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Full text of "La sommossa e il sacco di Lugo nel 1796"

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Estratto dal Vof. XVl deg^i Atti della Deput. Ferrar, dì Storia Patria 



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1906. 



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Estratto dal Voi. XVI degli Atti della Deput. Fevrar. di Storia Patria 



FERRARA 

PREMIATA TIPOGRAFIA SOCIALE DEL DÒTT. G. ZUFFI 

1906. 






HARVARD COLLEGE UBRARf 

FROM THE COLLECTION OF 

GAETANO SALVEMINI 

CO0I.IDGE Fl/NO 

MAh'^-l 21, 1936 






ALLA CARA E PIA MEMORIA 
DI MIA MADRE 

GENTILE TONI-LAZZARI 

TROPPO PRESTO RAPITA ALL' AFFETTO DEI SUOI 

LACRIMANDO 
QUESTE PAGINE CONSACRO 



mìa 



INTRODUZIÓNE 



-+^l*-i- 



LE FONTI 



W^^N^W^^VN^Nrf 



Del moto di Lugo (30 Giugno -8 Luglio 1796 ) noi abbia- 
mo due versioni tra di loro dissimili: una di fonte fran?ese (l), 
r altra di fonte locale e regionale. 



(1) Della rivolta di Lugo, che Napoleone ricordò nel Memoriale di 
Sant' £lena, parlano più o meno, ripetendo sempre gli stessi errori, quasi tutti 
gli storici francesi delle guerie della Rivoluzione La versione franceise, ab- 
bellita di tutti i suoi particolari drammatici, si trova già in queir opera far- 
raginosa che s' intitola* Victoires, Conqw^les, Desaslres etc des Fran^ais de 
i792 à i8i5 » (Taris, Tanckoucke, 1818] ed ò accettata dal Jomini « Histoire 
critìque et militaire des guerres de la Revolution » (1820 24) e da tutti gli scrit- 
tori successivi che qui sarebbe superfluo citare. 

Tra i moderni, ricorderò il Trolard « De Montenotte au Pont d* Àrcole » 
(Paris, 1893) 2*^ ediz che si occupa della sommossa di Lugo, ripetendo però 
in parte le inesattezze degli storici precedenti, e il Du Teil, coscienzioso e 
dilìgentissimo, il quale nel suo bel volume « Rome, Naples et le Directoire » 
(Paris, Plon, 1902) acconnando brevemente al moto lughese, dà alcune notizie 
esatte desunte dagli Archivi parigini. 

Jl Bouvier in quello splendido libro che 8* intitola « Bonaparte en 
Italie • (Paris, Cerf, 1899; arriva colla narrazione soltanto all'entrata di 
Napoleone in Milano. È da augurarsi di veder presto compiuta quest' opera 
magistrale* 



IV A. Lazeari 



La versione francese deriva: 
à\ dalle fonti ufficiali che sono : 
1 ') La lettera di Augereau a Bonaparte, scritta da 
Bologna 1' 8 Luglio 1796 e contenente un rapporto della 
spedizione militare contro Lugo. ( Correspondance inèdite^ 
ojjflcielle et confldentielle de Napoléon Bmaparle. Paris^ 
Panckoucke, 1819 - T- L p. 374Ì. 

2.') La lettera di Bonaparte al Direttorio del 14 
Luglio 1796 , con cui egli dà in breve notizia dell' av- 
venimento. (Corresp. de Nap, L®^ Ed imp. T. I. p. 594- 
N ' 759). 

Notevole il fatto che i due rapporti ufficiali non si 
somigliano. La ragione è chiara: Augereau scriveva a B)- 
naparte quello che voleva che il suo superiore sapesse, e 
Bonaparte, dal canto suo, informava il Direttorio come 
meglio gli garbava. 

b) dalle fonti officiose, che sono le relazioni pubbli- 
cate dalle gazzette italiane ligie al pirtito giacobin") fran- 
cofllo. Tra esse notiamo specialmente : 

1.*) Il Corriere Milanese^ Numeri del 21 e 25 Lu 
glio 1796. 

2.*) La Gassetta di B)logaa^ Numero del 23 Lu- 
glio 1796. 

Il racconto dei corrispon lenti di questi due psriodici, 
elle evidentemente avevano ricevuto V imbeccala dalle au- 
torità francesi, si trova ripetuto, con poche varianti, nel 
fascicolo di Luglio degli ce Annali di Roma • (Tomo XIX 
della raccolta ) e nel Monileur Unioersel di Pcirigi. 

La versione francese è già definitivamente formata e 
accolta nella « Storia dell' anno MDCCXCVI dioim in 8 



La sommossa e il sacco di Lugo 



libri etc. » stampata, forse nei primi mesi del 97, a Vene- 
zia colla falsa data dì Amsterdam. (1) 

E veniamo alle versioni locali, che distingueremo in 
edite e inedite. 

Le narrazioni storiche edite sono le seguenti : 

1.') Gian Francesco RambeUi « Cenno storico del 
moto e saccheggiamento di Lugo nel 1796 > ( Bologna per 
Dair Olmo e Tiocchi, 1834). 

IJ RambeUi (1805-1865) filologo e purista, professore 
di umane lettere, uno dei migliori della scuola classica ro- 
magnola, scrisse il Cenno storico per smentire le « false ed 
esagerate narrazioni » che sugli avvenimenti dì Lugo erano 
state divulgate dagli storici francesi e che sembravano al- 
lora convalidate dall' autorità del Botta, il quale, raccontando 
la sommossa di Lugo, s' attenne alle fonti francesi o fran- 
cefile. 

Figlio di Filippo RambeUi, che tanta parte ebbe nella 
rivolta del 1796, Gianfrancesco potò valersi delle tradizioni 
orali ancor vive ai suoi tempi, ebbe sott' occhio le carte di 
famiglia, e attinse a una diecina di narrazioni contempo- 
ranee manoscritte, delle quali diede V elenco in appendice 
alla prima edizione del 1834. 

Ma gli nocquero la cura costante della dignità dello 
stile e dell' eleganza e la preoccupazione dell' imitazione 
classica ; e in omaggio al « fren dell' arte » sacrificò una 
ricca messe di notizie e di particolari certo a lui noti. L'o- 



(1) È tm'opBKrrarissin». Ne ho trovata una copia mutila nella Marciana 
dì Venezia. 



TI A. Lazzari 



pera del Rarnbolli resta però sempre il contributo più no- 
tevole per la stor-ia del moto lughese (1). 

2.*) G. A Soriani « Supplemento storico sulla ori-- 
gine e progressi deUa città di Lugo » (Lugo, Melandri, 1834). 
L'autore, nativo di Fusignano, dopo aver compendiata e 
rifusa con criteri più moderni la Storia di Lugo del vecchio 
Bonoli, la continuava dal punto ove egli l'aveva lasciata e, 
libero dalle pastoie di un formalismo estetico, dava degli 
avvenimenti del 1796 una narrazione sincera e particolareg- 
giata. 

Il libro del Soriani usciva due mesi dopo il Cenno 
storico del Rambelli, e, per ciò che riguarda il nostro ar- 
gomento, ha molta importanza (2). 

3.') Antonio Frizzi t Diario * (Ferrara, Servadìo , 
1857). 



(1) DI quest'opera sì fecero ben presto sei edizioni. Alla seconda (Bologfna, 
Bortolottì, 1839) il Rambelli premise Dna dedica a Luigi Fornaciari, che a- 
veva fatto dei libro un* onorevole recensione nel Giornale di Pisa, Qoad. 
Luglio - Agosto, 1886. 

Il manoscritto autografo, con alcune giunte inedite di scarsissimo va* 
lore, fu donato alla Biblioteca Comunale di Lugo da Virginio Rambelli, figlio 
deir autore. 

(2) Dopo il volume del Soriani la bibliografia speciale relativa al moto 
di Lugo s' accresce di ben poco. Ecco quanto possiamo registrare : 

1**) Del movimento e sacco di Lugo nel 1796 — Brano estratto dalla 
Sìorùi di Romagna scritta da Antonio Vesi. Articolo inserito nella rivista let- 
teraria UtiU'Dulci — A. IV n^ 3 ( Imola, 30 Gennaio, 1845 ) . 

2^) Giovanni De Castro € Il moto di Lugo nel i796 » in Rassegna 
Settimanale — Anno 1880, 2.® Semestre. 

3**) « 6-7 Luglio i796 » Numero unico pubblicato a Lugo dalla 
Tipografia Trisi Editrice il 5 Luglio 1896, per commemorare il primo cente- 
nario della rivolta lughese. 

Nessuna di queste pubblicazioni reca un contributo puovo a quanto già 
prima si conosceva. 



La sommossa e il sacco di Lugo vii 

Il Frizzi, in questo volume che serve di continuazione alle 
Memorie per La storia di Ferrara^ colla sua solita esattezza 
e diligenza, dà una breve ma succosa relazione della rivolta 
di Lugo (pp. 13-16). 

Le narrazioni storiche ancora inedite si possono di- 
stribuire in tre classi : 

1.*) Relazioni di fonte ufficiale lughese. 
2 *) Relazioni di fonte privata lughese. 
3.*) Relazioni di fonte regionale contemporanea. 

Le relazioni di fonte ufficiale lughese sono : 
a) P. M. Giuseppe Luigi Rossi (da Lugo) francescano 
« Informazione sull'origine^ progresso^ e fine della Rico- 
Iasione di Lugo accaduta l'anno 1796 p. MS che si trova 
a e. 6 del fascicoletto n.** 370 della Collezione Antonelliana 
conservata nella Biblioteca Comunale di Ferrara. 

6) Anonimo « Relasione de' Fatti accaduti in Lugo 
dall' Epoca della Solleoasione scoppiata la sera del giorno 
30 Giugno 1796 -^ (MS. n. 781 della Biblioteca Comunale 
di Lugo). 

Le due relazioni ufficiali furono compilate nel Luglio 
1796, quando, in seguito al dispaccio di Augereau del 27 
Messi dor (15 Luglio), fu concessa V amnistia a tutti coloro 
che non fossero stati € né motori, né istigatori della 
Ricolta » 

Queste due relazioni — succinta e schematica la prima, 
più diffusa la seconda — hanno lo stesso scopo tendenzioso, 
quello cioè di giustificare la condotta dei primarii cittadini 
di Lugo, veri organizzatori della rivolta, e riversare tutta 
la responsabilità dell' accaduto sul fanatismo popolare. 

Probabilmente le due relazioni sono dello stesso auto- 



vili A. Lazzari 



re, e direi quasi che la seconda sia un ampio rimaneggia- 
mento della prima La prova si è che i fatti sono espo- 
sti col medesimo ordine e alcuni episodi si trovano narrati 
quasi colle stesse parole. 

L' Informazione Rossi incomincia il racconto col 26 
Giugno e finisce cogli avvenimenti del 2 Luglio; X anonima 
Relasione^ che forse non ci è pervenuta tutta intera, si dif- 
fonde di più e procede sino al 5 Luglio, aggiungendo pa- 
recchi particolari quasi tutti fantastici. 

Evidentemente P Informazione Rossi fu scritta per 
essere presentata alla Municipalità di Ferrara, infatti essa 
termina con queste parole : 

« Ecco, o signori, sbozzato il lagrimevole quadro co* 
più veri colori. Conoscerete V origne della insurrezione, i 
suoi progressi e la impossibilità fra cui gemeva questo paese 
acefalo e senza forza per richiamare a dovere un popolac 

ciò illuso, armato e capace di tutto fuorché di ragione 

Confidano questi infelici ( i Lughesi ) nella sapienza di cote- 
sta Municipalità, e ne invocano T assistenza e T aiuto. » 

La Relazione de' Fatti accaduti in Lago etc. fu stesa alla 
fin di Luglio, perchè fosse presentata alla municipalità ferra 
rese (1) e insieme al generale Augereau, il quale a sua volta 
doveva designare i capi della rivolta esclusi dall'amnistia. 



(1) Nel Minutario del Luglio 1796, che si conserva nell'Archivio Co- 
munale di Lugo, si trova una lettera diretta dai Pubblici Rappresentanti 
lughesi alla Municipalità di Ferrara. Essi scrivevano : 

« La Rellazione genuina del fatto che ci diamo V onore di rassegnare 
alle Sig.rie VV. e che .... contestare la possono il Teologo dell' E.mo Vescovo 
Chiararaonti, il Sig. Barone Capell etti ed Altri manifestarà allo SigrieVV. 
qual fosse il duro stato della Magistratura e Consigliori ,.. e come quindi 
ogni loro operato fu effetto della forza. » 



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La sommossa e il sacco di Lugo ix 

Il deputato lughese Vincenzo Zanelli consegnò questa 
Relaùone il 30 Luglio, al comandante della piazza di Fer- 
rara B. Yann, il perchè la trasmettesse ad Augereau (1). 

Le due relazioni ufficiali lughesi, vere mistiflcazioni 
in cui i fatti sono del tutto travisati, non hanno alcun valore 
storico, ma possono giovare per seguire V ordine cronologico 
degli avvenimenti e per conoscere lo spirito dei tempi. 

Le relazioni dì fonte privata lughese che ancora ci 
rimangono, per quanto io sappia, sono le seguenti : 

1.*) <c Istoria sincera di quanto precedette ed ac- 
compagnò V ingresso ed il saccheggio dato dall' armata 
Francese all' infelice mia Patria nella prossima scorsa 
estate ». 

Questo prezioso manoscritto, di proprietà dell'avvocato 
Gustavo Vicini, fu esposto n^l 1888 a Bologna, nel Tempio 
del Risorgimento, ed è passato poi, dopo la morte del Vi - 
<^ini, a far parte del Museo Civico bolognese. 

A^ittDiio Fiorini lo pubblicò per intero, degnamente Il- 
lustrandolo , nel Voi. II (pp. 529 - 540) del Catalogo illu- 
strativo dei libri, documenti etc, esposti dalle prooin^ue del- . 
l' Emilia e delle Romagne nel Tempio del Risorgimento 
italiano. (Esposizione regionale in Bologna, 1888) Bologna, 
Zamorani e Albertazzi, 1897. 

Questa Istoria fu stesa alla fine del 1796 o nel Gennaio 



(1) Nel Minutario dell' Agosto 1796 ( Arch. Gom. di Lugo ) troviamo 
una lettera indirizzata, il 20, alla Municipalità di Ferrara. 

I Pubblici Rappresentanti accennano al fatto che il deputato lughese 
Vincenzo Zanelli aveva, il 30 Luglio, € consegnato il Piego diretto al Signor 
Generale Augereau contenente una giustificata Relazione del principio e 
progresso della Rivolta ». 



A, Lazzari 



del 97, certo prima della resa di Mantova (2 Febbraio 1797) y. 
e -come giustamente ha congetturato il Fiorini -ne è autore 
il lughese don Vincenzo Polzi, Priore e Pro- Vicario Foraneo. 

Negli ultimi giorni della rivolta lughese egli si rifugia 
a Imola, e in Vescovado forse pot(^» attingere molte e sicure 
notizie, che troviamo riprodotte nella sua memoria. 

Il Fiorini rilevò già la notevole importanza di questa 
narrazione. 

2.*) Anonimo — or Tragico e spaventevole avveni- 
mento accaduto in Lago l'anno 1796 » MS. Si trova a e. 4 
del fascicoletto già citato della Collezione Antonelliana , 
N, 370, conservato nella Comunale di Ferrara. La narra- 
zione appare stesa sotto l'impressione degli avvenimenti , 
e procede succintamente dal 26 Giugno all' 8 Luglio. È 
scritta in forma rozza , ma reca notizie interessanti , che 
ron si trovano altrove (1). 

3*) Sul moto e saccheggiamento di Lugo nel 6^ 
Luglio 1796, Memoria del Notaro Gio. Antonio Bianchi MS. 
Si legge in fine di un volume intitolato: Libro dei Censi 
Attivi di me Dottore Gio. Antonio Bianchi MDCCLXXXI, 
che si conserva nella Biblioteca Comunale di Lugo, ove è 
segnato col num. 312. 

É una breve notizia che non offre nulla di importante. 
4.*) Don Tommaso Baldrati « Istoria di Lugo che 
incomincia dall'anno 1736 eseguita fino all'anno 1830 » 



(1) Il Tragico e spaventevole avveft\m*ìnto e V Informazione Rossi Tennero 
già segnalati dal Fiorini nel volume cit. del Catalogo illustrafivo ( p. 530 
in nota). Egli se ne valse per ccrredare di note la narrazione del Polzi. 



La sommossa e il sacco di Lugo xi 

Ms del sec XIX, di cai^te 96 non numerate, che si conserva 
nella Comunale di Lugo ov' è segnato col N.^ 787. 

Il Baldrati dedica molte pagine della sua Istoria di 
Lago a narrare il grande avvenimento del 1796. Nel suo 
racconto abbondano gli episodi drammatici, che o rivelano 
nello scrittore una certa tendenza all' esagerazione, o prò 
vano che egli raccolse le notizie già modificate e ingnan- 
dite dalla tradizione orale (1). 

Le relazioni di fonte regionale contemporanea sono : 

1.*) Anonimo « Memorie storiche per la città di 

Ferrara degli anni 1796 e 1797». Ms. del sec. XIX di carte 

149. Fa parte della pregevolissima collezione privata del 

prof Patrizio Antolini di Argenta, ov'è segnato col N.* 735. 

Il prof P Antolini, nei suoi « Manoscritti relativi alla 
storia di Ferrara. » (Argenta, 1891, p. 15) ne attribuisce la 
paternità a F. L. Bertoldi. Carlo Antolini^ neirintroduzione 
alla sua bella monografia a Ferrara negli ultimi anni del 
Secolo XVIII. (Voi. XI degli Atti della dep. ferrar, di 
si. p. p. 11-12) dopo aver rilevato l'importanza storica di 
queste Memorie^ inclinerebbe a crederle del Frìzzu 

A me pare che la forma rudemente grossolana e 
zeppa d'errori e la sintassi contorta rivelino la totale impe- 



ci) Di questa Istoria del Baldnti un lungo brano TigimrdtLOU la wam- 
mossa di Lugo TÌde la luce nel Nomerò unieo « 6'7 Luglio i796 ». la 
questo Numero unico fu riportato anehe un brano della htoria del P^sl, 
che il compilatore desunse da un foglio dì niAsniA del C^UrOyo illu$traUto 
citato, allora in corso di pubblicazione a Bologna. Vi tr'/YÌa»o ìnn^rìis aoelM 
- senza indicarne la proven-'enza ' cinque lettere che il FUriui pubblleara nrlU 
«tesso Catalogo. Sono docnmexiti mediti la lettera del gOf^fiuilor# Huffèfii 
<28 Oiugno 1796), una lettera del Cbiamn/mill Oi Lugll'^i^ e una l#tt#ra di À. 
Bertazzoli e A» Bandi del ^ Ijuglìic. 



XII A. Lazmri 



rizia dello scrivente, che pure è cronista esatto e d ligen- 
tìssimo. Perciò escluderei in modo assoluto che queste roz- 
ze Memorie potessero attribuirsi a dotti eruditi e letterati , 
quali il Frizzi o il Bertoldi. 

L'autore delle suddette Memorie Storiche si occupa per 
incidenza del moto lughese e ci fornisce qualche importante- 
particolare. 

2 •) Fiandrini « Annali Ravennati. » Mss. nella Clas* 
sense di Ravenna Tomo III.* pp 248-251. 

3.*) A. Cor lari e Giornale > MS. nella Classense di 
Ravenna Tomo F. pp. 26-32. 

Queste due ultihie relazioni hanno molto valore. Il Fian- 
drini e il Corlarì raccolsero le notizie dai numerosi Lughesi 
rifugiatisi a Ravenna negli ultimi giorni della rivolta, e 
le loro narrazioni sono esatte, benché tanto l'uno che l'altro 
non nascondano la loro aperta disapprovazione per la som* 
mossa, che essi considerano come un atto inconsulto di esaltati. 

Queste- le principali fonti a cui ho attinto per la com- 
pilazione del presente lavoro. 

Di maggiore importanza sono i documenti tratti dagli 
Archivi, che completano ed allargano le notizie dei cronisti. 

Una ricca messe di tali documenti trovai nell ' Archivia 
Comunale di Lugo, ove, oltre i voluminosi carteggi delle au- 
torità provinciali, delle autorità militari francesi e delle Depu- 
tazioni spedite a Ferrara, si conservano ancora, distinti in 
tanti mazzi, Minutarii delle lettere scritte dalla Comunità. (1) 



(1) Ringrazio vivamente la cessata e la presente Amministrazione che mi 
diedero ampia facoltà di consultare e di studiare a mio beli' agio i documenti 
del patrio Archivio. 



ky»i/ ' . <J^ 



k 



V. 



La sommossa e il sacco ài Lugo xni 



Questi Minutarli forniscono una miniera preziosa di no- 
tizie. 

Altrettanto utile, per seguire le mosso dei Francesi, 
mi fu il Giornale del Magistrato d' Imola (1700- 1798 che 
si. conserva in quell'Archivio Comunale. È un diario mano- 
scritto, in molti volumi, in cui è notato tutto ciò che si 
faceva, giorno per giorno, dai Magistrati eh' erano a capo 
della Comunità, con molte curiose notizie sugli avvenimenti 
cittadini. 

Le altre fonti a cui attinsi saranno citate via via (1); 
ma non voglio tacere l'ottima Collesione di Bandi della Re- 
pubblica Cisalpina^ recentemente acquistata dall' egregio 
prof. Agnelli, bibliotecario della Comunale di Ferrara, che 
contiene una raccolta completa degli editti pubblicati a 
Ferrara dal 2t Giugno 1793 in poi. 

S3 benissimo che avrei dovuto estendere ancor più 
le mie indagini. Senza dubbio nell'Archivio Vaticano si 
troverà qualche relazione o carteggio importante relativo 
all'avvenimento che ho preso k trattare; ma pur troppo 
i mici doveri professionali mi impedirono di fare le ricer- 
che che a\rei desiderale e perciò spero che il lettore vorrà 
concedermi venia. 

E prima di licenziare per le stampe questo lavoro, 
sento il dovere di rendere pubbliche grazie al mio dotto e 
geniale amico, il prof. Giuseppe Agnelli bibliotecario della 
Comunale di Ferrara, che con inesauribile cortesia agevolò 



(1) Mentre il presente lavoro era in corso di stampa, mi giiiase il bel 
libro dcili signorina Emma Grandi « Faenza a* tempi della Rivoluzione Fran- 
cese » (Bologna, Zanichelli, 1906) di cui non potei valermi, e <*1iq non potei 
perciò a suo luo^o citare. 



XIV À. htz^ari 

in tutti i modi le mie ricerche; all' erudito bibliofilo, il conte 
Giuseppe Borea Buzzaccherini, bibliotecario AQWtxComtinale di 
Lugo, che mi fu spesso guida illuminata e sapiente; al sig. 
Romeo Galli, bibliotecario della Comunale d'Imola, che mi 
forni utili indicazioni; al sig Paolo Baldrati, cultore amo- 
roso delle patrie memorie, che mi favori alcuni importanti 
documenti da lui posseduti ; al prof. Patrizio Antolini d' Ar • 
genta, il quale mi permise di valermi delle Memorie storiche 
dell'Anonimo che fanno parte della sua collezione privata e 
alla signorina Clara Friedmann di Milano, mia ex-allieva, 
che gentilmente si prestò per alcune ricerche nell'Am- 
brosiana. 

San Remo Maggio 1906. 



■ ♦• - 



I. 

• ; 

I^ugo alla fine del Settecento — La cittadinanza -^ 1-a costi- 

• ■ • ■ 

tuzione interna — L' ordinamento politico — Primi riflessi 

della Rivoluzione francese a Lugo — Lo spirito pubblico 

« 

— La festa del Protettore S. Ilaro. 



La vasta regione che si stende ^ 

« Ira il Po e il monte e la marina e il Reno > 

era divisa, nel secolo XVIII, in due parti ben distinte: la 
Jìomagna propriamente detta e la Bassa Romagna^ o Ro- 
magnola^ o Romagna ferrarese. 

La Bassa Romagna o i?oma5'/ioZa, aggregata poi nel 
1860 alla provincia di Ravenna, comprendeva le Terre o paesi 
di Lugo, Bagnacavallo, Cotignola, Massalombarda, S. Agata 
sul Santerno, Conselice e il castello di Fusignano (1), e faceva 



(1) n castello e territorio di Fusignano, donato nel 1467 da Borse d' Este 
a Teofìlo Calcagnini col titolo di conte, dopo la devoluzione del Ducato di 
Ferrara diveane feudo della Chiesa e fu eretto in nxarchesato, conservandone 
i Calcagnini l'investitura. I Calcagnini avevano auche il dominio della Villéi 
di Alfonsine, che faceva pdrte però della Legazione di Ravenna. 



2 A. Lattgari 

parte della Legazione di Ferrara come appartenente al- 
l' antico Ducato estense. 

La Romagna propriamente detta, formata pressn a 
poco dalle due odierne provincie di Ravenna e di Forlì , 
colla citià e distretto d' Imola in più e la Romagnola in 
meno, costituiva quella che si chiamava la Legazione di 
Ravenna o di Romagna (1). 

Durante la signoria degli Estensi (H37- 1598), Lugo era 
etata la piazza forte dei domimi ducali alla frontiera me- 
ridionale dello stato. La sua vetusta Ròcca, restaurata e 
ampliata dal duca Sorso e rifatta da Alfonso II, aveva servtto 
Come « forte arnese » di guerra per fronteggiare Veneziani 
e Pontfflcii. 

Per la sua felice positura geografica e per la sua im- 
portanza strategica, Lugo era stata scelta come capitale 
della Romagnola — ultimo lembo dei dominii estensi — e 
nella Ròcca aveva sede il Commissario ducale, una specie 
di governatore alla cui giurisdizione era sottoposta tutta 
ÌA Bassa Romagna (2^). 

Ma, oltre èssere fl capohnjgo della piccola provincia, 
Lugo ne era divenuta anche il centro commerciale. 

-Gli Estensi, rispettando gli antichissimi statuti lughesi, 
permisero che il mercato settimanale del Mercoledì^ detto 



(1) La Tuta Legazione di Romagna, g'OTeToata dal cardinale residente 
« -RanrenH*, carrip^^«iidevs cosi 1^ città di Sà-rSnna, Imola, FoeiiM, Forlì, Oeseo» 
<e Rìmìnìi 

'{?) In, i più famosi ComtniBurii duoali veauti a Lugo, si rieordtina 
il peetft Tito TeqtOsiano StrozEi, ohe gorernd dal 1485 al1'88, e NÌc«ol6 AriuBti, 
padre dell' OatOM feiWroae, ohe fu a liàgo dal 1496 al '97, 



La sommossa e il sìieco di Lugo 



tfl « mercato della Komagnola », fosse esente da ogni da* 
.:zio o gabella (1); e immunità e franchigie maggiori con 
<5edettero alla Fiera annuale, che prima si teneva il 15 o 
il 16 di Agosto, per la festa della B. V. del Molino, poi fu 
•da papa Clemente Vili prorogata fino al 22 e al 24 dello 
:Stesso mese (2), e da ultimo, nella seconda metà del Sette- 
cento, venne definitivamente fissata dal 20 Agosto al 6 Set- 
^tembre (3), 

Colla devoluzione del ducato di Ferrara alla Santa Sede^ 
sMnizia per Lugo un'era novella di prosperità. 

Clemente Vili, sodisfatto oltremodo delle «ntusìaslf- 
che accoglienze ricevute dai suoi nuovi sudditi, quando il 7 
Maggio 1598, recandosi a prender possesso del Ducato, sostò 
^pernottò in Lusro (4), con Bolla del 4 Agosto — riconfer- 
^mati gli anticlii Statuti — elargì alla Comunità una serie 



(1) n P. Girolamo Bonoli nella sua « Storia di Lugo » (Faenza, Archi, 
1732), a p. 472, rìpo:ta una lettera di Alfonso I d'Este al Commissario ducalo 
Sigismondo Salimbeni, in data 20 Ottobre 1524, in cui gli ordina di rispettare 
.r immunità del mercato di Lugo, secondo è stabilito negli statuti della Terra: 
« Vi diciamo e declaramo essere di nostra mente, che questo mercato sia e 
si conservi libero, il che observando voi, 1* observeranno anche gli altri etc. > 

(2) Cfr BonoU — Storia di Lugo — p. 222. 

(3) Desumo queste date da una preziosa Memoria^ contenente varie no« 
tizie intorno a Lugo, che fu scritta probabilmente verso il 1770 da un confe 
Borea Buzzaccherini, lughese. Mi fu favorita dall* inesauribile corteai^a del 
conte Giuseppe Borea Buzzaccherini, V eruditissimo bibliotecario della Co- 
munale di Lugo, e si conserva nell* Archivio privato di casa Borea. Avrft 
«pesso occasione di citarla. 

(4) Vedi r ampia e particolareggiata descrizione dell' ingresso di Cle* 
«aente Vili in Lugo nella Storia del Bonoli, pp. 147-153. 



4 A, Lazzari 



dì privilegi che furono causa fondamontale del successivo^ 
e costante incremento della Terra (1) . . 

. Alla fine del secolo XVIII la capitale della Romagnola, 
aveva già raggiunto il suo massimo sviluppo. 

La popolazione, sempre in aumento, si faceva ascen- 
dere a quasi 8000 abitanti nell' interno {% e contava com- 
plessivamente 16038 anime, computando i campagnoli del 
contado (3). 

Il suo territorio, « fertile d'ogni s)rta di grani, di 
frutti, di erbaggi » (4) e avente un circuito di 48 miglia, si 



(1) Il BonoU ha .pubblicato, a pp 154-157 della sua Su ria ^ questa Bolla- 
tradotta in italiano. Essa contiene una serie di concessioni, che diedero all&^ 
Terra di Lugd una vera posizione privilegiata rispetto agli altri paesi del 
Ducato. Non soltanto il Mercato e la Fiera erano liberi dei ojrni dazio e gabella,. 
ma erano anche esenti da qualsiasi tassa coloro che e-iercitavano un'arte o- 
mestiere, e la Comunità èra esonerala dall' obbligo della contribiizitne di pa- 
gella, testatico e quartieri de* soldati, che dovev^a pagare al tempo dt>i Duchi 
iì2stensi. Il prezzo del sale era ridotto a tre quattrini la libra e al Consiglio- 
Comunale era data facoltà di liberare ogni anno un reo condannato a morte. 

(2) Nel MS Borea testé citato (che è circa del 1770) i detto : « La 
popolazione di Lugo, che di anno in anno vie più si aumenti, ora si riduce a-. 
settemila ejpiù anime ». Il Fiandrini, negli Annali Ravennati, MSS hpWìx'^Ios- 
sense di Ravenna T. Ili p» 248, parlando di Lugo, la dice: «Terri assai 
ricca ed abitata da 10 in 11 mila anime ». Il Soriaìii nel « Supplemento sto-- 
rico sulla origine e prógnssi della città di Lugo » (Lugo, Melandri, 1834)^ 
dopo aver parlato degli avvenimenti d?l 1796, dice che la popolazione di Lu^o, 
nell'interno, si calcolava di circa 7000 abitanti 

Fondandomi sulla cifra data dal Borea, e tenendo conto dell' aumento •> 
fìrogressivo in un quarto di sècolo, credo di non andar errato ritenendo che 
la popolazione di Lugo, alla fine del Settecento, fosse di 8000 anime. 

(3) Questa cifra è ufficiale. Quando nel 1796 i Francesi imposero una. 
rontribuzione in danaro alla Legazione di Feprara, Lugo fu quotata ih ra- 
gione della sua popolazione, computata complessivamente di 16038 anime.. 
Vedi, neir Archino Comunale di Lugo, il Volume degli Atti Consiglìari dal- 
Vanno i786 al 1709 f. 197 t, 

(4) MS Borea cit. , . ' 



La sommossa e iV sacco di Lugo 



5 



•^stehdeva presso a poco dal Senio o.l Santérno e dai confini 
•di'Bagnara e Cotignola (a cui appartiene la parrocchia di 
Barbiafìo) a quelli di Argenta (1). Esso era « ripieno di Wolte 
-Parrocchie, Orator-j e luspatronati, abbellito dà 'cospicui 
Palagi e nobili Casini d (2) e contava — cóme ora — ^ 
nove grossi e popolosi villa'ggii Villa Canal Ripato' o Sari 
Martino, Ca' di Lugo, S Maria di Fabriago 'o Campanile^ 
Villa S. Lorenzo, S. Bernardino, Voltana, Zagonara, S. Potilo 
e Bizzuno. 

Situata in posizione centrale fra le tre L^ga*zioni 

•di Bologna, Ferrara e R?ivenna, Lugo èra divenuta rem- 

porio delle Romagne, (^ la più ricca Terra dèlia provincia. 

Attivissimo vi era il commerciò dei cereali, della ca* 
•napa, (3) dei bovini; e a tutta la Roniagna il mercato di 
Lugo somministrava « cere e droghe e qualunque manifàts 
tura di lana e di seta >, che a Lugo affluivano « da paesi 
•stranieri » (4;. 



(\) Cfr. La Carta topografica del Territorio di Lugo JW 1756, che si conr 
serva nella Biblioteca Comunale di Lugo. 

(2) Desumo queste notizie da un prezioso « Quadro storico ^ topografico 
defila nobile e cospicua Terra di Lugo », in 7 Tavole, disegnato a mano da 
Onofrio^ Gramignani dell' Istituto 'Albrizziano di Scienze ed 'Arti* Liberali di 
Venezia, e terminato il 29 Aprile 1765. Si trova esposto nella sala di lettura 
della Biblioteca di Lugo. È in tutto simile a quello che si conserva in una 
sala del Palazzo comunale di Faenza, e che fu tanto bene illustrato dal Rag. 
Gaetano Ballardini nel fascio. Aprile Maggio e Giugno-Luglio 1905 della rivista 
« La Romagna »• 

La parte storica del nostro Quadro tu. compilata da una e Deputazio- 
ne di tre idonee persone ». , . 

(3) MS Borea « Continuo è il trasporto che si fa in Ancona e in Seno- 
pallia della canapa di cui ( %l territorio di Lugo) molto abbonda ». 

(4) MS Borea cit. 



fi A. Lazzari 



Notevolissimo em il mercato dei bozzoli» a cui con- 
correvano in ispecial modo i « mercanti della Toscana >. 

Col crescere della prosperità economica^ la città si ere^ 
allargata e abbellita. Prosciugati i canali e interrate le fosse^ 
1 cinque borghi originarli circondanti l'antico Castello^ 
Broz/i, S. Maria, Cento, Codalunga e Poligaro, erano stati 
collegati tra loro con vie lunghe e spaziose, che tutte face- 
vano capo al vastissimo Largo della Ròcca. 

Colà fin dal 1580 il conte Paolo Carandini, Commise 
sario ducale, per ordine di Alfonso II, aveva fatto costruire- 
al lato orientale della cittadella un porticato, detto la 
Loggia del PavagUoney che doveva servire V inverno per 
il comodo dei negozianti (1)» Questa loggia — auspice il 
cardinal Francesco Carafa, Legato di Ferrara — era stata 
poi ampliata con bracci paralleli e ridotta nella forma che- 
ha tuttora. Nell'Agosto del 1784 la fabbrica fu compiuta e- 
destinata ad uso della Fiera (2), la qual Fiera era dive- 
nuta cosi importante, che nella seconda metà del secolo- 
XVIII, dopo quella di Sinigaglia, era « la più ricca e la 
più nobile che si /acesse nello Stato ecclesiastico, cosi per 
la frequenza dei Mercanti, come pel concorso dei vicini e de' 
lontani paesi ^ (3). 

Accanto al Pavaglione, nel Largo della Ròcca^ erano- 



(1) La Loggia costruita dal Carandini era lunga 200 piedi e larga 40. 
Si stendeva dalF ingresso della Hòcca alla porta laterale della chiesa del Car- 
mine, e corrispondeva al braccio dell'odierno Pavasrlioac ov* è 1* orologio, 

(2) SoTÌ&ni ' Supplemento storico cit. p. 84. L'architetto del Pavaglione- 
la il ferrarese Giuseppe Campana. L'intero Loggiato fu poi restaurato ed^ 
abbellito oel 1879. 

(3) MS Borei cit. 



La sommossa e il sacco di Lugo 



yeouti sorgendo nuovi e importanti ediftc^ : la chiesa (Jet 
Capsnicrev ave si venerava il protettore S. Ilaro, intera- 
mente ricostrutta ; il Teatro Comunale — uno dei primi delle 
Rotna^ne — inauguralo nel 1761 (1) ; il Collegio Trisi, ove 
erano le pubbliche scuole, finito dì fabbricare nel 1772, e 
ti gra^nde Ospedale di S* Maria del Limite, terminato nel 

Coir aumento disila popolazione e collo sviluppo eco* 
nomico della Terra, s' erano a mano a mano accresciute le 
opere dji utilità pubblica. 

Oltre r Ospedale per gli infermi di S. Maria del Limite, 
Lugo — nello scorcio del Setteceiito — contava quattro 
^ Spedali per V alloggio dei pellegrini così ecclesiastici 
come secolari >, quelli cioè di San Rocco, di S. Antonio 
Abate, del Corpo di Cristo (Corpus Domini) e della Croce; 
aveva un Monte di Pietà (fond. nel 1541), un Conservatorio 
di Qrfaaelle dedicato a S, Lucia (1730) e un Collegio per 
gli orfani (1767). 

La ricca e importante Confraternita di S|. Onofrio, isti- 
tuita da Clenaente Gatanotti, mercante di panni, sommini* 
strava ai poveri il fuoco durante V inverno, pane e carne. 



(1) Il Tc^lrro, a qu«n,to Q« scrive il Soriani ( 9^ cit p^ 77 K Tenne co- 
minciato nel Lugflio del 1758 da Francesco Pitrocehi architetto, milanese. Fu 
compiuto nel 1761 sotto k| cU-ree^ione di Antonio (GaUi ) Bibbiena (lTOO-1774;, 
cli^. a{>]^liene aUa fvzvìfirlia dei celebri arcbitetti bolognesi e fece andie il 
4v»ei^o diOl Coinunale dì Bo]pgiMi^ 

(2) L' O^pedal^ fu iacominciato lofil 1787, e vi pose la priiBA pietra il 
Card. Chiaramonti, vescovo di Imol^ che fu poi papa col nome di Pio VII» 
(Cfr. Soriani p^ 8«).. 



8 A, Laazari 



nelle maggiori solennità dell'anno e piccole doti a zitelle (1).' 
Monsignor. Tommaso Emaldi — il dotto e munifico 
prelato lughese — (2) aveva istituito nel 1762 una Scuola 
d' educazione per le fanciulle povere della sua patria, che 
prese il nome di Opeì^a Pia Emaldiana (3^. 

Queste ed altre Opere Pie (4) provvedevano — uso la 
frase di un contemporaneo — « a sollevare la povertà 
dalle sue indigenze » (5); esse erano P indice sicuro del gè- 
nerale benessere di cui godeva la popolazione. 

Né meno della pubblica beneficenza erano curati gli 
studi. 



(1) Vedi, sullo Spedale di S. Onofrio, Bonoli p. 829 e seggf. \\ Gala- 
notti morì nel 1674, dichiarando i p'»veri di Lugo eredi universali di tutti 
i suoi beni. Fra 1' altro egli ordinava che, nei tre mesi dell' inverno, i Ministri 
della Confraternita « debbano mattina e sera tenere acceso uno o due fuochi 
secondo il bisogno nella casa dello stesso Spedale e che sia permesso a tutti 
i poveri lo starvi fino a tanto che abbiano rimediato alla loro indigenza, con. 
questo però che non stiano insieme, né al medesimo fuoco, maschi e fem- 
miEe » (Bonoli p. 330). 

(2) Monsignor Tommaso, della nobile famiglia Emaldi, nacque in Lugo 
nel 1706 da Marcò e Cristina Valvassori. Studiò a Bologn», ove fu discepolo 
di Francesco Maria Zanotti, e ivi si laureò nel 1726. Passato a Roma, di- 
venne professore di filosofia e di diritto in quella Università e in seguito bi-, 
bliotecario di Benedetto XIV, auditore alla Dieta elettorale di Francofoite o 
canonico della Basilica Lateranense. Clenìente XIII lo elesse segretario delle 
lettere latine ai principi. Morì nel 1762. Fu un dotto latinista, oratore, poeta 
e arcade. Lasciò alcune orazioni latine e curò V edizione padovana della 
opero di Bartolomeo Ricci. 

Cfr per tutti Tipaldò « Biografia degli Ital. illustri nelle scienze lett. 
ed arti del se?. XVIII » Voi. I. 

(3) È l'istituto rètto anche ogsfi dalle Madri Pie. 

(4) Eicorderemo T Opera pia di G. F. Tellarini (-f- 1747) o quella del 
dottor Giulio Fermini ( + 1783 ) i quali, per disposizione testamentaria, vollero 
che i loro averi servissero per costituire annualmente delle doti a fanciulle 
povere di civile condizione. (Cfr. ."oriani pp^ 75 e 85). 

(5) Così si legge nel Quadro storico-topogrofico già citato. 



La sommossa e il sacco di Lugo 9 

Già qualche secolo addietro era sorta nella Terra di 
l^ugo una pubblica scuola d' Umanità. Nel biennio 1535-3T 
vi aveva insegnato il grande latinista lughese Bartolomea 
Ricci, che divenne poco dopo precettore del futuro duca 
Alfonso li d' Este. 

Nel 1630 il cittadino Fabrizio Trisi lasciò ogni sua 
lìveie alla Comunità, coir obbligo di fondare un Istituto di 
istruzione che prendesse il nome da lui'(^l). E sorse infatti 
nel l(i74, nella casa del testatore, in via Codalunga, il primo 
Collegio Trisi, che poi 1' anno 1772 venne trasferito in un- 
ii uovo fabbricato appositamente eretto nel Largo della Ròc- 
<ra, dove anticamente era un orto dei Domenicani (2). 

Nel collegio Trisi, alle scuole di Grammatica, di Urna- 
iiità e di Rettorica, tenute da professori' « condotti con pub- 
blici e larghi stipendi » (3^, si aggiunsero poi una cattedra 
di Diritto civile e canonico e un corso superiore di Filo- 
sofìa (4). 

I Padri Scolopi insegnavano, nel loro istituto, materna-' 
tiche e scienze, e — per legato di Monsignor Emaldi — 
nel convento dei Domenicani si era fondata nel 1762 una 
pubblica cattedra di Teologia dogmatica morale, a con pri- 
vilegio di poter laureare a guisa di Università » (5). 



(1) Por ulteriori notizie sul Trisi, oltre gli storici lughesi Bonoli e So- 
riani, vedi A, Bongiovanni e La Biblioteca Trisi - Comunale di Lttgo » (Liigo, 
Tip. Trisi, 1898 ). 

(2) Soriani p. 78. La fabbrica fu inccminciata nel 1764 

(3) MS Borea cit. 

(4) La cattedra di Filosofia fu ag^unta nel 1706, e il primo professore 
fu lo storico P. Bonoli, che insegnò fino al 1725. C Bonoli op. cit. p. ^11 ). 

(5) Quadro storico -topografico cit. Nel MS Borea si legge: « In questo 
studio, dopo le prescritte dispute e gli usati esami, si conferisce agli Uditori 

alcuni premj e la laurea dottorale ». 



10 A, LojsMiiri 

* Due biblioteche erano aperte agli studiosi : quella del 
CloUegio Trisi, lasciata dal testatoi^e (1), e quella teologica 
d(ei Domenicani^ per il cui incremento V Emaldt aveva as^ 
segnato una rendita annua di 40 scudi romani. 

La popolazione lughese, nel secolo XVIII, si poteva^ 
dire divisa in cinque ceti: il ceto patrizio o dei signori^ 
il ceto ecclesiastico, il ceto dei dottori e dei notai ( questi 
ultimi formavano un Collegio che aveva leggi proprie e un 
presidente (2), il ceto dei mercanti e queUo degli artisti o 
artigiiani. Faceva parte ac sé il Ghetto degli Ebrei. 

Il ceto dei signori, sul finire del Settecento> comprecb- 
deva una trentina di famiglie assai ricche, che < nobilmepte^ 
si trattavano; alla carrozza e livree al pari delle famiglie 
nobili delle vicine città. » (3) 

Avevano generalmente palazzi e case in. Via Coda- 
Uinga — il quartiere arisiQcratico per eccellenza» -^ e ifit SL 
Maria, e possedevano per lo più le loro ville sulle rive del 
Santerno, ove — come voleva, la moda — d'estate face vasi 
e vaga» amena, allegra ville^iatura. » (4) 

Tra le primarie famiglie di Lugo^ d^gnii dei n^ pia alti 
scani^ii » erano i conti Borea Bu^zaccherini che vantavano- 



(1) Fabrizio Trisi legò al suo Collegio ben 837 volumi, cJbtQ ooatituiroQp' 
il nucleo della presente Biblioteo^ Comunale di Lugo, arricchl^ta poi àfk dona- 
zioni di benemeriti cittadini. Cfr. Bongiovanni op. cit. 

(3) Nel 1796 era Capo e. PrcisidentQ del CoUegio dei Notai il D.c Gio^ 
AnJboDJQ fianchi, che ci ha lasqiatq una Memoria sul S^cQ di L]i?g4). 

(3) MS. Borea cit» 

(^ Quadro sioriiCO'topografico cU. 



La sommossa e il sacco di Lugo It 



un' antica nobiltà (1); gli Emaldi, allora illustrati dal cele! re 
Monsignor Tommaso; i conti Rondinelli, cospicui per molti 
insigni personaggi e passati in parte a Ferrara'; i conti 
Taroni, che il 13 Dicembre 1668 avevano avuto V onore di 
ospitare nel loro palazzo di via Codalunga la regina Cristina. 
di Svezia in viaggio per Roma (2^; i conti Rossi (3\ alla 
cui famiglia apparteneva quel Domenico , ascritto anche 
alla nobiltà bolognese, che dalla marchesa Marianna Gnudi 
di Bologna ebbe la colta e bellissima Cornelia, maritata 
in Martinetti e celebrata dal Foscolo nelle Grasie (4); i 
conti Bolis, che avevano casa a fianco della chiesa del 
Suffragio ; i conti Montanari, ricchissimi ; i Lugaresi, d' an- 
tico lignaggio ; i Zanelli, i Margotti, i Ricci, oriundi di Villa 
Canal Ripato, che vantavano nella loro famiglia il grande 
latinista; i Foschini, i Baldrati, gli Azzaroli, i Valvassori, i- 



(1) La nobiltà dei Borea o Bw)ri risale a un diploma conferito da 
Martino V, il 1^ Maggio 1420, a Marco Buori, nella cui casa allogg ò quei 
pontefice quando, nei primi meai deir anno stesso, ritornando dal Concilio di 
Coatanau, passò per Lugo. 

Il diiloma, in pergamena, fa spedito da Firenze e si conserva tuttora 
neir Archivio privato di Gasa Borea* 

(2) Ofr B<mM p. 178 e seg. 

(3) Avevano anch* essi, in via Codalunga, uno splendido palazsio, che nel 
1735 e nel 1742, durante le guerre per la successione di Polonia e d'Austria» 
aveva servito da quartier generale ai comandanti degli Hpagnoli, degli Im- 
periali e degli AustrosardL 

(4) Cornelia Rossi, sposata air ing. Martinetti di Bologna, nacque a Lugo 
nel 1781 e morì nel 1867, Fu famosa per la straordinaria bellezza, per lo 
spirito e per la vasta coltura letteraria classica e moderna. Era intima amioa 
di Giuseppina Bonaparte. che andava a visitare ogni anno a Parigi, e co- 
nobbe tutti gli illustri personaggi del suo tempo dal Canova al Monti, al 
Blyron, al Leopardi etc. Per la biografia di lei, vedi : E. Masi « Studi ri- 
tratti » ( Bologna, ZanicheiU - 1881 ) pp. 367-400. 



12 A. Lazzari 



Tellarini, i Zaccari, i Manzoni, illustratisi nel secolo XVIII 
per valorosi uonnini d' arme , i Castellani , gli Angelini , i 
Cicognini, venuti da Castrocaro ecc. Finalrnepte Lugo an- 
noverava, tra le sue migliori, la famiglia Manfredi, che ave- 
va dato alla vicina Bologna il celebre Eustàcchio Manfredi, 
sommo nelle matematiche, nell'idraulica e nelT astrononnia 
{1674 1734) e insieme poeta elegante, uno degli astri dello 
Studio bolognese nella prima metà del secolo XVllI, uno 
dei restauratoli delle scienze e della bella letteratura, in- 
sieme col Ghedinì e i due Zanotti (1). 

Il ceto ecclesiastico , che aveva i suoi capi e i suoi 
deputati per trattare gli affari del proprio Ordine, era for- 
mato dal clero secolare e dal regolare. 

Lugo coniava allora cinque conventi di religiosi:! 
Minori Conventuali a S. Francesco; i Carmelitani, che uffì- 



(1) Il Bonoli, a p 578 della sua Storia, parlando dei Luphesi iWjtstri 
riella legge canonica e civile ecc. ricorda Alfonso Manfredi da Lugo, e ag"- 
giunge : « Il pregio maggiore di questo laureato giurista non sono stati li 
governi di più anni esercitati ne' luoghi delle vicinanze di Roma, imperocchò 
«ssendo stati di grido ordinario, per li medesimi non s* è reso distinto ; ma 
bensì l'avere dati alla luce del mondo quattro gran figliuoli di merito e di' 
sapere eminenti , li quali sono : il Dottore Eusta chio dottissimo Léggìsta, 
insigne Poeta e Matematico d3' più celebri dì tutta l' Italia : il Padre Einilio, 
<ir'esu ta dotto ed eloquentissimo Predicatore : Ilarione fisico de' più commen- 
dati, c!ie abbia U città di Bologna: e Gabriello che, oltre 1* essere ancor èéso 
versato nello materie della Matematica, è uno de' Segrétarj del Reggiménto 
della stessa Città di Bologna. Per codesti quattro figliuoli il Manfredi ha 
i inalzata il grido della sua patria, immortalato il suo nome. Egli più annf 
sono morì in uno degli accennati governi : ma li figliuoli sono viventi in 
Bologna > 

Nel Quadro storico-topografi ro cit. spiccano , disegnati a ir ano, due me^ 
da^lioni di forma ovale, coli' effigie di Bartolomeo Ricci e di Eustàcchio Man- 
fredi, lo due glorie di Lugo; 



La sommossa e il sacco di Lugo 1^ 

davano la chiesa dedicata a S. Ilaro (1) ; i Domenicani, i 
Cappuccini e gli Scolopi, a cui fin dal 1758 era stata affi- 
data la chiesa parrocchiale di S. Maria, chiamata poi di 
S. Francesco di Paola, V era un solo convento di monache, 
quello delle Canonichesse Lateranensi di S. Agostino, che 
ospitava circa una sessantina di religiose, appartenenti alle 
più nobili famiglie delle Romagne e dell' Emilia. 

In fondo a via Codalunga era stato confinato, sin dal 
1639, il Ghetto degli Ebrei, separato dal rimanente della 
strada per mezzo di portoni che si chiudevano la sera. 

Gli Ebrei di Lugo erano allora circa 400: giuridica- 
mente stavano sottoposti ai ea/)/to// del Ghetto di Ferrara^ 
e — malgrado alcune restrizioni — godevano — scrive il 
Bonoli — «gli stessi privilegi che da Clemente Vili erano 
stati conceduti ai Cristiani » (2). Si erano arricchiti col 
commercio e coir usura. Per essere riconosciuti, portavano- 
sul cappello un distintivo giallo detto lo Sciamanno. 

Diamo ora un rapido sguardo all'ordinamento ammi- 
nistrativo e politico di Lugo, in sul finire del Settecento. 

e II suo governo • — cito il solito contemporaneo — era 
« il maggiore e il più stimabile dei circonvicini governi j^ {3), 

Clemente Vili aveva nobilitato il Consiglio. comunale, 
elevandolo alle prerogative di cui godevano i Pubblici Rap- 
presentanti delle primarie città di Romagna (4). 



(1) n Convento dei Carmelitani a Lugo era ( a detta del Bonoli, Minore 
Conventuale ) uno dei più importanti e ricchi della Provincia e ospitava una 
ventina di relig-iosi. 

(2> Storia p 213. 

(3) MS Borea. 

(4) Bonoli - Storia p. 595. 



14 A. Lateari 

Il Consiglio dì Lugo, in virtù della Bolla pontiftcia 
detta del Buon Governo (de bono regimine), fu formato nel 
1601 di 40 consi^ierì « dei più nobili e benestanti », nomi- 
nati dal Papa stesso. La carica di Consigliere era vitalìzia 
e perpetua, ereditaria di padre in figlio o trasmissibile — 
col beneplacito del Sovrano — « ad altro consaguineo 
prossimo » purchf^ gli individui fossero « savj e uomini 
di governo » (l). 

I consiglieri erano divìsi nelle due categorie dei Priori 
e degli Ansiani. Le famiglie ammesse all' onore dì far parte 
del Consiglio erano iscrìtte nel Libro d' oro: dodici appar- 
tenevano alla categoria dei Priori e ventotto a quella degli 
Anziani. 

Ogni due mesi , nella sala consigliare , dal bossolo 
d^li ascritti al Priorato e da quello della categorìa degli An- 
ziani si estraevano a sorte i nomi di coloro che dovevano 
formare i! Magistrato in carica per il bimestre. 

Questo Magistrato, che esercitava il suo ufficio per soli 
due mesi, era composto del Priore, che aveva le funzioni del 
moderno sindaco, e di quattro Anj^iani che costituivano 
q\iella che o^ si chiama la Giunta. 

Dal seno del Consiglio sì eleggevano poi i Giudici del- 
l'Annona, delle Aeque, ùbW Abbondanza ecc. e i Deputati 
della Fiera e del Teatro. 

In sostanza l'Amministrazione comunale di Lugo, mo- 
dellata precisamente su quella di Fetenza, era una piocola 
oligarchia che esercitava la propria sovranità nella breve 



(1) Id.p. 596. II nuovo Consiglio di Lago si coetitul uniformandoBi : 
odici Capìtoli del Consiglio Comunale di Faenza. 



La sommossa e ti sacco di Zugo Ift 



-orbita dèlie competenze locali e godeva di una assoluta 
a:utonomia. 

I membri del civico Magistrato in carica ridiedevavi^ 
nel Pubblico PalàziK), attiguo alla Torre dell'orologio, si reca- 
vano due volte al giorno alle udienze al suono della catn*- 
pana e , nelle cerinfionie ufficiali , sfoggiavano una pompa 
esteriore corrispondente alla dignità del loro grado. Allora 
•indossavano la zimarra senatoria o robone^ mettevano una 
grati parrucca in testa, e si facevano solennemente prece^ 
^éi&te da un Mazziere , da quattro Valletti o Donzelli e da 
due trombetti o Nunzii. 

Per il disbrigo della pubblica azienda, il civico Magi- 
strato aveva al suo servizio un S^retario, un Sindieo o 
amfiìimstratore , un Consultore o legale , un Computista e 
un Perito Agrimensore. 

La Comunità stipendiava poi * per comodo della popò- 
lazaone - ben quattro Saniterii : un « primario Professone 
ih Medicma », un « secondo Medico », un « Chirurgo del 
Paese» e un « Medico-chirurgo di campagna » (I). Né era 
trascurata V arte. I Pubblici Rappresentanti tenevano fm 
Maestro di Cappella e per le nausiche » (2) e avevano 
grande cura deil' alleslimento degli spettacoli teatrafi. 

II Teatro — che san presto in fkma nelle Ramaglie 



(1) I Buiìlarìi stipenduiti ómSìa Comtmità ItiglMs^ , neU' nltimo óeei 
del secolo, Inroiio i negfaeati: 

Do to enB DoneBieo Vonaima « ptìouvìo prùftmwm im M^iri— », Aadn» 
S(Màm « aeeoBdo mtdito >, DoaMok» Seafdovi < tkbmgo età Ptei» » # fl 
Dottor ymomm Braate « Madiwi chirufgu éà 

Vedi AtU Causigiian tàL t ÌM i. 

(2) B(moU pL 597. 



*16 A. Laegari , 

— si apriva regolarmente in carnevale con compagnie ài 
prosa e in Agosto, neir occasione della F*era, coli' Opera in 
musica, la quale cosiituiva per tutta la regione un vero- 
avvenimento artistico, di cui ancora non sono spenti il ri- 
cordo e la tradizione. 

Soggetta alla Santa Sede, Lugo dipendeva dal Cardinal 
Legato residente a Ferrara, il quale era il supremo magi- 
strato e il vero sovrano della provincia da lui governata. 
Egli aveva le più ampie facoltà in ogni ramo amministra- 
tivo, e in lui si concentravano e si mischiavano tutti i po- 
teri (1). 

In Lugo, come nei paesi più importanti dell' ex Ducato^ 
il potere politico giudiziario era rappresentato dal Gover- 
natore o Giusdicente y nominato dalla Sacra Consulta di 
Roma. 

Egli risiedeva in Ròcca ed era in diretta comunicazione 
coir autorità della provincia, di cui faceva eseguire gli ordini. 
Aveva facoltà di giudicare, in prima istanza, nelle cause 
civili fino ad una data somma, e nelle criminali fino alla 
pena dell' esilio o della multa. 

Lo coadiuvava un Cancelliere criminale I tribunali di 
seconda istanza erano a Ferrara, dove la Comunità, per gli 
affari pertinenti ai Lughesi, teneva a spese pubbliche un 
Avvocato, un Procuratore e un Sollecitatore (2). 



(1) Off. V Introduzione alle Memorie per la Storia di Ferrara dell' avv^ 
Giulio Mazzolàni (MS. di proprietà del prof. Patrizio Antolini ) citata neirot- 
tima monografia di Carlo Antolini < Ferrara negli ultimi anni del $ec» XVIII » 
(Voi. XI degli Atti della Dep. di st. p. ferr. 1899 ) Gap. I, passim, 

(2) Bonoli, p. 599. 



La sommossa e il sacco di Lugo 17 

La polizia era affidata a due squadre di Esecutori o 
Birri : la cosi detta Squadra di piazza e la Squadra di 
campagna. La prima, formata di cinque uomini sotto gli 
ordini di un capo detto Bargello di Piassa, serviva per la 
città ed era stipendiata dalla Camera di Roma ; la seconda, 
composta di otto uomini a cavallo, comandati dal cosi detto 
Tenente di Campagna, scorazzava per il contado ed era 
pagata collettivamente dai sei Comuni della Romagnola. 
Dipendeva direttamente dal Bargello di collana residente 
a Ferrara (1) , a cui i Comuni della Romagnola corrispon- 
devano r annuo assegno di Scudi 439: 48. 

Nella provincia , oltre la truppa regolare che forniva 
il contingente per la guarnigione di Ferrara e il presidio 
di Comacchio, vi era una specie di milizia territoriale, 
detta dei Milisiottiy che comprendeva fanteria e cavalleria, 
aveva ufficiali onorari e solo in alcuni casi era chiamata 
in attività di servizio (2). 

La milizia urbana di Lugo aveva resi segnalati ser- 
vigi alle truppe regolari pontifìcie nella guerra di Urbano 
Vili contro il Duca Farnese (1642), e specialmente nel 1708 
quando il generale Bonneval, comandante degli Imperiali , 



(1) Il Bargello di collana era il capo dei birri di campagna, una specie 
di impresario del servizio di pubblica sicurezza extra tnuros» Si chiamava 
eosi perchè nelle solennità ufficiali, a cui interveniva vestito di nero, con 
^parrucca e spada al fianco, portava al collo una collana d' oro, da cui pen- 
d-ova un aureo medaglione. Era eletto dal Cardinal Legato, al quale sbor- 
sava una bella somma per la patente, oltre varie regalie nell'joccasione delle 
iéste principali. Poteva fare però lauti guadagni. 

(2) Mazzolarti - Memoirie citate da C. Antolini, op. cit. Le milizie della 
provincia di Ferrara giungevano a 12780 uomini, ma di essi 1200 soltanto 
«xaao in servizio. 



18 A. Lazzari 



occupò improvvisaTnente Comacchio e si impadronì della 
torre di Magnavacca (1). 

Aggregata, per rispetto alla tradizione storica, alla 
provincia di Ferrara e quindi sottoposta alla giurisdizione 
di quel Cardinal Legato, Lugo aspirava a essere la piccola 
capitale di una provincia a sé, immediatamente, non me- 
diatamente suddita del Pontefice. 

E questa lotta per la propria autonomia essa sostenne 
per due secoli, combattendo contro le ingerenze di Ferrara, 
la quale — come capoluogo dell' ex-Ducato — voleva ammi- 
nistrativamente assoggettarla a sé e imporle tasse e decime. 

Per mantenere le franchigie dei suoi mercati e per 
tutelare la posizione privilegiata del suo popolo, che non solo 
— come s' é detto — aveva diritto di « esercitare le arti senza 
verun aggravio di gabella », ma poteva anche contrattare 
e trasportar fuori del territorio qualunque merce genza pa- 
gamento di tasse o di dazii, Lugo dovette sostenere lunghi 
conflitti con Ferrara, che finivano davanti ai tribunali di 
Roma ; e spesso fece appello all' intervento dei Papi, i quali 
furono sempre favorevoli alla piccola città romagnola, per 
premiarla della sua costante fedeltà alla Santa Sede. 

Di qui la devozione a oltranza ai Pontefici e l'anta- 
gonismo perpetuo con Ferrara, antagonismo il quale andò 
tanto oltre che — alla venuta dei Francesi — Lugo (e con 
Lugo altre Terre della Romagnola) chiese ed ottenne di 



(1) Gfr. Bonoli pp. 168 e 187. Nei combattimenti contro i Tedeschi in- 
vasori di Comacchio si segnalarono il capitano G. B. Magfrini lughese e il 
tenente Virgilio Manzoni, che comandava una squadra « della cavalleria di 
Lugo ». 



La sommossa e il sacco di Lugo 



■essere separata da Ferrara, ed infatti, sin dal 1797, essa 
passava a far parte successivamente dei Dipartimenti del 
iSanterno, del Lamone e del Reno. 

Per la tutela dei suoi interessi, la Comunità lughese 
teneva a Roma un proprio Agente. 

Né soltanto contro Ferrara Lueo nutriva una palese 
animosità. Altri attriti vi erano — eredità di odii medioevali 
— che non mancavano di portare ì loro frutti. 

Lugo riguardava gli altri paesi della Romagnola eoa 
una. mal celata aria di superiorità che le suscitava molte 
antipatie, e aveva specialmente una rivale in Bagnacavallo, 
sgrossa e ricca Terra che contava non ingloriose tradizioni 
storiche. (1) 

D' altra parte i pnesi delle Romagne non sapevano 
perdonare a Lu^o quella « opulenza » che — per dirla con 
■una frase aignìflcativa tolta al verbale di una seduta con- 
sigliare del tempo — < formava l'invidia dei limitroft » (2). 

(1) Gli abitanti di Lugo lanciavano in faccia agli invisi BcgnsoaTillesì 
Hjuel curioso diatico — attributo dalla leKffendk a Dante — il cui primo 
verso appartieiia invece al TrUinfo della Morte del Petnrca (Cap. 1, 39) e il 
-seconda ò appiccicato per I» rima : 

Gente a cui si fa notte innanzi sera, 
Da tasto, da bastone e da galera. 
StorpiaTano inoltre un verso del Purgatorio dantesco coti : 
Ben fa Bagnacaval se non rìflsrlìa. 

(XIV - 115) 
Alle vicine Cotignola e Barbiano (\a. patria t'el famoso capitano di vea- 
"tura Alberico] si applicava un verso della Secchia rapita (C. V str. 40), con 
una giunta eteroclita : 

Cotognola e Bsrblan madri d' eroi 
e di e . . ... guanti ne vuoi. 

del 5 dicembre 179& 



Oitnli le condizioni dello spirito pulibUco nella piccola- 
capitale della Romignola 1 

Pop gratitu 'ine e per tradizione secolare fedelissima 
ai Papi, Lu^o em eminentemìnK orn ^pv itpic?. 

Pochi erano imploro che, im!>eviilì d-lle idee di libertà,. 
« pensavano » - come allora si dicev i - « alla francese ». 
Fatti segno alla pubblica avveraione e chiamati col nomi- 
gnolo dispregiativo di « Giacobini », essi si tenevano in' 
disparte. 

Col mutare dei tempi, tre personaggi emergono: l'a- 
bate avvocato Giacomo Filippo Garavini, che fu membro 
AeìV Amminisfrasione Centrale del Ferrarese nel 1796 (1), 
Filippo Vestri, uno dei rappresentanti di Lugo al Congresso 
Cispadano di Reggio, e il celebre Compagnoni 

L'ardente democratico lughese Giuseppe Compagnoni: 
(1757-1834\ letterato e giornalista, segretario dell' .4m/nmf- 
strasione Centrale del Ferrarese, deputato cispadano e 
cisalpino e consigliere di stato durante il Regno italico,. 
colui che al Congresso Cispadano di Reggio propose pel 
primo che si rendesse « universale lo Stendardo o Ban- 
diera Cispadana di tre colori ; Verde, Bianco e Rosso > (2)- 
era emigrato assai giovane dalla patria. 



(1) Si noti però che quando uel ITOO — col trionfo della Reazione — 
fa istltniUl a Ferrara la Cesarea Regia Provvisoria Reggtnia, il Qaravini di- 
ventò Affante di Lugo presso la Reggenza, e quando egli preeentd le sue 
credenziali, i cesarei membri • discesero a mostrare > di quella eleiiooe 
< netta la compiacenza > (Archivio corri, di Lugo — Copie di Uttere alla Depu- 
laaione Provvisoria Ceiarea, Anno 1799). 

(2) Cfr. Gli atti del Congresso Cispadano nella città di Reggio, pubbli- 
cati da V. Fiorini (Bibliot. stor. del Rìsorgim. it. N. 1) (Roma, Dante Ali- 
sUerl, 1897) p. 66. 



La sommossa il spicco di Lugo 21 

In Lugo egli aveva frequentato il corso di umane let- 
tiere e s' era laureato nella facoltà teologica fondata da 
Monsignor Emaldi; era stato ordinato prete nel ITTS e a- 
veva poetato elegantemente sotto il classico pseudonimo di 
Ligofilo (che ama Lugo). (li 

In seguito, di:<gustato dei suoi concittadini perchè - per 
indebiti favoritismi - non aveva potuto ottenere una delle 
borse di studio lasciate dall' Emaidi per nn corso di per- 
fezionamento in Teologia a Roma, e ancor più irritato per 
non essere stato accolto nelP ordine dei Minori Conventuali 
e nel collegio dei Canonici lughesi, abbandonò la patria e, 
verso il 1785, andò a collaborare nelle « Memorie Encielo^ 
pediche di Bologna >, periodico diretto dall'avvocato Gio- 
vanni Ristori. 

Passò poi a Ferr.ira come segretario dei Benti voglia 
<J' Aragona, grandi fautoii di idee democratiche , e i nuovi 
tempi lo trovarono gazzettiere a Venezia (2). 

Nella angusta cerchia delle antiche mura si godeva 
-allora a Lugo un € bello e riposato viver di cittadini ». 

Le clas^ii privilegiate si cullavano nella loro gaudente 
spensieratezza, ignare della spada di Damocle che loro 



• 

(1) Nella Comniiale di Logo sì consenra un volnmetto ìntìtoUito: e La 
.Fiera \ di Sinigallia \ ossia | Saggio \ sul \ Commercio \ Ver%i | di LigofSlo \ in 

faenza MDCCLXXXl presso l'Archi | con lic. de' sap^ — pp. 22 nnnu 

Una nota ms., nella fac.iata interna della guardia, aTrerte che i revai 

.sono < del ReT.do 8ig. Don Giuseppe Dottor Compagnoni Lughese >• 

Il poeta termina il suo carme, inneggiando al Gran Pio rp*P* Pio ^I)* 

(2) S. E. Luigi Rava, nell' opera che appresso citiamo, tp. 148 la nota) 
annnnziaTa, nel 1899, che stara attendendo da qualche tempo a nn aaqw 
zstudio sul Compagnoni. Auguriamo che le cure del suo alto ufficio non lae* 
<«iano troppo ritardare all' illustre uomo l'adempimento della grata pioi 




23 A. Lazzari 

pendeva sul capo : la borghesia e il popolo erano assorti nei 
loro commerci e negli affari, e trovavano uno svago neìler 
feste sacre, negli spettacoli , nei divertimenti pubblici am 
maniii con arte e con sfarzo. 

Riguardo al popolo , mi basterà citare alcune brevi e 
acuto osservaz'oni che si leggono in una importante Me- 
moria storica di Domenico Antonio Farini, intitolata < La 
Romagna dal 1796 al 1828 » (1). 

< Godevano - scrive il Farini - nella propria miseria, 
luridezza e servitù; e per un'abitudine inveterata, non che- 
per rispetto alla religione , ognuno era disposto a dar la 
propria vita per il Sovrano. E cosi qualunque innovazione 
o riforma che fosse proposta... sarebbesi accettata come- 
una malvagia insinuazione del demonio, il quile in appa- 
renza di felicità seduceva persone , che cogliendo da libri 
dottrine perverse rivolgevano in mente pensieri e desideri 
fallaci (2). . 

E altrove lo stesso Farini dà un giudizio sintetico det 
senso che si aveva allora del viver sociale: 

« Ciascuno credeva di vivere come in un paradiso 
terrestre, per la quiete apparente in cui si era, togliendo- 



li) Pubblicata dal Bava in un volume della Biblìot, star, del Risorgim. 
(tdl. Serie I n. 11 (Roma, Dante Alighieri, 1899) con un corredo dì ricche e- 
presiose note. 

Dì Domenico Antonio Farini (1777-1834) letterato, giurista, matemstico, 

cancelliere dell'Alta Corte dì gìuetìzìa a Forlì durante il Regno italico, ha 

scrilla una biografia il Rara, col tìtolo • /( Maestro dì un dillatort >, Lh pub- 

licó nella Nuora Antologia faecic 1-16 gennaio 1899 e poi, a parte, in un. 

Dlome della Bibliot. Hot. drl Risorgim. it. (S. II n. 2). 

(2) « La Ronxagna dal i796 al 18i8 . p. 21. 



La sommossa e il sacco di Lugo 23 



una lu)iga abitudine qualunqne amarezza: e perchè essendo 
il Papa credulo un Dio in terra ed operare come Dio e non 
come uomo, ogni altro reggimento in cuore del popolo si 
giudicava inferiore a quello del Papa , quanto V uomo 6 al 
di sotto da Dio. » (1). 

All'ombra di questo vecchio regime che, malgrado i 
suoi vizii organici, aveva pregi innegabili, la vita scorreva 
a Lugo tranquilla e patriarcale, quando fu improvvisamente 
turbata dallo scoppio della Rivoluzione francese. 

Le notizie dei tragici avvenimenti d' Oltralpe si diffu- 
sero rapidamente per gli Stati della Chiesa ed empirono gli 
animi di un senso vago di ansia, di trepidazione, di terrore. 

Il rombo della bufera che imperversava in Francia 
suscitava una grande apprensione nei sudditi pontificii; tutti 
capivano che - dopo il re Luigi XVI - il più direttamente 
minacciato dai colpi della Rivoluzione era il Papa. 

Pio VI aveva impugnate le armi spirituali contro la 
nazione ribelle, e la Francia giacobina aveva risposto la- 
sciando impunito un oltraggio fatto dalla plebaglia di Parigi 
alla persona del Pontefice, obbligando il Nunzio a chiedere 
i suoi passaporti, e annettendosi Avignone e il Contado 
Venesino (14 Settembre 1791). Nello stesso anno 1791 inco* 
minciò nello Stato della Chiesa V esodo degli emigrati fran- 
cesi, specialmente ecclesiastici , che venivano a cercar ri- 
fugio presso il Capo della Cristianità. 

Giungevano a centinaia, poveri, laceri^ estenuati, ed 
erano accolti ospitalmente nei conventi, nei locali delle 
Opere pie, negli ospizii, nelle case parrocchiali, nelle (a- 



(1) La Romagna dt. p 3. 



24 A. Lazzari 



niiglie private, e tutti, cominciando « dal Pontefice e scen- 
dendo giù fino al contadino , facevano a gara per sovve- 
nire , con delicata cortesia , ai loro bisogni , per alleviare 
le loro pene, per far loro dimenticare che si trovavano in 
terra d'esiglio ». (1) 

Il cardinal Gioannetti arcivescovo di Bologna, il car- 
dinal Mattei arcivescovo di Ferrara, il cardinal Chiara- 
monti vescovo d' Imola si segnalarono per V « amorosa 
ed operosa carità » con cui si adoperavano per prestar 
soccorso ai proscritti francesi. Lugo, che già nel 1788 a- 
veva offerto asilo a un' ottantina di Gesuiti spagnuoli espulsi 
dalla patria, aperse ospitnlmente le sue porte ai profughi 
di Francia (2). Tra gli emigrati il ustri, gli storici ricordano 
Monsignor Gain de Montaignac vescovo di Tarbes, che venne 
a Lugo il 20 Dicembre 1794 (3). 

Intanto la bufera s' addensava all' orizzonte e se ne 
prevedeva prossimo lo scoppio. 

Pio VI, con Breve del 24 Novembre 1792, aveva pro- 
clamatoli Giubileo per Tanno 1793, invitando i sudditi alla 



(1) V, Fio'^ini € Catalogo illustrativo dei libri , documenti ed oggetti 
esposti dalle provincie dell* Emilia e delle Romagne nel Tempio del Risorgi- 
mento italiano (Esposizione regionale la Bologna, 1888) Bologna - Zamoraoi 
e Albertazzi, 1897 - Voi. II, P. 1, p. 169. 

Il Fiorini registra a pp. 180-82 una serie di opuscoli (nn. 389-94) che 
sono sincere attestazioni di gratitudine dei profughi francesi per i loro be- 
nefattori. 

(2) Il Soriani (op. cit. p. 87) ricorda che neir Ottobre del 1791 arriva- 
rono a Lugo < diversi Sacerdoti dalle Gallio emigrati, che vennero distri- 
buiti nei Conventi e nei luoghi di pubblica beneficenza ». 

(3) Siriani - p. 87 ; Fiorini op. cit. p 169. 

A Ferrara si trovava il vescovo di Fréjus, a Ravenna il vescovo ^ 
Lu9on. 



La sommossa e il sacco di Lugo 25 

preghiera e vietando qualsiasi divertimento pubblico e pri- 
vato: teatri, mascherate, festini, ecc. (1). Lo stesso divieta, 
in segno di penitenza, veniva confermato per il seguente 
anno 1794 (2). 

Intanto, nel giorno stesso in cui Luigi XVI saliva le 
scale del patibolo , avveniva a Roma T eccidio dì Basse- 
ville: non già per causa di una cospirazione politica or- 
<lita dnlla Corte di Roma, come si volle far credere in 
Francia, ma per uno scoppio improvviso e selvaggio dMn- 
dignnziono, popolare. 

La Convenzione, attribuendo alla vittima un carattere 
pubblico che non aveva , e facendo apparire il Basseville 
quale « incaricato d' affari della Repubblica francese a 
Roma », minacciò terribili vendette per la pretesx violazione 
del diritto delle genti e diede ordine di preparare una spe- 
dizione militare per punire il Papa. 

Fu allora che Pio VI emanò, in data del 31 Grennaio 
1793, una fam^. sa NotiJìea:5Ìone, in cui faceva appello ai 
suoi fedeli sudditi perchè - nel caso di un'invasione fran- 
cese - prendessero le armi in massa e accorressero, al 
suono della campana, per combattere a difesa della patria^ 
del sovrano e della religione (3). 



(1) Il Fiorini, a p 137, insorisce un brano della Lettera pastorale del- 
r Arcivescovo Gioannetti di Bologna (n.^ 366) con cui è pubblicato il Giubileo 
ordinato da Pio VI. 

(2) Nei due anni 1793 e 94 il Teatro Comunale di Lugo, naturalmente, 
rimase chiuso anche durante la Fiera. 

(3) Di questa Notificaziono il Fiorini ha dato un largo sunto nell* op. 
<it p. 210, n. 412. 

La riporto integralmente nell* Appendi e /. 



26 A. Lazzari 



Ma il pericolo di un' aggressione francese fu per il 
monnento scongiurato, perché i progetti di spedizioni mi- 
litari proposti alla Convenzione parvero tutti inattuabili. 

Ormai V Europa intera - per l'impulso del ministro in- 
glese Pitt - era scesa in lizza contro la « temeraria Libertà- 
di Francia »: la guerra ardeva, con varia fortuna, sulle rive 
del Reno (l), sulle Alpi lontane, sul mare; ma il trionfo 
della buona causa - per quanto lontano - sembrava ine- 
vitabile. I fedeli sudditi di Pio VI pensavano, senza vo- 
lerlo , al et cherubino minaccioso e Aero » che V anima dì 
Basseville - come cantava il grande poeta della Bassa 
Romagna - aveva visto campeggiare sulla cupola di San 
Pietro, e si sentivano quasi protetti da quel suo scudo 

grande cosi, che da nemica offesa 
tutto copria coli' ombra il Vaticano. (2) 

Il 1796 si era iniziato coi migliori auspìcii; la Francia 
era stanca di guerra e pareva incline alla pace: alle porte 
d' Italia , sui confini occidentali , V esercito imperiale e il 
piemontese facevano buona guardia. I principi della peni- 
sola fidavano ciecamente nella perizia del maresciallo 
austriaco Beaulieu, generale invecchiato nelle grandi guerre 
del secolo, e nell' abilità strategica del giovane barone Mi- 
chele Colli, salutato « Fabio dell' Alpi ». 

Nella piccola Lugo parevano dimenticate le ansie e 
le malinconie degli anni precedenti. Il Teatro si era final- 



(1) La vittoria riportata dal Feld-maresciallo Clairfait sopra il Jourdan 
a Hochst (11 Ottobre 1795) fu subito cantata £l Bologna dalla celebre Clo- 
tilde Tambroni - Cfr. Fiorini p. 130, n. 317. 

(2) Bastvill. C. I, Y7. 74-75. 



La sommossa e il sacco di Lugo 27 

mente riaperto per la stagione di Fiera del 1795 coli' opera 
in musica, e nel carnevale del 1793 vi aveva agito la com» 
pagnia comica Polina (1). 

Ora i Pubblici Rappresentanti volgevano tutte le loro 
cure a celebrare colla maggior pompa possibile la festa 
di S. Ilaro , Protettore della Terra (2) , che ricorreva il 15 
Maggio. 

Questa festa assumeva in quei tempi una straordinaria 
importanza, e tanto più allora che si voleva - sotto la mi- 
naccia della Rivoluzione - accendere vie più nel popolo lo 
zelo religioso. 

Alla solenne processione del 15 Maggio interveniva, 



(1) Archivio Comunale di Lugo - Minutario di Lettere scritte nel 1796 - 
Febbraio. 

(2) 5. Ilaro è corruzione di <Sf Ellero. S. Ellero , nato in Toscana nel 
476 dopo Cristo, sì ritirò ancor giovinetto a vita penitente m un monte del- 
r Emilia, dove poi sorse Galeata. Colà fece costrui *e una chiesa e un mona* 
stero di cui egli fu il primo Abate. Fu perseguitato da Teodorico re dei 
Goti, che però, vinto dalle virtù e dalla santtà di lui, V ebbe poscia in grande 
venerazione. Morì in età di 83 anni. 11 monaco Paolo, suo discepolo, ne scrisse 
la vita, che fu pubblicata d d Bollandisti. Abbiamo poi il Ragguaglio della 
vita di S, Ilaro, Abate Protettore di Lugo (dell' Ab Pietro Lugaresi, lughese, — 
Faenza, Maranti, 1728) e la Vita di Sant* Ilaro Abate di Galeata e Protettore di 
Lugo di Don Giacomo Sangiorgi (Faenza, 1792, nella Stamperia deir Archi). 
Quest* ultima Vita fu ristampata, sotto il nome di S. Ellero, a Rocca ^. Ca- 
Bciano, Cappelli, 1871. (Queste notizie mi furono gentilmente comunicate dal 
bibliotecario Conte G. Borea). 

Il culto di S. Ilaro risale a tempi remotissimi. Intorno a un'antica chiesa 
di questo santo , fabbrica *a nel fondo Stigliano , si era venuto formando un 
primo aggregato di case, chiamato la Massa di S. Ilaro, che fu poi il nucleo 
della moderna Lugo. 

Noi 1520 i Carmelitani, che fin dal 1395 avevano un convento a Sti- 
gliano, ottennero da Leone X il permesso di trasferirsi a Lugo, e in principio 
della strada del Limite fabbricarono uà vasto convento e una nuova chiesa 
{il Carmine) dedicata al Patrono, 



28 A. Lazzari 



in forma ufficiale e in pompa magna, T illustrissimo Magi- 
strato cittadino ; e si era anche ottenuto in queir anno che 
fossero obbligate a parteciparvi tutte le compagnie e le 
confraternite che vestivano cappa. 

