hiafimata da tutti quelli, e he no erano interne nuti nel con figlio;
in modo che il Commeffario,e'l Morone congiunti infume ; fi sformarono di ri-
muouere Trofyero da quefla deliberatone: ilquale non fi mcflravdo alieno da
confutarla di nuouo, an^i dicendo con parole molto laudabili , & tanto più
quanto fono maggiori , &piufaui quelli , che le dicono , effere di natura , che
non fi uergognaua di mutare con fi gito , quando gli fuffero dimofirate migliori
ragioni ; fece di nuouo chiamare quelli mede fimi, che fi erano trottati a delibe-
rare : ma il Marchefe di Tefcara occupato a ritirare l'artiglierie , & abhor-
rente di mutare la prima condii fione ; ricusò di uenirui ; in modo che refian--
do la cofa più prejio confufa , che rifoluta ; fi andò dietro a effequire quello che
prima era fiato determinato . Co fi il giorno mede fimo , che fu il duodecimo poi
cheui erano uenuti a campo , ritornarono alt alloggiamento di San La^xaro
non fen%a pericolo digrandiffimo difordine nel leuarfi -.perche i fanti Tcde-
fèhip dimandando circa i pagamenti conditionisì inhonefle.che non fi poteva-
no concedere, ricufauano difeguitare l efiercito, & caffati i Capitani uecebi,
che contradiceuano, haueuano creato per Capitano uno di loro, autore di que-
fla fedi tione, & fi temeua non conueniffero co Trance fi : pur finalmente ef-
fendo già partito l'efferato, & dijperando ciaf uno , eh e haueffero a mutare uo
lontà ; lo feguitarono . J^ellaqual confittone effendoper la leuata tanto fubi -
ià) & per lo tumulto de* Tedefchi ripieno l'efferato di terrore > non è dubio ,
ih e fé fuffe foprauenuto Lautrech; glìmetteua faciliffimamente in fuga . Jlf-
flifie quefla de liberatione mar auigliof amente il Tontcfice,che afpettaua che i
fuoifufiero entrati in Tarma, parendogli di efiere caduto contra ogni ragione
della fperan%a della uittoria,etrouandofi entrato in profondi /fimo pelago , &
fottopoflo apefo grauiffvmo ; perche dalle gentr d'arme , & fanti Spagnuoliin
fuor a generalmente tutta la fpefa delia guerra fi fopportaua da lui , & quel
che era peggio dubitando della fé de de' Capitani Ce farei: ncllaquale dubitatio
ne concorreuano ancor amolti > iquali fiperfuadeuano, che il ritirare il campo
da Tarma non fuffe flato timore, ma artificio , come quelli , che haueffero fo-
fpeito>che il Tontefice ricuperata che haueffe Tarma,& Tìacen^a.nongli ap
partenendopiu altro dello flato di Milano raffreddaffe ipen fieri della guerra ,
né uoleffc per gì' intereffi de gli altri foflenere più tanta fpefa , e tanto traua-
glio : di che faceua fede il cono feer fi quanto lentamente fuffero proceduti a por
re il campo a Tarma J'hauerlo poflo in luogo impertinente poi che prefa lami
nor parte delle Terra fi haueuacon le medefime difficili tà a cercare di piglia-
"* v altra: uedere con quanta dilatione}et lentezza haueuano voucruato ì'op-
pu'ipatione)
I Q^VARTODECIM O, 409
pugnatione , come fé induflriofamente dejfero tempo alla uenuta delfbccorfb ^ t
de' Franceft ; & che ultimamente effendo già in poffeffione diparte della ter-
ra, al nome foto dell 'approffìmarfi Lautrech, ancora che con esercito inferio- Jheggfa'r ' le
re ; l'hauefierouitupero fornente abbandonata : alcuni altri dubit aitano , che citrà» e^«-
fen%a faputa di Troverò potè fi e efiere flato artifìcio del Mar che fé di Tefca- inficici to'*
■ ra> detrattore, quanto potcua, & inuidiofo della gloria fua : nondimeno fu for nimico ime
fé piufana opinione di quelli, che credettono> chefifuffe proceduto fine er amen ntóofof re?
te , né hauerrii moffo altro , che il timore deltefierfì apprófjìmato Lautrech > fempio.ch'è
*- ò J ; •. • • r r r 1 r r o nel Gallio
ingannati in gran parte, perche 1 primi amji lignificarono le forze fue efiere nel \h. *?.
molto maggiori . Certo è > che più che gli altri fé ne maravigliarono i Capitani d.cn'hi{io*
de* Fr ance fi , ridotti in piccola fperan^a , che Tarma fi difende ffe '.perche gli puoYarVaui
Suiz^eri regolando fi più fecondo la loro natura , che fecondo la neceffità di j[M. *£ %{)
quelli che gli pagauano : procedeuatio innanzi con grandiffima tardità. Ter- ne leggono,
ciò molti di loro nan attribuendo la partita de* nimici a timore , interpreta- '^ando faf
ni n ■ m r i • r erbeggiando
a nano piuprefto , che Trofpero come peritif/imo Capitano Rapendo * in quanto \ faldati d'-
difordine mette gli efierciti il fiacco delle città , & riputando molto difficile il *£ d'C3 3g
prohibire , che i faldati non faccheggiafiero Tarma ; giudi caffè molto perico- in Africa -,
io y hauendo i nimicitanto uicini , il pigliarla . Quello ^che fi fia,Lautrech, p^*0 d?*
proueduta Tarma di nuoue genti , fermato fi a Fontanella : mandò tre giorni Barbarella ,
poi una parte dell' efferato a pigliare Rocca Bianca Caflello del Tarmigiano ui tLrato'neiu
cino al To > ilqualepoi che fu battuto con l'artiglierie, Orlando Talauifìno Si- «oeca i faitò
gnore del luogo-, difperato d'haucre foccorfo , arrendè la terra , & la fortezza infoco "i
con f acuità d'ufeirfene • Diftefefi poi l'efferato tra San Secondo , e'I Taro decotto, St
per gouernarfi fecondo i progreffi de' nimici , hauendo prefo molto animo, par- foM«?chii
te per la di fefa di Tarma, parte per efiere inuoui SuiTgeri arriuati in Cre- ft.iani impe
mona : la giunta de' quali , ancora che Lautrech gli hauefie fatti fermare in darelgii u-
Cremona ;fk cagione che l'efferato nimico , non gli parendo fi are ficuro a San &lio p« la
Labaro ,fi ritirò fui fiume di Len%a dalla parte di uerfo Reggio, con inten- tTf^ewi!
tione di allontanar fi ancora più , fé i Francefi fi faceffero innanzi : an%i ha-
rebbono i Capitani fienza affettargli altrimenti fatto maggiore ritirata ,fe cofón^eit
le querele del Tontefice> & de gli agenti di Ce far e, & la infamia, che fi fin- notato di
tiuano hauere per tutto l'efferato; non gli haueffe ritenuti . Stettono in que SwinondS-
flo modo molti giorni gli efierciti , facendo nondimeno Lautrech molto jpe fio meno in va
correre ifuoi caualli , & quelli che erano in Tarma per la uia della montagna %* g^ia
infimo a Reggio, con non piccolo impedimento delle uettouaglie, lequa li da Reg moJ l « vo,t«
b gìofi conduceuano d nimici , & con piccola laude di Troverò b lenti (fimo per data!"
in tan
natura a fare correre i caualli leggieri, & a tutti i movimenti benché piccoli . t0 cnc a Fa
Simile fortuna haueuano le cofe di C efare di là da monti : perche efiendo dal- dato^opra-
la parte di Fiandra entrato nello flato del Re di Francia , con potente effer Bomc di
.* r JJ . Ma Aimo:
Cito & leggefi ,
ch'efTendo egli domandato della cagione , perche fuflè chiamato Maffiinojion combattendo, ou« Scipione
combattendo l'ufolamente detto Magno 3 rifpo e: S'io non haueflì conferuato i foldati i Scip'on non ha^
irebbe haouio con chi vincer combattendo . - ,.
Fff
1 I B R O
cito , &poflo il campò a Maffera confì)eran%a grande et ottenerla > trouand$
l1 effyugnatione più difficile , & Mettendo il foccorfo potente del Re di Francia,
fi ritirò con grauijjimo pericolo che le genti fue non fuffero rotte . Ma in Italia
non erano per i fucceffi infelici allentati ipenfteri della guerra : perche i turni-
ci de* Franceft non pensando più ali 'ejfmgnatione di Tarmai né di altre terre ;
deliberauano d'entrare più dentro nel Ducato di Milano , aggi ugnendo all' ef-
ferato tanti fanti Italiani , che in tutto fuffero fei mila, iquali continuamente
ftfoldauano : alla quale deliberatone gli faceua procedere più audacemente
. . . la fperan^a, che a gli flipendij del Tonte 'fi ce feendeffero di nuouo a dodici mila <\
la suizze ri Suiigeri : iquali, fé bene da principio il Cardinale Sedunenfe , che nelle Diete
T"\\z !lche pY0CUTam apertamente contra i Franceft , & Ennio Vefcouo di Veruli l<[un-
Ennìo' Filo tio ^{poflo lieo, & gli Oratori di Cefare haueffero ricufati , perche non fi conce
feouo diVé deuanofe non per difefa dello flato della Chiefa & con efpreffo comandamene
ruii doueua to > che non andaffero a offendere lo fiato del Re di Francia ; nondimeno poi
«unftipen<?i c^e altrimenti nonglipoteuano impetrare; gli haueuano finalmente accetta-
dei papardo ti etiandio con quefla conditione,fperando, difeefi che fuffero in Italia, potere
dofi^s'que mediante la loro auaritia , & infiabilitd , & le corruttele v & l'arti , chef
fta hiftoria, uferebbono co* Capitaniìindurglt afeguitare F efferato contra il Ducato di Mi
nienteaitro tàftò . IS^è in quefla deliberatione deli andare innanzi, era di molta dubitatio-
im pedi in , ne a quale parte shaueffero a diriTgare : perche nel continuare la guerra di
non "fofTe* qua dal fiume del TÒ,appariuano manifeflamente grandiffime difficultà : di-
conceda , (è forata era £ efbuznatione di Tarma; lafciandoft dietro quella città; bifognaua
non che no Jr . J/ ■ > • • • r j •!• r i
pareua loro andare a combattere co nimict, coja euidentemente permtwja : perche erano
cofa wnue alloggiati in luoghi forti, & a gli alloggiamenti difpofla opportunamente co-
ri* con l'in piagrandiffima <x artiglierie : dimorare tra Tarma , & loro , ò procedere piti
fegne corra inmn7j, fen%a combattere non fipoteua : perche filando tra le terre poffedute
co' quali pò da loro, & lefiercitOyfarebbono inpochiffimi giorni mancate le uettouaglie,
co prima non fi poten^0 n£ haueme del paefe nimico , né condurne da lontano . quefle
haueuan ter » f . r i i • • i < i i \ i • i
maro lega : dtfficultafi fuggiuano, trasferendo la guerra di la dal To : perche in quelpae~
ma ben C« fe abbondante perfua natura, & che non hauea fentiti i danni della guerra ,
andar cótra confidauano trouare uettouaglie copìofamente, & non douere haueve oflaco-
Parmà città ^° ^cmo infmo al fiume dell * j£dda,perchc lafciando Cremona a mano finiflra*
apparténéti & accoflandofi all'Oglio; non ui erano terre da refiflere : & perfuadendofi che
^co^nufli il Senato yinitiano non uoleffefottoporre le genti fue per gì1 intereffi d altri al
Duca di Fer la fortuna duna battaglia; credeuano che i Franceft non ardirebbono opporfh
fe non al tranfito dell'adda : an%i erafperan%a di molti, che approjjìmandofi
l'efferato à confini de Viniùani, effi per ficurtà delle cofe proprie richiame-
rebbono la maggior parte degli aiuti dal Re : & oltra tutte quefle cofe , quel
che fi flimaua molto y ilpaffaredilà dal To era opportuni (fimo a unirfi con
gli SuiTgeri ; ma mentre che fi preparano molte cofeneceffarie a quefla nuoua
deliberatione, artiglierie, munitioni,guaflatori, ponti, & uettouaglie, men-
tre che in Tofcana , & in Romagna fi foldano i fanti Italiani > /*/ Conte Guidù
Rangotx
iaxa.
• Q^V ARTODICIMO. 410
Kangone per comandamento del Vontefice, con una parte de fiotti, ch*erano
già faldati, & con le genti, che erano apprejjb afe ,fi mojfe contra la monta-
gna di Modona * lacuale montagna, ne mentre che Modona era fiata [otto Ce
fare,nèpoi quando era fiata dominata dalla Chiefa; haueua riconofciuto altro
Signore,rhe il Duca di Ferrara: ma intefa quefia moffa dagli huomini delpae
fc> & che nel tempo mede fimo fi moueuano molti fanti comandati di Tofca-
na <>fen%a affrettare dieffere affaltati ; chiamarono il nome della Chiefa . I^el
tempo mede fimo fuggi da Milano Bonifacio Vefcouo d' Meffandria figliuolo
già di Francefco Bernardino Vi fonte, perche uennero a luce alcune cofe trau
taua contra i Frane e fi , Venne medefimamente a luce un trattato tenuto in
Cremonaper *ì$iccolò Varolo, uno de' principali fuor'ufcitidi quella città.per
loquale d'alcuni Cremonefi , che ne erano confeij ,fuprefo il debito fupplicio •
1<lè so quale in queflo tempo fufie maggiore, ò la mala fortuna, ò la temerità,
& imprudenza de'fuorufciti del Ducato di Milano , de' quali numero gran*
iijfimo feguitaua C efferato : perche nonfolamente tutte le co fé tentate da lo-
ro riufeiuano infelicemente , ma intenti apredare tutto ilpaefe , dijficultaua-
no iluerÀre delle uettouaglie,non ricompenfando quefti mali (io eccettuo fem-
pre il Morone ) con alcuna diligenza , ò intelligenza difpie : an^i hauendo
molto prima Trojpero mandatigli uerfoTiacen^a, poi che hehbono fatti dan-
ni grandijfimi a gli amici , & a* nimici , uenuti tra loro mede fimi a quiflione
nel dividere la preda; fu daEflorVifconte, & alcuni altri ammalato Tie-
tro Scotto Piacentino uno de principali . Tento Trojpero in queflo tempo
mede fimo di abbruciare le barche del ponte de Fracefuridotte con poca guar
diaappreffo a Cremona,per hauer tanto maggiore jpatio aprocederepiu innati
7j. mentre che Lautrech raccoglieua le barche nece [furie a rifare il ponte: ma
la lungi) cTga del camino fu cagione che Giouan de Medici, mandato a queflo
effetto con dugento caualli leggieri, & trecento fanti Spagnuoli ; non ui potet-
te giugnere fé non p afiata la notte : onde i nocchieri fentito ilromore leuato «*««•-
da paefani,ritirarono le barche in me^p il Tè fumi di non effere offe fi dà ni- Lpitaifpfer
mici few: tufi fu la riua . Finalmente preparate tutte le cofe neceffarie apafi fo %\ Su,r"
fare il Tc,l efkrcho andò a Brejfellc, oue eragittato ilponte fatto con le bar- no"' molle11
che : ma innanzi pafi afte, efiendo a penfieri di offendere altri congiunta la ne r*lmi ?OR~
teffità di penfare a difendere fé proprio ;fu mandato alla cura delle terre della £«/ pubii
Chiefa,che rimaneuano indietro , Vitello Vitelli con cento cinquanta huomini ch^ & pet
d'arme , & altrettanti caualli leggieri , & con due mila fanti dell'ordinane gono°fcufa-
de 'Fiorentini : doue fimilmente andò il Vefcouo di Tifloia co' due mila Sui^ ì^biui
^eri, perche nonpareuaficuro menargli contra i Francefi , co' quali militaua- natono Lo*
ino*tantifantiddlanationemedefima,concedutiper decreto, & con le han- doui«oSfo«
aierepubliche:&tantopiunonhauendocerte7^quelchefufihoperdelibe '» ho f«iè
rare muoia Sumeri ; de 'quali congregati a Coirà safrettaua aogn'hora la fiTdlnf
certezza chefufiero moffì. M Vefcouo^ Vitello fu commeffo norlfolamen- * di q^fti
te il difendere Modona,& l'altre terre della Chiefa, fé alcuno fimouefie con- cJ2«i/
Fff 2 tra»
LIBRO
tra quelle, ma d% affollare il Duca di Ferrara : ìlquale attribuendo afe la glo-
ria d'hauere liberata Tarma,occupato ti Finale, & San Feliceynon procede-
io color? . uà più oltre: perche il Tontefice , aumentato per quefio infultoXodio ;proce-
C icceuiT àeua con le cenfure,et monitori] Ecclcfiafiicicontra lui allapriuaiwneciel Dn
minti" vo. cat0 di Ferrara . Tafiò l'efferato ilprmo giorno d'Ottobre di la dal To>&an
flettano db ad alloggiare a Cafal Maggiore, hauendo confumato nelpafiar e non fola-
Lbbia rag» mmte tutto il giorno, ma non piccola parte della notte fedente, per la molti-
LVheibC tudineineflimabile della turba inutik,& degli impedimenti, rimanendo in-
»o po« flì- pannato in quefio nonmediocreméte il giudicio de [Capitani che fi eranoper-
ft&SS fuafi douereefferepaffati tutti a ma® il giorno : doue per bfln'f'KfJf
ti. a dai la zii ultimi, & per le tenebre dellanotte fi fermarono lanottedijperfitra il o,
■SShi'Sr & Cafal Maggior ^unaparte deli ' artiglierie, molte munitiom, & moltiffimi
reflcropio rQidati efoflt prea>a agU affalti di qualunque piccolo numero de nimici : an^i
taX fu' non fi dubitaua che fé Lautrech, ìlquale raccolti tutti gli Sùperi uenne ad al
Pcr venire i0^are a colornio ilgiomo medefimo , che gli auerfarij alloggiarono a Br e j-
conTfdrt fife ;fujfe quel giorno che effi pacarono, paffato per lo fuo ponte a Cafal Mag
boneda ca- giore diftante tre miglia da Colornio, ouer amente haueffe a mc^p giorno a\\al
ftulon* df " tata quella pane dell' efferato, che ancora non era paffata ( fono Brejjelle y&
fn?taegroacheC Colornio dijlantifei miglia)harebbe hauuta qualche preclara occajwne. Ma a a
Annibale jjje LLE guerre fi perdono infinite occafwni,perche a Capitani non fono firn
gS? co°r-' fre noti i difordini,& le difficoltà de' nimici . JL Cafal Maggior e per uenne la
ci i più de notte medefima il Cardinale de' Medici mandato dal Tontefice Legato aeli ej
J^zi^piu finito: perche il Tontefice ancora che occultiffimamente haueffe già comin-
foiti Tolda. Ciat0 a preflarc l'orecchie all' ^mbafeiatore del Re di Francia , temendo che i
qieSno fucceffi auerfi,& l'efiererimafofopra lui quafi tutto ilpefo Ma guerra ;non
mutò il foli fafiero caHfa a cefareò amimftri di dubitar e,che egliper ufeire di tante dijji
Ordinanza"! cultà . & pericoli non uolgefìe l 'animo a nuoui penfien; giudicò niuna cofa po-
to ©ifeifot tergli tanto afjìcurarey& per confeguente indurali aprocedere pmardenteme
ford?e He- te alla guerra: *> la per fona delquale, perche era il più proffimo di f angue alTob
boli 'centra tefice,& percheron tutto che dimoraffe quafi continuamente in Firen%e,niu-
aggtnfcTl- na cofa grane del Tonificato fi $edmafen%a fua participatwne; portaua fe-
tte aftutie CQ p ella medefima autorità che harebbe portata fico la per fina propria
fa" Zri" del Tontefice .gwuaua quefio medefimoafiflenere la riputatone declinata
come otten ^a jmprefa ■ <& a prouedere che con maggiore unione fi dcliber afferò per la
pe'r cagion0 preferita d'huomo di tanta grande^a le cofe da' Capitani: perche ogni gior-
nee cheli no appariuapiumanifefiamente la difcordiatraTrojpero Colonna, &ilMar
càpiuno a che fi dì Tefcara,aumentata oltre ad altre cagioni,perche il Mar che fi, leuato
f°nni 'altra c^efH il camP° da 'Pamai olendo trasferire in altri la infamia di quella de-
Jfoùifion3 Uheratione ; haueuafignificato a Roma effere flato cofi deliberato feny confi
aecetlàrie. ^io . ^japuta fm ■ Da Cafal Maggiore dopo il ripofo d'un giorno ,fi mojic
a vedi il l'esercito per lo Cremonefe per accoftarfì al fiume dcll'Oglio ,alqualeperuen-
W.Ì°dcUanviit di Lcoi! X.& jwl ».4illa ito del Pcfcara,* quanto ho notato in ^uefto ,poco fopra a car. 4o^
Q^VARTODSCIMO. 41*
ne in quattro alloggiamenti , «0» ejfendo in queflo me%o accaduta cofa alcun*
di momento, eccetto che mentre alloggiauano alla uilla che fi dice la Corte de
a {réti fu fatta grandi ffima a quifiione tra i fanti Spagnuoli , & Italiani , nella f <fcgj5
quale gli Spagnuolt più colfapere ufare l opportunità dell occajione che delle ne fra gi'ic*
forze, ammazzarono molti di loro : pure per l'autorita\& diligenza de* Capi J&jj*$|
tanififmorzòpreflo la cofa,& il giorno dinanzi Giouanni de Medici cancri- fccoiute il
do uerfo i nimici,iquali erano pa fati il Tò più altouerfo Cremona il dì mede fi ^°1"'bou'0d4
mo che gli altr iterano fiati fermi a Cafalmaggiore ; roppegli Stradwtti de* Vi ìeggic^rin
nitiani guidati da Mercurio, co* quali erano alcuni camiti de Francefi, de qua £*£. £f *£
li fu fatto prigione Don Luigi Gaetano figliuolo del Duca di Traieito,benche quai *éné-
lo fiato fujfepoffedutodaTrofpero Colonnata nell' alloggiare l'efferato fui [a°tt0 s^?
fiume dell'aglio ,la fortuna rifguardando con lieto occhio le cofe del Vontefice, me.- nei qua
& di C efare iinterroppe il con figlio infelice de Capitani: iquali haueuano de- £ JpjfelVo
liberato che dalla Corte de' fiati andaffe l'efferato ad alloggiare alla terra di k croce m-
Bordellanoydiflante otto miglia pure fui fiume medefimoima no ejfendo fiato "*£<{ J * 0'p
poffibile che per effere laflrada diffìcile, ui fi conduceffero l artiglierie ; fu ne- poi e ai fu-
ceffario fermar fi alla Terra di R checca a mezp il camino , laquale da Tonteui spagmJir,
conterrà de V initiani,diuide folamente il fiume dell' Ogliomelqual luogo men fi» che gii
tre che fi alloggiaua , per iterine notitia, che Lautrech Seguitato dalle genti de quietati, ef-
V ini tiani, la f ciati i carriam a Cremona > era uenuto il giorno mede fimo a San «ndouene
1 /) .1 i 11 r • • • ■ 1 • j- morti più Jx
Martino dijiante cinque miglia9delwerato,je 1 nimiaprocedeuauo innanzi Ai dugen to »
rifcontrargliildjfeguentefulacampagna.Turbò quefìa cofa marauigliofit-
mente la mente dei Cardinal de* Medici, & de' Capitani ,per che battendo il Se ^niheatiaf
nato yinitianotfuando unì le zentifue all' efferato di Lautrech >fignificataque fatta ds> Yj
L a j 7 -i '■ 1 » r iti r nitiani al
&jìaaeliheraiioneb al Vontefice con parole tali , chepareua muouerji non per pontefice ,
defiderio della uittoria del Ile di Francia , ma per non bàttere caufa giufta di foggìugne il
non ofieruarcla confederazione ; fi erano >& prima per fuafi, & lauenutadel np\ *; detti
Cardinale haueua confermata quefla opinione, che ^Andrea Gritti hauefie oc - Vi ra Ail p*«
culto comandamento di non permettere che quelle genti combatteffero: ilqua- Aicir/ndro'
le prefuppofito apparendo fa lfo>cr a necejfario partir fi da' primi configli : per- Do™ toa,c*
che niuno negaua effere fuperior e di forze £ efferato de' nimici, nelquale oltra na banda di
la caualleria molto potente, & fette mila fanti tra Francefi, & Italiani, era- "e^cafteU
no dieci mila Suizgeri ; ma nelt efferato del Vontefice, & di Ce fare era tanto io di ponte
diminuito il numero de' Tede fichi ; & in qualche parìe degli Spagnuoli , che ^datlTia"
d fatica afeendeuano al numero di fette mila : & di fei mila Italiani , perche fede , che i
erano la maggiore parte fiati condotti di nuouo , fi confiderauapiu il numero ^èJlo^ftato-
che la uirtu . Deliberarono adunque Vrojpero , & gli aliri afi>etcare in quel loro no ha-
luogo la uenuta degli Sui%geri Squali perche erano già moffi, et perche il Car JlTtod^o
dinaie Sedunenfeyche gli menaua> auifaua che nonfifermerebbono in luogo al alcuno a
cuno; fi fperaua non doueffero tardare più che tre , ò quattro giorni . Ter ciò la J > ^afiè
mattmafeguente i Capitani confederato diligentemente il filo del luogo;riduf- gemi dei Pa
fono a miglior forma l'alloggiamento fatto quafi tumultuariamente la fera pa'
F'ff 3 dinanzi,
L r $ K o
. dinanzi, non vii movendo il pericolo di poter effe/e altramente offe fi con far-
a T.a prima •/■•'» /; r > , >' ' a % * %
lode di i qte tiglierie ddua terra oppojttadiVonteuico: perche il Cardinale de Medici, fe-
to deponi gptowdo le prime impreffioni,haueuaper co fa certa, che i f'initiani non obli-
rompei ref gatial Re di Francia ad altro che a concedere le genti per la di fé fa del Duca-
Uh&* con t0 $* Milano,non confentirebbono mai che dalle Terre lorofuffe data moleflia
l'artiglierie all'efferate della Chiefa, & di Ce fare . <s/lla deliberatone d' ajpettare gli Sui^
velib Pon- ^r/ a ^ecca s'opponeua manifi fi x amento la difficultà delle uettouaglie iper-
teuico ; è che quelle che fi conduceuano con l 'efferato ,nonpoteuano bafiare molti dì , &
atwtoùua'a Per^° terrore ^é * danni, che fi faceuano Jpecialmente da' fuor ufeiti Milane fi,
Fra n « feo & la fuga , eh 'era per tutto l paefe ne ueniuapicco liffima quantità , & quefla
d^rbir?oT 0^ni^0Y<xdiminuiua. Ter ciò il Commeffario Guicciardmohaueua ricordato,
,?c a Marca- che non potendo per lo mancamento delle uettouaglie foflenerfi in quel luogo >
n°n;'°sf c0° & potendo accadere per molte cagionile la uenuta de gli Suix^eri tardajfe,
me rutta la effer forfepiu utile non foggiornando quiui,ritirar fi cinquefo fei miglia più in-
haue'r ^0° dietro fui fiume mede fimo a confini del Mantauano : oue hauendo alle {palle
fa tto,tieruie // paefe amico, non mancherebbono le uettouaglie: & quefìo che alprefenteft
re FrAnce- foteua fare fi cur amente potrebbe efiere, che approffmandofii turnici, non fi
Te : il quair potrebbe farefen^a grauiffimo pericolo . Islon farebbe difpiaciuto intrinfeca-
L^imech a me nte quefl° configlio a Capitani? ma la infamia tanto recente della ritirata
veder il tuo da Tarmajiteneua ciafeuno daparlare liberamente , mouendogli finalmente
fhnr'™ del la foranea che gli Sui^eri non doueffero ritardare a uenire,iquali poteuano
l'in du^io , feendere in cinque fofei dì da Coirà nel Tenitorio di Bergamo, onde a condurfi
deueua con infimo alt efferato era breuiffxmo tranfito. Cofi fermato di affettargli a Rebec-
aniftoj cio ca,fi diflribuiua mifurat amente per tutte le compagnie del campo. la munitio-
tino all'ai ne delie farine condotta con l'efferato : lequaliperche col campo non erano for
tro giorno j nì portatili > & le cafe nelle quali erano i forni occupate da gli alloggiamenti
contenera de' foli ati, ciafeuno coceua dafefiefio fu le brace, la parte che gli toccaua : la
di non ite* quale incommodità aggiunta al difiribuirfi fcarf amente le farine ,fu cagione
falconetto : che molti de' fanti Italiani, con tutto che ui abbondale il uino , & il carnag-
%thu' cT &0yfe nefitggiuano occultamente. Ma il ter%o giorno Lautrech,ilquale fi era
pitanì , la fermato a Box dellanop affata una parte dell'artiglierie a mc%p giorno di là da
? nllc„f*i.CnVr Oglio ; le mandò a Tonteuico, confentendo , benché fimulando il contrario, il
farono a Troueditore Vinitiano : donde il mede fimo di , benché già apprepo alla not-
u^v. ca>e"l te> a cominciarono a tirare ne gli alloggiamenti de' nimici, i Capitani de' quali a
la si come conofcenlo il pericolo manifefiiffimo ancoraché fi fuffero potuti trasferire in
d^ia^o Jc* luo&°>oue alcune colline gli copriuano , nondimeno jpauentati dalla careftia
al Duca delle uettouaglie & aumentando il timore della tardità degli Suii^eri, mof-
c'h aurebbe f° la 'mattini feguentc innari^ all'aurora tacitamente l'efferato fen%a fuono
potuto vin di trombe , & di tamburi 3 & mefii i carriaggi innanzi alle venti, procedendo
bi arma Lau Molto ordinatamente , & apparecchiati a combattere, & a caminare andato-
trech , che no ad alloggiare a Gabbione! atterra diflante cinque miglia a confini del Ma-
ò°no vonV. tmano> confefiandotuttiejferfifaluatidagrauijjìmopericolo,parteperbene-
(^VARTODECIMO. 411
fido della fortuna, parte perì imprudenza de* nimici : perche certo è, che fé il
giorno deflìnato ad andare a Bordellano , non fifufftro fermati a Hebecca,ri-
tnaneua loro niuna, o pie coli ffima Jperan^a difalute , perche le mede finte ne~
ceffità , ò maggiori gli coflrigneuano a ritirar fi : & la ritirata éjféndb più lutir
ga,& con nimici più umni,baueua euidentiffimo pericolo . Similmente è cer-
to che Lautrechs confeguitaua indubitatamente la uittoria,fe il giorno mede rimente V
fimo che mandò l'artiglierie aTonteuico yfuffe come molti lo con figliarono , ciò"'** <*i
& tra gli altri i Capitani degli Suix^eri, andato ad alloggiare apprefìo a ni gaza Mo&*
mici, a* quali per la propinquità fua non rimaneua f acuità di parti)- fi fi cura- fl ^juetre-Cf
mente, non potendo maffìmamente per l 'impedimento* che harebbono riceuu- gwnofi (co
to dall' artiglierie di Tonteuico, metter fi ordinatamente in battaglia , né dimo mf, c\ dlce*
* il ir i \ m « , co 1 Tuo ca-
lC rare in quel luogo per la fame pm che tre , o quattro di . Ma mentre che *fe~ peiio.iafdaf
e ondo la fua natura dijpregia il configlio di tutti gli altri , accennando prima %^^\ ™
ilpericolo, che apprefentandolo, dette loro cagione dipreuenire con la fubita do iuo : ma
partita lefue minacele. Dunque nonfenxa ragione i Capitani de gli SuiTgeri, p^o\o °cò!
peculato ilfito del luogo (perche Lautrech moffofi per accoflarfi a' nimici tro figlia ai-
uandogli partiti andò ad alloggiar a Rebecca)gli diffono che mcr italiano d*ha- c?trar?oCd!
uere la paga che fi dà afoldati uincitori della battaglia , perche per loro no era quei che £ .
flato che ei non haueffe confeguita la uittoria. ^4 Cabbioneta fortificato eccel- "£* p,"1.0^
lentamente r alloggiamento, fopraftette l'esercito della Lega molti dì : mapa <3u.al d,«ua
rendo che continuamente s'allungale la uenuta degli SuiT^eri , & temendo fto^Fh,Uef ie
della uicinità dell' efferato Francefe , ilquale molto più potente facena dimo- ®rìl}* j! c°
ftratione di uolergli aff aitar e, paf iato l'Oglio ; andaron ad alloggiare ad Oflia* ii°& tanti"
no Cajlello di Loiouuo da Botole , con intensione di nonfimuonere di quiui a™ìci > c,hc
in fino alla uenuta de gli Sumeri. Laquale deliberatone fatta con prudenza; a feguiflefo
fu anco accompagnata dalla fortuna , perche l'cfkr cito har ebbe mentito non il luo vo.,e*
piccolo detrimentmell alloggiamento di Gabbioneta ,pofio in ftto molto baf- che noi v°l
fo y dalle pioggie immoderate, lequali immediate foprauennero . Ma mentre d;a™° Pel
che cofi ociofamente foprafeggono l'uno efferato a Oftiano , l'altro a Rebecca, di XciTeTe
il Vefcouo di Vifloia, & V 'nello uniti nifiemcgU SuiT^eri, e i fanti Italiani af de' fV fi tco
f aitarono le genti del Duca di Ferrara, lequali erano alloggiate al Finale, e*r vaienoMaf
benché fuffero in luogo forte per natura-, & per arte molto fortificalo, nondime fimo nel li#
b no gli S ui^eri andando ferociffimamente incontro al pencolo , b le roppono , che que'fti
& meffono in fu° a Ammazzandone moltutra Mali fu morto combattendo il ? ll lon bi-"
,. . .j vx* . . . a limati, qua-
Cauauere Caunana. co tanto timore del Duca di Ferrara- che era al Rondino, do egli chia
che abbandonato fubito quel Caflello; fuggi a Ferrar abituando con la mede fi- JS" \£^m
ma celerità . perche i nimici non lo feguitaffero , le barche ,fu lequali hauc- ^p» d*A fa,
dille . Per
. . Ma non v»ai;er
oigouemsrmi di mio capo, v ho chiamato: ma ricorchteut didouer piutofto vbidiirr.i.;che con figliarmi. *
b Di qutfta rotta data alle genti del Duca Aifono.il G:ouìo dà la colpa a Eìtoie Romano, vno duiuei tre-
dici che combatterono per la, dignità del nome Italiano contra tredici Francefi. in Puglia: percioche co-
itoti lùperbanje ine negò iMnccti no si Catrfta na , ch'eia con vna compagnia di fanti , a guardia delia rorri-
cclla pofta lungo la riua dei iioudeno : oc poi mono il Caunana. e i luci, che combaueron da valorosi
tihneate volto le (palle con tutti i iuoi» Vedi la vita del Duca Alterilo.
eff 4
ita gii tato il ponte nel luogo mede fimo . Erano in tanto gli Suiyrgri j fctfi nel
tenitoriodi Bergamu,& nondimeno pieni di dffiareri, & diffidata, ritarda-
nano il venire più innanzi , battendo effireffamente ricvfato il volger fi ad afi
[altare il Ducato di Milano-, come il Cardinal Sedune?ifieìet gli agenti del Von
tefice , & di C efare facevano infanga : facevano anco diffidi Ita -d'andare ad
unir fi con l'efferato , che gli affienava a ofliano 3 cerne preparato di procede-
re alt offe fa del Re di Francia , offerendo d'andare in qualunque luogo pareffe
al Tontefice nello flato della Chiefa , per la difenfione del quale haueuano ac-
cettato loflipcndio : & nondimeno confentendo , come fi e fio interpretano le
cofe barbaramente > d'andare ad affaltare Tarma , & T?iacen\a,come cit-
tà appartenenti manifeflamente alla Chiefa , ò almeno come di ragione non
certa del Re di Francia . Dimandavano ancora > che innanzi che fi move fi-
fero y piffero mandati a loro dall'efferato trecento cavai leggieri , con t aiuto
de* quali potè fiero r accorre le vettovaglie per lopaefe donde paffauano . Fi-
nalmente pervenuti i cavalli) iqvali alt improvifop affarono con celerità gran-
de per lo tenitorio de' Vinitiani ,fi moffono per andare in luogo uicino ah' ef-
ferato , dovepiveommodamente fipoteffe confultare, & rìfoluere quelh ba-
lie fi ero a far e : & in camino cacciarono alcune genti de* Fr ance fi , & de' Vi-
nitiani , leqvali per prohìbire loro paffaronopiv innanzi ifi erano fermate a
Tontoglio , overo al Lago Eupilo . Cominciofji come furono approffimati al-
l'efi eretto a fare infian%a per diffiorgliad unir fi contra i Francefila per laqval
cofia andavano innanzi , & in dietro molti tneffi, & amhaficiate : & vi andò
in nome del Cardinale de' Medici l \Arciveficouo di Capva: finalmente quei del
Cantone di Zuric , iqvalisì come hanno maggiore autorità sfanno prof fifone
digouernarficon maggiore gravità , negarono coflantem ente : gli altri dopo
molte fiofpenfioni , né ricvfiarono effireffamente , ne accettarono la dimanda
fatta , non negando di volere feguitare l'efferato , ma non dichiarando fe die-
tro allefive vefligie fvjferoper entrare nel Dvcato di Milano; in modo eh e per
configlio di Sedvnenfie9 & de Capitani loro , la volontà de* quali era fiata gì fa
dagnatacon molte promefi e ; fi deliberò di procedere innanzi 3 fi er andò che
poi che non riattavano di fieguitar bave fiero facilmente a e fiere condotti in
qvalunqve luogo andaffe l'eficrcìto . Cefi voltati i Zuric anuiqvali erano qvat-
tro milayverfio Reggio ,t e fier cito poi che tra Gabbioneta , & Ofiianofv dimo-
rato circa vn mefe> fi congivnfie a Gambera con gli altri S viveri , procedendo
in me%p di quello due Legati Sedvnenfey& Medici con le croci d'argento, cir-
condate ( tanto hoggi fi abvfia la riverenza della Religione) tra tante armi >
& artiglierie da beftemmiatori, homicidiarijì & robatori . ^Andarono in tre
alloggiamenti per le terre de' Vinitiani a Orci Vecchi loro Caflello ,ficvfiando-
fi col Senato , qvefio efiere vno tranfito neceffario 9 & non farfi per defide-
rio d'offendergli : così come effifi erano fcvfiati efiere fiato sfor%ato ^Andrea,
GrìttiloroTroueditoredi confientire aLautrecb* che mandaffe t artiglierie
aTontemco. ^i Orci Vecchi armarono i corrieri mandati da' Sigpoyi delle
leghe i
1 <X V A 11 T O D E C I M O. 4*1
<* Le°be ,a 3 commandare a qli Suiz^eri che partiffero delt efferato: [mille ermi
mandamento fecero per altri corrieri a quellhcbe erano nel campo francefe , jGal»»»
allevando efiere cofa indegna del nome loro, che in due efferati nimici [ufi ero H t. de. !uoi
ton le bandiere pMiche i fanti fuouma di quefti commandamenti gli effel- cgJWjg
ti furono diuerfi: perche i corrieri , che andavano nel campo della Lega fatti Monfig. ai
induflriofamente ritenere nel camino; no pervennero a quellUche erano con Se Jjgf^g
dunenfe :ma gli Sumeri de Francefi partirono quafi tutti improuifamente > opcIO co«
mo[fi(comeficrede)non tato dà commandamenti ricemtu M dalla lunghe^ S;g£$
7J <fe/fo militia,dellaqualefogliono [opra tutti gli altri effere impatienu,qua che faceto,
fe <>«*/* a Lautrech, non gli offendo mandati danari di Francia , né bafiando <° P««*
<j«eWi e fo acerbamente rifeoteua del Ducato di Milano;era mancata la fieni- ja Lega i foi
là dipagargli^lelqual luogo debbo meritamente confiderà^ QJ'^'HT 0 ^ uè*
poffa la malignità , & la imprudenza de i minifiri appreffo a Trmcipi, che o mandameli
per negligenza non uacano alle faccende, ò per ine apacitànon di feemono da %£J™
fé fleflì i configli buoni da cattila : perche effendo flati ordinati trecento mila u cne m.ii-
ducatiper mandargli a Lautrech, fecondo lapromefia che gli era fiat a fatta , £Jannc° c™
la Reagente madre del He, defiderofa tanto che non crcjcefie la fina grande^ me qui ferì
Za, che fi dimenticafie dell'utilità del proprio figliuolo; procurò che i Gene; onerai
ralifenzafaputa del Re conuertiffero quefìafomma di danari in altri bifogm. fta opinio-
Donde Lautrech, confufo d'animo, & pieno di grandiffimamolefiia ,poi che ne-
per lapartita degli Suhgertilfucceflò delle cofe,ilquale prima fi promette- b in quefto
uà fclice,era diuentato molto dubbio, lafciata guardata Crcmona,& TiZR- l^0d^io
chitone ffiridufie col reflo 'dell'efferato a C affano yffer andò di prohibire a ni- kriue ilGiV
mici il tronfilo dell'adda, co fi per l'altre difficultà, che hanno gli efierciti a ™>o ££[» ■
pafiare ifiumhquandofv la ripa oppofita è chi refifla;come perche in quel luo ™J™£
?p è tanto più rileuata la ripa uerfo Milano , che maggiore è l'offe fa , the con L^|otenc
ì artiglierie fi fa a' nimici, che quella che fi riceue . Dall'altra parte i Legati te di gìouì
hjipofiolicheiCapitanipartitidaOrciuecchhet^paffatidinuouoilfiurnedd
roglio,erano in tre alloggiamenti uenuti a xjuolta,non[entcndopiu la meern^ infidie d*v
\ modità delle uettoua^lie; perche le terre della Chiaradadda abbandonate da J?™,. ^ chc
Francefile fimminiftravano abbondantemente. Quiui intenti gli efierciti g^"?^
l'uno aguadagnarej altro aprohibirc il tranfitodelfivme/Profpero, et gli al no ^ a!
tri Capitani preparavano digittare il potè trafiivolta,& Cafiano,coja molto <°ed£«£
dubbia,et difficile per l'oppofitione de nimicùdoue hauendo consumato due, o có pochi fa
tre giorni in uarie diffutationU& configli; finalmente Trojpero mn conferiti ££*«£;
al Marche fé di Tefcara i fuoi pen fieri, acciò che non partìcipaffe della gloria terio,bsuen
diqucflacofa,&perchenongliperueniffeanotitia,rifiutatal'operade [an- Jtoco»»|
e ti Smmuoli , tolte occultamente del fiume Brembo due barchette; c mando da de1 cauai
* « \ li,chcghte
oeiTe dietro . Cofi raggiunti i nimici, & fatta vna honorata fattione; ricuperò il Tuo Luogotenente .
e Andò di comroiifion del Colonna a tentare il pafib Francefco MoronifuoruJcitod! MUano,co alcuni Ca
pitani Italiani, come dice il CapeUa, & eflì tolte due (caffè del Brembo, & un'altra barca pm longa. che da
pefeatori era ftata fra cefpugli & foglie occultata, pattarono a Vattii con dugento fanti. U Giouio boa pone,
the uouaffexo altro che an bmchiello da ftfcatoii. t.
di
LIBRO
GiouTrnt di notte con grandi ffimo fdentio alcune compagnie di fanti Italiani a pajfare
«otabii ca- ji fjmc dirimpeto alla terra di Vaurut Vawti terra [coperta, & [en%a mu-
&feft* * r.apofla[u la riua dell'adda dinante cinque miglia da Cajfanoyoue è l'opportn
que fto Toc- m^ fa p affare il fiume, & ha nel mexp un piccolo ridotto di mura rileuato a
cWndoè ufo di Rocchetta . Guardaua queflo luogo con pochicaualliFgode ' Teppoli
madato v- iU0g0tenente della compagnia delle lande , che haueua in condotta dal Re di
foiu cPhk." Francia Ottauiano Frego[o:ilquale fcntito lo {Ir epitomano fi incontro fu la rU
dct foccorfo mi fa faciimente sformato a dare luogo per la molenda de gli [coppktti: ma fi
i cam«i«i credere harebbe fatto facilmente refiflenrjfe a 'caualliyche haueua /eco [u[
Vftnnoftai feftat0 aggimt0 qualche numero di fcoppiettier ironie effb affermava battere
pmoTche dimandati a Lautrech. Raccoglieuanfi i fantiyfecondo che paffauanojn un ri
ìlTuoìfL lutato con un poco di forteyche è nella terra fopr adetta affettando ueniffe il
Ubi™ ea° ficcorfo ordinato da Trofpemilqiiale fubitoyche hebbeauifo del principio fi-
lo li g™J lice ; ui uoltò quafi tutti fanti dd? efferato alloggiati in diuerfe Caftella della
rai che dor- chidradadla con ordine>che quellhche prima arriuajfero, &poi gli altri [uc-
miua ' ceduamente pafiafkro fubito il fiume fu le medefime barchette y& fu due al
h, ?*"£& tre di quelle ,che feguitauano Ufìercito perghtare il ponte fu i fiumijequa-
pa'so i\Ad U U notte mede fi ma erano fiate tirate per terra fu la riua mcdtfima:andh>&
da a cauaiio ^ & . • ^/y/- Capitani col Cardinale de Medici incontinente al mede fimo
fimal^uu1- caminodafeiato ordine a Riuolta,che fé i Francefifi difcoftauanoyfigittaffefu
mcnoTer ■ bito il ponte. Ma a Vauri fu per alquante bore incerto il fucceffo della cofa :
cioche erse peYcbe fé a Lautrech ycome prima hebbe notitia i mmici efiere pajfathu batte}, 4
£iu K? fé uoltato fubito una parte dell 'eficmto;non è dubbio che gli opprimeva: n a t
date affai ta ' • che per pju bore fu fiato foffefo di quello doueffe fare , mando lo Scudo
do & hVuE con quattrocento lande, & co fanti Franxfn et dietro alcuni pe^ Cartiglie
dbhperpu ria.LMaii caminando con celerita;cominctaronouigoro[ameme a combattere
cobauuhtor • il luogo >doue s'erano ritirati i nimicu nel tempo medefimo, che fu l'ai trama
il Medxi comp%YiUa la gente che ueniua al foccorfo ,per la fferan^a delquale Jt dtjei-
?àre?che1 deuano coflantemente,ancorache lo Scudo [montato apiede con tuttiglihue-
fuoi nò rìce mjni d'arme, combatte fife [croceamente nello [retto delle me; ne fi dubitale
go^naVda i fe a tempo fujfero arriuate l'artiglierie, gli harebbono eff ugnatila già dall a.
deriderlo di i%u y- f0uecitauano continuamente dipaffare fecondo che comportaua la ca
«nTer" ó: patita delle barche , Tegane Capitano de Grigioni , & due bandiere di fanti
lofo ardire rcùa7mwliymoffeda' conforti del Cardinale de Media>& de C apuani ima jeti
perduta una bau-
Milanoido-
conceputOybper
« qaeft?&1 mettere con l'acerbità di quejlo spettacolo terrore ne gli animi de gli huomim;
•urne. iecc
Ojy A RTODECIMO. 4i4
fede decapitar publìcamente Cbriflofano Valauifino:fpett acolo mìferéileper
la nobiltà della Cafa,& per la grandezza, della perdona, & per lèti* & per
bauerlo me fio in carcere molti me fi innanzi alla guerra. Efi 'aitò final Cielo la
pafìata dell'adda il nome di Trojpero, ilquale prima per la ritirata di Tar-
ma^ per la lente7$a del (ito procedere era infame a Roma, & in tutto l'ef
ferchoima cancellanlofi (pefio per C ultime cofe la memoria delle prime; fi cele
brinino popolarmente le laudi fife, che fen%a fangue,& fenica pericolo, ma
totalmente con con figlio , & con induflria degna di peritiffimo Capitano, ba-
ite fle furato a nimici ilpafio di quel fiume, ilqual Lautrecbfiprometteua tati
to ii prohibirgli,cbe oltra qnelìo,chene diceua pubicamente, hauefie fcritto
al Re,che afiolutamente V impedirebbe :& nondimeno non mancauano di quel
lu che con ragioni, ò uere, ò apparenti fi sformerò di eflenuare la gloria di
queflo fatto, allegando non baucre bauuto uirtu, ò induflria rara, né la inucn-
tione,nè l' e fiecutione -.perche la natura dafeflefia infegna a ciafeuno, che truo
uà oppofitwne a! fiumi ■ ò paffi fretti di cercar dipanare, ò difopraù da bafìo ,
doue nonflà chi impedì fcaiilpafio di Vauri efiere flato propinquo, & oppor-
tuni[Jìmo,& pafio per l'ordinario jrequentato,& Lautrech efere flato tanto
negligente a farlo guardare, che la negligenza fua non haueua lafciato luogo
alt induflria: perche in quale altra co fa poter fi commendare laprouiden%adi
Trojpero. che nellhauere prone duto occultamente le barche* & gouernato la
cofa colfilentio necefiarioi filtri forfè troppo diligenti giudici delle cofe, &
piupronti a riprendere gli errori dubbij, che a laudare l'opere certe, non con-
tenti di diminuire la fama della fua induflria,riprendeuano,che in lui nonfuf
fé fata né laprouiden%a,nè l'ordine conueniehte: perche non hauendo manda
to commandamento alle genti deflinate al foccorfo,lequali erano alloggiate in
Treuì,Carauaggio,& in uarij luoghi, che fi mouefiero •> fé non quando hebbe
notitiaxhe i fanti mandati innanzi haueuano occupato Vauri ^tardarono per
neceffità infimo a mezzogiorno i primi ad arriuare fu la ripa del fiume , più di
quattordici bore poi che i primi fanti erano pafiatudi manierale non fi du-
vitalbe fé Lautrech hauefi e quando tibebbe notitiafiatto quel che fece dopfr
molte hore,che harebbe ricuperato Vauri,& rotto i fanti,che erano pafiat'h
perche a foccorrergli perueniuano tardi i prouedimenti ordinati. Ma non o-
feur, irono quefle interpretationi la gloria di Trofpero.-percbe a £' CO 1S{S 7- « vedi Ari»
abERiATO communemente da gli h uomini Ceuento delle cofe-,per loquale z '^ flloJ
bora con laude,hora con infamia.fecondo che e o felice) ò auuerfo,fi attribuì- Morali «
fcefempre a configlio quel che jpefio è proceduto dalla Fortuna. Vanito Lau 'ap '
trecb dalla ripa dell' *Adda,ni uno dubbio era,che i nimici, i quali il giorno fie-
guente gittarono il ponte tra Riuolta!& Capano doue fiero quanto più preflo
fi poteuaaccoflarfi a Milano : non dimeno Trojpero il cui configlio biafimato
communemente dal uulgo , fu approuato da' periti dell'arte militare , uolle
che'l primo giorno per più lungo circuito s'andafie ad alloggiare a Marigna-
no3terra parimente propinqua a Milano>& Tauia:percbe non fi potendo per
i tempi
LIBRO
i tempi già freddi,& molto piotwfì foggiornare in campagna; gli panie più
opportuno r accollar fi a Milano da quella parte , dellaquale (fé come fi cre-
deua riufaffi diffìcile Centrami) poteffe fubito uoltarfi a Tania : oue Lau-
trecb per riduccr tutte le forze a Milano non baueua lafciato alcuno pre fi-
dio , pei- collocare in quella Città abbondante > & molto opportuna la fedia
della guerra. Dall'altra parte Lautrech,ilquale ridotto apoco numero di fan
tìytrà flato da principio inclinato a guardare folamente la Città di Milano*
confederando poi che fé abbandonaua i Borghi* daua commodità a* nimici dì
* ^i^c"^ alloggiamento, &così facilità di potere attendere ociofamente alfejpugna-
par che eoa tiene; deliberò di guardare anche i Borghi: configlio certamente ualorofo, &
rauHia8 di * fYlu^ente fi fuSfi flat0 scompagnato dalla debita uigilan^a , & per loquale
quetto uec- per gli accidenti inopinati, che dopo pochiffimi giorni fuccederono,harebbo-
do edi^oif m !"e cofe fortit° fine m°h° diuerfo da quello che hebbonorma l'tfierato del-
Afparuc u* ia Legai delqualela maggior parte era alloggiata a Marignano,& gli Suì%-
«oSo^ ^m' V'm mnanV: a^a Badia di Chiaraualle, flato fermo tre giorni per ajpet-
habito àà tare l'artiglierie , che per la difficultà delle flrade non fi erano potute con-
che" on °iu durre; s'indirizzò il decimonono giorno di ISlpuembre a Milano >, con intentio
i>iu ueduto ne che fé l'iflefio giorno non fi entraua; d* andar fine il dì feguente a Tauia;
gofaì Lega- doue già per occuparla > era fiata mandata una parte de* canai leggieri : &
to Giulio, tu accadde quellamattina (co fa notabile) che offendo fi fermati in un prato ap-
undcrS, che 'pyeffo a Chiaraualle i Legatile i principali dell'efferato per dare luogo a gli
ì Faticeli Suiz^eri di caminare;fopragiunfe un a uecchio di prefen%a, & d'habito pie- f
fu^gTre , el beoiilquale affermando effer mandato da gli h uomini della Tar occhia di San
cittadini in siro dt Milano, follecitaua con grandiffìma efilamatione^che fi andafic innan
dicar r jgi'u Zi->perche per ordine dato, non filo gli huomini di quella Var occhia , ma tilt-
r,e,:ma ilCa tot popolo di Milano, fubito che s'accoflaffe l'efferato, alfuono delle campa-
chVquidò ne di tutte k Tarocchie ypiglierebbe l'armicontra i Francefi: cofa che pame
vecchio era ^ mar auiglio fa, perche per qualunque dilìgen%a,chefi facefie di ritrouarlo,
da'èauai kg nonfu mai poffibile fapere ne chifufie,nè da chifufie flato mandato. Camino
gieri oc do^ adunque lo efìercito in ordinanza uerfo porta Romana , fermate l'artiglierie
cfler mena- grofie al capo d'una ma, che fi uoltaua a Vania: nella prima fronte delquale
t0 a m IOla efìend° il Marche fi di Tefcara co' fanti Spagnuolis'accofiu,appropinquandc~
nc,a cui pia fi già la notte, al foffj tra porta Romano, & porta Ticinefit & prefintati gli
8r'endo P" fioppiettieri centra ad un baflione fatto nel luogo,che fi dice Vicentino , ap-
atìe, che no preffo allaporta aetta Lodouica più per i cnt areiche per fieran%a n'ottenere*
S^ndwTai * fant'1 VìrìdÌMÙ > c^e n'haucuano lacuftodia , non Joflenuta non che altro la
la tem:per- prefenza de' nimkhuoltate con ineflimabile uiltà lefpallefi meffeno in fuga:
haurebbo10 l'lfteft° ficiono gli Sni^Zeri , che alloggiauano apprefio a loro ; in modo che $
no pensto fanti Spaglinoli papato finita difficultà il fofio, el riparo ^entrarono nel bor-
quilo hauVf go meli' entrare de quali fu prefo, riceuuta nel prenderlo una leggier ferita ,
(ero diiferi Teodoro da Trinici , che di/armato fopra una muletta correità al rumore : il-
w l'andata. ^Haipaaop0ì al Marchefc di Tefcara itemi mila ducati per la fitta Uberatione.
Saluoffi
Q_V A RTO DECIMO. 41?
Sahoflìcon fatica grande* Andrea Gritti>& unitifi fuggédo co' Frdncefi tut " .K%
ti iufieme, con lungo circuito fi ritirarono nella Città: nellaquale non haucndo Gmti (dice
fatta prouifione di difender fi &hauendo pochi filmi fanti y & V animo del pò- j.1 ^ìoxxì^i
polo intimato alla ribellione, feciono alto intorno al Cafiello. Da altra parte il mllo^'n i
Marchefe di Tefcara, Seguitando Sollecitamente la proferita della fortuna , micVc5d™!
accoftatofi a Torta Romana(ritengono le porte della Città,& quelle de bor- banefi, tra-
gin il nome ificfio)fu dà principali della f anione Ghibellina, chehaueuano ^l^°J^
occupata la porta , meffo dentro:& poco dipoi entrarono nel modo iflefio per gHLoduSc
la porta Ticinefe il Cardinale de1 Meditici Marchefe di Mantoua, Trofbero, ^'l^'chct
CT una parte dell esercito, ignorando cjuafi 1 mnciton in qual modo, oper qual la città. sog
difordme fi fuffe con tanta facilità acqui/tata tanta uittoria . Ma la cagion Bj1u§?ucr5f ^
principale procede dalla negligenza de francefili perche per quello fi potette uati da gli
comprendere poi non haueua Lautrech hauuto notitia, che quel viorno l'efìer- spaSn.U0,[ j
r m rr • r j i n n ? isr> l . . , À denari, che
otofujje moj)o:anxt fi ere uè , che l epere per le grandiffime pioggie le ftrade \ pagatori vi
molto rottagli defieficurtà che quel giorno i nimici non fufiero per muouere ^"au^ora
Partigliene fen%a lequali nonpenfaua fi mett efiero ad afi altare i ripari: pe- per uenmra
rò nelfifteffo tempo,che effi entrarono dentro ,caualcaua con altri Capitani di- nd^trha'
(armato odo fornente per Milano, & lo Scudo flracco dalle uigilie della notte ueuano' la.
precedente dormiva nel proprio alloggiamento:et nondimeno fi crede, che poi ^ rj uMuo
chebbe fuggendo raccolte le genti fu la pianga del Cafiello; b harebbe hauti- le .
ta non piccola occafione di offendere i nimici, de* quali una parte era alloggia
ta molto difordinatamente in Milano , un altra refiata né borghi col mede fi- i Legati, e i
;ani co
mo difordine,& un altr aparte alloggiata confufa,& ffarfa di fuor a: ma im c*?\c
fedito dal timore,& dall'errore delle tenebre,di difeernere in sì brieue tempo za eran tut-
lo fiato de nimici ,fe n'andò la notte medefima con l'efferato a Como: doue la ]£? criueul
fidati cinquanta huomini dì! arme, &feicento fanthprefo il camino per la Vie- dirim petto
ne d'Inaino, & paffata Mda a Lecco, fi riduffe in quel di Bergamo, reflando ^0s.0uC°Sco
il Cafiello di Milano ben guardato, & proueduto . Seguitarono l'efi empio di lon na . e il
Milano Lodi,& Tauia.Et nel tempo medefimo il Vefcouo di Tiftoia, & Vi- newTnfie"
tello,che lafciata a dietro Tarma erano andati allauolta di Tiacen^a; furono me a gtaui
accettati ffontane amente da quella Città,& la medefima inclinatione fegui £r""£ pel
tò la Città di Cremona:doue uenuta nuoua no folo della mutation di Milano, venir all'ai
ma etiandio che le genti Fr ance fi erano fiate rotte, il popolo leuato in arme ; SVi^Lega
cominciò a chiamare il nome dell' Imperio, & del Duca di Milano: laqual co- t? u* entrò
fa intefa da Lautrech, che già era arriuato in Bergamafco;mandò lo Scudo con dl me*° '
parte delle genti a ricuperarla : ilquale efiendo ributtato dal Topolo , Lau-
trech ancoraché per la facilità , che ui era di foccorrerla da tanti Sui^eri ,
che erano in Tiacen^a,haueffe piccola fferan%a diprofferofucceffo;ni s'indi-
rivgò con tutte le genti,hauendo per parergli efiere impotente a fofienere tan
te co fé , ordinato che Federigo da Boigole abbandonale Tarma ; & gli fuc-
cedatela cofafelicemente:perche il Vefcouo diTifioia,fe benehauefie com-
mejfione dal Cardinale de* Medici, fubito che intefe la ribellione di Cremona,
di
• ìieioufo « 1 I B R O
defcr iuc m di numàaruì per flabiUre quello acquiflo, parte de gli Suiigeri ; nondimeno
Pcd T odd mn H°lend° diuidergli,ne implicarfi in altre faccende per la cupidità,che ba-
Bozzolo o- ueua di andare con e (fi all' impr e falche fi deflinaua di Genoua; ritardò tanto ,
ma1 e a vi- c^e Lautrec^ tenenàofi per lui il Cafiello , né ui emendo altra difenfìone , che
tciio u'cn - quella del popolo , ilquale fubito gli mandò lAmbafcìatori a dimandar nenia.
f ad iibr!z? ^ delitto;la ricuperò facilmenteiàallaqualcofa riprefo animo, ejpedì fubito
delia vita a Federigo da Boxjole,che non abbandona/fé Tarma:ma Federigo già parti-
oul puoue! tofeneybaueua con le genti pajfato il Tò; & P 'Hello, ilquale con le fue genti
d« fi ancho andaua a Tiacen%a> effendo quando Federigo partigiano a Tarmai chiamato
latina 'ci- ingrandì/fimo confenfo del popolo, * nera entrato dentro :& da Milano,at- 4
wo. & una tendendofi ad acquiftare il reflo dello fiato'xon difegno di ridurfi a fpefa più
feUftfucceflà temperata, fu mandato nell'iftejfo tempo il Mar che fé di Tefcara con le genti
in mezo al Spagnuoldco* Tedefchi,& Crigioni a campo a Como: laqual Città poi ebeb-
be cominciato a battere con rartiglierie}queUi che u erano dentro >non fperan
aa?n°iGaba àofoccorfo s'accordarono con conditioncche & le genti Francefe,& gli buo-
«eo,ma và^ mini della terra con le lor robbefuffiro falui:& nondimeno quando i Francefi
eranftato,C|a- ^euano partii fhgli Spagnuoli entrati dentro Ja facebeggiarono con infamia
(ciato a di fé grande del Mar ebefe: ilquale non uo Ito poi incolpato da b Giouanni Gabaneo, y
dice ìi°gì j- caP° ài quella gente \ di fede rotta fa chiamato a duello . Mandarono da Mi-
nio, e he car lano neUiflefìo tempo il Pefcouo di Pernii agli Sursgeri per fermare gli ani
tra ugPctca° m^ loro:ma efjiicome fu peruenuto a Belinone, lo meffono in cuflodia.-perebe
xa, come co mal contenti che i fanti lorofujfero proceduti contra il Re di Francia; fi lamen
della fate* tonano non foto del Cardinal Seduncnfe , & del Tapa , & di tutti i miniflri
obiigata . fuoiyma tra gli altri particolarmente di Peruli,cbe effendo quando furono le-
te adice c^e udti i fanti Tsluncio del Tonte fiee apprejfo a loro, fi (ufi e affaticato per indur-
ii il Gaba- gU a contrauenire alt eccettione,con laquale erano fiati conceduti. Erano le co
fé della guerra ridotte in quefli termini, & con grande fperan%a del Tapa,&
rooTte^pa di Cefare diflabilire la uittoriatperche il Re di Francia non poteua,fe non con
icone 1 età lunghezza di tempo mandar nuoue genti in Italia, & la potenza di quelli , i
bé^hVaUrì quali contra lui haueuano acquifiato Milano con la maggior parte di quel Du
dice +5 me cato;pareua baftante non foto a conferuarlo,ma ad acquifiar quello, che anco-
ri zi ^eff °n ra refial*<i in mano de nimici, an%igià il Senato Pinitiano fpauentato di tan-
to fa to va io fucceffo,e temendo che la guerra cominciata contro ad altri, non fi trasfe-
»?, o"o me Y'lffi ne^a cafapropria;dauafyeran7& al Tapa di far partire del fito dominio
fi , & «enti le genti Fr ance fé . Ma da accidente inopinato bebbono fubitamente origine
nìori(come inopinati penfieri. Morì di morte inajpettata il primo giorno di Decembre il
qui è fim Tontefice Leone ;ilquale hauendo bauuto alla uilla della MagUanay doue }fief
di jBecSre^ fi fi riduceua per fua ricreatione, la nuoua dell 'acquiflo di Milano , & rice-
béche altri uutone incredibile piacere ; fopr apre fola notte medefima da piccola febbre,
j'ano 1 s ai. &fattofi il giorno feguente portare a Roma.ancor che da Medici fiiffe ripu-
y ed» più sh tatQ di piccolo momento il principio della fua infermità; c morì fi a poi biffimi $
congetture della morte di lui nel Giouio al fine della vita d'etfb,oue anco delirine la natura^ i coftumi fuof.
giorni,
QlVARTODE'CIMO. 4t*
giorni) non fen\a foretto grande diueleno, datogli, fecondo fi dubitaua, da
Bernabò Malefatta fuo Cameriere, deputato a dargli da bere : ilquale fé ben
fujfe incarcerato per quefla fo fattone, non fu ricercata più oltre la co fa per-
che il Cardinale de medici come fu giunto a Roma , lo fece liberare, per non
bauere occafione di contrarre maggiore inimicitia col Re di Francia,per ope-
ra di chi fi mormoraua,ma con autor e >& congetture incerte ^Bernabò hauer-
gli dato il ueleno. Morì, fé tu rifguardi l'opinione de gli buomini, ingranditi
ma felicitai & gloria, efiendo liberato per la uittoria di Milano da' pericoli %
& fa fé ineflimabili , per lequali efaujlijfimo di danari , era coflretto proue-
derne in qualunque modoimapercbe pochi giorni innanzi allafua morte ha-
ueua intefo l'acquiflo di Tiacen%a,el giorno medefimo,cbe morì intefo quel-
lo di T?arma,cofa tanto defiderata da lui,che certo è, quando deliberò di piglia,
re la guerra contra i Francefi, haueua detto al Cardinal de* Medici , che ne lo
àiffuadeua , muouerlo principalmente il defiderio di ricuperare alla Cbiefa
quelle due Cittàilaquale gratta quando confeguiffe non gli farebbe molefìa la.
morte, Principe nelquale erano degne di laude, & di uituperio molte co fé, &
che ingannò affai l'efattatione, che quando fu affunto al Tonteficato s 'batte-
va di lui ; concio fia cb'é riufeifìe di maggior prudenza , ma di molto minore
bontà di quello eh' era giudicato da tutti. Ter la morte del Tapa indebolirono
molto le co fé di C efare in Lombardia .-perche non era da dubitare, cbe'l Re di
Francia riprefo animo , per effergli mancato quel nimico , co' danari delquale
s'era cominciatay& foflenuta tutta la guerray& non mandaffe efferato nuo
uo in ltalia,& che $ Vinitianiper L'iftefie cagioni non continuaffero nella con
federatiotte con lui,donde s'interrompeuano i difegni d'afìaltar Cremona, &
Cenoua,e i miniftri di Cefare,i quali haueuano con di fficultà pagato fina quel
dì le genti Spagnuole>erano neceffttatia diminuire non fen%a pericolo le genti
loro , poffedendoft in nome del Re di Francia Cremona , & Genoua Meffan-
dria,il Caftel di Milano,le forteT^e di 7^ouara,& di Tre<%zp,Ti'2gichitone,
DomuJfola,*Arona,e tutto ì Lago Maggiore.Era anco ritornata allafua diuo-
tione la Rocca di Tontriemolidaquale occupata prima, fu ricuperata da Sini-
baldo dal Fiefco,& dal Conte di Noceto. *Ne pacarono anco felicemente le
co fé del Re di Francia di là da' monti -.perche Ce far e moffe l'armi contra lui ,
prefe la Città di Tornai,&poco dipoi la fortezza nellaquale era molta arti-
glieria, & monitione . Ver la morte del Vapa s'introducono nuoui gouerni*
nuoui configli, & nuoui ordini nel Ducato di Milano: i Cardinali Sedunenfe »
& Medici andarono fubitoa Roma per ritrouarfi alla elettione del nuouo
Tontefice:riferuaronft i Ce farei mille cinquecento fanti Sui^eri, tutti gli al-
tri,e i fanti Tedefchilicentiatì fi partirono -.ritornaron fi le genti de' Fiorenti-
ni uerfo Tofcana : di quelle della Chiefa ne menò Guido Rangone una parte a
Modena, un allra parte rimafe tol Mar chef e di Mantoua nello flato di Mila-
noypiuper deliberatione propria che per confentìmento del Collegio de' Cardi-
f&,iC{udediuifQ infefleJiQ nonpotem far dewminatione di cofa alcuna ;
"~ ~ in
LIBRO
in moito che querelando ft Lautrech con loroycbe i foldati della Chiefa fie fiero
fermi nel Ducato di Milano in fregiudicio del Re di Francia-.ilquale per l\-
pere de fuoi predece fiori tanto pietofe uerfo la Chiefa , otteneua il titolo di
protettore,& di figliuolo primogenito di quella;non furono concordi a fare al
trarifpofla,òdeliberatione,fenonchefenerimetteuanoalladeterminatione
del Tapa futuro. De gli Sumeri ch'erano a Tiacen%a n'andarono una par
« uvefcouo te CQ\ a j/efcouo di Tifloia a Modona per difefa di quella Terra , & di Reggio «
vietalo contra il Duca di Ferrara: ilquale ufeito dopo la morte di Leon X. in campa-
di quefte gì gna con cent'huomini d'arme, due mila fanti, e trecento cauai leggieri,& ri-
ti Ìntò-' cuperato per uolontà de gli huomini il Bondino , el Finale , & la montagna
?io-/UCCh' di Modona,& la Carfagnana, & con piccola difficultà Lugo , Bagnacanallo,
fiTegge «ci & l'altre terre di Romagna;era andato a campo a Cento. .A -Piacenza refia-^
f ioul Vii rom & ^^?" del Cantone di Zuric, da quali per non fi uoler feparare.no
fonT. fi potè impetrare che mille di loro andafìero alia guardia di Tarma daqual
Città e fiendo refiata quafi fprouifia dette animo a Lautrech, che con fé icento
lance,& duemila cinquecento fanti era in Cremona-Ai tentar di ripigliarla ,
{limolandolo maffimamente a queflo Federigo da Botole ; ilquale per hauer
notitia particolare di quelle cofejjaueua credito grande in quefla materiale
ròfu difegnato che BuonauaUe con trecento lance,& Federigo ,& Marc An-
tonio Colonna J uno co fanti foldati da Francefi, l'altro co fanti de V mina-
rli in numero in tutto cinque mila affali afferò all'improuifo quella Citta, doue
r ano fett ecento fanti Italiani & cinquanta huomini d'arme del Marche fé di
Mantoua,il popolo ben dijpofio alla diuotione della Chiefa, ma male armato,
& inuilito per la memoria de Francefi, & dell'acerbità tifate da Federigo , e
quella parte della Città,ch'era fiata battuta dal campo della Chiefa con le mu
ra ancora per terra fen%a efferui fiata fatta reftauratione alcuna . *A&&Hr
gneuafi la uacatione della Sedia ^ipofiolica ,per laquale gli animi de popoli
fogliono uacillare> e i Gouernatori attendere più alla proprtia falute, che aia
difefadelleTerre,non faperido per chi hauerfi amettere in pericolo. Con que-
lli fondamenti adunque madate di notte le fanterie de' Francefi giù per il To>
fin aTorricella, doue s'unirono con loro le genti d'arme uenute da Cremona
per terra , & e fiendo fiate condotte da Cremona molte barche ; pajjarono la
notte il TÒ a Torricella propinqua a Tarma a dodici miglia , con ordine che
Marco Antonio Colonna con le fanterie Finitiane dequali erano alloggiate fu
l'Oglio le feguitajfe: ilche hauendo prefentito la notte ifieffa Francefw Gutc-
ciardiniyilqual' era andato da Milano per commeffione del Cardinal de Medi
ci alla cufiodia di Tarma, commato la notte il popolo, & confortatolo alla dt-
fenfione di loro medefimi,& difiribuite in loro mille picche .che due giorni in-
nanzi sfiorettando de cafi che poteffero accadere , haueua fatto condurre da
Reggio;attendeuafollecitamente a fare leprouifioni neceffarie per difender-
fhconofcendo molte di fficultà,peri pochi foldati,cheu erano, nonbafiantiA
fofienerta fi*7& l'aiuto del popolo, nelquale ne cafi inopinati, & pertcokfi
<xy a r + *ó rs t. e ? m d.; 4t*
libnfrpm t*y h natura della mvttftH$in£ far falda fondamento :& confederati
do non poter pfohtbirfi é himìrì fentrau nel Codiponte: ritirò i faldati, etup
ti quei della Temi fìèlt ultra parte fella Ottawa non fen%a grandi ([ima difH-
cultàiperchc per Cadendo f molti del popolo uditamente ch'ella fi poteffe di feti
aere & parendo duro agli bàWaitìk di quella parte abbandonare le e afe prò
prie;non fi. pàteua ne con ravionùnè con autorità difporglufe non quando fi ap
proPfìmarono i nimtìi i quali per battere i parmigiani tardato troppo a uolerft
ritirare , mancò poco che infteme alla mescolata con loro non enti -afferò nettai
tra parte della Terra.dou erano mólte d iff cult à,& principalmente il manca
menti) de' danari in tempo molto importuno ; perche era apunto il giorno del
èagarei fanti, iquali protefiauano fé fra un dì non erano pagati d'ufcirfi del-
la Terra. Entrò il primo giorno Federigo da BoTgple con tre mila fanti , &
alcuni cavai leggieri nel Codiponte abbandonato . Sopragiunfe il dì feguente
Buonaualìe conìe lance Fraveeft,& Marcantonio Colonna con due mi la fan
ti de* Vinitiani , non con altre artiglierie che con due fagri , perche le flrade
fedirne, che fono di quel1 a fiagione ne* luoghi baffi, & pieni d'acque uicini al
?ò; faceuano impoffibile, ò almeno molto difficile il condur l'artiglierie gl'of-
fe da battere la muraglia) & queflo nonfenya. perdita di tempo contraria al-
le foranee loro fondate fida celerità : perche tardando molto, dubitauano,
benché uanamente che a Tarma non fuffe mandato foccorfo ò da Modena, ò
da Viacenxamondimeno era entrato nel popolo opinione per auifi hauuti da'
contadini fuggiti del pae fé venire artiglierie grò f] e. donde impauriti maraui-
tlioj amente ',& molto più perche hauendo Federigo prefo nel Contado alcuni
attad ini, & fattigli deliramente da certi ribelli T armigiani, eh' erano feco em
fiere di opinione, che co Marc' ^Antonio y& coFracefi ueniuagéte molto grof
fa,et con artiglierie,gli haueua laftiati andare in Tarma: doue hauedo riferi-
to cofe affai fopràl uero delle for%e de nimici; empierono il popolo tutto di tan
to (pavento >che nonfolo nella moltitudine per tutte le contrade,ma nel coni-
glio loro,& in quei magiflrati chaueuano la cura delle cofe della communità;
fi cominciò apertamente a pregare il Gommatore, che per liberare fé, e i fuoi
foldati dal pericolo di reflar prigione,& la Città dal pericolo dieffer faccheg
giata,confentiffe che $ accordafferoia che refi fendo il Gouernatore co le ragw
ni}& co'prieghi, & con fumando fi il tèpo in dijpute;s accrebbe nuoua difficul
tà.perche effendo il tempo di dare la pagaci fanti folleuathfacedofegno di uo
lere ufcirfi della Città tumultuauano : ottenne nondimeno il Commefiario con
molte perfuafioni dalla Città,cheprouedeffero ad una parie de danari à qua-
li hauendo prima promeffi serauo raffreddathdimoflrando che qutflo farebbe
in ogni partito eh' ei pigliaffero giuftifi catione non piccola per ogni tempo co'
Tontefici futuruco* quali danari quietò il meglio fi potè il tumulto, donde &
nelpopolofi aumcntaua il timore,e i foldati uedendo che per effer pochi refla-
tiano a diferetione loro,& intendendo uacillar e gli animi di tutta la Città, ri-
dotti in graniamo foretto di non effer e in un tempo ifiejfo affaltati di dentro,
Ggg &
cito.
B T B R O
& di fuonhbarebbono defiderato più prefio che d'accordo $ arrendere la Te*
ra.capitolando la faluatione Uro ,cbe flave in quello pericolo .T^elquale flato
delle cofe, ridotte a non piccoli fìrme'^a ; fu molto neceffaria la * coflan^a *
coftaz* del del Gouernatore : ilquale bora affuurando i faldati dal perìcolo commune a
do goumm *^ con logora confortando i principali della Terra congregati tutti in confi
ior dì pai glio.&dìfputando con loro.dimoflrauaefferuano il timor e, per hauer egli cet
fe qudUrii '**?&* che i nimict non conducenano artiglieria grofia.fen'^a laquale effere ri^
ià daiiatj dicolo il temerebbe conle {cale haueffero ai entrar per for^a nella Tenacia
«fitfimr giouentù dellaquale congiunta co faldati erabaflantearefifleread impeto
ne a uenfi- molto maggior e :hauer e mandato a Modona,dou erano gli SuÌTgerhV nello*
d'Eucip'dc0 & Guide Rangone conile genti loro, a dimandar foccorfo : né dubitare ebe al
poito da Po più lungo per tutto* l giorno feguentel1 bar ebbono takahe i nimici farebbono
foto°hCi!omS coflrettia partirfi : perche iìrifpettodeU'honorloro,el timore che perdendofi
raic per tut Tarma nonfeguitafje maggior difordine,gli coflrigneuaybauendo tantagente*
io un effer- ^fe^ bauemnoafarfi innanzi : bauere mandato per lo medefimo effetto a
Tiacen%a,donde effergli data grandi filma foranea per le medefime cagioni:
jdouere effì con ftder areiche efiendo morto il Tontefice, dalquale era flato ho-
norato & esaltato, non gli reflare ubli catione è flimolo alcuno , per loquale
fé le cofefuffero in quel grado ch'effi imaginaumo, bauefìe a fottoporfi uolon
tortamente sìmamfefto pericolo: perche non poteuano,come fempre haueua
dimoflratoVefi>erien%a,iminiflri del Tontefice morto affettare dal futuro
Tapa grado, ò rimuneratane alcuna: an^i potere facilmente accadere, chel
nuouo Tontefice fufie nimico di Firenze fua patria: però neper ricetti publi
ti,nè per ricetti priuati hauer cagione di defiderare lagrandeTga della Chic-
fama poter bene nafeere molti cafi>per liquali gli farebbe gratiffima la baf-
fe?£a:non hauer egli in Tarma,moglie, figliuoli^ facultà alcunaxhe hauef-
fe a dubitare >cbe hauendo a ritornare fiotto' l dominio de Frane* fi , haueffero
a reflar fottopofli alla libidine, infoienti, & rapine loro: però non toccando a
lui né jperare utilità fé Tarma fi difende ffe, ne temere sella fi arrendere de
mali, che baueuano prouati fotto il giogo acerbo de Fr ance fi: & hauendo sei
la fi perdeua perforai fottopofla la per fona a* mede fimi pericoli, che Ubane
nano fottopofla gli altmpoteuano effer certi,che loflar fuo coflante nonpro-
cedeua da altroché da conofeer manifeflamente quei di fuor a non hauendo ar
tiglierie groffe>come era certo non haueuano,non e fiere baft ariti a sformarla :
di che fé dubitaffenon contradirebbe per lo defiderio.che come tutti gli altri
huomini haueua della falute propria,aU 'accordo ; maffimamente che efiendo
la Sedia uacante , & egli non fi trouando in Tarma con tante genti che pò-
teffe opporfi alla uolontà del popolo ;non gli potrebbe diquefta loro delibera-
tone rifultare imputatione,ò carico alcuno:con lequai ragioni parte parlan-
do feparatatnentc con molti di loro, parte disputando con tutti infieme > parte
togliendo loro tempo con l'andare intorno alla muragha,& fare altre proui-
fwni%li tycua intrattenuti tutta la notte:perche haueua c^mprefo che ben»
.
QJV A R TOD E CIMO. 4i&
èie defideraffe ardentemente d'accordar fi non per altra cagione, the per timo
re eflremo,che baueuano di non eJferesfor%ath&faccheggiati nondimeno li
rafrenaua il conoscerebbe accordandoci fen%a il fuo confentimento; non pò-
tenario fuggire nota d'effer ribelli : ma efiendo apparita l'alba del giorno de-
dicato a San Tommafo Apoflolo &già cominciatoci a conofeere perle palle*
the tirauano i due [agri flati piantati quella notte , che non ui era artiglieria
da battere la muragha;credette il Gouernatore ritornando in configlioy troua
re uariati, & afficurati gli animi di tuttuma trouò totalmente contraria di-
frofitionce'ì timore tanto più aumentato,quantoper e fi er già il principio del
dì pareua loro approfjimarfi più al pericolo ; in modo che non udendo più le
ragioni, cominciauano nonfolo con apertiffima inflan%a,ma etiandio con prò-
tefli, & quafi con tacite minaccie a flrignerlo che confentiffe all'accordo : a*
qmlibauendorifpo fiori foltamente, che poi \ che non era in poteflàfua prò-
hibire loro qucfli ragionamenti, & quefli peri fieri come farebbe fé hauefie in
Tarma maggiori for%e;non gli reflaua altra fodisj anione della ingiuria, che
trattauano di fare alla Sedia jLpoflolica, & a fé minifìro diquella,chenede-
re che fé firifolueuano ad accordar fi , non poteuano fuggire l'infamia d'efier,
ribelli i& mancatori di fede al loro Signor e, ejprobrando con caldiffime paro-
le il giuramento della fedeltà che pochi dì innari baueuano nella Chiefa mag
giore preflato folennemente in fua mano alla Sedia ^Apoftolica:& the quan \
do bene uedefie innanzi a gli occhi la morte mamfefliffima da loro, tene fi ero
percerto,che da lui ne riharebbono altra conclufwncfe non quando,o per fo-
prauenire nuoue genti ò artiglierie grofi e nel campo de'nimici,òper altro ac-
cidente conofcefie efiere maggiore il pericolo del perderfi,che la JperanT^a del
difenderfudopo lequali parole efiendo fi ufcito del con figlio, parte perette le re
fiafiero ne gli orecchi,& ne* petti loro con maggiore autorità;parte per dare
ordine a molte cofe, ch'erano necefiarie fé i nimici uolefiero dare,come fi ere-
deuatquel alla battaglia, flettono fojpe fi, & quafi attoniti per lungo jpatio*
finalmente preualendo il timore a tutti gli altri rifletti , & rifoluti in ogni
cafo di mandar fuor a a praticare d'arrender fi ; mandarono alcuni delnumero
loro a proteftare al Commefiario,che s'egli per fé ueraua nell'oftinatione di non
confentire,che fifaluafiero erano difpoflifarloper loro medefimi per fuggire
il pericolo euidentiffimo del fiacco: ma in quel tempo mede fimo theuolcuano
tfporre l'imbafciata^ominciarono afentirfi i gridi di quelluch' erano a guar-
dia delle porte ,& delle mura, & le campane della Torre più alta della Città»
the dauanofegnoyche i nimici ufeiti di Codiponte in ordinanza, s'acccftauano
alle mura per dare l'afi alto: donde il Commefiario r molto fi a coloro, che anco
ranon baueuano par lato, difi e: quando ben uolefiero tuttunon fiamo più a te
pò ad accordarci : bifogna ò difenderci bonoreuolmente , ò andare uititpero fa-
mente a facto ;ò reflart prigioni, fé non uoltte fare come Kauenna> & Caput
focheggiate, quando io rumici alle mura fi trattauano gli accordi . lo infi-
tto a qui ho fatto quello che patena fare mommo folo, & conàottim per be-
O g g a neficia
a Si vede f « L I B • R : O ^
quefto ìua. ^jj^o «a/fo-o />* grado che è necefìar'iOi ò uincere> b morire :fe bora bafiafjl p
go.che Par-
ili
F
i
I
me nei ciò fl^g/j' , $-. figUuoli,che fiate flati importuni a defiderare fenxa necejfita met
ttli™hJ\ terni [otto la femitù de Francefili che come fapete , timi fono capitalismi
<ù i tre, & cìmici uoflru Dopo lequali parole hauendo uoltato il canallo in altra parte9
i denota rejlando ciafeuno confufo per lo timor e-& per parere loro non efferepiu a tU
«lei Marche p0 a tentare altri rimedij; filafeiarono da parte i ragionamenti dell'accordar
wf'dfuie fi fi,& fu neceffario attendere alladifefa: perche una parte de ritmici, hauendo
i«nttmtiw»c qUcmtità grandi ffima di fcale,r accolta il giorno dinanzi del paefe ;fì erano * é
"mone si" accollati a un bafiione , che dalla parte di uerfo il To haueua fatto fare Fé-
«ìiiano, che ^mo, & l0 combatteuano uirilmente: & nel tempo mede fimo un altra par
còngnie1 di te daua l'affalto molto feroce alla porta, che uà a Reggio: & medejimamentè
-*fefa"& di ficombaiteuaindue altri luoghi con tanta più difficultd del di fender fi quelli
ì\t no Bac- di dentro quanto inimici erano più fire fichi, & {limolati con le parole da i Ca
Scfc auta • fùfàfà niajHmamente daFederigo:&gli huomìni della terra pieni di jpauen
«abomina to,nons 'aacjlauano , :da pochifiimi Un fuora ali 'a muraglia :an%i la più parte
te ai°p?in ti- rinchiufiper le cafe, come fé af^ett afferò di punto in punto l'eflremo cafo del
pio deli ibr. U citta. Durarono quefii affalti rinfire fiati piuuolte per ifpatio di quattro
« to^en* hi boret diminuendo fi fempre il pericolo di quei di dentro , non filo perla firac-
1 ftp rie. cbczga de nimici che battuta & feriti da più bande diminuiuano alammo >
f «tétefttu ma etiandio perche uedendo quelli della terra fuccedere la dife fa felicemente^
ittiiGiouio, pr e fi ardire, concorrevano di mano in mano prontamente alla muraglia ,non
- «fi fi partii mancando il Commeffano di fare fcllecitamcnteper tutto le neteff me proni.
xono da l'ar foni '.talmente che innanzi ceffafft la battaglia- non folo era contar fo tutta il
ft^&Tpauro popolo, e i He ligio fi ancora a combattere alla muraglia*, ma etiandio molti ffu
{a- ordinan- me donne , attendendo a portare mno , & altri rinfrefcamenù a gli huomìni
Sfi hieuata fuoilin modo che quelli di fuora dijperati delia uittoria, & rhiratifi con perdi
una faifa no ta,& ferite di molti di loro nel Codipontei b la mattina feguentefi leuarono, *
Iona" il Pe & fiati un giorno, ò due uiani a Tarma fé ne ritornarono di là dal %>èi affe-
fcara haue- yenc[o Federigo? ninna cofa in quefia fpedawne , deltaqnale era fiato autore ,
^Pò^ra hauerlo ingannato », fé 'non il non bauere creduto, che un Gouernatorenonhm
*liar loro la mo fa ouerra,& uenuto nuouamente in quella Città hauefìe,efiendo morto il
amando & va Tonte fice,uoluto più prefio fen\a alcuna \fperan%a di profitto,cff>orfìal peri-
■gabondi fi col0yCl)e cercare di faluarfi, potendo farlo ferina fuo dishvnore, ò infamia aU
od • freddo cuna. 7s[ocè affai la difefa di Tarma alle cofe de' Francefi: perche dettemag-
ideiia notte ^^ ammo a[ p0p0lo di Milano, &a gli altri popoli di quello flato a difen~
molto tao- derfiiche non haueuano prma }& majfmaraentejapendofi efferui fiati aen-
goìa, & con tropoci)i foldati)& non bauere hauuto foccorfo .-perche né da Tiacen\afimof
ofóuro : a' fé alcuno,nè gli Sui7gerhcb' erano a Modona, né Guido Rangone, né fuetto
£i^4« U&Jfcux'AacoiMò Colonna cq'I far piaaut toicc acede ?ei li margini delle ftradfc fengòfe ;
uollono
ca Fràcclco
Maria d'Vr
bino fu cac
CtVA R T O D E € I M 0- 4*9
jno//o»0 mandar gente alfouorfo di Tarma: Gmdo allegando,che benché il Da * ■.
ca di Ferrara non bauendo potuto ejpugnare Centoydifefo da Bologne fi; fi fttf
fé alla uenuta degli Sui*qreri ritirato al finale nondimeno effer pericolone
jpogliandofi Modona diprefidionon uenijfe ad asfaltarla; él Vefcouodi Tifio
ia uacillando,& flando implicato,& irrefoluto tra le ricbiefte inflantiffime , .
cbzglifaceua il Guicciardino,& leperfuafionidiViteUoyàqualeper l'ìnteref di vàra.»o,
fé proprio lo flimolaua,cbe con gli Sui'Zgeripaffaffe in Romagna per impedire
il paffo al Duca d'orbino; tardò tanto a rifoluerfi, che non fece né l'una co fa,
né l'altra:perche Tarma da fé fteffa fi difefe, & al Duca non fu fatto impedi
mento alcuno in Romagna: perche in ultimo gli Sui'zgeri, non efiendo pagati, c-to di ca-
non uollono muouerfi,ilquale, & infieme Malatefla, & Gratio fratelli de Ba ™"l0n°' ^\ f
gl'ioni andauano, quello per ricuperare gli flati perduti, quefti per ritornare in mondo i &
Terugia , bauendo raccolto a Ferrara dugento buomini d'arme, trecento cauai g?^10^1
leggieri,e tre mila fantini quali parte per amicitia, parte per {peranno, della gnor di ca
preda uolontariamente gli feguitauano: perche né da' Fr ance fi, né da Fini- ^Vi'^inuec
tiani potettono impetrare altro fauore, che permettere a qualunque fuffefol- chmo m
dato brodi feguitargli , e i Vimtiani concederono a Malatefla, & Oratio di c«T£o«iti
partir fi da gh flipendij loro, andati adunque da Ferrara a Lugo per il Tò , i>itimo il
né trouando per lo Stato della Cbiefa oflacolo alcuno , come furono uh ini al burnii e *
Ducato dVrbino.il Duca chiamato da popoli, ricuperò eccetto quello, chepof sédo dal Dt*
fedeuano i Fiorentini,incontinente ogni cofa: & uoltatofi dipoi a Tefxro, ricu no foto am
però la Terra con la medefima facilità, & injpatio di pochi giorni la Rocca: mi2:*f"> j»
4 &feguitando laprofpentà della Fortuna, cacciato di Camerino a Gwuan Ma ùo'u .' ilo't
ria da Parano antico Signore, che per illufirarfì baueua confeguito da Lione il c!*c (Jucfto
titolo di Duca mmeffe dentro Gijmondo giouanetto della ifleffa famigliayche ria : ìimnie
pretendeua dbauere a quello flato miglior ragione, ritenendo fi nondimeno la di\ *■/[
fortezza per lo Duca jlqual'era rifuggito ali ^Aquila. Ejpeditequeftecofe;fi h guerra e-
uoltò con Malatefla, & Oratio Baglionia Terugia,dellaquale baueuano pre- " {^^u
fa la difefa i Fiorentini non tanto per con figlio proprio, quanto peruolontà na conmoi
del Cardinale de' Medicamo fio ò dall' odio ,&nimicitia,che baueua col Duca XA Iobl?4 m
»> i ■ s > »• • » ili .... i rì laiuo, Iccoii
a Vrbmo,& co Baglioni , o per parergli che la uicmita loro potejie mettere d<> che i»rn
in pericolo lyautorità,che baueua in Firenze,ò perche adirando al Tontefica- ^ §*£*[
toyuolefie guadagnare la riputatone d effer lui folo difenfore nella u&atione uoi Pohdo-
d ella Sedia dello Stato della Chiefa.-perche il Collegio de Cardinali era al tut- £ '"^"ù
to fen<%a cura di difendere ò in Lombardia,ò in Tofcana, ò altroue parte alcu migliore il
na del Dominio Ecclefiaftico; parte perche i Cardinali erano diflratti in diuer £Vn MaSà°
fé fattioniy& immerjò ciafeun di loro né penfieri dafeendere al Tontefica- ch« quel <*»
to ; parte perche nell'Erario Tapale , né in Caftello Sant'agnolo non fi tro- doche inJ
nauafomma alcuna di danari lafciata da Lione : ilquale per lafua prodi- P? di **v*
galità non folo baueua confummato i danari di Giulio,& incredibile quanti- iitotnò afia
tà tratti di uffici^ creati nuouamente con diminutione di quaranta mila ducati ? atr,ai c($é"
do cftinula
poflànai di Celate, Vedi SL.arFaelló Volcerraco nei l»b.$.delfe Geografia ne' fuoi Commentari Vrbaai .
Ogg i d'entrata
LIBRO
d'entrata annua delia Cbiefa,ma haueua lafciato debite grande, & impegna-
te tutte le gioie, & cofe preciofe del t eforo Tonteficale ; in modo che arguta
mente fu detto da qualcb'imo,cbe gli altri Tonteficati fimuano alla morte de
Tontefici,nta quello di Lione effèrper continuar fi più anni pei. Mando pia-
mente il Collegio a -Perugia l'ardue feouo Orfmo, perche trattale di concord*
te infieme i Baglionima e fendo la per fona focena a Gentile per lo parenta-
do, che haueua co figliuoli di Gian Vagolo, & proponendo fi conditiom poco
ficure per luhfi trattò in uanoiin modo ebe'l penultimo di dell anno , ti Duca
, scriueci- a" Felino, * Malatefia,& Oratio Baglioni,& Camillo Orfmo ilquale feguita*
prianoM,- todaakunimlontaru,s\radìnuouounitoconloro,andaronoad alloggiare ai
'««fu" ponte a S.lannndonde difleftfì <F« <** Baflia> & ne lu0Zb' umm Zt
S?Je, ST nano dh& notte la Città di -Perugia: oueoltra cinquecento fanti condotti da
*^.Centile,uhaueuanome§morentini,aqualihM^^^
fac colie r0ìdette cpati0 di prouederla, due mila fanti, cento cauai leggieri fotta Guido
if&S yainà,& cento Ltihuomini d'arme, & cento cauai leggieri fotte quello,
Ì **£ -nelqual tempo nello flato di Milano fi flaua con fommo oao,non fi facend»
W "St dia cuna delle parti altro che prede, & correriedequah per fare ancora ne
luoghi tenuti daU Chìefa,haueuano i Vrancefi refiati in Cremona con due mv
lafanti,gittatoilpontefu'lTÒ,perloqmlepa^ando^
JlTarmigiano moleflauano tutto l paefe: & bencheTrojperofiimolatoda
glialtriCapitanipublicaffediuolerandareapigliarTre^o,&giahauefie
inuiatc l'Jtiglierie,nondimenonon lo meffe ad effetto, aUegandonon efiere*
. propofito, che l'efercitofuffe impegnato in luogo alcuno per poter Joccorrerc
lo fiato della Chiefa,feiFrancefibauefferO cominciato a farmprogrepo alcu-
nl.cofa nellaquale pareua che haueffe ipenfieri diuerfi dalle pan >«%%£■
gnifiatagli l'andata del campo a Tarma , non fatto fegno alcuno diuoias
(occorrere Aiffe effere nece(fario affettare l'euentoia»^ effendo rimafia Tu,
ceZaabbalnLd'ognipref^
damento de loro si^n'P^^f^'^VT^^lA
madìlizenx* , perche ilManhefe di Mantouacon le fue genti non fi partifje
drmTolqLlefematofunT^
delfuodominio,& col prefiar qualche uoltadanan,quella ™£WlW«*.
deuaatantìperkolicoUelettionedelnuouoTonteficedaqualecontantopre
fent d'andare a Roma , & ultimamente perche il Cardinal d lurea andante
ZdiMUmmrchecomefauoreuoleàVrancefinonfitrouafkallonclaue.
ìterìTcigiofece dereto,che tanti dì fi tardaffe ad entrare nel Concla-
Sanì giorni fiffe flato,ò fuffeper effere impedito ilCardinale lurea apaf
^eZbrlneìqualemteruennero \ j, .Cardinali, tanto haucuamoliiplieatod
numero la promPiW irnmdenu fatta, da $we , alla (reame , delqua*
. i
<^V ARTODEGI M O. 4*e
non erano flati preferiti più che uentiquattro Cardinali . Tu il primo fatto
4 dell'anno Mille cinquecento uentidua la a mutatione delio flato di Terugia, m.òXxu
fucceduta come fu giudicio d'ognuno , non meno per la iti Ita de' difenfori, che a~~u^T.
per la uirtà de gli ajfaltatori.-tquali ape refeiuti di numero di follati uolonta l^ /^
rij in fin alla fomma dì dugento h uomini d'armeni ecento canai leggieri ,& cln *ug'» , & i*
quemila fanti, & entrati nel Borgo diS.Vicro, abbandonato dxqueididen "cTSeTc,
ito , dettono il quarto giorno dell'anno nuouo la battaglici con grandiffima " Fuctfco
quantità di fiale dalla porta di S ,Viero da porta Sogli,& da porta Brogni, w'f^u^t
& da più altre parti- bauendo prima piantati per Iettare le di fife in più Ino- vjóino &
ghi fette peigi d'artiglieria da campagna accomodati loro dal Dùca di Ferra 1*0***1 he
radaqual battaglia cominciata all'alba del giorno rìnfrefeata più uolte;fipuò n cardio ? i
dire che continuale quafi tutto l giorno:& ancor che da due* ò tre luoghi en- Medlri fi>
tr afferò nella terra di fifa folamente da [follati, perche il popolo non fi moue- dc/re «l'am.
uà; furono fempre rime/fi fiora con la morte di molti di loro: onde Gentile, e 7 Srelu^ei
Commefìario Fiorentino crefeiuti d'animo Jperauano <C battere non meno fili "ire *Ccl*ò
cernente a difenderft gli altri giorniima la timidità di Vitello fu cagione, che d? f oion™
le co fé baueffevo efito molto diuerfoiperche temendo cbel popolo pìu inclina- Pe:° n5 p*
toà figliuoli di GianTagolojche a Gentile,nonfimoueffein fauor loro,nè pa tire a ó?te™
ren dogli piccola importane che hauefìero prefo l'alloggiamento ne' borghi £crP«!eil
tra le due porte di S.Tiero ma fopra tutto moffo dal foretto t batter e fé le co «oftò^on*!
fé fuccedefiero fmiflr amente in pericolo la ulta propria, per l'odio chef apena $°ar"£oa ciò
portargli il Duca d'Vrbino , e i figlinoli di Gian Vagolo , ftgmficò a gli altri fo carTnVi
Capitani la notte di uolerfi partire, allegando il foprafederefuo non fare utili- Gaetan° > «
tàdcmaiperche ependo fiato il giorno precedente .quando fi daua la batta- Adrinoff*
gliafirito da urto feoppio nel dito minore del piede deftro}era tanto foprafat ^, fi ìc&*
to dal dolor e, che la neceffità l'haueua coflrctto a firmar fi nel letto:& benché dei \S-
Gentile , & gli altri fi sfor%affiro di rimuouerlo con molti prieghi da quefla £ì VÌ£lo£Ì
intentane, dtmoftran dogli quanto inuilirebbe i follati, él popolo della Città la d- 2 *n
la fuapartita;deliberarono poi che flaua pertinace di feguitarlo Cofila not- dafcwT"*
te medefima andarono a Città di Caflello > & Verugia riceuè dentro i fratelli & poco" p-
Btglioni con ammiratane incredibile di tutti quelli, che hauendo battuta no- KdEìSw
titia per lettere ferine lanotte mede ftma del felice fuccefio,hauutoil giorno Aatwue. *
precedente contrainimicimefono poche bore poi Vitello,& gli altri hauer* b Se(ficifc
la uilmente abbandonata . j^on era a quefio tempo eredita l' elettane del uc ]i gU
nuouo Pontefice di ferita per la difeor dia grande de Cardinali, caufata prtn- "a° J(el£ ri
$ipalmente, perche il Cardinale de Medici adirando al Vonteficato, & pò- Addino***
teme per la riputatane della grandezza fua,& per l entrate- & per la gle- voi?" " c«
b ria guadagnata nell'acquiflo ai Milano , haueua uniti a fé i noti di ° quindici ^n^ , che
altri Cardmalumoffuò pergl'intereffi proprio per l'amicitia,chaueuano fé- Tul^ZÌa
co,òper la memoria de benefici^ riceuuti da Lione, et akuniper §eran?g che in '"« **««-
quando fitffi dijperato di conseguire per fi il Vonteficato diuenterebbe fauto- n '
re di quelli, che fusero flati pronti a fmorirlo. Ma a quiftofuo d. fiderà ri-
Ggg 4 fugnauam
LIBRO
*etVcCcoaiC pHgnMàtofoohc cofe . Il parere a molti cofa pcrnitìofa che adunTontefi* ,
unioni d'A ce morto fuccedefle uno dcll'ìflcfia famiglia > comeeffempio di cominciare a ■
e? ^nV." ^are il ^aPat0 Per facceffwnc. Oppone uanft tutti i Cardinali necebi, i quali
può èflcc Pa pretendeuano per fé proprtj a tanta dignità, ne poteuano tollerare che fuffe
[abbia3 ha° eletto m Minor di cinquanì 'anni: contrari) tutti quelli, che feguitauano la par
uuto i dm te Francefe,alcuni di quellUche feguitauano la parte Imperiale .-perche il Car
fogi' da' car dinal Colonna ancor che da principio haueffe dimoftrato di uolergli effere fa-
<flaaU, wreuokj, haueua dipoi molto feopertamente dimoiatogli oppofttione : i ni-
\ 5<.uan^Q mici acerrimi quei Cardinali y eh* erano flati mal contenti di Lione : & non-
d in aie ha dimeno in quefte difficultà lo foflentaua una fieran%a efficaci ffima perche ef-
Tifjra^co'i fen^° Pm C^e ^a ter'^L Parte ^l Collegio quelli, che gli aderiuano; a non fi pò a
came delie teua mentre flauano uniti fare fen^a confentimento loro l* elettione : donde
' n"n cali * "■• JPeraua àie per la lunghetta del tempo s*haueffero,ò a flr accorerò a difunirfi
& fi troua e gli auuerfarij, tra i quali erano molti inhabili per l*età a tollerare lungo difa^
a^uno^a-1 &°'>&Percbe concordi tra lor in non creare lui, erano difeordi in creare altri,
w« i due tei pen fondo ciafeuno a eleggere ,òfle,ò amici fuoi, & oflinatijfimi molti di loro a
aìi' hora°éÌ non ce^ere l'uno ali* altro :ma mollificò alquanto la mutatione dello flato di Te
tale fi chia - rugia la pertinacia del Cardinale de*. Medici per la inflan^a del Cardinale de*
^ruiinio^ Tetrucci, uno de* Cardinali che gli adheriuanoiilqualcapo dello flato di Sie-
vi fono poi na,t emendo che per l*affentia fina le co fé di quella Città^allaquale fi intende-
dU'eicgge^ m colere uoltarft il Duca d'Frhino con quella gent e >non faceffero mutatione; ,
ie il Papa.g follecitaua che fi elegge ffe il nuouo Tontefice:per la inflan%a delquale, & e-
Jdora ti'one! tiandio per l* intere ffe del pericolo ,nelquale mutando il gouc rno di Siena incor ,
j/acceflo è, rerebbe quello di Virenyg-moffo il Cardinale de* Medici cominciò ad inclinar fi
ci* s'elegge0 d8 medeftmoy ma non rifoluto totalmente a chi uoleffe eleggere . Ma mentre
sèia fenuer che fecondo l*ufo una mattina in Conclaue fi facea lo b fcrut mìo offendo propo- y
notmTràdo flo ^Adriano Cardinal diTortofadi natione Fiamingowa che flato in pueri-
li: ion e è , fja fa cefare maeflro fuo,& per opera fua promoffo da Lione al Cardinalato >
Sue pa rti dV rapprefentaua in ljpagna l'autorità fua; fu propoflo fen%a che alcuno hauefie
Cardinali , indinatione di eleggerlo ma per confumare in uano quella mattina; & corniti
tarlo feruti ciandofegli afeoprire qualche uoto , il Cardinale di San Siflo quafi con perpe-
mio, uanno tua OYatione amplificò le uirtù,& la dottrina fua: donde cominciando alcuni
adorare vno Cardinali a cedergli; feguitarono di mano in mano gli altri più prefto con im-
5PVpaòn C- P€ t0 c^e con àeliberatione;in modo che co* uoti concordi di tutti fu creato quel
Uìo Panuì. la mattina fommo Tont e ficemonf apendo quelli mede fimi che Ihaueuano elei
b"7 chefcrH to, render e ragione, per che caufa in tanti trattagli ,& pericoli dello flato della
f« delia va- chiefa haue fiero eletto c un Tontefice Barbaro , & affente per sì lungo fiat io e
1 e defpon- di paefe , & alquale non conciliauano fauore né meriti precedenti > né con-
tefìce Ro- uerfatione hauuta con alcuni altri Cardinali , da* quali appena era conofeiuto
«ano
9aga imgzftti* la plebe, che fia contenta d. slbgaili eoa le fole uillanie, lenza nettex maoo a* lailì.
<^V A R T O D E CI M O. 4*1
ilfuò. mme , & che mai non haueua ueduto Italia , & fen%aftnfmo > bfpe+ ,, ft
r 4w%* d/ «^ter/d : dellaquale cflrauagan%a non potendo con ragione alcuna
efcufarfi ; trans fermano la caufa nello Spirito Santo ,folito fecondo diceuano* * .
àinjpirare nella elettione de' Tontefici i cuori de Cardinali . Hebbe la nouel-
t la della elettione a* littoria Città di Bifcaia : laqualhauuta non mutando il a ^ttorit
nome che prima haueua* fi fece denominare .Adriano Seflo . Mutatolo flato ^ "a na
d i Temila poi che con detrimento non piccolo desìi altri difenili bebbonotarr gìo.uìo: io-
"''■òr ii- • j 'j/- uè dice, chi
dato le genti a muouerfi qualche giorno , partirono per r accorr e danari dagli in tredici
amici di Ter ugia, & di Todi> doue Camillo Or fino haueua rimeffo ifuorufci- giorni arri.
ih il Duca d'orbino, & gli altri , laf ciato Malatefla in Terugia cammando Roma°i coi
con celerità grande uerfo Siena , bauendo con loro Lattantio Tetrucci yche da ««> «ó le^
Lione era flato priuato del Vefcouado di Soana , perche Borghefe , & Fabio Une irmi".
figliuoli diTandolfoTetrucci erano flatiprohibittda'mimflri Imperiali par- "'^"jjj
tire da "Napoli . In Siena quelli che reggeuano, non haueuano altra fperan^a da' & per li
che il foccorfo de Fiorentini per la intelligenza che haueuano col Cardinale ™?*j* ^5
de* Medici, a inflan%adelquaie quelli che adherendo a lui gouernauano infua portar ìa
affentia lo flato di Firenze, come intefono la partita del Duca daTerugìa, j^JJJ*,^}
mandarono fubito a SienaCuidoVaina con cento caualli leggieri, & danari Adriano di
per aggiugnere qualche numero di fanti a quelli che erano flati faldati da' Eotentó> •
Sanefn ma ilprincipale fondamento era nelle for%e difegnate molti giorni in-
nanzi : perche come intefono la prima moffa del Duca dìf/rbino..& de* Baglio
ni, temendo alle cofe di Tofcana , haueuano trattato di foldare gli Suix^eri
del Cantone di Berna, iquali in numero poco più di mille ,fi erano fermati col
Vefcouo di Tifloia in Cologna , difpre^ati i comandamenti fatti da loro Si-
gnorile ritornaffero in Eluetia : laquale pratica benché per molte difficultà
fatte dal Vefcouo di Tiftoia^defiderofo diprefentare quefla gente al futuro To
tefice,fuffe andato in lungo più che non farebbe flato di bi fogno , nondimeno
fiera pure finalmente con grauiffima jpefa conchiufa,foldando etiandio quat-
trocento fanti Tedefchi unitifi con gli Sui^^eri in Bologna : haueuano anco
chiamato di Lombardia Giouanni de' Medici , non dubitando conquefloprefi
diOì pure che arriùaffe al tempo debito , di afficurare le cofe di Siena , lequali
erano ridotte in graui filmo pericolo , per effere la maggior parte del popolo ni
mica al gouerno prcfente, & per Iodio antico co Fiorentini , tutti mal uolen-
tieri comfort auano che le genti loro entr afferò in Siena : & accrefceua il peri
colo C affentia del Cardinale TetruccUin luogo delqualefe bene Francefco fuo
nipote face ffe ogni opera pojjìbi le per foflenere le cofe, nondimeno non era del-
la medefima autorità che il Cardinale : però, non ripugnando i principali , in-
tenti a fuggire, ò a prolungare in qualunque modo il pericolo prefente , haue-
uano già mandato lAmbafciatori al Duca d'Vrbino , fubito che entrò nel te-
nitorio di Siena : ilquale benché da principio haueffe dimandato la mutatione
dello Stato* & trenta mila ducati ; haueua dipoi mitigato le dimande in mo-
do che non mediocremente fi dubitam >cbe , è ptr confentimento di quelli che
'■' 'V reggeuano»
LIBRO
«tydti tre rcggenano, òpermbuìmento del popolo contra la uolontà loro, nofifaceffe tr*
«uau*no 2 ^ L)nca1e i Sane fi compofitione : pure entrando continuamente in Siena gente
lort <tiHU de Fiorentini,& rifonando la fama dette (fere già uicino Giouanni de* Medici
S" i°ii t'\fcl con cJ'1 Sumeri, quelli ch'erano alieni dall'accordo , impediuano con maggior
to.& e ili iì- animo fi conchiude ffe ; in modo che'l Duca accoflatofì alle mura di Siena , non
palazzo dì" hauendo nell'efferato fuo più di fette mila huomini,ma di gente collettitia,poi
s Pietro nei che uifu dimorato un giorno ,ra freddando fi lejperan^e deli accordo, & effeth
p^paTgouer do già uicini ad una giornata gli Sfthgeri ;fi leuo dalle mura di Siena.per riti
nauano il rarfi nel fuo flato . Soccorfa Siena U ifleffe genti fi uoltarono uerfo Verugia, fi
oc! U paTc*, gliando i Fiorentini occafione a quel , che prontamente defiderauano , dall' e f-
come nei la ferne flati ricercati dal Collegio de Cardinali, fotto nome delquale fi gouerna-
rod'c a. gìo" ua per l'affentia del Tapa lo flato della Chiefa : però procedeua nell'efferata
«io nella vi pey ferialmente il Cardinal di Cortona, Levato in fino a tempo di Lione della cit
ti d'Adria- t4J., . . ,. ... , i • 1 t^ r
pio. ta di Perugia . Ma nel Collegio non era dopo la creatwne del Vontefice mag-
giore unione s ò {labilità che fuffe fiata nel Conciane : an%i erano le uariationi
gii fc/utor!, piti apparenti, perche haueuano flatuito che ciafeun mefefigouernafjero le co
jh-è atto di je per *tre Cardinali fotto nome di Triori, l'ufficio de" quali era congregare gli 4
arie "'non altri,& dare efyeditione alle co fé determinate. Tre adunque di quejli entrati
y ^oi, & nò buonamente ',& oppoflifi al Cardinal de* Medici, ilquale eletto il Totefice era
imdo tuo' » fuhito ritornato a Firenze ; cominciarono ad efclamare,cbe le genti de. Ficrcn
e Simular tirj non molcflaffero le terre della Chiefa : lequali hauendo già faccheggiato
Può fi ' Vi- l& terra di *Pajfignano,chaMcua ricufato alloggiarle '> & dipoi alloggiate ali Ol
fonò con m0 uicino a tre miglia diTerugiacon fperan^a quafi certa di ottener quella
lentia il Du città, harebbono difpre^ati quejli comandamenti , fé non batte 'fiero preflo co
Mari? Cefan nofauta ^ sanità diquefle fyeranxe : perche i Baglioni haueuano chiamati
dj reduto di -molti faldati in Terugia, & era molto maggiore col popolo l'autorità loro,che
U0 JnSarCia V*e^a ^ Gentile, che feguitaual efferato : però di fper andò della uittoria , &
guerra co* hauendo tentata in nano la compojìtione ; fi partirono del Verugino , fotto ca-
f o°so "ih ?« l°re d* non colere opporfi alla uolontà del Collegio,et entrarono nel Monte Fel
tnven fimii tro,che tutto ^eccetto San Leo>& la rocca di Maiuolo,era ritornato all'ubidien
RCeepub.Cnen ^ del Duca d'Vrbino : ilquale hauendo facilmente ricuperato ,fi pofarono
hauendo ai- iarmi come per tacita conuentione da quella parte : perche il Duca b non era l
d!°mofettar potente a continuare la guerra co* Fiorentini , né effl haueuano cagione né per
lo. coil nei commodo proprio , ne per fodis fare ad altri di moleflarlo : perche il Collegio »
rh a4 del1" nelqual poteuano più gli auerfarij del Cardinal de' Media, haueua nell'ifteffo
gìouìo fi tempo conuenuto con luipcrfm'a tanto ueniffe in Italia il Tontefice,& più ol
sMm prin- tre afuo beneplacito, r itene ffe lo fiato ricuperato : non moleflaffe riè i Fioren*
cipe de* Tur tiniM i Sane fi né andaffe agliflipendij.nè altrimenti in aiuto di Trincipe al'
a Aì rnenia cuno. Erano fin ad bora procedute quietamente le co fé di Lombardia,mancan
in cappado fo alluna delle parti le Tenti , all'altra i danari ; & però non uolendo ifoldati
candidimi!- , .,. l • r % » i n , i ri
ìò l'ingiurie Imperiali non pagati partir Ji da loro auoggiamenti jjolamente fu mandato
l'Idolo dal dttffagnatime d'Uleffandria conia compagnia fua, & con altri ij hi dati , &
fudditì
Q^V A R T O DECIMO. 412
ftidditi del Ducato di Milano Giouanni da Saffatelloiilqual nel principio della
guerra,haucndo permutato il ben certo con lefperan^e incerte, partito dalfol
do de* Vinitiani,sera condotto col Duca di Milano efule ancora del fuo flato : t cofi a ?t
t doue effendofi accoflato, la temerità de Guelfi ^Aleffandrin'h * da quali era di to fcriueGa
fé fa la terra più che da* foldati Fr ance fi, fece facile quel che da tutti fi riputa n"h°neni"
uà difficile : perche non potendo foftenere i nimici,co* quali erano ufciti afca- *- J&J*?:
ramucciare, dettono loro occafione d'entrare alla mefcolata nella città) laqua o^octat, ?
le andò in preda de* vincitori : & con la mede fima facilità furono pochi giorni b il Giorno
poi cacciate di <Afli alcune genti de Fr ance fu entrateuiper introduttione d'ai J^tita" def1
ami de* Guelfi delia Terra . Magia a quefla brieue , & fioretta quiete appa- Marchefe di
riuano approffimar principe di grandi/fimi trauagli : perche fé ben nelle Diete c^pdiV nei
degli Suizgeri fuffe fiata fopra le dimande del Re di Francia grandiffima con p"mo de^
tentione,flando oflinati contra lui i Cantoni di Zuricy & Suit, quello di Lucer- ["?/ fc™ei-
naydifpoflo totalmente per luhgli altri diuifi tra fé mede fimi, & perturbando no> che. vea
le cofepubliche l'auaritia de'priuati, de* quali molti dimandavano al Re chi "0Cm°i]a si^
penftoniychi crediti antichi ; haueuano finalmente concedutogli i fanti diman- zeti fot ro
i> dati per la ricuperatone del Ducato di Milano , iquali in numero di più dib fhtdo di sV
diecimila calauano già in Lombardia, condotti dal Baftardo di Sauoia , & da uoia zio dcl
Galea'zjp da San Severino , queflo Grande Scudiere , quello Gran Maeflro di eco, «Trottò
Francia ,per le montagne di San Bernardo, & di San Gotardo . Contra quello il PiV}ff*>™
\ ^ r 1 ìi - • n •!/.'.. nominando
mommento Cefare,uquale haueua rtceuuto inpreflan%a non piccola fomma di eglino in q -
danari dal Re d*Ingbilterra,alienatofi dall'amicitia Francefe,haueua madato J*° luogo il
a Trento Gierolamo ^Adorno a foldare fei mila fanti Tedefchi per condurgli e Terme il -
infiemecon laperfona di Francefco Sfor-^a a Milano ila uenuta delquale era ^"'{^f*
in quel tempo flimata di molto momento <, per tenere più fermo Milano, & tal no dicono 1
tre Terre dello flato xhe fommamente lo defiderauano, & per facilitare tefat ™ fe^j^*-
x ione de danari con l* autor ità,& gratiafua> de* quali iti era eflrema carefiia* fra Fracefi ;
J^elaml tempo mede fimo e ffendo incognito a Milano il prouedimento fatto fn^bone
da Cefare .haueuano i Milane fi mandato danari a Trento per foldare quattro ra.oue tuia
mila fanti : iquali effendo già preparati , quando ? adorno ui pervenne ; egli ™" " 5*^.
mentre che gli altri fei milafoldauano,fi moffefubito con quefli uerfo Milano, «ri.
perfeender per Falle Folto lina a Como : ma negandogli i Grigioni il paffare ,
pafiò all' improuifo,& con tanta celerità nel tenitorio di Bergamo, & di quitti ftì artifici,-
nella Ghiaradadda,che i Rettori de* Finitiani,che erano in Bergamo , non fu- opcro ì! ^p
tono a tempo a impedirlo ; & condottigli a Milano , ritornò con la medefìma rutti i feftie
celerità a Trento per menare Francefco Sforma , & gli altri fanti a Milano : !&* J^mìI
nellaquale città sattendeua oltra l' altre prouifioni con grande fludio ad accre lano fi fece-
feere iodio del popolo,che era grandiffimo, contra i Francefh acciò che fuffero & cantoni
più pronti alla difefa , & a foccorrere co* danari proprij leputliche neceffità : con gente
e oofa molto aiutata e con lettere fìnte ^con ambafciatefalfei & con molte arti , apPL°ccchii
ta a* bifo-
gni , sì teme è fcritto al fine del libro primo dev Commentali 4«1 Catella, t>uc tratta ancho delle piadl»
che di Fiate Andrea da F«r caia .
&
t
fino
1 I B R O
& tnHcntioni dalla diligenx^ & àflutia del Morone : mattonarono ance ptn
che non fi potrebbe crederete predtcationi dì ^Andrea Barbato Frate dell'Ordì
ne di Santo lAgoflino: ilquale predicando con grandi ffimo concorfo del popolo;
gli confortala efificaciffimamente alla propria di fé fa »&a confi ru are la Va*
Pria loro libera dal giogo de' Barbari nimiciffimi di quella città,poi che da id-
dio era flato conceduto lorfacultà di libcrarfene : allegaua feffiempio di Tar-
ma piccolay & debole città, a comparatone di Milano : ricordaua gli efifem-
pij de* loro maggiori, il nome de* quali era flato glorio fo in tutta ltaliaiquello
(begli huomim anco debitori alla confcruatione della Tatria, per Uquale, fé i
Gentili che non ajpettauano altro premio che della gloria, fi metteuano uolon
tariamente alla morte , che doueuano far t Chrtfliani > a quali morendo in sì
Jin^vufon fanta °Pera> era °hra l* gloria del mondo, propofla per premio uita immorta-
la dal capei U nel Regno Celefle i confider afferò che eccidio porterebbe a quella città la uit
itfc^mtiT tma & arance fi, iqualife prima fen%a alcuna cagione erano flati tanto acer
quefta hiito bi-,& 'Molefli loro-, chefiarebbono horachefi riputauano sì grauemente offe fi ,
'"aio Bugi* & ingiuriati i ISfon potere fatiare la crudeltà , & l'odio loro immenfo alcuni
io, che iac- fuppUcij delpopolo Milanefie ; non empiere l'audritia tutte lefacultà di quel-
le hiftorie° 'la città ; non hauere aflare mai contenti, fé non fpegneffiro in tutto il nome ,
di Milano , ty ia memoria de* Milane fii>fie con bombile effempw non auan^affero la fie-
«lipio '<Lu! ra immanità di Federigo Barbaro fifa . Donde tanto immoderatamente era au-
&<? uefti "1 Mestato l'odio de* Milane fi , tanto lojpauento della uittoria de* Frane e fi , che
' chiamalo giafitfife neccjfario attender più a temperargli che a prouocargli . ^Attendena
Aftorre.che jnqueflo me%o Vrojpero con grandi ffima diligenza a riordinare , & riflaurare
Sfa 5manda / baflioni, e i ripari de*foffi con int emione di fermar ft in Milano,nelìa qual cit
to alia guar ^ quando bene non fusero nenuti ifei mila Tede fichi* fycraua poter fi foflene-
fandria . re per qualche me fé : & penfiando alla difienfiione dell altre terre haueua man-
dato in Klouara Filippo Tornielio , in ^Alcfiandria a Monfignorino Fificonte ,
ìnueìuione tuno con due mila, l'altro con mille cinquecento fanti Italiani: iqualiper non
dei coióna ejfire pagati ;fi foflentauano con lefiofian%e de popoli : a Tauia ^Antonio da
■ tri n cee , & Leua con due mila fanti Tede fichi, & mille Italiani, & con lui rimaneuano in
c°\ ^TÈwl ' Milano fiet t ecento huomini d'arme, fiettecento caualli leggieri, & dodici mila
jajio,è tolta fanti . Reflaua il pericolo imminente , che i Francefii non entr afferò per lo Ca-
i°g* nfoCC $e^° *n Mllano •' alquale pericolo per prouedere, & perpriuargli con un fatto
nei 2. delia medefimo per lafiacultà di mettere nel Caflello uettouaglie,ò altre prouifioni ;
SnTdV fece b con ìnHCntì°ne celebrata fommament e, & quafii agiudicio degli huomi
commétaH ni marauigliofa, lavorare finora del Caflello tra le porte che u anno a Vercelli*
• Jeftr edeiie & a Como> due trincee, aliando a ciaficuno della terra che fi cauaua da quel-
trincee rat- le uno argine, la lunghezza delle quali diflanti l'uno dall'altro circa uenti paj
lia ? drche fi* fi diftendeua circa un miglio tanto quanto era il trauerfio del giardino die-
vedi eiTo ce tro al Caflello tra le due flr ade predette, & a ciaficuna delle tefie delle trincee
àt'C(ùoi co m caualiere molto alto, & munito, & per potere con l 'artiglierie, che fi ìpian
mentati. taffero fiopra quei danneggiare i nimici ,fiefi accofiajfero da quella parte : k-
qu
CLV A R T O DECI MG. 4^
quali trincee, & ripari difefe da' fanti alloggiati in meig dì quelle fimpediuà*
no in un tempo mede fimo che nel Caftello non potè ffe entrare faccorfa alcuno?
& cheniunde gliajfediati poteffe ufcirne : laquale inuentione douer effere a It mei#
non meno felice ,che ingegno fa, dimoflrb nel principio con lieto augurio la fax *\ fabncar
tuna,concedendo,che fen%a dano alcuno fi potefie mettere in effecutione : per- l'neuc" v&
che efiendo caduta in terra una tiene grandiffima, Trufferò tifando il beneficio xo da Pro-
i del Ciclo , fece innam^i giorno lauorarc a di neue due argini ? alla fimi Ut ùd ine dintorno
de quali uoleua fifaceffero i ripari , da quali rimaneuaflo ficuri i lauorantidi al caftel di
non potere effere offe fi dall' artiglierie,che erano nel Cafiello de quali opere che afiicJm fi"
fi conducefiero aperfettione , dette commodità maggiore l'impedimento , che dalJ* attigiìt
dall' efiere le montagne coperte di copia grandiffima di neue , riceueuano gli da' popoli
SutTgp'i apafiarle . l^elqual tempo Lautrechjyauendo con alcune genti man d=!la G° ;'
date di là dal TÒ fatto fualigiare in Firenzuola la compagnia de' canai leggie suetia, & d*
fi di Luigi da Gonzaga trottata negligentemente a dormire, riordìnaua le gen •à?,ttj£j
tifine : & quelle de' Vinitiani fitto .Andrea Gritti,& Teodoro da Trinici fi fi fanno te
raccoglieuano intorno a Cremona : lequali finalmente unite con gli SuiTgeri, jj^"? '£
pafiarono il fiume dell'adda il primo giorno di Mar^o.effèndo capo dell'effer- altri Hpan
H
ito Lautrech, all'autorità delquale b non era derogato per la nenuta del Gran * Jj j| x™f\
Maeflro,& del Grande Scudiere . Venne a queflo efferato nel tempo mede fi- altri aiuto-
mo Giouanni de' Medici, ilquale benché trattando flrettamente condurfi a fai da'oiac0r Ma
ìlì di Francefio Sfor^a,& giàfifufìe muffo per andare a Milano,oue CYdafpet g»o Gotha
tato confammo defiderio- per la e fpcttat ione grande «che shaujz-ua della fua fa yjd"vpfiìa
roda ; nondimeno (limolato dagliflipendij maggiorile} più certi del Re di Fra «ci lib. 1 \.
eia , & allegando il non gli effere fiati mandati ì danari promeffì da Milano, ftorfe^dji
del Parmigiano otte hauea faccheggiato la terra di Buffeto , perche ricufaua co/e s«ten
d'alloggiarlo ;pafiò nel campo de' Francefi, ilquale alloggiò due miglia appref- tnonal1*
fi al Caflello tra le mede fame uie Vercellìna, & Comafina . Moffonfi il ter b il Cipei.
%o giorno che erano uenuti in ordinanza .facendo fembiante di uoler dare la Jg^1 !c^
battaglia al riparo: ilche non pofono a effètto , ò perche co fi fuffe da principio Laàtrech fa
la mente di Lautrech,ò perche confederato il numero de faldati, che erano den ftiuiita1^!
tro> la difpofitione del popolo , & la prontezza che appanna de' difenfori ,fe Re }* ™ì*
ne rimoueffe per la difficultà manififla della cofa: ma il giorno mede fimo ifaf- *Q t haueai
:fi d'una cafa battuta c dall'artiglieria di détto, ammazzarono Marc' Antonio do gj*wW
Colonna Capitano di grandiffima cfbettattone , & Camillo Triul7yw figliuolo aro dlìì'lm
naturale di Gianiacopo> ebeprefio a quella cafa paffeggiauàno infteme , or di- Perio •
riandò di far Inumare un cauaUcreper poter tirare con l'artiglierie tra i due ri c ScM-uc a
pari denimici Ma Lautrech non confidando di effugnare Milano .penfaua pò- g\qwo nei
tere còri la lunghezza del tempo peruenire alla uittoria .-perche per la molti- ^i pèfjja*
tudine de'fuoi caualli, & di tanti fior ufeiti che lo feguitauano, facendo corre- chc que ita
re per la maggior parte delpaefedaua impedimento affai che no ni entraffero tv^gtu'fta-
ta da Pro-
serò Colonna.* ilqual vsiutopQJ 4'iiat^icaffiaiaato U^fio^xio Jiiootc, unto chiaro ndla milieu ìiqqI
LI B R O
UcttòUdgliCyhaueua fatto rompere tutti i mulini ; & dcriuato tacerne de*e*-
nalhda quali quella città riceue grand iffìme commodità , Jperaua fimilmente
che a faldati di dentro hauefjcro a mancare gliflipendù, iqualifi fofleneuano
\H\t\ "chJ c ° danari pagati da Milane fi perche da C efare , & a del Reame di popoli, 4
ó«ouanni & di altro luogo ri era mandata piccoli (lima quantità ima era marauigliofo
&™on°man &f& dc l PcP°l° Milane fé contra i Francefu marauigliofo il defiderio delnm
éò tann de uo ouca per lequali co fé tollerando patientemente qualunque incommoditi ;
gno & ut- non f°l>° non tnutauàno uolontà per tante molefiiema meffa in arme lagiouen
©oli» che bà tù>& eletti per ciafeuna Taroccbia Capitani , concorrendo prontifjimamente
tale paghe dì>& notte le guardie a luoghi remoti dalt esercito , alieggieriuano molto le
per tre if>efi fatiche de faldati : nelqual tempo effendoper la rouina delle mulina mancata,
Spagnuoia *: la farina , proueddonoprefio con le mulina afecco a quefla incommodità : cofi
« ,l fépdàC»a adotta la guerra dafferan%a diprefla efpugnatione a cure , & fatiche di lun-
noru d? Pa go ajfedioytl Duca di Milano^ la partita delqualepex mancamento di danari fi
fa Leone era dijferitamoltigiorni,& fi farebbe differita più lungamente,fe il Cardino.
éi que°ftaP fe le de* Medici non Vhaueffe foflenuto di noue mila ducati ; partito finalmente
coi,da guex ^ Trento confai mila fanti Tede fichi, & occupata per aprir fi ilpaffo la Roc-
ca di Croara fottopofta a Vinitiani ; pafìo fen%a oftacolo per lo Veronefe :
donde per lo Mantouano paffato il TÒ a Cafal Maggiore ygi un fa a Tiacen%a :
& Seguitandolo di quiui il Mar che fa di Mantoua con trecento huomini d'ar*
me della Chiefa ;fi fermò a Tauiayflando intento altoccafione dipanare a Mi
lanoyoue efiremamente era deftderata la uenutafua: perche diminuendo ogni
giorno più la f acuità del far e danari per fomentare le genti , fi giudicano necef-
fario unir fi ilpiuprefto,cbefipoteffe co Tedefahiper ufeire in campagna , &
cercare di terminare la guerra : ma era diffìcile ilpaffare, perche Lautrechco^
me intefe effere arriuati a Tiacen%ayera andato ad alloggiare a Ca fino cinque
miglia lontano da Milano fu laflrada di Tauiay hauendo meffa i F indiani* \
Bmafco fu la medefima flrada , & l'uno & l'altro efferato in alloggiamento
ben riparato > & fortificato: doue poi che furono dimorati qualche d\yhauendo
in quefto tempo prefa S.Jlngelo^et San Colombano, Lautrech intefa che lo Scu
do fuo fratello tornato con danari di Francia , doue era andato a dimoflrareal
Re lo fiato delle co fa, faldati \ fanti a Genoua, era arriuato nello fiato di Mila-
min qucfti no ; mandò a unirfi con lui Federigo da Botole con quattrocento lance y&
«(Tatti ili rette m\[a fanti tra Sumeri, & Italiani : per la uenuta de quali il Marche-
«le1 Frante fa di Mantoua tifato di Vama ; andò a Gambalo per opporfi loro : ma ò baut
fé capuan do effi mofirato per lo foretto, come diceua egli, diriura)fi ucrfailTefiiiOyno
mtThìlui giudicando pm neceffana la fianca fua a Gambalo.ò come più pr. fio credo , te
c,ouio.Leg metldo di loro per effere più graffi di quello gli era fiato riferito ; fa ne ritornò
laT.ftom in Vauia : ma effi uenuti a Gambalo , & uniti con lo Scudo ,fa narrarono a
C°efnte'dCfte ^mra^ PrcJe l'artiglierie della Rocca,; he fi teneua per loro Jnihédola hot
fcnen.b t tutaja pre fono perfora al ter^o b affilio con la morte della p;n parte de* fan i
dei capciia. ti bg ;// aam dmw > fr nfiat0 prigione Filippo Tornello.. Vi r loqual cafa
ti
■
<^V A R T O D KIMO. 424 I
HMarchefe di Mantouaslqualefolleuatoda lettere &ft>ef]ìmejji del Tornici àU - Il
hycbe andaffe afoccorrerlo , ira ufcito dinuouo diTauia yfubito che nhebbe refidio éi
notitiatcauate lefue genti di vigeueneylafeiato piamente guardata la Rocca J| 3« pJI?5 II
ritornò a Tauia: Tfocc in cajò più importante l'unir fi con lo Scudo,& l'acqui «CobS
fio di Jfpuara a trance fi perche facilitò l'andata di Francesco Sforma co' fan [LìSjSfS I
ti Tedefchi a Milano : tignale conuenutofi con Troverò partito occultamente qu«fto au*
una notte di Tauia,alìa guardia della quale reflarono due mila fanti e trecen- £[?,?. £!aa I
to caualli col Marchefedi Mantóuajlquale negando di allontanar fi tato dallo Gi<>uio ài-
fiato della Chiefa>ricusò di procedere più oltre,& caminando per altra firada fo° dicìrdo 1
che per la diritta; fu raccolto a Sefio da Troverò , ilquale ufcitogli incontro co che fur°«o
una parte delle genti lo conduffe a Milano : doue è incredibile a dire con quan- fai 'S'TE 1
ta letitiafuffe riceuuto dalpopolo Milanefe,rapprefentandofi innanzi a gli oc Iian'>& <*"*
chi de gli huomini la memoria della felicità , con laqualé era fiato quel popolo i1!& d?eT.
fono il padrcy& gli altri Duchi Sfor^efchi, & defiderando fommamente d'ha *H a,tri vi
uere un Trincipe proprio, come più amatore de popoli fuoi3 come più coflretto ££!?! cui!
ad hauere rijpetto>& fare ftimationede'fudditi, né difyr cagargli per lagran- ìio Fl"f renti
dexga immoderata.La partita del Duca da Tauia dette Jperan^aa Lautrech beYsp^'
di poter'eftugnare quella città: però raccolto fubit amente l'efferato; ui andò a e n uoìo- c*
campo,& dall' altr aparte Tro fiero conofeendo il pericolo mamfefto,ui mandò fo'ffiS-
confomma celerità a mille fanti Corfi,& alcuni fanti Spagnuoli: iquali giunti fct.cno n?;
aU'improuifofugli alloggiamenti deU' efferato Francefe9 paffatiper quello,par Sfcefi %
te combattendo y parte caminando, & ammazzatine molti ; fi ndujfono falui !arono £•
in Tauia : doue olir a l'altre incommodità, era carefiia grande di poluere d'ar- effigi0»! 1
tiglierie.Batteua in tanto lautrech le mura di Tauia da due parti , cioè al Bor f™-™*^ 1
go difanta Maria in Tertica uerfo il T efino, & a Borgoratto: & hauendo git tfen* ae|}f
tato interra trenta braccia di muro; dette l'affalto inuano:& ueduto quei WS»
didentrobeneripararfiy& diftoflia di fender fi ; cominciò a difberar fi della Sfc&fur*
mprefa : aggiugneuanfegli molte difficultà ; l'efferegià cominciati a manca- %£?! g • il
re i danariyiquali il fratello haueua condotti di Francia, carefiia non piccola di mai véne r»
uettouaglieycaufata dalle pioggie grandi ffimeper lequali era molto difficile il £hT£wÌ5
uemre ali' efferato per terragne meno difficile il uenirefuper lo Te fino: perche a»!< fenti^
le barche urtate dall' acque del fiume troppo groffe, non poteuano andare inna \t\\nt%
%i contrai' impeto delfuo corfo. T^elqual tempo Trofpero ufcito con tutto lef- p«o dare il
farcito di Milano,peraccoftarfia Tauia,impedito dalle pioggie medefime.se- ^che^SuJ
ra fermato a Binafcoyche è a me%o il camino tra Milano,& Tauiay donde poi n*rn mtn**
effendofi ftinto alla Certofa,che è nel Barco a cinque miglia di Tauia, monafle di 7vl Z*
rio forfè più bello che alcun altro chtfia in Italia , Lautrech non Jperandopiu df,,a viia
di pigliare Tauia; fi ritirò col campo a Landriano non mole flato nel leuarfi da oul u^t
rumici fé non con leggieri fcaramuccie . Da Landriano andò a Monda perù- -1cune **
ceuere più facilmente i danari che gli erano mandati di Francia Jquali fi era- cXmÓ!&
nof&mati ai jlrona: perche lAnchife Vif conte mandato da Milano aquefio J,lri j?arrico
effetto a Bufioprejfo adUtona impediua non mmfiero più innanzi . Quefia cZ%\!U
difficoltà file*s°no.
L f B « 0
àiffrcuìta riduce in ultimo difior dine le co fé de Franuft, persegli Sumeri, l
pagamenti de' quali erano ritardati già molti dì, impatterai fecondo il cvfiu-
ffie loro mandarono i loro Capitani a Lautrech a querelar fi grauemente , che
effendo fiata quella natione prodiga in ogni tempo del [angue proprio per l'è fai
tatìone della Corona di Francia, fu fife contra ugni gi ufi itia mancato loro de de
bui pagamenti , & dimofirato con quefìa ingratitudine , # aùaritiaa tutto 7
mondo quanto poco [uffe [limato lauirtù,& la [ed e loro : e [fere deliberati ba-
ttendo affettato tanti dì in uano , non affettare più termine alcuno , nò fidarfì
di quelle promeffe che replicate tante uolte gli erano mancate : però uolcre ri-
tornar fene affolut amento alle cefe loro : ma [atto prima maìiifcfio a tutto il
. mondo > che non gli induccua a quefìo il timore deUeffere ufeiti in campagna i
mimici -, né il defiderio di [uggire i pericoli , a quali [ono [ottopofli gli huomini
% ti Cand- nvXitari,di\}re%7atì femprcmai 'come per tante ejperier.^e sera ueduto da gli
lier Cic ut j Sui^eri : notificargli eh' erano pronti a combattere il dì feguente con intcntio
Se! hVki Tie & partirfi poi l altro giorno : menargli a trouare i nimici': ufeiffel'óccafio-
j!i»a miii ne della prontezza loro, mettendogli nella prima fronte dì tutto f efferato: [fé
LVqito ilo3 rare che hauendo uinto con[or%e molto minori nel proprio alloggiamento l'efr
S" Monsh d\ finito Frane efe.jntorno a l<[puara,uincerebbono anco nel loro alloggiamento
4*KerfojL gli Spagnuoli : iquali[e bene d'aftutia , di fraude , & d'infidie auan^auano i
xo da g'i Fr ance fi, non gli riputauanogià [uperiorì douefi combattere con la [eroda del
«óbatcMe*, cuore , & con la uirtù delfarmi . Sfor^offì Lautrech confiderando con quanto
?iniuC|d|é<lJ pericolo fi andane ai affaltar inimici nelle [ortex^e loro, di temperare quefio
dice che nò furore ,dimoflr andò non per difetto del Re:maper i pericoli del 'amino proce-
doueua at- fare [a tardila de danari , iquali nondimeno arriuerebbono fra pochi ffimi dì :
tacca ie la ' / , . , , l , .' , . «
zuffa, fé no ma non potendo conutncergli, o fermargli, ne con l autorità, ne co prtegbi , ne
■llÙdi 'ac* con lcPr°me[[e,nè con le ragioni,dehberbpiupre[o hauendo majfimamente a
ciocht 'iè effere il primo pericolo loro,con difauant aggio grande tentare la [ortuna della
infumi Pormta^e ri<u[ando di [arla,perder totalmente la guerra, come era manifi
delia none fio che fi perdeuapoi che non confientendo di combattere , gli Sui%%eri baue-
faìm^imi uano determinato di par tir fi . *Alloggiaua l efferato de' nimici alla Bicocca*
tat.do ' Gm mila propinqua tre miglia,poco piu.b meno da Milanoyoue rifiede un cafamen
niello0 /n t0 afiai (patio fio circondato di giardini non pia ciuci) e hanno per termine [offe
H umidia . profonde : i campi che [ono a eterno [ono pieni difèn ti, & di riui condottu[ecqn
plflafiero* do ^HJ° & Lombardia, ad innaffiare i prati : uer[o ilqual luego caminando da
quefte ordì Monda Lautrech con fefiercito,& penfando i he i nimici, hauendo l'alloggia-
f™\ox]rin mentG tanto forte fiarebb ono fermi alla dififa di quello ; haueua ordinato l'af-
quefta bac folto in quefio modo . a Che gli Sui^ %eri con C artiglierie andaffero ad affaltare
Brcoc-ca ' fi la fronte deli alloggi amento, & l'artiglierie de' nimici : nclqual luogo erano a
può re dcr guardia i fanti Tedejchi guidati da Giorgio Frendfyerg : che dalia manjiaiflra
& ne'rca- 1° Scudo con trecento lauce.& con uno (quadrone di fanti Francefi, et Italiani
pelli nc'iuo caminaffe per la uia, che andana a Milano ucrfi) il ponte, per loquale fipoteud
* ' C1U entrare nell'alloggiamento de mmici egli tolje l'affunto di ingegnarfi d'entrar
re con
CLVAUTODKCIMO: *a?
ricontino [quadrone di canai nell'alloggiamento loro più con artificio , <;&£
co» tfpcrta for%a : perche per ingannargli cornando che ciafcuno de* firn met-
teffe fulafopraueflala croce roffa Regnale dell'efferato Imperiale in tanfc , u guar.
bio della croce bianca , Cernale dell efferato Francefe . Dall'altra parte Tro- dia> che c™
_ , i • i > i ì r* j. i • ^ uo io Scudi
$cto Colonna tenendo per la fortezza del jttoper certa lamttoria , & per- ai ponMì fa
c/o deliberato d' affrettare ( cofi diceua ) i nimici al fofione , fatto , come in- Àzì D?c*
*e/è /^ uenuta loro , armare l'efferato , e attribuito ciafcuno a luoghi fuoi\ sforza teca
mandò fubito a Fr ance fco Sforma che con la moltitudine armata del popolo j*0*1*^1'
ueniffe fenza indugio alcuno all'efferato , ilquale raccolti alfuono della cara- Giórno net-
pana quattrocento caualìi , & fei mila fanti yfu da lui come giunfe collocato ^5^» d^ {
alla guardia del ponte . Ma gli Suiz^eri come fi furono accoflati altallog- tibia, è mot
^amento , con tutto che per V altezza delle fofie più eminenti ctiefji non ha- Jj-.^"^ J
ueuano creduto , non potè fi ero , come era la prima jperanza ; a fi alt are l'ar- io scudo rat
tiglierie ; «a» diminuita perqueflo l'audacia ; affaltarono ilfoffo , sformando fi ^?^?afs-
con ferocia grande di falirui:& nel tempo mede fimo lo Scudo andato uerfo li/STrup^e
*/ po/zfc , trouandoui fuor a dell'opinione fua Sguardia sì grande ;fu coflretto ^,'3 j^i'»^
di ritirar fi : fcoperfe anco preflamente Troverò l'arte di Lautrecb, & perciò genmie d».
1 /rttfo commandamento a fuoi che fi mettefiero fu la tefla b fafci difpighe , & feua*n&«{il
d herbe ,fece inutile le infidie fue : donde reflando tutto il pondo della bat- Duca di t«
tag/w agli Sui-Tgeri, che per la iniquità delfito , & perla uirtù de difenfori *j£ \\ ™0*5
s a ffatic aitano fenzg far frutco alcuno » riceuendo grandiffimo danno non fo- na w ga«fc
' lo da quelli che combatteuano alla fonte , ma da molti e archibu fieri Spagnuo y^/orfoo a
// , iquali occultati fi tra le biade già preffo che mature i fieramente per fianco Co n te <*«
glipercoteuano ; furono finalmente , poi che con molta occifione hebbono pa- r Adorno/il
gata la mercede della loro temerità , neceffitati a ritirar fi , & uniti co* Fran- Leua'ilD«
cefi ritornarono tutti infieme conglifquadroni ordinati > & con l* artiglierie a fco co^mìu
Monda , non riceuendo nelritirarfi datino alcuno . Importunammo il Mar- Mf)> ^ *!*
c/;e/è di Te farà , drg// .z/m Capitani Trojpero,cbe poi che i nimici bauena- buttarono
no uoltate lefj>alle:defie ilfegno difeguitargli : ma egli credendo quel che eray £rcn donc '
che fi rit ir afiero ordinatamente , & non fuggendo, & certificatone tanto più done* moU
per la re lattone di alcuni , che per comandamento fuo falirono fu certi alberi tj •
alt'hrìfpofe femprenon uolere rimettere alla poteftà della fortuna lauittoria 0 fcccìic©
già certamente acquifiata, né cancellare con la temerità fua la memoria della !°naa > età
temerità $ altri : il di domani , diffe , chiaramente ui moftrerà quel che fi fta gaffTro l fa-
fatto queflù nomo , perche i nimici fentendo più le ferite raffreddate, psrdu- !ci d ' fP'6h«
ti a animo paleranno 1 monti , cofi lenza pericolo confetteremo , quel che jn capo ; ac
hoggi tenteremmo ottenere con pericolo. Morirono de gli Suizgeri intorno al £iochc fof*
fofio circa tre mila di quelli che per effere più ualorofi>& feroci fi mefiono icCutfav foi
dati Fiati-
celi, iquali fi haueuan poftofule fopraucfti la croce rofla, fegno de gli Imperiali . C3pel!a .
e Gli archibugieri Spagnuoli meflì innanzi all'ordine delle picche j haueuano dal Pefcara quefta commi t
fione , che Cubito fparati gli archibugi , fi abb2iTafTero ir. ginocchioni , 5c di nuouo gli caricatore , accio-
che il fecondo ordine fparàfiè; &poi facefle il fimile per dar luogo di fca?kap*al terzo, cil terzo al quar-
to, Secoli fuccelHuamenfe i'vno all'altro. Giouio .
tìhh fin
1 I B R O
a cioè Pro piuprontamente alpericolo, & uentidue Capitani . De' nimici morirono po-
na,fc Giro1! chi (fimi 5 né per fona alcuna di qualità eccetto Ciouanni di Cardona Conte di
la mo a dor- Culifano per coffa d'uno fcoppietto nell'elmetto . il giorno feguente Lautrecb
h?JeuaCcoa p^uta interamente lajperan^a della uittoria ,fi leuo da Monda per pacate
èouvc una il fiume dell\Adda appreffo a TreTgp : donde gli Suiigeri prefo il ramino per
sforu fu lo tenitor io di Bergamo ritornarono alle loro montagne diminuti di numero ,
quei , che ma molto più d audacia : perche è certo che il danno rkcuuto alla Bicocca di
profrire a* rj-rr j- ■ ? • n ' /i j/>i.
Teschi i */./".//£ «* maniera che per più anni poi non dimoflrarono il f olito mgore . Tar-
éevKui vedi t trono infieme con loro il Grande Scudiere, & il Gran Maeflro , & molti de1
il espella. •:_ r ■ , » \. « ,» J ,.
Capitani Franceji : Lautrech con le genti d arme andò a Cremona per ordina-
b sì legge re la difefa di quella terra-, otte lanciato il fratello pafìh pochi giorni poi imon-
h v'ia dei *h riportando al Re di Francia non uittorie, ò trionfi , ma g: ufi if catione di fé
Pcìcara del proprio , & querele d'altri per la perdita d'uno Stato tale , perduto parte per
ii Baron Ca colpa jua, parte per negligenza, & imprudenti configli di quei , eh erano ap-
ftdUno ca preffo al Re, parte, fé è lecito dire il uero,per la malignità della fortuna . Or-
fanteria Fra dinò ancora Lautrech innanzi partiffe da Cremona che nella città di Lodi , la-
ecfc, yfei te qUCil fa mtta la guerra fi era tenuta per lo Re, entr afferò confei compagnie di
te fiio" p« genti d'arme > & con prefidio {ufficiente di fanti Buonaualle ■ & Federigo da
cóba:tcre , Bo7?ole, perche ì Capitani Ce farci erano fiati impediti a uoltarui Cubito l ar-
iegimato da . ,v l , L , , r . _ , r , . 7 J r * r ^r
alcuni caual nii, da un tumulto nato da janti t edejcm , cheinjierne con Frane ej co Sforma
u^che non erano ucnutì da Trento ; iquali dimandavano che per premio della uittoria
fognai fuffe donato loro loflipendio d'un mefe , cofa che a i Capitani diceuano effere A
V\i1sZCi3 de dimandata indebitamente .-perche era differente il difenderfi da chi affalta, a
1 i,k che fp uinceregli affiliatoti : né poter fi dire effere flati rotti, ò uinti i nimici, iquali
g fouan t0 fi erano ritirati non fuggendo , ?na con glifquadroni ordinata & faine l'arti-
d' vtbino glicrie, &gli impedimenti : mapotendopìu la infolenza de' Tedefchiy che la
chìLf^er ragione,b l autorità de' Capitani , furono alla fine cof retti di confentire ypro-
spagnuoii > mettendo di pagargli fra certo tempo . Maeffendofi in quefla cofa confumati
i Franceu ^m $ accadde che il dì mede(ìmo,che le lance Francesi erano entrate nella cit
luton riout i J . r . ,., , » rr •
tan : onde ta di Loii3dietro allequah ueniuano i fanti, uemua dati altra parte l efferato
fisima n° Imperiale, & innanzi a tutti il Danaio con la fanteria Spagnuola:non hauen
do,prefero i dopCY ancora i Francefi difìribuite tra loro le guardie , an%i pieni tuttauia di
Malo'feuò eonfufione,& di tumulto, come accade, quando entrano ad alloggiare le genti
prigione, & d'arme in una terra : laquale occ afone tifando il Marchefe,congrandiffmia ce
i5 caftefia- ferità b affalto un borgo della città cinto di muraglia , nelquale difefo leggier- 1
no:dai .juaie mente7entrato con piccola fatka,tutti i Francefi , ch'era . o nella città Jpauen-
,fcat«?chePfn tati da quefto cafo , & perche ancora non erano entratii fanti lor o, fi meffo*
Lodi no era no tumultuofamente in fuga ucrfo il ponte, che haueuano gittato fu l'<Adda7
viier fi Vdeie & gli Sfagnuoli entrati nel tempo mede fimo nella città per le mura , & per i
l'occifione, ripari y gli feguitarono infino al fiume > prefi nella fuga molti faldati , & da
tò C&1 pufe Federigo , & Buonaualle infuori quafi tutti i Capitani : & col mede fimo im-
)a città dì pe t0 faechewarono quella infelice città . Da Lodi andato il Marche fé a TiZr
^ r J ** l xiclntont
Q^V ARTODECIMO. 4^
1 rìchìtotiCì V ottenne a patti : & poco dipoi Trofbero pafsò con tutto rcffercito « Mentre
i/ /mwe delljtdda per andare a campo a Cremona : dì aquale citta come fu cnde ftiua
accoflato, lo Scudo inclinò V animo alla concordia perche non battendo altra jJj-^-^Ja "
fberan%a difoflentarfi cbe la uenuta dell'ammiraglio, ilquale il Re de fiderò- n&óifc ufi
/o dz conferuare quel cbe per lui fi teneua ancora in quello Stato , mandaua in co d'effcrc
Jm/w con quattroccto lance ',& dieci milafanti,afiai prone deua alle cojefue, d'vna archi
fefenyg metter fi in pericolo poteua ociof amente affettare quel cbe partoriua Jjjf "J^jJ*
lafua uenuta : & Trojpero da altra parte defiderauajftedjrfiprefio dalle cofe auuenuto.i*
di Cremona, per potere innanzi che'l foccorfo de nimki in Italia perueni fé , J,"^1,,™*
tentare di rimettere i fratelli adorni in Genoua . Ccnuennono adunque che lo rhsuctfero
Scudo fra quaranta di con tutti i follati di Cremona haucndo facilità d'ufcir- ^Itkdu^i
ne con le bandiere piegate , & con l'artiglierie fé fra'l detto tempo , ilquale gìouìo ai
terminaua iluigefimofeflo dì di Ci ugno , non ueniua foccorfo tale che paffiffe {£ni!j.dei-
perforxa ilfiumedel Vo, ò pigliaffe una delle città dello Stato di Milano,nel- la tìu di
laquale fujfeprefìdio. Trocuraffefimilmete chefuffe abbandonato tutto quel- \l\adufdi
lo che in nome del He fi teneua nel Ducato di Milano , eccettuatene da quefla <$atò foffe
promejfa le fortezze di Milano, di Cremona, & di Trottava , per l'offeruan%a noìCzemò
delle quali cofe defìe quattro flatichi , Reftituiffwfinel cafo predetto i prigioni na, e in efee
da ciafeuna delle parti : & a Francefi fufle conceduto ilpafare con Cartiglie d"0°a ° h*€£J
rie,& robe loro fteuramente in Francia. Fatta la concordia , & ricettati gli fc ll s G'<>*
oflaggi, l'efferato Cefareo fi mofje fubito uerfo Genoua allaquale fi accoflò da Medici f<fò-
due latici Marche fé di Tefcara co> fanti Spagnuol'h & Italiani dallaparte del gn.at£ c°rr«
Codifaro:Trofpero con le genti d'arme,& co fanti Tedefchi alloggiò dalla par u\»gu>m\
te oppofta di Bifagna. Reggeuafi la città di Genoua fotte ilgouerno del Doga v!£*<Lr*4
Ottauiano Frego fa, Trincipe certamente di eccellenti filma uirtù,& per la giù G0Id0 .
ftitiafua,& altre parti notabili,amato tan 'o in quella attà,quanto può ejfere
amato un Trincipe nelle terre piene di f anioni, & nelle quali non era ancora uodiNetao
del tutto /penta nelle menti degli huomini la memoria del!* antica libertà Ha- dice, ch'era
ucua faldati b due mila fanti Italiani^né quali foli fi collocaua lafferanta del *°.ì* q*™
di fender fi : perche il popolo della Terra diuifo nelle fu e partUcon tutto che ha- "<> »« eia .
uejfe intorno uno efferato tanto potente , & me [colato di lingue tanto uarie , ^[ordì**
fifguardaua ociof amente il progreffo della co fa con quelli occhi me de fimi, eh' e- ri: & deferì <
ra folito per lo pafìato a riguardare gli altri trauagli loro, ne* quali fen7xa peri f^rbni , &
colo, ò danno di coloro, cbe non prendemmo l'armi traportando fi l'autorità pu '« c6 "put r
blica d'una famiglia in un'altra , non fi uedeua altra mutatione che nel Vaia- no ì n Geoo
gio Ducale altri babitator^ altri Capitani, & faldati alla cufìodia della piai^ ua (fj \ &u-
%a . ^ijcoflato che fu l'efferato alla Terra , co?ninciò fubito il Doge a trattar gofi, & quel
di concordi a,mandato a Capitani Benedetto de' Viualdi Genouefe : ma fi raf- li dc . g!.« a.
freddò alquanto la pratica per la uenuta di Tictro l^auarra, ilquale manda- u*citl!ii gìo
io dal Re di Francia ccn due Galee fattili al prefidìo di Genoua, entrò nel tem Ui? urente
pò mede fmo nel porto . l^ondimeno battendo cominciati} il Danaio a percuo- cìpeiì"'^.
tere con l'artiglierie la muraglia ;jì ritornò con^maggior- efficacia a ragiona- fto Auttoit.
Hbb i menti
LIBRO
C
chele fi re
co a ingiù
ri», che l*ac
cordo fi trat
tiiìe eo'l
Colonna
non feco
• 5 ,,M,r mMÌidtim^:&iià*Tm4iincauo^^m^pi»&™W'à
t^ltficultàwandoifamiSpagnuol,,^
V conr ' r fi «fl« pmayfaiio negligenti quei di dentro alla guardia , forfè per la fperan-
ÌZS£& t deLccordo;l'occÌpìrono,& parte per quella parte per il muro rouinato
"ua a,' °t cominciarono fenza indwiio a b entrare nella citta : pertiche concorrendola tut b
**">£ dato a fignifcar aTrofrero il fucceffo , dato ilfegno ; entro nella atta , netta
&£££ qlMl adendo tutti ifoldati, e i Cittadini chi a fuggir, chi a ^chwde^nd
the C5li fi leca^nonhhceMalcunarefiflenxa-J Jlrcmefcouo diSateno elCapttano
lìon'di -; man: il Doge,ilqimleper infermità nonfipoteuamoHercfattochmdcrejlpa
£«? c'fi domandò a coflituirft inpoteflà del Tefcara,appreffo a quale mori no mot
fa Vf tirn^i coi fuPreCoTietro^auarra,tutte le fuftanie della atta andaronom
Gh-fi°M"- difoldathchi aqueU di pagare quantità grande di danari , & ajjicurandok ,
&» TÀ Ì% ' -, è ci cedole di mercatanti ricomprarono che le cafe loro non fuf
" ' "t; fero raccbezmte . * Saluoffi nel medefimo modo il Catino tanto famofo, che t
'«cSaTMLriueren^^
»■ auella città ver lafrequcntatione della mercatura, piena d infinite ricchezze.
?0- A\TlKadnec\e 9ià Me commuta, i Capitani proueddero che munoGenouefe
^l ì U£;n02ton[<T chenon fufie uiolata alcuna donna Fu eletto Doge
i, Vi.tà beb tialimemeftatezltda' Fiorentini, accampatofi al CaJtellmo,preje il terrai
be CÌ7£ ifc Xla&la Chiefa di San Trancefco: & il dìfeguente il Cafielletto da-
bi° • SZnZdiFr^mdi^a^adipotcrefoccmcre lecofe di Lombar-
e Aita s, Z-Trò l'efferato madidi nuouo da luiMquale craperuenuo neUUfli-
c«ftia , oue dta- rerco lAiìA i> mfìnti . & io scudo, benché foprafedejfe oltra il termi-
ot.no di ne« mu™ H. . . !■ r>omuma,ri(eÌHte che furono quefte;pafio conte
^ZlnZamente^
V^JtìnaM*^
\t Si ,. SS Cofi di« i. vcfcouc di Um « Gicuio « dà .a .od, a. **»., & a G„*
«gii ài Qiawitf 4*1 Vcfcouo 4i # cbio . f4
CLV A H TO D E C!M 0. 4*7
t&èon tre pez^ì d'artiglierìa dallaparte de monti , & nonfentcnda far fi per .
quei di dentro fitepito alcuno, molti paffarono il foffo,& appoggiarono le
fé ale alle mura : ma quei di dentro , cbe'l dì dauantihaueuano presentita la lo
w uenuta, leuato quando parue tempo il romore , & cominciato a dar fuoco
all'artiglieriei & ufeendo molti di fuor a ad asfaltargli i fi me ffono fubitamen
te in fuga , lafciate l'artiglierie, & nel fuggire fu ferito dalla parte dì dietro
jinnibale Rangone . Credette fi quafìper certo che quefta cofafufie fiata ten
tata con j apula del Cardinale de' Medici : ilquale temendo cbe'l Tapa ,òper
proprio configlio , b perfuggefiione d altri , non cercaffe , comefuffe uenuto in
Italia di diminuire la fua grandezza.) baueffe desiderato che perturbato da
tanta iattura dello fiato Ecclefiafùco , nonfolamente baueffe neceffità di dare
epera ad altro cbeperfeguitarlo , ma fuffe co fretto a ricorrere a configli , &
aiuti fuoì . Ma molto più lunghi, & maggiori erano flati i tr aliagli , & perì-
coli di Tofcana : perebe appena affair ato dal Duca d'Frbino lo flato di Siena,
& pò fate le co fé di Terugia , & di Montefeltro , era flato dato nuouo ordine
perfuggefiione del Cardinal di Volterra, dal Re di Francia, che Renzp^ilqua
le fi ripofaua ociofo in terra di Roma , tcntaffe dimutare lo fiato di Firenze ,
rimettendo in quella Citta i fratelli , & nipoti del Cardinale di Volterra , di-
chiarato con tutti i fuoi amico, & confederato del Re : allaquale imprefa,per-
che il Re alìbora era cofiituito infomma neceffità , fi douenano numerare dal
Cardinale, riceucndopYomeffa dal Re , che gli baueffero a effere reflituitia cer
to trmpo,i danari neceffarij .Lequai co fé mentre che Renzo fi prepara per mito
uerfuperuenute a notitia del Cardinale de' Medici; lo coflrinfono > per timore
che medefimamente il Duca d'Vrbino non fi moueffe a conuenire , che fen%a
pregiudicio delle ragioni che i Fiorentini, el Ducapretendeuano nelle terre del
Montefeltro Jl Duca fuffe Capitano generale di quella Repuh. per unannofer
mo ; & wì altro di beneplacito , cominciando la fua condotta al principio del
proffimo Settembre . Condufìeper lamedefima cagione Or alio Bagolone agli
flipendvj de Fiorentini: ma con conditione che la condotta fua no comincia/le
prima che del me fé di Giugno , perche infino a quel tempo era obligato a' Vì-
nitiani: laqual conuentione benché fi faceffe etiandioin nome di Malatefla
fuo fiat elio, nondimeno non fi ratificaua da lui; perche bauendo riceuutiprima
danari per congiugner fi con due mila fanti, & cento canai leggieri con Renzo
da Ceri,nè uoleua mancare apertamente all' bonor e proprio , né da altra)parte
prouocarfi con cagione nuoua la nimicitia del Cardinale & de' Fiorentini: pe-
rò fingendo d' effere infermato, madò a Ren%o, ch'era uenuto a Cafiel della Vie
Hie due mila fanti » cento canai leggieri , & quattro falconetti ,fcufandofiche
per l'infermità non poteua andar per finalmente; & al Cardinale dauafferan
T^a di non prendere più da' nimici nuoui danari , di ratificare finito il tempo ,
per loquale erapagato}la condotta fatta,& in quel mezo procedere con mag-
giore moderatane poteffe in quelle co fé , lequali non poteua per i danari ri-
ecuutirienfar di fare . Entrò dipoi Renzo con cinquecento caualli , & fette
k tìl) b i " mila
1 I B R O I!
mila fanti nel tcnitorio di Siena Seguitandolo i mele fimi fuor ufcìtidqualìhn
Menano feguitato il Duca (turbino, per tentare la mutatione di quelgonerno :
laqualefeglifuffefucc<>dut :, xm fi dubitai che hauendo perqnefìo la [acuità
d'entrar? per quella uia ne- le iiifò&e del dominio Fiorentino; gli farebbe delle
co fi di Firenze fucceduto ti mede fintò . Ma da altra par te i Fiorentini, prouc-
dendo quello pericolo, & defiderando che i nimici non fi approfRraaffero a Sie*
najoaneuavo mi,idxto nel Sane fé tutte le genti loro fono Giudo Rangone,elet
toper queflotumidio Governatore Generale dell 'efferato ; l'intento delquale
era sfor%arfi di farperdr^ te-tipo a nimicud quali fapeua , che fé non baucf*
fero qualche profpero fucceff) , mancherebbeno preflo i danari; & nel tempo
mede fimo procurare quanto potè uà d'impedire loro le uettouaglie:perògouer
• in qu«- nandofì fecondo iprogre (fi de nimici ; attendeua a mettere guardia bora in
fta città dì quefx, bora in quelle terre più uicine del dominio Sane fé, & Fiorentino mei-
il Re Porfe- /# quale mutatione de* faldati da luogo a luogo accadde , che andando la com-
aa habitò , pagnia de' caualli di citello da Torrìta ad tAfmdmga , rifeontrandoft in tre-
mMwfope- cento caiulti de* nimici fu rotta, prefo Gieronimo de' Teppoli Luogotenente di
re fontuofe: yìtelloycon uenticinaue huomini d'arme , & due infezne . Fu il primo moni-
fra lequali il .. . , l . , . » ,- „i • r • \ • i •[ ,
primo luo- mento di J^enTg da Ceri, contra la a citta di Chiù fu citta più nubile per la me- * <
Fbhfntho1 mor^a delia fra antkhità,& de' fatti egregif di Torfenafuo Re^he per le con-
co me ferme ditionì prefenti : laqual Terra non ottenuta^perche non hauendo altre artiglie
Sm' rjfcUi rl€^e quattro falconetti, er a molto difficile l'efpugnar terre difefe dà folda-
v irrane , ti .entro più innanzi tra T orata, & ^Afinalungaper appropinquar fi a Siena :
r*! '^j \*'-- ma non hauendo nel me%p delle terre nimichecommodità di uettouaglie , af-
asia / faltòperacquiflar perfora il Caflello di Torrita , guardato da centohuomini
x^diftvaaT d'arme del Conte Guido Rangone,& da mille cinquecento fanti: onde leuatofi
& risola fen%a effetto feguitando ilfuo camino ; andò a Montelifre , & di quiui al Ba*
e^fiicTdT &?<>'a Rapo latto , lontano da Siena dodici miglia : nellaqual città haueuano i
piene qua- Fiorentini meffo infino da principio il Conte dì Titigliano . Ma il Conte Guido
fncftriSbi^ interrompendo con la diligen^ay& con la celerità tutti ifuoidifegni; entrò il
li;8c con ti- mede fimo dì in Siena con dugento canai leggieri , lafciato indietro l'efferato ,
"na" fo^ra * <#è continuamente lofeguitaua . Vero la mcinità delfoccorfo , l'effere in que-
l'altra, che fa efpeditione diminuito molto, & co fuoi mede fimi , & appreffo a' nimici lx
Tom £ \ll riputatane dì Remco , il faperfi e fere ridotto in neceffità grande di nettoua*
konore di gHe . togli euano l -animo a quelli che in Siena harebbono dcfiderato mutatio-
cerne°, che ne ; & nondimeno sapprefentò a me%p miglio alle mura : douepoi che non fi
entrarne a faceuafolleuatìone.fi lem in capo d'un dì, nelqual dì , ma dopo la fua leuata §
Sf'teanlro entrarono in Siena legmtìdé Fiorentini, & benché ft mette ffero a feguitarl*
Alberti , Se d'aerate di poter giugnerlo , perche haueua prefo molto nant aggio ; fi ferma-
lo da vice ronoXafciandofeguitarlodd canai leggieri , & da certo numero di fanti the
Mt nti\a ifua pYima erano in Siena , da' quali riceuc ite poco danno: ma cominando con cele-
f^ittion «tei nta,& forfenon meno per la fame che per lo timore ; laj ciò t artiglierie per U
monto. firadAilequali con grande infamia fua peruennero in poteftà de' nimici • Fer-
mo$
Q^V ARTODECIMO, 418
móffiper riordinare le genti molto diminuite, ad ^Acquapendente, flcuroper* ^
che fapeux le genti de Fiorentini hauer rifbetto a entrare nel dominio dell* •
Chiefa : ma effendogli mancati danari, & già diffreTgadolo i Cardinali Vol-
terrani Montc&di Como, co' quali per ordine del He di Francia fi trattano-
nole cofefue,corfe con quelle poche genti che gli erano refìate , a perdere nella
Maremma di Siena, doue dette in nano la battaglia a Orbatello : però i Fiore*
tiniychaueuano fpinto l'efferato loro al ponte a Centina, eh* è U confino dello
Stato de' Sane fu & quello della Chiefa,uedendo Renilo non diffoluere totabnc
te le genti ,minacciamno d affollar le Terre fue : però il Collegio de Cardina-
li^ quali era molefio che qneflo incendio s'oppiccaffe nello Stato Ecclefiafli-
€0; s'interpofe alla concordia che fu parimente grata a ciajamv : a Fiorentini
per leuarft dalla Jpefa che fi focena fen1^. frutto: a Ren'zp, perche fi trouaua
conpiccolaprouifione, & fenxafperanta di mettere in fi eme maggior forile ,
declinando maffvmamente in Lombardia le cofe de Fr ance fi . 3vje contenne
l'accord&altro chepromejfa di non s'offendere tra i Fiorentini yei Sane fi da
knaparte,& Ren?$ dotfaltra,per laqualefu dato in Roma ftcnrt odi cinquan
ta mila ducati per l' offeruan%a, & che delle prede fatte fifteffealla dichiara-
tionedel Vontefice, quando fuffe in Italia , Era fucceduto in Lucca queftauer-
nata mede fimo per icolofo accidente : perche Vicem^ di Toggio di famiglia no
bile, & LorenTg Tot ti, fitto colore di difcordie particolari, mainatati forfè
più prefio da ambinone, & da pouertà,prefc farmi ammaccarono nel publì
co palagio il Gonfaloniere di quella città , & dipoi feorrendo per la terra am- * . Tfice J
mancarono alcuni altri cittadini loro anuerfarij, con tanto timore nniuerfale , £' ™£ " J
che ninno ordina opporfi loro : nondimeno ceffate il primo impeto comincianr r-Pa A<,n'*-
do quelli,c baueuano ffiauentati gli altri,a temere per la gronderà del delti- fc??ue\ " he
1 0 commeffo di fé mede fimi, & interponendefi molti cittadini ,fi tifarono con cifmondo
certe conditionifuora della città : deìlaquak come furono ufeiti, furono per fé- haueua pre
guitati da' Lucchefi rigidiffimamente per tutto . Quietate, come detto, le cofe foA"nji><\;
di Lombardi;!) & di Tofcana,ma effendo per l'affentia del Tapa,& per le di- fantf/o "do
feordie , &. ambinone de Cardinali negletta totalmente dal Collegio la cura F^"'0 f lV
€ dello flato ddla Chic fa , Sigifmonuo figliuolo di Tandolfo Malate fla a antico tà, The fUl
Signore di Rimìni occopò quafifolo con debole intelligenig* chaueua di Rimi- li}t{£ P*"L
ni quella città ; & benché per inflan%a fattoci dal Collegio , il Cardinal de* Totnm «f -
Medici andafie a Bologna^come Legato di quella città per ricuperare Rimini, "°0^aìj -{
£r riordinare l'altre cofe molto turbate di Romagna,hauuta promeffa dal Col u città [ u"
kgio^che'l Marche fé di Matoua Capitano della Chiefa andrebbe in aiuto ftio ; JJJf £ d\ Jf€
nondimeno non fi rti efie a d effetto co fa alcuna per mancamento di danari >& * « g if»5do
ferche i Cardinali che gli auerfanono,irapediuono ogni delibcratione > per la- J?/^ %
quale fufiipaaccrefceì fi la fua riputamm. *«• ,.
■
■ . .
Uhh 4 DEL-
DE LLHISTORIA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Genti l'hvomo Fiorentino,
LIBRO Q_V INTODECIMO,
S O M M A R I O. ~~
SI ragiona nel libro decimoquinto dell'amilo di Papa Adriano in Roma, ouc
era lapefte: della prefa di Rodi: che il Duca Francefco Maria d'Vrbino ricu-
perai! Tuo flato, quel di Ferrara alcune fue terre , & quel di Milano il Caftello :
della Lega fra 1 Papa, l'Imperatore, e i Vinitiani: della ribellion di Borbone dai
Re Francefco : della morte di Papa Adriano : delia prefa di Reggio per il Duca
di Ferrara : de' progreffi de5 Francefi in Lombardia : della creation di Clemente
VII. Papa: delia guerra di Carlo V. in Francia : che il Re Francefco torna in
Italia per ricuperar lo flato di Milano, aiTedia Pauia , commette fatto d'arme nel
Parco, & ci uien fatto prigione .
iA vittoria nuoua contra i Francefi , benché haueffe quie±
tato lecofe di Lombardia, non haueua perciò diminuitoti
foretto , théi Re di Francia , effendo pacifico , & intero U
Regno fuo , & emendo ritornati falui i Capitani, & legen
ti d'arme * e haueua mandate in Italia , non hauefje innan-
T^paffaffe molto tempo ad affaltare di nuouo il Ducato di
Milano , majjimamente ch'erano come prima paratigli S viveri ad andare a
gliftipendij fuoi , & il Senato Vinitiano perfeueraua [eco nell'antica confe-
deratane : per la confideratione delquale pericolo i Capitani Ce farei erano. co
Jlrettia nutrire, & a pagare l 'efferato , co fa molto difficile : perche né da
Cefare , né dal Regno 'Napolitano riceueuano danari , & lo flato di Milano,
era in modo efauflo , che nonpoteua per fé folo fofienere , né tanti alloggia-
menti , né tante Jpefe :perb > reclamando in uano ipopoli , el Collegio de Car
dinaliy haueuano mandato la maggior parte delle genti ad alloggiare nello
fiato Ecclefiaftico : &paffandoper Roma Don Carlo di Lanoia deflinato nuo
uamente periamone di Don Raimondo di Car dona, Viceré di Ts[apoli; de-
terminò infieme con Don Giouanni Manuel , che per tre me fi proffimi pagaf-
fero ciafeun me fé lo flato di Milano ventimila ducati > i Fiorentini quindici
mila 3 i Genouefi otto mila , Siena cinque mila , Lucca quattro mila : della
quale taffa benché ciafeuno efclamaffe , nondimeno per lo timore, che s' haue-
ua di quello effercito; fu neceffario che fuffe accettata da ciafeuno , allegan-
do effi effer co fa neceffaria , perche dalla conferuatione di quello dipendeva la
difefa d'Italia : dopo ilqual tempo fu r inoliata limpofitione , ma di quantità
molto minor e. 1<[elquale flato delle cofe Italia oppreffa da continui mali*
& paventata, dal timore de' futuri maggiori affrettava con dcfiderio la venti"
ta del
Q_V I ft T O DECIMO. 419
tei del 'Pontefice , come injirornento opportuno per l'autorità TonteficdlrA
comporre molte di fior die, & prouedere a molti difordinì:ìlquale,fupplican- *X; .' '-' »
dolo Cefare,chepaffato ne' mede fimi dì per mare in lfl>agna,& parlato in ca '
mino co'l Re d'ingbilterraU'afpettafle a Barcelona doue uoleua andare per fa - - '-;
inaimene a riconoscerlo 3& adorarlo per Tontefice, a ricusò ql affettarlo, òàh a n Gj0Ur0
bitandoper la diflan^a di Cefare,che ancora era nelle eflreme parti della Spa n«Ua vira
gnu , non perdere tanto tempo che hauefie poi a nauigare per Ragione fini- Adriana*?
flra-ò per foretto che Ce fare non cere affé di fargli differire la pafiata fua in mette le <*
Italia ;ò perche, come molti difiono,pcr non accrefeere troppo l'opinione ìyauu frullerò Ti
t a di lui infimo dal principio,che hauefìe a e fere tanto dedito a Cefare,che gli PaPa a no«
« diffcultafe il trattare la pace uniuerfale de' Chrifliani, come haueua delibe- bocclr con
irato di uoler fare. Taf ò adunque per mare a Roma,doue entrò il b uigefimo- l'imperato
nono giorno d'^igofio con grandi/fimo concorfo del popolo, & di tutta la Cor ìo diurna
te: da quali benché ecceffiuamente fu fé de fiderai a la fuauenuta , perche gnaewcaa
Roma fen%a la prefen^a de' Tontefici è più tofìo fimile a una folitudine che teumpo arri-
a una Città; nondimeno queflo fpettacolo commofle gli animi di tutti, confi- uato in SP*
aerando hauere un Tontefice dinatione Barbaro , inejfeerto al tutto delle cofe fo'd? vii?»
d'ltaliai& della Corte,nè almeno di quelle natwni,lequali già per lunga con- v,itiofa ! £"
uerfatione erano familiari a Italiada mefìitia de' quali penfieri accrebbe che ce , ch'egli
-■alla uenuta fua la c pefle cominciata in Roma, ilche era interpretato peffimo fcrifre a,r"
1 7 r ^« r r j> -rn r JJ Imperatole
augurio del juo Tontepcato,jece per tutto l autunno gramfjimo danno. Fu che non ha
la prima deliberatone di queflo Tontefice attendere alia ricuperatone dì Ri ,ucfif ^nm*
mini, & comporre le controuerfie , che il Duca.di Ferrara haueua hauute co' VaYpettaua ,
due firn proffimi antece fiori . Ter ciò mandò in Romagna mille cinquecento b . c^
fanti Spagnuoli, i quali per potere ficur amente pafìare il mare haueua con- set tenitore
dotti ficco. Mlequali cofe mentre che attende, parendo a Ce fare allo flabili- tf G2i0u'0ue
mento delle cofe d'Italia importale molto la feparatione de' Vinitiani dal ch'entrò p«
He di Francia, & (ber andò che quel Senato diminuitala fberanza delle cofe fa Adriano
t~, ri n /> • i- t. . . .'/,"'* », >• « W™. in Roma.
Francejhhauepe l animo inclinato alla quiete,nè uolefìeper glintereffi d al-
tri portar pericolone la guerra fi trasferire nel fuo dominio, commurìicatì c &?1'1*™
i configli col Re d'inghilterra.ilqualehauendo prima preflato occultamente orrieToVi
contea il Re di Francia danari a Cefare,depcftepoi le diffimulationi difende- «» c£h«^c
. m già apertamente nella caufia; mandarono Ambafciatorì a Vinetia a ricer- tò Ino^i"
cargli chef confieder afiero alla difefa d'Italia con Ce fare :i quali furono per Ce ' s ^òrlroS
fare Gieronimo ,Adorno,per lo Re d'Inghilterra Ricciardo Tacceo : doue sa- nuSero 8d*
'jpettauano Ambafciatori di Ferdinando , fratello di Ce far e, ^Arciduca d'^Au- PetIòne •
ftria>lo interuento delquale,per efiere tra i Vinitiani,et lui molte differente,
era necefiarìo in qualunque accordo fi facefi e con loro. Mandò anco il Re d'in
•ghilterra un'araldo a proteftare la guerra al Re di Brincia in cafo non facef
fé triegua generale per tre anni con Ce fare per tutte le parti del A ì^ndo, nella
quale fufiero inclufi la Chiefa,il Duca di Milano, e i Fiorentini;^: cnta ■ ' 'l
ancora ebehauefìecefiato di pagargli i cinquantamila ducathiqualU.
LI B R O
gato d pagargli eiafcuno anno. Klegò il Re di miete fare la triegua, & apcr-
* DI qutft* tornente rifrofe non e fiere conueniente pagare danari a chi aiutava con dana-
leul'u "n i- ri ì nimicifHOÙdonde aumentandofi tra loro gli [degni, fi licentiarono gli <Ant
fp.gni per bafciatori da ciafeuno delle parti .. Partì queflo anno d'Italia Don Gioitami
f ummighi ManucUfiato Oratore Cefareo a Roma con grandijpma autorità : tlquale alla
d *u°i g?" partita fece una cedola di fita mano a Fiorentini) neUaquale cedola narrato ,
\ Snella vi che Ce/are per una cedola feruta di Settembre l'anno Mille cinquecento uen
ta d'Adua tipromeffe al 'Pontefice Leone di riconfermare, & di nuovo concedere a* Fio-
rentini ipriuilcgij dello Statoceli* autorità^ delle terre pofiedeuano* trafei
h Germani meji dopo laprima Dieta fatta dopo la incoronatione > che fi celebraua in ^£-
giiuoia dV quifgrana,perchc prima gli baueua promeffi tra quattro me fi dalla fua clet-
a\ 1o"lo tione,& dicendo nonpotere fedirgli atfhora per giufle cagioni: lequali cofe
douico a ' narrateyDon Giovanni promeffe in nome di Cefaredaqual cedola C efare rati-»
*Tff 'ma fico di Mar^p l'anno Mille cinquecento uentttr e >& ne fece l 'efpeditione per,
gitala ld* bolla in forma amplifiima. Tafiò C efare come è detto difopraquefto anno in
*e F€xdin3 jfha„naj0ue arriuato procede feuer amente cantra moki, che erano flati ava
do del mele Ji à> i n •> . -, , , ,.i v . r ,
di ottobre tori della a feditwne :gli altri tvttiafiolue, & Ubero da tutte le pene :&peré
V °5 1 C0J£* congiugnere con la giuftitia, & con la clemenza gli efiempij della rimunera^
'io nei lib. tione^confiderato che Ferdinando Duca di Calauria,ricufandocfeffereCapits
di cafaiuo* noàellamohituàine concitata3non sera uoluto partire della Rocca di Sciati^
e in fuetti ua;lo chiamò con grande honors alla Conciandogli non molto poi per moglie
liM pretto b Germana fiata moglie del Re Catolico.ricca^ma fierile, accicche in lui ulti- j
«1 nneft&r pia progenie de' difendenti di ^ilfonfo vecchio Re d'Aragona , fi eftinguefic
** ' 84* quella famiglia,perche due fuoi fratelli d'età minore erano prima mortid'u-
e Delia pre no inFranciaJ 'altro in Italia. Ma quello che fece infelice queflo mede fimo an
ferite ugìo m con mfarnìa grandijfima de principi Chnfliani > fu che nella fine di e fio,.
uìo nella vi Solimanno Qttomanno cprefe l'Jfola di Rodi cufiodita da Caualierìdi Rodi > <
^ddaao** frìma chiamati CaualieriGierofolimitaniù quali rifedendo in quel luogo poi
mt più mi- ch'erano flati cacciati di Gierufalem}bencbe inme^o trai Turcoy e'I Soldantk
na^miu 'Principi di tanta potenza Jhaucuano con grandijfima gloria del fuo ordine
«juefta guw lunghiffimo tempo conferuata , & flati come un propugnacolo in quei mari
ia '
B'il
feóuKfUeg dio contrai legni de Chnfliani. Stette intomo a quelli fola molti mefi gran-
ano molte dijjìmo efferato, e'I Turco in per fona , non perdendo mai un minimo punto di
l^auuen^e! tempo di tormentargli, bora col dar battaglie atrocifiime,honz ,ol far mine,
contienfi e trincee ,hor 'a col far cavalieri grandiffimi di terra j& di legname >cbe fopr a.
IShn" di facefferolemum della Terra : per lequali opere tirate innanzi con grandiffi-
tuuo queiU) ma uccisione de' fuoi ura anco diminuito notabilmente il numero di quei di.
attedio, l'op J J J
pugnatiós, aenn o:.
& la dedirion di Rodi in una oratione , citata dal Fontana , 8c reritats & comporta da Thonaafc Guicardo
Eodiotto dottore, & Orator del Graa Maclìro di quella Religione a rapa Clemente VÌI. che fu ftampatr
in Roma l'Ando iji*.
*<LV INTÓDECIMQv ( 4$o
lentroitanto cheflracchi dalle continue fatiche, & mancando loro la *polue-
\-c per l'artiglierie, non potendo più refìftere a tante moleflie, gittato in ter-
ra dall'artiglierie gran parte delle mura , & temine paffate in molti luoghi
delia terra ncllaquale loro per effere efpugnati i primi luoghi-/ andauano con
tinuamente riflrignendo, finalmente ridotti all' ultime neceffità ; capitolarono
col Turco,cbe il Gran Macflro gli lafciaffe la Terra : ci) egli con tutti i Caua-
lieri,& Rodianipotefferoufcirnefalui con f acuità di portar feco, quanto più
robbapoteuano & per hauere qualche fìcurtà,cbe'l Turco facejjb partire Var
mata di quei mari, & difcofìaffe da Rodi cinque miglia l'efferato di Terraipet
uirtà deUaqual capitolatane reflò Rodi a' Turchie i Chrifliani,efiendo offer-
uata loro la fede, pacarono in Sicilia, & poi in ltalia,hauendo trouato in Si-
cilia un'armata di certe naui, che s'ordinaua,ma tardi per colpa del Tontefi-
ce,per mettere in Rodi come baueffero il uentoprofpero, rinfirefcamento di uet
touaglie, et di monitioniiet partiti che furono di Rodi,Solimano in maggior di
(pregio della ChriflianaReligione,fece l'entrata fua in quella città il giorno del
la Itfatiuità del Figliuol d'Iddio, nelqual dì celebrato co infiniti canti,& mu-
fiche nelle Chiefe de' Chrifliani, egli fece conuertire tutte le Chiefe di Rodi,dc~
dicate al culto di Chriflo,in MoJ checche fecondo l'ufo loro, efterminati tutti i
viti de' Chrifliani, furono dedicate al culto di Maometto. Quefio fine ignomi
niofo al nome Cbrifliano, queflo frutto delle difcoriie de* noflri Trincipi heb-
be l'iAnno Mille cinquecento uentidue, tollerabile fé almeno l'effempio del da
no paffato haueffedato documento per lo tempo futuro ima continuando fi le
difcordie tra i Trincipi non furono minori i trauagli dell'\Anno Mille cinque- M.D.XXXU
cento uentitre . 1<lel principio delquale i Malatefli conofcendofi impoten-
ti a reftflere aUefor%e del Tapa, per interpofitione del Duca d'orbino > furo-
no contenti lafciar Rimini, &la fortc%ga,hauuta intentione benché incer-
ti d'hauere qualche foflent amento per la ulta di Tandolfoiilche non hebbeef
fctto alcuno, .Andò dipoi il Duca d'orbino al Tonte fice, appreffo alquale,&
ndla maggior parte della Corte? facendogli fauore la memoria gloriofa di Giù
Ho Tom e fice, ottenne l 'affollinone dalle cenfure, & d* effere rinueftito del Du
tato d'orbino ma con la claufui a fenica pregiudicio delle ragioni, per non pre-
giudicare all'applicai ione ch'era fiata fatta a* Fiorentini del Monte feltro ; i
quali diceuano hauere preflato a Lione per difefa di quel Ducato, ducati tre-
cento cinquanta mda,& haueruifpefì dopo la morte fua in diuerfi luoghi per
la confernatione dello flato della Chiefapiu di fettanta mila» Riceuè ancora
in grada il Tonte fice il Duca di Ferrara, rinucflendolo nonfolamente di Fer-
rara^ di tutto quello, che innanzi aita guerra mofìa da Lione contra i Fran-
te fi , pofìedeua appartenente alla Chiefa , ma lafciaudogli etiandio con graue
nota fua. b de' miniflri che ufauano male la fua impernia, leCaflella di ^Fe-
lice,& del Finale, quali acquiflate eia lui quando roppe la guerra a Lione, &
dipoi perduta innanzi alla fua mone, haucua di nuouo riprefeper l'occaftone
della Matafione della Sedia, Obligoflì U Dn:a di Ferrara ad aiutare con certo
numero
numerò di genti la Chìcfa*quando occorrere per la difefa del fuo Stato, &fi
aflrinfe con grauiffime pene, fot tomet tendo fi ancora al ricadere della inueflU
tMra,& alla priuatione di tutte le fue ragioni, in cafo che in futuro offendere
fin la Sedia ,Apofloiica. Dettegli ancora ilTontefice non piccola intentione
dircflituirgli Modona,& Reggio benché da queflo,efiendogli dipoi dimoflra-
ta la impattatila delia cofa, & per lo esempio de gli anteceffori fuoi la infa-
mi a^be ne perverrebbe al fuo nome , fi alieno con V animo ogni giorno più ,
J^elqnxl : tempo il Caflello dì Milano flr etto da careflia d'ogni cofa eccetto che
di pane, & pieno d'infermità, conuenne d'arrender fu faine le robbe,& le per-
fine,fé per tutto il giorno quartodecimo d'aprile non era foccorfo;alqual tem
pò oferu.tta la conuentionc apparì effere morta la più parte de gli huomini,
che ni erano dentro . Confentì C efare con laude non piccola appreffo a gli Ita*
lianijche fuffe confegnato in poteflà del Duca Francefco Sforma: né fi teneua
più altro per i Francefi in Italia chél Caflello di Cremona, prouiflo ancora del
h cof:necefferie abbondantemente :& nondimeno quefli fucceffl non folleua-
no la infelicità de* popoli di quel Ducato, aggrauato ecceffiuamentc dalt effer-
ato Cefareo,pernon riceuere i pagamentiiilquale effendo andato ad alloggia-
te in ^4fli,& nelt jtfligjano, hauendo tumultuato per la medefvma cagione;
predo tutto il paefe in fino a Vigeuene : in modo che i Milane fi per fuggire il
dannosi pericolo del paefe, furono co flr etti promettere loro le paghe di certi
tempuche importauano circa ducati cento mila:& nondimeno non fi mitiga-
uaperquefla acerbità in parte alcuna l'odio di quel popolo contra i Frane e-
. hmo fi, tenendogli fermi parte il timore per la memoria delfoffefe fatte loro, parte
Adorno o- la f^eran^che fé mai ceffaffe il pericolo , che il Re di Francia di nuouo non
T°t in v?ne afFa^taffe quello flato, cefferebbono tanti pefi , perche non farebbe nècefiario.
tia , uenen- che Cefare teneffe più foldati in quel Ducato . Trattauafi in queflo tempo,
fa ftpoit"6 medefimo continuamente la concordia tra Cefare , e i Vinitiani , laquale per,
honoreuoi- molte dijfìcultà chenafceuano, & per uarie dilationi interpofle da loro tene-
chiefa^di* m f°!Psfi di °iue^° c^e haueffe afeguirne,gli animi di ciafeuno. ^Accrebbe la
santo stefa dilatione,& forfè anco le dijfìcultà diquefla pratica la morte di* Gieronimo '
fo 'congni ^Adorno Mquale effendo per fona di grande fpìrito, & ejperien%a,benche gio-
beiia ora- nane X 'a trattaua con molta autorità,& con deflre^afingolare, in luogo del
Nico!òdda quale ui fu mandato da Milano in nome di Cefare Marino Caracciolo, Troto-
?onte,huo- Lotario ^poflolico, ilquale molti anni poi fu da Taolo Ter%o Tontefice pro-
J™n?iai0& ìnoffo alla dignità del Cardinalato . Trattaronfi quefle cofe in Vìnetia molti
d'eruditio - mefhperche da altra parte il Re di Francia faceua arduamente per gli jtm
horVpabii- 'bafeiatori fuoi diligenza grandi (Jìma in contrario, promettendo hora con let-
camete leg- tere^hora con huomini proprij di pafjarpreflo con potentiffimo efferato in Ita
|cau* cò^e" liaiperche tra i Senatori ermo uarietà grande di pareri, & affìdue dtffutar
Icriuei'ietro tiom : percbe molti configliauano, che non fi abbandonaffe la confederatane
nàUneTubr. del Re di Francia,confidandofi che pr e fio hauefìe a mandare l'efferato in Ita*
i x delie fue Uadaquale ff>eran%a il Re sfor%andofl con fomma diligenza di nutrire, baie
U'iCOXi*. ' - ' ti 1
I
O.V INTODECIMO; 4ji
uà oltra molti altri mandato di nuouo Ren^p da Ceri a V inetta a promettere
qutfto mede fimo >& a dimoflrare che già le cofe erano preparate: altri ccnfi-
derando per la ijperien%a delle cofepaffate le negligenti ejecutiom di quel Re%
non confidauano che hauejfea pajfare , & quefla opinione s'accrefceuaptr le
lettere dì Giovanni Badoero Oratore loro in Franciaiilquale predando fede a
quello, che gli era riferito dal Luca di Barbone, ilquale giaccgionte occult ial-
inamente contra il ReJefideraua che i Vinitiani fi unijfero con Ce fare >affer~
maua che'l Re di Francia per quell'anno non palerebbe, ne manderebbe effer-
ato in 1 tali* . Spauentaua altri la mala fo ruma del Re di Francia, la profte
ra di C e far e, il àfiderare che in Italia feguitauano Ce far e il Duca di Milano*
i Genouefi,e i Fiorentini con la Tofana tutta,& ficredeuachehaueffeafare
il mede fimo il Tontefice;& fuor a a" Italia erano congiunti feco V arciduca fuo
fratello uicino allo fiato de Vinitiani e'iRe d'inghilterra,ilquale continuarne
te face uà la guerra in Ticcardia. Isella quale uarietà di pareri non meno tra
i principali del Senato,che negli altri, non fi potendo per la maturità delle co
fé y& per la infranga grandi ffima de gli Jlmbafciatori di Ce far e differire più
il farne deliberatone , conuocato finalmente per determinar fi il configliode'
Tregadi,iAndrea Gr itti, huomo per importantiffime amminiflrationi> &fat-
timolti egregijÀifomma autorità in quella Republica,& di nome molto chia
roper tutta Italia^ & apprefli a* Trincipi efterni; parlò fecondo fi dice in que-
fla fenten^.