Nel giorno sacro a S. Ilaro, per le vie del paese, tra 
un' immensa folla di popolo , era portato sotto il baldac - 
chino un busto d' argento massiccio raffigurante il Patrona, 
busto che nell'interno racchiudeva due reliquie del santo, 
un osso di un braccio e un frammento del cranio (1). Que- 
sta effigie del Pi otettore era oggetto di grande venerazione 
per i Lughesi, e si esponeva nella chiesa del Carmine sol- 
tanto nelle principali solennità. 

Fin dall'Aprile del 1796 i membri del Magistrato in 
carica scrivevano all' Agente lughese a Roma, 1' abate Do- 
menico Maria Manzoni , perchè dalla Sacra Congregazione 
dei Riti ottenesse la licenza di cantare, durante la proces- 
sione deri5 Maggio, un inno latino in onore del Santo; e 
ciò « per sempre più infervorare il popolo nella divozione 
di S. Ilaro ». (2) 



(1) Savgiorgi - Vita di S, Ilaro cit p. 104. 

Secondo il Sangiorgi, erauo stati i radri Carmelitani che avevano otte* 
nute queste reliquie dair Abate Camaldulese di Galeata. 

(2) Minutario cit. Lettera del 6 Aprile. A questa minuta di lettera ò 
accluso un foglietto manoscritto ove è copia dell' Inao latino. L'autore è pro- 
babilmente lo stesso Don Giacomo Sangiorgi , professore di belle lettere nel 
Collegio Trisi, che aveva pubblicato, nel 92, la Vita del santo. Eccolo : 

Hymnus in honorem Divi Ilaii 

Patroni primarii Lugi 

Salve, cui datus Aliger, Ut to laus nostra concinat," 

qui foret Vitse ac Funeris aetas tenella postulat, 

et sacri Rector muneris, qua, spreta Domo ac Opibus, 

quod iam colebas, Ilare. atque cognato sanguine, 



La sommossa t il sacco di Lugo 



29 



La Sacra Congregazione non accettò subito la doman- 
da, ma richiese gli opportuni schiarimenti ; e il Magistrato 
sollecitamente faceva rispondere al Manzoni : € In quanto 
poi al disbrigo della grazia pel nostro protettore Sant' II- 
laro (sic) non si tralascia di cercare li Documenti indicati 
nella Memoria che ci ha acclusa, ed epilogati ne faremo a 
suo tempo la trasmissione per quanto sarà possibile » (1)- 
Scoppiata la bufera , la pratica rimase arenata e non se 
ne parlò più. 

Quando il segretario della Comunità di Lugo vergava 
la citata lettera per consegnarla al corriere che partiva alla 
volta di Roma, era il 22 Giugno: i Francesi conquistatori 
avevano già invase le Legazioni , e il Generale in capite 
Bonaparte, trattando a Bologna i patti de IT armistizio, col- 
r alterigia di Brenno faceva pesare la sua spada sulla bi- 
lancia dei negoziati. 



rei duodenis pirvu^us 
superni cultum Numinis 
per antra, p^r et nemora 
mire quaesisti eedulus. 

Quin et dicemus rigidas, 
quas ibi luces duxeris, 
vai unus vacans Numini, 
vei auctus iam Discipulis. 

Utque psallentem Canticis, 
seu sol dum surgit fluctibas, 
seu nox, dum prodit Inferis, 
te coatincnter y.seris. 



Dicemus pulsum Daemoca, 
fidem donatam gentibus, 
fessis medelam morbis 
suppetìas et exteris. 

Tu qus Yovemus carminA 
codio benignus accipe, 
serva Lugienses promptior, 
dudum quos indo protegis. 

Per Te nos clemens audiat 
Pater, Natus» Paraclitus, 
quibus laus, honor, gloria 



perennis Aevi circulo. Amen» 
(1) Minutario cit. Lettera del 22 Giugno. 



30 A. Lattari 



II. 



Bonaparte e la Santa Sede — La mediazione del cav. Azaria — 
1 Francesi a Bologna — L'occupazione di Ferrara — L* ar- 
mistizio del 23 Giugno — I Francesi a Imola, Faenza e 
Bavenna — La Convenzione di Firenze — I torbidi nelle 
Romagne — Tentativi di rivolta a Ravenna e a Cesena. 



Signore della Lombardia, dopo V eroico combattimento 
di Lodi , Bonaparte, dal suo quartier generale di Milano, 
indirizzava ai soldati un magniloquente proclama (20 Mag- 
gio) in cui erano queste parole: 

ce Altre marcie forzate ci restano a fare, nemici da sotto- 
mettere, allori da cogliere, ingiurie da vendicare. Coloro che 
hanno affilato i pugnali della guerra civile in Francia, che 
vilmente hanno assassinato uno dei nostri ministri a Roma, 
che a Tolone hanno arso i nostri vascelli , tremino : V ora 
della vendetta è suonata... Rialzare il Campidoglio, collo- 
carvi onorevolmente le statue degli eroi che divennero fa- 
mosi, risvegliare il popolo romano da tanti secoli di schiavitù, 
ecco quale sarà il frutto delle nostre vittorie. Esse forme- 
ranno un' epoca nella posterità. Voi avrete la gloria immor- 
tale di aver mutato aspetto alla più bella parte d'Europa... » 

Sotto r enfasi di questo linguaggio si poteva capir 
chiaramente che l'esercito d' Italia aveva la duplice missione 



il». 



La sommossa e il sacco di Lugo 31 



<\\ far pubblica vendetta dell' assassinio di Bassville, vittima 
di un preteso complotto della Curia romana e di inalzare^ 
sulle rovine del potere teocratico, il simulacro di Bruto (1). 
Il Direttorio, erede degli odii politici e antireligiosi 
della Convenzione, anelava a distruggere il Papato, (2) e 



(t) Per r invasione francese nelle Romagne, oltre le opere generali, fra 
cui (per non citare le più note) Sybel « Histoire de V Europe pendant la 
Revolution frangaise » T. IV. il Sorel « L* Europe et la Héoolution frangaise » 
T. V. (Paris, Plon, 1903) e Franchetti « Storia d* Italia dal i789 al i799 
(Milano, Vaìlardi, 2 ^ ediz. in corso di pubblicazione), vedi : Jomini « Histoire 
critique et militaire des guerres de la Revolution (Paris 1820-24) T. Vili; 
i biografi di Pio VI : il Ferrari, il Tavanti, il Becc^tini, il Novaes^ il 
Bourgoing ; Artaud « Histoire du pape Pie VII, (Paris, 1839) 3* ed. T. I. — 
Baldassari « Relazione delle avversità e patimenti del glorioso Papa Pio VJ» 
Modena, Soliani, 1840) 2.^ edizione (Malgrado del titolo, ò questa un* opera di 
notevole valore storico, perchè fondata su documenti che il Baldassari, se- 
gretario di Monsignor Caracciolo maestro di camera di Pio VI, potè svere 
sott' occhio. Narratore accurato e diligente, i suoi ricordi personali sono pre- 
ziosi perchè conobbe tutti ì personaggi del mondo vaticano che ebbero parte 
in questi avvenimenti). E. Trolard « de Montenotte an Pont d*Arcole » (Pa- 
ris 1893) 2* ediz. ; L. Seché « Les origines du Concordai » (Paris 1894) Du-- 
fourcq « Le Regime Jacobin en Italie » (Paris 1900) ; Io, Lu Teil « Rome, 
Naples et le Directoire » (Paris 1902), e sopratutto la ricchissima messe di do- 
cumenti riguardanti le Romagne e T Emilia in questo periodo di tempo, 
raccolti e magistralmente illustrati da Vittorio B'iorini nel suo Catalogo illu- 
strativo dei libri, documenti ed oggetti esposti dalle provincie dell' Emilia e 
delle Romagne nel Tempio del Risorgimento italiano, (Esposizione regionale 
in Bologna, 1888) Bologna - Zamorani e Albertazzi, 1897. Volume II, Parte 
I,-che avrò occasione di citare infinite volte. 

(2) n Direttorio era formato di un triumvirato intransigente (La Revel- 
lière-Lépaux, Reubell e Barras) e di un duumvirato che inclinava a maggior 
moderazione nei rapporti colla Santa Sede (Carnet e La Tourneur). I primi tre 
avrebbero voluto distruggere il Cattolìcismo e il Papato ; specialmente La 
Revellière-Lépaux che aspirava a diffondere in Francia la nuova setta reli- 
giosa dei Teo filantropi, di cui era il capo riconosciuto. Carnet invece non 
mirava che a togliere al Papa la sovranità temporale. Cfr. Séché I, 33 e Sorel 
V. 7-9. 



32 A, Lazzari 



voleva — secondo il retorico frasario del tempo — « rige- 
nerare r Italia, estinguere il focolare della superstizione » (1) 
e stabilire in Campidoglio la grande Repubblica romana. 

Né meno allettava le bramose voglie dei reggitore 
della Francia il possesso del tesoro di Loreto e delle leg- 
gendarie ricchezze che si credevano accumulate nell' eterna 
città (2). 

I documenti oggi ci hanno anche rivelato come, tra 
gli scopi della spedizione d* Italia , non ultimo fosse quellO' 
di smungere le popolazioni a cui si recava il nuovo verbo 
della libertà, di rifornire col bottino di guerra l'esercito po- 
vero ed affamato , abbellire la capitale della Francia di 
preziosi oggetti d' arte e far convergere infine nell' esausto 



(1^ Ancora pochi giorni prima del trattato di Tolentino, il Direttoria 
scriveva a Bonaparte, in data del 3 Febbraio 1797 : 

e Le eulte romain est V obstacle le plus dangereux a 1' affermissement 
de la constitution francai se ; e* est à Bonaoarte de 1* abattre en éleignant le 
fiamheau da fanatisme en Italie^ en detruisant le centre de l* unite romaine * 
(Sorel, V. 151 ). 

Malgrado queste ed altre sollecitazioni, Napoleone ncn volle mai pie- 
garsi agli ordini del Direttorio : egli aveva la sua politica personale e i suoi 
£ni reconditi, e il governo dovette accettare i fatti compiuti. 

(2) Il Direttorio, fondandosi sui rapporti segreti di agenti italiani^ 
quali lo scultore romano Ceracchi ed Enrico Michele L'Aurora, calcolava di 
poter ricavare, soltanto dalla conquista di Roma, 100 o 200 milioni. Invc ce- 
si sa che lo Stato pontificio era povero e che le sue finanze versavano in 
condizioni deplorevoli in causa dello sbilancio enorme del pubblico erario. 

Il tesoro di Loreto (sempre secondo le fantastiche e iperboliche infoi- 
snazioni del Ceracchi) era valutato 250 milioni. Questo favoloso tesoro stiva 
cosi a cuore ai Pentarchi del Lussemburgo, che, il 12 Aprile 1796, essi scri- 
vevano a Bonaparte, invitandolo a impadronirsi di Loreto che, come essi 
dicevano, « non deve essere distante più di 45 leghe da Genova » (I) Vedi 
JSorel, V. p. 70. 



La sommossa e il sacco di Liigo 33 

erario dello stato i fiumi d'oro che sarebbero scaturiti dalla 
conquista del bel paese. 

I mani invendicati di Bassville dovevano essere il 
pretesto per spogliare Roma e strappare al Papa i dominii 
temporali, che si vagheggiava di smembrare e di ripartire 
secondo l'opportunità politica (1) 

II Direttorio, nell'ombra del retroscena diplomatico, si 
prestava volentieri a secondare le mire dei Gabinetti euro- 
pei, mossi da interessi dinastici e cupidi di ingrandimenti 
territoriali. 

Se la sovranità politica dei Papi si mantenne ancora 
per poco tempo, fu perchè così volle Bonaparte, il quale, 
presentendo già in sé il futuro imperatore e intuendo il 
profitto che avrebbe potuto ritrarre dall'accordo col Ponte- 
fice per la pacificazione degli animi in Francia, non vuoile 
— malgrado le istruzioni ricevute — farsi strumento dei ran- 
cori del Direttorio (2), sicché più tardi ebbe a dire a Fran- 
cesco Cacault, ministro francese a Roma, che egli aveva 
avuto l'ambizione di essere piuttosto il salvatore che il 
distruttore della Santa Sede ^3). 

Quando le colonne repubblicane, guidate dal genio del 



(1) Già nel 1793 la Convenzione aveva pensato di indurre il Granduca 
di Toscana e il re di Napoli a spartirsi gli Stati pontificii. Il Direttorio poi 
iniziò pratiche coirimperatore Francesco II, proponendogli di dare Roma e 
alcune provincia al fratello, il Granduca di Toscana Ferdinando III, col titolo 
di Re di Roma. Si pensò anche di offrire questo regno all'Infante di Parma, 
genero del re di Spagna, per compromettere cosi la più. cattolica delle mo- 
aarchie. Cfr. Bu Teil p. 25 ; Séché, I, p. 5 n. 2 ; Baldassari Relazione eto, 
p. 180. 

(2) Miot de Melito - Mémoires T. I, p. 100 - Sorel V, 91. 

(3) Artaud « Histoire du Pape Pie VII > p, 105. 



À 



34 A. Lazzari 



giovine eroe, si avanzavano verso il Po, invadendo il terri- 
torio di Piacenza, Pio VI, ignaro di tutto, se ne stava tran- 
quillo nella sua vilhiggiatura di Terracina per vigilare i 
grandi lavori di prosciugamento delle paludi Pontine, che 
la musa compiacente del suo poeta ufficiale, Vincenzo Monti, 
doveva celebrare nella Feroniade. 

La inipi-ovvisa e imprevista notizia dell'avanzata dei 
Francesi giunse a Roma la sera del 10 Maggio (1), recando 
sgomento e sorpresa al vecchio Pontefice, il quale, protetto 
da parte di mare dalla flotta inglese del Mediterraneo, si 
teneva ancor più sicuro dalla parte di terra. 

Nell'imminenza drl grave pericolo, unica àncora di 
salvezza p:irve al Cardinal Zelada e alla Congregazione di 
Stato la mediazione «lell'ambasciatore di Spagna. 

La Sjjagna fla dair anno (precedente) - ripiegata la 
€ cattolica bandiei'a » - aveva fatto pace colla Repubblica 
francese, concludendo a Basilea, il 22 Luglio 1795, un trat- 
tato che aveva destato lo scandalo dell' Europa bigotta e 
reazionaria. 

Per un articolo di questo trattato, S. M. Cattolica si 
riservava il diritto di interporre la sua mediazione in fa- 
vore del re di Portogallo, del re di Napoli, del re di Sarde- 



(1) Desumiamo queste notizie dal cartegfgio iO Maggio - 22 Giugno 
i796 dell'Ambasciatore bolognese in Roma Giuseppe Angelelli, carteggio che 
si trova nell'Archivio di Stato di Bologna, e di cui ha pubblicato larghi e im- 
portanti estratti V. Fiorini nel Tempio del Risorgim. II pp. 455-463 nn. 571-72. 
.Colla scorta di queste lettere, come osserva il Fiorini, si possono correggere 
non pochi errori in cui sono incorsi il Botta e lo Zanolini (Antonio Aldini 
e i suoi tempi - Firenze, 1864) a proposito delle trattative corse in quei 
giorni tra il Papa, Bolo:i'na e i Francesi. 



La sommossa e il sacco di Lugo 



gna, del duca di Parma e degli altri siati d' Italia per il 
ristabilimento della pace colla Francia. Colla designazione 
generica di altri slati d'Italia, la Repubblica intendeva al- 
ludere al Papa, che la Rivoluzione non riconobbe mai come 
capo supremo del cattolìcismo, ma semplicemente come 
* principe di Roma » (1). 

La jiace di Basilea era l' opera di Emanuele Godoy, 
un oscuro avventuriere che, con ignobili intrighi, era riu- 
scito a divenire il favorito della regina Maria Luisa di 
Spagna (2) e con lei divideva I' alcova e il governo dello 
stato, mentre l'inetto Carlo IV, pronipote di Luigi XV, con- 
sumava stupidamente i suoi giorni a caccia. 

Camuffato col pomposo titolo di Principe della Pace, 
die doveva ricordargli il facile successo diplomatico di 
Basilea, dotato di un milione annuo d'appannaggio, il Godoy 
ei-a l'arbitro del regno; ma contro lui stavano l'odio impla- 
cabile e l'ostilità fierissima del clero, della nobiltà e della 
corte. 



(1) Nella corrispondenza ufficialo 
uostaotemente il Papa con questo titolo 

(2) Mara Luisa, moglie di Carlo 
Ferdinando di Borbone duca dì Parmt 
Maria Luisa, aveva sposato il cugino I 
Parma, figlio di Ferdinando. La regina 
territoriale del proprio genero e, s^con 
nico scopo i suoi maneggi politie'. Il 1 
t'uuao UQ trattato di alleanza perpetua 
torio sì impegnava di dare all'Infante ' 
di territorio e il titolo di re. 

I patti del trattato di S. Ildefonst 
Primo Console, che nel 1801 (21 Marza 
-bone la Toscana e lo Stato dei Presidi; 



36 A. Lazzari 



Per tenere a freno i suoi potenti avversari!, il favorito 
di Maria Luisa s'era strettamente legato alla Rivoluzione, 
facendo della Spagna borbonica un' amica della Francia 
regicida. <r Se la Repubblica cade — egli diceva — ne va 
di mezzo la mia testa « (1) ; il Direttorio sapeva dunque di 
avere nel Principe della Pace il più fedele degli alleati e 
il più sicuro degli appoggi. 

Uomo di fiducia del Godoy e Ministro del Re Cattolica 
presso la S. Sede era allora il cavaliere don Giuseppe Ni- 
cola d' Azara , vecchio diplomatico che aveva avuto gran 
parte nella espulsione dei Gesuiti dalla Spagna (2). 

Spirito freddo e profondamente scettico, intinto di filo 
soflsmo, colto, amantissimo delle lettere, mecenate degli 
artisti che accoglieva con signorile liberalità nella sua villa 
di Tivoli, amico della Francia (3), Tambasciatore spagnolo 
non era troppo ben viso alla Corte romana, dove era te- 
nuto in odore di giacobino. 

Questo ci spiega la riluttanza di Pio VI ad affidare 
a lui rincarico di trattar la pace coi Francesi invasori, in- 



(1) Sorel, V, p. 36. 

(2) Don Jose Nicolas cavalier d'Azara (1731-1804) era successo al duca 
Orimaldi nell'ambasciata di Spagna a Roma. Il Mercurio britannico (Voi. IV 
p. 120) collocava Azara « fra quegli uomini di stato, che avendo fede nel- 
l'immortalità della Rivoluzione e de* suoi trionfi, giudicavano pericoloso il 
resisterle e partito infallibile a salvarsi dai colpi di lei il sottomettersi a- 
quanto pretendeva. » 

Cfr. Baldassari Relazione cit. p. 118. 

(3) Lo dice esplicitamente Miot de Melito in Mrnioires, I, p. 109. 



La sommossa e il sacco di Lugo 37 

'<;arico che — contro la comune aspettativa — egli aveva 
segretamente dato al banchiere Giovanni Bottoni (!;• 

Le vivaci rimostranze del Ministro di Spagna e le 
minacciate dimissioni del Cardinal Zelada, Segretario dì 
Stato, anch'egli spagnolo, indussero poi il Papa a recedere 
•dal suo primo proposito e a richiamare il plenipotenziario 
Bottoni, (2) ma non si può negare che i fatti non giustifl- 
•cassero pienamente le diffidenze di Pio VI. 

Ad Azara venne dunque data la missione ufficiale di 
recarsi in Lombardia come mediatore di pace presso V ar- 
mata francese, ed egli parti da Roma senza voler accettare , 
istruzioni dal Governo, « protestando con spagnolesca bal- 
danza di voler essere in piena libertà di agire a seconda 
ie circostanze » (3). 

La sera del 22 Maggio il cav. Azara giunse a Bologna, 
-accolto con speciali onoranze òslV illustrissimo ReggimentOy 
•che inviò il Gonfaloniere in persona a fargli omaggio e a 
raccomandargli ia città e lo Stato (4). 



(1) Sulla missione segreta affidata da Pio VI al banchiere Bottoni, ri- 
dinasta ignota a^li storici anche più recenti, cfr. gli estratti del Carteggio dei 
'Senatori Malvasia e Caprara e dell'avv. Pistorini, inviati deputati a Parma e 
.a Modena dalVAssunteria di Magistrati di Bologna, pubblicati e illustrati dal 

Fiorini in Ten^pio, II, n. 572 pp. 456-74. 

(2) Fiorini op. cit p. 461. Il F. pubblica una lettera dell' ambasciatore 
Angelelli agli Assunti di Bologna in data di Roma, 14 Maggio. 

(3» Ibid. p. ^Q3 (Angelelli, lett. 18 Maggio). Il cav. Azara prese per suo 
compagno l'ab Francesco Evangelisti, minutante di Segreteria di Stato. 

(4) JÒid. p. 474. 

A dilucidazione di quanto segue, basterà ricordare che Bologna, nel 
-secolo XVIII, era costituita in forma di repubblica oligarchica e godeva di 
prerogative e privilegi che si* fondavano sui capitoli stipulati nel 1443 tra 
I^iccolò V ce il Comune bolognese. L^ autorità suprema risiedeva nel Senato» 



38 A. Lazzari 



Lo aveva preceduto il barone Giuseppe Capelletti, In- 
caricato d'affari per la corte di Spagna a Bologna, il quale,. 
al primo annunzio dell'avvicinarsi dei Francesi, era ritor- 
nato in fretta da Roma alla sua sede (l). 

Azara il 23 prosegui per Milano e colà iniziò subito 
le pratiche col Commissario civile Cristoforo Saliceti (2), da 
cui ebbe cortesi accoglienze e lusinghiere promesse; e fu 
deciso di inviare un corriere speciale a Parigi, per presen- 
tare al Direttorio le proposizioni di pace offerte dall'amba 



composto di 40 membri (perciò i Senatori si chiamavano anclie i signori Qu'i- 
Tanta) appartenenti alle famiglie più insigni per nobiltà, in cui la dignità 
senatoria era ereditaria. Tra questi era scelto il Gonfaloniere di Giustizia, 
che era il primo magistrato del Reggimento cittadino. Suddita della Chiesa, 
Bologna si considerava come uno Stato a so, aveva un' amministrazione au- 
tonoma, una milizia propria, e trattava direttamente colla Corte dì Koma,. 
per mezzo di un ambasciatore, riconosciuto dalle potenze, che per la gene- 
rosa distribuzione di salumi bolognesi, nell'occasione di certe feste, si chia- 
mava V Ambasciatore delle mortadelle» 

Il Cardinal Legato stava a rapprentare V autorità pontifìcia, ma tuttavia 
il Governo cittadino godeva onori sovrani, e negli atti d' ordine interno, ri- 
riguardanti la città e il contado, il Legato non poteva prendere nessuna deli- 
berazione senza il consenso dell'illustrissimo Reggimento e viceversa. 

Coir andar degli anni molte delle prerogative del Senato erano andate 
in disuso o s'erano ridotte a vacue formalità ; ma il colpo menalo al Reggi- 
mento bclognese lo portò Pio VI nel 1780, con una riforma amministrativa,. 
nota sotto il nome di Piano economico, che il Papa impose alla città con due 
suoi motuproprii. Dopo lunghe e inani querele il Senato aveva dovuto chi- 
nare il capo, ma il risentimento era sempre vivo^ ed ebbe occasione di rive- 
larsi alla venuta di Bonaparte. Cfr. riguardo al Piano Economico ài Pio Vlr 
Morini op. cit. pp. 79-115. 

(1) Fiorini op. cit. p. 460. 

(2) Cristoforo Saliceti (n. 1757), e Pietro Anselmo Gàrreau (n. 1762) era- 
no i due Commissarii civili e fiscali che il sospettoso Direttorio aveva posto- 
ai fianchi di Bonaparte. Il generalissimo non poteva firmare alcuna conven- 
zione e neppure accordare un armistizio,, senza l' intervento diretto del Com' 
jnissario civile. 



La sommossa e il sacco di Lugo 39 



sciatore spagnolo . Intanto V Azara scriveva al marchese 
Antonio Gnudi, bolognese, Tesoriere delle gabelle e aniico 
intimo di Pio VI, (1) lettere ottimis e e rassicuranti. 

Il 1^ Giugno gli comunicava « essergli stato promesso 
che^ Jìnchè egli si sarebbe trattenuto in Lombardia (cioè 
almeno fino al ritorno del corriere spedito a Parigi) lo 
Stato ecclesiastico non sarebbe stato soggetto nò ad ingresso 
di truppe né a requisi.-^ione (2); e il 4 rincorava la dose, 
scrivendo : « Ho, grazie a Dio, tutte le sicurezze umane di 
che lo Stato Ecclesiastico non sarà molestato in veruna 
nnaniera e che nemmeno si faranno delle requisizioni che 
in caso di un bisogno estremo. La Pace si farà con me- 
diocre sacrificio » (3 . 

Ma mentre tutti si cullavano nelle illusioni suscitate 
da queste fallaci promesse e oramai si tenevano certi del 
buon esito delle trattative di pace, Bona parte, con occhio 
vigile, spiava il momento opportuno per occupare le Lega- 
zioni. Egli aveva bisogno di dare una qualsiasi sodisfazione 
al Direttorio, che insisteva per la pubblica vendetta di Bas- 



(1) Il marchese Antonio Gnudi, il quale, con- e è roto, fu il plenipoten- 
ziario pontificio che firmò l'Armistizio di Bologna, godeva in patria di molta 
autorità per la sua amicizia col Pa- a. Egli fu quello che principalmente 
indusse Pio VI a revocare la commissione data a Bottoni e ad offrire la 
mediazione ad Azara. Nella seduta del 20 Maggio gli Assunti di Magistrati 
di Bologna deliberarono un voto di plauso al Gnudi, dichiarando di. avere 
riconosciuto in lui « un animo veramente generoso e patriottico • Cfr. Fio- 
rini op cit. p. 474 m nota. 

(2) Archivio di Stato di Bologna - I.ettere deìV Assunteria di Magistrati, 
Lett l.'^ Giugno 1796 - riportata dal Fiorini in op. cit p. 486. 

(3) Questa lettera è pubblicata in Spicilegio Vaticano di' Documenti 
inediti e rari etc. Voi. I. fascio. 3* (Roma, Loescher, 1890) sotto il titolo : 
• Nuovi documenti per la storia del trattato di Tolentino », p. 404. 



40 A. Lazzari 



sville, considerata dal governo francese d'allora come un 
debito d'onore nazionale. Dal lato strategico questa occupa- 
zione gli conveniva sotto ogni rapporto : si assicurava i 
fianchi per le future operazioni militari, occupava un paese 
ricco ove l'esercito, lasciato del tutto in abbandono dal Di- 
rettorio, poteva largamente rifornirsi, e si impadroniva di 
una base necessaria per il colpo di mano su Livorno, già 
prestabilito. 

Dal lato politico l'occupazione territoriale dello Stato 
ecclesiastico gli serviva mirabilmente per imporre al Papa, 
alla conclusione della pace, patti più vantaggiosi per la 
Repubblica. 

In ciò egli seguiva fedelmente le consuete tradizioni 
dei re di Francia, nelle loro controversie politiche colla 
Santa Sede. 

Mentre Napoleone teneva a bada 1' Azara, lusingan- 
dolo con belle parole, il 7 Giugno scriveva al Direttorio che 
calcolava di essere a Bologna, al più tardi, fra dieci o 
quindici giorni, e il 12 dava tutti gli ordini perchè la divi- 
sione Augereau lasciasse il blocco di Mantova e marciasse 
alla conquista delle Legazioni (1). 

Le illusioni a Bologna erano cosi radicate, che quan- 
do Verdier, aiutante generale del Bonaparte, entrò nella città, 
la sera del 18 Giugno con un'avanguardia di 40 soldati di 
cavalleria, annunziando ch^ i Francesi venivano da amieij 
il Senato dichiarò di ricevere la notizia con indie. bile sodi- 



(1) Cfr. Correspondance de NapoU>on I ed. imp. Paris, 1858, I. n. 583 e 
nn. 619, 620, 621. 



! ti sacco di Lugo 



sfasione e diede tutte le disposizioni necessarie per fornire 
ai soldati alloggi, viveri e foraggio, credendo proprio che si 
trattasse di un semplice passaggio di truppa (1) 

La mattina del 19, Domenica, giorno del Corpus Di 
mini, un editto del Cardinal Legato Vincenti, controfirma 
dal Gonfaloniere di Giustizia, marchese Filippo Hercolai 
avvertiva i Bolognesi che le truppe che stavano per giunge 
si facevano elleno stesse garanti del buon ordine e del 
tranquillità pubblica, rispettando e facendo rispettare 
religione^ il governo, le persone e le proprietà (2). Le trupi 
stesse desideravano che ciò fosse dedotto alla notizia a 
Pubblico- 

Dal canto loro il Cardinal Vincenti e i! Senato esori 
vano i cittadini a continuare tramiuillamente nell'eserciz 
dei proprii impieghi e mestieri, ordinavano di rispettare 
truppe, e assolutamente proibivano (ì\ offenderle con pare 
o con fatti ed in altro qualunque mudo, sotto le pia >*eoe 



(1) Fiorini. Op. eit. p. 4®. 

(2) Per meglio conTÌai-^re i B',1o^<-m ch^ ì ¥nn<:i:<\ vnt.'i-mt." da an 
■e che si sarebbe trattata di iin ■»m[ili'?e pasHag^'i di trii|i(.'% AuKi-.rt- 
prima di entrare in città, f'^.e fiioìiare luo^o il t'jrrente Ravi,f^, a i^i^-.a 
stanza da Porta S. Felice, un gra-.at:ere •■.h^: avrva rubali» un r^alf'-'i m 
chiesa di AbrenuDzia, diocesi d: Moaar.ViIa. iFi/^ini p. 4''',fi,. II fai!-/ •! ,— ■ 
parere cosi nurivo, che fi perfino s^p^la'.o da Kajrtlwne in un r^(:;^irUt 
Direttorio datato da Bologna. 21 «Ji'j^o t f',rr^i/ir/Ttd/tniv, ed, i-it r.. 'X'',. \i. Ti 
e fu comunicato a Roma da F.-an^^s^o Era nir':! isti in una ]«tti>ra da (idutf 
(SpiriUgia cit- p. 406, Lettera di ETan;/';.>*i dftl 22 'hii'41,0: Vf.-ii-.: ;;■ ::-.'.i 1 
Cangerà jierò che ia iwctadiso, :! 'y-.aX»-. rw.dend'j ^:' ir-i'Xi svi •m VrAWj 
era reooto con '.-;est; a f.r^i-'.ri''.'. h g'.ì ar^Ta dato • d';!!': bav.Vif.^lj; • . 
«tato fucilato il 31. 



42 A. Lazzari 



pene corporali ed anche di morte secondo le circostante 
de' casi ( 1 }. 

Verso mezzogiorno, a tamburo battente e a bandiere 
spiegate, faceva il suo ingresso in Bologna la divisione del 
generale Augereau, (2) senza che i cittadini « si scompo- 
nessero per sorte alcuna », (3) e la città era occupata mi 
litarmente. 

La divisione Augereau contava 4820 uomini ed era 
composta della 4« e della 5r mezzabrigata di linea, del 10'' 
Reggimento dei Cacciatori a cavallo e di un reparto d'arti- 
glieria. Generali di brigata erano Robert e Beyrand. 

Alla notte giunsero da Modena Bonaparte e Saliceti. 

Ed ecco un improvviso cambiamento di scena. Mentre 
fino allora il Senato aveva protestato la sua leale fedeltà 
alla Santa Sede, tutto ad un tratto dichiara t di non volere 
mai più far parte dello Stato Pontifìcio *. 



(1) Fditto di Ippolito del titolo dei SS. Nereo fd Achilleo della S. R. C. 
Prete Cardinal Vincenti della città e contado di Bologna a Latere Legato, - 
Datum Bononiae hac dio 19 Junii 1796 ; nella Biblioteca Com di Bologna - 
Raccolta Sassi, I, 4-5. 

2) In « Memorie Storiche dal i773 al i822 (MS della Biblioteca Com. 
di Bologna ove ha la srgnatura: 17, K. II, 51-55) vi è la seguente notizia rela- 
tiva all'ingresso dei Francesi, che il Fiorini riporta ^op. cit. p. 485) <r Correva 
secondo il costume, l'Apparato famoso del Corpus Domini nella Parrocchia di S 
Matteo dt»lle Pescarle e per conseguenza nella Strada degli Orefici famosis- 
sima per il grande Apparato, che era sempre stato costume di fare in questa 
strada .. Nel tempo appunto della Processione il più grosso dell'Armata arrivò 
in Città per la porta S. Felice.... per il qual passaggio per il Mercato di 
Mezzo, porzione di detta Parrocchia, fu interrotta la Processione che convenne 
fermarsi finché fosse terminato detto passaggio. » 

(«•») Dott. Giovanni Bianchi. Memoria, sul moto e saccheggiamento di Lugo 
nel 6 Luglio iTOG^ inserito nelle ultime pagine del suo Libro dei Censi attivir 
MDCGLXXXI, che si conserva nella Biblioteca Comunale di Lugo. 



La sommossa e il sacco di Lugo 4tò 

Napoleone, col promettere al Senato di restituirgli 
l'antica sovranità e le sue secolari prerogative, aveva ope- 
rato il miracolo. 

E fu sollecito a battere il ferro Anche era caldo. 

La mattina del 20 Giugno, chiamati i senatori a pa- 
lazzo Pepoli, suo quartier generale, egli dichiarava di pren- 
der possesso formale dello Stato bolognese considerata 
come « paese di conquista r, e, sotto colore di < restituire 
alla città stessa la sostanza del suo antico Governo )>, pro- 
clamava decaduta l'autorità pontifìcia e concentrava nel 
Senato i poteri legislativo <3d esecutivo, sotto l' immediata 
protezione della Repubblica francese (1). 

La volontà del generale in capite era tosto comuni- 
cata al pubblico con un proclama del Gonfaloniere Filippo 
Hercolani (2-; e in pari tempo Bonaparte licenziava dal 
governo e dava lo sfratto, entro il termine di tre ore, al 
Cardinal Legato Vincenti, (3) oi-dinava di abbassare gli 
stemmi papali, intimava con pubblico editto ai Bolognesi 
la immediata consegna delle armi da fuoco e da taglio [i) 
e faceva disarmare, nella Piazza principale della città, le 
soldatesche che erano in Bologna (5). 

Per dorare la pillola, 1' astuto Còrso accai'ezzava le 



(1) Ciò r'sulta dal Verbale della seduta del 20 Olug-no, no^'li Atti det 
Senato provvisorie. Busta n. 1 (Archivio di Stato di Bologiia) pubblicato dal 
Fiorini a pp 493-97 dell'op cit 

(2) In data del 20 Gjng^no 1796. 

(3) Così l'autore della croca-ja • Bologna Nota » citata dal Fiormi . 
p. 493. 

(4) Ed'tto del Gonfaloni?re Fil Hercolani, in data d^/l 20 Oiiiffrio. 

(5) Gir. fiorini. Op. cit- p. 407. 






44 A. Lazzari 



meschine vanità e le ambizioncelle dei vecchi fossili del 
Senato. 

Il r Agosto 1794 un decreto di Pio VI aveva annesso 
al distretto d'Imola il comunello di Castel Bolognese, situato 
sulla via Emilia tra Imola e Faenza. Bonaparte ai sena- 
tori adunati a palazzo Pepoli dichiarò che questa spoglia- 
zione era illegale e che il Castt-:llo avrebbe dovuto « riu- 
nirsi all'antica sua madre » (1). 

Infatti un ordine, firmato da Berthier, veniva inviato 
il 20 Giugno al Podestà di Castel Bolognese Enea Anasta- 
sini, coU'ingiunzione di recarsi il giorno dopo al quartier 
generale di Bologna (2), E quando il povero Anastasini 
corse a presentarsi al generalissimo, fu rimandato da Bo- 
naparte b\V AssunterHa di Magistrati^ che gli intimò l'arresto 
nel convento di S. Giacomo. 

Fu il primo atto politico di sovranità — nota il Fio- 
rini (3) — che fu permesso al Senato da Bonaparte : l'amor 
proprio degli eccelsi senatori poteva essere appagato. Ma 
pur troppo presto dovevano incominciare le dolenti note 
delle requisizioni e delle esorbitanti imposizioni fiscali! (4). 



(1) Verbale cit, pubbUcato dal Fiorini, p. 494. 

(2) Quest' ordine datato dal Quartier generale di Bologna^ 2 Messidoro 
A. IV. (20 Giugno 1796) è pubblicato dal Fiorin', p. 503. 

(3) Op. cit. p. 504. 

(4) Dai documenti pubblicati dal Fiorini a pp. 507-513 del Voi. cit e dal 
Conto del Pagotor generale, che si trova negli Archivi Nazionali di Parigi e 
fu pubblicato dal Trolard, op. cit. p. 268, possiamo farci un'idea approssima- 
tiva delle rapine francesi. 

Bonaparte cominciò col far disarmare tutte le soldatesche che si trova- 
Yano in Bologna e coll'imporre una requisizione di 200 cavalli da sella, poi 



La sommossa e il sacco di Lugo 45 



m 



. Il 21 Giugno il Senato, adunatosi nella sala d'Ercole, 
in Palazzo, prestava in forma solenne giuramento di fe- 
deltà alla Repubblica francese. Tra i senatori che pronun- 
ciarono la formola sacramentale era Francesco Marescalchi, 
eletto da Pio VI, insieme col marchese Antonio Gnudi, ple- 
nipotenziario pontificio per trattare la pace coi Francesi ! (1) 
Rappresentava il Bonapnrt(% alla cerimonia del giura- 
mento, l'aiutante generale Vio-noUe, quello stesso che alla 
frontiera dello Stato, con un tr(»mf)ettae sei Cacciatori a ca- 
vallo, aveva imposto la resa '<y Forte Urbano, fornito di 50 
pezzi d' artiglieria e munito di \ ettovaglie e di presidio, ma 



fece sequestrare tutte *le Casse pubbliclie, da cui ritrasse la somma di 
lire 1,900,000. I Commissarii si impadronirono poi di tutti i pegni d' oro , 
d' argento e delle gioie che si trovavano nel < Sacro Monte di Pietà » e nei • 4 
Monti subalterni » di Bologna, restituendo solo i pegni non eccedenti il 
valore di lire 200. Si empirono 11 casse di vasellami d*oro e d'argento e 3 casse 
di gioielli, di un valore non calcolato. (Bonaparte, nel suo rapporto al Diret- 
torio del 26 Giugno calcola 800,000 franchi - Cfr. Corr. d. N. I, n. 685). Inoltre 
si sequestrarono 31853 libbre di seta greggia del valore di lire 509648 e 273800 
libbre di canapa del valore di L. 68450. 

Dopo tutto questo, il 23 Giugno, il Generalissimo imponeva alla città e 
allo Stato bolognese una contribuzione di 4 milioni di lire tornesi (la lira 
torncse equivaleva a L. 0,988), di cui 2 milioni da pagarsi in denaro effettivo 
ovvero in verghe d'oro o d'argento entro il termine di otto giorm', e i rima- 
nenti 2 milioni da corrispondersi in generi e derrate d' uso per l'esercito 
(cavalli, muli, panno, tela etc). Non erano computati nel conto di questi due 
milioni le armi da fuoco, le artiglierie, gli attrezzi militari, già posti in re- 
quisizione, e 40 quadri che dovevano essere scelti dai commissari artisti. 

(1) Azara scriveva da Bologna, in data del 22: « Marescalchi eh' è uno 
dei due plenipotenziari giurò ieri mattina in Senato di scuotere l'autorità del 
Papa e di sostenere la Repubblica di Bologna, onde non puole fare il ruolo 
di plenipotenziario del Papa • ; e più sotto : « Gnudi si è portato da eroe , 
Marescalchi da bricone » (Spicileffio Vaticano cit. i>. 409 e 410J 



4G A. Lazzari 



comandato da un pusillanime cavaliere di Malta, il mar- 
chese Rondinelli. (1) 

Il solenne giuramento coronava l'opera. Ventiquattro 
ore erano bastate a questo repentino rivolgimento politico: 
la separazione di Bologna dalla S. Sede era un fatto com- 
piuto. Colla stessa rapidità e sicurezza con cui egli s' era 
impossessato di Bologna, Bonaparte, facendo a fidanza col- 
l'apatia, colla debolezza, colla paura e — diciamolo pure 
— colla Iniona fede delle autorità pontificie, occupava mi- 
litarmente la legazione di Ferrara. 

11 20 Giugno il generalissimo inviava a Ferrara un suo 
ufficiale, latore di tre laconici biglietti, coi quali si intimava 
al Cardinal Legato, al Giudice dei Sacii marchese Pietro 
Luigi Tedeschi e al Castellano di fortezza, cavaliere di 
Commenda fra Giulio Mancinforte, di trovarsi per il giorno 
21, prima di mezzodì, al quartier generale di Bologna (2) 



^1) Bonaparte scriveva al Direttorio {Corresv- de N. ed. cit. I, p. 516 
n. 663 j che Forte Urbano era in ottimo stato di difesa per il muro di cinta, 
i bastioni e le fosse piene d'acqua. V'erano, oltre le artiglierie, 5000 fucili di 
ottimo modello e provviq;"ioni per quattro mesi. Il presidio era di 300 uomini. 
« Il Rondinelli — narra il Lombardi nella sua Cronaca di Modena a p. 11 (citato 
dal Fiorini p. 488). » — venne fino a Modena a portare le chiavi in mano 
del Bonaparte 

« Questi sì meravigliò anch'esso al vedere il Rondinelli venire negli 
Stati altrui a cedere la sua fortezza e gli disse : « Ma non sa il Sig. Coman- 
dante che rende, cosi facendo, il Forte a discrezione ? t Confuso rimase il 
Rondinelli e partì... » A giustificazione del povero Rondinelli, così da tutti 
bistrattato, faremo soltanto osservare cln gli ordini tassativi di Roma erano 
non solo di non far resistenza ai Francesi, ma anzi di accoglierli come amici 
nel loro passaggio. 

(2) Quest'ordine si trova registrato nelle Corresp, de Napoléon I (ed. cit ) 
I, 511, n. 658 : Au Lr'gat du Pape a Ferrare — Quartier general, Bologne, 
2 Messidor an. IV. 

« Le general en chef de l'armée d'Italie voua donne Tordre, Monsieur> 
de vous rendre avant midi, domain, à son quartier general, à Bologne >. 



La sommossa e il sacco di Lugo 47 

In seguito a quest'ordine perentorio, le tre autorità si 
in sero in viaggio per recai'si a palazzo Pepoii ad au 
dani cerbtim. 

II cardinal Francesco Pignatelli, Legato di Fei 
appartenente a una delle più illustri e aristocratiche e 
di Napoli, era — per concorde testimonianza di chi I 
nobbe — uomo di carattere duro, focoso ed altero, e 
riva fieramente i democratici e la democrazìa (1). Ree 
al quartier generale, dovette fare « più d'un'ora di ar 
mera, sedendo in sala coi servitori »; ammesso flnaln 
« all' udienza del Sultano >', si senti dichiarare cosi a bi 
pelo da Bonaparte « ch'egli era suo prigioniero di guei 

A queste parole « rise il Cardinale, e con la mag 
vivezza e dignità » gli fece osservare che il Papa * 
era punto in guerra colla Francia ; glie ne dette le p 
ma niente servì a dissuaderlo (2X Bonaparte lo depose 
sua carica di Legato e lo tenne in custodia nel pa 
arcivescovile di Bologna, lasciandolo partire solo il 2c 
gno, quando fu tornato sano e salvo da Roma il man 
Aiigelelli, ambasciatore bolognese presso la Santa Sec 



(1) Cosi !o descrive Moosigrnor Baldaasari nell'op. cit p. 13.1. Ci 
dieio del Batdassari s'accorda il Cardinal Pacca, cho nelle sue Marno: 
HI cap. IX p 391) lo dice • Porporato degnissimo, di carattere al 

(2) Traggo queste interessanti notizie da una lettera scritta i 
Francesco Evangelisti in data di Bologna, 22 Giugno, o pubblicata in 
Ugio Vaticano cit. p. 412. 

(3) Nella Istoria di Lii/jo '-he incomin'^i/i tìalVanjio 1736 e fiiuifn 
Vanno i830 di Don Tommas', Bal/'rati, MS. della Kiblioto'^a Comiinal'' i 
è notato che il 23 Giugno il Legato Pignatelli • pasH^ dalla noHtra r 
Lugo facendo viaggio per Roma. • 



48 A. Lazzari 



Il Castellano fu licenziato ed ebbe Fordine degli arresti 
in città, il Giudice dei Savii invece fu « ricevuto con buona 
grazia » (1). Il generale gli disse « die il Ferrarese spet 
tava per conquista alla Repubblica francese, ma però dava 
a lui ed al General Consiglio (il Consiglio Centumvirale) il 
potere Legislativo e Governativo, dovendo però il Consiglio 
stesso, a nome di tutta la popolazione, prestar giuramento 
di fedoltà » (2). 

Il marchese, per ordine di Bonaparte, ritornò la sera 
stessa del 21 a Ferrara: il giorno dopo il Consiglio Cen- 
tumvirale giurava fedeltà e obbedienza alla Repubblica 
francese « salva la religione, la proprietà e le persone ». 

Bonaparte voleva accordare al Consiglio Centumvirale 
le stesse facoltà concesse al Senato di Bologna, ma « per i 
maneggi di alcuni cittadini » il Consiglio delegò i suoi po- 
teri al Magistrato dei Savii ^ (3) una specie di Giunta comu- 
nale, composta di dieci membri, che — come è noto — 
era eletta nel seno dello stesso Consiglio. 

Così il civico Magistrato dei Savii, presieduto dal To- 
deschi, assumeva il governo della città e della Legazione 
a nome della Comunità di Ferrara, che si intitolava « fran- 
cescamente » Municipalità (4). 



(1), (2) e (♦■») Desumo queste notizie da una nota ms. che precede una 

BAOCOLTA degli OBDJNI, avvisi, proclami CtC. PUBBLICATI IX FEBBABA DALl' INGK£SS0 
de' FBANCESI nel FEBBABESE sino All' istituzione dell' AMMINISTBAZIONE CBNTBàLE, 

ossia dal 20 Giugno sino al 1806, in 11 volumi — raccolta che si conserva 
nella Bibl. Com. di Ferrara. 

(4) I begli spiriti, che non mancano mai, fecero V anagramma della pa- 
rola Municipalità e ne uscirono le frasi : « Capi mal uniti — Ti manca il 
più — Tu la inciampi •. 



La sommossa e il sacco di Lugo 49 



La mutazione di governo si compiva così senza scosse, 
senza proteste, senza rumoi-i. 

Nella notte del 21 era fuggito verso Roma il Vice- 
Legalo monsignor Michele La Greca, l'ultima delle autorità 
costituite rappresentanti il governo : la mattina del 22 il 
marchese Camillo Bevilacqua era nominato « grnn Provve- 
ditore per le truppe Italiane e Capo popolo >, e nel pome- 
riggio erano levati gli siemmi del Papa et al Duomo, allo 
Studio pubblico, al volto del Cortile, alla piazzetta ed alla 
Gabella . 

Mentre un corpo di circa mille Francesi, condotti dal 
^'^nernl di bi'igata I^obert, entrava il 23 Giugno per porta 
S. Paolo nella vecchia capitale degli Estensi, Bonaparte — 
auspice il Ministi'O di Spagna Azara — firmava col pleni- 
potenziario pontifìcio, marchese Antonio Gnudi, l'armistizio 
di Bologna (1\ in virtù del quale l'esercito francese rima- 
neva in possesso delle Legazioni di Bologna e Ferrara. 



(1) L' armistizio di Bologna fu diversamente giudicato dai contempora- 
nei o dagli storici Tre sono le opinioni prevalenti. Secondo alcuni esso fu un 
insuccesso diplomatico di Azara, ma un insuccesso dovuto alla gravità eccezio- 
nale degli avvenimenti svoltisi nel breve giro di pochi giorni, e specialmente 
alla defezione del Senato bolognese. Secondo altri fu un trionfo politico di 
Bonaparte che, con destrezza pari alla slealtà, si fece giuoco del Ministro di 
Spagna, burlandolo solennemente (così pensano l' avv. Pozzi Stoffl : Lettera 
alla Reggenza di S. Marino del 22 Giugno 1796, citata dal Fiorini, voi. cit. 
p. 514 n. 1 e lo storico Bu Teil op. cit.). Secondo altri infine T armistizio del 
23 Giugno è il frutto di un tradimento, o per lo meno della complicità del 
mediatore (Baldassari op. cit. etc. Artoudj Vie de Pie TU - I, 22). 

È interessante vedere quale sia l' opinione dei due principali attori : 
Bonaparte e Azara. 

Bonaparte, dopo aver dichiarato in una lettera al Direttorio del 21 Giu- 
gno {Corresp, d. iV. l, p. 522 n. 665) che egli faceva un armistizio non coll'eser- 
cito papale, ma colla canicola, e dopo aver fatto chiaramente comprenderò 



50 A. Lazzari 



Tutto cedeva innanzi ni prestigio dell' armata l'cpiib- 
blicana vittoriosa e al terrore che essa incuteva nelle po- 
polazioni e nelle esterrefatte autorità, le qunli non sussiste- 
vano più che di nome. 

Da Bologna, centro d' irradinzione, le trupp*^ francesi 
si spargevano nelle Provincie circonvicine. 



che, colle forze di cui disponeva, gli era assolutamente impossibile avventu- 
rarsi in una spedizione contro Roma, a tanta distanza dal teatro della g'uc ira 
e quando più g-li Austriaci minacciavano la Lombardia, in un'altra lettera del 
26 Giugno {Corresp. cit p. 535 n 685) esce in amare querele e si duole di 
non esser riuscito a imporre ni Papa la contribuzione di 40 milioni, o alni no 
a far comprendere nelle clausole dell' armistizio ia cessione del tesoro di 
Loreto; e rovescia tutta la colpa sulla poca accortezza dei Commissari civili 
che si lasciarono carpire il gran segreto, questo cioè che l'esercito non era 
assolutamente in grado di marciare contro Roma. 

In poche parole A zara sarebbe stato un astuto negoziatore, e i gabbe: ti 
sarebbero i Commissari civili, lui e la Repubblica, che avrebbe perduto 10 
milioni. Si capisce che Bonaparte non era sinrero quando scriveva questi 
lettera, e aveva le suo buone ragioni per nascondere la verità Egli volava, 
senza parerlo, giustificarsi di non aver fatto la spedizione contro Roma che, 
a malgrado di tutto e ad onta di Oifni difficoltà geografica e strategica, era l'aspi- 
razione costante del Direitorio , e coglieva in pari tempo la prima occasione 
che gli si presentava per gettare colpe immaginarie sugli invisi Commissari 
civili, che intralciavano la sua politica ed erano i vampiri dei popoli conqui- 
stati e i referendarii ufficiali di quegli Avvocati del Lussemburgo che 1' e- 
roe in cuor suo profondamente disprezzava. 

A zara a sua volta sente il bisogno di giustificarsi davanti alla Corte di 
Roma, dopo le spavalde millanterie e le ampollose promesse fatte a Milano. 
Egli si atteggia a vittima ; parlando degli avvenimenti di Bologna , usa la 
parola « tragedia » e dichiara che la sua testa e il suo cuore non reggono ad 
una simile tempesta (Lettera di Azara a Zelada (?) da Bologna, 22 Giugno, 
Spicilegio vaticano voi. cit. p. 407). Dice che ha veduto gli ordini del Diret- 
torio che non potrebbero estere « più atroci e bestiali », che tutte le città 
« fino a Ravenna > (e non pare che ciò risulti dai documenti) hanno inviato 
Deputati « per offrire dennaro ed ubbidienza ai Francesi » (Azara a Pio VI 
- Bologna 24 Giugno - Spicilegio vaticano, voi. cit. p. 422). e con elude : • Fi- 
nalmente vedendo sacrificata la Religione, il Papa e tutta Roma sottoscrissi 



La sommossa e il sacco di Lugo 51 



Piuttosto che di occupazioni militari, si trattava di 
A'ore e proprie scorribande, collo scopo determinato di far 
))ottino, sei'bando un ordine prestabilito e un'apparenza di 
legittima conquista. 

Occorrevano cannoni e obici per il blocco di Mantova^ 
fucili, munizioni e vettovaglie per V esercito, oro per V e- 



ieri a sera con Gnudi T indcg>no trattato ». Lo stesso trattato è da lui espli* 
(itair.Gnte chiamato, uella lettera a Pio VI, • iniquo, barbaro , ed ignomi- 
nioso. • Manco male cho il superilo Spag-nolo lo riconosceva! 

Quando i! corriere recò a Hoina la prima notizia della conclusione della 
l)acG, nell'esultanza gentralo A zara fu salutato protettore e salvatore di Roma, 
ln^ appena si conobbero le durissime condizioni, cominciò a insinuarsi nej- 
V .inimo di tutti ia difiidenza e si finì col sospetto di tradimento. Certo vi fa 
doli' esagerazione, ma tale opinione par quasi confermata dal severo giudizio 
r' o di questo trattato di- de il cav. Artaud, ex-sogretario della legazione fran- 
cese a Koma durante il Consolato, nella sua Yie de Pie VII (T. I. pp. 18-19). 
L' Artaud dico che l'armistizio non conteneva nulla di positivo, di chiaro ©^ 
<Ii preciso, che alcune clausole erano inusitate e feroci e che quel trattato non 
era altro so non un primo colpo diretto al Papato, in attesa di un secondo 
che r abbattesse del tutto. 

Forse anche 1' Artaud qui ha caricato le tinte: ma è certo che T Azara, 

])oco tenero della S. Sede, curò sopra tutto gli interessi della Spagna, o m.e- 

\^\\o quelli del Ministro Godoy, suo padrone. Il Godoy, com« già ho fatto notare, 

desiderava il trionfo delle armi francesi in Italia ed aspirava alla promessa 

spartizione del dominii temporali della Chiesa, è naturale quindi che l'armistizio 

di Bologna , così favorevole ella Repubblica e disastroso per Roma, dovesse 

stipularsi colla piena connivenza dell'ambasciatore spagnolo. Egli, di fronte 

alla Corto Romana, volle salvare le apparenze e fece mostra che i patti di Ho- 

loirna gli fossero quasi strappati dalla viohmza dei conquistatori, ma non ò 

affatto ammissibile che il Direttorio e Bonaparte , i quali in ogni menoma 

circostanza ostentavano la più assoluta defeienza verso la Spagna, la cui a- 

micizia era in allora preziosa, si prendessero giuoco del suo ambasciatore e 

lo trattassero come un fantoccio. 

Se non vi fu vera e propria complicità da parte di Azara, vi fu certo 
una tacita condiscendenza del diplomatico spagnolo per le pretese di Bona- 
parte : Pio V^I aveva avuto l'intuito giusto, quando voleva a ben altri af- 
liJare l' incarico delle trattative coli' esercito repubblicano. 



52 A, Lazzari 



rario (\snusto della Repubblica, oro per saziare le bramose 
canne dt»i Commissarii civili; e quindi, colla massima re- 
golarità, si vuotavano le pubbliche casse, si spogliavano i 
Monti di pietà, si imponevano enormi contribuzioni in da- 
naro e in natura, si sequestravano le artigliei^ie e ^li attrezzi 
d^ uso militare, si intimava la consegna di tutte le armi. 
si requisivano cavalli, buoi e ogni sorta di derrate. 

I Francesi si erano formati un piano invariabile, che 
seguivano puntualmente ogni volta che dovevano occupare 
una città o una provincia. Essi l'avevano già sperimentato 
in Lombardia con ottirni risultati : la guerra doveva ali- 
mentare la guerra. 

II 22 Giugno Imola era occupata dal tenente colonnello 
Arnaud con 600 soldati di fanteria, 100 Cacciatori a cavallo 
e due cannoni (1). Imola era la prima città della Romagna, 
ossia della Legazione di Ravenna, che si incontrava per la 
via Emilia venendo da Bologna. Nessuno fiatò : colle au- 
torità pontificie civili e militari si poteva tutto osare. 

Il giorno 24 il piccolo corpo di truppa che era entrato 
in Imola, lasciata quivi una guarnigione irrisoria, si mette- 
va in marcia, alle tre del mattino, verso Faenza (2). 

Lo raggiungeva poche ore dopo il generale Augereau, 
venuto da Bologna in carrozza di posta. 

Tale era lo sbigottimento e il timor panico da cui tutti 
si trovavano còlti all'arrivo dei Francesi, che il Magistrato 



(1) Cfr. la Corresp. d. n I. 524, n. 670 e il Giornale del Magistrato 
d^ Imola T. XXIV ( r Luglio 1795 - 30 Gennaio 1797) che si conserva nol- 
rArchivio Comunale d' Imcla. Vedi sotto la data del 22 Giua-no. 

(2) Archivio Comunale d' Imola Giornale del Ma'iisirato T. XXIV cit. 
sotto la data del 24 Giugno. 



La sommossa e il sacco di Lugo 53 

■d^ Imola non solo provvide abbondantemente alla truppa 
viveri, foraggi e quartieri, ma si fece anche premura di inca- 
licare il conte Francesco della Volpe e il conte Alessandro 
Passatelli perchè, a nome della Comunità, si presentassero 
alla carrozza del generale « per complimentarlo », e lo stesso 
cardinal Chiaramonti, vescovo d* Imola, andò in persona a 
fargli ossequio (1). 

Quando poi, la mattina del 24, Augereau entrò in Faenza, 
che due giorni prima era stata frettolosamente sgombrata 
dal colonnello pontifìcio Pallotta e dalla sua truppa, il Ma- 
<>istrato andò solennemente a incontrarlo a Porta Imolese 
(2) e la popolazione mostrò di accogliere i Repubblicani col 
più vivo entusiasmo. 

Un piccolo distaccamento era poi mandato da Faenza 
a prender possesso di Forlì (3). 



(1- Giornale del Magishato cit. e. 44 t. 

(2) M€morie storielle di Faenta raccolte dal Sac. Francesco Peroni Man- 
sionario, in appendice al T. II. degli Annali della città di Faenza dal i600 
sino al 1760 del Borsieri, M. S. nella Biblioteca Comunale di Faenza. 

A titolo di curiosità, citiamo l'ordine dato da Bonaparte a Augereau pri- 
ma di partire da Bologna : 

Au general Augereau, Quartinr general, Bologne, 5 messidor, an iy(23 
Juia 1796). Il est ordonné au general Augereau de se rendre de sa personne 
à Imila, Olì il doit avoir envoyé 1,000 hommes d* infanterie, 200 chevaux et 
(leux pièccs de canon. Il se porterà avec ses troupes à Faenza, où il fera 
désarmer tous les habitants. Il fera transporter les armes a Bologne. Il fera 
enlever toutes lescaisses ainsi que tous les objets qui s* y trouTent au mont-de- 
piété, hormis ceux au-dessous de '^00 livres, lesquels seront resti tués à ceux 
«uxquels ils peuvent appartenir etc. 

Corresp. d. n, cit. I, 533, n. 682. 

(3) Faenza fu sottoposta subito alle requisizioni. 

« Si fece una requisizione generale - (scrive il faentino Peroni, sotto la 
data del 24 Giugno, MS cit.) di tutte lo armi de* particolari che tra schioppi 
« pistole portate via si caricarono 25 carra II santo Monte di Pietà fu spor- 



54 À.^ Lasseari 



Imitando alla lettera il procedimento tenuto da Bonn- 
parte col Legato di Ferrara, Augereau spediva tosto a Rn- 
venna un sergente, che recava al cardinal Dugnani rordine 
jierentorio di trovarsi il giorno dopo al suo quartier fjenc- 
rale di Faenza (1). 

Il cardinal Antonio Dugnani, che dulFOttobre dd"anno 
precedente reggeva l'importante Legazione di Ravenna, do 
vétte ubbidire all'ingiunzione, e il 25 si presentò airAug^Mcnii 

Non sappiamo in quali termini fosse il colloquio tra 
il parigino generale repubblicano e monsignor Dugnani, clu: 
dt Parigi era stato per vari anni in qualità di Nunzio apo- 
éloiico alla corte di Luigi XVI, e àw.va dovuto, n»»! Maggio 
del 1791, abbandonare la Francia per l'oltraggio fatto dalla 
jilébe della capitale alla persona di Pio VI. 

Augereau in costanza non faceva che eseguire, inter- 
pretandoli a modo suo, gli ordini di Bonaparte, il quale gli 



ffliato degli oggetti i più preziosi, eccetto i pegni dei poveri, che gratis fn- 
ro&o restituiti ai loro proprietarii. Fu imposta una contribuzione alia p'oviii- 
cia di Ilomagna di due millioni (sic) e qujittrcocnto mila lire toriiesi, le quali 
ripartite, pagò Faenza di sua porzione 248800 lire, che formano romani scu- 
di 44.784,54 per pagare la qual somma la nostra città richiamò lutti gli aigcenti 
déUe chiese e de* particolari... * 

Anche a Forlì furono requisite le armi da fuoco e da taglio. Si dovei- 
terb depositare gli ori e gli argenti delle Chiese e dello comunità, religioso 
per pagare la quota della contribuzione di 40 000 scudi romani, e il Monte di 
Pietà fu spogliato di ori, argenti e gioie per un vai or j che, s©c »ndo A. Tre- 
centi, che ha lasciato un ricordo deli' invasione francese in appendice alle 
sue Memorie di casa Monsignani { Codice della famiglia Sassatolli di Iniclal, 
ammontava a circa 384000 scudi. 

A Imola la requisizxond dello armi fu imposta solo il 27 Giugno (cfr. 
Giornale del Magistrato cit. sotto questa data) e il giorno dopo ai ordinò 1» 
consegna degli ori o degli argenti per la e ontribuzi-one. 

(1) Du Teil op. cit. p. 135 - Fiondtini. Annali Ravennati, MS nclla^ 
Olassense di Ravenna, T. 111. p. 234. 



La sommossa e il snceo di Lug§ 55 



aveva prescritto di occupare Faenza e di imporro alla Ro- 
marina una contribuzione di 2400000 lire , metà in dciiaro 
e metà in derrate. 

Tutte queste operrizicni doverono essere roìidotte a 
termine la J»era del 26, in nnodo che !•' n uppi* fossero pronte 
— in caso di necessità - a ritirarsi da Fiicnz?» (1;. 

Bonaparte violava dunquti l' nrmistizio (\\ Bolo^Mia 
nel giorno stesso in cui lo firmav;i i2ì; ve^o ò che l'ar- 
dito conquistatore, non indegno disc^^polo di Machiavelli, 
aveva previsto il caso quando airarticolo ^\ con cui si stabi- 
liva la somma che il Pa|)a doveva pasare alla Repubblica, 
(21 milioni di franchi) aveva a^'giiniTo una clausola, colla 
quale dichiarava che tale sommi ♦ era affatto distinta dalle 



il) L'ordino di Bon;ipa'te al g-oneralo Ano-orcai^ in data del 23 Giugno. 
( n. 682 della Cor/*, ó, N.) che g-i^ alibianu» citalo, ]»rrs(TÌvcva : 

< il imposora une coiitributio • sur tonto l.i p. ovince de la IJomagne 
de 1,200,000 livros en arfront et 1,200,000 rn denrés, poiir à-compto desquelles 
il prondra 1,000 chovaux etc .» 

31 s'arrniigera de manière que toutes ces oj érations soient teiminées 
le S (mtssirior^ ossia i7 i?0 Giiuirìo) au soir, et qu» Ics troupe s puissent, s' il 
i st nécessaire, évacuer la ville de Faenza ». 

(2) L'articolo 5*^ dell'armistizio suonava cosi: 

« L' armée fra«<,^iis« contif.uera de rest^ir en posscssion dcs Légations 
de Bologne, Ferrare, et evacuerà cello de Fa*^nsa » 

La parola « Faenza » era stata una svista del segretario generalo al- 
l' ntto di stendere gli articoli dell'armistizio. Egli avrebbe dovuto scrivere 
« Ravenna » o • Romagna », perchè non v' era che una Legazione di Ra- 
venna o di Homncn*», di cui Faenza faceva parte. 

L'errore eia sinto involontario? o na^cocdeva un tranello per aver 
campo di estendere la r;ipina?II rovere marchese Antonio Gnudi era trop- 
po conffso per badare a tali inezie di nomenclatura, e forse Aznra, o per una 
ragione ò per 1' altra, lasciò correre Kgli però do\ette litornarc sulla questione 
di nome, quand«- a Firenze, il 1"* Luglio, richiamava Bcnaparto all' osservan- 
za dell' articolo 5* 



56 A, LaMMari 

contribuzoni già prelevate o da prelecarsi nelle Legazioni 
di Bologna, Ferrara e Faenza (sic) » (1), venendo ad am 
mettere cosi implicitamente il diritto di imporre tali tributi. 
L'armistizio firmato a palazzo Pepoli non poteva contenere 
per la Santa Sede condizioni più disastrose. 

Ma per quanto il Bonaparte fosse spregiudicato nella 
sua politica e non si facesse il menomo scrupolo di man- 
care alla fede dei trattati (e V impresa di Livorno lo prò • 
vavaj l'occupazione militare delie città di Romagna e l'im- 
posizione del grosso tributo di guerra parvero violazioni cosi 
impudenti che, spinto anche dal fermento in cui si trova- 
vano i Romagnoli, T inetto o inficio mediatore Àzara si cre- 
dette in dovere di intervenire. 

Il 30 Giugno, a Firenze, dopo un banchetto che il mini- 
stro francese Miot aveva offerto nel suo palazzo di via di Pinti 
all'eroe reduce da Livorno, T ambasciatore • spagnolo pre 
senta va al generalissimo un memoriale, in cui richiamava 
l'attenzione di lui sulla malafede dei Francesi nciresecuzionc 
dell'armistizio di Bologna. (2) In questo memoriale l'Azara 
faceva osservare die la Romagna era in fermento in causa 



(1) L'ultimo paragfrafo dell'articolo 9^ é appunto questo: 

« La somme de ving-t et un millions porlée dans le présent article est 
indépendante dos contributions qui sont ou seront levées dans les Légalions 
de Bolog-ne, Ferrare, et Fatma ». 

(2) L' Ab. Evangelisti dà conto di questo colloquio di A zara con Bona- 
parte in una lettera da Firenze del 30 Giugno, i^ubblicaia in ^S/>icilegio va- 
ticano Voi cit. p. 424. 

« Torna il Cav. dal pranzo (offerto dal ministro Miot). Avendo tirato in 
disparto Bonaparte, gli ha dato »na memoria, che aveva precedentemente 
preparata sul!' affart-e di Romagna. Ha avuto in risposta che dopo dimani 
arrivano da Livorno Saliceti e Garrau coi quali s'accomoderà l'occorrente. 
Il Cav. ha insistito per un riparo sollecito i^er prevenir disordini. • 



La fonimossa e il sacco di Lugo 67 

delle contribuz'oni che le si imponevano e da cui si cre- 
deva esente in forza dell'armistizio, notava che la popola- 
zione era indignata, che vi erano bande armate, che molti 
emigravano e che tutto faceva temere lo scoppio di una 
sollevazione generale (1). 



(i) Nello SpiriUgio IVr^'cawr, Voi. cit. p. 429 è pubblicato per intero il 
memoriale presentato da Azara a Botiaparte. Eccolo : 

« Le chevalier Azara vient de rccevoir par un Courrior fle Boulog-no 
(sic) (les nouvelles les plus facheuses de la Romagne. La Province est pre- 
sque toute en insurrcction à causo des contributions, qu^ on exige et dont 
Alle croiait cn étro exenipto on vcrtu de rarmisticc signé à Boulogne. Les 
Ministros du Pape et les gens sensées ont cHÌmé le peuplo dans . plusieurs 
villes, mais il y abeaucoup de gens armée et on craint uno explosion ge- 
neral. L* cmigration est aussi fort. • 

Il cavaliere si rivolgo al Bona parto perchè prenda tosto un provvedi- 
mento : • Une declaration prompte qui rassùrat la Komagno de contnbuer, cal- 
merait tout ■; e lo richiama al T osservanza iloll* articolo 5**, dimostrando come 
l'erronea espressione : « Legation de Faenza ■ non valga a giustificare V in- 
vasione della Romagna. 

Riportato per intero l' articolo 5**, il memoriale prosegue : Après un ar- 
ticle aussi clair et positif lo Chevalier ne comprende pas sur quel fondament 
on comm'^t des exactions et vtxations dans une Province, formellement c- 
xempto des contributions et de 1* empire de l' armée franca i se, car qu' on T a- 
pronne (sic) pour Legat on de Romagne ou do Faenza, il s(ra toujours crr- 
tain qu' elle est compris>e dans les états du Pape qui doivent jouir do l'ar- 
niistice, autrement Rome memo no serait point exempte et continuerait daus 
V état de guerre. » 

È curioso il modo con cui Bonapai te si)iega V affare al Direttorio : 
(Corr, de N, L n 710 - Bologna 2 Luglio >• 

« Le traité d*armistice pone que noup continuorons à percovoir des 
contributions dans la Legation de J-aenza, mais il n' y a pas de legation 
do Faenza, mais bien une Legation de Ravenr?, dont Faenza est la princi- 
pale ville M. Azara conclut de là quo nous ne ('^ivons lever des contributions 
quo dans la ville de Faenza 

Il est clair que e* est uno chicane déplacóe etc. » 

Azara poi scriveva ni Principe della Pace il 3 luglio da Firenze: • 11 
general Bonaparte, interi re tandc il trattato a suo modo e colla sua solita 



r)8 A. Lazzari 



Bonaparte sotto -^ic risso allofa con Azai-a, il 1.^ Luglio^ 
la Convenzione di Firenze, in forza clnlla qimlo il Papa si 
sobbar.\'ìva a pagare la contribuzione di 2400000 Vive im- 
posta alla Romacjna e il g»^neralissinio ritirava iniruediata 
mente le sue truppe dalla Legazione di Ravenna (1). 

A malgrado della convenzione di Firenze, i Fi-ance?i 
sgombrarono da Ravenna e dalla provincia soltanto il 4 
Luglio. 

Il quadro della situazione in Romagna, sbozzato ii> 
poche linee da Azaia n(4 suo memoriale, su informazioni 
ricevute da Bologna, corri^pondcv.» perfetta m^-mte alla verità. 

La Romafìna fremeva di ved-»rsi ti- ittati come p «esc 
di conqui^^ta in onta delT armistizio concluso, ratificato e 
pubblicato (2). Le Oiliose contrilìuzioni, l», requisizioni delle 
armi da fuoco e dei cavalli, le ruberie, il sacchepgio dei 
Monti di pietà, ove era « il sangue dei poveri », avevano 
finito col l'esaspera re anche i contadini e il popolo minuto, ch^ 
già in ant(^cedenza avevano imparato :i orliare i Francesi 
eretici e n»gicidi. 

Solo l'audace baldanza (\o\ conquistatori e il terrore 



v'oVnza, ha intaso La provincia dolia RorriTsrna o It) Iia impopto contribu- 
zioni, conio se non fos-o compresa nel trattato. C ò ha sollevato la popola- 
zione... » Dalla Corrispovfdenza d p'O^i'iiìra di Azarn coi I*r v^ìpe d^lfn Paef\ 
tratta (hnir Archivio Plcnares di Alcalà o pi))bli.-.'ita in appcn'lici.» nll' op. cit- 
del Séclié. p. 187. 

(ì) il tosto della Coavonz ono di Firenze è piibb icatj nella ("orresip d- 
N. I, òó;, n. 706 

(2) ?iinr'ìn Antonio Febbri • M^^morio d- Ila ^-ittà di Cest-na » sotto la data 
28 Giug-no « I Deputati Provine a i risolvettero y rima Ji fnre tnlc pa^'anirnto 
(della (;oyf tribù iion^. imonsln alla Fomor/on) rendere intr-so il Pnpa di tale 
ju «Travio che si soffriva nel tempo che era p>:bblirato l'Armistizio tra esso od 
i Francesi »• Dall'eptr^tto pubblicato dnl Fiorici, Voi, cit. p. 525 



La sommossa e il sacco di Lugo 5& 

che essi ispiravano alle classi privilegiate, timorose di rap- 
presaglie e di feroci vendette, bastavano a mala pena a 
ti enare 1' effervescenza popolare. 

Era del resto lo stesso fenomeno che si era manife - 
stato poco prima in Lombardia, nel Tortonese e nei Feudi 
imperiali del Genovesato. 

L'esempio delle barbare repressioni di Rinasco, di 
Pavia e di Arquata e le fiere minacce del vincitore non 
bastavano a contenere Tindignazione del popolo che, traboc- 
cava e si rivelava con manifesti se^ni, dando orifjine a fatti 
isolati che i cronisti locali registrano e che, insieine ricol- 
legati, sono un indice significativo del sentimento popolare 
nelle Romagne durante questo periodo 

Castelbolognese, da pochi giorni riunito allo Stato di 
Bologna e venuto perciò in dipendenza della Repubblica 
francese, era in fermento. Un forte partito s' eia subito- 
dichiarato avverso a questa annessione , sicché fin dal 22 
GiuQno il cittadino Giovanni Damasceno Bragaldi, uno dei 
tre inviati a Bologna per prestare giuramento di fedeltà alla 
madre patria, invocava l'invio di un presidio di '< fratelli 
repubblicani »•. Il proconsole e i consiglieri del Castello si 
sentivano impotenti a mantener l'ordine contro le provo- 
cazioni del partito avversario e chiedevano con insistenza 
soccorsi al Senato bolognese, che non poteva disporre di 
un sol uomo armato (1). 

Ravenna, occupata dai Francesi il 26 Giugno, era tutta 
in orgasmo. Augereau, appena entrato in città, poche ore 
dopo la partenza del timido cardinal Dugnani, al quale 



(1) Cfr. i documenti pubblicati dal Fiorini. Voi cit. pp 500-304. 



<iO A. Laggari 

aveva arrogantemente intimato Io sfratto (1), pubblicava un 
ampolloso proclama, raccomandando ai cittadini la calma, 
assicuiando le « anime timide • che i Francesi erano venuti 
per protegge! e l'innocenza, la probità e la virtù • e « per 
mettere un freno al delitto a*. 

€ Se la disgrazia delle circostanze — continuava il 
proclama — ci foi'za ad esigere da voi dei soccorsi in nno 
neta e in derrate, per compensarci delle spese immense 
alle quali ci ha obbligato la guerra ingiusta e crudele che 
ci fanno i vo:dtri tiranni, non ripetetelo ciie da essi, che 
non hanno valut^ito punto li nostri ed i vostri travagli. 
Siate convinti sopratutto die la nosti-a intenzione è di sol- 
levare rindigenza ed evitar Tingiustizia > (2). 



(1) Avendo saputo ch« il Cardinal Dug ani, parUndo da Faenza, aveva 
proniinciato parole di minacc a contro i pubblici funzionari che avevano ac- 
colto favorevolmente i Franfosi, Aujjerear. ;»li mandò un ufficiale a intimar- 
gli di partire immodiatimente dalla Legazione (Cfr Da TeiL p 18t>). 

11 generale entrò in Ravenna per porta Sisi, alla testa di uno squa- 
drono di conto Cacciatori a cavallo (non dragoni, come or» oneamenle li chia- 
mano i cronisti). 

(J) Riportiamo per intero l'interessante documento, facendo notare che 
esso ha pr«sso a poco l'intonazione dc^l proclama dirotto da Booaparte Al 
popolo della Lombardia il 19 Maggio 1796 (Cfr Conesp. d N. I, 359 n. 453) 

Dal QUABTIEK OEXEKALE DI RÀVKNNA, Li 8 MeSSIDOS, QUARTO ANNO DILLA SK- 

PUBBLICA FBANCB8K, Il 4^6 GiugMo 1796 i II generale divisionario Augereau, 
comandante le truppe francesi in Bologaa, Ferrara e Romagna 

Agli abitanti della Provintìa 

La voce menzognca della calunnia ha prf^cfduto presso di voi V arrivo 
dell' armata vittoriosa dei Francesi. Voi avete prostato orecchio agli assurdi 
rumori che si seno sparsi ; avete temuto per vo) e ])er le vostre propr età ; 
molti ancora hanno, per un terrore senza fondamento, abbandonate le loro 
-case, per evitare la presenza di un'armata tanto genero:=a o magnanima, 
quanto grande , coraggiosa e potente. Rassicuratevi , o anime timide ; e voi , 
bocche perfide, cessate dì spargere sopra di noi il v stro veleno Noi siamo 



La sommossa e il sacco di Liigo 61 

La gravosa contribuzione di guerra, il saccheggio del 
Monte di pietà — more solito — la rapina delle cas-o pub- 
bliche, la requisizione delle armi e dei cavalli erano il com 
penso che i Francesi esigevano per i « travagli » sofferti 
nella loro passeggiata nnilitare alla città decrli esarclìi 

Il giorno dopo Augereau, ch'era rimasto solo n coman- 
dare il corpo d'occupnzione nelle Legazioni dopo la par- 
tenza di Bonaparte per la Toscana (1), ritornò in frr«tta a 
Bol(>gna e lasciò a Ravenna il Commissario di guerra Fran- 



qui per protcgg-ere l'innocenza, li probità e la rirti\ ; noi si/imo qui «ancora 
per mettere un fieno al delitlo. Le ro-tre lo£>g"', i vostri usi, i vostri ccstu- 
mi, la vostra reliffiono, lo vostro donno, i vostri figli, i vostri vecf'lii sono 
per noi oggetti sacri : essi saranno rispottati. Se la disgrnzia doUe circo- 
stanze ci forza ad esigere da voi dei soccorsi in moneta e in derrate per 
compensa'-ci delle spose immense allo quali ci ha obbligato la guerra in- 
giusta o crudele che ci fanno i vostri tiranni, non ripetrtelo cho da essi, 
che non hanno valutato punto li nostri ed i vostri travagli. Siat© convinti 
sopratutto cho la nostra intenzi'^r.e è di sollevar V indigenza ed evitar 1' in- 
giustizi'*- 

Ritornito dunque nd abitire lo vostro ra«50 voi che n^ siete stnti al- 
lontanati dall' imoostu'-a : vente ad escrMtare noi seno della tranquillità le 
virtù, cho coitituiscono il buon cittadino e l'uomo dabbene. 

Noi esigeremo '"a voi che non facciate cosa alcuna che possa nuocerai 
e vi promettiamo protezione e giustizia. 

(1) Bonaparte, la mattina del 24 Giugno, partì da Bologna e andò a 
Modena e di là, per la nuo-a via da Rubiera a Pistoia, si recò in Toscana por 
dirigere l'impresa di Livorno. 

Nel GìnrnoU flel Mnqistratn d'Imola T. XXIV, e. 47t si logore: 

* Adì 27 Giugno 1796 — Alle ore 14 circa (d' Italin, eorrispondrnti allo 
10 antimerirliane) è giunto il Sig Generale Augercan, il cjua'e dopo brevis- 
sima fer-nata fatta alla Posta.. . ha pros'^guito il viaggio ver Bologna con i 
cavalli di posta • 

Quanto alla truppa rimasta a Ravenna, veli la lettera st^ritta da Au- 
gereau al Quarticr Gon- ral^ il 27 Giui.'rjo, ^he ò citata dal Du Tati p. lOR, nr ta 1. 



62 A. LaMsari 



Cesco Deschamps, incaricato di ricevere le contribuzioni ; e 
con lui una compagnia di fanteria e dieci Cacciatori a ca - 
vallo, sotto gli ordini di un ufficiale di stato maggiore. 
Fu allora clic circa cinquecento contadini delle ville di 
S..int(M*na, Alfonsiin^ e Piangipa'»e, i-accoltisi tumultuaria 
mente a Borgo Adriano, si sollevarono rifiutandosi di cedere 
le armi che, secondo la solita intimazione, dovevano deposi- 
tare a Ravenna. 

Erano istigati da un certo Alessandro Perugia, e fu- 
rono necessarie le calde esortazioni e le vive preghiere 
deir Arcivescovo monsignor Antonio Codronchi (1) e del 
mai'chese Camillo Spreti, i)er ridurli alla ragione e impedir 
loro di massacrai-e i pochi Francesi che occupavano la 
città (2 . 

Una Involta assai più grave scoppiavi poco dopo a 
Cesena. L'eccitazione cresceva a disnn'sura, il fanatismo 
cominciava a ottenebrare e a sconvolgere le memi. 

In quei giorni s' era sparsa la voce che in Ancona la 



(1) Fa Monsig-nor Codronchi che, dopo la partenza del Legato, si pre- 
sentò al generalo Augcrean, appena egli entrò iu Ravenna. A lui Napoleone, 
nel 1797, ebbe a dire : « Voi sarete il Papa delle mie conquiste » ; ma non 
fu mai cardinale. Vedi sul Codronchi lo copioso notìzie biografiche date dal 
Rava nello annotazioui alla Memorie storiche di D. A. Farini « La Romagna 
dal 1796 al 1828 » p. 15G. 

(2) Fiandrini, Annali Ravennati cit T. Ili, p. 240. 
Augercau così scriveva a Bonaparte il 29 Giugno : 

* Je re^ois deux lettres du commissaire de guerre Deschamps, qu© 
j' avais laissé dans la province de Romagne. Il me marque qu'il y a dejà 
eu des mouvements seditieux et qu' un renfort de troupes est indispensable. 
Je voiis fais p.isser les lettre s originales etc. » Questa lettera è riportata 
dal Du l'eli op. cit. p. 168. 



La sommossa e il sacco di Lugé 63 



Madonna di S. Ciriaco avesse fatto il miracolo di aprir 
^li occhi. 

Lo spettacolo della popolnzione anconitana che si 
affollava air altare deirinmmagine miracolosa,, implorando 
di essere liberata dal flagello dell' invasione francese, a- 
veva sorpreso anche 1' aiutante generale Verdier e V uffi- 
ciale D' Amour , venuti a prender possesso della fortezza 
d' Ancona, ceduta alla Repubblica in forza dell' articolo 6® 
deir armistizio (1). 

Il 26 Giugno a Cesena si diffondeva il grido di un altro 
prodigio operatosi innanzi a un' immagine della Madonna, 
collocata « nel portico dell* Osteria grande verso le Orto 
lane » (2). 

Il popolino si trovava in grande sovreccitazione : esso 
credette che il miracolo fosse di buon augurio in quelle 
critiche circostanze. 

E quando a Cesena si cominciarono a raccogliere nel 
pubblico palazzo gli ori e le argenterie delle chiese e dei 
privati, per pagare la quota della contribuzione di guerra 
(per Cesena 77000 scudi), una turba di esaltati diede di 
piglio alle armi del comune, si impossessò della polvere, 
e dichiarò di opporsi al trasporto degli argenti e di essere 
pronta a difendere la città contro i Francesi. 

Capitanavano gli insorti cesenati il nobile Francesco 
Ceccaroni e il calzolaio Giovanni Giulianini detto Brustolon : 



(1) Cfr. Baldassari op. cit. p. 69 II B. deriva il suo racconto dal Leoni 
• Ancona illustrata • . 

(2) Traggo queste notizie, e le seguenti, dal brano delle inedite « Me- 
morie della città di Cesena » di Mario Antonio Fabbri^ riportato dal Fiorini 
nel tante volte citato suo volume, pp. 522-529. 



04 A. LaMMari 



la nobiltà e la plobe erano sempre accomunate ncirodio 
contro i Giacobini. 

Il Giulianini aveva posto il suo quartiere « nella sala del 
pubblico palazzo > ; il popolo armato percorreva le vie 
della città < con bandiera spiegata, tamburo battente e pif- 
fero sonante •, facendosi dare i viveH dai e ttadinì < con 
mezzo di viglietti •. 

Era un principio di organizzazione della rivolta 

11 29 Giugno ai rivoltosi cesenati era venuto ad ag- 
giungersi uno stuolo di Forlivesi condotti da certo Vincenzo 
Bellenghi, il quale dichiarava di voler difendere Cesena dai 
Francesi < assassini, ladri etc. » 

Si dovette al tatto dei Magistrati e alle preghiere del 
vescovo, il cardinal Carlo Bellisomi, se la calma fu rista- 
bilita. 

Ma quando il giorno 30 l'aiutante generale Verdier e 
r ufQciale D' Amour, ritornando senza scorta, in vettura di pò 
sta, da Ancona passarono per Cesena, furono assaliti dai tu- 
multuanti coi fucili spianati e dovettero rinchiudersi nell'ufi 
flcio della Posta , dove però furono subito liberati per 
rintervento di tre primari cittadini : Lodovico Venturelli^ 
Giuseppe Masini e Mario Antonio Fabbri. 

Vi fu un momento in cui si credette che il Verdier fosse 
rimasto prigioniero degli insorti, sicché il generale Augereau,. 
informato dal capitano Albani comandante del distacca- 
mento francese a Forlì, (1) mandò subito un corriere da 



(1) Au2rereau così scriveva al g-enerale in c.7//if^ in data del 30 Giugno: 
« Lo capitaine Albani qui commande à Forlì m'instr\:it qu' un soulévement 
a iH»lató i\ Cesène, quo Ics róvoltós y ont arrotò l'adjutant general Verdier..» 



La sommossa e il sacco di Lugo • 65 

Bologna a Cesena con una feroce intimazione ai Magistrati 
di mettere ipso facto il Verdier in libertà. 

< Vi rendo responsabili — scriveva l'Augereau ai Pub- 
blici Rappresentanti di Cesena — voi e il popolo del me- 
nonio attentato che fosse commesso contro la sua persona. 
Io marcio in questo punto contro la vostra città. So contro 
la mia speranza si è avuto la temerità di oltraggiarlo, tre- 
mate : col ferro in una- mano, la torcia neir altra e allo 
splendore di voi tutti abbruciati, farò il mio ingresso. Ram- 
mentate al popolo r esempio terribile di Pavia e di Milano. 
Fate arrestare i colpevoli, e, se volete conservare le vo- 
stre teste, fate in modo che la calma sia ristabilita al mio 
ingresso • (1). 

Ala non occorsero le armi : il Verdier parti da Cesena 
la sera stessa del 30, accompagnato onorevolmente dai Ma- 
gistrati, da alcuni patrizi e dalla truppa civica, e il general 
di brigata Beyrand, che — per ordine di Augereau — era 
subito \enuto da Faenza con fanteria, cavalleria e un o- 
bice da sei pollici, non ebbe che a mostrarsi pacificamente 
nella piazza di Cesena e prendere in consegna il Giulianini 
e un certo Muzio Galli, autori dell'attentato contro gli uffi- 
ciali francesi. 

A malgrado di queste pronte repressioni, il fuoco della ri- 
volta covava latente nelle Romagne. Augereau era costretto 



Cet officier g'énéral a conni Ips plus srrnnds dangers et j' igfuore encore s' il 
a pu s'y soustraire. J' ai sur-le-cliamp dépèché un courrier aux magistrata 
de la ville insurgée. Jo les somme, sur leiir responsabilitè, de mettre le 
citoyen Verdier en liberto etc. Vedi Du Texl^ oj). cit. j). 168. ' 

(1^ La lettera è liportata per intero dal cronista Fabbri — Ofr. Fiorini, 
op. cit. p. 527. 



66 • A. Lazzari 



a dare dei contrordini ai distaccamenti di truppa, che, secon 
do le disposizioni del generalissimo, avrebbero dovuto con- 
centrarsi a Porto Legnago e trovarsi pronti a riprendere la 
guerra che minacciava dal Nord (1). 

Mentre gli Austriaci, rafforzatisi noi Trentino, stavano 
per scendere di nuovo nella pianura del Po a contrasta- 
re ai vincitori il possesso della Lombardia, in Lugo scop- 
piava quel moto insurrezionale che** ebbe non lievi conse- 
guenze e fece apparire i Lughesi come gli Sciovani^ i Vandeani 
delle Romagn^e (2). 



(1) Nella lettera dell'Augereau citata, è detto : « Je n' ai j)u me disi en- 
s«r de donner contre-ordre au bataillon qui se portait à Porto-Legnago pour 
ne pas laisser les Boìonais sans aneline troupe ». 

Il giorno prima Augereau aveva scritto a Bonaparte : • Il ne reste à 
Bologne qu* un bataillon et ciuq conpagnies, et ces troupes y sont indispen- 
sables dans i'état de fermentation ou en sont les choses.. • (Cfr. Du T^eil, 
p. 168). 

(2) Augereau, annunciando a Bonaparte di aver domato la rivolta di 
Lugo, comincia così la sua lettera in data dell' otto Luglio : 

« L*arméo apostolique et son quartier general n' existent plus. Les 
Chouans de la Romagne et du Ferrarais ont été chassés, battus, dispersés etc. » 
Com'è noto, gli Sciovani erano gli insorti realisti della Bretagna, 



III. 



3 Francesi a Ferrara — Requisizione delle armi a Lugo • 
loro restituzione — Lugo e la contribuzione di guerra — 
r commissari ferraresi Cremona e Scutellari — Il busto 
di S. Ilaro — Lo scoppio della rivolta - Francesco Mon- 
yardini — I fratelli Manionl — Il proclama del 1* Luglio^ 



È facile immaginare la sorpi-esa, lo sgomento, V indi- 
gnazione dei Lughesi (juando, colla rapidità dei baleno, si 
sparse la notizia della « improvvisa e proditoria irruzione 
dell'armata francese... nello Stalo Pontificio » (1) e dell'ina- 
spettato cangiamento di scena avvenuto a Bologna* 

Abbiamo già notato in addietro come Lugo — e con 
Lugo la Bassa Romagna — fosse stata « in tutti i tempi...^ 
fedele ed attaccatissima alla Santa Sede ». (2 . 



(1) Vincen:o Polzr - < Istoria sincera di quanto precedette ed accompagnò 
V ingresso e xl saccheggio dato dall'Armata Francese ali* infelice mia patrim 
nella prossima scorsa estate ». 

Ili Fiorini Voi. cit. p. 529. Ofr. quanto si è dotto nell' Inirocuzirne. 

(2) Polzi - op. cit. in Fiorini p. 530. 



68 A, LazMari 



Ostentando il proprio spirito di indipendenza e trascir-^ 
rando di rivolgersi alle autorità costituite della provincia, i 
Lughesi spediranno subito, il 20 Giugno, un corriere speciale 
a Roma « per chiedere onde regolarsi al caso dell' ingresso- 
dei Francesi noi loro Territorio. » (1) 

La domanda era più opportuna di quello che non pa- 
resse, considerando il contegno tenuto dal Governo di Ro- 
ma, nel 96, davanti al pericolo dell' invasione francese. 

Quando le colonne dell' esercito repubblicano irruppe- 
ro nel Milanese, Pio VI, il quale come principe temporale 
non aveva preso parte alla lega europea e si era raccolto- 
in una rigorosa neutraliti^ inviò ai suoi Legali di Ferrara 
e di Bologna — le due provincie più minacciate — ordini 
tassativi di usare verso i Francesi la massima prudenza 
e cautela, di evitare qualunque occasione potesse servir 
loro di pretesto per muover guerra al Papa, e di trattarli 
amichevolmente nel caso di un passaggio di truppe. 

Furono perciò promulgati due bandi : uno per il con- 
tado bolognese, firmato dal Legato di Bologna cardinal Vin- 
centi, in data del 21 Maggio, (2j, Talti-o per la Legazione di 
Ferrara, in data del 19 Giugno, sottoscritto dal Pignatelli. 

I due bandi sono dello stesso tenore ed entrambi ispi- 
rati agli ordini pacifici venuti da Ronm: sotto minaccia 
delle pene più rigorose si vieta assolutamente, nel caso 



(1) M. A, Fabbri - « Memorie della città di Cesena ►, alla data del 20" 
Giugno. Vedi Fiorini p. 522. 

(2) G. B. Fabbri, che degli Editti usciti in questo p<}riodo lia fatto una 
pregevole raccolta conservata nella Comunale di Bolog-na. fa notare che que- 
sto bando • quantunque stampato alli 21 Ma^g-'o 1796, puro fu conscgnitt*' 
alli Massari alli 18 Giugno 1796 da pubblicarsi aUi 19 che era giorno dk 
Domenica • — Cfr. Fiorini p. 480 n a 1. 



La sommossa e il sacco di Lugo 60 

<d' un pasMaggio di truppe, di turbarle con parole o con atti 
•ostili. (1). 

Evidentemente si mirava a distruggere gli effetti della 
famosa Notificazione del 31 Gennaio 1793 e si volevano 
calmare gli animi eccitati del popolo, dei terrazzani e dei 
contadini, i quali si trovavano in grande fermento per T ap- 
prossimarsi degli odiati Francesi. 

Mentre V esercito di Bonaparte scorazzava in Lom- 
'bardia e s' accostava ai confini dello Stato pontifìcio, le 
autorità della Legazione di Ferrara o incuranti, o non pre- 



Ci) Questo editto, in formato piccolo, sì conserva n^lla Busta Stampati 
N. 9 della Raccolta Antonelliana, che fa parte della Biblioteca Comunale di 
[Ferrara. Eccolo : 

NOTIFICAZIONE 

Francesco del Titolo di S. Maria del Popolo della S. R. C. Prete Card. Pi- 
gna tei li della Città e Ducato di Ferrara Legato a Latero. 

La prol^alifà (sic) dell' imminente pas sagio di Truppe Estere non 
lascia di stringere a prendere dei partiti i più serj onde assicurar per quanto 
mai è possìbile la comun quiete, e il buon ordine : Ma siccome tra i più 
perigliosi motivi, che potrebbero attraversarsi, dee riporsi una mal intesa 
inquietudine de* mali intenzionati del Popolo, quindi d* ordine deir E.mo e 
R.mo Sig. Card. Pignatelli Legato si fa noto ad ogni Individuo di questa 
Giurisdizione, che non si faccia lecito di turbare il passaggio, e 1* accesso 
delle mentovate Truppe né con parole né con atti ostili, mentre ne sarà irre- 
missibilmente punito come Pertuibatore della publica quiete* 

Avverta ognuno di puntualmente ubbidire, mentre la presente Notifica- 
zione publicata, ed affissa ai soliti luoghi si avrà come personale intimazione. 

Dal Castello di Ferrara, questo di 19 Giugno i796. 

F. CARD. PIGNATELLI LEGATO. 

Die dieta publicatum, et afixiim fuit supradictum Edictum in Cìvitata 
Ferrariae loco, Pt more solitis per Carolum Antonium Braoci publicum Tu- 
bicinam, me Not. legente, et quantitate Populi adstante, prout etiam mihi 
"Not retulit. Vincentius Crescentini Not* Prim, 

In Ferrara nella Stamperia Camerale. 



;70 A. Lazzari 



saghe degli avvenimenti, o cullate dalle più rosee illusioni^ 
prendevano solo qualche blando provvedimento « per la 
comune quiete dei popoli ». 

Con suoi rescritti del 25 Maggio e del 4 Giugno, il Pi- 
gnatelli ordinava al Magistrato dì Lugo che « colla intel- 
iìgenza dei rispettivi Giusdicenti e Capitani si facessero gi- 
rare per le Campagne sì di giorno che di notte nei rispet- 
tivi Territori le Pattuglie delle Milizie [MUisiotti) onde ar- 
restare colle dovute cautele e considerazione gli Oziosi, Va- 
gabondi, Malviventi e Disertori. > 

I Pubblici Rappresentanti rispondevano il 16 Giugno, 
.assicurando 1' Eminentissimo che si era € eseguito il su- 
ipremo comando ». (1) Furono gli ultimi atti di governo def 
Legato di Ferrara a Lugo. 

Già fin dai primi di Giugno, il Pignatelli aveva av- 
vertito il Cardinal Segretario di Stato che a cinque miglia 
dalla frontiera si aggiravano delle pattuglie "francesi col 
pretesto dell' attacco di Mantova, e che da Mellara, villag- 
gio situato ai confini della Legazione, si era udito per pa* 
recchie ore tuonare il cannone. 

Poiché la popolazione mostrava una certa inquietudine 
per la vicinanza del nemico, il Cardinale chiedeva istruzioni. 

II Papa ripeteva collo stesso tono che, nel caso in 
cui i Francesi avanzassero, non si facesse alcuna opposi- 
zione (2). 



(1) Archivio Comunale di Lugo — Minutario del Ì796 — Mese di 
Giugno — Lettera all' E.mo Pignatelli, Legato di Ferrara. 

(2) Vedi r importantissima Corrispondensa diplomatica di Azara e del 
Éuo segretario d' ambasciata Josef Esteban de Me ndizabal col Principe della 
Pace, estratta dall' Archivio Henares di Alcalà e pubblicata in appendice dal' 
Séché • Les origines du Concordat » T. I - Lettera 1"^ - Mendizabal al Prin- 
cipe della Puce ' S Giugno 1796 - p. 179. 



La sommossa e il sacco di Lugo 71 

Il corriere spedito a Roma dalla Comunità di Lugo 
non era giunto ancora a mezza via, quando gli avveni- 
menti presero bruscamente una piega inaspettata. 

Fu un succedersi e un incrociarsi di notizie sbalor- 
ditive, che, nella effervescenza generale degli animi, susci- 
tarono la più profonda commozione. Il martedì 21 il Le- 
gato Pignatelli era chiamato a Bologna, destituito, e trat- 
tenuto prigioniero di guerra. Il 22 Imola, sede vescovile 
della diocesi di cui Lugo fa parte, era occupata militarmente 
dai Francesi : nello stesso giorno il Consiglio Centumvirale 
di Ferrara prestava giuramento di fedeltà alla Repubblica, 
si costituiva in libera Municipali tày concentrava in sé i 
poteri del Legato e dichiarava sciolte la città e la provincia 
dalla sudditanza al legittimo sovrano. Il 23 le truppe francesi 
erano a Ferrara e contemporaneamente passava per Lugo, 
diretto a Roma, lo spodestato Cardinal Pignatelli. Il 24 i 
Francesi occupavano Faenza e Forlì ; il 26 fuggiva il Car- 
dinal Dugnani Legato di Romagna e Augereau entrava in 
Ravenna. 

Tutto era sovvertito, tutto intorno crollava : solo la 
Bassa Romagna — che aveva, come si è detto, la velleità 
di considerarsi provincia a sé — era immune dal contagio 
straniero. 

Il Magistrato di Lugo, che in quel bimestre (Maggio- 
Giugno) era formato dal Tenente Cesare Lugaresi, Priore^ 
e da Filippo Castellani, Bartolomeo Ricci, Pier Francesco 
Bartolotti e Vincenzo Zanelli Anziani (1), per nulla disposto 
a riconoscere « l'usurpata mutazion di governo » avvenuta 



(1) Cfr. « Atti consigliari dall'anno 1786 all'anno i799 > neU'Archivio 
Comunale di Lugo. 



72 A. LazMari 



a Ferrara e, per quella tendenza all' autonomia già osser- 
vata, ancor meno incline a sottostare alla Municipalità fer- 
rarese, non sapeva più in quei giorni < di confusione e 
di disordine » a chi ubbidire (1). 

Da una parte i Pubblici Rappresentanti non volevano 
venir meno « al dovere di fedel sudditanza al Pontefice » (2) 
dall'altra, spaventati dal soverchiare delle truppe francesi, 
non osavano opporsi alla pubblicazione dei bandi e dei 
proclami che la Municipalità comunicava direttamente 
al Governatore Dottor Lucandrea Bufferli, (3) del quale, 
a rigor di termini, col mutare di sovranità, « sembrava 
cessata la giurisdizione » (4), 

Ma il Magistrato dei Savi^ che in questi frangenti s'era 
trovato improvvisamente alla testa della Municipalità e al 
governo dell' intera provincia, non aveva tempo di pensare 
a simili quisquiglie giuridiche. 

Affari ben più gravi richiamavano la sua attenzione. 

I Francesi attuavano fedelmente a Ferrara il loro so- 
lito programma di rapine. 

Cominciarono coli' intimare, nel termine di 24 ore, la 
consegna di tutte le armi da fuoco, da taglio e da punta; (5) 
disarmarono e licenziarono la truppa pontificia ; si impos- 
sessarono di tutta r artiglieria che trovavasi in fortezza 
(114 cannoni) (6); vuotarono le casse pubbliche ricavandone 



(1) Polsi « Istoria sincera » in Fiorini p» 531. 

(2) Polzi - ibidem. 

(3) Il Bufferli era nobile imolese - Cfr. Atti consigliari. cit. 

(4) Pohi - ibidem. 

(5) Con editto del 24 Giugno. 

(6) Ciò risulta da una lettera di Napoleone al Direttorio. Correspond, 
cit. I. 516, n. 663. 



La sommossa e il sacco di Lugo 73 

332000 lire, (1) e air intera provincia di Ferrara imposero 
una contribuzione di 4 milioni di lire tornesi (720000 scudi 
romani) di cui 2500000 in denaro effettivo o in metalli 
preziosi e 1500000 in generi e deriate (2) : ter mine di pa- 
gamento, quindici giorni (3). 

Quindi il Commissario generale di guerra Enrico Léo- 
rat, a nome della Repubblica, prese possesso delle Dogane, 
dei Feudi, Dazi, Appalti e di tutto ciò che costitìtuiva il 
patrimonio del Fisco, da cui Roma ritraeva un reddito an- 
nuo di 211776 scudi, e al cominciar della notte, per non far 
scalpore, occupato colla truppa il ricchissimo Monte di pietà, 
lo svaligiò interamente- « V'erano pegni e depositi — nota 
melanconicamente il Frizzi - di ori, argenti e gioie di 
nazionali ed esteri, vi erano denari di luoghi pii, di pupilli 
e vedove e doti di povere zitelle, che in tutto facevano una 
somma immensa . . Ne' giorni seguenti tutto fu incassato e 



(1) Lo cifre ufBciali non si corrispondono. Napoleone, in una sua lettera 
al Direttorio (Corresp. I, 535, n. 685), dice che furono trovate nelle pubbli- 
che casse 500000 lire. Il Trolard, che neir op. cit. pubblica il Cow^o del pa- 
gator generale estratto dagli Archivi nazionali di Parigi (p. 286), parla di 
532000 lire. L* Ughi citato dalP Antolini (« Ferrara fiegli ultimi anni etc. » 
p. 55, n. 1) pare si accosti piuttosto alla cifra del Trolard. 

(2) Ecco la nota dei generi richiesti alla provincia di Ferrara, per la 
contribuzione di 1500000 lire in natura : 1500 cavalli - 1500 paia di buoi - 
300 selle e briglie da ussari - 20000 camicie - 6000 cappelli - 12000 paia di 
calze - 1000 aune di stoffa da ufficiale - 2000 aune di panno bianco - 6000 
calzoni - 6000 giustacuori - 6000 paia di scarpe - 6000 quintali di grano 

Il residuo della contribuzione da pagarsi in balle di canapa. Questa 
nota si trova in una lettera di Bona pai te a Augereau, in data di Pistoia, 26 
'Giugno, (Correspond, I, 543 n* 694). 

(3) Il decreto della contribuzione, firmato il giorno avanti da Saliceti e 
Oarreau, fu comunicato dal Commissario Léorat alla Municipalità ferrarese 
il 24 Giugno. Cfr, Frizzi - Diario (Ferrara, Servadio, 1857) p. 10. 



74 A. Lazzari 



spedito per Genova in Francia (1), salva quella porzione 
detratta a lor favore dai Commissari ; delia quale non v'ha 
aritmetico al mondo che possa formare il calcolo ! » (2) 

Le notizie delle manomissioni, delle confische, delle 
rapine compiute dai Francesi a Ferrara cominciavano a 
spargersi in Lugo, quando la mattina del 26 Giugno, giorno 
di Domenica, il Nunzio comunale Giuseppe De-Luca, per 
ordine del Governatore Bufferli, pubblicava a suon di trom- 
ba per le vie della città tre editti. Col primo si ordinava a 
« tutti i preti regolari e secolari francesi » emigrati di par 
tire < ed esser fuori dei Confini della Provincia Ferrarese • 
entro il termine di 24 ore (3; ; col secondo si imponeva il 



(X) Secondo il Conto del pagator generale, si sarebbero ricavate dal 
Monte di pietà di Ferrara 8 casse di vasellame e 3 casse di gioielli (Trolard, 
op, cit. p. 286). Nota 1' Antolini che nel Monte fu sequestrata anche la somma 
ehe il marchese Guido III Villa aveva destinata alla costruzione di case per 
i poveri in Ferrara. Furono quindi danneggiati non solo i ricchi ma anche i 
derelitti (op cit. p 56 in nota). E il Frizzi : < Piansero amarissimamente e 
piangeranno, ma indarno, della gran perdita orfani, Vr^dove, zitelle e poveri, 
che da quelle casse e da quei depositi traevano la sussistenza » (Diario, p 71) 

(2) Frizzi - Diario, p 11 - Dal Conto del pogaior generale pubblicato dal 
Trolard si rileva che Saliceti, in seguito, si impadroni di oggetti preziosi di 
proprietà del Papa e di alcuni Romani (?) per un valore di 500000 lire e 
ritrasse 250.000 lire torncsi dalla retrocessione delle Dogane della provincia 
air Amministrazione Centrale I (Cfr Frizzi, p. 36). 

(3) Quest' editto, in data del 24 Giugno, firmato il Giudice dei Savj e 
Savj del Magistrato (In Ferrara nella Stamperia Camerale) è pubblicato anche 
dal Fiorini, op. cit. p. 514 n. 621 Eccone il testo : 

In esecuzione delle disposizioni dnte dal Sig. Generale di Brigata Robe? t 
per la Repubblica Francese in questa città, si comanda a tutti i Preti Reg'o- 
lari e Secolari Francesi deportati che esistono in questa Città e Provincia che 
nel termine di ore ventiquattro dalla data del presente rapporto a quelli 
della Città, e nel termine stesso dal dì in cui saia intimato qnest* ordino 
rispetto agli altri che sono nella Provincia fuori della Città, debbnn partire 
ed esser fuori dei Confini della Provincia Ferrarese ; qual Ordine si estende 
anche a tutti i Forestieri secolari che non siano giunti con legittimo passa 
porto che non siano qui stabiliti o impiegati. 



La soìnniossa e il sacco di Lugo ! 

sequestro, a favore della Nazione francese, di tutti i ere 
della Gran Brettagna esistenti sui banchi ; col terzo si i 
mava — entro lo stesso termine di venliquattr'ore, — 
consegna immediata di tutte le armi da fuoco, da tagli 
da punta di proprietà privata. (1) 

Benché il sacrificio del disarmo riuscisse « a tutti 
lorosissìmo » (2), tanto i cittadini che i campagnoli, ( 
come allora sì diceva — i Terrieri e i Territoriali si 
sponevano a ubbidire alle prescrizioni della Municips 
di Ferrara, quando il 28 Giugno arrivò unti staffetta recf 
al Governatore di Lugo 1' ordine di restituire le arm 
singoli proprietarii. (3) 

Pare che la restituzione fosse slata chiesta dai Lug 



(1) Ecco l'editto, che è anche pubblicalo iln! Fiorini, p. 154 n CI 
Maestrato Municipale rfi Ferrara — Ad oggetto di as8Ìcurnr© la pul 
tranquillità e secondando le intenzioni ilei Sigr, Generale ài Brigata I! 
per la Bepabblica Francese in questa Citta, sì comanda ad ognuno di 
lunqiie Grado, Stato e Condizione, si Ecclesiastico che Secolare di tu 
Provincia Ferrarese, ninno eeceituato, che dopo la pubblicazione del pre 
debba fedelmente e con ogni possibile sollecitudine ma precisamente 
venliquattr'ore consegni re ed avere effetlivanicnio consegnalo tutte le 
da Fuoco di qualsivoglia specie e qualità, come puro lo Pciabolc, Pali 
Spade portandole e rilasciandole nella Residcu?» del Giusdicente risp 
a Lui stesso, ovvero alla Persona o Persone che da Lui 
ed ivi risiederanno per riceverlo sotto pena a chi le rilenesse 
di essere severamente casti^iato ad aibitrio, senza indulgenzf 
alcuna. Avverta ognuno di ubbidire esattamente e 

quiete e tranquillila della Palria, per non mettere il Governo in necess 
procedere a Visite Domiciliane pei ritrovare o punire r gorosamente 
BgresBori. 

Dalla Besidenia Municipale questo di 24 Giugno ITSB. — Il G 
dei SavJ e Savj del Magistrale. (In Ferrara nella Stamperia Barbieri). 

(2) Frizd, Diario, p. 9. 

(3j Cfr. Jl Tioffico e spaventevole nvvmtmento accaduto in Lugo l 
i796 (MS della Biblioteca Comunale di Ferrara, n. 370 delle Colli zior 
tonelliana). 



76 A. Lazzari 

col pretesto di « mettere in istato di difesa I 
in quel tempo infestata da molti malviventi j 
é che le loro ragioni furono trovate buone s 
essi poterono raggiungere l' intento. 

Questo fatto — esempio unico nella stor 
sione fi-ancese — invece dì conciliare gli animi 
gior baldanza ai malcontenti, ai fanatici, ai gì 
Romagnola. A presiedere la riconsegna delle 
delegati due dei primari cittadini d' allora : 
conte Andrea Rossi e il signor Giambattista 
tanta era la folla che si accalcava per riaver 
evitare confusioni e disordini — si dovettero 
dici soldati della Milizia urbana o Miluiotti. (i 

Nel giorno stesso la Municipalità di Fé 
pubblicare un editto col quale, per sopperire a 
zione dei quattro milioni imposti alla Provincie 
alle Chiese, Monasteri, « Confraternite e Coi 
qualunque specie » di depositare a titolo di 
■entro ventiquattr'ore, tutti gli ori e gli argenti, 
dei vasi sacri strettamente necessari al culto, 
«ditto poi si invitavano le persone facoltose a se 
gioie, oggetti preziosi e somme di denaro, rie 



(1) Così il corrispondentu ferrarese della Gaiieiia di 
Luglio 1796, in un articolo datato da Ferrara il 21 Luglio. 

(2) Nella Biblioteca Comunale di Lngo — MSS. Sesiong 
Uazzo I, anni 1T96-9T, nel fascicoletto intitolato : Denari so 
■(/ente armata e per pagamenti fatti ad altri nell'anno i7 
• Nota delle persone che assistirono la prima volta a ric£ 
dispensare le- armi, cbe per ordine del Magistrato Miinic 
vennero portato da Proiirietarj delle medesime nel Governo 
il Proclama qui pubblicato ed afl'seo nel g-iorno 26 Giugno 17 
persone figurano it Cancelliere Criminale Luigi Martelli e il 
Drudi. 



La sommossa il sacco di Lago 17 

sotto pubblica garanzia — robbligazione dì pagamento cosi 
del capitale come dei frutti in ragione del sei per cento. (1> 

Solenni assicurazioni e promesse che non convince- 
vano alcuno, perchè tutti capivano che si voleva dar poi 
vere negli occhi, e che sarebbe stata una follia sperare in 
un futuro rimborso. 

Il Governatore Buffarli a buon conto, invitando il Ca- 
pitolo dei SS. Petronio e Pi'ospero a depositare « tutti gli 
Ori, ed Argenti non monetati » , faceva seguire un energico 
avvertimento : « per non esporsi ad una esecuzione mili- 
tare » (2). 



(1) Vedi l'Editto riportato per intero tì/^X^ Appendice i.a, 

(2) Ecco l'ordino mandato dal Oovernatoro al (';*p telo dei ?S. Pi tronio- 
e Prospero. Lo debbo aUa cortesia del sig. Paolo Baldrati, che mo lo comu- 
nicò traendolo dalle carte di famiglia : 

« Per editto pubblicato dalla Municipalità di Ferrara sotto li 28 Giugno^ 
essendo stata prescritta la contribuzione dal Governo Francese, e dovendosi 
in termine di ore 24 dalle Chiese, Conventi, Monasteri e Compagnie x^ortare 
in Monte di Picià gli ori ed argenti non monetati (esclusi però i Vasi Sacri^ 
cioè Pissidi, Calici, Patene ed un Ostensorio) si esorta il R.mo Capitolo dei 
SS. Petronio e Prospero a far portare tutti gli argenti ed ori non monetati 
in Monte per non esporsi ad una esecuzione militare, accompagnando i me- 
desimi Pozzi con nota giurata a scanso di perquisizione. Tanto etc. 

Ddto in Lugo questo dì 28 Giugno 1796. 

Dott. BUFFERLI Governatore » 

Questo documento fu riprodotto anche nel Numero unico 6-7 Luglio 
i796 pubblicato da Ambrogio Bongiovanni, il 5 Luglio 1896. 

A titolo di curiosità, ecco la nota delle argenterie presentata dal Capitola 
dei ss. Petionio e Prospero. 

Argenti dell' Insigne Collega» iata dei SS. Petronio o 
I^rosporo della Terra di Lugo, Diocesi d' Imola 
LcgJizione di Ferrara. 

l.'^j Una Gioco in asta tutta d'argento, con Crocefisso, raggi, serafini 
e beccoli dorati. 

2.'*) Un seccIiii:o con suo aspersorio d' arg< nto. 

3.") Duo torriboli (sic) con una navicella e cuccliiajo d' argento 



78 A, Lazzari 



In poche pnrole, non era che una spogliazione legale 
innposta dalla forza. 

Il Magistrato dei Suoi che si trovava a capo della 
provincia, oppresso dalle imperiose necessità del momento, 
vessato dalle pretese dei Commissari e dalle esigenze delle 
truppe d' occupazione, non ebbe forse nò jl tempo né la 
cura di procedere coi dovuti riguardi verso le altre Comu- 
nità della provincia. 

E infatti si rimproverava acerbamente alla Munici- 
palità di Ferrara che « nelP accordo seguito tra i FranceJ=^i 
e Ferraresi non fosse stato chiamato e sentito alcuno di 
Lugo » (1); si osservava che, per la contribuzione, non si 
erano convocati, come nella Legazione di Ravenna, i rap- 
presentanti dei paesi della provincia, e s' andava voci fé 
nindo che la MunicipaUtà pretendesse di tener segreta la 
cifia della quota spettante a ciascuna Comunità. (2) 

Ciò faceva sospettai-e che Ferrara volesse — in gran 
parte a spese della provincia — sbarazzarsi dell' aggravio 
impostole e che si rip=^tes^e in sostanza quanto era già av- 
venuto nella prima metà del secolo XVIII, quando per il 
passaggio di truppe straniere, durante le guerre ppr la 
successione di Polonia e d'Austria, Lugo aveva dovuto pa- 



4.**} Un ostensorio da leliquie d'argento, ed una lampada d'argento 
di rng"ìone deU' Altare di M. V. della Pace, con voti n. 18 di varie figure o 
<.'u ri. 

Voti n 5 di vario figuro ed una medaglia di S. Luigi. 

Da un'altra nota del 18 Giugno 1798, comunicatami dal sig. Baldra ti, ri- 
sulta elle questi argenti avevano un valore totale di Scudi 181 : 8 : P. 

(1) Pohi « Istoria sincera otc. » in Fior ni p 530. 

(2) ' ohi pag cit. Cfr. anche la Relazione de' Fatti accaduti in Lugo 
<ìair lipocft. delta Sollevazione scoppiata la sera del giorno 30 Giugno i706. 
M>. i;ella Biblioteca Comunale ili Lugo, n. 781. 



La sommossa e il sacco di Lugo 79 



^are « di più del giusto riparto la riguardevoi somma di 
Scudi trentamila circa. » (1) 

Due consiglieri — a quanto narra il Polzi — inviati 
a errara per conoscere de viste la situazione e « intender 
meglio o meglio combinare gli affari » e coli' incarico di 
trattare anche, occorrendo, col generale francese, erano ri- 
tornati senza aver avuto nemmeno il magro conforto di 
parlare con « Monsieur Robert », e solo coir ordine peren- 
torio di sollecitare le sovvenzioni per una somma non de- 
terminata. (2) 

Quindi r animosità che la capitali della Romagnola 
nutriva contro Ferrara si acuiva sempre più, e l'aspirazione 
secolare all'indipendenza si faceva ora cosi viva da pro- 
vocare una generale levata di scudi (3) 

Il conflitto con Ferrara — conflitto creato da contrasti 
di interessi economici e politici — era inasprito dall' odio 
implacabile contro i Francesi invasori, quei Francesi a cui 
Ferrara — all' insaputa della Bassa Romagna — aveva 
giurato obbedienza rompendo fede al suo sovrano, e in 
nome dei quali essa tirannicamente spadroneggiava. 

Negli Stati pontifici il governo, la nobiltJl e il clero 
avevano da lunga data alimentato l'odio contro ì rivoluzio- 



(1) Polzi pag. cit. Ciò avvenne negli anni 1732-36 e 1742-46 

(2) Polzi p. 531. 

(3) Gli insorti di Lugo, nelle trattative che corsero — come vedremo — 
colle autorità militari francesi , chiesero prima di tutto la separazione di 
Lugo da Ferrara, separazione che si ottenne poi al tempo della Cisalpina. 

Nel 1799 — caduta la Cisalpina — Lugo si mostrò cosi rical'»itrante a 
ritornare sotto ia giurisdizione di Ferrara, cho la Cesarea Regia Reggenza 
ferrarese dovette inviare a Lugo un corpo di Austriaci a soltomettere i riot- 
tosi, e due membri della Deputazione Cesarea dì liUgo, il conte Simone An- 
tonio Montanari o Giovanni Foschini, furono rudemente maltrattati dd co- 
mandante tedesco. (Cfr. Soriani p. 129). 



80 A, Lazzari 



nari francesi, dipingendoli come « distruggitori di ogni so- 
ciale ordinnmejito, odiatori di Dio, della religione e del 
Papato e nemici d'ogni pietà » (1) Basti dire che quando 
la divisione Augereau occupò le Legazioni, i contadini ab 
bandonarono i lavori della mietitura e della segatura dei 
prati, disertarono i campi, si nascosero;- e furono necessaii 
editti e proclami per farli ritornare alle loro dimore e alle 
consuete occupazioni (2). 

Mai tanto panico aveva invaso le popolazioni italiane 
all'apparire di eserciti stranieri. Bisognava risalire ai tempi 
in cui erano calati nella penisola i Vandali di Genserico e 
le orde di Attila. 

Il popolo lughese fiero e impulsivo per istinti e per 
tradiziohe, saturo d'odio contro i Giacobini di Francia, 
fanaticamente devoto al Pontefice , infi^rvorato dallo zela 
religioso reso ancor più intenso da pubbliche preghiere, da 
giubilei, da funzioni solenni; sobillato da cittadini influenti,. 
eccitato dagli opuscoli e dalle poesie politiche che allora 
correvano per le mani di tutti, (3) esaltato dalle prediche di 
preti e di frati, era in uno stato di latente ma viva e prò 
fonda agitazione. 



(1) Così il Fiorini, op. cit. p. 203. 

(2) 11 Fiorini riporta in sunto due editti : uno del Senato bolognese in 
data del 23 Giugno 1796, con cui « si incoraggiano i lavoratori del contado ad 
attendere senza paura alla mietitura e alle loro funzioni rusticali » (op. cit. 
p 514>; Tallro del Comandarìte le truppe francesi in Ferrara, Pourailly, agli 
« Abitanti della campagna •> (Feri ara, 30 Giugno 179G; con cui egli « li osorUi 
enfaticamente a tornare ai campi e a non dar retta alle voci paurose sparse 
dai nemici di Francia » 

(3) 11 Fiorini riporta molte poesie, Tratte dalla preziosa Raccolta del 
Miserocchi di Ravenna, che iu quei tempi dovettero essere popolari i-cllt> 
Romagne. Cfr. op cit { p. 131-35, i;i8, 182, 203-04, 213-26. 



La sommossa e il sacco di Lugo 81 



Una serie di piccoli fatti porsero la scintilla che fece 
divampare l'incendio 

Il luogo assegnato per i depositi della contribuzione 
era il Collegio Trisi, recentennente fabbricato nel Largo 
della Ròcca. Due cittadini a ciò delegati, il conte Pier Maria 
Corelli e Giuseppe Zanelli, coli' assistenza del Governatore 
Bufferli, ricevevano le sovvenzioni. In un paio di giorni 
s'erano già raccolti circa 10000 scudi di contanti e un cu- 
mulo d' oggetti preziosi per il valore di circa 8000 scudi ; 
(1) ma le chiese avevano dovuto privarsi di tutte le loro 
argenterie, gli altari erano stati spogliati degli eoo voto e 
dei doni offerti dalla pietà dei fedeli, e perfino era stata 
tolta la corona gemmata a un' immagine della Madonna 
della Cintura esposta in quei giorni nella chiesa di Santa 
Maria del Limite. (2) 

Il popolino mormorava indignato per queste che gli 
parevano sacrileghe profanazioni. 

A invelenire ancor più gli animi concitati, giunsero la 
mattina del 30 due Commissari ferraresi, il conte Giovanni 
Cremona e il dottor Antonio Scutellari, incaricati dalla Mu- 
nicipalità di recarsi in tutta la provincia a esigere dai co- 
muni le sovvenzioni imposte. (3) 

I due Ferraresi si comportarono veramente con poco 
tatto e meno prudenza, A quanto narra il Rambelli, essi pre- 
tendevano di trasportar via gli ori e gli argenti fino allora 



(1) Polzi, in Fior. p. 531. 

(zi) Rambelli - Cenno storico del moto e saceheggiamento di Lucjo nel 
i796 (Bolog-na, DaU* Olmo e Tiocchi, 1884) p. 8. 

(3) Cfr la Gazzetta di Bologna Num. 23 Luglio 1796, già cit. 



82 Jl. LaeMari 



raccolti, benché fossero concessi quindici giorni di tennpo 
per il pagamento della contribuzione ai Francesi. (1) 

I Pubblici Rappresentanti dichiararono che non avreb- 
bero consegnato i depositi, se prinia non avessero saputo 
quale fosse la tangente spettante alla Comunità di Lugo (2). 
Allora i Commissari, con fare altezzoso, presero una nota 
arbitraria delle persone agiate che — secondo essi — avreb- 
bero potuto somministrare roba e denaro, fecero un' in- 
chiesta per conoscere il numero degli abitanti, i prodotti 
del suolo e le rendite comunali, e minacciarono — se non 
si fosse loro dato ciò che esigevano — di prender possesso 
dell' amministrazione cittadina. 

In quei tempi di formalismo esagerato, di rigidi ce- 
rimoriali e di geloso amor di campanile, questa era una 
grave offesa recata alla dignità del Magistrato, che vantava 
privilegi di Pontefici e prerogative secolari, ed era circon- 
dato da tutte le apparenze della sovranità. 

Né solo, col loro contegno, i Ferraresi urtarono la su- 
scettività delle classi dominanti, ma eccitarono anche un 
gran fermento nel popolo, quand(? fecero affiggere e pub- 
blicare un editto con cui, a conto della contribuzione, si 



(1) Op. cit. pp. 7-8. 

(2) Abbiamo già detto che la contribuzione imposta alla provincia di 
Ferrara era di 4.000.000 di lire tornesi, pari a scudi romani 720.000. Quando 
si fìsso la quota spettante a Lugo, essa fu calcolata sul totale di 800.000 
scudi (invece che 720.000) e fu di scudi 55.570 in proporzione dei 16.038 a- 
bitanti che comprendeva allora la comunità. (Cfr. Atti Consigliari dall'anno 
1786 al 1799 e. 197 t.). Per allora i Commissari ferraresi non vollero rivelare 
la vera cifra della quota che toccava a Lugo, e forso per motivi poco nobili. 
Il corrispondente ferrarese della Gazzetta di Bologna, nel suo articolo in data 
del 21 Luglio, diceva però che Lugo era stata tassata « in 60.000 scudi >. 



La sommossa é il saeeo di Lugo 8à 

richiedevano le fìbbie, gli orecchini, gli anelli, i braccialétti 
e perfino gli spilloni da testa d' oro e d' argento (1). 

Figurarsi il vespaio destato tra le dònne! 

E anche per motivi ben più gravi il popolo era allora in 
orgasmo. Nella mattinata del 30 si era visto portare dalla 
chiesa del Carmine al Collegio Trisi, tra le argenterie con- 
segnate dai Padri Carmelitani, il busto argenteo di S. Ilaro, 
oggetto di tanta vetierazìotìef dà parte dei Lughesi. 

Ai popolani, esaltati dal ferver relfgiosó, pareva questo 
il più enorme dei sacrilègi e il' supremo degli insulti: essi 
non potevano tollerare in alcun modo che la statua del loro 
Patrono, insieme colle reliquie, dovesse essere sacrificata 
alF arbitrio degli inviai Ferraresi e all'ingordigia di empi 
stranieri. 

In S. Ilaro essi vedevano il segnacolo e il palladio 
della patria. 

« Codesto fatto — racconta il Polzi, osservatore per- 
spicace e narratore diligente — « diede motivo a molti di 
scrupoli e di doglianze, e se ne formarono una ragione per 
prendere le armi. Perciò in tutta la giornata delli 30 Giugno 
non fecero essi altro che affacciarsi ora ad uno, ora ad un 
altro soggetto dei più rispettabili del Paese per chiedere la 
loro statua ed il loro Protettore, mostrandosi eglino per- 
suasi di perdere la protezione del Santo colla perdita del 
poco argento che formava quella ». (2) Ingenuo pregiudizio, 
che però ci rivela il sentimento popolare. 

Oramai la misura era colma, T indignazione traboccava* 



(1) Rambelli pag. cit. 

(2) In Fior. voi. cit. p. 531. 



84 A Laesari 



da ogni Iato : già apparivano i sintomi precursori del pros^ 
Simo scoppio. 

Nel pomeriggio del 30 avvenne un incidente, che pre- 
senta una grande affinità con quello che tre anni prima 
aveva provocato a Roma V eccidio di Bassville. 

Un servo degli inviati ferraresi, che recava sul cap 
pelle -- come i due Commissari — il nastro tricolore bianco- 
rosso e azzurro, passava sotto i portici del palazzo comu- 
nale, quando venne affrontato da un certo Francesco Mo- 
schini detto GaianU il quale gli intimò di levarsi la coccarda^ 
che i popolani romagnoli chiamavano, per dileggio, la par- 
pagliola. Il servo, per giustificarsi, allegò V ordine dei pa- 
droni, e il Meschini, strappatogli il cappello di testa, ne 
tolse la coccarda dicendo che non era lecito portarla, perchè 
si era sotto il dominio del Papa. 

Il servo, vista la mala parata, se la svignò rifugian- 
dosi in una casa, (l) 

I due Commissari quel giorno stesso erano andati a 
Bagnacavallo, per sollecitare anche là la raccolta delle 
sovvenzioni e, ritornati a Lugo verso le 7 pomeridiane, a- 
vevano di nuovo insistito presso i Pubblici Rappresentanti 
per ottenere la consegna dei depositi (2) A sera si erano 
recati a ossequiare una gran dama che allora primeggiava 
neir aristocrazia lughese, la contessa Marianna Rossi (3), 



(1) Rambelli p. 9 ; Soriani p. 90 ; Don Tommaso Baldrati « Istoria di 
Lugo che incomincia dall' anno 1736 eseguita (sic) fino all' anno 1830 » Ms. 
nella Biblioteca Comunale di Lugo, n. 787. 

(2) Eamhelli p 9 

(3) Come già s' è detto, è essa la madre drlla famosa Cornelia Rossi 
Martinetti celebrata dal Foscolo. Cornelia, ancor giovinetta (era nata a Lugo- 
nel 1781), si trovava allora in educazione a Modena, e ritornò in famiglia 
solo nel 1798. 



Jù. 



Xa sommossa e il sacco di Zugo 



imogUe del conte Domenico e sorella del marchese Antoi 
<Gnudi, il plenipotenziario pontificio che con Azara ave 
sottoscrìtto r armistizio di Bologna 

Dopo essersi trattenuti qnalche tempo a palazzo Ros 
in via Codalunga, uno dei Commissari — pare il coi 
-Cremona — era andato nel convento dei Domenicani a 1 
"visita al padre lettore Malchiavelit lughese (1) 

È certo questo il momento — era circa 1' Ave Mai 
— in cui ha princiiio la sommossa. 

Benché si venisse in sensi bihn ente preparando di lun, 
mano, il moto iniziale fu concertato nell' osteria eh' era 
pian terreno dell'antico Ospedale del Limite foggi Monte 
■pietà). 

In queir osterin, situnta tra la chiosa del Carmi 
-sacra a S. Ilaro e il Collegio Trisi, aJcmii popolani, for 
riscaldati dal vino, commentn\ano aspramente i fatti del 
giornata, deplorando che tulio il denaro e gli oggetti pr 
ziosi ch'erano in paese fossi'io trasportati via e che il M 
bistrato cittadino avesse affidato a un orefice ebreo l'ine 
rico di far la stima dei vasi satri. Ma ciò che maggiormer 
li cuoceva era la requisizione del busto di S. Ilaro. I p 
■esaltati gridavano che non si tollerasse quest'onta e che i 
ogni costo si dovesse < sottrarre il loro Santo dagli arti; 
■degli usurpatori. » (2j 

Alla testa di quell'accolta di scalmanati era Francesi 
Mongardini, detto il Fabbrone o il Moretto dei Fabbro/ 
< uomo forte e robusto di corpo, ardente e coraggioso 



(1) La famiglia de' Malchiavilli era una delle più antich» o Botùli 

(2) Soriani p. 91. 



86 A. Zja00{^fi 

animo » (1), che aveva servito parecchi anni nell'esercito 
regolare del Papa. A un tratto il Mongardini, seguito da 
una ventina dei suoi, esce dall'osteria, corre sotto il 
Pa veglione alla bottega di Pompilio Bongio vanni — allora 
trasformata in caserma per uso dei Miliziotti che vigilavano 
alla restituzione delle armi — sorprende la sentinella, si 
impadronisce di otto fucili (2) e li distribuisce ai compagni. 
Capitanati dal Mongardini e da Giambattista Sassi (3;, i 
rivoltosi si dirigono al Collegio Trisi, lo circondano e inti- 
mano al Governatore e ai due delegati lughesi — che 
assistevano all' imballaggio degli oggetti depositati — di 
consegnar loro il busto di S. Ilaro, minacciando, in caso- 
di rifiuto, di appiccare il fuoco. 

I delegati — cedo qui la parola al Soriani — « si presen- 
tarono alla ringhiera ed i sollevati assordarono l' aere cojlle 
loro strida e schiamazzando si disponevano ad atterrare le 
porte. Allora quel Sig. Governatore, calale le scale, apri le 
pqrte, ed in queir atto gli si presentò Pietro Marocchi con 
trombone montato, e con brusco ceffo gli disse, che se nqn' 
gli veniva restituito S. Ilaro, lo avrebbe senza passaporto 
spedito a Plutone » (4) 

Tosto il busto argenteo del Protettore fu consegnato 



(1) Bamhelli p. 10. Il Rambelli lo chiama Giuseppe, notando che in 
alcuni MSS. era chiamato Francesco. 

Il vero nome, quale risulta dai documenti, è Francesco : suo padre era- 
^pUi^nbutiista. 

(2) ArchÌTÌo Comunale di Lug-o — Minute ài lettere scritte nel Luglio 
i796 — Lettera al Generale Augereau a Legnago, 28 Luglio 1796. 

(3) Il nome di questo secondo capo della rivolta risulta dalla sentenza 
del 25 Luglip (7 Thermidor) con cui il Tribunale militare della quarta divieione,, 
residente a Ferrara, condannava ì rei della insurrezione di Lugo. 

(4) Op. cit. pp. 91-92. 



La sommossa e ti sacco di Lugo 87 



agli Insorgenti (cosi allora si chiamavano), ed ossi dicliia- 
rarono « che non erano degni di portarlo via o collocarlo 
dove lo volevano, ma che fosse chiamato un Pndrt^ ('ar- 
melitano a prenderlo e scortarlo con decenza sull' altari^ 
maggiore nella sua Chiesa, cioè nel Carmino » (1), 

Allora sì vide una scena caratteristica. 

Il padre sacristano Ubaldo Lugaresi da Lu^o — In- 
dossati i paramenti sacerdotali — in cotta e stola vrtniìc? 
al Collegio Trisi e, scortato dagli armati, fipguito da una 
folla di popolo esultante, che cantava V inno ihix conf(ifHH^)rl, 
al lume delle torcie e al suono festoso delle cainimfir;, tra- 
sportò alla chiesa del Carmine il busto di S. Ilaro, caAXo' 
Ciìndolo suir aitar maggiore. 

Quindi i rivoltosi vollero la benedizionr*, cIkj # r\(*At' 
vettaro inginocchiati sulP Asilo della Chicca 2,, » it or(\\uf%f 
reno < che si facesse una questua \fftv ceU'hmv^t tw triduo 
nei giorni seguenti » 3) e che il Santo rin,arj*jw>>; HitlVHlU*rh 
« alla pubblica venerazione. • 

E infatti il bu«V> del Patrono HUdVt ^t^/y^,Xff ^/,>.t,u*i^ 
mente nel Cannine, ^iT:a«i a pre^^idio ^WAi% patrvi, {/s t //i 
i sette giorni in cui djró la ^^rrjrr.o^-^. 

Frattanto un a!:: .■ ^r.^o C\ ^M^'\h\ì 6y%h, ra>^v>,*v> ^';a 
Rijcca \\k ne fcrz^'va !e ;>yr»^, c%',.,>^//^ < f,^:* ^'//>y [//i 






'^ 



88 A. Lazzari 

segnare le chiavi della stanza ove erano custodite le armi 
non ancora restituite ai proprietari, e se ne impossessava. 

I Birri, accorsi per tentare di « arrestare i Ribelli o 
almeno disperderli >, erano costretti a rinchiudersi in caser- 
ma « ed ivi restarvi nascosti colla massima precauzione. » 
Alcuni pochi si diedero alla fuga, la maggior parte furono 
obbligati ad arrotarsi nella truppa degli Insorgenti (1). II 
quartiere dei Birri di Cavalcala^ (che formavano la Squadra 
di campagna) posto in una casa detta la Campana, venne 
saccheggiato: furono portati via cinque eavalli colle bar- 
dature e tutto il foraggio, e ÌI Tenente di campagna Luigi 
Vitali fu guardato a vista notte e giorno dagli armati (2). 

Gli Insorgenti oramai erano padroni del campo. 

I giacobini o patriota, cioè i fautori dei Francesi e 
della Repubblica, erano costretti a nascondersi perchè il 
popolo inferocito li voleva morti (3). Lo stesso Governatore 
Bufferli, minacciato e impedito di ritornare in Ròcca, era 
obbligato a rifugiarsi in un convento (probabilmente in 
quello di S. Domenico), donde poiè uscire soltanto la sera 
del 2 Luglio, quando « fra le popolari maladizionj ottenne 
il permesso di portarsi in Imola sua patria » (4). 

Intanto alcuni si appostavano sotto i portici del Pubblico 
Palazzo e nelle vicinanze del vecchio Archivio per far la 
guardia al Monte di piett'i, ch'era allora in via Poligaro, ed 
altri, più infuriati, percorrevano le strade del paese in cerca 



(1) Fiandrini Annali Ravennati T. Ili loco cit. 

(2) Archivio Comunale di Lugo — Busta LXXXS — Lettere dell' Ant- 
ministraiione Centrale di Ferrara — Lettera 8 Febbraio 1797 «Ha Munici- 
palità, di Liig'o. 

(3) Rambelli p. 11. 

(4) Relaiione de' Fatti accaduti in Lugo sto. 



La sommossa e il sacco di Lugo 89 



dei due Commissari di Ferrara, i quali — al primo rumore 
— avevano provveduto alla propria salvezza. 

Il conte Cremona fuggì poi da Lugo travestito da Do- 
menicano (1), e il dottor Scutellari fu costretto a nascondersi 
in casa di Simon Antonio Montanari, e, uscito di là in abito 
da prete, accompagnato dal canonico Valentino Lugaresi, 
fu condotto a San Potito. donde potè riparare a Bagnaca- 
vallo presso il conte Paolo Sorboli (2). 

Intanto i rivoltosi, per impedire che gli ori e gli 
argenti raccolti per la contribuzione fossero trasportati 
a Ferrara o da altri manomessi, per mano del pubblicp 
notaio Antonio Maria Randi avevano fatto mettere i sigilli 
alla stanza ove erano depositati e avevano posta al Collegio 



(1) Nel « Tragico e spav. avvenim. » già citato è detto invece che e lo 
Scutellari fuggì vestito da Domenicano e il Cremona credesi fuggito da con- 
tadino, ambedue nella stessa notte » 

(2) Il Padre Maestro Giuseppe Luigi Rossi, Dcffinitor Generale dei Mi- 
nori Conventuali in Imola, nella sua « Informasione sulCorujine, progresso, e 
fine della Rivolueione di Lugo accaduta ranno 1796 » che si conserva nella 
Biblioteca Comunale di Ferrara (n. 370 della Collezione Antonelliai.a) scrivo 
che la fuga dei Commissari avvenne « mercè le premure zelantissimo di pa- 
recchi, ma principalmente del Sig. Simon Antonio Mesta nari »; e aggiunge r 
« Qucst' atto di cristiana carità praticato dall'onorato lugheso divenne presso 
que' furenti un delitto. Lo accusarono di nemico della patria e lo cercarono 
con rabiosa risoluzione d' ucciderlo. Provvide questo zelante capo di Magi- 
strato alla sua vita col nascondersi ». Non potrei garantire V autenticità di 
questa notizia che trovo riprodotta solo nel Rambelli, il quale ebbe tra le 
€ue fonti anche 1* Informazione Rossi. Cfr. Fiorini op. cit p. 530 n. 1. 

Nella preziosa cronaca di un Anonin.o ferrarese, intitolata « Memorie 
storiche per la città di Ferrara degli anni 1796 e 1797, appaUenente alla 
raccolta del prof. Patrizio Antolini d' Argenta (n. 735;, si legge a p. 25 : 
« per liberarsi questi (i Commissari) da tal rivoluzione il Conte Cremona 
vestito da Frate di S. Francesco sen fuggì, ed il Dottor Scutellari, che pre- 
siste (sic) alquanto fu cos' retto fugirsene, e nascondersi in casa del Contp 
Kossi, da dove fu fatto fuggire vestito da Prete con ufficio in mano ». 

Cfr. anche Soriani p. 92. 



VO A. Lazzari 



Trisi una buona guardia. Nella notte la sommossa si allargò; 
gli insorti percorsero tumultuando le vie, posero sentinelle 
alle porte della città per impedire a chiunque l'uscita^ 
fecero incetta di polvere e di nnunizioni, e spedirono una 
cinquantina dei loro a Castelbolognese, ove sì fabbricava 
in abbondanza polvere da schioppo (1), perchè tie prendes- 
sero un barroccio. 

Il piccolo borgo — come abbiamo visto — era in grande 
agitazione. Un forte partito, capitanato dall' Arciprete don 
Paolo Andrea Camerini, dal fratello don Domenico e dal 
cappellano don Rondanini, faceva una vivissima opposizione 
ai Bolognesi, nuovi signori del Castello, e ai Francesi loro 
sostenitori (2). Fu certo colla intelligenza o col concorso di 
questo partito che gli insorti ebbero il barroccio di polvere^ 

. che condussero trionfalmente a Lugo. 

Nel giorno seguente — Venerdì 1."* Luglio — entrava 
in carica il nuovo Magistrato cittadino, di cui facevano 
parte il conte Simone Antonio Montanari come Priore, e i 
signori Gaspare Valvassori, Giovanni Margotti, Prospero 

, Nuvoli e Vincenzo Zanotti in qualità di Anziani, 

La insurrezione, che nei suoi ìnizii era diretta « contro 
la sola Municipalità di Ferrara » (3) e la imprudente esosità 
dei Commissari, man mano che si propaga va assumendo 
un carattere schiettamente politico. 

I caporioni vanno di casa in casa, incitando i cittadini 
air armamento in massa; (4) preti, e fratà, ^. tra essi spe- 



(1) Frizsi - Diario p. 14. 

(2) Ritardo aUe fazioni che dilaniavano Castelbolognese, cfr. Fiorini 
op cit. pp. 610 - 13. 

(3) Cfr. la Reiasione dei fatti accaduti in Lugo etc. 

(4) Nell'Archivio Comunale di Lugo vi è un editto del eom«fidaQt& 



La sommossa t il sacco di Lugo Jtì. 



cialmente il padre lettore Giuseppe Petrucci, Rettore delle 
Scuole Pie (1) e curato di Santa Maria, predicano la guerra 
santa contro gli empi usurpatori ; molti dei primari cittadini 



della piazza di Ferrara B. Yaim, datato da Lugo, 21 Fructidor A. IV*^ (7 Set- 
.tembre 1796) in cui si dichiarano quelli che le autorità militari francesi 
consìderayano come Capi di rivolta. Tra 1* altro si legge : 

« Dichiaro anche Capi di Rivolta quelli, che sono andati di Casa in 
Casa per eccitare gli Abitanti ad armarsi, e gli hanno incoraggiti col loro 
esempio. » 

(1) Negli « Atti Consigliari dal 1786 al 1799 » troviamo varie volte re- 
gfistrato il nome del P. Petrucci, nella sua qualità di « Deputato Ecclesiastico 
Itegolare » 

Il sig. Paolo Baldrati mi ha cortesemente comunicato un documento, 
ricavato dalle carte di famiglia, ove vediamo figurare le personalità più 
iipiccato del clero d' allora. Credo opportuno riportarlo : 

In Cristi Nomine : Anno Domini 1793 die vero 30 Aprilis. 
Previo il solito Invito fatto per la mattina della corrente giormita al- 
l' ore 14 1x2 nel consueto luogo destinato della Sacristia di questo Venera- 
bile Ospedale del Corpus Domini di Lugo a tutti li R. R. Sig^. Ecclesiastiòi 
Componenti la Congregazione Segreta di questo Ceto intero Ecclesiastico per 
affari spettanti al medesimo Ceto d* ordine dell' Ill.mo Sig. Avv. Vincenzo 
Priore Polzi Pro Vicario Foraneo e delegato dall' E.mo e R.mo Sig. Card. 
Chiaramonti Vescovo d' Imola etc. comparvero dopo i triplicati suoni della 
campana li seguenti RR.mi Sigg. Ecclesiastici, cioè : 
1.®) Il prelodato Ill.mo Sig. Avv. Polzi 

2.®) Il Rev.mo Mons Can.co Dottor Francesco Bortazzoli Deputato deil- 
rm.mo Capitolo 

8.^) Il M.to Revdo P. M.tro Gemioiani in luogo del P. M.ro Etori'i 
Guardiano dei RR. PP. Minori Conventuali di S. Francesco 

4.**) Il M.to Rev.do P. Lettore Emanuele Fontana Sindico de' RR. PP. 
Domenicani 

b.V II M.to Rev.do P. Manzieri Vicario del Carmine 
6.*) 11 M.to Rev.do P. Lettore Pietrucoi (sic) Curato delle Scuole Pie 
7.^) 11 Rev.do Sig. Giovanni Piancastelli Arciprete di Campanile 
8.®) Il Rev.do P. Sig. Don Andrea Fabbri spedito per parte del Rev.do 
Sig. Arciprete della Villa di S. Martino Canaio - Ripato. 

9.®) Il Rev.do Sig. Don Giuseppe Strocchi curato di Zagonara 
10."*) Il Rev.do Sig. Don Gio. Batta Pignocchi Deputato Ecclesiastico 
11."*) 11 Rev.do Sig. Don Mario Bandini Sindico della Rev.da Comw 
nia Fugattini 



92 A. Lazzari 



si legano con « promesse e patti » ai rivoltosi (1), e a- 
pertamente o sottomano li incoraggiano « ad affrontare i 
Francesi, nemici giurati della Religione, del loro legittimo 
Sovrano e dell' Umanità » (2). 

La mattina, verso le 8 antimeridiane, alcuni armati, 
condotti da Antonio Berti, salivano le scale del Pubblico 
Palazzo, si presentavano nella sala delle udienze al Magi- 
strato e in tono risoluto chiedevano « vitto e munizioni », 
dichiarando che essi erano volontari venuti a esporre la 
propria vita « in onore di S. Ilaro protettore del paese, in 
difesa del loro Sovrano e della Patria » (3). È da notarsi 
che in alcuni documenti contemporanei di fonte locale, a 
cui attinsero anche gli storici lughesi Rambelli e Soriani, 
si scorge lo studio evidente di far apparire che i Pubblici 
Rappresentanti fossero sopraffatti dai rivoltosi e costretti 
dalla violenza ad accordar loro quello che volevano. Ciò 
non è che la conseguenza di un piano di difesa archi- 
tettato dai primati di Lugo per sottrarsi alla vendetta 



Seguono gli oggetti trattati, riguardanti liti vertenti tra la Comunità 
di Lugo e il Ceto ecclesiastico. 

Il Frizzi nel suo Diario (p. 14) scrive: Certo padre Petrucci rettore 
delle scuole pie e parroco della chiesa di S. Francesco, predicando, animò il 
popolo alla sollevazione o si fece guida di lui col Cristo alla mano >. 

(1) Vincenzo Zanelli, che andò in deputazione a Ferrara, come è detto 
più avanti, scrive in una lettera del 23 Luglio 1796 : 

« Non manco di fare le necessarie scoperte sopra il ceto de' Signori. Ho 
penetrato che in Ferrara vi è dell' impegno contro i medesimi ; adducendo 
che fino dalli primi momenti molti di questi favorirono i Rivoltosi con pro- 
messe e patti ; o si è scoperto che ad esempio degli Altri si desiderasse non 
la Morte, ma un gastigo vergognoso » — Archivio Comunale di Lugo — 
Busta LXXXIX — Lettere delle deputazioni spedite dalla Municipalità di 
Lugo a Ferrara) 

(2) Polzi in Fior. p. 533. 

(3) Tragico o spaventev. avvenim, Cfr. Soriani p. 93. 



l 



La somnwssa e il sacco di Lugo 93 

nemica. Falsando ad arte la verità, essi si atteggiarono a 
vittime di alcuni faziosi, fecero mostra di esser stali tra- 
scinati dalle minacce degli insorti, e rigettarono tutta la co'pa 
sui caporioni del basso popolo. Ma ì documenti di fonte 
ferrarese e il carteggio di Vincenzo Zanelli che, nella se- 
conda metà del Luglio 1796, andò a Ferrara come deputato 
di Lugo per assistere coloro che furono arrestati in causa 
della rivolta e perorare, per una generale amnistia, la- 
sciano trapelare tra le righe assai chiaramente che il Ma- 
gistrato cittadino, nei primi giorni della sommossa, non solo 
fu connivente, ma anzi fomentò e favorì con ogni mezzo la 
insurrezione (1). 

L' abate Andrea Corlari, che in quel tempo insegnava 
eloquenza a Ravenna ed era in grado di conoscere la ve- 
rità dei fatti perchè a Ravenna si lifugiarono la maggior 
parte dei Lughesi emigrati e i più compromessi i ella ri- 



Ci) Il Zanelli, in una nota autografa a una lettera da Ferrara del 21 
Luglio, scrive ai Pubblici Rappresentanti di Lugo : 

< Ho voluto pigliar lume se per que' Concittadini che in qualità di 
Deputati corrami sswnati dalla Magistratura si portarono ne' Paesi circonvi- 
cini a procurale in soccorso di Lugo T armamento possono dirsi Capi d' in- 
sorrezione (sic), al che mi è stato risposto di no, per essere puri eseguenti 
de' comandi avuti etc. > 

E agli stessi Pubblici Rappresentanti scrive il 25 Luglio : « Solo Iddio 
sa con quale e quanta pena io sia costretto a scrivere in questi termini, a 
solo fine di non ingannare né tradire veruno di quelli che i Francesi hanno 
di mira, in vista di essere stati dagli rispettivi nostri Nemici informati a 
segno, che non possono mai le Sig. LL. Ili. me immaginarselo. "^ engo assi- 
curato, che i Francesi in genere dichiarano col^jcvoli alcuni Concittadioi, e 
tra gli altri il Magistrato, e tutti quelli che hanno scritti, e sottoscritti Fogli 
che stanno in loro mani. Di più mi ó noto che hanno in vibta ancJio dei 
Preti. » (Archivio Comun.Mle di Lugo - Busta cit. Lettere delle Deputazioni 
spedite etc. a Ferrara). 



j-^^i 



9i Ai LaMMari 



volta, designa nel suo Giornale (1), come principali promo- 
tori della sommossa, i fratelli Manzoni. 

I Manzoni erano una cospicua famiglia che, nel secolo 
XVIII, primeggiava in Lugo e 3i considerava tra le più 
ricche di Romagna. Avevano vasti possessi specialmente 
alla Frascata, a Passo Gatto, alla Voltana e nella Riviera 
di Filo, e vi tenevano grandi allevamenti di bestiame e di 
cavalli, boschi di fagiani e bandite- 
La famiglia contava orìgini e gloriose tradizioni mi- 
litari. Virgilio Manzoni (1675-1735) aveva avuto in gioventù 
il grado di Tenente nella cavalleria pontificia e si era se- 
gnalato nel 1708, combattendo contro i Tedeschi del Bon- 
neval invasori del Ferrarese; Matteo Manzoni (1708-49) era 
stato capitano nelle milizie imperiali austriache, aveva 
preso parte, nel 1734, alla guerra per la succession di 
Polonia e, nel 37, alla campagna contro i Turchi in Serbia. 
Aveva chiuso la sua vita romanzesca entrando, nel 1745, 
neir ordine dei Cappuccini e quattr' anni dopo moriva, in 
concetto di santità, monaco nella Certosa di Ferrara. 
Suo fratello Luigi (1711-46) era stato anch'esso capi- 
tano imperiale nel reggimento comandato dal Botta d'A- 
dorno, e aveva partecipato alle guerre per la successione 
d' Austria. 

Dalla famiglia erano usciti anche due ragguardevoli 
prelati: l'abate Giacomo Maria Manzoni, arciprete di Bar- 
biano, che creò la fortuna della casa, e Monsignor Carlo 
Antonio, fratello del capitano Matteo, ch'era stato dal 175S 
al 68 delegato pontificio in Avignone e Rettore di Capentras 
e aveva dovuto lasciare il suo governo per la violenza di 



(1) MS nella Classense di Ravenna — Voi. I, sotto la data Luglio 1786. 



La sommossa e il sacco di Lugo 9S 

Luigi XV, che fece occupare • dai suoi soldati il Contado 
Venesino e cacciare colla forza le autorità pontifìcie. 

La famiglia Manzoni fioriva rigogliosa in quel tempo 
nella numerosa discendenza di un fratello del capitano 
Matteo: Giacomo Maria (1721-78), che da Elisabetta Pici n ali 
di Badia Veneta aveva avuto otto figli maschi e due fem- 
mine. 

Due di essi avevano abbracciato la carriera ecclesiastica, 
cioè Andrea, che fu arciprete di S- Patrizio, e Pah. Domenico 
Maria (1759-1806) il quale, dopo aver fatti gli studi a Roma, 
si era fermato colà fin dal 1793 ed era divenuto Agente 
della Comunità di Lugo; gli altri attendevano ai molte- 
plici affari della casa. Tra i fratelli si distinguevano spe- 
cialmente Angelo, Matteo e Giambattista. 

Angelo, nato il 30 Dicembre 1754, era il secondogenito ; 
aveva studiato nel Seminario di Faenza, poi era passato a 
Roma nel 1775 a far pratica di legge. Per un momento gli 
era venuto V estro di farsi frate, poi, nel 1779, ritiratosi a 
Lugo, aveva assunto la direzione dell' azienda domestica. 
Era uomo colto e di grande esperienza negli affari. 

, Suo fratello Matteo, nato V 8 Marzo 1757, aveva, stu- 
diato a Faenza e a Roma insieme con Angelo, indos- 
sando per molti anni la veste talare di abate. Nel 1781 
era ritornato in patria, e, smesso V abito, s' era dedicato 
quasi interamente all' agricoltura. 

Carattere in^'omito e irrequieto, ardente legittimista 
come il fratello, era avversario implacabile della Rivolu- 
zione e dei Francesi. 

Giambattista, ultimo dei figli, era nato a Lugo il 30 
Marzo 1762. Anch' egli aveva fatti gli studi a Roma e ne 



96 A, LaMMari 

era ritornato nel 1794, anch* egli avversava fieramente ì 
Giacobini. \\) 

Fin dai primi giorni della sommossa i tre fratelli 
Manzoni Angelo, Matteo e Giambattista si trovano al!a 
testa degli avvenimenti e in seguito sono più specialmente 
presi di mira dalle autorità francesi (2; ; e quando nel 1799 
venne la reazione austro-i ussa, si vide Matteo Manzoni, 



(1) GlambattistA fu quello che restaurò poi la fortuna di casa Manzoni 
gravemente scossa dagli avvenimenti funesti del 1796, e sposò nel 1804 Ca- 
terina Monti, cugina del grande ( oeta. Mori nel 1829. 

Ho desunte queste notizie da un'opera pregevolissima del vivente Giam- 
battista Manzoni intitolata : Storia della Fondazione « Ad Studia » creata nel 
i720 dal r abate Giacomo Maria Manzoni Arciprete di Barbiano (Faenza, 
Montanari, 1905), In appendice si trovano tavole genealogiche e importan- 
tissimi Cenni biografici dei personaggi più ragguardevoli di casa Manzoni^ 
che, compilati su documenti autentici, recano un prezioso contributo alla 
storia di quella famiglia. 

(2) Tra le Lettere deW Amministrazione Centrale di Ferrara^ nell'Ar- 
chivio Comunale di Lugo, Busta LXXXX, si trova quella già citata dell' 8 
Febbraio 1797, con cui si ordina alla Municipalità di Lugo di provvedere al 
risarcimento dei danni subiti « por colpa dei ribelli Manzoni * dal Tenente 
Luigi Vitali comaudante la squadra dei Birri di campagna e dal Bargello di 
Collana Domenico Chiarini, noli' occasione « della nota rivolta ». L' Ammini- 
strazione Centrale accludo la petizione fatta dal Chiarini anche a nome dei 
Teiìente di campagna, e da essa apprendiamo i particolari di quel!' episodio 
che si svolse nei primi giorni della sommossa e a cui ho già accennato. 

Il Tenente Vitali « prega e supplica (cito testualmente) di essere in 
parte solevate dal danno ricevuto nel saccheggio pstito perchè li Milzoni 
<il Chiarini scrive sempre Milzoni por Manzoni) lo costrinsero a mano ar- 
mata non solo, ma guardato a vista da cento e più persone armate giorno e 
notte per ordine dei Fratelli Milzoni ». 

Il Bargello Chiarini poi, per conto suo, manda la nota « delle Robbe e 
Cavalli che gli furono levati in Lugo dalli Milzuu', roino costa da Processo 
ed attestati consegnati ». 

Dalia nota risu'ta che « Cinque furono li Cavalli che furono Levati al 
Bargello con Ordiuo dolli fratelli Milzoni » tutli « coi finimenti ». Tra es«i 
è « Grilino, ritrovato in Ravenna tipresso il Sig. Milzoni o Favolo (sìj) Borsi 
che lo mandarono a Lugo, ma hcnza sella e briglia ». 

La Municipalità di Ferrara, in seguito, aveva ordinato che si facessero 



La sommossa e il sacco di Lugo 97 

seguito da uno Ptuolo di partigiani, entrare in Lugo la 
mattina del 17 Maggio, sventolando la bandiera imperiale 
di Francesco II (1). 

Fu nella mattinata del 1.* Luglio che nel Palazzo 
Pubblico di Lugo si gettarono le basi dell' organizzazione 
della sommossa ? 

Una serie di fatti ce lo fa supporre, benchò gli storici» 
lughesi tendano a far credere il contiario. 

I sollevati evidentemente presero per guida la Notifica- 
zione del 31 Gennaio 1793 e, considerando la proditoria inva- 
sione dei Francesi nelle provincie di Bologna e Ferrara 
conje un' a^ressione ostile, agirono, per ({uanto era possi- 
bile, in conformità delle pr-escrizioni contenute in queir.editto. 

Nessun disordine, nessuna sopraffazione, nessun dis- 
senso in principio. Autorità comunali e cittadini, nobiltà, 



« le £»eg(Uzioni alli sudctti Milzoni, ma (seguita il Chiarini) mai anno volsuts 
abassare T Ordine — e ciò per paura — solo dicerano ve lo diano Ferrar» 
(sic) >. 

L' / nmihiiBtrazione Centrale ordina alla Municipalità di Lugo che 1# 
somma necessaria per pagare il compenso dei danni al Vitali e al Chiarini 
sia ricavata « dai Beni degli Angelo ed altri de' Manzoni », beni clie d*- 
veyaiio elisere confiscfirti. 

E nel Minutario di lettere scritte nel Febbraio i797 (Marzo 1797) li 
trova la lettera con cui la Municipalità di Lugo risponde di avere « pun- 
tualmente eseguito » r ordine « e con piena soddiifazione dei danneggiati »* 

(1) Cfr. T. Baiar ati « Istoria dì Lago » cit. 

Mattea M-anzoni veniva pochi giorni dopo arrestato dai Francosi im' 
una casa di campagna ali* Frascata, e poco mJincò che non venisse fucilate'. 
Liberato dai Ttfdestshi, fece parte del Magistrato di Lugo, poi, dopo Marengo, 
fu di bel nuovo arrestato il 21 Settembre 1800. Stava per essere condottò a 
Bologna per essere giudicato da un consiglio di guerra, quando a Medicina 
lo liberà un Certo Ferrante ; e allora si rifug^iò a Mcldola, in casa Pnrtigeti, 
ove morì l'S Aprile 1803. 



clero e popolo operano di conserva in un' esplosione una- 
nime di odio contro lo straniero e di devozione al Pontefice. 

Sbollita l'ebbrezza dei primi entusiasmi, e specialmente 
in seguito ai consigli e alle esortazitmì delle autorità eccle- 
siastiche e di persone autorevoli, i promotori della rivolta 
compresero I' errore funesto in cui erano caduti e l'estremo 
pericolo a cui esponevano se stessi e il paese. 

Allora , visto fallito il tentativo di una insurrezione 
generale, essi vollero ricondurre alla ragione i rivoltosi ; ma 
era troppo tardi. 11 popolo, acciecato ed esaltato sino al fa- 
natismo, più non s'arresta sulla sua via e, a malgrado dì tutti 
e di tutto, corre verso il precipizio, mentre i veri capì della 
rivolta,, per sottrarsi alla rovina, si danno alla fuga e, vo- 
lendo salvare se slessi dalle rappresaglie, rigettano sulla 
plebe la responsabilità del guai avvenuti. 

Ma procediamo per online. 

Al mattino del primo Luglio gli insoiti si sono già. 
impossessati dello stendardo comunale (1) che trasportano 
< al loro Corpo di Guardia , cioè al Collegio • (2). Là sì 
schierano in ordine e, preceduti da Filippo Bartolotti che 
faceva sventolare il gonfalone (3), percorrono tutte le strade 
a suon di tamburo, e gridando < e viva S. llaro e viva il 



(1) Nella » Rtlasione de' Fatti accaduti in Lugo etc. >. ove di proposito 
si cercano tutte le gìUBtìficazioni per togliere al Magistrato ogni responsabi- 
lità, è detto che la bandiera comunale < ad indicare secondo il solito Ik 
franchigia dell'annua Fiera trovavasi esposta sul!' Arri nghiera del Pubblio* 
Palazzo. > 

(2) Tragico e ipav. a»venÌmenlo. 

(3) Soriani, p. 94. Secondo l'Istoria del Baldcati, sarebbe stato il Msd- 
gardini quello che portava la bandiera. 



La sommossa e il sacco di Lugo 99 

Papa » (1) vanno a far rialzare gli stemmi del Pontefice e 
<Jel Cardinal Legato, già tolti per ordine della Municipalità 
di Ferrara. 

Intanto la campana della torre del Pubblico Palazzo 
suona a martello e chiama alle armi Terrieri e Territoriali. 

Gli artigiani chiudono le botteghe , i mercanti lasciano 
i loro negozii, i contadini abbandonano i campi I cittadini 
danno di piglio a vecchi fucili, a pistole e a sciabole ; i cam- 
pagnoli s' armano di falci, di scuri , di ronche e perfino di 
bastoni : tutti accorrono ad arrotarsi per la difesa delia 
patria e della religione. 

A ciascun insorto — pare che fossero dapprima poco 
più di seicento — (2) si assegnano giornalmente « 2 paoli 
ed una pagnotta, armi polvere e munizione » (3) ; e anche 



(1) Tragico e spav» avvenim. 

(2) Così il Polzi in Fior. p. 533. Alcuni cronisti contemporanei, quali ad 
esempio il Fiandrini e il Corlari, fanno ascendere il numero dei rivoltosi a pa^ 
recchie migliaia. 

(3) Fiandrini^ Annali Rar^nunti MS n'alia Classr^nse di Ravenna loco cit* 
Nella Biblioteca Comunale di Lu^o, tra i h^H< A^ìWa Sezione del Iii$f/rffi- 

mento. Mazzo I (Anni 1796*97) vi é un d' cumcnto relativo alle somministra* 
zioni di pane fatte dalla Comunità dì Lugo alla Truppa Armata. 

Eccolo : 

« Al nome d' Iddio questo di 30 S';tt4»m*i'*e IT'^G Lujco — Att^^stano li i| uj 
sottoscrìtti Gioseppe Piraccini, G.'osepp** Vr-rsari, Giv. K*;rr*5ttj, f'/nworro K<fr- 
retti tutti di Lugo e Paolo VfarcJjetti di Ha;^na/'%vallo iui't*rvif'fi\ì af Vurtio 
condotto in questa Terra di Lug-o dal sig". Gion^-^p'^ Va- '/!;,j 'yiH,ì'n<fr>Ui nmì 
dì sette Lug^o 1796 giorno d^-^Ia rauut^ dv-' tiuty-ì .i L'i^o av«'va **nm* 
sig. Vaccolini pane c^tto ForiA tre da vr'-di v^-r/i '*1" un J-Zr^ i^'irno in r ;ii»t* 
da Scudi nove, il liev'io fer iii altro Vott*'* tt <■*';.'.. ^ /.a '.'» '■/ u'ii quattri* 
tutto preparato per quell'Armati di Lj;fo, d or'Jine ;,'.ri% 'ì^-i ^.r/t.'/ri di d^dta 
Comunità, mediante l'avi-o ci Carlo Kovii.a '*o;,z<-,!o, e p'y>-';js di«J kj^, yrmrt' 
«esco Filoni che *' q'^n:>*.o 'OL'je :u 'O'-a dj /-^♦♦o Loro prof.-io <*!';, ». 