.Ancor ch'io conofca effer pericolo , Treflantijfimi Senatori , che s'io confì-
glieròchenoinonci partiamo dalla confederatane del Re di Francia, alcuni
non interpretino,che in mepoffapiu il ricetto della lunga conuerfatione, ch'io
ho hauuta co' Fr ance fi , che quello dell'utilità della Republica ; non mi afierrò
per queflo da effrimere liberamente il parer mio, come è propriamente ufficio
de buoni Cittadini: anq è inutile,& Cittadino, & Senatore,quello,ilqualper
qualunque cagione fi ritrahe diperfuadere a gli altri quello,che in fé medefi-
mofente effer e il beneficio della Republic ajbenche io miperfuada che appreffo
agli huomini prudenti non harà lungo quefla interpretai ione; perche confide-
remmo nonjolo quali fiano flati in ogni tempo i coftumi,& l'anioni mie, ma
che io non ho trattato col Re di Francia , né con gli huomini fuoi,fenon come
huomo uoflroi&per uoflra commeffione,& comandamento ;& mi giuflifiche
rà oltra queflo sto non m'inganno , la probabilità delle ragioni , le quali mi
fanno condefcendere in quefla fenten%a . *Noi trattiamo fé fi debba fare nuo
uà confederatane con C 'efare ,cmtf 'aria allafede data da nomagli oblighi del-
la confederatone, che habbiamo col Re di Francia:cofa che agiudicio mio no
uuol dire altro, che sflab:lire in modo la potenza di Ce fare già terribile a cia-
fcuno, che non ci ejfendo mai più rimedio di moderarla, ò d'abbajfarla , ere fica
continuamente in noflro pregiudicio manifefliffimo . *2S(ów habbiamo cagio-
ne alcuna che poffaguifu fi e are quefla deliberatone : perche il Re ha fempre
offewato la noflm confi dcraÙQne , & fé gli effetti non fono flati cvfi pronti
arino-
LIBRO
* rinouare la guerra in Italia ; fi conofce chiaramente che poi che a quejìo lo
(lìmolauano i propri] intere (fi ;non è proceduto da altroché da gl'impedimen-
thcheha hauuth& ha nel Regno di Francia,i quali hanno potuto prolungare
i difegni fuoi,manon potranno già annichilargli:perche lauolontà e sì arden-
te alla ricuperatane dello flato di Milano, la potenza è sì grande, eh e feflenu-
ti che harà quefli primi impeti de* nimicai quali fofterrà facilmente;niuna co
fa lo ritarderà , che di nuouo non mandi for%e grandi ffime di qua da monti •
Vedemmo dell'una cofa,& dell 'altra più uolte li esempio del Re Luigi: ilqua-
le effendo afìaltata la Francia con armi molto pin potenti , che non fono que-
lle che al predente la me leftano, congiuratogli contro quafi tuttofi mondo, con
la grandeTga delle fuefor%e<>con la fortezza de* luoghi che fono fu i confini^
con la fede de' popoli facilmente fi diftefe;& quando era nell'opinione di tut
ti gli huomìni,che per la flraccheTga della guerra,glifuffe neceffario il ripo-
fo di qualche tempo;mojfe fubito in Italia potenti efferati . ls[gn fece queflo
mede fimo ne' primi anni del Regno fuo il prefente Re i quando ciafeuno cre-
deua che per ejfer nuouo Re, per hauer trouata efaufta la Corona,per le fi e fé
infinite deli anteceffore >fuffenecefftato differire la guerra ad un altro anno.
T^pn ci dehbe adunque jpauentare quefla tarditàM farebbe efficiente feufa
delle noftre uariationi , perche il confederato ritardato non dalla uolontà, ma
da 'gl'impedimenti foprauenutì , non dà giufla caufa di querelar fi al compa-
nno3nè honefto colore dipartir]} dalla collegatione. Quefla deliberatione ricer
ca da noi il ricetto dell' honeflà,il ricetto della dignità del Senato Vinitiano,
wa non la ricerca meno il rifletto deltutilità,anyi della fallite noflra. Ter che
chi è»cbe nonconofea di quanto profìtto tifa, & da quanti pericoli ci liberi,
feyl Re di Francia ricupera lo flato di Milano,& quanto ripofo partorì fca per
mo\ti anni alle cofe noflrei^Ammonifcene l' e f empio delle coflc fuccedute pochi
anni innanzi* perche l'hauerlo ricuperato queflo Re fu cagione , che noìy che
prima congrandiffime fpe fé, & pericoli difendeuamo Tadoua* e Treuigi, ricu
peraffìMo Brefcia,& Verona /fu cagione, che mentre, che egli terme pacifico
quel Ducato 3noipofi 'ed effimo con grandiffima pace , & ficurtà tutto l Impe-
rio noftro, effempij, che ci hanno à muouere molto più che la memoria antica
della Lega di Cambrai: perche i Re di Francia compre fono per efpené^a queU
che non haueuano compre Co per le ragioni,quanto detrimento riceueffero del-
l'efferfi partiti dalla noflra congiuntone, co fa chefen%a comparatone conofce
ranno meglio nel tempo prefente, nelquale ha queflo Re per emulo un Impera
tore,Trincipe di tanti Regni,& di tanta grande?ga,la cui potenza lo necef-
faa à defiderare, & hauer e carifflma la noflra confederatione.Maper contra
rio chi è quello,che non uegga, e che non conofea in quanto pericolo reflereb-
bono le cofe noftre, efclufo che fo fife totalmente il Re di Francia dalle imprcfe
d'Italia? perche chipuoprohìbire a Ceflare.che non appropri] a fe,o al fratel-
lo il Ducato di Milano ? dclquale fin ad hora non ha mai conceduto linuefti-
tura a Fracefco Sfor%a:&fie,come chiarifJimo,baràpcteflà difarlo,chi è quel
lo,
QJV I N T O D E C I M O. 43*
losche poffa afficurare della uolontàhhi è quello che poffa promettere che ef-
fendo il Ducato di Milano una fcala di falire all'imperio di tutta Italia, che
habbia a potere più in Ce fare il ricetto della giuflitia, & deUhonefià , che
HA MBIT IO T^E » & cupidità propria , & naturale di tutti i Trincipi
grandiiafflcureracci forfè la moderatone y& la temperane de* miniftri,cha
in Italia ? che fono quxfì tutti Spagnuoli gente infedele, ropociffimo^infotia-
bilefopra unte V-.h^ Ss adunque Ce forca Ferdinando fuo fratello s'attribuì
feono Mìlaticìn eh? grado rimane lo Stato noflro, circondato da loro daliapar
te d'Italia, & di Germania t che rimedio poffiamo fperare a'noftri pericoli i
effendo in mano fm il Reame di Trapali, il Vontefice2& gli altri flati d'ito-
Ha dependenti da lui , & ciafeuno de gli amici noflri sì efaufto[, & attrito di
for%e%che da loro non poffiamo fperarfauorealcunoimo fé l Redi Francia pò]
fedtffe il Ducato di Milano, reflando le cofe bilanciate tra due tali Trincipiy
chihaueffe da temere della potenza dell'uno, farebbe riguardato,& lafciato
flore per la potevo deli altro tan1^ il timore folamente della fua uenuta afficti
ra tutti gli altri; perche coflrigne gì' Imperiali a non fi muouere,a non s'impe-
gnare ad imprefa alcuna: però a me pare più prefto ridicola, che fyauentofa la
multa de' minacci loro, che fé non ci confederiamo con Ce far e, ci uolterranno
contro l* efferato* come fé l muouere la guerra contro il Senato Vinitiano fio.
inprefa facile, & dafperarnepreflo louittoria,& come fé queflo fuffe il rime
dio di far e -y ch'I Re di Francianonpaffaffe , & non più prefto cagione del con-
trario.-perche chi dubita, cheprouocati da loro proporremmo per neceffìtà con
dìtioni tali al Re , che quando bene nhaueffe l'animo alieno , lo induceffero a
poffare, TS{on accadde egli queflo mede fimo a tempo del Re Luigi,che le ingiù
rie,e i tradimenti fattici da loro , e induffuno a fìimolare in modo quel Re,qua
do io di fuo prigione diuentaiuoflro jùnbofciatore,che al tempo che più teme
uà àefìere affaltatopotentiffimomente in Francìa,mando l efferato fuo, ben-
ché con mala fortuna in Italia i Ts^on crediate che fé gli Imperiali penf afferò
che la uia di tirarci allomicitia loro,ò d' officurarfi delia uenuta del Re di Fra
eia fuffe f affaltarci,c haueffero differito fin a queflo giorno a dargli principio:
forfè che non hanno i Capitani loro cupidità xd arricchir fi delle prede , & de'
guadagni delle guerre : forfè che non hanno hauuto neceffìtà per ifgrouare il
paefe degli amici,& fgrauandolohauere f acuità di trame danari, di nutrire
lefiercito nepaefi d'altri : ma hanno conosciuto che per la potenza noflro ,[è
troppo difficile lo sfor%arà,cheper loro non fa temendo ogni giorno della guer
ra del Re di Froncio,implicarfi in un altra guerra, ne dare cagione à mio fla-
to potente diforxg y & di donar iy di fìimolare con la gronderà dell offerte i
Trance fi apafìare . Mentre che fior anno in queflifofpetti, & in quefle am-
biguitàjnon occuperanno per fé il Ducato di Milano , non tratteranno fé non
con minacci nani d offenderci :fe non gli affi curar emo do queflo timore ,farà
inpoteflà loro di fare luno,& l'olirò; & fé lo faranno , come è ueriftmile , dì
chi altri potremo noi più lamentarci che di noi mede fimi ì & della noflro trop
fa th
LIBRO
fa timidità , & del defiderio immoderato DFLljiT jtC £ : lacuale è
de fider abile ,& fanta,quando afficura da' fi fieni, quando non aumenta il feri
cohy quando induce gli huominì apoterfi ripofare , & aìlegierirfi dalle fiefi :
ma quando partorire gli effetti contrarij, è fitto nome infuliofi di pace perni-
tiofi guerra^ fitto nome di medicina faluti fera peflifero uelcno. Se adunque
il fare noi confederatane con C efare e fi Inde il Re di Francia , dalle imprefi
ditalia,dàa lui f acuità d 'occupare ad arbitrio fio il Ducato dì Milano,occu-
fato quello penfare à deprimere noi , ne figuita che noi comperiamo con gran
dijjìma infamia del nomenoflro , con maculare la fede di quefta Republica la
grandezza d'un Trincipe , ìlqual non ha meno diflefo l 'ambinone > che la pò-
ten^ty & che pretende egli, & il fratello che tutto quello che noi ~pojfediama
interra ferma appartenga a loro :& che e filudiamo da Italia un Trincipe
che con la grandezza afjìcuri la libertà di tutti gli altri, & che farebbe ne*
teffitato a effere congiuntifjìmo con noi, chi propone quefle ragioni tanto eui-
denti, & tanto palpabili non può già effere imputato che lo muoua l' affettio-
neypiu che la unità, più gli intere/fi proprij, che l'amore della Republica, delia,
falute deUaqualnon habbiamo da dubitar , fi Iddio alle uoflre deliberationi
concederà tanto di felicitavamo ha conceduto di fapien^a a queflo eccellen-
tiffimo Senato . Ma incontrario Giorgio Cornaro Cittadino di pari autori'
tà,& di nome celebrato dì prudenza, quanto alcun altro di quel Senato sop*
pò fi con oratione tale à queflo configli
Grande certamente,Treflantiffimi Senatori, & molto diffìcile è la p) 't fin-
tedeliberatone: nondimeno quando io confiderò quale fané tempi noftri
l'ambìtione, & infedeltà de Trincipi, & quanto la natura loro fta disforme
dalla natura delle Republicejequali non fi gouemando con l appetito d'un fi
lo,ma col confentimento di molti procedano con più moderatane, & maggie*
ri rifietti,ne fi partono mai sfacciatamente,' come fieffò fanno effiAa qutlche
ha qualche apparenza digiuflo, & a"honeflo',io non poffb fi no rifoluermi che
a noi fiaperniciofiffìmo che il Ducato di Milano fia d'un Trincipe più potenti
che no'nperche una tale uìcinità cineceffita affare in continui fio fieni, & tor-
menti; & ancora chefiamo nella pace, qua fi fimpre conuiene effere ne'penfie
ri della guerra,non oftante qualunque confederatone, ò conuentione, eh abbia
mo infume . Di queflo fi leggano nelle hiflorie antiche infiniti effempij,nel-
lenoftrequalch'uno:ma qual maggior e ■>& più illuflre che quello yche con acer
ha memoria è f colpito nel cuor di tutti noi * [ntrodufie queflo Senato Luigi Re
di Francia nel Ducato di Milano;allaquale infelice deliberatione molti di noi
furono pr e finti . Conferuoff egli fimpre intiera la fede delie capitolationi,qua
tunque con premij grandi, & con uarie occafioni fuffìmo inuitati a difioflarci
da lui,dagli Spagnuoli,& Tede fichi ; qnantunque fuffìmo certi,che per lui fi
trattauano fieffo molte co fi contra noi . T<lon piegò ne il beneficio riceuutQ,
ne la fede data, ne tanti perpetui ufficij noftri l'animo fuo pieno di tanta cupi- \
dita d'offcnderchche finalmente riconciliatofi per quefta cagione con gli anù-
* chi
^v r m t o b i e i m a; __ 4^
t7?f»d^ Attrbìffimi nimicifuoi; contraffa contra noi la coUegatwnepeyniciofìP
fima di Cambrai . Vero per fuggire i pericoUxhe dalla infidiofa, & fraudo-
lente uicinità de Vrinapi grandi ci farebbono del continuo imminenti ,framo
neceffìtati (s'io non rn inganno) dirizzare tutte le nofire deliberationi a qut-
fto fine, che 7 Ducato di Milano non fra né del Re di Francia, né deli* Imperata
re,mafia di Francefco Sforty, ò di qualunque altroché non babbia Regni, &
imperi] maggiori, donde depende nel tempo pre finte la ficurtà nofira > donde
nel futuro può dependere, fé fi uariaffero le conditivni de9 tempi prefenti gran-
de aumento, & efaltatione del noftro fiato . *Hon confuliiamo, fé è da con"
tinuarc l'amicitia col Re di Fracia ,0 da confederarfr con Ce far e : l'una di que-
fie due deliberationi efclude totalmente dal Ducato di Milano Fracefco S%or~
%a & da adito d'entrami al Re di Francia > principe tanto più potente di noi:
l'altra deliberatione tende a confermare , & afjìcurare Francefco Sforma in
quel Ducato ilquale Ce far e propone d'includere come principale nella nofira
confederai ione, promette la conferuatione fua al Re d'ingh Ut erra: però quan-
do tentaffe di fogliarlo di quello flato ,nonfolo offende, ebbe noi, & gli altri
(Cltalia,à quali darebbe caufa di uolgere dinnouo l'animo a Fr ance fi, ma of-
fenderebbe il Re d'inghiltcrra, alqualegli conuiene ognun sà,hauer grandi f.
fmirifpetti ,prouocherebbefr contro tutti i popoli del Ducato \di Milano in-
clinatiffimi a Francefco Sforma . Co fi fiotto ponendo fi a molte difficultà, &
pericoli, & agrandiffima infamia,contrauerr ebbe alla fede fua , laquale non
sèfin'adhora uedutofegno alcuno, [che mai babbia dift>wzgata : cofa che non
poffiagu dire noi de' Francefr : an\ibauendo refiitmto dopo la morte di Va-
pa Lione Francefco Sforma in quello flato , co fognatogli le fortezze, fecondo
che fucceffiuamente fr fono acquifiate , & ultimamente contra la opinione
di molti) il caflello di Milano , non fi può dire , che n babbia fatto fegni con-
trari]. Verche adunque non dobbiamo noi fave più preflo quella delibera-
tione, nella quale è fi>eran%a grande dtconfeguire l'intento noftro, che quel-
la cbs manifeflamente tende a fine contrario a' nofiri "infogni ? <A queflo
$ oppone che di maggior pericolo farebbe a quefla Republica, cbe'l Ducato di
Milano fuffe inpoteflà dell' Imperatore, che fé fuffe inpoteflà del Re diFran-
ciaipercbe quel Re per la grandezza di Cefare,& per l'emulatane, che ha cs
lui,harebbe quafrneceffità diperfeuerare nella nofira congiuntane ;ma in Ce-
fare tutto l contrarioper lapoten^fua, & per le ragioni, che contra lo fia-
to noftro pretendono egli,e'l fratello. Credo che chi cofifente diCefare,no s'in-
ganni per la natura,& consuetudine de' Vrincipi tanto grandi . Voleffe Iddio
non singannaffe chi non finte il mede fimo del Re di Francia. Militauano nel
>fe
condo la natura delle cofe Immane di momento in momento: perche & Cefare
è huomo mortale come gli altri hnominiìC fecondo ieffempio dì molti Trinci-
li* fi
L t 8 TI 0 ■
pi flati maggiori diluì fottopofload infiniti mccì denti dì fortuna', &-qihr,ifò-
tempo è che concitatagli contro tutta la Spagna, pareua pia prefto degno dì
tommiferat ione, che d'inuìdìa?& almeno non è tanta differenza dall' xnperi
colo all'altro , quanto è differenza da una deliberatione , che ci efcluda cerio
dal fine noflro,ad una che più uerifimihnente mei conduca.Dipoi quefte ragia
hi r {[guardano il tempo futuro, & lontano:ma fé confà eriamo lo flato preferì
te delle cofe,non è dubioxhe'l rifiutare la cofederatione di Ce fare ci mette per.
bora in maggior imolefiie,&pericolì:per che fep arando noi dal He diFracia;
è credibile riferberà il fare la guerra a migliori tempii & occafioni: ma flan-
do noi congiunti con luì,potrebbepureffere,che diprefente lafaceficcofa che
di neceffìtà ci porterà moleflìe, & ffefe: ma in qual cafo è pm pericolo fo per.
noi l'efito della guerra* congiugnendoci co Ce far e, fi può qua fi tener per certo*
the la uittoriafarà da queftaparte: co fa che non fi può tanto fperare fé fare-
ino congiunti col Re di Francia: & confederandoci con Ce fare) non ci farebbe
tanto pericolofa la uittorìa del Re , come farebbe per lo contrario : perche in
cafo tale tutte Carmi de* uincitori fi uolterebbono contra noi:& Ce far e non
falò bar ebbe minor freno, & minori oflacolì, ma qua fi neceffìtà d'occupare il
Ducato di Milano. *A quello che fi dicedei uincolo della confederatone, è faci
le la rijpofla: pèrche promettemmo al Redi Francia d'aiutarlo a difendere
gli fiati che poffedeua in Italia, non a ricuperargli poi che gli haueffe perdu-
ti: non dice quefio lafcrittura delle noftre capitolationi,nè ci militano l'ifleffe
ragioni . ^Adempiemmo l'ublìgationi noftre, quando alla perdita di Milano^
caufataper lo mancamento delle loro prouifioni; riceuettero più datino leno-
'fi-re genti d! arme )Che leFrancefi-.Adempiemmole quando tornando Lautrech
con gli Suiz£ari,gli mandammo i nofiri aiuti : habbianle trapaffate quando
pafeiuti da lui con uane fperanze, & promeffe gabbiamo affettato tanti me fi
l'efferato fuo.. Se la uolontà lo ritiene , perche cerchiamo noi di fopportare
la pena delle fue colpe ? Se la neceffìtà ; non baflagli quefla ragione quan-
do benefuffimo obligati,a giuftificarci i J^on so di che fiamo più oltre
debitori al Re di Francia, poi che prima fiamo flati abbandonati noi. 'hlpn
so a che pii\oltre fia tenuto un confederato per l'altro , né, che pojfin$
giouarea lui t nofiri pericoli . 7{on affermo che i Capitani di Cefare pen-
dino a muouerci al prefente la guerra : ma né ardirei affermare il con-
trario , confiderato la neceffìtà che hanno del nodrire l'efferato nello fla-
to de gli altri > la fiteranza che potrebbono hauere di tirarci per quefla uia
nlla loro congiuntione $ maffimamente fé l Re dì Francia nonpafferà , di
the, chi dubita, non ne dubita a giudìcio mio fenza ragione, per la loro ne-
^igenza,per effere efaufiì di danari , per la guerra che hanno di là da' monti
con due tali Vrincipi; ne può effer riprefochidi quefio prefla fede al noflro
f/tmbafeiatove: perche GLI Jtmbafciatorifeno l occhio ,& gl'orecchio degli
flati. Replico infomma il mede fimo, che con] fommo fludio debbiamo cerca-
(e } che di Francefw Sforma fia il Ducato di \iiikno; donde ne nafee incon-
v" r "J ' ' "" " {eque*-
QJV I N;T OBE-CIMO. 4fr
Jequen^che fia più utile quella deliberatane > che ci può condurre aqueflo
effetto y che quella che totalmente ce ri efclude . • ab tonfo •
L'autorità di due tali huomini, & l'efficacia delle ragioni, bauemren- f™™^.
àuto più preflo più perpleffi, che più risoluti gli animi de* Senatori : donde u« ti Giufti
ti Senato allungata quanto più poteua il dcterminarfi , inducendolo a que^ £™0^|
ftolanaturalomla grauità della co fa, il deftderio di uedere più innanzi de* timcfi. it'
progredì del Re di Francia > & ne erano anco cagione molte difficultà > che £° £J£
nafceuano di neceffità nella concordia con l'arciduca ._ jlccrefceua la fi- nella chie-
ftenfionc de gli animi loro , che il Re di Francia preparando fi follecitamen- JJntinio £
te alla guerra ; hauem mandato il Vefcouo di Baiofaa pregargli , che diffe^ un^bci fe~ ;
riffero tutto ilmefe proffimoa.de liberar e , affermando che innanzi alla fine jfoi0TatodY
del termine , patterebbe con maggiore efferato, che mai haueffe ueduto in Ita ^rigo
•7 ». i Xr JJ ,. , "^i . • * in rr j , Valla cello
%lialeiaprefente. IJellaquale ambiguità mentre che JiannoìeJ]cndoimor' coneiegan-
fc to Antonio Grimanno Doge di quella Città , fu eletto in fuo luogo b ^Andrea Jj^nm^*
Grétti , che più preflo nocque alle co fé Francefi , che altrimenti : perche egli ££?!
collocato in quel grado , lafciata meramente la deliberatione al Senato , non
uolle mai più ne con parole > ne con opere dimoflrarfi inclinato in parte al- GmA JS-
xuna . Finalmente mandando il Re al Senato continuamente huomini nuo- mo celebre
m con offerte granài ffime , & intendendo fi che per le medcfimc cagioni uè- ti°n?"ac "
niuano linna daMcmoranfu che fu poi Gran Coneflabile di Francia, & Fé- com« P«
,. . . ,. J.f>£-_,,ir* ii >•/ ^ limpreiedi
dengo da Bo^^cle , gli Oratori Cefarei > & Ingleji , a quali la dilatione era gUC„3)e!sé-
fofrettifjìma; protefiarono al Senato, che dopo tre dì proffìmi fi partireb- «^ «eato^
bono lanciando imperfette tutte le cofe . 'Ver ciò il Senato neceffitato a deter- n^l rano.
1 minar fue togliendo fede alle promefie del Re di Francia , /' efiere flati tanti j£ «^ ™>-
fnefi nutriti con uarie $eran%e , & molto più quel che in contrario afferma- ideila fua
uà l' jimbakiatore,ri\edente apprefìo a lui; deliberò d'abbracciare l'amicitia Restia *
,. „ J . ' J rr n i-^? ^ r ~ i- quando Ipo
di Cefareicolquale conuenne con quefle conditwni. Che tra Ccjare, Ferdinan- giiatcfi dei.
do .Arciduca d'UuflriaJrancefco Sforma Duca di Milano da una parte, & il J^ta"»*
Senato Vinitiano dati altra fufie perpetua pace, & confederatione. Doueffe pvC di Fran-
zo Senato mandare quando fuffe dibifogm alla difefa del Ducato di Milano , £3'"°"nut°*
feicento huomini d'arme Seicento cauai 'leggi e?U & fei mila fanti: il mede fi- no alia co*
moper la difefa del Regno di "Napoli, ma quefto in cafo fuffe moleflato da ^fcrficwi
Chrifliani ; perche i Vinitiani ricufauano ohligaruifl generalmente per non luì , o co»
irritare contra fé l'armi de' Turchi . La medefima ubligatione haueffe Cefa- J^/'; *™
re per la 'difefa contra qualunque di tutte le cofeche i Vinitiani poffedeuano «na ufcìa e
■ in Italia • Tagafiero all'arciduca in otto anni per conto di antiche diffe- ^ ddiosuf
reìl%ey fe,auifando
ci co quefto
eflempio}che chi è in magiftrato,bifogna che fi fpogìi de* progr? arttKtJ . Coli mette L;uie,che Furio Camil,
io ftato cacciato in efliliojhaueua poi falimo la psiri3,6c rimrlfo in libertà quella,che lui haueua Schiarato
nimico & feroo. Coli Marco Liuio Salinatorc, Se Marco Clandlo Nerone, eilendo acerbi nim;ci fn priuata,
fortuna ;lubito che furon creati Con foli, douentarono amici, 6c ft«eto pace, anteponendo la general falute,
■fiellaRe^ublica alia part:colar paflìon del pi opriolcio animo. Cofi poco fotto in quefto libro a cart.43 8J
facr.i.in rìne il Guicciardino , e il Conte Guide RangoBe eepor.gonogli.odij paiticolari perla publica fa.^
Iute -5c d:i«la delia Ciotta li» Modena. a
A In i
LIBRO
ren%e, ir per la concordia fatta a formatta dugento mila ducati: lequai co fé
»ai dc^ mc- come furono conuenute,il Senato bauendo già nmoffo da gli ftipendij fuoi Tea
dia fi ftaua foro da Triul^i,elejfe Gouematore Generale della fua rnititia con le conditio-
doue°eflcn- ni medefime, Francefco Maria Duca d'Frhino.Fu gìudicio quafi commune de
do imercet nij buomini per tutta Italia,chel Re di Francia uedendo douereli effer contrét
icrc di Fran ri] quegli aiuthi qualipnma gli aoueuano effer propitij ; bauejfe a acpjiere d$
cefeo sodcri a(ìaltare per quell'anno il Ducato di Milano : nondimeno intendendo fi che ne
incardinai J, / -/• ,• r i r r ir
di Volterra folamente cotinuaua diprepararfi, ma ebe già cornine tana a muouerji l ejjer-
cflb l confo! citotfMeMi c^e ternMM0 della uittoriafua, feciono infieme per refiflergli nuo
taua il Re uà confederatone ,inducendo il Tonteficead efferne capo,& principale. Haue
ìò^KRuer ua il Vonteficftdefiderofo della pace commune , ricercato quando uenne in Ita
ia in Sicilia, Ua,Cefare,il Re di Francia , elRe d* Inghilterra, che attefo ifutceffi profferì
imp°eCr!aìiSfi de* Turchi, depone [fero l'armi tato perniciofe alla Republica Chriftiana , &
leuafferodei che ciafcuno ffiediffe a Roma a gli Oratori fuoi,dado loro fopra quefte co fé pie
Milano0; & niffma autorità: la qual co fa fu da tutti neW apparenza efeguita prontamen-
te non ere ferma cominciato poi a trattar fi le cofe particolarmente; fu conofciutopreflo9
cofaV/papa ch'erano fatiche uane:percbe nel fare la pace fi trouauano infinite difficultà;
fenza confi \a trieguaper tempo hrieue non piaceua à Ce fare ;fen%a ehepareua quafi di
midòteVt niuna utilità; e 7 Re di Francia la nfiutauaper tempo lungo ^ Onde il Tonte
lete a Lodo fjC€3ò rideflandofi in lui l'antica beneuolen%a uerfo Ce far dò parendogli.che i
sèfla amba- penfieri del Re di Francia\fuffero alieni dalla concordia; cominciò più che Ufo
feiacore deU nt0 a inclinare l'orecchie a coloro , che lo confort auano a non] permettere che
rech^emò da quel Re fuffe di miouo pofìeduto il Ducato di Milano . Da quefte cagioni
irò al Papa, p^fo animo il a Cardinale de Medici, ilqual prima temèdo le ptrfecutioni de a
qnanto pc°i gli emuli fuohetjpecialméte del Cardinale di Volterra, a cuipareua che il To
colo il sode tefìce credef(è molto;dimoraua a Fire7e;uenne a Roma,riceuuto co nandiflì-
rino era in J . •'•> _ , . ^ , ° ,. _ «r
trodottone* mohonore quafi da tutta la Corte :oue congiuntamente col Duca di Sejja
tfd^Hjffan ^mbafeiatore di Cefare,& con gli Oratori del Re d'Inghilterra faucriua que
tità : di che fta medefima caufa appreso al Vontefce . J^el qual tempo la mala fortuna
pdap8a"achit- del Cardinale di Sotterra, che quafi fempreperturbaua la prudenza, l'aftu-
mò iiMedi- tia}& artifici] fuoiypartorì a lui danno, & pericolo , & al Cardinale de* Me-
Squadrò dici facilità d'acquiflar maggior gratia, & autorità apprefio al Tontefice, m-
2 porta Fia- clinato prima molto al Volteranno: perche con la fua fugacità , & con parole
wn ,apoqropa non meno neruofe che ornategli bauèrìa imprefo nell'animo d'efiere molto de
trionfale, in fìderofo della pace uniuerfale della Chrifiianità . Concio fa che eflendo flato
wn\$i£ t& 4era del Duca di SeÌTa rit€m:i° b * Cafiel Wouo apprefio a Roma Fran *
dini , & fin c efo Imperiale sbandito di Sicilia, che andaua in Francia; gli furono trouate '
aa»p«rucCni! lettere fritte dal Cardinale predetto al Vefcouo di Santes fuo nipote, per'
& dal D«ca
d'Vrbino,che tutti erano Itati ingiuriati da cafade' Medici,&fece cacciare il Soiermo da configli del Fi
pa.ilqual lo fé porre in prigione. Vedi il Giouio nella Vita d'Adriano: dotie discorda da querio auitore.
b Paflando Arno dice il Giouio furono ritenutele lettere del Sodcrinodalle ìpìc de Med ciniche ftmioet
xoxe;percio<he in Fazellio,di cui patle:ò nella feguente Annotatione, dice che l'Imperiale fu ritenuto a C*
ftclnuouo x8.oiglialoftunodaRoaw del mete d'Aprile 35 23. pei ofciajcome qui fi fciiue.
Q.VIM1 ODE CIMO. „. . & 'J^S*
leàuati confortata il Re di Francia ad asfaltare con armata marihmal I- tedi cam«
foladi Sicilia: perche uolgendojì l'armi diCefarea difenderla; gli farebbe %£ £«,;
più facile a ricuperare il Ducato di Milano ; dellaqual cofii marauiglian- h^-i thzfo
do fi molto il Tontefice, & riputando fi ingannato dalle fue fimulatiom, in- vwmio
citandolo ancora ardentemente il Duca di Seffa, e l Cardinale de Medici , {£^»g«
chiamatolo a fé; lo fece cuflodire in Caflel Sant'angelo, & dipoi deputò giù- $?9*v in
dici a efaminarlo, come reo d'hauere molato la maejlà Tonte ficaie, concitai lw°J^t
do il Re di Francia adaffaltare con l'armi la Sicilia, feudo della Sedia ^fpo ™f" £ ^
fiolica: nella quale eognitione benché fi procedere lentamente, & finiti gli ^fia qUefto
efammi ,glifuffe data facultà di difenderfi per focati ,& Trocuraton, t£)j ^J
non fi procede però con la medefima moderatane alla roba : perche il giorno gj^^g
fteffo che il Cardinale fu- ritenuto, il Pontefice occupò tutte le ricche^ che di *^ e
erano nella fuacafa. Venne ancora aluce per la incarceratone del mede fi- »*«c non
mo Imperiale, un trattato che per lo Re di Francia jt teneua in Sicilia, per lo- mori, f &
quale furono (quartati il * Conte di Camerata, il Maejìro Tortulano, el Te- gjjg*»£
foriere di quella! fola. Ver lequalicofeilTonteficecommoffo tanto più contra calciatore"}
il Re di Francia, & cominciando quotidianamente a confutare col Cardina le g^jjjj*
'■ de Medici, finalmente rifonando ogni dì piula fama della uenuta de 'Francefi, i4 cógiura,
deliberando aopporfi loro; narrò nel Collegio de Cardinali, fatta prima Ufo- 2gS?vS
Uta prefatione de' pericoli imminenti dal Trincipe de Turchi, il Re di Fran- cento. Fede
riafolo effere cagione che dalla Chnflianitànonfirimoucffe tato pericolo, per- 2£f£f
che pertinacemente ricufaua di confetture alla triegua che fi trattaua; & che tre delia &
appartenendo a lui come a Vicario di Chnfio, & fucceffore del Trincipe de JJSS^-jì
gli ^Apojhli,prouedeìe quanto per luifipoteua alla conferuatione della pace; fcattìii.feta
il %elo della falute comrnune lo coflrigneua a unirfi cori coloro, che s'affatica- ^ 'nenib^
nano, accioche Italia non fi turbaffe; perche dalla quiete, ò dalla turbatone di io. delia *.
quella nafceua la quiete, ò la turbatione di tutto l modo .In conformità delqua J^ d£jjj{
le ragionamento, & effendo per tale effetto ucnuto il Viceré di Vapoli a P,o i«o delle co
ma fufiipulata il b ter^o giorno d'^Lgofio Lega & confederatone tra il Ton- ~* Jj™»
tefice, Ce fare, ti Re d'Inghilterra, l'arciduca d'^uflria, il Duca di Milano, l'ordine di
el Cardinale de Medici, & lo Stato di Firenze congiunti infieme.e i Genoue- Jura è éc\
fi per la difefa d'Italia, da durare durante lauita de Confederati, & un'anno feitto&s*
dopo la rmrte di qualunque di loro, riferuato luogo a ciafeuno d' entrami >pur e mouuuu.
che fuffe accettato dal Tontefice,da C efare, dal Re d'Inghilterra & dall'or- j*,.^^
riduca, & deffe cautione d'ufare nelle querele fue la uia della ragione, & non lo\ Jj£ ^
dell'armi. Congregaffifi per opporfi contra chi uoleffe asfaltare in Italia al- j^fi legge*
cimo de' Collegati, un'efferato, nelquale il Tontefice mandaffe dugento huo- contende
mini d'arme, Cefare ottocento, i Fiorentini dugento, il Duca di Milano du ««<> **d*}1*
genio, & dugento caualii leggieri. Trouedeffero il Tontefice, Cefare, & il foódeiPo*
. tolanaro.
b A +. d* Agofto dice il Giouio,cioè il di che £ là la fella della nciie aHa Chiefa della Vergine Maria ne.ll'R-
Iquilic. Vedila Vita d'Adriano,3c del Colone»*
Iiì $ Duca
v . I I B R O
''.Dùca di Milano l'artiglierie , & le munitiom con tutte le fpefe appartener. »
ti; Che per follare i fanti neceffarij alt 'efferato > & per fare ì altre fpefe che
Infognano nelle guerre, & pagaffeil Tapa ciaf un meft ducati uentimilia, al-
trettanti il Duca di Milano , & la mede fimi fomma i Fiorentini : pagaffero
Cefare trentamila, tr aGenoua, Siena, & Lucca diecimila, reflando però i
Cenone fi , ubligati all' armata, & all'altre fpefe neceffarie perla difefa loro :
., ; allaqual contributione fuffero tutti ubligati per tre mefi , & per quel tempo
ti £\ «gio PÌH che àkhiar afferò il Pontefice \ Ce far e ye'lRe d' Inghilterra . Tuffi in fa-
raoieff-eBo ailta d^ Tomefice > & di Ce far e dichiarare chi haueffe ad effer Capitan Gene
S|Sfp*vi: rate di tutta la guerra, ilquale fi trattaux che fuffe il Viceré di Wjpoli ,sfor- ,
£*»**<* ho xandofene mxffimamenteper Iodio, che haueua contra Vrofpero Colonna , il
m iijtoc* Cardinale de Medeci, l'autorità delquale appreffo a Cefarei eragradiffima.
S^loXd ^Viefttctfede™tionefucogiuto per modo indrietto il Marchefe di Manto-
caL'iL e. UCL P?rche # Tapa,e i Fiorentini lo coduffono per loro Capitano Generale afpe
er u"0ftd'u fc>comn[H^ • Ma non raffreddarono già né la Lega fatta da Vinitiani con Ce^
na cornea" fare > né l'unione di tanti Vrincipi fatta con tanti prouedimenti l'ardore del
t£& d oidi ^€ di fìamicL ; fyfde uenuto a Lione , fi preparala per paffare con grandif-
«nndata ai fim:> efferato perfonalmente in Italia, oue già per la fama della uenuta fua
una polite comìmi*mm al apparire nuoui tumulti. Lione fratello a" Alberto? Ho ,
ria; gii «a ricuperò furtiuamenteda terra di Carpi, cuflodita negligentemente da Gio-
putia^qJe mmì Cofcla ' pepoflouida Vrofpero Colonna , a cui Ce far e fpogliatpne
a t s'aggi afe Mberto come ribello dell' lmper io, l haueua donata . Ma maggiore acciden-
ti di Arto^ tefu perfnecedere nel Ducato di Milano , perche caualcando fopra una Mu-
re vifeonti, letta Francefco Sforma da Mon^a a Milano, & effendofi, come faceuano per
qu.7 MoV ordinario , allontanati da lui i caualli della fua guardia , perche ilVrinppe
fignorino fuffemsno noiato dallapoluere , laqualeper i tempi efliuififollieuagrandiffi-
«ìbdi Fri mada 'caualli nelle pianure di Liombardia, Bonifacio Vifconte,giouane,no-
cefeo b«- to più per la nobiltà della famiglia , che per ricchezze, honori , ò altre condi-
padrè^fico tioni,moffoperlo fdegno conceputo,* perche pochi me fi innanzi era flato *
1T/1 HbrCggC ammx7&tt0 Per °pera di Giorolamo / torone , nonfenxa uolontà ( coftfi cre-
ati capeiia àeua) del Duca, Monfignorino Vifconte in Milano, e ffen io propinquo à lui fo -
&nei5.dci praun caual turco* come furono peruenuti ad un quairiuio ,moffo con impeto
qjii dice,? d cauallo yl'affjltò con un pugnale per percuoterlo fida tefla imamouendofi
tCioCdiedenUn Per Paiira ^ m^etta , nò flanìo anco fermo per la ferocia fua il cauallo , &
foia colpo Bonifacio per effer di maggiore flatura , & per l'altera del cauallo foprafa-
ìl fplda ,& pendolo molto , il colpo deflinato alla tefla ; lo per e offe fu la fpalla : traffe di-
non ù men poi la fp aia fuor a per dargli un'altro colpo, ma la ferita fupiccoliffima , & di
gnaicfdouc ta&10 : & efiendo già concorfi molti 7 fi mefi e in fuga, feguitato dai caualli
ì i . ca pd la della guardia ;m% attendandogli per la uelocità del fuo cauallo , fi faluò nel
Jugnak . & Piemonte : cofa fé all'ardire , & all'indù fina fuffe fiata con ifpond ente la fot
noa u jfpa tana , certamente accaduta rarijfimc uolte > & forfè non mai , cheunbuowo
Q^V INTODECI MO, 4;<f
foto haueffeamexp giorno fu laflrdda publica ammalato un Tr ine ipe sì
grande , accompagnato da tante armi, & da tanti foldati in me%o dello fia-
to fuo, &fifuffe fuggito a fatuamente. Ritiroffi il Duca cofi ferito a Mon
%a, non potendo credere che in Milano non fu (te congiurati one: doue Tro-
verò, & il Morone per lo mede fimo foretto haueuxno fubìto fatto ritene-
te il Vefcouo d% jlleffandria, fratello di Monfignorino: ilquale meffofi uolon * GaJeazz*
tariamente in mano di Trojpero, fono la fede fua, C tffendo efamìnato , a' cIpeHa?
fu poi mandato prigione nella forte7ga di Cremona , effendo uariji giudi- che fi mol~
cij de gli huomini, fefuffe flato confido, ò nò, di quefla co/a. Succedette qua ft/r v IVzl
4 fi ne* giorni medefimi, che a Galeazzo da Birago , feguitato da altri fuoru- Per II Fl5ce
feiti dello flato di Milano, con l'aiuto di alcuni foldati Trance fi, che già era- to deli" *ìll
nonelpaefedel Tiemonte;fu dal Caftellano della forteTga di Valenza di mauoigat»-,
natione Souoino, introdotto nella terra: ilche intefo da ^Antonio da Lena, ma deì m
ilquale con una parte de cauai leggieri) & de' fanti Spagnuoliera in ^Afli; ca foflefoc-
u andò fubito a campo: & effendo la terra debole, la quale inimici non ha- te. "
ueuano hauuio tempo a riparare, piantate l artiglierie ; l'ejpugnò il fecondo
giorno; & dipoi battuta la fortezza , hebbe il medefimo fucceffo , refiando ni^h/flduV
neltuita,& l'altra efpugnat ione morti da quattrocento huomini, & molti pri k:o fàp*?f
gioni, tra quali Galeaigp da Birago capo di queflo moto. Tajfaua del con- hvùZ\°tt
tinuoi monti? esercito Trance fé, dietro al quale haueua de flinat o p affare il F^ncefco,
He: ma turbò il fuo configlio la congiurai ione, che uenne a luce del Duca di «"dVcfo-
Borbone: ilquale per la nobiltà del fangue Regio, per la grande^a dello fla- uio abb°n-
to, &per la dignità dell'ufficio del Gran Coneflabile ,&per la fama molto ndiibTdei
chiara del fuo ualore,efiendo il maggiore, & più flimato Signore di tutto 7 [\uh? fc}f
b Regno ai Francia; b non era già più anni innanzi in gratta del Re, & però non Pci'cara: ouc
promefìo a quei gradii né introdotto a quei fegreti -, che meritaua tanta gran- Poff°no'< ef"-
de?ga: ma fi era aggiunto che la madre del Re, fùfeitate certe ragionanti- qmui sncho
che; gli dmandaua nel parlamento di Tarigi il fuo flato : donde egli poi che y prHfe ^l
uidde non efìerpoflo dal Re a quefla co fa alcun rimedio, pieno d'indegnatio- ueiie egli da
t ne fi eraper melodi cBeuren gran Cameriere, & molto confidato di Ce fa- ^x^ltl*À-
re, confederato pochi mefi innanzi occultiffimamente con C efare, & col Re fa (petto ai
d Inghilterra con pitto che perflabilìre le co fé con uincolo più fedele, Ce far e Rc*
glicongiogaefieElionorafua fior ella, rimxfla periamone di Emanuello Redi e Adriano
Portogallo ,fen^a marito. La efecutione de' configli loro era fondata fu l'ha- Bt™fno Fi*
uer deflinato il Re Francefco d'andar per finalmente alla guerra: nella qual de chiama ni
liber aliane, perche perfleuerafie, gli hauea il Re d'Inghilterra artificio fan. en- £? °^^t '
te data jperan^a di non moleflare la Francia per quell'anno. Doueua Borbone bho di mer
fubito che l Re hauefie pafiati i monti entrare nella Borgogna con de dici mi- £.*" c™ff
li fanti, che occultijjìmamente co danari di Cefare>& del Re di :ì) Ut erra Boigognaìn
fi prefcrauano; né dubitaua per l'occatìone dell' afentia del Re> & Per la ?ra- * ru* r n » a
tia Miuerfue, e hauea per tutto l Reame di Francia, douer fare grandtflì bone*
Hi ^ mi
LIBRÒ
tàpTòttegi. Dì mollo che sacquiflaua haueua a ritenere per fé la Trónca
%& permutando il titolo di Conte in titolo di Re di Troverai ; la qual Con-
tea appartener fé gli per ragioni deperenti da gli angiomi pretendeva: l al-
tre cofe tutte doueitano peruenire nel Re d'Inghilterra. Vero per ifeufar-
fi dal feguitare in Italia il Rcfermatofi a Molins terra principale del Duca-
» m h ,bit» to di Borbone, fingeva d' efiere ammalato: dondepafiando d Re quando an-,
d« genero daua a Lione, alqual' era già pervenuto qualche leggiere mdtcìo diquc[iotrat
Kio^h^o' tato, non diflìmulandofecod'e(ìere flato procurato da altri di mettergli que-
i >5 s'era fbg n0 r0rpett0ì ma potere in lui fopra ogn altra cofa l'opinione tante no Ite ijpe- a
Soia tUce5 rimontata della fua virtù , &. della fua fede, dondoli Duca ringraziandolo
pagaia Pom €{jicaciffìmamente, che con tanta libertà, &ftncenta d animo hauefieparla-
SiTairi tofeco] & ringhiando Iddio che gli hauefie conceduto un tal Re, la gram-
*f hTua tà del quale non hauefierofor%a difollcuare l'accufatwm,& le calunnie Jal-
M%S fa;glihaueuapromefio,checomeprimafufie libero (ilche perla leggiere^
a della infermità fberaua douer efiere fra pochiffimi giorni) andar eobe a Lio-
^ìiYo I Bor ^
gogna, &
nelle terre
neper accompagnarlo douunque andafie . Ma come il Re fu uenuto a Lio-
,a,?c" ne intefo che a "confini della Borgogna s'accumulavano finti Tea efebi, & ag-
latore.
giunto quefto foretto agi' indi cij hauuti prima, & all'efierji mterceue ctr-
b chiamof teietter€y fa davano lume più chiaro; fece incarcerare Jan y aleno, Boifi, fra
m«XAm tello della Talifia5 il Maeflrò deUepofle, il Vefcouo dUutim,confcij della con
*\T' r uf liuratione, & mandò fubito il Gran Maeflro con 5 00. cattato, & quattro
fcdcTper t mila fanti a Molins a prendere Borbone; ma tardi: peróx egli già infafpetti-
?ranomeBo ^ & dubitando mn f ufi ero guardati i paffhera * in habito incognito pafia- a
Eo'dTfoS tooccultiflìmamente nella Francia Contea. Ter loqualcafo 'tanto importante
di iXff dò deliberò il Re nonprofeguire l'andata jua, & nondimeno ritenute apprefio a
quentia, & fe parte delle genti preparate alla nuoua guerra: mando in Italia Monfigno-
SSStod redi* Boniuet Ammiraglio diFr ancia, con mille ottocento lande, fe imi lab
delia pace suitteri, due mila Grigioni, due mila Valle fi > fei mila fanti Tedefchi, dodici
* A"n^"r milaFrancefi,& tre mila Italiani : colquale efierctto papato i monti, & ac-
& dellaguer
xa . Vedi il
aiuto, ' il coflatòfi a confini dello flato di Milano; fece dimoflratioce di uolere d iridar
Tèlntvt fi a Tiomrai pertiche quella Città non munita, né di faldati, né di ripari ajuf
dei Marche ficjen>za- s'arrendè con licenza del Ducadi Milano, ritenendo fi per Lui lajor-
% «JoSS te™* lì medefimo,etper lamedefima cagione fece Vigeuene; donde tutta la
che Giouan re^0ne,che è di là dal fiume del Tofino; pervenne in potefta de Franceji^n
d conMduè haueua creduto Troverò Colonna già implicato in lunga infermità, che il Re
bande di ca di Francia, cfiendofi confederati contra lut i Vimtiam, & dipoi ueuuta a lu~
SftUMi te la congiuratane del Duca di Borbone; perfeuerajfe nella deliberatone
rehuaguar d'afi alt are per quell'anno il Ducato di Milano: perciò non haueua conia di-
todiede %l ligen%a, & celerità conveniente raccolti i faldati alloggiati in uarij Ivoghhtiè
tio ai colò fatno i pouedimenti necefianj a tanto mouimento : bora approffimandofi
fi « i nimkh chiamava confoUecitvdine le genti, intento tutto aprohibire ilpafa
fodel
Q. V I N t O-D E C I M 0. 4jf
Jo del Te fino : ìlchenonfi ridicendo alla memoria quel che al fiume, deli' \Aà~
da era fucceduto a lui contra Lautrech ;fipromettcua con tanta confidenza di
poter fare, che di riordinare i baflioni,e i ripari de* borghi di Milano, de1 qua-
li la maggior par te, non effendo flati arre fi erano qnafiper terra; non poneua
alcuna follecitudine: congregata 11 esercito fui fiume tra Biagraffa,Bufaloro,
& Turbico fitto commodo a quell'effetto, & opportuno ancora a Tania, & a
Milano. Ma i Francefile erano uenuti, a Vigeuev.ch avendo troiate tacque
a del fiume* più baffe}che non era fiata l'opinione di Trafilerò , cominciarono a a ver la fé
paffare parte a guazzo , parte per barche quattro miglia lontano dal campo cL^nnàzì
Imperiale, gittato anco nn ponte per l'artiglierie in luogo, doue non trouaro - era ftata ,
no, né guardia) né oflacolo alcuno :però Troverò mutati per queflo inopinato • "^ '
accidente necejfariamente tutti i configli della guerra; mandò f abito Antonio
da Leua con cento huomini d'arme, e tre mila fanti alla guardia di Tau h egli b Papa A.
col rejlo deli efferato fi ritirò in Milano, doue fatto configlio to' Capitani, tutti dmno ve»
uennono concordemente in quefla fenten\a : non effere pojfibileje i Fr ance fi fi £" dTché
accofiauano fenra indugio . a difendere Milano Mr che i Bàftionh & ripari de* ferme il gì*
i i -n • j » i • i • 3 uio.quelme
borghi \ir accurati dopo l ultima guerra* erano la maggior parte caduti per ter defi mogie*
ra? & la troppa confidenza che haueua hauuto Trojpcro di difendere il pafìo no » chc *
del T efino , era flato cagione che non fi fiufìe data opera a rafiettargli , né era ueuano paf-
poffibile condurgli fé non in ifpacio di tre giorni in grado di potergli difende- &10 . jl Tefi
re : douerfi fare deliberatone affrettante all'un cafo & all'altro, far lauorare C€ cgn . che
con fomma follecitudine a ripari, & nondimeno flare preparati a partir fi,fe i £u a ,3* dl
Francefi ueniffero il primo, il fecondo^ il terzo giorno , per ritirar fi in Como , IS 23 . cópi-
fe ueniuanoper la tua di Tania , fé per lo camino di Como , andare a Tania . *£> *'rannc° '
Ma il fato auerfo a Franccfhottenebrando come altre uolte haueua fatto 3l' in t0 di spa ;
telleito loro , non permeffe che ufaffero cofi fortunata occafione : perche òper I^^JJ^ ll
negligenza, òper r accorr e tutto l'efferato , delquale non piccola parte era ri- nel platina,
mafia indietro , fopr aflettono tre giorni fui fiume del Te fino : donde dipoi un i- *ic"cldl *f ™
tifi tutti infieme tra Milano,Tauia, & Einafco ; uennono a San Chrifloforo a pedice a 144
un miglio pr e fio a Milano ,tra porta T icine fé, & porta Romana : & hauendó f"^"^
fatte lejpianate , & paffata l'artiglieria nell'auanguardia ;feciono dimoflra- le 19. hore,
tione di uolere combattere la terra, & nondimeno non tentato altro; fermar 0- umo Inni^
no in quel luogo l' alloggiamento idelquale leuatifi pochi giorni poi aìloggiaro «4 rc-i mefi,
no alla Badia di Chiaraualle , donde guaflarono le molina , e tolfcro l'acqua a ni .x|„ f°£
Milano, p enfiando più ad ajfediarlo,che adafialtarlo tpercheerano allhora in vn'anr.o^t
Milano oltra la molticu* ine abbondantiffima darme,& con la confueta difpo J2 j^rnì m
fittone contra il nome del He di Francia,circa ottocento huomini d'arme, otto- vacò la se-
cento canai leggieri quattro mila fanti Spagnuoli\,fei mila cinquecento Tede- mot?" di
bfchi,etre mila Italiani. In queflo flato delle cofepafib ali altra uita b // quarto- lui duc m*
decimo giorno.di Settembre il Tontefice .Adriano > nonfenza incommodo de gi^ml*
Collegati , alfauorede' quali mancaua oltra r autorità Tonteficale la contri-
bullone pecuniaria , allaqualeper i capitoli della confederatione era tenuto .
Mqyì
LIBRO
Morì laf ciato di fé }b per la breuità del tempo che regno *òper ejfere inejpertò
delle cofe, piccolo concetto^ conpiacere ineflimabile di tuttala Corte,defide
rofa uedere un Italiano, ò almeno nutrito in ltalia,in quella Sedia. Ver la mor
te delVontefice cominciarono aperturbarfi le terre della Chiefa, nelle quali
innanzi alt infermità fua erano cominciate a dìmoflrar fi piccole fauille di fu-
turo incendio } atto ad ampliar fi uiuente lui , fé parte per cafo parte per altrui
diligenza non uifuffe flato ouuia to : perche hauendo il Collegio de Cardinali
innanzi che il Vonteficepajfaffe in Italia, commeffa ad Alberto Vio la cufto-
dia di Reggio,et di Rubiera,fi teneuano ancora da lui te fortezze di quelli luo
giri, hauendo conuartj colori , & diuerfe feufe , & per tocca fwne della poca,
efi>men%a d'Adriano Schernito molti me fi la infanga fatta da lui, che gliene
refiituiffe: era oltra quefio flato trattato da lui, chefubito che apparile il prin
àpio dellaguerra, Ren^p uà Ceriftguìiaìo da alcuni caualli}& molti fantini
fermaffe in Rubiera per correre con t opportunità di quél luogo la flrada Ro-
mana tra Modona, & Reggio.ad effetto d'impedire idanarU& gli fiacri che
da Roma, 7\apolh & Firenze andavano a Milano ,& procedere fecondo la
occafwne a maggior imprefe . Ma hauendo Francefco Guicciardini Governa-
tore di quelle città-prefentito a buon bora qu fio difegno>& dimoflrato al Ton
tefice a che fini tendefìero le man fuet e parole , & prieghi d'Alberto, e'iperi-
colo che incorrerebbe tutto lo flato Ecclefiaflico da quella parte, haueua tanto.
operatOychel Tapafdegnato, & con minacci, & dimofirationi di uolerufare
la {oryajnaueua Coflretto Gilberto a refluirgliene : ilqwale non effendo anco-
ra le cofe Fr ance fi tanto innanxi>non haueua hauuto ardire ctopporfegli . Ma
hauendo dipoi i Tij ricuperato la terra di Carpi ,Tro (fiero de fiderò fo di r acqui
flarla, fu autore che in nome della Lega fi conduceffe Guido Rangonecon ceti
to buomini dì arme, cento cauai leggieri , & mille fanti , & che s ordinale che .
mille fanti Spagnuolhchel Buca di Se fi a haueua foldati a Roma, perche an-
dajfero ad unir fi con gli altri a Milano ; fi ferma jfero per la ifleffa cagione a
Modonadequai cofe mentre fi preparauanoiRen%p da Ceri, a cui per la fua a fi
torità,&perlajperan%a del predare concorreuano molti caualli, &fanti,co-
minciò a correre la firadas& a perturbare tutto Ipaefe: affaltò anco già mor
to il Tonte fice una notte alfimprouifo con due mila fanti la terra di Rubiera :
ma difendendola gli huomim francamente ■, et effendo molto difficile il pigliar-
la d ajfalto ; no tottenne,oue fuprefo Triflano Corfo uno de* Capitani defuoi
fanti : lequali forze raccolte per diuerfe cagioni in quefli luoghi^dettono occa-
fwne a cofe maggiori. Ver che morto il Tonte flce il Duca di Ferrara firacco
dalle fperanTgtche gli erano fiate date della refiitutione di quelle Terre,& co
fideradoper ìajfolutione ottenuta da ^Adriano effer meno difficile ottenere la .
nenia delle cofe tolte, che la refiitutione delle perdute , & per fu adendo fi quel
medefimo%che communementefi credeua per tutti che per le difeordiedé Car
dinali, cr e feiut e continuamente dopo la morte diLione* haueffe a differir fi mot ■
ti) relettione del Tonte fi ce futuro ; deliberò d'attendere alla ricuperatione di
Modena,
<^V INTODECJMO. 43^
Modm,ctt& ài Reggio : alìaqual ccfa oltra Salire opponunità lo multano, In
commodità di unire a fé Retilo da Ceri, che già baueua congregati dugento ca
wllh&piu di due mila fanti :però il Duca faldati tre mila fanti, & manda-
ti aRen%o tre mila ducati ,fi moffe uerfo Modona : nella qual città non era al
'■ tro prefidio chel Conte Guido Rangone a con le genti, con lequali era flato con a cioè, co*
dotto dalla Lega : & benché nel popolo fuffe efofo il dominio delia cafa da Efle, c™9 Jj,ua°*
nondimeno effendo le mura deboli ,& fabricate fen%a fianchi al modo anti- me , cento
co, ripiene lefoffe, né fattauigià molto tempo alcuna riparatane , pareua bì- "".]£ ^£
tfognafje maggior prefidw . però per il Gouernatore >& per il Conte,che b depo fiuti, come
fte alcune difìenf ioni fiate tra loro , procedeuano unitamente \fi faceua eflre- ^ fiJpw.^
ma diligenza, perche fecondo la deliberatione fattaprima, entrafìero in Mo
dona i fanti Spagnuoli , iquali arriuatigià in Tofcana caminauano lentamcn- ^ 5°/"* ""
te , facendo uarie , & ambigue rifpofle circa al uolere fermar fi in Modona , ò in que fto
andare innanzi ; pure con molti prieghi furono contenti finalmente d'entrar- ^^m°
ni. Laqualcofa intefa dal Duca di Ferrara, che con dugento huomini d'ar- che gli huo
me , quattrocento cauai leggieri , & tremila fanti era uenuto al Finale ; lo ™™£yx£.
ritenne quafi dal procedere più oltre : pure non efìendo la cofa intera , &fpe- terefle pu-
rando potergli almeno con l'unione di Renzo da Ceri fuccedere d'ottenere Reg : Wj^j r^,"ie
gio,non dijperando ancora che per la difficultà de pagamenti haueffe a nafee- prìuate paf-
re ne3 fanti de' mmici qualche difordine ; deliberò d'andare innanzi : né erano ^a^^l
quefle jferan^e concepute leggiermente, perche non facendo il Collegio de* Car gè Grmi ,
dinali,a cui il Gouernatore baueua con celerità fignificato i pericoli imminen c/e "^""0 "
tiyprouedimento alcuno , an%i non che altro non rifondendo a mtffi , & alle ft«o paztìai
lettere ricenute, non ui era facoltà dipotere co danari publici pagare i folla- Deoa;e a„on'
ti : &per forte era uenuto il giorno ,che gli Spagnuoli doueuano riceuere lofti «noto ò par
pendio del fecondo mefe,et quando pure fi pagafkro tutti,niuna fteranxa uè- na . & ho
ra difoldarne maggior numero: diuidendo quefti tra Modena & Reggio, niu addotto re(
na delle due città rimaneua ficura} né erano in Reggio faldati- & la difpo fitto- fùno c«-
ne del popolo diuerfa da quella de Modone fi . l^ellequali difficultà hauende mil,<£ j*1 ^
il Gouernatore, & il Conte Guido deliberato di e onferuare Modona principal tote, &ciau
mente, come terra più importante per la uicinità di Bologna , più congiunta J° £ehr£ \.
con lo fiato della Chiefa,& ouepìu facilmente poteuano condurfi ifoccorfi, ei tato quello
prouedimenti ; mandarono a Reggio cinquecento fanti fotto Vicen^oMaiatto luoS° •
Bologne fé , follato del Conte Guido , ai quale commefiono che non fi potendo
difendere la terra , fi ritiraffe nella Cittadella , laquale perche fperauano che
fi difende ffe almeno per qualche giorno ; mandarono danari a Giouau Batti-
fta Smeraldo da Tarma Ctflellano , perche chiamafìe trecento fanti , & pre-
garono , benché in nano , la Commnutà di Reggio , che trattandofi non meno
della ficurtà loro > che dello fiato della Chiefa ,preflaffero alcuna quantità dì
danari per foldarne altri fanti . ^Al pencolo di Modona non potendo per
mancamento di danari proued ere altrimenti il Gouernatore , conuocati mol-
ti Cittadini ; ejjioje loro}le co fé effere ridotte in grado che non fi pagando i fan-
ti
LIBRO
ff fp/rgnuofr, ni battendo danari per prouedere a molte altre ffe fé , tra necef-
fono lanciare cadere la Terra nelle mani del Duca dì Ferrara : laquale 3fe ut
fuffe la promfionc de* danari , fi difenderebbe : né effe re altro modo di prone-
dome fé efft mede fimi non foccorreuano al bifognoprefente , perche fi rendeua
certo che a quello che occorre ffe per V mentre , ò il nuouo Tontefice, ò il Colle-
gio de* Cardinali proueder ebbe * Islon effère in quella congregatone alcuno
eh non hauefìeprouato il dominio del Duca di Ferrara, & quello delia Chie-
fa : però quale de i due fuffe più amabile , opiu acerbo , efiere fuperfluo il di-
moftrarlo con gli argomenti , ò col difeorfo delle ragioni a coloro , a* quali l'ha-
ueua infognato la memoria : pregargli folamente che non gli mone ffe quella
piccola quantità di danari , e he fi dimandaua loro in prefian^a , perche que-,
fio , & quanto allo intere ffe pub lieo , & quanto alt utilità de*priuati , era co-
fa di pie coli filma confideratione a comparatane dello intere fie d*hauere un Si
gnor e che più loro fatis face ffe . Lequali parole riceuute uolentieri negli ani-*
mi di quelli, che haueuano la medefima inclinatane proueddono con diflribu-,
tumefatta tra loro mede fimi il mede fimo giorno a cinque mila ducatheo* qua-,
li hauendo pagato gli Spagnuoli , & fatto altri prone 'dimenti , niuno timore
haueuano dell* armi del Duca di Ferrara : ilqualenon prefumendo delle for^e
l* accettò, & il giorno feguente il Caflellano affettati pochi colpi d'artiglieria
gli dette la Cittadella , allegando perfua giuflificatione che Vicen'to Malato
chiamato da lui haueua ricufato d* entrar ui,& che i danari mandatigli dal Co
uernatore gli erano flati tolti appreffo a Tarma , oue haueua mandato per.
foldare i fanti . Dal Duca , come prima hebbe ottenuto a Reggio, fi partì Ren
%o da Ceri chiamato dall ' ^Ammiraglio diFrancia : onde rimaflo con pochi fan
ti, poi che per alcuni giorni fu dimorato fui fiunhe della Secchiamole il cam-
po alla Terra di Rubiera : alla cuflodia della quale era fiato deputato dal Con
te Guido il Vecchio da Couiano con dugento fanti ; ne haueua il Duca fé non.
piccola fferan^a di ottenerla : perche il Caflello è piccolo, & molto munito per
la largherà , & profondità delle fofie , & perche alle mura che lo circonda-
no fi unifeeper tutto un t errato grande : & nondimeno hauendo il giorno fe-
guente cominciato a battere con l'artiglieria il muro contiguo allaporta.il Ca-
pitano de* fanti, ò fegret amente conuenuto, ò ff attentato .perche già gli huomi
m del Caflello cominciauano afolleuarfi.gittatofi dalle mura,s* apprefento in-
nanzi al Duca-Ponendo in arbitrio fuo la terra,& f effe fio : ilquale entrato ju
h ito nella terra accofiate l'artiglierie alla Rocca, ff attentò in modo il Caflella-
no che fi diceua Tito Tagliaferro da Tarma , che benché la rocca fuffe forte > .
& fufficientemente proueduta d'huomini,d* artiglieria & di tutte le coffe ne-
cefilirie >non affettato pure un colpo OH artiglieria , la dette innanTJalla notte :
laquale riceuuta: il Duca fermò l* efferato, fi erando che per la uacatìone lunga-
iella Sedia shaueffero a diffoluere i fanti che erano in Modona?& nutrendo fi
nel
ch'io
toua l'abbi
dona (Te: ma
foto dice ,
che da £o
nel tempo mede fimo, come difotto fi dirà, di fteranzad'altr è tò fé. Inquefio a Non &
tcwpo Boniuetto difterato di potere per for%a prendere Milano , alloggiato a j|™nac ™
San Cbriflofano tra Le porte Tirine fé, & Romana, luogo circondato da acque, iàppù' a
& dafojfhoccupata Monda haueua mandato Monsignore di Baiardo, & con f°™f**
lui Federigo da Boigole con trecento lance, & otto mila fanti a * prendere Lo Bozzolo aa
di : oue con cinquecento caualli,& cinquecento fanti della condotta, che haue *^c.ro ^
uà daUa Chic fa, & da Fiorentini era tenuto il Marchefe di Manioua: ilqua- che il Mar
le temendo di fé mede fimo ,fi ritirò a Tonte Vico , & la città abbandonata ; chefe di MS
riceuette dentro i Francefi . Trefo LodhFederigo gittato ilpontefu l'adda ,
pafiò con quelle genti medeftme nel Cr emone fé per foccorrere il Caftello di Cre
mona : ilqualeflretto dalia f ame, non f apendo quelli che u erano dentro,che in niuetto fi£
Italia fiffepaffato l'efferato del Re, fi erano in quelli medefimi giorni , che £££"£•
¥ ammiraglio s appropinquò a Milano, conuenuti d'arrender fi, fé per tutto il ter creme.
giorno uigefimofefto di Settembre non fusero foccorft . Jlccofioffi fen^a diffi- ,**' £ ^cpec J
cultà Federigo al Caftello, & poi che /' hebbe rinfie fiato di uettouaglie, et d'ai freddo chi
tri bifogni,deliberò d'affaltare la Terra,confidandofinclthauerui Troverò Co ?™J/C™~
toma lafcìato piccolo prefidio , benché il Marchefe di Mantoua ùhaueffe per leggo già in
quefto timore mandato b cento huomini d'arme, cento canai leggieri, & quat- &*£* *?
trocento fanti: ma non gliparendo poter entrare nella città dalla banda del Ca prefa di Reg
flelloper le gagliarde munitioni fatte da quei di dentro , che diuidono la città |ubie* fat
dal Caftello, fi rifoluè, girando dalla man deftra, battere la muraglia 7 douera ta per • il d»
p in debole . Battuto che hehbe Federigo con l'artiglieria le mura; dette la bat ** ( l cm"
taglia in uano , & dipoi fatta con C artiglieria maggior rouina ; dette un altra
battagliala col fucceffo mede fimo : onde fi riduffe a San Martino affettando Ma^ca*edf* :l
Ren^p da Ceri,checon dugento caualli, & due mila fanti ueniua del Reggia' d^ Marno-
so : liquale come fu uenuto, ritornati alle mura,le batterono per molte bore co J£„aCj| q^
granprogrejfo : ma c impediti dagrandi]fimepioggie,& cono feendo poter diffi uio ) n ca-
cilmente ottenere la tintoria ; non tentarono più oltre . 'Jstelqual dì Mercurio J"*^ j°*
co cauai leggieri de' Vinitiani,le genti de quali fi uniuano a Tonte Vico, paf Fermo co»
fato l'Oglio cor fé loro infino a loro allaggìamenti . Tentate quefte cofe in uà- du\Uaiii,sc
no,& hauendo nell'efferato firetteiga di uettouaglie, & rifoluendofi i fanti fó fanteria
condotti da Ren%o , perche non haueuano riceuuti altri danari che quelli > che nna.
haueua dati a Ren%o il Duca di F errar a.partitifi da Cremona; andarono a ca
pò a Sondino , Èa con euento non diffimile : faccheggiarono dipoi la Terra di ^ff^0ia
Carauaggio,oue dimorarono alcuni giorni : dallaquale dimora nafceua , ò fcu~ ordine(dict
fa,ò impedimento al Senato Vinitiano di non mandare a Milano gli aiuti , a ^^fy}t
quali erano tenuti: perche feufata la lentezza de Ir accorr e le genti per la ere" tolto a ero
den^ fiata commme a Capitani Cefarei, che per la feparatione loro dal Re ™n™ pU? d?
di Francia i Francefi quell'anno non pafferebbono , affermauano di mandargli *re^a Pafl*
come prima quelli , che erano nel Cr emone fé haueffero ripaffato il fiume del- guATiìbe*
ro getts. j
iena con l'artiglierie } cadde in vn tratto dal cielo tanta pioggia, che per qnattro giorni % che duro fu R**
«fiuto 4irferu Tirnprefa ; onde in tasto queidi defitto rip*«iong il timo ,
L I B R 0 ' ;
TvAMd Sin n'ttefto flato delle co fé diffidando ciafeuna detk pani dì porre io
celerità foie alla guerra) ni mio tentaua dimettere in pericolo la fomma delle,
co fé. Z! '^Ammiraglio nonpenfando alt efmgnatione ài Milano,baueua colloca.
ta la {peranno che inimici shaneffero a dijfoluereper mancamento de dava
ri 3 è chefifuffero coflretti per carefiia di ne ttonaglie abbandonare Milano ,
oue con tutto fuffe copia di frumento, nondimeno in tanto popolo fa città la mal
t nudine di coloro, che fé nhaueuano a nutrire, era quafì innimsr abile ;& ha-
àTato gran ueudo egli Iettate lacque,& impediti i molmi a ni èva difìcultà grande dima
tofana^1 cinare • Terquefla cagione richiamate le genti de'! a Ghiavadadda;le{ecefer
ài in Mila- mare tra Moncia,& Milano ; acciò che i Milane fi, iqmli erano pittati delle
Ti cétÌ>e mt uettGuagiiCìChe fokuano concorrere per leflradedi Lodi, & di Tania , rimai
la ^ertone neffero priuati etìandio di quelle chefoleuano ricevere dal monte di Brionia :
f«?ma°nana manon baflauanoquefie cofe a fare te f etto defideratodau ammiraglio. Dal
kiisra fen- f altra parte per configlio di Troverò Colemia , con tutto che haueffe oppreffo
XI dice *u ' il wrpo da grane infermità,nè meno affaticato F animo ,non potendo tollerare
rapeita, fin per la cupidità di conferuarfi il primo Imoo , la nenuta del Viceré di 'Napoli,
Snebberò r e j / • i j- » • •• ; r •
foi fabrica- // jaceua diLgenxaper interrompere le ucttouagliea mrmci y leqnali ueniufr i
to delie mo no ddUàpàrte di là dal fiume del Tefinoiperche la fortezza del filo 3 nelvude
l ■ alloggiauano , non lafciauafieran%a alcuna di cacciargli con farmi . Vociò
Mantova: per lane-
arono uri altro ponte
"d- Mantoua v or Ugo, di fi ante da Vania uenticinque miglia.» SoÙecitaua oltra quefto Vixel
l&QhiX.tc -losche con la compagnia delle genti d' arme/ baueua da Fiorentini, iquali n
;« lui (cómb principio della guerra thauenmo mandato a Genona , &' con tre mila fanti
■iiib.lulcicra pagati da' Genouefi baueua occupato, eccetto <Aleffandna ,. tutto l paefe di là
pt'jia)ia da- dalvò; paffafjeilfiumeper turbare le uettouaglie, che delia LomeÙJna a3 Fra
ttco perdo cefi fi conduceuam. Ma qvefio non cenfentì il Doge di Genoua temendo alle co
che egiis'of jc proprie per la propinquità delf^Ar cine feono Fregofo,ilquale era in *AÌeffan
?to pronto a dria. lipcrche i Vinitianifiè genti de quali haueuano pafiato l' Oglìo,ricufitr
tutte i'jutio uano pCY [Q paricelo dì Bergamo paffare *Adda, méne che quellaparte de' Fra
g«eiu . ccf1' c^e era partite àa Carauaggiofdimoraua appreffo a Monda; Vroffero otr
tenne che a TreTgp manda/fero quattrocento canai leggieri, & cinquecento
fanti per impedire le uettouaglie, con lequali fi foflentauano . jlllcquaicofe
mentre che da ciafcic::^ delle parti fi attende ; nofifaceua alfa attìovi digv.cr
ranche battaglie kggierìypredejetfcorrerie: nelle quali ' qua fi fempre rimane?
uano in, fi: e tal uolta con danno memorabile : conciefia cofa che
effondo ufi ito per fare/corta alle uettouaglie,che ueniuano a Milano da Trc%
tZo,GioMìmi de Medici con dugento huomini d'arme, trecento canai leggieri, -
& mille fanti, incontrato fi in ottanta lance Franco fi la maggior parte della co :
pagnìa di Bernabò Fifconte,& meffofi a feguitargli,& poi aflut amente riti
■ randofi;gli conduffém una imbofeata fatta da fé di cinquecento fccppietticri
C^ rottigli con poca differitane ammazzò, & prefe la maggie r parte :f\
Mente in, uri altra battaglia Zucchero Borgognone roppefeffanta huomini d'ari
OLV I N«T 6 t C f M a. 44a
$£ della Compagnia del Grande Scudiere : affittarono ancora fin itoti e ifan+-
tfSpagnuoli i fanti Trance fi, do 'erano a guardie delle trincee, chefìfaceuano &
per andare coperti infimo a ripari, & ne ammararono non -piccolo numero ;
& nel tempo medefìmo Vagolo lw2gafco>cbe con 1 5 o. canai leggieri era ri- a conferì
tnafìo a T?i%7ichitone , feorrendo per tutto il paefe circofilante ,daua mole/ìia:. Morgan»-
quello Tuo
tinto con Morganie da Tarmammo de: capi di fiquadra di Ciouanni de Medi- ra dei colo
theffiendone (blamente confido dannicelo de Lanzi uno de' fuoì canai leizìe ?el,° di,5'*.
ri , & quattro altri , che come prima gli toccafje la guardia del bafinone duna, na, & haue-
porta,ilquale uficiua finora de ripari ; ui riceueffie dentro le fine venti; accadde 5? la. £uaw
1 j n • 1 1 i-i r /» a. dia vicino a
la notte aejunata,che Morgante, parendogli bauere infogno a efieguire tal co- iuì,& giigiu
lfia di più compagniylo a conferì con un'altro de fimi: ilquale fimulando dì con- $£$*£$
fientire a quefta perfidia, lo confìgliò ebeandafifea comandare in nome dì Tro- mio,chc «lai
jpero Colonna aìlefientìnelle^chefientendo cofia alcuna non fi mouefifiero; accio- JeffcCGiou*
che non impedìfifiero l'huomo, ilquale manderebbe a chiamare ifioldati del cam n i dùci 0 il
pojchedoueuanouenireal baflìone: perche l'ammiraglio haueua la notte ^coton-*
medefima accoflati da quellaparte cinque mila fianti,per che ftefifero prepara- «», & cab a
tUquando rìceueuano il fogno del muouerfi,& mefifio in arme tutto V efferato, ulte?, tt
Ma mentre che Morgante uà a dare quefì' ordine ; l'altro cor fé finitamente a rae r£C'ita '*
tiuelare la cofia a Giouanni de* Medicudalquale andato al bafìione,prefi i con jfb. j?Ha * 4
}fiij, & efiaminathfiuronofiecodo il coflume della giuflìtia militare bpaf]ati per
le picche . Ma giàpareua che da ogni parte cominciafifiero a declinare le co fé J^Tcar!
de Trance fup^rche per la fertilità delpaefe àrcoflante a Milano, &per ha- *8*. faccio'
nere co ruolini domefticifolleuata ladffficultà delmacinato; dimìnuìua del co eguali ier°cl
tinuo lafperan%a , che in quella città haueffiero a mancare le uettouaglie ,& cma n e 1 1 i 0:
perglijpeffi danni riceuuti intorno a Milano, fi credeua che haueffiero perduti \>Ymì ^ìiìu
tra utilU & inutili,miUe cinquecento caualli: ondejpauentati non uficìuano de lt > °.ue infe'
gli alloggiamenthfie non per la necejjità di fare la ficorta alle uettouaglie , & ^ di pafjft
u faccomanni,& fiempre molto grojfl : la infamia dellaquale uiltàl 'ammira Per uf v®
glioconuertendo in gloria fiua,ufiam direbbe non gov.ernaua la guerra fecon- antico Joho
do l'impeto degli altri Capitani Francefì.ma con la moderatone, & maturi- d?' Roraa- '
tà Italiana, & nondimeno qualunque uolta,ò camiti , ò fanti di loro fi rificon- nu
trauano co' nimici dimoftrauano prontezza molto maggiore a fuggire, che re- * Percioche
f fiere . Uffìcurati adunque i Capitani di Ce fare dal timore dell'armi, & della «i^Genó
fanx , an^i fyerando di mettere in difficultà delle uettouaglie i nimici ; niuna »efi » & <*
cofapiugli tormentaua che lc mancamento de' danari yfien%a iqualierama- ^graue*.
kageuole nutrire i foldati in Milano , maquafii impoffibile menargli , quando e^ndo *pr'
kofi ricercaffero l'occorrente delia guerra fiuora : allaquak difficultà cercando SeMrenie^
mprouedere per molte uìe,ma tra l'altre Trojpero, confientendogli occultarne Pasar £iu de'
ye il yicerè di Napoli ,el Duca diSejfia, haueua quafi fiubito dopala morte fcriu/ncai
tlTQntefict ì fQimmtQ a muore col Bum di fjxrm 1 ilquale ricufiato ^ìkMl * \
molte
, -
l I B R O _
molte offerte fattegli ialt*Ammiraglio,peYchc ottenuto che hehbe Keggìo,ìm
dajfe alla ejpugnatione di Cremona^conuenne finalmente con Trofpero,che ri-
cuperando per opera [uà Modona;pagaffe incontinenti trenta mila ducati , &
uentimila altri fra due me fi . La cofa pareua facile a efeguire , perche cornati
dando Trojpcro al Conte Guido Rangone faldato della Lega , & a i fanti Spa-
gnuoli, che fipartiffero di Modona ; ninno rimedio era che quella città abban-
donatalo* inclinale fubito il collo al Duca : & moueuano Trojpero con mag
giore ardire a quefla cofa oltra la caufa puhlica le cupidità priuate, Carnicina
a il capei- con Jllfonfo da Efle,il defiderio commune a tutti i Baroni Romani di deprime
fo"fenibVo re la grand e7xza de' Tonte fici, & lafperan%a che alienata Modena & Reg-
hn'do ami gio dalla Chiefa , Tarma , & "Piacenza più ageuolmente al Duca di Milano
Seìia confo peruenijfero : laqual cofa mentre che fegretiffimamente fi trattaua, peruenu-
uatio dì Mo la agli orecchi del Conte Guido,& da lui manifeflata al Guicci^rdino ; conob
chlefàweoi benonpoterfi in alcun modo interrompere , *fe non fi perfuadetfa a Capitani tì
ta qfto fat- spagnuoliy iquali bene trattati > & largamente pagati, flauano uolentieri in
meruè" dici quella città,che allegando non effcre fottopofli all'autorità di Trojpero Colon-,
do , che ài na ìnfima tanto non fuffero pervenuti alt esercito ; ricufajfero di partir fi da
fpero^cofi Modona, fé non per comandamento del Duca di Scffapcr lo cui comandamene.
iìa.e'i Duca centrati ui erano; con faputa del quale , benché il Gouernatore teneffe per
«a fermato certo trattar fi quefla cofa ,fiperfuadeua che e (fendo Oratore di C efare a Ro-
r accordo di wa,& reclamando il Collegio.non folamentefi vergognerebbe a dare tale co-
*£n?X pa- meffwne ,ma non potrebbe negare alla rìchiefta de' Cardinali di comandai
g»r ccrf3 *6- apertamente il contrario ; &fuccedette la cofa appunto fecondo il difegno ?
^: ina che perche quando Trojpero mandò a comandare al Conte Guido, & agli Spa-
Blitoiojjiep gnuoH che andaffero per le neceffità della guerra a Milano ; // Conte fi feusò
f„o ctfcè: con molte ragioni, allegando efferefuddito della Chiefa & Modonefe,e i Capi»
flgucrì dei- tani $pagnuoliperfuafi da lui,& dal Gouernatore , rijpofono a niun altroché
lre?cheatdaì al Duca di Sefia douere in tal cofa obedire : lequali cofe fignificate dal Goucr
viceré in natoreal Collegio de' Cardinalijhiamato fubito al Conclaue il Duca di Sejfa,
2uftaBtomS egli nonuolendo rendere foretto fé, & per confeguente Ce fare ; non potette re
«lato a Bolo gare di non comandare per fue lettere a quei Capitani.chenonpartijjero, an%i
fèdere" chi come jpejfo futeedono le cofe contrarie a'penfieri degli huomini, ne fuccedet-
trattajuai'ac t6y che leggende fi nel Collegio certe lettere di Trojpero intercette dal Gouer~
Ito non «a natore,per lequali fi pale faua tutto ilprogrejìo della cofa; i Cardinali adheren
vtiie aji'jm ^ ai %e fa Francia,per l'oppofitione de' quali fi difficultauano prima leproui-
? endofi 'la" [ioni de danari , che per opera del Cardinale de' Medici fi erano cominciati a
chiefa nimi mandare 4 Modona,conofccndo ejfereperniciofo al Re, che tal cofa haueffe >£-
Sembrale fettoydiuentarono apertamente [fautori chea Modona fi mandaffero danari,c*l
vnaattà, & f\migliante fece il Cardinale Colonna, fer dimoflrare a gli altri di anteporre i jj
vno , ch'era ogn altro rifletto l'utilità della Sedia *Apoflolica: laquale diligenza benchA
mod^izìD. fHfìe baflata a differire l'efecutione dellCiConuentioni fatte con Mfonfodq
cia\ l ra°" jzfle t nondimeno non ejfendo perciò rimojfo il fondamento di queftipenficr
haueui
laueuano inanimo che il ricevè di T^apoli, ilquale benché cambiando ten'tx-
mente,uenìua a Milano con quattrocento lance ,& due mila fanti, quadopaf-
fauxda Modonane leuaffe i fanti Spagnuoli. Ma a Milano in quefli tempi
me de funi aumentò la copia delle uettouaglie: perche temendo l K-immir Aglio,
che da foldati,che erano in Vauia,nonfuffe occupato il ponte fatto da luì fui
Tefinoyper loquale ueniuano all'esercito le cofe necefiarie; rimoffel' efìercito
minore da Monda per mandare alla cujlolia del ponte tre milafanti,deglial
tri una parte chiamò afe> gli altri difìnbuì parte in Malignano parte a Bio-
graffa uicina al ponte: onde agli Imperiali ricuperata Moneta* perueniua più
copiofamente la facultà del cibar fi. Era in quefto tempo nell'esercito France-
fel alloggiamento fortiffimo: delqualefi dijìendeua dalla Badia di ChiarauaU
U infino^ allaflrada di Vauia, accoflandofi da quella flrada a Milano per un*
jpacio d'un tiro d'artiglteria,ottocento cauai leggieri, fei mila Sumeri, due
mila fanti Italiani, dicci mila tra Guafconi, & Francefi: haueuano al ponte
del T efino mille fanti T ed efebi, mille Italiani , il mede fimo numero a Biagraf-
fa,oue era Ren^p da Ceri,m Islouara dugento lance, tra in Meffandria,& in
Lodi due mila fanti. In Milano erano ottocento lance, ottocento cauai leggic-
riycinque mila fanti Spagnuoli, fei mila fanti Tedefchu & quattro mila Ita-
liani oltra la moltitudine del popolo ardentiffimacon l animo, & con l'opere
contra i Francefi : in Vania il Marche fé di Mantoua con cinquecento lance f
feicento cauai leggieri ,due mila fanti Spagnuoli, & tre mila ltaliani:a Caftel
Huouo di Tortone] e erano con Vitello tre mila fanti ,benche poco dipoi, effen -
do pajfate alcune genti Francefi uerfo Mandria, fi ritirò a Seraualle per ti-
more chenonglifuffe impedita la facultà di ritornar fi a Genoua, e i Vinitia-
ni haueuano feicento huomini d'arme, cinquecéto cauai leggieri, & cinque mi
la fanti: de quali mandarono mille fanti a Milano a richiefla di Vrofbero deft \^™fc
ierofo di feruirfi della fama de loro aiuti, &poco dipoi un altra parte a Cre- foSér dcii'ef
mona per fofp etto d'un trattato. Finalménte l'ammiraglio coflretto dalla diffi ■ [l%[° 'ef £ e
trita delle uettouaglie Aa tempi freddifflmi,& neui grandi ffime, & dalla in- ch« ftfò U
fianca &protefli cheglifaceuano gli Sinceri .perche non uoleuano tollerare ^cn<£ à*
jnu tante incommodità;deliberò di difeofiarfi da Milanoma innanzi publicaf "*»" '*
£ ilfuo conftglio procurò che Galea^o Vifconte dimandale facultà di anda- due mCn?£
re a uedere Madonna Chiara famofa per la forma egregia del corpo, ma molto <lH,ui » ntr°-
fiuper ilfommo amore cheglip$rtaua Troverò Colonna . Entrato in Milano namVdcot!
introiuffe ragionarne ti di triegua,per iquali conuennono infume ildìfeguente ù co'1 Ma*
a lato a 'ripari dianone, Vagolo Vettori Comeffano Floreano, & Gierola- ri£oft?d£
mi Morone,& peri' ammiraglio Galea^oro vifcontce'l* Generale di T^or^ teda,ei; u
mandia.iqualiprepofono che fi Joftendejfero l'armi per tutto Maggio, obligan ma'rmifei
dopa dijfribuire l'efferato per le terre, & harebbono alla fine consentito di f********
-:a /: ^.±+: j: i \ 3i'~. /»__ --,._. ... „ J ... lar ditregua
co Do Car-
lo di Lano-
rare rifa oleum jen^a la munta del Viceré: onde l ammiraglio due giorni FeflSS».
ridurli tutti di là dai Te fino: ma dannado i Capitari di C efare l'interropere con co dò ci
la triegua la (ptra^che haueuano della mi toria, rifho'ono no potere delibe !° di u?°
~ , .1 /• ._ i. i . , i _.. . .. S*..z I. xa V»ccrèd<
Kkk poi
LI B R O ' ^
pòitncffe innanzi alt aurora uerfo Urina del Tefino t artiglierie, feguìtò come
fu chiaro il giorno tutto tefiercito procedendo con tale ordine, chepareuanon
ricufaffe di combattere daqttal co fa come fu ueduta nella città gonfilo i falda-
ti, ci popolo cbiedeuano con aliiffime noci defiere menati ad asfaltargli, ma
i Capitanì,& gli huomini di maggiore autorità faccuano infiamma appreso a
s Altrettlti <pro(bero Colonna del medefimo, dimofirandovli la facilità della uittoria,per
ferme il Gto , ■« . r r . J . r . . , . . V J Z r 1 i n
uio nella ui che ne di\or%e jiriputauano inferiori a nimici , & a animo jarebbono molto
ta dei colo /^/7er/or; non potendo e fiere che la ntiratanonhauefsemcfio timidità gran-
nainquefto J £ - f J . . . J . fr . «=>
a car .43 7 10 de nella maggiore parte di quello epercito , dellaquale molti fanti Italiani , che
f ° " "o" «1 aUh°ra tnedefìma fé ne partiuano, riferiuano il mede fimo . Ricordauangli la
colo dei pa- gloria infinita daperpetuatione eterna del nome fuo,fe tante uittorie già acr
faTtu croni ^flaie conf emafie con quefla ultima gloria, & trionfo. Ma nell'animo di
ea de* Fóte- Troverò erafemprefiffo di fuggire quanto poteua di fottornetterjì alt arbitrio
*cl,iahfc*a della fortuna>& perciò immobile nella fuafenten'za-, non altrimenti che uno
due mefi,& edificio folidiffìmo alfoffiare de'ue'ati, rifondendo l>{0!<t ES SÈRE uffì-
«!"& d! 8u€-r c/0 di faio Capitano lajciarfi muouere dalle uoci popolarono menare i foldati
io coda pu fiioi ad afjaltare inimici ymandoniuna altra fperan'za reftaua loro, che di-*
lirU compu fender fu ^Affai efierfi uinto, affai gloria acquiflata, baiando ftn^a pericolo ,
to ; gcioche & fen%a fangue coflretto i rumici a partii fune douere efiere infinita la cupidi '
*ì a "^"di *# de gli huomini & potere ci a feuno facilmente coriofcere,che fen%a compara
settembre , tjone maggiore farebbe la perdita, fé le cofefuccedefiero finitamente, che il
fu crea» a' guadagno fé le 'fuccedefieroprofper amento. Hauere fempre con quefle arti con
it.di Noué- dotto a honoratofine le cofejue, fempre per efferienTg conofciuto TIF Ttyo-
bifognaauer cere a Capitani la infamia della temerità, che giouargli la gloria della unto-
ti re, che que ria perche in parte di quella nonueniua alcuno, tutta , & intera s'attribuiua
fcrìue, che i al Capitano: ma la laude dsfucceffi projperi delia guerra, almeno fecondo topi
cardinali nione de gli huomini , communicarfi a molti. J^on uolere quando era già uici-
giorniin co no alla morte andare dietro a nuoui configli, & abbandonare quelli, i quali fe~
«Ile dicevi Settati da lui per tuttala uitapafiata, gli haueuano dato gloria, utilità* &
Giòlito, che grandetta. Diuifonfi i Francefi in due parti d'ammiraglio con la parte mag-
«" Prck" gi^'cc fi fermo a Biagrafia,terra diflante da Milano quattordici miglia; gli al-
tione: m» il tri mandò a Rofa diflante da Milano fette miglia. Ma pochiffimì giorni poi che
krmeT'che t ammiraglio fi er alenato di quello alloggiamento, fucc edette la creationc
«a co la se- del nuouoTontcficeyefiendo giàftati nel Conciane* cinquanta giorni: nelqua- <
& quamo ^ e entrati da principio trentafei Cardinali, & foprauenuti poi tre Cardinali»
giorni ; pei- confumarono tanto tempo con uarie conuentioni, diuidendo gli animi loro non
«onoacom follmente le uolontà diuerfe di Ce fare, & delRe di Francia , ma etiandio la
*ut«ri§r°r grandezza del Cardinale de Medici: ilquale oppugnato da tutti quelli, ebefe-
cuie per a" guitauano t autorità del Re, & da alcuni di coloro ancora , che dìpendeuano
fpettare i da Ce far e, baueua in arbitrio fuo le uoci concordi difedici Cardinali, diffofti
che uengi- affolutamente a eleggere lui,<& a non eleggere alcuno altro fen^a il fuo con-
»oai con- fentimento}et promefie occulte da cinque altri di dare il noto alt elettionccìje
fifa.
Q^V I'N T ODE e IMO. 44'-
jkfaceffe ài lui proprio, &. lo fauorhano oltra queflo lo ^imbdfciatore di Cefa- a u c-10lM0
re>& tutti glialtri che l'autorità d' e fio fegùitauano: ì quali fondamenti béche celia uiu
'hatièffe bauttti quafi tutti aliamone del "Pontefice Lione, nondimeno era bora amibusfce'
entrato nel Conclaue con deliberazione più confante di non abbandonare, nò parimente a
per lunghezza di tempo neper qualunque accidente le fue fycrah%e sfondate t\on jicic-
principalmente perche all' elettrone del Tontefice èneceffario concorrimi due mcntc : «"
ter^i delle uoci de Cardinali preferiti. K(è gliritraheuada quefle diuifionuo fu impala
il pericolo commune d'Italia, ò il ùroprio delio flato della Chiefa: awri fecón- P« ieu««
do che uariauanoy iprogreffi della guerra; andaua ciafeun* delle p arti di{f cren Tuo zìo1, i !-
do l'elettione,fyerando fauore della uittoria di quelli, che gli erano propitij: & 3ual 1)auiff:
fi farebbe differito molto più tempo , fé ne Cardinali auerfi al Cardinale de* farebbe ft*.
Medici, i quali erano qua fi tutti de' più uecchi del Collegio, fufle fiata la mede- ^UMrui t:o
fima unione a eleggere qualunque^}) era in non eleggere hii,& depofle le cu- toìe/& che
pidità particolari fi fuffero contentati di queflo fìne,che il Cardinale de' Medici fjI:Sard n^
' non afeendefie al Tonteficato. Ma E* M OLTO difficile che mediante la con coióna heb
cor diaccila quale è mefcolata la di fior dia, & X ambinone, fi peruenga al fine chcPno"io r
che communemente fi cerca, il Cardinale Colonna nimico acerbi/lìmo del Car- Te creato %
dinaie deMedici,ma per natura impetuofo,& fupérbiffimo a fdegnato co' Car- dindona
dinali congiunti feco, perche ricufauano di eleggere Tontefice il Cardinale la- oxfino.
epuaccio Romano >buomo della medefima (anione, & molto dependete da lui', . ofr r v
andòjpontaneamente a o {ferire al Cardinale de' Medici d aiutarlo al Tonte fi- tion d'hifto
cato: ilquale per una cedola di mano propria fegretijjìmamente gli promeffe JJffa^^dl
l'ufficio della fice Cancellaria,che rifedeua in per fona fina, & il Talamo fon- che leggi i «
tnofijfimo Mquale edificato già dal Cardinale di S. Giorgio era flato conceduto JP*** ^°
a lui dal Tontefice Lioneidonde accefo tanto più il Cardinale Colonna, induf- *ì\% tic. z .
fé nella fenten^afua il Cardinale Cornarot& due altri Ja inclinatìone de qua "c!,5 ;,**"£
- liìcomefu nota) cominciarono molti de gli altri tirati, come fpefio interuiene i7o;neU'ua
ne' Conciaia da uiltàfo ambitione,afare a gara di non effere degli ultimi a fa- J \ "*£ ì *tf#
fiorirlo, in modo che la notte medefimafu adorato per Tontefice di concordia & 5 29. & ai-
comune di tutti :& la mattina feguente che fu il giorno 19. di TSlguembre,fat- tL0 ue*
ta fecondo la cofuetudine la elettione per folme fcrutinio,b il giorno mede fimo e Per quel
precifamente che due anni innanzi era mttoriofo entrato in Milano. Credette fi hoTetrcr'sc
•che tra l'altre cagionigli haueffe giouato l'entrata grande di benefici^, & uffi- offtruato 2
cij Ecclefiafiici: perche i Cardinali quando entrarono nel Conclaue fecero con- \^°f^ \z
cor demente una cofiitutione, che l'entrate di quel chefuffe eletto Tontefice fi meaioriana
difiribuì fiero con eguale diuifione ne glialtri. Folcita continuare nel nome di [V p8!*11» ^
Giulio:ma ammonito da alcuni Cardinali efierfi offeruato che quelli, che elet- efler uero ,
tiTontefici c non haueuano mutato il nome, haueuano tutti finito la uita loro ntfri/tìoa
fra un'anno;affunfe il nome di Cleméte Settimo jò per efiere uicina lafefiiuità p« ìc. ^e
t. de'Papi Ho-
> •■ • "^ mano, Theo
dorè 2.Lion $ . Chriftoforo, Giouanni 15. detto i<s Giouanni 17. detto io Giouanni 20. detto 21. Scaltri.
a' tempi moderni Adrian 6. che non. fi, inaio uo lucrai Ile poco più dell'anno, ik Matceiio 2.c'hebbc il nae
iefiino nci»e a batccfiìiioi ttiirc 2^ . gio-mo.
. , Kkk %
LIBRO
di quel Santo, h perche aìluàeffe aUhauerefubito che fu eiettò perdonato > &
ticctmto in gratta il Cardinale di Volterra con tutti ifuoi: ilqual Cardinale hi
eh? ^Adriano haucffenegli ultimi dì della aita dichiarato tnhzbiie a interne-
nire nel Conclauc; ui era entrato per coceìfiwe del Coììegio,& flato inftno al-
l eflremo pertinace ,perche Giulio non fuffe eletto. Grandiffima certamente
p;r tutto il mondo era l'eflimatione del nuouo Tonte fice: però la tardità dell*
elettione,maggiore che già fuffe accaduto lunghi/fimo tempo; pareua ricopen-
fata coni hauerepjflo in quella fedia imaperfonadifomma autorità, &ualo-
re-.perche haueua congiunta ad arbitrio fuo la potenza dello flato di Firenze
alla potenza grandiffima della Chi e fa, perche haueua tati anni a tepo di Lione
gommato quaft tutto il Tonteficato, perche era riputato per fona graue}& co-
fiate nelle fue deliberationi}& perche efìendo fiate attribuite a lui molte cofic*
eh' erano procedute da Lione; ciafeuno affermaua elfo e fiere huomo pieno d'am
bit ione, d' animo grande, & inquieto, et de fiderò fi filmo dicofe nuouetaìle quali
a Allo ftret partì aggiugnédofi l 'efiere alieno da i piaceri & affiduo alle faccéde, no era al
Maggio re?,° cuno che no affrettale da lui fatti efiraor dinar ij , & gradi (fimi. La elettionefita
dice il gìo riduffe fubito infomma fteurtà lo Stato della Chiefa. Terche il Duca di Ferra-
fta Arona°: raffrauétato,che in quella Sedia fuffe afeefo un tal "Pontefice, nèffrerado più di
©uè foggiu- ottener Modona per la uenuta del Viceré di Napoli meno fberado ne* Fracefh
«ne che fu. ... r • •«. j i _ • » • t r ir
inorto Po - tquali prima per me%p di Teodoro da Tnum%i uenutt nel campo fuo gli face-
™tl0à\v\ uano,perche aderifie alorOìgrandiffìme offerte, lafciata fu fficiente cuflodia in
ùgiierie di Reggto,& in Rubiera; ritornò a Ferrara. Quietaronfi fimilmente le cofe della
CapdU di* Komagna,oue fiotto nome di opprimere la f anione nimicala in uerità fiimolé
ce,che le fu to dà Francefi,er a colfieguìto de Guelfi entrato Giouanni da Sajfatello ,ficac-
tc cótro'pet c^at°ne *el Tonteficatodi Adriano per lapote^a de Ghibellini. Ma diuifo che
irentagioc: fu l'efiercito Fracefe,tra Biagraffa, & Rofa, l'ammiraglio, appreffo alquale
U dp3Ue *d! non eranorimaflipiu che •ìooo.Suizgeriflicentiò come inutili i fanti del Del-
ferro dalle finato>& Lìnguadoca,& mandò l'artiglierie grojfe di là dal T efino con inten-
«xtigiieue . t^e ^ affrettare in quello alloggiamento le genti, che il Repreparaua per fot •
b Cofi a pù correrlo:perche non temeua douerui efiere sfor~^ato,& u haueua abbondane
SeMenS* di uettouaglie:& nondimeno per no perdere del tutto il tempo; mandò Ren^
de* co inen da ceri confette mila fanti Italiani a pigliare jlrona terra forti filma a ne'con- 4
penagli fim del Lago Maggiore, pofieduta da ^Aachifie Vifconte; infioccar fio del quale
Giouio (cri • goffrerò CoIona mandò da Milano mille dugento fanti. La Rocca di sAronafio-
Jón3,Vome prafà tanto la terra che è inutile il poffedere quefta a chi non poffiede quella: pe
tocco da gri" ro ^cn^o attenieua a battere la rocca, & hauendoui dati più affalti,ouefuro-
zaperveier nomorti molti de' fuoi, finalmente poiché in nano uhebbe confumato circa 4 '
liberato Mi m mecen partì cofermata l'opinione che zia molti anni era ampliata per tut
Uno dall'ai ' J f . .J . r u • r n j rr n r
fedio,vfcì di ta Italia,chepiu in muna parte l anioni fue con ifponde fiero alla fama acqui*
jì£a- Veddi u fiata nella difefa di Crema.Caminaua in quefio tempo alla morte Troffrero Co-
■ita dei Fc lonna, flato già b ammalato otto mefi,non fenica foffr etto di ueleno,ò di medica l
***** mento amatorio : però doue prima gli era molefiiffima la uenuta del Viceré)
non
«LV tMTODB'CIMO ^ „_;_/ *«
Hon potendo poi più reggere te cure della guerra ; l'haueua contìnuamente foì
lecìtata o Venne adunque il Viceré : ma accoflatofi a Milano per wofirare
merenda alla trina, & fama di tale Capitano, [opracene qualche giorno aerL
tr ami: pur e intendendo e ffer ridotto alt efiremo, & già alienato dell'intellet-
to , entrò perdefiderto di uederlo in tempo, che foprauiffe poche bore poi,
benché altri dichino che ritardò a entrami dopo la morte, che [accedette ilpc*
nultimo giorno di quell'anno. Capitano certamente in tutta la [uà età di chia-
ro nome, -ma [alito negli ultimi anni della tuta in grand iffima riputatane, &
autorità , perito del/ arti militare , & in quella di grandiffimaefperien^a , ma
non pronto a pigliare con celerità l'occafioni , che glipotejfero porgere i difor-
dini » ò la debolezza de ramici, come anche per il [uo procedere cautamente ^oioTcuà
nonlafciaua [acile a loro l'occafione diopprimere lui, lenti ffìmo per natura tatorc, cho
a nelle fue anioni , & a cui tu dia meritamente il a titolo di Cantatore : ma [e ^o XI rru°
gli debbe la laude d'hauere ammimftrato le guerre più co* configli che con la «enejfu da*
fpada , & infognato a difendere gli fiati fen\a efporfi , fé non per necceffità , Saffimo^
alla fortuna de fatti d arme . Terche all'età noflra ha battute molte uarietà il haucr «»«
goue\%o della guerra ; concio fa che innante che Carlo Re di Francia paffaffe Annibale
in Italia ,fofienendofi la guerra molto più co cornili d'armadura graue , che in ltalia»
co1 fanti , & effondo le machine che fi ufauano contra le terre incommodiflì- b si c- fron
me a condurre , & a maneggiare ,[e bene tra gli efierciti fi commettcuano t3 co quei ,
jpejfo le battaglie ; pie coliffime erano le uccifioni , rariffìmo il J angue che uifi fCI uo°d &
di de' nimici ; di maniera che con grandiffima difficultà fi occupauano gli flati, tigiici* fa.
pofieduti da altri . Ma foprauenendo il Re Carlo in Italia il tenore di nuoue " j£nb?, *°a *
nationi, la ferocia de' [anti ordinati a guerreggiare m altro modo , ma [opra tima itali*
b tutto b il furore dell artiglieria empie di tanto (bauento tutta Italia, che a chi l'^r<ìk °
rn ri • n • ' C J r • ' " <*! Carlo Re
non era potente a refiller e alla campagna -. niuna jperan'Za ai aijenaerji rima- di Francia :
netta : perche gli huomini imperiti a difendere le terre [ubilo che s'approffi- bro/jeferit
mauano i nimici ; s'arrendeuano , & [e alcuna pure fi metteua a refiflere, era u tu tra qus
in bremffimi giorni efpugnata . Cofi il Reame di Tsjapclij e9 1 Ducato di Milano jj\seu"" <£
e furono quafi in un giorno medefimo uinti & affiliati . Cofi c ; Vinitiani uinti, Napoli .
in una battaglia foia, abbandonarono finitamente tutto lo Imperio che batte
uano in terraferma . Cofi i Fr ance fi non ueduti non che altro inimici , lafcia-, fu u rotta .
rono il Ducato di Milano. Cominciarono poi gli ingegni de gli huommi fisa- £^ ^ro.a
ventati dalla ferocia delle off e fé ad affìttigli ar[t a' modi delle difej'e, rendendo ra d' Adda
le terre munite con argini, con f off, con fianchi, con ripari, con bafiioni tonde ^°e0B^.
aiutando anco molto quefto effetto la moltitudine dell'artiglierie noeme più uiano.-diche
nelle difenfioni, che nelle oppugnationi ;fono ridotte a grand iffima ficurtà le ™ J ^ "£
terre , che fono difefe di non poter e fiere eff ugnate . JL quefle inuentioni dette fta hiftoria
><l tempo de padri noftri [or [e in Italia principio la ricuperatione di Otranto , nel 1,b'*'
< . v, 'Kkk 5 fiato
«
LIBRO
flato occupato da' Turchi : doue entrato dipoi ^Alfonfo buca di Calauria trouo
fatti da* Turchi molti ripari incogniti a gli Italianità rimarono più nella me
moria degli huomini,che nelteff empio. Vrofpero con quefle arti difefe due uol
te più chiaramente il Ducato di Milano>effo medefimo,ò folo,ò primo di alcu
no altro >& offendendo,et difendendo ^con [impedire animici le uettouaglie*
con l'allungare la guerra tanto che'l tediosa lunghe7ga,la pouertà,i difordini
gli confumauano,& uinfe>& difefe fen^a tentare giornate ,fen%a combatte-
re* non trahendo non che altro fuoti la (pad a , non rompendo una fola lancia :
onde aperta la uia da lui a quelli che feguitarono, molte guerre cotinuate mol
ti meftfifono uinte più con la indufiria, con farti, con la elettioneprouida de
uantaggh che con l'armi . Queflc cofefifeciono in Italia Vanno mille cinque-
cento uentitre. Trepararonfi per l'anno medefimo con grande ejpettatione
molte co fé di là da' monti dequali non partorirono effetti degni di tanti Trinci
pi : perche C efare y& il Re d'Inghilterra haueuano conuenuto infieme, &pro
me fio al Buca di Borbone di rompere con armipotenti la guerra, l'uno in Tic-
cardia^ altro nella Ghienna : ma imouimenti del Re d'Inghilterra furono nel
la Vie cardia qua fi di niuno momento , & quel che tento il Duca di Borbone
nella Borgogna, fi dimoflrò fubito uano : perche mancandogli i danari per pa-
gare i fanti Tedefchi , alcuni de' Capitani conuenuti coi Re di Francia ne ri-
trajjh'0 una parte : onde egli difyerato delle co fé di Francia andò a Milano ,
oue C efare, non gli piacendo chepaffaffe in Ijpagna, forfè per non dare per fé t-
tione al matrimonio,come era ilfuo defideno, mandatogli per Beuren il titolo
di Luogotenente fuo Generale in Italia ; lo confortò che fi fermaffe . 7{è dalla
parte di Spagna proceder ono a C efare le co fé felicemente : ìlquale benché ar-
dente alla guerra fu ffe uenuto a Tampalona, per entrare in Francia per anal-
mente, & di giàhaueffe mandato l 'esercito di là da' monti Tir enei, ìlquale
haueua occupato Saluatierra,non molto dijlante da San Gianni di Vie di Vor
to ; nondimeno effendo fiata maggiore laprontc%7a, che non era lapoten%a >
perche per mancamento di danari , né poteua fofientare tante for%e , quanto
farebbe fiato neceffario atanta imprefa, ne haueua per lamedefima cagione
potuto r accorr e l'efferato, fé non quafi alla fine dell'anno: donde ne' luoghi fied
di la flagione dell'anno gli multiplicaua le dìfficultd , impedì ualo la firettej^
%a delle uettouaglie difficili a condurfi per tanto camino : onde fu coflretto a
diffoluere l' efferato ragunato contra il configlio quafi di tutti : tanto che Fede
rigo di Tolleto Duca d' \Alua,Trincipe uecchio, & d'autorità, diceua nel fer-
vore della guerra, Ce far e in molte co fé fimi le al Re Ferdinando auolo mater-
noyrapprefentare più in quefta deliberatione Maffimiliano auolo paterno. Se- ,
M d. xxini guita l'anno mille cinquecento ucntìquattro,nel principio delquale imitando \
le difficultà de' Fr ance fi i Capitani Ce farei apenfare di por fine alla guerra »
chiamarono a Milano il Duca d'Vrhino,& Vietro da Ve faro Vroueditore vi
nitiano per confultare come fi hauefìe aprocedere nella guerra melqtial confi-
glio fu unitamente deliberato , che fubito che a Milano gmgnejfero fei mila
fatiti
^VINTODECÌMO; 444
fanti fedefchh iquali il viceré haueua mandato a foldar e, t efferato Cefareo,
& de Vinitiani unito infieme fiauicìnafie a nimici, per cacciargli , ò con l'ar J DoP° M
mi ; 0 con la fame di quello flato : allaqual co fa giudicando hauer for%e fuffì- capcUach*
denti ; niente altro ripugnala che la difficultà de* danari: de* quali douendofì dal Duf a
per gli ftipendij cor fi quantità grande a? foldati ; non fi fieraua potergli far sfonyTeu.
muouere di Milano, & daU altre terre, fé prima ncnfipagauano>nè meno era no fta.li lf-
necefiario, hauendo a flare l'efferato alla campagna proued ere , che per l'au- m ila ne fi* i
venire cor seffiro ordinatamente di tempo in tempo i pagamenti : folleuarono dcnari tcI"
quefla difficultà in parte i Milane fi , de fiderò fi di liberar fi dalle molefiie della Tuilcho j
vuerra : iquali predarono al Duca nouanta mila ducati Aifbonendoqli a quello fare hoia il
•ri j» m • • > 1 n ' j » i n . l mederanno
più facilmente l ejjempio de danari prejiati, quando Lautrech , flette intorno per la buo-
a a Milano jquali erano flati dipoi dell'entrate Ducali a refluititi prontamente . "a vdol°,n,ti
Torfe fimilmente a quefla difficultà la mano il Tontefice, ilquale battendo fo- u eu* né* pò
jpettiffimapcrla memoria delle cofepaffate la uittoria del Re di Franciafben- poli'
che confommo artificio a gli huominiyche il He gli haueua mandati) dimoflraf b Mons.Ba
fé il contrario ; numerò occultifjimamente all'Oratore di Ce fare uenti mila du- .iardo. icimc
catiy & uolìe che i Fiorentinità' quali il Viceré dimandauaper uirtù della con Lei 3 .^dcWa-
federatone fatta uiuente Adriano, nuoua contributione^pagaffero come per p™ del ,Pe
ultimo refiduoy trenta mila ducati. Islè haueua perciò il Tontefice ncltani- ìogglaua in
mo di dimoflrarfi per f auuenire più fauoreuole ali un a par te y che altaltraian- ^-ebccc°c»
%i con tutto che Cefare,e'l He, mandatogli fubito che fu affunto al Tontefica- fìa huomùt
tod'uno Beuren, l'altro San Maffan , fi sfor^affiro congiugnerlo afe ; delibe- d'itm* » &
raua rimoffi chefufiero i pericoli pr e f enti tifando quella moderat ione, che nel- if, &u?m*
le difcordie de' Chrifliani conuiene a "Pontefici, attendere) come non inclinato fcgnc .f fan
più all'uno, che all' altro, a procurare la pace: laqual deliberatione grata al He, no d j capo
che haueua temuto che'l Tontefice non batte fi e contra lui la medefima difbo ■ gxoflò dln"
r • ìi 1 ~ V ; 7-r • i • J ^ Jr torno a qua
fittone, che haueua bauuto C aramale, dijpiaceuapcr lo contrario a Cefare,pa~ tro miglia :
rendogli>cheper lapaffata congiuntane , per buuerlo fauorito dopo la morte ? auiul d.f"
di Lione, & nelt affannone al Tonteficato ifuffe conueniente chenonfifepa- tutta qu?fta
rafie da lui :però gli fu mole fli (fimo quel , che gli fu figni ficaio per parte del
Pefcara con
Tontefice, che benché non fpogliaffi V animo della beniuolen%a portatagli infi vna incarni
no a quel dì, nondimeno che hauendo depofla laperfonapriuata,& diuentato ^"fare '"
padre commune , era neceflìtato in futuro a non fare offici] fé non communi . foggìugnen
Ma mentre che il Viceré fi prepara per andare contra i nimici, mandò Gioua- pjjjj ^"1"
ni de' Medici a campo a Marignano : laqual terra infierite con la forteto, sor te d'arme ,
| rendi : & non molti dipoi il Marchefe di Tefcar acquale dijpofto a non mili- ■ yeccW^on
tare fiotto Trofyero Colonna>non prima che nell' e flremità delia fua nita era ne & con mi-
nuto a)J! e ff eretto ,hauendo notitia che nella terra di Rebecco alloggiauano con ^J & ^ccf.
b MonsJi Baiardo b trecento canai leggieri, & molti fanti, chiamato in compa fione in al
gnia Giouanni de' Medici, affollatigli improuij amente, prefa la maggior par- gh^di^ucì
te degli huomini,& de canalli, diffipath & rnefì in fuga gli altri; ritornò fu- tfmP« °P*
bito a Milano yper non dar 1 \ %pQ a' nimici} ch'erano in Biagraffa di feguitar- pre a '
Kkk 4 h ,
LIBRÒ
lo, lodato in queflo fatto, £induflriap& dittatore, ma molto più dicelerìta;
perche Rebecco diflante non più che due miglia da Biagraffa è diflante da Mi-
lano,donde erano paxtit'hdiciafette miglia. Ridotte a queflo grado le co fé del-
laguerra^che lafperan%a de trance fi confijleua, che à nimtci haueffero a ma
care danari , quella de gli Imperiali, che d Frane e fi haueffero a mancare le
uettouaglie , perche non fperauano potergli cacciare perfora dell' alloggia*
a Loda il mento fortiffimo di Biagrajfa , & nondimeno affettando ciafeuno foccorfo ,
»a°mé0te°uì quefli de fanti Tedefchiyquei degli Sui7geri,et altri fanti ;l \Ammiy aglio fat
^ucfto luo- to abbruciare Rofa,ritirò quelle genti a Biagraffa, attendendo per incomodare
f lancio" * nìmici a far correre, & abbruciare tutto ilpaefe.Ma uenuti finalmente ifan
Marh d' Vr ti T e de f chi, l'efferato Imperiale, nelquale erano principali il Duca di Milano,
huomo0£C il Duca di Borbone,il Viceré di J^apoluil Marchefe di Tefcara con mille fei-
gn nds aut« cent0 huomini d'arme , nulle cinquecento cauai leggieri , fette mila fanti Spa-
goiar 'confi gnuoli-, dodici mila Tede fichi, & mille cinquecéto Italiani, lafciati alla guardia
giio.c ftìma fa Milano quattro mila fanti; andò ad alloggiare a Binafco~,oue non molti gior
ta prude tia ni poi s'unì con loro il a Duca d'orbino confcicento huòmini d* arme, con feiccn &
per la gran t0 cauaj \eggmi ; & fei mila fanti de Vinitiani . T^elqual tempo il Cafìello
ch?gu °hal di Cremona non potendo più re fi fiere alla fame , & battendo Federigo da Bo^
ueua delie ^ole,che era in Lodi tentato in nano di foccorrerlo , s'arrendè a gli Imperiali .
cole della »» , ,_.. n . » !•••.«*• /*»
guerra. jindò dipoi l efferato a C afera terra propinqua a cinque miglia a Biagraffa,
douel '^Ammiraglio jlqiule haueua di f ributto tra Lodi,ls[puara,& ^Aleffan
giio'prima1 dria dugento lance, & cinque mila fanti, flaua fermo con ottocento lance otto
(fecódo che milaSuii^eri > a' quali pochi giorni poi fé naggiunfo.no più di tre mila altri ,
gìouw nel & con quattro mila fanti Italiani, & due mila Tedefcbi, t è ancora efaufio di
hì'làt\ Pc uettouaglie, perche n'haucuano nell'efferato , & ne' luoghi uicini ccpiaper
fcara ) def due mefhimpoffibile era l' aff aitargli fen%a grandi ffimo pericolo in alloggiarne
Tefcara chi t0 tant0 fQrte • ^eY0 & ImPer^ hMendo più mite tentato di paffare il Te-
ff douéffe6 fino per interrompere , che da quella parte non paffaffero uettouaglie per infi-
Tcfino ìlio gnorirfi delle terre teneuano di là dalTeftnoy & per impedire che uenendofoc
ftrando che corfo di Francia,nonfi unìffe con loro , ma fopr affando per timore che Milano
dritdffimo! non reflajfe in perìcolo , finalmente b deliberarono di poffare , giudicando che b
?iu fpedi per la confidenza, che haueuano nel popolo Milane fé non ffiffc ncceffariomol
dr°dia dl to preftdio di faldati :però ritornò il Duca a Milano, & con lui Gtouanni de
&pi
to moc
fornir
guerra, co- Medki,& iti reflarono fei mila fanti, Cefìpafjarono il jec ormo giorno di Mar.
nira?incod! ò Z9 H fiume del T eftno fotto Tauiafu tre Tonti, alloggiò la battaglia a Gamba
alia giorna \Qyn reft0 dell'efferato nelle utile uicineiper la paffuta de' quali l ammiraglio
t?ma:&pÓ! mandò fubito Ren^o da Ceri alla guardia di rigatene, & temendo di non
-Kce.chedai perdere quella terra , & gli altri luoghi dì Lomellina > iquali perduti sfarebbe
no fu con reftatoquafi affediato ; pafiò egli a cinque giorni con tutto l'efferato , lafciati
ingoiare a Biagraffa cento caualli , & mille fanti ; & alloggiò l'auanguardiafita intor
xo°!e ciò co- no a Vigeuene t la battaglia a Mortara a due miglia di Gambalo , doue era il
mcndato , yi^ri} nelquale alloggiamento molto ficumhaueua commode le uettouaglie:
perche
CLV I NT O D E C IMO. 44'<
perche haueuano ficura la flrada di Monferrato, Vercelli, & Ifyuara, '& te
uettouaglie ueniuanoditerrain terra tutte uh ine l'una all'altra, & qua fi
per condotto. Trefentò l' ^Ammiraglio due giorni continui la battaglia a* ni'
mici, i quali benché fi conofceferofuperiori di numeroj & di uirtù di foldati;
ricufarono di farla, non uolendo mettere in pericolo la fyeran%a del uincere
quafi certa; perche per lettere intercette haùeuano prefentito, che a effi co-
minciauano a mancar danari. T affato che hebbe l'efferato Imperiale il 7 'efi-
no, il Duca d'orbino con le genti Vinitiane andò a campo a Garlafco terra
é forte difito, difoffi,& ripari, doue erano a quattrocento fanti Italiani: ilqua-
le poflo tra Tauia,& Trumello di là dal Te fino , doue egli haueua difegna-
to d'alloggiare; interrompeua non folo a lui, ma a tutto il reflo dell'efferato le \t\ p^fir?*»
uettouaglie, & fatta la batteria,gli dette il giorno mede fimo l'ffaltomelqua- <jj Ga turco
b leb ejfèndo quafi ributtato, molti de fuoi paffarono per l'acqua de foffi infi- Uj0)èra Bar
no alla vola, effendoui ancora alcuni de* fanti di Giouanni de' Ad edici, & l'af- tifta Lecca
r i ^ ™ i • 7 » r irr r nobil Signo
J aitarono con tale impeto, che u entrarono per ]or%a con grandi]] ima uccijio- re in corfi-
ne di quei di dentro . ^Accoftoffi dipoi l'efferato a San Giorgio uerfo la Tieue ca» & &£>*
al Carro, per accodar fi a S art ir ano sterra forte fituata fu la riua di qua dal fco Roma-
«To, & opportuna a impedire loro le uettouaglie: alla coftodia dellaquale era- n0,
no Vgo de Teppoli, & Giouanni da Birago con alcuni caualii, & con feicen- j, Mentre
to fanti. Ma andatoui Giouanni d'orbino con l'artiglieria, & co due mila fan che i v ini-
ti Spagnuoli,e]pugnò prima laTerra, & poi la rocchetta, ucci fi quafi tutti i a'aTpre fidio
fanti, & prefi i Capitani. Moffonfi i Francefiper /occorrere Sartirano,mapre & GarUfà»
uenuti dalla celerità de' nimicu intefo nel camino quel che era Succeduto yfer- "e il ca?ei-
c 'filarono tutto l'efferato c à Monda: né ancora nell'altre parti del Ducato di la>che il Da
Milano procedevano felicemente le co fé loro: i foldati lafciatì in Milano co- fCo Maria
flrinfono ad arrender fi la terra di San Giorgio fopra Mo?icia>dalla quale anda- f V|*>inou*
nano uettouaglie a Biagraffa: Vitello ricupero la terra della Stradella, gli habi te fi fecein -
latori dellaquale coflr etti dalla iniquità de' foldati, haueua.no chiamati fanti n™2-1^*?
d da Lodi. d Vagolo Lw2gafco feontratofi in molti caualii de' Francefu gli meffe iuoi™ cLTfi
in fuga, & Federigo da Boucle andato da Lodi ad affaltare T?i?gichitone>ne
riportò in cambio della tintoria ferite, & morti di molti de' fuoi. Solamente
alcuni caualii de F r ance fi f correndo traTiacen%a,& Tortona, tolfono quat-
tordici mila ducati mandati all'efferato di Ce fare. In quefle difficultà due era
€no lejperaTg dell'ammiraglio: * luna della diuer [ione, Il altra del foccorfo,per
che
ritiraflero
indietrojaa
zi fece frr*ó
tar da canài
Io gli huo-
m;n d'ar-
me &■ r2gio
nando loro
(.come dice
il Gioirlo)
in publicó;
jpropofe i premi), e infiammò ciafeuno per nome ad andare innanzi : talché sforzindo fi tutti a gara,
benché nel follo n'affogalTeio alcuni, ch'ei nomina; il Cartello fu prefo,& faccheggiato, con grandiìsimo
honor(come fi legge nel Capclla) del Duca d'Vr bino, & con molta commodita degl'Imperiali per cagion.
«Ielle uettouaglie»
e A Mortara diceilCapella. l
d Giouanni de' Medici, & Paolo Lucciafco dice il Giouio, che ruppero due bande d'huomini d'arme*
con maiauighofa atte cacciate in luogo maluaggio: Se di lor prefe più di quaranta nobili cauiUieri.
e II Capella mette amendue quelle iperanze dell'Ammiraglio n«s' foccorii; U«Q di Suizseri, de* quali baut-
ta ciucili dicci mila; & uno di cinque mila Grigionù
LIBRO
che il R e mandava per la montagna di Mongineura quattrocento lande- aite*
quali doueuano unir fi dieci mila Sumeri, & Ren%p da Ceri conduceua per la
nia di Valdifiafiina nel tenitorio di Bergamo cinque mila fanti Crigioni: onde,
doueuano paffare a Lodi a cogiugnerfi con Federigo da Bo7gple,c<lquale era-
no molti fanti Italiani; pervadendo fi ammiraglio che V efferato di Cefiart
farebbe coflretto aripafifiare per la ficurtà di Milano il fiume del Te fino. In
contro a quefli mandò il Duca di Milano Giouanni de* Medici con cinquanta
buomini d,arme,trecentocauaileggieri,& tre mila fanti; ilquale unito fi con
trecento buomini d'arme trecento canai leggieri, & quattro mila fanti de fi
nitiani, fi accoftb animici uenuti alla uilla di Cranina tra fiumi dell'adda,
& del Brembo, & lontana otto miglia da Bergamo: & cor fé con una parte
delle genti infino a loro alloggiamenti: i quaU il ier%p giorno dipoi querelan-
dofi non bauere trouato a Crauina,nè danari, ne cauallhnè altri fanti,come di
• iì capei- ceuano effere flato promeffo da Renzo a ritornarono al paefe loro. Rtfiluto il ,
Jtefajodca movimento de prigioni, Giouanni de* Medici efipi'gnò Caravaggio, & di poi
GACd"cid*hea paffiatoMdameffe confi artigliere infiondoilpome, che iFrancefi baueuano
*] fiuto»* a Bnfialoro fu l Tefino. Rimamua ancora inpotefià de Francefi tra Milano*
rarc ' SÌ" e l Te fino la terra di Biagraffia,oue erano molte uettouaglie, & a guardia rnil
|e°iniiauntl le fanti fiotto Gierolamo Caracciolo Napolitano MI* efipugnatione dcllaqua-
cialde lo - le> perche pofta fui Canale grande impediua le uettouaglie.che molte fogliano
rò,mtttcdp per quel C anale condurfia^ Milano; fi moffeFrance fico Sforma chiamato afe
?£o»d?'fri Giouanni de Medici; & feguitandolo oltra i faldati tutta lagionentù del popò
fecero poi lo Milanefie; dettono V affatto alla terra, battendola prima battuta con Urti-
Sa°&io glierie da primiraggi del fole infimo ame%oilgiorno,& benignarono il dì
fi nei pten- medefimocon (ingoiare laude di Giouanni de 'Mediamelquale appari quel di
ÌìlBhg rVira nonfiolamente la fierocia,con laquale auan%aua tutti gli altri, ma prudenza,
iiGiouioio & maturità degna di fommo Capitano. Fu prefio il Caracciolo, ammalati
ilqulfdìce; molti fiantUmoltine fece fioftendere Giouanni de Medie iperpunitione di efi-
«he non ci fer fi prima fuggiti da lui. FflugnatalaTerras 'arrendè la rocca patuita la fa
chfunfolo Iute di quegli che u erano dentro. Fulietiffimaqueflauittoria alpopolo Mi-
capitano Uneficmafien^a comparatione maggiore fu la infelicità che la lentia; perche
chcllele da Biagr affiamone era cominciata la pefte, furono per il commertio delle cofie
rigo caràf facebeggiate traftortate a Milano, fparfi in quella Città ifiemi di tanto peftifc
da Wr la ra contatone: la quale pochi mefipoifi ampliò tanto, chefiolamente in Mtla-
nobiltà del no toije [a ffifà apiu di cinquanta mila perfine. Ma di là dal T efino oue era la
ftDSUC* fiomma delle cofie, ì .Ammiraglio dopo le perdita di Satirano, effendogli di nuo
uo approffimati i nimici, abbandonata Mortarafi ritiro in due alloggiamenti ^ i
a liguara diminuito molto di for^e, perche non fiolamente defantuma affai *
degli buomini £ arme erano alla sfilata ritornati in Francia: ondeniuno altro I
intento era in lui, che temporeggiar fi infimo a tanto ucmffie il fioccorfio degli
Suirzcri, iquali in numero circa otto mila erano già uìcini a ìurea. Dall al-
tra parte i Capitani Ce farei intenti a impedire la tienuta loro, & a ridurre i
* L nimici
om<y
0JV I NT ODECIMO, 43*
nimìciin difficultà diuettouaglie, occupauano le terre uicine altyuara,' am-
ma'^ando i Francefile gli trottavano lafciati alla guardia delle terre, & ha
uendo meffbprefidio in Vercelli per torre la f acuità agli Suturi di entrami,
fi fermarono a Biandrà tra Vercelli, & Islguara in uno alloggiamento, circon-
dato da ogni parte di foffhd'alberi,& acque. Finalmente l'ammiraglio in- a llGìonl
tendendo gli Sui^zeri paffuta lureaeflerfi fermati fui fiume della Slefia, il nódimeno
quale per la copia che in quei giorni ui era d'acque, non haueuano potutopaf- Marchete di
fare, defiderofo di unìrfi con loroypiu, come fi credeua, per partirfi ficuro, che Pefcara fu
per combattere, andò da ls[puaraad alloggiala Romagnana fu l fiume mede famfpa°rtftcau
fimo: oue patendo diuettouaglie ,& diminuendo continuamente il numero de'Francefi
delle fue genti; fece gittare il ponte tra Romagnana, & Gatinara : & dati al- che"" ago'*!
tra parte i nimici uenuti da Biandrà a Briona, andarono ad alloggiare apprefio pò haueua
àRomagnana a due migliaiin quefte anguflie pacarono i Fracefi il fiume ilgior S* "apo de»
* no feniéte: la molla de* quali * Ce fufie fiata follecitamete ue??hiata da nimici; "ìm^i : &
r j i i ■ >/ // „ t „• -tr u* • fubkochia-
Ji crede che quel giorno nbarebbono riportata pienijjima uittona: ma erano nmii Capi
diuerfe lefenten%e de Capitani, alcuni defiderando che fi combutte fie, alcuni "ni a co"?
che fen^a mole flar gli fi lafciafìero partirete pareua che neh" efferato fufie la foro Ta° ne-
prouiden%a, e'igouerno conueniente: folo il Marchefe diVefcara procedendo «fifeàiUfc
in tutte Cattioni colfolito ualore; pareua degno che a lui fi riferire lafomma fu^gLa , n3
CO.
delle cofe;gh altri inuidiofi della uirtu, & gloria fua, cercauano diofeurar- ^flcnd1°
la più prefto col detrarre, & contradire, che con la concorrenza dell'opere. Tar iu OaJViJg?
di per uenne alt efier cito Imperiale la noiitia della partita de Francefi,laqua- ?^cf? di fof
le come fu inteja,molti cauai leggien>& molti fanti fen^a ordine, fen%a infe- «.che atte-
gne, guadato il fiume gli feguitarono; i quali peruenuti all'ultimo fquadrone, n^f *"*
cominciarono afearamucciare: & benché i Vr ance fi combattendo, & camino, ma ragione,
do gli fofienefìero per lungo fpacio di tempo; lafciarono finalmente fette pe^ aan^hlc g°£
37 d'artiglieria, & copia grande di munitionc, & di uettouaglie, oltra molte gnobii»' par
infegne di caualli,& di fanti, morti etiandio di elfi non pochi nel combattere. a^uVch^a»
Feciono i France fi dimoflratione di alloggiare a Gattinara terra diflante un mi nimici che
glio da Romagnana,& intrattantofaceuano occultamente andare innanzi i a^baTo' f a
Carriaggi, & l'artiglierie: ma come i nemici credendo che alloggia/I ero; furo - re ' p5c>, <*'o
no cominciati a ritirar fiondarono più oltre circa fei miglia ad alloggiare a Ra «nto.l^ò
Uifmgo uerfo lurea.^Alloggiarono la fera medefimagli Imperiali fen^a impe • ne ?™*
b dimento fu l fiume, ilquale pacarono come prima cominciò a lucere la Luna,b ^t n^ii'a
fìon gli feguitando i Vinitiani, à quali efiendo entrati nel tenitorio cel Bkcu ^ìòoro.
di Sauoia, pereua hauere trapalatigli oblighi della confederatione ,per Ip- b Tuj £
quale non erano tenuti ad altro che alladifefa del Ducato dì Milano. ' Trace? polito a a
/ nano iFrancefi in battaglia bene ordinata con lento pupo, hauendo collocati: ci^bcheil
nelretroguardogliSuiTZeri, da quali furono, rimeffi i primi caualli, & fc- Daca
z JJ A V £** bino come
. . ti COC ^raue&giu
fto Capitano, giudicando che ciò foflè utile alta Republica, & ancho fuo honore; uoikpi : tcjfto in coù di
tanta importanza co fideur la ftdt& l'animo del Se nato,che troppo foUj^eju?UJW'PHrwxiepaj;ol64«iiy
COfflfflisfioae;^ 2 iq cgAioXtè cttt fi ^W^U)^ «9 fi fi) &U0,
LI H O
i Pone a ti che venendo difordìnat amente gli dff aitarono, e '(fendo pia ì Praìtcèfì * dìfco* a
£l°Ufetuo€ flati daRauifmgo circa due miglia: ma foprauenendo il Marchefe di Tefcara
ne fra ira- co'cauai leggieri; fi rinouò la battaglia-, non tale che fermaffe il e aminar e de*
prancèfi iòf Francefh de' quali in queflo uh imo congreffofu ammazzato Giovanni Caba-
fc fatta nel ne0ì & fatto prigione Monfivnore di Bai ardo percolo da uno fcopiettOy della*
òaflar, che , r ■ \ l> • • — , 1 . » n , \ r rr r
\ piaceli fa quale ferita mori poco dipoi. Tante al Marchete, ancora che già jujjero fa-
ceuano dei ^attenuti molti faldati, non feguitare i nimici più cltrey perche non haueua
per andarfi [eco artiglierie, ne altro che una parte fola dell'efferato. Cefi rimafti i Fran-
a cògjugner Cefifen7^ moleflia; ritornarono infieme con gli Sumeri alle cafe loro> hauen*
zeri: doue il do lafciate a Bauri di là da lurea quindeci pez^i d'artiglieria alla cufiodia di
Pe!rara- for trecento SuiTgeri, & di uno de Signori del paefe: ma né quefie fi faluaronos
fotte rrJU perche i Capitani di Ce fare hauutane notitia mandarono a prenderle . Diui-
&Dtoo1Cca- fonfip°ì l vincitori in più parti: a Lodi fu inaiato il Duca dìVrhino, ad lAlef
uaiti, &ani faridria il Marchefe divefeara, lequali Città fole fi teneuanoin nome del Re, i
hoTediglor f^r€^e 'Tuonava accofldndouifi il Duca di Milano, & Giovanni de' Medici fi
no3credédo et a arrendila, al Viceré rimafe la cura d'andare incontro al Marchefe del
Ktro^uarda Stellino, ilquale con 400. lande haueuap affato i monti: ma queflo intefola
nimica di partita dell' ammiraglio; ritorno fuhito in Francia. ISlèfeciono refiflen^a al-
me &«5n~ cum Boifi> & lu^° da $an Seuerinoprepofli alla guaina di jlleffandria. Si*
perla. Paflà milmente Federigo dimandato tempo dipochi giorni per certificar fu fé era ne-
toef diècfe1 ro che l'ammiraglio haueffe papato imonti; cormenne di lafciare Lodi, nfer-
addoffo a* uatafif acuità-, come etiandio era flato conceduto a quei di Mefiandria^ di con
£iazl'ndo* durre in Francia i fanti italiani, i quali in numero circa cinque mila(che tari
TriiUnoior ti erano nell'una & l'altra Città) furono poi alle cofe del Re di grandiffimogio
■ cTnde^Ara u amento. Queflo fine h Me la guerra fatta contra il Ducato di Milano fot-
te iragiio & to'lgouerno dell'ammiraglio: per loquale non efiendo indebolita la potenza
oalorofa^ del Re di Fraudarne eflirpate le radici de* mali, non fi rimoueuano, ma fola-
; te diedero mentefi differiuano in altro tempo tante calamità, rimanendo in queflo me%o
mot\t°coZ Italia liberata dalle moleflie prefenti, ma non dal foretto delle future. Ten-
tbofiod°chett toffmondimenoperCefare ftimolato dal Duca di Borbone, & inuitato dalla
p0eid0e'reCrar §eran%a,che l' autorità di quel Ducahauefle a e fere digrandiffimo momen-
QLuiuf6^ t0>di trasferire laguerra in Francia, dimoflr andò fi pronto al medefimo il Re
mono van d'Inghilterra. Haueua Ce far e nel principio dell anno prefente mandato il ca-
iuÈSaXn P° a Fonterabia, Terra di bremffimo (patio pcflaful confino che diuide il Re-
CueoulCflla l '■' Jl 1 - j ; /* sf- '±-{T J3J jm
ma Giosan gno di Francia dalla Spagna: & ancora die quel luogo fuj]e mumtijjimo a huo
Sìo,&a fu te uìni d artiglierie \& di uettouaglie, ni mancaffe tempo a coloro che lo difen-
ino 1* Am - deuano di ripararlo; nondimenoper la impernia de i Francefi, i ripari furono '
Dow^ fattl tanto inauertentementey che rimanendo ejpofli alloffefe de nimica lane \
iu fu latta ceffitàglicojlrinfeaconuenirediufcirfenefalui. Ricuperata Fonterabia fidi-
vi™ &£- aen^
tione, nella ■*
qua! fu ferito Baiardo,& dato in mano del Pefcara: onde i Francefi, & gli Suizzeii fi panirono,dandofiBe
a quella p,perra,che (ètte me fi innanzi Boniuetto ammiraglio haucuamofib. Vedi il Giouioalfincdcllib.i.
7
QJV I N T O D E C I M O. 4f,
fiendeuanò più oltre ifuoipenfierijifiutatii conforti, & l'autorità del Pow-
tefice,il quale hauendo mandato nel principio dell* anno per trattare* o pace, ò a M<nì car1
fóftenfìoni dettarmi a Ce forerai Re di Francia, & al Re d'Inghilterra , baue - tò 4jg >gjj
«<z trovatogli ani-mi mal dijpofti;perche il Re acconfentendo alla triegua per cia ftn2a r,
<toe anni,ncufaua la pace, non fperando poter ottenere in quella condivo- &^l\;^
ni che ili* fodisfacefiero . C efare dannando la triegua per laquale fi daua glic gtau,
di A«
o 1.
r w w » » *■ w j^ - - J J J J — ^J * ■ C? — c '
tempo al Re di Francia a riordinala nuoua guerra, defideraua la pace , & fQ°*àio
al Re d'Inghilterra era molefla qualunque conuentione fi faceffe per me^o del R e d i n^hii
Tontefice, per lo defiderio che haueua che il trattamento della concordia final J3*jjj^
mente del tutto fi trasferiffe a lui, inducendolo a quefto gli ambitiofi configli re |n FrScia.
del Cardinale Eboracenfe: ilquale neramente effempio a noftri giorni di im l*^tl ^
moderata fuperbia,benchc nato di infima conditione , & di j angue fordidiffi- Res;no , &
mo,erafalito apprcjfo a quel Re in tanta autorità, ch'era manifeftiffimo a cia - Jj||j^^
fcuno,che la uolontà del Re fen^a Capprouatione di Eboracenfe fuffe di niu fu d-ne^a-
no momento,& per contrario fuffe ualidiffimo tutto quello che Eboracenfe fo - £^"^5
io deliberaffe.Ma diffmulauano il Re,& il Cardinale con Cefare queflo pen- do che re«
fiero, dimoftrandoft ardenti amuouere la guerra contra il Reame di Francia; 2^2*^
ilquale il Re a* Inghilterra pretendeua leggittimamente appartener fegli per vita di c*i
uarie ragioni, pigliandone lapr ima origine da MouardoTer^p Red'lnghil- utiln"*'.
terra, ilquale efendo infmo nelì anno della falute noflra Mille trecento uen • a^vìrg . at
» t* otto z morto fenica figliuoli mafehi Carlo Quarto cognominato Belio, Redi ff™£*$\
Francia , della for ella delquale era nato Udouardo, haueua fatto inflan itù&wia d*
7g come più prò ffmo de parenti mafehi al Re morto efiere dichiarato Re J"lpituo"-
di quel Reame; ma efclujb dal parlamento uniuerfale di tutto il Regno, nel p'ofo & di-
quale fu determinato che per uirtu della legge Salica , legge antichiffima di ralrnJotoimi
quel Reame , fufìero inhabili a fuccedere non folo le [emme , ma ciafeuno « 'e cagi©-
nato per linea femmina: ma affunto non molto dipoi il titolo di Re di Fran pttxtxftc.
eia, affaltò il Regno conefiercito potente: doue ottenute molte uittorie, & •*ju*1ta3£"
contra Filippo di Valois, ilquale con confentimento commune era fiato ài- rédemflRe
chiamo fucceffore di Carlo Bello , & contra Giouannifuo figliuolo, ilquale f^f1**^
prefo in un fatto d'arme condufie prigione in Inghilterra; contrafie final- RC;no di
mente pace con lui: per laquale rimanendogli molte prouincie, & Stati del f3f*cc^are j-a
Reame di Francia ; rinunciò al titolo Regio: ma fuccederono a quefla pace, fte guerre.
che non fu lungamente ofieruata, bora lunghe guerre , hora lunghe triegue: q^*^
b ultimamente b Hénrico quinto Re d'Inghilterra confederato fi con Filippo Du w\i* Roto
ca di Borgogna.alienato dalla Corona di Franciaper l'uccifione del Duca Gìo ^/fcr'ife i
nonni fuo padre; hebbe fucceffi tanto profferì contra Carlo Se fio Re, alie- focceffid'in
/ nato dall'intelletto che infume con la Città di Varigi, occupò quafi tutto il ^J8^rdrJ
Reame di Francia: nelknual Città hauendo trouato il Re infieme con la mo- dei Re Arri
olir g*8-3^1-
é>Lie> la Corte di
quel Regno: oue patta de' Titoli, che fi danno i Re d'Inghilterra, & le cagioni d'elfi con ]« pmeniioni
c'hinno in altri (bri.
fe Leggi il li». $. dell'ai ftoria d' Inghilterra di Polidoro Virgilio»
' L I 3 R 0
g9te,& cm Caterina fua figliuola, fi congiuhfe matrimonio etti. quella, fe
cencio al Re ci 'emente , consentirei che non oftante uiueffe Carlo fuo figliuolo , il
Regno morto il padre , fi trasferire in lei, & ne' Cuoi figliuoli, per uirttì del-
qnal titolo benché inualido, & inetto, fu dopo la morte di Henrico coronato
folcnnemente in Tarigi, Henrico Sefio fuo figlinolo Re di Francia & d'inghil
terra. Ma ancora che poi Carla ,'dopo la morte del padre, nominato' Carlo Setti
mo per Voce afone deli efiere fufeitate in Inghilterra tra quelli delfangue Fre-
gio grauiffnne guerre, c-acciaffe gli ìnglefi}eccettuaua la terra di Cales di là dal
mare Oceano; nondimeno non ommeffono per qucfloiRe d'Inghilterra dy ti-
fare il titolo di Re di Fr andai Quefle- cagioni poteuano muouere Henrico Ot-
tano alla Guerra ficuro più che fuffe fiato alcuni de gli antece fiori nel fuo Rea
me: perche e fendo fiati depreffi da Re della famiglia di Dior eh (era quefio ilt
nome d'una futtimeyi Re della famiglia di Lane afro, nome dell'altra,! feguà*
ci della caftdi Lancafiro, non meffendofuperflite più alcuno di quelfangue,
folleuaycno al Regno Henrico di Richemort, come più proffimo a loro: ilqualc,
fuperath & e finti i Re auerfarij>per regnare con maggiore fermeT^a, & au-
*\^\H fi tornà fi copulò legittimamente con una* figliuola di fkdouar do penultimo Re *
Siouardo , della Cafa di Diorch: donde pareua che in Henrico Ottano nato in quefio mairi
che il Re a t mon[0 f afferò trasferite tutte le ragioni dell'una & dell'altra famiglia: [equa-
per° moglie; li per le infegne the portauano fi cbiamauano magami ente.la Rofa roffa,& la
■ «V^amata Rofa bianca, fondimene non'incitaua principalmente il Re d'Inghilterra la
some s'ha fperanta di confeguire con l'arme il Reame di Francia; perche in quefio cono
vV^nonei fceua w^timer abili difficultà,quanto la cupidità di Eboracenfe , che la lun-
lfo.*& oue gheTr^a de' trauaglii& la necefjità delle guerre hauefie finalmente a partorì-
di'* ucftoTr re^)e nel fuo Re haueffea effere rimeffo l'arbitrio della pace , quale fapendo
t >o fon rac doiiere dependere dalla fua autorità, penfaua in un tempo me de fimo, & far ri
fonare glorio f amente per tutto il mondo il nome fuo, & ftahilirfì labeniuolen
%a del Re di Francia, alquale occultamente ìnclinaua, Terò non proponeua
d'obligarfi a quelle conditioni,alle quali fé hauefie l'animo ardente a tantaguer
ra,era conueniente fi obligaffe. Queflaoccafioneincitaua Ce fare alla guerra,
& molto più la fperanxa che la gratia, l'autorità , & ilfeguito grande che
il Ducadi Borbone foleua hauere in quel Reame, hauefie a fojkuare molto il
paefe: perciò con tutto che molti de 'fuoi lo configliaffero; che -mancandogli da-
nari, & hauendo compagni di fede incerta,depoftiipenfieridi cominciare una
guerra tanto difficile \confentiffe il pontefice trattaffe lafoffcnfione dell'armi; '
conuenne col Re d'Inghilterra , & col Duca di Borbone } che il Ducapaffaffe
nel Bearne di Francia con parte de! f efferato, che era in Italia : alquale come l
hauefie p a fiato i monti pagafje il Re d'Inghilterra ducati centomila per le jpe- \
fé della guerra del primo mefe,reflandoin arbitrio fuo, ò continuare di me fé iti
me fé quefia contributione, òdipaffare in Francia con efferato potente per
far guerra del primo giorno di Luglio per tutto il meje di Decembre,ricencndo
dallo fiato di Fiandra tre mila candii, & mille fanti confusici ente artiglieria-.
coniati.
QJV INTODECIM O. 44S
& miminone ixhe oitenendofi la muorici fi reftituifìe al Duca di Borbone lo
flato toltogli dal Re di Francia>acquiftaffìfiper lui la ¥rouen%a,a\laquale pre a l! storti
tendeuaper la ceffìone fatta dopo la morte di Carlo Ottano dal Duca dell'Ore !?on£w5
fio ad .Anna Ducheffadi Borbone : laquale teneffe con titolo di Re:giuraJTe qualidìmof
innanzi il Re Cinghi- terra in Re di Francia>& preftaffigli omaggio ; ikheno aCe!cVert
facendo quefla capitolatone fuffennlla}ne pot effe Borbone trattare fen%a con d5nata qua
fenfo di tutti due col Re di Francia:rompe\fe C efare la guerra nel tempo mede Sr'SScb
fimo da' confini di Spagnai che gli Oratori di Cefare,& del Re d'inghilter^ ail'aP?J vi
raprocur afferò >cbe i Totentati d'Italia per afjieurarfi in perpetuo delia guer- ^tin^ù^
ra de Fr ance fi , concorrejfero con danari a quefta imprefa, co fa che riufà uà- sforz -, che
naiperebe il Tontefice non folo ricusò di contribuire /ma a dannò ejprefjamen- uano^qj'/n
te quefta imprefa , predicando che non folo non bar ebbe in Francia proserò tó{?a« °&*f
fucceffo, ma ebe etiadio farebbe cagione , che la guerra ritornai]} in Italia più «fi. ' F"n"
potenie}_& piupericolofa.che prima: laqual confederatione come fu fattaci) en
che il Duca di Borbone, ilquale coftantemente ricusò di ricono feere il Re d 'in- ^f vii*'
Vita
ghdterrain Redi Francia confortale che più prejh s'andaffe con Cefi 'ercito dei Pefcara
uerfo Lione per accoftarfi alfuoftatomdimenofu deliberato fi pafiafie in prò uS"e'Ìy*
uen%aper la facilità, che harebbe Ce fare di mandargli foccorfo di Spagna & Marchefcfa
per feruirfi dell'armata che per comandamento* & co' danari di Cejare/ìpre- ì^effetcho^
paraua a Genoua . 1 progreffi di quefta Jpeditione furono, che Borbone & con & D n vi»
t Ini il Mar che fé di Tefcara dichiarato a quella guerra , perciò di b oh e dire a hèb^iTS
Borbone fi sfdegnaua}Capitano generale di Ce fare, pafìarono a ''Hvzga ma co u,Cfno dèI;
fon^e molto minori di quello che erano deftinate;perche a cinquecento huomi- queftop erò°
ni d'arme, otto cento canai leggieri, quattro mila fanti Spagnuoli tre mila fan c,he amen-
ti Italiani-, & cinque mila Tedefchi ; fi doueuano aggmgnere trecento huomi- na ffcfo "li "
ni d'arme dell'efferato d' Italia ; & cinque mila altri fanti Tede Cebi: ma ciue- \ano> fccon
Jti per mancamento di danari non uennero , & il Viceré impotente a foldare re,& rimpe
nuoui fanti , come era flato deliberato ne primi configli per opporfi a Miche- ,io di Bo£-
VxAgnolo Mar eh e fé di Salw%ro,ilquale partito del fuo flato era con mille fan
ti fu la montagnairiteneuagh hiumini d'arme per la guardia delpaefe • <Ag- e Fu cóbat-
giugneuafi che l'armata di Ce far e , una delle principali Jperan^ , guidata da ? gLu£*?
Don Vgo di Moncada allieuo del Valentino > buomo di prauoingegno , & di a pò»ó Tau
peffimi coflumi , appanua inferiore allarmata del Re di Francia ; laqualpar- 'oh ^oora
tua di Marfilia fi era fermata nel porto di VilU Franca . Filtrarono nondi- di Tolone p
meno le genti Imperiali nella Vrouen^a, doue erano la Talifiaja Foglietta , 52rej«|S
Ren%o da Ceri,& Federigo da Boigoie Capitani del ì\e,ridotti per le terre , !e .ha' "•]*
perche non haueuano for^ / ufficienti a opporfi ;una par te dellequali caminan & qu »ui°fu?
/ do allato al mare;ejpugnò la Torre imminente c al Torto di T olone ■/dallaqua- Ion Pi€ie aI
le furono condotti all'efferato due canuom.*Arrendejfi *Afais Città per la ha giiericdfaó
degnità , & perche ui rifiede il parlamento , principale della Trouen^a , & **bj 1 gran -
tnJte altre terre delpaefe, Defideraua il Duca di Borbone, che da ^éfais di: i*aiuc una
"*'..> colubriaadt
(ita temperatura^ di muabil uiolcntia, celebrata nella guerra di fifa, che & chiamaua la Luccxta.
feoftandofi
LIBRO
fcoflandofi dal mare ftcercaffe di paffare il fiume del Rodano per entrare ffn
nelle uifcere dello flato del Re di Francia, mentre eh* erano deboli le fue proni
fwnhperche le genti d arme fuc hauendo patito molto >& maltrattate ne'pa-
gamentidal Re molto efauflo di danari, & che non aftettaua che inimici di
Lombardia paff afferò in Francia;erano ridotte in tal disordine che non fi potè
uann cofipreflo riordinare:& diffidando comefempre della uirtù de* fanti del
fuo Reame era neceffitato affettare innanzi ufciffi in Campagna la venuta de
fanti Sui^xeri, e Tedefchi; nelqualc fpacio di tempo penfaua Borbone di pote-
re pacando il Rodano, fare qualche progreffo importante. Ma altra fu la feti-
ten%a del Marchefe di Tefcara, & de a gli altri Capitani Spagnuoli: i quali
5ici,che fò° per l'opportunità del mare defiderauano,come fapeuano effere la intensione di
lo il Marche e efare, che fi acquiftaffe Marfriia, Torto opportuni/fimo a moleflare con f-ar-
« tvppofe mate maritime la Francia, & a paffare di Spagna in Italia: alla uolontà de*
ai parer ds quali non potendo ripugnare il Duca di Borbone, pò fero il campo a Marfilia,
te° r?° Tom* nellaqualc Città era entrato Ren^p da Ceri co quei fanti ltaiiani,che da Mef-
che qui fi fonària, & da Lodi erano flati menati in Francia. b Intorno a Marfilia dimo-
ri Sdcme0, rarono nanamente 40. dì ;perche benché battefi 'ero da più partite mura con
fentèdo ( he raYtMierie,e tentaffero di fare le mine; nondimeno fi opponeuano all'efbuma
puma do ° ,,/*• i\ 1 i- rr -r ^ , • n i • »
gni su™ co tìone molte difficultaU muraglia affai forte, & di antica Struttura, la mrtu
^£ouefle de faldati, la difyofitione del popolo diuotiffimo a Re di Francia & inimicif-
Tacqui ftodì fimo al nome Spagnuolo>per la memoria che ^Alfonfo uecchi$ d \Aragona ri-
fa acómoPd£ tornando da Klapoli con armata maritima in ifpagna , haueua altimprouifo
t.ì dei por- faccheggiato quella Cittàdafperanxa del foccor focosi dalla parte del mare,
ahrinlbcft! fome perche H Re di Francia uenuto in piagnone Città del Tontefice pofla
ch'dib ad- fu l Rodano; raccoglieua continuamente grande efferato. *Aggiugneuafi the
duce* alt efferato mancauano danari, mancauano fimilmente lefperan^e, che il Re
b Defcriue di Francia affaltato da altre parti, fuffe impedito a uolgere a unaparte fola
iie3ftolliuon tmi ifiioiprouedimenti: perche il Re d Inghilterra con tutto che appreffo a
%o ii fito Borbone haueffe mandato Riccardo Vacceo,ricufaua di pagare cento mila du-
4\ Mai'fi "a* cati per il fecondo me fé, menofaceuafegno di miiouere la guerra nella Viccar
& tutto i'af dia: an^i hauendo ritenuto neltlfola Giouanni Giouacchìno da Taffano,man-
tele^uio- datogli dal Re di Francia,& rifondendo il Cardinale Fboracenfe fini flr amen
m che ui te a gli Oratori di Ce fare; daua deli 'animo fuo non mediocre fofpetto. Iste dalla
ikhe1 ènei p^rte ài Spagna corrifrondeua la potenza alla uolontà: perche hauendo le Cor
)ib. 4. delia ti di Cafliglia(cofi chiamano la congregatane de i deputati in nome di tutto il
?au.e Pe Regno)negato a Ce fare difouenirlo di quattrocento mila ducati, comefogliow
far e ne' caft gratti del Re; non haueua potuto mandare danari all'efferato, che
era in Trouen\a, né fare da' confini fuoi contra il Re di Francia, fé non debo-
li prouedimenti, & di pochi '({ima riputatone. Onde i Capitani Ce farci d ite-
rati d'ottenere Marfilia, e temendo come il Re fi accoflaua non incorrere in
gramffimo pericolo , Iettarono il campo da Mar filia, il mede fimo giorno, nel
quale il Re raccolti fri mila Sui7gen , fi moffe d^Auignone con tutto effer-
ate.
\
Q^V INTODECIMO. H9
cito. Leuato il capo da Maj filmi Capitani di Ce fare no tarmo finito la fron-
te a Italia procedevo co gradi/fimo, celentàiperche conoficeuano in quanto peri
colo fi ridurrei borio , fé nelpaefe nimico fi fujfe accofiato loro-, b tutìOy ò parte
dell 'e fiere: to del tic di Francia, & dal^shra Parte il B.e giudicando a baviere
occafione molto opportuna di ricuperare il Ducato ai MdanoperCefiercitofo a Qjafte pa
te te che baueua- perche Cirvcu a efs ere d 'cheli le ce fé de ' mmias& perche fpcra- «>ic d«' R«
uà andando per lo camino diritto* deuerc r epere in liana innanzi ali ep emtti* 1uoj capita.
che fipartim da Marfilia; deliberò. fluitar quel beneficio che la fortuna eli "« so molto
é porgeuadaqual co fa manifiefiò a gli hmminifuùi co quefie parale.* lo hofiahi
iito di uolere ferina indugio paffiire in Italia per finalmente: qualunque m i con
fonerà al cotranoaio fiolo no farà udito da me ma hiifirà cofia molto mohfia. "fQ ' V, J©^
.Attenda ciaficmo a efeguire fiollecit amente quel che gli farà comefio.o che ap- !fS§*^ (y>
partiene alt ufficio fuojddio amatore della giuflitia- & la infolen^a, e tersevi l\ ) .[->.
tà de turnici ciba finalmente aperta la uia di ricuperare quel che indebita- |-a C2^>/!
mente ci era flato rapito „4 quefie parole corrifyofie, & la cofian%a nella de iti a, \\ fi*\
teminati<mti& la ceder it a nelle e fecut ione. Molti Cubito l'efferato .nel quale ******** 2
erano due mila lande, & uenti mila fanti, fuggito il cegreffo della madre che Principiti' a
da .Auignone ucniuaper confortarlo, che non p affando i monti > amm ini flr affé ^ f^fj0
la guerra per i Capitani. Commeffe a Ren%o da Ceri,che co'' fami ch'erano fiati parer d'ha-
feco a MarfiUafalìfifiefiu l armata , &per non preflare C orecchie a' ragionarne- "^erV^ d°
ti della concordia? o diffidando delTotefice; uietb che l\Arciuefcono di Capua nya «(hi io
mandato a lui per pafiare poi a Cefiare, procedere più oltre: ma commeffe che, SiunàS?1'
ò trattafie fiei o per lettere, affettando in ^Auignone apprefib alla madre, ò ri- Tutta uia tU
tornaffie al Tourcfi.ee. Seguitando in qucfiomexpi nemici con più prefte%ga Sout'rmipfu
potcua; ma e fi di fregando le mole fiie date da paefimi, & procedendo con rofto ubidì-
rgrandiffìmo ordine perla rimerà del mare, fi con ufiono a Monaco: oueb rot gìf^.UG^
te in mola pe^gi l'artiglierie, & caricatele fu 'mudi per condurle più fiacil- uso fimiimé
mente; peruennero al Finale : nelqual luogo intefia la mofia del Re , raddop- l*hc c\ '"^
piarono,per efiere a tempo a difendere il Ducato di Milano, nelquale non era - Fi Sctfoo (fi
no rimafefior%e fu fidenti a refifteresquclla celerità.che prima haueuano ufia- fa°to dffar" )
taper fialu axfu Ci fi procedendo Curio & l altro effercho uerfio Italia, peruen " 5 tolfc qu-
nero in un giorno mede firmo il Re di Francia a Vcrcell'uil Marchefie di Tefcara P *rerde*ca
co' caualli}& co fanti Spaglinoli ad iAÌba,feguitando il Duca di Borbone co? pi«ni:ma fa
fanti Tedefichipcr interuallo d ima giornata: flquale non dando fiacio di refii- chf iauofu»
rare a fefiefib3andb il dìfeguente da Alba a Foghiera camino di quaranta mi fero ^mpre
glia, per andare il proffimo giorno a Tania, ouefii congiunfie col Viceré uenuto
da tAleftandria, oue haueua lafciato alla cuflodia due mila fanti, con grand if b Non pur
fv^iaprefiieTga, in tempo che già Cefiercito del Re commciaua a toccare le ri- ccsui'/nì.
pedel Tefino. Quiui confutando tra loro, & con Gierolamo A ne delle co £fi ? r,c% m*
fi communi,hcbhero il primo peri fiero laficiatafiufficiente guardia in Tauia,di flndcfc di!
fermar fi come Calne uolte haueuano fatto in Milano :pcrò ordinarono che fu-. ce -1 ^'°ufo
^hauendonc
Prima preiìò tS,Mafij:no.fouerrao un pezzo grofilfruBO che non ueniflc in mano cie'Frjnce'' . Giouio.
, Lll bito
A
l t b n o
bitortì andafìe il Moroneperprouederz alle cofie necefi irte Z Duca -.lì
Milanoyil quale battevano madato a eh amare \ lo < Sciato , *,rn~
tonio da Leua a Tauia con trecento huomtm ci inquem la po-
chi Spagnuoli infuori tutti Tedefi bit fi mofifon • r. .'.' . \ano. Ala la Città di
Milano afflitta dallapefle grandi ffima the l'haueua ueffata qu •' fiate; non
pareuapw fimile afie mede fima: perche del popolo era ì aorte num ograndifi
frmoAi quelli che haueuano fuggito tanto infortunio molti erano aJfenti3no ri-
dotta dentro la copia delle uettouaglie confiueta,difficili i modi delfiarprouedi
menti di danari, de ripari-, non hauendo alcuni atte fo a conferuargli, lamag-
gior parte per terra: & nondimeno in tate diffidili à farebbe fata l 'anticapro- a
te^ja degli huomini alle mede fime fatiche >& pericoli. Ma il Motorie cono-
ficcndo che il mettere l'efiercito in Milano più tofio partorirebbe la rouina di
quello che la difefa della Città,fatta altra cleliberatmie fermato fi in me%p del
pa rfm ite il la moltitudine parlò co fi a INoi poffiamo hoggi dire, né con minore molefiia
Gìouio nei fa animo >le parole medefime che nelle anguflie fue diffe il Saluatore. Lo fl>iri-
vita dei Pe- to certamente è pronto, la carne inferma. Voi hauete il medefrmo ardore cheb
moaM 'to1 - battete battuto fempre di conferuaui per Signore Francefco Sforma lui trafig-
ne.chefauei gono;come fiempre il cuore ipericoli,& le calamità delfino diletto popolo: egli
lando *l P° è parato a mettere la uitapropria perfialuaruU uoicon non minore pionteyga
fe°j Milane- ìejporrefli al prefiente, che molte uolte l'hauete enofila per lo pafifiato: ma alla
fi dei giura, uolontà non corri fbondouo da parte alcuna le fior? e, per eh e per fé fiere la Città
mento: ma n mi- • rr n ì »• j- j
il capeiia di quafi uota d habitatori}e\ferciflrette7^a cu uettouaglie, mancamento di a ano,
ciò non par Y^ e -% baflioni quafii per terra-non ci è modo di prohibire che i Francefi non ci
ne, che': Ce entrino. Duole al Duca quanto la morte ieffiere necejfitato ad abbandonare,
farei prefero ma mo\tQ ^m C]K \a moYte gli dorrebbe che il uolerui difendere fuffie cagio-
lo sforza k ne dell'ultimo eccidio uoftro, comefien%a dubio alcuno fiar ebbe. "He mali tan~
del ^?ro; to grani è tenuto prudente chi elegge il male minore, chi non fi difpera tanto
al principio che abbandoni con unafiola deliberatione tutte le fue jperaw^e: però il Duca
fuo* r l4' de* Ul confiorta a cedere alla neceffità,che obediate al Re di Francia per rifierbar-
tari: la quai ni a tempi miglioria quali habbiamo grandiffime cagioni di jperare che pre-
«oia è anco a ritorneranno. Non abbandonerà il Duca al prefiente fie mede fimo, non ab'
nel Giorno, J. , , . ^ ^ . , , • „ r r\ ìrr ir,
& poco fot- bandonera infuturo uou la potenza di Celare e granaijjima, la fortuna ine-
ritole^0 Amabile Ja caufia ègiufiijfimay i nimici fono quei mede fimi che tante uolte
fono flati uinti da noi . Riguarderà Iddio la pietà uoflra uerfio il Duca,la pie-
tà del Duca uerfio la patria, &_ dobbiamo tenere per certo,che permettendo ba
ra a qualche buon fine quello, a che cicoflrigne la neceffitàprefiente;ci dar apre,
filo contra il nimico fiuperbiffìmo uittoria tale, che felicemente con lunga pace'
ci rifioreremo da tante moleflie. Dopo lequai parole hauédo fatto mettere net
touaglie in Caflelhifiuficì della Città, jlndaua & il Dttcaa Milano , non fia-
pedo quel che hauejfie fatto il Morone: ma a fatica uficito di Tauia ficontrò Fer
rando Caflriotta cheguidaua l'artiglieria: dalquale auertìto che una gran par
te de nimici haueuapafiìato il Tefimo,& che hauendo fiottato fiul fiume zite?-
chcì-o
OVTNTODPCÌMO; " 4f*
ij'uàilaqualè per le pìoggie immoderate groffìjjìma era diuturni %glì àrgini cìfe
rei letto doue liburne fi diuid e, fi lattoni uano per sformarlo a uolgcrfi nel r&-
pio minore ;hora Iterando il Re di fuperare con lapoffan^ade gli buomìni,&
de danari la uìoleia del fiume; finalmente Xefpeneuxa dimofìrò quel che qua
fifempre apparifce,che piupuò la rapidità delfiume,che la fatica degli huemi
nifo la indufiria de periti;però il Re pri nato della jperan^a della for%a, & del
l'opere, determinò diperfeucrare neli' affedio, conia lunghe^^a delqualefbe-
raua ridurre quei dì dentro in necefjìtà di arrender fi. Ma mentre che quefle
co fé fi fanno, & fi preparano, il Tonte fi ce poi che hebbe intefo ilRehauere » gìo.m it-
ociupato a Milano ycommoffo daprincìpio tanto presero >& perciò defdcrofo }co G .bert°
adia(Jkurare le cofe proprie -/mandò a lui a Gian Matteo Giberto Vefccuo di Fé rapa Leone
rotta fuo Datario, huomo a fé confidenti fimo, ma ne anco ingrato al Re. Com- J* 5d c« "
meffegli che prima andaffe a Son%ino a confortare il Viceré, & gli altri Capi- èiaal ietAt
tani alla concord ia,dimoflr andò douere andare al Re di Francia per la medcfi f^J ^aal
ma cagione; i quali già accrefciuti di fpera^aper la refifienT^a di Vania; gli ri io età iuo
Jpo fono ferocemente non uolere preflare orecchie ad alcuna compofi tiene } per ?<J"J y ^f*
liquale il Re haueffea ritenere impalmo di terra nel Ducato di Milano: fimi no di vero-
le,& forfè più dura difiio fittone trono nel Re di Francia, enfiato per la gran ™ùhf gio"
deT^a dell' esercito, & per la facilità non folamcnte difpfientarh, ma di ac~ r-a u<fk, &
ere/cerio: col quale fondamento principalmente affermaua cjfere pafiato in "£rl * a™
Italia, & nonper lafyeran%a fola dìhanere a prevenire i nemici-, benché dicef- ài Decèbre.
fe,& qiuflo efsergli in buona parte fucceduto ffterare alcerto di ottenere Va- p°puacto °dì
ttia , l aquale tuttauia continuaua di battere afpr amente, per l'opere faceua in- e le m étein-
tomo alle mura,allequali confidaua che i rumici, hauemo come fi comprende- coj0 Scóbec
uà per la infiequentìa del tir ave, mancamento di munitioni, nonpotrebhono re s° Ardue -
fi fiere , & per la deriuatione che ancora non era difperata dal Ti fino, & per la p^ ; $ Cuì
careftia del pane che era d entropie filmare premio degno di tante fatiche, & q.uefto aw-
dijpefa cofi immoderata la ricuperatone fola del Ducato di Milano, & dì Gè te paria.
noua , ma penfare non men o ad affaltare il Regno di ls[apoli . Trattoffi dipoi
tra loro, & con piccola difficoltà fé gli dette laperfettioneja cagione principa D^a0r"o q|*
i le per laquale il b Datario era flato mandato: perche il Vontefice s'obligò a no berrò foie»,
dare aiuto manifeflo,ò occulto contra il Re, et che il mede fimo far ebbono i Fio L Jftap^.
rentini,& il Re riceuette in protettane il Tontefice,ei Fiorentini, inferendo- *ica fia'-i Pa
uifpecialmenie l'autorità chehaueuaìn Firenze la famiglia de' Medici: la- ^ u'imer-
quale concordia conuennono non fi publicaffe,fe non quando par effe al Ton- ue"n« ancha
tefice : & nondimeno ancora che non perueniffe allhora alla notitia de i Capi- da carpi "
tani di Ce fare, crefceua in effi continuamente il foretto con reputo di lui: però OMt«r llj°>
per certificar fi al tutto della fua mente; mandarono alni Manno .Abbate di ge^nVca-
1<[agera Commeffario del campo, a proporgli infieme jperanT^a , e timore : P.el!* >. cl£
perche da una parte gli offeriuano cofe gradi ffime: dall'altra gli dimoflrauano poco di fot*
che effendo Ce far e* & il Re uenuti all'ultima contenzione, nonpoteua Cefi- t0 uien toc-
re non riputare, che fufìe flato contra fé chiunque fufie fiato neutrale » Ma
Lll 3 il Ton-
LIBRO
ilTonteficerijpondeua ninna cofa meno conuenireafe,cheil partire dalla
neutralità nelle guerre tra i Trincipi Chrifiianh perche co fi richiedeua tuffi-
ciò Tafior ale >& perche potrebbe con maggiore autorità trattare la pace y per
laqualc nel tempo mede fimo procuraua con Ce far e, a cui, hauuto licenza dal-
la madre del Re dipaffare da Lione in Ijpagna dopo ìacquifio di M,lano,per-
uenne r*Arciuefcouo di Capua: & feufato chehebbe con le medine ragia-
ni il Tontefice, del non hauere minto rinouarc la Lega, come Ce fare , intefa
V andata del Reuerfo Italia , haueua infiantemente dimandato; lo confortò
efficacemente in fuo nome che, ò con la triegua ocon la pace fi depone fiero
tarmi. Inclinauano l'animo fuo alla concordiale diffuulià nellequali uede-
ua efferc ridotto: no hauere modo di fare in Ijpagna prouediméto alcuno di da
nari per le cofe d Italia, la proferita che fi dimofiraua del Re di Fracia, Ufo*-
(petto che il Re d'Inghilterra nonfuffe occultamele conuenuto col rìmicoper-
che quel Re nofolaméte ricufaua che cinquantamila ducati ,i quali finalmente
haueua proueduti a Roma per la guerra di Troué^a} fi mandafìero alt effera-
to di Lobardiama quel che caufaua foretto maggiore, dimandaua a Ce far e co
flituito in tante neceffità,che gli reftituijjei danari prcfiat'u & che glipagaffe
uà il Re di Francia,& uenti mila ducati per le pen foni, eh e il mede fimo Repa
gaua al Cardinale Eboracenfe}& ad alcuni altri >& trenta mila ducati fi pa-
gauano alla Reina Bianca, fiata moglie del Re Luigi: dellequ ali pvomejfenon
haueua in fino a quel giorno pagata cofa al ama: & nondimeno Ce fave con tut-
to che alt afflittone dell'animo fi aggiugneffe la infermità del corpo? perche
a le genti ^ dolore conceputo, quando cominciarono ad apparire le aifficultà delia cfpu-
dtU'v »aie a gnatione di Marfilia; gli haueua generata la quartana; o perche la mente fua
parade/Re indifpofta e. 'cedere al nimico non \fi piegaffe naturalmente per alcune difficuU
rrottcToio l^'° Perc^e confidale nella uirtù del fuo efferato fé fi conduce ffero mai a
ùannistuar fare giornata co nimici;o promettendo )jì douer e effere per loauuenire fauo*
Tctt deue Ylt0 non meno immoderatamente dalla fortuna, che per lo paffato flato fuf
leggeri! , & fé; rifpondeua non effere fecondo la degnità fua fare alcuna conuentione,
?co"rc«amé mentYe c^e HRedi Francia uejfaua con Carmi il Ducato di Milano, Haue^ j
tehanomoi uà in queflo meTg deliberato il Re di Francia d'affaltare il Reame di^s{a-
do)?cxi2cU poli, fperando, oche il Viceré mofìo dalpericolo perche non ni era rimafto
capeiia , prefidio alcuno, abbandonerebbe per andare a difenderlo, lo fiato di Mila*
a'eflcr* "dieci no, o almeno cederebbe a deporre Carmi con inique conditioni; il che il Re
mila fanti, mofl0 dalle difficultà d'ottener Tauia, cominciaua quafi a defiderare. Defli-
minime »ò che a quefia guerra andaffe * Gwuanni Stuardo Duca d'Albania del fan- *
Renzo gue de' Re diScotia con dugento lamie, feicento cauai leggieri, & quattro
Coititi mila fanti, che fileuaffero dell' efferato, lametà Italiani, quattrocento Sm^
con
da <
con
tri di cafa ^ri,&glialtriTedefchi;&permirfialHÌRen^odaCerifcédejfea Lìhoy-
Q^V INTÒDECIMO. 4U |
foco fanti Minati per l'armata, laquale ritardata dalle difficultà de prouc-
dimenti necejftrij, dimoraua ancora nelporto di Villa Franca; & che Ren%ò
mede fimo, &gli altri Orfinifoldafìero nel paefe di Roma quattro milafanth
laquale deliberatione fece per .Alberto Conte di Carpi Oratore fuo, nota al To
tefice, ricercandolo che pemctefiecbe a Roma fi foldajfro i fanti, & confen-
tiffe che tcffer cito paffaffe per lo fiato della Cbiefa. Graue era quefia dimanda
alTontefice, a cui farebbe flato molefiiffimo, che al Re di Francia perueniffe
altra il Ducato di Milano , il Regno di l^apoli: ma non hauenio ardire aperta
mente di T<[cgarla;confortaua il Re, che per allhora riòfaceffe quefia imprefa,
riè mette fie luiinneceffità di non gli concedere quello, chepergiufli ricettino
potata confentire , dimofirandogli con prudente difeorfo quefio penftero effer
contra la propria utilità: perche fé la cupidità di ricuperare il Ducato di Mi-
lano gli haueuaper lo paffato cocitati tanti nimici, che farebbe bora il uederfi
che ■ajpirajfe anco alRegwdiWapolil Che maraviglia farebbe fé quefio mo~
ueffe i Vinitiani aprédere laguerraper Ce far e, trapalando ancora g/i oblighi
della loro confederatione? Confi der affé che fé per difauentura fi di fficult afferò
iprogreffifuoi in Lombardia con che riputatane potrebbono procedere rei Re
gno di Vapoli: & che la declinatane in qualunque di quefii luoghi partori-
rebbe la caduta nel? altro: & che in ultimo fi ricordale d'bauerlo commenda
to di efferfi ritirato all'ufficio del Tonte fic e: però no conuenire che bora lo afin
gnejfe a fare il conrario. Ma in uanofi diccuano quefie cofcpcrche il Duca r'ò
affrettata La rifp fia; haueua come certo della concefiione del Tontefìce\pafta-
to il Tò alpafio delia Stellatale è nello fiato di Milano, benché il quinto gior
no poi ritornò ìniitUoipercbe il Re battendo notitia, che giàcominciauano ad
arriuare a nimici > fanti Tedefchi,& che il Duca di Borbone era andato nel- g ln fta
l* Mamagnapermuoucrne maggiore quantità; uollc ferbar fi intero tefìerci- forma, che
to, infino non uenlfìe nuouo fupplemento di SuiT^eri, & Grigioni, i quali ba j^^J
ueuamandatiafoldare:nelqual tempo procedeuano lecofe diciafeuna delle Lodi per a n
parti qnafi ociofam ente: il' Re continuata lafiedio di Vania non intcrmetten ^J^^
do i lauori del1 e trincee, & il mole farla coli ì artiglierie: gli Imperiali afiet- g k>uì©; eh'
tan'o U ritorno di Borbone; fiauano quieti, eccetto cheti Marchefe di Tcjca- ^/^J|
xa,ne\laprouidmrza;& ardire delqu ale la maggior parte de configliela certa tacciti,
a mente tutte icfiecu ioni fi ripofauano, ufeito una notte a di Lodi con dugento fJ^J d^5Va-
caualU,& due mi! a fanti entrato aUimpromfo nella Terra di Mel%i,guardata ito fu que-
negligentemente da G erclimo,& da Gianfermo daTriul%tcon dugento ca- |!^?a]^
Mlìi fece prigioni i Capitani con la maggior parte de foldati:de quali Gicrola eia i n ròte,
tno poco poi mon d'una feriiaricer.utauel combattere, firmarono di* 01 d~ g ^ulnl
Ve/ierc ho del Re gli Sui7'^eri,e i Grigioni, alla uenuta di- quali il Lu a (CM GhoUtió^
baniamofio di nuouo psfiiulTÒaUaStradella nelTiacentino.Dallaqualein- l^^U
clinaùone non potendo il -pontefice diuerttre il Rejiòfrf par non lo ìrfojpet- gAio <&&
tire non ne facendo Mólta ih fianca; gli panie tempo oppiti inno a mamftjlare I^Vaiai*
a 'Ai imperiali Lconuemionì fatte prima con lui>& * ur.w.are la mcntione **•
>«* * Lll 4 della
L I fi R O
della concordia: allattale per la difficultà dell' ottennero Tauia,& per lo peri
colo del Regno di JJapoliyfperana douere irouar minore durerà in ciaf una
delle porti. Squali effetti mandò Vagolo rettori Capitano delle fine Galee a.
fignijìcare al Viceré, 'non bauere mai potuto benché nhaueffe fatto gradifjima
diligenza irimuouer e il Re dalla deliberatone asfaltare il Reame di Ts[apoli
né potere, per non trasferire la guerra in fé, allaquale non potrebbe refiflere,
vietargli ilpafio: an^i e fiere neceffitato ad afficurarfi con nuoue conuentioni
di lui bielle quali non confentirebbe mai conditione alcuna nociua a Ce fare) a
cui cono fere ninna cofa efiere più utile in tante difficultà che la pace: laquale
perche fi potefie trattare innanzi che i difordini più oltre procedefiero;confor-
tare il Viceré a confentire,che l armi fi fio fi>ende fiero, deponendo perche altri-
a u Capeiia mentl r Rc non W conde feenderebbein mano di per fona non folcita, quel che
moftra, che *» nome di Cefare,& del Duca fi teneua anfora nel Ducato di Milano $ erare
il Moron* c^efact0 ^flo;fi conterrebbe in qualche modo bone fio della pace, per laqua-
iuronoamé leproponeua che il Ducato di Milano fep arando fi in tutto dalla Corona di Fra
diùmo p"- eta>fufie con ? inueftitura di Cefare,ilquale in ricompenfo ne riceuefie forum a
rere -, do è conueniente di pecunia,conceduto al fecondo genito del Re: che co honefto mo
douefre "ba *o fiprouedefie al Data di Milano ,& al Duca di Borbone:^ che il Tontefi-
donar lo fta ce,i Vinitiani,ei Fiorentini s'obligaficro ad unir fi con Ce fare contra il R^e, in
«o per a n da cff° non 0fie™<zfie le co fé promefie. Conofceuano i Capitani di Ce far e la gran-
re a faiuare deTga delle difficultà, & de pericoli, hauendo in un tempo mede fimo afoftene
NapoU? il re in tanta penuria di danari la guerra in Lombardia) & apenfare al Rev:o
gìouìo pò di Ts[apoli, abbandonati manifeftamente da fu (fidi,! del Vontefice , & de Fio-
dei pefcarl r£ntlì^j& già certi che iVinitiani far ehbono il mede fimosi qiiali fé bc.->efol~
foio.the fi dando nuoti fanti s ingegnafiero dare fheran%a di uclcre o (tentare la Lega;
Lancia vi- ciijjeìiuano con nane jcuje l efiecutione: pero il Viceré non alieno con l ani-
Smonaco !e" mo datta eoncordia;inclinauaper la ficurtà del Regno di -J^apolia ritirami fi
lettere del con fefiercito: maprcualfe nel configlio a il parere del Mar che fé dà Tefcara, a
Napoli eh* ityualeProcedendo parimente con audacia, & con prudenza, dimofirò e fiere
andafle a di necefiarìo dispregiatigli altri pericoli, fermar fi alla guerra di Lombardia, dal
Regno ,qche ^ uittCYla dellaquale tutte Coltre co fé dependeuano: non e fiere defiinate tali
co tàta'effi- fer'se ad afi altare il Regno di Trapali, né potere con tale celerità conu infila,
flato face"3 oue erano mo^te terre foni & larefiflcnia di coloro, la fallite de quali cohfi-
sfe con uittoria, chi dubitano, che umecndo , libererebbono J,
ìe k? rtato di ^ #*<"** di Klapoli, quando bene per Ce fare non fitenefie altro che una tor-
iiiiano per re fola* Stando fermi in Lombardia, potere e fiere ulna fiero a Milano, & a
uiiaxebbi* W&&>k: andando a l>^ifoli,fiperdeua al certo Milano, ne fi liberano il Re-
andato (e il gno dal pericolo >oue incontinente tuttala guerra fi trasferir ebbe:& con quo-
fi* folle op° le f^eron^a ritornandoti come tinti? donde con tanta riputat ione ti entre-
jofto. rebbono inimici) tanta farebbe l'indìnatione de popoli) che per natura) per
odio
Q^V I N T:0 D I C I M O. 4f j
odio,pet paura fi fanno incontro alla fortuna del uìncitore,che nonpiufi difen-
derebbe il Regno di l^apolucbe il Ducato di Milano. ISlè muouere altro il Re.
di Francia idubio ancora de' fucceffi di Lombardia* a diuidere l'efferato > a co-
minciare una guerra nuoua,mentrependeua laprima,che la fperan%a,cbe per
troppa follecttudine del Regno di 7{apoligli lafciaffero in preda tutto lo flato
di Milano, per i cui configli deliberar fi, per i cui cenni muouerfi lì efferato tan-
te uolte uincitore^che effcre altro che con eterna infamia concedere alle mina : r
eie de uinti quella gloriarci) e tante uolte contra loro shaueuano co l'armi ac-
quiftata ? Laqual fentenya fegnitando finalmente il Ficerè, mandò a Ts[apo!i
il Duca di Trai etto con or dine, che raccolti pili danari che fipoteffe , <Afcanio a Furono ,1
Colonna , & gli altri Baroni del Regno attende ffero a difenderlo : & ancora cuni,fic5<te
che alla jLmbafcìata, fattagli innome del Vontefice, haueffe ri jfofomodefla- l.aSwtà
mente ifcriffe con 'molta acerbità a Rorsia}ri enfiando uolere udire ragi?n:x<icn *** ,>efc(a™ >
t to alcuno di concordia . a Donde il Vontefice moflrando d 'effcre menato dulia rocòn oni-
neceffìtà perche il Duca di ^Albania co?itinuamente andana innanzi; piùìico, iro è5f^f
non come fatto prima, effere conuenuto col Re di Francia con una femplice prò lc a prètta
me fifa di non offendere l'un l'altro : ilebe fignificò etiandio per un brieueagli <*er Jjn &J1'
agenti di Cef are, allegando le cagioni,& fpecialmente la necejjìtà.che l' batte- a piacenza ,
uà indotto: ilqual ariette prefentato da Gioitami Cor fi Oratore Fiorentino, & & accomp}
r iì ri gn 3 re i coli
aggiunfe quelle par ole ,che conueniuano a tale materia , Ce fare ilquale prima gii & le fot
dimoflraua non fi potere per fina fere, che il Vontefice in tanto perìcolo l'abbati *^i6§»*
do naffe, cornino fio molto d'animo; rifpo fc,cbe né odiose ambinone , ne alcuna a ciò fare
priuata cupidità l batteria indotto apigliare daprincipio la guerra cotra il Re granfce^[*
di Fronda, ma le perfuafioni, & l'autorità del Vontefice Lione , confortato a ti,a<àc:fc ch'c
euèfto ( come diceua ) dal preferite Vontefice, che allhor a era il Cardinale de' ^)ùfozr*ò&
Medici, dÀrno Arandogli importare molto allafalutepublica , che quel Re non coftrignere
poffedefle co fa alcuna va Italia : il mede fimo Cardinale effereflato autore del- £ ,! " fiu "f
la confederatione, che innanzi alla morte di ^Adriano Vontefice 7 fi fece per la ò Tacco rdo:
medefkaa cagione ipero e ffergli fommamente mole fio, che colui, cbefbpra tut jj^* J^\i
tigli altri era tenuto a non fi feparare da lui ne* pericoli , ne quali era flato Guidar V\ -
autore che e/\traffe,hauc fife fatto una matafione, che tanto gli noceua, &fen- JJ^J"/*
%a alcuna neceffità : percbe,a che fi potere attribuire ad altroché afoperchio v ; nitt e ni ;
timore , mentre che Vania fi difendeua ì Ricordò quel che baueua fempre ceni Scende
dopo la morte di Lione , & fpecialmente in due Conclaui operato per la fitta te-in itali*
grandezza t& il defìderio,che baueua battuto, che eifuffe affunto al Vontcfi- ^tì ^{
cato,per me'zp delquale baueua creduto fi bauefi e a flabilire la libertà , & il mila suizze
bene commune d' Italiane fi perfuadere che al Vontefice fufìeufcito della me hVucre "Te
moria la poca fede del Re di Francia, né quel che dalla fua uitioria potcjìe , ò ™** deIla.
temere,ò Jfterare. Concbwfe-, che neper la deliberatane del Vontefice iberiche 1™°™ de*
indebita,^ inajfiettaia,nè per qualunque altro accidente abbandonerebbe fé d.ue effe.rci:
medefimo,nè confida fi e alcuno,cbe per mancamento di danari bauefie a muta f0'xt0 a +s r^
refcnten\a , perche metterebbe prima a ogni pericolo tutti i regni , & la uita & a +«°«
propria>
t I B B O
*ro*r;rf, ér <#w tó»?o fljb in queflo, che fupplicaua Iddio non fufje capone
delia dannatione della fua anima. Mequali querele replicaua l'Oratore Fiore
« Nd Hb» tino. * Il "Papa poi che fu eletto atta fuprema degniti , ejfere flato obligato a a
HT" V incedere non più come Cardinale de MeHci.macome Pontefice Romano,
JSjrES UScio del quale era penfare, & affaticaci per lapace de Chrifliani : fere A
*Ìtl£ non bauere mai ricordato altro ibe la necefjìtà che fé n'haueua , finitone si
XicKgifti. forti a lui , & mandatogli l 'jlrciut forno di Capua due mite , & protrato
m* <u pt che il debito fuo eranon aderire ad alcuno- Hauere ricordato ti medefimo,qun
ta cenere x, i' ^mmiradio parti d'Italia , non fi potendo in tempo alcuno trattare co»
JSuMfi maggiore bonore per hi.nl bauere ri portataaltrariftfacbenonfipoterefa
te.™ offe £* confentimento del Re di Inghilterra . Ricordaffift Cefare quanto il
k.nto. -Pontefice baueffe diffmfo ilfaffareneUaT>rouea%a,percbefi turbaua in tut-
?-e tola(b'ran7aiellapace,& perche come iadoumo delle cofe, che erano jucce-
Sr dutehaueua predetto che la neceflìta che fi poneua al Re di Tracia di amar-
^potrebbe efiere occaftone di fufeitare incendio in Italia di maggiori perno,
li Hauere per lo Vefiouo di Verona confortato il Regiafoffefforedi Milano,
& il Viceré alla concordia,ma in nimo bauere trouato tnclinatwne alla face.
Hauere dipoi negato con molte ragioni , & con grandiffima efficacia di consen
tire il patfoper lo flato della Cbiefa alle gentuebe andauano contra ti Regno di
■Napoli ma il Re non filo ejfere flato fordo allefarolefue,ma non affettata
la )„ar'ifboflahauerlegiàfattepaffarenelViacentino: perciobavere ultima-
mente mandato Vagolo Vettori a confortare il Viceré alla foff enfiane adi ar-
mi.proponendogli le conditìoni conformial tempo , & a certificarlo deha ne-
ce(Iità%haueuad'aficHrarfidalpericoloimminente,uedendomafimam^
teflarefilpefi i Vinitiani,& il Re d'Inghilterra alieno da concorrere alla dife
radei Ducato di Milano , fé nel temfo mede fimo per Ce fare, & fer lui non fi
raoueua la guerra di là da' monti : ma uedendo ti Viceré ncufare tutti i modt
propofli,& le genti del Refrocederefmfre innonderà flato coflretto pig.*
re la fede,& ficurtà da luinonfiobltgando adaltmcbea non offendere .1
flato al Re
di Fra ;< eia
ile he è a
te <0o.
Ha
La~
■
fi
mentauaft Cefare la conditionefropoflaal Viceré ejfere fiata molto dura, ha-
»crriadcpofitaredallafuaparte,quellofiteneua,fenzafarementionechedaL
Redi trancia fi faceffe il medefimo , & finalmente ancora che il Marchefidl
■Veflara confortandolo alla concordia, gli baueffe ftgnificato effere nel campo
molti difordini,& le cofe in grauiflimo pericolo,nondmeno nonfiegauai ani
mo dellapacefberando per lo ualore de' fuoifildati la mttoria, figli efferati
, ' r. ì< L.r ~i.„., *rn™Uitti-rp. TiprCeuerana in auelio tempo
Mario eoa l'artiglierie: aUaquale aifficuitan nej/^™^.— j— —
tento, che il Duca di Ferrara ritenuto nuouamente da lui in frotettione, con
oblw dipananti in pecunia numerata fettantamila ducati, ne conuerttfieue
ti mila in ualore di tante munitioni , lequalifi conduceuano per io Tarmigia-
«,,& Vicentino con animali,& carra de' paefani,f refiate per commeflme
C^V INTODKIMO. 4,4
del Tontéfice nonfen%agraue querela delvicerèycomefe queflofufie preftare
e fprefi amente aiuto al He di Francia : lequali perche ficur amente fi conduce f-
fero haueua mandato a incontrarle con dugento canali i , & mille cinquecento a Jone il
'fanti Ciouanni de* Medici: ilquale nel principio della guerra a querelando fi di Gmuinfde*
efiere ueduto con malocchio dal Vicerè,negli effere dati tanti danari) che ha Medici do-
flajfero a muouere i [oliati » era da gliflipendij di € efare p affato a gli flipendij *£*£ ddi©
del Rey& parena che ad afficurare le munitioni bafiafiequefìoprefidioperla sforza , cota
propinquità del Duca £ Albania, H quale nel tempo mede fimo haueua paffato lf haueua°
il Tò . Ma il Viceré ,& il Mar che fé di Tefcara,per impedirle gittato il ponte militato: j?:
fi' e fio a Cremona, pafiarono il Tò confeiccnto huomini d'arme , & otto mila c£\ FrgcacCfi
fanti alloggiando a Monticelli il primo giorno , nondimeno ritornarono preflo guerra in ita
di là dal fiume, hauendo fentito che il He per opporfi loro mandaua Tommafo ™*dz iuj fta
di Fois con una parte dell'efferato. Dopo la partita de quali il Duca d'alba- to ^ clJiahnia:
nia pafiò per lo t enitori o di Reggio , & per la Carfagnana l Appennino ; ma rc i0 Cod-
frocedendo con lentezza takahe conftrmaua l'opinione-, che il Re più per in- da.^c ™ j*f
durre con queflo timore i Capitani di C efare, ò a concordia , ò ad abbandonare & trecenti
le cofe di Lombardia,che per fberani^a difareprogreffi, tentaffe quefìa impre- «^k
fa.Vnijfi con luiprefio a Lucca Ren%o da Ceri con tre mila fanti uenutifu l'ar .
mata,allaquale nelpaffarefi era arrenduto Sauonaj& Varagine,& ritorna- n\ dei prefi
ta l'armata nella Riuìera Occidentale di Cenoua teneua in fofbetto quella cit- #* Fl?cc*»
\ • »> ii • • !•••■/; eh :ramV_a
ta . Seguita l aitino mille cinquecento uentianque : nel principio del quale m37xx'v.
Don Vgo di Moncada partito da Cenoua con l* armata,fcefe in terra con tre mi nglnTjuró^
' Li fanti a Varagine, doue erano a guardia b alcuni fanti de* Frane e fi : ma .ve- ^^fo
ncndouìalfbccorfb l'armata Francefe,della quale era Capitano il Mar eh e fs di mano,& gì
Saluto , l'armata nimica effendo reflata fenya fanti ;fi ritirò :però i fan- f„aat€è £°[1
ti Francefì fcefi in terra affaltati i nimici, & mortine molti; gli ruppono3 & '«' *™fato »
prefono ^ oa Vgo . I^el principio dell* anno medeftmo il Duca d'Albania a- cca^ hebbe
firinfe i Iucche fi a pagargli dodicimila ducati, età prefìargli certi pe?gi cC~ u tortnna
artiglierie ; & dipoi proceduti più innanzi per lo dominio de Fiorentini , percVo-he*
da' quali fu raccolto come amico ifi fermò con l'cfiercito apprefio a Siena pre «ti***»»»
gato a queflodal Tontéfice: ilquale poi che né con? autorità , uè con larmipo ^ul.u fal«
teua ornare a quello , che gli era moleflo ;fi sfontana di condurre ifuoi difegni a° jì1,"^
con l'arti,& con la indufiria . Tslpn difpiaceua al Tontéfice, che il Re diFran- Vn fubito il
eia conferitile il Ducato di Milano , parendogli che mentre (lai; ano in Italia vem? c°"*
j o j * x ■ . .o ^ no che i ma
Ce far e , e'I Re,che la Sedia Apoflolica, & ilfuo Tonteficatofuffro feuri dal- «n'ari furoa
la grandezza di ciafeuno di loro : quefiamed e fima ragione caufaua cheglifuf "^"oiue
fé moleflo,che il Re di Francia acquifìaffe il Regno di Tripoli. acetiche in ma- gaiee:di che
no d un Trincipe tanto potente , nonfufie in un tempo mede fimo quel Reame > $ 'ficSmft!