L'atto è aut<^'Jit>:a*.o j-^.-r rr arjo d« i '""'ota o V;jj'<;,zv i'yjjt^ti. 



i 



100 A. LaMMari 



i privati — spontaneamente o no — sono costretti a som- 
ministrar loro « pane, vino, viveri ed altro » (1). 

Il giovine Giambattista Manzoni è dagli insorti pro- 
clamato generale ; e con lui sono scelti a ufficiali di siato- 
maggiore il Tenente Cesare Lugaresi, già Priore nella Ma- 
gistratura del bimestre antecedente, Domenico Antonio Za- 
nelli, che rinuncia al conte Luigi Samaritani, e i fratelli 
Francesco ed Ambrogio Bertazzoli. Il Collegio Trisi è de- 
stinato a sede del Quartier generale^ il notaio Antonio Maria 
Randi è nominato cancelliere ossia segretario della Truppa 
armata Abramino Ettorri 6 eletto vicesegretario. 

Perchè poi la notizia dell' armamento in massa non 
giunga a Ferrara, si spediscono sentinelle alla Bastia (Ca' 
di Lugo) e ai capi delle vie, impedendo a chiunque il passo (2).. 

Verso il mezzogiorno dello stesso Venerdì, veniva afr 
fìssa in Lugo la seguente : 

NOTIFICAZIOME 

Le critiche circostnii/.o, nello quali ritrovasi il popolo- 
Liiorhese per la invasione fatta dai Francesi nello Stato- 
Pontifìcio, i quali tentano di ftìic il più accumulato bottino- 
delie sue sostanze, non rimosso il pericolo di essere insultati 
nelle persone, Io hanno eccitato a prendere le armi in difesa 
de' Santi suoi protettori, de] Sovrano, dello Stato e della 
Patria. Perciò si fa noto a qualunque popolazione la misura 



il) Archivio Comunale di Lugo - Editto di B. Yann del 21 Fructidor- 
(7 Settembre) gcià citato. 

(2) Baldrati « Iitoria di Lugo ©te. — RambeUi p. 12: Soriani p. 94. 



La sommossa « fi sacto di Lago 101 



da esso presa, affinchè tutti concorrano ad assicurare la 
comune salvezza nel comune pencolo. Egli spera che tutti 
animati da un santo zelo di religione, dall' attaccaménto a 
Sua Santità loro legittimo Sovrano, e dall'amore della Patria 
vorranno unanimamente favorire una cosi gloriosa impresa, 
arruolandosi sotto i gloriosi stendardi della Chiesa. — Data 
in Lago dal Quartiere Generale questo di primo Luglio 
1796 — In Lugo presso Giovanni Melandri Impressor Ca- 
merale » (1) 

Autore di questo proclama era forse il segretario del 
Quartier generale Antonio Maria Randi, o il suo sostituto 
Abramino Ettorri; lo stampatore era il Melandri, un Faentino 
che da poco tempo aveva aperta in Lugo una tipografia. (2) 

La Notificazione spiegava assai chiaramente il carat- 
tere dell' insurr(:zione e il programma degli insorti, i quali 
si diedero tosto cura di diffondere il manifesto in tutta la 



(1) È strano come di questa iinportantissimft Notificazione non facciano 
c»nno i principali cronisti e storici lughesi, quali il Baldrati, il Rambelli, il 
Soriani. Il Polzi ricorda appena di volo questo proclama, ohe però è trascritto 
per intero nella Memoria intitolata « Trcujicn e spaventevoli avvenimento etc. », 
donde lo desunse il Firrini, che lo pubblicò in una nota inserita in calce 
alla narrazione del Polzi, p. 533 n. 3. 

Esso si trova anche riportato nel num. 21 Luglio 1796 del Corriere Mi- 
lanese, in una corrispondenza da Bologna in data del 9 Luglio, e negli Annali di 
Roma, periodico dell' ab. Michel© Mallio. T. XIX p. 118, mese di Giugno, 1796. 

Col confronto di questi due testi ho potuto riprodurre la Notificaaiont 
nella sua forma genuina, correggendo alcuni orrori in cui era incorso T Ano- 
nimo autore del Tragico e spav, avvenim. 

(2) Frizzi, Diario p. 15 - Il P. Rossi dice - evidentemente a scopo di 
difesa - che il Melandri fu costretto dalle minacce di morte a stampare 
questo proclama. 



102 A. Lasfeari 



Bassa Romagna e nelle vicine Legazioni di Ravenna e 
di Bologna (1). 

In pari tempo il Magistrato inviava quattro deputati 
scelti tra i cittadini più ragguardevoli (tra cui un Anziano) 
alle Terre limitrofe, per esortarle « a procurare in soccorsa 
di Lugo l'armamento » (2) e a combattere « per la difesa 
della Religione » (3). 

Cotignola, Massalombarda e S. Agata (4) aderirono al 
r invito e promisero « di guardar attentamente i loro con- 
fini e di tenersi pronte ad accorrere ad un bisogno comune )^ 
(5) ma Bagnacavallo — in odio ai Lughesi — rigettò le pro- 
poste, e Fusignano, per levarsi d' imbarazzo, rispose che 
non poteva prendere alcuna deliberazione senza il permesso 
del suo signore, il marchese Francesco Calcagnini (6). 

Gli abitanti delle Ville intorno a Lugo, « pieni dello 
zelo di devozione e di sudditanza tedele al Papa », parteci^ 
parono con entusiasmo alla insurrezione, la quale si propagò- 
anche alle Terre di Argenta, Bagnara, Solarolo e Mordano (7). 



(1) Frizzi, Diario, pag. cit. 

Il Fiandrini, luogo cit. dice che i Lughesi fecero affiggere questo ma- 
nifesto a Bagnacayallo, in Argenta etc. e tentarono « anche in Ravenna, per 
mezzo di un Carmelitano ». 

(2) Lettera di Vincenzo Zanelli da Ferrara, 21 Luglio 1796, già citata. 

(3) Fiandrini, luogo cit. 

(4) A quanto risulta dalla Sentenza del Tribunale Militare francese, 
pubblicata a Ferrara il 24 Luglio 1796, Sebastiano Zani sarebbe stato ac- 
cusato d' essere andato « a S. Agata ed a Massalombarda ad affigere (sic) 
scritti per sollecitare la rivolta, con minaccia di uccidere quelli che non si 
univano ad Essi ». 

(5) Polii in Fior. p. 523. 

(6) Soriani p. 94. 

(7) Ciò risulta da una lettera inviata dal Governatore di Castelguelfo 
al Sen. Malvezzi e da lui comunicata agli Assunti de' Magistrati di Bologna. 
Cfr. Fiorini p. 575 n. 1. 



La sommossa e il sacco di Lugo lOS 

Da ultimo, nella mattinata del 1* Luglio, il Magistrato 
inviava in tutta fretta a Roma Matteo Manzoni, coirin carico 
di « informare di tutto 1' accaduto T Ecc.mo Segretario di 
Stato (il Cardinal Zeladaì onde riportare le necessarie pr'ov- 
videnze >» (1). 

Come si vede dunque, è Lugo che getta coi'aggiosa- 
mente il- guanto di sfida allo straniero, e ai popoli della 
vicina Romagna, che fremono per le vessazioni e le rapina 
subite in onta all'Armistizio di Bologna, (2) lancia, col rin- 
tocco della campana a stormo, V appello incitante ai nuovi 
Vespri Siciliani. 

Le città di Romagna — per quanto si trovassero più 
o meno in uno stato di fermento - - non risposero all' ap- 



(1) Polzi - p. 533 - Eambelli p, 13. Soriani p. 93. 

Nel Mazso P di Documenti della Sezione del Rvo^glmento (Anni 1796- 
97) esistenti nella Comunale di Lugo, nel fascicoletto intitolato « Denari som- 
ministrali aita Gente armata e per pagamenti fatti ad altri nelVanno i796, si 
trova il seguente biglietto diretto dal Magistrato al Magnifico Giuseppe Bo- 
lognetti esattore eomunalo : 

€ Addì p • Luglio 1796 Lugo. 

Questo vi servirà di garanzia per il pagamento che farete nelle mani 
del Sig*. Matteo Manzoni di scudi cinquanta, che oggi vi sarà spedito il giù - 
stificato mandato. 

Simone A. Montanari Priore. 

Questa somma evidentemente era data al Manzoni per le spese della 
sua ambasciata straordinaria. 

E in una nota del Bolognetti, nello stesso fascicoletto, si legife : 
< d." (i Luglio) pagati al Signor Tenente Lugaresi doble papali N. 32 che 

fanno . Scudi 100, 80 

« 10 Luglio dair Ill.mo Signor Matteo Manzoni ho ricevuto doble 

N. 29, in diminuzione delli descritti » 100, 80 

che rimane in soli > 9, 4C 

(2) L'Armistizio di Bologna fu ratificato e firmato da Pio VI a Roma 
il 27 Giugno. 



r 



104 A. Lageoo'i 



pello, o perchè frenate dalle esortazioni dei vescovi e delle 
autorità, o per quegli invincibili sentimenti di diffidenza e 
di ripugnanza che ponevano barriere insormontabili tra 
paesi e paesi della stessa regione. 

Guai se la Romagna o il Ferrarese avessero seguito 
r esempio di Lugo ! Bonaparte ne avrebbe risentito un grave 
colpo, perch<^ in quel momento il suo esercito, alla vigilia 
di rìiisurarsi con Wurmser che scendeva dal Tirolo con 54000 
uomini di truppa fresca, si trovava nella più critica delle 
posizioni. 

li generale, in una lettera al Direttorio del 14 Luglio, 
Accennando ai fatti di Lugo, scrisse che la sollevazione 
era scoppiata, in seguito alle false notizie recate da un 
monaco venuto da Trento , il quale avrebbe sparso la 
voce che ,i>:li Austriaci, passato 1' Adige, avevano liberato 
Mantova dall'assedio e marciavano a grandi giornate verso 
la Romagna (l). 

Non sappiamo se Napoleone — che si trovava assai 
lontano dal teatro della sommossa quando questa scoppiò 
— dicesse il vero e narrasse ciò che gli era riferito, o se, 



(1) Correspondance de Napoléon (ed. imper.) T. I^ p. 594. N. 759. Au 
Directoire exécutif - Quartier Generale - Milan, 26 Messidor an. IV (14 Lu- 
|flio 1796) : 
• ..•••*«••■••••«••••••••.*..« 

Un moine arrivé de Trente a porte la nouvelle dans la Homagfne qua 
las Autrichiens avaient passe l'Adige, débloqué Mantoue et marchaient à 
^randes journóes sur la Romagne. Des imprimés sóditieux, des predi cateurs 
fanatiques prechèrent partout Tinsurrection ; ils organi sèrent, en peu de 
jours, ce qu'ils appelèrent l'armée catholique et papale; ils ótablirent leur 
duartier general à Lugo, gros bourg de la Legation de Ferrare, quoique en- 
•lavé dans la Romagne ». 

Come si vede, il Bonaparte era assai lontano dal rero. 



La sommossa e U sacco di Lugo 105 

per quella tendenza già notata dal Bouvier, di ingrandire 
i fatti più semplici con circostanze drammatiche (1), egli 
volesse, per mezzo di questo frate immaginario, collegare 
la insurrezione di Lugo (da lui inesattainente chiamata della 
Romagna) colle mosse del maresciallo Wurmser, che scen- 
deva alla riconquista della Lombardia. 

Non ho trovato in alcun luogo il menomo cenno di 
tale frate, che avrebbe tutta l'aria (a giudicare dalla lettera 
di Bonaparte) di essere un segreto emissario dell'Austria: 

È noto che il Gabinetto di Vienna già da lungo tempo 
aspirava al possesso delle Legazioni di Ferrara e di Bolo- 
gna, che avrebbero dovuto arrotondare , unite al dominio 
della ^ enezia , quel regno italico che fu oggetto delle co- 
stanti ambizioni degli Asburgo; si sa anche che a Ferrara, 
ropo r invasione francese, le speranze degli aristocratici e 
dei reazionarii, capitanati dal marchese Camillo Bevilacqua, 
si volsero all'Austria, (2) ma non risulta affatto che tra il 
quartier generale di Wurmser e gli insorti lughesi fosse la 
menoma relazione. 

La sommossa di Lugo, in gran parte provocata da 
motivi, da passioni, da interessi locali, riusci un'insurre- 
zione parziale, e, benché si tentasse di estenderla alla Ro- 
magna innalzando lo stendardo della Chiesa contro il tri 
colore repubblicano, rimase circoscritta ai confini del ter- 
ritorio lughese e non riusci neppure a scuotere tutti i paesi 
del circondario. Nei Bagnacavallesi — come s' è visto — 



(1) F. BouwUr • Bonaparte en Italie » (Paris, Cerf, 1899) lntri>ductien 

p. vili. 

(2j Cfr. C Antolini « Ferrara negli ultimi annidai sec. XVIil » in AtH 
della B. Deputaz. di St. p. ferrarese. Voi. XI p. 69. n. 1. 



106 J. Lazzari 



potè più r avversione per Lugo che V odio contro V in- 
vasore (1). 

D' altra parte Napoleone e ì Francesi, esagerando V im* 
portanza di quel moto e la gravità del pericolo, ne trassero 
occasione per ingrandire le loro vittorie neirimmaginazion»^ 
dei popoli e anche per accusare di malafede il Papa che 
— pendente Tarmistizio — armava, per mezzo del clero, la 
mano dei terrazzani e dei contadini contro i soldati della 
Repubblica. 

Ma se vi furono a Lugo preti e frati che istigarono i 
rivoltosi, è debito di giustizia aggiungere che Pio VI respinse 
l'ambasciata di Matteo Manzoni biasimando la « temeraria 
impresa j» (2), e le autorità ecclesiastiche della diocesi im 
piegarono ogni mezzo per sedare fin dai primi giorni la 
sommossa. 



(1) Vincenzo Zanelli, in una lettera del 2 Agosto da Ferrara, dice, a 
proposito della Municipalità di Bagnacavallo : « Mai fu e mai sarà amica 
della nostra Patria » (Archivio Comunale di Lugo, Busta cit ) 

(2^ Soriani p. 92. 11 Polzi dice che il Manzoni ritornò « fortunatamente 
poche ore dopo air ingresso de' Francesi in Lugo (7 Luglio), non ostante 
che si dasse tutta la premura di correre per le Poste notte e giorno > (p. 533) 



Tantatlvl del cardinal Chiaramonti per rieondurri 
ì rivoltosi — La missione di Don Diego Fuei 
barone Giuseppe Capelletti a Lugo — La scai 
Barbiano— La mediazione di Cepelletti — li e 
Bagnara — 11 plebiscito del 6 Luglio. 



Vescovo d'Imola, alla cui diocesi Lugo app 
allora il cardinale Gregorio Barnaba Chiaramon 
parente di Pio VI Braschi. Apparteneva all' ord 
nedettini, era stato prima vescovo dì Tivoli e dall 
la diocesi ìmolese (1). 

Il Chiaramonti era un dotto teologo, avevi 



(1) Era nato a Cesena il 14 Agosto 1742 dal conte Se 
monti e dalla contessa Oiovanoa Qhini. Il 20 Agosto 1758 on' 
benedettino e ai ritirò nel convento di S, Maria del Monte pr 
16 Dicembre 1782 fu consacrato vescuvo di Tivoli e nel con 
Febbraio 1785 venne da Pio VJ eletto cardinale. 



108 -4. Laezckri 



mite, una gran dolcezza di carattere, una inesauribile bontà 
di cuore; non conosceva né ambizioni, né interesse, viveva 
parcamente distribuendo ai poveri gran parte delle laute 
rendite del vescovado, e conservava, sotto la porpora car- 
dinalizia, r austera semplicità del cenobita. 

Quest' uomo umile, placido e serenamente gioviale era 
dotato di un grande spirito di abnegazione e di un vero 
zelo di carità, e sapeva spiegare all'occasione un coraggio, 
una tenacia, un'energia di cui nessuno lo avrebbe creduto 
capace ; egli era il futuro Pio VII 

Fin dai primi giorni dell' invasione francese, il Car- 
dinale aveva inculcato al clero e al popolo la sommissione 
e la calma, persuadendo i suoi diocesani ad accogliere pa- 
cificamente il nemico II 24 Giugno si era recato alla car- 
rozza del generale Augereau, di passaggio per Imola, ad 
ossequiarlo (1), e colle autorità militari francesi aveva sa 
puto conservare i migliori rapporti. 

E queste relazioni divennero cosi amichevoli che il Car- 
dinale non solo ricevette poi nel palazzo vescovile e alla 
sua mensa gli ufficiali dell' armata repubblicana, ma si la- 
sciava anche vedere a passeggiare con essi per la città (2). 

Quando da Augereau fu imposta la contribuzione alla 
provincia di Romagna, — che parve una violazione dell'ar- 
mistizio di Bologna — il Chiaramonti, il 27 Giugno, faceva 
pervenire ai parroci e ai capi delle congregazioni religiose 



(1) Archivio Comunale d' Imola « Giornale del Magistrato > T. XXIV 
e. 44 t. sotto la data del 24 GiugfDo. 

(2) E, Pistoiesi. Vita del Sommo Pontefice Pio VII (Roma, Bourliè, 1824) 
T. 1^ p. 30. 



La sommossa e il sacco di Lugo (09 



una Notificazione stampata, con cui ricordava a tutte le 
« persone Ecclesiastiche si Secolari che Regolari dell' uno 
e dell' altro sesso » lo stretto obbligo che avevano dì con* 
segnare gli argenti posseduti « per servizio delle loro Chiese, 
Case e Conventi >, dichiarando che quest' atto era « tanto 
necessario per il bene pubblico > (1). 

Appena avuto sentore della sommossa scoppiata a Lugo^ 
aveva divisato di accorrere colà in persona per distogliere 
quei suoi diocesani della temeraria impresa; ma quando in 
Imola si sparse la voce della partenza di lui, il popolo si 
levò a rumore, non volendo essere abbandonato dal suo 
rescovo in momenti così difflcili. 

Allora risolse di mandare 'a Lugo il Teologo della 
Curia, lo spagnolo don Diego Giuseppe Fuensalida — pro- 
babilmente un ex-gesuita — il quale la mattina del 2 Luglio 
si presentava ai Pubblici Rappresentanti e consegnava loro 
questa lettera tutta di pugno del Cardinale : 

IlLmi Sijfnori 

Al primo avviso de' disturbi che minacciano la tran- 
quillità di codesta popolazione sarei volato costà di Persona 
se le circostanze di questa Città e qualche rumore destato 
nel Popolo al solo dubbio della mia partenza non mi aves- 
sero indotto ad eleggere un altro consiglio. Oltre la notifi- 
cazione, che ho fatto stampare per esortare tutti alla tran- 
quillità e alla sommissione, mi credo in dovere di far ri- 



(1) Qutsta Notificazione, dì cui mi fu favorita copia dalla torteflia d«l 
conte Marco Emaldi dì Lugo, si trova noli' Archivio Vtscoyile d'Imola. 



110 A, Laggari 



flettere alle SIg.rie loro III me che qualunque mossa nel 
tempo in cui pende un armistizio e un trattato di Pace 
colla S Sede sarebbe intempestiva, dannosa e contraria a 
quello spirito di sommissione che ogni Principato è in di 
ritto di attendere dai sudditi. 

Questo riflesso e quelli delle più luttuose conseguenze 
(?he ne potrebbero derivare, possono e debbono servire alle 
Sig rie Loro Ill.me di stimolo per adoperarsi con ogni effi- 
cacia a distogliere da qualunque progetto di resistenza. 

11 loro zelo per la Religione e per la Patria deve ren- 
dersi attivo per*preparare in questa maniera gli animi al 
bene di quella Pace, di cui si va di giórno in giorno accel- 
lerando la conclusione. 

Io ne Le prego col più vivo sentimento dell' animo: 
Ed auguro Loro dal Cielo ogni felicità. 

Delle Sig.rie Loro Ill.me 

Imola p.® Luglio 1796 

Aff'.mo di cuore 
Il Card.le Chiaramonti 

P. S. Invio D. Fuensalida acciò di concerto col sig. 
Can.co Francesco Bertazzoli s'adoperi al suddivisato impor- 
tantissimo oggetto che potrebbe avere le conseguenze di 
Pavia quando non si ripieghi a tempo. (1) 

La persona su cui il card. Chiaramonti più contava 
perchè la missione affidata al suo Teologo riuscisse a buon 



(1) Arrhivio Comunale di JLugo - Busta LXXXIX - Lettere dell' Etn. 
Chiaramonti Vescovo e suo Teologo - Lettere dell* Em. Dugnani - Lettere del- 
VEm. Zelada, Seg.^ di Stat0. 



La sommossa e il sacco di Lugo 111 

fine era il canonico Francesco Bertazzoli di Lugo. Apparte- 
neva air Insigne Collegiata di S. Francesco, aveva quaran- 
tadue anni, (1) era uomo dotato d' ingegno, cortese di modi, 
mite d'animo, e godeva di grande autorità nel ceto eccle- 
siastico e nel paese. II vescovo d' Imola aveva per lui molta 
stima e una vivissima predilezione, predilezione che non 
smenti quando fu assunto al pontificato (8). Infatti, appena 
eletto papa, il Chiaramonti lo chiamò subito a Roma, lo 
nominò Elemosiniere segreto poi, nel 1802, arcivescovo d'E- 
dessa in partibus e finalmente, nel 1823, cardinale. 

Egli fu r uomo di fiducia, l' indivisibile compagno di 
Pio VII nei giorni tristi e lieti, lo segui in Francia all' in- 
coronazione di Napoleone e nella prigionia di Fontainebleau, 
ed aveva tale influenza sulF animo del papa, che quando 
l'imperatore volle fargli firmare il Concordato del 25 Gen- 
naio 1813, tosto disdetto, si servì appunto del prelato lu- 
ghese (3). 



(1) Era nato da Barfolomeo Bertazzoli il 1** Maggio 1754. 

(2) L' Artaud nella sua « Histoire du Papt Pie VTf > (Pariori 1839) 3.* 
«diz. T. L p. 140, racconta un grazioso aneddoto a proposito del Bertazzoli. 

É noto che il Chiaramonti spendeva in opere di carità quasi tutte l# 
rtndite del vescovado. Quando, nel Marzo 1800, vi fu il Conclave a Venezia 
per l'elezione del nuovo papa, il canonico Bertazzoli prestò del denaro al 
cardinale, perchè potesse sopperire alle spese del viaggio. Ricordandosi di 
ciò, Pio VII soleva dire che egli dovreva al Bertazzoli la fortuna, se pur 
t»le si poteva chiamare, d'ossero eletto papa. E aggiungeva : « Senza 1» 
gtnerosa offerta di monsignor Bertazzoli, il cardinal vescovo d' Imola non 
avrebbe avuto i meizi di mettersi in viaggio per Venezia secondo la dignità 
del suo grado. Appena appena avrebbe avuto denaro bastante per andarvi 
a piedi, in abito da pellegrino, coi suoi conclavisti e qualche servitore > . 

(8) In compenio di ciò, Napoleone nominò il Bertazzoli cavaliere della 
Corona di ferro e gli donò una scatola d'oro, col suo ritratto in miniatura 
contornato da grossi brillanti. In «questa occasione mostrò però il Bertazzoli 
poca fermezza di carattere e una colpevole condiscendenza. 

11 Bertazzoli moiì a Roma il 7 Aprile 1829. 



112 A. LasMari 



II Teologo Fuensalida consegnò ai Pubblici Rappresen- 
tanti la Notiflcnziono stampata del cardinal vescovo, ron 
mi è stato possibile rintracciarla né nell'Archivio comunnle 
di Lugo né in quello vescovile d' Imola, né altrove. Il Ram- 
belli ne dà però un largo sunto. « Coli' autorità del grado 
e delle parole — egli scrive — studia vasi ridurre a sa- 
nità gli spiriti inveleniti, la disfatt.a toccando de tedeschi, 
le vittorie de' francesi, la soggezione universale ; ^li esempi 
mirassero di Pavia saccheggiata e punita, di Codogno e 
Binasco posti a sangue a sacco a fuoco per insurrezioni 
alla loro somiglianti. Conoscessero diceva a c'-^e pericoloso 
partito si mettevano sconsigliatamente, non avendo né sol- 
dati agguerriti, né buone armi, né fortezza di luoghi, né 
vettovaglia, n(> concordia di animi. Accertavagli che ei sa- 
rebbesi interposto a perdono, e che tutto verrebbe loro ri- 
messo, purclrò, e gli argenti si dessero della contribuzione, 
e le prese armi venissero deposte > (1). 

Il Magistrato cittadino si mostrò subito ossequente al- 
alie esortazioni del Chiaramonti ; ma oramai esso era im 
patente a dominare i rivoltosi, di cui doveva accettare le 
imposizioni : un inevitabile dualismo era sorto tra la Pub- 
blica Rappresentanza e il Qaartier Generale^ ove già gli 
elementi più torbidi avevano preso il sopravvento. Dal Pub- 
blico Palazzo fu tosto inviata lettera al Collegio Trisi per 
comunicare ai comandanti della Truppa armata i voleri del 
vescovo. Ed ecco che Francesco Mongardini, accompagnato 
da Vincenzo Filippi e seguito da una sessantina di armati. 



(1) Cènno stor, p. 13 e seg*. 



n 



La semmossa e il sacco di Lugo 113 



si presenta nella sala delle udienze, e minacciando i Ma- 
gistrati e il Teologo (1), impone di non pubblicare l'editto 
del Cardinale. 

Quei popolani rozzi e fanatici, nella loro esaltazione, 
sospettavano che il Magistrato volesse « annientare il loro 
Quartiere » e che l'abate Fuensalida fosse « un esploratore » 



(1) Neir Archivio Comunale di Lugo, Busta LXXXIX cit., si conserva 
un. curioso documento che qui trascrivo. E una apocie Ui certificato in forma 
di lettera rilasciato dal Fuensalida ai Pubblici Rappresentanti di Lugo, per 
dimostrare che essi erano stati costretti a subire, contro la loro volontà, le 
violenze degli insorti. Le esagerazioni che si contengono in questo attestato 
giustificativo sono patenti. Ecco intanto la lettera diretta ai Magistrati lu- 
ghesi. 

Ill.mi Signori P.roni Colmi 

L'attestato mio a giustificazione di codesta III ma Comunità era in 
certo modo un debito di giustizia. 

Testimonio acculare (sic) di quanto accadde costì nella funesta giornata 
de' 2 del corrente Luglio, del loro zelo patriotico, dello premure loro per 
acquitare V inferocito popolo, del sincero rammarico e delle lagrime, che 
tanti e poi tanti delle Signorie loro versavano sulla disubbidienza e sul!' o- 
stinazione sconsigliata degli Insorgenti ; avrei tradita la verità, avrei man- 
cato ai doveri dell' Uomo onesto e a quelli che m' impone la carica che in- 
degnamente cuopro, se non avessi fatte note e manifeste al mondo le loro 
virtù e il loro attaccamento alla legittima autorità. 

Quindi io ricevo il loro gentilissimo Foglio come un nuovo argomento 
di quell'indole generosa ed onesta, la quale non potei non iscuoprire e quasi 
toccai con mano ne' loro savissinù discorsi, nelle ben combinate idee e nei 
mezzi daUe Signorie loro pensati, ed abbracciati a£Bne di richiamare il tra- 
viato popolo alla dovuta sommessione. 

Di questa loro savia condotta siccome in allora fui l'ammiratore, cosi 
sarò in avvenire l'encomiatore giusto non meno che verace e sincero ; e in 
tal guisa avrò la soddisfazione di aver resa giustizia alle loro virtù e al 
loro merito, come pure di avere praticamente dimostrata quella perfettissima 
stima, con cui ossequiosamente mi rassegno 

Delle Signorie L. L. Ill.me 

Imola, 22 Luglio i796, 

Dev.mo Obbl.mo Servitore 
DiBoo Giuseppe Fusm8ai»ida. 



114 A Lazzari 



e accusavano il buon Chiàramonti d' « essere anch' esso 
un giacobino > (1). 

« Vilipeso e deriso >, (2) V abate Fuensalida dovette 
partire immediatamente da Lugo, scortato per ordine del 
Fabbrone sino ai confini del territorio, perchè v' erano al- 
cuni esaltati che volevano farlo fucilare. 

Il primo tentativo di Chiàramonti era dunque riuscito 
a vuoto, ma Lugo trovò un altro valido protettore nel ba- 
rone Capelletti. 

Il barone don Giuseppe Capelletti, cavahere dell' or- 
dine di Santiago, colonnello di cavalleria nelP esercito di 
S. M. Cattolica e suo Incai'icato d' affari residente a Bo- 
logna (3), benché non rivestito di una diretta autorità diplo- 
matica, aveva la missione ufficiale di tutelare gli interessi 



(1) Baldratiy Istoria^ MS. cit. sotto la data del 2 Luglio 1796. Cfr. anche 
E. Pistoiesi - Vita di Pio VII cit. T. I p. 31. 

(2) Soriani - p. 95. 

Nella Relazione de' Fatti accaduti in Lugo, quest' episodio è descritto 
con tinte più fosche. 

« Conobbe l' Inviato al primo presentarsi l' impossibilità dell' esito ; li 
esortò nonostante i Capi di Rivolta, cercò di allettarli di ogni maniera : ma 
essi, invece di arrendersi vieppiù si accesero ; si accrebbero di numero i 
Ribelli e strettisi coli' armi abbassate intorno all'Inviato stesso, altamente 
minacciarono Lui di vita : circondato poi nel tempo medesimo al disotto e al 
disopra il Pubblico Palazzo, ne intimarono 1* incendio a' Magistrati se non 
avessero dimesso dal loro congresso quel buon Sacerdote : per la qual cosa, 
conosciuto inutile non solo ma pregiudicievole ben anche il più interessarsi 
a prò di quei disperati, e il Teologo e li Magistrati abbandonarono la Resi- 
denza, e non fa poco se riuscì a tutti di ritrovare nella fuga uno scampo. » 

(3) Da un passaporto dato dal Capelletti a Filippo Rambelli e pubbli- 
cato dal figlio Gian Francesco nel suo Cenno storico etc. (Bologna , 1834) a 
p. 39, si rilevano appunto questi titoli del Capelletti stesso : 

« Caballoro de la Orden de Santiago, Coronel de Caballeria de los Rea- 
les Exercitos de su Majestad Cattolica etc. y su Encargado de Negocios en 
Bolonia ». 



La sommossa e il sacco di Lugo 115 

^ . . . - - — - 

-dei sudditi spagnoli presso i Legati di Bologna, Ferrara, 
Ravenna e Urbino (1). 

Era uomo di scarso valore, ma zelante, attivo, infra- 
mettente ; amicissimo dei Gesuiti e aristocratico di senti- 
menti, odiava i Francesi e la Involuzione. 

A Bologna s' era molto scalmanato, al tempo delle 
trattative di Azara con Bonaparte, per propalare ai quat- 
tro venti le ampollose promesse e le millanterie dell' am- 
basciatore di S. M. Cattolica, ed era rimasto scottato dalla 
miseranda figura che il vanitoso Spagnolo aveva fatto nella 
stipulazione dell' armistizio del 23 Giugno. 

Per vendicarsi di questo scacco, egli teneva un con- 
tegno ostile e sprezzante verso i Bolognesi, che s'erano dati 
in braccio alla Repubblica e, coadiuvato dagli ex - Gesuiti 
spagnoli suoi fedeli amici, non trascurava occasione alcuna 
per mostrare la sua animosità contro la Francia, (2) reso 



(1) UArtaud nell* op. cit T. I, p. 21, nota 1, scrive: 

« M. CapeUetti étoit chargé de soigner aupr^s des legats, les affaires 
des Espagnols à Bologae, à Ferrare, à Urbin, à Ravenne. 

Il n'avoit pas uni autoritè directement diplomatiqiie : quand ses ròcla- 
mations devoient étre renvoyées a Rome, M. le chevalier Azara étoit alors 
l'autorité politique qui agissoit auprès du gouvernameat pontificai », 

L'Artaud, segretario di Legazione a Roma nel 1801, quand' era amba- 
sciatore Cacault, è in grado di darci informazioni esatte. 

(2) Tolgo queste notizie dal Fiorini op. cit. p. 592 e 595. 

Il F. riporta un'interessante lettera dell'Avv. G. B. Pozzi-Stoffi, che era 
stato incaricato dalla Repubblica di S. Marino di mandare relazioni ufficiali 
degli avvenimenti che si svolgevano a Bologna. 

Il Pozzi-Stoffi dice appunto che esisteva a Bologna e a Feixara uà par- 
tito « papalino e spagnuolo » capitanato dal CapeUetti « animai) fin alla 
nausea contro i poveri Bolognesi e contro la Francia ». 

Il CapeUetti e gli ex-Gesuiti spagnoli, col loro contegno ostile aUa 
Francia, crearono tali imbarazzi al Senato bolognese, che verso il 10 Luglio 
si era venuti ad un' aperta rottura. Dovettero intervenire Bonaparte, Azara e 
<>acault per mettere a freno il bollente barone. 



116 



A. Laeeari 



più baldanzoso dalla deferenza che avevano nìostrato per 
lui e per la Spagna i generali e i commissari dell' esercito* 
francese (1). 

Il barone, il quale forse afifettava un' autorità di cui 
realmente non era investito (2), — pregato — a quanto 
pare dal Chiaramonti, interpose la sua mediazione presso 
il generale Augereau in favore degli insorti lughesi. Non 
gli pareva vero di immischiarsi in un affare così importante, 
che lusingava la sua vanità personale, e gli serviva a 
rialzare il prestigio della Spagna, che aveva allora ricevuto 
un fiero colpo. 

Il Chiaramonti informava Giambattista Manzoni della> 
probabile venuta del Capelletti in questi termini : 



(1) lì Bonaparte, nella prima sua venuta a Bologna, g-li aveva promesso 
protezione e rispetto ai sudditi di S. M. Cattolica e alle loro proprietà, con- 
sigliandoli a portare la coccarda rossa spagrioln. Dietro preghiera del Capel- 
letti la Giunta delle Contribuzioni aveva rilasciata la lampada d' argento do- 
nata da un re di Spagna alla chiesa di S. Domenico di Bologna. Cfr. Fiorini 
op. cit. p. 607, nota 1. 

(2) Bonaparte scriveva il 12 Aufnsto di Brescia ad Azara (Corresp. cit. 
p, 676 n. 876) « M. Capelletti se conduit fort mal a Kologne ; e' est à vous, 
Monsieur, a y mettre ordre; je sorais fàclió de lo chasser de la ville; aussi 
bien, j'ignor© ce qu'il est, ce qu' il fan et ce qu' ii i^rétend ». 

E Cacault da Roma, evidentemcnie dopo un'intesa con Azara, scriveva 
al Senato di Bologna, il 19 Agosto, per mettere un termine al conflitto scop- 
piato tra il Senato e Capelletti : 

« M. Capelletti a droit comme oiìicier espagnol, come chargó a Bologne 
de divers objets et comissions relativement aux ex-jesuites et aux postes 
qu' interessent la Cour d' Espagne, à tous ls?s égards. 

Mais sa lettre de crédit pour le Legat étant expirée, sa qualitó de 
Chargé d'affaires d' Kspagne, n' est aujourd' bui fondée sur aucune lettre de 
Créance adréssée au souverain actiiel ou a son àeleguó ». Cfr. Fiorini op.. 
cit p. 602. 



i 



La sommossa e il sacco di Lugo - 117 

Mio Ill.mo Signore 

Le notizie qui recate dal sìg. Barone Cappelletti Ministro 
-dì Spagna si sono intese in confuso ; ed il Moiraghi ha 
date per certe le voci di Piazza. Per quel che si dice è 
molto probabile che il Sig. Barone dia una scorsa costi; ed 
in tal caso potranno da lui sentire il preciso : eh' è quanto 
posso replicare alla sua lettera. Ho già Loro esternato 1 
miei sentimenti sullo sconsigliato pensiere di prendere le 
Armi nel tempo appunto che il Sovrano si dà la massima 
premura di accelerare la pace ; e sono vivamente trafitto 
per il niun successo delle mie paterne esortazioni, le quali 
erano dirette ad impedire l'eccidio di codesta a me Caris- 
sima Popolazione : eccidio a cui andarebbe incontro col- 
r opporsi ad Una forte armata agguerrita e provvista . di 
copiosa artiglieria. L'esempio funesto di altre Popolazioni 
dovrebbe ammaestrarle come avrà fatto Loro riflettere di 
mia commissione codesto Canonico Bertazzoli. Ripeto questi 
sentimenti a V. S. in particolare, pregandola a communicarli 
ai suoi Compatriotti, facendo anche riflettere ai medesimi 
che il Sovrano stesso non potrebbe non riguardare colla 
massima disapprovazione un passo cosi intempestivo che 
mi riempie di estrema amarezza; e sono 

di V. S. 

Afes. 
Cardinale CfUaramonti (1) 

Imola 3 Luglio 1796 



(1) Archivia Comunale di Lug^o - Busta LXXXIX cit. 



118 A. Lazzari 



E venne infatti da Ravenna il barone Capelletti, nel 
I)omeriggio della Domenica 3 Luglio. (1) 

Appena posto. piede nel territorio lughese, all' Incaricato 
di Spagna si offri un curioso spettacolo. Essendo giorno fe- 
stivo, tutti gli artieri e i villani erano in armi e brandivano 
vecchi moschetti, falci, ronche, forconi inastati. Innumerevoli 
sentinelle erano state poste ai confini , ai passi , presso i 
I)onti, ai capi delle strade, alle porte della Terra con or- 
dini severissimi. Si arrestavano i corrieri , si impedivano 
i trasporti, si intercettavano e si aprivano le lettere, si per- 
quisivano i forestieri. (2) 

Poiché le guardie fermavano ogni persona che cre- 
dessero sospetta e la conducevano al Quartier Generale, il 
Magistrato era stato costretto a munire di passaporto tutti 
coloro che avevano bisogno di accudirò ai loro affari. (3) 

Il fanatismo religioso scaldava sempre più gli animi:. 
in quella Domenica si era cominciato nella chiesa del Car- 
mine un solenne triduo in onore di S. Ilaro 

Il fermento cresceva e l' insurrezione si andava pro- 
pagando : proprio in quel giorno era scoppiata nella vicina 
Argenta una rivolta. Il popolo si era impadronito degli ori 



(1) Il Capelletti il 3 Luglio era a Ravenna, dove — a quanto risulta dal 
Giornale del Magistrato d'Imola (sotto la data 5 Luglio, e. 541) pare che si 
intromettesse per ottenere che la Legazione di Ravenna non pagasse — in 
omaggio alle disposizioni dell' Armistizio di Bologna — la contribuzione di 
guerra arbitrariamente imposta da Bonaparte. 

(2) Relazione de' fatti accaduti in Lugo etc. 

(3> Polzi p. 533 - Augerau scriveva che a Lugo s* era formato un eser- 
cito apostolico di 15 o 20 mila uomini (!) « Ces rebelles — egli dice — ont 
de la cavalerie, des chefs et des génóraux ; ils donnent de passeports datés- 
da quartier general de Ligo » cfr Trolard p. 294. 



»!P.- 



La sommossa e il sacco di Lugo 119 

e degli argenti depositati per la contribuzione e aveva ri- 
preso colla forza le armi già consegnate. (1) 

Appena a Lugo si seppe dell' arrivo di Capelletti, il 
Magistrato si radunò in Palazzo per ricevere coi dovuti 
onori i il nobile Diplomatico » (2;. Il barone fu incontrato 
a pie della scala dal conte Simone Antonio Montanari, dagli 
Anziani e da molti consiglieri, e tosto egli chiese di parlare 
segretamente col Priore. Le proposte che recava erano que- 
ste : I Francesi si sarebbero astenuti da ogni ostilità e sa- 
rebbero entrati amichevolmente in Lugo ; i sollevati do- 
vevano deporre le armi e non opporsi al pagamento della 
contri- uzione. 

Mentre erano intavolate queste trattative, comparve — 
come il giorno innanzi — Francesco Mongardini seguito da 
molti armati. 

Poche ore prime Giambattista Manzoni s' era dimesso 
dal comando e, in sua vece, era stato proclamato generale 
in capite appunto il Fabbrone che — per contrapporsi a 
Buonaparte — sMntitolò il general Buonapace (3). 

Pare che in sulle prime il Mongardini fosse restio a 
sentir parlare di accordo e all' Incaricato spagnolo che, 
trattolo in disparte, gli dimostrava la inevitabile necessità 



(1) Cfr. Antolini - Ferrara negli ultimi anni del sec. XVIII, 
Atti cit. Voi. XI p. 60-61 n. 1. 

Il giorno 5 ì capi della rivolta, i Superiori, i due Arcipreti ad altri, 
riunitisi nel palazzo del Governo, alla presenza di testimoni e per rogito di 
di pubblico notaio, stabilirono di fare la restituzione degli ori e degli argenti, 
che vennero riportati alle rispettive chiese. 

I sollevati deposero le armi il 6 Luglio. 

(2) Soriani p. 95. 

(3) Baldrati - Istoria di Lugo cit. ; Rambelli p. 10. 



l20 A. Lageari 



della venuta dei Francesi, rispondesse « con aria impo- 
nente e pensier risoluto : Non voglio Francesi in Lugo! » (1) 

Se si deve credere al Soriani, il Capelletti soggiunse: 
€ Vi farò assegnare dalla vostra Comune una vitalizia pen- 
sione e vi manderò in Ispagna, ove godrete la protezione 
del mio Sovrano » (2), ma il capo degli insorti non si la- 
sciò commovei'e. 

Finalmente, scosso dalle calde preghiere del suo cu- 
rato , il padre Giuseppe Petrucci , e dalle istanze di molti 
dei primarii cittadini, disse : « Venga il signor barone al 
mio Quartier generale che si vedrà di combinar coi miei 

m 

compagni » (3). 

Il Capelletti si avviò al Collegio Trisi, scortato dal 
Mongardini e dagli ufficiali di Stato Maggiore e salutato al 
suo apparire dalle grida di « Viva la Spagna ! Viva la 
pace! > 

Entrato neir aula magna del Collegio, ove gli fu of- 
ferto un rinfresco, il barone propose la sua mediazione, in- 
vitando i capi rivoltosi là adunati « a deporre le armi, a 
non ardire contro la Truppa Fraiicese se fosse entrata in 
Lugo, a fidarsi interamente di Lui » (4). 

Secondo il Polzi, il Fabbrone sarebbe rimasto persuaso 
dalle buone ragioni del diplomatico e, radunata la Truppa 
armata, si sarebbe accinto a perorare « rozzamente si ma 
con calore » per indurre i compagni alla pace. 



(1) Soriani^ Usidem. 

(2) Ibidem, 

(3) Soriani p. 96. Il racconto che fa il Baldrati nella sua Istoria è as- 
solutamente fantastico e inverosimile. 

(4) Relazione otc, cit. 



La sommossa e il sacco di Lugo 121 

Furono i rivoltosi che, sospettando ovunque il tradi- 
mento, lo interruppero gridando ad una voce : « Sangue e 
morte contro il Capo e contro tutte le persone amiehe d^ 
perfidi Francesi! » (1). 

Tutti gli altri cronisti invece, pur dando versioni di- 
verse, si accordano sostanzialmente neir ammettere chela 
visita di Capelletti al Quartier generale riuscì infruttuosa e 
che il barone, impaurito, montò in carrozza e - in com- 
pagnia dell'ex-gesuita abate Ossuna - si affrettò a partire (2). 

La folla, che al suo arrivo lo aveva acclamato, credette 
di ravvisare in lui uno spione venuto ad esplorare, per 
conto di Bonaparte, le forze e le intenzioni dei sollevati e, 
quando lo vide andarsene, lo accompagnò colle grida di 



(1) P. 534. Col Polzi s'accorda pure la Relazione^ ove troviamo usato 
quasi le stesse parole. 

(2) Il Rambelli — ch'era in gradcvdi essere bene informato pei' ciò che 
rignarda il Capelletti — dice che il barone fu condotto dagli ufficiali degli 
insorti al Quartier generale, « ove fermatosi alquanto gravemente timoroso, 
date loro buone parole, montò in carrozza etc. • 

Il Soriani racconta cosi la scena svoltasi al Quartier generale : 
e Giunto al Quartiere (t7 Capelletti) fu trattato a rinfresco e mentre 
volea parlare, il Mongardini lo interruppe dicendo alle sue genti: — Andate 
alle vostre case , quando avrò bisogno sarete chiamati. — Antonio Marchesi 
suo nipote gli puntò contro un trombone, col dire : Se tu ci tradirai, saraf 
il primo a soccomb^^re. — A questo complimento, che non al)bisognava di 
spiegazione, il Barone rabbrividì, ed alzatosi se ne partì. Ritornato alla Ma- 
gistratura disse : Compiango, o poveri Signori, la vostra situazione, ed il 
vostro pericolo. — Poco dopo abbandonò Lugo schernito dalle clamorose 
grida del popolo, che esclamava — viva la Religione, morte alla nazione 
Francese — e minacciato della vita stossa da Vincenzo Filippi, e da Pietro 
Marocchi, i quali ad ogni costo volevano ucciderlo ». Op. cit. p. 96. 

È da notarsi che tutti i cronisti e gli storici lughesi chiamano il Ca- 
pelletti « Ministro del re di Spagna », carica diplomatica che il barone evi- 
dentemente si arrogava. 



122 A. Lazzari 

Viva il santo Padre, cica la religione cattolica, moH 
Repubblica francese ! » (1). 

II Capelletti, fingendo di avviarsi verso Imola, s 
invere a Faenza, ove è supponibil^i che avesse un col 
col general di brigala Beyrand, forse per ottenere 
di sospendere ancora per qualche tempo le ostilità co 
Lughesi. 

Il barone Capelletti era partito alle otto di sera: i 
dopo si spargeva improvvisamente in Lugo la voc 
per il passo del Lamone detto di Traversara, dalla 
di Bagnacavallo, s'era visto avanzarsi un corpo di t 
francese. 

Benedetto Capra e Giulio Martini avevano ree 
notizia al Quartier generale. 

Era ura voce sparsa ad arte da alcuni • male 
zionati B (2), come dopo si credette? era invce uni 
gestione di cervelli esaltati ? 

Un foodo di vero ci doveva pur essere in quesl 
tizia. La piccola guarnigione di Ravenna, in forza 
Convenzione di Firenze, stava forse disponendosi alh 
tenza e si ritirò infatti it giorno dopo. La voce di quesi 
vimento di truppa corse di bocca in bocca esagerata 
vistata e la fantasia probabilmente fece il resto. 

In paese si levò tosto un « allarme terribile >. 
è poi aero — gridavano tutti gli armati ad una vo 



(1) Baldrati - Istoria - Batnbelli p. 15, Soriani p. 96. 

(2) Polii p. 534. Ctr. anche la Ee.'aiìorte cit. 



La sommossa e il sacco di Lugo 123 

ehe si tenta dì tradirci e che Cappelletti non era altri- 
menti Cappelletti, ehe uno spione^ un Traditore! f » fi) 

Tutte le campane suonano a stormo, ìl rullo dei 
tamburi chiama il popolo a raccolta, i cittadini si arma"*^ 
furiosamente e si mettono sotto gli ordini del Fabbrone. 
finestre che danno sulle vìe sono illuminate per ordine su| 
riore; Antonio Randi trasporta l'ufficio del Quartier gener 
dal Collegio Trisi alla casa attigua alla Madonna del Gheti 
via Codalunga e il Ghetto degli Ebrei sono in subbuglio 

Una schiera d'armati marcia verso la Chiusa del 5 
nio per incontrale il nemico, ma il nemico non compai 
alcuni esploratori, mandati innanzi verso Traversara, vi 
gono a riferire che la notizia dell' avanzata dei Frane 
è falsa Irritato per questa ingloriosa e incruenta spe 
zione notturna, il Mongardini ordina l'arresto di Martini f 
Capra, accusati di essere « ingannatori del popolo », e da 
consiglio di guerra li fa il giorno dopo condannare a 
verghe. Il cancelliere Randi concede loro la grazia. 

Il 4 Luglio il barone Capelletti era a Imola per tr 
tare col Chiaramonti. Il cardinal vescovo non lasciava ni 
d'intentato pur di salvare il suo gregge; l'Incaricato 
Spagna, messosi nell'impegno, voleva uscirne con onon 
tutti i patti. 

Egli non solo aspirava a farsi un mei'ito innanzi 
re suo signore e davanti alle popolazioni, ma forse am 



(1) Polli p. 534, 

(3| Nella Relaiione troviamo raccontati degli incidenti drammatici, 
deotemonte agfgiunti a bella posta per far apparire sempre p;ù come vii 
i Pubblici RappreBentaot). Ecco ciò che ivi si legge : 



h 



124 A. LaeMari 

credeva che fosse suo dovere proteggere gli interessi dei 
numerosi ex -Gesuiti spagnoli residenti in Lugo e quelli 
della nobiltà lughese, che cogli ex-Gesuiti aveva strette a- 
derenze. (1) 

In questo stesso giorno giungeva al dottor Luigi Zac- 
cari, consulente legale o — come allora si diceva — Con^ 
sultore della Comunità di Lugo, questa lettera del Chiara- 
monti : 

IlLmo Signore^ 

Accludo a V. S. la nota di cinque Carcerati che preme 
moltissimo al Sig. Barone Capelletti e a me che siano su- 
bito posti in libertà ; disposizione che conviene per ogni 



• CorroDo tosto alla Torre del Pubblico per richiamare il Popolo col 
solito segno : trovono serrate le Porte e risoluto il Custode a non aprirle, 
ed essi fucillano le Fenestre del Custode stesso e le Porte della Residenza: 
cede egli dunque ed apre ; la folla armata sale e suona ed intanto della 
stessa maniera tutte l'altre Torri interne e suburbane sono costrette a fare 
lo stesso. 

Nel tempo medesimo i Ribelli corrono alle case de' Membti componenti 
la Magistratura ; non trovandoli archibugiano le loro porte ; indi li cercano 

ne' luoghi che hanno per solito di frequentar usando quivi le più in 

perquisizioni : lo spavento si moltiplica, la notte accresce il terrore : fuggono 
i Magistrati e le oneste Persone etc. ». 

Noi faremo una semplice osservazione a questo proposito. I membri 
del Magistrato, che — secondo la Relazione — tante volte dal 30 Giugno in 
l)oi furono minacciati di morte e si diedero alla fuga, fuggirono realmente 
soltanto il 5 Luglio, alla prima notizia dell' arrivo di * truppe francesi da 
Faenza. 

(1) Il Rambellif il cui padre Filippa fu un protetto del Capelletti, scrive: 

< Capelletti non aveva fini particolari, come si è creduto da 

alcuni , amava egli di apparire al suo re pacificatore de' popoli italiani 
concitali, affine la francese republica fosse tenuta bene edificata della ispana 
monarchia » (Cenno storico p, 15), 



La sommossa e il sacco di Lugo 125 

titolo nelle presenti circostanze e eh' è unisona alla giu- 
stizia, sul riflesso che la loro dimissione era già stata ac- 
cordata da Roma. Io non so in qual Paese sieno detenuti: 
ma qualunque questo sia, prego V. S. e pel di Lei mezzo il 
Magistrato di Lugo a procurarne in mio nome la più pron- 
ta liberazione. 

In questo incontro poi Le partecipo, e potrà parteci- 
pare da mia parte a codesto Pubblico, che questa notte mi 
è giunta lettera da Bologna, in cui mi si avvisa che il Ge- 
nerale in capite de^' armata Francese è nella massiraa 
irritazione contro Lugo; che partiva alla volta di Ferrara, 
e che minacciava di porre il tutto a fiamma e ferro. 

Io non so che tornare a ripetere le stesse paterne esor- 
tazioni, che ho più volte fatte giungere costà; e in questo 
imminente pericolo di eccidio, e devastazione di tutto, mi 
sarà caro, che queste stesse mie nuove amorevoli, e salutari 
insinuazioni si rendano palesi anche a Popoli circonvicini. 

Di tutto ciò incarico la di Lei attività, e sono sincera* 

mente di V. S. 

Affez. di cuore 

Card}^ Chiaramonti (1) 

Imola, 4 Luglio i796. 

Alla lettera era allegato un foglio volante colla nota 
seguente : 

« Detenuti in carcere : Paolo Drei, Angelo Cova, Luigi 
Fenati, Pietro detto Fonsi (Pietro Melandri) ^^sX^Xe Ventura.» 

Ed ecco la spiegazione di questa lettera. 



(1) Archivio Comunale di Lugo, Busta LXXXIX cit. 



126 A, LoMeari 



Per r articolo 3'^ dell' Armistizio di Bologaa. già fir- 
mato e ratificato da Pio VI il 27 Giugno, tutti coloro che 
nello Stato pontifìcio si trovavano in carcere per ragioni 
politiche, dovevano essere immediatamente posti in libertà. 

I prigionieri, di cui il Cardinale mandava la nota, si 
trovavano in parte a Ferrara, in parte nelle carceri di 
Lugo, ed erano stati arrestati — narra il Soriani — per mi- 
nacce contro il dottor Giovanni Bassani, governatore di 
Cotignola (1). 

II dottor Bassani doveva essere un ardente legittimista. 
A lui un prete emigrato, di cui conosciamo solo le iniziali 
C. B., in segno di riconoscenza per V ospitalità e le cortesie 
ricevute, aveva dedicata, traducendola dal francese, una 
< Relazione dei fatti piti rìmarcheooU accaduti in Mar- 
siglia in tempo della crudele persecu:^ione di Robespierre^ 
contenuta in tante lettere del sig Gio. Raymonet sacer- 
dote marsigliese », che fu stampata dall'Archi a Faenza nel 
1795 (2). 

Il Soriani chiama il Drei, il Cova etc. col nome gene- 
rico di € nnale intenzionati > e aggiunge che, per arrestarli, 
erano venuti da Ferrara 50 soldati pontifici di milizia re- 
golare comandati dal capitano Ferretti (3). 

Questo insolito apparato di forze e la lettera del Car • 



(1) Op. cit. p. 88. 

Il Soriani dà però i seguenti nomi : Angelo Cova , Paolo Drei, Pietro 
Melandri, Francesco Ancarani, Bernardino Cortesi e Giuseppe Fabbri. 
( 2) Cita quest' opuscolo il Fiorini, op. cit, p. 129 n. 306. 
(3) Ibidem, 



La sommossa e il sacco di Lugo 127 

dinaie ci fanno chiarannente comprendere che doveva trat^^ 
tarsi di condannati per reato politico. 

Le vive istanze del Chiaramonti, riguardo alla libera - 
zione dei carcerati, non ebbero alcun effetto (1) e vana 
riusci pure, la minaccia dello sdegno di Bonaparte. 

Del resto Napoleone non si era ancora rivelato in quei 
tempo per un c( invitto Eroe », per un genio di guerra, e 
quindi non si temevano i fulmini dell'ira di lui. 

Tutti erano convinti che quell'imberbe generale, ben- 
ché vincitore di Colli e di Beaulieu, sarebbe stato presto 
schiacciato, come un pulcino, dalla poderosa armata di 
Wurmser- 

Bonaparte il V Luglio si era trattenuto a Firenze, dove 
Azara gli aveva presentato il conte Cristoforo Pieracchi, che 
con Francesco Evangelisti sì recava a Parigi per trattare 
la pace col Direttorio in nome di Pio VI [2\ 

Il 2 il generalissimo era a Bologna, ove fu tosto in- 
formato della sommossa di Lugo e della Not'fica^sione degli 
insorti. 

Egli era impaziente di concentrare tutte le sue forze 
al Nord dove « s'addensava l'uragano » (3); gli occorreva 
aver libere le mani per affrontare il formidabile nemico, e 
si capisce perciò la profonda irritazione che aveva destata 
in lui questa rivolta, la quale poteva essere il fomite di un 



(1) Dice il Soriani (pag*. ciL) che i prigionieri, detenuti nelle carceri di 
Lugo, furono poi liberati dai Francesi il 7 Luglio* 

(2) Du Teil op. cit. p. 206. 

f3) La frase è di Napoleone, in una lettera al Direttorio del 2 Luglio 
1796. 



129 A. Laegari 



incendio oltremodo pericojioso, dato l'odio intenso che le 
popolazioni italiane nutrivano per i Francesi invasori. 

A Miot de Melito, ambasciatore della Repubblica a 
Firenze, che si recava in missione a Roma, egli da Bologna^ 
il 2 Luglio, dava queste istruzioni : 

« Il requerra la cour de Rome de rétablir sur-le-champ 
Tordre dans la Romagne, et de faire punir Tinprimeur et 
les auteurs de la proclamation ci-jointe. Si, sous peu de 
jours, le peuple n'a pas pose les armes et la tranquilli t('^ 
n'est pas rétablie, j'en verrai moi-meme deux bataillons dis- 
siper cet^^ populace, la desarmer, punir les coupables et 
rétablir le bon ordre » (1). 

La sera dopo partiva verso Mantova, passando per 
Modena, e il 4 era al Quartier generale di Roverbella. (2) 

Là egli fu certamente informato che all' appello dei 
Lufijhesi le popolazioni vicine non avevano risposto e che 
l'insurrezione era rimasta circoscritta a un piccolo terri- 
torio, e non vi badò più oltre. 

A domare gli Sciovani della Bassa Romagna potevano 
bastare, all'occorrenza, la diplomazia di Capellettì e i pochi 
soldati di Augereau. Altre cure più gravi lo preoccupavano: 
la vigilanza di tutti gli sbocchi del Trentino e la difesa 



(1) Correspondance de Napoléon — (ediz. imp.) Voi. I. p. 561 n. 714. 

(2) Nella « Bologna Nuova » Cronaca dal i8 Giugno 1196 al iO No- 
vembre 1809, Ms della Biblioteca Comunale di Bologna. T. I. p. 18, si legge: 

— 3 Luglio (1796) « La sera partì il General Bonaparte alla volta di 
Mantova per la parte di Ferrara ». 

Invece dalla Cronaca del Bovatti, di cui ha pubblicato larghi estratti 
il Fiorini nel voi. cit., si desume che Bonaparte passò per Modena. 



La sommossa e il sacco di Lugo 129 

della linea dell'Adige contro gli imminenti assalti dell' ag- 
guerrito esercito di Wupmser, e per questo richiamava pres- 
so di sé tutte le forze sparse in Toscana, in Piemonte, in 
Lombardia e neirEmilia. 

Già il 26 Giugno egli aveva fatto partire da Ferrara 
per Legnago (o Porto-Legnago] il general di brigata Robert 
colla 51.' mezzabrigata e 2 pezzi d'artiglieria (I);iI28 aveva 
dato ordine che si concentrassero colà un battayiimiie della 
4' e uno squadrone del 10.° Chasseurs (2). Il 5 Luglio, 
da Roverbella, egli ordinava a Augereau di raggiungere 
Legnago con tutte le sue truppe. Nelle Legazioni sarebbero 
rimasti soltanto i Commissarii di guerra incaricati di esi- 
gere le contribuzioni in natura ; 400 uomini dovevano 
presidiare la fortezza dì Ferrara. 

Ma Augereau non potè eseguire alla lettera I' ordine 
del generalissimo, perchè mentre Bonaparte, il 5, dettava 
le sue istruzioni, un primo conflitto avveniva tra i soldati 
della Repubblica e gli insorti lughesi. 

La giornata del 4 Luglio era passata a Lugo senza 
scosto e senza incidenti rumorosi. Molti contadini erano 
ritornati ai lavori dei campi, ma in paese oramai imperava 
la plebe armata, la quale non riconosceva altra autorità 
che quella del Fabbrone. 

Il general Baonapace, dall'Aula Magna del Collegio 
Trisi, spediva ordini sopra ordini, e tra l'altro — se è vero 
ciò che narra il Soriani — aveva osato perfino « minac- 



(1) Corrfspondanee eh. I, p. 540 n. 691 (Ali general Massona). 
(2; Corretpondance cit. I, p. 57G a. 700 (Au géuCral Augereau). 



130 A. Lazzari 



dare Ferrara, mandandovi ad ordinare tre mila razioni »(1) 
c( Chiedevano al Pubblico ed a privati — scrive il no- 
taio Giovanni Antonio Bianchi nella sua Memoria — mu- 
nizioni da guerra e da bocca, ed era forza di darli lutto 
quanto volevano e si poteva chiamare un Governo di A- 
narchia, ed era un cattivo vivere in Lugo * (2). 

La partenza dei Francetii da Ravenna, il 4, era sem- 
brata forse agli insorti una prima vittoria e un movimento 
retrogrado all'armata nemica; la cieca fede nella speciale 
protezione di S. Ilaro esaltava quegli uomini rudi e primi- 
tivi sino al fanatismo. 



(1) P. 97 — Nello stesso giorno la Municipalità di Ferrara inviava a 
quella di Arg^enta la seg^uente lettera, che V Antolini riporta a p. 62 ^dell'up. 
cit. 

Signori, 

Persuasi della retta subordina*a condotta di codesta terra non indu- 
ciamo punto ad espressamente avvertire le S*^. VV. di non somministrare 
di sorta alcuna, anzi impedire più ch'Elle po33 mo, che sia somministrato agli 
Insordenti della bassa Romagfna sovvenzione o aiuto qualunque. 

Tanto inappuntabilmente eseguiscano por la loro inalterabile norma. 

Il Signore he prosperi. 

Dalla residenza Municipale li 4 Luglio 1796. 

PiKB Luigi Todeschi G, dei Savi 
Antonio Jacobelli Savio 
Ughi Segretario 

(2) Bibliot. Conu di Lu§:o « Libro dei Censi Attici di Me Dottore Gio. 
Antonio Bianchi MDCCLXXXI. 

Il P. M. Rossi, nelhi sua Informazione cit. (M^ nclU Bibl, di Ferrara) 
fa questo fosco quadro della situaziouo a Lugo iirgii ultimi giorni delia 
rivolta: 

« Fuggito il Capo ed i Membri del Consiglio, oppressa la sana e ragio- 
nante porzione de* Cittadini, assicurata la forza in mano di forsenati sparì 
ogni buon ordine, ogni subbordinazione, ogni Legge. L'Anarchia e la tiran- 



La sommossa e il sacco di Lugo 131 

Per sottrarsi ai pericoli esterni ed interni, molte delle 
prinmirie famiglie avevano abbandonato segretamente il 
paese, e l'esodo doveva continuare nei giorni appresso. 

L'ossessioe del popolo era arrivata a tal segno, che 
la mattina del 5 Luglio, Martedì, si credette di vedere sul 
■coro della chiesa dfl Carmine una stella cometa (era il 
pianeta Veneie) e parve quello un segno visibile della pro- 
lezione che S. Ilaro accordava ai difensori di Lugo. 

Mentre, verso le 11 antimeridiane, la folla si accal- 
cava a riguardare il novo miracolo e i Pubblici Rappre- 
sentanti, indossati i Roboni di gala, si avviavano al Car- 
mine per assistere alla messa solenne che si celebrava nel 
"terzo giorno del triduo, in piazza Padella un espresso av- 
vertiva il Magistrato che un distaccamejito francese mar- 
ciava da Faenza verso Lugo (1). 

Questa volta la notizia era vera. Beyrand aveva rice- 
vuto dal generale Augereau l'ordine di far arrestare il ti- 



.nido regnavano per queste sbigrottite Contrade. Sprezzata ogni autorità, dei- 
tavan gli ordini col Fucile al petto ; non più sicurezza dentro le case dei 
privHti, dalle quali a forza si toglievano e Cavalli e Armi e commestibìlL Di 
tal maniera si volle il dennaro delle pubbliche Casse, i Generi delle Botte- 
ghe, le spedizioni delle Lettere, degli Ordini, dei Massaggi (sic). Era ia 
somma sì lagrimevole la situazione de* Lnghesi, che non potevano né re- 
stare in patria, né fuggire, né ritenere le loro robe, né assicurarle altrove. 
Guardie feroci per ogni angolo dentro e fuori il Paese impedivano le fughe 
ed i trasporti, visitavano i Patriotti ed i Forestieri, aprivano le Lettere, & 
minacciavano di impossessarsi delle Proprietà ». 

Naturalmente dobbiamo tener conto delle esagerazioni volute per una 
scopo de termi j iato e del colorito rottorico, ma un fondo di vero in tutto ciò ci 
doveva essere. 

(1) Secondo il Baldrati chi portò la notìzia fu Filippo Rambelli, che 
veniva a cavallo da Faenza. Secondo il Soriani (p. 97) l'espresso era spedito 
-da Carlo Emaldi. 



132 A. Lazzari 



pografo Giovanni Melandri, il cui nome figurava in calce 
della famosa Notificazione del V Luglio. Perciò egli inviava 
da Forlì alcuni soldati di fanteria e un picchetto di Chas- 
^seurs a cavallo (1), in tutto 60 uomini, per V arresto del 
Melandri. 

Certo i Francesi si erano illusi sulle disposizioni d'a- 
nimo e sulle forze degli insorti; altrimenti l'abituale rilas- 
satezza disciplinare dell' esercito repubblicano e la spavalda 
lioncuranza non spiegherebbero suffìcentemente il loro con- 
tegno. 

Verso mezzogiorno alcuni soldati d'avanguardia (2) 
venivano tranquillamente per la strada corriera di Faenza, 
seguiti da due ufficiali in carrozza di posta (3). I pochi 



(1) Correspondance inèdite, officielle et confidentielle de Nopoleon Bona- 
parte T. I p. 374. Lettera di Augereaii aJSonaparte; in data dell '8 Lugl'o 1796. 

Il ^enéfale così scrive al suo su|)érioVe : 

€ J' avais ordonné au general Bèfyrand, qui se trouvoit alors à Forlì de 
faire arréter, s' il étoit possible, Timprimeur dont le nom étoit attaché à une 
proci amation incendiaire dont je vous ai donne concoissanco da.is lotemps; 
ce general envoya un piquet de cavalerie et un dótachemsnt d' infanterie à 
liQgo pour cetto operation ». 

(2) Ciò si può arguire dal gik citato Giornale del Magistrato d'Imola. 
T. XXIV e. 55. r. Ivi troviamo notato che Beyrand richiese degli ostaggi 
A Imola per avere una garanzia che là città < non avesde alcuna unione e 
I<^a col popolo di Lugo che si era armato contro i Francesi ed aveva assa- 
lito e maltrattato un corpo di Fanteria di 14 Francesi che si erano avanzati 
A quella volta >. 

(3) Ciò non deve far meraviglia, data rindisciplinatozza dell'esercito 
repubblicano. Nella Corresp, de Nap, ediz. imp. T. Il, p. 287 n. 1352, troviamo 
una curiosa lettera di Bonaparto a Berthier, in data di Milano, 3 Gennaio 
1797, ove si leggono queste parole : 

« Ordonnez qua tous les officiers marchent à lenrs corps et que Ift 
demi-brigade ne marche pas éparpillée : que tóus les officiers soieni à leur 
é^ompacinie, et tton pas en carrosse d courir la poste; enfin que ^a ait l'aire 
ci' una demi-brigade de 1' armée d'Italie etc «. 



k. 



La ammassa e il sacco di Lugo 133 



•soldati di fanteria erano comodamente saliti su due vet- 
ture (1). 

Giunti al casino Bolis. non molto distante da Barbiamo, 
nella quiete della calda ora meridiana furono sorpresi da 
^n' improvvisa scarica di fucileria che partiva dai fossati 
laterali e dalle folte siepi che fiancheggiano i campi lungo, 
la strada. 

Erano gli insorti di Lugo che venuti incontro ai Fran- 
cesi, sotto gli ordini di Mongardini, avevano teso loro quel- 
imboscata. 

I Francesi, colti così alla si)rovvista, e trovandosi ac- 
-cerchiati da ogni parte, dopo un breve combattirhento sL 
dispersero. 

Lasciavano sul terreno parecchi morti, tra i quali i due 
ufficiali che erano nella carrozza di posta: alcuni soldati 
erano rimasti feriti. I Lughesi — che combattevano al 
coperto — erano tutti incolumi (2). 



(1) i^oriani p. 97. Il Soriani ci sa dire che le due vetture erano guidate 
<ial Palazzola e dallo Stasiolo. 

(2) Gli storici e cronisti lughesi, quali il Polzi, il B aidrati, il ^ouibelli, 
il Soriani parlano di un combattimento vero e proprio che si s irebbe imper 
gnato tra insorti e Francesi. Il Rambclli giunge perfino a dire che vi fu- 
rano « cinque ore di vivo fgioco e d' ostinat sjsima zuffa ». Di più il Polzi e 
l^autore della Reiasione, seguiti dal Rambelli, dicono che cinque soli del 
Francesi rimasero vivi , mentre la lettera ufficiale di Beyrand al M^^r 
strato di Lugo — che riporteremo più avanti — e quella di Augercau a Bo- 
naparte dell'S Luglio non registrano che tre morti. Sono le solite divergenze ! 
11 Polzj, dopo aver parlato di questa strage di Francesi, aggiunge che degli 
Insorgenti « neppur uno solo restò morto o ferito ». Per spiegare la per^et^^ 
incalumità degli insorti e le perdite del piccolo distaccamento francese, do- 
vremo ammettere che i Francesi, dopo una pyima scarica di fucileria ch^ 
proveniva da nemici invisibili, si dessero alla faga. 



134 A. Lazzari 



Inebriati dalla troppo facile vittoria, gli insorti si die- 
dero a incrudelire sui cadaveri dei due ufficiali che — 
come si disse dopo — erano venuti, in qualità di commis- 
sari, « a recar l'Ulivo >. Ad uno di essi Filippo Randi strap- 
I)ò la fascia tricolore, all'altro il forlivese Gioacchino Pcìlma 
tolse le scarpe ; poi ne recisero barbaramente le teste e le 
infìssero su due lunghe picche. (1) 

Dopo di ciò si disposero in fila: Giambattista Sassi 
— • che, insieme al Mongardini, era uno dei caporioni della 
rivolta — e Giovanni Bartolotti detto il Gageito andavano 
innanzi tenendo alzate sulle picche le teste sanguinolenti; 
seguivano gli altri, recando — trofei di guerra — le spogli-^ 
e le armi dei morti e conduceijdo le vetture e i cavalli cat- 
turati (2). Così entrarono trionfalmente in Lugo per la porta 
di Santa Maria, tra V entusiasmo e le grida del popolo. 

Dopo aver percorso tutte lo strade del paese, essi por 
tarono le due teste recise al Qiiartier generale e le posero 
sulla balaustrata del balcone eh' è nel Collegio Trisi, proprio 
di fronte alla chiesa del Protettore, ove stettero — macabro 
spettacolo — jfìno alla notte del sei (3). 



(1) L' autore deUa Relazione^ dando la colpa di questo assalto ai conta- 
dini di Barbiano, Coti gf noia e Vi la S. Martino, ag-giunge alcuni notevoli par- 
ticolari: 

« Non soddisfatti costoro delle spoglie decloro Nemici, vollero anche 
infierire contro i Cadav ri. Altii ne intingeva nel sangue la punt.i e taglio 
dell'Arma che gli pendeva al fianco: altH si lavava le mani in qu'^l sangue 
istesso: altri le mani lorde del sangue nemico tuffava in un vaso «ii vino e 
lo bevevo. » 

(2) I cavalli appartenevano a Vincenzo Bertoni, Mastro di Posta a 
Faenza. La Comunità, per ordine di Augereau, gli dovette pagare un inde- 
nizzo di Scudi 230. Ar.h. Com di Lugo, Minutario di Lettere scritte ndW k- 
sposto 1796 - Lettera al Generale Maniioville a Bologna. 

(3) Soriani p 98. 



La sommossa e il sacco di Lugo 135 

Le Spoglie opime (classica parodia !) furono portate in 
S'ugno di vittoria alla chiesa del Carmine (I), dove il padre 
Ubaldo Lugaresi , colle reliquie di S. Ilaro, benediceva le 
armi imbrandite per la guerra santa. 

Il successo riportato in questa piccola scaramuccia 
ebbe notevoli ronseguenze : esso accese ^d esaltò vieppiù i 
popolani armati, infuse loro una grande fiducia nel Mon 
gardini che li aveva condotti a quell'effimera vittoria, e li 
confermò maggiormente • nell' opin'one concepita della pro- 
tezione che loro accordava S- Ilaro, della ragionevolezza 
della loro intrapresa, non che del loro valore » (2). 

Era già inoltrata la notte, quando una staffetta recava 
a Lugo una lettera urgente diretta ai membri del Magistrato. 

Si cercarono inutilmente Priore ed Anziani: quei padri 
della patria, all'annunzio d<^lla venuta dei Francesi da 
Faenza, avevano preso il largo davvero ed erano fuggiti al 
sicuro (3). 

La lettera fu allora portata al Quartier generale degli 



(1) Secondo quanto narra ÌI Batdratì, • ì Berettoui > dei due ufiìciali 
fKTOBo • messi uno da una parte dell' aitar maggiore della Chiesa del Car- 
mine, • l'altra daU' altra >. 

(2) Ptlti in Fior. p. 535. 

(3) 11 fialdrati, abituale narratore di episodi drammatici , racconta, a 
proposito delta fuga dei Magistrati, un particolare di cui uon garantisco l'au- 
tenticità' Dice dunque che quando st seppe la notìzia della venuta dei Fran- 
cesi da Faenza < una tal nuova impauri siffattamente ogni perdona, che le 
botteghe tutte si chiusero, o una buonissima paite de' Lughesi abbandonò 
la Terra, ed il Magistrato, cho vestilo coi Roboni a'avvanzava per andare al 
Carmine pel Triduo, st spogliò dei Roboni, e li lasciò ia terra in Piazza 
Padella e fuggi da Lugo •. Piazza Padella, ora acomparsa, era situata da- 
vanti all' oratorio di S. Onofrio. 



orti e, benché scritta in francese, fu decifrata (1). Re- 
'a la firma del generale Beyrand ed era la seguente: 

Fayenee Le 17 Measidor 
4"" aT\née Republic. 

Le General de Brigad (sic) Beyrand 

a Messieiirs Les Magistrata de Lugo. (2) 

Une revolte s'eclate dana les environa de votre Ville 
s soldats de notre armile ont [did tu<ìs aujourdhuy (sic) 
■ vos rebellea, Vous devez employer toutes les moyens 

sont en votre pouvoìr pour retablir la tranquillité ou 
gez que demain Vous allez ótre brulf^s et pilléa si vous 

rentrez pas dans I' ordre, pour me prruver que la 
nquillitó regne dans le pays, il faut que dcux de Vous 
3eux Gitoyens respectables de votre ville serendent (sic) 



(Il In un Brano di Lettera di Filippo Rambelli al p, Agnglinn Pa'qtuili 
'usignano etc, pubblicato ia Appendice dal Rambolli a p, 42 del Cenno 
co, troviamo : 

• . . . . era venuta una lettera contemporanea al magistrato Bcrltta da 
:and Generale Comandante la Piazza di Faenza, e d'Imola, che era scritta 
mancese, ciò nulla ostante si lesse etc. • 

Il traduttore di questa lettera dnvoite easere, senza alcun, dubbio, il 
■e Lettole Ualcliiavelli da Lug'o, domenicano. 

Da una nota di pagamento, ia data del 3 Agosto 1T96, che si conaem 
MSS della Biblioteca di L,\igo — Stsione Risorgimento -Mano f, 1796-97, 
ta cbe in tal giorno furono comprato • due libre di Caffè e due di Zuc- 

regalate at Padre Lettore Malcbiavelli per la traduzione di molto Ict' 

Francesi • . 

<2) Archivio Comunale di Lugo Busta LXXXIX — Lettere di cnrii ro- 
danti Franeeii diretti alla Muriieipalitd di Lugo e Beicriitt ftitti ai He- 
ali loro presentati. 



La sommosga e il sacco di Lugo 



de suite auprès de moì k Imola, si Vous rcmplissez sa 
condition comptez sur la Generosité frangaise. 

Le General dt Brigadt Commanà, Ut troupe* 
fratifaìse* d Fi-yenee et Imola 

Beyrand 

IfetsUurt 

Les Magistrals de Lugo 
a Lugo. 

A mezzanotte circa giungeva a Filippo Rambelli, padre 
dello storico Gianfrancesco, una lettera del CapelIettJ, colla 
quale ilbar'ne lo incaricava di occuparsi della pacecfce si 
doveva concludere tra gli insorgenti e l'armata francese. 
Di questa pace il Capelletti si offriva mediatore (1). 

Contemporaneamente arrivava da Imola questa let- 
tera scritta in tutta fretta dal Cardinal Chiaramonti : 

Ill.mo Signore, 
Dopo tante prove del mìo paterno zelo verso cotesta 
Terra e Popolazione eccole l' ultimo esperimento che dalla 
Generosità Francese mi è permesso di seco Loro usare, ò 
ottenuto dal Sig- Gen.Ie Baiji'= nd (sic) che sospenda per poche 
ore il far marciare un grosso numero di Truppa fornita' 
di molta artiglieria con la quale è sicuro niente meno che 
l'eccidio delle Loro Mogli, Figli e della Loro Patria. Pong > 
a Loro in considerazione essere inevitabile la perdita di 
cotesto loro sventurato Paese a fronte di un'Armata vitto- 
riosa che i\ immense forze in Italia. 



(1) Brano di Lettera di Filippo Rambelli cit. (Bambelii - 
P «). 



138 A. LazMari 



La condizione con la quale mi è stata accordata que- 
sta grazia, si è quella che irnnfiediatamente si portino dal 
detto Sig. Gan.le qui nel mio Palazzo per fare le Loro I- 
stanze per rimettere in buon' ordine il Paese, e cioè si por- 
tino due del Magistrato attuale e due delle principali Per- 
sone secolari del Paese. Veggano Loro Sig ri a che miti 
patti io ò ottenuto la sospensione del flagello sopra di Loro. 
Non tardino un momento ad approfflttarne e sappiano che 
se non sono giunti qui in Imola alle ore dodici d'Italia (1), 
la grazia da me ottenuta non avià più luogo e marcie» à 
tutto l'esercito a mettere Lugo a fuoco ed a fiamma. Debbo 

per Loro maggiore quiete prevenirle essersi il Sig. Generale 

» 

meco dichiarato che rjestituita al paese la tranquillità non 
intende ne intenderà Egli mai di volersi ingerire negli 
Affari particolari di cotesto Pubblico. Questo è l'ultimo mo- 
mento che il Sig. Iddio si degna accordare Loro per mio 
mezzo : Ne approffittino adunque per calmare il giusto sde- 
gno dell' Esercito Francese altamente da Loro offeso, e col 
procurare per loro stessi la propria salvezza diano a me 
la vera consolazione di vedere il loro paese ritornato alla 
primiera calma e tranquillità e Loro auguro dal Cielo ogni 
bene. 

Delle Sig L.Li lU.me 

Imola, 5 Luglio i796. 

aff.mo di cuore 
Cardinale Chiaramonti. 

P.S. Il Sig. Gen.le ha detto di più, che io gli assicuri 



(1) Le ore dodici d*'Jtalia Corrispondono alle 8 antim^rid'anc. AntiiB' 
mente si computayano le oro da un tramonto all'altro. 



La sommossa e il sacco di Lugo 139 

che quelli che verranno non soggiaceranno alla minima 
molesti!, il che deve sempre più animarli per bene della 
loro patria (\\ jo 

Era questo un ultimo tentativo di accordo dovuto 
all'intercessione del Cardinal Chiaramonti e al patrocinio 
del Capelletti. 

Lo stato maggiore degli insorti non esitò un momento 
e nominò i quattro deputati che dovevano andare a Imola 
a trattare la pace. 

Essi erano: Angelo Manzoni, T abaio avvocato Gio- 
vanni Foschini, il dottor Giacomo Ascanio Matteucci e Vin- 
cenzo Zanotti « tutti Cittadini Patrizi di Lugo > e l'ultimo 
uno degli Anziani in carica in quel bimestre. 

Malgrado delle generose offerte di Beyrand, i deputati 
lughesi vollero premunirsi da ogni possibile « insulto » che 
potesse esser loro fatto dalla truppa francese a stazionata 
non solo in Imola ma ancora nelle sue vicinanze » o dal 
pericolo di un tradimento, e fecero scrivere dallo stato 
maggiore una lettera al Chiaramonti, in cui si chiedeva al 
generale Beyrand un salvacondotto autenticato dalla firma 
del Cardinale stesso. (2) 



(1) Archivio Comucale dì Lugo — Busta LXXXIX cit. La lettera è senza 
indirizzo, ma evidentemente è diretta a chi era a capo degU insorti. 

(2) Questa lettera è pubblicata, con molte varianti, dal Rambelli a p. 34 
del suo Cenno storico (ediz. di Bologna, 1834). 

Noi riportiamo la lettera quale ci è conservata, nella sua forma genuina, 
nella Biblioteca di Lugo, MS N. 4142. Il documento è autenticato per mano 
del notaio M Antonio Locatelli. 
Eminenza, 

Oggi cinque corrente a notte avvanzata giunse qui lettera diretta al no- 
stro Magistrato segnata col nome della Eecellenza il sig. Centrale di Brigata 



14cO A, LaMeari 



Ma il tempo stringeva, e i quattro deputati partirono 
alle 5 antimeridiane del 6 Luglio, facendosi accompagnare 
da Filippo Rambelli, il quale era « ben veduto 9 dal Ca- 
pelletti • per una buona grazia che gli aveva usata a 
f^aenza, quando accompagnò il Cardinal dì Ferrara p (1). 

Temendo però di essere arrestati e tenuti in ostaggio^ 
vollero che il Rambelli li precedesse a Imola e venisse a 
prenderli con un passapoj^to della Spagna. 

Frattanto Augereau, informato dell' eccidio dei pochi 
soldati inviati a Lugo da Beyrand per l'arresto del tipo- 



Beyrànd. In mancanza del Magistrato credette il Popolo armato della bassa 
Romagna di dover aprire tal lettera per non lasciarla tenza risposta. Pojta 
c[uesta la chiamata in Imola di quattro Deputati, però in mancanza del Ma* 
gistrato lo stesso Popolo armato per ubbidire alli comandi di Sua Eccellenza 
ha creduto di sciogliere dal ceto del Magistrato li Sigaori AvYocato Gioyamii 
Foschini. ed Angelo Manzoni, D- Giacomo Matteucci e il sig. Vincenzo Zanetti. 

Questi già si soro messi in viaggio, ma siccome la lettera di Sua Ec- 
cellenza par mancanza di cognizione del carattere non ha assoluta aut tenti- 
cita però per la sicurezza delle persone loro dimandano una più sicura ga- 
ranzia del Sig. Generale segnata ancora dal cognito carattere dell'Eminenza 
vostra e ciò tanto più Tesiggono per mettersi in sicuro da qualunque insulto 
le possa esser fatto dalla Truppa Francese stazionata non solo in Imola ma 
ancora nelle sue vicinanze. 

Li Deputati alle ore dodici d' Italia si ritroveranno in Bagnara ove sta- 
ranno attendendo la desiderata garanzia. Persuasi della bontà e protezione 
con la quale l'Eminenza Vostra Revendissima onora questo Popolo confidano 

che si degnerà di compiacerli e baciandole la sacra Porpora col più pro- 
fondo ossequio ci protestiamo 

Dell'Em.za V.ra K.ma 

Lugo li 6: alle ore iO : Luglio i796, 

Oss^q.mi Dmi U.mi Sf-rviiori 
Ambuogio Beatazzoli, Ufficiale 
Astoni D Pam di Cancelliere 

(1) Cfr il Brano di lettera di Filippo Rambelli cit. 



La sommossa e il scicco di Lugo 141 

grafo, aveva deliberato di vendicare il sangue francese e di 
•impedire, con un colpo decisivo, il propagarsi della rivolta. 

Perciò egli dava ordine a Beyrand di marciare colle 
sue truppe (circa un migliaio d'uomini) da Faenza a Imola, 
ove doveva concentrare tutte le forze disponibili per attac- 
care i Lughesi di fronte : il comandante della 4.* mezza- 
brigata di fanteria, Pourailly o Pourailler, muovendo da 
Ferrara colla metà del presidio, doveva tagliare agli insorti 
la ritirata dalla parte di Argenta (1). 

Marziale Beyrand, il prode generale ventottenne, che 
aveva sedato il moto di Cesena e tenuta in soggezione la 
Romagna ricalcitrante, per assicurarsi le spalle e impedire 
che la rivolta si estendesse alle città limitrofe, aveva scritto 
nello stesso giorno (5 Luglio una lettera al Magistrato di Faen- 
za, chiedendo la consegna di otto ost iggi che fossero garanti 
della tranquillità del paesi (t). Gli ostaggi furono consegnati. 



(1) LotUra di Angoraii a Bo-'n parto gì?» c*^ 

E dri notarsi che Pourally è s^mpr) ciiiiiaiato d% ì^apoìeone Pourailler 
Cfr. Corresp. T, n. 759 e 842. Ancho Au:;fereaii, nella sna lettera, lo chiama 
Pourailler. Egli però, in un manifesto in dat* di Ferrara 30 Giugno, che 
avemmo occasiono di citare, si firma Pourailly ^ Comandante li truppe fran- 
cesi in Ft,rrara, 

(2) Della lettera, che non mi fu dato trovare noli' Archivio di Faenza, 
ci ha conservata la traduzione italiana Saverio Tomba nella sua Istoria Faen- 
tina Ball* anno i796 Sino all'anno i833 MS nella Comunale di Faenza. 
T. I, p. 12. Eccola : 

« Una rivolta scoppia a Lugo. È proprio del mio dovere di pensare ai 
mezzi di mantenere la tranquillità in tutto il Faese occupato dall'Armata 
Francese. Vi «cmpiacerete di consegnarmi per ostaggio le otto persone di 
sotto seguale. Potete esser sicuri anticipatamente che questi Signori saranno 
trattati con tutto il riguardo che meritano : io vi impegno a mettere tutto 
in uso ed in pratica per mantenere la tranquillità nel vostro paese. Fate ben 
capire a tutti i vostri abitanti che la tranquillità è la più bella cosa del 



142 A, LaMzari 



e contemporaneamente il Priore e gli Anziani di Faenza, im- 
pauriti, pubblicavano un avviso a stampa esortando viva- 
mente i cittadini a mantenersi nella più perfetta calma e 
a non provocare la vendetta francese e V estrema rovina 
della pntria. 

Altrettanto il Beyrand fece in Imola. Vi giunse alle 
7 pomeridiane e smontato al palazzo vescovile, dove gli si 
era preparato l'alloggio, mandò subito ordine al Magistrato 
<( di portarsi a intendere i suoi comandi ». Giuseppe Cattani 
e Giuseppe Corradini furono incaricati di presentarsi al 
generale, il quale intimò loro di consegnargli undici ostaggi, 

etto ecclesiastici e tre nobili, perchè lo garantissero < che 
la città d' Imola non avesse alcuna unione e lega col popolo 
di Lugo » (Ij. 

Gli ostaggi furono però posti in libertà il giorno dopo. 



Mondo, e che non si gfuadagfna niente, a sollevarsi contro un' Armata vitto- 
riosa. Dite loro pura, che noi siamo inesorabili coatro quelli che prendono 
le armi contro di noi. Salute o F'ratellanza. 

11 Sig. Canonico Pietro Soveroli. 

Il Sig. Parroco Bernardo Montanari 

Il Siof. Dottore Andrea Kondinini 

Il Sig. Conte Battista Cantoni 

Il Sig". Canonico Giovanni Pasi 

Il Sig;. Parroco Lu'gi Conti 

Il Sigf. Cav. Annibale Milzetti 

11 Sig. Giovanni Giangrandi. 

Gii ostaggi, consegnati il giorno 5, furono poi rilasciati il giorno 8. 

(1) Giornale del Magistrato d'Imola, Tom. cit. e. 54t, sotto la data del 5 
Luglio. 

Gli ostaggi furono i seguenti : Canonico Bcnono Zampleri , canonico 
Vincenzo Cappucci, car.onico Mazzolani , canonico Mazzi , «lon Ijcninrdino 
Mirri, don Marco Zanelli , don Battista Perini, sig. conte Giuseppe Troni, 
sig. conto Antonio Pozzi, conte Francesco Vandini, don Moscatelli. 



Z« sommossa e il sacco di Lugo 143 

Nella notte dal 5 al 6 — a quanto narra il Polzi — 
Beyrand tenne consiglio di guerra cogli ufficiali superiori 
in casa del a>nte Alessandro Sassatelli (1), Si decise die 
la mattina di Mercoledì 6, nel palazzo vescovile, sì sarebbe 
avuto un convegno coi rappresentanti lughesi, alla presenza 
del Cardinale, per ti-attace un accomodamento e stabilire 
quali sodisf^zioni dovesse dare la città ribelle all' Armata 
repubblicana. 

Beyrand non voleva attaccare gli Insorgenti della Bassa 
Romagna , perchè forse dubitava dell' esito finale , tenuto 
conto del numero degli armati che si facevano ascendere a 
parecchie migliaia, e del loro contegno coraggioso e ri- 
solutamente aggressivo. 

Inoltre poiché Bonaparte richiamava tutte le sue forze 
alla difesa dell' Adige, non gli pareva forse prudente avventa- 



(1) Cfr. Polii in Fiorini p, 53S. II Polii incorro » questo punto in parec- 
ehi errori. Augereau non prese parte uè al primo, nò al necondo consiglio di 
g'uerra tenuto in casa Sassatellì, perchè arrivò a, Imola soltanto la aera del 6. 
In sostanza la versione data dal Pol.i sembra veglia giustificare il contegno 
poto coraggioso del Pro- Vicario Foraneo dì fronto al pericolo the minacciava 
ta pntria e la Eua ancor meno coragg'iosa fuga 

• Vcdindo oà'li 1' affare disperato — srrìve il PoUi — e sapendo per 
Tonalo eicnro la determinala prota risoluzione dsl Generale in Capo Augerau 
(sic) abbracciò il oonsifflio di^i parenii opportunamente e fuggì col suo amico 
Canonico Francesco Bertazzoli e ai dirosse alle Cellino limitrofo allo Htjito 
l'iorontino, per le quali dovette egii poi vagare per alcuni giorni con dioIto 
stento e con una non esprimibile agitatone di spii'ilo, pensando alle luine 
della patria , al pericolo dei parenti ed al saccheggio delle sostanze della 
propria famiglia e dei suoi concittadini » Polii in Fiorini p ó^T. 

Il Polzi, cho era stato invitato al convegno in Vescovado, fuggì invece 
la mattina del 6, La aera prima era acappata a Toasig'cano il dott. Luigi 
Zaccari, consulante legali della Comunità dì Lugro, inviato a Imola •& fare gli 
siiritti chiesti dal sig. Cavalier Cappelletti per trattare la pace di Luifo ooo 
Bonaparto ». {Polsi, in Fior, p 53(i>. 



144 A. LaMMmri 

rarsi colle poche truppe disponibili in un'impresa mal sicura 
e piena di pericoli, troppo lontano dal teatro della guerra. 

Ma alla mattina del 6 le cose erano improvvisamente 
cambiate: Augereau aveva mandato da Bologna nuovi ordini 
e disposizioni. 

Augereau, ardente giacobino e soldato intrepido e 
audace (1), Augereau che aveva nel 93 fatto la guerra in 
Vandea e poco prima, col solo terrore della sua presenza^ 
aveva soffocata la rivolta di Pavia, voleva fiaccare V orgo- 
glio dei Vandeani della Romagnola. 

Quando i deputati di Lugo, muniti del passaporto spa- 
gnolo, si presentarono al palazzo vescovile d'Imola, ch'era 
pieno di ufficia i ivi alloggiati, (2) il Cardinale dovette con- 
sigliarli di evitare l' incontro coi comandanti francesi e di 
andare in \uo2fì più sicuro a trattare la capitolazione (31 

L'immancabile Capelletti fu il paciere designato, e si 
decise di scegliere per il convegno la Terra di Bagnara, 
clf era feudo di giurisdizione del Vescovado e si trova ap- 
punto a mezza strada tra Imola e Lugo. 

La mattina del 6 Luglio in Imola si attendeva la par- 



li) Augereau era nato a Parigi il 20 Ottobre 1757. Nel 1777 si arrolò 
nell'esercito prussiano, nel 1786 andò a Napoli corno sergente istruttore del- 
r esercito borbonico. Nal 1793 entrò a far parto dell' eserc to repubblicano. 
o in breve divenne capitano deir 11.** Ussari e aiutante di campo del gene- 
rale Rossignol in Vandea. Nello stesso anno passò all' armata dei Pirenei 
Orientali ove raggiunse subito il grado di generale di divisione; dall'Ottobre 
1795 ora stato mandato all' armata d' Italia. 

(2) Nel Giornale del Magistrato. Tomo cit. e. 55r, sotto la data del 6 
Luglio, trovo notato che non si potè preparare V alloggio al generale Auge- 
reau in Vescovado, ove avea preso stanza Beyrand, percliè il Cardinale aveva 
« già presso di sé molta ufficialità. » 

(3) Cfr. Polsi in Fiorini p. 535. 



La sommossa e il sacco di Lugt 145 

tenza delle truppe venute il giorno avanti da Faenza, ma 
esse invece non si mossei-o (1). 

A Bagnara quella mattina si dovevano trattare le con- 
dizioni della resa , che i cronisti contemporanei chiamano 
ampollosamente « i capitoli della pace ». 

A quanto pare, il mediatore Capelletti era munito di 
un ampio mandato di procura da parte di Augpreau. (2) Il 
generale concedeva ai Lughesi un armistizio di :;4 ore e 
l'amnistia, a patto che gli insorti deponessero le armi e 
ricevessero amichevolmente le truppe francesi che dove- 
vano ^enire a prender possesso della Terra. 

Il Kambelli aggiunge che Augereau dichiarava di non 
poter dare alcuna assicuriizione riguardo alle truppe che 
fossero v&nute dalia parte di Ferrara (3). 

Noi ci domandiamo se non sarebbe stato facile a lui 
spedire un contrordine a Pourailly. 

Era dunque in buona fede il generale Augereau, quando 
consentiva di trattare coi Lughesi, o aveva còlto i! pretesto 
dei ni^goziati per temporeggiare, raccogliere tutte le sue forze 
e prcpar-arsi meglio all'attacco? 

I documenti non ci offi'ono dati certi per giudicare con 
sicurezza, ma alcune frasi risentite che il barone Capel- 



li) Noi Giornale del Maijisirato cit. e. 5cr, sotto la data del 6 Luglio, 
■i legge : 

• Questa mattina ai credeva <;he partisse la Truppa giunta ieri per Bo- 
logna, e Beco portasse le contribuzioni convogliate della Comunità : ma dopo 
una breve sosta tutto fu lasciato come prima o rimasero le cose nello Etnto 
di ieri. > 

(21 Pohi in Fiorirti p. 536. 

tlì) Cenno star, cit p. 19. 



146 A. Lazzari 



letti scriveva il 15 Luglio da Bologna ad Angelo Manzoni 
ci farebbero supporre che Augereau si comportasse con 
poca lealtà verso i Lughesi e verso il paciere (1). Il futuro 
eroe di Castiglione si sarebbe fatto giuoco dell' Incaricato 
di S. M. Cattolica, presso a poco come Bonaparte, a Milano 
e a Bologna, s'era burlato dell'Ambasciatore spagnolo? 

A Bagnara il trattato di pace fu redatto in piena re- 
gola, ma, al momento di apporre la firma, i deputati lu- 
ghesi si ricordarono di non essere muniti di credenziali da 
parte dell'autorità cittadina: l'atto dunque non poteva esser 
valido. 

In mancanza della Magistratura in carica, che s' era 
squagliata, il mandato di procura ai quattro deputati non 
poteva essere conferito che dai « capi di famiglia » convo- 
cati in forma legale. 

Era una nuova dilnzione frapposta alla conclusione 
della pace, una nuova barriera di oziose formalità. 

A mezzodì, da Bagnara, Anp^olo Manzoni inviava al 
Quartier Generale una lettera domandando le credenziali 
per sé e per i suoi tre colleghi. Questa lettera, scritta tutta 



(1) Il Fiorini, a p. 542 del voi. cit. (n, 669), pubblica la lettera del 
Capelletti in data del 15 Lngflio. È autografa, apparteneva all'avv. Gustavo Vi- 
cini, che r espose nel 1888, f d ora, come V Istoria del Polzi, è passata in pro- 
prietà del Museo del Risorgimento di Bologna. 

In questa lettera si legge : 

« Ricevo la sua di 12 corr.te e per quanto pcs«:r. Le promotto che mi 
ingegnerò per la via di Ferrara in prò della sua palrin. TI generale Angt-rtau 
sono molti giorni che parli alla volta dall'Esercito : nò qui é rimasta persona 
autorevole, con cui si possa trattare questo affare : né io lo tratterei giamai 
oon Augereau, la di cui condotta verso di me, e verso Lugo è stata, quale io 
non doveta sperare, e che il mondo saprà a suo tempo, come gliele ho detto 
per iscritto. » 



La sommossa e il sacco di Lugo ]4:7 



di pugno dal Manzoni e firmata anche dall'abate Foschini, 
di per se stessa un documento psicologico interessante: 

Al Quartier Generale di Lugo 

Bagnaraf li 6 Luglio i796 alle ore i6 (1). 

Abbiamo fondate speranze di poter concludere una 
;pace onorevole, a momenti arriverà il sig. Barone Cappel- 
letti, che ne sarà il mediatore. Per poter concludere si rende 
necessario che venga Mongardini, e non volendo egli ab- 
-bandonar li Posti, faccia sì che li Capi del Popolo autoriz- 
-zino il sig. Dott. Ascanio Matteucci, il Sig. Vincenzo Zan- 
notti, il Sig. Avvocato Giovanni Foschini e Angelo Manzoni, 
e sarà ben fatto, se si trova il Priore di Comunità, di man- 
darlo, e caso che il Popolo voglia mandare altri, li mandi. 

Non ostante questa lusinga, si rende necessario, die 
immediatamente si spedisca staffetta alla Massa, in Ar- 
genta, in Cottignola e dalla parte di Bagnacavallo, acciò 
stiano bene in guardia che non vengano Francesi, e caso 
vengano gli (sic) diano addosso vittoriosamente. Non suoni 
•Campana a martello, se non nella necessità. Facciasi che 
li PDsti avanzati d' Argenta , di Massa e Cottignola, e di 
Bagnacavallo, siano gente fidata e siano con buoni cavalli 
per avvi.sare subito al Quartier Generale. Quei della Villa (2) 
tengano delle Spie sicure, ed avanzate fino sopra Mordano, 
e in Imola, se è possibile. Ricordatevi, che chi vole la pace, 
bisogna che prepari guerra. Richiamate li vostri Ufflziali, e 
date le necessarie disposizioni, che si sono ulteriormente 
-dette alli Berardi e Ixambelli che vi spediamo. Alli sbirri 



(1) Le ore sedici d' Italia corrispondono al mezzodì. 

(2) Di- Villa S. Martino. 



A 



148 A. La M tari 



che guardano il passo di Traversara siano date persone 
sicure, acciò non c'ingannino. Stiano lontani dal fare osti- 
lità alli Bagnacavallesi per non divertire la nostra Truppa. 
Fate che il Popolo gridi ecvioa S. Illaro, evviva il Papa^ 
ecoica la Spagna. Sollecitate il mandato di procura, o sia 
Credenziale quanto mai potete per non trattenere qua a 
lungo il Baron Cappelletti, che deve stassera spedire al 
Generale Augerau in Bologna staffetta. 

Mi sento un cuore dà Leone, e mi sento la Protezione 
Speciale di Sant' lUaro , mi ricordo le condizioni scritte e 
sono 

Vostri aff.mi Amici 

Angelo Manzoni 
Giovanni Foschini (1). 

In seguito a questa lettera, alle quattro pomeridiane, 
il Nunzio Giuseppa Dj Lucca, per ordine di Mongardini, 
percorreva le strade di Lugo per avvisare i capi di fami- 
glia che alle 22 li2 d'Italia (ossia alle 6 1[2 dopo mcz/.odi) 
si trovassero riuniti nella piazza del Collegio Trisi. 

E i capi di famiglia accorsero — uso la frase espres- 
siva di un contemporaneo — a e udire gli ordini del Ge- 
neral Mongardini » (2). I quali erano questi : il governo 
militare rappresentato dallo stato maggiore degli Insor- 
genti cessava dalle sue funzioni ed era surrogato da un' am- 
iriinistrazione civile. Francesco Cavallini € patent:\to di Spa- 



(Ij Di questa lettera si conservano due copie nella Comunale di Lugo 
— Mss nn. 4124 e 4131 L'autografo del Manzoni sì trova tra lo carte deU*avv, 
Ticini e fu pubblicato dal Fiorini nel voi. cit. p. 540, n. 664 

(2) Baldrati — Istoria ms. cit. 



La sommossa e il sacco di Lugo li9 

gna JD veniva eletto Giudice in luogo del Governatore puf-r 
ferii coir assistenza del Mongardini. Erano aboliti gli appalti: 
del sale, della polvere e del tabacco (1). 

Dall' alto del balcone del Collegio Trisi si chiese pcn 
al popolo l'approvazione dei quattro deputati iriviati. la m^tri; 
tina a Inriola, e il popolo li confermò, volendo però che ad 
^ssi fossero aggiunti Francesco Cavallini e Mongardirj|\ 
Infine si volle che i capi di famiglia formulassero i loro 
desiderii, e di tutto si stese verbale. ^ 

Ecco il caratteristico documento nella sua forma gè-; 
nuìna : 

« La Truppa armata in Lugo avendq creduto vantag- 
gioso alla tranquillità della Patria di aderire al prudente' 
consiglio datole da S E. il Sig. Barone Cappelletti Ministro 
di S. M. Cattolica il Ke dell^ Spagne insinuante a chiedere 
la pace alla Repubblica Francese, esibendosi esso sig. Ba- 
rone Ministro qual sopra di tale pace mediatore scelse con, 
suo scruttinio di ieri 5 corrente i)er deputarvi a tale oggetto 
con tutte le facoltà dietro a quanto si espressero desi- 
derare di condizioni gli Ill.mi Sig. Avv. Gio. Foschini, D.or. 
Giacomo A. Matteucci, Angelo Manzoni e Vincenzo Za- 
notti , tutti Cittadini Patrizi di Lugo é 1' ultimo anche uno 
degli Anziani componenti la Mngistratura del corrente bi- 
mestre quali Signori Deputati. Sono già perftantoj partiti 
stamane e si sono presentati al suUodato Nobile Barone 
Cappelletti nella Città di Imola il quale gli ha nuovamente 
contestati gli stessi sentimenti di protezione e m(ediaxione). 



«' 



(1) Cfr. Baldrati o Soriani p. 98. 



150 A. Lazzari 



La Truppa stessa però persuasa che la nominata Deputa- 
zione merit (asse) V autorizzazione dei Capi del popolo cio^ 
gli Ili-mi Sigri Pubblici Rappresentanti il presente Bime- 
stre, gli ha questo oggi fatt' invitare per deliberare se vo- 
levano p (rendere) tale Procura ; ma perchè il Donzello 
invitante non gli ha trovati in Casa ed in Paese anzi ha 
imparato essere essi spatriati come da Documento autentico 
che si esibisce (l) ha creduto bene di convocare in questo 
luogo e cioè nella Piazzi del Palazzo del Collegio Trisi,. 
previo l'avviso fatto precorrere a suon di Tromba per tutte 



(1) Ecco la dichiarazione del donzello Domenico Emaldi comprovante 
r assenza dei Pubblici Rappresentanti. Questo documento si trova annesao al' 
presente Atto e nello stesso foglio : 

Al nome di Dio : questo dì 6 Luglio 1796. Lugo. 

Incombenzato io sottoscritto uno od il più veterano de' Donzelli ossiano 
servitori al Pubblico Palazzo di quest* lil.mo Magistrato dagli lil.mi Signorit 
Officiali della Truppa armata in Lugo a chiamare gli IH mi Signori Compo- 
nenti V attuale Magistratura, depongo d' essermi portato alla Casa del N.- 
U. 8ig. Conte Simon Antonio Montanari, alla Casa dell' 111. mo Sig Gaspare 
Valvassori ed alla Casa dell' 111 mo Sig Giovanni Margotti e mi è stato ri- 
sposto dai rispettivi Famigli che non si trovano in Lugo ; alla Casa poi del- 
rill.mo Sig. Prospero Nuvoli non ho ti ovato alcuno che risponda (per) che 
già ò serata ed è partito con tut {ta la) Famiglia; alla Casa poi dell' IH mo 
Big. Vincenzo Zanetti m' è stato rcpplicato esser egli partito stamane. 

Tanto co (mg) cosa di mio fatto proprio. In fede. 

Dopo steso quest' Attestato di consenso del Donzello Emaldi, Donzello 
pubblico, letto al medesimo e confermato che contiene la verità ha no iga) to 
di sottoscriverlo per t'mor di cadere {in) disgrazia de' Signoii Pubblici Rap» 
presentanti. 

Firmati I-uioi Samaritani affermo 
Ilako Locatelli offermo 
Luigi Vkblicchi affermo come sopra 

Lo firme sono autentiche per mano del Notaio Antonio Maria Randi,. 
in data del 6 Luglio 1796. 



La sommossa e il sacco di Lago 



le strade di questo Paese, perchè quivi si radunasse alla 
convenuta ora 22 li2 italiane 

Perciò ora che la maggiore quantità, del Popolo pa- 
tentemente senz'armi s'è in detto luogo radunata, oltre alla 
maggior parte della Truppa armata, s'interpella voi popolo 
di Lugo a dichiarare se vi piaccia di concorrere nella 
scelta fatta dal detto consiglio della Truppa o no. 

Fu risposto con plausi ed evviva, fu gridato prima 
Vica S. Ulcero, i nostri Santi Aooocati, Maria Vergine, la 
nostra Santa Religione Cattolica, il nostro Sovrano, il 
Sommo Pontefice ed il grande Re detta Spagna, che me- 
diante l'opera di un suo Ministro vuol restituirci la tran- 
quillità e la pace ; si voQliumo questa pace e confermiamo i 
nominati signori Deputati. 

iiiierpellati inoltre se vogliavi aggiungere altri d'alti-o 
ceto di Mercanti cioè o d'artisti, rispose: si, il sìg. Fran- 
cesco Cavallini e l'assistente Francesco Mungardini (sic). 

Interpellato in .Ine se sia di suo d-^siderio il i-estare 
suddito immediato di S. Santità e liberato da quella giuri- 
sdizione, che, mediante lo stesso sovrano il Sommo Ponte- 
fice, esercitava la Città di Ferrara, rispose e replicò: sì si 
questo appunto è il (nostro) desiderio. fChiJeatogli se a- 
vessa alcuna particolare proposta da proporre per articolo 
di pace e quale era il suo desiderio maggiore, rispose il 
libero esercizio di tutte le Arti e Professioni sensa alcun 
pagamento di Da^io o Gabella, giusta che gli era stato 
concesso dalla S. Santità Clemente Vili nella devoluzione 
dello Stato che ingiustamente gli si contendeva, particolar- 
mente dalla città di Ferrara come Capo di provincia. 

Finalmente chiestogli se aveva altro (sic) di queste 



152 A, Lazzari 



proposte disse rispose e replicò di rimettersi pienamente 
a quanto avrebbero fatto li Sig. Deputati suddetti dietro 
le istruzioni che avevano avuto li primi quattro nominati 
sig.ri Deputati dalla Truppa di Lugo. 

G. De Luca ì^.(unsio) P.fubblicoJ aff.ermo) 

Questo di 6 Luglio 1796 (1). jo 

Ma per quanto si fossero avviate trattative di pace, gli 
animi degli Insorgenti non cessavano di essere bellicosi. 

Mongardini, l'anima d^Ila rivolta, memore del consì- 
glio di Angelo Manzoni : « Kicordatevi che chi volo la p«ice 
bisogna che prepari guerra r, coglieva l'occasione per ar- 
ringare i padri di famiglia radunati in piazza Trisi, esor- 
tandoli a mandare i figli tutti a combattere per la difesa 
della Religione, del Sovrano e della Patria (2). 

Il popolo rispondeva con acclamazioni, con applausi, 
con grida d'entusiasmo. 

Mentre nella sala maggiore del Quartier generale si 
compilavano, nelle debite forme, i documenti necessari per 



(1) Questo documento impo- tantissimo è stato pubblicato imperfetta- 
mente e frammentariamente dal Ram*»elli a p. 35 del suo Cenno storico {^\z. 
cit ) sotto questo titolo: < Atto ron che Antonio Rmdi chiedeva al popolo* a 
nome della Truppa armala r af^pr ovazione dt* Deputati sce'ti a trattare 
un*amnistia, interrotto dal venire de* Frcfncesi. 

Nella Biblioteca Comunale di Lugfo si conserva una copia di quest'Alto 
nella sua forma genuina, copia stosa da Abramo Kttorri, vicesegretario del 
Quartier Generale, e autenticata per mano di pubblico Notaio. E un MS car- 
taceo del sec. XVIII, in mezzo lacero e corroso, ed ó segnato col n. 78^. Noi 
l'abbiamo appunto riportato la copia autentica dclTEttorri. 

(2> Baldrati Istoria MS — Ramielli p. 19 — Sorimi p. 99. 



La sommossa e il sacco di Lugo 163 

convalidare il trattato di pace già concluso, comparvero 
inaspettati i quattro deputati lughesi reduci da Bagnara. 

Al barone Capelletti era giunto da Bologna un espresso 
che l'aveva obbligato a partire sul momento, e i deputati, 
invece di attendere le credenziali, avevano preferito ritor- 
nare in patria. 

Essi recavano seco copia dei « capitoli » del trattato : 
tra le condizioni era compresa la separazione di Lugo da 
Ferrara (1), che importava in quel momento la liberazione 
dal dominio francese. I capitoli furono pubblicati e accet- 
tati, ma mentre dal balcone del Collegio 'frisi Antonio Ran- 
di leggeva l'Atto legale con cui il popolo di Lugo appro- 
vava la nomina dei deputati che avevano concluso l'armi- 
stizio ed esprimeva in forma plebiscitaria le proprie vo- 
lontà, ecco arrivare dalla parte di Argenta un espresso con 
una lettera, in cui si avvertiva che un corpo di Francesi: 
era partito da Ferrara alla volta di Lugo [2). 



(1) Frizzi, Diario p. 15. 

(2) Il Bambellì, neli* op. cit. , pubblica appunto a pag. 37, la lettera di 
tale F. G. che da Comandolo mandava 1' avviso della marcia di truppe 
francesi verso Lugo. La riporto integralmente : 

Illustrissimo Signor G, B. 

Consandcìo, 

Non so, se le sarà giunta una lettera speditale da Ferrara in questa 
mano per un espresso, se mni : creda a questa, mentre io per )a posta sfor* 
zata por via indiretta, per non passare in mezzo alle truppe partite per la 
parte di Lugo ia numero di cinquecento si dico, che questa notte pernotte- 
lanno in Argenta dove l'armamento non vi è più, e che sul far del giorno 
saranno al di là del Fo ; s'indizio, e lasciarli accostare £i]io alla Cà di Lugo 
e i^oi principiare daafli ultimi pochi di cava loria in numero di venti. Co- 
raggio, e giudizio e spio dalla parto d'Imola, Faenza e Havenna; le racco- 
mando lamia famiglia, e se m>ii non fosso partita la mandi a Brisigheila? 
non mi manchi, rassegnazione e prudenza e sono in frotta F. G» 



154 A. Lazzari 



Era il colonnello Pourailly, che con circa SCO uomini 
di fanteria e una piccola scorta di cavalieri si era messo 
in marcia per venire a prendere posizione nelle vicinanze 
di Lugo e trovarsi pronto air attacco concertato con Au- 
gereau. 

Cammin facendo, Pourailly aveva fatto una breve sosta 
in Argenta, dove i rivoltosi avevano deposte poco prima 
le arnni e si erano dispersi, dandosi alla fuga. 

La buona fede dei Lughesi era dunque stata sorpresa? 

La notizia fu subito comunicata al popolo radunato, che 
si mise a gridare al tradimento. Le campane delle chiese, 
suonando a stormo, diedero il segnala! ciie la patria era ii> 
pericolo, e gli armati accorsero in folla verso il Po di Fri- 
maro per difendere i confini dall' assalto nemico. 

Mentre i Lughesi affrontavano, con un' audacia che ci 
stupisce, i soldati che a Millesimo e a Lodi avevano visto 
fuggire innanzi a sé le più agguerrite truppe d' Europa,^ 
dal Quartier generale si ricorreva ancora una volta all'in- 
tervento del vescovo d* Imola. Un espresso fu spedito al 
Chiaramonti per pregarlo di interporsi presso Augereau, 
perchè mandass3 a Pourailly l'ordine di sospendere la mar- 
cia contro Lugo, colla promessa di far tosto deporre le. 
armi ai rivoltosi. Lo si incaricava anche di far consegnare 
alCapelletti il mandato di procura conferito dal popolo lu- 
ghese ai quattro deputati, per la ratificazione del trattato 
di pace. 

L'Incaricato di Spagna intanto si era adoperato per 
condurre a buon fine l'impegno assunto. A ImoLi, la sera 
del 6, aveva avuto un colloquio con Augerenu, giunto allora 
allora per prendere il comando della truppa clic doveva 



La sommossa e il 

marciare contro gli insoi-ti (l), 
un'impressione sfavorevole. Ui 
questa lettera che egli, alle 8 1 
Imola ad Angelo Manzoni : 

Sìg. Angelo Man-ioni mio st 

Imola alla me 

La prego immediatamente 
ad avvisare codesti signori E 
passare incontinenti o a questa 
ranno. 

Il signor Generale Augerai 
degli articoli, che gli sono stati 
celta in tutto, e per tutto, ma, che 
ciare domattina colla Sua Colo 
irandovi però come amico, e pr 
ad alcuno (sic), quando trovi 1 
tranquilla. Mi rincrescerebbe s 
inutili ; comettendosi per parte 
liià contro un Generale che dà 
me amico. Sono con tutta la s 
Suo d( 



(1) Gi'irnal* del Magistrato d'Imola 
del 6 Luglio : 

< Essendoai saputo die questa scr. 
Oenernle Augoroau . ... fu ordinalo al 
tclli di tenere «H'ordine un aiiparlamen 



156 A. Laxxari 



R D. Io parto nel momento per la mia residenza di 
Bologna, dove la prego avvisarmi del luogo, che scielgono 
ii signori Spagnoli. Le raccomando di nuovo V affare delle 
due dame. (1). » 

Le frasi di questa lettera, per quanto misurate, lasciano 
capire che l'intermediario era convinto del proprio insuc- 
cesso e che egli stesso non si fidava troppo delle promesse 
fatte dal generale francese. 

A buon conto egli faceva avvertire gli ex-Gesuiti spa- 
gnoli residenti a Lugo, perchè si mettessero prontamente 
in salvò. Quasi contemporaneamente giungeva al Manzoni, 
il membro più autorevole della Deputazione inviata a Imola, 
una lettera di Augereau.. 

Il generale, pur dichiarando di accettare tutte le pro= 
posizioni di pace fattegli, annunziava che all'indomani sa- 
rebbe entrato da amico nel territorio di Lugo. Prometteva 
rispetto alle persone e alle proprietà, ma aggiungeva una. 
-clausola : ce VI raccomando sopra tutto che non si salvi 
alcun birbante (evidentemente alludeva ai capi della ri- 
volta) e che non sia tirato nesun colpo di fucile , perchè 
sarei costretto a prendere delle misure secere che costereb- 
bero troppo care al mio cuore ». 

Da ultimo invitava i quattro deputati lughèsi, scelti 
per stipulare il trattato, a presentarsi agli avamposti per 



11) L'autograto di questa lettera, posseduto dairavv. Vicini, appartiefle 
ora ài Museo del Risorgimento di Bolog-na. La pubblica il Fiorini nel voi. 
<ìit. p. 541. n. 665. 

Due copi, della lettera sono nella Biblioteca di Lugo , MSS nn. 4123 • 
^128, - 



La sommossa e il sacco di Lugo 157 

accordarsi con lui : egli dava la sua parola d'onore di con - 
cedere loro udienza e di farli rispettare. 

Implicitamente, con questa lettera, egli veniva a con- 
siderare come nulli i negoziati di Bagnara: le frasi evasive 
di Capelletti rendevano ancor più sospetta la lettera del 
generale. 

Di questa noi possediamo una preziosa copia auten- 
tica redatta da Angelo Manzoni. Gli errori di ortografia — 
a quanto pare — si debbono attribuire allo stesso Auge- 
reau, il quale, figlio di un domestico parigino e di una frut- 
tivendola, mancava di istruzione elementare. 

Imola le 18 Messidor 4 e année Rep. 

(6 Luglio i796) 

Messieurs 

J* ai hu (sic) une entravue avec Monsieur le Baron de 
Capelletty à son retour d^ Lugì (Dà Imola. J' acspte (sic) 
touttes les propositions quo vous ino faittes. J'entraires de- 
main <n Ami dans votre Territoiro, avisez tonte le monde 
de notre arrivce, et dites leur do ma pnrt, que les troupes 
que j' ai V honneur de comander y entreront en amies. Je 
vous recomande, sur tout, qu' ils ne soit sovf» (sic) aucun 
cochin, ni tire aucune (chic) coup de fusil : car je serai obligé 
de prendre des misures severes ce qui en couterait bien 
cher à mon coeur, dittes aux bons Citoyens de se rassurer. 
Je ferais respecter les persDnnes et les propriettós . Les quat- 



(Ij II Capelletti ritornava iiiTece da Bagnara. 



158 A. LaMMari 



tre Deputés qui sont nomèa è aux le traitte (!) je les invitte 
à ce (sic) rendre au devant de la colonne pour ce concer- 
ter avec moi leur proinettant ma parole d' honneur de Ge- 
neral Francais de les ecouter et de les faire respecter. 

Le General Dlvlshnaire 

AUGEREAU (2) 

A Monsieur Angelo Manzoni 

à Lago. 

A notte inoltrata ritornava l'espresso spedito a Imola 
colla risposta del Vescovo. 

Il Chiaramonti aveva aderito sollecitamente alle pre- 
ghiere dei Lughesi , aveva preso V impegno di spedire i 
documenti, necessari per la ratificazione del trattato, al 
barone Capelletti già in viaggio per Bologna, e, non indie- 
treggiando davanti a qualsiasi difficoltà pur di salvare i 
suoi protetti, aveva fatto svegliare Augéreau che dormiva 
e lo aveva direttamente abbordato. 

Augéreau, molto deferente verso il Cardinale , aveva 
risposto che la truppa proveniente da Ferrara aveva ordine 



(1) Intendi « il trattato » cho si era stipulato a Bagnara. 

(2) Anche questa lettera, cho si trovava tra le carte ^dell*avv. Vicini, 
è ora posseduta dal Museo del Risorgimento di Bologna. 

Il Fiorini, che la pubblicò a p. 542 dell'opera tante volte citata, n. 667, 
nota cho questa copia, indubbiamente fedelissima, di mano di Angelo Man- 
zoni, fu fatta per compiacere al Capellotti che gliela richiese per inandare 
preciso informazioni al" a Corte di Spagna. 

(Cfr. la lettera di Cai)elletti ad A. Manzoni del 15 Luglio — Fiorini 
p. 542 n. 669,8 la lettera dello stesso Capelletti a Filippo Rambelli, 11 Lu- 
glio 1796, pubblicata dal Rambelli, Cenno stor,, ediz. cit. p. 38). 



La sommossa e il tacco di Ltigo 159 

-di non entrare in azione prima del suo arrivo. (1) Era 
verissimo: secondo il piano già stabilito, l'attacco contro 
gli insorti lughesi doveva farsi simultaneamente dalla parte 
di Argenta e dalla parte d'Imola. 

Per compiacere al buon Chiaramonti, Augereau gH fece 
dare un foglio contenente un ordine da trasmettere al co- 
lonnello Pourailly. 

Ecco r ordine, che è firmato dal general di brigata 
Beyrand : 

Le General Div. Augereau vient d' ótre prevenu que 
vous vous été f^sic) presente au pres de Lugo. Il me charge 
de vous dire de cesser tonte éspece d' ostillité a vec ses habi- 
tants, il a la Prospectìve de voire tout rentrer dans lordre 



(1) La lettera di risposta del Ohiaramonti, indirizzata a Giovanni Fo- 
schini e Antonio Randiy è la seguente : 
Ill.nti Signori 

Il Barone Capelletti, dopo aver spedita una lettera per le SS. LL. che 
avranno a qnest' ora ricevuta, è partito per Bologna. Non lascierò di spe- 
dirli i lor fogli, ma non potrà arrivare a tempo alcuna risposta per rime- 
-flinre «1 disordine. Ho però fatto svegliare questo sig. Generale Agereau (<»ic), 
il qualo ha detto che la truppa proveniente da Per- ara avea ordine di nulla 
intraprendere prima- della di Lui venuta. Eccole pertanto un foglio che con- 
tiene l'ordine che egli all'avviso da me datoli ha creduto di dover fare al 
Ciipo Brigata di detta truppa, che le invio per lo stesso messo da loro in- 
viatomi. Il medesimo parla bastantemente chiaro perchè nulla sia necessario 
•aggiungersi. 

aff.mo G. Card, Chiaramonti, 

Imola, 6 Luglio 1796, 

L' autografo di questa lettera, già posseduto dall' Avv. Vicini, si con- 
serva pure nel Museo del Risorgimento di Bologna 

Il Fior, pubblicò la lettera nel voi. cit. p. 541 n. 666. Nella Biblioteca 
di Lugo se ne hanno due copie, e sono i MSS. 4122 e 4127. 



160 A. LaMMari 



{sic) sans verser le sangue. Si du reste vous aperseviez que 

nou3 fussions aux prises par Tefifet d'une opiniatreté inat- 
tendu alors vous pòurrez vous venger et nous segonder. 

Le General de Brigadé 

Beyrand 
A tergo: 

Au Citoyen Pourally (sic) 

Chef de Brigade des troupes fi anquises 

Pres de Lago (1). 

11 foglio fu allegato alla lettera di risposta del Car- 
dinale, che sperava con ciò di aver strappato al generale 
francese una grande concessióne. 

Ma oramai le ostilità erano incominciate fra le truppe 
repubblicane e gli insorti, e nuovi fatti venivano a offrire ad 
Augereau un'occasione propizia per troncare (*oi Lughesi 
ogni trattativa. 

Gli Insorgenti a loro volta, pur parlando di pace, non 
pensavano che alla guerra. 

La mattina del (> Luglio il Mongardini era andato a 
Villa San Martino (Canal Ripato) per esortare quei terraz- 
zani alla novella crociata (2). Nel pomeriggio Alessandro 
Bertazzoli e Filippo Rambelli si erano recati a Bagnacavallo, 



(1) Anche questa lettera autognfa, di proprietà Vicini, si conserva nel 
Museo del Risorgimento di Bologna. 

Il Fiorini la pubblica nel voi. cit. p. 542, n. 668. 

Nella Biblioteca di Lugo si trovano due copie della traduzione italiana 
che allora se ne fo^e. Mss. un 4125 e 4129. 

(2) Bambelli — Cenno. stoì\ p. 23 in nota. 



Xa sommossa e il sacco di Lugo 161 



con molti armati, per requisire 2000 scudi, che vennero pro- 
messi con .una dilazione di quarantott' ore. Ambrogio Ber- 
tazzoli, nel'o stesso giorno, era andato a Fusignano a chie- 
dere uomini, armi e denari che furono esplicitamente ne- 
gati (1). La sera stessa in cui si accettavano i capitoli della 
pace stipulata a Bagnara, il general Buonapaeey dil bal- 
cone del Collegio Trisi, infiammava alla guerra a oltranza 
il popolo adunato. 



(1) Soriani — p. 98. 

Si noti elio lo Stato Maggiore degli insorti disponeva a suo talento del 
denarQ della Comjanità Tra i MSS delia Biblioteca di Lugo, Sezione Risor» 
gintentOf Mazzo J. Anni 1796-97, si trova il seguente documento che si rife- 
irisce proprio al 6 Luglio. 

Al nome di Dio questo dì 27 Luglio 1796 - Lugo. 

Attesto io sottoscritto Crocesignato per la pura e mera verità ricercato^ 
qaalxn3nte questa fu ed è che la mattina delli sei corrente circa le ore dodici 
Tenni mandato alla Bottega di Giuseppe Bolognetti con un ordine spedito 
dal Siff, Antonio Raadi qual segretario del Quartier Generale nel Collegio 
Trisi di scudi cinquanta, dico Se. 50, ondo presentatomi al detto Bolognesi 
quaV Esattore o Ministro de' Dazj Comunitativi col detto ordine, ei lo lesse 
o ietto clic l'ebbe disse di non volermi dir niente ; ma poi fatte le suo ri- 
flessioni si doterminò di p->-t.a?ói al detto Quartiere dicendo — aspettatemi 
qui — poscia riterrò e mi disse — andiamo pure — e andato seco lui in 
sua Casa mi consegnò un Maietto Bagaroni di scudi cinquanta, \i quali por- 
tai al luogo divisalo Ta ito posso asserire ancora mediante il mio giuramento 
come fatto proprio e cosi pienamente informato. 

In fede 

Oro -f ce di Paolo Bcnini quondam Francesco Facchino che afferma 
quanto sopra, etc. 

(L'atto è autenticato por mano del Notaio G. F. Belletti). 

A questo foglio è annesso il seguente mandato di pagamento diretto al 
Magnifico Giuseppe Bolognetti, esattore comunale. 

Lugo, 6 Luglio i796. 

Ella m^ndi d'ordiuo doirJIl.ma Comunilà al Quartier Generalo Scudi 
Cinquanta che gli vjrra:i:ij aljjjnati ne' Conti. 

In fedo dico Antonio Maria Randi Cancelliere» 

8i vuole 

In calce : « Ho ricevuto Se. 50 — Alessandro Sass', affermo. • 



162 A, Lazxari 



V; 

Lia vittoria degli Insorti sul Santerno — La marcia di Augereau 

— L' assalto di Lugo — La fuga degli abitanti — Il sac- 
cheggio — Partenza dei Francesi — Il ritorno dei profughi 

— Gli editti di Augereau — li Perdono. 



Air annunzio che i Francesi marciavano da Argenta 
alla volta di Lugo, gli insorti, gridando al tradimento, erano 
accorsi in folla verso la Fi^ascafa per sbarrare il passo ai 
nemici che s'avanzavano per la strada corriera di Ferrara. 
Le condizioni di quei luoghi erano allora ben diverse da 
oggi. Lungo il Santerno e verso Argenta si allargava una 
ampia e desolata plaga in gran parte sommersa dalle ac- 
que melmose che non trovavano scolo ; qua e là v' erano 
boschi e campi dove sorgevano rozzi casolari ricoperti di 
canne palustri. Dalla Frascata al Passogatto si estendevano 
le grandi proprietà dei Manzoni, che tenevano al loro servi* 
zio uno stuolo di contadini, di mandriani, di guardie cam- 
pestri. (1) Attraverso questi terreni paludosi passava la 



(1) (7. B, Manzoni - op. cit. p. 289. 



La sommossa e il sacco di Lugo 163 

-strada di Ferrara che, fiancheggiando la riva sinistra del 
Santerno, piegava verso Argenta. 

Seguendo la loro tattica abituale, gli incorti si poserò 
in agguato, appostandosi specialmente lungo l'argine destro 
del fiume. La strada corriera era stata tagliata con larghe 
fosse e barricata con carri, cui si erano tolte le due ruote 
di dietro, e con grossi rami d'alberi insieme intrecciati {!)• 

Similmente avevano fatto gli abitanti del Ferrarese 
nel 1708, quando il Bonneval, coi suoi Tedeschi, aveva 
improvvisamente occupatD Comacchio e il territorio argen^ 
■tano. (2) 

Il governatore di Argenta, quando i Francesi giunsero 
in quella Terra, avverti Pourailly dell'agguato che gli ten- 
devano i Romagnoli, ma il colonnello volle proseguire^ 
noncurante del pericolo. (3) 

Alla Frascata avvenne il primo scontro cogli insorti. 
-Si combattè alla Pala^^ina (4), villa dei Manzoni, ov'era 
Tommaso, fratello di Angelo, coi suoi uomini, e alle Morve 
presso Passogatto. I Lughesi sostennero valorosamente 
r urto delle truppe repubblicane, e protetti dall' argine 
-del Santerno, come da una naturale trincera, mantenevano 
un fuoco micidiale contro i soldati di Pourailly. 



(1) Anonimo - Memorie storiche per le littà di Ferrara degli anni 1796 
^ 1797, cit p. 16 24. 

(2) Vedi, per qualche utile raffronto, il « Diario di quanto successe in 
Argenta e ne' Luoghi circonvicini l'anno i708 e i709 per il passacgìo del- 
M Armata Tedesca • pubblicato da P. AntolinI per nozze Valmcri-Campolmi 
<Arfironta 1897; 

(3) Frizzi - Diario con &gg. e note di 0. Laderchi (Ferrara, Servadio, 
1857) p. 15. 

(4) Manzoni, op. cit. p. 316. 



Vii A. Lazeari 



I Ilepiibblijcani s'erano trovati in sulle prime aorpresi da-. 
f|:irsta maniera di combattere, poi avevano tentato di pas- 
>:irie a guqtdo \\ /lume per assalire i nemici alle spalle ; ma 
i f-upljcsf erapp riu3citi a tener testa bravamente e a impe- 
«!iro allo truppe il pa^so del Santerno, e indietreggiando nian 
iiiano sempre lungo Parane, giunsero flqo a S. Bernardino' 

Orapiai il sole era tramontato e la notte sorgeva. L'o- 
^cf^rità pose flnje ^\ cpm batti rpento ,e i Francesi, che ave- 
vano fatto perdite considerevoli, dovettero rifugiarsi a Bel- 
Iruia, nel casjno del ferrarese conte Luigi jRondinelli, donde- 
continuarono tutta la notte a far fuoco, mandando « urlfa 
spaventevoli ♦ (1). 

Air alba d^l giorno 7 si riprese a combattere. I Re- 
pubblicani s' avanzaronp verso Lugo, sempre fronteggiati 
sulla riva opposta del fiume dagli insorti, eh' empo nella 
notte f][ume.ntati di numero. Dopo due ore di fuQco non in- 
irrrotto fecero un ultimo sforzo a Cà di Lago per valicare- 
ii San terno, ma furono respinti specialmente per opera dello 
9:iix\ idre dei Birri, i quali, incorporati — come si è detto — 
nella Truppa armata degl' insorgenti, « si battevano alla 
il. sperata ». (2) 

I Francesi, esasperati dall'inattesa resistenza, sfoga- 
vano la loro rabbia con atti di ferocia. 

Presso la Cà diLu:jOy alla sinistra del Santerno, v'era 
una casa colonica di proprietà dei Domenicani , dalle cufe 
finestre si facevano scariche di moschetteria contro le truppe- 
di Pourailly. 



(1) Poi A in Fiorini, p. 5CS. 
(Jj Soriani^ p. 99. 



La sommossa e il sacco di Lugo 16^ 

I soldati, inaspriti, incendiarono i pagliai, òtppic:nròrio 
À\ fuoco alla casa e, circondatala da ogni parte, trdcfclai'òrìò 
"barbaramente tutti quelli che Cercavano scampo rtèlld fugì, 
non rispaririiando né donne, né fanciulli, né vecchi. (1) 

Ma i Repubblicani avevano la peggio, èr gli inèòrtì pd 
terono perfino impadronirsi di due barrocci tirati da ca- 
valli, che il Mastro di posta d' Argenta, Luigi Mariàntf, 
aveva prestati al comandante fràhcese per il trasporto dei 
feriti (2). 

Riuscito vano ogni tentativo di passare il fiume, Pou 
.railly, ch'era ferito esso pure e si trovava con soli trefceiìto 
uomini, dovette ripiegare verso Massalonfibardà. Giunto alla 
Celletta (erano le 10 dèlia mattina) un gio^'anc cHieiico dì 
nome Giuseppe Mazzoli, con una meravigliosct prcscnzd di 
spirito, gli si prèsehtó fingendo d' essere il parroco e Io , 



(1) Il Ramhelli, noi suo i^lle classi. hèggiànté , còsi racconta li fatto: 

« Alla Cà di Lugo perchè uscirono atchibuglato da uà* àbìtaziono de^ 
-pp. domenicani, ove soggiornava una f.imiglia Emaldt detta i Lucci o Lu- 
cidi^ i FraU'Cesi incendiaronla, e di sedici cheT componevano la famiglia e di 
4i'tri diciofto ivi ricoveratisi otto soli, donne e fanciuUcttf, ^oteiòno a gr>ndè 
miracolo salvarsi, poiché, ardendo già la casa, i soldati circondaronla d'ogni 
intorno, e quanti n' uscivano, tanti venivano stesi morti a colpi di fucile. C 
si b3i memoria di xitL padre che di là fuggendo Seguito da un suo btfnib?- 
nello che forte p'angeva fu spento da un soldato, che ammazzò anche ben 
tosto r innocente fii^liuolino, barbarie tantu inumana, che un ufiiziale di ca* 
vallerÌH testimone di que' colpi sdegnato tirò di carabina allo spietato ucci- 
sore, e r ebbe morto. » 

(2) Il \farianti poi reclamò la restituzione dei. barrocci e dei cavalli 
•rubati e l'ottenne. 

Nell'Archivio Cómun. di Lu:jo — Busta LXXXyiII — si oonscrra la 
;petizione e l' incartaimento del Marianti, il quale scriveva che ì suoi cavalli, 
la mattina del 7 Luglio, erano stati < predati » dagli insorti lughcsi < con 
le Barozze od i feriti che vi eraiiio sopra ». 



166 A. Lazzari 



M« 



persuase a non entrare, col pretesto che colà fosse nascosto- 
un gran numero di armati. 

In questo mentre un colpo di fucile sparato da un 
Massese feriva un capitano a un braccio. Pourailly, temendo- 
di non poter tener testa, coi pochi uomini che gli rimane- 
vano, agli assalti degli insorti sparsi per la campagna, si 
ritirò nella direzione di Mordano e, dopo un lungo ^iro,, 
arrivò la notte del 7 a Luco per la strada di Faenza. 

Gli Insorgenti avevano riportato piena vittoria ; circa 
dugento Francesi erano rimasti sul terreno ; dei Romagnoli 
soli diciasette —a quanto pir^ — erano periti (1). 

Ma se da una parte la vittoria arrideva ai Lughesi, 
essi dimenticavano dov'era il pericolo maggiore. Augereau- 
aveva raccolti a Imola un battaglione della 4.* Mezzabrignta 
di fanteria — circa 800 uomini — un distaccamento di 200> 
Chasseurs a cavallo del 10 "* Reggimento (2) e due pezzi di 
artiglieria (3-: poco più di un migli ìio d' uomini. Quando- 
ebbe notizia che gli insorti avevano ap-^rto le ostilità sul 
Santerno, si dispose ad entrare in azione. 

Secondo il Rambell», il generale francosp, prima di met- 
tersi in marcia, avrebbe scritto una lettera ad Angelo Manzo 
ni in cui dichiarava che, avendo i Lughesi assalitele truppe 
provenienti da Ferrara, egli non era jià tenuto ai patti, e 



(1) Pohi in Fiorini op. cit. p. 538. 

(2) Ricordiamo quanto ebbe a diro di questo reg-gimento il ^^T-nT^nt 
nelle s-iì Mrmoires T. T, p. 176: e Lo 10 ró^imont de Chassours . étnit nom- 
braux et on bon éfcat : e' ost le p-emi^r corps de cavalerie qui, daus e tio 
càmpstgae, so so't fait rno grande réputation; 9oa vieux colonel, Tcclcrc- 
Dostein, étaìt l'un dos plus braves. snidata qu*ait eus la Franco ». 

(3) Lettera di Aiigorcau a Bonaparte cit. 



La sommossa e il sacco di Lugo 167 



concludeva: « dite a quel popolo infiagafdo^ che se fra tre 
ore non ha deposte le. armi porrò tulio a ferro e fuoco » (1) 

Air. alba del. 7 Luglio le campane di Lugo suonavano 
a. stormo e ad esse rispondevano in lontananza quelle delle 
parrocchie di campagna e di alcune Ville del circondario : 
tutto il popolo s'era levato a difesa della patria. Fórse qual- 
che migliaio d' uomini, computando anche i cortadini del 
territorio, erano in armi (2). 

' Alle cinque — Antonio Maiia Randi, ottenuto a sten- 
to un pò- di silenzio, si affacciò al balcone del Collegio 
Trisi per pnrl&re al pop^ Io e agli armati. Comunicò le let- 
tere di Capelletti e di Augereau ricevute nella notte, ed 
esortò il popolo a deporre le armi e a consegnare le ar- 
genterie raccolte per la contribuzione*, annunciando che il 
Commissaro Saliceti minacciava, se gli insorti non si sot- 
tomettevano, « di passare a fll di spada gli abitanti, dare le 
case alle fiamme, fare di Lugo una ruina, un diserto (3) ». 

Era qiiesio V ultimalum dei Francesi. 

I popolani, esaltati dal fanatismo religioso e infatuati 
dall' ardor della lotta, non sì lasciarono , intimidire, e gri- 
darono che avevano in. pugnate le armi per una santa causa 
e non volevano deporle per viltà e tradimento di pochi che 
tremavano all'appressarsi del nemico. 



(Ij Rambelli, p. 20. Per quante ricerche io abbia fatte, non mi è liuscito 
dì rintracciare tal lettera, se pure fu scritta. 

(2. Sect>nd> il Frizzi {Dio.rio p. 16) i sediziosi erano in numero di 7000 ; 
secondo il Trolardy che cita una lettera di Augereau (op. cit. p. 294), a Lugo 
aveva Tetto capo un' armata 'apostolica di 15 o 20 mila uomini. Questa cifra 
è assolutamente fantastica Oggi si sa che valore storico abbiano le relazioni 
dei gènttrali napoleonici. 

<3) Rambelli, p. 21. 



168 A. Lasszairi 



I consigli dei più prudenti non furono ascoltati e il 
partito estremo prevalse. Capo di esso èra il Moh^ardìni^ 
il quale — nonostante l'opposizione di molti dei compagni 
— si presentò al balcone del Collegio col viso accn^ò e la 
Sciabola in pugno, predicando al popolò la guerri sàtttà e 
chiamando codardo e traditore chi, dirtientico dei giura- 
menti fatti, avesse gettate le armi (1). * 

Mentre i Lughesi, dopo aver respinto valorosattión'e 
la colonna di Pourailly, radunavano quasi tutte le loro 
forze sulle rive del Santerno, nella supposizione che nuove 
truppe calassero da Ferrara in aiuto delle prime, Augeréau, 
per la via Emilia, marciava alla volta di Lugo. 

Egli era partito da Imola la mattina di Giovedì 7, alle 
due antimeridiane, lasciando ai Magistrati (\(ì[\tì. oìHìx l'or- 



ci) Il Rambellì, a p. 21-22 del Cenno storico, riporta, ini forma oTegrante- 
mente oratoria, le parole del Mongardini. Certo lo scrittoi lughefie si è 
ispirato allo classiche concioni delle storie togate, ma credo che in sostanza 
le idee espresse in questo squarcio oratorio ccrrispoiida^O àfla verità. 

Il Fabbrone avrebbe dunque arringato il popolo dicendo essòre giusta e 
santa « queUa guerra ; dovere i padri mandarvi i figliuoli ; i signori i servi, 
e gli uomini di contado : dovere accorrervi anch'essi , ognuno essere stretto a 
prendervi parte, acquistarsi pei^ciò grandi e plenarie indulgènze, esser quella 
la difesa della patria, della nazione, del sovrano. Dio benedire a' loro sforzi, 
Dio infiammare i loro animi ; e Dio avrebbe a loro aiutato che senza fallo 
saTebbero usciti a bene nella difficile impresa ; durasseì^o adunqilìo saldamente, 
e ponessero fede vivissima nel Dio degli eserciti, che in causa tanto santis- 
sima non sarebbe mai per abbandonarli, e che Io preci di tutti i buoni, e 
del suo Vicario in terra cui essi difendevano avrebbon dato loiK> pottsntissìmo 
aiuto Andassero, corressero, sclamava con troppo di ardore: pugnassero 
securamente, che le palle francesi non potrebbono i loro petti passare. E 
rammentando la santità do* fatti giuramenti, e i vanti datisi , gfid&va ribella 
della patria, codardo, infame crlui che primo avesse le armi deposte. > 



La sommossa e il sacco di Lugo 169 



dine di mandargli diètro le necessarie provvigioni di pane, 
vino è carne (1). 

Per le catmpatgne dnl Bolognese già s* era sparsa la 
voce di questa spedizione contro gli audaci ribelli della 
Bassa Romagna. I contadini, cólti dà Llle timor panico, 
abbandonavano i lavóri della segatura dèi prati «r per ti- 
more d'essere presi dai Francesi per lavorare nel campo 
•contro Lugo » (2). Un curioso incidente, che ci mostra Io 
^tato dì sovreccitazione è il profondo turbamento delle 
popolazioni romagnole in questi giórni dì convulsioni poli- 
tiche, a'^cadde a Castelbólognese, piccola oasi repubblicanai 
confìtta come un cùneo nella Legazione di Ravenna. 

Lo racconta il dottor Luigi Secreti, governatore di 
Castelbolognese, in una sua lettera air avvocato Magnani 
di Bologna (3). 

La mattina del 7 Luglio si presentò al governatore 
un capitano francese, domandando sui momento « una scorta 
a cavallo per F armata di Lugó ». 



(1) Archivio comunale d* Imola, Giornale del Magistrato^ Tom. cit. e. 55.t 
• Alle oro sèi partirono tutti i Soldati Fi'ancesi por Castel fìologncso dicendo 
che andavano vetÈò' LMgo e làsòiarono 1* ordine di nlandar loro diètro la 
provvisione di Pane Vino e Carne per uomini 1500: le quali coso furono 
inviate alPore 11 verso Castel Bolognese. 

Le Casse cogli Ài^gènti e Ùeiiari deità Contribuzióne partirono pé^ Bo- 
logna all'ore 5 scortate dà una Compagnia di 50 Francesi ». 

Evidentemente il numero dello razioni ordinate superava V effettivo 
■delle truppe, che oltrepassavano di poco il migliaio d'uomini. 11 RaiÀbelli 
<p. 22) dice che Augereau conducova seco 1200 soldati, il Soriani invrce. 
esagerando, parla di 2000 uomini (p 100). Il Polzi (inFioiiDi op. cit. p. 538) 
raccoglie la voce che « 1* armala di Angereau > contasse 2500 o 3000 soldati. 

(2) Cfr. Fiorini, op cit. p. 575. 

(3) Vedi la lettera del Secreti, in data deirS Luglio, riportata per in- 
tero dal Fiorini nell'op cit. p. 566. 



^70 A Lazzari 



Il Secreti si misf3 all'opera per cercare una guida e 
un cavallo, ed ecco che alcune donne esaltate cominciane 
a stnllare « che i Francesi volevano, far leva d'uomini 
nel p \e3C . per condurli all' armata », e ne nasce un fer- 
mento, un trambusto, un fug^i. fuggi generale. « Molti 
scappavano e si precipitavanp dalle mura; ...alcuni corse- 
ro a casa a prender V armi, insomma tutto era in confusione 
e :Sccm piglio ». . 

Ci volle del bello, e del buono, perchè l'equivoco 
fosse chiarito, ed il governati re solo con grande stento^ 
gettandosi tra la folla e impiegando. tutta la sua eloquenza,, 
potè ottenere .che quella turba forsennata si calmasse e 
che un. uomo a cavallo seguisse il capitano, il quale, im 
paziente per il ritardo, si sfogava con bestemmie e fiere 
minaccie. 

Fu necessario, entro la giornata, fare affìggere un 
pubblico edit.o per evitare ulteriori tumulti 

Ma gli Insorgenti di Lugp aspettavano intrepidi l' a- 
van/carsi delle schiere nemiche. Essi avevano una fede cieca 
nella protezione sppciale del loro Patrono S Ilaro e nella 
t)ontà della causa che difendevano, e, imbaldanziti dai 
piccoli successi ottenuti, si reputavano * invincibili » (1) e 
si illudevano quasi — dice un autorevole cronista contem- 
poraneo — r «di distruggere la truppa . francese, non solo, 
nia col. loro numero; .. . di poter far fronte alla Francia 
tutta* (?) 



(1) Cosi il corrispondente ferrareso della Gazzetta di Bologn'*, mi nu- 
mero di Sabato, 23 Luglio 1796. 

(2) Fiafulrini -A^/iati Ravennati MS3 nella Classcnso di Ravenna T. NI 
p. 249. 



La sommossa e il sacco di Lago 171 

I terrazzani di Villa S.Martiiio . (Ciiial Ripato), clie 
il giorno prima erano stati arringati dal gcnrral Mongar- 
diiii in persona, e i Cotignolesi avcivano fatto causa co 
mune con Lugo. Ad essi fu affidata la difesa della Trrra 
dalla parte .di Faenza., U , forte della Truppm armata lu- 
ghese si ostinò a. rimanere alla guardia del S\ntei*nn. 

La mattina del 7^ quaUrg esploratori maadati da Lugo 
avvertivano i Sammai;tinesi che, numerose colonne di Re- 
pubblicani marciavano da^^plarplo. 

Le campane della cliieii^a. .suonarono a stormo, e quei 
forti terrazzani, illudendosi di, espiare, col combattere, i loro 
peccati (1), corsero alle, armi — crpciati novelli — per chiu- 
dere il passo ai nemici della patria p dell'altare. 

Presso la strada della /?//;<?, che ^ circa a un chi- 
lometro e mezzo dà Lugo — taglia ad angolo retto la strada. 
di Faenza, essisi misero in a:^guato, appostandosi, secondo 
il solito, dietro le alte siepi di biancospino e di acacie e, 
dietro i (ìlari degli olmi cui si avviticchiano i tralci frondosi 

delle viti. 

. ■ . t 

Augereau, g"à scaltrito nelle smguinosì guerriglie della 
Vaiidea, alle quali aveva preso parte come aiutante di cam- 
po del generale Rossignol, s'inoltrava con molta circospe- 
zione. 

Si fermò prudentemente a S )larolo, ove stabiM il suo 
quartier generale, e mandò all'attacco Byrand, il quale 
fece avanzare le sue truppe per la strada che da h'nenza 
conduce a Lugo Nel territorio di Cotignola e Barb'ano attra- 



(1) Cfr. Vulzx in Fiorini p 535. 



^ 



172 A. Lazzari 



versato da questa strada, tutta la campagna era in àrmi- 

I contadini, sparsi qua e là e appiattati nei fossi e die- 
tro le siepi, scaricavano i fucili da caccia contro i Francesi^ 
cagionando loro perdite non lievi. 

Alle Ripe^ ov'è il confine del territorio di Lùgo con 
quello di Cotignola, stavano — come s' è detto — in attesa 
i terrazzani di San Martino, rinforzati da alcuni della Truppa 
armata lughese; e s' erano disposti in due file, parte a destra 
parte a sinistra della, strada faentina. 

L'impazienza fece fallire il loro piano. 

Un soldato a cavallo del 10"* Chasseurs (1) venne avanti 
a briglia sciolta ad esplorare il terreno, e improvvisamente 
cadde a terra colpito da una salva di fucilate. 

Allora 1 Repubblicani, accortisi dell' agguato, s'arresta- 
rono Pochi minuti ancora e — come ebbero a confessare 
gli stessi ufficiali francesi — tutto lo stato maggiore del cdr- 
pò di spedizione sarebbe rimasto ucciso da quella scarica. (2) 
Beyrand diede tosto ordine di retrocedere fino al casino 
Bolis, ove fece fermare i cavalli e le artiglierie, poi, per 
accerchiare gli insorti e coglierli alle spalle, mandò il tenen- 
te colonnello Arnaud a girare la posizione per Zagonara 
e per la via del Molinello, mentre uti piccolo rorpo di fan- 
teria, guidato da alcuni di Castelbolognese pratici dei luo- 
ghi, si dirigeva attraverso i campi verso la chiesetta di 
Budrio, per snidare i contadini armati nascosti tra gli alberi 



(1) Nella nota dol Rambolli, a p. 23, si parla di un dragone, perchè 
con tal nome generico sono designati dai cronisti romagnoli tutti i soldati di 
cavalleria. Invece noi sappiamo cha alla spedizione di Augereau contro Lugo 
parteciparono appunto alcuni squadroni del .10** Reggimento Ch'tsseurs. 

[2) Polzi in Fiorini p. 538. 



La sommossa e il sacco di Lugo 173 

e nel folto dei canapai. Furono i contrabbandieri di Castel 
bolognese — gente torbicja e di mar affare formante quasi 
una casta a sé (1) — che, dopo aver promesso agli insorti 
amicizia ed aiuto, li tradii'ono poi in modo indegno. 

Collocatisi — scrive il Polzi — « in luogo a portata 
dì (eseguire il loro nero disegno » aspettarono che gli 
insorti di Lugo e di San Martino fossero tutti intenti alla 
difesa e scaricarono « contro di loro nella schiena una 
gran quantità, di archibugiate » (2). 

Sorpresi dall' improvviso e proditorio assalto e vistisi 
circondati da ogni parte, i rivoltosi — dopo un breve com- 
battimento — si diedero alla fuga, lasciando sul terreno 
pna ventina dei loro. (3) 

41 crocicchio formato dalla via delle Ripe colla strada 
di Faenza, i Francesi, dop:) aver superato facilmente questo 



(1) Nella lettera già citata de' goyernatare Secreti , in data dell'S Luglio ^ 
si rileva che il governatore doveva trattare coi Contrabbandieri come da 
potenza a potenza, e con tutti i dovuti riguirdi: « Molti dei sigg. Comunisti 
- scrivo il Sjcroti - non lascfnm di interessarsi per la pubblica quiete e sic- 
come dipende essa in massima parte dal contegno dei Contrabandicri , cosi 
ne feci chiamir duo dei prircipil', cai, dopi molto esortazioni, far le feci 
varie riQ-ssIoui sul fatucu ìjjo vaiita^^iu, del elio roatarono assicurati pro- 
mettendo la loro costante premura per la pubblica tranquillità, dandone mo- 
mento dopo le prove che troppo lungo sarebbe il riferirle ». 

Probabilmente sulla defezione improvvisa dei Contrabbandieri di Castel- 
bolognese influirono le « riflessioni • del signor governatore. 

(2) Op cit. p. 539. 

(3) Nella Biblioteca Comunale di Lugo si conserva il ms. autografo del 
Cenno storico di G. F. Rambclli, che fu donato dal figlio Virginio. Tra le 
giunte e le postille che ivi si leggono (in genere di scarsissima importanza) 
troviamo i nomi di quattordici Sammartinesi che perirono in questo com- 
battimento. A questi se ne aggiungono due di Zagonara e quattvo di Lugo,. 
che sono : Giovanni Ricci Fotito^i, Stefano Secchia, uno detto Mischino e un 
altro detto il Milanese, 



174 • J. Lazzari 



primo tentativo di resistenza, di nuovo si riunirono e, 
fatta una breve sosia, s'accinsero a bombardar Lugo che 
a^ èva risolutamente chiuse le porte in faccia agli invasori- 
Mentre un solda'.o d' artiglieria, colla miccia accesa, 
stava per dar fuoco alle polveri di un cannone già puntato 
contro la Terra, un giovinetto di tredici o quattordici anni 
— forse da una siepe — preso di mira con un furile P arti- 
gliere, gli tirò un colpo nella testa con tanta precisione, che 
lo stese al suolo fulminato. 

L'ardito giovinetto fu tosto riconosciuto, inseguito, 
preso e condotto innanzi al comandante francese. S' aspet- 
tava di esser messo a morte e il cuore gli martellava forte 
nel petto, ma il comandante, con atto generoso, lodando 
la sua bravura e « il di lui bel spirito », lo fece vestire 
colla divisa francese e volle arrolarlo nel reggimento. Que- 
sto curioso aneddoto è raccontato dalV Anonimo ferrarese, 
che si mostra bene informato delle vicende della spedizione 
contro Lugo (1). 

Erano circa le dicci antimeridiane del 7 Luglio, quando 
il bomba? domento incominciò. 

Le prime cannonato, il cui rombo echeggiò cupamente 
nella vasta pianura romagnola (2), gettò la confusione e lo 
sgomento nelle file degli insorti lughesi, i quali non ave- 
vano mai udito altri colpi fuorché quelli dei loro fucili e 
non conoscevano l'artiglieria da campagna. 

L'armata dei Lughesi, che era alla difesa del Santerno, 



(1) MS Antolini, cit. p. 24. 

(2) Scrive il Fiandrini (MS cit.) « Da Ravenna sentivasi il colpo del 
«annone e delle bombe eie. » 



La sommossa e il sacco di Lugg 175 



•si dfspersG in un attimo Alcuni disertarono e si nascosero, 
^Itri fuggirono precipitosamente a Lugo, ove il Quartier 
generale degli insorti era rimasto desèrto e abbandonato. * 

Malgrado degli enfatici giuramenti e delle ampollosa 
proteste, il general Mongardini, al primo colpo di cannone^ 
aveva abbandonati i sujì ed ea scappato inforcando un 
-generoso destriero. « Il giorno dopo — scrive il Fiandrini 
— trovavasi a Ravenna , da dove fu fatto escire per aver 
<lietro la taglia di 800 scudi. » 

I battaglioni francesi s' avanzarono fino al secondo 
Trivio e, cogli obici/ cominciarono a scagliare contro Lugo 
t)ombe del peso di 27 e 35 libbre (1) e a palle incendiarie», 
-che appiccarono il fuoco ad alcune case presso la porta di 
Santa Maria 

Ma la difesa perdurava ostinata, e qua è là. gruppi 
isolati d'insorti continuavano a far fuoco contro i Francesi, 
uccidendoli alla spicciolata. La Terra minacciava di resi- 
stere ancora e il tempo stringeva: occorreva far presto. 

I Francesi allora tentarono di parlamentare cogli in- 
sorti, per indurli alla resi. Venne innanzi un ufficiale d' i 
ginnatiei'i, accompagnato da quattro Chasseurs a cavallo 
senza fucili e preceduto da un trombetta con bandiera 
bianca, che, alla p")rta di Lugo, gridava: « Pace, Cristiani, 
pace ! ». 

Gli insorti, per tutta risposta, uccisero con un' archi- 
bugiata il trombetta (2). 



(1) Cfr. Polzì e Fiandrini — Il Polzi (op. cit. p. 539) afferma che, prima 
d'entrare in Lugo, i Francesi « scaricarono cinquanta o sessanta bombe. . » 

(2) Cfr. Tragico e spav, avvenim, MS citato e Soriani p. 102. 



À 



176 A. Laenari 



Irritati i Repubblicani, con alcuni colpi di artiglieria 
atterrarono la porta di Santa Maria, e uno squadrone di 
Chassei^rs si inoltrò con un cannone fino al Trebbio. 

Il cannone fu puntato, e la prima palla rovesciò la 
croce issata aul campanile deir Ospedale degli Infermi e 
andò a conficcarsi nell'arco del Pavaglione che prospetta 
la strada di S. Maria, ove anche oggidì si vede il foro. Altre 
palle furono tirate lungo la via di Cento, e una bucò il mura 
di una casa appartenente all' Opera Pia Emaldiana. 

Sul piazzale del Trebbio venne trascinato poscia un 
mortaio, col quale i Francesi — come^dice il Rambelli — 
«davan segno di voler incendiare totalmente la Terra >.(1) 
Ma mentre il capo artigliere stava per far partire il colpo, 
fu rovesciato al suolo dalla palla di un Lughese, appiattatosi 
sul tetto dell'oratorio di San Rocco (2). 

Dalle case dei Tellarini e dei Borea, nella strada di 
S. MìPia, si continuava intanto a far fuoco contro i Chas- 
seurs e da una fucilata nella testa veniva ucciso l'ufficialo 
che li comandava (3). 

Furono gli ultimi tentativi di resistenza. 

Era corso, tra i cittadini, Tordine di gettare in istradci 
seggiole, tavole, armadi, canterani, cassettoni e ogni altra 
suppellettile per formare le barricate, impedire il passo 
alla cavalleria e dar modo ai difensori di combattere dal- 



(1) pag. 25. 

(2) Secondo alcuni costui sarebbe stato Stefano Costa, soprannonunato 
SoladinOf secondo altri il zoppo Antonio Gognonl, detto Cedrino, 

Racconta il Rambelli, che, a tal colpo, il capitano francese gridasse: 
« Bravo, soldato, vieni abbasso ! » 

(3) A' quanto narra il Soriani, fu il Gognoni, àeiio Cedrino^ che da una 
finestra di casa sua colpì V ufficiale con un^ e trombonata ». 



La sommossa e il sacco di Zugo 177 

Falto delle finestre e dei tetti (1). Ma il cannone aveva 
gettato negli armati e nella cittadinanza tale uno spaventò^ 
elle tutti non pensarono che a fuggire, e in folla tumultuosa 
la popolazione sbigottita si riversò fuori della Terra cer- 
cando altrove uno scampo. 

Quando la cavalleria, superate facilmente le ultime 
velleità di difesa, penetrò in Lugo, trovò le caso vuote di 
abitatori e le contrade deserte e, dopo un rapido giro, ri- 
tornò a far rapporto al generale Beyrand il quale s' era 
fermato al cosi detto Pala^sa^sOy che fu poi proprietà 
dei B^rtazzoli (2). 

Si vide allora avanzarsi la fanteria. Erano i piccoli 
magri sanculotti dalla grande lucerna, dalla divisa azzurra, 
dalla tracolla bianca incrociata sul petto; laceri, sudici, pol- 
verosi. Circa cinquecento occuparono la porta di S. Maria ; 
quella di S Bartolomeo ardeva e il fuoco, propagatosi al- 
l'abitazione di Domenico Stefano Farini proprietario della 
porta stessa, travolgeva miseramente nelle fiamme la mo- 
glie di lui, umile, inconscia vittima delle sciagure della 
patria. Bruciavano anche tre case attigue alla porta di 
S. Bartolomeo, e le fiamme, che divampando s' ergevano 
minacciose tra vortici di fumo, parvero ai fuggiaschi lu- 



ci) Anonimo ferrarese cit. (MS Antolinì) pag. 24. 

(2) Soriani, p. 102. 

Il Baldrati racconta elio la cavalleria francese, che entrò in Lugo a per» 
lustrare la Terra, era « condotta daUa Lauretana Minardi lughese, detta la 
Solanona, vestita da uomo a cavallo. » Non ho trovato altrove notizia di que- 
sta strana amazzone. 



178 A, La M Mari 



ghesi il primo segno dell' incendio e della distruzione della 
patria (1). 

Narra il Fiandrini che, quando già i Francesi erano 
entrati nella Terra, la campana della torre del Pubblico 
Palazzo suonava ancora a maitello. Due colpi di cannone 
e una bomba ridussero al silenzio quella campana, che con 
un supremo lugubre appello pareva chiamare disperata- 
mente alia difesa della patria gli ultimi coraggiosi citta 
d:ni (2). 

Erano circa le 11 del mattino e si combatteva da tre 
ore: Lugo Analmente era in piena balia dei Francesi e la 
vendetta stava per incominciare. Augereau, dopo aver fatto 
circondai-e da ogni parte la Terra, accordò alla soldatesca 
il saccheggio. Le relazioni ufficiali e ufficiose dicono che il 
generale ebbe prima cura di far mettere in salvo le donne 
e i fanciulli, ma il silenzio concorde degli storici e dei cro- 
nisti lughcsi ci fa credere che simili riguardi non si usa^^ 
sero affatto. 

I Francesi si divisero in tre squadre : la prima aveva 
ordine d'avanzarsi, trucidando chiunque fosse trovato col- 



ei) Baldrati. MS cit. 

Il Rambelli riferisce (p. 24, nota 1) che le case che bruciarono appar- 
tenevano a Domenico Montanari detto il Zoppo Maccherone, ad un Minghini 
e due al Farina. Fu incendiata anche parte della casa di Giovanni Rossi. 

(2) 11 Fiandrini (MS cit.) così racconta. « Fu tale peraltro l'ostinazione 
de* hugheni, che gìk entrati li Francesi nella terra, seguitavano quelli a suo- 
nar sulla Torre campana all' armi ; ma due palle di cannone, ed una bomba 
dirette alla stessa Torre, che la fecero crollare, fece anche desistere il suono 
ostinato. La bomba colpì in un ferro della Torre, e tergiversando cadde sul 
tetto della casa del Prevosto Forzi, ed essendo di peso di 35 libbre, sfondò 
il tetto, e passò fino nella camera stessa del suddetto Prevosto (che ,in quel 
momento trovavasi emigrato in Ravenna) e fortunatamente non prese fuoco ». 



La soiìunossa e il sacco dì Lugo 



4'armi alla mano; la seconda doveva dare il saco 
terza appiccare il fuoco (1). 

Lugo ribelle era condannata a subire la sorte di B 
■che Lannes , coi suoi granatieri , aveva posto a fer 
fuoco il 24 Maggio. Par certo che Augereau < ad ogni 
-volesse dar Lugo « in preda alle fiamme » (2), ma 
■una vo'.ta il buon Chiaramonti intercedette (3), e il gè 
■repubblicano che — o sinceramente, o per ragioni pi 
— ostentava una gran deferenza verso il Cardin 
scovo, parente del Papa, si lasciò indurre a rispai 
allo sventurato paese l'estrema rovina. 