& il Ducato di Milano ; però cercando occafwne di differire l 'andata del Du- ron molto.
ta £ Albania fece infian^a col Re, che nel tranfito riordinaffe ilgouerno di Sie c^tanSei
na3ilqualeil Tontéfice }l fi endo quella città fttuata in me^ tra Roma , & Fi- prefidio fal-
le 4ictae addotto a gl'Imperiali :bigoniù, & coufocn ft zaffati , e il Wojitàda fatto prigione»
renici
LIBRO
?en%c,àefideraua fommamcnte, che fuffe in mano de gli amici fuoi , cornerei
opera fua era fiato pochi me fi innanzi : perche ejjendo nel Tonteficato d'^A-
dnano morto il Cardinale Tettuccio . & pretendendo alla fu ce e filone fina nel
gommo Vr ance fico [no nipote ^fic gli oppa fono per Ufiuainfolen%a i principali
del monte de' 7$ouc> con tutto che fu fiero delia mede firn; a faraone -facendo in-
fianca col Duca di Seffia Oratore Cefiareo , & col Cardinale de' Medici , che
fuffe data altra forma al gommo, b riducendola a libertà, ò uolgendo quell'ai*
parità a Fabio figliuolo di Tandoifo Tettùcci, benché non molto innanzi fi
fuffe occultamente fuggito da Trapali : laqual co fa ventilata lungamente; fi*
finalmente come Clemente fu affmtp al Tonteficato -per confentimento com-
munefuo, & di Ce far ere fiituito Fabio nel luogo paterno : ma non hauenda
r autorità che haueua hauuta il padre ,la città quafi tutta inclinata alla liber*
tà,quei del monte de* 7s[[oue,non molto uniti con lui, né molto concordi tra lo-
ro,la debolezza che ha lapoten%a duncquando non è fiondata fu la beniuolen
to un giorno per opera de'fiuoi auerfarij fen%a aiuto alcuno de' foreftieri , tu-
multo popolare, fu con piccola diffi cult à cacciato della città : donde il Tontcfi
cefilquale non confidaua nella moltitudine , né in altra f anione , deliberò ri-
durre in loro l'autorità per coflituire poi capo , b Fabio , b chi altri di loro gli
piace ffie : cofia che a gli Imperiali tcome IL SO STETTO cominciato fa
che tutte le cofe fi ripigliano in malaparte ; accrebbe l'opinione, eh e la capito
lattone tra il Tontefice, e' l Re di Francia conteneffe da ogni parte maggiori cf
fetti,& obligatione,che di neutralità . Dal ferma) fi il Duca d'Albania intor
no a Siena.procedette che i Sanefiper Hberarfi dalle molefìie dell'efferato, det
tono ampli ffima autorità a quei Cittadini, che erano confidenti alTontefice,fo
pra l' ordinatane del gommo : laqual cofia come fu fatta > riceuute da' Sane fi >
artiglierie,& certa quantità di danari fa fio più olire , ma procedendo con la
confueta tardità . *Andb da Monte Fiafcone a Roma a parlare al Tontefice >
& dipo? paffato il Teucre a Fiano , fi fermò nelle terre degli Or fini , donde fi
raccoglieuano ifanù- cbefifoldaiiano in Roma con pcrmifiione del Tontefice >
tlquale permetteva medtfìmamente , che i Colonne fi, iquali per la difiefia del
Regno di Ts^.poliyfiaccuano la mafia a Marino ,folda fiero in Roma fanti : ma
per la torà uà del procedere, & perche da ogni parte apparivano pochifiimi da
nari ; era qui fio mouimento inpìcioUffimo concetto igli occhi, l'orecchie, gli
animi degli internila erano tutti attenti alle cofe dà Lombardiajequali comin
dando ai affrettar/} al fine ; accreficeuanoper uarij accidenti a ciafiuna delle
punì l. ora lafieranza, bora ti timore . Frano gli affé diati in Tauia angufiiati
dalia carefiia de' danari ; haueuano firetteiga dimunitwmpcr l'artiglierie;
cominciaua a mancare il nino , & dal pane in fuori tutte l'altre mttouaglie :
onde i fanti T ode fichi già quafii tumultuo fiàment e dimandauano danari , conci-
tati dal Capitano loro,oltra quello che per fie fieffi faceuano , dt Iqualefi teme-
uà (he
C^V I N TO DECIMO. ^ 4^
uà che fé gr et amente non [ufi e convenuto coi P^e di Francia. Dati* altra parte il-
Viceré auicinatofi il Duca di Borbone Mq* tale conduce uà deiti/flàmagna cin-
quecento caualli Borgognoni > & fei mila fanti T ed efebi faldati co* danari del
Re de* Romanzerà andato a Lodinone penfauano raccorre tutto l'efferato^ ri~* a Ho fatt»
putandofì douer e bauere efier cito non inferiore a nimici ima permuouere i ncInqiJefto
faldati} & per fomentargli non bauenano ne danari, né f acuità alcuna d: prone 3453- seco *
derne : degli aiuti del "Pontefice ji& de Fiore ut ini erano del tutto dijpcrati\- f^/Glou?<>
medefimamente di quei de Vinitian'hiquali dopo bauere interpcfto uarie feu nei ìib. s •
fe,& dilationi, haueuano finalmente ril'poflo al Trotonotario Caracciolo Ora- ^ JefcJ" ,
t ore di Ce far e appreffo a loro, uolere procedere fecondo che procedere il Ton- che furo no
teficeper mexo delquale fi credeua ebefegretumente bane fiero convenuto col l™i°a i tri* i
g Pve di Francia di Rare neutrali : ara iz confortavano ceratamente il Totùfìce quali P«fua
r r % \ 1 in- j ■} n ■ • „ " fero il Papa
afarefeendere in Italia agli flipendtj communi aiea mila Suizgen ,per uon a vnirfì co'
bauere a temer z delia uittoria di cia!cmo de due ejftrciti : cofa approvata da vimtiani,&
, . n- »• , • , ' r r ' j-> 7 auoldaie vn
luumaper careflia di danari & perjua natura cjeguita tanto letamente,che cflercito?«8
molto tardi mandò iti Eluetia il Velano di V ertili a preparare ?lì animi loro. non hauer
n i' a rì ni 3 *
Sollevò alquanto le difpcultà diTauia la indufhia del Viceré , & deglialtri ner preda,©
Capitani: perche mandati nel campo Franccfe alcuni a uendere vino. Sintomo dc S1'1?1^
da Leva battuto il fé grommando afearamucciare da quella parte : donde leva- pracèfi viri
" to il romùre» b i venditori rotto il uafo grande scorfano in Tauia con un piccolo c ,totlj ™a °
uafettO) meffo in quello nelquale erano rinchiufi tre mila ducati : per laquale rauaritia \ o
piccola fomma fatti capaci i Tedefcbi della difficoltà del mandargli flettono in jfj/8^!"
futuro più patienti} & levò anco il fomento de' tumulti la morte del Capitano parola poe-
pr oceani a in tempo tanto opportuno jebe fi credette fuffe flato per opera di ^An ^iaronTfTe-
tonìo da Lena morto di veleno, Islelqual tempo il Marche fé di Tefcara arida- quitto quei
to a campo a Caj ciano } alla cuflodia dellaqual Terra erano cinquanta caualli > fuhóe.ravbedi
4? quattrocento fanti ìtaliani,gli coflrinfe ad arrenderai fenica alcuna comi* quefto me-
tione : ma efiendo venuto co3 faldati Tedefchi il Duca di Borbone, ninna altra ^toTei U.
cofa ritardava i Capitani ansij del pericolo di Tania , che il mancamento tan- \6. a carte
to grande di danari ; che non folamente non potevano penfareagli flipendìj **°'
deli' ' efferato ,?na haueuano difficultà de3 danari 'necejfarij a condurre le muni b il capei-
timi t & l'artiglierie : nellaqualerieceffità proponendo a* fanti la gloria > & ^"^ !'|| *'
le rkcheTge cheperuerrebbono loro della uittoria, ridveendo in memoria quel fto m:defi-
che vincitori baueuano confeguito per lopajfato} accendendogli con gli flimo- ™° jl v^nlt
//" dell odio contra i Franco fi ; indujfono i fanti Spagnuoli a promettere di fé- tori di vin©
guitareun me fé intero l efferato fen^a ricevere danari, e iTedefcbi a con- aenarTin"
tentar fi di tanti che baflajì ero a comperare le vettovaglie nectffme . Mag- rautomatt
gioie difficultà era 'negli bùomini 'Carme , & ne canai leggieri alloggiati per p^n" 'diuer-
le terre del Cr emone fé , & della Ghìa ■ adadda : perche non battendo già fernent« ;
molto tempo riceuuto danari } allegando nonpotere yfeguitando l1 efferato , spagnuoli"
rifbggtu a*
Francefi , & poi corrotti dal Pefcara; fi cucirono i denari ne' giuppofti, 6c poi vlcendo alla fcaramuccia ; fi
mciculaxo no fta i l%v&y & con loro emuicR dtauo.
LIBRO
cae farebbe necefiario comperare tutte le uettouaglìe,fofientare fe,e icauallì,
lamentauanfi e fiere meno grata , & meno filmata l'opera loro che quella de*
fanti-M quali era fiata pur e qualche uolta diflribuita alcuna quantità di da-
nari,in effigia tanto tempo niuna,& nondimeno non effere inferiori né di uir-
tù,ne difede^ma molto fuperiori di nobihh&di meriti paffati.Mitigb gli ani
mi di co fi oro il Mar che fé di Ve f cara andato à loro alloggiamenti) hora feu fan
ncM« guerre do, hora con filandogli , hora riprendendogli che quanto erano, & di uirtupiu
molte volte chiari-,quanto più era manifefioil loro ualore , tanto più fi doueuan§ sformare
eiiendo'V* dinon effere fuperati da' fantine di fedele di affettwne uerfo Cefare , di cui fi
principi iu- trattaua non folamente l'honore,& lagloria,ma di tutti gli fiati chehaueua>
RheC d? cà in Italiana cui grandezza quanto amaffero,a cui quanto de fider afferò ferui-
p»tani,o da' rejn0n doucr mai hauere magiare occafiont di dimoflrarloy &fe tante uoltc
Smpwic v-3 haueuanoper Cefare efiofìa la uitapropria>cbe uergogna efiere, che cofa nuo- i
no cótrarie. uayCjje }}ora yicufaffero mettere per lui uile quantità di pecunia? dallequaliper
pra s'è vedu fuafwni,& dai? autorità del Mar che fé moffi, confent irono di riceuereper un
to nei lib. 6. m^e ^uafi m'inima> quantità di danari. Co fi raccolto tutto l efferato, nelqualc
ùc z.'di cor fi diceuano efiere fettecento huomini d'arme , pari numero di cauai leggieri »
r^iReLut mille fanti ltaliani,& più difedici mila tra Spagnucli , & Tedefchi , partiti
gi,òc dt i Bai da Lodi il uigefimoquinto dì di Gennaio ; andarono il giorno mede fimo a Ma-
m£ che ru tignano, dimofirando uolere andare uerfo Milano, b per che il VKe moffo dalpe-
baua'no al ricolo di quella città fi leuaffe da Tauia > ò per dare caufa di partir fi da Mila-
deVernhe: no * ' foldati,che ui erano alla cufioiia: nondimeno paffato poi appreffo a Vi-
onde però gidolfo il fiume del LambrOyfi diriTgarono manifeflamente uerfo Tauia. Ta-
fuion fotte gaua d Re nell'efferato mille trecento lance Meci mila Sui'^er'hquattro mila
ai Gaiigiia- Tedefchi, cinque mila Francefi , & fette mila Italiani > benché per le a fraudi a
pTpfha^clli à* Capitani, & per la negligenza de'fuoi miniftri il numero de fanti era mol
to nd iib.9. to minore . .Alla guardia di Milano era Teodoro da Triulxi con trecento lan-
Jwommu ceyfei mila fanti tra Grigioni, & Valle fi , e tre mila Francefi : ma quando gli
ne mete fon imperiali fi uoltarono uerfo Tauia richiamò da due mila infuori , tutti i fanti
ne\k cofc all'efferato . Mìufcita degli Imperiali alla campagna fi difiutaua nel confi-
della guerra gH0 ^ %e quello, chefuffe da far e, & la Tramoglia, la Taliffa, Tommafo di
mrde,acapi Fois,& molti altri Capitani confortarono, che il Re fi leuafie con l'efferata
«ni. L' Ario dall' afìedw di Tauia,& fifermaffe,o al monaflerio della Certofa, ò a Binafco
dei r" Fra alloggiamenti forti,come ne fono fi>ej]i nelpacfeper i canali dell'acque deriua--
ffc?Jo o"€ teP er annaffiare i prati. Dimoflrauano che in quefio modo fi otterrebbe prefioy,
dure ne! ca & fenxaf angue, &fen%a pericolo la uittoria '.perche l'efferato nimico non
Pu3ifof0elco baiando danariition poteua fofientarfi inficme molti dì, ma era neceffitato,ò a
ti per' colpa diffoluerfi , ò a riducer fi ad alloggiar e fparfo per le terre , che i Tedefchi , che
■ulfT* al? " crano *n TMìa* iqualiper non e fiere imputati di coprire la timidità, con la fa* %
vedi il ciò fa del non efiere pagati,fopportauanopatientemente,creditori già dello fiipen-.,
éSirlìt*' dio di moltimcfh fubito che eifafie leuato l'affedioy dimane! erebbono il pa-
tti pcfcaia, gamento : alquale non intuendo i Capitani modo dìprouedere>nèff>eran7£ ap-
pannici
T
Q^VlNTODECiMO, 45*
pavente,con laquàle glipoteffero, benché uanamente nutrire , conciterebbono a L.Arìoft 0
qualche per kolofo tumulto : non confemarfi infieme inimici con altro che con nei cant »
la jperan^a di fare prefio la giornata, iquali comeueieffero allungarfi la guer * * j %**'£.
ra > & difcofiarfì l'opportunità del combattere ; fi empier ebbono di diffic ulta, riofo dice il
& di confusione . Dimoftrarono quanto fttffe pericolo fo flare con l'efferato in Jì^f/g,™^
me%o di una città , nella quale erano cinque mila fanti di natione bellicofiffi~ che perni*.
tna, & d'uno efferato* che ueniua perfoccorrcrla,potente3 & di numero dhuo J"1^^
mini, & di uirtu, & di efperien%a di Capitani, & di faldati, & feroce per le vince fenz*
uittorie ottenute per lo pajfato, & ilquale haueua collocato tutte le ff>eran%e {j-*r&^ ^.
fue nel combattere . Tfon effere infamia alcuna il ritirarfi quando fi fa per pru fuof fonati:
den%a, non per timidità ; quando fi fa per ricufare di non mettere in dubio le x*$\t™[*
co fé certe ; quando il fine propinquo della guerra ha a dimofirare a tutto il mo Pirro Ke de
* do la maturità del configlio ; & *rì$J V Ì{jA uittoria e fi ere più utile , più ^S"0^
preclara, più glorio fa che quella, che s 'acquifla ferina danno, & fenyg fangtte be due volte
de fuoifaldati,& LA TRI MA laude nella difciplina militare confifte- m3nVc5pef
re più nel non fi opporre fen^a neceffità a' pericoli, nel rendere co la induflria, dita di unti
con lapaticti7^a,& con l'arti,uani i conati degli auerfarij,che nel combattere ^tìs 3l7di^:
ferocemente . // mcdcfimo era configliato al Re dal Tontefice , a cui il Mar- che s'egifan
chefe diTefcara, temendodi tantapouertà> haueua prima lignificato le diffi- faltodarme
cultà dell' efferato di Cefare effere tali,chegli troncauano quafi tutta lafperan ^u.e?Cl jj"
%a di profferì fucceffi . l<londimeno il Re,le cui dcliberationi fi reggeua?w fo- delitto a a
lamente co' configli dell' ^Ammiraglio* battendo più innanzi a gli occhi i romo- £ato in m*i
riuani,&per ogni leggiere accidente uarìabili , che la fuflan^a falda degli do che ferì.
effetti ;fì riputaua ignominia grande , che l 'efferato , nelqual egli fi trouaua ™ Plutarco.
per fonalmente, dimoflrando timore , e e de fi e alla uenuta de nimici; & lofti- quantos'h*
molaua quello, di che quafi niuna co fa fanno più imprudentemente i Capitani, da .ghicm-
che fi era quafi obligato a feguitare co fatti le parole dette uanamente :per- fta fofle opi
che, & palefemente haueua affermato, & molte uolte in Francia &per tutta ™°" ^m11
Italia fignificato, che prima eleggerebbe la morte, che muouerfi fetida la uitto neo: ìiquaie
ria da Vauia.Speraua nella facilità di fortificare ilfuo alloggiamento di manie ™ fet(\i°^
ra,che nonpotria effere difor dinato all'improuifo da affalto alcuno . Speraua rie a equi fta-
che per l'inopia de' danari ogni piccola dilatione difordinerebbe i nimkh i qua gU[cn& Co£
li non hauendof acuità di comperare le uettouaglie, & neceffitati di andare prat'e co pò
predando i cibi per lo paefe; non potrebbono flare fermi a gli alloggiameli. Spe Jj°. cutad£
rana fimilmente dare impedimento alle uettouaglie , che sharebbono a con- ni ,
( durre al campo, dellequalifapeua la maggior parte effere deflinata da Cremo- b T1 PaIlaiJ.
7na;perchedinuouo haueua faldato b Giouan Lodouico Talauifino, accioche,o cino per la
occupajfe Cremona,doue era piccolo prefidio> ò almeno interrompe fie la ficur- "^rjj f J
tà che da quella Città fimouefiero le uettouaglie, Quefle ragioni conferma- ttiio hebb«
tono il Re nella pertinacia di perfeuerare nellafiedio di Tauia: & per impedi- £"?* t J^"
r centra i Fri
cefi; ma poi che dallo Sforza non potè hauex condotta per careftia di denarijaccettò dal Re Francefco , chi
n« Io ricettò » la condotta di cinquanta huomin d'arme, & va Colonello di fanti . espella .
rea*
-LIBRO
re a nimici l'entrar ni, ridnffe in altra forma fdlbggidtnento dell' efferato. Al
foggiana prima il He dalla parte di Borgorato alla Badia di San Lanfranco
fla circa un me%p miglio di là da Vauia,& altra lafirada.per banale da Va-
nia fi uà a Milano, & fui fiume del Te fino nicino al luogo dotte fu tentata la
diuerfione dell' 'acque: laValiffa,et ccn l'auanguardia-, & con glt Sumeri al-
le Ronche nel borgo appreffo alla porta di Santa C inflitta fortificatoti ali e Chie
fedtSan Viero.di fan? Apollonia, & di San Girolamo . alloggiarla Giovan-
ni de Medici co' caualli^ fanti fuoi alla Chie fa di San Salumiere : ma ime fa
la partita de' nimici da Lodi, andò al alloggiare nel Barca al Vakgio di Adira
bello fiutato di qua da Vauia,la fiati a San Lanfranco i fanti Grmoni ma non
ti,& canalieri alla campagna, uicinifjìmi a Vania, ma alquato fuori del Bar-
co trasferito ad alloggiare a Mirai? elio Monfignore d^Alanfone col retroguar-
do : & per potere [occorrere Tun l altro 7roppono il muro del Barco da quella
parte, occupando lo [patio del campo ìnfmo al Te fino dalla parte difotto > &
dalla parte difopra infino allaflrada Milane fé ; di maniera che tenendo circon-
data intorno intorno Vania,& il Graualone,& il Tefno^& la Torretta, che
è dirimpetto alla Darfma in mano del He ; non potenanogf Imperiali entrare
in Vania fé, o nonpaffauano il Te fino, ò non entrauam peni Barco . Ri fedeltà
ilpefo delgouerno de \x efferato nelt ^Ammiraglio : il Re con fumando la mag-
gior parte del tempo, b in ocio,b in piaceri nani ne ammettendo faccende,}) peti
feri graui,dijpregiati tintigli altri Capitanici cor ifgliaua con Ini udendo an-
cora .Anna di Memoranfh Filippo Ciahoto di Brione, perfine al Re grate, ma
di piccola cfperien^anella guerra: né corri fpodeua il numero dtlfejfercito del
Re a quello che ne diuulgaua la fama, ma etìandio a quello che ne credeua efflo
mede fimo perche effendo della caualleria una parte andata col Duca q1 .Alba-
nia un altra parte rimafla co Teodoro da Trinici alla guardia di Milano, mol
a vedi nel- ti alloggiando Jpar fi per le uille,s terre circoftanti , non alloggiammo fermarne
cue hoVa5^ te nel campo oltra ottocento lance et de fanthdc anali f pagana per le a frau
to intorno di de Capitani, & per la nc<Ai<ien7a de* mini lìti del Re numero inmod erato ;
a co anno *+ rr»
tenone : & tra diuerfiffima la u creta deli opinione, ingannando (opra tutti gli altri i Capi-
tib'i 'a !óCl tan* lta^ap^ lciualì loflipendtoper moltìfjìmi fanti riceueuano^mapochijjimi
he 2. douè rie teneuavù'dl mede fimo accadeua ne* fanti Trance fi due mila Valligiani, che
x ? i r?-' att°Wamno a San Sduaàore tra San Lanfranco & Vani a, aff aitati alttmpro
nuiméte a(- uifo da quelli di dentro, erano fiati diffìpati . In quefìo flato delle cofe i Capi-
^ inutrT da- tan* 1:-i?eri^P *ffa*° che hebbero il Lambrois'accoflamio al Cafiello di San-
«ri. to <A?y>elo tìquale fintato tra Lodi,& Vauìa harebbe dato >fe non fuffe fiato
in pot:fia lor.q>m pcdtment^ grandi/fimo al condurre dc':c uettouaglieda Lodi
alt efferate Guardaualo Vino fratello di Federigo da BoTgcle con dugento
caualli, trottai ento fanti , e^ il Re pochi giorni prima prr non mettere i fuoi
temerariamente in pericolo fcaucua mandato a confi dei are il luogo il mede fi-
mo
riderlo : n
fendoui accollato Feràwar ao vai * oypgw»**? ** „^^-:^: « -
«mUena Iettate alcune difefe , mm di dentro inauriti fi ritirarono, il giorno .J** £
t»Wwo ne//* rorw,dr foche bere dipoi pattuirono, che rimanendo prigioni ^lcoGu,z
TirrUmilio Cannante tre figliuoli di Fclns da Contagigli altri tutti k- » hjo ^
che
mi psr-
rsnnocóue
Uleflandna , «/«Vo /k>M «mf»Mg«.* i gli fl(W«ft # fc^^// ttMgti reiegUe^*
tìracchiperlocamino,&fenxaguardie,perchencmhaua4anofofpeito defere ^ ho
affaltati ; gU roppe con foca fatica,& fuggendo nel Caftell 'accio pocopois ar- ,Wd,
renderono condkiafèttè infegne .T^hebbemigliore fucceffo la curadataa -f-
- Giorno Lodovico Talauifino: ilquale entrato con quattrocento cauallh& due „,».
mila Canitin fafalMaggiorejouenoneranomura.&jattwi npari.&occu gWiJt _
4«r o dipoi S. Clonami in Croce -.cominciò di quel luogo a correre tlpaefe, atten m. *£.
• dem'o quanto poteua a rompere lenettouagUe-.peroFrancefco Storce, era a P„geIo 'vc;
Cremona,fatto con difficultà 1 4 oo /ànri; ^ ^»«'« «» Poc>'> catlai" dl ^'ao1 fjjf <g™
fo <i<z Cdnermo , & co caualìi della fua guardia uerfo Cafal Maggiore lotto h: m, h^fo.
\Alefiandro Bmtiuoglio-.iquaU accojlatifi a detto IwgodTalamfmotldea-^^u™
m'ottauo"iornodiFcbraio,confìdandoneirbaimepmgente,ncaJpettatoFra che neI c,
tefco Rangone^he doueua unire con altri fanti- & caua'M, ufatofuora; s at- guaite
tacco conloro,& uolendo fofienere ifv.oucbegiafi ritirauano,jaJto cadere da eff„ ,odlto
cauatto; fu fatto prigione, e tutti ifuoi rotti, & dopati . ^ponfeft alle cofi £****£
del Re di Francia un'altra difficultà di molto momento ■ perche Gtaniacopo de „io bi jfma .
e Medici da Milano , c Cagliano di Mus , doue era fato mandato dal Duca di Mi »».•
Milano,per l'bomicidio fatto di Monfignormo P'ijcotcpofto di notte uno agua prera di det
t'o a canto alla rocca di Cbiauenna , [tinaia [opra un colle a capo del Lago , & » Caftdlo.
dittante dalle care delCaftello;prefe il Cafiellano nfato fuora apaffeggwe,& b ^^
fondanolo fulnto attaportadella Rocca,minacciando a* ammararlo; induce *£>&>*
la moglie a dargli la Rocca i ihhe fatto , eglifcopertofi d un altro agita' o con haaeuano
uo in cucilo tempo neii esercito imperia* » \.*»»u™<. ™ ..«,«.«. „,„„.., coms ,cr,l;e
toiW'He d'Inghilterra con promefie grandi. -perche quel Re cominciando fJgfj»
,,„,„ i ....a. h: torà, fé non che difeorda ne! numero dellhnfegnc rc-lre.Waii dire .che tuiono Ah-
ciTnoTd'ciàfeHeS.za^
: CJ' j ■ i.. ,;; f,.. ,-, di "ebraio I! lì. Vedi il Giouios! pnnc.pjo del lib. 6. d-'la «A del PeCara .
&,d'ClC „J ?ió « JL de" Medici fi facePe Caftellan» di M„s,& che forte di. fortezza folle nrrefto «
e lnchemodo Gro-Iacopo oc «edrc, liracei e & ncUib.2.oc|,a Nobil,àdeli CÌttìdi Como di
V?hó°n;arprcacd^ndb^
»e rhiftoii? qui defcri.ua,i€condo che nd.hb.^ la gone il Captila. .
• »,
t I B R Ó '
tdhauere inniàia aUa profferita del He di Francia* &woffo ancora che nel
mare ucrfo Scotta erano flato prefe da Trance fi certe nani Ingltfi ; minaccia-
uà rompere la guerra inFranciay& defidcrauafoflenere l'efferato Imperiale:
però commeffe al Tacceo, ch'era a Trento, che andajje a Finetiaaproteflare
in nomefuo l'offeruan^a della Lega : allaquale fi fperauagli haueffe a indurre
piufacilmente,che Cefarehaueua mandato la inueflnuradi Fr ance fio SforT^a
in mano del Viceré con ordine ne di Jponeffe fecondo l'occorrente delle cofe.
Fece ancora il Re d'inghilterrapregare dall'Oratore fuo il Pontefice, che aiu-
tale le co fé di Ce far eia che il Tontefice fi fcusòper la capitolatione fatta col
He di Francia per fuaficurtàfen^a offe fa di Ce fare, dolendo fi ancora che dopo
il ritorno dell* efferato di Trouen^ayeraflato uenti giorni innanzi haueffe po-
tuto intendere i loro difegni,&fe haueuano animo di difenderemo di abbando-
nare lo flato di Milano . Ma erano già di piccolo momento i trattamenii & le
pratiche de Trincipu & le diligente > & folle citudine de gli <Ambafciatorii
perche approffìmandofigli efferati, fi riduceua lafomma di tutta la guerra, &
delle difficultà & pericoli foflenuti molti me fi alla fortuna di poche hore;con-
ciofia che l efferato imperiale dopo V acqui fio di Sant '^Angelo, fpingcnde fi in-
nanzi andò ad alloggiare il primo giorno di Febraio a Vifiarino>é l fecondo dì
a Qjiì fi leg 4a Lar dir ago >& f auto jlleffo paffato la Lolona piccolo fiumic elio: ilquale al- *
g Jonei^b toggiamento era propinquo quattro miglia a Tania, & a tre miglia del campo
5 . deMa vita Francefe:e'l ter^p dì di Febraio venne ad alloggiare in Tra ti uerfo porta fan-
fcchefubt ta luflina,difendendofi tra Trati5Treleuero} & la Motta, et in un bofeo a can
ia vna bel- to a San Lacero .alloggiamenti uicini a due miglia, & me%o di Tania , a un
l^eiìrquak mig^° dell' auanguarda Fr ance fé, & a mc%o miglio de' ripari* etfoffe del cani
fi portò va pò loro., & tanto uicini che molto fi danneggiaumio con l artiglierie, Ranetta,-
Gioì* n n iC no & Imperiali occupato Belgioiofo,e tutte le terre, & il paefe, che haueuano
èe Medici: alle jpalle^eccetto San CoUmbanOynelqnale perfeueraua la guardia Francefe;
* tic"3 &* ma aJÌ ediato che niuno pcteua ufeirne: haueuano in S. Un gelo , & in Belgio-
beicoftumc iofo trouat a quantità gran ledi uettouaghe , & fi sfor^auano perefferne più
felli d'irai- copiofi,acquiflare il T efino come haueuano aeqmflato il Tòidonde le impedì»
nocchia- fi uano ay arance fi : T menano S- Croce y& hauendo il He quando andò ad allog-
ScTce^ia'ior gì** e a Mtrabello3abbandonaia la Certofa;non ui andauano gli Imperiali, per
canzone: & cfoe non ftA(fao impedite loro le uettouadie.Teneuano San Larderò i Fracefì,
gettandoti r • i i > • j- j • a • •> • ;»
u poiuere ma per l ertigliene de mrnici non ar dittano dijiarut Correua in me^o tra l «-
dietro le. ^ no > & l' altro alloggi amento un riuolo di acqua corrente detto la Vernacula ,
che fi me" che ha origine nel Bar co: ilquale paffando in me%p tra San Latrerò , & San
tetterò a co «p^r0 jn yer?e,entra nel Te fino : ilquale come molto importate sforzando fi
battere per , . . *■, m -, rr i * x » ■ •
il lot ^iin gh Imperiali di pafjare per potere con mtnore utjjicidta procedere più tnnan~
**?c> %i,i Fr ance fi ualorofamente lo di fnùeuano Aiutati dall'hauere il letto prò fon
do con le ripe alte ; in modo non fipoteua p affare fen^a molta difficultà , &
àafeuno follecttamente ti proprio alloggiamento fortificatia . tìaueua léttog-
giamento del Regrojji r$m a fronte, allejj>alk? & al fianco fmiflro circon-
" * '* dati
e^V I N T O D B C I M O. 4f«
dati da fojji, & fortificati con baflioni, & al fianco defiro il muro del Barca ni *c J""Jn$
Tauia jin modo era riputato forti/fimo : fimigliante forti ficatione haueua tal il capeiu
loggiamento de gli Imperiali , iquali teneuano tutto ilpaefe da San Lacero "cib "fi 4
uerfo Belgioiofo infino ai Toyin modo che r efferato abbodaua di uettouaglie: e il Giouio
uicini i ripari deltuno alloggiamento ali altro a quaranta paffì , ei baflioni sì ^^ lptiacu
propinqui che fi tirauano co gli archibufi. In quefto modo ftauan alloggiati gli p; ° dei •« il
efferati l'ottano giorno di Febraio,& fcaramucciauano ad ogni bora , ma eia- Chef« .
feuno tene uà il campo nel forte fuo,non uolendo fare giornata a difauataggioy
& pareua a Capitani Imperiali hauere infìno a quel giorno guadagnato off ih *i cap "«
poi che sperano accofìati tanto a V amache facendo fi giornata potcuanoeffere «omini a*
aiutati dalle genti iebe ui erano dentro . Tatiuafi in Tauia di munitione , però da c°arpi°u
gli Imperiali mandarono cinquanta cauallh ciaf uno con un ualigìotto ingrop q^k da Ro
pa pieno dipoluere.-ìquali entrati di notte per la uia di Milano-, afpettauo he ^ i>"ntcff
per ordine di quelli del campo fi faceffe dare allarme a Frante fi, fi conducono « P« m*a
fatui in Tauia: donde Jpeffo ufeendo Antonio da Leua , & infeflando i nimici faccu/lnt!
in diuerfi modi,affaltato un giorno quelli che erano alla guardia di Borgoratoy d"e ->l ^
& di San Lanfraco, & rottigli ;tolfe loro tre peTgi d artiglieria \ & parecchie fuggine"'"?
t carra cariche di munitioniJn queflo flato delle cofe a era incredibile la uigila cz_b°™ del
%a,la induflria,& le fatiche del corpo, & dell'animo del Mar che fé di Tefca- & fi fotti fi-
va: ilqual giorno ,& notte non ceffaua confcaramuccie > col dare allarme , col ^ "®nf l-4
far nuoui lauori d infeflar i nimici, fpingendo fi fempre innanzi con cauament'h ti sì,che no
con foffi, & con baflioni : lauorauano un caualiere fopra il Canale, & danneg jJJl to Mia"
giando molto i Fr ance fi quelli,che lauorauano con due pezgi d'artiglieria pia giow ara,
tati a San Lacero, uoltataui l'artiglieria lo rouinarono, &-gli coftrinfono ad
abbandonarlo: però patinano molto i Francefi dalle artiglierie di detto caua- defedici
liere,èlfimigliante da un altro ci? era fatto in Tania,& eranfi gliSpagnuoli »°uandoft
fortificati in modo con baflioni , & con ripari , & fatti tali preparamenti che campo: rie*
offendeuano affai il campo F y ance fé >& erano poco offefupero i Francefi muta- Ideile tueib»
uano l'artiglierie per battergli per fianco , facendo nuouamente ogni opera gli terie,ch'era
Spagnuoli per andare innanT^i a palmo a palmo. Erano anco in tanta neceffità J°. ^^J1
frequenti le fcaramuccie>nellequaliquafifemprei Francefi reflauano inferio- di pauia.
rigonfi intermettendo in parte alcuna le fattioniper la pratica della trieguay J."5ofarnè
laquale continuamente fi trattauaper i TSluncij del Tontefice , che erano nel- vedetta -, gii
b l'uno efferato y & nell'altro ; né mancando anche arduamente b molti de ipiu [ra°ò fcavta *
intimi del Re>& il Tontefice molte uolte di confortarlo che per fuggire tanto & »>maf «
pericolo fi difeoflaffe con l'efferato da Tauia , per ejfere necejfario , che per la Tornando
penuria che haueuano i nimici di danari otteneffero in breuifjìmo tempo , & Poi vinato
fen'fa f angue , la uittoria . Il decimofettimo giorno di Febraio quei di Tauia fncontro° '
e tifati fuor a 9 fcaramucciarono con la compagnia di c Giouanni de' Medici , il - l' Ammira-
J J J L ° i gho: ilqual
quale gi, domàd»
ciòcbe di bello haueffe operato. lTMedici gli diuisò il tutto: onde l'Ammiraglio volle vedere il luogo oue
ciò era luccclìò . Andati quiui il Medici tu tento nella gamba de (ira fopra il tallone: onde viti tato prima
dal &e* con liccmia poi del Marchile di t'cicara,per il Po u fece poetale a Piacenza. Giouio,^ Capelli.
Mrnm 2.
L I B R O
i Qjicftfli quale honoremlmente gli rimeffe dentro: et ritornando poi a moftrare alt^Am
Ìfi°Rbra£ Miraglio illuogo,& lecofe accadute nella f anione offendo a ficofli alcuni feop
fu Tempre piettieri in una cafa; fu ferito con unofeoppiofopra il tallone, et rottogli l offa
uorCp5/*à con difpiacere grande del Re: onde fu neceffitato far fi portare a Tiaccnr^per
caiio v.j> Inferita del quale fi rimeffe nelle fcaramuccie>& ?ie gli. afjalti Cubito tutta U
quTfto g' or ferocia del campo Fr ance fé > & quei di Vania ufeendo ogni giorno fuor a con
no nacque s maggiore ardire > & hauendo abbruciata la badia di San Lanfranco ^fempre
« prifioffe <batteuano i Francefhiquali pareuano molto inutili:& la notte de dicianoue*
niente Va a Capitani Imperiali fofiener e più per mancamento di danari l. efferato loro in
»» 15/0. e audio adornamento >& con(ìderando>che riiirandofhmn folafìperdeua Tar
ce prigione uia,tna reftauanofen%ajperane^a ai difendere l aure cofe^he pojfedeuano e el
s S ? " ?- l>t*cato di Milano ->haucndo anco con grandi [/ima confidenza d'ett enere la uit
*o *s*7.'ca ^ f^r la uirtà de* faldati loro >& perche nell'efferato Francefe erano mal-
iP -"^w &j$»w dijhrds7;i>& oltra effeme partiti molti fanti, non corri fpcndeua ti mi-
te còrnras ff^'0 *// lunghiffimo interualb a quelli che erano pagati; la notte auanii il a a/- 4
da to t majg - aefimomìnto giorno di Febraw-. giorno deducalo fecondo il rito de* Chrifliani al
gior a'Alca •$,■> a , ò , . '.;•'. . $ . , . _ r , ,.; . -,
tara nei Co l \Apojwlo Matthw><& dmccUfimo giorno natale di Cejare, deliberati ci an-
H*&ttjtt &are a *tówèrfto > doue alloggiavano alcune compagnie di caualli , & di fanti
Laibagna . con mtentkncjionfi monendo i Francefila battere liberato taffedio dì Vauiay
. ~ . & mouendofx tentare la fortuna della giornata ; però hauédo fatto dare nelle
t> Color che . . , „ : , •,» « /2 ■ ^ r r j
non haue- prime parti della notte più notte ali armi per jiraccare i Irancefh fingendo uo-
uano «mi- /^e/, afialtarc uerfo il Vù»Tefim,& San latgeroÀipoi a meza notte effen-
cia,ma par- , £ JJ , •' . , ' . . . r , r . -(V , *• . . , fJ
ticoiarmen dofiper comandamento da Capitani tutu i jouuiti mejji D una camicia bianca y
uhi dì-de i f°Pra l'armiyperfegno di ricono feer fi da trance fioatto due /'quadre di caualli,
dòmo, the et quattro di fontanella prima fei mila fanthdimfi in parti eguali di Tedefchiy
co «'o™0 Spa&nu°li > & Italiani fiotto il Marc he fé del Guafio ; la feconda folo di fanti
P etto di ca r Spagnuol'hfotto il Marche fé di Ve fica, a ; U t terza , & quarta di T edefcbl,gui-
1 ueftaC bi & data dal Viceré , & dal Duca di Borbone , & arnuati al muro del Bar co con
chezza rap. muratori,<& etiandio con aiuto de ' faldati scffendo qualche hora innanzi gior-
»,rFrCannceUfi no> c g^tarono in terra feffanta braccia dimuro , & entrati nel Barco ; lapri* e
molto più mafquadra andò alia uolta di Mirabella > il refio dell 'efiercito alla uolta del
ftrdto1C&f" campo : ma il Re intefa l entrata nel Barco , penfando andaffero a Mir abello x
maggiore . ufcì de gli alloggiamenti per combattere fu la campagna aperta , & jpiana-
e H maro ta* defidcrofo fi combatte fife piuprefto quiui che altroue ,per lafuperiorità de
dei f arco in caualli , ordinando nel mede fimo tempo che r artiglierie fi uolgeffero uerfo i
K^elódoA MWici, lequali battendogli per fianco feciono qualche danno al retro «nardo .
gìouìo, con ynoffi in qucfto mezo feracemente la battaglia Imperiale t on lo fquadrone
trauicoper ^
ferro, a guifa d« gliaatichi aiicti, co* pali, &con picconi, hauendone hauuto la cura dal Pefcara Salfedo.Ma
tutto'ciuefto fatto d'arme fotro Pauiaaa+.di Febraio iszs- è molto piucopiolamente da eflò Giouiodclcrn
IP nel lib.4 deli* fitiiW Ufcui: douc può «coiiei chi piudittcia ìaiOJMMtian ne ucewa
*
Q.VINTO! CIMO. #?
V M 7!-?,cfoe ordinariamente eralabMavlia,ma fecóndo camiriaUMò «li Sfa- J^JWJ*
■•g/wo/J /« l auàn%uardia: doue eqli combattendo egregiamente, \ojicncua i m foxt3t0 a do
.^ete <fc' nimichdd quali ifuoi furono corretti per lo furore degli fcoppieiti a Mnfi * , m
jpw^re infino a tantoché fopr attenendo gli Sm&cri, gh Spagnwli furono ri
.buttati da loro & dalla cavalleria- che iliafTaltb per fianco: ma chiamato dal
buttati da loro & dalla cauoìleriache gli affaltò per fianco: ma clamato 44 g'j^ggg
Marche fé di Tefcara il Viceré} & fopragiugnendo co i fanti Tedefcbh rtfpo- ;* n non*
no facilmente, et con molta uccifioncgli $m%5reri, iauali non corrijpojbno quel *V* iMU
giomo in parte alcuna al ualorefolitoa dimofirarfi da loro nell'altre battaglie: CQ wf> ,sn ^
Cìr offendo il He con grande numero digeriti d'arme nel mezp della battaglia, **» g^f
■•& s forcando fi fermare ifuoi,dopo hauere combattuto molto, ammazzatogli fc l cWma
ilcaHMlo^eglibencheÌeggiermenteferitonelHotoy&nella?naw caduto « ^J'"^
*/« terra; a/a p-z-^/o -^ ftffifK* follatiiChe non locono'ceuano : ma foprauenen- c. ...uj ^cm
doiiViccre,dandofiacomfcere,& egli baciatoli con molta r merenda la l%^1*
mano ; lo riceuè prigione in nome dell'Imperatore . Isolami tempo il Guaflo chi gii era
con la prima fqnadrahauéua rotto i caualìi , che erano a Mirabelio , & il Le- j)J 7/]'-^
uà, ilqmle fecondo dicono alcuni , hauea a quefio effetto gittata in terra, tan- c-uai dv*a-
tojpatio ai muro > che potevano nfcìrnejn un tempo mede fimo cento cinquan %tn%%^
ta
che
<ai
Fu cofiante opinione, eòe in qnefia giornata mòri fiero tra di ferro , & d'effere lu^ioìfe^a
affocati fimendo nel Te fino più di otto mila , del campo Francefe > & forfè manopola
•" o / >-\:' j r ■ ]• y s> 1 di terrò, &
venti de primi Signori di Francia, tra iqualt l .Arnmir aglio Jacopo Cauaneo, g!iaitli chc
la Taliffa , la Trawoglk , il Grande Scudiere , Obigm\ Boifh & lo Scudo,il g'' «ago ap
quale peruenuto ferito in potefia de3 nimki efyirò prefo . F mono fatti prigw- toiW chi
ni il Re di Jiauarra , il Baflardo di Sauoia, Memorar/ fi ì San Volo, Brione,la ^Qfife
yatte,Ciande>JfcibrÌ£onGaleaZ2oVifiontc,Fe:'erigpda Botole, Bernabò ni) & chial
Vifconte,Guidanes,& infiniti gentil' huomini- et quafi tutti i Capitani che no ^«£fe
b furono ammainati . Fu prefo anco b Gierolamo Leandro Vefcouo di Brindifi acqwftatfi
yiuncio del Tonteficemia per comandamento del Viceré fu liberatole' quali |^cv^
prigioni San Velo, & Federigo da Botole, condotti nel C afelio di Tauia,non g gìouìo .
molto dipoLconott: gli Spagnuoli,chegli guardauano.fi liberarono con la fu- ^
cga. De gli imperiali, morirono forfè fette- éto,ma niuno C 'apuano, e ce etto c Fer mo Nég£i
tando Cafinota Marche fé di Sant'angelo , & la preda fu sì grande, che mai Jfj^"£
d furono in Italia foldati più ricchi . il Marcheje di Tejcara heobe <» duefentey dei cardi-
& una. ni Cornac
fo il Vecchio. & Canonico di Padoua.in vna fai lettera, ina a »o.di Marzo ms.ScKntu a Marcantonio
^liche'.i.dicejcheil Leandro non conofeute fu atto prigione da tre Spa^nuolt. chegh rnilè o di triglia tre
fnilu icad :ma che aienaio in Pauia,& conofciuto;tu l!be;ato}HcJiando 200 ducar. per vno a gli ^pagnuoli .
e ferrando Caftiota Capitano iliulìrc, ch'era diletto dà' Redi M-?cedonia,tu morto,fecondo il G:outo, pet
mano dtl Re France!co:5c dice (1 G'ouio^hc de* Capitani Imperiali fumortòancho Don Vgp di Cardo-'
na, Luogotenente della banda del Pefcira,
d Le fèiièe.che'i Marchele di Pct'cafa hebbe in quefta giornata fotto Faub,fureno5vna nel vifo, d'una puri
tochc gli fu cacciata pei l'elmetto aperto:ck l'altra, mottogli il caualfotto,n«:l!ag3rriba iìnr{tr35datagli con
vnVtlabird^.Colì d'ee il Giouio,ifcjual non parlach'ei ictle ferito di lcoppio:& ioggiugne , che tacendo il
fcejcara a faterà dfM*, prima vn caualie* fuofarnilÌ2Xc,& poi i Caphanr, &gMltie'i più vicini , tratto!©
rjjor delia zuffa per foraaj io fallarono . *i m » 3
I I 8 R 6
& una dìfioppioi& Antonio da Leua fu ferito leggiermente in unagamhaé
Saluoffi di tanto efferato ti retroguardo guidato da ^Alanfon di quattrocento
lance: ilquale fin%a combatteremo effer affaltato>òfeguitatO)intero,ma lafiia
ti i carriaggi ;fi ritirò con grandijfima celerità nel Tiemonte: della qual uitto-
riajubito ebefuperuenuto il romore a Milano > Teodoro da Triul%i reflatoui
inprefidio con quattrocento lance, fé ne partì ^andando uerfo Mufocco Seguita
do tutti i faldati alla sfilata ; in modo che il giorno mede fimo > che fu fatta la
giornata^ eflò lìbero da' Fr ance fi tutto il Ducato di Milano, Fu il Re condotto
il giorno figliente dopo la uittona nella Rocca di Ti'Zgicbitone : perche il Du-
ca di Milano ,perfìcurtà propriamal uolentieri confentiua che eifuffe condot
to nel Caftello di Milano: doue dalla libertà in fuori,che era guardato con fom
ma diligentyera in tutte l'altre cofe trattato & honorato come Re.
-w— ■ — *■ - ■
DE LL'HIS TO"RTA
DI M. FRANCESCO
GVICCIARDINI
Genti l'hvomo Fiorintino,
LIBRO SESTODECIMO.
SOMMARIO.
Racconta in quefto libro decimofeftoj la cagion , c'haueuano i Princi
pi Italiani di temer la vittoria di Carlo V. la tornata del Duca d'Albania in
Trancia, la confederation di Papa Clemente con Celare , il tumulto in Siena per
cagion del gouerno,le conditioni proporle per la libcration dei Re, che fu mena
to prigione in Spagna, l'inueftitura di Francefco Sforza nel Ducato di Milano,
la confpiration de' Principi Italiani contra Cefa re, in che modo il Pcfcara dife-
gnafleleuarlo flato allo Sforzala liberationdel Re Francefco, l'accordo ferma-»
to fra lui & Cefare^Sc la cerimonia vfata nel liberarlo .
-' ' ■ ■ — ■ — -.1 ... !■ ■ I II"— ■"■ ■ ■ '■»■» -■»■! 1-1— — . ■■ ■■ ■—■■>■> .... , | ■ | h I l^|
S SE 7{D 0 adunque nel! a giornata fatta nel Barco di Va
uia3non filo flato rotto dall efferato Cefareo l'efferato Fra
cefi y ma reftato ancora prigione il Re Chriflianiffimo , &
morti, ò prefi appreffo al fino Re la maggior parte de* Capi-
tani) & della nobiltà di Francia, portato fi cefi uilmente gli
Sui7^eri,iquali per lo p affato haueuano militato in Italia
con tanto nome,il refto dell'efferato {fogliato degli alloggiamenti>non mai far
tnato infimo al piede de' monti , & quello che mar auigliof amente accrebbe le
riputatione de uincitorh hauendo i Capitani Imperiali acquiflato una unto-
ria sì memorabile con pochiffìmo f angue de* fuoi ; non fi potrebbe effrimert
quanto reftaffiro attwitj[Htti i Totentaù £ Italia ; a' quali trouandofi quafi
■ del
3 E S T O D R C I M O. * 4^0
del tutto difartHatbdauagrandiffimo terrore l'è fiere refiate l'armi Ce farce pò-
tentiffime in campagna ferina alcuno oftacolo de* nimici: dalquale terrore non
gli afficuraua tanto quel, che da molti era dhmlgato della buona mente di Ce-
lare , & della indinatione fua alla pace , & a non ufurpare gli flati d'altri ,
quanto gli fpauentaua il confìderare effere perico lofi/fimo , ci/ egli moffo , ò
1 da a ambitione 3 che [noie effere naturale a tutti i Vrincìpi , 0 da infoienti*
che communemente accompagna leuittorie , Jpinto ancora dalla caldera de
coloro y che in Italia gouernauano le cofe fue y da gli {limoli finalmente del «. TWam-
configlio , & di tutta la Corte , uoltaffe in tanta occafone , baflante a rifcal- ^ ' «"fu 'ale
dare ogni freddo ff>irito , ipenfierifuoi a far fi Signore di tutta Italia, conofcen a tUÌ ri » p^_n
dofi maffimamente quanto fia facile a ogni Trencipc grande, & molto pm de q!?eVo me!
Zìi altri a un 'imperatore Romano viuflificare le irnprefe fue con tiicli,che ap- defimoOai
* r 7 fi^ • 1 \ ri j n *• ri d ..no , nel
parijcono honejti , & ragwncuoLi ; ne erano trauagliati da quello timore fola- j,b.2. paria*
mente ouei d'autorità , & forze minori , ma qua fi più t he ?U altri il Tonte- i? teUjt..l°"
r ' . . . . ti- ri 1 }• » ir /• • r ds di Stiltco
fi ce , e 1 Vimtiani : quejti non foto per la con\cicn%a a tjjergu mancati Jen^a n£r, An^-t?»
giufla caufii , a i capitoli della loro confederatione ; ma molto più per la memo jJ! *x ,r,eft,,bu
ri* de gli antichi odij y & delie jpeffe ingiurie fiate tra Uro , & la Cafa d\4u potemura
firia> & delle graui guerre hauute pochi anni innanzi con l'auolofuo M affimi E*™*rt :?
liano , per lequalifi era nello fiato che poffeggono in terra ferma y rinfrescato Aragona dir
marauiglìofamente il nome y & lamemoria delle ragioni quafi dimenticate f^^f!^
dell' lmperioy& per conofeere che ciafeuno che hautffein animo di fiabilire firn d; tutte
grandetta in Italia , era neceffitato apenfare di battere la potenza loro trop GjccuceleNelta
pò eminente : il Tapa perche dalla Maeflà del Tcnteficato in fuora > laquale tuno, & fi«
ne' tempi ancora dell antica riueren%a:che hebbe il mondo alla Sedia ^Apofio- *°an^ *d*Jj?
ìica,fu fpeffo mal fi ura dalla grandezza degli Imperatori ;fi tronauaper fi flette con
ogni altro conto molto opportuno alle ingiurie : perche era dijarmato > fen^a ^"Toru'-8
danari y & con lo flato della Chiefa deboli {fimo , nelqualcfono rariff.me terre ma eie f-t
forti y non popoli uniti, ò {labili alla diuotione del juo Trine ipe ma diuifo quafi f ^ £°" J^'
tutto il dominio Ecclefiafiico in parte Guelfa , & Ghibellina , e i Ghibellini ueuschedei
per inveterata & quafi naturale impreffione inclinati al nome de gli Impera- ^ comer!- *
tori : & la atta di Roma fopra tutte l'altre debole , & infetta di quefiifimi. «*re : '!<*e
^ggiugncuafi il rifletto delle cofe di Firenze, lequali dipendendo da lui s & nìoVìiew]
effendo granitela propria , & antica della fua Caja , non gli erano forfè me- tano n^ ti-
no a cuore , che quelle della Chiefa 3 né era meno facile l'alterarle : perche ti°& \va
quella città, poi che nella paffata dei Re Carlo ne furono cacciati i Medici . ha- del Ae AI"
vendo fiotto nome della libertà , guflato diciotto anni il gouerno popolare , era Mh vm^L
(lata mal contenta del ritorno loro ; in modo che pochi ui erano a quali pia- ,ia> ch-e, lac:
ceffe ueramente la loropoten%a . *Xlìequali occafioni tanto potenti temeua infoicnci^r
fommamente ilTontefice , che non fi aggiugneffe uolontànonmedwcre diofi r<n^° en-é
fenderlo : mafìpoteua ancora temere che non f ufi e minore la uclontày non tan ione -7 io ha
to perche dall' ambinone de' piupotenti non è mai ficuro in tutto chi è meno p; <[ ^JJ1?0
potente flyonio perche temeua che per diuerfe cagioni non fuffe in quefio lem- pr».
Mmm ^ pò
L I B R <V
pò efofo u Cefare il nome fuo , dificorrendo fico medefimte&c Ce bàie; &\dr
Mente Lione , &poi mentre era Cardinale fi f uff e affaticato molto per la gran
de%^a di Cefare, an^i Lione > & egli co?? grandi [ffimefpe fé ; & pericoligli ha\
ne fiero aperta in Italia laflrada a tanta potenza , & che come fu affunto al
Tonteficato baueffe dato danari , mentre che£<Amyniragllo era in Italia , a
fuoi Capitani , & fattone dare da Fiorentini , né Iettate dell ' efferato le genti s
della Cbiefia,& di quella Repuhlica ; nondimeno .ò confideranno che al? ufficio
fuo s apparteneua effere padre-, & Taftore commnne tra i 'Prìncipi Chrifiiani,
&piuprefìo autore di pace iChe fomentatore di guerre , ò cominciando tardi a
temere di tanta grandezza ; fi era ritirato prefto da correre la medefima for-
tuna ; in modo che non haueua uoluto rinouare la confederatìont fatta per la
-di fé fa d'Italia dal fuo anteceffore; & quando l'anno dinanzi l efferato fuo en
:iro col Duca di Borbone in T?rouen7ayion hauea uoluto aiutarlo voti danari: il
the fé bene non dette giufta querela a' miniftri di Cefare , non effenc.o egli an-
theper la Lega £ Adriano tenuto a concorrere centra i Francefi nelle gncr-
ve d Italia ; nondimeno erano flati principe di fare , che non lo riput afferò
più una cofa medefima con Cefare , anzi diminuffero affai della fede , che in*
fino a quel giorno in lai hauuta haueuanojcome quelli che menati fiolo, o dal-
i appetito, ò dal bifogno, haueuano quafiper offe-fa, fé alle imprefe loro partii
colar i, fatte per occupare la Francia , non metteuano le fi) alle ani he gli altri ,
tome prima fi era fatto alt uniuer fiali , cominciate fiotto titolo a aff curare Ita
Ha dalla potenza de' Francefi . Ma cominciarono 3 & fioperfonfi le querele »
e idi (pi aceri , quando il He di Francia pafiò dlimprefia di Milano : perche fé
bene il Tapa, fecondo che fcriffe poi nel bricaefiuo cuer elaterio a Ce farete f-
fe occultamente qualche quantità di danari nel ritorno di Mar fi Ha a' France-
fi, nondimeno dipoi non fi era flretto > & intefio con loro : ma fiubito e he il ; \
hebbe acqnifiato la città di Milano , parendogli che lecofie fine procede fiero
* uC fcu? profperamente , haueua capitolato con lui 5 ancora che egli fé ne *fcufajfe con *
papa cì«- Cefare , allegando che in quel tempo non hauendo i Capii ani fuoi per fpacio di
inéte a Car ucr^ti giorni fignìficatogli alcuno de' loro difiegni , & dipoi fi er andò della di»
zodiaci fé fa di quello fiato , e temendo etuniìo di Trapali ,& fiingendofi il Duca
ni Corfi d* ^Albania con le genti uerfo Tofcana , era fiato nccefii tato peti far e alla ficur-
orator Cuo, tà final ' ma non bauere però potuto in lui tanto il rifletto del proprio pericolo s
iTa? Xe?ir c^enon haxeffe accordato con condhwm >per lequali non mene fi prouedeua
fero Vrcc«- die cofe dì Cefare* che allefiue , &"che non haueffe di/prezzato partiti gran-
ftoTca'lc* àìffmì offertigli dal He di Francia , perche entraffe ficco in confederami ;
45 3. nondimeno non haueuano operato le fiue efeufationi , che non fé ne fu fi e tur'
bato-';2olto Cefare, e ifiuoi mini firi * non tanto perche fi ueddeno priuati al
tutto della fperanxad'bauer e più da lui {tifila io alcuno , quanto perche dubi-
tarono-he la capitolatione nò contene fife più oltre* che obligatione di neutra-
lità ; & perche parue loro che in ogni caio egli haueffe dato troppa riputato-
ne alla irnprefa Francefe ; & perche temerono ancora che il Tapa non fufie
mc^o
S E $ T t) 6EC1MO, tft
trreX? <&**■ Vmitmùfcgunaffero f esempio [uo: ilche effèrc flato itero, fi cer-
tificarono dipoi per lettere,& per brieuiche dopo la uìttoriafuron trottati neh
^padiglione del Re prigione, Haue uà in ultimo acce fo quefli fofpetti,& ma*; a ^e|,a(Ji*
la fatisfattione, quando il Tapa aceonfenth che per lo dominio fuo paflafle-\ dinai Colo
ìo,& fufiero aiutate a condurre le munitioni, dellcqualiil Duca di ferrai. "a d,ce>,L!
ra accori modo il Re di Francia, mentre era a campo a Vaia a: ma molto puh uèdogiispa
'X andata del Duca d \Alban\a alla imprefa del Reame di "Napoli: perche non f,ni!oU ' V
ri r i/j tir i> Co'onneu
folo come amico fu per tutto lo fiato della Chieja , & de Fiorentini ricettato, per u rotta
't^T- honoratOyma ancora fi fermò molti giorni intorno a Siena per riformare a ^'p^dVi
fianca fua ilgouerno di quella Città: ilehefe bene allungaua ì andata del Du Re, dato dì
'ta al Reame di 7S[apoli, & a quefio effetto principalmente era flato procurato JH?,poco e"
da luiyper effcrgli mole fio >che uno mede fimo dìucntaffe Signore di "Hapoli & ^ n do le sai
di Milano;nondimeno gì Imperiali haueuano perqueflo fatta interpretaìio- "on^'deiPa
ne, che tra il Re di Francia & lui, fuffe flato fatto altro legame^ che [empii- pa>CamiUo
tepromeffa di non offendere -.però teme uà giuflamente il Tontefìce non folo ^li^'
$ efiere offe[o,corne t emettano tutti gli altri, da Ce farei col tempo & con l'oc- Marcello , *
cafione,ma che ancora fen^a affettare opportunità maggiore non affaltafìcro aCOMome°
fubito,ò lo flato della Chiefa,ò quello di Firenze :& gli accrebbe il timore, che Giordano i
efjbidojl il Duca d'vdlbania,come hebbe auifo della calamità del Re, ritirato ie°CaCe de -
per [alitar fida Monte Ritondo uerfb Bracciano, & [attilli ancora andare cen sH orfini:
tocinquanta caualli,che erano in Roma,i quali il Vapafoce accompagnare in- rceruò gran-
[ino là dalla fua guardia, perche il Duca di Se (fa . & vi* Imperiali fi preparaua demente la.
J i r i ) "; i , r r • £ r riputatane
tiv per rompere le genti fue: accadde, eoe nenendo a a Sermoneta forfè quattro - delia chic-.
Sento caualli, & mille dugentofitnti delle genti degli Or[mi,feguitati da Giù- fa-
Ho Colonna con molli caualih &"[anti; furono rotti da lui ali ^Abbatta delle 5 si cono-'-
ire Fontane: & entrati [uggendo in Roma, per la poqta dijan Vagolo, & di r« aperta. -
[an Sebaflian-Oy le genti di Giulio entrate dentro con loro; ne ammalarono $q * nuouo"'
t in campo di Fioxe,& a in altri luoghi della* Città; laquale con tumulto gran- configlio ,
1 /»j \ . . v . v • ;j- chedauano
de fi ietto tuttam arme^prima con gran timore,etpoi con grande indegnatio ■ \ vinimni \
ne del Tontefìce, che ali autorità [uà nonfuffe hauuto , né rifletto , ne riue- al PaPa> chc •
ten%a alcuna. Ma in quefla fofpenfione , & anfietà grandi '•([ma dell ani- no puntoci
mo, gli foprauenneroi conforti, & offerte de Vinitiani: i quali coflituiti nel confuitori {
1 mede fimo timore di [e medefimi, con efficaffima inflan%a fi sfor%auano per- u° gìou^
b fitadergli, che congiunti infiemeb face (fero calare fubito in Italia diecimila neiiib.s.d.ej-
$ui%geri,& faldato una grò fi a banda di genti Italiane ,soppone[ìero a cofi porcata ) ì .
graui pericoli ? promettendo, come è coftume loro,difare per la lor parte mol- quaI * lciro1
topiu chepoinofogliono oflieruare.^Lllegauano che i fanti Tedefcbi, che era- ni e le forze ,
no flati alla difefa di Tauia non haueuano già molti me fi hauuto danari , & ìoto co'vi*
•' ueduto che dopo la uittoria continuauano le medefime difficultà de pagamen effer 3ppa-
tiyche prima s erano ammutinati} haueuano tolto l'artiglierie, & [attifi [orti J,c0"h *"„«
in Vauia:cheper la medefima cagione tutto il reflo dell' eficrcito di Cefare'era ^tia ««no-
*o:ilche fi come honouto nelÌib.ij.a'car.+j3,co£i had^teo quello auttoi il mcdefimò.a' «ar.455,
folk-
I I B R O
folleuatc&perfoUcuarfi ogni dìpiù,non battendo i Capitani fatuità di pagar
gli, in modo che armando fi, & loro, & lui potentemente s & frajficurauano
gli flati communi , &ftnutriua toccatone che gl'imperiali impegnati in que-
fledifficultày & neceffitati a tenere del continuo grò fife for%e alla guardia del
He prigione ; fi dìfordinaffero per loro mede fimi, ^ggiugnerfi che non era da
dubitare che Madama la Reggente in mano della quale era ilgouerno di Fran
ciaydefiderofiffima in quefla unione; non folo farebbe fubito caualcare a fianca
loro il Duca d'Albania con le fue genti, & quelle 400. lancie del retroguar-
dàxhe s erano ritirate dalla giornata afaluamentOy ma ancora con uolontà di
tutto 7 Regno di Francia; concorrerebbe alla falute cC Italia con groffa fomma
di danari 3conofcendo che da quella dependeua in gran fartela fferan%a della
ricuperatane del Re fuo figliuolo: effere ottima fen%a dubio quefla delibera-
zione fé fi facete con prefle^a ma la lunghezza dare a Cefareu f acuità di ri-
ordinarfh& tanto più che non fi rifolueua ad armar fiderà neceffitato d'accor-
darli con loro )& porgergli danari, che non era altro che effere inflrumento di
i^ftiTt* liberargli da tutte lediìfi:ulià9&flabilirfi da fé mede fimo in perpetua fog~
{CcomCe°Uha gettiohe. Dauano anche fperan^adhauere a effe feguitati dal Duca dì Fer-
ieuodi io- rara:ilquale,& per la dep:nden7& antica da Francefi,& per gli aiuti datiin
fl*o ^efo quefla guerra al Re,non erafenya grandiffimo timore: la conghmtione delqua
fow/iT le pareua di non piccolo momento, per l'opportunità grande del fuo flato alle
h^m'o doV guerre di Lombardia, per effere la città di Ferrara forti ffima , & egli abbon-
iamo , di dantiflìmo di munitioniJ& d artiglierie, & come erafama,richiffìmo di dana-
5?«ì fibro ri *Hè lafl>eran%a dhauere a uincere una imprefafi difficile, né la confiderà-
precedente twne de pericoli più lontanila quali il tempo frole fpeffo partorire rimedij no
fac"' 4ché penfati; harebbe inclinato Clemente a preflare orecchi a quefli ragionamenti*
co'i Giber- re non Xhaueffe indotto il timore di non effere affali ato diprefentea uolere piti
\\ì°^oà\ preflo eftorfi al pericolo men certose al pericolo cheappariua maggiore, &
cieméte 7. pu prerente. Et perciò fi riflrinfono tanto le pratiche tra loro , che effendofi con
^maggior" dotte infimo all'eftendere i Capitoli, fi afpettaua che a ogni horafiflipulaffero,
furono del gr in modo che il Tapa perfradendofene la condii fon e ,ffedì in pofle al Re
Giberto. ^ Inghilterra cierolamo Ghinuccio Sanefe auditore della Camera .Apofloli-
b QutUi ca^er cercare deliramente di difforlo a opporfi a tanta grandev^a di Ce fare,
5deiPv?c«è quando opportunamente fopraucnne*l\Arciuefcouo di Capua, antico Secre a
dò cario di tarj0)& configliere fuo,& chemoltianni era flato appreffb a lui digrandifiì-
poftidli ca ma autorità: ilquale fubito che haueua udito la uittona de gli Imperiali, era
peiia p prin ja T>iacen%a andato in campo a Don Carlo di Lanoia licere di Napoli, & ri-
So d&di foluto della fra intentione; cor fé fubito in pofle al Tonte fi ce , portandogli fre-
ìibronc'iuoi ran^t certa ^ accordo: perche il Viceré-, & altri Capitani haueuano per allho
ri^iSncS ra b dnepenfierijuno diprouedere a danari per Jodtsfare l'efferato, colquale b
^oegiicofi toeYnonbauermododipagarlo,fitroMuanoin grandi [fjima con frfwne, l'altro
U di condurre laperfona del Re di Francia in luogo, che la difflcultà del guardar-
loiìiongli bauefìc a tenere in continuo trauaglw: &flabtlite Une quefle due
cole
cofe giudicauano reflare in grado da potere fempre mettere ad effetto ì difegni
loro: però defiderauano l'accordo col Vapa,prefupponendo di cattarne quanti-
tà grande di danari: &per dijporuelo tanto più col fargli ffauento, & anco
pcrfgrauare de gli alloggiamenti de9 faldati lo flato di Milano eh* era molto co
! fumato, haueuano mandato ad alloggiare in Vicentino quattrocento huomini
d' arme >& etto mila Tedefchi,non come nimicUma bora dicendo che il Duca-
to di Milano mnpoteua nutrire sìgrojfo efferato, bora minacciando di uoler-
gli far pafìare in terra di Roma a trottare il Duca d'<Albania>in cafo che le gerì
ricondotte da gli Orfini non difioluc fiero. Ma erano fuperflue quefle diligen-
te :per che come il Tapafu certificato potere fuggire i pericoli prefentijafci a*
tigli altnpenfie.r'hfi uoltò con tutto H animo alla concordia .per ciofubito udito
V M due feouo, fece fermare t auditore della Camera per lo camino, &per le-
j uare tutte l'occaftoni che potè ffero interromperla; operò che il Duca d'^Alba-
i ma difioluefie da i Candii* & fanti Oltramontani in fuor a , tutto 7 refto deU
r esercito, & gli dette le flange a Corneto> rìceuutapromeffa dammìftridi
\ Cefare di licenziare ancora effì le genti loro, etici ano intorno a Roma, &fer~
marejlfcanio Colonna,& altre genti cheueniuano del Regno, &ft interpo-
fe ancora che i Colorine fi , che cominciauano a moleflare le terre degli Or fini*
de fifle fiero dall'armi. Defideraua il Vontefice, &faceua ogni opera, perche
nella concordia che trattaua co l Viceré, fi includejiero i VinitianUma la diffi
\ cultà era che e (fi ricttfauano di uoler pagare i danari dimandati loro dal Vice-
rè: perche dimadauacheglipagaffero tanti danari,quato harebbonoffefi nella
guerra) che haueuano a contribuire, & che in futuro contribuii ero non co gerì
tùma con danari,dimandando ancora il mede/ime a tutti quelli, i quali erano
compre fi nella confederatione fatta con ^Adriano. Ma la durezza deVinitia-
nifaceua beneficio alVontefice,dandofo]pettione al Viceré, che penf afferò a
nuoui mouimentulequali cofe mentre fi trattano con fferan%a certiffima d'ha
uerfi a conchiudere, i Fiorentini per ordine del Vontefice mandarono al Mar'
che fé di Tefcaraper intrattenimento dell'esercito uenticinque mila ducatijri-
ceuutapromefia il Vontefice da Giouan Bartolomeo da Gattinara,ilquale ap-
preso a lui trattaua per lo Viceré, eh e quefla quantità farebbe computata nel-
la:fomma maggiore ,cheharébbono apagare per uigor 'e della mona capitola-
tionedaquale innanzi fi conctimdefiepochiffimi giorni, il Duca d'Albania, il
quale per tornar fene in Francia haueua affettato l'armata : uenuta quella al
Torto di Santo Stefano}et mandatigli le Galee ;fi imbarcò à a Ciuità Vecchia a il Gìouì©
fopra quelle, &fopra le Galee del Vontefice, predategli con confentimento del ,nacl Gl'oli
yicerèybenche né aU'armata,né alle Galee non de ffero faluo condotto, & con Pefcan <crì-
lui Ren?o da Ceri, con l'artiglieria ba-uta da Siena, & da Lucca, con quat- "a'd-Aiha «
trocento caualìhmille fanti Tedefchi, & pochi Italiani, perche il refto della niàVim&afr
gente fi era sfilata, & il refto de' caualli parte uenduii , parte lafciati: i prò- incito a m£
grejji delquale erano flati tali che fi compre fé apertamente efiere flato manda tahq.
fo> ò perche gli imperiali temendo del Regno di 7{apolipartijferQ? per foccor-
rerfa
• Ti primo ■ •-. f T I* TV © • -
<r a pdic fu -mio del Dittato di Milano,ò perche per queflo timore fi induce fiero "alla con^
? dT Mag-1 <0Y *te&:ptr ytcfla cagione e proceduto lentamente mancando for^e al
pio 1 5 2 5 ! Re b tfknf i a mandarlo con esercito potente. Ma finalmente Uficiati da porr
uionéiì?^i f f ' Vmtuv,ù'> fi con; hiufe il > primo giorno d\Aprile in noma tra'l Tontcf
ta del cola el viceré di 'Napoli come Uwotennitc Cesareo Generale in Italia per loqua
fublLtaia IccrainRomaeonpienomandato Giouan Bartolomeo da Gattinara , nipote
lega: iiche è del fra* Cancelliere di Cefare, cofederatione per 'e, & per i Fiorentini da ima
choainque V™1^ & per Ce fare dall'altra. t> Lafomma de* Capìtoli più importanti fu:
feo a 465.. che tra il Tapa> & Ce fare fuffe perpetua awrìtìa, & confederatane, per la-
bini accon quale l'wo & l 'altro di loro fitffe obliato a difendere da ciafeuno concerto
h di' quefta n!im"Y0 di gente il Ducatodi Milano pò fi 'càuto allhora fiotto l'ombra di Ce fa-
co tei . yì t :o re da Francesco Sforma, Uguale fu nominato come principale in quefia capito*.
c\tmtllT, &*'0ÈéV^ che Imperatore hauefìe in protettane tutto lo flato che teneua la
&;ca.io di Cbiefii,quello che pofiedeuano i Fiorami .& pxrticolarmete lacafia deMedii
cefare, Pii ' Cl con l fiorita, & preminente che haueua in quella Citta , pagandogli però I
Giouio nei \ Fiorentini di prefente cento mila ducati per ricompenfo di quello chehareK j
uitVoVi pe3 luma ì)atiUt0 à contribuire nella guerra pmffima per uirttl della Lega fatta co
fc;r; è rr.oi .Adriano Jaquale pretendeva non epere eflinta per lafua morte-per efiere fòt I
& dimirsu - cificato né capitoli j ch'ella duraffe urìannodopo la morte di ciafeuno de corife
to. derati: che i Capitani Ce farei leu a fero ledenti dello flato Fcclefiaftio , ne ma.
e Procede dafiero di nnouo alloggiamene dell'altre fien\a confinamento del ^Pontefice,
S0ViT«e° ^ Vinitianifiu laficiato luogo d'entrare in quefla confederatone » in termi*
co'i Pórefi- ne di uenti giorni con honefte conditioni ,lequalihauefiero a efiere dichia*
Zittt co ratedal Tapa.& da Ce fare, & che il Viceré fuffe tenuto a fare uenire fra
ingà no.-per • quattro mefi la rati f catione di Ce fare di tutti quefli capitoli : & obligarono i
uenùtofeco man^tarij del Viceré in un capitolo da parte ■> confermato con giuramento,
a ijarte (co- € he cafo,che ce far e non ratificale fra il tempo quefli Capitoli hauefie il Vice*
ee)i>ci i e co re a Ye fluire i cento mila ducati,douendofi però in fino che i danari non fi, re~
iè dei Duca flit uiffono-.ofiern are la Lega interamente: aìlaqual furono aggiunti tre arti co-
ti* un'aura M nonconneffi nella capitolatone, mapofli in fcrittura fieparàta , confermati
uè" e cC-'"f €tlAn^° pergiuramertoyche contennono, che in tutte le co fé beneficiali del Re.
io Duca nel gm & Napoli fufiepermt fio > a Tontefìci urare quella autorità, & iurijditw-
l^&lebbe neyC^e fi ^(p°nemPer ^e mucfl Ducato di Milano pn
aaiuidejìà- é>"a(fl infuturo il fiale delle fatine die eru a* per quel prezzo & modi che ah
4imU a? t - tY€ uo^te ^ comemto tra Lione, e l preferite Re di Francia>& confermato nel
u fot Reg l* Capitolatane che l'anno mille cinquecento ventuno fece il medefimo Lio-
fe'Jttich ne C°n ^ImPerat6re: & che il Viceré fiufie obligato a far sì9c talmente,' he e il
il Papa d re L)uea di Ferrara reflituiffe immediate alla Chic fa Reggio, Rubiera, & l altri
Wnte^ff Urre C^)e haumaPrefet{acante^fiàia Romana per la mone di Adriano, &.
Lanoia uc che per queflo ilTentefice fiubito, chenefufie reintegrato, hauefiie a pagare 4
lo^^dèi C*jCar* cent0 milil ducatl> & a ognifiua r equi fittone affoluere il Duca dalle a n
l* Viwdtl Pefcan.&qucfto Auttore nepailadi fottoa +i?, fé h:n non coii rifoluto,comc fcriutil Gio
: - ' " fik:
rt
S E X T ODE CIMO. 4^
UYC3& prìvxtioni,nellequali era incorfo,ma noni' già daìlapéna dicento m;lx
ducati promefìa in cafo di contrauenìre all'infirvmenlo fatto con ^driano-.ù*
nondimeno ricuperata che il V ap a n barn fi e la poffeffione, shaveffea uedere
di ragione fé quelle terre,& Madonna apparteneva alla Chip fa, ò allo Ir/ipe-
rio:& appartenendoci all'Imperio, sbauefìero a riconoscere in feudo da Cefa-
re, appartenendo fi alla Cbiefit. reflaffero lih tre alla fedia ^Apofiolica. Fu que-
lla deliberatane del Tonte fice interpretata nanamente dagli buon uni fecon-
do che fono uarie lepaffioni,eigivdkij: L<A MOLT1T V DI 7>{E maffi-
marnentc,allaquale fogliono piacere più i configli fpeciofi che i waturiy & che
fpeffohaper generofi quelli che non Traforano le co fé prudentemente, tutti colo
ro ancora che facevano profeffione di deflagrare la libertà d'Italia; lo biasima- \
tono come fé per viltà dì animo baueffe lafciato l'occafione d'unirla coir.-. Cefa-
re?& aiutato co danariproprij l ' efìercho fuo a liberar fi da tutti i d.jodim;
ma Li maggiore parte degli bvomini pia prv lenti giudicarono molto aiuerfd-
menteiperche confideravano che il uolerfi opporre con genti untine a uno ejfer
cito groifijfìmo,& vincitore, non era con figlio prudente; non potere e fi ere che
la venuta degli S m'aeri non fuffe co fi lungaj& da operare facilmente, pafìa
to cbefujfe il Infogno quando bene fuìfero prontijjìmi a uenire: di che atte fi la
natura loro ,& la per coffa ricevuta sì frefca;?wn sbaueva certezza alcuna,
rie fi doueua fyerare meglio del Reame di, Francia:doveper tanta rotta no era Q ft. ?:6
refiato né animo, né configliojnon iti era in pronto prouifione di danari, non di ckichi, ch'a
gente d'armi,& quelle poche ancora che fi. erano faluate il giorno della giorm gdTiiogehr
tXyhauendo perduto i carriaggi ,haueuzno bifogno di tempo, & di danari a ri- f»M Parmì-
or dinar fi -.però non bavere qvefla unione altro probabile fondamento che lajbe ffifòfa fi*
ranche l'efiercito nimico per non efìerepagato non bave fi e a muover fiukhe por ta remo
quando benefuccedefiejion refiarepsr quefìo privati del Ducato di Milanoyil §*tSoSt'
quale mentre fi reggeva a diuotione di Cefare; barebbefempre il Téntefice ca te rubando,
gione grandi ffima di temerne. Ma quefio efiere anco fperan^a molto incerta: f popoli* di
perche era da temere che i Capitani con l \iutorità>&' arti loro, col proporre il «»«f le lot
facce di qualche Città ricca della Cbiefa,b di Tofana lo difboneffero a camir\a \t citSeran
re:efier(igià veduto che unapar:ede* Tedefchifolo per hauere già graffi allog VÌCtìC de"«
giamenti baueuapafiato il fiume del Vò> & venuta in Tarmigiano, & Via- budini,
€entino,in modo che fé fifuflero deliberati dijpingerfi innan%i% nonpotere effe ™ u^S*
refe nontardhrimedio alcuno, & fondar fi con troppo pericolo una tanta deli - ié «ire , "&
berationefu lafi>eraza fola de' difor dinati de nimicudalla volontà de' quali di» f,Ì? £?
fendeva finalmét e lo fudUtpparfenc.Fn adunque il configlio di Clemente, feco fino l
do il tempo che correua , prudente, & ben confiderato : ma farebbe flato forfè "?a anp-rei^
pìv laudabile, fé intuitigli articoli della capitolatone bavefie ufato la mede fi iuina-o il
ma prudenza, & volpato l'animo putprefio a faldare tutte le piaghe d'Italia, q^i? *7f
che ad aprir e -inagrirne qualch'una di mométo > imitando ifaui medici: i qua dei pefearà,
li quando i rimedij che fi fanno per fonare la indtjpofìtione degli altri membri; ^ n^* Jj*
ture/cono la infermità del capqx ò del cuore, pojpofio ogni penfiero de' mali Ioana.
più
cono
ette
Ro-
t r * R o ."._;_.
j>/h leggi eri, & che affrettano tempo;attendono con ogni diligenza quello }che
è fin importante, & più necefiario allafalute dello infermaci che perche sin
tenda meglio; è ne cefi ar io ripetere più da alto parte delle co fé già narrate, ma
jpar fornente Ài fiopr 'a .riducendole in un luogo mede fimo. La cafa da Efle, oU
* Vedi r hi- tra l' battere tenuto lunghiffìmamente fotto titolo di 3 Vicari] della Chic fa, il ,
ftoria di dominio di F errar a,haueua molto tempo poffeduto Reggio & Modona con le
rig°naBade,!l inueftiture de gli lmperator'unonfi facendo allhora dubio che quelle due Città
Piicipì d'E nonfuffero di mrifditione Imperiale, & le pofiedèpacificaynéte infimo che Giù
* C& ne gl'i Ho Secondo, fu feitator e delle ragioni già morte della Sedia *Apoftolica,& fot-,
aitn,
ti, oue co i0 petofo titolo autore di molti mali,per ridurre totalmente Ferrara in domi"
Sicioiorfrac nio della Chiefa, roppe guerra al Duca ^Alfonfo : nellaquale hauendo hanut*
coite tutte occafwne di torgli Modona; la ritenne al principio per fé, come co fa che infie-
ia .nobilitò- me con tutte l altre terre infimo al fiume del Tò appartenere alla Sedia *Apo-
"ftenfc'ler fi°^cay Per e fiere fatte dellEfarcato di Rauenna: ma poco poi per timore de*
quell'opera Frana fi la dette a Maffimiliano Imperatore, ni per quefto cefiò la guerra con
"nerfiliS tra "4lfonfo; ma hauendogli non molto poi tolto ancora Reggio, fi crede che fé
ghi tono fuffe uiuutopiu lungamente farebbe prefo Ferrara , e pendo nimico acerbi j]ì~
fte cofe me- rno ^ ^fmf°> ^ per tó pietà chepretendeua alt ambinone di uolere ricupera
de fime , & re alla Chiefa cioè che fi diceffe effere mai flato firn in tempo alcuna,come per lo
G,0U10# sdegno ch'egli hauefi e feguitato più preflo r amici tia Fr ance fé, che la fitta; &
fior fé ancor a per Iodio implacabile por tato da lui alla memoria, & alle reli-
quie d<Alefiandrofeftofuopredecefiore,Lucretia figliuola delquale,era mari*
tata ad iAlfonfo> & erano di quefto matrimonio nati già parecchi figliuoli. La*
fidò Giulio morendo a fuccejforifuoinon fiolo l'her edita di Reggio, ma la me-
defìma cupidità d'acquiftare Ferrara, /limolandogli la memoria glorwfa che
pareua che apprefio a ipofteri hauefie lafciata di fé: però fu più potente in Lio
ne fiuofiucce fiore quefta ambinone, che il rifletto della grandezza, che haueua
in Firenze la Cafa de Medici: allaquale pareua più utile chef diminuiffe la pò
ten^a della Chiefa, che aggiugnendoui Ferrara far la più formidabile a tutti i
uicini:an%i hauendo comperato Modona; indirizzò totalmète I animo adac-
quiftare Ferrara, più con pratiche,& con infidie,che con aperta for%a, perche
quefto era diuentato troppo difficile, hauendo ^Alfon fio, poi chefiuidde in tanti
perìcoli attefoafarlafortiffimadauorato numero grandi/fimo d'artiglierie, &
di munitioni,e trouandofi come fi credeua,quantitàgroffa di danari: & furo*
no le inimicitiefue forfè maggiori, ma trattate più occultamente che quelle di
Giulio, & oltra molte pratiche tenute f^effo da lui per pigliarla, ò ali imfroui
fio,o con inganni, obligoiVrincipi, co* quali fi congiunfe in modo che almeno
nonfoteuano impedirgli quella imprefa: nùfolo mentre uiffono Giuliano fuo
fratelloy& Lorenzo fuo nipote>per Cefaltatione de quali fi credeua che hauef-
fe hauuto quefta cupidità, ma non meno dopo la morte e loro: ilqualc defiderio
fu tanto ardente in lui che molti fi per fuafono che quella fina ultima più prefto
frecipitofajche prudente deliberatione di unir fi con Ce far e cetra il Re di Fra
eia.
SE S-TO DECIMO. 4*4
cia,fufie in gran parte jpinta da quefla cagione,in modo chela necefjltà coflrin
feMfonfo per fatisfare al Re di Francia,unico fondamento, & jperan'^afua»
dirompere la guerra in Modonefe, quando Ì efferato di Lione, & di Cefare
era accampato intorno a TarmameUaquale bauendo cattiuo fuccefio, fi fareb-
beprefto ridotto ingrauiffime difficultà,fene'medefimi dì nonfuffe inopinata
mente nel corfo delie uittorie morto Lione: morte certo per lui non meno f aiuti
fera, che quella di Giulio, 7{è so io fé alla fine fu jfe totalmente micetto *Adria
nofuofuccefiore di quefla cupidita\bencheper efiere nuouo & ine^erto nelle
cofe d'Italia; hauefie ne* primi me fi che uéne a Roma affolutolo daue cenfitre*
conce ffagli di nuouo la inueflitura, &permefio chepofie leffe etiandio tutto
quello,che haueua occupato nelle uacationi della Chiefa , & gli hauefìe anco-
ra dato fieran^a di reflituirgli Modona & Reggio ,da che dipoi, informato me
glio delle cofe, fi alienò con l'animo ogni giorno più. Ma per la creazione di
Clemente entro in grandiffìmo timore, che per lui nonfufìero ritornati gli an-
tichi tempi,& meritamente: perche inluifeglifufjerofuccedute le cofe prò-
fiere, farebbe fiata la medefima difyofitione che era fiata in Giulio, & in Lio
ne: ma non hauendo ancora occafioneper Ferrara,era tutto intento arihauer e
Reggio, & Rubiera, come cofa più facile, & più giuftificata per la pofieffwne
frefea che n haueua hauuto la Chiefa, & come fé per queflogli rifnltaffe igno-
minia non piccola del non le ricuperare. Da quefio nacque che prima in molti
altri modi,& ultimamente nella capitolatane col licere, hebbepiu memoria
di queflo,che non defiderauano molti :i quali conofeendo il pericolo che fopra-
fiaua a tutti della grandeTga di Cefare, & che niuno rimedio era più falutife-
ro,che una unione molto fincera>& molto pronta di tutta Italia, & che tutto
giorno poteuanofuccedere.o occafionifoneceffità di pigliare l'armi; harebbono a ti farbe*
giudicato effere meglio che il Vontefice non efajperaffe,ne mette fie in neceffità "fi"jJ a v '
di gittarfi in braccio all'Imperatore il Duca di Ferrara, Vrincipe che per la rie habbia in-
che7ga,per lì opportunità delfino, & per l* altre fue conditioni era in tempi tali Si"^ J jj
da tenerne molto conto > & chepiuprejlo thauefìe abbracciato i & fatto ogni ìa, che'l be
f diligenza di leuargli l*odio7 & la paura, fé però • IL F^R beneficio a chi j^f^/J
fi perfuade hauere riceuute tante ingiurie è ballante a cancellare de gli animi nece ifità
fi mal dijpofti>& inciprigniti, la memoria dell' offefe; ma/fimamente quando il reut&zS?
beneficio fi fa in tempo,che pare caufatopiu da neceffità,che da uolontà. Fat- p . *. che fia
ta la capitolatone il Tontefice.per non mancare degli ufficvj conuenienti uer eh a, &dZ
fo tanto principe; mandò conpermiffione del ficerèjl Vefcouo di Tifloia a ui !>°'e » come
fitare, & confolare in nomefuo il Re di Francia: ilquale dopo le parole genera g • ;E fi
//' hauute infiemeprefente il Capitano .Alarcone,& l' hauere il Re fuppltcato Jf8S« di A:
il Tontefice,cheper Ini face fie buono ufficio con Cefare; gli domandò con uoce Arp»go, *<•!
formnefia quel che fufiedeV Duca d\Albania, udendo con vramflìma moleflia 3?-1 A"?
la rijpoJta,cbe rijoluta una parte dell e fi eretto era con l ali ra pafiato in Fi un v Atadoio 5$
eia Conuennono in quefio tempo mede fimo i Lucchefi col Viceré: il quale gli fQ ?03fr£u£
weHènellaproteniQne^ ducati* Comermouoei !?8i.0>
,-N
$énefidi] wt/MÒidkrmiia ferrea vbh re più tmdfofmdA
che uh altra diga*, , m /. i che da m tanto <-, ■ Monte déj^ouea mftà %4i
ikl Ponte fi ce,per me^o del Duca d\ ì ih vcaddh aite 'turno riaffunta, benché non
ancora confclidata l'autorità; da àl4ro a< elli,ibe per fare profefflone di defide-
rare la libertà- fi chiamatimi* imlgrcrnente i Libertini, pre fio per la giornata di
Tania animo contra il gouerno introdotto per lefor%e del Redi Francia;haue
vano mandato diuerfamentèhuomrai al viceré per render lopropitio a dife-
gwi loro: ne haUuta da lui certa riflolutione intorno la forma del governo; ha*.
umano tutti folleatahi pronti fi; reamente la cmipofitionciiaquale efiendo fat-
ta. & munti a ricevere i danari gì, hnominimadati dal Vicerèftcl tempo me^
de fimo che i danari fi amwuerouanj,& inprefen%aloro Gierolamo Seuerini
Cittadino Sane fé* che era flato apprefio al Viceré) ammaino ^ilefìandro Ti-
tiri >f rincipale del nuouo Reggimento} & a chi il Tontefice haueua difegnata
th: per alìhorafì uolgefie tutta la riputatione: donde prefo l'armi da altri Citr
tad^m-che èrano congiurati fec0y& lettati in arme* il popolo, che era mal con
tento ci e il gouerno ritorna fie alia tiranniae, cacciati i principali del Monte
de >rNoae Riformarono la Città a gouerno delpopolo nimico del Tontefice, &
aderente di C 'e far e -efiendo procedute quefte cofe non fetida faputa,eome fi cre-
dette del VicereyO almeno con flemma afprobatwne di quello che era flato fat-
to-per ccnftderarc quanta fuffe opportuno alle cofe Mi Ce fare hauere afua diuo
tionc quella Città pGtenie,cbe ha opportunità di Torti cu mare* fertile dipae-
fé, mùna al Reame di 'Ijap mi ,& flit nata tra Roma, & Firenze ; non cftant-e
che iiVimi<& ilDucadiSefiahaueftero dato fleran%a al Tontefice di non
alterare il gouerno introdotto cól fauorefuo. Seguitarono molti altri d Italia
la inclinatìone de flopr adetti, & là forum a de' uincitori, co* quali il Mar che fé
di Monferrato compofe in quindeci mila ducati* eH Duca di Ferrara non fi po-
tendo fi fi e fio ftabi lire le cofe fu e peri rifletti- che haueuano alla capitolata-
ne fatta col Tontefice, & perche era necefiario intenderne prima lauolontà
di Cefare;fu contento dipreflarc al Fico è cinquanta mila ducati, con preme fi-
fa di ribattergli fé non capitola/I ere infieme: co quali danari>& con cinto mi"
la ducati promeffi loro dallo flato di Milano, & quelli che preme fiono i Ceno-
ne fi ,e i Iucche fi, & con quelli ancora che y imeffi da Ce far e a Genoua per fio-
fieni ■ atiene della guerra, ma arriuaii (topo la uittovia, attendeuam i Capitani
fecondo che i danari uenìuano a pagare ifoldi cor fi àeUeffc rato , rimandando j
di mano in mano .fecondo eh' erotto pagati i Tede fi hi in Germania;in modo\che
non j ': vedendo fegttì che hauefiero in ~?>;?no . .vare contra alcuno perai-
borati corflo della uitioria, an%i battendo II Viceré ratificato la capitolata-
ne fata confino mandato col Tor.ttfice, e irati andò nel t ; mpo medefìmo di fa
re appuntamento nuouo co i Fiumani , iìquale molto defidcraua;fi uoltaro-
no gnocchi di tutti a njgnardare, in che modo Ce far e rie euefiefi liete noueU
le,& a che fini fi wdirr^afiero i fluoi penfieri: colquaìcper quello the fi pò-
tette comprendere dalle dimofir anioni efirinfeche* appari, or.* incuci* grandi
di animo
SESTÓDECTM ©i 4&
Malanimo molto ^moderato, & atto arefifiere facilmente alla proferita della
fortuna,e tale che non era da credere in un Trincipe fi potente, gioitane & che m^c^i^!
mai non haueua fentite altro che felicità: perche hauuto auifo di tanta nino- d'animo di
ria,che gli peruenne il decimo giorno di Marzo, & cGn effo lettere di mano ì^coT/proì
propria del Re di Francia, feriti e fupplicheuolmente, & piupreflo con animo f?crc fa me*
di prigione, che co animo di Re; andòfubito alla Chiefa a rendere gratie a là- ugTouJoJ?
.dio con molte folennità di tanto fucce fio: & con fegni difomma diuotione.pre 9ual dicc »
fé la mattina feguente il facr amento della Eucarifiia, & andò in proceffwne giorni fece*
alla Chiefa di Tjoftra Donna fuor a di MadriU doue allhora fi trouaua con la h}^^m°
Corte; né confenti che fecondo l'ufo de gli altri-, fi face fiero con campane, b con queftafcikl
fuochi, ò in altro modo dimoflrationi di allegre^a,dicendo efiere contienien- tà, fof,c d'u:
tefarefefte delle uittorie hauute contra gli Infedeli, non di quelle che shaue^ ftì saiti mt-
uano contra i Chriftiani: & non moflrando ne 'gefli,ò nelle parole fegno alcu- " Sva?lì mo
no di troppa letitia,ò di animo gonfiato; rif^ofe alle congratulai ioni de ?li p^e.ch" *-
.Ambaf datori, & huomini grandi, che erano apprefio a lui, che n haueua pre uir*J °d pjjf
fo piacere, per che l'aiutarlo Iddio fi manifeflamente gli pareua pure indicio «Morgui n-
à- 'e fiere, benché immerit amente, nella fua grafia & perche (per au a che hora n\efieiTh"
harehbe l occafwne di mettere la Chrtflianità inpace, & d apparecchiare la bsn,a che-
guerra contra gì' infedeli, & perche harebbe facilità maggiore di fare bene fi- q^riaJl
ciò agli amici & di perdonar animici; foggiugnendo che fé bene quefla uiu xia Xo} lc fe H
torta gli poteffe parere giuflamente tutta fua, per non e fi ere fiato fé co ad creda f &
acquiftarla alcuno de gli amici; uoleua nondimeno che ella fnfie communc Dionedopo
a tutti : anxihauendo udito l'Oratore Finitiano,che gli giuftificaua le cofe Litoti cu*
fatte dalla fua Rcpublica, diffe poi a ' circojìanti le fcufefue non efiere uè- radal,a '»«-
re, ma che uoleua accettarle, & riputarle per uere: neliequali parole, & di- "!gi, freddò
moflrationì, fignificatrici difomma fapien%a,& bontà, poi che fi fu conti- chencI.Ia w
nuato qualche giorno,egli per procedere maturamente come era confueto, chia ne piuurco:
mato un giorno ilConfiglio, propofe lo configli a {fero in che modo fuffe da ma /^f"*
gouernarfi col Re di Francia, & a che fine donefie indiri%^arfi quefla tutto- pò è pofto
ria. Comandando che per ciafeuno ft\configliaffe liberamente alla prefen^a dal s^elli-
fua. Dopo il quale comandamento il Vefcouo di Ofma , che teneua la cura delia quarl'
del con fé (farlo; parlò co fi. ta Enneade.
« 7 ^ì ■ rrr • » n i . . „ °ra ,n que-
Sc bene.GLoriojifjimo Trincipe, tutte le cofe che accadono in quefìo mon- ftp efcmpio
do inferiore procedono dalla prouiden^a del fommo iddio, & da quella han- auf^ntle°^'
no giornalmente il motofuo; pure queflo tal uolta in quakh'una fi forge più regnare a*
chiaramente: ma fé fi uè dde mai manifeflamente in alcuna, fi è uedutonel- ^r!.c,p,'chc
• /» . , . -, J ' »*v»*-i.f aaiia mano
laprejente mttona: perche per la grandezza fua, & per la facilità, con la r°!a di dìo
quale è fiata acqui/lata, & per efierfi tónti mimici potentiffimi,'& molto wnofcew'ie
più abbondanti di uoi delle prouifioni necefiane alla guerra; non può negare lor Storie.
alcuno ottenuta la
tutoria contra i Belgi,iNeruii.&gli Adiratici, operò che in Roma per 15. giorni fi race/fero orationi co-
me fcriuealfìiiedel Jib.z.de' fuoi Commètari: & altre uolte d'alni Principi ethnici leggiamo. Coli poneil
Già. nel lib.A3.che Solimano grà Tiuco prek Strigonia; fece iacrificjo, ringratisndo Diodi tanta uittoiia.
Kfjlrt
LIBRO
tdctmonon fta fiata cfprefia uolontd di lidio* & qnafi miracolo: pero quante
il beneficio fuo è flato -più manifeflo,& maggiore, tanto più è obligata la Mae
fld uoflra a ricono (cerio <& a dimoflrarne la debita gratitudine: il che princi-
palmente con fijìe nello indirizzare la uittoria, fecondo che piufia iljeruigio
d'lddio>& a quel fine per loquale fi può credere cti egli uè l'habbia cocciuta:-
& certamente quando io confiderò in che grado fui ridotto lo flato della Chri-
ftianità, non ueggo che coja alcuna fia, né più finta, né più necefiaria , né più
grata a Iddio che la pace uniuerfale tra iTrincipi Chrifliani: conciofia che fi
tocchi con mano, che fen^a quefìa la religione, la fé de fua, il ben uiuere degli
huomini ne uanno in manififli filma rouina. Habbiamo da una parte i Turchi
che per le noflre di fior die hanno fatto contra i Chrifliani tanto progrefio, &
bora minacciano lungheria, Regno del marito della Cor ella uoflra; & fé piglia
no 1' Fngberia)Come fé i Trincipi Chrifliani non fi unifeono, fetida dubiopiglie-
ranno,haranno aperta laflrada alla Germania- & alla Italia. Dall'altra par-
te quefìa herefia Luterana tanto nimica a Iddio, tanto uituperofa a chi la può
opprimer e, tanto pericolofa a tutti i "Principi -^ha giàprefo tal piede, che fi non
fiprouede.fi empie il mondo di heretici,néfipuoproued.ere,finon con l'auto-*
ritd,& potenza uoflra ; lequali mentre che uoi fiate impegnato in altre guer-
re nonpofìono adoperarfi a eflirpare queflopernitiofifiìmoueltno. Dipoi quan
io bene alprefente né di Turchi, né di hereticifi temefie^ che cofa più brutta^
piufceleratatfiupeftifera, che tanto fangue de Chrifliani y che fi potrebbe fien
ier e glorio f amente per aumentare la fede di Chrifto, ò almeno riferbare a tem
pi più ?wccfiarij,fijfandaper le paffioni noflre inutilmente, accompagnato
da tanti flupriyia tanti facnlegijy & opere nefande? mali che chi né cagione
per uolontà,nonpuo fperarne da Iddio perdono alcuno; che chi gli fa per necef-
fitd non merita d'efierefcufato,fe almeno non ha determinata intétione di ri-
mediare come prima ne hard lafacultd. Debbe adunque e fiere il fine, & la mi
ra uoflra la pace uniuerfale de' Chrifliani, come cofafopra tutte l'altre honore-
uole,fxntaì& ne cefi aria: Uquale uediamo bora in che modo fi pò fi a confegui-
re. Tre fono le deliberationi che può prendere la Mae fld uoflra del He di Fran
eia: luna di tenerlo perpetuamente prigione: l'altra di liberarlo amoreuolmé-
te,& fratcmalmentefen%a altre conuentioni che quelle che appartenemmo a
fermare tra uoi perpetua pace. & amicitia,& afanare i mali della Chrifliani-
td: la ter^a liberarlo, ina cercando di trarne più profitto che fia poffibile: delle
quali, fi io non m'inganno, l'altre due prolungano, & accrefeono le guerre, la
liberatione amoreuole,& fraterna è filo quella che l'eflirpa in eterno: perche
chi può dubitare che il Re di tracia ufandof egli tanta genero fitd, fi fingulare
lìberalitd,non rimanga per tanto benefìcio più legato co l'animo, &piu inpo-
teftà uoflra,che non è al prefente col corpo? &fe tra uoi,& lui fard uera unio
ne,& concordia, tutto ilreflo de' Chrifliani andrà a quel camino che da uoi
due fard moflrato: ma il rifoluerfi a tenerlo fimpre prigione, oltre chef irebbe
pure con infamia troppo grande di crudeltà* & fegno d'animo che non cono-
fceffe
3 E X T ODE CIMO; 466
fcefie ìapotcflà delia fortunato fifa egli nafiere guerre di guerre? perche prt
fuppone uolere acquiftare,ò tutta,ò parte delia Francia, che ferrea nuoue, &
grandiffime guerre non fi può fare. Se fi piglia il partito di me^o, cioè liberar-
lo ,ma con più uantaggiofì patti chefipoffa: credo che fia il più implicato, il
più pericolojò partito di tutti gli altrUperche facciafi che parentado, che capi-
tolile obligatione fi uoglia>refteràfempre nimico^ne gli mancherà mai la co
pagnia di tutti quelli, che temano della grand eiga uoflra:in modo che ecco
nuoue guerre, & più fanguinofe, & più pericolone che le pafiate. Cono fio qua
toquefia opinione fia diuerfa dal gufilo de gli huomini, quanto fìa nuoua> &
fen%a ejfempij, ma fi conuengono bene a Ccfare deliberationi e firaord inarie,
&fingulari: né è da marauigliarfi che l'animo Cefareofia capacijfimo di quel
lo, a che i concetti de gli altri huomini non arriuano, i quali quanto auan^a di
degnità, tanto debbe auan%are di magnanimità: & pero conoscere [opra tutti
gli altri quanto fia piena di uera gloria una tanta generofità, quanto fia pm
ufficio di Ce far e il perdonare ,& il beneficar e, che r acqui/lare; che non in ua-
no Iddio gli ha dato qua fi miracolofameniela poteflà di mettere la pace nel
mondo, che a lui fi appartiene dopo tante untone, dopo tante gratie che Iddio
gli ha fatte, dopo il uedere ingenocchiato a'picdi fuoi ognuno, procedere non
più come nimico diperfona,maprouedere come padre commune alla fallite di
tutti, più fecegloriofo il nome dì jlleflandro Magno, il nome di lulio Cefare9
la magnanimità diperdonare a nimici, & di reflituire i Regni a ubiti, che
tante uittorie,& tanti trionfi: l'è fi empio de' quali debbe molto più feguitare
chi, non hauendo per fine unico la gloria, ancora che fia premio grandilfimo,
defid era principalmente difarequelfcheè il proprio, il nero ufficio di ciafeu-
noVrincipe Cìmfliano. Ma consideriamo più innan%i per connine ere coloro,
che mifurano le cofe humane folamente con fini humani , quale deliberationc
fia più conforme ancora a quefli. Io certamente giudico che in tutta la gran-
deyga della Maeftà uoftra>nonfìa la più marauigliofajapiu degna parte, che
quefia gloria di effere fiato infimo a boggi inuitto d* battere condotto a feliciffi^
mofine con tanta riputatone con tanta proferita tutte l'imprefe uofire. Que-
lla è fenica dubbio la più pretiofa gioia,il più fingulare t efóro che fia tra tutti
$ uoftri t efori: adunque come meglio fi filabili fee , come meglio fi affluirà, co-
me più certamente fi confer uà ,cb e col pò far e le guerre con fine sì generofo, &
sì magnanimo, col leuare la gloria acqui/lata dalla poteflà della fortuna, & di
me%o il mare ridurre inficuro porto queflo nauilio carico di merci di ineftima-
bile ualore. Ma diciamo più oltre non É T I V de fider abile quella grande^
%a che fi conferita uolontariamente, che quella cb e fi mantiene con uiolen^i
imitino ne dubita perche è più [labile, più facile, più piaceuole, più honorem-
le. Se Cefare fi obliga il Re di Francia con tanta liberalità, con tanto bene-
ficio, non farà egli fempre padrone di lui, & del Regno fuo? feda fimanife~
fia certezza al Tapa,èr a gli altri Trincipidi contentar fi dello fiato che ha,
né hauere altro penfiero,che delìafalute uniuerfale; no reflaranno eglino fen-
*Nji ni 7g
LIBRO
Xafojpettoì &non battendo più né da temere, ne da contendere con luì, non
folo ameranno,ma adoreranno tanta bontà: cofi con uolontà di tutti darà le
leggi a tutti }& fenica comparatone difyorràpiu deChrifliani con la beniuo-
len%a,& con l autor ità^che non far ebbe con lefor%e, & con l'imperio : bara
f acuità aiutato, & Seguitato da tutti uoltare l'armi contra i Luterani, & cen-
tragli Infedeli con più gloria, & con più occafwne di maggiori acquifii:i qua-
li,non so perche non fi debbino anco defiderare nell'africa* ò nella Grecia, ò
nel Leuante, quando bene l'ampliare il dominio fra i Chrifliani hauefie quella
facilitàycbe molti agiudiciomio nanamente fi imaginano : perche lapoten'za
della Maeflà uoflra . è aumentata tanto che è troppo formidabile a ciafeuno, &
come fi uegga che fi difegni maggiore progrejfo , tutti di neceffaà fi uniranno
contra uou "He teme il Tapa,ne temano i Vinitianunc teme Italia tutta>&
per ifegnichefpejfofifono ueduti è da credere che habbia a effere molefla al
Re d Inghilterra, Totrannofi intrattenere qualche me fé conjperan^a, & pra
tiche nane i Francefuma bisognerà in ultimo che il Refi liberilo chef differi-
rlo: difperati fi uniranno con tutti quefli altri: fé il Refi libera con conditìone
per la Mae fa »-oftra di poca utilità-, & che guadagno fi farà fatto a perdere
i' occafwne d'ufare tanta magnanimità* laqualefe non mofira in quefìo princi-
pio,ancora che fimojlraffepoi; non bara feco più né lande, né gloriarle gratta
pari. Se co conditìonì,che in fieno utili', non l'offeruerà: perche niuna ficurtà
che gli habbia data gli potrà importare tanto che no gli importi molto più che
il nimico fuo non diuenti sì grande, che poi lo poffa opprimere: co fi haremoy o
una inutile pace, o una pericolo fa guerra, ifini delle quali fono incerti,& da te
mere più da chi ha hauuto sì lunga felicità la mutatione della fortuna , & da
difpiacerepiu quando le cofefucccdeuano male a chi ha battuto poteflà di fa-
bilirle tutte bene, Tenfo Ce fare battere fodìsf atto al comandamento uoflro,fe
non con lapruden,%a>almeno con l'affettione)& con la fede: né mi refla altro
che pregare Iddio che ui dia meni e, & j acuità di fare quella de liberatone, che
fi a più fecondo lafua uolontà fiaptu fecondo la uoflrajglorta, più finalme te fe-
condo il bene della Republica Chnfiiana: dellaquale, et per la degnitàfuppre-
mache noi hauetc,& perche fi uede e fere così la uolontà dìuina,a uoì conuìe
ne efferne padre ,& protettore.
Fu udito quefw conftglto da Cefare con grande attentione, & fen%a far efe-
sio alcuno di dispiacergli, o di approuarlo: ma poi che flato alquanto tacito
hebbe accennatole gli altri feguitajkro di parlare, Federigo Duca d\ilba>
huomo apprefio a Cefare di glande autor riàrdi ffe così.
Io faro fcufato,Inuittiffimo Imperatore fé io confedero, che in me non fid
gìudicio diuerfo dal giudizio comune, né capacità di aggiugnere con l'intellet-
to a qudÌQA che gli intelletti degli altri htiomininon arriuano: an^ faro for-
fè più IcdatOìfe cofiglierò, che fi proceda per quelle uie mede fime, che fono pro-
ceduti fempre i padri, & gli auoli uoftri: perche ICO TstJ IGLI nuota, ty
inuftt atipo fi ono al primo affretto parere forfè più glorio fi, &piu magnanimi:
ma
SESTODECIMO,
$na YÌeftotìo poi fetida dubio più pericolo fi, & più fallaci di queBì, che in ogni
tempo ha appreffb a tutti gli hucmini approvato la ragione, & l'ejperien^a.
La uolonlà d'iddio priva : talmente ',& dipoi la virtù de uofiri Capitani, et del
tioflro efiercito,ui ha data lamaggior uittoria, che hauefie già fono moli e età
alcuno principe Chrifliano;ma tutto il frutto delihauere vinto ccfific nel! tifare
la uittoria hcneiel non fare qveflo è tanto maggiore infamia, che il non vince-
re *quato è più colpa le fi ere ingannato da quelle cofe, che fono in potè ft a di chi
singanna,che da quelle che depedono dalla fortuna: dunque tato più è da aucv-
tire di no fare deliberatane, che iti habbia alla f ne a dareappreffo a gli altri
vergogna,appreffo a uoimedefimo peniten7a:& quatopiugraue è la importa
7a di quello ìche fi trattala to fi debbe procedere più cinoffietto, &fare matu
raméte quelle deliberationiycti errate una voltalo fi poffono più ricorreggere:
& ricordar fi che fé il Re fi libera ;non fi pub più ritenere, ma mentre che èpri
gione; è fempre in poteflà uoflra il liberarlo : ne douerebbe la tardità dargli
ammiratione.perchefe io non ni inganno y è confido a fé mede fimo quello , che
farebbe fé C e fare fuffe fino prigione. È1 fiata certo cofit grandifinna a pigliare
il Re di Francia:ma chi confidererà bene; la troverà ferina comparatane mag
gior a la fei adorne farà mai tenuto prudenza il fare una deliberatane di tanto
momento fen^a lughi/fime cofulte, & fen%a rivoltar fila infinite uolteper la
mente. :ls{è farei forfè in quefiafientenxa-fie io miperfuadeffi, che il Re libera-
to al preferiteci cono fee fife tato beneficio co la debita gratitudine; & che il Va
pa>& gli altri d'Italia depone fi ero infieme colfofbetto la cupidità. & lambì
tionerma chi non conofee quato fiapericolofo fondare una rifolutione tato im-
portante fu un prefiuppofito tanto fallace ;& tanto ine erto :anQ chi co fiderà he
ne la codi t ione e icofiumi degli huomini; ha più pr e fio a giudi care il cotrario;
perche di fina natura Ts^iyì^yl cofia è più brieue, niuna ha vita minore che
la memoria debenefic'vj,& quanto fono maggiori, tanto piv(come è in Trover
bw)fi pagano con la ingratitvdine: perche chi non può, ò non vuole feaneck
largii co la rimuneratone; cerca [pefib di {cancellargli,}) col dimenticai f eglino
iolperfivadere afe mede fimo che non fieno flati sì gradi: & Qj/£l L Ìche
fi vergognano aefferfi ridotti in luogo, che habbino hauvto bifogno del benefi-
cio; fi fdegnano ancora a" bauerlo ricevuto; in modo che può più in loro Iodio
per la memoria della neceffità,nellaquale fono caduti, che Vobligatione per la
cofideratione della benignità che a loro è fiata vfata.oltra che,di chi èpiv natv
rale la infokntia,piv propria la leggerezza, che de'Fracefit DO VE è la info
lem\a,è la cecità:dove è la leggerezza non è cognitione di virtù, nogiudicio di
dificernere l'anioni d* altri, rio gravità damifvrare qvello,che covengaafefief
fo. Che adunque fi può fi) erare d'vn Re di Francia enfiato di tanto faflo, quan-
to ne può capire in un Re de Francefile non che arda difidegno, & di rabbia
defiere prigione di Ce far e, nel tempo chepenfaui d bavere a trionfare di lui*
fempre gli farà innari a gli occhi la memoria di qvefla infamiate liberato ere
fera mai che il mezp di fi>egnerla fia la gratitudine : an%i il cercare fempre
T^ji n 3 di
LIBRO
di efieruì fuperiore, perfuadcràafe medefimo che uoi l'habbidte lafciato per
le difficoltà del riceverlo, non per bontà-, ò per magnanimità: cofi è quafifem-
pre la natura di tutti gli huomini, cosìfempre è quella de3 Fr ance fi, da' quali
chi affretta grauità,ò magnanimità, affretta ordine, & regola nuoua nelle co-
fe Immane . In luogo adunque di pace, & di riordinare il mondo ; [urger anno
guerre maggwri,& più pericolone che lepafiate: perche la noflra riputatane
farà minor e, & ì esercito uoflro che affretta il frutto debito di tanta uittoria
ingannato delle ffrcran%e fue: non haràpiu la medefima uirtu, & uìgore,nè le
cofeuoftre la medefima fortuna,laquale difficilmente fla con chi la ritiene, non
che con chi la faccia, l<lèfirà d altra forte la bontà del Tapa,& de' Vinitia-
ni: ariT^i pentiti d'bauerui lafciato conseguire lapaffata uittoria; cercheranno
di impedir ni le future, & la paura che hanno bora di noi; gli sformerà a fare
ogni opera dinoti hauere a ritornare in nuoua paura: & doue e in poteftà uo-
ftra di tenere legato, & attonito ogrìuno,uoi meàefimo con una diffoluta bon-
tà farete quello che gli farete fciolti, & arditi. 7Ìon so quale fia la uolontà
d ' Iddio : ne credo lafappinogli altri: perche fi fuole pur dire che i giudicij fuoi
fono occultiti profondi. Ma fé fi può conietturare da quello, che tanto chìa-
rametefi dimofira, credo che fia fauoreuole alla uoftra graderà: no credo già
che abbondino tante fu e gratic a fine che uoi le diffipìate da uoi mede fimo, ma
perfaruifuperiore agli altri cofi in effetto come fiate in titolo, & in ragione:
pero perdere sì rara occafione che Iddio ui manda,no è altro che tt tarlo afarui
indegno della fu a gratin. Hafempre dimoflratol ' effrerìen%a,& lo dimofira la,
ragione .che mai fina edono bene le co fé che dependono da molti: però chi crede
con r unione di molti Trincipiffregneregli Heretìci.ò domare gli Infedeli, non
fife mifura bene la natura del modo fono wprefe che hano bifogno d'un Vrin-
cipe sì grande, che dia la regola a gli altri: fen^a quefìofe ne tratterà, & farà
peri* inmnij, con quelfucceffo che fé riè trattato , & fatto per l 'adietro: per
quefto credo che Iddio ni madi tante uittoric:perqucfio credo che Iddio uapra
la uia alla Monarchìa,co laquale fola fi poffono fare sì fanti effetti: & meglio
è che fi tardi loro principio per fargli co miglior i,& più certi fondamenti. 1\(£
ui alieni da quefla deliberatone il timore di tante unioni, che fi minacciano:
perche troppo grande è l' occafione che hauete in mano, ne mai fé le co fé far aìu
no bene negotiatedamadre del Re per lapietà materna, &pcr la neceffità
di ricuperare il figliuolo; fi jfriccherà dalle ffreran%e di nhauerlo da uoi per ac-
cor dome mai i Trincipi d Italia fi uniranno colgouerno di r rancia, conefecn-
do chefemprefia in poteftà uoftra col liberare il Re fepararlo, an^i uoltarlo
contra loro; bifognaftianoattoniti,&foffrefi,& alla fine faccino a gara di ri-
cevere le leggi da uoi: a! quali farà glorio fa ufare la clemenza, & la magnani-
mità,quanio le co fé reftino in grado, che nonpoffino mancare di riconofeertti
per fuperiore. Cofi bufarono Me f andrò, & Ce far e, che furono liberali a per
donare le ingiurie, non inconfiderati a rimetter fi da fé fteffi in quelle difficul-
ià> & pericoli, che haueuanogiàfuperatu £ laudabile chi fa cofi, perche fa
cofx
SESTODECIMO. 4<$8 ■
cofa chehapochiefiempij: maperauentura imprudente chi fa quello, che non
ha alcuno effempio. Vero, Ce fare ,il parere mio è,cbe di quefauittoria fi trag-
gapiu frutto chef pub,& che perciò il Ritrattandolo fempre con honori con
uenienti a He fa condotto fé non fi pub in Ijpagna, almeno aTsJapoli: in riffio-
fla della lettera fua; fi mandi a lui unbuomo con benigni (fime parole : per Io-
quale fi propongano le conditioni della fua liberatane, tali che come parti-
colarmente fi potrà confultare,fiano premij degni di tanta uittoria. Così fer-
mati quejli fondamenti,& quefli fini del uofiro procedere; la giornata , &gli
accidenti, chef fcopriranno; farà più prefta, opiu tarda la liberatane del Re,
lo fare inguerra,o in pace congli Italiani, a* quali fi diano per bora buone Jpe
ran%e,& fi aumenti quanto fi pub ilfauore , & la riputatane dell'armi con
l arte, & con la induflria,per non battere a tentare ogni giorno di nuouo la
fortuna,& ftiamo parati ad accordare con queflo, o con quello, o con tutti in-
fieme,o con neffuno fecondo che l'occafoni confglicranno . Queflefono le me,
per lequalifempre fono caminatii J auij Principi, & particolarmente quelli,
che u hanno fondato tanta grandeT^a: i quali non hanno mai gittato uiagli
inflrumenti del ere fiere, né allentato quando L'hanno hauutopropitio, ilfauo-
re della fortuna. Cofi douetefare uoi, alquale appartiene per giuflitia quello
che in qualch'uno di loro poteua parere ambinone . Ricordatcui Ce fare che
noi fiatp. Vrincìpe,& che è ufficio uoflro di procedere per la uia de'Vrincipi,
& cheneffuna ragionerò diuina, o humanaui conforta a ommettere l'oppor-
tunità di fare rifurgere V autorità ufurpata, &opp/efia dell'imperio; ma ui
obliga fol amente ad hauer e animo, & intentane di ricuperarla rettamente;
& ricordateui fopra tutto quatofia facile a perder l'occafani grandi, & qua-
tofia difficile ad acquiflarle: & però mentre che s hanno ; efere necefiario di
fare ogni opera per ritenerle, ne fondar fi fu la bontà ofu la prudenza de' uin-
t'upoi che il mondo è pieno di impruden%a,& di malignità: & giudicado che,
0 dalla grande^aiafira,o da neffuno altro meyo s ha a difendere la religio-
ne Chrifliana.non mancate accrefcerla quanto fipitb, non piti per intereffo del
1 auttor ita j& gloria uoflra che per feruigio d'iddio, & per %elo del bene uni-
uerfale. Impoffib ile farebbe efprimere con quanto fauor di tutto il confila
fuffe udito il Duca d'^Alua.hauendofi già ciafeunopropoflo nell'animo l'impe-
rio di quaf tutti i chnfliani:perb no fu alcuno de gli altri che fenica replica no
confermale la medefmafenten%a,approuandola ancora Cefare più preflo fit-
to jpecie di non uolere difeofiarfi dal confìglio de'fuoi, che co dichiarare quale
fuffe per fé fle fi a la fua inclinatane. Spedì adunque Beurcn Cameriere intimo,
£r molto accetto a notificare a' Capitani la fua deliberatane ■> & a uifitare in
fuo nome il Re di Francia,& a proporre le conditioni, con lequali poteua otte
nere la liberatane : ilquale fatto il camino per terra perche la madre del Re,
acciochepiu commodamente fipoteffero trattare le cofi del figliuolo, non im-
pediuapiu iltranfitoaglibuomini,& a' corrieri, che andafiero & uenijfero
da Cefare;andò infteme con Borbone, & col Viceré a ViTgichitone, donerà,
'Nji n 4 anco
-
1 r b R ò
dttcòrà il Rc&glì oferfe la liberatane, ma *con conditioni tanto grani, [che a
Veoefi . dal Re furono udite co grandi ffima molefiia; perche oltra le ceffioni delle ragio
ti rt"°s" rU- ni quali pretenderla hauere in Italia; gli dimadaua la reflitutione del Duca-
ton fon fon t0 fa Borgogna, come cofa propria;cbe al Duca di Borbone defìe la Trouen^a;
nK'tc inlÓr- & per lo Re d'Inghilterra, & per fé altre conditioni di grandi (fimo momento.
""v deli* ^Ikqualidimanderijpofeillteycoflantemente hauere deliberato più preflo
«.oè.ìiGio morire prigione.che dipriuare i figliuoli di parte alcuna del Reame diFracia:
l!b° dìCddìl ma &e <luand° bene haueffe deliberato altrimenti , che inpoteflà fna non fa-
vita del ve- rebbe di efeguirlo3non comportando Cantiche coflitutiom di Fracia3chefi alie
AdSano Be naHe cofa a^cma appartenente alla Corona fen^a il confentimento de i Tarla-
ie,po«ò ice feropojfihili: perche non potrebbono trouare in lui maggior pronteT^a,
tcre al Re congiugnerfi con Cefare, & a fauorire lafua grandezza: ne cefo di proporre
Santi^aie? coditioni diuer fé ^non facendo difficultà di concedere largì? ìffxmamhe de gli fa
&códitioni ti daltr'hpure che otteneffe la liberazione fenica promettere de firn. La fora-
gtaui^eìia ma fH °ff^YlYfl x pigliare per moglie la forella di Cefare, ci/ era re fata uedoua
pace : iiche per la morte del Re di V ortogallo jcof e ffando dluuere la Borgogna m nome di
contrario ai fità dot e ,nell aquale fuc:ede fiero ifigliuolhche nafeerebbono di quefio mattimi
iuogo qui m0t Rcftitnire al Duca di Borbone il Ducato che gli era flato cofifeato, & ag-
%\t che il giugncrli quali he altro flato: & in rincopenfo della forella di Cefare,chegli era
viuicciardi- fiata promefia, dargli la forella fuareftatanuouamente uedoua per la morte
le conduio- d lAlanfomfo disfar e al Re d'Inghilterra con danari: & a Cefare pagarne per
"'ente Uf '* ^ ta^a fua grandi ffima quantità: cedergli le ragioni del Pregno di Istapoli*
conoiciute & delDucatodi Milano: promettere d> fu lo accompagnar con l'armata di
fiC g?ouìo C mareì & con l efi^cìto per terr acquando andaffe a Roma a pigliare la Corona
non le pò- dell' Imperio ch'era come promettere di dargli in preda tutta Italia. Co laqua-
mocKdcte ^eforma di capitoli Beuren ritornò a Cefare, & n'andò con lui Monfignore di
che quefti Memoranfi per fona infino allhora accetti jjìma al Re> & il quale fu dipoi prò-
aflaV'meno inoff° da ^ìil^Yima aW ufficio del Gran Macftroy&poi alla dignità del Gran Co
peruenutaa neflabile di Francia. Ma ucnuta in Francia la nuoua della rotta dell' efier cito y
gìouìo con et ùettd cattura del Re, farebbe qua fi impoffibilc imaginare quanta fu fé la co
uerità , che fnfwne>& la dijfceratione di tutti: perche al dolore fmifurato, che daua il cafo
dftto:Utaiche ^ifir abile delfuo Re a quella natione b affettionatijjima naturalmentc,& de b
non puodei uotiffima al nome Reale; fi aggiugneuano infiniti dijpiaceripriuati, & publi-
ueio, che al Ci: pri'
Rc(comeeflo Giouio fcriue)eflcndo in Pizzighittone, parefTe d'hauer trouato l'Imperatore affai più ha-
jmano della Tua fpeunaa.
b Tanto èia ration Francefe per natura affettionata al Tuo Re, che quafi come fchiaua fuole non pu-
le effer fedele, ma riuerireancho, & adorare il uolto di lui, come le in queilo folle certa deità occolta: il-
che dice il Giouio,come in diueifi luoghi dell'hillorie; coli nel 4. della Vita del Peicara; onde il Bonfimo
nellib.3. della 4-. Deca fciìue.che Michele Orfagh, Palatino d* angaria, faleua dire, quando gli altri Baro»
ni uoleuan cacciar del Regno il Re Mattina: (<juaiunquc tu uedrai coronato con la corona iacra, anchoi
che fofli un bue; «onoralo, o; agmla di Re facroianto fagli riucrcmia,& per tale uentclo.
SESTODECIMO. 4^
ci :priuati perche nella Corte, & nellanobiltà,pOihi[fimi erano quelli che non
haueffero perduto netta giornata figliuoli) fratelli , ò altri congiunti , ò amici
non uolgari ipubliciper tanta diminutione dell' autorità, & dello jp len dorè di
sìgloriofo Regno : co fa tanto più loro molefla , quanto più per natura fi arro-
gano, & prefumonodi fé mede fimi, & perche teme nano che tanta calamità
non fujfe principio di rouina maggiore, treuandofi prigione il Re, & con lui, ò
frefi, ò morti nella giornata i Capi del Gouerno > & quaft tutti i Cap-tarÀprin
cipali della guerra-difor dinato il Regno di danari, & circondato àapotentiffi-
mi nimici : perche il Re d'Inghilterra ancora che httuèffe tenuto liner fé prati-
che,& dimofìrato in molte cofe uariatione di animo,ct nondimeno pochi gior
ni innanzi alla giornata efclufi tutti i maneggi ,che hauena hauuti col Re;ba-
ueua publicato di uolere pajfare in Francia, fé in Italia [accede ffe qualche prò
fyerità : però era grande il timore che in tanta opportunità Ce fare, & égli non
rompe '(fero la guerra in Francia, doueper non efiere altro capo}che una donna,
e i piccoli figliuoli del Re de' quali il primogenito non hauena a -cora finiti ot a Don vt<*
tu anni, &per hauere lorofeco il Duca di Borbone , Signore di tanta poteri- à^°^to^
%a t & autorità nel Regno di Francia; era pericolo fiffimo ogn i mouménto eh e p r«& ( «*
face fi ero . Islè alla madre in tanti affanni che hauena per l'amore del figlino- J fopr") "u
lo, & per i pericoli del Regno, mancauano le pafjSòm fu e proprie : perche am la *«r* di
litio fa, & tenaciffima del gouerno ; dubitaua che allungando fi la liberatane fcVdf 'rima
del Re, & fopr attenendo in Francia qualche nuoua difficultì ; non fu ffe cofiret ft ° in terr*
ta cedere lamminiflratione a quelli chefuffero deputati dal Regno ; nondime- armare : &
no in tanta perturbatone raccolto l'animo da lei , & da quelli , che zìi erano da Madam*
rr ì i j n i A i - • 'a Reggete
più apprejjo , oltra il prouedere più prcjto potettono le frontiere di Francia > fu mandato
& ordinare gagliarde proni foni di danari : fenffe Madama la Reggente per in ll?3sna»
ordine , & in nome delinquale fi (pedinano tutte le faccende , a Ce far e lettere fra tutti gii
fupplicheuoli , & piene di compaffione , con introdurre , & poi follecitare di Spjf *J*J^'
mano in mano quanto potette le pratiche dell accordo : prr lequali anche poco ^luno s'e-
* dipoi liberato * Don Vgo di Moncada , lo mandò a Celare a offerire , che il fi- " l" unu/*
gliuolo rinuntierebbe alle ragioni del Regno di K(apoli , & dello flato di Mi- tia dei v5; : e
lano : farebbe contento che fi uedefie di ragione a chi appartenuta la Borgo- "^S ra*.
gna : & in cafo appartenefie a Ce fare riconofccrla in nome di dote della fo- rao dell'ira
lequali pratiche perche ftfiero più facili ,piu cheper hauere nolto l'animo a' spagnuoii
penfien della guerra ; (pedi Madama fubito in Italia a raccomandare al Va prima °gé?i!
pa, & a Vinhianì la falute del fidinolo , offerendo, fé per la fìcurtà propria éo x^Qt «**
uoleuano rijìrignerji Jeco & pigliare l armi contra Ce fare , cinquecento lan- maetho dà
ce, & groffa contributione di danari . Ma il principale feto defiderio , & di &°^Ql fib
tutto il Regno di Francia farebbe flato di mitigare l'animo del Re d'inghilter 7. detta viti
mendicando come era iterQjche non baumdQnimico lui? il Regno di Francia del rcfcw4*
noti
a HRcAr-
fempre la
mira, come
colui che
molto cóli
daua nella
LIBRO ;
nonhauefTeaefferemolefiato:machefeeglida un canto Mi' altro Cefare
muSaZ , hauendo con loro Borbone , e tante occafion, che ogni cofa
S empierebbe di àifficultà,& di pericoli . Ma dì queflo comincio freflo a dima
flrTaMadamaiualchefte^
fé, fièno che intee la mona della uimna, fatti fégmgr a»?f™W?&%
ri & publicato di uolerepaffare in Francia ferialmente ; mandati anche
TrrÉl nitori ter trattar e,& follecitar e di muouerc commnnemete la guer
xa , mentre , ' wc"'"""c \ r K -, ?jar>ama c7e qh manda ne un buomo tiro-
lodconfiZ del Cardinale Éoracenfe, forata che haueffiper fine princt-
„Ma.z« pi dentare talmente cognitore delle differente tra gli altri Trinafi , »
IT Sa [ZttttoTmondo poteffi conoscere dependere da Ih, il momento della fomma
S&ift S£&% &nel Lpo rnedefimo fri* « ¥^Sot7iuSre
bi.ro deli. (T,rci,o potente, afferma di dare perfezione alfarentadoconchiufo altre
G2^ Ze "X&pr Lame ogni fercolo confegnare di frefentea Cefare la
£S- Zh'h che Zt era ancora ned anni nubili . Ma haueuanoqueflecofe non
« f££uulfaT^erJitida lui rnedefimo, parte defendenti da Ce-
"Tn nì fa e nonpronto a convenire con lui come era fiato fcrlo f affato -.perche quel
£ StS mandia, la Ghienna, &laGuafcogna «»È?£££E2 *™5*
cia:fe«ve. Careancora che i premi* fuffero ineguali, f afiajje pcrjonam.ate m trancia
d« k fu. ;«reawrara t«c»y/j 1 JJ J>,, 'ìcol Turbaualainequahtàdiqm
i*r a «. participe egualmente f'Mf>% ZlTZchericordandoft he negli Ani
adh"raeoC ' ZZli- (t>eraua potere confeguirepiu dal Re di Franca col mezo della face,
d£ " ' della fidinola, collocata ancora negli annimmon , & nella dote , ddlaquale
. s'haucua a computare quel che Cefare haueua riceuutoin P'bWjfJf
irto8'"" d Inghilterra; anzi moffo dal defiderio dhaune figlmoli,dalla cupidità de da
"*«« nari, haueua inclinatione a congiugner fi con la\forella di Giovanni Re di b
co» ffl -Portogallo d'età nubile , & dallaqualefperaua ricevere in dote grandi ffima
i/dd ^ di |j di ùnari , & molti amora in cafo face fife queflo matrimonio gliene
Ì^T^llferiuanoi popoli fvoi,defiderofidl,aveK
™ la ,fabfi £ mtìone< &chefreflofrocreafte figliuoli . Ter lequalicofe dijficvltandcfi
«dò'Xu ogni domo più lafratica tra l'uno , & l'altro -principe , &m>f»*f>J*
«e di Mar- ^monlche ordinariamente haueuaal Re di Francia il Cardinale Ebora-
cenfe; le querele ancora che già falefemente faceva di Cefare, si per giunte-
rie.
b Si cógiun
le Carlo V.
con
uola
con lalorel
zo 1526.
SESTOBECIMO. 470
rejjl del fuo Re, come perche gli pareua cominciare a e fiere difprevgato da Ce
fare, ilquale [olendo inuan%i alla giornata diPauia, non mandargli mai fé no
lettere ferine tutte di mano , fottoferiuendofi ìluoflro figliuolo, & cugino
Carlo, battuta quella uittoria cominciò a fargli fcriuer e lettere, nellequalinon
ui era più ferino di mano propria altro che la fiotto fcrittione, non più piena di
titoli di tanta riuerenxa, & fummiffione , mafolamente con il proprio fuo no
me Carlo : lequali cofe furono cagione,che il He ci' Inghilterra raccolto ccn hit
maniffime parole, & dimoflr at ioni Fh uomo mancatigli da Madama la Reg-
gente, & confortatola a f^erare bene delle cofe future, non molto poi alienato
totalmente l'animo dalle cofe di Cefare ; contraffe confederatone con Mada-
ma, contrahente in nome del figliuolo ; nellaquale uolle fi inferi ffe efpr efifa con
ditione , che non fi potè ffe concedere a Cefare , etiandio per la Hberatione del
Re, co fa alcuna poffeduta allbora dal Reame di Francia . Quefia fu la prima
fperanr^a di fallite che cominciaffe ad hauere il Regno di Fracia, queflo il prin
àpio di re fp ir are da tante auerftà , aumentato poi continuamente per ipro-
gl'elfi de Capitani Ce farei in Italia : iquali diuentati infolentijfimi per tanta
uittoria, & perfuadendofi che alla uolontd loro hauefìero a cedere tutti gli
buomini, & tutte le difficoltà ; perderono l'occafione di concordare cu' Fini
tiani, contrauennono al "Pontefice nelle cofe gli haueuano promeffe, & em-
pierono lui, il Duca di Milano, & tutta Italia difojpetto, Ipargendo ifemi di
nuoue turbationi : lequali me ffoao finalmente Cefare in necefjltà di fare deli-
beratane precipitofa con pericolo grandiffimo dello fiato fuo d Italia, fé non
baueffe potuto piula fua antica felicità & il fato maligni [fimo del Pontefi-
ce ; cofe certamente digniffime di particolare notitia ; perche da accidenti tan
to memorabili s intendano i configli , e i fondamenti , iquali fi^e fio fono occul-
ti , & diuulgati il più delle uolte in modo molto lontano da quel che è uero •
7S[on haueua adunque il Pontefice capitolato appena col Vicere,che foprauen
nero l'offerte grandi di Francia ,per incitarlo alla guerra : & fé bene non gli
mancafìero all'effetto medefimo i conforti di molti, né gli f ufi e diminuita la a !"<ji,eftc>
diffiden%a,che prima haueua de gli Imperiali; deliberò di procedere in tutte a car. 4ó2.
le cofe talmente , che daU anioni fue non haueffero cagione di prendere foffiet- fac,*Jf df
to alcuno . Perciò fubito che intefe il viceré hauere accettato , & publicato fermata ?a
l'appuntamento fatto in Roma ; lo fece ancora eglipublicare in fan Giouanni ìef l!?jjj
Later ano, fienosa affettare che prima fufkuenuta la ratificationepromeffa di le : talché
Cefare, honor andò per più efficace dimoflratione dettammo fuo lapublicatio- fililo *\
t ne, che fu fatta a il primo dì di Maggio con la prefen%afua, & con lafolenni- mefe a pu-
tà della fua incoronatione . Sollecitò che i Fiorentini pagaffero i danari prò- qj^ho et
me jfì , & s'intetpofe quanto potette , per che i Vinitianì appuntafìero ancora m» ancho
loro co' Ce farei : ma dall'altra parte gli furono date da loro molte giufie caufe 'nciu °vit»
di querelarfi : perche nel pagamento de* danari promeffi, non uollono accetta- del colon»
re i uenticmque mila ducati, pagi ti per ordine fuo da' Fiorentini, métre fi trai iTmedefi^
tana l'accordo, allegando il rìcerè imprudentemente, fé altrimenti fu jfe fiato mo •
promeffo h
i j » n o
fYòm>(fo,cfferc fiato fatto fen%a fina commeffione , non rimo/fono ìfoldatidel
domìnio della Chiefa.anxi empierono tlTiacentino di guarnigioni . ^Allequai
co fé, che fi potevano forfè in qualche parte [cu fare per la careflia,che haueua*
no di aa?iari:& d alloggiamenti > aggiunflono che non filo nella mutatione deU
lo fiato ài Siena dettero foretto dhauere l'animo alieno dal Tontefice, ma
ancora dipoi comportarono , che ì Cittadini del Monte de Itone fuffero mal
trattai \ &' fl'Ogliaii de* beni loro da i Libertini, non ofiante (he molte uoltc
lar-ì tritando fine lui gli deffero fperanza di prouederui : ma quello che fopra
ogni co fa gli fu molefliffimo ,fu lliauere fubito preflato Ut' iter è orecchiai
a Ti domo £ Jfra di Ferrara, & a datagli fi eran^a di non lo sforare a lafciare Reggio, et è
Sella vha7 tfohfara y & d'operare che Ce fare pìglierebhe in protettione lo flato fuo.znco-
dei Peifcan ra che ogni giorno promette ffe al Tontefice , che finito il pagamento de* Fio-
io ' ch?e il yen tini- lo farebbe reintegrare di quelle terre, &cbé l Tontefice per follecita-
vicerèhaue re l'effetto, & per ottenere che le genti fi leuaffero dello flato della Cbiefama
denari da i dafje a luì il Cardinale Saluiati Legato fuo in Lombardia, & deputato Lega-
Du; a dl Fef to a Cefire : alquale il Viceré dette intentione di fargli reflituire Reggio con
ce -itr.gner - / ami , fé il Duca ricufaffe di farlo uolontariamente : nondimeno gli effetti
l° * {e^ .^ea non corri fionde nano alle parole, co fa che non fi potendo feufare con la necejjì-
fregio ce tà de danari < perche maggiore quantità perueniua loro per la reflitutione dì
QMUofalo °>ut^e * ^am materia d'interpretare probabilmente procedere daldeftderio >
ho notata che haueffero della baffe^za fi.a , ò di guadagnar fi il Duca di Ferrara ; òper~
ux'0/*". 3 c^'e ^an^affero continuamente preparando alfoppr e filone d'Italia . Dauan 9
quefle cofefo(pcttìonc: & yr-oleflia d'animo qua fi incredibile al Tontefice, ma
molto maggiore il parergli non efere da quefle cperationi diuerfa la mente di
Ce far e : ilquale battendo mandato al Tontefice le lettere della rat ifi catione ,
& della confederatane fatta in fuo nome dal Viceré , differiua di ratificare i
tre articoli flipolati feparatamente dalia capitolatone , allegando che quanto
h Dice 51 alla refliiutione delle terre tenute dal L ut a di Ferrara , b non haueuaj acuità 0
nbC7!°de!ia dì pregiudicare alle ragioni deli 'imperio , né sformare quel Duca , che afferma
vita dei Fé- tenerle infeudo dall' Ir per io : & però 0 ferina che quefta differenza fi frati
pancia fi tcif)e fer u?a digiuflitia. 0 di :^;eabile compofitione, & s'intendeua che il de fi
fcufaua coi devio fuo farebbe flato, che le reflaffero al Duca fitto la inuefliturafua, per la
tlkàtì £>u <p'alcg> i pagaffe eento mila ducati , pagandone anche al Tontefice cento mila
ca e Fc; n a[if. pr, fa mueflitura di Ferrara & p:r la pena appofla nel contratto che ha
Ai non ha- & *a fatte con ^Adriano. ^Alìegaua eff ere fiato impertinente connenire co' mi-
uefgii pio- fòfiyì luci, fopra il 1 lare ì fiali al Ducato di Milano : pere he il dominio utile di
incile 2' tro 1 - f
che cfl'er ' quel Ducato per la mueftìtnra conceffi , benché non ancora confegnata, appar
rasano, & tencua a Btancefco Sforza ; & però che il Viceré non fi era obliato fempli-
adiutore, i r i t ? « rr
eh • qiK fta cernente noti «> ttco io a farlo c-bligare a pigliarglhma a curare che confentifje :
i'metwffè l^i:a^p'oni€fìl p*r contenere il fatto del terzo , era notoriamente quanto
d'.ccoido. alteffeìi 0 dell ukfagare, hfe.b altri inualida, & nondimeno che per defideno
di gratificare al Tontefice , bar ebbe procurato di fami confentire il luca ^jc
non
SESTODECtMO, 47Ì
non fuffe fatto ini er effe non più fuoyma alieno: perche già il Duca di Milano in
ricompenfo degli aiuti hauuti dalt ^Arciduca , haueua convenuto di pigliare i
fali da lui,& pure che s'interporrebbe, per che il fratello rkeuendo ricompenfo
honeflo di danari ; confentiffe non in perpetuo, come diceua V articolo > ma du-
rante la uita del Tontefice . T^è ammetteua anche l articolo delle cofe benefi-
ciali, fé con quello che fi ejprimeua nelle inuefiiture , non fi congiugneua quel
che fuffe flato offeruato da i Re fuoi anteceffori . Ter quefie difficultà ricusò il
Tontefice d'accettare le lettere della ratificatane, & di mandare a Ce far e le
fue, dimandando che poi che Ce far e non haueua ratificato nel termine de' quat
tro me fi fecondo lapromefìa del Viceré , fufìero reflituiti a Fiorentini 1 cento
mila ducati ; alla quale dimanda fi rijpondeuapinpreflo cauillofamente che co
J aldi fondamenti .La conditione della reflitutione de' cento mila ducati non ef-
fere fiata appofla nello inftrkmento,mapromefea per uno articolo da parte de
gli agenti del Viceré con giuramento : né riferir fi alla ratificatane della con-
ceder ationedaquale Ce fare haueua nel termine de quattro me fi rati ficata,&
mandatone le lettere nella forma debita . Terueniua anco alla notitia del To
tefice, che le parole di tutta la Corte di Ce fare erano piene di mala dijpofitio-
ne contra le cofe d'Italia , &feppe amo che i Capitani dell' efiercitofuo cerca-
nano diperfuadergli, che per afficurarfi totalmente d'Italia, era bene fare re-
fìituire Modona al Duca di Ferrara , rimettere i Bentiuogli in Bologna , pi-
gliare il dominio di Firenze* di Siena, & di Lucca, come di terre appartenen
ti allo Imperio . però trottando fi pieno d\<nfietà, & di foretto, ma non hauen
do doue poter fi appoggiare , & fapendo che i Fr ance fi offeriuano a dargli Ita
Ha in preda ; andana per neceffità temporeggiando, & fimulando. Trattauafì
in quefto tempo continuamente l'accordo tra i Vinitiani, e'I Viceré : ilquale ol
tra il riobligar gli alla difefa in futuro del Ducato di Milano ; dimandarla per
fo disfai t ione della inofferuan^a della confederatone p ^affata groffiffima forn-
irla di danari . Molte erano le ragioni che inclinauano i Vinitiani a eedere
alla neceffità : molte che in contrario gli confort auano a filare fofiefi ; in modo
che i configli loro erano pieni di uarietà , & d'irrefolutione :pnre alla fine do-
po molte diffiute > attoniti come gli altri per tanta uittoria di Cefare , & ue-
dendofi reflarefoli da ogni banda , commefiòno all' Oratore fuo Tietro da Te-
faro, che era appreffo al Viceré, che riconfermafìe la Lega nel modo che era
fiata fatta prima , ma pagando a Cefare per fodisfattione del paffato ottan-
ta mila ducati : ma mflando determinatamente il Viceré di non rinouare la
confederatane , fé non ne pagauano cento mila ; accadde come interuient
jpejfo nelle cofe , che fi deliberano mal uolontieri , che in difyutare quefla pic-
cola fomma , s'interpofe tanto tempo , che a' Vinitiani peruenne la notitia >
che'l Re d Inghilterra non era più contra iFr ance fi in quella caldezza , di
che fin da principio fi era tenuto , & già per hauere riceuuto i pagamenti ,
erano fiati licentiati tanti fanti Teiefchi dell efferato Imperiale > che il
Senato Vinitiano ajjicnrato di non hauere per allbora a efiere molefiato ;
deliberò
LIBRO
deliberò di flave ancora fofpefo , & riferuare in fé più chepotena la fatuità
'''"he di pigliare quelle deliberationi , che per lo progreffo delle cofe miuer fiali po-
Giom
fofle comic tejfero cono fiere effere migliori , Quefte cagioni oltra il defiderio, che rìbauc-
Jk ?i Re f!ì wino hauuto continuamente, fìimolauano tanto più ? animo del Viceré , & de
cefco , e il gH aitri capitani di trasferire laperfona del Re di Francia in luogo ficuro? gin
»iCi" chefi dicando che per la mala difiofitione di tutti gli altri , non fi cuflodiffe fen%a
fingete di pericolo nel Datato di Milano: però deliberarono di condurlo a Genoua>&
r" priBio- da Genouaper mare a a Isfapoli, per guardarlo nel Caflel nuouo, nelqualegià 4
i»ca Napo^ fi pY e parauanol habitat ioni per luidaqualcofaerafommamentemolefliffi-
in verna do ma al Re, perche infino daprincipio haueua ardentemente defiderato ^ efiere
°- do to'in condotto in lfpagna , perfuadendofi , non so fé per mifurare altri dalla natura
ifpagnajco- fua medefima, ò pure per gì inganni che facilmente fi fanno gli huomini da fé
iL^ò'dcfi fieffl ™ ^ue^° c^e defiderano , che fé una uolta era condotto al coietto di Ce-
deraua,ieco fare dhauere , ò per la benignità fua , ò per le conditioni che egli penfaua di
i °kn \\o% proporre a effere facilmente liberato : Defideraua il mede fimo per amplifica-
me peiche Ye la gloria fua ardentemente il Viceré : ma riienendofene per timore detfar-
temeua?che vnata de Francefi ; andò di commune confentimento Memoranfi a Madama
ii Borbone, [a Reggente , & hauute da lei fei galee fittili di quelle , che erano nel Torto
ch'eran^di di Marfilia, con prome filone chefubito chefuffe arriuato in ifiagna farebbono
grande a ut- refiituite ; ritornò con ejfeaTorto Fino, doue era già condotta la per fona del
ìbVfoidati , Re : lequali aggiunte afedicigalee di Ce fare, conlequali haueuano prima de-
non gi'im- idrato di condurlo a 'Napoli, & armatele tutte di fanti 'Spaninoli > prefo a'
pedtflero il r . .)-i . ' . '■ t *> , . * . J ..
faggio, do- fette giorni di Giugno ti camino di Spagna, in tempo che non filo iT?rincipi
chor e lino d'Italia , ma tutti gli altri Capitani C efarei , & Borbone teneuanoper certo ,
eflere a par che il Refi conduceffe a Tsjapoli ;fi conduffono conprofpera nauigatione l'otta
2! tanta gio uo £mno a Rpfe5 Torto della Catalogna,congrandijfima letitia di Cefare,igna
«a: doue co ro mfmo a quelgiorno di quefla deliberatione : ilquale fubito che nbebbe no-
« recede" tlt*ay comandato che per tutto donde paffaua fu ffe riceuuto con grandiffimi ho
ino tutta r- nori, commeffe nondimeno infino a tanto che altro fé ne determinale, chefuf-
chTfoUmé fe cuflodito nella rocca di Sciatiua appreffo a Valenza, h rocca ufata antica- '
due , cioè mente da Re d'Aragona per cuflodia degli huomini grandi,& nellaquale era
eUPefcara fiat0 tenuto ultimamente più anni il Duca di Calauria . Ma parendo que-
con rimpe fta deliberatone inhumanaal Viceré, & molto aliena dalle prome ffe , che in
méte? qaé ^aliagli haueua fatte ; ottenneper lettere da Cefare, che infino a nuoua deli
v *? °'H-'h beratione ,fuffe fermato in una uilla uicina a V alen%a,doue erano commodi-
7. delia vita tà di caccie, & di piaceri : nella quale poi che l'hebbe con fufficiente guardia
«lei Fefcara.
Poco appretto fcriue il Guicciardinoh mala (òdisfattion di Borbone, & del Pefcara: ma che il Re fi foflè
intefoco'l Lanoia per farfi condurre in ifpjgnaj non lo dice.
b Nel lib.xj-diqueft.1 hiftoria a car.3a3par!andoilGuicciardino,che Ferdinando ,figliuol già di Federico
d'Aragona Redi Napoii, trattò di fuggir iecretamente ne! campo Francefe, non molto lungi dalla terra di
Logrogno; dice che dal Re Catolico fu mandato nella fortezza di Sciatiua,& foggiugne quefte parole , fnnili
«Ile qui dette,cioè: folitaad vfarfi da' Re Aragonefi per carcere delle pedone thiare,-o per nobiltà , ò pet
virtù.ll Gìoujo 1 qfto viaggio del Re è più diffuìò,reciràde anco certo folleuaméto di faldati cótra il Lanoia:
ilchc è nel 7 .della vita def Pefcara:& le coltelle viate al Re da Do Piego <\i Mèdozza Duca dcU'Infantaiìnf .
collocato}
t
I
fi
SESTODECIMO; ' 47'i
collocato, lafciato con lui il Capitano dianone, ilquale contìnuamente h ane-
ti* battuta lafua cuftodia ; andò infteme con Memoranfi a Cefare a riferirgh
lo flato d'Italia, & le cofe trattate col Re inftno a quel giorno , confortandolo
con molte ragioni a uoltare l'animo alla concordia con lui , perche con gl'lta*
liani non patena battere fedele amicitia,& congìuntione . Donde Cefare udi-
to che bebbeil Viceré, & Memoranfi , determinò che il Re di Francia fujfe
condotto in CafligUa nella fortezza di Madri l, luogo molto lontano dal mare >
& da confini di Francia : doue honorato con le cerimonie, & con le riueren%e
convenienti a tanto Trincipe,f ufi e nondimeno tenuto con diligente ',& flretta
guardia, battendo f acuità d'uj tir qualche uolta il dì fuor a della fortezza , ca-
Ualcando s'una mula : né confentiua Cefare d'ammettere il Re al cojpettofuo,
ftp). oncordia non fujfe, òftabilita, ò ridotta in ifperan%a certa difla-
bilirf l: n -.ale perche fi trattaffe per per fona honorata , & che quafi fujfe la
me de fi. nàc ? il Re> fu inedito in Francia cograndiffima celerità Memoranfi,
per far uènire la Duchéffa di Alan fon, for ella uedoua del Re, con mandato fu}
fidente a conuenire : & perche non haue fiero a oflare nuoue difficultà; fi fece
poefrpoi tra Cefare, e'I Gouerno di Francia, triegua per tutto Decembreprof-
fimo . Ordinò ancora Cefare, che una parte delle galee uenute col Viceré , ri-
tornajfero in Italia, per condurre il Duca di Borbone in Ijpagna, fenica la pre-
fen%a delquale affermauanon uolerfare alcuna conuentione, benché per man
camento di danari fi jpediuano lentamente : & dimoflrandofi molto difpofto
alla pace uniuerfale de' Chrifliani, & uolere in un tempo mede fimo dare for-
ma alle cofe d'Italia ;foUecitaua con molta inflan^a il Tontefìce , che accele-
rale Mandata del Cardinale de' Salttiati, ò $ altri con {ufficiente mandato; ai-
quale anche effendogià deliberato di pigliare per moglie la infante di Torto-
gallo, cugina fua carnale, & co fi congiunta feco infecondo grado ;jpedì Lopes
Vrtado a dimandare al "Pontefice la disenfia , ef/endofi prima feufato col Re
d'Inghilterra di non potere refiflere alla uolontà de* popoli fuoi . Ter lo me-
defimo Lopes, ilquale partì alla fine di Luglio ; mandò i priuilegij della inue-
ftitura del Ducato di Milano a Francefco Sforila con conditione che diprefen-
tepagaffe cento mila durati ,& fi obligaffe a pagarne cinquecento mila altri
in uarij tempi, & a pigliare ifali dati ' ^Arciduca fuo fratello : e'I mede fimo por
tò commeffione che da' fanti Spagnuoli in fuor a , iquali alloggiafiero nel Mar*
che fato di SaluTgp ; fi licentiaffero tutti gli altri ; & chefeicento buominì
d'arme ritornaffero nel Reame di IS^apoli :gli altri rimanefiero nel Ducato di
Milano ; & che del fio efferato fufie Capitano Generale il Mar che fé diTe-
fcara . ^Aggiunfe Cefare aquefla commeffione, che certi danari : iquali haue-
ua mandati a Genouaper armare quattro caracche , con intentione di pafiare
! fubito in Italia perfonalmente , fi conttertiffero ne' bifogni dell'efferato , per~
ebe deliberaua di non partire perallhora di Spagna :& che il Trotonotario
| Caracciolo andaffe da Milano a V inetta in nome di Cefare , per indurre quel
Senato anuotta confed^ratìone ìòalmno perche ciafeuno refiajfe certificato
LIBRO
tette t attieni fue tendere ali a pace nninerfale de Chrìfiidnt . Md tanfata deì
Re di Francia in Ifaagna haiteua dato grandi ([ima moleflia al Tontefice , &
€ Vimtiani: perche,poi che l'efferato Cefareo era affai diminuito; pareua lo-
ro che in qualunque luogo dy Italia fi fermale la per fina del Re,che la necejji-
a sono ad- ^ }j guardarlo bene teneffemolto implicati i C efare i;in modo che, òfaciimcn
i° mVne£ te fi potè f e pr e feritore qualche occafione di liberarlo tò almeno che la difficul-
rannotatió t£ fa condurlo in Jfaagna , & la poca (icurtà dì tenerlo in Italia , cofirigneffe
pr«aedenVca C efare a dare alle co fé uniuerfali honefia forma ; Ma uedutolo andare in Ifaa
a 47 1 tac.a. gna^ cke egU medefimo incannato da uane fperamg ; haueua dato a tiimi-
di Bo!bo! ci fatuità di condurlo in ficura prigione ; fi accorfono che tutto quello , che fi
J V « con trattaua,era ajfolutamente in mano dì Cefarc,& che nelle pratiche,& <#r-
tLtltZ te de Francefi non fipoteua fare alcuno fondamento: donde aumentadofi ogm
o ^veda S giorno lariputatione di Cefare; fi cominciò ad affrettare da quella Corte le
giouìo nei kggi di tutte le cofe ."He so fé fuffe minore il difaiacere che hebbono , benché
fidati per diuerfe cagionili Duca di Borbone,el Marchefe di Tefcara , chel Viceré
fcara/ fm%a faputa loroMueffe condotto il Re Chrifiiamffimo in ifpagna : * Borbone a
b oit» la tmhe trouandofi per Vamicitia fatta con l% imperatore faccialo di F™*cm >
polle ffiò di hmeua più interejfe che neffuno altro di interuenire a tutte le pratiche dell ac
Srcheie cor do >& pero fidi fao fé a poffare ancora egli in lfaagna,benche effendo neceffi
dì Pefcara tato affettare il ritorno delle galee , che erano andate col Viceré, tardo a par-.
Fpemua?' tifftfin che non harebbe defiderato;el Marchefe erafdegnatoper hpocajii-
«he nòdo- matione che haueua fatta di lui il Vicerè.ma ancora mal contento di Cefare ,
"« ?igìo- dalquale gli pareua che nonfuffero riconofeiuti quanto fi conuemm , i menti
uìo nei 7. fmi>& l'opere egregie fatte da lui in tutte leproffime guerre,& faccialmente-
llfuhTegii nella giornata di Tauia : delinquale uittoria haueua il Marchefe Jolo confegui
ajpettaua t0 puf gloria che tutti gli altri Capitani; & nondimeno gli era paruto che Ce-
ii dum" di fare con molte laudi,& dimoftrationi Fhaueffe riconofeiuta affai dal Viceré:
«raUoÓftaC ilcbe non potendo tollerare, fcriffe a Cefare lettere contumeliofiffime contro il
\o "ptemi Vicerèylamentandofid effere flato immeritamentc t antodi far eT^ato da lui y
poco degni C)K non lybaueffe giudicato degno d effere almeno confeio duna tale delibera-
&c Hceuu* tione : & che fé nella guerra, & ne pericoli hàueffe riferito al configlio, & ar
te: & che ktrioproprio la deliberatane delle co fé; non folonon farebbe fiato prefo il Re
torToTvo dì Francia , mafubito che fu perduto Milano l'efiercito Cefareo abbandonata
riUo>CRe di la difc& di Lombardia , fi farebbe ritirato a "Napoli. Effere il Viceré andato
Sbarra fai a trionfare duna uittoria, nellaquale era notiffimo a tutto l'efferato , che efso
daiPMar°che non baueuaparte aleuna,&che effendo nell'ardore dellagiornata rtfiatofen-
tc-, fi rifeat- %a animo, &fen%a configlio ; molti gli haueuano udito dire più uolte>noifia
SSo^gH* mo flàuti : ilche quando negaffe, s afferma parato a prouar gliene fecondo le
di lardarlo, leggi militariyCon ranni in mano . ^Accrefceua la mala contentezza del Mar •
Stih"mr5a cbefè,cbe battendo fubìto dopo la uittoria mandato a pigliare la^poffeffionc i
ducati dna di Carpi con int emione d'ottenere quella terra per feda Cefare; non eraarn-
*Iia ' meffo quefio fuo defiderio : perche Cefare hauendola conceduta due anni in-
nan%t
SESTODECIM0. 4*5
kan%i a Trofperò Colonna ; affermava che benché mai ne hauefte havvta U
inueftitvra uolere in beneficio di Vefiafianofvo figliuolo ,confirvare alla me-
moria di Trofperò morto quella rimvneratione,che haueua fatto alla uirtù,&
efere di luiumo : laqual ragione ancora che fvfie givfta,& grata, & al Mar-
chefe douefiero piacere gli efiempij di gratitudine, fé non per altro , perihegli
dccrefceuano la fieran%a che hauefìero a effere rimunerate tante fue opere ;
non era nondimeno accettata da lui: ilquale come fentiua molto di fé mede fi»
mo. giudicava conveniente che quello fuo appetito nato da cupidità* & da odio
implacabile , che eiportauaalnomedi Trofperò; fuffe antepofto a ogn altro
benché giuftiffimo rifletto . Terò>& con Ce far e, & con tutto il con figlio erano
grauiffme le fue querele, e tanto pale fi in Italia ifuoi lamenti, et con talede-
fiinatione delia ingratitudine di C efare ■> che dettano animo ad altri di tentare
nuoui difegni : donde a Ce far e ; fé nonpenfaua ad occupare più oltre in Italia ,
fiprefentògiufla cagione, an^iquafi neceffità di fare altri penfieri; & fé pure
haueua fini ambitiofi hebbe occafione di coprirgli con la più honefta oc cafone,
& col più giuflificato colore che haueffe faputo de fiderare Alche poi che fu ori
gine di grani iffvmi mouimenti,è neceffario che molto particolarmente fi dichia
ri . La guerra che uiuente Lione X. fu cominciata da lui, & da C efare, per cac
dare il Re di Francia d'Italia ; fu prefa fitto titolo di refiituire Fr ance fio Sfor
%a nel Ducato di Milano,benchein efecutione di queflo , ottenuta la vittoria
gli fuffe confegnata Vobedien'za dello flato ,& il Caflello di Milano, & l'altre
forte%$e quando fi ricuperarono ; nondimeno e fendo quel Ducato tanto ma»
gnifico,e tanto opportuno, non ceffaua il timore hauuto nel principio da mol-
liche Ce far e afpiraffe a inftgnorirfene , interpretando che l'oftacolo potente 9
che haueua del Re di Francia, fvfìe cagione che per ancora teneffe occulta qve
fta cupidità : perche alterato ipopoli,che ardentemente defideravano Francc-
feo Sfor%aper Signor e, & concitatafi contro tutta ltalia,che non farebbe fiata
contenta di tanto fvo aumento . Teneva adunque France fio Sforma quel Du-
cato-ma con grandi ffimafoggettione, &pefi quafi intollerabili : perche confi-
fiendo tutto il fondamento della difefa fua da i France fi, in Cefare , & nel fuo
efferato ; era neceffitato non filo a offeruarlo come fuo Principe, ma ancora a
ftare fottopoflo alla volontà de* Capitani,& gli bifognava fiflentare qvelle gè
ti,che non eranopag-te da Cefare}hora col dare loro danari,chefi traevano da'
fudditicon grandijjime angherie \& difficvltà, hora col lafiiargli vivere a di-
fcrettione,qvando in una,qvando in vn altra parte dello flato, eccetto nella cit
tà di Milano: lequai cofe per fi gratti fjìme,faceua intollerabili la natura degli
Spagnuoli,auara,& fraudolente, & quando hanno facultà di feoprire gì' inge
gm loro , infolentiffima : nondimeno il pericolo che fi corretta da France fi , a
quali ipopoli erano inrmici(fimi,& lafieran%a che quefle cofe haue fiero qual
che volta finalmente a terminare; facevano tollerare a gli huominifopra lefor
%e ancora, & fipra la lo\ o poffibilità. Ma dopo la vittoria di Tania non po-
tevano i popoli pm tollera, e , che non continuando lemedefime neceffità ,foi
Ooq che
■9
-
t f B R Ò
the era prigione il Re, cont innafferò nondimeno le medcfime Calamità:& per-
che dimandauano che di quel Ducato fi rimoueffe, ò tutto, ò la maggior parte
dell' effercito . il mede fimo ardentemente dcjideraua il Duca , non hauendo
infitto allhorafentito del dominare altro cheì ncme,& non meno perche teme
uà che Ce fare afficurato del Re di Francia,b non l* occupale per fé, o non lo con
cedeffe a perfine che da lui totalmente depende fiero . ^llaquale fufpitione prò
creata dalla natura fleffa delle cofe , dauano non piccolo nutrimento le parole
infoienti dette dal viceré, innanzi che conduceffe il Re diFrancia in ]fpagna>
■ & co fi dagli altri Capitani ,& le dimcflrationi che face nano di difiprezgare
il Duca, & di defiderare apertamente che Ce far e l'opprime (fé ; & molto più
che hauendo C efare dopo molte dilattoni mandati in mano del Viceré i priui-
legij della inueflitura; egli offerendola al Ducafhaueua dimandato che per ri-
fioro delle fpe fé fatte da Ctfare per l'acquifto, & per la difefa di quello fiatoni
xnchor pagaffero in certi tempi* un milione,& dugento migliaia di ducati pefio tanto g
h faceflfe co eccefifiuo che'l Ducafu coflretto ricorrere a Cefare , perche fi riduce jfe a quan-
ti pauc do- tità tollerabile. Ma quefie dijficultàfaceuano dubitare. che ledimande sì efot
caVaccfco! bìtatìti fuffero interpofte per differire. ^Allegar enfi poi da quelito iquali fi sfor
sforza per ^aMano di ficufiire la necejfità di Francefco Sjorya , molte altre cagioni d ha-
l'^nueftuu !. uerlo fatto gìufiamente fiofpettare, & particolarmente d'hauere battuto noti-
ti delio fta- tia cfoe ;- Capitani haueuano ordinato di ritenerlo : perilchc evli chiamato dal
torti Mila . * . •/*.»»•/• ir i s »
«ojaffrrma Viceré a certa Dieta % haueua ricujato d ondami spingendo fi ammalato ; & il
*" 'cheT* medefimo haueua ojferuato in tutti i luoghi, doue ejfi potè fiero fargli utolcn-
fta'nó fi do <za: ilqual fioretto , ò uero > ò nano chefuffe ,fn cagione che egli uedendo che
Sita" p«cio- neH° flat0 4ì Milano non erano refiale molte genti per efiere andata una par-
che l'impe- te de fanti Spagnuoli prima col Viceré, & poi con Borbone in Ifpagna & per-
iV ?pefomag c^e Gioiti ancora arricchiti fi per tante prede ;fi erano alla sfilata ritirati in uà
gior foni ma . y'u' luoghi ; confiderando ancora la indegnat ione grandi jjìma -, laquale fi dimo-
lo .aved?" flraua nel Marchefie di Vcficar a voltato l animo ad afficurarfi da queflo perico
capeila nel lo ; entrò in {perani^a, che con confientimento fuo fi fot : J, e d sfa re quelfcfferci
to . ^Autore di quefio configlio fu Girolamo Morene fuo Gran Cancelliere , &
b il Gìouìo appreffo a lui di fiomma autorità : ti quale per ingegno, eloquenza , prontezza,
JTeìTibìoV imentione, & efiericn%a, & per hancre fatto molte uolte egregia nfifien%a
delia vita all'acerbità delia fortuna ;fu huomo cC tempi nvftn memorabile : & farebbe
fe^dip^fcaia ancora flato pìu, fé quefie doti fuffero fidate accompagnate da animo più fince-
vn bei parla ro,& amatore delì'bonefio, & da tale maturità digiudicio che i configli firn
i?Morone ' non fuffero fpe fio fletti piuprefio precìpitofifo impudcnthche honcfiifo circojpet
& a (*ctto ti • eoftui odorando la mente del Marchefie, fi conduffe b co ragionamenti fero b
tirarlo in le tinto innanzi ,ch e uctmeyo in parole di tagliare apcigi quelle genti, & di far
ga cotra ce TC {[ MarchefcRedi T^j poli, pure chélTontefice^ e i Vinitiani ui concorre fi
«ncho qfto fere: alqual configlio il Tontefice,effe?ido pieno difoJpetto,& danfietà, tenta
trattato nei t0 per 0ì^me dc\ Motorie, non fi mofiro punto alieno, benché dall altra parte ,
lib.s.delC* r r , . J r r ì i r • r i r " r
^eiu. non per} coprii e la pratica, ma per preparar fi qualche rijugio,Je la co fa non fuc
a'dejfe,
SESTODRCIM 0. 474
tedefjvtauertì, fiotto fpécie cTajfettìcnc, Celare che teneffe ben contiti ifuoi Ca Gto Bjrt<
pitani . Mofiraronfi i Vìnitiani taldiffmi , & fi perfuadeuano anuo tinti, che ita caftaidJ
uhaueffe a efiere non meno pronta la madre del He di Francia ; laquale ?Q è ^ù:r,rt,fc'"
t ione contra Ce fare proceduto finceramente: ilqualefe da principio ciprefiaf ]", c*jf£|
fé orecchia ne, fono fiate Marie l'opinioni infino tra gli Spagnuoli,& nella Cor fiiua'nia per
temedefimadt Ce far e: & ipiu calciando i tempi, & gli andamenti delle co pèSfnSb!
fé hanno creduto che egli da principio concorre ffe neramente con vii altri , ma LcS'! j1 D?i
che poi confiderando molte difficultà,che poteuanofurgere in progreffo di tem \l di^Fcrdi-
po, & fpauentandolomafiimamente di trattare continuamente tFr ance fi con *-n^> te
Cefare , & dipoi la liberatone dell'andata della Buchefìa d^lanfon a Cefi- foiS gii
re ;facefie nuoue deliberationi . Jtn%i affermano alcuni hauere tardato tanto Kof l* fi* re
a dare auifo a Cefare del trattar fi in Italia co fé nuoue, che battendone già rie e m en uìidi'i
unto auifo da Antonio da Le uà, & da Marmo ^Abbate di T^agera Commeffia -c cof? fau*
rio neli efleruto Cefareo;nonfifiaua nella Corte ferina ammirazione del filai- J3afp?i taJe
tio del Marcheje. Maqucl chefufie dllbora,certo c,chenon moltopoi manda- £ il, G.iouio
et to a Gwuan Battifla Cafialdofuo intorno a- Cefare ; gii mamfefiò tutto quello ,
che fi trattaua,& con confentimento fitto continuò la me defìma pratica : an%i b Domeai-
per hauere notitia depenfieri di ciafcuno,& a tutti Iettare la [acuità di potè «oue t* ì^a
re mai negare d* battenti acconfentito ,ne parlò da fé mede fimo col Buca di Mi mo di sraU€
lano,et operò che il Morone procuraffe tantoché H Tontefìce,ilquale poco in- gegn°o ^dlc»
nanzj gli balletta dato in gouerno perpetuo la città di Beneuento,et co chi egli ll Giouio •
b intratteneua grand i filma amicitiay& fieruitù;mandò b Domenico Saldi co un c 11 capei/a
brìeue di credenza a parlargli delmedefimo ; le e onclu fiorii; che fi trattauano ncI u-5*. fcrj .
erano :che$ trai Vapa,il gouerno di Francia, & gli altri d'Italia fi fi,: t file una dptmVn tri
le?a3della quale fufje Capitano Generale il Man hefà di T>efcara,& che e?li , il s,""aua-
L j ^ • ti ■ f ì r ■ „ ir ••• /«r no d'aiitna
battendo prima alloggiata la fanteria Spagnuola jcparatamente m dmerfiluo- re ìi Pefcara
ghi del Bacato di Milano, ne tiraffefeco quella parte che lo uoleffe feguitare , da Cjfates
gli altri con Antonio da Leua , che dopo lui era refiato il primo dell'esercito , licufafle p«
inuefiitura.A^llequai cofie il Marche fé dimoflraua di non interporre altra dijfi- ^ ^^.tr.*
cultà,che il uolere innari tetaffe altro e fiere bene certificatole fien^a macula- moftraiono
re l honore,et la fede fina potefie pigliare quefta imprefa, in cafoglifufie corna jkàdciie \l°
dato dal Totefice*fopra che ueniua in cofitderatione.a chi egli,cl/era huomo, et g* canoni-
e Barone del Reame di K(apoli cfufiepiu obligato a obedire ò a Cefare, che p la it^chc™ '
tnuefiitura battuta dalla Chiefia batteua il dominio utile di quel Regno-ò al Vo cittadinNa
teHcc P°Huno'2P
t-cjnc, parcenendo
le ragioni del Regno dì Napoli alla Chiefa Romana j non pur poteua farlo fenza nota d'Infamia ; ma era
obliato vbidne a' con.mancl-mcntidcl l'apaic il Giouio vUce,che fopta ciò fcrillero il Cardinale Accolti,
k Angelo de' Cei's cccelicnt illìmi dotte ti .
000 i
LIBRO
tefice,cbe per efferne fupremo Signore >haueua il dominio diretto. Sopra ilqua
le articolo,& a Milano3per ordine di Francefco Sforty & a Roma per ordi-
ne di C temente >ne furono [egre ti j]ìrnamente>& confupprejjìone de1 nomi ueri
fatti configli da eccellenti Dottori. iAccrefccuanfiqueflefl>eran%econtra Ce fa-
re ^per l'offerte di Madama la Reggente : laquale giudica?: do che la neceffità »
ò almeno il timore diCefarefuffe utile a quel che per la liberatìone del figli-
uolo fi trattaua con luì ; follecitaua il pigliare l* armi 3pr omettendo di manda-
re cinquecento lance in Lombardia , & concorrere aliene fé della guerra con
fomma grande di danari : né ceffaua il Moronedi confermare gli animi degli
altri in queflafenten%a : perche oltra il dimoflrare la facilità ,che s'haueuafen
%a 11 aiuto ancora del Mar che fé diTefcara>di disfare quelt effer cito >che emdi
minuìto affai di numero ;prometteua in nome del Duca , fé il Mar che fc non
fleffe fermo nelle co fé trattate yfuhito cheglialtri difegni fuffero in or dinegar e
prigione nel Caftello di Milano lui,&gli altri Capitani, che uandauano quoti
dianamente a confultare : lequali occafionife bene par e [fero grandi; nonfareb
bonoperò fiate baflanti a fare chel Tonte fice pigliaffeTarmi fen%a il Mar-
chefe di Tefcaraffe nel mede fimo tempo intefa laprouifione mandata a Geno
uà, per armare le quattro caracche ; non haueffe anche hauuto in die io di Spa
gna della inclinatione di C efare dipaffare in Italia : laqual cofa affliggendolo
marauigliofamente,& per le conditioni del tempo pr e ferite ', &per la di fto fi-
ttone inueterata de' Tontefici Romanica quali ninna cofafoleua effer e più Jpa
uentofa,che la uenuta degli Imperatori Romani armati in Italia ; defider an-
dò d'ouiare a queflo pericolo ,jpacciò con confenfo de" Vinitiani fegr et amente
in Francia3pcr conchiudere le co fé trattate con Madama la Reggente , Sigif-
mondo Segretario d '^Alberto da Carpi , huomo defiro , & molto confidato al
Pontefice : ilquale correndo lapofia ,fu di notte da certi huomini di male af-
a il Capclla fae * ammalato per cupidità di robare,appreffo al Lago d'lfeo,nel tenitorio *
mette in Brefciano : ilche efìendo flato occultiamo molti giorni ; non fu piccola la dubi
seWtario '* tatione del Tonte fice, che non fuffe flato pr e fi fegretamtnte in qualche luogo
sigifmondo per ordinatone de' Capitani Imperiali , & forfè del Marche fé mede fimo : il
zatcf, oThe- procedere delqualeper ledilationi che interponcua , cominciaua non medio-
omo perla cremente a efler foretto . In queflo flato delle co fé foprauenne la jpeditione
data da Cefare a Lopes Vrtado : ilquale effendo ammalato in Sauoiaja man-
dò flubitopcrmeffo proprio a Milano, con la patente del Capitanato nella pcr-
fona del Mar chefe di Tefcara ; ilquale per continuare nella fimulatione me-
de pma con gli altri ; dimoflrò non eflergli molto grata,ancora chefubito accet
taffe il Capitanato , & commeffione ancora al Trotonotario Caracciolo , che
andaffe a Vinetia in nome di Cefare, per indurre quel Senato a nuoua confede
ratione, ò almeno perche ciafeuno re/taffe giuflificato del defìderio , che haue-
ua Cefare diftare in pace con tuttu^Accettò Francefco Sforty, alquale era già
cominciata infermità di non piccolo momento,la inueflitura del Ducato,& ne
pa^p cinquanta mila ducati, ma non perciò pretermejfe di continuare le prati-
, ~ ~" che
SESTODBCIMO." " 7?fT
che Vtoedefime col Marche Ce . Varie fon o fiate l opinioni fé quefla faeditlone di
Ce far e fuffe fmcera.ò artificio fa : perche 'molti credettono^che hauefje uolto uè
r amente l'animo ad affi curare gli Itali arsi : altri dubitarono che egli per paura
di nuoui mouimenti itole fi e tenere gli hnomni fcjfefi con uarie (peran%e , &
andare guadagnando tempo col concedere la inueflitura,col dare in apparen-
za la commefjìonc del leuare l effercitojanio grata a tutta Italia : ma che da
parte hanefie dato à fuoi Capitani ordinatone , che non lo rimouefiero . lv(è
mancò dipoi chi credeffe , ch'egli haue fife già noti ria dal Mar che fé delle prati-
che tenute col Moroné : & pero commettere cofi , non per effere obedito, ma conerà iuf 5
a In effo»
atto d'ha*
ucr il Mi-
chele di Pe
fcara muda-
to a Ha Coi-
te Gio.Bàt-
tifta Caftai
do adenti»
ciare il trat-
tato de' Prf
cip! Italiani
tro genero-
so, & coftan
te: ma che
vorrà por
rcente al Fa
pa.poco fin
cero.
b Per l'i»,
fermiti di
Francefco
'fe&ù* 'Nelle quali dubietà , e (fendo molto diffìcile ilp. .
a tia^maflimamente nonfapedofe nel tempo che Giouan Battifla Caflaldo a ma mofhò ani.
dato dal Mar che fé afignificare il trattato, arriuò alla Corte; fuffe ancor a flato
fyedito Lopes Vrtado ; ma confiderato quali in molte cofe fianopoi flati ipro-
greffì di Ce fare; èfen'ia dubio meno fallace il tenere per uera la migliore , &
più benigna Inter pr et atione . Klpn ceffaua intrattanto il Mar che fé di intratte
nere con le (peranze mede finte il Morone , & gli altri , & nondimeno differire
con uarie feufe l'effecutioni: allaqual co fa gli dette occafwne l 'efere talmente
b aggrauata lab infermità del Duca di Milano, che fi fece per tutti giudicio qua
fi certo della fua morte : perche pretendendo tutti i Capitani , che in cafo tale sforzYdice
quello flato ricadeffe a C efare fupremo Signore del fendo, non fio lo non gli fu le ch^fu^ub!
cito rmuouere lefiercito, ma hebbe neceffità di chiamami di nuouo due mila bio, re il pe-
fanti Tede fichi, & ordinare che nefleffì preparato maggiore numero: donde efi £ l" av<jJ^
te d'effb re-
ftjr gouer-
narordiMi
iano, più to
fio che cer«
car dignità
maggiore j
ouero finge
dofi adirato
contra Ce-
fert, tétafTe
fendo nel Ducato di Milano i follati tanto potenihreflaua privato della facul
tà di diffoluergliyò d'offendergli, dando fi era??? a aefegnire i configli della con
giuratione come prima ne ritornaffe lafacultàdaqmle mitre che s'affretta pu-
blicando di uolere procedere con rispetto grandiflhno col Tonte fiee; lem dello
flato della Chiefa le guarnigioni idellequalì eglifi querelaua grau emente . Ma
nel tipo medefimo per nuouo accidente fucceduto in I(pagna;fi uariarono qua*
fi tutte le cofe: perche il Re di Francia pieno dì granì fjimi dì fpi aceri, poi che c
in nano haueua defiderata la prefenxa di Cefare ;fi ridujfc per infermità fa- d'ir
prauenutagli nella rocca di Madril in tale eflremità delia uita, che i Medici de fcc ; *jj d.e ili
putati alla fua tur at ione feciono intendere a Cefare diffidar fi totalmente della p;u ag:uoi-
falute.fegià non ueniua egli in per fona a confortarlo, & a dargli fier ara del-
la li 'jerat ione idoue preparando d andar e ,il gran Cancelliere fino lo diffuafie, di
tendo, che l'honorfuo ricercaua di non riandare, fé non con difpofìticne di libe-
rarlo fubitOi et fenza alcuna conuentione: altrimenti effere una Immanità non
Regia,ma meeeennana, & un defiderio di farlo guarire, non per carità della
falute
dell'in feramà de! Re Francefco: ma il Capella fciiue,ch'ciTendo andati in Spagna Madama Margherita* io»
fella del Re,&gli Oratori Francefi per trattar la liberation d'eflo.il Res'haueua pellaio di tornartene <5
cflì in Francia; nu che non efltn.lo Cuccetta l'accordo; il Re per dolore cadde in coilgnue malattia.
Ooo 3
niente rom
p*re i Ior di
legni.
e II Giorno
tiene qnefta
rnedeilma
opinione
della tYìgion
LIBRO
falutefuama ntojfo filamento da intereffe proprio, per non perdere per la fu*
morte l'occafione de guadagni forati dalla uitoria: configlio certamente me-
morabile,& degno deffer accettato da tanto Tri?icipe:nondimcno configliato
diuerfamente da altri;andò in pofte a uifitarlo. la uifitationefu brieue,percbe
il Chrifiianisfimo era già qua fi altefìremo , ma piena di parole gr rae , & di
fi>eran%a certisfima,come fuffe fanato,Ai liberarlo: & quel che ne fuffe cagio-
a u Gìouio, neò a quefio conforto , ò che lagiouentiifuffe per fefieffa fuperiore alla natu- *
e il capdia ra fo\\a infermità ; comincio dopo quefla uifitatione ad alleggerir fi in modo ,
no la ca?io che inpochi giorni reflb liberato dalpericolo7 ancora che non ritornajfefe non
ne del mi con tardità alla prima ualetudine. Ma ne le difficultà , che appanuano del-
nt\lKe fiS l'animo di Ce fare, né lefpera^e date da gì Italiani ,haueuano impedita randa
cefeo am ta fa Madama djilanfon in Ifpagna: perche niuna co fa era più difficile a* Fra
vifita fatta, cefiuche abbandonare le pratiche della concordia con quelli^ he potevano refli-
mbz-c deità $*?$* rtfH0 ^e : niunapiu facile a Ce fare , che col dare fi>eran%a à Franco fi »
libertà da- diuerùrgli da 1 pen fieri del pigliare l'armi* & con quefi'arte tenere fio fb e fi gli
tegM* cai jtaijanj;;n mod.0 che non ardiffero di fare nuoue delihcrationi, & cofii bora al
tentando, bora ftrignendo, tenere confa fh & implicai igli animi di tutti . Fu
Madama d'^Alanfon riceuuta da Ce far e con grate dimoftrationi3& fperan^e :
magli effetti riufeirono dirti > & difficili : pc r che gli farlo il quarto dì d'otto-
bre,ricercandolo del matrimonio delia for ella nedoua col Re: alla quale àirnan
da, riffofe Ce far e » non poter farlo fen%a confentimento del Duca di Borbone:
l altre particolarità fi trattavano da' deputati dell'una parte, & de II3 altra, fa
cendo Ce fare oflinatamente inflan%a,che come proprio gii fu ffe rcflituito il Du
caio di Borgogna , i Frane e fi non con fendendo fc non , 0 accettarlo per dote , ò
che giuridicamente fi uedeffe a quali de' due Trincipi apparteneua : nell'altre
conditura fi far ebbono facilmente concordati : ma reflando tanta dijacpaw^a
nelle co fé della Borgogna, Madama d .Alan fon alla fine fé ne ritornò in Fran-
cia, fenica hauere riportato altro che f acuità di uederc il fratello : i [quale alla
partita di lei diffidando già ogni dì più della fua liberai ione ; fi dice battergli
comeffo.cheperfua parte ricord affé alla madre & agli huomini del con figlio,
che penfaffero bene al benefìcio della Corona di Francia, non hauendo corìfide-
ratione alcuna della per fona fua , come fé più non uiueffe . 7v(è fi troncarono
perciò per la partita fua al tutto le pratiche : perche ui nmafono il Tre fidente
di Vangili Vefcoui aAmbronc, & di Tarb acquali infimo alìhora l'haucuano
trattate ,ma con leggieri fferan^e, ncnfiinclinadoCcfarea conditione alcuna
fen^a la reflìtutione della Borgogna,nè confentendo il Re di concederla,fe non
per ultima neceffità . [Arrivò in quefio tempo il Cardinale de Saluiati Le-
gato del Tontefice alla Corte ; doue riceuuto da Ce far e con grandi ([imo honore
trattaua lefue commeffioni : lequali principalmente contcneuano la ratifica-
tone degli articoli promeffi dal Viceré, confortando anco, che al Duca di Mi
lanofufìe conceduta la inuefiituraper laficurtà commune: ma il Viceré mede
fimo diffuadeva la refiitvtione di Reggio >& di Rubicra;per i confort i>& fiotto
U
SESTO DF/C I M O. 476
la fpeYan%a àelquale il Ducei di Ferrara defiderofo di trattare per fé mede fi*
rao appreffo a Ce fare la caufa fua,ottenvta dal Vonteficepromeffa, cheperfei
me fi non farebbe mole/tato da lui lo flato fuo ;fi conduffe infimo à confini del
Regno di Francia con determinatone di p affare più innanzi] : ma negandogli
Madama il faluocondotto ;fe ne ritornò finalmente a Ferrar a .Tratta?' aft an-
cora tra'l Pontefice, & Cefare la caufa della difyenfaticne per potere fare ma-
trimonio con la for ella del Rs di Portogallo: ilquale Cefare, non oflanie che al
Re d'Inghilterra hauefiegiàpromeffo con giuramento di non ricevere per mo-
glie altra che la figli vola,era determinato dicotrarre : alkqval: a ifhen fittone
concedere il Tontefice precedeva lentamente, e ffendogl'iperfvafo da molti,che
il defiderió d ottenere qveftagralia réderebbe Cefare più facile a defiderijfivoi
nelle cofexhefi trattavano £ almeno efiere cofa imprudente, in cafo chauefie
a faYC gu?r?* fé co dargli facul! ad 'accumulare tanti denari- (j:;axti accumule-
rebbe per mezo di queflo matrimonio :per che il afe di? gy toglilo gli ojferiua in
dote none cento mila ducati '; de quali detratta quella p ■ r te che shauena £ ac-
cordo a compenfare in debiti contratti con lm;pfènfdua f^cneperverrebbeno
in mano almeno cinquecento mila ducatiyoltra quattrocento mila ducati, con-
fentiuano di dargli ifuoi popoli per quelh^he e fi chiamavano feruitio: qua[c
cominciato anticamente dalla volontà propria de popoli per foccorrere alfe ne
esfiità de* fivoi Re;era ridotto in ordinaria preflationc : ojferiuano altra qvefli a dì fopra
di donargli quattrocento mila altri ducati ;n cafo d:ffe perfettione a oveflo ma nel lib-+; a
trimonio:da\t altra parte il To-itefice non fiipeua refiftere alla importunità del 2'è °con tic
■Duca di Sefta Oratore Cefareo:ùerche in lui era quafi femore ripugnanza ?ra~ nev"'e^em
1 ? '» t n r ■ un l- • r 'i •• 1 -n r ^ ~ ^^ pio limile»
ne dalla dijpoptione alla efiecutione ; concwfta che alienilfimo perfua natura q-cfto d'vn
dal concedere qualunque gratia dimandatagli ; non fapeua anco difficult are, b ™^ltfrl
negarle amantemente : ma lafcian.iofpefio vincere la volontà fua dalla impor so ?oca co-
tunità di quelli che dimandati ano, & fa modo che pareva che il più delle volte ?5-1" J"*
J n 1 1 n IO li p<UIO«
concede fé più per paura, eh e per grati a ; nònprocéaéua in queflo con quella co ne; & que-
ftan^a^nèconquellamaeflàyche menava la grandezza della fisa degnità, ne fjolodi^t
la importanza delle faccende che fi trattavano . Co fi accadde nella Sijpenfa di- ta numio ,
mandata- che combattendo in lui da un canto l utilitàpropria,dalt altro la fua toìfltll
molline ■; fcaricb come Jpeffo era tifato di fare addojfoa altri quello che a lui douicoxu.
non baflaua,non so fé la fronte, ò t'animo difoflenere . Spedì per un brieue la ti boiudd
difhenfia nella forma dimandata da Cefare, & la mandò al Cardinale de Sai la difpenfa .
che il Duca
ieficecon Cefare,effendog!i data continuamente Speranza di de fiderata fpedi- In ?*? fta
mn typiCceéeronó in Lombardia effetti molto dive; fi : perche efìcndo il Duca libro a car.
i Milano alleggerito in modo della infermità , chef teneva per certo che al- 4S u
Ooo 4 meno
LIBRO
menofnjje liberato dal pericolo di prefta morte deliberò il Marche fé di Tèfca
y acquale per lo Caflaldo medefimo haueua bauuto comneffione da Cefare di
prouedere a quefti pericoli, fecondo che gli pare [fé più opportuno , a impadro-
|a fcde"he nirfi del Ducato dì Milano , fotto colore che il Duca per le pratiche tenute per
habbTnel 1° me %? ^cl M°''orje>era caduto dalle ragioni della inueflitura, & che il feudo
Marcheiè cì a ricaduto a Cefare fupremo Signore . Terò effendo il Marchefe a J^puara ,
<i: pdcara , iencj)e oppreffo da non piccola infermità , & hauendo una parte de u esercito
attribuisce .,,-».,,.. <r> »• i /• ; • > i " r
ìi espella la in Tauia,iTedefchi alloggiati apprejjo a Lodi, lequali due citta baueua fatte
liiièz Itnb fortificare ; chiamo inafpeitat amente a T<[puara il reflo delle genti , che alloga
Moion fat- gìauano nel Tiemonte,& nel Mar che fato di Saluigo, ilquale quafifubito do
perdoche64 P° ^ ^9tM haueuano occupato , fitto Jfiecie di uokre compartire gli allog-
fcnue,che il giamentiper tutto loflato di Milano. Chiamò a "JNouara il Morone :neilapeY*
^"laTcò fcna detonale fi può dire che confi fleffe la importanza d'ogni cofa : perche era
eoa alcuna, certo che come eglifuffe fatto prigione, il Duca di Milano fogliato cthuonìini
Molon 2n5 & d* configlw,nùn farebbe refiflen%a alcuna : douefefuffe libero,poteua dubi
prometter- tare che con lo ingegno* con la fperien^a, con la ripiéaUene difficultajfe molto
indaffe0 V° *fWi difegni . Era ancora neceffarìo che Cefare haueffempotcftà fua la per-
uou*r!o:tai fona fai Morone, flato autorey & inflrumento di tutte leprati<he:. per potere
penfando"0 colfuo procejfo giuflifcave le imputationi , chef dauano al Duca di Milano *
ch'vn-huo- NON È co fa alcuna più difficile a fchifare che il Fato, ueffmo rimedio è
lìmo di fa- cantra t mali determinati . Votela già cono] cere il Morone che la pratica tenti
ma & d'ho- fa c0\ Mar che fé di Te far a era nana : fapeua d'ejfere in grandijjimo odio ap-
uefle \ mac prejfo a tutti i follati Spagnuoli, tra iqualigià molte co fé della fua infedeltà fi
ch;ar dibmt faceùanq: & che \ArMnio da Leuapublicamenteminacciaua di farlo amma^
fedeltà , & ^re : non e cr edibile :non confiderafie la importanza della fua per fona , che
msflìmamè non ned èffe in che grado fi trouaua il Duca di Milano inutile allhoray & qua-
che gii era » fi come morto : tra loro già molti giorni innanzi era ogni cofa fofpefa. & pie-
amicifli mo, na fa fojpettione , ognuno lo confort aua a non andare , egli mede fimo neflet-
uaiio . te ambiguo ; nondimeno, ò hauendo ancora occupato C animo dalla fimulatìo-
ne,& dottarti del Marchefe , ò facendo fondamento nclfamicitia grande ,
lìb. i . a e"*. cbe gli par cita hauere contraita con lui , ò a confidando fi della fede , laquale *
22.di quefta difiepoi hauere hauuta per una fua lettera , òper dire meglio tirato da quella
tro de' Me neceffitàche flrafcina glihuomini , che non uogliano lafciarfi menare; fi ri-
dici voiéda fo\ui Mandare quafi a una carcere marafefla i cofa a me tanto più marauiglio-
l'ambafcia - fa > quanto mi rcftaua in memoria battermi il Morone detto più uolte nello ef-
u\ dr?nc*~ f€YCtt0 al tetnP° & Lione , non ejfere huomo in Italia* né di maggiore maligni-
ti Lodoui- tày ne di minore fede del Marchefe di Tefcara : fu riceuuto da lui benignamen
JJJjS?1 2 f ' te, &foli in camera parlarono delle prime pratiche, & d'ammaccare gli Spa
?rancefedo guiìolì, & Antonio da Leua,ma in luogo , che ^Antonio.che dal Marchefe era
S'arszzo^co ftat0 occultato b dietro a un panno àara7go,udiua tutti i ragionameli idalqna b
me (crm* il le partito chefit dal Mar che fesche fu il quartodecimo giorno d Ottobre; fu fat
Gwwio , $oprigione1& mandato nel Caficllodi Tania , nelqual luogo andò il Marcbt-
S B 3 T O J) E C I M O.' 477
catta incarcerato d hLoned Marcbefejn mano dedale erano prima Lodi,
a & Tania; merco U Ducale ' perflcurtà delio flato detto Imperarne, gli fa-
ceffi eonfegnare C*«mm& MfiW&S d> Trc^Leao >& ?Mgft .£*>•«
cbepereìerefu'lp-fioaUddafono tenute le chiatte del Ducato di Milano, refcs.,. ,
b promettendo hamte quefleì di non innouarepiu altro: lequali il Duca trouan Fgog^
dofi iinudo d'ogni co fa, abbandonato diconfiglio,& di fperar.xa, gli fece fubi héctIzt> u
tocofregnare^amteytefcrkercòpiuoltK
ceuaperparlarefcco,cheglifuconfentitoconlamedefimafacdita:&en^ nd ,h.
chefuinMilano,glimandò a fare ìnflanxa, che gli faceffi eonfegnare il Caflel ta-rfo^
lodiCremo;ia,&chenonricercauatlmedefimoéquelh dtMilano,pcr non fto Knote.
UokiKÌofaofe?retario,&TolitianofegretariodelMoron^ .ichcm
teSero efammarefoprale impulsioni, che erano date a lui d bauere macchi- "^cMm
nato contra Cefare.Mequali dimade nffofe il Duca, che teneua le caflella di ^Mbt
Milano & di Cremona in nome,& a inflanxa di Cefare,alquale era flato fem l™°c-'mi
pre fedeismo uafiatto, &che non le uoleua eonfegnare ad alcuno ,fe prima no * fede di
intendeualafuauoloutàdaquale per intendere chiaramente gli manderebbe «-*g«
fHbitounhuomoproprio,purecbeilMarcbefegliconcedcfieficurtaépafia- •££«£
re,& che non ?ll pareva honeflo,confentire d' efiere in quefto me*? ferrato in »fc u vi.