Dato l'ordine del sacco, i soldati,, avidi di 1 
inaspriti dall'inattesa resistenza e bramosi di vei 
4' uccisione dei loro connazionali, irruppero, come on 
bonde di Vandali, nelle strade deserte del paese, truc 
barbaramente alcuni poveri vecchi che, forse per lì 
età, non avevano potuto o voluto fuggire. (4) Forza; 
atterravano le porte delle case e delle botteghe ci" 
trovavano aperte, spezzavano gli armadi, i canterai 



(1) Anonimo ferrarese (MS Antolini) p. 17. 

(2) Soriani, p. 104. 

(3) Cfr. Soriani 1. e. L' anonimo autore del Tr igico e spav avz 
• ... grazie a Dio, ai nostri Santi protettori ed al Vescovo d' Imola 
monti, non. abbruciarono Lugo, come avevano detto di faro •EHI 
teste autorevolissimo, scrive : 

I Francesi • volevano anche dir fuoco al Paese, e già avovan 
ciato, allorché il Cardinal Chiaramonti Vescovo d' Imo'a si interpoli 
cbevolmento presso de' Capi, oho comandarono ai desistesse da dar; 
rovina alla terra di Lugo ». 

In tutte to versioni di fonte francese e repubblicana non si 
-cenno dell' intervento del Chiaramonti. 

(4) PoUi in Fiorini p. 539. 



180 jL. LaeiMri 



casse, si imposs'^ssavano degli oggetti più preziosi, deglf 
ori, degli argenti e dei gioielli, e facevano perfino man 
iKìssa sugli obiti, sulle masserizie e sulla biancheria d'uso. 

Tutto ciò che non potevano trasportar via, pi*eziose 
suppellettili, arredi di lusso od altro, rompevano, fracas- 
savano o imbrattavano per brutale malvagità, sperperando- 
inoltregli utensili indispensabili alla vita domestica (1). 

« L'orridezza — scrive Fautore del Tragico avvenimento 
— con la quale venne eseguito il saccheggio fu una cosa 
che facea terrore a quei pochi eh' erano rirnasti in Lugo »• 

Ricchi palazzi furono, con furia vandalica, depredati,, 
devastati e lasciati ingombiì di mucchi di mobili in frantu- 
mi; negozi forniti di ogni sorta di merci vennero letteral- 
mente vuotati ; povei'i abituri furono, con accanimento feroce^ 
spogliati di quel poco che contenevano. 

Nessuna casn, nessun luogo rimase immune dalla vio- 
lenza della soldatesca. Ponctraroiìo nel Monte di Pietà, che- 
era allora in via Polio:a:(>, e « vi portarono via fra denaro,, 
oro, argento e gioie ed altre cose di valore per la somma 
di scudi quarantamila » (3, lasciando solo i pegni di poco 
conto « da rilasciare gratis ai poveri » (3). Nel Collegio Tri- 
*5i rubarono il denaro e gli argenti raccolti per la contri- 
buzione (circa ventimila scudi), che gli insortì avevano con- 
tanto scrupolo rispettati e gelosamente custoditi. 



(1) Cfr. il Polzi, la Memoria dol Dottore Gio. Antonio Bianchi .<Ms. della 
Comunale di Lugo, N. 312), il Fiaadrini cit , il Giornale dell* ab. Andrea 
Cv>ilari (1795-1793) MS. della Classenso di Ravenna (continuato poi da P> 
Kaisi) Voi. I*", alla data Luglio 1796 ; il Rambelli otc. 

(2) Polzi in Fiorini p. 53:). 
(3j Fiandrini 1 e. 



La sommossa e il sacco di Lugo 181 

Svaligiarono tutte le cass3 pubbliche e si impadroni- 
Tono anche di grosse somme di proprietà privata. « In sole 
-due case di particolari — scrive il Polzi (1) — per tacere di 
tutte le altre, rubarono in moneta effettiva scudi quindici- 
mila » ; ed è noto qual vistoso gruzzolo i Francesi carpissero 
al nonagenario capitano Giovanni Emaldi, fratello di Mon- 
signor Tommaso (2). 

Assetati di vendetta, i soldati penetrarono nella casa 
dei Manzoni in corso S. Maria, ove abitano tuttora i di- 
scendenti, e la posero letteralmente a ruba. (3) Né furono 
risparmiate le loro ville che subirono esse pure il saccheg- 
gio e il numeroso bestiame raccolto alla Palassina venne 
tutto predato. 

Angelo, Matteo e Giambattista designati come capi del- 
4a rivolta, e con loro Tommaso, che pure aveva impugnato 
le armi contro i Francesi, e l'arciprete don Andrea erano 
fuggiti in tempo a Ravenna, ove non tardarono a colpirli 
le persecuzioni e le confische (4), 



(1) 1. e. 

(2) Off. « Del movimento e saccq di Lugo Nel i796 , Brano estratto 
-dalla Storia di Romagna soritta da Antonio Vesi » inserito nel periodico 
imoleso Utile - Dulcì - A. IV - N. 3 (Imola 30 Gennaio 1845) p. 22. 

Il capitano Giovanni Emaldi era nato il 7 Novembre 1707. 

(3) Cfr. G. B. Mansoni op. oit. pp. 316-17. Da una minuta di lettera, di 
cui mi ha dato cortese comunicazione il conto G. B. Manzoni, si rileva che 

la stessa sorte della casa Manzoni toccò a quella dei fratelli Manzieri, a 
quella del conte Samaritani, del Canonico Prevosto Cecchini et etc. Per- 
jBno le carte di casa Manzoni furono sperperate o diapers?. 

(4) L*autoro dell' op cit. (p. 317) nota che da un memoriale dirotto dai 
fratelli Manzoni a Monsignor Bardaxi de Axara Uditore S.mo, si rileva eh© 
la famiglia Manzoni dal 1796 al 1800 fu costretta a pagare per tasse ed imr 
posizioni di guerra se. 5452, senza contare il bestiame e i cavalli sequestrati, 
e le granaglie requisite in varie occafeiom per uso dello truppe invadenti. 



182 A, LaMMari 

Anche il Ghetto degli Ebrei, ov' erano accumulate tante^ 
ricchezze, soggiacque alla sfrenata cupidigia dei soldati che vh 
fecero man bassa. Tra i più danneggiati si ricorda Simone 
Ginesi, facoltoso negoziante che aveva anche bottega a^ 
Ravenna (1). 

Rinnovando gli eccessi delle bande che il Borbone 
condusse al sacco di Roma, i Francesi, ebbri di furore e di 
vino, profanavano le chiese, rubavano i sacri arredi, strap- 
pavano alle Immagini gli ornamenti preziosi, spezzavano- 
i tabernacoli per rubare pissidi, calici, patene, ostensori, e 
dispettosamente gettavano a terra le Ostie consacrate. 

Il busto argenteo di S. Ilaro, che aveva dato occasione- 
alla sommossa, rovesciato dall'altare e — come narra la 
tradizione — gettato per dileggio in un sacco, fu portato 
via colle altre spoglie lughesi. 

La prima ad essere invasa fu la chiesa di S. Maria 
ove, in quel trambusto, s'erano ricoverati vecchi, donne e 
fanciulli, tremanti e piangenti. Là avvenne una scena pier 
tosa. Stretti intorno al loro curato, il padre scolopio Giu- 
seppe Petrucci, che — sebbene fosse stato uno dei più fer- 
venti incitatori del popolo alla resistenza contro i Francesi 
— non commise la viltà di fuggire e rimase al suo posto,. 
quei derelitti vollero dal padre l' estrema benedizione e « si 
raccomandavano l' anima, aspettando... il fine della loro- 
vita » (2). 

A un tratto si spalancano a forza le porte della chiesa 



(1) Ciò risulta di una lettera che si legfgfe nel Minutario dell- Ayiito- 
±796 (Archivio Comunale di Lugo). La riporlo ncir Appendico 111/ 

(2) Tragico e spav, atvenim, Ms cit. p. 5. 



La sommossa e il sacco di Lugo 183 



e alcuni Chasseurs irrompono nel tennpìo < a cavallo, come 
s'entrassero in una stalla e facendo uno strepito d'Inferno ». 
Si levò un grido d'orrore e di angoscia. I cavalieri, scesi di 
sella, cominciarcno a chiedere oro ed argento, perquisendo 
uomini e donne e — come si legge nel Tragico avvenimento 
— « facevano quel che volevano, strappando dall'Orecchie 
alle Donne le Barchette (1), guardandogli in seno ed in sac- 
coccia » (2). 

A quegli infelici fu risparmiata la vita, ma — scrive 
il Rambelli — « in quel sacro recinto... vennero ad estremi 
orribilissimi » (3). 

Né i conventi, nò i ritiri, né gli ospizii furono rispet- 
tati. Il giorno prima il Chiaramonti, prevedendo lo ster- 
minio di Lugo, aveva dato ordine a tutti coloro che fa- 
cevano parte del clero secolare e regolare di salvarsi 
come e dove potevano. 

Le giovani orfane del Conservatorio di S. Lucia, per 
imprudenza non condotte al sicuro, furono dalla soldata- 
glia derubate e malmenate, e si sospettò che nella notte 
venissero commesse dai Francesi e delle iniquità, delle 
quali in seguito però, grazie al Cielo — scrive prudente- 
mente il Polzi — non v'ò stata certa e sicura riprova >. (4) 

Le Canonichesse Lateranensi di S. Ago -tino, ai primi 
colpi di cannone, fuggirono a Fusignano e nel convento 
non rimasero che poche vecchie. Quel richissimo mona- 



ci) Le Barchette erano una sorta cT orecchini che allora si usavano. 
(2) Ibidem. 
' (3) p. 17 op. cit. 

(4; p. 539. Il Frizzi peiò, nel suo Diario fp. 16), dico esplicitamente 
che questo Conseryatorio « fu maltrattato nella peggior maniera ». 



184 A^ La§eari 

stero stava per esser messo a soqquadro dai soldati, quando 
Beyrand, al quale il Chiaramonti lo aveva in particolar 
modo raccomandato, vi fece porre delle sentinelle a cu- 
stodia (1). 

Beyrand, entralo in Lugo, aveva preso stanza in casa 
Tellarini, nella strada di S. Maria. Solo alle 10 di notte 
giunse Augereau, che pose nella stessa casa il suo quàrtier 
generale. Il tenente colonnello Arnaud era andato ad allog- 
giare in casa Cicognini, pure nella strada di S. Maria. 

Alle 11 pom , dopo un lungo giro per Mordano, arri- 
vava a Lugo, da porta Faenza, il corpo di Pourailly, deci- 
mato dai combattimenti del Santeriio, e i superstiti pote- 
vano essi pure partecipare a quell'orgia sfrenata di milita- 
resca licenz-a. 

Intanto nella desolata Terra le tenebre scendevano ad 
accrescere l'orrore del saccheggio. 

La rapina e la gozzoviglia continuarono tutta la notte 
ed ebbe termine solo alla mattina di Venerdì 8 Luglio, 
quando alle 8 antimeridiane — si disse per un dispaccio 
inviato da Bonaparte che richiamava la divisione Augereau 
alla difesa della linea dell'Adige — le truppe ricevettero 
l'improvviso ordine di partenza. 

Per trasportare il ricco bottino, i Francesi avevano 
requisiti tutti i carri e i buoi dei contadini che avevano 
potuto trovare scorazzando per il territorio. E occorse al- 
lora un altro di quei caratteristici incidenti che dimostrano 
l'orgasmo e il timor panico da cui erano invase allora le 
popolazioni rurali delle Romagne. 



(1) Soriani p. 103. 



La sommossa e il sacco di Lugo 185 

Poiché i soldati fermavano i campagnoli e toglievano 
loro i carri e i buoi, molli di essi, spaventati, a diedero 
alla fuga « gridando che i Francesi prendevano gh uomini 
da mandar contro Lugo »• 

In un momento le campagne furono disertate dai con- 
tadini, che correvano a nascondersi per la sciocca paura 
-di esser presi. 

I fuggitivi portarono la notizia a Faenza, « e motti 
scapparono ai monti e verso Forli ». I Forlivesi alla lor 
volta furono còlti dalla stessa paura, « e varj si diedero 
-alla fuga, figurandosi di avere i BYancesi alle spalle ». Solo 
più tardi ei chiari l'equivoco, con grande confusione e ver 
gogna dei fuggitivi (l). 

Carichi di preda, ebbri per l'orgia notturna, stanchi 
delle fatiche sostenute, i Francesi partirono ùnalmente da 
Lugo. Portavano, come trofeo di vittoria, lo stendardo della 
Confraternita della Croce, che essi credettero il gonfalone 
del Comune e che fu collocato, cogli altri vessilli di guerra 
tolti al nemico, nell'Ospedale degli Invalidi a Parigi. 

Conducevano seco più di una ventina di curri, ove 
avevano ammucchiate le spoglie del sacco, e si trascina- 
vano dietro ventitré ostaggi, arrestati tra quei pochi Lu- 
ghesi che non avevano avuto la buona sorte di salvarsi a 
tempo. 

Essi erano: Ton Matteo Emaldi, maestro degli Orfani^ 
don Giampaolo Verlicchi, don Matteo Bald, sacerdoti; Lam- 
berto Caj, Domenico Orsini, Francesco Antonio Gagliardi, 



(1) Ofr, Saverio Tomba « Istoria faentina de IV anno i796 sino alVanno 
1833 » MS nella Comunale di Faenza, T. 1* p. 14. 



186 A. Lazzari 



Giuseppe Brisighella, Paolo Antonio Ferruzzi, Domenico 
Filippi, Antonio Garotti, Andrea Belletti, Vincenzo Crispi, 
Domenico Capra, Giacomo Randi, fattore, Luigi Angelini,. 
Fabio Cassini, Giovanni Antonio Minzoni e il figlio Pom- 
pilio, Lorenzo Pellegrino Baldrati, Giacomo Capra, Francesco 
Pagani, Sebastiano Barisani e Domenico Antonio Ricci (1). 

Il ritorno da Lugo fu una marcia lenta e disordinata,. 
che lasciava scorgere quell'insanabile e irrefrenabile indi- 
sciplinatezza ch'era la piaga dell' esercito repubblicano cosi- 
compatto, così ammirevole, cosi valoroso di fronte al nemico. 

Alcuni soldati levavano in altD, tra i lunghi fucili a- 
pietra focaia, un Ostensorio infilato per ischerno in una 
canna (2), e schiamazzando cantavano la Carmagnola e il 
Qa ira. Chi avrebbe potuto ravvisare, in quell'orda di sac- 
comanni briachi, i soldati di Lodi, i futuri eroi di Castiglione- 
e di Arcole ? 

Andarono cosi da Lugo a Castelbolognese,poi a Faenza,. 
ove fecero mercato delle spoglie che vendettero « a vilis- 
Simo prezzo » (3), e retrocedendo ritornarono a Imola, ove 
giunsero alle 5 pomeridiane, e ove trovarono viveri e fo- 
raggi (4\ 



(1) Desumo questi nomi dal passaporto rilasciato agM ostagfg'i lughesi 
dal comandante della piazza di Bologna, quando essi furono rimandati in 
patria. Si conserva nella Comunale di Lugo. Non tutti i nomi però furono 
scritti esattamente. Cfr. Soriani p. 104. 

(2) Baldrati Istoria cit. 

(3) Cfr. Fiandrini e Cor In ri cit. 

(4) Giornale del Magistrata cit. e. 55 : € A 8 Luglio 1796 - Qiunse^ 
ieri sera air ore 4 li4 (a mezzanotte e un quarto) un Dragone dalla parte di 
Lugo con lettera del Sig. Generale Bayrand che ordina per questa mattina 
1500 Razioni di Pane, di Carne e di Vino e 800 Razioni di Fieno. 

Furono spediti gli ordini oppoituni ». 



La sommossa e il sacco di Lugo 187 

Auge/eau, precedendo al solito le truppe, era partito 

sollecitamente da Lugo la mattina di Venerdì alle 7 anti- 
meridiane, premeiidogli di raggiungere al più presto Bologna, 
sede del comando della divisione. 

I soldati invece pernottarono a Imola per riposarsi, e 
solo la mattina del 9, S.jbato, si misero in marcia verso 
Bologna, seguiti dai poveri ostaggi, i quali durante la notte 
erano stati rinchiusi nella Ròcca di Caterina Sforza, che 
serviva di prigione (1^ 

A Bologna, in quel Sabato, furono messe in vendita 
le spoglie del sacco, e « per i tanti diversi generi che vi 
èrano, » - scrive il corrispondente del Corriere Milanese - la 
piazza « sembrava una delle più ricche fiere. » 

E tanto era il boitino raccolto, che quando la truppa, 
ritornando verso il Mantovano, si fermò a Ferrara (11 Luglio), 
dopo le copiose vendite fatte in Romagna e a B' logna, 
rimaneva ancora una gran quantità di roba. 

L' anonimo autore delle « Memorie storiche degli anni 
1796 e 1797 » racconta ch-^, i soldati « alla Spianata, in 
Piazza, in Gfietto e altrove, ove trovavano l'esito, vendeva- 
no li spogli del sacco, come biancarie. Busti, stivali, orologi. 
Tele, Damaschi, veluti, e simili, Annelli, Perle, Coralli, ed 
altri preciosi » e - dice - « fecero dannari in quantità » (2) i 

Ciò dimostra come il saccheggio fosse generale, ed è 
prova delle ricchezze accumulate a Lugo in quei tempi. 



(1) Giornale del Magistrato d* Imola cit. Tomo cit. e 55. t. 

« 11 Sìgf. Generalo Bayrand fece sapere cha si disponossc un luog^o per 
20 prigionien, il qùalo fu destinato nella Ròcca» 

(2) MS cit. p. 18. 



188 J* Lazgari 



Stando a un computo approssimativo del Polzi, il danno 
subito da Lugo, in questo disastro, avrebbe oltrr passato di 
molto < gli scudi trecentomila » (1). E se calcoliamo che 
allora il dnnaro aveva un valore quasi triplo di oggi, 
possiamo ritenere, con ogni probabilità, che le perdita dei 
Lughesi ammontassero in complesso a 5 milioni delle nostre 
lire. 

Ma la vittoria dei Francesi non fu lieta. Nei vari 
scontri essi avevano fatte gravi perdite, e le imboscate degli 
insorti - abilissimi tiratori - avevano aperto dei vuoti nelle 
file repubblicane. 

Anche entro la Terra le violenze dei saccheggiatori 
ron rimasero impunite, e quando il tamburo chiamò a 
raccolta i soldati per la improvvisa partenza, non tutti ri- 
sposero alTappelIo. Qua e là per le deserte contrade del 
paese, su cui era passata, come un turbine devastatore, la 
furia della sfrenata soldatesca, giacevano dei cadaveri di 
Francesi. Sei se ne vedevano in sul principio di via Brozzl; 
uno a mezzo della strada, presso la casa di don Paolo 
Malusardi; quattro ìjì piazza Padella, pressoi' oratorio di 
S. Onofrio, ed uno in piazza Fiera. (2) 

Anche un cavallo nemico si trovò abbar donato: (3) 
forse r avevano dimenticato? forse il cavaliere era 
caduto sotto il pugnale vendicatore di qualche cittadino 
derubato e vilipeso? 



(1) Op.cit. p. 539. 

(2) Daldraii - Istoria cit. 

(3) Cfr. Archivio Comunale di Lugo Basta LXXXVIII- Incartameato 
Marianti cit. 



sacco ili Luyo 

si erano i forili, t 
ne airivarono a Irr 
iir Ospedale nuooo', 
si aggiunsero it giorno dopo quelli delia colonna Pours 
e quando ì saccheggiatori di Lugo si posero in 
ptr ritornare trionfalmente a Bologna, insieme 
riaggi del bottino, traevano seco « otto Carrette 
di feriti. (2) 

In Lugo, dopo la partenza dei Francesi, si tr 
morti nelle loro case Giambattista Mongardini, pa 
Fabbrone, che abitava di fronte all'oratoi'io di S. 
e-in via del Limite- Giuseppe Caravita detto Patì 
Tommaso Borghini, Matteo Beltramini e lo zoppo C 
Brozzoli. in fondo a via Cento si vedeva il cadi 
Antonio Randi, ortolano delle monaciie di S- Agos 

I soldati gli erano entrati in cisa e, per fai 
a rubare, avevano frantumate le casse elio contane 
sue poclie robe. Il pover' uomo s' era risentito grid. 



(Il Giornntf. -fc; SL,<il-<!riro cit. e :>:> t. 

. AJi 7 Lu-lio 

All' ore 2 1|2 (10 li2jìom.) giunsero duo Carra di Feriti per : 
stato destinato un Quartiere nell'Ospitale nuoTo coi riapettivi Let 

Per Medico Cbirtirgo fu deputato il Big. Dott. Giuseppi» Pogg 

« A 8 Luglio 1796 

Alle ore 13 (9 antim.) si ricevette una lettera d' uà Capo di 1 
Pouràilly) che si preparasse un luogo pei feriti. Questo era atì 
tivamente anche all' avviso disposto nell' Ospitale Nuovo. • 

(2) Giornale dtl Mafi!strato cIt. |c. 56 r.: «A 8 Luglio - Al! 
iii pom.) circa giunse un Corpo di Cavalleria che accampii fuori d 
qualche, qifantità di Fanteria, e diversi carri di Ferili provenienti 
s'intese essere stato dato il sacco alla Terra di Lugo. 

Comparve un ufGciale che ordinò otto Carrette per trasportare 



190 A, LazMari 



alta voce, e quelli brutalmente lo avevano legato a uà 
albero e fucilato. (1) 

Da un accurato confronto delle varie relazioni che ci 
rimangono, spesso tra loro contradittorie, possi? in) arguire, 
senza tema dì andar errati, che nei diversi conflitti del 
e del 7 Luglio complessivamente fossero uccisi circa 250 
Francese*; né si contano i feriti, di cui ò impossibile deter- 
minare la cifra. Solo una sessantina di Lughesi rimasero 
moni (2) 



(1) Rambelli p. 24, nota 1. 

(2) Riguardo al numero dei morti lughosi o francesi, ci troviamo di 
fronte alle p ù strìdenti contraddiz'oni. Nei documenti e nelle relazioni delle 
due parti è troppo evidente la tendenza a occultale le proprie perdite e ad 
esagerare quelle degli avversari Beyrand, ritornando a Imola colle sue truppe, 
dava ordine che per la mattila dell'otto Luglio si allestisse lo stesso nu- 
mero di razioni che aveva fatto preparare prima di partire per la spedizione 
di Lugo, come se neppure un uomo fosse caduto. Augereau, nella lettera a 
Bonaparte, in cui dà relazione degli avvenimenti svoltisi a Lugo, travisa la 
verità e fa apparire che le sue perdite siano di soli sei morti e sei o sette 
feriti. Guai se Napoleone avesse saputo che, in quelle critiche circostanza 
e a malgrado dei suoi ordini, A^jgereau avesse fatto tanto sperpero di uomini! 
Il corrispondente da Bologna del Corriere Milanese, organo ufficioso, nel nu- 
mero del 25 Luglio, scrive eh© il numero dei morti e feriti repubblicani si 
faceva ammontare a circa dugonto ; e finalmente l'autorevolissimo Polzi dice 
in buona fede: « Giusta le più appurate relazioni . . . de' Francesi, ne' diversi 
conflitti, compresi ancora li smarriti e disf rtorì , mancarono all'armata dei 
generali Beyrand ed Augereau, a relazione del Commissario Salicetti, mile{sic) 
trecento ventitré uomini» (op. cit. p. 539). 

Le medesime sorprendenti varianti troviamo rispetto allo perdita dei 
Lughesi, di cui i morti - secondo il Polzi e il Soriani - non oltrepassarono i 60, 
e invrce si moltiplicano nella fantasia dei Francesi sino a diventare 300 
nella lettera di Augereau, più dì mille nella corrispondenza da Bologna del 
Corriere Milanese, e finalmente ascendono a 2000 nell' immaginoso ed enfatico 
racconto degli autori del Victoires, Conqui'tes eie. des Francois de 1792 à 1815 
T. VI p. 102, seguito anche dal moderno Trolard (op. cit. p. 297). Il Ram- 
belli tace. 

Io mi attengo alle cifre date dal Soriani, che forse fu in grado di raffron- 
tare le varie relazioni e di vagliarle. Esse mi paiono le più conformi al vero. 



e il sacco di Lugo I9L 



Partite improvvisamente le truppe, Lugo rimaneva 
abbandonata e ridotta < una deserta spelonca». (1) Tutti 
-erano fuggiti: le porte dei paese erano rimaste aperte, le 
case vuote e spalancate; sulle vìe incombeva un silenzio dì 
tomba. 

Allora si vide uno spettacolo nauseante. Gente dell' ìn- 
fima plebe lughese e una torma<dÌ malviventi e di ladri 
accorsi dalle Terre e dalle Ville vicine, da Bagnacavallo, 
da Cotignola, da Massalom barda, da Castelbolognese , da 
^usignano, da S. Bernardino, invasero, come branco di 
avvoltoi, le contrade deserte, rovistando nelle case sac- 
cheggiate, frugando nei ripostigli, rubacchiando con mani 
ingorde tutto ciò ch'era potuto sfuggire ella furia rapace 
dei Francesi. 

Carri e barrocci trasportavano via il nuovo bottino, 
che veniva nascosto da quei predoni nel territorio circo- 
stante: dopo la rabbia straniera, la povera Lugo subiva 
l'oltraggio della ladresca avidità, paesana. 

Per molto tempo durò vivo nei Lughesi il risentimento 
contro i saccomanni delle Terre vicine, e spec'almente contro 
i borghigiani di Castelbolognese, fautori e alleati dei Fran- 
cesi, dei quali si diceva (e l'esagerazione era evidente) 
che si fossero arricchiti colle spoglie di Lugo. 

Appena si divulgò la notizia che i Francesi avevano 
sgombrato Lugo, i cittadini si affrettarono a ritornare alle 
loro case. In quella scena di desolazione si udivano - scrive 
il Baldrati- «i lamenti delle Famiglie impoverite delle loro 



(IJ Annali di Soma del Luglio 179e-To. XIX. p. 154. 



192 A. Laazari 



sostanze ». (1) Erano nobili e primarii cittadini ridotti « al- 
r ultima ruina ► (2), ricchi negozianti che improvvisamente 
si trovavano precipitati in un irreparabile disastro, povere 
famiglie di popolani piombate nella più squallida miseria. 
LMmmane sciagura aveva colpito tutti e fn ogni ordine 
sociale (3) : anche i più agiati si trovavano sprovvisti di 
danaro, di roba e fino di abiti e di camicia! (4) 

Nulla aveva risparmiato V insaziabile ingordigia dei 
Francesi e dei ladroni del territorio ! 

Il Venerdì e il Sabato (8 e 9 Luglio) ritornava la turba 
dei profughi lughesi, che poco prima avevano dovuto ab- 
bandonar la patria. 

Nei primi giorni della sommossa, quando la plebe fa- 



ci) Istoria cit. 

(2) Rambelli p. 27. 

(^) Negli Atti Consigliari da ir anno i786 alVanno i799ac. 208r. 
( Arch. Com. di Lug-o ) abbiamo memoria di uii' istanza fatta dal dottor 
Domenico Scardovi, «Chirurgo del Paese», il quale il 7 Luglio fu derubato 
di tutti gli strumenti doITarte sua. Egli, chiedendo un sussidio per provvedersi 
di quanto gli occorreva per V esercizio del suo impiego, presentava al Consiglio 
la seguente nota di strumenti chirurgici: 

— Macchina di M. Petit. — Due Sciringoni (sic) ed una 

— Tanaglia di Louret por 1' estra- sola tanaglia per la Litotomia. 
zione del Feto. — Gorgeret por la dilatazione del- 

— Tutti li Ferri necossarj per le V Uretra delle donne. 
Amputazioni. — Troacar con cannella d'argento 

— Tre Sciringhe (sic) d'argento per la Paracontesi. 

per gli Uomini e due per le Donne. — Astuccio con tutti gli Strumenti 

chirurgici tascabili duplicati. 
— Lanzette (sic) N. 48. 
Il dottor Scardovi fa ammontare il prezzo totale di questi strumenti a 
scudi 100. 

(4) Cfr. neW Appendice III, il Pro-Memoria della Comunità di Lugo al 
Saliceti, estratto dall' Archivio Com. di Lugo — Minutario del Luglio 1796, 



\ 



PW 



Ijh sommossa e H sacco di Lugo 



193 



natica, capitanata dal Fabbrone^ coDìinciava a spadroneg- 
giare, era incominciato l'esodo dei ricchi e dei più pru- 
denti. Il 6 e la mattina del 7, carne si vide inevitalnle la 
vendetta francese, una moltitudine smarrita e costernata 
s'era data tumultuariamente alla fuga. 

Quel gre^e di derelitti scompigliato e ondeggiante si 
pigiava sotto la sfe-za dèi sol di Luglio, tra nubi di pol- 
vere sollevate dai carri, dalle vetture, dai bairocci, ove 
ognuno aveva cercato di trasportare il meglio che poteva* 
E nell' amara fuga li seguivano l'ansia per le case la- 
sciate in balia del terribile nemico, la trepidazione per quei 
pochi ostinati che erano rimasti ancora a combattere, 
r angosciosa certezza che il loro paesa sarebbe tra poco 
incendiato e ridotto un mucchio di rovine. 

L'onda dei fuggenti si era riversata per la strada di 
Bagnacavallo, in direzione opposta alla via che dovevano 
tenere i Francesi, ma le Terre della Romagnola negavano 
di dar ricetto ai profughi , perchè era corsa la voce che i 
Repubblicani minacciassero ferro e fuoco a chi accoglieva i 
ribelli. 

La tradizione racconta che si vedevano moltissimi 
Lughesi aggirarsi pallidi e smarriti per i prati dì Bag'.ia- 
cavallo tra rindiffcrcnza ostile e la beffarda pietà di que« 
abitanti 

Respinti dai paesi vicini, i fuggiaschi si volsero tutti a 
Ravenna, che generosamente accolse e ospitò quegli infelici. 

« Arrivavano — scrive V ab. Corlari — le intere de- 
solate famiglie con miseri fardelli parte sui carri, parte a 
piedi; tutti avevano diphìto sul volto T orro:*e e lo spa- 



194 A. Lazzari 



vento, tutti spargevano amare lagrime sulla desolazione 
della lor patria » (1). 

E tanta era la ressa dei fuggitivi ehe il 6 Luglio il 
Magistrato di Ravenna, per precauzione, dovette far chiu- 
dere tre porte della città e collocare un distaccamento 
di cavalleria a Borgo Adriano, per impedire disordini e 
tumulti. 

« Era uno spettacolo assai compassionevole — narra 
il Fiandrini testimone oculare — il vedere quel borgo aflbl 
lato da persone, che continuamente arrivavano da Lugo 
piangenti, donne gravide e lattanti, con quantità di bam- 
bini, e piccoli fanciufli, vestiti tutti da casa, vecchi, giovani, 
preti secolari, regolari d'ogni sesso, d'ogni età, d'ogni 
condizione , e persino una monaca Rochettina professa', 
carri di Ebrei, ed Ebree con la loro famiglia tutti mesti, 
piangenti ed afflitti che esclamavano con gran dolore d'es- 
ser stati s icriflcati tutti da una turba di ubbpiachi, pazzi e 
fanatici* (2) 

L'ira di Augereau perseguitò i poveri Lughesi anche 
nel loro asilo. La mattina del 7 Luglio il generale francese 
mandava al hiagi strato di R ivenna — ne si sa con qual di- 
ritto — l'inumazione di non dar ricetto ai ribelli, e Tor- 
-dine di sfrattare inimediatamcnlc quelli che colà si erano 
ricoverati, « sotto pena di una rigorosa perquisizione do- 
miciliare » ai trasgressori. (3) 

I Savj di Ravenna, che già il giorno prima, «per mera 



(1) Cor lari , Giornale, ÌIS nella. Classe nse di Ravenna — Voi. I.^ sotto la 
data del Luglio 1796. 

(2) Annali Rav, cit. 

(3) Ibid, 










(1) Cor lari I. e. 

(2) Il tosto di qursta Noli fi cagione, in data del 6 Luglio, è riportato 
dal Fiandrini. Eccolo : 

L'affetto il Dovere, «-ho ci obbliga a procurare il bene de* nostri 
Cittadini o Territoriali, ci suggerisce anche di procurare ogni mezzo per 
conservare a loro vantagg'o i generi occorrenti alla viti, onde non abbiano 
a scarseggiare. Quindi essendosi inteso, che da qualche luogo lim.itro/o 
d' alena Provincia, vengono a confugiarsi varie persone , che sloggiano dal 
lor Paese ; si fa noto perciò, che qualunque forestiere arrivi nel nostro 
Territorio, non possa stabilii si sotto qualunque pretesto, ma debba indi- 
spensabilmente partirne, altrimenti si dovranno prendere ulteriori, e più forti 
<leterminazioni In fedo etc. 

data in Ravenna li 6 Luglio 1796 dal Palazzo Magistrale 

Il Capo dei Savj e Savj 

Pietro Tbaversaki Segretario 

(3) Fiandrini 1. e. 






'4 



La sommossa e il saccQ di Lugo 195 

politica » <1) e per timore di rappresaglie da parte dei 
Fi-ancesi, avevano pubblicato un editto con cui, sotto il 
pretesto della scarsezza dei viveri, si proibiva ai forestieri 
di «stabilirsi sotto qualunque pretesto» in Ravenna e si 
imponeva loro di partire « indispensabilmente » (2), fecero 
affiggere tosto la seguente 

NOTIFICAZIONE 

((Sebbene in seguito della precedente Notificazione 
delli 6 corrente molte persone provenienti da Lugo, e dalla 
Homagna bassa compresa nella Provincia di Ferrara siano | 

prontamente partite; pure potendosi temere che altre ne 
sopravvengano, si avverte che ninno di esse debba fermarsi, 
altrimenti incorreranno in gravi pene tanto li Rifugiati, che 
li loro Albergatori. In fede etc. 

Data in Ravenna dal Palazzo Magistrale 7 Luglio 1796, 

Il Capo de* Savj e Pavj 

Pietro Tì^aversari Secretar io (3) 



^1 



^^ 



V 



A 



196 A. LazMari 



U editto — si capisce — rimase lettera morta. 

Il giorno dopo arrivò a Ravenna una staffetta coir av- 
viso che Lugo era libera dai Francesi, e i profughi s'affret- 
tarono a ritornare in patria. Rimasero in esilio soltanto i 
più compromessi nella rivolta e i fautori di essa , quali i 
Manzoni, che si stabilirono a Ravenna, il conte Luigi Sa- 
maritani , il Tenente Cesare Lugaresi , eh' era Priore nel 
bimestre Maggio Giugno, il conte Simone Antonio Montanari, 
ed alcuni altri. 

Intanto a Imola e a Bologna si prendevano misure 
di precauzione per non impacciarsi cogli emigrati lughesi. 

Il 9 Luglio il Magistrato d'Imola faceva aumentare le 
guardie alle porte, volendo impedire che entrassero in città^ 
«le persone fuggitive da Lugo specialmente con armi... le 
quali potessero recar disturbo o tumulto» (1) 

Il Senato bolognese, avendo saputo qualche giorno 
prima che a Castelguelfo si cm;i rifugiato, colla .^rua fami- 
glia, « uno dei supposti capi dogli Insorgenti di Lugo », gli- 
fece tosto insinuare dal Govcriiat'^re, cosi alla chetichella, 
di cambiar aria, perchè là non sarebbe stato sicuro. In 
seguito poi, dietro istruzioni di Augereau, emanò una Circo- 
lare alle Comunità, in data del 12 Luglio, con cui intimava 
di denunciare tosto quegli Insorgenti emigrati che entrassero- 
nel territorio bolognese, ordinava di persuaderli a ritornare 
in patria e proibiva qualunque unione cogh abitanti. (2) 



(1) Cfr Giornale del Mag'straio (it. sotto la data del 9 Luglio. 

Il Magistrato d'Imola, sempre pnidentissimo, il 7 Luglio aveva falto- 
pubblicaro un editto, col quale • inculcava > a tutti « di mantenersi alieni 
da qualunque complotto e tumulto » e ne aveva mandalo copia a tutti it 
Castelli del Territorio (Giornale cit. e. c5t). 

(2) Cfr. Fiorini op. cit. p. 575. 



La sommossa e il sacco di Zugo 197 

-Gli eccelsi Senatori non volevano né grattacapi, né brighe 
colle autorità francesi. 

Appena ritornato a Bologna, Augereau stendeva un 
feroce proclama, in data del 20 Messidor (8 Luglio), e Io 
spediva tosto alla Municipalità di Ferrara, coir ordine «for- 
male e preciso » di farlo pubblicare per tutta la provincia. 

L'orgoglioso avventuriero dal grande naso adunco e 
dal sorriso sarcastico, l'antico sergente istruttore del re di 
Prussia e del re di Napoli, lo spavaldo generale repubblicano 
•dall'alta statura, dai modi triviali e dal pomposo ciarlatane- 
sco pennacchio, che pretendeva — nella sua sconfinata va- 
nità — di essere superiore a Bonaparte, di lui meno anziano, 
voleva rivaleggiare coir eroe anche nell'arte di parlare ai 
popoli. 

Ecco il proclama : 

Il Generale Dioisionario Augereau 
"Comandante la seconda Dicis one dell' armata d' Italia 

agli abitanti del Ferrarese 

Voi avete inteso un esempio terribile. Il sangue fuma 
ancora in Lugo.... 

Lugo calmato, Lugo tranquillo, sarebbe stato rispettato 
come voi, avrebbe goduto riposo, delle Madri non avreb- 
bero a piangere i loro flgh', delle Vedove i loro mariti, 
degli Orfani gli autori della lor vita. Questa spaventevole 
lezione vi istruisca dunque, e vi faccia apprezzare l'ami- 
cizia del Francese. E' un vulcano, quando sMrrita. Egli 
rovescia e divora ciò, che vuole opporsi alla sua irruzione. 
Egli carezza e protegge per lo contrario chiunque cerca in 



198 A, Lazzari 



lui il proprio appoggio. Ma convien comprare la sua confi- 
denza con qualche atto che glie la garantisca Troppo lungo 
tempo, e troppo sovente si abusò della sua buona fede. Ecco 
ciò che la di lui sicurezza oggidì esige. È quindi, che ordino: 

l."* Tutte le Comunità saranno disarmate d'ogni spe- 
cie d' armi a fuoco. 

2."* Tutte siflTatte armi saranno condotte a Ferrara, do- 
ve ne sarà formato un deposito generale. 

3.* Ogni Individuo, che ventiquattr' ore dopo la pub^ 
blicazionef* del presente non abbia depositate le sue armi, 
sarà fucilato. 

4.® Ogni città o villaggio, dove si trovasse un francese 
assassinato, sarà bruciato. 

5.' Se un abitante fosse convinto d' aver tirato un colpo 
di fucile su d' un francese, sarà fucilato, e la sua casa in^ 
cendiata. 

6.** Se un villaggio si armasse, sarà il villaggio bruciato; 

7.° Resta proibito di attrupparsi con armi, o senza 
armi: ogni capo di ribellione, e d'attruppamento, sarà 
panito di morte. 

Il presente sarà tradotto nell'idioma del Paese, stam- 
pato, letto, pubblicato, ed affìsso per dovunque occorre, af- 
finchè riiuno posàa dedurne causa d'ignoranza. 

Dal Quartiere Generale di Bologna, il dì 20 Messrdor 
ahno quarto della Repubblica francese. 

Il Generale Divisionario — Attgéreau (1) 



(1) Cf^. Fiorini op dt. p. 569 li. =723 

Nella colleziono di Bandi della Repubblica Cisalpirta, che sì conFervar 
nella ConMinaie di Ferrara (Voi. I. n. 4Ò), il proctàma è in doppiò testò, fran-^ 
eese e italiano» 



La sommossa e il sacco di Zugo 199 



Ma r ira del generale parve presto sbollire. 

I Lughesi trovarono dei validi intercessori e le autorità 
francesi, cui premeva di lasciai'e nelle provincia occupate la 
pace e la tranquillità estinguendo ogni fomite di tumulti, 
specie in quei giorni in cui Wurmser s* avanzava minac- 
cioso, colsero ben volentieri V occasione di mostrarci cle- 
menti. 

Fin dal giorno 8 la Municipalità di Ferrara, che prima 
si era data cura di intimare ai Comuni della provincia che 
D'in inviassero soccorsi agli Insorgenti (1), aveva spedito 
una staffetta a Augereau , * implorando grazia * per i Lu-* 
ghesi. 

Alti personaggi si interposero. Basterà citare il cardi- 
nal Chiara monti e il barone Capelletti, a cui « V incidente » 
della rivolta aveva fatto « prendere affezione particolare » 
a Lugo (2) e che ricorse perfino ai buoni uffici di Azara {3\ 



(1) 0. Antolini^ nella monografìa altre volte citata, riporta a p. 62, in 
nota, la lettera (evidentemente una circolare) cho il 4 Luglio la Municipalità 
di Ferrara spediva a quella di Argenta : 

« Signori — Persuasi della retta subordinata condotta di codesta terra 
non indugiamo punto ad espressamente avvertire le SS. W. di non som- 
ministrare di sorta alcuna , anzi impedire più eh' Elle possano , che sia 
sommiiiistràto agli Insorgenti della bassa Romagna sovvenzione o aiuto 
qualunque 

tanto inappuntabilmente eseguiscano per loro inalterabile norma. 

Il Signore Le prosperi. 

Dalla Residenza Municipale H 4 Luglio 1796. 

PiEB Luigi Todesìhi 
G dei Savi etc, 

E noto che gli Argenta ni erano in piena rivolta sin dal 3 Luglio. 

(2) Così il Capelletti in una lettera ad Angele Manzoni, in data di 
fiólogrià, 15 Luglio 1796, pubblicata dal Fiorini, op cit. p. 542, n. 669. 

(3) Du Teli, op. cit. p. 315 « A Florence Azara, qui s'apprétait à se 
rendre à Rome , intercéda d' ailleurs le 9 luillet, pour les habitants de 
Lwgo ...» 



T 
.'.« 



200 A. Lazzari 



Anche una dama gentile patrocinò validamente la causa 

dei Lughesi: es?a fu la contessa Marianna Rossi, sorella 

del marchese Gnudi, pel quale il Commissario Saliceti — 

ospite di lui, mentr' era a Boi gna — aveva sempre mo- 
strato la più alta stima (1). 

L' intermediario ufficiale presso il Commissario repub- 
blicano fu il Senatore conte Caprara , il factotum del Se» 
nato nelle sue relazioni colle autorità francesi. 

Ad intercessione del Caprara dunque , la mattina del 

10 Luglio, il Saliceti lasciò in libertà i ventitre ostaggi lu- 

ghesi, (2) facendo dar loro il passaporto perchè potessero 

rimpatriare. (3) Il solo Fabio Cassani subì pro-forma un 

breve interrogatorio. 



(1) Da una lettera del cardinal Ohiaiamonti in data deU' undici Lu^flio, 
che riportiamo più avanti , si apprende elio la contessa Rossi s' era diretta- 
mente presentala al Saliceti. 

Il Saliceti la prima volta che venne a Bologna, e così in seguito, allog- 
giò colla sua scorta di 40 dragoni a palazzo Gnudi. Da una lettera di Evan- 
gelisti (Sficilegio cit.) sappiamo anche che il 23 Giugno il Saliceti, partendo 
da Bologna, portò via al Gnudi 6 cavalli. Manco male che egli poi aveva fatto 
• il più alto elogio di quest' uomo. • 

(2) Bologna Nuova — Cronaca ms deNa Comunale di Bologna p. 21 — 
sotto la data del 10 Luglio : « Il Commissario Saliceti, ad intercessione del 
Sig. Sen. Caprara furono (sic) graziati li predetti Ribelli di Lugo, e mandati 
al loro Paese ». 

(3) Nella Biblioteca Comunale di Lugo si conserva il passaporto che servi 
agli ostaggi per ritornare in patria È così formulato 

Armata d* Italia Libertà Eguaglianza 

Piazza militare di Bologna, 

In nome della Repubblica Francese 

Passaporto per andare a Lugo 

E permesso in seguito degl' (sic) Ordini del Generale Div'sìonario Use' 
rau (sic) alli nominati qui sotto di andare a Lugo Legazione di Ferrar». 
(Seguono i nomi distribuiti in tre colonne) 



La sommossa e il sacco di Lugo 201 

Nello stesso giorno Augerau spediva alla Municipalit^i 
-di Ferrara un secondo editto, in data del 9 Luglio (21 Mes- 
sidoro) col quale accordava ai Lughesi un ampio Perdono. 

Il generale accompagnava il proclama con una lettera 
inzuccherata alla Municipalità ferrarese che aveva interce- 
duto per g i abitanti di Lugo, rendendo omaggio ai «senti- 
menti di umanità e di filantropia^ che l'avevano animatal 

La Municipalità di Ferrara alla sud. volta, «con inespri- 
mibile trasporto di gioia e d'amore», pubblicava all'istante 
questo proclama (1): 



Preghiamo tutti coloro a cui sarà presentala la presente di soccorrerU 

ed assisttrli in caso di bisogno 

Fatto a Bologna U 21 Messidoro (9 Luglio) Anno 4^ della Repubblica 

Francese. 

Per il Comandante della Piazza 

L* Aiutante Maggiore 

Sabbébb 

(1) Ecco la lettera con cui la Municìpilità di Ferrara accompagnava il 
proclama : 

• Per una segnalata riprova di quella generosità d' animo, che guida mai 
sempre gli ìn\ritti Comandanti della Nazione francese, riceve questa Munici- 
palità, dietro i passi, che mossa dai più vivi sentimenti di • umanità, d* af- 
fanno, e di compassione diede ne' scorsi giorni presso il Governatora m.ili- 
tare francese, il seguente magnanimo Perdono per gli abitanti di Lugo, 
accompagnato da formale dispaccio del signor Generale Augereauj pieno 
-delle più consolanti espressioni a pubblica soddisfazione. Essa con inespri- 
mibile trasporto di gioia e di amore a quella sventurata popolazione, passa 
nell'istante a pubblicarlo. Fia di lume, di norma, e di universale invito al 
ripatrio, alla sommossione, al dovere. 

Ecco i termini del dispaccio, e del perdono dello stesso signor Generale» 

Balla Municipalità ii Luglio i796. 

Pier Luigi Todeschi Giud. de' Sati 
Antonio Iacobelli Savio 
Ughi Segretario 

La lettera della Municipalità di Ferrara e quella di Augereau furono 
stampate e pubblicate insieme col proclama di Perdono. Vedi Frizzi, Diario 
p. 20, in nota. 



202 A. Lazzari 



Libertà Ega*9liaM» 

RtpoMillta PrWMMe 

Ptoelarria agli abitanti di Lago e altri Luoghi 

Costretto mi avete a spiegare contro di Voi tutta l'energia 
di un Guerriero. La vostra ostinazione fu cagiona de' mali 
orrendi, che afflissero la Aostra patria: foste voi, e fu il 
vostro insensato furore, che fece spargere il sangue. Non 
ne imputate dunque che voi stessi, o piuttosto rivolgete 
tutta la vostra disperazione contro quei scellerati capi che 
vi eccitarono alla rivolta, e vi precipitarono in seno alle 
disgrazie. Riconoscete in fine tutto il nero de' loro colpevoli 
disegni, e d'ora innanzi diffidate delle loro perfide sugge- 
stioni. Per questi non v' è più perdono, la loro sentenza è 
irrevocabile. Ma voi uomini traviati, ingannati, strascinati 
al delitto, vòJ, che vi trovate erranti portando in ogni 
luogo il pentimento e il rimorso, venite a riparare i vostri 
falli, riprendere i vostri lavori, dei)orre le armi, che vi 
furono si funeste, e vivere in pace sotto la protezione di 
un' armata, che non fu terribile verso di voi, che per colpa 
vostra. Ricordatevi, che questa è l'ultima volta che vi 
presento l'ulivo: e tremate, se mai avessi a pentirmene. 

Art 1.*"- È permesso a tutti gif abitanti di Lugo, è 
delle ^itré circondane Comunità, che all' arrivo delle trup- 
pe fiancesi presero la fuga, di ripatriarsi alle loro case 
colla espressa condizione che immediatamente depongano 
tutte le armi loro da fuoco, le quali saranno trasportate a 
Ferrara, e depositate nelle mani del Comandante delle 

truppe francesi. 

AH. 2.**- Sono ecceiluàti dalle disposizioni dell' articolo 



La sommossa e il sacco di Lugo 20S 

precedente tutti quelli, che saranno riconosciuti per princi- 
pali motori della rivolta; quelli che sonosi posti alla testa dei 
ribelli; quelli che hanno pubblicato, fatto stampare, e affìg-- 
gere de' Proclami, Notiftcazionr ed altri scrìtti tendenti a 
fomentare V insurrezione. 

Art 3** - Le autorità costituite praticheranno ogni 
diligenza contro qualunque Individuo, che esseqdo nefl 
caso deir Articolo secondo rientrasse nel Ferrarese, o nel 
Bolognese, per inseguirlo, arrestarlo, e condurlo nel Forte di 
Ferrara, ond' essere ivi giudicato da una; Commissione mili- 
tare. 

Il presente sarà tradotto nell'idioma del paese, letto^ 
pubblijcato ed affisso ovunque faccia mestieri. 

Dal Quartier generale di Bologna li 21 Messidoro anno 
4.* della Repubblica Francese. 

Il Generale Divisionario — Augereau (1) 

Ai Lughèsi era duùquè offerto dal vincitore il ramo 
d'ulivo: una sola eccezione era fatta per i capi della som- 
mossa. (2) 

I partigiani dèi Francesi e i giornali d' Italia ligi ai 
giacobini , quali là Ga^^elta di Bologna, il Corriere Mila- 
fìésè e lì Termometro politico della Lombardia^ levarono 



(1) Cfr. Fiorini op. cit. p. 572 n. 730 II proclama, in doppio testo fran- 
cese e italiano, si conserva a Ferrara nella Collezione dei Bandi della Rep. 
C*w!i^ina Voi: V ri^ 41. 

Questo proclama ricorda quello di Boiùi parte Àgli abitanti cfelln Lotti- 
hardia (Milano; 25 Maggio, 1796) Cfr. Corresp. de Nap. (ed. imp.) I, p. 304,. 
n.493. 

(2) Il Corlari (loco cit.) dice che ad essi era i^ta imposta « ech taglia 
la pena di morte ». 



-J 



204 A, Lazzari 



a cielo e strombazzarono ai ciuattro venti la • generosità» 
di Augereau, a cui Lugo doveva « la sua salvezza ». 

Ma se si pensa alla situazione cr tica in cui si trovava 
r esercito francese, minacciato contemporaneamente dalla 
poderosa armata di Wurmser e dall'odio intenso delle popo- 
lazioni italiane, ci sarà facile capire come il decantato 
Perdono di Augereau non fosse che un atto di mera poli- 
tica, imposto dalle circostanze. I Lughesi, che tanto ardi- 
mento avevano mostrato nella rivolta, potevano divenir pe- 
ricolosi e minacciare le retrovie che vettovagliavano l'eserci- 
to: bisognava dunque rabbonirli coU'indulgenza e ricondurli 
alla quiete con un prudente oblio, tanto più che Lugo 
era situato appuiiio r eli' estremo lembo della Legazione di 
Ferrara, paese di conquista eh' era tenuto in soggezione solo 
da un debolissimo presidio. 

Né bisogna dimenticare che proprio in quei giorni 
Bonaparte, il quale capiva che il primo sinistro militare 
avrebbe rovesciato tutto 1' edifìzio eretto dalle sue vittorie, 
dava ordini sopra ordini al comandante militare di Livorno, 
a Faypoult, ministro della Repubblica a Genova, e agli 
agenti francesi , perchè non irritassero le popolazioni e si 
mostrassero arrendevoli e accondiscendenti. Era quello un 
tempo « in cui — egh diceva — non bisognava vedere se 
non ciò eh' era utile di conoscere ». (1) 

Il Fiandrini racconta — ma non ne trovo accenno 
altrove — che il Perdono fu concesso ai Lughesi col patto 
che in mezzo alla piazza principale venisse eretto un ri- 



(1) Sybelf Históire de V Europe pendant le Revolution frangaise (trad. 
dal tedesco) Voi. IV. p. 248. 



J 



La sommossa e il sacco di Lugo 205 

cordo marmoreo con un' iscrizione da cui apparisse « che 
Lugo sussisteva per la generosità delia Repubblica Fran- 
cese ». (1) 

Forse per questo fu anche stampata la seguente epi- 
grafe latina: 

AvGERO - Dvci Gallico - Qvod Mvnicip. Lvgiense - Ivre. 
Belli. Incendendum - Inavdita. Clementi a - Conservarit - 
S. P. Q. L. - SospiRATORi. svo - TiTVLi M. Grati. Ammk 
Testem - LvBENS. Merito P. C. - Anno Gall. Reip. IV» (2). 

Per fortuna — se mai se ne trattò — non furono clie 
parole. 

Ai Bagnacavallesi, che, per ripxco contro Lugo, si 
erano serbati fedeli alla Repubblica, vennero fatti grandis- 
simi elogi e fu promesso di far di loro onorevole menzione 
al Direttorio e di diminuii^o della metà la rata della contri- 
buzione. (3) Anche queste furono pai-ole. 

Quasi non bastass'3 la catastrofe toccata ai Lughesi,. 
due giorni dopo il sacco (10 Luglio) cadde una cr grandine 
sterminatrice » di cui -— come si logge negli Annali di 
Roma — a per la durati e per la grossezza non vi era 
mai staio r.srin:3Ìo» (li o rlo.Vi, sto tutto le vigne ed i campì. 

Le disgrazie — dice un proverbio — non vengono mai 
sole: un mese dopo una violenta epizooz a colpiva il bestiame, 
che era ed è uno dei principali cespiti di ricchezza per il paese. 



(1) Loco ci^. 

(2) Questa epigrafe stampata in foglio volante, senza data nò Anno o- 
senza nome del tipografo, è pu';blicata dal Fiorini, op. cit. p. 548. 

Sì conserva, cogli altri documenti, nel Museo Ci\rico di Bologna 

(3) Fiandrini, loco cit. 

(4) Temo XIX, cit. p. 154. 



906 A. LuMMart 



VI. 



Lugo dopo il 3acco — Arresto di alcuni complici della rivolta 
— Loro processo e condanna — La deputazione di Vin- 
cenzo Zanelli a Ferrara — Trattative a prò dei capi .<|el- 
la sommossa — Saliceti e la contribuzione — Torbidi 
a Luge negli ultimi mesi del 1796 — L' amnistia generale 
di Bonaparte. 

Passala la bufera, si provvide a rimettere un po' 
ir ordine nella sconvolta Terra di Lugo. La Municipalità 
di Ferrara eleggeva i membri provvisori di una nuova 
Pubblica Rappresentanza, di cui erano a capo Giovanni 
Foschini, Filippo Castellani e il vecchio Antonio Angelini. (1) 
A questi interini Rappresentanti era affidato un compito ar- 
duo e spinoso. Dovevano riunire nuovamente la popolazione 
dispersa e intimorita, richiamare in patria i primarii citta- 
dini eh' eran tutti emigrati, persuadere i contadini fuggiaschi 
a riprendere i lavori dei campi , ripristinare i mercati 
settimanali, fonte di ricchezza per il paese, adoperarsi 



(1) Archivio Gomuaale di Lugo — Alti Consigliari daW anno 1786 al- 
l' anno 1799. 

Il 23 Luglio essi prestarono giuramento di fedeltà alla Repubblica 
franceao. 



B»- 



La sommossa e il sacco di Lugo 207 



attivamente per il ricupero delie robe rubate dai ladri dei 
territori vicini e Analmente eseguire gli ordini dell' autorità 
militare francese. 

Con editto del 10 Luglio era ordinata di nuovo la 
consegna delle armi che, depositate in Ròcca, vennero 
trasportate il 13 or con otto barrozze » (1) a Ferrara. 

Il lì Luglio la Municipalità ferrarese inviava da Co- 
tnacchio a Lugo il « benemerito probo ed abilissimo » (2} 
governatore Michele Battisti, coli' incarico di ristabilire H 
buon ordine e la pubblica tranquillità. 

Intanto, per prendere i provvedimenti del caso, si 
mandavano in deputazione a Ferrara il conte Luigi Borea 
Buzzaccherini e Vincenzo Zanelli, cui si uni il lughese don 
Serafino Filoni, secondo accordi presi a Bologna tra il Com- 
missario Saliceti e la contessa Marianna Rossi, che tanto 
s' adoperava per il bene di Lugo (3). 



Traggfo questa notizia da uà fasaicolctto di documenti cho fa parte 
del Masso T* — Anni 1796-97 — Sezione Risorgim nto, nella Blblìot. Com. 
<U Lu;;>o. 

i-2) Archilo Coni, di Liiar^ — Busti LXXXVIÌI — Lettere della Muni- 
<'ip-H'() Ferrarese fìi.elte alla Mnnicipalità di Lugo, Lettera del 14 Luglio 
179G finn. P. \j Todeschi 0. de' Savi. 

(3) Ciò risulta dalla seg^uoiito lettola del Card. Chiaramoutì, cho si con- 
serva neir Archivio Comunalo di Lugo, Buata LXXXIX : 

III mi Signori. 

In questo momento ricevo lettera da Bologna dal'a Contessa Rossi, la 
quale mi avvisa di essersi presentata al Sig. Salicetti Commifflario della 
Ropub.* Fraucese per predarlo ad interessarsi por codesto infelice Paese. 
Mi soggiunge inoltro di avervi presentalo il Sig. Uditore Filloni (sic), e che 
questi non ha lasciato di perorare la causa della sua Patria e che finalmentì 
ha ottenute duo letteie dirette al Sig. Comandante della Piazza di Ferrara 
una, e l'altra alla Municipalità della Città med^ Il predetto signor Salicetti 
ha concertato col Filoni che venga spedita a Ferrara una Deputazione di duo 



208 A. Lazzari 



L'avvocato don Serafino Filoni era uno di quei be- 
gli ingegni fioriti a Lugo nello scorcio del Settecento, in- 
sieme col Compagnoni, il Bertazzoli e il Ga.ravini. 

Era nato il 19 Novembre 1761 (1) da Antonio Filoni e 
da Lucia Bovi, e in patria aveva fatti gli studi di umanità, di 
filosofia e dì teologia. Abbracciata la carriera ecclesiastica,, 
s* era laureato in leggi a Bologna, segnalandosi in guisa che 
a ventott'anni era stato eletto dal Senato bolognese suo 
Uditore di Rota. 

Il Filoni aveva una mente limpida e acuta, un' elo- 
quenza spontanea, una grande cultura giuridica e una 
consumata esperienza negli affari. Accoppiava a queste 
doti gentilezza di modi, dolcezza di carattere, specchiata 
probilfi e amava assai il suo paese; è naturale quindi che 
i suoi concittadini si valessero di lui per missioni importanti. 

I d'^putati lughesi fecero ai membri della Municipalità 
di Ferrara, di cui era a capo il marchese Pier Luigi Tedeschi 



©quattro Luf^flicsi istiuiii degfli affari .^a à pertanto necessario elio i sud- 
detti Deputati passino d)inattliia por Ferrara per trattare ivi nnitamente al 
predetto sig". Filoni ^li affari della loro Patria. 

Quali siano lo intenzioni su di questo Paese Io potranno lilevare le 
S?. Loro dair annessa del mei.** Filoni Ed il Sig. Li pros eri. 

Delle Sig.rie Loro IH. me 

hnol'X li il Luglio 1706 

m 

Aff.mo per Servitore 
Card. Chi«hamonti 

La lettera mn ha indirizzo. 

(1) Nei Litro dei batte:;^ati dah' anno 1750 sino al i762 (Voi 10.'') che 
si conserva a Lugo nella Parrocchia dei S. S. Petronio e Prospero, si leggo 
a p. 280 r:.«Die 21 Novcml ris 1761 

Eg-o Bernardinus Buldrini Vio Cnratus do m«indato baptizavi losephum 
Seraphiaum fìlius (sic) Anto.iij Filoni et Lucie Bovi natum die 19 huius» 



La sommossa e il sacco di Lugo 209 



Giudice dei Savi^ un quadro commovente della desolazione 
di Lugo, e i Saoij tocchi « nel più vivo dell' animo », pro- 
mise ro di cooperare col più « efficace e fraterno zelo > per 
rimediare a tanti mali (1). 

Furono fatte nuove e calde istanze ad Augereau, il 
quale, accampato colla sua divisione sulle rive dell'Adige, 
aveva posto il quartier generale a Legnago ; ed Augereau, 
con fare magnanimo, si « degnò » di indirizzare alla Mu- 
nicipalità, di Ferrara un laconico sibillino « dispaccio », che 
aveva la pretesa di modificare il proclama del Luglio, 
ma in realtà non conteneva nulla di nuovo. 

Il dispaccio, tradotto in italiano e inquadrato in un 
nuovo proclama, fu fatto pubblicare ed affìggere in tutta la 
provincia. 

Eccolo : 

Magistrato Municipale di Ferrara 

Quell'amore e quel fraterno impegno, che mosse la 
Municipalità a dare i primi già noti passi a favor degli in- 
felici abitanti di Lugo, ora la indusse a procurare ai me- 
desimi dalla distinta generosità Francese nuove beneficenze. 
Si avanzarono ne* scorsi giorni al signor Generale Divisio- 
nario Augereau di bel nuovo istanze, ed impetrossi un più 
ampio perdono per i Lughesi. Ecco egli si degna con suo 
formale Dispaccio dei 27 Messidoro, ossia dei 15 Luglio 
1796, condiscendervi ne' termini seguenti : 

Il Generale Divisionario Augereau autorizza la Muni- 
cipalità di Ferrara di chiamare tutti gli abitanti di Lugo, 



(1) Lettera cit. della Municipalità di Ferrara., 14 Luglio 1796. 



210 A. Lazzari 



che non saranno stati né motori, né istigatori della Rivolta 
scoppiata in quella Comunità, a godere dell' Articolo Primo 
della sua Proclamazione in data 21 Messidoro mese cor- 
rente. Dal Quartier Generale di Legnago li 27 Messidoro 
anno 4* Repubblicano. 

Il Generale iMvisionario — Augereau 

Avvertasi però, che non potrà alcuno godere della 
segnalata grazia, e del Perdono^ se prima non abbia de- 
positate affatto, a norma delle emanate leggi, le armi. 
Vive pertanto certa la Municipalità di veder così ripa- 
triarsi a folla, siccome gli invita, gli abitanti di Lugo e della 
bassa Romagna, ritornare ai loro affari, all'industria, al 
commercio, all' agricoltura, e sopratutto alla sommessione 
e al dovere : ciocché al sommo inculca a pubblico bene. 

Dalla Municipaliià questo dì 17 Luglio 1796. 

Pier Luigi Todeschi Giud, de' Savi 
Antonio Jacobelli Savio 
Ughi Segretario (1) 

Gli interini Rappresentanti della Comunità di Lugo si 

stillarono il cervello per penetrare il significato recondito di 
questo dispaccio, ma — com' era ben naturale — non vi riu- 
scirono. Per ulteriori schiarimenti si rivolsero ai loro natu- 
rali protettori , il cardinal Chiaramonti e il barone Capel- 
letti ai quali scrissero per aver lumi (2) ; ma naturalmente 
neppur essi poterono trovare una e specifica spiegazione ». 
Si capisce che, anche dopo questo enigmatico dispac- 



ci) Questo proclama è riportato dal Frizzi, Diario, p. 24 in nota. 
(2) Vedi queste lettere nell'Appendice III* 



La sommossa e il sacco di Lugo 21Ì 



-ciò, gli emigrati si guardarono bene dal ritornare in patria» 
I cittadini mancavano « a migliaia > e particolarmente 
« quelli del primo ceto » (1). 

, Frattanto, per ordine del Governatore Battisti, Lugo si 
1;rovava quasi in istato d' assedio : era proibito rigorosamente 
il suono delle campane e non erano permessi i crocchi di 
più di quattro persone. 

Il 16 Luglio — per ordine dell' autorità militare fran- 
cese — venivano arrestati alcuni complici della rivolta. 

Mentre i pesci grossi se ne stavano tranquillamente 
al largo, i pesci piccoli incapparono nelle rigide reti della 
giustizia. 

Si verificò anche in questa occasione V arguto detto del 
Manzoni: «gli stracci vanno sempre all'aria! » Per opera 
del Cancelliere criminale Martelli e del Tenente dei Birri 
di Cavalcata Luigi Vitali, che vollero dar prova di zelo e 
buon volere, furono arrestati diciotto individui tutti appar- 
tenenti al ceto popolare. Essi erano: Gioacchino Palma, 
nativo di Forlì, e i lughesi Filippo Randi, Giovanni Bario- 
lotti, Carlo Caroli, Antonio Bassi, Sapienzio Baccarini, Fran 
Cesco Nuvoli, Sebastinno Zani, Lorenzo Baldrati, Vincenzo 
Filippi, Gio. Battista Belletti, Mariano Galanzi, Sante Ortali, 
Domenico Colombi, Luigi Ghibeiti, Antonio Marchesi, Carlo 
Capra e Giovanni Mino:hinn 

Il 19 Luglio quegli sventurati furono condotti a Fer- 
rara su quattro barrocci o « strascini > , per essere g'udi- 
cati da un tribunale di guerra. 



' ì 



(1) Lettera al Bar. Capolletti dèi 20 Luglio 1796 (dal 3/inM «ano di let- 
tere scritte nel Luglio 1796, che 8i conserva nell' Archivio Comunale di 
Lugo). 



•à 



212 A. Lazzari 



Gli interini Rappresentanti si affrettarono a comuni- 
care la notizia dell' importante arresto ad Augereau, richia- 
mando in pari tempo V attenzione del generale sul dispac- 
cio del 15 Luglio. 

« 

Augereau^ evidentemente compiacendosi di queir ar- 
resto che gli pareva un atto di deferenza verso di lui e- 
una prova di devozione alla Repubblica, scrisse subito- 
alla Municipalità lughese una lettera, accompagnandola 
con un nuovo e più ampolloso Proclama, indirizzato ai 
Popolo di Lugo. 

La lettera é questa: 

Au Quartier Gónéral de Porto Legnago le 1**'' Thermidor 
4.« an> Repub.'^* (19 Luglio 1796). 

Le General divisionaire Augerau {sic) à la municipalité 
de Lugo. 

J' aprends (sic) par votre lettre, Citoyens, V arrestation 
de dix-sept Chefs de Revoltés, qu' ils soient conduits a 
Ferrare sous bonne et sure escorte, avec les Renseignements 
I)articuliers et necessaires sur leur compte, ils i {sic) re- 
cevront la peine due a leur crimen et aux malheurs qu' 
ils vous ont cause. 

Redoublez de zéle , qu' il n 'echape (sic) aucun de ces 
monstres et votre patrie sera vengióe. Je vous faits (sic) 
passer une nouvelle proclamation qui modiffle (sic) en 
partie celle sur laquelle vous me faites de Réprésen- 
t-^tions; que tout rentre dans l'ordre et la tranquilité, je 
laisse a votre prudenco et a votre sagesse le choix des 
surs moyens pour qim tont iniividu vraiemeut repcntant et 
piisii)le rentre dans sn^ foy.»r3 sans crainte. Sur tout point 
de grace pour Irs cliefs, il faut extirper de votre sein 



La sommossa e il sacco di Lago 213 

^ette horde infame et crucile qui ne respire que pillage 
et destruction, surveiliez, soyez fermes, et le bonheur de 
ATOS Concitoyens sera votre ouvrage, et une recompense 
^igne de vos sollicitudes. 
Je vous salue 

Augereau 

P. S. Vous voudrez bien faire traduire la présente 
proda niation et V affaire (sic) afiScher et publier partout ou 
ibesoin sera, 

A la Municipalité de Lugo. 

Il proclama che Augereau univa alla sua lettera è il 

eseguente : 

Le General divisionaire Augereau Commandant Ics 
^roupes /rangaises dans la prooinee de Bologna, Ferrara^ 
Romagne. 

Aucc peuples de Lago et Commune environanies. 

Peuples, que des ftiusses et dangereuses insinuations 
avoìent plongé dans la Révolte et le désordre le plus af- 
freux: une sevère clemence parie encor en votre faveur a 
ceux qui vous auroient écrasés et anéantis, si votre aveu- 
glement, et V humanité n' avoient excité pour vous la pitie 
dans le coeur des Francais. justement irrités. La proda- 
mation que je vous ai d^^ja faitte est generale, car vous 
etiez tous coupables à mes yeux ; cependant comme le 
vrai repentir a beaucoup d' ascendant sur les àmes géné- 
reuses et qui ne respirent que i'ordre et la paix: que 
ceux d' entre vous qui ne conservent plus V esprit de ré- 
'^^olte et d' hostilité rentrent dans leurs foyers pour i (3ic) 
faire tout prosperer et i (sic) couler des jours tranquìls et 



J 



314 A» Lazzari 



paisibU s, Yl (sic) u' est pas de grace pour les malheureux: 
et execrables Chefs qui vous ont precipités dans cet abime 
de malheur et de confusion. je vous impose le devoir de 
les denoncer et les faire arreter vous mònies a mésure qu' 
il en paroitra quelqu' un. Plusieurs d' entr' eux sont deja 
arreiés et vont etre livrés a toute la rigueur des loix (sic> 
mais quel Genre de Chatiment qu' on leur fasse subir, il 
ne pouri^a jamais compenser la perte que leurs crimes vous 
coutcnt. En vous conduisant ainsi, vous aurez encore un 
espoir de rétour a ma confiance et a celle de la nation 
frangaise, 

Au Quartier General de Porto Legnago le l.**^ Thermidor 
4.« année de la Republique une et indivislble. 

sign('^ Augereau (1) 

Ed ecco il testo italiano del proclama quale fu pubbli- 
cato: 

Il generale Divisionario Augereau 

Comandante le tru^^pe Francesi 

NELLE Provincie di Bologna, Ferrara, Romagna etc* 

Ai Popoli di Lugo, e Comuni Circondarj 

Popoli , che da una falsa e perniziosa insinuazione- 
aete stati precipitati nella Rivolta, e nel disordine il pii> 
spaventevole: una severa Clemenza parla ancora in vostro 
favore a coloro, che vi avrebbero oppressi ed annientati, se 



'1^ Archivio Comunale di Lugo — Busta LXXXIX — Lettere dei varit 

Comandanti francesi dirette alla Municipalità di Lugo, 

Ho riportato anche il testo francese del proclama, perchè non V h> 
TÌsto riprodotto altrove. 



J 



La sommossa e il sacco di Lugo 216 

il vostro acciecamento, e V umanità, non avessero eccitata 
per voi la Pietà nel cuore de' francesi giustamente irritati. 

Il Proclama clie io vi ho già fatto è generale; poiché 
voi tutti siete stati colpevoli a miei occhi: ciò nonostante, 
siccome il vero pentimento può molto sopra le anime genero- 
se, e che non respirano che V ordine, e la pace, quelli fra voi, 
che non conservano più lo spirito di rivolga, e di ostilità, 
ritornino alle loro case, per farvi tutto prosperare, e con- 
durvi i giorni tranquilli e quieti. Non v' ha perdono pei 
malvagi ed esecrabili Capi, che vi hanno precipitato in 
questo abisso d'infelicità e di confusione. Io v'impongo 
il dovere di denunciarli, e di farli arrestare voi stessi a 
misura che comparirà qualcuno di essi. Molti di loro sono 
già arrestati, e vanno ad essei*e consegnati a tutto il rigore 
delle Leggi; ma qualunque genere di castigo si faccia loro 
soffrire, non potrà giammai compensare la perdita, che i 
loro delitti ^anno a costare. Conducendovi voi in questa ma- 
niera, voi avrete ancora una speranza di ritorno alla mia 
confidenza, e a quella della Nazione Francese. 

Dal Quartier Generale di Porto Legnago il primo 
Termidor anno quarto della Repubblica una, e indivisibile, 

Augereau 

In Lugo presso Giovanni Melandri Faentino (1). 

Come si vede, anche questo proclama era poco inco- 
raggiante per sollecitare il rimpatrio dei profughi. 

Intanto gli interini Rappresentanti, che, in tempi cosi 
difficili, si erano sobbarcati alla croce del potere, facevano 



(1) Di questo proclama esiste una copia neir Archivio Comunale di Lugo, 
Minutarlo del Luglio 1796. Lo riporta il Rambelli in appendcie, a. p. 43. 



216 A. Lazzari 



quanto era in loro per liberare gli infelici dalle unghie 
deir autorità francese che, avida di vendetta, voleva ad 
ogni costo un' esemplare punizione dei ribelli. 

Il 20 Luglio fu spedito in deputazione a Ferrara 
Vincenzo Zanelli, col duplice incarico di impetrare « dalla 
generosità della Nazione francese j^ la liberazione dei diciotto 
prigionieri e di perorare la causa degli emigrati, « che sul 
dubbio di essere compresi sotto la etimologia di vei'i Capi 
trascuravano il loro ritorno » (1). Accompagnava il Zanelli, 
in qualità di segretario, il notaio Carlantonio Manzieri. 

La scelta del deputato lughese non poteva essere più 
opportuna. Nelle numerose lettere scritte da lui durante 
i diciassette giorni in cui stette a Ferrara, dal 20 luglio al 
6 Agosto, ir rappresentante della piccola Comunità romagnola 
rivela una destrezza e un tatto degni di un fine diplomatico; 
e se egli non potè raggiungere pienamente V intento , ciò 
dipese dalle cirostanze eccezionali in cui si trovò. 

L' ambiente a Ferrara non era certo favorevole ai Lu- 
ghesi. Vi era contro di essi una corrente ostile e una viva 
animosità. I Francesi dai nemici di Lugo (e molto probabil- 
mente dagli abitanti delle Terre vicine) erano stati minuta- 
mente informati di tutto l'accaduto e conoscevano i nomi 
dei veri istigatori e dei capi della sommossa. II comandante 
militare della piazza, il colonnello Bertrando Yann\ era 
indignato per 1' affronto recato alla nazione francese colle 
sevizie fatte ai cadaveri dei due ufficiali. 



^1) Archivio Comunale di Lugo — Busta LXXXIX — Lettere delle de- 
putazioni spedite dxlla Muni'ipalità di Lugo a Ferrarn, Supplica dì V. Za- 
nelli al colonnello Yann in favore degli en:igrati lughesi. 



La sommossa e il sacco di Lugo 217 

La Municipalità ferrarese, anziché caldeggiare « con 
paterno amore » — come aveva promesso — la causa degH 
sventurati Lughesi, teneva bordone air autorità militare. 

Ma il Zanelli non si perdette d' animo Impegnò l'avvo- 
cato Luigi Guidetti, già Uditore della Segnatura di Grazia^ per 
sonaggio autorevolissimo nel partito giacobino di Ferrara, (1) 
il quale, colla promessa di una «ben dovuta ricognizione », (2i 
si prestò di buon grado a secondarlo; si procurò P appoggio 
di Monsieur Filippo Yonn, incaricato provvisoriamente delle 
operazioni sulle Finanze Francesi^ uno di quei tanti impie- 
gati civili che seguivano l'esercito repubblicano e succhia- 
vano il sangue dei popoli conquistati, e — meglio ancora — 
ricorse al valido patrocinio di Madama Yonn, che — come 
scrive argutamente il Zanelli — contava assai suU' jmimo 
del comandate. (3) 

Il 24 Luglio i diciotto accusati comparvero innanzi a 
un consiglio di ^imrra che si tenne nella Fortezza di Fer- 
rar**), sotto la presidenza del capitano Ronat. 



(1) In mia poesìa satirica, attribuita al Minzoni e intitolata Ira Tcmba della 
Repubblica Cisalpina, che l'Antolini pubblicò ia appendice alla sua b Ila 
monogfrafia (Voi. degli Atti citato, p. 240-251) troviamo designato il Guidetti 
con questi versi: 

Guidetti, il losco figlio 

d' un servitor spiantato, 

giunse col studio ad essere 

un celebre avvocato. 
Assassinò famiglie, 

rubò di tal tenore 

che in tempo assai pochissimo 

ci diventò un signore. 

(2) Arch. Com. di Lugo — Busta LXXXIX — Lettera di V. Zanelli in 
data di Ferrara, 21 Luglio 1796. 

(3) Lettera cit. 



228 A. Lagzari 



Bonaparte voleva che le commissioni militari giudi- 
cassero entro ventiquattr' ore , e infatti nello stesso giorno 
— per quanto i testimoni chiamaticela Lugo fossero tra loro 
in contradizione — fu pronunziata la sentenza con cui Palma 
e Randi erano condannati a morte e Bartolotti a un anno 
e un giorno di reclusione (1). 

A grande stento, e valendosi delle forti aderenze che s'era 
procacciate, il buon Zanelli riusci a far sospendere per quel 
giorno il giudizio degli altri quindici accusati, Ano a che non 
fossero giunti da Lugo ulteriori schiarimenti e inf rmazioni. 

Ma i Francesi agivano sempre con precipitosa rapidità: 
il giorno dopo la seduta del consiglio di guerra fu ripresa 
senza attendere da Lugo la risposta alle i)iformazioni ri- 
chieste, e i quindici furono — senza tanti preamboli — giu^ 
dicati. Fortunatamente essi furono condannati a pochi 
mesi di prigionia (2). 



(1) Arch. Com. di Lug^o — Busta cit. Lettera di V. Zanelli in data del 24 
Luglio. Il Zanelli, parlando della condanna di Palma e Pandi, scrive: « Tutti 
forse si salvavano perchè i Testimoni erano in contradizione, ma Y argomento 
addottalo per condannare 6 stata la Nota spedita da codesta Municipalità 
(La Municipalità di Ferrara), con cui restano qualificati per Capi della 
Rivolta; ed il Sig. Comandante crede a detta Municipalità piucchè a qualunque 
Testimonio. > 

Il Baldratl e il Rambelli asseriscono che Palma e Randi furono condan- 
nati per la falsa testimonianza di Giacomo Montanari, pescivendolo. 

(2) Il Zanelli scriveva, in data del 26 Lugflio, ai Pubblici Rappresentanti 
di Lugo: « Le moss* tutte, e risoluzioni de' Francesi, giusta V espf-rienza, si 
fanno senza formalità di Processo, e i loro comandi, se fosse possibile, vor- 
rebbero eseguiti di volo. Pongo in veduta alle Sigg. L.L. 111. me queste verità, 
affinchè sappiano che la loro dichiarazione in favore di questi Detenuti col 
Foglio primo della loro Relazione, mi è giunto dopo che dd Consiglio di 
Guerra erano di già stati sentenziati tutti li dieciotto Carcerati ; cinque dei 
quali . * . rimaranno custoditi in questo carceri . . . sino alla conclusione della 
Face, e gli altri dieci questa notte verranno tradotti col mezzo della Birraglia 
in codeste carceri (a Lugo), por poscia rilasciarli scorsi che siano due Mesi. > 



La sommossa e il sacco di Lugo 219 

Per ordine del comandante Yann, la sentenza venne 
tosto stampata e affissa in doppio testo francese e italiano, 
severo monito ai ribelli. 

Eccone il testo italiano : 

Sentenza data dal Tribunal Militare della quarta 
Divisione dell' Armata d' Italia nel Forte di Ferrara. 



Quest'oggi sei Termidor, Anno quarto della Repubblica 
Francese una e indivisibile (34 Luglio 1796) 11 Consiglio 
Militare radunato per ordine del Capo di Brigata Yann Co- 
mandante Militare di Ferrara, e in virtù della legge del 
secondo giorno a compimento dell'Anno terzo della Repul> 
blica Francese , ad effetto di giudicare nella Fortezza di 
Ferrara, i nominati Filippo Randi nativo di Lugo, e Gioac- 
chino Palma nativo di Forlì, tutti e due incolpati, e con- 
. vinti di aver avuto parte nell'assassinio commesso in Lugo 
di parecchi Francesi. 

Il Consiglio Militare dopo un maturo esame degl'Atti 
d* Accusa portati contro i delti Accusati, e dopo diversi 
interrogatorj fatti loro dal Presidente, ed il Confronto delle 
pruove, non ha veduto in essi, che de' Capi di Rivolta, 
degli Assassini , e de' Scelerati ; e prendendo in conside- 
razione le dinunzie fatte dalle Autorità costituite del detto 
luogo di Lugo, l'arresto di questi Colpevoli, abbandonati 
alla forza armata, lo stato d' insurrezione in cui era la 
detta Terra, e l'Assassinio di parecchi Francesi; che vi 
erano spediti per offrirle l'ulivo della pace; le teste di due 
Repubblicani francesi portate in giro su di una picca per 
tutta la Terra stesila, affln di eccitare il popolo alla Rivolta, 



2iO -i. Lazzari 



o alla carneficina, considerando ancora che il bene di una 
popolazione e la sicurezza delle proprietà esigono che si 
puniscano severamente, abbandonati al rigore della legge 
gli Autori, Motori e Capi, di assassinamento, e di rivolta 
per evitare maggiori disgrazie, in conseguenza del procla- 
ma del Generale in Capite dell' Armata d' Italia, e dopo di 
aver sentito il Capitano Relatore, veduti gli atti di accusa 
contro i sopradetti Randi e Palma, non che la deposizione 
de' testimonj , il Consiglio Militare si è ritirato in Camera 
chiusa, in conformità della legge, e dopo di aver raccolto i 
Voti di ognuno de' Membri, cominciando dal più Giovane, 
risulta che Egli ha condannato e condanna i nominati 
Filippo Randi , e Gioacchino Palma , il primo nativo di 
Lugo, ed il secondo eli Forlì, alla pena di morte. 