CaHelh.daUaqmle volerla fi difenderebbe in qualunque tnodo potè ffe.Haue «^
r.bfovno per fé dì Gian. Angelo per efiere egli ìnflrutto di tutte le coje fue bJaCefa.
tnpltantinèefiereperanhoraapprefioafedtromin^
,*> mime neceffità di quello del Morene, per poterlo prefentare innanzi a Ce- effo M.lm.
jare1& g<u(l$care con quefto mecche nella infermità f uà, il padrone haue- g«». «
uà fatto in Qto mmefenxafaputa fua molte fpeditioni, che gli potrebbono ejje t0 piu gta.
re di caricó,fe con queftomexp nongiufliflcaffe la innocentiafm&chelepra nf nM
tube del Morene erano diuerfe,& feparate dalle pratiche fue: l effetto Ju che
dopo molte repliche,& protei fatti dal'uno aU'altroperfcritmra: il Marche b ^
fecoflrinfe ilpopolo di Milano a giurare fedeltà ali imperatore contra lauo- r, iono.
lont'àfua-.&conmcredtbile diffnacere di tutti tmejfe per tutto lo stato uffi-- £ ggk
ciali in nome di Ceftre,& cominciò con le trincee a ferrare il CajhUo di Cre- Ca[;elb _
mona,& quello di Milano: nelquale il Duca con grandfmi confòrti, & cb^M
franta di foccorfo datagli dalTontefice, & da ammani era njoluto di
ta al Duca
una
tette con l artiglierie, cue non juaiwrayc uuc ww *yw*\£ >
mdaUa^rtedìfuomcQlfofopiHlontanQ dal CafieUccberm haueualat-
l i b r a
to Trofpcro Colonna. Spaucntò>& ragionevolmente toccupatìone del bucate
di Milano Italia tutta: laqualc conofceua andarne in manifefla feruità ogni
uolta che Cefare fuffe padrone di Milano, & di J^apoli, &fopra tutti afflijfe
il Vontefice,uedendo [coperte quelle pratiche > con lequali haueua trattato non
folo Gaffeur are Milano, ma ancora di diftruggere l'esercito di Cefare,e torgli
il Regno dilslapoli. ^Al Mar eh e fé di Vefcara conciliò forfè gratta appreffo a
Ce fare, ma nel coietto di tutti gli altri eterna infanga , non folo perche reflò
nell'opinione della maggior parte, che da principio haucpchauuto hit emione
di mancare a Ce far e, ma ancora perche orando gli fife flato fempre fedele ,
parue cofadi grande infamia,che hauefìe dato animo agli huomini>&' alletta
tigli con tanta duplicità ,& con tante fraudi a fare pratiche fcco per hauere oc
cafone di manifefìargli-& farfgrade de peccati et 'diri .procurati con le lufm
ghe, & con l'arùfue. Diffcultò quefia innouatione la (peraìvza della concor-
dia-laquale fi trailaua per lo Vrotonotario Caracciolo col Senato V minano >
ridotta già in termine, che pareuapropinqua alla conciti fone di rinouare lapri
ma confederatone con le medefime conditicni, & di pagare a Ce far e per riccm
penfatione deli ommiffione delpaffato ottanta mila ducati , efclufo in tutto le
dimande di contribuire infuturo con danari. Ma il cafo foprauenuto da Mila-.
no,empiè quel Senato di grandijjìma perplcffità,e fendo da una parte moleflif-
fimo re far e foli in Italia contra Ce far e con pericoleremo minaccia.ua il Mar-
eh e fé di Vefcara di uolerfare>che la guerra non fitrasfi .riffe nel loro dominio,
&gìà nappariua qualche preparai ione: dalt altra par te non meno ,cono fen-
do di accrefcerc cgI loro accordo la facilità a Ce far e di infignonrfi totalmente
di quel Ducato > ìlquale aggiuntogli a tanti fiati-, & a tante altre opportunità,
era lafcala difoggiogare loro con tutto il reflo d Italia : m cefiaua di perva-
dergli al mede fimo efficacemente il Vefcouo di Baiofa mandato da Madama
la Reggente per trattare l unione fua congni Italiani contra Cefare : nelquak
frangente le confate loro erano fpeffe,madubie,& piene di uarie opinioni: &
fé bene faccettare l'accordo fuffe più conforme alla consuetudine loro , perche
rimoueua i pericoli prefenti.donde poteuano Jper are nella lunghezza del tem-
po >& nell'oc cafoni che pofìono affettare le Republichedequa li a comparata-
ne de Vrincipifono immortali; purepareua anche loro troppo import ante, che
Cefare fi confermaffe nello flato di Milano, & chei Fr ance fi reftafsero efcluft
d'ogni (peran^ad hauere alcuna congiuntione in Italia :però determinati fi-
nalmente di non sohligare a cofa alcuna; rijpofono al Vrotonotario Caraccio-
lo, che i progrcfji loro paffati facevano fede a tutto il mondo, & egli ancora
che fi era trouato a conchiudere la confederatione, nera buono teflimomo^qi.a .
to hauefferofempre de fi 'derato lamicitia di Cefare, colqualef ciano collegati
in tempo che l'accofiarfi loro a trance fi farebbe flato, come fapeua ciafuno,x
di grandiffimo momento > & chefempre haueuano perfeuerato , & hora pia
chemaiperfeuerauano nella medie fima di ftofitlcne, ma che dincceffità gli te-
neva fofte fi il vedere >che in Lombardia fifuffe fatta innouatione di tanca itn~
portanti
SESTO DECIMO. 47*
pòrtan%a,& maffimamente rkordaridoft che,& la confederatione loro co Ce-
fare3e tanti altri mouimenti,che fi erano fatti a quefli anni in Italia* non haue
nano battuto altro fine,cbe il uolere.che il Ducato di Milano fuffe di Francefco
Sfor^come fondamento principale alla libertà £ltaliai& allaficurta:&pe
rò pregare fua Maeflà,che mantenendo in queflo cafo femedefima, & la fua
bontà>uoleffe rimuouere quefla innouaùone,& flabilire la quiete d 'italiano-
me era inpoteftàfua di fare: perche gli trotterebbe fempr e dtfpoftiffimi, & con
£ autor ità,& con le for^ afeguitare quefla fant a inclinatane, né gli darebbo
no mai cagione, che da loro bauefìe a deftderare ufficio alcuno, co fi al propofito
del bene uniuerj ale, come de glint er elfi f noi particolari: laqualeriffofla effen-
doflen%a$eran%a alcuna di conciti fione, non partorì però rottura di guerra,
perche, & l'aggrauare tutto giorno la infermità del Mar che fé di Tefcara, el
dcfidcrio dinfignorir fi prima di tutto lo flato di Milano, & di flabilire bene
quello acqttifto^e luolere prima Cefarerìfolueretanf altre cofe, che haueua in
mano, non lafciaua dare principio a imprefa di tantomomento. Era in queflo
tempo armato Borbonejlqnale arduo il quartodecimo giorno di 7$ouembre7
alla Corte di ce fare: circa ilquale non merita dì e fi ere preterito cofilentio, che
benché da Cefare fuffe mentito con tutte le dimoftrationi, & honori poffibilì,
& carezzato come cognato,nondimeno che tutti i Signori della Corte filiti} co
mefempre accalca feguitare?iell' altre cofe Fefiempio del filò Vrincipe, fair
borriuano come per fona infame ^nominandolo traditore al proprio Re:. infuno
di loro ricercato in nome di Ce fare, che confentiffe che il fitto palaxgo glifufiz
conceduto per alloggiamento, ri flofe con grandetta d animo Cafligliana ; non
potere dinegare a Cefare quanto uoleua; ma chefapeffe che come Borbone fé
ne fitlfe partito,? abbrucerebbe comepalaTgo infetto dalla infamia di Borbo-
ne,& indegno defiere habitato da huomini d'honore. Ma gli honori fatti da a il piou?*
Cefare al Duca di Borbone accr e flettano la diffidenza de Vr ance fi: i citali per "ae v'j*ta dei
qucflo>& più per lo ritorno fenra effetto di Madama di Manfon-, parando pò picara »i
co nell accordo ancora che continuamente per tuonimi propri) che uaueuano ^jeftepa
apprefio a Cefare fi praticafie,inflauano quanto potevano di fare la Lega co 7 jjjj'jj1^
"Pontefice ':a cheinterueniuano i confort ì,& F autorità del Re d Inghilt errarle uala> & aei
'g
ydefie il frutto di quelfeme, che haueua f eminato coyi tanta malignità. a Era c?fti-!i3 la
rifluì di Cafa di Mialos d'origine C atelano , i maggiori fuoi erano uenuti in ■j^okSo!'
Italia cot Re Mfonfo d Magona ,cbe primo di quella cafa acquiflo il Reame p;u tot*-, m
di rìlapoli:& cominciando dalla giornata di Rauenna , nellaquale ancora gio- ^"^"^
uanetto fu fatto prigione;cra interuenuto in tutte le guerre che haueuano fiat- che fegue ,
tegliSpagn-wliin Italia: in modo che giouatie di età.che non pafi aita trenta* "m&^JJ
fei anni, era già uzechio d'ejfmen^a, ingegnofo-, animofo, molto follecito , & do uenifle
molto $ìùq3 & in grandi jjimo credito? & beniuolen^a apprefio alla fanteria {^"uuL"0
Spa-
LIBRO
ipagnuotajeflaquaìe era flato lungamente Capitano Generale: in modo che,
& la mttoria ài? ama, &già qualche anno tutte l bonoreuoli fai }tion; [alte
da quello e fi cretto, erano principalmente Succedute per loccr:fglh,& per la
uinàfua:Capitano certamente di ualor e grande ,ma che con artifici], & fìmu-
lattone faoeuaafi ai favorire, & aumentare le cofefuc: ilmedefimo, altiero,
infidiofo>maìigno,fen%a alcuna finccrità,& degno, (come jpeffo diceua defe
derare)d'hauere hautito per Tatriapiu prefto Spagna che Italia. Ccfufe adun-
a Morì il one affai la a morte fua quello esercito, appreso alquale egli era in tanta gra-
zefcaia (co- tfc & riputai ione, 6^ agli altri dette fleran^a di poterlo molto piufacilmen
ctiv. % ti le opprimere fot che gli era mancato mi Capitano dì tale autorità, & ualor e:
la luga twTi pero tlpp ,j?0 £ <pomefìce erano tanto più calde, & importune le inflative di
io conSt'.?uS 'coloro! che defderauano che la Legafifacefie; ma non erano minori lefuefo-
bere acqua, fpenfwm.& deb:tamente:perche da ogni parte cohatteuano ragioni efficacia
£i?t!ch?& fime,& da tenere confufo ognhucmo ben caldo>& deliberato; non che Cime
wigue fette te,che nelle cofefue procedi fempr e tardo ,& fojpefo. "Non s aftettaua più
£j* f4*£ da Cefar e deliberatone alcuna,cbe aficurafie Italia : uedeuafì attentiamo a
no* Vd f¥iare tl Caflello di Milano,qualeprefo,tutti gli altri, &il Tapa maffima-
Novembre* mente, che haueua lo flato debole, & pofto in me%p della Lombardia, & del
in 25on/w Ke&no dl 'K^oliìgli reflauano manifeflrmente in preda : & prefuppoflo che
»aNFa°po"& in [acuità fua fufie d'opprimerlo; era molto dubitabile, che Vhauefie a fare , b
uifcpohom ambitione ,che è qua fi naturale a d'imperatori contrai Tonteflci, opet
». affuurarfhb per uendicarfhtrouandofu come era credibile, pieno dijdegno,&
di diffiden^a,per le pratiche tenute col Marchefedi Tefcara:& felaneceffìtà
diprouedere a qucfloperkolo era grande,nonpareuano anche leggieri^ i fonda-
menti, & le fberanxe di poterlo fare: perche ,ò il rimedio haueua afuccedere
perme%o d'ima Lega, & congwntione sì potente, ò s haueua a difierarfene
in eterno. Trometceua il Gouerno di Francia cinquecento lande, & ogni me
[e mentre durauala guerra 4c. mila du:ati,cd quali fi ragionauafoldare die
ci mila Sui^eri. Diffegnauafi che'l Vapa.e i Vinitiani mettefiero infume
1 800, huomini dy arme, uentimìla fanti, & due mila cauai leggieri. Vfafiero
t Francefile i Vinitiani in mare con unagrofia armata per affaltareù Genoua,
è il Reame di J^apolLVrometteua Madama la Reggente di rompere fubito co
potente esercito la guerra alle frontiere di Spagna; acciò che Ce far e fufie impe
dito a mandar gente,& danariper laguerra d'Italia; l'efiercito reflato in Lo-
hardiancn eragrofio; non haueua Capitani dell'autorità foleua, efiendo mor-
to il Marchefe,& Borbone,®* il Viceré di J^apoli in Ijpagna;non ui eramo-
do di danari, non abbondanza di ucttouaglìe; ipopoli inimicifjimi per lo defi-
derio delfuoDuca-.&per le intollerabili efattioni, che fi faceuano da i falda-
ti, & nella città di Milano, & in .tato lo flato; il Caflcllo di Milano , & di
Cremona in mano de l Duca; & i Vinitiani daitanofteranza, che anco il Duca
di Ferrara entrerebbe in quefla confederationepur che Clemente fi contentaf-
Ce di concedergli Reggio >qualc a ogni modo poffedeua. Dall'altro canto faceua
diffi-
SESTODEC1MO. 479 aVedcfin-
difficultà l'aftutiaja uirtu de nimichi' efiere [oliti afiare lmgdmente,quando dimeno,che
era, necefiarìo,con pochi donar i,& a tollerare molti difagi, & incommodità: ^jjj^jj^
le terre,nellequalierano,fortificate,& la facilità per efjere terre in piano di quc fi tofle-
potere anche meglio ripararle,& fortificarle : nellequali poterfi intrattenere £ *Jj*°*
tantoché gli ueniffe foccorfo di Germaniadi qualità da ridurre tutta la guer «ai fonda-
re alla fortuna d'una giornata: le genti della Lega non potere efiere altro che ™" to^ £*
genti nuoue, & di poco ualore a comparatone di quello efiercito ueterano, & manente ia
nutrito in tante untone: hauerft difficultà dt Capitano Generale, non hauendo jj^^Fj
il Marchefe di Mantoua che atfhora era Capitano della Chiefafpalle dafofle v hauer per
nere tanto pefo: ne potendo ficur amente commetter fi alla fede del Duca di Fer ^al F?ancc
( rara,ne * di quello dì orbino ,che haueuano riceuuto tante offe fé, né poteuano fco Maria
efiere contenti della grandezza del Tontefice: tagliar male difua natura l'or j^^ Jcr^
mi della Chiefa,tagliar medefimamente male l'armi de Vinitiarìu & fé eia- neijib.fegue
%fcunamale feparata,& daper fe.quanto peggio accompagnate, & congiunte "i.V$. di
infiemeì negli efierciti delle Leghe non concorrere mai lepromfioni in un tem qij» j*1?3"
pò mede fimo, e tra tante uolontà , douefono uarij intereffi, & uarij finUnafce- v\n^ l°'5 "*
re facilmente di fordini, [demi, di/piaceri, & difjidentie , & almeno non ui & acar. t$.
efiere ìnahnepronteT^a a feguitare gagliardamente , quando fi mojtra beni* ftapò l'anno
gno il f onore della fortuna, ne dijpofitione da refiflere conflantemente, quando ^f8^"* j
fi uolge il disfavore: ma quello che [opra tutto caufaua in quefia deliberatone Duca w&i
difficultà grandi ffimate timore ,era il foretto che i Frante fi ogni uolta che Ce- *°, v^?f^
fare uedendofiflrignere,offerifce di liberare il loro Re, nofolo abbandonafie- A\ • tutta il
ro la Lega,ma ancora l'aiutafiero contra i Collegati: & fé bene il Re dtlnghiU g°uec™° cf^
terra obligauaper loro lafedefua, che non fi accorderebbono > & fi trattaua delia lega ha
che defiero in Roma,in Firen%e,b in Vinetiaficurtà di pagamentiper tre me- ^JJ* *|* c°?
fhnondimeno non fi trouaua mc^p alcuno dafficurare da quefia fojpettione: pernonu'ef
perche non hauendo effi altro fine che la ricuperatone del Re, & efiendo noto Jf" £u® ^
rio che non haueuano ine linai ione allaguerra,fe non quando no haueuano fl>e- di (tato, d'a-
ran^a dell'accordo; pareua uerifìmile che ogni uolta che Cefare uolefie confen SirìputVtb-
tirlo loro; preporr ebbono la concordia feco a ogn altro interefie » & rifletto: ne.Et (è ben
anT^fi conofceua che quanto fufiero maggiori gli apparati, & le for^e della foegVkTua
Lega; tanto più inclinerebbe Cefare ad accordare col Re di Francia: & però taflando ; io
pareua per icolofiffimo partito collegarfi a una guerra, nellaquale leprouifioni àTmen ^q °"
potenti de 'confederati potè fiero co fi nuocer e y come giouare, Combatteuano il <*«(
ontra-
r rio a quato I
i On- pg ud ciò del
ri) ua K,u uc*
Duca in quefta hiftorìa è letto):criiTe GiouaniSinaon«tta,che fi troufc a quei tépi. & a quelle guene.i cui ferii
ti fon pretto meme' quali appari fee, che l'anioni di quel Duca furono di miglior coniìglio, & tifo limone: Se
quelle cofe fi ritraggono anchodal Capella, & dal Giouio in gran parte: talché alcuni ragionando di ciò
più uoltej hanno dubitato, le quello Auttore habbiahauuto finiftre informatioai de' fatti di quel Duca, o
animo alterato contra etto, (guanto a queIle,tengono per impofi]bil£,che huomo di tanto grado, qual era
il luogotenente del Papa in quell'etterato, di tanta dottriua,& giudicio, & tanto bene amiato delle cole fé-
ttete Se occoitej hauefle intormation cattiua delle palefi. Quanto all'alteiation dell'animo, adducono una
littera di Nicolo Macchiaueili fciitta a Bartolomeo Caualcantcnellaqual dice» e' hauendo letta quella hifto
ria, motVa tagli dall' Auttore, & auifatolo, che troppo hauefle lacerato il Duca d'Vrbino, e fcritto contra lui
troppe cofe; i'Auttor gli rifpofe,che per quel rifpetto uplcua aggiugneruene una pagina di più; oc quella. Ieri
«e Nicole ettere &aw ia garola di lai.
LIBRO
teff ce da ogni parte con qttefle ragionigli ^mbaficiatorì, & agenti de* Trbu
cipi, ma non meno iminifirì fuoìmedefitmi: perche la cafa, & il con figlio fuo
era ditti ;fo: de quali ciaj amo f attor iti a la propria ine linai ione con tanto mino
re rifletto, quanto era maggiore l'autorità, che fi baueuano arrogata con lui,
& egli infino a quel tempo afitte fatto fi a lafciarfi in gran parte portare da co
loro, che harebbono battuto a obedire a cenni fuoì, né efiere altro che mini-*
ftri & e fecutori d:lìauolontà,& ordini del padrone: per ìntelligen%a diche,
(jr di molte altre cofe, che occorfonoy è necefiario dichiarareptu da alto. Lio-
ne, che portò la prima grandezza Ecclefiaftica nella Cafit de' Medici, & con
l'autorità del Cardinalato fio fienne tanto fé, & quella famiglia caduta di luo-
go cccelfo in fomma declinatane, che potettono ajpettare il ritorno dellapro*
fiera fortuna; fu huomo di fomma liberalità, fé però fi contitene quefio nome
a quello fi) end ere ecceffiuo, chepaffa ogni mifuraiin cofiui affunto al Tontefi-
a La magni tato apparì tanta a magnificenza, & fplendore, & animo neramente Reale, t
*cea uone che farebbe fiato marauigliofio, etiandio in uno chefuffe per lunga fucce fifone
appa me mai dttcefo di Re , ò d'imperatori: nèfolo profufijjimo dì danari,ma di tutte le grò,
-oznaàék tie cbefono inpoteftà d'un Pontefice, lequalt concedeuafi fimifitrataméte,che
la fua coro- face ita vile l' 'autorità Jpirituale, difordinaua lo filile della Corte, & per lo fòlcn
auaienp"li dorè troppo, fi metteuainnecejfità d'hauerefempre a cercare danari per me
apparati fon flraordinarie. JLquefia tanta facilità era aggiunta una profondijjìtna fìmu-
to^nwtta latione\con laquale aggiraua ognuno nel principio del fuo Tonteficato, & lo
tida'teterte feC€ parere Vrincipe ottimo, non dico di bontà ^Apofiolica , perche ne noftri
&ap«ahte corrotti coftumi, è laudata la bontà del Tonte fi ce, quando non trapaffa la ma
lpcre ùfun ' Uggita de gli altri huominì : ma era riputato clemente, cupido di beneficare
tocche quel ogni uno, & alieniffimo da tintele cofe, chepotefìero offendere alcuno. Heb-
v?5f pC°- be cofiui tra C altre fine felicità, che furono grand ifime , non piccola uentura
cétam ila du dibattere appreffo di fé Giulio de Medici fino cugino > quale di Caualiere di Ro-
ca u b ,0'dei dìybencbe b nonfuffe di natali legittimi, e faltò al Cardinalato : perche efìendo
la vita* <Tef- Giulio di natura grane, diligente, affiduo alle faccende, alieno da piaceri jordi^
fo- naio,& afiegnaio in ogni co fa, & hauendo in mano pernolontà di Lione tut-
b dì ciò d« ti i negocij importanti del Tonteficato, fofleneua,& moderaua molti difordi-
»e leggerli nhch e proce dettano dalla fitta larghezza, &facilità:& quel che è più, non fé-
?cii«a di Co guendo il coflume degli altri nipoti, & fratelli de'Tontefici, preponendo l ho
pra nei hb. nore.& [a grandezza di Lione agli appoggi poi effe farfiper dopo la fitta mor
te,gli era in modo fedelijfimo, & obedie;ii>Jjimo> chepareua che neramente
fuffeun altro lui: pertiche fu fiempr e più e fattalo dal Tontefice, & rimeffea
lui ogni dì più le faccende dequali in man di due nature tanto diuerfe mofiraua
no quanto qualche uolta conuenga bene infiieme la mìftura dì due contrarijd'af
fidati à, la diligenza l'ordine, la granita de' ce fiumi: la facilità, la prodigalità,
i piaceri, & la hilarìtà: leqttai cofe face nano credere a molti che Lione fufic
gouernato da Giulio, & eh' egli per fieflefie- non fiiffe huomo da reggere tanto
fefo,non da nuocere ad alcuno, & defiderofijfimo di goder fi i commodi del Tó
Ufi-
S^STODECfMO. ^ 48»
teficato:& ali incoravo eh e in Giulio fufie animo Ambinone, cupidità di cofe
nuoue; in modo che tutte U 'feuèrità, tutti imouimenti, tutte Vimprefe, che fi
feciono a tempo di Lione; fi credeva procedefi ero per infiigatione di Giulio , ri-
putato buomomtligno, ma d'ingegno, & et "animo grande: laquale openwne
del ualorefuofì confermò, & accrebbe dopo la morte di Lione.perche in tante
contradittioni,& difficultà,cbe hebbe,fijflenne con tanta degnità le cofe fue,
chepareua quafiVontefice & fi conferuò in modo l autorità apprefio a molti
Cardinali, eh e entrato in due Conclaui afioluto padrone difedici uozijaggiun-
fe finalmente, non ofìante infinite e ontradittioni della maggior parte, & di
più ueccbidel Collegio, dopo la morte d\Adriano,al Vont e ficato,non finiti an-
cora due anni dalla morte di Lione: doue entrò con tanta emettanone, ebe fu
fatto giudiciouniuerfale, che haueffe a efiere maggiereVontefice, & a fare co
fi maggiori, che mai haueffero fatte akuni di coloro, che haueuano infimo a
quel difieduio in quella Sedia* Ma fi conobbe prefio quanto erano fiati nani i
giudici fatti di Lione, & di lui. Terche Clemente hebbe molte coniitioni di-
uerfie da quello, che prima era fiato creduto di lui;conciofia che non ui fufie, ne
quella cupidità di cofe nuoue,nè quella grandetta, & inclinatìone d'animo a
fini genero fi ,& magnanimi che prima era fiata l'opinione; &fufie fiato più
prefto apprefio a Lione efecutore,& mimftro de fitoi difegni, che indir i'Tgato-
re,& introduttore defuoi configli^ delle fue uoluntà:& ancora che haueffe
r intelletto capaci/fimo, & notitia marauigliofa di tutte le cofe del modo non-
dimeno non corri jpondeua nella rifolutwne,& efecutione: perche impedito no
[olamente dalla timidità dell animo, che in lui non era piccola, & dalla cupidi
tà di non fendere ; ma etiandio da una certa irrefolutione, & perpleffiità che
gli era naturale; Jlejfe quafi fempre fojpefo, & ambiguo, quando era condotto
élla determinatone di quelle cofe dequali baueua da lontano molte uoltepreui
fte>confiderate, & quafi rifolute: donde , & nel deliberar fi, & nell'efeguire
.qualche pure hauefie deliberatotogni piccpforifietto, che dinuouo fé glifo*
f riffe, ogni leggiere impedimento che fé gli attrauerfaffe, pareua baftante a far
io ritornare in quella confufione, nella quale era fiato innanzi deliberale; pa-
gioni, ch'erano fiat e neglette da lui;no riuocaua nel fino difeorfo le ragioni, che
a Di colo-
ro molte noi
te l'Antto-
uere temuto molte uolte nanamente, prefo efyerienxa di non fi lafciare fopra -
fare al timorernella qual natura implicata, & modo confufo di procedere, la- to di r0prA.
fidando fi jpeffo traportare da miniftri; pareua più prefto menato da loro, che Lof^°r^eJg
t consigliato: di quefii furono apprefio a lui infomma potenTg a JUccolò Scom - feouo di ca
berg Germano, Gian Matteo Giberto da Genoua, quello rwerho, & quafi te- j™*;* jj^
muto dal Vonièficè,quèfto gratijfimo, & molto amato da lui: quello feguit ad o uo di v«o-
i autorità cu Gierolamo Sauonmlaidedicatofì mentre ftmiaua nelle Uggì nel na>
l'ordine
LIBRO
V ordine de' frati Tredkator'uma dipoi partito fi dalla religione, benché ritenen
do l'habitoye'l nome,fegnitato le f accede fé colar i: queflo nelC età puerile dedi-
catofi alla religione,ma dipoi partitotene per l'autoritàpatema benché nofufi
fé di legittimi natali, haueua abdicato in tutto-, & con l'h abito ,& col nome
quella profeffioncquefli concordi nelfuo Cardinalato. & poi nel principio del
Tonteficato, guidarono ad arbitrio loro ilTontcfice:ma cominciando poi a dì-
fior dare, ò per ambit ione, ò per la diuerfità delle nature; lo difiruffono , & lo
co fu fono .-perche fra J^icolo affettionatijfimo per lo uincolo della natione, o per
qualunque altro ricetto al nome di C 'efare, & per natura fiffo nelle opinioni
proprie dequali ffreffo difeordauano dall'opinione degli altri huomini ; fauori-
uà tanto immoderatamente le co fé di C e farebbe jfreffo uenne in foretto al To
tefice,comepiu amatore degli intereffì d 'altri che de'fioi: l'altro non conofeé
do in uerità,nè altro amor e, ne, altro padrone ;ma per natura ardente nelle coje
fue, fé bene nel tempo di Lione fuffs flato nimico az'cerrimo de Fr ance fi , &
fautore delle cofedi Ce fare , morto Lione era diuentato tutto l'oppofito: donde
effendo quefli due minifìripotentiffimi tra loro in manifefla diffenfione, nèpré
cedendo con maturità^ con ricetto dell' honore del Tontefìcey & facendo no-
toria a tutta la Corte la fuafrede7ga->& irrefolutione; lorendeuano apprefjo
alla maggior parte degli huomini diffrre%^abile,et quafi ridicolo. Effendo egli
adunque di natura irrefoluto,& in una deliberatane fi perpleffa, & fi diffi-
cile aiutato confondere da coloro,che doueuano aiutarlo rifoluere; nonfapeua
egli mede fimo doueft uolgere finalmente più perche era neceffario deliberare
qualche cofay che per rifolutione,& giudicio fermo, trouando fi maffimamente
in termine che anco il non deliberare erafpecie di deliberare; fi inclinò a fare
la Lega,& a rompere in compagnia degli altri la guerra a Ce fare. Concorda»
ronfiy& diflefono i Capitoli: né mancaua altro che loflipulargli, quando heb-
be nuoue}che a Genoua era arriuato il Comandarne Lrrer amandato a lui da
Ce fare, quale auifaua cheueniuafubito in diligenti & con grata, & buona
fyeditione -.deliberò adunque d'affrettarlo con gramffima querela degli jlmba"
filatori, a' quali haueua dato ferma int emione diftipulare il giorno mede fino
m Percioche la confederationeda cagione della uenutafuafu>che Cefare,poi che hebbe da»
oa impofto t0 comeffione tale al Marchefe di Tefcara,che almeno * era in arbitrio fio loc
ai Marchete, cupare lo flato di Milano dubitando che per queflo no fi facefìero in Italia nuo
tutto quello uimouimenti,rifìrìnfe le pratiche deli accordo col Legato Salutato, in modo
thflCÌ hepw che traloro fu fatta capitolatione rifer nata per ola conditione della ratifica-
le beneficio tione del Tonteficewllaqualc fé gli fodisfaceua della rcflitutione di Reggio,
fuo & del- & dì Ruberà, & nifi mcludeua la difefa , & conferuatione del Luca di Mi-
me dice il lano,che erano le cofiflaie principalmente defiderate da Clemente: ma co con
?l°U & nf ^tlone ejprefft che nel cafo della fua morte, non poteffe ritenere per fi quel Du
delia* vita ' cato,nè darlo all'arciduca fuo fratello, ma inuejhfie Monfignoredi Borbone,
é'hV hUt~ Jhua^e il pontefice mede fimo affai inconfideratamenrc per i conforti dell'air
ùuefcouo di Capua,gli haueua infieme con Giorgio d3^ nftria franilo naturale
di
a
■ S E S T O D E CI M 0. 4**
ti 'M.TJffimitianó Ce fare, propoflo nel tempo che per la infermità fu qttafi dì~
* Operata la ulta di Francesco S forra: lacuale capitolatione fatta , il Levato a * **' <&**
11 n i,~i i rr i r ■ \ r "<* rifpetto
non affettato che da Clemente hauejje taperfettwne, non potette, o nonjeppe ha detto dì
negare di dareaCefare il brieue tanto defideraio della difpenfa : laquak ef- loPra **".:
fendo fiata fatta prima con efireffione folamente dello impedimento infecon- miniftio n 5
do grado* fenra nominare la figliuola del Re di Vortogallo, per meno offende- fu Piu co.ft*
re il Re d'Inghilterra, ò perche efiendo tra loro uincolo doppio d'affinità , non »eruofo,ch«
fujfe fatta mentionefe non del uincolo piu potente; fu neceffirio farne urial- iofic ftato ll
tra,che con efireffa nominatane delle perfine comprende ffe tutti gl'impedi-
menti. Con la e jpedit ione di quefla confederai ione partì il Comandarne Et'
rera dalla corte Cefarea un giorno, ò due dipoi che Ce fare haiteua nccuuto l'a
nifi della cattura del Morone3& condotto ilfcflo di Decembre innanzi al To
tefice,oltra molte offerte, & fede larghi ffima della buona di fiofitione di Ce fa-
re; gli pre fintò i capitoli : de quali , fé bene i capitoli che trattauano del Sa*
le>& delle cofe beneficiali del Reame di Islapoli, erano diferepanti da quello,
che haueua appuntato col Viceré ;.pure perche il principale fio fine era di affi*
curar fi da' fofietti;gli harebbe accettati) fi haueffe cono fi imo il procedei fi fin-
cer amente nelle co fi del Ducato di Milano: ma poi che nel capitolo, che trat*
taua di Francefio Sfor%a,nonfifaceua mei ione della imputai ione , cheglier4
fiata data,nè fi prometteua di refìituire lo fiato tolto, né di perdonargli gli. er-
roriìche haueffe comefio,an?j Ce fare nella conclufione fatta col Legato, & nel
la inftruttione data a quefiofuo agente -non haueua dimoflrato di faperne co-
fa alcuna; fu conofeiuta facilmente laflutia, & arte loro: perche la confedera
tione,& lapromeffa di con fintare, & difendere Francefio Sferra nel Ducato
di Milano nonpriuaua Cefiiredellapotefìà di procedergli cotroxome fio uaffal
lo,& dichiarare il feudo diuoluto per la imputazione dell' hauere macchinato
contra la Maefiàfua-, & Borbone fubrogato in cafo delia fua morte, ueniua b yerc:oci.
anche a fuc ceder e in cafo della fua priuat ione: perche dalle leggi è confidcrata k «orte ci-
0 la morte naturale,& la morte ciuile Aeilaquale dicono b morire chi è conden- dlcono'uet
nato per tal delitto: però rifiofi il Tonta fee con graiufjime parole non hauere g; ft;)è equi-
con Ce fare caufa alcuna particolare di difiordia,anzi che a ogni diligev.ras & n^rte na!u-
difputa chepotefie efiere tra loro, non eleggerebbe mai altro giudice che lui: «*e:benchè
ma ch'era anche necefiario fermare in modo le cofe comuni , che Italia refiaffe IhcdcTùk
fuuradkhenopoteuaefìerefenonfirilafiiauaa Francefio Sforma il Ducato uero' fe Ja
di Milano: & gli moflrò le ragioni per lequali quel capite lo cofi generale non u mente do
era baflate,cÒchiiiuédo che a lui farebbe gradifjimo difiiacere d' efiere neceffi ron b^«a
tato a pigliare nuoue deliberationi,& difiofiarfi da Cefare, col qr.ak era flato PonSo °nei
fimpre tongiuntiffimo. Re plico il Duca di Se fiacche la incute di Ce fare era fin- l£ ' de|!'|n
cenjfima, & chefinra dubio era contento , che non oflante tutto quello f ffe Q^'ib.modfs
accadutoci Ducato di Milano, refiaffe a Francefio Sfirra,ma che per matterie \u\ pltr' ?Vr-
ra nò era fiato difiefi il capitolo in ampia forma, ma faceffe il "Pontefice ri- Monachi i<$
formarlo a modo fio che gli promettemmo pre fintar gli in termine di due me- <? l- "PP1**
Tpp fila m'
LIBRO
fi la ratificatane pure che anche egli promette fie, che durante queflo tempof
non conchiuderebbe la Lega, che fi trottatoi col GoUerno di Francia, & co* Vi
nitiani. Fu conosciuto cbiar amente per eia filologhe quefla offerta non haueua
altro fondamento, t he il defiderio di guadagnare diiitione di due me fi; aceti-
che C efare hauefie ffatio di potere meglio delibera* fi, & prouederei rimedi]
contra tanta unione, & nondimeno UTonteju e dopo molte dirute, & con
grandi/fimo dispiacere de gli altri jLmbafciatori, acconfenti a quefla diman-
da* fi per defiderio d'allungare quanto poteua l'entrare nelle ffefie>& nelle mo-
hflie, come perche gli pareua che mentre che 7 Re Chnfli ani (fimo era prigio*
ne, fu fi e pericolo fi filma ogni congiunt ione ,che fi face ffe con la midre, e fendo
inpoteflà di Cefarediffoluerla ogni uolta cheghpiacefie, & quefla dilatione
potere pure portar e ^ancora che poco fé ne fieraffe,la conclusone defiderataiet
felpure caufaffe la concordia tra i due Re ^confiderò profondamente, ancor a che
molti altri giudicaffero in contrario,chemeglio era che fi face fi e in tempo che
Cefare haueffe minore ne ce ffità : perche quanto fuffe in grado migliore tanto
a La quai far ehbono più grani le conditioni, ctì egli porr ebbe al Re di Franciafafire'Zga
poi non of dellequali daua [peranno, che il F^e poi che f ufi e liberato? non l' hauefie a of- a
feruo a pun perlLVl-e . Fu aggiunto ancora in queflo trattato che nel medefimo -tempo non
s'hebbe f>e fi innouaffcnè di laiiorare,nè di altro contrail Caftello di Milano, fé Fran-
apparip1eChe cefi° sfQr^ s obligaua a non offenderete moleflare quelli di fuor adequale co
onci eh* è ditione egli non uoìle accettare. Confumato con quefle attioni difiefie più alla.
U^feulte &H€n:l c^e attzpMZ l'anno della natiuità del Figliuolo det Sommo Iddio nulle
m d xxvl cinquecento uenticinque;cominciò l'anno Mille cinquecento uenti fici , pieno
digrandi accideti>& drmarM{igl:ofe pert:rrbatio;ii:l^l principio delqu.al'an'
no ritornando Errerà a Cefare, il Tontefice gli fcriffe una lunga lettera di pro-
pria manoinellaquale non negando totalmente :ae confi fiando le \ofie trattate
contra lui /ma trasferendone la colpa nel Marchefe di Tefcarai fi sformo di efeu
fare Frane e fico Sforma, fedutto, fé haueua fatto errore alcuno , dà configli dì
Gierolamo Morone>& {applicandolo efflcacijfimamente che per quiete 3& he
ne fido di tutta la Cbriftianità, fuffe contento di per donar gli . J^elqnal tempo
Cefare affettando la riffofia dclTontefice, teneuafofpefe tutte te pratiche de
gli altri :& ancora che Borbone eli era carenzato affai , ejr confermatagli la
jperan^a del parentado infiefiedi confumare il matrimonio ; gli era interpo-
la dilatione, allegando che Cefare uoleua prima confumare il matrimonio fuo
con laffofa di Tortogallojaquale di giorno in giorno saffettaua: ma fifaceua
per lafciarfi libera la facilità di fare raccordo col Re di Francia , nelquale fi
trattaua dargli per moglie la mede fima promeffa a Borbone ,prenalendo co-
mò l'ufo di tutti i Trine ipi l utilità alt bone flà Soprauenne dipoi , hauendo
già Cefare confumato il matrimonio in Sibilla, Errerà da Roma con la minu-
ta del capitolo ampli [fimo dìfiefo dal Tonte fico in beneficio di Fr ance fico Sfor-
za; in modo che Cefare certificato anco che il Legato non haueua commcffio -
ne daparte>diuerfa da quel capitolo)& concorrendo tutto il configlio in que-
S E S T O D'E'C I M O. 4?i
flafenten%a,che fuffe necefiario interrompere la Lega che fi Mattana-, &peri
colofo Xbauere afoflenere in un tempo mede fimo tanti rimici; fi riduffe in ne-
ceffità,òàifodisfare al Tonte fice,& aVinitiani della reflitutione di France-
filo Sforma, ò di concordar fi col R.e di Francia : ilquale finalmente dopo molte
contentionibauute fopra la Borgogna>non potendo altrimenti fiorare da Ce-
fare la deliberatiom, ojferiua di reflituirla con i contadi , & pertinentie fue,
& cedere alle ragioni, che haueuafiopra il Regno di lS{apoli, <& fopra il Du-
cato di Milano y & dare flatichi perì l'c fi eruanya delle promefi e, due firn figli-
uoli. GrandiJJime dijpute erano fui' elettìone dell' una ,ò dell'altra deliberatio-
neiil Viceré che baueua condotto in Ifpagna il Re Chriflianiffimo, & dategli
tante jperan%e,& procurato fi ardentemente la fina li beratione>faccua più ef-
ficace infiamma che mai:& l autorità fiua^almeno per fede, & per beniuolen-
%a,era grande apprefio a Ce far e. Ma incontrario più pr e fio efclamaua, che
diJputaua,Mercurio di Gattinara Gran Cancelliere,huomo benché nato di uile
conditione nel Tiemonte,di molto credito, & ejperien^a , & ilquale già più
annifofleneua tutte le faccende importanti di quella Corte: i quali efiendo un
giorno ridotti in configlio, prefente Ce far e, per determinare finalmente tutte
le cofechefi erano trattate tanti me fi, il Gran Cancelliere parlò cofu
a *Io ho benefempre dubitato Inuittiffimo Ce farebbe la noflra troppa cupi- 'ratìonc di
dita, & l'bauercipropoflo noi fini male mifurati, non fujfe cagione che di lutto *lcrcuri°
ria tanto preclara, & tanto grande noi non riportaffimo alla fine né gloria, né gran cicei-
utilità: ma non credetti perciò già mai che Ihauerc uinto,hauefiea condurre liere » ncl,a
inpericolo la riputatione j& lo flato uofiro,come io ueggo che manifeftamcn- de cefaie •
te fi conduce; poi che tratta di fare mi accordo, per loquale Italia tutta fi di- dal fare ac*
{peri , él Re di Francia fi liberi,ma con sì grani condii ioni, che fé non per uolon Redi Fran
tà,almeno per neceffità ci refli maggiore nimico che prima. Defidererei, & io f,a»& ioB*
con ardore pari a. quello de gli altri, che in un tempo medefimo fi ricuperaci lega co'iPa
la Borgogna,& fiflabilifiero i fondamenti di dominare Italia: ma conofeo che £a> & co'vi
chi così pr e fio uuole tanto abbracciare, uà a pericolo di non \flrignerc co fa al- qualche* par
cuna, & che neffuna razione comporta che il Re di Francia libera to ui atten- tc .,nlu'odot
ga tanti importanti capitoli. J^on sa egli, che je ui rejtituijce la Borgogna, tuo, che io
che u apre una porta di Francia? & che inpoteflà uojlra faràfempre di cor- ch^iIia*lcx
rere infino a Varigli & che bauendo noi fatuità di trauagliare la Francia da che non co
tante parti che farà impoffibile che ei ui refifla? Islon sa egli, & ognuno, che n,e orat,°-
il cofentirui che uoi andate armato a Roma,cbe noi t'iettiate il freno a Italia, mecòfigho:
che noi riduchiate in arbitrio uoflro lo flato Spirituale ', e temporale della, Cbie- "eJ| qual "£
fa e cagione di raddoppiare la uojlra potenza; che mai più uipofjino mancar e hao, tanto
né danari,ne armi da offenderlo, & ch'egli fia neceffitato ad accettare tutt e [J^[a°uehc-
le leggiy chea uoi parrà d imporgli. ^Aaunque ci è chi crede che ubabbiaa menua.
ojferuare un accordo per loquale egli diuenti uoflro f.hiauo, & midiuentiate
fino Signore? gli macherano i lamenti, & le efclamationi di tutto il Reame di
Fiàciai leperfuafioni del Re d'Inghilterra? gli ftimoli di tutta Italia? l'amo-
Tpp i re
L I B R O
re forfè eh* è tra uoi due farà cagione ',che e fi fidi di uoi,bueggd uoloticri lattò*
flra potenza? ò doue furono mai due Trincìpì,tra i quali fufiero più caufe d'o-
4io,& di cotètionc* Ci è no filo l'emulatione della grade7^a,che fuole mette-
re l'armi in mano a' fratelli, ma antiche) & granifiìme inimicuie, cominciate
inftno dapadri,et da gli auoli degli auoli uofir'utate guerre fiate lugaméte tra
quefte due e a fé, tate paci >& accordino offer nati >t ante ingiurie, & offe je fat-
te- & riceuute. l<[pn crediamo nei elìcgli arda di sdegno, quando fi ricorda di
ejfere flato tanti me fi uoftro prigione* tenuto fempre co guardie fi fir ette* non
battere mai battuto gratta a' e fi ere flato condotto al co fletto uofiro ì che tu
quefla carcere per i diff>iaceri,& incomodità, è flato ideino alla morte* & che
bora non fi libera per magnanimità, ò per umore, ma per paura di tanta mio?
ne,che fi tratta contra uoi* Crediamo noi che fia più polente di tanti ftimoli
il parentado fatto per neceffità* & chi non sa quanto i Tnncipi filmano que-
gli legami* & chi è migliore teflimonio del conto che fi tiene de' parentadi che
. noi * Tana forfè a qualch'uno che afiat ci afjìcuri la fidey che ei darà di ritor-
nare in prigione : & the fondamenti inconfiderati , che fperan\e imprudenti
farebbono quefie* cofi mi sforma C efare a par lare il dolore cflrcmo che io bof
ebefipenfi di prendere un partito tanto aannofo>& pcncolofo . Sappiamo
pur tutti quanto fia (limata la fede negl'intere}]} de gli fiati > quello tbeua-
gliono lepromefie de' Fraccfit, i quali aperti in tutto il re fio, fono maeflri per*
fettiffimi d'ingannar e, che queflo Re è per natura tanto più fcarfo di fiat ti- qua-
io è più abbondante di parole* Terò con eh indiamo pur e. che non beniuolen%a
tra due Trine ipi, che hanno perantichiflima ber edita le ingiurie, & le immi-
citienon memoria de benefici] , de' quali non ci è ninno, non fede, è preme fi }e,
che nelle importante dello flato fono apprefio di molti di poco pefo, appreffo a
Fr ance fi di ninno, lo indurrano afeguire un accordo, che metta in Cielo l'ini-
mico fitto, & fé, & ilfuo Piarne in manifeflafioggettione. Rifionderaffifen-
to> che per timore di quelle co fé fé gli dimanda la ficurtà di due figliuoli, &
tra loro il primogenito, i 'amore de' quali hi fognerà chegliflimipiu che la Bot
gogna: & io temo che l'amore de' figliuoli opererà più pr e fio il contrario, qua»
do fi egli prefinterà ?ieil ani/noia memoria loro ,& la confideratione,che l'of
feruare l'accordo far ebbe il principio di fargli uofirifchiaui, r^onfofe quefio
pegno baflafle, quando eifufie al tutto alberato di ricuperargli in altro mo-
do: perche troppo importa il mettere in pericolo il Regno fuo, ilquale perduto
una uolta è difficillin/o il ricuperare: ma fi può beneficiare di ricuperare col
tempo i figliuoli* ò con accordo, ò con altra occafione, & ptr letà loro tene-
ra far amene mole fta la dilatione : ma potenao egli hauere uniti fico contra
uoiquafi tutti i Trinapi C brtfitani , chi dubita che fi nfìrignerà con loroì
& cercherà di moderare quefio accorcia con la ma dell'armi f & che'l guada-
gno,che noi haremo conjeguito di qitcfia uittoria>jarà una guerra gagharàif-
fima, &perUolofijfima, concitata dall'odio, dalia nect(}ita,& dulia difiera»
tione del Re d' lngbUterra,del Re di Francia^ di tutta Italiana' quali tutti
lido*
S E S T O B E C I M ©. ^ 483
ci difenderemo ,fe Iddio non fi flraccherà di fare ogni giorno péf noi di quelli
miracoli, che tante uolt e ha fatto ìnfimo al prefente, fé la fortuna muterà na-
tura per noi > & lafiuainconflan%a,&mutatione diventeranno in noi contra
tettigli effempij delle cofepafiate un efi empio di coflan^a, & flabilitd. Hab-
biamo conchiufio già tanti me fi in tutti i configli no flri > che faccia ogni opera,
perche gli Italiani non s'unifichino col Gouerno di Francia: & horaci precipi*
Piamo a una deliberatione, che lena tutte le difficultà, che fino a hora gli han
no tenuti fio fi) e fi, che multiplìcai pericoli noftri, che multiplicale forile deci-
mici: perche non fi sa quanto più potente farà la Lega, che habbia per capo il
Re di Francia libero, & nel Regno fino, che quella che fifiacefie col CouernQ
di Francia, refi andò il Re uoflro prigione? Chi non fa che ninna cagione ha te-
nuto infimo a hora il Tapa ambiguo a confederar fi contra noi, fé non il timore
cheuoi non fiep arate i Fr ance fi, da loro} con offerirgli fino Re: di che temerari*
no meno quando haremo ifigliuoli,& non lui: cofi la medicina che noi prepa-
riamo ufare per fuggire il pericolo, farà quella che fenica comparatione fac-
crefcerà,&' in cambio d'interrompere quefla unione faremo il mezo noi che la
fi faccia, & più filabile, & più potente. Sarammi dette, che parere è adunque
il tuo f5 configli tu che di tanta uittoria non fi tragga alcuno profitto t h abbiamo
noi aftare continuamente in quefle perplcffitài Io confermo quel che ho detto
molte uolte, che E* TROTTO nocino il prendere una uolta tanto cibo, che.
hftomacho non (la potente a comportarlo, & che è necefiarioò reintegrando -
fi con Italia,che non dimmda altro da noi che $ e fiere afficurata,cercare d'ha-
nere dal Re di Francia la Borgogna, & quel più che noi poffìamc;ò fare un ac-
cordo con lui, per lo quale ci refii Italia a difcrettione, ma fi dolce in quanto a
gli intereffifuoijche egli habbia caufa d'offeruarlo:& nella clettione tra que-
fie due aie, hi fogna Cefiare che Li pruden7a,& U bontà uoflra preponga quello
che è filabile ;& pia tgiuflo a quello,che al primo ajpetto parefie forfè più utile,
& maggiore. Confeffo che più ricco flaco, et più opportuno a molte co fé è quel
di Milano che la Borgogna,& che non fi può fare amicitia con Italia, che non
fi lafici Milano ò a Francefico Sforma ò a uno altro, delquale il Tapafii contenti:
& nondimeno lodo molto più tifare quefto,che l'accordare co Francefu perche
digiuftitiapiu è uoflra la Borgogna,che non è Milano, più facile a mantenere
che quello, doue none alcuno che iti uoglia: cercare la Borgogna uoflra antica
her edita efomma laude: uolere Milano, òper noi , oper uno che dependa in
tutto da uoi,non èfienya nota d 'ambinone: il primo ricerca da noi la memoria
di tanti gìoriofii uoftri progenitori^ offa de* quali fepolte in cattiuità, non gri-
dono altro che effere da noi liberate, & ricuperate: & sì giufli , sìpietofi, sì
fanti prieghifono forfè cagione di fami iddio più propiti 0. T IV prudente^
& più facile configlio è cercare di ftabilire un amicitia con chi mal uolentieri
diuenta nimico, che con chi in tempo alcuno non iti può efiere amico : perche
nel Re di Francia non farà mai fé non odio, & defiderio d'opporfi a difiegni
Wfin: ma ilTapa,& gli altri d'italiaì come fi lem fefiercito di Lombardia
Tpp 3 affi-
LIBRO
^fjìcurati dal fofl?etto,non haranno da contendere con noi né per emtilàtiont?
neper timore, & reflandoui amici nharete bora, &fempre comodità, & pro-
fitto. V'inclina adunque più a quefla amicitia l'honore, l'utilità, & laficur-
tà, ma fé io non m'inganno non meno la neceffità: perche quando bene uoifac
date accordo col Refenda obligarlo ai altroché ad aiutami alle imprefe d'i
talia; a me non nerifìmile, che eiue l'habbia ad ofieruare;perche gli parrà che
il lafciarui Italia inpreda,metta in troppo pericolo ilfuo Reame:& dall'altre
cato gradiffime faranno l'opportunità >& lefpera^e,che per me%o di sì potiti
unione gli parrà hauere ditrauagliarui,& ridurui a un accordo di mengraui
coditioniuosì d'un Re prigione lo faremo libero, & nimico noflro, & daremo
capo al Regno di Francia,accioche cogiunto a tanti altri ui faccia con più fior-
%e,&co maggiore utilità laguerra.Quato è meglio accordare co gli Italiani?
fare una buona,& uera congiuntone col Tonte f ce, che l'ha cotinuamente de-
fiderata,& leuare a* Fr ance fi ognifperan%a della ccpagnia degli italianiipei
the allhora non la neceffità,b il timore dinuoue leghe,ma la uolontà uoflra}&
la qualità delle conditioni u'harà a tirare ad accordo co' Frane e fi: allhora ue-
dreteyche il bifogno, & la dijperatione gli sforerà nonfolo a renderui la Bor*
gogna,& farui patti maggiori, ma ancora a metterui in mano talficurtà, che
non habbiate a temere deli oficfuan'xa: perche non baflano i figliuoli, mentre
chepoflono jperare tanta congiuntane, né bajìerrebbe appena fé ui mettefie-
ro in mano Baìona, l$erbona>& l'amata. lAqueflo modo cauerete frutto gra
de, honoreuole,gmflo)& fiairo di quefla uittoria: altrimenti >ò io non ho intel
ligen%a di cofa alcuna/) qnefìo accordo metterà lo flato uoftro in sì grane peri*
colo,che io non so cono feere, che cofa uè nepofta liberare, fé già la impruden-
za del Re di Francia non farà maggiore che la noftra.
Haueua il Gran Cancelliere con quefio parlare accnrato,& uehemete,& co
la rìputatione della prudera fua còrno fo gli animi duna gra parte del Confi*
glio, quado il Viceré autore della contraria opinione parlò fecondo fi dice cofu
tio^e^inTpa* a <^2n *$& dà lodare, Gloriofifimo Cefiire, chi per appetito d'hauere trop-
iere non dei po,abbraccia più che non può tener e, ma rimerita d' efiere meno biafimato chi
«oiafoVmà Per fuperchiofojpetto,& diffidenza fi pnua dafcfìefio dell' occafioni grana
di iui,di rat- acquiflate con tante difficultà, & pencoli: anzi efìendo limo & l'altro errori
ghì, & del gMMJJiMo, e più dannabile in un tanto Trinape quello, che procede da timidt
Marchete di tà, & abiettione di animoy che quello che najce da genero fitta, & grand ezgat
«oduce il & Pm lodabile è cercare conpcricolo d'acquiflare troppo, che per fuggire pe
Giouio, che ricolo annichilare Toccafionirariffime, che l'huomoha: & queflo è proprio il
Cario v. per configlio del Cancelliere, che dubitando non fi pò fi a confeguire con queflo ac-
'iufAntt- cor^° ^ B°y$>°à>na> & Milano, perche di lui non è già da fiorettare che U
feo, & affai- muouayò l'amore d'Italia fua Tatria,ò la heniuolen^che ha al Duca di Mi*
i'uh^è"1' e! lano,fi Y^ue & u™ wa che fecondo lui fi guadagna la Borgogna, & fi perde
Jib. 7. della Milano, flato fionda comparatione di maggiore importanza, ma fecondo me fi
ita del Pc- perde Milano^ non fi guadagna la Borgogna: &doue quefla uittoria uhx
aperte
S E S T OD E C I-M O." 4&4
ipert A glorio f? fjìmamente laftrada al Trincipato de Cbriflianh non cirefìerà
fé Seguiteremo il con figlio fuo, altro che danno ,& infamia. •& certo io non ueg
go nel configlio fuo fìcurtà alcuna,an%ipericolograndifJìmo,piccoli(Jìma uti-
lità & quella facile a ufeirci di mano* ueggola piena di indegnità* & diuergo
gna,&per contrario nell'accordo col Re di Francia mi pare chefia gradijjima
gloria,grandijfima utilità,& ficurtà baftante; perche io ui dimando Cancellie
reyche ragione bauete uoi, che ficurtà* che fede,che gli Italiani, poi che hare-
mo lafciata la Ducea di Milano, habbìno a ofieruare l'accordo noflro? né fi in-
tromettere tra il Re di Francia, & noi? & non piupreflo poi che haranno ab-
bafiato la noflra riputatione,poi che barano difjoluto queW esercito ; che è ilfre
no della loro malignità, poi che far ano fi e uri che in Italia nopojfino uenire nuo
ui T ede fichi, per che no farà in Lombardia luogo che gli riceua, ne douefi pojfi
no raccorrebbe ficurtà dico bauete noi, che gli Italiani alìbora continuando le
fue praticherò habbino col minacciarci il Regno dHs{apoli,cbe refìerà qua fi al
la loro difcrettione,a sfor%arfi a liberare il Re di Francia?Fidateui uoi Cancri
liere nella gratitudine di Francefco Sforma? che dopo tanti beneficij uba rime
ritato Cefare confifcelerato tradimento? Che farà bora che uba conofeiuto de
fiderofo di punire con lagiuflitia tanta iniquità? bora che da uoi teme la pena*
danimiciuoflri affretta la Salute? Fidateui uoi Cancelliere dell'amicata de' Vi
nitiani ? che nafeono nimici dello Imperio, & della Cafa d'^Auflria? & tré-
mono ricor dando fi,che quafi bieri Maffimiliano uoflro auolo tolfe loro tante
terre di quelle che bora pojfeggono? Fidateui uoi della bontà di Clemente, ò
della inclinatione fua allo Imperatore? colqitale il principio della congiunta-
ne di Lione fu dopohauere tentato contranoi molte cofe per de fiderio di uen-
dicarfhò di afficurarfi de' Fr ance fi, & per ambitione d'occupar Ferrara, Mor-
to Lione-, coflui Cardinale inimicato da me^o il mondo continuò per neceffità
la noflra amicitia: ma fatto V apa ritornato fubito al naturale de' Tontefici,
eh' e di temere, & di odiare gli Imperatori; non ha co fa alcuna più in borro-
re che il nome di Cefare: feu fan fi tutti quefli che le machinationi loro non fo-
no procedute da odio ih da altra cupidità, mafolamente dal fofpetto della no-
flra grandeTga, & che ceffato queflo cejfarono tutte le pratiche: ilche, ò non
è itero, ò fé pure da principio fu uero, è necefiario che habbia fatto poi al-
tre radici, &fia diuentato altro humor e -.perche è naturale, che D IETRO
al foretto uicne l'odio, dietro all'odio l 'offe fé, con l'offe fé la congiuntione,&
intrinficheTga co' nimici di chi s offende, idifegni non folo di affi curar fi, ma
ancora diguadagnare della rouina dell'offefo, la memoria delle ingiurie, mag-
giore fen^ dubbio, & più implacabile in chi le fa, che in chi le riceue : pe-
rò quando bene da principio fi fujfero moffì folo dal foretto, farebbe queflo
flato caufa diuentaffero inimici uoflri, uoLge fiero gli animi, & lefperan^e al-*
lecofe Fr ance fi, cominciafi ero poi, come hanno fatto intutte le conuentio-
ni, che hanno trattate, a diuiderfi il Reame di 'Napoli : bora feguiti quale
fi uoglia ficurtà, & accordo con noi, reflerà fempre accefo ne petti loro Co-
Tpp 4 dio,
L T B R O
dìo ,el timore, ne confidando di quello, che parrà loro fatto per neceffità, &
parendogli battere maggiore facilità di frignerei alle uoglie loro timidi che al-
ia f ne non fi faccia tra il He di Francia, & noi, un mono appuntamento, fi*
mile a quello che fu fai to a Cambrai, cupidi di liberare, per ufare i loro uoca-
boli, Italia da' Barbari, ardiranno di uolere porui le leggi , di dimandare la
liberatione del Re di Fran: ia:fe Li negherete Cefare,come difenderete da lo;
ro il Regno di Tripoli? fé la concederete, perduti tutti i frutti della muoriti,
reflerete il più dishonoratOi il più sbattuto Trincipe chefnffe mai. Ma ponia-
mo che Italia fu fife per ofieruarui Raccordo, & che ni frigncfji la neceffità, ò
di lafciare Milano, ò di non rihauere la Borgogna; che comparatione è tra
limo partito, & l'altro* la Borgogna è piccola Trouincia, di poca entrata, riè
anche tanto opportuna quanto molti fi perfuadono: il Ducato di Milano per
a L'o^porui U ricchezga,& beitela di tante Città per lo numero, & nobiltà défudditu
èunc>ede'do peri" entrate grandi, per la capacità di nutrire tutti gli e fi er citi del mondo ^
»i amplini- fuperiore a molti Reami: ma ancora che fia sì ampio, & si potente >fono dafli^
tantAitri at mare più £ opportunità chenafeono dall' acquifiar lo, che quello che uaieper fé
tribù] stra- medefimo: perche effendo a uefira diuotione Milano, .& "Napoli , btiomcrà
bone n il 6. j . .' rc . , ' j. ., r1 , «w • j Z* r
•U'italia. u chei Tontejia dcpendino, come già Joleuano, da gì Imperatori* la 1 olearia
quai5dicc3fi tuttajl Duca di Ferrar a,& il Marche fé di Mantvua uijìano fudditi, i Pini?
d'iioia d'o- tiani cir iodati dalla Lombardia >& dalla Germania faranno necejjitati ad ac-
gn'intQino cettare le lezzi uojìre. Cofi non dico con l'armi, ò con zìi efferciti-ma con la ri-
guardaima- ,, n 11 ri ir T • ;•
iì, fuor che putatwne del uoftro nome ,con uno araldo jolo:con le injegne Imperiali coma
da alcune pò farete Italia tutta: & chi non sa che cefa fta Italia i Trouincia Reina di tuu
chcparci5ar „ , ., \ i ir i in > t ■
condate, co- . te l altre, a per l opportunità del filo, pt r la temperie deli aria, per la meiutu a
To dì monti ^ne> & ingegni degli huomini attifjimi a tutte le imprefe honoreuoli, per U
inàcefljbiii . : fertilità di tutte le co fé conuenienti al uiuere birmano, per la grandezza, CiF
deVanaTìa beitela di tante nobilitimi Città>perlerichj^7ye! per lafedia della religia*
feconda : ma ne,per l'antica gloria dello Imperio,per infiniti altri rifletti: laquale fé noi d.Q
cfo'è chTnó minerete tremeranno fempy -e di noi tutti già altri Trmcipi: cercare queflo,s'ap
ha poni,oue partiene più alla grand e^a} più alla gloria uoflra , più e grato altofia de gli
a
bili; qui non con figlio del Cancelliere perderemo uno acqui fio grandiffimoper uno acqui fio
U\oà\ di V piccolo y & qucflopiccolijjìmo è incertiffimoy di che ci donerebbe pure ammoni-
te prouinc.a re qUel che fu per accadere a me fi paffati. ISlonci ricorda egli quando il Ri
w molti: ma di Francia fu in tanto pericolo di morte in quanto difràacere noi jìemmoì per
perno» snoi. conofcere che con la morte [ita fi perdeua tutto il frutto fherato periamo-
tiphctie in ■ i ■ m i i rr ■ • ; ir 3 £ ■ \ r
«otwri , fi tona: che ci ajjicnra, che bora nonpojja interuenirc il medefimoi & più [a-
»uo fra tutu vilmente perche vii re jìano le reliquie del male d'allhora, perche mancando-
legger Fra , . * , • r 1 r vi r n ;• • •
Leandro Ai- gli lajperanTa che in fino alprejente l bajojtentato, gli torneranno maggiori
h*\ liiffhc k * d^teceri) da' quali la infermità fua hebbe cagione > & majfvmamente cU
harien-
SE S T O DECI M O. 48 j
battendo fi a trattare di condit ioni , e^ di ficurtà incfiricabil'i, le pratiche nuo~
uè bi fognerà che h abbino lunghez^a,che farà fottopofla a queflo ac ci dente ,et
forfè ad altri non minori , né men facili . ls{on fappiamo noi che neffuna co fu
ha tanto tenuto fermo il gouerno di Francia, quanto l'opinione della fua pre-
fta liberatione $ per laquale igrandi di quel Regno fono flati quieti , & obe-
dienti alla madre ; come quefla ffieran^a mincaffe sfarebbe faci! co fa che il
Regno fi rifentiffe, & alter affé il gouerno : & quando i grandi nhaueffero la
briglia in mano non farà in loro cura alcuna di liberare il Re,an^i per matite-
nerfi fciolti, & padroni , bar anno piacere della fua cattiuità . Co fi in cambio
della Borgogna>& di tanti acquifli,non potremo più fperare né della fua prigio
ne, né della fua liberatione . Ma io dimando più oltre Cancelliere Jja Ce far e in
quefla deliberatione a tenere conto alcuno della degni ti , & Maefià fua ì &
the maggiore infamia può egli haucre,chepiu diminutione d'honore,che effere
coftretto a perdonare a Francefco Sforma ? che urìhuomomme%o morto , rebelle
uoflro,e]fempio fingolare d 'ingratitudine }non con l' humiliarfi, & fuggire alla
uoftra mifcricordiayma colgittarfi in braccio a' nimici uofiri,ui sforai a ceder-
gli, a reflit uirgli lo flato si giuft amente toltogli , a pigliare le leggi da luii
Meglio è C efare, & piuconuiene alladegnità dello Imperiosità uoflra gran-,
àei^a.fottoporfi di nuouo alla fortuna , mettere di nuouo ogni cofa in perico-
lo yche dimenticatoui il grado uoflro , l'autorità di Trincipe fupremo di tutti %
Trincipi,e'lnome Cefareo,& uincitore tante uolt e d'un potenti fjìmo Re,accet
tare da Treti,&da Mercatanti quelle conditioni , che fé noi fuffi fiato uinto
né più granane più indegne ut farebbono fiate pofie ► Vero confiderando io tut
te quefie ragioni, & quanto fia piccola l'utilità, che ci può rifultare dell' accor
do con gli Italiani, & per quanti accidenti cipoffa facilmente ufeire damano *
& quanto fia pocoficuro il fidar fi di loro, & di quanta indegnità fia pieno il
lafciare lo flato di Milano, & che a noi ù neceffario rifoluerfi , & hauere una
uolta confideratione delfine, & che la carcere del Re non ci dà utilità ,fe non
per i frutti chefipoffono trarre della liberatione ; ho confortato > & conforto,
l'accordare prima con Iucche con gli ltaliani,che niuno può negare , non effe-'
re più glorio fo, più ragioneuole, più utile, pure che ci afficuriamo dell offerti an
%ajn che iofo qualche fondamento , & della gratitudine fua per lo beneficio
the egli riceucrà da mi, & del uincolo delparentado,et della uirtù della foreL
la uoflra , inftrumento habile a mantenere quefla amicitia , ma molto più del
pegno de' due figliuoli ,et tra quefli il primogenito ;delquale non so che maggia
re pegno, né più importante da lui fi poffa riceuere: et poi che la neceffità ciflri
pie a deliberarci^ debbe pure fidar fi più d'un Re di Francia con tanto pegno»
che degli Italiani fin%a alcun pegno; più della fede, & parole d'un tanto Re»
che della cupidità immoderata de' Treti,& della foretto fa uiltà de' mercatan
ti; & più facilmente poffiamo hauere come molte uolte hanno hauuto i paffati
hoflri congiuntone per qualche tempo co' Francefi , che con gli Italiani nimici
nofiri naturali t & eterni ine folo in qisefta aia ueggo maggiore {peron^a
LIBRO
che ci babbia a effere attefo , ma ancora minore pericolo in cafb uifuffe mance
to : perche quando bene il Re non ui deffe la Borgogna,non ardirà refiandoper
°flaZ& l faoi figliuoli, difarui nuoue offe fé , ma cercherà con pratiche , & con
priegfji di moderare l accordo, few^a che uinto da uoi bieri, & boggi ufeito di
prigione, temerà ancora dell'armi uoftre,nè bara più ardire di tentare la uofira
fortuna,& fé egli non piglia l'armi contro uoi Cefareycerto è che tutti gli altri
fiaranno fermi,tanto che acquifiercte il Caflello di Milano- & ui confermere-
tein modo in quello jlatOyche non baretepiu da temere di malignità di alcuno*
Ma agli Italiani , fé accordate bora con loro,&uiuogliono mancare,non refta
freno alcuno che gli ritenga,& crefeiuta la f acuità del? offendenti, farà libera,
& crefeerà la uolontà.Terò a giudicio mio farebbe fommaìetimidità,& im-
prudenxa perdere per troppo foretto un accordo pieno di tanta gloria, ditan-
tagrande'Zga,& confìcurtà baflante , pigliando in cambio di quello una deli"
berationepericolofiffima,fe io non m'inganno, & danno fijfima .
Varie furono l'opinioni de glialtri del Con figlio .parlato che bebbe il Fice-
rè,parendo a tutti quelli che erano di fincero giudicio , che l'accordare col Re
di Francia nel modopropoflo,fuffe deliberatione molto pericolo fa: nondimeno
poteua ne' Fiamminghi tanto il defiderio di ricuperare la Borgogna,come anti
co patrimonio 3e titolo de'Trencipifuoi,che nonglilafciaua difeernere laueri
tà,&fu anco fama che in molti poteffero affai i donatiui v & lepromeffe lar-
ghe fatte da Francefuet fopra tutto C e far e, ò perche cofifuffe laprimafua in-
clinatione,ò perche appreffo a lui l'autorità del Viceré, congiunta maffimamé
te con quella di K[anfau,chefentiua il mede fimo, fuffe di grandiffìmo momen-
to,!) perche gli pareffe troppa indegnità efiere coftretto di perdonare a France
fcò Sforma ; udiua uolentieri chi configliaua l'accordo col Re di Francia; in mo
do ebepouche di nuouo bebbe fatto tentare il Legato Saluiato ,feuoleua con-
ferire che lo flato di Milano fi defie al Duca di Borbone,& fi certificò che no
baueua commeffione faccettare quefto partito, nelqual cafo bar ebbe prepofia
l'amicitia del Vonte{ìce,deliberò di concordare col Re di Francia,col quale cfi<
fendo già innanzi le cofe dìfeuffe, & quafi rifolute ; fi uenne in pochijjimigior
ni alla conclufwne,non interuenendo a cofa alcuna il Legato del Tontefice,ha~
uendoprima Cefare ottenuto dal Duca di Borbone il confentimento, che lafo-
rellapromeffa a lui ,fì mar it affé al Re di Francia : i! quale pregato affai , con-
fentì.non tanto per la cupidità d'bauere il Ducato di Milano >come contea l'au
torità del Gran Cancelliere, & del Viccrè,bcnche con obligatione digrauipa-
gamentiglifupromeffo ; quanto per efere le cofcfue ridotte in termine , che
non bauendo, né potendo hauere dependen^a da altri che da Cefare; era necef-
fitato accommodarfi alla fua uolontà : & confenttto che bebbe, perche in tem-
po tanto incommodo non fi trouaffealla Corte ; partì ftibito per ordine di Cefk
reallauolta di Barcellona per affettare le prouifioni neceffarie a paffuti ««
Italia : lequaliper mancamento de' Tstauilijion ejfendo allbora in Iff^gn*. al-
tre Galee fonili che tre,& di danari ; erano per procedere lentamente . t oiif
t . une
3ESTODECÌMO. 4%6
tenne la capitolatone ft ipolata il quartodecimo giorno diFebraio deli anno
mille cinquecento uentifeiyche tra Cefare, & il Re di Francia fufìe pace perpc- fat jon^SeU
tua,nellaqualefufferocomprefi tutti quelli , iquali di consentimento commune l'accordo
*fi nominaffero . a Che il Re di Francia a dieci giorni di Mar%o proffimo fuffe & ftkct(c *
faro
poflo lìbero ne* fuoi confini nella cofla di Fonterabia, & in termine difeifetti- ?"«}<>
mane Seguenti confegnaffe a Cefare la Duce a di Borgogna la Contea di Ciaro- ££cheraf io
bis, la Signoria di T^[eiers,& Caflello Chirnu depédenti della detta Duce a, la Je"flmétde
Viscontea di jlufomia, il Refort di S. Lorenzo dependenti dalla Francia Con- fo7Pettar,c o-
tea,tutte le pertinente folite della detta Ducea>& Viscontea, quali tutte fuf ™e diceclfÌ
fero infuturo feparate et efenti dalla fouranità del Regno dì Francia: che nel- dal Re FrS
Vhoraì& nel punto mede fimo che il Refi liberaffe-fi metteffcro in mano di Ce j;^?^ jjj
fare il Delfino,& oltra lui,b il Duca d Orli ens fecondo genito del Re, b dodici do egli' l'ag
de* principali Signori di Franciaàquali furono nominati da Cefare^ rimettendo g^to.eflc
• • »• i ? \ i •/ r ì \ i •• • •* reoiieruate»
in elettione di Madama la Reggente^ dare il jecondo genitore dodici Baroni, in che s'ka
iquali haueffero aflare per fiat uhi in fino a tato fujje fatta la rejlitutione del- J Ji^X*
le terre predette , & ratificata , & giurata la pace con tutti ifitoi capitoli da del Re ria
gli flati generali di Francia,& regiflr 'ataviche efji dicono interinata in tutti i x^^clà*
parlamenti di quel Reame con lefolennità neceffarie,allequali eraprefijfo ter di coliche
mine di quattro me fi : alqual tempo facendofi la rejlitutione de gli oflaggi , fi ch^qtieft©*
confegnajfe a Cefare ^Angolemjl ter^o figliuolo del Re,acciocheper maggiore Re cofi gr5
intrattenimento della pace fi nutrifìe apprefio a lui . Rinunciaffe il Re Chrh **£ mer„a®
fiianiffimo,& cedeffe a Cefare tutte le ragioni del Regno di l$apoli> etiandio to come in
quelle cheglifufìeroperuenuteper le inuefliture della Chiefa,el medefimofa- "pagSalqu*
ce (fé delle ragioni dello flato di Milano, di Genoua, d**Aras , & di Tornai , di fi vn'aitro
Li!la>& di Douai : reflituifìe ancora la terra, & Caflello di Edin, come mébro df^accdo-
della Contea d*^irtois con tutte le munitioni,artiglierie,et mobili,che ui era- ?"a da Pao
no quando ultimamente era flato prefo . Rinunciaffe alla fouranità di Fian- Roma j con
dra, & dUrto'u)& d'ogni altro luogo pofìeduto da Cefare : & daU altra par- uc"ne ?•■ *J
te cedefìe Cefare a tutte le ragioni di qualunque luogo poffeduto da! Francefh uiflìme con
& ferialmente di Verona,Mondiuiere,& Roia, & della Contea di Bologna, ^jj^, d?
& di Tottiers , & le terre di quà} & di là della riuiera di Somma. Fufìe tra lo Umile qua fr
ro Lega, & confederatane perpetua a difefa de gli flati con obligatione d'aiu- ■" ach*'™**
tare l'un l'altro, quando fufìe dibifogno con cinquecento huomini d*arme , & fero i Gain
dieci mila fanti . Che Cefare promette fi e Madama Elionorafua forella per mo Jf |^JJ \ JJ
glie al Re Chrìflianìffimo : dellaquale fubito che fufìe ottenuta dal Tonte fi ce (come fileg
la difpenfa, fifacefìe lofponfalitio con parole obligatorie de pr efenti, &fì con lenìbrcTs!
ducefie in Francia per confumare il matrimonio nel tempo mede fimo > che fé- delia prima
condo i capitoli shaueuano a liberare gli oflaggi, & lafua dote fufìe feudi du- Jo pVfand£
gento mila con i dosamenti conuenienti,da pagar fi la metà trafedici mefifai fi V°*° di.{
tra metà dipoi fra unannoproffimo : che tra il Delfino , & la figliuola del Re Gain1 non
pur tiouaro
no le fodere ingordi (lime; raaanchora vn d'etti vi aggiunfcla propria fpada, accioche tanto più oro a>
Vcqmiulente peloi Romani haueffero da aggiujncrui.
dì
I I S R O ' ' f.
$ TorMaVo nata di Madama Elionora fi fizceffe fimfiditio tome-Mero m
età habile . Faceffe il Re di Francia il posfibde che il Re antico di Wg*m
cedcflc à C efare le ragioni di quel Reame. & non uolendo cedere,non potefieiU
Re dardi aiuto alcuno-.che il Duca di Ghelìeri , & Conte di Zuf,& le Terre ,
te fuafi dettero a Cefare : che il Re non deffe aiuto alcuno al Duca di Vertm
, ti Cfd- i^U ne etiandio a Ruberto della Marcia. • Deffe a Cefare quando uorrapafu
u • ,fi "?' fare in Italia, &fh due me fi, che ne farà mercato da lui dodici galee, qua*
Jur^a. tronai^&quattrogakoniproinfieditttttoafpefefue^ecem
». 9" fte « di "l'errale dihauefferoaefrere refiituitefratre mefi dalai che simbarcaj
^?^%rchetlluòÌdelle^
ZXZ tnHla metà fra fedm mefi, faina fra un'anno froffiwo, & al tempo del ah
M £ beratione degli oflaggi, fuffe tenuto a dargli cedole d, banchi deUapaga difet
Sf™* «Ha fanti per 'feimefi, fubito che aniuafie in Italia, ferendolo etiandw a fte
c^e «n°- fe fHìdi cinquecento lance, con una banda d'artiglierie: cauaffdo di danno del-
pVrV:™. la P romeffa fatta al Re d~ Inghilterra,per lepenfioni gli pagana il Re di Frm-
L; dice che \£iChi importauano cinquecento mila feudi, ouerogh defie a Cefare indana-
U l d °h! ' ri contanti. Supplicale luno, & l'altro di loro il -Pontefice a intimare più pre
tcimiiatin a0 fi mc(ie u„ concilio uniuer fiale per trattare lapace de Cbrtfttam,& htm
fc»m." T préfacontragl'mfedeli,& beretici ,& atutti concedere la Crociata perire
wf** anni. Refiituiffe il Re fra fei fettimane il Duca di Borbone in ampia forma»
SS?.» etiandio in tutu gli flatiMni mobili, & immobili, & frutti puf, , ne potè fife
mito.pagMi mokRar[0 per le cofepaffate, ne afirignerlo ad habitare, o andare nel Reame
LTfi ite £ di Francia , lafciandogli la facultà di potere procedere per gifitia fopra la
fi m.n.ion cmea di Troue„7a,& reflituiffe tutti quelli che l haueuanojeguitato, & no
que'ftoòpi minatamente il FefcouodUuttm, & San V aleno diberafjìn fi daogm parte
3?ìrfu Si fi* quindici dì i prigioni pre fi per conto di guerra , &^i Madama Margherita
udeTcoM' fuà reflituito tutto quello pofedeua innanzi alla guerra . Fufie libero il Trin
ItifSL? cipe diOranges,&glifufferefiituho il Principato cTCranges^ quanto pojje.
tre rr.ua ai dcua alla morte del padre, fintogli tolto per baviere fegmtato le parti di teja-
KÌ&** re>& mede [imamente alcuni altri Baroni : che al M arche fé di Saluto JuJJe
reflit uito il fuo fiato : chel Re come arrwafie nella prima terra del Regno juo,
ratificale quella capitolatone, &fitfieobligato farla ratificare al Delfino,
come peniemjpialtetà di quattordici ama . ^ominaronfi molti di commune
confent mento, etiandio gli Sui^iri, ma ninno de potentati Italiani, eccetto
il Tontefice^uale chiamarono per conferuatore di quefia concordia , cojapm
prefto di cerimonia, che difofiantiainà . .Aggumjcfi la fede data dal Redi n
tornare fioritane amente in carcere, quando per qualunque cagione non ademr
piefie le cofepromefie . Grandiffimafn l'ammirai ione, che hebbe di quefio ac-
cordo tutta la Chnfiiamtà : perche coinè sintefe che la prima efecutione ha-
ueua a efiere la liberatone del Chrifiianiffimo ,fu giudmo uniuerfale di eia-
fimo, che liberato nonbauefk a dare la Borgogna.pcr e fiere membro di trop -
pa
S E S T O D E C I M O. " 4$7
fa importanza al Reame di Francia : & da quei pochi in fuor a che rìhaueua*
no confortato Cefareja corte fua tutta hebhe la medefima opìnioneiet il Gran
Cancelliere fopra gli altri riprendeua >& deteftaua. & con tale uebcmentia>
che,ancora che baueffe comandamento di fottoferiuere la capitolatone > come
è ufficio de' Gran Cancellieri ; ricusò difarlo< allegando che l'autorità) che gli
era fiat a data non doueua efftre tifata da lai nelle co fé pencolo fé, & perniilo-
fé come qucjla : ne fi potette rimuouerlo dalfuo propofto con tutta la indegna
tione di Cefare : dqualepoi che lo ueddeftare in quefìa pertinacia egli proprio
le fiotto fcriffe , & pochi giorni poi andò a Madril yper Jiabilire d parentado ,
& con familiari, & domefliebi parlamenti fondare coi Re amicitia, & beni-
Holcn^a . Grandi furono le cerimonie -, & le dimoflraiioni tra loro » flettono
molte uolte infieme in publico , hebbono foli infegreto più notte lunghi/fimi
ragionamenti, andarono portati da una medefima carretta a un Caflello uici-
no a meiggiornatayiou era la Reina Elionora-, con laquale contraffe lofponfa
litio . Ma non però in tanti fegni di pace t & d* amici tia gli furono allentate le
guardie >non allargata la libertà, ma in un tempo mede fimo carezzato da co-*
gnatOy & guardato da prigione; in modo che fi potefje facilmente giudicare
che queftafuffe una concordia piena di difeordia , un parentado fen^a amore >
& che in ogni o ce afone potrebbono più Cantiche emulationi , &paf]ìoni tra
lorot chel nfyetto delle co fé fatte più per uiolen\a , che per altra cagione . Ma
bauendo confumato più d'in quefli andamenti ,& effèndo già uenuta la r atifi
catione di Madama la Reggente con la dichiaratane , che in compagnia del
Delfino di Francia darebbonopiu prejlo il fecondo genito che i dodici Signori;
il Re partì da Madrd per trouarfi a confini ,doue s haueua a fare il baratto
dell x per fona fua co piccoli figliuoli ,& in compagnia fua il Viceré autore delr
la fua liberatione>alquale Cefare haueua donato la città d'^ifti, & altri flati
in Fiandra, & nel Reame di Islapoli. lS[elqualtempo Cefare feri fife al Tonte-
ficeuna lettera ceremoniale^fignificandogli^cheper lo defiderio dellapace>&.
ad bene commune della ChrifiianitàAimenticate tante ingiurie, & inrmicitie
haueua rejlituita la libertà al Re di Francia,& datagli laforellafua per mo-
glie^ che haueua eletto lui per conferuatore della pace di chifempre uoleua
ejfere obedientifjìmo figliuolo i & egli fcriffi pochi dì poi un altra lettera di
mano propria, [aquile gli mandò per lo mede/imo Errerà . che haueua portato
la lettera ferita a lui di mano propria del Vontefice,rifpondendogli pane con
parole dolci parte .nefcolate di qualche acerbità-» conchiudendo che reflituireb
he d Ducato a trance] co Sforila, in cafo non baueffe fatto il delitto , di ch'era
mputato;& che noieua che quejlofì uedejfcperginflitia, da giudici deputati
da fé come à a juo inferiore : ma con/landò che baueffe fallito; non poteua man
care d'inucflime il Duca di Borbone^ chi egli mele fimo era flato cagione •, che
l 'baueffe promeffo » hauendogliene nel tempo delia infermità di Francefco
Sfor^apropùflo;&cheperfatisfarealui-&pcrafficurare Italia non haue-
ua Hoìuto^nè ritenerlo perfine darlo al fratello proprio, affermando fopra la
fede
L T B R O
fede fua,quefla effere fieramente lafua intentionejaquale pregatici efficaeemt
te che l approuaffe>o (ferendogli fempre l autorità,& le for^efue, come obe-
diente figliuolo della Sedia ^Apoflolica. Torto ancora il medefimo ILrrera la ri
fpoflaalla minuta del capitolo flato diftefo dal Tapa , in fauore di Francefco
Sforila: ilquale Ce far e perfeucrando nella fua prima deliberatone, no baueua
tioluto approuare ; an%i indirizzò per lui al Duca di Seffa la forma dellaccor
do,alquale per ultimo fi rifolueua^con autorità di flipularlo in cafo che da lui
f uff e accettato . Conteneuafi in effa che Francefco Sforma fuffe comprefo nella
loro confederatane, in cafo che non haueffe le fa la Maeflà di Cefareyna in ca-
fo della fua mori e,òpriuat ione fuccedeffe nella confederatane il Duca di Bor-
bone,inueflito da lui del Ducato di Milano . Confermauafi l'obligat ione fatta
dal Viceré della reflitutwne delle terrebbe teneua il Duca di Ferrara, ma con
conditione che il TonteficefuJJe tenuto a concedergli la inucflitura di Ferrara^
& rimettergli la pena della contrauentione : cofa contraria à penfieri del To
tefice>che haueua difegnato di efigere la pena de' cento mila ducati>per paga-
re con quefla i cento milapromcffl a Ce fare, in cafo di quella refìitutione : non
ammetteua che lo flato di Milano haueffe a leuare i foli della Chiefa,nè di ri-
ferir fi in quanto alle collationi beneficiali del Reame di l^apoli al tenore delle
inuefliture^ma alt ufo de Re p affiati Squali in molti cafi haueuano diff recato
le ragioni,& l'autorità della Sedia ^Apoflohca : & perche col Legato era fla-
to trattato,che per leuare di Lombardia l'efferato graue a tutta Italia ,fipa-
gaffero dal Tapa, & da lui,come Re di Islapoli, & daglialtri d'Italia ducati
cento cinquanta mila,&fì conduce ffe a 1s(apoli, ò douefuora d Italia par effe
a Ce fare, che diceua uolerlo farpaffare in Bar ber ia ;fu aggiunto che effendo
l'efiercito creditore di maggiore quantità che non era alìhora ; fuffero ducati
dugento mila . Trefentarono il Duca di Seffa, & Errerà al Tonte fice la copia
diquefli capitoli con proteftatione,che in poteflà loro non era di uariarne pure
una ftllaba : & nondimeno harebbono facilmente prefo forma tutte le difficili
tà, pure che del Ducato di Milano fu fi e flato diffofto in modo , che il Tontefi
ce, & gli altri non haueffero caufa d hauere foretto . Ma fi confideraua che il
Duca di Borbone era nimico co fi implacabile del Piedi Francia,che , òperfi-
curtàfuatò per cupidità d'entrare in Francia flar ebbe fempre foggettiffimo a
Ce far e, né fi potrebbe maifyerare che la troppa grandezza fua gli fuffe mole
fla : & che il capitolo di leuare l'efferato di Lombardia^che tanto era fiato de
federato da tutti >& per loquale effetto non farebbe paruto graue pagare ogni
quantità di danari,riufciua di ninna utilità ; poi che a Milano reftaua un Du
cacche nonfolo a ogni cenno di Ce far e uelharebbe accettato , anyi fot fé per
interefie proprio de federato , & /limolatolo . Terò il Tontefi ce , ilquale , per-
che nella concordia fatta da Ce far e col Re di Francia > nonfefaceua wentione
foflantiale di lui}nè della fecurtà de gli flati d'italiamemoria alcuna,fi era con
fermato nella perfuafìone fattafì pnma,che la grandezza di Ce far e haueffe a
ejfer e la feruitù fua-, deliberò di non accettare l'accordo nel modo che gli era
propoflo ;
SESTODECIMO. 488
propofto,ma di conferuarfi libero infoio a tanto che hauejfe certeTga quello che
faceffe il Re di Francia circa all'ofieruatione delfuo appuntamento : nellaqua
le fenten%a fi determinò con maggiore animo , perche oltra quello chepareua
uerifimile ; gli penetrò agli orecchi per parole dette dal Re, innanzi fuffe lihe
rato,& da altri, a quali erano nòti i configli fuoì 3 eglihauere l'animo alieno
dall' offeruan^a delle co fé promeffe a C efare . Tfellaquale deliberatane per
confermarlo, come cofa,dallaquale hauefie a dipendere laficurtàpropria;fpe-
dì in Francia in pofle Vagolo Vettori Fiorentino,Capitano delle fue galee^ ac-
etiche nel tempo mede fimo che arriuerebbe il Re,fujfe alla Corte,ufando que-
lla celerità non folo perfapere ilpiupreflofipoteua la mente fua,ma perche il
Re hauuta fubito fperan^a dipoterfi congiugnere il Vontefice, e i Vinitiani co
tra C efare , hauefie cagione di deliberare più prontamente . Fu adunque coni-
mefio a Vagolo , che in nome del Vonteficefi rallegrafie feco della fua libera-
tione , faceffigli intendere l'opere fatte da lui , perche feguifie quefto effetto ,
quanto le pratiche tenute di collegar fi con la madre hauefiero fatto inclinare
Ce far e a liberarlo: mofiraffegli poi ,ilVontefice efiere defiderofiffimo della
pace uniuerfale de Chrifliani, & che Cefare>& egli face fiero unitamente la
imprefa contra il Tur co, quale fi intendeua preparar fi molto potentemente per
afialtare l'anno mede fimo il Reame d'Vnghena . Quefle furono le commejfio-
ni apparenti, ma la fofiantiale, & fegrctafu , cioè tentato prima def^r amente
difapere bene la inclinatione del Chrijlianifjìmo, in cafo lo trouajfe uolto a of-
feruare l'accordo fatto; non paff affé più innanxiper non fare uanamente più
perdita con Ce far e , che fi fuffe fatta per lopafiato ima trouandolo intimato
altrimentuòuero ambiguo, fi sfor^affe confermamelo , & con ogni occafwne
lo confortale a qneflo camino , moflrando il defiderio che il Vontefice haueua
per beneficio commune di congiugner fi feco. Spedì ancora in Inghilterra il Vro
tonotario da Gambera per fare ufficio con quel Re al mede fimo fine, & per ri-
cordo fuo i Vinitiani mandarono in Francia co le medefime commeffioni ^An-
drea Rofio loro Segretario : & perche Vagolo fubito che fu arriuato in Firen
%efì ammalò )& morì, il Vontefice, benché pigliafi e in male augurio , che già
due uolte i minifiri mandati da lui in Franciaper quefla pratica, fufi ero periti
nel camino ; ui mandò in luogo fuo Capino da Mantoua . l^on mane auano fra
tanto,& egli,ei Vinitiani d'ufare ogni diligen%aper tenere confortato, & in
piujperan'^e che fi potè fi e il Duca di Milano , acetiche la paura della pace di
MadriUnon lo face fi e precipitare a qualche accordo con Ce fare . Fra arriuato
in queflo tempo il Re di Francia a Fonterabia terra di Ce far e , che è pofia fui
mare Oceano fu i confini tra la Bi ficaia, & il Ducato di Ghienna , & dall'al-
tro canto la madre co due figliuoli era uenuta a Batina prefio a Fonterabia a
poche leghe, foggior nata qualche giorno più che il giorno determinato a fare
la permutatione,perche era fiata in camino opprefiata dalla podagra . <Adun-
que il decimo ottano giorno di Marino il Re accompagnato dal Viceré , & dal
Capitano barcone, & da circa cinquanta candii fi cbdufiefu la riua del fiu-
me»
uno ni,
tue, che dìuide il Reame di Francia dal Reame di Spagna, & al mede fimo tem
fo f prefentò fu l'altra riua lautreth , con gli due figliuoletti , & con numero
pari di caualli : in me%p al fiume era una barca grande fermata con 1 l ancore >
fu laquale non era per fona alcuna . *AcccfloJJì a cjuefla barca il Re fu un bat el-
io, doue era egli, il Viceré , & dianone , & otto altri armati tutti d'armi
corte>& dall'altra banda della barca s'accoflòfu un altro batello Lautreclhgli
flatichh& etto altri compagni armati nel modo mede fimo : montò dipoi fu la
barca il Viceré con tutti ifuoi , & con loro il Re , & immediate poi Lautrecb
con gli otto compagni ; in modo che fu la barca fi trono il numero pari da ogni
parte ,e fendo col Viceré barcone, & otto altri, & col Re Lautrech,& altri
QttOyiquali come furono filiti tutti nella barca,Lautrech tirò del batello in bar
ce. il Delfino-quale confegnatoal Vueré,& da lui ad dianone y fu pofìofubi-
to nel loro batello .& nel mede fimo infilante era tirato in barca il pìccolo Luca
d'Orliens-jilquale non uifuprima,che il Chriflianijfimo fialtò di barca fulfuo
batello con tanta prcfieT^a , che quefila permutatone uenne a efiere fatta in
un momento mede fimo : e tirato fi a riua ; montò fubito, come fé teme fife d'ag-
guato s'un cauallo Turco dimarauigliofa uelocitd, preparato per queflo effèt-
tv ,& fien^a fermar fi, cor fé a San Ciouanni del Lus, terra fina uicina a quattro
leghe : doue rinfirefeatofi preflamente , fi ccndufje con la medefima uelocità a
Baiona,raccolto con incredibile letitia di tutta la Corte ; donde fubito fi>cdì in
diligenza un huomo al Re d'Inghilterra i figm fi candogli con lettere di mano
propria lafiua liberatìone>& con humaniffime commeffioni di riconofcerle to-
talmente dall' opere, che haueua fatte, offerendo di uolere effere ficco una cofia
medefima,& diprocedere in tutte l occorrente co'fiuoi configli : &poco dipoi
gli Jpedì altriiAmbaficiatoriyper ratificare folcnnemh e la pace fatta dalla ma-
dre con luuperche nell'amicitia di quel Re faceva grandijjìmo fondamento.
IL F 1 Ti £.
Jn Venctia , Anrreffo Giorgio Angelicri
M. 1).' LXXÌllL
DELL' HI STORIA
DI MESSER FRANCESCO
GVICCIARDINI GENTIL*
'hvomo fiorentino
l i b b^o d e c i m 0 s e t t..j m 0*
SOMMARIO.
t
IN quefto Libro Decimofettimo fi contengono le doglianze del Ré di' Francia
agliImbafciatoridelPapa,&cje'Venetiani perle crudeltà di Cefare. Imali
portamenti de gli Imperiali nel ftato di Milano, & in Milano douealloggiauano.
I tumulti de'Milaneiì contra gli Imperiali. La lega del Pontefice, Se de'Venetiani
col Re di. Francia. Altri tumulti in Milano contra gli Soldati Cefarei. La prefa di
Lodi per gli Confederati. Il foccorib ch'hebbero gli Imperiali dal Duca di Borbo
ne in Milano. La ritirata che fecero quelli della Lega dall'afledio di Milano. La
guerra che mode il Papa contra Siena. La prefa di Montia per gli Confederati. La
prefa del Cartello di Milano per accordo per gli Imperiali. La rotta delPeflercito
del Papa , che afìediaua Siena . Attedio di Cremona per gli Collegati . Afledio di
Genoua per via di mare dall'armata dc'Confcderati. La prefa di Pontremoli dal
Fiefco. La perdita del medefimo. Prefa d'Orbatello per il Pontefice. La rotta del
Re d'Vngheria da'Turchi. Il facco di Roma. Prefa, & rouina di molte Terre de
Colonncfi. Morte di Giouanni de'Medici a Borgoforte fui Mantouano. La fcara*
muccia dell'armata de'Confedcrati con quella di Cefare fopra Codemonte.Guer-
re tra ii Pontefice, & Colonnefi. La lega ilei Duca di Ferrara con Cefare.
+
M D XXVI*
*A LIBERA TI ONE DEL Fj£ DI FRAN
eia, ancora che allafolennità de' capitoli f atti, &
alla religione de' giuramenti , & della fede data
tra loro, & al uincolo del nuouo parentado, fujfe
aggiunto il pegno di due figliuoli, & in quelli il
primogenito deflinato a tanta fuccejjìone $ folletti
i Trincipi Chrifliani in grandi ffima efyettationc;
&fece uolgere in uerfo di lui gli occhi di tutti gli
huomini,i quali prima erano folamente uolti
uerfo Cefare ; dependendo diuerfiffimi, ne meno importanti effetti dalla deli-
berationefua dell' offeruare ,onò,la capitolatone fatta a Madril . Terche ^ctt* » c*»«
cremandola, fi uedeua che Italia, impotente a difenderfi per fé medefima,fe ja?lT rifbT t
rìandauajèn^a rimedio infemità^et s'accrefceua marauigliofaméte l'auto- tign del Re, '
« L I B \0
Intorno a Va- yità, & grandetta di C efare : non offeruando , era nece flit ato Ce fare, odi-
pitoli fatti a menticarc3 per la inofferuan^a del l(c di Francia , k macchinationi fattegli
— contro dal Duca di Milano, rejìituirgli quel Ducato ; perche il Pontefice, &
Vinitiani non baueffero caufa di congiugnevi col I{e , & perdere tanti gua-
dagni fperati dalla uittoria : o pure potendo più in lui la indignatane conce-
futa col Duci di Milano, & il defiderio di non hauere in Italia l'oflacolo de'
Francefi, stabilire la concordia col Rg , conuertendo in pagamento di danari
l'obligatione della reftitutione della Borgogna : o uer amente, non uolendo ce-
dere ne all'una cofi , ne ali! altra , riceuere contra tanti nimici una guerra ,
etiandio quàfi per confezione fua molto difficile ; poiché per fuggirla s'era ri-
dotto a lafciare con tanto pericolo' il B^e di Francia. Ma non fi stette lunga-
mente in ambiguità qualfuffe la mente del B^e : perche effendo, fubito che ar-
riuò a Baiona,ricercato da unhuomo del Viceré di K(apoli di ratificar l ap-
puntamento,come haueua promejfo difare,tofio che eglifujfe in luogo libero;
flijferiua di giorno in giorno con uarie fcufationi : colle quali , per nutrire la
Nuona prò- fi>eran?a di Ce fare, mando unhuomo proprio afignificarglinon hauer fatta,
niella del Re fubito la ratificatone , perche era neceffario , innanzi iprocedeffe a queflo at-
a Cefare òi^ to, mollificare gli animi de'fuoi, mal contenti delle obligationi, che tendeua-
ofleruarequà m ^ fcmimxione folla Corona di Francia : ma che non ofiante tutee le dif-
promeflo. ficultà, offerirebbe indubitatamente quanto haueua promejfo. Da che po-
tendofi affai comprendere quello, che haueffe nell'animo ;foprauennono pochi
dì poi gli huomini mandati dal T?ontefice,<& da Vinitiani : a* quali non fu ne-
ceffario ufare molta diligenza , per chiarir fi della fua inclinatione : perche
hauendogli riceuuti benignamente, ne primi ragionamenti, che poi hebbe co
Qnerela del l'uno & con V altro di loro feparat amente , fi querelo molto della inhumanità
Re contra lo cj?e ne[ tempo, che era stato prigione , lo Imperadore gli haueua ufata , non
mperatore. lattandolo come "Principe tale quale era, ne con quell'animo, che douerebbe
fare un "Principe, che haueffe commiferatione della calamità d'un altro Trin
cipe, o confideratione, che quello, che era accaduto a lui, poteffe anche acca-
Effei io • der e a fé mede fimo, allegami' esempio d'^AdouardoBg d'Inghilterra, quel-
leoato dal Re 1° chefu chiamato ^.dottar do Gambiglione , che efendogli prefentato do-
di Fràcia,che uannì \e di Francia prefo nella giornata di Tottieri dal Trincipe di Gales
fi debba vfar fuo figliuolo , non folo l'baueua riceuuto benignamente, ma etiandio lafciatolo
prigioni. l *n Ubera cuflodia in tutto il tempo, che flette prigione nell' I fola, haueua fem-
pre famigliarmele conuerfato feco ; ammeffolo allefue cacete, & a'fuoi con-
uiti : ne però per qùefio hauere perduto il prigione, o confeguito accordo me-
no fauoreuole per lui : da che effere nato tra loro tanta domefiichei^a , <&
confidenza, che Giouanni, etiandio poi chefu liberato , <& slato più anni in
Francia, ritornale uolontariamente in Inghilterra, per defiderio di riuedere
Soli due Re l'bofyitejùo : hauerfi memoria folo di due Bg di Francia,chefuffero fiati fatti
DECI M.OSETT IMO ?
prigioni in b attaglia ;Giouanni,& lui: ma ejfere non meno notabile la di- ài Francia ft
uerfità degli ejfempi; poi che l'uno poteua ejfere allegato per ejfempio della «r0l?r c?er*
benignità, l'altro per ejfempio dell'acerbità del uincitore : ne hauere trouato «ioni. l ^™
animo più placato , o mansueto uer fogli altri , an%i efìerfi per i parlamenti
hauutifeco a Madril certificato , che egli occupato dafomma ambinone , no
penfiua ad altro, che a mettere inferuitu la Chic fa, Italia, & tutti gli altri
Principi : per ò desiderare che il Tapa, & i Vinitiani hauejfero animo di pé- Perfuade fi ré
fare allafalute propria : perche dimofirerebbe loro, quanto fuffe defiderofo di di Francia al
concorrere allafalute commune , & di rifìriznerfi con loro a pigliare l'arme aPa' & a> ;*
^r ri r, j-,,-i r ; ni nani a pi-
contra Cejare, non per ricuperare per fé lo Stato di Milano , o accrefcere al- „yiav i>ar,flc
trimenti lafua potenza ; mafolo perche col me^o della guerra poteffe con- còtra Cefare.
feguire i figliuoli, & Italia la liberta ; poi che la troppa cupidità non haueua
lafciato lume a Cefare d'obligarlo in modo , che fuffe tenuto a slare nella ca-
pitolatione : conciofia che & prima, quando era nella Biocca di Ti^jchito-
ne, & poi in Ifpagna nella forte^ja di Madril,haueffe molte uolte proteflato HRe protefW
a Cefare , poi che uedeua la iniquità delle dimandefue , che fé asiretto dalla a „Cc*are » rhe
neceffnà, cedeffe a inique e onditi oni, o quali non fuffe in poteflàfua di offer- ferUare le ca-
uare, che nonfolo non l' offer uer ebbe, an^i riputandofi ingiuriato da lui, per pitolationì in
hauerlo aflretto a promeffe inhonefìe, & impoffibiti, fé ne uendicherebbe, fé gìufte,o poca
mai n'haueffe l'occ afone : Ne hauere mancato di dire molte uolte, quello, eh e raS1°ileuo"^
per loro siejfipoteuano fapere ; &che credeua anche ejfere commune agli cacherebbe *
altri Regni; che in poteflà del P^e di Francia non era obligarfi fenica confen-
timenno degli slati generali del Bearne ad alienare co fa alcuna appartenete II Re Al Frati
alla Corona : non promettere le leggi Chrifiiane , che un prigione di guerra c}à n° Puo ob
Si effe in carcere perpetua ; per effere pena conueniente a gli huomini di male 1§arfJ.acI a"c
affare, & non trouata per fupplitio di chi fuffe battuto dalla acerbità della cófenfo de^l!
fortuna : faperfi per ciafeuno effcre di neffuno ualore l'obligat ioni fatte uio- flati generali
lentemente in prigione : & effendo inualida la capitolatione, non reflare an- del Regno.
che obligata lafua fede accefforia , & confcrmatrice di quella : Vr eceder e i
giuramenti fatti a Rens , quando con tanta cerimonia , & coni olio celefiefì .r 5/an~
6 r ■„ j ir • ;• ì-r ti- /■ ;• •; \- Cia fi eófacra
con) aerano i Bg di Francia ; per gli quali ji obligano di non alienare il patri- no con j,qj*
monio della Corona : però non ejfere meno libero, che pronto, a moderare la celeite.
infolen^a di Cefare. il me de fimo defiderio moflrò d' hauere la Madre, & la
Sorella , che per ejfere slata uanamente in Ifpagna , fi lamcntaua affai deW
afprcyja di Cefare ; & tutti i principali della Corte, che interueniuano nelle
facendefegrete ; conchiudendo , che fé ueniuano i mandati del Tontefice, &
de' Vinitiani, fi uerrebbe fubito alla cóclufione della Lega; la qualediceuano
effere bene fi maneggiale in Vr ancia , per hauere più facilità di tirami il ]\e
d'Inghilterra, come moflrauanofperan^a grande doueffefuccedere, Qu^efle
cofefi dkeuano con grande affeueratigne dal /^e di Francia^ dà fuoi: ma m
4 . L I B \0
fegreto erano molti dìuer fi i fuoi penfieri ; perche dijpoflo totalmente a non
dare a Ce fare la Borgogna, haueua anche l 'animo alieno dal muouere l'arme
i Disegno del contra lui, fé già nonfujfe da necejfità coflretto; ma trattando di confederarli
Re per non re congH italiani, fperaua, che C efare, per non cadere in tante difficultà , s'in-
^o "na! a durrebbe a cóuertire in obligatione di danari V articolo della reflitutione del"
la Borgogna ; nel qual cafoneffuno ricetto delle co fé d'Italia l' bar ebbe rite-
nuto, per defiderio di ribattere i figliuoli, dal conuenire feco. Ma i meffi del
Pontefice, & i Finii iani ricettata tanta fp eran^a da lui,fignificaronofubito
la rijpofia hauuta,in tempo che in Italia crefceuano la necejfità,& l'occafio-
na del congiugnerfi contra Ce fare : la necejfità, perche il Duca di Milano, il
quale da principio, parte per colpa deminiflrifuoi, parte per il breue tempo,
che hebbe a prouederfi , haueua mejfo poca uettouaglia in Cafltllo ; ne quella
poca era fiata disenfiata con quella moderatone , che fi fuole tifare per gli
buomini collocati in tale fiato ;faceua tutto dì intendere (come hebbe fèmpre
meigo diferiuere, ancora che eglifujfe affediato nel Caflello) non hauere da
mangiare per tutto il me fé di Giugno projfimo; &cbe non fi facendo altra
prouifione, farebbe necejfitato rimetter fi allu diferetione di Ce far e. Et fé be-
*Gli attediati ne fi credeua, che (come cofiume degli ajfediati) proponete maggiore firet-
fempre prò- t8%za3 che in fatto non haueua ; nondimeno s' haueuano molti rifeontri, che
pongano mag ^ auan^aua poco da uiuere ; & il lafciare andare il Caflello in mano di Ce-
t!Tchc nonV. fare> °^tre a^a riputatione, che fé gli accrefccua,faceua molto più difficile la
ricuperatane di quello Stato* Ma non meno pareua, che crefeeffe Roccafo-
rte , per effere ridotti i popoli tutti in efirema difperatione . Conciofia che non
mandando Ce far e danari per pagare la fua gente , alla quale fi doueuanogia
molte paghe, ne ui ejjendo modo di prouedeme d'altro luogo, haueuano i Ca-
pitani diflribuiti gli alloggiamenti della gente d'arme, & de'caualli leggieri
per tutto il pae fé, granandolo a contribuire quale Terra a quefta compagnia,
quale a quell'altra : le quali erano neceffitate ad accordare co' Capitani , <&
1 ft d* co' foldatiqueflopefo con danari: il che s'effercitaua fi intollerabilmente, che
Milano tenu- allhorafu coflantefama, affermata da molti, che haueuano notitia delle coje
to da gli Ira- di quello siato, che' l Ducato di Milano pagaffe ciafeuno dì a'foldati di Ce fare
©ei ìahco gra DUcati cinquemila : &fi diceua, che .Antonio de Leua rifeoteua perfefolo,
trenta Ducati ciafeun giorno . La vanteria ancora alloggiata in Milano, &
per le Terre, nonfolo uoleua effere prouifla da padroni delle cafe, doue habi-
+ Gli Impìali tduano > di tutto il uitto loro ; ma riducendo fi fpeffo molti vanti in una e afa
vfano gràdif- medefima, era il padrone di quella necejfitato di prouedere al uiuere di tutti ;
fune crudeltà & l'altre cafe , non hauendo da dare loro gli alimenti , bifognauafi compo-
C£n![a ^\C^1 ' neJfero con danari : & toccattano tal uolta a un vantefolo più alloggiamenti,
«li alìoaeìa - c^e ^a mo m ^uori J c^e ^° Proucdeua del uitto , grauauagli altri a pagargli
menti danari. Quefla conditione mi fer abile, & effer citata con tanta crudeltà, ha-
netta
DECIMOSETTIMO f
ueua difper atogli animi di tutto il Ducato , & penalmente quelli del popola
di Milano , non afiuefatto innanzi all'entrata del Marcbefe di Tefcara in
Milano ad efiere granato di alimenti, o di contributione per gli alloggiamen-
ti de' soldati : & emendo potente di numero , & d'arme ; ancora che non in
quella frequenta , chefoleua e fiere innanzi alla pefte , non'poteua tollerare
tanta infolen^a, & acerbi ffime cffationi; delle quali per liberar fi, o almeno
per moderarle in qualche parte , haueuano i Milanefi mandati a Cefare Im- ^ imbardata
bafciatori : ma erano siati ifpediti con parole generali ', & fenica alcuna prò- ri de'Milancft
uifione. Q$t mancaua anche Milano grauato fecondo lafua proporzione, di a Cefare non
più numero di foldati , che le altre Terre , d'hauere a pagare danari per le r^T"6™ CO--
fpefe publiche ; cioè, di quelle, che accadere fare per ordine de' Capitani, per
conferuatione delle co fé di Cefare : i quali danari ejfigendofi difficilmente, fi
uf aitano per i mlniflri propofli all' effatt ioni molte acerbità» Ter le quali co fé
effendo condotto il popolo in eflrema difper atione, fi conuennero popolarmeli
te tra loro medefimi di refiflere con l'arme in mano alle effattioni ; & che
ciafeuno , che fu ffe grauato dagli e ff attori , chiamaffe i uicini a difenderlo,
i quali tutti , 67" dietro a loro gli altri , chefuffero chiamati , concorreffero
al comandamento de' Capitani deputati per molte parti della Città , per refi-
fiere a quelli, che face ffero l' e ff anioni ; & a' foldati, che uoleffero fauor irgli,
il quale ordine poi che fu dato, accadde che uno Fabbro della Città , effendo f Milanefi fi
andati gli eff attori a granarlo , concitò perfua difefa i uicini ; dietro a quali oppongono a
concorrendogli altri popolari , fi fece per la Città grandiffimafolleuatione ; §" fattori.
per la quale fedare , effendo concorfo .Antonio de Lena ,&il Marchefe del
Guafto, & in compagnia loro alcuni de' principali Gentilhuomini di Mila-
no, fi quietò finalmente il tumulto ima riceuuta la promeffa da' Capitani >
che contenti delle entrate publiche , nongrauerebbono alcuno per altre im-
pofitioni , ne metterebbono in Milano altri foldati . ls[on durò quefta con-
cordia fé non infino all'altro giorno ; perche effendo uenuto auuifo > che alla
Città s'acco fi auano nuoui foldati, il popolo di nuouo prefe l'armi, ma con gnotumuito
maggiore tumulto , & molto più ordinato , & con maggiore concorfo , che contra gli Im
non s 'era fatto il dì precedente. Al quale impeto cominciando i Capitani a penali.
temere di non potere refiflere, hebbono (cofi affermano molti ) inchnatione
di partir fi con la gente da Milano ;& fi crede che cofi harebbono meffoad
effecutione , fé il popolo haueffe unitamente moftrato di uolere procedere al-
l'offenfione loro , & de' foldati ; ma cominciarono imperitamente afaccheg-
viare la Corte uecchia , doue rifedeua il Capitano della riuftitia cri minale y ; Miiancfi
« ,. • • • i r ; e i • • • j il Taccheggiano
con certo numero di tanti ; cominciando a uolere fare il principio da quello, Cortc vecchia
che doueua effere l\ukimo della loro effecutione : dal quale difordine i Capi- di Milano
temi Imperiali hauendo riprefo animo, fortificate le loro slrade,& chiama-
ta la maggiore parte de 'tanti 3 che sìauano all'affedio del Cafiello,ficon-
</L iij
C L I B J^O
f CU a fleti fa fregarono inficine per refiflere , je il popolo uoleffe affalt argli. Queflo det-
ti \n Cartello tt occaflonea quelli s che erano affiatati, bufare fuori del Caficllo ad affal-
-onera clUm tare ' ripari fati dalla parte di dentro : ma fi ritirarono preflo, non uedendo
penali , ma fi hauere foccorfo dal popolo ; il quale , parte per effire inefperto allarme,
ritirano per parte per portare alle cafe loro le robbe guadagnate nel facco di Corte uec-
non vedere il c^ia ^ nmfQ\0 n0nfaceua l'operatione conueniente , ma s' andana più preflo
fperaiiano da rifoluendo : con la quale oc cafone i Capitani , interponendofi alcuni de'Gen-
Milaneiì. tilhuomini , fedarono anche queflo tumulto ; ma con promejfione di cauare
tutti i fidati della Città, & del contado di Milano ; eccetto i fanti Tedefchi,
che erano all'affidio del C afelio , co fi facilmente dall' aflutia degli huomini
La peritia de militari s'era fuggito un grauiffìmo pericolo , delufa la imperitia dell'arme
gh huommi, fo' popolari , & i disordini , ne' quali facilmente la moltitudine tumultuo fa,
militari delu- r r ,. , . l 1 r r ri ^, rr j
de la ignoran & che non ha capi prudenti , o ualoroji ,ji confonde. Ma non ejjendo per.
za del volgo, qucfle concordie ne diffolute le intelligence , ne depofie l'armi del popolo,
an^i dimoftrandofi ogni dì dijpofitwne di maggiore folleuatione , pareua a
chi penfaua di trauagliare le cofe di Ce fare , occafione di grandiffimo momen
io; confìderando majfimamente le poche for^e ,& l 'altre difficultà , che
h aueuano gli Imperiali; & ricordando fi , che nelle guerre proffime l'ardore .
marauigliofo , che il popolo di Milano , & dell' altre Terre , haueuano
hauuto infauore loro , era slato grandiffimo fondamento alla difenfione di
quello Stato, Erano in quefli termini le cofe dì Italia, quando foprauennono.
gli auifi di Francia della pronta dijpofitione , & offerte del l\e , & della ri-
•fr Imbarda-, chiefla fatta da lui , che fi mandaffiroi mandati ;& nel tempo medefimo
Inghilterra $ Imbafciatori del I{e d'Inghilterra , che erano appreffo al Tontefice , lo
cercano che'l confortarono affai a penfare , chef modera jft lagrande^a di Ce fare , &.
Pa pa fi opp6 a dare animo al I{e di Francia di non offeruare la capitolationc. Ter le quali
ga alPlmpe- coj*e mn r-0[0 t ymifiani } che jn 0gnj tempo , & in occafìone molto minore ,
+ 1 Vi'mtiani ^^^ confortato a pigliare l'arme ; ma il Tontefice ancora , che molto
& 31 Papa giù diffìcilmente fi diff'oneua ad entrare in queflo trauaglio , giudicò effere necef-
dicano fìa be fitato a raccorre lafomma de 'difeorfi fuoi , & non differire più di fare cptal-
nc pighar lai- cj,c deliberatione . Le ragioni , che amefi pajjati l'haucuano inclinato alla
mecotraCe- . i i r • pj i -i> _,
fare. guerra , non foto erano le medejime , ma ancora più conjider abili , & più
Ragioni che potenti; perche & quanto tempo più s'erano allungate le pr attiche , Cefare
Inclinano il haueua potuto feoprire meglio l' animo del Tontefice effere alieno dalla
Pontefice alla qrandeiztrafua , & il Tontefice per l'accordo , che edi haueua fatto collie
guerra centra *5 . ^ ^> ' y \ a . . a l r n .. s J .. . V
Cefare, "/ <™»gm , era entrato ingiujto fofpetto di non potere ottenere conditioni
ragioneuoli da lui,& che egli haueffe in animo d'opprimere il reflo d'Italia:
& il pericolo ogni di più era pr e finte , approffnnandofì il Caftello di Milano
alLdeditione. Incìtauano l'animo fio le ingiurie , che fi rinouauano da'
Capitani Imperiali ; i quali dopo la capitolatone fatta a Madnl, haueuano
DECIMO SETTIMO 7
mandato ad alloggiare nel "Piacentino , & nd Tarmigiano un colonnello di f Imperlali
variti \ialiani> douefaceuano infiniti danni : & querelando fine il Tontefice, V°T °?^ ere
rijpondeuano , che per non effere pagati, u erano uenuti di propria autorità. grfdiflìmi da
Commoucuanlo etiandio le co/è forfè più leggieri, ma interpretate , come fi ni nel Piacen-
za nelle fofpitioni , &* nelle querele , nella parte peggiore : perche Ce far e tino,e nel Par
haueua publicato in Ifpagna certi editti pragmatici contea l'autorità della IT^Ud^ foj
Sedia Jtpofiolica ; per uirtà de' quali effóndo prohibito a' fudditi fuoi trattare fpitioni le co-
caufe beneficiali di quelli R^egni nella Corte di Pvoma , bebbe ardire un T^o- fé fi Cogliono
taio Spaglinolo , entrato nella Quota di I{oma il dì desinato all'audien-^a, interpretare
intimare in nome di Cefare ad alcuni , che defiflefjero di litigare in quello priore 4*
auditorio. l>^e filo pareua,cbe per la liberatane del Cbriflianiffimo Editti p rag-
fuffe fciolto quel nodo, che haueua tenuto impliciti gli animi di ciafeuno, cke mauri ài Ce-
i Francefi , per rihauere il fuo Re, fu [fero per abbandonare la Leva ; & la &re pubhcàti
• il »• • r r i- ì • • ^ 11 inllpa^naco
'compagnia ael I{e di Francia fi conojceua di molta più importanza alla traifpapa-
imprefà , che non farebbe slata quella della madre , & delgouerno ancora;
ma ancora fi uedeuano maggiori l'altre occafioni : perche la folleuatione del f Ragioni da
popolo di Milano par eua di non picciolo momento : & per la careftia , che moueretofto
era delle uettouaglie in quello Stato , fi giudicaua fuffe uantaggio grande ■?rJ*11 cotra
affaltare gli Imperiali iman-^iebe per la ricolta baueffero commoditàdi
uettouagliare le T 'erre forti, innanzi fi perdeffe il Caflello di Milano, & che
Ce far e baueffepiu tempo di mandare in Italia nuoue genti , o prouifìone di
danari :] & ueniua in confideratione , che il I\e di Francia , il quale per la
memoria delle cofe pa/fate uerifimilmente fi diffida/sa del Tontefice , noti
uedendo in lui ardore alla guerra , fi rifolueffe ad offeruare la concordia
fatta a Madril, o riconfermarla di nuouo ; ne fi dubitaua, che congiunte
infieme tante for%e tcrreflri , & mar it ime , & la facilità di continuare nel-
le fpefe , benché graui , lungamente ; che le conditioni di Ce far e abbandona-
to da untigli altri , & eshauflo di danari ,farebbono molto inferiori nella + R , ort<
guerra. Solamente faceua fcrupolo in contrario il timore, che il Bgper chcpareuao-
rihauere i figliuoli non abbandonategli altri collegati , come fi era dubita- ftare,chc non
t o nonfaceffe ilgouemo di Francia , quando il Re era prigione : pure il ca- fl moue"e to
fo fi riputaua diuerfo ; perche pigliando l'arme contra Cefare con tante » c
occafioni, pareua, che fi grande fitffe lafperan^a di ricuperargli con le
for%e, & che queflo baueffe a fuccedere con tanta fua riputatione, che
egli non baueffe caufa di prefiare orecchie a concordia particolare , la quale jj ^c~n0 . &
fuccederebbe , non filo con ignominia fua , ma etiandio con pregiudizio prò- Francia porta
prio,fe non prefente , almeno futuro . Ter che il permettere che Cefare ri- pericolo, qua
duceffe Italia ad arbitrio fuo, non poteua alla fine effere fé non molto peri- d° l^ "}}? aft
colofoal Bearne di Francia . dalla quale ragione s inferma fimilmente, bìtrio dello "'
che baueffe ad esercitare ardentiffimamente la guerra : perche pareua imperatore.
vi. ìlij
S L I B 1^0
inualidiffimo configlio il confederafi contro, Ce fare y priuandofi della ricupe-
ratione defilinoli con l' offerii atione della concordia ,• & nondimeno da altra
parte pretermettere quelle co fé y per le quali poteua fi> erare di confeguirli
gloriofamante coli arme. Confiderarono forfè quelli y che difcorfero in que-
sto modo y più prcflo quello y che ragioneuolmente doueuafare, che non con-
fiderarono quale (la la natura, & la prudenza de Francefili errore nel quale
certamente jpeffo fi cade nelle confiate y & ne'giuditij y eh e fi fanno della di-
fyofitione y & uolontd d' altri : an%i forfè non confiderarono perfettamente
+ I Princìpi quanto i Trincipi y confeij il più delle uolte della inclinatone propria ad an-
fpeffo ante- teporre l'utilità alla fede ;fiano facili a perfuaderfi il medefimo degli altri
P°ilità alla3 'Pwtèf* y & c^je Ver0 & % & Francia y fiorettando > che il Pontefice y & i
We. Vinitiani y come per l'acquìfio del Ducato di Milano fuffero afficurati della
potenza di Ce fare y diuent afferò negligenti y o alieni dagli intereffifuoiy
giudicaffe ejfergli più utile la lunghezza della guerra y che la uittoria y coi-
rne meyo più facile ad indurre C efare fìracco da'trauagliy & dalle fife fé
areftituirgli cov nuoua concordia i figliuoli. Ma mouendo ilTonteficele
ragioni precedenti y & molto più la penitenza d'hauere affettato otio fa-
mente ilfucceffo della giornata di Tania y & l' effere fiatone morfo y & ri-
prefo di timidità da ciafcunoy le noci di tutti ifuoi minifiriy di tutta la Corte ;
di tutta Italia y che gli rinfacciauano y che la Sedia ^Apofiolica y & Italia
■i-Deliberatio tutta fuffero ridotte in tanti pericoli per colpa fua ; deliberò finalmente non
nedelPótefice yy0 fa confederar fi collie di Francia y & con gli altri contra Cefare;madi
lRc&con acce^erarne k conclufione y& per gli altri rijpetti ;& per qnefio maffima-
altri centra mente y che le prouifioni poteffero effere a tempo a foccorrere il Cafiel-
Cefare. lo di Milano y innanzi che per la fame s'arrende fife animici. La quale
neceffità fu cagione di tutti i mali y che feguitarono : perche altrimenti
procedendo più lentamente il Tontefice y dalla autorità del quale depen-
deuano in quefla agitatione non poco i Vinitiani y harebbe affettato fé
Ce far e y commoffo dalla inofferuan^a del ì\e di Francia y proponeffe per
ficurtà commune quelle conditioniy che prima haueua dijfegnate; quan-
do pure fuffe fiato neceffxtato a pigliare l arme : & noneffendo con -
flretto a dimoflrare al l\e di Francia tanta neceffità y hauer ebbe facil-
mente ottenuto da lui per fé y & per gli Vinitiani migliori conditioni;
ma Jèn^a dubbio farebbono fiati meglio diflinti gli articoli della con-
federatane y fiabilita maggiore ficurtà dell' offeritane y & ultimata-
mente non cominciata la guerra, prima non fi fuffero moffi i Sui^^eri,
e^ ridotte in effere tutte le prouifioni neceffarie y & forfè entrato nel-
la confederatone il I{e d' Inghilterra : col quale y per la diftan^a del
camino y non fi hebbe tempo a trattare . Ma parendo al Tontefice, &
& al Senato Vinitiano y per il pericolo del C afte Ilo , di fomma im-
DECIMOSETTIMO }
portanza la celerità., spedirono fubito , ma fegreiijfmxmente , i mandati
di fare la confedrratione agli huomini loro ; con condizione , che per minore
dilationefi riferi ffero quafi a quelli mede fimi capitoli , che prima erano Siati
trattati co Madama la Reggente. Mafoprauenédo pur tuttauia auuifi nuota
della necejfità del Caftello, entrò il Tontefice in confideratione, che effendo ne
ceffarioy che per effere impedito il camino diritto da I{oma alla Corte di Fra-
eia, gli (pace i andaffero con lungo circuito per il camino de S ulceri, & che
ejfendofacil cofa , che nel capitolare nafeeffe qualche dijficultà , per la quale
di necejfità s'interponete tempo , che potrebbe accadere, chef tardale tanto
a cóchiudere la confederatone, che fé fi differire a cominciare dopo la condii
pone a fare leprouifioni per /occorrere il C afelio, era da dubitare non fusero
fuori di tempo: <&però confultato queflo pericolo co' 'F "mitiani , Himolati
ancora dagli Agenti del Duca di Milano, che erano a I{om.z ,&a Vinegia, + fl Duca df
& da molti partigiani fuoi, che proponeuano uarìj partiti, fi rifoluerono pre M * ; ari° na *~
paran- tante forile, cheparejfero baflanti afoccorrere il C afelio , per tifarle ^^ Veneti
fubito, che di Francia fi fuffe h attuta la conclufione della Le^a:^r intrattan-
to dare jperan-^a al popolo di Milano, & fomentare uarie pratiche propof e
loro nelle Terre di quello Stato. Vero unitamente conchiufono , che i V 'mi-
tiani (pigne ffero a confini loro uerfo il fiume d'adda il Duca d'Vrbino con le
loro genti d'arme,&fei mila fanti Italiani; & il Tontefice mandajfe a Tia-
cenila il Conte Guido Bgngone confei mila fanti. Et perche pareua neceffa-
rio hauere ungroffo numero di Sui^eri , an^i il Duca d'orbino faceua in-
tendere a Vinitiani effere neceffario a confeguire totalmente la uittoria , ha-
uere dodici mila Sui'^eri ; & il Tontefice,& i Vinitiani per nonfifcoprire
tato contra Ce far e, infimo non haueffero certe%pra,che la Lega fuffe fatta, nò
uoleuano mandare in Heluetia huomini loro a Iettargli; fu udito Gianiacopo Gìanìacopo
de' Medici Milane fé, il quale di Caflellano della l\occa di Mus, cono fiuta la <fc' Medici of-
occafione de' tempi, & la fartela del luogo, fé nera fatto padrone, il quale |c n ? &111}1-
• facendo intendere , che molti mefi innanzi haueua tenute pratiche con uarìj papa & a> Vi_
Capitani SuÌTgeri per queflo effetto, offerfe di fare muouerc fubito, che gli nicianì.
fuffero mandati feimila Ducati, feimila Su'f^eri, nonjoldatiper decreto de
Cantoni, ma particolarmente ; a quali come fuffero fcefi nel Ducato di Mila-
no s' haueffero a dare il compimento della paga . & come accade nelle impre-
fe, che da un canto fono riputate facili , dall' altro fono follecitate dalla slret-
tc^a del tempo ; nòfolo l'offerta di coftui, effendo maffvmamente approuata
da'miniflri del Duca di Milano ,&da Ennio Vefcouo di Fertili , al quale il
Tontefice preflaua fede nelle cofe de Sui^jeri ,per hauerle in nome della
Cine fa trattate lungamente ;& però era Hato perfuo ordine molti mefi a Ere
feia , & allhora siaua appreffo al Troueditore Vinitiayio , donde continua-
mente trattaua con molti di quella natione ;fufen\a penfare più innanzi ac-
io L 1 S F^O
Orcauìano cettata dal Tapa, & daVinitiani : ma ancora fu udito in Vinegia Ottauia-
Siorza Vefco nQ $for^a j/efcouo di Lodi, che offeriua di Iettarne facilmente numero gran^
de ; &' da loro [libito ,fen^a consultarne altrimenti col Pontefice ,fp edito in
Heluetia per foldarne altri feimila nel modo mede fimo , & co' me defimi pa-
gamenti . dalle quali co fé male intefe nacque , come di fiotto fi dirà, princi-
pio grande di mettere in difordine la imprefa , che con tanta fperan'^a fi co-
rnine iaua . Ma mentre che quefle co fé fi prepar aitano in Italia , comincian-
do Cefare a fofpettare delle dilationi interpofte alla ratificatione , mando il
Viceré dil"{apoli 3 il quale infieme con gli statichi 3 & con la Fucina Elio-
nora s'era fermato nella Terra di Vittoria 3 per condurgli all{efubito 3 che
bauejje adempiuto le co fé contenute nella capitolatone ; & con lui jLlar co-
ve 3 al i?e di Francia ; il quale da Baiona s'era trasferito a Cugnach 3 per
certificar fi interamente della fina vntentione ; il quale 3 benché da luifujfe ri-
ceuuto con grandi /fimo b onore 3 & carene , &-come minifiro di Cefare,
,. & come quello 3 da chi effo J\e Chriftianifjimo riconofceua in gran parte la
Fracia fi rifol fua Uberatioìie 3 lo trouò in tutto alieno dal mirre rilafciare la Borgogna >
uè di non vo- fcufandofi bora che non potrebbe mai battere il confentimento del Regno,
lerereftituire bora che nonhar ebbe mai uolontariamente co'nfentitoauna promeffa3che
U Borgogna. perejj}re fa tant0 -pregiuditio alla Corona di Francia 3 era impofifxbile a lui
l'offeruarla : ma che defiderando quanto poteua di mantenerli l'amicitia co-
minciata con Cefare 3 & dare perfezione al par eìitado 3 farebbe contento,
. , ,, , tenendo fermo tutte l'altre co fé conuenute tra loro 3 pagare a Cefare 3 in luo-
pa»are due g° &$ dargli la Borgogna 3 due milioni di scudi ; dimofirando che non altro
milioni d'oro lo indurrebbe a confermare con quefta moderatone la confederatane fatta a
a Cefare, prì- Madrilyche la inclinationegràde3 che haueua di effere in buona intelligenza
t^ir \ \ r B £ con Cefare •' Pcrc^e notigli mancauano ne offerte 3 ne slimoli del Pontefice,
«cgna. del I\e d'Inghilterra 3 &de'Vinitiani 3 per incitarlo a rinouare la guerra.
La quale riff>ofìa3 & ultima fua deliberatone 3 & ilVicerefignificò a Cefa-
re ,& il Rg ui mandò uno de'fuoi Segretanj a efporgli il medefimo. Onde
procedette che benché i mandati del Tontefice3 & de'Vinitiani 3 prima mol-
to defid erati 3fu]fero arriuati nel tempo medefimo, il B^e inclinato più alla
(oncordia con Cefare 3 & però deliberato d'ajpettare la rifpoflafopra queflo
y partito nuouo, del quale il Viceré gli haueua datofperan^a, cominciò aper-
tamente a differire la conclufione della confederatione , non dtffimolando to-
talmente, perche era impoffibile tenerlo occolto,di trattare nuoua concordia
t Prometta con Cefare, la quale effendogli Hata propofla dal Viceré non poteua fare no-
delRcdiFrà cumento alcuno l'udirla ;& affermando efficacemente , benché altrimenti
bafda^ridél ^aMeffe *n ammo » c^e non farebbe mai conclufione alcuna , fé con la refiitu-
Papa, & de' tiont de' figliuoli nonfuffe anche congiunta la relafiatione del Ducato di Mi-
Vinitiani. Uno , & laficurtd di tutta Italia» La qual cofa farebbe Hata baftante ad
DECIMO SETTIMO II
int epedìr e F animo del Tontefice 3 fé per il foretto fijfo nell'animo non ha--
ueffe giudicato 3 che il confederar fi col l\e di Francia fujje unico rimedio alle*
cofe fue. Ma è cofamarauigliofa quanto l'animo di C efare fi perturbale
riceuuto che hebbe l'auifo del Viceré > & intefa la jpofitione del Segretario
Fr ance fé; perche glieramolefiiffimo cadere della fperan^a della ricupera-
tione della Borgogna 3 fommamente defiderata da lui y per V amplificatone
della fua gloria 3& per l'opportunità di quella Trouincia a cofe maggiori,
Sdegnauafi grandemente 3 che il ]\e di Francia partendo fi dalle promeffe, & . l'Imperatore"
dalla fede data > faceffe dimoflratione manifefla a tutto il mondo di di- rdeSnj*tocoa
fi>re?garlo: & gli pugneua l'animo non mediocremante una certa uergo- Francia.
gna , che hauendo contra il configlio di quafi tutti i fuoi , contra ilgiuditio
uniuerfale di tutta la Corte , contra quello , che poi s'era intefo l'accordo
fatto , gli era slato predetto di Fiandra da Madama Margherita for ella
dd padre fuo ,& da tutti i minifiri fuoi d'Italia ; mìfurata male la im-
portane 3&la conditione delle cofe , fi fuffe perfuafo , che il I\e di Fran-
cia hauejfe a ad offeruare l'accordo. l>{e' qnali penfieri calculato dili-
gentemente quello j che conucnijfe alla degnitd propria , & in quali per ico^
li , <& dijficultà rimaneffero in qualunque cafo le cofe fue 3 deliberò di non
alterare il capitolo, che parlaua della refiitutione di Borgogna : più pre-
fio concordandofi col Tonte fic e yconfentire alla reintegratione di France- Maggior glo/
fico Sforai come fé più fuffe fecondo il decoro fuo perdonare a un Trin- ria e perdona
cipe minore, che cedendo alla uolontà di unTrincipe potente. & emulo T(ì a vn.Pnn-
j ii j r r r e rr j- .- • a i ape minore,
della grandezza jua , fare quajt confejjione di timore : più prejtohaue- che moftrarc
re la guerra pericolofiffima con tutti , che rimettere la ingiuria riceuuta di cedere ava
dal ì\e di Francia : perche dubitaua _, che il Tontefice , uedendo tffere Potente»
slata {prezzata l'amicitia fua , non hauejfe alienato totalmente l* animo
da lui: &gli accrefceua il fioretto lo intendere 3 che oltra l'hauer e man-
dato un ' huomo in Francia a congratularfi 3 ui mandaua publicamente
uno Imbafciadore : & molto più , che nuouamente haueua condotto a*
foldi fuoi , fiotto colore di afficurare le marine dello Stato della Chiefa
dd Mori. .Andrea Dona con otto Galee , & con trentacinque mila du- X^ n * ? „<
• i- -r n i 7 i ; i- > • f, ,. Dona codofi
cati di prouijwne tanno : la quale condotta , per la qualità della per/o- to dal Papa.
na y & per non battere mai prima il Tontefice penfato a potenzia ma-
ritima , & per ejfere egli slato più anni a gli slipendij del I{e di Fran-
cia y gli daua fofpitione non fuffe fatta con intentione di turbare le cofe
di Genoua. Terò preparandoli a qualunque cafo , fece in un tempo me-
defimo molte prouifioni ; follecitò la paffata in Italia del Duca di Bor-
bone y la quale prima procedeua lentamente ; ordiuando che d'Italia uè- •
tufferò a Bar^àlona fette Galee fue che erano a Monaco 3 per aggiu -
gnerle alle altre ,• & folleatando , che in Italia portaffe prouifiom
12 L I B \0
di centomila ducati , perche l'andata fua fen'za danari farebbe Hata uana.
Defilino Don Vgo di Moncada al Pontefice y con commi (fìoìie y fecondo publi-
caua 3 da fatis fargli : ma quefto limitatamente y perche uolle andajfe prima
alla Corte del Bg di Francia, accioebe intefo dal Viceré fé uer after an^a al-
cuna cb e il E^c uoleffe offtruare > o non paffaffe più innanzi , o paffando Ila-
ria ffe le commijjìoni fecondo lo slato y&la necejfità delle co fé. Ma ad ogni
configlio falutifero del Pontefice s'epponeua il pericolo dell'arrender fi il Ca-
ftello di Milano y già uicino alla confutinone : il timore y che tra il i\e di
Trancia y & Cefare non fi sìabiliffe con qualche me^o la cognitione : la
incertitudine di quello y che baueffe a partorire la uenuta di Don Vgo di
Moncada ; nella quale era foretto l' battere prima a pajfare per la Corte di
Francia ; foftette di poi y quando bene paffaffe in Italia , le fìmulationi y &
arti loro , Terb follecitando infìeme co' Vinitiani la conclusone della con-
federatone ,* il l\e finalmente y poi ebe per la uenuta di Don Vgo y heb-
be comprefo Cefare effere alieno da alterare gli articoli della capitola -
tione 3 temendo ebe (il differire più a confederar fi non induce ffe il Pon-
tefice a nuoue deliberationi y e^ giudicando y ebe per quefta confedera-
tone farebbono appreffo a Cefare in maggiore slimulatione le cofe fue y
& ebe il timore piegherebbe in qualche parte l 'animo fuo y stimolato
ancora a queflo mede fimo dal F^e di Inghilterra y il quale più conleper-
fuafioni y che con gli effetti yfauoriua quefta con ciuf one y riftrinfè le pr at-
tiche della L ega. La quale il decimo fettimo dì di M aggio y dell'anno Milk
Lega fra il Pa cinquecento uentifei fi conclufe in Cugnach y tra gli hucmini del Configlio
pa , ii Re di Procuratori del Re da una parte y & gli agenti del Pontefice y & de*
i a li a a i yiniflam- dall' altra in quefta fentenza. Che tra il Pontefice y il Re di
no i fi6. a di Francia 3 i Vinitiani y & il Duca di Milano y per il quale il Pontefice y
17 dì Maggio & i Vinitiani promejfono la ratificatone y fu fife perpetua legay & con-
federatione; ad effetto di lafciare libero il Ducato di Milano a Fran-
cefilo Sforma y & di ridurre in libertà i figliuoli del B^e, Che a Cefare
s'intima ffe la Lega fatta y & fu ffe in f acuità fua di entrami in termine
di tre me fi ; reftituendo i figliuoli al I\ey riceuuta per la liberazione loro
mia taglia hontfta y che baueffe ad effere dechiarata dal Rg d'Inghilter-
ra j & rilafciando anche il Ducato di Milano intieramente a Francefco
Sforma y & gli altri Stati d'Italia nel grado y che erano innanzi fi comin-
cia ffe l'ultima guerra. Che di prefentey per liberatane di Francefco Sforila
affediato nel Caftello di Milano y& per la ricuperatone di quello Stato fi mo
uè ffe la guerra con ottocento uuomini d'armey fette cento caualli leggieri y et
ottomila vanti per la parte del Pontefice ;& per la parte de' Vinitiani con
ottocento uuomini d'armey mille caualli leggieri y & ottomila vanti y & del
Duca di Milano co quattrocento mommi d' arme ytr ecento caualli leggieri,
& quattromila
DECIM0SETT2M0 ij
& quattromila vanti, come prima n haueffe la poJfibilità;& intrattato met-
te ffero per lui i quattromila vanti il Tontefice, & i Vinitiani ; il J\e di Fran-
cia mandaffe fubito in Italia cinquecento Lance, & durante la guerra pagaf-
fe ogni me fé al Tontefice, & a Vinitiani quarantamila scudi, co' quali fi có~
duce ffero fanti Sui^eri . Che il He rompejfe fubito la guerra a Ce far e di là
da' monti, da quella banda, che più gli par effe opportuno, con efferato alme-
no di dumila hance,& di diecimila vanti,et numero fufficiente d'artiglierie,
^Armaffe dodici galee fiottili , & i Vinitiani tredici affefie proprie. Vniffe il
Pontefice a quefte le galee, con le quali haueua condotto ^Andrea Doria : &
che lajpefia delle naui neceffarie per detta armata fujfe communeicon la quale
armata fi nauigaffe contra Genoua: & dipoiuinto,o indebolito in Lombar-
dia l'efferato Cefareo, s'affaltaffe potentemente per terra,&per mare il I{ea
me di ISlapoli ; del quale, quando s'acquijlaffe , haueffe ad ejfere inueflito B£
chi par effe al Tontefice ,* benché in un capitolo fieparato s'aggiugneffe, che nò
poteffe dijpomefen^a confenfo de" Collegati; rifieruatogli non di meno i cenfii
Antichi, chefioleua hauere la Sedia jlpofiolica, <&■ un Stato per chi par effe a
lui d'entrata di quattromila Ducati, Che , accioche il I{e di Francia haueffe
certezza, che la uittoria,che s'otteneffe in Italia^ l'acqui fio del Idearne di
'Napoli faciliterebbe la liberatìone de' figliuoli , che in tah cafio uolendo Ce-
fare intra quattro mefit, dopo la perdita di quel Bearne, entrare nella confede
ratione con le conditioni fopraficritte, glifuffe refiituito : ma non accettando
queftafacultd,haueffe il Bg di Francia in perpetuo fopra il Bearne di IS^apoli
animo cenfio. T^on poteffe il I\e di Francia in tempo alcuno , ne per qualun-
que cagione moleflare Francefco Sforma nel Ducato di Milano ,* aw^i fuffe
obligato, infieme con gli altri, a difenderlo contra ciafeuno ; & a procurare
quanto poteffe, che tra Suii^eri , <& lui fi face ffe nuoua confederatone ; ma
haueffe da lui cenfo annuo di quella quantità , che par effe al Tontefice , & a
Vinitiani ; non potendo però arbitrare meno di cinquantamila ducati l'anno.
Haueffe Fr ance fico Sforma a riceuere ad arbitrio del Bg moglie nobile di [àn-
gue Francefe ; <& fuffe obligato ad alimentare còdeientemente Maffimiliano
fuo fratello in luogo della penfione annua, la quale riceueua dal B^e. Fuffe re-
flituita al I{e la Contea d' rifili; & ricuperando/} Genoua u' haueffe quella {in-
feriorità, che uifioleua hauere per il paffato : & che uolendo ^intoniotto tAntomotto
Adorno, che allhora nera Doge, accordarfi con la Lega, fuffe accettatola At|?rno D" -
riconofcédo il B^e di Francia perfuperiore, nel modo, che pochi anni innanzi " Qttau°an "
haueua fatto Ottauiano Fregofo. Che da tutti i Collegati fuffe richiefla a Ce- Frego Co men
fare la reflitutione de* figliuoli Bggij ; & ricufando farlo, glifuffe denunciato tre fu Duce di
in nome di tutti, eh e i Confederati nò prctermetterebbono co fa alcuna per co- Ge£?ua.,rpCO " '
feguirla; & che finita la guerra d'Italia,o almeno prefio il B^cgno di l^apoli, ^ pr ^ia pei
& indebolito talmente l'efferato Cefareo , che non fuffe da temerne >fuff ro fuperiore.
14 L l B 1^0
obligati aiutare il i\e di trancia ài là àà monti contra Cefare,con mille huo->
mini d'arme, mille cinquecento caualli leggieri, & dieci mila vanti ; o di da-
nari in luogo delle gc nti, ad elettione del F^e. K^onpoteffe alcuno de Confede-
rati , feìiT^t confentiment ode gli altri, conuenire con Ce far e; al quale fuffe
permeffo, in cafo entraffe nella confederatane , andare a Roma per la Corona
Imperiale, con numero di gente non formidabile da dicbiararfi dal Tontefice
& da Vinitiani. Che morendo etiandio alcuno de Collegati, la Lega reftaffe
ferma ; & che ilr^e d'Inghilterra ne fuffe protettore , & cònferuatore , con
f acuità di entrarui:& entrandouifrdeffe a lui nel Regno di K^apoli uno sìa-
to d'entrata annua di Ducati trentacinquemila; & uno di diecimila, o nel Re
gno medefimo, o in altra parte dì Italia, al Cardinale Ebarocenfe. Ricufo il
IlDuca di Ter Pontefice, che in quefla confederatane fuffe comprefo il Duca di Ferrara,
*ara ™ cfclu" ancora che defiderato dalRe di Francia, & da Vinitiani ; an^i ottenne, che
a C^ ' nella confederatone s'efprimeffe , benché fotto parole generali , che i Confe-
derati fuffero obligati ad aiutarlo alla ricuperatione di quelle Terre, delle
quali era indifputa con la Chi e fa. De' Fiorentini non fu dubbio , che effet-
tualmente non fusero comprejì nella confederatane, degnando il Tontefice
nonfolo ualerfi delle genti d'arme , & di tutte le for^e loro ; ma ancora di
farli concorrere feto, an^ifoflentare per la 'maggior parte lefpefe della guer-
ra: ma per non turbare a quella natione i commertij,che haueuano nelle ter-
fuddite a Cefare , ne mettere in pericolo i Mercatanti loro , non furono nomi-
nati, come principalmente collegati; ma detto fol amente, eh e per ricetto del
Tontefice godcjfero tutte l'effentioni, priuilegij, <& benefici] della confedera-
tone, come effreffamente compre fi ; promettendo il Tontefice per loro , che
per modo alcuno nonfarebbono contra la Lega* Tronfi prouedè chi haueffe
ad effere Capitano generale dell effer cito, & della guerra ; perche la breuità
del tempo nò patì, eh e fi difputaffe infulkfpalle di chi per l'autorità,^ qua-
lità fua , & per effere confidenti di tutti , fuffe bene collocato tanto pefo ; non
effendo majfimamente facile trouare perfona , in chi concorrejfero tante con-
II Re eli Fran ditionù Stipulata la Lega, il Re, il quale non haueua ancora in tutto rimojfo
eia d ffci ifee l'animo dalle pratiche col Vice-re di 'Scapoli, differì di ratificarla , & di da-
te ratificano- re principio al muouere le genti d'arme , & alla fpeditione de' quarantamila
cond li a §a DHcatiper M primo me fé, infino a tanto ueniffe la ratificatione del Tontefice 3
D # e£* de'Venitiani : la quale dilatione, benché turbale la mente loro, nondime-
no stringendogli ad andare innanzi le medefime neceffità , fatta la ratifica-
tane, deliberarono di cominciare Subitamente fotto titolo di uolere foc corre-
re il Caflello di Milano, la rottura della guerra. & però il Tontefice, il quale
prima haueua mandato a Tiacenya con le fue genti d'arme , & con cinque-
mila vanti il Conte Guido Rangone Gouernatore Generale dell'efferato della
Cuidp Rigo- Chiefa, tri mandò di nuom con altri vanti, & con le centi d'arme de Fiorai-
DECIMO. SE T l IMO lf
tini Vitello Vitelli, .che nera Gouernatore ; & Gioitami de' Medici, il quale ne, Vitello VI
fece Capitano generale della Fanteria italiana ;& per Luogotenente fuo gè- c j j.?3?u1
nerale nell'efferato, & in tutto lo Stato della Chiefa conpienijflma, <&■ quafi Capìtanfdel
ajfolutapodefia, dechiarì Francefco Guicciardini , allhora Pr e fidente della Papa.
Romagna. I Vinitiani da altra parte augumentarono l'efferato loro, del Francefco
quale era Capitano venerale il Duca d'Vrbino , & Proueditore Pietro da Guicciarcim»
1^ r e j 1 1^1 • • • t, r- -rr li» ^ Luogotcneato
Te faro , fermandolo a Chiari in Brefciano , con commiflione , che l uno , & <jel Papa
l'altro efferato procedeffe al danno de' Ce farei fenica rifletto , o dilatione al-
cuna. Era intrattanto arnuato a Milano Don Diego di Moncada ; il quale, .
benché la Lega sìipulatafuffe ancora occulta al Viceré, <& a lui ; nondimeno '*
diffidado per lerijpofle del l\e, che le cofe fi poteffero più ridurre alla fatisfat-
tione di Ce fare , haueuafeguitato il fuo camino in Italia ; doue menato feco
nel Caflello il Trotonotario Caracciolo : fatta al Duca ampia fede della be-
nignità di C efare, lo tentò che fi rimettere nella uolontàfua : ma rifondendo
il Duca, che per l'ingiurie fattegli da' fuoi Capitani era siato neceffitato a ri-
correre agli aiuti del "Pontefice , $* de' Vinitiani ; fen^a partkipatione de Don Vgo di
qualinoneraconuenientedijponeffedifemedefimo : gli dette Don Vgo fpe- Moncada e£
ran^a, la intentione di Ce fare effere , che le imputationi, che gli erano date, ?.[% ®ac\
fi uedeffero fommariamente per il Trotonotario Caracciolo , Trelato confi- metterli nello
denti]] imo a lui; accennando farfìquefto più preflo per reftituirgli lo Stato Imperatore,
con maggiore conferuatione della riputat ione di Cefare, che per altra cagio-
ne ; & che parlato che haueffe col Pontefice, dar ebbe per fett ione a quefte co-
fe : & nondimeno non confentì,che prima fi leuaffe l'affedio,&fì pr omette f-
fé di non innouare co fa alcuna, come il Ducafaceua inflan-^a. Credette fi, e£*
cofifi diuolgò poi la fama , che le f acuità date da Ce far e a Don Vgo ,fuffero
molto ampie, nonfolo di conuenire col Pontefice con la reintegratione del Dui
ca di Milano , ma etiandio col Ducafolo ; afficurandofi , che reflituito nello
Stato non noce jfe alle cofe di Cefare : ma che quefta commijjìone fujfe con la
limìtatione di quello , che configli afferò i tempi ,&la neceffità; & che Don
Vgo confiderando in che eftnmità era ridotto il Caflello, & che la concordia
col Duca nongiouaua alle cofe di Cefare, fé non quanto fujfe me?go a slabi-
lire la concordia col Pontefice, & co' Vinitiani, giudicale inutile il compor-
re con bùfolo. Fece ro poi Don Vgo,& il Protonotario condurre a Monda
il Morone,che era prigione nella Fiocca di Tre^o,piu preflo perche il Pro-
tonotario pigliaffe informatione dalui\, hauendo a effere giudice della caufa,
che per altra cagione. Da Milano andò poi Don Vgo a P^pma, hauendo pri-
ma fcritto aVinegia, che mandaffero autorità fufficiente all'Oratore loro di
Hgma per poter trattare le cofe occorrenti : doue arriuatofi prefentò infieme
col Duca di Seffa innanzi alpontefice, proponendogli con parole magnifiche
effere in poteflàfutaccettare la pace, o la guerra > perche Cefare ancora che
tionc ài Cda-
16 L l B B^O
per lafua buona mente hauefie inclinatione più alla pace , era nondimeno #•
con l'animo, & con leforye parato & all'una, & all'altra. *A che bauen-
dogli rifpofto il Tontefice generalmente, dolendofiperò che i mali termini u~
fatifeco dajuoi minifiri ,&la tardità della uenutafuafujìero cagione , che
dotte prima era libero di fé medefimo, fi trouafie bora obligato aMtrui. Ri-
tornati a lui il dìfeguentc , gli efpofero la intentione di Cefare efiere Ufciare
Intcntionc di Ubero il Ducato di Milano a Francefco Sforma , deponendofi però il Caftello
Cefareefpofh ^ mano ^ *j>rotonotario Caracciolo, infino a tanto, ebe per bonore di Cefa-
lo aHeiofedi n bauefie conofeiuto la caufa , nonfofiantialmente , ma per apparenza , &
Milano. cerimonia : terminare con modo boneflo le differente fite coVinitiani : leua
re l'efiercito di Lombardia co1 pagamenti altre uolte ragionati : ne in contra-
cambio di quefle co fé ricercare altro da lui, fé non , ebe non fi intromettefie
tra fé, & il Fg di Francia. *A quefla propofla rijpofe il Tontefice , credere,
Rifpofta del ebefufie noto a tutto il mondo, quanto hauefie fempre defiderato di conferita-
Papa dftpté- re ^amicitia con Cefare, 'ne battere mai ricercatolo dì maggiori co fé di quelle
chejpontaneamentegli offeriua ; le quali , defiderando egli più il bene com-
miste, che l'interefie proprio, non poteuano efiere più fecondo lafua fatisfat-
tione ; continuare & bora nel medefimo propofito, ancora che gli fufiero fia-
te date molte cagioni di alterarlo , & nondimeno udire al preferite con mag-
giore molefiia d'animo , ch'elle gli fuffero concedute , che non baueua udito,
quando gli erano Hate dinegate ; perche non era più in potefiàfua , cornerà,
flato prima , di accettarle , ilche non effere proceduto per colpa fua , ma per
bauere Cefare tardato tanto a rifoluerfene ; la qttal cofa baueua caufato, che
non gli effendo mai slataportc (peratf^a alcuna di affair are le cofè commu-
ni d'Italia, & in quefto meigo uedendo confumarfi il Caftello di Milano,
eraslatoneceJJìtatoperlafalutefua,°lialtri, confederar fi col Redi
Francia ; fenica il quale non uolendo mancare all'offeruan^a della fede , non
poteua più determinare cofa alcuna. Isella quale rìfpofia bauendo, non ofta
te molte replicationi in contrario, perfeuerato cofiantemente ; Don Vgo, poi
cbeglihebbe parlato più uolte in nano, mal contento, & egli, & i Capitani
Imperiali , che efclufa lafperan^a della pace , le co fé tende ffero a manifefla
guerra, la quale per la potenza della Lega, e^ per le conditioni difor dinate,
che effihaueuano ,riputauano molto difficile a fotlenere , fi partì dà Roma.
Lettere di An FHrono m quefto tempo dal Luogotenéte del Tontefice intercette lettere, che
tomo da Lcua ^Antonio da Leuafcriueua al Duca di Sefia, auifandolo della mala dijpofitio-
intercette. ne del popolo di Milano, & che le co fé loro non baueuano altro rimedio, che
la grati a d' Iddio : & lettere di lui medefimo, & del Mar che je del Guafto,
fritte a Don Vgo dopo la partita fua di Milano ; dotte lo follecitauano della
pratica dell'accordo sfacendo inflan^a, che gli auifafie fubito delfeguito,con
ricordargli il pericolo loro, & l'efiercito di Cefare . Ma non eragia tanta
confiàcMg
DECI M'V SE T T IMO 1?
cofiden^d negli animi di chi haueua a difyorre delle for^e della Lega,quanto
era il timore de' Capitani Imperiali : perche il Duca d'Vrbino, nel quale ha-
ueua in fatto a confiflere ilgouerno degli efferati, per il titolo di Capitano gè
nerale tche b aitata de llegéti Vinitiane, & per no u'effere huomo eguale a lui Lode del p4
di sialo, d'autorità, & di riputazione ; slimando forfè più, che no eragiuflo " Vr b,no#
la uirtù delle genti Spagnuole, £/- Tede fiche ; & diffidando fmifurat amente
de'foldati Italiani, haueua fiffo nell'animo di non poffare il fiume delt^Adda,
fé con l'efferato non erano almeno cinquemila Suiigeri : an^i dubitando,
che fé folamente con le genti de'Viniùani pajfauano il fiume dell' Oglio, gli
Imperiali non pajj afferò Adda , & andajfero ad ajfaltarlo ;faceua inflan^a,
che l'efferato Ecclefiaflico, che già era a Piacenza , paffato il Tofotto Cre-
mona, s'andajfe a unire con quello de'Viniùani, per accodar fi poi all'adda,
& affrettare in fu le riue di quel fiume , & in alloggiamento forte la uenuta
de' Suiyj^eri ila quale oltr ala natura loro haueua ri/contro in molte diflì-
cult a , emendo slata data imprudentemente al Caflellano di Mus ,&al Ve- . . r
feouo di Lodila cura del condurglu Ver che & la uanità del Veftouo di Lo- diLoHì Sc'ì
di era poco efficace a queflo maneggio, & il Caflellano era intento principale Cartellano df
mente a fraudare una parte de danari mandategli per pagarne gli Sui^eri: Mus,fono più
ne haueuano l'uno, o l'altro di loro tanta autorità appreffo a quella natione , "\tc.ntl a"'j?Jn
chefuffe baflante a farne leuare,maffvmamente confi picchia quantità di da- alìintctcHi '
nari , numero fi grande cofi preflo, come farebbe slato di bifogno : & quefla particolare v
anche fi corrompeua per la emulatione nata tra loro, intenti più ad ambitio- cta ad altro»
ne ,&a gli intere/fi particolari , che ad altro , Aggiunfero anche qualche
diffidatagli agenti , che erano per il Bg di Francia nelle Leghe tfHeluetia :
perche non haueuano notitia quale fuffefopra quefla co fa la mente del Rg ,ne
fé era contraria^ confo) me allafua ini emione: perche non per inauerten^a, \, £ S"
ma Hudiofamentc per quelli configli, che fpejfo parendo molto prudenti , rie- p^^^ rìe<,
feono troppo acuti , s'era pretermeffo di dare notitia al !{e di quefla fpedit io- feono troppo
ne : perche .Alberto Pio Oratore Bggio appreffo al "Pontefice, haueua dimo- acutf»
ftrato effere pericolo , che fé il i\e intendeffe innanzi alla conclufìone della le- Orato°* dd
ga l'ordine dato difoldare i Sui-^eri , non andaffe più tardo a conchiuderla, rc apprcfTo
parendogli già ad ogni modo ,che fen^a lui fuffe cominciata dal Pontefice , al Papa.
& da'Vinitiani la guerra con Ce far e . Cofi ritardandoli la uenuta deSui^
Tfri, fi ritardaua il più principale,^- il più potente de fondamenti diffegnati
per foccorrere il Caflello di Milano ; non oftante che ilVefcouo, &il Caflel-
lano della uenuta loro prefliflima deffero quotidianamente certa , c^ rprefèn-
tijfimafperan^a. Ma i Capitani Ce farei, poiché uiddono prepararli feoper-
tamsnte la guerra, per non bauere in un tempo mede fimo a combattere co' ri-
mici di dentro, & di fuori , deliberarono dì afficurarfi del popolo di Milano ;
il quale diuentando ogni dì più infoiente; nonfolo negauahrQ tutte le proui-
B
18 L I B B^O
fiorii, che dimandavano, ma etìandio fé alcuno de foldati fuffe trottato per la
+ Milancfi città feparato da gli altri, era ammainato da'Milanefi. Tre fa adunque oc*-
ammazzano cajìone fa j difordini, che fi faceuano per la rena , dimandarono che alcuni
gli Spagm o i fa' Capitani del popolo s'ufcijjcro di Milano ,k onde nata foììeuat ione , furono
alcuni Spagnuoli, che andauano per Milano, ammalati da certi popolari ;
& pero ^Antonio de Leua,& il Mar chefe fatto tacitamente accofiare le gen-
ti a Milano , proteftato non ejfere più obligati agli accordi fatti adì paffuti
Tumulto in & decimofettimo di Giugno feciono amma 7gare in loro prefen^a, per dar e
Milano cótra principio al tumulto, uno della plebe , che non haueua fatto loro r merenda ;
i foldati Cefa & dopo lui, tre altri : & ufciti degli alloggiamenti con una [quadra di fanti
tQU Tedefchi, dettono cagione al popolo di dare all'arme : il quale fé bene nel prin
cipio sformò la Corte uecchia,& il Campanile del Ve fcouado,doue era guar-
dia di fanti Italiani, combattendo alla fine fien^a ordine, & come fanno i po-
poli imperiti , più con le grida , che con l'arme ; & effendo ojfefi molti dagli
fcoppiettieripofti ne' luoghi eminenti, che prima haueuano occupatigli Spa-
gnuoli , ri erano feriti, <& ammainati molti di loro : in modo che crefcendo
continuamente i difordini, & il terrore ; & hauendo i fanti Tedefchi comin-
. - ciato a mettere fuoco nelle cafe uicine , & già approffimandofi alla Città le
fono sforzati fanterie Spagnuole chiamate da Capitani ; il popolo temendo degli eflremi
a dcponerc mali , conuenne , che ifuoi Capitani , & molti altri de' popolari , i quali ui
l'arm*. confentirono, fi partiffero di Milano, & che la moltitudine deponeffe l'armi,
fottomettendofi all'ubbidienza de' Capitani ; i quali accelerarono di fare e e fi-
fare con quefle conditioni il tumulto innanzi che i fanti Spagnuoli entr afferò
dentro ; dubitando chefe entrauano mentre che l'una, & l'altra parte era in
fu l'arme, nonfuffe inpotefld loro di raffrenare l'impeto militare, ch'ella non
andaffe a fiacco : dalla qual cofia hautdo l'animo alieno, fi per timore, che l'ef-
fiercito arricchito difigroffa preda non fi diffolueffe , o diminuiffe notabilme-
te ; come perche confiderando la careftia de' danari , & altre difficukà, che
harebbono nella guerra ;giudicaua?io ejfere più utile confieruare quella Citta
per potenti lungamente dentro pafeere l'efferato, che confumare in ungior-
t La Lega no nQ tHtt0 ^ neruo ^ ^ l0fpjrit0 J c):t haueua . Vareua adunque , che le cofie
ramentc co- della L ega non procedefj'ero con quella profferita, che gli huomini s'haueua-
mc fi era pri- no promtffi da principio, efftndofigia trouate tante difficultd nella ucnuta de
ma creduto. Sui^zeri, & mancato il fondamento del popolo di Milano. Ma nuouo ac-
cidente , che fioprauenne , le rendè la riputatone , & la facilità de '' u mere
molto maggiore, & più manifefla,che prima. Eranfi in tanta mala conten-
tezza, an^i nella efirema difperatione del Ducato di Milano , tenute già
qualche me fé per me^o di uarie perfine, diuerfe pratiche di nouità , quafi in
ogni Città di quello Stato. Ma riuficendo l'altre uane, rihebbe effetto una te-
nuta dal Duca d'orbino ,&dal Vroueditore Vinitiano nella Città di Lodi ,
DECIMOSETTIMO I*
con LodouicoViflarino gentilhuomo di quella Città; il quale mouendofio LodouìcoVì-
per ejjere slato antico feruidore della Cafa Sfor^efca , o dalla compajfìone de ,?nm ten"
lafua patria trattata da Fabritio Maramaus Colonnello di mille cinquecento locu o\\ \m _
fanti T^apoletani con la rnedefima aderita, che dagli Spagnuoli, & da Tede- penali.
[chi era trattato Milano ; deliberò dimettere dentro le genti de'Vinitiani , + Malipor-
non oftante cbefujfefoldato degli Imperiali . ma egli ajfermaua, & il Duca Sincn,n *
d'Vrbino lo confermaua, che baueua prima dima?idato, & ottenuto licenza -m Lodi. '
fotto feufatione di non potere più intrattenere fèn^a danari i vanti , a* quali
era prepoflo. L'ordine della co fa fu stabilito in queflo modo ; Che la notte de Ordine di
uentiquattro di Giugno Malatefla Baglione con tre, o quattro mila vanti de' cacciare di
Vinitiani s'accoflajfe quafi in fui fine del dì alle mura dalla banda di certo ba . ,? -
ftione per ejfere meffo dentro dal Vicarino : il quale poco innan-^i accoflatofì
con due compagni a quel baflione, il quale guardauano fei vanti, come per ri
uedergli ; &feguitato da alcuni, i quali baueua occultati in certe cafe uicine
faltato in fui baftione , cominciò a combattere con le guardie ; perche fé bene
baueua dato prima il nome fecondo il coflume militare, effifofpettando erano
uenutifeco all'arme; ne fu fen^a pericolo, effendo concorfi alcuni allo Crepi-
to, di riprendere il baflione ; perche cominciarono uigorofamente a combat-
tere : nella quale yu$a Lodouico fu ferito . ma effendo già ridotto all'ultima
neceffità, arriuò Malatefla con le genti, le quali fàlite in fui baflione medefi-
mo con lefcale entrarono nella Terra ; onde Fabritio Maramaus, il quale fen
Uto lo sìrepito ueniua uerfo le mura con una parte de'fuoi vanti, fu coflretto
ritirar fi nella Rgcca. La Terra fu uinta, & la più parte de' vanti, che erano j^0^ prcf0 <ja
alloggiati feparat amente per la Città, fualigiati ,& fatti prigioni: nella le genti Vini*
quale arriuò nò molto poi con una parte delle genti il Duca d'orbino ; il qua- tiane*
le effendo per approffimarfi più il dì precedente andato ad alloggiare a Or ago
in fui fiume dell' Oglio, & pacatolo per un ponte fatto a tempo la notte mede-
fima,come intefe l'entrata di Malatefla paflò per un ponte fimile il fiume del-
l'adda; & poflo in Lodi maggiore prefidio , perche fi difendere , fé per la
Rgccaentr auafoccorfo, ritornò fubito alt efferato. Mauenutol'auifoaMi-
lano , il Mar eh e fé del Guaflo con alcuni caualli leggieri , & tremila fanti jd ^^
Spagnuoli , co quali era Giouanni d'orbino ,fijpinfe a Lodi fetida tardare ; fOCcorre Lo-
ér niejfa la vanteria few^a oflacolo per la porta del foccorfo nella Biocca , fi- di.
tuata in modo , che fi poteua entrami per una uia coperta naturale fen^a pe-
ricolo d' ejfere battuto, o ojfefo da' fianchi della Città, dalla I{occa, entrò fubi-
to nella Città,&fi conduffè infimo in fu la piai^a;infu la quale la gente me-
nata da Malatefla, & il rinfi e fc amento, che era uenuto poi, baueua fatto la,
fua tefla,pofle in guardia molte cafe,& la slrada,che andaua alla Torta on-
de erano entrati, per poter ferie ufcirefalui.fegli Imperiali gli foprafacejfero.
JO t L I B B^O
•f il Marche- Combattevi al principio gagliardamente, &fu oppinione di molti, che fé gli
fc del Guafto spagnuoli baueffero perfeuerato nel còbattere, barebbono ricuperato Lodi :
pcra^cTodf11 VCYC^C ifoldati Vinitìani fi trouauano affai stracchi . Ma il Marchefe dif-
nia hfeiaca * fidando o per bauerui trouato più numero di gente , che da principio non ha-
guardia nelea ueua creduto , o per immaginarfi , che l'efferato Vinìtiano fuffe propinquo,
Hello ic ne va yj ffocc£ prtfl0 dal combattere , & lafciata guardia nel Caflello, fi ritirò a,
Milano. Soprauenne poi il Duca dìVrbino, il quale fi gloriaua d'hauer fat-
to paffare l' efferato fenica fermar fi per ponti in fu due fiumi gr off : & atte fé
aitabilire piulauittoriaingroffandoui di gente ,per refiftere fé i nimicidi
nuouo ui ritornaffero , & facendo piantare l'arteglierie intorno al Caflello •
Ma quelli di dentro , perche non ajpettauano foccorfo , & poteuano diffidi-
abbinano mente difendere il Caflello , capace per il picciolo circuito di poca gente ;la
il cartello di notte feguente effendo raccolti da caualli, che a queflo effetto furono mandati
Lodi. da Milano, abbandonarono il Caflello. L'acquiflo di Lodi fu di grandiffima.
Q!pportunitày& di riputation non minore alle cofe della Lega; perche la Città
L'acqueo di era yene fortificata,^ una di quelle,chefempre s'era diffegnato,che gli Im-
do alle cofe ~ perà// baueffero a difendere infino all'eflremo. Di Lodifipoteua fen^a al-
dclla Lega, e uno oflacolo andare infimo in fu le porte di Milano , & di Tauia ; perche
quefle Città fituate come in triangolo fono uìcine l'una all'altra uenti miglia:
però gli Imperiali ui mandarono fubito da Milano mille cinquecento fanti
Tedefchi, & trouauafi guadagnato ilpaffo d'adda, che prima era riputato
di qualche diffcultà. Leuato ogni impedimento dell'unione degli efferati y
tolta la facoltà di foccorrere , quando fuffe affaltata Cremona ; nella quale
città era aguardia il Capitano Corradino,có mille cinquecento fanti Tedefchi;
& priuati inimici dì un luogo opportuni/fimo a trauagliare lo Stato della
Chiefa, & quello déVinitìani. Onde era uoce commune per tutto l' effera-
to, che procedendofi innanzi con prefìggagli Imperiali fi ridurrebbono in
grandiffima perpleffità, & confufione. Ma altrimenti fentiua il Duca d' or-
bino già rifoluto , che l'accoflarfi a Milano fen-^a una grò fifa banda di Sui%-
^eri fuffe co fa di molto pericolo: ma nò uolendof coprir e a gli altri totalmente
queflafua oppenione, deliberò con fare poco camino, & foprafedere fempre
almeno un dì per alloggiamento, dare tempo alla uenuta de'Suiigeri, fperà-
do doueff ero arriuare all'efferato in pochiffvmi dì ; & diffre^ando tutto
quello , che fi proponeua fuffe da fare , in cafo non uenijfero , non orante che
fer i progrejjifuc ceduti infino a quel dì fuffe da dubitarne . Ter ciò effendo
2 'efferato Ecclefiaflico il dì dopo l'acquiflo di Lodi andato ad alloggiare a
San Martino a tre miglia appreffo a Lodi , fu conchiufo nel configlio com-
mune, che fopraflanti ancora un digli Ecclefiaflici ,&i Vinitiani ne' mede-
fimi alloggiamenti, andaffero poi il dì proffimo ad alloggiare a Lodi uè e eh io,
lontana da lodi cinque miglia, doue dicono effere fiato edificato Lodi da
Tompeo
DECIMOSETTIMO *l
Vompeo Magno , & diftante tre miglia dalla strada maeftrauerfo Vania > Lodi dì Po»
a camino, che accennaua a Milano, & a Vania ,• per tenere inpiufojpenfio- ?co Magno
ne i Capitarli Imperiali : il quale digli efferati Ecclefiaftici , & Vinitianì> *
caminando s'unirono in fu la Campagna, pari quafi di vanteria , che in tut-
to erano poco meno di uentimila vanti : ma i Vinitiani più abbondanti di
Genti d'arme , & di caualli leggieri : de1 quali gli Ecclefiaflici tutta uiafi
prouedeuano ; & ancora con molto maggiore prouifione d'arteglieìie , & di
munitioni , & di tutte le cofe neceffxrie . *A Lodi uecchio , douefi dimoro il
giorno feguente , mutato configliofu deliberato di caminare infuturo in fu la
sìrada maejlra , per fuggire il paefe , che fuor a della sìrada è troppo forte
difojfe , & dì argini : & perche era riputato più facile ilfoccorrere il Camel-
lo per quella uia , che haueua a uoltare uerfo porta Cjmafina , che per la aia
di Landriano , che haueua a uoltare a porta VerceUina : doue il condurfi per
la qualità del paefe era più diffìcile ; & perche andando da quella banda era
più ficuro il condurre le uettouaglie , & più facile il riceuere i Sui^erì;
perche erano più alle fpalle . Con quefla rifolutione fi conduffe l'ultimo di
Giugno l efferato unito a Marignano : doue configli andofi quello s'haueffea
fare , inclinaua il Duca d'orbino ad affettare la uenuta de'Sui'^eri , la
quale era nella medefima , & forfè maggiore incertitudine , che prima ; pa- ^ ^ Oaen Ài
rendogli chefen^a quefle fpalle d'ordinanza ferma fuffe molto pericolofo con Vrbino e di
gente nuoua , & raccolta tumultuariamente accoftarfi a Milano ; benché ili parere cotra-
f afferò pochi caualli , tre mila fanti Tede fichi, & cinque in fiei mila fanti ri° d* ,11C?"1
Spagnuoli> &queftifen^a danari, & con poca prouifione di uettouaglie. 1 **1
Dal quale parere diferepauano i pareri di molti degli altri Capitani ; i quali
giudicauano , che procedendo con la gente ordinata , & con gli alloggia-
menti fempre il dì precedente riconofciutifipoteffe accoftarfi a Milano finta
pericolo ; perche il paefe è per tutto fi forte , che ficn^a difficultà fi poteua
fempre alloggiare ìnfito munitiffimo ,* ne pareua loro uerifimile , che l'effer-
ato Cefiireo fuffe per ufeire in campagna ad affaltarli : perche effendo necef-
fario , che lafciaffero affediato il Caftello , ne potendo anche per fioretto del
popolo fpogli are al tutto di gente la citta di Milano , relìaua di numero trop-
po picciolo ad affaltare uno efferato figrojfo : // quale , benché fuffe raccolto
nuouamente , abbondaua pure di molti fanti fermentati alla guerra ,&di
Capitani de più riputati d'Italia : <& effendo l 'accoftarfi a Milano fen^a pe-
ricolo, non effer e ancora fèn^a (peranno, della uittorial1 accoftarfi ,• perche
non effendo i Borghi di Milano fortificati ,an?i per la negligenza ufata a
riordinargli , aperti da qualche parte ; non pareua credibile , che gli Impe- •
viali s'haueffero a fermare a difendere circuito tanto grande : della quale ri-
folutione pareua fi uedeffero inditij manifefti y conciofia che attefo poco alla
riparai ione de' Borghi, fi fuffero tutti miti allafortificatione della Citta ; &
B iij"
1* L I D mo
abbandonando i Borghi y ne quali l'efferato anderebbe Cubito ad alloggiare 3
non pareua che la Città poteffe hauere lunga difefa ; non foto per trouarfi l' 'ef-
ferato fetida danari y <èr con poca uettouaglia ; ma perche & Troverò Co-
lonna y & molti altri Capitani haueuano fempre giudicato effere molto dif-
ficile il difendere Milano contra chi haueffe occupato i Borghi ; fi perche la
Città è deboliffima di muraglia sfacendo muro in molti luoghi le cafe priua-
te yfi etiandio perche i Borghi fono uantaggiofi alla Città ; & saggiugncua
t hauere il CafteUo afua diuotione . Dependeuano principalmente qucfla ,
& l'altre deliberationi dal Duca d'orbino > perche fé bene fuffc folamente
Capitano de'Vinitianiy gli Ecclefiaflici per fuggire le contentioni, & perche
altrimenti non fi poteua fare y haueuano deliberato di riferirfi a luiy come
Capitano miiuerfale : ma egli benché non lo moueffero quefle ragioni ad an-
dare innanzi, ne le inflan'^e efficacijfime y le quali per ordine de'lorofupe-
rieri gliene faceuano il Luogotenente del Tonteficey & il Troueditore Vini-
tiano ; al parere de quali poi che anche adheriuano molti altri Capitani y gli
pareua y che il foprafedcrequiui lungamente y non hauendo maggiore cer-
te%%* della uenuta de' Suì^rjri y poteffe effere con grauefuo carico y & in-
famia : peròfoprafèduto l'efferato due dì a Marignano yfi conduffe il ter 7$
di di Luglio a San Donato y lontano cinque miglia da Milano y deliberato di
andare innanzi più perfatisfare al dtfiderio 3 & algiuditio d'altri y che per
propria deliberatane ; ma con intentione di mettere fempre un dì in me^
tra l'uno alloggiamento y & L'altro, per dare più tempo alla uenuta de'Sui^-
%eri ; de' quali mille finalmente fcefi in Bergamafco ueniuano alla uia dell'ef-
ferato ; & continuauano fecondo il folito gli auifi fpeffi della uenuta degli
altri : Vero il quinto dì di Luglio andò l'esercito ad alloggiare a tre miglia
di Milano y paffato San Martino y fuor a di iirada in fu la mano deflra in al-
loggiamento forte y & benficuro : doue il dì medefimo fi fece una fattione
pie dola contra certi archi bufieri Spagnuoli fattifi forti in una e afa : & il dì
Ccfare Gallo feguente Bando il campo nel medefimo alloggiamento y un'altrafimile : nel
conduttorde quale dì arriuarono nel campo cinquecento Sui^tri y condotti da Ce far e
+ Configlfo Gallo. Quiui fi confultò del modo del procedere più innanzi ;& ancora che
di (occorrere Imprima intentione fuffe Hata di andare dirittamente afoccorrere il Caflello
il Caflello ài di Milano y doue le trincee , che loferrauano di fuori y non erano figagliar-
Milano. je r cfje mnji y0teffe fyerare di j uperarle ; nondimeno parue al Duca d'Vrbi-
no (il confi? Ho del quale era alla fine approuato da tutti gli altri ; perche ne'
configli proponeua y & non affrettando y che gli altri rifpondeffero y diceua la
oppenione fua ,• 0 almeno nel proporre ufaua tali parole y che per fé Beffa ue-
niua afeoprirfi in modoy che gli altri Capitani non pigliauano affunto di con-
tradirgli) che gli efferati caminaffero per la diritta u Borghi di Milano,
Allegando che per le pianate x che farebbe neceffariofare per la forteiga del
DECIMOSETTIMO 1?
paefe y il uolere condur fi fuori della strada maeftra alfoccorfb del Caflello fa-
rebbe cofa lunga y ne fenica pericolo di qualche difordine : perche s'harebbe
a moflrare troppo dappreffo il fianco animici y & fi darebbe loro f acuità di
fare più potente refiften^a ; perche unirebbono tutte le for^e loro dalla ban-
da del CafteUo : doue altrimenti farebbono necejfitati slare diuifiper refiftere
animici y & non abbandonare la guardia del CafteUo : & perche conducen-
dofi con gli efferati a porta Rimana y farebbe fempre in poteftd de' Capitani
della Lega uoltarfi facilmente y fecondo che alla giornata apparijfe ejfere op-
portuno , a quale banda uoleffero .-fecondo il quale configlio fi fece delibera-
tione y che ilfettimo dì s'alloggiale a Bufalettay & a'Tillaftrelli y utile uici-
ne ame^o miglio^ di Milano y fiotto i tiri dell'artiglierie loro > le quali fono
circoftanti alla strada maeftra i con intentione da quegli alloggiamenti pi-
gliare i partiti y che fujfero dimoftrati buoni dall' occafione y & da' progreffi -. . v v -
de'nimici : i qAali era oppenione di molti > che ueduto gli ejferciti alloggiati
in luogo fi uicino non hauejfero a uolere metter fi alla difefay maffimamentc
notturna y de Borghi ; per ejfere in più luoghi ripieni ifojfi , & /pianati i ri-
pari ,&da qualche banda tanto aperti y che difficilmente fi poteuano difen-
dere. Ma la notte precedente al dì , nel quale doueua farfi innanzi l'effcr- Borbone én*
cito y il Duca di Borbone y il quale pochi dì innanzi era arriuato a Genoua tra in Milano
confici Galee y & con lettere di mercatanti per centomila ducati > entrò con co* *°CCQrk»
urea ottocento fanti Spagnuoli y i quali haueua condotti feco y in Milano ;
follecitatone molto dal Mar eh e fé del Guafto y&da ^Antonio de Lena y della
.uenuta del quale ifoldati pigliarono molto animo : & per la medcfimxfi pò- M y J
teua comprendere la negligenza y o la fredda dijpofitione studio famente del ^ &f jf SS
I{e di Francia alla guerra ; perche hauendo il Vontefice nel principio , quan- c/a.
do condujfe agli stipendi] fuoi ^Andrea Boria y confutato fòco con chefor^e
& apparatifi doueffero'tentare le cofe di Genoua ; propoje molta facilita , Configlio di
tentandola in tempo y che già fujfe cominciata la guerra nel Ducato di Mi- A.n<**e* ^?""
lano y & che alle fue otto galee yfi congiugnejfero le galee y le quali il % di torno $*£
Francia haueuanel porto di Marfilia;o che almeno impedijfero la uenuta fedi Genoua»
delle galee del Duca di Borbone : perche reftando in tal cafo con le fue otto
galee figrwre del mare y non poteua la città di Genoua stare molti dì col ma-
re ferrato y per le mercatantie y per gli efferati] y & per le uettouaglie : &
benché il Re prometteffe y che impedirebbe la uenuta del Duca di Borbone,
furono parole uane : perche l'armata fua non era in ordine ; & i Capitani
delle galee parte per careftia di danari y parte per negligen-^a^ forfè per uo
lontày erano stati fediti tardi de' pagamenti ycome poi anche fuccedette delle
genti d'arme. Ma effendo incognita di fuori la uenuta del Duca di Borbone ,
la liberatane dell'andare innanzi co l'efferato fu preuertita dal Duca d'or-
bino y o per auifi riceuuti y fecondo fi credette, da Milano , o per relatione cU
*A iiì\
ti. LIBICO
qualche colorarne: il quale mrtata la diffidenza hauuta infino a quel dì,
affermò al Luogotenente del Tontefìce y prefente il Troueditore Vinitiano y
tenere per certo y che il dì figliente farebbe felici/fimo ; per che fé i nimici ufci-
uano a combattere (il che non credeua douefjero fare) indubitatamente fa-
rebbono uinti : ma non ufcendo y che certamente o il dì medefimo abbando-
nerebbono Milano y ritirandofi a Tauia ; o almeno abbandonata la difefa de*
Borghi yfi ridurr ebbono nella Città ; la quale perduti i Borghi y non potreb-
bono totalmente difendere : & ciafcuna di quefie tre cofe bafiare a confegui-
re la uittoria della guerra . Terò il dìfeguente y che fu ilfettimo di Luglio^
lafciato l'alloggiamento diffegnato il dì dinanzi > con {perorila di guadagna-
re i Borghi fen^a contrago , & adirando alla gloria di hauergli prefi carni-
. . nando d'affalto yfpinfe qualche banda di fcoppiettieri a porta Romana y&a
L'effercìto Jc porta Topi : doue non oflante gli auifi hauuti i dì precedenti y & il dì mede-
la Lega s'ac- fimo del uolerfi partire gli Spagnuoli y s'erano fermi in quella parte de'Bor-
eofh a Mila- ^/;/- ^ non perfare quiui , fecondo fi diffe y continoua refiflen^a ; ma perriti-
rarfi in Milano più prefto come huomini militari y <& con hauere moflrato
il uolto animici i che uolere y che trouaffero i Borghi uilmente abbandonati:
dalla quale refiflen^a non folofi conferuaua più la riputdtione del loro effer-
ato y effendo maffimamente infacultdfua il ritirar fi fempre nella Città y fen-
Tadifordine ymaetìandiopoteuanafcere loro occafione da pigliare animo
a perfeuerare nella difefa de' Borghi j il che era di grandiffvma importammo ;
perche il ritirarfi nella Città era partito più preflo neceffar io y che da eleg-
gere (pontaneamente y & per l'altre ragioni i& perche riducendofi dentro
a circuito fi stretto y era piti facile a gli Italiani impedire y che le uettouaglie
non entr afferò in Milano ffen^a le quali non poteuano y per non effere anco-
ra condotte le biade nuoue y fomentar fi lungamente . *Apprefentatifi adun-
que gli fcoppiettieri alle due Torte y doue gli Spagnuoli y oltra il difender fi y
non ceffonano continuamente di lauorare ; il Duca trouata fuori dell' oppinio-
Porta Roma ne > c^e kaueua hauuta y refifìen^a ; fece accoflare a un tiro di balefira a
na di Milano porta Bimana tre Canoni y i quali piantati br attamente y cominciò a battere
battu ta. la Torta y &fare pruoua di fare leuare un falconetto ; il quale leuato y fece
fmontare molti defuoì huomini d'arme per dare l'affalto ; &■ ordinò fi acco-
fìaffero le fiale : nondimeno non continouando nelpropofito di dare l'afjaltoy
fi riduffe la fattione in fcaramuccie leggieri di fcoppietti y & d'archibufi a
ripari : doue hauendo quelli di dentro nani aggio grande y ricetto alfito ; fu-
rono morti di quelli di fuori circa quaranta fanti y & feritine molti. La por-
J "? t(e, ta in queflo me^o era Hata battuta da molti colpi y ma con poco danno y per
non fi dà Taf- eIìere l Canoni lontani : ma dicendo il Duca effere l'hora tarda ad alloggiare
falto* // campo y non dette l'affalto ; & alloggiò l'efferato nel luogo mede fimo y ben-
ché per la breuità del tempo , con qualche confittone y lafciò a' tre Canon»
D E C 1 M 0 S E T T I M 0 ìf
buona guardia ; & il reflo del campo alloggiò quafi tutto a mano deflra della
Jirada yfyerando ciafeuno molto della uittoria : perche per xuìfi di molti, &
per relatione di prigioni prefi da Giouanni di Ì(aldó foli ito ie'ViniUmi,
s'baueua nuoue gli Imperiali caricate molte bagaglie y effere più predo in
mot -o di partir fi y che aìtriment -e ;& a tempo arriuarono in cimpo la fera
medefimafei Canoni dtVinitiani : ma fi uariò poco dopo non foto la fperan-
%a , ma tutto lo stato delle cofe : perche ejfendo quafi in fui principio della
notte ufciti fuori alcuni fanti Spagnuoli ad asfaltare l'artiglierie y furono ri-
meffi detro dà fanti Italiani y ch'erano a guardia di quellayancora cbe'l Duca
-éìVrbino dkeffey che erano siati mefjì va difordine : il quale paffute già poche
bore della notietrouandoji ingannato dalla {per wv^a conceputa, che alle por-
te y& a' ripari de* Borghi gli fuffe slata fatta refifien^a ; \$ ritornandogli
in confideratiòne il timore y che prima haueua della vanteria de'nimici y fece
precipitofamente deliberatane di difeoftarfi con l'efferato^ ; & cominciatala H Daca d' Vr
fubito a mettere in effecutione y col dare principio a far e partire l'artiglierie, J*1"0 ^j"1!1"*
& le munitioni y & comandato alle genti Vinitiane y che s'ordinaffero per cito da Mila-
partirfi y- mandò per il Troueditore a fignificare al Luogotenente y & a'Ca- no.
pitani Ecclefiaflicì la deliberatone y che haueua fatta ; confortandogli a fare
étneti effi fen^a dilatione il mede fimo : alla quale uoce y come di co fa non folo
nuoua y ma contraria all' emettanone di ciafeuno ; confufi y <& quafi attoniti
andarono a trouarlo per intendere più particolarmente ifuoi penfieriy & fa-
re pruoua di indurlo a non fi partire j il quale con parole molto determinate
& rifolute y fi lamentò y che contea il parere fuo y folamente per fatisfare ad
altri , fi fuffe tanto accoflato a Milano : ma che era più prudenza ricorreg-
gere l'errore fatto y che per feuer arni dentro ; conofcerey che per non ejferefla
to per la breuitd del tempo alloggiato il dì dinanzi l'efferato ordinatamente P»« prudéza
e£* per la uiltà de' fanti Italiani dimoflratafi la fera medefima all'affato del- \ ricorreSScr
l'artiglierie, che il dimorare l' efferato quiui infimo alla luce proffvmay fareb- per feueraruì
he la deflruttione non folo della imprefa y ma di tutto lo siato della Lega ; per dentro.
che era fi certo uifarebbono rotti y che non ci hauendo una minima dubita-
tone y non uoleua dijputarla con alcuno : 'conciofia che gli Imperiali haue-
uano la fera medefima piantato un Sagro tra porta Rimana y ér porta Tofa,
che batteua per fianco l'alloggiamento pericolofiffimo de' fanti de'Vinitiani ;
& che la notte medefima ne pianterebbono degli altri y & come fuffe giorno
fatto dare all'arme y & neceffitato l'efferato a metterfi in ordinanza lo bat-
terebbono per fianco ; & cofi di for dinatolo y ufeiti fuori ad afjaltarloy lo rom~
perebbono con grandiffima facilità ; dolergli che la breuitd del tempo y <&
l'effere nell'efferato fuo molto maggiori impedimenti d'artiglierie y e£* di Ne*partiti ne
munitioni 3cheneU' efferato Ecclefiaftico ,1'haueffe coftretto a cominciare cc^ari)noa<5
primo a lemrft^ che communkarh con loro rma ne partiti , che fi pigliano xcufa*.
il l 1 B B^O
per necejfità y effere fuptrfiuo ìlfarefcufationi . battere fatto maggiore fpe-
rkn^a y che haueffe fatto mai Capitano alcuno y effendofi meffo di camino a
H dare l'affalto a Milano : bi fognar e bora ufare la prudenza y ne difyerarc per
t EfTempio U ritirata della uittoria dell' imprefa : Efferfi Troffero Colonna, & con forfè
di Protrerò nien0gjufle cagioni leuato da T "arma già me^a prefa y & nondimeno battere
poco poi glonofamente acquiflato tutto il Ducato di Milano : confortare gli
"Ecclefiaftici afeguitare lafua delibcr adone , ne differire il leuarfi; perche
. ' replicaua loro di nuouo y che trouandogli il fole in quello alloggiamento y re-
flerebbono rotti fenica rimedio : & che però ciafeuno ritornale all'alloggia-
RifpofU del mento di San Martino . Bjfpofe il Luogotenente y che benché ciafeuno pen-
Guicciardino fajfe le deliberationifue effere fatte con fomma prudenza y nondimeno > che
alDucad'Vr neffuno di quelli Capitani conofceua cagione y che necejfitajfe a Iettar fi con
tanta prefie^a ; &gli riduceua in memoria quel che tteduta la ritirata lo-
ro, farebbe il Duca di Milano difperato dy effere foccorfo : quanto animo per-
der ebbono il Tontefice y e^ i Vinitiani ; & le immaginationi y che per la de-
clinatione delle imprefe y maffimamente ne principe y fogliono nafeere nelle
menti de' Trincipi : poterfi y fé l' alloggiamento fatto difor dinatamente era
cattfa di tanto pericolo y rime di arui facilmente yfen?a torre tanta riput atto-
rie a quello efferato ; con l'alloggiarlo di nuouo con migliore ordine y & con
difcoflarlo tanto y che baflaffe ad afficurarlo da' Sagri piantati dà rimici \
« i . . , Confermò il Duca di nuouo la prima concluftòne ; ne poterfi y fecondo la ra-
Replica del . , ,/ . ,. f .... i r • r n
Duca d' Vrbi glone della guerra, pigliare altra deliberatione : uolere ajjumcre mje quejio -
no in difefa carico 3 & chefifaptffe per tutto il mondo egli efferne slato autore : ne effere
delle Tue ra- bene confumare più il tempo nanamente in parole ; perche era neceffario ef-
giom. j-erjj ieuuti jman:^i alla fine della notte . Con la quale concluftòne y ciafeuno
tornato afitoi alloggiamenti y atte fé ad effedirfi y& a follecitare la partita
Eff * A 1 ^e $>tntl : ^e^e quali quelle y che erano dinanzi y fi leuarono con tanto tya-
la Lega fi le- uento > eh e par tendo fi qua fi con dimofiratione d' effere rotti fi sfilarono molti
«a da Milano vanti y & molti caualli de'Vinitiani > de' quali alcuni non fi fermarono y in-
fino fuffero condotti a Lodi : & l'artiglierie de vinitiani paffarono di la da
M augnano ; ma riuocate fi fermarono quitti : il re fio della gente y & il re-
troguardo mafjlmamente y partì ordinato: ne uolle Giouanni de' Medici y
the con la fanteria Ecclefiafiica era nell'ultima parte dell'efferato, muouerfi
infino a tanto nonfuffe ben chiaro il giorno y non gli parendo conueniente ri-
portarne y in cambio della, ff erata uittoria y la infamia del fuggirfi di notte :
ilchefare non effere slato neceffario dimofirò laffcrienya ; perche degli Im-
periali non ufcì alcuno fuori de ripari ad affaltare la coda dell'efferato ; an^i
hauendo come fu ueduto tanto tumultuofa leuatay reftarono pieni di fomma
ammiratone ; non fapendo immaginare la cagione ;& accrebbe ancorala
infamia di quejla ritirata, che benché, il Duca baueffe detto uolere , che le
DECIM0SETT1M0 1?
genti fi fermaffero a San Martino* nondimeno ordinò tacitamente , che i
Maeftri del campo deVinitiani conduce ffero le loro a M augnano ; mojfo o l/* awaÌ' k
dal timore yche i nimici non andajfero ad ajfaltarlo aììbora in quello alloggia- *
Camello di Milano -, ueduto difcoftarfi ilfoccorjo dimoflrato ; di eh? ninna co fa #?*#■£ t:- hHt
mento ; o almeno , come effo mcdeftmo confefiò poi , tenendo per certo , che il
fpauenta più gli affediati;s'haueffe ad arrendere: nel qual e a [o non bar ebbe'- (' /h~
bauuto ardire di slare fermo a San Martino ; giudicale effere meno disho- . '/ ,
noreuole ritiraft in una fola uolta, che fare tnfibreuejpatio di tempo due ri- * ^ c
tirate . e£* però non fi fermando l'artiglierie ,&le bagaglie , & le prime
fquadre dell'efferato Vinitiano a San Martino , caminauano uerfo Marigna
no. Di che ricercando il Luogotenente d'intendere dal Du ca la cagione , ri-
fyofc , che nonfaceua , in quanto allaficurtd , differcn'^a dall'uno all'altro ;
perche giudicaua tanto ficuro da' nimici l'alloggiamento di San Martino ,
quanto quello di Marignano ; maperebe le genti sir acche dalle f anioni de dì
precedenti, non riceuendo quiui trauaglio da' nimici, potrebbono con più co-
modità ripo far fi ,& riordinar fi * & replicandofi quanto nella ficurtd pari
dell'uno, ■& l'altro alloggiamento, togliere più lafperan^a delfoccorfo agli
ajfediati ntl Caftello di Milano, il ritirar fi l'efferato a Marignano, che ilfer
marfi a San Martino : rifpofe con parole concitate ; non uolerc , mentre che H Duca d'Vr
haueua in mano il baftone de'Vinitiani, lafciare ufare ad altri l' autorità fua; .bin° Yu?f va
Holere andare ad alloggiare a Marignano. In modo che l'uno , & l'altro ef- torJt^ fUJU
finito affai dishonor at amente, & con grandiffimi gridi di tutti ifoldati, po-
tendo ufare (ma per contrario) le parole di Ce fare, Veni, uidi, fugi ;fi con-
duffe ad alloggiare a Marignano ; con deliberatione del Duca di stare fermo
quiui infino a tanto , che nel campo arriuaffero , nonfolo il numero di cinque
mila Sui^eri , a' quali fi erano rifirette le promeffe del Caflellano di Mus,et
del Vefcouo di Lodi, che ndl'hora medefima , che il campo fi leuaua, era ar-
rinato con cinquecento ; ma etiandio tanti altri , che facefftro il numero di
dodicimila ; perche giudicando non fi potere fare più fondamento ntl Caftello
di Milano, no fi potere o sformare, o ridurre alla neceffità d'arrenderfi quella
Città, per mancamento delle cofe neceffarie, fin^a due efferati ; & ciafeuno
da per fi fi potente, chefuffe baftante a difenderli da tutte le forile unite de' ni
mici. Cofifi ritirarono dalle mura di Milano gli efferati l'ottauo di Luglio; Augurio infc
cómouendo molti nonfolo l'effetto della cofa, ma etiandio l'infelicità dell' au- lice per la Le
gurio. perche il dì mede fimo di còfentimcto comune de' Collegati fi public aua Sa*
a Roma, a Vintgia, & in Francia con cerimonie, & folermità confuete la Le , . D .
ga : & agiuditio della maggiore parte degli h uomini hebbefi poca neceffità fortemente
il pigliare un partito di tanta ignominia > che molti dubitarono , che il Duca bulinato.
non f uff: slato moffo da ordinatone occulta del Senato Vinitiano , il quale a
qualche propofito incognito agli altri defideraffe la lunghetta della guerra»
-*■*
28 ' L IB B^O
*Altri y che il Duca ritenendo alla memoria le ingiurie riceuute da Leone, &•
dal preferite "Pontefice , quando era Cardinale ; & temendo che la grande^-
yajua notigli metteffe in pericolo lo Stato , nonglifuffe o per odio , o per ti-
Cagioni *p<?r more grata la uittoriafi prefta della guerra ; majfimamente che gli dauagiu-
fe ^^ ^ Du fia cagione di temere dell'animo del Tontefice , il tenere i Fiorentini Santo
tcmeiJ del Leo > con tutto ^ Monte feltro ; &fapere , che la picciolafigliuola refiata di
Papa. Lorenzo de Medici riteneua continuamente il n ome di Buchera d'Vrbino •
J^ondimeno il Luogotenente del Tontefice fi certificò per me^i indubitatifii-*
mi , chedVinitianifu molefiijfima la ritirata , & che non baueuano ceffato
mai difollccitare l'accoflarfi l'efferato a Milano , fyerando molto nella faci-
lità della uittoria . & coìifiderato non e fiere uerifimile , che il Duca , fé ha-
ueffe j^erato di ottenere Milano , hautffe uoluto priuarfi di gloria tanto mag-
giore di quella, che molto innanzi haueffe hauuta alcuno altro Capitano;
quanto era maggiore la fama ,&la riputatione dell' esercito Imperiale , di
quello, che molti anni innanzi haueffe hauuto alcuno altro efferato in Italia:
alla quale gloria figuiua dietro y quafi pei' neceffità , laficurtà delfuo Stato;
perche il Tontefice & per fuggire tanta infamia , & per non fare tanta of-
fefa dVinitìani y non harebbe hauuto ardire d'affaltarlo : & confiderato
anche diligentemente i progreffi di tutti quelli dì y hebbe per più uerifimile ,
(nella quale fenten^a concorfero molti altri) che il Duca y caduto dalla fpe-
ran^a , la quale due giorni innanzi haueua conceputa del douere gli Impe-
riali abbandonare almeno i Borghi 3 ritornale con tanta uehementia allafua
prima oppenione ; per la quale haueua temuto più le for^e loro y & più dif-
fidatofi della uirtu de fanti Italiani s che nonfaceuanogli altri Capitani ; che
y appr e fent andò figli maggiore timore , che agli altri y cadeffe precipitofa-
+ La ritirata mente in quella deliberatane . Confi; fé qutfta ritirata molto il Tontefice,
{|elPuca da*~ & l Vinitianiy condotti già con lafperan^a in termine , che di dì in dì ajpet-
Milano e e n tauano ^a^f° dell' acquifio di Milano : ma il Tontefice maffimamente non
fonde il Papa preparato ne co danari , ne con la cofian^a dell'animo alla lunghetta della
& i Vinitiani guerra ; al quale anch e a F^oma y & altroue nello Stato fuo 3 fifeopriuano di
molte difficultà; perche effendo alla guardia di Carpi trecéto fanti Spagnuoli
& quakhe numero di caualli; corniciarono afeorrere con grandmimi danni
per tutto il paefe circoftante della Chiefa ; dando anche impedimento grande
a Corrieri y & a* danari, che da I\oma,& da Firenze andauano all' efièr cito;
à quali non fi poteua,con mettere picchia guardia nelle Terre, ouiar e:&il
Tontefice entrato nella guerra con pochi danari ,& fopraj atto dalle jpefe
grand iffime, difficilmente poteua co danari fuoì,& con quelli, che.continua-
mtntegli erano per conto della guerra porti da Firenze ,fare prouedimer.ti
baftanti a reprimergli ; efihido maffimamente occupato in imprefii nuoua
in Tofcana 9 <& necejfitato a stare in fu l'arme dalla parte di B^om.x .