Fatto in Fortezza di Ferrara il di sei Thermidor, An- 
no quarto Repubblicano. Sottoscritti Zimmerand, Lacombe, 
Huguene ville fuciliere, Embrun Caporale Forriere, Samson 
Sergente, Rattier Sergente maggiore, Martin sottotenente, 
Donat Capitano, Ronat facendo funzioni di Presidente, e 
Sarrere Segretario. 

Per Copia Conforme. 

Il Consiglio Militare nella medesima Sessione ha fatto 
chiamare il nominato Gìovan Bartolotti, nativo di Lugo, e 
dopo di avergli dato cognizione degli Atti d' Accusa contro 
di lui pronunziati e dopo di aver sentito la deposizione de' 
testimonj, che hanno dichiarato, che il qui sopra detto, era 
stato costretto a prendere la testa già recida di un Fran- 
cese per portarla in cima ad una picca, considerando che 
il sopradetto, non è punto incolpato, e convinto di- aver 



La sommossa e il sacco di Lugo 221 

avuto parte air assassinio de' Francesi, lo stesso Militare 
Consiglio dopo di aver sentito le conclusioni del Capito no 
Relatore si è ritirato in Camera chiusa, in conformità della 
legge. Risulta, che l'opinione de' Membri era, che per es - 
crare, e finire quelle insurrezioni, le quali fecero spargerò 
tanto sangue nella Terra di Lugo, conveniva punire con 
severità, e senza riguardo quelli, che parevano esser posii 
alla testa di tali fazioni. In conseguenza, egli ha condan- 
nato, e condanna il detto Giovan Bartolotti nativo di Lug> 
ad essere detenuto in una prigione della Città di Ferrara, 
e ciò per il corso di un anno c3 un giorno da cominciar(^ 
dall' ora, e dal giorno della sua sentenza. 

Fatto nella Fortezza di Ferrara il di sei Thermidor 
Anno quarto della Repubblica Francese 

Sottoscritti Zimmermand, Lacombe, Hugueneville Volon 
tario, Embrun Caporale Forriere, Samson Serg- nte, Martin 
Sottottenente , Matheron Tenente , Donna (sic) Capitano , 
Ronat facendo funzione di Presidente. 

Per Copia Conforme 
J. B. Sarrere Segretario 

Lista dei quindici Accusati della Rivolta di Lugo: 
Carlo Caroli — Antonio Bassi — Sapienzio Baccarini 
— Francesco Nuvoli tutti quattro accusati di essere com- 
plici dei Capi di Rivolta con Franceie^co Mongardini, e Gio- 
Battista Sassi loro Capi. 

Sebastiano Zani accusato di essere stato a S. Aga\*u 
ed a Massaio mbarda ad nfflgere scritti per sollecitare la ri- 
volta, con minaccia di uccidere quelli, che non si univano 
ad Essi. 



222 A. La»»ari 



Lorenzo Baldrati s' introdusse armato nella Comu- 
nità di Lugo, e chiese agi' Ufflziali Municipali di vedere ciò 
che scrivevano, temendo dicea d' essere tradito. 

Vincenzo Filippi — Gio. Batt.* Belletti sonosi opposti 
al trasporto dei fondi che erano nel Collegio, dicendo, che 
tali fondi appartenevano ad Essi: incoraggivano i loro 
Compagni a fare lo stesso. 

Mariano Galanzi — Sante Ortali — Domenico Colom- 
Hi — Luigi Ghiberti — Antonio Marchesi — Carlo Capra 

— Giovanni Menghini armati per la Rivolta. 

Il Consiglio Militare proseguendo la sua Sessione dei 
G Thermidor, dopo la verificazione delle note delle Auto- 
rità costituite, e del Governatore di Lugo condanna Carlo 
Caroli, Antonio Bassi, Sapienzio Baccarini, Francesco Nu- 
voli, Sebastiano Zanni (sic) ad essere detenuti nelle pri- 
gioni della città di Ferrara sino alla pace che sarà annun- 
ciata dal ritorno delle Truppe nelle terre della Repubblica 
Francese : Condanna altresì Lorenzo Baldrati, Vincenzo Fi- 
lippi, Gio. Brìtt. Belletti, e Mariano Galanzi, Sante Ortali, Do- 
menico Colombi , Luigi Ghiberti , Antonio Marchesi , Carlo 
Capra, Giovanni Menghini a essere detenuti nelle prigioni 
di Lugo per lo spazio di due mesi contando dal giorno della 
Sentenza, e sotto la vigilanza della Municipalità, e del GrO- 
vernatore della detta Terra di Lugo. 

Fatto nella Fortezza li 7 Thermidor Anno quarto 
Repubblicano (25 laplio, 1796). 

Zimerman, Choffret, Coquillon, Embry, Samson , Mat- 

tier, Matteron, Donna, Martin, Ronat, Sarrore. 



La sommossa e il sacco di Lugo 213 



In Ferrara) (1796) (per Francesco Pomatelli al Se- 
minario fi). 



La Domenica 24 Luglio, poche ore dopo pronunziata 
la prima sentenza, ebbe luogo T esecuzione di Gioacchino 
Palma e di Filippo Randi. 

Li assistettero il canonico Onofrio Minzoni — il poeta 
ferrarese — « don Monici Cappellano della Morte, e don 
Ughi Rettore di S. Gregorio ed altri tre Religiosi » (2). 

Furono presi « alla Confortaria al mezzogiorno » — 
narra il solito Anonimo — e alle 6 y, pomeridiane, usciti 
di Fortezza, vennero fucilati sulla Spianata. 

Il Zanelli, al quale avevano fatto credere che V ese- 
cuzione avesse luogo all'indomani (3), seppe più tardi 
dall'Arcivescovo Mattei e dai Confortatori che i due infe- 
lici avevano « fatto una morte invidiabile ». (4) 

Frattanto il deputato lughese, col solito zelo, s'adope 
rava attivamente per ottenere un'amnistia generale da 
Augereau. 



(1) Biblioteca Comunale di Ferrara — Collesioni di Bandi della Repub- 
blica Cisalpina N. 71. 

Questa sentenza è pubblicata per intero dal Fiorini, voi. cit. pp. 580-82 
N. 7G9. 

(2) Anonimo ' Afemon e stor. cit. p. 26. 

(3) Il /anelli scriveva il 24 Lugflio, alle ore i7 d* Italia (una pomeridiaiwj: 
«La Morte dei due Sentenziati succederà domani mattina di buon'era». K 
in una lettera successiva, pure in data del 24 Luglio, alle ore 3 (le 11 
pomeridiane) informa : « Quest'oggi alle ore 22 1[2 (6 1[2 pom.) sono stati 
moschettati i due disgraziati Randi e Palma». 

(4) Lettera del 24 Luglio, alle ere 3. 



224 A. Lazzari 



La pratica era giunta a buon porto e Yann aveva 
promesso di appoggiare la peti/.ione della Comunità di 
Lugo, quando un improvviso avvenimento mandò a soqqua- 
dro tutte le pratiche iniziate. 

La stella di Bonaparte parve per un momento eclis- 
sai*si. Sopraffatto da' le forze preponderanti di Wurmser^ 
che aveva sfondato in tre punti la linea francese, Napo- 
leone, per concentrare tutte le sue truppe, dovette richia- 
mare improvvisamente il corpo che bloccava Mantova e il 
piccolo presidio di Ferrara. 

Il genio del giovane eroe e l'ardita iniziativa di Au 
gereau salvarono le sorti dell' esercito d' Italia , e dopo 
cinque giornate di sanguinosi combattimenti, le armi re- 
pubblicane riportavano una vittoria decisiva a Castiglione 
delle Stiviere (5 Agosto). 

In questa battaglia, in cui Augereau si copri di gloria (1)^ 
rimasero uccisi il colonnello Pourailly, comandante della 
4* Mezzabrigata e il general di brigata Beyrand, i due 
principali attori della repressione della sommossa di Lugo- 
Il generale Robert fu ferito e morì poco tempo dopo. (2) 



(1) Divenuto maresciallo dell'impero, Augereau ebbe il titolo di duca 
di Castiglione. ) 

(2) Correspondance de NapoUhn fed. impcr.) T. I.® p. 6o3 n. 842 —Àn 
Directoire executif — Quartier general, Castiglione, 19 thermidor, an IV 
(6 Agosto 1796): 

«... Nous avons pcrdu le general Beyrand. Cette perfe, tres sensiblo '. 

à Tarmée, 1' a étó plus particulierement pour moi; je faisais grand cas des 
qualités gucrrières et morales de ce brave homme. Ainsi tous les braves 
Ili uront; mais au moins ils mourent avec gioirei Le chef de la 4.e demi-brig^ado 
d' infa tei ie, P curai Uer (Pour.jitly)^ ìe chef de brigade du l.er régimeut do 
liussa ds, Bougon, etc ont ég-alemeiit élé tués Le general Robert a été blessé 

Dal Poi ZI snppiamo ( 'i>. *it f-, 5B9) che il Robeit pochi mesi dopo mori 
sè Ferrara, forse nell* Ospedale di S. Anna. 



La sommossa e il sacco di Lugo 225 



II 30 Luglio Ferrara era stata in fretta e furia abban- 
donata dal colonnello Yann (1». La partenza di lui aveva 



(1> Il Zanelli, in una lettera autogprafa ai Pubblici Rappresentanti di 
Lugo, descrive la improvvisa partenza dei Francesi da Ferrara, con molti 
interessanti particolari. EccoJa: 

IlLmi Siijri St'gri Pr.ni Colmi 

Dopo di aver fatto sicuramente con la piii possibile attività e sollecitudine 
presso il Comandante Francese di questa Piazza e con tanti altri che potevano 
ottenere tutto quello potevasi desiderare dalle S:S.^''e VY. Ill.me mediante 
la consegna del Plico e suoi recapiti in rapporto ai mìei Concittadini per 
cui ce aveva riportata <ju^si sicura speranza di un perdono il più. amplo> 
vn ordino iiinaspettato del Sig. Generale Ausereau (sic) diretto allo stesso 
Comandante Yau (aie) per la sollecita partmza di tutti i Francesi, che 
trovavansi in Città e Fortezza, ha fatto si che il Comandante nel termine di 
tre tre disponga tutto il necessario alla richiesta partenza. Infatti varj 
Uth'ziali a Cavallo si sono portiti per tutti i Quartieri della Città ordinando 
a tutti i Loro Soldati di trovarsi in Fortezza coi Loro bagagli ali* ora 
prescritta. Sulla spianata si sono radouati i cavalli rimasti di Riquisizione 
e questi coi Loro soldati si seno inoltrati per la porta di S. Benedetto a 
Fonte Lago Scuro. 

Il rimanente della Truppa mediante il suono del Tamburo tutta si è 
introdotta in Fortezza ove aspettando il destino del suo viaggio ò soitita per 
la porta del Soccorso. In seguito sopra Cariaggi sono stati posti tutti gli 
amalati che ritiovavansi neli' Ospedale di S. Anna senza lasciarne un solo, 
benché moribondi, ed inolt ati a Porta San Benedetto. 

Restava il Comandante in Castello col suo seguito, e senza far traspirare 
alla Municipalità 1* ordino ricevuto, ha voluto sul momento la somma di 
Hcudi 80.000. Prima però di partire da Ferrara ha ordinato a un suo 
Capitano di portarsi in Fortezza ove g'unto fosse il primo ad inchiodare il 
Canone, perchè dall'esempio si.o tutti gli altri soldati sul momento facessero 
lo stesso a tutti gli altri, che erano in Piazza d' armi in N.^ 86. 

Ciò fatto è stata portata fuori della polveriera la polvere solfurea, e 
gettata nella fossa in tanti sacchi. Indi dal Castello si partì il Comandante 
dirigendosi al Campo; il suo seguito per Bologna con due carriaggi coperti 
contenenti il danaro e telerie (sic). In questo caso è rimasta senza danaro 
la Tesoreria, il Morto di Pietà e Banchi; e trovasi presentemente la Città e 
Fortezza guardata dalla Guardia Civica. Ciò non ostante la Municipalità 
continuerà per ora nella sua autorità tutto che diminuita per la partenza 



^26 



A. LaMzari 



tutto r aspetto di una fuga, e le più strane dicerie comin- 
ciavano a diffondersi. Si parlava di fantastiche vittorie degli 
Imperiali e di disastrose disfatte dei Francesi, e si dava per 
certo r ingresso dei Tedeschi a Ferrara. (1) 

La mattina del 6 Agosto giunse a Ferrara un corriere 
di Pio VI recante una lettera del Papa, con cui si ordinava 
all'Arcivescovo Cardinal Mattei di prendere ufficialmente 
possesso della Legazione a nome della Santa Sede, di 



inaspettata de' Francesi. Dimattina mi porterò dalla medesima per avere i 
^chiarimenti sopra i Concittadini e gli affari pulitici (sic) e con questi io 
piglierò regola por il mio ritorno. Questa nuova consolante sembra che 
influisca non avendo più comando il Francese al ripatriamento dei nostri 
Emigrati, ed alla liberazione dei Carcerati. 

Non assicuro però le SS. W. Ill.me di un felice ritorno dei Concit- 
tadini, mentre a senso di Uomini illuminati potrebbe essere uno strattagiema 
della Nazione Francese per scuoprire gli animi della Città, e fare improvviso 
ritorno nella medesima. Si dice che gli Imperiali siano in poca distanza, e 
sianvi uniti i Veneziani in buon numero, e che per altra parte si avanzino i 
Napoletani. Comunque sia la cosa è certa la partenza. Le SS. W. IlLme 
si regolino con questa sicura notizia, ed ho avuto il pensiero di avvisarlo, 
benché verso le cinque della notte ( V una antimeridiana ) ad ogni buon ri- 
guardo. Intanto con sentimenti di vera stima e solito attaccamento ho V onore 
di protestarmi. 

Delle S. S. V.re Ill.me 



Ferrara 30 Luglio 1796 



U.mo Bev.mo ed Obbl.mo Servitore 
YiNCGNzo Zanslli 



(1) Il Zanclli si affrettava a scrivere ai Magistrati lughesi, in data del 
6 Agosto, mattina: 

« Qui si aspettano di passaggio alcune Truppe Tedesche, le quali si 
pretende vadino ad assicurare lo Stato di Toscana, e segnatamente il Porto 
di Livorno. 

La disfatta de' Francesi sotto Mantova è sempre più che ceita ed indu- 
bitata, conforme altresì la loro dispersione oltre la perdita di un Capitale in 
tutto, per quanto si dice, di circa tre Milioni di scudi. » 



La sommossa e il sacco di Lugo 237 



rialzare gli s'emmi pontifici e di attendere V arrivo del 
Vicelegato Monsignor La Greca. (1) 

E venne infatti il Vicelegato nella notte del 7, ma, 
dopo un abboccamento avuto col Mattei presso Voghenza, 
ritornò immediatamente indietro e si ritirò in Imola presso 
il Chiaramonti. 

Al propagarsi delle prime notizie di sconfìtte francesi, 
le popolazioni (Jella Bassa Romagna esultarono. 

Quando, la sera di Domenica 7, Monsignor La Greca fu 
^i passaggio per Lugo diretto a Ferrara, si rialzarono gli 
stemmi di Pio VI, si indossarono nuovamente le uniformi 



(1) Il Zanelli, giubilante di gioia, avvertiva i suoi concittadini dell'arriva 
dol corriere pontificio. Ecco la lettera: 

III mi Big ri Sig.ri Pr.ni CcLmi 

Dopo impostata la Lettera diretta alle Sigg. L. L. m.me, è giunto un 
Corriere di Roma diretto a questo E.mo Arcivescovo, il quale, per quanto 
si dice, si asserisce general m'unte e costantemente, abbia portata la fausta e 
gioconda nuova che noi tutti divcremo nuovamente sotto il Dominio e ^ odrstà 
del Papa, che Iddio lo faccia; e che i Tedeschi entreranno in Ferrara 
Lunedì prossimo (V otto Agosto!) per pigliare il possesso di questa Città o 
sua provincia, per quindi cedetlo (sic) ai Rappresentanti del Papa, che 
saranno quattro di questi più probi ed onesti Cavaglieri. Queste nuove le ho 
avute così in confuso, e per la allegrezza di notificalo alle Sig.e L. L. IlI.mo 
prima che parta la Post», mi sono r servato di verificarle quest* oggi dalla 
voce ed accerto di soggetti di veruna eccezione. Se co è vero, come dobbiamo 
fermamente credere, eccoci fuori da quei pericoli che ci sovrastavano i Fran- 
cesi e suoi Pnrtitanti; e frattanto pel di più riportandomi air altra mia» 
pieno deir usata stima ho V onore di dedicarmi 

delle Sigg. L L Ill.me 

Ferrara 6 Agosto i706 Ore 18 italiane (2 pomeridiane) 

U.mo Dec.mo ed Obbl.m') Strvitore 
Vincenzo Zanelli 






228 A. Laazari 



pontificie, si fregiarono gli abiti della bianca coccarda pa- 
palina, e si fecero clamorose dimostrazioni di giubilo (1). 

La Municipalità di Ferrara invinva ai Lughesi il 9" 
Agosto un solenne rabbuffo (2), e anche il mite Chiaramonti 
scriveva una breve lettera, lamentando che per il passag- 
gio di Monsignor La Greca se ne fossero « fatte molte » (3). 

Ma la delusione prodotta dalle vittorie di Bonaparte e 
il ritorno del presidio francese a Ferrara (18 Agosto) non 
abbatterono l'animo indomito dei cittadini di Lugo, fiduciosi 
sempre in una prossima riscossa delle armi imperiali. 

I voluminosi carteggi dell' anno 1796 che si ::onservano 
nell'Archivio comunale rivelano tanti particolari, che atte 
stano dell'ostinata avversione dei Lughe-ìi per il dominio 
repubblicano. 

II comandante militare di Ferrara Bertrando Yann, un 



(1) I Pubblici Rappresentanti di Lugo scrivevano alla Municipalità di 
YerrtLTSk, il 10 Agosto, cercando di attenuare la gravità dei fitti: 

« Domenica scorsa (7 Agosto) in occasione del passaggio di Monsignor 
Ija Greca, nel Lunedì sussegu nte due o tre particolari inalzarono lo Stenuna 
Pontificio ed Alcuni pochi la Coccarda papalina, e non V Uniforme, non si 
mancò per parte nostra d' opporsi a tale inopportuna Novità.^ » 

£ ]a lettera continua : <... abbiamo coacepito ima Notificazione, colla 
quale vien jìToibito a Chicchi ssia d* inalzar stemmi , portar Coccarde ed 
Uniformi di qualunque estera Potenza sotto pene le più grav«, e ad arbitrio 
della Carcero ed altre ecc. (Ardi. Oom di Lugo, Minutario dell'Agosto, 1796). 

(2) La lettor/x è in tutto simile a quella inviata dalla Municipalità fer- 
rarese a quella d'Argenta, pub»^licata dall' Antoliai a p. 69 del vcl. cìt. in nota. 

(3) Ardi. Com. di Lugo. Bimta LXXX'X. Lettera del Card. Chiaramonti 
in data di Imoìa, 10 Agosto. Il Cardinale aggiunge ancora: 

« In la'iO «tato di cose esortinmo vivamente lo SS. LL. Ili. me ad ado- 
perarsi con t.ittf> ì* i"npe?no, po-chè tutti si uniformino a quanto lo (sir) verrà 
ordinalo dalla Po'IpsI^ elio attuaimonte f»omanda, e desistine da ogni novità 
CMitraria alli d.sposizioiii Uaìo dalia medesima. » 



La sommossa e il sacco di Lugo 229 

<;x ciabattino di Provenza (1\ che aveva guadagnato il grado 
di colonnello sui campi di battaglia della Rivoluzione, tentò 
•di guadagnarsi V animo di questi perpetui ribelli colle cor- 
tesie e colle blandizie. 

Volle che anche in queir anno calamitoso si tenesse la 
consueta Fiera, la quale per la prima volta durò dal 4 al 22 
Settembre, e -fece anche aprire il teatro per la stagione di 
gala. Non si potè allestire il solito spettacolo d^ opera, ma si 
ebbero invece recite di ce Tragedie, Comedie, Tragicomedie 
-e Farse oneste però e permissive », come é detto espres- 
samente nella scrittura stipulata coir impresa. (2) 

L'8 Settembre Bertando Yann si compiaceva di ono- 
rare Lugo di sua presenza, e in quell'occasione, per pre- 
ghiera dei Pubblici Rappresentanti, fece pubblicare un editto 
in cui erano definiti i <r malvagi ed esecrabili Capi > e» 
«elusi dall'amnistia cheAugereau aveva accordata ol suo 
proclama del 1.^ Thermidor (19 Luglio), 

L' editto è in data del 1.^ Settembre (21 Fructidor) (3) 
Eccolo : 



(1) Tolgo questa notizia da una lettera della corrispondenza Varano 
pubblicata dall' Antolini a p. 65 del voi. cit. in nota. 

(2) Cfr. Arch. Gom. di Lugo. Rogiti Manzieri dal 1795 al 1796 — e Scrit- 
tura con Capitoli per V Impresa del Pubblico Teatro di Lugo nella Fiera. 
4eir anno i796 per le Rappresentarne Comiche. > 

(8) Veramente questa die h frazione dei Capi fu ottenuta da Luigi Zac> 
-cari, che il 27 Agosto, con Francesco Valvassori, andò in deputazione a Fer- 
rara presso il colonnello Yann. 

Ecco la lettera originale di Yann in data del 31 Agosto: Arch. Com. di 
Lugo — Busta LXXXIX) : 

Ferrara ce 14 fructidor (31 Agosto) Tan. 4 de la Republique fraa^aise 
Le Chef de brigate Commandant la place et le fort de Lugo 
A Messieurs les Membres Municipaux 

De la Ville de Logo 



2S0 A. Lazmri 



Uguafilianza Libertà 

la nome della Repubblica Francese 

il Comandante della Plasma e fo7'te di Ferrara 

Mi ha pregato la Municipalità di Lugo a dichiarare IF 
Capii di rivolta, eccettuati nel Generale Perdono generosa- 
mente accordato dal Sig. Generale divisionario Augereau con 
siio Proclama del primo Thermidor Anno corrente. 

I«) dunque dichiaro Capi di Rivolta quelli che hanno 
piféso il Coniando, ed hanno marciato contro li Francesi 
alla Testa de' Rivoltosi, avendo le armi alla mano. 

Dichiaro anche Capi di Rivolta quelli, che sono an- 



Messìeurs 

Vos Deputés ont paru chez Moy et voi ci en peu de mots la reponce (sic)- 
qné jo Itftir ai faite. 

Je desig^ne chef (sic) de revolte ceux qni ont pris le Commandpm'ent et 
oiit marche contro les fran9ais a la téte des Rovoltés a3^ant les armes a la 
inaln. ^ 

Sont designés encore cornine chcfs de revolto ceux qui sont allez (sic}- 
ds Maison en Maison poiir exciter les habitans a s' armer et qui les ont en- 
eouragós par leur exemple — voila les chefs do rovolto designés 

Sai ut et fraternitó 
B.d Yann 

P. S. enfin tous ceux et celle (sic) quy (sic) ne sont pas convaincù dir 
tei fait sont compris dans le pardon deja accordé cornine tous ceux qny doni 
eté obi igea par la force de donner pain vin viande et memo forcés de marchcr 
Avec les i^rigands contro les Frangaìs sont compris dans le pavdon. 

B.d Tanti 
A Mcssiéuirs 
Lea M^mbies Municipaux 

d«i la Coinmune de Lugò 

à Lùgó 

(Arch. Cjm. di Liigo Busta LXXXIX> 



La sommossa e il sacco di Lugo 231 

dati di Casa in Casa per eccitare gli Abitanti ad armarsi , 
e gli hanno incoraggiti col loro esempio. 

Finalmente tutti quelli e quelle che non sono convinti 
dì tai fatti sono compresi nel Perdono di già accordato. Vi 
sono anche compresi quelli, che dalla forza sono stati ob- 
bligati a somministrare Pane, Vino, Viveri, ed altro. Inoltre 
vi sono compresi quelli che sono stati forzati a marciare 
con i Briganti contro i Francesi. 

Sono quindi avvisati tutti gli altri, che non hanno 
prese le armi come Capi, a ritornare al pie presto alla loro 
Patria, per profittare del Perdono accordato. 

Dato in Lugo li 21 Fruetidor - Anno quarto della 

Repubblica Francese. 

B. Yann 

In Lugo presso Giovanni Melandri. 

Nella stessa occasione Yann formò un Comitato mili- 
tare, organizzò la Guardia Civica (1) e, ad istanza di una 
deputazione di Israeliti, ordinò che — secondo le prescrizioni 
deir editto di Saliceti promulgato a Ferrara — anche gli 
Ebrei del Ghetto di Lugo fossero ammessi a godere i diritti 
civili (2). 

Quando Pio VI — riusciti a vuoto i negoziati di Fi- 
renze — alla fin di Settembre richiamò in vigore la Noti- 
Jlca^ione de! 31 Gennaio 1793 e ordinò nei suoi stati la 



(1) I capitani deUa Guardia Civica farono i seguenti : Per la strada di 
Polig-aro e Brezzi Giovanni Pignocchi ; per la strada di Codalunga il Dottor 
Giuseppe Azzaroli; yer la strada del Limito ( S. Maria) Giuseppe Zanelli e 
per la strada di Cento Antonio Manzieri. 

(2) Vedi i documenti relativi neir Appendice III.* 



232 A, Lascia ri 



leva in mass**, per far fronte air armata repubblicana e 
riconquistare le Legazioni perdute, Lugo divenne un centro 
di agitazioni e di trame politiche. 

. I mercati sett' manali del Mercoledì servivano di con- 
vegno per prendere accordi e per concertare piani; si ave- 
vano segrete relazioni e intelligenze colle città limitrofe, 
Ravenna, Imola e Faenza, ovp erano concentrate le truppe 
papali , (1) e vi furono molti Lughesi che passarono a 
militare sotto gli stendardi della Chiesa. 



(1) Ciò trapela dai cartegfgi del tempo e dalle magare giustiBcazioni dei 
Pubblici Rappresentanti lughesi , i quali V 8 Ottobre scrivevano a Serafino 
Filoni: 

« Quanto è stato scrhto al Signor Oommiesario ed a codesto Senato as- 
solutamente non regge, cioè che qui si face ano complotti, si opprima il Po- 
polo per ridurlo alla disperazione, e si tentino coalizioni colle circonvicino 
Comunità della bassa Romagna ed altre etc. » 

I Magistrati fanno sapere che i Deputati delle Comunità vicine si erano 
varie volte riuniti a Lugo « a trattare affari d* acquo e altri di comune in- 
teresse , come risulta da atti pubblici. » 

( Minutario dell' Ottobre 1796 — Lettera «11* Uditcro Filoni ). 

Più sintomatica è questa lettera scritta dall* / mministrazione Centrale 
di Ferrara alla Municipalità di Lugo (Arch. Com. di Lugo, Busta LXXXVIII). 

Ferrara 17 Ottobre 1796 
Libertà Eguaglianza 

L* Amministrazione Centrale del Ferrarese 

Non ignoriamo, o Cittadini, che il vostro Bargello fu incaricato da Roma 
d* un Piego di Manifesti, Istruzioni otc. da pubblicare, e che Egli a Voi lo 
consegnò. Egli è perciò che a Voi ci dirigiamo perchè vogliate a Noi inviarlo 
ed istruirci insieme della Persona nominatamente, che glielo commise. Torna 
ciò alle comuni politiche vedute, e ve ne saremo grati. 

Salute e Fraternità 

por r Amm. Centrale 
G. B. Boldrini - Presidente 

per il Segretario - Buonafede 



La sommossa € il sacco di Lugo 233 

Nella notte del 17 Noveri. bre vi fu un tentativo di 
sommossa provocata da una ventina di fuorusciti lughesi, 
complici d^lla rivolta di Luglio e in gran parte arrolati 
tra i volontari pontifìcii eh' erano di stanza a Faenza sotto 
gli ordini del tenente colonnello barone Ancajàni. Questi 
rivoltosi, tra i quali era il fratello del Fabbrone^ ostentando 
sul cappello la cocca. da papalina, entrarono armati in 
Lugo coT intenzione di <sc mandare in fumo » la Guardia 
Civica, e poterono impunemente rimanere in paese sino 
a mezzodì del 18 (1). 

l decreti e gli editti dell' Amministrasione Centrale 



(1) Arch. Com. di Lugo - Minutario del Noveirbre 1796. 

Lettera al Barone Anccjani Tenente Colonnello Comandante le Truppe 
Ponti fide — Faenza — (in data del 19 Novembre 1796). 

Neil* Arch. Com. di Lugo, nella Busta che reca T intestazione < Guardia 
Civica 1796 al 97 *, troviamo un rapporto del capitano Antonio Manzieri , il 
quale molto bUndamenlo dà una relazione dei fatti avvenuti nella notte del 17. 
ìSc'Coiido il Manzioii — ole si studia per quanto è possibile di smorzare le 
tute — si trattava di circa < 20 persone che facevano complotto e che ave> 
vano la Cocarda ' hp lina e che volevano mandare in fumo la Guardia Civica. » 
« Difatti — continua il Vianzieri — circa le ore 4 ed un quarto (verso le 
dieci pomeridiane) furono di queste (persone) vedute alla Cantonata di S. Rocco 
in numero circa di dieci, fra' quali il Zani detto Bajentino, Vincenzo Am- 
brosi, il Taroni detto il Frabbetto, Giuseppe Muschini, Omobono Faccani che 
stanno in Faenza perchè banditi da Lugo, con altri seco uniti di Lugo, de* 
quali non si seppe il loro nome né cognome » ( prudt?nte silenzio ! ) 

E il buon capitano continua : « Le armi che aveva in dosso il Zani sono 
pistole quattro, quali siano le altre che tengono indosso i nominati non si 
sanno, perchè vanno intabarrati. » 

Con altrettanto riserbo e circospezione scrivono, in data del 20 Novem- 
bre, i Pubblici Rappresentanti al Garavini , membro della Centrale : • Ri- 
spetto al Fratello del Fabbrone non si sentirono che voci effimere: bisogna 
credere difatti che qucst* uomo si restringesse a mere i)arole dettate dall' U- 
briachezza ... perchè il Tenente di Campagna che si trovò presente non ne 
fece alcun caso. > 



À 



234 A. Lazzari 



del Ferrarese^ nella quale Lugo era degnamente rappresen- 
tata dsìV eloquente abate Giacomo Filippo Garavini, rima- 
nevano lettera morta. La Municij)alità di Lugo o con spe 
cìosi pretesti, o con tergiversazióni o con cavilli faceva una 
sorda e costante opposizione agli ordini pressanti e im- 
periosi della Centrale. 

Le cose giunsero al pUnto che, nella notte dal 26 al 21 
Dicembre, alcuni volontari pontifìcii lughesi, in uniforme,, 
ebbero V ardire di insudiciare — per isfregio — lo stemma 
della Repubblica francese ch'era posto sulla porta della 
Gabella, proprio di fronte alla caserma dei Birri. (1) Era 
troppo. Il colonnello Yann montò su tutte le furie e citò 
entro ventiquattr' ore a Ferrara Domenico Antonio Zanelli, 
Priore per il bimestre Novembre - Dicembre, perchè gli ren 
desse stretto coilto dell' oltràggio fatto alla Nazione francese- 

Dall' altro canto il Commissario Saliceti, il quale 
-^ per opera di valide intercessioni — (2) aveva promesso 



(1 Cfr. Minutario del Dicembre 1796 (lettera del 28 Dicembre aU* Am- 
ministrazione Centralo) e Minutario del Gennaio 1797 (Lettera del 2 Gen- 
naio a B. Yann.) 

(2) Noir Arch. Com. di Lugo, Busta LXXXIX, Lettere dei varii Co* 
mandanti francesi, si conserva la copia di una lettera di Saliceti (non sap- 
piamo se nel te&to originale o nella traduzione italiana) scritta da Castiglione 
il 14 Luglio (26 Messidor) e indirizzata indubbiamente alla contessa Ma- 
rianna Gnudi Rossi, la quale, in questi frangenti, tanto si adoperò in favore 
di Lugo e dei Lugliesi. Ecco la lettera: 

Bai Quartier Generale di Castiglione il 26 Messidor 
V anno 4^ della Repubblica una e indivisibile. 

lo vi ringrazio, Signora, dello espressioni di amicizia, della quale ini 
date una testimonianza cosi lusinghevole nella vostra Lettera di jeri. Sarà 
una vera fesia per me di sollevare i vostri Compatiiotti, e meritare per 



La sommossa e il sacco di Lugo 235 

di condonare in parte — dopo il sofferto saccheggio — 
la quota dì scudi 55570: 06: 8 spettante alla Comunità di 
Lugo per la contribuzione imposta alla provincia di Ferrara, 
« esacerbato per le maligne rappesentanze » (1) fatte sul 
conto dei Lughesi ribelli, < sospese di condiscendere alle 
grazie alle quali era disposto » (2), col pretesto che Lugo 
s'era « rimessa dalli danni del Saccheggio t. 

E Lugo dovette subire, nel Settembre, la requisizione 
dei cavalli e quella dei buoi, « malgrado lo spoglio della 
prima specie » subito nel saccheggio e <r ad onta della 
perdita cagionata. • . nella seconda dalla furente epizoozia » 
che imperversò alla fine di Agosto. (3) Finalmente i Lughesi 
furono costretti a pagare l'interesse della somma assegnata 



questo mezzo di più in più la continuazione della stima, di cui vi degnate 
onorarmi. 

Scrivo in questo punto alla Municipalità di Ferrara, per invitarla a ri- 
sparmiare gii Infelici Abitanti di Lugo, alla sorte de' quali, come è giustis- 
simo, "\ oi prendete un sì grande interesse. 

Io conto che il Magistrato del Popolo di Ferrara, geloso di unire con 
delle beneficenze gli interessi degli Abitinti della Campagna a quelli della 
loro Città, useranno con tutta la moderazione, con i riguardi dovuti agli In- 
felici del Diritto che avrebbono di far pagare delle Coatribuzioni agli Abi- 
tanti di Lugo; ma se contro la mia aspettativa, accadesse altrimenti, po- 
tranno dirigerai a me, ed io vi prometto di accogliere la Loro domanda, con 
quell'impegno, che m'imporrà Ja giustizia. 

Fate gradire, ve ne prego, i miei rispetti a Madama Gnudi, e i miei 
complimenti a v.ro Sig.or Fratello, e contate popra i sentimenti, che io vi ò 

dedicati. 

Saliceti 

(1) Minutario dell' Ottobre 1796 — Lettera dell' 8 Ottobre al Marchese 
Gnudi. 

(2) Lettera all'Uditore Filoni (8 Ottobre) cit. 

(3) Arch. Com di Lugo, Aiti Consigliavi cit e. 198 r Seduta del 5 Di- 
cembro 1796. 



236 'A. Lazzari 



per la contribuzione, in ragione del G per cento, interesse 
che fu cai olato a Scudi 3334:20 Invano si ricorse air au- 
torevole inten^essione del marchese Antonio Gnudi. Salice 
non gli rispose nemmeno. Il Direttorio, al quale i Lughesi 
ave % ano fatto pervenire le loro querimonie, per mezzo dei 
commissari Guiccioli e Massari mandati in deputazione 
da Ferrara a Parigi, fece rispondere che € essendosi la 
Terra di Lugo rimessa, era... in istato di poter supplire... 
proporzionatamente a quanto gli spettava » (1). 

Caduta ogni speranza, vinto a Rivoli (14 Gennaio 179T; 
il maresciallo Alvinizy, che scendeva a liberare Mantova, 
fu giuocoforza cedere e pagare (2). 

Ma oramai gli avvenimenti precipitavano. Il 2 Feb- 
braio cadeva in potere dei Francesi l'ultimo baluardo degli 
Imperiali in Italia ; nello stesso giorno le truppe repubbli- 
cane, superate le deboli resistenze opposte dai volont.arii 
pontifìcii al ponte del Senio, entravano vittoriose a Faenza. 

I Lughesi si indussero solo il 17 Febbraio a piantar 
r albero della libertà (3) sulla piazza del Carmine; e quei 



(1) Arch. Com. di Lugo - Busta LXXXVIII - Lettera di G. F. Garaviri 
del 23 Novembre 1796. Il Garavini riporta un paragrafo di una lettera dei 
Commissari ferraresi scrìtta da Parigi il 9 Ottobre. 

(2) Il 3 Febbraio 1797 da Macrobio Sangiorgi , cass'ere comunale, fu- 
rono depositati al Monte di Pietà di Ferrara Scudi 1572:72:2 che rappresen- 
tavano la prima rata semestrale degli interessi della somma assegnata a Lugo 
come quota della Contribuzione. 

(3) L' Amministrazione Centrale, con lettera, dell' 8 Febbraio, mandava 
un ultimo appello ai riottosi Lughesi, perchè inalzassero 1* albero della li- 
bertà e spiegassero il vessillo tricolore. Sentiamo in questa lettera lo stile e 
il frasario del Compagnoni, segretario della Centrale : 



La sommossa e il sacco di Lugo 237 

luoghi stessi ove s' era svolta la famosa sommossa diveni- 
vano poco dopo teatro di curiose gazzarre demagogiche (Ij. 
Il 22, a Bologna, don Serafino Filoni e il lughese av- 
vocato Francesco Giovannardi, si presentarono nel palazzo 
Caprara a Bonaparte, ritornato la notte prima da Tolen- 
tino, (2) per chiedere un' amnistia generale in favore di tutti 
i compii- i della rivolta. 



• Cittadini, non è più perdonabile alcun indugio. Siete ommai {sic) sot- 
t* occhio a chi ce ne ha fatto il presente, V invitto inunortal Bonaparte, pronto 
sempre ad irrigarlo di sudori e di sangue perchè frondeg^fi e viva. Fate 
risuonare le vostre contrade di voci analoghe alla sì prodigiosa riggeacrazioa 
nostra che ci fa giganti appena nati. Non defraudate voi stossi di un tal' onore 
e Noi di altrettanto contento » 

(li Brxlflratiy Istoria cit : 

« Li 23 Febbraio paaalt'mo giorno di carn^vAle, si feo3 uà gran pranzo 
nella sala del Colleggio Trisi apparata con in mezzo il ritratto di Bonaparte 
generale delle Armate francesi. 

rea il mrjzzogiorno si presentarono al Pubblico sulla Ringhiera del 
Colleggio due ragazzi vestiti alla cispadana cioè di color verde orlato di rosso, 
tenenti in mano rami di olivo e coi piedi calpestando la Coirona regale. P.idro 
Melchior Oltramari dell' Ordine dei Carmelitani lasciossi vedere in m-^zzo ai 
suddetti Fanciulli vestito noli' istessa guisa e con berrsttone in capo. Con- 
vocò il popolo a suon di tromba S:3bastiano Emaldi dilla Ringhiera, ed Oltre- 
mari, fattogli il cenno cho taco=ise diss? ad alti voce: O voi che m'ascoltate, 
benché ieri fossi vestito da' Frate, nò ora, uè poscia mi dovete conoscere e 
chiamare per Padre, essendoché i Preti ed i Frati sono tutti ingannatori e 
mariuoli , e fia meglio che gridiate con me : Viva la Repubblica e morte a 
tutti i Heligioii. Dopi questo discorso si ritirò coi due Rigazzi al Pranzo 
preparato nella sala, il qual Unito tutti i Patriotti e la Municipal tà... si porta- 
rono nel Quartiere della Guardia Nazionale ^ dove il Denunzio Giuseppe De 
Lucca portò quattro fasci di legna per far fuoco e Sebastiano Orlali coi 
Mariano Dal Pozzo port irono i Robboni e la Bolla del Baon Governo fatta di 
Clemente Vili e il Libro d* Oro in cui erano scritti tutti i nomi dei Nobili 
Cittadini, ed abbruciata la Bolla o il Libro, le Ceneri furono gettate nel fosso 
cho girava intorno della Rocca dotta la Balzanella, e la sera vi fu ìIIm mina- 
ione por tutta la Comune ed in Teatro Veglione gratis. » 

(2) Bologna Nuova — Cronaca cit. ms nella Comuuale dì Bobgna: 

« 22 Febbraio. Nella sborsa notte fece qua ritorno il Generale Bonax)arte. > 



238 A. Lazzari 



Il grande guerriero amava di atteggiarsi — come Ce- 
sare — a magnanimo e clemente. Au-orevoli intercessori, 
a cui egli ben volentieri porgeva l'orecchio, avevano fatto 
giungere la loro voce sino a lui: il Cardinal Chiaramonti , 
col quale, di passaggio per Imola, aveva avuto un lungo 
colloquio, il marcliese Gnudi, la contessa Marianna Rossi 
e forse il conte Caprara, interprete ufficiale dei sentimenti 
di tutti. 

Bonaparte dunque accordò la grazia, che certo aveva 
già in pectore^ e la Municipalità gli inviò immediatamente 
una deputazione composta del conte Domenico Rossi e del- 
l' ex Priore Cesare Zaccari, per ossequiarlo e presentargli 
questa lettera di ringraziamento: 

Libertà Eguaglianza 

Lugo li 24 Febbraio 1797 (v. s.) 

La Municipalità 

Al Cittadino Buonaparte Supremo Comandante 

dell' Armata Francese in Italia 

Invitto Eroe 

Ci significano li nostri Cittadini Serafino Filoni e France- 
sco Giovannardi d'essersi presentati a Voi in Bologna nella 
giornata dello scorso Mercoledì 2Ì corrente nella Casa del 
Cittadino Caprara, implorando dalla vostra magnanimità 
un generale Perdono per li nostri Cittadini eh' ebbero parte 
nella infelice Rivolta di questa nostra Patria. Ci ri feriscono 
ancora clie vi siete degnato con inudita generosità di assi- 
curarli della Grazia per cui vi hanno supplicato. 



La sommosjsa e il scacco di Lugo !S99 

Invitto Eroe, nulla di più glorioso per Voi, di pili 
<:onsolante per Noi. Noi vedremo ricondotta per vostro 
Dono singolarissimo la Pace, la tranquillità tra li nostri 
Cittadini: Voi avete coronate le vostre Vittorie con un Atto, 
<?he renderà sempre più celebre il vostro Nome nell' Italia. 

I nostri Cittadini Domenico Rossi e Cesare Zaccari 
vengono incaricati di farvi a nome nostro li più copiosi 
rendimenti di grazie , e di pregarvi a compiere V opera 
del vostro Cuore con un Proclama che assicuri le Persone^ 
V interesse^ V estimazione di tutti; e a Tutti renda comuni 
le conseguenze del non mai abbastanza deplorato Popolare 
furore. 

Non ci dobbiamo difondere (sic) più a lungo sopra 
un ogget'o, nel quale il vostro Cuore ha già preso un' inte« 
resse quasi spontaneo: gli stessi nostri Deputati faranno 
a voce gli ulteriori doveri , che e' incombono. Una cosa 
però non dobbiamo ommettere : il vostro Nome sarà sem- 
pre immortale presso di Noi : sarà eterna la postra ricono- 
scenza. Siateci Padre e Protettore: Noi vi saremo inces- 
^antenaente Figli amanti e sudditi fedelissimi. 

Salute e Rispetto 

Componenti la Municipalità. (1) 

Luigi Borea Buzzaccarini 
Filippo Castellani 
Antonio Verlicchi 
Prospero Nuvoli 
Giuseppe Polzi 



(1) Archivio Com. di Lugo — Minutario di lettere scritte nel Febbraio 

1797. 



240 A, Laegari 



Con decreto del 25 Febbraio (7 Ventose) Napoleone 
concedeva un' amnistia generale a tutti indistintamente gli 
emigrati della Bassa Bomagna che fossero stati complici o 
capi della rivolta di Lugo. 

Il 3 Marzo, in doppio testo francese e italiano, era 
pubblicato il seguente proclama firmato da B. Yann: 

Armata d' Italia 
Libertà Eguaglianza 

Ferrara li i3 Ventoso^ Anno quinto della Repubblica Francese 

Il Capo di Brigata Yann 

Comandante il Ferrarese 

ai membri componenti la Municipalità di Lugo. 

PROCLAMA 

Veduto r ordine del Generale in Capo in data dalli 
7 Ventoso che accorda un Amnistia a tutti gli abitanti di 
Lugo e Bagnacavallo che si erano allontanati dalla loro 
patria, sia come Ribelli, Complici o Capi della Rivolta che 
ha scoppiato in questo Paese e sperando che li detti abitanti 
rientrando nella loro Patria , si porteranno d' una maniera 
irreprensible, conformandosi alle Leggi: atteso che V errore 
del momento è cagione che si sono portati a tali eccessi, 
-e che vi sono stati costretti e forzati da secrete pratiche, 
eccitate contro i vincitori dalli nemici della loro Patria. 

Ord ni quanto segue: 

Articolo 1.^ — Li abitanti delle Comunità di Lugo e 
Bagnacavallo, che si ei-ano allontanati dalla loro Patria 



l 



La sommossa e il sacco di Liigo 241 

air occasione della Rivoluzione che s:oppiò in questi paesi 
nel mese di Luglio scorso potranno rientrare senzachè 
possano essere impediti e molestati da chi che sia. 

Articolo II.^ — È proibito a ciaschedun Cittadino di 
rimproverare la fuga ad ogni individuo che rientrerà sotto 
pena di essere- castigato di prigione, ed anche più severa- 
mente secondo il caso. 

Articolo IH."— Li detti fuggitivi abitanti che rientre- 
raimo, saranno tenuti di uniformarsi ai Regolamenti delle 
Amministazioiii, siccome gli altri cittadini. E questo sotto 
l'ispezione de' Municipali. 

Fatto e spedito in Ferrara V anno, e giorno come sopra. 

B. Yanc 

La grazia ottenuta da Bonaparte e la conseguente 
amnistia furono considerate come un trionfo del benemerito 
Filoni. 

Quand' egli mori, ancora in verde età, nel Luglio del 
1804, gli si fecero solenni funerali e si pubblicarono versi 
e prose in suo onore (1). Gli venne persino decretato un me- 



(1) Nella Biblioteca Comunale di Lugo si conserva un manoscritto 

(K. 383) intitolato: 

Libro di Memorie \ delle cose piU rimarchevoli | che giornalmente succedono \ 
nel paese di Lugo e fuori \ incominciato da me Agostino Poggiali \ alli 
i4 Novembre - i798 \ e terminato alli 30 Luglio 1804. 

A p. 170 si legge: 

Luglio 1804 

Adi 30 detto. Da varj Signori Associati questa mattina nella Chiesa di S. 
Francesco tutta apparata a lutto, si sono celebrate solenni Esequie al Chia- 
rissimo nostro Concittadino Avvocato D. Serafino Filoni. Dopo la Messa 
cantata in musica, recitò un* Orazione funebre il Dottissimo P. M.^ Giuseppe 



I 

t 



242 A. Lasjfari 

daglione in creta — opera del lughese Zabberoni — col metto 
« A Serafino Filoni liberatore della Patria. » (1) 

L' epiteto ampolloso supera di gran lunga il vero me« 
rito del buon prete lughese, ma molto si deve attribuire alla 
rettorica patriottica di cui era infarcitala vita politica d'al- 
lora. 

Basta scorrere i documenti del tempo per convincersi 
che il Filoni si prestò bensì con zelo a patrocinare gli 



Bossi di Lugo. Ri dispensarono per la Chiesa sei copie di Poesie, una delle 
quali fu mandata perfino da Milano tanto era stimato il Benemerito nostro 
Filoni anche appresso gli Esteri. Le rare sue doti e singulari sue virtù gli 
han procurato appresso di tutti e specialmente della sua Patria quest* atto 
di gratitudine m ìritevolmente dovutogli, mentre un cosi raro Soggetto, non 
mai pianto aSbastanz i, lasciò dopo di se una troppo cara memoria ». 

Fu pubblicato nel 1804 T Elogio del Padre Rossi, e un altro prolisso 
Elogio anonimo si stampò a Foligno nel 1805. 

La Raccolta di Poetici componimenti scrìtti in onore del Filoni usci 
coi tipi di Giovanni Melandri nel 1804. 

(1) Questo medaglione si conserva in una sala della Biblioteca di Lugo, 

Ambrogio Bongfiovanni, ex - bibliotecario della Comunale di Lugo, in un 
anonimo opuscolo per nozze Filoni - Ballotta (Lugo — Tip. Ferretti — 1892[) 
pubblicò alcune notizie biografiche, non molte esatte, di Serafino Filoni, pren- 
dendo forse troppo alla lettera i panegirici degli Elogi stampati. 

Ad attestare le patrie benemerenze dei Filoni, il B. mette in luce tre 
lettere inedite che si riferiscono ad una deputazione mandata dalla Municipa- 
litli di Lugo a Saliceti verso la fine di Settembre del 1796. 

Si doveva trattare della esportazione della canapa vietata allora dal SaU- 
oeti e -— vexata qiMiestio — della definizione dei veri Capi della rivolta a 
del perdono a loro favore. Erano stati eletti deputati, co] Filoni, Vincenzo 
Zanelli e il Priore del bimestre. Cesare Zaccari. U Filoni prima declinò T in- 
carico, allegando le gravissime occupazioni che non gli permettevano di la- 
sciare neppure per pochi gfiorni il suo uffizio (lettera del 21 Settembre, p. 
6) poi, essendo venuti i deputati lughesi a Bologna, egli, cogli altri, si pre- 
sentò a Saliceti e fu il relatore dalla, deputazione. 

Parlò < di tutti gli oggetti con ordine, con preoisione, e con enargìA*? 
ma non ottenne da Saliceti che risposte evasive. 

I documenti pubblicati in quest' opuscolo non ci dicono altro. 



b 



La sommossa e il sacco di Lugo 243 

interessi della sua patria, trattando col Saliceti e colle au- 
torità militari francesi ogni qual volta ne ebbe l'incarico 
dai suoi concittadini, ma in fondo non fu altro che un 
agente di Lugo a Bologna, un collaboratore di Vinceii- 
zo Zanelli e di Cesare e Luigi Zaccari, che molto più di 
lui, e con miglior fortuna, si adoperarono per il bene del 
Horo paese. 

Con Napoleone poi il Filoni non ebbe che una parte 
puramente rappresenlatioay e l'amnistia concessa si dovette 
a ragioni politiche e all'influenza di alti personaggi, dei 
quali s'è già a lungo parlato. 

Nel 1804, quando il Filoni mori, 1' andazzo dei tempi 
voleva che si dimenticassero le benemerenze di questi 
^personaggi per far ricadere tutto il merito sopra un cittadino, 
il quale, al tempo della Cesarea Regia Provvisoria Reg^ 
genza^ per tutelare i diritti di Lugo contro le soperchierie di 
Ferrara, aveva anche anche saputo affrontare la carcere. (1) 

Le vivissime simpatie personali, che il Filoni godeva 
per le sue virtù private, contribuirono certamente a creargli 
queir aureola di gloria, che forse V Uditore dell' alma Rota 
bolognese non si sarebbe mai aspettata dal fervore dei suoi 
concittadini. 



(1) Nella busta XCIV deU' Archivio Comunale di Lugfo, troviamo questa 
«lettera scritta dalla Cesarea Regia Provvisoria Reggenza di Ferrara : 
Mia C. R. Deputazione di \ Lugo 

Ordineranno tosto le SS. LL. che sia rimesso in libertà il Big, Att. 

Piloni, colFobbligfo formale però di presentarsi a cod.^ Loro Deputazione 

•«gfni qualvolta lo richiedesse il pieno sfogo del suo rendiconto. 
Siamo con stima. 

Dalla Residenza della C. R. Reggenza di Ferrara Questo di i6 7bre i799» 

Camillo Bevilacqua Presidente 
Luigi Ricci Segretario. 



j 



244 A. LaBzari 



Dopo r amnistia del 3 Marzo, quasi tutti i più com- 
promessi nella rivolta rimpatriarono e la tranquillità nel 
paese parve — almeno in apparenza — ristabilita. 

Anche i « ribelli » Manzoni non tardarono molto a 
ritornare in Lugo. Angelo, il maggiore dei fratelli, il più 
autorevole tra i capi della sommossa, era morto, poco più 
che quarantenne, il 31 Gennaio 1797 a Ravenna, mentre 
si trovava colà emigrato , e le sue ossa riposavano nella 
chiesa di S. Clemente. 

Neir Aprile di queir anno stesso Matteo Manzoni ve- 
niva eletto dai suoi concittadini membro del Corpo Legisla- 
tivo che aveva sede a Bologna, (1) ma egli sdegnosamente 
rifiutò la carica. Carattere fiero e inflessibile, Matteo fu l'a- 
nima dei moti reazionari della Bassa Romagna nel 179^ 
e dopo esser stato per due volte arrestato dai Francesi 
e aver corso pericolo di esser fucilato, finalmente si ri- 
tirò, pieno d'amarezza e di disgusto, a Meldola, ove a qua- 
rantasei anni chiuse la sua vita agit«ita da tante traversie^ 
(8 Aprile 1803). 

La sommossa di Lugo del 1796, la quale in ultima a- 
nalisi non è che V esecuzione pratica degli ordini contenuti 
nella famosa Notijìca^ione del 31 Gennaio 1793^ è uno de- 
gli episodi più importanti e più caratteristici della storia 
delle Romagne in questi ultimi secoli. 

In mezzo allo sbigottimento, che aveva còlto tutta Italia 
alla venuta dei Francesi , i Lughesi soli osarono alzar la 
fi-onte e tener testa all' invasore, e, secondo le prescrizioni 
deir editto pontificio, suonarono la campana a martello,. 



(1) Soriani, p. 115. 



La sommossa e il sacco di Lugo 215 

impugnarono le armi, barricarono le strade, combatterono 
impavidi per la difesa della religione e della patria, incu- 
tendo rispetto nei vittoriosi Repubblicani. 

Abbandonati a se stessi, privi di mezzi di difesa e di 
offesa, i Lughisi soccombettero facilmente nell'impari lotta, 
ma non si può negare che non spiegassero un mirabile e 
generoso ardimento. 

Parve che nella piccola Terra di Lugo rivivessero per 
un momento le energie gagliarde, gli spiriti e gli entusia- 
t5mi degli antichi Comuni italici, quando per la tutela della 
propria libertà affrontavano arditamente T ira degli eser- 
citi oppressori. 



246 A. Lazzari 



APPENDICE L* 
Documenti anteriori al 30 Giugno 1796 



I.' 



Nctifioazione del 31 Gennaio 1703. 



Quel medesimo oggetto, che animò già la Santità dv 
Nostro Signore a dare diverse disposizioni per garantire 
nelle attuali circostanze d' Italia la sicurezza del suo stato 
e la tranquillità de' suoi amatissimi sudditi, lo ha ora eccitato- 
ad aggiungere diverse altre previdenze, colle quali non 
intendendo mai di allontanarsi da quel pacifico contegno che 
ha replicatamente manifestato e serbato verso tutti gli 
Esteri, vuole soltanto che i suoi Popoli riconoscano sempre 
più coi fatti quanto indefessamente si occupi per rassicu- 
rarli dalle conseguenze di quei timori che non lasciano di 
spargersi tutt' ora sulle altrui aggressioni : e quanto nel 
tempo stesso valuti e confidi nelli sentimenti e dimostrazioni 
di attaccamento, di fedeltà e di coraggio che li stessi suoi 
Popoli lodevolmente conservano per la Religione, per la di 
lui Persona, e per la comune difesa. 

Primo. Nel caso pertanto che (contro la giusta e fon- 
data espettazion% con cui Sua Santità ha motivo di credere 



La sommossa e il sacco di Lugo 247 

che non sia per ricevere da veruno ostilità nel suo stato, 
nella guisa stessa, colla quale egli non 1' ha usata a veruno) 
avvenisse qualclie insulto, aggressione, o invasione in alcuna 
parte del suo Dominio, dovrà subito in tutte le adjacenti 
Città, Terre, Castelli ed alti-i Paesi e luoghi abitati suonarsi 
Campana a martello, ed affinchò questo segno si dia a tempo 
opportuno, senza ritardo, e mai fuor di proposito, o dovrà 
attendersi V avviso del Comandante, o di altro UflRziale 
destinato alla guaixlia e custodia della Piazza, Presidio, o 
Posto che sarà attaccato, e nel quale si tenterà V invasione, 
ovvero dovrà starsi in attenzione di que' segnali che si 
daranno dalla spiaggia, che li Comandanti stessi in preven- 
zione dovranno combinare e comunicare a ciascun Giusdi- 
cente e Magistrato locale, con un sistema tale che allontani 
qualunque eciuivoco. 

Secondo. A questo suolo di Campana tutti quelli che 
sarano atti a prendere le armi, tanto abitanti ne' luoghi 
suddetti, quanto anche gli Agricoltori, Coloni e Lavoratori 
ed altri inservienti di qualunque genere e più in particolare 
quelli di trasporto, allontanandosi per quanto ò possibile 
dalla marina, si muniranno altresì immediatamente delle 
Armi che potranno avere e specialmente di quelle da fuoco 
colle loro rispettive munizioni, prenderanno seco de' viveri 
bastanti per due giorni, e riuniti si poi^teranno senza ritardo 
al luogo che verrà loro designato, o che altrimenti crede- 
ranno il più opportuno per opporsi all' invasione, con impe- 
dire al Nemico li viveri, li foraggi, 1' acqua, il passo, barri- 
care le strade, rompere li ponti e fare tutt' altro, onde non 
solo il medesimo non si avanzi, ma venga altresì respinto, 
fugato e distrutto. 



248 A. Lazzari 



Terjo. S' intendono però eccettuati dalla suddetta Riu- 
nione armata gli Ecclesiastici secolari e regolari, li maggiori 
di 60 nnni e li minori di 10, le Donne e quelli che si tro- 
veranno impoditi da qualche corporale indisposizione. Tutti 
questi però poti'anno per la parte loro contribuire all' inlento 
non meno colla prestazione di armi e di viveri a chi ne 
mancasse, ma molto più con fervorose orazioni e preghiere 
a Dio per il felice successo dell' intrapresa, a cui si saranno 
accinti gli altri. 

Quarto. Sarà opportuno che a capo delle indicate riu- 
nioni di Popolo si ponga qualcuno dogli Individui compo- 
nenti il Magistrato Locale, o in mancanza di questo altra 
proba e sperimentata persona la quale principalmente avrA. 
cura di due cose: L' una che non siegua nella marcia al- 
cun disordine e violenza, né si rechino danni, oltre quanto 
può richiedere la necessità di respingere il Nemico. La 
seconda che avendo notizia del Luogo ove sono in marcia o 
accampate in vicinanza le Truppe Pontificie sì uniscano a 
queste, dipendendo interamente dagli ordini dell' Ufiflziale che 
comanderà il rispettivo corpo militare. 

Quinto. Ben lontano Nostro Signore dall' eccitare il 
rigore delle pene per quelli che si dimostrassero renitenti 
all' esecuzione di queste previdenze, crede bastante di esor- 
tare tutti all' adempimento di esse, persuaso che niuno 
ricuserà di prestare 1' opera sua in un oggetto che impegna 
la Religione ed il Principato, e che perciò tutti si faranno 
un dovere ed uno scrupolo di mostrare il carattere di buoni 
Cattolici e valorosi Cittadini fedeli alla Chiesa, attaccati al 
Sovrano e premurosi della comune salvezza. Promette 
bensì a tutti quelli che s' impiegheranno in tal guisa non 



La sommossa e il sacco di Lugo 



249 



solo di farli pagare del prezzo dei viveri per V indicato 
tempo alla ragione* di un paolo per cadauno, ma anche un 
premio proporzionato alle circostanze, il quale per quelli 
che fossero inquisiti o condannati in contumacia per 
qualche delitto sarà la grazia e renfiissione totale di loro 
pregiudizi, quante volte utilmente abbiano agito nell'Im- 
presa. 

Sesto. Inculca finalmente e raccomanda con specialità 
la Santità sua alli rispettivi Vescovi, Parrochi ed altri 
Ministri Evangelici, che non tralascino fin da ora di esortare 
si in pubblico che in privato con assiduità e con zelo li 
ioro popoli ad impegnarsi con cora;?gio e fiduzia (sic) 
<|uando per avventura se ne verificasse il bisogno, ad una 
difesa immediatamente diretta alla conservazione della 
Santa lor Religione e del Sovrano, dello Stato, dell' onore, 
delle famiglie, e de' beni. 

Data dilU Stanze del Vaticano: questo di 31 Gennaro 1793. 



F. X. Card, de Zelada. 



In Roma ed in Faenza 1793. 
Nella stamperia dell' Archi con 
lic. de' Sap. 



^0 A. Lazzari 



11.^ 

Editto della Munioipalità di Ferrera 
riguardante la Contribuzione. (1) 

Magistrato Municipale di Ferrara. 

La Contribuzione comandata dal Governo Francese nel 
ristretto termine di quindici giorni esige dal Magistrato 
Municipale la promulgazione di questo Editto, non abban- 
donando per altro la speranza di ottenere in vista delle 
avanzate suppliche qualche modificazione dalla generosità 
della Nazion Francese, Non si disturbino però ì Popoli di 
questa Provincia per le efficaci misure, che è costretto a 
prendere nelle attuali circostanze, onde improntare le somme 
occorrenti. Un equitativo riparto da eseguirsi poi su tutta 
la Provincia, restituirà a quelli, che ora non prestandosi 
all'invito potessero essere astretti a somministrazioni ecce- 
denti la tangente ad essi proporzionata, quel di più che 
oltre la tangente medesima avessero contribuito. 

/.''- S'intima a tutti gli Ecclesiastici Secolari e Rego- 
lari d' entrambi i Sessi, Confraternite e Corporazioni di 
qualunque specie di somministrare dentro il termine non 
prorogabile di ore ventiquattro tutti gli Ori e gli Argenti 
non monetati. 

11.^ - S' invitano li medesimi Ecclesiastici, come tutti i 



(1) Bibl Com. di Ferrara — Collesione di Bandi della Repubblica Cisal^ 
pina — Voi. r N* 7. 



La sommossa e il sacco di Lago 251 

Secolari a somministrare quella maggior quantità di Argento- 
e d' Oro non monetato che per essi potrassi, de' quali sarà 
calcolato il valore a giusto peso, e secondo la intrinseca 
loro bontà a norma della stima, che ne verrà fatta dall'at- 
tuale Stimatore degli Ori dello stesso Monte, o dal Massaro, 
o uno de' due Sindaci dell'Arte degli Orefici; non perde- 
ranno, come si è saviamente accordato da altri Popoli in 
somiglianti circostanze, le fatture degli Argenti, ed Ori 
somministrati ; ma V importo di tal fattura da valutarsi 
con equità dai medesimi Periti verrà loro pagata alla sca- 
denza del Capitale. 

III.^ ' Per le somme, e per i metalli suddetti non mo-^ 
nelati, che fossero per somministrarsi dai Laici, verrà cor- 
risposto il frutto del sei per cento in due rate eguali posti- 
cipate, netto e libero da qualunque aggravio (» ritenzione: 
prevenendo però i Sovvenitori, che il termine de' Contratti 
temporanei non sarà minore d' anni cinque. Riguardo però 
agli Ecclesiastici non verrà pagato frutto alcuno se non 
se per i soli Contanti : né potrà esser ciò grave ai medesimi 
Ecclesiastici. Gli ori e gli argenti delle Chiese e Luoghi 
I>ii costituiscono per il Clero una proprietà inalienabile, e 
che per sua natura non potrebbe per lui di^enir fruttifera. 
Ne formerà egli perciò un Credito secco collo Stato, il 
quale ne sarà responsabile tosto che, bilanciate le proprie 
forze, si trovi in grado di soddisfarlo. 

JF."- Tanto il denaro, quanto gli Argenti si porteranno 
in Monte di Pietà. Il denaro si pagherà al Cassiere attuale 
del Monte, il quale rilascierà una Ricevuta, quale si pre- 
senterà dal Sovventore al Computista Pi'imario, o suo 
Sostituto, che in un Tallone di Bolle doppie registrerà il 



252 -4. LaMMari 



nome del Sovventore, Y importo della Sovvenzione, ed il 

titolo con cui verrà fatta, ed anche il tempo della Restitu 

zione qualora si tratti di contratto temporaneo firmando 

tanto la Madre Bolla, quanto la figlia col suo nome. La 

Bolla figlia dovrà essere inoltre firmata da uno de' tre 

Provvisori e da uno de' sei Sindaci del detto Monte, i 

quali per un oggetto cosi importante non dovranno mai 

almeno in due per Classe abbandonare la Residenza in 

esso Monte dalle ore dodici sino alle diecisette d' Itali.i, e 
dalle ore venluna sino alle ventitré di ciascliedun giorno. 

L'Argento poi, e l'Oro non monetato si riceverà dall'uno 

o dall' altro dei due attuali Custodi de' Pegni dello stesso 

Monte collo stesso metodo di Ricevuta, Bolla, e Sottoscrizione. 

F.** - Le Sovvenzioni poi della Provincia, e delle Città 

di Cento e Comacchio e delle Teire di Lugo, Bagnacavallo, 

Massalombarda, S. Agata, Conselice, Cotignola, Argenta, 

Codigoro etc. dovranno farsi in mano di due persone probe 

da deputarsi dal Governatore o Giusdicente Locale senza 

speranza d' esserne dispensati, le quali riceveranno le 

suddette prestazioni sì in Oro, che in Argento rilasciando 

in luogo delle Bolle una ricevuta, in cui si esprima la 

quantità della somma so in danaro, e la qualità se in Oro, 

o in Argento non monetato. Li Deputati stessi dovranno 

tener separate e divise 1' una dall' altra le partite rispettive 

d'Oro e d'Argento non monetato, onde poter riconoscere 

al giungere in Ferrara la loro giustezza rispetto al peso, e 

alla qualità delle partite medesime. Sarà poi peso de' Depu 

tati medesimi spedire colle opportune cautele al Monte di 

Pietà in Ferrara le somme di denaro, e 1' Oro ed Argento 

raccolti coir elenco delle persone che le avranno sommini- 



La sommossa e il sacco di Ltigo 253 



strale descrivendo in faccia al nome di ciascun Sovventore 
la rispettiva partita di Sovvenzione Dopo che sar-ui giunti 
in Ferrara e fatto il riscontro trovando tutto a dovere, 
saranno spedite ai Sovventori medesimi le Bollo compro- 
vanti il prestito da essi fatto contro le Ricevute de' Deputati, 
che saranno da essi rilasciate in mano del Computista del 
Monte. Ai Deputati poi all' atto del respettivo lor Rendimento 
di Conto saranno fatte dal Magistrato Municipal di Ferrara 
le opportune Assoluzioni. 

F/.° - I Creditori per le dette Sovvenzioni godranno di 
tutti i Privilegi fin qui goduti dai Montisti del Monte Sanità 
Sesta Erezione, e per conseguenza le Bolle saranno girabili, 
e pagabili al presentatore, a meno che rispetto ai presenta- 
tori non giratari non sia giunta alla Municipalità alcuna 
protesta di smarrimento. 

Niun pericolo potran temere i Sovventori, se venisse 
a scoprirsi, che li denari, argenti, ed ori da essi sommini- 
strati fossero soggetti a Fedecommessi, perchè i Capitali 
come sopra investiti a carico della Provincia s' intenderanno 
surrogati in favor de' Chiamat». 

F//.°- Per tranquillizzare sempre più i Sovventori, se 
le rendite Nazionali fossero insufficienti a restituire i Capi- 
tali, ed a pagare i frutti, si stabilirà una equa imposta la 

meno pesante e da decidersi, e determinarsi da quella 
corporazione, che sarà per rappresentare la Municipalità. 

Vili!* - Vive sicuro il Magistrato Municipale, che cono- 
scendosi da tutti gì' Individui Cittadini ed Abitanti di questa 
Provincia la Urgenza, che stringe a pagare la imposta 
contribuzione in quella Somma, in cui piacesse alla sempre 
grande, sempre generosa, e sempre ragionevole Nazion Fran- 



254 A. Lazzari 



€ese di fissarla, si affretterà, di somministragli i mezzi nel- 
r apertagli discreta, e dolce maniera, e che non vorrà 
ridurlo alla funesta necessità di prendere altra più esecutiva 
misura per ubbidire, e per garantirsi dalla intimata respon- 
sabilità. 

IX.^ - Niuno prenda pretesto da tale Contribuzione dì 
minorare spese, o disimpiegar persone. Finalmente questa 
non depaupera i Particolari ; anzi per la maggior parte 
-della Contribuzione, facendosi in oro ed argento non mo- 
netato, non fa che sottrar loro una ricchezza, la quaP era 
di puro lusso, e convertirla in un impiego sicuro per tutti, 
ed utile per moltissimi. 1 termini prefìssi correranno rispetto 
alla Città dal principio della giornata de' 28 corr , colla libertà 
XI chiunque di portar le Sovvenzioni anche prima, e rap- 
porto alla Provincia dal principio del giorno, che seguirà 
immediatamente la pubblicazione di questo Editto. 

Dalla Residenza Municipale questo di 26 Giugno i796. 

Il Giudice de' Suoi e Savi del Magistrato 



Jn Ferrara (1796) Per gli Eredi di Giuseppe Rinaldi 



La sommossa e il sacco di Lugo 255 



Notificazione. (1) 

Poiché r esperienza pur troppo convince che V invito 
^ià fatto per la requisizione istantanea degli Argenti ed 
Ori in pasta non sorti il sospirato intento, la Municipalità 
è costretta di passare nelP istante alle più forti, efficaci, e 
<:oattive provvidenze. 

Si obbliga pertanto ciascuno di Città, di Campagna, e 
de' Luoghi tutti della Provincia sotto pene inesorabili ed 
arbitrarie alla Municipalità, oltre le visite donniciliari e la 
perdita del genere, di dare a vista in requisizione al Monte 
•di Pietà o nelle rispettive Comunità della Provincia, tutti 
gli Ori, ed Argenti in pasta di qualunque specie e forma 
sieno in molta o tenue quantità nel termine di ore 48 per 
la Città, e di 4 giorni per i Luoghi di fuori. Siccome poi 
non si ignora, che taluno abbia già trafugato Ori ed Ar- 
genti e fuori di Città e fuor di Provincia, ed anche in 
<iualche Luogo pio; cosi si prescrive di dover a vista e 
con la maggior possibile fedeltà fornirli in requisizione, 
sotto pene alla stessa Municipalità arbitrarie ed inesorabili, 
oltre le visite domestiche e la perdita del genere; e frat- 
tanto quelli che avessero spedito fuor di Città e fuor di 
Provincia i detti Argenti, ed Ori si obbligano a dinunciarli 
nel giorno d' oggi presso il Capo Notaro della Comunità. 



(1) Collezione cit. N« 20. 



256 A. Lazzari 



Troverà ciascuno affatto indispensabili queste forti e 
coattive misure, avuto riguardo alla maggiore calamità a 
cui s' andarebbe incontro in caso diverso. Si guardi dal 
contravvenire, ed appuntino ubbidisca sotto le più gravi 
pene, e si procederà per officio e per inquisizione. 

Parimenti si dà che i Luoghi Pii non hanno realmente 
tutto depositato a norma de' precedenti ordini, cosi s' in- 
giunge loro di dover suU' istante recar tutti al Monte gli 
Ori ed Argenti, compresi i vasi Sacri a riserva degP indi- 
spensabili nel più stretto senso, suir esempio altrui, e e 3m 3 
si è praticato altrove, di qualsivoglia bontà, delle loro ri- 
spettive Chiese, Conventi, e luoghi Pii niuno eccettuato, 
ritenendo soltanto e strettamente al puro bisogno, seconda 
però la qualità delle Chiese, i soli Vasi ed Utensili Sacri, 
necessari al dioin eulto^ dando per altro, anche di questi 
una esatta Nota esprimente la qualità e il Peso de' mede- 
simi. 

Dalla Municipalità questo c/i 30 Giugno 1796. 



Pier Luigi Todeschi - Giudice de^ Savi 
Antonio Iacobelli - Sacio 
Ughi - Segretario 



In Ferrara nella Stamperìa Barbieri, 



La sommossa e il sacco di Lago 257 



appexdicp: ii.'' 

Documenti riguardanti il periodo 
30 Giugno - 8 Luglio 1796 



Lettera del conte Sassatelli d' Imola al Priore 

Polzi. (1) 



Gentilissimo e Stimatissimo Signor Priore^ 

Le sarà noto che il Generale Beyrand e V E.mo Vesco- 
vo hanno in questa stessa sera spedite forti lettere al Ma- 
gistrato di Lugo ed altri due rispettabili di Lugo siano nel 
Palazzo di S. Em.* domani alle dodici (8 antim.) a rap- 
presentare le istanze del paese e convenire sul rimettere il 
buon ordine in Lugo, non volendosi per altro li Francesi 
mescolare negli affari del Paese. 

Ma sentendo ora il Sig. Generale che in Imola è il 



(1) Questa lettera è riportata dal Polzi nella sua Istoria (Fior. voi. <:llit. 
p. 536). Il Sassatelli invitava il Polzi al convegno che doveva aver luogo alle 
8 antim. del 6 Luglio, nell' episcopio d' Imola, tra il generale Beyrand e i 
deputati di Lugo, alla presenza del Cardinal Ohiamonti. 

Il convegno poi non ebbe luogo e il Polzi, nella notte stessa, pensò m^ 
glio di fuggire* 



258 A, Lazzari 



Dottor Zaccari incaricato da' Lughesi a fare gli scritti 
chiesti dal Sig. Cavalier Cappelletti per trattare la pace dì 
Lugo con Bonaparte, ha detto subitamente a S. Em.* ed a 
me di udirlo, vedere e sentire. L' ho fatto cercare per Imola, 
ma inutilmente. Mi faccio un dovere di avvisarne lei subi- 
tamente perchè ella assecondi il proprio zelo per la Patria, 
onde assicurarsi che allo spuntar del giorno il Sig. Dottore 
si presenti al Palazzo Vescovile. Ella lo accompagni anche 
per bravo interprete ed oratore. Alzata S. Em * lo chiamai 
in aiuto. Spero accomoda' o cosi il gran affare e risparmia- 
to r eccidio e il sapcheggio di Lugo minacciato dalli Fran- 
cesi per dimani con sei o otto Cannoni, e con molta gente 
feroce. Dio benedica le mie premure che spero da Lei gra- 
dite e sono con tutta stima 

suo obbligatissimo Dev.mo Servo 

Di casa alle 5 (V una antimeridiana) delli 6 Luglio 1796. 

Alessandro Sassatelu 

Lettera di Augereau a Bonaparte in oui 
gli dà relazione della spedizione oontro Lugo. (1) 

Au general Bonaparte 

Bologna le 20 Messidor an IV (8 Luglio 1796 ) 

L' armée apostolique et son quartier general n' exsi- 
stent plus. Les Chouans de la Romagne et du Ferrarais 



(1) Dalla Correspondance inedite, officielle et confidentielle de Napoléon 
Bonaparte (Paris, Panckoa<5ke, 1819) T. I^ p. 374. 



La sommossa e il sacco di Lugo 259 



.ont (ite ciiassés, battus, dispersés sur tous les points, et 
si je ne me trompe, la faintaisie de nous combattre ne leur 
Teprendru de long-temps. 

Quelqn'S pretres, qui se croyoient encore au siede des 
Croisades, et cinq à six scélérats animés par V esprit de 
ré volte, «'^.oient parvenus à rassembler par fk terreur une 
jiioltitude imbecille et ógarée, qu' ils qualifloient ridicule- 
ment du nom pompeux d' armée. 

Déja des réglemens, des proclamations, des actes 
d' autoritr en tout genre, étoient émancs de ce foyer d* in- 
.surrection ; des ateliers de toute espèce étoient en activité ; 
v-tout tremi) ioit sous le joug tyrannique des émules deCharrette, 

J' aviis ordonné au general Beyrand, qui se trouvoit 
vHlors à Forlì, de faire arréter, s' il étoit possible, V impri- 
meur donr. le nom étoit attaché à une proclamalion incen- 
diaire dont je vous ai donne connoissance dans le temps; 
*ce generai envoya un pfquet de cavalerie et un détache- 
jnent d' infanterie à Lugo pour cette operation. Cette troupe 
fut rcQue à coups de fusil et contrainte de se retirer, après 
avoir eu trois hommes et un cheval tués et quatre ou cinq 
.hommes blessés. 

Indigné de V audace de ces brigands^ convaincu de la 
necessitò d' empecher la propagaiion du soulèvement, et 
résolu de venger le sang francjais, je me décidai à debuter 
par un coup décisif. 

J' ordonnai au general Beyrand de se rendre à Imola, 
ou je fis rassembler un bataillon de la quatriòme demibri- 
;gade, deux cents chevaux et deux pièces d' artillerie, et je 
m'y rendis moi meme. Le chef de brigade Pourallier avoit 
•ordre de partir avec la moitié de la troupe qui se trouvoit 



j 



260 A. Lazzari 



il Ferrare, et de marcher sur les derrières de Lugo pour 
couper les rebelles, pendant que je Ics attaqueroisde front- 

Arrivé à Imola, M. le baron de Cappelletti, chargé des 
aflFa'res du roi d' Espagne, me proposa sa mediation, et se 
rendit à Lugo pour engager cette bande à pc»ser les armes 
et à rentrer dans l'oidre. Ils s' obstinèrent et repoussòrent 
ces propositions ; je marchai contre eux hier matin avec à 
peu près huit cents hommes d' infanterie, deux cents che- 
vaux et deux pièces d' artillerie; à une lieue et demie de la 
ville leurs avant - postes cachés dans les chanvres commen- 
cèrent à fusiller. Nos é.tlaireurs les flrent déguerpir, et les 
conduisirent plus vite que le pas, dans la ville où ils se 
cmrent en sùret('\ J'y fls diriger quelques coups de canon 
et mettre le feu à plusieurs maisons ; cet appareil joint à 
une fusillade assez vive les flt déloger à la hate ; ils se ró- 
pandirent en désordre dans la campagne ou je les fls pour- 
suivre avec chaleur. Trois cents environs restèrent sur la 
iplace; il fious en a coùté quatre hommes et six à sept 
blessés Les chefs de ces rebelles bien certains du traite- 
ment que je leur reservois, avoient prudemment pris la fuite.. 

En entrant dans Lugo, des coups de fusils partis de 
quelques fenètres m' ont tués deux hommes; je voulois faire 
brtìler la ville, mais il n* y etoit reste que quelque femmes,, 
des vieillards et des enfans; ils furent respectés. 



AUGEREAU 



La sommossa e il sacco di Lugo 261 



III.^ 

Lettera di Bone parte al Direttorio 
In cui dà relazione dei fatti di Lugo. (1) 

Au Directoire exécutìf 

Quarticr General, Milbn, 26 messìdor an IV (14 Luglio 1796). 

Toutes les troupes des divisions qui ont été employées 
k r expédition de Livourne et de Bologne ont repas3é le 
Po. J' ai seulement ordonnó qu' on laissàt dans la citadelle 
de Ferrare 400 hommes. 

La Légation de Ferrare, par le traité, doit rester unie 
à la Republique francaise. 

Un moine arrivò de Trente a porte la nou velie dans 
la Romagne que les Autrichiens avaienl passe M Adige, dé- 
blouquó Mantoue et marchaient à grandes journées sur la 
Romagne. Des imprimós séditieux, des predicateurs fanati- 
ques pròchèrent partout T insurrection ; ils organisèrent, en 
peu de .iours, ce qu' ils appelèrent T armée catholique et 
papale; ils établirent leur quartier general à Lugo, gres 
bourg de la Légation de Ferrare, quoique enclave dans 
ìa Romagne. 

Le génóral Augereau donna ordre au chef de Brigade 
Pourailler d' aller soumettre Lugo. Cet offìcier, à la téte 



(1) Dalla Correspondance de Napoléon I^ (ediz. imperiale) T. I. n® 759, 
pag. 594. 






262 A. Lazzari 



d'un bataillon, arriva devant cette bourgade, oli le tocsiir 
sonnait depuis plusieurs heures;ily trouva qnolques mil- 
liers de paysans. Un oflBcier de grenadicrs : ^ porta en 
avant, en parlamentaire ; on lui flt signe d' avancer, et, en 
instant après, il fut assailli d' une gròle de coui).s de fusil. 
Ces n:isérables, aussì ladies que traìtres se sauvèrent; 
quelques centaines sont restés sur la place. 

Depuis cet événement, qui a eu lieu le 18, tout est 
rentré dans V ordre et est parfaitement tranqu'lle. 



BONA PARTE. 



Componimento poetico di enonimo Lughese. (1> 



1. 

Men parto, patria mia, men parto ! Ad'iio ! 
Lungi dal seno tuo mi spinq^e il Filo, 
Dura separazione, e caso rio, 
Funesto suono ed a quesf alma ingrato ! 
Lasciar ornai degg' io chi m' ha nutrito ? 
À tal peusier mi sento rifinito. 