Tercbc
DECI MiO 'S E iTlT IMO 19
Ter che Don Vgo, & il Duca di Seffa partito fi dalla Legazione, %Afcamo3& Apparecchio
jfefrafiano Colonna ridottifi nelle Caftella de Colonnefi propinque a J\oma 3 ^1™°°"
faceuano molte dimojlrationi di uoltre fufeitare dalla parte di Bgma qualche r0 Ina- p
trauaglio : &gia alcuni de loro partigiani 3 s'erano fatti forti in filagna,
terra di Campagna : 1 mouimenti de quali era forato a stimare il Tontcfice
& per ricetto della f anione Ghibellina di {{orna ; perche pochi dì innanzi fi
erano feopertifegni della mala dijpofitione della plebe Bimana contralui:
perche hauendo , quando conduce ^Andrea Doria fotto colore d'ajficurare i
mari di Bgma dalle Fufle de'Mori3dalle quali era impedita nò mediocr emete
l'abbondanza della Citta,augumétati,per foftentare quella fft fa ,certi dacijyi
Macellari effendo renitenti a pagarli, s' erano tumultuofamente congregati + Tamatto
all'habitatione del Duca di Seffa , che ancora non era partito da Rgma : alla in Roma per
quale concorfono armati quafi tutti gli Spagnuoli, che habitauano in ì\oma: conto dc'M*
benché quefto tumulto facilmente fi quietale . Era slato in quefio tempo cclan*
ambiguo il "Pontefice del fare imprefa del mutare lo slato di Siena 3 effendo
uarvj i configli di quelli,chegli erano appreffo ; perche alcuni confidandofi nel .
numero grande deFuorufciti , & nella confufione delgouerno popolare , gli n° Jj ^ ^^
perfuadeuanofuffe molto facile il mutarlo^ ricordando dì quanta importanza tione dello
fuffe in quefto tempo l'ajficurarfene ; perche in ogni disfauore , chefopraue- foto <H Siena
niffe, il ricetto, eh e ui potejfero hauere i nimici, farebbe molto pericolo fo alle
cofe di I{gma, & di Firenze : altri affermauano effere configlio più prudente
dirizzare le forze in un luogo f oh , che implicar fi in tante imprefe con pie-
dola 3 an^i quafi niuna diuerfione degli effetti principali :perche alla fine
quelli, che rimane ffero fuperiori in Lombardia3 rimarrebbono fuperiori per
tutto : ne douerfi tanto confidare delle forze , 0 del feguito deFuorufciti 3 le
(beranze de' quali riufeiuano quafi tempre uanifjìme;che la mutatione di ,yPCX3nZc. ,
Jr 11 y r . rr r ■ r • i /• /• jyt •; ir de'Fuorufcit?
quello Stato Ji tentajje fenza potenti prouifioni : le quali gli era difficile il fare rìcfcono qua
fi per la grandezza della fpefa3 come perche haueua mandati tutti ifuoi Ca- fi fempre va-
pitani principali alla guerra di L ombardia, L e quali ragioni farebbono for- nc»
fé preuxlute appreffo a luì 3 fé quelli , che reggeuano in Siena fuffcro proceduti
con quella moderatane, la quale nelle cofe 3 che importano poco debbono u-
fare i minori uerfo i maggiori 3 hauendo più rifletto alla neceffità 3 che alla
giufta indignatone. Ma accadde che hauendo molto prima un certo Giouà-
battifta Talmieri Sane fé 3 il quale haueua dalla I{epublica la condotta in Sie-
na di cento Fanti, datogli fperan^a , come le genti fue s'accoft afferò a Siena,
d'introdurle per una fogna, che paffaua fotto le mura appreffo a un baftione.;
& hauendo il Tontefice mandatogli afua richiefta due Fanti confidenti , all'
uno de' quali Giouambattifta commefj'e il portare lafua bandiera, i Magiflra t II Pontefice
ti della Città, confaputa de' quali Giouambattifta eludendo il Tontefice trat- Gios Bactifta
taua quefta cofa, quando par.ue loro il tempo opportuno, prefi i due vanti,& Sancfc
fattone foknncment e il proceffo, &• diuolgato per tutto il trattato , ne pr e fo-
no publicamente il debito fupplitio per infamare il Tontefice quanto potero-
no . *Aggiunfefi , che pochi di poi mandarono gente ad aff'cdiare Gioitami
Martino-^], uno de fuor uj citi, il quale dimoraua nel contado di Siena, alla
tenuta fua di Montelifrè. Dalle quali co fé come fatte in ingiuria fua,ejfac er-
bato l'animo del Tontefice , delibero tentare di rimettere iFuorufciti in Sie-
na con lefor^efue, & de 'Fiorentini : ma conprouìfione più debole , che non
conueniua, maffimamente di vanti pagati : & perche alla debolezza dell' ef-
Capitan ! d el fercito, non fuppliffe il ualore , o l'autorità de' Capitani , ui prepofe Virginio
Papa per la Orfino Conte dell \Angui\lara , Lodouico Conte di Titigliano , & Giouan
guerra di Sic- pranccjr0 fuo figliuolo, Gentile Baglione , & Giouanni da Sajfatello ; i quali
fatta la maffa a Centina , & trasferitifi alle Tauer nelle in fui fiume dell' \Ar-
Arbìa fiume ^ia , fiume famofo appreffo a gli antichi per la uittoria memorabile de'Ghi-
ù inofo. bellini contra Guelfi di Firenze ; s' 'accollarono il decimofettimo dì di Giugno
alle mura di Siena con none pe^j di artiglieria , mille dugento caualli , <&•
più di ottomila vanti-, ma quaji tutti o comandati del Dominio della Chiefa,
& de Fiorentini , mandati fen-^a danari a'Fuorufciti da' amici loro del Te-
t Andrea Do rugino, & altri luoghi. Et nel tempo medefimo ^Andrea Doria con le calce
na aiìalta i ^ CQn m^e ^^ difopracollo affatto i Vorti de' Sane fi . Ma non effendofi
* * neli'accoftarfi alle mura di Siena fatto dentro fegno alcuno di tumulto 3 come
haueuano ff erato i Fuorusciti ,fu neceffario fermar fi con l'efferato , per at-
tendere all' efpugnatione della Città; nella quale erano feffanta caualli , &
trecento vanti forefiieri. Vero accoflatifì alla Torta di Camollìa, comincia-
, rono a battere con l'arteglierie le mura da quella parte: ma nella Città forte
dalle etti del difito, & la quale era Hata fortificata ,&dt circuito fi grande , che la mi-
Papa. nore parte circundaua l'efferato ; era il popolo , preualendo più in lui l'odio
del Tontefice, & de' Fiorentini, che laffettione a'Fuorufciti ; diffoflo, & u-
nito alla conferitatene di quelgouerno : & per contrario neU'effercito di fuo
ri, inutile la gente non pagata, i Capitani di poca riputatione, & tra loro no
picciole diuifioni : i Fuorufciti diuifi nonfolo nelle delibo adoni, & nelle prò
uifioni quotidiane, ma dife or danti etiandio per la forma del futuro gouerno >
uolendogia diuidere, & ordinare fuori di quello, che nonfipoteua stabilire
fé non da chi era di dentro. Ter le quali conditioni, & effendo Hate battute
le mura in uano, ne hauendo ardire di dare la battaglia ,ft cominciaua già a
jperare poco nella uittoria . Ma in queflo tempo medefimo in Lombardia
crefceuano le dijficultà de' Collegati ; perche fé bene deSui^eri condotti dal
CaflellanodiMus , & àalV efeouo ài Lodi ne fuffero finalmente arriuati
all' effer cito cinquemila ; nondimeno non parendo numero ballante al Duca
d'Vrbino, fi e ffettauano quegli, i quali in nome del Bg di Francia erano
Siati mandati a dimandare da Cantoni iterando , che fé non per altro , al-
DECIMO SETTIMO V I
meno per cancellare la ignominia riceuuta nella giornata di Tauia, haueffe-
ro ad ejfereprontijfimi a concedergli : & che per la medefima cagione i Fanti
conceduti hauvjfero a procedere alla guerra ; majfimamente in tanta fieran-
%a della uittoria , con immoderato ardore . Ma in quella natione , la quale
pochi anni innanzi per laferocitdfua , & per l'autorità acquiflata , haueua
bauuto opportunità grandijfima d'acquiflare grandijjìmo Imperio ; non era
più ne cupidità di gloria, ne cura de gli interejjì della Rgpublica; ma pieni
di incredibile cupidità, fi proponeuano per ultimo fine dell' ejfercit io militare F ine , & og-
ritornare à cafa carichi di danari . però trattando la militia fecondo il coflu- ?rt^° df * fo*~
me de mercatanti i Cantoni, o pigliando pubicamente le necejjìtà d'altri per nc]je oucrrCfr
occafione della loro utilità, o pieni d'huomini uenali , & corrotti ; concede-
nano, o negauano i fanti fecondo quefiifini . & i Capitani , che erano ricer-
cati di condurfi , per hauere migliore conditane quanto maggiore uedeuano
ilbifogno d'altri , più fi tirammo in alto , facendo dimande impudentijfime ,
& intollerabili . Ter queflc cagioni hauendo il I\e ricercato i Cantoni fe-
condo i capitoli della confederatone , che haueua con loro , che gli concede 'fi-
fero i vanti; i quali di confenfo commune s' haueuano a pagare co' quaranta-
mila ducati , che sborfaua il J\e di Trancia : haueuano i Cantoni dopo lunghe
confiate rityofto fecondo l'ufo loro ; non uolergli concedere fé prima non erano f Rìfpofta <k
fatis fatti dal Fg di tutto quello doiteua loro per conto delle penfioni, eh e era Cantoni al Re
obligato a pagare ciafeun anno : la quale effendo Comma grande, & difficile a Francia-
pagare con breuità di tempo , furono neceffitati i mandati del I{e , ottenuta
anche nonfen^a difficultà licenza da' Cantoni , a foldare Capitani partico-
lari. Le quali cofe , oltra la dilatione molto pernitiofa nello flato , che era-
no le cofe , non riufeirono con quella slabihtà , & riputatione , che fefifuf-
fero ottenuti dalle Leghe. Conia quale occafione gli Imperiali non rice-
uendo intrattanto moltfiia alcuna da'nìmici , i quali otiofamente dimoraua-
no a Marignano ; attendeuano con fomma folle citudine a fortificare Milano ;
non la Città, come faceuano da principio della guerra; ma i ripari, <&
i baftioni de borghi; non diffidando più per l'animo , che haueuano pre-
fo , & per la riputatione diminuita de gli auuerfartj , di poterli difen-
dere : & hauendo fogliato dell'arme il popolo di Milano , & mandate » •
fuori le perfine jòjpette; non folo non n haueuano tanto fcrupolo , o ti-
more ; ma hauendolo ridotto in afyrijfima feruitù , erano reflati few^a
penfieri de' pagamenti de' foldati . i quali alloggiati per le cafe de ' Mi- ^ Mila f
lane fi , non folo coflrigneuano i padroni delle cafe a prouederli quotidiana- sforzati a prò
mente del uitto abbondante , & delicato ; ma etiandio a fumminifirare uederc del vì-
loro danari per tutte l'altre cofe, delle quali haueuano o necejjìtà, o appetito; uerf > & * ^a
non pretermettendo, per ejferneprouifli, di ufare ogni ehrema acerbità, pedali "^
i quali pefi ejfendo intollerabili non haueuano i Milane fi altro rimedio.
lt L I B KO
che cercare di fuggirft occultamente di Milano ; perche il farlo palefemente
era probibito. Onde per afficurarfi di queftc molti de'foldati, majfmamente
f Tcdcfchi gli Spagnuoli, perche ne fanti Tedefcbi era più modtfiia , & man flit indine*
più mede (ti , t menano legati per le cafe molti de loro padroni, le donne 3&i piccioli fin-
che gli Spa- ciulli ;hauendo anche efpofto alla libidine loro la maggior parte di ciafenno
M ilanefi mal fèJF°> & età. Terò tutte le botteghe di Milano slattano ferrate; ciafeuno ha-
trattatì. tteua occultate in luoghi fotterranei , o altrimenti recondite , lerobbe delle
& le ricchezze >& ornamenti delle Chic fé
in tutto fìcure ; perche ifoldati, fotto (petie
b^Tne" faiza di cercare doue fuffero l' arme , andauano diligentemente inuefligahdo per
guardala feC tutti i luoghi della Città, sformando ancora iferui delle, cafe a manifeflarle:
fo, od a età. deiie qUait quando le trouauano, ne lafciauano ay padroni quella parte pareua
loro j onde era fopra modo mifer abile la faccia di quella Città., mifer abile
l'affetto degli huomini ridotti in fomma meftitia , érfpauento ; co fa da nkH
uere efrema commi feratione , & effempio incredibile della, mutatione della
k mutati ne fortma a quelli, che l'haueuano ueduta pochi anni innanzi pienijfima d' ba-
di fortuna ne bitatori , <&per ricchezza de Cittadini , per il numero infinito delle botte-
la città di Mi ghe , & effercit'ù ; per l'abbondanza, & .delicatezza di tutte le cofe appar-
+nQ'M il ' r tmmtl ^ u^tt0 humano ; per lefuperbe pompe , & fontuofijfmi ornamenti,
còfi huoniiiV cofi ddle donne , come degli huomini -, per la natura de gli h abitatori incli-
come donne'* nati allefefte, & a 'piaceri ;non fòla piena di gaudio, & di letitia , mafori-
folìti a fare diffvma , <& feliciffima fopra tutte l'altre Città d'Italia ; & bora fi uè de uà
pompe fupcr Yeflato quapfenza habitatori per il dannograndijfimo,che u'haueua fatta la
pefle, & per quelli, che s'erano fuggiti, & continuamente fi fuggiuano : gli
huomini, & le donne con ueflimcnti inculti, & poueriffimi : non più uefligio
ofegno alcuno di botteghe , o d'effercitij , per me%o de' quali foleua trapala-
re grandiffma ricchezza in quella Città : & l' allegrezza, & l'ardire degli
huomini conuertito tutto infommo dolore , & timore . Confinogli non di-
Borbone vie- meno alquanto la uenuta del Duca di Borbone ; perfuadendofi, poiché fecon-
de a Milano, do era fama haueua portato prouifwne di danari, & che per la ritirata del-
l efferato de' Collegati, pareuano alquanto diminuite le neceffità,&i perico-
li, haueffe anche in parte a mitigare tante gr altezze > & acerbità ; & molto
fiujperarono, che il Duca, al quale era publicato effere dato da Ce far e il Du
€ato di Milano, haueffe per benefìcio fuo,& per conferuarfi per intereffe pro-
frio più intere l'entrate ,&le sonditioni della Città , a prouedere , che non
fuffero poi cofi mifer abilmente lacerati : la quale fyeranza refiaua loro fola ;
perche per gli Imbafciadori mandati a Ce far e ,comprendeuano non potere
affrettare da lui rimedio alcuno , o perche per effere troppo lontano , non po-
t effe per la falute loro far e quelle prouifioni, eh e fuffero neccffarie;o perche
fer effere in lui, come più mite haueua dimoflrato lafyerienzajraqlto mino-
re la
DECIMOSETTIMO J?
reta compaffione dell' oppreffìoni , & mi ferie de' popoli, che il defideno di
mantenere per intereffe dello Stato fuo , l' efferato ; al quale non prouedendo
a tempi de pagamenti debiti, non poteuane egli , nei Capitani prohibire,
che sufleneffero dalle infolentie , & dalle ingiurie ; <&> tanto piti, che i Capi-
tani <&■ per ucquiflure la beneuolenr^a de'folduti , e^ perche l'effere ogni co fa
in preda 3 era anche con emolumento loro , non haueuano ingrata quefla li-
cenza militare ; poi che per mancare i pagamenti haueuano qualche fcufa di
tollerarla . Terò congregati infieme in numero grande tutti quelli , che in
Milano haueuano qualche conditionepiu eminente, che gli altri, dimoflr an-
dò nel mito, -ne gli h abiti, <& ne'gefli lo fiuto mi fer abile della patria , & di
ciafcuno di loro ;fi conduffero con molte lagrime,& lamenti innanzi al Du-
ca di Borbone : al quale uno di loro a chi fu impofio dagli altri parlò fecondo
intendo in quefla fentenya.
Se quefla Tatriu mifer abile, la quale hafempre per giuflijfime cagioni de- Orationc di
fiderato d'huuere un Trincipe proprio, nonfuffe alprefentc oppreffa da cala- vnMilanefc
mità più acerbe, & più atroci, che h abbia mai alla memoria degli hmmini gor borie/
tollerato alcuna Citta, farebbe fiata, Illuftrijfimo Duca, riceuuta con mura-
uigliofo gaudio la uoflra uenutu : perche quale maggiore felicita* poteua ha-
uere la citta di Milano, che riceuere un Trincipe datogli da Ce fare difangue
nobiliffimo ; & del quale lafapien^a, lagiuflitia, il udore , la benignità, la
liberalità h abbiamo in uarij tempi noi mede fimi molte mite fferimentutu ?
ma la iniquiffima fortuna noflra ci coflrigne a efyorre a uoi , perche da altri
non (periamo, ne affettiamo rimedio alcuno, le noflre eflreme mi ferie ; mag-
giorifenica comparatone di quelle , che le Città debellate per for-^a da i ri-
mici fogliono patire dall' auaritia, dall'odio, dalla crudeltà, & dalla libidi-
ne, & da tutte le cupidità de'uincitori. L e quali co fé per fé fi effe intollera-
bili , rende ancora più graui l'effer ci ad ogni hora rimprouerato , ch'elle fi
fanno per pena della infedelità del popolo di Milano uerfo Ce far e ; come fé i
tumulti concitati a' dì paffuti fitjfero fiuti concituti con publico cofentìmento;
& non, come è notorio , du ulcuni giouuni feditiofi ; i quuli temeruriumente
folleuarono la plebe, ficuru per lupouertà di non perdere, cupidufempre per
fuu nuturu di co fé nuoue ; lu quule fucile u effere ripienu d'errori uuni,difulfe
perfuafioni , fifojpigne ull'urbìtrio di chi lu concitu , comefifojpigne ulfoffio
de'uenti l'onda, murinu. ^oi non uogliumo perfeufure, o ulleggerire le im-
pututioni prefenti rucconture quuli fiuno flute gli unni puffuti Voperutioni
del popolo Milane fé, dullu prima nobiltà,infino di* infima plebe, perferuitio
di Ce far e; quando la Città noflra per la diuotione inueterutu ul nome Cefureo
fifolleuò con tuntu pronte^u contru'Gouernutori , & contru l'efferato del
]\e di Frunciu : quundo poi con tuntu coflun^ufoflenemmo duegruuìffimiuf-
fedtj 3fòttomettendo whntariamente k noflre uettouuglie^ le noflre cufe dlx
C
?*" L I B 1^0
commoditàde*foldati;foflentandoli , perche mancammo gli stipendi] di Ce*
fare, prontiffvmamente co danari propri] : esponendo con tanta alacrità in cò-
fannie de* faldati le noflre perfone il dì, & la notte a tutte le guardie ^ a tutte
le f attioni militari, a tutti i pericoli ; quando il dì, eh e fi combattè alla Bicoc-
ca il popolo di Milano con tanta ferocità difefe il ponte, per il quale paffofolo
(perauano i Francefi potere penetrare negli alloggiamenti dell'efferato Ce fa-
reo. lAllbora da Troverò Colonna, dal Mar che fc di Tefcara, & da gli al-
tri Capitani ; in fino da Ce far e mede fimo era magnificata la noftrafede, effal-
tata infino al cielo la noflra coflan^a. Delle quai co fé chi è migliore , & più
certo tefiimonio che uoi ; che preferite nella guerra dell' ^Armir aglio uedefle,
lodafle, an%i fpeffo ui marauigliafle di tanta fedeltà, di tanta ardente difpofi-
tione ? Ma ceffi in tutto la memoria di quefle co fé, non fi competi fino i deme-
riti co'benemeriti ; confiderinfi l'attioniprejenti ; non ricufiamo pena alcuna,
fé nel popolo di Milano apparifee uefligio di malanimo contra Ce fare .
lAmaua certamente il popolo di Milano grandemente Francefco Sforma,
come Trincipe slato dato da Ce far e ; come quello, del quale il padre, l'auolo,
il fratello erano siati noflri Signori ; & per l'effettatione,che s'haueua della
fua uirtu. Ter quefle cagioni ci fu molefliffvmo lofpoglio fuo , fatto fubita- s
mente fen^a conofeere la caufa , non effendo noi certificati , che hauejje mac-
chinato contra Ce fare ; an^i affermandofi per lui , & per molti altri, ejfere
fiato più preflo cupidità di chi allhoragouernaua l'efferato , che commeffio-
ne Cefarea : & nondimeno la Città tutta giurò in nome di C efare, fottoponé-
dofi all'ubbidienza de Capitani. Quefla è Hata la deliberatione della Città
di Milano : quefio il confentimento publico : quefto il con figlio , &ffetial-
mente della nobiltà; la quak che ragione, chegiuflitia, che effempio confente
che h abbia ad effere per delitti particolari con tanta atrocità lacerata ? Ma
non apparì ancora ne' dì medefimi de' tumulti la fede noflra ? perche nella fol-
leuatione della moltitudinc;chi altri che noi fi interpofe con l'autorità , & co
prìeghi a farli deporre l'arme ? chi altri che noi l'ultimo dì del tumulto pt r-
fuafe a' capi, & agiouanifeditiofi, che fi parti ffero della Città ? alla moltitu-
dine, chefifottometteffe all'ubbidienza de Capitani ? Ma &■ la commemo-
ra tione dell'opere nojlre,& lagiuflificatione delle calunnie appofleci farebbe
forfè neceffaria , o conueniente ; fé ifupplitij , che noi patiamo , fuffero cor-
rifondenti a delitti ; de quali fiamo accufati, o almeno fé non gli trapaffaffero
ali molto. Ma che differenza è dall'una co fa, all' altra ? perche noi habbiamo
ardire di dire,giuflij]ìmo Trincipe , che fé i peccati di ciafeuno di noi fuffero
fin grani, che fuffero mai slati i peccati , <& le federatele commeffe da al-
cuna Città uerfo il fuo Trincipe ; che le pene , aiv^i le acerbità de fupplitu' ,
che noi immerit amente f opponiamo , farebbono maggiori fen^a propor tione
ài quello , che haueffmio meritato . Habbiamo ardire di dire , che tutte le
L E C I M 0 $ ÉfT t no ìr I
miferie, tutte le crudeltà, tutte le immunità ( tacciamo per honorenoflrù
della libìdine ) che bahbia mai alia memoria de gli huomini /apportato al-*
cuna Città, alcuno popolo, alcuna congregatane d 'b abitatori , raccolte in-
fieme tutte , fiano una picchia parte di quelle , che ogni dì , ogni bora , ogni
punto di tempo [opponiamo noi : jpogliati in un momento di tutta la robba
noflra, correttigli huomini liberi con tormenti, con carceri priuate, con ca-
tene meffe a corpi di molti de' noflri da'foldati a prouederli del uitto contiua-
mente, a ufo non militare, ma da Principi ,* -a prouederli di tutte quelle co fé,
che caggiono nella cupidità loro : a pagare ogni dì a loro nuoui danari; gli
quali ejfendo impoffibili a pagare, gli coflringono con minacele, con ingiurie,
con battiture, conferite ; in modo , che non è alcuno di noi , che non riceuejje
per fomma gratia, per fomma felicità, nudo , a piede ,lafcìate in preda tutte
lefuflan^e, poter fi, faluo della per fona, fuggir e di Milano, con condizione di
perdere in perpetuo & la patria , & i beni. Defolò a tempo de' Troaui no-
flri Federigo Barbar offa quefla Città, crudelijfimo contragli b abitatori, co- Federigo Bar*
tra gli edifici] , contra le mura ; & nondimeno non furono le me ferie di quei taroffa defo*
tempi da comparare alle noflre ; nonfolo per tollerar fi più facilmente la cru- "*"*•
deità del nimico , come più giufla, che la crudeltà ingiufla dell' amico ;ma
etiandio perche un dì, due dì, tre dìfatiarono l'ira,& l'acerbità deluincito-
re, finirono ifupplitij de uinti ,* noi già perfeueriamo più d'un mefeinquefle
acerbiffime mi ferie, accrefeono ogni bora i noflri tormenti ; &fmili a' dan-
nati nell'altra uit a apportiamo ferina (peran^a di fine quello, che prima bae-
remmo creduto ejfere impoffibile, che la condizione h umana tollera/fe. Spe-
riamo pure chela magnanimità tua , la tua clemenza habbia a /'occorrere a
tanti mali: che habbia a prouedere , che una Città diuenuta legitimamente
tua , commejfa alla tua fede , nonfia con tanta immanità totalmente diflrut-
ta : che comperando con quefla pietà gli animi noflri , meritando perpetua
memoria di Tadre, & rifufeitatore di una Città fi memorabile per tutto il
mondo , fonder ai più in un dì il principato tuo con la beneuolen^a , & con
la diuotione defudditi , che non fanno gli altri Trincipi nuoui in molti anni
<on l'arme , & con lefor^e . La fomma dell' or atione noflra è , che fé per
qualunque cagione la uolontà tua è aliena da liberarci da tanta crudel-
tà > fé qualche impedimento ti interrompe , che noi ti fupplichiamó con
tutti gli giriti , che uoi frignate addoffo a tutto queflo popolo , a tutti
noi , a ogni mio , a ogni fejfo , a ogni età il furore, l'arme, il ferro ,
& l'artiglierie dell'efferato : perche a noi farà incredibile feilcità e/fere *
impetuofamente morti più preflo, che continuare nelle miferie, <& ne'fupplitij
prefenti : ne farà meno celebrata la pietà tua ,fem altro modo non puoifoc-
torrerci, che infamata la loro immanità ,nea noi meno lieto il terminare in
queflo modo la noflra infelicijjima ulta; ne meno allegra a quelli che ci amami
C ij
1* L I B K.Ot
la noflra morte, che foglia effere a padri, <& apparenti la natìuità de figliuoli,
Rifpofta di <&> degli altri congiunti cari . Seguitarono quefle parole miserabili le la-*
Borbone a nientationi, & i pianti di tutti gli altri . a quali il Duca rìfiofe congrandif-
MUancU. ^ma manfuetufane , dimoftrando hauerefommo dijpiacere delle loro infeli-
cità ; ne minore defiderio difolleuare, & benificare quella Citta , & tutto il
Ducato di Milano ; feufando che quello , chefifaceua nonfolo era contra la
uolontd di Ce far e, ma ancora contra la intensione di tutti i Capitani; & che
la neceffità per non hauere hauuto modo a pagare ifoldati, gli haueua indot-
ti piupreflo a confentire queflo , che ad abbandonare Milano , o mettere in
pericolo lafalute dell * efferato, & tutto lo Stato ,che haueua Cefare in Italia
in preda de'nimici j hauere portato /èco qualche prouiftone di danari ; ma no
tanta, che baflaffe, per effere ifoldati creditori di molte paghe : nondimeno,
che fé la città di Milano gli prouedeffe di trentamila ducati per la paga d'un
tnefe, che condurrebbe l'esercito ad alloggiare fuori di Milano ; affermando
che fé benefapeua, che altre uoltefuffero siati ingannati dafimilipromeffe,
Giuramento fotrebbono ttarne ficuriffimi alla parola , & alla fede fua : & aggiugnendo
di Borbone a pregare lDDio,chefe mancaffe loro, glifuffe leuato il capo dal primo colpo
Milanefi. d'artiglieria de'nimici. La quale fomma , benché alla Città tanto effaufla
fuffe grandiffima , nondimeno trapaffando tutte l'altre calamità la mifèria
* f ^ ! j^^f dell'alloggiare ifoldati , accettata la conditione propofla , cominciarono con
grandifTima * ^ha più prefle^a potettono a prouederla. Ma benché una parte de faldati
calamità. riceuuti i danari fecondo chef pagauano fuffe mandata ad alloggiare ne'Bor
ghi diporta Bimana, & di porta Tofa, per guardare i ripari, & attendere
a fortificarli , come anche fi lauoraua alla trincea di uerfo il Giardino , nel
luogo , nel quale fu fatta da Troverò Colonna : nondimeno riteneuano non
meno che quelli, che erano reflati dentro, i mede fimi alloggiamenti, & con-
tinuauano nelle medefime acerbità ; onon tenendo conto Borbone della fua
promeffa ; o non potendo, come fi crede , refi fiere alla uolontd , & alla info-
len^a dt faldati ; fomentati anche da alcuni Capitani , che uolontieri o per
ambinone , o per odio , difficultauano ifuoi configli. Dalla quale fperan^a
Mìlancfi per priuato ilpopolo di Milano, non hauendo più ne douefi) erare, ne doue ricor-
difperaTione rere . ca^e jn tanta difyeratione ', che è cofa certiffima, che alcuni, perfinire
loro fteffi. *ante aeerbità , & tanti fupplitij morendo , poi che uiuendo non poteuano, fi
gittarono da' luoghi alti nelle slrade ; alcuni mifer 'abilmente fi fofpefono da fé
sleffi ; non baflando però queflo a mitigare la rapacità , <&* la fiera immanità
de faldati. Erano in queflo tempo mifer abili le conditioni del paeft lacerato
con grandi ffima impietà da foldati de' Collegati ; i quali affettati prima con
grandifiima letitia dagli habitat ori , haueuano per le rapine , & e fior foni
loro conuertivo la beneuolenT^a infommo odio ; corruttela generale della mi-
liti a del noftro tempo ,• la quale prefo effempio dagli Spagnuoli , lacera , &
diflrugge
D E C I M OS ET TIMO ??
diflrugge non meno gli amici , che i nimici : perche fé bene per moki fecoli t Spagnuolf
fuffè slata grande in Italia la licenza de faldati, nondimeno l'haueuano infi- \:r u§3ono
nit amente augumentata i fanti Spagnuoli ; ma per caufa , fé non gìufla , al- conig x njmf .
meno necejfaria ; perche in tutte le guerra d'Italia erano siati maliffvmo pa- ci.
gat u Ma come da gli ejfempi benché h abbiano principio fcufabile , fi pro-
cede fempre di male in peggio , ifoldati Italiani benché non hauejfero la me- + Italiani
defima neceffitd, perche erano pagati, feguitando l'effempio degli Spagnuoli P.r *j c„ m
cominciarono a non cedere in parte alcuna alle loro enormità : onde congrà- onUoli disho-
de ignominia della militia delfecolo preftnte , non fanno ifoldati più alcuna, nettamente fi
diftintione da nimici agli amici ; onde non meno defolano i popoli , & i paefi portano doue
quelli^ eh e fono pagati per difenderli ; che quelli , che fono pagati per ojfen- jL?^ian°\ '
derlu Ondauanfi in queflo tempo confumando tanto le uettouaglie del Ca- rotca.
fiello , che già gli ajfediati s'appropinquauano alla neceffità della deditione ;
la quale defiderando d'allungare quanto poteuano , perche erano da alcuni
Capi dell' efferato de Collegati nodriti con fferan^a di foccorjo ila notte uè- + Glia/Tedia
nendo il decimofettimo dì di Luglio mejfono fuori per la porta del Caflello di ci nel 9a^eI1°
uerfo le trincee , che loferrauano di fuori , più di trecento tra fanti , donne , aWrifcono i
fanciulli , & bocche difutili : allo slrepito delle quali , benché dalla guardia di gran nume
de nimici fuffe dato allarme , nondimeno non emendo fatta loro altra oppofi- ro di bocche
tiene , & ejfendo le trincee fi sìrette , che con l'aiuto delle picche fi poteuano difutili.
paffire, le pacarono tutte falue* Erano due trincee lontane due tiri di mano
dal Caflello, & tra ly una, & l'altra un riparo d'alte^ja di circa quattro
braccia : il quale riparo cofi come fiiceua guardia contro, il Caflello , dauafi-
curtà a chi dal canto di fuori hauejfe asfaltato le trincee* Ondarono quefle
genti a M augnano, doue era l'efferato ; & fatto fede dell' eflremitd grande,
in che fi trouauano gli affediati, & della debolezza delle trincee, poi che in-
fimo alle donne , & fanciulli l'haueuano paffate ; coflrinfero i Capitani a ri-
tornare per fare prona di [occorrerlo , conficntendo il Duca d'Vrhino per non ^ *■ Duca dì
riccuere infiefiolo queflo carico dificufiatione, non tanto facile quanto prima : fente a |. a£
perche effendo nelì'effercito più di cinquemila Sui'^eri non militaua più la tri Capitani
caufa principale, che haueua allegata d'ejfere pertcolofio l* accoflarfi fen'^a al- di ritornare a
tri fanti, che Italiani a Milano* Ter ciò fu determinato nel confìglio unita- M"an0*
mente -, che l'efferato non più da altra parte , ma dirittamente s'accoftaffe al
Caflello , & che prefio le Chiefie di San Gregorio , & di Sant'angelo ideine
a'foffi, alloggiaffe fitto Milano » Con la quale deliberatione partiti da Ma-
rignano fi conduffero in quattro di, per camino difficile a caminare perla
fartela delle f offe, & degli argini , il uige fimo fecondo dì di Luglio, tra la.
Badia di Cafaretto , & il fiume dell'ombro , in luogo detto uolgarmente
l'Ombra: nel qual luogo il Duca uarìando quello , che prima era l'Iato de-
liberatomei '■ configlio i uolle , che fi face jjè l'alloggiamento 3 ponendo la fronte
cai
dell' efferato alla Badia di Cafaretto 3 uicina meno di due miglia a Milano ,
col fiume dell'ombro alle fpalle; & diftcndendofi da mano deflra infino al
1s[auilio y dalla fmiftra infino al Tonte : in modo che fi poteua dire alloggiato
tra Torta T^en^a, & Torta Tofa ; perche teneua poco di Torta 7\Uoua : &
per quefti rijftetti > & per la natura del paefe alloggiamento molto forte*
lAllegaua il Duca d'hauerefatto mutatione da quefio alloggiamento a quello
de' Monafterij , per la uicinità del Caflello , per non efiere tanto fiotto le mu-
ranche fuffe neceffitato a metter fi in pericolo 3 & priuato della f acuità di uol-
tarfi douegli par efife : & perche il minacciarli da più partigli neceffitaua a
fare in più luoghi guardie grandi y- onde rifletto al picciolo numero delle gen-
^ Monda fi ti y che haueuano 3 s'augumentauano le loro difficultà . Condotto in quefio
prende alloggiamento l'esercito , del quale una picciola parte mandata il dì medefi-
mo alla Terra di Monda l'ottenne per accordo 3 & il dìfeguente efftugnò con
l'artiglierie la fortezza 3 nella quale erano cento fanti Isiapoletani : fi ri-
firinfono i configli di quello fuffe da fare per mettere uettouaglie nel Caflello
di Milano 3 ridotto come fi intendeua in eftrt ma neceffitd 3 con intentione di
farne ufeire Francefco Sforma : & benché molti de' Capitanilo perche nera-
mente cofi fentiffero 3 per dimoflrarfi animofi , & feroci in quelle cofe 3 che fi
: - haueuano a determinare con più pericolo dell' honore 3 & della Himationc
• d'altri che fina 3configliaffero che s 'affali afferò le trincee : nondimeno il Ducei
d'orbino y il quale giudicaua fuffe cofa pericolofifftma 3 non contradicendo
apertamente ,• ma proponendo difficultà, & mettendo tempo in me%o3 impe-
diuail farne conclufione . onde effendo rimeffala deliberatane aldi proffx-
f I Capitani mo yj Capitani Suiigeri dimandarono d' effer e introdotti nel configlio 3 nel
'' jCn ir quale ordinariamente non interueniuano. Le parole fece per loro il Cafiel-
mandanod» j ,.- 7 , , . , r. J r. . , ,.
entrare nel *ano "z Mus 3 che hauendone condotto La maggior parte 3 nteneua titolo di
configli©. Capitano Generale tra loro : il quale hauendo efpofto y che i Capitani Sui-%-
y^rifi marauigliauano 3 che effendofi cominciata quefla guerra per foccorre-
re il Caflello di Milano 3 & trouandofi le cofe in tanta neceffità3fisleffe3 do-
ve era bi fogno d'animo 3 & d'effecutione 3 a con fumar e il tempo uanamente
in diffutare fé era da /accorrere 3onò: non potere credere non fi facete deli-
beratane opportuna alla fallite commune 3 e^ all' honore di tanti Capitani y
& di tanto efferato ; nel quale cafo effifare intendere 3 che riceuerebbono per
grandijfima uergogna3 & ingiuria fé nell'accoflarfi al Caflello non fuffe dato
loro quel luogo della fatica 3 & del pericolo 3che meritaua la fede 3 & l' ho-
nore della natione degli Heluettj : ne uolere mancare di ricordare 3 che nel
pigliare quefla deli ber atione non haue fiero tanto memoria di quelli 3 che ha-
ueuano perduto con igncminiale imprefe cominciate, chef dimentica fiero la
gloria 3 & la fortuna di coloro 3 che haueuano uinto. !>{ellc quali confulte
mentre che il tempo fi confumaua 3 cono fendo fi chiaramente per tutti la in-
Untiont delDma aliena dal potere /occorre reyfoprauemiono nuoue 3 benché
DECIMOSETTIMO '«pi ■
non ancora in tutto certe ; che il Cafiello era accordatolo in procinto d'accor- Parole del
dar fi : al quale auifo il Duca preftandofede , di ffe , prefente tutto il configlio-, ?a ^Jr1
quefla co fa, fé bene pernitiofà per il Duca di Milano , effere defider abile , & uere jnCef0 i»
utile per la Lega : perche ella liberaua dal pericolo, che la cupidità ,ola ne- accordo del
teffità di fo e correr e il Cafiello non induce ffe quello efferato a far e qualche Cartello di
precipitatone ; effendo slata imprudenza grande di quelli , che s'erano mai l ano*
perfuafi, chef potè ff t foc correr e : & che bora effendo liberati da queflo pe-
ricolo, s'haueua di nuouo a confultare , <& ordinare la guerra nel mede fimo
mo do, eh e fé f uff e il primo dì del principio d'effa. Hebbefi poco poi la certex
•za dell'accordo ; perche il Duca di Milano effendo ridotto il C afte Ilo in tanta
tfiremìtà di uiuere,che apena poteuafoflenerfi un giorno ; & diff erato total-
mente delfoccorfo ; poiché dall'efferato della lega arriuato due dì innanzi in
alloggiamento fluitino nò uedeua far fi mouimento alcuno, continuate le pr a- • " ■ •• •■ 1
tiebe, che già più dì, per trouarfi preparato a queflo cafo , haueua tenute col
Duca di Borbone, il quale ritirato che fu l'efferato haueua mandato inCafiel . , -;
lo a uifitarlo, conchiufe l'accordo il xxiiij dì di Luglio. ls[el quale fi cotenne. D .. M. ?
che ferirà pregiuditio delle fue ragioni de ffe il. Cafiello di Milano a Capitani* iano ^à n £a
che lo riceueuano in nome di Ce far e ; hauuta f acuità da loro d'ufeirne faluo ftello a i Cefa
inficine co tutti quelli,che erano nel Cafiello: & glifuffe lecito fermar fi a Co- riani«
mo, deputandogli per fua fianca colfuogouemo, & entrate ; infino a tanto,
che s' intende ffe fopr a le co fé fue la deliberatione di Ce far e ; aggiugnendogli
tante altre entrate, che a ragione d'anno afeendeffero in tutto a trentamila dw
cati. Deffmgli faluocondotto per potere per finalmente andare a Ce far e : &
sobligarono pagare ifoldati, che erano nel Cafiello di quel che fi doueua loro
per gli slipendtj cor fi infino a quel dì , che fi diceuano afeendere a uentimila
ducati. Deffmfi in mano del Trotonotario Caracciolo, Gianàgelo Baccio, et il
Tolitiano ; perche li pottffe e ff aminar e, hauuta la fede da lui di rilafciarli poi
et farli còdurre in luogo ficuro. Liberaffe il Duca di Milano il Vefcouo d'*A-
leffandria,ch'era prigione nel Cafiello di Cremona ; & a Sforzino fu ffe dato
Caflelnuouo di Tortonefe.'ì^òfi parlò in quefla còuentione co fa alcuna del Ca
ftello di Cremona-ai quale il Duca nò potido più refiflere alla fame, haueua co
meffo a Iacopo Filippo Sacco mandato da lui al Duca di Borboniche no potè
do ottenerci' accordo altrimenti, lo promette ffe loro ; ma egli accorgédofi per
le parole, & modi del loro maneggio del defiderio gràde che haueuano del co
ucnire,moftràdo il Duca nò effere mai per cedere queflo, ottenne nò fé ne par
laffe ; perche i Capitani Impiali,ancora che per molte còietture còprédeffero
nò effere nel Cafiello molte uettouaglie,&che la neceffità preflo era per farli
ottener l' intento fuo;nòdimeno defiderofi d'afficurarfene haueuano deliberato
di accettarlo co ogni códitione , nò effendo certi che l'efferato della Lega apr-
fropinquatofi nò tHaffe difoccorrerlopel qual cafo nò còfidàdo delpoterfi hi
C iiij
40 L I B ^0
difendere le trincee, erano risoluti ài ufcire in fu la campagna a combattere :
il quale euento dubbio della fori ma fuggirono uolontìeri , con accettare dal
Duca quello, che poteffero battere. Il quale ufcito il dì feguente del Caflello,
& accompagnato da molti di loro infino alle sbarre dell'efferato ; poi che ui
fu dimorato un dì s' indir ii^ò al camino di Como : ma allegando gli Impe-
riali})auergli la stanila ficura in Como , ma non già di leuarne le genti , che
ui haueuano a guardia ; non uokndo più fidar fi di loro, fé bene prima haueffe
deliberato non fare cofa , che potejfe irritare più l'animo di Ce fare, fé n'andò
a Lodi : la quale Città fu da i Confederati liberamente rimeffa in fuamano :
negli ejfendo slato de' capitoli fatti offeruato cofa alcuna, eccetto che l' batte-
re lafciato partire luifaluo con tutti ifuot , & con le robbe loro , ratificò per
inflrumento publico la Lega fatta dal ^Pontefice, et daVinitiani in nomefuo,
Fapà propo- m a in quefto tempo medefimo il "Pontefice , benché per i mouimenti de'Co-
re , che fi n- [onntfi haueffe publicato il monitorio coutra il Cardinale , & contragli altri
mouario - ^^ famiglia, della Colonna, nondimeno uedendo molto diminuita la fheran-
jeie conerà > J o . ■* rr i i ini 11
Sane/i. %a di mutare ilgouerno di Siena , & efiendogli mole fio hauere trauagli nel
territorio di PKoma , preftò cupidamente orecchie a Don Vgo di Moncada , il
quale non con animo di conuenire , ma per renderlo più negligente alle pro-
uifioni, proponeua che fiotto certe conditioni fi rimoueffero l'offe fé contra Sa-
nefi j & tra Colonne fi, & lui : a trattare le quali cofe ejfendo uenuto in J\oma
Veffafiano Colonna, huomo confidente al Pontefice -,fu cagione , che egli, il
quale perduta in tutto lafperan^a di felice fucceffo intorno a Siena , trattaua
di fare leuare dalle mura l'efferato : differì l'effe e utione di queflo configlio
falutifero, affettando per minore ignominia di farlo partire fub ito , che fuffe
conchiufo queflo accordo ,- e^ nondimeno moltiplicando continuamente i di-
fordini , & le confufioni di (\uello efferato ,fu deliberato in Virente di farlo
ritirare, accade che il dì precedente a quello , che era defìinato a partir fi,
L'efferato fi effondo ufciti della Città quattrocento fanti , & inuiatofi uerfo l'artiglieria ,
uà d intoi-- a^ quale era a guardia Iacopo Cor fio, eglifubito con lufua compagnia uoltò
kua d'intor-
no a S
rotto.
le ff alle : & Ituato il romore, <& cominciata la fuga , tutto il reflo dell' effer-
ato, nel quale non era ne ubbidienza, ne ordine, non h attendo chi gli fegtd-
taffe , ne c&gli aff alt affé ,fimeffe da fé medefimo in fuga sfacendo agora i
Capitani, i Commiffari ; ifoldati a cauallo, & i fanti, ciafeuno di leuarfi più
preflo dal pericolo ; Inficiate a'nimici la uettouaglie , i carriaggi , & l'arti-
glierie : delle quali dieci pe^i tragroffi , & piccioli de' Fiorentini , & fette
de Perugini furono condotti con gradi ffma effultatione, & quafi trionfando
in Siena ; rinuouandofi con clamori grandi di quel popolo la ignominia delle
Artiglierie ; le quali grandi j] Imo tempo innayi%i perdute dà Fiorentini pur e
Alle mura di Siena, fi conferuauano ancora in fu la piazza publica di quella
Città, B^iceuutefi quefta rotta, il dìfeguerde a quello fiel quale jnpotefià de
DECIMO SET TIMO 41
Capitani Ce farei per Henne il Caflello di Milano : <& ne* mede fimi dì il Pon-
tefice y acetiche alle afflittioni particolari y sy aggiugneffero le calamità della Sol&nanntì
Bgpublica Christiana y hebbe auifi d'Vngheria > che Solimanno Ottomanno, ?.° Pj?,
il quale s'era mojfo di Coflantinopoli con potenti/fimo esercito per andare ad gheria.
asfaltare quel Bearne ; poi che haueua paffato il fiume del Sauofen^a contra-
ilo -perche pochi anni innanzi haueua efpugnato Belgrado y haueua hora
eff ugnato il Caflello di Tietro V aradino > & paffato il fiume della Draua :
. onde non gli oflandone monti, ne impedimenti de' fiumi, fi conofceua tutta
l'angheria effere in manifeflijfimo pericolo . Ma in Italia l% effere peruenuto
in potefta di Ce fare il Caflello di Milano y pareua che hauejje uariato molto
dello sìato della guerra ; effendo neceffario y come diceua il Duca d'orbino,
fare nuoui dìffegni y & nuoue deliberationi y come s'harebbe hauuto a fare ,
fé al principio non fujfe sìato in mano di Francefco Sforma il Caflello :con la
quale occafione , il dì medefimo y che fu fatta la deditione y dif correndo al
Luogotenente del "Pontefice ,&al 'Proucditore Vimtiano lo flato delle co-
fé yfoggiunfe bi fognar e un Capitano Generale di tutta la Lega; al quale fu f-
fe commeffo ilgouerno degli efferati : ne dimandare queflo più per fé y che + rt r\ j*
per altri; ma hauere bene deliberato di non prendere più fen^aque/ìa auto- Vrbino afpì-
ritd penfiero alcuno y fé non di comandare alle genti Vinitiane ; ricercando- ra al Capita -
gli lo fignific afferò a I\oma y & a Vincgia . Dalla quale dimanda y fatta in j1^0,,?^3
tempo tanto importuno y & con grandiffvma iracondia del Pontefice y per ri- ^lto ^ejja ££,
mouerlo y fu neceffario y che il Senato Vinitiano mandale in campo Luigi ga.
Tifano Gè ut Uh uomo di grande autorità : per opera del quale fi moderò più
preflo alquanto y che fi eflingueffe queflo ardore. Ma quanto al modo del
procedere infuturo nella guerra y fi deliberò y che l'efferato non fi rimoueffe
di quello alloggiamento y infimo a tanto ueniffero i SuiT^eri ; i quali fi folda-
uano col nome y & per mezo del I{e di Francia : alla uenuta de' quali affer- \
maua il Duca effere neceffario fare due alloggiamenti da dje bande diuerfe
intorno a Milano ; non per affaltare yne per tentare di sformarlo ; ma per
farlo cadere per mancamento delle uettouaglie : il che diceua confidare pote-
re fuccedere in termine di tre mefi y ribattendo femprc caldamente l'oppenio-
ne di quelli y che configliauano y che fatti che fuffero quefli alloggiamenti,
fi tentaffe di espugnare quella Città : allegando y che effendo la Lega poten-
tiffvma di danari y& hauendone gli Imperiali grandiffvma difficultà y tutte
le ragioni prometteuano la uittoria dell' imprefa : neffuna fare timore del
contrario y fé non il defiderio di accelerarla: perche col tempo y & conia
patieni^a confumando fi gli auerfarij ynonpoteua mancare y che le co fé non
fi conduceffero a felice fine * Et effendogli qualche uolta rijpoflo y il difeorfo
effe re ueriffvmo ogni uolta y chef poteffe ìlare ficuro , che di Germania non
Wniffe foccorfo. di nuoui fanti : il quale quando ueniffe tale, che gli Imperiali
4* II J*Hp*-'
potc fiero ufórc alla campagna > non fi potere negare > eh e le co fé refiafferó
totalmente fottopofit all'arbitrio della fortuna : replicaua in quel cafo pro-
metter fi la uittoria non meno certa ; perche conofeendo la caldi 7^a di Bor-
bone y giudicau a, che ogni uolta , che eglifi riputa fife pari difor^e all' effer-
ato de Confederati , fi frignerebbe tanto innanzi , che darebbe a loro occa-
fione d'hauere con facilita qualche profiero fucceffo 3 che accelererebbe la
uittoria. Ma perch e per le dijficultd 3 che sintendeuano efiere nella con-
dotta de'Sun^eri , fi dubiiaua , che la uenuta loro non tardajfe molti dì ; &
pero e fiere molto danno fa la perdita di tanto tempo 3 fu deliberato per confiti.
I Confederati gito principalmente del Duca d'Vrbino > & infilando anche al mede fimo il
mandano Ma Duca di Milano , di mandare /libito Malatefia B agl'ione con trecento huo-
latefta aire . m^ ^arme ^ trecento caualli leggieri , & cinquemila fanti alla tfpugnatio-
di Cremona, ne di Cremona , imprefa giudicata facile , perche uera dentro poco più dì
cento b uomini d'arme , dugento caualli leggieri 3 mille fanti 1 edt fichi 3 &
trecento Spagnuoli ; pochifjìmc artiglierie , & minore copia di mMnitione;
non molta uettouagha, il popolo della Città, benché inuilito , & sbattuto,
& yùmico ; il C afelio contrario : il quale benché fuffe sìato fiparato dalla.
Citta con una trincea > nondimeno per relatione d'Annibale Viccinardo Ca-
stellano fi poteuafperare di torli i fianchi 3 & pero facilmente d' espugnarla. ,
Ando Malatefia con quefii configli a Cremona ; per la partita del quale e fi
fendo diminuite le genti dell'efferato 3 non sìaua il Duca d'orbino con leg-.
, . gierofofietto 3 che le genti > che erano in Milano 3 non affali afferò una notte-
gli alloggiamenti ; tanto erano lontane le co fé dalla fieran^a della uittoria ;
commetteuanfi nondimeno fpejjifj ime fcaramuccie per ordine di Giouannide
Scar amoccìc Medici : nelle quali benché appariffe molto lafua ferocità 3&-la jua uirtu ;
fpefle di Gio- <gr il ualore de' fanti Italiani 3 siati ofeuri infino 3 che cominciarono a tffere
uanni jV". retti da lui : nondimeno nongiouauano , an^i più prefio noceua.no allafom-
hao. *»<* della guerra 3 per le frequenti ucci/ioni de fanti esercitati 3 & di mag-
giore animo. Ma in queflo me^o ijucceffi auerfi delle cofe h alienano inde-
bolito molto dell'animo del Tontefice 3 non bene proueduto di danari alla
lunghezza > la quale già appariva, della guerra; ne difiofio aprouedeme,
con quelli modi 3 che ricercaua la importanza delle cofe , & co' quali erano
foliti a prouederne gli altri Vontefici : ma lo turbaua ancora molto più il
non fi uedere y che gli effetti del F{e di Francia corri(pondeffero alle obliga-
tioni della Lega ; & a quello , che ciaf amo s'era promeffo di lui . perche ol-
tra l'ejfere proceduto molto lentamente al pagamento de' quarantamila du-
cati per il primo me fé 3&la tardità ufata alle prouifioni neceffarie per la
fpeditione de'Sui^eri . non fi uedeua preparatane alcuna per dare princi~
pio a muouere la guerra di là da monti ; allegando efiere neceffario, che pri-
ma fi faceffe la intimatìone a C efare 3 fecondo cbef^difionena feri capitoli
25 1 C I'M O S' E T T 1 M 0 4*
delia confederatione ; perche facendo altrimente il F{e d'Inghilterra, il quale
haueua lega particolare con Cefareadifenfione commune ,per auenturalo
aiuterebbe : ma fatta la intimatione cefferebbe queflo rifletto :& che però
prontamentemoutrebbe la guerra y &fperaua y che il Re d'Inghiltterra fa-
rebbe il medeftmo : il quale prometteuafubito y che fuffe fatta la intimano*
ne yproteflareaCefare y & dipoi entrare nella confederatione fatta a Cu-
gnach . Vroccdeua anche il Re freddamente a preparare l'armata mariti-
ma : <& quello che manifeflaua più l'animo jko y tardauano molto a p affare \\ rc procede
i monti le cinquecento lance y le quali era obligato a mandare in -Italia , & lentamente a
benché s'aUegajfe procedere quefla tardità o dalla negligenza de'Francefi, prcpararela
0 dalla impotenza de' danari , & dal credito perduto negli anni proffimi co'
mercatanti di Lione y o dall' effere le genti d'arme in grandiffimo difordine
per il danno riceuuto nella giornata di V aula; & perche dapoi haueuano
hauutoniuno y opochiffimi danari; in modo che hauendofi a mettere quaft
del tutto in ordine y non poteuano (pedirfi fen^a lunghe^a di tempo. 1S(oh
dimeno chi confìderaua più intrinfecamente i progreffi delle cofe y comincia-
uà a dubitare y che il Re haueffe più cara la lunghe z^a della guerra y che'Ja
celerità della uittoria ; dubitando y come è picciola la fede y & confidenza y j. rpra> prf
che è tra' Trincipi, che gli Italiani, ricuperato che haueffero il Ducato di cìpiepocafc
Milano y tenendo picciolo conto de gli intereffifuoi, o non face jfero fen^a lui de/,
concordia con Ce far e y o uer amente fuffero negligenti a trauagliarlo in mo-
do, che haueffe a reftituirgli i figliuoli. *Accrefceua lafofpenfwne del Ton- ,
tefice ydoe il Re d' Inghilterra y ricercato d'entrare nella confederatione y Inghii-
della quale era slato confortatore y non cor rifondendo alle perfuafìoni y & rjfp0nde alle
promeffe y che baueua fatte prima y dimandaua y più preflo per interporre p romefle in-
dilatione y che per altra cagione } che i Confederati s'obligajfero a pagargli torno la con-
1 danari douutigli da Ce fare y & che lo Stato y & l'entrata promeffagli nel tederaaonc»
Regno di ~h{apoliyfi trasferiffe nel Bucato di Milano. Ternata anche il ..„ „ .
'Pontefice y che i Colonnefi yi quali con uartj moti lo teneuano in contìnuo more de'Co-
foretto y con lefor^e del Bearne di Tripoli non l'affalta jfero. Vero raccol- lonnefi eflbr-
te infieme tutte le difficultd y & tutti i pericoli y faceua infiamma co' Collega- u ^"(H6^
ti y che oltra ilfollecitare ciafeuno per lafua parte le prouifioni terreflri y & "^ t ^o J£
maritime y efprejfe ne' capitoli della Lega y s'ajfaltajjè communemente il Re- Napoli,
gno di ISJapoli con mille caualli leggieri , & dodici mila fanti y & con qual-
che numero di gente d'arme; giudicando per gli. effetti fucceduti infino a
quel di y che le cofe non potè fferofuc cedere profperamente y fé Ce far e non
fuffe moleflato in altro luogo y che nel Ducato di Milano. Ter le quali Gìouambattl
cagioni mandò al Re di Francia Giouambattifia Sanga Etmano t uno *Ja Sanga ma
de'fuoi Segretarij y per incitarlo a pigliare la guerra con maggiore caldc^- ^zXKq di*"
ya, dimoiandogli quanto effbfi trouaffe effauflo3& impotente a continuare Francia*
44 DECIMOSETTIMO
nelle jpefe mtdefme , fé non erano anche foccorfo da lui di qualche quantità
di danari . Che non oflante , che nella confederatane non fuffe slato tratta-
to d'ajfaltare il Bearne di Is^apoli , mentre duraua la guerra di Lombardia ,
Vinitiani con f dijjwnejfe a fare quefla di prefente : alla quale, benché i Vinitiani, per non
e'aggrauare di tante jpefe , hauejfero da principio fatto difficultd ; nondime-
s
cótraNapoU n°uinti dalla fua inftan^a ,haueuano confentito di concorrerui , etiandio
ftn^a il B^e ; ma con tanto minore numero di gente , quanto importaua la fua
portione . Che il Bg per quefla cagione , oltra le cinquecento lance , alle
ProuiTionì di quali haueua disegnato per capo il Marchefe di Saluto , moffo più, fecon-
gcnti fatte dal. do diccua , dalla buona fortuna , die dalla uirtà dell' huomo ; mandajfeal-
tre trecento lance in Lombardia , per poterne trasferire una parte del Bea-
rne di 1<(apolì . Che fi follecitaffe la uenuta dell'armata di mare , o per slri-
gnere con effa Cenoua , o per uoltarlà contra il Begno di IS^apoli : la quale
benché da Francefi fujje fpedita con la medejìma licenza , che fi fyediuano
l' altre prouifìoni; nondimeno s'andaua continuamente jòllecitando : <&era
dell'annata ^ 'wMtóa del Bg quattro Galeoni , & fedici Galee fittili : quella de' Vini*
de'Colkgati. tiani tredici Galee ; del Tapa undici : della quale tutta era deputato Capi*
Pietro Na uar tano Generale, ad inflanya del F{e, Tietro T^auarra , non oflante, che ilVa-
ra capo ddl' ^a bauejfe battuta più inclinatane ad .Andrea Doria. Fu oltra tutte quefle
Collegati. cómejjò al Sangafegretiffmaméte,che tentale il I\e a fare la imprefa di Mi-
lano per fé , per dargli cagione , che con tutte le for^e fue fi riftntiffe alla
guerra, Hebbe anche il Sanga commijfwne d'andare poi dal F{e d'Inghil-
terra , per dimandargli fuffidio di danari : conciofia che quel B^e , che da
principio defideraua tanto la guerra contra Ce fare , che Je la Lega fi fuf-
fe trattata in Inghilterra , come egli , & Eboracenfe defiderauano , fi
crede farebbe entrato nella confederatone : ma non hauendo patito il tem-
po, &la necefjìta del Caflello di Milano , che fi fac effe lunga pratica %
poi che uidde fattala Lega per gli altri , gli panie poterfi sìare dimeno,
cerne fi ettùton, & giudice. Trattaua anche il V ontefice , slimolato da
Vinitiani, & non meno dal B^edi Francia, il quale a quefla effetto ha-
Il Vefcouo di ueua mandato il Vefcouo di Baiofa a Ferrara , di comporre le differente con
Eaiofa man- quel Duca , benché più preflo in apparenza , che in effetto , proponendogli
^at|°?apCrra" dìuerfi partiti , & tra gli altri di dargli Bguennain contracambio diMo-
con^porrT)? ^cna * ^ ^ R£&&0 > cofa dijprei^ata dal Duca , non filo perche hauendo
differenze c6 &a Pref° anlmo dalla ritirata dell'esèrcito dalle porte di Milano , fi rendeua
.quel Duca, più diffìcile , che ilfolito , a partiti propofligli ,<&a queflo di ì\auenna pe-
nalmente ; & per effere molto diuerfe le entrate , & perche queflo gli pareua
me^o da farlo uiuere a qualche tempo in contentane co' Vinitiani. Quefle
erano le pratiche , le preparationi , & l'opere de' Confederati , differite, in-
terrotte, & uariate fecondo le forile, fecondo ifini, & i configli de'Trincipi.
Mano?i
DECIMO SE T T 1 M 0 4f
Ma non eragia in Ce far e, le deliberationi del quale dipendeuano da fé sleffor
negligenza , ne irrefolutione di quello, che comportajfero lefor%efue ; per*
che hauendo ilì\e di Francia, ad inflanya degli Oratori de' Confederati, di-
negato licenza al Viceré, che la dimandò infino con le lagrime , di paffare in
Italia ; egli, rifiutati doni di ualorc di uentimila ducati, fé nera ritornato in
Ifpagna ; portando feco cedola di mano del t{e di Francia , d'effere parato al-
l'offeruan^a dell'accordo di Madril , permutando la refiitutione della Bor-
gogna in pagamento di due milioni di ducati : al ritorno del quale , Ce far e,
perduta ognijfieran^a, che il %e di Francia offeruaffe la capitolatone, deli- Prouffionl fat
berb mandarlo in Italia co una armata, che portaffe i fanti Tedefchi ; i quali jC.J:a Cefare»
». •» r ri \_ ". , './• AM dilperarode
%n numero poco meno di tremila fi slauano a Verpignano ; & tanti fanti Spa l'offeruanza
gnuoli, che in tutto faceffero il numero difeimila : prouedeua di mandare di dell'accordo
nuouo a Milano centomila ducati Sollecitando lafpeditione dell'armata , la di Madril,
quale non poteua efferefi preflo ; perche oltra il tempo, che andaua a metter-
la infieme, & a preparare i fanti Spagnuoli , era necejfario pagare a'Tede-
fchi centomila ducati, de' quali erano creditori per gli slipendij paffati, Có-
metteua anche arduamente in Germania , che a Milano fi mandaffe foccor-
fo di nuoui fanti :ma non ui prouedendo danari per pagargli , & effendo il q^^^
fratello per la pouertà fua impotente a prouedergli , procedeua molto tarda n£ fUCCedono
qucftafyeditione : & nondimeno la tardità, & ifucceffi poco profperi de Co- profperamé-
federati , faceuano che fi poteffe affrettare ogni dilatione. Ver che Malatefia te»
condotto a Cremona piantò la n otte de fette d'^igoflo l'artiglierie alla porta fa a ™:a Pja
della Muffa, giudicando quel luogo effere debile , perche era malefiancheg- ria a Cremo!
giato , & fenica terrapieno : e^ uolendo nel tempo medefimo dare l'affalto na.
dalla banda del Caftello, giudicaua a propofito battere in luogo lontano , per
chefuffero neceffitati quelli di dentro a diuidere tanto più le genti loro, 7<lon
dimeno battuto che hebbe, parendogli che quel luogo fuffe forte, & bene ri-
parato, & la batteria fatta tanto alta, che reflaua troppo eminente da terra
l'altera del muro,firifoluè di non gli dare l'affalto; ma cominciare con co-
figlio diuerfo una batteria nuoua uicino al Caflello,in luogo detto Santa Mo-
naca, douegia haueua battuto Federigo da Botolo : & nel tempo medefi-
mo faceua due trincee in fu la pia%ja del Caflello ; una che tiraua a man de-
fira uerfo il To,doue quelli di dentro haueuano fatto due trincee ; &fl>eraua
con la fua torre loro un baftione , al quale già s'era arriuato afei braccia , il
quale baflione era nella prima trincea loro appreffo alla muraglia della Ter
ra ; & pigliandolo difftgnauaferuirfene per caualiere a battere a lungo del-
la muraglia, doue batterono prima i Fr ance fi . però gli Imperiali faceuano
un'altro baflione dietro all'ultima trincea loro. L'altra trincea di Malatefia
tra a manfiniftra uerfo la muraglia, <&gia tanto uicina alla loro , che s'ag-
liugneuano co'faffi ; & condotte k trincee al diffegnofuo , deteminauafare
4$ HH°
batteria ; ne lo impediuano a fare lauorare l'artiglierie decimici ; perche in
Cremona non erano più, che quattro Falconetti, poca murùtione , & trahe-
nano molto poco : nondimeno i vanti di dentro non reftauano, ufcendo fuor a,
di battagliare quelli, che lauorauano alle trincee ; mettendoli fpeffo, non ofta-
te che haueffero gr offa guardia , in molte difficutà : onde Malatefta quafi in-
certo di quello, che haueffe da fare ; confondeua, con non molta fua laude, co
uarij giudi tij > ferini nelle fue lettere, i Capitani dell'efferato ; i quali ueden-
dol'oppugnatione riufeire continuamente più difficile, feciono andare nel
campo fuo mille dugento fanti Tedefchi, condotti di nuouo dàVinitiani afye-
fé communi col Vontefice : & pochi dì poi , per prouedere alla difeordia , <&
emulationc, che era fra Malatefta, & Giulio Manfrone , mando dall' effer-
ato con tremila fanti il Vroueditore Ve fero , che difomma beneuolenira era
già diuentato poco accetto al Duca d'Vrbino. Ma la notte, uenendo i tredici
.d'^Agoflo ,fece Malatefta piantare quattro peT^i d'artiglierie tra la porta
di Santo Luca, & il C afelio, per pigliare un baftione : doue effendofi battuto
quafi tutto il dì ,fece sboccare la trincea , con fperan^a di pigliare la notte
medefima il baftione : ma alla quarta bora della notte , pochi fanti Tedefchi
ufeiti della terra affittarono la guardia delle trincee , che era tra dentro , &
fuor a, più di mille fanti, & difordinaiili , gli coftr infono ad abbandonai la:
benché il dì feguente furono coftr etti a partir fene; in modo, che la trincea fat-
ta con tanta fatica reflò abbandonata dall'una parte , & dall'altra. Ma la
fortuna uolle moftrarfi fauoreuole a quelli di fuori , fé hauefferofaputo, o co-
t Muraglia .nofCere, o pigliare l'occ afone : perche la notte, uenendo i quindeci, cafearo-
cafea. °° : no dafe mt 'defimo circa cinquanta braccia di muraglia, tra la porta di Santo
Luca, & il C 'afelio, infieme con un pe^po della loro artiglieria : doue fé con
prefte'^a, uenuto che fu il dì,fifuf]e prefentata la battaglia, erano quAlì di
dentro, fyauentati da accidente fi improuifo fetida Iperan^a direfiftere ; per-
che il luogo, doue harebbono battuto a slare alla difefa, reftauafcoperto dal-
l'artiglieria dd Caftello . Ma mentre, che Malatefta tarda , prima a rifol-
uerfi , poi a mettere in ordine di dare l' affatto , i fidati lauorando di dentro
follecit ' amente, & copertifi la prima cofa co' ripari dall'artiglieria del Caftel-
lo, fi ripararono anche alla fronte da'nimici ; in modo, che quando fu presen-
tato l' affatto , che erano già uenti bore del dì , ancora che a quella banda fi
uoltaffe la maggiore parte del campo , nondimeno s'accoftarono ; perche an-
dauauo troppo feoperti, con grandi ff?no danno : &accoftatifi, erano oltrale
Morte <3i Giù altre difefe, battuti da infiniti faffigittati da quelli di dentro : in modo che ni
lio Manfrone reflò morto Giulio Manfrone, il Capitano Macone , & molti altri foldati di
M^toncìo1 o con^tione* Dcttcfi nel tempo mede fimo un'altro affatto per la uia del Caflel-
Cremona. i°* doue furono ributtati , benché con pjco danno : & era ordinato , che alla
batteria fan a da Santa Monaca, fi deffe un'altro affatto con ottanta h uomini
z> è e i m o s z r r i m o 4?
<f arme, cento eaualli leggieri ,& mille fanti; ma hauendo trouato ilfoffo pie-
no d'acqua, & il luogo bene fortificato, fi ritirarono fetida tentare „ Sopra*
Henne poi il Troueditore Ve fero con tremila fanti Italiani , con più di milie
Sui^eri, & con nuoua artiglieria per poter fare due batterie gagliarde ; in
modo, che trouandofi più di ottomila fanti , dijfegnauano fare due batterie,
dando lafiàlto a ciafeuna con tremila fanti, <& affaltare anche dalla parte del
Caflello con duemila ; & hauendo condotto in campo grandi JJìma quantità di
guaflatori, lauorauano follecit amente alle trincee , delle quali ejfendo {punta-
ta una a uentitre d'*Agoflo, ottenneno dopo lunga battaglia di coprire un fiati
co denimici. La notte poi precedente ad dì uigefimo feflo furono fatte due
batterie, una guidata da Malatefla di là dal luogo doue haueua battuto Fe-
derigo, l'altra alla porta della Muffa, guidata da Camillo Or fino ; l'una , <&
l* altra delle quali hebbe pocofucceffo ; perche il terreno doue piantò Malate-
fla, per effere paludofo, non teneua ferma l'artiglieria, & accófentendo ogni
nolta ch'ellz tiraua, i colpi batteuano troppo alto : quella di Camillo fu bajfa,
ma fi trouò che n'era la fojfa con l'acqua, & tanti fianchi d'archibufi, che no
fi poteua andare innanzi. Vero ancora che , non oflante qucfle dijficultà, fi
àeffe la battaglia ;fi riceuè quiui molto danno : & benché dal canto di Mala-
fta i fanti fi conduceffero alla muraglia ; paffata una foffa , doue era l'acqua
dentro più profonda , che non sera intefo , furono facilmente ributtati. Fu
anche dal canto del Caflello tirata giù una parte del caualiere, & ui monta-
rono fu i fanti ; ma perche lafcefa dal lato di dentro era troppo alta , furono
ributtati gli ajjàlitori ; che per tutto haueuano asfaltato con poco ordine 3
con piccioli ffvmo danno denimici ; morti, & feriti molti di loro . Coftrinfero
quefti difordini , & il perderfi lajperan^a di pigliare altrimenti Cremona ; j\ j)uca j»y
perche in quel campo mancauagouerno , <& ubbidirne , il Buca d'Vrbino bino da Mila
ad andarui perfonalmente : il qual leuato dell'efferato, che era intorno a Mi no và a 9re ""
lano, quafi tutti i fanti de'Vinitiani ; & lafciatiui una parte delle genti d'ar- J^^3 C°j n
me , con tutte le genti Ecclefiuflicbe ,<zri Sui'^eri , che erano già arriuati genti de' Vini-
in numero di tredici mila ; {predando , bora che ui reftaua minore numero toni,
di gente, & fogliata d'un capo di tale aut or itày quello pericolo , che prima,
quando itera egli con maggiori for^e dimoftraua continuamente di temere ;
affermando non effere ufo di gente di guerra , & degli Spagnuoli meno che
degli altri , affaltare altre genti di guerra nella fortei^ja de loro alloggia-
menti , fi conduffe intorno a Cremona, diffegnando di uincerla non perfora*
fola di batteria, & d' affiliti ; perche i ripari de'nimici erano troppo gagliar-
di > ma col cercare con numero grandifiìmo di guaflatori accoflarfi alle trin-
cee , & baftioni loro , & con lafor^a delle tappe , più che con l'arme, infi-
gnorifene. Fu imputato ilgouerno di quefta imprefa.contra lo Stato di Mila-
no da Capitani Imperiali , in molte cofe^& principalmente della ritirate
48 L I B T^O
i Guerra di fa filano , ma non meno dall'hauere tentata da principio debilmente , &
milano, &dl e cn poche forile T oppugnatone di Cremona; confidando fi nanamente , che
p'oucrnata da fuffe facile il pigliarla , & che poi feoprendofi le difficultd , haueffero conti-
li parte de' nuandola impegnatola tal parte dell' efferato , che haueffe impedito loro le
Confederati, occafwni maggiori ', che nel tempo che fi confimi quiuifi prefentarono . per-
che e (fendo già arrmato in campo il numero intero tanto defiderato de'Sui'%-
?eri, fi poteua facilmente, ferrando Milano, fecondo che fempre sera difft-
gnato, con due efferati, impedir eia copia grande delle uettouaglie , che per
la uia di Tania continouamente n'entrauano : le quali l' efferato filo, che era
all' cimbra , per hauere a fare circuito grande , non poteua impedire» Ma .
molto più importo perdere l'occafione, che s'hauena forfè di sformare Mila-
no ; perche nella gente, che nera dentro, erano foprauenute tante infirmiti,
che baflando con difficultd quelli che erano fani a fare le f anioni, <& le guar-
die ordinarie , fugiuditio di molti , & de gli Imperiali medefimi > che fé in
quel tempo fuffero ftati trauagliati, portauano pericolo grande di rìonfi per-
dere. Ma maggiore, & certa occafione era anche quella di pigliar Genoua;
Armata de perche effendo l'armata Vinitiana congiunta con quella. del Tontefice a Ci-
Confederatia «V; JJ a i '
Lìuorno per utta occhia, & di poijermateji nel Torto di Liuomo,per affettare l arma-
Pimprefa di ta Francefe ; la quale con fedi ci galee, quattro galeoni ,& quattro altri na-
Genoua.^ uigli, condotta nella B^iuiera di Tonente, haueua per uolontd della Cittd,ot-
Gake Fraceii tmuta $auona & tUfta U riuiera di Tonente ; & prefi poi più nauilu cari-
ottengono Sa . . ,. ■>, , nX :' . *■ J *■ " r J ,
uona. c"1 "i grano , che andauano a Genoua , pafio a Lìuorno a unir fi con L altre .
JLrafi anche deliberato , che a fpe fé communi de' Collegati, fi armafferonel
porto di Marfilia dodici nani gr offe o per affali -are, fecondo il co figlio di Tie-
tro IS^auàrra, infitme con le galee Fr ance fi, l'armata ; la quale fi preparaua
nel porto di Cartagena ; o almeno per incontrarla nel mare , Doue fatta uela
le tre armate a uentinoue d'^goflo fi fermarono l'Ecclefiaflìca,&la Vinitia
Genoua affé- na a Torto Fino , la Francefe ritornò a Sauona ; onde fienosa contraflo feor-
diatadairar- rendo tutti i mari sirigneuanoinmodo Genoua, doue era mancamento di
federati! '°" uettQmgfie> che non potendo entrami più per mare cofa alcnna,non è dubbio
che fi fi fuffe mandato qualche numero di gente per la uia di terra ad impedi-
re quello, che era filo il loro rifugio, bifognaua che Genoua s'accordale , ne
i Capitani dell'armate, hora con lettere , hora con mejjìproprij faceuano in*
fianca d! altro, chiedendo che almeno fi mandaffero per la uia di terra quat-
tromila fanti. Ma ne dal canto di Cremona fi poteua leuaregente, & p ari-
do al Duca , e^ agli altri pericolofo il diminuire l'efferato , che era a Mila-
no, s'intratteneuano con lafperan'^a , che fedita Cremona, fi manderebbe
una banda di gente [ufficiente. La quale imprefa, come era gagliarda la uir-
tù de'difenfori, & cornei' opere grandi, che fi fanno co'guaflatori, ricercano
molto tempo ;procedeua ogni dì con maggiore lunghezza* che non era fiat a
creduto
.. D E C I M 0 S E T T 1 M 0 49
creduto ; perche il Duca hauendo uoluto in campo duemila guastatori, molte
artiglierie , & munitioni ; &grandijfima copia d'inflrumenti atti a lauora-
re d'ogni forte : faceua arduamente lauorare nelle trincee del CafleUo, & al
bafiione di uerfo il To per guadagnarlo , &feruirfene per caualiere ; ancora
ebei rumici, bauendone dubitato più dì, s'erano tirati a dietro con un riparo
gagliardo : lauorauafi ancora alle due tefle della trincea, che attrauerfaua la
pia%ja del Camello y per roumart i caualieri , che uhaueuano i nimici : &
tra le due trincee del campo fi lauoraua uri altra trincea larga fei braccia, co
prendo fi col terreno innanzi, et dal lato per far un caualiere come s'arriuaffe
allafoffa della trincea desùmici . lauorauafi ancora unfojfofuora del CafleUo
uerfo il muro della Terra per andar a trouare il bafiione di uerfo la muraglia-
rouinata. & dalla Torta di Santo Luca,infino alla muraglia medefimafi la^
uoraua uri altra trincea : ne fi ceffaua di battere con l'artiglierie piantate nel
CafleUo i ripari de nimici ; i quali per la malignità del terreno , che era ter-
ra molto trita , erano pacati facilmente da quelle : non iflando anche otioft
quelli di dentro , perche per diffidenza di potere tenere lungamente le loro
trincee , & caualieri lauorauano unfoffo uerfo le cafe della Città; & nondi-
meno ufeiuano jpcjfo fuori con molto uigore affaltando i lauoratori « &la
notte uenendo i fette, asfaltarono le trincee ,cht 'fi lauorauano dalla banda del
CafleUo da tre parti ; doue trouati i fanti , che leguardauano , quafi tutti a
dormire, riammalarono più di cento, & parecchi Capitani, &fi conduf-
fono infimo al riuellino del CafleUo ; & nondimeno le cofe loro continuamente
fi ftringeuano. Ver che fattofi il Duca d'orbino la uia con le trincee infino a
ripari loro, che feparauano il CafleUo dalla Città , asfaltandoli poi con quaU
che feoppiettieri , e^ con qualche buon faldato , coperti con gli feudi , faceua
loro gran danno : & l'artiglieria anche deUe torri del CafleUo faceua il me-
de fimo . però gli Imperiali abbrucciarono il loro riparo , che fi faceua al ca-
ualiere ; perche non fuffe parapetto a quelli di fuori . & ejfendofi a dicianoue
sboccate due trincee nelle foffe loro, fi ritirauano con altre trincee; delle quali
il Duca d'Vrbino teneua poco conto, perche per la breuità del tempo non po-
teuano effere bene fortificate, & perche ritirandofi più al largo, era neceffa-
rio, a difenderle, maggiore guardia : <& nondimeno dalla banda del campo 3
fé bene l' oper e fuffero finite, fi procedeua con qualche lentc^jca, effendo necef-
fario riordinare, & rinouare i fanti deVinitiani , slati molto tempo fen^a
danari ; <& però diminuiti molto di numero : foprauenendo fempreneUe cofe
deCoUegati difordine fopra difordine. *A che mentre sattendeua, ufeiuano
fyeffò gli Imperiali la notte a tentare le trincee ; ma indamo -.perche lafperié-
o^a deUa percoffa riceuuta haueua infegnato a gli altri» Ma ricondotti fanti'
abaflan-^a , cominciò ilDuca d'orbino a uentidue a battere foUecitamente
ma torre a canto alla batteria di Federigo > doue hauendo battuti pocbiffirm
D
re i i b \o
colpi, conofeendo i mìmici ejferc ridotti in termine, eh e non poteuano ricufare
d 'accordar fi , mando dentro uno trombetto a ricercare la Citta; col quale u-
Capitolalo fitto fuori un Capitano Tedcfco , un Capitano Spagnuolo , & Guido Vaina,
ne latta da gli fu ;/ dì fedente fatta co loro capitolatane, che non hauendofoccorfo per tut-
^upcnah^ ^ ^ mej't y hauefjero a lafciare Cremona : & che a'Tedefcbi fufie permefiò
eli Collcfr1»' andar fene in Germania, a gli Spaglinoli nel J{egno di l^apoli ,• promettendo
non andare fra quattro mefi alla difefa dello Stato di Milano : lafciajfero tut-
te l' artiglierie, & munitioni ,* & partiffmfi con le bandiere ferrate, fen^a fo-
nar e tamburi, o trombe, eccetto che nel leuarfi . Uaueua in quefto me^o il
fi Re dì Fran j{e di Francia, alla corte del quale fi fermò poco dipoi, come Legato, il C ar-
ci* rifpondc binale Salutati, partitofi di Spagna con licenza di Cefare,rifiofto alle richie-
di Cardinale jjkjatfqgfi in nome del Tontefice ;fcufandofì , fé l'opere nonfarebbono eguali
lichiefte dd aÙ* ttolontd , per effere molto effaufio di danari : ma nondimeno fé gli conce-
Papa. iena f acuità di rifeuotere una decima dell'entrate beneficiali per tutto il Ese-
guo, lo foutrrebbe con una parte de danari , che fé ne rifcotefftro , di uenti-
mila ducati il me fé ,* & che concorrerebbe alla guerra di 'Napoli . dinegami
benché da principio ui dimoftraffe inclinatione, d'attendere per fé all'acquifto
del Ducato di Milano $ difuadendonelo maffimamente Lautrech , & la ma-
dre . del rompere la guerra di là da' monti , dauajperanT^a ; ma diceua effere
neceffario, che precedere la intimatane : la quale fatta, offeriua di muouere
la guerra a confini della Fiandra, & di Verpignano, benché fi comprendete
non tìhaueffe difiofitione , non ejjendo in quefto diuerfo l'animo fuo da quello
del F{e d'Inghilterra ; appreffo al quale la fyeditione fatta per parte del Ton-
tefice, fece piccioli/fimo frutto : perche uolendo il Cardinale Eboracenfe in-
trattenere ciafeuno, & effere pregato da tutti, non procedeuano'a concitato-
ne alcuna : am^i & il J\e,& il Cardinale rijpondeuanofpefib : ^4. noi non ap-
partengono le cofe d'Italia. T^el qual tempo temendo i Collegati, che i Gri-
Collcgati te- gioni, i quali nell'affedio del Caflello di Milano haueuano ricuperato, &fl>ià
e i del nato Cbimmiàì non fi conduceffero col Duca di Borbone , o almeno permet-
Caftello di afferò, che i Tedefchi,che s'ajpettauano al foccorfo fuo paffaffero per il paefe
M il ano nò fi loro ; il Tontefice, & i Vinitiani s'obligarono di condurre duemila fanti Gri-
conduceflero gjum agli sìipendij loro : pagare al Caftellano di Mus , il quale temendo del
co bor one , j^lica fa j^nano quando uenne nell'efferato, s'erafuvvito di campo ; &• da-
nccoducono . • fi *\ * -r-,- • »
duemila a gli f01 y pretendendo efiere creditore per t pagamenti fatti a SutTgert > haucua
loro ftjpendij fatto prigioni due Imbafciadori Vinitiani , che andauano in Francia, cinque
mila cinquecento ducati , che sformati gli haueuano promejfi : reftituirnea
loro altrettanti che haueua effati : farli liberare da'datij nuoui impofti da lui
a chi nauicaua per il Lago di Como . i quali s'obligarono d'impedire il p affo
d'Tedefcbi; & operarono, che Tegane loro Capitano, condotto dal Duca di
Borbone con duemila fanti, nò andajfe. Ma in tanto procedeuano l'altre cofe
DECIMOSETTIMO fi
di Lombardia tepidamente: perche l'efferato intorno a Milano 3 nel quale era, .
diminuito molto il numero, ma non le paghe de'Sui^eri,flaua otiofo,nonfa
ceìido altro, chele confuctcfcaramuccie. Tiufollecite, & maggiori molelìie Spagmiolich*
partoriuano l'opere degli Spagnuoli, che erano in Carpi ,• t quali hauédo taci €[aJÌO In Car
tornente auifi dijpie,& comodità di ricetti nel territorio del Duca di Ferrara fórn a eli Ec*
daua.no impedimento grandi/fimo a' Corrieri, & all'altre perfone, che onda- clcfaftici. .
nano all' efjer cito ,& correndo per tutti i paefi circo/tanti, infino nel Bologne fé
& nel Mantouano , non però contra ad altri, che contra [additi Eccefiafiici,
faccuano danni innumerabili. Era pure finalmente il Marchefe di Salw^o Marchefc di
xon le cinquecéto lance Francefi, pajfato nel Tiemote:pey la uenuta del quale * Zp? PaF*
Fabritio Maramaus,che pò fio il campo a Valenza, nella quale era a guardia
Giouanni da Birago,la hatteua con l'artiglierie, fi ritirò a Baffignanama ri- Fabritio Ma*
cufando il Marche/è poffare più innaìi^i,fe da Confederati no gli erano pagati ramaus , che
per eguale portione quattromila fanti yi quali haueua co quefia intentione me battcua Vale
nati di Francia,^ facendone il l{e grandiffima infiamma perficurtà delle fue ^ i.rit,ra a
genti di arme y & per maggiore riputatione del Marchefe, fu neceffario accó-
fentirlo. Occupò nel tempo medefimo Sinibaldo dal Fiefco la Terra di Ton- sìnìbaldo dai
tremoli y poffeduta da Sformino; ma con la medefima facilita fu preflo ricupe*- Fìefco occupa
rata per me^o della I\occa. In Milano patinano affai di danari; perche da Ce Eontrcmoli.
fare no ne ueniua prouifione alcuna y <& la pouertd, & le frefe intollerabili de' ^ ?.n? p .
Milanefi erano taliy che con difficultàfi rifeoteuano i trentamila ducati slati
promeffi dal popolo al Duca di Borbone ,col quale fi códuffero per nò e fiere ac~
tettati aglifiipendij de Confe derati per le jpe fé grand iffime y che haueuano*
Galeazzo da Birago,& Lodouìco da Belgioiofofi quali infino a quel dì haue
nano in ogni accidente feguitato la parte Fr ance fé ; nel qual tepo Giouàni da
Birago occupò 'l^oui. !>{e quali mouimenti lo Stato del Marchefe di Man- Marchefc dì
tona era come commune a ciafcunoy feufandofi per effercfoldato del Tótcfice Mantoua.
C^ Feudatario di Cefire;an^i effendo propinqua alfine la condotta fuay fi ri-
conduce per altri quattro anni col Tonteficey& co' Fiorentini, co efyreffa có-
ditione di non e fiere tenuto di fare ne con la per fona, ne con lo Stato fuo con-
tra Cefare , benché nel principio della guerra haueffe defiderato d'andare
perfonalmente nell'effercito ; il che non piacendo al Toniefice , perche non
confidaua del fuo gouernogli haueua rifpoflo, che effendo Feudatario di Ce-
fare, non uoleua metterlo in queflo pericolo. Quefto era alihora lo fiato del-
le co fé di L omb ardia. In Tofana i Fiorentini , non hauendo ne efferato ,
ne arme nel territorio lorOj fentiuano con lo fendere le molefiie della guerra: Fiorentini fé*.
perche il Tontefice non hauendo con modi ordinarti danari , & oftinatoa t°nolcmoIc-
r i Za j- ■• i r- j-/r ■ u^i ftic della gUCT
non ne prouedere con gli straordinarij , lajctaua con gradijjima impieta , r£U
addoffo a loro quafi tutte lefpefe , che fi faceuano in Lombardia . 1 Sane fi
non slauano fen^a moleftia nelle parti marittime ; perche \Andrea Doria
D ij '
r* L I B ^0
l Sanefi mo- il quale daprincipio haucua occupato Talamone,& Tortbercole,glifaceua
Urtati nelle continuamente guardare Jjench e Vaiamone non molto poi dal Capitano pre-
parj "An -" f °fi° dia guardia fuffe dato a Sanefi : & i Fuorufciti fomentati dal Tontefh-
àu* Doria. ce>faceuano nella Maremma qualche moleflia : nella quale Giampaolo fi-
gliuolo di Bgn^o da Ceri ,foldato del Tontefice , prefa furtiuamente con al-
+ Orbateli© cuni caualU la porta della terra d'Orbatello,foprauenendo poi egli conglifuoi
prefo. caualìi, & fanti occupò la Terra. Ma a Bgmafuccederono cofe di grandi f>
fimo momento, caufate non per uirtù dì arme > ma per infidie, & per fraude,
?°!v V"mre con ignominia grande del Tontefice, & con difordinare lefieran^e di Lom-
SCce Tacqui- bar dia, douefifieraua per l'acquiflo di Cremona condurre a fine l'imprefa di
ilo di Cremo Genoua ; & di potere , fecondo i diffegni fatti prima ,fare due diuerfi allog-
na , & di Gè- giamentì intorno a Milano : perche dopo la rotta riceuuta a Siena , nonfpe-?
noua. rondo il "Pontefice potere trauagliare con grandi effetti i Colonneft ,.& ha-?
vendo uolto l'animo ad asfaltare con maggiori for^e , come è detto , il Bggno
di "Napoli : & da altro canto non fyer andò i Colonne/} , negli agenti di Ce fa-
re potere fare effetti notabili contra lui,& defìderando ancora di torgli tem-
po y in fino a tanto uenijfe il Viceré con l'armata di Spagna, mandato, * Bgma
r fc lattone Veffafiaw Colonna , alla fede del quale il Tapa credette , haueuano a uenti-
«te'Colonnefi due dì d* *Agoflo capitolato infieme, che i Colonneft rendejfero *Anagnia , &
col Papa per gli altri luoghi pr e fi : ritir afferò le genti nel Bearne di TSlapoli, ne teneffero
ingannarlo. pu fìlfati nt\\t iene , le quali poffeggono nel Dominio Ecclefiafli-
co: poteffero liberamente feruire a Ccfare contra ciafeuno alla difenfione del
Bearne Napoletano . Et da altro canto il Tontefice perdonaffe a tutti l'offe fé
fatte : aboliffe il monitorio fatto al Cardinale Colonna : non offendeffe gli ìla-<
ti loro, ne gli lafciaffe offendere da gli 0 rfini . Sotto la quale capitolatone,
mentre che il Tapa tenendo conto più che d'altro della fé de di F afpafi ano, in-
cauto fi. ripofa ; hauendo licentiati i caualli, & ^afi tutti i fanti, che haueua
faldati ; & quelli pochi, che gli reflauauo, mandati ad alloggiare nelle Terre
circoflanti : & raffreddato anche i diffegni dell' affalt are il B^egno di ls(apoli.
Le fy effe querele, & protefli, che haueuano da Milano , & da Genoua i mi-
niflri di Ce fare refidenti nel Bearne ; onde erafignificato, che fé i progreffi de*
Confederati non s'interrompeuano con potente diuerfione , quelle Città non
poteuano più foflenerfi : però non hauendo modo a fare f copertamente guerra
gagliarda , & chepartoriffe rimedij fi fubiti ; uolfono l'animo ,& ipenfieri
ad opprimere con infidi e il Tontefice. Le quali mentre eh e fi pr eparano, ac-
. r c*oche all' affiittione , che haueua per le cofe proprie , s'aggiugneffe ancora l'
d' Vngheria affittitone per le cofe pubtiche ;fòprauennono nuoue,che Solìmanno Ottoma-
rottoinbat- noTrincipe de 'Turchi haueua rotto in battaglia ordinata LodouicoB^di
taglia da So- yngheria ; co?ifeguendo la uittoria non meno per la temerità de' rumici, che
Iimanno. per iefor3^ fue . perche gli Vngheri ancora che pochtjfmi di numero a com-
peratane
DECIMOSETTIMO fi
par at ione di tanti nimici, confidatifipiu nelle uittorie hauute molte uolteper
il paffuto contra'T urchi , che nelle cofe prefenti ; prefuafono al Bggiouane di
età, ma di configlio anche inferiore all'età ; che per non ofcurare la fama, <&
• V antica gloria militare de popoli fuoi ,* non affettato ilfoccorfo , che ueniua
di Tranfiluania,fifaceffe incontro a' rumici, non ricufando anche di combat-
tere in campagna aperta,nella quale i Turchi, per la moltitudine innumera-
bile de* cornili, fono quafi in fuper abili . Corrilo fé adunque l'euento alla te-
merità, & imprudenza . fu rotto l'esercito raccolto di tutta la nobiltà , &
huomini ualorofi d'Vngheria ; commtffa di lorograndiffima occifione ; mor-
to il l\e medefimo , & molti de* principali Tr elati , & Baroni del Hegno. + H Re d'Va
Ter la quale uittor ia tenendo fi per certo, che il Turco haueffe a ftabilire per gheria e mor
fé tutto il B^gno d'angheria , con grandiffimo pregiuditio di tutta la Chri- t0 da Turchi
flianità ; della quale era fiato moltijfvmi anni lo feudo, & antemurale ,fi cò-
mode il Tontefice marauigliofamente ; come ne gli animi già perturbati , &
afflitti fanno maggiore impreffione i nuoui difyiaceri, che non fanno negli a- tramaglio ut
nimi uacui dall'altre pajfioni . però riuolgendo nella mente fua nuoui penfie- le cofe d'Viu
ri, & dimoftrando ne'gefìi s nelle parole , & nell'effìgie deluolto fmifurato ghena , & le
dolore , chiamati i Cardinali in Conciftoro fi lamentò efjicacifjìmamente con facr™ ^ff *■
loro di tanto danno,& ignominia della I{epublica Chrifliana, alla quale non n/djeeire in.
era mancato egli di prouedere, fi col confortare, & fupplicare affiduamente vn Cociftoro.
i Trincipi Chrifliani della pace ; fi colfoccorrere in tanti altri grani bifogni
fuoi quel F^egno di non picchia quantità di danari : effere Hato per la difefa
di quel F^egno, <& per il pericolo del refio de' Chrifliani molto incommoda, &
importuna laguerraprefente, & hauerlo egli detto, & conofeiuto infimo da
principio : ma la necejjìtà hauerlo indotto , poi che uedeua effere {predate
tutte le conditioni honefle della quiete, <&ficurtà della Sedia jLpoflolka, e£*
dì Italia , a pigliare l'arme contra quello , chefempre era sìatafua intenta-
ne ; perche & per la neutralità ufata per lui innanzi a quefta neceffità, & le
conditioni della Lega, che haueua fatta , riguardanti tutte al beneficio com-
mune, dimoflrare a baflan^a non l'hauere moffo alcuna confideratione degli
intereffiproprij , e^ particolari fuoi, & della fua cafa : ma poi che a Iddio
forfè a qualche buon fine era piaciuto, che fujfe ferito il capo della Chrifliani-
tà , & in tempo, che tutti gli altri membri di queflo corpo erano diflratti da
altri penfieri , che da quello della falute commune ,• credere la uolontàfua ef- *
fere che per altra uiafi cer caffè di fanare fi grane infirmità : & però toccan-
do quefla cura più all' ufficio fuo paflorale, che ad alcuno altro , hauere difpo-
fio, poflpofle tutte le confiderationi della incommodità, del pericolo, & della
degnitàfua, procurata il più preflo poteffe, con qualche condizione , una fo-
fpenfione dell'arme d'Italia , falire in fu l'armata , & andare perfonalmente
a trouare i Trincipi Chrifliani , per ottenere da loro con perfitafioni , con
D iij
f 4 L I B 1^0
prieghi, con lagrime la pace uniucrfale deChrifiiani : confortare ì Cardinali
ad accinger fi a queftafpeditione ,&ad aiutare il Tadre comune in fi fleto fo
ufficio : pregare Iddio che fufje fauoreuole afifanta opera; la quale quando
per i peccati comuni non fi potcjje condurre a per fett ione , gli piace fie almeno
concederli gratia, eh e nel trattarla>innan\i nefuffe efclufo della (peran%a,gli
foprauenifje la morte : perche neffuna infelicità ,nejjuna miferia gli potrebbe
efiere maggiore, che perdere la fper an^a ,& j acuità di potere porgere la man
/aiutare in incendio tanto pernitiofo,& tanto peftifero. Fu udita con grande
attentione ,& etiandio con non minore compaffione lapropofla del Tontcfice
& còmendata molto ; ma farebbe fiata anche cómendata molto più, fé le pa-
role \ue hauejfero hauuta tanta fede, quanta in fé haueuano dignitàiperche la
maggiore parte de' Cardinali interpretaua , eh e hauendo prefe l'arme contra
Cefare nel tempo, che già per le preparationi palefi de Turchi era imminente
& mani fé fio il pericolo dell'angheria lo commoueffe più la difficultà , nella
quale era ridotta laguerra,che il pericolo di quel i{eame:diche non fi potejjè
fare uera (perien^a . perche i Colonne fi cominciando ad effequire la perfidia
Cefare 'Fìler- disegnata, haueuano mandato Cefare Filettino feguace loro con duemila fan
tino mandato ^ a^ ^nagnia , doue per il Tontcfice erano dugento fanti pagati, con dimo-
da'Cobnnefi firatione per occultare i loro penfieri, di uolere pigliare quella Terra : ma ha
con duemila uendo in fatto altro animo, occupati tutti i pajfi, & fatto eflrcma diligenza,
fanci. che a Bgma non uenijfero altri auifi de'progreffi loro, raccolte le genti manda
te intorno ad ^Anagnia,^ co quelle, et co altre loro, che erano in tutto circa
ottocento caualli,& tremila fantijna quafi tutte genti comandate, cambiati
do con grande celerità, ne fi prefentendo in J{oma co fa alcuna della uenuta lo
ro, arriuatiui la notte, che precedeua il dì uigefimo di Scttébre, prefono im-
Roma impro pr0Hifamente tre porte di Fornai & entrati per quella di San Giouanni Late-
falita da'Co- rano,effèndouiin per fona nonfolo *Afcanio,& Don Vgo di Moncada; perche
loanefu il Duca diftffa era morto molti giorni innanzi a Marino ; ma ancora Vefia-
fiano flato melano della concordia,^ interpofitore per fé, & tutti gli altri
della fuafede,& il Cardinale Tompeo Colonna, traportato tanto dall' ambi-
tione,& dal furore, che haueffe confi 'irato nella morte violenta del Tótefice;
disegnando anche, come fu comune & confidante oppenione, confiretti con la
uiolen,%a,& con l'arme i Cardinali ad eleggerlo, occupar e co le manifangui-
nofc,& con l' operazioni federate, cjrfaCri leghe la Sedia uacante del Tonte-
fice : il quale intefa,chegia era giorno, la uenuta loro, che già erano raccolti
Pana in gran intorno a San Cofimo <& Damiano , pieno di terrore, & di confufione cercaua
co linone per uananwnte fa prouedere a quefio tumulto;perche ne haueuafor^ proprie da
affatto di Ro difender fi;ne il popolo di J\oma parte lieto de 'fuoi finifirt, parte giudicando nò
ma • attenere a fé ti dàno publico, faceua fegno di mouerfi . perciò accrefeiuto l'a-
nimo decimici, uenuti innanzi fi fermarono con tutte le genti a Santoro-
DECIMOSETTIMO S?
sìolo:ondcj}>infòno per Tonte Siflo in Trafleuere circa cinquecento fanti, con
qualche caualìo : i quali ributtato dopo qualche refiflen'xa Stefano Colonna
dal Tortone di Santo Spirito, che faldato del Tonte fi ce era ridotto quiui con
dugento fanti, s'indr lavarono per Borgo uecchio alla uolta di San Tiero, <&•
delpalai^o Tontificale,eff.ndoui ancora dentro il Tontefice;il quale in uano
chiamando l'aiuto d'lDDii>,& degli huomini,inchinado a morire nella fua
Sedia, fi preparaua, come già haueua fatto Bonifatio Ottauo nello infulto di
Sciarra Colonna, di collocar fi con l'h abito, & con gli ornamenti Tontificalt
nella Cathedra Tontificaleima rimoffb con difficultà grande da queflo propofi
to da' Cardinali che gli erano intorno, che lofcongiuraua.no a mouerfi,fe non
per fé almeno per la fallite di quella Sedia, & perche nella per fona delfuo Vi\
cario non fuffe fi fcelerat amente offefo l'honore di Dio ; fi ritirò, infieme con *J Papa fi tU
alcuni di loro de'fuoi più confidenti in C afelio a hore diciafette, & in tempo, |ira in CalM
che già non fa lo i fanti, & i caualli uenuti prima: ma etiandio tutto il reflo de
la gente faccheggi andò il Tala%£o,&le ce fé, &ornamèti fiacri della Chiefa $acco & pa g
di San Tiero ; non hauendo maggiore rifletto alla maefld della Religione, & lazzo, & di
aWhonore delfacrilegio , che haueffero hauuto i Tur chi nelle Chiefc dell\e- San Pietro.
gno dì angheria. Entrarono dipoi nel Borgo nuouo del quale faccheggiarono \
circa la ter^a parte, nò procederlo più oltra per timore dell'artiglierie di Ca
fello. Sedato poi il tumulto, che durò poco più di tre hore , perche in F^oma
non fu fatto danno, o moleftia alcuna,Don Vgo fiotto la fede del Tontefice, &
riceuuti per sìatichi della ficurtd fua i Cardinali Cibo , &■ T{idolfi , T^ipoti bQr& RM^fi
cugini del Tontefice , andò a parlargli in C afelio , doue ufate parole conue- fatichi.
nienti a uincitore , propofe conditione di triegua : fopra che ejfendo differita
la rifftofta al dìfeguente,fu conchiufa la concordia, cioè, triegua tra il Ton-
tefice in nome fuo , & de Confederati , & tra Ce far e per quattro mefi , con Triegua,&ca
difdetta di due altri mefi; & con facilità a' Confederati d' entrami infra due pitolationc
me fi : nella quale fuffero inclufi non falò lo Stato Ecdefiaflico , & il I{egno ^y^'*
dil^poli; ma etiandio il Ducato di Milano, i Fiorentini, iGenouefi,i
Sane fi , & il Duca di Ferrara , & tutti ifudditi della Chiefa mediate , &
immediate . Fuffe obligato il Tontefice ritirare fubito di qua da To le genti
fue , che erano intorno a Milano , <& riuocare dall'armata Andrea Dorici
con le fue Galee : perdonare à Colonne fi , & a chiunque fufje interuenuto in
queflo infulto : dare per sìatichi della offeruan^a Filippo Strofi , & uno
de figliuoli di Iacopo Saluiati ; i quali fi obligò mandare a !>{apoli infra due
mefijfotto pena di trentamila ducati . &gli Imperiali, & i Colone fi a leua-
re le genti di F{oma, & di tutto lo Stato della Chiefa,& ritirarle nel Bearne
di \apoli. Alla quale triegua concorfe l'una parte , & l'altra cupidamen
te-% ti Tontefice per non effere in Caftelh uettonaglta dafoflentarfi,Don Vg<*
benché reclamando i Colonne fi, perche gli pareua fatto affa! a beneficio di Cc-
farc,& perche quafi tutta la gente, con che tra entrato in I\oma,carica della
Triegua del preda s'era diflìpata in diuerfe parti. Da quefta triegua s'interroppono tutti
Papa con gli j djfjègni di Lombardia, & tutto il frutto della uittoria di Cremona ; perche
terronlpc le" no oftante C^)C 1Hafi ne'medefimi dì arriuajfe all' ejfer cito con le lance Francefi
cofe di Lom- il Marchefe di Saluto, nondimeno mancando le genti del Tontefice, che per
bardia. \a triegua ilfettimo d'Ottobre fi ritirarono la maggiore parte a Tiacen^a.-fì
difordinò non meno il dijfegno di mandare gente a Genoua,che il diffegnofat
to diflrignere Milano cou due eserciti. Dette anche qualche diflurbo, che il
Duca d'orbino fatto che hebbe l'accordo con quelli di Cremona, no affrettata
la confegnatione andò in Mantouano,ancora chegiafapeffe la triegua fatta a
%pma,a uedere la moglie;& hauendo confentito allegenti,che erano in Cre-
mona prorogatane di tempo a partir fi, s'affrettò U partita loro intorno a Cre
mona tanto tempo, che non fu l'tffercito prima che me^o Urne fé d'Ottobre co
grauiffimo detrimento di tutte lefacende;perchefi trattaua di mandare gente
et Genoua, ricercate più che mai da Tietro Ts^auarra, & dal Troueditore de
l'armata Vinitiana,& effendo nell'efferato ricongiunte uifuffcro le genti Vi
nitiane, tate forile che baflauano a far e queflo effetto fen^a partir fi di quello
alloggiamento;perche & col Marchefe di Salwzjo erano uenute cinquecento
lance, & quattromila fanti, & ui s 'affrettauano di giorno in giorno i duemila
Grigioni còdotti per l'accordo che fi fece con loro: & il Tontcfice,ancora che
faceffe palefe dimoflratione di uolere offeruare la triegua, nondimeno hauédo
occultamente diuerfa intentione , haueua lafciato nell'efferato quattromila
fanti fiotto Giouàni de Medici, fiotto pretefio chefuffero pagati dal I{e di Fra-
eia, ficufia che haueua apparente colore ; perche Giouanni de Medici era conti
imamente fioldato del I{e, & fiotto fino nome riteneua la compagnia delle geti
Cremona co- d'arme. T art tronfi finalmente le genti di Cremona, della quale Città fu con-
regnata a Fra fegnaxa [a poffeffione a Francefco Sfor'%a;& i Tedefichi col Cap. Corradinofie
n'andarono alla uolta di Trento ; ma i caualli, & i fanti Spagnuoli hauendo
paffato il To per tornar fene nel ì\egno di T^apoli, & effendo fatta loro qual-
che difficultà dal Luogotenente di concedere le patenti, & i faluicondotti fiuf-
ficienti ; perche era moleflo al Tontefice che andaffero a iS^apoli, prefio all'im
prouifo il camino per la montagna di Tarma, et di Tiacenr^a,<& dipoi rip af-
fato con celerità il To alla Chiarella fi conduffono falui nella Lomellina,& di
Genti dA Pa- P°* a Milano, Trefolo partì dalle mura di Milano per l'offeruan^a ddla trie
pa dopo la gua il Luogotenente con le genti del Tontefice , ma etiandiofi dificoftò da Gè*
triegna fi par noua ^Andrea Doria con le fiue galee .-onde erano pochi dì prima uficiti fieimila
tono d int°r- farti tra pagati, &uolontaru ; perche in Genoua erano quattromila fanti pa
Andrea Do- '£<# *,f 0 ordine dì affiatare feicento fanti, i quali con Filippino dal Fiefico erano
ria da Genoua in terra : ma Filippino haueua fatto nella fiommità delle montagne apprejfo a
DECI M^O'S E: T ' T J M O f?
Vortofino talefortificatione di ripari, & bafiìoni ', che gli còflrinfe a ritirarfi + Andrea D*
con non picciolo danno ; & nondimeno n-jn molto dipoi ^Andrea Loria co Cd nì jW.™
i .f \ m r • r i. ; • n» rr t- attedio di G«
£d/ee ritorno a Tortojino per continuare injieme con gli altri nell ajjedioma- ooua.
ritimo diVenoua. Ma nel tempo medeftmo che quefle co fé fuccedeuano con
uarij euenti in Italia, gli Oratori del Tontefice,del I\e di Francia, & de Vi- Gli Amba *
nitiani intimarono il quarto di Settembre (tanta dilatione craflata interpo- ^cì^°^ <je*
fla a fare queflo atto) a Ccfare la Lega fatta , & la f acuità , che gli era data t jmae^ a* r"""
d'entrami con le conditioni ejprejfe ne' capitoli: al quale atto efftndo flato pre- fare la Lega.
ferite l'Oratore del Kg d'Inghilterra gli dette una lettera dclfuo I{e, che lo co
fortaua modeftaméte ad entrare nella Legatil quale udita l' intimazione rifpo-
fe agli Imbafciadori non comportare la degnitàfua, che entraffe in una confe Rìfpofta di
derat ione fatta principalmente contra lo fiato, & honorefuo; ma che ejfendo 9ctV c -a .§1j
Slato fempre dijpoflijfimo alla pace uniuerfale, di che haueua fatto dimoflra- ri alcolica»
t ione fi elùdente js'offeriua a farla di prefentefe effx haueuano i mandati fuffi- ti .
denti ; da chef credeua haueffe l'animo alieno ; ma che proponete quefla pra
tica per maggiore Juagiuflificatione,& per dare caufa al {{e d'Inghilterra dì
fopraffedere l'entrate nella Lega:raffireddare con quefla fferan^a le prouifio-
ni de Collegati; & indurre poi co'mc^i del trattarla qualche gelo fia,& diffi-
denza tra loro; & nondimeno follecitaua da altro canto le prouifioni dell'ar-
mata , che fi diceua effere di quaranta 'tyaui, & di feimila fanti pagati : per
follecitare la partita della quale, che fi metteua infieme nel Torto tanto me-
morabile di Cartagenia , partì a uentiquattro dì di Settembre dalla Corte il
Viceré, dimoflrandofi Ce far e molto più pronto, & più folle cito allefacende,
che nonfaceua il I{e di Trancia-M quale ancora chefir etto da intereffifigraui
con fumana la maggiore parte del tempo in piaceri di e accie, di balli, & d'in-
trattenimenti di donneai figliuoli del quale diff erata l'offeruan^a dell'accordo
erano siati condotti a Vagliadulit. Còflrinfe la uenuta di quefla armata il Prouifioni del
Pontefice fojpettofo della fede del Viceré, et de gli Spagnuoli ad armarfupero Papa P° *?
nonfolo chiamo a I{oma Vitello con la cópagniafua,& despoti ; ma etià- iniperadorc.
dio cento huomini d'arme del Marfchefe di Mantoua,& cento cauaìli leggio
ri di Piermaria 1\pffo;& dall' efferato gli furono mandati duemila Sui^eri
a fyefefue,& tremila fanti Italiani : & nondimeno continuaua affermare di
uolere andare in Iffagna ad abboccarfi co Cefareida che lo diffuadeuano quafi
tutti i Cardinali,maffimamente non andando a co fa certa,<& confortandolo a
mandare prima Legati. Bromato il Duca d'Vrbino all'efferato, & fenica Deliberar ioni
fperan'fa alcuna d'ottenere o con lafor^a dell'arme , o con la fame Milano, <*el Duca di
sfacendo i Capitani dell' armate gràdiffima inflan^a,chefi mandaffero giti j"° intQr
* moleflare per terra Genoua ; deliberò per potere fare queflo effetto difeoflar fa & Milano»
fi con l'efferato dalle mura di Milano ; ma diffofle le cofe in modo, che conti-
nuamente fuffero impedite le uettouaglie , che andaffero a quella Citta : perà
fi L I B E^O
+ Monda fi itfte principio alla fortificatione di Monda 3 per poterui lafciare genti , le
for citici quali attendeffero a rnoleflare le uettouaglie 3 che ji conduceuano dal Monte
di Brian^a 3 & d'altri luoghi circoftanti : & fortificata l'haueffe 3 trasferire
Y efferato in uno alloggiamento 3 onde s'impedifjèro le uettouaglie 3 che con-
tinuamente ni andauano da Biagraffa ,&da Tauia : il quale alloggiamento
come fuffe fortificato , andaffe uerfo Genoua il Marchefe di Saluto co fanti
fuoi y & con una banda di Sui^eri ; cofa defiderata eflrtmamente dall'ar-
mate y per ejfere ridotta Genoua in tale eftremitd di uettouaglie y che con dif-
fidata fi poteua piufoftencre. Ma effendo tali quefle deliberationi 3 che non
fipoteuano mettere ad effecutione fé non con lunghezza molto maggiore 3che
non conueniua allo siato delle co fé y & alla necceffità di Genoua 3 ne man-
cando ad ottenerla altro 3 che il dare impedimento alle uettouaglie _, che uifi
conduceuano per terra 3 non fi conduceuano le co fé diffegnatc ad effetto , non
oflante che nell'esercito fi trouaffero quattromila Sui'^eriy duemila Gri-
giori! y quattromila fanti del Marchefe di Saluto 3 quattromila pagati dal
Pontefice fiotto Giouanni de Medici 3 <& i fanti de'Vimtiani ,• i quali fecondo
gli oblighi 3 & fecondo l'ajfermatione loro 3 erano diecimila ; ma fecondo la
uerità numero molto minore. L euojfi finalmente l'efferato l'ultimo dì d'Ot-
tobre dal? alloggiamento 3 nel quale era slato lungamente 3 & fi ridujfea
Tioltello 3 lontano cinque miglia dal primo alloggiamento ; effendofi nel lu-
nare fatto unagroffa fcaramuccia con quelli di Milano ; co' quali ufcì Borbo-
ne in per fona. Era la intentione del Duca fopraflare a Tioltello tanto 3 che
fuffe dato fine alla fortificatione di Monda , nella quale penfaua lafciare due-
mila fanti con alcuni caualli 3 & poi condurfi a M augnano : doue delibera-
to l'altro alloggiamento , &prefolo 3 & fortificatolo ; & for fé prima fiecon-
+ n A> V ^° ^ceua Prcfa Biagraffiy mandare poi le genti a Genoua , co fé di tanta lun-
bino e biafì - S^cz^a } che dauano cagione d'accufarlo ,• non oflante y che egli allegaffe per
una co. parte difuafeufa le male proni fiorii de'Vinitiani : i quali non pagando i fanti
a' tempi debiti y non haucuano mai fé non molto defettiuo il numero promet-
teuano3& partendo fene di quelli 3 che h alienano fempr e per il fopraflare del-
le paghe molti 3 erano necejjitati rimetterne di nuouo molti quando dauano
la paga : in modo che 3 come uerìfimilmente diceuay haueuafempre una mo-
na militia y & un nuouo efferato. Ma quella dilationey che infimo a qui pa-
reua sìato uolontaria y comincio ad haucre cagione 3 & colore di neceffità:
perche dopo molte pratiche tenute in Germania di mandare foccorfo di fanti
in Italia 3 le quali per la importanza dell' arciduca y<& per non haucre
Giorgio Fró- C efare mandatoui prouifione di danari , erano siate itane; Giorgio Fron-
^f rgh % PjF° IP0^ affettionato alle cofe di Ce fare } & alla gloria della fina natione 3 &
te in Gcrma - c^e due uo^e Capitano digrofjè bande di fanti era stato con fomma laude in
«ìiaper Ccfarc Italia per Ce far e contra Francefii, deliberato con le facilita prinatefoftentarc
DECIMO- SETTIMO ff
quello , in che mancauano i Trincipi ; concitò con l'autorità fua molti fanti,
col mofirare l'occafione grande di predare, & d 'arricchir fi in Italia : &
conuenuto con loro , che con rkeuere da lui uno feudo per uno lo feguit afferò
alfoccorfodiCefare; e^ ottenuto dall'arciduca fujfidio dì 'artiglierie ,&
ài caualliy fi preparaua a pajfare , facendo la maffa di tutte le genti tra
Bolzano ,& Marano. La fama del quale apparato penetrata in Italia,
dette cagione al Duca d'orbino di Iettare il penfiero da moleftare Genoua , Duca ^7^
ridotta quafiin ultima eflremità ; non oflante che ^Andrea Doria diminuite pcui aall'iiA*
ledimande prime , non faceffe infiamma di hauere più di mille cinquecento prcfa di Gè-
fanti ; disegnando di farne egli altrettanti ; gli quali anche il Ducagli negò, nona.
allegando perfeufa la necejjìtà , che haueua hauuta di fare andare dall' effer-
ato mille cinquecento fanti de'Vimtiani in Vicentino , per timore , che i Vi-
nitiani haueuano , che ilfoccorfo Tedefco non fi diri^affe a quel camino.
La quale oppenione il Duca confutaua , perfuadendofi farebbono la uia di
Lecco : per la quale cegione siaua . fermo a Tioltello , per effete più propin-
quo aWiAdda; pubblicando uolere andare ad incontrargli, & combattere
con loro di là dall'Edda all'ufeita di Valle di Sarfina. Co fi cominciando a
tornare in nuoue , & maggiori diffiarftd le co/è di Lombardia , era anche
accefo nuouo fuoco in terra di Rgma ; perche il Tontefice cofiemato d'animo
per l'accidente de Colonne/i , inclinato con l'animo alla pace , & all'andare
con l'armata a Barcellona, per trattarla perfonalmente con Ce far e , haueua,
fubito partiti che furono i nimici di Roma , mandato Taolo d\Arcr2ofuo Pao*° ^^rra
' r. . .: ^ . , v r r rr rr V> zo mandato
Cameriere al I\e di Francia ; perche con conjentimento Juo pa\\a)\e a Cejare, ^ p aj
per la pratica della pace ; & per fare anc he intendere al % le fue neceffità, Re di Fracia.
& i fuoi pericoli ; & dimandargli per poter fi difendere centomila ducati.
Ideile quali coft era tanto difeor -dante da fé medefimo , che uolendo dal F{e
danari , & maggiore prontezza alla guerra , nonfologli negaua le decime,
infiando di uolerne per fé la metà , // che il I\e ricufaua , dicendo , non s' effe-
re mai coflumato nel Bearne di Francia ; ma ancora non fi rifolueua a.
creare Cardinale il Gran Cancelliere ; il quale per l'autorità , che ha -
ueua ne ' configli del Rg, & perche per fua mano paffauano tutte lefpe-
ditioni de ' danari , poteua effergli in tutti i fuoi disegni di grandiffimo
momento. lS(on mancò il Rg condoler fi con Taolo , & con gli altri Re d'Inani!-
7{untij del cafo di Rgma , offerire le cofe fue alla fua difefay mojìrar- |c^a ^ ™
gli che non poteua più fidar fi di Ce far e ; dargli animo , & confortarlo a non ancjare a Bar/
perfeuerare nella triegua : nel quale cafo , & non altrimenti diceua uolere zalona.
pagare i uentimila ducati promejji per ciafeuno me fé : a che anche & a non Re di Fracia
andare a Bar^alona lo confortò il Rg d'Inghilterra; ilquale intefo l'accidente fpc°n *? rfa f *
feguit o gli mandò uinticinquemila ducati. S confort aua il Rg di Francia l'an ^ ta ^ Pa
data del Tontefice a Trincipi, come cofa che per l'importanza fua meritaua a Barzaloiu.
éo L 1 B V^O ' ' "
molta confideratione : & dinegò da principio , che 'Paolo andajfe a Ce fare >
o perche haueffefofpetto che il Tontejice non cominciale con lui pratiche fé-
paratelo perche ,come diceua,fujfe più honoreuole trattare la pace per me^o
i il Re cli^ del j^e d'inghilterra,che parere di mendicarla da Cefareibenche nò molto poi
Francia fi co- ejTend0 fatta da J\oma di nuouo inftan-^a della /ita andata la conferiti, o perche
pa vada a fure defideraua la pace,o perche cominciale a difpiacerli ch'ellafufje tratta*
Barzalona. ta dal Bg d'Inghilterra ; i progreffi del quale erano tali3che meritamente du->
bitaua di non effere per gli intere/fi fuoi propri] tirato a conditioni non conue*
nientuconciofiia che quel J(e, an-^i fiotto ilfuo nome il Cardinale Eboracenfey
pieno d 'ambitione ,& defiderofo d' effere giudice del tutto , proponete condi-
tioni ejìrauaganti;& hauendo anche fini diuerfi da! fini degli altri, fi lafciaffe
dare parole da Cefare,& no haueffe l'animo alieno, che il Ducato di Milano
fuffe per me^o della pace del Duca di Borbone, pur che a lui fi congiugnere la
fonila di Cefare , accioche afe r efi affé fac ulta libera di maritare la figliuola
del J\e di Francia. I conforti adunque fatti al Tontefice dall'uno, & l'altro
}{e ; il dubbio di non perdere co' Collegati, & prillato degli appoggi loro, re-
filare in preda di C e far e, & de' fuoi mi?iiflri; gli slimoli de' confultori fuoi me^
II Papa volge defimi , lofdegno conceputo contra Colonne fi , & il defiderio col farne giufta
6tra C° lo» umetta di ricuperare in qualche parte l'honore perduto l'induffono a uolgere
nefi. contra le l 'erre de Colonne fi quelle for^e, che prima folamente per fua fi cur-
ia haueua chiamate a Boma , giudicando neffuna ragione cofìrignerlo ad of-
jeruare quello accordo , il quale haueua fatto non uolontariamente , ma in-
gannato delle loro fi audi , & sforato fiotto la fede riceuuta dalle loro arme,
+ Vitello va Mando adunque-il Tontefice Vitello con le genti fue a danni de'Colonnefi,dif-
a'dani de'Co jcgnarj0 d 'abbi "ucciar -e ;& fare pianare tutte le Terre loro: perche per l' af-
fettane inuet erata de 'popoli, e^ della parte , il pigliarle folamente era di pic-
CardinaleCo c'l0^° Pre^uditio . &nel medefimo tempo publicò un monitorio coltra il
lonoa priuato Cardinale , & gli altri della cafa , per uirtà del quale priuò poi il Cardinale
del Capello, della dignità del Cardinalato ; il quale prima uolendofi difendere con la bolla
della fimonia , haueua in IS^apoli fatto publiche appellationi , & appellato
al futuro Concilio . contra gli altri Colonne fi , i quali nel Bearne di T^apoli
foldauano caualli , & fanti ; foprafedette la pronuntiatione della fenten'za.
jLó^"0^ LeZent'" entrate nelle Terre loro , abbruciarono Marino y & Monteforti-
de'Colonnefi no > ^ Foriera del quale fi teneua ancora per gli Colonnefu Spianarono
abbracciati , Gallicano , & Tagaruolo ; non penfando i Colonnefi a difendere altro , che i
Gallicano, & luoghi più forti , & ffietialmente la Terra di Vallano ; la quale terra è difito
Tagaroio fon forte ^ ^ ^ pctere con difficultd condurui l'artiglieria ; ne ui fi poteua an-
dere per altra , che per tre aie ; che l'ima non poteua foccorrere l'altra ; &
ha la muraglia groffiffima , &gli huomini della Terra bene dijpofli a difen-
derla : & nondimeno fi credette 3 che fé Vitello con preftc^afufic andato
ad afjaltarU
DECIMOSETTTMO él
ad adattarla, non oflante uifuffero rifuggiti molti delle Terreprefe, ? bar eb-
be ottenuta ^perche non ui erario dentro foldati : mamentre differirei' an-
darui fecondando la natura fua piena neW effequire di difficultà ', & di peri-
coli ; entratiui dentro cinquecento fanti tra Tedefcbi, & Spagnuoli, mancia-
tini del Bearne di TS^apoli ; i quali u entrarono di notte ; & dugento caualli,
la renderono in modo difficile , che Vitello , che nel tempo medefimo haueua
gente intorno a Grotta ferrata , non ardito di tentare più l'impreft di T alia-
no > ne anche quella di Biocca di Top a ; ma mandate alcune genti a battere co
l'artiglierie la Bocca di Montefortino, guardata da Colonnefi, delibero d'u-
nire tutte lefuegentia Valmontone più per attendere alla difcfa del paefe,fe
del Bearne fimoueffe cofa alcuna, che confferan'^a di potere fare effetto im-
portante: di che appreffo al Tontefice acquifio imputatane affai : il quale ne*
tempi, che haueua diffegnod' affittare il Pregno dils(apoli, & poi quando
chiamò le genti adorna , per fua difefa , haueua defiderato , cheuandaffero
Vitello , & Giouànni de' Medici , Capitani congiunti di beniuolen^a , & di
parentado ; & dell'uno de' quali la fredderà pareua baflante a temperare,
& ad effere temperata dalla ferocità dell'altro . Ma tirando ifati Giouanni
a prefta morte in Lombardia, haueua per configlio del Luogotenente, ferué-
dofi intrattanto nelle cofe minori di Vitello, differito a chiamarlo infino a tan
tohaueffe cagione odi maggiore neceffità , o di maggiore imprefa , per non
priuare in quefto me%o l'effercito di Lombardia di lui ; che per l'animo , &
uirtàfua era di molto terrore animici, et di prefidio a gli amici: & tanto più
rifcaldando la uenuta de' fanti Tedefcbi, la quale congiunta agli auifi, che fi
haueuano dell' ejjère in procinto di partir fi del Torto di Cartagena l'armata Duca ctt Fer-
di Spagna , coflrinfono il Tontefice, stimolatone molto da' Collegati , & da' *?r,pte»rato..
Cordiglieri fuoi medefimi,a penfare a far e qualche compofitione, da chefem- per loro c}el
pre era slato alieniffìmo, col i>uca di Ferrara; non tanto per afficurarfi de* nerale.
mouimentifuoi, quanto per trarne fomma grande di danari ; e^ per indurlo
a caualcare nell'efferato, come Capitano Generale di tutta la Lega. Sopra
che bauendo praticato molte uolte con Matteo C afella Faentino Oratore
del Duca appreffo a lui, & parendogli trouarne defiderio nel Duca , cómeffe
al Luogotenente fuo , che era a Tarma , che andaffe a Ferrara ; dandogli in
dimoflratione un Brieue dimandato ampliffimo:ma reflrignendo la commif-
fione aconfentire di reintegrare il Duca, di Modena, & di peggio, col rice-
uere da lui in breui tempi dugentomila ducati : obligarlo afeoprirfi, & ca-
ualcare, come Capitano della Lega, all'efferato : & che il figliuolo fuo pri-
mogenito pigliaffe per moglie Caterina figliuola di LorenT^o de' Medici : ten-
tandoli anche fé uifuffe modo di dare, con dote equiualente, una figliuola del
Duca per moglie a H Ippolito de* Medici figliuolo di Giuliano , & con molte
dire conditioni ; le quali non filo erano per fé Beffe quafi ineftricabiliper la
bircukà del tempo, ma ancora il 'Pontefice, che non ci cùnfeendeua fé non per
ultima necejjltd, balletta commejjò , che non fi facete fen^afuo nuouo auifo,
& commilitone la intera conclufione. La quale commiffione allargò poco di-
i il Viceré poi cofi nelle conditioni, come nella facultà del conchiudere : perche hehbe a-
di Napoli nr mf0 3 che il Viceré di TS^apoli era con trentadue Ispani arriuato nel Golfo di
m Coi fi- £an Firen7^ jn corftea , con trecento caualli, duemila cinquecento fanti Te-
ca,
defehi , & tre in quattromila fanti Spagnuoli. Ma eragia diuentata nana
la uolontd del Tontefice ; perche in fu l'armata medefima era un'huomo del
Duca di Ferrara, il quale fpe dito dal luogo predetto con gran diligenza, non
folofignificò al Duca la uenuta dell* armata, ma gli portò ancora da Ce far e la
i Ce (a re ina inueftitura di Modona, Zfr di peggio, & la pr orni f ione fotto parole delfutu-
da al Duca di ro matrimonio di Margherita d'^Aufln a figli itola naturale di Cejare in Her-
Ferrara l'in- co[e primogenito del Duca. Ter le quali cofe ^Alfonfo, che prima con gran-
ile mira di fcjj\mo defìderio afrettaua la uenuta del Luogotenente, mutato configlioy pa
ài Reoo'io. rendogli anche che per l' approffimarfi i fa'/iti Tcdefchi , & l'armata , le cofe
di Ce fare cominciaffero molto a effaltarfi ;fignificò per Iacopo lAluerotto Va
donano fuo Conpglicre al Luogotenente , che partito da Tarma eragia con-
dotto a Cento, lajpeditione riceuuta di Spagna : per la quale, fé bene nófuffe
Duca dì Per-, obligato ad offendere ne il Tontefice , ne la Lega ; nondimeno hauendo rice-
rara s'a eco - mi0 tant;o beneficio da Ce far e , non era conuenientt trattaffe più d'operargli
,c ai c* contro : & che efjendo interrotta per quella la negociatione, per la quale an-
daua a Ferrara , h auena uoluto panificargliene ; perche la taciturnità fua
non defjegiufla cagione difdegno al Tontefice ; notigli negando però, ma ri-
mettendo in lui l'andare, o non andare a Ferrara. Dalla quale propofla cò-
pre fo il Luogotenente efjere nana l'andata fua, non uolendo mettenti piufen-
^affieran^a di frutto della riputatione del Tontefice ; richiamato anche dalla
ìiecefjitd delle cofe di Lombardia , fi ritornò ;i?iterpofli però nuoui ragiona-
menti di concordia in altra forma, fnbito a Modona . riducendofi ogni dì più
tutto lo Stato della Chiefa da quella banda in maggiore pericolo ; conciofia
che Giorgio Fronfrergh co' fanti Tedefchi in 'numero di tredici in quattordici
mila prefo il camino per Val di Sabbio, & per la Fiocca d! '^ìnfò condotti
uerfo Salò erano già arriuati a Cafliglione dello Striuieri in Mantouano : co-
ti a>\? \. tra&i Via^ M Duca d'Vrbino , che poco innanzi per effere ftedito ad andar-
uc,a r di a incontrare haueua condotto l'efferato a Vauri Copra l'adda tra Trer-
iìv s oppone o rt . • • • i r F> ^*
co le lue géti K.°> & Cajjano ; & gtttato qutui il Tonte , & fortificato l alloggiamento 3
a Giorgio lafciatoui il Mar che fé di Salitilo con le genti Francefi , & co' Sui^reri s
Frof pergh. Grigioni ; & co fuoi fanti partì il decimonono di J^ouembre da Vauri, con-
ducendo feco Giouanni de Medici ,fei cento huominì d'arme , molti caualli
leggieri , & otto in nonemila fanti , con diffegno non affaltarli direttamente
alla campagna ,ma d'infcflargliyZr incommodarli delle ucttotiaglie : il quale
D É C I M 0 S ET T 1 M 0 D éì
modo foto dìceua effere a uincere gente di tale ordinanza y condurgli in qual~
che di fior dine, Condujfefi a uentuno a Sondino ; onde jpinfie Mercurio con
tutti i cauaUi leggieri y <& una banda dhuomini dì arme y per infeflargli y &
dare tempo all'efferato di raggiugnerli : dubitando già per effere quel dì me-
defimo alloggiati alla Cauriana y di non arriuare tardi ; di che fcufando Li
tardità della partita fua da Vauri y trasferiua la colpa nella negligenza y &
e^ auaritia del Troueditore Tifimi ; per la quale era siato neceffitatofopra-
slare un dìyo due più y per affettare y che in campo [afferò i buoi y per leua-
re l'artiglierie : dal quale difetto diceua effere poi proceduto grandijfimo
difior dine y & quafi la rouina di tutta la imprefa. Erafi infino a quell'hora
sìato in ambiguo quale doueffie effere il camino de* Tede fichi ; perche fiì cre-
dette prima y che per il Breficiano , e^ per il Bergamafico andaffero alla nolta
d'adda, con diffegnod effere incontrati dalle genti Imperiali : & accom-
pagnati con loro andar fiene a Milano . Erafi creduto poi uolefjèro paffare il
Tèa Cafialmaggiore y & di quitti trasferir fi alla uia di Milano . ma effendo
'4L uentidue dì uenuti a I\iualta y otto miglia da Mantoua y tra il Mincio y &
Oglio ; nel quale dì alloggiò il Duca a Trato alburno ; & non hautndo pafi-
fato il Mincio a Coito y daua inditio uoleffero paffare To a Borgoforte, o a
Viadana y più prefilo y che ad Oftìa y & nelle parti più baffe : & paffando ad
Ofiìa far ebbe fiato fiegno di pigliare il camino di Modona y & di Bologna .•
doue nell' un luogo y <&• nell'altro fi fioldauano fanti y &fifaceuanoprouifio-
ni. Trefono poi i Tedefichi a uentiquattro la uia di Borgoforte : doue non
hauendo effi artiglierie y arriuarono quattro Falconetti y mandati loro per
TÒ dal Duca di Ferrara ; aiuto in fé picciolo y ma che riuficì grandijfimo per
benefìcio della fortuna . perche effendo il Duca d'orbino yfieguitandogliy en-
trato nel fin aglio di Mantoua , nel quale erano ancora eglino y cor fé nel-
l'accoftarfi a Borgoforte alla coda loro, benché con poca {peran^a di pro~
fitto y Giouanni de' Medici co' caualli leggieri ; & accoftatofi più arditamen
te y perche non fapeua, che haueffero hauute artiglierie, hauendoeffi da-
to fuoco a uno de' Falconetti y il fecondo tiro per coffe , & roppe una gamba ?!°5!aUr [ dc*
alquanto fiopra al ginocchio a Giouanni de' Medici; del quale colpo , effendo a Bor-of^^
slato portato a Mantoua y morì pochi dì poi con danno grauiffimo dell' im- & pou Man
prefia : nella quale non erano Hate mai da 'rumici temute altre arme y chele toua morto.
fue : perche fé bene giouane di uentinoue anni, & d'animo feroci/fimo ; la
fperien^a y & lauirtà erano fiuperiori a gli anni ; &■ mitigandofi ogni ^.LocJccfI, '
dì il furore dell'età y <&+ apparendo molti inditi j efprejjì d'indufina y & Me&ct"1 "ij
configlio , fi teneua perverto , che preflo haueffe ad effere nella ficien^a
militare famofijfimo Capitano. Caminaronopoi i Tedefichi noninfieflati
pili da alcuno y alla uia d' Ofih lungo il TÒ, effendo il Duca d'Vxbiw
é4 L 1 B Ti 0
àBorgofórtc : & a uentotto dì paffuto il TÒ ad Oflìa, alloggiarono a Bguere;
dotte foccorfi di qualche fomma di danari dal Duca di Ferrara , & d'alcuni
altri peT^i d'artiglieria da campagna : effendo già in tremore grandiffimo
Bologna ,& tutta la Tofcana ; perche il Duca d'Vrbino, ancora che innanzi
huuefft continuamente ujfermuto, che puffundo effi il To,lo pufferebbe anco-
ra egli , fé nera andato a Mantoua ; dicendo uolere affrettare quiui la com-
mijjìone del Senato Vinitiano fé haueua a paffare TÒ, o nò . Ma i Tedefchi
paffuto il fiume della Secchia fi uolfono al camino di Lombardia,per unir fi co
le genti 3 che erano a Milano . K(el quale tempo il Viceré partito di Cor fica.
Annata Cefa con uenticinque Vagelli , perche due Islaui erano per Vira del mare innanzi
con l'armata arr'uaffc a $an Birenxe, andate a trauerfo; & cinque sferrate dall'altre an-
d ella Lega lo dauano uagando , feontrò fopra Seflri diLeuante l'armata della Lega difei
p ra Codemò Galee del B^e di Francia, cinque del Doria, & cinque de'Vinitiani : le quali
appiccatefi infieme fopra Codemonte, combatterono da uentidue bore del dì,
infino alla note : & fcriffe il Doria hauere buttato in fondo una loro naue.,
doue erano più df trecento huomini , & con l'artiglieria trattata male tutta
l'armcta : <& che per il tempo triflo le Galee erano siate sforiate a ritirarfi
fitto il monte di T ortofino ; & che uffettuuuno la notte medefima l'altre Ga-
lee, che erano a Tortouenere : & uenendo, o non uenendo uoleuano alla dia-
v tt A 1 na an^are a cacarla : nondimeno benché la feguit afferò infino a Liuorno xno
1 armata di " fotetiono raggiugnerla, perche s'era dilungata dinanzi a loro per molte mi-
Spagna. glia. ; conciqfia che effi credendo fuffe cor fa o in Cor fica , o in Sardegna , non
furono prefli a feguit aria . Seguitò poi il camino fuo il Viceré , ma traua~
gliato dalla fortuna , (par fa l' armata fua , una parte doue era Don Ferrando
da Gonzaga, tir acor fé in. Sicilia ; onde poi fi riduffe a Gaeta, douepofero in
(erra certi fanti Tedefchi ; egli col refio dell'armata arriuò al Torto di Santo
Stefano : onde non hauendo certeT^a determini , in che fi trouaffero le cofe,
mandò a B^pma al Tontefice il Comandatore Tignalofa con cómiffioni efpref-
fiue della buona mente di Cefare : egli come il mare lo permeffefi conduffe con
l'armata a Gaeta. I fanti Tedefchi in tanto paffuta Secchia, & andati uer-
foBsaizuolo,& Gonzaga, alloggiarono il ter 7^ dì diDecembre a Guaflalla,
Prindpe jj il quarto a Caflelnuouo , & Touì , lontano dieci miglia da Tarma : doue fi
Oranges fi co congiunfe con loro il Trmcpt'd'Oranges , paffuto da Mantoua con due com-
giugne co'Te pugni a ufo d! arci ibi fiere frinito. *A cinque paffuto il fiume di Lenita al
hi. Tonte in fu la lìxada maejhà', alloggiarono a Monte,chiarucoli:slandofi an-
cora il Duca^'Vrbino, no forno ffo da 'pericoli preferiti, a.Muntouu con la mo-
glie : & a fette i Tedefchi paffuto il fiume della Tarma alloggiarono alle uiUe
di Felino, effendo le piogge grandi, & i fiumi groffi : <& per lettere intercette
del Capit uno Giorgio al Duca di Borbone, fi moflraua molto irrefolutodi
quello haueffe a far e. Tuffarono a gli undici dì il Taro,& il giorno feguente
alloggiarono
DECIMOSETTIMO Cf
alloggiarono al Borgo a San Donino ; doue contra le cofe fiacre, & le imaginì
de Santi haueuano dimoflrato il uekno Luther ano. Da Firenzuola, doue al-
loggiarono a tredici, coinè scinte fé per lettere intercette,follecitauano quelli
di Milano a congiugner fi con loro; ne' quali era il mede fimo defiderio : magli
nteneua il mancamento de danari . perche gli Spaglinoli minacciauano non
uolere ufcire di Milano, fé non erano pagati del uecchio; &gia cominciaua- *
no afaccheggiare : ma finalmente furono accordati con difficultà da' Capita-
ni in cinque paghe : per le quali fu neceffar io fogliare le Chiefe degli argenti
& incarcerare molti Cittadini : & fecondo gli pagauano , gli mandauano a
Tauia con diffidi Ita grandi ffima ; perche non uoleuano ufcire di Milano . le
quali co fé ricercando tempo, mandarono in tanto di la da TÒ per accoftarfi a
Tedefchi alcuni caualli, & fanti Italiani. Haueua fatta infranga il Luogo-
tenente,che perficurtà dello Stato della Chiefa da quella banda il Duca dìVr^
bino paffaffe TÒ con le genti Vinitiane : il quale nonfolo haueua differito, bo-
ra dicendo afrettare auifo della uolontd deVinitiani, bora allegando altre e a
gioni ; ma dimoflrando al Senato effere pericolo , che paffando egli il Te,, gli
Imperiali non affaltaffero lo Stato loro, gli commeffono che non paffaffe ; an^i
per quefto ricetto haueua intrattenuto più dì i fanti , che erano siati di Gio-
uanni de Medici Sollecitati dal Luogotenente a pajfareTo per difefa delle
cofe della Chiefa : & hauendo il Marche fé di Saluzjo richiefio dal Luogo-
tenente di foccorfo paffato *Adda ; moffo ancora , perche ejfendo diminuiti i
SuiT^eri, & i fanti Grigioni,gli pareua effere debole neli alloggiamento di
Vauri : i Vinitiani, che prima haueuano confentito, che il Mar che fé paffaffe
TÒ in foccorfo del Tontefice con diecimila fanti tra Suiigeri,& ifuoi pagati
da loro de quarantamila ducati del Bg di Francia , del riceuere de quali , &
dello (penderli refiata la cura a loro , quando il Tontefice fece la triegua , era
foffitione,&fu poi molto maggior e, eh e ne conuertiffero nel pagamento del-
le genti loro qualche parte : moffi poi da' conforti del Duca dYrbino, lo pre-
gauano, che non paffaffe ; & perciò il Duca chiamatolo a parlamento a Son-
dino fopr aflette tanto a uenirui, che il Mar che fé fi partì : nondimeno non fi-
lo fece ogni opera di farlo foprafi are per uedere meglio, ebefacefièro i Tede-
fichi, ma etiandio lo confortò apertamente a non poffare. *A che lo ritardaua
anche , che i pagamenti de Sideri, che. in condotta erano fei mila , ma in
fatto più di quattromila , non erano in ordine^ Ter la quale cagione fé bene
fi differiffe infino al uigefimo fettimo di Dicembre dpaffarefuo , mandò non-
dimeno parte della caualleria Fr ance fé con qualche fante ad alloggiare in di-
uerfi luoghi del paefe per difiurbare le uettouaglie a fanti Tedefchi, siati già
molti dì a Firenzuola; & per quella cagione medefimafu mandato Guido GuMoVama
Vaina con cento caualli leggieri al Borgo a San Donino; & Taolo Lu^afco £aoI° Luzz*
ufeito di Tiacen^a con buona banda di caualli saccoftò a Firenzuola > onde
ti il & j^o : ?• z x
una parte deTedefchi , per più commodità del uiuere , andò ad alloggiare a.
:Caftdlo ^Arquà ; per foretto de' quali fi era prima proueduta Tiacen^a, ma
non con quelle fior-^e, le quali pareuano conuenienti ;perche il Luogotenente
bauendofiempre dopo la uenuta deTedefchi tenuto , che la difficoltà del fare
ptiogrejfo in Lombardia non sfor^affe gli Imperiali al pajfare in Toficana, de-
cìder aua pigliaffero animo d'andare a campo a Tiaccn^a. Ter la qual cagio.
ne, incognita a qualunque altro, etiandio al Tontefice, differita il prouedere
Tiacen^a talmente che non fi differ afferò d'eff ugnarla ; prouedendola perciò
in modo nonpoteffero occuparla co facilità, &fiperando che quando uandaf-
fero}non haueffe a mancare modo di metter uifoccor fio. Ma la lunga dimora
de' Tcdcfichi ne luoghi uicini,eficlamando ciafcuno del pericolo di quella Città
lo coflrinfe a confientire, che uandaffe il Conte Guido ]\angone congroffagen
te;doue anche per ordine de'Vinitiani,che haueuano promeffo per {occorrere,
alla neceffità del Tontefice , mandami a guardia mille fanti , ui fu mandato
Babbone di Ivaldo uno de loro Capitani con mille fanti ; ma per i inali paga-*
menti tornarono prefto a quattrocento. Tafiò finalmente il Marchefe diSa-
lu'Zjo non hauendo in fatto più che quattromila tra Sui^eri, & Grigioni;
& tremila fanti de'fiuoi; & condotto al Tolefine,ancora chef defìderaffenò
partijfe di quiui per infeftare l'alloggiamento di Firen%iiola,doue anche fifefi-,
Jòfcorrcua il Lu^afico,firiduffe per piuficurtà a Torricclla,&a Sijfa . ma
due dì poi i Tede/chi partiti da Firenzuola, andarono a Carpineta,&ne'luo,
ghi circolanti . ne fi intendeua quale fiuffie il diffegno del Duca di Borbone, o
d'andare a campo a Tiaceu^a, come fuffe ufeito di /filano, o pur pajfare in-
nanzi alla uolta di Toficana. 1? affarono poi l'ultimo dì dell'anno i Tede fichi
la TS^ura per pajfare la Trebbia, & affettare quiui Borbone effiendo alloggia,
mento meno infie flato da'nimki . Tsfella quale fredde zja delle cofie di L om-
hardia, procedente non tanto dalla ftagione affri 'filma dell'anno, quanto dalla
difncultà,che haueua Borbone di pagare le genti, onde erano per la prouifio-
ne de' danari neffati,et tot mentati marauigliofiamantei Milane fi, per la qua-
Gìeronìmo le neceffità Geronimo Morone condennato alla morte, còpofie la notte prece-
lsi o reme dì dente alla mattina deflinata alfiuppiitio di pagare uentimila ducati : al quale
uen^tcTcon"- eìfett0 era Hata fatta lafimulatione di de capitar lo: co' quali ufeito di carcere
figl/erc di Bor ####P fiubito col uigore dei fino ingegno di prigione del Duca di Borbone fino
bone. Cojijigliere, & innanzi pafiaffero molti dì, quafi affollilo fino Gouematore.
Erano tra il Tontefice , <&~ il Viceré grandi i trattati di triegua , o di pace :
Pia più neri, &piufiofiantiali i dififegni del Viceré di fare la guerra ; prefio a-
nimo poi che fu arriuato a Gaeta dà conforti de Colonne fi, ò- dallo intendere
che il Tontefice perduto totalmente d'arÀmo , & ejfaufto di danari appetiua.
grandemente l'accordo : & predicando a tutti la fua pouertd , &il fino ti- ;
more fne uokndo creare Cardinali per, danari 3 come era confortato da tutti,
D E C I M 0 S É T T I M 0 èj
tteer e/cena fardire 3&la (peranno, di chi diffegnaua di offenderlo . perche
il Tontefice 3 il quale non era entrato nella guerra conia cóftativa dell'ani-
mo conveniente , haueua [irrito infiuo il uigefìmò jbfto dì di Giugno un Eric-
he a Ce fare acerbo 3 & pieno di querele ; fcufanlofi d'ejfere sfottò necefjìtato
da lui alla guerra . ma parendogli poi che Ihebbe jpedito 3 che fi;' jè troppo
acerbo 3 ne fcriflè J libito un'altro piumanfueto 3 commettendo a Balda/- Baici a forre 4-
f.irre da Cafliglione fuo K{untio\ che ritenere il primo : il quale già arri- S*vftvll^nf
ìiato era slato prefentato : Fu poi prefentato l'altro; & Cefare f parata- &*paappr<£i
mente, benché in una foed.it ione medefima 3 riffofe ali' uno 3& all'altro3\fo di Celare.
fecondo le propofic ; all'acerbo acerbamente 3 al dolce dolcemente, Haueua
fluidamente preflato orecchie al Generale di San Francefco 3 il quale andana Generale d{
dofene 3 quando fi moffe la guerra 3 in Ifpagna 3 hebbe dal Tapa imbafeiate, S.Francefco
dolci a Ce fare : & di nw*m ritornato a i\oma per commiffione di Cefare;. p & cefa„
haueua riferito affai della [uà buov<z mente ; & che farebbe contento uenire re.
in Italia con cinquemila h uomini 3 & prefa la corona dello Imperio paffa- • *.**■ - • . - ^
Tè fubito in Germania per dare forma alle co fé di Luth ero fernet par-
lare del Concilio : accordare co ' Finiti ani con honefle conditioni : ri-
mettere in due Giudici deputati dal Tapa 3 & da lui la caufa di Fran->
cefeo Sforma : il quale fé fuffe condannavo 3 dare quello Stato al Duca dà Conuentiom
Borbone : Lcuare l' etterato d'Italia 3 pacando il Tapa , & i Vinitia- ^i Cefare m-
•i r j- ; ; V i n r i torno 1 accor
m trecentomila Jcudi 3 per le paghe corte ; pure che quejto Ji trattereb- ^^ co^q0[^
he per ridurlo a fomma più moderata : B^efiituirebbe al Kg ì figliuoli 3 legati.
hauuto da lui in due 3 o più termini due milioni d'oro . Mofiraua efie-
re facile l ' accordare col I\e d' Inghilterra 3 per non cjfere fomma grande
quella 3 che fi difyutaua 3 & il I\e di Francia hauerìa già offerta . Et
per trattare quefte co fé 3 le quali il Tonteficc communicò tutte con gli
Oratori Fr ance fi 3 & Vinitiani , offeriua il Generale tritgua per otto,
o dieci mefi; dicendo haucre da Cefare il mandato amplifjìmo in fé 3 &
rei Viceré 3 o in Don Vgo . Ter la quale fpofitione il Tontefice udito
Tignalofa 3 & iute fa la partita del Viceré dal Torto di Santo Stefano 3 man-
-dò il Generale a Gaeta per trattare feco : perche & i Vinitiani non ha-
rebbono ricufata latriegtia, pure che u ' baueffe conferito il Bg di Fran-
cia 3 il quale non fé ne dimofiraua alieno ; an%i la madre haueua mandato a
Boma Lorenzo Tofano 3 dhnoflrando inclinatione alla concordia 3 nella , ?
quale fuffero compre fi tutti : & parendogli neffuna pratica potere effere bene
finirà fenica la uolontà di Borbone 3 madò a lui per le medefime cagioni un fuo
lJmofinere3che era a Bgma, il quale il Duca poco dopo rimando al Tontefice
a trattare : & nondimeno nel tempo medefimo non abbandonando laprouifio
ne dell' arme3 mandò ^goflino Triultio Cardinale Legato all'efferato di Ca^
pagna 3 & preparandoli ad affettare ctiandio per mare il I{egno di '^apolli
63 L I B B^O
Pietro Nanar jlrriuo il terzo di Dicembre a Ciuita Vecchia Tietro Jfauarra con uentot-
ra a Ciuita t0 Qaice ^ Pontefice, de Fr ance fi, & de'Vinitiani ,• nel qual tempo era con
rannata de' tarmata delle itele quadre arriuato B^tn^o da Ceri a Sauona mandato dal I{e
Collegati. di Francia per cagione della imprefa disegnata contra il Bearne di Ts[apoli .
La altro canto ^Afcanio Colonna con duemila fanti , & trecento caualli uen-
Afcanio Co- ne m Valbuona, a quindeci miglia di Tiboli, douefono Terre dell'abbate di
lonna prende parfa ^ ^ fa Giangiordano : con le quali prefe a dodici di Dicembre Ceppe-
Pontccoruó. rano > c^e non era guardato . da altro canto Vitello con le genti del Tontefìce
fi riduffefra Tiboli, Talefirina, & Velktri . prefono poi i Colonne fi V onte-
cor uo non guardato ; & in nano dettero la battaglia a Scarpa , Caflello della
Badia di Far fa , luogo picciolo , & debole» ^Accofioffi poi Ce far e Filottino
con mille cinquecento fanti di notte ad ^Anagnìa; nella quale intromeffi già
furtiuamente da alcuni buomini della Terra cinquecento fanti per una cafa
congiunta alle mura, furono ributtati da Gian Lione da Fano, capo de' fanti,
Generale ter- che uhaueua il Tontefice. Tornò poi il Generale dal Viceré, & riportò che
nato dal Vice ^g cófentirebbe alla triegua per qualche mefe , accio che intrattantofi trat-
re a apa. ^^ ^ ^g ; ma ^jman^art danari , & perficurtd leforteT^e d'Oflia , e£*
di Ciuita uecchia. Ma in contrario di lui fcrijje l' ^Arciuefcouo diCapua
giunto a Gaeta dopo la partita fu a, & forfè mandatoui con malo configlio dal
Tontefice ; che il Viceré non uoleua più triegua , ma pace col Tontefice foto,
o col Tontefice, & coVinitiani, pagandogli danari per mantenere l'ejfercito
per ficurtà della pace , & poi trattare triegua con gli altri ; o perche uera-
mente haueffe mutato fenten^a, o per le prouifioni , come molti dubitarono,
Cefare varia- dell' *Ar due feouo. ls[el qual tempo Taolo d'^re^o arriuato alla Corte dì
to d'animo in Cefare co'mandati del Tontefice, de'Vinitiani,& di Franccfco Sforma, doue
torno all'ac- anche il I\e d'Inghilterra uolle , che per la medefima caufa della pace andajfe
c°rd° F5r *'a l'auditore della Camera , perche u'era anche prima il mandato del t\e di
riuo dc'Tecie Tranciai lo trouò uar iato d'animo , per haucre battuto auifo dell' arriuo dey
fchi,& deli'ar Tedefchi , & dell'armata in Italia . però partendofi dalle conditioni ragio-
mata. nette prima , dimandaua che il I{e di Francia offeruafie in tutto l'accordo di
Madril : & che la caufa di Francefco Sforma fi uedeffe per giv.fiitia da'Giu-
T Celare va- ^/cj deputati da lui. Cofi la intentione di Cefare riceueua uariatione da'fuc-
fuccefli delle ce(fi ^e cofè » & ^ commiffioni date da lui a'minifirifuoi, che erano in Ita-
cofe. Ha , haueuano , per difìan^a del luogo , o ejpreffa , o tacita conditione digo-
uernarfi fecondo la uarietd de' tempi , & delle occafioni . però il Viceré ha-
uendo delufo più dì con pratiche itane il Tontefice , ne uoluto confentire una
fofpenfione d'arme per pochi dì, tato fi uedeffe l'effito di quefto trattato, partì
a iteriti da Napoli , per andare alla uolta dello Stato della Cbie fa, proponendo
nuoue conditioni, <& slrauaganti dell'accordo. Seguitò l'ultimo dì dell'anno
la capitolatane del Duca di Ferrara , fatta per me^o d' un Oratore fuo col
Viceré
DECIMOSETTIMO C9
Viceré , & con Don Vgo ,che haueua il mandato da Cefare , benché con Cap'tolationf
focafatisf anione di quello Oratore, affretto quafi con minacele , <& con acer ì Duca d[
he parole dal Viceré di confentire : Che il Duca di Ferrara fuffe obligato con q^ riani '
la per fona, & conio Stato coutra ogni nimico di Cefare : Fuffe Capitano
Generale di Cefare in Italia , con condotta di cento huomini d'arme , & di
dugento caualli leggieri ; ma obligato a mettergli infieme co' danari proprij,
# quali gli baueffero a ejfere o reflituiti, o accettati ne3 conti fuoi : Che per la
dote de Ila figliuola naturale di Cefare, promeffa al figliuolo, riceueffe di pre-
fente la Terra di Carpi , & la fortezza di J^oui , appartenente già ad <Al- t Carpi , 8c
berto Tio ; ma che l'entrate infino alla confumatione del matrimonio fi com- *a fortezza di
penfaffero con gli sìipendij fuoi: & che Vefpafiano Colonna, & il Mar che fé Nouì fl Pro*
del Guaflo rinuntiajfero alle ragioni uipretendeuano : Tagaffe , ricuperato DucacUFer-
che haueffe Modona , dugentomila ducati : ma che in queftifi compii- ■ rara.
taffero quelli , che dopo la giornata di Tauia haueua pagati il
Viceré : ma non ricuperando Modona, glifujfero rijlitui-
ti tuttii danari, che pr ima haueuasbor fati : Fujfe
Cefare obligato aÙa fua protettioneine poteffe
fare pace, fenica comprenderti, dentro
lui con fargli ottenere dal Tonte-
fice l' affolutione delle cen-
fure , & delle pene
incorfe , poi
che s'era
dichiarato confederato di Cefare : & delle incorfe
innanzi fare ogni opera per fargliene ottene-
re Xofi nella fine dell'anno Mille cinque
cento uentifei tutte le co fé fi pre-
par auano amanif e fia
guerra*
tìj
tr
!
DELL' HI STO RIA
DI MESSER FRANCESCO
GVICCIARDINI GENTIL'
HVOMO FIORENTINO
L I B B^O DECIMO 0 T T J. V Q.
SOMMARIO.
t
IN quefto Decimo ottauo Libro fi contiene la partita ài Borbone da Mìlano.Lo
afTalto del Viceré allo Stato Ecclefiaftico. L'afl'edio di Frufolone Terra della
Chicfa per il Viceré . L'imprefa del Papa nel Regno di Napoli . La partenza del
Viceré dall'affedio di Frufolone. La prefa d'Aquila nell'Abbruzzi per Renzo. La
prefa di molte Terre nel Regno di Napoli per l'armata dc'Confederatì. L'accor-
do del Viceré col Papa . Il tumulto naro all'improuifo in Firenze . L'aflalto di
Borbone a Roma, con la morte Tua. Il Tacco dì Roma , con là prigionia del Papa,
& di molti Cardinali. La mutatione del gouerno, & fiato di Firenze . La Lega del
Re di Francia col Re d'Inghilterra contra Cefare, & l'intimationc della guerra. La
mutatione del Stato di Genoua. La prefa d' Alexandria per Lautrech . La prefa di
Pauia per Lautrech. La liberatione del Pontefice, & de'Cardinali prigioni. La pro-
upcationeaDuellodell'Imperadoreal Redi Francia. La disfida del Re d'Inghil-
terra all'lmperadore. La prefa diMelfi, & di molte altre Terre nel Regno di Na-
poli per Francrfi.
i
.Ara tanno Mille cinquecento uenti fette pieno
di attro tifami ><& già per più fé coli non uditi ac-
cidenti : mutatione. di Stati : cattiuità di Vrin-
cipi : facckijpauerìtofiffimi di Citta : careftia
grade di uettouaglie : pefle quafi per tutta Italia
grandiffima : pieno ogni cofa di morte , di fuga ,
& di rapine . *Alle quali calamità nejfuna dif-
ficultà ritardarla a dare il principio , che le dififi-
Borbonepar- iNr*"8»*^^^ — =2} cultà y eh eh aueua il Duca di Borbone di potere
' 1 d^T muouere di Milano i fanti Spagnuoli ; perche hauendo conuenuto infume ,
fcana lafcìa c^je Antonio de Leua rimanejfe alla difefa del Ducato di Milano con tutti i
in Milano An fanti Tedefchi y che prima u erano ; nella foflentat ione de' quali s'erano con-
torno de i™ fumati tutti i danari raccolti da'Milanefi, & quelli rifeofi per uirtà delle let-
tereych e h aueua portate di Spagna il Duca di Borbone ; & con mille dugento
fanti Spagnuoli j & con qualche numero di fanti Italiani fotto Lodouico da
M.D.XXVII
DECIMO 0 T T <A V 0 7Ì
Bclgioiofo 3 & altri capi : i quali non hauendo riceuutì danari in nome di
Ce far e 3 ma fomentati con ìg taglie 3 &con le contributioni 3 & hauendo in
preda le cafe ,&le donne de Milanefi continuauano uolentieri neluiuere con
tanta licenza ; ma non potendo negarlo direttamente dimandauano d' effere
prima fatis fatti degli sìipendh cor fi infino a quel dì . promeffono finalmente
di feguitare la uolontà del Duca riceuute prima da lui cinque paghe : ma.
era molto difficile il farne prouifione : non baflando ne i minacci, ne nuota-
re delle cafe 3 ne le carcere a rifcuotere danari da Milanefi : doue anche per
nutrire l'efferato erano citati gli afftmti; &i beni di quelli, che non com-
pariuano 3 erano donati a faldati . Finalmente fuperate tutte le difficultd.
pacarono le genti Imperiali il penultimo dì di Gennaio il fiume del To:&
il figliente di una parte de Tedefchi 3 i quali prima haueuano pajfata la
Trebbia 3 ripagatala andarono ad alloggiare a Tontenuouo : il refto dell' ef- .
fer cito fi f timo di là da Tiacen^a: ejfendo allo incontro il Marchefe di iMarchefe <!#-
Saluto a Vdrma con tutte le genti difiefe per il paefe : & il Duca d'Vrbi- Sal,u.zf? f Pu
no uenuto a Cafalmaggiore 3 hauendo i Vinitiani rimeffo in arbitrio fuo il " oppongo*
p affare Vo 3 cominciaua a fare paffare le genti 3 affermando che in cafoche no alle genti
gì' Imperiali andaffero 3 come da Milano s'haueua auifi3 alla uolta di To- Imperiali,
fcana :3 di uokre poffare in perdona con feicento huomini d'arme 3nouemila
fanti c^ cinquecento caualli leggieri 3 & effere prima di loro a Bologna 3 &
che il fimile faceffe con la fuagente 3 & con quelle della Chiefa il Marchefe
di Saluto . fopr aflette l'efferato Imperiale circa uenti diparte di quà3par-
te di là da Tiacen%a3 fopr atenendolo in parte la difficultà de danari 3de' qua-
li infino a quel dì non haueuano i Tedefchi hauuto alcuno dal Duca di Bor-
bone : parte Ihaucre egli inclinatione di por fi a campo a Tiacen-^a, forfè più
per le difficultà del procedere innanzi che per altra ; però inftaua col Duca di
Ferrara che l'accommod.iffs di poluere per l' artiglierie 3 & che ueniffe a con-
giugner fi feco 3 offerendo mandargli incontro cinquecento huomini d'arme \
& il Capitano Giorgio con fermila fanti . alla quale dimanda riffofe il Du- ^uca ^\***.~
■e a effere imposfibile mandargli la poluere per il paefe nimico 3 ne potere fen- g0ri,onc aiii^
ya pericolo tentare d'unir fi fé co per effere tutte le genti della Lega in luo- perder tern-
gouicino: ma quando tutte quefte cofe fuffero facili 3 douere confiderare p° a profe-
Borbone non potere fare co fa più commoda a nimici & più defideratada Suire laSU€*
loro 3 che attendere a perdere tempo intorno a quelle Terre a una a una ;&
cono fiere quando non pigliaffe Tiacen-^a 3 o fé pure la pigliaffc ma con
lunghe^a di tempo 3 doue resterebbe la fua riputatone 3 doue il mo-
do di profeguire la guerra 3 hauendo tanto mancamento di danari,
& di tutte le prouifioni: il beneficio di C efare > la uia unica della us-
toria effere caminare uerfo il capo, condurfi, lafciato ogni altra im-
prefa indietro 3 una uolta a Bologna.; onde potrebbe deliberare o di cer~
E iiij ?
7* L I B 110
cercare disformare quellaTerra, a che non gli mancherebbono gli aiuti fuoi,
o di paffare fin innanzi alla uolta di Firenze ,. o di Bgma . Le quali cofe
mentre fi trattano , e^ che Borbone prouede a danari , non folo perfinire il
pagamento de gli Spagnuolì , ma etiandio per dar e qualche cofa a fanti Te-
deschi 3 a quali al partir e da Piacenza dette due feudi per uno ; eraaccefa
Guerra nello gagliardamente la guerra nello Stato della Chiefa , ejfendo nel campo Eccle-
Stato Eccle/ fìqfHC0 andato nuouamente B^en^o da Ceri , che era uenuto di Francia, & il
i Rezo da Ce carnP° & 'Papa era uicino al Viceré , che era ay confini di Cepperano , doue
ri co'l Papa, alcuni fanti Italiani roppono trecento fanti Spagnuoli . Ma nel modo della
+ Rotta di difefa dello flato Ecclejìaftico era uarietà d'oppenioni ; perche Vitello innan-
certi Spa- ^ allauenut a di B^n^o haueua configliato il Pontefice che abbandonata la
Confidi di prouincia della campagna, fi mettefjero in Tiboli dumila fanti , in Teliflrina
Vitello al Pa- dumila altri , & che il reslo dell' efferato fi fermaffe a Velletri per impedire
pa intorno la Mandata del Viceré a Bgma . La qual cofa , ejfendo già deliberata ; ì\en?o
guerra . fopr allenendo dann ò il ri ferrar fi in Velletri per effere Terra grande , & ma-
le repar abile , &per non lafciare procedere li nimici tanto innanzi : ma che
l'efferato fi frrmaffe a Ferentino ; che non hauendo a guardare tanti luoghi
farebbe piugroffo , & era luogo per prohibire che i nimici non uenifero più
di Renzoan- innanzi . il quale configlio approuato fi mefiono in Frufolone , refiden^a
tepofto à principale della campagna lontano da Ferentino cinque miglia , mille otto-
nila di Vitel- c enx 0 fanti di quelli di Giouanni de Medici , la più parte, che haueuano pre-
*° • fo il cognome delle bande nere , con *Alcf andrò Vitello , Giouambatifìa Sa-
cello y & Pietro da Birago condottieri di caualli leggieri . Ma in questo
+ [Napolio- me%o i Colonne fi haueuano occultamente indotto J^apolio?ie Or fino Sibba-
"c 0rn^°. te di Far fa à pigliare l'arme interra diB^oma comefoldato di Ce far e; La
bella al Papa 9^ cofa difiìmulando il Pontefice y al quale nera penetrata occultamente la
à perfuafio- notitìa y&da chiprima haueua riceuuto danari y tiratolo con arte ad anda-
ne de Colon- rf> ad incontrare Valdemonte y fratello del Duca del Loreno mandato dall{e
* di Francia per fauorire la imprefa del Piarne di "K^apoli y quando ueniua di
Abbate di Francia ylo fece prendere apprefio a Bracciano y & metterlo prigione in
Farfa meffo Qaf[e{ Sant'angelo . lAttendeua il Pontefice a prouedere danari y & fup-
Caftel^anto P^'ando a Trincipi ottenne dinuouo dal Bg d'Inghilterra trentamila ducati,
Angelo . i quali gli portò maeslro Bgfello fuo Cameriere-) colquale uenne B^obadanges
con dieci mila feudi mandati dal Bg di Francia per conto della decimajaqua-
le il Papa slretto dalla necesfitàgli haueua conce fa, con promesfione che ol-
trai pagamenti de quarantamila feudi alla Lega, &de uentimila alPa-
Intimationc paciafeuno mefe , dargli trentamila ducati di prefente & trentamila altri
del Re d'In- ^a m me^e ^ Commejle anche il B£ d'Inghilterra a maeflro Bgfello che inti-
ta a Cefaria- mafie al Viceré & al Duca di Borbone una fofpenf ione d'arme per dare tem-
ili . p o al trattato della pace, che fecondo la uolontà di Ce far e fiteneua in In-
2) E CI M 0 0 T T U V 0 71
ghilterra , altrimenti protestargli la guerra , & pareua ali* bora che quel
Fg cupido del matrimonio della figliuola col He di Francia inclinale al fa- t Re d7n~
uore de Collegati; ilquale matrimonio fubito che fuffe fucceduto , promette- guerra fa-
ua d! entrare nella Lega, & rompere la guerra in Fiandra. Tareua anche fc^"^»
molto inclinato parti cularmente al beneficio del Tontefice ; ma non fi poteua- crahcrc matri
no fperare i rimedii pronti da un Trincipe , che non mifuraua bene le for^e monio colla
fue , & le conditioni prefenti d' Italia : & che anche non s'era fermato in fiSliuoIa dcl
una determinata uolontà, ritirandolo fempre in parte laffreran^a datagli da ? l *
Ce far e di mettere in fua mano la pratica della pace, benché non corriff on-
de ffero gli effetti . Ver eh e effendo andato a lui per queflo effetto l'auditore
della Camera, ancora che Ce far e fi sfor^ajfe di perfuadergli con molte arti
quefta effere la fua intentione: nondimeno affrettando d'intendere primx
quel che per la paffata de Tedefchi & dell'armata fuffe fucceduto in Italia,
non daua rijpefla certa, mettendo efeettione ne mandati de Collegati come fé
non fuffero fufficienti . Ma al Tontefice noceua appreffo a Confederati il trat
* tare continuamente la concordia col Viceré , dubitandofi che a ogni hora
non conueniffe ficco , & parendo quafi inutile al I\e di Francia & a Vinitia-
ni tutto quello che ffrendeffero per foflenerlo . Laquale fuffritione accrefee-
ua il timore eflremo,che appariua in lui ,&i protefli cotidiani di non pote-
re più fofìenere la guerra: aggiunta l'oflinatione di non uolere crare Cardi-
nali per danari, ne aiutar fi in tanta necefiità, & in tanto perìcolo della
Chiefa, comodi confueti etiandio nelle imprefe ambitiofe , & ingiufle a gli
altri Tontefici . Onde il Kg, & i Vinitiani, per efsere preparati a qualunque j\ Re, & ì Vf-
cafo, s'erano particularmente riobligati di non fare concordia co Cefare l'uno nitìani fi rio-
fenica l'altro ; per la quale cagione ilB^e ,& per lafperan^a grande datagli oIlgano di nò
dal ì{e d'Inghilterra di fare con luì, fé conueniuano del parentado , moni- con Celare
menti grandi alla pr os fima primauera , diuentaua più negligente a pericoli
d'Italia . Sollecitaua m queflo tempo il Viceré d'afsaltare lo Stato della Viceré córra
Chiefa; dal quale efsendo slati mandati dumìla fanti Spagnuoli a dare la Io Stato Ec-
battaglia a unpiccolo Caflello di Stefano Colonna, ne furono ributtati; & clefìaftlco»
per lo ffrignerfi egli innanzi, gli Ecclefiaflici lafciarono indietro la delibera-
tane fatta dì battere Biocca di Tapa , le genti del qual luogo haueuano occu-
pato Caflel Gandolfo pofseduto dal Cardinale di Monte per ejsere maleguar
dato. Finalmente il Viceré , mefsi infieme dodici mila fanti , de quali da
gli Spagnuoli & Tcflefchi in fuori condotti in fu l'armvta , la maggiore par
te erano fanti comandati , fi pò fé con tutto l'efsercito il uigefimo primo dì dì
Dicembre a campo a Fru fotone , Terra debile , &fen,%a muraglia , ma al- mettc ^xo*
la quale fuccedono in luogo di mura le cafepriuate & la grotta , Hata mef- à Frufolone .
fé in guardia da Capitani della Chiefa, per non gli lafci are piede nella
Campagna, e£* n'era anche uettouaglia per pochi dì: nondimeno il fitto
74 y LI B 1^0
della Terra , che è pofla foprun monte , da [acuità a chi è dentro , di potere
fempre faluarfi da una parte , hauendo qualche poco di [palle : ile he faceua
più arditi alla difefa i fanti, che u erano dentro , oltra a l'effere de migliori
fanti Italiani , che allhora prendeffero foldo ; ne fi poteuano anche per l'al-
tera del monte accoflare tanto l'artiglierie de nimici , i quali u'haueuano
piantati tre mc^i cannoni, & quattro me\e colubrine, che uifaceffero mol-
to danno : ma delle diligentie principali loro, era lo impedire quanto poteua-
no, che non uentraffero uettouaglie . da altro canto il Tontefice , benché
eshauftiffmo di danari , e£" più pronto a tollerare la indegnità di pregare
d'efferne proueduto da altri , che la indegnità di prouedeme con modi sìra-
or dinari] , augumentaua quanto poteua le genti fue di fanti pagati, <& co-
Oratio Ba- mandati ; & haueua di nuouo condotto Oratio Baglione , dimenticate le in-
dottocSpa- giurie fatte prima al padre ,& poi a lui; il quale, come difiurbatore della
pa . quiete di Terugia , haueua lungamente tenuto prigione in Caftel Sanf ^An-
gelo . Con quesìi augumenti andaua l'efferato del Tontefice accoflandofi
per fare la majfa a Ferentino , & dare fperan^a di foccorfo a gli affediati;
Fu finita a uentiquattro la batteria a Frufolone; ma non effendo tale, che
Alarcene & ^effi ^ Vieere [peranno, di uittoria , non fu dato l' affatto : & nondimeno
Mario Orli- JLlarcone , tr attagliando fi intorno alle mura, fu ferito d'uno archibufo, &
no feriti fotto fu anche ferito Mario Or fino . Fra la principale fperan^a del Viceré nel fa-
f rufolonc . pert efferc dentro poche uettouaglie, delle quali anche patina l' efferato, che
s%ammaffaua a Ferentino : perche le genti de Colonnefi che erano in V alia-
no é Montefortino , & Fiocca di Tapa , che fole fi teneuano per loro, traua
gliauano affai la Ftrada , & andando Rgnyo all' efferato, haueuano rotto la
compagnia de fanti di Cuio, che gli faceua feorta . Vfcirono nondimeno un
giorno trecento fanti di Fru fotone ,&• parte de caualli con <Aleffandro Vitel-
lo , Giouambatifta Sauello , & Tietro da Birago ,• & approfiimatifi a mc^o
f Spagnuoli miglio di Larnata , doue erano alloggiate cinque infegne di fanti Spagnuoli ,
Capitano Per ne f/rjrowo due infegne in una imbofeata , <& li roppono , con la morte del
alta morto. Capitano Ver alta con ottanta fanti , & prigioni molti con le due infegne .
udttendeua intrattanto il Viceré a fare mine a Frufolone, & quelli di dentro
Affediati in contraminauano , tanto ficuri delle for^e de nimici, che ricufarono quattro-
frufolone n- cento fanti, eh e i Capitani dell'efferato uoleuano mandare dentro in lorofoc-
$orfo. corf° ' Et nondimeno nel tempo mede fimo non erano meno calde le pratiche
dell'accordo : perche a I{oma erano tornati il Generale & l' \Arciuefcouo di
Cefarc Fiera*. Capua , co quali era uenuto Ce far e Fier amo fica 1S(apoletano : il quale Ce far e
mof ca man- haueua , dopo la partita del Viceré ,fpedito di Spagna al Tontefice, dandogli
re al Pa ^^ commefii°ne > c^e affermaffe principalmente effergli fiata molefìifiima l'en-
P traia ^ D0n yg0 y&de Colonnefi in Roma , con gli accidenti , che n erano
feguitì :faceffegli fede ^ C efare effere defiderofifiimo di comporre feco tutte k
DECIMO 0 " T "T U V 0 7?
tòntronerfie ,& che trattale in nome fuo la pace , alla quale dimoflrandoft
inclinato anche con gli altri Collegati, diceua , fecondo firiueua il !S(untio,
che fi il Tontefice effeguiua , come hautua detto , d'andare a Bar^alona , gli
darebbe libera [acuità di pronuntiarla ad arbitrio fuo . Troponeuano quefli
per parte del Viceré fofpenfione d'arme per due , o tre anni col Tontefice &
co Vinitiani , poffedendo ciafeuno , come di prefente pojfcdeua , <& pagando
il Tontefice centocinquantamila ducati, & i Vinitiani cinquantamila : cofa
che benché fuffegraue al Tontefice, nondimeno tanto era inclinato a liberar fi
da trauagli della guerra , che per ridurre i Vinitiani a conferitimi , offeriua
di pagare per loro i cinquantamila ducati . L a rijpofla de quali, per afpetta- t Tr » egua
re yfece triegua l'ultimo dì di Gennaio col Viceré per otto dì, con patto , che , dc} Pontefice
le genti della Chiefh non paffaffero Ferentino , quelle del Viceré non paffaffe- QttQ ^€TC %
ro Frufolone : ne lauor afferò contra la Terra , effendo medefimamente pro-
hibito a quelli di dentro il fortificare, "& mettere dentro uettouaglia,fenon
dì per dì ,& parendo a Fieramofca hauere feoperto affai la inteutione del .. f Cefare Fle
Tontefice , <&- potere con degnità di Ce far e , feopr irgli la f ita, gli preferito mia ramofea dz
lunga lettera, di mano propria di Cefare, piena di buonamente , d'offerte , "n_a |5ttcjlaaI
0 diuotione uerfo il Tontefice; & partito dipoi per fìg?iificare al Viceré, taj. man
& al Legato , la fofpenfwne fatta, & ordinare, ch'ella fi mttteffe ad effecu- pria da Cefa-
tione , trom il dì medefimo l'efferato , che moffo da Ferentino, caminaua al- re .
la uolta di Frufolone : & battendo fatto intendere al Legato la cofa, egli non
uolendo interrompere la f^eran^a grande , che haueuano i fuoi della uitto-
ria,date a lui parole , mandò occultamente adire altamente , che continuaf- \ Trieg^ .
r .. .r^, ;» rr -^ • -ri r r r molata per
fé di cammare . lS(on poteua l efferato amuare a Frufolone , (e non ji mji- yx ^cchiìaai
gnoriua d'un paffo , a modo d'un ponte , fiutato alle radici del primo colle di ci .
Frufolone , al quale erano a guardia quattro bandiere di fanti Tede febi: ma t Tedefchl
arriuata l'auanzuar dia guidata da Stefano Colonna, & uenuta con loro alle l?ni n*} ,~
... o £ . r • • j il _, fono CoIona.
mani , li roppe , & meffe in fuga , ammalati circa dugento di loro, &
prefine quattrocento, con le infegne : & cofi guadagnato il primo colle , gli.
altri fi riflrinfono in luogo più forte , lafciata libera l'entrata in Frufo-.
Ione a gli Ecclefiatiici : i quali effendo già uicina la notte feciono l'allog-
giamento in faccia loro , con fperan^a grande di l\en^o , ■& di Vitel-
Ho , l'attioni del quale in quefla imprefa procedeuano con mala fatisf anio-
ne del Tontefice , di hauer gli a rompere , o fermandofi , o ritirandofi , co-
me fi crede che fen^a dubbio farebbe feguito , fé hauesfino , o fatto
l'alloggiamento in fui colle prefo, o fi fuffero fiati auuertiti , e^ de-
fti a fentire la ritirata de nimici: perche il Viceré, non il giorno fi-t lìcere i^clf.
guente, ma l'altro giorno due bore innanzi dì , fin^a fare fegno di le-, p^olonc.
uarfi, fi partì con l'efferato , abbruciata certa munit ione , che gli refla-.
Ha & lafciate molte palle d'artiglierie; & ancora che, intefa la parth.
76 L I B B^O
ta f uà gli FcclefiaHici ,gli fpignefsero dietro i caualli leggieri, che pr e fono
delle bagaglie 3 & qualche prigione di poco conto, non furono a tempo a
fargli danno notabile : lafciò nondimeno adietro qualche parte di uettoua-
glia y & fi ritirò a Ce fino 3 & di quitti a Cepperano . Ter la ritirata del
Papa difegna quale ilTapa 3prefo animo 3 & stimolato da gl'Imbafciadori de Confede-
diN ""r" ratl ia(lua^non poteua fatisfare altrimenti 3 fi rifoluè a fare la imprefa
del Regno di T^apoli . Tercha il Robadanges che haueua portato i diecimi-
la ducati per conto della decima 3&i diecimila per conto di Ren^p 3 haue-
ua commesfionc non fi fpendejfero fen^a confentimento d'Alberto Tio,
di Ren^o,^ di Langès s & in cafo fufsero ficuri , che il Tontefice non
s'accordafse : &i Fìnitiani, a quali era andato maefiro Rpfèllo perindur^
gli ad accettare la triegua propofla dal Ficere, & approuata dalTapa,
ma per efserfi in camino rotto una gamba haueua mandato lo faccio , n-
fpofono non uolerefare la triegua fen^a la uolontà del Re di Francia con tan-
to maggiore animo quanto sintendeua le cofe di Genoua cfsere ridotte ih
grandisfima estremità di uettouaglie. Delibero $ fi adunque d'afsaltare il
Regno di 7S{apoli con l'efsercito per terra 3 & che per mare andafse l'arma-
ta con Valdemonte , che leuafse dumila fanti , ma Ren^p 3 fecondo la ddibe-
ratione del quale fi fpendeuano i danari del Re di Francia y deliberò , contra
la uolontà del Tontefice , alquale pareua che tutte le forze fi uolgefsero in
un luogo mede fimo y di fare feimila fanti per entrare nell'Zibrw^i, Iteran-
do che perme^o de figliuoli del Conte di Montor io mandatiui con dumila
+ Aquila fi fanti 3 fi occupafie l'aquila facilmente: il che fubito fuc cedette 3fuggen-
prende. dofene *Afcanio Colonna, come intefe s'approsfimauano. Cominciarono
con fperan^a grande iprincipii di quesla imprefa : perche fé bene il Viceré,
mefsa guardia ne luoghi uicini, attendefse a riordinarfi quanto poteua , non-
dimeno cfsendofi rifoluta una parte delle f uè genti, un'altra distribuita per
necefsità alla cuflodia delle terre , fi credeua che egli refierebbe impegnato
arefijìere all'efsercito terreflre : & Ren^o nell \Abru7gi , & l'armata,
della Cbiefa , & de Finitiani , che erano uentidue galee, non harebbono
contraflo , portando masfime tre mila fanti difopracollo, & andandoui Ora
con titolo 'di f*° con dMmilafantì,et la per fona di ValdemòtCyche per l'antiche ragioni del
Luogotenen- ty! Binato , pretendeua allafuccesfione di quel Reame , alquale il Tontefice
re del Papa haueua dato titolo difiuo Luogotenente, Ma le cofe procedeuano con maggio-
i il Rea re tardità-perche l'esercito Ecclefiafiico non s'era ancora il duodecimo dì di
Febbraio difeoflato da Frufolone, affrettando da Roma ly artiglieria grofsa,&
che Ren^o entrajfenell'^bru^j3 &> che arriuafse l'armata3<& haueua an-
che dato qualche impedimmo & fatto perdere tempo che i fanti di Frufolone
ammutinati 3uolfono la paga 3come guadagnata per la uittoria.^bbàdonaro
no nódimeno a diciottQ dì kgéti del Vkerefiefano, et altri Caftelli circuitati,
contro
me»
d e c i m o o r r u v o 77
&fi ritirarono a Cepperemo : per la ritirata de quali l'efferato Ecclefiafiico,
il quale già cominciava a patire di ucttouaglie ,pafib San Germano; <&il
Viceré temendo della fomma delle co fé fi ritirò a Gaeta , <& Don Vgo a l\a-
poli : & nondimeno il Tontefice per la neceffita de' danari , & temendo della
uenuta innanzi di Borbone , all'efferato del quale non uedeua pronta la refi-
ftenT^a de Collegati , continuando nella medefìma inclinatione della concordia
con Ce far e , haueua procurato , che Maeflro Hpfello in nome del fuo I{e an-
daffe al Viceré . da che nacque, che Ce fare Fieramofca ritornò a P^oma il ui-
gefimo primo dì di Febbraio ; onde efpofle lefue commiffioni , fi partì il dìfe-
guente ; lafciato l'animo del Tontefice confufiffimo, & pieno d'irrefolutione :
al quale, perche non precipitale all' accordo ,i Vinitiani al principio di Mar^
^0 offerfero di numerar gli fra quindici dì quindecimila ducati, quindicimila
altri fra altri quindici dì , ottenuto da lui il Giubileo per il loro Dominio . Armata de*
Ma l'armata maritima del Tapa , & de' Vinitiani ; la quale fopr afiata con Collegati fac
grane danno per affettare l'armata Fr ance fé, s'era il uigefimo ferirò di Feb- dfGacu ° *
braio ritirata per i uenti all'I fola di Tonerò :fattafipoi limanti taccheggio
Mola di Gaeta : dipoi a quattro dì di Mar-^o fnejji fanti in terra a Toiguolo
& trovatolo ben prouiflofi rimeffe in mare . dipoi jpintafi innanzi , & poflo
in terra preffo a J^apoli per la Emulerà di Cafiello a mare di Stabbia , doue
era Diomede Caraffa con cinquecento fanti , combattutolo il ter 7^ dì di Mar Procreili de
7^0 per uia del monte lo sformò, &faccheggiò y- & ildìfeguente la fortezza Tarmata de'
s'arrendè . Sforerò il decimo dì la Torre del Greco , & Surrente , & molte c°Mcgat1'
altre Terre di quella coftafi dettono poi a patti . e^ haueua prima prefe al-
cune nani di grani , di che Tslapoli , douefifaceua debole prouifione y patiua
affai, non hauendo in mare oflacolo alcuno : & il fecondo dì delia quadrage-
fima s'apprefiò tanto al Molo y che il Cafiello ,& le galee gli tirauano : &
prima i fanti andarono per terra tanto innanzi , che fu forila y che quelli di
Tslapolifi ritir afferò per la Torta del Mercato y & la ferì •afferò . Tre fé poi . ^ .
l'armata Salerno ; & effendo andato Valdemonte con l'armata dietro a certe pref0 ^*
nani y lafciate a Salerno y doue era Oratio y quattro galee ; il Trincipe di Sa- armata.
lerno entrato per uia delia Rocca co gè te affai nella Terrayfu rotto da Oratio,
morti più di dugento fanti y & prefì prigioni affai. ?\{ell' ^AbruT^i il Viceré
liberato di prigione il Conte uecchio di Montorioy perche ricuperaffe l' ^Iqui
layfu fatto prigione da 'figliuoli : <& Ren^o afei di Mar^o prefo Siciliano,
& Tagliaco^zo, andaua ucrfo Sor a ; & nondimeno in tanta occafione l' ef-
ferato terrefire ridotto y optr negligenza de'miniflriyo per le male prouifioni
del Tontefice y in careftia grande di uettouaglie ; haueua il quinto di Marxo
cominciato a sfilar fi. Ma continuandofi tuttauia le pratiche della pace, uen-
nono a J\oma il decimo di Mar^o Fieramofca, & Serenon Segretario del
Viceré ; doue il dì dinamri era arrivato Langes con par ole, & promeffe affai;
Ut L IB l£0
ma fen\a danari , non oflante che di f 'ancia fuffe fiate significato , che s*eru
Lan«cs cofor partito con ttentimila ducati per mettere fanti in fu l'armata de'nauil^groffi,
m il Papa i air ^t ^^ s'ajpettaua a ciuita uecclna ; & che uentimila altri ne portava al
Reame, Tontefice , confortandolo a fare l'imprefa del ì\eame per uno de figliuoli dei
J\e di Francia, al quale fi mar it affé Caterina figliuola di L iren^o de' Medici
TJjpote del Tontefice . Ter che il J\e confidando nella pratica con Inghilter-
ra , <& perfuadendofi che il Viceré, per il dif órdine di Frufolone3 non poteffe
fare effetti 5 & che l'efferato Imperiale , poi che tanto tardaua a muouerfi,
non hauendo anche danari , nonfuffe per andare più in Tofcana 3non ucleua
più la triegua3 etiandio per tutti, quando bene non s'haueffe a pagare danari
per non dare tempo a C efare di riordinar fi • & nondimeno trottando]! ferina
danari, ne de* uentimila ducati promeffi al Tontefice ciafeuno tnefe, ne de' da-,
nari della Decima non gli haueua mandato altro , che diecimila ducati : ne a
fette di Alarlo haueua ancora mandati i danari per i fanti dell'armata grò fi-
fa 3 che era a fpefa commune tra lui, & i Vinitiani : & effendo d'animo di no*
fare moto in fino non conchiudeua col R^c d'Inghilterra 3 gli parata ragione-^
Imprcf del u°1>e>cbe ti Tontefice affettaffe quel tempo. Ter ò la imprefa del Eseguo di
Reame per- Napoli caminciata con grande (pcran^a, andana ogni dì raffreddando : per-
che vada len- che l'armata non effendo ingroffata ne di legni nuoui, ne di gente ; & hauen-
r aniente, : fa a gUar(fare j luoghi prefi, potata fare poco progreffo : <& l'efferato di ter-»
ra , al quale le uetiouaglie mandate da Eterna per mare non cra?w a quatto^
dici di Mar^o ancora condotte ', per il tempo trifio ; nonfolo non andana in-
nanzi , ma diminuendo per il di] òr dine delle uettouaglie , fi ritirò finalmen-
te a Tiperno ; & i fanti, che erano con I\cn^o, diminuiti per non hauere da-
nari, in modo che egli, non h attendo potuto mettere in me%o il Viceré fecon-
do il diffegno,fe ne ritorno a P^oma . accrefeendo quefii àifordini la pr artica
diretta, che haueua il Tontefice dell'accordo ; perche indeholiua leprouifio-
ni, fredde perfua natura, de' Collegati : il che da altro canto accrefceua la in-
clinatione del Tontefice all'accordo , indotto a qualche maggiore fferan%a
dell'animo di Ce far e , per effere slot a intercetta una fua lettera , nella quale
commetteua al Viceré , che fi sfor^affe di concordare col Tontefice , fé già lo
slato delle co fé non lo configliajfe a far e altrimenti, Ma quello, eh e lo motte^
Difcorh del^ ua pjM^ era ji uec[erc farfi continuamente innanzi Borbone con l'effercito Im-
accordarfi co Per^6 •' m ^ 'àfolutioni del Duca d'Vrbino , ne' le prouifwni de ' Vinitiani,-
Ccfare. ejffère tali, che lo rendeffero ficuro delle cofe di Tofcana , il timore delle quali
l'affiiggeuafopra modo. Ter che il Duca d'Vrbino , slancio ancora le genti
Imperiali parte di qua , parte di là da Tiacen^a , mutata la prima op-
penione di uolere effere a Bologna con V efferato Veneto innanzi a loro,
haueua rifoluto ne ' fuoi configli , che come s'intendeffe la moffa de ' nimici,
l'efferato Ecclefiafìico 2 lofi iato TarmZv&.Modona ben guardate, fi 'ri-»
decima orr jt v o 79
dtìceffe a Bologna ; & che egli con l'efferato de'Viriitiani caminaffe alla coda,
fé ninnici $ lontano però fetnpr e da loro, per ficurt a delle fue genti, uinticin-
que, 0 trenta miglia : col quale ordine, uolendo i nimici figliare poi la aia di
Romagna 3& di Tofc -una , fi procede ffe continuamente e • aminando femprt
innanzi a loro l'esercito Ecclefiaflico,col Mar che fé di Salw^o,con le lance ,
Fr ance fi, <&co fanti fuoi, & co ' Sinceri ; Inficiando fèmpr e guardia nel-
le Terre , onde i nimici baueffero dopo loro a paffare ; & raccogliondole poi
di. mano in mano fecondo fuffero paffati. Del quale configlio fio , mal capace
agli altri Capitani , aUcgaua moke ragioni : prima non effere ficuro il met-
ter fi con gli efferati uniti in campagna, per far e oflacolo a gli Imperiali ^
che non paffaffero ; perche farebbe o peri colo fo , o inutile : pericolo fo3 uolen-
do combattere ; perche effendo fuperiori di forte , & di uirtà 3 fé non di nu-~
mero 3 confeguirebbono la uittoria : inutile } perche fé gli Imperiali non uo-
leffero combattere, farebbe in [acuita loro lafciare indietro l'efferato de Col-
legati : & effendo dipoifempre innanzi a loro in ogni luogo far ehbo-no gr an-
dijfimiprogreffi : parergli, quando bene le cofe fuffero in potefl a fua, mi-
gliore di tutte quefla deliberatione : ma coftrignerlo a queflo medefimo la nc-
cefjìtà ,• perche effendo già , fecondo fi credeua , qua fi in moto l' efferato ni-
mico , non e fiere tanto pronte leprouifioni delle genti fue , che cofifuffe certo
di potere e fiere a tempo ad andare innanzi . & che anche hauere a confide-
rare , poi che i Vinitiani haueuano rimeffa in lui liberamente quefla delibe-
ratione y di non lafciare lo Stato loro in pericolo ; il quale f i nimici uede fi-
fero ffrouifio y potrebbono y prefo nuouo configlio da nuoua occafione , paf-
futo To uoltarfi a danni loro . Con la quale ragione conuinceua il Senato
Vinitiano y che per natura ha per obietto di procedere nelle cofe fue cauta- Vfnltfanl prò
mente y&fìcur amente , manon faiisfaceua già alTontefice 3 confìderando- ceJono cauta
che con queflo configlio fi apriua la uia all'efiercito Imperiale d'andare infino ro fafe
a Roma 3 oin Tofana y o douegli pareffe ; perche l'efferato 3 che haueua a
precedere y inferiore di forile y& diminuendone ogni dì per hauere a mettere
guardia nelle Terre3 non gli potrebbe refi fiere : ne era certo y che i Vinitiani
reftado una uolta in dietro haueffero ad effere pronti a figurargli co fatti, co-
me fonauano le parole del Duca ; cófiderando maffimameniei modi co' quali fi:
era proceduto in tutta la guerra: & giudi càdoyche uniti tuiùgli efferati in- ., ,,
firme ,nf quali erano nò molto più géti3che in quello de gli Imperiali, poteffe-
tfi piufacilméte prohibire loro il paffare innanzi; impedire le uettouaglie, &
ufare tutte le occafioni,che fi prejentafferome hauere mai ad effere tato totani
da loro, che no fuffero a tépo afoccorrerc fé fi uolt afferò alle Terre de' Vinitia-
ni. La quale deliberatione gli difpiacque molto piu,quando intefe,che il Duca + 1J Duca <V
d'Vrbino uenuto Uterino di di Genaio a Tarma, foprauenut agli leggiere ma Vrbmo va a
lattiafi ritirò il xiiij dì a Cafalmaggiore3 & di quiui cinque dì poi fitto noma Curarfi.
So L I B B^O
di curar fi, a Guaiolo; douegia alleggerito della febbre, ma aggrauato, fe-
condo diceua,della gotta haueua fatto uenire la moglie, il quale procedere,
foretto molto al 'Pontefice, chi uoleua tirare a migliore feri fo , arguiua , che
le pratiche fue degli accordi erano caufa delfuo procedere con quefla fofpen-
fwne : ma il Luogotenente comprendendo parte da quello , che era uerfimile,
parte per relatione di parole dette da lui, che a quefli modi finiflri l'in-
duceua anche il defiderio della ricuperatone del Montefeltro, & di Sato Leo
poffeduto dà Fiorentini ; giudicando , che fé non fi fatisfaceua di queflo ,fa-
rebbono il Pontefice, & i Fiorentini nelle maggiori neceffitd abbandonati da
lui ; negli parendo che quefie Terrefujfero premio degno di efporfi a tanto pe
ricolo, fapendo anche che il medefimofi defideraua a Firenze , gli dette fpe-
ran%a certa della refiitutione , come fé nhaueffe commifiione dal Pontefice :
la qual cofa non fu approuata dal Pontefice ; indulgente più in queflo cafo all'
odio antico, & nuouo, che alla ragione. Stauano in tanto gli Imperiali, ha-
t Conte Gin uendo dato a'Tedefchi pochiffimi 'danari, alloggiati uicini a Piacenza, doue
con feimila era ^ ^onte Gtf/do Rgngone con filmila fanti : onde correndo qualche uolta
ùnti. Paolo LwT^afco, & altri caualli leggieri della Chiefa ; un giorno accompa-
gnati da qualche numero di fanti , & da alcuni huomini d'arme , roppono i
nimici che correuano , prefono ottanta caualli , & cento fanti ; & refiarono
prigioni i Capitani Scalengo , Zucchero , & Grugno Borgognone . Mando
poi Borbone dieci Infegne di Spagnuoli a uettouagliare Picchitene : &
Il Conte da poco dopo il Conte di Gaia^o co' caualli leggieri , & fanti fuoi uenne ad al-
Gaiazzopaf- loggiare al Borgo a San Donino, abbandonato dagli Ecclefiaftici ; il quale il
Eccitarti co dìfeguente per pratica tenuta prima con lui , & pretendendo egli di e fiere , .
perche non era pagato, libero dagli Imperiali, pafio nel campo Ecclefiafiico,
condotto dal Luogotenente più per fatis fare ad altri, che perfeguitare ilgiu-
Progrefli di ditiofuo proprio , con mille dugento fanti , & cento trenta caualli leggieri ;
Borbone con / quali haueuafeco ,• & con conditione, che effendogli tolto da Cefare il Con-
tado fuo di GaiaT^o , hauejfe dopo otto me fi il Pontefice infino lo ricuperale
a pagargli ciaf uno anno l'entrata equiualente. Defideraua Borbone, fegui-
tato il coufiglio del Duca di Ferrara , il quale nondimeno ricujo di caualcare
nell'esercito , d'andare più preflo a Bologna ,&a Firenze , chefoprafedere
x g «nuoli *w *?^e Terre . ma a dìciajfette dì s'ammutinarono i fanti Spagnuoli dimd-
s'ammutina- dando danari ,& ammainarono il Sergente maggiore J mandato da lui a
no,& ainmaz quietargli : & nondimeno quietato il meglio potette il tumulto , a uenti dì
zano ii Sergé pafià con tutto l'effercito la Trebbia ; & alloggiò a tre miglia di Piacenza,
,liaSSK hauendofeco cinquecento huomini d'arme, & molti caualli leggieri ; i quali
la più parte erano Italiani non mai pagati; i fanti Tede/chi uenuti nuoua-
mente ; quattro, o cinquemila fanti Spagnuoli di gente eletta ; & urea due-
mila fanti Italiani sbandati >& non pagati-, fendo refiati de Tede fichi ucc-
elli un*
DECIMO OTTAVO. 81
chi una parte a Milano , gli altri andati ucrfo Sauona y per dare fauore al- Ardire dell*
le cofe di Genoua ridotta in grandifiimaanguflia . Era certo marauigliofa ^ ,clt0(Jl„
la deliberatione di Borbone , & di quello efferato y che trouandofi ferina da- coftanza de*
nari, ferina munitione y fenica guai/latori yfen%a ordine di condurre uetto- Tcdefchi.
uaglie fi metteffe a p affare innanzi in me%o a tante Terre nimiche, & con-
tra i nimici , che haueuano molto più gente di loro : &piu marauigliofa la
coftan^a de Tedefchi ,• che partiti di Germania con uno ducato filo per uno,
& battendo tollerato tanto tempo in Italia con non hauere hauuto in tutto il
tempo più che dua, otre ducati per uno; fi mette ffero contra l'ufo di tutti i
faldati y& penalmente della loro natione y a caminare innanzi; non ha-
uendo altro premio y o affegnamento y che la fperan^a della uittoria; anco-
ra che fi comprendere manife lì amente y che riducendofi in luogo sìretto le
uettouaglic y & hauendo i turnici propinqui non potrebbono uiuere fen^a
danari : ma gli faceua /forare y & tollerare affai t autorità grande y che
baueua.il Capitano Giorgio con loro, che proponeua loro in preda Roma ,
& la maggiore parte d'Italia . Spinfonfi auentidua al Borgo a San Don-
nino y & il dì feguente il Mar che fé di Saluto y & le genti Ecclefiafti-
che, lafciato a guardia di Tarma alcuni fanti de' Vinitiani y fi partirono ti^ .arc
di Tarma perlauolta di Bologna y con undici in dodici mila fanti; lafcia- partito da
to ordine al Conte Guido y cbedaTiacenya ueniffe a Modona; & i fanti Pannava
delle bande nere a Bologna , reflando in Tiacen^a guardia fufficiente . Cofi a1^ volta ^
per il Reggiano fi condxjfono in quattro alloggiamenti tra ^An^uola y&il ° °^na*
Tonte a l\eno . Is^tl qual tempo Borbone era intorno a peggio : & il Du-
ca d'Vrbino y ilqnale proponendogli il Luogotenente a Cafalmaggiore y che
s'accrcfceffe il numero de SuÌ7^eriy Ihaueua y come cofa inutile y ricufato
bora inflaua feco y che fi proponejfe a I\oma , & a Vinegia y che fi condita
ceffero dinuouo quattromila Sui,7geriy& dumila Tedefchi; f cu fando la
contradittione fatta all'hora; perche laflagione non confentiua y che s'ufeiffe
alla campagna , & hauere creduto y che i nimici fi rifolueffero primaya qua-
li con quefìo augumento prometttua d'accoftarfi ; configlio dimezzato da
tutti ; perche a pericoli prefenti non foccorreuano rimedij tanto tardi;poten-
do anche egli efjere certiffimo y che quefte cofe per le difficultà de' danari y &
uolontdgia di finite de Collegati y non fi poteuano mettere ad effecutione .
T^el qual tempo il Duca di Milano y che fatti tremila fanti difendeua Lodiy
& Cremona3& tutto il dì la dall' \Adday& feorreua nel Milanefeyoccupò co £)uca j« M*-
fubito impeto la Terra di Monda ; ma fu preflo abbandonata dafuoìyhauuto lano occupa
auifo y the .Antonio de Leua y che haueua accompagnato Borbone Ritornato Moncia.
a Milano andana a quella uolta ; & fi diceua hauere feco dumila fanti. Te-
defchi de uecchi y mille cinquecento de nuoui , mille fanti Spagnuoli,
& cinquemila fanti Italiani , fitto più capi • Ma Borbone paffata Sec-
8i L I B B^O
chia 3 prefa la mano finìfira fi conduce a cinque di Mar^o a Buomporto ;
Borbone paf &om lanciato le genti andò al Finale ad abboccar fi col Duca di Ferrara 3 che
fa alla volta ^ confOTf0 affai ad indirizzar fi 3 lafciati da parte tutti gli altri penfieri,
allauolta di Firenze , o di Roma ; an%i fi crede , che lo configliaffe ad in-
diriT^arfi ylafciata ogni altra imprefa , uerfo Roma, nella quale delibe-
rai iune cruciavano l'animo del Duca di Borbone molte difficultd ; &fyetial-
mente il timore , che l'esercito condotto in Terra di Roma , o per necejfità s
o per iizfiderio di rinfrescar fi 3 o incontrando in qualche difficoltà 3 come feri-
na dubbio farebbe incontrato ,fe il Tontefice non fi fuffe difarmato3non pi-
gliale per alloggiamento il Regno di Tripoli : T^el qual dì le genti de* Vi-
nitiani pacarono TÒ ferina la perfona del Duca d'Vrbino;ilquale benché
quafi guarito , era ancora a Garzuolo , ma con intcntione di cambiare pre-
sto . ^Alloggiò il fettimo dì Borbone a San Giouanni in Bolognefe 3 onde
mandò uno Trombetta a Bologna 3 dotte s'erano ritirate le genti Ecdefiafli-
che 3 a dimandare uettouaglie 3 dicendo uolere andare al foccorfo del Rea-
me; & il dì mede fimo fi unirono feco gli Spagnuoli 3 che erano in Carpi,
confegnata quella Terra al Duca di Ferrara : & le genti de Vinitiani erano
in fu la Secchia 3 rifolute a non paffare più innanzi 3 fé prima non intende -
uano la partita di Borbone da San Giouanni , alquale ueniua uettouaglia di
quello di Ferrara ; ma hauendola a pagare , & non hauendo quafi danari,
alloggiauano per mangiar e il paefe molto larghi, & correuano per tutto
predando huomini & beftie , onde traheuano il modo dì pagare le uettoua-
glie ; in modo che fi conofceua certiffimo 3 che fc hauejfero hauuto rifeontro
potente 3 o fé l'efferato Ecclefiaftico 3 il quale era in Bologna 3 & all'in-*
torno haueffe potuto metter fi in uno alloggiamento uicino a loro 3 fi fa-
rebbono gli Imperiali ridotti preflo in molte anguflie. perche continuando
' d'alloggiare cofi larghi 3 farebbono siati con molto pericolo 3 & riftri-r
+ Gl'E 1 Znzndofi non harebbono hauuto il modo a proueder le uettouaglie. Ma
fiafticiper di nelle genti 3 che erano a Bologna 3 erano molti dì fordini ; fi perla conditio-
fordine per- ne del Al arche fé 3 atto più a rompere una lancia, che a fare ufficio di
fono vna pre Capitano; fi ancora perche iSui^eri, & i fanti fuoinon erano pagati
ne di vittoria attm?1 ^hiti da' Vinitiani 3 per le quali cagioni perfino una preclara
t Marchcfe occafione . Borbone in quefto meyo per potere caminare più innanzi
dìSaluzzo e attendeua a prouederfi da Ferrara di uettouaglie per più dì3 dimunitio-
poco atto al- ne . & diguaftatori3& di buoi ; hauendo feco infino allhora quattro canno-
Capìtano. m ; & ancora chefaceffe uarie dimofirationi di quello 3che lyiuejfe in animo ,
Gieronìmo nondimeno fi ritràheua per cofa più certa hauere in animo di paffare in To-
Morone tiene fcana per la uia del faffo ; & il medefimo confermaua Gieronimo Morone , il
pratica col quale già molti dì teneua fegreta pratica col Mar che fc di Saluto 3 benché
Sai uzzo. a giudi ciò di molti fimulatamente , & con fraude . Ma hauendo già sta-
DECIMO OTTAVO. 8*
tutto douere partire a quattordici dì di Maryo , & per ciò rimandato al
Bondeno i quattro Cannoni, il dì precedente i fanti Tedefchi delufi da uà- Tedefchi fi
rie promejfe de pagamenti , &• feguitati poi da* fanti Spagnuoli ,gridan~ cJ^a3or.
do danari s'ammutinarono con grandi '{fimo tumulto, & con pericolo non bone.
mediocre della uita di Borbone yfe non fuffe flato follecito a fuggirfi occul-
tamente del fuo alloggiamento ; doue concorfi lo fualiggiarono , ama%j^a- t I! Marche
toni uno fuo gentil' huomo , per il che il Marche fé delGuaflo andò fubitoa fe del Gmfto
Ferrara, onde tornò con qualche fomma benché picchia di danari co' qua- ^rTf'a^nu
li fi quieta l esercito . Soprauenne a diciajjttte di neue , & acqua fmifura- finamente
ta : in modo che era imponìbile , che per la grofse^a de fumi , <&> perle
male sìrade l'efsercito per qualche dì caminafse : & uno accidente d'apo^
plejfia foprauenuto al Capitano Giorgio lo condufse quafi alla morte con
maggiore fperan^a che non fu poi il fuccefso , che hauendo almeno a re-
slare inutile a feguitare il campo , i fanti Tedefchi per la partita fua non
hauefsero a fopportare più le incommodità 3 <&■ il mancamento de danari.
Erano in queflo tempo le genti de' Vinitiani a SanFauftino prejfo a I\ubie-
ra : alle quali arriuò il decimo cttauo dì di Mar^o il Duca d'Vrbino , pro-
mettendo fecondo l'ufo fuo al Senato Vinitiano la uìttoria quafi certa , non
per ciò per uirtu dell'arme de Confederati, ma per ledijficultd de nimi-,
ci . In queflo slato cfsendo da ogni banda ridotte le cofe del Tontefice in^
wlito per non hauere danari, inuilito per non fuccedere fecondo i primi dif- ., p . ._
fegni la imprefa del Pregno , fendofi già le genti fue per mancamento di uct- \ìto p cr je t6-
touaglia ritirare a Tipemo 3 inuilito perche le proni foni de' Fr ance fi am- pìde prouifio
pliffrme di parole riufeiuano ogni dì più fcarfe d'effetti , come continuamen- ™ dei ^e*
te haueuano fatto dal primo dì , infino all'ultimo di tutta la guerra : per- ÌQnì chJ";JTJ
cheoltrala tardità ufata perii T{e in mandare il primo me fé della guerra i paurilconoil
quarantamila ducati , in cjpedire le cinquecento lance , & l'armata marit Papa.
tima , oltra'l non hauere uoluto rompere, come era obkgato , la guerra di là
da monti , disegnato per uno de fondamenti principali d'ottenere la uittoria;
mancò etiandio nelle promejfe fatte cotidianamente : Haueua promejfo di pa
gare al Tontefice oltra la contribuirne ordinaria uentimila ducati ciafeuno
meje , perche rompere la guerra al piarne di IS^apoli ; & ejfendo poifuccedu
ta la triegua fatta per lo infulto di Don Vgo ,&de Colonnefi, confortando-
lo a non offeruare la triegua , gli haueua riconfermato la medefima promejfa
per feruirfene , o per la guerra di l^apoli , o per la difefa propria , & man-
dargli Bgn?o da Ceri, uenuto apprejfo a lui per la difefa di Marfilia in gran-
de slimatione : le quali cofe benché promejfe infimo d'Ottobre, fi differiro-
no tanto per la tardità loro , che Bfn^o non prima che il quarto dì di Gen-
naio arriuò a Roma fen^a danari ; & dieci dì poi arriuarono uentimila du-
cati j de' quali hauendone ritenuti F^n^o quattromila per le jpefe fatte da
F tj
84 L I B H.0
fé > & fu ape tifone; diecimila pcrlaimprefa dello Abruzzi > foli feimila
ne peruennono nel Tontefice ; il quale fotto quefie premere haueua quafi tre
meji innanzi rotta la triegua . Tromeffe il I{e di pagargli per la concesfwne
della decima fra ottodìjcudi uenticinquemila , & trentacinque mila fra
due mefi ; ma di quefii non riceue mai il Tontefice fé non nouemila portati da
Fsobadanges . Tartì dalBgdi Francia il duodecimo dì di Febbraio Taolo
dy brezzo ,al quale per dare maggiore animo alla guerra promeffe , oltra
tutti i predetti 3 ducati uentimila : i quali mandati dietro a Langes> non paf-
faronomai Sauona . Era obhgato il Paperi Capitoli della confederatwne
a mandare dodici Galee fottih ; diceua hauerne mandate fedici , ma il più
del tempo tanto male prouedute , &fenza kucmini da porre in terra y che
non partiuano da Sauona : le quali >fe nel principio che fi ruppe la guerra
contro! Idearne di Ts^apoli fi fusero congiunte fubito con le Galee del Ton-
tefice y & de Vinitiani , harebbono fecondo il giuditio commune fatto gran
diffimi progres fi . L'armata de'grosfinauilij certamente molto potente, ben-
ché molte uolte promettere mandarla uerfo il Pregno ; per quale cagione fi
fufsenon fi difcofiò mai dalla Trouenza yoda Sauona ; & dopo hauere con-
corfo a dare due paghe a! fanti del Mar che fé di Saluzzos concordo co Vini-
tiani y i quali teneuano minore numero di gente 3che quelle alle quali erano
cbligati y che il pagamento loro fi trae fse della contributione dey quaranta-
mila ducati . I conforti y &gli aiuti del I{e d'Inghilterra erano troppo lon-
tani y & troppo incerti . Vedeua i Vinitiani tardi ne pagamenti delle gen-
ti y per colpa de* quali i finti di Saluzzo y<& ì Suizzeri 3 che alloggiauano
in Bologna y erano quafi inutili . Spauentauanlo le uariationi 3 <& il modo
del procedere del Duca d'Vrbino ; per le quali conofctua non s' hauere a fare
oflacolo alcuno 3 che l'efeercito Imperiale non pafsafse in Tofana : onde per
la mala dijpofitione del Topolo Fiorentino 3 per hauere i Cefarei adherente
la Citta di Siena 3 comprendeua cadere ingrauisfimo pericolo lo Stato di Fi-
renze, & etiandio quello della Cbiefa. Quefie ragioni lo commofsono
benché dopo molte pr attiche y & fluttuationi d'animo; perche conofceua
ancora quanto fufs e pernitiofo s & pericolo fo il fepararfi dà Collegati,
<& rimetterfi alla difcretione de' nimici , nondimeno non efsendo aiutato
a bajìanza da altri 3 ne uolendo aiutar fi quanto h or ebbe potuto da fé
Il Papa cofu- medefimo , e^ preualendo più in lui il timore prefente ; ne fapendo
fo s'accorda fare con l'animo refiflenza alle diffìcultày e^ pericoli, fi rifoluè ad ac-
congUimpe cordare col Fieramofcay & con Serenon 3 che erano incorna per quefto
effetto in nome del Viceré ; di foffendere l'arme per otto mefi, pa-
» roncKri0- Sm^° all' efser cito Imperiale fcfsant amila ducati: B^sìitui fiero le co-
r,i dell'accor fi tG^te della Chiefa y & del kegno di TS^apoliy & de Colonne fi y & a
do. Tompeio Colonna fi rendcfse la degnità del Cardinalato con l'afsolutio-
decimo arrivo. 8* I
ne dalle cenfur e ; delle quali conditioni ninna fu più grane al Tontefice, &
alla quale condefcendefie con maggiore difficoltà : hauefiero f acuità il I{e di
Francia, &iVinitianiad entrare fra certo tempo nell 'accordo ynel quale
entrandoti ufafiero i fanti Tedefcbi d' Italia ; non n'entrando, ufcijkro del-
lo slato della Chitfx, & etiandio di quello di Firenze ; Tagafie quarantami-
la ducati a uentidue del pr e finte , il refto per tutto il me fé : & che il Viceré
uemfie a Rgma , il che al Tapa pareua quafi uno ajficurarfi dell 'ofs emanaci
di Borbone ; bauendogli anche dato Jperan^a Uh anere il Luogotenente inter
cetta una lettera di Borbone al Viceré , per la quale fattogli intendere le dif-
ficultà , in che fi trouaua , lo confortaua ad accordare col Tontefice fé fi po-
teua fare con h onore di Ce far e . Fatto l'accordo fi richiamarono fubito da
eia/cuna delle parti tutte le genti , & l'armata del mare ,& fi restituirono
le Terre occupate, procedendo il Tontefice con buonafede all' ofiemàn^a : U
conditioni del quale erano in quello tempo molto fuperiori nel Pregno di Na-
poli : ma all'aquila i figliuoli del Conte di Montorio diffidando poter ni fla-
ve ficuri altrimenti liberarono il padre; ilquale fubito col fauore della fat-
tione Imperiale ne faccio i figliuoli ,&la fattione auuerfa . \Arriuo poi Viceré a Ro ••
il Viceré a l\oma , per la uenuta del quale il Tontefice giudicando efiere affi- ma#
curato del tutto dell' o^eruan^a della concordia ,licentib con peffimo confi-
glio tutte le genti , che nelle parti di %oma erano a gli Hipetidij fuoi : rifer- p * in iiecen-
uandofi folamente cento caualli leggieri , & dumila fanti delie-bande nere; tiare le fue gè
dandogli a quefto maggiore animo il perfuaderfi, che il Duca di Borbone fuf- ti.
fé inclinato alla concordia per le difficnltà che haueua a procedere nella guer-
ra; perche fempre haueua mofirato a lui defiderarla . Ma molto diner fa-
mente procedeuano le cofe intorno a Bologna; perche hauendo il Tontefice
fubito dopo la ftipnlatione della triegua fyedito Cefare Fieramofca a Borbo-
ne, perche approuafie la concordia, & riceuuto che hauefìe i danari le-
uafie l'efiercito del territorio della Chiefa ;fi feoperfono in Borbone, & mol- > ? n103/10-
to più ne' faldati infinite difficnltà , dimoslrandofi ofiinati a nolere fegui- ne in non vo~
tare la guerra , o perche s'hanefiero propofto fperan^a di grandijfimo kre confenti-
guadagno ,o perche i danari promeffi dal Tontefice non baflafiero a fa- realPaccor-
tisfarli di due paglie ; & però molti credettono , che fé fnfiero flati ceri- *0m
tornila ducati harebbono facilmente accettata la triegua . Quel che ne
fufie la cagione certo è che] dopò la uenuta del Fieramofca non cefiauano
di predare il Bologne fé , come prima, & fare tutte le dimoflrationi di
nimici; & nondimeno Borbone , ilquale faceua fare le pianate, &
Fieramofca dauano ffieran^a al Luogotenente , che non ostante tut"
te le difficnltà, l'efiercito accetterebbe la triegua > affermando Borbo~
ne e fiere neceffitato a fare le fyianate per intrattenere l'efsercito con U
fteran'^a del procedere innanzi 2 infimo a tanto l'hauefse ridotto al defi-
F iij
8 5 L I B 110
de rio fuo , ilquale era di conferuarfi amico del Tontefice ; & nondimeno nel
tempo medefimo ueniuano per ordine del Duca di Ferrara ali* efferato proui-
jione di farine y guafiatori > carri y poluere &■ infirumenti fimili : ilquale fi
gloriò poi y che ne i danari dati loro y ne tutti quefìi aiuti paffauano il ualore
di feffant amila ducati : & da altra parte il Duca d'Vrbino fimulando di te-
mere che quello efferato accettata latriegua nonfiuolgefie al Tulefme di
Rouigo y ritiro le genti Vinitiane di là dal To a Cafalmaggiore . Stettono
cofi fofpefe le cofe otto dì . Finalmente Borbone 3 o perche quejla fufie fiata
fempre la intentione fuayo perche non fufie in poteflà fua comandare al-
l'esercito yfcrifie al Luogotenente che la neceffità lo coftrigneua poi che non
poteua ridurre alla uolontd fua ifoldati y di caminare innanzi >• & cofi met-
tendo ad efiecutioney andò il dìfeguente y che fu l'ultimo dì di Maroso y ai
alloggiare al Tonte a Ugno con tanto ardore della fanteria y che uenendo nel
+ GII foldatì campo uno huomo mandato dal Viceré per follecitare Borbone che accett afi-
di Borbone ^ fa trjegUa 3 farebbe fé non fi fufie fuggito y sìato ammalato dagli Spa-
vd?re parlare Znuo^1 > ma maZ&ore fi* ^a dimoflratione contrari Marchefe del Guafio ; it-
ili trkgua. quale efiendofi partito dell'esercito per andare nel Piarne di Tripoli y mofio >
o da indifpofitione della per fona y o per non contrauenire y fecondo cheferiffe
al Luogotenente yalla uolontà di Ce far e come gli altri yo da altra cagione y fu
bandito dall'efferato per rebelle , Ver la uenuta del Duca di Borbone alTon
te a Reno il Marchefe di Saluto & il Luogotenente effendo già certi che i
nimici andauano uerfo la Romagna y lafciata una parte de fanti Italiani alla
guardia di Bologna nonfen^a difficultd di condurre i Sui^eri y per il paga-
mento de quali fu necefiitato il Luogotenente a preflare a Giouanni Vitturio
diecimila ducati y s'indri^^arono la notte medefima col refio dell'efferato a
Furti y doue entrarono il ter ^ dìd\Aprilelafciatoin Imola prefidio fiuffi-
ciente a difenderla ; fiotto la quale Città pafìò il quinto dì il Duca di Borbone
per alloggiare più baffo fiotto laflrada maefira . Ma come a Roma peruenne
la certezza che Borbone non haueua accettata la triegua y il Viceré dimo-
iandonegrandijfima molefliay&perfuadendofi che fecondo haueua riceuu-
to gli auifi primi procede ffe perche fuffe neceffaria maggiore fiomma di dana-
ri y mandò uno fuo huomo ad offerire di più uentimila ducati y i quali pagaua
dell'entrate di 'Napoli : ma intefo poi tffere fiuto in pericolo y partì il teryo
Viceré parte 41 di ^Aprile da Roma per abboccarfi con Borbone hauendo promeffo al Ton-
/^omafPc! tefice chelo cofirigner ebbe ad accettar e latriegua fé non con altro modo col
Borbone. (epurare da lui le genti d'arme y& la maggiore parte de fanti Spagnuoli •
Ma arriuato afiei dì in Firenze, fi fermò quiui per trattare con huomini ma-
dati da Borbone come in luogo più opportuno y effendo già certo non fi potere
fermare l'efferato fé non pagandogli molto maggiore fomma di danari y &
hauendo quefii a pagar fi da Fiorentini y {òpra i quali il Tontefice haueua la-
fidato
DECIMO Ottavo. #x 8?
[ciato tutto il carico diprouederuL ^Augumentauano quelle uarietàfomma-
mente le difficultd & i pericoli del Pontefice y an^igia Vbaueuano augumen
tate molti dì : perche nella incertitudine delle deliberationi del Duca di Bor-
bone y & di quello y che bauejfe a partorire la uenuta del Vicereyhaueua ne-
cecità degli aiuti de Collegati >• i quali raffreddauano le anioni fueyfollecitd-
dogli in contrario la infilando, &gli ftimoli del fuo Luogotenente ; perche il
Pontefice con tutte le parole & dimoftrationimanifeflaua ildefiderio fom-
mo , che baueua dell'accordo y&la fperan^a grande che baueua y che per
l'opere del Viceré doueffe fuccedere : & il Luogotenente da altro canto com-
prendendo per molti fegni che la fperan^a del Pontefice era uana y & cono-
scendo y che il raffreddaci le prouifioni de Collegati metteua in manifefiiffi-
mo pericolo le co fé di Firenze, & di Bgma;faceua eflrema infanga col
Mar chef è di Salw^o , & co' Vinitiani per perfuadere loro > che l'accordo
non bar ebbe effetto ; & confortargli, fé non per rifletto d'altri y almeno per
Inter effe loro proprio non abbandonalo le co fé del Pontefice y & di Tofa-
na; ne diffimulando perhauere maggiore fede y che il Papa ardentemente
defideraua y & cercaua la triegua : & imprudentemente y non conofcendo le
fraudi aperte de gli Imperiali y iti fperaua : & che quando bene col dargli
aiuto non ottenebro altro , che facilitargli le conditioni dell'accordo y effere
queflo a loro grandiffimo benefitio . per die il Papa aiutato da loro accorde-
rebbe per fé y& peri Fiorentini con conditioni > che nocerebbono poco alla
Lega ; abbandonato farebbe cofir etto per neceffità obligarfi a. dare agli Im-
periali fomma grandi ffima di danari y & qualche contribuirne grojfa men-
atale ,• che farebbono quelle arme con le quali in futuro fi farebbe la guerra
contra loro , & pero douere fé non uoleuano nuocere a fé fieffi , qualunque
uolta Borbone fi mouefje per offendere la T 'ofeana ,muouerfi anche efficoti
tutte le forile loro per difenderla. Stauamolto perpleffo il Mar che fé di Sa- Dìfficultà ne*
Iwzgp in quefta deliberatane > ma molto più ut franano perpleffi i Vinitiani: Collegati.
perche feoperta a tutti la pufillanimità del Pontefice yteneuano per certo ,
che etiandio dopo gli aiuti hauuti di nuouo da loro , qualunque uolta potejfe-
confeguire l'accordo > l' abbraccerebbe fen^a rifletto de' Confederati ; però
pareua loro effere aftretti a cofa molto nuouay aiutarlo per fargli facile il
conuenire co' nimici communi . Confiderauano che l'abbandonarlo caufereb
be maggiore pregiuditio alle co fé comuni; magiudìcauano metter fi in mani-
fefìo pericolo le genti loro tra l' spennino y & li nimici y & nel paefegia di-
uentaio auuerfo 3 fé mentre che erano in 7 ofeana y il Pontefice frabiliffeyo di
nuouo faceffe l'accordo : & poteua anche nel Senato quella dubitationey che
il Pontefice non faceffe inflan%ay chele genti loro paffafferoin T ofeana per
cofirignergli ad accettare per pericolo di non le perdere la fufpenfione . Le-
qualiperpklfità baueua con minore difficultdrimojfeil Luogotenente dal-
83 L I B 1^0
l'animo del Marchefe 3 ancora che molti del fuo configlio per timore di non
mettere le genti in pericolo lo confortajfero al contrario : però come prima
era slato pronto a uenire a Tuorli , cofi non ricufaua fé il bifogno lo ricercaf-
fé, dipanare in Toficana. Ma in Vinitiani > i quali per tenere il Tapa 3 & i
fiorentini in qualche (peran^a ; & da altro canto effere pronti a pigliare i
partiti di giorno in giorno ; ordinarono che il Duca d'Vrbino partijfe il quar
to dì d'aprile da Cafalmaggiore 3 mandando la caualleria per la uia di T/>
dalla parte di là 3 & la fanteria per il fiume : il quale dimoftrando qualche
timore per l'andata de gli Imperiali in Romagna 3 mandò dumila fanti de*
Vinitiani a guardia del fuo slato ; benché per molti fi dubitajfe 3 & per il
Il Papa difff- Pontefice particolarmente 3 che fegretamente non haueffe promeffo a Bor-
da del Duca bone 3 di non gli dare impedimento al pajfare in Tofcana . // Duca di Bor-
<T Vrbino. yone jn quefto mt'ZQ cercando da ogni parte uettouaglie , delle quali era in
fomma neceffità 3 mandò una parte dell'esercito a Cotignuola ; la quale Ter-
ra y benché forte di muraglia y battuta che l'hcbbe con pochi colpi 3 ottenne
per accordo ; perche gli huomini della Terra 3 come molti altri luoghi di ì\o-
ff, magna y temendo delle rapine de faldati amici 3 gli haueuano ricufati . Tre-
Boriane con fa Cotignuola mandò a Lugo i quattro Cannoni : &■ per prouederfi di uettoua
l'efferato ver glie 3 & per l'impedimento dell'acque fopraslette tre3 o quattro dì in- fui fiu-
to Tofcana. me di Lamone : di poi il terxodecimo dì d' Aprile paffato il Montone 3 allog-
giò a Villa Franca 3 lontana cinque miglia da Furli : nel qual dì il Mar che fé
•\ Spagnuoli fa Saluto fualigiò cinquecento fatiti quafi tutti Spagnuoli 3 chcandauano
Marchefe di sbandati cercando da uiuere uerfo Monte Toggiuoli 3 come andaua per la
Saiuzzo. necejiità quafi tutto il reflo dell'efferato . ^Alloggiò Borbone il quartodeci-
mo dì fopra strada alla uolta di Meldola3 cambio da pacare in Tofcana pe r
la uia di Galeata3 & di Valdibagno ; folle citandolo a quefto molto i Sanefi,
che gli offeriuano copia di uettouaglia 3 & di Guaflatori ; & cambiando con
l'abbruciare i Tede fichi tutti ipaefi 3 onde pafiauano 3 affamarono la Terra di
Meldola 3 che s'arrendè 3 & nondimeno fu abbruciata ; // qual dì hebbe la
nuoua 3 che il Viceré 3 con confentimcnto della Motta 3 mandato a quefto ef-
fetto daini 3 haueua il dì dinanzi capitolato in Firenze: Che non fi partendo
nell'altre cofe3an?i riconfermando la capitolatone fatta in B^oma3 doueffe il
Duca di Borbone cominciare in fra cinque dì projfimi a ritirar fi con l'effer-
cito ; <& che Jubito fi fuffe ritirato al primo alloggiamento gli fuffero paga-
ti ducati feffant amila y a1 quali il Viceré ne aggiugneua uentimila : Gli fi
pagaffero altri fé fiant amila per tutto Maggio profjìmo ; de quali il Viceré ,
per cedola di mano propria 3 obligò Ce far e a reftituirne cinquantamila : ma
quefti ultimi non fi pagaffero fé prima nonfiiffe liberato Filippo Strofi 3 &
affoluto Iacopo Saluiati dalla pena de' trentamila ducati 3come il Viceré haue
na promeffo al Vontefice^non ne Capitoh]della triegua , ma fiotto femplici pa-
DECIMO 0 T T U V 0. §9
role . *K[on ritardò quefla notitia il Duca di Borbone dall'andare innanzi ;
ne lanotitia ancora, che il Viceré s'era partito dì Virente per condurli a.
lui ; & perftabilire tutte le co fé y chefujfero necejfarie . perche il Viceré &
per molte altre cagioni defideraua la concordia, <&■ perche ( per quello che io
ho udito da huomini degni di fede ) trattaua y che l'efferato fi uoltajfe fuhito
cantra Vinitiani ; & benché il Viceré hauejfe promejfo a l\oma di rimuouere
da Borbone la caualleria ,&la maggiore parte de' frati Spagnuolì y nondi-
meno mentre che fi trattaua in Firenze y ricufaua di farlo ^dicendo non uole-
re ejfere caufa della rouina dell'esercito di C efare . <Andì Borbone ad allog-
giare il fesìo decimo dì a Santa Sophia , Terra della Valle di Calcata fuddi-
ta a Fiorentini ; & sfor^andofi con la celerità, & con lafi-aude di preueni-
ve , che nel poffare dell'alpi , non gli fujfe fatto ostacolo alcuno ; nelle quali,
per il mancamento delle uettouaglic ,qualunche finifiro hauejfe hauuto , era
bastante a disordinarlo, hauendo riceuuto il decimo fettimo dì a San Tiero
in Bagno lettere dal Viceré , & dal Luogotenente , della uenutafua ; rifpofe
alt uno ,& all' altro di loro ,hauerlo quello auìfo trottato in alloggiamento
tanto difagiato , che era impoffibile y affettarlo quitti ; ma che il dìfeguentc
l'affetterebbe a Santa Maria in Bagno fatto l^alpi ; moflrandofi y maffima-
mente nelle lettere al Luogotenente y defiderofijjimo dell accordo y & dì fare J Borbone
conofeere al Pontefice il fuo buono animo , & la fua diuotione y benché al- *$&* °
trimenti hauejfe nella mente . *Andò il Viceré il dì deflinato y & il medefi- dì quello, che
mo dì il Luogotenente y infoffiettito del caminare di Borbone y accioche non moftraua in
prima entrajfero i nimici in Tofana y che il foccorfo y perfuafe al Marchefe Par°le«
di Salw^o con molte ragioni l'andare innan^ y & confutati efficacemente
Gioitami Vitturio Vroueditore Vinitiano apprejfo al Marchefe ,<&* gli altri;
i quali per timore yche le genti non fi mettejfero in pericolo y dìmandauano 3
che innanzi che fi pajfajje in Tofana y fi dejfeficurta per dugentomila du-
cati y o pegni diforte^e y lo conduce con tutte le genti a Ber^ighella : onda
firijfe al Tontefice hauere tanto pronta ladijjfofitione del Marchefe y che non
dubitaua più di farlo pajfare con le fue genti in Tofana ; & che teneua per
certo y che quelle de' Vinitiani farebbono il mede fimo , ma che quanto perla
p affata loro s'afficurauano le co fé di Firenze y tanto fi metteuano in pericolo
quelle di I{pma; perche Borbone ynon gli refiando altra jperan^a farebbe ne-
ceffitato uoltarfi a quella imprefa; & trouandofi più propinquo a Fgma y fa-
rebbe difficile che il foccorfo, che fi mandaffey pareggiafie la fua presieda,
per pafiare egli in due alloggiamenti Impennino : al quale cafo efkndofi an- Offerte f atre
che prima preparati co* Vinitiani , & col Ducad'Vrbino i Fiorentini,haue- da' Faentini a
nano dato jperan"^a , & poipromefio , in cafo che le genti loro paf afiero in X10111^?/,' f:
Tofana, d'entrare nella Lega : obligarfi a pagare certo numero di fanti , n0t r
& non accordare con Ce fare etiandio quando uolefìe il Tontefice : & al
«io L I B J^o
Duca d'Vrbino , che paffuto il Tò a Ficheruolo sera condotto a tredici dì al
I in ale , & poi a Corticella : haueuano per Valla Uccellai , mandato a trat-
tare quefle co fé, offerto di restituirgli le fortezze di San Leo ,<&• di Maiuo-
lo : però fu meno diffìcile . haueregli aiuti pronti , & tanto più come uenne
l'auifo , che il Viceré non folo non haueua trottato nel luogo deflinato il Du^
ca di Borbone , il quale facendoci beffe di lui haueua il dì medefimo atttfo a
poffare l'alpi ; ma ancora era slato ingraue pericolo di non effere morto da
Contadini del p ae fé ,folleuati tumultuo fi per i danni ,& per l' ingiurie ri-
cernite doli efferato : perche il Marchese , ancora che il Duca d'Vrbino tira-
tolo aparlamento a Caflel San Tiero, cer caffè di interporre o difficulta\o di-
latione ,fu pronto a poffare l'alpi, in modo che a uentidue dì d'aprile allog-
giò al Borgo a San Lorenzo in Mugello ; & il Duca d'orbino non potendo
honeflamente difeoflarfene , ne uolendo tirare a fé tutto il carico, ueduta la
prontezza de' Francefi, & fapcndofi i Vinitiani efferfi rimeffi in lui con com
meffvone però , che fé fubito che arriuaffe in Tofcana , i Fiorentini non fa-
ceffero la confederatone , di ripaffare fubito l'efferato, pafìò ancora egli, <&.
alloggiò il uigefimo quinto dì del mefe a Barberino . Borbone in tanto paf-
fute il medefimo dì l' alpi alloggiò alla Tiene a Santo Stefano , la quale Ter-
. -m ra dall' affaltj de'fuoi fi difefe frane amente ; & al "Pontefice , per intratte-
cta vn'huomo ner^° con ^ ^nedefime arti , & bau-ere maggiore occ afone d'offenderlo, mun
al Papa per dò un h nomo fuo a confermare il defiderio , che haueua d'accordare fé co ;
coglierlo me ma che uedutu la pertinacia delle fue genti l'accompagnano per minore ma-
% ■ ' *jT 1 m~ le , & lo confortano a non rompere le pratiche dell'accordo , ne guardare in
qualche fiamma più di danari . Ma era fnperfiuo l'v.fare col Pontefice que-
fle diligeniie , il quale credendo troppo a quello defideraua , & troppo defi-
Errorc de! aerando à! alleggerir fi della ffefa , fubito che hebbe auifo delia conclufione
Papa in liceo, fatta in Firenze con laprefèn^a , & confentimento del mandatario diBor-
tìa y e i fa nti [10ne b haueua imprudentifji moment e licentiati qua fi tutti i fanti delle bande
nere ,• & Valdemonte come inficuriffimapace fé n'era andato per Mare alla
delle bande
nere.
Molta di Marfilia . Trouandofi adunque tutti gli efferati in Tofcana, & in- ,
tendendofi da' Collegati , che Borbone era andato in un dì dalla Tiene a San
to Stefano ad alloggiare alla Chiaffa , preffo ad oirezgo , che fu il uigefimo
ter^o dì , camino di dkiotto miglia, fi confultò tra Capitani , che conuen-
Confulte fra nero a Barberino , quello chefuffe da fare : & facendo inflan'^a molti di lo-
Capuani de' ro , & gli agenti del Pontefice , & de' Fiorentini , che gli efferati uniti fi
Collegati a trasferiffero in qualche alloggiamento di là da Firenze , per torre a Borbone
.Barberino. ^ f acuità di accofiarfi a quella Città , fu rifjòluto , che il dì feguente, labia-
te le genti per ripo furie ne' medefimi alloggiamenti , i Capitani anduffero al-
l'onci fa lontana tredici miglia da Firenze , per tras ferina di poi le genti ,
fé lo trouaffero alloggiamento da fermaruifi ficur amente a come affermanti
decimo erravo, n
Federigo da Botole auttore di queflo configlio. Ma effendo l'altro dì in
camino y &gia propinqui a Firenze ; uno accidente improuifo, & da parto- Tumulto dsl
rirefe non fi fufle prone duto9grauiffimi effetti ; dette impedimento grande 1°^°°
a quefla y& all' altre effecutioni y che fi far ebbono fatte y perche effendo in
Firenze grandiffma folleuatione di' animo y & quafi in tutto il popolo mxlif-
fima contenterà del preferite gouerno ; & inflando la giouentà y che per di-
fenderfi y fecondo diceuano y da foldati y i Magiflrati concedeffero loro l'ar-
me publice innanzi fé ne faceffe deliberatione il dì uigefimo feslo nato nella
pia^a public a certo tumulto quafi a cafo y la maggiore parte del popolo y&
quafi tutta la giouentà armata cominciò a correre uerfo il Valagio publico 3
& dette fomento non picciolo a queflo tumulto 0 la imprudenza yola timi- f silufo Car-
dita di Siluio Cardinale di Cortona; il quale hauendo ordinato d'andare infi- dinaie dì Cor
no fuori della Città ad incontrare il Duca d'Vrbino per honorarlo y non mu- ton* Poco
t ò fenten^a y ancora che innanzi fi moueffe y haueffe intefo effere comincia- ^ru entc'
to queflo tumulto ; onde fpargendofi per la Città lui effere fuggito y furono
molto più pronti a correre al Valagio ; ilquale occupato dalla giouentà y &
piena la piazza di moltitudine armata y coflrinfono il fommo Magiftrato a
dichiarare rebelli con folenne decreto Uippolito y & ^Aleffandro nipoti del
Vontefice ; con intentione d'introdurre di nuouo il gouerno popolare : ma in-
trattanto entrati in Firenze il Duca y & il Mar che fé con molti Capitaniy ejr
con loro il Cardinale di Cortona y <& Uippolito de Medici ; & mefji in arme .j. Hfppoli to
millecinquecento fanti y che per foretto erano siati tenuti più dì nella Città, & AlcfTandro'
fatta tefla infieme fi indirizzarono uerfo la piazza ; laquale abbandonata nipoti del Pò
fubito dalla moltitudine peruenne in poteflà loro ; benché tirandofi faffi y & - .ce: jj!fp Jf *"
archibufi da quelli y che erano nel palagio y neffuno ardiua difermaruifiy ma Firentìnì.
teneuano occupate le flrade circunflanti . ma parendo al Duca d'Vrbino le
genti y che erano in Firenze y dalla qual co fa benché par effe di niuno momen-
to hebbe origine principale il liberar fi quel dì la Città di Firenze da cofi eui-
• dente pericolo y non effere a baflan^a ad efpugnare il Valagio y & giudican-
do effere pericolo fo yfe non fi efpugnaffe innanzi alla notte y che il popolo ri-
prefo animo non tornaffe di nuouo in fu l'arme y delibera con confentimento
di tre Cardinali y che erano prefenti Cibo y Cortona y & B^idolfi y & del Mar f Cardinali
che fé di Saluto y & de3 Vroueditori Vinitianiy congregati tutti nella sira- Ci^ o,Cor to-
da del Garbo contigua alla Viaz^a y chiamare una parte delle fanterie Fi- naA Rodolfi
nitiane y che erano alloggiate nel piano di Firenze uicine alla Città tonde
preparandofi pericolo fa conte fa; perche lo efyugnare il Valagio non poteua
fuccedere fenica la morte di quafi tutta la nobiltà y che u'era dentro ; & an-
che era pericolo y che cominciandofi a mettere mano all' arme y & all'uccifio-
ni y i foldati uincitori non faccheggiaffero tutto il reflo della Città ;fi prepa-
raua dì molto acerbo j& infelice per i Fiorentini; fé il Luogotenente con
Liiogotcnctc1
iòpilcc il CU-
multo in Fi-
renze.
"Mngratlf Udi-
ne, & calùnia
più prefenti
alle buone o-
pere,chela re
muncratione
& la laude.
I-uogotenece
calumato dal
Cardinale di
Cortona,eda
la moltitudi-
ne, di hauere
quietatoli tu
inulto in Firc
2 e.
Tumultuario
ne di Firenze
orìgine dì gra
uiPimi difor-
dinì.
92 l I B B^O
prefentisfimo configlio nonhauefs e ff edito quefio nodo molto diffìcile .per-
che hauendo ueduto ucnire uerfo loro Federigo da Botole , immaginandofi
quel che era, partendo^ fubito da gli altri (e gli fece incontro per effere il
primo a parlargli . Era Federigo nel principio del tumulto andato in 'Palà-
gio fferando di quietare con l'autorità y & con la gratia y che baucua ap-
preso a molti della giouentà y quefio romore : ina non facendo frutto , an-
^i cffendogli dette da alcuni parole ingiurio fé , non haueua hauuta picciolo,
difficultd ad ottenere dopo lo (patio di più bore y che lo lafciaffero partirete
rò ufeito del Talagio pieno di fdegno y & fapendo quanto per le picciolefor-
\cy<& picciolo ordine y ebe lì era y fuffe facile l'efpugnarlo y ueniua per inci-
tare gli altri a combatterlo fubitamente : ma il Luogotenente dimoflrando-
gli con breuiffime parole quanto farebbono molefii alTontefice tutti i di for-
ami, che fuccedefferoy& di quanto detrimento alle cofe communi de' Con-
federati y & quanto fuffe meglio l'attendere più toflo a quietare , che ad ac-
cendere gli animi ,• & perciò effere pernitiofo il dimoflrare al Duca d' orbi-
no y & agli altri tanta facilità aejpugnare il Talagio ; lo tirò fen^a difficul
ta talmente nella Jenten^a fuay che egli parlando agli altri y come preci fa-
mente uolle il Luogotenente y propofe la cofa in modo y & dette tale fperan-
^a di pò far e le cofe ferina arme y che eletta quefla per migliore uiay prega-
rono l'uno y & l'altro di loro y che andando infieme in Talagio y attendeffero
a quietare il tumulto ; afficurando ciafeuno da quelloy ebepoteffero effere im-
putati d'bauere macchinato il dì contra lo Stato : doue andati col faluocon-
dotto di ocelli y che erano dentro y non ferina molta difficultà gli induffono
ad abbandonare il Talagio y il quale erano inh abili a difendere . Co fi pofa-
to il tumulto tornarono le cofe all' 'effere di prima ; & nondimeno come è pia
prefente la ingratitudine y& la calunnia y che la remunerationcy<&*la lau-
de alle buone opere y fé bene allbora ne fufje il Luogotenente celebrato con
fomme laudi da tutti y nondimeno & il Cardinale di Cortona fi lamentò po-
co poi y che egli y amando più la fallite de' Cittadini y & particolarmente di
Luigi fuo fratello y che in quel tempo era Confaloniere di Giuflitiay che la
grande^a de' Medici y procedendo artificiofamente y fuffe slato cagione ,
che in quel dì non fi fufje sìabilito in perpetuo con l'armey & colfangue de'
Cittadini lo Stato alla famiglia de Medici :& l* moltitudine poi lo calun-
niò y che dimofir andò quando andò in V alagioi pericoli maggiori y che non
erano y gli haueffe indotti per beneficio de' Medici a cedere fen^a neceffxtà .
La tumultuatane di Firenze benché fi quietaffe il dì medefimo y & fen^a
uccifione yfu nondimeno origine di grauijfmi difordini ; & forfè fi può di-
re y che fé non fuffe ttato quefio accidente yiion farebbe fuc ceduta quella ro-
uina y che poi prefiiff imamente fuccedette : perche il Duca d'orbino ,<&■ il
Mar che fé di Saluto fermatifi in FirQnyeperl'occafione di quefio tumul-
to non
DECIMO OTTAVO. 9*
to non andarono a uedere fecondo la deliberatione , che era slata fatta,
l'alloggiamento dell3 \Ancifa ; & ilfeguente dì Luigi Tifano, & Marco Fo- Oratori Ve-
fcaro Oratore Veneto apprettò a' Fiorentini ,ueduta la Mobilità della Cit- "fci in f irè/-~
' \ a 11 » et • m m • r r dimandano la
ta , protejtarono non uolere , che l esercito pajjajje Firenze ,fe prima non fi concia/ione
concbiudeua la confederatone trattata ; nella quale dimanàauano contribu- della confede
tione di diecimila fanti y parendo loro tempo da ualerfi delle neceffità de Fio ratione.
rentini . Ma fi conchiufe finalmente il uigtfimo ottano dì , rimettendo fi a
quella contributione , che farebbe dichiarata dal Tontefice ; ilquale fi cre-
deua y che già fi fuffe ricongiunto co' Collegati . ^Aggiunftfi che effendo ue-
muto ti tempo del pagamento de Sui^jeri , ne h attendo Luigi Tifano fecondo
le male prouifioni , che faceuano i Vinitiani , danari da pagarli ; palio qual-
che dì innanzi li prouedeffe ; in modo che fi pretermeffe il configlio faluti fe-
ro d'andare con gli efferati ad alloggiare all' jLncifa . 1S{cl quale slato del-
le cofe il Tontefice , intefo lo inganno ufato al Viceré da Borbone ,& la paf- PaRa rn&ai*
fata fua in Tofcana , uolto per necejjità a' penfieri della guerra ; haaeux con- confederati*1'1
chiufo a uenticinque dì di nuouo confederatone col l\e di Francia , & co Vi ne col Re , &
nitiani , obligandogli a fouuenirlo dì groffe fomme di danari , ne uolendo c°n Viniciani
obligare i Fiorentini ,o fe,ad altro che a quello y che comfort afferò le loro
f acuità , allegando la firoche^TO in che era l'uno >& l'altro di loro, per
hauere fpefo ecceffiuamente . le quali conditioni benché grani approuate da
gli Oratori de' Confederati per fèparare totalmente il Tontefice dagli accor
di fatti col Vicerey non erano approuate da principali . I Vinitiani incolpa-
uano Domenico Venerio Oratore loro d' hauere conchiufo feivza commijfio- * * "initl*£™
ne del Senato una confederatane di grane fpefa 3 & di piccolo frutto per la meifìco°vtn?
uacillatione del Tontefice ; ilquale penfauano 3cbe ad ogni occ afone tome- ero d'hauere
rebbe alla prima inconftan^a , <&* defiderio dell'accordo : & il i^e di Fran- condu fo feli-
na eshauflo di donar iy & intento più a straccare Ce far e con la lunghezza 2a ^°1"1"10 -
della guerra 3 che alla nittoria > giudicano baflare bora y che la guerra fi nu- vna cófedera
triffe con piccola f^e fa yOn^i fi bene nel principio y quando intefe la triegua tione,
fotta dal Tontefice y gli fuffe molesliffima , nondimeno confiderando poi me-
glio lo slato delle cofe ydefiderauay che il Tontefice difponeffs i Vinitiani;
fetida i quali egli non nolena fare conuentione alcuna y ad accettare la trie-
gua fatta t Ma in qnefto tempo il Tontefice, alquale era molefio efferfi tr of-
ferita la guerra in "Tofcana ; ma pure meno molefio y che fé ella fi fuffe tr of-
ferita in terra di Bgma yfoldana fanti , e£* prouedeua a danari ; ma lenta-
mente , diffegnando di mandare B^n^o da Ceri con gente contro Sane fi , &
anche affali orli per mare , acciò che Borbone implicato in Tofcana fuffe im-
pedito a pigliare il camino dì Roma ; benché di queflo gli diminuiffe ogni dì
il timore ,jperando che per le difficnltà , che haneua Borbone di condurre in
uerfo Bgma legent'ifenya nettoMglie , & fen^a danari ,- & per l'opportu*
94 L t B 1^0
nità y che baueua dello Stato di Siena y doue almeno fi nutrirebbono i folda^
ti yfuffe per fermar fi alia imprefa contra i Fiorentini . Ma Borbone o fuffe
slato altro il fuo primo configlio y Riabilito y come molti hanno detto, fegre-
ìnfimamente infino al Finale con l'autorità del Duca di Ferrar a3 & di Iero-
B 01 bone per nimo Moronc ; o diffidando y poi che alia difefii di Firenze erano condotte le.
chelaf dando for^e di tutta Lega di potere fare frutto in quella imprefa; ne potendo an-
refa di Firé c^e f°fientare PlH l'efferato fen^a danari y condotto infino a quel dì per tati»
ze . deliberò t€ difjìcultà con uane promej]ey & uane foranee ; necejjìtato yoa perire y o
afl'altar Ro- a tentare la fortuna y deliberò andare improuifamente y & con fomma pre-
™a» flessa ad affaltarela Città di I{gma;doue & i premy della uittoria y &
per C efare & per i foldati farebbono ineflimabili; & la fperan^a del con-
feguirli no era picciola y poi che il Tontefice co cattiuo còfiglio baueua licen-
tiato prima i Sui^eri y & poi i fanti delle bande nere ; & ricominciato tan
to lentamente y d'iterato che fu l'accordo, aprouederfi y che fi giudicaua non.
farebbe a tempo a r accorr e prefidio fufficiente . Tartì adunque il Duca di
Borbone Borbone con l'efferato del Contado d'orezzo il dì u'wefimofeflo d'^ipriley
parte del co- „ JJ r^-V . / i ? •
tado d'Arez- {fedito y\eni^a artiglierie y & fenica carriaggi; & caminando con incredm-
zo. le prefle^ja non lo ritardando ne le pioggie ; le quali in quei dì furono fini-
furate y ne il mancamento delle usti -Quaglie y s'appropinquò a I\oma in tem-
po ychea pena il Tontefice bau effe certa la fua uenuta y non trouato oflaco-
lo alcuno ne in Viterbo y doue il Vapa non era flato a tempo a mandare gen-
te y ne in altro luogo . però il Tontefice ricorrendo y come prima gli era sla-
Borbone a to predetto hauere ad efiere da huomini prudentiffimi nell'ultime neceffìtà y
& quando non gli poteuano più giouare ya quelli r ime dij y i quali fatti in
+ II Papa pe temP° opportuno farebbono siati alla falute fua di grandiffimo moment oy
neceflìtà de' creo Per danari tre Cardinali ; i quali per le anguflie delle cofe non gli potet-
danar i crea tono effere numerati 3 ne fé gli fuffero siati numerati poteuano per la uicini-
tre Ca rdmali pà del pericolo partorire più frutto alcuno y Conuocò i J\omani ricercandor
li y che in tanto pericolo della Tatria pigliaffero prontamente l'arme per di-
* A % * d* fen^er^a > & * PH rKChi preftaffero danari pe% foldare fanti ; alla qual cofa
Domenico uon trouò corriffonden^a alcuna ; an^i è reflato alla memoria y che Dome-
Malli mo. mco di Maffvmo y ricebiffimofopra tutti i Bimani y offerfe di preftare cento
ducati ; della quale aitar itia patì le pene ; perche le figliuole andarono in pre~
da de' foldati y egli co' figliuoli fatti prigioni bebbono a pagare grandijfima
Cófultc in Fi taglia . Ma in Firenze hauuta la nuoua della partita di Borbone , la quale
renze di ma- fojfta da Vitello y che era in <Arez?o , ritardò uno dì più y che non era con-
dareloccor- . r , ... x . , >V ' . , ., „ r '• ,
fo a R orna, veniente a uenire y fi delibero da Capitani y che il Conte Guido longone con
li caualli fuoi y & con quelli del Conte di Gaiaigo, & con cinquemila
fanti de' Fiorentini y & della Cbiefa andaffe fubito ff edito alla uolta di
Vsoma y- e feguitaffe l'altro efferato apprejfo ; fterando j che fé Borbone an-
DECIMO 0 T*T UVO. }f
daua con artiglierie , farebbe queflo foccorfo a I{pma innanzi a lui : fé
andana fedito sfarebbe fi prefio dopo lui , che non hauendo artiglierie 3 &
eflèndo mediocre difefi in ì\oma , djuc il Tapa haueua fritto hauere fer-
mila fanti , farebbe fopr atenuto tanto , che arriuafle queflo primo foccor-
fo , ilquale arriuato , non era pericolo alcuno che F^oma fi perdejfe . Ma
la celerità di Borbone , & le picciole prouifwni di {{orna preuertirono tut- Renzo da Qe
ti i difegni, perche l\entzo da Ceri; al quale il Pontefice haueua dato il cari- n/°ij>r^ Sc
co principale della difefa di J\oma , hauendo per la breuitd del tempo condot- j jRom , * ?_
ti pochi fanti utili ; ma molta turba imbelle , & imperita , raccolta tumul- tra Borbone»
tuariamente dalle fi alle de' Cardinali , & de'Trelati, & dalle botteghe
de gli artefici ,& dell' hoflerie : & hauendo fatti ripari al Borgo debili a
giuditio di tutti y maagiuditiofuo fufficienti, confidaua tanto nella difefa,
che egli non permefle, che fi tagli ajfero i Tonti del Teucre per faluare Bg- f Renzo cb
ma ;fe pure il Borgo, & Tranfteuere non fi poteflero difendere : an-^i giudi- Cer^ Poco
cdndo ejfere fuperfluo il foccorfo , prefentita la uenuta del Conte Guido , gli au5 m0t
fece il quarto di di Maggio fcriuere dal Vefcouo di Verona in nome del Ton
tefice, che per ejfere B^ma prouifla, & fortificata a baflan^a, ui man-
dale folamente feicento , o ottocento archibufieri , egli col reflo delle genti
andajje ad unir fi con l'efferato della Lega ; col quale muto farebbe più frut-
to 3 che rinchiufo in Boma , la quale lettera fé bene non fece nocumento al-
cuno , perche il Conte non era tanto innanzi , che potejje ejfere a tempo,cer-
tifico pure quanto male fi calculajfero da lui i pericoli preftnti . Ma non fu
meno marauigliofo , (fé marauiglia è che gli huomini non fappiano , o non -S*r
pojfano refiftere al fato ) che il Pontefice , che foleua dijpre^are Renilo £>ua Renzo ,
da Ceri fopr a tutti gli altri Capitani } fi rimette jfe bora totalmente nelle fue hora fi rimee
braccia , & nel /ito giuditio ; & molto più che folito a temere ne' minori pe *e ne*Ie ^ue
ricoli , era slato più uolte inclinato ad abbandonare Boma , quando il Vi-
ceré andò col campo a Frufolone ; hora in tanto pericolo Jftogliatofi della na-
tura fua fi fermale conftantemente in B^oma , <& con tanta jjeran^a di di-
fender fi, che diuentato,quajì come procuratore de' nimicis probibijje nonfo- . ^ p
lo agli huomini di partir ferie 3ma etiandio ordinajfe nonfujfero lafciate ufeir- {fretto' dal fa
ne le robbe, delle quali molti mercatanti, & altri cercauano per la uia delfiu to e ra quali
me d' alleggeriti . ^Alloggiò Borbone con l'esercito il quinto dì di Maggio Foratore
ne' prati preflo a Boma : & con infolen^a militare mandò uno Trombetto a
dimandare il paflb al Tontefice;ma per la Città di Boma,per andare con l'ef- ^. gor ^on c
finito nel Bearne di TS^apoli ; & là mattina feguente in fui fare del dì, de- Vuo 1 e o la
liberato o di morire, o di uincere ; perche certamente poca altrajperan'^a re- morte, o la
slaua alle co fé fue, accoftatofi al Borgo dalla banda del Monte, & di San- ^Ittoria; ..
to Spirito , cominciò una afpra battaglia , hauendolofauorito la fortuna nel Borbone a '
fargli apprefentare l'efferato più fieramente per beneficio d'una fol- Roma.
96 L I B II 0
+ La nebbia fa nebbia y che leuatafi innanzi al giorno lo coperfe infitto a tanto s'accofta-
bo °" CC rono ^ ^U0Z° doue fu cominciata la battaglia ; nel principio della quale Bor-
bone ffintofi innanzi a tutta la gente per ultima dijperatione , non foto per-
che non ottenendo la uittoria non gli reflauapiu refugio alcuno ;ma perche
gliparuei fanti Tedefchi procedere con fredderà a dare ly affatto y ferito
Eotbcnc mor nel principio dell' affalto d'uno archibufo cadde in terra morto : <& nondime-
to nel princi- no la morte fua non raffreddò y an^i acce fé l'ardore defoldati; i quali com-
pio dell'affai battendo con grandiffimo uigore per fyatio di due bore entrarono finalmente
nel Borgo ;giouando loro non folamente la debolezza grandiffima de ripa-
1 1 faldati di ri 9. ma tìiandio la mala re f fienai , che fu fatta dalla gente ; per la quali, co-
Bor bo n e fé- me molte altre uolte , fi dimoflrò a quelli y che per gli ejfempi antichi non han
guitano 1 a ba no ancora imparato le cofe preferiti , quanto fia differente la uirtu degli huo-
taglia fé ben mjnj effercitati alla guerra y agli efferati nuoui y congregati di turba collet-
entrano n el ^tta * & a^a moltitudine popolare : perche era alla difefa una parte della già
Borgo. uentù Romana fotto i loro Caporioni > e^ bandiere del popolo : benché mol-
ti Ghibellini, & della fettione Colonne/e de fi der afferò, o almeno non temef-
t Soldatino fero la uittoria de gli Imperiali ; (per andò per il ricetto della fatt ione di non
eflercitati fan joaueYe a& e^ere QJfejj fa [oro } cofa cfie anchefece procedere la difefa più fred
t0t damente ; & nondimeno y perche è pure difficile ejbugnare le Terre fenxa ar
tiglieria yreflarono morti circa mille fanti di quelli di fuori ; i quali come
s'hebbono aperta la uia d'entrare dentro , mettendo fi ciafeuno in manifefìif-
fma fuga y & molti concorrendo al C afelio y refiarono i borghi totalmente
abbandonati in preda de' uincitori; & il Tontefice y che affeitaua il fucceffo
II Papa fugge nel Valagio di Vaticano 3 intefo i nimici effere dentro, fuggì fubito con mol-
ìn Calle ilo. il Cardinali nel C afelio ; doue confutando fé era da fermafi quiui y o pure
ft'tut acTl/ Pe r ^ u*a ^ ^Pma acc ompagnato da caualh leggieri della fua guardia ri-
i e effe » Spio durfi in luogo perno , diflinato ad effere effempio delle calamità , che poffono
delle calami- foprauenire a' Tontefici, & anco quanto fia difficile adrefiinguere l'autori-
tà* tà 3 & maeflà loro y hauuto nume per Berardo da Tadouay che fuggì dell 'ef-
ferato Imperiale della morte di Borbone, & che tutta la gente conflemata
per la morte del Capitano defideraua di fare accordo feco y mandato fuori a
parlare co' Capi loro y lafciò indietro infelicemente il configlio di partir fiction
sì andò egli y & ifuoi Capitani meno in e folliti nelle proui foni del difender fi,
che fuffero nelle ffeditioni . Terò il giorno mede fimo gli Spagnuoli non ha-
uendo trouato ne ordine y ne configlio di difendere il Trafìeuere y non hauuto
t Gli Spa- refiflen^a alcuna n'entrarono dentro ; onde non tr oliando più dijficultdjafe-
noin Traina rn m^efima a bore uentitre entrarono per Tonte Sìfìo nella Città di l\oma ,*
ikuerè. doue da quegli in fuori y che fi confidavano nel nome della fattione y & da
alcuni Cardinali y the per hauere nome a battere feguitato le parti di Ce fare
credeuano effere più fienri, che gli altri itutto ilreflo della corte, & della
Città i
DECIMO 0 T T *A V 0. $7
Citta, come fi fa necaft tanto fiauentoft, era in fuga, & in còfuftone. Entrati Sacco di Ro-i
dentro comincio ciafcuno a discorrere tumultuofamente alla preda , non ha- ma#
uendo rifatto non filo al nome degli amici , & all'autorità, , <& dignità de
Trelatì ; ma etiandio a'T 'empii, a'Monafterij, alle reliquie honorate dal con-
cor fi di tutto il mondo , & alle cofe /acre . fero farebbe impoffibile non filo
narrare, ma quafi imaginarfi le calamità di quella Città, deftinata per ordine
de cieli a fomma grandezza ; ma etiandio afpejfe direttioni : perche era l'ari- . p .
no dcccclxxXj che era slata faccheggiata da Gotti : impoffibile a narrare annj Go^j °*
la grande^a delti preda , ejfendoui accumulate tante ricchezze , e^ tante ueuano fac-
cofe pretiofe , & rare di Cortigiani , & di Mercatanti . ma la fece ancora cncgg-iata Ko
maggiore la qualità, & il numero grande de prigioni, che s'hebbono a ricó- ma "
per are con groffiffime taglie : accumulando ancora la mi feria , & l'infamia,
che m»lti Vrelati prefi dafoldati , maffimamente da' fanti Tedefchi , che per , s ,
odio del nome della Chiefa Bimana erano crudeli, & infoienti : erano in fu le Prelati della
beflie uili con gli h abiti , & con le infegne delle loro degnità menati a torno, Corte,& Chie
con grandi fimo uilìpendio per tutta l\oma : molti tormentati cruàeliffimame & Romana.
te o morirono ne' tormenti , o trattati di forte , che pagata che hebbero la ta-
glia, finirono fra pochi dì la uita. M orirono tra nella battaglia, &neU'im- j.t> w acco
peto del ficco circa quattromila h uomini . Furono Jaccbeggiati i Talagi di ri ro no quat-
tutti i Cardinali, eccetto quelli T? adagi , che per faluare i mercatanti , che tromìla huo«.
u erano rifuggiti con le robbe loro , & co fi le perfine ,<&le robbe di molti al ,nim*
tri , fé dono groffifiima impofitìone in danari ; & alcuni di quelli, che compo
fero con gli Spagnuoli , furono poi o faccheggiati da Tedefchi , o s'hebbono
a ricomporre con loro . Compofe la Marchefana di Mantoua il fuo V adagio ^nfovanz-.
in cinquantamila ducati , che furono pagati da' mercatanti, & da altri, che Cipa della ta-
u erano rifuggiti : de quali fu fama che Don Ferrando fuo figliuolo ne parti glia,che paga
cipafje di diecimila . // Cardinale di Siena dedicato per antica her edita de" la ^.a5,chefa""
fuoi maggiori al nome Imperiale , poi che hebbe compofto fi], & il fuo Va- ua fua macir~
lagio con gli Spagnuoli , fu fato prigione da' Tedefchi , & s' hebbe , poi che f il Cardinal
gli fu faccheggiato da loro il Valagio, & egli condotto in Borgo col capo nu * Si ena mal
do con molte pugna; a rifiuotere da loro in cinquemila ducati. Quafifimile trattato*
calamità patirono i Cardinali della Minerua , & il Ton-^etta ; i quali fatti
prigioni da3 Tedefchi pagarono la taglia ; menati prima l'uno , & l'altro di
loro a procejfwne uilmente per tutta Bgma . I Trelati , & i Cardinali Spa- \ Vituperio
gìiuoli & Tedefchi rìputandofificuri dalle ingiurie delle loro nationi , furo- ta delle ^ncl
no prefi , & trattati non meno acerbamente , che gli altri . Sentiuanfi i gri- Romane , &
di , & l'urla mi fer abili delle donne Bimane , & delle monache , condotte a delle Mona-
torme da fildati per fatiar e la loro libidine , potendo uer amente dirfieffere ^ qÌU(J. ., ,.
ofeuri a' mortali igiuditij di Dio , che comportajfe che la caslita famofa del- dìo nafcoft£
le donne Bimane cadejjè per forza in tanta brutterà , & miferia . Vài- a'morcalì.
5)8 L I-JS l^U
uanfi per tutto infiniti lamenti di quelli y che erayio miferabilmente tormen-
f Le Chicle tati ; parte per afirignergli a fare la taglia > parte per manifeflare le robbe
per barbara afcofle 9 Tutte le co fé fiacre y i facr amenti y & le reliquie de Santi; delle
bat°cC1& roui- (ìm^1 erano fiene tutte ^ Ch*efi ' yiP°&Vate de l°ro ornamenti erano gittate
nate.' fcr terra y aggiungendoui la barbarie Tedefca infiniti uilipendij ; & quello,
che aitando alla preda de fidati y che furono le co fé più uili y tolfono poi i
t Barbarle, villani de Colonnefi , che uemono dentro ; pure il Cardinale Colonna y che
^^aTw' arriuo & dì feguente , falul molte donne fuggite in cafa fua : fu fama che
tra danari y oro y argento y & gioie fuffe afeefo il fiacco a più d'uno milione
. il facco di di ducati ; ma che di taglie haueffero cauato ancora quantità molto maggio-
Roma impor re . *Arriuò il dì medefìmo y che gli Imperiali prefono Fgma y il Conte Gui-
ta più d' vno do co' caualli leggieri y & ottocento archibufieri al Tonte di Salar a per en-
milionedlclu, trare inumala fera mede fimai maintefo il fucceffo yfi ritiro a Otricoli;
ta&li'e.enZ C àoue fi congiunfe fieco il re fio della fua gente : perche non o fante le lettere
hauute da Fgma y che dijpre^auano il fuo foccorfo ; egli non uolendo di-
jfre^zare la fama d' efière quello y che hauejfe foccorfo I{pmay haueua
continuato il fuo camino : ne mancò y come è natura de gli hupmini beni-
gni y & manfuetì . eflimatori delle anioni proprie ; ma feueri cenfori delle
attioni d'altri y chi riprendejfe il Conte Guido di nonhauere faputo conofee \
re una predar iffima occafione y perche gli Imperiali intentiffmà tutti a fi
ricca preda y a uotare le cafe y a ritrouare le cofe occultate y a fare prigio-
ni y & a ridurre in luogo faluo i fatti y erano dijperfiper tutta la Citta fen-
?a ordine d'alloggiamenti y fetida ricono fiere le loro bandiere y fen^a ubbi-
dire a' comandamenti de' Capitani : in modo che molti credettono y che fé
f mputationc la gente y che era col Conte Guido y fi fuffe condotta con prefilei^a in Roma y
data al Conte non Jq10 harebbono conftguito y presentando fi al C afelio non ajjcdiatoy ne cu
Guido circa il aQfòtQ fa fuori da alcuno Aaliberatione del Pontefice ;ma ancora farebbe
meco di Ro- 7, . , . , ■ / r ■ • ...>'„ , ,
ma. Jucceduta loro più gloriola jattione y occupati tanto i mmici alla preda 3 che
con difficultd per qualunque accidente fé ne farebbe meffo infume numero
notabile ; effendo masfimamente certo che ancora poi per qualche dì 3 quan-
do per comandamento de Capitani o per qualche accidente fi daua all'arme y
non fi rapprefentaua alle bandiere alcuno fidato . Ma gli h uomini fi per-
fuadono fijefib che fc fi fuffe fatta o non fatta una co fa tale y far ebbe fucce-
duto certo effetto 3 che fé fi poteffe uederne lafi>erien'%ayfitrouerebbono mol
te uolte fallaci filmili gìudicij . B^efìaua adunque a rinchiufi nel C afelio fo-
lamente la jperan^a del foccorfo dell' efifer cito della Lega ; il quale partito da
Effercito del- Firenze non prima che il ter^o dì di Maggio y perche i Vinitiani erano flati
la Lega dopo \%iitì a pagare i Sui^eri y caminaua y precedendo una giornata il Marchefe
di Saluto alle genti Vinitiane y ma con ordine accordato tra il Duca &
lui y che jeguitajfero per il medefmo camino ; nondimeno il fettimo dì il Dh-
DECIMO OTTAVO. 99
e a contra l'ordine dato fi dirigo dall' alloggiamento di Cortona alla uolta di
Terugia per arriuare a Todi 3 & poi a Orti, <& quiui pacato il Tenere unir
fi con gli altri ; i quali cambiando per il camino difegnato sformarono &fac-
cheggiarono Caflel della Viene , che haueua ricufato d'alloggiare dentro i
Suivgeri , con la morte di feicento 3 o ottocento h uomini di quelli della Ter-
ra ; per il quale di fior dine intenta la gente alla preda non fi conducono prima
che a dieci dì al Tonte a Granaiuolo 3 doue hebbono auifò della perdita di T\o
ma , e^ agli undici a Oruieto ,• doue per configlio di Federigo da Botole fi + Federigo
jpinfè il Mar che fé di Saluto 3 egli, & Vgo de Teppoli con gr offa caualca- * u2? j.
ta alla uolta del Caflello 3 difegnando egli & Vgo andare infino al Caflello 3re- saluzzo &
sìando il Mar che fé dietro per fare loro gialle 3 (per andò trouare fprouifligli Vgo Peppole
Imperiali & hauere col fuhito arriuare occafione di cauare di Caflello il Tò a*la voiu del
tefice&i Cardinali yfapendofi maffimamente i joldati per la grandezza °*
della preda 3poflpofti gli altri penfieri 3 non e fiere intenti ad altro . Ma il
difegno riufeì nano 3 perche a Federigo , non fendo già molto lontani da no-
ma 3 cadde il cauallo addoffo 3 dal quale ojfefo molto non potette andare più
innanzi : & Vgo prefintatofi preffo al Caflello effendo già fatto il dì 3 doue
lordine era doueffero ai riuare di notte 3 fi ritirò cono fendo , fecondo diceua
egli 3 fcopertal 'occafione 3 ma fecondo diceua Federigo, temendo più che
non farebbe slato di bifogno . // Duca d'Vrbino intrattanto intefo Paccidcn*
te di P^oma 3 ancora che affermaffe uolere foccorrere con tutte le for^e il Ta
tefice 3 nondimeno parendogli occafione di leuare lo Stato di Terugia di ma-*
no di Gentile Baglione , mantenutoci con l'autorità del Tontefice > & ri-*
metterlo in arbitrio de figliuoli di Giampaolo 3 accoflatofi con le genti de Vi- , , ^
v • t> a-r ■ • r> \ì \ ì- r $ / r- * • + Il Duca df
nitiani a Terugia 3 cojlrinje con minacele Gentile a partirfene ; c^ lafciatoui Vr bino lieua
capi dependenti da Malatefla& da Gratio 3 de quali l'uno era rinchiufo in Perugia dalle
Caflel Saìit' agnolo 3 l'altro era in Lombardia con le genti de Vinitiani, poi '"ani di Gen-
che in quefla f anione hebbe confumato tre dì 3fi conduffe a fedici dì a Or- *ue |ja?no"e>
uieto 3 effendo slato caufa di molta dilatione il camino prefo da lui dall' allog- oiiuoluli Giò
giamento di Cortona per andare di là dal Teuere alla uolta di l^oma . *A Paolo.
Oruieto fi conuennono infieme tutti i Capi dell'efferato per rifbluere le fat-
tioni future : foprale quali il Duca d'Vrbino 3moftrato nel preambulo delle 1" Ducad'Vt
parole caldezza grande 3 proponeua molte difficoltà ;■ ricordando fopra tut- bin° "u* d . ,
to il penfare allaficurtà della ritirata 3fenon riufeiffe il foccorfo del Caflello: ne nej cami,
però uolle sìatichi da Oruieto per ajjìcurarfi che nel ritorno non man- nare.
cherebbono di dare le uettouaglie all'efferato ; & interponendo a tutte
le cofe lungbeiga di tempo y rifoluè finalmente d'effere a dicianoue a
T^epi 3 & che il dì medefimo il Marche/i con le fue genti , & il Conte
Guido co fanti Italiani fuffero a Bracciano per andare tutti il dì feguen-
te all'i fola , luogo lontano da temanone miglia . La uenutade quali in-
G ij
IOO L 1 B H^U
tendendofi dal Tontefice per lettere del Luogotenente fcrittegli da Viterbo %
fu cagione che emendo quafì conchtfa la concordia tra gli Imperiali, e^ luì,
ricusò di fottofcriuere i Capitoli 3 non tanto per lafperanza, che egli racco-
gliere dalle lettere ; le quali , benché fcritte cautamente, gli accennauano
quelche discorrendo il pacato poteffe fterare del futuro 3 quanto per fuggire
la ignominia 3 che alla fua o timidità 3 o precipitatone fi poteffe attribuire
il non effere Hato foccoifo . Era ne Fr ance fi pronte^a di foccorrere il Ca
Hello 3 & i Vinitiani con lettere calde augumentauano la medefima difyofi-
tione , hauendone parlato ardentemente il Trencipe nel configlio de* 'Prega-
ti ; però non refìando al Duca altra fcufa uolle che il dì feguente fi faceffe la
moflra di tutti gli efferati 3ffer andò forfè trouare il numero diminuito in
modo 3 che gli deffegiufla cagione di ricufare il combattere 3 dijfegno 3 che
riufcì uano ; perche nell'efferato 3 ancora che molti fé ne fuffero partiti 3 era-
no rtftati più di quindicimila fanti y & tuttala gente diffofliffima maraui-
+ Confuta gliofamente al combattere . Confultoffi fatto la moflra quello che f uff e da
fj1 -k<;corrcre fare 3 & effendo molti difyofli 3 che sandafie a fare l'alloggiamento alla Cro
ce di Monte mari 3 come con grande inflanza ricercauano quelli del Caflello;
allegando 3 che per efsere alloggiamento forte 3 & lontano da Bgma tre mi-
glia 3 ne efsere da temere che gli Imperiali ufcifsero ad alloggiare fuori di
Bgma 3 lo slare quiui 3 & il ritirar fi poter fi farefenza pericolo, <& da quel
lo alloggiamento poter fi meglio cono fiere 3 & meglio efsequire l'occafione
di foccorrere il Caflello . Ma non piacendo al Duca quefia rifsolutione 3 ac-
cetò uno partito propoflo da Guido Rangone, che offeriua con tutti i caualli,
& le fanterie Ecclefiaftiche 3 accoflarfi la notte medefima al Caflello per fa-
re pruoua di trarne il Tontefice 3 pure che il Duca d'orbino col reflo dell' ef-
ferato fi conducefse infino alle Tre capanne per fargli fyalle . ma non fi efse-
quì la notte queflo difsegno 3 perche il Duca slimolato dal Tontefice caualcò
per riconofcere l'alloggiamento di Monte mari : & nondimeno appropinqua,
tofi la notte non pafiò le Tre capanne ; ma efiendofi per quefta andata perdu-
te ?nolte hore nanamente, fu neccfìario differire d'efiequire la deliberatione
fatta alla notte futura . Ma il dì medefimo efìendo referito da certe (pie 3 o
nere 3 o fubornate che fufiero 3 le trincee fatte in Trati dagli Imperiali epe-*,
rè più gagliarde 3 che non era la uerità; <& hauer rotto 3 il che anche erax
falfo 3 in più luoghi il muro del corridore 3 donde fi uà dal Talagio di Vati*
cano a Caflel Sant'angelo 3 per potere fé fi fcopriua gente foccorrere fubito
+ Il Duca 4a Pu bande ; & propofle fopra quefia relatione dal Duca molte dijficultà,
propone mol che tutte furono consentite da Guido 3.& approuatc daquafi tutti gli altri
te difficultà £ Capitani 3 fi conchiufe efsere co fa impoffibile di foccorrere allhora il Caflello,
ri°" £ Cft°»rc ributtati agramente dal Duca alcuni degli altri Capitani 3 che fi sfor^a-
uano difyutando di foflentare la contraria oppenione . cofireflaua in preda
DECIMO OTTAVO. ior
il Tontefice, non fi rompendo pure (blamente una lancia per cauare di car-
cere colui , che per [occorrere altri baueua foldato tanta gente, &ft>efofom
ma infinita di danari y & commoffo alla guerra quafi tutto il mondo y trat-
toci nondimeno fé quello , che non fi faceua di preferite y fi potè ffe fare infu-
turo con maggiori forze ; alla qual co fa propofta dal Duca rijpofe tffo medefi
moy che indubitatamente foccorrerebbe il Cafiello qualunque uolta nello ef-
ferato fujfe il numero di fedici mila Suiz^eri condotti per ordinatone de1
Cantoni , non computando in quefii y quelli che allhora erano nell'esercito ,
come già fatti inutili per la lunga dimora in Italia ; & oltra i Suizjeri ydio
cimila archibufieri Italiani fremila guaftatoriyet quaranta pez^zj Cartiglie
ria ; ricercando il Luogotenente , che confortale il Tontefice 9 che s'intende-
ua hauere da uiuere per qualche fèttimana y che affettaffe ad accordarfi tan-
to y che fi metteffero infieme quefle forze ; & replicando il Luogotenente,
cheintendeuala propofta fua in cafo non fi uariaffe intrattanto lo flato del-
le cofe; ma emendo uerifimile y che in quefto tempo quelli, che erano in B^oma
con nuoue trincee y & fortificationi farebbono il foccorfo più difficile ; &
anche che del Bearne di Ts^apoli uerrebbono a ì\oma le genti , che erano sla-
te condotte dal Viceré fu l'armata ; però defiderare di Japere y che fteranza:
potejfe dare al Tonte/ice quando y come era uerifimile yfuccedeffero quefle co
fé : ri^ofe che in tale cafo fi farebbe il poffibile ; fòggiugnendo che congiu-
gnendofi le genti y che erano a J^apoli a quelle di Bgma y farebbono in tutto ,
più di dodicimila fanti Tedefchi : & otto in dieci mila fanti Spagnuoli ; pe-
rò perdendofi il Cafiello non fi potere disegnare di uincere la guerra fé non
shaueffero uer amente almeno uentidue y o uentiquattro mila Sumeri :le- ,
quali dimandeeifendo come imponibili (predate da tutti y l'efferato ilpn-. Jj^"*?
mo dì di Giugno molto diminuito di fanti fi ritirò a Monteruofi ; non ottante Mn a <* on
che il Tapa per fauorirfene nelle pratiche dell'accordo haueffe fatto molta m teruof, , non
Stanza , che foprafedeffe a leuarfi ; & la notte medefima Piermaria B^ffo y ottante : l' io-
& Meff andrò Vitello 'con dugento caualli leggieri paffarono a B^oma a ni- ^ac^
mici. Haueua il Tontefice fperando fempre poco del foccorfo , & temendo ^
alla ulta propria da' Colonne fi y & da fanti Tedefchi; mandato a Siena a f Piermaria
chiamare il Viceré aerando anche da lui migliore conditione y il quale an- f°f& AI'S
dò cupidamente credendo effe-re fatto Capitano dell'efferato y arriuato a %o- [^^J
ma doue pafiò con faluo condotto de Capitani dell'efferato y ueduto effere nimìd- .
contra fé mala di(pofitione de fanti Tedefchi y& Spagnuoli y i quali dopo la
morte di Borbone baueuano eletto per Capitano Generale ilTnnape d'Or a- + Principe
ves y non hebbe ardire di ferm^ruifi ; ma andando uerfo Napoli ..incontra- d' ; Oràges Ca
to nel camino dal M arche fé del Guafto ,DonVgo y& Marcone ,uintor- J^™ ^
nò per configho loro; & nondimeno non efjendo grato ah' efferato non h e b- m0rte di Bor
he più autoritàne nelle cofe della guerra, ne nel trattato della concordia bone.
r G itj
1UZ A, 1 B t^U
Il Papa abbi C<)1 'Pontefice \ il quale finalmente dejiituto d'ogni jfrcran^a conuenne il fé-
donaco da o- j^Q ^ ^ Giugno con Imperiali 3 quafi con quelle medefime conditioni 3 con le
conuienecon quali haueua potuto couuenir e prima . Che il Pontefice pagaffe all' effer cito
gh" Imperiali ducati quattrocent ornila , cioè 3 centomila di prefente3che fi fagauano di da-
nari 3 argento 3 & oro rifuggito nel Caflello 3 cinquantamila fra uenti dì ,
dugento cinquantamila fra due me fi 3 affegnando per il pagamento di quefii
una impofitione pecuniaria da farfi per tutto lo Stato della Chiefa . Mette fi-
fe in potefid di Ce fare per ritenerle quanto pareffea lui Caflel Sanf Agnolo y
le Bacche d'0flia3& di Ciuita uecchia 3 &• di Ciuita Caflellana 3 & le Città
di Piacenza di Tarma & di Modona . I\cflaffe egli prigione in Caflello con
tutti i Cardinali 3 che erano feco tredici y infino a tanto che fuffero pagati i
primi cento cinquantamila ; poi andaffero a l^apoli 3oa Gaeta per affrettare,
quello che di loro determinale Cefare. Deffe sfatichi all'efferato per l'offerì
nan^a de pagamenti ;de quali la ter^a parte appartenuta agli Spagnuoli 3
gli Jkrciuefcoui Sipontino 3 <& Tifano 3 i Vefcoui di Tifloia & di Verona 3
Iacopo Saluiati 3 Simone da F^cafoli 3 <& Lorenzo fratello del Cardinale de
Rodolfi . Haueffero f acuità di partir fi ficur amente del Caflello ^en^o da Ce-
ri 3 ^Alberto Tio3 O'ìatio Buglione, il Caualiere Cafale Oratore del I{e d'In-
ghilterra 3 & tutti gli altri 3 che u erano rifuggiti; eccetto il Tontefice 3 &
^Cardinali : Affdueffe il Tontefice dalle cenfure incorfe i Colonne fi; <&• che
quando fuffe menato fuori di ]\oma 3 ui reflaffe uno legato in nome fuo 3 e£*
r Auditorio della B^uota propoflo a rendere ragione . i7 quale accordo come
fu fatto 3 entrò nel Caflello con tre compagnie di fanti spagnuoli 3 & tre com-
pagnie di fanti Tedefchi il Capitano Jilarcone 3 il quale deputato alla guar-
dia del Caflello & del Tontefice 3 loguardaua con grandijfrma diligentia3ri-
dotto in habitat ioni angufle 3 & con picciolijflma libertà . ma non furono con
la medefima facilità cotifegnate le altre fortezze 3 <&■ Terre promejfe.per-
t Andrea Do che quella di Ciuita Caflellana era cuflodita in nome de Collegati; quella di
ria no vuole ciuita uecchia ricusa di confegnare Andrea Doria 3 benché nhaueffe com-
iortezza di " mandamento dal Tontefice 3 fé prima non gli erano pagati quattordicimila
Ciuitauecchìa ducati 3 de quali diceua eficre creditore per gli slipendij juoi . A Tarma
i Parma,;& & a Tiacen-^a andò in nome del Tontefice Giuliano Leno Romano architet-
I ìacenza ab- tore . m nome fe Capitani 3 Lodouico Conte di Lodrone con comandamento
imperio de* alle Citta d'ubbidire alla uolontà di Cefare; benché da altra parte hauefie
Spagnuoli. fatto occultamente intendere Uro il contrario de quali Città abbonendo l'Ini
per io de gli Spagnuoli ricufarono di uolergli ammettere. Ma i Modonefi
f Modona non erano più in poteflà propria ; perche il Duca di Ferrara non pretermet-
data al Duca^ ten(^0 l'oQcafioìit , che ?//' dauano le calamità del Tontefice 3 minacciando di
di rerrara no "
fenza infamia dare ilguaflo alle biade già mature , li coftrinfe a dargli il feflo dì di Giu-
♦klC.Guido. gnola Città) non fen'za infamia del Conte Lodouico Rgngone; il quale,
D E C I M 0 0 T T U V 0. IOJ
benché il Duca hauefk feco poca gente , fé ne partì y non fatto fegno alcu-
no di refifien^a : & difpre^zò in quefto il Duca V autorità de Vinitianì ;i
quali lo conrortauano a non fare in tempo tale innouatione alcuna cantra la Yìnlt\^1 ***
L J _,, , ,,. » ._, ir i- i-» unpatroniico
Cine fa : & nondimeno ejfi , hauuta intelligenza co Guelfi di l\auenna,man- nordi Rauéna
datiui fanti fotto colore di guardarla per timore di quelli di Cotignuola,ap- & di Cer uia.
propriarono a fé quella Citta , & ammazzato furtiuamente il Calettano
prefono anche la fartela y publicando uolerla tenere in nome di tutta la
Lega ; & pochi di poi occuparono Ceruia & i Sali , che u erano del Tonte-
fice ; nello slato del quale non effendo ne chi lo guardale, ne chi lo difendere y
fé non quanto da fé ftejfi per intereffo proprio faceuano i popoli y occupo Si- Rlmìm occn
gifmondo Malatefta con la medtfima facilità la Città & la F{occa di I\imi- j»»j^ Sj|j-
ni. Manonhaueuanolecofefue hauuto nella Città di Firenze migliore for tefta#
tuna ; perche come ui fu la nuoua della perdita di I\oma il Cardinale di Cor-
tona impaurito per trottar fi abbandonato da Cittadini y che faceuano prò- + Auaritia
feffione d'effere amici de Medici y non hauendo modo fenza termini uiolen- del Cardinale
ti &■ sìraordinaru 'diprouedere a danari y ne uolendo per auaritia mettere di Cortona.
mano a fuoi , almeno infino a tanto che s'intendere il progrejfo degli eserci-
ti, che andauano per foccorrere il Tontefice y non lo mouendo alcuna necef-
fttày perche nella Città erano molti fidati y & il popolo $ tentato per
l'accidente feguito deW occupatane del Talagio y non harebbe hauuto ar-
dire-di muouerfi y deliberò di cedere alla fortuna ; & conuocati i Cittadini
lafcio libera a loro l'amminiflr -attorie della I\epublica , ottenuti certi priuile-
gtj & ejfentioniy &j acuità a nipoti del Tontefice di fare come Cittadini pri
tati in Firenze y& abolitione per ciafeuno di tutte le cofe commeffe per il j£rfi- ^^
paffato contra lo Stato . lequali cofe conchiufe il feftodecimo dì di Maggio y Firéze co^Ni
egli co nipoti del Tontefice fé ne andò a Lucca , doue pentitofi prefto del par- poti del Papa
tito prefo con tanta timidità fece pruoua di ritener fi le Forte^e di Tifa, &
di Liuorno , le quali erano in mano di Caflellani confidenti al Tontefice ; &
nondimeno quefli fra pochis fimi giorni non fier andò per la cattiuità del Ta-
pa foccorfo alcuno y riceuuta anche qualche fomma di danari y confegnarono
fra pochi dì quelle Fortezze a Fiorentini : i quali in quefte me^p hauendo ri *.^cj^
dottala Città al gouerno popolare crearono Gonfaloniere di giufiitia per n^'5fegna^
marino, & con facultà d'effere confermato infmo in tre anni piccolo Cap- a'Fi0rentini.
poni , Cittadino di grande autorità , & amatore della libertàri quale defi- Nicolo Cap-
àerando fopra modo la concordia de Cittadini , & che il gouerno fi riduce f- P?"£c^°^£
fé a forma più perfetta che fi potefie di ^epublica y conuocato il prosfimo dì P
il configlio maggiore y nel quale rifedeua la poteflà affoluta del deliberare k
leggi t & di creare tutti i Magiftrati parlò in quefta fententia .
C iiq
104 L I B K°
*
Furono grauijfime le parole del Gonfaloniere , & prudentijfimi cert amenti
i configli ; a* quali fé i Cittadini baucffero preflato fede sfarebbe forfè dura-
+ Gran Tom ta più lungamente la nuoua libertà . ma ejfendo maggiore lo (degno in chi re-
rVH^S"! cupera la libertà, che in chi la difende; & grande l'odio contro! 7 nome de*
Ini per la^rà Medici per molte cagioni , & maffimamente per bauere hauuto a fosìentare
dezza dc'Mc in gran parte co danari propri] le imprefe cominciate da loro : perche è mani
dici. feflo hauere i Fiorentini fpefo neW occupatone , & poi nella difefa del Duca-
to d'orbino più di cinquecentomila ducati , altrettanti nella guerra moffa da
Leone contralte di Francia 3 & nelle cofe che fuccederono dopo la morte
fua dependenti da detta guerra , ducatitrecentomila pagati a1 Capitani Im-
> feriali ,&al Viceré innanzi la creati o?ie di Clemente , e£* poi , & bora più
di feicentomila nella guerra mojfa contra Ce fare; cominciarono a perfeguita-
re immoderat amente quelli Cittadini , che erano fiati amici de Medici; a
Impeto fatto perfeguitare il nome del Tontefice ^cancellarono per tutta la Città impetuo-
in Firenze co famente le infegne della famiglia de' Medici, affijfe etiandio negli edifici] fa-
tra i Medici, folcati da loro ; roppono le imagini di Leone , & di Clemente , che flauano
nel Tempio della idnnuntiata , celebrato per tutto il Mondo: e oftr in fono i
beni del Tontefice ad effattione di debiti uecchi ; non pretermettendo la mag-
giore parte di loro co fa alcuna appartenente a concitare lo fdegno del Tonte-
fice ,&a nutrire diuifione , & difeordia nella Città : & harebbono molti-
plicato a maggiori difordini , fé non fi fuffe interpofla l'autorità, e£* pru-
denza del Gonfaloniere ; la quale però non basìaua a rimediare a molti difor
dini . Ma in F^oma erano uenuti col Mar che fé del Guaflo , & con Don Vgo
riahfri Roma iutt* * fant* Tedefcbi , & Spagnuoli ; i quali erano nel Bearne di TSIapoli , in
ventiquattro modo fi diceuano effere raccolti infieme ottomila fanti Spagnuoli , dodici mi
mila dopo il la Te de fichi , & quattromila Italiani , efferato per la riputatone acquifla-
iacco,& i'ac- ta ^ per fì terrore degli altri , per le deboli prouifloni, che s'baueuano da op-
porfì loro, da far e in Italia qualunque progrefjò; ma effendone Capitano in
f Principe di **M° ■> & m nome filamente il Trincipe d'Oranges , ma in fatto gouernan-
Oranges Ca- dofi da fé ftejfo , & intento tutto alle prede ; & alle taglie ,&a rifquotere i
pìtano Gene- danari promeffi dal Tontefice, non haueua penfiero alcuno de gli intereffi di
r a le delle gen £^^7*. però non uoleua partir fi di Homa; doue gouernandofi tumultuofamen
ipena, ^ ^ ^ viceré , & il Marchefe del Guaflo temendo da' fanti alle perfine pro-
Pcfte in Ro- Vrie >ftne fuggirono ; effi reflarono efpofli alla peflilen^a, laqualegià comin
m a. data uifece poi grauifsimo danno .per le quali cagioni per detono gli Impe-
JD E C I M 0 ' 0 T T <A V 0. io?
rifili Voccaftone di molte imprefe , & Rettalmente dell' acquifio di Bologna ;
la quale Città, benché ui fujfe dopo la perdita di I{oma andato con mille fan-
ti pagati ddVinitianì il Conte Vgo de Teppoli , tumultuando Lorenzo Mal-
ucci con affenfo tacito di B^ama^otto, & colfeguito della [anione de Ben
tiuogli, non fen^a difficultà fi conferuò nell'ubbidienza della fedii Upofio
bea ; & quello , che non importò forfè meno , dettonofyatio al I{e di Fran-
cia di mandare ejjercito potentisfimo in Italia con pericolo grandisfimo, che
Ce far e dopo hauere acquiflato tanta uittoria non perdejfe il Bearne Napole-
tano . perche indiri^andofi molto prima in Francia le co fé a prouifione di
nuoua guerra , sera conchiufo il uigejimo quarto dì d'aprile la confederano
ne trattata molti mefi tra il Bg di Francia , & il Bg di Inghilterra ; con con- ;
ditione , che la figliuola del B^ d' Inghilterra fi maritaffeal %e di Francia, ^f^J
o al Duca d'Orliens fuo fecondo genito ; & che nello abboccamento de due Franci<a % & {\
%e dtjfegnato di farfi alla Tentecofle tra Cales , & Bologna ; conuenijfero a Re d?InghU-
chi di loro due s'hauejfe a dare : T{inuntia(fe il I{e d'Inghilterra al titolo di Bg terra.
di Francia ,riceuendo in ricompenfa una penfione di cinquantamila ducati
l'anno : Entrajfe nella Lega fatta a Boma , obligandofi a muouere per tutto
Luglio profsimo la guerra a Cefare di là da monti con nouemila fanti ; & il
%e di Francia con diciotto mila , & con numero di lance , & $ artiglierie
conueniente : & che in queflo me%o mandaftero l 'uno, & 'l'altro di loro Ora-
tori a Cefare ad intimargli la confederatione fatta ; & a domandargli la li-
beratane de figliuoli , & l'entrare nella pace con honefte conditioni;& in ca
fj non accettale in fra uno me fé proteflargli la guerra , & dargli principio .
Fatto quefto accordo il Si di Inghilterra entrò (libito nella Lega ; & egli,<&
il Be di Francia mandarono in pone due huomini a fare le intimationi con-
uenute a,Cefare , li quali atti fi feciono con più pronte^a per gli Oratori
Fr ance fé , & ^inglo , che non s'erano fatti per commestione del Vonteficc ;
perche Baldajfarre da Caftiglione ls[untiofuo , dicendo non effere da ejfacer- + Baldeffar-
bare tanto l'animo di Cefare , haueua ricufato , che fé gli protefiaffe laguer- r£™Z\™
ra . Ma ejfendofipoi hauuto in Fr andai' auifo della perdita di Boma , tem- Papa<
perandofi il diftiacere minore del cafo del Tontefice con l'allegrerà mag-
giore della morte di Borbone, non parendo al I{e da lafciare cadere lecofe
d'Italia , conuenne a quindici dì di Maggio co Vinìtiani di foldare a commi*
ne diecimila Sui^eri ; pagando Mia prima paga , & iVmitiani la fecon-
da , & cofifeguitando fuccejfiuamente : & mandare diecimila fanti Fran- Conuentfon!
cefi fiotto Tietro Is^auarra , & i Vinitiani foldaffero dieci mila fanti Italia- del Re e o' Vi
ni traloro,& il Duca di Milano -.mandar e di nuouo cinquecento lance, & nitiam.
diciotto pei^i d'artiglieria : & perche ilBg d'Inghilterra , non oftante k
conuentioni fatte , non concorreua prontamente a rompere la guerra di là
da monti >• la quale anche non fatisfaceua al Bg di Francia , defiderando eia-
10& L I B i^ 0
famo di loro dì tenerla lontana da Bggni fuoi , liberatìfi da quelli oblivi
n^ralcdcl?" tion?co!m™n° >&e quelle pagaffe per la guerra d'Italia per tempo di
efferato de' mefi & dmi m^a fanti;perla inflativa del quale principalmente Lautrecb,
Collegati. benché quafi centra la [uà uolontà , fu dichiarato Capitano Generale di tut-
to l'efferato . il quale mentre fi prepara per paffare con le prouifioni conue-
nienti di danari > & dell altre cofe 'neceffarie , non fuccedeua in Italia acci-
j dente alcuno di momento , perche l'efferato Imperiale non fi partiua di B^-
ma ; non oftante , che cotidianamente ne moriffero molti per la acerbità del-
la pefiilen^a; la quale nel tempo medefimo faceua grandi ffimi progreffi in.
Firenze , <& m molte parti di Italia ; & l'efferato della Lega , nella quale y ■
erano per la infianza del Mar che fé di Saluto j & de Vinitiani , entrati di
nuouo i Fiorentini con obligatione di pagare cinquemila fanti , con off enfio-
negrauiffima di Ce far e ; perche hauendo per infianza fatta da loro commef-
fo al Duca di Ferrara il comporre in nome fuo co' Fiorentini ,h ebbe quafi
fubito notitia della contraria deliberatione j, diminuito molto di numero per
effere i fanti de Vinitiani , quelli del Marckefe, & i Sumeri male pagati,
ritiratofia canto a Viterbo, attendala a temporeggiarfi , sfor^amìofi di
mantenere alla diuotione della Lega Verugia , Oruieto , Spuleto , & l'altre
Terre uicine . doue hauendo poi intefo una parte dell'efferato Imperiale effe-
re ufeita di B$ma , benché lo faceffero per refpirare alquanto con l' aliar gar-
fi3 dubitando non ufeiffero tutti fatto il primo pagamento, fi ritirò a Oruie-
to, & poi preffo a C afelio della Tieue : & far ebbe fi ritirato ne terreni de
Fiorentini , fé eglino l'haueffero confentito . Era anche entrata la pefiilen-
\a in Cafiel Sant'agnolo con pericolo grande della uita del Tontefice ; in-
torno al quale morirono alcuni di quelli, che feruiuano la fua per fona; il
quale afflitto da tanti mali , ne hauendo fferan^a in altro , che nella clemen
za di Ctfare > gì* deflinò legato , con confentimento de Capitani , Meffan-
Catd Farnefc / Cardimle di *"*& > benché egli ufeito con quefia occafione del Cafiel-
Lcga'to" Gel * & di *$?** ' ricuso d'andare alla legatione . Defiderauano i Capitani
fa re. condurre il Tontefice a Gaeta con gli tredici Cardinali, che erano con lui,- ma
egli con molta diligentia , con prieghi , & con arte procuraua il contrario .
Finalmente Lautrech fatte le fpeditioni neceffarie partì dalla Corte l'ultimo
dì di Giugno con ottocento lance , & con titolo , perche cofi haueua uoluto
Laurrecfc par U He , di Capitano Generale di tutta la Lega : & il l\e di Inghilterra in luo-
«c dalla corte g0 de' diecimila fanti, sera taffato a pagare .cominciando al principio di Giù
gno, feudi trentaduamila ciafeuno mefe; co' quali fi pagaffero diecimila fanti
Andre fi Tedefth* fotto Valdemonte , ottima banda , <& molto e ffer citata, per haue-
ria condotto" rerottofiu uoltei Luther ani. Conduffe ancora il %edi Francia Andrea
dal Rc di Fra Doria con °no Galee, <& trentafeimila feudi l'anno . Ma innanzi che Lau-
cia. trech haueffe (affato i monti Je genti de Vinitiani , & del Duca di Milano
D E C I M 0 OT r *A V 0. ìo7
congiunte andarono a Marignano > Onde Antonio de Lena ufeito di Milano
con ottocento fanti Spagnuoli , & altrettanti Italiani y & con non molti ca-
miti li coflrinfe a ritirar fi . T^el quale tempo il Cafiellano di Mus condotto a.
gliftipendij del I{e di Francia, métre che in fui Lago di Como affiettaua laue-
nuta de' Sui-^zeri > occupo per inganno la l\occa di Mongw^o pofta tra Lee
coy & Come, nellaquale babitaua \Aleffandro Bentiuogli come in cafa pro-
pria . Mandò Antonio de Leua Lodouico da Belgioiofo a ricuperarla il qua-
le asfaltatala in uano torno a Monda . ma hauendo poi Antonio de Leuajen
titò che il Cafiellano con dumila cinquecento fanti era uenuto a Villa di Cara
to diflante da Milano quattordici miglia, ritornò a Milano ; doue lafciati fo-
to dugento buomini , benché iVinitiani ui fujkro propinqui a dieci miglia ,
partitofi di notte col refto dell' efferato s aftaltò all' improuifo in fui leuare del
Sole le genti del Cafiellano ; le quali fentito il romore ufeite delle cafe doue al- Antonio de
hggiauano , fi ritirarono in uno piano circundato da fiepì prefìo alla Villa , Leua raglia a
non credendo efierui tutte le genti nimiche ; & benché fi mette fero in or di- Pezzi { &n£ì
nan^a , furono in quel luogo bafio come in carcere fen^a difefa prefi & mor- d[ ^ d* j *>
ti y eccetto moltii quali nel principio fi fuggirono 3efiendo fi accorti che il Ca- villa di Cara
niellano haueua fatto il me de fimo . Haueua in quefto mc^zo Ce far e per let- *o.
ter e del Gran Cancelliere fcrittegli da Monaco y il quale mandato da lui tte-
niua in Italia y intefa la cattura del Tonte fice; & benché con le parole dimo-
sii 'afte e fier gli moleflìffimay nondimeno fi raccogliete che in fecretogli era
ftatagratifiima y an^i non fi aflenendo totalmente dalle dhnoftrationi eftrin-
fechey non haueua per quefto intermefio lefefte cominciate prima per la nati-
uità del figliuolo . Ma efiendo la liberatone del Pontefice defiderata arden-
tiffvmamente dal I{e di Inghilterra y & dal Cardinale Eboracenfe y & per
l'autorità loro rifentendofene anche il I\e di Francia y il quale altrimenti fs II Re ^i Frati
hauefie recuperato i figliuoli fi farebbe poco commofìo per i danni del Tontefi cIa>& Inghìl-
ce & di tutta Italia, mandarono conviuntamtnte l'uno & l'altro Re Orato- ÌcrrA ma . a
• ^ r i- i i r ii • r no Oratori a
ri a Cejare a dimandare la jua Iwerationey come coja appartenente commu- Ccfarc per la
nemente atutti i Trincipi Chriftianiy& come debita particolarmente da Ce lìberatìone
fare y fiotto la fede del quale era slato da' fuoi Capitani y& dalfuo efiercito ri- ^ 1>aPa*
dotto in tanta mi feria, & in quefto tempo mede fimo ricercarono i Cardinali,
che erano in Italia3che infieme co' Cardinali ,che erano di là da monti, fi con- t Confuka
gregafìero in Auignone per confultare in tempo tato difficile quello che s'ha- «^'Cardinali
ne fise a far e per beneficio della Chiefa: i quali per non fi mettere tutti in mano *onSregatI ì«
di Trincipi tanto potenti yricufaronOybenche con diuerfe feufationi, d'andar- 1t>non^
ui:& da altra parte il Cardinale de* Saluiati Legato apprefso al Bg di Fran- f Car.SaluIa
cia,ricercato dal Tontefice che andafse a Cefateper aiutare le cofefue alla uè ti Legato ap-
nuta di Dò Vgo,ilquale syera còuenuto nella capitolatione che u andafse, ricu VT^° a' Rc
so difarlOiComefefufse cofa pernitiofa3cbe tanti Cardinali fufsero in poteftà ^ Franc,a*
YoS l I B B^O
di Cefare : ma mandò per uno fuo Cameriere la inflrutione riceuuta da Bg-
ma ali Auditore della C amera r efidente appreso a Cefare, per che trattale
con lui : il quale riportò benigni* fime parole , ma incerta & uaria rifolutio-
t Defickrio ne, Har ebbe Cefare desiderato che la perfona del Tontefice fu ffe condotta
di Ccfar e in- -m ifyagm • nondimeno & perche era pure cofa piena d'infamia , & per non
c* irritare tanto l animo del Bg d'Inghilterra , & perche tutti i Bggm di Spa-
gna , i quali , & principalmente i Tr elati, & i Signori deteflauano molto,
che dallo Imperatore Bimano , protettore , & auuocato della Chiefa,fujfe
con tanta ignominia di tutta la Chriflianità tenuto in carcere quello , che rap
prefentaua la perfona di Chrifio in terra : però hauendo riffoflo a quegli Om
tori benignamente , & alla inflan^a , che gli faceuano della pace, effere con-
tento che la trattale il I{e d'Inghilterra , il che da loro fu accettato : mandò
il terzo dì d'Agoflo il Generale in Italia, <& quattro dipoi , Veri di Mi-
gliati , l'uno , & l'altro , fecondo fi diceua, con commefìione al Viceré per la
fi VkVr e er Uberationc del Tontefice , & reftitutione di tutte le Terre , & Forte^e oc-
la liberation cupategli ;per la foftentatione del quale confentì anche che il TSfuntio fuo
del Papa. gli mandafle certa fomrna di danari effatta dalla collettoria di quelli Bgami ,.
i quali nelle corti haueuano dinegato di dare a Cefare danari . Tafiò in que-
fto tempo alla fine di Luglio il Cardinale Eboracenfe aCàles con mille- dugen
to caualli, incontra il quale il B^e di Francia , uolendo. nceuerlo honoratiffi-
mamente , mandò il Cardinale del Loreno .andò poi il Bg in A^micns a tre
Cardinale E- £ Agofto ; doue il feguente dì entro Eboracenfe congrandiffima pompa , ac-
ab bocca col credendogli ancora la si imatione l'hauer e portato feco trecento mila feudi
Re in Aiiiìés. ver le. ffe fé occorrenti , & preflarne al I{e di Francia bifognando . Trattoffi
tra loro quello , che apparteneva alla pace ; & quello , che apparteneua alla
guerra. Et ancora che i fini delire di Francia fujfero diuerfi da quelli del
*~ }\e d'Inghilterra ; perche per confeguire i figliuoli har ebbe lafciato il Tontefi
ce,& Italia in preda;nondimeno era slato necefjìtato promettergli di non fa-
re accordo alcuno con Cefare ftn^a la liberatone del Tontefice;però hauendo
mandato Cefare al I{e d'Inghilterra gli articoli della pace, gli fu rifpofto in
nome commune,che accetterebbono la pace con le r eflit utione de* figliuoli, pa
gandoli in certi tempi due milioni di ducati : la liberatane del Tontefice, &
dello Stato Eccleftaftico ; la conferuatione di tutti gli Stati , &gouerni d'Ita
lia,come erano di prefente& finalmente la pace uniuerfale; &fi cóuenne tra
loro, che accettàdo Cefare quefti articolila figlia del I{e d'Inghilterra fi deffe
per moglie al Duca d'Orltens;perche anderebbe innari il matrimonio del I{e
con la f or ella di Cefare^- ma non fuccedendo la pace, fi dejfe per moglie al I{e: ì
quali articoli mandati , dinegarono di concedere faluo condotto a uno huomo
il quale Cefare chiedeua mandare in Francia,rifpondendo baftaregli fujfero
flati mandati quegli articoli : li quali non effendo flati accettati da Cefare ,
fuil
T> E C 1 M'O 0 T\T ^ V 0. 109
fu il decimò ottano dì d' \Agofio giurata , & publicatafolennemente la pace, H Re di Fran
& la confederatone tra l'uno He , & l'altro ; & deliberarono che la gucr- *g \£££.
ra di Italia fi facefie gagliardamente , hauendo per obietto principale la li- tibéraao la *
beratione delTontefice ;marimettendo liberamente i modi, &ime^i del guerra d'Ita-
profeguìrla nel configlio di Lautrech; il quale innanzi alla partita fina baite- "a-
uà ottenuto dal I{e tutte le jpeditioni domandate ; perche il I{e fi metieua a
fare sforzo ultimo, &quafi perentorio. Volle ancora Eboracenfe, che in
campo andafk per il fuo I{e il Caualiere Cafale , al quale fi indir i^ajiero i
trentaduemila ducati pagana ciafeuno me fé per epere certo ni fufie il nume-
ro intero degli Marnami. Cofi riabilito il modo della guerra d'Italia, par-
ti Eboracenfe , fpedito alla partita [uà il Trotonotario Gambero al Tontefi-
ce per confortarlo a farlo ) fuo Vicario uniuerfale in Francia, jn Inghilter-
ra , & in Germania , mentre siaua in prigione ; a che il P^e di Francia dimo
sìraua confentire , ma in fecreto contradiceua . Faceuanfi intrattanto po-
che f anioni di guerra in Italia , efìendo grande la emettanone della uenuta
di Lautrech : perche l'efiercito Imperiale di for dinato ,& depofta l'ubbidien
za 4 Capitani , graue agli amici , & alle Terre arrendine, non fi mouendo
non era a nimici d'alcuno terrore :. i fanti Spagnuoli , & gli Italiani fug-
gendo la contagione della pefie fi ftauano \}arfi intorno a Bgma . il Trinci-
le d'Oranges con centocinquanta caualli era andato a Siena , & per fuggire
la pefiilenza , & per tenere ferma quella Città a deuotione di Cefare ; doue
prima haueua mandato alcuni fanti : perche il popolo di quella Citta folleua
to da' Capi feditiofi haueua tumultuo famente faccheggiato le cafe de Citta- %
dini del Monte de l^pue,& ammalato Tietro Borghefi Cittadino diau- J^$E£°
torità infieme con un figliuolo ; & fidici, o diciotto altri. In B^ma reflaua-
no folamente i Tedefchi pieni di pefie ; i quali efiendo fiat ifatis fatti con gran
diffima difficultd dal Pontefice de primi cento cinquantamila ducati , parte
con danari , parte con partiti fatti con mercatanti Genouefi fopra le deci-
me del I{egno di ^apoli , & fopra lauendita di Beneuento , dimandauano
per il refio de danari douuti altre ficurtà , & altro afiegnamento, che la im
pofitione in fu lo Stato Ecclefiafiico ; cofe impoffibili al Tontefice incarcera-
to; però dopo molti minacci fatti a glifiatichi, & il tenergli incatenati statìchidcl
congrandiflìma acerbità, li condufsono ignominiofamente in Campo di Fio - Papa ftratiati
re , doue rizzarono le forche , come fé incontanente uole fiero prendere di in Roma.
loro quello fupplitio . Vfcirono di poi tutti di B^rm fenza Capitani d 'auto-
rità per allargar fi > & rinfrefearfi più che per fare fattione d'importanza :
& hauendofaccheggiato le Città di Terni, et di 7^arni;Spuletofi accordò di^
dare loro pafso , & uettouaglik . Vero l'efiercito de Collegati per ficurta
di Terugia andò ad alloggiare a Tontenuouo di là daTerugia , il quale pri-
ma alloggiaua in fui Lago di Terugia, ma diminuito ricetto all' obligat ione
11
HO L I B B^O
de' Collegati mollo dì numero : perche col Mar che fc erano trecento lance 3& .
trecento arcieri Fr ance fi y tremila Suiz.'^eri, & mille fanti Italiani: col
Duca d ' Vrbino cinque mila h uomini d ' arme y trecento caualli leggieri >
mille fanti .Alamanni , e> dumila Italian i yjcufandoji i Vinitiani , chefup-
f lutano alla loro obligatione con le genti teneuano nel Ducato di Milano .
Haueuano i Fiorentini ottanta huomini d'arme y cento cinquanta caualli
leggieri y & quattro mila fanti y necejftandogli a slare meglio proueduti ,
che gli altri il timor e, eh e haueuano continuamente > che l'efferato Imperia-
le non affaltaffe la Tofana ; però pagauano a tempi debiti le genti loro y di
chefaceuano il contrario tutti gli altri . Ma il Duca d'orbino oltra le fue
antiche difjìcultdera in grandijfmo difpiacere y & quafi differatione y Ca-
pendo cheilite di Francia y & Lautrechnon parlauano honoratamente di
t II Re dì luì ; ma molto più perche era in mali/fimo concetto appreffo a' V initianì ; i
iJiutrech no ciua^1 mf°^ttltl ° della fede y o della inftabilitd fua 3 haueuano rneffa diligen
parlauano ho te guardia alla moglie 3 & al figliuolo y che erano in Vinegia y perche non
norat amente partiffero fenzalicentia loro ; & dannauano feopertamente il fuo conjìglio;
del Duca di cfo eYCliC]K Lautrech fenza tentare le cofe di Lombardia andajje uerfo l\o~
i Vinitiani ma • epero dormiua ogni coja otiofmente in quello esercito y hauendo per
dannano il co gratia , che gli Imperiali non uenijfero più innanzi ; i quali non molto poi ri-
figli o del Du ceuuti dal March e fé del Guafto y che andò all' efferato y due feudi per uno ,
ca d' Vrbmo. y£ ne Yitornarono i Tedefchi male concordi con gli Spagnuoli a [{orna ; reflan
dogli Spagnuoli 3 <&*gli Italiani diflefi ad ^Aluiano y a figliano y Casìiglio
ne della Teuerina y & uerfo Bolfena , ma diminuito tanto il numero y mafti-
mamentede' Tedefchi per la pefle y che fi credeua y che in tutto V efferato di
Ce far e nonfuffero reflati più the diecimila fanti y ma innanzi alla partita lo-
ro feciono i Capitani de' Confederati uno atto degno d'eterna infamia; per-
che effendo Gentile E agl'ione ritornato ini? erugia con uolontd d'Oratio; il
quale affermando y che le difeordie tra loro erano pernitiofe a tutti y baueutf
G 1 fr tel° dimoflrato dì riconciliar fi feco y n'andò con confentimento di tutti i Capitani-
lo , & nipotf Federigo da Botole a fargli intendere y che hauendo prefentito y che egli
morti igno- trattaua occultamente co'nimiti y intendeuano d'afficurarfi di lui; ancora
miniofaméte che egli fi giusìificaffe y & prometteffe d'andare a Castiglione del Lago; &
lo lafciò in guardia a Gigante Corfo Colonnello de' Vinitiani ;ma la fera me-
defima fu ammazzato con due nipoti da alcuni fatelliti d'Oratioy & per fua
commeffwne : ilquale fece ne' mede fimi dì ammalare fuori di Verugia Ga
leotto fratello di Braccio , & nipote ancora egli di Gentile . Mandarono di
leTé^tide'Col PoiSentcPerentrare^Camer^no^ intefoeffere morto il Duca; ma erapre-
legaVintorno uemto Sforma B agl'ione in nome de gli Imperiali ;<& n'entrò poi Sci arra
afcrugia. Colonna per conto di B^dolfo genero fuo , figliuolo naturale del Duca mor-
to •ydffaltarono foi il Marchefe di Saluto y & Federigo con molti cauaU
DECIMO OTTAVO. in
// y & con mille fanti di notte la Badia di San Tiero uicina a Terni yne\\a qu.t
le erano Tiermaria I{pffo y & <Àleffandro Vitello con dugento caualli , &
quattrocento fanti . la quale imprefa per fé temeraria > perche con tale pre-
lidio non era ejpugnabile fé non con l'artiglierie y rendè felice o la fortuna, o
la imprudenza , o l'auaritia di quei condottieri; i quali bauendo il dì medefi
mo mandati cento cinquanta arcbibujìeri a fogliare uno Caflello uicino ,
s'erano priuati delle genti neceffarie alla difefa . però benché fi fuffero difefi
molte bore , fi dettono a difcretione , faluo pero "Piermaria Roffo , <& Jllef- t Piermaria
fandro Vitello conte robbe loro ; feriti L'uno , & l'altro d'archibufi; ilpri- J^0?0'^^
mo in una gamba , l'altro in una mano . T^el quale tempo bauendo rotto il lo fcriti;
fiume del Tenere per tre, o quattro bocche inundb con grandìfììmo danno il
campo della Lega , il quale andò ad alloggiare ucrfo *Afcefi , effendo ancora
gli Imperiali fra Terni , & Ts(arni : poi fatti fi innanzi alloggiò il Duca dì
Vrbino a J^arni , i Francefi a Beuagna ; le bande nere goucrnate da Oratio
Paglione Capitano Generale della fanteria de' Fiorentini , non bauendo rice
uutto alloggiamento , entrate nella Terra di Montefalco , la facebeggiaro-
no . ^Affatto poi una parte di quefli fanti la Treffe , nel quale Caflello erano
ritirati Ridolfo da Varano y & Beatrice fua moglie : i quali non potendo di-
fenderli s'arrenderono a difcretione y benché poco dopo ricuper afferò la li-
bertà ; perche Sciarra non potendo più foflenerfi in Camerino per le mole-
ftie riceueua da quello efferato y fi conuenne di rilafciarlo y ricuperando il
Genero y & la figliuola . Tentarono anche il Marchefe di Saluto y&'Fe
derigo con la caualleria Fr ance fé y & con dumila fanti di fualigiare furtìua-
mznte la caualleria Spagnuola , alloggiata in Monte ritondo y& in Lamenta
no few^a guardie y &fenzafcoltey fecondo riferiua Mario Orfinoycamino dì
tre giornate y ma feoperti y perche procedeuano con poco ordine ; non tenta-
ta la f anione tornarono indietro y bauendo disegnato per priuarli della f acuì progredì de
td del fuggire, di tagliare in un tempo medefimo il Tonte del Tener one.l^pn Pefiercico de.
erano siate molte diuerfe da quesie tutta la siate le operationi de' foldati di ?°IIcA^.in
Lombardia ; doue le genti de Vinitiani y & del Duca congiunte infume ap- om ar l*'
preffo a Milano con intentione di tagliare i grani di quel Contado y baueuano
rotto lafcorta delle uettouaglie y morti cento fanti, prefi trenta buomini d'ar
me, & trecento caualli tra utili, & inutili;ma non proceder ono più oltre con
tra frumenti , perche le genti de Vinitiani fecondo il cosiume loro prefio di-
minuirono : Andrea Doria con l'armata fua s'era ritirato uerfo Sauona;i
Genouefi con quefìa occafione baueuano recuperata la Spetie . Ma comincia- Lautrec!l ^
rono poi a rifcaldare le cofe di Lombardia per la paffata di Lautrech nel Vie- torno ai ^
monte con una parte dell' efferato; il quale per nonflare otiofo mentre che feo Terra del
a$ettailrejlo,fipofea campo ne primi dì del mefe d'Ugoflo alla Terra £°flnt^.fA"
dtlBofconel Contado di jLkfiandria\ nella quale erano a guardia milk c-a5iia^
II* L I B 1^0
fanti 3 la maggiore parte Tedefcbi 3 i quali fi difendeuanocon fomma oflina
tione ^perche Lautrech 3fdegnato 3 chehaueuano morti alcuni Sui^eriy
ricufaua di accettarli fé non fi rimttt tuono liberamente alla fua difcretione;
& fummìnifiraua loro fiejfi auifi 3 & daua animo Lodouico Conte di Lodro
+ Lodouico ne 3 propoflo alla di fé fa di *Aleffandria; perche nel Bofco erano rinchiufi la
Conte di Lo- moglie 3&i figliuoli .finalmente ueffat idi 3& notte dalle artiglierie, &
ftoTil/dtfefa temend° delle mine 3 poi che bebbono tollerato dieci dì tanto trauaglio , fi ri-
d' Alexandria meffono in arbitrio di Lautrech ; il quale ritenne prigioni i Capitani ,faluò la
+ Bofco di uita a fanti ,* ma con conditione 3 che gli Spagnuoli ritornaffero in Ifpagna
Alexandria fi p€r uja fa prancìa y j Tedefchi in Germania per il paefe de Sui^tri3 <& cia-
trech feuno d'effi 3 fecondo l'ufo della iattanza militare 3 ufeiffe del Èofco fen^a ar-r
me con una canna in mano ; ma al Conte Lodouico reflituì liberalmente la mo
Succedi di glie 3 & i figliuoli . Seguitarono quefto acquìfto fucccffi profferì delle cofe dì
Genouapro- Genoua ;perche ejfendo arriuate in Tortofino cinque « laui 3 che andauano a
fpcn per Fra Qmom % cariche quattro di frumenti 3 e^ una di mercatantie ; & perche fi
conduceffero falue 3 ejfendo andate noue Galee da Genoua per accompagnar-
t CefareFre ^ » accadde che hauendo hauuto auifo 3che Ce fare Fregofo s'accoflauaper
gofo s'acco- terra a Genoua con dimila fanti 3 ui fi riducono quafi tutti quelli 3 che erano
ira a Genoua in Tortofino 3 abbandonando /' 'armata : il che dette occafione ad ^Andrea Do
ria di ferrarle con le Galee fue nel Torto medefimo ; doue conofeendo non pò
con duemila
anti.
t Andrea tere refiflcre difixrmarono le Galee , & meffono le genti in terra : cofi delle na
Dorìa prede ut Galee effendone abbruciata una 3 l'altre uennono inpoteflà de' nimici con
le galee , & le \o naui cariche di frumenti 3 & con la caracca lufliniana 3 che uenuta di Le
p3Ul ^no m uante fi diceua ejfere ricca di centomila ducati . *Alla quale fattione furo-
no anche altre Galee Francefila le quali hauendo prefe prima cinque nani ca-
riche di Grani 3 che andaiwio a Genoua 3 s'erano poi pofle a ridojfo di Code-
monte fra Tortofino 3 & Genoua ; ne quali dì ancora certi fanti condotti da
t Soldati de &* -.Adorni per mettergli in Genoua furono rotti a Triacroce 3 luogo fituato
gli A domi in quelli monti . Quefia calamità oltra tante altre perdite 3 & danari di ua-
rotti a Pria- rij legni priuò i Genouefi ridotti in ultima efiremità totalmente di fperan^a
di poter fi più foflenere ; non oflante che ne' medefimi dì Ce far e Fregofo acco-
t Antonìot- flaiofi a $an fiero della I\ena fuffe slato cofiretto a ritirarfi ; ma fpauentan-
to Adorno fi doli più la fame 3 che le for^e de nimici 3 coftretti dall'ultima neceffità3man
ritira in Ca- darono a Lautrech ^Ambafciadori a capitolare : ritiroffi *Antoniotto ^4dor-
ftelletto. no £0ge rei caflelletto ,• <& pofati i tumulti per opera mafjimamente di Fi^
nata fotro il ^tfmo Doria 3 che u'era prigione 3 la città ritornò fiotto il dominio del F^e dì
dominio dì Francia > Unitale ui deputò Gouematore Teodoro de Trittici . ^Accoftojfi
Tran eia. poi Lautrech ad *Alef]hndrìa 3 hauendo nell'efferato fuo la condotta d'otto-
Eflercito di mna sui^eri 3 i quali continuamente diminuìuano 3 diecimila fanti di Tie
tro Js^auarra j & tremila Guafconi condotti di uuouo in Italia dal Barone di
Eternai
DECIMO OTTAVO. iij
Blerna ; & tremila fanti del Duca di Milano . Erano in *Aleffandria mille
cinquecento fanti , i quali per la perdita degli ^Alamanni , che erano nel Bo
fco s'erano molto inai liti ,• ma ejfendouipoi entrati per i colli , che erano uici-
ni alla città , cinquecento fanti con ^Alberigo da Belgioiofo , haucuano ripre t Alberigo
fo animo , & difende uan fi gagliardamente ; ma raddoppiata la batteria da da Belgioiofo
più parti per la uenuta all'efferato delle artiglierie , & delle genti de Vi-
nitiani ; benché ne per terra ne per mare corrijfondejfero al numero, al quale
erano obligati : & moleftandola ferocemente nel tempo medefimo con le trin
cee , & con le mine , come fempre in qualunque oppugnatane faceua Vie- gna * Al ff *
tro 7{auarra , furono quelli di dentro corretti ad arrender fi faluo l'haue- dria.
re , & le perfone . L 'acquiflo d' *Aleffandria dimoftrò tra i Confederati prin
àpio di qualche contentane . perche disegnando Lautrech lafciarui a guar-
dia cinquecento fanti , perche hauejfero in qualunque cafo uno ricetto ficuro
degenti fine, & quelle che ueniuano di Francia commodità di raccorfi, &
riordinarfi in quella Città ;infojpettito l'Oratore del Duca di Milano, che
quefio non fujj'e principio di uolere occupare per il fuo B^e quello Stato , con-
tradire con parole efficaci, & con protejle ; & rifentendofene quafi non meno
di lui l 'Or atore Finitiano , interponendofene ancora quello di Inghilterra,
cede Lautrech , benché con grane indignatane , di lanciarla libera al Duca t Indigna-
di Milano ; cofa che fu forfè di molto pregiuditio a quella imprefa . perche è tlonc di Lau-
oppenione di molti , che più negligentemente attendere all'acquilo di Mila- Ìrec \ ^°ntr.a
no o per fdegno , o per riferuarlo a tempo , che fenica rifletto d'altri potefìe
tirarlo a fuo profitto . Dopo la perdita d' .Alexandria non e fendo dubbio che
Lautrech fi dirigerebbe alla imprefa di Milano , o di Tania , è fama che
Antonio de Le uà , col quale erano cento cinquanta huomini d'arme,& cin-
quemila fanti tra Tedefchi, & Spagnuoli, diffidandofi di potere difendere
Milano con fi poca gente , & con tante difficultà , pensò di ritirarfi a Tauìa;
nondimeno confiderando efiere poche uettouaglie in Tania, ne poterfiin
quella Cictà foflentare l'efiercito con l' efior foni, come acerbijfmamente
haucua fatto a Milano , delibero finalmente di fermaruifi ; & mando alla
guardia di Tania Lodouico da Belgioiofo,& a Milanefi, i quali nolfono com f Lodoufco
per are con danari la licenza di partirfi , la concedette . Ma Lautrech, ben- da Belgioiofo
che molto diminuito di Sui^jeri procedendo innanzi occupò Vigeuene , & *\la §uar<to
poi fatto uno Tonte fopra'l T efino , & per quello pafiato l'efiercito s'inuio l au*a*
uerfo Benerola , uilla propinqua a quattro miglia a Milano ; dimofirando di
uolere andar e, come lo confort anano iVinitiani, a campo a quella Città,
ma neramente refioluto a quella deliberatione , che gli parefie più facile, ma
hauendo intefo com? fu appropinquato a otto miglia a Milano , il Belgioio-
fo hauerui la notte dinanzi mandati quattrocento fanti , in modo che in
Tania non erano reflati fé non ottocento > uoltato il camino , andò il dì fé*
H
114 ' L I B B^O
Lautrech a Pa guaite , che fu il uigefimo ottano dì di Settembre 3 al monafierìo della Cér~
tofit ; & da poi con celerità grande fi pò fé a campo a Vania ; al foccorfo del-
la gitale Città bauendo ^Antonio de Lena 3 come intefe la mntatione di Lau-
trech 3 mandato tre bandiere di fanti 3 non potettono entrami : in modo che
per il picciolo numero de* difcvfori non pareua poter fi refiflere : & nondime-
no il Belgioiofo Supplicandolo il popolo della Città, che permettere loro,
che per fuggire il facco 3 e^ la diftr unione della Città s'accordafjero > lo ri-
cusò . ma bauendo Lautrech continuato di battere quattro dì > &gittato in
terra tanto muro 3 che i pochi difenfori non baflauano a ripararlo y alla fini:
il Belgioiofo mandi uno Trombetta a Lautrech ; // quale non bauendo potu-
to parlargli cofi prefla 3 perche per forte era andato nel Campo de' Vinitia--
ni 3 i foldati accofiatifi entrarono nella Terra per le rouine del muro : il che
, uedendo il Belgioiofo aperta la porta ufo ì fuor a ad arrender fi a Francefi 3 da'
e^da^Fran ^^ fH man^Cit0 prigione a Genoua . la Città andò a facco 3 & ni fu per ot-
cefi & il Bel- to dì continui ufata da' Francefi crudeltà grande 3 & fatti molti incendvj per
gioiofo man- memoria della rGtta riceuuta nel Bar co . Difputofiì poi fé era da andare alla
dato prigione imprefa di Milano ,o da procedere uerfo Iberna. Inflauano i Fiorentini che an
+ Confultà fé §e ^man^jper timore 3 che fermandofi Lautrech in Lombardia l'efferato
era da proce- Imperiale non ujciffe di l\pma a danni loro : contradiceuano i Vinitiani 3 &
dere all'ini- il Duca di Milano uenuto fpontaneamente a Tania a fare quefia infian'^a ,
preia di Mi- allegando l'opportunità grande 3 che s'haueua di pigliare Milano , & il prò
fitto che fé ne traheua ancora alla imprefa di Ts^apoli ; perche prefo Milano
non reflaua fperan^a agli Imperiali d' battere foccorfo di Germania; ma re-
cando aperta quefia porta s'haueua fempre a temere 3 che uenuto da quella
banda grofib efferato o non mettere in pericolo Lautrech 3 o non lo diuertiffe
dalla imprefa di l^apoli : il quale riffiofe effere necefiitato ad andare innanzi
per i comandamenti del fuo I{e 3 & del F^e de Inghilterra 3 che principalmen
tè l'haueuano mandato in Itali a per la liberatone del Tontefice; alla quale
deliberatione fi crede lo poteffe indurre il foretto 3 che fé s'acquiftaua il Du
cato di Milano 3 i Vinitiani riputandofi afficurati dal pericolo della grande^
Sjjs di Cefare 3 non fuffero negligenti ad aiutarlo alla imprefa del F^egno di
Trapeli 3 & forfè non meno il parere al I\e effere utile alle cofefue , che Frati
xefeo Sforma non ricuperaffe interamente quello Stato ; acciò che reflando a
lui f acuità d'offerire di lafciarlo a Cefare 3 confeguiffe più facilmente la li-
berazione de' figliuoli pernia di accordo \il quale continuamente fi tratta-
DI mande d' ua aPPrcff° a ^efare Pcr gk Oratori Francefi 3 Ingbilefi , & Vinitiani . Ma
Cefare nel ™ ciueft° trattato nafceuano molte difficultà; perche Cefare faceua infian-
irattare Tac- %a 3 che la caufa di Francefco Sforma fi uedefi'e di ragione 3 & che penden-
cordo co'Col te la cognitione fuffe poffeduto da fé tutto lo Stato 3 promettendo in ogni ca-
c£atl# fidi non lo appropriare a fé medefimo: dimandata, che i Vinitiani pa-
decimo o r r u v o. ìi>
gajfero all' arciduca il refto de' dugentomila duciti dolutigli peri Capitoli
di V 'ormatici \ il che i * Oratore Veneto nonricufaua adempiendo l'arcidu-
ca , & ufiituendo i luoghi a che era obligato . Dimandarla che a Fuorusci-
ti loro 3 come già era [iato conuenuto , o refiituiffero centomila ducati \o con-
fegnaffero entrata di cinque mila . Vagafiero a lui quello erano debitori per
la corife deratione fatta feco 3 la quale uoleua fi rinouaffe . I{eflituifJero al-
la Chic fa ì\auenna 3 & rdafciafftro quanto teneuano nello Stato di Milano .
Dimandaua a Fiorentini trentamila ducati per le fpefe fatte 3 & danni ha-
uuti per la lo ro inofferuanTa . Confentiua eh e il I{e di Francia pagaie al I\e
d'Inghilterra per lui il debito de quattrocentocinquantamila ducati ] del re-
fio fino in due milioni dimandaua oflaggi . Voleua le dodici Galee del f{e di
Francia per l'andata fila in Italia , ma non più ne caualli 3 ne fanti ,- & che
fubìtoche fujfe slipulata la concordia fipartifjerotuttele genti Francefi di
Italia ; il che il I{e ricufaua 3 fé prima non gli erano reflituiti i fuoi figliuoli,
le quali dimande quando fi jperauamitigajfc la perdita d' Meffandria 3 & AmmoCukdi
di Vania ; lo fece 3 fecondo il co fiume fuo di non cedere alle difficultà}piu per Cefare.
tinace; inmodo che effendo uenuto a lui il quintodecimo dì d'Ottobre d'In-
ghilterra l' auditore della Camera a follecit are in nome di quelite la libe-
ratane del ^Pontefice , rifpofe hauere proueduto per il Generale 3 <&■ che quan
to all'accordo non uoleua ne per amore 3 ne per forza alterare le conditioni 3
che haueua propofte prima . Ma certamente fi comprendeua non effere Ce- ^ Dimorfo
fare molto inclinato alla pace ; per 'che contrala potenza de' rumici gli da- dlGcIarc'
uano animo molte cagioni y per che confidaua hauere a refiftere in Italia per
la uirtà del pio efferato 3 & per la facilità del difendere le Terre : potere
fi-mpre con piccioli difficultà fare paffare nuoui fanti Tedefchi : effere ejhau
fti il ì\e di Francia 3 & i Vinitiani per le lunghe fpefe : le prouifioni loro po-
rrle è confueto nelle leghe 3 interrotte 3 & diminuite : confidar fi di potere efii-
gere danari di Spagna a baftan^a; conciofia chefoflentaua la guerra con fpe-
fe molto minori per le rapine de' foldati , che gli auuerfarij ; e^ perche fyera-
ua di di finire. 3 & di fare più negligenti i Collegati con qualche arte : & fi-
nalmente molto fi prometteua delia fua grandi ffima felicità comprobata con
la jperien^a di molti anni y &pronuntiat agli con innumerabili predittioni
infino da pueritia . Mainquefio tempo Lautrech follecitaua 3 che l'arma- Deliberation
te marittime deftinate ad asfaltare o la Sicilia 3 o il Bearne di K^apoli prò- di Lautrech.
cedcjfero innanzi ; delle quali la Vinitiana non efìendo le prouifioni lo-
ro ne per terra, ne per mare pari alle obligationi3 era a Corfù} & fedici
Galee doueuano andare ad unir fi con ^Andrea Boria 3 il quale afpettaua
nella lamiera di Genoua Egn^o da Ceri defiinato co' fanti a quella im-
prefa. Fumando poi Lautrech in Francia quattrocento Lance 3 & tre-
mila fant'^ & conueme co' Vinitiani -, ì quali confort aua a reflituire Bguenr
H ij
l\6 L I B B^O
+ Tanus Frc na al Collegio de9 Cardinali ; & col Duca di Milano, che per difendere quel-
l'io con le iQ ^ cjje s>era acquifìato y tenefkro le venti loro , con le quali era Ianus Fre*
SentlL m^!* gofo , & il Conte di Gaiaz?o in alloggiamento molto fortificato à Landria-
no# no y uilla uicina a due miglia a Milano ; per la uicinita de' quali non poten-
do allargar fi le genti y che erano in Milano } fi sìimaua hauerfi facilmente a
guardare Tauiay Monda yBiagrafia 3 M augnano 3 Binafco y Vigeuene%
& lAleflandrta : egli stabilite quefle co fé pafiò con mille cinquecento Sui1^-
Zeri > altrettanti Tede fichi y& feimila traFrancefi & Guafconi il decimo
ottauo dì d'Ottobre il To a rifeontro di Cafiel San Giouanni 3 con intentione
d'affettarci fanti Tede fchi y de' quali era arriuata infinoa quel dì picchia
parte ; & un'altra banda pure di fanti della medefima natione 3 i quali il Rg
di Francia haueua mandato a foldare di nuouo in luogo de' Sui^eriygià rif
foluti quafi tutti : dal quale luogo fu neceffitato fare ritornare di la dal To
Tietro lituana co' fanti Guafconi y e£* Italiani al foccorfo di Biagrafìa: al-
la quale Terra cufiodita dal Duca di Milano , Antonio de Leua y intenden-
do efsere male proueduta 3 era il uigefimo ottauo dì d'Ottobre andato a cam-
po con quattromila fanti y& fitte pe^zj d'artiglieria ;&ott( nutah il fe-
condo dì per Accordo fi preparaua per pafsare nella Lomellina alla ricupera-
tone di Vigeuene y & di ìsfouara : ma intefa la uenuta di Tietro l^auarra
con maggiori forze 3 fi ritornò a Milano . Onde al 7S[auarra fu facile ricu-
perar e Biagr affa y nella quale Francefco Sforma meffe migliori frouifioni.
•f Biografia Vedeuafigia manifeflamente differire indufìriofamente Lautrech il partirfiy
«{pugnata da ^ benché allegaffe hauerlo ritenuto la afpettatione de' fanti Tedefchi y con
f "già grafia ' ^na banda de' quali era pure finalmente uenuto Valdemonte y gli altri s'a-
ricupcrara da fpettauano y &fi lamentaffe per tutto delle picciole prouifioni de' V'initiani,
Pietro Na- nondimeno fi dubitaua ne fujfe siato cagione l'affettare danari di Francia :
uarra- rnA \A cagjone pH uera -3 & pU potente era y che il J\e fperando la pace y la
pratica della quale era sirena con Cefare 3 gli haueua commeffo y che diffimu
landò quefla cagione procedeffe lentamente ; da che anche era nato y che il Bg
non era siato pronto a pagare la parte fua degli ^Alamanniy che fi conduce-
uano in luogo de' Suiz^eri 3 ne quelli y che prima erano deflinati a uenire con
Faldemonte . Con quefle o neceffitày o feufationi fopraflando Lautrech a
"Piacenza con le genti alloggiate tra Tiacenza y & Tarma ;fi rimoffe la dif-
ficultà hauuta prima del Duca di Ferrara: il quale che entraffe nella confede-
ratone haueua Lautrech yfubito che arriub in Italia y fatto inflan'^a gran-
de; cofa da una parte defiderata dal Duca per il parentado ache gli era propo-
fto col I\c di Francia3da altra ritenendolo la diffidenza, che haueua delualo-
re de' Francefi 3 & il fòfpettOycbe il E^e finalmente per ricuperare i figliuoli
non concordaffe con Cefare : ma temendo de minacci di Lautrech haueua di-
mandatoychc -le cofefuefi tratt afferò a Ferrara3perche uoleua maneggiare le
cofe
DECIMO 0 T T jl V 0. II?
ce fé che tanto gli importunano da fé mede fimo . Ter ciò andarono a Ferra- + Gif Amba
ragli <Ambafciadori di tutti i Collegati y & in nome de' Cardinali congre- ;?iat°n ^uc
gati a Tarma il Cardinale Cibò : doue alla fine moffo il Duca dal procedere ratl' a perraI
innanzi di Lautrech y sformato/i di fare capaci il Capitano Giorgio , & *An ra .
àrea di Burgo che molto honorati , & intrattenuti da lui erano a Ferrara Dùca di Fcr-
àallanecejjitàycheloflrigneuaad accordare y accordò finalmente; ma con *jaras 3pCOr~
conditioni y che dimagrarono o la induflria fua nel ftpere bene negotiare > Cja ,
& che non in nano hauejje uoluto tirare la pratica alla prefenzafua yola cu-
pidità grande che hebbonogli altri di tirarlo nella confederatone ; nella qua
le entrò con obligatione di pagare ogni mefe per tempo di fei mefi da fui a die
cimila feudi y fecondo la dichiaratione del Kg di Francia y il quale dichiarò
poi di feimila ; & dare a Lautrech cento huomini dì arme pagati : & da al-
tra parte s'obligarono i Confederati alla protettone di lui y & del fuo Stato ;
a dargli Cotignuola y tolta poco innanzi da Vinitiani alli Spagnuoli in cam- ■
bio della Città antica, & quafi di sh abitata d'Adria > la quale inftant emen-
te dimandaua fargli reftituire il? adagi che già pofsedeua in Vinegiay & in
Firenze : permettergli contra .Alberto Tio l'acquiflo della Forte^^a di TS(a
ni y pofla apprefo a confai del Mantouano y la quale allhora teneua afiedia-
ta .* pagafìergli i frutti dell' \Arciuefcouado di Milano y fé gli Imperiali mo-
leftafìero V ^irciuefeouo fuo figliuolo . Obligò il Cardinale Cibò in nome
de' Cardinali y iqualiprometteuano la rat ificat ione del Collegio ; il Tontefice + Obliali! del \
arinuouarelaìnueflituradiFerrara;a rinuntiare alle ragioni di Modona Papauerfo rt *
per la compera fatta da Maffimiliano ; ad annullare le obhgationi de Sali ; a ^uca ™ Fer
confentire alla protettione , che i Collegati prendeuano di lui ; a promettere
per bolle .Apofloliche di lafciare pof edere a lui y & a' fuoi fuccefsori tutto
quello pofkdeua ; & che il Tontefice farebbe Cardinale il figliuolo 3 &gli
conferirebbe il V e feouado di Modona yuacante per la morte del Cardinale
Frangane : con la quale confederatone fi congiunfe il parentado di l\enea fi-
gliuola del FyC Luigi y in Hercole fuo primo genito y col Ducato di Ciar-
tres in dotay & altre honorate conditioni. FMrò anche ilMarchefe di Marcnefe di
Mantoua , per la infian^a di Lautrech y nella confederatione ; benché pri- tra ^cjj y "
ma fi fufse condotto a gli sìipendij di Cefare . Ma era in queflo tempo ga ,
indebolito molto l' e fser cito de' Confederati y il quale slette otiofo molti dì
tra Fuligno y Montefalco y & Beuagna ; del quale il Duca d'Vrbino y in-
tefa la cufiodia y che fi faceua in Vinegia della moglie y e£* del figliuo-
lo; partito fi contra la commejjìone del Senato per andare in pofteagiu-
ftificarfi y riceuuto in camino auifo della loro liberatone ; & che il
Senato fatis fatto di lui defideraua non andafse più innanzi y ritornò al-
l'e fser cito ; nel quale i Suizxeri y & i fanti del Mar che fé non erano paga-
ti ; & i Vinitiani ne quiui y ne in Lombardia j doue erano obligati a tenere
H itj
Il3 L I B 1^0
muemila fanti 3 ne teneuano la ter^a parte . Bjtiraronfi poi in quello di
Todi y& ali 'intorno y '<& gli Spaglinoli alla fine di ls{ouembre erano uerfo
Corneto 3 c^ Tofcanella ; i Tede/chi a l^oma : a quali era ritornato il Trin-
cipe d'Oranges da Siena 3 doue andato nanamente per riordinare quello go-
verno 3 dimoro poco . 3\(e fi dubita, che fé Vefsercito Imperiale fi fufse fat-
to innanzi > che il Duca d'orbino 3 & il Marcbefe di Saluto fi farebbono
ritirati con l'efiercito alle mura di Firenze 3 benché per iattanza ftefso par-
lafsero 3 che per impedire a loro la uenuta in Tofana 3 farebbono uno allog-
giamento o in Oruicto 3 <& in Viterbo 3 o nel territorio Sane fé uerfo Chiufi ,
& Sartiano . Ma Lautrech non oflante fuffero arriuati i fanti Tedefchi ,
procedendo per la aftettatione della pratica della pace con la con-
sueta tardità 3 s'era fermato a Tarma : della quale Citta benché fuffero ri-
dotte in poteflà fua le Fortezze 3 & rifcoffi da tuttadue quelle Città 3& de
territorij loro circa cinquantamila ducati 3 fi credeua che haueffe hi animo nò
folo tenere in poteflà fua Tarma 3 e^ Tiacen^a ; ma perche Bologna depen-
deffe dal? autorità del I{e 3 uolgere il primato di quella Città nella famiglia de
Teppoli : i quali difegnifece nani la Uberatione del Tontefice; alla quale ben-
ché da principio non par efife 3 che Cefare condefcendeffe prontamente , per-
che dopo la nuoua della cattiuità haueua tardato più d'un me fé a farne deli-
beratone alcuna 3 nondimeno intefa poi l'andata di Lautrech in Italia 3 <& la
prontezza del I\e d'Inghilterra alla guerra 3 haueua mandato in Italia il Gè
Generale di nerale d'i San Francefco 3 & Veri di Migliau con commeffione fopra quefto
S.Francefco, negQi'l0 d[ yicert ; il quale effendo in quelli dì che arriuò il Generale morto a
& Veri di Mi -T . r rr • i •; • ~ ,r i-^ , 111
cliau madati Gaeia > tu necejjario trattare il negotio con Don Vgo di Moncada ; al quale
da Cefare a li anche fi diftendeua il mandato di Ce far e 3 & il quale il Viceré haueua fofli-
berar il Papa tuito in fuo luogo 3 infimo a tanto che fopra il gouerno del I{egno uenijfe da
Cefare nuoua ordinatone ; & hauendo il Generale communicato con Don
Vgo andl a B^ma 3 & infieme con lui Migliau uenuto di Spagna con le me-
de fime commejfwni che il Generale . Conteneua queflo negotìo due articoli
principali 3 l'uno che il Tontefice fatisfaceffe all'efferato creditore di fomma
groffilfimà ài danari ;l 'altro laficurtà di Cefare 3 che il Tontefice liberato
non s'adheriffe co'fuoi rumici ; & in queflo fi proponeuano dure condizioni di
sìatichi 3&di ficurtà di Terre . Trattoffi per quefie difficultà la cofa lun-
gamente 3 la quale per facilitare il Tontefice haoeua fpeffo follecitato 3 &
continuamente follecitaua (ma occultamente) Lautrech a far fi innanzi 3af-
, fermando effere fua intentione di non promettere cofa alcuna a gli Imperiali
fenoli forato ;& che in tale cafoufeito di carcere non ofieruer 'ebbe come
■ prima poteffe condurfi in luogo ficuro ; il che cercherebbe di fare col dare lo-
romeno e ommodità poteffe, &fe pure accordale 3 lo pregaua chela com-
■ -faffione de'fuoi infortuni^ 3 <& delle necejfità facejfero la feufa per lui • La
DECIMO OT T^tFO. lì*
qual cofa mentre che fi trattauay gli siatichiycon indegnatione grauiffima . Sfatichi del
de fanti Tedefchiy fuggirono occultamente di Bgma aUafine di J^ouembre ♦ ^^ ^^j
Lunga fu la difcettatione fopra quefla materia , non ejfendo anche d'una me- occultawéte.
defima fenten^a quelli che u'haueuano a determinare : perche Don Vgoyben
eh eh aue^fe mandato a I{gma Serrenon fuo fegretario infieme con gli altri,
uhaueua per la malignità della fua natura, & per hauere l'animo alieno dal
pontefice , picchia inclinatione : il Generale tutto il contrario per la cupidi-*
ta di diuentarc Cardinale : Migliau contradiceua come a cofa pericolofa a
Ce far e ; & non potendo refi fiere fé n'andò a 'Napoli ; della quale impietà pa
ti le pene y perche ne primi dì dell' ajfedio fcaramucciandofu morto d'uno ar^ Ridiali mor
chibujo . *X[e mancaua il Tontefice afe medefimo ; perche tirò nella fenten- to da vn'ar-
ya fua Gieronimo Morone , il configlio del quale era apprejfo gli Imperiali chibufo. ^
in tutte le deliberationi di grande autorità y conferito il Vefcouado di Modo- tPlrcvom^°
na al figliuolo y & promefiì a lui certi frumenti fuoi y che erano a Corneto di .„rancjc auto-
ualore di più di dodicimila ducati , ma non con minore indufiriafi fece prò-* rità appretto
pitio il Cardinale Colonna, promejfagli la Legatione della Marcay & dimo- gli Imperiali*
mirandogli quando uenuto a F^ma l'andò a uifitare nel Caftello di uolere effe-
re a lui principalmente debitore di tanto beneficio, & artificiofamentc infili^
landogli negli orecchi y che maggiore gloria y o che maggiore felicità potejfe
defiderarey chefarfi noto a tutto il mondo effere in potefiàfua deprimere iTó
tefici y in potè fi à fua quando erano annichilati y farli ritornare nella prifiina
grandezza . dalle quali co fi commoflò quel Cardinale elatìffimo y & uento- J .Cat<}* c2;
. rr * • \ J i r 11 A- j j r rr lonna elatifli-
filjimo per natura y aiuto prontamente lajua liberatione , credendo fujje mo>& vento-
co// facile al Tontefice liberato dimenticar fi di tante ingiurie y come facit- Mimo,
mente gli haueua prigione raccomandata humiliffimamente con prieghiy &
con lagrime la jua liberatione . ^Alleggerì in qualche parte le difficultà la
niwua commeffione di Cefare ; il quale infiauay che il Tontefice fi liberale con
più fatisf anione fua y che fuffe poffibile : foggiugnendo baflargli y che libera
to non adheriffe più a Collegati y che a lui . Ma fi crede giouaffe più che al-
cuna altra cofa la neceffità y che haueuano per il timore della uenuta di Lau-
trech di condurre quello efferato alla difefa del Bearne di Napoli y cofa im-
po]Jibileyfeprimanoneraajficuratodeglislipcndij decorfi y in ricompenfa
de quali ricufauano ammettere tante prede y & tanti guadagni fatti nel tem~ ■
pò medefimo . Quefla neceffità di prouedere d pagamenti fu anche cagione*
che meno fi penfaffe all'afficurarfi per il tempo futuro del Tontefice , Con-*
chiù fé fi finalmente l'ultimo dì d'Ottobre dopo lunga pratica la concordia in
P^oma col Generale y & con Serenon in nome di Don Vgo y che poi ratificò : Conuentìonf
T^on auuerfaffe il Tapa a Cefare nelle co fé di Milano y& di J^apoli : Con- fra il Papa, &
ctdeffegli la Crociata in Ifpagna y & una decima delle entrate Uccie fiafiich e ^^ntl
in tutti i fuoi Rggni : Bjmaneffero per ficurtà dell'offeritane in mano di Ca-
li iiij
HO L I B \0
fare Oftia , & Cìntici uncina , sìata prima rilafciata da ^Andrea Loria :
Confegnaffeli Ciuìta Caflellana , la quale Terra > effendo entrato nella Fiocca
per commeffìone fegretiffima del Tontefice > benché fimulaffe il contrario 3
Mario Terufco Trocuratore Fifcale , haueua ricufato d' ammettere gli Im-
periali : Confegnaffegli etiandio la Biocca di Furlì , e^ per sìatiebi Hippoli-
to & jLleff andrò fuoi nipoti , & injìno a tanto ueniffero da Tarma > i Car-
dinali Tifano y Triultio y & Gaddi , che furono condotti da loro nel Eseguo
di Tripoli : pagajfe fubito a Tedefcbi ducati fej]antafettemila y a gli Spa-
gouoli trentacinquemila > con quefto che lo lafciaffero con tutti i Cardinali ,
& ufcijjìnfi di ]{oma & del Camello 3 chiamando/i libero ogni uolta fuffe con
dotto faluo in Oruieto > Spulcio 3 o Terugia ; & fra quindici di dopo l'ufciU
di \qma pagajfe altrettanti danari a Tedefcbi ,• & il reflo poi , che afeendeua
co* primi a ducati più di trecentocinquantamila , pagajfe in fra tre me fi a Te
defehi & Spagnuoli fecondo le rate loro . le quali co fé per potere offeruare il
Tontefice ricorrendo per uf c'ire di carcere a quelli rimedij y a quali non era
i II Pótefìce uoluto ricorrere per non u entrare , creò per danari alcuni Cardinali , perfo-
crea per dana m \a maggiore parte indegne di tanto bonore : per il reflo concedette nel l\ea
n ino ti Car- me ^ • <^rap0n ciecjme & f acuità d'alienare de beni Ecclefiaflici, conuerten-
dinali perii- . r vr ^ , , . . ,. , .n , r ~ ,:,...,: .. ,. .
berarfi di prl doji Per concezione del Vicario ai Cbrijto ( cojijono profondi igiudictj diui-
gione. ni ) in ufo & in fofìentatione fìber etici 3 che era dedicato al Culto di Dio:co
+ Card.Ccfis quali modi h unendo Stabilito & afficurato di pagare a tempi promeffi 3 dette
n o dati »« anc^c Per fatichi per la ftcurtd de' foldati i Cardinali Cefis <& Or fino , ebe
fatichi» furono condotti dal Cardinale Colonna a Grott aferrata . Et effendo fpedite
tutte le co fé , & sì abilito ebe il nono dì di Dicembre doueffèro gli Spagnuoli
accompagnarlo in luogo ficuro > egli temendo di qualcbe uariatione per la
mala uolontd ebe fapeua bauere Don Vgo s & per ogni altra cagione 3cb e pò
1 1 Papa efee teffe interrompere ; la notte dinanzi ufeito fé gr et amente al principio della not
di Cartello. te jn j)ayit0 fa mercatante del Caflello >fu da Luigi da Gonzaga foldato de
za^accom- $ Imperiali scbe con gr offa compagnia di archibuferi l'afpettaua ne' Trati,
pagna il Papa accompagnato infino a Montefiafcone : doue licentiati quafi tutti i fanti Lui-
gi medefimo l* accompagno infino ad Oruieto : nella quale Città entrò di notte
non accompagyiato da alcuni de Cardinali y esempio certamente molto confi-
der abile y <&■ forfè non inai da poi ebe la Chiefa fu grande accaduto yuno Ton
tefice caduto di tanta potenza, & riueren%a efiere cuflodito prigione perdu-
ta I\pma y & tutto lo Stato ridotto in poteflà d'altri : il medefimo in fpatio di
pocbi me fi reftituito alla liberi ày rilaf datogli lo Stato occupato y& in breuif*
Pontificato (imo tempo poi ritornato alla priflina grandezza , tanta è appreffo a* Trin-
appreflioiPri cipi Cbrifiiani l'autorità del Tonificato y & il rifpetto, che da tutti gli è
ni ci- rande" hauuto . 7S[el quale tempo •Antonio de Leu a dopo la partita diLautrecb
autorità. da Tiacen^a mandò fuor a di Milano i fanti Spagnuoli , & Italiani >per-
decimo arrivo. tit
the fi pafceffero ,& perche ricuperaffèro i luoghi più debili del paefè , & Antonio de
perche apri/fero la commodità del condurfi le uettouagliea Milano Squali Pa"tita^Lau
prefono quella parte del contado , che fi chiama Sepri : mandò anche Filip - trecn riCnpe-
pò T 'orniello con mille dugento fanti , & con alcuni caualli a T^ouara ; nel- ra molte Tei*
la quale Città erano quattrocento fanti del Duca di Milano . entroui il Tor- r£'
niello per la Fiocca tenutafi fempre in nome di Cefare : &■ trouata poca di- Torniello*
fé fa ottenne la Terra , &fualigiati i fanti, ejr rimandatigli alle cafe loro,rh Nouara.
mafie in 7{ouara per correre il paefe circondante . de fanti Tedefchi fi ri-
duffe una parte in ^ìrona , l'altra in Mortara : a* quali haueudo il Duca ag-
giunti altri fanti per la difefa della Lomellina , & del paefe , non era liberò
il T orniello d'allargarfi molto : in modo che non facendo per quella uernata
altre f anioni che fpeffe fcaramucie , attendavano tutti a rubare gli amici &
nimici conducendo ad ultimo e feidio tutto il paefe . Eranfi anche in quefio Annata de'
tempo congiunte a Liuorno le Galee d'Andrea Doria , & quattordici Galee Collegati a
Francefì con le fedici Galee de Vinitiani : & hauendo ritenuto P^en^o da Liuorn0,
Ceri con tremila fanti per porre in terra, partirono il ter^o decimo dì di T^a . . ,
uembre da Liuorno . & benché prima fujfe slato determinato che affaltaf- ria pCrf^de°
fero l'I fola di Sicilia, mutato configlio fi uoltarono alla imprefa di Sardi- ^Collegati
gna,peri conforti , fecondo fi credette, d'Andrea Doria , forfè perche Timprefadf
già haueffe nel petto nuoui concetti . *Acconfèntì a quefla imprefa Lau- Sardigna.
trech per la fperan-^a che prefa la Sardigna fi facilitale molto l'acquifto
della Sicilia, Quello che ne fujfe la cagione le Galee trauagliate in mare
da' tnflijfimi tempi feparate andarono uagandoper Mare; una delle Galee
Fr ance fi andò atrauerfo appresa* Liti di Sardigna, quattro delle Galee
Vinitiane molto battute ritornarono a Liuorno : le Frane efife or fono per l'im
peto de' uenti in Corfica; doue poi in Tortouecchio fi ricongiunfono feco
quattro Galee de Vinitiani; l'altre otto furono traportate a Liuorno, Final-
mente la imprefa fi rifolue, reftando infieme in molta difeordia ^Andrea Do-
ria , & Hen'fo da Ceri . Ma Lautrech , ilquale riceuè quando era in leg-
gio auifo della liberatone del Tontefice , rilafciata la fartela di Tarma a + Lsurrech
miniflri Ecclefiafiici , andò a Bologna ; nella quale Citta fi. fermò afpettan- J^za di Par^
do la uenuta degli ultimi fanti Tedefchi , i quali pochi dvpoi fi conducono ma a» mini _
nel Bolognefe , non in numero feimila , come era deflinato,mafolamente tre- ftri del Papa,
mila: & nondimeno foggiomò uenti dì in Bologna, affettando auifo da$
I{e di Francia dell'ultima riffolutione circa la pratica della pace , & inftan- 4
do intr attonito con fomma diligenza col Tontefice , interponendo ancora
l'autorità delBg d'Inghilterra , perche apertamente adherijfe a' Collegati : Capitani de*
al quale ne primi dì , che arriuò ad Oruieto, ejfcndo andati a lui a congratu- Onusto ffeo
larfiil Ducad'Vrbino ,il Marchefe di Saluto , Federigo da Botole; il gratulano col
quale pochi di poi morì di morte naturale a Todi ; & Luigi Tifano Troue- Papa.
.12* L 1 B B^O
ditore Vinitiano y gli haueua con grandijjìma inflativa ricercati > che leuaf-
fero ledenti loro dello Stato Ecclefiaftico ; affermando gli Imperiali hauerli
promcjjo y che fi partir ebbono ancora effi dello Stato della Qhiefa y in cafo
Il Papa per c]oe l'efferato de Confederati face ffe il medefimo . Haueua anche fritto uno
vn Briaie rin yrjeue a Lautrech y r ingranandolo deW opere fatte per la fua liberationey et
trèch. dell' batterlo confortato a liberarfi in qualunque modo ; le quali opere erano
fiate di tanto momento a coflrigner e gli Imperiali a determinar fi y che noti
meno fi pretendala obligato alj\ey& a lui y che fé fuffe flato liberato con
l'arme loro : i progrtffì delle quali bar ebbe uolontieri affettato , fé la neceffi-
td non l'haueffe slretto , perche continuamente gli erano mutate in peggio le
conditioni propofle > & perche apertamente haueua compreso non potere fé
non per mc^o della concordia confeguire la fua liberatione ; la quale quanto
più fi differiua tanto procedeuain maggiore precipitio l 'autorità y & lo Sta-
to della Qhiefa : ma fopra tutto hauerlo moffo la fferan^a d' battere ad effere
inflrumento opportuno a trattare col fuo I{e y & con gli altri Vrincipi Chri-
sìiani il bene commune . Quefie furono da principio le fue parole fincere ,
e^ femplici y come pareua conuenire all'ufficio Tontificaley & d'uno Vonte-
fice ff et talmente y che batte ffe h attuto da Iddio figraui y &fi afpre ammoni-
. . tioni . nondimeno ritenendo la fua natura folita y ne battendo per la carcere
depofle ne le fue aflutie , ne le fue cupidità ; arriuati che furono a lui y già co-
Tanno ijis. miniiato l'anno mille cinquecento nentotto y gli buomini mandati da Lau-
trech y & Gregorio da Cafale Oratore delire di Inghilterra a ricercarlo yche
IlP^pa rke- fi confeder affé con gli altri ; comincio a dare uarie riffofìe yhor a dando ffe-
alla° Leea dà ranK? > ^ora fitffandofi y che non hauendo ne danari y ne gente y ne autori-
varie riìpofte tà 3 farebbe a loro inutile il fuo dichiararfiy& nondimeno afe potrebbe effe-
re nocino y perche darebbe caufa agli Imperiali d'offenderlo in molti luoghi:
bora accennando di uolere fatisfare a quefla dimanda y fé Lautrech ueniffe
innanzi y cofa molto defiderata da lui , perche i Tedefchi baueffero necefiìtà
di partirfi di ì\oma : i quali confumando le reliquie di quella mifera Cittàyet
di tutto il paefe cirecftante y & depofta totalmente l'ubbidien'^a de* Capita-
ni y tumultuando Jpefio tra loro ricujauano di partirfi Rimandando nuoui da-
nari y <&* pagamenti ♦ Ma alla fine dell'anno precedente y & molto più nel
principio dell anno medefimo cominciarono manifefìamente ad apparire ita-
ne le pratiche della pace y per le quali s'efiacerbarono molto più gli animi de*
Trincipi : perche efiendo rifolute quafi tutte le difficttltd yconciofia cbeCe-
fare non negafìe di reflituire il Ducato di Milano a Francefco Sforma y & di
DirTidéze tra comporre co' Vinitiani y & co' Fiorentini y & con gli altri Confederati : fi
v ^r V * * dijpntaua folamente quale cofa syhauefie prima a mettere in efiecutioney o U
partita dell' efier cito deludi Francia di Italia yola refiitutione de' figliuo-
li • l^egaua il I{e di obligarfi a Iettare l'efierato di Italia ,fepr ima non ri-
DECIMO OTTAVO. i*j
cuperauai figliuoli, ma offeriua sfatichi in mano del l\e d'Inghilterra per
ficurtà dell' ofkruan^a delle pene , alle quali fi obligaua fé recuperati i fi-
gliuoli , non leuafìe fubito l'efiercito . Cefare infiaua del contrario 3off eren-
do le medefime cautioni inmano del Bg d'Inghilterra; & difputandofi chi
fufie più honeflo che fi fidaffe , dell altro diceua Cefare non fi potere fidare
di chi una uolta l'haueua ingannato : a che rijpondeuano gli Oratori Fran-
cefi , che quanto più fi pretendeua ingannato dal Bg di Francia , tanto me-
no poteua il l\e di Francia fidarfi di lui : ne l'offerta di Cefare di dare le fi-
curtà medefime in mano del Bg d'Inghilterra , che offeriua di dare il Bg di
Francia , efiere offerta pari : perche anche non era pari il cafo ; conciofia
che f uff e di tanto maggiore momento quello the Cefare prometteua di fare
che quello che prometteua il B^e di Francia,& però non Io ajficurare le ficur-
tà medefime . Soggiunfono in ultimo , che gli Oratori del I{e di Inghilter-
ra , i quali haueuano mandato dal fuo Bg d'obligarlo a fare ofieruarc quello,
chepromettefieilB^cdi Francia, non haueuano mandato ad obligarlo per
l'ofieruan^a di quello , che promettefie Cefare ; & che efendo le f acuità lo-
ro terminate , & con tempo perfifio , non poteuauo ne tranfgr edire, ne affet
tare .fopra la quale diffuta non fi trouaua rifiolutione alcuna : perche Cefa-
re non haueua la meàefimx inclinatione alla pace , che haueua il fuo confi-
glio , perfuadendofi etiandio perduto T^apoli poterlo rihauere con la refli-
tutione de* figliuoli : & era imputato molto il Gran Cancelliere ritornato
j/nolto prima in Ijpagna d'hauere turbato con punti , & confophiflice inter-
petrationi le pratiche della pace . Finalmente gli Oratori Francefì , & In-
ghilefi deliberarono , fecondo le commeffioni , che haueuano , in cafo della
differatione della concordia, di dimandare a Cefare licenza di partir fi , &
poi fubito fare intimare la guerra : con la quale conclufione prefentatifi il
uigefimo primo dì di Gennaio, feguit andò gli Oratori de' Vinitiani, del
Duca di Milano , & de' Fiorentini innan^ a Cefare , refidente aìlhora con
laCorte a Burgus , gli Oratori Inghilefi gli dimandarono i quattrocento Praticatila
cinquantamila ducati pr efiatili dal loro I{e,feicentomila per la pena nella j?aCefarc>&
quale era incorfoper il ripudio della figliuola , & cinquecentomila per le Collegati.'
penfioni del J\e dì Francia , &per altre cagioni: le quali co fé propone per
maggiore giuflificationc tutti gli Oratori de' Collegati gli dimandarono li-
cenza di partir fi : a quali rif^c fé che confuterebbe la riffofta, che hauefie
a fare , ma efiere necefsario che anche innanzi alla partita loro gli Oratori
fuoi fufsero in luogo ftcuro : e^ partiti da lui gli ^Ambafciadori entrarono fu t Araldi-dei
hito gli xAr aldi delBg di Francia, & del Bg d'Inghilterra ad intimargli Re<^ tracia,
la guerra ': la qualehauendò accettata con lieto animo , ordino che gli *Am- ra int",f *a ^o
bafciadori delBg di Francia , de Vinitiani & de' Fiorentini fufsero condot- u guerra a
ti a una Villa lontana trenta miglia dalla Corte > douefu pofto loro guardia Celare.
124 L I B B^O
d'arcieri 3 & alabardieri ; prohibito ogni commertio ,&la facilità del-
lo fcriuere : a quello del Duca di Milano 3 come afuofuddito 3 fece fare co-
mandamento 3 che non partifse dalla Corte : ali 'Ingoile fé non fu fatta inno-
uatìone alcuna , Cofi rotta ogni pratica della pace 3 reflarono accefi fola-
mente ipenfieri della guerra; condotta , & fìabilita tutta in Italia ;doue
Lautrecb flimolato dal fuoBg ,ma molto più dalB^e di Inghilterra 3 poi
che cominciò a indebolire la (peran^a della pace 3 era il nono dì di Gennaio
partito da Bologna 3 indiri^andofi al Piarne di J^apoli per il camino della
Romagna > & della Marca s camino eletto da lui dopo molta confultatione
contra ìinflan^a del "Pontefice 3 defiderofo con l'occafwne della paffata fuay
t II Papa <k fa fare rimettere in Siena Fabio Tetrucci3 & il Monte de ls{oue : & con-
terrinSfena" tra^ 'infialila ancora de Fiorentini 3i quali perche quello efferato fujfe pia
Fabio Petruc pronto a foc correrli 3 fé gli Imperiali per fare diuerfwne fi moueffero per
ci, affaltare la Tofcana , lo pregauano a fare quel camino : ma Lautrecb eleffè
d'entrare più toflo per la uia del Tronto nel Pregno di Tripoli , per effere ca-
mino più commodo a condurre l'artiglierie 3 & più copwfo di uettouaghe ,
e^ per non dare occafione a' nimici di far e tefta a Siena 3 o in altro luogo 3de-
fiderando d'entrare 3 innanzi che haueffe alcuno oracolo , nel B^egno di T$a-
poli . Ma come fu moffo da Bologna 3 Giouanni da Saffatello reflituì la B^c-
Imola,& R i- ca d'Imola al Tontefice 3 la quale quando era prigione haueua occupata ; &
mini ritorna accoftandofi poi a Bernini 3 Sigifmondo Malatefla figliuolo di Tandolfo 3 ft
fa# conuenne feco di reflituire quella Citta al Tontefice 3 con patto chefuffe obli-
gato a lafciar e godere alla Madre la dota 3 a dare feimìla ducati alla forella
non maritata 3<&a confegnare tra il padre & lui ducati dumila d'entrata :
partiffe fubito di Bernini Sigifmondo 3 & ui refìaffeil padre infino a tanto
che il Tontefice haueffe ratificato j & in quefìo me^o ìieffe la Biocca in ma-
no di Guido Bgngoncfiw cugino ,* /'/ quale condotto a gli sìipendij del B^ di
Francia fegmtaua Lautrecb alla guerra. Ma differendo il Tontefice l'adem-
pire quefle promeffe 3 Sigifmondo occupo di nuouo la Biocca non fen%a que-
rela g;raue del Tontefice contra Guido longone 3 come (e tacitamente l'ha-
ueffe permeffo ,• ne fenica foretto ancora 3 che ui haueffero confentito Lau-
trecb 3&i Vinitiani; come fé de fuler afferò tenerlo in continue difficultd : i
Vinitiani 3 per caufa di Bguenna ; la quale hauendo il Tontefice fubito che
fu liberato di Cafiello mandato V ^Arciuefcouo Sipontino a dimandare a quel
Senato y haueua riportato riff>ofla generale con rimetter fi a quello 3 che gli
porrebbe Gaffaro Contarino eletto Oratore a lui : perche fé bene haueffero
prima affermato 3 che la riteneuano per la fedia ^poftolica, nondimeno
haueuano totalmente l'animo alieno dal reflituirla 3 moffi dallo intereffe pu-
blico y & dallo intereffe priuato : perche qutlla Città era molto opportuna ai
ampliare
DECIMO OTTAVO. u?
ampliare l Imperio Romano y fertile da fé sìeffa di frumenti ;&per la fertili-* "*" Rau-" w
td delle terre ideine daua opportunità grande a condurne ciafeuno anno a Vi- ert .
negia molta copia ; & perche molti Finitimi haueuano in quel territorio
ampie poffejjioni. Sofpettaua dell'animo di L autrech, perche battendo L au-
trechy olir a molte infante fattegli prima 3 mandato dapoi che era partito da
Bologna Faldemonte Capitano Generale di tutti i fanti Tedefchi,con Longa- f Valdemi.
uilla, mandato dals^e a ricercarlo slrettiffimxmente, chef dichiarale contra te, & longa,
Cefare, potendo maffimamente per l' approffimarfi l'efferato farlo ficuramm- vi.' ' J Capita-
te, non haueua potuto ottenerlo ; non lo dinegando il Tonteficc efpreffamente, ni * rancCiU
ma differendo y&fcufando : per la quale cagione haueua offerto al l\e di Frà-
eia di conferitimi ; ma con cordinone > che i Finitianigli reflitaiffero Raven-
na : conditone quale fapeua non douere haucre effetto 3non effendo i Finitiani
per muouerfi a quefio per le perfuafioni del B^3 ne comportando il tempo, che
egli perfatisfare al Tontefice fé gli prouocaffe fumici. *Aggiugneuafi che an-
che non udiua la in fianca di Lautrech fatta 3 perche ratificale la concordia
fatta col Duca di Ferrara ; allegando effere co fa molto indegna l'apprjuare
quando era uiuo le conuentioni fatte in nomefuo 3 mentre che era morto ; ma
che non ricuferebhe di conuenire con lui. Onde il Duca di Ferrara pigliando
quefia occ afone faceua difficultà , benché riceuuto nella protettione del l{e di
Francia, & de'Finitiani , mandare a Lautrech i cento huomini d'arme 3 &
di pagargli i danari promeffi ; come quello, che dubitando dell' effito delle co-
fe, fi sfornita di non adherire tanto al I{e di Francia, che non gli reflaffe luo-
go di placare in qualunque euento l'animo di Ce far e , appreffo il quale s'era
feufato della fua neceffìtd ; & intratteneua continuamente a Ferrara Giorgio
Fronfpergh, & ^Andrea di Burga. Trocedeua nondimeno innanzi con l' ef-
ferato , col quale arriuò il decimo dì di Febbraio in fui fiume del Tron-
to 3 confine tra lo Stato Ecclefìaflico y & il B^gno di l^apoli . Ma in
Francia il I{e intefa la retentione del fuo ^Ambafciadore y mefse ocello + Dctcntio-
di Cefare nel Castelletto di Tarivi y & ordinò che per tutta Francia fuf- ?cfc. 3l! ^m.
n '. . . rii-Jln -i i rr • i»j! calciatori di
fero ritenuti i mercatanti Judditi a Cefare : ilmedef imo m quanto ali Or a- Cefare &me
tore di Cefare fece il I{e d'Inghilterra , benché intefo poi il fuo non ef- nati a Parigi.
fere fiato ritenuto lo liberò . FJ effendo già bandita la guerra in Fran-
cia y in Inghilterra , e^ in Ifpagna ; inftaua il Bg di Francia , che fi
rompeffe communemente la guerra in Fiandra , alla quale egli per dare
principio haueua fatto correre , & predare alcune fue genti in fui paefe del-
la Fiandra ; non fi facendo per quefio da quelli di Fiandra mouimento al- ^ Madama
e uno fé non per di fender fi : perche Madama Margherita sforando fi quan- ^Ih ,er lta
t o poteua d'eftinguere l'occafioni d'entrare in guerra col Bg di Francia , non f10&ne di puer-
pera etteua che gli huomini fuoi ufeiffero del fuo paefe . Ma al B^e d'Ingbil- ra col Re di
terra era moleflijjimo l'hauere la guerra co' popoli di Fiandra : perche non Francia*
\iG L I B 1^0
oflante 3 che acquiflandofi certe Terre promeffegli prima da Ce/are per fi-,
curia de' danari preftati , haueffero ad effere congegnate a lui3nondimeno &
all'entrate [ne 3 & al fuo I{egno era di molto pregiudizio interrompere il com.
mertio de' f noi Mercatanti in quella Trouincia : ma non potendo per le con-
ucntioni fatte apertamente ricu farlo , differiua quanto poteua ; allegando »
che fecondo i capitoli di quella obligatione gli era lecito tardare quaranta dì
dopo la intimatione fatta per dare tempo a' mercatanti di ritirarfi ; la quale
f Tratta ìl fH(X uolontd 3 & la cagione conofcendo il Re ChriftianiJJmo 3 tenne con effo
Rc r f,?3* lui trattamento d'asfaltare in luogo della guerra di Fiandra con armate ma-
ph ilterra di *i#*t«è le marine della Spagna 3 affermando il P^e di Francia hauere rateili-
ailaltarc le gerita in quelle parti : Le quali cofe partorirono finalmente che hauendo il
marine della j^ d'Inghilterra mandato in Francia il Vefcouo B atonica fé per perfuadere a
Spagna. lafciare le imprefe di là da' monti 3 & accrefeere le for^e 3 <&■ la guerra d'I-
talia : per configlio 3 & conforti fuoifi fece che per tempo d'otto mefi profu-
mi fi leuajfero l'offe fé tra il I{e di Francia 3 il I{e d'Inghilterra 3 & ilpaefe di
Fiandra con gli altri siati circofianti fottopofii a Ce fare : alla quale conuen-
tione y perche il F{e di Francia condefeendeffe più facilmente 3 s'obligo ìl B^e
dì 'Inghilterra a pagare ogni me fé treni amila ducati per la guerra d' Italia 3
perlaquale era finita la contrihutione promefia prima per fei mefi . Ma
co fi come continuamente s'accrefceuano le preparationi alla guerra 3sac-
cendeuayio molto più gli odij tra Trincipi 3 pigliando qualunque occ afone di
ingiuriarfi 3& di contendere non meno con l'animo 3& con l 'emù lati one ,
che con l ' arme 3 perche hauendo Ce fare circa due anni innanzi in
Granata in tempo 3 che fìmilmente fi trattaua la pace tra il ì\e di Fran-
cia3 & lui; detto al Tr efidente di Granopoli Oratore del I{e di Francia
tione^i Ce'fà certc Paro^e 3 ^ qu^di infermano che uolentieri3 acciò che delle differente lo-*
re cótra il Re yo non haueffero a patire più i popoli Chrifliani , & tante perfine innocen-
ài Francia a ti 3 le diffinirebbe feco con battaglia fingulare ; <& replicate poi all'araldo,
Duello. quando ultimai amente gli haueua intimata la guerra le parole medefime3 ag
giugnendogli di più il fuo I\eeffer fi portato bruttamente a mancargli della
fede data: il J\c di Francia hauendo inte fé quefle por ole 3 sparendogli di
non potere fen^a fua ignominia paffarle con filentio 3 ancora che la richiefia
fuffe forfè più degna tra' Caualieri 3 che tra tali Trincipi 3 conuocati il uige-
fimofettimo dì di Mar^o in unagrandifjìma fiala del 1? adagio fuo di Tarigi
tutti i Trincipi 3 tutti gli *Ambafciadori3 & tutta la Corte ; nella quale pre-
fentatofi poi egli con grandijfima pompa di uefiimenti ricchi ffimi3 & di mol-
to ornata compagnia : & pofiofi a fèdere nella Sedia Ergale 3 fece chiamare
l'Oratore di Cefare 3 il quale perche s'era determinato che condotto o Baiona
fuffe liberato nel tempo mede fimo che fuffero liberati gli *Ambafciadori de
Confederati , i quali per queftofi conduceuano a Baiona j dimandaua di ffe~
' D Z C I M 0 0 T T JL V 0. il?
dirfi àa hi : Vario il Kg feufandofi che principalmente Ce fare per hauere con
esempio mono <& infornano ritenutogli Umbafa adori fuoiy & de [noi Col
legatila slato caufa che anche eglifuffe ritenuto : ma che doimido hora an
dare a Baiona > perche in un tempo mede fimo fi fac effe la liberatione di tutti ,
defiderauaportaffe a Ce fare una fua lettera , & ejponejfe una ambafeiata di
quefto tenore. Chehaucndo Ce fare detto all' araldo che egli haueua man- ^[n«tadi*
iato alla fua fede y haueua detto cofafalfa, & che tante uolte mentina yquan ^^
te mite lo replicaua y & che in luogo di rijpofla per non tardare la diffimtio-
ne delle loróydiffèren'^e ;gli mandaffe il campo y doue haueffero tuttadue infie
me a combattere : & ricufando l\Ambafciadore di portare & la lettera &
i ambafeiata y foggiunje ythe gli manderebbe a fare intendere il medefmo
per l'araldo , & che fapendo ancora che haueua detto parole contra l'hono
re delire d' Inghilterra fuo fratello ;non parlaua di quello, perche ftp eua
<[uel Rg ejfere baflante a difenderlo : ma che fé per indijpofitione del corpo
fuffe impedito y che offeriua dimettere al cimento la fuaperfonaper lui. La f il Red' in-
mcdejima disfida fece pochi di poi con le medefime folennità & cerimonie il ghilterra fa
j^e d'Inghilterra, non pafiando però con molto honore de' Trincipi della disfida a Cc-
Chrifiianità y che hauendo infieme guerra tanto importante y & di tanto pre
giuditio a tutta la Chriflianitd , implicafero anche l'animo infunili penfieri>
& nondimeno in tanto ardore di guerra , & d'arme non fi diuertiua il Bg
d' Inghilterra dalle cure amatorie : le quali cominciando ad empire il petto
fuo di furore y partorirono in ultimo crudeltà & fceleratczze horrende &
inaudite con infamia grandiffima, <&■ eterna del nome fuo y che acquiflato di
Leone il titolo di difenfore della fede y per dimoflrarfi ofìeruantifjimo della Se ^n-feo Or ta-
dia ^Apoftolica, .er per hauere fatto fcriuere in nome fuo un Libro contra la uo Re d' In-
tmpìetà y <&- uenenofi herefia di Martino Luther y acquiftò titolo & nome di ghilterra per
impio oppugnatore & persecutore della Chriftiana Religione. Haueua per f0^^'
moglie il Bg d'Inghilterra Caterina figliuola già di Ferdinando & di Beli-
fabella I{e di Spagna y Bgina certamente degna di tali genitori y & che per le
uirtà <& prudenza fua y era in fommo amore & ueneratione appreffo tutto
quel ì\egno ; la quale y uiuente ^ddouardo padre fuo y era Hata prima mari-
tata ad +Artu figliuolo fuo primogenito y col quale poi che hebbe dormito de-
siata uedoua per la immatura morte del marito y fu di commune coìifenti-
mento del padre & del fuocero maritata ad Errico minore fratello , pre-
cedente per lo impedimento della affinità tanto stretta la dijpenfatione di
Giulio Pontefice : del quale matrimonio effendone nato uno figliuolo ma-
fchio y che con immatura morte fu tolto loro, non ne nacque altri figli- ■/'
uoliy che una figliuola f emina ;la qual coja dette occafione a molti del-
la corte di mormorare y che per ejfere il matrimonio illecito y & non
difienfabile in primo grado , erano siati miracolo^ amente priuatide figli-
12& ' L I B B^O
Caterina ai uoli mafebi ; da che & dal defiderio y che fapeua battere il Bg di figliuoli,
o^Pa> ?ft Yf*fa occr'fionc M Cardinale Eboracenfe y cominciò a perfuadere al l\e che re-
repudiata dal tediata la prima meglio y che guidamente non era moglie y contrahejje un al
Re Arrigo, tro matrimonio y mouendolo a quefto non la confidenza y ne la cupdità per fé
Sleffa che il Rg haueffe fucceffori mafebi ; ma il perfuaderfi di potere indurre
il l\e a pigliare B^enea figliuola del Bg Luigi : il che defiderak.,-<firemamen-
te : perche conofeendo ejfere efofo a tutto il B^egno , defideraua di preparar fi
a tutto quello > che potere fuccedere & in uita y & dopo la morte del Bg : &•
inducendolo anche l'odio grande che haueua conceputo contra Cefare : per-
che ne con dimoflratione y ne con fatti fatisfaceua alla marauigliofa fua fu-
perbia : ne dubitaua che per l'autorità grande y che baueuano il Bg y & egli
nel Tontefice di non ottenere da lui la f acuità di fare giuridicamente il dtuor
tio . Treftògli orecchi il [{e a quefto configlio y non indotto a quel fine y che
difegnaua Eboracenfe y mi moffo y come molti diffono y non tanto dal defi-
derio di hauere figliuoli y quanto perche era innamorato d'una donzella della
Bgina y nata di baffo luogo y la quale inchino l'animo a pigliare per moglie ,
non effendo ne ad Eboracenfe y ne ad altri noto quefto fuo disegno : il quale
quando cominciò o a feoprirfi yoa conietturarfi y non hebbe f acuità Ebora-
cenfe di diffuadergli il fare diuortio ; perche non harebbehauuto autorità a
configliargli il contrario di quello y che prima l' haueua perfuafo: &giàil
Bg bauendo dimandato parere da Theologiy da Iurifcon/ulti y & da i\eli-
giofi ; haueua hauuto riffofta da molti y che il matrimonio non eia ualido ; o
perche cofi crede ffero y o per gratificare y come è coftume degli huomini y al
Trincipe . Vero come il Tontefice fu liberato di prigione y gli deftinò ^Am-
Ambafciada- b 'afciadori per confortarlo ad entrar e nella Lega y & per oper ar fi y fecondo
ri da Re d In cj)e fa ^ fu^ or dinato [oro i per [a reftitutioae di B^auenna y ma principal-
Papa. mente per ottenere la f acuità di fare il diuortio y che non fi cercaua per uia
di diff enfia y ma per uia di dichiarai ioney che il matrimonio con Caterina fuf-
Je nullo : & fi perfuafe il P^e y che il Tontefice per trouarfi debile di forze ,
& di riputatione y ne appoggiato alla potenza d'altri Trincipi ; & moffo an
cora dal beneficio frefeo de fauori grandi hauuti da lui per la fua liberata-
ne y hauejfe facilmente a conferirgli ;fapendo maffmiamente che il Cardini
le Eboracenfe per hauere fauor ito fempre le co fé fue y & prima quelle di Leo
ne y poteua molto in lui : e^ accioebe il Tontefice non poteffe allegare feufa di
timore per l'offe fa y che ne rifultaua a Cefare figliuolo d'una forella di Cate-
rina^ per allettarlo con quefto dono y offerfe pagargli per fua ficnrtàyuna
guardia di quattromila fanti • Vdi il Tontefice quefta propofta ; ma ancora
che con fider affé la importanza della cofa y&la infamia grande y che gliene
poteffe nfultar e ; nondimeno trouandofi ad Oruicto y<& neutrale ancor atra
Cefare y &il Kg di Francia ,&in poca confidenza con ci afe uno di loro y &
:
pero
decimo o r r jt v o. ì**
pero filmando affai il conferuarfi l'amicitia del l{e d'Inghilterra , non hebbe ll paPa ncu-
ardire di contraddire a quefla dimanda , an^i dimoflrandofi defiderofo di com tra lCMdoCef*
piacere al I\e ; ma allungando con difficultare i modi , che fi proponevano, ac * **
ce fé la fferan^ay & la importunità del I\e, & de j'uoi miniflri , la quale ori
gine di molti mali continuamente augumentaua . Ma quando il "Pontefice
bebbe udito V aldemonte , & Longauilla, rijpofto a loro parole generali ;
mandò al Bginfieme con Longauilla il Vefcouo di Tifloia per farlo capace,
che per efferefen^a danari , fenica forze , & fen^a autorità , la dichiarano
ne fua non farebbe di frutto alcuno à Collegati : potergli /blamente gioua-
re-nel trattare la pace ;& che però haueua commeffione d'andare a Ce fare
per eshort arnelo con parole rigor ofe : il che il Bg , benché non reflajje male
fatis fatto della neutralità del Pontefice , nondimeno dubitando non lo man-
daffe per trattare altro , non conferiti : ne Ce far e anche fi lamentaua del Pon
tefice fé slaua neutrale » Ma nel tempo che Lautrech andana innanzi , e£»
che era desinato che tarmate facejf.ro il medefimo , s'opponeuano a quefla
molte difficultd ,* perche le dodici Galee Vinitiane , che prima s'erano ridotte
a. Liuorno , hauendo patito molto nella imprefa di Sardigna , & per i traua-
gli del mare , & per la careflia delle uettouaglie , partirono il decimo dì di
Febbraio da Liuorno per andare a Cor fu a riordinar fi : benché i Vinitiani
prometteuano mandarne in luogo loro dodici altre , per unir fi con V armata
Francefeja quale anche haueua delle dijficultà per quello y che haueua pati-
to 3& per le differenze nate tra ^Andrea Doria , & Bgn'fo da Ceri ; per le
quali benché F^en^o fi fuffe fermato in Pifa ammalato y fi trattaua che il
Doria y il quale con tutte le Galee haueua toccato a Liuorno y andaffe con le
fue Galee a l^apoli : Bgn^o con l'altre Francefi y con quattro di Fra Bernar
dino y & con le quattro de' Vinitiani y che tutte erano infieme , affaltaffe la
Sicilia : ma il Doria con le otte fue Galee y w otto altre dell'armata del Bg
di Fràìicia fi ritirò a Genoua y allegando effere neceffario <&■ alle Galee y & a
lui concedere ripofo y ò perche quefla fuffe neramente la cagione y o perche f." "^Kìra a
gì' intere/fi delle co fé di Genoua gli inclinaffero già l'animo a nuoui penficri : Genoua per
conciò fia che hauendo i Genoucfi dimandato al Bgy che concedeffe loroy che fi rlpofarfi.
gouernaffero liberamente da fé siejfi y offerendogli per il dono della libertà du
gento mila ducati, & hauendolo il Bg ricufato , fi credeua che al Doria auto-
re ,o almeno confortatore che faceffero quefle dimandey non fuffe grato, che
il Re acquiflaffe la Sicilia yfela libertà non fi concedeua a Genouefi : & publi
caua anche un'altra caufa importante di controuerfiaiperche hauendo il Bg
fmembrato la Città di Sauona da Genouefi , fi dubitaua cheuoltandofi in fra
non molto tempo per il fauorc delBg, & per l'opportunità del fito a Sauo-
na la maggiore parte del commertio delle mercatante y & quiui facendo fca
la l'armate Bggie , quiui fabbricando fi i legni per lui, Genoua nonfiffogliaf*
I
150 1 I $ \0
Dona s'affa- fedifreqventlx d'habitatoriy& di ricche^ze:però il Boria, s* affaticava mol-
tlC%(iaCrdUrci- t0 c0^ ^ * c^e Sauona fulfe rimt'jpt nell'antica fubiettione de' Cenouefi . Ma
taa'Gcnouefu con maggiore felicità chele fyeditioni marittime , procedevano le cofe di
Lautrech : il quale , come fu arrivato ad ^Afcoli inuiò T?ietro l^auarra co
Pietro Nauar juol fantj aua uo\ta dell'aquila > effendoftgia alla fama della fua venuta or
dell* Aquila^ r€n^Htl fpwt?0 j & Givlianvoua . Seguitaualo per la via della Lioneffa il
Mar che fé di SaluTgp con le fue genti: & più adietro centocinquanta ca-
valli leggieri y & quattromila fanti delle bande nere de' Fiorentini con Ora-
tioBaglione . H avevano anche i Vinitiani prcmejfo mandargli fen^a la per
fina del Dvca d'Vrbino quattrocento cavalli leggieri > & quattromila fanti
delle genti , le quali h avevano in terra di B^cma : & in fvpplemento dell'al-
tre 3 con le quali erano obligati d'aiutare la guerra del ì\egno di T^apoli; s'e-
rano convenuti di pagargli aafeuno me fé ventitré mila dveati : & afferma-
vano y che con l'armata disegnata per la imprefa della Sicilia barebbonoin
mare trentajei legni : & nondimeno apparendo mani fedamente che erano
[tracchi 3 procedevano molto lentamente allo fendere : come fmilmente era
Lautrech In # Hg di Francia ; perche a Lautrech in queflo tempo uennono avifi 3 che l'af
difjperatione jègnamento fattogli dal I\ey quando parti di Francia di centotr ent amila feu-
fer mancarne di il me fé per le § e fé della guerra y & del quale h aveva ancora a rifeuotere
io i anan. circa^Hgenfomjia^era fìat0 ridotto 3 ite per piv che per tre mefi futuri > fo-
lamente a ragione di feffantamila feudi il me fé : di che era ingrandijfima di-
Jperatione ; lamentando]! che il I\e non fi commoueffe ne dalla ragione y ne
dalla fede , ne dalla memoria , & effempio del danno proprio : perche diceva
chef battere uoltato il l\e i danari , e^ le forze y che baueuano aferuire a lui
T 'A -la ore- P er ^ difefa del Ducato di Milano , alla imprefa di Fonttrabia 3 era slato ca
fa dal Nauar- gione di fargli perdere quello Stato . Succedette la cofa dell'aquila felice-
ra. mente : perche come T tetro ls[auarra ui s'accoflò y il Trincipe di Melfi fene
partì 3 & u' entrò in nome del I\e di Francia il Vefcouo della Città > figliuolo
del Conte di Montorio . Occuparono per accordo & i fanti Tedefchi de' Vi-
nitiani Ciuitella y picchia Terra y ma forte ; pofta di là dal Tronto fette mi-
glia, preuenuti dugento archibufieri Spagnuoli , i quali caminauano per en-
trami dentro . Seguito l' effempio dell'aquila tutto l'^Abrw^i : & bar eb-
be fatto il fmiigliante in brieviffmo tempo tutto il Bearne di T^apoliyfcl'ef
fere do Imperiale non fufje vfeito di B^oma : il quale dopo molte diffcultày &
- molti tumulti ,nutì perche i faldati dimandavano d'effere pagati del tempo
Roma lìbera eorfo dopo la liberatione del Tontefice 3 vfcì di F{pma il decimofettimo dì di
ta da'foldati- Febraio y dì di grandiffmorcfpirametito alle miferie tanto lunghe del popo-
Impcriali. /Q j^mano ;fe f'ubito dopo la partita loro non vi fvffero entrati l'abbate di
Farfà 3 òr altri Or fini co' Villani delle Terre loro ; i quali tiifcciono per mot
ti dì graviffmi danni . J\efi ò Bgmafpogliata dall' ef ere ito nonfolo d'ima par-
decimo or r yt v o. ni
te grande de gli h abitatori, con tante cafe de folate, & diflrutte ; ma etiandio
fogliata di ftatue, di colonne , di pietre fingulari, & di molti ornamenti
dell'antichità :. & nondimeno non uolendo partire i Tcdefcbi fen^a i dana-
ri dì due paghe , perche gli Spagnuoli conjtntirono d'ufcirne fenici al-
tro pagamento 3 fu neccffitato il Tonte fi: è ,, defiderofo che F{pma refiaffe uà- '
e uà , pagare loro uentimila altri ducati ; i quali pagò fotto colore di liberare
i due Cardinali Sfatichi : & poi uentimila ne riceuerono fotto nome del popò
lo Vernano , dubitandoli che anche quefti non fuffero pagati, dal Tontefice^
ma fotto quello nome per dare minore caufa di querelar fi a Lautrech: il quan-
te nondimeno fi querelò grauijfimamentc che coy danari fuoi fuffe flato ca-
gione della partita da T{oma dell' efferato , per la quale la uittoria manifefiif-
. fimo, firiduceua a gli euenti dubbi] della guerra. Vfcirono fecondo che è Numero del-
-fama di P^pma mille cinquecento caualli , & quattromila fanti Spagnuoli , l'cffcrcito im
diimila in tremila fanti Italiani , & cinquemila fanti Tedefchi, tanti di que JJ?rÌaIe vfcito
sii haueua diminuiti la pefiìlentia. La partita dell'efferato Imperiale daì^o ' QmiU
ma coflrinfe Lautrech , il quale altrimenti farebbe andato per il camino più Lautrech
diritto uerfo ls[apoli , a pigliare il camino più lungo di Tuglia a canto alla fo-Napoli por
marina , per la dijficultd di condurre l'artiglierie, fé haueffe hauuto in quelli k Pu$ta\
luoghi l'oppofitione de' nimici per la montagna , & molto più per fare proni- ,
fione di uettouaglie , accioche non gli mancaffero fcfuffe necejfitato fermare
il corfj della uittoria alle mura di T>{apoli : però uenne a Ciuità di Chietina- '
p o dell' \Abrui^zi citra( perche il fiume di Tefcara diuide l'Abruzzi citra
dall'Abruzzi ultra ) doue je gli erano date Sermona,& molte altre Terre
■del paefe,<& con tanta inclinatione ,o per l'affettione al nome de' Fr ance fi, o
per l'odio a quello de gli Spagnuoli, che quafi tutte le Terre anticipauano a
dar fi uenticinque , o trenta miglia innanzi alla giunta dell'efferato. Troce-
deua nondimeno più lentamente di quello bar ebbe potuto per andare innanzi
con maggiore ftabilità,&ficure7^a: &ficredeuacbeper afficurarfi diri-
fcuotere per tutto Alarlo l'entrata della Dogana di Tuglia , entrata di ottan
t amila ducati , la quale confifteua in cinque Te rr e, u haueffe a mandare Tie-
tro Ts^auarra co' fuoi fanti : per la Hrane-^a del quale , effendo Lautrech ne
ceffitato a comportar la, non era nell'efferato molto ordine . ma effendo parti-
to dal Guaflo,& intefo che una parte dell'efferato nimico, col quale s'era uni
to il Trincipe di Melfi con mille fanti Tedefchi di quelli , che haueua menati-
di Spagna Don Carlo Viceré y & con dumila fanti It aliarli ufeiti dell' A- . .