(1) Questo inedito componimento poetico, che ha una certa prct sa Ict-^ 
teraria, mi fu comunicato cortesemente dal Sig. Paolo Baldrati, che lo trasse 
dalle carte di famiglia. Probabilmente fu sciitto nello stesso aLno 1796. 



La sommossa e il sacco di Liigo 263 



2. 

Son bngnate di pianto lo pupille ; 
Alla mente i pensirr qiuii tanii fludi 
Sorgono a funestare a mille, a mille, 
E sconvolgono m seu gli affetti tutti. 
Geme lo spirto mio fra angoscio e aff iUni 
Sua dura sorte ed i suoi gravi danni. 

3. 

Pria che parta il tremolante labbro, 

Deh lasciami appressare al tuo bel viso. 

Che un dolce b»cio imprima; onde Io scabbro {sic) 

E il duro avvenimento In cuore inciso 

Mi vada a mitigare e radolcire . . . 

Già più non pirlo ... già convien partire. 

4. 

Già il grande Febo alla metà del giro 
Giunto era, qu ndo feci la partenza ; 
Un Zefliretto con soave spiro. 
Mostrandomi, direi, h sua clemenza. 
In tra le frondì sussurrando andava 
Ed il bollor dell' Aria mitigava. 

5. 

A consolare poi la mia sventura 
Intenti mi sembravan gli augclb^li, 
Che sotto r ombra di ftdta verdura 
D' armonia formavan bin concetti, 
E con rara e stupenda alternativa, 
L' un dopo 1' altro cantare s' udiva. 



^ 



264 A. Lazzari 



6. 

E la bestiola aicor che non di biadji, 
Mi fifl cantar solo si nutre e pasce, 
V.)' «lire la pluvip-ide Cicada, 
Col suo tarantellar le g:revi ambasce 
Si credeva lenirmi in foggia bella, 
Ma venir mi facea Va caccarella. 

7. 

Mi consolava inoltre il villanello 
Che al fresco rezzo d' un ohno frondoso 
Ventilandosi il volto col cappello, 
Deposto il safco prendeva nposo ; 
E a quando, a quand.) cantare solca 
Rozzi carmi d' Amor alla sua Dc^a. 

8. 
Usciva quindi dal villan soggiorno 
La scalza villanella, in man portando 
Una verghetta, e al barco già d' intorno 
Guardandoci e csà, csà, csà^ csà gridando 
Ai galli, alle galline, ed ai capponi 
Che empivano di grano i lor venlroni. 

9. 
Fra tai conforti al feudo Calcagnini (1) 
Circa le dicianove ore arrivai, 
E nella casa degli Antonellini 
La susseguente notte vi passai. 
Ed all'ora in cui s' alzan le galline 
Alla volta partii dell' Alfonsine. 



(1) Fusignano, feudo dei marchesi Calcagnini di Ferrara, 



La sommossa e il sacco di Lugo 



10. 
GìuDlo colà nel Botlìein ni' imbatto, 
Chd ritto se u-'. slava sopra il paote. 
£i rimase ai veiteniii stupufatto, 
fiattentlosi la m^no sulla f onte 
In atto di ineredÉbile stupore. 
Ma poco mi fermai pel ^raa calore. 

11. 
Là dimorai insani eoa Tassinari 
Teologo, Dottor ben erudito, 
£ quivi con singulti e pianti amari : 
Ali Lugo, dicevamo, ornai tradito 
Dall' ignorante plebi", e volfìo insano. 
Che di vincere tenta i Galli invano! 

12. 
Oiu'niìi la To^ca nolle io cui eredea 
l'usar le membra languide e cascanti, 
(Aliimé, posso ben dir: dura sors mea.'). 
Fra tante cure, tanti stenti e tanti. 
Per fatai compimento e mio martorio. 
La stalla mi ser\l da dormitorio. 

13. 
Quivi disteso S(>vra duri pruni. 
Che m'ebbtro le costole peslato, 
Non chiusi mai questi piangenti lumi. 
La mia niente pensava al duro fato, 
E fta i tanti pcnsier risolsi allora 
Di partirmi di là giunta 1' aurora. 



266 



A. Lazzari 



14. 

Già spuntava 1* aurora all' oriente 
Penelleggiando il ciel de' suoi colori 
E la strada abbelliv.i al di nascente. 
TI sol sorgeva, che di bei splendori 
L' aria vestiva, il mar, il piano, il moiìte, 
E la notte cadea dall' orizzonte. 

15. 
À tal punto partii da qu^^lla Villa (1) 
Alla volta di Lugo il pie torcendo. 
Che in cenere ridotto ed in favilla 
Trovar credea, per suo destino or.endo, 
Dalla possente armala de' Francesi 
D' ira, di sriegno e di furore ascesi. 

16. 
Ma alle mie pitrie mura avvicinato, 
Vidi con mera^iglia ed istupore 
Il mio Lugo che in piedi era restato. 
Quindi sbandii dal core ogni timore 
Ed alla Patria mia mi voltai 
E si pitosamente le parlai: 

17. 
Eccomi alfine al seno tuo tornato. 
Di questo afflitto cor, dolce conforto. 
Chi il grande mar de' guai ha navigato 
Ed or si trova sano e salvo in porto 
Renderà grazie immense al m"o Signore 
Di tanta grazia e di sì bel favore. 



(1) La TiUa di Alfonsino. 



La sommossa e ti sacco di Lugo 267 



Dal <r Termometro politioo della Lombardia > 

5 termidoro IV repub. (Sabbato 23 luglio 1796) 

Lugo. - 1 Francesi sono entrati in Italia piuttosto come 
fratelli che vincitori, annunziando di non adoperare in tutta 
la sua estensione quel diritto indefinibile che lor davano 
insieme la vendetta, la vittoria e la necessità. Potrebbero 
anzi assicurare ai popola per V addietro signoreggiati dai 
tiranni, già vinti, dei vantaggi valevoli a risarcire quei 
danni che la guerra abbia loro inevitabilmente prodotti. 
Ciò nonostante l'impostura ed il fanatismo nun cessano 
d'impedire il frutto di questi principi. In Lugo, un prete 
arnnato di un crocifìsso, ha sedotto una parte del popolo a 
prender 1' armi contro i Francesi. Egli si è messo alla loro 
testa, e già si credeva il promotore della più felice crociata 
che meritasse le benedizioni del fanatismo. Ma tosto ha 
sperimentato a sue spese, che le crociate non sono più di 
quelita stagione, e che l' armi repubblicane sanno distrug- 
gere insieme il fanatismo e i fanatici. In un istante la ven= 
detta è piombata sui ribelli uccisi o dispersi, e Lugo sareb- 
be ridotta in cenere , se la umanità del citt. Augerau non 
avesse concesso quel perdono, che si spera intiero da due 
deputati, spediti a questo oggetto al Direttorio. 

Simili avvenimenti lasciano per alcuni indeciso il pro- 
blema, se più r esempio o il cannone giunga a correggere 
il fanatismo. Il male si è che il popolo n' è sempre la vit- 
tima. 



268 A. Lazzari 



Perché dunque non darsi, gridano alcuni, pienissimo 
sfogo air energia patriottica , che sola può prevenire le 
altrui perfide seduzioni ? Avrassi a credere, che sotto gli 
auspi^j dell'armati francese abbiano la facoltà di catechiz 
zare più gli impostori che i patriotti ? . . . 



La sommossa e il sacco di Lugo 



APPENDICE in." 
Documenti posteriori all' 8 Luglio 1796. 

Lettera di G. Fosohiai e P. Nuvoli per richiamare 
in patria i membri del Consiglio. 

Bibl. Com. di Lugo Ma. N. 4132. 

Ill.mo Sig°'' Sig.'^ Padron Colendissimo 

La Municipalità di Ferrara c'impone di impiegare tutto 
il zelo possibile , affine di riunire la nostra Popolazione e 
particolarmente li Principali. Ella dunque è pregata di ri- 
tornare in Patria con la possibile prestezza. V. S. lU.ma 
ritomi dunque con la sicurezza di non essere per soffrire 
qui altro disturbo; e con tutta la stima ci protestiamo 

Di V. S lU.ma 

Lugo 11 Luglio 1796 

Piv.mi ObbUmi Serti 
GIOVANNI FOSCHINI 
PROSPERO NUVOLI 

Air Ill.mo Sig-or Big. Padron Ool.mo 
Il Sig. Gaspare ValTassorì 



270 A. Lazzari 



li; 



Lettera del conte L. Borea e di V. Zanelli ai Pub- 
blio! Rappresentanti di Lugo. 

Archiv, Com. di Lugo — Busta LXXXIX — Lettere delle Deputazioni 
spedite dalla Municipalità di Lugo a Ferrara, 

% 

Rimi Sig.<^^ Sig. P.ni Colmi 

La nostra missione si è adenapita per intero colla Mu- 
nicipalità di Ferrara. Abbiamo ricevute prove di cordialità, 
e di tutta consolazione. Al nostro ritorno, che succederà fra 
poco, avremo il piacere di renderle ragguagliate appuntino, 
sperando, che la Sig.® Loro Ill.me siano per restare persuase 
di quanto si è da noi operato- Servirà la presente osse- 
quiosa nostra per quiete della Sig.® Loro Ill.me, cui conte- 
stando il nostro rispetto ed attaccamento, passiamo a pro- 
testarci con vera e distinta stima 

Delle Sig.* Loro Ill.me 

Ferrara 13 Luglio 1796 



Levami Obbl mi Servitori 

LUIGI BOREA BUZZACOARINI i 
VINCENZO ZANELLI DeputaU 



La sommossa e il sacco di Lugo 271 



III.^ 



Lettera dei Pubblio! Rappresentanti di Lugo al 
Barone Copellettl a Boiogaa. 

Arch. Com, di Lugo — Minutario del Luglio i796. 

Eccellenza 

Li nostri Deputati che si portarono in Imola per con- 
certare con r Eccellenza V.* la nota Capitolazione, prima di 
partire da Bagnara, volevano pagare la Corsa delle due 
Gubie (sic) eh' Ella si degnò di fargli dare da quel Mastra 
di Posta pel loro ritorno. 

Li Postiglioni soddisfatti della Benandata ricusavano 
di ricevere tale pagamento; dicendo che non sapevano 
quanto fosse stato concordato col loro Padrone. Il disordine 
e la rovina qui accaduta non ha permesso che prima d*ora 
si pensi a soddisfare questo debito. In questo stesso ordi- 
nario però si scrive a quel Mastico di posta per saperne 
il preciso nostro debito. Saputosi ciò si pagherà senza 
ritardo. 

Quanto sono mai grandi le obbligazioni che questo in- 
felice Paese professa all'Eccellenza V.' Ella lo aveva libe- 
rato dalle disavventure che lo minacciavano. Il Popolo ia- 
ferocito ha abusato del bene eh' Ella gli aveva procurata 
con tanta generosità. Non ha saputo conoscere il suo vera 
interesse; ed ha precipitati tutti in un abisso di miserie. 



.e 



272 A. Lazzari 



Dopo la perdita della roba ora si soffre una spaventevole 
Proscrizione. Questa notte si sono già arrestati molti clie 
si credono Capi delia Rivolta. (1) 

Per pietà, Eccellenza, continui ad assisterci con la 
valida sua protezione. Cessi una volta il timore di veder 
sacrificati tant' Innocenti; e fra tanti mali ci crederemo felici. 

Questo massimo bene speriamo d' ottenerlo mediante 
la di Lei generosità Noi la scongiuriamo in nome dell* U- 
manità : e fratanto {sic) ci diamo V onore di protestarci col 
più profond' ossequio. 



Deo,m% 0,mi Servitori 

GIOVANNI FOSCHINI 
FILIPPO CASTBLLAKI 
ANTONIO ANGELINI 



Segue: 

« Le due Gubie che il di 6 corrente furono ordinate 
dal Signor Barone Capelletti servirono per li nostri Depu- 
tati che in detto giorno si portarono costi. Noi dunque siamo 
debitori d^lla corsa da Imola fino a Bagnara. » 



(1) Di qui al argaiBce ehe la lettera deve esser state scfltla il IB Luglio. 



t 



à 



La sommossa e il sacco di Lugo 



IV. 



Circolare ai Parroci 



20 Luglio 1796 

Al Saccheggio, che si ebbe dai Francesi per ostina- 
zione del Popolo armato, che non volle a tempo depositar 
le Armi, sì aggiunse il maggior danno dal rubamento dei 
Particolari Terrieri e Territoriali e di altri Paesi ; quanto 
però siamo a pregare con tutta I' effusione del Cuore di non 
cessare mai dall' insinuare dall' Altare con fervorini la 
quiete, la sommissione ed obbedienza del Popolo agli ordini 
del Rappresentante la Reppublica {sic) Francese cui per 
convenzione nell' Armistizio col già nostro Sovrano, che con 
paterno zelo l' inculca , siam soggetti ; altre tanto di far 
comprendere al Popolo stesso come s' Egli avesse rubato 
o si trovassero (sic) presso di se delle robbe rubate è ob- 
bligato in coscienza a portarle in Residenza, e come può 
anche andar sogetto a pene. 

V. 
Lettera al Cardinale Chiaramonti 

^Archivio Comunale di Luyo — Minulario del Luglio 1796) 

E.mo e Reomo Principe 

(20 Luglio, 179G) 

Se fra Padre e Figlio sì conoscessero obbligazioni, le 
nostre verso 1' E.ma V.' Rev.ma nelle presenti nostre lut- 




274 A, Lazzart 



tuose circostanze sì sarebbero accresciute all' infinito. Ma 
lode al Cielo, al Figlio non corrono verso il Padre altro che 
certi doveri e particolarmente quelli dell'obbedienza, rispetto 
e gratitudine eterna. Noi dunque per tutto il corso di nostra 
vita professeremo all' E.ma V.* Rev.ma questi grati senti- 
menti per tanti e sì segnalati benefìci che nelle presenti 
nostre miserie ci ha procurati. Fra questi non contiamo per 
ultimo r ampio attestato eh' Ella ci ha procurato dal suo 
Sig. Teologo (1). quanto bene prova questo la violenza 
invincibile, che dal Popolo armato si faceva al Maestra to^ 
alli Consiglieri ed a tutti li buoni Cittadini ! Ma li nostri 
bisogni non anno limite ; però ci prevaliamo della libertà 
che gode il Figlio d' esporre liberamente al Padre tutte le 
sue vere necessità e di dimandarne il provedimento. Noi 
non possiamo riunire la nostra Popolazione. Li Cittadini 
mancano a migliaia ; perchè tutti temono di non potere 
ritornare con sicurezza. Quelli del primo ceto temono più 
di tutti. In fatti chi non deve temere e tremare in tempo 
di proscrizione ? La moderazione dell' articolo secondo del- 
l' Editto di perdono non è bastata a rassicurare gli animi 
intimoriti. Eccole il tenore di tale moderazione : 

n Generale Divisionario Augereau autorizza la Mu- 
nicipalità di Ferrara di chiamare tutti gli abitanti di LugOj 
che non saranno stati né motori^ né istigatori della Rivolta 
scoppiata in quella Comunità, a godere dell'Articolo Primo 
della sua Proclamazione. 

Infatti la parola istigatori ha una troppo grand'esten» 
sione. Da se sola può comprendere non solo li primi che 



(1) Don Diego Fuensalida. 



La sommossa e U sacco di Lugo 275 



istigarono la rivolta, ma ancora quelli che di poi si unirono 
in apparenza alli sediziosi, e quelli che strascinati da una 
invincibile violenza si dovettero prestare ad alcuni atti. 
Senza una più specifica spiegazione non sarà mai possibile 
•di conseguire il tanto desiderato fine di riunire la nostra 
ilispersa Popolazione. Noi pei ò calorosamente supplichiamo 
V.' E.ma Rev.ma di volersi degnare d'interporre li suoi più 
efficaci offici per ottenerci ancora questa tanto desiderata 
-spiegazione. Ci diamo l'onore di umiliare una Memoria (l) 
della troppo tragica disavventura sofferta dalla povera Laigo, 
-<:he forse potrà esserle di qualche uso nel!' assistenza e he 
%si degna di prestarci : e con tutta la venerazione baciando 
4a sacra Porpora, ci diamo 1' onore di protestarci con il 
j[)iù profondo ossequio 

Dev.mi Ob.mi Servitori 
GIOV. FOSCHINI 
FILIPPO CASTELLANI 
ANTONIO ANGELINI 

VI. 

Xettera dei Pubbl. Rappres, di Lugo al Barone 

a Bologna. 



{Arclu Com. di Litgo — Minutario del Luglio 1796 

(20 LugHo 1796) 

La testimonianza che V Eccellenza V.* degna di fare 
•con r ultima sua venerat'ssima, prova con tutta evidenza 



(1) Forse V Informazione del Padre Maestro Rossi o il Tragico e spav, 
' avvenimento ì 




276 A. Lazzari 



la violenz.a invincibile, che il Popolo a rmnto faceva al Mae- 
strato, alli Consiglieri ed a tutti li buoni cittadini (1) Spe- 
riamo che una sì autorevole testimonianza ci procurerà a 
t<'mp' opportuno molti vantaggi. Noi poro ancora per questo 
srgna-ato favore le rendiamo li più vivi e li più ossequiosi. 
lingraziamenti. 

La bontà dell' Eccellenza V.* verso di Noi si è sempre- 
pili aumentata in proporzione che si aumentavano le nostre- 
doplorabili disgi*azie. Questa sua bonià appunto ci dà sem- 
pre nuovo coraggio per supplicarla di sempre nuovi favori. 
Ella sola con la sua autorevole mediazione ci può procurare 
una più specifica spiegazione dell' articolo secondo di per- 
dono ; moderazione che fu qui pubblicata il 18 corrente 
Luglio, e che non basta per assicurare gli animi spaventati' 
de' nosti'i Emigrati. In fatti l'eccettuazione de' non compresa 
noi perdono può avere una troppo grand' estensione, come 
romprenderà dalle parole delia stessa Moderazione, che 
fedelmente trascrivo : 

Il Generale Diolsionario Aiigereou autorizza la Mu- 
nicipalità di Ferrara di chiamare tutti gli abitanti di Lugo^ 
che non saranno stati né motori^ nò istigatori della Bivolta 
scoppiata in quella Comunità^ a godere deW Articolo Primo 
della sua Proclamazione 

Non si sa se la parola Istigatori comprenda li soli* 
]>nmi che istigavano la Rivolta ; oppure ancora quelli che 
solo in apparenza si univano di poi alli Ribelli col lodevole 



(1) I Magistrati lughesi avevano voluto dal Capelietti, come dal Fuen- 
salida, uà certificato scritto che attestasse la violenza da essi subita jor- 
p:arte del popolo insorto. 



La sommossa e il sacco di Lvgo 277 

*ne di rafrenare il furore popolare e quegli altri ancora 
che trascinati da una invincibile violenza si dovettero p^^- 
stare ad alcuni atti. Senza una tale spiegazione non sarà. 
mai possibile, Eccellenza, d'ottenere il tanto desiderato fine 
di riunire la nostra dispersa Popolazione. 

Li nostri Cittadi i mancano a migliaia e particolar- 
mente quelli del jrimo ceto. Tut'i tremano e nessuno degli 
Emigrati ardisce di ripairiare: ed infatti chi non deve te- 
imere in tempo di Proscriz one ? 

Ella che ci ha boneflcati con tanti segnalati favorì, si 
degni di dare T ultima mano all'opera caritatevole, procu- 
rando la tranquillità drlla Patria; ottenendoci la tanto de- 
siderata spirgazidne della riferita Moderazione. 

Di tj^nto calorosnmonte la itupplichiamo nell'atto che 
-con il più pruloiido o^s» quio ci diamo l'onore di protestarci 

Bevjni Ob,mi Servitori 
GIOVANNI FOSCHINI 
FILIPPO CASTELLANI 
ANTONIO ANGELINI 

VII. 

I-ettera di Augereau alla Comunità di Lugp 

(Arch. Com. di Lugo. Busta LXXXIX). 

J^rmée Au Quartiór General de Legnago Le 6 Thermìdor 

d'Italie C^4 Luglio) 

Lan 4,^ dela Republique Frangaise une et indi- 
visible 



278 A. Lazzari 



Le Conerai de Division Augereau 

auoj Membres composant (sic) la Municipali^ 
de Lugo. 

y ai reru vòtre Lettre en datte ( sic ) du 21 Juillet elle 
contient des reclamations justes e je m'empressc di (sic) 
faire droit. 

Vous voudrezbien regarder comme non advenu(sic> 
le pouvoir qiie le general de Brigade Beyrand avoit remis 
enlrc le mains du nonnmò Sersanty d' Imola; (1) vous luii 



(1) Questo Sersaiiti d' Imola era uq imbroglione, il quale si era intro- 
mesBo, con qualche losco scopo, tra i comandanti repubblicani, spacciando la- 
notizia che i Lughesi avessero arrestato dodici o tredici capi rivoluzio- 
nari e ne avessero avvertito Bonaparte 

TI Sersanti venne a Lugo il 14, mentre l'arresto dei popolani complica 
della rivolta non avvenne che il 16 Luglio. 

Munito di una lettera del generale Be3'rand, egli ostentava di avere una 
missione politica o pretendeva di vivere alle spalle della Comunità di Lugc 

I Pubblici Rappresentanti informavano il Giudice dei Savi di Ferrara in 
questi termini : 

Eccellenza , 

Fino dalli 14 corrente Luglio comparve qui certo Sersanti d'Imola- 
die fece intendere essere commissionato dal siar. Comandante Fjan?e8e 
B^jrand di scoprire i Capi della Rivolta: e di doverli quindi fare arrestare. 
£gli invero ci presentò una lettera del lodato sig. Comandante ; ma questa 
non ci dava la minima prova della vantata sua Commissione. Quello eh* è- 
certo è che il aersanti non avrebbe mai né scoperto, jiè fatto ai restare- 
alcuno de' suddetti Capi, anzi colle ciarle eh' egli ha fatte in diversi negozi^. 
forse sarà stato cagione che alcuni prendine la fuga. 

Che egli resti qui poco a noi deve premere. Ci deve bensì interessare 
Il sapere se vi debba restare a nostre spese, come egli ci ha fatto intendere. 

Anzi un giorno ci disse che la Comunità avrebbe dovuto supplire alle- 
«pese che egli faceva, e ch^ n^n sono a nostra cognizione. 

Supplichiamo perciò V.' Eccl.za e codesta Ill.ma Municipalità a aarci le- 
opportune istruzioni su di tale emergente. K con tutta la stima od ossequio- 
ci protestiamo e te. 

Lugo 21 Luglio 1796 

Dopo la lettera di Augereau, Sersanti sloggiò immediatamente da Lugo». 



La sommossa e il sacco di Lugo 21 Q 

dire z de ma part que toute espòce de fonction dont il était 
revétu par le dit general doivent cesser au recu de ma 
lettre. 

Redoublez d' activitó et de surveillance contre les sco- 
lerats qui ont volu l'^garer le peuple, ramenez V habitant 
paisible dans ces (sic) foyers. Dites leur que le Franrais 
lì' est tfrrible que devant ces (sic) ennemis, mais qu' il 
est humain envers des hommes egarés en un mot faites 
tout ce que vous pourrez pour faire revenir tous ces mal- 
heureux dans le sein de leur famille, parlez leur le lan- 
gage de la verité. Consolez les malheureux sur qui le 
fleau de la guerre aurait pO peser et vous aurez bien me- 
ritò de votre Paiie ysic). 



Le General Divisionnaire 
AUGBREAU 



Aux Membres 

Composant la Municipallté 
de Lugo 

A LUGO 



Vili. 

Lettere del Cardinal Legato Dugnani riguardanti 
le perquisizioni fatte a Ravenna. 

(Arch, Com, di Lugo — Busta LXXXTX; 

M.io IlLri Sig.ri 

A tenore delle premure dalle SS. LL. avvanzate a 
questo Magistrato de Savj, ho fatto usare tutte le possibili 
indagini per rinvenire le tre Biroccie di roba spettante a 
codesti Abitanti, e che suppone vansi depositate al Passetto 
dal Vetturale Alberto Filippi denominato la Musa. Dalle 



280 A, Lazzari 



diligenze medesime si è bensì venuto in cognizione, che il 
Filippi capitasse nei scorsi giorni con alcuni Cavalli al Con- 
vehtello nella Villa di Savarna, ma non si è rilevato in 
conto alcuno, che nò in questo luogo, né al Passetto sopra- 
indicato portasse e molto meno depositasse cosa veruna. 
Tanto serva loro di regola. E con stima sono 
Delle SS rie LL. 

Ravenna 16 Luglio 1796 

aff,mo 
A. Card. DUGNANI 

SS.ri Anziani di Lugo 

Mollo IlLmi Signori 

Sono state infruttuose anche le ricerche fatte pratti- 
care in Casa del figlio di Matteo Montanari denom.to Mal 
nello nella Villa di Santerno, giacché ivi niente si è ri- 
trovato delle robbe mancate a codesti Abitanti, come le 
SS. LL mi accennano colla sua dei 20 cadente. A tenore 
poi delle loro premure ho abbassati gli ordini opportuni al 
Gov ""^ d' Imola perchè faccia sentire a quel Mastro di Posta 
essere mia volontà che si osservi la soHta tariffa anche 
nelle Corse da quella Città a codesta Terra. 

Tanto servirà alle SS. LL. di riscontro E con vera 
stima sono 

Delle SS. LL. 

Ravenna 23 Luglio 1796. 

aff.mo 
A. Card. DUGNANI 

SS.ri Anziani di Lugo. 



La sammassa e il sacca di Lugo 281 



IX. 

Lettera hi Cardinal Dugnani riguardattili 
la mercanzia rubata a Simone Ginealf. 

(ArcK Conu di Lugo. Minutario dell* Affosto i796) 

E,mo Dugnani Legato di Ravenna. 

6 Afifosto 1796. 

Ricorriamo di nuovo alla bontà dell' E. V. R. sicuri 
di goderne li benigni effetti in queste penose circostanze 
lughesi. Ci assicura F Ebreo Simone Ginesi di questo Ghetto, 
ma che tiene Bottega in codesta Città, che quivi è stata 
raccolta Robba e mercanzia di sua pertinenza, e che si 
dice pronto a giustificarla per sua : onde ricorriamo alla 
rettitudine dell' E. V. R. cosicché giustificando il nominata 
Ebreo che li Capi costì rinvenuti siano realmente di sua 
pertinenza, ne voglia ordinare il rilascio, acciocché possa 
industriarsi come ebbe in costume : la giustizia di V. E. R. 
sempre intenta al sollievo degli infelici, ci fa sperare que» 
fcta grazia, anche per altre Robbe derubate partinenti (sic) 
ad altri Lughesi che si trovassero costi; ed intanto con 
profondo ossequio le baciamo la sagra Porpora. 

X. 
Lettera di B. Tann alla Comunità di Lugo. 

(Arch, Com. di Lugo - Busta LXXXfX) 
Ferrare le l«r Thermidor (i9 Luglio) An. 4.* Repub. 

Le Commandant Militalre 

Affw Citoyens ojffìeiers Municipauos de Lugo 

Je vous prie et requiers • . . de donner vos ordres pour- 
que demain a trois heures après midi de France ou dixhuit 



282 A. Lazzari 



et trois quart d' Italie, soit rendn (sic) ici tous les temoins 
que vous avez fcint a la Charge qu' à la decharge relati- 
vement aux Prisonniers qui ont été conduits ici: ces hommes^ 
doivent étre jugés demain sans laute. Veuillez sous votre 
responsabilité ne pas mettre aucun retard a cet ordre. 
Salut et fraternité. 

B. YANN 

Aux Citoyens 
Officiers Munìcipeaux ( sic ) 
de la Commune de Lugo 

A Lugo. 

XI. 

Lettera del Pubblici Rappresentanti di Lugo 

al Cardinale Cbiaramonii 

{Arch, Cam. di Lugo» Minutario del Luglio i796) 

Molte di queste infelici Pecorelle di questo vostro più 
che infelice ovile sono condannate a morte. Il nome di 
queste s'ignora; però una parte fugge, l'altra parte trema 
di spavento. In tempo di proscrizione ragionevolmente o- 
gnuno può temere per se stesso e può temere per li suoi 
Fratelli. Però col consiglio ancora dell' E.mo Sig. Card. Ar- 
civescovo di Ferrara, comunicatoci col mezzo de' nostri 
Deputali con le lacrime agli occhi e tremanti abbiamo do- 
vuto nominare quelle infelici vostre Pecorelle, che possono 
esser giudicate colpevoli. Noi però ci siamo astenuti di di- 
chiarare alcuno come Capo della troppo nota Rivolta qui 
scoppiata. Ci siamo limitali ad accennare, nell'aspetto meno 
svantaggioso, la colpa che a ciascuno può esser ascritta. 
Più volte, ma particola i mente col Proclama pubblicato il 



La sommossa e il sacco di Lugo 283 

dì primo Termidor (19 Ltìglio) ci venne intimata la fatale 
sentenza che nessuna di queste vostre infelici Pecorelle 
avrebbe mai goduta la tanto desiderata tranquillità e la 
tanto desiderata pace, se da Noi non si faceva la denun- 
zia abborrita estremamente. Questo penoso sacrifìcio da 
Noi si è fatto. 

Ora tocca all' E ma V. Rev.ma qual amorosissimo co- 
mune Padre, di procurare la salvezza delle vostre fuggitive 
Pecorelle e dell' altre che qui vivono nell' orrore e nello 
spavento Interponete a prò di tutti T autorevole vostra 
protezione. Ve ne supplichiamo con le lacrime agli occhi 
in nome della misera Umanità e con tutta la venerazione 
baciamo la sacra Porpora nell'atto che con il più pro- 
fond' ossequio ci diamo l'onore di protestarci 

Dev,mi 0,mi Servitori 

GIOVANNI FOSCHINI 
FILIPPO CASTELLANI 
ANTONIO ANGELINI 

XI r. 

Lettere del deputato Vincenzo Zanelli 
alla Comunità di Lugo 

(Àrch, Ccm, di Lugo — Busta LXXXIX) 

1/ 

Ill.mi Sig.^^ Sigf^ Vr.ni Col.mi 

Con prospero viaggio giunsi col Compagno alle ore 
sei e mezzo di notte a Ferrara. La prima mia premura fu 
d' indagare la sorte degli arrestati e tradotti in queste car 
ceri di Castello. Intesi essere il loro caso disperato, e che 
per verificazione delle testimonianze qui spedite con Staffetta 



A 



284 A. Lazzari 



aveva ordinato il sig. Comandante Generale V assicuramento 
e la traduzione degli Testi monj a Ferrara, onde avere i 
confronti personali per dare una giusta decisiva sentenza 
militare. Non mancai, e non lasciai intentato mezzo alcuno 
per favorire questi infelici. 

Ebbi Congres>jO col Sig. Avv. Guidetti, e sul momento 
fu stesa supplica pel sig. Comandante implorando con essa 
compassione, pietà e perdono ; fu questa tradotta in idioma 
Francese, e si presentò alla Municipalità, onde accompa- 
gnasse la medesima con un Promemoria, e colla viva voce 
di Monsieur Leonij, unitamente con me pel detto sig. Ge- 
nerale, cui fa sommt impressione la sevizie usata nel re- 
cidere le Test^. dei due Morti francesi e portate in Trionfò 
esposte alla pubblica vista. Impegnai pure Monsieur Yon 
e sua moglie presso il sig. Comandante, che conta assai 
sul di lui animo, onde calmare il di lui sdegno per V offesa 
Nazion Francese. 

Dipenderà adunque la s'^ntenza dal Contesto delli Te- 
stimonj, ma non so, come possa riuscire 

Varj Memoriali sono stati portati dalle donne Lughesi 
al Sig. avvocato Guidetti, quali pure oggi presenterà alla 
Municipalità per ottenerne la sua protezione e mediazione. Si 
è fatto il possibile; dipende ora dal Signore Iddio la loro 
sorte, che in appresso si saprà. Non ho risparmiati passi 
ed incomodi, e voglia il Cielo gli sian profìcui e giovevoli. 

In quanto poi al Ceto Civico, ho scoperto dalla Muni- 
cipalità che la trasmessa Memoria a nulla serve, essendo 
mancante dei nomi de' Capi motori della Rivolta, e che 
mai nò dal Sig. Comandante, né dalla Municipalità si da- 
vano in nota, dovei do questi essere segnati da codesta 



La sommossa e il sacco di Lugo 285 

Municipalità, quindi ho stesa una Supplica, che tradotta ir> 
Francese si passerà pure al Sig. Comandante Generale per 
gli occorrenti motivi di tardato ri patria mento per il giusto 
timore di sentirsi compresi nei Capi Motori. Per quietare 
dunque e far cessare un tal timore rendesi necessario che 
dalle Sigg. Loro IH me con sollecitudine mi si trasmetta 
una tal Nota, contenente il nome di Francesco Mongardini 
detto il Moretto e degli altri che le Sigg Loro 111. me cre- 
deranno potersi nominare in verità in salvezza de' nostri 
concittadini, che più d' ogni altro mi stanno a cuore. 

Se credessero di segnare in Nota da loro sottoscritta^ 
come espressamente pretende non solo la Municipalità, ma 
maggiormente il sig. Generale Comandante, tutti i fuggiti,, 
cioè i due noti Regolari e gli altri che sono in sicuro, sarà 
bene ; altrimenti non isperino cosa di loro soddisfazione e 
tranquillità, m' anzi un maggio, sdegno de' Francesi. 

L' oggetto adunque di tale assoluta domanda è per 
liberare ogni Cittadino da me ad ogni costo sostentato per 
innocente, cioè proscritti i Capi dare il riapatriamento (sic) 
agli altri con un Proclama con cui debbano a vista ritor- 
nare sotto penale in caso contrario di conflscazione dei 
Beni. 

Intanto sarà bene che i Concittadini stiano emigrati, 
quelli che hanno avuta la più minima ingerenza e compa- 
riscono anche semplici Istigatori, essendomi in presenza 
del Compagno stato confidato da Persona sicura il Nome 
di alcuni emigrati, che sono presi di mira ; giacché spero 
di sedar tutto coli' arrivo di quanto ho chiesto. Chi com- 
piango sono i Carcerati, che non so come farmi per sal- 
varli. 



4 



286 A Lazzari 



Tanto Le devo coi miei rispetti a Tutti nelFatto di se 
gnarmi con distinta st»ma 

delle Sigg. LL. lli.me 

Lugo (per Feirara) i!l Luglio 1796. 

U mo Det mo ed Obb mo Servitore 
VINCENZO ZANELLI 

/// mi SigS^ Sigr^ P.ni Colmi 

Dopo varj constituti dei Testimonj qui trasmessi si è 
tenuto Consiglio Militare di Guerra suUi Rei detenu i. Da 
questo risulta sentenziati Randi e Palma alla Morte, Bar- 
tolotti in Fortezza per un anno, ed un giorno; e coi vivi 
mezzi ed impegni fatti per cui non ho al certo risparmiati 
passi, a stento si è sospeso il giudizio; e si ricercano altri 
schiarimenti. Tutti forse si salvavano, perchè i Testimonj 
erano in contradizione, ma 1' argomento adottato per con- 
dannare è stata la Nota spedita da codesta Municipalità, 
con cui restano qualificati per Capi della Rivolta ; ed il 
Sig. Comandante crede a detta Municipalità piucchè a qua- 
lunque Testimonio. Si è procurata una lettera per le Sigg. 
Loro 111. me scritta al Sig. Dott. Luigi Zaccari, da questo 
Sig. Avvocato Guidetti con cui regolare le risposte da 
spedirsi al Sig. Comandante il quale per staffetta scrive a 
loro Signori su tale proposito, per essere posto a chiaro 
lume sugli oggetti di cui si tratta 

Siano dunque caute le Sigg. LL. lU.me nelle necessarie 
risposte in far comprendere, se Costoro non fossero in realtà 
Capi, come a me sembra non siano tali, di dichiararli sol- 



La sommossa e il sacco di Lugo 287 

tanto rei per essersi armati, e di essersi opposti al tra- 
sporto degli Argenti, mentre così caratterizzati li ultimi 
<iuindici cadono sotto il perdono generale del Sig. GenJe 
Augereau, e si salveranno: insomma usino oculatezza, e 
riflessione per non pregiudicare questi infelici. Restew'anno 
meglio informate le Sigg LL Jll.me dalla lettera del Sig. 
Avvocato Guidetti che dirigge al Sig. Dott. Zaccari. Vi vuole 
segretezza, buon pensamento, e sollecita risposta per la 
verità, da cui tutta dipende la sorte delli Carcerati. La per- 
spicacità e saviezza delle Sigg. LL. lU.me mi darà un ar- 
gomento di consolazione, e perciò chiedo vivamente una 
loro dichiarazione per T effetto suddetto. 

Facciali vedere che i Carcerati sono stati arrestati dai 
Birri, senza la considerazione di essere veri Capi, e se si 
avesse a dichiarare tutti gli armati rivoltosi, bisognerebbe 
carcerare tutto il Popolo Lughese ; il quale cade sotto il 
generale perdono, ed amnistia: e che questi disgraziati sono 
<jaduti nelle mani delli Birri perché erano quasi li unici che 
erano in Patria, e lo Sbirro per farsi un merito li ha a 
suo arbitrio tutti indistintamente carcerati 

La Morte dei due Sentenziati succederà domani mat- 
tina di buon' ora. Questa mattina mi sono di bel nuovo 
presentato al Sig. Comandante Yann di questa Piazza per 
supplicarlo ad interessarsi per procurare sollecitamente dal 
Sig. Gerì.le Augerau il genera le perdono di tutti codesti 
miei Concittadini, ed Altri, che posso (sic) avere avuta 
ingerenza, specificando il nome di quelli, che potesse avere 
in Nota, e creduti da Lui Capi, il quale mi ha promesso 
^i averlo già fatto, e di tornarlo a fare in segno della sua 
premura alle mie giuste brame, ed inchieste, e ha inoltre 



à 



288 A, Lazzari 



detto, che venuta questa risposta mi renderà tosto avvisato^ 
ed io di volo, quandi le Sig. L.L. IILme me lo permettino, 
come Le priego, me ne verrò io stesso costà a comunicarla 
in voce. Perchè poi abbiano maggior forza le mie istanze 
presso questi Comandanti Francesi, ho creduto opportuna 
di ricorrere all'assistenza di un Cavaliere molto intelli- 

• 

gente della Lingua Francese, escludendo tante persone 
basse; di cui avrei potuto prevalermi per Interprete, col 
mez/.o del quale sino ad ora i miei Passi non sono statii 
gettati. Sa il Cielo cosa voirei poter fare per dare le mag- 
giori riprove di stima, ed attaccamento verso le Sigg. L.L. 
lU.me, e di tutta codesta mia Patria ; e se manco in qualche 
cosa, credino pure provenire non da volontà, ma da inna- 
vertenza, al quaP effetto le Sigg. L L. Ill.me mi devono li- 
beramente esporre coi Loro Comandi, quanto più li ag- 
grada, e discernano; e frattanto in attenzione dei Loro ri- 
scontri per mio governo, pieno della più costante stima, e 
rispetto passo all' onore di protestarmi delle Sigg. L.L. Ill.me 

Ferrara, 24 Luglio Domenica 1796 alle ore 17 d* Italia 
{una pomeridiana) 

U,mo Dev.mo ed Obbl.mo Servitore 
VINCENZO ZANELLI 

3.* 

IlLmi SigJ^ SigS^ Pmì CoLmi 

Possono ben esser certe le Sigg. L.L. Ill.me, che io non 
perdo momento per iscoprire quanto possa essere neces- 
sario per la sicurezza e tranquillità di codesta mia Pa- 
tria, e segnatamente di tutti i miei Concittadini; e se non» 



La sommossa e il sacco di Lugo 289 

tutto posso indagare lo devono attribuire alle costituzioni 
di questa Municipalità, la quale sopra le più piccole cose 
ha il giuramento di non manifestarlo: non ostante colla 
mia insistenza ho scoperto esser venuta dal Campo di Ro 
verbella dal gen.le Augereau la risposta dell' istanza, che 
col mezzo di questo Comandante Yann, gli feci giungere 
relativamente al Perdono più ampio, chiaro, assoluto, e senza 
equivoco in favore di tutti i miei Concittadini, e che que- 
sta non sia niente relativa alle nostre comuni, e reciproche 
brame, e si restringa a volere da codesta MunicipaUtà la 
Nota dei veri Capi della Rivolta come le Sigg. L.L. Ill.me 
meglio sapranno dal Dispaccio a loro diretto da questa 
Municipalità per mezzo di Staffetta. Per darle pertanto una 
Norma giusta, e sicura, onde potersi regolare su tale pre- 
scrizione mi sono a vista portato assieme col Compagno da 
questo rispettabihssimo Sig. Card.le Arcivescovo per infor- 
marlo di tutto e per sentire il savio suo sentimento, il quale 
unitamente ad altri Teologhi, ch'eranvi presenti, mi hanno di 
unanime consenso esortato ad insinuar Loro a dar questa 
Nota senza verun scrupolo, altrimenti per un vano riflessa 
si verrebbe a pregiudicare un'intero Paese; anzi si pre- 
tende, che non facendolo, si addossi un maggior male e 
pericolo alla Patria anche in foro di coscienza, che non si 
avrà mai Perdono, e che Niuno mai potrà assicurarsi di 
essere totalmente libero, ed assoluto. Riflettino dunque le 
Sigg, L.L. Ill.me a quello che più convenga, ed abbiano per 
fermo, che da questo solo Passo dipende la tranquillità del 
Paese, ed il Ripatrio dei Concittadini, senza del quale sona 
sempre in grave pericolo. Sa nello scrivere a questa Muni- 
cipalità, o Comandanti Francesi, avranno le Sigg. L.L. Ill.me 



à 



290 A. Lazzari 



la bontà di contemporaneamente informarmi, io avrò il 
piacere di agire con più coraggio, perchè non mi mostrerò 
digiuno delle loro intenzioni, come alcune volte mi è sue- 
ceduto per mancanza de' Loro a me sempre grati comandi. 

Quest' oggi alle Ore 22 li2 sono stati moschettati i due 
disgraziati Randi e Palma. Dall' E. mo Arcivescovo, e dai 
Confortatori sono stato accertato, che hanno fatta una Morte 
invidiabile. Per tutti gli altri Detenuti e particolarmente per 
tre dipende il loro destino dalli schiarimenti, che alle Sigg. 
L L. 111. me si sono chiesti ; al qual effetto riportandomi per 
quel di più all'altra mia, pieno della solita distinta stima 
passo a protestarmi 

Delle Sigg. L.L. Ill.me 

Ferrara, 24 Luglio 1796 alle ore 8 (ore li pomer.) 

U,mo Dev.mo ed Obbl.mo Servitore 
VINCENZO ZANELLI 

IlLmi Sig."-^ S/p/' P.ni Colmi 

Col Pedone volgarmente detto Scarannino ho ricevuto 
questa mattina 29 spirante la richiesta Nota divisa in tre se- 
parate una dair altra, con assieme officiosa lettera pel sig. 
Gen.le Augereau, ed alcuni Documenti, che influiscono a 
convalidare la verità. Tutto sul momento con mio Viglietto, 
ho passato air esame di questo Sig. Avv. Guidetti, il quale 
nel Congresso dopoi (sic) con me avuto, si è combinato 
essere formate le Note con precisione, e cautela, e però 
da presentarsi al Sig. Commandante Yann, onde innoltri il 
tutto a Legnago a quel Campo al ridetto Sig. Gen.le, non 
avendo tralasciato d' impegnare la Municipalità a fargli 



La sommossa e il sacco di Lugo 291 



:avere una comendatizia, e presso questo Sig. Comandante 
T impegno di Madama Yon, affinchè l'accompagni con forti 
espressioni per ottenerne il desiderato perdono. Questa sera 
lo stesso Sig. Commandante è stato da me prevenuto elio 
^imattina avrà il tutto; e si. è esibito di secondare le mie 
premure, con aspettare la risposta del Sig. Generale ; quale 
venuta, potrebbe darsi, che a me la consegnasse, e sono 
stato consigliato a tal riguardo qui trattenermi, benché i 
miei particolari affari esigessero il sollecito mio ritorno. 
Ha fatta un poco sensibilità la Nota contenente i Carcerati^ 
-che potrebbe far rlnvangare le circostanze, ma il Sig. Avv. 
Guidetti, sapendo appieno il sistema Francese, che quando 
Jia pronunziata sentenza, non si ritira, e non vuole ulte- 
riore Processe, ha stimato bene a questa pure dare il ne- 
<iessario corso, come senza meno si eseguirà. 

In questa occasione fò noto alle Sigg. L.L. Ili me di 
non avere tralasciato di minutare Memoriale pel Sig. Co- 
mandante onde avere i Fucili occorrenti alla Guardia Civica 
per la Fiera, e per li Piazzari; si è riportato il favorevole 
Rescrìtto, che presentato alla Municipalità, si sentirà come 
vogliano disporre per avere le richieste Armi ; e non tra- 
lascierò di far Loro palese il tutto, e la stessa Municipalità 
eseguirà con le Sigg. L.L. Ill.me quanto si è dimandato. 

In rapporto alli Conti della Bonificazione si rinnoverà 
r istanza, e sperasi di ritirar tutti i Libri, e Recapiti con 
l'ordine della alienazione dei Capitali attivi. Questa mattina 
in Municipalità si è tenuta Congregazione d'Annona, ed il 
risultato reso, che sarà pubblico colla stampa, sarà subito 
dimesso alle Sigg. L.L. Ill.me per opportuno regolamento. 

Oltre a Madama Yon, che ha molta influenza suU' a- 



292 A. Lazzari 



nimo del Comandante, ed altri Uffl:iali Francesi primarj, mf 
sono dato il pensiero di similmente; impegnare per la tran- 
quillità e sicurezza dei miei ConcitUidinì, non pochi altri 
Soggetti di vaglio, col mezzo dei quali spero che tutto- 
andrà a seconda de' reciprochi comuni Voti, benché sia 
stato «accertato essere note ai Francesi alcune particolari 
circostanze di qualcheduno, che io non avrei mai creduto;. 
tanto più, che ho asse ito con giuramento, per essermi 
ignote, non poter essere; ma meglio in voce alle Sigg. L.L. 
Ili me significherò. 

Vorrei che il Cavallo de' Francesi di cui le Sigg. LL- 
me ne hanno fatta parola, portasse un valore per quanto- 
è stato il Saccheggio sofferto da Lugo, mentre tanto da me 
rlie dal Compagno si è procurato resti questo in pieno do- 
minio di codesta Comunità; il che mi è stato accordato 
dalla Municipalità, purché i Francesi tacciano. Intanto in 
iscarico di mio dovere e premura, che mai sempre nutrirò- 
per le Sigg. LL. Ill.me nell'atto di protestarmi colla solita 
dovuta stima 

Delle Sigg. L.L. Ill.me 

Ferrara. 29 Luglio 1796. 

U, D. 0, Servitole 
VINCENZO ZANELLI 

Ill.mi SigS^ Sigr^ Padroni Colendissimi 

Con la dovuta puntualità si è dato sfogo presso que-^ 
sta Municipalità al Foglio de' Nomi de' Capi della Rivolta 
ed ad altri fogli allestiti, ma senza ritrarne sino ad ora 



La sommossa e il sacco di Lugo 293 



^alcun costrutto, essendosi riservata la stessa Municipalità, 
-di volerli esaminare, per poi in seguito risolvere. Non è 
giovato per sollecitare la mia partenza da Ferrara, confor- 
me tanto io che il mio Compagno desideravamo, le tante 
circostanze che costringe v^a no ad implorare il più sollecitò 
disbrigo, scagnandosi rblle molte ed attuali sue occupazioni. 
'Si ha l'appuntamento per domani, o alla più Lunedi con 
tutti i Componenti la Municipalitii per definire tutte le fatte 
rappresentanze ; e pesto che si è fatto il più, mi sono di 
buon grado nddattato di aspettare questi altri due giorni. 
Le Signorie LL. lll.me avendo da romandarmì, lo facciano 
colla Posta di domniii, mentre, iìe fosse possibile, si fa 
ogni sforzo o tentativo per l'ipatriare entro la giornata del 
seguente Martedì , \h 1 v^ual ten;po si darà pieno scarico 
di tutto ciò mi sarà l'iuscito di fare e di ottenere. 

Qui si aspettano di passaggio alcune Truppe Tedesche 
•le quali si pretende vadino ad assicurare lo Stato di To- 
:scana, e segnata mente il Porto di Livorno. 

La disfatta de' Francesi sotto Mantova è sempre mai 
più che certa ed indubitata, conforme altresì li loro di- 
spersione oltre la perdita di un Capitale in tutto, per quanto 
si dice, di circa tre Milioni di scudi. Con somma ammira- 
zione però e vera sorpresa si mira in questa Municipalità. 
V istessa Podestà di prima, per cui non posso dire alle Sigg. 
L.L. lll.me niente di positivo rapporto al Governo e comune 
destino, poiché non si sa se Lugo resterà colla Provincia 
«otto i Francesi, o sotto ai Tedeschi, opppure al Papa, confor- 
me comunemente si desidera. Ad onta di tali incertezze, e 
benché questa Municipalità non abbia ancora dichiarata la 
:sua intenzione rapporto ai Concittadini emigrati, io sarò di 



294 A, Lazzari 



sentimenti rtuttocbè non manchino Persone, che c.^nfldlna 
ancora nella forza e podestà Francese, essendosi sparso per 
Ferrara che sotto Tortona sianvi giunti da ottanta mila 
Francesi, per venire in questi nostri Stati a rivendicarsi) 
che tutti si ripatriassero quieti e tranquilli s^nza timore, 
poiché qualunque novità fosse per nascere, vi sarà sempre 
tempo e luogo, se il bisogno lo richiederà, di porsi in si- 
curo, per quindi pensare gli opportuni temperamenti, ed^ 
intanto non si tralascia di fare il fattibile per avere in mano- 
qualche garanzia di questa Municipalità. Questo è quanta 
occorremi di dovere manifestare alle Sìgg. L.L. IH me nel 
mentre che pieno della solita dovuta stima ed attaccamento 
ho r onore di riprotestarmi 
Delle Sigg. L.L. Ill.me 

Ferrara, 6 Agosto 1796. 

Z7/W. Dev.Yno ed Olbl.mo Servitore- 
VINCENZO ZA>'ELLI 

XIIL 

Lettere del Cardinal Chiaramonti ai Pubblio! 
Rappresenta ali di Lugo. 

(Arch, Com, di Lugo. - Busta LXXXIX) 



i: 



IlLmi Signori 



Non posso non gradire le cort^'si espressioni che le 
S-S. V.V. mi avvanzano per tutto ciò che ho potuto fare- 
pel bene tli codesta popolazione, pe che le riconosco pre- 
venienti dal loro buon animo verso di me. 



La sommossa e il sacco di Lugo 29S 

Sono pertanto affettuose le grazie che loro ne rendo, 
rendendole certe della mia disposizione per ottenere quanto 
desiderano. Non ho poi lasciato di far impostare le note 
lettere per Bologna. E quivi con cordial stima resto 

Delle S.S. V.V. 

Imola, 23 Luglio 1796. 

affamo di cuore 
G. Card. CHIARAMONTI 
I Sig-ri Fiore ed Anziani di Lugo 

2.* 
ULmi Signori 

Prima di ricevere il foglio delle SS. V.V. avea g'à dati 
i passi opportuni circa all' affare di cui mi parlano, non 
solo alla Municipalità di Ferrara, ma anche al Gen.le Au- 
gereau, da cui non ho avuto alcun riscontro. (1) La d* Mu 
nicipalità mi rispose di averne già avvanzate le sue efficaci 
premure, e desidero che abbiano un buon effetto. Ch'è quanto 
mi occorre significare alle S.S V.V. alle quali auguro dal 
Signore ogni compita felicità. 

Delle S.S. V.V. 

Imola, 3 Agosto 1796. 



Affmo di cuore 
Card. CHIASAMONTI 



1 P.P. Rappresentanti di Lugo. 



(1) Si trattava sempre di ottenere da Augereau o 1* amnistia per tutti 
i ccmplici della rivolta, o ameno la definizione dei Capi. 



296 A. Lazzari 



XIV. 

Istaaza di una Deputazione di Ebrei di Lugo 
al Colonnello B. Yann. 

(Arcliiv. Com, di Lugo - Busta LXXXIX — Lettere dei varii Comandanti 
francesi dirette alla Municipalità di Lugo)» 

Monsieur le Comandant Citoyen Yann 

Le Députés de la Nation Juìve de Lugo sujets très fl- 
déls de La genereuse Republique Frangoise, ils suplient La 
Magnanimité de votre clement coeur , afinque les memes 
privileges qu' ont vient d'accorder avec bonté à la Nation 
Juive de Ferrare ils soient publiós aussi à la faveurdes Juif 
(sic) de Lugo. On se flàtte de vòtre connue complaisance 
d'ob tenir cette grace, tandis qu' on priera toujours pour 
vótre conservation et prosperiti. 

In calce un ordine di Yann^ in data dell' 8 Settembre (22 
Tructidor) invita la Municipalità a far riconoscere gli Ebrei del 
Comune di Lugo come cittadini pari agli altri, perchè nessuna 
distinzione vi doveva più essere. 

Il comandante si riserva, appena ritornato a Ferrara, di otte- 
nere da Saliceti la conferma del suo ordine. (1) 



(1) Il Baldrati, nella sua Istoria ^ scrive, sotto la data dell* 8 Settembre : 
« Neir istesso giorno fa pubblicato un Editto dato dal Commissario 
Salicetti in Ferrara, con cui gli Ebrei erano messi in eguagfliacza cogli altri 
cittadini. Alla pubblicazione di questo Editto vi erano alcuni Ebre , che pei 
giubilo cominciarono a saltare ed Abramo Forti con Isaia Finzi gridarono: 
Viva la Ripubblica Francese e morte ai Tiranni di questa. Due di essi, uno 
det*o ^uppa e l'altro Zucchetto portarono la nuova in Ghetto od allora gli 
altri diedero segno di tripudio e fcero i viva alla Repubblica Francese. 

La sera fu fatto festino ia casa del Rabino, noi quale ballo v' erano 
anche due Cristiani cioè Ferdinando Saragoni e Federico Brusi ». 



La sommossa e il sacco di Lugo 297 



Ordine di Hamelia Agente Militare di Ferrara 
riguardante gli Ebrei di Lugo. 

Agent militaire Republiqtie FrariQaise 

de Ferrare Armée d' Italie 

Liberté Egalité 

Le 23 fructidor de V Art 4."^« [9 Settembre 1796) 
De la Republique FrariQaise 
R Hamelin Agent Militaire 

A La Municipalité de Lugo 

• 
Plusieurs juifs 'habitirits votre Commune, Citoyens, 

m' ont paru craindre que V arrèté pris par le Citoyen Sa- 
liceti en faveur des juifs de Ferrare )ie s' étendit pas jusqu' 
à eux. Étant chargé de V execution de cet arrélé; je de- 
dare que V intention du C toyen Saliceti a éié de parler 
de tous les juifs iiabitants la province du ferrarais. Je vous 
prix (sic) et vous requière (sic) de rendre ma Lettre public- 
que dans votre Commune. 
Salut et fraternità 

R. HAMELIN 

P. S. ci-joint vous trouverez plusieurs copies de 1' Arrèté 
<lont il s' agit. 

XV, 
Il caso del Dottor Sonoini. 

Il dottor Andrea Soncini ferrarese, secondo medico 
<X)ndotto di Lugo, venne accusato di aver tenuia una se- 



^ 



298 A. Lazzari 



greta corrispondenza colla Municipalità di Ferrara a danno- 
dei Lughesi, e considerato come « traditore della patria >, 
cadde sotto il peso del popolare disprezzo. 

Il povero Soncini colse V occasione della venuta di 
Yann a Lugo (8 Settembre 1796), per ottenere una pubblica 
riparazione morale, e presentò al comandante francese la 
seguente istanza:^ 

(Archiv. Com, di Lugo — Busta LXXXIX) 

« Le Citoyen Soncini de Ferrare, qu' il est été calomnié 
pour avoir ecrit a la Municipalité de Ferrare les details, et 
les jpersonnes embarassés dans la revolution de Lugo vous 
demande la grace de vous faire declàrer le calomniateur 
par cette Municipalité, et en scavant (sic) etre vous genereux 
en pardonner les offenses, lorsque le recourant soit justiflé 
par une Proclamation signée de la meme Municipalité et 
ses adjoints il sera plus content que le decret que vous fé- 
riez de V exil, lequel donneroit a lui de V baine, et formeroit 
son prejudice attendue sa profession, que vien d'exerciter 
dans le pays. Il implore a ce sujet votre bonté et protection.» 



Il colonnello Yann si occupò dell' affare, e i Pubblici 
Kappredentanti furono obbligati a far pubblicare la se- 
guente Dichiarazione: 

<r Avendo sentito Noi, che il Sig Dott. Andrea Soncini 
sia stato calunniato di aver egli tenuta informata con Let- 
tere la Municipalità di Ferrara, relativamente alla passata 
Rivolta; ed avendo noi fatte diligenti ricerche per rilevarne 
r Autore, non ci è riuscito di rinvenirlo in nessuna ma- 
niera: quindi inerendo anche agli ordini del Sig. Coman- 



La sommossa e il sacco di Lugo 299 

dante Yann dichiariamo non essere il medesimo di dò 
capace, costando a Noi la di Lui probità, ed onestà. Vo- 
gliamo, che questa nostra Dichiarazione, da Noi sottoscritta, 
venghi registrata negli Alti della nostra Segreteria e data 
Copia in autentica forma allo stesso Sig. Dott. Soncini per 
sua maggiore giustificazione. 

Lugo, questo di 14 Setteoibre 1796. 

CESARE ZACCARI, Priore 
GIOACCHINO LOTTI, Anziano 
MARCO CICOGNINI id 

ANTONIO VERLICCHI jd. 

Così è : Carlantonio Dott Manzieri pubblico Notare e 
Prosegretario della Municipalità; in Fede. 

XVI. 

AI Cittadino Saliceti Commissario delle Armate 

dell'Alpi e deiritBlia 

Ossequioso Pro -memoria sulla Contribuzione 

per la IHunloipalità di Lugo (1) 

(Arch Com, di Lugo -• Minutario del Luglio i796) 

Altre volte vi supplicò, ed ora pure vi supplica, o Si- 
gnore, la sventurata Municipalità di Lugo, perchè la solle- 
viate sul Riparto della contribuzione, di cui è stata tassata 
la Provincia di Ferrara. Conoscono pur troppo i Lughesi, 
che per quanto sternninatore sia stato il danno, che tutti 



(1) Molto probabilmente questo Memoriale fu presentato alla fin di Set- 
tembre a Saliceti dai deputati lughesi Cesare Zaccarl e Vincenzo Zanelli. 



500 A. Lazzari 



^nno (sic) risentito dal sofferto saccheggio, non perciò com- 
pete loro un deciso diritto di essere dalla stessa contribu- 
zione assoluti. Eppure ardiscono essi d'implorare questa 
;grazia, fidati al cuore ed alla penetrazione di voi medesimo, 
die saprete gustare 1' equità da cui è accompagnata la loro 
petizione. 

Prima della sgraziata sommossa aveva già la stessa 
Municipalità reclutata la vistosa somma di Scudi ventimila 
Romani in circa per la sudetta contribuzione, che i di lei 
Concittadini si erano affrettati a portare, ban disposti gli 
^Itri a compirla. Coli' intenzione pertanto e col fatto erasi 
dalla stessa Municipalità ai vostri ordini ubbidito. 

Giunse frattanto in Lugo la vostra vincitrice Soldate- 
sca, ed autorizzata a punire col Sacco medesimo la colpe- 
vole defezione, neir impadronirsi che fece delle altre Casse 
pubbliche, si impadroni eziandio della sudetta parziale con- 
tribuzicne, come egualmente s'impadroni degli altri Effetti, 
che spettavano ai molti Cittadini nella massima parte in- 
nocenti. 

Arrestatevi un momento, o illustre ed illuminato Citta- 
dino. Non sarà possibile, che Voi ragionando sulla verità 
•di questo fatto, non siate per definire, che la Municipalità 
di Lugo posta per colpa di pocchi (sic) sciaurati nella la- 
crimevole impotenza di reclutare dai suoi Cittadini nuovo 
danaro, non meriti per ogni principio di equità e di uma- 
nità di essere con una generosa condonazione sollevata 
dalla sudetta contribuzione. 

Si, o Signore, lo merita per tutti i capi. Guarda essa 
le sue forze, e non ne ritrova alcuna, giacché nel vedersi 
spogliata del Denaro che riteneva nelle pubbliche Casse, è 



La sommossa e il sacco di Lugo 301 

condannata a gemere sulla impotenza di sostenere i pub- 
blici pesi, che sono moltissimi, e tutti indeclinabili; di sol- 
levare in oltre i Poveri che giornalmente si affollano di- 
r egualmente saccheggiato Monte di Pietà per domandare 
le consuete prestazioni ; e Analmente di provedere. Tremila. 
Corbe di Grano, che mancano allo sfamo della sua nume- 
rosa Popolazione. 

Che se si rivolge ai suoi Possidenti Cittadini, non altro- 
vede in loro che altrettanti oggetti di compassione, perchè 
mancanti tutti di denaro, di vestiario e per fino di camicia^ 
alle quali cose tutte non sanno essi come supplire, giacché 

» 

oltre le conseguenze del Sacco, provarono eziandio dua 
giorni dopo di quello il flagello dì una Grandine stermina- 
trice sui loro Campi, ed ora sperimentano l'Epidemia nelle 
Bestie Bovine. 

Questo, o Signore, è il Quadro in cui vedete gli infe- 
liei Lughesi. 

Potrebbe è vero la Municipalità ottenere dair altra di 
Ferrara una dilazione al pagamento della stessa Contribu • 
zione col corso di discrete usure, conforme questa per vo- 
stra insinuazione si è mostrata disposta a fare: Ma unita 
questo peso agli altri gravissimi, che deve essa sostenere, 
le si affaccia purtroppo uno stato di disperazione, nella 
quale sarebbero avvolti i di lei concittadini, i quali pur 
troppo abbisognano di aiuto e d' incoragimento, laonde ri- 
tornino ad applicarsi del loro commercio, e degli altri in- 
dustriosi lavori. 

Voi avete inteso, o Signore, e non avete inteso in- 
darno, perchè sentite il pregio di una umana beneflcenza, 
la quale realizata farà troppo onore tanto a Voi, che alla. 



302 A. Lazzari 



Repubblica. Francese, verso la quale i Lughesi pienamente 
ravveduti saranno ette.rnamente (sic) penetrati dalla più 
rispettosa, e più giustificata riconoscenza. 

XV^II. 
Lettera di B. Yann alla Municipalità di Lugo (1) 

(Xrch. Com. di Lugo — Busta LXXXIX) 
Liberté Àrmée d'Italie Egàllté 

A FeiTaro le 2e Brumaire an. 5 (23 Ottobre 1796> 
de la Rep. Franpaise. 

Le Chef de Brigade Yann Commandant le Fort et 
Place aux Citoyens Membres Composants La Ma- 
nieipalité de Lugo. 
Citoyens 

J' ai ét^' instruit que vous n' avez pas voulu mettre en 
execution un arretté (sic) de T Adniinistration Centrale du 
Departement de Ferrare et que vous vous y etez refusé 
portant pour raison que je ne V avais pas vis6, faitez en- 
sorte (sic) qu' a V avenir un pareil abus soit prevenu ; vous 
devez connaitre V Administration Centrale et e' est a elle 
a qui vous devéz vous adresser dans tous les cas : faites 



(1) La lettera ha origine da questo fatto II 15 Ottobre V Amministra- 
zione Centrale di Ferrara promulgfò un editto, in forza del quale erano abo- 
liti i tribunali ecclesiastici, per cui preti e frati venivano sottoposti allo stessa 
tribunale dei laici. I componenti la Municipalità iughese si rifiutarono di 
pubblicare V editto, col pretesto che non fosse stato controfirmato dal Coman- 
dante Yann. Inde trae. 



La sommossa e il sacco di Zugo 303 

attention qu^ je s?ai (sic) tout ce qui se passe et que je 
tomberai dessus celuy qui voudra s' écarter des bornes. 

Saint et fratemité 

B.tf YANN 
Aux Citoyens 
Menibres Composant la Munxcipalxté de Ltigo 

a Lugo 

XVIII. 

Istansa al Colonnello Yann in favore dei coìoi^ 
dannati per la rirolta, detenuti nelle caroéri 
di Lugo (1). 

(Arch. Ccm. di Lugo » Bufta LXXXIX) 

Cittadino Comandante 

Le Mogli di quegli Infelici condannati per la fatale 
Rivolta, e che sono nelle pubbliche Carceri da tanto tempo, 
vi dimandono pietà pe' medesimi. Sono quasi tutti amma* 

lati, né vi è mezzo onde riaverli, se non accordare loro la 
grazia che escano, commutando i loro vincoli nella carcere 
pel Paese. 

Assicuratevi, o Cittadino, che gV Infelici non ebbero 
-alla rivolta che un'imbecille consenso, onde non sono che 
traviati pentiti che ve la dimmandano (sic). 

Di pugno di Yann : 

Vu la lettre du Medecin que j' ai gard<'33 entre mes 



(1) Le mogli di questi carcerati andarono alla fin d' Ottobre a Bologna, 
ove dal Qaravini furono presentate a Saliceti. EgU « senti pietà del loro 
^caso » e fece loro ottenere Im grazia. 



.4 



304 A. Lazzari 



mains, vu encore P impossibilité qu'il y a de les enfermer 
dans cette Commune, vu encore quMls n'ont pas eté de- 
clarés chef (sic) de Revolie et que d' après la grace acor- 
dèe (sic) par le general Augereau que tout individu quy 
n' ont pas eté chef de Revolte doit aller pardonné, mais 
comme les individus ont été jugé par un Conseil Militaire^ 
ce qu' il n* apartient que un tribunal de Revisìon de le faire 
mettre en liberté, vu enfin que V humanité est le premier 
devoir d' un Citoyen, il est permis à la Municipalité de 
Lugo de laiser (sic) en liberto ìes dits prisonniers, a la 
charge pour eux de se presenter tous les quattre jours au 
Bureau dela ditte Municipalité don elle me renderà compte 
de suitte. Si se (sic) trouvait quelqu' un d' eux quy n'avait pas 
obei est chargée la ditte Municipalité de le faire aretter 
(sic) et enfermer de suitte. 

Fait a Ferrare le 16 Brumaire 5.^ an. Bop. 
(6 Novembre 1796). 

Le chef de Brigade Ccm. ^^ le fori et la place de Ferare 

B d YANN (1). 



(1) Il 7 Novembre il colonnello Yann, andando a Bagnacavallo, sì fermò- 
per poche ore a L»ugpo, ospite della contessa Marianna {Rossi, e si recò egli 
stesso nelle carceri a restituire in libai tà i detenuti. (Cfr Soriani, p. 109). 



La 9omfnoém e il sacco di Zugo 805 

XlXfi 

Lettera del Card, Gharacnonti ai Pubblici Rappre* 
sentanti di Lugo (1). 

(Bibltot. Com. di Lvgo - Ms. n.* 4i4i) 

Sento dal foglio degli 8 corrente delle S.S. L.L. 111. me 
il nuovo imbarazzo in cui si ritrovano, e vedo essere ben 
valutabili e giusti i loro riflessi. 

Affine però di maturar meglio i mezzi da prendersi 
onde evitare la violazione de' doveri d'un buon Cattolico, 
il che più d'ogn' altra cosa e della vita stessa deve stare 
a cuore; e di non compromettere alcuno, ove non lo vo- 
glia un'assoluta necessità, sarà bene che se l'intendino 
con il Sig. Canonico Francesco Bertazzoti, a cui non lascio 
di scrivere. 



(1) Era stato ddcretato daU* Amministrazione Centrale del Ferrarese che 
V undici Dicembre si eleggessero dal popolo i Centurioni, ì quali alla lor 
volta, il giorno 15, dovevano nominare i Decurioni incaricati di scegliere i 
deputati per il Congresso Cispadano di Reggio. I Pubblici Rappresentanti 
lughesi ricorsero per consiglio al Cardinal Chiaramonti, il quale rispose con 
questa lettera. 

I Pub 'liei Rappresentanti, non potendo esimersi dair eseguire gli ordini 
ricevuti da Ferrara e d' altra parte non volendo venir meno al loro dovere di 
sudditanza al legittimo sovrano, ricorsero — forse consigliati dal Bertazzoli -^ 
?XV ostruzionismo. La Sila destinata alle elezioni era l'aula magna del Collegio 
Trisi. Non vi si fece preparare l'occorrente, non vi si accese neppure il fuoco 
(e si era a mezzo Dicembre 1), sicché, per molteplici ragioni, tutti disertarono 
le urne. Vi furono recriminazioni e querele, e la Municipalità di Lugo fu 
accusata a Ferrara • di avere mostrato un colpevole disprezzo verso li Rap- 
presentanti dell' Assemblea con assegnare per la loro radunanza una sala 
vuota di qualunque più necessario comodo » (Arch. Com. di Lugo, Minutario 
del Dicembro 1796)< Riuscite a vuoto le elezioni, 1' Amministrazione Centrale 
di motuproprio nominava i deputati di Lugo al Congresso Cispadano, che fu- 
rono Luigi Vostri e i! celebre Giuseppe Compagnoni. 



306 A. Latmri 



Posto egli sulla faccia del luogo, potrà meglio vedere 
il tutto nel suo aspetto, e pieno di probità e di lumi potrà 
anche meglio conoscere la maniera di procedere in questa 
circostanza con quella saviezza, circospezione e prudenza 
che si deve e che esigge la circostanza; e pieno di cor- 
diale affetto prego il Sig.'« a ricolmarli di celesti Benedi- 
zioni. 

Delle S.S. lU.me 

Cesena 9 Dicembre 1796. 



aff.mo per servirle 
Il Card. CHIARAMONTI. 



Signori Priori ed Anziani — Lugo. 



Lettera anonima indirizzata da un Lugheae 
air Amministrazione Sentrale di Ferrare. 

(ArcK Com, di Lugo Busta LXXXVIII. Lettere delV Amministrazione Cw 
irate, i796) 

Lugo. 28 Decembre 1796. 

Cittadini 

Le savie leggi emanate dal presente Governo non solo 
non sono in osservanza, ma vengono del tutto trascurate. 
Fra queste vi è quella che ogni Cittadino debba portare la 
tricolore Coccarda. 

Questa non si osserva se non da pochi: ma questi 
pocchi (sic) vengono poi guardati con occhio di disprezzo, 
e si vedono posposti a quelli che nanno la coccarda papa- 
lina. Molti Lughesi già la portano impunemente; e le au- 
torità Lughesi non le fanno niente. Se tutti portassero que* 



La sommossa e il sacco di Lugo 307 

sto segno non si farebbe caso di quelli che come soldati 
papalini la portano. Voi però, rispettabili Cittadini, potete 
riparare a questo disordine. Ordinate di nuovo, sotto la 
più rigorosa penale, che ogni Cittadino sia obbligato a por 
tare V insegna nazionale. 

In allora non resteranno esposti agli insulti della plebe 
que' Cittadini che si fanno pregio di essere decorati di 
questo nazionale Caratere. Se mi ascolta,te in questa parte, 
mi aprirete la strada e per motivarvi tutti quegli altri a- 
busi ne' quali vive il nostro paese. 

Salute e Fraternità 

D. F. p. 

XXI.^ 

ItfCttera della Munioipalità di Lugo al Colonnello 
Bertrando Yann. 

(Arch. Com. di Lugo Minutario del Marzo i797,) 

Cittadino Com andante 

Il Generale in Capo si è degnato di ascoltare beni- 
gnamente le nostre suppliche, e V efficace vostra raccoman- 
dazione. Egli con un nuovo tratto della sua clemenza ha 
regnato il sospirato Perdono sulla stessa vostra Lettera, che 
vi compieghiamo. » 

Li nostri Cittadini Rossi e Zaccari vengono d' accerta- 
re la molta sua deferenza alla vostra relazione. Per questa 
grazia adunque la nostra Patria deve a Voi una gran parte 
della sua riconoscenza. 



308 A, Lazzari 



Cittadino Comandante, degnatevi di coronare i vostri 
favori col pubblicare V ottenuto perdono mediante un vostro 
autorevole Proclama. Unendo Noi Copia della Supplica die 
dirigemmo al Generale in Capo, intendiamo di accennarvi 
i termini del bramato Proclama li più idonei a smbilire 
nella nostra Patria la primiera tranquillitù,. 

Se questi non sono stìti disaprovati dall' Invitto Ba- 
naparte che ha ritenuta la Supplica originale, abbiamo 
luogo a sperare che non dispiaceranno a Voi sempe pro- 
penso per li nos!;ri vantaggi. 

Avvalorate adunque la nostra riconoscenza ; sempre 
più comprovateci la vostra propensione: fatevi conoscere 
questa volta ancora, come in ogni altro incontro, nostro 
vero Protettore. 

I COMPONENTI LA MUNICIPALITÀ 
XXII.^ 

Ricevuta del versamento fatto a Ferrara dei frutti 
della quota assegnata a Lugo per la contribu- 
zione del Giugno 1790. 

(ArcKiv, Cam. di Lugo — Busta L XXX Vili) 

Ferrara 3 Febbraro 1797 

Nel Santo Monte di Pietà a credito del Monte Contri- 
buzione Scudi millecinquecento settantadue, Bajocchi set 
tantadue, Dannari due Moneta reccò (sic) Contanti la Conriun:- 
tà di Lugo per mano del Cittadino Macrobio Sangiorgi Depo- 
sitario della stessa Comunità, disse per la Rata semestrale 
de' Frutti a tutto lo scorso Xmbre 1795 sopra li Scudi 



La sommossa e il sacco di Lugo 309 

r»2424 01. 8 rimanenza della quota assegnata alla suddetta 
Comuni à in s>mma di Scudi 55570. 00. 8 nel Riparto di 
S^udi 800,000 fatto su tutte le Comunità della Ferrarese 
Provincia per la Contribuzione pagata alla Repubblica Fran- 
<!cse ed altre attuali circostanze. 

ANTONIO FI NOTTI Computata 

XXIII.^ 

Moia della Spesa fattasi dagli lll.mi Sigg. Luigi Borea Buzzaccarini 
Vincenzo Zanelli Deputati della Comunità di Lugo per portarsi 
in Ferrara per trattare con quella IJLma Municipalità. 

{Bibliot. Com. di Lugo - Mss, Sezione RtAor^inufito. Mazzo 1) 

MARTEDÌ 12 LUGLIO 1796 

In Accesso da Lugo fino alla Fortuna Buo 

Damano alli due Postiglioni . . Scudi — . 64. — 
Dalla Fortuna fino in Argenta Buonamano 

alli due Postiglioni . . . . Se. — 64. — 
Al Passo della Bastiglia . . . Se. — . 20. — 

Nella Corsa della Posta da Argenta Ano a 

San Niccolò compresa la Buonamano 

alli due Postiglioni . . . . Se. 2. 21. — 
Nella Corsa della Posta da San Niccolò Qno 

a Ferrara, compresa la Buonamano alli 

due Postiglioni Se. 3. 30. — 

In varie minute spese occorse • . . Se — . 24. — 

ADÌ 13 LUGLIO 
Al Messo spedito a Lugo con lettera . Se. 2 50. — 



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\ 



310 A. Lazzari 



In Caffè per due volte Se. — • 29. — 

Al Sig. Uditor Serafino Filoni ... Se. 9. 45. — 

ADÌ 14 LUGLIO 

In Maneie alla Sala della Municipalità di 

Ferrara Se. — .60- — 

Al Parucchiere, e Barbiere . . . • Se. — . 40. — 

Alla Sala dell' E.rno Arcivescovo . . Se. — . 30. — 

In Sorbetti, Caffé e Cioccolata . . . Se. — . 37. 6 
In cibaria alla Locanda del Leone bianco 

in Ferrara compresa la Buonamano al 

Cameriere Se. 9. 60. — 

In far ungere il Legno, e lavax4o dati allo 

Stalliere dell' Osteria- ,; *-. . :}'" . . Se. — . 20 — 

Dati a Pietro Verliccliie-per -serviggi prestati Se. —.25. — 

Al Ragazzo della Locanda . • . . Se. — . — , 2 

ADÌ 15 LUGLIO 

Nella Corsa da Ferrara a San Niccolò pel re- 
cesso, compresa la Buonamano alli Po- 
stiglioni : . Se 3. 40. — 

Allo Stalliere della Posta in Ferrara . . Se. — . 26. — 

Nella Corsa da San Niccolò in Argenta colla 

Buonamano alli due Postiglioni . . Se. 2. 20. — 

Alli stallieri di San Niccolò, e di Argenta Se. — . 08. — 

Caffè in Argenta Se — . 12 — 

Al Passo della Bastiglia . . . . Se. — 20. — 

Nella Corsa da Argenta fino alla Fortuna a 
San Bernardino compresa la Buona- 
mano alli due Postiglioni ... Se. 2. 23. — 



La sommossa e il sacco di Lugo -311 

Buonamano alli due Postiglioni da San Ber- 
nardino fino a Lugo .... Se. — ^.60 — 

Allo Stalliere della Fortuna . . . Se. — . 04 — 

In varie minute spese di Beveraggi nel viag- 
gio, e ritorno Se. — . 30. — 

Al Mastro di Posta Antonio Maria Begnis 
di Lugo, come da Lista e Ricevuta in 

tutto Se. 8. — . — 



Se. 48. 57. « 
Avuti Se, 50. -.. — 



Avvanzano Se. 1. 42. 6 



Vi è annesso un foglietto con quest'ordine: 

12 Luglio 17d6 - Lugo 

Sig. Giuseppe Bolognetti consegnerà Scudi cinquanta 
alli Sigg. Luigi Borea, e Vincenzo Zanelli, Deputati spediti 
in Ferrara per affari di questo Pubblico, ritiratene ricevuta 
che ne' conti vi saranno abbonati. 

In fede Se. 50. 

PROSPERO NUVOLI 
GIOVANNI POSCHINI 
ANTONIO ANGELINI 

Habiamo ricevuto noi sottoscritti 
r importo della sud * somma di scudi 
<3inquanta d.<* Se. 50. 

LUIGI BOREA BUZZACOARINI 
VINCENZO ZANELLI 



FINE 



X IbT ZD X C IB 



JXTRODUZIONE Pa^-. m 

CAPITOLO I. — Lugo alia fine "del SeU^cenlo — Li c'ttaJiiiHnz;i 

— La coslituziene interna — L'ordioameato politica — Prìm 
riflessi della Rivoluzione francese a Lugo — Lo spirito pib 

blieo — La festa del Protettore S. llaro. . • . » 3 
CAPATOLO IL — Banaparte e la Santa Sede — La mediaziou j dd 
cav. Azara — I Francesi a Bologna — L* occupazioue «li 
Firrara — L' armislizio del 23 Giugno — I Francesi a I n3!a. 
Faenza e Rivenna — La Convenzione di Firenze— I titrbidi 
nelle Romagne — Tentativi di rivolta a Biven la e a C is .mi *. » 3) 
CAPITOLO III. — I Francesi a Ferrara — Uequisizioiw» d. Jlrj unni 
a Lugo e loro restituzione — Lugo e la Contribuzione di guerr.i 

— I eommrssari, ferraresi Cremona e Seutell ri — I* b.isto di 
S. Ilare — Lo scoppio della rivolta — Francesco Mongar- 

dini — I fratelli Manzoni — Il proclama del L* Luglio. » 67 
-CAPITOLO IV. — Tentativi del cardinal Cliiaramonti per ricon- 
durre alla calma i rivoltosi — La missione di Djn Diego 

Fuensalida — Il barone Giuseppe Capelletti a Lugo — La 
scaramuccia di Barbiano — L^ mediazione di Cip li*tii -^ 
Il convegno di Baguara — Il plebiscito del 6 L'iglio . > 107 
■CAPITOLO V. — La vittoria degli insorti sul Santerao — La 
marcia di Augereau — L' assalto di Lugo — Lì fuga dt'^li 
abitanti — Il saccheggio — Partenza dei Francesi — Il ri- 
torno d3i profughi — Gli editti di Augere.u — Il PerJotid » lft2 



ri 



314 A. Lazzari 



CAPITOLO VI. — Lugo dopo il sacco — Arresto di alcuni com- 
lilii'i delia rivolta — Loro processo e condanna — La depu- 
tazione di Vincenzo Znnelli a Ferrara — Trattativa a prò dei 
e^tpi della sommossa — Saliceti e la contribuzione — Torbidi 
a Liigo negli ultimi mesi del 1796 — L' amnistia generale 
di Bonaparte Pag. 205 

APPENDICE 1/ — Documenti anteriori al 30 Giugno 1796 . » 246 

APPENDICE U/ — Documenti riguardanti il periodo 30 Giu- 
gno - 8 Luglio 1796 » 257 

APPENDICE IIL* — Documenti posteriori all' 8 Luglio 1796 » 26» 



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