■quila , era uenuta a lacera lontana quaranta miglia da' Termini uerfo la . . ?
marina : & un'altra parte a Campo baffo lontano trenta miglia da' Termini ■ .
in fui camino proprio di T^apoli; mandato innanzi Tietro Italiana co* -
fuoi fanti , egli l'ultimo dì di debraio andò alla Serra , lontana diciotto mi-
-glia da' Termini, donde il quartoÀì diMar^p arriuò a SanSeuero: ma Tie-
l i\ •
HI ? t l I B B^O
■ tro 1S[auarra procedendo innanzi entrò l'un dì in tjocera , & t altro dì m
Foggia y entrando per una porta y quando gli Spagnuoli, che s'erano ritirati
a Troia y Barletta^ Manfredonia > uoleuano entrami per l'altra : il quale
Esercito di acquiflogiouò affai per le uettouaglie dell' efferato. Erano con Lautrecbin
Lautrech. tuttQ qtiaftrocento lance y e^ dodicimila fanti > ne di gente molto eletta: ma
doueuanfi unire fé co il Mar eh e fé di Saluto y il quale caminaua in.nan'zj a
tutti y le genti de' Vinitiani y&le bande nere de' Fiorentini > dcftderate mol
, , toda Lautrech : perche hauendo fama di effere fanteria delira y & ardita a
Fiorenrini ' gliaffalti , quanto fanteria che allhora fuffe in Italia yfaceuano come uno
molto ttima- condimento al fuo efferato y nel quale erano genti ferme & slabili a combat
tc« ter e . Ma intefo per relatione di Tietro Iguana mandato da lui afpeculare
ilfttOyche in Troiayet all'incótra erao cinquemila ^Alamari, cinquemila Spa
gnuoliyet tremila cinquectto Italìanime potedofi per i freddi gràdiffìmi sìare
in CàpagnayLautrech agli otto dì di Marzo andò a T^ocera co tutti ifàtiy et
cauaììi leggieri^ il Mar che fé di Saluygo nuouamente arriuato meffe con le
genti d'arme 3 & con mille fanti in Foggia,- affermando di uolene far e y fé l'oc-
cafone fi prefentaua y la giornata , e^ per altre ragioni : & perche effendo-
Lau trech i» ^ ^atl diminuiti dal I{e gli affegnamenti ynon potè uà fomentare molto tetn
lar eìornata V° ^ Jfefè delia guerra ; & in San Seuero lafciògli iAmba[ciadoriy& legen
a Troia. ti non atte alla guerra con poca guardia : cofigli pareua ftareficuro y ne effe-
re neceffitato a fare giornata fé non con uant aggio : negli mancauano uetto-
uaglie y benché fi patiua di macinato : ufcì poi a dodici di Mar'fo in campa-
gna tre miglia di là da T^ocera, & cinque miglia preffo a Troia ; perche Ts(o
cera y e^ Barletta diflanti intra fé dodici miglia j diflano non più che otto mi-
glia da Troia : & gli Imperiali i quali haueuano raccolte quafi tutte le gen-
ti y che erano in Manfredonia y & in Barletta y & che in Troia haueuano
copia di uettouaglie y ma non pagati i foldati y eccetto i fanti Tedefchiyufci-
rono afearamucciare : poi il dì feguente fi meffono in campagna fenya arti-
glieria in uno alloggiamento forte in fui colle di Troia : Lautrech a quattor-
dici dì girò quel colle dalla banda di [òpra y che rijguar da me?o dì uerfo la
montagna : & uoltando iluifo a Troia y cominciò a falire y & guadagnato
il Voggio con groffa fcaramuccia y fece uno alloggiamento a Caualiere a lo-
ro y& li cofirinfe a colpi d'artiglierie a ritirarfiy guadagnando per fé l'allog-
giamento loro y parte in Troia y parte a ridoffo ; in modo che Troia y & l' ef-
ferato Imperiale y reftarono tra l'efferato Fr ance fé y e^ San Seuero : il che
difiicultaua i foccorfi y che potè ffero haucre da lS(apoli ; & anche ingra par-
te ìmpediua le uettouaglie 3che poteffero condurfi a loro: benché per effere fca
richi di bagagliey& di gente inutile non confumaffero molto: & da altra par
te erano impedite da e/Ji le uettouaglie y che andauano da San Seuero al capo
Francefèj & anche teneuano in pericolo San Szuero j // quale potevano affat-
turi
DECIMO '0 T T jì ro. in
tare con una parte delle loro genti fen^a che i Francefife ne accofgeffero. Cofi
Hando alloggiatigli efferati, i Francefi di là da Troia diuerfo la montagna:
& gli Imperiali dalla banda di qua iicrfo J^ocera a ridoffo della Terra in fit
la (piaggia molto fortificata; & ejfendo la più parte de' luoghi circoftanti in
mano de* Francefi , dimorarono co fi infino a dkianoue dì,dandofi tutta notte
all'arme, , & ogni dìfaccndofifcaramuccie ; in una delle quali fu prefo Mar- Martio Colo
tio Colonna :& interrompendo fpeffo le uettouaglie ,che andauano da San naPnolone>
Seuero y & da Foggia alt efferato Fr ance fé ; che per queflo hebbe qualche
finita , ne fi poteuano condurre ferina gr offa fcorta. i^el quale tempo con-
Cult andofi fra i Capitani Imperiali quello fi douefjèfare , // Marchese del Gua ± ,. . . , ,
a r i-' i r r tri - + *. / i» rr \ r r + II Marche-
sa conjigito, che fi faccela giornata: perche l efferato Francefe crefceua fecjci Quarto
ogni giorno , & il loro diminuiua : ma hebbe più autorità il configlio d'*A- configlia a far
larcone , che mofìraua effere piufperan^a della uittoria nello filare alla dife- la giornata.
fa, confumando tempo ,che nel rimetterfi all'arbitrio della fortuna . *A di- '
cianoue digli Imperiali , per effere danneggiati dall'artiglieria nimica, fi ri
tirarono in Troia: ma riparato poi il loro alloggiamento dall'artiglieria , al
tempo buono iti ritornauano , al finiflrofi ritomauano in Troia . Ma a uen- JinPcria" 3
timo in fui fare del dì fi Iettarono , & andarono uerfo la Montagna ad si-
riano con non piatola giornata, effendofi contra quello che prima crede uano i
Francefi trottate in Troia uettouaglie affai ; da che , per hauer e ferrato ipaf-
fida condurle, s'erano promeffi nanamente la uittoria . s'intrepretaua fuse-
ro lettati , o per uolere tirare i Francefi in luogo doue patiffero di uettoua-
glie, o per hauer e int e fo che il dì fegucnte s'afpettauano nel campo loro le
bande nere : le quali nel uenire innanzi , effendo alloggiate per tranfito nel-
l'aquila, haueuano finita effere siate o ingiuriate, o prouocate; ma meramé gancje ncre
te per cupidità di rubar e, faccheggiat a fcelerat amente quella Città, fluenti- fa echeggiano
due Lautrech alloggiò alla Lioneffa in fui fiume dell' Ofanto, detto da' Latini l'Aquila.
infido, lontano fei miglia da xAfcoli> mandate le bande nere, & Tietro 7\(tf
uarraco' fanti firn, & con due cannoni all' oppugnatane di Melfi : doue
haueudo fatto picciola rotturafi Gttafconi s 'appi 't fintarono alle mura ; & le
bande nere con maggiore impeto, contra l'ordine de' Capitani feciono il mede
fimo : & facendo l'una natione a gara con l' altra, battendoli gli archibufi de'
fianchi, furono ributtati con morte di molti Gttafconi, & di circafeffanta del-
le bande nere : & hebbono la fera medefima un'altra battitura quafi equale 3
effendo tornati al tardi, poi che era slata continuata la batteria, a dare un'al-
tro affalto : ma la notte uennono in campo nuoue artiglierie mandate da Lati
trech,con le quali h attendo la mattina feguent e fatte due batterie grandi , i
Villani, che ne erano dentro molti, cominciarono per paura a tumultuare :per -^c^ b^uta
timore del quale tumulto occupati ifoldati, che eranoeircafeicento,abbando pj^cefì. À
narono la difefa : onde quelli del campo entrati dentro ammalarono tutti i
I iij
« •
IJ4 L I B \0
Villani,&gli huomini della Terra : ritirarono ifoldati nel Cafielb colVrin
ci fé , & foco foi s arrenderono , fecondo di fono quelli del camfo, a di fer e-
tione , benché effi fr etende fero eterne eccettuata la uita : Fufaluato il Triti
ci fé con fochi de fuoi ; gli altri tutti amatati , faccheggiata la Terra, &
. morti in tutto tremila huomini : nella quale fi trouarono uettouaglie afai con
grandiffimo commodo de* Frane e fi ,che haueuano fer le loro male frouifio-
Imperlali ni fomma neceffità in Tuglia di quello ,che ui èfomma abbondanza. *A uen
«feono d \ A- tiquattrogli Sfagnuoli fartirono da .Ariano ,& fi fermarono alla T rifal-
da, lontana uenticinque miglia da T>{afoli in fui camino diritto , & quaran-
ta miglia dall' Ofanto : co* quali s uni il Vi cere , il Trinci fé di Salerno , e^
Fabritio Maramaus con tremila fanti, & con dodici fevgi d'artiglieria;et
fi diceua che barcone ufciua di TS(afoli con dumila fanti fer foccorrere la
Dogana. Sofraflaua nondimeno Lautrech in fu l' Ofanto fer fare frima
grofla frouifione di uettouaglie, & tutta la gtnte fua era alloggiata tra
xAfcoli & Melfi : & dofo il cafo di Melfi fé gli erano date Barletta , Trani ,
& tutte le Terre circoflanti , eccetto Manfredonia , doue erano mille fanti :
onde mandato Tietro ls[auarra con quattromila fanti a combattere la I\pc-
PictróNauar ca ^ yenofa3 guardata da dugento cinquanta fanti Sfagnuoli , che la di-
RoccadiVe- fendeuano gagliardamente , l'ottenne a diferettione ; & ritenuti frigioni i
nofa, Cafitani, licentiò gli altri ferrea arme : & haueua dato ordine tale, che
fer lui fi rifeoteua l'entrata della Dogana di Tuglia : ma fer gli imfedimen-
ti , che dalla guerra non afeendeua alla metà di quello , che era confueto a ri-
fcuoterfi . In queflo alloggiamento arriuò il Troueditore Tifano con le genti
Proneditore .fa' Vinitiani, che furono in tutto circa dumila fanti : cofi attendeua ad affi-
r . o p curarfi delle uettouaglie , di che hebbe fiu facilità , foi che per ofera delle
cele. Spnti Vinitiani hebbe ^Afcoli in fuo fot ere . IS^el quale temfo frefo animo
dalla frojperìtà de* fucceffi ,s~lrigneua confarole alte il Taf a a dichiararli
fer la Lega; il quale, fé bene frima i Viterbefi fer ofera di Ottauiano de
gli Sfiriti non haueuano uoluto riceuere il fuo Gommatore , nondimeno ha-
Vefpafiano uendo foifer timore ceduto, haueua trasferita la Corte a Viterbo . & effen-
Colóna muo- rfo nel temfo medefimo morto Vefpafiano Colonna , & dijpoflo nella fua ulti-
ma uolontàjche Ifabella fua unica figliuola fi mar it afe a Hi ff olito de* Me-
dici , il Tontefice occufò tutte le Cafiella , che fofiedeua in Terra di I{oma :
benché ^dfeanio fretendefie, che mancata la linea mafcolina di Troverò Co-
M ., - lonna , affartènefiero a lui . Erafi in queflo temfo Mono foli arrenduto a*
arrende a' Vi- Vinitiani ; fer i quali fecondo l'ultime conuentioni fatte col I{e di Francia
nitianj. s acquifiauano tutti quei Torti del I\egno di T^afoli , i quali fofedeuano in-
nanzi alla rotta riceuuta dal B^e L uigi nella Ghiaradadda . Indufono quefie
frofperità*de' Francefi il Duca di Ferrara a mandare il figliuolo in Francia
fer la ferfettione del matrimonio : il che frima ,ricufando etiandio d* efiere
DECIMO OTTAVO. UT
Capitano della Lega y baueua induflriofamente differito . Ma Cefare non
prouedendo con le genti di Spagna a tanti pericoli del Bggno Xapoletano^ ,
perche da quella parte mandò Solamente feicento fanti non molto utili in Sì-
cilia y haueua ordinato che di Germania paffaffero in Italia per foccorfo di
quel Bearne [otto il Duca di Brunfukh munti fanti Tedefcbi : i quali fi pre* >
parauano con tanto maggiore folìecitudine y quanto sintendeua effer e mag-
giore per i progreffi di Lautrech la neceffità del foccorfo : alla uenuta de qua-
li per opporfi y acciò che non perturbaffero la fferanza della uittoria yfu con -
confentimento commune del %e di Francia y del He $ Inghilterra y<& de Vini
tiani deflinato , che in Italia paffaffe per feguitare i Tedefcbi , fé andaffero
nel famedi i^apoli ;fe non, per fare la guerra con le genti de Vinitianiy
&di Francefco Sforma contra Milano y Francefco Monfignore di San Volo Monfignore
della famiglia di Borbone con quattrocento lance y cinquecento cauaUi leg- ^J^Q°^
peri 3 cinquemila fanti Francefì y dumila Sumeri y & dumila Tedefcbi : It^
alla $e fa del quale efferato y che fi difegnaua di feffant amila ducati il mefa y
concorreua ilF{e d'Inghilterra con trentamila ducati ciafcuno mefe : & i Vi-
nitiani haueuano fatto nel configlio de Vregati decreto di foldare diecimila
fanti. ?iel quale tempo in Milano per l'acerbità d'Antonio deLeuay era Antonio da
eflremitdy & fuggtttione mi fer abile; per eh e per prouedere a' pagamenti Leua mette
te faldati , haueua tirato in fé tutte le uettouaglie della Città ; delle quali fat «gg. m \
ti fondachi publiciy& uendédole in nomefuoycauaua i danari per i pagamen *
ti loro ; effendo coftretti tutti gli h uomini per non morire di fame di pagarle
a pre^i 3 che par effe a lui : il che non hauendo la gente pouera modo di potè
re fare y molti ptriuano quafi per le ttrade : ne baflando anche quefti danari t Crudeltà,
a faldati Tedefcbi y che erano alloggiati per le cafe y coflrigneuano ipadro- & dishoneftà
ni ogni dì a nuoue taglie ; tenendo incatenati quelli, che non pagauano:& d'Antonio da
perche y per fuggire quefle acerbità y & pefi intollerabili , molti erano fug- Lcua' K .
giti y & fuggiuano continuamente della Città ;non ofiante l 'affresca «to'
comandamenti y & la diligenza delle guardie yfì procedeua contra gli affenti
alle confifeationi de beni ; che erano in tanto numero y che per ■ fuggire il te- mhnoln gr-
dio dello fcriuere fimetteuano inciampa: che reflauano pero mobili male miferieperlc
uefliti , & poueriffimi y & i luoghi della Città già più frequenti pieni d'Or- afprezze del
fiche y & di pruni : & nondimeno a chi era autore di tante acerbità y & di Leua.
tanti fupplitij fuccedeuano tutte le cofe felicemente: perche effendo il C avel-
lano di Musaccampatofi a Lecco y come faldato deUa Lega con feicento fan-
ti y & tolte le naui y perche gli Spagnuoli y che erano in Como non poteffero
foccorrerlo per la uia del Lagoy .Antonio de Leua chiamati i fanti di "blpua- _ ^ £
va y ufcito di Milano fi fermò a quindici miglia di Milano co Tedefcbi : & ^^ fo<>
efougnata la Fiocca d'Olgina y che è in ripa d'Mda y slata prefa prima dal corfo di Uom
Cartellano di Mus, mandò Filippo T orniello co fanti Italiani & Spagnuoli cov .
1 iitj
13 6 L I B \'0 .
a foccorrcre Lecco , che è in fu l'altra ripa del Lago : dotte Mus con aiut
fatti uemre da' Vinitiani ,<& dal Duca di Milano, & con artiglieria ba-
ttuta da i Vinitiani haueua prefi tutti ip affi, & fortificatigli ,i quali per
l'afprc^za de luoghi & de monti fono difficili . Ma gli Imperiali occu-
pato all'oppofito il monte eminente a Lecco, poi che hebbono fatto pruouain
uano di paffarem più luoghi , sforarono finalmente il luogo doue le geni
de* Vinitiani guardavano : le quali il Caftellano , o per confidare meno nellx
uirtù loro , o per mettergli in minore pericolo , haueua pofle ne' luoghi più
aflxri : però il Cajleliano con l'artiglieria , & co fuoi falito in fu le nani faU
uh la gente ; non stando fen%a foretto, che t Vinitiani hauejfero fatto leggie-
re difèfa per gratificare al Duca di Milano, al quale non piaceua che egli pi-
gliale Lecco : & poco poi per confeguire con la concordia , quello , che non
Caft eli a n o dì haueua potuto confeguire con l'arme, p affato nelle parti Imperiali h ebbe per.
Mus diuenta uirtù dell'accordo Lecco , & altri luoghi da Antonio de Lena ; ottenuta an-
Imperiale c jK fa acronimo Morone , che per lettere era flato autore di quefla pratica,
la ceffone delle fue ragioni. Dal quale accordo hebbe ^Antonio de Leua nella
Strettela della fame grandifjlma cormnodità dinetiouaglie , & di danari :
■ perche il Caftellano , il quale afpirando a concetti più alti , affunfe poi il titolo
no di Mus af- ^ Marche fé , pagò trentamila ducati ,&a Milano inandò tremila facca di
fumc il tìtolo frumento . Trocedeua m tanto Lautrech uerfo "Scapoli, & a tre dì d'apri- .
«li Marchefe. lt era a Biocca Mattar da, lafciati a. guardia di Tuglia cinquanta h uomini
d'arme , dugento caualli leggieri , mille cinquecento in dimila fanti , tutte
genti de' Vinitiani ; doue non fi teneua altro , che Manfredonia in nome di
Ce far e . Ma l'efferato imperiale rifoluto d'attendere , abbandonato tutto
il paefe circoftante , alla difefa di T^apoli , & di Gaeta ; poi che per torre ali
menti a' nimici , hebbe faccheggiato T^ola , & condotto a Is^apoli le uetto-r
uaglie , che erano in Capua; alloggiò in fui monte di San Martino, donde
di poi entrò in 1\(apoli con diecimila fanti tra Tedefchi , & Spagnuoli ; li-
Efferato Im- centiati tutti i fanti Italiani, eccetto fei cento, i quali militauano fotto Fabri-
lnNae intra tW MaramaHS$ercbe ' S ciarr a Colonna co' fanti fuoi, era andato nell' Abruz
37. Enfiarono in K[apolipochifJìmi habitatori : perche tutti quelli , che ba-
llettano; ofacultà,o qualità s'erano ritirati a If'chia,a C apri, & altre Ifole ui
cine : diceuaft efferui frumento per poco più di due me fi ;ma di carne , <& di
Terre , che fi ararne picchia quantità . *Arreìtderonfi a Lautrech Capua, l^ola, l'^icer <
arrendono a ra , lAuerfa, & tutte le Terre cir collanti ; il quale dimorò con l'efferato quat >
Lautrech. tro dì alla Badia dell' \Accrra , diflante fette miglia da ^apoli, emendo proce ,
duto, & procedendo lentamente per affrettare k uettouaglie impedite daca-
^ tiui camini, & dalle pioggie, per le quali era la campag'na piena d ' acqua, bifo
a ' noftr '^M &nand°&1 procederne quantità grandijjlma : perche erafama,che nell'effer^
corrotta. cito fuo fecondo la corruttela moderna dtllamilitia , fuflcro più di uentimila
caualli j& ^.ottantamila b uomini ji due t erigente inutile: & di quiui man ■
D E C l \M 0 0 T 'T U V 0. 13*
dòallaimprefadtllaCalaima Simone Romano concento cinquanta cauaììi Simone Ro-
leggkri,& cinquecento Corfi non pagati umuti deUanìpo Imperiale. Et già !"ano in Ca~
Filippino Boria con otto Galee d' ^Andrea Doria , & due ls{aui uenuto alla pj]-pp,-no r>
piaggia di Klapoli, haueua prefii una nane carica di grani, & fatto con l'ar- ria a Napoli.
tiglierie diloggiare gli Imperiali dalla Maddalena : & benché poco dopo pi-
gliale due altre naui cariche di Grani, &fuffe cagione di mólte incommodi-
tà a' nimici, nondimeno non bafìauano le fine Galee fole a tenere totalmente af
fediato il Torto di TS(apolì : Ter ciò Lautrech follecitaua le fedici Galee de*
yinitiani , che uenijfèro ad unirfi con quelle ; le quali dopo efferfi lentamen- Armata V7n{
te rimeffe in ordine a Corfà3 erano uenute nel Torto di Trani:ma effe, benché tiana a Tram
giàfifuffero arrenduteloro le Citta di Trani , & di Monopoli, preponendo i
commodi proprij agli alieni ; benché dalla uìttoria di K{apoli depende jfero
tutte le co fé, ritardauano per pigliare prima Tuligna.no, Otranto, & Brindi- .
fi. .A diciafettedi cT <Apr ile alloggiò Lautrech a Cauiano cinque migliapr e fi-
fio a 'Napoli: & il dì me de fimo gli Imperiali, che abbondauano di caualli leg-
gieri,dimojlr andò fi maggiore lafiollecitudine,& la diligenza loro, chela ne-
gligen^a de Fracefijolfom loro copia di uettouaglie, delle quali patiuano: et
haue :ì ano fortificato Sant'Hermo pofto nella fommitd del monte di San Mar- ~~ ,
tino, per torre a Fr ance fi, ejfendo a caualiere a 'Napoli, la commodità dipo^ cefe a Napoli-
terlo danneggiare con l'artiglieria: & perche efkndo padroni di quel monte, :
impediuano che quafi alla maggiore parte della Citta non fi póteuano accofld
rei FràcefiyA quali dette qualche jperaT^a di difcordia tra' rumici l'hauere i\
Mar che fé del Giiaflo,pure per caufie priuate, ferito il Cote di Toti'^a,et am- .
macinatogli il l figliuolo. V éne l'efferato Fracefe a uetuno a Caforia,a tre mi-
glia di 'Napoli m fu la uia d'^Auerfia : nel qual dìfifcaramuccibfotto le mura Migliati mor
di TS[apoli,et uifu morto Migliau;quello che haueua acerrimamente contra- to *n vna ica-
detto alla liberatione del Tontefice, della quale haueua effo medefimo portata [ai^CCl ? . •
la commeffione di Ce fare a' Capitani. .A uentidue alloggiò a un miglio et me- * m*
%o di J^apoli: doue Lautrecli prohibì lo ficaramucciare come inutile : &già f pOZ2olo fi
fé gli era arrendilo To'^gitolo. Finalmente il penultimo dì d'aprile penìenu dà a LautrecK
to alla Città di IS^apoli, alloggiò l'efferato tra Toggio ideale , Talagio molto
magnifico, edificato da <Alfonfo fecondo d' \Aragona, quando era Duca di Ca-
lauria,et il monte di S. Martino, diftendendofi legéti infino a me^o miglio di
TSlapolida per fona fua più innanzi di Toggio Ideale alla maceria del Duca di Alloggiarne- -
Monte Mto:nel quale luogo s'era fortificato aliar gandofiuerfo la uia di Ca- ^ °^* ^u^c
pua, alloggi amento fatto infito molto forte, & dal quale fi impediua a 'Napo ■ v
/;' la commodità degli acquedotti, eh e fi partono di Toggio Ideale; dóde diffe-
gnauafare poi un altro alloggiaméto più innàri in fui colle, che è fiotto il mon
te di S.Hermo,per torre più le comodità a 'Napoli, & moleflare di luogo p'm
propinquo la Cittadelle quali cofe per inteUigé^a più chiara pare neceffarÌQ
defcrmereilfitQdelkCittddil^polij&dd
13»
DELL HI STORIA
DI MESSER FRANCESCO
GVICCIARDINI GENTIL'
HVOMO FIORENTINO
L I B F^O DECIMO 7^0 T<{ 0.
*r
TnSTdtiàtét-
uerfe di tener
SOMMARIO*
f
IN quefto Decimo Nono Libro fi contiene TafTecJio di Napoli per i Francefi. Il
fatto d'arme nauale tra gli Imperiali , & Francefi . La prigionia del Marchete
del Guado , d'Afcanio Colonna , del Principe di' Salerno, & d'altri Capitani. La
prefa di Pauia per gli Imperiali. L'aiTedio di Lodi per gli Imperiali. La partita di
Andrea Doria dal Re di Francia all'imperadore . La rótta4' del Campo Francete
forto Napoli per gli Imperiali . La prefa di Genoua per Andrea Doria . L'aiTedio
& prefa di Pauia per gli Confederati. L'aiTedio, & prefa di Sauona per i Genonefi.
Il nuouo Gouerno di Genoua fatta libera per Andrea Doria. 1 fuccelTì delle cofe di
Puglia. Varij f uccelli nello Stato di Milano. L'accordo del Pontefice coll'Impera-
dore in Barzalona. La pace tra l'Imperadore, e'1 Re di Francia in Cambra!; con il
parentado tra Margherita figliuola dell'Imperadore, & Aleffandro nipote del Papa,
La venuta dell'Imperadore in Italia. La nuoua prefa di Pauia per gli Imperiali, li
principio della guerra fatta dal Papa, & dall'Imperadore contra Fiorentini. L'ab-
boccamento dell'Imperadore col Papa in Bologna . L'accordo dell'Imperadore,
co' Vinitiani , & con Francefco Sforza.
Ilocciato Lautrech con l 'efferato ap-
preffo alle mura di l^apoli^fu la prima confulta-
tione y fé era da tentare di sformare con l'impeto
dell'artiglierie 3 & con lauirtù de glihuomini
quella Città ; come molti ^confort andò che a que-
flo effetto fi augumentaffe il numero de fanti ycon-
figliauano : allegauano quefli molte difficultà,
per le quali non fi poteua ff erare di ttarui intor-
no lungamente : la difficultà delle uettouaglie 3
lungo a (Tedio perche i nimici copio fiffimi di caualli leggieri , & pronti ad effer citargli y le
impediuano : & effere incerta la fperan-^a che 7S[apoli haueffe ad arrenderfi
poli
per la fame 3 perche non effendo baflanti le Galee del Doria a tenere ferrato
il Torto, ne acuendo le Galee de7 Vinitiani , benché promeffe ciafeuno gior-
D E C 1 M 0 \%.0 XO. li?
I no , erano entrate da Gaeta inlS^apoli , che patina di macinato ^quattro Ga-
I lee cariche di farine > & ui entrauano ciafcuno dì degli altri legni : uederft
i fredde le prouifioni de ' Vinitiani , i quali per conto de ucntiduemila ducati ,
I che gli pagauano ciafcuno mefe , erano già debitori di fejfantamila ducati;
I ejfergli fumminiflrati parcamente i danari di Francia: empier fi già l'effera-
to di infermità^ le quali però non procedeuano tanto dalla granerà ordina-
ria di quella aria > che fuole cominciare a nuocere alla fine della fiate 3 quan- f Aria di
to perche i tempi erano andati molto piouofi , alloggiando anche molti del- Napoli catfua
l efferato in campagna . nondimeno Lautrech confederando che in tanta mol ^ tìne delia
titudine & uirtu di difenfori , & per la fortificatone del monte , il quale fi ei atc*
poteua foccorrere , lo ejpugnare o ilmonte o la Citta era co fa molto difficile :
ne uolendo forfè fendere con piccioliffima fperanza i danari per timore y che
poi per foflentare le fpefè ordinarie non gli mane afferò y delibero d'attendere
non alla efpugnatione , ma all'afledio, fperando che innanzi pajfaffe molto
tempo haueffero a mancare a nimici o le uettouaglie o i danari . Indirizzò L , ,- ,
adunque & l'animo > & tutte le prouifioni all'affedio > tutto intento ad impe f0iue & tener
direyche per terra non u entraffero uettouaglie 3& a follecitare la uennta del l'attedio a Na
le Galee Vinìtiane per priuarli del tutto delle uettouaglie marittime , quitti Poli#
mutato configlio permeffe che fi faceffero le fcaramuccie , perche i foldati
alando in otio non perdeffero d'animo : & però fé ne faceua fpeffo } & con
gran laude delle bande nere : le quali eccellenti per la difciplina di Giouanni
de Medici in quefla fpetie di combattere 3 non haueuano infino allhora dimo- S ed^ci'dJfct-
firato quel che ingiornata ordinaria & in battaglia ferma & slabile ualef- pipatore de*
fero in campagna . *Arriuarono in quefio tempo all'efferato ottanta huomi- foldati delle
ni d'arme del Marchefe di Mantoua & cento del Duca di Ferrara : il quale bande nere.
benché fuffe slato riceuuto in ampia protezione del % di Francia & de Vini
tiani y nondimeno haueua tardato quanto haueua potuto a farli muouere per
regolare le fue deliberationi con quello che fi poteffe conietturare dall' euento
futuro della guerra . In quefio flato delle cofe conceperono gli Imperiali ffx>- ridono V'
ran^a di rompere Filippino Doria, che era con le Galee nel Golfo di Salerno, combattere
non facendo tanto fondamento in fui numero 3 & in fu la bontà de' legni co Filippino
loro y quanto nella uirtu de' combattitori : perche empierono fèi Galee, quat Dona.
tro Fufte , & dua Brigantini di mille archibufieri Spagnuoli de più ualorofì
& de più lodati dell'efferato: co' quali n'entrarono Don Vgo Viceré 3 &
quafi tutti i Capitani 3 & huomini d'autorità . ^ quefla armata gouernata
fer configlio del Gobbo , nelle cofe marittime ueterano & famofo Capitano, , ,
aggiunfèro molte barche di Vefcatori y.per fpauentare i nimici da lontano tanofamofò
col progetto di maggiore numero di legni :i quali partiti tutti da Toflilipo di mare.
toccarono all'I fola di Capri : doue Don Vgo con grandiffimo pregiuditio di
quefio affalto , perde tempo a udire uno Romito Spagnuolo , che concionando
140 LIBXO
accendeuagli animi loro a combattere, come era degno della gloria acqui-
fiata con tante uittorie da quella natione . Di quiui lafciato a man finiflra il
Cauo della Minerua entrati in alto mare, mandarono innanzi due Galee con
commeffione che accoftatefi animici fimulaffcro poi di fuggire per tirargli
in alto mare a combattere . ma Filippino Doria hauendo il dì dinanzi per
esploratori fidati prefentito il confilio de nimici baueua con grandi/fima ce-
lerità ricercato Lautrcch , che gli mandafie fubito trecento arebibufieri : i
quali guidati dal Capitano Crocb , erano arriuati poco innanzi che fi feo-
prifie l'armata de nimici : la quale come fi feoperfe da lontano , Filippina
ancora che con grande animo hauejfe fatte tutte le preparationi necefsarie
per combattere , nondimeno commofso dal numero grande de legni , che fi
Aftutìa dì' Fi - fiopriuano , stette molto fofyefo : ma in breuejpatio di tempo lo liberò da que
lippino Dona na fabitaiione il uedere quando i nimici s'approfjìmauano non uè fiere altri
nel cobatterc J. . , r1 ., ■ r i ^ ^ > -1
con-1'armata ^e2>m ^a GaZZia > c"e fet : Perao con animo forte , & come Capitano peri-
Imperiak. tiffimo della guerra nauale , fece allargare fitto jpetie di fuga tre Galee dal-
l'altre fue , accio che girando affalt afferò col uento py off ero i nimici per lato,
& dalla poppa . egli con cinque Galee uà incontro a' nimici , i quali doue-
uano fiancare la loro artiglieria per torre a lui col fumo la mira , & la ue-
duta : ma Filippino dette fuoco a uno grandi/fimo Bafilifihio della fua Ga-
lea , il quale percotendo nella Galea Capitana , in fu la quale era Don Vgo,
ammarzgh al primo colpo quaranta h uomini y tra1 quali il Capitario della Ga
lea, & molti ufficiali : & /caricate poi altre artiglierie n'ammalò,®* ferì
molti . da altro canto l'artiglierie /caricate dalla Galea di Don Vgo,amma^
Fa tto d'arme zarono nella Galea di Filippino il Capitano , ferirono il Tadrone , & approf
nauale tra gli fimatefi faceuano con gli archibufi &altre arme un'affro afjalto : ma i Gè-
impena 1 , & noMeji /perimentati a quefte battaglie , fchifauano meglio il pericolo com-
t * Lode de' battendo chinati y & cauti fra gli interualli de paluefi : cofi mentre combat-
Gcnouefi nel- terono con grandi/filma ferocia y &fpauento le due Galee y tre altre Galee de
le guerre na- gU imperiali s~ìrigneuano dueGcnouefi e^ erano già molto fuperiori : ma,
. le tre prime Cenone/i y che fimulando di fuggire erano andate in alto ma-
re y ritornate fopr animici percoffono per lato la Galea Capitana : delle qua-
DonVao H la Galea, che era chiamata la 7s{ettunna y fuelfe il fuo albero, che gli
muore in °a - fece gran danno . quiui Don Vgo ferito nel braccio y & coperto mentre con-
ica, fortaua i fuoi da fa/fi ,&da fuochi gittati da gli alberi delle Galee nimiche,
combattendo fu morto : quiui la Capitana di Filippino & la Mora taccia-
rono la Capitana di Don Vgo , l'altre due con l'artiglierie affondarono la,
Gobba , doue morì il Fieramofca : intrattanto l'altre Galee di Filippino ha-
Ficramofca ueuano recuperato due delle loro oppr e/fate dalle Spagnuole , & prefe le lo-
ro Fu/le : due fole delle Spagnuole ueduto la uittoria effere de' nimici male
trattate con fatica fuggir quo . T^el quale tempo il Marcbefe del Guaflo &
^fianio
DECIMO-: :?(0H 0. 141
affiamo affogata quafi-^ & ardente la loro Galea-, rotti i remi , morti quafi Vittoria de*
tutti i faldati, & effi feriti furono fatti prigioni palliandogli dalla morte p^«»cótra
lo fplendore dell'arme indorate . Giouò affai a Filippino in quefla pugna il li- fn^f "UOa
ber are i forcati la più parte Turchi , & Mori^he combatterono eccellente- Marchete del
mente . Don Vgo fu morto & gittato in mare , & cofi il Fieramofca: refla- Gua fto, A fca -
rono prigioni il Mar che fé del Guaflo , ^ifcanio Colonna , il "Principe di Sa- "lo , . °nnf »
lerno , il Santa Croce, Camillo Colonna, il Gobbo, Screnon, & molti altri tani Miaìani!
Capitani & Gentilhuomini : morirono più di mille fanti , & de Francefi pò
chi che non reflajfero 0 morti, 0 feriti . i prigioni furono mandati da Filippino
con tre Galee al Dona : & una delle due Galee , che s'era faluata , palio pò- f Filippino
co dopo a Francefi . Dette quella uittoria fferanya grande a Francefi del manda ì pri -
fucceffo di tutta la imprefa , & forfè maggiore che non farebbe slato di bifo- ^ oni_? J /}n*
gno: perche fece in qualche parte Lautrech più lento alle prouifioni : ma em-
fit gl'Imperiali di molto terrore , dubitando del mancamento delle uett Qua-
glie , poiché reflauano al tutto fogliati dell'Imperio del mare : & per terra
ftretti da molte parti , maffimamente dopo la perdita di Vo'^uolo : perche
per quella sìrada fi conduceua a Tripoli copia grande di uettouaglie : &gia
in T^apoli era careftia grande di farina & di carne , & picchia quantità di Carcitta fo
nino : però il di feguente alla rotta cacciarono della Città numero grande di Napoli.
bocche inutili : & pofto ordine alla diftributione delle uettouaglie fi sfor-^a-
uano che i fanti lede fichi patiffero meno che gli altri foldat'u Dalle quali co-
fenutrendofi la foranea di Lautrech s'accrebbe molto più per uno Brigan- t Lettere de
tino intercetto il fettimo dì di Maggio con lettere de Capitani a Ce far e , per p , l mper lab
le quali fignificauano d'hauere perduto il fiore dell' effer cito : non effere in 3S(d rc intcrcettc,
poli grano per più d'uno mefe & me^o , ma fare le farine a for^e di brac-
cia: cominciare a fare qualche tumulto i Tedefchi:non ui effere danari da
pagarli: ne battere più le co fé rimedio alcuno , fenon ueniua prefla pro-
uifione di danari & di foccorfo per mare & per terra . •Aggiugne-
uafi l' effere cominciata in ISl^apoli la pefle , contagio fa molto doue fono folda- pcftc jn j^
ti Tedefcbi ; perche non s'afiengono da corner far e con gl'infetti , ne da ma- poli.
neggiare le cofe loro . Tatiuada altra parte l'efferato d'acque ^perche da,
"Poggio Ideale alla fronte dell'efferato non fono altro che ciflerne , delle qua-
li fi feruiua l'efferato : augumentauanfi le infermità : & inimici , e ffendo
.molto fuperiori di caualli leggieri, ufeendo continuamente fuori maffvmamen
te per la uia ,che uà a Somma , non folo conduceuano dentro copia di carne È
& di uini , ma jpeffointerrompeuano le uettouaglie , che ueniuano all'effer-
ato Fr ance fé, B^córdauano molti a Lautrech che conduceffe caualli leggie-
ri per poterfv opporre a quelli de* nimici :il che egli non folo ricufaua di fa-
re , an-^i permetterà che la maggiore parte de caualli Francefi fi si effe di-
fiefa in Capita, in ^Auerfit , & in l^ola : U che a nimici augumentamla fa*
14 * L I B B^O
cultà di fare gli effetti fop radetti . altri configliauàno che effendo per le infer
mità diminuita la fanteria dell'efferato y conduceffe in fupplemento di quel-
la y come anche perche fuffe più potente era {lato desiderato infrno da princi-
pio 3 fette o otto mila fanti ;j& queflo anche h attendo già cominciato a dine*
garlo 3 ricufaua di fare 3 allegando mancargli danari y benché, a quel iempa
n'haueffe di Francia commoda prouifione y haueffe rifeoffa l'entrata della Do*
gana delle pecore di Taglia y rifeoteffe l'entrate delle Terre prefe y& i Signo
i Poftinatlo ri del Faglio , che gli erano appreffo y f afferò pronti a predargli non picciola
ne di chi go - quantità di danari : onde non è opera fenica mercede il confiderare chedifor-
":r"a c*u? dinì partorì fca l' oflinatione di quelli y che fono propofi alle co fé grandi . Lati
Jini trech fen^a dubbio primo Capitano del Bggno di Francia^ fyerimentato lun*
gamente nelle guerre y & d' autorità gr and ijf ma appreffo olì esercito > ma di
Oftinatìone natura altiero .& imperiofo y mentre che credendo a fé fola difore^a i confh
<ìi- LautrechV gli di tutti gli altri 3 mentre che non uuole udire ninno y mentre fi reputa info,
^Vm. roui" mia che gli huomini s'accorcino che non femprefì gouerni per giuditio prò
càt * pno 3 ommeffe quelle prouifioni y le quali tifate farebbono Hate forfè cagione
della uittoria^ disprezzate riduffero la imprc fa cominciata con tanta fferan
%ain ultima rouina . Scaramucc iauafi ogni dì da faldati delle bande nerey
alloggiati nella fronte dell'efferato : le quali traportati da troppo animo s'ac
coflauano tanto alle mura di T^apoli y che da quelle erano offeft con gli archi-
bufi 3 & non hauendo nel ritirarfi candii alle fpalle , erano ammalati da
caualli de* nimici : onde conofeendofi il \ di fauant aggio grande di fare le fca-
ramuccie fenza caualli fotto alle mura di Tslapoli y cominciarono a non fifa-
Caftcllo a ma récofi frequentemerite . *Xrrendcffi a Lautrech dopo la uittoria di mare Ca
rc.& altre ter fleU0 a mare di Stabbia y ma non la fortezza . Erafi ftmilmente arrenduto
no a ^ °~ $an Germano •' £?" hauendo le genti y che erano in Gaeta y ricuperato Fondi
' &\ilpaefe cir così ante y Lautrech ni mandò Don Ferrando Gaetano figliuolo
del Duca di Tr aietto y &il Trincipe di Melfi y accordato nuouamente co*
Francefi y perhauere i Capitani Imperiali tenuto poco conto di liberarlo y i
quali facilmente di nuouo l'occuparono . Faceua & in Calauria Simone i^>
mano progreffo grande per la prontezza de' popoli a riconofeere il nome Fri
ce fé . Ma non baflauano quefte co fé ad ottenere la uittoria della guerra y la
quale dipendeua totalmente o dall' acquiflo o dalla difefa di T^apoli: pero Lati
trech intento principalmente aU'afj'edioy ne disperando anche in tutto di pote-
re prendere T^apoli perforila , poi che erano morti tanti fanti Spagnuoli nel
la battaglia nauale y folle citaua la uenuta dell'armate Francefe & VinitianA
t DliTesno Per Pr^Hare del tutto quella Citta delle uettouaghe marittime : moffe anch e la
de' Francefi . fronte dell'efferato più innanzi infurun poggio più uicino a rb{apoli & al mò
te di San Martino : doue fu fatta dalle bande nere ima trincea y non folo per
muouere da quel Toggio una trincea ., la quale diftendendof in fino alla mari*
DECIMO &F Ql^O. 10
na y & battendo nell'cfiremità fu a a canto al mare una baftìone > chiudèffè
lasiradadiSommay ma per tentare, come prima fusero itenute l'arma-
te, di pigliare per forila il monte di San Martino > fatto prima un'altra trin
cea tra la Città, & il monte di San Martino y acciocbe non potejjero [occor-
rere limo all'altro y <&poi in un tempo mede fimo affali are 'Napoli con l'ar-
mate dalla parte dal mare j&t per terra battendo dalla fronte dello allog-
giamento di dentro > & di fuori affali arlo con una parte dell'efferato y &
coni' altra affaire il monte y acciocbe inimici y diuife pernecefjìtàte for-
ye in tanti hwgSìipotepfero più facilmente effere fuperati da qualche ban-
da : non abbandonato però per l'efferfi allungata la fronte dello alloggiamen
to Toggio Bgale ; perche i nimici ricuperandolo non li priuaffero della, com-
tnodità dell'acque y ma riflrignendo per la coda l'alloggiamento . *A' quali
configli bene confiderai s'opponeuano molte difficultà : perche ne le trincee
lunghe più d'un miglio mfino al mure fi poteuano y per mancamento digua- t Vf nf tfanf
statori y &per le infermità de foldati y lauorare con celerità : ne ueniuano y att^ndonopiw
cerne per l'affedio & per la efpugnatione farebbe slato necejfarhy l'armate: ceffor^che^ai
perche Andrea Boria con le Galee che erano a Cenoua non fi moueua : del- principali in
l'armata preparata a Marfilia non s'intendeua cofa alcuna : & la Vinitiana tcreffi.
intenta più ali ir: ter effe proprio che al beneficio commttne y an^i più tofio a
glinterejjì minori & accefforij y che aglinterreffi principali , attendeua alla
fpediticne di Brindifi & d'Otranto y delle quali Città Otranto haueuacon-
uenuto d 'arrender fu fé fra fedici dì non era foccorfo y& Brindifi benché per
accordo hauefìe ammefioiVinitiani y fi teneuano ancora le fortezze in no-
me di Cefare : quella di mare forte in modo da non jperare d'efpugnarla:quel
la grande di dentro alla Città hauendo perdute due bocchette y pareua non
potefie più refi fiere. Tiantofi a dodici dì di Maggio l'artiglieria in fui ? NaPoilfi
Toggio y la quale batteua uno Torrione che danneggiaua molto la campa-
gna . Tirauafi anche jpefio nella Terra y ma con poco frutto y & fi fcara-
mucciaua qualche uolta a Santo Antonio . A fedici dì l'artiglieria pian-
tata a capo di monte tiraua a certi Torrioni tra la Torta di San Gennaro,
& la Capuana y & impediua il fare uno baflione cominciato da quei di
dentro . In Ts(apoli la più parte uiueua di grano cotto , & n'ufeiua ogni dì
gente afiai : & i Tedefchi ancora che patifkro meno che gli altri y protefla-
uano fbefio per mancamento di paney & molto più di uino & carne ydi cheui r a5° ' p?"
Jt patiua motto ypure oltra l altre arte erano intrattenuti afiai con lettere fai- o\{Ci
fé di foccorfo. Lauorauafi a diciannoue alle trincee nuoue y con le quali
piantandofi due cannoni in fu'l baflione y come fufie fatto , fi farebbono Le cok de* ..
rouinati due mulini prefio alla Maddalena, guardati da due bandiere di Te - Franccfi Pe^
defehi y che non s'erano mài tentati y perhauere il foccorfo di T^apoli . Infi- grafferò"1 p<e
ììo a qui non pmedeuanofe non felici le co fé diFràcefi: mawminciarono per gare.
144 L l Z J^O
c-agicni occulte a piegarfi alla declinatane : perche Filippino Doria per ordi-
ne battuto fegr et amente , come fi conobbe poi , da ^Andrea Doria , sera ri-
tirato con le Galee intorno a Toluolo ; onde in l^apoli , doue erano re flati
pochi altri che foldati y entrauafempre qualche quantità di uettouaglie it
fu le barche : & fé bene tarmata Vimtiana acquiflato Otranto daua jperan
7^a ad ogni bora di uenire a l^apoli y nondimeno differiuano: perche erano
in jperan^a dìhauerepreflo il Caflello grande di Brindift . Crefccuano an-
che ad ogni bora nell' efferato le malattie y& le bande nere doue prima alle
f attioni fi raprefentauano più di tremila y bora tra feriti ,* ammalati , &
morti appena arriuauano a duemila • *A uentiduagli spagnuoli asfaltaro-
no quelli di fuori , che erano alla difefa delle trincee nuoue : doue fi lauora-
uà con Iperan^a , di difinirle fra fei o otto dì : & effendoui Oratio Baglione
Orario Ba- con pochi compagni in luogo pericolofo , fu ammalato combattendo ymorte
ghone morto ^m prefl0 degna di priuato foldato y che di Capitano . dal quale difordinegli
Imperiali prefa (peran^a di maggiore fucceffo ufeirono di nuouo fuori mol-
to groffi y ma mefiofi il campo in arme y & fattofi f^rtt alle trincee fi ritira-
rono . Hit ornò pure di nuouo Filippino y per molta inflanya che gli fu fat-
ta y nel Golfo di l^apoli : & a uentifette non erano ancora finite le trincee y
cominciate per fervore la uia di uerfo Somma : &gli Spagnuoli ogni dì cor-
reuano & rompeuano leflrade y conducendo dentro quantità grande di car-
naggi : a che i caualli del campo fxceuano poco oflacolo y perche caualcaua-
no rariffvme udite : & Lautrech cominciando a defiderare fupplemento di
fanti y ma non cedendo in tutto a configli de gli altri y infiaua che dì Francia
gli fuffero mandati per mare fei mila fanti dì qualunque natione, perche per
la careflia & infermità ne partìuano molti del campo : & in tante difficultà
cominciaua a effere folo afperare la uittoria y fondandofi in fu la fame della
Città . Trocedeua in quefto tempo in Calauria Simone Romano con dumila
fanti tra Cor fi & paefani con projperi fucceffi : al quale benché fi fuffero op-
fli il Trincipe di Bifignano y <èr uno figliuolo dolanone con mille cinque-
cento fanti del paefe y nondimeno difficilmente lo fofleneuano : onde il figli-
uolo di barcone fi ritirò in Taranto y lafciato il Trincipe in campagna: ma
Simone Ro - pQCQ ^0pQ sjmor,e ^ornano acquifiò Cofenza per accordo y & poi neW occupa
taCofaizapi tlone d'una Terra uicinapr e fé il Trincipe di Stigliano, & il Mar che fé di
5U1 il Priiicì- Luino fuo figliuolo y con due altri fuoi figliuoli . Ma in Tuglia quelli ycbe
fé di Stiglia- teneuano Manfredonia in nome di Ce fare, feorreuano per 'tutto ilpat fé ynon
no,& aitr j\ refiftendo loro i caualli ,<&i fanti de* Vinitiauì y i quali erano andati altac-
rr- n^ qui fio di quelle Ter re. ?^e erano al tutto quiete le cofe in Terra di Hpma:
Terre di Ro- f^rc^e Seiarra Colonna hauendo prefo T aliano y non oflante fujje sìato dife-
ma. fi) in nome del Tontefke per la figliuola di Fefpafiano , lo ricuperò l* ^Abbate
di Farfa3 facendo prigioni Sciana , & Troverò da Gatti , benché Sciarra
per
DECIMO 7^0 7^0. itf
per opera di L nigi da Gonzaga fi fuggile . Ma mentre che intorno a J^a-
poli fi trauaglia con quefle difficultà 3 & con quefle ffrerano^e , Antonio de
Lem prefentendo che la Citta di Tania era guardata negligentemente 3 nelfo P^ufa reaipe*.
quale eraTietro da Lungbena con quattro cento caualli 3 & mille fanti de' *"?taT Antv'
yinitianiì& Annibale T'iTjinardo Caftellano di Cremona con trecento fan a[tre terre# '
ti, il quale nera andato per mantenere a diuotione del Duca il paefe di là dal
To 3 una notte all' improui fio con le fiale da tre bande 3 non ejfendo fentito da
foldatij la prefe d'affatto : reftò prigione Tietro da Lungbena & uno figlino-
lo di Ianus Fregofo . .Andò poi ^Antonio de Leua a Biagraffa 3 e^ quelli di
dentro affrettati pocbiffimi tiri d'artiglierie s'arrenderono: & uolendo poi
andare ad Arona 3 Federigo Buonromei s'accordò feco, obligandofi a fegui
tare le parti di Ce far e . 'ìs^el quale tempo il Duca di Brunfnich partito da DucadiBrun
Trento baueua il decimo dì di Maggio pafìato l'Addice con l'efferato 3 nel fuìch in italu
quale erano diecimila fanti , feìcento caualli bene armati, & tra loro molti con eIlercito
Centilbuomini : & ributtato dalla Chiufia era fcefo in Verone fé . & ancora . .. % .
che prefentendofi molto innanzi la uenuta fua 3fuffe slato trattato che San
Tolo li andaffe all'oppofito 3 nondimeno non sufando maggiore diligenza in $ ...
quefta che nell'altre prouifioni 3 erano i Tedefcbi in Italia 3 innanzi che SaU • &
Toh fuffein ordine di muouerfi: il quale poi fu neceffvtato a foggiornare ù c *.
molti dì in Afli per r accorre le genti , <&■ per la difficoltà delle uettouaglie ; pranc|e pcr :
delle quali era per tutta Italia 3 ma in Lombardia (fretialmente, grandiffma tutta Italia.
careflia . lS(e fi poteua aUe cofe communi ff erare maggiore o più pronto fbc
corfo che dal Senato Vinitiano 3 il quale fé bene hauefie affermato che l'effer^
cito fuo ufeirebbe in campagna con dodicimila fanti 3 nondimeno il Duca di
orbino entrato in Verona non penfaua ad altro 3 che alla difefa delle Terre
più importanti del loro Stato . Teròdifcefi i Tedefcbi in fui lago di Garda 3 Tedefchi oc-
citennono Tefibieraper accordo : il medefimo dì I{iuolta,& Lunata r in £" ^ar"° J£,° "
?nodo che padroni quafi di tutto il Lago rifeoteuano in molti luoghi taglie di Vinitiani.
danari 3 abbruciando quelli che erano impotenti a rifeuoterfi. Stimolauali
che andafiero uerfo Genoua Antoniotto [Adorno 3uenuto in quello e fer ci-
to : ma non battendo danari 3 & hauendo molte diffìcultà 3 & per abboc-
carfi con ^Antonio de Leua ufeito a queflo effetto di Milano 3 caminauano len
t amente per il Br e fidano ;doue andarono a trottargli Andrea di Burgos&
il Capitano Giorgio ; per mc^o de' quali fi dubìtaua che il Duca di Fer-
rara 3 il quale intanto Umore de gli altri non faceuaprouifione .alcuna 3non
tenefie con loro occultamente qualche pratica . Indiri^zaronfi poi i Tede-
fichi alla uolta d! Adda per unir fi con ^Antonio de Leua : il quale hauendo il
nono dì di Giugno pafìato il fiume d'*Adda con fiei mila fanti & fidici pe^-
V Zroffi d'artiglieria y & alloggiato appreffo a loro propinqui a Bergamo a
tre migliatila quale Città il Ducad'Vrbino uenuto aBrefcia3haueua & m
K
146 L I B T^O
Breftia & in Verona diuifèlc fue genti , perfuafe loro > per Vedremo de fide-*
rio y the baueua di ricuperare Lodi x d'attendere prima a recuperare lo Sta*
Lodi attedia- t o di Milano , che pacare a ls(apoli . Co fi il uigefimo di fi pò fero col campo
u da gH lm- a qlwfta citta ,' della quale partendofi il Duca di Milano y & ritiratofi a Bre-
j>«na i. p,-a \ u>fctHeua lafciato Giampaolo fratello fuo naturale con meno di tremila
fanti : e^ battendo piantato l'artiglieria da due bande , la quale fece grande
progreffo > ^Antonio de Leua, al quale toccaua il primo ajfalto , accoflò i fan-
ti Spagnuoli doue era la maggiore rouina . Combatterono tre bore feroce-
mente ì ma non fi dimoftr arido minore la conflan,%a3<& la uirtà de' fanti Ita-
liani y che u erano dentro 3 furono ributtati ; & diffidando fi di potere più ot-
tenerla per ajfalto y riduffero tutta la fferan^a del uincerla in fu lafame:per-
chenon effendo ancora fatta la ricolta y era in Lodi careflia tale y che non fi
diflribuendo più pane ad altri y che afoldati 3 bifognaua che quelli della Ter-
ra ò moriffero di fame y o ufciffero fuori con grandiffvmo pericolo . Ma tra'
TcdefcW i n Tedefcbi era già entrata la pefle ; & anche effendo careflia nell efferato y mol
dìfordlnc fé ti partendofi ritornauano per le Terre de' Sui-^eri 3 & de' Grigioni alle pa-
ne ritornano trie loro : a che non faceua molta diligenza incontrario il Duca di Brunfuicb
a cafa loro. iQYQ capitano : perche hauendo in Germania y per l'effempio de' fanti condot-
ti da Giorgio Tronfperghy conceputo grandiffime fperanz,e ygliriufctuano in
Italia le cofe più difficili y che non s' baueua imaginato . & effendogli man
tati i danari y gli era quafi impoffibile tenere i fanti fermi intorno a Lodi3non
che condurli nel B^egno di Ts^apoli : ne Antonio de Leua gli fumminiflraua
danari y ansigliene toglieua ogni fferan^a 3 querelandofi fempre della po-
lleria di Milano : perche poi che hebbe perduto la fperan^a d'ottenere Lodty
non penfaua , ne attendeua ad altro y che a dare loro caufa di andar fene 3 du-.
. bitando non fi fermaffero in quello Stato ; & cofi bauerui compagni algouer
no y& alle prede : & baueua attefo3mentre che eglino perdeuano tempo 3 a
fare battere i grani y& le biade per tutto lo Stato di Milano 3 & portare le
ricolte a Milano . Finalmente douendofi a tredici dì di Luglio dare nuouo af
T A ci* e fàt0 a ^°^1 y * Teàefcbi s ammutinarono y & mille fé n andarono uerfo Co-
ammutinano mo > & a^ri reftaii in grandiffimo difordine allargarono l'artiglieria da Lo-
di . per il che temendo fi y che non fene tomafjero in Germania , // Mar che fé
del Guaflo hauuto licenza da ^Andrea Doria per dieci dìfopra la fede 3 andò
*t II Doria li a Milano per perfuadere a Brunfuicb 3cbe ifoldati non ritornaffero in Germa
ccntìail Mar nia: ma non fi potendo intrattenere con le parole 3 fé n'andarono per uia di
chele del Gua Como ? reflandone di loro con Antonio de Leua y al quale s'era in quelli dì
fede. arrenduta Mortara y circa dumila : effendo co fa certa y che fefufferofopra-
slati qualche dì più 3 pigliati ano Lodi per mancamento di uiuere « Isella
quale jfeditione fu defiderata da molti la pronte^a del Duca a" orbino y
xl'ejferfi quando il campo era intorno a Lodi accofiato o a Crema 3oa TiXr
DECIMO1^ 0 ^ 0. 14*
^ichitone , 0 almeno tenutoti qualche fomma di cauatti leggieri per mfefiar*
li ; benché quando erano nel Brefciano gli haueffe qualche uolta cofteggiati M
&infeflati: ma non s' accollando mai a loro più di tre miglia, & contento
di difendere lo Stato de' Vinitìani y non pafiò mai il fiume dell Oglio : non ef-
fendo anche slata più pronta la paffuta di San Volo ; il quale non oftante tutti
i difegni y & le promeffe fatte dal Re di mandare per intereffefuo gente con,
tra i Tedefchi , non arr'iuò in Tiemonte fé non in tempo y che giai Tedefchi
fé nandauanoy& anche con numero di gente molto minore che non haueua-
no publicato . Ts^on reflauano perciò i Collegati di fare di nuouo inflan^a col
Tontefice y che fi dichiarale per loro y & che procedendo contra Ce fare con ... f
l'arme frirituali, lo priuaffe dello Imperio y & del Reame di Kfapoli : il qua Seufationi del y
le poiché fi fu fcufato , che dichiarandoli non farebbe più me^o opportuno "P^ ^j£
alla pace : che la dichiaratone fua fufciterebbe maggiore incendio tra Trin ri co.Coiie^,
àpi Chrifliani y fen^a utilità de Collegati y per la pouertd y & impotenza xu
fua : & la priuatione di Cefarcfolleuerebbc la Germania per foretto yche.non '
uoleffe applicare a fé l'autorità d'eleggere l'Imperadore y & eleggere il Re '
diFrancia: dimoflraua il pericolo imminente de' Luth crani yi quali conti- '.'
nuamente ampliauano .finalmente non potendo più re filiere y s'offer fé parato
ad entrami yfe i Vinitianigli refiituiuano Rauenna y condizione propofla da
lui come imponibile y offerendo anche d'obligar fi a nonmóleftare lo Stato di
Firenze . Vero il uigefimo dì di Giugno arriuarono a Vinegia gli Oratori
del Re d'Inghilterra ad inflare con quel Senato yche reflituiffe Rauenna, prò*
mettendo per lui l'offeruan^a delle promeffe : ma non l'hauendo potuto otte-
nere partirono male fatis fatti . Ricuperò in quefli tempi il "Pontefice la Cit* . • -
tà di Rimini : la quale tentata prima in uano da Giouanni da Saffatelloyfi ar- _ .. . ,* :
rendè finalmente y con patti che fuffero faìne lerobbe y& le perfine . Ma
già commeiauano a non fi potere più difjìmulare i fuoipiu profondi y & più Ànimo del Pa
occulti penfieri y dirimutati prima con molte arti: perche effendogli infiffa $*J^1?^™
nell'animo la cupidità di refiituire alla famiglia fua la grandeiga di Firen-
ze y s'era sformato y publicando efficaciffimamente il contrario y perfuadere
a' Fiorentini niuno penfiero effere più alieno da lui y ne defiderare fé non che
quella Repùblica lo riconofeeffe folamente fecondo l'efjempio degli altri Trin .
àpi Chrifliani come Tontefice:& che nelle cofe prillate non per feguit afferò i ." '
fuoi y ne leuaffer ole infegney& gli ornamenti proprìj della fua famigliamoti
le quali commej]ionihauendoycome fu liberato y mandato a Firenze uno Tre ' .
lato Fiorentino per jlmbafciadore-jie effendo slato udito, haueua molto infila <
toy & per me^o del Re di Fr ancia y che mandaffero a lui uno jLmbafciadore %
sformandoli colleuare loro il fofpitto y& col dimeflicarfi conloro, renderli ,v
più opportuni alle fue infidie : ma tentate in uano quefte cofe y fi sformò di per
fuadere a Lautrech,che effendo quelli che reggeuano in Siena dependenti da
K ij
.-
•fr Fortezza
di Coibenza
p'refa con le
mine»
Vefcouo Co-
Ipnnamorto.
t Dechiara-
tione del Pa -
pa fopra l'in-
ualidirà del
matrimonio
del Re d'In-
ghilterra con
fa moglie.
€cfare,era ftcdìente alle cofefue rimettenti Fabio Tettucci Jl che benché gli
•fuffe capace , fé ne aftenne per la contradittionc de* Fiorentini . lS[on glifuc-
cedendo per quefta uia , operò occultamente, che Tino da Caftel di Tiero t
pretendendo querele contra Sane fi, occupo con ottocento fanti per me^o d'al-
cuni Fuorufciti di Chiufi , quella Terra ; per trauagliart con quefto me%o il
gommo di Siena : ma hauendo i Tic ventini fatto capace il Vifconte di T tirre-
na Oratore del i\e di Francia , il Tapa non tendere ad altro fine , che di per-
turbare con l'opportunità di Siena le cofe di Firenze; l'Oratore procurò col
Tontefice , che il mouimento di Chiufi fi pofaffe . Trocedeuano in queflì tem
file co fé del Bearne di T^apoli uariamente : perche era uenutodi Sicilia in
Calauria il Conte Burella con mille finti, & unitofi con gli altri : & da al-
tra parte Simone Fumano haueua ottenuto con le mine la fortezza diCofen-
%a a diferetione , benché l'efferui flato ferito d'uno archibufo nella (palla ^ri-
tardò in qualche parte il corfo della uittoria ; & unitofi poi col Duca di Som-
ma , il quale co fanti del paefe affediaua Catanzaro , Terra molto forte, ma
in neceffità di uettouaglie ; nella quale era il genero d'*Alarcone con dugento
caualli,& mille fanti ila quale ottenendo rejlauanofignori di tutto il paefe in-
fino alla Calauria foprana : ma lanecefjltà li coflrinfe a uolgerfi contra legen
ti unite fi col foccorfo uenuto di Sicilia , le quali haueuano già fatto qualche
frogrejfo : ma ejjendo fiato Simone abbandonato da una parte de fuoi fanti.
paefani ,fu neceffitato a ritirar fi nella Biocca di Cofen^a , gli altri fanti fuoi,
con morte di qualcuno , fi ri foluerono: i Cor fi s'andauano ritirando uerfo l'ef-
Jhrcito , in modo che reftaua non filo la Calauria in pericolo ,ma fi temeua ,
Gf?e i uincitori non s'indiri^affero uerfo Is^apoli . Ma per contrario hebho-
no nell '*Abru7gi profferita le cofe de Francefi : perche effèndofi appropitH
quato a dodici miglia all'aquila il Vefcouo Colonna per folleuare ì \Abruz-
'Zjyfu rotto, Smorto dall'abbate di Far fa ; morti quattrocento fanti , &
circa ottocento prigioni. Intorno a Gaeta gli Spagnuoli, perla giunta del
Trincipe di Melfi , sy andauano ritirando ;& quelli di Manfredonia , per
la poca u irta delle genti Vinitiane ,faceuano danno affai . Terfeueraua
in queflo tempo il Tontefice nella deliberatione di non dichiararli per al-
cuno, ma perche teneua diuerfe pratiche , già foretto al I\e di Francia,
ne anche grato a Cefare, fiction per altro , perche haueua deflinato Le-
gato in Inghilterra il Cardinale Campeggio , per trattare in quella Ifola la
caufa delegata a lui , & al Cardinale Eboracenfe : perche infilando quel
Re per la dichiaratione della inuahdità del primo matrimonio ; il Ton-
tefice , il quale s'era molto allargato di parole co' miniflri fuoi ; perche tro-
ttando fi in picchia fede apprefib a gli altri fi sfor^aua di conferuarfi il
fuo patrocinio , fece fecretijìimamente una bolla decretale declarato-
ria , che il matrimonio fuffe inualiio : la quale dette al Cardinale
DECIMO X.0 'K.O. 14*
Campeggio ; &gli commeffe y che moftratala al Kg, & al Cardinale Ebordr*
cenfe y diceffe haucre commejjìone di publicarla yfe mlgiuditio la cognitiom
della caufa non fuccedejfe profferamente y acciò eh e più facilmente confentif
fero y che la caufa fi conofeeffe giuridicamente , & tollerajfero con animo piti
quieto la lunghc^a delgiuditw ; il quale haueua commeffo al Cardinale Ca
peggio y eh e allunga ffe quanto potejfe , ne de ffe la bolla y fé prima non haue-
ua nuoua commejjione da lui : ma fi sformò di perfuadergli y come anche è uè
rifimile y che allhora hauej]e in animo y la intentione fua ejfere che finalmen-
te s'haueffeadare : della quale deflinatione del Legato y & delegatione della
caufa faceuano querela graue in Ramagli ^Ambafciadori Ce farei; ma con mi
nore autorità per la difficultà, che haueuano le eofe di Ce fare nel Pregno Ts^a-
poletano . Mi intorno a J^apoli fi feopriuano per luna parte , & per l'ai- - -
tra molte difficultd ; ma tali che raccolte tutte le ragioni fi fferaua più prefio
la uittoria per i Francefi y ritardata dalla uirtu y & dall' oslinatione de nimi
ci : perch e in ls(apoli augumentaua giornalmente la careflia y maffimamcnte
di uino y & carne y non n'entrando più per mare cofa alcuna : conciò fia che
le Galee de' Vinitiani in numero uentidue fuffero pure dopo fi lunga ejpetta-
■tione giunte a dieci dì di Giugno nel Golfo di Tripoli : perche fé bene i caualli Napoli in gra
di dentro ufeendo continuamente y non uerfo l'efferato , ma in quelle parti > Penuna> *
nelle quali credeuano potere trottare uettouaglie y riportajfero quafi fempre ™ l
prede maffimamente di carnaggi y nondimeno benché giouajfero molto y non
erano tante y che priuati della commoditd delmarey poteffero lungamente jor
sientarfi y affliggeuali la pefle grande y il mancamento de' danari y la difficul
tà di joftenere i fanti Tedefchi y ingannati molte ttolte da uanefferan^, &
promeffe; & de' quali qualcuno alla sfilata andana nell'efferato Francefe;bi-n
che a ritenerli poteffe molto lagratia y & l'autorità y che haueua appreffo a
loro il Trincipe d'Oranges y reflato per la morte di Don Vgo con autorità di
Viceré: il quale fece prigione il Capitano Catta Guafcone y delle reliquie del
Duca di Borbone ycon molti de'fuot; & poco dopo per foff etto uano fece il fi-
migliantedi Fabritio Maramausy benché prefio lo liberaffe . Da altra parte x)iff*cultà net
nell'efferato Fr ance fé augumentauano continuamente le infermità dell' effer- rcfTercito dc^
cito: le quali erano cagione yche Lautrech per non battere a guardare tàtoffa Francefi,
tioynon procedeffe alla perfezione dell'ultime trincee, le quali anche per l'im
Redimento di certe acque tagliate haueua difficultà di finir e. Fra anche nell'ef
fircito carefliaypiu per poco ordine: che per altro;nondimeno Lautrech ff era- Speranze &
uà più nelle neceffità y che erano in l<fapoliy che non temeua delle fue difficul- confepUjre fe
tà:et o per quefla cagione perfuadendofi hauerfi prefio a finir e l'efpugnationey vict oria.
o per mancamento di danari ynonfaceua nuouifantis come da tutto l'efferato
fi defideraua per la diminutione grande delle genti per i morti y & per gli in-
fermi i non fidamente nelle genti baffey& ne foldatiprinati^ma già nelle per-
K iij
IfO L I B ^0
Nuntìo del fine grandi y eJr d'autorità : perche il quinto decimo dì erano morti il l^un-
Papa,& Luigi tiodel Tontefice y & Luigi Tifano Troueditore Vinitiano . Speraua anche
di fare paflare all' ejìer cito tutti y o la 'maggiore parte de' fanti Tedefchiyche
erano inÌ<lapoli ; pratica y nella quale prima il Mar eh e fé di Salwxj^p y &
da poi egli haueuano lungo tempo nanamente confidato . Le medefime cagio
ni y&la fperan^a y che gli era data di fare paffare all'esercito alcuni caual
li leggieri y che erano in J^apoli y lo riteneuano da foldare caualli leggieri
fommamente necefiarij : i quali fé pure n hauefiefoldati almeno quattrocen-
to y gli farebbono siati di grandi ffima utilità; però feorreuano i caualli di
dentro più liberamente: benché ritornàdo uno giorno a l^apoli con ungrofo
bottino di befliame y rifeontrate le bande nere y che erano il nerbo dell' eser-
cito y & fen^a le quali non fi farebbe flato intorno a TS[apoli y fu tolto loro
con perdita di forfè fé f anta caualli y non oflante che gli Spagnuoli ufcifkro
tutti di Napoli y ma tardi y per foccorrerli . Speraua Lautrcch che i turni-
ci fuftero ncceffitati a partii fi preflo da T^apoli ,• & perciò uolendo priuarli
della f acuità di ritirar fi in Gaeta, ordinò fufie guardata Capuay & Caflello
a mare di Vulturnoiet per torre anche loro la f acuità di ritirar fi in Calauriay
oltra il fare tagliare certi pajfiy ricominciò a fare lauorare alla trincea co-
minciata più uolte ,• ma intermeffa per uarij accidenti y ripigliandola tan-
to alto y che l'acque y che impediuano y refxaffero di fotto : & difegnaua an-
che di mettere in fortezza uno Cafale molto uicinoa Isfapoli y <&guar
darlo con mille fanti y che per quefto uoleua foldare : fauorendofi etiandio
delle Galee Vmitiane furie al diritto della trincea : la quale feruiua ancora a
fare uenirc più facilmente all'efferato le uettouaglie dalla marina y& a ta-
gliare la slrada a' nimici quando tornauano con le prede per quel camino;per
che per i foffi grandi y & l'acque tagliate di Toggio Ideale s'andaua dall' ef-
ferato al mare per circuito grande y & pcricolofo , Sfor^auanfi gli Imperia
li impedire quelli y che lauorauano alla trincea y contra laquale effendo ufeiti
tino dì molto grofjì iguaflatori per ordine di Tietro l<[auarray il quale folle-
citaua quefla opera y fi rifuggirono y in modo che feguitandoli incautamente
gli Imperiali y furono condotti in una imbofeata ; &■ ne fu tra morti y infe-
riti più di cento : nondimeno la trincea non era ancora ammesta y quando
t Nesligcza per mancamento de' guaflatori y quando per altra cagione: perche la negli-
dannoia. gen^a interrompeua (pejfogli ordini buoni y che fi faceuano : ne' quali per
effere la Hrette'^a di l^apoli grandiffmia y fé fi fuffe continuato y a giudìtio
di molti y che Lautrech harebbe indubitatamente ottenuta la uittoria. Suc-
cedette ne' dì medefimi occafione di grandi fimo momento ;fe talifuffero sta-
tigli esecutori y quali furono gli ordinatori . Trefentì Lautrech y che i fal-
dati di ISlapoli erano per predare ufeiti fuor a per la ma di Vie di Grotta mol
to groffi : però por opprimergli mandò la notte de uenticinque dì di Giugno i
DECIMO T^OTs^O. ifì
fanti delle bande nere y i caualli de* Fiorentini y & fèffanta lance Francefili
unabandadiSui'^eriy&Tedefcbialla uolta di Beluederey <&*diVie di
Grotta per incontrargli : & per impedire loro il ritirarci ordino che il Capi-
tano Buria co' fanti Guafconi pofìofi in fui monte eminente alla grotta fen-
dere fubito Iettato il romore per impedire , che i nimici non potejfero entra- + Fattìone de
re nella grotta . Succedette il principio di quefla f anione felicemente y per-- Ff? rCJ7 Cpn
che le genti di Lautrecb bauendogli incontrati combatterono, & mejfono in %Te\,
fuga ; bauendo tra morti y & prejì più che trecento huomini y & cento ca- t Ferrando
ualli utili y & moltijjime bagaglie . Fu fiaualcatonel combattere Don Fer Gonzaga fac-
rando da Gonzaga y& fatto prigione ; ma la furia de* Tedefcbi lo rifeat- t0 P?|10nej.
tò . Ma il Capitano Buria y o per negligenza y o per timore non fi rappre- berato.
fintò al luogo deflinato : il che fi baueffe fatto fi crede farebbono partiti tut-
ti . Haueua anche Lautrecb mandato a Gaeta fei Galee de Vinitiani y &
due ne erano refiate alla bocca del Garigliano y per dare fauore al Trincipe
di Melfi : <& perche le Galee non poteuano probibire y che con le Fregate non
entraffe in Ts^apoli qualche rinfrefeamento y mejfe in mare certe picciole Bar
ebette per impedirle : ordinò anche y che i beatami fi difioflaffero per tutto
quindici miglia da l^apoli s perche non fujfero co fi facili a effere tolti dagli
Imperiali . Ma nuouo accidente che fi feoperfi y & del quale era molto pri- Le cofe de'
ma apparito qualche inditio y perturbò grauemente le cofe Francefi : perche Francefi per*
^Andrea Doria deliberò di partirfi dagli Hipendij del Kg dì Francia, a qua- . ' comm -
li era obligato per tutto il me fi di Giugno : deliberatone y per quel che fi pò- ciinare.
tefie conietturare y fatta più me fi innanzi : onde era proceduto y che ritira- i Andrea Do
tojìa Genoua non era uoluto andare con le Galee nel Begno di Ts(apoliy& rìa^ ntfolue
che offerendogli il Rg di farlo Capitano dell'armata , la quale fi preparaua ^pendit di*
a Marfiliajo recusò;allegando che per la età era inhabile a tollerare più que rifare.
He fatiche . L'origine di tale deliberatone fi attribuiua poi da lui y& da Cagioni per-
altri a uarie cagioni : tffo fi lamentaua y che il ì\ey dopo batterlo feruito con <jne " Dona
tanta fedeltà cinque anni y baueffe fatto ammiraglio y & dato la cura del pa{ra(re a
mare a Monfignore di Barbigios ; quafi parendogli conuenientey che il Be do Ccfare.
pò la fua ricufatione y baueffe douuto replicare y & fargli infìantia , che l'ac
cetafjè : che non gli pagaie i uenti mila ducati de gli Hipendij paffuti yfin^a
i quali non poteua fofi catare lefue Galee : non bauere uoluto fatisfare a' giù
Hi priegbi fuoi di reflituire a Genouefi la folitafuperiorità di Sauona ; anzi + Nel cofigKo
ejferfi trattato nel configlio £{egio di farlo decapitare y come buomo che trop Regio fi trac-
po fuperbamente ufaffe la fua autorità . filtri allegauano effere Hata la pri t°re Andrea
ma origine della fua indignatone le contentini fhecedute tra Benzo da Ce- Doria
riy&luinellaimprefadi Sardigna;nella quale pareuayche il f{e baueffe
più udito la relatione di F^en^o y che le fue giuftificationi : efferfi fdegnato
per la inflan^a grande fattagli dal Be , che gli concedeffe i prigioni y i quali
K iiij
K* L I E \0
f Cagione come cofx importante molto defideraua, maffimamcnte il March e fé del
F*u %'cx* Pcr" Guafto 3 & ^Afcanio Colonna , benché con offerta di pagarli la taglia loro»
Doria la (ciaf- allegar onfi <iuefle & a^tre cagioni , ma fi credette poi che la più uera , &
fc il Re di Fra principale fuffe non tanto lo [degno di non e fiere flato tenuto conto da' Fran
eia. cefi di lui , quanto gli pareua meritare , o qualche altra mala fatisfattione
quanto che penfando alla libertà di Genoua per introdurre [otto nome della
libertà dellapatria la fua grandezza , ne potendo confeguire queftofine con
altro modo , hauejfe deliberato non feguitare più gli Jlipendtj del I{e , ne
aiutarlo a confeguire con le fue Galee la uittoria di T^apoli , come fi erede-
nache per interromperei' acquiflo di Sicilia hauejfe propofta la imprefa di
t Marchcfe Sardigna. Ter ò indirizzato l'animo a quefli penfieri trattaua per mc%o
del G uafto jy j^archefe del Guafto di condurfi con Ce far e ; non ofiante la profeffione del
che Andrea ^ °^° grande , che per la memoria del facco di Genoua haueua fatta , molti
Doria paffaf- anni cantra la natione Spagnuola ; <& la acerbità , con laquale gli haueua
(e a Celare, trattati quando alcuno di loro era uenuto nelle fue mani : ma procedendo fi-
mulat amente non era ancora noto al I^e il fuo difigno : però non era sìato
Jòllecìtato a procurare i rimedi) a infermità tanto importante , ancora che
n hauejfe conceputo qualche foretto : perche fu prefa una Galea, cheporta-
uà in ijpagna uno Spagnuolo mandate fiotto pretefto della taglia di certi pri-
gioni , al quale fi trouò una lettera credentiale di ^Andrea Doria a C efare ;
benché per le querele fue grandi gli fu permejfo , che fen^a ejfere effamina-
rcauo to continuajJe il fuo camino. Finalmente cjfendo arriuato Barbigios con
prigioni in Le quattordici Galee a Sauona , ^Andrea Doria temendo di lui fi ritirò a Geno-
rice. uà con le fue Galee , & co' prigioni a Lerice : la quale co fa come il F(e intefe
gustando il pericolo quando era fatto irremmediabile ; mandò a lui Tierfrà
Il Re tenta ri cep-0 fa rj^QCera y per ricondurlo agli Hipendij fuoi ; per il quale gli offerfe
Doria r C ' fatisfare al defiderio fuo delle cofe di Sauona : pagargli i uentimila ducati de
i foldi cor fi : pagargli altri uentimila ducati per la taglia del Trine ipe di
Oranges, prejò altra uolta da lui, & di poi liberato dal B^e quando a Madril
fece la pace con Ce fare : & in cafo uolejfe concedergli prigioni pagare innan^
Zi ufi fiero delle fue mani la taglia loro , quando anche ricufaffe di conceder-
t II Dorìa ri gli non uolere il I\e grauarnelo. lS(on prtftò il Doria orecchi a quefte offerte,
cula tutte l'of gìuftificando la partita fua dal %e con le querele : onde Barbigios fu forzato
Une del Re. QQn detriment0 grande delle cofe del Bearne di J^apoli fopraftare a Sauona:
nondimeno pajfando poi più innanzi lafciò per la guardia di Genoua cinque-
cento fanti a dieci miglia appreffo a quella Città , perche dentro era peftegrà
diffima : & per la medefima cagione pò fé in terra trenta miglia apprefio a Gè
diffima^n Gè noua m^e dugento fanti Tede/chi ucnuti nuouamente : i quali haueuano ha-
noua. uut a la prima paga da' Fr ance fi; ina per non hauere i Vinitiani pagata la fe-
conda ,come erano obligati,fu neceffario che il Triultio Gommatore di Gè-
DEC I MO X ° *K0- «S
nona li prouedejfe.In quefle agi tat ioni del Boria il Tontefice prcfentendo quel
che trattanti con Cefare fignificò il uigcfimo primo dì di Giugno la cofa a Lati
trech y dimandandogli il confenfo di condurlo agli slipendtj fuoiper priuar-
ne Cefare , & affermandogli che Filippino con le Galee partirebbe tra dieci
dì da K(apoli : perciò Lautrech reftituì a Filippino per non lo efiafperare il
fegretario Serenon , ritenuto fempre per hauere lume da lui di molte cofefe-
grete : & nondimeno per fojpettogia conccputo del Tontefice interpetrò fi*
niflr amente lo auifo fuo . Finalmente .Andrea Boria , benché Barbigios
nel paffare innanzi con l'armata 3 che era di dicianoue Galee y due Fufle, et
quattrj Brigantini > e^* nera fu il Trincipe di ls(auarra, hauejfe parlato fe^
co y non dtffimulando più quel che haucua in animo di fare , mandò un'huo-
mo fuo a Cefare in compagnia del Generale creato Cardinale y mandato dal Comicncfoirf
Tontefice y a stabilire le fue conuentioni : le quali furono la libertà di Geno- ui CcCavc col
uà fatto la protettione di Cefare : la fuggettione di Sauona a Genouefi : ne-
nia a luì y che tanto haueua perfeguitato il nome Spagnuolo , condotto a fer-
uitio di Cefare con dodici Galee, e£" per foldo fifiant amila ducati l'anno ; &
con altri patti molto bonoreuoli. Ter le quali cofe Filippino con tutte le Ga- -j- Filippino
lee partì il quarto dì di Luglio da Trapali, la partita del quale procedendo co Doria biafì -
me già haueua cominciato a procedere, non noceua à Fr ance fi , fé non per la «rato.
riputatone : perche già molti dì nonfolofaceua mala guardia y an-^i tal uol-
ta i fuoi Brigantini conducenano furtiuamente uettouaglia in lS[apoli ; &
egli oltra l hauere parlato con alcuni di ISfapoUy haueua portato i figliuoli
di Antonio de Lena a Gaeta, & fatto molti dì (palle à che in K[apoli enti af-
ferò ncttouaglie : ma fé haueffe feruito fedelmente come nel principio yti'ha-
rebbono riceuuto danno grauiffvmo . Ter ciò follecitaua tanto più Lautrech
la uenuta dell'armata Fr ance fé : la quale s'era fermata confomma impruden
%a per ordine del Tontefice a pigliare Ciuitd uecchia . Ter la partita di Fi-
lippino con le Galee, l'armata Vinitiana-Jia quale haueua prtfo l'ajfunto di la-
uorare dalla marina , infino ricontraua la trincea di Tietro 7^auarra,fu ne-
ceffitata intermettere per attendere alla guardia del marcii quale perche flef
fé più ferrato , s'era ordinato che alcune Fregate armate fior resero dì, et not
te la cofta: & s'ufaua anche per terra maggiore diligen-^a, opponendo fi a gli
Spagnuoli, che ogni dìfcorreuano;ma incótrati fuggiuano fenica combattere: « .
in modo che Tripoli era ridotto in eflrema necejfnà.et i Tede fichi proteflaua-
no di partir fi fé prefìo nonfufferofoccorfi di danari y & di uettonaglie : onde
Lautrech, foflétandolo afiai lafyerà'^a di quefie co fé, fi perfuadeua che per la
pratica tenuta lùgaméte co loro di giorno in giorno pajferebbono all'esercito.
Ma il quinto decimo dì di Luglio le Galee Vinitiàe,eccetto quelle che erào in
torno a Gaeta, ritornarono in Calauriaper prouederfi di Bifcottiiet però efié
do reflato il Torto aperto entrarono in T^apoli molte Fregate co uettonaglie
If4 L I B 1^0
V efferato d'ogni forte da nino in fuori ; cofa molto opportuna ; perche in 7{apoli non
Francefc in eya Qrano per tutt0 LMglj0 # Ma nell'esercito y nel quale era anche paffata
fìculcù. ^ Pefie Per eontagione di gente ufeite di Islapoli 3 multiplicauano grandemen
te le folite infermità : Faldemonte era uicino alla morte 3 & Lautrech am-
malato : per la infermità del quale difordinandojì le cofe 3gli Imperiali;} qua
li correuanofen'^a oftacolo per tutte le sìrade3 tolfero le uettouaglie3 che ue-
niuano all'efferato 3 che ne haueua sìrette^a : & nondimeno non fi folda-
nano nuoui caualli leggieri 3 an%j Valerio Or fino condoitiere de' Vinitianì co
cento caualli leggieri fi partì dell' efier cito per non effert pagato ; & gli altri
caualli leggieri parte s'erano partiti per non effere pagati, parte per le infer-
mit aerano inutili: la gente d'arme Francefe s'era ridotta in guarnigione
nelle Terre circoflanti : & i Guafconi ff>arfi per ilpaefe attendeuano a far e le
ricolte 3 &■ guadagnare : Jperauafi pure ne' fanti 3 i quali fi diceria condurre
l'armata 3 la quale fopr afiata più di uenti dì da poi che s'era partita da Liuor
rio y arriub finalmente il decimo ottano dì di Luglio con molti Gentiluomi-
ni y & con danari per l' efier cito : ma non haueua fé non ottocento fanti : per
che gli altri y cheportaua3 erano reflati parte per la guardia di Genoua3par-
te alla imprefa della Tortela di Ciuitd uecchia : alla uenuta della quale ha-
uendo Lautrech mandato gente alla marina per rkeuere i danari 3 non potet-
tero le Galee per il maregrofìo utrnire a terra : però ui ritorno il dì ftguente
il Mar eh e fé dì Saluto con le fue lance 3& con gr offa banda di Guafconi,
Sui^eri y e^ Tedefchi 3 & con le bande nere : ma nel ritorno loro incontra-
rono gli Imperiali 3 che erano u fitti groffi di Trapali 3 i quali caricarono in
modo i caualli Francefi 3 che uoltarono le ff alle y & nel fuggir fi urtarono tal-
mente i fanti loro raedefimi y che gli difòrdinarono ; & trouandofi il Conte
Vgo de'Pcp- Vgo de' Tcppoli y che dopo la morte di Oratio Buglione era fucceduio nel go
poli pigione uerno delie genti de' Ficrtritìni y a piede con quaranta archibufieri innanzi
v . & 1I3*Pe" alla battaglia delle bande nere uno tiro di archibufoy reflò prigione de' caual-
li : &fu tale lo impeto degli Imperiali 3 che fé la battaglia delle bande nere
non gli ritenerla yfaceuano grande strage : perche combatterono 3 truffimi
mente la canali ria loro egregiamente . Rifilarono morti de' Francefi più di
cento y & altretta:iti prefi y tra' quali parecchi Gentil' huomini Francefi
i Canaliiìm finontati dell'armata : & fu prefò anche Ciandale nipote dì Saluto : non-
perialipiuva dimeno i danari fi conduffero fatui .fu attribuito il difordine a* caualli Fran
ioroiijcheFrà cef\ molto inferiori di uirtù a' caualli de' nimici : onde fi diminuirla l'animo
a' fanti dell' ejftr cito ;conoftendo non poter fi fidare del fbc cor fio de' caualli»
Ma haueua nociuto fommamente all'efferato la infermità di Lautrech : il
quale benché fi for^ajfe di foflentare con la uirtù dell'animo la debolezza
del corpo 3 nondimeno non poteua ne uedere 3 ne prouedere a tutte le cofie3 le
quali continuamente dechnauano : perche gli Imperiali feorrendo fuori non
DECIMO 7^0 J^O. iff
foto fi pròuedeuano di tutti i bi fogni, eccetto che di nino 3 che non poteuano Lc c°k v^no
condurre ; ma toglieuano fpeffo le uettouaglie deli efferato , & pigliauano le £™ P"e P?
bagaglie 3&i faccomanni infino in fu ripari 3 & i caualli infino allo ahbeue
" ratoio : in modo che all'efferato diminuito molto per le infermità, comincia- f e (lerci to
uano a mancare le cofe neceffarie, diuentato di affediante ajfediato ; & in pe- Fràcefe quafi
ricolo 3 che fé non fi fuffe fatto guardia a paffi 3 tutti i fanti farehbono fug- attediato da
giti : & per contrario in Islapoli crefeendo 3&la commoditd 3 & lajperan- f^^^ *
?a 3 i Tedefchi non più tumultuauano 3 &gli altri pigliauano in gloria il pa
tire 3 da* quali pericoli' tanto manifefii uinta pure finalmente la pertinacia di
Lautrech 3 il quale pochi di innan^ haueua fedito in arancia 3 perche man
dafjero per mare fermila fanti y mandò Bgnzo da Ceri uenuto in fu l'arma-
ta uerfo l'aquila y perche conduceffe quattro mila fanti 3 & feicento caual-
li; ajfegnandogli il T eforiere dell .Aquila 3 & deli1 \Abru^i y il quale pro-
metteua condurgli in campo in brieui dì : prouifioney che fatta prima fareb-
be slata di fomma utilità . *A uentinoue erano rotte le slrade 3 che non che
altro. infino a Capua s la quale haueuano alle {palle 3 non fi andauaficuro : &
nell'efferato ammalato quafi ciafeuno ; Lautrech folleuatofi prima dalla feb-
bre 3 ritornato in maggiore indi jpofit ione che il folito ; la gente d'arme quafi i
tutta fparfa per le uille , o per efiere ammalati 3 o per rinfrefearfi fiotto quella
feufa: &i fanti quafi ridotti a niente; & effendo in Trapali declinata la Prouifioni fàc
pefie y & l'altre infermità y per le quali erano ridotti a fette mila fanti 3 fi te te da Lautrcc.
meua non affaltaffero il campo 3 però Lautrech fermò i cinquecento fanti di
I{en^o mandati dopo la rotta di Simone Ramano per impedire che le genti ni
miche di Calauria non ueniffero uerfo l\[apoli : & mandò intorno nel paefe
a foldarne mille : condujfe il Duca di l>{ola con dugento caualli leggieri 3 & !J_ P116!^.
Ranuccio daFarnefe con cento 3 che prometteuano menargli prefio : chiamò nucciQ parn~
dugento ftradiotti de' Vinitiani dalla imprefa di Taranto : riuocò con gra- fe condotti da
ni pene tutti gli huomini d 'arme fani3follecitaua ogni dì J\enr^o3 & rifcalda- Francefi.
ua3 ma tardi 3 congrandiffvma uehemen^a 3 e^ efficacia tutte le prouifioni ,
A due dì d'iAgofìo non erano nel campo Francefepure cento caualli : &gli
Imperiali correuano ogni dì in fu le trincee : & la notte dinanzi haueuano
fcalato 3 & faccheggiato Somma3 doue era una banda d'huomìni d'arme3&
di caualli leggieri . Vero Lautrech uedendofi quafi ajfediato folle citaua San
Tolo3 che gli mandajfe gente per mare ;& i Fiorentini che uolt afferò a lui
dumila fanti 3i quali haueuano ordinato di mandare a San Tolo3& eglino 3
prontamente lo confentiuano . era morto in campo Ciandale lafciato in fu la ^liordì^1 ncl
fede : era amalato il l<[auarra3V aldemonte 3 Camillo da Triul^iy il Mae- cefs#p
firo del campo nuouo3 & uecchio ; Lautrech era ricaduto s ammalati tutti
gli Oratori y tutti i fegretarij y & tutti gli huomini di conto ; da Salu^p3et ,
il Conte Guido in fuori ; ne fi trouauain tutto il campo quafi una per fona
If-6 L I B t£0 ' '
fana . Morirono i fanti di fame > & effendo mancate quafi tutte le cifierne
ui fi patina anche d'acqua : ne poteua fare altro l esercito , che ftarfi nel
fino forte a buona guardia , affettandoci il foccorfo ; & la negligenza anche.
* N? r* MmJtoaidifèrmm+ Ruppero poi gli Spaglinoli l'acqua di Poggio rea-
difordini. ^ > & ^nche fi rafiettajfe , non fi ufaua fin^a grane pericolo . ^.fietta-
uà Lautrech fa due dì il Duca di Somma con mille cinquecento fanti y <&
preflo i caualli , & fanti dell'abbate di Farfd ; il quale Lautrech 3 poi
che haueua rotto il Vefiouo Colonna y haueua mandato a chiamare . Ritor-
narono in queflo tempo le Galee de' Vinitiani mali/fimo armate 3 & fi male
prouifle di uettouaglie y che bifognauaper guadagnare da uinere , lafciata
la cura del guardare il Torto di l\(apoli > fcorrejfero per le marine cir cofani
Somma fpo - tl • ^gH otto gli Spaglinoli tornati a Somma di nuoitola fogliarono , ca-
gliata da gli prefero ogni reflo di caualliy che u haueua il Conte Guida in guarnigione :afi-
Imperiali. faltarono ancora lafcorta delle uettouaglie 3 con laqualeerano dugento Te-i
defehi y che rifuggiti in due cafe s'arrenderono- uìlmcnte? ondejpejfo in cam
pò non era da mangiar : & accrefceua tutte le inconpmoditd il circuito largo
dell'alloggiamento y che infino da principio era slato giudicato troppo gran-
de : il che faccua pericolo y & confumaua ì fanti per le troppe fattioni : &
nondimeno Lautrech intr -attenendoli in fu la fperau^a del foccorfo non uo-
lena udire di riflrignerlo 3 & ancora non bene ribattuto feorrena per tutto
il campo per mantenere gli ordini, & le guardie y temendo non fujfe addi-
tato . declinauano le cofe giornalmente 3 in modo 3 che a quindici dì per la
troppa potenza de' caualli Imperiali non era più commento tra il campo 3&
le Galee ; ne poteuano quei del campo per non battere caualli ttfeire delle
slrade : dauajì ogni notte allarme due 3 o tre nolte : però gli huomini confu-
mati da tante fatiche 3 &■ incommoditd non poteuano andare alle forte del-
/e uettouaglie quanto bifognaua : & quel che aggrauò tutti i difordini fu
morto! c^)e k notte mec^efma venendo i fidici 3 morì Lautrech 3 in fu l' autorità y &
uirtn y del quale fi ripof aitano tutte le cofe y credendofi per certo che le fati--
t Marchete che gì 'andi y che haueua yhauejfero rinouata la fina infermità. R^floilpon-
diSaluzzopo dodelgouerno nel Mar eh e fi di Saluto non pari a tanto pefo: & multi-
co atto al Gè- pUcando ogni dì i difordini y arriuò ^Andrea Boria cerne faldato di Cefare
con dodici Galee a Gaeta y in modo che l'armata Francefe allento la guar-
ii Conte di dia : il Conte di Sarni in quei dì con mille fanti Spaglinoli prefe Sarniycac-
Sarni ripiglia datine trecento fanti , che u erano alle slan^e: andato poi il uigefimoficon-
Sa mi. do dì d'^Agofto con più gente di notte a 7{plà y la prefe 3 & Valerio Or fino 3
òJc^^ér* ^ '*{&* a guardia fi ritirò nella fortezza 3 dicendo efiere ingannato da*
Sarni. pae fani s e^ hauendo mandato a Salu^zo per foccorfo gli mando dumilafan
ti ,i quali uenendo di notte y afialtati dalle genti di '"Napoli y furono rotti,
viuentidueil campo quafijenza gente s & fen^agouerno fi foftent aita fi-
lo dalla
/
DECIMO *F{V %0. ff?
lo dalla faèranzà della uentita di ì^enzo , che ancora era a]l\Àquila, non de-
fiderato più per pigliare lS(apoli , ne perjperan^a di potere refiftere in quello
alloggiamento , ma foto per poterfi Iettare [ternamente . Era morto Falde-
monte ;& il M archefedi Saluto, Conte Guido, Conte Vgo,& Tietro Valdemonte i
^lauarra ammalati; Maramaus ufeito di Ts^apoli con quattrocento fanti per
priuargli in tutto delle uettouaglie , & trouata Capita quafì abbandonata ui
entrò dentroiper il che i Fràcefi abbandonato Toluolo mufferò la guardia,
che uera , in bitter fa, luogo molto importante ai campo : ma perduta Ca-
pua , & l^la reflauano ferrate quafi tutte le uettouaglie alt effer cito : in
modo che non potendo più foflenerfi per ultimo partito fi leuarono una notte ^ Ca m
per ritirar fi in bitter fa ; ma prefentita dagli Imperiali , che ftauano intenti Francete rot-
a queflo cafo, la leuata loro, li roppero nel camino , douefu prefo Tietro T$a- to a Napoli.
narra , & molti altri capi , & huomini di condizione ; & il Mar eh e fé di Sa Plctro ^auar
Iwjgp fi ritirò con una parte delle genti in ^Auerfa : doue haucndolo feguita
togli Imperiali, non potendo difenderfi , mandato fuori il Conte Guido Fru-
gone a parlare col Trinciped'Oranges , capitolò per m??o fuo con lui : La- Marchefe df
fiiajfe iiutrfa con la F.ortei^ra , artiglierie, & miminone : f{eftajfe egli &. Saluzzo capi
gli altri Capitani prigioni , dal Conte Guido in fuori, al quale in premio deh tola con gli
la concordia fu confentita la libertà . Faceffe il Marchcfè ogni opera, chei ImPcnai»
Fr ance fi , & i Finiti ani reflituijfero tutto il J^egno ; i faldati , & quelli che
per l'accordo reflauano liberi , lafciaffero le bandiere , tarme , i cauallì , &
le robbe ; concedendo però à quelli di più qualità rondini , muli , & cortal-
ti : i foldati Italiani non feruiffero per fei mefi contra Ce fare. Cofi reflò tutta
la gente rotta , & tutti ì Capitani o morti , o prefi nella fuga, o nelt accordo ^ Auerfa iae
reflati prigioni ; Jluerfa fu faccheggiata dall'efferato Imperiale , chef ri- cheggiata da
tirò poi a Napoli, dimandando otto paghe : I{en^o che il dìfeguente s'era ap gli imperiali
prejfato a Qapua col Trincipe di Melfi,& l'abbate di Farfà,intefo il cafo fé
ne andarono in lAbrw^zi , il quale paefe folo,& qualche Terra diVuglia 3
& di Calauria , fi teneuano in nome de Confederati . Queflo fine hebbe la
imprefa del Pregno di T^apoli, difor dinata per molte cagioni, ma condotta al-
l'ultimo precepitio per due cagioni principalmente: luna per le infermità cau
fate in gran parte dall' hauere tagliatogli acquedotti di Toggio Rgale per tor
re a 7<(apoli la f acuità del macinare, perche l' acqua fparfa per il piano no' ba-
ttendo ejfito corroppe l'aria , onde i Francefi intemperanti , & impatienti del
caldo fi ammalar ono.aggiunfe fi la pefleja contagione della quale penetrò per
alcuni infetti di pefle mandati sìudiofaméte da Tripoli nello efferato, l'altra
che Lautrech,il quale kaueua menati di Fràcta la maggior parte de capifpe-
rimentati nelle guerre-aerando piu,che non era conueniéte ; ne fi ricordando
ejjèrgli stato di foco honore lf batter e, quando era alla difefa dello Stato di Mi
lanoyfcritto al fuo BgÈcbe impedirebbe a* nimici ilpaffodel fiume dell'addai
tfl L I B K.0
haueua in queflo affé dio fcrittogli molte uolte y che piglerebbe 7{apoli:per>
t Lautrcch cf0 per non fare da fé sleffofaljò ìlfuo giuditio y flette oflinato a non fi leua-
biafi mato. yc contra*i parere degli altri Capitani y che uedendo il campo pieno d'infermi
tà lo configliauano a ritirarlo a Capua y o in qualche altro luogo faluo : per
che hauendo in mano quafi tutto il Pregno non gli farebbe mancato ne uetto
uaglie y ne danari y & harebbe confumato gli Imperiali yà quali mancaua
«.. ,. ogni co fa. *jN(on erano in queflo mezo siate le co fé di Lombardia fien^a tra.
Santolo in vaglio; perche S.Tolo raccolti le gentiy& de proui filoni delle uettouaglieypr e
Lombardia, fedi la dal To alcune Terre y & Caflella occupate prima da Antonio de Lc~
uà ; che a tre d' \Agofto era alla Torretta y attendendo a conducere più uetto-
uaglie poteua in Milano ; perche in tutto lo Stato erano fi trifle le ricolte yche
tra giudicatoci fiuffe dauiuereper otto mefi (blamente per gli huominì del
paefe : poi fi ritirò a Marignano > non potendo anche per mancamento di da**
nari fopraftare molto in quel luogo : nel quale tempo il Duca d'orbino era
ancora a Breficia y& ' San Tolo a Caflel nuouo di Tortona: onde uenutoa
• . Tiacen^a fi abboccarono agli undici dì a Monticelli in fui TÒ 3 douefì con-,
chiufic y che gli efferati fi uniffero intorno a Lodi • Taf 6 poi San Volo il To
preffo a Cremona y fendogli comportato tacitamente a Tiacenza y che hauefi-
fé barche per fare il ponte ; & però ^Antonio de Leuay che haueua il Tonte a
Cafciano y & afua diuoiione Carauaggio y & Treui y leuò il ponte y & ab-
bandonò i luoghi di Ghiaradadda y come prima anche haueua abbandonata
*h(ouara ; ma in Tauia haueua mejfo i feti ecento fanti y & in Sant'Angelo
t Num e ro cinquecento • Haueua San Tolo quattrocento lance y cinquecento caualli leg
ci #-m. * gieri ymille cinquecento fanti Tedef chi a pagamento y ma in numero per la
negligènza fu a y & per la fraude de'miniflrifuoi molto minore ; per i quali y
& per gli altri Tede fichi y & Sui-^eriy fhe s'afpettauano y haueuano con-
uenuto iVinitiani di pagare ciafeuno mefe a San Tolo dodicimila ducati , &
trecento Sui^zeri pagati a Turea per nouecento y & tremila fanti Francefi:
haueuano i Vinitiani trecento h uomini d'arme y mille caualli leggieri y & fei
mila fanti : & il Duca di Milano più di dumila fanti eletti : il Leua quattro
mila Tede fichi y mille Spagnuoli y tremila Italiani y & trecento caualli leg~>
gii ri . Tuffarono le genti de' Collegati Adda y & s'unirono a uentidue dì
d'Agcfìo y slando ancora fiermo Antonio de Leua a Marignano» Da quello
Gio . dì Nal- alloggiamento mandò il Duca d'Vrbino a Santo Angelo tremila fanti y &
do morto. trecento e auaUi leggieri con fei cannoni fiotto Giouanni di Ivaldo y che nello
accampar fi fiu morto da una artiglieria rpcrò ui andò egli in per fona y& l'ot**
tenne . Alloggiarono il uigefimo quinto dì d'Agofto le genti de' Collegati a
San Zenone in fui fiume del Lambro y propinquo a due miglia & me%pa
Marignano : a uentifette paffato Lambro s'accoflarono a Marignano yi qua
li aaojlànd'ofi , gli Spagnuoli fi ritr afferò in Marignano a uno riparo uec-
DECIMO ^OT^O. iféf
chio , & dopo fcaramuccia di più horeufcirono al largo, <& fi credette uo-
leffero combattere ; & tirato per un bora da ogni banda l' artiglierie, approf^
fimandofi già la notte, fi ritirarono in Marignano , & Biio,^o; & in fui
l'alloggiare il campo V asfaltarono brauamente : il giorno feguente fi ritirò
Antonio de Leua con tutta la gente a Milano, i Collegati a Landriano.Con-
fultojfi poi fé fujfe da tentare di sformare Milano : il che mentre fi pratica-
ti a , andò l'esercito con dijfegno d'entrare in Milano per furto : il che fu in-
terrotto da una pioggia groffa , che impedì per la trifta uia l'andare a Torta
Fercellina , doue s'haueua ad entrare : però efclufi da queflo difegno ,& ef-
fendo referito da chi fu mandato a riconofcere Milano non ejfcre riufcibile
quella imprefa , fi deliberò d'andare per il camino di Biagraffa , che altro non
fipoteua fare , a campo a Tania ,fperando pigliarla facilmente, perche non
u' erano più di dugento fanti Tedefchi , & ottocento Italiani : cofi andando
a Rutila uolta (pinti certi fanti di là dal Te fino fu prefo Vigeuene : & a no-
uè dì di Settembre arriuò San Toh a Santo *Aleffo a tre miglia di Tauiaido Vfgcncut
uè accoftati fi l'uno , &l' altro efferato , foprauenne auifo , che gli mejfe in £rc,j a>f
maggiore difputatione : perche effendo in Genoua la pefle grandiffima , <& c®
per queflo abbandonata quafi da ciafeuno , etiandio quafi da tutti i foldati ,
C^ per ilmedefimo pericolo Teodoro Gouernatore ritiratofiin Caflello, ^An-
drea Boria prefa quefia occafione , fi approffimò alla Città con alcune Galee;
ma non hauendo più che cinquecento fanti , con poca fpèran^a di sforzarla:
ma l'armata Francefe , che era nel Torto , temendo non gli fujfe chiufo il ca
mino di andar fene in Francia, fen^a hauere cura alcuna di Genoua, fi par-
tì per andare uerfo Sauona : doue la prima che arriuaffefu la Galea di Bar-
bigios : onde effendo nella Città pochi foldati , fé bene Teodoro fuffe tornato
ad habitare nel palalo , & il popolo per la ingiuria della libertà data a Sa Genoua 0CClI
nona nimicò al nome di Francia , il Doria hauuta poca refiflent^a,u entro pata dal Do
dentro . Fu cagione di tanta perdita la negligenza , & il troppo prometter fi ria.
del I{e ; perche non penfando , che le co fé fue nel B^gno di 'Napoli cadeffero
fi preflo ; & perfuadendofi, che in ogni cafo la ritirata dell armata a Genoua, J^ ^ Fc? fa*
e^ ld uicinità di San Tolo bàflaffero a faluarla , pretermeffe di farui le prò- ja percjiu di
uifioni necefìarie • Teodoro ritirato nel Caflello dimandaua foccorfo a San Genoua.
Tolo , dando jperan^a di recuperare la Terra fé gli fufìero mandati fubito
tremila fanti ;fopra che cónfultandofitrd Capitani de Collegati , i Francefi
erano difpofli ad andarui fubito con tutto il campo ; & il Buca d'Vrbino mo-
Sifaua , che il proùedere le barche per fare un Tonte in fui Tò , & il pro-
ludere le uettouaglie che bifognauano , era cofa più lunga che non ricercaua
il bifogno preferite : però fecondo il fuo configlio fi rifoluè che Montigian
uoltaffe da sAleffandria , doue erano arriuati, a Genoua tremila fanti Tede-
fchi , & Sui'^eri^i quali di Francia Ueniuano di 'effercitc (dì Santolo :.&
quando
i6o * ■ LI BXO
quando pure non uoleffero andare gli conduceffe in campo y &in cambio lo*
ro ui fi mandaffero tre mila altri fanti y & che intrattanto fi attendere afri,
gnerc Vauia : & i Vinitiani dauano intentione y etiandio in e a fo non fi pi-
gliale y di.foccorrere Genoua con tutte le genti y pur che r eft afferò affair ati
dalie cofe da quella banda. C 'ontinuofji adunque l'oppugnai ione di Vania
per la quale a quattordici erano slati piantati in fui Tejìno di qua nelpiam
f Pauìa bat- dalla banda di fotto none cannoni ad un baflione appiccato con l'^ir^ana
tuta. cfoe jn pocj)e J)0re l0 rouinarono quafi me^o ; e£* di là dal T efino tre cannoni 3
per battere y quando fi deffe l' affalto yuno fianco y che rifonde all' \Ar%anay
& in fu uno Colle di qua dal Te fino cinque cannoni , che batteuano due altri
baftioni ; & al finire del colle tre altre che tirauano alla muraglia ; tutta ar-
tiglieria de' Vinitiani y feruendo l'artiglieria di San Volo per leuare le dìfe-
fe.&il dìfeguente Annibale Cafldlano di Cremona s'era condotto con una.
trincea in fui fofio del Baflione del canto dell'arcana , che era già in terra
più che i due ter^J y in modo che quelli di dentro l haueuano quafi abbando-
nato ; nel qual dì fu morto da una artiglieria . Malatefta da Sogliano con-
M afatefk da dottiere de' Vinitiani . co fi continuato a battere tutto dì, & la notte feguente
^og ìano mor jjprepar^ l%effercìto per dare la battaglia y effendo da ogni banda de tre ba-
stioni gettata muraglia affai : ma uolendo la mattina cattare l'acqua de fojfiy
ui tr oliarono uno muro fi gagliardo, che ui con fumarono tutto il dì y & etian
dio il dì feguente y tanto che l'ajfalto fi prolungò infimo a dì dicianoue y ef-
fendo leuata quafi tutta l'acqua: nel qual dì effendo al princìpio della mat-
tina Jìato prefio il baflione del canto y fi cominciò a dare l' affalto : del quale,
effendo diuifa la gente in tre parti ytoccaua il primo affalto ad ^Antonio da
Caftello con le genti de' Vinitiani yil fecondo a Lorges con quelle di San Vo-
lo y l'ultimo al Caflcllano di Cremona con le genti di Milano y che erano mil-
le dugento fanti ; & il Duca d'Vrbino fi meffe a piede con dugtnto h uomini
d'arme y & affrontò i baflioni y che fi diftftro più di due hore y ferocemente;
effendo alla dife fa dugentoT ede fichi y & ottocento Italiani con pochi Spa-
gnuoli : i quali benché fi port afferò egregiamente , pure perii poco numero
fi defendeuano con difficultd ymaffimamente che l'artiglieria piantata di li
dal T efino Hrifciaua tutti i loro ripari . Fu ferito nell'afialto in una coficia
Pfetro Bfraeo ^ uno fcotP10 dietro da Birago y che morì fra pochi dì y ma non uolle efiere
mono. Iettato di terrà y accioche i fuoi non abbandonafiero la battaglia : & fu feri-
to anche di feoppio Ttetro Botticella y che fi partì dalla battaglia y Capitani
tuttadue dtl Duca di Milano -.finalmente a hore uentidué fi entrò dentro con
foco danno y & con laude grande del Duca d'Vrbino : di quelli di dentro fu-
rono ammalati dafeicento in ottocento faldati y tra' quali quafi tutti i Te-
defehi : ma cominciato ad entrare dentro l' esercito y Galea^^o da Birago
wn tutti i foldati fatui y & molti huomini della Terra fi ritirò in Caftello:
la Città
- « - ■ . r
• ••
-, . •
DECIMO '^0 V^O. Ut
la Città tutta andò a fiacco ,po:o utile per i due ficchi precedenti : il Cafiello + Cartellò di
fi accettò a patti , perciò ira necejfarìo batterlo , & in campo non era mu^ am* - d* *
nitione ; & i fofji largì? ìjjimi , <&■ profondi/fimi da non fi riempiere fi prefio, ■• *
& dentro rifuggitila cinquecento buomini di guerra , i patti furono che gli
Spagnuoli , con l'artiglierie , & munitioni che e* poteffero tirare a braccia,
& ogni loro amefe hauejfero f acuità infieme co' Tedefchi , che erano refia^
ti pochijfimi , d' andar fene a Milano , & gli Italiani in ogni luogo fuori
che Milano , Tre fa Tauia confiliò il Duca d'orbino , che non fipenfajfe a
sformare Milano, perche bifognaua efferato baftante a due batterie , ma .
per fargli danno grande fi pigliaffe Biagraffa , San Giorgio , Monda , e£*
Como ; & che s'attendere al foccorfo di Genoua ; perche fé bene i Tedefchi,
& Sui^eri haueuano rijpoflo a Montigian di uolere andare a Genouatnon- ,
dimeno i Tedcjchi per non effere pagati fé ne andarono a Turea, in modo che \
non ser 'amandato foccorfo alcuno ale 'aflelletto ,doue ^Andrea Doria mina-
va foìlecit amente, però San Volo , che era refiato con centj lance y& dumi-
la fanti partì a uentifette per la uolta di Genoua, paffando il TÒ a Torto sìel-
la in bocca del T efino al camino di Tortona, promettendo di ritornare in die*
tro,fe intendefe il foccorfo effere non riufcibile ,<& che il Duca d'orbino,
in tanto l'aftettaffe in Tauia , al quale erano refiati quattromila fanti de Vi
nitiani, & mille del Duca di Milano , nel qual tempo Antonio de Leua riti-
rato in Milano, prohibì che alcuno non poteffefare pane in cafa , o teneruifa
rma ; eccetto i conduttori di quel datio : i quali gli pagarono noue mefi conti-
nui per ogni moggio di farina tre ducati, co' quali danari pagò tutto quel tem
pò i caualli , & i fanti Spagnuoli , & Tedefchi : il che non folo lo difefe dal
pericolo prefente , ma lo fofienne tutta la uernata futura, hauendo alloggia-
ti i fanti Italiani a J^puara , & in alcune Terre di Lomellina , & per le Vii
le del contado di Milano ; ne' quali luoghi comportò, che tutta la uernata pre
daffero,&taglieggiaffero,Giunfe al primo d'Ottobre San Volo a Gaui, lon-
tano uenticinque migha da Genoua, lafciata l'artiglieria a TS[oui : &ìl dì fé
guente pre fé la l\occacb4 Borgo de Fornari, &fattofì più innanzi uerfoGe-
noua,doue erano entrati fettecento fanti Cor fi, fi ritornò al Borgo de Forna-
ri , non fi trouando in tutto per mancamento di danari quattromila fanti tra
ifuoi , quelli condotti da Montigian, & mille che erano siati mandati dal ca-
po con Incoio Doria ; & quei pochi che gli erano reflati continuamente paf-
fauano in Francia : però dijperato della imprefa , mandò Montigian con tre-
cento fanti a Sauona,doue i Genouefi erano a càpo;ma non ni poterono entra-
re,per che era ferrata con le trincee, & pre fi attorno tutti i paffuritiroffl a die
ci dì d'Ottobre in Meffandria,etpoi a Sena^ara,tra ^leffandria,et Tauia
ad abboccar fi col Duca d' Vrbino,ma re flato quafìfen^a gente: doue còfultan
do le co fé comuni 3il Duca dimofirado, che tra Vinitiani,et il Duca di Mila-
. '•-
\
Ut ' ' L I B ^0
Centf del Le- Milano non èrano re fiati quattromila fanti, &che ^Antonio de Letta baueua
na# tra Milano, & fuori quattromila Tedefchi , feteento Spagnuoli y & milk
quattrocento Italiani ;fì rifoluè di ritirarfi in Tauiay & che San Toh fi riti»'
taffe in *Aleffandria y che gli fu conceduta dal Duca di Milano : ragionando
di foldare tutti nuoui fanti y & poi fi i tempi feruiffero y fare la imprefa dì
Biagrajfa y & di M ortara y&del Cafìello di i^ouara. Succede che a uen»
tuno d'Ottobre > ueduto che Montigian non ui era potuto entrare y Sauonaft
arrendè y in cafo y che fra certi dì nonfuffefoccorfa : però San Volo defidero»
fi difoccorrerlayma hauendo da fé in tutto mille fanti y dimandò tremila
fanti al Duca d'Vrbinoy& al Duca di Milano ; i quali gliene mandarono
filo mille dugento ; in modo y che egli non fi afficurando con fi poco numero di
gente poterla foccorrer e, la lafciò perdere : la quale ottenuta, i Genouefi em»
t Gen ouefi pjrono finito quel Torto difaffi y per renderlo inutile . T^e/ quale tempo di»
guaitanoi jperat0 jeo ^oro fa jy^l^ delfoccorfo y & non hauendo più danari y s 'ar»
uona. rendè a patti racquiflato il Caftellettofu a furore di popolo jpianato da* Geno»
t Cailellerto uefi ,• i quali con l'autorità di ^Andrea Dorìa ftabilirono in quella Citta uno
Frcfo> *^Pia Gouerno nuoùoy trattato prima fitto nome di libertà : lafomma del quale fu
nato a o- ^ ^ ^wo configlio di quattrocento Cittadini fi creajfero tutti i Magifirati,
t And. Dori a C;7* degniti della loro Città ; & il Doge principalmente y e^ ilfuppremo Ma»
ftabilifcc ìn gìflrato per tempo di due anni ; leuata laprohibitione a Gentiluomini y che
Genoua nuo- prima per legge n'erano efclufi : &ejfendo il fondamento più importante a
& la fa libera! confiruare la libertà y chef prouedeffe alle dimfioni de' Cittadini y le quali ui
erano Hate lungamente maggior iy& più pernitiofey che in altra Città d'Ita»
Ha : conciofia che non uifujjè una diuifione fila y ma la parte de'Guelfiy <& la
oppofita de Ghibellini ,• quella tra i Gentiluomini y & i popolari ; anche i
popolari tra loro d'una medefima uolontà ; <&• la f anione molto potente tra
gli adorni y& i Fregofi : per le quali diuifioni fi potcua credere che quella
Città opportuni jfima per il fito y &per la peritia delle co fé naualli allo Impe
fio marittimo fuffe slata depreffay & molto tempo in quafi continua fugget»
tione : però per medicare dalle radici queflo male y (penti tutti i nomi deUefa
miglie y & de' ca fati della Città y ne conferuarono Jolamente il nome di uen»
i-otto delle più illuflri y <& più chiare y eccettuate l'adorna y&la Fregofa ,
che del tutto furono (pente ; a nomi y&al numero delle quali famiglie ag»
gregarom tutti quei Gentìlbitomini y & popolari y che reflauano fen^a no»
me di- cafato ; hauendo rijpetto per confondere più la memoria delle fattioni ,
d* aggregar e de ' Gentilhuomimmlle famiglie popolari y <& de' popolari nelle fit
Nuoue ordina miglie de 'Gentiluomini ,• de feguaci slati de gli ^Adorni nelle cafeebeba-
rióni in Geno ueuano feguitato il nome Fregojò;et cofi per cótrario de' Fregofi in quelle che
oa* errano state feguaci de gli addomi : ordinato ancora che tra loro non fuffe
éiftintione alcuna d'efftreprohibiti più quefii che quegli a gli honoris &
DECIMO X 0 1^0. 14?
a Magi/Irati : con la quale confusione de gli huomini ,<& de* nomi fyeritf
uano confeguire che in progrejjb di non molti anni fi fpegneffe la memoria
pefiifera delle f attioni : rejìando in quel mezo tra loro grandiffima V autorità Grandezza
d'\Xndrea Doria y fen^ail confenfodel quale per la riputatone dell' huo- °el Donai»
moy per l'autorità delle Galee che haueua da Cefare y che ne tempi che non
andauano alle fattioni dimorauano nel Torto di Genoua y & per l' altre fue
conditioni , non fi farebbe fatto deliberatane alcuna di quelle più grauiy efi-
fendo meno molefla la potenza y & grandezza fua\ perche per ordine fuo
non $ amminifirauano le pecunie yne fi intrometteua nella elettionc del Do-
ge, & de gli altri M agr ijìati y & nelle co fé particolari & minori: in mo-
do che i Cittadini quieti y & intenti più alle mercatantie che alla ambinone y
ricordandofi maffimamente de' trauagli y & delle fuggettioni pafjate y ha- f Armata
ueuano cagione d'amare quella forma di gouerno . ^Appicc 'aronfi poi l"ar-> Francefc com
mata Francefe y <&■ quella di ^Andrea Doria tra Monaco y & !S{i7^ay do- batte c6 quel/
Uè una Galea del Doria fu meffa in fondo , *Abboccaronfi y perduta Sauo^ */r Doria •
na y di nuouo il Duca d'orbino y & San Volo a Senare tra *Aleffandria , e£" . to del Duca"
Tauia : doue il Duca con poca fatisi anione di Francefco Sforza y & di San d'Vrbìno , &
T olo y rifoluè d' 'andar fene di là da *Aàda y lafciando al Duca di Milano la^ di San ?°lo.
guardia di Tauia y & confortando San Tolo a fermarfi quella uernata iti
xAleffandria . delle quali cofe non folo fi fatisfaceua poco a' miniflri y ma an^
cora il t{e di Francia y non accettando alcune fcufe leggieri dategli da" Vi- ^ ^ 5" ^ra
nitiani y fi lamentaua fommamente che eglino non haueffero dato foccorjò non fla ^atQ
al Cafìelletto di Genoua y & alla Città di Sauona y la quale i Genoucfi sfa- foccorfa Sa-
fìiauano. Vennero poi a San Tolo mille fanti Tedefchi y co' quali compu- jj°na, & ilCa
tati mille fanti y eh e haueua Valdicerca in L omellina y fi trouaua quattromi- Qenona. '
la fanti. ISfacque in queflo tempo tumulto nel March efato di Saluto y. f Tumulti
perche hauendone prefo dopo la morte del Marche fé Michelantonio Udo- nelMarchefa
minio Francefco Monfignore fuo fratello y che era entrato dentro y perche to dl SaIu*2o
Gabbriello fecondo genito etiandio uiuente il fratello maggiore era ftato
tenuto prigione nella Biocca di I{auel per ordine della Madre y che inpue-
ritia haueua gouernato i figliuoli fiotto titolo y che egli fujfe quafi men-
tecatto y il Caflellano di J^autl lo liberò; però prefa la madre , che lo
teneua prigione acquiflò y accettato da i popoli , tutto lo Stato : del
quale fuggì il fratello, che poco dopo entrò in Carmignuola y & rac-
colte genti roppe poi Gabbriello ♦ 7S[on fi fece più in queflo anno co-
fa di momento in Lombardia y fé non che il Conte di Gaia^zo fior fé. ti-
fino a Milano y perche i Vinitiani non dauanoi fanti promeffxaSanTo- w
lo perla imprefit di Seraualle y Gauiy & altri luoghi del Genouefe: v^f^"*^
tentoffi bene una fattione importante perche Montigian , & Villacer- tano pigliare
ca con dumila fanti y <& cinquanta caualli_y partirono a hore uentidug il Doria.
L, ij
r - -
cfa K/ta<fe fri* figliare Andrea Doria nel fuo palagio y il quale poflo a canto
al mare è quafi contiguo alle mura di Genoua : non bebbe effetto queflo di fé
gno y perche i fanti siracchi per la lunghetta del camino y che è uentidue mi
f ! Palagio di glja non arrivarono di notte y ma che già tra qualche hora di dì > però effen-
Andrea boria ^ \maiQ j[ romor e, Andrea Doria dalla banda di dietro faltato in fu una
daC,Fhanccfi.° barca y campò ti pericolo, &• i Francefi , non fatto altro effetto che focheg-
giato il palagio fallii tornarono indietro : & il Conte di Gaia^o fatta um
mibo fiata tra Milano , & Monda roppe cinquecento T ede fichi y& centi
canotti leggieri y che andauano per farefeorta a uettouaglie ; benché poi man
dato da loro a Bergamo afflifie con le ruberie in modo quella Città y che il Seg-
nato V'mitiano y il quale ihaueua fatto Capitano Generale delle fanterie fuc,
., non potendo più tollerare tanta infolen\ay & atfpritia lo rimoffe ignominio-
famente dagli iìipendij fuoi . J^el qual tempo gli Spagnuoli prefero la Ter
ra di Vigeucne : & il Belgioiefo y il quale era fuggito di mano de' Francefi,
mandato da ^Antonio de Leua con dimila fanti per occupare Tauia di furto,
doue erano cinquecento fanti del Duca di Milano y prefentatofi una notte alle
murafufeoperto, & aflretto a ritirar fi fenza frutto . Soprauennero in quel
di Genoua dumila fanti Spagnuoli y mandati di Spagna da Ce far e per difen-
dere Genoua,o per andare a Milano fecondo fuffe di bifogno: a quali per con
durgli andò il Belgioiofo . Treparauafi San Volo per impedire la uenuta di
quefti fanti y i quali accennauano fare il camino o di Cafc y o di Tiacen^a ;
& inftaua y che le genti Vinitiane fi facefi 'ero forti a Lodi y perche da Mila-
no non fujje fatto lorojpalle : & cer caua anche pervadergli a fare commu-
nemente la imprefa.di Milano y inanimito dalla careflia y & dijperatione di
quel popolo y la quale il Duca d'Vrbino difiuadeua : ma procedevano i Vini-
\ tiara freddi alle fattioni gagliarde y & in queflo tempo molto più ; perche per
lerelationi d'Andrea T^auagiero y che era tornato loro Oratore di Spagna
e . . ■-■ fatte in fauore di C efare y & per qualche pratica che fi teneua in B^pma con
l Oratore Cefareoyerano uaru pareri nel loro Senato yinclinandofi molti a con
Abbate dì Far cordare con Cefare : pure finalmente fu rifoluto continuare la corife deratione
fa fatto prigio collie di Francia.lslel quale tepo il Torniello paffato il T efino co dumila fan
ne ruppe poi tjprcjè Bafignana, & andaua uerfo Lomellina : & l'abbate di Far fa an-
lc genti dato a Crefcentino y luogo del Ducato di Sauoia co' fuoi caualli fu di notte
rotto, & fatto prigione : ma liberato, per opera del Mar che fé di Monfera-
to_t & il Mar che fé di Mus roppe alcune genti d \Antonio de Leua y & tol-
fe.loro l'artiglierie . DubiUiuafi che il Tontefice non inclinafie alle parti
di Cefare : perche il Cardinale di Santa Croce arr inaio a lb{apoli fece li-
• + And.poria £er^re i tre Cardinali , che erano quiui fatichi : & fi diceua che haue-
P^thercolc m eommeffione da Cefare di fare rejìituire Oflia, & Ciuità uecchia per
s'Saocfu 8 opera del quale , hauendone fupplicato al Tontefice t .<And\ ea Doria re-
DECIMO " ^ 0 7^0. I6T
slitta Tortb eccole a Sane fi . Ma fi fco fritta ogni dì più l'animo del Tonte-
fice intento a cofe nuoue y perche per opera fina , benché occultamente y Bru-
cio Baplione tnoleftaua nelle cofe di Veruna Malatefla, benché fitfk a gli + Agguato £
fiipendij fuoi : & intefo il Duca di Ferrara efjere uenuto a Modonay tentò ^r^Pn§10ne
pigliarlo nel ritorno a Ferrara con uno agguato di dugento cauallì fatto da Fcrrara.
'Paolo LwT^afco alla cafa de Coppi nel Modonefe : ma non ejfendo partito il
Duca la cofa fi fcoperfe . T^on era in quefio tempo il Bearne lS[apoletano
per la rotta de3 Francefi liberato interamente dalle calamita della guerra :
perche Simone Romano raccolte di nuouo genti haueua prefo ls(auo y Orio-
lo ,& ^migdalaray Terre pofle in fui mare nel braccio dell' ^Appenino ; &
unitofi con lui Federigo Caraffa mandato dal Duca di Grauina con mille fan
ti, & molti altri del pae fé haueua efferato non contemnendo : ma dopo la uit
toriadegli Imperiali intorno a TS(apoli abbandonato dalle genti del Duca
di Grauina facch eggiat a Barletta, nella quale Citta fu intromeffo per la
Fiocca fi fermo quiui y tenendoji nel tempo medefimo per i Vinitiani Trani
guardato da Camillo , &■ Monopoli guardato da Giancorrado tuttadue della
famiglia degli Or fini : uennonui poi B^n^o da Ceri , & il Trincipe di Melfi
coìimille fanti ; i quali effendofi ridotti tra lS(ocera y & Gualdo > & poi par-
titi fi per comandamento del Tonte fice y il quale non uoleua offendere l'animo
de' uincitoriy imbarcatifi a Sinigaglia fi conduffero per mare a Barletta con
intentione di rinouare la guerra in Tuglia y cofa deliberata con confentimen-
to commune de' Collegati : perche l'efferato Imperiale fuffe necejjìtato a fer-
mar fi nel B^egno di IS^apoli infrno alla Trimauera : al qual tempo fi ragiona-
va di fare per la fialute commune nuoue prouifioni: però il I\e di Francia
mandò a Bycn^ofoccorfo dì danari > & i Viniticni defiderando il medefimo ,
etiandio per ritenere più facilmente con gli aiuti degli altri le Terre occupa-
• te nella Tuglia y offeriuano d' accommo darlo di dodici Galee : ma infilando il
I{e che e/fi t'annafferò y & che la fpefa fi computaffe negli ottanta mila du-
cati y a' quali erano tenuti per la contributione promeffa a Lautrech 3 non
udiuano : il B^e d'Inghilterra promettala di non mancare delle proui foni or-
dinarie : & i Fiorentini s'erano compofìi di pagare la ter^a parte delle
genti u haueua condotte B^en^o . 7s(ow erano pronti ad eftinguere quesìo
incendio gli Imperiali occupati in efiìgere danari per fatisfare a fbldati de
pagamenti decorfii ; le quali effattioni per fare più facili y & per affair a~
re il Bearne con gli efiempi della feuerità y fece il Trincipe d'Oranges de-
capitare pubicamente in fu la pia^a del mercato di T^apoliydouera la Federigo Gac
pefte grande y Federigo Gaetano figliuolo del Duca di T r aietto y &Hen- tano,&i!Du
vico Tandone Duca di Bouiano nato d' una figliuola di Ferdinando uecchio Scapitar*"0
I{e di f^apoli y & quattro altri l^apoletani y ufando ancora fimili fup-
plitij in altri luoghi del B^egno ; col quale effempio fp attentati gli animi di
L iij
« V V *- X J-» !■}
ciafcuno , procedendo contro, gli adenti y che haueuano feguitato i Francefi,
c£* confifcando i loro beni li componcuano poi in danari , non pretermettendo
Ducato di Bo accetbitd alcuna per effigeme maggiore quantità potefsero. lequali cofc tut-
uìano dato al t? fitrattauano da Gieronimo Morone , al quale in premio dell'opere fue fu
fiorone. fonato il Ducato di Bouiano. ^dggiunfefi a quejli mouimenti che nell'^Abru^
%i Gianiacopo Franco entrò per il ì\e di Francia nella Matrice y che è uicina
all' ^Aquila, per il che tutto il paefe era folleuato : & nell'aquila. fi iiaua
con foretto > doue era Sciarra Colonna ammalato con feicento fanti • Tro-
uedeuano anche i Finiti ani le co fé di Tuglia y & mandando per mare alcu-
+ L 2n4 de' V n* cauaM leggieri per fornire Barletta ; parte de' legni y che gli conduceua-
nìtiani carichi no y dettero a trauerfo nella piaggia di Barletta y & di Trani y doue il Pro-
di caualli dan ueditore loro annego y che era montato in fu uno batello : i caualliy de' quali
no a trauerfo. era cap0 Qiancorrado Orfinoymal trattati dettero nelle mani degli Imperia-
li : & Giampaolo da Ceri y che roppe prefso al Guaflo y reflò prigione del
Mar che fé. Dette fi nella fine dell'anno l'aquila alla Lega per opera del
a'coScaì VcfC0H0 * quella CittdyCrdel Conte di Montorio & d'altri fuorufeiti a che
dette cau fai' efs ere male trattata dagli Imperiali. Seguita l'anno mille-
M.D.XXIX. cinquecento uentinoue yìiel principio del quale cominciò ad apparire qual-
che inditio di dìfpofitione da qualunque parte alla pace, dimoftrandofi di uo-
Trattanif nti lerla trattare appreffo al Tontcfice: perche fapendo fi che il Cardinale di San-
ai pace ta Croce y ( cefi era il titolo del Generale Spagnuolo ) andana a Bgma con
mandato di Ce fare a potere conchiudere la pace y il I{e di Francia che ne ha-
ueua fommo defiderio fi>edì il mandato a gli ^Ambafciadori fuoi y & il I{e
d'Inghilterra mandò Jimbajciadori a B^oma per la medefima cagione . le
quali pratiche aggiunte alla sìr accheti de' Trìncipi faceuano che i Colle-
gati alle prouifioni della guerra procedeuano lentamente : perche & in Lom
bar dia era il maggiore penfiero, fé gli Spagnuoli uenuti a Genoua harebbono
f acult à di p affare a Milano y donde per mane amento di danari erano partiti
quafi tutti i Tedefchi: a quali códurre andato il Bclgioiofo co cento caualli in-
fimo a Case pafiò di quiui feonofeiutoa Genoua: onde conduffe i fanti a Sauona
per r accorre cinquecento fanti uenuti di nuouo di Spagna & sbarcati aVil-
Dclibcrationi Ufranca . Manel Pregno di IS^apoli dubitando gli Imperiali y chela ribel-
rialf ne"Re- ^onL dell' ^Aquila & della Matrice, & la tefia fatta in Tuglia non partorii
gno di Napo- fero cofa di maggiore momento y deliberarono uoltare all'efpugnatione di
Ti. quei luoghi le genti y che haueuano : però fu deliberato che il Marche fc del
Guaflo andaffe co' fanti Spagnuoli alla ricuperatione delle Terre di Tuglia ,
Y Marchete & // Principe co fanti Tedefchi andaffe alla ricuperatione dcll\Aquilay &
fonato alla re ^e^a Matrice : il quale come s'accoflò aW aquila 3 quelli che n'erano den-
cupcrationc tro fi ne ttfc irono y & Oranges compofe la Città y & tutto il fino contado in
della Puglia, centomila ducati y tolta ancora la e affa d'argento y la quale Luigi decimo l\e
DECI mo 'i^c; i^O, I S7
di Tranciai) aueua dedicata a San Bernardino, di quiui mando gente alla Matrice abbi I
Matrice, doue era a guardia Camillo Tardo con quattrocento fanti, il donata dal ^
quale fé neraufcito fochi dì f rima con promeffo di tornare : ma o temendo dardosa
perche non uera uino, & tolto l' acqua,ér difcordia tra la Terra & i fanti,
o per altra cagione, non folo non ui torno, ma non mando anche loro tutti i da
nari che gli mandarono i Fiorentini per fomentare quel luogo .pero ,i fan-
ti fene ufcirono per le mura ,&la Terra fi arrendè . per i quali fucceffi co fi
proceri fi temeua che Oranges non paffaffe in Tofana a injìan^a del Pon-
tefice; il quale liberato di pericolo fifiìma , benché brieue infermità , non Promette de!
defifieua di trattare , & di dare fiieran-^a a ciafcuno: perche a Tran- Papadicom*
cefi prometteua adherire alla Lega, fé gli era reftituita I{auenna, & porfico'CoU
Ceruia ; componendo etiandio con honefte conditioni coy Fiorentini, & col e&atì"
Duca di Ferrara ; il quale nel pagamento de' danari fatto prima a Lautrech,
haueua affermato pagargli perjua liberalità , non già perche fuffe obligato ,
non hauendo il Tontefice ratificato. Da altra parte haucndo ricuperato, ben ......
che congroffi beueraggi , per la commejfioné portata dal Cardinale di Santa
Croce, le Foriere d'Oflia, & di Ciuitd uecchia ; haueua pratiche più occul-
te, & più fidate con C efare , trattando più infieme le cofe particolari , che le
uniuerfah della pace , le quali cominciaua no ad hauere più fegreto , & più
fondato maneggio . Ma in Tuglia queflo era lo sìato delle cofe. Teneuafi Le cofe di Pu
Barletta per il l\e di Francia , nella quale era I{enzo da Ceri , & con lui il glia in che ter
Trincipe di Melfi, Federigo Caraffa, Simone Bimano, Camillo Tardo, '«ine fi tro-
Galea^o da Farnefe , & Ciancorrado Orfino, & il Trincipe di Stiglia- ua^ero«
no. Teneuano iVinitiani Trani , Tulignano ,& Monopoli; hauendo in
quefii luoghi dumila fanti , & feicento Cappelletti , de" quali ne erano in
Monopoli dugento : teneuano anche il Torto di Bieftri : ma a quefle genti
il %e di Francia mandata che hebbe da principio picciola quantità di dana-
ri , non faceua alcuna prouifione , ne haueua accettati i corpi delle dodici
Galee offertigli da' Vinìtiani ; de quali fi roppono nella {piaggia di Beflrice
tre Galee , or una Fuflagrojfa , che andauano a prouedere di uettouaglie
Trani , & Barletta : & in più uolte ne haueuano perdute cinque ; ma ricu-
perata l 'artiglieria , & gli altri armamenti. Teneuafi ancora per iFr an-
ce fi il monte di Santo ^Angelo , T^ardoa in terra d'Otranto*, & Cafro , do-
ue era il Conte di Dugento : & facendo la guerra con gli huomini del Bg-
gno ,&conle for^e del paefe erano adunati in uarij luoghi molti ribelli di
Cefare , & molti , che feguitauano come foldati di uentura la guerra fola- p y 4 .
mente per rubare: onde era più che non fi potrebbe credere mifer abile la ^faic!^™
conditione del paefe ,fottopofto tutto a ruberie , a prede , a taglie ,&ad in- f Braurc df
cendij da ciaf cuna delle parti . ma più che d'altri erano famofe le incurfio- Simone Ko •>
ni di Simone Bimano , il quale correndo co fuoicaualli leggieri, & con du- mano? ;
L iitj
163 L I B JiO
gerito eh: quanta fanti per tutti i luoghi e ir collanti conducala fpcfjb in Barici
ta befiiami , frumenti y & altre cofe di ogni forte : tal uolta u fendo con ma?
gioì e numero di fanti y bora per furto , bora per for^a facebeggiaua quefic
& quell'altra Terra , come accadde di Canofa: nella quale Terra entrato
di notte con le fé ale la fudigiò , & ne meno molti caualli di quaranta buo-
mini (Tarme atteggiati nei Caflello . Fatalmente il Mar che fé del Guaflo non
Marchete del tentata E arietta, T erra- forti jf 'ma y & ben fortificata fi pofe del mefe di Mar
Guaito j> acca campo a Monopoli con quattromila fanti Sparlinoli y & dumila fanti
\ìt Italiani y dotte era Camillo Orjino y <& Giouanm Vittimo Troucditore : per-
che i Tedefcbi in numero dumila cinquecento fermatifi mia \Abrw^x.i ricu-
far olio d'andare in Taglia y & alloggiò in una ualletta coperta dal monte in
modo non poteua ejfere ojfefo dall'artiglierìe della Terra : nella quale F^en^o
mando ftibito in fu le Galee trecento fanti . Ha Monopoli y Terra di circui-
to pie doli fimo, limare da tre bande y & di uerfo la Terra è la muraglia di
trecento o trecento, cinquanta paffi col feffo intorno : rincontro della mura-
glia fece il Mar che fé uno baftione mano a un tiro d'archibufo y & due altri
in fui lito del mare y uno da ogni parte y ma quejìi tanto lontani che batteua-
no il mare y&la porta dì uerfo il mare3per impedire che le Galee non ni met
teffero foccorfo o uettouaglia . dette al princìpio d' ^Aprile il Guaflo l' affilio
a Monopoli , doue perde più di cinquecento b nomi ni y & molti guaflatori y
rotti tre pe^i d'artiglieria y & fi difeoflò un miglio & me^zo y perche l'ar
Rotta data al tiglieria della Terra gli danneggiati a affai : onde i Vinitiani ufeiti fuorafeor
Guaflo lotto fono tutti i baflionifuoi y ammalando piti di cento b nomini y bauendo affi-
Monopoli. curato il Torto con un baftione fatto in fui lito a rincontro di quello degli ni-
mici . ^Accoftoffi di nuouo il Guaflo a Monopoli y dotte faceua due caualieri
per battere per di dentro y & trincee per condurfi in fu fofii y e^ riempiergli
con feicento carra di fafeine : ma poco poi ufeiti di Monopoli dugento fanti
abbruciarono il baftione : & accoftatojì con una trincea al diritto della batte
ria y & fatta un altra trincea al diritto degli alloggiamenti Spagnuolì lon-
tana al fojfo un tiro di mano y & di dietro a quella fortificato uno baftione ,
ut piantò fu l'artiglieria y & battè fejfanta braccia di muro d'intorno a quat
tro braccia da terra: ma intefo che la notte n'erano entrate nuoue genti man-
. .. r date da F^w^o y ritirò l'artiglieria y <& finalmente y effendo la fine di Mag-*
fi foia da Mo £;'° * ne ^ai0 & camP° • Seguitarono & mentre sìauail campo a Monopoli ,
nopoli- e^ dopo la ritirata y uarie fattioni & mouimenti : perche & quelli di Bar-
letta faceuano prede & danni grandiffimi y & i fanti che erano nel monte di
Santo ^Angelo y de' quali era capo Federigo Caraffa y prefero San Seucroy<&
foccorfa la Terra di Vico y coftr infero gli Imperiali a leuarne il campo. ^An-
dò poi il Caraffa per mare con uentifei itele a Lanciano, dotte erano alloggia-
ti cento feffanta buominì d'amie : & entr atout per for^a > ne menò trecen-
DECIMO 7{0 7^0. it><)
to cauallì da fattìone > & molta preda y non ui lafciando alcuno prefidio •
Faceuano anche molti fuorufciti danni grandiffimi in B afili cata : per le qua-
li diffitultÀ fi ifnpediua molto agli Imperiali l'effigere le impofitioni : ne è
dubbio che fé il ì{e di Francia haueffe mandato danari y & qualche foccor-
fo y che partano per tutto il Bggno fucceduto nuoui trauagli y per i quali fa-
rebbe siato al meno implicato l'efferato Cefareo alla difefa delle cofe proprie:
ma non poteuano finalmente genti tumultuarie y <& collettive r, & fen^afoc
corfo o rinfrefcamento alcuno > perche folo i Fiorentini dauano a ì\en-zo qual
che fuffidio yfare cofe di momento gr aride : an%i il Duca di Ferrara dinego a
B^nfo dimandargli per mare quattro pe^id' artiglierie : & già in Bar-
letta cominciaua a mancare frumento y & danari : &■ circa feicento rebelli
affediati dal Viceré della prouincia di Calauria in Montelione neceffitati ad
arrender fi y per non hauer e ne munitione yne uettouaglie y furono condotti
prigioni a l<lapoli, fidarono poi il Trincipe di Melfi con l'armata, <&• Fe-
derigo Caraffa per terra y a campo a Malfetta , Terra già del Trincipe y do-
tte Federigo combattendo fu ammalato d'un fiiflo : onde il Trincipe fide- Federigo Co-
gnato y sforata la Terra la fucheggiò ifimile infortunio accadde a Simone r mort0'
Fumano y perche emendo l'armata Vinitiana y la quale da catto d'Otranto in-
fefiaua tutto il paefe y accoflatafi a Brindi fi y & pofie gotti in terra con <,.
le quali era Simone Fumano , occuparono la Citta : ma combattendo la mano mortÓ
Fiocca y Simone fu morto d'una artiglieria . Mentre che nel Pregno fi traua-
glia con uarij fucceffiynon slauano quiete le cofe di Lombardia y perche San ProgrcfFiHi
Toh alla fine di Mar^o prefe perforya Seraualle y&la Forte^a s'accor- San Pol° »n
dò di slare neutrale : ina emendo i nimici rientratiui di notte di furto yfi teme- Lo,nt3^rc*ia*
uà non potere più impedire agli Spagnuoli il camino per Milano : maffima-
mente che ogni digli diminuimmo le genti per mancamento di danari yhauen
donc pochi dalì\e y<& di quelli come Capitano di pochiffvmo gouerno y Ri-
dendone una parte per per fé y un'altra parte era fraudata dà miniflri. Di-
fputauafì tra il Fg & i Vinitiani quale imprefa fujfe da fare ; c^ /'/ I{e infia-
la di Genoua per la importanza di quella Citta, maffimamente afferman-
do fi già per co fa certa che Ce far e yp afferebbe la slate projfima in Italia : &
perche il I\e ueduto i Vinitiani non l'hauere mai aiutato ne afoccorrere y ne
a ricuperare quella Città , non oflante fi fuffero feufati y allegando effere
slato romore della uenuta in Italia di nuoui Tedefchi, dubitaua non fuffe
molefla loro la uittoria di quella imprefa : ma i Vinittani allegando effe-
re refiata ad ^Antonio de Lena pochiffvma gente y & offerendo y acqmfta-
to che fuffe Milano y mandare le genti alla effugnatione di Genoua y fi de-
liberò fare con fuo confentimento la imprefa di Milano con fedici mila
fanti , prouedendo ciafeuno alla metà . Fu quefia deliberatone fatta di
170 L I B t^U
y Nucua de- Mar 7^0 y & ajfcntc il Duca d'Vrbino y il quale per tefferft approfìimaù a*
[fbcrationdd confimdel j^egno il Vrincipe d'Oranges >& i fanti Tedefcbi, s'era quafi
r ì>*«,^- conti a la uolontà de' Vinitiani ridotto nel fuo Stato : ma i Vinitiani lo con-
aiarci ìmprc % ini ;•/
fa di Milano, ducerò di nuouo con Le conditioni mcdejime ; le quali haueuano prima otte-
Duca d' Vrbi nute da loro y il Conte di V'itigli ano y <& Bartolomeo. dì \Aluiano ; &gli man
no, £c . ?n? darono trecento caualìi y & tremila fanti per fua difefa y come erano tenu-
? Ianus Frc- tl > & dettero il titolo di Gommatore a Ianus Fregofo . Erano nell'efferci-
spCo goucina to Vinitiano feicento buomini d'arme y mille caualli leggieri y & quattromi
core de' Vini- la fanti y benché fujfero obligati a tenerne dodici mila : il quale efferato pre-
riani. ^ ^ ^Q fò tf^Aprile Qafciano per for^a y&la Bgcca a diferetione: & *An
tonio de Leua y <& il 1 * orniello ufeiti di Milano per diuertire y non battendo
fatto effetto alcuno y fi ritirarono . Succedette la paffata de' fanti Spagnuo-
li del Genouefe a Milano y per la quale impedire s'erano fatte tante prati-
che y & tante confiate : perche batte fido creduto San Volo y & i Vinitiani y
che tent afferò di paffare per il Tortone fé y & l \Aleffandrino y partiti da Vo-
ltaggio prefero per ordine del Belgioiofo camino più lungo per la montagna
di Viacen^a y & luoghi fudditi alla Chic fi ; & effendo ucnuti a Var^i nella
montagna predetta y non oflante che San Volo inniajfe in là centocinquanta
caualli y & deffe auifo del camino loro a Lodi ; & alle genti de Vinitiani , i
quali per ouuiare mandarono parte delle loro genti al Buca di Milano y ma
piu tardi un giorno di quello s che era necefjarioy & minore numero di quel-
lo y che haueuano pmnejjò : paffarono di notte il VÒ a direna y feruiti di na-
ni di Viacen-^ay non fi potendo piu ouuiare l'unione loro col Leua y che per
n . • , facilitarla era uenuto a Landriano y dodici miglia da Vania : douc unitifi con
delle cole de* ^Hl * & coiulottijì a Milano y effendo fi poueri d'ogni cofa y che fi conueniua
Collega ti fa loro il noyne di bifognofo y accrebbero le calamità de' Milane fi y {fogliando -
Lombardia, gli infimo per le Strade * Cofit reftarono nani i difegni de Frane e fi y & de
Vinitiani di tutta la uernata y che erano slati d'impedire la paffata di quefli
fanti y pigliare Gatti y & i luoghi circoflantiper conto di Gettona y & Casèy
che facetta danno grande a tutto il paefe . . Vrcfe ancora ^Antonio de Leua a
patti Bina fio: ma l'cjfere. siati gli spagnuoliaccommodati di barche da Via-
cenza y & il crederfi che non fi farebbono moffi yfe non haneffero bauuto cer
te^a di potere in cafo di neceffità ritirar fi in quella Città y aggiunto a molti
altri inditij y ac ere fretta a* Collegati il fojpetto y & maffimamente ueduta la
refiitutione delle forteT^e y che il Vontefice non fuffe accordato y o per ac-
cordare con Ce fare : il quale battendo uolto y benché occultamente y tutti i
fuoi penficri a ricuperare lo Stato di Firenze yfe bene aggirandogli Oratori
Di egnidc^ Francefitencffc norie pratiche y & ptoponeffe uarie fperan-^e aloroy& a
metterei fuoi gli altri confederati d'accordar]} alla Lega; nondimeno y parte mouendolo
io Firenze. il timore della grandezza di Ce far e y & la profferita de' fuoi fuc ceffi y par."
fé lo jperare di indurre più facilmente lui , che non bar ebbe indotto il I\e di
Francia ad aiutarlo a rimettere i fuoi in Firenze, baueua maggiore inclina-
tione a C efare , che al I\e di Francia : defideraua ancora eflremamcnte , per
facilitare quefto difegno y tirare afua diuottone lo Stato di Terugia : però fi
credeua che fomentale Braccio Baglione y che tutto dì tentaua nuoui traua-
gli in quei confini : per il quale fofpetto Malate/la dubitando y mentre slaua
dfoldi fuoi y dibauere ad ejfere opprejfo con il fuo fauore yglipareua necef-
fario cercar fi d'altra protettone : & però mojfo o da quefla cagione yo da cu-
pidità di maggiori partiti y o dall'odio antico y negaua di ricondur feco pre-
tendendo non ejfere tenuto all'anno del beneplacito ; perche diceua non appa-
rirne frittura , benché il "Pontefice affirmajfe y che gli era obligato: però
trattando di condurfi col I{e di Francia y & co' Fiorentini y & lamentandoli
etiandio di pratiche tenute dal Cardinale di Cortona contra lui ; & d'una let
ter a y che baueua intercetta , del Cardinale de' Medici a Braccio Baglione ;
ma il Tonte fice uolendo per indiretto interrompere quefla condotta y prohi-
bì per editti publici y che niuno fuo fuddito pigliale ferina fua licentia foldo
da altri Principi yfotto pena di confifcatwne ; nondimeno non reflò per que-
fto Malatefla di condurfi : al quale i Fr ance fi fi obligarono di dare dugento Mala tetta co-
caualli y dumila feudi di prouifione y l'ordine di San Michele 3& dumila fan *jotto daj Rc
ti in tempo di guerra : & i Fiorentini gli dettero titolo di Gouernatore y du- da'Fiore min*
mila feudi di prouifione y mille fanti in tempo di guerra y cinquanta caualli contra la vo-
al figliuolo fuo y &■ cinquanta al figliuolo di Oratio y & cinquecento feudi lontà del Pa-
per il piatto di tuttadue : prefero la protettone del fuo Stato y e^ di Perù- Pa*
già : & tra il I\e di Francia y & loro cento feudi il me fé a tempo di pace per
intrattenere dieci Capitani : pagauangli i Fiorentini anche dugento fanti
per guardare Perugia:& egli s'obligò ne' bifogni loro d'andare aferuirli co
mille fanti foli 3 non hauendo etiandio le genti promejfe da' Francefi. Que- , .
reloffi molto apprejfo al Bg di Francia il Pontefice di quefla condotta y co- duole del^Re*
me fatta direttamente per impedirli di potere difyorre a fuo arbitrio d'una c'habbia con
Citta fuddita alla Chiefa : l'animo del quale non uolendo il Kg offendere di f- dotto a> fuoi
ferina il ratificarla : & il Pontefice per queflo fyerando di poterne rimuoue- hPc"dl j Ma
re Malatefla y lo perfuadeua che continuajfe l'anno del beneplacito: & nel
tempo medefimo fomentaua occultamente Braccio Baglione y Sciarra Colon-
na y&i Fuorufciti di Perugia ; i quali raccogliendo gente s'erano accampa-
ti a Torcia ; co fé tutte uane ; perche Malatefla era deliberato non continua-
re negli ftipendij del Pontefice : & aiutandolo feopert ■ amente i Fiorentini y
non temeua di quefli mouimenti ; li quali conofeendo il Pontefice non baflare p a- a \
alla fuaintentione prefio celiarono . l^onlafciaua anche il Pontefice slare papf contra
quieto il Duca di Ferrara y tanto alieno dalle conuentioni fatte in nome del ì\ Duca di Fer
Collegio de Cardinali con lui, che ejfendo meato di nuouo il Vefcouado di rara*
172 L I B 2^0
Modona perla morte del Cardinale da Gon^ga ,promeffo al figliuolo del
Duca in quella conuentione 3 lo conferì a uno figliuolo di Gieronimo Moro-
ne; cercando per la dinegatione del poffejfo occafione di prouocargli contro
quello miniflro d'autorità appreffo all' efferato Imperiale . Tenne ancora
prati capermelo d'VbertodaGambaraGouernatore di Bologna con Gie-
ronimo Tio d'occupare peggio: del quale il Duca peruenutogli inditio di qm
Sìa pratica 3 fece pigliare il debito fupplicio • Trattaua anche di ricupera^
re furtiuamente I\auenna> cofa che medefimamente riufeì uanamelqual
Vcfeouo di tempo inclinando ogni dì più con l'animo alle parti di Qefare , & effendo
Vafonc man- giacon fa jn pratiche molto frrette 3 mandò il Vefcouodi V afone fuomae-
s Celare. ^ro ^ cafa a ^Ul • ^-uuocò in I\uota la caufa del diuortio d'Inghilterra 3 co^
fa che harebbe fatto molto innanzi 3 fé non l'hauejfe ritenuto il rijpetto della
bolla 3 che era in Inghilterra in mano del Campeggio . perche effendo augu-*
meniate le co fé di Ce far e in Italia , non folamente non uolendo offender-
lo più 3 ma riuocare loffie fa che gli haueua fatta 3 deliberato etiandio innan-
7^1 che ammalaffe d'auuocare la caufa 3 mandò Francefco Campana in In-
ghilterra al Cardinale Campaggio 3 dimoftrando al J\e. mandarlo per altre ca
gioni 3 pure attenenti a quella caufa 3 ma con commejjìone al Campeggio 3
che abbruciaffe la bolla : il che benché differiffe d'effequire per effere fopra-
uenutala infermità del Tontefice 3 guarendo poimeffe ad effetto il coman-
damento fuo .però il Tontefice liberato da queflo timore 3 auuocò la caufa
con indegnatione grandiffima di quel F(e3ma(j:Mamente quando dimadàdo la
bolla al Cardinale intefe quello che nera fucceffo . partorirono quefle cofe la
, rouina del Cardinale Eboracen fé : perche il Re prefupponeua l'autorità del
cenfe'perfecuì Caydwale effere tale appreffo al Tontefice 3 che fé gli fuffe fiato grato ilma-
tato dal Red' trimonio con .Amia 3 harebbe ottenuto tutto quello 3 che haueffe uoluto : per
Inghilterra la quale indegnatione aperti gli orecchi alla inuidia3& alle calunnie de*
morto. j]wi amerfaYij ■ toltogli i danari 3 & le robbe fue mobili di ualuta immode-
rata 3 e^ delle entrate Ecclefiafliche lafciatagli una picchia parte 3 lo relegò
al fuo Vefcouado con pochi feruidori : ne molto poi o per hauere inter-
cede fue lettere al Bg di Francia3 o per altra cagione infiigato da' medefimi;
i quali per certe parole dette dal I{e 3 che dimoftr aitano defiderio di lui 3 te-
„ meuano che egli non recuperale la priftina autorità 3 lo citò a difendere una
finoìaVortu- accufatione introdotta contra lui nel configlio Fregio: per la quale ejfendo mtk
na5& Pinuidia nato alla corte come prigione 3foprauerattogli nel camino fiuffooper fdegno,
nelle Corti, o per timore morì il fecondo di della fua infermità : efi 'empio a' tempi twflri
memorabile di quel che poffa la fortuna 3 c^ la inuidia nelle Corti de' Trin-
Alteratone f ^ # Succedette in queflo tempo in Firenze nuoua alter atione con detri-
Capponì in mento grande di quello gouer no contra T<[iccolo Capponi Gonfaloniere 3quaft
Firenze. alla fine del fecondo anno del fuo Magiflrató, concitata principalmente
deci mah ^ o v^o. Wi
dalla inuidia d'alcuni cittadini principali ; i quali tifarono per occafione Ufo-
fpetto nano >&la ignoranza della moltitudine . Haueua Incoio battuto
in tutto il fuo magiflrato due obietti principali: difendere contra la inuidia
firejca quelli , che erano siati honorati da' Medici , an^J che co' principali
di loro fi communicaffero , come con gli altri Cittadini , gli bollori, & i con-
figli publici: & nelle cofe che non erano di momento alla libertà, non esacer-
bare l'animo del Tontefice: co fa l'una,et l'altra molto utile alla B^publi camper
che molti di quei medefimi,che come nimici delgouemo erano perfeguitati, ef
fendo ficuri, & accarezzati ,farebbono flati congumtijjìmi con gli altri a
conferuarlo Rapendo maffimamente , che il Tonte fice per le cofe fuccedute
ne' tempi, che fi mutò lo Stato , haueua mala fatisfattione di loro : <& il
Tontefice fé bene defiderafìe ardentiffimamente il ritorno de' fuoi , pure non
frouocato di nuouo haueua minore caufa di precipitar fi, & di querelarli, co-
me continuamente faceua con gli altri Trincipi : ma a quefle cofe s'opponeua •
Xambitione d'alcuni , i quali cono fendo , fé erano ammeffi nelgouerno quel- ■
li, che erano siati amici de' Medici , b uomini fèn^a dubbio di maggiore
fperienxa , & ualore j douere reflare minore la loro autorità , non attende- '■
nano ad altro , che a tenere la moltitudine piena di foretto del Tontefice^
& di loro ; calunniando il Gonfaloniere per quefle cagioni, & perche non ot-
tenere la prorogatane nel Magiflrato per il ter 7^0 anno, che non hauefie l'ani
mo alieno quanto ricercaua l'utilità della Bgpublica , da' Medici , dalle quali
calunnie egli non fi commouendo , & giudicando molto utile che il Tontefice
non fi ejfafperafie , lo intratteneua con lettere , <& con imbafeiate panata-
mente ; pratiche però non cominciate ne profeguite ferina fizputa fempre
d'alcuni de' principali , & di quelli , che erano ne' primi Magiflrati , ne ad
altro fine che per rimuouerlo da qualche precipitatione : ma eflendogli per
cafo caduta una lettera riceuuta da l{oma nella quale era qualche parola da Lettera ca<?u«.
generare fofpetto a quelli che non fapeuano l'origine , & il fondamento di ta a Nicolo
quefle cofe , & peruenuta nelle mani di alcuni di quelli , che rifedeuano nel CaPPom»
fupremo Magiflrato , concitati alcuni giouani feditiofi occuparono con l'ar- . Tumulto
me il Talagio publico* ritenendo quafi come in cuflodiail Gonfaloniere: jn Firenze.
& chiamarti Magiflrati, & molti Cittadini quafi tumultuofamente deli-
berarono , che fuffe priuato del Magiflrato : la qual co fa approuata nel con-
figlio maggiore fi cominciò poi a cono fiere legitimamente la caufa fua , &
afioluto dalgiuditio fu congrandiffimo h onore accompagnato alle cafe fue
da quafi tutta la nobiltà : ma furrogato in luogo fuo Fr ance fio Carducci fin- Fracefco Car
degno , fé tu riguardi la ulta pafiata , le conditioni fue ,&i fini praui , di ducei Gonfà-
tanto konore. Cominciarono in queflo tempo le cofè di Lombardia di nuouo 1Pnier^rro
a trauagliarc , efiendo a uenti fette d \Aprile pafiato. San "Polo il Tò a Va- p0ni *"
Un%a -, per la pafiata del quale gli Imperiali abbandonarono il Borgo a Bafi-
174 L I B J^O
Guido Rango gnario , & laTieue al Cairo : di quiuimandò Guido longone con parte del-
d^SanPotoa t,cffercito*Mortara, che era forte per fojfì doppi Sfianchi , & acqua:}
M o r tara. c[u^1 h attendo la notte piantato l'artiglieria fen^a prouifione di gabbioni 3
trincee y &fimili preparamenti furono in fui dì asfaltati da quelli di dentro,
che fecero loro danno afiai y & inchiodarono due pc^jci d'artiglierie y con
f Guido bia pericolo di non le pigliare tutte y non fenica carico di Guido ; benché alquan-
ti maio. t o indijpofto del corpo y che non fi fufìe trouato prefente quando fi piantaro-
no . Era allhora in Milano mala prouifione y ma non erano migliori quelle
de' trance fi y & de^Vinitiani ; che ricercando, & dólendofi l'uno dellaltroy
non faceuano alcuna prouifione : onde tra l'altre difficultd nafceua ne* Colle-
gati qualche dubbio che il Duca di Milano ueduta la poca foranea che gli
reflaua d'hauere con le forile y & aiuti loro a ricuperare quello Stato, noti
faceffepe r me%o del Morone qualche concordia con gli Imperiali . Ma era-
J^3"^01111 noipenfieri deludi Francia indiritti tutti alla pace, diffidandofi di potere
altrimenti ricuperare i figliuoli : alla quale ejjèndo anche inclinato Cefare,
erano tornati di Spagna due huomini di Madama Margherita y mandati a
queflo effetto da lei y con mandato ampliamo in lei per fare la pace : di che
effendo certificato il Bg da un fuo Segretario y quale per quefia cagione hd-
ueua fedito in Fiandra y dimandò a Collegati y che anche effi mandaffero i
mandati : & effendofi {piccato con l'animo effettualmente da tutte le pro-
uiftoni della guerra y cercando pure tirare a fé qualche giuftificatione fi la-
mcntaua ychei Vinitiani ncufauano contribuire a' danari per la paffatafua:
i quali fé bene da principio l'haueffero slimolato caldamente y paffando Ce-
fare ya paffare i&ilBgbaueffe offerto di farlo con dumila quattrocento lan
ce y mille caualli leggieri y & uentimila fanti y in cafo che i Confederati gli
àeffero danari per pagare oltra quefti mille caualli leggieri y & uentimila fan
tiy<& concorrefjbro alla metà della jpe fa dell' artiglierie y nondimeno poi qual
SanPo^^^ San Volo in queflo tempo sformò con quat-
to siPoppu- tro cannoni Santo angelo, doue erano quattrocento fanti ; poi fi uolfea
gnaiionc di San Colombano per aprir fi le uettouaglie di Viacen^a y che s'accordò : &
Mnano. ^^ j- Mliano ejjere qmttr ornila fanti y ma molti ammalati y uolfe il pen
fiero all'oppugnatone di Milano. ^rrendeffiaduediMaggioMortara a
San Toh a dìferetione y battuta in modo che non poteua più difender fi: &
il T orniello lafciata la Terra di l^ouara y ma non la I{occa y doue meffe pò-,
eh ijfifM fanti y fi ritirò a Milano y in modo che gli Imperiali non teneuano di
Duca d'Vrbf ^dal TefinoaltrockeGMa>&'la Biocca di Biagr affa ybauendo San Volo
no, &S.P0I0 *pche prefalaT{occa diVigeuene:a)idòadiecidìaÌTonteaLocaperunir-
dcterniinano // al Borgo a San Martino co' Vinitiani . *Arriuò poi il Duca d'Vrbìno al-
d MCÌlniFarfl ^^Clt0:^mmtì tnfieme a parlamento a Belgioìofo y determinarono nel
a Mi ano. configlio ccmmHne d'accampar fi a Milano con duteffer citi da due parti; ^
; -tv
éefmih Santolo fatato ìlTefiw \
dì medefimo andaffero i Vinitiani al Borgo di San Martino lontano da Mi-
Uno cinque miglia , affermando i Vinitiani bauere dodici mila fanti , <&
San Volo otto "col quale doueuano unirfi.i fanti del Duca di Milano : perà
San Toh pafiò il Tefmo ; & bauendo trouata la Terra di Biagraffa abban-
donata, ottenne per accordo la Hgcca; <&< ejfendo alloggiato San Volo a
Cacano a otto miglia di Milano , parlarono di nuouo il ter^p dì di Giu-
gno a Binafco : nel qualluogo effendo certificati che i Vinitiani non haueua-* j
no la metà de dodicimila fanti, a! quali erano tenuti per i capitoli della con- j
federatane , & querelandofene grauementc San Volo ,fu deliberato d'ac- j
coflarfi con un campo folo a Milano dalla banda del Lazzaretto , non ofian-
técheM Conte Guido diceffe che Antonio de Lena, il quale non teneua al-
tro cbc Milano , & Como , ufaua dire che Milano non fipoteua sformare fé
non con due campi : ma pochi dì poi mutata fententia y congregati i capi del-
l'uno & l'altro efferato in Lodi y il Duca di Milano y & il Duca dYrbino,
benché prima haueffero fatto infranga y che sandaffe a campo a Milano yet
diffuafo l'andare a Genoua , configliarono il contrario, allegando il Duca
dYrbino per quefla nuoua deliberatione molte ragioni ; ma principalmente ,
che poi che Cefare fi preparaua a paffare in Italia y per il quale condurre f h Dorìa
era partito con le Galee il Doria agli otto di Giugno da Genoua, & che sin- parte conjc^
tendeuachein Germania fi faceua preparatane di mandare nuoui Tede- duarre^eerr^"
fchi in Italia fiotto il Capitano Felix y non fapeua quello che fuffe meglio o pi in Italia#
gliare Milano y o non lo pi?liare : allegauanfi da lui quefie ragioni y ma fi DiTcorfi del :
credeuache perfuadendofidouere fuccederelapaceychefitrattaua in Fian- ^^J^
drayhaueffe dimoflrato al Senato Vinitianoyil quale fortificata Bergamo yef- ™>^
fere inutile fendere per la ricuperatane di Milano ila fomma del fuo con-
figlio fu, che le genti de Finiti ani fi fermaffero a Cafciano y quelle] del Du-
ca di Milano aTauia, &SanToloa Biagraffa; attendendo a uietare con
cauaUi , che in Milano non entr afferò uettouaglie , doue fi slimaua fusero
ter mancare prefio ; per eh e era feminata picei oliffima parte di quel conta-
do . 7{on potette San Tolo rimuouerli da quefla fenten^a , ma non appro-
uh già il fermai fi col fuo efferato a Biagraffa, allegando che ad affamare
Milano bafiaua che le genti Vinitiane fi fermaffero a Monda , le Sforxe-
fche aTauia & aVigeuene \\ & >chc ill{e lo siimolaua , in cafo non san-
daffe a campo a Milano ,di farelaimprefadi Genoua , la quale haueuain^ CefareFre
animo di tentare con celerità grande ,ffer andò che in affentia del Doria, Ce- gofb accorda
fare Fregofo, che era accordato col fy diFranciatTefferneGouernatoree^, ?«^#*i
& non il padre, limiterebbe con pochi fanti. Iquali progreffy, & »fi- {ólédi Gen0.
pere quanto fuffero diminuiti di fanti , haueua afjicurato in modo contorno, m ^ fl *
de Lena del pericolo di Milano ycheéglìmmto Filippo n 'ornièllo coi ipochi prende.
11 T°r" m Io caua^ » & trecento fanti a ricuperare \ouara , mentre che ìFrancefi , ^
uarau CM ° ' Vmitiani erano tra il Ttfino, & Milano : il quale entrato per la I\pcca,che
fi tcncua per loro , ricuperò 1S{oiiara y & poi ufo fuori co:: le genti a preda-
re y & r accorr e uettouaglie . ma accadde che ejfendo ufeiio della Biocca y &
andando per la Terra il Caftellano di Ts{puaray due faldati Sforrefibi, &
tre di Js^ouara , che erano nella Fiocca prigioni y ammalati con aiuto d'al-
cuni y che lauorauano nella I{occa y & prefi certi fanti Spagnuoli , ly occupa-
rono , f}erando effere foccorfi dafuoi ; perche il Duca di Milano ,come heb-
be intefio la partita del T orniello da Milano , dubitando di istouara, haueua
mandato a quella uolta Giampaolo fuo fratello con non picciolo numero di ca-
ualli ,& di fanti , che già era arriuato a Vigeueneima il T orniello come
feppe il cafo della B^cca , tornò fubito a Ignara, <& con minacci & con pre
par at ione di dare l' affatto ,jpauentò in modo quei foldati Sfor^e fichi, che pat
tuita fiolo la fiua fialute fenica curar fi di quella de 'JS(ouarefi , che erano con
loro , arrenderono la Fiocca . Deli ber ojjì adunque di infefiare Milano con le
genti de ' Vinitiani& del Duca di Milano y benché il Duca d'Vrbino dijfie,
che per efifiere più uicino allo Stato de Finitiani non fi fermerebbe a Mon-
da ,maa Cafciano : & San Volo , il quale era alloggiato alla Badia di Bi-
boldone , deliberò di tornare di la dal To per andare uerfio Genoua : con que-
llo configlio andò ad alloggiare a Landriano lontano dodici miglia da Mila-
no tra le strade di Lodi & di Tauia : & uolendo andare il dì feguente , che
era il uigefimo primo di Giugno y ad alloggiare a Lardirago alla uolta di Ta-
uiaymàdò innàri l' 'artiglierie y&i cariaggi ,& la Vanguardia, & egli partì
più tardi con la battaglia , e>- col retroguardo : iÌLeua auifato dalle {pie del
ritardare fuo & della partita dell' antiguardia ufcì di notte di Milano con
la gente incamiciata : egli , perche haueua già lungamente il corpo impedi-
to da dolori , armato in fu una fedia portato da quattro huomini : & giun-
ta a due miglia di Landriano , andando fien^a fuoni di tamburi y intefo dal-
le fòie San Volo non effere ancora partito da Landriano y accelerato ilpajfo
gli affaltò innanzi [ape {fero la fiua uenutay e {fendo già il primo {quadrone
de Francefi fiotto Gian Tommafioda Gallerà caminato tanto innanzi che
non era a tempo al fioccorfio de 'fimi : & benché San Volo {per andò in dumi-
la cinquecento Tedefichi y che haueua fimontato a3 piedi , combatte fie ualoro
famente y cominciarono effi nondimeno fatta leggiere difefiaa ritirar fi ,ma
furono fofienuti da Gian Gieronimo da Caftiglione y & da Claudio longone
capi di dumila Italiani y che combatterono egregiamente : ma alfine uoltan-
dole (palle icaudli&i Tede fichi, gli Italiani fecero il medefimo; & San
San Po!o,& Toh rimontato a cauallo , uolendo paffare una gran f offa refio prigione, &
altri Capi pri con lui Gian Gieronimo da Cafiiglione , Claudio longone, Lignach, Car-
pioni dd Leua bone j & altri capi di importanza : le genti furono rotte > & prefi molti at-
- . . ualli
DECIMO!^ 0 ?^ 0. 177
uaMy& ì cariaggi qua fi di tutto l' effer cito, & tutta iy artigli ari a :faluaronfi
quafi tutte le lance , & il Conte Guido con la V 'augnar dia : & fi ridurrò a
Tania , £7- dì quiui al principio della notte a Lodi ; fi impauriti y che furono
per romper fi da loro medefimi, & ne reflarono affai in camino ; & i Capitani
fifeufauano per non fi effer e pagate le genti 3dtlle quali le Francefife ne ritor- '
narono tutte in Fràciaicofi pofitte l'armi quafi per tutta Italia per gli infelici
fuccejfi delle genti de' Francefili penfieri de Trincipi maggiori erano miti * Princìpi voi
agli accordi : de' quali il primo , chefucceffe yfu quello del Tontefice con Ce- tl * ^,or^°T
fare y che fi fece in Bar^alona molto fauoreuole per il Tontefice y o perche Pontefice con
C e far e de fiderò fi ffrmo di p affare in Italia cere affé di rimuouerfi gli ofiacoli , Celare m Bar-
parendoglihauere per q^ueflo rijpetto bifogno dell' amicitia del Tontefice, o zalona,&loro
uolendo con capìtoli molto larghi dargli maggiore cagione di dimenticare caPltoJatloni'«
l'offe fé hauute da' fuoiminìfiri , & dal fuo efferato. Che tra il Tontefice
& Cefare fuffe pace & confederatone perpetua . Concedeffe il Tontefice il
pafio per le Terre della Qhiefa all'esercito Cefareo , fé uolefie partire del ì\e
gno di lS{apoli : Cefare per rifletto del matrimonio nuouo , & per la quiete
d'Italia rimetterà in Firenze il figliuolo di Lorenzo de' Medici nella medefì-
ma gr and e^a che erano i fuoi innanzi fuffero cacciati yhauuto nondime-
no ricetto delle ff e fé farà per la detta refiitutione , come tra il Tapa & luì
farà dichiarato , Curerà il più prefio fi potrà o con l'arme o in altro modo
più conueniente che il Tontefice fia reintegrato nella pofieffione di Ce\uiayet
di B^auenna , di Modona, di Reggio , & di tubiera fen-^a pregiuditio delle
ragioni dello Imperio y & della Sedia *Apofìolica . Concederà il Tontefice,
rihauute le Terre predette a Cefare per rimuneratione del beneficio riceuuio
la inuefiitura del I{egno 'Napoletano , riducendo, il cenfo dell! ultima inuefii-
tura a uno cauallo bianco per ricognìtione del fendo , &gli concederà la no
mìnatione a uno cauallo di uentiquattro Chiefe Cattedrali y delle quali era in .
controller fia y refiando al Tapa la diffofitione delle Chiefe che non fufiero di
Tadronato y & degli altri benifiàj . // Tontefice y <& Cefare quando paf*
fera in Italia , fi abbocchino infieme per trattare la quiete d'Italia, &> la
pace uniuer fiale de' Chriftiani y riceuendofi l'uno l'altro con le debite & con-
fuete cerimonie , & honore . Cefare ,fe il Tontefice gli domanderà il brac-
cio fecolareper acquifiare Ferrara , come auuocato , protettóre , & figliuo-
lo primogenito della Sedia ^Lpoflolica gli affifterà infino alla fine con tutto
quello che farà alihorain f uà f acuità y &conuerranno infieme delle ffefe y
modi, & forme da tener fi fecondo la qualità de' tempi , & del cafo . // Ton
tefice,& Cefare di commune con figlio penferanno a qualche me^oe perche
la caufa di Francefco Sforila fi uegga digiuflìtia legitimamente , & per giù
dici non foretti y accioche trouatolo' innocente fia reflituìto : altrimenti Ce-
fare offerifceicheybenchela.diffofitionè del Ducato di Milano appartenga a
M
I?3 L I E '^ 0
lui , ne difyorra con configlio , & con confentimento del Tonteflce , & ne in-
uefiirà per fona che gli fi a accetta o ne difyorrà in altro modo, come parrà
più fpediente alla quiete d'Italia . "Promette Ce fare che Ferdinando l{e di
angheria fuo fratello confentird che uiuente il Pontefice , & due anni poi,
il Ducato di Milano piglierd i Sali di Ceruia , fecondo la confederation e fat-
ta tra Cefare & Lione , confermata nell'ultima inueflitum del F^egno di ls(a
poli , non approuando perciò la conuentione fattane col ]\e di Francia , <&
fenica pregiuditio delle ragioni dello Imperio , & del $e dì angheria. T^on
poffi alcuno di loro in pregiuditio di quefta confederatane quanto alle co fé,
d'Italia fare leghe nuoue , ne ofieruare le fatte contrarie a quefta : poflìna
nondimeno entrami i Finiti ani Jafciando quello poffeggono nel Pregno di T^a
poli , & adempiendo quello a che fono obligatt a Cefare ,& a Ferdinando
per l'ultima confederai ione fatta tra loro, & rendendo Rguenna & Ceruia ,
rìferuate etiandio le ragione de' danni & intere (fi patiti per conto di quefle co
fé . Faranno Cefare & Ferdinando ogni opera poffihile perche gli hereticifi
riduchino alla uera uia , & il Pontefice tiferà i rimedtj fpirituali : & Pian-
do contumaci, Cefare & Ferdinando gli sforeranno con l'arme, ejr ti
"Pontefice curerà che gli altri Principi Chriftiani uaffiftino fecondo le for^e
loro . l<(on riceueranno il Pontefice , e^ Cefare protettone difudditi , uaf-
falli, & feudatari] l'un dell' altro , fé non per conto del diretto dominio , che
haut fiero fopra alcuno ,ne fi cftendendo oltra quello : & le puotcttioni altri
menti prefe fi intendino' derogate in fra uno me fé . la quale amicitia,& con-
giuntione perche fuffe più Viabile la confermarono con Hr etto parentado, pr a
mettendo Cefare di dare per moglie Margherita fua figliuola naturale , con
+ Margherita d0te fa entrata di uentimila ducati l'anno ad ^Aleffandro de' Medici , figlino-
' plmola dl ~e lo di Lorena già Duca d'Vrbino , al quale il Pontefice difegnaua di uolgere
per moglie ad là grandezza fecolare di e afa fua : perche nel tempo che era slato in perico-
Aleflandro de* lo di morte haueua creato Cardinale Hippolito figliuolo di Giuliano , Con-
Medi ci. uennero nel tempo medefimo in articoli ftparati . Concederà il Pontefice a
Cefare ,&al fratello per difenderfi contra Turchi il quarto delle entrate de'
benefica' Ecckfiaflici nel modo conceduto da Adriano fuo predecejfore. Jlf-
foluerà tutti ostelli , che in l\oma o in altri luoghi hanno peccato contra la Se
dia xApofiolica ,& quelli che hanno dato aiuto , configlio , &fauore, o che
fono slati partecipi o hanno hauuto rate le cofe fatte, o approuatele tacita-
mente o efpreffamente o prefiato il confenfo : ls[on hauendo Cefare publicato
la Crociata concedagli dal Pontefice meno ampia che l'altre concede innan-
zi , il Pontefice eflinta quella ne concederà un'altra in forma piena & am-
.'t , pia, come furono le concedute da Giulio, & da Leone Pontefici. Il quale accor
do , fendo già rifolute tutte le difficultà , innanzi fi sìipulaffe , foprauenne
a Ctfarel' auifo della rotta di San Toh: & ancora che fi dubitaffe che per
•
■ •
DECIMO ^ 0 V^O. 179
vantaggiare le fve conditìoni voleffe variare delle cofe ragionate , nondime*-
ho prontamente confermo tutto quello che s'era trattato, ratificando il mede-
fimo dì che fu il uigefimo nono di Giugno innanzi all' altare grande della Chic
fa Cattedrale di Bar^alona con folenne giuramento . Ma con non mino- Pliche deli*
re caldera procedevano le pratiche della concordia tra Cefare , & il I{e t?c?r .*\
di Francia : per le quali poi che furono venuti i mandati 3fv deflinato Cam- & Francia.
Irai 3 luogo fattale agrandiffime conclvfioni 3 nel quale fi abhoccaffero Ma- t Cambra!
dama Margherita 3 & Madama la Reggente madre del Kg di Francia3sìu- *uo§° &fate *
diandofi il t\e con ogni diligentia , & arte 3 <& con promettere ancora quello ^ra n i ' ^ mi?
che haueva in animo di non offeruareagli Imbafciadori de Collegati d'Ita-
lia,per eh e il Re di Inghilterra confentiva a quefìi maneggiai no fare concor
dia con Cefarefen^a còfenfo, et fatisfattione loro-.perche temeva che infofyet
titi della fva volontà , non prevennero ad accordare feco 3 & cofi di non re-
careefclufo dati 'amicitia ditvtti : però fi sformava perfvadere loro di non Re d'InghìU
fperare nella pace 3 anzi h avere volto ipenfieri alle provifioni della guerra ; terra nò ìper*
[opra le quali trattando continuamente . haueua mandato il Vefcouo di Tar- do neIIa. Pace
ha in Italia con commeffione di trasferir fi a Vinegia3al Duca di Milano > J^Ver" M
a Ferrara <& a Firenze per praticare le cofe appartenenti alla gverra3 & diTarba.
promettere che paffando Cefare in Italia 3 pafferebbe anche nel tempo mede-
fimo con efferato potentijfimo il P\e di Francia 3 concorrendo per la loro par-
te alle prouifioni neceffariegli altri Collegati : & nondimeno fi slrigneva con
tinvamente la pratica dell'accordo 3 per la quale a fette dì di Luglio entra-
rono per di ver fé porte con gran pompa tuttedue le Madame in Cambrai: &
alloggiate in due cafe contigue che haueuano l'adito dell'una nell'altra, par-
larono il dì medefimo infieme 3 & fi cominciarono per gli agenti loro a trat-
tare gli articoli 3 efftndo il t\e di Francia 3 a chi i Vinitiani impauriti di qve-
fla congivntìone facevano grandiffime offerte 3 andato a Compiegni per effe-
re piv preffoa rifolvere le difjicvltà3 che occorreffero . convennero in quel
luogo non folamente le due Madame 3 ma etiandio per il Re d'Inghilterra il Principi con-
Vefcovo di Londra , <& il Dvca di Svffolc : perche col confenfo , & partici- "cnutl m Ca~
patione di qvelFg fi tenevano quefie pratiche; & il Tonteficeuiman- care la pace. *
dò l' jlrciuefcouo di Capua : &u 'erano gli Imbafciadori di tutti i Colle-
gati ,• ma a quefti riferiuano i Fr ance fi cofe diuerfe alla verità, di quello
che fi trattaua 3 effendo nel F{e o tanta impietà o fi folo il penfiero dello
intereffe proprio , che confifieva tutto nella ricvperatione de' fvoi figli-
uoli 3 che facendogli infiamma grande i Fiorentini, che fegvitando l'ef-
fempio di quel che il Bg Luigi fvofvocero & anteceffore h aveva fatto l'an-
no mille cinquecento dodici , confentiffe , che per falvarfi accordaffero con Rifpoftadd
Cefare, h aveva ricvfato, promettendo che mai non conchiuderebbe l'accor- Re di Francia
do fen^ainclvder veglia che fi trovava preparatiffimo afarelagverra, co- a fI0rcnt""»
M ti
*
m
l$o ' - L I B ^0
me anche nella maggiore sìrette^a del praticare prommetteua continua-
mente attutigli altri. Sopr attenne a ucntitre di Luglio l'auifo della capi-
tolatane fatta tra il "Pontefice & Cefare , & ejìendo molto sìretta la prati-
ca y fi turbò in modo per certe diflìculta 3 che nacquero fopra alcune Terre
della Francia Contea 3 che Madama la Reggente fi me fi e in ordine per par-
tir fi : ma per opera del Legato del Tontefice 3 e^ principalmente dell' lArci-
Pace conclufa uefeouo di Capua fi fece la conclufione 3 ancora che efiendogia conclufa il Bg
in Cambrai. ^ fr£cja promettere le cofe medefime che haueua prima promefie à Collega
ti. Finalmente il quinto dì d'^igofìoft publicò nella Chiefa maggiore di
Cambrai folennemente la pace > della quale il primo articolo fu : Che ifigli-
lace traCe uo^ ^ %? fufiw° liberati pagando il Bg a Cefare per la taglia loro uno mi-
fa re, & il Re 'Itone 3 <& dugento migliaia di ducati 3 & per lui al Rg di Inghiltera dugento
di Francia, mila . j\eftituire a Cefare tra fei fettimane dopo la ratificatone tutto quello
pofiedeua nel Ducato di Milano : lafciargli A sii 3 & cederne le ragioni: la-
nciare più preflo potefse , Barletta 3 & quello teneua nel Bggno di'\apoli.
Trotcflare a! Vinitiani 3 che fecondo la forma de* Capitoli di Cugnach , re-
Hituifsero le Terre di Puglia 3 & in cafo non lo facefsero 3 dichiararfi loro
nimico 3 ejr aiutare Cefare per la ricuperatone con trentamila feudi il me fé y
&■ con dodici Galee 3 quattro Is^aui & quattro Galeoni pagati per fei me fi .
Tagare quello che era in fua poffan^a delle Galee prefe a Portofino 3ola uà
luta y defalcato quello che poi hauefftroprefo Andrea Doria o altri minifiri
di Cefare . abolire 3 come prima erano conuenuti a Madril 3 la Superiori-
tà di Fiandra & d'^Artois & cedere le ragioni di Tornai y e^ d'Arazzo .
^Annullare ilprocefso di Borbone 3 & rtfiituire Ihonore al morto 3 &i beili
a fucce fiori y benché Cefare fi querelafse poi che il Fg fubìto che hebbe ricu-
perati i figliuoli li tolfe loro . Si reftituifsero i beni occupati ad alcuno per con
io della guerra o a fuoi fucce fiori : il che anche dette a Cefare caufa dique-
. . r rela : perche il I{e non reflituìi beni occupati al Principe d'Oranges . S'in-
tende fiero eflinti tutti i cartelli & etiandio quello di liberto della Marcia ♦
i?- ^opre Fu comprefoin quefta pace per principale il Tontefice 3 &ui fu inclufo il Du
Celare e il Re ^a di Sauoia generalmente come fuddito dello Imperio y fyetialmente come
di Francia. nominato da Cefare:& che il F{e non s'hauefse a trauagliarepiu in cofe d'Ita
Uà ne di Germania infauore d'alcuno 'Potentato in pregiudido di Cefare 3ben
che il Bg di Frància ajfermafse ne' tempi feguenti non efsergli prohibito per
quefta concordia di ricuperare quello che il Duca di Sauoia occupaua delP^e
gno di Francia, & quel che pretendeua appartenetegli per le ragioni di Ma
dama la Figgente fua madre. Vi fu ancora un capitolo che nella pace fi ìnten
de fiero inclufi i Vinitiani & i Fiorentini 3 in cafo che fra quattro me fi fu fie-
ro delle differente loro d'accordo con Cefare 3 che fu come una tacita efclu-
fione3 & ilfimile il Duca di Ferrara. T^e de' Baroni &Fuorufciti del Bggno
4 il
- ,■
I .
.:■.-:
D E CI MO ■■ 7s^ 0 7^ 0. I8l
■di Trapali fu fatto m catione alcuna, il B^ fatto l'accordo andò fubitoa
C ombrai a infilare Madama Margherita : c^ non effóndo però al tutto idi M Re fchìua il
atto tanto brutto fen^a ucrgogna 3 fuggi per qualche dì con uarij fubterfu- ^°*P e"° de g*f
gij il conjfretto & l'audienza degli Ambafciadori de' Collegati : a* quali poi d^Colleaat*"
finalmente 3 uditi in diffr arte 3 fece feufatione , che per ricuperare i figliuoli t II Refi feu
non haueua potuto fare altro : ma che mandaua l Ammiraglio a Ce fare per & con gli Im-
beneficio loro , & dando altre uane ffreran^e , promettendo a Fiorentini di j^fo^ori del
preflare loro , perche s'aiutaffero da gli imminenti pericoli y quarantamila con Celare3
ducati y che riufeirono come l' altre promeffe : & dimoftrando farlo per loro
fatìs fattone dette licenza a Stefano Colonna, del quale non intendeua piufer-
uirfì y che andaffe agli ìiipendu' loro . Le quali cofe mentre che fi trattaua- -StatoxfenVco
no y Antonio de Lena haueua ricuperato Biagraffa, & il Duca d'orbino iedìLombàr
flandofi nell'alloggiamento di Cafciano : & attendendo con numero incredi*
bile diguaftatori a fortificarlo configliaua fi teneffe Tauia y & Santo An-
gelo , allegando l'alloggiamento di Cafciano effere opportuno afoccorrere Lo
di , & Tauia . Ando poi Antonio de Lcua a En^ago a tre miglia di Ca-
/ciano , donde continuamente fcaramuci au a con le genti Vinitiane : & ■ulti-
mamente da En^ago a Vaurio per correre nel Bergamafcoo per effergli sìa •• ■. ■ ■ : ■
te rotte l'acque da' Vinitiani . Entrò il Viftarino, in quefìo tempo in Valen- ..
\a per il Caftello 3 & roppe dugento fanti che n'erano: &gia erano arriua- tra in Va^éz^
ti di Luglio per mare a Genoua dumila fanti Spaglinoli per affrettare la uenu & rompe ioo
ta di Cefare , il quele fubito che hebbe fatto l'accordo col Tontefice commèf- fonti,
fé al Trincipe d'Oranges y che a requifitione del Tontefice affaltaffe con
l'efferciro lo Stato de' Fiorentini : ilquale uenuto all'Aquila racccoglieua a' Cefare impo-
confini del J\egno le genti fue ; ricer collo inftantemente il Tontefice che paffaf # Orango ^
fé innanzi : perciò il Trincipe fen^a le genti l'ultimo dì di Luglio andò a l{o- che affalta lo
ma per sìabilire feco le prouifioni;doue dopo uarie pratichete quali tre uol- Srato di Firea
te furono uicine alla rottura per le diffidata che faceua il Tapa allo ffrenderc ze*
compofero finalmente y che il Tontefice gli deffe di prefente trentamila duca-
ti y & in breue tempo quarantamila altri y perche egli a ffrefe dì Cefare ri-
duceffe prima Terugia 3 cacciatone Malatefla Baglione s a ubbidienza della.
Qhìefa : poi affaltaffe i Fiorentini per reflituire in quella Citta la famiglia
de Medici y co fi che il Tontefice riputaua facilifjima, perfuadendoft che ab-
bandonati da ciafeuno haueffe fecondo la confuetudine de' fuoi maggiori più
preflo a cedere 3 che a mettere la patria in fommo y & manifefliffimo perico-
lo . però raccolfe il Trincipe le fue genti y le quali erano tremila fanti Tede- c . , . ,
/chi, ultime reliquie dì quelli 3 che erano & di Spagna col Viceré, &di cipe d'Orarl-
Germania con Giorgio Fronffrergh paffati in Italia $ <&• quattromila fanti oes.
Italiani non pagati fiotto diuerfi Colonnelli y Tierluigi da Farne fé yil'Qonte di
San Secondo , <gj* // Colonnello di Marcio, & Sciarra Colonna :&ilTon-
M iij
181 L I B \ O
tcfice cauò di Caflel Sant'agnolo per accommodarlo tre cannoni, & alcuni
altri peigi d'artiglierie : <&* dietro a Oranges haueua a uenire il Marche fé
del Guaflo co' fanti Spagnuoli 3 che erano in Tuglia . Ma in Firenze era de-
liberatone molto diuerja3&gli animi oflinatiffimi a difender fi : la quale per
tire fu cagione di co fé molto notabili pare molto conueniente defcriuere par-
ticolarmente il fito della Citta .
Le quali co fé mentre da ogni parte fi preparano , Ce far e partito di Bar^i
Iona congrofj'a armata di 't^aui 3 & di Galee : in fu la quale erano mille ca-
miti y & nouemila fanti ; poi che non fin^a trauaglio, & pericolo fu siato
Cefare a Ce- in mare quindici dì arriuò il duodecimo dì d'*Agojlo aGenoua; nella quale
nooa. Chtò hebbe notitia della concordia fatta a Cambrai : & nel tempo medefi-
mo pafiò in Lombardia a gli sìipcndij fuoi il Capitano Felix con ottomila
Tede/chi . Spaiientò la uenutafua con tanto apparato gli animi di tutta Ita-
lia , già certa d'ejfergli slata lafciata in preda dal F{e di Francia : però i Fio-
iHorcndni0 ^èètìnì sbigottiti in fu primi auifigli eltjfero quattro ^imbafeiadori de prin
quattro eletti' opali della Città per congratularfifeco della uenutafua 3 & cercare di coni-
si Celare. porre le cofi loro : ma poi ripigliando continuamente animo moderarono le
commeffioni , riflrignendofi filo a trattare fico de gli intereffi fuoi 3 & non
delle differente col Tontefice iterando chea Ce far e per la memoria delle co
fèpafiate 3 & per la pie dola confidenza 3 che fileua ejferetra i Tontefici,
&gli Imperatori fujfe molefla la fua grandetta; & poco haueffe a defide-
rare 3 che non aggiugnejfe alla potenza della Chiefa l'autorità 3 & le for^e
dello Stato di Firenze . Dijpiacque molto a Vinitiani 3 che effendo i Fior ca-
tini Collegati con loro haueffero eletto al commune nimico 3 finita loro parti-
cipatione, ^Ambafiiadori : '& fi ne lamento anche il Duca di Ferrara 3 ben-
Pnncipi d'Ita cjoe fegU\ian^0 l'ejfempio loro uè ne mandò anche egli finitamente : & i Vi-
Ambal'cia^do- W*tóf confentirono al Duca di Milano 3 chefacefie il mede fimo : il quale mol
ri a Cefare. to innanzi haueua tenuto occultamente pratica col Tontefice 3 perche l'accor
d'affe con Cefare ; conofeendo etiandio innanzi alla rotta di San Volo potere
Jperare poco nel I{e di Francia, & ne' Vinitiani ♦ Fece Cefare sbarcarci
t Spagnuoli feriti spagnuoli che haueua condotti fico a Sauona , & li uoltò in Lombar-
venun con Ce ^ ^ p^J^ Antonio de Leua ufiiffe potente in campagna : & haueua offer
aaSauona.Can° to di sbarcargli alla Spetie per mandargli inTofcanaima al Tontefice per
la impreffione 3 che s' haueua fatto non paruero neceffarie tante for%e 3 defi-
derando maffimamente per confiruatione del paefe non uolgere finta bifo-
giio tanto impeto contra quella Città : contra la quale 3 & contra Malatefla
Baglione già procedendo feopert amente 3 fece ritenere nelle Terre della
Chiefa il Caualiere Sperello 3 il quale fpedito con danari innanzi alla capito-
latone fatta a Cambrai dal I{e di Francia a Malatefla , /'/ quale haueua ra-
13
DECIMO X°X0' '***
tificato la fua condotta y ritornaua a Verugia . Fece anche ritenere appref-
fo a Bracciano i danari mandati da Fiorentini all' 'abbate di Far fa condotto
da loro con dugento caualli perche foldaffe mille fanti : ma fu necejfitato pre
slo a reflituirgli ; perche battendo il Tontefice deputati legati a Cefaret Cor + Cardinali
dinalt Farne fé y Santa Croce , & Medici y & pacando quello di Santa Croce Satl a Cs- a
per le Terre fue y l'abbate battendolo- fatto ritenere y non lo uolle liberare 3
fé prima non ribautua i danari. * Ma i Fiorentini continuàuano nelle loro pre
parationi , hauendo in uano tentato con Ce fare che infimo che hauejje udito
gli jlmbafci adori loro fi fermaffero l'arme : ricercarono Don Hercole d$
Efle primogenito del Duca di Ferrara , condotto da loro fci me fi innanzi per
Capitano Generale y che ueniffe con le fue genti come era obligato in aiuto
loro : il quale benché haueffe accettato i danari mandatigli per foldare mille
fanti y deputati y quando e aitale aua per guardia (uà : nondimeno anteponen-
do ti padre le conjiderationi dello Stato alla fede y ricusò d'andare ,' non re-
ilituiti anche t danari y benché mando ifuoi caualli y onde i Fiorentini gli dì f- , .
differo il beneplacito del fecondo anno . Magia il Vrìncipe d'Oranges il de-
cimo nono dì d'^goflo era a Terni y & i Tedefchi a Fuligno y doue fi face-
uà la maffa : effendo cofa ridicula y che effendo fatta y e^ publicata la pace
tra Ce far e y& ilP^e dì Francia y il Vefcouo di Tarba come ^ìmbafeiadore '■
del i\e a Vinegia y a Firenze ; a Ferrara , & a Verugia magnificale le pro^
uifioni potentisfime del I{e alla guerra y & confortale loro a fare il mede fi-
mo . Venne poi il Vrìncipe con fei mila fanti tra Tedefchi y & Italiani d
campo a Spelle ; doue apprefentandofi con molti caualli alla Terra per rico-
nojeere il fitto y fu ferito in una co foia da quelli di dentro Giouanni dìVrbinay
che esercitato in lunga mtlitia in Italia teneua il Principato tra tutti i Ca-
pitani di fanti Spagnuoli ; della quale ferita morì in pochi di congraue dan Giouanni d'
no dell'efferato ; perche per conftglio fuo fi reggetta quafi tutta la guerra . Vrbi'na mor-
piantaronfi poi l'artiglierie a Spelle y doue folto Lione Baglione fratello na- t0 * Spelle.
turale di Malatefla erano più di cinquecento fanti y & uenti caualli ; ma ef~
fendoft battuto pochi colpi a una torre y che era fuori della Terra accanto al
le mura y quelli di dentro y ancora che Lione haueffe dato a Malatefla fpe-
ran'za grande della diftfa } fi arrenderono fiubito , con patto y che la Terra,
&gli huomini fuoi reflaffero a diferetione del Vrìncipe : i foldati y faine le
perfine y&le robbe y che poteffero portare addoffo y ufeiffero con le ff ade fo-
le y ne poteffero per tre me fi feruire contra'l Vontefice y o contra Cefare ; ma ^ \
rìell'ufcire furono qua fi tutti fualigiati . Fu imputato dìqueflo accordo non £ da ojj fatóè»
mediocremente Giotiambatifila Borghefiì yfiuoruficito Sanefie yche hauendo co *£&
minciato a trattare con Fabio Vetrucci y il quale era nelX efferato y gli dette
laperfettione con aiuto de gli altri Capitani y il che Malatefla attrìbuiuaa
infedelitd, molti altri a uiltà dì animo* Magli Umbàfciadorì Fiorentini
M iiij
184 L I B F^O
+ Imbafcia- pr e fintati fi in tanto a Cefare, s'erano nella prima efrofitione congratulati
dori Fiorctmi fa^a lienutA fm } &. sfor^atifi di farlo capace , che la Città non era ambi-
sce ru " ^°fa ' ma&rata àz benefici] , & pronta a fare commodità a chi la conferuaf
fé : haueuano fenfato , che era entrata nella Lega col [{e di Francia per vo-
lontà del Tontcfice , che allbora la comandava, & bauer e continuato per ne-
ceffità; non procedendo più oltre, perche non haueuano.commejjione ,ma
d'auifare quello che fujfe propofto.loro , & ejpreffo comandamento dalla Eg-
publica , che non ttdijjèro pratica alcuna col Tontefice : mfitaregli altri Le-
gati fuoi, ma non il Cardinale de* Medici : a quali fu rifpoflo dal Gran Can-
celliere eletto nuovamente Cardinale, che era neceffario fatisfaceffero al Ton
tefice, & querelandofi effi della ingiuflitia di quefla dimanda , riffofe che per
efferfi la Città confederata co' nimici di Ce fare, & mandate le genti a offe fa
fua , era ricaduta da' privilegi] , & deuoluta allo Imperio; & che però Ce-
fare ne poteua di/porre ad arbitrio fuo . Finalmente fu detto loro in nome di
Ce fare , che face fero venire il mandato habik a conuenire etiandio col Ton-
tefice ; & che poi s'attenderebbe alle differente tra il Tapa , c^ loro , le qua
li fé prima non fi componevano non voleva Ce far e trattare con loro gli hi-
terejfi propri] : mandar onlo ampliamo a convenire con C efare, ma non a con
+ Imbafcia- uemre c°l Pontefice: però effendo Ce far e , che partì da Genova a trenta dì *A-
doriFiorétìni gofio , andato a Tiacen^a , gli Imbafciadori fegvitandolo non furono am-
no ponno en- meffi in Tiacen^a , poi che s'era intefo non havevano il mandato nel modo ,
trare in Pia- c \Jt ]}aueua cbiefto Ce fare . Cofi reftarono le cofèfenza concordia , & baue-
+ Cefare la ua aìlc^e Ce fare , ricevuti che hebbe rigidamente gli Imbafciadori del Du-
pi ima volta ca di Ferrara , fattigli partire ; benché ritornado poi con nuove pratiche , et
riceue rigida- forfè con nuovi favori furono ammeffi : mandò anche T^affav Oratore al l\e
Wc^$* •*!? ^ Francia a congratularfi, che con nuova congivntione haveffero riabilito il
Ferrara. vincolo del parentado,& a ricevere la ratificatione : per le quali caufe man
dava anche alvi il ]\eì ' ammiraglio , & a F^n^o da Ceri mandò danari ,
perche fi levaffe con tvtte le genti di Tuglia ; dove preparò anche dodici Ga-
lee , perche vandajfero fitto Fillippino Doria contra i Vinitiani : contra qua,
li Cefare mandò ^Andrea Doria con trentafette Galee : benché giudicando do
Filippino Do vere effere piv certa la ricuperatione de' figliuoli ,fea Cefare refiaffe qualche
ria deftinato difficultà in Italia , dava varie fferan^e a Collegati , & a* Fiorentini parti-
• & a rf™ •fo^rwew^P'?OWf^^^w^w^^^°^ofcw^w'^^£' per l' .Ammiraglio da
da ; cdàrc mr* » non P^'cbe havejje in animo di fovvenire o loro , ogli altri ; ma perche
contra Vfnitia fieffero piv renitenti a convenire con Cefare . Traticavafi intrattanto conti-
ni» nvamente tra Cefare , & il Dvca di Milano per mano del Trotonotario Ca-
racciolo , che andava da Cremona a Tiacen^a ; parendo sìrano a Ce far e, che
il Dvca fi fida ffe meno di lui di quello , che bar ebbe creduto ; &■ il Duca da al
tro canto ridveendofi difficilmente a fidar fi , fu introdotta pratica, che
DECIMO 7^0 v^o. isr
vileffandria y dr- Vania fi depone ffero in mano del Vapa infino a tanto fuffe
cono/cinta la caufafua ; a che Ce far e non uolle acconfentire , non gli parendo
fot effe refiflere alle forze fine ; & tanto piti y che Antonio de Lena tra anda- ^^^ Lsua
to a 'Piacenza y & come era nimico dell'odo , <& della pace y l'haueua con- mm.Jc° „ °
e i • • »i x ^ r 1- rr i r m cio,& della pa
fonato con molte ragioni alla guerra ; pero Cejaregli commejje y che facejje ce.
la imprefa di Vania y disegnando anche che nel tempo medesimo il Capitano t Cefare com
Felix y che erauenuto co' nuoui lanri y & con caual\iy& artiglierie uerfo mette al. Loia
Tefchiera , & di poi entrato in Brefciano rompeffe da quella banda laguer- p iQi]j
ra contra i Vinitiani ; hauendo fatto il Marchefe di Mantoua , tornato nuo- Marchcfc dì
uamente alla diuotione Imperiale yCapitano Generale di quella impreft.Trat Màtoua ricor
taua intanto il Vontefice la pace tra Ce fare , & i Vinitiani con fperanza di nato ^lla diuo
conchiuderla alla uenuta fua di Bologna ; perche hauendo hauuto prima pra ^ ^ pL^rat
tica dì abboccar fi a Genona con lui , b alienano poi differito di commune con- u la pace era
fentimento per la commodità del luogo y a conuenirfi a Bologna : inducendo- Cefare, & i Vi
gli ad effere infieme non folo il defiderio commune di confermare , & confo- nuianu
lidare meglio la loro congiuntone ; ma ancora Cefare la nece(]ìtày perche ha-
ueua in animo di pigliare la corona dello Imperio , & il Pontefice la cupidità
della imprefa di Firenze ; & l'uno y & l'altro di loro il dcfiderio di dare qual
che forma alle co fé d'Italia ; il che non fipoteua fare fenya accommodare le
cofe de' Vinitiani y & del Duca di Milano : & etiandio di prouedere a' peri- .
coli imminenti del Turco y il quale con grande efferato entrato in Vngheriay , .. _
caminaua alla uolta d'<Auflna, per attendere alla ejpugnatione di Vienna . fpi-ra au>cfpB*
ls(el quale tempo tra Cefare , & i Vinitiani non fi faceuano fattioni di mo- gnatione di
mento : perche i Vinitiani inclinati ad accordare feco y per non irritare più Vienna.
l'animo fuo haueuano ritirato l'armata loro dalla imprefa del Caflello di Brin
difia Cor fu; attendendo folo a guardare le Terre teneuano; <&in Lom-
bardia non fi facendo per ancora fé non leggieri efeurfioni : però intenti fó-
to alla guardia delle Terre , haueuano meffo in Brcfcia il Duca d'Vrbi-
no . Erano i Tede fichi in numero mille caualli y & otto in dieci mila fanti ri
dottifi a Lonata; difegnandofi y che infieme col Marchefe di Manto-
uà, faceffero la imprefa di Cremona; doue era il Duca di Milano: il
quale uedendofi efclufo dall' accordo con Cefare y & che ^Antonio de Le-
ua era andato a campo a Tania y & che già il Caracciolo andana a
Cremona a denunciargli la guerra, conuenne co' Vinitiani di non fare
concordia con Cefare fen^a confentimento loro; i quali fi obligarono t Conuentfo
dargli per la difefa del fuo Stato dumila fanti pagati t & ottomila du- ™ d}cl Duca dè
cati il me fé ; &gli mandarono artiglierie y & gente a Cremona ; col qua- Vinitiani.
le aiuto confidaua il Duca potere difendere Cremona y & Lodi; perche
Tania fece contra Antonio de Lena picciola refifien^a, non folo perche
non nera nettouaglia per due mefi^ma.etiadio perche il Tignar do fropofto
186 L 1 B \0
a guardarla y baueua mandato fochi dì innanzi quattro compagnie di fanti
a Santo angelo y doue ^Antonio de Lena baueua fatto dimoflratione di uo^
lerfi accampare ; & però effendo reflato dentro con poca gente y diffidato fi di
poterla difendere y non affettata ne batteria y ne affatto ycome uide prepararfi
| Paiiia fi re di piantare l'ai tiglierie , fi accordo falue le perfine ,&la robbafua > & de'
àz ad Anc. de fe\£aft , con grande imputatane , che haueffe potuto più in luiy ( & però in*
■M^Pizzìnaf Cottolo ad affrettarfij la cupidità di non perdere le riccbe'$Zey che baueua ac
do biafimato cumulate in tante prede y ebe il defiderio di faluare la gloria acquiftata per
molte egregie opere fatte in queflaguerray &ffietialmente intorno a Tania.
Islel quale tempo eragia acce fa molto la guerra di Tofcana: perche il Trin-
ape d'Oranges prefo che bebbe Spelle, <&t che il Mar che fé del Guafloyil qua-*
le lo feguit aua co' fanti Spagnuoli y cominciò ad appropinquarfi all'efferato
fuo y uenne al Tonte di San Ianni preffo a Terugia in fui Tenere _, doue s'u-
nirono fico i fanti Spagnuoli : 'nella quale Città erano tremila fanti de' Fio-
rentini. H aueua il Trincipe innanzi s'ac camp affé a Spelle y mandato uno
buomo a Terugia a perfuadere a Malatefla , che cedeffe alle uoglie del Tonte
fice ; -il quale per tirare a fé in qualunche modo la Città di Terugia; & per
Promette del defiderio , che l'efferato procedeffe più innanzi y offeriua a Malatefla , che
Principe fatte HJcendofi di Terugia gli confiruerebbe gli i Stati y & beni fuoi proprij : con*
' fentirebbe ycbe liberamente andafle alla difefa de Fiorentini : &• s'oblighe-
rebbe y che Braccio y c^ Sforma Baglioni y &g!i altri nimici fuoi non rien*
tr afferò in Terugiay& benché Malatefla ajfermaffe non uolere accettare par
tito alcuno fen^a confentimento de' Fiorentini y nondimeno udiua continua-
mente le imbafeiate del Trincipe : il quale poi che baueua acquiftato Spelle y
gli fiueua maggiore infanga . communicaua quefte cofe Malatefla a' Fio-
rentini inclinato fen-^a dubbio alla concordia -.perche ttmeua alla fine delfuc-
a-jjo j. & forfè che i Fiorentini non continuaflero in porgerli tutti gli aiuti de-
fiderana : & quando haueffe ad accordare y non ffcraua potere trottare accor
do con 'migliori conditioni di quelle y che gli erano propolle ; firmando molto
meglio y che ftnzd offendere il Tontefice y & dargli caufa dipriuarlo de' be-
ni y & delle Terre y che fé gli preferuauano y gli reflaffe la condotta de' Fio-
rentini yChe col uolerfl difendere mettere in pericolo lo Stato fuo y & far fi
e fi fi gli amici fuoi y & tutta la Terra : perfeueraua però fempre in diredi
non uolere accordare fen^a loro; ma foggiugnendo y che uolendo difendere
; Terugia era neceffario che i Fiorentini ui mandaffero di nuouo mille fanti y
& che il re fio delle genti loro fac effe tefta all'Orfaia lontana cinque miglia
da Cortona ne' confini del Cortonefe y <gr Terugino : il che effi non poteuano
fare fen^a sfornire tutte le Terre : & nondimeno il luogo era fi debole y che
era neceffario fi ritir afferò ad ogni monimento de' nimici : dimoflraua , che
fé non s accordala y il Trincipe lafciata indietro Terugia piglierebbe il ca-
DECIMO TI 0 1^0. 197
mino di Firenze : & in tal cafo farebbe neceffario gli lafciaffero in Terugia
mille fanti uiui y & anche non ballerebbero: perche il Tontefice potrebbe
trauagliarla con altre for^e , che con le genti Imperiali : ma che accordan-
do y i Fiorentini ritirerebbero a fé tutti i loro fanti y&lo feguiter ebbero an
che dugento y o trecento huomini de fuoi eletti : & che rejlandogli gli Stati y
& beni fuoi y e^ efclufi i nimici di Terugia attenderebbe alla difefa con ani-
mo più quieto . *A' Fiorentini farebbe piaciuto molto il tenere la guerra a
Perugia y ma uedendo che Malatefla trattaua continuamente col Trincipe ,
& fapendo anche che mai non haueua intermejfo di trattare col Tontefice y
dubitauano che egli per gli stimoli de fuoi y peri danni della Città, & del
paefe y & per Jòjpetto de* nimici y & della inflabilità del popolo alla fine non
ce defife : & pareua loro molto peri colo fio il mettere in Terugia quafi tutto il
neruo y & il fiore delle loro forile y fottopofle al pericolo della fede di Mala-
tefta j al pericolo delTeffere sforiate da nimici y & alla difficultà del ritirar-
le , in cafo che Malatefla s'accordaffe : & confiderauano ancora la mutato-
nedi Terugia poterli poco offendere yreftandoui gli amici di Malatcftay &
a lui le fue Caflella y ne ui ritornando Braccio & i fratelli ; onde il Tontefice
mentre ch'ella perfeueraua in quello Stato y non poteua fé non slarne con con
tinuo foretto : nella quale titubatione di animo slimando fopra ogni cofa la
faluatione di quelle genti y ne fi confidando interamente della coflan^a di Ma-
latefla y mandarono fegretiffimamente a fei di Settembre uno huomo loro
per leuarle da Terugia y temendo non fuffero ingannate y fé fi faceua l'accor-
do : & intefo poi che per efiere già uicini i turnici non s'erano potuto parti-
re y fedirono a Malatefla il confenfo che accordaffe . ma egli haueua già men
tre che l'auifo era in camino preuenuto ; perche Oranges il nono di Settem-
bre pafìò il Teuere al Tonte di San Ianni : & effendo alloggiato dopo qual-
che leggiere fcaramuccia la notte medefima conchiufe l'accordo con Malate- Principe con
si a y obligandolo a partir fi di Terugia y datagli f acuità che egli godere ifuoi ch,^p * >ac -
beni y poteffe feruire a' Fiorentini come foldato y ritirare falue le genti loro: MaiatcfU
le quali perche haueffero tempo a ridurfi in fui dominio Fiorentino y pr ome fi-
fe Oranges slare fermo coni' efferato due dì.cofì ne ufeirono a dodici y c£*
caminando con grandiffima celerità fi condufiero il dì medefimo a Cortona .
per la uia de' monti ; lunga, <&■ difficile ymaficur a : co fi fi ridufk tutta laguer Guerra rMot-
ra nel Terreno de' Fiorentini ; à quali benché i Vinitiani y&il Duca dYr- & nel Fioren-
bino hauefiero dato fperan^a di mandare tremila fanti, i quali yper fofpet- tmo'
to della uenuta del Trincipe uerfo quelle bande y haueuano mandati nello Sta
to d'Vrbino: nondimeno non uolendo di(fiiacereal Tontefice riufeì promefìa r
nana : folamente dettero i Vinitiani al Commefiario di Caflr acaro danari per
pagare dugento fanti : & non oflante che quel Senato y & il Duca di Ferra-
ra trattafiero còtiwàmente di comporre co Cefare; nondimeno perche quefla
188 I B 1^0
affienita lo faccfie più facile alle co fé loro , confort aliano i Fiorentini a di-
Diflcgnidue fenderfi . Due erano allbora principalmente i difegni de Fiorentini : l'uno
ntini# che l'cfercito ritardale tanto a uenire innanzi y che haut 'fero tempo a ripa-
rare la loro Città , alle mura della quale penfauano che finalmente s'bauefe
a ridurre la guerra : l'altro cercare di placare l'animo di Ccfare etiandio con
l'accordare col Pontefice, pur e che non fufe alterato la forma della libertà ,
te delgouerno popolare . però non efkndo ancora fuccefìo l'efclufione de lo-
ro Imb >a fa adori baueuano mandato un buomo al Trincipe d'Oranges; te-
detti Imbafciadori al Tontefice y inflando y quando gli lignificarono l'elct-
tione y ebe infino all'arriuare loro face fé foprafedere i' e f eretto y il ebe ricu-
. c so di fare : però il Trincipe fattofi innanzi battè , e dette l'afsalto al Bor-
batutta da «li Z° &* Cortona y che uà all'Orfaia y nella quale Città erano fettecento fanti :
Imperiali. & ne fu ributtato . In Urc^o era maggiore numero di fanti, ma *An-
tonfrancefeo degli ^Ibi^i Commejfario inclinato ad abbandonarlo per pau-
Antonfrancc* ra che il Trincipe prefa Cortona y lafciato indietro ^Are^zo non andafi'e alla
bfzì abbaia U0^ta ^ Flrm7^ » & c^e preuenendo a quelle genti y che erano feco in *A-
na Arezzo. r*V(* ' ^ ^^ > 7ì: amandogli la più pronta difefa che haueffe, Rallentata
non saccordaffe ;però fenza con/info publico yfe bene forfè con tacita inten-
tione del Gonfaloniere y fi partì d'^Are^o contiate le genti 3 lafciati fai amen
te dugento fanti nella Portela ; ma giunto a Fegbineper con figlio di Mala-
ttia y che era quiui y te approuaua il ridurre le forze alla difefa di Firenze j
rimandò mille fanti in .Are-^o y perche non rejlafic abbandonato del tutto :
ma a dkiafette dì Cortona , alla difefa della quale farebbero ballati mille fan
ti y non uedendo prouederfi per i Fiorentini gagliardamente 3 te intefo anche
Cortona , & forfè la titubatione d'^Are^Zo y fi arrendè ; ancora che poco sì retta dal Trin
Arezzo s'arrc cipe : col quale compofe di pagargli uentimila ducati . La perdita di Corto-
na dette cagione a fanti y che erano in .Are^o , non fi riputando ballanti a
difenderlo y d'abbandonare quella Città : la quale a dicianoue dì s'accordò an
ch'ella col Trincipe ; ma con capitoli y te con penfieri di regger fi più preflo
da fé fleffa in libertà fiotto l'ombra y te protettone dì Cefarey che slare pili
in foggettione de Fiorentini y dimofirando efiere falfa quella profe(fioncyche
infimo allbora baueuano fatta y d' efiere amici della famiglia de' Medici y te
nimici delgouerno popolare . T^el quale tempo Ce far e haueua negato efrref
famente uolere più udire gli Imbafciadori Fiorentini y fé non reflituiuanoi
Medici : te Oranges benché con gli Oratori che erano appreffo a lui detefiaf
fefen^a rifletto la cupidità del Tapaytela ingiuflitia di quella imprefaynon-
Efferdto del ******* ^aueua chiarito non potere mancare di continuarla fen^a la reflitu-
Principe di time & Medici y te trouandofi battere trecento h uomini d'arme y cinque-
pranges. cento caualli leggieri y dimila cinquecento Tede fichi dì belliff ma gente y due
mila fanti Spagnuoli > tremila Italiani fitto Sa arra Colonna, T ternaria
DECI M X) "X 0^0. 189
Hoffo , Pierluigi da Farm fé , <& Giouambattifta Saudlo;co' quali s'unì poi
Giouanni da Sajfatello ; defraudati i danari riceuuti prima da Fiorentini, de* ■
quali haueua accettata la condotta ; <&poi *Akjfandro Vitelli y che haueuano
tremila fanti : ma battendo poche artiglierie, ricercò i Sanefi, che ne lo accó-
modaffero ; i quali non potendo negare all'efferato di Ce fare gli aiuti chicfli,
ma per odio contra il Tonte f ce y & per il foretto della fua grande^a male Skna acconto
tot enti della mutatione delgoucmo de Fiorentini yco quali per l'odio comune rie [{ p rindpc
cètra il Tapaybaueuano battuto molti me fi quafi tacita pace, & intellìgùìa,
metteuauo in ordine l'artiglierie ; ma con quanta più lunghe??^ potè nano.
Haueua intrattanto il Tapa uditogli Oratori Fiorentmi,& ribollo loroycbe Parole del Pa
la intent ione fua non era di alterare la libertà della Città ; ma che non tanto F a gì* l»nba
per le ingiurie riceuute da quel Gouerno y & dalla neceffità di ajjìcurarelo icì™°rt Fio-
Stato fuo y quanto per la capitolatone fatta con C efare y era stato cojiretto a
fare la imprefa : nella quale trattando fi bora dell' intereffe dell'I) onore fuo, no
thiedeua altro yfe non che liberamente fi ' rimette ffero in potefià fua ; & the
fatto queflo dimoftrerebbe il buono animo y che haueua al benefìcio della Va- -
trio, commttne . & intendendo poi, che crefeendo a Fircny^e il timore, maf- > !
[imamente poi che haueuano intefo l'efclufione fatta degli Oratori loro da Ce
fare, haueuano eletto a lui nuoui Imbafdadori , penfiindo fuffero difpofiia
cedergli , &• deftderofo della prefie^ %a per fuggire i danni del paefe , man-
do in poflealH efferato l' Jlr cine feouo di Capua , il quale paffando per Fi-
renze , trouo diffofitionediuerfa da quel che s'era perfuafo . F ecefi intanto jj prjnc-pc gfa
innanzi Or anges, & a uentiquattro era a Monte Varchi nel Vaia" arno lon- a Monteuar-
tano uenticinque miglia da Firenze , affettando da Siena otto cannoni , che chi con l'cffcr
fi moffero il dì feguente : ma cambiando con la medefima lunghezza con la cuo*
quale erano siati preparati , furono cagione che il 'Principe che a uentifette
haueua condotto l 'efferato infino hd Feghine & all' <Ancifa,fopraftctte in quel
h alloggiamento infino a tutto il dì quarto d'Ottobre : onde procede la durc^
^a di tutta quella imprefa; perche per dutOiAre^zoyuedendofi mancare le
fper an,$ey& le promefie fatte loro da ogni banda: la fortificatane che fi
faceua nella Città della banda del monte non ancora ridotta in termine ,che
benché ui fi lauoraffe con grandiffimafollecitudine.par effe a ' faldati, che pri~
ma fra otto o died dì poteffcmetterfi in difefa : & intendendo l'efferato ni- .
mico caminare innanzi : <& «effendofi dalla banda di Bologna moffo per ordi-
ne del Vapa I{ama^otto conir emila fanti , faceheggiata Firen ^uola , & Ramaz20tfo
entrato nel Mugello y& temendofinonandaffe a Trato-, i Cittadini ffauen* cntra ^ pio_
tati cominciarono ad in inclinar fi all'accordo y & maffimamente che molti fé rcWtaò dalla
ne fuggiuano per timore : in modo che 'nella confidi a del Magiflrato de Die*- banda di Bolo
cipropofioallecofedeUaguerrayrtàlaqu^leconfuìtaintem Snu'
ni principali di quel gouerno 3fu parere di tutti di jpedire a ^orna Ubero, &
190 L I B 110
amflo mandato , per rimetter fi nella uolontà del Tontefice : ma bàttendone
ìcnon vlpìc fatUlrelatione al fuppremo Magifirato ,fen^a ileonfenfo del quale non fi
confcr.tircall' Poteiia fame l* deliber atione , il Gonfaloniere , che opimamente era nella
accordo col contraria fenten^a , la contradijfe : & congiugnendofi con lui il Magifira-
P-ipa. to popolare de Collegi , che participaua dell'autorità de Tribuni della Vle-
be di T{oma , nel quale per forte erano molte perfine di malamente , & di
grande temerità , & mfoleti^a , potette tanto, fomentando anche la fuor
oppenionc l'ardire, & le minacele di molti giouani , che impedì che per
quel dì non fi fece altra deliberai ione :& nondimeno e mamfefio che fé il dì fé
guente, che fu il uigefimo ottauo di Settembre, il -Principe fi fuffe ftinto
più innanzi uno alloggiamento , quelli , che contradiceuano all'accordo, non
A darebbero potuto alla inclinatione di tutti gli altri refi fiere . da tante piccio-
d'Orangcs^- fe Cag\0m dePendono bene f # * momenti di cofe grauiffime . il foprafedere
colpato che té uam ^ Oranges interpetrato da alcuni , che per nutrire la guerra fu fatto fin
ga ia guerra in dio fam ente, per che all'accoflarfi preffo a Firenze non gli erano neceffarie l'eoi
lungo rtudio- tiglierie , fu caufa che in Firenze molti ripr efero animo . ma quel che impor-
to più fu, chela fortificatione continuata fen^a una minima intermi ffione
Firenze fi mct * temP° con grandi fiìmo numero d'h uomini fi condufje in grado , che iu-
te alla difefa nan<! c^e Oranges fi moueffe da quello alloggiamento , giudicarono i Capi-
oftinataméte. tani , che i ripari fi pot efiero difendere : onde ceffata ogni inclinatione all'ac-
cordo ,fimeffe la Città ofiinat amente alla di fé fa, effendofi anche aggiunto ad
afficurare gli animi loro che l\ama^otto ,chehaueua condotto fecouilla-.
ni fen^a danari , & non foldati , effendo uenuto non con difrofitione di com-
battere, ma di rubbare,facchcggìato che hebbe tutto il Mugello, fi ritirò nel
Bolognefe con la preda, difibluendòfi tutta la gente, laqualehaueua uendu-
to a lui la maggiore parte delle cofe predate . cefi dyuna guerra facile , & che
fi farebbe finita conpicciolo detrimento di ciafeuno , rifinito una guerra gra-
uijfima & pernitiofi filma , che non potette finir fi, fé non difirutto che fu tut
to il paefe , ■& condotta quella Città in pericolo dell'ultima fu a defolatione .
Moffefi a cinque d'Ottobre Oranges da Feghine, ma cambiando tanto Unta-
li Principe mente , per affettare l'artiglierie di Siena , che gli erano uicine > che non pri
già vicino a ma hebbe condotte tutte le genti , <&> l'artiglierie nel Viano di Fjpoli a due
Firenze. miglia di Firenze , che a uenti dì,&a uentiquattro alloggiato tutto l'effer
cito in fu i colli uicini a ripari : i quali , mouendofi dalla porta di San Minia-:
to, occupauano i colli eminenti alla Città infino alla porta di San Giorgio:^
i Luo hi h mouend°fl anche um alia da #* Miniato , che fi diftendeua infino in fu la
firifoLnoi Hradadella Torta di San T^iccolò. Erano in Firenze ottomila fanti uiui,
Fiorentini di & '* refolutione era di difendere Trato , Tifioia , Empoli , Tifa,& Liuor-
' olere difen- no , nelle quali Terre tutte haueuano meffo preftdiofufficiente : & il refio de*
luoghi lafciarepiu prefto alla fede $ & diftofitione de popoli, & allaforte^ \
dei
DECIMO X 0 H.O. 191
ra de fitti y che mettervi gràffi genti per guardargli : magia s'empieva tutta
il paefe di uenturieri <& di predatori :<&i Sancfi non filo predavano per tut-
to ,maetiandio mandarono gente per occupare Montepulciano , jberando Mótepolcfana
che poi dal Trincipe foffe consentito loro il tenerlo y ma effendoui alcuni fan- ^ ^^ndc <***
ti de' Fiorentini fi difefe facilmente : & ui fopragiunfe poco poi TS{apoleo-
ne Orfino foldato de* Fiorentini con trecento caualli y che non era uoluto par
tir fi di Terra di Bigina infimo a tanto y che il Tontefice non fi fuffe indir itto
al camino di Bologna . alloggiato Oranges l' efferato y & diftefolo molto lar-
go in fu i colli di Montici y del Gallo , <&• di Giramonte y <& h avuti guaftato-
ri y &• alcuni pez'fi piccioli d'artiglieria da Lucchefi yfece lauorare uno ripa
ro y credeuafi per dare uno affalto al baftionc di San Miniato : & all'incon-
tro per offenderlo furono piantati nell'horto di San Miniato quattro canno-
li in fu uno caualiere . Jirrenderonfi /libito al Trincipe le terre di Colle y f colle <fc ss
& di San Gimignano luoghi importanti per facilitare le uettouaglie che uè- Miniato fi ar-
niuano da Siena . Tiantò a uenthioue Oranges in fu uno baflwne del Gira- rendono all'
monte quattro cannoni al campanile di San Mimato per abbatterlo , perche ranSes*
da uno fagro che u'era piantato era molto danneggiato l'efferato y & in po-
che hore fé ne roppero due : però hauendo il dì figliente condottovi un'altro
cannone tratti che uhebbero in uano circa cento cinquanta colpì y ne potuto
leuarne il fagro s'aflennero dal tirami più . & confiderandofi per tutti ly op-
pugnatane di Firenze y maffìmaméte da uno efferato filo effere diffìciliffima,
cominciarono le f anioni a procedere lentamente piutoflocon fcaramuccie %
che con maniera d 'oppugnatane :f ecefi a due di !<{ouembre una gr offa fca-
ramuccia alBaftione di San Giorgio y&a quello di San J^iccolo y <& nella
slrada Romana . & a quattro fu piantata in fu il Giramonte una Colubrina
contro a Talagio de' Signori y che al primo colpo fi aperfie .fior fero in queftì
di i caualliy che erano dentro in Valdipefa & prefero cento caualli la più
parte utili . & alcuni caualli & archibufieri de Fiorentini ufeiti delTonte-
d'era prefero feffanta caualli tra le Capanne y & la Torre di San Romano .
1S(el quale tempo effendo giunto il Tontefice a Bologna y Cefarey fecondo l'u- :? PaPa>& Cc-
fio de Trincipi grandi uiuenne dopo lui: perche è cofiume che quando due f^v^^i"?
Trincipi hanno a conuenirfì y quello di più degnitàfi pr e finta prima al luogo cip| gradi.che
deputato y giudicandofi fiegno diriueren%a che quello che e inferiore uadi a s' hanno a có-
trouarlo : douc riceuvto dalTapa congrandiffimo-honore y & alloggiato nel "enirc infieme
Talagio mede fimo in flange contigue luna all'altra, pareua per le dimoflra- eeuut^ ^j £*
t\oniyet per la dimefiicheT^Lyche appariva tra loroychefuffiro continuamen pa c^ gradii
te flati ingràdifima beniuolé^ay& cògiuntione.tt effendo già ceffato ilfofiet fimo honore.
to della inuafione de' Turchiyperche l'effercito.loro prefentatofi infieme con la .
per fona del Sig. innanzi a Viemaidoueeragroffiffimoprefidio di fanti Tede
fichi liòfilo hauemnoxdati più affalti in umoyma nerao fiati ributtati cògrà-
19* L I B B^O
il Turco da diffima uccifwne , in modo che diffidandoli di potere ottenerla , & majjìma*-
rèitìC fla **" **^ wow battendo artiglieria grofia da batterla , & slretti da tempi , che
in quella regione erano affriffvmi effendo il me fé d 'Ottobre, fé ne leuarono,nó
ritirandoli a qualche alloggiamento uicino , ma alla uolta di Cofiantinopoli
camino di tre mefi : però trouandofi Ce fare afficurato di queflo fofpetto,$he
l haueua prima inclinato , non oflante l'acquifto di Tauia , a concordare col
Duca di Milano , ma ancora indotto a perfuadereal Tontefice ilpenfarea
qualche modo per la concordia co Fiorentini , accio che fye dito dalle co fé di
Italia potere p affare con tutte le genti in Germania al fòccorfo di Vienna ,
e^ del fratello ima ceffata queflo foretto , cominciarono a trattare delle co-
fé d'Italia : nelle quali quella che premeua più al Tontefice era la imprefa
. contra Fiorentini , & in quefla anche Cefare era molto inclinato fi per fa*
' tisfareal Tapa di quello che s'era capitolato a Barcellona ^come perche ha-
uendo la Città in concetto di efiere inclinata alladiuotione della Corona di
Francia ,gli era grata la fua depreffione . però effendo in Bologna quattro
Oratori Fiorentini al Tapa, & facendo anche infiamma di parlare a lui,
non uolle mai udirli, fé non una uolta fola quando parue al Tontefice, da
che prefe anche la fuflanza della rifpofla , che fece loro : però fi conchiufe
di continuare la imprefa . & per eh' ella riufeiuapiu difficile , che non erafia
to creduto dal Tonte fice , fu deliberato di uolgerui quelle genti, che erano
- in Lombardia , fé nafcejfe occafione d'accordo co' Vtnitiani, & con Francc-
feo Sforma , le quali fujfero pagate da Cefare : &■ che il Tapa pagaffe cianai-
nomefe alTrincìpe d 'Oranges -, il quale per trattare quefie cofe uenne a
^Bologna, dùcati fefiantamila , per eh e , non potendo Cefare fofienere tante
ffefe ,mg%teiie\]e quelle genti , che erano già intorno a Firenze. Tarloffi
poi di li' altro mterefie del Tontefice , che erano le cofe di Modona & di Fag-
gio: nel quale u Tapa per fuggire il carico dell' ofiinatione , hauendo pro-
pofte quella cantilena medefima , che haueua penfata prima , & ufata mol-
te uolte : che je fi tratto fie fola idi quelle Terre , non farebbe difficultà di
farne la uolontd di Cefare , ma che alienando Modona , & Faggio, reflaua-
no Tarma, &Tiacenza inmodo feparate dallo slato Fcclefiaftico , che
uemuano in confequer^a qusfi 'alienate. Bjfi ondata Cefare efière rifletto
ragionatole , ma mentre che le forze erano occupate nella imprefa di Fi-
ren^ non fi poter tentare altro che l'autorità : ma in fegreto farebbe sìato
ti de fideriofuo, che con buona fatisf anione del Tapa fujfero reflate al Du-
ca d: Ferrara: col quale nel ueniì e a Bologna haueua parlato a Modona,
Duca <\ì Ferra ^ datogli grande fferan^a di fare ogni opera col Tontefice di comporre le
ra con arte co cofe fue : con tanta artt km** V*d ^ca faputo infinuarfi nella gratta fua,
pone col Papa & haueua anche faputo conciliar fi in modo gli animi di quelli, chepoteuano
appreso a Cefare, che nò gli mancauauo fautori grandi in quella Corte A\e-
flauano
DECIMO ^0^0. i9f
fìauano i due artìcoli più importanti & più difficili de Vinitiani y<& di Fran-
cefco Sforza : la concordia de* quali y maffmamente quella di Francefco , fé t A Cefare
bene non fuffe fecondo la inclinatione con la quale Cefare era uenuto in Ita- r/e^cono le co
Ha, nòdimeno trottando nelle cofe maggiore difficultàyche no s'era immagina Ai&i°Y° h *U
to in Ijpagna , & uedendo difficile l'acquiflare lo slato di Milano dopo la nuo nò s'era' ima-
ua congiuntone y che haueua fatta Francefco Sforma co Vinitiani y & tro- gìnato prima.
uandofi in jpefa groffiffima per tante genti y che haueua condotte di Spagna
& di Germania , non era più nella priflina durerà : maffmamente che dal
fratello era per i tumulti dey Luterani,^ per altri fegni y che appariuano di
mtoue cofe, folle citato a pajfare in Germaniaidoue ancora poteua credere che
a qualche tempo ritornerebbero ì Turchi : perche era notijjimo che Solimano
no y accefo dallo fdegno y & dalla ignominia y haueua al partir fi da Vienna
giurato che preflo ui ritornerebbe molto più potente : & parendo a Cefare nò
filo male ficuro y ma poco honoreuole il partir]} di Italia lafciando le cofe im.
perfette y cominciò ad inclinare l'animo a concordare non folo co3 Vinitiani y Ce^arf »n<&"na
ma etiandio di perdonare a Francefco Sforma : a che inflaua molto il Tontefi- *° ? vaniti JaL
ce defiderofo della quiete uniuerfale y & anche perche le cofe di Cefare difoc- Se col Ducadi
capate dall'altre imprefe, fi uolge fiero contra Firenze . B^teneua Cefare più Milano.
che altro il parergli nonfuffe con fua degnità il creder fi che quafi la neceffità
lo induce fie a perdonare a Francefco Sforma: & Antonio de Leua che era co,
lui a Bologna faceua ogni instanza perche di quello slato fi facefie altra deli-
beratione , proponendo bora Alefiandro nipote del Vapay bora altri: nondi-
meno efiendo diffidata di collocare quello fiato in per fona ,di chi Italia fi ' con-
tentale yne battendo il Tapa inclinatione a penfarui per ifuoiy non e fendo co-
fa chef potefiejpedirefe non con nuoue guerre & con nuoui trauagli y Cefare
in ultimo inclinando a queiìafentenxa conferiti di cócedere a Francefco Sfor
?a faluocondotto fiotto nome di uenire a lui a gì uslificar fi yma in fatto per ri-
durrere le cofe a qualche compofitiorie yConfentendo ancora i Vinitiani alla
uenuta fua: perche (perauano che in uno tempo medefimo fi introducefie
la concordia delle cofe loro : & nondimeno non cefiauano pero l'arme in BcI§1010^> va^
Lombardia, perche il Belgioiofo y il quale per l'afientia d'Antonio de Anodo &lo
Leua era resìato capo a Milano y andò con fettemila fanti a campo a San- prende. '
to ^Angelo y dotte erano quattro compagnie di fanti de i Vinitiani y &
del Duca di Milano: & battendolo battuto y con l'occafione d'una piog-
gia continoua y che faceua mutiligli archibufiy che allo feoperto difen-
de uano il muro, accodato i fuoi coperti da gli feudi y & con le fpade
& picche dette l'afLilto y accosiandofi anche egli ualentemente con gli
altri : ma non potendo quelli di dentro tenere in mano le corde da da-
re il fuoco, & efiendo nece fittati combattere con altre arme y sbigotti-
ti cominciarono a ritirarfi, & abbandonare le mura: in modo che en-
194 L I B B^O
. entrati dentro i ritmici reflarono tutti o morti, o prigioni. Diffegnopoi di an-
dare di là da *Adday& paffuta già parte dell efferato per il ponte fatto a Ca-
fciano, alcune compagnie dinuoui Spagnuolifi partirono per andare a Mila-
no : ma egli preuenendofece pigliare l'arme alla Terra, in modo che non po-
tendo entrare , ritornarono indietro all'efferato . Ma già non oflante quefle
co fé, & l'effere i Tedefchi ne terreni de Vinitiani, fi sìrigneuano talmente le
Duca di Mila pratiche della pace , che raffrcddauano tutti i pensieri della guerra : perche
no fiap prete prancejc0 sforma prefentatofi fuhito che arriuò in Bologna al concetto di Ce
fare , & ringratiatolo della benignità fua in hauergli conceduto f acuità di
venire a lui , gli etyofe che confidato tanto nella giuriti a fua , che per tutte le
cofe fuccedute innanzi che il Mar che fé di Tefcara lo rinchiudeffe nel Caflel-
lo di Milano , non defìderaua altra ficurtà o prefidio , che la innocentia pro-
pria ; & che perciò inquanto a quefle rinuntiaua liberamente ilfaluocondot-
to : la fcrittura del quale hauendo in mano , la gittò innanzi a lui : co fa
che molto fatis fece a Cefare . Trattaronfi circa a uno me fé le difficultà del-
Ae cordo <M l'accordo fuo , & di quello de' Vinitiani : & finalmente a uentitre di Dicem
Cefare co' Vi - bre , effcndofene molto affaticato il "Pontefice, fi còchiufe l'uno & l'altro : obli
nitiani, & Fra gandofi Francefco a pagare in uno anno a Cefare ducati quattrocento mila, et
Sforza. cinqHecent0 m\la p0j jn dieci anni , cioè ogni anno cinquanta mila , reflando
in mano di Cefare Como, & il Caflello di Milano, quali fi obligò a confegna-
re a Francefco comefuffero fatti i pagamenti del primo anno : &gli dette la
inueflitura , o uero confermo quella, che prima gli era fiata data : per i qua
li pagamenti offeruare , & per i doni promeffi a grandi appreffo a Cefare , fe-
ce grandiffime impojitioni alla Città di Milano , & a tutto il Ducato , non
oflante che ipopoli fuffero con firmati per fi atroci & lunghe guerre , & per
c . . . . la fame & per la pefle . B^efìituifchino i Vinitiani al Pontefice Bguenna &
di Cefare co' Ctruia co' fuoi territori^ , faine le ragioni loro , & perdonando il Pontefice
Vinitiani. a quelli , che haueffero macchinato o operato contra lui . B^fliiuifchino a Ce-
fare per tutto Gennaio proffimo tutto quello poffeggono nel Rggno di ls(apoli.
Paghino a Cefare il reflo de dugento mila ducati debiti per il ter^o capitolo
dell'ultima pace contratta tra loro , cioè uenticinque mila ducati infra uno
mefe projfimo , & uenticinque milapoi ciafcuno anno : ma in ca foche infra
uno anno fiano reftituiti loro i luoghi , fé non fuffero reflituiti fecondo il teno
re di detta pace o giudicate per arbitri communi le differente . Paghino eia
feuno anno afuorufeiti cinque mila ducati per l'entrate de' beni loro come fi
dijponeua nella pace predetta . *A Cefare cento mila altri ducati, la metà fra
dieci me fi , l'altra metà uno anno dopo . Decidinfi le ragioni del Patriarcha
d' lAquilea riferuat egli nella capitolatione di Vormatia contrai B^e d'Vnghe
ria . Includafi in quefla pace & confederatane il Duca d'Vrbino , per effe-
tè adher ente ^ in protettione de' Vinitiani. Perdonino al Conte Brunoro
DECIMO 7^0 7^0. l^
da Gamhara y fia libero il commertio a fudditi di tutti : ne fi dia ricetto a Cor
fali , i quali perturbaffero alcuna delle, farti. Sia lecito a Vinitiani continua
re pacificamente nella pojfejjione di tutte le co fé tengono, ^eflituifchino tutti i
fatti ribelìi per efferfi adh eriti a Maffxmìlianoya C efare &all\e d'angheria
injmo all'anno mille cinquecento uentitre: ma non fi eflenda la reflitutione a
beniperuenuti nelfifco loro. Sia tra dette parti non filo pace yma lega difenfi-
ua perpetua per gli Stati d'Italia contra qualunque Chrifìiano. Tromette Ce
fare che il Duca di Milano terra continuamente nel fuo Stato cinquecento huo
mini d'arme cinquecento caualli leggieri yfeimìla fanti con buona banda d'ar
tìglierie per difefa de Vinitiani : & i Vinitiani il medeflmo alla difefa del Du
ca di Milano : <£r emendo moleflato ciafeuno di quefli Stati y gli altri non per-
mettino che uadano uettouaglie/munitioni y corrieri yImbafciadori di chi of-
fende per i loro paefi y & probibirgli ogni aiuto de' fuoi Stati, & il tranfito a
lui & alle f uè genti. Se alcuno Trincipe Chrifìiano etiandio di fupprema dc-
gnità affalterà il t{egno di ls[apoli y fi ano tenuti i Vinitiani ad aiutarlo con
quindici Galee fittili bene armate . Siano comprefi i raccomandati di tutti i
nominati y & nominandi y non perciò con altra obligatione de' Vinitiani alla
difefa . Se il Duca di Ferrara concorderà col Tontefìce & con Cefare s'inten
da inclufo in quefla confederatone . per la effecutione de' quali accordi Cefare
reflituì a Francefco Sforma Milano, & tutto il Ducato y&ne rimojfe
tutti i faldati y ritenendoli folamente quelli } che erano neceffarij
per la guardia del Caflello y& di Como : li quali reflituì
poi al tempo conuenuto : & i Vinitiani rejlituirono
al Tontefìce le Terre di Romagna y & a
Cefare le Terre teneuano nel-
la Tuglia.
Cefare retti-'
tuifee a Fran-
cefco Sforza
il Ducato di
Milano.
Vinitiani refti
tuifeono le ter
re occupate.
X ì
DELL' HI STO RIA
DI MESSER FRANCESCO
GVICCIARDINI GENTIL'
HVOHO FIORENTINO
L I B \0 V 1 G E S I M 0.
<.?,
Guerra di Fi- M
renze gioua a
SOMMARIO.
t
IN quello Vigefimo Libro fi contengono tutti gli fuccefli della guerra fatta dal Pa
pa,& dall'Imperadore contra Fiorentini; con l'accordo, che gli Medici ritornino
& AlefTadro rem' Capo del Gouerno.La Coronatione dclPlmperadorc in Bologna.
La partenza dell' Imperadorc da Bologna per Germania. La partenza del Papa da
Bologna per Roma. La morte del Prìncipe d'Oranges. La elettione di Ferdinan-
do in Re de' Romani. Il ritorno dell'I mperadore in Italia. Il fecondo abbocca-
mento del Papa, & dell' Imperadore in Bologna. La Lega tra il Papa, l'Impcrado-
re, & altri Potentati, per difefa d'Italia. La partenza dell'Imperadore da Bologna
per Ifpagna. La partenza del Papa da Bologna per Roma. L'abboccamento del
Papa, & del Re di Francia a Marfìlia. Il parentado tra la Nepote del Papa, & il fe-
condo genito del Re di Francia. Il ritorno del Papa a Roma. La morte d'Hippo-
lito Cardinale de'Medici. La morte d' Aleflandro Duca di Firenze. La ricupera-
tone del Duca di Vertimbergh del Ducato. L'acquifto di Tunefi per BarbarofTa.
La morte di Clemente Settimo. La creatione di Paolo Terzo al Pontificato.
Osto per la pace, & confederatone predet-
ta fine a fi lunghe , & grani guerre continuate
più d'otto anni con accidenti tanto horribili; re-
fio Italia tutta libera da' tumulti , & dà perico
li dell'arme, eccetto la Citta di Firenze, la
la pace de gli
altri.
guerra della quale haueuagiouato alla pace de
gli altri; ma la pace de gli altri aggrauaua la
guerra fina: perche come le diluita, eh e fi
trattauano , furono in modo digerite che non fi
duhitaua la concordia douere battere perfettione , Ce fare Iettate le genti delio
Genti madatc Stato de* Vinitiani 3 mandò quattromila fanti Tede fichi, dumila^cinquecen
daCefarecò- to fanti Spagnuoli , ottocento Italiani , più di trecento e aualli leggieri con
tra Firenze, uentìcinque pe^i d'artiglieria alla guerra contra Fiorentini : nella quale fi
erano fatte pochijjime fattioni , ne appena degne d'ejfere ferine >non bafian-
yiGESIMO. 197
do l'animo a quelli di fuori di combatter eia Città y ne emendo pronti quelli di I
dentro a tentare la fortuna ; perche riputando d'hauere modo a difender ft
molti mefiyjperauano che 0 per mancamento di danari y 0 per altri accidenti,
i nimki haitejfero a siami lungamente . Haueua perdo il Trincipe mandato I
mille cinquecento fanti, quattrocento caualli, & quattro pe^i d'artiglieria Laftra prefa I
a pigliare la Laflra, doue erano tre bandiere di fanti : & innanzi arriuaffe il dal PnnclPc* I
foccorfo di Firenze la prefe y ammainati circa dugento fanti . Succede che
la notte degli undeci di Dicembre Stefano Colonna con mille archibufieriy& IncamicIata J
quattrocento tra alabarde, & Partigiane tutti in corfalettoy& all'ufo Spa di Stefano Co |
gnuolo incamiciati y asfaltarono il Colonnello di Sciarra Colonna , alloggiato lonna.
nelle cafe propìnque alla Chic fa di Santa Margherita a Montici ; & ui am- Martio Orfì- j
mainarono ,& ferirono molti huomini, fèrrea perdere un'huomofolo. Fu in san'tfc^"e10 j
quei dì da un colpo d'artiglieria morto nell'orto di San Miniato Mario Or fi - mortU
no , & Giulio da Santa Croce ; & andando Tino da Caftel di Tiero per pi- I
gliare Montopoli terra del contado di Tifa y i fanti che erano in Empoli ta-
gliatagli la strada tra Talaia y & Montopoli y lo roppono, fatti molti pri- I
"gionLFu mandato da Fiorentini nel Borgo a San Sepolcro "h{apoleone Or fi-
no con cento cinquanta caualli, perche Meffandro Vitelli uerfo il Borgo t & Piftoia,& Pra
Unghiari andana diflmggendo il pacfe. Ma pajfate che hebbono l'alpi le t^T[cdono
genti mandate nuouamente da Ce far e y Tifloia y&poi Trato abbandonati a aPa* t
dalle genti de' Fiorentini s'arrenderono al Tontefice : però l'esercito non ha-
uendo atte $ alle impedimento non s'andò ad unire con gli altri ; ma fermato fi
dall'altra parte d'arno alloggiò a Teretola prejfo alle mura della Città fotto
ilgouerno del Marchefe del Guaflo y benché a tutti erafuperiore il Trincipe
d'Oranges, ejfendogia ridotte le cofepiu prefìo informa di ajfedio, che d'op- Pietrafanta ar
pugnatione . ^Arrendeffi anche in queflo tempo Tietra Santa al Tonte- renauta al Pa-
fice. 1S{ella fine di queflo anno il Tontefice ricercato da Malatefla Ba- pa.
gitone y che gli duna jperan^a di concordia , mand^m^irenze indirit-
to a lui Ridolfo Tio Vefcouo di Faenza : col quale furoWtrattate uarie co-
fe parte con faputa della Città in beneficio fuo y parte occultamente da Ma-
latefla contra la Città y lequali non hebbono altro effetto yan^i fi credette che ^j^1*^
Malatefla che era al fine della fua condotta l'hauefje tenute artificiofamen- p\^J££
te y acciò che i Fiorentini per timore di non effere abbandonati da lui lo ri-
conducejfero con titolo di Capitano Generale y il che ottenne . Seguitò l'an- M# D# XxX.
no millecinquecento trenta la imprefa medefmay doue benché Oranges
con cominciare nuoui caualieri & nuoue trincee y faceffe dimolìratione
di uolere battere i baflioni più d'apprejfo , & maffmamente quello di
San Giorgio molto gagliardo , nondimeno parte per la tmperitia fua y par-
te per la difficulta della cofay non fimeffe ad ejfecutione difegno alcuno,
appartenendo a Stefano Colonna la guardia di tutto il monte. T^el principio
-t Fiorentini di queflo anno i Fiorentini prefafperan^a dalle cofe trattate col Vefcouo di
nin"uo "inba- FaenKa mudarono di nuouo Oratori al Tontefice, & a Ce far e, ma con preci
lei adori al Pa fa commeffione di non udire co fa alcuna per la quale fi trattale d'alterare il
p,& a Celare gommo o diminuire il dominio : però e/tendo di/cordi nell'articolo principa-
le , non battendo anche potuto ottenere audien^a da C efare ritornarono pre-
* \m^fìa" fi° a Firenze fen^a conclufione, dotte erano none in dieci mila fanti uiui,ma
nò" ottono Pa£att ^ forte che ajcendeuano a più di quattordici mila paghe : però i folda
cofa alcuna da ti difendeuanola Città con grande affettione & prontezza di fede : i quali
Cefare. per Olabilire tanto pitti i Capitani tutti conuocati nella Chic fa di San Tacco-
la dopo bau ere udita la mefia sfecero prefinte M alate fla uno folenne giura-
mento di difendere la Città injìno alla morte :folo in quefta coftan^a de'fan-
+ Napoleone fj italiani fi dimoflrò incollante K^apoleone Or fino : il quale riceuuti danari
Orlino meo- jg Fiorentini fé ne ritornò a Bracciano , & compofe le cofe fue col Tontefi-
ce, & con Cefare, &fece opera che alcuni Capitani Olatiui mandati da lui',
fi partifiero da Firenze. Ma il Tontefice non lafciando indietro diligentia al
U rc di Fran- cma Per ottenere l'intento fuo operò che il I\e di Francia mandò Chiaramon
eia quello, che te a Firenze a feufare l'accordo fatto per la neceffità di rihauere i figliuoli,
cHceffe,& ope & V efiere fiato impoffibile lo includerui loro , confortandogli a pigliare gli
a^Vuerradi accor(iipoteuano , pure chefufiero utili , & con la conferuatione della liher-
Firenzc. Mi offerendo quafi di uolerfi intromettere : comandò ancora a Malatefia , <&
a Stefano Colonna come huomini del Rg,& proteso loro che parti ffero di Fi-
renile, benché da pa rte feci -et amente dicefie il contrario : ma quel che impor
tò più per la perdita della riputatone & jpauento del popolo ,fu che perfatis
fare al Tontefice & a Cefare leuò Monfignore di Vigli , che ordinariamente
rifedeuafuo Oratore in Firen^e,lafciatoui però comepriuato Emilio Ferret-
to per non gli dijperare del tutto, & promettendo anche loro fegretamente
d'aiutarli come bauefìe ricuperato i figliuoli : <& uacillò anche di fare parti-
re l 'Oratore FioM mo dalla fua corte, aiutandofi il Tontefice con tutte le ar
ti : perche per TarWs mandò il cappello del Cardinalato al Cancelliere , &
non molto dopo la legatione del Pregno di Francia : per il quale introduce an-
che pratica di nuouo abboccamento a Furino tra Cefare , il F{e di Francia,^
lui . ma fu rijpoflo a Tarbes nel configlio I{egio che alando i figliuoli in pri-
gione era Oliatina che il I{e andafie cercando d'entrami anche egli . Statui-
rono poi il Tontefice & Cefare d'andare a Siena per dare più d'appreffofauo-
r e alla imprefa, & poi trasferir fi a Hpma per la Corona : ma efiendogia in
procinto di partir fi, o uera ofimulata chefufie la deliberatone , foprauenne-
ro lettere di Germania, che lo follecitauano a trasferir fi in quella Trouincia,
facendone inftanzagli Elettori, & i Trincipi per conto delle Diete; Ferdinan
do per effere detto l\e di Bimani : gli altri per ricetto del Concilio però om-
mefio ilpenfiero d'andare innanzi , prefc in Bologna con concorfo grande, ma
;
V I G £ SI M 0. W
eon picchia pompa & fpefa la Corona Imperiale il giorno di San Matthia , Carlo V.préa I
giornoaluidigrandiffimaprofterità:percbeinqueldìcra nato, in queldì « g^»|
era sialo fatto fio prigione il He di Francia , & in quel di affunfeifegni, & m {n ^
ornamenti della degmtà Imperiale . atte fé nondimeno innanzi partifie alla gna#
concordia del Duca di Ferrara col Tontefice : il quale a fette di Mar^o uenne I
a Bologna con faluocondotto . ne fi trouando altro effito a quefla differenza I
fecero cópromefo di ragione & di fatto di tutte le loro controuerfie in Cefare, II Papa, & il
inducendofi il 'Pontefice a farlo, perche emendo il compromefìo generale, in ^^-J
modo che includeua ancora la controuerfia di Ferrara, la quale non fi dubi- mctcono \a \
taua che fecondo i termini giuridichi nonfufìe deuoluta alla Sedia jLpofioli- Cefare.
e a , gli parue che Cefare hauefìe in modo facile col porgli filentio fopra Fer- |
rarareftituigliModona & Paggio :& perche Cefare gli impegnò la ftde,tro
uando che hauefie ragione fopra quelle due Città, di pronuntiare il giudich, ,
trouando altrimenti , di lafciare fpirare il compromefìo : & per ficurtà del-
l'ofìeruan^a del laudo conuennono che il Duca deponefse Modona in mano di j
Cefare , il quale prima ad inflan^a fua haueua rimofso l'Oratore fuo di Fi-
renze ,& mandato guaftatori all' efsercito. Tartì poi Cefare da Bologna a j
uentidue hauuta intent ione dal Tontefice di confentireal Concilio ,fefi cono- Cefare parte !
fcefse efsere utile per efitrpare la herejia de Luterani , & con lui andò Lega <** Bologna. |
to il Cardinale Campeggio :&arriuato a Mantoa ,riceuuti dal Duca di Fer
rarafefsantamila ducati,gli concedette la Terra di Carpi in feudo perpetuo: I
& il Tontefice partì a trentuno alla uolta di Hgma, reflando le cofe di Firen- ^
Te nella medefima difficultd . Faceuano gli Imperiali molti fegni di uolere ritor £ a -
afsaltare la Città , pero fi lauoraua la trincea innanzi al bafltone di San Gior Roma.
gio , doue efsendofi fatta a uentuno di Marzio una grofsa fcaramuccia me- \
uerono quelli di fuori afsai danno . Battè Oranges a uenticinque la Torre a
canto al baflione di San Giorgio uerfo la Torta Bimana, perche offendeva
molto fefsercito : ma trouandolafolidiffima dopo molte cannonate fé ne aften
ne : & accumulandofi ogni dì nuoua gente , poi che in Italia non erano ne al-
tre vuerre, ne altre prede , ere fceuano continuamente i danni & le rouine
del paefe de Fiorentini. Er afila Città di Volterra arrendut a alTontefice, Volterra s'ar-
ma tenendofi la Foriera per i Fiorentini fi batteua in nome de gli Imperia rende al rapa
li con due Cannoni , & tre Colubrine uenute da Genoua ; laquale defideran-
do i Fiorentini foccorrere mandarono a Empoli centocinquanta cauaUi ,<&-
cinque bandiere di fanti : i quali ufeiti di notte pacarono per il campo uicino
a monte Vliueto , & efféndo /coperti furono mandati dietro loro caualli , %
quali 4'i ragojunftro , ma combattuti da gli archibufieri fi ritirarono con
qualche danno, & i cauaUi ufeiti di Firenze per altra uia dietro al campo fi c.q
condurrò nel tempo medefimo chei fanti , falui a Empoli , doue furono ri- rio & Fiorai
ceuuti da Francefco Ferruccio Commeffario di quel luogo: ilquale mandato tini.
rancFerrac-
ciò Co mi (la*
I nel principio della guerra da Fiorentini ad Empoli Commeffario d'alcuni pò-
I chi caualli con pocbiffima autorità baueua nel progrefo della guerra 3 con
I l'opportunità di quel fito , & con l'occafione delle fpefse prede , mefso in-
I [teme buono numero di foldati eletti : co' quali per l'ardire , liberalità fua
I uenuto in molta eslimatione era in non mediocre cftettatione de Fiorentini.
J Partì adunque il Ferruccio da Empoli con dumila fatiti , <& cento cinquan
I ta caualli , <& caminando con molta celerità entrò nella Fortezza di Volter
ra a wntifei d'aprile a uentuna bora : & rinfrefeati quiui i foldati > afsal-
, Ferruccio ri - to fubito la Terra , guardata da Giouamb atipìa Bor^hefi con pochi fanti •
jcupera Vo ter & pr e fi inflnoalla notte due trincte y in modo che )a mattina feguente la
Città ji dette , & guadagno l'artiglieria uenuta da Genoua : dotte atte fé con
I molte eslorfioni a cauare danari da' Volterrani , <& accrefeendo continua-
I mente il numero de'fuoi foldati , bar ebbe fatto r imitare San Gimignano,
I C^ Colle . & interrompendo le uettouaglie che per quella uia uenìuano da
I Siena 3 mefso l'efsercito ingraue diffcultà : i Capitani del quale non penfan-
I do più fé non all'afsedio y il Marche fé del Guasto ritirò in Trato l'artiglie-
I rie . ma efsendo opportunamente fopragiunto in quelle bande il Maramaus
con dumilacinquecento fanti non pagati 9foccorfo uenuto y tanto fono incer-
te le co fé della guerra , contra la uolontà del Tontefice .fermò l'impeto fuo,
efsendo andato ad accampar fi con le fue genti nel borgo di Volterra . ^ no-
ne di Maggio fi fece unagrofsafcaramucciafuora della Torta T{omanaymor
ti& feriti di quelli di dentro cento trenta , di quelli di fuor a più di dugento,
tra quali il Capitano B ar agnino Spagnuolo . Sperauano pure ancora i Fio-
rentini dal % di Francia qualche fuffulio 3 ilquale continuaua di promettere
grandijfimo foccorfo ricuperati che hauefse i figliuoli : <& per nutrirgli in
queflo mezo con fperan^a dette afsegnamento a mercatanti Fiorentini, per
uentimila ducati 3 douutiloro molto innanzi perche gli preslafs ero alla Cit-
tà , i quali furono condotti a Tifa da Luigi alamanni , ma in più uolte , irt
f Pifainguar modoche fecero poco frutto . Venne anche aTi fa Giampaolo daCericon-
diadi Gìam- dotto da* Fiorentini pirla guardia di quella Città. Mal' acquislo di Volter
paolo da Ceri m generù danno molto maggiore a Fiorentini , perche il Ferruccio contra la
commeffione bauuta , haueua per andare più forte a Volterra , & per confi-
dar fi troppo della forteti d'Empoli , lafciatoui fi poca guardia , che dato
Empoli fac amm° agH Im?triali à'efpugnarlo 3 riandarono a campo guidati dal Mar-
cheggiato \l\ cì)^e df Guafto : & con Pochiffi™o àanno lo prefero per for^a & faccheg-
Marchefedel ffarpnlo . laperdita del quale luogo afflifse più che altracofacbefyfsefuc-
Guaito. ceduta in quella guerra i Fiorentini y perche bauendo difegnato fare in quel
juogo mafsa di nuoue genti ff>er aitano con l'opportunità del fito .che è gran-
di lf ma > mettere in difficultà grande l'efsercito alloggiato da quella "parte
i\4rno> & aprire la commodità delle uettoueglie alla Città, che già
V I G E S I M 0. iol
molto ne patina. & fiaggiunfe nuoua cagione di priuargli tanto fin del-
le fièran^e concedute : perche bauendo il I\e di Francia al principio di
Giugno pagato fecondo le loro coment ioni i danari a Ce fare & ribattu-
to i figliuoli , in luogo di tanti aiuti y che baueua fempre detto dirifer-
narea quel tempo, mandò ad infiorila del Tontefic e > il quale per gra-
tificar fi totalmente i miniflri fuoi , creò il Vefcouo di Tarla Oratore ap-
preso a lui Cardinale, Tierfrancefco da Tontriemoli confidente a lui in
Italia per trattare la pratica dell accordo co* Fiorentini, ebe per queflo Fiorentini per
al tutto perderono la jperan^a de gli aiuti di quel Kg: il quale infteme \° f.fi3?^
col I\e d' Inglrilterra , emendo congiunti infieme y faceuano ogni opera & Francia!*
per conciliar fi in modo il Tontefice y che poteffero ffierare di fep ararlo da
Ce fare : & però il Re di Francia fi sforzaua d'hauere nel fare uenire
Firenze in fua potefid qualche grado y & qualche participatione . Tre-
fo chehebbe il Mar che fé delGuaflo Empoli andò con quelle genti a unir fi
col Maramaus nel Borgo di Volterra y <& bauendo circa feimila fanti
cominciarono abattere la 7 erra y & effendo interra forfè quaranta brac-
cia di mura y dettero tre ajfalti in uano con la morte di più di quattro-
cento b uomini, fecero poi nuoua batteria y & dettero imo affalto ga-
gliardo confanti Italiani & Spagnuoli mefcolati infieme y ma con danno
maggiore che ne gli ajfalti di prima y in modo che il campo fi leuò . & il
medeftmo dì un bora innanzi giorno ufeirono Stefano Colonna dalla Tor-
ta a Faenza con una incamiciata di tremila fanti y & Malatefla dal- Stefano Cor5-
la Torticciuola al Trato per affaltare i Tedefcbi y che alloggiauano nel mo- na>& Malate*
naflerio di San Donato y nel quale s'erano fortificati . pafiò Stefano le trin- Tedeich'3"0 *
cee & ne ammazzò molti y magli altri meffifi in queflo me^o in battaglia fi
alfe fero francamente y & Stefano ferito in bocca y & nel membro uiriley ma f Ferite di
leggiermente y fi ritirò y non potendo tardare molto per paura del foccorjo y Stefano Colo
& lamentandofi grauemente di Malatefla y che non i'haueffefeguitato.Cre- £a*
fceua continuamente in Firenze y douenonentrauapiuuettouaglia da par- j^p"™^" CC
te alcuna yla strettezza del uiuere y & nondimeno non diminuiua l'oflinat io-
ne : & ejfendo andato da Volterra a Tifa il Ferruccio, & raccogliendo quan
ti più fanti poteuay era ridotta tutta lafperan^a de Fiorentini nella ue-
nuta fua : perche gli haueuano commeffo y che per qualunque uia y&con
ogni pericolo fi metteffe a uenire uerfo la Città y difegnando come fuffe uni-
to con le genti che erano in Firenze d'andare a combattere co* nimici : nel
quale difègnonon fu maggiore la felicità del ficceffo y che fuffe grande la + Quel che iì
temerità della deliberatone yfe temer arij fi poffono chiamare i configli Jpin- fa per vltima
ti dall'ultima necejfità: perche haueuaa p affare per paefi nimici y & oc- * ^efiità n° fi
capati da efferato molto groffo y benché dijperfo in molti luoghi . Il Trinci- ^ ma tcm*~
pe battuta notitia di queflo difegno , kuata una parte dell'esèrcito > & rac~
301 L I B X 0
f Fforcntìn» colte più bande di fanti Italiani , battuta forfè , cornei Fiorentini fojpetta-
sTb^iànc rono yfe^eoccu^amcnte & Malatefta Buglione , col quale haueua pratiche
MP ^ ftycttiffime > che in affentia fitta non aff alter ebbe T efferato, andò ad incontrar
lo : & trottatolo preftb a Cauinana nella montagna di Viftoia ^ il quale ca-
mino haueua prejb paffando da Tifa a canto a Lucca per la confidenza della
f anione Cancellicra affett tonata algouemo popolare , fi attaccò con lui mol-
li Principe di t0 fi'-periore di gente, doue nel primo impeto facendo il Trincipe officio d'huo
Orangcs mor mo (Tarme, non di Capitano ,]pintofi temerariamente innanzi fu ammala
P- .„ to: nondimeno ottenuta da fttoi la uittoria , refìò prigione infieme con molti
da Ccrfprigiè altri GlamPa°l° d* Ceri> & il Feruccio,che cofi prigione fu ammainato dal
ne de gì i ini- Maramaus per fdegno , fecondo diffe , conceputo da lui quando nelT oppugna,
penali. tione di Volterra fece appiccare uno Trombetta mandato in Volterra da lui
Ferruccio con certa jmbafciata . Cofi abbandonati i Fiorentini da ogni aiuto dittinoci
■Maramaus ^nmano & preualcndo la fame fenica fteranza alcuna che poteffe più effere
felicitata ; era nondimeno maggiore la pertinacia di quelli, che s'opponeuana
all'accordo : i quali indotti dall'ultima dìft>eratione di non uolere .che fewia
t Fiorentini Tefcidio della Patria fuffe la rottina loro , ne trattandofi più che efji o altri cit
in vhima ài- tudinì moreffero per faluare la patria,ma che la Tatria mor effe infieme con la
fperatione. ro , erano anche feguitati da molti, che haucuano impreffo nell'animo che
gli aiuti miracoloji di Dio s'haueffero a dimoflrare, yna non primu che condot
tele cofe a termine che qttafi più niente di jpirito uauan^ajje : & era perico-
lo che la guerra non fimffe con l 'ultimo cflerminio di quella Città .-perche in
qtufta oflinatione còncorreuano i Magifìrati , e^ quafi tutti quelli, che baue+
nano in mano la publica autorità , non refìando luogo agli altri che fentiua-
no il contrario di contradire per timore de' Magifirati <&• minacci dell'arme,
fé Malatefta B agi ione conofeendo le cofe fenica rimedio non gli haneffe quafi
Malatefta co- sformati a concordare , mouendolo forfè la pietà di uedere totalmente perire
torta 1 Fiorcn r ,,. ,(/, .„. ■■•■>■ i „• \ ., ,. » » .
tini all'accor Per"1 ra°l)U de fooi Cittadini Ji preclara Cttta,&udishonore&il danno
do. che gli rifui ter ebbe a trottar fi prefente a tanta rouiua , ma molto più fecondo
fi credette , la jperan^a di confeguire dal Tapa per me^o di queflo accordo
di ritornare in Terugia : però mentre che i Magifirati, & gli altri più caldi
trattano che le genti ufcijfero della Città a combattere co* nimici molto mag-?
gì ori di numero , & alloggiati in luoghi forti, & egli ricufa,mttltiplicarono
+ Malatefta in tanta infama , che cajjatolo del Capitanato , mandarono alcuni di loro de
pira^ato^? ^" ?e rtinaa ',a denunciargliene , & fargli comandamento che partiffe con
Fiorentini.' k fue genti della Città,alla quale eftofttione concitato molto d'animo con uno
pugnale che haueua a canto ,ferì uno di loro , che con faticagli fu uiuo tolta
delle mani da circoflanti ; di che (pauentatìgli altri , & cominciatafi a file-
ttare la Città , repreffa da quelli di minore in f mia , la temerità del Gmifalo-
niere , che s' ai maìta , bora dicendo uolere ajfaltare Malatefta, bora ufi in
V I GÈ SIMO. ^IUJ
a combattere co* nimici, finalmente? ojlinatione eflrema di molti cede alla t Don Ferri
necefjìtà eflrema di tutti ;però mandati a noue d^gofto quattro Oratori a ^Jff^
Don Ferrando da Gonzaga che per la morte del Trincipe , teneua il primo poia Illorte
luogo dell'efferato, perche il Marchese del Guaflo molto prima sera par- del Pnncipe,
tito,fu concludo il dì feguente l'accordo; del quale, oltre ad obligarfila
Città a pagare inpochiffxmi dì ottantamila ducati per leuare l'efferato , fu- ^*f*i*f\
ronogli articoli principali . Che il Tapa , & la Citta dettero autorità a Ce- f " co'ndùfcT
fare che in fratremefldichiaraffe quale haueffe ad effere la forma del gouer-
no, falua nondimeno la libertà ,& che sintendeffero perdonate a ciafeuno Articoli dello I
tutte le ingiurie fatte al Tapa , & a 'fuoi amici , & feruidori : & che ìnfi- accendo.
no a tanto ueniffe la dichiaratone di Cefare , reftaffe * guardia della Città I
con dumila fanti Malatefla Baglione . // quale accordo fatto-mentre fijpe-
difeono i danari per dare ali' efferato , de quali bifognò fi prouedeffe fom*
ma molto maggior e, non effendo il Tapa molto pronto ad aiutare la Città
di danari in tanto pericolo , il Commeffario ^poftolico , che era Bartolomeo
Valori , intefofi con Malatefla , intento tutto al ritorno di Terugia, convo-
cato in Tia^a il popolo fecondo la confuetudine antica della Città, a fare
parlamento , cedendo a queflo i Magiflrati , &gli altri per timore , Muffe
nuoua forma di gouerno : dandoft per il parlamento autorità a dodici Citta-
dini che adheriuano a Medici d'ordinare a modo loro il gouerno della Cit-
tà , che lo riduffero a quella forma che foleua effere innanzi all'anno mille
cinquecento uentifette: LeuoJJì poi l efferato hauendo riceuuto i danari; i
quali i Capitani Italiani per conuertirgli in ufo fuo , &non pagarne i fol-
dati , con grande ignominia della militia fi ritirarono con effiin Firenze,
licentiati con pochiffxmi danari i fanti : i quali reflando fen^a capi fé n'an-
darono differfi in uarie parti: & l'efferato degli Spagnuoli,& Tedefchi
pagato del tutto , & lafciate uacue tutte le Terre , & dominio Fiorentino ,
fé n'andò in quel di Siena per riordinare il gouerno di quella Città :& Ma-
latefla Baglione, concedendogli il Tapa di ritornare m Terugia, non afret- Sitato della Cit
tata altra dichiaratane di Cefare, lafciò la Città libera in arbitrio del Ton dopol,^£
tefice doue , come furono partiti tutti i faldati , cominciarono i fupphtu' ,
& le perfecutioni de Cittadini : perche quegli in mano de quali t ra perue-
nuto il gouerno , parte per afficurare meglio lo Stato; parte per lo fdegno
conceputo contra gli autori di tanti mali, & per la memoria delle ingiurie
riceuute panatamente ; ma principalmente , perche cofi fu , benché lo ma-
nifeflaffe a pochi , la intentione del Tontefice , integrarono , offeruando
forfè la fuperficie delle parole , ma cauillando il fenfo , che il capitolo , per + Capitolo de
ilqualefiprometteua perdono a chi haueffe ingiuriato il Tontefice, &gli l'accordo non
amici fuoi, non cancellaffe le ingiurie, & i delitti commeffx da loro nelle f™gj*
cofe delia I\epublica : però meffa la covnitionein mano de* Magiflrati , ne fu-
i°4 L I E \0
t Sci F lotcn YOno decapitati (ci de principali ; altri incarcerati , & relegatine vrandiflì-
tll» dC Pillici „ I i rr t - t i i- • 4 '1. « ° /« ^ *''/
pali decapita- wo »**»fc ; per // che effendo indebolita più la Città , & mejji in maggiore
ti. mceff.tà quelli y che haueuano participato in quefie cofe y reflò più libera, &
più ajjoluta y & quafi regia la podefià de* Medici in quella Citta -, refiat a per
fi lunga y & graue guerra effauflifjima di danari ; priuata dentro , & fuori
di molti h abitatori ; perdute le cafe y&le fufian^e di fuori ; & più che mai
diuifa in fé medejìma . la quale pouertà fece ancor a maggior e la necejfità di.
prou edere per più anni di paefi efiemi alle uettouoglie per i hi fogni del pae-
fé : conciò fia che quell'anno non fi fujfe ricolto , ne poi feminato ; & effen-
do i difordini di quell'anno trapalati negli altri y in modo che più danari ufei
rono di quella Città tfienuata fopra modo, e^ afflitta y in fare uenirefrumen
ti di luoghi lontani , & befli ami fuori del dominio y che non erano ufeiti per ,
conto della guerra fi graue y & piena di tante jpefe . Ce far e in tanto in Ger-
ir crdìn andò mams. conuocata la Dieta in *Augufia haueua fatto eleggere in }{e de Bgma
devoniani ™ Ferdmando fuo fi^elb : & \rattandofi delle cofe de Luterani fofpette
etiandio alla potenza de' Trincipi ; <& diuife per la moltitudine , & ambitio,
ne de ' fettatori in diuerfe herefie , & quafi contrarie l' una all'altra , & a
Martino Luter , autore di quefla pefie ; la uita, & l'autorità del quale .tan-
to era dijfufo , & radicato queflo ueleno, non era più di momento alcuno ynon
occorreua a' Trincipi di Germania alcuno migliore rimedio y che la celebra-
tione d'uno Concilio uniuerfale. perche & i Luterani uolendo coprire la cau-
fa loro con l'autorità della religione y inflauano che queflo fi faceffe: &fi cre-
deua y che l'autorità de decreti che faceffe il Concilio baflaffefe non a rimuo-
nere gli animi de' capi de gli her etici da loro errori, almeno a ridurre una
f Concilio fane de^a moltitudine nella migliore fentenza : oltre che in Germania etian
molto defide- dio da quelli, che feguitauanol'oppenioniCatolicheera defiderato molto il
rato in Germa Concilio ; perche fi riformaffero igrauamentij&gli abufi trafeorfi della Cor
"\bufi d lì U * B^ma '^ ^e Ct C° ^alltorit^ dette indulgetie ,et co la largherà delle
Corte di Ro- diffenfe, & co uolere l'annate de benefici], chef còferiuano, et co le jpefe che
ma. nella ffeditione d'effififaceuano negli uffici^ iato multiplicati di quella Corte %
pareua che non attédeffe ad altro che ad effigere co quesìa arte quàtità gride
di danari da tutta la Chri5lianità,nó hauendo intrattato cura alcuna della fa
Iute dell' anime yne che le cofe Ecclefiafiichefufiero gouernate rettaméte; per
che et molti beneficìj incòpatibilifi cóferiuào in mia per fona medefimayne ha-
vedo riffetto alcuno a meriti degli huominifi disìribuiuào perfauori o /per
fone incapaci per l'etàyo in huomini uacui al tutto di dottrina, et di lettere; et
quel ch'era peggio fftffo in per fona di perditiffìmi coflumi. Mia quale iflà^a
t Cefarc defì di tutta la Germàia defiderofo Ce far e difatisfare ; et perche ache era a propo
dcra il Conci- fìto delle cofe fue i quella Troukiafedare le cagioni de tumulti, et della cótu-
*°* macia de popoli,inflette molto col Tafa,ricordàdogli i ragionamenti bauutj
V I GÈ Sì M'O. 10* -:;■
infieme a Bologna ,che induce fs e il Concilio ,& promettendogli , acciò che no
temefse d'bauere a mettere in pericolo l'autorità, & la degniti fua, di trottar
nifi prefente per hauere cura particolare di lui. K(efsuria co fa difyiaceua più
al Tapa di quesìayma per conferuare la slimatione della buona mente fua, di f
fimulaua quesìa inclinatione o caufa di timore : ma temendo in effetto , che il H Papa fi rcde
Concilio per moderare le abufioni della Corte , & le indifcrete concezioni di l . 1C1 % *? ?"*
7 . r r • i. • r- iris -r ? ■ i Prire " Coci-
molti Tontejici non diminuì js e troppo la j acuita Tontipcale ; o per ricordar- \io pcr moitc
fi , che fé bene quando fu promojfo al Cardinalato, era slato prouato con tefli cagioni.
moni], che i fuoi natali fujfero legitimi, nondimeno ejferc in uerità il contra-
rio , &fe beile non fi trouajfe legge fcritta che prohibijfe afcendere al Tonti- + A Papa no :
ficato chifujfe nato in quefto modo, nondimeno era inueterata , & commune era cSmmo«
oppenione , che chi non era legitimo non potefje etiandio efiere creato Cardi-
nale : o riducendofi in memoria,che nonfèn^a qualche foretto di fimonia ufa
ta col Cardinale Colonna fujfe siato affunto al Tonificato : o dubitando che
l'acerbità grande ufata contra la Tatria con tanti tumulti di guerra non gli
dejfe infamia indelebile appreso al Concilio ; maffimamcnte effondo apparito
per gli effetti hauerlomofjb, non come da principio publicaua il defiderio di
ridurla a buono, & moderato gouerno ; ma la cupidità di farla tornare nella
feruitù de' fuoi : però abbonendo il Concilio , ne hauendo per ficurtà bacan-
te la fede di C efare 3 communicando le cofe con Cardinali deputati alla difcuf
pone di quefla materia , fofpettofi ancora loro della correzione del Concilio y . «^ ^ p
riffiondeua , moflrando molte ragioni per lequali non era opportuno a trat- pa per non a„
tarne,non fi uedendo ancora riabilita bene la pace tra Trincipi Chrifiiani3 prirc il Coli-
ca tcmendofi di nuoui moti del Turco ; i quali non farebbe utile che trouaffe- c"io#
ro la Chriflianitd occupata nelle difputationi , & contentioni del Concilio:& „
nondimeno moflrando rimetter fene al parere di Cefare , conchiudeua effere cone quali vo
contento, che egli promettere nella Dieta la indizione del Concilio , pure che ieua il Papa fi
fi celebrale in It alia, & prefente lui;affegnato tempo congruo a cogregarlo,et apriffe il Con
che i Luterani , et altri her etici promettédo di ftare alla determinatone del Cl110'
Cócilio dcjìfleffero intrattato dalle corruttele loro, et rimette do la Sedia *Apo
ftolica nella pojfeffione della fua ubbidié^a,uiueffero come foleuano prima,&
come Catholici Chrifliani;da chef difficultaua tutta la praticaiperche i Lute
rani nófolo nò erano per defiflere dalle oppenioni,et riti loro innàri alla cele-
bratione del Cócilio, ma fi credeua cómuneméte,che abhorriffero il Cócilio;no
potédo affettarne altro che reprobatane delle oppenioni loro; cóciòfia che la
maggior parte di quelle ,et le più prkipali fusero fiate reprobate più uolte co foaiiono fpa-
me heretiche da' antichi Cócilij;ma che dimadaffero la cóuocaiiòe d'effo,per- ucntare gà Po
chefapédo ejfere cofafpauétofa a'Tótefici,fi perfuadeffero no haueffe ad effere telieù _.
còceffo, et cofifoflentare co maggiore autorità appreso à popoli la caufa loro.
Finì i quefte a&itationi l'anno milleaquecétQ tuta etfuccedette l'ano millecin
200 I E F^O
M.D.XXXI. quecento trentuno, nel quale fu fìcciola materia di mouimenti : perche fé be-
li Re di Fmn- ** ?er molti fe£ni fl comprendevi il l\e di Francia efjere mal contento degli
eia A' ^Inghil scordi fatti con C efare , & cupidiffimo di nuoui tumulti ; & a queflo mede-
terra in mala fimo inclinare anche il Bg d'Inghilterra fdegnato con Cefare, che difendendo
diipofuione laforella difua madre oppugnaua la caufa del diuortio ; nondimeno effendo il
vedo Gelare. ^e fi Francja effalifl0 di danari , ne ancora ripofato ddtrauagli di fi lunghe
guerre, non era ancora il tempo opportuno afufeitare innouationi : ma atten-
data intratt anto a praticare cofi in Germania coTrincipi , che erano d'ani-
mo alieni da Ce fare , come in Italia col Tontefice ; proponendogli perfarfelo
beniuolo pratiche di matrimonio tra il figliuolo fuo fecondo genito , & la ni-
pote di lui : <& quello chef trattaua con maggiore offe fa di Dio, & con bor-
ii Re di Fran T*^e ln^arnia de^a Corona & Francia , che haueua fatto fempre precipua
eia traJa Ixiii ProfiJfione di difendere la religione Chrifliana, per i quali meriti haueua con
tare il Turco feguitato il titolo del Chrifti ani /fimo, tenendo pratiche col Trincipe de' Tur-
comi* Cefare chi per irritarlo contra C efare , contrai quale era per l'ordinario male diffo
fio, fi per l'odio naturale contrai nome de Chrifliani, come per cagione delle
còtrouerfie,che haueua col fratello, eh e erano quifiioni per il Pregno d'Fnghe
ria col Vaiuoday di chi egli haueua prefo la protettioneicome etiandio perche
lagrandcT^a di Cefare comìnciaua ad e fere foffetta anche a lui. Leuarono
^n!TnoL incìucfo tempo i Capitani Imperiali? efferato di quel di Siena per condurlo
guerra di Fi- mt Temente, bauendo nme\]o in Siena per fatisf attiene del Tapa a godere h
renze. Tatria , & i beni loro quelli del Monte de noue , ma non alterata la forma
deigouerno ; & meffoui perficurtà loro una guardia di trecento fanti Spa-
gnuoli ,dependente dal Duca di Malff.il quale per hauerfifaputo poco confer-
uare la fua autor it adornarono prefo le co fé ne mede fimi difordini, in mo-
Gouerno di Fi do che quelli ,che erano siati rimefjì per timore fé ne partirono .Dichiarò etià
tond^Cefa'r.e.ra di° C€^are {aforma àelgouerno di Firenze Jijfmulata quella parte dell'auto
ritd concedagli, che limitauafalua la libertà : perche fecondo la propria in-
(ìr unione mandatagli dal Tapa , effrefe che la Città fi gouernaffe con quelli
Magiflrati,& con quel modo, che erafolitagouernarfi ne tépi,che la regge-
vi Meandro uano i Medici$t che delgouernofuffe capo Meffandro nipote del Tòtefice,et
de\Medici de- genero fuo;et màcàdo lui fuc cede ffero di mano in mano i figliuoli, et di fediti,
CefarT ^ & * f'U Pro^mi della mc de fima famigli a. F^fituì alla Città tutti i priuilegvj
dei gouerno CÓC *$$ altre uolte dafe>et da' fuoi predeceffori;ma co còditione, che ne rica-
di Firenze. dejjèro ogni uolta che attétaffero cofa alcuna cètra lagràdexxa della famiglici
de' Medici-.inferédo in tutto il decreto parole, che moflrauào fódarfi no filone
la podeflà còceffagli dalle parti, ma etiàdio nell'autor ita, et degnità Imperia-
le. Tacile quali cofe,hauédofatisfatto al Tapa forfè più che alla f acuità còcef-
fagli nel còpromeffo, l'offe fé incòtinéte in cofa, che gli fu molto graue : perche
poi che da più Dottori, a' quali l' haueua còmeffoffu uditaci esaminata la co-
V 1 G E ò I-M. U. ÌÓ7
trouerfia tra il Toteficeyet il Duca di Ferrar ayfopra laquale erao fiati per tut
te due le parti prodotti molti teftimonijyetfcrittureyet fatto Ingo proceffò; prò Modòna , &
nuntiò per configlio zr relatione loro, Modona y& Faggio appartenerli di ra i/c §8\° >?f ""
gione al Duca di Ferrara ; & che il Tontefice riceuuti da lui centomila duca- rc aj Quca ^
tiyridotto il cenfo al modo antico lo rinuefiiffe della lurifdittwne di Ferrara . Ferrara.
Sfor%pffi C efare fare capace al Tapa , che fé contra la promeffa fattagli in
Bologna di non pronuntiare in cafo trouaffela caufa fua non efiere gìuflayha-
ueua pronuntiatOydouerfi lui lamentare non di fé yma del Vefcouo di V afone
7<(untiofuo:al quale non haueua mancato di fare intenderebbe non uolcua lo
dareyper non e fiere cofiretto a dargli ilgiuditio contraima che egli perfuaden
dofi il contrario set che queflo fi diceffe per fcaricarfi della promeffa fattagli di
lodare, fé le ragioni erano per lui, haueua fatto tanta inflanza chef pronun-
tiaffe , che era siato neccfjitato di farlo per conferuatione dell' 'h onore fuo : la
quale fcufa farebbe slata più capace y fé il giuditio nonfuffe slato in quelmc-
defimo effetto y nel quale C e fare haueua tentato molte uolte di ridurre la co fa
per concordia . offefe ancora molto più il Tontefice il uedere y che Cefare nel + M PaPa fi
pronuntiare fopra le cofe di Modona y & Reggio haueua feguitato la uia di £,e"e da
giudice rigorofo : ma in quelle di Ferrar avelie quali il rigore era manifefia-
mente per fé y haueua feguitato l'ufficio d'amicabile compofitore: però non
uolle ratificare il lodo dato y non pigliare il pagamento de' danari y ne' quali
era condennato il Duca ; & nella proffima feflimtà di San Tiero non accettò
il cenfo offertogli y fecondo il co fiume antico y public amente . ma non refìò per
queflo Cefare di cófegnare al Duca di Ferrara Modona tenuta infino a quel dì
da lui in depofitoy lafciando poi decidere tra loro le alter cationi : onde per mol
ti mefi non fu fcoperta guerra tra il Tapay & il Due ay neficura pace ; efiendo
tutto intento il Tontefice o ad opprimerlo con infidie yoad affettare occafione
di potere con appoggio di maggiori Trincipi offenderlo feopert amente . "K^on
h ebbe queflo anno trentuno altri accidenti y &- s' andò continuando anche la m.D.XXXII
quiete nel futuro anno : il quale fu più pericolofo per guerre tfierne 3 che per
mouimenti di Italia . perche il Turco accefo dalla ignominia della ributtata II Turco acce
di Vienna y & intefo Cefare effere in Germania preparo grofiffimo efferato y £° conerà Ce-
magnificando gli apparati con publicare di uolere fare la guerra per cofiri- are'
gnere Cefare a fare giornata fico : per la fama delle quali preparationi &
Cefare fi meffe in ordine quanto poteua y facendo etiandio paffare il Marche-
fé del Guaflo in Germania con le genti Spagnuole, & con gr offa banda di ca-
miti & di fanti Italiani : & il Tapa gli promeffe foccorrerlo con quaranta-
mila ducati ciafeuno mefe y & mandò a quella ffeditione per Legato <Apofio- + Cart<je»Mc
lieo il Cardinale de' Medici fuo nipote:& i Trincipiyet Terre franche di Ger jicì Legato in
mania prepararono in fauore di Cefare y & per la difenfione commune della Germania.
Germania uno efferato molto groffo . ma riuscirono gli effetti molto dìjfimili
*os L I R B^O -■+
alla fama, & al terrore ; perche Solimano entrato tardi in angheria non ba-
ttendo fot ut o arriuarui prima per la grdndez^a degli apparati, & per la di*
fianca del 'camino, non andò dirittamente con l'esercito alla uolta di Ce fare;
fé w ritorna m Cofta/ltlnopoli : ne fi dimóflrò anche in Cefare maggiore prótez^a, perche.
a Coftamino- intef° l'auicinarfi de Turchi, non fi fece loro incontro ; & come iute/è la riti-
poli. rata non hebbe penfiero di profegmre con tutte lefor^e l'occafione per acqui
ftare per il fratello l'Vnght ria : ma ardente di defiderio di ritornare in Ifpa-
gna,ordinò, che i fanti italiani, con certo numero di Tedefchi andajferoalk
impreja d'Vnghcria : ma gli fu disordinato anche quefio dijfcgno , perche i
fanti Italiani folleuati da qualcuno de Capi loro , che ueddoìwpropofii altri
Capitani a quella imprefa, ammutinati ; non Sapendo allegare cagione del lo-
lian^^Jmu r° tumuko> ne Sfiondo, a placargli l 'autorità di Ce fare, che andò m per fona
tlna in Germa aParlareio^° * prefero unitamente il camino d'Italia, caminando congran-
„i.i. diffxma celerità, per timore di non efferc feguitati : & per il camino ardendo
molte uille, <& cafe, come terre de'nimicCin uendett a, fecondo diceuano, de
gli incendij fatti da'Tede'fchi in Italia. Eragia anche Cefare uoltatof laica-
- - «• ' mino d'Italia ; & hauendo disegnato con che ordine, & in che allo^giameto
douejfe procedere lafua Corte, & tutto ilfuo traino ; il Cardinale de' 'Me dici
mofio da impeto giouinile, non uolendo slare a quell'ordine , che era dato yfi
fpinfe innanzi, & con lui Viermaria I{pfio, a chi principalmente sattribuiua
la colpa di quella fé dit ione ; donde fdegnato Cefare, o perche attribuire l'ori-
gine di quella cofa al Cardinale, che mal contento, che \Alefiandrofuo cugino
fufie propefio allo Stato di Firenz e, non andaffe dietro a quei fanti per con-
Car.de'Mccii- -fargli a turbare le co fé di Tofana, fece in camino ritenere il Cardinale, &
£o?XSajo ^n^l^ermar^^^onfderandopoi meglio la importanza della cofay
da Cefare JcrW f**f « cbe /># liberato ; & ne fece fico , & col Tapa molte feufa-
tiom : refiò prigione Piermaria , ma non molto dopo fu rilavato , fonando-
gli y come fi credette, apprefo a Cefare afiiai la ingiuriale gli pareuahauer
fatta al Cardinale. La partita del Turco alleggerì Italia dalla guerra immi-
nete,percheil I^e di Ir ancia, & il }\e d'Inghilterra pieni d'odio, et di fdegno
A bboccamen contra Cefare , s'erano abboccati tra Cales, & Bologna;doue, perfuadendofi
FrancKe dÌ ^ ilTurco hauefse * firmar fi quella uernata in Vngheria, & cefi tenere im
Inehiherra." fllCate lefor^edl Cefare , trattauano che il $$ di Francia af altane il Duca-
to di Milano ; & difpofii a tirare il Tapa nelle loro parti con afpre^a , <&
co ifpanento poi che non era infino allhora potuto fuaedere per altra ma, trat
Untano di Iettargli l'ubbidienza de\l\egni loro, in cafo non confinti fé a quel-
■ lodefiderauanoyche era nel % di Francia, il uolerc lo Stato di Milano, in quel
lo d'Inghilterra, lafenten^a per fé della caufa del diuortio : & via haueua-
no difegnato mandare a. lui cok acerbe commeffiom i Cardinali dÌTornon,&
ài 7 arbes:
■
di Tabes ; grandi l'uno, & t altro di autorità appreffo al l{e di Francia. Ma
mollificò quefti difegni lo intendere innanzi partiffero dall'abboccamento la
ritirata del Turco ; & interroppe anche , che il I{e d'Inghilterra non faceffe La ritirata del
f affate a Cales oénm per celebrare publicamtnte in quel Conuento il matri- ^UTCO mitiga
monio con lei ; non ojìantc che la lite pendeffe nella Corte di I\oma,& che per nate tatalia
Brieui *4 poftolici gli fuffe pr oh ibito fitto pena digrauijjìme cenfure l'atten-
tare copi alcuna in pregiuditio del primo matrimonio -.nondimeno il I\e di Fra
eia per dimoflrarc al l\e d'Inghilterra mal' animo contra la Chic fa Promana,
ancora che la int emione fuafuffe cercare di guadagnar fi co modi dolci il Tòte f il Re di Fr5
fice, impofe difua autorità decime al Clero per tutto il Pregno di Francia , &• cia impone de
(pedi i due Cardinali al Tapa,ma con commeffwni molto diuerfe da quelle , illlle a* CIer,°>
che da principio erano state di fegnate. Venne Ce fare in Italia, & defideran- mahdati'daJ
do parlare col Tontefice fu ftatuito di nuouo tra loro il luogo di Bologna ac- Re al Papa.
ccttato cupidamente dal Vapa per non dare occajìone a Cefare , come era con i" Cefarc tor
fortato da molti de'fuoi d'andare nel Pregno di K[apoli, & cofi dimorare più *fdn ?'r
tempo in Italiani che era anche contra la mente di Cefare dejiderofo di andar fare s'abboc-
fene in Ifhagna, & per altre ragionila principalmente per defiderio di prò- chino in Bolo-
crebre figliuoli ef emioni reflata la moglie. però l'uno,®* l'altro di loro còuen SniU l flK
nero alla fine dell'anno in Bologna , do uè tra loro furono feruate le medefime
dimoflrationi d'amor e, & la medefima dimefiiche7^a,che era fiat a ufata l'ai
tra uoltama non erano più corrifpondenti gli animi 3come erano siati allho -
ra nelle negociationi: perche Cefare defideraua per quiete & fatisfattione dì
Germania fommament e il Concilio.-infiaua di uolere diffoluere l 'efferato gra
ue,& a lui,®* agli altri;ma per poterlo fare fieramente, eh e fi rinnouaffe lui
tima Lega fatta in Bologna per includerui dentro ogniuno , & per t afare le
quantità de' danari, le quali ciafeuno hauefie a contribuirete Italia fufìe afìal
tata da' Francefcdefideraua anche 3che Caterina nipote del Tapafi maritale
a Francefco Sforai, fi per neceffitare più il Vapa ad attédere alla conferuatio
ne di quello Stato, fi per interrompere la pratica del parentado, che s'era trat
tato col Pg di Fràcia.delle quali cofe ne f una piaceua al Tótefice, perche il con-
federar fi era contrario al defiderio fio di matenerfi il più poteua neutrale tra*
Trincipi Chrifliani,dubìtado & de gli altri pericoli, etjpetialméte,cheil Bg
di.Fracia,efkndone mzffmamente infligato tato dal P^e d'Inghilterra, no gli
Ituafse l' ubbidienza: il Concilio per le antiche cagionigli era moleflijfimo : ne
gli piaceua il parentado col Duca di Milano, per non pigliare quaft una aper-
ta nimicitia col P^e di Francia , & perche ardeua di defiderio di congiugnere
la nipote alfecodo genito del I\e. Trattojfi di quefte materie, principalméte di Perfonaggf de
quella della co fé derat ione, alla quale pratica di più mejt, furono deputati per jJJ." "c ^™_
la parte di Cefate,Cuouos,cómandatorc maggiore di Leone, Granuela;et Tra rie tra il Papa
ta fuoi principali cordiglieri : & per la parte del Tapa il Cardinale de' Me- & Cefare.
0
dici , Iacopo Saluiati , & il Gui ce lardino : i quali non ricufando il far e la con
federazione , per eh e era: uno [coprire troppo la intcntione del Tontefice, et da-
re caufa a Cefare d'hauere giuftamente grauiffimo fojpetto di lui, inflauano
che fi facete ogni opera per fami condefeendere i Vinitiani ; allegando chefen
%agli aiuti loro la dife fa farebbe debole, & che con più riputatone fi confer-
Vinitiani riccr uauanole cofe communi , mantenendofi in fu la fama della prima confedera-
cati alla con e tjone ^ ^oue fa facendone un'altra fen^aloro fi faria nafeere per tutto op-
Papa , & con ptnione ; che tra Cefare , & il Tapa , & i Vinitiani fujfe difeordia . però fu-
Celare. rono ricercati i Vinitiani di confentire a nuoua confederatone per la difefa
di tutta Italia ,• perche per la prima non erano tenuti ad altro che alle cofe del
lo Stato di Milano, &del Pregno di J^apoli : <& defideraua fommamente Ce
i Vinitiani ne jare ^ cjje e> fuffero anche obligati alla difefa diGenoùa vdoue fi penfaua,cht
^n nuouacófe 1uand° haueffe ad effere guerra , iFrancefi faceffiro facilmente il primo af-
dcratione. folto : perche pretendeuano per ragioni , & interejfi particolari poterlo fare
fen^a contrauenire agli accordi di Madril, & di C ombrai .negò quel Sena-
to uolere fare nuoua confederatone, o ampliare le obligationi , che in quelk
fi conteneuano , congraue fdegno di Cefare, non oftante che affermaffero uo-
- • lere offeruare inuiolabilmente quefta congiuntane : & nondimeno Cefare in-
■ flette tanto più col Tapa , ribattendo le ragioni che per la parte fua s'allega
nano in contrario ; in modo che s'entrò nel praticare gli articoli della confede
rattonc,& fi chiamarono tutti i Potentati di Italia , che mandaffero Imba-
feiadori a quefta pratica ;i quali furono ricercati che entrajfero nella confe-
deratone, contribuendo al cafo della guerra fecondo lefor^ , & pofftbilitì
loro : a che non effondo fatta per alcuno difficultd , mafolamente sformando fi
ciafeuno di alleggerire quello che gli era dimandato di contributione;folo ^il
+ Ragione fonfo da Efìe propofe non potere entrare in Lega per difendere gli Stati d'al-
perche Alfon- ^ n, prjma nonfu(\e affi curato del fuo ; perche come effere conueniente che
lodaEltcnon , J J , V, iL r J / • r ; -^
polli entrare bauefie a guardar fi dal Tontepce , & entrare in Lega con lui ? come potere
nella Lega, contribuire co fuoi danari alla difefa di Milano , o di Genoua,fe era neceffi-
tato {pendergli continuamente per tenere gente in Modona , & peggio, &
anche per effere ficuro di Ferrara ? Da quefta dimanda nacque nuoua prati-
ca di concordarlo col "Papa :il quale hauendone l'animo alienifjìmo , ne uo-
lendo cofi apertamente opporfi alla inflaw^a di Cefare , proponeua condizioni
ìnefflic abili i affermando che quando pure haueffe a lafciare Modona,& l\eg
gio ad jLlfonfo , che altrimenti non eraperconuenire , uoleua le riconofeeffe
. in feudo dalla Sedia *Apoftoliea : il che non fi potendo fare in modo che fu fi-
fe giuridicamente ualidofcn^a confenfo degli Elettori, & Trincipi dello Im
per io , metteua Cefare in una diffcultà, che non haueua effìto : però fi rida fi-
fe a pregare il Tontefice,che almeno durante la Lega s'obligaffe di non offen-
dere lo Stato, eh e teneua vilfonfo :in che dopo molte diffute il Tapa confen-
...v .'..,:
V I G E 5 • I M O. ili V
ti a* afficurarlo per diciotto mefi : & fu finalmente conchiufa la Lega: la qua Lcga concWti |
le fu stipulata il giorno tanto felice a Cefare di San Matthia.Contenne la con ?' . ?. *4
federatane obligo , da' Vinitiani in fuori ,di Cefare del l\e de Romani, & di
tutti gli altri Potentati di Italia alla difefa di Italia , non ui nominando però
dentro i Fiorentini , per ricetto di non turbare i loro commertij nel Reame di
Francia, fé non nel modo che erano siati nominati nella Lega di C ugnaci?, Fu .
ejpreffo con che numero di gente bauejfe ciafcuno di loro a concorrere, & con
che quantità di danari a contribuire ciafcuno me fé , Cefare per trentamila du
cati , il Pontefice fi difegnaua pagajfe per fé, & per i Fiorentini per venti-
mila , il Duca di Milano per quindicimila, il Duca di Ferrara per dieci mila,
Genouefi per fei mila , Sane fi per dumi la, Luccbep per mille: & che per tro-
uarfi qualche preparatione a uno ajjalto improuifo , tanto che con le contri-
butioni fi potejfe poi difender fé, fi faceffe allhora uno depofito difomma quafi
pari alle contributioni , che non fi potejfe {pendere fé non in cafo, chefiuedefc
fé in pronto le preparationi dì asfaltare Italia: ordinoffi ancor a una picchia co
tributione annuale per intrattenerci Capitani, che refiauano in Italia; &
per pagare certe penfioni a Sui-^eri, accioche nò haueffero caufa di dare fan
ti al I{edi Francia : & di commune confcnfofu dichiarato Capitano Genera- Ant. de Leua
le di tutta la Lega ^Antonio de Leua con ordine fi fermaffe nel Ducato di Mi Generale deU
lano : del Concilio non fu conchiufo confatisfattione di Cefare,cbe inflauacbe k LeSa; . . j
il Vapa allhora lo intimale :il quale ricufaua , allegando che in quefia mala: cfcnó intima
difpojìtione degli animi era pericolo che non fuffe ricufatodal ^e di Francia, t0 dal Papa.
& d'Inghilterra, & che facendofi fen^a loro non poteua introdurre ne unio .
ne, ne riformat ione della Chiefa, ma era pericolofiffimo non ne nafeeffe là
Scifma:effere contento mandare J^untij a tutti i Trincipi per indurgli ad ope
rafifanta: & replicando Ce far e, che fard adunque fé effi differiranno fen^a
giufla cagione? & uolendo che in tal cafo il Tapagli promettere di intimarlo
non potette diftorlo : in modo che fi diputarono, & mandarono i l^untij con
pocajperan'^a di riportarne conclufione. ma non refiò anche Cefare più fatisi
fatto della pratica del parentado : perche ejfendo uenuti a Bologna i due Car-
dinali mandati dal I{e di Fr ancia, & introdotto di nuouo il ragionamento del
parentado col fecondo genito di quel %e,il Tontefice replicaua a quello del Du
ca di Milano propoftogli da Cefare, che hauendogli il Bg molto prima propo-
fio il matrimonio col fuo figliuolo, & egli udita la pratica con confenfo di Ce-
fare,che allhora dimosìrò d'eterne contento, gli par eua fare troppa ingiuria Papa perche
al I{e di Francia, fé pendenti quelli ragionamenti maritale la l^Jpote. a uno non maritato
nimico fuo : credere che quefia pratica fuffe introdotta dal i\e artificiofamen £>uc^ ^^
te per intrattenerlo, & non con animo di conchiudere, effendoui tanta diffia- no.
rità di grado, .& di condìtione;ma che fé prima non fi efcludeua del tutto que-
fia pratica , non uoleua far offefa fi grane al %e : ne ejfendo capace a Cefare,
0 ij
che il Re di Francia ttoleffe torre per uno fto figliuolo una tatodiffimile ahi;
confortò il Tapa che per chiarirfi degli inganni del I{e,infteffe co' due Cardi-
nali, che facefjero uenire il mandato a poterlo contraere , i quali dimofir atifi
pronti filtri i, lo fecero in pochifjimi dì uenire informa amplijjìma, onde nonfò
loft efclufe ognifperan^a del parentado con Francefco Sforma ,- ma ancor a fi-
rifirinfela pratica col l(e diFrancia;aggiugnendouifi ancor adorne molto pri
ma sera tra loro ragionato ,che il Tapa,& il Fg di Francia fi conueniffero in
fteme al^i^a^Citta del Duca di Sauoia , & pofla prejfo al fiume dei Varo,
che è confine tra l'ltalia,& la Trouen^a. le quali co fé erano mólto molefìe a
Cefere, fi per foretto eh e tra il Tapa ,&ilBg di Francia mnfifaeeffemag-
Sofpetti che giore congiuntione in pregiuditio fuo , fapendo quale fuffe l'animo del Bg coti
Laueua Cefare trafe;& dubitando, che nelTontefice rifedeffe ancora occultamente là memo
Q apil# - ria deUafua incarceratione, del fiacco di Roma,& de Ila mutatione detto Stato:,
di Firenze ; mouendolo ancora lofdegno , che quello honorey che gli pareva ,:
* che il Tapaglihaueffe fatto d'andare ad abboccar fi fec& due uoltea Bologna^
fi diminuire, an?j fi annicchilafse ,fe andaua a trouare per mare il Ì{ediFratf
■ eia infino a lv(/^ %a : ne diffimulaua queflo difpiacere, & le cagioni, ma inua-
no: perche nel Totefice era fiffa nell'animo, an^i ardente la cupidità di queflo
4 • Amb v parentado'}mouendolo più preflo l 'ambinone, & l'appetito della gloria, che ef
de] Pontefice, fendo di cafa quafi priuata haueffe confegmto per uno nipote naturale una fi-
gliuola naturale di fi potente Imperadore:& hora confeguiffe per una nipote
fua legitima uno figliuolo legitimo del J\e di Francia : il che lo moucua più -,
che quello, che glier a ricordato da molti,che con queflo parentado darebbe co
lore di ragione, 'benché non itero, ma apparente, al Re di Francia di pretende-
re per il figliuolo, & per la nuora fopra lo Stato di Firenze. *A quefie male fa
tisfattioni di Cefare fi aggiunfe quafi per cumulo, eh e facendo inflan'xa^he il
Tapa creajfe tre Cardinali pròpoflìda lui,ottenne con difficultd folamente lo
, ìreiuefeouo di Bari;fcufandofi egli con la contradittione del Collegio de' Car
dinalhne mitigo Cefare che il Tapa concorrejft molto prontamente a fare una
confederatane fegreta con lui, nella quale prometteua procedere giuridicamé
te alle cenfure, & a tutto quello che fuffe di ragione contra'lRe d'Inghilterra
& contra *Anna Bolenia\& s'obligarono di non far e nuoue confederationi ,
& accordi con i Trincipi fen^a confenfo l'uno dell'altro, Tartì adunque Ce
fare da Bologna il dì da poi che fu slipulata la confederatone ;gia affai certo »
in fé mede fimo, che andrebbe innanzi il parentado, c^ l'abboccamento col l\e
di Fr ancia, &dubìo ancora dimaggiore congiuntione:& imbarcatofi a Ge-
noua pafiò in Ifyagna, con intentione affai ferma, fecondo fi diffe, che fé fi con
t II f e tefcc trae uà il parentado col I{e , che quello della figliuola con ^Alefiandro de* Me- \
parte da Bolo dicj non haueffe luogo . Tarti pochi di poi il Tapa per ì{oma accompagna-
la perRoma fQ ^ ^m Qar<nml\ Franccfi , non turbati niente della ména cmfedemtionc : •
,'3'Ja a
perebe il Tontefice , come era eccellente nelle fimulatìoni , &. nelle pratiche, I
nelle quali non fuffefopr afatto dal timore, haueuadimofìrato loro che il con-. I
chiudere la Lega partoriua la diffolutione dell'efferato Spagnuolo ; il che fa-. I
cena maggiore beneficio al HS di Francia, che non faccua nocumento il con-
traerfi la confederatone, majfimamente che tra le obligatiom , cr l'offeruan- ^ ™*™« li
xa, &effecutioni di effe poteuano mf ter ■emolte di§uultd,& dmtrfi impedì- cia perchc {ì
menti, continouaronfi adunque traloro le pratiche cominciate, &defideran pjpa Vr '- -
doill{eperbonorarfene,&pcrambitione più che per altro, l andata fua a Ni***
'HÌZZ* » promettenti per tiramelo non lo ricercare di confederatone, non di- i
tirarlo aù guerra, non di deuiare da termini della giufìiiia nella caufa del I\e j
d'Inghilterra,non di ricercarlo di nuoua creatione di Cardinali:& lofpigne- j
uà anche a queflo affai il He d' Inghilterra, il quale hauendo occultamente in^
gvmddtalainnamorataJjaHeuaper celare lainfamia innanzi fi prì \ -
contratto con effa il matrimonio fdermemente : & battendone poco poi hauti {£ ^
t a una figliuola, l'baueua in pregiudicio della figliuola riceuuta della prima ra#
moglie dicbiarataTrincipeffa del Hegno d ' Inghilterra,titolo che hanno quel
li, che fono nella prima caufa della fucceffwne . per il che non hauendo potuto,
il Tapa diffimulare tanto diftregio della Sedia ^ipofìolica , ne negare giufii-.
tia a Cefare,baueua co uoti del Conciftorio dichiarato quel He effer e caduto-, t Inferra
nelle pene degli attentati: onde egli defideraua il parentado, & l'abboccarne aerato de
to del Tapa col He di Francia® er andò che il Hefuffe me^oa medicare lacau « ™ ^
fafua,& che inducendofi il Pontefice a trattare cofe nuoue, come jperaua, con tentati#
tra Ce fare haueffe a defiderare.di reintegrarlo , & tirarlo nella congiuntane
loro : & quafi per dare legge alle cofe d'Italia , coflituire uno Triunuirato.
Conchiufejì finalmente l'andata non a Is^i^a , perchc il Duca di Savoia per
non dispiacere a C efare , fece difficultd di concedere al Pontefice la Hgcca ,
ma a Marfilia ; cofa molto defiderata dal He , per effergli molto più honore
tirarlo ad abboccarfi feco nel fuo \egno ; ma non molefla anche al Tontefi- Abboccarne-
ce , che defideraua fatisfargli più con le dimoflrationi, & col compiacere, ^f*™^
alla fua ambitione , che con gli effetti . Sfor^auafi il Vontefice di perfua- filia>
dere a ciafeuno d'andare a quello abboccamento principalmente per prati- + pCffuafionf
care la pace , trattare la imprefa contragli infedeli , ridurre a buona uia il del Papa , che
• He d'Inghilterra , & finalmente foto pergl'intereffi communi : ma non poten gj™£S J
do diffimulare la uera cagione, mando, innanzi cheandaffe egli , a litigala MarfiHa.
nipote in fu le Galee, che il He di Fràcia madò col Duca d' Maniaco-delia f u Nipote
fanciulla : aleuare lui ; le quali poi che hebbono condotto la fanciulla a njz del ^pa va a
va Ritornate in Torto Tifano , leuarono il quarto dì d'Ottobre il Tonte- Wl2za-
ficecon molti Cardinali, & con nauigatione affamicelo ™nd€cr°!nP0 +jÌVù an
chi dì a Marfilia :doue poiché h ebbe fatto l'entrata folennementc , uen- Marflli£
tri poi il H£ & Francia , che prima l'hauw uifitato di notte , & alloggiati
in uno mede fimo Talagio: fecero dimoftrationi grandiffime cf amore: & ejfen
' liuto in M^a d° d ^ tliU0 intent0 a&uada£nare l' animo Juojo ricercò chefaceffe uenire la
i Ha tra il P^a HÌPote a Marfiliajl che fatto dal Taf a cupidi ' fintamente ,che nò lo ricercaua
& il Re per moflrare di uolere prima trattare delle co fé communi;come la fanciulla fu
jj condotta fi fece lo fponfalitio,&quafi immediate la confumationc delmatri
monio,con allegrerà incredibile del Tontefice: il quale negotiando le cofe
fue col l\e mede fimo, & confomma arte, gli uenne in grandiffima confidenza
& affettane; ancora che contra quello, che hanno creduto moltij & che cre-
dette Cefare,nonfi sìabiliffe tra loro capitolatane alcuna, nero è che il Tapa
fé gli dimoflrò fempre propenfo nel defiderio che s'acquifiajfe lo slato di Mi-
lano per il Duca d'Orliens marito della nipote , co fa molto defiderata dal Kg
f Ragioni per l'odio, & per lofdegno contra Ce far e,- ma molto più perche mettendo Or-
Scfidcnffe lo ,'T Ìn Tdl° nat°ZÌÌ f4Tma ®egnen k caufe della ^tentione tra figlino-
Statoci! Mila ll doP° l*™orte fua: le quali altrimenti erapericolo che non nafcejferoper
no per il Du- caufa del Ducato di Brettagna , il quale il I{e l'anno precedente haueua con-
ca d' OrJicns. tra le conuentioni fatte del %e Luigi con quei popoli unito alla Corona dì Fra
condottigli a confentire più con l'autorità F^egia,che con ftontanea uolon-
tà : ne folo il I\e non ottenne da lui co fa alcuna nella caufa del ì^e d'Inghilter^
ra,ma per le inurbanità ufate da minifiri di quel I{e, & perche gli trono nel
te dKiftri lacfnera dd ^P^hegliproteflauano , & appellauano da lui al Concilio ,
d' I nghilurra mofiratane mdegnatione ,di\fe al Tapa, che a hi non farebbe ojfefa , fé profe-
ti Papa. gwtajfe quel che era digiufiitia contra il l\e : non offefo in coja alcuna l'ani-
■ mo del Tontefice, eccetto che perfatisfare piuafuoi , che a fé medefimo , la
ricercò che gli creajfe tre Cardinali; cofa molta molefia al Tontefice ,. non fo-
to per laredamatione, che faceua l'Oratore Ce fino, ma perche gli par eua co
fa di molto momento, & per la elettione de futuri Tontefici, & per le inobbe
dien %f ,che poteflcro nafeere in uita fua ; & poi , aggiugnere tanti Car-
dine!: alla natione Francefe, che allhora n haueua Jet: nondimeno per
minore male acconfentì a quefta dimanda: & oltre a quefli creò uno fra-
tello del Duca d'Albania, alquale prima l haueua promejfo: per ogni al-
Cofiglidcl Re tra cofa reflati tra loro ingrandijfimafede,&fatisfattione,ér hauendorìi co
— ican al numkate il P^ di Francia molti de fuoì configli ; & penalmente il difegno 9
che haueua di concitare contra Cefare alcuni de' Trincipi di Germania,maf-
fimamente il Langranh d'Ulfia,& il Duca di Vertimbergh , i quali poi la
slate feguente fi folleuarono : poiché furono dimorati a Marfilia circa uno-
t II Póteficc mefe Partì il T°ntefice in fu le Galee medefime ; con lequali, & con traua?lio
parte da Mar grande del mare arriuato a Sauona, non confidando ne nelle prouiffioni delle
fitta. Galee, ne nella perìtia degli huomini,che le reggeuano rimandatele indietro,
fu condotto da quelle d\4ndrea Doriaa Qiuita uecchia:& ritornato a ì{oma
(ongrandijjimariputatione , & con marauigliofa felicità appreffo a quelli
V I G E S 1 M O. ai*
masfttnamente che Vhaueuano uè àuto prigione in CaftclSant* angelo: godè
molto pochi mefi ilfauore della fortuna, battendo già l'animo prefago di quél
lo che haueua a fuccedere : perche è manifeflo che quafi incontinente dopo il
ritorno di Marfilia, come certo della morte imminente fece fare l'anello, <&■ + M Pótcfice
tutti gli h abiti confitteti a Pontefici nel feppellirfi, & afuoi familiari ajjer- **cv}ia dou»
maua con l'animo fedatiffimo douere in brieue fiat io di tempo fuccedere la
pia morte : & nondimeno non deponendo per queflo ipenfieri,&gli sludi co
fueti, folle citò che per maggiore ficurtà , come pareua a lui , della fua cafia fi
fabbricale ima cittadella muniti ffima in Firenze , incerto quanto preflo ha-
ueffe a terminare la felicità de' nipoti , de' quali nimiciffimi l'uno dell'altro ,
Hippolito Cardinale morì non fen\a foretto di ueleno, non finito ancora uno f Hippo'ìto
anno dalla Jua morte: & lAleff andrò l'altro nipote, il quale dominaua in Fi- Car.dcxMcd;ci
ren^e,fu con grandi ffvma nota di imprudenza ammalato in Firenze occul «nuore.
temente di notte da Lorenzo della mede finta famiglia de Medici . Jlmmz- t Duca Aief-
Ih adunque nel principio della siate di dolori di siomaco : a' quali foprauenen 2ato fa Loie-
dofebbre,conquaffato da quella, & da altri accidenti lungamente, bora pare zo de' M edìci.
uà quafi ridotto al punto della mor te, bora folle uato in modo, che dauaagli ed t Ma*at^«
tri, ma non a fefperanza difalute . La quale infermità pe?idente , il Duca di aPa#
Vertimbergh coli' aiuto del Langrauio d'alfa, & d'altri Trine ipi, & aiuta D , . v
1 0 con danari dal B^e di Francia , ricuperò il Ducato di Vertimbergh pojjedu- tjm bcr 0 rjcu~
to dal i^e de Bimani : & temendo fi di maggiore incendio convennero col Bf pera il Ducato
de' Bimani contra la uolontà del J\e di Francia ; il quale haueua ff erato , che
Ce fare per queflo moto s'implicale in lunga , & difficile guerra , 0 forfè che
l'armi uittoriofe pajfajfero a turbare il Ducato di Milano. Vafiò anche in que
fio tempo Barbarofja diuentato Baficià, & Capitano Generale dell'armata di B arbaroffa
Solimano all'acquiflo del Bearne di Tunifi : ma nel camino feorfe i liti di Cala £a 1 a£ ac??
uria,& paflòfopra Gaeta : onde alcuni de'fuoi pofli in terra facchvggiarono
Fondi con tanto timore della Corte ; & de' Bimani , che fi crede che fé fuse-
ro andati innanzi farebbe slata abbandonata quella Città , non fapmdo di
queflo accidente cofa alcuna il Pontefice : il quale finalmente non potendo più
refiftere alla infermità , fi partì il uigefimo quinto di Settembre della ulta pre Morte di Cle-
/ènte ; lafciate in Caflel Sant'angelo molte gioie, <& nella Camera Tonifica mente VII.
ièmoltifiimi officij,ma contra l'oppenioneimiuer fiale quantità piccioli ffrma di
danari: Vontefice esaltato digrado baffo con ammirabile felicità al Tonifi-
cato ; ma in quello prouata fortuna molto uaria: ma fé fi pefa l' una, et l'altra, Vita ™ Clcmc
molto maggiore la finistra,che la projpera.percbe quale felicità fi può compa
rare alla infelicità della fua ine arcerationei 'ali 'hauere ueduto configraue ec
cidio il facco di I{pma < all'effere slato cagione di tanto eslerminio della fua
Tatria* Morì odiofo alla Corte , foretto a' Tnncipi,& con fama più preslo
graue,& odiofa^che piaceuole.'cjfendo riputato auaro, di poca fede > & alie-
2 16 l I B T^O
no di natura da beneficare gli buomini : però bencbe nelfuo Pontificato creaf
ft trentuno Cardinali 3non ne creò alcune per fatisfatt ione dife medefimo^an-
Zjftrnpre quafi neceffitato accetto il Cardinale de Medici , il quale oppreffo
allbora da pcricolofa infermità3& in tempo che morendo lafciaua i jkoi men.
di chi 3 & defìituti d'ogni prefidio 3 creò più tofto slimolato da altri 3 che per
propria, & fpontanea elettione:& nondimeno nelle fue attioni molto grane ,
molto circospetto 3<& molto ulne it or e* di fé mcdefimo;&' di grandijjìma capaci
tà3fe la timidità non gli baaefjefpefjo corrotto ilgiudicio. Morto luij Cardi-
nali la notte medefima che fi ferrarono nel Conciane eleffero tutti concordi in
Sommo Tontefice ^Alefflindro della famiglia da' Farne fé 3di natione Romano 3
Cr catione d i Cardinale più antico della Corte 3 conformandoli vuoti loro col giudicio , &
Paolo III. quafì ivflan^a c]oe nbaueua fatto Clemente 3come di per fona degna d'efjère a
tanto grado propoflo a tutti gli altri b uomo ornato di lettere 3 & d'apparen-
za di coflumi: & concorfero i Cardinali più uolentieri ad eleggerlo 3 perche
ejfendogia nell'anno lxvii. della fu a età3<& riputato di compleffone debo-
le ,& non benefanoj laquale oppenionefu aiutata da lui con qualche arte 3fj e
rarono baueffe ad effere briene 'Pontificato de attioni3& opere del quale3fcfa
ranno degne della emettanone conceputa di lui3& della letitia immenfa rice-
uuta dal Topolo Bimano d'bauere dopo cento tre anni3 & dopo tredici Ton-
tefi ci ribauuto uno Tontefice delfangue Romano 3ne far anno tefìimonio quelli
che fermeranno le cofe fuccedute in Italia dopo lafua affuntione : perche è uè
t Proucrbio ri/fimo & degno di fomma laude quel Trouetbio3 che il Magiflrato fa mani"
veriflimo. 0O U mlore di chi l'efferata .
TBellc qualità
di Puolo III.
IL FI^E DEL VIGESIMO
ET YITIMO LIBRO.
REGISTRO.
~4 BC D EF G H I K L MT^O.
Tutti fono Quaderni , eccetto , 0,
che è Duerno .
TAVOLA DELLE COSE PIV NO-
TABILI CONTENETE NELLA
PRESENTE H ISTORI A.
BBATE di FarPa a
perfuafione de' Colo
nefi fi ribella al Pa-
pa. 72,
merlo in prigione in
Cartel Santo Ange-
lo. 72,.
entra co altri Orfini, & altri fuoì in Ro
ma. 130
ricupera Paliano. 144
rompe le genti del Leua. 164
Abboccamento del Duca d'Vrbino,edi
San Polo. 163
del Re di Francia con f ngh'lterra. 108
del Papa con Celare in Bologna. 191
del Papa con Gtfare in Bologna la fecon
da uolta. 109
de] Papa coM Rea Marfilia. 113
Abufi della Corte di Roma. 104
Accordo del Papa con gli Imperiali. 84.
del Papa con Cefare in Barzalona, e lo-
ro capitoli. 177
di Cefare co' Vinitiani, e Francefco
Sforza. 194
della guerra di Firenze, e fuoi artico-
li . 103
non ofleruato cópiutamentedal Papa a
Fiorentini. 103
Agguato per fare prigione il Duca di Fer-
rara. 16 f
Alarcone ferito fotto Frufolonc. 74
deputato alla guardia dei Cartello, e del
Papa. 102»
Alberico da Belgioiofo foccorre Alexan-
dria. H3
Alberto Pio Oratore del Re appretto il Pa
pa. 17
Aleflandro Cardinal Farncfe Legato a Ce-
lare. 106
Aleflandro Vitello ferito.» j.paffa a' cimi-
ci. Joi.
Aleflandro de' Medici dechiarato da Ce-
fare capo del gouerno di Firenze. 2©<J
ammazzato da Lorenzo dei Medi-
ci . z% j
Alexandria prefa da Lautrech. rrj
Alfonfo da Erte fi feufa di non entrare nel-
la Lega. 1IO
Alloggiamento di Lautrech fotto Napo-
li. - 13^
Alloggiare foldati e grandissima calami-
tà, f 3<j
Ambitione del Papa. 112.
Andrea Doria condotto dal Papa.ij.affaU
ta i porti Sanefi. •*£
molerta le marine di Siena. ya,
dopo la Triegua del Papa il parte dal-
PalTediodi Genoua.. y<j
ci torna. 77
-non uuoleconfignare la fortezza di Ci*
uitàuecchia. ioz
condotto dal Red? Francia. 10$
prende le Galee,e le Naui fono in Porto*
fino. 112,
perfuade a' Collegati l'imprefa di Sardi
gna. in
fi ritira a Genoua per ripofarfi. 1 19
s'affatica perche Sauonalìfeftituifca a
Genouefi. 13 e
licentia il Marchefe del Guarto fotto la
fede . 146
fi rifiolue andare a gli ftìpendij di Cefa-
re. iji
perche lafci Francia. ijl
tu trattato nel confeglio Regio,che fulTe
decapitato. iji
mette gli prigioni in Lcrice. ijl
ricufa tutte l'offerte del Re. 1 ■$%
occupa Genoua. ,.1 ^9
fa libera Genoua , e ui ftabilifce nuouo
. souerno. i5l
. fpiana Caftelletto* . 161
* lij
grandezza fui in Génbua : • i s$
lém'tuifccPorthercoléaSan'en'. 164
uartc con le Galee per condurre in Ita-
lia Cefare. 17 S
deftinato da Cefare cótra Vinit'ani . 1 84
Animo del Papa uerfo lecofedi Firen-
ze. 147
Animofità di Cefare. 11;
Antonio de Leùa taglia a pezzi i fanti del
Cartellano di Mus alla Villa di Cara-
to. 107
' ► -ctop'o h partita di Lautrech recupera
i molte terre. 1 2.0
mette careftia in Milano. 13 y
nimico dell'odo^ della pace. 1 2 j-
fa prigione' San Polo, & altri Capita-
•.ni. X7*-
' ^ Generale della Lega per la conferuatione
: de Italia. li
Antoniotto Adorno Duce di Gcnoua. 1 3
fi ritira in caftelletto . 112.
Anton Francefco degli Albizzi abbando-
na Arezzo. J88
Apparecchio di guerra contra il Papa a Ro
1 ma. 19
Aquila fi dà a Collegati. 1 66
- prefa daLNauarra . 13°
Araldi di Francia , e di Inghilterra intima-
« no la guerra a Celare. 113
Arbia fiume famofo, perche. 30
Arciuefcouo di Bari fatto Cardinale .ìli*
Ardire dello efìercito di Borbone . 81
Arezzo abbandonato da Anton Francefco
, dcgliAlbici. 188
fi arrende poi. 188
Aria di Napoli catiua fu il fine della fia-
te. ijP
Armata dei Confederati a Liuorno perla
- imprefa di Genoua. 48
quella di Cefare con quella della Lega
Combatte fopra Codemonte. 54
quella de i Confederarla Liuorno. tu
: la Vinitiana a Trani. 137
la Fràncefe combatte con quella del Do
ria. •"'• 163
: quella de i Collegati quanta fufie • 44
Progrcsfì di quella di Spagnaè 64
Arrigo ottauo Re di Inghilterra perche Lu-
• therano. 17 9
, Articoli dello accordo della guerra di Fi-
■ ren^e. 103
Afcariió, Colonna prende Crpperanoy &
Pohtecòruo . '62
fatto prigione in Mare da Filippino Do
ria. 141
mandato ad Andrea Dona . 141
AlTcdiati di niuna cofa più fi fpauentano,
. che di ucdercdifcoftarfì il foccorfodi-
N inoltrato . 17
Cogliono proporre maggiore difficultà
che non e. 4
quelli che nel cartello di Milano perche fi
ritirano détro poi che fono uiciti fuori. e
rnetteno fuoi i le bocche difutili . 37
quelli di Frufolone riffiutano ìlfoccor-
io. 74
Aftutia di Filippino Doria nel combattere
con l'armata Imperiale. 140
Àuaritia di Domenico Masfìmo • 54
del Cardinal di Cortona. 103
Auerfa faccheggiata da gii Imperiali, tjy
Augurio infelice per la Lega. 17
o
BaidaffarreCaftiglione Nuntio del Papa ar)
pr elio Cefare. 67
Bande nere Fiorentine molto friniate. 132,
Taccheggiano Aquila. J33
Barbarie}e dis nonetti dei Tedefehi. $2
Barbaro/la palla allo acquifto diTune-
fi. 21 e
Battaglia di Borbone a Roma . $j
Belgioiofo uà a campo a Santo Angelo , e
. lo prende. 1^3
Biagrafla cfpugnata del Lcua, e ricuperata
dalNauarra. n<j
Borbone- uedi alla littera D.
Bofco di Aleflandria fi arréde a Lautrech. 5
BrauurediSimone Romano. 1V7
C
Cagioni per le quali il Duca di Vrbino po-
teua temere del Papa . xj
Calunnia &. ingratitudine più prefenti alle
: buone opere,che la remuncrationc, era
, laude'.* pi
Cambrai luogo fatalca grandissime con-
■ chiufioni. ijp
Camillo Pardo abbandona Matrice. 1 67
Camillo Colonna fatto prigione da Filippi
no Doria. 141
Campo Fràncefe rotto a Napoli. tj?
Capitani del Papa per la Guerra di Siena. 30
- De i Collegati fi congratulano co il Papa
; ; •• in Òruieso. .111
Y De 1 Fior eh'tfni giù I ano di difendere a, nel
\ la Città fino alla morte. ip8
Gapitolationi degli Imperiali di Cremona
. : con gli Confederati. jo
\ ,de i Colonncfi co il Papa per ingannar-
lo . J*
e. del Papa con Don Vgo. j y
; del Duca di Ferrara co 1 Cefarianìi 69
1 di Celare co i Vinitiani . .194
Cardinali Cibo , e Ridolfì ftatichi del Pa-
ri pa. SS
.» Colonna priuato del capello- 60
. Cibo, Cortona , e Ridditi in Firenze, «pi
. Cortona poco prudente. 9 1
t .<\i Siena mal trattato in Roma . 97
1 . di Cor tona" fi parte di Firenze co i Nipo-
v. ti del Papa. 103
3 Farnefe Legato a Cefare. 1 06
( Sai uiati Legato apprefTo.il Redi Fran-
cia. .107
Eboraccnfe fi abbocca co il Re in Ami-
ens. 108
Colonna elatisfimo, e iientofisfimo,. 119
Cefis,& Orfino Sfatichi del Papa. . 110
Eboraccnfe perfeguitato dal. Re di In -
ghilterra muore. .172-
1 Farncfe,Santa Croce/: Medici legati a Ce
■ fare. 183
3 Medici Legato in Germania. .107
- Medici ritenuto , e poi rilafciato da Cela-
re. - ■•- 108
Medici muore. UT
Farnefe ereato Papa» pif
Careftia in Napoli. I41
per tutta Italia. i+f
1 in Firenze. i^1
Carpirla fortezza di No ui fi promettono
al Duca di Ferrara. 69
Carlo V. uedi Cefare.
Gaffa di Argento dedicata da Luigi. XIT. a
San Bernardino in Aquila tolta dallo. Ora
ges. 167
Cartello di Lodi abbandonato da gli Impe-
riali. . ,*o
Cartello a Mare fi arrende a Lautrech. .141
Cartello di Gcnoua prefo e fpianato dal Do
ria. \6i
Caftello di Pauia fi dà a patti * , 1 61
Cartellano di Mus intento più a fraudare de
nari che ad altro* *7
i- di uenta Imperiale. : . 13^
■ « attuine il titolo di Marchcfc . : , . 1 if
mmm
Cathcrina di Spagna .perche repudiata da!
Re Arrigo. x ^
Caualli Imp. più ualorofi chei Francefili 74
Cefare publicain Ifpagna editti cantra il
Papa . ~
fdegnato con tra il Re di Francia.!], man-
da al Duca di Ferrara la inueftìtura di Mo
dona, e Reggio. ■ ' èi
perche uarij di animo intorno allo accqr
do. -^
folito a uariare fecondo i fuccesfi delle co
& ^9
manda al Viceré per la liberatone del P6
tefice. iò8
prouoca a Duello il Re di Francia. 11$
impone allo Ornnges che affalti lobato
' di Firenze 181
. giugneaGenóuà. }l'$z
rictue la prima uolta rigidamente gli Iin
; bafcidori di Ferrara. 1/84
, cornette al Leua la imprefadi Paula. 1 8 e
riccuuto dal Papa con grandisfimo hono
re. ^9i
. inclinato a concordare co f Vinitianì, etto
; : il Duca di Milano .I5J3
<. reftituifee il Ducato a Franc.S forza, xp e
prede la Corona da Ciem. vij.in Boi. 15*5»
parte da Bologna . .199
defidera il Concilio. 104
'. torna in Italia. 109
promette Margherita fua figliuola per
; moglie ad Aleflandro de i Medici . 178
Cefare Gallo códuttore de i Suizzcri. 12,
Cefare Filettino mandato ad Anagnia con
dumilafanti. $4
Cefare Fieramofca mandato da Cefare al Pa
pa. 74
gli dà una lettera fcritta tutta di man di
Cefare. 75-
muore. 140
Cefare Fregofo accordato co il Redi efiere
Gquer.di Genoua fi ella f\ prende. 17J
fi accorta a Genoua con dumila fanti.i 1 z
Chiefe rubbatc,e.roùinateinRòma. 9%
Clemente vi j. mòrto. 11 j
Colonnefi capitolano co il-Papapcr irigan-
• 3 narlo. yi
Colle fi arrende allo Orangcs 1 e 1
Cpcilio molto defidcrato in Germania. Ì04
. • fpauerita gli Pontefici. <io $
. . :. perche non intimato dal Papa . ' -'.'ili
5 |^ofldjtioaicpllc quali uolctia A Papa j*ap-
"--■-■ ■ • -■ ^-
prffle il Concilio? lOf
•Confederati mandano Malatefta alJ*efpu
gnatione di Cremona. 42,
non hanno le cofe molto profperc. 4 e
conducono dumila Grigioni del Cartel
lo di Milano per timore che non gli có-
ducefle Borbone. yo
Gonfederationc tra'l Re di Francia, e'1 Re
d'Inghilterra. io e
Configli che paiono prudenti fpeffo riefeo
no troppo acuti. 17
Configlio di foccorrere il Cartello diMi-
lano.
11
Configlio del Doria al Papa intorno al
le cofe di Genoua. 2.3
Configli per la mutatione dello fiato di
Siena. ip
.Configlio del Vitello al Papa intorno alla
Guerra . 72,
• Configlio di Renzo antepofto dal Papa a
quel del Vitello. 71
Configli del Re di Francia communicari
al Papa. 114
' Confulta in Firenze di mandare foccorfo
a Roma. 5>4
Confulta di {occorrere il Cartello. 1 00
Confulta de' Cardinali congreti in Auigno
ne. , • 107
Confulta fra' Capitani de* Collegati a Bar
berino. S>0
Conte Guido Rangonc con feflanta fanti
in Piacenza . go
- imputato per il facco di Roma . <j2
biafimato. 154
Conte di Gaiazzo parta nel campo eccle-
fiaftico. 80
Conte di Sarni ripiglia lo flato, 1 e 6
Conte Lodouico di Lodrone proporlo al-
la difefa d' Alexandria. 111
Correggere l'errore e più prudéza che per
feuerar in erto. 2, e
Cortona battuta dagli Imperiali s'arren-
de. 12Q
Coftanza de' Tedefchi . 8 x
Coftumedi due Principi grandi quando
hanno a conuenire in un luogo, chi pri-
ma ci debba andare, ipi
Conuentionedi Celare intorno all'accor-
darfi co' Collegati. 67
del Re di Francia co' Vinitiani. ro e
Fra'l Papa,c gli Agenti di Cefarc. 119,
Dì Celare con Andrea Doria » j ci
0 ~w
s
4*
S*
. Del Duca di Milano co* VinTtiam. 18 e
Corte uccchia di Milano faccheggìata da'
Milanefi.
Creatione di Paolo, iij.
Cremona battuta.
la muraglia fua cafea da fé.
confegnata a Francefco Sforza.
Crudeltà e dishoneftà d'Antonio de Le-
na. 13*
D
Danari fpefi da' Fiorentini per la grandez
za de' Medici. 104
Dechiaratione del Papa fopra l'inualidità
del Matrimonio del Re d'Inghilter-
ra . 148
Declinatione delle cofe de* Collegatrin
Lombardia. 170
Declinatione delle cofe de' Francefi da che
procedette. 143
e poi. a iji
Deliberatione del Duca d'Vrbino intorno
airimprefa di Milano . 77
Deliberatione de Lautrcch. ne
Deliberatione de' Imperiali nel Regno di
Napoli. j66
Defiderio di Gefare infame. 108
Diffrcultà nell'eflercito de' Francefi. 149
Difficulrà che nelHmprefa di Milano,oc-
corrono a Collegati. 31
Diftìcultà de' Collegati circa Popporfi al-
le forze di Borbone. 87
Difficultà diuerfe nell'eflercito di Lau-
trech circa il tenere lungo aiTedio a Na-
poli. 133
Diffidenze tra Cefare e'1 Redi Fracia. 112,
Dimande di Cesare nel trattare l'accordo
co' Collegati. 114
Difcorfo di Cefare. . ne
Difcorfi del Duca d'Vrbino e di San Po-
lo. i7j
Difcorfi del Papa circa l'accorcfarfi con
Cefare. 78
Difordini nel campo Francefe. 1 j-e
Dispiaceri nuoui fanno maggiori impref
rioni ne gl'animi già perturbati, & affile
ti,che ne gli animi uacui dall'altre paf-
fioni. j3
Difegni del Papa per rimettere gli fuoi in
Firenze. r70
Difegno del Re di Francia per non reiK-
tuire la Borgogna . 4
Difegni dui de' Fiorentini . 1 29
Drfegnide' Francèfi. 145
Difegni del Re d'Inghilterra. xi 3
Domenico Venerio incolpato da' Vinitia
ni. 93
Domenico Masfimo auarisfimo. 94
Duca di Milano ha Agenti in Roma , & in
? Vinegia. 9
dà il Cartello a Cefarianu 39
; occupa Monda» 81
fi apprefenta a Cefare. 194
Duca di Ferrara efclufo dalla Lega fra'l Pa
pa, Re di Francia, e Vinitiani. 14
tentato da' Collegati per loro Genera-
le. 61
s'accorta a Cefare. 61
perfuade Borbone a feguitare la guer-
rar 71
- s'accorda con Francia. 117
- con arte compone co'l Papa . 191
compromette le differenze co'l Papa in
Cefare. 199
Duca d'Vrbino Capitano Generale de' Vi
v nitiani. 1 e
1 «? di parere contrario a gli altri Capita-
ni della Lega. 11
fé ben'e Capitano /blamente de* Vini-
• tianì ^ ubbidito degli altri. 1%
Leua T efferato da Milano contra il pa
.- rere de tutti gli altri. 2 e
vuol ualerfideirauthorità Tua. zy
i febiafimato. 17
. fi contenta chel'effercito torni a Mila-
no . 37
che dice/Te perduto che fu il Cartello di
Milano. 39
afpiraal Capitanato Generale di tutta
la Lega» 41
parteda Milano per Cremona con gra
parte delle genti Vinitiane. 47
biafimato. 5-3
perche fi leui dall'imprcfa di Gcno-
ua . e P
s'oppone a Giorgio Fronfpergh. 61
- uà a Gazzuolo per curarli . 79
Leua Perugia a Gentile Baglionc, e la dà
. ^ figliuoli di Gio. Paolo. 99
caufa dilatione nel caminare. 99
propone molte difrìcultà per non foc-
corrcre il Cartello di Roma. 1 00
ricondotto da' Vinitiani . , 170
determina con San Poio «Taceamparfi
a Milano . *74
Duca di Borbone entra in Milano co'l fo'c
corfo. 2,3
che rifpofta delle a Milanefu con il giu-
ramento d'ofleruar la promeffa . 3$
ha nella mente altro, di quello che Tuo-
nante parole, gg
manda un'huomo al Papa per meglio
coglierlo all'improuifo. 90
perche lafciata Firenze fi reffolued'af-
faltareRoma. $4
parte del contado d'Arezzo. 94
giugneaRoma. 94
delibera d'hauere ò la uittoria ò la Mor
te. 9;
muore nel principio deìTaflalto a Ro-
ma. 96
DucadiBrunfuich in Italia con Tederei—
to. 14;
Duca di Nola , e Rinucio Farnefe còndor
ti da' Francefi. ifj
Duca di Vertimbergh ricupera il Duca-
to. 11 y
Duca di Setta con Vgo di Moncada quan-
do parla al Papa. 1 j
Ducato di Bouiano dato al Morone. 166
Ecclefiartìci per difordine perdono una pre
clara occafione. 8 a,
Editti di Cefare publicati in Ifpagna contra
il Papa . 7
Effetti della reffolutione del Re di Francia
intorno a Capitoli fatti a Madril . 1
Empoli focheggiato dal Marchefe del Gua
fto. 100
Errore del Papa in licentiarelefue gen-
ti. 8 j". e, 90
Eflempio di mutatione di Fortuna. 32;
Eflempij chefideue ufare cortefia a' pri-
gioni. 2,
Efferato della Lega s'accorta a Milano. 14
fé ne parte. %6
del Papa fi leua d'intorno a Siena rot-
to • 40.
di Borbone non uuole udire parlare di
triegua. 96
di Borbone fegue la battaglia fé beh lui
e morto. 96
della Lega dopo il facco di Roma. .98
fi ritira a Monteruofi , non offarite Tin-
ftàrtza del Papa in contrario. jqi
Imperiale dopo il facco in Roma e di
ueritiquattromilahuomini. 104
. e quando efeedi Roma quanto. i.$i
di Lautrech Toccò Aleflàndria. ili
.-del medeiìmo. "I$*
di Cefareencra in Napoli. 136
del Redi Francia a Napoli. 137
il nicdefimo in molte difhcultà • 1 J4
il medeiìmo quafi attediato da gli Impe-
' riali attediati. 1 jf
del Principe d'Orangcs. 188
F
Fabritio Maramaus dal combattere Valen-
za fi ritira a Baffignana . ji
I foprauienc con genti contra Firenze. 2.00
Fattionc dei Francefi con gli foldati Cefa-
rei. ij-i
Fatto d'arme nauale tra gli Imperiali, ei
Francefi . T40
Federigo BarbarofTa defolò Milano. 3 j
Federigo da Bazzole , co'l Marchefe del
: Guaito , & Vgo de Peppoliuà alla uolta
del Cartello di Roma . 99
Federigo Gaetano,& il Duca di Eouiano de
. capitati. 16 j-
Federigo Caraffa morto. 1 69
Ferdinando eletto in Re dei Romani. 204
Ferrando Gonzaga partecipa della taglia pa
'•■ gala -madre. 97
Fatto prigione e fubito liberato . 1 yt
Generali- dopo la morte del Princi-
"- pe. Z03
Filippo Torniello al foceorfo di Lecco. 1 3 y
ricupera Nouara. 175
Filippino Doria a Napoli. 137
. combatte in Mare con la armata de gli
Imperiali, con molta afrutia , e uin-
ce. 140. 141
fa prigione il Marchefe del Guaito, Alca
nio Colonna, il Principe di Salerno & al-
tri gran Capitani. 141
gli manda ad Andrea Doria. 141
ìbiafimato perche. x $3
deftinacò dal Redi Francia contra Vini
tìani. 184
fiorentini fegretamente comprefi nella Le-
ga tra il Papa , Re di Francia , e Vin Cia-
ni. 14
fentono le moleiKe della guerra. • $ 1
' che offerte fa cefi ero a Vini tìani, & al Du
' cadi Vrbino. $9
che luoghi fi riflbluano di uolercdiftn-
- dcre. f l^o
\ rimandano Imbafcia'dori alPdpa, Sci
; Celare. 19%
: perdono la fpcranza de gli aiuti di Fran-
cia. 201
fofpettano fopra il Baglione. 102."
in ultima defperatione. 102...
fei dei principali decapitati. 104
Firéze fi mette alla difefa oftinata méte. 1^0
dopo lo attedioin cheftato. 103"^
Fortezze di Pifa , e Liuorno confegnate a i
Fiorentini.- 103L'
Fortezza di Cofchza prefa co le mine. 148
Fortuna & inuidia quanto pollino nelle
) Corte de i Principi. 172,"
Francefco Ferrucci Commiflario de i Fio-
• tentini . 199
ricupera Volterra. 2.00
m or to d a l M a ra ma u s. .101
Francefco Carducci Gonfaloniere furroga-
■ to al Capponi . ..•• 173
Francefco Guicciardini Luogotenente del
Papa.
**.
che rifpondefie al Duca di' Vrbìno,quan-
dn lo vide deliberato leuare PefTercitoda
Milano. is
.veduta la tepidezza del Duca di Vrbino
. intorno alla guerra, gli da fpcranza di re
j ftituire Montefeltro, & Sanleo. 80
iepifee il tumulto in Firenze. $2,
calunniato per haucrc quietato il tuniul
to il Firenze. 9%
Francia porca pericolo quando Italia fi ri-
duce allo arbitrio dello Imperadore. 7
Francefi faccheggiano Pauìa. 114
perche cominciaflero le cofe loro a piega
1 re nell'imprefa del Regno di Napoli. 1 ji
G
Galee Francefi ottengono Sauona. 49
Gallicano de Colonnefi fpianato. €0
Generale di San Francefco mezano tra il
Papa, &Cefarc. 67
* tornato dal Viceré al Papa. 63
madato co Migliau a liberar il Papa. 1 1 8
Geno uà attediata dalla armata de Confede-
rati. 48
torna fotto il dominio di Francia. 11 1
occupata da Andrea Doria. 1 ^9
la fal:bcra,& vi ftabiiifee nuouo gouer-
no . 161
Geno» cn" guaita ho il porto di Sauona. 162.
-i pratichi nelle guerre nauali . 143
Qqttilc Baglione co'l fratello e- Nipoti mor
. tfignominiofamentc. no
Genti del Papa dopo la tricgua fi partono
da Milano, e<J
del Leua quante. i6t
del Principe d'Orangcs quante. 181
di San Polo quante. ij&
Cianiacopo de' Medici offerifee Tei mila
Suizzerf al Papa & a' Vinitiani. 9
Gieronimo Moronc di prigione diuiene
configliere di Borbone. 66
s. cien pratica ftretta con Saluzzo. 8i
di grand'authorità appretto gli Imperia
H. 119
Giorno di San Mathìa felice a Cefare. 1 99
Giorgio Fronfpergh fa prouifione di genti
- in Germania per Cefare . yg
&che'lDuca d'Vrbino leui ilpenfiero
dall' imprefa de Genoua. jp
Ciouan Battifta Palmieri inganna il Pa-
pa . 19
Ciouan Batti ila Sanga mandato dal Papa al
Re di Francia, ^
Giouampaolo da Ceri prigione de' Impc-
*".- riali. i-02,
■Giouannl de' Medici Capitano del Pa-
pa, xc
. ferito a Borgo Forte,e poi morto in Ma-
\ toua. 61
:-■ degno di gran laude. 6$
: difciplinatore de' foldati delle bade ne-
k re. 139
Giouanni di Naldo morto. j yg
Giouanni d'Vrbina morto a Spclle. 183
Giudicij de Dio nafeofti a' mortali. 97
Giulio Manfrone muore fotto Cremo-
\ na. 46
Giulio Santa Croce prigione di Filippino
■ .Dorìa. 141
% morto. 197
Giuramento del Duca di Borbone a* Mila-
nefi. 16
Gloria maggiore e a perdonare a un Princi
% peminGre,chefmqftrarcdi cedere ad.un
Principe Potente. , / J
Gotbo Capitano famofo di Mare. X39
ponfaloakre di. Firenze «on -uuol consen-
tire all'accordo co'l Papa. 190
Gran Canceliereche rifpondefleagli Imba
feiadori Fiorentini. 1 84
Gouernodi Firézc dichiarato daCcfore.106
Guerra nello flato ecclefiaftico. 71
r ridotta nel Fiorentino • % %f
di.Fircnzegioua alla pace de gli altri, iptf
apparecchiata contra il Papa a Roma. 19
di Milano tcdi Cremona mal gouernata
dalla parte dei confederati. 48
Guido Vaina. 6%
H
Hippolito, & AleiTandro nipoti del Papa di
chiarati ribelli da i Fiorentini . 91
Horatio Baglione condotto dal Papa . 74
. morto. 144
I
Ianus Fregofo Gouernatorc de i Vinitia-
nf. 173
con le genti Vinitiane a Landriano. n6
Imbafciadori Mìlanefi a Cefare non otten-
gono cola alcuna . j
deiCollegati intimano la Lega a Cefa-
re. yj
di tutti i confederati fono in Ferrara.! 17
di Cefare ritenuti dal Re di Francia,e ma
dati a Parigi. 1 1 r
Fiorentini fi prefentano a Cefare. x 84
non ponno poi intrarc in Piacenza. X84
gli medefimi non ottengono cofa alcuna
da Cefare. 19Ì
del Re de Inghilterra al Papa. xi$
Fiorentini quattro eletti a Cefare . x 8i
Imola ritorna alla Chiefa. 1 14
Imperiali ufano grandisfima crudeltà con
?|uelli che gli alloggiano. 4
anno grandissimo danno nel Parmiggia
no e Piacentino per non efTer pagati . 7
fono a Troia. 133
efeono di Ariano • 134
rifoluono combattere con Filippino Do-
ria. 149
. fono rotti dal medefimo. 141
hanno le cofe profpere. ire
Impeto fatto in Fircze cótra a i Medici. 1 04
Imprefa del Reame perche uadalentameo
te. 7*
che fine hauefle. 1 ytf.e I J7
Incamiciata di Stefano Colonna» 197
Jridignatione di Lautrcch contra confedera
: ti. 113
Ingratitudine, e calunnia più pretenti alfe
buon'opere, che la remuneratane e la
laude.. 9"L
tntentione di Cefare elpofta al Papa intorno
alle cofe di Milano. . 16
ìntimationeidcl Re d'Inghilterraa i Cefaria
«i. 7*
InuiJia e fortuna quanto posfino nelle Cor
tu 172.
Inurbanità de' Miniftri d'Inghilterra cen-
tra il Papa. 114
Italiani prefo l' e/Tempio da i Spagnuoli fi
portano male doue alloggiano . n
s'ammutinano in Germania. 208
Langes conforta il Papa all'imprefa del
Reame. 78
Laftra prefa dal Principe d'Oranges. 197
Lautrech General dell' eflercito de i Colle-
gati parte dalla Corte. 106
intorno al Bofco di Alexandria, iij. uà a
difefa di Alexandria, in
Lodouico da Bclgioiofo alla guardia di Pa-
uia.
115
Pauia.
114
rilafcia la fortezza di Panna a i miniftri
del Papa. in
in difperationeper mancamento elei da
nari. 130
uà uerfo Napoli per la Puglia . 131
e in peniìero di tare giornata a Troia.
132.
fi riflolue di tenere lo afledioa Napo-
li. 139
morto. ij6
biafìmato. 1 y8
Xambro nume doue. rj8
Lega fra il Papa, Re di Francia, e Vinitia ni
: l'anno 1 f%6. Il
ì nonfegueprofperamente, come fiera
v creduto. 18
Lega conchiufa per la difefa de Italia 2,1 1
Xtgni de Vinitiani carichi di caualli danno
a tra uerfo. 166
Lettere di Antonio de L cua intcrcette. 1 6
dei Imperiali a Cefareintercette . 141
Lettera caduta a Niccolo Capponi. 17 3
Lode de Giouanni dei Medici. 63
Lode de i Genoucn nelle guerre naua-
li. J40
Lodi prefo dalle genti Vini tlane. 19
aflediato dagli Imperiali. 146
Lodi di Pompeo Magno doue fufle. 21
Lodouieo Viftarini tenta di cacciare gli In»
penali di Lodi. 19
entra in. Valenza, e rompe ducento iàn-
,;:• ti. .181
Lodouico Re di Vngheria rotto in batta-
glia da Solimanno. ji
: -morto.. . jj
Lodouico Colite di Lodro.ne proporlo alla
fatto prigione, e mandato a Geno-
ua. 114
Luigi Gonzaga accompagna il Papa. 1 io
Luigi Pifano morto. 1 jq
Luoghi che i Fiorentini fi riffoluono defen-
dere. 19Q'
M
Maconc morto fotto Cremona. 46
Madama Margherita fugge la occafione di
guerra co il Re di Francia. . 12, e
Maeclari fanno tumulto in Roma. -ij>
Margherita figliuola dì Cefarc prometta
per moglie ad Alcflandro de i Medi-
ci . t73
Marino de i Colonnefì abbracciato. 60
Malatefta da Sogliano morto. . 169
Malatelta Baglione condotto da Francia, e
da i Fiorentini contra la uolontà del Pa
pa. 171
ricondotto da i Fiorentini. 197
confortai Fiorentini allo accordo. 201
cattato da i medefimi del Capitana-
to. 201
- pianta lajartiglieria a Cremona- 4 e
Marchefe dì Saluzzo patta nel Piemonte, ri
co il Duca di Vrbino fi oppone a gli Itri
periali. 71
parte da Parma, e uà a Bologna. 81
poco atto allo ufficio di Capitano • 82,.
& a. 1 t<J
capitola con gli Imperiali • 1 57
Marchefe di Mantoua. J*
entra nella Lega. 117
torna alla diuotion di Cefare . 18 j
Marchefe del Guafto (occorre la fortezza
di Lodi. ip
non potendo ricuperare la terra , lafcia-
ta buona guardia nella fortezza torna a
Milano. 29
quieta lo ammutinamento de 1 Tede-
fchi. 8i
con figlia a fare la giornata. 133
; prigione pe Filippino Doria» 141
. mezanoafare che Andrea Doria pafsi
a Cefare. lei
i desinato alla recuperation della ,Pu-
rglia. 166
. fi accampa a Monopoli. 162
Ilario Orlino ferito fotto Frufolonc. 74
morto. 197
Martio Colonna prigione. 133
Matrice abbandonata dal Pardo fi arren-
de. 16 9
Melfi battuta, & prefa da Francefi. 135
Mentita data dal Re di Francia a Cefa-
re. 117
Migllau morto Cotto Napoli. 1 u
Milano , & fuo Stato tenuto con gran Gret-
tezza da gli Imperiali. 4
patifee di danari. . ji
in gran mi feria per leafprezze del Le-
uà. i3f
Milancfi fi oppongono a gli Ella tori, j-
fanno tumulto contra gli Imperiai?. y
facches&iano Corte vecchia di Mila-
no. e
ammazzano gli Spagnuoli. 18
fanno tumulto contra Cefarei. 1 8
fono sforzati a deporre le armi. 1 8
sforzati a proueJcre del viuere , & di da-
nari a gli Imperiali. 31
inai trattati da gli Imperiali. 3 2.
Coliti a fare grandifiime pompe. 3 %
parlano ad Duca di Borbone. ^
lì vecidono da loro ftcfTi. 3 s
Milìtia corrotta. I7*&*il7
Miniitri del Re di Inghilterra vfano inur-
banità al Papa in Marfilia. 114
Modona data al Duca di Ferrara con infà-
mia del Conte Lodouico Rangone. ioi
attribuita con Reggio da Celare al Duca
di Ferrara. 106
Mola di Gaeta fàccheggiata da Collega ti.77
Moncia fi prende. 33
fi fortifica. e 8
Monopoli fi arrende a Vinitiani. 134
Monsignore di San Polo desinato in Ita-
lia'. 1 34
volto alla oppugnatìonedi Milano. 174
Montefbrtino de Colonnefi abbrucia-
to . 60
Montepulciano fi difende da Sanefi. 191
Montig!an,& Villacerca tentano di pigliare
il Doria* 16$
Morte di Clemente VII. ne
Muraglia di Cremona cafea da fé. 45
MDXXVI. acarte. 1
-MD XXVII. a 70
MDXXVIII.a 112,
MDXXIX.a \66
H DXXX. a 157
M D X X X I. a
M D XXXII. a
N
>o<r
("107
Napoli fi batte,
patifee di ucttouaglie . 143
in gran penuria e fcompiglio. 149
Napoleone Orfino incollante. ip8
Napoletani fi portano male in Lodi . 1 9
Nebbia fauorifee Borbone. 96
Negligenza dannofa. 1 yo
fuole accrefeere i disordini. 1 j <j
Necesfità non bifogna de ifeufa. 2, y
Niccolo Capponi Gonfaloniere per un an-
no . I0^
alteratione contra lui in Firenze. 172,
gli calca una lettera. 17»
Nipoti de Papa Clemen. vij. uìfleropoco
tempo. riy
Nipote del Papa a Nizza doue fi marita al
fecondo genito del Re di Francia. 113
Nizza doue fia . m,
Nola prefa dal Conte di Sarni. 1 j-<j
Notte impedifee che non fida Ioaflalto a
Milano . 2,4
Nuntio del Papa e Luigi Pifano mor-
ti. 1 yo
O
Occafioni perdute dalla Lega nella guerra
di Milano . 43
Oblighi del Papa uerfo il Duca di Ferra-
ra. X\y
Offerte fatte da i Fiorentini a i Vinitiani &
al Duca di Vrbino. 89
Oratione di un MilanefealDuca di B orbo
ne. ^ 33
Oratori Veneti in Firenze dimandano la
conclufione della confederatione. 93
Orbateli© prefo. yi
Ordinationi nuoueinGenoua. icz
OftinationediLautrech cauia larouinade
la imprefa. 142,
Oftinatione di chi goucrna caufa fpeffo di-
Cordini, 141
Ottauiano Sforza Vefcouo di Lodiofferi-
fee a i Vinitiani condur Suizzeri . io
Ottauiano Fregolo mentre fu Duce di Ge-
noua riconobbe per fuperiore il Re di
^Francia. 13
Paceconclufa in Cambra! fra Cefare * il
RcdiFranciajcfueconditioni. sso
P,io!o d'Arezzo mancato dal Papa al Re di
Francia. jTS>
Paolo Luzznfco. 63
Palagio d'Andrea Doria Taccheggiato da i
Francefi, i<*4
Papa Cleme.vij.fi riftolue co' Vinitiani pi-
gliare l'arme contra Cefare . 6
e di confcdcrarfi con Francia, e con altri
• contra Cefar e. 8
fella confufo co* Vinitiani per la ritira-
ta dd Duca d' Vrbino da Milano . 23
incannato da Gio. Battila Palmieri. 19
• propone che fi rimettono l'ofrefe contra
, Sa ne fi. 40
per timore de' Colonnefi eiTorta i Con-
federati ad a (Talea re il Regno di Napo-
li. 43
in gra trauaglio p le cofe d'Vngheria. f 3
in gran confufione per l'improuiio aflal
to di Roma. 5"4
fugge in Camello. J5"
! uolge le fuc forze contra Colonnefi . 60
difìegna farePimprefa di Napoli. 76
s'inuilifce per le tepide prouifioni del Re
di Francia . 2}
eflendo confufo s'accorda con gli Impe
n'ali • 84
• fa grandisfimo errore aìicentiarele fuc
genti. 8r
difìida dd Duca d' Vrbino . 83
\ trouandofi ingannato fa noua confede-
ratone co'l Re e con Vinitiani . 93
per necesfità crea tre Cardinali per dana
ri. 94.
fi rimette nelle braccia di Renzo da Ce-
ri. ^ 9S
affretto dal Fato e quafi procuratore de'
nimici . 9 j
fugge in Cartello. 96
desinato ad cilcre elTempio delle calami
tà. 96
defperato di foccorfo conuienecon gli
Imperiali. io 2.
crea Cardinali per danari per liberarfi di
prigione. . 110
efee di Calteli o. izo
con un Brieue ringratia Lautrech. 1 12
defid era rimettere in Siena Fabio Pc-
trucci. 124
neutrale tra Cefare e'1 Redi Francia. 1 15»
fi duol de Re ch'habbia condotto Mala-
ttia. 171
tratta la pace tra Cefare è i Vin7tiani.iV e
e a Bologna con Cefare. 191
dà la Corona a Cefare. 199
compromette le differenze chehaco'l
Duca di Ferrara in Cefare. 199
ritorna a Roma, 199.
perche fi rendi difficile ad aprire il Con-
cilio. 20 f
non è legitimo. 20 f
a Bologna con Cefare la fecouda volta
211
perche non maritaffe la nipote al Duca
di Milano. 2r
parte da Bologna per Roma. 211
uaaMarfilia. 213
perfuade a tutti i Potentati che ui uada-
no. 213
fu parentado co'l Ré di Francia, 213
parte da Mariìlia. 214
afferma douere morire tolto. 21 $
muore. 21 r
la fua uìta. 2 1 $
Papa Paolo. III. di che età quando^ creato
Papa. 21 6
Parentado fra'l Papa e'1 Reconchiufo in
; Marfilia. . '214
Parma e Piacenza abbhorrifcono l'Impe-
rio de' Spagnuoli. 102
Pauia faccheggiata da' Francefi. 114
recuperata dal Leua con altre Ter-
re. I4J"
battuta. 160
fi rende ad Antonio de Leua. 186
Pcrfonaggi deputati fopra alcune materie
ttai Papa e Cefare . 109
Pera Ita morto. 74
Peritia militare delude l'ignoranza del uol
go. €
PeSe in Roma. 104
Pcite in Napoli. 141
Pefre grandisfima in Genoua. 1 c2.e. I j 9
Pcftc mandata ftudiofamente da quelli di
Napoli nell'cfìercito. I J7
Pier Luigi Farnefc Capitano co'l Principe
d'Oranees contra Fiorentini. r8p
Piermaria Rollo palla a Nimici. iox
ferito IH
Pietra Santa s'arrende al Papa • 15*7
Pietro da Pefaro proueditorc de'Vinitia-
ni. le
Pietro Birago morto. 160
Pietro Nauarra a Ciuità iiccchia con Par-
mata vw" Collega tu € 8
alla uolta d'Aquila . 1 30
prende la Rocca di Venofa 134
prigione . I C7
Pifa in guardia di Giouapaolo da Ceri.100
Piitoìa s'arrende al Papa. i9y
Pizzinardo biafimato. 1 26
Pontificato di quant'authorità appretto
Principi Chriftianì . i10
Pontremoli occupato da Sinibaldo Fie-
fco.
n
Popolo imperito combatte più con le gri-
da che con l'arme. 18
Porta Romana di Milano battuta. 2.4
Pozzolo fidàaLautrech. 137
Pratiche della pace fi rompono fra Cefare
e i Collegati. ri3
Pratiche dell'accordo fra Cefare c'1 Re di
Francia. 179
Prato s'arrende al Papa, 197
Prefa di lodi molto utile alla lega . io
Preparationidi Cefare fatto dopo la cer-
tezza.deH'inoiTeruanza del Re. %
Principi fpcflb antepongono l'utilità alla
fede. 9
hanno poca fede. 43
uolti all'accordo. 177
conuenuti in Cambra! per la pace. 179
Prìncipi d'Italia mandano Imbafciadori a
Cefare . 181
Principe d'Oranges fi congiugne Co' Tede
fchi. <?4
Generale dopo la morte dì Borbo-
ne. 101
conchiude l'accordo con Malatefta. 187
a Monteuarchi con l'effercito • 1 89
uicino a Firenze. 190
è incolpato che tenga la guerra in lun-
go ftudiofamente. I90
morto . 2,02.
Principe dì Salerno prigione di Filippino
Dorìa. 141
Principe di Stigliano prefo de Simone Ro-
mano. 144
Protonotario Caracciolo J8J
Progresfi dell'armata di Spagna . 64
- dell'armata de' Collegati. 77
di Borbone con l'esercito. 8 O 83
delle genti de' Collegati intorno a Peru-
gia, no
delle medefime in Lombardia • 3
di San Polo in Lombardia . 1 Jt
del Papa contra il Duca di Ferrara .i7r
Prometta del Re di Francia a gli Imbafcia-
dori del Papa e de' Vinitiani. io
Promefce dcll'rìncipe d'Oranges a Malate
fta. 126
Profpcro Colonna allegato pereflempio
dal Duca d'Vrbino. itf
Prouifionidi genti fatte dal Redi Fran-
eia . 44
di Cefare dcfperato deli'ofleruanza dello
accordo di Medril, 47
del Papa dopo la triegua conigli Im-
periali. j-7
diLautrech. irr
Proueditore Pifano all'ettcrcito France-
fe. 134
Prouerbfo, cbeM magiftrato dimoftra il uà
loredichil'eftercita. XIS
Prouocationedi Cefare a Duello contra il
Re di Francia. ntf
Peudenza maggiore e ricorreggere l'errore
che perfeucrar in elio» 1 f
1*7
Puglia in che fiato .
K
Ragioni che Inclinano il Papa alla gaerra
contra Cefare. 6
Ragioni d'affrettare la gueira contra Cefa
rej e le in contrario. 7
Ragioni perche il Re di Francia defideratte
al Duca d'Qrliens il Ducato di Mila-
no. 2.14
Ramazzoto entra fu il Fiorentino dalla ba
da di Bologna. 189
Raucnna fertile di frumenti. nj
Re di Francia promette di nuouo a Cefare
di ofleruare le promette. 2,
Si duole dello lmperadore. 7.
allega effempij, che fi debba ofarécor-
tefia a prigioni. 2,
Soli dui Re di Fi ancia fatti prigioni, a
perfuadealPapa & a Vinitiani a pigliar
l'arme contra Cefare. 3
protetto a Cefare che non otteruerebbcle
conuentioni ingiufte. ,3
non può alienar cofa del Regno fenza il
confenfo delli fiati generali del Regno. 3
fi confacrano con l'olio celefie. in
liriioluenon redimire la Borgogna, io
©fferifee pagare due milioni d'oro a Ce»
fare, prima che reftituire la Borgo-
gna, io
Rifcrifcela ratificatìonc della lega con
di Tesino. 14
procede con gran negligenza. 13
procede lentamente a preparar l'arma-
ta. 43
Tua rifpofta al Cardinal Saluìati alle ri-
chiede del Papa . JO
feonforta a Principi l'andata del Papa a
Barzalona. yp
fi contenta che Paolo d'Arezzo uada a
Ce fa re. 60
fi obliga co'Vinitiani di non concordarli
con Celare. 73
manda co'l Re d'Inghilterra Oratoria
Celare per la liberationedcl Papa . 107
'clelibcra co'l Re d'Inghilterra la guerra
d'Italia. 109
non parla honorata mente del Duca d'Vr
bino. no
mentifee Cefare. 1 2.7
fi duole non Tia (tato foccorfo Sauona , &
il Caftelleno di Genoua. 173
tenta ricondurre il Doria. 1 yi
( Tchìua il colpetto degli Imbafciadori de'
Collegati.' 1 8 1
Si TcuTa con loro della pace fattaron Ce
fare. 181
chcdiceiTe intorno la guerra di Firen-
ze. 198
in mala difpofitione contra Cefare. zo6
tenta irritare il Turco contra Cefare. 206
impone decime al Clero. 109
conclude in Marfilia il parentado co'l Pa
pa. Z14
communica al Papa alcuni configli. 114
Re d'Inghilterra cerca co' fuoi Imbafciado
ri chc'l Papa s'opponga a Cefare. 6
non corrifponde allepromefle intorno al
la confederatione . 43
confortali Papa a non andare a Barzalo-
na . J5>
fauorifee i Collegati per contrahere ma-
trimonio co'l Re di Francia. 73
manda sfida a Cefare . 1 17
tnada in Italia il Vefcouo di Tarba. 179
dichiarato decaduto nelle pene degli at-
tentati 2,13
Re d' Vngheria rotto , in battagliai morto
da i Turchi. JJ
Reggio attribuito da Cefare al Duca di Fer-
rara. 107
Regno di Francia in pericolo quando Italia
einmanodeirimpcradorc. 7
Renzo da Ceri co'l Papa . 72,
fopra la difefa di Roma contra Borbo-
ne. 9 y
bia limato. py
Rimini occupato da Sigismondo Malate-
fra. 103
ritornato alla Chiefa. 1 24
Rinucio Farnefe. lìS
Rifpofta del Papa udita Pintentione di Ce-v
fare . 1 6
Rilpofta del Guicciardini al Duca d'Vrbino
perche non fi lcui Peffercico da Mila-
-
no. z6
dei Cantoni al Re di Francia. 31
di Cefare quando gli e* intimatala Le*
ga. J7
del Re di Francia a i Fiorentini. 179
Ritirata del Turco mitiga le guerre di' Ita-
lia . - io 9
Rema impi ouifamente aiTalita da i Colon-
nefi . £4
faccheggiata da gli Imperiali era ftata fac
chegoiata da i Gotti. s>8ò;anni prima. 97
liberata dà i foldati Imperiali. 1 30
in dilbrdine impedifee lo acquifto di Cre
mona, e di Genoua. yi
Rotta di trecento Spagnuoli. 71
Rotta riccuuta dal Marchefedel Guaftofot
to Monopoli. 188
S
Sacco di Roma dato da Colonnefi . yj
del Pallazzo Pontificale, e di San
Pietro. yy
di Roma dallo eiTcrcito di Borbone . 97
ui morirono quattromila huomini . 97
importa fenza le taglie più d'un milione
di ducati. 93
San Polo, uedia M.
Sanefi indettati nelle partP marittime da
Andrea Doria. ya
Sauona ottenuta dall'armata Franccfc. 48
Salerno prefo dall'armata * 77
San Miniato fi arrende allo Oranges. 191
Sc3ram uccie fpefle di Giouanni dei Medici
fotto Mirano. 41
Scufa non accade ne i partiti neccflarii. 1 y
Scrcuoa
~5?renOn prigione da Filippino Doria. X41
Siena battuta dalle genti del Papa. 30
accommoda di artiglieria II Princi-
pe. l8*
che gouerno haueffe dopo la guerra di Fi
renze . 10°
Simone Romano in Calauria. 1 37
occupa Cofenza, prende il Principe di Sri
aliano, & altri. x44
morto. loy
SinibalcTo Ficfco occupar Pontrcmoli . yi
Soldati non tfiecitati fanno poco frutto. 96
foldati de gli Adorni rotti a Priacro-
ce. 1 1 *
Solimanno modo per affaltarc lunghe-
ria. , 4i
Somma fpogliata da gli Imperiali. 1 S6
Sofpitioni fanno interpretare le cofe nella
peggiore parte. 7
Sofpetti che haueuaCefare del Papa, zi*
Spagnuoli per fatiare la loro libidine non
guardano ne a fe(To,ne a età . 3 *-
diltruogono coli gli amici, come i ni-
mici. 37
che erano in Carpi fanno gran danno a
gli Ecclefialticì. y*
rotti a Larnata . 74
s'ammutinano, & ammazzano il Sergen
te-maggiore. go
fualiggiati dal Marchcfe di Sai uzzo. 8 8
entrano in Tranfteuere. S>6
Spagnuoli uenuti con Cefare fbarcano a Sa
uona. l82*
Spelle prefa da gli Imperiali. 183
Speranza de i fuorufeiti fpeiTo riefeonoua-
ne. *>
Sprezzo de i Prelati , e della Chiefa Roma-
na. _ 37
Succesfi di Genoua profperi per Fracia.i 1 2.
Succesfi nelle Terre di Roma. ; 144
Suizzeri che fine, e che oggetto habbino nel
le guerre . 3 *
dimandano d'entrare ancora esfi in con-
iglio. : 3»
Stanchi del Papa {tratiati in Roma. 109
fi fuggono di Roma occultamente . 1 1 9
Stato delle cofe di Lombardia . 1 8 1
Stefano Colonna,e Malateila atfaltano ile
defehi. i01
1 eueicni più incucili uie-gu jp^mum j «
Tedefchi rotti da Stefano Colonna. 7 e
Tedefehi fi ammutinano contra Borbo-
ne. 83
Tedefchi occupano molte terre de i Vinitia
ni. 14?
in difordine fi ammutinano e tornano a
cala loro. -2 4^
Teodoio Triulzi Gouernatore di Genoua
per Francia .
Temerità non fi chiama quella che fi fa per
nccesfìtà. 2.01
Terre che s'arrendono à Lautrech. 136'
Trattato del Re di Francia co il Re d'Inghil
terra di aflaltare le marine d'Ifpa-
gna. 1 2,6
Trattamenti di Pace. -«* 166
altri trattamenti di Pace. ^*?4
Tricgua tra il Papa,e Don Vgo. y y
T regna del Papa con gli Imperiali interro*
£': pe le cofe di Lombardia. y£
Tricgua del Papa co il Viceré per otto
dt. 7S
Triegua , uiolata per gli Ecclefiaftici. 7 S
Tumulto in Roma per conto de i Macel-
lari. 2«5>
Tumulto del popolo in Firenze. y l
e origine di grauisfimi difordini • 91
Tumulto in Siena . 109
Tumulto nel Marchefato di Saluzzo. 153.
Tumulto in Firenze. 173
Turco afpira alla efpugnatione di Vien-
na. i8y
accefo grandemente contra Cefare. 107
parte di Vngheria » e torna a Conftanti-
nopoli.
xo9
Tagarolo de i Colonna fi fpianato ,
6Q
Valdemonte con titolo dì Luogotenéte del
Pada eontra il Reame. 76
morto. IT7
Varo fiume doue. ni
Vefcouo di Lodi intento più alla ambi-
none & a gli interesfi proprij che ad al-
tro. 17
Vefcouo di Baiofa mandato a Ferrara dal
Papa per comporre le differenze co il Du
ca. 44
Vefcouo Colonna morto. 1 48
Vefcouo di Vafone mandato dal Papa a Ce
.fare. *7*
Vefcouo di Tarba fatto Cardinale. iqj
ncralc di San Franccfco , a liberare il Pa-
pa • H8
morto. 1 1 9
Vcfpafiano Colonna morto. 134
Vgo di Moncada efforta il Duca di Milano
a rimettcrfi nello Impcradore. 1 j-
uaaRoma,cparlaal Papa co il Duca di
Sefìfa . 1 e
perduta la fperanza della parte di Ro-
ma . 1 6
muore in Galea. 140
Vgo de Peppoli prigione de gli Imperla*
li . 1 V4
Viceredi Napoli arri uà in Corfica . 61
mette campo a Frufolone. y$
lafci^l'imprefa di Frufolone. 7 y
B | rartexli Romaper abbocearfi con .- Bor-
bone. • $6
morto a Gatta . 118
Vigeuene prefà da 1 Collegati*. 1 J5>
Vifiacerca, eMontigian tentano dipren-
atre nnarea uov\a, 16
Vinitiani & il Papa fi riffoluano pigliare Par
me centra Celare. 6
concorrono alla fpeditionc contra Na pò
li . 44
procedono cautamente nelle cofe lo-
ro . 7p
dannano il configlio del Duca di Vrbi-
110 , no
attendono più torto a gli acccfTorij che a
principali interesfi. X45
reftituifeono le terre occupate. i$f
non uogliono entrare nella confederano
ne co il Papà,e con Cèfarc. x 1 o
Vita di Clem. vij . zi r
Vitello Vitelli Capitano del Papa • 1 j
uà a danni de i Coloni! e(i . tfo
Vittoria de i Francefi contra gli Spagnuolf
in. Mare. 14*
Volgo ingannato dalla pcritfa de gli rinomi-
ni militari, è
Volterra fi arrende al Papa
199
I L F IN E.
';.:o )
-
■
GLI ERRORI FATTI NELLO STAM-
pareii correggono in quefto modo.
A fàé x doue fi lesKc.tnteé, fi delie legge tutte* 5- conlentimeuflo, confenrimento. oj.
*roJe«er'e per. eture a 7. & in altri luoghi, maritime , marittime, a 1 1. a ad ad. a , j.
deputatogli, a 40/ nauergh fa lw™»"*"*r» r Vafoafiano Vefpafìano . a 6. in margine
^I1a figliuola del Re di Francia.matrimomo co'l Re di tracia, a 7*.Beiano,v.cwiiu * 7y.
colla figliuola d^n Confaloniere,Gonfaloniere.a 94- cattiuo, canno, a 58.
L
S
A 5>
■
MAR
lv
■
M I
I
%
■W
./citi
■YJJSf
ìMWM
tìS
a; .
HfD
KM
s^e
,4.
')'■>,•
$fc*
4«P
SktóW
'/> 5 Vi i'
b3kS
rana
1
bhsb
1 "■ >*
&PE
otkssjh-
3$